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Italian Pages 61 Year 1996
Emily Dickinson
nacque nel 1830 ad Amherst, piccola cittadina del Massachusetts, da una famiglia importante (il padre Edward, insigne avvocato, era deputato al Congresso di Washington). Dopo aver frequentato l'Accademia di Amherst, nel 1847 si iscrisse al collegio femminile di Mount Holyoke a South Hadley, ma interruppe gli studi l'anno successivo, colta da una struggente nostalgia per la famiglia e il paese natale. Escludendo alcuni brevi soggiorni a Washington, Filadelfia e Boston, trascorse l'intera vita nella casa paterna di Amherst, occupandosi del giardino, dei lavori domestici, scrivendo poesie e tenendo un'intensa corrispondenza con amici e tutori. Morì nel1886, colpita da una grave forma di nefrite. La sua opera, costituita da 1775 poemi, di cui solo 7 pubblicati in vita, ne fa una delle voci più significative della letteratura americana.
Emily Dickinson
51 Poesie
Traduzione di Massimo Bacigalupo
Sommario
Ci sono cose che volano ....................................................7 Quante volte questi poveri piedi inciamparono ................8 Fiammeggiante d'oro e spento in porpora ........................9 Vi è una certa inclinazione di luce ................................... 10 Mi sentii un funerale, nella testa .................................... 11 Sono nessuno! E tu? ....................................................... 12 Mando due tramonti ...................................................... 13 Un uccello scese il sentiero ............................................. 14 Vi sono due maturazioni - una - della vista ...................... 15 La gioia e dunque un tale abisso ..................................... 16 Buffo - essere un secolo .................................................. 17 La mattina dopo il dolore................................................ 18 Il Cielo è della mente a tal punto .................................... 19 Conosco delle vite di cui potrei fare a meno .................... 20 Un visitatore vestito di marna ........................................ 21
Potrebbe essere più solitario .......................................... 22 I mesi hanno termini - gli anni - un nodo ......................... 23 Molta pazzia è divino buon senso ................................... 24 Il vento - bussò come un uomo stanco ............................ 25 Questa è la mia lettera al mondo .................................... 26 Morii per la bellezza - ma ero appena ............................. 27 Quando morii - udii una mosca ronzare .......................... 28 Cosa solenne è dentro l'anima ........................................ 29 Ero la più minuta della casa ............................................ 30 Non era la morte, perché stavo in piedi .......................... 31 Non è causata - la bellezza - ma è ................................... 33 Temo un uomo dal discorso frugale ................................ 34 Ho visto un occhio moribondo ........................................ 35 Misuro ogni dolore che incontro ..................................... 36 Pregavo, all'inizio, bambina ............................................ 38 Tre volte - ci separammo - il respiro - e io ....................... 40 Per anni ero stata lontana da casa .................................. 41
Nessun romanzo che egli compri .................................... 43 Coscienza ho nella mia stanza ......................................... 44 Gli zeri - ci insegnarono - il fosforo .................................. 45 Essa si mostrò all'altezza delle richieste di lui .................. 46 Cadde tanto in basso - nella mia considerazione ............. 47 Una goccia cadde sul melo .............................................. 48 Il vento cominciò a scuotere l'erba ................................. 49 Potessi dimenticare quanto ero felice ............................. 50 Sentii una frattura nella mente ....................................... 51 Fiorire - è il fine - chi passa un fiore................................. 52 Il cielo è basso - le nuvole imbronciate............................ 53 Alle tre e mezza, un singolo uccello................................. 54 Mentre lo temevamo, venne .......................................... 55 Dal rumore pareva che le strade corressero .................... 56 Non protesterò se alla fine ............................................. 57 Quanto solitario deve sentirsi il vento di notte ............... 58 L'estate è più corta di tutto............................................. 59
Vi è una solitudine dello spazio....................................... 60 Per fare una prateria ci vuole un'ape e una gaggia .......... 61
Ci sono cose che volano
Ci sono cose che volano uccelli - ore - calabroni di queste nessuna elegia. Ci sono cose che restano dolore - monti - l'eterno nemmeno queste mi riguardano. Ce ne sono che, ferme, sorgono. Posso spiegare il cielo? Quanto è immobile l'indovinello!
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Quante volte questi poveri piedi inciamparono
Quante volte questi poveri piedi inciamparono solo la bocca saldata può dirlo prova - sai smuovere il tremendo morsetto prova - sai alzare la cerniera d'acciaio! Carezza la fronte fredda - calda tanto spesso alza - se vuoi - i capelli snervati tocca le dita adamantine che non porteranno mai più ditale Ronzano le mosche torpide - alla finestra spavaldo - brilla il sole per il vetro sporco sfacciata - la ragnatela dondola dal soffitto o indolente massaia - fra margherite - coricata
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Fiammeggiante d'oro e spento in porpora
Fiammeggiante d'oro e spento in porpora saltando come leopardi fino al cielo poi ai piedi del vecchio orizzonte posando la faccia macchiata a morire inchinandosi giù giù fino alla finestra della lontra toccando il tetto e tinteggiando il fienile levandosi il cappello per baciare il prato il giocoliere del giorno se ne è andato
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Vi è una certa inclinazione di luce
Vi è una certa inclinazione di luce, i pomeriggi d'inverno che opprime, come il peso di musiche di cattedrale Una ferita celeste, ci apporta non ne troviamo cicatrice, ma un'interna differenza, dove stanno i significati Nessuno può insegnarla - altrui è il sigillo la disperazione un'imperiale afflizione inviataci dall'aria Quando viene, il paesaggio ascolta le ombre - trattengono il fiato quando va, è come la distanza nell'aspetto della morte -
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Mi sentii un funerale, nella testa
Mi sentii un funerale, nella testa, e i dolenti avanti e indietro andavano - andavano - finché parve che il senso si spezzasse e quando furono tutti seduti, una funzione, come un tamburo batteva - batteva - finché pensai che la mia mente si assordasse e poi li udii sollevare una scatola scricchiolare attraverso l'anima con quegli stessi stivali di piombo, sempre. poi lo spazio - cominciò a rimbombare come se i cieli fossero una sola campana e l'essere, un unico orecchio, e io, e il silenzio, una razza sconosciuta naufragata, solitaria, quaggiù e poi una trave nella ragione si spezzò, e io caddi giù, e più giù e battei un mondo, a ogni tuffo, e - finii di conoscere - in quel punto 11
Sono nessuno! E tu?
Sono nessuno! E tu? Sei - nessuno - anche tu? Allora siamo in due! Non dirlo! Farebbero rumore, sai! Che noia - essere - qualcuno! Che cosa pubblica - come una rana dire il proprio nome - un lungo giorno di giugno a una palude ammirata!
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Mando due tramonti
Mando due tramonti Il giorno ed io - insieme gareggiammo ne finii due - e alcune stelle mentre lui - ne faceva uno Il suo era più ampio - ma come dicevo a un amico il mio - è più conveniente da tenere in mano -
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Un uccello scese il sentiero
Un uccello scese il sentiero non sapeva che lo vedevo col becco troncò a metà un verme e se lo mangiò, crudo, poi bevve una rugiada da un'erba conveniente poi saltellò di fianco sino al muro per lasciar passare uno scarafaggio guardò con occhi rapidi in fretta tutt'intorno parevano perline spaventate, pensai scosse la testa vellutata come uno in pericolo, cauto, io gli offrii una briciola e lui srotolò le piume e remigò a casa più dolce di remi che fendono il mare, troppo argenteo per una sutura o farfalle, da sponde di mezzodì, si tuffano, nuotando silenziose. 14
Vi sono due maturazioni - una - della vista
Vi sono due maturazioni - una - della vista con forze che si svolgono sferiche finché il prodotto violetto non cada gustoso per terra un maturare più comune un processo nel riccio della castagna che solo i denti del gelo rivelano nell'aria lontana d'ottobre.
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La gioia e dunque un tale abisso
La gioia e dunque un tale abisso che non devo posare male il piede per paura di rovinarmi la scarpa? Piuttosto baderei al piede che allo stivaletto comprarne un altro paio si può in ogni bottega ma la gioia si vende una volta sola. Perduto il brevetto nessuno la compra più di', piede, decidi tu la signora attraversa, o no? Ha ragione lo stivaletto!
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Buffo - essere un secolo
Buffo - essere un secolo e vedere la gente - che passa io - morirei dalla stranezza ma poi - non sono altrettanto stabile Conserva gelosamente i suoi segreti se li dicesse - assai spiaciuto sarebbe questo nostro globo pudibondo tanto schizzinoso in fatto di pubblicità -
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La mattina dopo il dolore
La mattina dopo il dolore spesso accade così sorpassa tutte le precedenti per giubilo totale come se la natura fosse incurante e ammucchiasse i suoi fiori e per dar maggiore evidenza alla gioia fissasse la sua vittima Gli uccelli declamano i loro motivi pronunciando ciascuna parola come martelli - sapessero che cadono quali litanie di piombo qua e là - su una creatura modificherebbero il tripudio per adattarlo a una tonalità di crocifisso una chiave del Calvario -
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Il Cielo è della mente a tal punto
Il Cielo è della mente a tal punto che fosse la mente dissolta il suo posto - nessun architetto potrebbe più dimostrare è vasto come la nostra capacità bello - come la nostra idea per chi ha desiderio adeguato non è più lontano, di qui
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Conosco delle vite di cui potrei fare a meno
Conosco delle vite di cui potrei fare a meno senza dolore alcuno altre - un istante d'assenza delle quali sarebbe un'eternità queste ultime - scarse di numero non sono nemmeno due le prime - un orizzonte di moscerini facilmente supererebbero -
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Un visitatore vestito di marna
Un visitatore vestito di marna che influenza i fiori finché sono ordinati come busti ed eleganti - come vetro che visita di notte e giusto prima del sole conclude lo sfavillante colloquio fa una carezza - e va ma chi le sue dita toccano e dove i suoi piedi passano e qualunque bocca egli baci è come non fosse stata -
21
Potrebbe essere più solitario
Potrebbe essere più solitario senza la solitudine sono tanto abituata alla mia sorte che forse quell'altra - pace interromperebbe il buio e affollerebbe la piccola stanza troppo povera - di cubiti - per contenere il sacramento - di lui Non sono abituata alla speranza potrebbe intrudere nella sua dolce processione - profanare il luogo destinato alla sofferenza Potrebbe essere più facile naufragare - con la terra in vista che raggiungere - la mia penisola blu per perire - di delizia -
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I mesi hanno termini - gli anni - un nodo
I mesi hanno termini - gli anni - un nodo che nessuna forza può disfare per estendere un poco oltre il tessuto del dolore la terra ripone queste vite stanche nei suoi cassetti misteriosi troppo teneramente, perché qualcuno dubiti di un ultimo riposo la maniera dei bambini che si stancano della giornata essi stessi - il giocattolo rumoroso che non possono mettere via -
23
Molta pazzia è divino buon senso
Molta pazzia è divino buon senso per un occhio avvertito molto buon senso - pura pazzia è la maggioranza in questo, come in tutto, a prevalere Di' sì - e sei sano ribellati - subito sei pericoloso e ti trattano con catene –
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Il vento - bussò come un uomo stanco
Il vento - bussò come un uomo stanco e come un padrone di casa - "avanti" risposi arditamente - quando entrò nella mia residenza un ospite rapido - senza piedi cui offrire una sedia era impossibile come indicare un sofà all'atmosfera Non aveva ossa per tenerlo il suo discorrere era come la spinta di tanti colibrì congiunti da un alto cespuglio Il suo aspetto - un'onda le sue dita, mentre passava produssero una musica - come motivi soffiati su vetro tremolante Si intrattenne - a svolazzi, sempre poi come un uomo timido picchiò un'altra volta - nervosamente e divenni sola 25
Questa è la mia lettera al mondo
Questa è la mia lettera al mondo che a me non scrisse mai le semplici notizie che la natura disse con tenera maestà II suo messaggio è affidato a mani che non so vedere per amore di lei - dolci - compatrioti giudicate - di me - teneramente
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Morii per la bellezza - ma ero appena
Morii per la bellezza - ma ero appena abituata alla tomba che uno che morì per la verità fu deposto in una stanza attigua Mi chiese piano "Perché sei mancata?" "Per la bellezza" risposi "E io - per la verità - sono una cosa sola noi siamo fratelli" disse Così, come congiunti che si incontrino di notte parlammo fra le stanze finché il muschio raggiunse le nostre labbra e coprì - i nostri nomi -
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Quando morii - udii una mosca ronzare
Quando morii - udii una mosca ronzare il silenzio nella stanza era come il silenzio nell'aria fra folate di tempesta Gli occhi intorno - si erano prosciugati e i respiri si raccoglievano forti per quell'ultimo attacco - quando il re si manifestasse - nella stanza Donai i miei ricordi - firmai la cessione della parte di me che poteva cedersi - e fu proprio allora che si interpose la mosca con un ronzio blu - incerto - incespicante fra la luce - e me e poi le finestre scomparvero - e poi non potei più vedere di vedere -
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Cosa solenne è dentro l'anima
Cosa solenne è dentro l'anima sentirsi maturare e pendere dorata - mentre più in alto la scala del creatore finisce e nel frutteto molto più sotto senti un essere - che cade Stupendo - sentire il sole che ancora lavora la guancia che pensavi finita con occhio freddo, critico dell'opera sposta - un poco - il picciolo per dare uno sguardo al tuo torsolo Ma più solenne - sapere che la tua possibilità di raccolto si avvicina un poco - ogni sole l'unico - per talune vite.
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Ero la più minuta della casa
Ero la più minuta della casa avevo la stanza più piccola di notte la mia lucina, e il libro e un geranio solo messo così da raccogliere la menta che non smetteva mai di stillare e appena un cestino fatemi pensare - son certa che fosse tutto Non parlavo mai - se non quando interrogata e sempre brevemente e a voce bassa non potevo sopportare di vivere - a voce alta il chiasso mi dava vergogna E se non fosse stato così lontano e qualcuno che conoscevo doveva partire - spesso pensavo che inavvertita - avrei potuto morire -
30
Non era la morte, perché stavo in piedi
Non era la morte, perché stavo in piedi, e tutti i morti sono coricati non era notte, perché tutte le campane sbraitavano per dire mezzogiorno. Non era gelo, perché sulla carne sentivo scirocchi - strisciare né fuoco - perché già i miei piedi di marmo potevano raffreddare un altare Eppure sapeva di tutti questi, le figure che ho vedute disposte in ordine, per la sepoltura, mi ricordavano la mia Come se la mia vita fosse schiacciata e adattata a un telaio, e non potesse respirare senza una chiave, ed era come mezzanotte, un po' quando tutto ciò che ticchetta - è fermo e lo spazio fissa tutt'attorno o geli crudeli - le prime mattine d'autunno, si riprendono l'aia 31
ma soprattutto come il caos - sterminato - freddo senza una possibilità, o un legno e nemmeno un sentore di terra per giustificare - la disperazione.
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Non è causata - la bellezza - ma è
Non è causata - la bellezza - ma è inseguila, ed essa cessa non la insegui, e sta ferma Afferra pure le ondate nel campo - quando il vento vi passa le sue dita la divinità farà in modo che tu non ce la faccia -
33
Temo un uomo dal discorso frugale
Temo un uomo dal discorso frugale temo un uomo silenzioso l'arringatore - posso sorpassare il chiacchierone - intrattenere Ma colui che pondera - mentre gli altri spendono l'ultima lira di quest'uomo - diffido temo che egli sia grande -
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Ho visto un occhio moribondo
Ho visto un occhio moribondo correre più volte in giro a una stanza in cerca di qualcosa - sembrava poi annuvolarsi e poi - oscurarsi di nebbia e poi - essere saldato senza rivelare cosa fosse quel che sarebbe stato benedizione vede
35
Misuro ogni dolore che incontro
Misuro ogni dolore che incontro con occhi penetranti, stretti mi chiedo se pesa come il mio o ha misura più facile. Mi chiedo se l'hanno portato a lungo o è appena cominciato non saprei dire la data del mio sembra tanto vecchio Mi chiedo se fa male vivere e se devono sforzarsi e se - potessero scegliere non preferirebbero - morire Noto che alcuni - pazienti a lungo dopo un po', rinnovano il sorriso l'imitazione di una luce che ha tanto poco olio Mi chiedo se con l'ammucchiarsi degli anni qualche migliaio - sul male che presto li ferì - questo intervallo dia loro qualche sollievo 36
se continuerebbero a sentire pena per secoli di sensibilità illuminati a un più grande dolore in contrasto con l'amore – dolenti - sono tanti - mi dicono c'è varietà di cause la morte - è una sola - e viene una volta e solo inchioda gli occhi C'è dolore di mancanza - e dolore di freddo un tipo detto "disperazione" c'è l'esilio dagli occhi nativi in vista dell'aria nativa E anche se non indovino il tipo correttamente - tuttavia un conforto pungente mi dà quando passo dal Calvario notare le maniere - della Croce e come è portata di solito sempre affascinata dall'idea che qualcuna - sia come la mia -
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Pregavo, all'inizio, bambina
Pregavo, all'inizio, bambina, perché mi dicevano di farlo ma smisi, quando fui capace di immaginare come la preghiera sarebbe apparsa -a mese avessi creduto che Dio si guardava attorno, ogni volta che il mio occhio fanciullo si fissava tutto, fermamente, sul suo, con infantile onestà e gli diceva quel che avrei voluto, oggi, e le parti del suo distante programma che mi sfuggivano il lato misto della sua divinità E da allora spesso, nel pericolo, penso la forza che darebbe avere un Dio così forte che tenesse la mia vita per me finché potessi trovare l'equilibrio che ora così spesso vacilla, 38
ci vuole tutto il tempo per arrivarci e poi - esso non dura -
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Tre volte - ci separammo - il respiro - e io
Tre volte - ci separammo - il respiro - e io tre volte - non volle andare ma cercò di smuovere il ventaglio spento che le acque - cercavano di arrestare. Tre volte - le onde mi gettarono a galla poi mi presero - come una palla poi mostrarono facce blu alla mia faccia e spinsero via una vela che strisciava lontana - e mi piaceva vedere per pensare - mentre morivo che bello guardare una cosa con sopra - visi umani Le onde si assopirono - il respiro - no i venti - come bambini - si quietarono poi l'alba baciò la mia crisalide e io mi alzai - e vissi -
40
Per anni ero stata lontana da casa
Per anni ero stata lontana da casa e ora davanti alla porta non osavo entrare, per paura che un volto che non avevo mai visto prima fissasse stolidamente il mio e mi chiedesse cosa volevo "Solo una vita che ho lasciato Forse ne è rimasta una così?" Mi appoggiai sul timore indugiai col prima l'attimo si gonfiò come un oceano e si franse contro il mio orecchio Risi una risata spezzata che potessi temere una porta io che conoscevo la costernazione e mai prima ero trasalita. Avvicinai al chiavistello la mano, con cura tremante per paura che la porta tremenda si spalancasse e mi lasciasse in mezzo al pavimento 41
poi tirai via le dita cautamente come fossero vetro, mi tappai le orecchie, e come una ladra ansimando fuggii dalla casa -
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Nessun romanzo che egli compri
Nessun romanzo che egli compri può tanto incantare un uomo quanto la lettura di quello suo individuale E proprio della finzione - diluire a plausibilità il romanzo nostro - se è così piccolo che ci si può credere - non è vero
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Coscienza ho nella mia stanza
Coscienza ho nella mia stanza, di un amico informe non si attesta con postura né conferma - con parola nemmeno un posto - devo offrirgli più appropriata cortesia l'intuizione ospitale della sua compagnia La presenza - è per lui il massimo della libertà - Né lui con me né io con lui - con parole contravveniamo all'onestà Averne noia sarebbe più strano che se nell'ampia compagnia dello spazio, una particella provasse monotonia Né se visiti degli altri - so né se abiti - o no ma per istinto lo chiamo immortalità 44
Gli zeri - ci insegnarono - il fosforo
Gli zeri - ci insegnarono - il fosforo imparammo ad amare il fuoco giocando coi ghiaccioli - da ragazzi e l'esca del fuoco - indovinammo - dal potere dell'opposto - di bilanciare la differenza se un bianco c'è - ci sarà un rosso! La paralisi - il nostro abbecedario - muto della vitalità!
45
Essa si mostrò all'altezza delle richieste di lui
Essa si mostrò all'altezza delle richieste di lui depose i giocattoli della sua vita per assumere l'onorevole lavoro di donna, e di moglie se qualcosa le mancò nel nuovo giorno, di ampiezza, o stupore o prima aspettativa - e se l'oro nell'uso si offuscò, la cosa rimase non detta - il mare sviluppa perla, o alga, ma solo a lui - sono note le profondità dove stanno -
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Cadde tanto in basso - nella mia considerazione
Cadde tanto in basso - nella mia considerazione che lo udii battere in terra e andare a pezzi sulle pietre in fondo alla mia mente ma rimproverai la sorte che lo abbatté - meno di quanto denunciai me stessa, per aver tenuto oggetti placcati sulla mensola degli argenti -
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Una goccia cadde sul melo
Una goccia cadde sul melo un'altra - sul tetto mezza dozzina baciarono le gronde e fecero ridere gli abbaini alcune uscirono ad aiutare il ruscello che andò ad aiutare il mare io immaginai se fossero state perle che collane si potevano fare La polvere tornò al suo posto, su strade dissestate gli uccelli cantarono più giocosi Il sole gettò via il cappello i cespugli - sparsero lustrini le brezze portarono liuti tristi e li bagnarono di allegria poi l'oriente alzò una sola bandiera, segno che era finita la festa -
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Il vento cominciò a scuotere l'erba
Il vento cominciò a scuotere l'erba con musica torva e bassa scagliò una minaccia alla terra una minaccia al cielo. Le foglie si sganciarono dagli alberi e fuggirono tutt'intorno la polvere si raccolse come tante mani e buttò via la strada. I carri si affrettarono per le vie il tuono corse lento il fulmine rivelò un becco giallo e poi un artiglio livido. Gli uccelli sprangarono i nidi le mucche fuggirono nelle stalle venne una goccia gigante e poi come se le mani che tenevano le chiuse si fossero aperte le acque sconvolsero il cielo, ma trascurarono la casa di mio padre solo squartando un albero 49
Potessi dimenticare quanto ero felice
Potessi dimenticare quanto ero felice ricordare quanto sono triste sarebbe un'avversità sopportabile ma la memoria del fiore continua a rendere il novembre arduo finché io che ero quasi ardita perdo la strada come una bambina e muoio dal freddo.
50
Sentii una frattura nella mente
Sentii una frattura nella mente come se il cervello mi si fosse spaccato cercai di ricongiungerlo - giunta a giunta ma non riuscii a farle combaciare. Il pensiero di dietro cercai di attaccarlo al pensiero davanti ma la sequenza si srotolò dal suono come un gomitolo - sul pavimento.
51
Fiorire - è il fine - chi passa un fiore
Fiorire - è il fine - chi passa un fiore con uno sguardo distratto stenterà a sospettare le minime circostanze coinvolte in quel luminoso fenomeno costruito in modo così intricato poi offerto come una farfalla al mezzogiorno Colmare il bocciolo - combattere il verme ottenere quanta rugiada gli spettaregolare il calore - eludere il vento sfuggire all'ape ladruncola non deludere la natura grande che l'attende proprio quel giorno essere un fiore, è profonda responsabilità -
52
Il cielo è basso - le nuvole imbronciate
Il cielo è basso - le nuvole imbronciate. Un fiocco di neve vagante sopra un fienile o oltre un solco medita di passare un vento meschino si lamenta tutto il giorno di come qualcuno lo ha trattato la natura a volte come noi è sorpresa senza il suo diadema.
53
Alle tre e mezza, un singolo uccello
Alle tre e mezza, un singolo uccello a un cielo silenzioso propose un solo brandello di cauta melodia. Alle quattro e mezza, l'esperimento aveva vinto la prova ed ecco, il suo principio argenteo tutto il resto soppiantò. Alle sette e mezza, né elemento né strumento, appariva e luogo era dove la presenza era stata e in mezzo circonferenza.
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Mentre lo temevamo, venne
Mentre lo temevamo, venne ma venne con minor timore perché temerlo tanto a lungo l'aveva quasi fatto bello C'è un adattarsi - allo sgomento un adattarsi - alla disperazione è più duro sapere che sta giungendo che sapere che è presente. Provarsi addosso l'estremo la mattina che è nuovo è più terribile che indossarlo tutto il corso della vita.
55
Dal rumore pareva che le strade corressero
Dal rumore pareva che le strade corressero e poi - le strade si fermarono eclisse era tutto ciò che vedevamo dalla finestra e venerazione - tutto ciò che provammo. Dopo un po' - il più ardito uscì dal nascondiglio per vedere se il tempo c'era ancora la natura aveva messo il suo grembiule d'opale e stava impastando aria nuova.
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Non protesterò se alla fine
Non protesterò se alla fine coloro che amai quaggiù avranno il permesso di comprendere perché li evitai divulgarlo darebbe pace al mio cuore ma strazierebbe il loro sai, Katie, il tradimento ha una voce ma la mia - si scioglie - in lacrime.
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Quanto solitario deve sentirsi il vento di notte
Quanto solitario deve sentirsi il vento di notte quando la gente spegne le luci e tutto ciò che ha un tetto spranga le imposte e sta dentro Quanto vanitoso deve sentirsi il vento alla mezza passeggiando con musiche scorporate correggendo gli errori del cielo e chiarificando il paesaggio Quanto forte deve sentirsi il vento di mattina accampandosi su mille aurore sposandole e ripudiandole tutte poi innalzandosi al suo tempio sovrano
58
L'estate è più corta di tutto
L'estate è più corta di tutto la vita è più corta dell'estate settant'anni sono spesi in fretta come un dollaro solitario il dolore - ora - è cortese - e rimane vedi come lo disdegniamo oh egualmente aborrire la gioia egualmente conservarla -
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Vi è una solitudine dello spazio
Vi è una solitudine dello spazio, una solitudine del mare, una solitudine della morte, ma queste saranno una folla a confronto di quel luogo più profondo quella polare segretezza, un'anima ammessa alla propria presenza finita infinità.
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Per fare una prateria ci vuole un'ape e una gaggia
Per fare una prateria ci vuole un'ape e una gaggia, un'ape, una gaggia, e fantasia. La fantasia da sola è sufficiente, se l'ape è assente.
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