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Italian Pages [600] Year 1905
A.
FANZINI
SUPPLEMENTO
Al
DIZIONARI ITALIANI
PAROLE SCIENTIFICHE, TECNICHE, MEDICHE, FILOSOFICHE, ETC. — NEOLOGISMI E PAROLE STRANIERE ENTRATE NELLUSO LINGUAGGIO DELLA POLITICA, CURIALE, GIORNALISTICO, ETC. — PAROLE DELLO SPORT, DELLA MODA, DEL TEATRO, DELLA CUCINA, ETC. GERGO FAMIGLIARE E DIALETTALE VOCI INTERNAZIONALI MODI LATINI E GRECI CURIOSITÀ DEL LINGUAGGIO — FOLKLORE VOCI OMESSE — NOTE GRAMMATICALI.
—
—
—
—
—
—
Storia,
etimologia e filosofia delle parole.
ULRICO HOEPLI -MILANO
Hip
itiiÉnipi
''•^i
WM^ fiiliyiiii ikm.
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Dizionario Moderno
Tl*?>^3£?k
AJ.FREDO FANZINI
DiziDNAKTo Moderno Supplemento ai Dizionari Italiani
PAROLE SCIENTIFICHE, TECNICHE, MEDICHE, FILOSOFICHE, ETC. * NEOLOGISMI E PAROLE STRANIERE, ENTRATE NELL'USO * LINGUAaaiO DELLA POLITICA, CURIALE, GIORNALISTICO, ETC. PAROLE DELLO SPORT, DELLA MODA, DEL TEATRO, DELLA CUCINA, ETC. ^ G-ERGO FAMILIARE E DIALETTALE ^ VOCI INTERNAZIONALI ^ MODI LATINI E GRECI ^ CURIOSITI DEL LINGUAGGIO * FOLKLORE * VOCI OMESSE i^ NOTE GRAMMATICALI Storia, etimologìa e filosofìa delle parole.
'
llLRKX) HOEPLI
EDITORE LIBRAIO DELLA REAL GASA
MILANO 1905
PROPRIETÀ LETTERARIA
Tipografia
Umberto
Allegretti
—
Milano, Via Orti,
2.
MIO PADRE
EMILIO FANZINI MEDICO
1831-1885.
RAGIONE E NATURA DELL'OPERA CONSIDERANDO
LO STATO PRESENTE DELLA LINGUA ITALIANA
Era costume
e formula delle antiche prefazioni
raccomandarsi
alla
benevolenza del lettore: qui sarebbe cosa necessaria, giacché molte parole saranno cercate
ma non
superflue, e da ciò nascerà
Yero è che gono da guida
trovate,
altre
nelle consuete compilazioni e
appunto perchè
si
segue che anche
(i).
essere
precedenti dizionari valoltre
se
il
giusto
non
trattava di notare ciò che
da questa ragione,
è notato:
i
porgono aiuto (spesso anzi
qui invece tale sussidio non ci poteva parte,
appariranno spiegate male
malanimo contro PAutore
limite!);
piccolissima
in
comunemente non
ed anche da deliberato proposito,
la spiegazione
non
ricalca le parole altrui
;
con-
anzi queste
ed altre cose pensando, benché sia di vita ed animo modestissimi, Autore e
non Compilatore vuol essere chiamato chi sostenne
questo
quale é nato così: leggendo
Il
ecc.,
nifesti,
di tanto era
e
la
lunga fatica
di
libro.
udendo
altri parlare,
libri nostri
maggiore quanto più viva era
modi nuovi,
di cui moltissimi
e giornali, scritte,
mi imbattevo con frequenza la
mia attenzione
—
—
la
maquale
in parole
prettamente stranieri o travestiti alFi-
taliana.
Che
i
dizionari italiani dell'uso
non registrino queste voci pretta-
mente straniere è troppo giusto; che omettano nuove,
(')
si
Il
la
più parte delle voci
può o approvare o scusare o rimproverare secondo
i
vari
modi
numero dolio parole che mi sono sfuggite potrebbe sembrare soverchio al nuovo di talo genere di lavori. Cho diro poi di quelle, o che egli può
lettore che ò
suggerire, o che nacquero nel frattempo?
Alfredo Panxini
con cui
si
pensa e
giudica. Certe sono le tre cose seguenti
si
queste voci sono dell'uso (buono o cattivo non è ora seconda, nei dizionari desiderata
è
istruita: giacché se
ad esempio aigrette^
il
il
comunemente mancano
« giovin signore »
il
vocabolo steeple-chase,
medico toracentesi,
cuoco supreme
di pollo,
filosofo
il
l'avvocato preterintenzionalità,
pili
la
stessa
se
agnosticismo^
il
geologo
il
trias,
giornalista
leader,
l'archeologo ter-
etc, la cosa probabilmente
etc.
il
non
proviamo a spostare questi termini. Yero è
ci
che per quanto s'attiene
per la persona
di chi gli spieghi
fisiologo involuzione^ la crestaia
il
fisico radioattività,
il
ramara^ l'economista plus valore sarà
non ha bisogno
geografo Thalweg,
il
prima, che
terza, la loro spiegazione
;
questa spiegazione non è facile anche
e
:
caso di vedere);
il
alla parte filologica e storica delle parole, la
spiegazione potrebbe essere desiderata anche da quelli che sono versati nella disciplina di cui la verità, le
il
vocabolo è proprio
persone tecniche e
parte poco curano e la curiosità e
vocabolo
secondo
di lettere e di
il
perchè, a voler dire tutta
;
gli scienziati
—
— questa
almeno da noi
piacere di conoscere
il
valore del
grammatica, lasciano a quelli che fanno professione
grammatica.
Dunque da prima
io
poco capivo
mente ricorrendo ad opere
di queste
nuove
parole,
sola-
e
speciali e rare, specie straniere, riuscivo a
scoprirne qualcosa. Quanto alle parole tecniche e scientifiche, spesso la
spiegazione era tale che solo
bene intendere, non
il
peregrine, vaganti nell'uso,
Adunque occorreva a
il
profano.
ma
tecnico e lo scienziato avrebbero potuto Spesso, poi,
non
« il
trattava di voci
nuove
fissate in alcun dizionario speciale.
moderne magquale non ha il tempo
se questa difficoltà dell'intendere parole di cose
me
che negli studi
filologici
avevo alcun
giore grado doveva accadere al gran publico,
né
si
buon tempo »
—
come dicono
il
a Milano
—
sussidio, in
di fare ricerche in
opere rare o strologare su di una parola, e tuttavia può desiderare di sapere.
Un
libro,
dunque, che raccogliesse queste parole e questi modi e
poi ne desse spiegazione,
non potrebbe
riuscire nuovo,
utile,
anzi ne-
cessario ?
Così é nato questo libro.
Dunque, chiederà
il
lettore,
qui, oltre al resto, si
contengono tutte
Prefazione
le
Per amor
voci tecniche e scientifiche?
A
discrezione.
fare
mi
Dio!
di
spoglio e dar ragione di tutti
lo
sola disciplina scientifica,
si
intenda con
si
termini di una
i
forma un dizionario speciale: e queste sono
opere tecniche di cui, chi desidera, può trovarne molte, e alcune ottime,
modo
in particolar
nelle letterature straniere
:
della scienza soltanto quelle che entrarono e
meno
frequente, nel parlare
alle cose
della vita. Criterio
comune
aggirano, con orbita più
o d'onde
scelta molto
di
no, io accolsi fra le parole si
traggono sensi estesi
si
soggettivo, in
e
difficile
ma come
cui Terrore è tanto facile quanto compatibile, convengo;
fare
altrimenti?
Fermato
così
come
parti di questi vocaboli,
Ecco
fosse stato
altere
capricciose,
le
un affluire da aperto un asilo.
pensiero dell'opera, è stato
il
petulanti parole
e
come
eleganze, delle mondanità, posate
tutte le
moda,
della
delle
iridate farfalle sui fiori del gior-
nalismo, prediletto loro veicolo, per giunger dall'estero in questa troppo ospitale
(importazione
d'Italia
terra
sistema
a
non paga dazio); ecco con superbo incedere una role, il
di
formazione dottrinale, che
mondo
ecco, travestita all'italiana, un'altra numerosa
parole straniere, prepotentissime, che
ed hanno dato il
lo
che sono belle e
forti e
abbandona
e
misti
bislenche
;
parole
mano
estetiche
e incedere
goffi
nuova
della
ritmo
retorica
pienza, voci palliate e togate, le
di chi in patria le
deformi costrutti
e
;
—
curialesche
locuzioni
a
parole nostre;
gentili
e
mummificatori del libero e gentil nostro idioma; col giglio in
di
sono sovraposte insolentemente
che muoiono solo per viltà ecco
schiera
morte o combattenti invano, e dicono
ferite a
bislacche
e
si
ad altrettante belle
sfratto
pianger di queste,
tradisce
a
pa-
folta schiera di
gloriano di rappresentare in tutto
si
ultime conquiste del pensiero e portano luminosi stendardi
le
di vittorie;
ecco
che
cioè
libertà,
di
— e
,
veri
vergini o cortigiane? quali
quali dicendo
eredi
che
in
fram-
micròbi
mezzo ad
in
e
voci,
e
esse,
—
le
antica
sa-
ogni libro
era
di
dato loro onorevole luogo, tale pretendevano anche in questo; ecco le parole speciali della medicina, dell'ingegneria, della meccanica, dell'elettrotecnica, dell'economia politica, del giornalismo, dello sport, etc. etc.
linguaggi minori nel gran linguaggio, parole. io
Insomma queste
ne ebbi
la casa,
o,
ospiti
piccoli moti nel gran
moto
delle
erano tante e di tante generazioni che
per dir proprio, la testa in confusione e peggio fu
quando mi posi ad interrogare quelle che meno conoscevo: chi siete? d'onde venite? quali documenti recate con voi? siete
figlie legittime o
bastarde? quanti anni avete? con casa e tetto, oppure vagabonde parole
?
Alfredo Fanzini
Ma
ecco dopo tutte costoro, sopraggiungere un'altra innumerabile
schiera di altre parole chiedenti
con
'pili
ricovero ed asilo,
delle altre: erano le parole e
diritto
i
quali dicevano
«
:
Ma
;
erano
le parole
domandavano
lo
modi nuovi, germinati
cresciuti in casa, sul ceppo italico, indizio della
questa mirabile favella nostra
e
forza
e
riproduttrice di
vernacole e dialettali
le
se accogliete tante sorelle voci forastiere, perchè
chiudete la porta a noi? Noi siamo la mirabile forza alimentatrice e conservatrice dell'italianità; siamo
ben ricerca, ben trova
—
dei puristi di
noi
siamo
i
gli
l'humus
e l'umore profondo: chi in noi
documenti dell'unità della favella; noi umili e forti reagenti contro la barbarie
—
;
piti
molte
potremmo arditamente uscir del bosco e gir infra la gente
perchè abbiamo antico ed alto diploma rozze e plebee siamo, rozze siamo
non
raffinò.
come
di il
e se molte fra noi
nobiltà,
diamante che
l'arte dell'orafo
Dall'umile vita del popolo, parte la gran forza onde le voci
cittadine e letterarie sono alimentate e
aumentate
»
.
Così dissero, e per
buone ragioni dovetti accogliere molte voci dei vari
queste
dialetti,
specialmente quelle o che più sono tipiche o tendono ad entrare nel par-
non mai (non mi gettino via il libro i puritani della scuola detta manzoniana) così mi persuasi della libera unità dell'italiano
lare dell'uso
e
(1);
come in questo studio della varietà dialettale. Con tanta gente in casa^ cioè con tante parole in testa, io fui sul punto di perdere la medesima e, per mia salute, abbandonare l'impresa, tanto più che mi persuasi che un lavoro di tal genere non sarebbe mai, per sua insita natura, stato condotto a compiuto termine.
nuto nell'aspra via da quel misterioso fascino che esercita
un fenomeno naturale per sentiero, quanto in
questo
d'arte e
(fiore, insetto, parola), si
voglia umile,
fui soste-
la ricerca di
dal piacere dell'addentrarmi
ma non
calcato da
altrui piede:
caso l'erudizione e la ricerca dilettano al pari di un'opera
porgono da sole bastevole premio ed alimento
Mirabile, invero, è la vita che cioè le parole,
uno
Ma
alla volontà.
anima questi minuscoli organismi,
ombre seguaci, segni di idee e di cose: recano in sé paiono nuove e sono antiche, risorgono come Fenice
spirito di vita,
(^)
L'essere
io,
autore, da molto
questa città esercita su
tempo
le altre città italiane,
in Milano, l'egemonia (quale essa sia) che
l'importanza storica e letteraria del dialetto
milanese, spiegano o scusano una certa maggior parte, fatta alle voci di questo dialetto.
Prefazione
xiii
dalla loro morte, nascono per connubio e per
gono
hanno percorso strano
farfalle,
lontane ovvero fiorirono al nostro sole,
ad una varia necessità
sofica legge e
gemme, da bruchi diven-
ma
tutte rispondono ad
hanno un
;
son peregrine
viaggio,
e tortuoso
loro
una
filo-
movimento, quasi
una loro vita, o molte volte secolare od effimera, vita solitaria mondana; si combattono o si sorreggono insieme. E al modo medesimo che un bicchiere d'acqua appare diverso, pure essendo lo stesso, a chi ne usa per dissetarsi e a chi ne fa argomento di studio orbita di moto,
naturale, così altro appare
linguaggio per chi se ne vale, inconscio,
il
per le necessità della vita e per chi lo indaga dottrinalmente
ed uno,
io tutte accolsi
ma come
purista,
Quanto poi venite?
queste parole con benevolenza,
filosofo.
alle risposte a tutte quelle
domande «chi
in altri termini, quanto alle spiegazioni
etc. »,
mi
definizione variano d'ampiezza secondo che la parola e
siete? d'onde
delle parole,
molte disuguaglianze, giacché l'etimologia, la
lettore troverà
mutevole
ogni altro fenomeno del vivere.
al pari di
Per queste ragioni
non come
:
notevole, ovvero scarsamente
o
malamente
trattata
storia,
è parsa
ed incerta, o diedi mologiche.
Il
discutere ragioni filologiche avrebbe
alla necessaria e
L'etidifficile
rimandai ad opere speciali
la piìi probabile o
tolto
determinata mole del lavoro, tanto
piìi
spazio voUi serbare per me, indulgendo al genio e con
troppo
la
nuova
altrove.
mologia l'ho messa dove mi parve necessaria e sicura, dove era
il
eti-
spazio
che un poco di
qualche espres-
sione della mia anima confortando di tratto in tratto la grave fatica.
Di
ciò
mi
si
faccia pur torto, ed io ne
Ancora: molte volte
la storia e la
riuscì impenetrabile,
e....
me
domando venia
anticipata.
ragione della parola o del motto mi
son cavata come meglio ho potato: se
la
alcuno mi vorrà erudire, mi farà favore e già lo ringrazio.
Di due intenti mi il
voglia però tener conto:
si
l'uno di aver fatto
chiaramente, non parafrasando
possibile per ispiegare
dando incertissima definizione,
il
vocabolo
o
come mi non farmi colpa se delle
e questo a costo di sbagliare,
è occorso qualche volta (veda però
il
lettore di
non trova quella spiegazione che deve invece cercare nei comuni: non dimentichi che questo è un supplemento)', l'altra
parole note dizionari
è la seguente: di solito
direbbe che
i
dimentichino
scienza, anche verso
il
nostri scienziati e tecnici
come
patrio
esista
idioma;
un dovere, alla
lor
nei oltre
volta
grammatici hanno davanti agli occhi troppi esempi
i
loro
scritti
che verso letterati
letterari,
ed
si
la i
troppa fa-
vella fiorentina e toscana, troppa filologia morta: per molti di essi en-
.
Alfredo
trare nella letteratura
non vuol dire entrare più nobilmente ed utilmente un museo tutto è antiquaria, e chi non è
nella vita,
ma
entrare in
antiquario
non
è pregiato.
Roma:
Pamini
:
Di
ciò
si
doleva
il
Leopardi quando, gio-
un paradosso o medesimo fenomeno dovuto a persistenti tenebre d'anima. Comunque sia, ho cercato di togliere in questo lavoro tale dissidio così del pari ho evitato il troppo e il vano dell'erudizione, presentando non la troppo onorata selva selvaggia delle ricerche, ma il frutto della ricerca. Da ciò non mi verrà lode da parte di molti, ma vane,
recò a
si
ripetere oggi la stessa cosa sembrerà
una malignità, eppure
è
il
;
spero di aver fatto cosa utile a chi legge.
Ora conviene rispondere ad alcune osservazioni che mi potranno essere fatte. «
Tutte queste parole, e specialmente intendiamo dire quelle pret-
tamente straniere hanno implicita sanzione, avendole voi registrate Questa è domanda legga
pagine che seguono, nelle quali
le
della lingua italiajia^ e troverà, se
una
risposta conforme a quelle
Chi vuol saperne
risposta.
di difficile
non
? » piii,
Dello stato presente
tratta
si
la
di
risposta,
alcuni
per
criteri
due leggi supreme che sono la necessità
e l'evidenza.
Per conto mio personale, tranne che a quelle parole che merei universali o internazionali, soggetto,
ma
libero,
e per ciò è
il
mio pensiero ama
veramente
è troppo soggettivo per avere valore. Io
—
come
incontrano,
si
già ho detto dinanzi
—
chia-
io
non essere
libero; e nell'idioma dei padri
trova pieno moto di espressione e se ne compiace.
fatto
di
Ma
questo
criterio
mi sono specialmente curato
del
che queste parole straniere
leggono con maggiore o minor frequenza,
e
perciò
si
qui
sono notate quasi a memoria di ciò che oggi è l'italiano dell'uso.
La
risposta è diffìcile
anche per quelle parole che, pur
di prove-
meno bene assimilate, tanto che l'universale non ne riconosce quasi più l'impura origine; che si sono
nienza straniera^ sono più o del
publico
sovraposte a belle e buone voci nostrane, corrotta italianità
La ed
il
e
dai
vanno passando nei dizionari
stessa Crusca,
il
lessici
speciali
gran dizionario che dovrebbe essere
regolatore della lingua, nella sua
della
dell'uso.
nuova ristampa,
il
codice
che è giunta
.
xv
Prefaxione
molte di queste parole di
alla lettera iV, colto,
anche senza esempi
torità dell'uso,
appunto
di provenienza,
hanno forza
Ma
anche
ma
di autore,
;
e valore le radici che le parole
i
signori
compilatori della
quante
parole
quante accolte, che forse
che
si
La
?
Ma
la gravità della
può dire?
non
o
chi
sentirebbe
si
difficoltà è nella
compilatori agio di confessare le
dibattono, giacché al si
hanno messe.
potevano accogliere!
si
dovevano omettere!
si
e tutt'al pili si potrebbe dolerci ai
si
si dice
?,
non
difficoltà
demagogie
fenomeno minimo
autoritarie, che
anche nelle parole per quanto breve
riprovano,
é
e secondo
l'uso sancisce,
valida, o consunta,
i
della
civiltà
grammaticali pesa con
ho creduto bene
io ;
si
oppone
quel moto fatale verso le
di
carattere
il
e nelle dispute
Per queste parole
cui
in
dire?, questione che
che trasporta la causa del vocabolo all'istanza
si dice ?
del giudizio popolare:
sé,
grande opera uf-
tristi
può
cosa in
facilmente sarebbe risolvibile con autorità dei buoni scrittori, il
L'au-
quante contradizioni
Crusca in
omesse che forse
rimprovero a quei dotti signori
ficiale tolga
ha ac-
giacché più delle ragioni di analogia, di logica,
sono caduti,
di far
corrotta italianità »
«
su l'autorità dell'uso.
meno;
la
come moneta fuori di
la
poco così
parola italiana corso,
che
e
sua bilancia.
alcuna distinzione o
di fare
casi è detto press'a
pili o
odierna,
:
i
critica,
puristi
è questa,
o
ovvero indegnamente
usurpata dall'altra voce forastiera, che con essa forma doppione (questo è
il
caso più frequente)
;
la tale
metafora o estensione di vocabolo
è
più
meno eoìiforme alla natura della lingua italiana, etc. : ma tutto ciò, dico, con somma parsimonia, anzi molte volte restringendomi a porre accanto alla parola italiana la parola francese o inglese
parve generata:
criterio del lettore
al
il
da cui
mi
la nostra è o
giudicare.
Altra obbiezione: «
Ma
voi avete reso
un pessimo
servizio alla lingua nazionale, regi-
strando tutte queste barbare voci, non escluse le effimere e stravaganti
Kispondo il
:
A
come
il
il
numero
delle
voci
Petrarca esclamava:
mi venne
la voglia di
le registra.
Certo, io
straniere fosse tanto grande, e
che fan qui tante pellegrine spade?
COSÌ
»
vero dire io crederei cosa più utile e giusta rivolgere
rimprovero a chi usa queste parole, non a chi
non credevo che
!
esclamare:
che fan qui tante pellegrine
voci"?
Alfredo Fanzini
Ma
«
dovevate usare spietatamente
nei loro libri
poi,
Ma
io
chi
mi diede
sdegnarmi per verte non
uomo
sono
si
ciò
non vi sono
Un
male che non
che
al sudicio
av-
si
una
sudicium.e è
il
una
lavarsi invece è
il
e
debba addolorarmi o
io
sofferenza; e in-
in Italia le Autorità tutorie del bello italo idioma, le
hanno
quali per ciò
che
che la nazione non cura?
può chiamar male. Dite
puristi
i
i}).
gabelliere io delle parole;
tale ufficio? ed è giusto
sofferenza e vi risponderà che fine
non sono
privato,
come fanno
la frusta
rimproverandomi
dirà alcuno
»
ufficio,
onori e stipendio?
P ironia andò
talvolta nel corso dell'opera
Mi duole
piii in
anzi molto perchè
là dell'intenzione,
ma
per mia giustificazione devo dire che ciò mi avvenne in quei casi speciali in cui la
ma
sofica,
E
voce straniera non cadeva sotto nessuna tenue scusa
anche in questi
mancanza
di meglio,
ho avuto alcuna materia
casi
può essere conforto a
chi,
di conforto;
la più
:
gran parte
e,
in
con sincero animo, mi
rivolge queste obbiezioni, cioè ai sinceri amatori della
ecco
filo-
era manifesta prova di dedizione vile o di contradizione palese.
di queste parole, levandosi la
nostra;
favella
maschera francese
od inglese etc, apparivano generate da quella gran nostra lingua latina la
quale mi pare bestemmia chiamare
quando
morta,
tanta forza e tanta vita che non pur le lingue
vivono,
ma
le stesse
pensiero della
madre
rabile
E
della logica, delle scienze, a
domandano
così dire, di voci straniere, chi
le
latino
i
segni ed
i
lei,
nn fenomeno
molte vite»
nuovo
a questa
ammi-
suoni.
può assicurare che non rappresenti una
di evoluzione
di cui ciò
complessa
di
questa
che appare nel linguaggio è
itala
«
denza ?
{^)
E
a
piii
dell'
infima
fu di
non sembrare ne meno
e corrotta italianità del
e cattivi del Rigutini, spesso citati; e
supplire quelli, e benché anche qui
tenza grammaticale su detto, parte
da
gli errori
altri principi
loro posto nella letteratura
opere che
degli
altri
con l'unità e l'indipen-
diretto contatto
fosse alcunché di vero nell'opinione che l'Italia, fatta Italia^
Mia preoccupazione
Lessico
buoni
venimmo
gente
fatto parziale?
Chi può non tener conto del premere delle altre civiltà e popoli con cui
il
essa
di il
infine questa invasione, questo permeare, questa endosmosi, per
necessità,
da
tipo
lingue di tipo germanico, per esprimere
filosofia,
antica,
di
essa rimane
in
muovano
:
il
di fare un'altra
Fanfani ed Arlia, come
benché
il
mio
i
opera come Neologismi
libro possa nell'uso pratico
lettore possa trovare qualche chiosa o avver-
più comuni, questa è opera distinta, la quale, come ho
quelli sono lavori degni di persone degne,
né possono né debbono essere
dagli stessi criteri da cui mossero
i
sostituiti se
detti autori.
i
quali
hanno
non da
altre
.
xvii
PrefaX'ìone
Ma
perdette italianità, che farci?
meglio
di ciò
ragiona nelle pagine
si
che seguono.
Più grave infine sarebbe
rimprovero di chi mi osservasse che io
il
raccattai queste parole nei giornali o nelP immondezzaio dei particolari
linguaggi. Certo se avessi cercato nelle ponderate prose accademiche o negli scrittori nostri
fioriti,
o nelle lodate rime dei molti e nuovi poeti^
Ma
avrei raccolto altra materia di parole.
non potevo non tener conto
viva,
per un libro di filologia
io
di questa
forma viva
che è rappresentata dal Giornale, dalla Rivista^
un osservatore
il
quale giudicasse
il
nevale e non desse importanza
Esposte così
le
ragioni e
che per una preghiera, ed
Può si
dica:
che
modo
al
si
letteratura
direbbe di
un popolo osservando
di
di vestire
festivi o nel car-
quotidiano?
qui non rimane posto
criteri dell'opera,
è la seguente.
darsi che a taluno « Yoi,
i
costume
che sfoggia nei dì
di preferenza le stoffe e gli orpelli
di
Che
etc.
otteneste
non giunga nuovo
il
mio nome, onde mi
alcuna lode pel lepore e
la sincerità di
alcune novelle e simiglianti scritture, vi siete dato al grave mestiere e
non vostro delPerudito
? »
Ecco, io credo che anche l'erudizione, quando parta da vero amore del
sapere,
contenga in sé stupendi elementi di arte e che la rigida
partizione, che in Italia è soverchia fra artisti ed eruditi, se fosse ponibile, sarebbe gran bene: del resto se a
me
requieta cornacchia che fu respinta tanto dal
come
dal formoso genere dei pavoni^
non l'ho
com-
accadrà la sorte dell'ir-
gregge delle cornacchie
non mi dorrò
nella coscienza perchè
fatto a posta.
II.
Ora rimane da
grave tema: ragionare cioè dello stato
afi'rontare piia
presente della lingua italiana, perchè fu per l'appunto considerando questo stato che
nacque
il
L'argomento è
libro odierno. di tale
natura che, a volerne dire compiutamente,
sarebbe necessaria non una prefazione, possibile e sono
tracciando
mal grado mio
a larghe
linee
piuttosto
A. Fanzini, Supplemento ai Dixionan
ma un
costrelto ad
italiani.
Ciò non è qui cosa
libro.
usare
la
che descrivendo
forma il
sintetica,
tutto in
modo b
Alfredo Fan^^ini
XVIII
finito
con compiuta
e
E
analisi.
perchè questo argomento non poteva
per sua natura non rivestire forma polemica, e perchè su di esso chie-
devo
non mi nascosi l'obbiezione che
giudizio di persone dotte,
il
che pensano diversamente dal mio pensare, potranno
quelli
cioè questa:
affermate senza documentare, voi mascherate con lo sforzo dell'e-
« A^oi
mancanza
spressione (ironia, comparazioni) la
di
un fondamento scien-
quale può essere dato dalla minuta analisi». Questa obbiezione
tifico,
che
fare,
primo,
io,
feci
a
me
ha risposta nel
stesso,
che
fatto
l'analisi è con-
tenuta nel Dizionario stesso! Inoltre la necessità di una diagnosi, cioè di
esaminare se questa odierna enorme produzione
rappresenti
normale
il
fiorire
dell'albero delle
di parola e di
parole, o
non
—
la
non
si
rappresenti una speciale forma di evoluzione della lingua italiana
quale evoluzione se
si
fosse studiata
un cinquant'anni
sarebbe trovata di così grande estensione e con necessità di
una
tale diagnosi
mi
si
addietro,
tali caratteri
modi
piuttosto
—
questa
impose, e perciò senza timore scrissi
e sottopongo al giudizio del lettore benevolo le cose seguenti.
popolo italiano, dalla quiete
Il
ormai
di
una servitù
ultimi anni, per forza di eventi e di e potente della vita
—
che per
dando fondo
—
non più dolorosa
è trovato in questi
balzato nel moto multiforme
si
giudichi e quale sia l'avvenire d'Italia, sarà
futuro oggetto di meraviglia e di ammirazione
lo storico
popolo
fati,
si
moderna.
In qualunque modo per
e dall'abitudine,
politica, tre volte secolare,
sì
lunga
età, a
come questo
guisa di nobile decaduto, era campato
capitale e spiritualmente nutrendosi di imbelli
al
canzoni
abbia saputo diventare produttore di nuova ricchezza e camminare, (i),
ben spedito e geniale, su la strada maestra di quel moto evolutivo che è noto col nome di progresso. Presso la torre treegli disusato
centista l'antico
rono
sorse il camino dell'alta officina; l'aratro a vapore sostituì vomere a foggia di chiodo i templi, le badie, i castelli stupinuovo moto delle aumentate genti. perchè la parola segue la vita, come l'ombra la materia, era ;
al
Ma
naturale che in questo trapasso
(^)
mancò
il
Del resto popolo,
l'italianità
il
popolo italiano
:
i
viva e gloriosa non ebbe soluzione dì continuità. Se
non mancarono individui.
universali ed italici
dovesse rinnovare
inutile dire esempi.
Essi, nella divina sapienza, seppero essere
PrefarÀone
suoi vocaboli; plasmarne di nuovi; adattarne di antichi;
come
e
tolse
molte forme della sua nuova vita dalle nazioni che in questo moto lo precedettero e con le quali venne in diretto contatto, così
— vera legge
minimo
piìi
sforzo
—
ne togliesse anche
questo
le parole:
da quella nobile Francia da cui da
assai
tempo ebbe
e
del
specialmente
molta
prese
parte del lievito fermentatore della sua resurrezione; a cui somiglianza
improntò
comune
i
suoi istituti politici, amministrativi, militari, etc; mentre la
linguaggio rendeva facile
origine latina del
naturale
e
l'en-
dosmosi^ per così dire, e l'adattamento del vocabolo. Anzi, come nel trasformare di un'antica officina manuale in altra
meccanica,
officina
avviene,
quell'acre
in
mutamento,
del
solerzia
di
rovinare e gettar via senza troppo discernere ciò che potrebbe ancora essere buono e in
avvenire forse
mento
vennero messe in riposo molte voci belle ed
pur
delle parole
di far posto alle
rimpianto,
in
così
questo rinnovaefficaci
nuove.
Dette queste cose,
presenta naturale la deduzione
si
seguente: se
questo evolversi di vita nuova è stata cosa ottima, del che ninno dubita,
cosa buona del pari deve ritenersi questa rapidissima
conseguenza necessaria.
del linguaggio, che ne è
può aggiungere: adunque ogni restrizione
lario si
parole,
è mera pedanteria
di coloro
della tradizione, vorrebbero mettere pari in insipienza ad infantili grazie del
una madre
la
suo pargoletto,
quali
i
un freno
E
allora
al
evoluzione
come uso
libero
coroldelle
per amore all'immobilità al
progresso ed al sapere
:
quale per male inteso amore delle
gli
impedisse, con pressioni e fasce,
di crescere.
Questa opinione, cioè dir galleggiante nell'uso,
esso
sia,
opinione
di accogliere
modo
stesso che
difesa da
non pochi
nel
il
vocabolo prevalente,
si
ama
e
spende
dell'esiguo
la
numero
riflettono sui vocaboli e su le locuzioni di cui
moneta
e
vita,
ma
in
di coloro
fanno uso.
grandissimo numero degli Italiani a cui è necessaria
merci della
vorrei
senza troppo, anzi senza affatto discernere quale
la
corso, è
che talora
Ed anche
il
parola pei com-
che non hanno mai pensato esistere una
filosofia
una scienza del linguaggio, non farebbero diverso ragionamento nel
caso che su questa materia credessero di dover perder tempo a ragionare. Questa,
coloro che
E
insomma,
è,
non distinguono
o meglio sarebbe, l'opinione più distinta fra in fatto di parole.
può aggiungere da chi volesse meglio sostenere tale opinione: una grande letteratura non è mai stata legata allo questioncelle di lingua: si
informi la letteratura ellenica fra le antiche, liberissima e pure insupe-
Alfredo Panzini
rato modello di eleganza e di forza; la letteratura anglo-americana fra le
moderne,
così ardita nel crear voci
e
nell'evolversi. Il
disputare di
voci pure ed impure, nostrane e barbare, è antico ozio accademico degli
E
italiani.
fra
i
— volendo
far sfoggio di citazioni autorevoli
—
Giulio Cesare,
che pur tanto disputarono di voci pure ed impure, non
latini
avverte di fuggire siccome scoglio ogni parola fuor del comune
Leopardi
che furono eredi dei
fra gli italiani
a disputare di lingua, a proposito del
« si
latini di
può
non
o
(^),
ci
ed
il
questa passione si
può usare un
dato vocabolo», non dice con quell'umore che gli era proprio: Se gli
non l'hanno
antichi
non
si
possa dire
Yero
è
il
detto ìioìi
hanno però
lasciato
per testamento che
[?] (^).
principio fondamentale ora enunciato e dedotto dalla realtà
e dalla necessità, vere,
almeno
in astratto, sono
queste deduzioni;
ma
vero è pure che non è sempre bastevole un sicuro principio per ispiegare tutti gli aspetti di
una questione. Piace un'unica legge, perchè
ad intendere; piace sotto parole ben
si
può
di essa raccogliere tutti
fare questo
:
la necessità del distinguere frequente
gli antichi logici;
mi
e
tutta è in se e per sé,
dell'idea preconcetta.
Né
ciò soltanto;
astronomica di un fiume e sul
male
il
conceda, onde la necessità
si
del raddolcire la mente, giacché nel risolvere
non sempre ne
facile
fenomeni, e conio
nella realtà e nella verità molti fenomeni
sfuggono a questa costrizione, onde
come ammonivano
i
una questione
ma molta ma come
reale suo corso
;
la
difficoltà
parte è nella passione
diversa é la direzione
come diversa
è la teoria
un principio assoluto ed unico buona per schiudere tutto il contenuto dei fatti; vale quando altri come forse nel caso presente
e l'applicazione sul malato, così
non sempre
è chiave
e ciò tanto piti
—
—
principi urtano in conflitto col principio fondamentale a
minori contro altri principi
modo
di correnti
grande corrente, e bisogna pure tener conto se pur
si
ama
di
andare
alla ricerca del
di
questi
vero e non sol-
tanto di fare eleganti e lodate dimostrazioni.
(*)
Habe semper in memoria atque in
pectore ut
tanquam seopolum
inaudituìii atque insolens verhum. (Ex libris de Analogia).
Q
Epistolario^
Volume
I,
pag. 393.
sic fugias
xxi
Prefazione
Quali siano
con
flitto
il
distinzioni, quali gli altri principi
le
che urtano in con-
principio fondamentale e magnifico, è argomento di ciò che
segue.
Intanto ecco un ben curioso contrasto si
trova in periodo felice di evoluzione
per alcuni la lingua italiana
:
e
rinnovamento,
di
per
siamo a mal punto, e l'organismo risultante da tante voci e modi arbitrari, barbarici, etc,
buono
non
altri
strani,
un prodotto
è (usiamo un'espressione mite)
di selezione e di evoluzione.
Qui alcuno può dire che non ha più autorità
sciamo
il
megho
negare, fare
Anzi
», e
pochi puristi, gente
di
qualche malevolo può aggiungere:
mezzuccio
vecchio
vostro giuoco! il
Questa è l'opinione
«
:
«Cono-
concedere per
di retorica,
liberale affinchè le catene sappian di odor di rosa».
tutto io dico di essere in
buona
fede:
opinione di pochi puristi, ed è pur vero che
sì,
è
puristi
i
questa è
vero:
non hanno
piìi
grande autorità. Però posso assicurare che vi è un certo numero
di
persone, non grammatici, non puristi, non pedanti, che la pensano in
questo
modo
si
«E
pessimista.
voi siete fra costoro! ». Io? Io noto
come opinione personale credo una
trasto, tutt'al pili
con-
scriva poco bene l'italiano, e forse, male. Qui è lecito supporre questa
«Come?
obbiezione da parte di molti:
ad
il
cosa, che in Italia
esempio,
ci
prosa degli esteti
Anche
la
stamente e dal
più bella
fu ? »
.
Non
dico di no
Si scrive di
fiorita
voci
e
male?
Ma
quando mai, che nella
imagini
di
è questione di gusti e di
;
tempo.
prosa di Daniello Bartoli apparve ed è magnifica, eppure giusi
reagì contro quella scuola e quell'arte di scrivere dal Leopardi
Manzoni
in
nome
di quella schiettezza e sanità che, se
pregio nella vita, non sono
che non fosse bagno
meno
di melassa,
nelle lettere;
ma arma nuda
taglia delle idee. Molta di questa prosa piace, e specialmente quella a l'arte floreale in architettura
chiamata
in e
nome
di
vibrante
estetica,
nella
la prediletta dei
bat-
che tanto oggi
buon mercato, va diventando
—
sono un
una prosa
—
come
bottegai arricchiti.
E
nuova retorica i gonfiori della scrofola: afferratela e stringerete adipe: nuova retorica, giacché noi «come quei e' ha mala luce», vediamo i vizi della retorica lontana, cioè del passato, quella che è vicina a noi, non vediamo. « Ma, di grazia, come fate a giudicare se una prosa è bella o brutta? pesate col bilanprosa che nasconde sotto
cino le parole e le frasi
il
belletto della
come fanno
i
puristi?»
mi
si
può domandare.
.
Alfredo Pancini
me
una scrittura di prosa io mi una persona, non letterata, ma di buon senso quando capisco proprio bene e quando mi godo a leggere e piii a rileggere; quando tocco, sento, respiro nella pagina, allora dico che è Dio
ne
ecco, nel giudicare
liberi:
sforzo di mettermi nello stato di :
bella prosa, sia fatterello per bimbi,
ma
alta trattazione;
sia
ciò nelle
prose nostre moderne mi accade di rado, ed ho sentito che anche ad
accade
Qui devo supporre che alcun
E
e scintilla».
che
mi osservi
altro
«
:
Ma
vi sono in
spuma
fuor degli esteti, molti scrittori pieni di brio, la cui prosa
Italia,
nega? Se non che, osservando bene, m'accorgo
chi lo
spuma
di solito si tratta di
tal
caso, potendo,
ad
altri di
vado
ammirare
la
libri
stranieri
:
i
e scintillio di derivazione francese
sorgente
alla
infatti,
librai
raffronto con lo
in
:
lasciando
francesi
libri
italiani.
fa proprio così, cioè legge di
Il
pre-
possono informare su tale proposito, e una
importazione dei
statistica su la
e leggo
ben nota virtù assimilatrice degli
publico aristocratico,
nostro
ferenza
altri
stesso.
lo
dei giornali
e
libri
Francia e un
di
scarso smercio dei troppi libri italiani potrebbe riuscire
istruttivo. «
dirà
Ma
questo è affare di
lettore
il
stile,
non
di
funzione reciproca; non
so,
come
il
cuore e
della parola e della frase straniera porta
anche
parole, 0,
piii
il
(stile)
frequente, a darci
un pensiero conforme
al
ma
distinti,
polmone.
Il
forte
con uso
pensiero ad amalgamare
il
secondo una struttura
italiane,
quel che è peggio e
contrario
hngua, due cose ben distinte»,
che sa di retorica. Yero, due organismi
che non è
un prodotto
le
la nostra,
bastardo: per
sentimento italiano reagisce su
la pa-
rola e su la frase, le domina, le seleziona, cioè o le espelle, o le fonde in
modo armonico
:
ma
ciò
avviene spontaneamente, per impeto e forza
di calore naturale; in tal caso le parole straniere, la veste o desinenza italiana, non sono
Tutto
il
«
nodo della questione
Secondo
Sì,
a
anche crude senza
mio riguardo
—
paurose.
in fondo è qui.
dunque, di buoni
scrittori ce
ne sono pochi
»
pochi che congiungano quella vivacità e lucidezza che fanno la
prosa dilettosa
anche
voi,
—
(e
ciò è tanto necessario
alla francese
dell'italianità: fra
i
ma
si
che se uno scrittore mi scrive
faccia gustare, gli dico bravo
letterati eruditi
non mancano alcuni
che scrivono mirabilmente, e sono semplici, di questi letterati eruditi trascura
lucidi, facili.
con
!)
di
il
sapore
fama assodata
Ma
la
più parte
troppo l'arte dello scrivere, e ciò per
molte cause, non ultima questa che
io
credo erronea
scientifica indipendente dalla genialità della forma.
:
essere la gravità
Prefaxione
Fra
difesa
in
battenti
nomi né
faccio
amene lettere non mancano prosatori di forte non mancano forze nuove di buoni e animosi com-
scrittori di
gli
originalità italiana, e
una prosa
di
esempi perchè sembrerebbe che
cito
Non
quale sia sopratutto italiana.
la
volessi lodai'e
io
opere ed autori poco noti od ignoti.
Ma
pur troppo^ accanto a questi buoni e coscienti
numero
il
degli
improvvisatori, degli spensierati, dei dilettanti di letteratura è presso di
un
noi soverchiante. Il publico pone, oimè, tutti in tutti i
anche
re,
i
publico ha troppi ciceroni
il
quali gli impediscono di conoscere
manca, per complesse ragioni,
Una si
vero; e infine
il
il
nostro publico
elementi di giudizio proprio.
di
cosa è certa, e questa è detta
improvvisa: scrivere è arte
come
fascio e poi,
e cortigiani ai fianchi,
ai
facili dilettanti
domanda genio
e
:
non
in arte
e pazienza, cioè pre-
parazione.
vedono
Tutti
ed
gli oggetti
ma
colori,
i
solo
pittore sa
il
come
devono disporre questi oggetti per esprimere l'anima del colore cose. Queste leggi
ammiriamo
ben curano
dell'arte
la facilità e la
dere con la virtuosità, con
con
simi,
gli
artifici
di
di
cui noi
ha nulla a ve-
lambiccature, con la biacca, con gli spa-
prosa
certa
che
edifici di tela dipinta
le
prosatori francesi
i
Quest'arte non
semplicità.
si
delle
e
può anche improvvisare in alcuni
moda: coreografia di parole, mi correggo: si
alla
mascherano
vuoto. Cioè,
il
rari e speciahssimi
casi;
ma
allora
una segreta e potente preparazione dell'anima.
esiste
Yero è che questo argomento posso nascondere
—
lo
scotta e poi è troppo soggettivo, ne
confesso con aperta sincerità
—
di
non portarci
alcuna passione. Giudichi dunque ognuno a suo piacimento.
Ma
oltre a questa prosa artistica e dotta v'è la prosa dell'uso
tidiano, la lettera, bollettino,
il
il
resoconto, l'opuscolo,
programma,
l'istanza,
il
il
manuale,
progetto,
e di
una
(')
non richiedono
legge, quale essa
Ho
fatto un'osservazione
arte, si usi
sia
si
(i),
Che un linguaggio
discorso,
un manifesto, uno
luche puristi, spulciano le i;ilo?
Può
quando
stare a capo di un'amministrazione chi
manifesti?» e simili
frasi.
in queste scritfuori del decoro
si
:
nella nostra vita politico-
vuole combattere a fondo un
un avversario, nostri sono capaci di diventare «Oh, dove ha messo la grammatica il signor
scritto di
parole:
il
commer-
credo che tutti quelli che hanno
che mi paro importante
giornalista, così ricca di piccolo inimicizie,
manifesto,
la nota, la scritta
ciale della curia, degli uffici dei ministeri, etc, etc. ture, le quali
il
quo-
i
spedisco
tali
dispacci? chi fa
tuli
.
Alfredo
sano giudizio convengano.
Pamini
ad esempio, ho inteso dei tecnici, gente
Io,
solitamente aliena da ogni pensiero
dolersi
letterario,
perchè in certe
scritture italiane di carattere tecnico nelle quali la precisione e la chia-
rezza sono necessarissime^
non accade dare giudizio di condanna
luto dire
così
:
capisce a stento che cosa in esse
si
piii
si
Non
e vo-
si
può
spicciolo, capisco,
non
in scritture consimili, straniere.
semplice e terribile di questo.
Tale miserevole stato dell'italiano
dell'uso
tocca molto chi specula in alto, o chi occupa le grandi gerarchie lette-
accademiche.
rarie, ufficiali
Qui provero:
sento ancora, e più forte, sibilare
io
«È
all'orecchio
questo rim-
inutile che voi vi camuffiate: in voi si scorge la chierica:
vói siete un pedante e un purista
»
Bene, vediamo! e scagionandomi
di
questa imputazione di purista,
anzi notando alcuni errori di giudizio dei puristi,
mi
conceda l'op-
si
portunità di meglio entrare nel vivo dell'argomento. confine tra
Il
purista appassionato ed
il
formano esìgua schiera,
certo
una
battaglia, lo confesso,
rare
il
male che con
mi induce
la loro
pedante non è
facile
:
a benevolenza anche nel conside-
intransigenza possono aver
intende dei puristi e pedanti sinceri, lettere
il
e questo essere essi in pochi a sostener
perchè
i
cagionato.
Si
mercenari delle umane
che a simiglianza del giudice iniquo osservano
le leggi in pre-
non entrano nel mio conto. Per i puristi questa nuova italianità è una perdita di italianità: gli stessi vocaboli forastieri, ma necessari perchè dovuti al fatale preponderare di un pentorio e fuori le
dilaniano,
siero più evoluto del nostro, senza dei quali
aperta tera,
come
nel giuoco del jyerchè in cui
si
dovremmo rimanere
a bocca
deve sfuggire una data
let-
sono tacitamente condannati.
Che di voci,
dire poi dell'avversione per tutta quella meravigliosa fioritura
espressione del nuovo pensiero e della nuova scienza, comuni
a tutte le nazioni dotte, vero piccolo vocabolario universale?
tendole distruggere, scienze: fanciulli che ripa magniiico nel
E
poi
—
greco-latina,
vorrebbero ristrette
le
—
come non
Non
rigido linguaggio
illudono di potere arginare
si
comune
ripeto
al
un fiume che
po-
delle stra-
parlare!
per noi italiani
sentire
un fremito
che deriviamo di
orgoglio
dalla
coltura
vedendo che
i
I
Prefazione
superbi popoli angli e germanici, creando
due lingue che
costretti a ricorrere alle
latina e greca, in cui sembra, tificato nei secoli
anima
culta
Ancora:
prendono
ha
(')
come entro miniera profonda,
grandissima parte delle parole e modi che
la
sono
sola voce a vari
provenienza francese:
di
si
ma
estende meno,
«
puristi ri-
i
—
cosa nota
può adattare una
con
ipertrofica »
cambio ha
in
—
francese
agevolezza e
ricca e
più.
il
sorprendente, cioè
passa con
sensi;
senso proprio alla metafora liano invece
essersi stra-
della parola!
sua parola di un'elasticità
la
non oso chiamare morte,
dell'umano pensiero? Meravigliosa potenza, oc-
fiore
il
voci dottrinali, sono
queste io
predilezione
dal
vocabolo
ita-
il
:
gradazione o scala
la
dei sinonimi; l'enfasi metaforica non gli è naturale:
il
francese ha, in
pronta azione un numero stupendo di modi di dire, veri pezzi
istato di
di costruzione, precisi, incisivi, ben selezionati, pronti per esser
messi
in opera, parlando o scrivendo.
«E
l'italiano
non ne ha?
linguaggio: una lingua
durre nuovi modi in
si
Ma
».
lingua viva: essi costituiscono
gli
quando questa funzione
dice morta
la locuzione o
cessa:
lei
ne ha un numero enorme come ogni
elementi fecondatori e animatori del
modo
di dire è
di pro-
un ag-
gregato fisso di poche parole, talvolta senza senso se prese alla lettera, o di senso bislacco,
tamente intesa da
ma
che esprimono l'idea in modo preciso, subi-
Sono come pezzi
tutti.
tucce in deposito pronte per
Ma
la
differenza
che moltissimi modi lettali
;
scoppio
lo
l'italiano
fra
e
di dire italiani o
di pensiero
(^). il
francese
in
:
per
il
ricercatore
questo,
rudi, caustici, saette
e dialetto poi si riscontrano somiglianze
fra dialetto
mano un godimento
consiste
sono troppo letterari o sono dia-
ogni dialetto ne ha un patrimonio stupendo
da getto:
già formato, car-
(•^)
e
che
for-
persuadono della enorme
(') Vedi Fanfani od Arlia, Lessico dell'infima e corrotta italianità; Riqutini, Neologismi buoni e cattivi^ opero da mo specialmonte citate nel corso dell'opera. (-)
I sostenitori della
lingua artificiale (Volapiik, Esperanto, etc.) come intendono
supplire a questi microrganismi vitali? Io posso creare
un vocabolo
ma
funziono necessaria, e in cui
il
modo
è tutto (*)
il
di dire di cui
non appare a prima vista
nervo del discorso, chi
Quanto gemme del
lo
la
di convenzione,
forma?
diro che passano per toscane ed
accesso nel parlar letterario e della scuola, sono comuni agli
hanno per
altri dialetti
!
E
ciò onorato
ohe dire
di
quelle che non sono toscane, e pur sono tanto bolle od efficaci che por la loro bollozza e forza sono entrato nel parlar
comune,
se
non letterario? Io ne ho raccolto parecchio
Alfredo Pancini
favella italiana,
vitalità della
una ricchezza che non esce
Oimè! è
genialmente una e varia.
così
dalla regione e dal parlar dialettale, e molti
come ad andar fuori di casa senza cravatta. JSTe consegue che il modo francese come più urbano, pili mondano, più diffuso, è spesso usato a danno del modo nostro che lo potrebbe sostituire. E ciò che accade pel modo di dire^ a maggior scrittori
avrebbero riguardo ad usarli
ragione accade per la parola: adoperare la voce unica alla francese è più
ricercare la voce precisa fra le sfumature dei sinonimi è più
facile,
questa, anzi, del trovare
difficile;
una
dei sinonimi, forma
il
giusto colore nella gran tavolozza
delle difficoltà dell'italiano: lingua per altre ra-
gioni, facile.
Qual meraviglia se cioè se noi
in
ciò
si
manifesta la legge del minimo sforzo,
usiamo estensioni, metafore, locuzioni
alla francese?
In quanta misura poi concorra una certa nostra indolenza e la preponderanza di un pensiero più maturo od evoluto nella modernità che non sia il nostro, non è qui il caso di dire. Oltre a ciò vi sono voci e locuzioni alla francese così fuse e
connaturate oramai, in cui
il
pensiero cade così
come dente in dentiera, che converrebbe, per evitarli, avere sempre un purista ai lati o fare un tale studio di scelta, incompatibile con la comune coltura e col tempo di cui uno può disporre. spontaneo come ruota entro rotaia,
ebbero torto di non tenere nel dovuto conto queste cose
I puristi
di fatto e questa
legge di necessità, e di nutrire troppa fede nella pre-
dicazione della buona italianità e nell'opera della scuola.
Quasi quasi avrei più fede in una specie che moltissime belle
parole
italiane
di
«
lotta per la vita »
combattono per non
essere
sof-
focate Q).
Yi sono parole danno
italiane così belle, alate, luminose, che qualche volta
delle feroci stoccate alle loro consorelle
in questo
mio dizionario
o
me
franco o anglo-italiane:
ne compiaccio come di cosa da
altri negletta,
da
me
in-
vece amorosamente curata. Ammirevole pure e degnissima di studio sarebbe la comparazione fra naturale
!
i
modi
Anche
di dire delle varie lingue.
ciò è
buon argomento
Quante somiglianze
!
Quanta
di considerazione per chi sostiene
le
filosofia
lingue
artificiali. (')
La
scuola estetica, intendi specialmente
il
D'Annunzio,
merito e azione reale richiamando in onore nobilissime
maggior decoro
l'arte dello scrivere dalla
eratici dello stile^
come
il
in questo
ebbe alcun
parole nostre ed elevando a
paludosa bassezza e monotonia dei
Carducci chiama con frase troppo scultoria
(da non confondere col Manzoni, la cui prosa è
un miracolo
i
de7)io-
manzoniani
d'arte e di forza).
Prefaxione
voglio dire che se
come
se
ma
vuole,
si
d'amore,
po'
immediate
piìi
Queste nobili parole
italica.
un
scrive con
si
tanee su la penna,
ci
ricorrono spon-
esse
e proprie espressioni dell'anima
porgono un
un
altro conforto,
che vale meglio di niente. Quando
po'
gli italiani si
magro
vestono
proprio dalla festa, cioè, fuor di metafora, nelle scritture solenni, allora
queste parole sono cercate, allora ricorre la richiesta:
pensa sul come
in
buon
di
ruggine a questi vocaboli,
italiano ?»
e si
provarli nelle
di
«0 come
si
dice
cerca di levare un po'
si dice e si
congiunture;
giacche
mancanza
di eser-
anche nelle parole, come negli organi del corpo,
la
cizio atrofizza e toglie la funzione.
E con
già che
entrammo
in
argomento trattando
proseguiamo
di puristi,
essi.
Yi sono larga,
fra
quali
i
un tantino
si
di'
puristi
i
alcuni di bocca
buona
piti
e
di
manica
pili
accontenterebbero della voce straniera purché avesse
ageggio italiano, cioè
bariche con un paio di mutandine
si
coprisse
o
una
almeno
foglia
di
pudende bar-
le
italiano,
fico
cioè
fossero assimilate.
E
vada pure per l'assimilazione: certo
Quattrocento e
l'Italia del
del Cinquecento poteva accoghere la barbarie d'Europa nel suo e penetrarla dell'ardente
relativamente poche,
si
sua vita.
A
quel tempo
le parole
grembo
straniere,
dissolvevano, fondevano, assimilavano per virtù
del calore organico del nostro linguaggio.
Ma
allora l'Italia
aveva
il
monopolio
della intellettualità; lettera-
tura italiana voleva dire letteratura europea, e tale onore
vato
per impulso o tradizione fino
anche quando non ne era bari,
cose
ma
quasi
tutto
ai
puristi,
prese
in
valore
idee che noi togliemmo per forza da altri popoli
almeno sinora
derle
come « Ma Ma il « Ma
—
non
si
adattano
:
fa
un
cioè
giro di voci
!
»
i
non
storico
o
rappresentano quali andarono
all'assimilazione, bisogna spen-
un purista può dirmi: popolo non le usa! »
popolo ha un vocabolario più si
conser-
molte di queste parole
sono. Qui il
le fu
Settecento,
reale, farebbero sorridere. Questi barbarismi
avanti nel tempo che noi restammo fermi. Bene
—
il
degna: oggi queste voci «barbarie, bar-
piìi
barbarismi», così care
filologico,
a
ristretto.
Alfredo Fanzini
Questo potrà fare
purista,
il
no: chi trova un ponte, non gira
letterato,
il
gli
seguente legge, cioè che non
la
può sacrificare una parte anche minima
guaggio, tanto è vero che la reale bellezza di un linguaggio è
vedere
sua legge violata, e nessuna cosa è
la
La
norme che ben
si
meno
goffa ed imbelle che
piìi
parole sono
nel
accolte
bene del francese ad inserire e fondere nel suo di
questa difficoltà è prova
fatto
il
hanno verso queste parole una specie
trasandati
Capisco:
fatto.
cagione della compiutezza vocale delle sue parole
:
pen-
insegna la legge, la quale è buona appunto perchè
necessità
di altre lingue
il
dovrebbe adattare a
si
sa che saranno infrante.
necessaria. Già tant'è: queste l'italiano a
si
di pensiero alla purità del lin-
siero che vi risplende. Chi diversamente stabilisse,
stabilire
altri
corso del fiume per trovare un guado.
il
L'evidenza porta ad accogliere
•
grammatico,
il
si
presta
organismo voci
che
gli scrittori
di riguardo
più
istintivo,
e le ricoprono col carattere corsivo, così che se le parole fossero toppe,
molte pagine
Dunque
io penso che è inutile
opporsi
all'accettazione
tanto
dei
così
barbarismi e gallicismi come delle nude voci straniere, giacché
detti
la loro forza è
maggiore.
E
né meno penso che per questo soltanto
lingua italiana vada in rovina.
Ma
«
le
Dunque?
prosa darebbero sembianze di abiti rattoppati.
di
voci
Questo
—
domanderà alcuno
prettamente io
non
so,
possa ciò stabilire.
ma
necessità, l'uso,
quando
straniere,
accogliendo e barbarismi e anche
entro
quali limiti
mi sembra che alcun
né
La
—
discrezione e
la
il
ci
comporteremo?».
areopago di
grammatici
limite potrebbero essere dati dalla
più da un nobile senso individuale di italianità, per cui è inutile,
di
parole
ad una persona pulita ributta è sola e non vista.
«
il
straniere
dovrebbe ripugnare come
compiere un atto sudicio, anche se essa
Termini incertissimi
!
Lo
»
so,
non ne conosco. « E l'opera potrebbe domandare alcuno l'omettete? » Un sentimento di riserbo mi consiglia sicuri
—
—
ma
di
più veramente
della scuola perchè di tacere le ragioni
per cui io non ho fede nell'azione della scuola italiana in difesa dell'italianità.
Ma
che dico
?
Che bisogno
ci
conoscere ed amare questa italianità
sarebbe di difesa? Basterebbe far mirabile, e la miglior difesa sta-
rebbe in quella conoscenza e in quell'amore!
La
nostra scuola
poche eccezioni dovute esclusivamente all'opera spontanea insegnante
—
qualche
svolge dei variabili programmi ministeriali, caleidoscopio
di imparaticci, ut teraria, ridotta
— tranne
di
impleatur scriptura.
E
l'
insegnamento della
ad una specie di catechismo
:
che
storia let-
l'arte sicula è
proven-
Prefaxione
zaleggiante^
che
prosa
la
Fioretti
dei
scuola del Guinizelli è dottrinale: che
metodo storico
il
è
di
aurea semplicità: che
la
due
il
Boiardo fonde
deve guidare severamente
scientifico
quando a queste parole non corrispondano
i
che
etc, etc.y
proprio utile?
nozioni, è
le
cicli:
le ricerche,
Alla sincerità delle lettere e della vita meglio giova saperne di meno^
compenso ottenere che
e per
il
giovane conosca un poco di logica e
Del resto
decoro nel comporre!
rispondono a questa
giovani stessi
i
punto interrogativo praticamente: oramai
essi
non sentono
non curano
e
che quegli insegnamenti che hanno un diretto rapporto pratico con
E
loro futura professione.
Tornando
al
tema
fenomeni,
altri
i
« fisiologico »
patologia
«
»
,
quali per quanto benevolo giudizio
almeno a
me sembra
;
per così dire,
complica e
si
non possono non giudicarsi gravemente. Dalla alla
anche questa
e concludendo, credo doversi ritenere
evoluzione del linguaggio. Se non che esso
con
«
si
si
principio maggiore.
Yedrò
fisiologia »
passiamo
ed a questi fenomeni io allu-
si
la cor-
di essere breve.
Ecco: qualsiasi parola straniera, senza distinzione
non necessaria,
somma
voglia dare,
devo in principio parlando di correnti in urto e contrasto con rente
la
detto questo è detto anche troppo.
uso delle voci straniere un fatto normale, di
di
di necessaria
a
innesta nel parlare e nello scrivere nostro senza tro-
vare opposizione o difesa
;
anzi quanto
liamo alle persone di media coltura, tanto
piacimento nelPusare
piìi
noi dal popolo incolto risa-
piìi
chiaro appare
un vero com-
vocabolo e la frase forastiera. Si direbbe che
il
il
poter giungere al buon uso di una parola non italiana rappresenti una
conquista di intellettualità!
Yi sono poi alcuni che in questa predileuna spietata sincerità non si nascon-
zione del suono straniero sono di
dono,
ma
:
credono anzi di operare a fine di bene e di affrettare per tale
mezzo l'avvento di un linguaggio unico, universale. Che dire? Io da vero non so. Che sia un male guaggi
E come
fra gli
la varietà dei lin-
umani, è verità troppo antica per qui tornare a ripeterla.
corollario fu detto:
«Se
linguaggio, la fratellanza fra gli
gli
uomini parlassero
tutti
uno stesso
umani avverrebbe piii facilmente e le Argomento troppo ideale,
discordie e le dissenzioni scomparirebbero».
troppo fallace o troppo tribunizio per discuterlo soltanto. Caino
Abele pur favellando nel linguaggio del paradiso
terrestre, e la
uccise
forxa
delVinsano leone che Prometeo infuse nell'uomo è un micròbio che, per
quanto attenuato dalla cora nell'anima. Esso
civiltà, si
il
sincero fisiologo dell'anima scopre an-
manifesta
all'
infuori
di
umanitario. Io non credo che per questa strada
ci
un
qualsiasi volapiik
avvieremo ad un
lin-
Alfredo Pancini
giiaggio unico
«umanitario»^ credo che
natio, favoriremo
mente dominatore
il
deformare
oltre a
il
linguaggio
prevalere del linguaggio di alcun popolo più ampia-
mondo; questo popolo impone
e diffuso pel vasto
sue parole, non riceve
C'è poi un numero anche maggiore di persone e coniarne a capriccio,
fluire di voci straniere,
le
altrui.
le
quali questo
alle
torcere
e
il
senso alle
antiche, e non ammettere alcuna legge nell'arte dello scrivere, sembra
un
di
riflesso
quel moto intellettuale che tutto indaga, infrange, abbatte,
apre tabernacoli, smuove cardini venerandi.
E
materiale, la società presente può ricordare
un'immane opera
richiamando un'imagine
lizione: gente col piccone, invasa dalla febbre
della
di
demo-
distruzione. Io in
come osservatore molto solitario, trovo questo spettacolo interessante, e come artista mi dolgo di qualche dolce memoria, di qualche elegante opera degli uomini che la moderna furia demolitrice non risparmia, ma spezza barbaricamente e accumula con le macerie. Ma quanto al resto, per questa distruzione della antica Gerusalemme non mi sento di piangere. È la città del Sole che si vuole edificare? Ebbene, anch'io domando un piccone demolitore. Ma, oimè I nuovi edifici che vanno sorgendo, hanno sugli antichi tuffai più il vantaggio del nuovo intonaco; ai vecchi tabernacoli se ne sostituiscono dei nuovi; veiità
!
le
vecchie esecrate catene,
il
ferraccio dei vecchi
rifuso ancora e si fabbricano catene
Insomma il materiale umano è immutabile. Da
perfezionati.
l'impasto
l'impeto demolitore è stupendo,
delle
è lo stesso:
si
il
gridare è assordante,
viene
quando
al fatto,
un bosco maligno che aduggia ognuno su questo imprecato bosco sua ipotQca che esso serve come diritto di asilo, di ricovero ai
tratta di metter le radici al sole ad
nuove piante,
malfattori,
che
allora si nota che
ofPre
gli
stecchi morti alla povera gente; che è
bosco rimane. Inoltre come la materia
immutabili leggi, così la parola
si
si
non intenderci
più.
E
poi
si
?
evolve per logica. Può
badi: fare
i
ma
riottosi,
si i
come
eroica.
A
un
essere
corre
il
faziosi,
rischio
gli
insu-
bordinati, è molto facile: essere veramente ribelli è cosa altrettanto fìcile
dif-
dispetto delle apparenze, rimane nell'uomo la sua
essenza servile. Soltanto la divina eroica tente a dichiarare l'uomo,
non più servo,
sapienza è tribunale
ma
libero
compe-
veramente. Molti-
plicate leggi, istituti, fate pure operazioni radicali sul corpo sociale,
male
si
il
svolge per organi soggetti ad
piacere anche questo di andare contro la logica, di
è
nuove costruzioni
ma quando
si
la
chiavistelli
nuovamente
noi in Italia
le
ha
odiati
e chiavistelli
moderne
il
rinnoverà sempre. Occorre l'asepsi^ oltre che in medicina, anche
PrefaMone
in sociologia. Credere poi di far della ribellione
anche per mezzo delle
innocenti parole italiane, è esercizio belligero di bimbi in ricreazione.
Capisco: queste sono cose che se anche vero. Io però
non temo
non ho nessuna azione
di manifestare
pensano, non
accademici, poeti, letterati,
come vien
proprio due diversi tipi di linguaggio^ l'uno
solenni
decorazioni
tutte le
del
da parata). Che dire mondano? È una specie
quali
i
hanno
viene, per l'uso
vocabolario
poi
l'abito
(è
da
categoria di persone è quella formata
di studi;
spiccio (è l'abito sudicetto per casa), l'altro adorno dei più lustri e
mati vocaboli con
È
dicono.
si
banco del credito popolare e
mio pensiero.
il
Un'altra e ben curiosa
gente di scienza e
si
al
per
le
gem-
scritte
parlato
dell'italiano
dal
un curiosissimo impasto, dal cui studio si possono ricavare effetti comicissimi. Che dire di certi scrittori che pure hanno autorità e buon nome, a cui l'arme dello scrivere sembra senza punta se non è temperata di quando in quando nel vocabolo forastiero? e si è osservato come di due parole
ceto signorile e
che indicano
la
di gergo,
cosa stessa, di uguale fornia, etimologia,
ma
l'una italiana
Taltra francese, la prima includa senso plebeo, la seconda grazia e gen-
Non
tilezza ?
vi
aggiungo corredo
di
naturale sta
la
conservatrice
forza
impadronirsi di una voce forastiera,
E
esempi, chi ne vuol trovare sfogli
Ma
Dizionario, e ne troverà moltissimi.
con cui
la straordinaria facilità
il
del si
appena riesce ad
linguaggio,
è osservato
come gode
voci effìmere
le
il
popolo stesso in cui per legge
passano nel nostro? Anche per codesto non cito
di usarla?
gergo francese
del
esempi:
si
sfogli
il
Dizionario.
Dopo
ciò è, io
non
so se
piii
moltissimi fanno e sul serio:
Non
si
sicuri.
sa
comica od ingenua, l'osservazione che
Ma, scrivere in italiano è molto
mai quale parola, parolina, preposizione usare
Invece in francese
cardini delle detto, fu
«
da
parole
me
!
Sfido io
»
!
Anche
traballano! Tutto questo,
trattato
!
le paroline, si
noti
Non cioè
difficile! si i
è
mai
piccoli
bene e già l'ho
oggettivamente nel dizionario: ho notato cioè
fenomeno, come un notaio
fa
un inventario.
Ma
qui,
come
italiano,
il
non
posso nascondere che ciò porge la brutta imagine di una servitù, ricercata e volontaria. « Il
quadro è pessimista e voi l'avete specialmente dedotto dalla
lettura dei giornali e simili
un
libro
vivo
—
stampe».
torno a ripetere
—
È
in parte cosa vera:
questa forma viva, popolare dominante di letteratura, che ò
La lingua
usata
dal
giornale
ò
di
ma
io
non potevo non tener conto solito
deplorevole,
il
per di
giornale.
convengo;
ma
Alfredo Pancini
intanto
giornale, per
il
comprato, inteso, mettere in pratica
il
stessa sua necessità di vivere, cioè di essere
la
deve essere chiaro e
letto,
chiarezza. Certo
alla prosa:
modi
questo riguardo stranieri.
il
lettori!
giornalismo è uno dei
una parola
Ma
un numero esage-
nel
snobismo
di
difetto, e sotto
poderosi veicoli di voci e
piìi
tempo
ad
straniera, posta
stampata a migliaia
scritto,
di
stranieri: la fretta, la conoscenza, spesso incompleta
Molte volte, anzi, ho pensato quale enorme forza
netrazione, abbia
uno
sMmbeve
etc.
nuove, aumentano considerevolmente tale
di affettare voci
a
ogni retorica, quanto
da cui traducono e della propria, una specie
e della lingua
modi
di
giornalismo italiano subendo PinHusso del
il
grande giornalismo francese ed inglese, rato di voci e di
facile; è costretto cioè
primo degli ammaestramenti
di copie, letta
da
esempio per
di
migliaia di nostri
piìi
ammirevole ricchezza
stesso quale
di pe-
titolo
di
lingua viva,,
quale dovizioso fiorire di germogli nostrani, quale stupendo contributo di forze attinte dalle inesauribili miniere della tradizione letteraria
un verso
e dal popolo per l'altra, contiene
il
giornale
Fenomeno
!
per
bello
e consolante! Q).
Ancora
:
«
Quadro pessimista
è
il
vostro giacché la letteratura ita-
liana contemporanea vanta pagine di prosa d'arte, di trina, per cesellatura e martellatura, squisita
comune non regge
romanzo
anche
la
e di dot-
prosa nostra
al confronto della chiarezza e freschezza della fran-
cese, dell'incisione e
finezza
godiamo del conforto
di versi di bellezza
si
;
e se
filosofica
per compensa
dell'inglese, noi
grandissima
»
.
A
queste cose
ed argutamente rispondere, se non che nelle
potrebbe variamente
pagine che precedono ho detto della prosa moderna oltre l'intenzione e forse, l'opportunità.
Quanto ad affermare un sicuro giudizio su
lezza della prosa e poesia contemporanea, è prudente attendere del tempo, giudice ultimo sicuro e inappellabile pei molti
concorso dell'immortalità letteraria;
ed
molte pagine giudicate stupende oggi,
io
di
dissoluzione
o
la bel-
responso
candidati al
nell'affermare
che
contengano quegli aromi e bal-
sami misteriosi della conservazione contro in vece germi
dubiterei
il
il
tempo, e non contengano
putrefazione.
Quante pagine antiche
della negletta classicità sono tuttora freschissime, e da quante pagine di
prose e poesie, giudicate
ieri
bellissime, sentiamo venir fuori
un tenue
lezzo di stantio; e quanti fiori stupendi di poesia piuttosto che di fresca e
rugiadosa corolla, sotto
(^)
role,
Non
piii
sottile
esame
ci
appaiono
fatti di fine stoffa.
per questo dimentico l'altro lato della medaglia: cioè molte vacue pa-
segni di vacuo pensiero, che
il
giornale ci insegna.
.
Prefaxione
Vecchia cognizione è pur questa che Peperà poetica nella tura italiana fin da antico
vince quella prosastica:
sembra con maggior agio muoversi nell'elemento del ritmo, dendo dalla forma
lirica,
un tesoro non
v'è
Ma
romanzesca
che a fatica cercheremmo negli esempi di prosa
{}).
astraendo da ogni giudizio su la prosa letteraria, è deplorevo-
—
lissimo
nella poesia didattica, narrativa e
e prescin-
del tutto a tutti noto ed esplorato, di semplicità, fa-
di grazia
e
cilità
lettera-
l'ingegno italiano
ripeto
—
il
decadimento della prosa comune presso
perchè essa è l'arma viva e lucida con cui combatte
ma
Questa cosa nessuno oserebbe negare, ragioni vere,
si
pensiero moderno.
il
invece
di
confessare le
una
preferiscono le ragioni speciose fra le quali
«Noi
più celebri e note è questa: della qual cosa ci
non abbiamo unità
italiani
di noi,
di
delle
lingua »,
siamo specialmente accorti dopo che fu compiuta la
unità politica della Nazione, dopo che l'affermazione
una d'arme, di
memorie,
di lingua, d'altare,
di
sangue e
uno dei
costituì presso le altre genti
reclamare indipendenza, unità e
di cor,
importanti diplomi storici per
piìi
libertà.
Ecco, per esempio, come una notissima scrittrice i
«
In Francia voi avete una lingua
piscono tutti
i
essere al
si giustifica
presso
francesi:
una lingua limpida,
è
;
vostri letti
nostro
scrittori
sono compresi,
e capiti in tutta la Francia. stile
media che
chiara, pieghevole. tutti
i
tutti
parlano e ca-
Tranne alcuni
vostri
giornali
stilisti,
possono
Invece noi dobbiamo togliere
ornamento; noi dobbiamo essere eccessivamente
ogni
semplici per essere sicuri che tutti possano capirci
»
Porto un documento per dimostrare come questa vieta querimonia sia ripetuta ancora.
E
fin
a quando ?
Una
piccola particella di vero con
gran contorno di specioso, un fenomeno in fine poi non spiacente per-
chè frutto naturale, cioè frutto di condizioni storiche, geografiche, etniche, le quali pur contribuirono a far
sì
che
l'Italia,
prima del suo periodo
servile, piccola fra le nazioni, fosse per molteplicità di vita
raviglioso
essa stessa, è elevato a causa prima,
un mondo me-
ineluttabile.
Essi do-
mandano: «Perchè non si scrive bene? Perchè i nostri libri valgono meno etc? Perchè la diffusione delle opere letterarie nostre è così li-
(') il
La Divina Commedia^
Furioso^
'L''
Orlando Innamorato^ nella prima originale forma,
etc.
A. Fanzini, Sitppkìiicnio ai Dixionaii
italiani.
e
.
Alfredo Panxini
mitata «
? etc. »
mai
ecco letterati ed
nuovi pedanti, cioè
elaborano
«
Perchè non abbiamo unità
chiedeva quella lavandaia
—
Perchè non ho ancora trovata
puliti?
Ed i
E rispondono:
.
—
Perchè
artisti
si
sia fìsso in testa di
ecco s'affanna, s'adopra;
ma
ma
come uno scrupoloso
giardi-
dall'altra
un mantello
un
fatto
:
manca, e berretto;
!
ma
troppo tempo sacrifico
siccome non passione, non malo
muovono
semplice amore di verità
Da
chiamerei
che è presa dalla fissazione
da una parte cresce,
Questo paragone è offensivo: ramente.
».
cimare e far geometrica una gran selva
da una bella fìumana un ruscello
ma
io
bene
questa ribelle lingua italiana, che la vuole pareg-
pota, e taglia, e riduci! oimè, ecco da
animo,
sbatterli
Gente egregia, che ha grande au-
giare questa rigogliosa lingua italiana! fanno
niere che
dove
d'accordo con quelli che
torità nelle scuole e fuori delle scuole, di stuccare, lucidare
la pietra
seguaci della così detta scuola manzoniana che
i
tipo unico delPitaliano.
il
di linguaggio! »
miei panni non mi riescono
i
il
pensiero, cosi dico libe-
l'utile alla verità
per emendarmi ora;
ed in ciò ebbi un grande Maestro.
Non
creda,
il
lettore
benevolo che a questo punto
voglia entrare
io
in quell'inestricabile ed antico ginepraio che è la questione della lingua italiana.
ma
bili,
Sono questioni che non
si
risolvono,
non perchè siano
Ecco tuttavia qualche parola in brevità Per quali ragioni cioè
il
e
l'esemplare
—
si
sempio dei
tre
sommi
si
Sottile e
modi
italici
—
di sintesi:
procedimento questi due termini, italici,
che è
raffinato, purgato,
venissero accostando sempre
chiamò lingua
buon manuale quali
per quale
più perfetto esemplare dei dialetti
prodotto dei vari dialetti
che
irresolu-
per la pervicacia delle menti.
piìi,
il
toscano, ed
il
emendato su quel-
e ciò sin
dopo
l'e-
Trecentisti, e per tale fusione si formasse quella italiana o
anche toscana, è cosa spiegata in ogni
letterario.
beUissima questione letteraria sarebbe poi
e proporzioni
il
toscano influì sui
lo
dialetti, e se
studiare in
non
vi influì
Prefazione
chiamando
piuttosto animando,
fuori,
rinvigorendo innumerevoli e stupende
forze unitarie che sono occulte nei dialetti. Gli esempi del Tasso, del
Bembo,
del Boiardo, del Castiglione, dell'Ariosto, del Leopardi, scrittori
non
scani, e
Che
il
Manzoni, unitario in
politica, abbia
questo sentimento tras-
momento
portato alla lingua, può giudicarsi cosa benefica ed ottima nel storico del
Manzoni;
ma
largamente e liberalmente
sempre. Vero è che
la inflessibile logica spinse
come
e
inteso, principio ottimo il
to-
pur mirabilmente vivaci, potrebbero provare qualche cosa.
principio,
grande Lombardo negli anni suoi tardi a sottigliezze estreme in
di lingua
italiana:
persecuzione
la
della
rigida gli
teoria
fatto
fece forse
perdere di vista la realtà. Ora questo difetto del Manzoni diventò poi
nuova scuola:
fu smarrito
senso della realtà;
la
pietra angolare della
lo
studio di minuzie, di parole, suoni, segni, diventò dominante e do-
mina.
La grande
miopi che tonachi.
si
linea e la conservazione dell'edificio sfugge agli occhi
affannano intorno
Esso è
ai particolari,
fenomeno pedantesco,
il
segue costante quella imitazione che Si pensi: l'unità politica e
—
i
lo
guistico: voci di dialetto
asperità
e
alle
decorazioni, agli in-
che
scrupolo superstizioso
minori hanno di un grande.
vogliamo credere
portano per fenomeno di naturale evoluzione
nazionale,
il
al
— morale
non toscano entrano nel patrimonio
peculiarità fonetiche
d'Italia
fenomeno unitario
dialettali
smorzano
si
lin-
della lingua
nel
parlare civile; e se in fine qualche traccia di questa varietà dialettale
rimane nei suoni e nelle voci,
La
varia vita
scrittori viventi
di
io
non mi sento
questa mirabile varie
di
regioni,
patria
in
porta
animo così!
di
E
condannarla. infine
buoni
non toscane, tendono per naturale
impulso ed attrazione ad un tipo unitario, pur conservando un certo
aroma regionale che a me non
spiace. Se
perseguitare nello scrivere e nel parlare, quant'anni. Poche e sicure
un po' d'amore e
l'
uno scrupolo continuo ci deve italiano l' impareremo a cin-
norme grammaticali, fede
conoscenza della tradizione
di
nella parlata natia,
letteraria,
e
il
resto
affidatelo alla divina natura!
Concludiamo.
Fu
mondo, umanissimo
ed è
il
popolo italiano, fra quanti sono popoli al
e civilissimo,
ma
della facoltà di disporre della sua
propria, individuale, tangibile libertà fu così singolare amatore, da far
getto per essa della libertà collettiva e ideale: da venire a taciti patti
con
la tirannide e la
dominazione straniera purché questa libertà fosse
Alfredo Fanzini
Questo particolare stato d'animo degli Italiani
rispettata.
dalla sapienza di quel lontanissimo popolo di
improntò legge il
queste terre beate,
di se
per potere essere
libe?'o (^)
il
—
così discorde
Roma, che pure
abitò e
quale scrisse volere essere servo della
—
come buona chiave, spiegare
può,
segreto di molta parte della storia nostra nelPevo medio e moderno.
Tale amore di individuale libertà insieme ad una ereditaria filosofica
sapienza è cagione di bene e di male insieme
stupenda
una geniale inerzia a
indifferenza,
ma
azione ed opinione,
di ogni
:
genera una tolleranza
genera una tipica e singolare
resistere al male.
osservi
Si
come
ogni intelligente e facondo ciarlatano trovi presso di noi via aperta primi posti;
come
osservi
si
il
popolo con diletto attico ascolti
le
ai
ma-
ravigliose parole, pur sapendole, per intuitiva saggezza, inani e fallaci si
come
osservi
ma
non denuncino,
—
Ora
buoni,
i
i
pensosi,
;
laboriosi sorridano filosoficamente,
i
tollerino e lascino passare e trionfare.
derivando queste considerazioni generiche
al fatto preciso
del linguaggio
—
credere che nel popolo italiano sorga quando che sia
un sentimento
di
difesa del linguaggio, patrimonio
soggiunge
« di'
:
tissimo, ed è
insieme
al
ma
—
che
me
ideale e collettivo,
« fa come ti piace», come ti pare » Di una cosa però sono convinche questo umano ed ingegnosissimo popolo nostro che
è convincimento in
un
assai scarso. Il popolo nostro al
po'
popolo ellenico fu
.
!
somma
mentre quello imbizantì
:
nel
parte e
spense
si
degli uomini,
destino
—
resistette, visse nei
nuova giovanezza vestendosi, pur conservando se stesso pur germinando sempre inesausto, non perirà. Conforta il cuore il vedere come dicevo in principio, con quale
secoli rinnovandosi e di
impeto sorse e sorge a modernità molte vite
»
.
di vita
questa varia
Ora questo pensiero domina ogni
anzi fiorendo ed aumentando, conserverà, e rinnovarsi, quella
parola
necessaria
« itala
altro, cioè
comunque
gente da
le
che non perendo
sia
per modificarsi
impronta dell'essere che è
la
propria
{^).
Bellaria^ Agosto^ 1904.
ALFREDO FANZINI. (^)
Gluent., (2)
Legum....
omnes
servi surnus^
ut
liberi
esse
ijossimiis^
Cicerone
{Pro
LUI, 146).
Veda
il
lettore in fine del
volume
sultate su questo importante argomento.
i
giudizi dati da autorevoH persone con-
AVVERTIMENTO AL LETTORE
La
presente opera non
dei pochi errori
—
ha errata-corrige.
inevitabili in
cura, e spesso casuali
—
alla
tali
lavori,
Si
affida
benevolenza ed
al
e
Outsider ove è dato sui book-makers un giudizio erroneo,
Molte locuzioni vanno
cercate dall'articolo, es.
capitale morale: di altre parole
Dovendo
il
libro poter
si
correre per le
mani
di
tutti,
commento o vennero omesse, come modo da non offendere il decoro, o più spesso
wn'' Appendice
che vedrà
la
non
sull'i;
etc.
gran
Il
lettore.
rifiuto,
cerchi la doppia scrittura.
delicata definizione e
gate in
:
maggior
la
del
criterio
Vedi ad esempio Alibi, ove va detto con l'accento sulVa
La
correzione
la
pure usando
le
parole di
cocotte^ si
o spie-
rimanda ad
luce in seguito.
Togliendo passi da altre opere o valendomi di spiegazioni di dotti e gentili amici, sono citati
il
nome ed
il
luogo.
Delle parole e degli emendamenti che
suggerire
nella
ringrazia,
ma
supposizione
di
prega di essere a
il
lettore potesse e volesse
una ristampa, l'Autore non soltanto lui per tal
modo
cortese.
Dizionario Moderno
.^^
A non è qui il luogo di ripetere diffugramsamente ciò che i lessicografi e matici hanno scritto sull'uso di questa preposizione, oggi invadente e che distrugge :
i
molti
altri
a (francese à) e sono diventati oramai i
costrutti. L'
l'jN (francese en)
due perni su cui posano
parole nella
le
accanto
orefice
traits
à
alla scritta
era scritto
secret,
Gache-por-
:
«monete bre-
a segreto per due ritratti » (Giacche nell'uso degli avvisi commerciali, in città italiane, accanto all'avviso italiano si trova talora la scritta in francese. E vettate
si
.
parla delle tabelle bilingui dell'Austria!
più parte dei costrutti; inutile altresì l'in-
E né meno
deformazione che l'organismo delicatissimo della nostra lingua ne riceve. Così ad es. si dice: «Gelato alla crema,
nifesti di
lano é cosa frequente). Così un dottore in
uova
parla agli Stati
sistere sulla
al
burro, pasta al sugo, etc. »
vece della preposizione
co'/^,
la
in-
quale indica
appunto « compagnia, unione, mistione, » e di cui
Cosi
un
i
dialetti
oste di
serbano l'uso tuttavia.
campagna
vi
domanderà
se la frittata vi piace coli' olio, o con lo
non
L'uso dell'a in simili costrutti si è venuto radicando per modo che l'espellerlo non mi pare più possibile. strutto, e
all'olio.
Gli stessi scrittori, posti noli' alternativa di
comune
scegliere tra l'uso
e l'uso let-
non sempre si accordano né d'altronde riesce sempre agevole il determinare in molte e sottili locuzioni con 1' a quando trattasi di vero errore oppure quando l'uso col suo impero assoluto e le
terario,
;
autorevoli eccezioni giustificano l'orrore. In via generale
si
può però affermare
la
tendenza ad usare questa preposizione a alla maniera de' francesi; se non che il francese è sicuro nell'uso dello sue proposizioni, noi vaghiamo incerti e con tanta libertà da insinuare confusione e ingenolai'o
indisciplinatezza alla jìorspicuità ed
alla facilità dell'apprendere.
esempio
in proposito
A. Pan/in
I
:
In
Kcco qualche
una vetrina da
é raro il caso di leggero mavendita in francese. Anzi a Mi-
filologia intitola
un suo
scritto
:
«
Come
si
Uniti » invece che dire
« negli Stati Uniti » generando una vera confusione di senso. Ecco altre eleganze :
« Forchettone
zuppa, a
riso,
a servizio, cucchiaione a a salsa. » Trattasi di catalo-
ghi e scritte volgari
da vetrina, quindi senza pretese letterarie, altri obbietterà. p] vero. Tuttavia si noti l'importanza che nella vita moderna hanno le scritte publiche. Esse fissano l'uso più che l'opera di molte scuole. Ma di ciò vedasi nella prefazione. I puristi riprendono queste maniere avverbiali poco a poco., due a due., mano a mano e anche man mano., corpo a corpo invece di a corpo a corpo., a poco
—
:
a poco etc, a mano a mano che rispondono all'uso classico di nostra lingua: a capo in scambio di da capo. À per ha\ V. Avere. Abbacchio: voce romanesca passata neli
l'uso della lingua:
vane, 1
indica l'agnello gio-
vissuto libero,
in
pasture
aperte.
romani lo sanno cucinalo squisitamente. Abbaìno: per questa parola si intendo
quella finestra o lucernario sopra
che dà luce a stanze od a
soffitte.
il
A
tetto
Mi-
—
Abb
chiamano Abbaìni quelle stanze mi-
laiio
serabili che ]\cllo spazio dei grandi casa-
menti si adattano tra i due spioventi e il primo piano della casa soffitta. Abbiatico voce usata in Lombardia per :
:
dire
i
nepoti, cioè
i
figli
dei figli, e
non
dei fratelli.
Abbinare mettere insieme due cose (dal numerale distributivo lat. bini-ae-a = a due a due). Voce dell'uso ma generalmente non registrata. Abbordaggio: terni, mar., l'accostarsi a bordo a bordo di due navi per combat:
Arrembaggio invece
tersi.
alle
è dar l'assalto
rombate per combattere a corpo a corpo.
Collisione è l'urto casuale,
più o
meno
ha significato pari ad investimento., se non che questo può essere volontario, o per offendere una nave nemica per salvare da male maggiore il violento, ed
naviglio spingendolo nelle secche o nella spiaggia.
Il
Petrocchi spiega alquanto
li-
=
beramente abbordaggio l'urto di due navi. Arrembaggio dar l'assalto a un bastimento dopo averlo abbandonato. Abbordare: è la versione del francese aborder. Y. bordo. I dizionari registrano questa parola nel senso marinaresco nel senso di avvicinare qualcuno, prendere di sorpresa^ affrontare, fermare è en:
=
:
trata
nella lingua soltanto negli ultimi anni, del secolo XVII. Ora è d' uso co-
mune
ma
specialmente nel senso di fermare uno con una certa risolutezza a fine di parlare con lui» (Carducci, Antologia). «
riprendono come « metafora sproporzionatissima che presenta la vera
I puristi la
impronta del gallicismo » (Rigutinij. Questo verbo è pur usato nella locuzione aò6ordare mi argomento. E seguendo la stessa metafora, dicesi anche persona di facile abbordo per persona di facile accesso. Abbordo: V. Abbordare. Abbottonato per estensione facile e lepida del vocabolo così si dice familiarmente di persona chiusa, riservata., ed è :
modo
neologico contrario di sbottonarsi
=
aprirsi, palesarsi.
A
oppure à nous revoir si dice talora in Italia per assumere più fine garbatezza ovvero per celia; ma avvertasi che sono storpiature del modo franbien revoir:
Abo
2
cese à revoir, o meglio, au revoir, au plaisir de vous revoir. Sarà spiacevole e incomodo per noi, ma è il fatto che i Francesi ci
tengono moltissimo alla proprietà
della loro lingua.
Ab
ìmis fundamentis
:
e
compiutamente
instauratio facienda ab imis fundamentis, Leggesi nell'introduzione dell' Opera
Instaurano magna
di F. Bacone da Verulamio (1561-1627) e più esattamente: ^at scientiarum et artium, atque omnis humanaedùctrinae., in universum instau-
a debitis excitata fundamentis. Questo motto si ripete a proposito ed a sproposito per dire che di alcun istituto, azione, condotta etc. conviene riformare rinnovando sin dalle fondamenta. Ab irato: motto latino: con animo irato. Es. « Prese questa risoluzione ab irato » cioè non lasciando che, con la calma, subentrasse miglior ragione. Abortire nel senso figurato di non riuscire., andare a vuoto, detto d' impresa, ratio,
:
progetto
simile,
(Rigutini).
Lo
è
sconcio
gallicismo
registra tuttavia
Petroc-
il
Nel linguaggio medico dicesi abortito di alcun male quando ne apparvero sintomi non il decorso. Ab ovo: dicesi cominciare ab ovo per dire cominciar dal principio, dalle più lemote origini. Tale locuzione è antichissima nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo (Orazio. Art. Poet. 147) cioè non cominciare a raccontar la storia della guerra di Troia {cominciando) dal doppio uovo di Leda. La quale fu fecondata da Giove sotto forma di cigno, onde ella generò due uova da uno dei quali uscirono Castore e Polluce, dall'altro Elena e Clitomnestra. Arrivati ad Elena ognuno può andare avanti da se essendo nota L'istoria. Come ognun vede, se il motto cherchi in tale senso.
i
:
:
la
cheX'
femme
è francese e recente, la
cosa risale ai più remoti tempi.
Ab ovo usque ad mala: alle mele,
cioè dal principio alla fine. stichi di Orazio {Satire, Jii
mani
di
tempo
I,
Sono due emiIII,
6,
7) dii
Ro-
Orazio solevano
dar
cosa nota che
venuti popolari. del
uova
dalle
cioè dall'antipasto alle frutta,
principio ai loro banchetti dal non troppo IVO cibo
delle
uova
sode.
A ce
A l'I
Abracadabra:
i)arola
aiitiea scienza occulta,
termine puramente fonetico
Ahrasax^ cui
medica
cabalisti attribuivano virtù
i
della
iiìistcriosa
formata da Abraxas
:
come amuleto. Oggi Abracadabra una specie di indo-
incidevasi sulle pietre, dicesi
giuoco
vinello
di
parole.
Abrégé: sunto, compendio. Voce fre(juente, e cosi pure la locuzione en abregé per dire a sommi capi. Abrégé, dal verbo fr. abréger è nel suo valore etimologico uguale alla parola breviario {breriariimi), che per noi ha specialmente senso chiesastico. V assenzio, Absinthe
il noto liquore verde opale, principe degli inebrianti stu:
coir infuso
pefacenti, fatto
dell'
assenzio
chiamare alla francese forse in omaggio all'abuso che ne fa la Francia, ove in gergo è detto verte (verde). L'uso dell'assenzio in Francia ha creato le due voci absinthisme ed essencisme nel linguaggio medico per indicare l'intossicazione mercè l'assenzio. lungi Absit (invidia) injuria verbo ^sia r offesa dalla parola (Livio, IX. 19). Motto che si ripete press'a poco nel medesimo senso con cui il Petrarca scrisse (àcpivdiov). Si suole
:
:
Io parlo per ver diro
non per odio
Àbstine,
sùstine:
cioè sopporta stoica.
;
d'altrui.
sostienti!
astienti.,
motto dell'antica
filosofìa
V. Manuale di Epitteto.
Abulia: malattia dello spirito, che conuna inerzia e impotenza della volontà. Questo neologismo scientifico è tolto siste in
dal greco abulia, formato cioè da
vativo e buie
\
.
-=.
a
pri-
volontà., consiglio.
Abulico: termine medico, da abulia. questa parola. Dicesi di chi, per effetto
verità e natura la colpa
:
«
il
male chiama
male,
il
ama
vuole altra colpa, l'abisso
l'abisso ».
Acagiù o, come scrivesi in francese. acajou ; grande albero dell'America centrale (dal Messico all' Honduras) e delle Antille. Il legno che se ne trae, duro, venato e di colore rosso mattone è pregiato :
nei lavori di ebanisteria. II tifico è
nome
Swietenia Mahagoni., onde
volgare di Acalefì
scienil
nome
mògano
dato al legno. acalephac, termine zoologico.
:
il gruppo delle grandi meduse ad ombrello., animali appartenenti al tipo dei (?e/ew^erasto assennate osservazioni del Petrocchi: « Inconvenienti dello scrivere il casato do])o 1.^' Come s'è visto, si va contro il nome. po' prima,
alla storia
un
po'
in
e all'uso del
mondo
civile del
E a.rac-" care, baraccone {bar acon).,
goditore tiere
il
buon compagno,
e crapulone, che dissipa volensuo in feste e bagordi. Tale senso
è pure nel dialetto
lombardo
e nel veneto.
Baracca., in Lombardia, nel Veneto e nelr Emilia dicesi altresì in senso proprio e figurato di
cosa malandata, che tende a
ruina.
Barba
:
voce dialettale veneto-lombarda,
Viva tuttavia
e
comune
è
questa voce specialmente a Venezia. Barba e più comunemente barbe, sono :
i
filamenti e le frange naturali della
carta, che solitamente
si
raffilano nelF arte
libraria, fatta eccezione però delle
a
mano
Bas
sua gran
lirica
perchè rinnovando, con
perfetta e insuperata fusione e di suono,
i
di
pensiero
metri dei greci e dei romani,
pensò che, se potessero rivivere, a quei grandi la sua lirica sarebbe parsa barbarica. E ciò per questa considerazione che per gli antichi la metrica si fondava su la si
quantità,
cioè su la maggiore o minore estensione dei suoni sillabici ed avea in
se e per sé compiutezza armonica di
mu-
metrica italiana invece posa su l'accento ritmico. Dunque apparenza antica, sostanza italica, onde \ìOQ^m barbara. Barbe-bleue nome del principale personaggio di un racconto del famoso poeta sica
:
la
:
burlesco Pe'rrault (n. 1628, m. 1703). Barbe-bleue è un marito feroce e sanguinario, specie di orco, che scannò
quando stava per sgozzar
mogli
e,
la settima,
fu
sei
ucciso dai fratelli di costei. Dicesi tuttora
per celia per indicare una, persona che fa paura senza essere paurosa. Barbèra: vino piemontese da pasto e da bottiglia. Pregiatissimo, robusto, ricco di colore,
(Govone,
di àlcole e di acidità
Magliano d'Alba, Priocca). Bàrberi (corsa dei): così in
chiamato
Roma
era
uno spettacolo carnascialesco, non sempre innocuo, carissimo
crudele e
a quella popolazione.
Consisteva nel la-
sciar sciolti alcuni poliedri (barberi), cresciuti selvaggi
nella
campagna: i quali avevano sul dorso,
stimolati da flagelli che
significa zio.
detti
—
40
Bar
e di valore
ove
le
barbe
carte
hanno
pregio.
Barba d'uomo: uomo di valore, locuzione nostra viva nella frase familiare non barba d'uomo che... per dire non c'è alcuno per quanto forte che..., etc. Barbagliata: milanese barbajada, bec'è
precipitavano da Piazza del Popolo a Piazza
Venezia
densa ala
fra
di popolo. Tale spet-
tacolo fu abolito pochi anni dopo
di
poesia è
neologismo dovuto al sommo lirico della seconda metà del secolo XIX e del secolo XX, G. Carducci. Egli chiamò bàrbara la
nuovo
Barbetta:
(fr.
barbette) terni, mar. che
indica quella specie di elevazione o piat-
taforma che è su le navi corazzate ove pongonsi i cannoni affinchè possano tirare al di sopra del parapetto. Onde dicesi cannone messo in barbetta e in fr. camion monte en barbette: e in tedesco barbetteaufstellug Dicesi barbette, parce que le camion fait la barbe, rase l'épaule?nent (Littré). Barbetta indica altresì il cavo che pende a prua delle imbarcazioni mercè il quale si legano a terra o a bordo. Barbeta de la lanza, in dialetto veneto. milanese barbis baffi, baBarbigi sette. « Fortiguerra nel Ricciardetto e Pa:
.
I
vanda di latte e cioccolata. Bàrbara: come attributo
il
Regno.
:
=
.
—
Bas
41
Bas
B)
Baròlo vino pregiatissimo del Piemonte,
usarono anche Barbigi. Un poeta pisano disse pure Io me la rido sotto i barbigi » Così scrive il Cherubini con molta soddisfazione di trovare una voce toscana equivalente alla lombarda, egli che in tutto il suo ottimo e peifetto dizionario ha pure l'ingenuo torto di non voler vedere e intendere simiglianza alcuna tra il milanese e il toscano, mentre ve ne sono moltissime. Barbigi scherzosamente per baffi è notato voce del resto registrata dal Petrocchi anche noi vecchi diz. italiani. barba, Barbouillage: (rad. barbula
del circondario d'Alba. Si ottiene con l'uva
rini
11(^1
Discorso sulle Caricature
(III.
:
=
pennello) dicesi in
francese di pitture o
di scritti, per indicare sgorbio^ searaboe-
:
detta Nebbiolo. Colore rosso
rubino, generoso, austero, fragrante, eminentemente asciutto. i
Raggiunge^ la sua perfezione dopo
tre anni di età.
Baronetto tuito
i
:
:
=
plicata la risultante delle forze molecolari di gravità
Termine
che tendono a far cadere
i
corpi.
di fisica.
Barnum iiome proprio del signor Phineas :
Tayloj- Barnum, americano, un museo di cose e persone
il
quale con
strane e cu-
vini
Il
baro-
privilegi politici del barone
Premette al nome di famiglia voce sir e la moglie è designata col titolo di lady (dama) invece di mistress che si dà a donna non nobile. Barcarola: « canzone modulata dai pee del lord. la
scatori in barca.
:
ottimi
da re Giacomo I nel 1611.
netto non ha
(lei
Barcarizzo: terni, mar.: posto ove si tengono le imbarcazioni a bordo; ed anche la porta della murata a capo della scala per la quale si entra a bordo. Barco termine regionale romagnolo il cumulo del grano preparato in covoni, pronto per la battitura. Bica. Bardolino nome del luogo presso il lago di Garda onde proviene un noto e buon vino da pasto, conosciuto con tal nome. Bari bai: o orso nero è il più noto e comune orso americano, lungo circa due metri e alto uno, più mite dell'orso grigio^ detto Grixxly, pure americano, e dell'orso bruno d'Europa. centro di gravità dei Baricèntro: corpi^ ossia punto in cui si suppone ap-
gli
(baronet) titolo ereditario di
:
Barcaccia quella specie di palco grande, di solito in sul proscenio, che prendesi in affìtto comunemente da compagnie ed amici nella stagione teatrale. Voce proveniente per estensione di significato da barca.
fra
nobiltà inglese, di carattere medio, insti-
chio, spegàsc lombardo, spegàxo veneto. :
È
d'arrosto. Tipo di vino alla francese.
Sono celebri ha
gondolieri veneziani. Yi
lieta,
come quella
lo
così graziosa
dina in gondoletta come l'altra famosa
vi
e
barcarole
la barcarola
ha
:
La
bion-
mesta,
la
noli' 0^e//o del RosA. Galli, op. cit. Barra: terni, mar., banco che si forma alla foce dei fiumi per efi'etto dei detriti sini. »
Manovella del timone. Basare: nel senso figurato ài fondare, fondarsi^ detto delle opinioni, dei giudizi etc. è voce ueologica tolta dal frandella corrente.
|
cese baser.
Base: parola comune sì alla chimica organica che all'inorganica per indicare una classe di corpi composti le cui proprietà sono opposte a quelle dei corpi acidi la caratteristica di una base è di rendere azzurra la tintura di tornasole. Se ne forma :
anche l'aggettivo basico. V. Base. Basico Bas-bleu letteralmente in francese vuol dire calxa azzurra e dicesi di ogni donna saccente, inframettente, che la pretende :
:
a letterata. Quanto all'origine assai incerta di questa parola, ecco quanto se ne legge. Verso il 1781 oravi in Londra un circolo che si accoglieva in casa della signora Monchiamavasi della calza azzurra tagne
rioso,
cui diede il proprio nomo, fondato Nuova-Jork nel 1840, con altri spettacoli teatrali e con l'aiuto di una grande
[blue stoclcingclub\. lì sìg. Stili ingtleot,
in
più autorevole di detta compagnia, aveva
e a que' tempi originale strombazzatura,
sente, dicoasi per motto
guadagnò molto
richezze. Questo
si
ventò sinonimo neria.
di
nomo
di
ciarlatano e ciarlata-
costume
può
di portare calzo
azzurro :
«
;
e, lui as-
«tasserà nulla
fare sonza le calze azzurre
ciò indicavasi detto signore.
del Circolo.
V.
Reme
dcs
il
Quindi
Dcux
»
e con
il
nomo
Moììdvs.
.
-
Bas
42
aprile 1860. p. 778. Secondo altri il nome provenne dal fatto che un poeta arrivato da un viaggio, ricusando per il disordine del«uo vestito di entrare, la dama gli disse che egli poteva presentarsi anche con cal%e
Insomma questa sig.*^ Montagne con Lady Montagne
turchine.
(da non confondersi
autrice delle famose
della fine del '600,
che fece polemica col Voltaire in difesa dello Shakespeare, che si doleva di non essere nata aomo, che viaggiò per l'Europa e dovea essere un serpentello intero, c'entra, a quel che pare, nella creazione di questo vocabolo. Ancora un'altra opinione questa dama, nella sua dimora a Venezia, fu introdotta in un' accademia di letterati che avea nome della « Calza lettere)
:
Azzurra » e perciò la sig.^ Montagne divenne una bas-bleu e trasportò questo nome a Londra ove fondò la sua Accademia, tra-
mandando
il
Ma
venture.
nome
alle colleghe delle età
esisteva
nel '700 quest'Ac-
cademia in Venezia? Non mi riuscì d'accertare. Secondo invece, l'opinione del letterato francese Filarete Chasles (1799-1874),
r assurdo sopranome sarebbe
stato sfogo
bizzoso del gran poeta inglese A. Pope (1688
-1744) contro
Lady Montagne (1690-1762)
respingeva la sua corte. Messo alla porta, s'avvide il Pope di due cose, che le mani della dama non erano un esemplare di nettezza e che ella portava le calze azzurre, onde dettò quest' epi-
Bas
Bascule: voce tradotta letteralmente in basculla o barculla, nota specie di bilancia a piano. Beriya bascule dall'antico voca-
bolo francese bacule^
cui
^
tavola che bai le
«
cioè di cui un'estremità tocca terra
,
quando
l'altra si leva:
altalena. L's del
puramente eufonico. Italianamente bilaìicia a bilico. Ma basculla è voce oramai popolare e comunissima. NB. L'etimologia qui data non è però troppo certa. V. Scheler, op. cit. Addi-
prefìsso bas è :
tions
retifications
et
Basedow
(malattia di)
volta (1840) dal B. è
.
:
di
.
prima Merseburg: essa
descritta la
da una ipertrofia della
caratterizzata
glandola tiroide, specie di gozzo, dallo sporgere delle pupille, (esoftalmia) dall' alterarsi
da
della voce e dell'azione cardiaca e
altri
sintomi
,di
cronico e
carattere
una recente e ingegnosa questo male mediante uno speciale
grave. Lessi di
cura di
processo
sieroterapeutico
curando cioè
gli
ed
allopatico,
infermi col latte di capre
cui fu invece asportata la glandola tiroide.
Basse -cour: parola
cortile
francese
rustico.,
pollaio^
non comune, ma dalle persone a modo.
certo
usata dai signori e
Per costoro certe parole
italiane^ sanno di
la quale
plebeo.
gramma
Basso: nel napoletano sono chiamati bassi certe stanze, come dice il nome stesso, a piano terreno, che servono di alloggio all'intera famiglia non che agli vero è che quivi la animali domestici
:
;
Moii adorée a Tart de charmer les humains Mais elle n'a pas celui de se laver les mains.
Indi la chiamò
la
dama
dalle calze
sopranome dovunque
zurre^
accolto
azed
usato, specialmente per indicare le donne sapienti
o
saccenti, quelle
che
Molière
una sua commedia femmes savantes. In argomento così lieve è però lecito fare una supposizione, cioè che l'appellativo dato dal Pope a Lady Montagne acquistasse poi universale celebrità dalla seconda e posteriore Montagne che lo aveva assunto e che pare fosse pili meritevole di tale nome. aveva chiamato
Basci-bouzuk dicare fra
in
:
voce turca usata per in-
una specie
di
fanteria,
arruolata
popolazioni selvagge e belligere del-
l'oriente.
vita facendosi
un basso
all'
aperto,
non di proprietario anche della è,
se
Bassofondo:
1)
1'
affittuario di
diritto,
di
fatto,
via.
luogo di poca acqua
spetto ai luoghi circostanti, dove la
ri-
nave
2) Gli strati umani che sono alla base della piramide sociale, dove miseria e delitto spesso fan nozze. Fr. Bas fonds. Basso impero: sotto questo indeterminato nome è spesso indicato il periodo in
non passa.
cui r impero Eomano per le invasioni barbariche venne decadendo. Questo periodo va dalla divisione di Costantino in Impero d'occidente e d'oriente, 396, alla presa di Costantinopoli,
1453.
Bastagio facchino. Bastingaggio:ter.mar.,dalfr.6as^m^a5re. Indica il parapetto che si metteva intorno :
—
Bar
al
ponte superiore delle navi per proteg-
gerle dal fuoco nemico. Bastingaggio risponde alla voce italiana pavesata. Ba-
stingage deriva da bastingue -sz difesa mobile^ voce tolta dall'italiano classico antico, fortificaanzi morto, bastìa o bastita zione, riparo fatto con legname. Bastin-
=
gaggio non noi la voce
è nei diz. alla
parola vedi conservato
stida
demmo
il
ricordo in
Ba-
Bastida dei Dozxi, Po, tra Pavia e Casale,
Pancarana
luoghi presso
e
italiani,
Francia! Di questa antica
il
e
ove in antico erano arginature
forti
contro
la forza del fiume.
Batata: ter. botan. eagric. ricana.
È
edulis
dell'
:
patata ame-
Jpomoea Batatas o Batatas America tropicale, dove è spontanea e anche coltivata pei tuberi farinacei e zuccherini. N.B. Da non confondersi con la Igname o Batata della China {Dioscorea Batatas), a rizomi farinosi che pure si mangiano cotti come le patate. Entrambe si coltivano anche in Italia.
43
Bat
in sestine, poi tirico
da G. Leopardi. Usasi ,'questa sesquipedale parola per indicare una battaglia o contesa fùtile e degna di riso. Bàttere nel ling. mar. batter bandiera vuol diro portarla spiegata arriva. Onde :
le
aggiunto di tela finissima, fr. batiste. Da un Baptiste di Cambrai che ne fu inventore. Bàtonnier: così in Francia è chiamato :
capo dell'Ordine degli avvocati, rispondente al nostro Presidente del Consiglio dell'Ordine: ed è eletto dagli stessi avvocati di cui sorveglia e giudica la disciplina e la condotta. Questo titolo è dato
il
perchè in antico i sigg. avvocati formavano in Francia una confraternita sotto
locuzioni batter bandiera italiana, batter battere insegna di comando.
fiamma,
Battere il ferro fincliè è caido: estensione dell'arte del fabbro dicesi
per effi-
cacemente per significare che il miglior riuscire in qualche impresa è
modo per
quello di insistere approfittando delle disposizioni favorevoli e delle circostanze. Battèri e derivati: V. Bacteri.
la
Batista
ampiamente con senso sain ottava rima
moderno, parafrasato
Batterìa: in marina il
corridoio delle
stanno
navi
da guerra
indica
sotto coperta
ove
le artiglierie.
Batteria di cucina: è locuzione non in-
frequente a cui anzi
si
annette un senso
grandiosità per indicare
di efficacia è di
i rami e gli utensili della cucina. È francese batterie de cuisine, les ustensiles qui servent à la cuisine.
tutti il
Batteriologia
:
V. Bacteriologia.
Battersela: modonostrofamiliare, accolto ne' maggiori lessici, nel senso di
andar-
sene in fretta o di -furto, spesso con scorno e vergogna. Sinonimi: battere il tacco, battere in ritirata. Squagliarsi è
anche
parola che ha quasi lo stesso significato e vuol dire precisamente battersela in
forma clandestina.
nelle ceri-
Batteur: nel linguaggio della caccia vale
capo dell'ordine portava per contrassegno il bastone del Santo. italianamente di Bàtons rompus (à) palo in frasca, a sbalzi. L'uso di corte frasi non richieste, poco intose, meno ne-
hoiume employé à battreles bois pour en faire sortir le gibier. Tale voce francese non è nuova da noi, sì nel senso proprio come nel senso traslato, come d..i esempio si può argomentare « dal trat-
la protezione di S.
monie
Nicola,
e
il
:
cessarie,
è
vizio
grave.
Eppure
si
di-
cono e scrivono Bàtraco: plurale bàtraci (dal greco bàtrakos z^rdivd) animale dell'ordine degli anfibi, detti anche anuri o saltatori, do' quali la rana è l'individuo più noto. Altri legge anche batràcio. parola composta Batracomiomachìa ba traco-mio-machia zz. battadal greco !
:
:
glia delle
nme
e
dei topi.
J^J
il
titolo di
un poemetto che la tradizione erroneamente attribuisco ad Omero: fu tradotto
battitore,
:
tato di
Berlino alla
guerra
greco-turca
compito dell'Austria nei Balcani era stato di dar la caccia, sui monti sul Pindo, sulle Alpi transilvaRodope niche sui Balcani, all'Orso Bianco, per del 1897
il
conto dell'Europa occidentale.
I
suoi bat-
teur s più abili furono, appunto noi paesi slavi più facilmente russofili, StambulofP in
Bulgaria e re Milano, quando Monte-
carlo glielo permetteva, in Serbia. »
^dXi^MTò'. battitori. Qo^\ nel linguaggio dei cotonieri ò chiamata con vooo francese
—
Bat
la
prima macchina nella quale passa
44
il
Bec
colo XVIII, desiderarono
una bevanda
così
Cherubini. Bavarese oggi
cotone, compresso ancora, per essere se-
fatta. » Così
parato dalla polvere e formare degli strati
Milano di latte caldo, ma è voce che va perdendosi. Bavette bavaglio lo o bavaglino, eppure si ode e legge talora la parola francese che per nulla è diversa dalla nostra. Bazar: per emporio di merci varie e dell'uso, è vocabolo accolto da tempo nella lingua italiana. Deriva dall'arabo. La desinenza in bazzarre è meno frequente.
che vanno su
la carda.
nome proprio di un delegato quale al tempo del Ministero
Battirelli:
di P. S.
il
non riuscì a frenare gli eccessi una dimostrazione politica la quale era stata permessa. Questo ufficiale pagò con Crispi
di
punizione
grave
l'
errore
dei
superiori.
—
in Ebbe però la soddisfazione di dare un certo gergo politico senso estensivo al suo nome, e significare generalmente
—
quegli
ufficiali
inferiori
le responsabilità
degli
su
cui ricadono
errori
dicesi a
:
Beamìng Machine: nome inglese di una macchina orditrice. Non esce dal linguaggio de' tessitori e meccanici.
Ciò
altrui.
non è proprio il sistema voluto dal conte di Cavour, ma è molto comodo. Es. « i soliti Battirelli ». La radice del verbo battere nel nome molto deve esser valsa alla misera fortuna della parola. Battòsta da battere, è parola registrata nei dizionari dialettali veneto, lombardo, emiliano (nella forma dialettale batosta) :
Beati
si nel senso proprio di percossa^ sì nel senso traslato di danno^ pregiudizio^ ef-
fetto, di
una
sconfitta malattia, etc. Dicesi
anche nel parlare familiare in italiano ma i lessici non registrano tale voce. Baty voce inglese, non letteraria, usata talora da quei tecnici italiani che non sanno l'italiano o non vogliono usarlo: :
:
significa castello^
cioè
la struttura
fissa
della macchina, la parte che sostiene gli
organi in moto. V. Incastellatura.
Bau-bau o babau: nome di spauracchio fantasma del quale le donnicciuole si servono per impaurire e far star cheti i fanciulli. Forse dal suono che si fa per imitare la voce del preteso fantasma. Yoce usata in Eomagna e nelle Marche. Nel veneto si dice babao. Bavarder fr. ciarlare^ chiacchierare^ cicalare. Eppure bavarder e bavardage sono talora parole dell'uso elegante. :
Bavarese: « sorta di bevanda eh' è fior di latte con giulebbe per lo più riscal-
monoculi
caecorum
beati
:
regione o in terra che hanno un
in
quelli
occhio solo in terra di ciechi. Beati possidentes
!
:
il
:
beati i possidenti!
La ricchezza accumulata curamente
di
padre in
e
figlio
trasmessa siporgendo no-
bile ozio e sicurezza di vita, creò nel pas-
affermazione
esclamativa e stregua dei tempi e delle idee odierne, va sempre più acquistando un significato molto relativo. Erroneamente questo motto è ricavato da Orazio Od. IV, IX, 25. Vuoisi piuttosto ricercare in un antico aforisma che dice beati qui in iure censentur jjossidentes. Bebé: « Oh che bel bebé/ come sta il suo bebé? Mi faccia vedere un abito da bebé/ » si ode spesso. Frequentatissima voce francese che racchiude nella felicità di quelle due sillabe uguali la grazia e la sato cotesta
desiderativa;
quale,
la
alla
ingenuità del bambino, insieme a non so quale amabile petulanza e vezzosissima
balordaggine signorile. Più tu pronuncerai con le labbra strette e voce di flauto le
due
sillabe bebé., e più sarai volentie]?i
udito. V.
Baby.
Beccafòrbice uccello. È il nome dialettale pisano e d'altri paesi del Crociere {Loxia curvirostra) o Becco in croce o :
Becco
storto.
Beccheggio:
da
becco.,
quasi
dar
becco: nel linguaggio de' marinai indica
di il
Histoire de la vie privée de Francois I, che fa così nominata perchè .1 Principi Reali di Baviera
da prora a poppa come intorno ad un asse trasversale. I meccanici dicono beccheggio o serpeggiamento anche delle locomotive. Beccofrosone ugggììo (Bomby e illa gar-
trovatisi a Parigi ne' primi anni
rula): bell'uccello cantatore dei paesi set-
Anche i francesi dicono une bavaroise au lait; e Grand d'Aussy (nella dato.
toni. Ili, p.. 118j dice
del se-
moto
oscillatorio
:
45
150
rontrionali,
«lualo però
il
durante
Italia
1'
inverno.
migra anche in E anche detto
Gamilo. Bécero: parola fiorentina che nari,
i
dizio-
omaggio a quel massimo
in
registrano
dialetti,
dell'infima
plebe,
dicesi
:
i
persona
di
insolente
fra
sfrontata.
e
Becero è da pecoro, lat. pecus. Béchamel: salsa bianca di farina rosolata nel burro, e panna. Questo nome vuoisi derivato dal marchese B.^chameil,
maggiordomo di Luigi XIV. Becher è la parola tedesca da cui già :
provenne
Ma
la nostra bicchiere.
in
molte
un becher
Bel
mente in Eoma la notte della Befana. Ne Veneto si uhiama appunto la Vecieta. Béguin: capriccio amoroso, dalla parola francese béguin cappuccio che por-
=
tano
les ììéguines,
ghine.
specie di religiose: be-
Anche presso qualche nostro
dialetto
una
dice prendere
scuffia per significare innamorarsi: allusione simile a quella si
che fa chiamare in francese coiffée una persona presa da alcunapassione. Béguin è vocabolo recente e del gergo. Notevole come alcune voci del gergo francese facciano rapidamente il loro passaggio nella lingua nostra, e tendano poi a scomparire.
e
Beige: sorta di panno di grossa lana. Confronta la parola viva francese con la
Béchique: questa parola francese è ado-
parola morta italiana bigello^ panno bigio
birrerie
si
ordina di solito
non un bicchiere
Così l'uso.
di birra.
perata qualche volta invece della italiana
pasticca^
per indicare
quei
facili e co-
muni rimedi a base di gomma contro la tosse. La parola béchique è fatta derivare dal greco bex
= tosse.
(Littré).
Beef-steack: secondo l'ortogr. inglese, e vuol dire pexzo di bue hifteck in francese seguendo la pronuncia inglese, e ;
bistecca da noi.
Voce
La
dell'uso.
steack è la forma sotto cui
il
beef-
bue è
piii
pregiato nella cucina inglese ed è giusta-
mente vantata come modo semplice e sano di allestire la carne. I francesi
ne dispu-
vanto agli inglesi, e in alcuni della cucina si osserva che quella che nel continente è chiamata
tano
il
trattati
dell'arte
beef-steack all'inglese, in Inghilterra chia-
masi
alla
francese.
beef-steack non
costata
è
Comunque
sia,
da confordersi con
(entre-cóte).
La
la
la
beef-steack è di
(generalmente di bue) e anche di da un filetto ne devono sortire dodici circa, ben sgrassate e spelate, ne troppo grosse: si arrotondiscono, si battono, si spolverizzano di sale, si spalmano di burro quindi si cociono a fuoco vivo su la graticola. Befana: corruzione dialettale di Epifania (che in greco vuol dire Apparizione) la quale così popolarmente è chiamata in
di
grossa lana.
Beìgnet:
mente
fr.
frittella^
e
si
dice special-
pesche o mele. Bei-ami: titolo di un notissimo romanzo di Guido di Maupassant, Bei-ami ne è il protagonista: personaggio scaltro, senza coltura e senza coscienza, il quale da povero stato col favore delle donne e valendi
dosi di espedienti disonesti, ottiene infine alti
gradi ed onore. Questo
nome
è stato
usato talvolta con senso antonomastico. canto: canto
Bel
di singole
persone,
da canto corale, onde maestro.,
distinto
accademia di
bel canto.
Bel gesto: V. Gesto.
Belle-mère: voce francese usata talora in luogo della corrispondente suocera. dal ceto signorile
ricorda
Bello spirito: esprit.,
il
francese
bel
locuzione che dal senso buono venne
una faQon prétende s'exprimer: con tale senso è usata presso di noi. Le forme
filetto
poi scadendo ed indicò
culatta:
sieuse de parler
et
schiette dialettali
vengono a
hanno molti vocaboli che
significare lo stesso, specie dal
valore del contesto, es. far il lepido,
il
graxioso., etc.
multorum oapitum:
Belua
acutissimo filosofo e poeta
così Orazio, latino,
nella
giù pel camino a portar balocchi e dolci ai bimbi buoni. Con gran frastuono di
prima dello suo Epistole, vs. .76, chiama il popolo: belva dalle molte teste., e un antico chiosatore vi aggiungo come postilla che sarà bone nò tradurre nò lodare: Velut Hìjdra. Egregia populi dc-
trombe e trombette celebrasi tradizional-
scriptio
Roma
e nell'Italia centralo.
anche
la
vecchia che viene
Befana è pur
in
quella notte
!
.
Bel
46
Bes
Belvedére: term. mar., vela di velacmezzana. Belvedere (o Bellavista o Bellosguardo) è bella nostra parola antica che fu data a nobilissime ville, poste in altura onde scopresi molto e bel paese.
Benportante: V. Bien portant. Benzbe: {asa dulcis) resina balsamica che cola da un albero dell' India, detto Styrax benxoin.
Voce trasportata anche
è
cio di
|
in francese in signi-
poco consimile, o di terrazza o di edifìcio staccato in più bella postura. Bempensante: letteralmente dicesi di persona che pensa bene, rettamente, secondo la legge e talora vi è aggiunto un lieve f^enso ironico, quasi a significare bempensante perchè le condizioni fortunate e fortuite della vita tolsero l'occasione di pensar male. ficato press' a
;
Bénédictin: significare
fi\
benedettino, che oltre a
frate dell'ordine di S.
il
detto, indica ancora
un
Bene-
rosolio o liquore
in origine fabbricato nel convento dei Be-
a
nedettini
Fécamp, antica industria e
conforto di que' monaci.
Benefìcio d'inventario: locuzione giuridica
che significa la condizione posta
dall'erede alla sua accettazione della ere-
non essere tenuto ne' debiti erel'ammontare dell'attivo quale da diligente inventario. Da ciò la
dità di
una roccia molto afformata com'esso di quarzo, feldspato e mica, ma schistosa, cioè sfaldabile pili facilmente in una direzione. A Milano si adopera tale pietra specialmente per fare i gradini delle scale, i piani dei (dal tedesco
locuzione
:
accettare idee, affermazioni,
Gneiss),
fine al granito,
pogginoli,
Bèrberi
etc.
nome
:
dato alle antichissime
])opolazioni (aborìgeni) delle coste settentrionali dell'Africa.
Beroeau: pergolato, voce francese di molto uso: incerta etimologia.
Berceuse in fr. ninna nanna, l'aria musicale della ninna nanna. Specie di componimento musicale. Bergamina: mandra di mucche; term.. lombardo, così detta dalle Alpi bergamasche e della Valsassina onde calano al piano, al tempo di verno, per la pastura. :
ditari oltre
risulta
Bèola, Bèvola =:: gneiss. Bèola o Serixxo appunto il nome dialettale del gneiss
e
Berretto frigio: berretto de' Giacobini de' Sanculotti al tempo della grande
rivoluzione. In francese, bonnet phrygien,
cucuzzolo è ripiegato innanzi. il berretto onde è effigiata la Libertà. Berretto frigio diventò poi sinonimo delle idee di cui fu simbolo e
cose, etc. col beneficio d'inventario cioè
di cui
condizionatamente e dopo ponderato esame
Così è pur chiamato
del prò e del contro.
Benemerita
(la): così è
dei Beali Carabinieri,
chiamata l'arma
un
po' sul serio
un
il
segno.
po' per celia, per le
benemerenze acquistate con l'opera sua. Termine popolare e molto comune.
Bertoldo nome proprio nel popolare racconto di Bertoldo, Bertoldino di G.C. Dalla ted. Berthold : usasi Croce 1550-1620
Beneviso e benviso: e così maleviso, per benveduto e malveduto sono parole
estensivamente e familiarmente per uomo sciocco e da poco. bésigue: è francesemente detto, Bésy il giuoco della bàzzica. La quale è una specie di briscola, benché più complessa
riprovate dal Rigutini. Certo formano
doppione inutile. Bengalino: o fr. bengali, specie di guello delle
regioni
tropicali, così
un
frin-
detto
:
:
e difficile.
V.
le
norme
e
le
specie
nel
dal Bengala, regione onde prima provennero. Bengali è anche detto l'idio-
Golii,
ma
chiamano occhiali a stanghetta. Parola due volte e francese, dal latino bis
I
del Bengala (India) derivato dal san-
scritto.
Benignarsi: per degnarsi, compiacersi è dal Bigutini definita « una ridicola lezio-
saggine
»
Ben inteso: nel senso che, se, etc, è difeso
il
di
purché, a patto
francese bien entendu:
dal Yiani, riprovato dal Rigutini.
op. cit.
Besicles: sono quelli che in italiano
si
—
oculus
=
occhio.
Bestia: nome di un conosciuto giuoco d'azzardo, d'origine francese: b&te, che si giucca in quattro o in cinque distribuendo
cinque carte a ciascuno e levando scola.
la bri-
.
47
Bét
Bete noire: dicono in Francia figuratamente e' est la bete noire^ e est ma bète noire per indicare una persona malvista e
BiG
bimbo, bambino:
così si
chiamano
in fran-
minuterie da chincagliere il cui pregio piia che nel valore intrinseco
cese quelle
malefica che ricorre spesso nel fatto o nel-
nell'arto, consiste nella curiosità e nella
l'imaginazione, e così diciamo noi pure,
novità, e servono da sopramobili. Minuterie,
anteponendo
come sopra
la
forma francese
alla locu-
è detto, è la voce che meglio
zione tradotta od allo equivalenti- italiane.
vi corrisponde
Beton voce francese usata in voce di eaìecsfruxxo (cemento, sabbia e ghiaia). Betonata: grande costruzione in calcestruzzo. Neologismo abusivo. dal verbo inglese to bet, scomBetting mettere. Indica il valore e l'insieme di co-
il
:
:
che scommettono nelle corse. Voce dello Sport. Usasi pure in francese. Bettònioa: erba perenne, già reputata di molta virtii medicinale, lat. betonica, loro
che Plinio trae dal nome dei Yettoni, gente di Spagna. Essendo erba notissima, ne venne il modo di diro essere noto come la bettònìca. Beva: sost. fem., voce toscanissima, con valore tecnico nel linguaggio degli enologi per indicare la condizione ed il tempo in cui un vino è maturo, fatto, buono a be«;cre, onde la locuzione entrare in beva per dire essere buono a bere, di pronta beva., etc. Usasi anche in senso traslato: esser nella sua beva, per dire essere in affare di suo genio. Ma è modo regionale e molto familiare. vetonica^
Bévue
tettonica.,
voce francese, spesso usata nel linguaggio mondano e vuol dire topica (?) sbadataggine., inavvertenza di chi per distrazione o per storditaggine commette qualche errore, come sarebbe ricordare cosa che non deve essere mentovata, non ricordare nomi o fatti che si suppongono :
insomma nella prammatica delle conmondane commettere qualche
noti,
venienze
disattenzione.
bolo
si
gaffe.
Bey
A
questo
già usato
voca-
sostituisce talvolta la voce
nuova
V. questa parola.
voce turca beig r= signore ed è che non sempre ha senso preciso. Spesso è dato al governatore d' una provincia d'una città. Es. Bey di Tripoli. :
;
titolo
Bianco-segno: por firma in bianco è voce comune noi linguaggio degli uffici e ricorda il blane-saing do' francesi. Bibelot: da blmbelot, giuoco da bimbi, dalla stossa radico bimb o bamb da cui
ninnoli, anche
:
e avrebbe
;
medesimo valore etimologico che
bibelot.
Biberon: dal latino bibere, bere. Voce francese di frequente uso.
Non manca
la
nostrana 'poppatoio. Molti del pocui r ignoranza salva dal guastare
l)arola
polo
l'idioma natio, dicono bottiglietta. «Questo
bambino fu
bombone di orribile
in cui lo
biberone
«
[6o?^6o?^]
ehon\ etc,
con la bottiglia » come dicono »
su
tirato
dicono
Molti
,
tirabusone
[tire-bou-
quali sono voci, oltre
le
il
resto,
suono il che non è in francese, sfumato accento e la desinenza :
tronca danno snellezza. Bibliografìa: scienza del bibliografo; la quale distinguesi in materiale, e in letscientifica. La prima intende a conoscere materialmente i libri per mezzo dei cataloghi, nei quali se ne fa
teraria far
una minuta descrizione rarità e
il
prezzo
:
e indicandone la
e questa è propriamente
la parte
dell'istruito
libraio,
librària.
La seconda
tratta
e
dell'arte
criticamente
del merito dei libri.
Bibliomanzia superstizione che consiste :
neir aprire a caso la Bibbia (o qualche altro libro) e leggere il capo che cade sotto gli occhi,
dando ad esso una speciale
in-
terpretazione.
Bicicletta: termine molto pi" usato che
non velocipede; eppure cotosta parola
at-
tende di essere registrata nei dizionari. Essa,
come
è noto, è l'antica
draisienne (Y. que-
sta parola) perfezionata nel secolo
XTX
e
giunta a tale grado di compiutezza meccanica che non pare più suscettibile di altre modificazioni. La bicicletta delizia e cura di ogni sesso e di ogni età, fu cantata in italiano ed in latino, nella qual lingua Ludovico Graziani compose
un leggiadrissimo
poemetto intitolato Bicyclula (che tale è
buona versione altri s(;risse,
di
bicicletta, e non,
birota velocissima) e questo
])oemotto fu preniiato nella gara
annua
di
la
come
Amsterdam (anno
poetica
1000). Alcuni,
tanto per variare, scrivono anche bicicletta.
,
-
Bic
sarebbo
Biciclo:
il
velocipede,
due ruote
della bicicletta a
padre
di vario dia-
metro, senza moltiplicazione.
nome
Bidet:
di cosa assai nota:
-
48
è pa-
biffa, usata dagli agrimensori per indicare quella pertica o canna piantata in terra
con sopra un segno per traguardare. Nel contado di Romagna è voce viva ed usata.
rola di origine celtica che diede nel basso latino 'veredettus,
Bigattiera: temi, lombardo (bigattèra):
diminutivo di veredus,
l'edificio
cavalluccio,
tità,
cavallo,
quindi
ma non
è dell'uso. Il bidet
«
Bij
bidetto
»
non corre ben-
in
dove
si
allevano, in molta quan-
gran numero è Lombardia, appunto perchè quivi è molto i
big'atti.De' quali edifici
tuttavia conché posi su quattro piedi viene specialmente non esclusivamente alle donne inforcarlo per servirsene per
tare questa parola: infatti
gli usi intimi.
registra.
Bidone: (dal fr. bidon, corruzione di bedon grosso ventre) indica un grosso recipiente di latta. Voce popolare e dia-
Biga: V. Capra. torm. lombardo (bigat) esteso Bigatto anche fuori di Lombardia con voce italiana, filugello, baco da seta. Bigat e bi-
:
=
lettale in
alcune regioni d'Italia.
Biella: (Ir. bielle) termine meccanico che indica quell'asta rigida di una macchina che serve a comunicare e trasfor-
mare
estesa la coltura del prezioso baco. Il Rigutini, a ragione,
non
è alieno dall' accetil
Petrocchi la
:
:
gatera sono altresì voci dialettali romagnole per baco, baco da seta. Dicesi anche in romagnolo cavalir bigat, vermicelli.
m
movimento. Voce comune. In buon italiano asta. Vero è che un valente professore di meccanica mi osservava essere
del gergo scolastico che indica
asta voce generica e che per indicare quel
me, del greco
«
Bigino: term. esclusivamente lombardo
il
membro
manovellismo (che parole!)
del
di spinta rotativa, articolato colla testa a si deve che non fu accettato dalla pratica l'equivalente braccio (braccio d'accoppiamento; braccio motore, proposto dagli scrittori di cose ferroviarie) ne fu accettato il termine accoppiatore ». Bien-portant: nella lingua d'uso è voce abbastanza comune traducesi talora in ben portante. Vi corrisponde benissimo la parola prosperoso. Ma essendo essa poco frequente, perde del suo valore, come ognuno può di leggieri intendere. I lombardi hanno
di traduzioni, letterali
libretto
e del latino: delizia degli
scolari che rispai'mia loro studio e,
il
pessime ed anoni-
dopo otto anni
latino
di
e fatica,
e cinque di
croce (o pattino) e colla manovella,
greco, contribuisce all'effetto di uscire dal
dire biella
liceo vergini di oiuiiia
lina volta dicevasi formato diamante. Noi abbiamo ancora viva la bella
hijow.
parola galanteria. Es.
come
è graziosa!
Una
«
.
La
bigiii,
bi-
galanteria!
»
bigiotteria, e anche registrata.
Bilancella: sul lido tirreno così è chia-
mata una specie
ad una sola
di feluca
latina con flocco,
N'ela
Birraria: è modo comunemente riprovato per birreria: mescita di birra.
Bisatro
di piccolo tonnel-
laggio e serve per lo più di tras])orto tra
corruzione dialettale
:
parola bisoiaito, da biscia
:
nome
di
una
dato dai
pescatori dell'Adriatico (litorale veneto e
romagnolo)
alle piccole anguille.
Bischero: V. Appendice.
quella giovanetta
parola francese fu tradotta in ;/iotfier(\
Bit
Biscuit: letteralmente biscotto {bis coc:::= due volte cotto) e così i francesi chiamano oltre al biscotto, pane, una pasta di porcellana due volte cotta e lasciata
tus
nel suo bianco naturale senza pittura, né
vernice, nò
smalto. Es. una statuetta di
biscuit.
vicini (piccolo cabotaggio). 11 trabàc-
Bis dat qui cito dat: motto latino che
romagnolo è a due vele al terzo e di maggior portata può arrivare sino alle 200 tonnellate o 250. La bilancella dicesi anche Paranxella. Bill: voce parlamentare inglese e vuol
chi paga subito è come pagasse due volte. Cosa vera dai tempi romani ad oggi due volte e Bisecare: (dal lat. bis
di legge. Deve esser letto approvato dalle due Camere, sancito dalla regina o dal re e allora diviene legge. Per la etimologia cfr. il la-
nel linguaggio geometrico della retta
liti
colo
:
dire progetto volte,
tre
significa
:
!
=
secare -- tagliare,
—
bisettrice
cfr.
segare, sega) dicesi
—
che divide un angolo in due
uguali.
altri
Bisettrice
V. Bisecare.
:
francese
Bis in idem: motto latino che significa
billet,
da bullet. Più frequentemente quevoce ricorre nella locuzione bill di indennità, la quale dal parlamento inglese provenne al linguaggio parlamentare di Europa e si dice della sanatoria che la Camera concede ai ministri per qualche
due
sta
cialmente di chi cade nello stesso errore. Bissare dal lat. bis, due volte, quindi ripetere una seconda volta, e nel linguaggio teatrale è voce non solo usatissima ma
bulla,
tino
italiano
loro atto illegale,
ma
bulletta,
richiesto dalle neces-
francesi notano
questa voce. Bio: forma dialettale veneta usata nelle esclamazioni per non dire con intero suono I diz.
sità.
nomo che
il
le
Sacre Carte avvertono non
doversi pronunciare invano.
il
= di-
rapporti che
organismi e il luogo modo in cui vivono fra gli uomini
intercedono fra e
i
gli
;
della presente e quelli dello passate età.
Bipede implume: dicesi facetamente dell'
uoiìio.
v.d
è
Ma
la dellniziono è
attribuita
a Diogene,
antichissima il
(juale
—
avendo Platone definito l'uomo animai bipes sine pennis arrecò nella scuola del gran filosofo un pollastro spennato, dicendo «questo ò l'uomo di Platone». Ciò leggcsi in Diogene Laerzio (De dar, pliilosoph. vitis^ dogmatibus^ etc.,lib. VI.
—
13,
necessaria. I dizionari non la registrano,
Fanfani la riprova. Certo non è parola germogliata dalla lingua italiana ma tolta il
dal francese
bisser.
Ma
(juante
sono
le
parole che noi usiamo e che hanno questa
origine? Infinite. Se
le
dovessimo espellere
sarebbe un affar serio farsi inten-
dere anche fra noi!
Bissóna
:
gondola bella e grande di Ve-
nezia, in uso allo regate e nelle cerimonie tradizionali di tale,
estosa
al
quella
città.
detta, forse, perchè era in
Naviga
di bisso.
A^oce dialet-
comune linguaggio;
così
antico ornata
a molti remi.
Bistecca: V. Beef-steak. Bitta: terni, mar., sistema di due colonne di legno o di ferro, i)iantato a
prua dello
navi, spesso rafforzato con traverse: seragli
ormeggi delle an-
sostegno del
molinello por sal-
vono a dar volta core,
a
l)are,
otc.
Bitter: voce generica di liquore, di ori-
40). A.
:
tutte,
Biologia: gr. bios z= vita e logos scorso, scienza che studia
volte nella istessa cosa. Si dice spe-
I'an/.ini,
Supplemento ai Dixioìuiri italiani.
—
Biv
50
—
Bla
gine olandese che vuol dire amaro. Così si chiamano vari stomatici, dal più al
vanteria., spacconata.,
nieno fabbricati con infusioni di scorze e
è d'uso familiare nella lingua francese, e
amare
radici
(arancio, genziana, rabarbaro,
ginepro) nello spirito. In
bitter.
fr.
Bivacco: neologismo, dal francese bìbivac. La parola Q, forma antiq. francese, a sua volta, deriva dal tedesco, bei vicino e ivaeht :~ guardia., quindi significa campo a ciel sereno ove l'esercito s'accampa. La grande storia militare e belligera di Francia legittimò e diffuse questa parola anche presso di noi, popolo non
vouac
=
belligero. I dizionari la registrano;
combatte, e vuole
fani la
parole
alto.,
e
anche
sono
facili
tutta l'età
sostituirvi le
.,
Bizantino, Bizantinerìa,
Bizantineggiare: e
Fan-
accampaìnento attendaìnento.
Bizantinismo,
moderno
il
parole di uso
non così facili a spiegare come ad intendere. Bisanzio fu per di mezzo, cioè, per un periodo
più che millenario, la capitalo dell'impero
romano
d'oriente, erede, dunque, di Gre-
Eoma, ma
col processo del tempo sempre più isolando dal vivo occidente d'Europa, perdendo di valore politico e assumendo certi speciali carat-
cia e di
si
venne
immopuò intendere il senso di queste parole ove ben si comprendano questi due versi che G. Carducci scrisse teri
di
bilità.
cerimonie, di rigidità, di
Benissimo
si
a proposito della terza Impronta
Italia
Eoma
:
domandava Roma, han dato.
\xio essi le
l'affinità frale cose
nabili.
le cose enfiate,
menzogna. Del
resto
da noi sovente si traduce in hlaga. Il Carducci nel suo bellissimo scritto Mosca cocchiere usa questo francesismo dicendo che esso è brutto anche in Francia, ma che « oggigiorno non se ne può fare a meno » Se non di blaga così si potrebbe .
^
dire di molti gallicismi.
Quando una paun idioma,
rola straniera è penetrata in
essa vi acquista giusto diritto di cittadi-
nanza.
Fuori
«
barbari
i
»
si
potrà diro
ri-
ma
quanto ai barbarismi bisogna evitare che entrino, e a
ferendosi alle persone, ciò
vana
all'
uopo, se non vi provvede con senso
d'amore
è l'opera delle autorità deputate
nazione stessa. V. la discus-
la
sione che avvenne nel Parlamento italiano I. Giugno 1902. Blagueur: vedi blague. Parola usata invece delle moltissime nostre gradasso, spaccamonti., chiacchierone., etc. Il d'An-
intorno al Bilancio della P.
:
nunzio, stilista di gusto assai dubbio,
ma
conoscitore egregio e cultore della lingua i moderni, assai puro, usò voce blagueur: prova evidente della forza che la consuetudine imprime a certe
italiana e, fra la
« La mia casa è la casa rispettaun buon lavoratore e io deploro di avervi ricevuto ingenuamente un blagueur di quella specie ».
parole
:
bile di
Blanc-bec
:
becco bianco e e giovane,
Questioni bix,antine, è locuzione che vale questioni sottili.^ ma inutili., intermi-
vane e
ma
letteralmente si
in
francese
dice di persona inesperta
che della sua inesperienza
non si rende conto, anzi sembra presumere di sé sbarbatello. Blanc-manger: voce francese già da :
-palla
fr. che vuol dire dar nera nelle votazioni politiche. Sarà parola rarissima da noi, ma avendola tro-
mangiare, piatto dolce da credenza. Manuzzi e il Tommaseo la riportano,
vata ed udita in speciali casi nel senso di dare voto contrario, così la noto a mag-
Yiani la difende, il Fanfaui ci fa una delle sue solite chiacchierate. Il Pe-
gior conferma del mio asserto: cioè che molti per iscrivere e parlare effìcacemente,
fra le voci antiquate. Blasé voce francese frequente e felice la quale indica la persona divenuta scet-
Blacl^bouler: neol.
argutamente, hanno bisogno oramai delle locuzioni straniere. Blackbouler è fra i neo-
antico fatta italiana e classica in bianco-
zitti.
e
Il
trocchi la registra
:
:
tica,
non per abuso
logismi francesi, derivato dall' ingl. blackball palla nera e, come verbo, bocciare.
danità
Blaga: Y. la parola francese Blague. Blague: propriamente borsa di pelle entro la quale ponesi il tabacco, e per
cesso dell'uso
=
Il
il
di filosofia
di piaceri.
ma
di
mon-
Nel suo primo senso
verbo Maser vuol dire alterare per ecil
senso del gusto. Es. l'u-
sage des liqueurs fortes lui a blasé le gout. Poi figuratamente si dice di tutto
—
Ble
51
che a hm^o andare rende l'uomo incapace di emozione e di affetti: indiff'eoWo«) rullo,
liano
rischia di
si
cilindro^ spianatorio per terreni e strado.
Borione, i
la
spazzola cilindrica che usano
voce estesa anche ad
brutta
barbieri:
Boll
La voce è di origine tedesca {bozen noli antico tedesco spinger fuori Nella frenologia indicò i lobi del cranio noi boxxa.
si credettero e credono rispondere determinate attitudini. Quindi volgarmente dicesi: avoir la bosse de quelque chose.
dato a molti cappelli
del fabbricatore di tal
nome
in
del Piemonte. Giacche con Monza, Alessandria, Cai-pi, l'Italia, dalla
nobile
all' ultimo Giappone, capo a molta umanità. Pur troppo la nostra merce ci ritorna spesso in casa con suggelli stranieri e come tale noi la
Inghilterra
il
riacquistiamo,
lieti,
a
maggior prezzo.
Borsista: neol., dicesi di colui che giucca e
si)Ocula alla Borsa.
Bosinata:
poesia
milanese in dialetto
(contadinesco, per lo più tirico.
E
la bosse de la musiqtie.
noi imi-
tiamo a tutt' andare il modo francese, laddove abbiamo belle voci come inclinazione, disposizione, o se piace la voce v'è beimoccolo corrispondente
francese,
La manìa
di ser
:
Imbroglia
Che
nel cranio ti gorgoglia, Ti rialza fuor di squadro
bernoccolo del ladro,
Il
Giusti
(G.
Gingilliiio).
Bossolà: voce dialettale che indica uno speciale dolce di pasta lievitata, propria di Brescia.
Boston
Cfr.
buccellato.
specie di valzer moderno, stri-
:
sciato e figurato, così detto della città di
Boston.
Bouchon
tappo,
:
tire-bouchon
z:z
e nell'Emilia,
e
così
cavatappi
:
composto
il
in
Lombardia
per non dire altrove, sono
voci costanti anche nel dialetto. estesa e nota nel
di
carattere sa-
Bottina
:
hire cui contrasta
il
carattere,
sempre più
cosmopolita, di Milano.
Bosse: voce francese che indica p/'o/j/beronza, bernoccolo, enfiagione come da
:
e significa
:
in-
diminutivo
di botte, francese,
una specie
di scarpe di cuoio
che
elegante
chiude parte della gamba. ma usata talvolta in
Voce non frequente,
italiano invece di stivaletto.
Boud in volgarizzato in bodino e budino. voce dell'uso: difesa dal Viani, migliaccio sanguinaccio, in italiano. Il Fanfani non la nota fra le voci guaste. La registrano :
fra
gli
altri
il
Rigutini e
il
francese è
in
il
Petrocchi.
come suono.
Certo è voce non bella, anche
Boudin
V. Bosino.
termine dialettale lombardo: Bosino indica il contadino dell'alto milanese. Chiamasi anche bosino colui che va per la città, cantando o recitando bosinate. Carlo Tanzi nelle sue rimo fa grande encomio di questa specie di componimento e no cita i primi scrittori. Forma d'arte popo-
comune linguaggio Roma.
dica la vettura publica in
Alessandria
copre
a
Il
Botte: voce propria del dialetto romano,
nome
Borsalino:
nomo
)
cui
altre regioni.
dal
=
'
,
budello riem])it()
sangue di porco, condito con droghe. La sua etimologia è incerta da boiider di
:
gonfiare
V
(Diez) dal basso latino botulus,
ondo budello in italiano e boyau in francese? probabilmente. Da noi bodino indica specialmente una torta dolce, cotta entro stam])o che mangiasi col cucchiaio. Boudoir salottino appartato per le signoro o adibito ad intimi ricevimenti cosi d(^tto dal verbo bouder {ù\v il broncio) parce quc Ics dames se rctirent dans :
:
-
Boll
leuì's
boudoirs quand
veulent etre
elles
Bou
58
culazione
consiste
gratuita-
nell' offrire
seules. (Littré).
mente ad alcuna persona un determinato
Bouffant aggettivo francese, usato noi linguaggio della moda in vece della pa-
oggetto a patto che presso amici o cono-
a sbuffi^ ornamenti di stotì'a rigonfia. V. Manteau. Bouìlle-abaisse: o anche bouìUe-à-bais-
di acquisto. Alla loro volta questi amici,
:
rola nostra
se: piatto marsigliese di
pesce
cotto in
poco d'acqua con cipolla^ olio, zafferano, etc. Specie di brodetto romagnolo o cacciucco livornese. Letteralmente boiiille à baisse vuol dire brodo abbassato^ ridotto por l'evaporazione. Fig. guazzabuglio.
un
scenti collochi
numero
certo
lusingati dal dono che
devono cercare procede
altri
di
buoni
pure loro spetta,
compratori. Così
indefinitamente.
contratto nullo perchè
Trattasi
si
un
di
fatto sotto condi-
zione di assurdo, giacché per non esservi
converrebbe che il numero delle persone fosse infinito. Frode certo inge-
frode,
gnosa come quella che
è fondata sull'in-
elegante,
gordigia od egoismo altrui. Questo sistema
con sotto la lampadina: e serve a far bollire l'acqua, o pel tè o pel caffè od altra bevanda: uso nuovo nome nuovo. Si devo dire bricchetto., cuccuma., caffettiera? Una signora mondana che così dicesse, o non sarebbe intesa o paiTobbe affettata. Così In un negozio ho trovato acè da noi canto a codesti bricchi la parola bollitori., onesto quanto umile tentativo di far ita-
usasi anche nelle vendite per beneficenza
specie
Bouilloire: di
di anfora
metallo fine
recasi su la
mensa
!
liana la parola bouilloire.
Bouillon: da bouillir, òroc^o, cioè tratove può limitarsi la spesa ad un fU;,
or
non sono molti anni, certo nome Duval che
macellaio parigino, per
ebbe la
felice idea
non troppo adatte
delle carni
di valersi
alla
vendita per farne
luogo ove si vendeva insieme al lesso fu detto Bouillon. Questa parola è oggidì usata in Parigi per indidel brodo, e
il
care certe grandi trattorie
a
buon mer-
cato e a prezzo fisso.
comunemente di forma d'acqua bollente. Boule., palla, è parola usata altresì in
bolla, scaldamani.,
sferica e ripieno
altri e speciali significati. Es. corte palle
di latta contenenti
una specie
conserva sono chiamate
di
boules.,
brodo in ancorché
fabbricate in Italia.
Boule de neige: letterdìmento palla di cioè voluta o valanga che cresce con r andare. Si dà per estensione figurata questo nome ad una specie di speculazione commerciale di vendita cooperativa,
neve.,
la
quale,
se
neve.
Boulevard
non erro nel
ricordarmi,
venne esercitata a proposito degli orologi svizzeri, poi di altri oggetti.
Cotesta spe-
:
(anticamente boulevart., in
italiano, baluardo^ parola d'origine tedesca,
boll-iverk per bohl-werk.,
era
terrapieno,
il
il
Per estensione poi seggiata
si
riparo
disse
di
circonvallazione
di
-di tavole)
bastione fortificato.
una pas-
piantata
a
come ad es. i Bastioni di Milano, i Rampari di Parma (da rempart ^n riparo., bastione)., oppure di un luogo dove sorgevano una volta bastioni. Oggi per una nuova estensione, ogni via larga, arborata, signorile, che attraversa una alberi,
città
meglio la
Parigi,
si
città
chiama
delle
città,
cioè
in francese boulevard.
Boulevardier: colui che frequenta, che il boulevard., quindi che ne ritiene
batte i
caratteri,
abitudini.
le
Voce francese
dato che abbia tanto valore da meritare il cambio. Parigino al sommo grado. Bouquet: voce entrata nell' uso popolare invece di mazzo., mazzolino. Bouspesso
Botile: voce francese, dal latino bulla :=
invece di
Boule de neige è altresì chiamato il fiodi una specie di viburno, pallon di
begli
toria
brodo, e
I
re
riportata
ed
inconvertibile,
quet è una variazione di bosquet., boschetto^ unione di piante., e poi di fiori. Bouquet: è voce quasi tecnica nel commercio per indicare il profumo., V aroma del vino,
così
detto
per
somiglianza
al
profumo di un bouquet, mazzo di fiori. Bouquin: dicesi in Francia di libro vecchio ed usato, ma generalmente di scarso valore.
buch
La
derivazione è certo del tedesco
= libro.
Bouquiniste: così chiamasi in francese colui che
compra e vende
libri usati.
Questa
,
.
59
liou
parola è stata aiicho tradotta
in italiano
con bochinista (parola che sarà bene non usare). L'Arlia così no ragiona: « Da poco tempo in qua ho letto questa voce francese (bouquiniste) italianizzata in
bochi-
—
Box
ciamo ragaxxo^ i gar^on i francesi. Box: V. Boxing.
Box per
:
nista nel significato di Kicercatore di libri
rivestito
nobile
me
parola
se
non
ci
di
di
si
avesse
voci
le
Amatore
anche, occorrendo,
e
quella
Bibliomane. Quando si lascierà il vezzo abboccare gallicismi a tutto spiano?»
Bourrée: specie di ballo francese, originario dell' Al vernia. È nella misura ^/^ con un tempo in levare e frequenti sincopi sul secondo e terzo tempo. Bourrette:
fr.,
:
^
:
:
significa in francese farsi
strare
il
scoprire.,
mo-
giuoco, lasciar comprendere i
propri disegni. Es. « qui, in questo affare delle classi, la politica mostra le bout de l'oreille. »
ché
Riporto questa locuzione ancor-
di rarissimo
uso, per dimostrare
ri-
una mia opinione spesso qui ripetuta, cioè che molti da noi quando vogliono esprimere efficacemente un concetto, senbadire
r istintivo
tono
modo
bisogno
di
ricorrere
La qual
al
parola inglese e significa
stalla
4
rispetto stallo., dai di legno,
ai
5 metri,
accuratissimo,
destriero sta
e
solo
ove
sciolto.
il
La
anche accettata in Francia in o box n. ni. Ho inteso dire eziandio da un egregio padre che la sua è
boxe n.
f.
prole è allevata in
un
collegio svizzero,
box con entro
nel quale vi sono tanti
i
lotti.
Boxer
voce inglese che vuol dire pu-
:
gnatore., lottatore, da box (V. questa voce).
Con
in italiano bavella.
voce francese che vuol dire (/ìiiribi:^Ao, levata di testa frullo^ eapriecio talvolta conviene volger tutta la frase italianamente. Il pretendere di poter tradurre sempre motto a motto è un assurdo da pedanti o da ignoranti esiste fra idioma ed idioma uno speciale modo di afferrare e rendere un uguale concetto, differenza dovuta a cause del tutto estranee alla grammatica. Bout de l'oreille (le) mostrare le bout de l'oreille « la punta delle orecchie *
Boutade
pucr,
pii^i
antichi, o vecchi, per farne collezione, co-
e Bibliofilo,
diceano
latini
nome
tale
gli
chiamarono i Cina
inglesi
settari fanatici di alcuno società della
che avevano per iscopo
lo sterminio degli
europei invasori della loro patria, impositori di civiltà
forzosa, e dei missionari
ne fecero in fatto orribili stragi, almeno a quel che risultò dai giornali. Tale nome, universalmente accettato, venne di moda con la guerra cinoeuropea dell'anno 1900 (se guerra si può chiamare il macello umano che incoronò il secolo XDL). Ancora: questa parola, dal senso feroce, ebbe in Italia per qualche tempo nuovo significato pieno del livore politico che ci è caratteristico, e servì ad additare al dispregio coloro i quali opinavano doversi estendere anche alla propaganda socialista la responsabicristiani
:
e
Umberto I. Ciò per una parola già fuor d'uso.
lità del regicidio di
storia di
Boxing:
l'atto del
verbo inglese to box, quindi il pugilato,
pugilato,
battersi
al
noto
sanguinoso
e
la
spettacolo barbarico,
cosa è
assai caro alla civiltà anglosassone, S})ecio
segno grave, non per la voce o locuzione altra lingua usata e inframessa, ma perchè la cosa viene a dire: «non c'è parola e modo italiano che mi paia corrispon-
d'America. Box, che propriamente vuol
di dire
straniero.
di
se c'è, non mi piace e non l'uso. » Bovolo (molle a): chiamano i meccanici le molle a spiralo conica, con seziono rettangolare e spire impegnantisi l'una nell'altra, come quelle ad es. de' repul-
dere,
sori
dei vagoni.
Boy: voce inglese che vuol diro ragaxxo, usata anche nel senso familiare di domestico, apjìunto come talvolta noi di-
dire
scatola
della stossa
,
cassetta
(
filologicamente
famiglia delle voci
bossolo,
bussola e busta in italiano, botte in francese, pyxida in greco, conservato in pisil vasetto dell'ostia consacrata) è side
=
armatura della mano, rompere testo o nostri buoni costole come il cesto presso padri greci e latini, tanto per non perdere le buone usanze. Il nomo boxe -r.
una nota specie
di
e serve a sfondare petti,
i
e boxer - battersi sono parole altresì francesi
])ugilato
al
pugilato,
Boz
60
Bozzello: term. mar., piccolo arnese o cassa di legno o di ferro con pertugi in cui sono adattate una o più pulegge,
circondato da uno stroppo per fissarlo ove occorra. Il bozzello serve, in generale, ad
aumentare
la forza della paleggia.
Brachetto
:
vino
Piemonte
del
rosso
(Alessandria) che per lo
più
rente
di cui
il
cranio offre
antere -posteriore dal
ghezza
trasversale.
di detti
=
breve e dato dal Retzius alle
brachìs
= capo. Nome
umane
metro
Bravare: per sfidare è notato come uso tutto francese » dal Rigutini. Vero è che esso è gallicismo che va perden«
dosi.
Breacic
:
cocchio grande, aperto, a quat-
tro ruote, con alto sedile per
Brachicèfalo: gr. razze
senza lembo, che sta presso il fiore; rapil passaggio fra la forma sviluppata della foglia e gli organi del fiore.
presenta
prepara
si
spumante. chefalè
Rre
un
poco
di
La maggior
crani non
diadiffe-
lun-
oltrepassa
un'ottava parte la larghezza.
Il
di
contrario
due
fronte
di
sedili
quarto alto sedile
per
La
di dietro.
glese, estesa poi in Francia.
cocchiere,
il
signori e
i
Pronuncia òrèA;.
Bref: breve, in breve. Spesso ho trovato questo avverbio francese in principiodi periodo. Es. risolve
si
«Bref
un
in
l'eroismo boero...
mito. » Bisogna proprio
moun fascino imperativo numeroso nostro idioma non lo
di dolicocèfalo.
dire che la parola straniera, tronca,
Bragozzo: sorta di barca peschereccia chioggiotta, dalla prua sottile, poppa quasi quadra, con ponte, due alberi piccoli e bombresso. Voce dialettale. Bramire e bramito: parola di frequente uso, dal francese bramer^ (gr. bremein fremere?) indicano il suono ed il lamento di alcuni animali selvaggi. Branle: (lett. osculazione) specie di ballo giocoso, press' a poco come il cotillon in cui uno o due danzatori guidano gli altri a far ciò che essi fanno. erano anche dei branles seri come quelli che si ballavano alla corte di Luigi XIV, descritti dal Eameau nel suo libro Maitre à danser. Codesto ballo facevasi sopra un'arietta breve e a rondeau^ cioè con un ritornello che ripete vasi sempre uguale alla fine di ciascuna parte della danza. Branzino: nome volgare veneziano e lombardo di quello squisito pesce di mare che in francese è Bar^ in genovese Luasso^ lupo di mare, Varolo (cioè vaiolato) in Romagna, Ragno in Toscana. Il nome scientifico è Labrax Lupus o Perca. Brasato detto di alcune vivande con ispeoiale cottura, è voce del dialetto lombardo, brasa quasi abragiato^ da brage. Brasserie in francese birreria^ da brassage^ una delle molte operazioni che subisce l'orzo, cioè lo smuovere e temprare (brasser) il malto nell'acqua. Brasser deriva dal celtico 6ra%., lat. brace specie
nosillabica, eserciti
=
V
:
:
=
di
orzo.
Bràttea:
foglia
assai
ridotta,
spesso
un
parola è in-
su noi. Il sentiamo più nel cuore. Si avverte poi che in breve vuol dire in breve tempo e
non ha valore conclusivo, come neologismo che
Brefotrofio:
ricovero
dei
ove
ospizio
bréfos
trovatelli, si
in fran-
insomma.
cese. Si dirà alle corte,
nutrono
indica
lettei-almente,
i
neonati (greco
= neonato, e trefo = nutro). non
fani lo riprende:
tutti
che dice
il
e
i
Il
Fan-
lessici lo re-
hanno voci pro-
gistrano. I vari dialetti prie, efficaci
il
e
per indicare ciò
gentili,
disarmonico vocabolo greco.
Breloque: ciondolo. Voce francese di etimologia incerta. Brenta: termine lombardo: recipiente di legno fatto a conoide rovesciato pel trasporto del vino e dei liquidi in genere :
capacità
della
di
mezzo
circa
ettolitro.
Brentatori, portatori di vino (Mantova). Bretella: più gli
diz.
comunemente
straccali che tengono su
al plurale, i
calzoni.
I
non hanno publico invece non ne usa
nostri maggiori e migliori
voce il Dal francese bretelle. Breva voce dialettale lombarda che indica il vento periodico che spira da libeccio verso mezzodì e domina il lago di Como ed il Verbano. Il Cherubini ne cerca le più occulte etimologie da Brivio, paese
tale
:
altra.
:
:
onde spira
alle colline briantee, dal greco,
=
infans perchè è e persino da BQé(pos vento che spira in genere da levante unde quotide oritur sol infans : fra tnnte sup-
Bio
61
può trovar posto anche
posizioni
= di
»Moò da breve
Breve
Papa
lettera del
:
la
mia,
breve durata. a sovrani o
a
persone cui accorda tale distinzione. Breve perchè brevis non ha preambolo, ma solo :
il
nome
K
sigillato
È
stracchino.
così detto dal
fr.
brillanter
liano sfaccettare., cioè faccetto, splendenti
dalla Bolla.
tolto dal francese.
Breve avverbio,
in
:
luogo
di brevemeiite,
insomma. V. Bref. Brevi marni: modo avv. latino
alle carie,
detto di
cosa e più spesso di pecunia
consegnata a mano, personalmente, senza ricevuta. Bric-à-brac: voce usata in francese nolvolgare ìtiarehand de bric]' espressione à-brac, (brocanteur) che vende roba usata ,
mobili vecchi, rigat-
ferraglia, ciarpami,
insomma,
tiere,
hanno sede
fissa.
mercati o
girano pei
e
Romagna ho
In
inteso
spesso dire da rivenduglioli della piazza: «
Noi siamo brie-à-hrae.^ abbiamo sempre
fatto
il
iieti-ata
bric-à-brac
parola,
»
zione francese.
E
si
vede, pe-
dominaanche figurata-
con
da tempo, forse usata
la
mente.
nome
fiammiacciarino. fero, ed è il francese briquet Bricic: è nostra voce italiana, brigan-
chiamato con
tal
il
=
tino,
:
buon
in
come
ita-
metalli a
tagliare
brillante.
il
Brillare e brillante: l'uso traslato che si
fa di
queste due
un'esistenza,
voci è senza
Una
un'idea,
festa,
un
un
dubbio
discorso, etc.
ufficiale,
possono ricevere 1' aggiunta di brillante. Il predominio di questa parola toglie l'uso e l'agilità dei sinonimi italiani equivalenti. Il Petrocchi registra questo nuovo sens'o
La
della parola brillante.
locuzione bril-
lare jter l'assenx a è pur essa condannata
dai puristi. Certo non è di conio italiano,
benché secondo alcuni deriverebbe da Ta{Ann. III. cap. ultimo) che narrando
cito i
funerali di Giunia, scrive sed perfulge-
bant Gassius atque Brutus eo ipso quod effìgies eorum non visebantur. Lo Chénier nel suo Tiberio (atto I) introducendo questo episodio, dà la tipica forma moderna Brutus et Cassius brillaient par leur :
absence.
Bricchetto: in alcune regioni dell'alta Italia è
della re-
:
Brillantare:
Papa e la concessione fatta. con cera rossa dall'anello del Pescatore, cioè di S. Pietro. Altra cosa del
nome
gione la Brie., in cui si fabbrica. Brigantino V. Brick.
nazioni straniere
ricevuta dalle
e
rimandata a casa mutilata in brick.^ brig o bric, e così noi 1' accettammo.
poi
Brigantino dal sec. XVII in giù fu detta quella specie di bastimento quadro a due alberi a coffa, coi loro
alberetti guarniti
maniera, il bompresso e la randa: capace di due o trecento tonnellate. Armato, portava da dieci a venti cannoni in barbetta. Dicesi brigantino a palo quello a tre alberi, il trinchetto e il maestro quadri, il mezzano aurico: brigantino goletta., quello a due
Brillare per l'assenza: V. Brillare.
Brindare
verbo oramai consacrato dal-
:
l'uso benché spiaccia ai puristi per la sua
provenienza francese salute è
modo
il
Bere alla
brinde.
:
nostro.
Ve inoltre
antico e disusato propinare che
il
verbo
può
far
ridere molti, eppure così efficacemente
Carducci rinnova questa parola
il
:
E propinando
i vin bianchi e leggieri, ballano con gli ulani e con le scorte (fa Ira).
e attrezzati alla stessa
alberi,
il
trinchetto
quadro e
il
maestro
ma
gente
la
mondana
invece di nastro usa talora con più elegante e corrente scioltezza (così loro pare) la parola francese,
voce di
:
noi
una pasta dolce
des brioches Bristol
:
sì
origine in
come
:
les
brides della
capote.
Brie: nome di una reputata specie di formaggio francese, mollo e del sapore dello
incerta (V.
Francia che da
uova. Faire una cantonata. chiama un cartoncino
di lievito e
= prendere
così
si
bianco e rasato con cui l'annosi biglietti, scritte eleganti,
partecipazioni, etc: evi-
dentemente dal nome della
aurico.
Bride: briglia;
Brioche
Scheler) ed indica
città d'Inghil-
terra Bristol.
Britanni!^: lega formata con 00 parti di stagno (Sn) e 10 parti di antimonio (Sb). Più nota col nome di metallo inglese. Brocco: cavallo in mal essere, nel gergo de' soldati. È voce piemontese, bróch che
vale roxxa, ronxino.
.
—
r,i-o
Bròccolo: V. Verxa. Brocchini: così da'calzolai intesi in Milano chiamare le scarpette con gli elastici
:
evidentemente
la parola è dal fran-
cese brodequin^ la cui
etimologia non è
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—
Bill
volgare della gente di commercio per indicare lo scartafaccio ove
si prendono prime note del dare e dell'avere.
Brokendown
letteralmente
:
E una
giù, azzoppato.
spezzato zoppicatura pro-
improbabile che provenga dalla nostra morta voce borxacchino. Noto queste parole più per bizzaria che per altro giacche nel lin-
pria dei cavalli da corsa,
guaggio delle scarpe, oh ironia, abbiamo
delle corse.
conservato l'italianità dei termini. Broche: letteralmente ed etimologica-
bile,
mente è la nostra umile brocca che è rimasta lì a fermar le suole delle scarpe, mentre la sua sorella francese è salita sul petto delle dame ed ha usurpato il posto delle nostre voci spillone^ fermaglio.
Broché
:
broceare,
broccato part. del verbo antico cioè
Ma
a brocche.
stoffa
trapunta o tessuta
per indicare quelle
stoffe
che hanno un ricamo in rilievo e servono per vario uso, abiti da signoi'a, cravatte, tappezzerie, etc.
si
dice altresì alla fran-
e
:
consiste in
una distensione dei tendini flessori del nodetto. Termine inglese del linguaggio Brosse:
ma
fr.
per spazzola pare incredi-
dice e
si
si
scrive presso di noi
talvolta, e così brosserie.
Brouhaha: voce onomatopeica francese iin rumore sordo, indistinto, specie delle folle. Es. « E mentre pei vani immensi di San Pietro risuonava come vasto clamore di fiumana il brouhaha dei mille,
per indicare
mille pellegrini acclamanti alPapa-re, etc.
»
conto di dire che avremmo parole nostre da sostituire a questa voce stra-
Yale
il
niera?
Brown-Sèquard (cura o metodo di) sinun medico francese di tal nome, che consiste nel somministrare in caso di atrofìa della funzione di un organo, lo stesso organo tolto da un animale in :
goiar cura di
cese broché.
Brochure
le
:
cucitura cioè l'atto semplice
del brocher che è a dire
del
riunire in-
sieme col filo i fogli piegati, e poi coprirli con una copertina, il che si fa di ogni libro quando passa dalla stamperia al legatore. Perciò il distinguere come fanno i librai libro in brochure da libro legato con cartone con cuoio, mi pare inutile, visto che i libri co' fogli sciolti come escono dalla stamperia, non si vendono. Il Fanfani, notando la voce francese, consiglia alla rustica; meglio forse grexxo. Brochure è altresì usato in senso di opuscolo. Broder: ricamare^ voce fr. metatesi (forse) border, appunto perchè i ricami fannosi di solito sull'orlo. Y. la parola bord. Brodetto nome dialettale del litorale di Eomagna, dato ad una specie di umido di pesci di varia ragione, come seppie, torpedini, triglie etc. Con poco olio, qualche stilla :
di aceto nell'acqua,
droghe ed
aglio,
i
pe-
scatori allestiscono in breve sui loro barchetti questo tradizionale piatto eccellente
che ha qualche parentela
col pacciucco livornese e col bouille-abaisse marsigliese. Il brodetto deve essere piatto antichissimo se in Eomagna per dir cosa antica e trita dicesi « vecchia come il brodetto » Brogliazzo e anche brogliasso : voce :
forma di estratto. Bru-bru term. volgari ssimo del dialetto lombardo per indicare que' procaccianti avidi, volgari e noiosi, che avendo alcuna nozione di procedura e di leggi, si :
prestano
a'
servigi altrui presso le preture.
Faccendiere,
imbroglione.
Usasi
anche
come spregiativo di avvocato: press' a poco come paglietta nel napoletano. Bruciare o bruciarsi le cervella: ucuccidere con colpo di arma da fuoco alla testa locuzione forte che ricidersi
;
corda
brilter la cervelle de' francesi.
il
Bruciare suoi vascelli: locuzione figurata che vuol dire togliersi spontaneamente la via del ritorno cioè la tentazione del tornare indietro, obbligarsi quindi ad avanzare ad ogni costo, compiere l'impresa disperatamente. I francesi hanno appunto bruler ses vaisseaux. Brughiera: così in Lombardia chiamasi quel terreno incolto e deserto ove cresce i
l'erica e la scopa {brugk).
Brulé participio del verbo fr. bruler n: bruciare, usatissimo in « vino 6n