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Italian Pages 194 [199] Year 2008
ERIO CASTELLUCCI Annunciare Cristo alle genti
collana BIBLIOTECA DI TEOLOGIA DELL'EVANGELIZZAZIONE diretta da Maurizio Marcheselli La collana pubblica studi e ricerche maturate nell'ambito della Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna. Essa ospita indagini di taglio teologico e culturale, biblico e sto rico, filosofico e sistematico in riferimento alla teologia dell'evangelizzazione. Tale orientamento è caratteristico della Facoltà teologica emiliano-romagnola, in cui a per corsi di teologia dell'evangelizzazione se ne affiancano altri interessati al momento speculativo e sistematico e altri ancora alla storia della teologia. BTE s'interessa agli aspetti «fondativi» dell'annuncio del vangelo: il concetto di evangelizzazione, i desti natari-interlocutori, il contenuto e i metodi. Al tempo stesso, e proprio per la fedeltà al binomio vangelo e cultura che determina l'ambito di una teologia dell'evangelizza zione, la collana mantiene aperto l'orizzonte sui diversi fronti in cui il fare teologia è oggi impegnato. Dire il vangelo nell'attuale contesto culturale implica un'attenzione rigorosa a cerchi concentrici, sui versanti ecclesiale, culturale, missionario, ecumeni co e interreligioso. 1. E. MANICARDI, Gesù, la Cristologia, le Scritture. Saggi esegetici e teologici 2. M. MARCHESELLI, «Avete qualcosa da mangiare?» Un pasto, il Risorto, la comunità 3. G. BENZI, Ci è stato dato un figlio. Il libro dell'Emmanuele (ls 6,1-9,6): struttura reto rica e interpretazione teologica
4 . M. TAGLIAFERRI (a cura di), Il Vaticano II in Emilia-Romagna. Apporti e ricezione S. E. CASTELLUCCI, Annunciare Cristo alle genti. La missione dei cristiani nell'orizzon te del dialogo tra le religioni
In preparazione G. ZIVIANI, La parrocchia nel Vaticano II P. BOSCHINI, Cristianesimo e pensiero borghese all'inizio D. GIANOTTI, Le fonti patristiche nel Vaticano II
del '900
Erio Castellucci
Annunciare Cristo alle genti
LA MISSIONE DEI CRISTIANI NELL'ORIZZONTE DEL DIALOGO TRA LE RELIGIONI
Dedico questo volume alla memoria del forlivese seno Leonardo Melandri (1929-2005) che, da cittadino e cristiano appassionato alla causa dell'uomo, ha speso gli ultimi anni della sua vita per la costruzione di luoghi e occasioni di incontro tra gli uomini delle grandi religioni.
Realizzazione editoriale:
©
Prohemio editoriale srl, Firenze
2008 Centro editoriale dehoniano via Nosadella, 6 401 23 Bologna EDB® -
ISBN
978-88- 10-45005 -5
Stampa:
Grafiche D ehoniane, Bologna 2008
Abbreviazioni e sigle
AAS AT BTC c ./cc . Denz
ed. EE EV G dt in parto NBA NT PG PL sec./secc. SCh S Th trad. vol./voll.
Acta Apostolicae Sedis, Civitas Vaticana Antico Testamento Biblioteca di teologia contemporanea, Queriniana capitolo/capitoli H. DENZINGER, Enchiridion Symbolorum, edizione bilin gue , a cura di P. HONERMANN, EDB, Bologna 1 995 edizione Enchiridion delle encicliche, EDB Enchiridion Vatican um, EDB Giornale di teologia, Queriniana in particolare Nuova Biblioteca Agostiniana, Città Nuova Nuovo Testamento Patrologia graeca, ed. Migne Patrologia latina, ed. Migne secolo/secoli Sources chrétiennes , du Cerf TOMMASO D'AQUINO , Summa theologiae traduzione volume/volumi
Sono escluse dall'elenco le sigle dei libri biblici, per le quali utilizziamo il sistema della Bibbia di Gerusalemme, e quelle dei documenti del concilio Vaticano II, che vengono ormai comunemente citati con la sigla composta dalle prime due parole latine dell'incipit. Sono escluse inoltre le sigle comunemente utilizzate per alcune case editrici, come EDB (= Edi zioni DE!honiane di Bologna), LEV (= Libreria Editrice Vaticana), ecc.
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Introd uzione
«A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa gra zia di annunciare ai gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo » (Ef 3 , 8 ) ; «Abbiamo ricevuto l a grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome . E tra queste siete anche voi, chiamati da G esù Cristo » (Rm 1 ,5·6) ; « Questo vangelo del regno sarà annunciato in tutto il mondo , perché ne sia resa testimo nianza a tutte le genti» (Mt 24 , 14 ) ; «Andate, dunque , e ammaestrate tutte le nazioni» (Mt 28, 1 9 ) ; « È necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti» (Mc 13 , 1 0) ; nel nome di Cristo « saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati» (Lc 24 ,47 ) ; « Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo» (Gv 1 7 , 1 8 ) ; « Mi sarete testimoni a Gerusalemme , in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1 ,8) ; « lo ti manderò lontano, tra i pagani» (At22, 2 1 ) . Sono solo alcuni degli innumerevoli passi neotestamentari nei quali è inciso il programma missionario delle prime comunità cristiane , fondato sull' apertura universalistica di G esù: annunciare Cristo e il suo vangelo alle genti. Non sono fissate restrizioni né geografiche , né etniche , né sociali, né culturali: le nazioni, le genti, il mondo, i pagani - cioè tutti i popoli della terra che non si radicano nel « popolo di Dio » inaugurato in Abramo e portato a compimento in Gesù1 - sono per i primi cristiani il
l Il rapporto tra i cristiani e gli ebrei esula dalle problematiche trattate in questo volu me, poiché gli ebrei non sono compresi tra «le altre religioni» , ma rappresentano uno dei due «fuochi» di quell'ellisse che è «il popolo di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento» (rimandiamo a due nostri recenti contributi sull'argomento: "Israele, le genti, la Chiesa: dalla sostituzione all'innesto» , in Rivista di teologia dell'evangelizzazione 1 0(2006)20, 257282; (,Le ripercussioni del dialogo ebraico-cristiano sulla teologia cattolica» , in Rivista di teologia dell'evangelizzazione 1 1 (2007)2 1 , 37-59. Non condividiamo perciò l'opinione di coloro che vorrebbero omologare il dialogo ebraico-cristiano al rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni, sia che questa opinione porti ad applicare il modello della missione «alle
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campo vastissimo dell' annuncio . L'attività missionaria della Chiesa delle origini è la migliore prova di questa autocoscienza: il cristianesimo si è rapidamente diffuso nei territori anche più reconditi dell'Impero romano, entrando in dialogo con tutte le culture e innestando in esse l' annuncio del vangelo . E successivamente, lungo i secoli, la fede cristiana ha incon trato i nuovi mondi che a poco a poco venivano « scoperti » , giungendo davvero « fino agli estremi confini della terra» . •
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genti» anche al rapporto con gli ebrei - come avveniva nel modello della «sostituzione» sia che al contrario porti a estendere il modello del dialogo con gli ebrei anche al rapporto con le altre religioni - come avviene nell'orizzonte del «pluralismo religioso» - riducendo così la missione al solo elemento dialogico . Abbiamo espresso la nostra opinione circa la prima applicazione nei due studi citati. I motivi per cui dissentiamo anche dalla seconda emergeranno nel presente volume. Tra i sostenitori moderati di questa seconda applicazio ne, uno dei più rappresentativi è J. ARREGUI, «Urs von Balthasar: dos propuestas de dialogo con las religiones» , in Scriptorium Victoriense 43(1996) , 167-189. Considerando fortemente simbolica e per nulla casuale la quasi-coincidenza della visita di Giovanni Paolo II alla sina goga di Roma (13 aprile 1986) con l'incontro interreligioso di Assisi convocato dallo stesso pontefice (26 ottobre 1986), egli ritiene che sia anche storicamente possibile riscontrare come la considerazione della Chiesa verso gli ebrei vada di pari passo con l'atteggiamento verso le altre religioni. Ma è soprattutto dal punto di vista teologico che, secondo l'autore, vi sono ormai tutti gli elementi per dire che la relazione con Israele è per la Chiesa para digma della sua relazione con le differenti religioni. È un frutto del dialogo ebraico-cristia no infatti la persuasione da parte della teologia cristiana che la messianità di Gesù sia «in cammino, in speranza» e che il cristianesimo storico non possa presentarsi come una reli gione « assoluta» . La tesi, di derivazione balthasariana, della non completa cattolicità della Chiesa - tesi mutuata proprio dal rapporto con Israele - deve per lui ormai riflettersi anche sul rapporto con «le genti» . Senza cadere nel relativismo, occorre ormai a parere dell' au tore abbandonare non solo l'esclusivismo, ma anche l'inclusivismo, e adottare un'ottica orientata alla pienezza escatologica del cristianesimo stesso: « Quando le speranze messia niche si realizzeranno nel Regno definitivo, solo allora potremo riconoscere veramente che "Gesù è il Cristo". Di più, solo allora Gesù sarà pienamente Cristo [ . . . ). La confessione di Gesù come Cristo non deve abolire la differenza tra la storia e l'escatologia, né provocare nel cristiano alcuna pretesa di superiorità, bensì animarlo alla comune speranza e alla lotta comune per il Regno» (ivi, 189 ) . Anche Kessler e Geffré, per fare un altro paio di esempi, pensano che il rapporto di Gesù e della prima Chiesa con Israele possa costituire un para digma utile per l'odierno rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni: cf. H. KESSLER, «Pluralistiche Religionstheologie und Christologie » , in R. SCHWAGER (hrsg. ) , Christus allein ? Der Streit um die pluralistiche Religionstheologie, (Quaestiones disputatae 160) , Herder, Freiburg-Basel-Wien 1996, 172 ; C. GEFFRÉ, «Le pluralisme religieux et l'indiffé rentisme, ou le vrai défi de la théologie chrétienne» , in Revue théologique de Louvain 31(2000 ) , 22-23. Se è vero che la riscoperta del dialogo ebraico-cristiano, specialmente con il documento NA - che ha inserito accanto all'ebraismo anche le altre grandi religioni -, ha fatto da « segnavia» per impostare in termini più dialogici anche le relazioni con le altre reli gioni (cf. H. WALDENFELS, «Zwanzig Jahre "Nostra aetate". Die katholische Kirche und die nichtchristlichen Religionen» , in K. SCHUH [hrsg.), Die okumenische Bedeutung der Konzilsbeschliisse, Bernward, Hildesheim 1986, 91-92) , è anche vero che chi estende ana logamente a tutte le religioni la categoria della permanenza della vocazione di Israele perde "di vista la specificità e storicità della rivelazione veterotestamentaria» (L. GEROSA, «Diversità delle religioni, verità e pace. Riflessioni sul ruolo del dialogo interreligioso nella costruzione della pace» , in Rivista teologica di Lugano 6[2001)2, 294 ) .
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Introdu:zwne
Oggi non solamente nei paesi dove la Chiesa è «piccolo gregge » , ma anche in molti paesi occidentali di lunga tradizione cristiana, tra cui l'Ita lia, la fedeltà al mandato di annunciare Cristo alle genti non richiede nem meno più di andare lontano, ma solo di aprire gli occhi: in fabbrica, in uffi cio, a scuola, nei bar e nelle strade , nei negozi, e persino all'interno della propria famiglia, si incontrano credenti di altre religioni: musulmani, ebrei, buddhisti, cinesi che professano le loro religioni tradizionali, insieme a molti sincretisti e alcuni neo-gnostici . . . Quello che fino a qualche decen nio fa era un orizzonte teorico - sul quale si tramandavano racconti di sapore esotico e avventuroso - oggi è una realtà concreta: l'incontro con le altre grandi religioni è uscito dai libri di teologia ed è entrato nelle nostre città, sotto la forma del quotidiano contatto con gli « altri» credenti. La globalizzazione, che ha reso più facili gli scambi delle persone e delle merci, ha investito nel contempo la vastissima area delle comunica zioni. Viaggi, migrazioni, commerci, sono oggi accompagnati e in qualche modo regolati dalla possibilità di conoscere e inviare informazioni «in tempo reale » , attraverso i mass media, soprattutto quella vera e propria rivoluzione che è il web, il mondo virtuale di internet. Oggi ciascuno può usufruire in ogni momento potenzialmente di un indefinito numero di informazioni, semplicemente mettendosi davanti al computer: anche per conoscere le diverse proposte religiose basta digitare le parole-chiave su un motore di ricerca. È un panorama - quello reale e quello virtuale - che offre opportunità incredibili fino a qualche tempo fa, rendendo accessibile un patrimonio di conoscenze, sulle religioni e sui loro aderenti, fino a ora rimaste per lo più chiuse nelle biblioteche specializzate . E , come sempre avviene di fronte ai progressi, è un panorama che presenta anche dei rischi: da una parte, quello della « chiusura» e del « rifiuto » , nell'afferma zione della propria «identità religiosa» fatta coincidere (problematicamen te) con l'identità etnica e civile ; dall'altra parte, il «relativismo religioso » , che considera ogni religione alla pari delle altre, e arriva persino a estrar re ecletticamente qualche elemento dall'una e dall' altra per costruirne di nuove. In pochi decenni l'occidente ha attraversato diverse «fasi» nel rap porto con la religione : se negli anni settanta venne coniato lo slogan « Cri sto sì, Chiesa no » , successivamente ne venne affiancato a questo uno più radicale : «Dio sì, Cristo no » ; e non manca chi negli ultimi tempi, assu mendo da agnostico un atteggiamento di apprezzamento verso la dimen sione « culturale » delle religioni, professa una sorta di religione civile : «religione sì, Dio no » .2 •
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Il presente volume non ha l'ambizione di affrontare tutti questi pro blemi, ma solo di offrire una « guida» per chi volesse confrontare le diver2 Cf. F. K6NIG, «Der interreligiose Dialog - auf dem Weg zu einer Theologie der Reli gionen» , in R. GÙNTHER (hrsg.) , Wege del Theologie: an del Schwelle zum dlitten Jahlla u send, FS fUr H. Waldenfels, Bonifatius, Paderborn 1996, 356.
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se proposte teologiche oggi esistenti sul rapporto tra l' annuncio cristiano e le altre religioni. Fra le griglie di lettura esistenti, la più diffusa è quel la che organizza le diverse proposte attorno alla tripartizione «esclusivi smo , inclusivismo e pluralismo » , oppure « ecclesiocentrismo , cristo centri smo e teocentrismo » . Ma esistono anche proposte più complesse . A. Amato , ad esempio, 3 ha parlato di cinque modelli: esclusivista o ecclesiocentrico (