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Italian Pages 172 Year 1952
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BENEDETTO
CROCE
BREVIARIO DIESTETICA QUATT~O
UNDICESIMA
LEZIONI
EDIZIONE
BARI GIUS.
LATERZA
& FIGLI
TIPOGRAPl•l!DITORl•LIHAI
1952
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PROPRIRTÀ
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LETTERARIA
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Per la solenne inaugurazione, celebrata nell'ottobre del passato anno, del Rice Institute, la nuova e grande Università di Houston nel Texas, io fui invitato dal presidente, prof. Edgar Lovett Odell, a tenere alcune lezioni sopra i temi che formano argomento di questo volumetto, e che dovevano offrire agli ascoltatori come una orientazione sui problemi capitali dell' Estetica. Essendomi scusato a cagione delle mie faccende che m' impedivano d' imprendere un lungo viaggio al golfo del Messico, l'invito mi fu, con somma cortesia, replicato nella forma, che mi si dispensava dal viaggio corporale e si· richiedeva il solo « manoscritto » delle lezioni, da tradursi in inglese (come poi è stato fatto) per essere inserite nei volumi commemorativi della festa inaugurale. Cosi, in pochi giorni, composi questo « Breviario di Estetica », dapprima con non altro intento che di adempiere all' impegno preso, e poi, a lavoro finito, non senza qualche mio compiacimento mentale, perchl mi parve che in esso avessi non solo condensato i concetti piu importanti dei miei volumi anteriori sul medesimo argomento, ma anche espostili con migliore nesso e maggiore perspicuità che non nella mia Estetica, vecchia ormai 'di dodici anni. E un altro sentimento si affacciò nel mio animo: cioè che k quattro
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BREVIARIO DI ESTETICA
lezioni, raccolte in un volumetto, potrebbero e_ssersutili ai giovani che si volgono allo studio della poesia e, in geneYe, dell'arte; s fors'anche entrare in loro suvigio nelle scuole secondarie, come lettura di aiuto agli insegnamenti letterari e filosofici. Perché a me sembra che l' Estetìca, quando sia abilmente insegnata, introduca forse •meglio di ogni altra disciplina filosofica all'apprendimento della filosofia, non essendoci materia che svegli cosi presto l' interesse e la riflessione dei giovani, come l'arte e la poesia: laddove la Logica, che presuppone l'esercizio delle indagini scientifiche, rimane per essi, nella piu parte delle sue teorie, troppo astratta; e l'Etica (almeno in Italia, dove per ben note ragioni storiche manca lo stimolo che lo spirito religioso esercita sulla meditazione dell'umano destino) suona di solito come un noioso predicozzo; s la cosiddetta « Psicologia», piuttosto che avviamento, è sviamento dalla filosofia. I problemi dsll' arte, invece, conducono piu agevolmente s spontaneamente, non solo ad acquistare ·l'abito della speculazione, ma anche a far prelibare la logica, l'etica ~ la metafisica; perché, per non dir altro, intendere la relazione di éontenuto e forma nel. l'arte è cominciare a intendere la sintesi a priori; intendere quella d' intuizione ed espressione è venir superando il materialismo e i~eme il dualismo spiritualistico; intendere l' empiricità delle classificazioni dei generi letterari e delle arti è acquistare un barlume della differsnza tra il .procf!ders naturalistico è quello filosofico; e via discorrendo. Comunque, sarà forse codesta una mia illusione, nata da poca pratica della scuola secondaria ( della quale infatti non posseggo che i lontani, e pur vicini, ricordi del tempo in cui vi ap-
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partenevo come scolaro, e sopra essi soltanto mi fondo); ma tale illusione mi ha persuaso, nel pubblicare in italiano le mie lezioni di America; a lasciarle includere dall'amico Laterza nella sua nuova « collezione scolastica», alla quale auguro buona fortuna. Napoli, capodanno del 1913.
Alle quattro lezioni sono aggiunti alcuni saggi, che si legano alla loro materia e ne integrano la trattazione. Napoli, novembre 19,µ,.
B.C.
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COSA :È L'ARTE?
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Alla domanda: - Che cosa è l'arte? - si potrebbe rispondere celiando (ma non sarebbe una celia sciocca): che l'arte è ciò che tutti sanno che cosa. sia. E, veramente, se in qualche modo non si sapesse che cosa essa è, non si potrebbe neppure muovere quella domanda, perché ogni domanda importa una certa notizia della cosa di cui si domanda, designata nella domanda, e perciò qualificata e conosciuta. Il che riceve una riprova di fatto nelle idee giuste e profonde, che si odono sovente manifestare intorno all'arte da coloro che non fanno professione di filosofia e di teoria, dai Jaici, dagli artisti non amanti del ragionare, dalle persone ingenue, perfino dalla gente del popolo: idee che talvolta sono implicite nei giudizt che si recano intorno a singole opere d'arte, ma che tal'altra prendono addirittura forma di aforismi e di definizioni. Accade di pensare che si potrebbe fare arrossire, sempre che si volesse, ogni orgoglioso filosofo, il quale stimasse di avere «scoperto» la natura dell'arte, mettendogli sotto gli occhi e facendogli risonare agli orecchi proposizioni
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BREVIARIO DI ESTETICA
scritte nei libri piu comuni e frasi della piu ordinaria conversazione, e mostrandogli che già contengono, nel modo piu chiaro, la sua vantata scoperta. E il filosofo avrebbe ben motivo, in questo caso, di arrossire, se cioè avesse mai nutrito l' illusione d' introdurre, con le proprie dottrine, qualcosa di tutto suo originale nella comune coscienza umana, qualcosa di estraneo a questa coscienza, la rivelazione di un mondo affatto nuovo. Ma egli non si turba e tira diritto per la sua via, perché non ignora che la domanda sul che cosa sia l'arte (come, del resto, ogni domai;tda filosofica sulla natura del reale, o in genere, ogni domanda di conoscenza), se anche nelle parole che si adoperano prende aspetto di problema generale e totale, che si pretenda risolvere •per la prima volta e per l'ultima, ha sempre, effettivamente, un significato circostanziato, riferibile alle particolari difficoltà che si fanno vive in un particolare momento della storia del pensiero. Certamente, la verità. corre per le &trade, come 1'ssprit nel noto proverbio francese, o come la metafora, « regina dei tropi » secondo i retori, che il Montaigne ritrovava nel « babil » della sua « chambrièrs ». Ma la metafora della cameriera è la soluzione di un problema espressivo, proprio dei sentimenti che agitano in quel momento la cameriera; e le ovvie affermazioni, che di proposito o per incidente tuttodf si ascoltano sulla natura dell'arte, sono soluzioni di problemi logici, quali si presentano a questo o quell' individuo che non fa professione di filosofo e che pure, come uomo, è anche lui, in qualche misura, filosofo. E come la ..metafora della cameriel'a esprime .