Bona - Metodo Completo di Solfeggio: con Teoria, Esercizi, Video Lezioni e Soluzioni di Esercizi

Il Metodo Bona è il libro di solfeggio più utilizzato in Italia nei conservatori e scuole di musica. L’esigenza di crea

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Bona - Metodo Completo di Solfeggio: con Teoria, Esercizi, Video Lezioni e Soluzioni di Esercizi

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INDICE Introduzione

1

Prima parte teorica (ABC della musica)

3

Solfeggi dall'1 al 6 (Prima parte)

23

Seconda parte teorica (scale, alterazioni, corona, intervalli)

24

Solfeggi dal 7 al 51 (Prima parte)

35

Terza parte teorica (punto, legatura, sincope, biscroma)

42

Solfeggi dal 52 a 74 (Fine prima parte)

50

Quarta parte teorica (terzine, tempo tagliato, scale, tonalità)

56

Solfeggi dal 75 all'84 (Seconda parte)

70

Quinta parte teorica (tempi composti, gruppi irregolari, articolazioni)

75

Solfeggi dall'85 al 98 (Fine seconda parte)

88

Sesta parte teorica (quintina, diesis e bemolle, abbreviazioni)

100

Solfeggi dal 99 al 111 (Parte terza)

107

Settima parte teorica (abbellimenti)

126

Solfeggi dal 112 al 120 (Fine parte terza)

132

Ottava parte teorica (chiave di basso)

151

Solfeggi in chiave di Basso

155

BONUS

164

Conclusione

166

Introduzione Bona è il cognome dell’autore Pasquale Bona. Vissuto tra il 1808 e il 1878 è stato un compositore, insegnante e tra i più grandi teorici della musica. Quando scrisse il suo metodo di solfeggio non avrebbe mai e poi mai potuto immaginare un tale successo. Non poteva prevedere che dopo quasi 200 anni il suo libro sarebbe stato ancora adottato nelle principali scuole di musica, accademie e conservatori. Eppure è così. Se un libro sopravvive dopo tutti questi anni, c’è solo una spiegazione. È la qualità che fa vivere a lungo un prodotto. Una bella musica vive nei secoli. Pensiamo alla musica classica, viene ascoltata ancora oggi. Un jeans di qualità può durare 10-20 anni. Un cellulare “vecchio stile” non si rompeva nemmeno dopo cadute, graffi e danni vistosi. La vecchia Fiat Panda era l’auto da guerra per eccellenza, indistruttibile! Penso che una volta le cose venissero fatte con un certo criterio. Oggi invece siamo nell’era del consumismo. Piuttosto che riparare qualcosa preferiamo buttarla e comprarne un’altra. Se una relazione amorosa ha un momento di difficoltà, preferiamo chiudere per sostituire il partner con uno nuovo “che non ha difetti” (“il tesoro di Tutankhamon non esiste!” Mi diceva mia nonna…). Dunque, essendo io estremamente appassionato dell’insegnamento, e in particolare nel cercare di rendere semplici argomenti complessi, ho voluto cimentarmi nel solfeggio. Credo che non sarei mai stato in grado di superare, in termini qualitativi, un evergreen come il Metodo Bona. Così ho pensato di metterci le mani sopra.

1

Alla fine, dal 1800 al 2022 qualcosa è cambiato. Il metodo di insegnamento e le tecnologie che abbiamo a disposizione sono diverse. Eh sì, il Metodo Bona “classico” è formulato per essere affrontato con un maestro. Solo in quel caso quel libro ha senso. All’epoca non era minimamente possibile imparare la musica da autodidatta. Oggi, invece, grazie ad una enorme quantità di informazioni (con l'avvento di Internet), sempre più persone si avvicinano al mondo della musica da autodidatti. Il problema è che non esistono libri di solfeggio per autodidatti perché il solfeggio è una “cosa complessa” che non puoi apprendere senza maestro. O meglio, questa era la credenza fino ad oggi. Con questa rivisitazione del Bona, ho cercato di rendere il solfeggio “a prova di imbecille”, per le persone che non sono seguite da un maestro. Grazie alle spiegazioni dettagliate, agli esercizi, alle soluzioni e alle video lezioni, sarai in grado di apprendere tutto ciò che ti serve per imparare a solfeggiare correttamente. È stato un lavoro incredibile. Ho dedicato gran parte delle mie giornate nel cercare di organizzare al meglio tutto il materiale per un apprendimento semplice e progressivo. Ed è così, dopo 2 anni di lavoro che posso finalmente presentarti a testa alta questa mia nuova edizione del Metodo Bona. È un’edizione fresca, al passo con i nostri tempi. Sono certo che troverai tutte le informazioni di cui avrai bisogno e per qualsiasi problema di download, dubbio o feedback, non esitare a contattarmi all’indirizzo di posta elettronica [email protected], sarò felice di risponderti personalmente il prima possibile. Ti auguro il meglio per questa nuova avventura.

2

Come individuare le note

Iniziamo alla grande imparando come individuare in maniera istantanea le note musicali. L’obiettivo è quello di vedere un “pallino” nel pentagramma e riuscire subito a capire di che nota si tratta.

Innanzitutto, ti basta ricordare che le note musicali sono 7:

Do | Re | Mi | Fa | Sol | La | Si Ed ogni volta si ripetono come la ruota di un auto che gira: dopo il SI si riparte da DO…

Ma dove scriviamo esattamente le note musicali? Su un foglio speciale dedicato solo alla scrittura della musica: il pentagramma

Il Pentagramma

Esempio di Pentagramma

Dunque, è qui che scriviamo la musica. Il pentagramma è un insieme di 5 linee e 4 spazi. Le linee vanno parallelamente in senso orizzontale (come nella figura sopra).

3

Le linee si contano dal basso verso l’alto.

Anche gli spazi si contano dal basso verso l’alto.

Chiave di Violino

Cos’è questo strano simbolo? Te lo svelo tra un attimo! Prima pensa ad una cosa: hai mai visto quei pallini neri sul pentagramma? Se sai un po’ di musica sono sicuro di sì! Tipo questi:

Mai vista questa roba? Bene, queste sono le famose note musicali di che abbiamo visto prima: Do, Re, Mi, Fa, Sol etc. 4

Andiamo al sodo, altrimenti rischio di confonderti. Questi pallini neri sarebbero nulla senza la chiave di violino. È la chiave a dare il nome alle note. Lo ripeto: senza la chiave, quelli sarebbero dei semplici pallini neri senza nome, è la chiave di violino a dire esattamente se quello è un Do, Re, Sol, ecc… In che modo? Devi sapere che la chiave di violino viene chiamata anche chiave di Sol. Questo perché La chiave nasce (cioè viene disegnata) a partire proprio dal SOL. Rielaboriamo un attimo ciò che abbiamo visto fin qui. La chiave di violino ha origine in un determinato punto ovvero il secondo rigo.

Questo significa che tutti i pallini neri (o vuoti) che andranno a sistemarsi sopra questa seconda riga, saranno proprio dei Sol.

Se hai compreso davvero questa parte, sei a metà dell’opera! Questo argomento (origine chiave=nota principale) ti farà guadagnare molto tempo più avanti nel libro. Ora, scoprire le restanti note è relativamente facile, ci basta intuire le note salendo e scendendo.

5

Esempio: se dal secondo rigo (SOL) fai un passo in avanti e arrivi al 2° spazio, ottieni il (LA), la nota successiva al SOL.

Un’immagine ti sarà molto di aiuto. (L=linea, S=spazio)

Come puoi vedere, partendo dal Sol (nota posizionata sul secondo rigo del pentagramma), puoi salire e scendere e trovare tutte le altre note. Quindi ora, con questo piccolo schema fra le mani, conosci tutte le note nel pentagramma. E qui potrai chiederti: “Come faccio a ricordare tutte le note? Se inizio a contare dal Sol ogni volta ci metto un mucchio di tempo!”

Non partire dal Sol ogni volta. In che modo?

Dovrai imparare un sistema semplice che ti permetterà di capire la nota in un millesimo di secondo. Ossia imparare prima le note negli spazi e poi le note sulle righe.

Note negli spazi:

6

Note sulle righe:

Se imparerai a memoria queste due sequenze (Fa-La-Do-Mi e Mi-Sol-SiRe-Fa), note sulle linee e note negli spazi, ti assicuro che la tua velocità di lettura avrà un incremento del 200% almeno.

Vedrai che ricordarle a memoria sarà un gioco da ragazzi! Ed ogni volta che troverai una nota sul pentagramma non penserai a partire dal Sol ma inizierai subito contando le linee (se si trova sulla linea) o spazi (se si trova sullo spazio). Se desideri fare pratica con tutto ciò ti consiglio di dare uno sguardo al libro “Chiave di Violino, 50 esercizi progressivi” che trovi su Amazon. Questi esercizi, corredati da videolezioni, ti renderanno più sicuro e veloce nella lettura.

7

La storia non è finita, siamo appena all’inizio. Diamo uno sguardo ora ai tagli addizionali.

Tagli Addizionali Quante sono le note che possiamo scrivere sulle 5 linee e 4 spazi? Sono esattamente 9, giusto? 9 note sarebbero troppo poche, non trovi? Possiamo scriverne molte di più! Attenzione le note sono sempre 7, ci tengo a ricordartelo. Quando ti dico che sono di più, in questo caso, mi riferisco alle altezze. Cioè esistono DO di altezza diversa, idem per le altre note.

Infatti se rifletti un po': che nota abbiamo sulla prima linea e all’ultimo spazio del pentagramma? In entrambi i casi abbiamo un MI. Cosa cambia tra uno e l’altro? L’altezza. Uno è più grave, l’altro più acuto. Questo perché le note si ripetono continuamente da Do a Si. Infatti, abbiamo la possibilità di scrivere note più alte e note più basse. Questo possiamo farlo attraverso l’uso dei tagli addizionali.

Questi sono semplici taglietti che si aggiungono al pentagramma. Ci permettono di scrivere note oltre le 5 linee e 4 spazi del pentagramma.

Note nel pentagramma

8

Note Sotto al Pentagramma

Note Sopra al Pentagramma

Figurazioni Musicali

Quello che abbiamo visto fino ad ora, riguarda l’altezza di una nota. Ciò che ci fa distinguere un Do da un Sol, per esempio, è proprio l’altezza. Ora però andiamo alla seconda caratteristica fondamentale delle note: la durata. Ogni nota, in base a come viene disegnata ha un valore, una durata. Ora imparerai velocemente a riconoscere le differenti durate delle note. Ogni durata viene espressa attraverso una figurazione (un disegno) differente. Andiamo nel pratico:

4

2

1

Noti la differenza tra queste 3 figurazioni, giusto? Bene, ognuna di queste ha una durata (o valore) differente. E, di conseguenza, anche un nome differente l’una dall’altra. Ricorda: più un disegno di una nota è semplice (come quello di sinistra, ovvero un ovale vuoto) più la nota dura tanto. Più un disegno è complesso (come quello di destra, ovvero un ovale colorato dotato di gambetta) più la nota durerà meno. 9

Nella tabella che segue vediamo tutte le figurazioni che per il momento ci interessano. Ne sono 5, le altre le approfondiremo insieme. Ti consiglio di approfittare della video lezione per capire al meglio come puoi affrontare questo argomento.

Tabella Figurazioni Musicali Figurazione

Durata

Nome

Semibreve Minima

Semiminima

Croma Semicroma

Queste durate vanno lette come frazioni: 1/4= un quarto, 1/8= un ottavo, 1/16= un sedicesimo, e così via… Consiglio spassionato: non prendere troppo alla lettera però questi numeri come se stessimo facendo un compito di matematica. Ho visto studenti scervellarsi dietro queste frazioni, proponendo calcoli complessi e chissà quale altra diavoleria. La musica è arte non matematica (per fortuna!).

10

Ma cosa ci vogliono dire queste durate? Realmente cosa vuol dire 1/4, 1/8, ecc…? Per capirle realmente dobbiamo parlare di un concetto fondamentale, cioè il tempo. Se vuoi una risposta invece immediata e approssimativa, puoi equiparare la durata di 1/4 a un secondo, 2/4 due secondi, 4/4 quattro secondi, 1/8 mezzo secondo, 1/16 un quarto di secondo.

Il Tempo Qualsiasi brano tu conosca, oltre ad avere delle note e una melodia a caratterizzarlo, ha un tempo. Ovvero un’organizzazione razionale della musica

divisa

in

tante

battute.

La

battuta

è

quel

“rettangolo di pentagramma” confinato tra una stanghetta e l’altra.

Facciamo un esempio pratico, sono sicuro che ti sarà molto di aiuto. Mettiamo caso di avere un brano in 4/4. Quindi il tempo del brano è 4/4.

Come vedi, il tempo di qualsiasi brano viene inserito appena dopo la chiave e varrà per l’intero brano (salvo cambi di tempo). Ma cosa sta a significare questo tempo all’inizio del brano? È più semplice di quello che credi. Significa che il brano è organizzato in questo modo: ogni 4/4 avremo composto una battuta. Il nostro brano sarà composto da sole battute di 4/4, chiaro?

11

Questa divisione, oltre ad essere utile a fini didattici, influisce anche sull’esecuzione del brano musicale poiché in base al tempo cambiano anche gli accenti delle note, ma di questo ne parliamo bene in seguito. Ma come si compongono le battute da 4/4? Se ti aiuti con la tabella che ti ho mostrato nella pagina precedente, riuscirai senza difficoltà. Qui di seguito ti mostro qualche esempio: Esempio: La semibreve dura 4/4. Questo vuol dire che la semibreve occuperà l’intera battuta, composta da 4/4.

La minima dura 2/4. Questo vuol dire che la minima occuperà solo metà di una battuta di 4/4. Abbiamo bisogno di 2 minime riempire l’intera battuta. La semiminima dura 1/4. Questo vuol dire che occuperà solo uno dei 4/4 a disposizione. Dunque ce ne vogliono 4 per riempire la battuta.

La croma dura 1/8. Questo vuol dire che hai bisogno di ben 8 crome per riempire una battuta da 4/4.

La semicroma dura 1/16. Hai dunque

bisogno

di

16

semicrome per riempire la battuta da 4/4.

12

Il 4/4 non è l’unico tempo che esiste in musica, ne esistono altri ma il discorso è lo stesso. Dunque è tutta una questione di logica. Ancora un ultimo esempio: per una battuta da 2/4 è sufficiente una minima per completarla. Dopotutto la minima dura giustappunto 2/4, vero?

Ora tocca a te. Prova a rispondere a queste semplici domande:  Quante Crome puoi inserire in una battuta composta da 2/4? _____  Quante Minime puoi inserire in una battuta da 4/4? ____  Quante Semiminime puoi inserire in una battuta da 3/4? _____  Quante Semicrome puoi inserire in una battuta da 2/4? _____

Completa le battute:

Ovviamente

ogni

battuta

può

contenere

diverse

combinazioni

di figurazioni, l’importante è che il totale riporti quanto indicato dal tempo. Ecco un esempio:

13

Come puoi vedere, in una battuta da 4/4, abbiamo:  Una nota da 1/4 (Primo tempo della battuta)  Due Crome da 1/8 ciascuno (Secondo tempo della battuta)  Una Minima da 2/4 (Terzo e Quarto tempo della battuta) Dunque una battuta può essere composta da diverse combinazioni di valori musicali, l’importante è che la somma di questi rispetti il tempo indicato accanto alla chiave.. Ora prova tu a completare queste battute utilizzando figurazioni diverse:

Fai viaggiare la fantasia e completa queste battute con le note che vuoi e con le figurazioni che vuoi! Non badare a dove metti le note, se sul primo rigo o sull’ultimo spazio, fregatene. Pensa a completare le battute.

Per il momento ti serve sapere un’ultima cosa riguardo il tempo: ogni volta che termina una battuta si inserisce una stanghetta verticale (chiamata anche spezzabattuta). Quindi verranno a crearsi tante piccole battute di un determinato tempo. Esempio:

14

Quando il brano è terminato si inserisce una doppia stanghetta al posto della singola. Andiamo ora a parlare di silenzi poiché la musica è fatta sia di suoni che di pause.

Pause Forza, manca solo un ultimo sforzo davvero minuscolo e passiamo poi alla pratica, ai tuoi primi esercizi di solfeggio. Se hai capito l’argomento riguardante il tempo allora d’ora in poi sarà tutto in discesa. Hai già affrontato l’argomento più difficile. Come accennavo sopra, la musica non è fatta solo di suoni, ma anche di silenzi (ossia l’assenza di suono). Quindi un musicista non deve sapere solo quando suonare ma anche quando non farlo. Per esprimere ciò, esistono le pause che – avendo differenti valori musicali – vengono disegnate in maniera diversa. Impariamo le principali pause da questa tabella. Figurazione

Durata

Nome Pausa di

Semibreve Pausa di

Minima Pausa di

Semiminima Pausa di

Croma Pausa di

Semicroma 15

N.B: In molti confondono la pausa di minima (2/4, un dentino verso l’alto) da quella di semibreve (4/4, un dentino verso il basso) poiché sono molto simili. Per aiutarti a ricordare quale pausa corrisponda a quale disegno ti basterà pensare al fatto che la pausa da 4/4 fra le due è quella più pesante, tenderà a sprofondare, cioè andare verso il basso. Viceversa quella da 2/4. Questo piccolo trucco infallibile lo utilizzo sempre con tutti i miei studenti, bambini o adulti ed è impeccabile!

Come fare le pause? Se ti trovi allo strumento, anziché suonare, dovrai semplicemente non fare nulla. Se per esempio suoni il pianoforte ti basterà sollevare la mano dalla tastiera. Se invece incontrerai una pausa durante il solfeggio, allora dovrai semplicemente contare la durata di quella pausa allo stesso modo con cui conti la durata delle note. Ma basta chiacchiere, è il momento di passare alla vera pratica, al solfeggio. Ti senti pronto? Guarda l’applicazione delle note e delle pause nel solfeggio:

www.christiansalerno.com/pause/

Stiamo per iniziare con gli esercizi, affrontiamo solo un ultimo argomento davvero veloce e partiamo subito. Pronto? 16

Tempi Semplici Hai fatto davvero molto fino ad ora. Un altro argomento davvero semplice e poi passiamo ai nostri primi esercizi pratici. Hai visto alcune battute da 4/4 in precedenza, dico bene? Ma devi sapere che questo non è l’unico tempo che potrai trovare. La categoria dei tempi semplici (di cui fa parte il 4/4) è composta da 3 tempi principali:  4/4 (indicato anche con la lettera C, ovvero common time, il tempo più comune);  3/4;  2/4;

Ma perché si chiamano Tempi Semplici? Un tempo si definisce semplice quando i suoi movimenti vengono suddivisi binariamente. Facciamo un esempio concreto con il 4/4. Se analizziamo il 4/4 capiamo che ci sono 4 movimenti che valgono 1/4 ciascuno, giusto?

Ora devi sapere che ogni movimento da 1/4 ha una suddivisione in 2 (suddivisione binaria). Quando il movimento è divisibile per due, siamo in presenza di un tempo semplice.

17

Prima di passare agli esercizi voglio accertarmi che sia tutto chiaro e che tu possa affrontarli con serenità. Guarda la video lezione riassuntiva di questa prima parte teorica:

www.christiansalerno.com/riassunto/

18

Movimenti Della Mano per ogni Tempo Hai mai visto un direttore d’orchestra dirigere? Hai notato i suoi movimenti della mano o della bacchetta? Ecco, quei gesti, oltre ad essere eleganti e “belli da vedere” sono soprattutto funzionali. Già, in quel momento il direttore sta solfeggiando. Solfeggiare significa suddividere il tempo. Vedi, il tempo è astratto. Non lo puoi vedere né toccare. La durata di una nota da 2/4, per esempio, non è tangibile. Tuttavia grazie al solfeggio siamo in grado di dare concretezza a queste durate. Ogni esercizio va solfeggiato con il giusto movimento della mano, in questa pagina te li indico tutti nel dettaglio affinché tu possa tornare qui ogni qualvolta avrai bisogno di risposte. Quindi utilizza questa pagina ogni volta che non ricordi come vanno eseguiti i movimenti di un tempo. Ogni tempo ha il suo movimento. Ci tengo a precisare che esistono moltissimi modi per muovere le mani durante il solfeggio. Alcuni vanno solo su e giù con la mano, altri vanno anche a destra e sinistra, altri invece fanno movimenti acrobatici, chi passa dietro la schiena e chi sotto le gambe e chi fa nel frattempo anche un salto mortale (scherzo ovviamente). Morale della favola? Non importa come dividi il tempo con le mani, basta che lo fai correttamente. Qui di seguito ti mostro il movimento più semplice per solfeggiare ed è il metodo che ti consiglio di utilizzare. Nei tempi semplici farai solamente due movimenti, uno in giù e uno in su. Nei tempi composti ne farai tre. Uno in giù, uno verso il centro e uno in alto. Vediamo questo semplice schema:

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Movimenti mano nei tempi semplici

Movimenti mano nei tempi composti

20

Ti consiglio di visualizzare questa videolezione per comprendere al meglio come muovere le mani per solfeggiare.

www.christiansalerno.com/mano/

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Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

22

Prima Parte



Scale di Semibrevi



Lento

1.



12

2. 7

 3.











Scale di Minime





































 

















 



 



















                

Scale di Semiminime

         4.         Scale di Semicrome                5.     Scale di Crome

 

Intervalli di Terza

6. 7

     

15



 

 





 

 



 

 



23



 

 



 

 





 

 





  

La Scala Immagina proprio una scala reale che ti porta al secondo piano: Sali il primo gradino, poi il secondo, poi il terzo, e così via… Ora proietta questa cosa in musica. Una scala è una successione di note vicinissime (dette di grado congiunto) che si susseguono. Quando le note non sono vicine ma saltano, si chiamano gradi disgiunti.

Esempio di scala:

In base alla disposizione di questi gradi congiunti otteniamo diverse tipologie di scale (scala maggiore, scala minore naturale, scala minore napoletana, scala minore armonica etc.) Esistono due tipi di gradi congiunti:  Il semitono: la più piccola distanza fra due tasti  Il tono: il doppio del semitono.

24

Ne consegue che Do-Re, essendo il grado congiunto più grande prende il nome di tono, mentre Do-Reb (o Do-Do#) prende il nome di semitono. Il modo in cui questi toni e semitoni si susseguono vanno a creare tipologie differenti di scale musicali.

Alterazioni Ultimo Step e poi passiamo nuovamente alla pratica. Devi sapere che ogni nota può essere alterata. Questo avviene grazie agli accidenti (o alterazioni). Cosa sono gli accidenti e in che modo alterano la nota? Te li presento!

Tabella delle Alterazioni Figura

Nome Diesis

Bemolle Bequadro Doppio

Diesis Doppio

Bemolle

25

Importante: l’alterazione di una nota ha valenza per tutta la battuta. Nella battuta successiva, la nota torna senza alterazione.  Il Diesis. Il diesis innalza la nota di un semitono. Un semitono è la distanza più vicina che abbiamo tra un suono e l’altro. Se ad esempio vogliamo figurarlo su una tastiera, giusto per aiutarci, il risultato è questo.

 Il Bemolle. Il Bemolle abbassa la nota di un semitono. Dunque è come se fosse uno specchio del Diesis. Se il Diesis altera la nota andando verso l’alto, Il bemolle fa lo stesso ma verso il basso.

 Il Bequadro. Il Bequadro annulla l’effetto di una nota alterata precedentemente. Se vogliamo annullare un Diesis che abbiamo messo nella stessa battuta abbiamo bisogno di un Bequadro. Questo perché un’alterazione vale per l’intera battuta e, se non la annulliamo, è sottintesa. Vediamo nel concreto.

26

 Doppio Diesis (raro). Il Doppio Diesis innalza la nota di un Tono (la somma di due semitoni). Quindi non il semitono successivo bensì quello dopo ancora.

 Doppio Bemolle (raro). Con il Bemolle è lo stesso ragionamento, ma verso il basso (sinistra). Prova a farlo da solo, ti lancio una piccola sfida. Scrivi DO-DO♭-DO♭♭

 Le Alterazioni Fisse. Possiamo trovare l’alterazione dinnanzi ad una nota, e in quel caso la valenza è per l’intera battuta:

Oppure possiamo trovare le alterazioni immediatamente dopo la chiave. In questo caso la valenza di tali alterazione è per tutta la riga. Se si desidera ripetere l’alterazione fissa nella riga successiva, bisogna indicarlo nuovamente. N.B. generalmente negli spartiti Jazz troverai l’alterazione fissa solo sul primo rigo. 27

In questo esempio puoi notare come, nonostante nella prima battuta ci sia stato un bequadro che ha annullato il bemolle sul MI, nella battuta successiva, essendoci il Mib come alterazione fissa, il bemolle è ritornato ad essere effettivo.

Punto Coronato (o Corona)

La corona è un simbolo che hai già trovato, e ti sarebbe potuto venire il dubbio su cosa sia. Eccotelo spiegato semplicemente: Se guardi con attenzione i primi esercizi che hai svolto fino ad ora, noterai questo simbolo molto spesso sull’ultima nota dell’esercizio. Ma cosa vuol dire esattamente? Questo, è davvero il simbolo più semplice da ricordare.

Chi indossa la corona? Un Re. Cosa può permettersi un Re? Tutto quello che vuole. Ed infatti, anche tu in questo caso, quando avrai la corona su una nota, potrai permetterti tutto quello che vuoi, potrai far durare la nota a tuo piacimento. N.B. potrai prolungare la durata a tuo piacimento non potrai farla durare di meno. 28

Gli Intervalli Un intervallo è la distanza tra due suoni. Se ad esempio immaginiamo un Sol (seconda riga) e un Re (quarta riga):

La freccia disegnata fra le note corrisponde all’intervallo. Ossia la distanza tra il Sol ed il Re. Ma come calcoliamo gli intervalli? È davvero facile. Ti basta contare dalla nota più bassa alla nota più alta passando per ciascuna nota. In questo caso: SOL-LA-SI-DO-RE.

Se provi a contare ciascuna nota, noterai che avremo una distanza di 5 note. Quindi in questo caso l’intervallo si chiama di Quinta. Ricordati dunque che l’intervallo è una distanza e in quanto tale hai bisogno sempre di mettere a confronto due note. Proviamo a verificare se è tutto chiaro: Che intervallo intercorre fra il Do e il La? Risposta: intervallo di sesta! (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La). Tieni bene a mente che per calcolare correttamente l’intervallo devi contare sia le note che intercorrono fra le due, sia le due note stesse! Ora andiamo ancora un po’ più in profondità e poniamoci qualche altra domanda. Che intervallo c’è fra Do e Mi? 29

Risposta: intervallo di terza! Corretto e allora… Che intervallo c’è fra Do e Mib? Risposta: sempre un intervallo di terza! Corretto ma… È possibile che due distanze:  Do-Mi  Do-Mib Si chiamino allo stesso modo pur essendo diverse? Per questa ragione esiste sia l’intervallo maggiore che quello minore. Secondo te fra Do-Mi e Do-Mib, quale fra i due è maggiore? Risposta: quello più ampio. Se prendi un metro e provi a misurare in centimetri la distanza fra Do-Mi e Do-Mib, noterai che la prima distanza misura di più. Che intervallo c’è fra Do e La? Risposta: un intervallo di sesta? Yes! Ma allora… Che intervallo c’è fra Do e Lab? Risposta: sempre una sesta? Sì ma bisogna distinguere quale fra i due intervalli sia più ampio. Quello più ampio prenderà il nome di sesta maggiore, quello più piccolo prenderà il nome di sesta minore.

Dalla lunghezza delle frecce abbiamo chiaramente la risposta.

30

Questo ragionamento è valido per molti intervalli. Facciamo ancora un altro esempio. Che intervallo c’è fra Do e Re? E fra Do e Reb?

La distanza Do-Re è più grande rispetto a Do-Reb, dunque Do-Re è un intervallo di seconda maggiore mentre Do-Reb seconda minore. Il discorso tra maggiore e minore è valido per i seguenti intervalli:  Seconda;  Terza;  Sesta;  Settima. Gli altri intervalli rimanenti, ossia quello di unisono (sarebbe quello di “prima”), quarta, quinta e ottava funzionano in modo diverso. Non hanno il maggiore e minore bensì l’aumentato e il diminuito. Facciamo un esempio semplice. Che intervallo c’è fra Do e Fa? Risposta: intervallo di quarta (Do, Re, Mi, Fa) Che intervallo c’è fra Do e Fa#? Risposta: intervallo di quarta (Do, Re, Mi, Fa#) Uno dei due intervalli è più ampio degli altri, dico bene?

31

Dal grafico evince chiaramente che la distanza Do-Fa# è più grande. Ecco dunque che l’intervallo Do-Fa prende il nome di quarta giusta, mentre quello Do-Fa# prende il nome di quarta aumentata. È un meccanismo un po’ complesso vero? Ho cercato di essere più chiaro ed essenziale possibile. Se hai qualche dubbio o hai bisogno semplicemente di una riconferma, ti consiglio di visionare questo video che ho preparato per te:

www.christiansalerno.com/inter/ Oppure scannerizza il seguente QrCode

Esistono diversi intervalli, ma piuttosto che farti qui uno sterile elenco che ti confonderebbe, mettiti alla prova e fai pratica con gli esercizi che vedrai tra poco. Saranno divisi per intervalli. Un elemento che ti sarà presto essenziale è sapere che la distanza più piccola che c’è tra un suono e l’altro viene definita Semitono. Ricordalo, ti tornerà utile prossimamente.

32

Esegui ora questi esercizi:  Che intervallo c’è fra Do e Fa? _____________________  Che intervallo c’è fra Do e Sib? _____________________  Che intervallo c’è fra Do e Si? ______________________  Che intervallo c’è fra Do e Sol#? ____________________  Che intervallo c’è fra Do e Mib? ____________________  Che intervallo c’è fra Do e La#? _____________________  Che intervallo c’è fra Do e Fa#_____________________

Al seguente link trovi le soluzioni da scaricare:

https://www.christiansalerno.com/wpcontent/uploads/2022/01/soluzione-intervalli.pdf Oppure scannerizza il seguente QrCode

Partiamo con la seconda serie di esercizi. Go!

33

Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

34

7. 6

                        

 8.



       

   

             

                

4

 



Intervalli di Quarta

9.

7

  

  

15

10. 6



    

 

 





 

 



 



 



 

 



  







 



 





 



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                       

           11.                           

4

35





 

Intervalli di Quinta.

12. 9









   



 





   

  

    

14.

   

        

   

15. 





Intervalli di Sesta.

























                   16.                               17.                          



5

3

36



  

          

                 

3

8

 



                   

13.  

5















 





     

      

 



Intervalli di Settima.

18. 7



19.

20.







 









22.

24. 







 































 

Tutti gli intervalli già visti

7

  

25.



















 

                

 

23.  







                

Intervalli di Ottava.

21.

















































 

 

 

   









 

 













 























   







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 





                    

26.  

                         37



 

27. 





Intervalli di Nona.

28.  

29.

 

 





















Intervalli di Decima.

30.

31.  

32.







 







 







Intervalli misti.

33.

34.  35. 



 







  



















 









 





 

 



 











  

  

  



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 





 







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37.  

5



























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 









 

  

       36.           Scale con diverse figure











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    38







 



    

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



Piccoli Solfeggi con note e pause

38.

39. 

5

  

11

40. 5





 

  





 

  

 



    











    

 





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 



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   

 

  

   

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 

 

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 

   

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11

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4

39

43.

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4





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7

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12

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7

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14

46. 

9

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47. 

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3

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48.  

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49.  

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50.  

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3



3

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51. 

7

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11

41

       

Punto di Valore (o punto semplice) Il punto di valore è un semplice puntino che viene posto alla destra di una nota per aumentarne la durata.

Questo punto modifica il valore (cioè la durata) della nota a cui viene affiancato. Ma in che modo ne modifica la durata? Aumenta la nota aggiungendo la metà del suo valore originale.

Se ad esempio abbiamo una nota da 2/4 con il puntino, il puntino durerà la metà, ossia 1/4. Andiamo a sommare dunque la durata originale della nota con il puntino… Dunque in totale una minima col punto vale 3/4. Ossia 2/4 (durata della minima) + 1/4 (punto di valore).

Attenzione a non confonderti: il puntino non ha una durata fissa. Non vale sempre 1/4. Vale sempre la metà della nota alla quale è affiancato.

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Il punto di valore può essere anche doppio (o triplo) e il ragionamento è identico. Il secondo puntino varrà la metà del primo puntino (o se ti piace la matematica un quarto del valore della nota). Esempio:

Legatura Di Valore La legatura di valore altro non è che una linea che unisce due note della stessa altezza. Ti ricordo che con altezza si intende la posizione di una nota nel pentagramma. Quando ci sono due note uguali ed una linea che le unisce, queste vanno sommate.

In questa immagine, ad esempio, anziché solfeggiare due note separate, unirai il tutto sotto un unico suono. Quindi otterrai lo stesso valore di una semibreve. Forse ti starai chiedendo: A questo punto perché non metterci direttamente una semibreve? A cosa serve questa legatura? Ti mostro un paio di esempi in cui la legatura è necessaria, senza la quale non potresti avere lo stesso risultato. 43

A cavallo di battuta.

Una durata del genere non puoi crearla con un punto di valore.

Ho preparato per te alcuni esercizi. Troverai qui di seguito delle legature e delle note puntate. Dovrai scrivere accanto quanto fa la somma:

44

La soluzione agli esercizi puoi trovarla qui:

www.christiansalerno.com/soluzione-legature/

Sincope Per comprendere al meglio questo argomento basta pensare che ogni tempo visto fino ad ora sia composto di accenti forti e deboli. Se prendiamo ad esempio 4/4, per effetto naturale, percepiremo come tempi forti il primo quarto ed il terzo quarto. Mentre il secondo ed il quarto saranno deboli. Immaginati un po’ una marcia dei soldati. Nella marcia si fa il primo passo più forte e il secondo più debole.

Bene, ora partendo da questo presupposto, ossia che ogni tempo ha dei tempi forti e deboli, possiamo capire la sincope.

La sincope è uno spostamento di accento. Abbiamo la sincope quando una nota (ad esempio una nota lunga) parte su un tempo debole e si protrae su quello forte della battuta. 45

Ecco, se vedi questo esempio abbiamo una nota più lunga posta su un tempo debole circondata da due note più corte. Quindi a livello di percezione, cosa accade? Accade che il nostro orecchio avverte questa nota lunga come se fosse una nota posta su di un tempo forte ma non è così!

Dunque, quando si verifica una sincope, dovrai dare un accento sulla nota più lunga in modo da “squilibrare” quell’aspetto naturale dato dall’alternarsi di tempi forti e deboli. Prova a solfeggiare questi:

Ti mostro qui di seguito, a livello pratico, un caso di sincope in musica:

Sonata “Appassionata” di Beethoven, primo movimento. Nella prima pagina abbiamo questa scrittura sincopata. Siamo in tempo di 12/8 (che approfondiremo bene in seguito) e dovremmo avere 4 tempi. Ogni tempo formato da 3 crome. Puoi notare – evidenziati dalla frecce – il momento esatto in cui iniziano questi tempi. Si vede che nel mezzo della battuta, c’è un accento che “cade nel nulla”. Ecco la sincope. 46

Biscroma

Hai presente la tabella delle figurazioni che ti ho mostrato nella prima sezione di teoria? Abbiamo visto: 1. Semibreve 4/4 2. Minima 2/4 3. Semiminima ¼ 4. Croma 1/8 5. Semicroma 1/16

Ora aggiungeremo una sesta figurazione, che altro non è che la metà della semicroma. La biscroma. La biscroma dura 1/32, la metà di una semicroma. Dunque se in 1/4 puoi metterci 4 semicrome:

Di Biscrome, in 1/4, puoi metterne 8:

All’esercizio numero 74 le applicherai per la prima volta. Prima guarda la videolezione per capire a pieno questa nuova figurazione:

47

www.christiansalerno.com/biscrome/

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Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

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52.  

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  

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3

6

53.  





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Punto semplice.

54.

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55.  

5



56. 5



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57.  

5

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Punto doppio

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58. 5

 

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Legatura di valore

59. 5

 

 

10

60. 6

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Esercizio misto.

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  



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11









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20

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16

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25

51

61. 7

LA SINCOPE                   

                                           

13

       62.        

5

   



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     

11

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 

     

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7

                                                                       

13

52

64. 5

      

    

              

10



15

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 







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24

65.

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20



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12

16

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66.

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11

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15

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2

54

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3

SCALE DI BISCROME

74.



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3

Fine Prima Parte

55

Terzine Esistono dei gruppi di note che fanno “contrasto” con la normale divisione del tempo. Ti mostro prima un esempio per incuriosirti, dopo ti spiego:

Noti qualcosa di strano in questa battuta? È un normale 4/4 eppure il terzo movimento ha qualcosa di nuovo. Se analizziamo con attenzione, notiamo questo:  1° Movimento: due crome, Mi e Re.  2° Movimento: due crome, Do e Si.  3°Movimento: tre crome, La, Sol e La!!!  4° Movimento: una semiminima, Sol.

Ma com’è possibile che ci siano tre crome in unico movimento che normalmente ne dovrebbe contenere due? Amico mio, queste sono le figure irregolari. Esistono diverse figure irregolari ma in questo paragrafo ci occupiamo della terzina (la più comune). La terzina è così composta: sono sì tre note ma dovrai suonarle tutte in 1/4. Si chiama infatti gruppo irregolare sovrabbondante poiché ci sono più note di quelle che dovrebbero esserci. Normalmente in 1/4 ci sono solamente due crome. Qui ce ne sono tre! Ne consegue che le tre crome della terzina sono da eseguire più velocemente rispetto alle due crome semplici.

56

Immagina come se ogni croma della terzina avesse solo il 33% della semiminima.

E quindi dovrai far entrare in maniera forzata tre crome in 1/4. Lo stesso discorso vale con la terzina di semicrome, semplicemente tutto vale la metà. Quindi una terzina di semicrome deve entrare forzatamente in 1/8.

Proviamo a solfeggiare questo rigo insieme:

C’è una cosa molto importante che devi ricordare: nel solfeggiare le terzine di ottavi il movimento della mano diventa ternario. Nel solfeggiare le terzine di sedicesimi il movimento della mano diventa binario. 57

Qui di seguito puoi vedere come solfeggiare correttamente questo esempio mostrato sopra:

www.christiansalerno.com/esempio/ Oppure scansiona il seguente QrCode:

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Tempo Tagliato (2/2)

Questa C con una barra nel mezzo indica il tempo 2/2 (due mezzi). Puoi trovarla scritta in entrambi i modi: con la C tagliata oppure con i numeri 2/2. Quando svolgi un esercizio in 4/4, cosa solfeggi? Le quattro pulsazioni (o battiti) presenti in ogni battuta. Qui è leggermente diverso, il movimento di base di questo tempo è la minima (mezzo) e non la semiminima (quarto). Chiaro? Quindi dovrai dividere in due una battuta di questo tipo: un mezzo + un mezzo. Dunque solo due pulsazioni a battuta.

“Ma è identica al 4/4!!!” Lo stai pensando, vero? Eheh, ti leggo nel pensiero. Sì, sono molto simili ma ti spiego la sottile differenza:  il 2/2 ha solo due battiti per battuta, uno forte l’altro debole.  il 4/4, seppur equivalente, ha 4 battiti per battuta. Quindi è diviso in più “sezioni”.  Di solito questi tempi, vengono preferiti l’un l’altro in base alla velocità del brano.

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Prova ad ascoltare la sonata Op.13 di Beethoven, detta anche “Patetica” e sul mio canale Youtube puoi trovare un video dove spiego anche il perché ha questo soprannome.

Subito dopo l’introduzione “Grave”, inizia l’Allegro di molto e con brio. Ti mostro qui parte della prima riga:

Come puoi notare, la prima nota dura 3/4, le altre a seguire 1/4, poi c’è una nota da 2/4 e così via. Vedendo così a colpo d’occhio questo passaggio, non diresti mai che è da suonare veloce, visto che abbiamo detto – in modo iper semplificato e per avere un’idea di massima – che 1/4 equivale ad un secondo. Tuttavia c’è un però… Guarda l’indicazione di tempo. Non c’è scritto 4/4 bensì tempo tagliato. Questo dovrà subito farci intendere che invece si tratta di una parte veloce del brano. Puoi cavartela praticamente utilizzando uno dei due ragionamenti:  O immagini che ogni nota scritta valga la metà (quelle da 2/4 diventano da 1/4 e così via);  Oppure – il metodo più semplice in assoluto – puoi continuare a contare sempre fino a 4 (come nel 4/4) ma il doppio più veloce.

60

La Scala La scala è una successione di note di grado congiunto. Cosa vuol dire di grado congiunto? Significa che non saltano. Ne abbiamo già parlato, ora aggiungiamo una parte.  Do, Re, Mi sono note di grado congiunto;  Do, Mi, Sol, sono di grado disgiunto.

Assodato che la scala sia una successione di note di grado congiunto, devi sapere che si dividono in due categorie principali: • Scala Maggiore: Ricorda che il semitono è la distanza più breve che c’è tra una nota e l’altra. Il tono invece è l’insieme di due semitoni. Quindi, Semitono + Semitono = Tono

Semitono

Tono

Bene, ora ti svelo la sequenza con la quale potrai costruire tutte le scale maggiori senza che nessuno debba spiegarti nulla. Se ad esempio vuoi conoscere la scala di Do Maggiore, parti dal DO e segui questa sequenza:

T - T – ST –T – T - T- ST Scala di Do Maggiore:

T=tono - ST=semitono

61

 Partiamo da DO  Aggiungiamo un tono e abbiamo il Re  Un tono e abbiamo il Mi  Un semitono e abbiamo il Fa  Un tono e abbiamo il Sol  Un tono e abbiamo il La  Un tono e abbiamo il Si  Un semitono e abbiamo il Do

Parti da una nota diversa, segui lo stesso ragionamento ed avrai tutte le scale maggiori. Ovviamente per trovare le note che formano tutte le scale musicali non dovrai obbligatoriamente fare questo lavoro. Ci sono parecchi libri di scale musicali in circolazione ed esistono informazioni online e applicazioni che ti permettono di imparare queste scale molto facilmente. Fra tutte ti consiglio

“piano

companion”,

un’applicazione

premium che però ha a disposizione gratuitamente la gran parte della teoria musicale di base. Dunque potrai studiare e ripassare scale, accordi e tonalità. Scoprirai scale di cui non sapevi nemmeno l’esistenza! La trovi gratuitamente sul play store. Le scale maggiori sono 12¸una per ogni tasto dell’ottava (Do maggiore, Do#maggiore, Re maggiore, Re#maggiore e così via). Ma ci sono anche le scale minori. Anche questo caso sono 12, per un totale di 24 scale (escludendo quelle omologhe). Di nuovo, una scala per ogni tasto (Do minore, Do#minore, Re minore, Re#minore e così via).

Andiamo ad approfondire dunque le scale minori.

62

Scala Minore Immagina che ogni scala maggiore abbia una sorella minore. Sai perché dico sorella? Perché sono estremamente simili! Ad esempio la scala relativa minore di Do maggiore è La minore. Questa è la sua sorella minore perché è composta dagli stessi tasti, dal La al La con tutti tasti bianchi (la scala di Do invece va dal Do al Do con tutti i tasti bianchi). Ma tornando al pratico, esistono 3 tipi di scale minori ed esiste un modo per trovarle all’instante. Innanzitutto, per rintracciare le relative minori, ti basta contare 6 note dalla prima nota della scala maggiore (oppure spostarti di un tono e mezzo sotto rispetto alla prima nota della scala maggiore). Se ad esempio conti 6 note partendo da Do maggiore, trovi la sua relativa minore, cioè La minore. Se sei sulla scala di Sol Maggiore, e vuoi trovare la relativa minore, ti basta sempre contare 6 note partendo dal Sol (e seguendo la scala di Sol). Sol – la – si – do – re – Mi. Oppure utilizzando l’altro metodo, basta che prendi il Sol e conti un tono e mezzo (ovvero un tono e un semitono) in senso discendente e ottieni lo stesso risultato: Sol – fa# – Mi. Capito come trovare le relative minori, comprendiamo come sono fatte. Esistono 3 tipologie di scale minori: 1. Minore Naturale; 2. Minore Armonica; 3. Minore Melodica;

63

Minore Naturale La scala minore naturale non ha bisogno di spiegazioni, questo perché è davvero semplice. Questa scala ha le stesse alterazioni della sua relativa maggiore. Abbiamo detto che il La minore è la relativa minore di Do maggiore, mi segui? Questo vuol dire che La minore Naturale avrà le stesse alterazioni di Do maggiore (cioè nessuna). Quindi da La a La suoneremo tutti suoni naturali (nessun diesis o bemolle).

Minore Armonica Per costruire la scala minore armonica ti basta fare un’unica modifica. Parti dalla minore naturale e innalza (♯) il Settimo suono.

64

Minore Melodica Questa è quella più complessa. Perché è diversa in base alla direzione. Cioè se la scala va verso l’alto (ascendente) ha delle alterazioni, se va verso il basso (discendente) ne ha altre.

Cercherò ora di mostrartela nel modo più semplice possibile. Partendo sempre dalla minore naturale, in fase ascendente innalziamo (♯) il sesto e settimo grado. In fase discendente ha le stesse alterazioni della minore naturale, cioè annulli le alterazioni che hai aggiunto in ascesa.

Ascendente

Discendente

Per riuscire a memorizzare questi 3 tipi di scale minori, mi piace sempre raccontare questa favola. La scala minore naturale è imperfetta poiché manca il semitono fra settimo e l’ottavo suono. Il semitono è fondamentale poiché dà il senso di chiusura alla scala. Così un giorno un teorico della musica disse: “Bisogna assolutamente avere il semitono alla fine della scala! Bisogna alzare il settimo suono!”, così invento la scala minore armonica. Però il suo antagonista rispose: “guarda che la definizione di scala musicale è una successione di gradi congiunti. Se tu alzi solo il settimo suono, poi tra il sesto e settimo ho un salto e perciò non è più una scala. Occorre alzare anche il sesto suono per eliminare tale salto”. Ecco che spuntò fuori la scala minore melodica. 65

l

Tonalità Uno dei concetti più difficili da spiegare e da capire è quello di tonalità. Spesso si confonde con il concetto di scale o con quello di accordi. Questa confusione si crea perché questi temi sono tutti in relazione fra loro. Ecco cosa si intende per tonalità:

Prendiamo una scala musicale (in questo esempio quella di Do maggiore) e costruiamo su ogni nota un accordo (insieme di almeno 3 suoni aventi una certa distanza). L’insieme di questi 7 accordi (escludendo la ripetizione dell’ottava nota) e la relazione fra questi 7 accordi forma quella che viene chiamata tonalità. È possibile riconoscere velocemente una tonalità in base alla propria armatura di chiave, cioè alle alterazioni che vediamo poste immediatamente dopo la chiave (qualsiasi essa sia). Se ad esempio un brano è stato composto in Sol Maggiore (quindi faccio la mia formuletta per trovare la scala maggiore T-T-ST-T-T-T-ST) saprò che la scala di Sol maggiore è formata dalle note Sol, La, Si, Do, Re, Mi, Fa#, Sol. Dunque mi aspetto che in Sol maggiore tutti i Fa siano diesis. Ecco dunque che avrò il seguente risultato grafico:

Vedendo questa armatura di chiave mi renderò subito conto che il brano che sto per suonare/solfeggiare è stato scritto in tonalità di Sol maggiore (o la sua relativa minore, ovvero Mi minore). 66

Dunque quel Fa sarà sempre diesis, e non ci sarà bisogno di scriverlo affianco ad ogni Fa. Anche in questo caso ti consiglio di seguire la videolezione per capire a pieno questo argomento. Ascoltandomi sono sicuro che avrai maggiori sicurezze e meno dubbi.

www.christiansalerno.com/tonalita-2/ Oppure scansiona il seguente QrCode:

Tabella delle Tonalità

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Tempo 3/8 Ultimo argomento e poi passiamo alla seconda sezione di esercizi. Pronto? Dai che ci siamo! Il tempo 3/8, come dice la frazione è composto da 3 note che valgono un ottavo (oppure le varie equivalenze). Quindi questo tempo è composto da 3 pulsazioni (o battiti) da 1/8 ciascuno. Il 3/8 rientra nella categoria dei tempi semplici (a suddivisione binaria). È un tempo che somiglia molto al 3/4 con la differenza che, solitamente, è più veloce. Esempio di scrittura in 3/8.

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Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

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PARTE SECONDA

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6

 

12



17



22



27

76. 5

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13



17



21

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26

70

77. 

7

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Andante

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13



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19

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3

23

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28

33



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6

10



14



18



21

  

  

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    3

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3

71

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Andantino

6

 

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13





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20

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26

32

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38

Larghetto                         80.                               3   3           3 3 3 3         3      3    3                                                3                 3   3   3    3   3                                           72

6

12

18

25

31

            81.                                                                                                                                         Allegro moderato assai.

7

14

21

28

35

  3    82.   

   3     

Andante mosso.

6

 

11



15

  

  

 3   

  

     3

3                 3       3                   3   3                

3  3 3                         

20

   3   3               

25

 

            3        

31

73





Larghetto.                  83.                                                                                   3                          3      3     3        3 3

7

12

17

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32



3 3   3           

 3  

3

      3

                  84.     3                          3 3 3            3         3       Larghetto mosso.

6

11

           

15

3

    3         

19

      

23



 3      3

 3   

  3    

  3 

 3  

         3   3 3                   3  74

Tempi Composti

Sei giunto finalmente qui! Come sono andati gli esercizi precedenti? Datti un voto su come, secondo te, stai andando. È importante sapersi autogiudicare. 1

2

3

Poco Soddisfatto

4

5

6

Abbastanza Soddisfatto

7

8

9

10

Molto Soddisfatto

Andiamo avanti, chi si ferma è perduto! Fino ad oggi hai studiato i tempi semplici, dico bene? Ossia quei tempi che hanno una suddivisione binaria. Per esempio in un 4/4, se prendi la pulsazione base, ossia il quarto, puoi suddividerlo in due ottavi.

Oggi scopriamo, invece, i Tempi Composti. Questi sono tempi che hanno una suddivisione ternaria della pulsazione base. I tempi composti principali sono i seguenti:  6/8  9/8  12/8 Se analizziamo attentamente questi tempi, notiamo la loro suddivisione ternaria.

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Prendiamo ad esempio il 6/8, il più comune.  Le pulsazioni di questo tempo saranno due ma ognuna suddivisibile per tre. Due pulsazioni, ciascuna divisa in 3 suddivisioni.

Dunque dovrai pensare a due movimenti, ciascuno diviso in tre crome. Il discorso è praticamente lo stesso con il 9/8 ed il 12/8, ti mostro degli esempi:

 Il 9/8 ha 3 pulsazioni, ciascuna divisibile in 3;  Il 12/8 ha 4 pulsazioni, ciascuna divisibile in 3; Esegui ora il seguente esercizio. Completa le battute inserendo i valori mancanti. La prima battuta, a titolo di esempio, l’ho già completata:

La somma delle note di ogni battuta deve essere di 6 crome. Date le molteplici risposte corrette per ogni battuta, non troverai una soluzione all’esercizio. 76

Sestina di Semicrome

La sestina di semicrome deriva dalla terzina. È come se fosse l’unione di due terzine, una dopo l’altra. Questo significa che devi dividere il tempo in tre suddivisioni (come se fosse una terzina) e per ogni suddivisione solfeggi due note. Ora ti conto le suddivisioni:

Se guardi attentamente il primo movimento, noti che:  La prima suddivisione comprende Do – Re  La seconda suddivisione Mi – Fa  La terza suddivisione Sol – La Poi ci sono i restanti movimenti che hanno una normale suddivisione in 2 (binaria). Attento a non cambiare tempo quando passi da suddivisione ternaria a binaria. Perché, attenzione, siamo in un tempo semplice, quindi abbiamo suddivisione binaria. Dunque, questa sestina ha una suddivisione ternaria, è quindi una figura irregolare in un tempo semplice. Fai attenzione che questa sestina deve avere la stessa durata di 1/4 della battuta, proprio come se fosse una semplice terzina di crome.

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Qual è la differenza fra una sestina e due terzine ravvicinate? È che nel primo caso abbiamo gli accenti ogni due note, nel secondo l’accento cade ogni tre note. Dunque in presenza della sestina solfeggerai come nell’immagine di sinistra, nel resto della battuta solfeggerai come nell’immagine a destra.

Un errore tipico degli allievi alle prime armi, è quello di cambiare il tempo, ossia la velocità col quale muovono la mano nel solfeggio. Questo è un errore. Il tempo non può cambiare. Sia che tu incontri note “facili” che “difficili” la velocità deve rimanere invariata. Se stai andando ad esempio ad 80 BPM (battiti per minuto) e stai solfeggiando, dovrai fare il quarto sempre in 80 BPM. Che sia con suddivisione ternaria o binaria. Guarda il video fondamentale per comprendere al meglio la sestina:

www.christiansalerno.com/sestina/ Oppure scannerizza il seguente QrCode:

78

Sincopato Hai presente la sincope? Quello spostamento di accenti creato da una particolare figura ritmica? Per esempio una nota più lunga tra due più corte.

Ecco, la sincope può procedere in due modi:  Risolvere;  Proseguire; Se risolve, riprende il suo accento forte sul battere e quindi riacquista il suo “equilibrio” (come nell’immagine sopra). Ma può proseguire, e in quel caso avrà un continuo spostamento di accenti:

Come vedi nell’immagine, la sincope prosegue dando continuamente un accento al levare. In questo caso prende il nome di sincope composta.

Terzina di Semiminime

Altra figura irregolare. Una terzina di semiminime che deve durare 2 quarti… bella storia eh?

79

La musica è bella perché è varia, amico mio. Nonostante il tempo semplice abbia una suddivisione binaria, quando trovi queste figurazioni irregolari devi passare ad una suddivisione ternaria. Facendo attenzione a non cambiare il tempo come abbiamo già detto più volte. Ora pensa a questa cosa, super semplice: esegui suddivisioni ternarie di cui ogni semiminima prende solo 2 suddivisioni.

1

2

3

1° Movimento

1

2

3

1

2° Movimento

2

3

3° Movimento

1

2

3

4° Movimento

Analizza attentamente questo grafico, ha bisogno della tua massima attenzione.  La prima semiminima prende le suddivisioni 1 e 2  La seconda semiminima prende le suddivisione 3 e 1  La terza semiminima prende le suddivisione 2 e 3

Miglioriamo Insieme Mentre scrivo queste pagine mi sono chiesto: “in che modo posso aiutare lo studente in maniera impattante”? Ecco che ho ideato questa sezione che non troverai da nessun’altra parte. Ho selezionato le battute più difficili della seconda sezione di questo libro, le ho riportate qui e te le mostro praticamente una ad una. 80

Puoi sia vederle tutte ora, oppure scegliere di vederle solo nel momento del bisogno quando troverai battute simili negli esercizi futuri, a te la scelta! 1

2

3

4

5

6

81

7

8

9

Trovi le soluzioni in video al seguente link:

www.christiansalerno.com/solfeggio-esempi/ Oppure scansiona il seguente QrCode:

82

Legatura di Frase

La legatura di frase è una linea curva che avvolge più note di diversa altezza. Ma quale effetto ha questa legatura di frase sul senso musicale? Influisce in diversi modi. Il primo effetto è quello di non dare spazio al silenzio. Tra una nota e l’altra non ci deve essere silenzio, appena ne termina una deve iniziare subito la successiva. Immagina come se tutte queste note si tenessero per mano. Dopo una nota, inizia subito l’altra. Nel caso di uno strumento a fiato queste note andranno suonate tutte d’un fiato! Il secondo effetto è sul lato interpretativo. Una legatura di frase ti indica la direzionalità della musica. È come un’onda del mare che arriva e poi se ne va. Allo stesso modo dovrai suonare le note sotto legatura. Parti con un suono debole, cresci nel centro di questa legatura e infine termini ancora con un suono debole. La musica diventa più bella quando ci metti espressione. 4 note suonate di fila non significano nulla se non hanno una direzione. Questa direzione la puoi dare grazie all’espressività, ovvero la possibilità di cambiare il volume sonoro di queste note. Ricordiamo sempre che la nostra finalità è quella di suonare non di solfeggiare. Il solfeggio va messo in pratica e applicato poi allo strumento che suoniamo. Dunque è fondamentale capire l’applicazione pratica di questi concetti.

83

Articolazioni

Le articolazioni sono dei piccoli simboli che possono essere assegnati alle note per avere un effetto desiderato particolarmente originale. Ogni articolazione ha valenza solamente sulla nota alla quale è applicata. Vediamo le 3 articolazioni principali:

1. Accento. Questa articolazione ci indica che la nota sulla quale è posta (DO) dovrà essere più marcata e decisa. Solfeggiata o Suonata con più decisione.

2. Staccato. Questa articolazione è rappresentata da un puntino sopra o sotto la nota e indica lo staccato. In questo caso una nota va solfeggiata o suonata per metà della sua durata. Ai miei studenti di pianoforte dico sempre di immaginare che la tastiera scotti e che non puoi premere troppo a lungo la nota altrimenti ti bruci! Dunque devi saltellare sulle note. Questo è l’effetto dello staccato.

3. Tenuto. Questa articolazione è rappresentata da un trattino. Come ci consiglia il nome, la nota sulla quale è posto questo segno dovrà essere tenuta attentamente per tutta la sua durata, è una nota che ha una certa importanza.

84

A Piacere…

Guarda questa battuta sopra. È una battuta da 2/4 ma al suo interno ci sono molti più quarti. Come mai? Quando trovi scritto “a piacere” significa che devi sentirti più libero di interpretare quella sezione. È come se fosse una parte improvvisata del brano e pertanto deve risultare come tale. Sentiti libero di rallentare e accelerare secondo i tuoi gusti.

Pause di Biscroma Non è un discorso diverso per queste pause. Durano semplicemente la metà delle pause di semicroma. Ho voluto però dedicare loro un capitolo a parte perché nonostante sia un concetto semplice da afferrare dal punto di vista teorico, da quello pratico lo è un po’ di meno. Dunque la pausa di Biscroma dura 1/32 ed è questa:

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Per tua fortuna, troverai questa pausa raramente in uno spartito per strumento. Potrai trovarla più facilmente nei brani lenti che in quelli veloci (paradosso, vero?). Ti lascio qui un esercizio di una battuta che contiene le suddette pause. Prova ad eseguirlo. Come sempre puoi verificarne l’esecuzione visionando la video lezione:

Link alla video lezione:

www.christiansalerno.com/pause-biscrome/ Oppure scansiona il seguente QrCode:

Aiutati facendo attenzione a dove iniziano i movimenti. Individua la prima nota di ognuno dei 4 movimenti. Attento a non perdere il tempo, se necessario aiutati con un metronomo.

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Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

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Adagio.               85.                                                               

5

10

14



18



23



27

  

                                                                                                                     

Allegretto.                86.                                                                                                                                                                             88

7

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                   87.                                                                                                                                               Moderato assai.

6

10

14

18

22

              88.                                                                                          Allegro moderato.

4

7

10

13

                                                                 

15

18

89

                      89.  Sostenuto.

7

    

                                                                         

12

                                   

15

                            

19

                                                                                                                                                                

   90.    

Moderato assai.

   

3

5

7

9

           

10

 

12

90

       91.       

 

Allegro. 3

 

4

7

3

   

 3

     

3  3   3       3

3  3                

3

3

   

 3      3    

3   3  3                      3   

10

     3      3              

13

   

    3    3       

15

18

  

21

           3 3  3   3      3   



     

    

3       3

 

  3           

               

24



26

cresc.

        

             

28

    

                91

 

           

         Andante.

92.

             

4

8

     

          

         

3            3   3   3   3       3         

12



16



      3

      

 

       

                                    

20

                       

24

                              

29



33



38





 

    3

  3   

 3 

 

 3 

   3

          3     3           92

                 93.             Allegretto.

5











10

15



 







                    

                                                                

                                                                        

21

26

                                                           3  3    3    3       

30

35



40



42

 

    

                 

   

                                       dim.

a piacere

                  3      3  3        

46

93

3 3    3  3   3   3         94. 

Andante.

3   3          3  3   3                

4

7

 

11

 

  3                

       

 

                     

                             

15





       3                 





                      

19

                             

23

27

            

30

               3          3

   3  3       3  3  3        

34

94

 

      95.  



Moderato assai.

           



               

4

7

  3                     

10



              3        

 3        3   3   3    6  

 6 6  6 3 6                                

13

3        3  a tempo                      

16

                               dim.

19

      

21

    

            



3 3  3    3                        

25

95

                              96.     cresc.  Allegro moderato assai.

                                 

4

7

                          

10



     

 

                      

                                        

13

                          

16



 

19





 

                   

                              

24

3 3 3     3   3                             3    3                         

28

3

31

96

                              Adagio.

97. 5

8

                                                          

                                 

11

 3          

3            

13

3

                     3            

15

3 3 3            

17

 

3



       3       

19

 

    

 

 3



  

                       

21

                     

24

                     

27

97





  

                     

Allegro moderato

98.

                         

3

5

7

9

                                               

                        

                                  

10

 

12



                 



                 

                

13



14



  3 3 3                        

15

98

                                  

16

                          

18

                          

19

                         

21

                          

23

       

24

 

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   3 3                     

25

 a piacere                    

27



28



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Fine Seconda Parte

99

Quintina Esistono altri gruppi di note irregolari che vanno inseriti in maniera “forzata” all’interno di uno o più movimenti. Abbiamo già visto la terzina e la sestina con le quali basta passare da suddivisione binaria ad una ternaria. Ma esistono altri gruppi in cui questo passaggio non è sufficiente. Bensì dovrai essere tu ad avere il completo controllo del tempo e far entrare nei movimenti una serie di note che non hanno una suddivisione precisa.

Oltre la sestina, potrai trovare la quintina: Di Crome

Di Semicrome

La prima quintina occupa due quarti, la seconda un quarto.

Oltre la quintina, anche se rara, puoi trovare la settimina: Di Crome

Di Semicrome

Occupano rispettivamente due quarti e un quarto.

100

Non ci sono segreti, devi forzare e modificare la durata delle note affinché tu riesca a farle tutte nel tempo giusto. Metronomo alla mano e tanta pratica. Ad un certo punto ti riuscirà in maniera del tutto naturale! L’importante è che queste note abbiano tutte la stessa velocità. Ci sono anche altri gruppi di note composti da 9 note, 11 note… e altro. Ma il discorso è lo stesso, va solo adattato alla quantità di note.

Diesis/Bemolle Naturale

Possiamo trovare un bequadro affiancato ad un diesis o ad un bemolle (vedi immagine). Quel bequadro annulla il doppio diesis rendendo la nota solo diesis. Dato che il Doppio Diesis al terzo movimento sarebbe valso anche per il quarto movimento, per avere un semplice Do diesis (e non doppio) scriviamo in questo modo. Stesso discorso per il Bequadro Affiancato al Bemolle.

Il bequadro annulla il Doppio Bemolle, rendendo la nota solo Bemolle.

101

Andamento Hai presente quando all’inizio di uno spartito trovi “Allegro”, “Moderato” etc? Ecco, quelle parole non rappresentano affatto il carattere del brano. Potrai trovare brani tristi e malinconici con dicitura “Allegro”. Allora cosa indicano? Una sola cosa: la velocità. Se hai a casa un metronomo acustico, potrai notare che ad ogni dicitura (allegro, moderato, presto etc.) corrisponde un range di BPM. Largo – Grave – Lento

Fino a 65 BPM

Adagio – Andante – Moderato

Fino a 105 BPM

Allegro – Allegretto – Presto

Fino a 208+ BPM

Possono essere scritte anche in modi diversi, tipo: Larghetto, Andantino, ecc…

Espressione L’espressione, (chiamata anche colorito oppure dinamica) rappresenta l’intensità del suono. Nel solfeggio è meno rilevante, ma applicata allo strumento è quel qualcosa in più che ti fa distinguere l’esecuzione di un principiante da un professionista. Quindi comprendi bene questo. Esistono determinate gradazioni di intensità e sono le seguenti:  pp (pianissimo)  p (piano)  mp (mezzo piano) 102

 mf (mezzo forte)  f (forte)  ff (fortissimo)  sf (sforzato)  crescendo (aumenti gradualmente l’intensità)  diminuendo (diminuisci gradualmente l’intensità)

Esistono anche segni che vanno a modificare non l’intensità del suono, ma la velocità del susseguirsi di note. Ecco i 3 principali:

 rallentando  accelerando  a tempo (posto dopo un rallentando o un accelerando, ti riporta al tempo iniziale)

Ecco un rigo con alcuni di questi simboli, per mostrarti come vengono inseriti:

103

Segni di Abbreviazione Questa pratica veniva maggiormente utilizzata in passato, quando si scriveva tutto a mano. Tuttavia, è possibile trovare i segni d’abbreviazione anche nelle odierne edizioni musicali. In casi di ripetizione o per non occupare troppo spazio inutilmente, esistono i segni di abbreviazione. Andiamo al pratico, ti faccio appunto risparmiare tempo:

Battuta Ripetuta

Questo simbolo simile al percento (%) intende la ripetizione identica della battuta precedente. Molto semplice, vero?

Movimenti Ripetuti

Questa linea diagonale, sia singola che doppia, sta a significare che i movimenti appena eseguiti vanno ripetuti alla stessa maniera.

104

Note Ribattute

Questo segno di abbreviazione è tipico degli strumenti ad arco che spesso si ritrovano a suonare la stessa nota più volte di fila. Nella prima immagine trovi una nota con un taglio diagonale sulla stanghetta. Indica di suonare crome per tutta la durata della nota (minima). In pratica dovrai suonare 4 note da un ottavo. Nella seconda immagine il discorso è identico, ma dove ci sono due linee andranno eseguite semicrome per la durata di una minima, ossia 2/4.

105

Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

106

PARTE TERZA Questa parte contiene pressochè tutte le combinazioni della divisione in tutti gli otto tempi, segni di richiamo e le abbreviature più usate.

                  99.         3       3        3   3   3   3              Allegro moderato

8

14

          3      3    

3 3 3 3              

3     3     3     3   3    3    3       3            3 3                                                                                                            3                                                                                                                  

19

24

28

33

37

41

44

3 3 5               5                            

47

     

50

  

                    107

       100. 

   

Allegretto

 

          



15

21



26

          

                               

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8





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

              

 

      

  



  

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  

                 

                 

                                            

31

3 3 3           3         3                        

39

3 3 3                              3 3 3   3 3   3 3   3       3                    

      

44

3

3

3

49



53



57

 

3 3  3 3 3 3                                

3                         3

3

108



3 3 3 3         3   3                 101.      

Andante mosso

6

3         3           



11



 3 3 3 3                                      3

3

3            

  

16

3            3

3 3                

3        3   3   3  

22

3

3

3

  



            3

3

3   3 3                                 3 3                                

28

3

3

3

34

      

38

  3      3  



           

3 3 3 3        3                            a tempo 3 3 3     3   3 3                 

44

3

rall.

49

                              3     3                           3

52

55

109

                             Larghetto

102. 6

                           



                             





              

10

                          

13

17



41



               

                                   

                                            

44



47



         

   

 3   

                  

3 3    3       3  3            3          3  3  

50



                                              

53

58



61





 

            

                          110

                                                              

   103.      

     

Maestoso

6

   

8

  

9

 

cresc.



                         

        

      

3 3 3 dim. 3 3                        3  3               

10

 

12

 

15

                                                                                   

 

  

   

     

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17

19



  

   

20

                                                       

21

22

                                    

26

111

104. 6

 

12



 

 

 

 

Allegro giusto









21



26

30



34



37



41



44



47

     

 

       

   

      

16











    

  3  3        3





 





                     

3     3    3      3

      

 3 3         

  

3

     

                                        3 3  3 3  3                           3  3     3    3               3 3 3  3                                                                      3   3                                 112

  105. 

 

Largo



5





   

    

    



 

   



       

     

3                                   

9

                 

12



16



19



21

  

                

3

3

 

 



3





   

   3         3



    

3             3

          3

6 3 6 6    6      6                      3

113



23



27



31

  

3 3 3 3  3 3                                     

          

      3  3    

    

34



37



39

 

6

6

   

3  3                  



     

         

   

             



  



3

3

        3    

3



    3

                           

                            3

42



3

3

3

3

114

3

 

Andante sostenuto                                  106.                                                                                                   7

12

15

                                         

19



24



                                       

                                        

28

                                    

31



34



                      



         





   

                                                                                                            

38

43

46



49

      

115





 

3 3           107.                 

Allegro vivace

6

                                      

12

     

            

18



23



                             

                                 

29

116

                             

35

 

41

  

                    

                                     

47

                          

53

                   

59

                             

65

117

                           108.     3

Adagio













5

8

10

3

 3 7 6      5                               6

    

                 

      3   3   3      3                    

   3                                 

12

                              

15



19



   3            3                       118

3       10         3   3          3     3     

22

                          

25

           





                          





  3 3   3                                  

27

29

3

3

3

          

31



33



      

3



3

             

    119

     



 

             109.  Andantino grazioso

   

     

                                            

4

7

                                                                            

10



                                          

13



16

  

                        

                                                

18

120



21





         

    

 

                       

24

            



 

         

                                         

28

3 3 3            3                               3

33

3   3                   3                     

35

3

3

3

3

3

3

121

                                 110.     Moderato assai

6

                                     













11

14

16



17

                      

             3

3

       

                

        3

3

3 3     

                                      

                                

18

122

  

  

3    3    3   3   3 3                      3

22

                                            

24



28



           

           

                       

30

 

  

                   

        

                 3    



32

35

123

   

                                     Moderato

111.

7

3   3       3                                3 3         3        3       3                   

12

                                          

18

                                         3

3

3

3

22

3                     3                         

25

124

                                           

32

3                                       

37

       

42

       3       3                

3 3                       3              

49

3

3 3                  3  3   3   3                 

52

3

3

               3                     6

3

56

125

6

Abbellimenti Gli abbellimenti sono delle note utilizzate, appunto, per abbellire la melodia, per renderla più fiorita (vengono anche chiamati fioriture). È una pratica che è stata ampiamente utilizzata nel periodo barocco ma che è stata poi riportata sia nel periodo classico che quello romantico. Esistono 5 principali abbellimenti e te li elenco qui. Sappi che per ogni abbellimento esistono casi diversi (fin troppi) in cui possono essere eseguiti in modo diverso. Perciò, ti riporto qui i casi principali e più frequenti. Iniziamo con i nostri 5 abbellimenti.

Appoggiatura Questo abbellimento sottrae alla nota principale (detta nota reale) il suo stesso valore. L’appoggiatura viene indicata con una piccola croma. Meglio un’immagine:

In questo caso l’appoggiatura ruba metà dalla semiminima principale, quindi il Re durerà 1/8 ed il Do anche.

In questo caso l’appoggiatura durerà sempre 1/8, e il rimanente andrà al Do (ossia 3/4 e 1/8).

126

L’appoggiatura può essere sia ascendente che discendente. Quelle che hai visto fino ad ora sono discendenti, un’appoggiatura ascendente è ad esempio questa:

Acciaccatura L’acciaccatura prende solo una piccolissima porzione della nota successiva (anzi, il più delle volte viene eseguita in levare, sottraendo perciò valore alla nota precedente). Assomiglia all’appoggiatura ma si differenzia per la barra obliqua posta all’altezza della gambetta. Dovrai eseguire l’acciaccatura il più velocemente possibile.

Prima ti mostro com’è, poi come dovresti eseguirla:

Ecco come eseguirla:

Non badare alla scansione ritmica, dovrai semplicemente fare il più velocemente possibile questa notina. Viene indicata da una nota tagliata al centro. L’acciaccatura può essere anche doppia o tripla, sono rare ma potresti trovarle. In quel caso il discorso è lo stesso, le note velocissime passano a 2, oppure 3.

127

Acciaccatura Doppia

Acciaccatura Tripla

Mordente Il Mordente semplice (esiste anche quello doppio) rappresenta l’esecuzione veloce di tre note: nota di partenza (reale) – nota superiore (o inferiore) – di nuovo nota di partenza (reale). Quando la seconda nota è superiore viene definito mordente superiore, quando la seconda nota è inferiore viene definito mordente inferiore. Il mordente inferiore lo riconosci dal taglio in mezzo. La prassi esecutiva prevede che nel periodo barocco e classico il mordente debba partire dalla nota ausiliaria, mentre dal periodo romantico dalla nota reale.

Esecuzione:

Gruppetto Un gruppo di note veloci che circondano la nota principale. Può essere diritto o rovesciato.

128

Diritto

Rovesciato

Nota Reale, superiore, reale, inferiore, reale.

Nota Reale, inferiore, reale, superiore, reale.

Esistono diversi contesti in cui le note veloci del gruppetto possono essere anche terzine, questo è il più ricorrente:

Trillo Un rapidissimo alternarsi di due suoni congiunti, questo è un trillo. Viene indicato con le lettere tr e si svolge in questo modo:

129

Quindi parti dalla nota reale e la alterni in maniera molto rapida alla nota immediatamente successiva. Il trillo può anche avere delle indicazioni rispetto a come iniziare (nota di preparazione) e a come finire (nota di conclusione), eccoti un esempio di battuta che potresti trovare:

Come al solito, nel rigo di sotto, trovi come puoi svolgere in maniera corretta la battuta appena sopra. Ti è chiaro? Bene, è arrivato il fatidico momento, da vero esperto. L’ultima parte del libro, la più complessa. Armati di enorme volontà, questi esercizi ti metteranno a dura prova.

130

Guarda i Video dei Solfeggi

Nelle pagine a seguire troverai una serie di esercizi di solfeggio. Ho ritenuto che sarebbe stato utile potere visionare l’esecuzione di tali solfeggi. Così ho preso quelli più importanti, ho individuato i punti salienti e ho realizzato dei video. Troverai dei video di me che solfeggio. Ti consiglio fare partire il video e di solfeggiarci sopra. In questo modo capirai se svolgi l’esercizio in maniera corretta oppure no. Per accedere ai video dirigiti a questo link:

www.christiansalerno.com/metodo-bona/

131

           

    112.  

Grave

con espressione

               

8

   

        

   

3        3                    

13

   

    

 

                                           cresc.

20

                                       

24

                        3               3 3 3 3

27

3

      

32



3    3          







30

3

3 3 3 3                                    3

3

3

3

3

3

132

3



33



    

                   

3 3                                         3

3

34

                                  

37









45

50

 

3

 



    3

  

       

         

133

   

   

        

       Adagio

113.

7

  

                      

                       

   

      

                                    

12

                                           

19

   3 3                           

25

  3    3                                

30



35



3   3 3 3 3                                    134

         

            





        





                            

39

43

    5                                          

46



49



                                  

3                                 3 3 3

3

3

3

3

51

135

3

3 3 3 3 3 3 3                         

Allegro 3

114.

3

3

3

3

  3   3                            

4

7

3

                                                            

10

                                

13

                               

15

                                      

17

136

                  

20

                

22

                               

24

          

       

26



28





   

                  

137

                     115.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Allegro con brio

5

10

15

19

23

27

32

37

41

45

50

53

138

                                  116.    Sostenuto

6

                                               

  3 3            3             3                

10

 3   3                                       

12

                                  

15

3  3  3       3  3   3   3       3   3          

17

                                

19

139

 

20

    

    

         

                                         

21

      

24

    3                      

       

27



28



             

                     

                 

29

140

    

    117. 

Segni di abbreviazioni e di richiamo  Allegro mosso

   

4

7

 3





3

          3

3

3

                          

           



          

11

             

15



3

    

                   

 

        





          

                                         

19

   3  3     3    3    3   3          

23

141

   

28

 

Dal al poi segue

                    

                             

32

                                  

34

                       

36

            

38

          

41

            

43











          

   9      142



118.  

                               

Allegro spiritoso

                                       

5





             

10







          





                                

14



18





  

        

20











  







                     143

                                       

25



             

30





                      

                   

35

              

38

       

                                 

41

                                

44

144

Altri segni di abbreviazioni Allegro

119.

     

 

4

 

9

    





   

       

14

   



     



  

 



           

 











         3

3

3

       3                  

17

    

20

    

24

      

     D.C.    

27

                

sino al

 

     





 

3 3              



145

3                   3

3

3     3  

7

 3   3 



4

 

   3

 3   3 

  

                   Più mosso

                         

10



12



 

14

                





                        

                      

16

146

 



In quest'ultimo Solfeggio sono riuniti tutti i tempi onde abituare l'Allievo al cambiamento istantaneo.

3          

Allegro moderato

120.

    3



4

3

   







          3

3

3     3    3                

11



14



3

  3        3       3               

Allegretto

8

      

   

3

     5  

 3     3    3  

      3                 3

     3   3                                       

16

a piacere

     

17

    

Andante mosso

      

22

stent.

 3 

   

    

              3

147

   

 

6

                                   

  

          



         

Allegro giusto

       

10

   

13

        

17

       

22

3

3

     

27



32



     

36



  

  

 

   



  



        

     

        

     3     3    

 

      

  

Andantino

    

  

 

     

148

   

     

          

   

   

           

                 3



39



44

 

                      

 

Vivace



                           

3       

48

 

        3

3

               

52

3



 

56



59



     

    

65

 

     

62

3

3

  



  



 

  

 

    

  

       

              

 

          

68

3

    

   

Sostenuto

3





  

  

  

                 

  149





 



     



70





         

              

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♮  ♯         3    3                  

72

   

  

74

          Più mosso

                                  

76

                               

78

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80

Allegro molto 3

3

3

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83

     

85

 150



 

FINE DELLA III.PARTE

Chiave di Basso

In musica però, non esiste solo la chiave di violino. Ce ne sono altre 6. Sì, hai capito bene. Ciò significa che a seconda del tipo di chiave che verrà inserita all’inizio del pentagramma, le note si chiameranno in un modo o nell’altro. Ti faccio un piccolo esempio:

Qui, a titolo di esempio ho utilizzato solamente 4 chiavi, ma puoi vedere come – pur posizionando le note sempre sulla stessa altezza – cambiando la chiave cambia il nome delle note (e di conseguenza la loro altezza). Dunque le chiavi musicali in totale sono 7 e da qui deriva il nome setticlavio (violino, basso, baritono, soprano, mezzo soprano, contralto, tenore). La domanda ti sorgerà spontanea: che me ne faccio di tutto queste chiavi e a che servono? Devi sapere che ci sono alcuni strumenti musicali che leggono con queste chiavi. Per esempio il violino legge gli spartiti con la chiave di violino ma la viola legge principalmente in chiave di contralto. Inoltre, l’utilizzo di queste chiavi può aiutarti a trasportare velocemente un brano da una tonalità all’altra. L’esame del setticlavio è uno dei più temibili in Conservatorio dato che l’allievo dovrà solfeggiare una pagina musicale dove saranno presenti tutte

151

e 7 le chiavi. Sembra una follia ma ti assicuro che con molto allenamento si può fare. Alla fine è quello che fanno i direttori d’orchestra, no? Ma voglio darti una buona notizia. Per le nostre finalità non abbiamo bisogno di imparare tutte queste chiavi, ce ne bastano solo due. La prima, l’hai già appresa ed è quella di violino. La seconda, che vediamo ora, è la chiave di basso (appartenente alla famiglia delle chiavi di Fa). Su alcuni siti (e persino testi di teoria musicale) potrai trovare che chiave di basso e chiave di fa siano sinonimi ma non è così. La chiave di Fa è una famiglia e comprende la chiave di basso e quella di baritono. Per farti un esempio, è come se una persona per chiamare mio fratello urlasse semplicemente “Salerno!”. Probabilmente ci gireremmo sia io che lui. Se vuoi identificare proprio lui allora lo devi chiamare per nome: Vincenzo! Le chiavi che appartengono alla famiglia delle chiavi di Fa vengono disegnate come una sorta di mezza luna verticale seguita da due puntini. Al centro di quei due puntini scorre una riga del pentagramma. Su quella riga c’è il Fa.

Una volta conosciuta la posizione del Fa, risulta semplice trovare tutte le altre note. È importante però capire quel “Fa” dove si trova sulla tastiera. Si tratta del Fa immediatamente sotto al Do centrale. Nella figura qui sotto si può capire meglio: 152

Evidenziato a destra trovi il “Do” centrale. Evidenziato a sinistra trovi il “Fa” della chiave di basso. Ora, per imparare più velocemente queste note, è necessario suddividere le 9 note nel pentagramma in note sulle righe e note negli spazi.

Note negli spazi

Note sulle righe

Adesso prova a svolgere questo semplice esercizio. Scrivi sotto ogni nota il suo nome:

153

Se vuoi migliorare la tua lettura delle note prima di affrontare questi ultimi solfeggi in chiave di basso, ti consiglio di esercitarti sul libro Chiave di Basso: 50 esercizi di lettura progressivi (con video lezioni). Lo trovi facilmente su Amazon.

Gli esercizi sono pensati per farti raggiungere una lettura fluida e veloce in poco tempo grazie al modo in cui sono stati progettati gli esercizi. Sono 50 e sono progressivi. Troverai delle video lezioni allegate che ti aiuteranno a memorizzare con maggiore facilità le nuove note. Ora non mi resta che lasciarti agli ultimi esercizi di questo libro, dopodiché ci vedremo per un ultimo saluto finale. Buon divertimento!

154

Solfeggi in Chiave di Basso

1.



 

2





Do

Fa

2. 6



La

 

11



16



19



Re

Sol

  





Mi

La











Si



La

Sol

Fa



Do

Si

Re





Do

Mi

Re

Fa





Mi

Sol

Scala in Do Maggiore a Figure Miste



Do





Re



    Si



Mi



Do



Re



Mi



Fa



Fa

        Fa Si





Sol

Sol



La

  



                        Sol La La Re Re

Si

Do

Do

Mi

                Sol Sol Do

                  La Re

20





Do

155



Intervalli di terza

3.

7

















                      





                



Intervalli di quarta

4.





















   





                        

13



Intervalli di quinta

5. 7



            

12

7



























                                          

13

156









Intervalli di sesta

6. 6











 















                 

                

12





Intervalli di settima

7. 6





 

11























Intervalli di ottava

8. 6





 

11











































 















 



 

157













 



   

  









 







 

 





  



















Piccoli Solfeggi con Pause

9.

8

                        

 

                   



                              

12

                  Punto Semplice

10.

  

   

 

 

Punto Doppio

11.

5

  

   

   

Legatura di Valore

12.

5









  



   



 

   



 

   

  

   

  

  





  

              158



                 

Sincope

13.

7



 

  

  

  

  

                   

Andantino

14.

                        

10

 

 

      

        

                                  

18

      

25

                        

                  

32

          

40

            

     

159

  

                                Larghetto

15. 6

                        

    3

                                3 3

12

3

3

3

3

3

3

                                   Allegro

16. 8

                  

         

                       

Larghetto

17. 7

     3



12



3





3

            3

3

3

3



 3

 3

160



 

3



3

3

    



  

Moderato

18. 6

                               

                       

 

                        

Allegretto

19.

               

4

7



      

  

Moderato

20.



3



4

6

 

 









                        

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 

              161





                        21.        Allegretto

6

 

11



17



22



27



32

 



                             

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                                 



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162



37



41

 



46

 3



 

3

    3

         

3

      

A Piacere...



42



    

                                     

                            3

163

3

3

BONUS

Non è ancora finita! Ho preparato un bonus che spero gradirai moltissimo. “DI COSA SI TRATTA??” Da un paio di mesi a questa parte ho realizzato il mio percorso online per imparare a suonare il pianoforte. Tale percorso prende il nome di Piano Lion (https://www.pianolion.it/) e oltre 100 studenti hanno imparato a suonare con questo metodo, partendo da zero. Ho realizzato una sera un seminario con tutti gli studenti per ripassare il solfeggio e le sue basi. Si tratta di un seminario dalla durata di circa 1 ora nel quale c’è condensato tutto quello che devi sapere per arrivare ad un buon livello di solfeggio. Alcuni studenti mi hanno fatto delle domande alle quali ho risposto. Magari sono le stesse domande e gli stessi dubbi che hai tu. Sono certo che questo video sarà quel plus che ti permetterà di capire ciò che non ti è mai stato spiegato o che non hai mai letto in nessun libro di teoria e solfeggio.

164

Il valore di questo seminario è di almeno €47. Nozioni iper-concentrate per chi non ha tempo da perdere e che potrai rivedere quando vorrai. Il file, una volta scaricato rimarrà tuo per sempre. Tuttavia ho deciso di metterlo ad un prezzo stracciato. Il prezzo di 4-5 caffè e meno di un pacchetto di sigarette. È il mio omaggio per te, affinché questo libro possa averti dato tutto quello di cui avevi bisogno. Accedi al bonus da questo link:

https://altaformazione.gumroad.com/l/metodobona Oppure scannerizzando il seguente QrCode:

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Conclusione

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio. Spero che tu ti sia potuto divertire e che abbia imparato cose nuove senza troppi problemi. Dalla mia parte ci ho messo tutto me stesso. Ci ho messo il cuore in questo libro per cercare di non renderlo il solito libro noioso di solfeggio. Ho provato a spiegarti concetti complessi con parole semplici. Sono certo che ad alcuni bacchettoni accademici non piacerà ma io sono felice se il messaggio ti sia arrivato chiaro e forte. Per il resto, non mi interessa. Sono abituato a ricevere critiche di ogni tipo. Tutte le volte che cerchi di innovare ricevi sempre delle critiche. Finché stai nei tuoi confini non dai fastidio a nessuno, ma quando provi ad andare oltre… Questo libro, con queste spiegazioni, con queste video lezioni e a questo prezzo è e sarà la spina nel fianco di molte case editrici che per cercare di avvicinarsi a questo livello di qualità dovranno d’ora in poi fare i salti mortali. Ma è giusto così. Siamo nel 2022, non si può pretendere di insegnare ancora con la didattica del 1800! Ci sono nuovi mezzi tecnologici in grado di trasmettere molto di più, è giusto utilizzarli!

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Se desidererai proseguire con la lettura di un mio testo, allora ti consiglio il Manuale di Sopravvivenza del Musicista Classico. È un mattone di circa 400 pagine che ho scritto dopo 2 anni di fatiche. Al suo interno troverai risorse importanti per lo studio del tuo

strumento

ma

soprattutto

troverai

consigli pratici (niente aria fritta) per lavorare con la musica. Il grande problema dei musicisti classici, oggi, è quello che una volta diplomati in Conservatorio non sanno poi come mettere sul campo le proprie conoscenze e come portarsi il pane a casa. Ciò li costringe prima o poi a prendere una decisione drastica: mollare tutto e cercarsi un lavoro qualsiasi. Ecco che nascono nuovi benzinai, macellai, cassieri e così via. Sia chiaro, massimo rispetto per queste mansioni, ma devi avere anche il massimo rispetto verso te stesso visto che ti sei fatto il mazzo per più di 10 anni. Se vuoi iniziare ad entrare in questo mondo, ti consiglio di ascoltare il mio podcast gratuito su Spotify che si intitola Marketing per il musicista classico.

Ti aiuterà ad entrare nel giusto atteggiamento mentale. 167

Bene, ho parlato fin troppo. Ora ti saluto e spero vivamente di esserti stato d’aiuto. Se così è stato allora ti chiedo un piccolo favore. Aiutami a fare conoscere questo libro a più persone possibili inserendo una recensione su Amazon raccontando la tua esperienza. L’operazione ti occuperà solo un paio di minuti e faresti felice un uomo 😊. Grazie ancora di tutto e se hai feeback, dubbi, problemi nell’aprire alcuni video, consigli per migliorare ancora di più questo libro, scrivimi a [email protected], ti risponderò personalmente il prima possibile. Buona musica!

168