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Italian Pages 198 [197] Year 2009
Michel Montaud
Denti & Salute dalla salute della bocca alla salute del corpo
Un metodo rivoluzionario che mette in luce il legame tra denti, corpo e psiche
~tii6i11it•Hi~ EDIZIONI
Denti & Salute Dalla salute della bocca alla salute del corpo Autore: Michel Montaud Titolo originale: Nos dents une porte vers la santé © By Le souffle d'or, Gap, France Direzione editoriale: Mimmo Tringale Traduzione: Clara Scropetta Editing: Cristina Michieli Impaginazione: Daniela Annetta Copertina: Andrea Calvetti ©2009, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo, 1 50127 Firenze tel 055 3215729 - fax 055 3215793 [email protected] - www.terranuovaedizioni.it VI edizione, aprile 2012 ISBN 88-88819-37-2 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell'editore. Le informazioni contenute in questo libro hanno solo scopo informativo, pertanto l'editore non è responsabile dell'uso improprio e di eventuali danni morali o materiali che possano der+vare dal loro utilizzo. Stampa: Lineagrafica, Città di Castello (Pg)
SOMMARIO Presentazione dell'edizione italiana Prefazione all'edizione italiana
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Ringraziamenti Premessa. Il mio percorso
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Introduzione La Dentosofia Che cos'è la Dentosofia? Che cosa significa guarire?
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Capitolo 1. Il nostro approccio alle cure dentistiche Una terapia dentistica differente Storia Aspetti pratici Risultati clinici Capitolo 2. I legami tra la bocca e il corpo Funzioni vitali e malformazioni della bocca La respirazione La deglutizione La fonazione La masticazione Conclusione La bocca equilibrata La visione dentistica classica Disagio di fronte all'estrazione di denti sani Fatti che fanno riflettere Porsi le domande giuste L'equilibrio orale: un altro sguardo sulla bocca Una bocca equilibrata Visualizzazione della bocca equilibrata Il concetto di dimensione verticale Vitale a novant'anni come a venti Funzionamento neurologico umano
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Il gesto stimola la volontà e costr"uisce l'intelligenza. Camminare-Parlare-Pensare La deambulazione li linguaggio Il pensiero Camminare-parlare-pensare L'attivatore plurifunzionale: una possibilità di correggere le funzioni bucce-dentali e neurologiche a qualsiasi età. Capitolo 3. I legami tra la bocca, il corpo fisico e la psiche Tutti ne parlano, tutti lo vivono, tutti lo gridano ... ma chi se ne accorge? Tutti ne parlano Tutti lo vivono Tutti lo gridano ... ma chi se ne accorge? La bocca: porta d'ingresso per una terapia globale Dal perché al pour quoi, a seguito di cosa Legami tra patologie generiche e bocca Schiena e articolazioni Mal di testa Sonno e apnee nel sonno Fatica cronica o fibromialgia Asma Eczema Malattie otorinolaringoiatriche (angina, rinite, otite, sinusite ecc.) Allergie (otorino e cutanee) Alcolismo Tabagismo Onicofagia Sclerosi multipla a placche Schizofrenia Depressione Cancro Aids: constatazioni scomode Conclusione sul legame tra l'equilibrio della bocca e le patologie
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Le carie e gli amalgami La carie La "spinosa" questione degli amalgami Esempi clinici Giulietta Alessandro Matteo Stefania Che cosa significa guarire? Che cosa significa veramente guarire? Conclusione
Capitolo 4. La lettura dei denti: un linguaggio universale li linguaggio dei denti s'impara La storia dei denti La dimensione verticale Calendario dell'eruzione dei denti Denti temporanei Denti definitivi La pubertà precoce Il bambino fa crescere i genitori Conclusione
Capitolo 5. Armonia e bellezza La signora della piscina Il punto in comune Un nuovo terapeuta per una nuova medicina Conclusione La lingua originaria
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Appendici
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I. Ospedale Tradizionale di Keur Massar (Senegal) Il. Dolori alla schiena e Podologia lii. La neuroplasticità. Osservazioni di Alessandro Calzolari, medico fisiatra.
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Glossario Bibliografia
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PRESENTAZIONE dell'edizione italiana
La salute della bocca è qualcosa di molto prezioso. È evidente che ess~ sia, al momento attuale e su grande scala, fortemente compromessa. Perché? Le risposte generalmente offerte sono, spesso, insoddisfacenti. Questo libro si propone di colmare t.ale lacuna. Contiene informazioni interessanti per chiunque voglia saperne di più sulla salute, e in particolare sul legame tra la salute - fisica e psichica - e la bocca. È scritto in uno stile semplice, coinvolgente e accessibile a tutti. Nonostante il taglio divulgativo, di conseguenza non specialistico e/o tecnico, resta un testo prezioso per il dentista o lo specialista. Esso infatti rimanda di continuo alla filosofia che c'è dietro il metodo, e che ne è parte imprescindibile. Ma il suo merito maggiore, secondo me, è quello di mettere a fuoco il punto di riferimento fisiologico, la bocca equilibrata. Com'è possibile, infatti, comprenderne la deviazione patologica, se non se ne conosce la struttura e la funzionalità originaria? È un libro che invita a por~i tante domande, e a essere esigenti per quel che concerne le risposte. Incita sia il paziente che il terapeuta a una maggiore motivazione e a un maggior coinvolgimento personale. Colgo l'occasione per ringraziare mia suocera, Marie-Solange Raymond, dentista, che per prima mi parlò di tutto ciò; tutti i dentisti "dentosofi" che negli ultimi anni, dimostrando coraggio·e apertura, hanno voluto saperne di più e hanno cominciato a introdurre nella loro pratica una
nuova visione e nuovi strumenti, e i loro pazienti; il medico Alessandro Calzolari per essersi adoperato instancabilmente a favore di una diffusione in Italia; Miè:hel Montaud per aver scritto questo libro con tanto cuore e tanta integrità; l'editore Terra Nuova per averlo voluto promuovere e pubblicare. Infine ringrazio tutti voi che lo leggerete, lo consiglierete, lo regalerete, ne parlerete al vostro dentista ... Lo dedico a tutti coloro che, nella vita, vogliono capire e evolversi. Sono riconoscente a Liviano Sartori, medico dentista e "dentosofo", che si è adoperato nella rilettura delle bozze, contributo che per lui è stato "un doveroso ringraziamento tramite il dottor Michel Montaud a tutti coloro che hanno speso il loro tempo e il loro ingegno per dare corpo alla Dentosofia. Questo modo di vedere la-bocca ha completamente cambiato il mio approccio alla professione e alla vita, ridandomi uno slancio e una passione prima sconosciuti e rendendo finalmente dignità e sacralità alla professione medica odontoiatrica". Infine ringrazio Valter Celestino, osteopata, che pure ha dato generosamente il suo contributo nella rilettura delle bozze.
Clara Scropetta
~ESPERIENZA DI DUE MEDICI
Dentosofia: un approccio multidisciplinare Ho conosciuto il dottor Michel Montaud cinque anni fa, in occasione di un suo corso tenuto a Bologna. Stavo passando un brutto periodo. Avevo avuto un anno prima il mio secondo infarto e dovetti, di conseguenza, ridurre drasticamente la mia attività professionale delegando ad altri. Così avevo più tempo a disposizione. Partecipai a questo corso più che convinto, spinto da amici e colleghi antroposofi che vedevano in me una persona adatta, in grado di raccogliere il messaggio che questi dentosofi cercavano di portare in Italia. E quando mi furono prospettate le potenzialità di questo "pezzo di caucciù", subito pensai che stavo perdendo il mio tempo. Ma visto che ne avevo, e che ormai mi trovavo lì, ascoltai con attenzione e accettai di mettermi subito in bocca l'attivatore che.proprio Michel mi diede, in modo da poter provare direttamente ciò che era difficile spiegare con le parole. li problema dell'attivatore sta proprio qui: spiegare il suo funzionamento con le parole. In questi ultimi anni ho trattato tantissimi pazienti con questa metodica, ottenendo sulla quasi totalità dei risultati sorprendenti. Si sa ormai che agisce non soltanto come strumento ortodontico, ma anche come un riabilitatore posturale o addirittura come un riarmonizzatore psichico. Il compito che il dottor Montaud si è scelto, nello scrivere questo libro, è quello di spiegare il funzionamento dell'attivatore plurifunzionale di Soulet-Besombes, e credo proprio non sia stato facile.· Cercare di addentrarsi nel funzionamenio di un'attrezzatura, apparentemente semplice ma con risvolti interessantissimi e mu.ltidisciplinari, è
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stato sicuramente un lavoro duro. l.'.azione diretta sul-dente, come viene spiegato in modo esaustivo, è del tutto secondaria. Gli effetti su respirazione, deglutizione, fonazione e masticazione, il rapporto con il funzionamento neurologico e l'influenza sulla psiche, sono tutte prove tangibili di un approccio multidisciplinare. Questo approccio non si limita a raddrizzare i denti grazie all'uso di un appar~cchio, ma implica una conoscenza dell'essere umano, che va ben oltre un uso sapiente delle forze applicate per riposizionare i denti. La visione che Michel Montaud ha dell'essere umano non è legata al solo apparato stomatognatico ma all'essere nella sua totalità. In virtù di queste sue acquisizioni, proprio a Bologna mi disse con tono molto amareggiato: "Adesso che l'odontoiatria ha raggiunto una giusta posizione in ambito medico, si impedisce ai medici di esercitarla". Il concetto di bocca equilibrata non è il risultato esclusivo di un bel trattamento protesico o ortodontico, ma dipende anche da una corretta posizione della lingua, da una buona respirazione nasale, da un amorevole allattamento della madre e da tante altre cose che sottolineano sempre di più la sua visione olistica del paziente. Le conoscenze antroposofiche incrociate con le esperienze di Beatriz Padovan hanno permesso al dottor Mo_ntaud di spiegare in maniera semplice e completa il deficit del funzionamento neurofisiologico, che nel bambino awiene come conseguenza del salto di alcune tappe del processo evolutivo. Il dolore è un segnale d'allarme, che comunica che c'è qualcosa che non va. La malattia diventa - secondo un geniale aforisma di Novalis - un problema musicale, una disarmonia. Essa non deve ricadere nello stato di armonia precedente, bensì risolversi in una armonia nuova e superiore. La malattia vissuta nel modo giusto conduce ad uno stato di salute superiore. Perché si caria quel dente, perché dopo una ·caduta disastrosa si frattura solo quel dente e non quelli vicini, perché si affollano quei due denti e non gli altri, come sarebbe più logico? Questi segnali di allarme indicano che qualcosa non va: una disarmonia da trasformare in una nuova armonia. Una bocca squilibrata è sintomo di un individuo non in armonia, e la
9 posizione dei denti, visti sia singolarmente che nel loro insieme, può rivelare una determinata situazione psicoaffettiva. La bocca, sin dalle prime fasi della vita, è l'organo che permette al bambino di trasformare in conscio un oggetto che non lo era, prima di essere portato alla bocca. Va considerata un po' come lo "star gate" del film omonimo, dove una porta metteva in comunicazione due dimensioni diverse: la bocca è il "gate" che permette di rendere conscio l'inconscio. La posizione assunta dai denti è l'espressione dellÒ stato psicoaffettivo del paziente. Agendo sui denti con mezzi olistici, quali l'attivatore, si può agire non soltanto sulla postura, sulla respirazione e tutto quanto detto prima, ma anche - e soprattutto - sulla psiè:oaffettività. Roma, dicembre 2008 dott. Renzo Ovidi medico dentista
I denti sono la nostra biografia Ho avuto il privilegio e l'opportunità ormai una decina di anni fa di incontrare Michel Montaud ad un convegno sulla ortodonzia antroposofica in Svizzera vicino a Losanna, e subito sono rimasto colpito da profondità, chiarezza, umanità, novità e creatfvità dell'approccio della Dentosofia ai problemi stomatognatici dell'essere umano visto nella sua integrità. Lo studio comparativo dello scheletro di molti animali proposto, le osservazioni fatte degli stessi in natura e allo zoo, assieme alle indicazioni innovative di ortodonzia offerte mi hanno spinto a divenire amico e collaboratore di Michel Montaud, tanto da appoggiare l'organizzazione in Italia di un primo corso di formazione in Dentosofia, a cui parteciparono una ventina di dentisti italiani, e di indirizzare a loro molti dei miei pazienti. La domanda che mi posi e che, in seguito, formularono anche Michel Montaud e collaboratori, fu molto chiara: qual è il rapporto tra la neu-. rop/asticità e la terapia proposta dalla Dentosofia con l'utilizzo dell'attivatore di Sou/et e Besombes? Proprio in seguito ai doni e alle riflessioni ricevute dalla Dentosofia, che Michel Montaud mi ha svelato e che in questo libro sono così bene espresse e divulgate, sono arrivato a importanti considerazioni. Il risultato delle mie ricerche 1 è frutto di colloqui ripetuti ed entusiasmanti con amici e colleghi che vorrebbero coinvolgere sempre più medici in questa proposta terapeutica innovativa e creativa. A tutti i medici dentisti e cultori dell'essere umano globale è parsa di estrema importanza nella dinamica posturale conoscere l'occlusione 1. In appendice: La neuroplasticità.
11 dentaria e il suo contributo fondamentale. Spesso in medicina scientifica galileiana ci siamo limitati a inutili spiegazioni meccaniciste e riduttive, che ci hanno fatto perdere l'attore di ogni vera attività vitale, cioè l'essere umano stesso con tutte le sue attività, forze e intenzioni. Michel Montaud per anni si è posto questi interrogativi. Egli ha riconosciuto nella forza di autoguarigione delle forze vitali dell'essere umano la chiave per trovare nuove risposte, nuove vie di aiuto e comprensione terapeutica, andando oltre i normali sistemi correttivi passivi, oppure funzionali ma basati su riflessi sottocorticali. La Dentosofia ci offre l'utilizzo di un apparecchio, l'attivatore di Soulet-Besombes, che permette un lavoro percettivo e motorio molto fine a livello della punta dei denti, le cuspidi. Ogni dente infatti presenta cinque cuspidi, ben visibili nei molari e metamorfosate ma rintracciabili negli altri denti. Possiamo vedere e immaginare un dente come la metamorfosi goethiana di una piccola mano, con le· punta delle dita nelle cuspidi e il polso nella zona delle radici, il gomito o il ginocchio nell'angolo mandibolare, e l'anca o la spalla nell'articolazione temporo-mandibolare. La Dentosofia vuole darci la possibilità di utilizzare i denti come zona di apprendimento e di trasformazione di noi stessi a livello di rappresentazione corticale dell'occlusione. Gr~zie alle nuove funzioni corticali trofiche si attiva la capacità neurovegetativa di modificare l'occlusione e conformarla più armoniosamente. La relazione tra i denti e l'essere umano nella sua totalità, ampliata dalla concezione antroposofica della scienza dello sviluppo secondo Rudolf Steiner, ci permette di leggere nella bocca molti awenimenti accaduti e voluti nella nostra vita e biografia. In questo libro troviamo indicazioni per leggere nella bocca e nei denti, nell'occlusione e nella relazione formale e strutturale i fatti accaduti, memorizzati nei denti cristallini, e la situazione biografica di ogni paziente. Michel Montaud illustra come passare ad una terapia rispettosa delle forze e delle potenzialità di ogni individuo particolare.
Dott. Alessandro Calzo/ari medico fisiatra
Ringraziamenti
A Kiki, mia moglie, che non ha mai dubitato delle mie capacità di cambiamento. A Claude e Sandy, i miei figli, che mi hanno fatto il regalo più bello che mai un padre possa sognare. Mi hanno permesso di risvegliare un po' la mia coscienza, affinché li possa educare con molta più attenzione. A mio fratello Bernard, che mi ha offerto la sua esperienza, come scrittore e in campo editoriale. A Monique Guillemin, per la sua pazienza e la sua competenza nel pericoloso lavoro di correzione. A Anne e Jean-Claude Duret; per il loro aiuto tanto prezioso in qualità di editori professionisti. A Thérese Roesch, per il suo sostegno tanto generoso e dinamico presso i media. · · · -
A tutti i miei pazienti, senza i quali non avrei mai potuto approfondire questa terapia.
A tutte le colleghe e i colleghi che si sono uniti a me e si sono impegnati personalmente e professionalmente in questa ricerca. Non posso citarli tutti, ma si riconosceranno tra le righe.
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AWERTENZA La terapia proposta in questo testo considera la bocca una porta d'ingresso ... ma si spinge molto aldilà del mero campo dentistico. Infatti, grazie a questa, assieme ai miglioramenti a livello della bocca, si constatano alcuni miglioramenti in tutti i tipi di patologie. La terapia, difatti, agisce sul corpo intero, fino alla psiche. Stimola il potenziale di autoguarigione esistente in ogni essere umano e sollecita la forza di volontà del paziente. È proprio a questo livello che si possono incontrare difficoltà, in quanto questo richiede - certamente - un'autentica motivazione da parte del paziente. · Quindi introduco anche il concetto di autoterapia, che è essenziale, ma non sufficiente. Perciò è importante sottolineare, fin d'ora, quanto in questo approccio siano indispensabili l'accompagnamento e il coinvolgimento del chirurgo dentista o dell'odontoiatra 2 • E quanto questa terapia globale, che si basa sulla "saggezza dei denti", non dia affatto la competenza di seguire i pazienti"al di fuori del proprio campo. In tal senso, sarà benvenuta una stretta collaborazione con diversi specialisti in campo medico, aperti ad un lavoro multidisciplinare.
2. In Italia, coloro che si sono laureati in Medicina e Chirurgia prima del 1985 possono esercitare come medici dentisti. A partire dal 1985, è necessaria la laurea in Odontoiatria. NdT.
PREMESSA
1982: il mio percorso Sono medico chirurgo dentista; esercito privatamente. Presto servizio anche in una clinica, dove estraggo denti del giudizio e premolari, seguendo le prescrizioni dei miei colleghi dentisti e orto-
dontisti. Per quel che· riguarda i premolari, si constata frequentemente nei bambini uri affollamento dei denti. Si è dunque costretti a toglierne alcuni, per permett~re agli altri denti di posizionarsi bene. Oggigiorno, estrarre i premolari nei ragazzi, all'età di circa dodici anni, è un intervento banale e di poca importanza. Visto dal. di fuori, un percorso ineccepibile: la laurea, una moglie attraente, due bei figli, lo studio dentistico e i soldi ... proprio una bella vita. Vista dal di dentro la mia vita è tutt'altro: soffro enormemente di mal di schiena, a tal punto che prendo in considerazione di smettere di esercitare come dentista. I medici parlano di "spondiloartrite anchilosante". Inoltre, accuso continuamente dolori addominali. Sono un tipo sportivo, eppure mi fanno male le gambe quando salgo il piano di scale per andare allo studio. No, non ho novant'anni, ma ventotto ... e sono esausto tutte le mattine, al risveglio! Mio figlio Claude ha 3 anni. Dalla nascita piange tutte le notti. Il sovraccarico di lavoro, molto stressante, mi tiene lontano da casa e m'interesso a lui sporadicamente. Mia moglie passa tutto il tempo a parlare
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con lui, a cantare, a raccontare storie, a essere una madre, mentre io passo il tempo a "far finta di essere suo padre". Lei, la notte, si adopera a lungo per calmarlo e per lasciar dormire chi lavora, chi porta a casa i soldi: insomma il Capo! Non si sveglia un Capo. Impotenti di fronte al comportamento di nostro figlio, decidiamo di andare a consultare gli specialisti, i quali non trovano altra soluzione che quella di "drogarlo" per farlo dormire ... A dire il vero, per lasciar dormire me. Poi, i pianti si trasformano in incubi molto violenti. Testimonianza di Claude all'età di vent'anni Avevo nove anni e già da molto tempo, ogni notte, vivevo quelli che gli psichiatri chiamano correntemente "terrori notturni", senza sapere un granché di cosa veramente significasse per un bambino essere vittima di questi incubi alquanto particolari. Senza riprendere coscienza, mi alzavo, gli occhi spalancati (come i sonnambuli), preso da un terrore che non potevo descrivere a parole. La mia paura più grande e più profonda era quella di poter un giorno far del male al prossimo durante queste fasi incontrollate, un po' come la ragazzina del film "fesorcista 3 ", posseduta dal demonio. Potete quindi immaginare come passassi le mie giornate: ero costantemente angosciato ne/l'attendere l'awicinarsi della notte. Il momento migliore, all'epoca, era il mattino quando si cominciano a vedere le prime luci del giorno e la notte si allontana.
"Passerà", era la risposta sistematica dei pediatri a cui ci eravamo rivolti. Ma nonostante il loro parere rassicurante, non passava! Il bambino cresceva con i suoi incubi ... Allo stesso tempo la sua bocca appariva sempre più disequilibrata, finché gli ortodontisti diagnosticarono l'estrazione dei quattro premolari, che sarebbe stata necessariamente seguita dall'estrazione dei quattro denti del giudizio ... A quell'epoca della mia vita, l'idea di estrarre a un bambino denti sani cominciava a mettermi a disagio. L'anno precedente, pertanto, avevo 3. Friedkin William.
1973).
(esorcista. Avec Ellen Burstyn, Max von Sydow ecc. (Film statunitense del .
Premessa
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deciso di cessare quell'attività. Immaginatevi la mia reazione! Come? Proprio mio figlio non aveva lo spazio per disporre tutti i denti sull'arcata? lo, suo padre, chirurgo dentista, che teoricamente dovevo "sapere tutto" in quel campo, avrei dovuto decidere di togliergli dei denti definitivi, quando avevo smesso di farlo per gli altri giovani pazienti! Da un punto di vista razionale quest'eventualità mi sembrò inaccettabile, ma da quello pratico non si prospettava alcun'altra soluzione. Sapevo che quella diagnosi era inconfutabile e che non esisteva alcuna alternativa. Eppure la rifiutavo con tutte le mie forze. Con il senno di poi, sono in grado di valutare ancora meglio il potere assoluto dell'essere umano, quando è certo di essere nel giusto. Tutto d'un tratto, non appena una persona è sicura di trovarsi sulla via della verità, il sentiero si spiana completamente e acquista la forza per intraprenderlo. Questo sentiero a me si è manifestato sotto forma di un appuntamento con un medico omeopata. Mia moglie ed io ci eravamo presentati da lui per nostro figlio e gli avevo confidato come fossi contrario all'estrazione dei denti. Allora accennò a un "metodo dolce" per riallineare i denti, metodo di cui aveva sentito parlare recentemente. Va detto che, in base al programma degli studi, i medici ignorano quello che succede nella bocca, e i dentisti ignorano il funzionamento gl.obale dell'essere umano. Inoltre, nel caso di mio figlio, non si trattava soltanto di raddrizzare i denti: bisognava che questi trovassero lo spazio sufficiente per spuntare, prima che si potesse sperare di rimetterli in una buona posizione. Tutto questo per dire che l'informazione fornita dall'omeopata è una di quelle a cui un dentista generalmente non presta attenzione, in particolar modo se arriva da un medico. E invece... tutto questo accadeva un venerdì. Mi informai e scoprii che la domenica seguente, a Parigi, aveva luogo una conferenza su questo apparecchio per riposizionare i denti ... Ci a·ndai. Fu allora che feci l'incontro chiave della mia vita sotto forma di. .. un banale apparecchio di caucciù 4 • 4. Originariamente concepito in lattice naturale, ora - a causa della nuova normativa europea - è disponibile in un materiale sintetico, un elastomero. Vedi anche il sito www.sodis-apf.com.
NdT.
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Quella domenica incontrai il professor Besombes, coinventore dell'apparecchio in lattice naturale. Quella sera stessa lo mettevo in bocca a mio figlio. Non sapevo affatto che cosa sarebbe successo. Avevo ascoltato la teoria, ma allora non vi era alcuno studio clinico. In effetti, questo apparecchio era stato inventato nel 1953 dai professori Soulet e Besombes5 e veniva unanimemente considerato una tecnica obsoleta nell'ambiente scientifico. Trentacinque anni dopo non vi era nessuna dimostrazione, riconosciuta a livello accademico, delle eventuali prodezze di questo attivatore. Niente di meglio ... per farmi scappare a gambe levate, io che ero uno "scienziato". E invece no! Cos'è che mi ha trattenuto? Ancora oggi, non posso offrire alcuna spiegazione scientifica e i "cartesiani6" resteranno delusi. Non posso far altro che citare Einstein: "Non esiste alcun procedimento logico per scoprire le leggi elementari dell'universo, il solo procedimento è l'intuizione. Il meccanismo della scoperta non è né logico né intellettuale, è un'improvvisa illuminazione, quasi un'estasi". Non posso far altro che annuire di fronte a questa citazione di Einstein. Per la prima volta nella mia vita, stavo assaporando l'estasi ... In quell'istante preciso, seppi che Claude non avrebbe potuto distruggere se stesso con quell'apparecchio. Ecco il seguito della sua testimonianza, all'età di vent'anni: .. .soffrivo di vertigini, a volte molto forti. 5. Besombes A. Soulet R. Thérapeutique orthopédique fonctionnelle simplifiée. Paris, Orthodontie Française, 1956
6. Cartesiano: riferito a Cartesio (Descartes), filosofo cui sono state attribuite citazioni errate ed estrapolate dal contesto. In effetti, quando si parla di spirito cartesiano si intende dire pragmatico, logico, materialista e proprio di chi crede solo a quello che vede. Si attribuisce a Cartesio la frase: "Penso, quindi sono", quando lui, in verità, ha enunciato: "Dubito, quindi penso, quindi sono". Le scoperte di Cartesio sono dovute all'intuizione e non all'intelletto logico. Presentava una modalità di funzionamento opposta a quella che all'unanimità gli viene attribuita. Come prova, si prenda la seguente citazione: "Per arrivare alla verità, bisogna una volta nella vita disfarsi di tutte le opinioni ricevute e ricostruire da capo, a partire dalle fondamenta, tutto il sistema della conoscenza".
Premessa
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I miei genitori, impotenti, mi avevano portato dai migliori specialisti~ che mi avevano sottoposto a innumerevoli test, elettroencefalogrammi e altri esami, per poter dare un nome ai miei disturbi. Un giorno, mio padre rientrò da una conferenza a Parigi e, con una passione e un amore che non conoscevo in lui, proferì una frase che restò impressa dentro di me: "Tieni, mettiti questo", mi disse, molto semplicemente, porgendomi un apparecchio di gomma. Mordicchiavo per la prima volta un attivatore. Sentii subito che era la mia occasione, e così era anche per mio padre, che stava comprendendo che era quella della sua vita. Ci misi allora una tale forza di volontà e, inconsciamente, diedi una tale fiducia a mio padre, che in una settimana di mordicchiamento (ancora non lo portavo di notte), gli incubi terrificanti che come fantasmi popolavano anche le mie giornate scomparvero, assieme al senso di vertigine ci a tutti gli altri disturbi correlati. Potete immaginarvi fino a che punto tali risultati furono sufficienti per motivarmi a continuare il trattamento e riequilibrare la mia bocca, e la mia vita. Inoltre, assistevo alla trasformazione di mio padre al mio fianco e a quella di tutta la famiglia.
Foto 1: Prima del trattamento
Foto 2: Dopo il trattamento
È impossibile farsi un'idea dello stato in cui mi ritrovai, quella famosa domenica a Parigi, e di come fu il mio viaggio di ritorno in treno ... Avevo l'impressione di aver messo il piede su di un altro pianeta; un pianeta interiore, dove il benessere esiste; un benessere che non avevo mai sentito, fino a quel livello. Ora so che, per raggiungere la felicità, bisogna
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trovarsi al momento giusto 7, vale a dire vivere quel famoso momento presente, il "qui e ora". È possibile assaporare questo stato soltanto a un livello cosciente, e la coscienza esiste unicament~ nel presente. Avremo l'occasione di tornarci su. Oggi, inoltre, mi rendo conto che, forse per la prima volta, ero diventato cosciente del mio stato d'essere del momento. So che è impossibile descrivere con parole terrene una simile sensazione. Malgrado tutto, bisogna comunque arrendersi all'evidenza. A partire da quell"'incontro", cominciai ad assistere all'incredibile. I miei dolori addominali, e successivamente quelli alla schiena, a poco a poco scomparvero; altrettanto successe alla mia astenia (l'enorme fatica provata al risveglio). La bocca di mio figlio si armonizzò perrettamente, senza alcun intervento chirurgico. Eppure, l'ho già affermato, ciò era considerato impossibile da un punto di vista scientifico. Devo ammettere che, a quello stadio del mio percorso, mi sentivo nella stessa situazione vissuta dal neonato nel momento in cui scopre la vita terrestre. Egli si trova ogni istante, a partire dalla nascita, di fronte al "mai visto", con gli occhi del momento. Assistevo, stupefatto, ad awenimenti che non potevo concepire neanche con la più lontana immaginazione, perché mi avevano insegnato che facevano parte delle cose irrealizzabili. Questa scossa nella mia vita non poteva far altro che avere un impatto sulla visione della mia professione. Se volevo comprendere quanto era avvenuto, dovevo impegnarmi totalmente nella ricerca su questa terapia. Ciò mi risvegliò al concetto di tempo, di darmi tempo: prendere la decisione che sarei stato io a controllare il mio tempo, e non il contrario. Ridussi, quindi, la mia presenza in studio e, poco a poco, mi presi sempre più regolarmente delle "vacanze" pe'r soddisfare la mia sete di ricerca.
7. Gioco di parole in francese tra bonheur, felicità e bonne heure, letteralmente la "buona ora" owero il momento giusto (etre à la bonne heure significa essere puntuali). NdT.
Premessa
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Le osservazioni che avevo fatto su mio figlio trovavano conferma negli altri giovani pazienti. La mia meraviglia di fronte al non realizzabile era infinita, e il raddrizzamento dei denti ottenuto con quest'apparecchio di caucciù superava ogni previsione. Fu l'inizio di una grande awentura che, da allora, continua quotidianamente... Presi in questo modo coscienza di ciò: non sono un chirurgo dentista, lo sono soltanto diventato per un caso della vita ... ma so.no un essere umano. Questa presa di coscienza cambia tutto, per quel che concerne la propria modalità di funzionamento. Infatti, se si vuole crescere come dentista, è imprescindibile passare, prima, attraverso un lavoro sull'essere umano. Svilupperò in dettaglio qual è stato il mio percorso in tutti questi anni e attraverso quaH tappe sono passato per arrivare alla Saggezza dei Denti o Dentosofia.
Da una quindicina d'anni un mio amico ed io abbiamo avviato un corso di formazione riservato a professionisti nel campo della salute (essenzialmente dentisti, ma anche medici, osteopati, psicoterapeuti, ortofonisti/logopedisti ... ). Ecco perché, per rappresentare tutte le colleghe e i colleghi impegnati nello sviluppo di questa terapia, qualche volta parlerò al plurale, con il "noi", invece che al singolare, in prima persona 8 •
1:1. L'autore nel 2006 ha iniziato a svolgere autonomamente l'attività di formazione e divulgazione
professioflale. Ha rilevato il sito www.dentosophie.com e ha preso in mano la stesura definitiva di questo libro, che era da tempo in cantiere. Per questo è stato particolarmente attento a usare la forma plurale per tutti gli aspetti che riguardassero un lavoro portato precedentemente avanti in collaborazione. NdT.
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Allora, che cosa significa guarire? Guarire, è recuperare la salute. Che cos'è la salute? È "lo stato di qualcuno il cui organismo funziona normalmente" (dal vocabolario della lingua francese Larousse). Che cos'è un funzionamento normale? Per la maggior parte delle persone significa: non ammalarsi. Dunque, quando ci si chiede: "Che cos'è la salute?", "Non essere ammalato" è la risposta più frequente. Il linguaggio popolare offre, come definizione di una parola, la negazione del suo contrario. Bene, questo è impossibile. La definizione di una parola non può basarsi sul suo contrario. Ci scontriamo con un'evidenza: nel linguaggio popolare, non si trova una definizione per la parola salute. Lo stesso può essere esteso alla parola guarire. Se non si trova alcun significato per queste parole, vuol dire che da qualche decennio si sta ragionando in modo sbagliato. Possiamo riformulare la definizione di salute nel modo seguente: Significa guarire, sistematicamente, quando si è ammalati. Ciò è completamente diverso da "non avere malattie". La salute è la facoltà di utilizzare i propri processi di autoguarigione in ogni momento. È un processo fisiologico della vita. Mi spingo un po' oltre con questa riflessione. I processi di autoguarigione sono in attività incessantemente. Ci si confronta, ogni secondo, con germi (virus, batteri. .. ), con aggressioni termiche (per esempio, grandi sbalzi di temperatura) e ciò che in campo medico viene chiamato fisiologia (owero lo stato normale) non è altro che la capacità vitale dell'essere umano di adattarsi continuamente. Tutti questi processi si attivano senza l'intervento della coscienza. Ma quand'è che finisce l'adattamento e inizia la malattia? Si potrebbe rispondere: "Quando vengono oltrepassate le capacità di adattamento, si instaura la malattia". Ma dove si trova il confine tra adattamento e malattia? È l'essere umano a definirlo. Infatti, ad esempio, nel caso della febbre, è il corpo stesso che produce
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l'aumento della temperatura. Si tratta, quindi, sempre di un adattamento del corpo, ma in questo caso l'adattamento è vissuto in modo cosciente e la febbre è considerata l'inizio di una malattia. Viene chiamata sintomo, ed è un sinto_mo che non resta più a livello inconscio. Eppure, se il corpo produce la febbre quando ce n'è bisogno, vuol dire che ha il potere di farlo, esattamente come si respira con la bocca quando ci si tappa il naso. Nessuno forza l'organismo ad aumentare il suo calore interno. Si tratta di una funzione biologica naturale, totalmente inconscia, con l'obiettivo di bruciare certi "aggressori". È la constatazione della febbre a raggiungere la nostra coscienza, non la sua attivazione. Si può dire che la reazione di fronte a una malattia è anche un normale processo vitale. La sola differenza, riguardo all'adattamento, è che si prende coscienza del sintomo. L'.adattamento potrebbe essere chiamato una "malattia guarita a livello inconscio", e la malattia sarà, allora, un "adattamento portato alla coscienza". Per awalorare queste ipotesi vi propongo la seguente riflessione:
"Ci si arnmala mangiando e si guarisce digerendo". (l.'.esempio si riferisce a un'alimentazione naturale ed equilibrata, naturalmente). In effetti, se gli alimenti non vengono assimilati per mezzo della digestione, ci si ammala (indigestione, vomito, diarrea). Se ciò si protrae nel tempo, si muore. Mangiare non basta, bisogna digerire. Orbene, mangiare è vitale, dato che, se non lo si fa, si muore ugualmente. Si è quindi obbligati anche a mangiare. Mangiare è indispensabile ma non sufficiente, e digerire è_ un passaggio obbligato. La digestione corrisponde alla decomposizione in singole molecole di prodotti assunti dal mondo esterno. Tutto deve essere trasformato per poter essere assimilato e per rendere possibile, tra l'altro, il passaggio oltre la barriera intestinale e polmonare. Non è possibile iniettare direttamente nel sangue gli alimenti o l'aria non trasformati, senza provocare la morte. Si è dunque obbligati, per restare in vita, a "umanizzare" tutti i contributi che provengono dall'esterno.
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Siamo davanti a una legge naturale:
Tutto ciò che arriva dal mondo esterno è un veleno (aria, alimenti) e, tuttavia, l'essere umano ne ha un bisogno vitale. A partire da questa constatazione, si potrebbe affermare che: la fame è il "sintomo" della malattia "mangiare", che è un fenomeno naturale, fisiologico e indispensabile. Si guarisce digerendo tutti i pasti, dalla nascita alla morte. Mangiare e digerire sono considerati da tutti come processi normali. Quindi fisiologia vuol ben dire guarire incessantemente.
Ci si rende malati mangiando e ci si guarisce digerendo. Godere di buona salute corrisponde proprio alla capacità di stimolare i propri processi di guarigione continuamente.
Se la normalità è guarire sistematicamente, ciò significa che la malattia è una necessità (come mangiare) e la guarigione un obbligo (come digerire). Si potrebbe anche paragonare la malattia allo squilibrio e la guarigione al (ri)equilibrio. Prendiamo ad esempio la deambulazione. Immaginiamo il piede destro sollevato in aria, pronto ad appoggiarsi a terra, quando si cammina. In quell'istante si è disequilibrati, ma si ritrova l'equilibrio non appena il piede trova appoggio; e immediatamente il piede sinistro si stacca da terra e ci si sposta di nuovo verso il disequilibrio, finché anche il sinistro non si appoggia per ritrovare l'equilibrio successivo ecc. La deambulazione è una successione di equilibri e squilibri.
Anche nel caso appena illustrato, come per malattia e salute, lo squilibrio diviene una necessità e l'equilibrio un obbligo. Abbiamo infatti visto che l'adattamento è una malattia risolta senza l'intervento della coscienza, che mette in moto i processi inconsci di autoguarigione (così come mangiare innesca i processi di digestione), mentre una malattia conclamata fa prendere coscienza. Ma ... coscienza di che cosa? Se l'organismo umano è capace di risolvere la stragrande maggioranza degli adattamenti, perché esiste la malattia? Questa - di certo - ha
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qualcosa da dire e c'è- per forza - qualcosa da comprendere, altrimenti resterebbe allo stadio dell'adattamento. La malattia avrebbe, quindi, un significato. Introduciamo qui il concetto di pourquoi, perché, e di pour quai, a causa di che cosa, vale a dire: · Qual è il significato della malattia? Cosa significano le patologie? E a quale scopo appaiono? Ricordatevi: si mangia e si digerisce, per lo più, in modo completamente armonioso. Si cammina senza cadere. L'armonia è quindi la norma. Se l'armonia è naturale, l'essere umano malato è un essere umano illusorio e il mondo malato è un mondo illusorio. Le malattie si creano a immagine del loro ospite (l'essere umano) e il mondo è a immagine dell'essere umano, poiché è quest'ultimo che lo crea. Ma l'essere umano percepisce come va il mondo allo stesso modo in cui percepisce le malattie: non è un'utopia! Com'è possibile comprendere questo modo diverso di ragionare?
È arrivato il momento di evocare certe correnti filosofiche dell'Antichità. Quando antenati illustri parlavano del "medico interiore dell'essere umano", facevano allusione all'essere psicoaffettivo, vale a dire all'essere pensante e sensitivo, e non soltanto ai processi di autoguarigione inconsci. Affermare come norma che la malattia sia una necessità e la guarigione un obbligo permette il riconoscimento nel corso della vita, sotto il profilo fisiologico, dell'alternanza di questi due spartiti. Il direttore d'orchestra di questa sinfonia è il funzionamento psicoaffettivo. Il temperamento fa passare da una parte all'altra e ogni istante è necessario per sapere dove dirigersi per poter comprendere la malattia. Si attua sempre una scelta tra il caos e l'armonia ... o tra la malattia e la guarigione (e non il sollievo). La malattia è una funzione biologica naturale, allo stesso titolo della vista o della respirazione.
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La malattia fa parte della salute La malattia diventa allora un'amica, perché fornisce il significato. Guida e awerte continuamente: "Non sei sulla buona strada. Non è grave, basta consultare la mappa e ritornare all'incrocio precedente. Allora ti troverai sulla via della guarigione". La guarigione (ma anche la malattia) arriva sempre da dentro· (vale a dire, dallo stato d'animo), mentre molta gente immagina che venga da fuori. La malattia dovrebbe far prendere coscienza del fatto che la propria modalità di funzionamento non è armoniosa; esiste per awertirci e per permetterci di cambiarla. Ecco il reale significato della malattia:
Una presenza necessaria per risvegliarsi di fronte a una guarigione indispensabile alla "crescita" .. E quando tutti saremo "cresciuti", la malattia non avrà più ragione di esistere. Non avrà più nulla da dire. Resterà allo stadio di adattamento. Si comprende meglio perché la malattia giunge alla coscienza, invece di restare allo stadio di adattamento inconscio. La malattia assume allora un'altra dimensione e la guarigione tutto un altro significato. Si vedrà, nel corso di questo testo, come gli avvenimenti della vita forniscano all'essere umanq ciò di cui ha bisogno per avanzare nella comprensione della propria storia e per awiare la propria guarigione.
Capitolo 1 Il nostro approccio alle cure dentistiche
"Le ipotesi scientifiche sono necessarie al progresso stesso, esse sono il motore essenziale della ricerca, che alla fine non è altro che una verifica e una conferma delle ipotesi". (Claude Bernard) L'approccio scientifico abituale ha inizio da un'ipotesi formulata partendo da un'osservazione empirica, seguita da una verifica dell'ipotesi stessa, in base alla quale, infine, si tirano delle conclusioni. Sono proprio delle verifiche statistiche, dimostrate scientificamente, che mi permettono di presentare, nel corso di questo testo, risultati indiscutibili. In effetti, la terapia che proponiamo è stata confermata da centinaia di casi clinici. Non abbiamo trovato, finora, un solo paziente la cui bocca possa contraddire (se è possibile esprimersi così!) quello che esporrò, e che per noi è diventato la realtà quotidiana. Ma prima di tutto, permettetemi di descrivere brevemente i'attivatore.
Una terapia dentistica differente
Storia Nel 1953, i professori René Soulet dell'Università di Clermont-Ferrand e André Besombes dell'Università di Parigi presentano per la prima volta un apparecchio di ortodonzia funzionale chiamato "attivatore a doccia Soulet-Besombes", da usare per la correzione di dismorfosi della bocca e destinato a un'ampia utenza.
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Nello stesso periodo, il professor Pedro Planas 9 dell'Università di Madrid (e successivamente di quella di Barcellona) presenta al mondo medico le "placche a pista" e sviluppa le teorie sull'equilibrio occlusale e le leggi dello sviluppo del sistema stomatognatico (Riabilitazione NeuroOcclusale o RNO). Di reale interesse medico, questi metodi - ben sviluppati all'inizio degli anni '60 e acclamati al Congresso della Società Francese di Ortopedia del 1961 - saranno in seguito giudicati obsoleti e sommersi dall'arsenale terapeutico e commerciale che promuove le tecniche fisse a multianelli.l professori Soulet e Besombes, da un lato, e Planas, dall'altro, si erano dedicati alla messa a punto di metodi funzionali (senza apparecchi fissi) che si dimostrarono delle vere e proprie scoperte. Un'innovazione può apparire molto complicata, dato che spesso l'inventore rimane "prigioniero" della propria scoperta. Inoltre, egli si deve confrontare con l'opposizione, o l'inerzia, della maggior parte dei suoi contemporanei. Ecco la ragione per cui noi, oggi, applichiamo quelle conoscenze con un distacco che loro stessi all'epoca non potevano avere. Con l'esperienza, ci siamo resi conto che quelle scoperte non erano fini a se stesse, ma che costituivano i pilastri di una terapia molto più ampia. In effetti, combinando questi metodi tra di loro è possibile tirarne fuori, certo, la quintessenza da un punto di vista tecnico. Ma non solo. In tal modo noi abbiamo potuto, soprattutto, aumentarne a poco a poco le possibilità di trasformazione a livello della bocca e dei denti grazie ad un accompagnamento globale del paziente, cosa che trascende completamente i can_oni comuni dell'esercizio professionale.
Aspetti pratici Il metodo è una terapia basata su esercizi eseguiti dal paziente con l'attivatore, che si presenta come una sorta di doppia grondaia (doccia) in caucciù da inserire in bocca. 9. Planas P. Reabilitacion Neuro-Oc/usai (RNO), seconda edizione, Barcellona, Masson-Salvat Odontologia, 1994. - Planas P. Réhabilitation Neuro-Occlusa/e: RNO, seconda edizione, Rueil Malmaison, Ed. CdP. 2006.
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Questo attivatore ha la particolarità di essere plurifunztonale, vale a dire di portare a un'autentica rieducazione delle_funzioni neurovegetative (respirazione, deglutizione, suzione-masticazione e fonazione) e di indurre una trasformazione profonda nel paziente . La durata dell'esercizio con l'attivatore è variabile in funzione di ogni singolo paziente, dell'età e dell'evoluzione della terapia; non supera, in linea generale p_er un adulto, i venti minuti per tre volte al giorno. Inoltre, portare l'attivatore durante la notte permette un'interazione con il subconscio del paziente, indispensabile alla riuscita del trattamento . L'.attivatore plurifunzionale accompagnerà tutta la durata del trattamento .
Foto 3 : Visto dall'alto
Foto 4 : Visto dal basso
Noi utilizziamo altri strumenti che, con il passare del tempo, si sono rivelati assolutamente indispensabili per la riuscita e, soprattutto, per la stabilità del trattamento. Nonostante siano diversi uno dall'altro, hanno tutti in comune la particolarità di stimolare i processi di autoguarigione. È il ricorso, con gran discernimento, a uno o all'altro di questi strumenti nel corso di un trattamento a costituire la ricchezza della terapia e a rendere possibile la sua straord fnaria efficacia .
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Risultati clinici Prima di continuare, prendiamo in esame qualche caso clinico che consentirà di familiarizzare con questa terapia. Silvano 10 ha quarant'anni quando si interessa per la prima volta alla Dentosofia . Studieremo il suo caso iri dettaglio più avanti. Per il momento, ci accontentiamo di osservarlo senza fornire spiegazioni precise.
Foto 5 : Prima del trattamento
Foto 6: Prima del trattamento
Foto 7: Dopo il trattamento
Benedetto, all'età di cinquant'anni , presenta una patologia opposta a quella di Silvano. In questo caso, i denti della rnascella superiore si trovano molto in avanti rispetto a quelli della mascella inferiore. Notiamo, sulla foto 8, a sinistra la mascella deformata prima dell'inizio del t rattamento e a destra l'armonizzazione della larghezza della mascella . 1O. A parte il nome di battesimo di mio fig lio Claude, tutti gli altri sono inventati. (NdA). I nomi inventati francesi sono stati sostituiti con nomi italiani. (N dT).
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Foto 8 : Prima del trattamento. Dopo il trattamento.
Foto 9
Foto 10
Foto 9 e 1O: in alto vi sono le impronte prese prima del trattamento, mentre in basso troviamo le impronte prese 18 mesi dopo.
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Il terzo caso è quello di una donna, Angela, anche lei di una cinquantina d'anni che presenta, principalmente, un affollamento dei denti alquanto pronunciato.
Foto 11 : Prima del trattamento
Foto 12: Prima del trattamento
Foto 13: Dopo 3 anni di trattam.e nto
La foto 12 riporta le impronte della mascella superiore e inferiore viste dall'alto.
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Osserviamo ora Davide, un ragazzino di dodici anni .
Foto 14: Prima del trattamento
Foto 15: Prima del trattamento
Foto 16: Prima del trattamento
Foto 17: Dopo il trattamento
Gli incisivi superiori di Davide coprono in modo eccessivo (per più di 14 millimetri) gli incisivi inferiori . Lo stesso accadeva anche ad Angela, anche se in modo meno marcato. In gergo dentistico, questa patologia si chiama sovraocclusione. La dismorfosi è tale che, quando mangia, Davide si ferisce il palato con gli incisivi inferiori. Osserviamo (foto 17) il livello orizzontale dei denti - quello che i professi onisti chiamano il piano occlusale . In gergo dentistico, l'occlusione la posizione dei denti quando questi sono a contatto . La natura ci mostra che con questa terapia si tende sempre verso la formazione di un vero e proprio piano orizzontale. Ora, nel caso di questo ragazzo (foto 14, visto di profilo), se noi immaginiamo una linea passante per l'estremità dei denti superiori otteniamo una curva. Inoltre, nel caso di Davide, questo piano è attorcigliato lungo tutte le tre
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direzioni dello spazio: verticale (è la sovraocclusione), antere-posteriore, trasversale. Queste dismorfosi saranno riscontrate, dagli osteopati, 1n altre parti del corpo. · Per concludere ci soffermiamo ora su Giulio, cinque anni. Notiamo una certa similitudine con Davide. Anche lui presenta una sovraocclusione. Anche qui i denti superiori nascondono quelli inferiori . Questo esempio è utile, intanto, per segnalare come si possa e si debba intervenire il più precocemente possibile. Al momento in cui scrivo-questo libro, il più giovane paziente ha cominciato la terapia all'età di due anni e mezzo. Che cosa possiamo dedurre fin d'ora, dalla presentazione di questi casi clinici? Ebbene, l'apparecchio esercita una forza meccanica molto debole, prodotta in modo intermittente unicamente grazie all'energia del paziente, mentre abitualmente le altre tecniche ortodontiche o ortopediche esercitano una spinta, o una trazione, in modo continuo. Inoltre, viene portato per un tempo breve se paragonato ad altri dispositivi, che sono spesso fissi ne.Ila bocca ventiquattro ore su ventiquattro . Infine, per armonizzare una bocca in età adulta in casi clinici come quello di Silvano (foto 5-6-7) e di Benedetto (foto 8-9-1 O), la chirurgia è la regola sistematica. Al momento attuale non esiste alcuna alternativa. Invece, con questo metodo non ho dovuto estrarre nemmeno uno dei loro denti .
Foto 18: Prima del trattamento
Foto 19: Dopo 6 mesi di trattamento
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Come ho già accennato nel racconto del mio percorso riguardo a questa terapia, i risultati ottenuti con il semplice aiuto di quest'apparecchio in caucciù hanno messo in discussione tutte le regole che mi sono state insegnate. Non potendo fornire alcuna spiegazione secondo "i dati scientifici attualmente disponibili", ne constatavo quotidianamente soltanto i risultati. Per tentare di comprendere dovevo, quindi, spingermi a cercare più lontano.
CAPITOLO 2 I legami tra la bocca e il cor:po
Funzioni vitali e malformazioni della bocca Se riprendo il racconto del mio percorso ... Nel 1982, vista dal di fuori, che bella vita ... ma ho male dappertutto! Poi, incontro l'attivatore e la mia vita cambia, poiché a partire da quel momento, comincio a osservare diversamente la bocca, e anche l'essere umano. Un giorno si presenta al mio studio un uomo elegante di una quarantina d'anni. È Francesco. Il viso chiuso gli conferisce un'aria severa. Si siede sulla poltrona e dice: "Sono venuto consigliato da un amico. Avete già trattato suo figlio con l'aiuto di metodi originali per riallineare i denti. Soffro da molto tempo di un affollamento inestetico dei denti davanti". Questo potrebbe fornire una spiegazione al lato chiuso e severo di Francesco. Guardando i suoi incisivi (foto 20), osserviamo tuttavia che la bocca non risulta particolarmente inestetica. Comincio la visita facendogli prendere coscienza del fatto che la sua bocca gli è parsa "inestetica" a partire dalla comparsa degli incisivi definitivi, vale a dire dall'età di sette anni. Cos'è che lo spinge a cominciare un trattamento ortodontico a quarant'anni quando sta soffrendo moralmente per lo stato delle cose da ben trentatré anni? Questa domanda lo intriga e non trova subito una risposta: "Ma è proprio vero! Perché mi decido adesso, quando questa situazione mi rovina la vita da così tanto tempo?".
I legami tra la bocca e il corpo
Foto 20: Prima del trattamento
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Foto 21 : Un anno dopo l'inizio del trattamento
La respirazione Spiego allora a Francesco quello che succede a livello della bocca : di continuo, la bocca è coinvolta in un insieme di movimenti fisiologici he, a- poco a poco, la modellano. Le funzioni principali che vi cont ribuiscono sono la respirazione nasale, la deglutizione, la suzione, la masticazione e la fonazione. Di seg uito gli descrivo la forma della sua bocca e gli faccio notare il ricoprimento eccessivo degli incisivi inferiori da parte di quelli superiori. Si riscontra, in questa posizione, una sovraocclusione (gl i incisivi superiori nascondono, totalmente o in parte, quelli inferiori), com'è stato il caso per Claude, Davide, Giul io, Benedetto e Angela . E lo introduco al concetto di resp irazione nasale. Ogni volta che una persona presenta una configurazione della bocca identica alla sua, sappiamo che respira anche con la bocca, dorme con la bocca aperta o emiaperta (e/o con le mascelle contratte) e qualche volta russa. Fra ncesco si sorprende: "Ma la bocca è fatta anche per respirare! Perché dovrebbe essere importante privilegiare la respirazione nasale piuttosto che quella orale? È semplicemente un tùbo diverso! Guardate gli sportivi, respirano tutti con la bocca!". Queste ri flessioni sono frequenti nei nostri studi dentistici e meritano una spiegazione.
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Si respira circa 18.000 volte al giorno. Calcoliamo il numero di respirazioni fino all'età di dodici anni: 80 milioni. Perché dodici anni? Perché è circa a quell'età che l'odontoiatria preconizza l'estrazione dei premolari definitivi per lasciar spazio agli altri denti che verranno. Guardiamo più da vicino la funzione "respirazione nasale". Alla nascita, i seni mascellari (situati giusto sopra i premolari superiori) sono minuscoli. A ogni respirazione nasale, l'·aria li "pneumatizza" e li fa crescere. Ora, il loro pavimento corrisponde al soffitto della mascella. Se vengono stimolati, le mascelle si ingrandiscono e i denti possono disporsi senza difficoltà sull'osso. Possiamo quindi dedurne che, già a questo stadio, il bambino in respirazione orale non avrà a sua completa disposizione 80 milioni di stimolazioni. Queste saranno allora insufficienti per creare lo spazio necessario all'eruzione di certi denti definitivi che appaiono all'età di dodici anni circa. La respirazione orale contribuisce dunque a una crescita insufficiente delle mascelle e all'affollamento dei denti. A corollario di questi enunciati, posso citare l'esperimento realizzato su una giovane scimmia. li fatto di tapparle la narice destra ha indotto una crescita ridotta del lato destro del muso. Allo stesso modo è presumibile che l'eventuale impedimento ad una respirazione nasale possa determinare sul viso lo sviluppo di deformazioni più o meno gravi. Una descrizione scientifica dei diversi sistemi di compensazione potrebbe risultare fastidiosa per il lettore, pertanto mi limito all'essenziale, poiché è fondamentale comprendere l'importanza della respirazione nasale a partire dalla nascita. li naso, con l'intermediazione del suo sistema di micropeli e di microcircolazione sanguigna, filtra le impurità dell'aria ambientale e contemporar,eamente la riscalda. Si tratta quindi di una vera e propria trasformazione dell'aria che non può awenire soltanto in caso di respirazione orale. Esiste anche un collegamento diretto tra respirazione nasale e. orecchio. In quest'ultimo si trova un canale, che lo mette in comunicazione
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con la parete posteriore della gola. Questo condotto uditivo serve al drenaggio nella faringe del muco secreto dalla mucosa dell'orecchio. Se il condotto uditivo è otturato, constatiamo problemi di ventilazione dell'orecchio medio e un accumulo di muco responsabile di otiti medie e gravi, croniche o acute.
L'unica funzione che conserva questo dotto uditivo aperto è la respirazione nasale. In effetti l'aria, passando vicino al dotto uditivo, crea un sistema di aspirazione sotto vuoto. In caso di respirazione orale, la risalita della volta del palato impedisce ogni possibile aspirazione, poiché l'aria non passa vicino al dotto uditivo e il muco può quindi accumularsi. Si può osservare l'impatto della respirazione su tutte le malattie di pertinenza otorinolaringoiatrica, sia del bambino che dell'adulto. Dopo aver fornito queste spiegazioni a Francesco, vidi i suoi occhi illuminarsi come se stesse ricevendo una rivelazione: "Ho avuto un'otite dopo l'altra, quando ero giovane. Adesso ho costantemente il naso chiuso. Mi hanno parlato di rinite cronica. Tutto questo, secondo me, spiega come mai respirassi con la bocca, allora era una conseguenza del mio naso .chiuso, mentre oggi in verità scopro proprio il contrario. La respirazione orale è la causa del mio naso chiuso. Ho sempre respirato attraverso la bocca e progressivamente il mio naso si è ostruito proprio perché veniva utilizzato poco; come un sentiero dove non passa mai nessuno e che viene invaso dalle erbacce. E dire che, da trent'anni, mi parlano d'inquinamento, di acari ecc.!". Sfortunatamente, i problemi non finiscono lì. Non solo il bambino non sviluppa in modo armonioso le ossa del viso, non solo vi sono complicazioni otorinolaringoiatriche, ma il suo cervello si adatta a questa respirazione orale dato che, in ogni caso, un essere umano respira 500 milioni di volte, se raggiunge l'età di novant'anni. La scienza attualmente è a conoscenza del fatto che, attraverso il cervello, tutto il corpo partecipa alla compensazione. La postura si modifica, le spalle si chiudono, la schiena si curva e l'organismo consuma più energia, quindi più ossigeno. Quando si parla di ossigeno, ci si riferisce
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al sistema cardio-polmonare e si indica un aumento della ventilazione e del ritmo cardiaco. A questo proposito, è il momento di presentare i risultati delle ricerche riguardanti l'influenza della respirazione sul volume del cuore, condotte dal professor Macary11 nel 1960. Il cuore è una massa muscolare che, a meno di patologie, cresce in modo costante fino a raggiungere la dimensione adulta. Il professor Macary aveva osservato un aumento del volume della parte destra del cuore nei bambini che presentano precocemente una respirazione orale. Si era accorto che, curando la respirazione orale, otteneva sistematicamente in quei bambini una diminuzione del volume del cuore e un rientro nella normalità. Aveva messo in evidenza che la respirazione orale rendeva il cuore più muscoloso, a causa dell'aumento del ritmo cardiaco. Questa respirazione genera un sovraccarico energetico, poiché il cuore deve compensare il venir meno della trasformazione dell'aria da parte delle vie aeree superiori. Se non si intraprende nulla per sopprimere tutti i meccanismi compensatori che il corpo ha adottato, il cervello si fa carico di un lavoro di riadattamento, per adeguarsi a questa situazione per tutta la vita o almeno fino al giorno in cui le misure di compensazione non saranno più sufficienti. In quel momento fa la sua comparsa la malattia. Se si ottiene la correzione della respirazione, il sistema nervoso_ immediatamente "si ricorda" delle regole valide nella normalità (programmate in ogni essere umano) e rimette tutto a posto. Per questo il professor Macary aveva potuto osservare una normalizzazione del cuore in tutti i bambini che erano passati alla respirazione nasale. Attualmente, la respirazione con la bocca viene banalizzata. Tutti pensano: "Il corpo compensa bene, non c'è alcun problema". Ciò è falso. La respirazione nasale è fondamentale per ogni essere umano. Sotto sforzo, il ritmo cardiaco accelera per rifornire il più rapidamente possibile i muscoli di ossigeno ed evitar loro l'asfissia. La man11. Macary A. F. Myothérapies respiratoires et activateurs, Paris, Orthodontie Française, 1952.
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canza di ossigeno, in un primo momento, provocherebbe crampi che avrebbero come effetto immediato la fine dello sforzo (risultato quindi troppo intenso). In tal caso, la quantità di ossigeno che passa per il naso non è più sufficiente e pertanto si passa alla respirazione orale. Per ognuno di noi, il corpo è il migliore amico. Come abbiamo visto,.la sua priorità è la compensazione e poi, solo in un secondo momento, ricorre a sintomi lievi per mettere in allerta. Se non si presta attenzione ai suoi avvertimenti, ci si ritrova con un danno strutturale profondo; nel caso specifico visto sopra, si può arrivare a una forte contrazione seguita da una lacerazione muscolare. Questo, naturalmente, vale anche per gli atleti. Un atleta passa alla respirazione orale molto più tardi, poiché ha il cuore allenato (e/o presenta già un ritmo cardiaco più lento della maggior parte delle persone). Tuttavia, non appena passa alla respirazione orale, ar,che lui viene a trovarsi in compensazione. A differenza di chi non pratica sport, l'atleta quando si trova in compensazione può spingersi molto più in là e può oltrepassare in modo considerevole quella "zona rossa", che segnala il raggiungimento del limite massimo per quella persona, in quel momento. In effetti, l'atleta mette di continuo sotto forte pressione le proprie strutture, ma non ne è cosciente. Negli ambienti sportivi, ci sarebbe da fare un lavoro formidabile. Si potrebbero raggiungere risultati ineguagliabili, senza pericolo, se si ponesse l'accento sull'importanza della respirazione nasale, anche durante gli allenamenti. Inoltre, la respirazione nasale è l'unica a poter condurre allo ''.stato di grazia" (detto "zone", in inglese), come viene definito da numerosi atleti quello stato che ha permesso loro di raggiungere un record sportivo non solo senza fatica, ma con una sensazione di rnmpleto benessere. Allora, si è davvero presa coscienza dell'impatto vitale ("vitale" nel senso di qualità della vita) della respirazione nasale? Si tratta proprio di una valutazione qualitativa e non quantitativa. Infatti, tutti "viviamo" anche se respiriamo con la bocca, ma a quale prezzo!
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Guardiamo ora cosa succede al bambino immediatamente dopo la nascita. Emette un vagito e poi, istantaneamente, respira con il naso. Visualizziamo un neonato, con i pugni chiusi e la bocca ben chiusa mentre dorme. Quando si attaccano al seno i neonati respirano con il naso, altrimenti soffocherebbero. Stanno talmente bene che si addormentano con il seno in bocca. Eppure, questa situazione non dura a lungo. Prendete in considerazione, per esempio, un asilo nido, un'aula scolastica o perfino una sala per conferenze, e osservate quante persone con la bocca socchiusa sono presenti. In base a quale alchimia l'umanità, in quanto si tratta proprio di questa, trasforma bebè che respirano con il naso in adulti che respirano con la bocca? Si ha un'idea del numero di bocche disequilibrate - quindi di persone in respirazione orale - e dei benefici di cui l'intera umanità potrebbe godere, se ci si interessasse al concetto di equilibrio della bocca? · Non basterebbe un libro per descrivere unicamente l'importanza della respirazione nasale per l'equilibrio dell'essere umano. lo, per il momento, mi limito soltanto a indicare gli aspetti più salienti. Ritorniamo a Francesco che sembra sempre più perplesso: "Non ho mai sentito parlare di tutto ciò! Perché esistono così tanti meccanismi compensatori? Perché tutto si sregola, quando è programmato per funzionare normalmente fin dalla nascita? Non sarebbe più semplice evitare tutti questi meandri? Perché le persone affette da una respirazione orale continuano ad essere così numerose, benché tutto ciò sia risaputo scientificamente? Perché, allora, la respirazione nasale non viene presa in considerazione?". Gli stessi interrogativi mi sono sorti, man mano che constatavo i progressi di mio figlio, che mi coinvolgevano in prima persona. Da allora non ho mai più smesso di cercare di comprendere. In un primo tempo, non potevo accettare che la respirazione orale fosse una fatalità. Bisognava trovare un mezzo, il più naturale possibile, per curarla. l.'.attivatore plurifunzionale si è rivelato una risposta naturale e molto efficace al trattamento di questo disordine. In effetti, grazie alla sua
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forma, quando viene messo in bocca permette unicamente una respiraz ione nasale. Si osservano miglioramenti spettacolari . In alcuni mesi, le otiti e le riniti a ripetizione .si rarefanno, fino a scomparire. I bambini passano un autunno e un inverno tranquilli . Assieme al ripristino della respirazione nasale, si assiste a una trasformazione della bocca i per esempio, si osserva la scomparsa del ricopri mento incisivo. La sovraocclusione si risolve, si rafforza la sensazione di sentirsi meglio. Sia i bambini che gli adulti dormono meglio, senza più avere incubi (vedi il racconto di Claude, pag . 16).
È anche il caso di Viviana (foto 22) . Non ha più denti sulla mascella superiore e le restano sei denti anteriori in quella inferiore. Di conseguen za porta una dentiera completa in alto e una parziale in basso . L'effetto benefico dell 'attivatore è stato, tuttavia, il medesimo, come se avesse avuto ancora tutti i denti . Ecco la sua testimonianza:
Ho settantotto anni. Porto /'apparecchio da sei mesi. Prima, respiravò con la bocca, le notti erano pessime. Adesso, la mia respirazione è assai migliorata, le notti sono più tranquille; faccio meno incubi, mi sento meno affaticata ... tanno scorso, già due mesi prima del mio compleanno, soffrivo di angoscia ed ero un po' depressa . Quest'anno la cosa non si è ripresentata, e ho trovato quel momento di festa bello. Mi sento meglio "con la mia testa" e sono meno stanca.
Foto 22
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Man mano che aumentava la mia esperienza con questa terapia, ho cominciato ad assistere a fenomeni simili in modo sistematico. Per ritornare a Francesco: era una persona "cartesiana" eppure, nonostante il suo scetticismo, non aveva chiuso la porta ed era pronto a tentare l'esperienza, per vedere se le nostre ipotesi fossero valide per il suo caso. Ecco cosa ci ha scritto nel corso del trattamento.
Presto sarà un anno che mordicchio questo pezzo di gomma e confesso che non mi ci raccapezzo nemmeno io. È duro ammettere che sia possibile cambiare utilizzando un oggetto così insignificante. Ma i risultati si fanno vedere fin dall'inizio... · Da sempre custodivo dentro di me un malessere, un 'angoscia nervosa e anche alcuni blocchi. Sono il discendente di una famiglia di persone notoriamente nervose e angosciate ... Continuavo a vivere dei periodi di malessere meno profondo ma pur sempre presente, accompagnati sovente da sintomi psicosomatici, tipo emicrania oftalmica, nausee dovute a un carico emotivo generale e anche diversi tipi di angoscia, difficili da superare. A partire dall'inizio di questa esperienza confesso che sono awenuti dei cambiamenti: innanzitutto i miei denti si sono spostati, cosa che mi ha incoraggiato. Inoltre non ho più, o quasi, vissuto periodi di forte disagio interiore, grazie ad un'aumentata autostima e ho sofferto meno di attacchi di emicrania; ciò mi ha permesso di maturare una visione più positiva del futuro e della vita. In poche parole, sono contento, non è il paradiso ma non è più un inferno pieno di spine ... Ammetto che i fatti sono quantomeno inquietanti. A volte, provo perfino piacere nel mordicchiare l'attivatore. Non vivo più sensazioni di gioia smisurata e esplosiva, ·però - d'altro canto - nemmeno di difficoltà insormontabile, che prima mi lasciava in uno stato di grave debolezza. Ciò che più mi fa piacere è la scomparsa, quasi totale, de/l'angoscia. Spero che tutto quanto ho vissuto in passato non ritorni mai più e spero che sia cancellato dalla mia memoria per sempre, poiché, anche nel caso dovessi, nella mia vita futura, subire prove dolorose, vorrei affrontarle con lo stato d'animo di adesso.
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Non sono arrivato fino in fondo al mio percorso e desidero continuare in questa direzione, per diventare ancor più equilibrato e, di fatto, ancora più felice. Tutti i miei pazienti, ognuno a modo suo, riferiscono di sentirsi meglio. La respirazione è in relazione intima con lo stato d'animo. Vediamo ciò che scrive su questo tema Denise, di quarantadue anni (foto 23-24). Grazie al consiglio del mio osteopata mi sono recata a consultare un dentista che praticasse la Dentosofia, portando assieme a me una delle mie due figlie. Per quel che mi riguardava, m'interessava /'aspetto estetico e indolore del trattamento, all'epoca non credevo che assicurasse un calo dello stress e potesse attutire eventuali malesseri. Eppure, è proprio quello che, a poco a poco, mi è successo nel corso della terapia . Allo stesso tempo ho preso coscienza, più intensamente; dei piaceri della vita. Perfino la mia firma si è leggermente modificata. Vorrei inoltre segnalare che nel corso di una seduta, a seguito della limatura di un dente, sono stata particolarmente impressionata dall'improvviso modificarsi della mia respirazione. tarrivo intenso di aria mi ha permesso una respirazione completa e di fatto ora sento di aver acquisito questa nuova modalità che mi è diventata propria. Questo trattamento ha significato una presa di coscienza, e allo stesso tempo, mi ha consentito di riflettere diversamente sulla mia vita .
Foto 23: Prima del trattamento. Foto 24 : Dopo il trattamento. Gli incisivi superiori coprono tota/men- Liberazione della sovraocclusione. te gli incisivi inferiori. -
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In realtà, non c'è niente di nuovo nel segnalare l'importanza della respiraz ione. Le tradizion i più antiche già ne parlavano . Quello che è degno di nota, è constatare la facoltà del corpo di recuperare queste funzioni (normali), anche quando queste risultano essere da molto tempo disturbate, come, per esempio, nel caso di Viviana, a 78 anni. Ma com 'è possibile che portare l'attivatore di notte e per alcuni minuti durante la giornata possa far recuperare una funzione che era disturbata da ... settantotto anni, come nell'esempio? E come spiegare il movimento dei denti, fino a liberare la sovraocclusione? Lo comprenderete in seguito .
La deglutizione Quando Anna si presentò da me, era sorridente e allegra . Una bella bambina piena di vita . La sua bocca era l'opposto di quella di Francesco (sovraocclusione, pag . 39) . Con i denti chiusi, con gli incisivi in alto che non raggiungevano quelli in basso (foto 25) .
Foto 25: Prima del trattamento
Foto 26: Dopo il trattamento
Questa situazione si chiama beanza, e la lingua - senza eccezioni - vi s'intrufola. Tale anomalia della bocca si presenta assieme a problemi di deglutizione e di pronuncia. Qualche volta, i bambini interessati sputacchiano mentre parlano, con la lingua tra i denti . Come avevo fatto per Francesco, spiego ad Anna e ai suoi genitori che quella forma della bocca è incompatibile con una respiraz ione nasale
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pura e con una posizione normale della lingua. Continuo parlando della difficoltà di concentrazione, della tendenza a sognare a occhi aperti, della fatica cronica. I genitori sono sorpresi, dato che Anna, effettivamente, ha difficoltà a sc.uola. Un po' come, precedentemente, era successo per Silvano (vedi pag. 32) i genitori mi chiedono: "Qual è il rapporto tra la lingua, la respirazione, i denti di nostra figlia e la sua difficoltà di concentrazione a scuola?". Affinché potessero comprendere tutto ciò, dovetti innanzitutto spieqare loro il ruolo della deglutizione nell'essere umano a partire dalla nascita, come ho fatto per la respirazione (vedi pag. 39). Durante la deglutizione, il neonato esegue una contrazione riflessa delle labbra e la lingua fa leva su di esse. Per acquisire una deglutizione fisiologica adulta (una volta che tutti i denti da latte sono apparsi), la lingua deve distendersi lungo il palato e la sua punta deve andare a stimolare le papille retroincisive (una zona fortemente riflessogena, situata dietro gli incisivi in alto); le labbra allora non hanno più bisogno di contrarsi. Potete eseguire il seguente esercizio: chiudete i denti, tenete le labbra ben aperte e in questa posizione deglutite la saliva. Nel caso questo 11sercizio vi risulti difficile, significa che non si è per nulla sviluppata una deglutizione adul~a. Se avete conservato una deglutizione infantile, la lingua può distendersi in un'altra maniera, sia spingendo i denti inferiori in avanti, sia continuando a frapporsi tra_ i denti (come Anna) e far leva sulle labbra. La lingua non si appoggia, dunque, al palato e non l'sercita su di questo una forte pressione. Altro esercizio: deglutite e prendete coscienza della potenza della vostra lingua contro il palato o contro qualcos'altro, se non vi è ancora deglutizione adulta. Si deglutisce tra 1500 e 2000 volte al giorno. Si può agevolmente immaginare il deficit di stimolazione ossea quando la lingua non si distende normalmente contro la mascella superiore. Il bambino deve acquisire questa deglutizione tra i due o i tre anni di Ptà circa (eruzione dei denti da latte). Se non succede niente fino all'età di dodici anni, età fatidica per l'estrazione dei premolari, sono quasi 7
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milioni le stimolazioni che non hanno avuto luogo, stimolqzioni che avrebbero contribuito a "far spazio" su un osso molto malleabile, in piena crescita. A questo proposito, possiamo osservare che una certa malleabilità persiste a qualunque età (vedi foto 8 di Benedetto pag . 33) . Altro esempio di beanza: bambino di cinque anni, all'inizio del trattamento .
Foto 27: Prima del trattamento
Foto 28: Sette anni dopo
La fonazione Spiego ancora ad Anna e a·i suoi genitori che, se la respirazione nasale e la deglutizione sono importanti per la stimolazione ossea delle mascelle, lo stesso vale per l'artico lazione dei suoni . In effetti, la lingua utilizza gli stessi punti d'appoggio al palato per la pronuncia dei fonemi e per inghiottire. Così, quando parliamo, la lingua contribuisce alla deformazione o all'armonizzazione delle arcate dentarie, in fu nzione della sua posizione. Al)ora, qual è il ruolo dell'attivatore nella fonazione? Da una parte, permette un recupero della respirazione nasale, con tutte le conseguenze che ciò porta con sé; dall'altra, impedisce alla lingua d'infilarsi tra i denti e permette una simulazione di allineamento-dentale, che offre alla lingua la possibilità di un buon punto di appoggio . Produce anche una decontrazione delle labbra come nel corso di una deglutizione adulta.
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L'attivatore permette infatti un vero e proprio esercizio d'ortofonia, con la possibilità di lavorare a livello inconscio durante la notte. Questo dipende dal fatto che le funzioni neurovegetative si avviano al di sotto del livello conscio; proprio come non c'è bisogno di dire a un neonato di succhiare, respirare, deglutire, e più tardi di masticare e camminare: tutto ciò semplicemente si fa! Noi ci siamo effettivamente accorti che l'attivatore non agiva allo stesso modo se veniva portato di giorno (consciamente) o di notte (inconsciamente). Tutte le terapie rivolte a correggere le disfunzioni che si appellano unicamente alla coscienza non danno i risultati sperati. Dopo nove mesi di trattamento con l'attivatore, la beanza della bocca di Anna si è chiusa (foto 26 pag. 48). I genitori hanno constatato un miglioramento dei risultati scolastici assieme all'evoluzione del trattamento. Anche la lingua (deglutizione, fonazione), come la respirazione, è in stretta relazione con lo stato d'animo. Alle domande che già mi ponevo sull'attivatore a seguito degli spettacolari miglioramenti dovuti alla riattivazione della respirazione nasale, se ne aggiunge una ulteriore: com'è possibile che uno stesso apparecchio possa, allo stesso tempo, aprire una bocca (in caso di sovraocclusione) o chiuderla (in caso di beanza)?
La masticazione Silvano (quarant'anni) è una conoscenza di lunga data. Già lo abbiamo osservato (foto 5-6-7 pag. 32). Come potete constatare, presenta una malformazione della bocca spettacolare: i denti superiori sono nascosti da quelli inferiori. Questa patologia si chiama prognazia inferiore o masticazione inversa. Nella normalità, la mascella superiore congloba la mascella inferiore. Ecco la sua testimonianza:
Ero cosciente, a partire dalla cosiddetta "età della ragione", della mia diversità, che comunque non aveva scioccato i medici, preoccupatisi,
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per tutti quegli anni, della buona igiene orale. Avevo la mandibola in avanti, il mio labbro inferiore presentava una protuberanza molto pronunciata. Da adulto cambiando casa molte volte mi sono confrontato anche con diversi dentisti e mi sono sentito dire: - Sapete, oggigiorno, tagliando la mascella inferiore qui e qui, si ottengono dei risultati molto buoni - mi dicevano mentre prendevano delicatamente in mano la punta del mio mento. - Il rischio? - Minimo! Siccome si fa descrivere una S al nervo della mascella inferiore, in alcuni casi, estremamente rari, c'è il rischio che il labbro inferiore "cada"! Con il passare del tempo, la mia risposta era ben collaudata: "Grazie dottore, ci rifletterò". Era evidente che Silvano era in prognazia, dato che la sua bocca, vista dall'esterno, presentava una morfologia caratteristica: il mento si proiettava in avanti. D'altra parte, non gli avevo mai osservato la bocca all'interno. Allora, basandomi sulla sua bocca, gli descrissi il suo temperamento, ossia la sua modalità di funzionamento nella vita quotidiana. Si trattava di una persona molto attiva, che si concedeva poco riposo ed era considerata eccellente negli affari. Da piccolo, si sarebbe potuto includere nella categoria dei bambini iperattivi, ma a quell'epoca il mondo era un po' meno attento a questo concetto. Gli ho fatto prendere coscienza, tra l'altro, della relazione tra la bocca e una terza funzione fondamentale: la masticazione. "È sul punto di dirmi che per tutta la vita ho masticato il cibo 'a cerniera', vale a dire unicamente con dei movimenti di apertura e chiusura della mandibola ... Dunque, in effetti~ non mastico. È per questo che inghiottisco tutto intero e mangio molto veloce!". Le due prime frasi di Silvano sono giuste, poiché sono constatazioni. Tuttavia, considerare la terza frase una loro conseguenza non è corretto. Silvano inghiottisce e mangia molto velocemente non a causa della conformazione della sua bocca, bensì è il suo temperamento interiore che lo predispone a una certa azione e di conseguenza ha determinato
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lo sviluppo della sua bocca. La bocca non fa altro che ratificare e rive lare lo stato delle cose . Ritornerò in dettaglio su questo concetto perché è essenziale, ma innanzitutto abbiamo bisogno di comprendere la masticazione. La masticazione com incia ad organizzarsi con la comparsa dei denti . È una metamorfosi della suzione, è il suo stadio maturo. Per comprenderla bene, vi propongo il seguente esercizio. Ponete i denti, inferiori e superiori, a contatto, con i muscoli a riposo, senza forzare . A partire da questa posizione, fate scivolare i denti inferiori molto dolcemente verso destra conservando il contatto con il dente (o i denti) superiori (foto 29). Rifate la stessa operazione, questa volta verso sinistra (foto 30) . Uno dei criteri per riconoscere una bocca equi librata è quello di osserva re se esiste un contatto con tutti i denti superiori e inferiori dalla parte verso cui avete spostato la mandibola (foto 29 e 30) .
Foto 29 : Lateralità destra
Foto 30 : Lateralità sinistra
Foto 37
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Nella foto 31, si constata il contatto su un unico dente, in lateralità sinistra. Questa posizione è considerata attualmente - a torto - fisiologica, in quanto è presente nella grande maggioranza delle persone. Quando sì mastica, gli alimenti vanno semplicemente a interporsi tra le arcate dentarie. Il professor Pedro Planas 12 ci dice: "La mandibola, grazie alla sua posizione, è come il pestello che gira
in un mortaio del materiale deformabile: la mascella". Per aiutare la mascella a svilupparsi sono necessarie milioni di stimolazioni; tali stimolazioni a cui bisogna aggiungere quelle della respirazione e della lingua hanno inizio dalla co_mparsa dei denti da latte (tra sei mesi e tre anni di età) e con la comparsa dei denti definitivi. Riprendendo ora il caso di Silvano (pag. 32) si comprende meglio perché la sua mascella non si è sviluppata normalmente. La mandibola posizionata in avanti non ha potuto contribuire allo sviluppo della mascella. Si osserva quotidianamente che i pazienti prediligono un lato per la masticazione. Ciò si può paragonare al camminare tutta la vita saltando su un piede solo. Immaginate le compensazioni necessarie per effettuare questa prodezza. Vale lo stesso per la bocca, e la persona deve adattarsi a una situazione diversa da quella fisiologica. Ma le ripercussioni devono pur essere visibili, da qualche parte! In effetti, prendiamo ad esempio una persona che mastica soltanto dal lato sinistro per tutta la vita. Che cosa si osserva? - Una deviazione della mandibola a sinistra e della mascella a destra. - A ciò si accompagnano tensioni a livello del cranio (che gli osteopati conoscono così bene!). - Si rivela un aumento del tono muscolare della metà sinistra della testa. In effetti, se si mangia soltanto da una parte, si rafforzano i muscoli del lato che lavora. Questo è a sua volta accompagnato da una inclinazione della testa a sinistra, dovuta all'ipertensione muscolare.
12. Planas P. Réhabilitation Neuro-Occlusa/e: RNO, seconda edizione, Rueil Malmaison, Ed. -CdP. 2006.
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+-----
In una persona con ------~ postura normale le li----~ nee degli occhi, delle spalle, del bacino e del suolo sono parallele.
----~
Fig. 1
Fig. 2
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+-----
... ---
+----
Il corpo quindi cerca di compensare, in qualche modo, per tendere all'equilibrio. In realtà è il cervello ad ordinare alla testa di raddrizzarsi, la quale per bilanciarsi eserciterà una pressione muscolare sulla spalla destra, che per consentire alla testa di mantenere una sua linearità, si abbassa. Ma dato che le spalle non sono più parallele al resto del corpo (occhi, bacino, suolo), si assisterà a una rotazione del bacino, affinché spalle e bacino diventino paralleli. Si otterrà quindi uno pseudo-equilibrio, con parallelismo orizzontale degli occhi con il suolo (è fondamentale) e parallelismo tra spalle e bacino. Ci si trova di fronte a un sistema di compensazione tonico-posturale (come abbiamo già notato in occasione della respirazione con la bocca). Un essere umano rischia di mantenere tutta la vita questa posizione "attorcigliata", se non si fa nulla per modificare e migliorare la propria postura. L'esempio di Davide (foto 14-17, pag. 35) è eloquente. Era un bambino molto alto per la sua età e si era ingobbito in modo significativo. Aveva le spalle rientranti e anche la cassa toracica meno sviluppata del normale. Questa postura si ritrova, sistematicamente, in tutti coloro che presentano una respirazione orale. li livellamento del suo piano d'occlusione è andato di pari passo con uno spettacolare raddrizzamento della
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colonna vertebrale, con l'apertura della cassa toracica e con un allineamento delle spalle. Questo ragazzo adesso è alto quasi due metri. Ho appena descritto una ripercussione visibile della masticazione unilaterale, ma ne esistono di più insidiose e di meno evidenti, a una prima osservazione. Ecco un esempio: quando si parla di masticazione, si pensa al cibo. Allora? A proposito, che cosa significa mangiare? Che domanda ridicola! Tutti sanno cosa vuol dire mangiare: mangiare è nutrirsi (alimentarsi); si tratta anche di una funzione vitale. Mangiare è, in un primo tempo, masticare il cibo che si introduce in bocca volontariamente. Ma che cosa significa masticare? È la prima tappa della digestione. Per mezzo della masticazione, un essere umano sminuzza gli alimenti e comincia a "rompere" le molecola e a digerire gli zuccheri. Ma, direte voi, tutti quanti masticano, non è vero? A parte coloro che non hanno più denti; o che non ne hanno più abbastanza, di denti! E invece no, non tutti masticano. Per masticare, come abbiamo visto, bisogna effettuare dei movimenti alternati di lateralità destra e sinistra. Le persone in sovraocclusione o in prognazia inferiore si ritrovano in una situazione in cui sono incapaci di masticare. E effettuano de_i movimenti di apertura e di chiusura della mandibola. Interpongono, certo, gli alimenti a destra e a sinistra e utilizzano qualche movimento di chiusura, ma ben insufficiente per preparare il bolo alimentare. Spezzettano, ma non macinano il cibo. Inghiottono, come si dice nella lingua di tutti i giorni, tout rond, tutto intero. Eppure, devono alimentarsi in qualche modo! Sì, è così: si alimentano, ma non masticano. Saltano la prima tappa della digestione degli alimenti. Ora, all'inizio di questo libro, abbiamo visto l'importanza della digestione fisiologica. · Una digestione funzionale risulta quindi loro impossibile, come ogni funzione disturbata verrà compensata. Gli alimenti non macinati do-
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vranno essere ridotti a una pasta, a qualunque costo, per poter essere assimilati (come l'aria che, passando per la bocca quando il naso è otturato, deve venir comunque trasformata). Sono lo stomaco e, poi, l'intestino a compensare il lavoro non effettuato dai deriti. Sovraccaricando questi due organi di lavoro. Fino a dove può spingersi la compensazione? Fino alla malattia, come abbiamo già visto. L'alimentazione è di moda. Sia le molteplici diete proposte che alcuni fatti quali la mucca pazza, il mais transgenico, l'allevamento in batteria, gli antibiotici, gli ormoni, le culture idroponiche ecc., invitano più che mai al gusto dell'alimentazione "biologica". Ma è sufficiente mangiare alimenti sani per conservare la salute? Come abbiamo appena visto, è indispensabile mangiarli correttamente. Secondo la fisiologia umana, la prima tappa della digestione è la masticazione, e abbiamo visto l'importanza di questa assimilazione. Si tratta del tempo di transito orale, rispetto al tempo di transito nello stomaco e nell'intestino. Si prende coscienza dell'alimento che si sta introducendo nel proprio corpo a livello della bocca. A partire dal momento in cui si inghiotte, il resto della digestione diventa inconscio (eccetto in caso di dolore). Nella bocca si trovano tutte le papille gustative e il retro-olfatto. A questo stadio ci si serve di due organi di senso: il gusto e l'odorato. Il gusto percepisce soltanto salato, dolce, acido e amaro. L'odorato, per mezzo del retro-olfatto, permette di sentire tutti gli aromi che si sprigionano nella bocca. · In campo enologico, per esempio, si dice di un buon degustatore: il goute bien, assaggia bene. La degustazione del vino (come qualsiasi altra degustazione) è un'esperienza iniziatica, che incita a fermarsi e a godere ... dell'istante, a vivere pienamente il presente. Buttar giù tutto intero, vuol dire saltare lo stadio cosciente a livello della bocca: come si fa, allora, a percepire quello che si è già inghiottito? Dopo aver colto il profumo degli alimenti la bocca ne assapora il gusto. La combinazione tra il gusto e l'odorato spiega come mai il cibo e il vino
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non diano le stesse sensazioni in bocca e nel naso. Il tempo di transito nella bocca è paragonabile a un fuoco d'artificio di piacere, gratuito e fisiologico, che è possibile concedersi, se lo si vuole, ma che fin troppo spesso si finisce con il negarsi. Quando si inghiotte si entra nella fase inconscia: dopo aver bevuto vino, la persistenza aromatica può durare un tempo proporzionale alla durata del tempo di transito orale e alla qualità del vino. Lesempio del vino è da ritenersi valido anche per il cibo. Dopo questo chiarimento, siamo realmente in grado di comprendere fino a che punto una cattiva masticazione spinga a privilegiare un'alimentazione in cui primeggino la quantità e la rapidità, a scapito del gusto e della qualità. Se si fa riferimento al concetto di "guarire digerendo", ci si trova di fronte alla seguente evidenza: l,ma masticazione cosciente qualitativa svolge un ruolo di un'importanza, forse, mai riconosciuta. Mangiare come un robot obbliga l'organismo, una volta di più, a ricorrere a tutta una serie di compensazioni per arrivare in qualche maniera alla digestione. Progressivamente gli organi di assimilazione saranno sopraffatti e gli adattamenti non saranno sufficienti a far funzionare al meglio il corpo. La malattia è una presa di coscienza, arriva in soccorso (come un'amica) per awertirci che: "Fino ad oggi il tuo organismo ha funzionato sotto stress, puoi scegliere di risvegliarti e quindi agire per cambiare, oppure puoi continuare a non modificare nulla. In tal caso, (io malattia) sarò sempre con te per continuare a ripeterti il mio malessere, come farebbe ogni buon amico 13 ". Le nostre osservazioni cliniche ci permettono di dire che quelle persone che riequilibrano la loro bocca non necessitano di alcuna dieta. Sentono con precisione quello di cui hanno bisogno e sono capaci di prendersi il tempo necessario a mangiare e a masticare (le perdite di peso sono spettacolari). In realtà, è il corpo tutto intero a partecipare alla masti-
13. Malattia in francese si dice maladie, pronuncia maladì, proprio come mal a dit. che vuol dire: il male ha detto. (NdT.)
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cazione, e la modalità con cui questa awiene ha, con tutta evidenza, ripercussioni psicologiche. Ritorniamo a Silvano (pag. 32). Ecco quello che mi ha scritto, alcuni mesi dopo la fine del suo trattamento: Può darsi che i tratti del mio carattere fossero quelli di una persona un po' più "insistente" della norma ... Sembra che le persone con il mento prominente non si tirino indietro facilmente. Può essere che vi faccia sorridere, ma grazie alla terapia avevo l'impressione che la mia testa si trasformasse (in. prima istanza, la dimensione interiore). Avevo sempre la stessa foga, ma - allo stesso tempo - riflettevo di più e con maggiore spirito analitico. Chiaramente, mi sentivo diverso; cose che prima mi erano sembrate impossibili, erano diventate molto abbordabili, addirittura facili. Vi ho awertito, che vi avrei fatto sorridere! Se dovessi ricominciare da capo, lo rifarei con ancora maggior attenzione ... Mi metto a disposizione di tutti coloro che desiderano ulteriori dettagli. Magari poche righe potessero permettere ai genitori di agire senza aspettare, perché i loro figli godano di buona salute! In ambiente dentistico, in effetti, la dismorfosi della bocca di Silvano rimanda esclusivamente alla chirurgia maxillo-facciale. Non esistono alternative. E invece ... Silvano non ha subito un'operazione chirurgica, e neppure un'estrazione (fot 5-6 pag. 32)!.
Conclusione In tutti i casi di dismorfosi della bocca si riscontra una respirazione orale permanente o temporanea, una deglutizione atipica, una masticazione squilibrata e problemi di fonazione più o meno pronunciati e non sempre percepibili (legati, inoltre, a problemi di disortografia). Abbiamo visto che tutte queste funzioni, dette neurovegetative, si eseguono in modo inconscio. Non si riflette per respirare, inghiottire, masticare, anche se si è in grado di prenderne coscienza. Non esiste un unico organo preposto alla respirazione (il polmone non è sufficiente)
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cosi come per la deglutizione, la masticazione e la fonazione, tutte queste funzioni si servono delle stesse strutture anatomiche. Era quindi logico e prevedibile arrivare, in modo sistematico, alla constatazione che, dal momento che una di queste funzioni neurovegetative è disturbata, lo sono anche tutte le altre,_in gradi diversi. Questa non è una grande scoperta. Sta scritto in tutti i libri di ortodonzia da più di un secolo. Infatti Pierre Fauchard nel 1700 e, più recentemente, Pierre Robin verso il 1900 hanno menzionato la relazione tra le dismorfosi della bocca e le disfunzioni di ordine generale. Era stato usato a quel tempo il termine glossoptosi (caduta della lingua). La glossoptosi è una patologia della deglutizione. Dietro questo nome, oggigiorno in disuso, si celano una serie impressionante di sintomi conosciuti: otite e problemi otorinolaringoiatrici, volta palatina ogivale, mento sfuggente o prominente, tubercolosi, aerofagia, meteorismo, costipazione, acrocianosi, geloni, cefalee, incubi, adenoidi, respirazione boccale, irregolarità di mascelle e denti, ghiandole del collo ingrossate, schiena gobba, scoliosi, rachitismo, gastroenterite, mani prone, piedi piatti, eccessiva sensibilità al freddo, fatica cronica, lentezza o agitazione, ritardo della deambulazione o del linguaggio, allergie, malattie della pelle, sonno agitato, ansia, emotività ... Se è evidente che nessuna persona presenta la totalità di questi sintomi (o soltanto in via eccezionale), è anche vero che in tutti i pazienti con una dismorfosi della bocca compaiono alcuni di questi disturbi, in modo più o meno marcato. Un buon numero di ricercatori in tutto il mondo si sono dedicati a questo argomento (Heyberger, Planas, Macary e altri 14 ecc.). In tutti questi studi, la conclusione ricorrente è: "Quando una bocca non funziona, si riscontrano - in modo sistematico - delle disfunzioni neurovegetative associate". 14. Heyberger MA, Planas P. Macary AF, et al. La Thérapie fondionnelle: ses résultats. Rapport col/ectif, Paris, Orthodontie Française, voi. 32, 1961.
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Il professor Besombes aveva perfino trovato una citazione di Ippocrate (da Delle epidemie, libro VI, 1,2): "Tra i dolicocefali, gli uni hanno il collo vigoroso e sono forti sia nello scheletro sia nel resto del corpo; gli altri sono soggetti a cefalee e a otorree; questi ultimi hanno la volta palatina alta e i denti accavallati". "Questo passaggio straordinario costituisce la più antica testimonianza scritta dell'ortodonzia. Le anomalie dei denti sono messe in relazione con l'architettura del cranio, con la forma della volta palatina e con i sintomi caratteristici dei respiratori orali adenoidiani". (A. Bésombes, 1962). Questo fenomeno è stato osservato fin dall'Antichità, e perdura fino ai giorni nostri. Se Silvano mi avesse domandato: "Dato che la scienza ne è al corrente, perché questo fattore non viene preso in considerazione?", non avrei saputo cosa rispondergli. Ma, poiché anch'io avevo fatto la stessa constatazione, ho dovuto trovare una terapia che permettesse di recuperare tutte le funzioni neurovegetative. È l'attivatore che mi ha fornito le prime risposte. Infatti, le bocche si riequilibravano in funzione del ripristino della respirazione nasale, di una deglutizione e di una fonazione fisiologiche e di una masticazione armoniosa. Mi trovavo dunque a questo punto nelle mie "peregrinazioni". Qualunque fosse la loro età, tutti i pazienti citati avevano un punto in comune. Avevano utilizzato esclusivamente l'attivatore per trattare diverse malposizioni visibili nella loro bocca. Ero sempre più meravigliato dai risultati clinici ottenuti con questa terapia, ma non ero giunto al culmine della sorpresa. In effetti, stavo anche constatando come i miglioramenti a livello della bocca, nei miei pazienti, fossero accompagnati da un modo diverso di concepire la vita.
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Foto 32 : Prima del trattamento
Foto 33: Alcuni anni più tardi
Ecco per esempio la testimonianza di Giulia (diciannove anni) . Ho cominciato il trattamento con l'attivatore plurifunzionale nel 1993, avevo quattordici anni. Ero attanagliata da dolori terribili alla nuca; avevo un canino che non usciva - infatti il canino sinistro era bloccato nell'osso - f; la mia vita era più quella degli altri che la mia. Ero ribelle, mi opponevo ai miei genitori, alla scuola e più o meno a tutto quello che faceva parte del mondo degli "adulti". Adesso mi rendo conto che vivevo attraverso le idee, i progetti e i gusti degli altri. Ero innovativa e creativa, ma mi lasciavo trasportare da una vita che non nasceva veramente da scelte mie. Ero trasparente. Non ero veramente me stessa, e inoltre ignoravo perfino l'esistenza di questo concetto che, ai miei occhi, non aveva alcuna importanza. Poi, nel corso del trattamento e con il passare degli ann,~ sono passata attraverso grandi cambiamenti, senza veramente metterli in associazione con questo pezzo di gomma che portavo tutte le notti ma non riuscivo a usare bene durante il giorno. Sentivo di aver meno bisogno di attirare l'attenzione e di ricevere complimenti gratificanti, che adulavano il mio ego sofferente di mal d'amore. Spesso mi chiedo come sarebbe stato, se non lo avessi integrato nella mia vita. Da qualche mese mi sento sempre più indipendente e forte, nel senso che le mie scelte sono frutto della mia creatività, sono responsabile della mia vita e mi sento meravigliosamente bene nel mio aspetto. Anche se chiedo ancora parole di conforto, adesso so che non sono più necessarie. Non è così semplice paragonare il prima al dopo, poiché ho l'impressione di essere stata sempre così come sono adesso. Solo che la "Giulia di oggi" si trovava in
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profondità, era potenzialmente pronta a mettersi in azione anche se era nascosta sotto uno strato di vecchiume e di pensieri negativi di cui, a un certo punto, mi sono disfatta ... Adesso sono presente nel mio corpo, che amo e che ascolto con tanta attenzione; questa forza che mi accompagna e che mi conferma che "io mi amo", è la più bella prova d'amore che abbia mai ricevuto. Oggi sono fiera di me stessa, di questa persona che esiste e che si chiama GIULIA.
Ma come può essere che portare un apparecchio in caucciù dia simili risultati? Prima di rispondere a questa domanda, è importante definire il concetto di bocca equilibrata.
La bocca equilibrata
La visione dentistica classica Disagio di fronte all'estrazione di denti sani Per anni mi sono adoperato per mettere in pratica tutto quello che mi era stato insegnato. Tuttavia, come già ho detto, mi sentivo sempre più a disagio di fronte a certi interventi, come l'estrazione di premolari sani nei ragazzini di circa dodici anni· con il pretesto che mancherebbe lo spazio, o quella dei denti del giudizio, diventata pressoché sistematica. Tutto ciò era ancor più doloroso poiché all'epoca non vedevo neppure l'ombra di una spiegazione. In ogni caso, la diagnosi che portava all'estrazione - dal mio punto di vista - mancava di coerenza. Per giustificare queste avulsioni dentarie, ci si appoggiava alle seguenti giustificazioni: "Non c'è spazio per quei denti", "Provocheranno degli affollamenti", o ancora "È un fattore di rischio per le recidive dopo trattamento ortodontico". Ma tutto ciò mi lasciava profondamente insoddisfatto, dato che nessuno di questi "argomenti" forniva una vera spiegazione del problema.
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Fatti che fanno riflettere Tuttavia, nessuno può negare l'ampiezza del fenomeno delle malformazioni boccali. Questo è stato ulteriormente confermato dall'ARPEA (Association pour la Recherche et la Publication d'Etudes Archéologiques Val-de-Marnaises), che ha organizzato un convegno il 26-28 maggio del 1999. Antropologi, medici~ paleontologi si sono interrogati sulla "percentuale elevata di disarmonia della crescita". Un valore ha attirato la mia attenzione: il 70% della popolazione infantile in Francia presenta una disarmonia di crescita di "// classe" - (quando la mascella superiore è in avanti rispetto alla mascella inferiore, detta anche mandibola - come nel caso di Benedetto, foto 8-9-1 O pag. 33). Questa -patologia viene chiamata anche prognazia superiore, in opposizione alla prognazia inferiore incontrata, per esempio, nel caso di Silvano (foto 5-6-7 pag. 32). Se si aggiungono a questa "// classe" tutte le altre disarmonie ad essa associate, come per esempio la sovraocclusione, si raggiunge allegramente un valore che sfiora il 100%. Ma perché vi sono così tante malformazioni? Esistono delle bocche equilibrate? Come restare indifferenti di fronte a una _patologia che, in Francia, colpisce la quasi totalità dei bambini (e anche degli adulti)? Eppure ho notato che l'interesse riscontrato per la causa di questo problema non è maggiore di quello suscitato per le seguenti domande: - Perché la lingua si trova così raramente in posizione fisiologica (owero attaccata al palato), ma piuttosto si trova in una posizione più o meno bassa, _cosa che porta con sé molteplici disordini (la glossoptosi, per esempio)? - Perché le carie? Danneggiare i propri denti è dawero inevitabile? - Perché così tante protesi? Il mondo dentistico è orgoglioso del proprio progresso tecnico. Ma è inevitabile avere bisogno di protesi? - Forse perdere i denti (per carie, piorrea) è inevitabile? - Perché, in una stessa persona, la superficie dell'osso non corrisponde alla dimensione dei denti? In effetti, com'è possibile che un essere umano non sia in grado di sviluppare il proprio osso in modo che possa accogliere tutti i denti, senza alcun problema?
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Ecco alcune delle risposte che avevo ricevuto nel corso degli studi e che non mi avevano mai convinto: - le mascelle non si svilupperebbero a sufficienza, perché mastichiamo soltanto cibo tenero. Eppure esistono anche alimenti duri;· - altri affermano che la mancanza di spazio deriverebbe dal fatto che i bambini non sono allattati al seno. Mi sembra essenziale soffermarmi un attimo su quest'argomento. L'allattamento al seno è fondamentale per lo sviluppo del neonato. È il solo a garantire una respirazione nasale perfetta, mentre il biberon non spinge il bambino ad assumere questo tipo di respirazione. Proprio al contrario, quando il flusso di latte è troppo forte ha inizio la respirazione con la bocca. Ricordatevi della domanda che ci eravamo posti: "Per quale alchimia l'umanità trasforma neonati che respirano con il naso in adulti che respirano con la bocca?". Inoltre, la forza che il bambino usa per succhiare il seno è una stimolazione indispensabile alla crescita delle mascelle e allo sviluppo di tutta la muscolatura della lingua, delle labbra e delle guance. Un neonato non si addormenta con il seno in bocca perché è sazio, ma si assopisce perché è esausto. Tutte le ricerche dimostrano l'importanza dell'allattamento al seno. Non è un fatto da rimettere in discussione. Ma è questa la sola spiegazione della mancanza di spazio in bocca? Ho avuto modo di verificare in bambini allattati al seno i medesimi problemi ai denti, quindi la vera ragione è da ricercare a monte. Non è tanto l'atto, che potremmo chiamare "tecnico-meccanico" nel caso dell'allattamento artificiale, né la qualità del latte di origine animale a essere la vera causa del problema. Questi sono solo dei fattori aggiuntivi.
La cosa più importante è come si sente la madre, qual è il suo stato d'animo e in che tipo di ambiente si trova. La madre che allatta nonostante sia stressata o semplicemente non sia "presente" (ovvero sia con la testa da un'altra parte), trasmette al neonato questo stato, attraverso il latte. Ma per non responsabilizza(e ingiustamente le madri, va aggiunto che l'allattamento dovrebbe
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essere un momento privilegiato per la coppia, e aver luogo in un ambiente - quindi - in cui sia il padre che la madre sono rilassati. 15 Constato inoltre sempre più frequentemente la presenza di denti del giudizio bloccati nell'osso. Secondo alcuni, si sta assistendo nella bocca a una trasformazione evolutiva, che si starebbe manifestando con una diminuzione del numero dei denti; questo fenomeno spiegherebbe tra l'altro gli affollamenti. Le dimensioni dell'osso si starebbero riducendo un po' troppo velocemente. Ciò fa parte dell'evoluzione dell'essere umano, che non avrebbe più bisogno di "zanne" per nutrirsi ... una riprova è il fatto che i casi di agenesia sono in continuo aumento. La Natura fa bene il suo lavoro, dal momento che le mascelle diventano sempre più piccole, si va a diminuire il numero dei denti. La Natura avrebbe anche potuto diminuire la dimensione dei denti contemporaneamente alla dimensione delle mascelle! - Altri ancora, per spiegare la disarmonia, rimandano all'ereditarietà e alla genetica. Si erediterebbero, per esempio, denti grandi da parte del padre e una mascella piccola da parte della madre. Perché no? Ecco ciò che mi era stato insegnato. Non mi convinceva, ma non avevo argomenti da contrapporre per rimetterlo in questione, fino al giorno in cui mio figlio Claude riposizionò tutti i denti, senza alcuna estrazione, grazie a un semplice pezzo di gomma reputato inefficace da un punto· di vista scientifico. Si sarebbe potuto trattare della famosa "eccezione che conferma la regola". Però ... i pazienti mi avrebbero in seguito confermato come l'eccezione diventasse la regola. Quando l'eccezione diventa la regola, ci troviamo - in effetti - di fronte 15. Le osservazioni di Michel Montaud sull'allattamento sono pertinenti. È il senso di mancanza vissuto nella prima infanzia che poi si riflette nello sviluppo e nella crescita del bambino, 'e questo senso di mancanza non può essere influenzato soltanto dal fatto di essere o non essere stato allattato. Non è un fenomeno da banalizzare. Al bambino non allattato al seno viene a mancare un'esperienza fondamentale per il suo sviluppo psicofisico. Tuttavia, è vero che l'allattamento al seno non è sufficiente a escludere altri sensi di mancanza. La qualità dell'accudimento materno, che comprende l'allattamento, favorisce lo sviluppo sano del bambino. Per approfondire la fisiologia della maternità, incluso l'allattamento, consiglio le opere del dottor Michel Odent. Inoltre nella sua banca dati sulla salute primale, www.primalhealthresearch.com, si trovano tutti gli studi scientifici inerenti la correlazione tra diverse patologie o tratti caratteriali e gli eventi vissuti nel periodo primale (dal concepimento al primo compleanno). NdT.
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a una legge naturale. Una regola viene enunciata dall'essere umano, mentre una legge naturale è universale e riproducibile. Le ipotesi scientifiche basate sull'ereditarietà non mi avevano mai convinto. Tutti i casi di dismorfosi orale sono sistematicamente associati a una respirazione orale; a una deglutizione atipica e a una masticazione squilibrata. Nell'ipotesi di ereditarietà dovrebbero pertanto sussistere geni per una cattiva respirazione, deglutizione e via dicendo! Tutto ciò non aveva senso, tuttavia non disponevo di evidenze scientifiche che confermassero le mie supposizioni. Inoltre, sapevo che l'estrazione di certi denti non garantiva né l'allineamento degli altri denti né la riuscita del trattamento di ortodonzia. Così, in occasione della Joumée du College Européen d'Orthodontie 16 , 1'11-12 novembre del 1995 a Parigi, incentrata su "La stabilità ortodontica", colleghi rinomati presentarono, uno dopo l'altro, i loro risultati in termini di stabilità .. La conclusione di quest'incontro internazionale fu, in sintesi, la seguente: "Un terzo dei casi è stabile dopo trattamento ortodontico e due terzi recidiva no". Inoltre, alla domanda: "Di fronte a un leggero accavallamento dei denti, sapendo che vi sono recidive, bisogna trattare o meno?", là risposta fu: "Il problema è che non si conoscono né la percentuale di recidive, né chi presenterà una recidiva". Queste considerazioni, datate 1995, potrebbero essere ripetute parola per parola nel 2007. I risultati ottenuti dai miei pazienti (e dai pazienti di tutti i colleghi che hanno abbracciato la Dentosofia) mi hanno aperto a un nu0vo orientamento nella ricerca. In effetti, non si trattava di casi isolati che reagivano particolarmente bene _a un trattamento originale. I risultati, in tutti i pazienti che hanno seguito il trattamento, sembravano rispondere alla medesima legge, che giorno per giorno si delineava con maggiore precisione. Questi successi mi hanno, alla fine, permesso di guardare ai problemi dentistici in modo più globale e più scientifico. 16. Journées du Collège Européen d'Orthodontie, Paris, 11-12 novembre 1995. La Stabilité orthodontique, Paris, lnformation Dentaire, n.14 (11 aprile 1995).
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Porsi le domande giuste Di fronte all'aumento delle solu;zioni terapeutiche proposte, che è eguagliato soltanto dall'aumento dei problemi di salute, rimane un interrogativo: bisognerebbe forse proporre un altro modo di ragionare? Un altro modo di concepire queste situazioni? Davanti a un dato problema, si tendono a formulare sempre le stesse domande: Come risolverlo? Come curare la carie o fare una protesi? Come estrarre un dente o raddrizzarlo? Come curare una malattia mentale? Come riempire il buco finanziario della Sanità? Come aiutare i paesi poveri? Come, come, come ... Nessuna risposta a queste domande è soddisfacente. Perché? Perché non ci si pone la domanda correttamente. Una domanda errata conduce inevitabilmente a una risposta errata. Rispondere a "come", significa restare al livello di un sapere rigidamente intellettuale. la domanda corretta, secondo me, sarebbe: perché? Ma non: "Perché l'attivatore corregge le malformazioni?", bensì: "Perché esistono queste dismorfosi?". Trovare una risposta a questi perché, significa concedersi la possibilità di accedere a una medicina basata su una reale cultura medica, su un'autentica conoscenza. la risposta al perché fornisce una diagnosi che include la terapia. Si parla qui dell'autentico perché. Quello che si spinge più a monte e risale all'essenza stessa del problema. A partire da quel perché (pourquot) è possibile accedere alla vera motivazione: "a causa di cosa" (pour quo,). Ecco alcuni esempi: - somministrare farmaci ad un bambino non ci dice perché il bambino piange; - la cura di una carie (gesto, naturalmente, necessario) non ci spiega perché quella carie esiste; - l'estrazione di un dente permette di rispondere alla necessità di fare spazio in bocca per gli altri denti? No, consente soltanto di rimediare a un sintomo visibile. Al contrario, rispondere al quesito: "Perché esiste una mancanza di spazio?", evita estrazioni inutili e conduce verso un'autentica terapia di guarigione. Soltanto una domanda formulata correttamente è seguita da una risposta corretta.
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!:equilibrio orale: un altro sguardo sulla bocca Per adottare un modo nuovo di concepire la bocca, mi sono stati di grande aiuto gli studi del professor Pedro Planas di Barcellona, stomatologo, professore di Chirurgia Odontoiatrica e fondatore della Società Spagnola di Ortodonzia. Egli era un adepto della regola dei "tre perché". "Al primo perché- diceva - si ha sempre la risposta pronta, quella che ci è stata insegnata. Al secondo perché, si deve cominciare a riflettere; le proprie credenze riprendono velocemente il soprawento e si trova nuovamente una risposta pronta. È al terzo perché che si accede all'essenza stessa della domanda; non esistono più risposte programmate. A questo punto comincia la ricerca". Fu nel 1990 che incontrai il professor Planas e le sue affermazioni, si rivelarono rivoluzionarie rispetto agli insegnamenti odontoiatrici riconosciuti. Con grande entusiasmo mi sono recato da lui, a Barcellona; per studiare quei dati così scorriodi. Intuivo, confusamente, che il concetto di equilibrio della bocca di cui lui parlava mi avrebbe permesso - infine di trovare le risposte alle mie dòmande sull'origine .dei disordini dentari, ancora in sospeso, e di giungere a nuove conclusioni. Per Planas, le recidive ortodontiche derivano molto semplicemente da un problema di equilibrio della bocca.
- Una bocca equilibrata Che cos'è una bocca equilibrata? Sono state una serie di sistematiche osservazioni cliniche a permettermi di confermare il punto di vista di Pedro Planas, che mette sottosopra tutti i dati acquisiti. Qui esporrò soltanto tre delle ;'leggi di Planas".
Angolo Funzionale Masticatorio di Planas (AFMP) Questo angolo, tra tutti gli elementi di analisi che noi esaminiamo in dettaglio nel corso di una visita dentistica, è quello che permette, tra l'altro, di sapere da quale lato il paziente mangia istintivamente, obbligatoriamente, neurologicamente. -
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Se anche voi volete fare questo primo test, mettete in bocca una gomma da masticare e osservate da quale lato la portate istantaneamente. Se va a destra, vuol dire_che l'AFMP è più piccolo a destra (e l'inverso, se va a sinistra). Evidentemente, se un dente duole, o se è stato recentemente tolto, quel lato sarà evitato e si farà uso dell'altro, ma si tratterà di un fenomeno momentaneo. L'AFMP permette di riconoscere da quale lato si mangia, da quale lato si "funziona", poiché esiste pressoché sempre un lato più sollecitato. È raro infatti che i movimenti di masticazione siano alternati in modo bilaterale, vale a dire che gli AFMP siano uguali. Orbene, questo elemento è segno di una bocca equilibrata.
Contatto su tutti i denti del lato di masticazione Un'ulteriore verifica di bocca funzionale è un contatto su tutti i denti dal lato dove si sta masticando (foto 22-23 pag . 45-47). Questi contatti non devono essere accompagnati da pronunciata usura della dentizione, dato che tale usura è il segno di un altro tipo di squilibrio . Sfortunatamente, spesso si constata più frequentemente un contatto su uno o due denti, come nella foto 31 (pag. 53). In questo caso preciso siamo di fronte a una masticazione "a cerniera", vale a dire a dei movimenti solo di apertura e chiusura della bocca, perché la persona rivela grande difficoltà nell'effettuare i movimenti di lateralità necessari alla masticazione fisiologica.
Mandibola squadrata La mandibola è squadrata quando i quattro incisivi inferiori si trovano sulla stessa linea (foto 34). Questa forma squadrata della mandibola è una delle condizioni di base di una bocca equilibrata. Sotto un profilo
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funzionale e anatomico, gli AFMP possono essere uguali (e funzionali) soltanto se la mandibola è squadrata. Questa forma squadrata della mandibola è segno di una forza straordinaria (forza fisica e, soprattutto, interiore). Si tratta di persone che non si arrenderanno mai (e, in ogni caso, non a lungo). Ma qual è la posizione di questa mandibola rispetto alla mascella? In caso di sovraocclusione, la mascella blocca la mandibola. Se non si fa nulla per sbloccarla, la persona percepirà un conflitto tra il potenziale che preme dentro di lei e la sua impotenza a tradurlo in azioni concrete. Così, la mandibola squadrata è un elemento essenziale ma non sufficiente. È importante che sia in armonia con la mascella, affinché gli AFMP siano uguali e i contatti tra i denti siano sempre presenti in movimento di lateralità. Man mano che proseguivamo con i trattamenti, le nostre osservazioni cliniche hanno confermato in modo sistematico che l'armonizzazione della bocca procedeva secondo .le teorie del professor Planas. I cambiamenti verso un equilibrio della bocca awenivano in concomitanza con il benessere espresso dal paziente.
- Visualizzazione della bocca equilibrata
È un concetto fondamentale. Noi insistiamo molto, nel corso dei seminari di formazione per professionisti, sul proiettare visivamente la bocca equilibrata. È necessario che ogni dentista apprenda a visualizzare che cosa si nasconde dietro le dismorfosi osservate a prima visita e metta a fuoco come potrebbe riacquistare quella bocca un proprio equilibrio. In questo modo il professionista potrà focalizzarsi sugli obiettivi da ottenere attraverso il trattamento e potrà mantenere costantemente un occhio sull'armonia della persona.
- Il concetto di dimensione verticale I lavori del professor Planas costituiscono un punto di riferimento per la terapia che proponiamo, poiché la sua visione dell'equilibrio della bocca viene incessantemente confermata dall'esperienza clinica. Tuttavia, alle
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leggi del professor Planasse n'è aggiunta una nuova: il concetto di una diversa dimensione verticale. Osservazioni cliniche ripetute mi hanno condotto a un punto di vista diverso da quello di Planas in merito al concetto di dimensione verticale. Questa è la chiave di volta dell'equilibrio della bocca. La bocca, ricordiamolo, occupa ben un terzo del volto, la parte inferiore. Entrerò in dettaglio su tutto ciò nel quarto capitolo del libro.
Vitale a novant'anni come a venti Tutta la storia si sarebbe conclusa qui se i pazienti non avessero, ancora una volta, risvegliato la mia curiosità. Aldilà dell'armonizzazione della bocca, assistevo a guarigioni "osteopatiche" spettacolari. Infatti, i pazienti vedevano svanire dolori cervicali, dorsali, lombari e/o articolari 17 . Con significato analogo, osservavo la scomparsa di mal di testa, di gravi forme di emicrania e di emicrania oftalmica. Nel corso delle visite, nel corso dei nostri incontri e degli scambi, abbiamo verificato tutto quello che i nostri predecessori avevano osservato in caso di glossoptosi. Constatazioni cliniche ripetute mi permettono di affermare: - in ogni caso di scoliosi esiste un problema di deglutizione patologica (ma non tutte le deglutizioni patologiche portano sistematicamente alla scoliosi); - se la lingua non si posiziona al posto giusto, riscontriamo uno squilibrio della bocca; - per quel che riguarda il mal di schiena, c'è una relazione sistematica tra bocca e postura (questo è stato già accennato nel capitolo dedicato alla-masticazione). Ci troviamo dunque di fronte éi un interrogativo: in caso di scoliosi e di postura scorretta (quei dolori alla schiena che colpiscono la maggior parte della popolazione), com'è possibile pensare di curare queste patologie· senza occuparsi contemporaneamente dell'equilibrio della bocca? Man mano che aumentavano le mie osservazioni, i legami tra la bocca e 17. Vedi in appendice le osservazioni del podologo Pascal Chenut
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il corpo fisico diventavano evidenti, in modo sistematico e riproducibile al 100%. Miglioramenti di ogni tipo, a livello del corpo, erano sempre accompagnati da un maggiore benessere psichico. La scomparsa degli incubi, un sonno più tranquillo, una diminuzione dello stress e dell'angoscia diventavano la regola nei trattamenti. Tuttavia non potevo imputare tutti questi risultati al solo intervento di un apparecchio in caucciù. A quello stadio del mio percorso, tutto quello che potevo chiedermi era: quando si parla di riallineamento dei denti e di ortopedia stomatognatica, e si prendono in considerazione soltanto i denti, le ossa e le funzioni neurovegetative, non è che ci si trova forse su una falsa pista? O, perlomeno, non è che ci si ferma troppo presto, troppo rapidamente? I denti ben allineati sono il riflesso di un osso ben strutturato, che è il riflesso di un'armonia muscolare, e questa a sua volta dipende dal benessere delle funzioni neurovegetative. Diventava dunque evidente che, per raddrizzare i denti, il lavoro doveva spostarsi sul recupero di tutte le funzioni neurovegetative. Ciò non è nuovo ed è conosciuto da tutti i dentisti, da almeno un secolo. Eppure, sono pochissimi i trattamenti ortodohtici che "si concludono" rispettando questo protocollo. Con le tecniche scientifiche odierne non si ottiene in genere il pieno ripristino di tutte le funzioni neurovegetative, perché non sempre ci si pone le domande giuste. Perché dovrebbero essere le funzioni neurovegetative la causa reale dello squilibrio della bocca? In effetti, dipendono dal cervello. Come già si è visto, il cervello prowede continuamente alla compensazione degli squilibri. Allora, se si vuole comprendere, bisogna volgere lo sguardo al cervello e, più in generale, al funzionamento neurologico dell'essere umano. Nel corso della prima visita di Benedetto (quarant'anni), parlai con lui per più di un'ora. A un certo momento sbottò: "Non ce la faccio più!". Sentii la sua difficoltà, la stessa che si riconosce in tutte le persone inclini alla depressione. "Sono malato di nervi da troppo tempo". Si tratta di una dichiarazione ricorrente in questo tipo di patologia, la depressione.
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Vediamo ciò che mi ha scritto Benedetto dopo un anno di trattamento: Ecco, presto è un anno che utilizzo questo masticane (intende /'attivatore) due volte al giorno; non posso fare a meno di constatare che mi procura un senso di benessere. Non so perché, ma il risultato c'è. Ritorniamo un attimo indietro nel tempo, al momento in cui sono venuto a consultarla per la prima volta. Ero molto scettico sugli effetti di quel pezzo di gomma. Mi trovavo in uno stato pietoso, ero depresso, con disturbi maniaco-ossessivi, dolori alla cervicale, fischi alle orecchie. Scappavo da casa non appena arrivava il week-end. Cercavo la causa del mio stato passando da un medico all'altro, dall'ansiolitico all'antidepressivo. Ero persuaso che si trattasse di qualcosa di fisico. Adesso, ripensandoci, mi rendo conto di come fossi su di una strada sbagliata ...
Benedetto mi poneva di fronte a nuove domande: perché accade più frequentemente che sia la tristezza a trionfare, a spese della gioia? A che punto inizia una depressione? È lecito·dire: quando ci si trova sull'orlo del suicidio? Oppure fin da quando, a volte, si è dominati da pensieri negativi, il morale è basso, ci si sente nei pasticci fino al collo. Se si va ad analizzare il funzionamento umano, si constata che la maggior parte delle persone vive in questo modo, con alti e bassi sinusoidali. Una situazione che viene considerata normale. Con il passare del tempo, gli "alti" possono diminuire a favore dei "bassi", che diventano sempre più abituali. Quando questi ultimi diventano cronici, si entra in depressione. La Francia è uno dei paesi al mondo con il maggior consumo di farniaci antidepressivi. La depressione è aumentata in modo esponenziale negli ultimi trent'anni. (E. Zarifian 18) Per comprendere meglio questo meccanismo, fermiamoci per un istante su questa meraviglia che è l'essere umano.
18. Zarifian E. le prix du bien-etre: psychotropes et société. Paris, Ed. O. Jacob, 1996.
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Funzionamento neurologico umano Per nove mesi, nel grembo della madre, il bambino approfitta di questo periodo breve e irripetibile per portare a termine un lavoro intenso: moltiplicare miliardi di volte le cellule nervose, che andranno a connettersi tra di loro per mezzo delle sinapsi. Grazie alle sinapsi i neuroni (o cellule nervose) tessono un meraviglioso "circuito elettrico", che passerà per tutto il corpo. Alla nascita, certi circuiti vengono abbandonati; altri vengono attivati; altri vengono creati ex novo. Gran parte di loro resterà a riposo e servirà da riserva. In un gattino di otto giorni, un neurone riceve informazioni attraverso diverse centinaia di sinapsi. Un mese più tardi, sullo stesso neurone ve ne sono più di tredicimila. Un gatto abbandonato da cucciolo è capace di prowedere ai suoi bisogni. Al contrario, un neonato deve apprendere tutto, o quasi tutto. Questo awerrà grazie al moltiplicarsi delle sinapsi, fenomeno che, a sua volta, dipende dalla quantità e - soprattutto - dalla qualità delle stimolazioni legate alla percezione sensoriale dell'ambiente. Ma di che tipo di percezioni si tratta? A questo punto delle mie riflessioni, ancora una volta gli eventi della vita mi vennero in aiuto, prezioso fu l'incontro con una logopedista brasiliana: Beatriz Padovan. In passato aveva lavorato come insegnante e, di fronte a casi di bambini in difficoltà, si era accorta di trovarsi al limite tra pedagogia e terapia. In seguito studiò ortofonia logopedica all'Università di Sao Paulo. Anche l'esperienza di lavoro in Europa ha contribuito alla sua consapevolezza in merito ai limiti dell'ortofonia attuale. Non riuscendo ad accontentarsi la Padovan fu attirata dai lavori di Rudolf Steiner 19, e in particolar modo da una delle sue conferenze, dal titolo: "Camminare-parlare-pensare". Per Steiner "li processo evolutivo della deambulazione prepara le vie nervose del linguaggio, il quale, a sua volta, prepara l'elaborazione del 19. Steiner R. Pratique de la pédagogie. Exemples pratiques tilés de la pédagofie Waldorf. Seconda edizione. Genéve, Editions Anthròposophiques Romandes (EAR), 1993. Steiner R. Educazione del bambino e preparazione degli educatori. Milano Ed. Antroposofica, 2002.
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pensiero. Queste tre attività portano alla maturazione del sistema nervoso umano". I tre processi sono sovrapposti, ma si osserva sempre in un primo tempo una predominanza della deambulazione, in seguito della parola e per concludere del pensiero. Se si riscontra una lacuna in una di queste tappe, la si ritrova anche nelle altre. Noi possiamo confermare queste parole con la semplice osservazione empirica, la quale mostra come l'essere umano acquisisca la deambulazione tra O e 1 anno, seguita dal linguaggio attorno ai 2 anni, mentre si suppone che inizi a pensare verso i 3 anni, quando può dire "io/me". "Si tratta di attività basate sulla natura umana propriamente detta, presenti in embrione dalla nascita e che si sviluppano e maturano grazie a impulsi provenienti dall'organismo stesso. Si sa, quindi, che la deambulazione in posizione eretta, la comunicazione orale e la capacità di sviluppare pensieri personali, o la comprensione di pensieri, ci differenziano dag·li animali. L'importanza di queste attività, per l'essere umano, è nota a tutti. Ma che tra camminare, parlare e pensare esista una relazione e anche un'interdipendenza reciproca, questo pochi lo sanno". (B. Padovan 20 ) Gli studi di Beatriz Padovan 21 hanno mostrato che: - la causa dei problemi allo stadio del linguaggio si situa, di fatto, nello stadio precedente, quello della deambulazione. - Per avere una reale efficacia terapeutica, l'ortofonista logopedico (che, per definizione, è centrato sul linguaggio) deve dapprima lavorare sulla deambulazione, con l'aiuto di un protocollo messo a punto da un neurochirurgo statunitense, Tempie Fay. Questo ricercatore aveva intrapreso un viaggio attorno al mondo allo scopo di filmare i bambini di tutti i continenti, di tutte le civiltà, di tutte le razze, mentre stavano imparando a camminare. Si accorse allora del fatto che tutti i bambini, da nord a sud, da est a ovest, eseguivano gli stessi movimenti: "Era come se stessero riproducendo un modello 2(}. Padovan BAE. La réorganisation neurofonctionnelle, Taulignan, Cahiers de Médecine Anthroposophique (Association Médicale Anthroposophique Française) vol.68, 1995: 50-64. 21. Padovan BAE. Dos Pés à Cabeça (Andar, Falar e Pensar), Butucatu, Chao e Gente (lnstituto ELO de Economia Associativa) vol.97 (28), 1997: 9-1 O.
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prestabilito per passare dall'orizzontalità della culla alla verticalità della deambulazione". Egli stilò una lista di questi movimenti, nella loro successione e nel loro svolgimento, e descrisse uno ·schema di sviluppo universale, in cui ogni tappa prepara la seguente. Quindi mise a punto una terapia. Riassumiamo l'insieme delle sue constatazioni. Il bambino appena nato, messo nella culla, esegue dei movimenti ma non si gira. Messo sulla pancia, la prima posizione usata è omolaterale. Piega spontaneamente il braccio e la gamba dello stesso lato. Quando il bambino vuole· cambiare lato, gira la testa con il cambiamento di braccio e di gamba (sia a destra che a sinistra). Dopo un certo tempo, il neonato piega braccio e gamba opposti, mentre la testa guarda verso il braccio piegato. È lo schema crociato o eterolaterale. Lo stadio seguente è quello di rotolare. È il primo modo per spostarsi. In seguito il bambino si mette a strisciare, prima in modo omolaterale, sia verso il lato destro che quello sinistro. Questa fase, ripetuta per un certo lasso di tempo, lascia il posto allo strisciare incrociato. A questo punto le due braccia sono piegate in avanti e spingono alternativamente assieme al piede opposto. Il bambino si alza un po' e entra quindi nella fase a quattro zampe, sulle ginocchia. Progressivamente, solleva le ginocchia e si trova a quattro zampe sui piedi. Utilizza questa fase della "deambulazione del macaco" per un periodo più o meno lungo. Poi, passa allo stadio accucciato sui suoi piedi. Libera in questo modo le mani che, diventate disponibili, possono esplorare l'ambiente e oggetti nuovi. Tutte queste tappe stimolano il bambino alla posizione eretta. Egli pratica per un certo lasso di tempo il passaggio da accucciato a diritto in piedi, prima di osare il primo passo. Il modo di camminare del bambino viene allora chiamato deambulazione libera. Le sue braccia sono· nell'aria, indipendenti dal movimento delle gambe. Verso i tre anni, braccia e gambe si coordinano nella deambulazione incrociata. Egli porta in avanti alternativamente-gamba destra e braccio
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sinistro, e poi gamba sinistra e braccio destro 22 . Tutti i movimenti eseguiti dall'essere umano, dalla nascita al primo passo, sono esattamente a immagine dell'evoluzione delle specie animali (o filogenesi). L'.essere umano ricapitola tutta questa evoluzione in circa un anno. A differenza degli animali, che sono neurologicamente fissati al livello della loro specie, l'essere umano attraversa tutta questa maturazione. Ogni tappa della deambulazione è in rapporto con un livello di sviluppo neurologico corrispondente all'integrazione di una specie animale. Per esempio: lo strisciare omolaterale va messo in relazione con gli anfibi, e anatomicamente con lo sviluppo dell'onoencefalo