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Italian Pages [154] Year 2002
NOTEBOOKS ON MEDIEVAL TOPOGRAPHY (Documentary and Field Research) Edited by Stefano Del Lungo No3
Civita di Tarquinia: Indagini Speleologiche Catalogazione e studio delle cavita artificiali rinvenute presso il Pian di Civita e il Pian della Regina
Gianluca Padovan
BAR International Series 103 9 2002
Published in 2019 by BAR Publishing, Oxford BAR International Series 1039 Notebooks on Medieval Topography (Documentary and Field Research) 3 Civita di Tarquinia: Indagini Speleologiche © Gianluca Padovan and the Publisher 2002 The author’s moral rights under the 1988 UK Copyright, Designs and Patents Act are hereby expressly asserted. All rights reserved. No part of this work may be copied, reproduced, stored, sold, distributed, scanned, saved in any form of digital format or transmitted in any form digitally, without the written permission of the Publisher. ISBN 9781841713090 paperback ISBN 9781407324241 e-book DOI https://doi.org/10.30861/9781841713090 A catalogue record for this book is available from the British Library This book is available at www.barpublishing.com BAR Publishing is the trading name of British Archaeological Reports (Oxford) Ltd. British Archaeological Reports was first incorporated in 1974 to publish the BAR Series, International and British. In 1992 Hadrian Books Ltd became part of the BAR group. This volume was originally published by John and Erica Hedges in conjunction with British Archaeological Reports (Oxford) Ltd / Hadrian Books Ltd, the Series principal publisher, in 2002. This present volume is published by BAR Publishing, 2019.
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Civita di Tarquinia: Jndagini Speleologiche
11
Ce/ate dal Tempo e dall'Uomo, rimangono le nostre radici.
Ad Alessandra
lll
INDICE GENERALE
l
Indice generale lndice delle tavole e delle figure Introduzione Capitolo I - Territorio e cavita artificiali 1.1 - 11territorio di Tarquinia 1.2 - 11progetto "Tarquinia sotterranea " 1.3 - Articolazione del progetto 1.4 - I dati Capitolo II - Le cavita II.1 11.2 11.3 ll.4 -
3 3 4 4
artificiali Uomo e lavoro lpotesi sulle origini e gli sviluppi delle cavita artificiali Le tesi La comparazione con il sito di superficie
9 9 12 15
Capitolo Ill - Citta e territorio lll.1 - Le intuizioni lII.2 - La comprensione del reale lll.3 - La datazione e la destina zione
19 19 30
Capitolo IV - Dati e catasto IV .1 - L 'i dentificazione dei manufatti lV.2 - L'organizzazione dei dati IV.3 - La scheda catastale IV .4 - La scheda descrittiva IV.5 - 11rilievo IV .6 - Note al rilievo lV.7 - L'interpretazione
33 33 33 39 39 39 42
Capitolo V - Cavita artificiali presso ii Pian di Civita e ii Pian della Regina V .1 - La ricerca V .2 - Le operazioni speleologiche V.3 - 11sottosuolo percorso
43 43 47
Capitola VI - Perforazioni ad asse verticale Vl. l - Perforazioni ad asse verticale presso ii Pian di Civita Vl.2 - Perforazioni ad asse verticale presso ii Pian della Regina
51 61
Capitolo Vll - Opere cunicolari VII. I - Opere cunicolari presso il Pian di Civita Vll.2 - Opere cunicolari presso il Pian della Regina
89 96
Capitola Vlll - Analisi delle perforazioni ad asse verticale del Pian di Civita e del Pian della Regina VIII. 1 - Le opere considerate Vlll.2 - Le opere inserite in un contesto VIII.3 - Le o servazioni Vlll.4 - Riflessioni Vlll.5 - Le comparazioni
103 103 105 109 110
Capitolo IX - Analisi delle opere cunicolari del Pian di Civita e del Pian della Regina IX. I - Le opere considerate IX.2 - Osservazioni e comparazioni IX.3 - Opere cunicolari rinvenute all ' interno di cisterne IX.4 - Opere cunicolari del Pian della Regina extra moenia
117 118 118 119
I
Civita di Tarquinia: Indagini Speleologiche Capitolo X - Considerazioni e valutazioni X. l - Con iderazioni X.2 - Conclusioni
123 123
Capitolo XI - Speleologia e cavita artificiali Xl. l - La metodologia XI.2 - L 'attrezzatura speleologica XI.3 - L ' attrezzatura speleosubacquea
125 125 128
Capitolo Xll - Rischi XII. l Xll.2 Xll.3 Xll.4 Xll.5
-
133 133 133 135
Premessa I cedimenti strutturali I gas Gli animali I residuati bellici
136
Bibliografia
137
Indice analitico
141
II
INTRODUZIONE
L'applicazione della tecnica e della metodologia speleologica alla ricerca e allo studio delle opere realizzate dall ' uomo nel sottosuolo ha permesso , in questi ultimi vent'anni , di restituire appre zzabili risultati. La speleologia nazionale si e, infatti, impegnata in un lavoro a tutto campo , con particolare attenzione per il sottosuolo delle aree urbane , andando a riscoprire un patrimonio evolutosi nei secoli , stratificandosi con gli impianti in alzato. Tra il 1988 e il 2000 l'Associazione Speleologia Cavita Artificiali Milano (da qui m avanti citata come Associazione S.C.A.M.) ha condotto le operazioni speleologiche nel territorio di Tarquinia (VT) , nell ' Alto Lazio , occupandosi precipuamente delle opere ipogee a carattere idraulico. Pozzi , cisterne ed acquedotti sotterranei consentono di comprendere la gestione delle risorse idriche di un territorio nel suo sviluppo , sovente in funzione degli abitati. 11 presente lavoro e un contributo a tale conoscenza e presenta i risultati della catalogazione degli impianti ipogei rinvenuti presso la Civita , sede dell 'abitato protostorico , della citta etrusca e romana e dell'insediamento medievale di Tarquinia. 11 lavoro e stato reso possibile dalla sincera e fattiva collaborazione offerta dalle lstituzioni e dalle numerose persone di Tarquinia cui va la riconoscenza mia e dell ' Associazione Speleologia Cavita Artificiali Milano, che presiedo. Ma senza la collaborazione di Cesare Belli , Alessandra Casini e Davide Padovan , che hanno dato un notevole impulso alla ricerca e allo studio , motto non sarebbe stato fatto. Se il lavoro vede poi la luce in questo contesto , lo si deve a Stefano Del Lungo , il quale ha saputo comprendere il risultato delle ricerche speleologiche e ii contributo conoscitivo che potevano apportare allo studio del territorio tarquiniese. Si ringraziano ii Comune di Tarquinia , ii Corpo di Polizia Municipale di Tarquinia , I' Universita Agraria di Tarquinia , la Soprintendenza Archeologica dell 'Etruria Meridionale , la Dott.ssa Maria Cataldi Dini (l pettore Archeologo) , la Prof.ssa Letizia Pani Erminie il Dott. Stefano Del Lungo (cattedra di Archeologia Medievale dell ' Universita di Roma "La Sapienza "), il Prof. Pompeo Casati (cattedra di Geografia Fisica per Scienze Geologiche dell'Universita di Milano) , la Societa Tarquiniense di Arte e Storia , la Sig.ra Piera Ceccarini (Archivio Storico Comunale di Tarquinia) , ii convento delle monache dell'Ordine di San Benedetto di Tarquinia e la cattedra di Etruscologia e Archeologia ltalica dell'Universita degli Studi di Milano. Si ringraziano inoltre Romano Andreaus , Eleonora Belli , Lucio Belli , Giuseppe Buzzi , Mauro Ciambella , Massimo Corridoni , Lucio Dario , Bruno De Sanctis , Cesarina Elisei , Massimiliano Fiaccadori , Vittorio Frattini , Maurizio Gori , Famiglia Lo Basso , Cesare Maggi , Umberto Magrini , Alberto Magrini , Sergio Mancinelli , Valentino Mancinelli , Mauro Mazzola , Angelo Pontani , Enrico Tortolini , Ercole Serafini , Giovanna Velluti e le famiglie Faleroni , Fanelli , Nannie Silvestri. Un grazie di cuore anche a tutti coloro che puntualmente , nel silenzio buio delle cavita , hanno svolto il proprio compito , dimostrando non solo la loro professionalita , ma un forte spirito di amicizia che ha permesso di superare ogni difficolta. In particolare agli Speleologi dell'Associazione S.C.A.M. , alternatisi negli anni in queste ricerche , per la dedizione e per aver condotto le operazioni con capacita e attenzione , anche nelle operazioni piu delicate , come quelle speleo ubacquee: Roberto Barbierato , Cesare Belli , Claudio Cornello , Sonja Casalicchio , Alessandra Casini , Laura Ceruti , Laura Crenna , Stefania Droghetti , Pietro Gariboldi , Gerardo Gerardi , Celestino Ghezzi , Patrizia Lana , Concetta Mammoliti , Stefano Melotto , Umberto Miele , Patrizia Ne , Alice Padovan , Davide Padovan , Paolo Pandullo , Enzo Pomoni , Liliana Pomoni , Silvia Pu terla , Marisa Rainoldi , Giuseppe Scarfone , Pierantonio Tali, Lucia Terranda, Klaus Peter Wilke . Si ringrazia inoltre gli Speleologi: Roberto Basilico , Micaela Casartelli , Raffaele Gorla , Matteo Grimoldi , Marco Lampugnani, Alessandro Verdiani (Gruppo Grotte Saronno C.A.l.-S.S.I.); Paolo Mercanzin (Gruppo Grotte Milano S.E.M.-C.A.l.) ; Umberto Gibertini (Gruppo Speleologico Emiliano C.A.l. Modena); Giorgio Pintus e Gianna Politi (Associazione Speleologica Romana) ; Valerio Vitali (Gruppo Speleologico Lecchese C.A.l.). Per la consulenza legale si ringrazia vivamente I' A vvocato Marco Benito Salomone. Per l'impaginazione del volume e l' acquisizione delle immagini si ringrazia Mademo).
Klaus Peter Wilke (VideoPaint EFX , Ce ano
Civita di Tarquinia: lndagini Speleologiche
fllv•d.T,r
Mar/1111 V
2
Territorio e Cavita Artificiali
CAPITOLO I TERRITORJO E CA VITA' ARTIFICIALI
1.1 - fl territorio di Tarquinia
studiare: furono realizzate con fatica e sacrificio affinche durassero nel tempo e funzionassero il piu a lungo possibile. 1.2 - fl prog etto "Tarquinia sotterranea"
Compreso nell' Alto Lazio, il terri torio del Comune di Tarquinia (VT) offre un affascinante campo d' indagine , l' esempio di una vita intensa e stratificata protrattasi dalla preistoria fino ai nostri giorni, con il pregio di avere mantenuto un paesaggio naturalistico suggestivo.
Delimitato da coscendimenti naturali e tratti di antiche mura , l' altipiano della Civita di Tarquinia si e ben prestato alle indagini speleologiche indirizzate alla ricerca e alla catalogazione delle cavita artificiali: priva di recenti antropi zzazioni , ha offerto J'opportunita di operare in un sito sostanzialmente integro.
L ' impronta urbana e data dalle citta di Corneto (odierna Tarquinia) e dalla Civita di Tarquinia , che un tempo fu uno dei maggiori centri della civilta etrusca. Vengono ad affiancarsi i porti e tutta una serie di abitati e di fortificazioni che si sviluppano prevalentemente nell' entroterra.
11progetto ha avuto inizio con la richiesta da parte della cattedra di Etruscologia e Archeologia ltalica dell ' Universita di Milano , di discendere in uno dei tre pozzi (CA 01008 LA VT, Ci terna dei Milanesi) rinvenuti nel cor o degli scavi archeologici pres o ii Pian di Civita. Abbiamo pertanto effettuato una prima campagna ricognitiva nel settembre 1988 e, prospettato si il nostro interesse a prendere visione di tutte le cavita ivi pre enti, si e proseguito negli anni il Javoro di censimento ed analisi, al fine di avere un quadro de] patrimonio ipogeo e dando la priorita agli impianti di conserva e di trasporto delle acque , con la di tinzione tra le 'perfora zioni ad asse vertica le' de] terreno e le ' opere cunicolari ' . Si e anzi ritenuto che lo studio de11e modalita di organizzazione delle risorse idriche potesse dare un rinnovato impul so alle indagini archeologiche.
Si puo osservare come nel tempo siano state apportate modifiche e adattamenti al territorio , finalizzati al miglioramento della vita quotidiana , ma pienamente inseriti nella natura con l' agricoltura , l ' allevamento e il commercio . Innegabile e stato il loro peso nello sviluppo economico e culturale della popolazione locale , permettendo di toccare momenti di plendore , ma le attivita sono poi sempre rimaste legate alla Terra. L'aspetto piu noto di Tarquinia sono le tombe dipinte etrusche , la cui peculiarita ha in un certo senso distolto l'attenzione dal contesto in cui sono inserite , restituendo un ' immagine parziale e limitata di quanto attorno si e viluppato . Troppo spesso si dimentica che gli Etruschi non compaiono come una meteora e come tale si dissolvono compiuto il percorso nel nostro campo visivo. 11territorio era gia abitato (Mandolesi 1999, pp.155-178) e lo rimane anche dopo il loro declino come 'potenza economica'. ei secoli uccessivi chi lo occupa la cia una propria traccia , senza dubbio priva di edificazioni monumentali come i templi e le tombe ipogee dipinte , ma senz'altro con opere pratiche , legate al quotidiano. Cio non deve indurre a ipotizzare un 'se mplice' regresso della civilizzazione , ma ad un mutato sistema, e un percorso comunque evolutivo che va indagato e compreso , dal momento che noi, oggi , ne siamo il prodotto.
Nel 1989 si e svolta la prima campagna speleologica dell ' Associazione S.C.A.M. , con l'estensione delle ricognizioni anche al di fuori dell 'a bitato antico. on si puo infatti comprendere una realta non semplicemente ' ipogea ' scorporandola dal contesto territoriale (fig. 1). Abbiamo pertanto composto un progetto che prevedesse ricognizioni sistematiche , e non i tematiche , ull' intern territorio comunale , unitamente al recupero di un ' eventuale ' memoria storica ' legata alle opere ipogee . lndividuati gli acce i alle cavita , i sarebbero effettuate le necessarie esplorazioni , seguite dai servizi fotografici e dai rilievi ; parallelamente , si sarebbe esaminata la documentazione relativa alle ricerche prettamente archeologiche effettuate in passato.
Non si vuole negare l' interesse e l' importanza degli scavi archeologici condotti presso necropoli , aree templari e ville, ma ritengo venga conseguentemente impartito un messaggio distorto , o comunque parziale e di parte. 11 no tro passato e composto anche d' altro. Valori e consapevolezza s'insegnano alla gente anche facendo conoscere ogni aspetto della sua storia e il luogo dove i vive. Le opere idrauliche come i pozzi , le cisterne e gli acquedotti sono manufatti vicini alla vita di tutti i giorni , all ' uomo 'c omune ' che non i menziona nei libri di storia. Sono opere architettoniche da preservare , recuperare e
Subito si e riscontrata una cordiale e pronta collabora zione da parte dei Cittadini di Tarquinia, grazie alla quale, campagna dopo campagna , abbiamo potuto definire almeno nelle sue linee essenziali il patrimonio ipogeo tutt ' ora esistente. Un prezio so contributo e stato dato dall ' Assessore Mauro Mazzola, dalla Direttrice del Museo Archeologico Nazionale , Dott.ssa Maria Cataldi Dini , dagli operatori del Mu eo (in particolare dai Sig.ri Massimo e Umberto Magrini , e dal Sig. Orfelio Tortolini). La contemporanea indagine archeologica sulle evidenze di superficie , diretta dalla Prof.ssa Maria Bonghi Jovino , i e
3
Civita di Tarquinio: lndagini Speleologiche
rivelata di fondamentale importanza per poter avere un ipotetico termine ante quem riguardo alla collocazione cronologica dei tre pozzi sopra menzionati. lnfine nel 1999 , quasi al termine del piano di indagini programmato , si stabilito un proficuo scambio d'informazioni con archeologi della cattedra di Archeologia Medievale dell'Universita "La Sapienza " di Roma e si ringraziano la Prof.ssa Letizia Pani Enn ini e il Dott. Stefano Del Lungo per I' interesse mostrato riguardo alle ricerche svolte sul tema delle ca vita artificiali dall ' Associazione S.C.A.M., richiedendo un primo contributo per il libro La Civita di
Parte E 1. studio e anali i del materiale raccolto 2. sintesi e resoconto.
Tarquinio. Testimonianze di una citta medievale rivale di Corneto (Del Lungo 1999).
I.4 -I dati
Parte D 1. inquadramento geologico del territorio , con studio a carattere idrogeologico 2. rilevamento topografico e posizionamento delle cavita artificiali
e
11 present e lavoro comprende l' analisi e la sche datura di quarantotto opere ipogee presenti sulla Civita di Tarquinia (Pian di Civita, Pian della Regina , Castellina) , delle relative diramazioni e di due situate nelle inunediate vicinanze , uddivise in 'perforazioni ad a se vertica le del terreno' e 'opere cunicolari ', per un to tale di cinquantasei schede.
Nel territorio del Comune di Tarquinia si ono individuate circa 200 cavita artificiali, a 124 delle quali sono stati assegnati i relativi numeri di catasto e una denominazione , creata appositamente. Per quanto concerne molti degli ipogei non inseriti nello studio, si tratta in massima parte di tornbe a camera, sia abbandonate sia riutilizzate come ricovero per ii bestiame , magazzino o deposito ; si includono inoltre pozzi e vani ai quali non abbiamo potuto accedere o di cui al momento si ignora la funzione.
I.3 -Articolazione de! progetto L 'e ntita del patrimonio ipogeo del territorio tarquiniese e tale da non consentire ancora di esprimersi in una sintesi. Resta ancora Iontano il compimento del piano di esplorazione delle cavita e necessariamente occorre che chi abita nel territorio possa concorrere a tale intervento conoscitivo, coinvolgendo quanti lo hanno gia studiato nell'esposizione dei dati raccolti in una sede unitaria. In sintesi, il progetto speleologico
Quasi tutte le 124 opere sono state e plorate e fotografate mentre solo di una parte e tato steso il rilievo planimetrico. Con il materiale raccolto sono stati costituiti un archivio catastale e un archivio fotografico. In alcune cavita artificiali sono state effettuate nprese con videocamera professionale Betacam S.P.: tale documentazione completa la visione restituita da rilievi planimetrici e fotografie.
e stato cosi articolato:
Di seguito si riporta l' elenco delle Cavita Artificiali alle quali stato assegnato un numero di catasto, per il quale abbiamo un totale di 124 numeri e 34 sottonumeri. Per una questione di miglior gestione del catasto, evitando possibili errori soprattutto nella fa e iniziale delle operazioni , i primi cento numeri catastali sono stati riservati alle 'perforazioni ad asse verticale' (pozzi e cisterne) , mentre i successivi sono stati assegnati qua i esclusivamente alle altre opere ipogee (cunicoli, latomie, etc.). Rimangono pertanto non utilizzati i numeri che vanno dallo 0 1084 allo 0 1099.
e
Parte A 1. ricognizione sistematica sul Pian di Civita e sul Pian della Regina 2. ricognizione sistematica nelle aree circostanti la Civita di Tarquinia 3. rilevamento , servizio fotografico e studio delle cavita artificiali individuate 4. proposta d'intervento presso le cavita ritenute maggionnente interessanti Parte B 1. ricogmz1one effettuata sulla base di segnalazioni (quindi 'non sistematica') sul territorio del Comune di Tarquinia 2. ricogmz1one sistematica nelle aree ritenute maggiormente interessanti 3. rilevamento , servizio fotografico e studio delle cavita artificiali individuate 4. proposta d'intervento presso le cavita ritenute maggiormente interessanti
Elenco delle cavita artificiali tarquiniese , inserite nel dell' Associazione S.C.A.M.:
censite nel territorio Catasto Nazionale
CA 01001 LA VT:
Grande Fossa (Pian di Civita)
CA 01002 LA VT:
Pozzo presso edificio B (Pian di
CA 01003 LA VT:
Pozzo de! Pilastrino (Pian di
CA 01004 LA VT:
Pozzo Spaccato (Pian di Civita)
CA 01005 LA VT:
Pozzo a Cannocchiale (Pian di
Civita) Civita)
Parte C 1. recupero di materiale bibliografico e d'archivio inerente alle cavita artificiali del territorio 2 . recupero di un 'eve ntuale memoria storica legata alle cavita artificiali del territorio
Civita)
4
Le Cavita Artificiali
CA 01006 LA VT:
Pozzo de/le Radici (Pian di Civita)
CA 01007 LA VT:
Pozzo Tagliato (Pian di Civita)
CA 01008 LA VT:
Cisterna dei Milanesi (Pian di Civita) Pozzo Romanelli (Pian di Ci vita)
CA 01040 LA YT:
Pozzo Lucertola (Macchia della Tarquinia) Pozzo de/le Prim e (Macchia della Tarquinia) Pozzo Secco (Macchia della Tarquinia) Pozzo Nascosto (Macchia della Tarquinia) Pozzo de/ Petardo (Macchia della Tarquinia) Pozzo de/lo Scorpion e (Tarquinia, extra moenia) Pozzo Casale Rugg eri I (Civita di Tarquinia, extra moenia) Pozzo Casale Rugg eri II (Civita di Tarquinia - extra moenia) Pozzo de/ Macedone (Civita di Tarquinia - extra moenia) Cisterna Casa Faleroni (Tarquinia) Pozzo de/ Fico (Pian della Regina) Pozzo Pisciarello I (Pisciarello)
CA 01041 LA VT:
Pozzo Pisciarello II (Pisciarello)
CA 01042 LA VT:
Pozzo de/la Statale 159 (Cavone) Pozzo Vitelleschi (Tarquinia)
CA 01029 LA VT: CA O1030 LA YT: CA 01031 LA VT:
CA 01009 LA VT:
CA 01010 LA YT:
Pozzo de/lo Spit (Pian della Regina)
CA 01011 LA YT:
CA 01015 LA VT:
Pozzo de/le Calonne (Pian della Regina) Cunico/a de/ Pozzo de/le Calonne (Pian della Regina) Secondo Pozzo Occluso (Pian della Regina) Pozzo dei Passeri (Pian della Regina) Pozzo S.C.A.M (Pian della Regina) Cunico lo de/ Pozzo S.C.A.M. (Pian della Regina) Pozzo de/la Stalattit e (Pian della Regina) Pozzo Piero (Pian della Regina)
CA 01016 LA VT:
Pozzo Laura (Pian della Regina)
CA 01017 LA VT:
Pozzo de/ Vespro (Pian della Regina) Pozzo de/la Notte (Pian della Regina) Pozzo Stretto (Pian della Regina)
CA 01032 LA VT: CA 01033 LA VT: CA 01034 LA VT: CAO 1035 LA YT:
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CA 01018 LA YT: CA 01019 LA VT:
CA 01045 LA VT:
Cisterna de/ Pozzo Vitelleschi (Tarquinia) Seconda Camera di Filtrag g io de/ Pozzo Vitelleschi (Tarquinia) Camera di Filtragg io de/ Pozzo Vitelleschi (Tarquinia) Pozzo Corridoio Vitelleschi (Tarquinia) Pozzo Mancinelli (Gabelletta)
CA 01046 LA VT:
Pozzo Bersagliere I (C.le Anna)
CA O1046/01 LA VT:
Primo Cunico/a de/ Pozzo Bersagliere 1 (Casale Anna) Secondo Cunico/a de/ Pozzo Bersagliere I (Ca ale Anna) Pozzo Bersagliere JI (C.le Anna)
CA 01043 /02 LA YT:
CA O1043/03 LA YT: CA 01044 LA YT:
CA 01020 LA VT:
CA 01021 LA YT: CA O1022 LA YT: CA 01023 LA YT: CA 01024 LA YT: CA 01025 LA YT: CA 01026 LA VT:
Pozzo Scherzo (Pian della Regina) Pozzo Spina di Pesc e (Pian della Regina) Pozzo Vera Spessa (Pian della Regina) Pozzo degli Jmpiccati (Pian della Regina) Pozzo de/ Rud ere (Pian della Regina) Pozzo Trappola (Pian della Regina) Pozzo dell'Ara (Pian della Regina)
CA 01027 LA VT:
Pozzo Maggi (Pian della Regina)
CA 01028 LA VT :
Pozzo Gianna (Macchia della Tarquinia)
CA O1046/02 LA VT: CA 01047 LA VT:
CA 01048 LA VT : CA 01049 LA VT : CA 01050 LA VT : CA 01051 LA YT : CA 01051/01 LA YT:
5
Pozzo Cettina (Civita di Tarquinia - extra moenia) Cisternetta di Porta Nuova (Tarquinia) Pozzo de/ Marche e (Tarquinia) Complesso Cantina Lo Basso (Tarquinia) Cisterna Complesso Cantina Lo Basso (Tarquinia)
Civita di Tarquinia: lnda gini Speleologiche
CA O1052 LA VT:
Cisterna Vipereschi (Tarquinia)
CA 01076 LA VT:
CA 01053 LA VT:
Pozzo Santa Maria in Castello (Tarquinia) Pozzo Casa Fanelli 1 (Tarquinia)
CA 01077 LA VT:
CA O1054 LA VT:
CA 01078 LA VT: CA 01079 LA VT:
Pozzo Casa Fanelli 11 (Tarquinia)
CA 01080 LA VT:
CA 01056 LA VT:
Pozzo Lucio (Gabelletta)
CA 01081 LA VT:
CA O1057 LA VT:
Pozzo de! Mosaico (Pan di Ci vita)
CA 01082 LA VT:
CA 01058 LA VT:
CA 01060 LA VT:
Pozzo Cinquantotto (Pian di Ci vita) Pozzo Cinquantano ve (Pian di Civita) Pozzo Alic e (Pian di Civ ita)
CA 01061 LA VT:
Pozzo Y (Pian di Civita)
CA 01062 LA VT :
Pozzo Gibbo (Pian della Regina)
CA 01055 LA VT:
CA 01083 LA VT:
CA 01059 LA VT:
CA 01100 LA VT: CA 01100 /01 LA VT: CA 01101 LA VT: CA 01 J01/01 LA VT:
CA 01063 LA VT:
Pozzo Silvestri (Pian della Regina)
CA 01064 LA VT: CA 01065 LA VT:
Cisterna Cesare-Cabina Elettrica (Cavone) Pozzo de/ Comune (Tarquinia)
CA 01066 LA VT:
Pozzo Lillo-Arcatelle (Cavone)
CA O1066/01 LA VT:
CA O1067 LA VT:
Cunicolo Nord Pozzo LilloArcatelle (Cavone) Cunicolo Sud Pozzo LilloArcatelle (Cavone) Pozzo Tartaruga (lnfemaccio)
CA 01068 LA VT:
Pozzo Magrini (Marina Velka)
CA 01069 LA VT:
Pozzo Rud ere Cascinale Cavone (Cavone) Complesso Palazzo Brus chi (Tarquinia) Cisterna Complesso Palazzo Bruschi (Tarquinia) Pozzo del Mastella (Pian della Regina) Pozzo in Sezione (Pian di Civita)
CA 01101/02 LA VT: CA 01101/03 LA VT: CA 01101/04 LA VT: CA 01101/05 LA VT: CA 01101 /06 LA VT: CA 01102 LA VT:
CA 01066 /02 LA VT:
CA 01102 /01 LA VT:
CA 01103 LA VT: CA 01103 /01 LA VT:
CA 01070 LA VT: CA 01070 /01 LA VT: CA 01071 LA VT: CA01072LA
VT:
CA 01104 LA VT : CA 01105 LA VT: CA 01105 /01 LA VT: CA 01105/02 LA VT: CA 01106 LA VT :
CA 01073 LA VT:
Pozzo E (Pian della Regina)
CA 01107 LA VT:
CA 01074 LA VT:
Pozzo Ortaccio (Ortaccio)
CA 01108 LA VT:
CA 01075 LA VT:
Pozzo delle Arca telle (Cavone)
CA 01109 LA VT:
6
Cisternetta di San Giacomo (Tarquinia) Cisterna Sacchetti (Tarquinia) Cisterna lngr esso Passionist e (Tarquinia) Cisterna Chiostro Passioni ste (Tarquinia) Cisterna Piccolo Chiostro Passionist e (Tarquinia) Cisterna Maggiore Passioniste (Tarquinia) Cisterna San Marco (Tarquinia) Pozzo Vicino Tartaruga (lnfernaccio) Cunicolo dei Milanesi (Pian di Civita) Pozzetto d'Accesso al Cunicolo dei Milanesi (Pian di Civita) Complesso Romanelli - Pozzetto d'Accesso (Pian della Regina) Complesso Roman elli - Ramo Est (Pian della Regina) Complesso Roman elli - Ramo Sud (Pian della Regina) Complesso Romanelli - Ramo Ovest (Pian della Regina) Primo Pozze tto Ramo Sud (Pian della Regina) Secondo Pozzetto Ramo Sud (Pian della Regina) Primo Pozze tto Ramo Est (Pian della Regina) Comp/es o def Cavo Elettrico Ramo Principale (Pian di Civita) Complesso de! Cavo Elettrico Ramo Secondario (Pian di Civita) Cunicolo del Botolon e (Pian della Regina) Resti Pozze tto Cunico/a de/ Botolon e (Pian della Regina) Cunico/a del Rospo (Pian della Regina) Chiesa di Santa Restituta (Pian della Regina) Vano laterale Chiesa di Santa Restituta (Pian della Regina) Cunico/a di Santa Restituta (Pian della Regina) Cunicolo dell'lstri ce (Pian della Regina) Cunicoli de/ Falco (Pian di Ci vita) Cisterna Castellina (Castellina) Cunicolo de! Fico (Pian di Civita)
Le Cavita Artificiali
CA 01110 LA VT: CA 01111 LA VT:
CA 01112 LA VT:
CA 0 1113 LA VT:
CA 01113 /01 LA VT: CA 01114 LA VT: CA 01114 /01 LA VT: CA 01114 /02 LA VT: CA 01114 /03 LA VT: CA 0 1114/04 LA VT: CA 01114 /05 LA VT:
CA 01114 /06 LA VT: CA 01115 LA VT:
CA 0 1116 LA VT: CA 01117 LA VT: CA 0 1118 LA VT: CA 01118 /01 LA VT: CA 01118 /02 LA VT: CA 0 1119 LA VT: CA 01120 LA VT: CA 01121 LA VT: CA 01122 LA VT: CA 01123 LA VT: CA 01124 LA VT:
CA 01125 LA VT: CA 01126 LA VT: CA 01126 /01 LA VT :
Bottino Fontanilette (le F ontanilette) Cunicolo Casco della Donna Superiore (Civita di Tarquinia extra moenia) Cunicolo Casco della Donna Jnferiore (Civita di Tarquinia extra moenia) Silos lpogeo di san Savino (Civita di Tarquinia - extra moenia) lpogeo di San Savino (Civita di Tarquinia - extra moenia) Cunicolo di Fontana Antica (Tarquinia - extra moenia) Pozzo n ° 1 di Fontana Antica (Tarquinia - extra moenia) Pozzo n ° 2 di Fontana Antica (Tarquinia - extra moenia) Pozzo n ° 3 di Fontana Antica (Tarquinia - extra moenia) Pozzo n° 4 di Fontana Antica (Tarquinia - extra moenia) Diverticolo delle Cannelle di Fontana Antica (Tarquinia extra moenia) Piscina limaria di Fontana Nova (Tarquinia - extra moenia) Cunicolo Sotto la Strada di Fontana Antica (Tarquinia extra moenia) Complesso della Gabelletta (Gabelletta) Cunicolo del Mascherone (Gabelletta) Complesso Casa Nanni (Gabelletta) Primo Pozzo Complesso Casa Nanni (Gabelletta) Secondo Pozzo Complesso Casa Nanni (Gabelletta) lpogeo Falgari (Villa Falgari)
CA 01127 LA VT:
CA 01128 LA VT :
CA 01129 LA VT: CA 01130 LA VT: CA 01131 LA VT: CA 01132 LA VT: CA 01133 LA VT: CA 01134 LA VT: CA 01135 LA VT:
CA 01136 LA VT:
lpogeo dei Muli (Poggio dell'Ovo)
CA 01137 LA VT:
Cava sotto Convento di San Francesco (Tarquinia - extra moenia) Complesso Casa Fanelli (Tarquinia) lpog eo di San Giacomo (Tarquinia) Cunicolo Porta di San Pancrazio ( Cunicolo delle Scuole) (Tarquinia - extra moenia)
CA 01138 LA VT: CA 01139 LA VT: CA 01140 LA VT:
Cunicolo Fontana Falgari (Villa Falgari) Ninfeo Falgari (Villa Falgari) Cunicoli Superiori Falgari (Villa Falgari) Cisterna Falgari (Villa Falgari) Colombaio - Rifugio dei Briganti (Tarquinia - extra moenia) Cunicolo Doganaccia (Doganaccia) Cunicolo Senigalliesi (la Vignaccia) Camera Cunicolo Senigalli esi (la Vignaccia)
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Cunicolo e Bottino della Scortica (Poggio della Sorgente - Scortica) Cunicolo sotto Santa Maria in Castello (Tarquinia - extra moenia) Cava Piccola (Tarquinia - extra moenia) Cava Jnferniglio o de/ Cavallo (Tarquinia - extra moenia) Cava Alvaro (Tarquinia - extra moenia) Cisterna Centocelle (LeopoliCencelle) Cunicolo della Frana - Lateral e Cavo Elettrico (Pian di Civita) Galleria Militare A lbucci (le F ontanilette) Complesso Belli (Poggio dell'Ovo)
Civita di Tarquinio: Jndagini Speleologiche
Fig. 1. Pozzo Nascosto (CA OJ032 LA VT), situato in localita "Macchia della Tarquinio" (attualmente denominata "de/la Turchina "). L 'opera fa parte di un sistema di sei pozz; in asse tra loro, presumibilmente di servizio a un impianto di captazione e di trasporto delle acque, attualmente non percorribile (Padovan 1999c, pp. 71-72). Ne! corso de/le nostre ricognizioni abbiamo notato che nella vicina macchia vie una estesa necropoli e in direzione nord ovest (in localita "Fosso de! Nasso") almeno un abitato e una probabile necropoli . Attorno vi sono ulteriori tracce d'insediamenti; ii tutto e da collocare cronologicamente. In questo specffico caso occorrera comprendere I 'eventuate connessione tra gli abitati e le opere idrauliche. (Foto Archivio Associazione S.C.A.M).
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Le Cavita Artificiali
CAPITOLO II
LE CAVITA' ARTIFICIALI
Il. l - Uomo e lavoro
natura stratigrafica, storica, archeologica, ecc., che permettano di collocare sicuramente il manufatto su un piano di cronologia assoluta» (Riera 1994, p. 309).
Si rende ora utile introdurre la materia 'Ca vita Artificiali', per chiarire che cosa siano tali manufatti, unitamente a cosa fossero destinati nelle loro varie tipologie e quali siano alcuni dei possibili interventi conoscitivi da condurre, per poter tentare una completa ricostruzione sotto l'aspetto, senz'altro , architettonico, ma dai connotati marcatamente umani, quotidiani, politici ed economici.
Non bisognera sottovalutare l' importanza del recupero di un' eventuate memoria storica, riguardo se non la costruzione, almeno la manutenzione e l'utilizzo di tali impianti, perche chi lavora e sempre lui: l'uomo.
11.2- lpotesi sulle origini e gli sviluppi delle cavita artificiali
Come l'acqua si e creata le proprie vie sotterranee dando luogo a gallerie, meandri , saloni ricchi di concrezioni e pozzi anche di notevoli dimensioni (ovvero creando le grotte), cosi l'uomo ha realizzato nel sottosuolo innumerevoli opere nel tentativo , reale o illusorio , di migliorare le proprie condizioni di vita. Si possono solo avanzare ipotesi circa i motivi che l 'hanno spinto, agli albori della civilta, a sfruttare il sottosuolo anche per ricavame spazi.
Quando l'uomo scava nel sottosuolo, o nel fianco di un rilievo, fino a ricavare un ambiente avente pareti , volta e piano di calpe tio, realizza una cavita artificiale (FlorisPadovan 1997 , pp. 79-174; Floris-Padovan D.-Padovan G. 1997, pp. 87-91). Se scavata nella roccia, questa potra autosostenersi , come le latomie dell'lnfemaccio a Tarquinia, o alcuni cunicoli di percorrenza rinvenuti presso la Civita di Tarquinia. Potra invece essere dotata di opere inteme di contenimento, o rivestita per fattori contingenti, nell'intento di renderla consona alle caratteristiche richieste.
Possiamo affennare che per la comprensione di antichi manufatti l'osservazione di opere piu vicine a noi nel tempo , di cui rimangano fonti scritte riguardanti motivazioni , tecniche di realizzazione e destinazioni, possono costituire un esempio comparativo. Nel corso dell'evoluzione si vedono infatti applicate analoghe soluzioni , seppure con differenti livelli tecnologici.
Come esempi basti pen are ai rivestimenti impiegati nella messa in opera di numerosi acquedotti sotterranei d'epoca non solamente romana (Botturi-Pareccini 1991, pp. 19-25, 61-63; Guglia-Halupca 1988, pp. 114-153) , oppure alla grande latomia presente nel giardino della Casa di Riposo degli Anziani a Cagliari (Cistema Vittorio Emanuele II), che sotto la dominazione romana fu destinata a cistema e rivestita in coccio pesto (Flori 1988, pp. 22-28).
Lo studio delle opere ipogee esistentl m un territorio circoscritto richiede almeno di considerare nella loro globalita le intenzioni e le tecniche, in quanto applicazioni, che vanno a determinare e a caratterizzare gli stessi ipogei: ogni cultura che cerchi di rispondere a differenti sollecitazioni dello spazio in cui vive, in base alla propria organizzazione economica e sociale lascera una conseguente impronta anche in un' eventuale realta sotterranea.
Allo stesso modo sono considerate le perforazioni verticali del terreno , ovvero i pozzi , e le opere realizzate a cielo aperto e successivamente dotate di copertura ( come taluni canali) , unitamente a quelle ricoperte sia artificialmente (come le casamatte; fig. 2), che a seguito di eventi naturali. Per non limitare il campo d'indagine si catalogano come cavita artificiali anche quelle naturali antropizzate , come romitori rupestri , opere di fortificazione, grotte con tracce di coltivazione a fini estrattivi (fig. 3), etc.
Tale realta andra correlata alla dinamica insediativa, al tipo di economia e alla viabilita. La comprensione della dinamica del popolamento aiuta a capire chi e perche ha fatto vivere le opere sotterranee. Anche per la lettura delle opere idrauliche occorre pensare che nulla puo essere assunto come 'assoluto' e ogni segno sul territorio ha una sua spiegazione. Esse hanno un senso allorche le si relaziona agli elementi circostanti. Forma , dimensione e profondita dipendono dal contesto geologico ( ovvero materiale) in cui sono realizzate, dalla funzione assolta (o che assolvevano) e dalle acquisite e applicate capacita. 0, per meglio dire, da quello che si e voluto e potuto applicare dell'acquisito.
La ricerca di materiali per la fabbricazione di utensili puo aver indotto prima a raccattare quanto vi era sul terreno e in seguito a cavare pietre, come la selce (Lilliu 1984, p. 7; Di Lemia-Galiberti 1993, pp. 14-22, 30-3 7), direttamente dai punti di affioramento , sia a giomo che in cavita naturali. lnseguendo i filoni, l'essere umano non ha fatto altro che approfondire gli scavi, lasciando cavita. Con la nascita e lo sviluppo della metallurgia , l'oggetto dell'estrazione diventa il minerale (tav . 1) e attraverso le coltivazioni minerarie le tecniche di scavo si evolvono anche nell'eduzione delle acque. Ovvero progrediscono impianti e tecniche per lo svuotamento dei luoghi di lavoro dalle acque filtranti (Laureano 1993, pp. 44-45, 59-62).
Giustamente si e affermato: «Bi ogna percio sottolineare una volta ancora la pericolosita delle generalizzazioni basate solo su criteri tipologico-stilistici, che devono essere costantemente integrati dai dati derivanti da indicazioni di
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Civita di Tarquinio: Jndagini Speleologiche
Fig. 2. Rio San Momaso (Milano, Lombardia). Canale un tempo a cielo aperto, eattualmente voltato e deputato a/la raccolta e allo smaltimento de/1 'acqua meteorica. (Foto Archivio Associazione S. C.A.M.).
Fig. 3. Grotto La Ferrera (Mandella Lario, Lombardia). Situata a/le pendici de! Massiccio delle Grigne, la grotto presenta estesi lavori di coltivazione (antecedenti al XVII secolo, per l'assenza difori da mina), per l 'estrazione d'idrossidi di ferro. La cavita eancora in corso di studio da parte dell 'Ass. S.C.A.M., de! Gruppo Grotte Saronno C.A.1.S.S.J. e de! Gruppo Grotte Milano S.E.M.-C.A.J., con ii contributo di Gian Domenico Cella de! Gruppo Grotte Novara CA.I. il auale si occuoa dell 'analisi chimica dei camvioni di rninerale orelevati. (Foto Archivio Associazione S. C.A.M.).
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Tav. 1. Coltivazione mineraria (da Antonio della Fratta e Montalbano, Pratico Minerale, Bologna 1678). 1: cava,· 2: pozzo; 3: carriola,· 4: cava di sotto,· 5: armatura,· 6: sea/a,· 7: molinello; 8: armatura.
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Civita di Tarquinia: lndagini Speleologiche
Il sistema piu rapido era quello d'incanalarle in una galleria , avente leggera pendenza, che conducesse all'esterno; se questo non era possibile, a causa di fattori contingenti , si provvedeva a installare pompe (tav. 2) e norie (Cima 1991, p. 76; Bromehead 1993, pp. 7-8; Gara 1994, pp. 49-51; Domergue 1993, pp. 329-353).
d'adattamento del suolo, d'irrigazione e di bonifica. In particolare: «L'irrigazione , ossia la sormmmstrazione artificiale di acqua ai seminati la dove le piogge sono insufficienti , e inseparabile dal prosciugamento, ossia la rimozione dell'acqua superflua dal terreno» (Drower 1993, p. 529).
Domergue asserisce come sia errato pensare che i Romani abbiano impiegato tecniche e macchinari nuovi nelle coltivazioni minerarie (Domergue 1993, p. 344) ; que to induce a riflettere sulla nascita e sullo sviluppo delle opere cunicolari nel mondo antico.
Forbes sottolinea invece che: « il rispannio dell'acqua fu il principio ispiratore della tecnica classica della coltivazione» (Forbe 1993, p. 689). Mentre per Casoria le potenzialita di un territorio possono divenire una grazie ad una consona organizzazione (Casoria 1988, p. 45).
Secondo Forbes la graduale applicazione di metodi per la ricerca delle acque fu data dall'osservazione della natura unita all'esperienza acquisita nelle ricerche minerarie con lo scavo di gallerie (Forbes 1993, p. 674). La tesi dell'origine mineraria delle opere cunicolari di captazione e di trasporto delle acque e stata formulata per la prima volta proprio da Forbes (R.J . Forbes , Studies in Ancient Technology , Clarendon Pres s, vol. 2, Oxford 1954, pp. 663-666). Fin dalla preistoria le grotte hanno invece costituito un luogo di rifugio, di temporanea abitazione, di riunione e di culto: «Dalla storia dell'architettura, la caverna e vista come elemento propulsore negli sforzi condotti dall'uomo alla ricerca di una strutturalita, se non il primo punto di partenza» (Rossi-Osmida 1974, pp. 17-18).
Si puo pertanto asserire che singoli fattori , o il loro concorso , abbiano favorito lo sviluppo delle tecniche di scavo , dando luogo a cavita artificiali con differenti destinazioni. Come afferma Kant: «sebbene ogni nostra conoscenza cominci con l'esperienza , non percio essa deriva tutta dalla esperien za». lnoltre: «lnfatti potrebbe esser benissimo che la nostra ste sa conoscenza empirica fosse un composto di cio che noi riceviamo dalle impressioni e di cio che la nostra propria facolta di conoscere vi si aggiunge da se»; alla seguente: «Cosi di uno che ha scavato le fondamenta della sua casa, si dice che avrebbe potuto sapere a priori che questa sarebbe caduta: cioe egli non avrebbe dovuto aspettare l'esperienza che crollasse di fatto. Se non che, egli non avrebbe potuto aperlo interamente a priori; perche , che i corpi siano pesanti , e quindi cadano se si sottrae loro il sostegno, doveva pure essergli noto gia per esperienza» (Kant 1977, pp. 40-41 ).
Ma la cavita naturale puo unire agli indiscussi vantaggi anche fattori quali umidita, stillicidio, frequentazione da parte di animali e ubicazione non sempre vicina alle esigenze ··' .\.
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Tav. 5. lpoteti co impianto di un acquedotto parzialmente ipogeo. (Disegno G. Padovan).
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Citta e Territorio
avvenne nel 537 durante l'assedio della citta, ad opera degli Ostrogoti di Vitige.
cinta muraria comprenda fonti perenni ; in caso contrario si devono scavare dei pozzi «di qualsiasi profondita» (fig. 5), rimarcando che negli edifici pubblici e privati si deve comunque raccogliere l'acqua piovana dai tetti e conservarla in apposite cisterne.
Le fognature sono un insieme di canalizzazioni che servono ad allontanare da un'area le acque sia meteoriche (acque bianche) , che di rifiuto (acque nere). ll funzionamento delle seconde e consequenziale ad una continua disponibilita d'acqua. Esistono inoltre le cosiddette fosse statiche , ovvero pozzi neri aventi le pareti impenneabili , da cui i materiali vengono periodicamente allontanati , e i pozzi e le vasche di dispersione , con pareti e fondo penneabili.
lmpiegando maestranze specializzate , tempo e denaro ( concomitanza riscontrabile in gestioni centralizzate ed economicamente forti), puo essere stato scavato un condotto sotterraneo in lieve pendenza che, cosi sfruttando la gravita terrestre, trasportasse sotto l'abitato , o direttamente a giorno , l'acqua potabile captata da sorgenti distanti anche chilometri , oppure emunta direttamente dalla falda acquifera (tav. 5). Si puo ricordare come l'incile dell'acquedotto romano di Bologna catturi le acque del torrente Setta , conducendole con un percorso in cavo cieco di circa venti chilometri fin sotto la citta; attualmente sono percorribili 17.835 m (Giorgetti 1985, p. 47).
Nello sviluppo degli agglomerati urbani, vari serv1z1 si spostarono gradualmente al di sotto degli edifici, delle vie e delle piazze, coesistendo e intrecciandosi magari con opere concepite e nate per essere sotterranee , ma destinate a tale collocazione da uno sviluppo del pensiero unito al progredire delle tecnologie. Possiamo avere cantine , fosse frumentarie e silos , come ipogei legati all'imrnagazzinamento delle scorte alimentari , ed altre come prigioni , colombai e butti. Questi ultimi sono fo se generalmente a forma di pozzo utilizzati come contenitori per rifiuti solidi. Ed e possibile che alcune cavita siano state destinate a cio solo in un secondo momento.
I cinque fattori legati all'attuale approvvigionamento idrico , ovvero il prelievo , il trasporto, il sollevamento , l'imrnagazzinamento e la distribuzione , erano gia stati risolti almeno duemila e cinquecento anni fa. Si rinverranno quindi pozzi (piu raramente discenderie) che ervivano alle seguenti funzioni: - raggiungere la quota prefissata per la realizzazione del cavo cieco; - evacuare il materiale scavato e ventilare l'ambiente ; - sollevare ii liquido a giorno a lavoro ultimato; - rnanutenzionare l'acquedotto. A queste opere vanno ad aggiungersi camere sotterranee atte alla decantazione e allo stoccaggio dell'acqua , simili a cisteme.
Nel sottosuolo di Napoli vi sono alcune cavita adibite a 'cisterne dell'olio' fino alla seconda meta del Settecento (Piciocchi 1990, p. 32). Particolari opere civili , chiamate cript e nelle fonti antiche , sono camere e gallerie otterranee delle case romane , corridoi che giravano attomo alla cavea dei teatri , gallerie pedonali e carrabili (Salvadori 1993 , pp . 47-51 ; Busana 1993, pp . 33-45 ; Luciani 1984, 148-155) . 11 criptoportico e invece un portico coperto , che di solito prendeva luce da feritoie nel fianco della volta , in uso nell'architettura romana. Secondo Todaro abbiamo a Palenno le 'case dello scirocco': trattasi di camere sotterranee di derivazione islamica , che grazie alla particolare circolazione d'aria si mantenevano fresche e fruibili nel cor o delle ore piu calde della giornata ; talvolta erano dotate d'acqua corrente tramite impianti ipogei (Todaro 1988, pp. 55-59) .
Al di fuori delle mura urbiche i pozzi e le discenderie rirnarranno occultati , oppure obliterati , per evitare che in caso di assedio se ne possa sfruttare il percorso per entrare in citta , avvelenare le acque o semplicernente interrompeme il flusso. Polibio (framm. X , 28) , parlando della guerra di Antioco contro Arsace (210 a. C. ), dice che prima di allora nel deserto erano stati scavati molti pozzi e canali sotterranei , risalendo probabilmente all'epoca della dominazione persiana: «Essendo ii Tauro ricco di molte e copiose acque , gli abitanti si sottoposero a ogni spesa e sacrificio per costruire lunghi canali sotterranei , di modo che ai nostri giorni chi usa di queste acque non sa donde sgorghino e siano condotte. Arsace , quando vide che Antioco si accingeva alla marcia attraverso il deserto , ordino di interrare e corrompere i pozzi».
Legati alla vita spirituale e religiosa troviamo anche luoghi di culto sotterranei . Se la grotta ha sempre e ercitato fascino , mistero e una sorta di sicurezza per alcuni , e timore in altri , e stata vista anche come ambiente per e ercitarvi il culto. Prevalentemente nel Centro e nel Sud Italia numerose chiese sono state ricavate o erette all'interno di grotte. Altre sono state scavate nel sottosuolo o nel fianco di rilievi o piattaforme rocciose , e sovente adornate con cicli d'affreschi. Tra i luoghi di culto precristiani sono da ricordare i mitrei , dove si officiava il culto dedicato al dio iranico Mitra .
Parlando degli acquedotti di Roma Frontino ci dice che: «Pero gli antichi condussero l'acqua secondo un livello molto basso, vuoi perche non era stata perfezionata l'arte di stabilizzare le quote , vuoi perche affossavano intenzionalmente gli acquedotti in modo che non fossero bloccati dai nemici dato che ancora si svolgevano frequenti lotte con gli ltalici» (De aquaed. , 18). Ma occorre puntualizzare che la realizzazione di acquedotti su arcate comportava la po ibilita della loro demolizione , come
Altro genere di opere sotterranee sono le favisse: solitamente a forma di pozzo , erano un ripostiglio di oggetti votivi collocato fuori dal antuario , ma dentro il recinto sacro. Una interessante opera 'a pozzo' e stata rinvenuta a Palestrina (Roma) nel santuario della Fortuna Primigenia , precisamente nella "terrazza degli emicicli". Sormontata da una tholo s
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Tav. 6. Tambe ipogee etrusche a Castel d'Asso (Viterbo). (Badin 1876, tavola di Camille Saglio).
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Citta e Territorio
Tav. 7. Latomie siciliane. (Badin 1876, tavola di Camille Saglio).
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Civita di Tarquinia : Jndagini Speleologiche
!'opera e profonda sette metri e mezzo , di cui la parte terminale e cavata nella roccia e rivestita in conci di tufo bugnati per un'altezza di un metro e dieci. 11tratto superiore presenta un rive timento in opus incertum, coevo alle successive trasformazioni monumentali del santuario. Mingazzini e Coarelli interpretano la fase piu antica come il locus religiose saeptus delle sortes della dea Fortuna (Coarelli 1987, p. 48).
ma studi e confronti hanno portato a stabilire che si tratta di antiche cave di pietra. Non sono opere idrauliche poiche scavate in strati calcarenitici aridi (a differenza dei pozzi idraulici che mantenendo sezione costante raggiungono la falda) ne silos per la mancanza di rivestimento interno . II metodo di estrazione consisteva nel superare la crosta calcarenitica dura per raggiungere il sottostante banco 'tenero' , idoneo al prelievo . «Per meglio sopportare le prevedibili sollecitazioni statiche conseguenti allo svuotamento , che avrebbero potuto produrre fenomeni di subsidenza e sprofondamenti , alla cavita si faceva assumere una forma imbutiforme» (Todaro 1988, p. 52).
11culto dei morti e stato sentito in ogni epoca. La gran parte delle civilta , ognuna secondo le proprie credenze , ha prodotto opere sotterranee per l'inumazione: sono probabilmente la tipologia di cavita artificiale pill diffusa (tav. 6). Erigere mura , templi ed edifici e in vari casi subordinato anche alla disponibilita di materiale lapideo (tav . 7). Vediamo che i materiali da costru zione del nostro ipotetico sito pos ono essere stati reperiti in loco mediante cave a cielo aperto e in otterranea (Lombardi-Polcari 1984, pp . 26-27; Adam 1996, pp . 24-29). Generalment e situate al di fuori dell'abitato , e possibile che vengano a trovar si al di sotto dello stesso a causa del suo ampliamento nel tempo .
E tanto piu profondo veniva praticato il 'collo', pil1 ampia pote va risultare la camera di colti vazione. Si estraevano blocchi di calcarenite chiamati 'pietra rustica ' o ' selvaggia ', e 'petra fracta ' o ' rupta ', impiegate nell'edilizia povera a partire dal IX-X secolo , nel corso dell'espansione urbana araba. II Todaro fa notar e che que to tipo di cava potrebbe es ere anteriore , in quant a una chi esa paleocristiana ipogea, ubicata nei pressi della chiesa di S. Antonino , riutilizza preesistenti 'cavita imbutiformi' .
In particolare , nel Centro e Sud Italia , l'estrazione riguardava materiali pozzolanici, apprezzati fin dall'antichita per le caratteristiche fisiche e meccaniche, la cui geometria di estrazione detta 'a camere e pilastri' , o 'a pilastri abbandonati' (Gerbella 1948, vol. II, pp. 80-94 , pp. 183-188. Cherubini , Sgobba 1997, p. 55) e rimasta in uso fino al nostro secolo.
Ria sumendo , dato ii particolare terreno geologico su cui insi te la Civita di Tarquinia , vi devono essere numerose opere per la raccolta e lo stoccaggio delle acque , ben piL1di quante finora censite. E in via suppo itiva, dal momenta che devono essere materialmente percorsi , anche dei condotti sotterranei a carattere idraulico.
Le gallerie sono ad impianto geometrico tendenzialmente regolare , le cui direttrici di scavo sono tra loro ortogonali in modo da congiungersi , formando virtualmente una scacchiera di pilastri isolati . Cio garantiva non solo la stabilita dell'intera cava, ma anche il permanere di attivita agricole e pastorali nel soprasuolo (Cherubini-Germinario 1991, p. 102). I pozzi comunicanti con la superficie permettevano l'areazione e l'evacuazione.
Non e da escludere che siano state praticate piccole cave, analoghe a quelle di Palermo e Napoli in seguito destinate ad altro. Lungo i lati del pianoro le pareti verticali della bancata calcarea sono a nudo e parrebbero di scarso interesse perche poco coerenti ed erose dagli agenti atmosferici. Non ci e dato apere se all'epoca dell'edificazione della citta la situazione fosse differente , ma possiamo invece osservare ii fronte di cava semicircolare lungo il costone nord del Pian di Civita: per quanto l'attivita estrattiva ia cessata solo da pochi decenni , la parete calcarea si presenta gia aggredita e poco consistente. All'interno dei pozzi privi di rivestimento , e nelle latomie prossime a Corneto , si osserva invece un calcare (macco) compatto non nelle zone superficiali , per quanto , internamente , i rinvengano piccole cavita naturali e lenti d'argilla , la cui roccia di contatto e fes urata e inadatta al taglio , come nelle cavita CA 01005 LA YT e CA 01014 LAVT.
Se nella sua espansione il tessuto urbano di Napoli (Lapegna 1987, pp. 18-26) si e esteso al di sopra delle antiche cave, e pur vero che, causa la penuria e il costo dei mezzi di trasporto, i materiali da costruzione venivano anche estratti direttamente nella citta, se non addirittura sotto la stessa area da edificare. Yarie cavita cosi create sono tate in seguito trasformate in cisterne ad uso del soprastante edificio (alcune alimentate con allacciamenti ad acquedotti ipogei), come depositi e discariche, e in tempi recenti riutilizzate come rifugi anti-bombardamento. Analoga situazione e presente in altre citta italiane.
Con la costruzione di fortificazioni, e la conseguente applicazione della tecnica bellica , l'uomo elabora una serie di sistemi per rendere inespugnabili le opere forti e, di contra , per poterle espugnare. Citando il Ceola, si puo anche affermare che con la costruzione del primo muro difen ivo, l'avver sario ha pensato non solo al modo di abbatterlo , ma ha cercato di internarsi nella terra per superarlo senza «cozzare nell'ostacolo» (Ceola 1939, p. 6). A titolo esemplificativo si puo ricordare che la citta di Yeio , econdo Tito Livio (V, 1922) , fu conquistata usando un cunicolo che sbucava nell'arce: oldati scelti si riversarono da esso nel tempio di Giunone e verso le porte , aprendole e determinando la resa. Seppure sia
Nel sottosuolo di Palermo e diffusa la cavita artificiale detta 'a imbuto rovesciato' , con base generalmente circolare: «essa ha inizio con una stretta imboccatura a pozzo , lunga qualch e metro , che si allarga bruscamente in un'ampia cavita sotterranea , ora a forma d'imbuto , ora di fiasco , o di campana ; a volta piriforme e, per lo piu , costituita da un vacuo irregolare , modellato sulle stes e stratifica zioni calcarenitiche , variamente erodibili » (Todaro 1988, p. 47). lnizialmente si pensava fossero antiche opere di conserva ,
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possibile che la capitolazione dei Veienti sia avvenuta in altre circostanze, rimane fermo ii dato che una simile tecnica non fosse affatto sconosciuta . Alla citazione di Ceola si puo aggiungere che con l'applicazione di precise tecniche di scavo , confortate da una conoscenza derivata dalle coltivazioni minerarie , si potevano conseguire apprezzabili risultati .
«ruinare» ogni rocca o altra forte zza senza l'ausilio delle bombarde , a meno che «non fu se fondata in su el saxo». Ovvero non fosse costruita su roccia dura e compatta. Sostiene inoltre di avere le cognizioni per costruire vie segrete sotterranee, anche passanti sotto fossi o fiumi (Belloni 1968, pp. 66-67). Un esempio ci viene anche da Polibio (X, 31) , quando parla dell'espugnazione della citta di Siringe nel corso della guerra di Antioco contro Arsace , nel 210 a. C.: gli scontri presso le opere di fortificazione erano cosi cruenti , sia in superficie che nei cunicoli sotterranei , che non si aveva la possibilita di allontanare morti e feriti.
Fortezze e castelli sono costruzioni statiche e soggette all' assedio: qualora possibile le si dotava almeno di pusterle e, in vari casi , di gallerie che conducessero oltre le mura , per far giungere rinforzi o vettovaglie all'interno, oppure operare colpi di mano alle spalle dell'assediante. In tal modo si cercava di renderle 'dinamicamente difensive'.
Nel corso dell'assedio di Platea , descritto da Tucidide (II, 76, 2), le forze congiunte sotto la guida dei Lacedemoni eressero un terrapieno attorno la citta per superare in altezza le sue mura. I plateesi escogitarono uno stratagemma la dove ii terrapieno era pit1 vicino: partendo dalla citta scavarono una galleria fino a giungere sotto il terrapieno , che cominciarono a fare franare asportandone da otto la terra. Analogamente a casi precedenti , non e rilevante ai fini di questa analisi se i fatti sono accaduti cosi come descritti dagli autori antichi, in quanto ser vono unicamente a testimoniare la conoscenza di determinati espedienti
Riprendendo Vegezio , questi tiene conto di particolari sistemi per l'assedio e per la difesa delle opere forti sottolineando, nel capitolo "Compiti del prefetto dei fabbri" (De re mi/it. 11, 11), che nell'accampamento non deve mancare quanto necessario al buon funzionamento dell'esercito: «fino al punto di disporre di minatori che , ad imitazioni delle popolazioni Bes e, scavata una galleria nel sottosuolo e forate le mura nelle fondamenta , improvvisamente fuoriuscivano per impossessarsi delle citta nemiche. 11comandante di essi era ii prefetto