Che cos'è una biblioteca 8843033220, 9788843033225

Il volume si propone di mettere a fuoco i diversi aspetti che caratterizzano oggi la vita di una biblioteca e soprattutt

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Che cos'è una biblioteca
 8843033220, 9788843033225

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BUSSOLE Chiare, essenziali, accurate: le guide di Carocci per orientarsi nei principali temi della cultura contemporanea



0

BENI CULTURALI

CHE COS'È UNA BIBLIOTECA La biblioteca sta rapidamente cambiando fisionomia e ruolo, divenendo nodo di una più vasta rete informativa. La diffusione delle risorse elettroniche, infatti, pone problemi inediti sia al bibliotecario sia all'utente e apre nuove prospettive di sviluppo che non è facile poter definire appieno. Il testo affronta il tema della biblioteca "ibrida", vale a dire la biblioteca che si trova a dover gestire questa fase di coesistenza fra la tradizione della carta e l'innovazione dell'elettronico, e presenta un panorama della situazione italiana attuale.

Gabriele Mazzitelli è responsabile dal1988 della Biblioteca dell'Area biomedica dell'Università di Roma "Tor Vergata". Fa parte della redazione di AIB-WEB, il sito dell'Associazione italiana biblioteche, e ha pubblicato diversi articoli su riviste specializzate.

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� ISBN 88-430-3322-0

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€ 12,00

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/ 177

BENI CULTURALI

4a ristampa, maggio 2015 la edizione, luglio 2005 © copyright 2005 by Carocci editore S.p.A., Roma ISBN

978-88-430-3322-5

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione,

è vietato riprodurre qu esto volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. l lettori che desiderano informazioni sui volumi pu bblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a:

Carocci editore Corso Vittorio Emanuele

11,

229

00186 Roma te l 06 42 81 84 17 fax 06 42 74 79 31 Siamo su: http://www.carocci.it http://www.facebook.com/caroccieditore http://www.twitter.com/caroccieditore

Gabriele Mazzitelli

Che cos'è u n a bibl ioteca

Carocci editore

Nota Il riquadro contrassegnato dalla bussola un approfondimento.

G) contiene

L'asterisco * all'interno del testo rinvia al glossario.

I n d i ce I ntroduzione

9

1.

I l co n cetto di b i b l i oteca

1.1.

Un'idea di biblioteca

1.2.

Definizioni

1.3.

La biblioteca come spazio fisico e pa rte di u n siste ma

14

1.4.

La biblioteca come spazio virtuale e pa rte di una rete

16

1.5.

La biblioteca digita le

11

11

13

Per riassumere...

18

20

2.

I l pa n o ra m a ita l i a n o

2.1.

Le diverse ti pologie di biblioteche

2.2.

Biblioteche pubbl iche stata li

21

23

2.3. Biblioteche delle università 2.4. Biblioteche pubbl iche Altre biblioteche

30

Per riassumere...

31

26

28

2.5. Biblioteche scolastiche 2.6.

29

3.

G esti re u n a bib lioteca

3.1.

Un orga nismo che cresce

32 32

3.2. La formazione delle raccolte 3.3.

Il person a le

36

40

3.4. Quale mode llo a m ministrativo? 3.5.

21

Misu razione e valutazione Per riassumere...

43

44

48

5

4.

Il cata lo go, l'integrazio ne de l l e risorse e il se rvizio i nfo rm azi o n i 4 9

4.1.

Il cata logo in biblioteca 49 Il cata logo e la ricerca bibliografica 57 Il servizio informazioni 60 L'integrazione delle risorse e lettroniche loca li e remote L'informazio n e a po rtata di mouse 6 3

4.2.

4.3. 4.4. 4.s.

Per riassumere...

64

s.

l se rvizi

s.1.

Gli spazi del la biblioteca 66 67 La lettura in sede 69 Il prestito 73 Il recu pe ro di docu menti non dispo n i bili in sede La riprod uzione dei docu menti 75 L' utenza e le sue n uove necessità 7 6 @Ila tua bib lioteca 77

66

s.2. Il progetto S·3· s.4. s.s. s.6. s.7. s.s.

Pe r riass u m ere...

6.

79

La b i b lioteca n e l l a rete

81

6.1.

Bi blioteche i n rete 81 Crea re un proprio sito 83 6.3. Non tutti i Web sono ugua li

6.2.

Per riassumere ...

88

go

7-

Pro b l e m i e p rospettive

7.1.

Un n uovo scena rio 91 La biblioteca insegna 92 La biblioteca come se rvizio pubb lico

7.2.

7·3·

6

91

94

74

61

7.4. 7.5.

Il ruolo del biblioteca rio 96 Un mondo senza libri? 97 Per riassumere...

A p pe ndice

G l ossa ri o

99

100

117

B i b l i ografia

121

7

I ntrod uzi o n e Non sappiamo quale sarà il futuro della biblioteca, ma siamo certi che la biblioteca avrà un futuro. Solimine

(2004,

p.

225)

Non conosco bibliotecario, in Italia, che si dichiari soddisfatto della propria biblioteca. Poco denaro, e non si possono comprare i libri che si vorrebbero; poco personale, e i servizi non funzionano; idiozie del principe (che può anche essere una commissione di gestione), e bisogna disputare fino alla noia sulle peggiori ovvietà; e così via. E per molti un'incertezza di fondo sul proprio ruolo, sulla propria funzione.

Crocetti

(1994,

p.

22)

Questo volume si propone di mettere a fuoco le diverse problema­ tiche che oggi caratterizzano la vita di una biblioteca e, in partico­ lare, il nuovo ruolo che essa ha ormai assunto di nodo di una più vasta rete informativa. Le biblioteche si sono sempre dovute confrontare con la tecnolo­ gia e se l'introduzione dell'automazione aveva già comportato una serie di cambiamenti sia nella gestione della loro vita quotidiana sia nella fornitura dei servizi al pubblico, il diffondersi di Internet ha creato nuove opportunità ma anche nuovi timori, tanto da indur­ re a pensare che non solo l'idea tradizionale di biblioteca sia oggi superata, ma che possa anche realizzarsi l'evenienza che almeno un certo tipo di biblioteca sia destinato a scomparire. La rete e il proliferare delle risorse elettroniche, infatti, pongono pro­ blemi inediti sia ai bibliotecari sia agli utenti e presentano prospetti­ ve di sviluppo che non è ancora facile poter prevedere appieno. Si cercherà pertanto di descrivere questa fase di transizione, in cui sembra inevitabilmente dominare il modello di una biblioteca " ibrida", che si trova a dover gestire la coesistenza fra la tradizione della carta e l'innovazione dell'elettronico, ma si tenterà anche di fornire un orientamento sulla situazione attuale del variegato pano-

9

rama italiano, caratterizzato, peraltro, dall'assenza di un sistema bibliotecario armonicamente costruito . N o n mancheranno anche opportuni riferimenti ai cardini fonda­ mentali attorno a cui ruota la vita di una biblioteca, senza avere l'ambizione di paterne affrontare compiutamente tutti gli aspetti, ma con la speranza di riuscire a dare un'idea della complessità insi­ ta nella gestione di un'istituzione che presenta, per sua natura, molte diverse com pone n ti. In sede preliminare si deve altresì rilevare che, a causa di ragioni sto­ riche e culturali, la professione di bibliotecario non gode ancora nel nostro paese della dovuta attenzione: per troppo tempo si è asso­ ciata l'idea della biblioteca a qualcosa di polveroso, di pertinenza di eruditi senza alcun contatto con la realtà o, all'estremo opposto , di personale avventizio senza una specifica preparazione. Per anni sono mancate o sono state molto scarse le opportunità formative per chi volesse intraprendere questo mestiere e il reclutamento del personale è stato occasionale, alimentando quel senso di frustrazio­ ne e di incertezza sul proprio ruolo richiamato da Luigi Crocetti. Negli ultimi tempi la situazione è in parte cambiata, ma il mestie­ re di bibliotecario resta ancora sospeso tra la necessità di una sem­ pre maggiore specializzazione e la vaghezza di un ruolo professio­ nale non ancora compiutamente definito. Proprio per questo nell'ultimo capitolo si cercherà di riflettere sui problemi e sulle prospettive che biblioteche e bibliotecari si trova­ no ad affrontare in questo frangente storico caratterizzato dal mol­ tiplicarsi delle fonti informative in un mondo ormai globalizzato, ma anche da una sempre maggiore differenziazione fra ricchi e poveri, alimentata anche dal divario di risorse, di tecnologie e di formazione (il cosiddetto digita! divide). Comunque sia, nutriamo la convinzione, si spera non azzardata, che mai potrà venire meno il fondamentale ruolo culturale e socia­ le della biblioteca per lo sviluppo di una società che davvero voglia definirsi civile, ribadendo con Giovanni Solimine che forse è diffi­ cile immaginare quale sarà il futuro della biblioteca, ma in ogni caso la biblioteca avrà un futuro .

lO

1.

Il co n cetto d i bib l ioteca

1 .1 .

U n ' idea di b i b l i oteca

Negli ultimi anni il concetto di biblioteca ha subito una rapida evoluzione, tale da porre non pochi problemi a chi voglia descriverne oggi l'essenza e la natura. L'idea classica di un luogo in cui sia possibile recarsi per approfon­ dire le proprie conoscenze o effettuare ricerche, così come quella di un deposito in cui conservare documenti da rendere disponibili all'utenza, vede adesso, nell'epoca di Internet, imporsi un modello, definito in questa fase " ibrido " , in cui la convivenza tra vecchio e nuovo presenta problematiche inedite e non sempre di facilissima soluzione, sebbene vi sia chi autorevolmente sostiene che in realtà «le biblioteche sono sempre state ibride, e resteranno vive e vitali fino a quando continueranno a esserlo» (Ridi, 2002, p. 42) . In questo contesto, in cui si trovano a operare tutte le biblioteche del mondo, si inserisce la specificità della situazione italiana che presen­ ta un panorama di luci e ombre, ma che sostanzialmente è ancora alla ricerca di un punto di equilibrio difficile da trovare per molte ragioni qui riassunte sommariamente: A l'eredità della storia nazionale (e sarà bene ricordare che la sto­ ria delle biblioteche e dei bibliotecari si inserisce a pieno diritto tra le discipline che concorrono alla ricostruzione delle vicende com­ plessive del paese) , nel senso che lo Stato unitario ha dovuto fare i conti con strutture bibliotecarie preesistenti, ma non è di fatto riuscito a proporre, sin dalla sua costituzione, una valida politica bibliotecaria; B un forte ritardo nel considerare le biblioteche come uno dei tasselli fondamentali del sistema formativo e culturale del paese; c da questo ritardo deriva la scarsa considerazione del ruolo del bibliotecario come intermediario della conoscenza e, quindi, come attore del mercato culturale, ma anche come anello essenziale di quel circuito educativo che nel suo complesso concorre alla cresci­ ta di cittadini consapevoli; D il fatto che solo in tempi abbastanza recenti in Italia si è imposta l'idea che la preparazione del bibliotecario non debba essere né occa11

sionale né autodidattica, bensì un percorso da ben definire e deter­ minare con appositi insegnamenti e un iter universitario specifico; E la mancanza di un sistema bibliotecario capace di ottemperare in maniera armonica alle diverse esigenze dei cittadini, siano essi semplici lettori o studiosi impegnati in ricerche specialistiche. Anche sulla base di questi accenni iniziali, risulta evidente come il " luogo " biblioteca ( anche se virtuale) sia interamente immerso nel contesto ambientale in cui si trova a operare: si tratta di un ele­ mento non così scontato, proprio per quelle peculiarità che con­ traddistinguono il nostro panorama nazionale e che hanno fatto sì che le classi dirigenti nazionali non abbiano, purtroppo, mai rite­ nuto strategiche le biblioteche . Stabilire infatti che cos'è, o che cosa dovrebbe essere, oggi, una biblioteca non può prescindere dalla considerazione di quanto siano vetusti e logori molti degli stereotipi che tradizionalmen te le sono stati associati: oggi le strutture bibliotecarie sono al centro di una profonda trasformazione che mette in discussione sia le pro­ cedure di gestione sia le modalità dei rapporti con l'utenza, così come la formazione e il reclutamento del personale. La questione centrale resta però, in ogni caso, quella della valenza TAB E LLA 1 Alcuni dati sulle biblioteche in Italia Numero di biblioteche in Italia

Cirea 15.000

Nord 49,6°/o Centro 21,3°/o Sud 29,1°/o Numero documenti posseduti

Circa 200 milioni

Numero degli addetti del settore

Cirea 20.000 unità

Numero degli utenti annui

Circa 10 milioni

Numero dei prestiti annui

Circa 65 milioni

Spese di funzionamento (2001)

Circa 1.000 miliardi di lire

Spese per l'acquisizione di documenti

Circa 60 mil ioni di euro

Incremento annuo di volumi

Circa 7 milioni

Fonte: Ponza n i (20 04) .

12

sociale, politica e culturale dell'istituto bibliotecario: malgrado molti passi in avanti siano stati fatti, è ancora da registrare una sostanziale carenza nella capacità di percepire appieno il dato di fondo che la biblioteca, qualunque sia la sua appartenenza ammi­ nistrativa o la sua ti pologia (tradizionale o ibrida) , risponde alla richiesta di sapere che deve animare ogni uomo: da un lato luogo della memoria e della coscienza collettiva di una comunità e dal­ l' altra luogo (sia materiale sia virtuale) della conoscenza, dove informazione e formazione possono combinarsi per dare maggiore forza alla crescita culturale complessiva di un individuo . 1 . 2 . Defi n izioni

Probabilmente ciascuno di noi coltiva una sua idea di biblioteca, ma tutti potremmo concordare sul fatto che si tratta essenzialmente di uno spazio (fisico o virtuale) in cui vengo­ no messi a disposizione dei documenti. Non bastano dunque un tavolo e delle sedie, ma non sono suffi­ cienti nemmeno solo dei libri: perché si possa parlare di una biblioteca c'è bisogno che questo materiale sia in qualche modo reperibile e ordinato secondo una precisa logica. La reperibilità è garantita dal catalogo, vale a dire da uno stru­ mento (sempre più spesso disponibile in formato elettronico) che consente di sapere, in tempi rapidi, cosa una biblioteca possiede. La stretta relazione tra questi due elementi è ben chiarita nella defi­ nizione data da Alfredo Serrai (1997, p. 21) : «La biblioteca è una organizzazione di documenti e delle notizie che li riguardano, tale che sia possibile e facilitato il reperimento dei documenti cercati, in quanto già noti e identificati, o l'incontro con quei documenti che si presume possano risultare utili o giovevoli». In realtà questa definizione, ancora valida, è passibile di qualche inte­ grazione quando si parla di una biblioteca all'alba del terzo millennio: se l'uso della parola "documenti" già voleva farci in tendere che "libro " o " periodico " erano termini non più sufficienti a descrivere il mate­ riale che poteva essere oggetto di conservazione, con il progredire della tecnologia si sono diffusi in maniera esponenziale audiovisivi e sup­ porti digitali quali floppy-disc, CD-ROM, DVD, contenenti banche dati o prodotti multimediali. La diffusione di Internet ha poi decisamen13

te mutato il quadro di riferimento di molte strutture bibliotecarie, soprattutto del settore scientifico, e oggi, pur essendo sempre sostan­ zialmente valida la definizione di Serrai, non possiamo più parlare solo di documenti in senso tradizionale, ma dobbiamo ampliare questo concetto almeno distinguendo tra documenti analogici e documenti digitali, dando così una maggiore enfasi al contenuto informativo e sottintendendo, appunto, che un documento può essere presente su un supporto cartaceo o digitale fisicamente disponibile in biblioteca o essere raggiungibile attraverso la rete. In questo modo la definizione di biblioteca come nodo di rete, desunta dalla capillarità e dalla diffusione del Web, può ben rendere anche l'idea della biblioteca come parte di un circuito di circolazione dell'informazione già presente in passato ma che, grazie alla diffusio­ ne dei cataloghi in linea (oPAC=Online Public Access Catalogue) , allo sviluppo di progetti di catalogazione partecipata e alla presenza dei cosiddetti MetaOPAc*, consente agli utenti di tutto il mondo di consultare milioni di informazioni bibliografiche, ma anche di poter reperire una quantità diventata molto considerevole di materiale, soprattutto periodico, disponibile a testo integrale in linea. L'attuale convivenza di questo tipo di documenti con quelli che tradizionalmente la biblioteca conserva in sede ha fatto coniare, come abbiamo detto, l'espressione " biblioteca ibrida", in cui carta ed elettronico convivono ponendo nuovi problemi di gestione e di presentazione delle raccolte all'utenza, visto che è comunque necessario far salvo il principio enunci ato da Serrai che la bibliote­ ca è l'insieme di ciò che viene reso disponibile e delle notizie crea­ te perché tale disponibilità sia facilmente conosciuta. Ne deriva di conseguenza che proprio questa nuova dimensione, che ormai sembra coinvolgere tutte le tipologie di biblioteche, può modificare, anche in maniera sostanziale, il rapporto con l'utenza, di pari passo con il mutare delle esigenze informative e degli stru­ menti per reperire le notizie bibliografiche. 1.3.

La bi b l i oteca co m e spazio fis i co e pa rte d i un sist e m a

La biblioteca tradizionale occupa inevitabilmente dello spazio : l'organizzazione d i questo spazio rientra tra i compiti di chi deve 14

preoccuparsi di rendere agevole l'utilizzo della struttura. Nella stragrande maggioranza dei casi le nostre biblioteche devono fare i con ti con edifici che, per molti motivi, sono ormai inadeguati e in cui non è facile risolvere i problemi logistici. La disposizione dei tavoli, delle sedie, delle fonti di luce, la presenza di un guardaroba, un'armonica organizzazione delle sale di lettura, una segnaletica chiara, l'attenzione nel trattamento del materiale librario consultabile direttamente dal pubblico sono indubbiamente tra le aspirazioni di tutti i bibliotecari: non sempre però è possibile adottare la soluzione migliore, ma bisogna fare i conti con molti problemi di diversa natura. Sebbene negli ultimi anni si sia assistito allo sviluppo anche in Italia di un'edilizia bibliotecaria frutto di un'adeguata progettazione, la situazione generale resta abbastanza difficile e non vi è dubbio che esperienze straniere dimostrino l'esi­ stenza all'estero di una maggiore sensibilità, o diciamo di un' atten­ zione di più antica data, a questo genere di problematiche. Anche la tipologia della biblioteca influenza molto la disposizione degli spazi: oggi nelle biblioteche scientifiche, così come in quelle pubbliche, l'utenza richiede soprattutto la possibilità di effettuare ricerche in Internet e questo comporta la dislocazione di compu­ ter in n umero sempre maggiore spesso a scapito delle postazioni di lettura tradizionali. Ma è evi de n te che lo spazio fisico della biblioteca è strettamente legato anche ai problemi complessivi della gestione: personale, modalità di accesso e controllo dell'utenza, presenza o meno di depositi librari, tipologia del materiale acquistato, prestito in sede e interbibliotecario, recupero di documenti non posseduti, fotocopia­ tura e riproduzione del materiale, attivazione di sale specializzate. Lo spazio della biblioteca è, pertanto, il luogo in cui si svolgono attività specifiche che riguardano sia la predisposizione dei docu­ menti per l'uso sia lo svolgimento dei servizi propriamente detti, ma è anche un luogo sociale fortemente caratterizzato, ad esempio, dalla necessità di favorire le condizioni ottimali per la lettura e lo studio e per l'aggregazione degli individui, specie in quelle biblio­ teche, come le pubbliche, che hanno sezioni dedicate ai bambini o ai ragazzi che possono essere intese come un luogo destinato al 15

gioco e, pertanto, con prerogative diverse rispetto alle biblio teche dei "grandi " , ma in genere per tutte quelle strutture che vogliono utilizzare anche a scopo didattico le loro raccolte organizzando mostre od ospitando attività collaterali. Certamente lo spazio di una biblioteca può essere insufficiente non solo a causa di limitazioni logistiche, ma anche per la specificità del materiale posseduto, non in grado di soddisfare per definizione tutte le esigenze informative dell'utente: da questa considerazione nasce la pressante necessità di cooperare con altre strutture, di crea­ re un sistema. Se abbiamo già rilevato il difetto sistemico del nostro contesto bibliotecario, questo non significa che tante biblioteche non cer­ chino di condividere con altre cataloghi e servizi. Anche in Italia esistono, sia a livello cittadino sia a livello provinciale o regionale, diverse esperienze di sistemi o consorzi che vedono biblioteche tipologicamente affini mettere insieme le proprie forze per cercare da un lato di ottimizzare le risorse sia finanziarie sia umane, dal­ l' altro per fornire servizi migliori alla propria utenza. Ovviamente un sistema è tanto più efficace quanto più riesce a mettere in relazione il maggior numero di soggetti interessati e, in questo senso, la tecnologia ha dato la possibilità di moltiplicare le occasioni e le modalità di cooperazione . 1.4. La b i b l i oteca co m e spazio vi rtu a l e e p a rte d i u n a rete

La diffusione della rete ha creato nuove opportunità, prima impensabili. E così la biblioteca, la cui fisicità sembrava essere un dato acquisito per sempre, si è trovata a essere "senza pareti " , "vir­ tuale" , sospesa nella ragnatela del Web. N o n solo le biblioteche scientifiche, ma anche quelle storiche con importanti patrimoni librari hanno dovuto fare i con ti con questa realtà. Essere presenti in rete ha assunto un 'importanza spesso vitale, faci­ litando enormemente la comunicazione e, quindi, la diffusione sia di informazioni sia, soprattutto, di servizi. La biblioteca è diventata un nodo di rete non soltanto a rappresen­ tare metaforicamente la necessità di un raccordo con le altre realtà, ma concretamente a indicare il fatto di poter essere riconosciuta (o 16

individualmente o come parte di un'istituzione) tramite un'uRL, l'indirizzo Web del suo possibile sito in Internet. La rete crea le condizioni per una condivisione delle risorse ; gra­ zie alla posta elettronica consente di raggiungere un numero molto maggiore di possibili in terlocutori , ma soprattutto dà la possibilità di farsi conoscere, di creare pagine Web in cui presen­ tarsi ai propri potenziali utenti, i quali adesso possono contattare la biblioteca con estrema facilità dovunque si trovino, visto che la biblioteca virtuale è aperta giorno e notte senza bisogno di proce­ dure burocratiche. La rete è anche e soprattutto l'opportunità di condividere stru­ menti utili per la cooperazione con assai minor sforzo rispetto al passato: basti pensare alla costruzione di cataloghi collettivi o anche alla consultazione di banche dati. Nel mondo globalizzato la rete è anche il contenitore di milioni di informazioni che potrebbero risultare utili : la biblioteca nodo di rete, grazie all'opera dei bibliotecari (qualunque sia il nome che vorremo dare a questa figura professionale che deve fare i conti con la nuova realtà) , diventa un punto di snodo in cui le informazio­ ni, indipendentemente dal loro supporto, vengono ordinatamente gestite a beneficio dell'utente. La rete consente a tutti gli effetti di creare un sistema rendendo molto più semplice quan to già prima si faceva ed esaltando tutte le potenzialità della cooperazione. Certo , l'utente può diventare remoto e smettere di frequentare la sede fisica della biblioteca, tramutandosi in un ospite del suo spazio virtuale che non è, però, meno importan te e funzionale. Ne po trebbe derivare il ris chio che questo utente potenziale non si accorga più del lavoro del bibliotecario e ne perda di vista la valenza: è quella che si chiama " di sin termediazione ", vale a dire il venir meno della richies ta di ausilio a favore di un utilizzo diretto e, appunto, senza in terme­ diari, delle diverse risorse. Ma, in realtà, è vero il contrario : pro­ prio per l'enorme quantità di informazioni oggi disponibile, la rete sembra rendere ancora più necessaria e importan te un 'attivi­ tà di mediazione, che magari si può realizzare in forme diverse rispetto al passato . 17

1.5.

La b i b l i oteca d i gita l e

Se la biblioteca ibrida si caratteriz­ za per la compresenza di materiali posseduti sia su supporto carta­ ceo sia in formato digitale, la biblioteca digitale è interamente immateriale. A dire il vero l'espressione " biblioteca digitale" , spesso usata come sinonimo di biblioteca elettronica o biblioteca virtuale, non ha ancora un significato univoco, anche perché corrisponde in realtà a un ampliamento concettuale dell'idea stessa di biblioteca sia in relazione ai diversi oggetti che può potenzialmente con tenere, sia ai nuovi servizi che può erogare. A voler seguire i l percorso proposto da Carla B asili ( 1 9 9 9 , pp. 3546) , grazie all'informatizzazione si è realizzata la biblio teca elet­ tronica, vale a dire una biblioteca che ha automatizzato i servizi per migliorare la gestione del proprio patrimonio tradizionale ; la rete ha consenti to di trasformare la biblioteca in virtuale, dando la possibilità di abbattere le p areti fisiche e valorizzando le potenzialità dell 'accesso rispetto al possesso ; il passo successivo è rappresentato appunto dalla biblioteca digitale i l cui obiettivo è l'offerta to tale di info rmazione in formato digitale . È ovvio che, in un contesto del genere, grande importanza acquista l'aspetto tecnologico, soprattutto in relazione all'interoperabilità* tra i diversi media allo scopo sia di utilizzare appieno i dispositivi informatici sia di aumentare la possibilità di comunicazione tra biblioteca e utente . Cercando d i darne comunque una definizione, possiamo affer­ mare che la biblioteca digitale è l'insieme di una o più collezio­ ni di oggetti digitali, della descrizione di questi ogge tti ( che si effettua utilizzando i cosiddetti metadati*) , messi a disposizione di tutti gli utenti interessati grazie a un 'interazione di tipo elet­ tronico che può comprendere diversi servizi quali la catalogazio­ ne, l'indicizzazione* , il servizio di recupero dei documenti e di fornitura di informazioni a distanza (in cui tutte le richieste degli utenti e le relative risposte si effettuano, pertanto , usando la rete) . La biblioteca digitale si presenta come un sistema com­ plesso organizzato in cui si mettono a disposizione dell'utenza, in maniera strutturata, dei contenuti che, oltre a essere derivati da 18

una raccolta cartacea, possono già essere disponibili in rete o esse­ re il risultato di un'attività intellettuale originale posta in essere dalla biblioteca o da membri della comunità che fa parte della sua utenza istituzionale (ad esempio, in ambito universitario, dispense di corsi o relazioni tenute a convegni) : a questo proposito va ricor­ dato che si vanno sviluppando in questi ultimi anni numerose ini­ ziative volte a favorire, specie nei contesti accademici, la diffusio­ ne del cosiddetto Open Access* ( OA) , vale a dire la creazione di

(§)

Il porta le della Bi blioteca digita le ita l iana (BDI) Alla fine di marzo del 200 5 ha debuttato in rete il portale della cosid­ detta Biblioteca digitale italiana ( BDI ) (http://www.internetculturale. sbn.it/), promosso dalla Direzione generale per i beni librari e gli istitu­ ti culturali ( DGBLIC ) del ministero per i Beni e le attività culturali e rea­ lizzato dall'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italia­ ne e per le informazioni bibliografiche (1ccu) che ha gestito il progetto, coordinato i vari partner, implementato le nuove funzionalità e integra­ to i servizi del portale con quelli già attivi nel proprio sito. Il portale della Biblioteca digitale italiana e network turistico cultu­ rale propone un sistema di accesso integrato alle risorse digitali e tradizionali di biblioteche, archivi e altre istituzioni culturali italiane, promuovendo e valorizzando la conoscenza e la fruibilità del patri­ monio turistico-culturale sia a livello nazionale che internazionale. Gli utenti della rete possono fruire, nel portale, di un insieme di informazioni di natura didattica, professionale e istituzionale riguar­ danti i beni culturali italiani e le attività cui fanno riferimento. Il por­ tale offre all'utente, specialistico o generico che sia, la possibilità di avviare una ricerca secondo le proprie esigenze, accedendo sia alle informazioni bibliografiche sia ai contenuti digitali provenienti da diverse sorgenti informative. La versione attualmente in linea propo­ ne un primo nucleo di informazioni e di servizi messi a disposizione dal progetto. Fonte: http:/ /www. i nte rn etcu l tu ra le.s b n . it/po rta 1/expo rt/po rta l/it/ch i_sia m o. htm l .

19

archivi aperti ( repositories) ad accesso libero in cui questi contenu­ ti vengono conservati e messi a disposizione e di riviste specializ­ zate che, ferma restando la validazione scientifica degli articoli pubblicati, consentono la consultazione gratuita in rete e utilizza­ no modelli economici diversi da quelli dell'editoria elettronica a pagamento. La novità dello scenario complessivo in cui si inquadra la bibliote­ ca digitale non deve far dimenticare, in ogni caso, l'esistenza di una serie di necessarie infrastrutture che in parte convivono con quelle tradizionali, in parte richiedono nuove competenze professionali ed è chiaro che una biblioteca che nasca solo come digitale si situa in un territorio ancora da esplorare per quel che concerne la gestio­ ne e i possibili futuri sviluppi . Pe r ri ass u m e re . . . •

Tutte l e biblioteche si trovano oggi a gestire una difficile transizio­

ne legata al proliferare delle risorse elettroniche che hanno imposto un nuovo modello di biblioteca definito "ibrido", in cui convivono docu­ menti cartacei e digitali. •

Se la biblioteca intesa ancora come struttura fisica è comunque

inserita in un sistema, la biblioteca cosiddetta virtuale è nodo di una rete: in entrambi i casi le biblioteche non possono vivere nell'isolamen­ to, ma si alimentano di rapporti e relazioni reciproche. •

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di biblioteca digitale,

vale a dire di una struttura totalmente immateriale che, sfruttando il dif­ fondersi delle risorse elettroniche, lo sviluppo esponenziale della rete e la possibilità di creare abbastanza facilmente oggetti digitali, perde la sua dimensione fisica per offrire servizi unicamente tramite Internet, utilizzando la tecnologia e l'interoperabilità tra i diversi media.

20

2.

Il pa n o ra m a ita l i a n o

2.1 . Le d ive rse ti pologie d i b i b l ioteche

Le biblioteche, pur avendo caratteristiche comuni, non svolgono tutte le stesse funzioni; può essere infatti diversa quella che si definisce la loro mission. Purtroppo, come spesso denunciato, il contesto italiano sembra fatto apposta, però, per disorientare un possibile utente ed è questa una delle maggiori carenze di quello che è stato efficacemente definito come il «sistema bibliotecario che non c'è» (Petrucciani, 1998) . Questa carenza dipende in gran parte dalle ragioni storiche prece­ dentemente esposte e molto opportunamente Riccardo Ridi (2003, p. 281) ha scritto che per «il "sistema biblioteche " non esistono utenti impropri, ma solo utenti che entrano nel sistema dalla porta "sbagliata" e che vanno accompagnati verso il nodo più appro­ priato che, se manca, è debole o mal segnalato , va creato, rafforza­ to, pubblicizzato» . L'ideale sarebbe che l a stratificazione tipologica degli istituti bibliotecari italiani potesse trovare una sua armonica realizzazione, in modo che le biblioteche pubbliche possano assolvere ai loro com p i ti di informazione e formazione dei cittadini, le biblioteche delle università rispondere alle variegate richieste degli studenti e dei docenti, le biblioteche specializzate saper essere di valido ausi­ lio a ricercatori ed esperti, le biblioteche nazionali dedicarsi alla conservazione e alla ricerca avanzata. Senza compartimenti stagni, ma anzi con un confronto continuo sugli standard catalografici, sulla qualità dei servizi erogati, con un 'interazione solidale che si possa definire, appunto, sistemica e non casuale. Negli anni passati l'Associazione italiana biblioteche ( AIB ) si era fatta pro motrice di una Legge quadro sulle biblioteche ( disponibi­ le all'indirizzo : http:/ /www . aib.it/ aib/editoria/ n1o/ 98-o4ipot.htm) che potesse, anche giuridicamente, formalizzare la nascita di que­ sto sistema integrato : purtroppo la legge non è mai riuscita a con­ cludere il suo iter parlamentare e il panorama complessivo rimane composito da un punto di vista giuridico e disomogeneo se pren­ diamo in considerazione i servizi. 21

N el novembre del 2003 la Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, l'Associazione nazionale dei Comuni italia­ ni (ANCI) e l'Unione delle Province italiane ( UPI) hanno sottoscritto un accordo denominato Linee di politica bibliotecaria per le autonomie

(§)

L'Associazione ita l ia na bi blioteche Nata nel 1930, I'AIB è la più importante associazione professionale ita­ liana attiva nel settore delle biblioteche. Si fonda sull'impegno volonta­ rio dei soci (nel 2003 circa 4.500 tra soci persone e soci enti), autofi­ nanziandosi con le quote d'iscrizione, i corsi professionali, la vendita delle pubblicazioni. L'AIB riceve contributi pubblici per specifiche inizia­ tive e può anche ricorrere a forme di sponsorizzazione. Ogni tre anni i soci votano per il rinnovo del Comitato esecutivo nazionale e dei 20 Comitati esecutivi regionali, che costituiscono l'organizzazione dell'As­ sociazione sul territorio. Compiti di studio e di approfondimento sono affidati alle Commissioni nazionali e ai Gruppi di lavoro. L'AI B rappre­ senta l'Italia nelle principali organizzazioni internazionali - IFLA (lnter­ national Federation of Library Associations) ed EBLIDA * (European Bureau of Library Information and Documentation Associations) -e agi­ sce in stretto collegamento con le altre associazioni italiane e straniere e con l'Unione Europea anche attraverso la partecipazione a progetti comunitari. L'AI B gestisce l'Albo professionale italiano dei bibliotecari, organizza corsi di formazione e aggiornamento, seminari, conferenze e viaggi di studio, pubblica il "Bollettino AI B", rivista italiana di bibliote­ conomia e scienze dell'informazione e "AIB Notizie", newsletter mensi­ le di aggiornamento e informazione, l'Agenda del bibliotecario, le ver­ sioni ufficiali dei principali strumenti professionali, standard, manuali e linee guida. Possiede a Roma un'importante biblioteca specializzata ed è presente in rete con AIB-WEB (http://www.aib.it), un sito specializza­ to ricco di notizie e informazioni non solo per conoscere l'Associazione, ma anche il mondo delle biblioteche in rete. La sede nazionale de i i 'AIB è a Roma in Viale Castro Pretorio, 10 5 00185 Roma. Fonte: Dépliant pro m oziona le d eii'AIB (2004) .

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(cfr. Appendice) che, partendo dal principio che «il sistema bibliote­ cario pubblico risponde al diritto primario di tutti i cittadini a fruire, indipendentemente dal luogo di residenza, di un servizio di informa­ zione e documentazione efficiente» si pone l'obiettivo di definire forme di coordinamento volte a garantire un armonico sviluppo delle biblioteche e dei loro servizi, senza dimenticare la necessità di reperi­ re risorse economiche e di promuovere attività di valorizzazione com­ plessiva. Ciò è possibile con la costituzione di un comitato nazionale composto da rappresentanti di Regioni, Province e Comuni che abbia come fine il coordinamento e la programmazione delle attività bibliotecarie e degli interventi anche finanziari nel settore per le biblioteche che dipendono da questi enti, ma con l'obiettivo di pro­ porre allo Stato forme di coordinamento a livello nazionale. Si tratta di un tentativo nuovo di porre il problema " dal basso " e chissà che non sia questa la strada giusta da seguire per muoversi verso la costru­ zione del sistema che ancora non c'è. La suddivisione delle biblioteche che qui si propone è basata sostanzialmente sull'ente di appartenenza, anche se non va dimen­ ticato che, indipendentemente da questa attribuzione tipologica, le raccolte possono presentare caratteristiche tali da rendere ancora più diversificato e complesso il quadro d'insieme. 2.2. B i b l ioteche pu b b l i che stata l i

Quando nel 1975 venne creato il ministero per i Beni culturali e ambientali (denominato a partire dal 1998 ministero per i Beni e le attività culturali) , si decise che la gestione di una serie di biblioteche, caratterizzate da una spe­ cifica rilevanza per tradizione storica o peculiarità e dimensioni delle raccolte, fosse trasferita alle dipendenze della direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali del neonato ministero . Tra queste biblioteche vi erano le due Nazionali centrali di Roma e di Firenze, quelle annesse ad alcune abbazie dichiarate monu­ mento nazionale, dieci biblioteche cosiddette " universitarie " (ma ormai solo di nome, dislocate a Bologna, Cagliari, Genova, Mode­ na, N apoli, Padova, Pavia, Pisa, Roma, N apoli, Sassari) , la N azio­ nale universi tari a di T orino e altre le cui raccolte avevano una forte caratterizzazione specialistica. 23

Tenuto conto della specificità delle raccolte, della tipologia degli utenti e del contesto territoriale in cui ciascuna di esse è inserita, l'articolo 2 del D . P . R. 5 luglio 1995, n . 417, Regolamento recante norme sulle biblioteche pubbliche statali, definisce i compiti di que­ ste biblioteche : • raccogliere e conservare la produzione editoriale italiana a livello nazionale e locale; • conservare, accrescere e valorizzare le proprie raccolte storiche; • acquisire la produzione editoriale straniera in base alla specifici­ tà delle proprie raccolte e tenendo conto delle esigenze dell'utenza; • documentare il posseduto, fornire informazioni bibliografiche e assicurare la circolazione dei documenti. Attualmente le biblioteche afferenti al ministero sono quarantasei e ben nove di queste si fregiano anche del titolo di " nazionale " , che di solito negli altri paesi viene attribuito a un solo istituto biblio­ tecario che ha compiti di conservazione, godendo del diritto di deposito legale*. In Italia questa prerogativa spetta alle due Biblioteche nazionali che per diritto di stampa dovrebbero ricevere una copia di ogni pubblicazione stampata con obbligo di invio da parte dei tipogra­ fi. A questo proposito va segnalato che il 15 aprile 2004 è entrata in vigore la legge n. 106, Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico, che, rispetto alla nor­ mativa già vigente, presenta la grossa novità di prevedere la raccol­ ta e la conservazione dei si ti Web (come di tutte le altre pubblica­ zioni digitali) , con la finalità di preservare la memoria della cultura e della vita sociale i tali an a. L'esistenza di due Nazionali centrali testimonia dell'anomalia ita­ liana, un'anomalia che ormai si protrae da quasi un secolo e mezzo e rende sempre più difficile arrivare a soluzioni diverse che possa­ no essere indolori. L'attribuzione all'allora ministero per i Beni culturali e ambientali della gestione di questi istituti bibliotecari, se nella mente del legi­ slatore avrebbe forse dovuto garanti re loro una condizione di eccel­ lenza e, quindi, anche di guida complessiva del sistema biblioteca­ rio italiano, ha finito per creare una tipologia sui generis, 24

indipendentemente da quanto esplicitamente stabilito come loro compito istituzionale. A fronte della rilevanza e della ricchezza delle raccolte, spesso que­ ste strutture, percepite come la biblioteca più importante del cir­ cuito cittadino, si trovano a dover soddisfare le richieste di un'u­ tenza molto diversa e che, a volte, sarebbe più opportuno si rivolgesse a un 'altra tipologia di biblioteca. A ciò si aggiunga il fatto che nel caso delle " universitarie " o della Medica statale di Roma, il rapido sviluppo delle biblioteche che dipendono diretta-

(§)

Il Servizi o biblioteca rio nazionale Il Servizio bibliotecario nazionale (SB N) è la rete delle biblioteche ita­ liane promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali con la cooperazione delle Regioni e delle università. Aderiscono a S B N biblioteche statali, di enti locali, universitarie, di accademie e istitu­ zioni pubbliche e private operanti in diversi settori disciplinari. S B N è una rete il cui fine è l'erogazione di servizi agli utenti. Obiet­ tivo comune è quello di superare la frammentazione delle strutture bibliotecarie, propria della storia politico-culturale dell'Italia, per fornire un servizio di livello nazionale che si basa sulla gestione di un catalogo collettivo in linea e sulla condivisione delle risorse ai fini dell'accesso ai documenti. Le biblioteche che partecipano a SB N sono raggruppate in Poli locali; i Poli sono a loro volta collegati al Sistema Indice SB N , nodo centrale della rete, che contiene il catalogo collet­ tivo delle biblioteche della rete. Dal marzo 200 5 l'accesso all'oPAC di SBN è possibile dal portale "lnternet Culturale" http://www.internetculturale.sbn.it/. L'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (1ccu) è l'organo tecnico del ministero per i Beni e le attività culturali che coordina le attività della rete e gestisce il Sistema Indice. l Poli S B N sono suddivisi per regioni. Attualmente vi sono 54 Poli che comprendono circa 2.300 biblioteche. Fonte: Sito

SBN

a pa rti re da http://www.s b n .it/ .

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mente dalle università, anche grazie a una maggiore disponibilità finanziaria, ha finito per emarginare o escludere totalmente queste realtà bibliotecarie dal rapporto diretto con le università. A ciò si è tentato di porre rimedio con il D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 1 1 2, che prevede tra l'altro anche la possibilità che le università possano richiedere il passaggio alle loro dipendenze della biblioteca " uni­ versitaria" pubblica statale della città: l'unico caso finora realizza­ tosi è quello della Biblioteca universitaria di Bologna. Va anche detto che alle dipendenze del ministero, di recente oggetto di una riforma organizzativa, sono passati anche l'Istituto centrale di patologia del libro, la Discoteca di Stato e l'Istituto centrale per il catalogo unico (1ccu), che a partire dagli anni ottanta del Novecen­ to è impegnato nella creazione del Sistema bibliotecario nazionale ( sBN ) , vale a dire la realizzazione di un catalogo automatizzato col­ lettivo aperto a tutte le biblioteche italiane che decidano di aderirvi. L'1ccu cura anche l'Anagrafe delle biblioteche italiane ed è oggi impegnato nel progetto della BDI, la Biblioteca digitale italiana. Sebbene non sia affatto facile proporre modelli alternativi, si potrebbe auspicare che, invece di gestire direttamente queste biblioteche, il ministero si impegnasse nell'ideare linee generali di politica bibliotecaria, producendo quello sforzo di coordinamento e di armonizzazione com p lessi va del sistema che sembrano essere così necessari sia per il mondo bibliotecario sia per gli utenti, magari con investimenti capaci di soddisfare le esigenze di biblio­ teche le più diverse, elaborando e mettendo in pratica se possibile quella necessaria azione di progettazione sistemica di cui abbiamo già lamentato l'assenza. 2.3. Bi b l i otech e del le u n ive rs ità

Non vi è dubbio che negli ultimi anni le biblioteche delle università abbiano assunto un ruolo di particolare rilevanza sia per la crescita delle raccolte sia per la qualità dei servizi offerti. Si stima che oggi nelle più di 70 sedi universitarie italiane operino circa 2. 200 biblioteche, siano esse strutture centrali, di facoltà o di dipartimento. Sempre più diffusa è la tendenza a creare sistemi bibliotecari di ate­ neo, capaci di raggruppare, con la condivisione di un catalogo unico 26

e la stesura di appositi regolamenti, almeno tutte le informazioni bibliografiche relative a ciò che le diverse strutture possiedono. Que­ sto processo di ri unificazione, a fronte di un panorama precedente caratterizzato da una polverizzazione di risorse, ha anche portato in alcuni casi alla centralizzazione di servizi e di importanti voci di spesa. Inoltre l'autonomia delle università ha senz' altro favorito lo svi­ luppo complessivo di queste realtà che sono state dotate di finan­ ziamenti più adeguati e di personale che nel corso di questi ultimi decenni, anche per le accresciute richieste di un 'utenza sempre più esigente, ha dovuto necessariamente tenersi al passo con le nuove tecnologie. Attualmente, però, anche le biblioteche delle universi­ tà e i relativi sistemi bibliotecari (laddove siano effettivamente fun­ zionanti) stanno subendo decisi tagli alle spese per gli acquisti e per la gestione, in una contingenza che vede in genere una diminuzio­ ne dei finanziamenti complessivi concessi agli atenei. La riforma dell'ordinamento didattico non sembra per ora aver avuto ripercussioni particolari sul funzionamento di queste biblio­ teche, se non per l'aumento del numero di studenti che inevitabil­ mente ha una ricaduta complessiva sull'offerta dei servizi. Resta sempre problematico anche solo per il mondo universitario poter parlare di un sistema bibliotecario unico a livello nazionale: proprio l'autonomia che ne ha favorito la crescita in qualche misura tende a rendere più difficile una collaborazione virtuosa, sebbene vadano segnalate alcune iniziative comuni volte a misurare l'efficacia e l'efficienza dei servizi offerti e la nascita dei consorzi* per l'acquisto delle risorse elettroniche, in cui si trovano a cooperare decine di ate­ nei. Attualmente i consorzi operanti in Italia, a cui possono aderire oltre alle università anche altri enti di ricerca, sono tre: CILEA (Con­ sorzio interuniversitario lombardo per l'elaborazione automatica) , CIPE (Cooperazione interuniversitaria periodici elettronici) e CIBER (Coordinamento interuniversitario basi dati & editoria in rete) . Non vi è dubbio che proprio per la loro tipologia e per il contesto in cui operano, queste biblioteche abbiano dovuto da subito con­ frontarsi con Internet, cercando di offrire agli studenti e alla pro­ pria utenza specializzata servizi in linea d'eccellenza, anche sulla scorta di modelli accademici stranieri, che sono stati e sono sicura 27

fonte d'ispirazione, ma che probabilmente restano difficilmente eguagliabili visto le sostanziali diversità tra i sistemi universitari dei differenti paesi. 2.4. Bi b l i oteche pu b b l i che

La realtà delle biblioteche pubbli­ che, quelle cioè che dipendono dagli enti locali, da non confon­ dersi con la peculiarità tutta italiana prima descritta delle pubbli­ che statali, è forse, per diverse ragioni, tra le più frastagliate. Si può senz' altro sostenere che è questo il settore in cui appare ancora molto forte il divario esistente fra le diverse aree geografiche del paese, sia per quel che concerne il numero di biblioteche operanti sia per la qualità e la quantità dei servizi erogati. Anche in questo specifico segmento del mondo bibliotecario molto è cambiato negli ultimi decenni visto che (Rosa, 1995, pp. 42-3) a g l i i n iz i d e g l i a n n i s etta n ta questo tipo d i b i b l ioteca e ra quasi del tutto a ss e n ­ t e d a l pa nora m a d e l l 'orga n izzazione b i b l ioteca ri a n azion a l e ; l e b i b l i oteche a ppa rte n e nti a l l ' e nte l oca l e era no poche e con u n a forte caratteri zzazion e d i b i b l iote che per città capo l u ogo, con compiti preva l e nti d i ra ccolta e con serva ­ zione d i m ateria l e e d i storia e cu ltura l oca l i ; q u e l l o che è certo è che q u e ste b i b l iote che n o n era n o .. pe r tutti ".

Grazie alla concorrenza di molti fattori il panorama complessivo è cambiato, ma resta il dato di fatto di una penetrazione ancora troppo lenta nel tessuto sociale del paese. Nei casi più avanzati, anche le biblioteche pubbliche di uno specifico territorio hanno fatto la scelta di unirsi in consorzi, in modo da condividere risorse e servizi all'utenza. E non mancano casi di eccellenza che ben com­ petono con analoghe esperienze straniere. Si registra, però, ancora una sostanziale mancanza di abitudine del cit­ tadino a frequentarle, a sentirle proprie, come luogo non solo di let­ tura e di studio ma in cui si esercita anche un preciso diritto all'infor­ mazione, in consonanza con quanto affermato dal Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche (cfr. Appendice): «La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione». 28

Va anche detto che laddove gli sforzi delle amministrazioni sono stati significativi, a lungo andare, i risultati si sono visti e questo testimonia della necessità di una maggiore capacità di pubblicizza­ re i propri servizi, di adeguare gli spazi di lettura e soprattutto gli orari di apertura. Ma malgrado ciò (Ponzani, 2004, p. 13) : p reva l go n o a l c u n i seg n a l i d i d iffi coltà , p ri mo fra tutti lo sca rso ra d i ca m e nto d e l s e rvizio b i b l ioteca rio n e l l a soci età ita l i a n a , co m e è d i m ostrato d a l n u m e ro com ­ p l ess ivo d e i fre q u e ntatori , c h e s i sti m a ess e re i nfe riore a i m e nte poc h i pe r u n paese mode rno d i

60

10

m i l io n i , d e cisa ­

m i l io n i d i a b ita nti .

2.5 . B i b l i ote che sco lasti che

Le difficoltà in cui versa la mag­ gioranza delle biblioteche scolastiche e, comunque, il clima di scar­ sa considerazione in cui sono troppo spesso tenuti gli operatori di questo settore sono la riprova di un ritardo culturale preoccupan­ te che, malgrado le iniziative del ministero per l'Istruzione, l'Uni­ versità e la Ricerca ( MIUR ) da cui dipendono (compreso il proget­ to varato nel 2003 che prevede l'adesione a SB N di cinquecento biblioteche) e gli sforzi molto lodevoli di alcuni istituti scolastici e di tanti bibliotecari, danno il senso di una difficoltà cui sembra davvero molto complesso porre rimedio. Eppure la biblioteca sco­ lastica dovrebbe essere uno dei tasselli fondamentali dell' organiz­ zazione bibliotecaria nazionale, il luogo in cui il discente inizia a prendere confidenza con gli strumenti della ricerca e comincia a trovare le risposte alle prime domande di conoscenza. Non vi è dubbio che questa situazione si leghi strettamente al tema più generale dell'organizzazione della scuola e dell'offerta formati­ va del paese. Si tratta di una questione sempre d'attualità, sulla quale l'attenzione di tutti dovrebbe essere sempre vigile perché la possibilità di fornire strumenti di approfondimento critico sin dai primi anni dell'attività scolastica dovrebbe essere una priorità come, peraltro, opportunamente sottolinea anche il Manifesto UNEsco!IFLA sulla biblioteca scolastica (cfr. Appendice) che ne pre­ cisa la missione affermando che: «La biblioteca scolastica fornisce servizi, libri e risorse per l'apprendimento che consentono a tutti i membri della comunità scolastica di acquisire capacità di pensiero 29

critico e di uso efficace dell'informazione tn qualsiasi forma e mezzo». 2.6. Altre b i b l i ote che

Molto ricco e vario è anche il panorama dei tanti altri istituti bibliotecari esistenti nel paese, che rappresen­ tano una parte importante e di grande rilievo del panorama cultu­ rale italiano. Innanzitutto si possono citare le biblioteche afferenti a istituzioni politiche, amministrative, delle autorità indipendenti, alle alte corti, basti citare come esempio quelle della Camera e del Senato . Definite anche come " biblioteche della pubblica amministrazio­ ne " , si tratta di realtà molto diverse tra loro, ma che complessiva­ mente raccolgono fondi di notevole interesse e offrono servizi vali­ dissimi non solo alla loro utenza istituzionale, ma anche a studenti e ricercatori . Vi sono poi le biblioteche degli istituti di ricerca quali il CN R (che

(§)

Anagrafe delle biblioteche ita lia ne Il progetto di censimento delle biblioteche in Italia nasce dall'esigen­ za di fornire, mediante la base dati* Anagrafe delle biblioteche ita­ liane e il repertorio a stampa Catalogo delle biblioteche d'Italia, uno strumento d'informazione generale aggiornato sulla realtà bibliote­ caria italiana per rendere più agevole la conoscenza e l'uso delle biblioteche. Il progetto è stato avviato nel 1989 dall'ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria del ministero per i Beni e le attività culturali, ed è realizzato dall'1ccu, che ha assunto il compito del coordinamento scientifico e tecnico dell'opera. L'iniziativa ha richiesto e richiede il lavoro comune dell'1ccu con gli uffici regionali, le università e molte istituzioni culturali per l'aggior­ namento della base dati e la produzione dei volumi a stampa relati­ vi alle singole regioni. La Base dati anagrafe delle biblioteche italiane è consultabile in modalità Web all'indirizzo: http://anagrafe.iccu.sbn.it.

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ha una biblioteca centrale a Roma e una serie di strutture nelle diverse aree di ricerca) , l'ENEA, che pure presenta una realtà disse­ minata sul territorio, l'Istituto superiore di Sanità, che possiede la più importante biblioteca biomedica italiana. A queste si aggiun­ gano le biblioteche degli Archivi di Stato, di accademie, istituti culturali italiani e stranieri e il complesso mondo delle biblioteche carcerane. Il panorama non sarebbe completo se non aggiungessimo anche la grande quantità di biblioteche ecclesiastiche di cui è ricco il nostro paese e tutte le biblioteche private sia di persone sia di aziende, partiti politici, associazioni la cui tutela è comunque di interesse pubblico generale e che vanno a completare un mosaico che com­ plessivamente rappresenta un patrimonio collettivo inestimabile. Pe r ri ass u m e re ... •

Ogni biblioteca ha una sua mission, un compito da svolgere in rela­

zione alle caratteristiche delle sue raccolte e della sua utenza. Esistono, pertanto, diverse tipologie di biblioteche. •

Il contesto italiano è un po' atipico per ragioni legate alla storia del

paese e soprattutto a causa della mancanza di un sistema bibliotecario nazionale armonicamente organizzato. •

In Italia esiste una tipologia sui generis rappresentata dalle cosid­

dette "biblioteche pubbliche statali" che dipendono dal ministero per i Beni e le attività culturali. Abbiamo poi biblioteche delle università, biblioteche pubbliche, biblioteche scolastiche e altre che dipendono dalle istituzioni le più diverse. •

Negli ultimi anni le biblioteche che hanno avuto uno sviluppo mag­

giore sono state quelle che dipendono dalle università e quelle pubbli­ che che, specie nell'Italia settentrionale, ma anche in altre zone del paese, hanno avuto una notevole affermazione. Restano, purtroppo, scarsamente considerate le biblioteche scolastiche.

31

3 . G esti re u n a bib l i oteca 3.1 . U n o rga n i smo che cresce

«La biblioteca è un organismo che cresce»: questa fortunata definizione di Shiyali Ramamrita Ranghanatan (Solimine, 2004, pp. 50-2) , bibliotecario indiano che ha dato un con tributo fondamentale allo studio della biblioteca moderna, ci può dare un'idea di quanto possano essere variegate le difficoltà di gestione di una struttura così complessa. Come ogni organismo vivente, una biblioteca nasce in un deter­ minato ambiente che ne influenza e condiziona lo sviluppo ; abbia­ mo già detto dei problemi edilizi e logistici, la cui portata in alcu­ ni casi può essere di grande rilevanza, e di come Internet, pur aumentando a dismisura le potenzialità di una singola struttura, inevitabilmente ponga di fronte a nuove sfide. Gestire una biblioteca significa allestire spazi, governare risorse umane, amministrare denaro, incrementare e valorizzare le raccolte, organizzare servizi che incontrino il favore dell'utenza, garantire l'e­ ventuale manutenzione di un sito Web, misurare e valutare i risultati delle attività poste in essere con l'obiettivo di raggiungere risultati di qualità, avendo presenti da un lato gli aspetti legati all'organizzazione interna e dall'altro quelli di un'efficace comunicazione verso l'esterno. A proposito del lavoro che una biblioteca svolge per realizzare le proprie finalità di servizio ben sintetizza Giovanni Solimine ( 1996, p. 119) : N e l l a m a ggior pa rte d e i casi l 'orga n izzazione i nte rna d i u n a b i b l iote ca si fo n d a s u l l ' a rea d e l tratta m e nto d e i d oc u m e nti ( che com p re n d e u n ' a rea d e l l e a cces­ sion i * , u n ' a rea d e l l a d escrizio n e e d e l l ' i n d i cizzazi o n e dei docu m e nti, u n ' a rea d e l l a gesti o n e dei pe riod i ci ) ; s u l l ' a rea d e l l a ci rcol azio n e dei docu m e nti ( s e rvizi di con s u ltazion e e di prestito) ; s u l l ' a rea dei se rvizi d i i nfo rmazione b i b l iog rafi ­ ca e d i

reference;

s u l l ' a rea d e i se rvizi te cn ici ( gesti o n e fis i ca d e l patri m o n i o

l i b ra rio, l e gatu ra , re sta u ro, a m m i n istrazion e ) .

È ovvio che una biblioteca storica che ha anche compiti di conser­ vazione e di ricerca ha esigenze diverse rispetto a una biblioteca di 32

pubblica lettura: mentre nel primo caso, anche a causa delle dimen­ sioni fisiche della struttura e delle raccolte, l'accesso a gran parte dei documenti risulta inevitabilmente mediato da una distribuzione a fronte di specifiche richieste (e le modalità di queste richieste pos­ sono essere variamente regolamentare) , nel secondo caso la possibi­ lità di accedere direttamente al materiale a scaffale aperto è quasi una garanzia di successo per una biblioteca di quartiere o che, ad esempio, abbia una specifica sezione per ragazzi. Mentre nel primo caso è indispensabile creare le condizioni affinché i lettori possano nel minor tempo possibile disporre dei documenti utili per i loro scopi, fermo restando che del materiale di consultazione viene comunque reso immediatamente disponibile, nel secondo la liber­ tà di accedere direttamente agli scaffali è di per sé uno stimolo all'approfondimento e alla scoperta di nuove suggestioni. È, altresì, evidente che questo possibile modello teorico di riferi­ mento spesso deve fare i conti con la realtà di situazioni che non è facile mutare: si pensi alle biblioteche delle università, in cui alle iniziali biblioteche di istituto si erano affiancate addirittura biblio­ teche di cattedra, che nel corso del tempo sono diventate anche fondi librari di una certa consistenza, il cui trattamento ha posto e pone problemi non indifferenti. Con la nascita dei dipartimenti e il progressivo sviluppo dei sistemi bibliotecari di ateneo si è prov­ veduto, superando in alcuni casi non pochi problemi, all'accorpa­ mento di questi fondi proprio per ampliare la possibilità comples­ siva di fruizione delle raccolte. Un'adeguata segnaletica, bacheche per gli avvisi sempre aggiornati, tavoli e sedie comode, una giusta illuminazione dei locali, un orario di apertura adeguato, personale capace di rispondere con cortesia e professionalità alle domande più disparate dell'utenza: sono questi alcuni dei requisiti " minimi" per rendere accogliente una biblioteca, anche se, per molte ragioni, spesso non è facile garantirli. Proprio nell'ottica di una maggiore trasparenza con l'utenza sareb­ be bene che ogni biblioteca si dotasse di una carta dei servizi, vale a dire di una sorta di statuto capace di regolare in maniera chiara e comprensibile i rapporti con l'utenza, in linea peraltro con quan­ to previsto dalla Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri 33

del 27 gennaio 1 994, Principi sull'erogazione dei servizi pubblici (pubblicata sulla " Gazzetta Ufficiale " del 22 febbraio 1994, n . 43) . A questo proposito Maria Stella Rasetti identifica tre obiettivi comunicativi che una biblioteca pubblica persegue adottando una carta dei servizi ( 2004, p. 1 63) : a) il miglioramento e lo sviluppo dei servizi:

la d escrizio n e d e l l e prestazio n i evi ­

d e nzia i pu nti d i forza a pa rti re d a i q u a l i ton ifi c a re l ' i m m a g i n e d i u n ' istituzio­ n e orie ntata al citta d i n o;

b) la gestione delle risorse interne:

tutto il pe rso n a l e è

c h i a m ato a pa rtecipa re a l l a stes u ra d e l testo, i nvece c h e te m e rn e g l i effetti n e l l avoro q uoti d i a no [ ... ];

c) l a legittimazione complessiva:

essa costit u i sce l a corn i ­

c e d i s i g n ificato e ntro l a q u a l e possono t rova re a gevo l e a ccog l i e nza l e re lazio n i e l e com u n icazion i con n esse a i d ive rsi o b i ettivi d i se rvizio.

Questi obiettivi trovano piena rispondenza nelle Linee guida per la redazione delle carte dei servizi delle biblioteche pubbliche ( 2000, p. 8) in cui si afferma: Se la qu a l ità non risiede ta nto n e l la ricch ezza di risorse, dobbiamo riconosce re a nche che non risiede u n ica me nte nel conte n uto de l servizio, q u a nto in come esso vi ene proposto, n e l lo sti le d e l la com u n icazion e inte rpe rsona le, n e l la cu ra e nella gradevo­ l ezza deg l i a m bienti, n e l la reputazione che il servizio riesce a con q u ista rs i n e l la com u n ità , nei modi con i q u a l i riesce a prese nta rsi. Sono tutti e l e menti , questi, che ruota no attorno alla capacità di re lazione del b i b l ioteca rio con l' utente e sono affi ­ dati a l b i b l ioteca rio, a l l e sue compete nze, a l suo aggiorname nto q u a l ificato.

È ovvio che non basta un richiamo alla cortesia e alla preparazio­ ne del personale, soprattutto di quello che gestisce i servizi al pub­ blico, per essere certi che chi entra in biblioteca cominci a consi­ derarla come un luogo piacevole da frequentare; d'altra parte, sancire proprio una sorta di patto fondante con l'utenza è condi­ zione necessaria per creare i pres upposti perché la struttura possa funzionare nel migliore dei modi. La biblioteca, dunque, è il centro di diverse e svariate attività che hanno lo scopo principale di realizzare la mediazione informativa tra i documenti che la biblioteca può mettere a disposizione e le 34

esigenze di lettura, ricerca o svago dei suoi frequentatori, in quan­ to ( Gorman, 2005, pp. 38-9) istituzione e luogo fisico per l a p ro m ozi one del l a cul tura (soprattutto attraverso la lettura) , del l ' interazi one sociale e per l a costruzi one e l o scam b i o del cap itale soci ale. ( Per "capitale sociale" s i i ntendono le re l azioni e le strutture che costitu i ­ scono l a qual ità de l l ' i nterazione sociale. S o n o q ueste re l azioni che contri buisco ­ no al l a coesi one sociale, un fattore ritenuto cruciale per l a sal u te d i u n a società ) .

L'iter dei documenti può essere semplice o complesso a seconda delle dimensioni della biblioteca, ma in linea di massima i passag­ gi fondame n tali sono simili . Al di fuori della biblioteca esiste il mondo dell'informazione che produce libri, periodici, audiovisivi, editoria elettronica su CD­ ROM, su DVD oppure disponibile direttamente in rete, quali banche dati, periodici elettronici ( e-journals) o libri elettronici ( e-books). Il bibliotecario si può servire di strumenti che gli consentono di veni­ re a conoscenza di questa produzione, come per esempio le Biblio­ grafie nazionali, vale a dire i repertori che danno conto della pro­ duzione editoriale dei diversi paesi (in Italia la redazione della Bibliografia nazionale BNI è curata dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze) , bibliografie speciali, cataloghi editoriali, siti Internet specializzati, desiderata degli utenti (vale a dire le richieste di acquisto che i lettori stessi possono suggerire) . S ulla base dei finanziamenti annui si programmano gli acquisti e si procede a effettuare gli ordini ai fornitori, che possono essere librai, librerie commissionarie o gli editori stessi. Una volta arrivato materialmente in biblioteca, il documento deve essere adeguatamente trattato, dopo averne verificato l'integrità. lnnanzitutto deve essere inventariato , attribuendogli un numero progressivo e trascrivendo i suoi elementi identificativi essenziali in un apposito registro che fa fede del suo acquisto o comunque del suo accessionamento che va ad incrementare il patrimonio dell'en­ te di appartenenza della biblioteca; quindi si procede alla timbra­ tura, in genere apposta sul retro del frontespizio e su una pagina prestabilita. A questo punto, entrato a tutti gli effetti in possesso -

-

35

della biblioteca, il documento può essere catalogato perché venga reso disponibile all'utenza. Come è naturale, questo iter non può essere seguito per le risorse elettroniche disponibili in rete, il cui acquisto, per i si ti che non sono ad accesso gratuito, nella stragrande maggioranza dei casi equivale a poter usufruire di una licenza d'uso e che, quindi, anche dal punto di vista della gestione amministrativa pone nuovi problemi. Questa fase, relativa alle procedure da seguire per rendere disponi­ bili al pubblico le nuove accessioni, si inquadra naturalmente in una cornice più ampia, che deve prevedere una vera e propria pia­ nificazione delle attività che la biblioteca svolge per il persegui­ mento dei suoi fini istituzionali, in un ambito sia di programma­ zione a breve e a lungo termine sia di periodica verifica dell'efficienza e dell'efficacia com p lessiva dei propri servizi, tra cui rientra anche l'accrescimento del patrimonio librario o dell'offerta di accessi a risorse elettroniche. 3.2. La fo rm azi one d e l l e racco lte

La necessità di dare le giu­ ste risposte alle esigenze della propria utenza istituzionale ripropo­ ne il problema del virtuoso equilibrio che dovrebbe caratterizzare un sistema ben funzionante, in cui evitare che l'utente entri dalla porta sbagliata, per riprendere la già citata metafora di Ridi: non si tratta in alcun modo di tradire la natura " pubblica" del servizio bibliotecario, ma di cercare di ottimizzare le risorse disponibili proprio nell'interesse dell'utente. Una biblioteca scolastica ben fornita, vale a dire sufficientemente aggiornata sulle discipline di possibile interesse dei discenti e dei docenti, con un buon corredo di enciclopedie e strumenti di con­ sultazione, magari multimediali, sarebbe il luogo deputato della ricerca di uno studente, così come un cittadino appassionato di libri gialli dovrebbe poterli cercare nella biblioteca comunale, piut­ tosto che in una biblioteca nazionale. Dal momento che nessuna biblioteca può possedere tutto, il bibliotecario deve saper conoscere i bisogni della sua utenza: la for­ mazione delle raccolte, che in sostanza significa soprattutto opera­ re delle scelte, è quindi fondamentale.

Il fenomeno ormai generalizzato della costante diminuzione delle risorse destinate all'acquisizione del materiale rende poi ancora più delicata la decisione da prendere in merito ai documenti da acqui­ stare, così come bisogna anche saper discernere quali eventuali dona­ zioni accettare. In genere chi dona rimane sempre stupito di fronte a un possibile rifiuto ma, a parte casi di conclamato interesse, spes­ so per le biblioteche significa avere a che fare con materiale molto eterogeneo, magari doppio o, come nel caso delle discipline scienti­ fiche, che ha ormai perduto attualità e assume un valore documen­ tario che non è di nessuna utilità per l'utenza e richiede comunque spazio per la sistemazione e risorse per il trattamento. Anche la tipologia della biblioteca condiziona moltissimo le deci­ sioni da prendere . Come abbiamo già visto, i bibliotecari hanno a disposizione diversi strumenti per seguire gli andamenti del mer­ cato editoriale del proprio settore e possono essere aiutati da grup­ pi di utenti che collaborano nella fase decisionale: nelle biblioteche universitarie, ad esempio, esistono spesso comitati scientifici for­ mati da docenti che hanno il compito di collaborare con i biblio­ tecari nella scelta degli acquisti . Per quel che concerne l a valutazione del materiale periodico, sem­ pre in ambito accademico, si ricorre adesso di frequente al " fatto­ re d'impatto " (impactfactor), che in questo uso specifico è rappre­ sentato da un indicatore numerico che serve a stabilire l'uso di una determinata rivista e, quindi, il suo valore d'impatto sulla comu­ nità scientifica. Questo indicatore è uno dei parametri presi in considerazione per decidere dell'acquisto o del mantenimento di un titolo in una raccolta. Ma è sempre bene che non sia l'unico cri­ terio adottato , anche perché possedere una rivista con basso impact factor, se però si è l'unica biblioteca della città o addirittura una delle poche a livello nazionale ad acquistarla, consente di avere un'utile moneta di scambio per le attività di fornitura e recupero dei documenti che sono peculiari di alcune biblioteche. Lo sviluppo delle tecnologie e il diffondersi di reti di biblioteche, unitamente alla considerazione che gli spazi non sono infiniti e la cooperazione interbibliotecaria è essenziale per ottimizzare il servi­ zio, hanno proposto negli ultimi anni un modello di biblioteca capa37

ce di soddisfare le richieste degli utenti in tempo reale (just in time) piuttosto che quando serve (just in case): non si deve tanto perse­ guire una crescita delle raccolte a ogni costo, nell'ottica di poter sod­ disfare sempre e comunque una determinata richiesta, quanto esse­ re in grado di rispondere positivamente, possibilmente in tempi brevissimi, a ogni richiesta nel momento in cui viene avanzata. Va però detto che, soprattutto nel caso del settore scientifico, pure molto sensibile all'applicazione di questo modello, tale impostazio­ ne è stata almeno parzialmente messa in discussione dal diffondersi delle risorse elettroniche (che certo non occupano spazio se disponi­ bili sul server remoto di un editore) : molti editori offrono l'oppor­ tunità di acquistare pacchetti di riviste che, grazie al pagamento di una percentuale calcolata sulla base degli abbonamenti cartacei già attivati dalla struttura, possono comprendere anche tutto quanto un editore pubblica e rende disponibile in rete. In questo modo, sep­ pure il vantaggio per l'utente appare evidente, la biblioteca abdica, almeno parzialmente, a quella funzione di selezione che abbiamo detto essere il fondamento della formazione delle raccolte. È ovviamente l'ambito universitario quello a essere maggiormente interessato da questo fenomeno , visto che sempre di più le biblio­ teche scientifiche di uno specifico settore tendono a possedere tutto l'elettronico disponibile di determinati editori e questo fini­ sce per omologare le raccolte (o, meglio, la possibilità di acceder­ vi) di tante biblioteche. La possibile concorrenza tra carta e digitale è, peraltro, ormai un dato di fatto: è questa un'opzione oggi possibile per i periodici elettronici per i quali in molti casi va anche considerato che la ver­ sione in linea non è più la copia esatta di quella su carta, ma pre­ senta varianti molto significative come, magari, la disponibilità di sezioni presenti solo in linea o di materiale supplementare. Va inoltre ricordato che in questo scenario sono comparsi anche nuovi soggetti denominati " aggregatoti* " , che, acquistate le opportune licenze dagli editori, riversano il maggior numero pos­ sibile di periodici elettronici e di repertori bibliografici all'interno di una sola banca dati con il vantaggio per l'utente di doversi rap­ portare con un 'unica in terfaccia amichevole e di poter recuperare

un gran numero di informazioni potenzialmente utili senza dover ripetere più volte la stessa ricerca. TAB ELLA 2 Possibili va nta ggi e sva nta ggi dei periodici elettronici Vantaggi Disponibilità tempestiva

Sva ntaggi Mancanza di una prassi consolidata nel la gestione da parte degli editori

Relativa facilità di accesso Possibili carenze del la rete Sono scaricabili

di telecomunicazioni ( qualità e vel ocità

e si possono rielaborare

dei dati)

Non devono essere rilegati

Mancanza di standard software e hardware adeguati

Non devono essere rimessi a posto Possibile l imitazione di accesso Non occupano spazio

per alcune categorie di studiosi

Eliminano i problemi legati a sottrazioni,

Problemi di copyright

abrasioni o a mancata consegna di fascicoli

non ancora ben definiti

Possono essere utilizzati da

Prob lemi di conservazione

più utenti contemporaneamente

e di futura disponibilità dei dati

Dal punto di vista degli autori pongono

Estrema varietà nel comportamento

meno problemi per la lunghezza

degl i editori in merito alle licenze

degli articoli e consentono l'inserimento di informazioni aggiuntive

Estrema varietà nel le tipologie

(ad esempio, dei video) e una

di sottoscrizione

più semplice interazione con i lettori Problemi gestionali di varia natura Presentano minori problemi

( acquisizione, inventariazione* )

di conservazione in sede Possono provocare un carico di lavoro aggiuntivo Possono richiedere una specifica formazione degli utenti

39

3.3 . I l perso n a l e

Un a biblioteca ha bisogno di personale pre­ parato e capace di sapersi relazionare con il pubblico. L'attuale situazione complessiva del mercato del lavoro sta favorendo il ricorso alla " esternalizzazione dei servizi " , vale a dire il rivolgersi a cooperative o a personale che un tempo si sarebbe definito avven­ tizio per la gestione di determinati servizi che possono spaziare dalla sorveglianza per garantire l'apertura al pubblico fino all'e­ spletamento di compiti più complessi come la catalogazione. Questo fenomeno che proprio in merito alla possibile sparizione di bibliotecari di ruolo in grado di catalogare ha suscitato alcune preoc­ cupate riflessioni (Revelli, 2004) , ha visto anche la nascita di nuove figure di lavoratori " atipici" che prestano la loro opera, spesso con elevata professionalità, ma che devono adeguarsi alla flessibilità del mercato del lavoro, senza avere la stessa tutela garantita a quanti sono dipendenti a tempo indeterminato. Per contro, si diffonde l'inevita­ bile tendenza ad aggiudicare gare per i servizi esternalizzati al ribasso, così da offrire com pensi molto bassi per prestazioni di non poco conto. In questo modo la professionalità viene mortificata e la preca­ rietà di un lavoro sostanzialmente " a cottimo " impedisce una moti­ vazione forte per garantire i risultati che ci si prefigge. L'Associazione italiana biblioteche ha creato da qualche anno un Osservatorio lavoro che si propone di monitorare nei vari compar­ ti le modalità di gestione dei contratti di lavoro o dell'affidamento all'esterno di determinate attività, così come la rispondenza dei profili professionali alle attività svolte. Va detto che in questo ambito negli ultimi anni vi è stato uno sfor­ zo da parte della pubblica amministrazione per favorire un proces­ so di rinnovamento e di adeguamento alla realtà lavorativa dei sin­ goli comparti. Resta, però, il fatto che non è facile riuscire a trovare un 'esatta corrispondenza tra quelle che sono le richieste teoriche e le effettive mansioni svolte dal personale in servizio. Anche il ten­ tativo di applicare a determinate categorie di lavoratori contratti di diritto privato , in modo da avvicinarsi a un modello aziendale, sembra riuscito solo in parte, anche perché questo modello viene applicato parzialmente e non coinvolge, ad esempio, tutti i rap­ porti di lavoro in essere nello stesso ente. 40

Va anche sottolineato il progressivo " invecchiamento " della forza lavoro bibliotecaria, in assenza, in alcuni casi e ormai da molto tempo, di concorsi per l'assunzione di nuovo personale. Viviamo pertanto in una sorta di paradosso: bibliotecari in servizio da anni che hanno avuto percorsi formativi più o meno occasionali e aspi­ ranti bibliotecari con una già solida formazione alle spalle che non riescono a trovare un lavoro a tempo indeterminato . Ma in che cosa consiste nello specifico il lavoro di un biblioteca­ rio ? La gamma delle possibili attività è molto vasta e va dall' orga­ nizzazione degli spazi e dei diversi servizi alla selezione e al tratta­ mento del materiale qualunque ne sia il supporto con relativa redazione dei cataloghi, dalle attività legate al servizio informazio­ ni alla conoscenza almeno di base di diversi software e alla possi­ bile gestione del sito Web : non a caso queste molteplici compe­ tenze sono state opportunamente definite come i diversi saperi della biblioteconomia (Solimine, 2004, pp. 199-204) . In una biblioteca di grandi dimensioni queste competenze saran­ no suddivise tra diversi uffici specifici (accessioni, catalogazione, presti to, servizio informazioni, presti to internazionale ecc. ) , in moltissimi casi potrà invece essere anche un solo bibliotecario a dover assommare in sé tutti questi saperi: resta il fatto che il lavo­ ro di bibliotecario richiede sempre una grande curiosità intellet­ tuale e la capacità non solo di soddisfare le richieste dell' utenza, ma in una certa misura anche di saper prevedere quelli che potranno esserne i nuovi bisogni informativi . Indipendentemen­ te dalla tipologia della biblioteca, che pure può condizionare il prevalere di determinate attività su altre, il lavoro del biblioteca­ rio non può essere mai occasionale e richiede studio e aggio rna­ mento continuo . L'accesso alla professione nelle strutture pubbliche avviene per concorso e le diverse amministrazioni hanno provveduto a stabili­ re, in armonia con quelle che sono le altre figure professionali pre­ senti nei diversi enti , fasce differenziate a cui corrispondono man­ sioni e livelli di stipendio diversi. Ma quello che è importante sottolineare è come sia difficile ormai " improvvisarsi " bibliotecario e varrà la pena per questo ricordare le 41

(§)

l req uisiti fonda menta l i di u n biblioteca rio Sebbene riferito a un bibliotecario di una biblioteca pubblica sulla base del volume IFLA-AIB (2002), Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLAIUNEsco per lo sviluppo, questa sintesi di Elena Baretti è suf­ ficientemente esplicativa delle competenze che deve avere un biblio­ tecario: •

titoli di studio: bibliotecari qualificati hanno laurea o titolo supe­

riore in biblioteconomia e scienze dell'informazione, fanno aggior­ namento costante, mantengono un legame con le scuole di bibliote­ conomia e tengono lezioni; •

competenze specifiche in ambiti particolari: servizi per ragazzi,

gestione delle informazioni e reference; •

saper recuperare, presentare, creare, gestire informazione e

sapere in formato elettronico, a stampa, tradizione orale; •

saper garantire informazioni esatte e attendibili;



catalogare secondo standard nazionali e internazionali e classificare;



saper osservare gli standard professionali;

• •

competenze informatiche; lingue;



conoscere la legislazione per le biblioteche, le norme di legge di

gestione finanziaria, protezione dei dati, norme sulle condizioni di salute e sicurezza, sul lavoro, diritto d'autore; •

ottime capacità relazionali e comunicative;



avere capacità organizzative unite a flessibilità nell'individuare e

realizzare i cambiamenti; •

conoscere pratiche e procedure e avere prontezza nel modificare

i metodi di lavoro; •

essere capaci di mantenersi aggiornati sull'attualità locale e di

partecipare alle attività della comunità; •

avere consapevolezza di essere espressione locale di un servizio

mondiale, contribuire alle politiche nazionali per l'informazione. Fonte: Bo retti (2005) . pp. 73 -4.

42

cinque leggi enunciate da Shiyali Ramamrita Ranganathan ( Soli­ mine, 2004, p. 50) , di cui abbiamo già citato la quinta: • i libri esistono per essere usati; • a ogni libro il suo lettore; • a ogni lettore il suo libro; • risparmia il tempo del lettore; • la biblioteca è un organismo che cresce. Queste leggi, apparentemente semplicissime, danno pienamente conto di quello che è il lavoro del bibliotecario: vi è un universo documentario e informativo che richiede di essere opportunamente selezionato e ordinato a favore di tutti i potenziali lettori e ciò richie­ de un impegno costante e un lavoro che non può mai essere consi­ derato ripetitivo o scontato in qualunque tipo di biblioteca si lavori. 3 . 4. Qu a l e m ode l l o a m m i n i strativo?

Proprio i mutamenti degli ultimi anni hanno proposto con sempre maggior forza la necessità che alle tradizionali competenze tecniche il bibliotecario, soprattutto se svolge funzioni direttive, aggiunga anche quelle gestionali e manageriali, anche perché tutte le tipologie di biblio­ teche aspirano, magari in misura diversa, a poter godere di una sostanziale autonomia contabile. La ragione di questo desiderio è evidente : proprio perché si trat­ ta di un organismo vivente, la biblioteca ha bisogno di poter soddisfare in maniera rapida le richieste dell' utenza e i bisogni di un sistema com plesso . Ma se la biblioteca dipende da un ente, diffi cilmente potrà sottrarsi a quan to i regolamenti amministra­ tivi di quell'istituzione prevedono . Non è un caso che le biblio­ teche pubbliche statali abbiano un proprio regolamento e che alle due Nazionali cen trali sia riconosciuto un regime contabile particolare. Più variegata è la situazione delle biblioteche comunali che hanno condiviso il generale processo di riassetto che a partire dalla legge 8 giugno 1990, n. 142 è approdato al D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull'o rdinamento degli enti locali: di particola­ re interesse in questo comparto è stata l'adozione di un modello gestionale che ha preso il nome di " istituzione ", destinato proprio 43

ai servizi che non hanno rilevanza imprenditoriale come quelli cul­ turali (Clementi, 1995, pp. 23-6; Solimine, 2004, pp. 184-5) . Ugualmente frammentata la realtà delle biblioteche delle universi­ tà, a volte gestite all'interno dei dipartimenti, a volte con autono­ mia contabile di tipo dipartimentale o magari organizzate come " centri di servizi " . Pur non potendo entrare nel dettaglio delle specificità dei singoli regimi contabili, ciò che evidentemente conta è il grado di mag­ giore o minore indipendenza della biblioteca, fermo restando che nella stragrande maggioranza dei casi i budget delle biblio teche sono comunque costituiti da trasferimenti di risorse finanziarie dall'amministrazione centrale . La minore o maggiore autonomia si gioca sulla possibilità di deci­ dere in proprio le spese, fatte salve le limi razioni previste dai rego­ lamenti contabili interni e dalla normativa generale vigente, e sulla creazione di organismi di gestione specifici, in cui al bibliotecario possono essere assegnati compiti diversi, ma che comunque richie­ dono una certa familiarità con aspetti tecnici di natura contabile. Non bisogna, poi, dimenticare che quando si fa riferimento alla managerialità come a uno dei requisiti sempre più importanti del bagaglio di competenze di un bibliotecario, si intende anche sotto­ lineare come gli aspetti legati alla gestione delle risorse umane ed economiche diventino essenziali, unitamente a quelle di attività di promozione che sono un altro aspetto dell'attenzione costante che la biblioteca deve avere verso i suoi utenti effettivi e potenziali. Probabilmente non esiste un modello amministrativo da proporre come migliore: ogni situazione è particolare e può essere condizio­ nata da molti fattori esterni e interni. È certo, però, che l' espe­ rienza anche in questo campo, lungi dal dover essere considerata come una sorta di burocratizzazione della professione, è necessaria se davvero si vogliono gestire da diversi punti di vista le strutture in cui si lavora. 3.5 . M i s u razi o n e e va l utazi one

Il richiamo alle capacita manageriali di un bibliotecario ci porta inevitabilmente a trattare il tema della misurazione e della valutazione della qualità delle strut44

ture e dei servizi, che in Italia ha una storia abbastanza recente, sia dal punto di vista teorico sia da quello delle applicazioni pratiche. Ovviamente queste attività hanno senso a fronte di un piano di gestione che fornisca un quadro di riferimento chiaro e specifichi . . . In maniera precisa: • gli obiettivi che ci si propone; • le modalità di pianificazione delle attività da porre in essere per raggiungerli. Secondo quanto suggeriscono le Linee guida per la valutazione delle biblioteche universitarie (IFLA-AIB, 1999, pp. 18-9) : Pe r u n a b i b l i ote c a , g e sti re l a q u a l ità d e i s e rv i z i d eve ave re pi ù o m e n o q u e ­ sto s i g n ifi cato: d efi n i re il compito e l ' ute nza istituzi o n a l e d e l l a b i b l i ote ca ; i n d aga re i b isog n i m a n ifesti e i m p l i citi d e g l i ute nti; sta b i l i re o b i ettivi a l u n go e a b reve term i n e ; p rogetta re d e i se rvizi a d e g u ati ; fo rn i re q u esti se rvi zi a l pi ù a lto l ive l l o poss i b i l e ; m i s u ra re l e prestazi o n i e co nfro nta re p restazi o n i e o b i ettivi ; c rea re u n a struttu ra d i conti n u o m i g l i o ra m e nto d e l l e p restazi o n i ; costru i re u na cu ltu ra d e l l ' o ri e nta m e nto a l l ' ute nza e d e l l a q u a l ità d e l se rvizio.

Nel 1996, il gruppo di lavoro della Sezione biblioteche universita­ rie e di ricerca dell'IFLA ha individuato diciassette indicatori che possono servire da riferimento per misurare la bontà di alcuni ser­ vizi e l'effettiva soddisfazione dell'utente. V a chiari to che questo ti p o di attività deve seguire metodologie ben definite, in modo da consentire comparazioni attendibili sia tra le rilevazioni effettuate in te m p i diversi in una stessa biblio­ teca, sia nel caso si vogliano effettuare confro nti tra biblio teche diverse. Se il p un t o di partenza di ogni indagine del genere è una buona pianificazione, il passo successivo è il controllo della qualità, vale a dire la verifica della misura in cui una biblio teca sta concretiz­ zando quanto era stato pianificato . Per effettuare questa verifica è necessario stabilire un criterio di valutazione che è rappresen45

(§)

Indicato ri d i p restazione per u n a b i b l i oteca u n ive rsita ria

Uso generale della biblioteca e servizi

1. Tasso di penetrazione 2. Orario d'apertura in relazione alla domanda Qualità delle raccolte

3. 4. 5. 6.

Liste di controllo U so delle raccolte U so delle raccolte per aree tematiche Documenti non utilizzati

Qualità del catalogo

1.

Ricerca di un documento noto 8. Ricerca per argomento Disponibilità dei documenti delle raccolte

g. Velocità di acquisto 10. 11. 12. 13.

Velocità nel trattamento del libro Disponibilità Tempo di consegna dei documenti Velocità di prestito interbibliotecario

Servizio di reference

14. Tasso di risposte corrette A ccesso remoto

15 . Accessi remoti pro capite Soddisfazione dell'utente

16. Soddisfazione dell'utente 17. Soddisfazione dell'utente per i servizi ad accesso remoto Fonte:

46

l F LA-A I B

(1999) . p. 53.

tato dalla misurazione delle pres tazioni che può essere definita come «il confronto tra ciò che una biblioteca sta facendo ( pre­ stazione) , ciò che deve fare ( com p i to istituzionale) , e ciò che si è proposta di fare (scopi) » (ivi, p. 23) . Utilizzando gli opportuni indicatori è possibile, pertanto, una volta che si sia proceduto alla necessaria raccolta dei dati, valutare se una biblioteca stia effettivamente raggiungendo gli obiettivi che si era prefìssata. A seconda delle esigenze e delle specifiche contingenze, si può decidere se utilizzare tutti gli indicatori disponibili o anche uno soltanto, se l'obiettivo è quello di testare uno specifico aspetto del servizio. Per quel che concerne le biblioteche pubbliche, il Gruppo di lavo­ ro dell'AI B " Gestione e valutazione " (2ooo) ha redatto delle Linee guida per la valutazione che si propongono come strumento di lavoro «che possa contribuire al consolidamento tra i bibliotecari italiani di una consuetudine costante alla rilevazione dei dati stati­ stici secondo criteri normalizzati» (i vi, p. 10) . Questo tipo di indicatori di fatto consente anche di stabilire stan­ dard minimi di servizio che devono essere garanti ti per poter par­ lare di biblioteche funzionanti, in linea con quanto suggerito anche dalle Linee guida dell'I FLA e dell'uNESCO per lo sviluppo del servizio bibliotecario pubblico (I FLA-AI B , 2002) , che cercano di rispondere con esempi concreti a domande basilari quali: come costruire una nuova biblioteca ? Quanto può costare ? Come gestir­ la ? Come garantire un servizio rispondente ai bisogni reali della popolazione in ogni luogo e in situazioni tan to diverse ? Una biblioteca pubblica è un luogo, un edificio , prima di poter diven­ tare un buon servizio ? Perseguire obiettivi di qualità non è semplice, anche perché la stes­ sa definizione di qualità può suggerire interpretazioni diverse. Resta, però, sempre valido quanto affermato da Alfredo Serrai (1997, p. 118) : La va l utazione b i b l ioteca ria non con s i ste ne l l a som m a d i a lc u n e cifre s u l l e sta ­ tisti c h e re l ative a l l a cons u ltazione, a l prestito, a l l e ra ccolte , a i b i l anci, ecc . , m a

47

n e l contributo esp l icativo e i nterpretativo che t a li cifre posson o d a re n e l quadro di u n a defi nizione p i ù a ccurata dei fi ni e d eg l i obiettivi del l a bib lioteca , e q ui n ­ di a favore di u n a l oro migliore compre n sione.

Pe r ri ass u m e re . . . •

La biblioteca è un organismo complesso in continua crescita, un

vero e proprio sistema che deve cercare di inserirsi all'interno di un sistema ancora più complesso per poter adempiere appieno a quei compiti di servizio che la contraddistinguono. •

La biblioteca è il centro di diverse e svariate attività che ruotano intor­

no all'opportunità di rendere facilmente fruibili per l'utenza i documenti o le informazioni che la biblioteca può rendere disponibili. Questo compor­ ta la necessità di strutturare spazi fisici garantendo la possibilità di accre­ scimento, di avere un budget per l'acquisto delle risorse documentarie, del personale che possa espletare tutte le specifiche funzioni necessarie. •

Il personale bibliotecario deve essere specializzato, con una specifica

preparazione. Nel contesto italiano, però, solo negli ultimi decenni si è assistito allo sviluppo di un'offerta formativa adatta a costruire percorsi di studio specializzati. Per contro, proprio adesso che alla soglia della profes­ sione si affacciano giovani con una solida preparazione biblioteconomica, l'accesso ai posti di lavoro è diventato più difficile. •

Il modello amministrativo di gestione di una biblioteca può dipen­

dere da molti fattori ed essere diverso a seconda dell'amministrazione di appartenenza. In linea di massima, laddove sia possibile, è preferibi­ le avere un'autonomia amministrativa che senz'altro facilita le attività di gestione, fermo restando che nella stragrande maggioranza dei casi il budget di una biblioteca deriva da fondi che vengono trasferiti dall'am­ ministrazione centrale dell'ente di appartenenza. •

Grazie a indicatori che possono essere diversi e usati secondo le

specifiche esigenze, è possibile misurare e valutare le prestazioni di una biblioteca. Si tratta di attività di grande importanza se si vogliono cer­ care di perseguire obiettivi di qualità a favore degli utenti.

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4 . Il cata l o go, l'i ntegrazio n e d e l l e risorse e i l se rvizio i nfo rm azi o n i 4 .1 . I l cata lo go i n b i b l i oteca

La biblioteca è un microcosmo idealmente ordinato che deve essere capace di mettere a disposi­ zione dell'utenza i contenuti informativi che la sostanziano e la giustificano come raccolta (o insieme di raccolte) . Per questo è fondamentale l'attività di mediazione svolta dal cata­ logo, vale a dire dallo strumento che consente all'utente di sapere che cosa la biblioteca può consentirgli di consultare. L ungi dall'essere mero esercizio tecnico, l'attività di catalogazione testimonia da un lato di uno sforzo di sistematizzazione che ha radici culturali profonde e antiche, e dall'altro di una volontà di standardizzazione tale da creare un linguaggio il più possibile uni­ voco , coerente e comprensibile per l'utenza. L'introduzione degli elaboratori elettronici ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nella gestione del catalogo (in senso lato sia nella fase di creazione della notizia bibliografica da trattare sia nel modo in cui questa notizia viene resa disponibile) : non vi è dubbio che l'utilizzo di software sempre più sofisticati per gestire le proce­ dure catalografiche ha facilitato enormemente l'uso dei cataloghi stessi e la cooperazione tra le biblioteche per la loro realizzazione, sebbene non siano mancate voci critiche, timorose che la tradizio­ nale pratica catalografica abdicasse ad alcune sue prerogative. La possibilità di rendere consultabile l' OPAC, vale a dire il catalogo automatizzato, attraverso la rete Internet ha poi ancor di più enfa­ tizzato le potenzialità di questo strumento che con il diffondersi di interfacce Web sempre più amichevoli e con l'utilizzo di software particolari che consentono la creazione di cataloghi collettivi o la consultazione contemporanea di OPAC di biblioteche diverse (i cosiddetti MetaO PAC) dà oggi, come si è già rilevato, la possibilità a ogni navigatore della rete di avere a disposizione milioni di infor­ mazioni bibliografiche strutturate e di conoscere quanto è possedu­ to da un'enorme quantità di biblioteche sparse in tutto il mondo. 49

Se è vero che nel catalogo si rispecchia una biblioteca o , per dirla altrimenti, si riflette quell 'insieme di informazioni che consentono di riconoscerne i tratti distintivi , è ovvio che all' at­ tività di catalogazione, intesa nel suo senso più ampio, va desti­ nata particolare attenzione : la corretta compilazione dei catalo­ ghi resta uno dei compiti fondamentali di una biblioteca, anche se l'impetuoso diffondersi delle pubblicazioni elettroniche e, in generale, il mutato contesto documentario e informativo in cui tutte le biblioteche operano, pongono il bibliotecario di fronte a sfide di non semplice soluzione, non tan to per quel che con­ cerne la descrizio ne di queste risorse, quanto per ciò che riguar­ da le modalità con cui si decide di comunicarne la disponibilità all' utenza. In un contesto tradizionale i tre cataloghi principali, denominati per autori e per titoli, alfabetico per soggetti e sistematico, posso­ no essere affiancati anche da altri cataloghi speciali, quali ad esem­ pio un catalogo dei manoscritti o un catalogo alfabetico dei perio­ dici, particolarmente utile in biblioteche scientifiche in cui questo è il materiale maggiormente utilizzato , me n tre in linea di massima solo per uso in terno viene anche redatto un catalogo topografìco, vale a dire ordinato sulla base delle collocazioni che vengono pro­ gressivamente attribuite al materiale librario . Riprendendo le definizioni di Carlo Revelli, possiamo assumere che (1996, p. 45) il cata l o go per a uto ri è o rd i n ato a lfa beti ca m e nte e a m m ette l a rice rca att rave r­ so il n o m e di u n a p e rso n a o di un e nte che a b b ia n o l a res p o n s a b i l ità i nte l l et­ tu a l e di u n ' o p e ra ( a u to ri) o che a b b i a n o co ntri b u ito a l l a s u a p u b b l i cazi o n e. [ ... ] I l cata l o g o p e r a uto ri ris p o n d e rà a d e s e m p i o a l l e d o m a n d e : C h e cosa c'è d i P i ra n d e l l o i n b i b l i oteca? C ' è e d izi o n i d i

Come tu mi vuoi d i

Come tu mi vuoi esisto n o

P i ra n d e l l o i n b i b l i oteca? Qu a l i

i n b i b l i ote ca ?

Il catalogo alfabetico per soggetti (ivi, p . 46) a m m ette l a rice rca seco n d o i te rm i n i che es p ri m o n o d i retta mente i l co nten uto co n ­ cettua l e dei docu m e nti d escritti. L a rice rca è a n a l oga a q u e l la che si potre b be fare

50

i n u n ' e n ciclopedia a lfa betica m olto d ettagl iata. I l cata l ogo a lfa betico p e r soggetti ris p o n d e rà ad ese m p i o a l l a doma nda: Che cosa c'è su Pi ra n d e l l o i n b i b l iote ca?

Il catalogo sistematico (ibid.) è u n cata l ogo p e r sog getti che, a nz i c h é i n d ica re d i retta me nte i l te ma d e l d o c u ­ m e nto attrave rso u n te rm i n e ( o p i ù te rm i n i) c h e l o i d e ntifi ca, p reve d e l a ri ce rca seco n d o s i m b o l i ( n u m e ri , l ette re, ecc . ) c h e es p ri m o n o il co nte n uto con cett u a l e d e l docu m e nto d escritto i n d ica n d o n e l ' a p p a rte n e nza a u n a cl asse d ete rm i n ata s u l l a base di u n a c l assifica z i o n e. Il cata logo s iste m atico ris p o n d e rà ad ese m p i o a l l a d o m a n d a : C h e cosa c ' è d e l o s u l teatro ita l i a n o d e l seco l o xx?

L'automazione e gli O PAC hanno fatto perdere senso alla distinzio­ ne materiale che un tempo caratterizzava i diversi cataloghi carta­ cei di cui una biblioteca poteva essere fornita, dal momento che l'operazione di scelta della chiave di accesso, che prima era ciò che distingueva il voler consultare il catalogo per autori piuttosto che il catalogo alfabetico per soggetti o quello sistematico, è sostituita da una ricerca trami te l'elaboratore elettronico grazie a sistemi di recupero dell'informazione (information retriva/) che prevedono anche l'uso dei cosiddetti operatori booleani (and, or e not). Va, però, sottolineato che anche quando questi cataloghi erano (o ancora sono, per quelle biblioteche che tuttora se ne servono) fisi­ camente separati, valeva e vale sempre il principio che «il catalogo è una struttura unitaria» (i vi, p. 43) . S e la biblioteca non è informatizzata, o continua ad aggiornare comunque i suoi cataloghi cartacei, l'utente avrà, in ogni caso, a sua disposizione almeno il catalogo per autori e per titoli, vale a dire uno schedario formato da cassetti estraibili che contengono schede cartacee di formato standard (7, 5 cm di altezza per 12,5 di larghezza) redatte seguendo standard accettati a livello nazionale e internazionale: le regole RICA * ( Regole italiane di catalogazione per autore) per la scelta e la forma dell'intestazione e lo standard I S B D * (International Standard Bibliographic Descriptions) per il corpo della scheda. Le informazioni fondamentali contenute in ogni scheda in linea di massima sono: 51

1 . formulazione di responsabilità; 2. titolo dell'opera; 3 · editore, luogo e data di pubblicazione; 4 · numero di pagine; 5. dimensioni; 6. eventuale collana editoriale a cui l'opera appartiene; 7 · eventuali note su elementi che possono essere distintivi dell'opera; 8. collocazione; 9 · numero di inventario. Come scrivono Montecchi e Venuda (2002\ p. 98) : O g n i s c h e d a ha la fu n z i o n e d i ra p p rese nta re u n l i b ro e q u i n d i d i i nfo rm a re i l l etto re c h e i l l i b ro d i c u i h a b iso g n o è p ossed uto d a l l a b i b l i oteca. Pe r otte n e re q u esto risu ltato so n o n e cessa rie d u e o p e razi o n i : a} d a re a l l etto re l a n otizia c h e l a b i b l i oteca h a

proprio

q u e l l i b ro, e q u e sto s i

otti e n e fa ce n d o n e l l a s c h e d a u n a descrizi o n e p re cisa, esc l u s iva e n o n a m b i g u a d e l l i b ro stesso c h e l o i d e ntifi c h i i n m o d o i n e q u ivoca b i l e ; b ) co nse nti re a l l etto re i l re c u p e ro a gevo l e d i q u esta n otizia, i n d ivi d u a n d o u n o o p i ù e l e m e nti c h e costitu isca n o u n a via d ' a ccesso a l l a n otizia stessa e conse n ­ ta n o d i i n s e r i r l a i n u n o o p i ù i n s ie m i d i s c h e d e ( cata l o g h i} o rd i n ati seco n d o cri ­ te ri o m o ge n e i (cata l og h i o rd i n ati p e r a uto ri, p e r soggetti , p e r m ate ria, e cc . } . l cata l o g h i così costru iti svo l g o n o q u i n d i u n a fu n zi o n e d i m e d i a z i o n e tra i l etto­ ri e i l p atri m o n i o d e l l a b i b l i ote ca, ovve ro m etto n o i n re l a zi o n e i l b i s o g n o d i co n osce n za d e i l etto ri e l a conoscenza c h e è n e i l i b ri.

Compito del bibliotecario nella costruzione del catalogo per auto­ ri è, pertanto, quello di descrivere il libro, estrapolando tutti que­ gli elementi che lo caratterizzano e lo rendono un oggetto unico rispetto agli altri, ponendo particolare attenzione all'individuazio­ ne degli elementi d'accesso formali per autore e titoli al fine di determinare il loro peso in rapporto alla responsabilità in tellettua­ le della pubblicazione (ivi, p. 117) . La catalogazione, è bene sottolinearlo, si effettua seguendo alcuni principi e regole; è questo un altro punto fermo da cui non si può derogare, come sottolinea Carlo Revelli (1996, p. 427) asserendo che «La norma è sempre necessaria» . 52

Come già ricordato , in Italia le RICA, adottate a partire dal 1979 , sono utilizzate per la scelta e la forma dell'intestazione principale, mentre per tutti gli altri elementi della descrizione si segue lo stan­ dard internazionale ISB D, di cui esistono versioni specifiche per le diverse tipologie di documenti (monografie, pubblicazioni in serie, risorse elettroniche, libri antichi ecc. ) . La diffusione dello standard ISBD è ormai planetaria e risponde pienamente alla necessità di formalizzazione delle diverse aree della descrizione bibliografica, resa anche opportuna dalla diffusione di software per la gestione dell'automazione dei cataloghi, software che utilizzano codici definiti per l'etichettatura delle aree e dei rela­ tivi campi e sottocampi in cui inserire i dati; non vi è dubbio che tale standardizzazione rappresenti un vantaggio notevole per lo scambio di dati bibliografici. L'I sBn stabilisce (Dini, 1999, p. 135) : u n fo rm ato i n c u i fissa

conten uto, ordine, punteggiatura

d e l l a re gistra zi o n e

b i b l i o g rafica : ossia q u a l i i nfo rmazi o n i p ossa n o costitu i re g l i e l e m e nti d e s c ritti ­ vi d i u n d o c u m e nto; i n q u a l e s u ccess i o n e essi va d a n o re gistrati (ciasc u n o h a u n a posizi o n e fissa a l l ' i nte r n o d e l fo rm ato) ; d a q u a le se g n o d i p u nte g g i atu ra ciasc u n o d i essi s i a p re ce d uto p e rc h é p ossa ess e re rico nosci uto s e n za a m b i g u i ­ t à [ . . . ] . A q u esto sco po i l fo rm ato d e s c rittivo è s u d d iviso i n otto a ree, co nte n e n ­ t i ciascu na

elementi d i

n atu ra o m oge n e a tra l o ro.

Lo schema generale dello standard ISBD ( G ) che serve da base agli altri standard dedicati a specifici materiali, prevede: 1 . area del titolo e della formulazione di responsabilità; 2. area dell'edizione; 3 · area della peculiarità del materiale o del tipo di pubblicazione; 4 · area della pubblicazione, distribuzione ecc. ; 5 . area della descrizione fisica; 6. area della collana (o serie) ; 7 · area delle note; 8. area del numero standard ( ISBN * ) e condizioni di disponibilità. Si stabilisce che per segnalare l'inizio di un'area (tranne la prima) si utilizzi un punto seguito da uno spazio, un trattino e ancora uno spa53

zio (. - ) . All'interno di un'area i singoli elementi possono poi essere contrassegnati utilizzando opportunamente segni di punteggiatura quali: la virgola e il punto, i due punti, il punto e virgola, la barra, il segno di uguale, il segno di più, le parentesi tonde, le parentesi qua­ dre e i tre puntini di sospensione. Dalla combinazione delle aree, dei loro singoli elementi e grazie all'utilizzo della punteggiatura conven­ zionale si possono, pertanto, ottenere descrizioni standardizzate. Se un utente vuole sapere quale materiale è disponibile in biblio­ teca su un determinato argomento utilizza, come abbiamo visto , il catalogo per soggetti. La " soggettazione " è una delle operazioni più delicate per un bibliotecario perché non basta fermarsi agli elementi formali del libro, ma è necessario stabilire il tema o i temi trattati nell' opera, creando una stringa di descrittori* in cui si definiscano uno o più accessi specifici, corredati di una o più sottovoci che possono pre­ cisare una condizione, un punto di vista, un tipo di trattazione, un aspetto storico e di una notazione che individua gli aspetti tempo­ rali e geografici del tema (Montecchi, Venuda, 2002\ p. 1 21) . Anche per la costruzione di una stringa di soggetto esistono rego­ le da rispettare sulla base della sequenza " voci, sottovoci, notazio­ ni" e degli strumenti di ausilio per la scelta dei termini da utilizza­ re (soggettari* e thesauri*) .

(§)

Schema di descrizione effettuata seco ndo I ' I SBD (M) Titolo proprio eventuale titolo parallelo : complemento del titolo l prima formulazione di responsabilità : formulazione di altri tipi di responsabilità . - Edizione l formulazione di responsabilità relativa all'edizione : successiva formulazione di responsabilità. - Luogo di pubblicazione : altro luogo di pubblicazione : nome dell'editore o dis­ tributore, data di pubblicazione. - Estensione del materiale (pagine, tavole) : indicazione di illustrazioni : dimensioni + materiale allegato. -(Titolo della collana : complemento del titolo. Titolo della sottocolla­ na l formulazione di responsabilità relative alla collana ; numerazione all'interno della collana). - Note. - Numero standard IS BN. =

54

Per effettuare correttamente la soggettazione sono richieste al bibliotecario una specifica competenza e una conoscenza appro­ fondita della raccolta e del suo pubblico. In molte biblioteche esiste anche il catalogo sistematico, che si redige a partire da una classificazione. La più diffusa è la Classifi­ cazione decimale Dewey (cnn), che prende il nome dal suo idea­ tore, Melvil Dewey, e che suddivide lo scibile in dieci classi prin­ cipali individuate da tre cifre, suddivise ulteriormente in dieci suddivisioni e così via, seguendo appunto il sistema decimale. La dieci classi principali in cui la C D D suddivide il sapere sono : • ooo Generalità; • 100 Filosofia e psicologia; • 200 Religione; • 300 Scienze sociali; • 400 Linguaggio; • 500 Scienze naturali e matematica; • 6oo Tecnologia; • 700 Arti, sport, giochi; • 8oo Letteratura; • 900 S toria e geografia. La notazione che si ottiene per indicare la classificazione può esse­ re molto complessa a seconda del grado di precisione che si vuole raggiungere ed è evidente che questo dipende dalle specifiche esi­ genze della biblioteca. Per una biblioteca che metta il suo materiale a disposizione dell'u­ tenza a scaffale aperto la C D D consente di collocarlo utilizzando come segnatura la notazione Dewey, opportunamente completata magari con i primi tre caratteri del cognome dell'autore : in questo caso la sistemazione dei volumi non sarà legata fisicamente allo scaffale su cui il libro viene collocato e in più un utente potrà tro­ vare libri che trattano dello stesso argomento o di argomenti affi­ ni collocati uno accanto all'altro . La collocazione tradizionale dei volumi in un deposito librario vincola invece indissolubilmente il libro al posto che occupa nello scaffale e questa collocazione, pro­ prio per ottimizzare gli spazi , è in linea di massima legata al for­ mato della pubblicazione. 55

A partire da un adattamento della Dewey, Paul Ode t e Henri La Fontaine pubblicarono nel 1905 la Classificazione decimale uni­ versale (cnu), più volte aggiornata e ampliata nel corso degli anni . Nata in ambito documentario e per scopi bibliografici, la cnu ha avuto una sua diffusione anche in ambito bibliotecario, mentre la più grande e importante biblioteca del mondo, la Library of Con­ gress di Washington, ha sviluppato una sua specifica classificazio­ ne a no tazione alfanumerica che prevede queste classi principali: • A Opere generali; • B Filosofia, psicologia e religione; • C Discipline ausiliarie della storia; • D Storia generale e storia d'Europa; • E, F Storia americana; • G Geografia, antropologia. Attività ricreative; • H Scienze sociali ed economia; • J Scienze politiche; • K Diritto ; • L Educazione; • M Musica e libri sulla musica; • N Arte; • P Lingua e letteratura; • Q Scienza; • R Medicina; • S Agricoltura; • T Tecnologia; • U Scienza militare; • V Scienza navale; • Z Bibliografia e biblioteconomia. Come abbiamo detto, se la biblioteca è informatizzata l'utente non percepirà più la differenziazione fisica dei diversi cataloghi, in quan­ to avrà la possibilità di effettuare le ricerche interrogando l'oPAC. Peraltro, grazie alla peculiarità dei software gestionali, anche altri ele­ menti formali della descrizione possono essere, volendo, oggetto di ricerca e, in fase di descrizione bibliografica, il bibliotecario può anche aggiungere in specifici campi del record catalografico, alcune " parole chiave ", vale a dire dei termini che non rispondono a un

vocabolario specifico ma che possono essere ugualmente utili per il recupero dell'informazione da parte dell'utente. Come si può evincere, il lavoro del catalogatore presenta diversi gradi di complessità: anche per questa ragione sono nati progetti di catalogazione " partecipata", come S B N , il cui obiettivo è anche quello di collaborare alla creazione di un unico catalogo collettivo . In alcuni casi, sia per facilitare il lavoro del bibliotecario, sia per rendere possibile il riversamento del catalogo cartaceo in quello automatizzato, si può utilizzare la catalogazione " derivata", che consiste nell'utilizzo di record bibliografici prodotti dalle agenzie bibliografiche nazionali o anche da fornitori commerciali: è ovvio che, in questo caso, si tratta di servizi a pagamento e, quindi, devo­ no esserne anche valutati i costi. 4 . 2 . Il cata logo e la ricerca b i b l i ografi ca In base alla bozza della Dichiarazione di principi internazionali di catalogazione,

approvata nel corso del primo incontro di esperti promosso a Francoforte sul Meno nel 2003 dall'IFLA per redigere un codice internazionale di catalogazione che si pone l'obiettivo di aggiorna­ re i cosiddetti Principi di Parigi del 1961, il catalogo deve consen­ tire all'utente (Dichiarazione di principi internazionali di cataloga­ zione, 2003, disponibile all 'indirizzo : http : / / www . i ccu. sbn.it/PD F/T raduzione_Princi p i. pdf) : 3.1.

di

reperire

ris o rse b i b l i o g rafi c h e , i n u n a ra cco lta ( re a l e o vi rtu a l e ) co m e

ris u ltato d i u n a rice rca i n c u i si uti l izza n o attri b uti o re l azi o n i d e l l e riso rse :

3.1.1. p e r localizzare u n a s i n go l a riso rsa 3.1.2. p e r localizzare i ns i e m i di riso rse che

ra p p rese nti n o :

tutte l e risorse c h e a p pa rte n go n o a l l a stessa o p e ra tutte le risorse c h e a p pa rte n g o n o a l l a stessa e s p ress i o n e tutte l e riso rse c h e a p p a rte n go n o a l l a stessa m a n ifestazi o n e tutte l e o p e re e d es p ress i o n i d i u n a d ete rm i n ata p e rs o n a , fa m i g l ia o e nte tutte l e riso rse su u n d ete rm i n ato s o g getto tutte le riso rse d efi n ite seco n d o a ltri c rite ri ( co m e l i n g u a , paese di p u b b l i cazio­ n e , d ata d i p u b b l i ca zi o n e fo rm ato fis i co, etc . ) , d i so l ito uti l izzati p e r u n a u lte­ ri o re s e l e zi o n e sui risu ltati d e l l a rice rca [ ... ];

57

3.2. d i

identificare

u n a ri so rsa b i b l i o g rafi ca o u n a ge nte (cioè, d i ave re co nfe r­

m a che l ' e ntità d esc ritta in u n a registrazi o n e co rri s p o n d a a q u e l l a ce rcata o d isti n g u e re tra d u e o p i ù e ntità co n ca ratte risti c h e s i m i l i ) ;

3 .3. d i

selezionare

u n a riso rsa b i b l i o g rafi ca c h e s i a a p p ro p ri ata a l l e ne cessità

d e l l ' ute nte (cioè d i s ce g l i e re u n a riso rsa che ris p o n d a a i re q u isiti p osti d a l l ' u ­ te nte p e r q u a nto ri g u a rd a co nte n uto, fo rm ato fis i co, etc. op p u re d i rifi uta rla i n q u a nto i n a d e g u ata a l l e s u e e s i ge n ze ) ;

3.4. d i

acquisire o ottenere l ' a ccesso

ad u n d o c u m e nto d escritto (cioè, d i fo rn i re

i nfo r m a zi o n i c h e c o n se nta n o a l l ' u te nte d i otte n e re u n d o c u m e nto m e d i a nte a cq u isto, p restito, etc. o a cce d e re a u n d o c u m e nto i n m o d a l ità e l ettro n i ca, tra ­ m ite u n a co n n ess i o n e o n - l i n e a d u n a fo nte re m ota ) ; op p u re d i a cq u isi re o d i otte n e re u n a re gistra z i o n e d i a uto rità o b i b l i o g rafi ca ;

3.5. d i

navigare i n

u n cata l o go (attrave rso l a d i s p osizi o n e l o g i ca d e l l e i nfo r m a ­

zi o n i b i b l i o g rafi c h e e l a p resenta z i o n e d i c h ia re m o d a l ità d i m ovi m e nto, co m ­ p resa l a p rese ntazi o n e d e l l e re l a zi o n i tra o p e re, es p ress i o n i , m a n ifesta zi o n i e d o c u m e nti) .

La terminologia usata in questo documento riprende quella adotta­ ta nei Functional requirements for bibliographic records (FRB R) , editi dall'IFLA nel 1998 che propongono un nuovo modello per la crea­ zione delle singole unità informative da utilizzare nelle bibliografie e nei cataloghi, in cui viene operata una distinzione fra un'opera inte­ sa come una creazione intellettuale artistica originale, le sue realizza­ zioni intellettuali o artistiche definite espressioni, le manifestazioni, cioè le realizzazioni fisiche dell'espressione di un'opera e i documen­ ti, vale a dire i singoli esemplari di una manifestazione. Ma in una biblioteca si possono effettuare anche ricerche che non sono necessariamente legate alle sue raccolte (materiali o virtuali) : per n umerosi settori dello scibile, ad esempio, esistono bibliografie che si prefiggono lo scopo di aggiornare gli studiosi su quanto viene pubblicato in uno specifico settore disciplinare, in modo particolare sui periodici specializzati. Anche per questi strumenti abbiamo assistito a una rapida evolu­ zione. lnizialmen te i repertori bibliografici erano su carta, ma non appena hanno iniziato a diffondersi i C D - ROM moltissimi di que­ sti prodotti sono diventati disponibili su questo supporto . L' av-

vento della rete ha comportato un'ulteriore migrazione verso Internet, peraltro accompagnata dalla creazione di in terfaccia di interrogazione sempre più semplici da utilizzare, contrariamente a quanto avveniva in passato per quelle risorse che già erano inter­ rogabili in linea (trami te la rete telefonica) . In particolare, poi, le banche dati bibliografiche che spogliano periodici, considerata la diffusione di questo tipo di materiale in formato elettronico, oggi spesso integrano l'informazione biblio­ grafica con un link dal riferimento bibliografico al testo integrale di ogni singolo articolo, di modo che l'utente può sfruttare tutte le facilitazioni della ricerca in linea e quindi (non " perché esiste tutto gratis su Internet", ma al con trar io nella stragrande maggioranza dei casi sulla base di specifici accordi tra la biblioteca e l'editore) reperire direttamente il testo integrale di quanto è di suo interesse. Questo tipo di ricerca è ormai quella più diffusa in ambito scien­ tifico e spesso ha provocato timori nel mondo bibliotecario, soprattutto per quel che concerne la già menzionata " disinterme­ diazione " . L'utente sembra non avere più bisogno del biblioteca­ rio per trovare quanto gli serve : si collega a Internet, effettua una ricerca e grazie a link ipertestuali raggiunge subito l'oggetto della sua ricerca rimanendo comodamente seduto alla sua scrivania (è quella che si definisce desktop library*). In realtà se la rete ha enor­ memente aumentato le potenzialità della ricerca e offerto possibi­ lità fino a qualche tempo fa inimmaginabili, la funzione del biblio­ tecario resta fondamentale, anzi in qualche misura viene esaltata ancor di più la sua funzione di mediazione. Le facilitazioni per l'utente non tolgono assolutamente valore alla necessità di far sì che ciò che è più facile da cercare sia poi effetti­ vamente reperibile. Senza dubbio l'aumento esponenziale della quantità di oggetti digitali disponibili comporta nuove problema­ tiche non solo di presentazione, ma anche di conservazione: pro­ prio perché ibrida, in questa fase la gestione della biblioteca è più complessa rispetto al passato. Va peraltro sottolineato come anche la ricerca bibliografica non sia un'operazione banale e sia la facilità d'uso degli strumenti, sia la quantità di materiale a disposizione possono aumentare il cosid59

detto " rumore " , vale a dire la possibilità di recuperare molte infor­ mazioni in utili. 4 .3. I l se rviz io i nfo rm az i o n i

Tradizionalmente ogni bibliote­ ca, anche se non ha una vera e propria sala di consultazione, di­ spone di strumenti di informazione (spesso per questo servizio viene utilizzato il termine inglese refèrence*), quali possono essere le bibliografie appena citate o vocabolari, enciclopedie, repertori vari, tutto quanto può facilitare da un lato l'approfondimento dello studio o della lettura in sede e dall'altro la ricerca di infor­ mazioni su un determinato argomento . Anche in questo caso la rete ha proposto nuove suggestioni, tanto che la si è paragonata a un 'enorme sala di consultazione o a una (Metitieri, Ridi, 2005 4, p. 6o) s o l a , e n o r m e b i b l i oteca vi rtu a l e che i nve ce di co nte n e re so l o l i b ri e p e ri o d i c i i n fo rm ato d i g ita l e m ette a d is p osizi o n e a n c h e oggetti m o lto d ive rs i tra l o ro e n o n tutti d i ti p o stretta m e nte d o c u m e nta ri o ( s i p e n s i a O PA C , b a n ch e d ati , stru ­ m e nti d i ri ce rca , a rc h ivi d i i m m a g i n i , fi l e a u d io, fi l m ati , softwa re, g ru p p i d i n ews, l i ste d i d is c u ssi o n e , p e rs o n e ra g g i u n g i b i l i attrave rso i n d i rizzi d i posta e l ettro n ica e via d i ce n d o ) . U n a b i b l i ote ca d ove u n a stessa ris o rsa è s p esso p re ­ se nte i n n u m e rosiss i m e co p i e, a l c u n e p i ù vici n e e d i p i ù fa ci l e a ccesso , a ltre p i ù l o nta n e .

È in questo quadro che si inserisce il modello della refèrence library, vale a dire di un istituto bibliotecario che si proponga come il pos­ sibile mediatore della ricerca per l'utente, «poiché questa biblioteca può configurarsi, a seconda delle circostanze in cui concretamente viene realizzata, come biblioteca d'informazione, di studio, di for­ mazione, di divulgazione, d'intrattenimento, proponendosi così di soddisfare interessi culturali variegati» (Solimine, 2004, pp. 88-9) . In Internet si sono diffusi anche i cosiddetti VRD* ( Virtual Refèren­ ce Desk), vale a dire pagine Web che si pongono l'obiettivo di sele­ zionare i link a risorse disponibili in rete riguardanti una determi­ nata materia. Per la biblioteconomia si può segnalare quello presente in AIB -WEB all'indirizzo http:/ /www. aib.it/aibllis/vrd.htm. 60

Inoltre anche il servtzto informazioni in una biblioteca ibrida tende a essere usato a distanza da parte di un'utenza che si rivolge al bibliotecario non più recandosi fisicamente in sede, ma effet­ tuando richieste attraverso la posta elettronica o tramite appositi moduli che possono essere com pila ti collegandosi al sito della biblioteca. N o n vi è dubbio che in una concezione in cui la cen­ tralità dell'utente ha ormai preso il sopravvento, le attività legate al servizio informazioni assumono sempre più importanza. Se si è deciso di trattare questo aspetto assieme alla descrizione del catalogo e della ricerca bibliografica è anche perché la fun­ zione del catalogo elettronico si è già adesso ampliata, consen­ tendo una gestione integrata delle diverse risorse . Ferma restando la tradizionale differenza fra una bibliografia, vale a dire un repertorio che non si preoccupa della collocazione fisica della notizia riportata, e un catalogo , che invece è lo s tru­ mento principe del possibile recupero dell'info rmazione (sia essa un documento fisico o un accesso in rete) , non vi è dubbio che oggi è necessaria una gestione molto attenta del catalogo , per far sì che un utente possa essere davvero capace di sfruttarne a pieno tutte le potenzialità, senza incorrere nel rischio di un generale diso rien t amen t o. 4 . 4 . L'integrazione del le risorse elettron iche local i e rem ote

T orniamo allora per l'ennesima volta alla sostanza della biblioteca ibrida in cui convivono documenti cartacei, materiali su supporti diversi e risorse elettroniche locali ( RE L* ) o remote ( RER * ) , che pongono il bibliotecario di fronte alla necessità di rendere noto all'utente non solo ciò che la biblioteca possiede, nel rispetto di quella che è sempre stata la funzione del catalogo, ma anche ciò a cui può accedere. Per di più, il proliferare di siti Web, anche ad accesso libero, potrebbe suggerire di voler inserire nel proprio catalogo anche questo tipo di risorse tradizionalmente escluse perché non diretta­ mente " possedute " . E lo stesso potrebbe valere anche per altre risorse presenti in rete. Molto efficacemente questa situazione è stata così riassunta (Manzi, Martellini, 2003, p. 1 2) : 61

I l cata l ogo, d u nq u e, p u r senza vo l e rn e enfatizz a re eccessiva m e nte il ru o l o [ ... ] se m b ra ave re le ca ratte risti che n e cessari e ad a ccog l ie re a l p ro p ri o i nte rno a n c h e l e risorse e l ettro n i c h e (e i n p a rtico l a re l e

RER);

e tuttavia si tratta d i u na sce lta che

p o n e i l b i b l ioteca ri o d i fro nte a u na n u ova serie d i p ro b l e m i d i ca ratte re p rati co, ai q u a l i occo rre rà ris p o n d e re te n e n d o co nto d e l l e ca ratte risti che e d e l l e fi n a l ità d i o g n i s i n go l a b i b l i oteca. Ta l i p ro b l e m i si poss o n o fo n d a m e nta l m e nte riass u m e re i n tre d o m a n d e: - q u a l i risorse e l ettro n iche cata l o g a re? - co m e cata l oga rle? - occor­ re m a nte n e re un a ccesso a l l e risorse e l ettro n ic h e attrave rso il We b a n che n e l caso di u na l o ro i n c l u s i o n e in cata l ogo, e, se sì, co m e i nteg ra re q u esti d u e stru m e nti?

Di qui l'evenienza, cui si accennava prima, di un possibile rischio che il catalogo tenda a confondersi, soprattutto nella percezione dell'utente, con una bibliografia: la funzione del catalogo, lo riba­ diamo, è invece quella di informare su ciò che è effettivamente di­ sponibile o, diciamo meglio, " reperibile " (Guerrini, 2002, p. 45) in una determinata biblioteca. Ma se questo è il primo pericolo, da un altro versante si corre l'ul­ teriore rischio di trovarsi di fronte a masse di informazioni le più diverse, difficilmente governabili. Se la biblioteca si dota, ad esem­ pio, di accessi a risorse elettroniche remote sulla base non più di un acquisto permanente ma di una licenza d'uso, si dà la possibi­ lità che ciò che viene reso disponibile in un determinato anno non lo sia più necessariamente l'anno successivo, qualora, ad esempio per ragioni finanziarie, la biblioteca sia costretta a non rinnovare più quella licenza. Pertanto, mentre prima ciò che veniva acqui­ stato restava " per sempre " nel patrimonio della biblioteca (a meno di sottrazioni o di un'attività consapevole di scarto, determinata magari dal deterioramento dovuto all'uso o dalla perdita di inte­ resse generale di uno specifico documento nell'ambito della rac­ colta) , adesso c'è la possibilità, anche a causa di un mercato edito­ riale che non ha ancora stabilito regole certe in proposito , che alcune (ma possono anche essere molte) risorse siano solo tempo­ raneamente accessibili all'utenza. È questa la ragione per la quale ci possiamo trovare di fronte a diversi scenari di strutturazione del catalogo, ben illustrati da Mauro Guerrini ( ivi, p. 49) : 62

1 . la descrizione delle risorse elettroniche con applicazione di I S B D (ER ) e l'inserimento delle notizie nel catalogo elettro nico della biblioteca con visibilità nell'oPAc ; 2. la creazione di un data base di RER autonoma e separata dal catalogo di biblioteca. Questa seconda ipotesi, che prevede anche la realizzazione di una vera e propria base di dati per la gestione delle risorse elettroniche, è, ad esempio, quella seguita sia dalla Biblioteca digitale dell'Universi­ tà di Roma " La Sapienza" (BIOS, http:/ /bids. citicord. uniromal.it) sia dalla T or Vergata Digitai Library (http:/ l d-library. uniroma2.it) . Va anche detto che negli ultimi anni sono stati sviluppati softwa­ re capaci, a fronte di un'unica richiesta da parte dell'utente, di interrogare risorse differenti, quali O PAC, banche dati bibliografi­ che, contenitori di risorse a testo integrale, motori di ricerca, pro­ prio per consentire di scandagliare in maniera efficace la rete, con­ sentendo il recupero delle potenziali informazioni utili sia in formato cartaceo se presenti nel catalogo della biblioteca, sia in for­ mato elettronico se reperibili tra ciò che è accessibile per l'utente o anche più in generale in Internet. 4 .5 . L'i nform azio n e a po rtata di m o u se Non vi è dubbio

che dal punto di vista dell'utente la disponibilità di oggetti digita­ li raggiungibili anche a testo integrale attraverso ricerche biblio­ grafiche eseguibili in remoto ha rivoluzionato le abitudini e il rap­ porto con la biblioteca. Non più luogo fisico in cui si va a cercare o a consultare quanto può servire, la biblioteca diventa un luogo virtuale i cui confini si perdono nello spazio indefinito di Internet. L'informazione è a portata di mouse, ma a determinate condizio­ ni, e questo , come già si sottolineava, non sempre è ben chiaro all'utente. Peraltro queste condizioni diventano sempre più rigide per le politiche dei costi praticate. Pensare che in questa fase, ad esempio, il ricorso ad abbonamenti solo elettronici possa compor­ tare un risparmio non è quasi mai vero dal punto di vista delle spese da sostenere (anche perché queste risorse sono ancora grava­ te in Italia dal pagamento dell'IvA) . Se la mediazione catalografica è sempre stata una delle attività

principali del bibliotecario, oggi possiamo parlare di mediazione informativa, in piena consonanza peraltro con la definizione che già molti anni fa Luigi Balsamo dava di biblioteca «come raccolta organizzata di documentazione e informazione» (Del Bono, 1992, p. 5) : la biblioteca si trova al centro di questa intricata trama, la cui gestione non può non essere demandata a una figura professiona­ le che deve sapersi rinnovare, anche se nel rispetto della tradizione. In questo senso i rischi della " disintermediazione " sono davvero più virtuali che reali. Sebbene remoto, l'utente si rivolge alla biblioteca, ne richiede quotidianamente l'ausilio. Certo, può dive­ nire adesso più probabile che determinati quesiti rivolti al biblio­ tecario abbiano un maggior sapore tecnico-informatico e siano riferiti proprio alle problematiche legate all'accesso, ma questo in realtà è il viati co perché la "domanda" sia di aiuto sia di servizi, complessivamente, aumenti e non diminuisca. Come abbiamo detto, c'è anche il rischio che l'utente sia sommer­ so da una quantità di informazioni inutili: è un pericolo reale che però salvaguarda la funzione della biblioteca e non la mortifica. Ancora una volta sarà nella biblio teca ( fisica o virtuale) che l'uten­ te cercherà conforto alla bontà delle proprie ricerche, riconoscen­ dole così quel valore aggiunto di efficace mediatore della cono­ scenza che le spetta. Pe r ri ass u m e re . . . I l catalogo può essere ancora considerato come il cuore della biblioteca. Si tratta dello strumento che consente all'utente di sapere che cosa una biblioteca può mettergli a disposizione. • Possono esistere diversi tipi di cataloghi cartacei: i tre cataloghi prin­ cipali, denominati per autori e titoli, alfabetico per soggetti e sistematico, possono essere affiancati anche da altri cataloghi specifici, a seconda delle particolari necessità dell'utenza. Il catalogo per autori consente di sapere quali libri di un determinato autore sono presenti in biblioteca, quello per soggetti permette di sapere quali documenti la biblioteca pos­ siede su uno specifico argomento, quello sistematico consente di recupe­ rare i documenti sulla base della loro classe di appartenenza. •

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L'automazione delle biblioteche ha favorito lo sviluppo dei cosid­ detti O PAC (Online Public Access Catalogue), che hanno notevolmente facilitato le ricerche degli utenti. Grazie a Internet sono disponibili in rete i cataloghi di migliaia di biblioteche e, di conseguenza, è possibile l'accesso a milioni di informazioni bibliografiche. • Uno dei servizi ormai diventato centrale nella vita di una biblioteca è il servizio informazioni, vale a dire l'opportunità che viene data di effettuare ricerche che possano servire di supporto allo studio o all'i­ dentificazione e alla localizzazione di altre risorse utili per la ricerca che la biblioteca non può mettere direttamente a disposizione, ma che, in ogni caso, può aiutare l'utente a ottenere. Le dimensioni che ha assun­ to complessivamente questa attività spingono a parlare di reference library, come modello di biblioteca a cui ispirarsi oggi. • La diffusione delle risorse elettroniche pone ai bibliotecari nuove problematiche sia per quel che concerne la loro descrizione, sia per quel che riguarda l'integrazione con il catalogo. Le opzioni possono essere diverse, ma l'obiettivo deve essere sempre quello di proporre soluzioni chiare e facilmente comprensibili per l'utenza, specie adesso che si moltiplicano le informazioni disponibili in rete. •







se rVIZI

5.1. G l i spazi d e l l a b i b l i oteca Anche s e la biblioteca nodo

della rete si trova a sviluppare nuove potenzialità per un 'utenza remota, questo non vuol dire che venga meno la necessità di garan­ tire in sede una serie di servizi . Oggi si possono anche progettare biblioteche unicamente digitali o che puntano soprattutto all'attivazio ne di accessi in rete, ma la maggioranza degli istituti bibliotecari deve fare i conti con la gestione di raccolte cartacee e di documenti su supporti diversi e, di conseguenza, con la necessità di poter offrire locali accoglienti agli utenti e di avere sufficienti spazi in vista di un accrescimento del materiale librario . Il modo in cui la biblioteca si presenta all'utenza resta un dato fon­ damentale, un biglietto da visita essenziale che abbiamo già parzial­ mente descritto parlando della biblioteca come spazio fisico : un atrio dove vi sia un guardaroba, una segnaletica adeguata, aggiorna­ ta e facilmente comprensibile, un comodo accesso al catalogo carta­ ceo o in linea, un bancone per l'accoglienza con personale a cui rivolgersi per chiedere informazioni ed eventualmente effettuare le richieste del materiale non immediatamente disponibile, sale di let­ tura accoglienti, una sala o una zona destinata all'esposizione dei periodici correnti, postazioni per la consultazione dei prodotti mul­ timediali e la navigazione in Internet, spazi separati per la riprodu­ zione del materiale. E qualora si tratti di una biblioteca di pubblica lettura, magari anche sale specializzate per i ragazzi o per i bambini. Lo spazio fisico della biblioteca dovrebbe avere una sua specifica identità, un tratto distintivo capace di renderlo immediatamente riconoscibile, familiare e confortevole . L'obiettivo non dovrebbe essere tanto di fare della biblioteca un luogo quasi sacro, che incu­ te timore e soggezione, quanto di creare un clima di fattiva colla­ borazione e di reciproco scambio intellettuale e umano capace di mettere in relazione persone che dallo studio o dalla lettura rice­ vono il vantaggio inestimabile di una crescita personale e cultura­ le di fondamentale importanza. 66

5 .2. I l p rogetto La creazione di una biblioteca, la sistemazione

dei suoi locali e l'organizzazione delle sue raccolte dovrebbero esse­ re se m p re precedute da una fase progettuale seria e rigorosa che tenga presente le diverse necessità sia della futura utenza sia del personale che vi sarà chiamato a lavorare. In questa fase sarebbe sempre bene che il bibliotecario potesse avere voce in capitolo, perché determinate scelte potranno fortemente influenzare il buon successo complessivo della struttura. N o n è, peraltro, raro il caso di importanti ristrutturazioni che possono esse­ re dettate da molti motivi, ma che richiedono un'attenta valutazio­ ne di tante variabili che non possono essere solo di competenza di ingegneri o architetti, il cui ausilio è pure fondamentale. Questo significa preliminarmente che per un bibliotecario è fon­ damentale conoscere: • la mission della propria biblioteca, vale a dire quello che è il compito fondamentale che l'istituzione di afferenza e i cosiddetti stakeholders, vale a dire quanti sono portatori di specifici interessi nei confronti della struttura, le affidano ; • l'utenza istituzionale, cioè coloro ai quali principalmente ci si rivolge per soddisfarne le esigenze di studio e conoscenza; • l'ambiente in cui essa si troverà a operare, che è in parte rap­ presentato dalla propria utenza, ma anche dal contesto sociale e culturale complessivo in cui si inserisce l'istituto bibliotecario ; • gli strumenti, e di conseguenza il mercato editoriale di riferi­ mento, che gli consentiranno di arricchire e valorizzare le proprie raccolte. È chiaro che in fase progettuale è fondamentale saper anche pre­ vedere ( almeno in parte !) il futuro : pur vivendo nell'epoca delle pubblicazioni elettroniche, ad esempio, il problema dell'accresci­ mento del materiale librario è sempre attuale e richiede nel tempo l'adeguamento dei depositi librari o comunque della disposizione dei libri sugli scaffali ad accesso diretto da parte del pubblico per i quali è sempre bene tener presente la possibilità di nuove accessio­ ni senza dover essere costretti a spostare grandi quantità di volumi. S pesso i depositi librari vengono dotati di armadi " compatti " che hanno il vantaggio di poter contenere un maggior numero di libri 67

in uno spazio più ridotto. Come è ovvio, in generale, la scelta degli arredi è un altro elemento da tenere in debito conto, così come è bene garantire standard ambientali tali che i documenti conserva­ ti non possano subire danni a causa di batteri, muffe o insetti. Di grande importanza è anche la disposizione delle sale. N atural­ mente le dimensioni complessive della biblioteca influenzano que­ ste scelte. Le grandi strutture, in linea di massima, hanno sale di lettura suddivise in base alla tipologia del materiale a cui sono destinate. In questo caso sarebbe bene in fase progettuale tenere sempre presente la necessità di un 'opportuna segnaletica che favo­ risca l' orientamento degli utenti, a maggior ragione se la bibliote­ ca è disposta su più piani. Vi può essere una sala di consultazione che mette a disposizione il materiale utile per ricerche e approfon­ dimenti , una sala destinata ai periodici , una al materiale mano­ scritto e raro, un 'altra al materiale audiovisivo e così via. Oltre all'opportunità di dedicare zone specifiche e possibilmente isolate alla riproduzione del materiale, è bene anche pensare a spazi ricreativi per gli utenti che possono essere rappresentati da servizi di ristoro, librerie o aree in cui sia possibile una maggiore socializzazione, trasgredendo, ad esempio, la tradizionale regola del silenzio. Naturalmente la tipologia della biblioteca condiziona la possibili­ tà di una reale strutturazione dei servizi secondo queste modalità. Una biblioteca universitaria di dipartimento, ad esempio, si trova all'interno di una struttura che dovrebbe già garantire all'utenza spazi ricreativi e probabilmente dovrà accontentarsi di una sola sala di lettura in cui organizzare tutto il materiale: anche in questo caso sarà però opportuno suddividere il locale in modo che il materiale di consultazione sia collocato su scaffali adiacenti, che i periodici siano disposti in specifici espositori o comunque in una zona facil­ mente identificabile della sala. Particolare cura dovrebbe essere, in ogni caso , destinata all' acco­ glienza dell'utente, che nell'atrio della biblioteca dovrebbe poter trovare materiale illustrativo che dia le informazioni necessarie per orientarsi tra i servizi, dall'orario di apertura alle modalità di pre­ stito o di riproduzione dei documenti, così come stabilito dal rego68

lamento . Dépliant specifici potranno descrivere fondi particolari, così come sarebbe opportuno con se n ti re la consultazione, se di­ sponibile, di una guida alle altre biblioteche della città: infatti per un utente è importante anche la scelta della biblioteca in cui recar­ si e non sempre questo è un fatto scontato, per cui può essere importante saperlo indirizzare verso quelle strutture che possono eventualmente rispondere meglio alle sue esigenze. In ogni caso sarebbe molto opportuno tenere sempre presenti, come sottolinea Serrai (1997, pp. 122-3) i cinque possibili livelli di accessi­ bilità ai servizi bibliotecari che, testimoniando la complessità del­ l'interazione fra utenti e documenti, costituiscono anche una sorta di condizioni preliminari per la realizzazione di un buon progetto: 1. a ccess i b i l ità a l ive l l o soci a l e - d i p e n d e d a l l a società istitu i re l e b i b l iote c h e

q u a l i l u o g h i i n c u i si s o d d isfa n o i b is o g n i i nfo rma z i o n a l i ;

2. a ccess i b i l ità a l ive l l o istituz i on a l e - d evo n o es iste re l e b i b l i ote c h e q u a l i isti ­ tuzio n i i n ca ri cate d i s o d d isfa re i b is o g n i i nfo rmaz i o n a l i;

3. a ccessi b i l ità a l ive l l o fis i co - non b a sta l ' e s iste nza d e l l e b i b l i ote c h e , l ' i n d ivi ­ d u o d eve pote r ave re a ccesso a l l e b i b l i ote c h e ;

4. a ccessi b i l ità a l ive l l o psico l ogico - l ' i n d ivid u o deve s a p e r rico nosce re i p ro p ri b isog n i i nfo rmaziona l i , ed esse re a i utato a vo l e rl i sodd isfare e a pote rli sodd isfa re;

5. a ccess i b i l ità a l ive l l o i nte l l ettu a l e - l ' i n d ivi d u o d eve ess e re i n g ra d o o ve n i r m esso i n g ra d o d i a cce d e re a i d o c u m e nti d i s u o i nte resse.

5 .3. La lettu ra in sede

Se possibile, sarebbe sempre opportu­ no mettere l'utente nelle condizioni logistiche migliori per leggere o studiare . È evi de n te che una biblioteca di pubblica lettura, una biblioteca pubblica statale o universitaria devono cercare di offrire il maggior numero di servizi in un 'ampia fascia oraria e che c'è bisogno in questi casi di personale e di personale qualificato, anche se non è raro il caso delle cosiddette one person libraries, strutture affidate a un solo addetto che deve svolgere tutte le mansioni. Ogni utente che entra in biblioteca, ancor prima di effettuare qual­ siasi tipo di ricerca, cerca info rmazioni su come essa " funzioni " : vuole conoscerne l'orario di apertura, le modalità di prestito o di 6g

fotocopiatura. In linea di massima, tutte le biblioteche si dotano per questo di un regolamento, che può avere finalità diverse, defi­ nendo anche gli aspetti di gestione amministrativa della struttura, e che generalmen te dovrebbe poter rispondere alle prime doman­ de basilari dell' utenza. Per accedere ad alcune biblioteche è necessaria una registrazione a fronte della quale viene fornita una tessera di riconoscimento personale che è poi utilizzabile anche per poter usufruire di altri servtzt . Questa tessera può anche servire per azionare eventuali tornelli all'ingresso o perché venga automaticamente controllato l'accesso dell'utente in biblioteca. Una volta entrato, l'utente inizia a effettuare le sue ricerche utiliz­ zando i cataloghi o, sempre più di frequente, cercando le postazio­ ni informatiche destinate a questo scopo. In alcune biblioteche il catalogo cartaceo convive con quello elettronico perché non è stato possibile riversare in quest'ultimo tutte le informazioni preesisten­ ti all'introduzione dell'automazione in quella biblioteca: in questo caso è bene che si spieghino in maniera adeguata le modalità di uti­ lizzo dei diversi cataloghi. Effettuata la ricerca sul catalogo , l'utente può così sapere se il documento che cercava è disponibile in biblioteca e rivolgersi all'addetto, in genere trascrivendo su appositi moduli quell'e le­ mento della scheda catalografica o del record bibliografico deno­ minato " segna tura" che indica la collocazione fisica del materiale: grazie a questo elemento che, in linea di massima, è rappresentato da una sequenza alfanumerica che corrisponde alla collocazione fisica del documento, l'addetto può reperirlo o spiegare all'utente come farlo autonomamente. Come si è già detto, una biblioteca di pubblica lettura, se possibi­ le, cerca di disporre tutto il materiale a scaffale aperto favorendo­ ne così la cons ultazione diretta. In questi casi per la collocazione è abituale utilizzare la Classificazione decimale Dewey che consente di sistemare il materiale librario senza che vi sia un legame diretto con gli scaffali su cui viene collocato. Le biblioteche di grandi dimensioni, invece, devono far ricorso 70

nella maggioranza dei casi a depositi, dai quali inevitabilmente ci vuole più tempo per ottenere quanto necessita. Si dà anche il caso che una richiesta possa avere una risposta nega­ tiva: nel migliore dei casi il libro è già in presti to, nel peggiore può mancare perché è stato sottratto . La piaga dei furti, anche laddo­ ve vengano adottati sistemi an ti taccheggio*, è purtroppo endemi­ ca e per di più colpisce trasversalmente tutte le tipologie di biblio­ teca. Una volta ottenuto quanto richiesto, l'utente può consultarlo in sede, nella sala di lettura, oppure chiederlo in prestito per portarlo via. Ovviamente sempre maggiore è l'esigenza che la biblioteca sia dotata di postazioni per il pubblico connesse a Internet: richiesta non più eludibile dal momento che sia in biblioteche di pubblica lettura, sia in biblioteche universitarie o di ricerca la rete è diven­ tata, come si è detto, uno dei luoghi privilegiati in cui reperire informazioni. In alcuni casi la richiesta è, però, avanzata per utilizzare la propria casella di posta elettronica che molti atenei o fornitori di accessi a Internet mettono a disposizione gratuitamente. Anche in questo caso la biblioteca può dotarsi di regole apposite che possono dipendere da molti fattori, primo fra tutti il numero di postazioni complessive a disposizione dell'utenza. Il rischio che la biblioteca si trasformi in un Internet café esiste, ma è anche vero che la dif­ fusione della posta elettronica non solo come strumento di comu­ nicazione interpersonale ma anche come modo, ad esempio, di contattare docenti o entrare in possesso di materiali didattici è sempre più diffuso. È difficile suggerire in merito comportamenti validi per tutti, ma è sempre bene regolarsi sulla base di norme chiaramente espresse, valide per ogni utente. 5.3.1. La sa la periodici Può darsi che l'utente abbia bisogno per le sue ricerche di consultare dei periodici, vale a dire quelle pubbli­ cazioni seriali*, in linea di massima contraddistinte da una nota­ zione numerica e cronologica, che vengono e di te a determinate cadenze (settimanale, mensile, bimestrale ecc.) e che rappresenta­ na una specifica tipologia di trasmissione dell'informazione: sicu71

ramente il periodico è lo strumento privilegiato per far conoscere alla comunità scientifica i risultati di una ricerca. La gestione dei periodici presenta peculiarità dovute proprio alla spe­ cificità del materiale sia per quel che riguarda la gestione ammini­ strativa sia per quel che concerne la descrizione bibliografica: non a caso molte biblioteche predispongono sale specializzate in cui si mette a disposizione solo questo tipo particolare di pubblicazione o destinano spazi specifici arredati con appositi espositori che consen­ tono di rendere immediatamente consultabile almeno l'annata in corso delle singole riviste. Inoltre vengono spesso predisposti catalo­ ghi alfabetici apposi ti per descrivere solo il materiale periodico posse­ duto . Il bibliotecario che si occupa della gestione delle riviste deve seguire con particolare cura l'andamento dell'arrivo dei fascicoli, ope­ rare i dovuti solleciti in caso di ritardo di consegna e preoccuparsi della rilegatura dei volumi una volta completata la raccolta dell'anno. La registrazione dell'arrivo dei singoli fascicoli viene effettuata sui cosiddetti schedoni amministrativi, ma se la biblioteca è dotata di un software specifico è possibile automatizzare anche questa procedura, a volte complicata dal fatto che le riviste sono spesso soggette a cambi di titolo e a una periodici tà variabilissima che può non rispettare quella programmata. Sono pubblicazioni seriali anche le collane, in cui un editore rag­ gruppa sotto un 'unica veste tipografica, spesso con una numera­ zione progressiva, opere autonome ma affini o per gli argomenti trattati o per la tipologia della pubblicazione. Problematiche similari sono presenti anche per le opere " in conti­ nuazione " , che possono essere pubblicate in un arco di anni anche molto ampio ma che, contrariamente ai periodici, sono edite sulla base di un piano dell'opera che prevede un numero definito di volumi (come può essere il caso di enciclopedie o dizionari) . Pure per le collane e le opere in continuazione è opportuno dotarsi di schedoni amministrativi a uso interno che consentano il controllo dello stato dell'opera. Anche per la catalogazione dei periodici si fa riferimento alle RICA per la scelta e la forma dell'intestazione, mentre per la descrizione si utilizza lo specifico standard ISB D (s) . 72

5.3.2. La sa la di consu ltazion e Un a volta effettuata la ricerca nel catalogo e appurato se la biblioteca possiede quanto può essere utile alla sua ricerca, si può dare il caso che il potenziale utente abbia biso­ gno di consultare annuari, bibliografie, enciclopedie, repertori bio­ grafici, dizionari, cataloghi a stampa di altre biblioteche, per appro­ fondire alcuni temi o per reperire maggiori informazioni su un determinato aspetto del suo studio. L'organizzazione di una buona sala di consultazione o di uno specifico settore destinato a questo tipo di materiale è un altro compito molto delicato . È chiaro che, anche in questo caso, la tipologia della biblioteca influenza molto la scelta dei testi da mettere a disposizione dell' utenza. Un a biblioteca specializzata avrà in qualche modo maggior facilità a disporre di una gamma abbastanza soddisfacente di questi repertori, mentre una biblioteca di pubblica lettura dovrà per forza effettuare scelte od orientarsi su strumenti più accessibili sia da un punto di vista dei costi sia dal punto di vista del reale utilizzo da parte di un'utenza necessariamente più variegata. Anche in questo caso le competenze richieste al bibliotecario sono tutt'altro che banali : da un lato ci vuole una conoscenza delle disci­ pline di interesse, dall'altro la capacità di saper utilizzare gli stru­ menti a disposizione. Internet poi ha ulteriormente enfatizzato le potenzialità, ma anche le criticità di questo servizio . 5 .4. I l p restito N o n vi è dubbio che tra i servizi di una biblio­

teca, soprattutto se universitaria o di pubblica lettura, il prestito ha una funzione di particolare rilievo. Mentre gli aspetti di conserva­ zione e di ricerca avanzata caratterizzano le biblioteche che stori­ camente hanno il com p i to di tutelare il patrimonio documentario nazionale, è proprio grazie al prestito che una vasta categoria di utenti identifica la biblioteca pubblica come il luogo che consente un arricchimento del proprio orizzonte di studio o culturale. Necessariamente regolamentato a seconda dei diversi contes ti in cui la biblioteca opera (è bene ricordare che un regolamento, l ungi dall'avere scopi vessatori, dovrebbe proprio garantire l'uguaglianza di tutti gli utenti nei confronti dei servizi della biblioteca o rende­ re noto a tutti i particolari casi in cui possono essere ammesse ecce73

zio n i alla regola) , il presti to valorizza la funzione di trasmissione culturale del sapere in tutte le sue diverse forme, trasmissione di cui la biblioteca si fa carico a beneficio della collettività o di quel­ la porzione di universo sociale di cui è al servizio. Naturalmente vi sono alcuni materiali che sono rigidamente esclu­ si dal prestito e di cui è consentita solo la lettura in sede: si può trat­ tare, ad esempio, di manoscritti o di edizioni pregiate, ma anche di fascicoli di periodici o, in generale, di tutto ciò che, nell'interesse generale, è opportuno tutelare da un possibile deperimento . Tutte le biblioteche chiedono comunque al lettore garanzie pro­ prio per salvaguardare un bene che, in ogni caso, deve essere con­ siderato a disposizione di tutti gli utenti potenziali: per questa ragione il prestito, in linea di massima, ha una durata limitata, sta­ bilita anche sulla base di quante copie la biblioteca possiede di quel determinato libro o sulla frequenza con la quale viene richiesto . Una volta ammesso al prestito, per paterne usufruire l'utente deve compilare un modulo in cui devono essere trascritti i dati essenziali del volume, la collocazione, il proprio nome e cognome, il nume­ ro dell'eventuale tessera che la biblioteca gli ha fornito, la data in cui il prestito ha inizio e in cui ha termine: ogni biblioteca può gestire in maniera diversa questo tipo di registrazione che è, però, fondamentale per essere sicuri che l'utente riconsegni quanto ha preso rispettando i tempi prestabiliti e per paterne eventualmente sollecitare la restituzione. In molti casi la gestione del prestito è automatizzata: questo sem­ plifica tutte le procedure di controllo da parte del bibliotecario e vi sono anche software che consentono all'utente di svolgere quest'o­ perazione in maniera totalmente autonoma. s.s. Il recu p e ro di docu m enti n o n d i spon i b i l i in sed e È evidente che una biblioteca non può possedere o rendere accessi­ bile " tutto " . Per questo le biblioteche, anche prima che si diffon­ desse Internet, avevano creato tra loro una rete di rapporti tale da garantire l'attivazione del prestito interbibliotecario e dello scam­ bio dei documenti. Spesso per definire queste attività si utilizzano i termini inglesi di

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lnter-Library Loan ( I LL ) e Document Delivery (nn*), volendo intendere con il primo lo scambio di documenti tra le biblioteche e con il secondo il reperimento di articoli di periodici spesso anche grazie all'ausilio di servizi commerciali. Anche in questo caso le biblioteche devono fare i conti con le loro forze, e le modalità di svolgimento di questi servizi possono variare da caso a caso. Molto spesso si tratta di un'attività che le biblioteche svolgono gratuitamente in regime di reciprocità, vale a dire avendo la garanzia che non solo il dare a una biblioteca ma anche il riceve­ re da quella stessa biblioteca non sia gravato da costi. A volte, inve­ ce, si tratta di un servizio soggetto a una tariffa, che viene addebita­ ta all'utente che ne usufruisce. Va detto che nelle biblioteche scientifiche (e in particolare in quel­ le biomediche) , le transazioni di scambio di documenti sono di gran lunga il servizio principale richiesto dall'utenza. Di certo, il diffondersi della posta elettronica ha semplificato sia le procedure per richiedere alla biblioteca quanto serve sia la fornitu­ ra dei documenti. Anche se molti e di tori pongono forti limi razio­ ni all'utilizzazione diretta ai fini del D D delle raccolte che mettono a disposizione in formato digitale, è pur vero che la possibilità di scansionare il materiale e trasformare in immagini il documento cartaceo è sempre più facile ed economico : a questo punto l'invio per posta elettronica consegna all'utente nella sua casella postale, ad esempio, l'articolo a testo integrale senza alcun bisogno che si sposti dalla sua scrivania. Qualora nessuna delle biblioteche con le quali si è in contatto pos­ sieda quanto richiesto dall'utente, può essere necessario ricorrere ai servizi commerciali di fornitura di documenti a pagamento ( uno dei più importanti è il British Library Document S upply Center) . Questi servizi hanno costi differenti anche a seconda delle modali­ tà di spedizione che si richiedono . 5 .6 . la ri p rod uzione d e i docu m e nti La possibilità di ottene­ re copie del materiale presente in biblioteca è un altro dei servizi molto apprezzati dall'utenza. I n linea di massima, quelli di fotoco­ piatura o di microfilmatura sono a pagamento.

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È ovvio che per riprodurre i documenti bisogna rispettare le leggi vigenti e le normative interne delle singole biblioteche. Natural­ mente anche la biblioteca può trarre vantaggio dall'opportunità di produrre delle copie: materiale facilmente deperibile o in cattive condizioni può essere microfilmato, fotocopiato e oggi sempre più spesso digitalizzato per favorirne la conservazione e anche l'uso da parte del pubblico . La normativa in materia attualmente in vigore in Italia è la legge 22 aprile 1941, n. 633, Protezione del diritto d'autore e di altri dirit­ ti connessi al suo esercizio, modificata dalla legge 18 agosto 2000, n . 248, Nuove norme di tutela del diritto di autore. Sebbene l'obietti­ vo dell'ultimo intervento legislativo sia quello di porre un freno al danno arrecato ad autori ed editori dalla produzione di copie pira­ ta di interi volumi, anche le biblioteche, per le quali valeva prece­ dentemente il cosiddetto uso personale della copia, hanno subito notevoli restrizioni. Oggi lo sviluppo dell'editoria elettronica pone problemi nuovi e rende certamente più difficile controllare l'utilizzo e la distribuzio­ ne delle copie di un articolo o anche di un libro . N o n a caso nel mondo bibliotecario c'è anche chi vorrebbe che l'intera normativa sul copyright venisse totalmente rivista proprio perché non più adeguata. Negli ultimi tempi molte biblioteche hanno deciso di intrapren­ dere attività di digitalizzazione, per salvaguardare singoli testi o interi fondi di particolare rilievo : una delle problematiche maggio­ ri legate a questo tipo di conservazione è la rapidità con la quale cambiano i supporti informatici e, quindi, la possibilità di essere costretti a effettuare periodiche " migrazioni" dei contenuti digita­ lizzati per consentirne la fruizione con nuovi strumenti. 5.7. L' ute nza e le sue n u ove n ecess ità Sempre più spesso capita che gli utenti chiedano un determinato documento, soprat­ tutto se si tratta di un articolo , direttamente in formato digitale: questo dipende anche dalla diffusione di formati che riproducono fedelmente l'originale cartaceo, facilmente leggibili grazie a soft­ ware distribuiti gratuitamente tramite la rete.

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Allo stesso modo molti utenti si presentano in biblioteca richie­ dendo di poter scaricare su floppy disk o co riscrivibili il risultato delle loro ricerche in Internet o degli articoli in formato digitale di loro interesse: ciò richiede che, fatto salvo il doveroso rispetto della legge e degli accordi intercorsi nei contratti stipulati con gli edito­ ri, la struttura sia opportunamente attrezzata per consentirlo . D'altra parte è ormai abbastanza scontato che se si effettua una ricer­ ca in una banca dati disponibile in rete, è probabile che non si voglia ricopiarne a mano i risultati né che si richieda di stamparli, ma si desideri trasformarli in un file su cui poter intervenire successiva­ mente. E non è neanche detto che questo file debba essere per forza scaricato su un qualsiasi supporto; si potrebbe anche richiedere di spedirlo allegandolo a un messaggio inviato alla propria casella postale (ecco un altro possibile utilizzo della posta elettronica) . Si può discutere se la biblioteca debba soddisfare questo tipo di richieste, ma è un fatto che gli utenti le avanzino con sempre mag­ giore frequenza. Come si può capire, questo pone non pochi pro­ blemi pratici a molte biblioteche, che dovrebbero tra l'altro essere in grado di rinnovare di frequente le loro attrezzature informatiche. Ma un'altra inevitabile conseguenza, considerando anche che molti utenti si presentano in biblioteca portando i loro PC perso­ nali, è che soddisfare queste necessità richiede un adeguamento degli spazi e può costringere anche a ripensare l'organizzazione delle sale di lettura. 5.8. @ I l a tua b i b l ioteca

Quanti amano la lettura conoscono il piacere di comprare libri per arricchire la propria biblioteca pri­ vata: anche negli acquisti più disparati c'è una qualche logica e pre­ vale l'idea di costituire un fondo librario (magari piccolo) , ma a misura dei propri gusti. Un a biblioteca dovrebbe saper sviluppare la capacità di poter esse­ re vista da ogni utente come la " propria" biblioteca, riuscendo quindi a soddisfarne le esigenze di conoscenza, di studio e di let­ tura senza privarlo del piacere della scoperta inattesa o dell'idea­ zione di percorsi individuali di ricerca. Ma proprio questa opportunità dovrebbe sviluppare nell' utente il 77

desiderio di considerare così " sua" la biblioteca da sentire il biso­ gno di essere parte attiva anche nella sua difesa, se magari si profi­ lano possibili tagli di bilancio e riduzione dei servizi, e nella sua promozione sia presso gli altri cittadini sia in tutte le possibili occa­ sioni pubbliche in cui possa capitare di dover dare per scontato che la biblioteca è necessaria. Lo slogan " @Ila tua biblioteca" sottintende pertanto anche la con­ vinzione, senz'altro non così comune in Italia, che la biblioteca debba essere un luogo di aggregazione sociale, indispensabile per la crescita culturale della collettività che la frequenta o che potrebbe frequentarla. N o n a caso è stata l'ALA (American Library Association) che ha sen­ tito il bisogno di lanciare questa campagna al fine di promuovere, da un lato, quella che suole definirsi la "fidelizzazione" dell'utenza, dal­ l' altro di sollecitare una maggiore attenzione da parte del mondo politico e dei media nei confronti dei problemi delle biblioteche. Nel 2001 questa campagna è stata fatta propria dall'I F LA, la Fede­ razione delle associazioni bibliotecarie di tutto il mondo, e dal­ l'Associazione italiana biblioteche. Avere advocates delle biblioteche, vale a dire dei " difensori civici " , è importante (Glass Schuman, 2002, pp. 28-9) : gli

advocates d e l l e

b i b l i ote c h e so n o p e rs o n e d i s p oste a p a rl a re - e a com batte ­

re - p e r l e l o ro b i b l i ote c h e . G l i

advocates

d e l l e b i b l i ote c h e so n o b i b l i oteca ri,

l avo rato ri d e l l e b i b l i ote c h e e soste n ito ri d e l l e b i b l i ote c h e , i q u a l i sa n n o che le b i b l i ote c h e sono a p p rezzate m a a n c h e d ate per sco ntate .

Creare una coscienza diffusa e una cultura della advocacy non è facile nel contesto italiano: rispetto ai paesi di cultura anglosasso­ ne è sicuramente diverso l'approccio con i media e con la politica, ma soprattutto differenti sono le abitudini d'uso, senz' altro è più debole quel tessuto connettivo sociale capace di far sì che la biblio­ teca sia davvero un punto di riferimento . Nel magmatico mondo dell'informazione, il bibliotecario può detenere oggi l'enorme potere di tracciare percorsi cognitivi consa­ pevoli, capaci di orientare i suoi utenti. Deve essere giustamente 78

valutato per questa sua specifica competenza, ma deve anche saper­ la usare al servizio di una collettività conscia dei suoi diritti e desi­ derosa di onorare i suoi doveri. Pe r ri ass u m e re . . . Una biblioteca deve essere u n luogo piacevole e ben strutturato per accogliere la sua utenza. Per questo una corretta disposizione degli spazi serve a migliorare il rapporto con il pubblico dei lettori e a favori­ re la sua permanenza. • È auspicabile che una biblioteca nasca e sia strutturata sulla base di uno specifico progetto che tenga presente sia le condizioni ambien­ tali generali sia quelle logistiche particolari in cui la biblioteca si trove­ rà a operare. • La lettura in sede può essere organizzata diversamente a seconda della tipologia e della grandezza della biblioteca. Una biblioteca di pub­ blica lettura cercherà di disporre tutto il materiale ua scaffale aperto", per consentirne un uso diretto da parte dei lettori. Biblioteche con gran­ di patrimoni dovranno necessariamente avere dei magazzini librari e, quindi, stabilire regole per la richiesta dei volumi in lettura. • La diffusione di basi di dati su co-RO M o ov o, di strumenti multi­ mediali e oggi di Internet richiede l'attivazione di specifiche postazioni per questo tipo di consultazione, comportando nuove problematiche sia per quel che concerne le connessioni in rete sia per quel che riguarda la regolamentazione del servizio. • Il prestito è da sempre uno dei servizi più utilizzati nelle bibliote­ che universitarie e in quelle di pubblica lettura. In linea di massima ogni biblioteca si dota di un regolamento che stabilisce le modalità del prestito (ad esempio, determinate tipologie di materiale possono esser­ ne escluse). • Le biblioteche si adoperano in favore degli utenti anche cercando di reperire il materiale non direttamente posseduto. Questi servizi si indi­ cano con i termini inglesi di lnter-Library Loan ( I LL) e Document Delivery ( o o ) , intendendo con il primo lo scambio di documenti tra le bibliote­ che e con il secondo il reperimento di articoli di periodici spesso anche grazie all'ausilio di servizi commerciali. •

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La riproduzione dei documenti è regolata da una specifica norma­ tiva. Si tratta di un servizio che spesso è sottoposto a tariffazione e in alcuni casi appaltato a ditte esterne. La diffusione della tecnologia favo­ risce la richiesta da parte dell'utenza che, oltre alla possibilità di otte­ nere fotocopie, ha anche l'opportunità di scaricare file su FD o su altro supporto: ovviamente anche questa operazione deve effettuarsi nel rispetto della normativa vigente. • L'ALA (America n Library Association) ha lanciato la campagna @Ila tua biblioteca, a cui hanno successivamente aderito anche la Federazio­ ne internazionale delle associazioni bibliotecarie e l'Associazione italia­ na biblioteche al fine di promuovere la "fidelizzazione" dell'utenza e di sollecitare una maggiore attenzione da parte del mondo politico e dei media nei confronti dei problemi delle biblioteche. •

Bo

6 . La b i b l i oteca n e l l a rete 6.1.

Bibl ioteche in rete Abbiamo già sufficientemente sottoli­

neato come la diffusione della rete sia stata subito uno straordinario banco di prova per le biblioteche. E se inizialmente Internet ha rap­ presentato una strada attraverso cui rendere più facilmente consulta­ bile il catalogo, a poco a poco ha assunto il ruolo fondame n tale di diventare il mezzo per consentire alle biblioteche di dialogare tra di loro e con i loro utenti. Tanto da far sì che, dopo le iniziali titubanze sulla reale consistenza delle biblioteche virtuali, il fatto che una biblio­ teca possa essere raggiungibile tramite la rete è quasi diventato per determinate categorie di utenti sinonimo della sua stessa esistenza. La presenza in rete si può concretizzare in maniere diverse: dall'avere una semplice pagina informativa all'interno del sito Web del proprio ente di appartenenza al gestire diverse pagine che descrivono i servizi fondamentali, fino a mettere a disposizione l'oPAC o a creare un sito che si pone obiettivi informativi più ampi, magari creando dei VRD* (Virtual Refe re n ce Desk) specializzati nella disciplina di afferenza. In ogni caso oggi ( Ridi, Metitieri, 2003, pp. 408-9) l a te n d e nza più ri l eva nte è q u e l l a del p ro g ressivo passa g g i o d a "siti vetri n a " ai " s iti d i se rvizi o", d ove l' ute nte può non solo i nfo rm a rs i s u l l e o p p o rtu n ità offe r­ te a chi s i re c h e rà fis i ca m e nte in b i b l i ote ca, m a a n c h e u s u fru i re d i retta m e nte d i a l c u n i se rvizi a d ista nza, co m e l a co n s u ltazi o n e d i b a n c h e d ati e p e riod ici e l et­ tro n ici a ccess i b i l i s o l o a g l i ute nti " i nte rn i " , l a p re n ota z i o n e e il ri n n ovo d e l p re ­ stito, l a ri c h i esta d i ri p rod u z i o n i da riti ra re s u ccess iva m e nte i n b i b l i oteca, l a poss i b i l ità d i effett u a re p ro p oste d i a cq u isto p e r i n c re m e nta re i l patri m o n i o d e l l a b i b l i ote ca e d i ri ceve re l a co n s u l e n za d e i b i b l i oteca ri n e l l a ri ce rca d e l l e i nfo rm a zi o n i b i b l i o g rafi c h e o fatt u a l i d es i d e rate.

Attualmente risultano disponibili in rete più di 6oo OPAC italiani (corrispondenti a un numero maggiore di biblioteche visto che in alcuni casi si tratta di cataloghi collettivi) censiti nel repertorio OPA C italiani (http :/ /www . aib.it/aib/lis/opacLhtm) disponibile in AIB-WEB . 81

I due principali OPAC collettivi italiani sono l'Indice del Servizio bibliotecario nazionale (http:/ /opac.sbn.it) , che consente di localizza­ re circa sei milioni di volumi, tra libri moderni, libri antichi e testate di periodici, e l'Archivio collettivo nazionale dei periodici (ACN P) , la cui versione in linea ha assunto il nome di Catalogo italiano dei perio­ dici (http:/ lacnp.cib. uni bo .i t/ cgi-ser/ start/it/ cnr/fp.html) . Un repertorio dedicato ai siti Web delle biblioteche italiane sud­ diviso per regione, indipendentemente dal fatto che metta a di­ sposizione la consultazione del proprio O PAC, è disponibile nel sito del Politecnico di Torino (http://www . biblio . polito .it/it/ docu­ mentazione/biblioit.html) . Esistono anche repertori specializzati relativi a singole tipologie di biblioteche cons ultabili in AIB - WEB a partire dalla pagina: http: / /www. aib.it/ aib/lis/lpitoh. htm.

(§)

I l Cata logo ita liano dei periodici (ACN P) Come si può ben capire l'efficacia dello scambio di documenti è legata anche alla possibilità di conoscere quali biblioteche possieda­ no un determinato periodico. Per questo molti anni fa l'Istituto di studi sulla ricerca e la documentazione scientifica del C N R diede vita al progetto denominato Archivio collettivo nazionale dei periodici (AC N P ) , che, a fronte di un'adesione volontaria delle biblioteche, pre­ vedeva la creazione di un catalogo collettivo che potesse fornire informazioni precise sulla localizzazione dei periodici nelle bibliote­ che italiane. Attraverso Internet AC N P , la cui versione in linea ha assunto il nome di Catalogo italiano dei periodici, è consultabile gratuita­ mente in rete, grazie anche al fatto che il C I B (Centro inter-biblio­ tecario d'ateneo) dell'Università di Bologna si è assunto l'onere di gestirlo. Attualmente il Catalogo consente di localizzare 120.000 periodici, sia cartacei sia elettronici per tutti i settori disciplinari, relativi a 2. 400 biblioteche. Fonte: http : //www. u n i bo. it/Po rta le/Bi b l i otech e + e + m usei/Bi b l i otec h e/servizici b . htm.

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6.2. C rea re u n p ro p rio sito

Possono essere molte le ragioni per le quali una biblioteca decide di avere un proprio sito, ma la condizione necessaria è quella di poter disporre di uno spazio Web e di chi materialmente si preoccupi di redigere le pagine da mette­ re in linea. La scelta di creare un proprio sito è impegnativa sotto molti punti di vista e va concretamente commisurata con le risorse umane di cui dispone la biblioteca. Anche perché la presenza in rete, come abbiamo visto, comporta ormai, tra l'altro, l'ideazione di servizi aggiuntivi e innovativi per l' utenza. La possibilità di essere rag­ giungibili 24 ore su 24 e, per di più, da ogni parte della terra, deve far valutare attentamente quanto mettiamo a disposizione di un potenziale navigatore della rete. Negli ultimi anni abbiamo assistito allo sviluppo di vere e proprie professionalità legate alla costruzione di siti Web ed è ovvio che anche i siti delle biblioteche debbano fare i conti con le problema­ tiche legate a quello che è stato definito " lo stile del Web " (Carli­ ni, 1999) . Peraltro la legge 9 gennaio 2004, n. 4, Disposizioni per favorire l'ac­ cesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, ha stabilito per i si ti di tutte le pubbliche amministrazioni italiane e degli enti pubblici economici, delle aziende private concessionarie di servizi pubblici, delle aziende municipalizzate regionali, degli enti di assistenza e di riabilitazione pubblici, delle aziende di trasporto e di telecomunica­ zione a prevalente partecipazione di capitale pubblico e delle aziende appaltatrici di servizi informatici regole precise perché sia garantita l'accessibilità, vale a dire la possibilità di navigazione anche per i di­ sabili, oltre a sancire l'obbligo per i datori di lavoro pubblici e priva­ ti di mettere a disposizione dei di pende n ti disabili la strumen tazione necessaria perché possano svolgere le loro specifiche mansioni (Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali, 2004, p. 34) . Il principio dell'accessibilità è anche sostenuto nelle Linee guida pub­ blicate dal Web Accessibility lnitiative (wAI) che opera nell'ambito del World Wide Web Consortium (w3c: http://www. wJc.org/) . S ia ben chiaro che queste regole non vietano né penalizzano, ad esempio, l'utilizzo della grafica a favore di una scelta unicamente

testuale, ma semplicemente suggeriscono opportune soluzioni per rendere visitabili a tutti le pagine Web pubblicate, anche se in ogni caso è consigliabile che nella costruzione del sito di una biblioteca non ci si preoccupi tanto che sia accattivante dal punto di vista della forma, quanto da quello dei contenuti, per la capacità di sod­ disfare realmente le necessità dell'utenza. Altro requisito di estrema importanza per un sito Web di qualità è quello dell'usabilità, definita, sulla base della norma ISO 9241-11 , come « i l grado in cui u n prodotto può essere usato da specifici utenti per raggiungere specifici obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso» (Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali, 2004, p. 34) . In questo contesto va rilevata, sempre perché strettamente legata alle problematiche connesse alla comunicazione in Internet, l'enorme portata dell'utilizzo della posta elettronica. Come si è già accennato, in molte biblioteche, soprattutto universitarie e di ricerca, questo strumento è diventato indispensabile per il lavoro nella maggioranza delle transazioni informative che avvengono sia all'interno della strut­ tura sia nella gestione dei rapporti con l'esterno. A ciò si aggiunga il diffondersi delle " liste di discussione " (quella dei bibliotecari italiani si chiama AI B-CUR* ) , che pure hanno alimentato il traffico della corrispondenza elettronica: una pagina informativa della nostra biblioteca su Web difficilmente potrà mancare dell'indi­ cazione dell'indirizzo di posta elettronica della biblioteca (se ne esiste uno specifico) e del personale in servizio. Avere un proprio sito richiede pertanto: • uno spazio su un server connesso alla rete (sia esso dell'ente di appartenenza sia esso ospitato presso un fornitore di accessi a Internet privato) ; • un'ideazione grafica capace di farci immediatamente " ricono­ scere " , con l'avvertenza che questa impostazione deve il più possi­ bile evitare inutili orpelli; • uno studio molto attento dei contenuti delle pagine; • una pari attenzione all'accessibilità e all'usabilità delle pagine, unite a una loro strutturazione che sia rigorosa e omogenea; • una versione in inglese almeno delle pagine principali. 84

Per sommi capi si può suggerire che siano messi a disposizione del­ l'utente : • informazioni generali relative alla storia, alla sede, agli o rari di apertura, allo staff e a eventuali attività come pubblicazioni o iniziative; • una descrizione del patrimonio librario, specie qualora si pos­ siedano collezioni particolari; • l'accesso all' OPAC della biblioteca; • l'accesso ad altri cataloghi o repertori disponibili in rete di spe­ cifico interesse dell'utenza; • quei link che possono essere ritenuti utili, avendo però ben pre­ sente che pagine di questo tipo richiedono un'attenta manutenzio­ ne, soprattutto se si punta a siti che non abbiano una loro stabilità in rete. Questi link potrebbero, ad esempio, essere relativi a: repertori generali di biblioteche; repertori di biblioteche del settore; istituzioni pubbliche o private del settore; organizzazioni del settore; altri Web di interesse specifico; banche dati del settore; VRD del settore; motori di ricerca; • un elenco dei servizi (fornitura di informazioni anche a distan­ za, modalità di prestito , di fotocopiatura e di riproduzione, even­ tuali materiali didattici a uso dell' utenza) ; • un settore dedicato alle news sia in relazione al sito sia all'atti­ vità della biblioteca con la possibilità anche di creare dei forum con gli utenti. Tenendo sempre presente, però, che «ciò che spicca come elemen­ to peculiare e distintivo di un Web bibliotecario rispetto a un Web tout-court consiste proprio nella proposizione, attraverso la rete, del catalogo, cioè di quel fondamentale strumento di percorrenza di una raccolta di libri» (Salarelli, 2005, p. 133) . Molti bibliotecari sono diventati esperti dei linguaggi di marcatura, come l'HTLM*, necessari per redigere pagine Web, proprio per poter gestire in proprio il sito della biblioteca. È anche questa una scelta di

campo da fare: è meglio dare il sito in gestione esterna a una ditta sulla base di un contratto o essere in grado di operare autonomamente ? L'esperienza dimostra che i si ti che vedono in tutto o in parte l'in­ tervento diretto di un bibliotecario sono quelli che hanno maggio­ ri possibilità di essere costantemente aggiornati. È anche vero che questo significa acquisire, al di là del proprio lavoro quotidiano, competenze nuove e assumersi oneri lavorativi maggiori, ma non a caso queste nuove conoscenze si muovono sul terreno di compe­ tenze del " bibliotecario digitale " , i cui compiti possono spaziare da coordinatore di rete documentaria a realizzatore di sistemi di ricer­ ca bibliografica, da gestore delle conoscenze a gestore dei linguag­ gi documen tar i, da responsabile delle collezioni e dei fondi digita­ li a esperto nelle tecniche di certificazione dei documenti digitali e di tutela del copyright, da restauratore di oggetti digitali a esperto in grado di risolvere anche gravi problemi di gestione software e hardware (Weston, 2002, pp. 165-6) . La creazione di un proprio sito Web da parte della biblioteca può anche essere l'occasione per rivedere la distribuzione dei carichi di lavoro e la gestione complessiva delle risorse umane, può e deve essere il momento in cui è necessario approfondire l'analisi dei bisogni dell'utenza, vista l'incidenza che le nuove tecnologie pos­ sono avere sui servizi della biblioteca. La decisione di avere un proprio sito dovrebbe, quindi, essere il frutto di una scelta che testimoni la volontà di riaffermare la spe­ cificità della biblioteca e dei compiti del bibliotecario anche in un contesto condizionato dalla presunta facilità d'uso delle risorse elettroniche e dall'idea che sia possibile recuperare tutte le infor­ mazioni necessarie utilizzando un moto re di ricerca. Abbiamo già detto che la prima scelta da compiere, in ogni caso, è se affidare all'esterno o gestire in proprio una parte o l'intero sito . Anche in questo caso l'aspetto progettuale è fondamentale ed è consigliabile avere effettuato preliminarmente un'analisi precisa dei propri bisogni. Se si decide di affidarsi a una ditta esterna è bene abbandonare subi­ to l'idea che si possa ottenere tutto quanto desideriamo in maniera automatica, senza ulteriori verifiche e controlli. Così come dipende86

rà dalle nostre specifiche esigenze definire la periodicità degli aggior­ namenti, elemento questo in ogni caso essenziale. La gestione in proprio di un sito comporta diverse attività, dalla manutenzione del server ( di proprietà della nostra struttura o dell'e n te di appartenenza) con la relativa assistenza tecnica, fino alla redazione materiale delle pagine Web e al loro aggiorna­ mento . A parte il rispetto delle norme di accessibilità, è ovvio che la gradevolezza o meno delle pagine sarà legata al nostro gusto , ma an che al grado di conoscenza dei linguaggi di marcaTAB ELLA 3 Integrazione delle n uove tecn ologie con i servizi della biblioteca •

Reference service

Accesso diretto o intermediazione Limitazioni sui servizi (e- m ail, e-commerce, chat) Limitazioni sui contenuti (filtri, dislocazione) Limitazioni sui tempi (prenotazioni, priorità ) Limitazioni sul downloading (virus, copyright) Limitazioni economiche (ta riffazione) Educazione dell'utenza Utenti rem oti

Por con dicio fra media e fra utenti •



Document delivery e prestito interbibliotecario Acquisizioni

Verifica dei dati Coordinam ento degli acquisti Teleordering Accesso elettronico



Catalogazione

Catal ogazione derivata e partecipata Catal ogazione retrospettiva Catal ogazione corrente



Marketing

Pu bblicizzarsi Pubblicare Distribuzione selettiva del l'inform azione



Aggiornamento professionale

Fonte: R. Ri d i , d is pense d id atti c h e (2004).

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tura. Lo stesso vale per la qualità dei contenuti e il livello di in te­ razione con l' utenza. Gestire in proprio il sito è inevitabilmente un aggravio di lavoro: l'i­ deale sarebbe poter aver un tecnico informatico di fiducia facilmen­ te contattabile per tutti quegli interventi che anche la pratica quoti­ diana ci suggerisce, avere competenze almeno di base per intervenire direttamente per correzioni o aggiornamenti laddove necessario, non basarsi sull'improvvisazione, ma avere bene in mente gli obiettivi di servizio che ci proponiamo, cercando di offrire non un'inutile vetri­ na di effetti speciali, bensì una guida sicura ai servizi. 6 .3. N o n tutti i We b sono u gua l i A parte la ricordata norma­

tiva che prevede la garanzia di accessibilità per i siti della pubblica amministrazione, è bene sottolineare che non tutti i Web sono uguali sia per ragioni di forma sia per i contenuti che si propon­ gono di diffondere. Il dibattito sulle risorse elettroniche, sulla loro catalogazione, sulla loro integrazione e presentazione all'utenza ha molto appassionato il mondo bibliotecario e non poteva essere diversamente. Il passaggio dalla biblioteca tradizionale a quella ibrida (modello che ovviamen­ te ha ancora una sua sicura longevità) , per arrivare eventualmente a una biblioteca solo digitale, pone senz' altro problemi di gestione non indifferente, a fronte, però, anche di una serie egualmente cor­ posa di riflessioni teoriche volte all'elaborazione di standard. La necessità di identificare una specificità delle biblioteche in rete nasce proprio dal desiderio, non diverso a dire il vero da quanto accade nel mondo reale, che un cittadino così come un navigatore della rete possa immediatamente cogliere, dietro una determinata quantità organizza­ ta di informazioni o di documenti, il lavoro di chi si preoccupa di ope­ rare una mediazione intelligente e facilmente intelligibile fra ciò che si desidera ottenere e ciò che è possibile effettivamente recuperare. Riprendendo la classificazione proposta da Maria Stella Rasetti ( 2ooo, pp. 8-20) si può suggerire questa possibile categorizzazione dei diversi tipi di siti Web di biblioteche oggi disponibili in rete: • sito-dépliant: una pagina o poco più con poche informazioni e al massimo la possibilità di inviare un messaggio di posta elettronica; 88

sito con poche informazioni generali e il solo accesso all' O PAC, con poche forme di in terazione; • siti che offrono in più anche informazioni sui servizi e le attività; • si ti che includono anche l'accesso alla riproduzione digitale di documenti appartenenti a fondi antichi e speciali; • siti che presentano una selezione di risorse disponibili sul Web su temi specifici, bibliografie ragionate e si tografie a tema; • siti con accessi a servizi in terattivi: prenotazioni e rinnovi di volumi per il prestito, proposte di acquisto, possibilità di inviare critiche e suggerimenti, reference on line; • si ti utilizzati anche dalla biblioteca stessa come strumento orga­ nizzativo che offre allo staff alcuni elementi di valutazione utili per la programmazione e la pianificazione delle attività, dati statistici, documentazione amministrativa, magari con alcune parti ad acces­ so limitato. Questo per quel che concerne i contenuti, ma anche la scelta di come gestire materialmente il proprio Web può marcare una forte differenza tra si to e si to. Seppure descrivendo l'esperienza legata alla gestione di AIB -WEB (http:/ /www. aib.it, il già citato sito dell'Associazione italiana biblio­ teche) e non quello di una determinata biblioteca, Claudio Gnoli ( 2002) ha ben evidenziato quelli che possono essere i tratti distinti­ vi di una specifica filosofia gestionale applicata al Web destinata non unicamente a bibliotecari, ma scritta da bibliotecari: nel troppo effi­ mero e impalpabile mondo di Internet, ancora una volta il compito dei bibliotecari alle prese con la necessità di utilizzare al meglio le potenzialità delle rete, per i fini di conservazione della memoria, di mediazione dell'informazione e di promozione della conoscenza, è quello di muoversi alla ricerca di standard anche per quel che con­ cerne la creazione e la manutenzione di pagine da pubblicare in rete, con l'obiettivo da un lato di garantire la possibilità di ricostruire la storia del sito e dall'altro di mettere l'utente sempre e comunque in grado di appropriarsi di contenuti di qualità. AIB -WEB , peraltro , ospita anche servizi per bibliotecari e utenti, tra i quali si possono segnalare la Documentazione di fonte pubblica in rete ( D F P : http:/ /www . aib . it/ aib/ commiss/ pubuff/ guida.h tm) ; •

Bg

SegnaWeb ( www . segnaweb.it) , un portale di risorse selezionate da bibliotecari di biblioteche di pubblica lettura, il repertorio Perio­ dici elettronici biomedici ( P E B : http:/ /www . aib .it/ aib/ commiss/ cnur/peb/peb.htm3) che raccoglie i link a migliaia di periodici elettronici disponibili in rete del settore biomedico e il MetaO PAC Azalai italiano (MAI : http:/ /www . aib.it/aibllis/opact .htm) , realiz­ zato così come SegnaWeb, in collaborazione con il CI LEA. Il MAI è un software capace di lanciare un 'interrogazione simulta­ neamente in tutti gli O PAC che rispondano a determinati requisiti. In questo modo un utente, effettuando un'unica ricerca, può sape­ re se un determinato documento è presente nella serie di cataloghi che il MAI può interrogare, senza dover ripetere la ricerca in ogni singolo catalogo . Il modello di AI B-WEB , forse non facilmente riproducibile, rap­ presenta, però, un esempio di cooperazione, il cui elemento fon­ dante è anche la consapevolezza che la rete offre una straordinaria opportunità di confronto e di collaborazione, ma che è necessario trovare una forte unità di intenti attorno a un progetto editoriale che sappia valutare le diverse implicazioni, i diversi piani di inte­ razione che un sito Web può consentire. Pe r ri ass u m e re . . . Un sempre maggior numero di biblioteche decide di dotarsi di un sito Web, che può avere caratteristiche diverse. Avere un proprio Web può voler dire disporre di poche pagine sostanzialmente informative oppure gestire uno strumento che si propone di offrire anche servizi innovativi all'utenza. • Gestire un sito Web pone problemi non indifferenti e non è raro il caso di bibliotecari che alle loro incombenze quotidiane aggiungono anche quella di webmaster. Infatti è consigliabile che almeno alcuni interventi di manutenzione possano essere effettuati direttamente dal bibliotecario. • Non tutti i Web sono uguali e il Web di una biblioteca dovrebbe in modo particolare preoccuparsi sì della presentazione, ma soprattutto dei contenuti. Di fondamentale importanza è garantire l'accessibilità, ora stabi­ lita anche per legge per i siti delle pubbliche amministrazioni, e l'usabilità. •

go

7. Pro b l e m i e p ros pettive 7.1. Un n u ovo scenario Nelle pagine conclusive di Guida all'u­ so delle biblioteche, Maria Cecilia Cuturi scriveva (1985, p. 129) : Ci s a rà , p ri m a o p o i , u n a rete d i co l l ega m e nti co m e q u e l l a p revista d a l p roget­ to d e l S e rvizio b i b l i oteca rio n a zi o n a l e . Al l o ra l e b i b l i ote c h e com u n i c h e ra n n o fra l o ro p e r esa u d i re le ri c h i este di i nfo r m a zi o n i e di a ccesso a l l a l ettu ra da q u a l ­ s iasi p a rte d e l paese p rove n ga n o. Avve rrà q u i n d i , m a n o n si s a a n co ra q u a n d o , c h e i l vecc h i o sch e d a ri o sco m p a ri rà d a l l a sce n a . E a l l o ra si avrà u n a s a l a cata ­ l o g h i tutta d ive rsa, d a

Guerre stel/ari,

i n c u i ta nti p i cco l i video fa ra n n o b e l l a

m ostra d i sé e re n d e ra n n o i l l o ro ra p i d o e d effi cie nte s e rvizio a l p u b b l i co . E n e g l i u ffi ci ta nti a ltri p i cco l i vi d e o p e r i l l avo ro q u otid i a n o. N o n p i ù p e n n e , n o n p i ù go m m e, n é m a cch i n e d a scrive re. E , p o i , se c i fosse u n g u asto?

In questi vent'anni lo scenario in cui le biblioteche si trovano a operare ha di gran lunga superato ciò che nel 1985 poteva sembra­ re fantascientifico. Fermo restando l'interrogativo sulla possibilità di un guasto, sem­ pre in agguato, o, potremmo dire ampliando il concetto, sulle nuove problematiche legate ad esempio alla conservazione del digi­ tale, ciò che sembra immutato rispetto a vent'anni fa è il fatto che ci troviamo ancora a operare in un contesto in cui la lettura da un lato e la ricerca dall'altro non sono considerate come elementi stra­ tegici per lo sviluppo complessivo del paese. In una società che si definisce in campo economico " globale " e " dell'apprendimento " (Solimine, 2004, p. 3) per quel che concer­ ne la crescita individuale e culturale di tutti i cittadini, la centrali­ tà della biblioteca come luogo della sintesi fra la richiesta di " infor­ mazioni su ciò che si vuole sapere " e il " sapere " frutto di questa richiesta parrebbe data per scontata. Proprio per la sua natura " plurale " (i vi, pp. 190-9 ) , e lo si è già ampiamente sottolineato, la biblioteca come istituto della democrazia non dovrebbe temere di scomparire nemmeno in epoca di disintermediazione . Restano, però, ombre e dubbi che sono legati a nodi strutturali, 91

ma evidentemente di non facile soluzione, mentre la vitalità delle biblioteche è dimostrata dalle nuove sfide a cui mai si sottraggono, ampliando il loro raggio di azione in una società in continuo mutamento. Il nuovo scenario , come abbiamo visto, riguarda anche le remati­ che relative al mondo del lavoro , all'evoluzione dell'editoria elet­ tronica, alla generale invadenza dei media, a nuove ipotesi di inte­ razione con i lettori. In qualche caso la fantascienza sta superando la realtà creando nuove aspettative e nuove esigenze negli utenti, ma anche nuove opportunità inimmaginabili fino a pochi anni fa. È giusto anche mettere in guardia dal non lasciarsi troppo sopraf­ fare dall'ammaliante canto della tecnologia che è una costante nella vita dell'uomo e che anche in altri periodi della storia ha visto straordinarie accelerazioni, così come può essere senz' altro sosteni­ bile l'idea che «l'informazione è parte del mondo delle biblioteche, e non viceversa» (Gorman, 2005, p. 38) proprio per rimarcare la valenza culturale della loro azione. Ma forse non si tratta tanto di contrapporre il "vecchio " al " nuovo " , la biblioteca tradizionale a quella ibrida o a quella digi­ tale, ma di essere invece ben coscienti e consapevoli di quanto è accaduto e sta accadendo, cercando di essere in grado di utilizzare bene i nuovi strumenti che il bibliotecario ha a disposizione per soddisfare sempre meglio le esigenze dell'utenza. 7.2.

La biblioteca i nsegna La formazione degli utenti è una di quelle attività che paiono oggi di fondamentale importanza nella vita di una biblioteca. Paradossalmente, proprio la diffusione di prodotti sempre più facili da usare e l'opportunità data dalla rete di evitare anche il contatto fisico con la biblioteca o il bibliotecario hanno aumentato la necessità che vi sia un'utenza più consapevole, più istruita sia per quel che concerne il corretto utilizzo di determinati strumenti sia per ciò che riguarda l'uso proprio della biblioteca. Come nota Maria Stella Rasetti ( 2004, p. 176) : Se m a i è esistita i n p assato, oggi n o n è p i ù co n ce p i b i l e u n a istru z i o n e a l l ' ute n ­

z a s e p a rata - sia p u re a l s o l o sco p o p ratico - d a l resto d e l l e p rati c h e d i co m u -

92

n i cazi o n e : è la stessa "a n i ma" a p a rl a re , q u a n d o l a b i b l i oteca scrive l a g u i d a a l l ' u so d e i se rvizi g i u ri d ici, l e reg o l e d e l p restito, i l ca rte l l o d i avviso s u l l a m a c ­ c h i n a d e l caffè fu o ri u s o ; q u a n d o co m p i l a l e s c h e d e d e l cata l o go, i nvia l e l ette ­ re d i sol l e cito p e r i p restiti sca d uti, ris p o n d e a l te l efo n o, si ra p p o rta co n g l i A m m i n istrato ri, o l e gge u n a fi a b a a d a lta voce a i b a m b i n i i n visita.

Formare utenti consapevoli degli strumenti e delle potenzialità di quanto possono reperire in biblioteca e, altresì, consci dei processi gestionali posti in essere per renderli pienamente capaci di utiliz­ zare al meglio tutti i servizi erogati è un in te resse primario della biblioteca (Di Domenico, Roseo, 1998, p. 71) : n e l l ' e p oca d e i n u ovi m e d i a , d e l l a co m u n ica z i o n e d i rete, d i i m m e nse riso rse d e l l a co n osce nza d is p o n i b i l i m a re m ote, la b i b l i oteca trova in q u esto o b iettivo u n a n u ova ra g i o n d' ess e re e di p ro p o rsi co m e l a b o rato ri o in c u i s i s p e ri m e nta ­ n o e si co n so l i d a n o fo rm e s e m p re p i ù ava nzate d i a ccesso d iffu so a i s a p e ri e d i a uto re a l izza z i o n e d e g l i i n d ivid u i .

La formazione degli utenti va ovviamente di pari passo con la for­ mazione di quanti lavorano in biblioteca. Oggi si parla di forma­ zione permanente, che dura tutta la vita, proprio per sottolineare la necessità di adeguare di continuo il proprio bagaglio di cono­ scenze, ma anche per rimarcare il dinamismo di professioni come quella bibliotecaria: un dinamismo che significa sottolineare come la curiosità intellettuale e la necessità di continui aggiornamenti siano esigenze che da sole possono sconfiggere i vecchi stereotipi della polvere sugli scaffali e del topo di biblioteca. In epoca poi di e-learning, a maggior ragione l'idea che uno dei campi di azione della biblioteca debba e possa essere quello della formazione viene ancor di più confermata, anche perché è nella sostanza più profonda del circuito formativo complessivo del paese che l'azione della biblioteca, qualunque ne sia la tipologia, dovreb­ be andare a radicarsi profondamente. Torniamo così al problema più generale, alla preoccupazione che se il sistema paese vuole davvero garantire ai cittadini il pieno rag­ giungimento della realizzazione di sé come individui nel doveroso 93

rispetto della libertà degli altri, anche la biblioteca deve trovare la giusta considerazione come elemento centrale di questo processo. Anche perché in biblioteca si fa e si riceve formazione: la bibliote­ ca gestisce l'informazione perché venga metabolizzata in formazio­ ne e cultura da parte degli utenti, utenti che la biblioteca al tempo stesso educa a gestire meglio le notizie loro necessarie per crescere come individui. In qualche misura il bibliotecario insegna all'u­ tente ad appropriarsi almeno in parte del suo mestiere, consiglian­ dogli come meglio selezionare e organizzare quella porzione di sapere che la biblioteca gli mette a disposizione. Sarebbe pertanto auspicabile che ogni biblioteca predisponesse specifici programmi formativi sia per gli utenti sia per il personale in servizio: da visite guidate all'organizzazione di corsi in sede per l'utilizzo dei cataloghi, delle banche dati specialistiche o di Inter­ net, fino alla realizzazione di materiale didattico su alcuni specifi­ ci argomenti da rendere disponibili a stampa o in rete. 7.3 .

La b i b l i oteca co m e se rviz io p u b b l i co Scriveva Luigi

De Gregari nel 1928 (1980, p. 81) : I l se rvizio d e l l e b i b l i oteche p u ò esse r p u b b l ico s u vasta sca l a so lta nto come u no d i q u e i ta nti se rvizi loca l i dei q u a l i n o n l o Stato, m a e nti p i ù l i m itati si fa n n o assu n ­ to ri, p e r co ntri b u z i o n e a n o n i ma d i tutti. L' istruzio n e p ri ma ria, l ' igie n e, l ' a cq ua, l ' i l ­ l u m i n azi o n e p u b b l ica , l a pol izia, la n ettezza u rb a na , l a via b i l ità e tutti q u e g l i a ltri se rvizi che la l egge c h i a ma o b b l i gatori face n d o n e ca rico ai Co m u n i e a l le P rovi n ­ ce, a p pa rte n g o n o a q uesta categoria. Posso n o rie ntra rvi a n che l e b i b l iotech e?

Il senso di questa domanda è chiaro, sebbene possa essere integra­ to con alcune riflessioni di Luigi Crocetti (1994, p. 53) che, ripren­ dendo parzialmente l'esempio di De Gregari, fornisce un'ulteriore p un tualizzazione e cerca di definire alcune caratteristiche peculiari della " pubblicità" di una biblioteca pubblica: a)

il ca ratte re di b i b l i oteca g e n e ra l e : è p e r d efi n iz i o n e la b i b l i oteca d e i citta ­

d i n i o d e l l a co m u n ità e , p e r fo rtu n a , n o n es isto n o a n co ra citta d i n a n ze o co m u n ità s p e ci a l izz ate ;

94

b)

i l ca ratte re d i g ratu ità, a l m e n o d e i s u o i se rvizi fo n d a m e nta l i : p e rc h é essa n o n

e roga a cq u a o e n e rg i a e l ettrica, m a q u a l cosa d ' i m pa l pa b i l e c h e s i c h i a m a c u l ­ tu ra , l a c u i d iffu s i o n e n o n è u n a co m o d ità e u n va nta g g i o p e r i l s i n go l o, m a conve n ie nza e g u a d a g n o d i tutta l a società; c) il ca ratte re d i "co nte m p o ra n e ità " d e l suo fa re , d e l s u o esse re al m o n d o : p e r l e stesse ra g i o n i p e r c u i è ge n e ra l e , e p e rc h é raffi g u ra i l vive nte .

Il Manifesto UNESCO sulle biblioteche pubbliche (1994) quando afferma che: «La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione», vuole proprio sottolineare come l'in­ formazione sia un diritto primario del cittadino e la biblioteca il luogo in cui questo diritto può venir esercitato. Peraltro lo stesso Manifesto invita a: «incoraggiare il dialogo inter­ culturale e proteggere la diversità culturale», dando una precisa indicazione di come la biblioteca possa svolgere una straordinaria funzione di integrazione sociale. I compiti della biblioteca multiculturale sono ben sintetizzati dal manifesto Per la biblioteca multiculturale redatto nel 2002 dal Grup­ po di lavoro specifico operante in seno all'AIB che prevedono, tra l'altro, l'individuazione delle comunità di immigrati, degli stranieri temporaneamente residenti o delle minoranze storico-linguistiche presenti nel territorio, l'analisi dei bisogni di informazione di cia­ scuna delle comunità rappresentate, la rimozione di ogni eventuale barriera fisica, ambientale, sociale, psicologica che contribuisce a limitare la frequentazione della biblioteca, la predisposizione di stru­ menti di informazione e comunicazione (modulistica, segnaletica, materiale illustrativo e promozionale) che guidino in maniera appropriata gli utenti appartenenti a lingue e culture diverse all'uso della biblioteca, la garanzia di un efficace sviluppo delle raccolte, pri­ vilegiando i documenti nelle lingue di origine, bilingui o plurilingui, e nei diversi formati e con i diversi supporti che le tecnologie ren­ dono disponibili, con particolare attenzione ai materiali per l' ap­ prendimento linguistico, la catalogazione dei documenti possibil­ mente nella scrittura originale (Per la biblioteca multiculturale, 2002, http:/ /www . aib.it/ aib/ commiss/ mc/ missione.htm) . 95

Questi compiti non fanno che confermare come la biblioteca pub­ blica debba fornire un libero accesso e un servizio gratuito a ogni cit­ tadino, di ogni fascia d'età, qualunque sia la sua etnia, il suo livello di alfabetizzazione, il suo ceto sociale, al fine di soddisfarne nella maniera migliore le esigenze informative, di lettura o di studio. È utile ricordare quelle che secondo Serrai (1983, p. 21) sono le due convinzioni che si trovano all'origine del concetto e della realtà della biblioteca pubblica: la p ri m a , c h e sia p o ss i b i l e , e p e rciò a u s p i ca b i l e, u n m i g l i o ra m e nto i nte l l ettu a ­ l e, s p i ritu a l e e civi l e , co n i l s u ss i d i o d e i m essa gg i e d e l l e ve rità re gistrati n e i l i b ri ; l a seco n d a c h e tutti, i n d i sti nta m e nte, d is p o n e n d o d e l l a ca p a cità d i g i ova r­ si d e i l i b ri, a b b i a n o il d i ritto di a cce d e re, a s p ese d e l l a co l l ettività , a l l e p i ù a m p i e e fa ci l itate o ccas i o n i d i co ntatto e d i i n co ntro co n l e co n osce n ze e l a s a p i e nza co nte n ute n e i l i b ri. Si tratta d i d u e co nvi n zi o n i d i n atu ra eti ca, d i d u e d i q u e l l e i n d i m ostra b i l i asse rzi o n i d i p ri n ci p i o c h e si a cco m p a g n a n o a u n a vis i o n e d e l m o n d o e ca ratte rizza n o u n a m etafi s i ca e u n a m o ra l ità.

7.4. Il ru olo del biblioteca rio Conserva ancora grande attualità un saggio di ]osé Ortega y Gasset nel 1935 dal titolo La missione del bibliotecario, che può aiutarci a riflettere sul ruolo del bibliotecario.

È davvero raggiunta quella maturità che lo scrittore spagnolo vedeva

delinearsi per questa professione ? Si è radicata quella funzione socia­ le del bibliotecario che gli consente di non occuparsi più del libro «come cosa, come oggetto materiale», ma «in quanto funzione viven­ te» ( Ortega y Gasset, 1994, p. 42) ? E d'altra parte, nell'ipotesi che questa rilevanza sociale non sia ancora entrata nella sensibilità comu­ ne, quale deve essere l'atteggiamento di chi reclama una piena "visi­ bilità" e un riconoscimento che sia non il punto di arrivo di una mera rivendicazione, bensì l'affermarsi di un dato di fatto culturale ? Nessuno può dubitare che solo nell'espletamento di un ruolo ricono­ sciuto a livello generale come socialmente rilevante si possano piena­ mente ritrovare tutti i caratteri salienti della professione bibliotecaria. Ma non si può altresì dubitare che perché questo riconoscimento ci sia, c'è bisogno anche di una maturazione, che rimuova lo stereotipo del "bibliotecario per caso ", fermo restando che una maggiore g6

coscienza professionale non deve basarsi, come ci suggeriva Ortega y Gasset, sull'assunto di voler determinare la "missione del biblioteca­ rio" in ragione del singolo che l'esercita, bensì partendo, appunto, dalla necessità sociale a cui questa professione risponde. Non c'è, forse, generazione che non abbia vissuto periodi di crisi, non c'è società che non abbia dovuto fare i conti con la sensazio­ ne che «l'economia, la tecnica, gli strumenti che l'uomo inventa per rendersi la vita più facile, oggi lo accerchiano e minacciano di strangolarlo» (i vi, p. 37) o con la certezza che «tutto quello che l'uomo inventa e crea per facilitarsi la vita, tutto quello che chia­ miamo civilizzazione e cultura, ad un certo punto si rivolta contro di lui» (ivi, p. 36) , ma proprio per questo abbiamo sempre mag­ giore bisogno di radicare l"' idea della biblioteca" nel codice gene­ tico della nostra convivenza democratica. È necessario pensare alla professione bibliotecaria, dunque, non solo come alla necessità di studiare e di aggiornarsi, acquisendo la conoscenza di nuovi strumenti e arricchendo il proprio bagaglio di esperienze personali, ma anche riflettendo sul ruolo sociale del bibliotecario, inteso come un impegno costante, come una possi­ bilità importante e decisiva di incidere sulla realtà, perfettamente consci, con Ortega y Gasset, che «la missione del bibliotecario dovrà essere, non come è stata finora, la semplice amministrazione della cosa libro, ma la regolazione, la mise au point di quella fun­ zione vitale che è il libro» (ivi, p. 48) , o diremmo oggi, che è l'in­ formazione al servizio della conoscenza. Ne deriva una visione del bibliotecario come di un knowledge worker, un vero e proprio intellettuale il cui lavoro «consiste nell' acquisizio­ ne ed elaborazione di informazioni, nella produzione di idee, nella costruzione di progetti» (Di Domenico, 2002, p. 55) , in cui convivo­ no una componente tecnica, perché tale è la sfera delle sue compe­ tenze, dei suoi diversi saperi, ma anche una forte valenza poli ti ca per la specificità del suo essere al servizio del pubblico. 7.5 .

U n m o n d o senza l i bri?

Possibile che un domani vivremo in un mondo senza libri o, per meglio dire, senza documenti car­ tacei ? Ci sarà un momento in cui la biblioteca ibrida sarà so p97

piantata da biblioteche interamente digitali e la carta sarà solo un retaggio del passato ? In quale anno la cosiddetta " convergenza al digitale " (Ciotti, Roncaglia, 2000) sarà un fatto compiuto ? Azzar­ dato fare previsioni e, forse, anche un po' inutile. Ciò che vale la pena sottolineare è come il mondo bibliotecario nel suo complesso abbia già saputo dare risposte concrete all'incredi­ bile forza d' urto della rete, aggiornando gli standard di descrizione e accompagnando la riflessione teorica sulle nuove risorse disponi­ bili con la creazione di servizi capaci di essere al passo con i tempi e con le diverse esigenze informative dell'utenza, senza per questo tradire alcuni principi di base. Certo, oggi per noi è impossibile immaginare un mondo senza libri così come ve n t'anni fa era i m possibile immaginare una biblio­ teca senza catalogo cartaceo. Allo stesso modo solo qualche anno fa era impossibile pensare a una biblio teca scientifica che avesse solo abbonamenti disponibili in linea, mentre oggi un 'opportuni­ tà del genere sarebbe pienamente realizzabile. In effetti attualmente, perché una biblioteca esista, non deve necessariamente continuare a gestire documenti cartacei: indub­ biamente non è una rivoluzione di poco conto, ma è un'ulteriore testimonianza di quanto sia solido il terreno su cui si reggono i compiti e le funzioni fondamentali di un istituto bibliotecario. Può tornare utile ricordare quanto sostiene Alfredo Serrai (1997, p . 33) : I l futu ro d e l l a b i b l i ote ca, a d iffe re nza d i q u a nto si cre d a , n o n è l e gato a l futu ro d e l l i b ro - il q u a l e com u n q u e avrà l u n ga vita - ma a l l ' a d e m p i m e nto di tre o b i ettivi fo n d a m e nta l i c h e co m p eto n o a l l a b i b l i oteca e ad essa co nti n u e ra n n o a co m p ete re fi n o a q u a n d o ci sa ra n n o co n osce n ze e m essa ggi re g istrati sotto q u a l u n q u e fo rm a , si c h i a m i n o l i b ri , d oc u m e nti, m o n u m e nti g rafi ci o a ltro: 1 . s e l e zi o n a re , ra cco g l i e re e co nse rva re i d oc u m e nti;

2. rea l izza re l ' a ccesso a i d o cu m e nti e a l l o ro co nte n uto per m ezzo d e l l e te c n i ­ c h e d i cata l o gazi o n e ;

3. sti m o l a re e fa c i l ita re l ' uti l izzazi o n e d e i d o c u m e nti.

Potrà anche darsi che in un domani più o meno vicino le genera­ zioni future potranno sostituire i libri così come noi li conosciamo e g8

li utilizziamo con altri supporti, ma l'umanità avrà sempre bisogno di tramandare la memoria e di creare le condizioni perché la curio­ sità e la sete di sapere degli individui possano essere soddisfatte. Probabilmente ci sarà sempre un " guasto " in agguato, ma è diffi­ cile immaginare che le biblioteche non con ti n ueranno in ogni caso a svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la crescita cultura­ le e democratica dei cittadini di tutto il mondo. Pe r ri ass u m e re . . . Quello che venti anni fa sembrava fantascienza è ormai entrato nella quotidianità della vita di una biblioteca. Non è facile immaginare possibili scenari futuri, soprattutto perché l'accelerazione del progresso tecnologico in questi ultimi anni è stata notevolissima. • La biblioteca si inserisce ormai a pieno titolo in un circuito forma­ tivo: è il luogo in cui l'informazione diventa formazione sia per la neces­ sità di addestrare l'utenza all'uso di nuove tecnologie sia per favorire la formazione permanente del personale che vi lavora. • Le biblioteche devono essere a tutti gli effetti considerate come un servizio pubblico e per questo devono ricevere non solo l'attenzione ma anche i giusti finanziamenti da parte degli amministratori e dei deciso­ ri politici. La biblioteca, luogo deputato della circolazione del sapere, è uno dei fulcri della crescita culturale di cittadini consapevoli e per que­ sto è uno dei cardini della vita democratica. • La funzione sociale del bibliotecario andrebbe adeguatamente valorizzata se davvero si vuole lo sviluppo di un sistema bibliotecario efficiente. •

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Appe n d i ce At.

Man ifesto U N Esco sulle bibliotech e pubbli che (1994)

La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraver­ so la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti demo­ cratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un'istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione. La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l'apprendimento permanente, l'indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell'individuo e dei gruppi sociali. Questo Manifesto dichiara la fede dell'uN ESCO nella biblioteca pubblica come forza vitale per l'istruzione, la cultura e l'informazione e come agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne. Perciò, l' uNESCO incoraggia i governi nazionali e locali a sostenere le biblioteche pubbliche e a impegnarsi attivamente nel loro sviluppo .

La biblioteca pubblica La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamen­ te disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell'uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazio­ nalità, lingua o condizione sociale. Servizi e materiali specifici devono essere forniti a quegli utenti che, per qualsiasi ragione, non abbiano la possibilità di utilizzare servizi e materiali ordinari, per esempio le mino­ ranze linguistiche, le persone disabili, ricoverate in ospedale, detenute nelle carceri. Ogni fascia d'età deve trovare materiale rispondente ai propri bisogni . L e raccolte e i servizi devono comprendere tutti i generi appropriati d i mezzi e nuove tecnologie, così come i materiali tradizionali. L'alta qualità e la rispondenza ai bisogni e alle condizioni locali sono fonda­ mentali. I materiali devono riflettere gli orientamenti attuali e l' evolu-

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zione della società, così come la memoria dell 'immaginazione e degli sforzi dell 'uomo . Le raccolte e i servizi non devono essere soggetti ad alcun tipo di censu­ ra ideologica, politica o religiosa, né a pressioni commerciali.

Compiti della biblioteca pubblica I seguenti compiti chiave, che riguardano l'informazione, l'alfabetizza­ zione, l' istruzione e la cultura, dovrebbero essere al centro dei servizi della biblioteca pubblica: 1. creare e rafforzare nei ragazzi l'abitudine alla lettura fin dalla tenera età; 2. sostenere sia l'educazione individuale e l'autoistruzione, sia l' istru­ zione formale a tutti i livelli; 3 · offrire opportunità per lo sviluppo creativo della persona; 4 · stimolare l'immaginazione e la creatività di ragazzi e giovani; 5 · promuovere la consapevolezza dell'eredità culturale, l' apprezzamen­ to delle arti, la comprensione delle scoperte e innovazioni scientifiche; 6. dare accesso alle espressioni culturali di tutte le arti rappresentabili; 7 · incoraggiare il dialogo interculturale e proteggere la diversità culturale; 8. sostenere la tradizione orale; 9 · garantire l'accesso ai cittadini a ogni tipo di informazione di comunità; 1 0 . fornire servizi d'informazione adeguati alle imprese, alle associazioni e ai gruppi di interesse locali; 1 1 . agevolare lo sviluppo delle capacità di uso dell'informazione e del calcolatore; 12. sostenere le attività e i programmi di alfabetizzazione rivolti a tutte le fasce d'età, parteciparvi e, se necessario, avviarli.

Finanziamento, legislazione e reti In linea di principio, l'uso della biblioteca pubblica deve essere gratuito. • La biblioteca pubblica rientra nelle responsabilità delle autorità loca­ li e nazionali. Deve essere retta da una legislazione specifica e finanziata dalle amministrazioni nazionali e locali. Deve costituire una componen­ te essenziale di ogni strategia a lungo termine per la cultura, per la diffu­ sione dell'informazione, dell'alfabetismo e dell'istruzione. • Per assicurare cooperazione e coo rdinamento a livello nazionale, la legislazione e i programmi strategici devo no anche definire e pro•

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muovere una rete bibliotecaria nazionale basata su standard di servizio accettati. • La rete bibliotecaria pubblica deve essere progettata tenendo conto delle biblioteche nazionali, regionali, di ricerca e speciali, così come delle biblioteche scolastiche e universitarie.

Funzionamento e gestione • Deve essere formulata una politica chiara che definisca gli obiettivi, le priorità e i servizi tenendo conto dei bisogni della comunità locale. La biblioteca pubblica deve essere organizzata in maniera efficace e devono essere osservati standard professionali di funzionamento. • Deve essere garantita la cooperazione con i partner relativi, ad esem­ pio gruppi di utenti e altri professionisti a livello sia locale, regionale e nazionale, sia internazionale. • I servizi devono essere fisicamente accessibili a tutti i membri della comunità. Ciò comporta una buona localizzazione degli edifici, attrezza­ ture adatte per la lettura e lo studio, le tecnologie necessarie e orari di aper­ tura sufficienti e comodi per gli utenti. Analogamente comporta servizi esterni per coloro che non sono in grado di frequentare la biblioteca. • I servizi bibliotecari devono essere adattati ai diversi bisogni delle comunità rurali e di quelle urbane. • Il bibliotecario è un intermediario attivo tra gli utenti e le risorse. La formazione e l'aggiornamento professionale del bibliotecario sono indi­ spensabili per garantire servizi adeguati. • Devono essere svolte attività all'esterno e programmi di istruzione degli utenti affinché questi possano trarre vantaggio da tutte le risorse.

Attuazione del Manifesto Le autorità responsabili a livello nazionale e locale e l 'intera comunità bibliotecaria in tutto il mondo sono perciò esortate a mettere in pratica i principi espressi in questo Manifesto. Traduzione di Maria Teresa N atale; la versione originale è stata pubbli­ cata in " I F LA Journal " , 21 , 1 995 , n. 1, p. 66- 7 . Fonte: Sito A I B -W E B . U RL : http :/ / www .aib . it/aib/commiss/cnbp/unesco .htm.

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A.2. Manifesto U N Esco/IFLA su l la biblioteca scolastica (1999) La biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti La biblioteca scolastica fornisce informazioni e idee fondamentali alla piena realizzazione di ciascun individuo nell'attuale società dell'informazione e conoscenza. La biblioteca scolastica offre agli studenti la possibilità di acqui­ sire le abilità necessarie per l'apprendimento lungo l'arco della vita, di svi­ luppare l' immaginazione e li fa diventare cittadini responsabili.

La missione della biblioteca scolastica La biblioteca scolastica fornisce servizi, libri e risorse per l' apprendimen­ to che consentono a tutti i membri della comunità scolastica di acquisi­ re capacità di pensiero critico e di uso efficace dell'informazione in qual­ siasi forma e mezzo. La biblioteca scolastica si collega con il più ampio sistema bibliotecario e informativo secondo i principi del Manifesto UNE­ sco

sulle biblioteche pubbliche.

Il personale della biblioteca promuove l'uso dei libri e delle altre fonti infor­ mative, dalla narrativa alla saggistica, dalle fonti a stampa a quelle elettroni­ che, sia disponibili in loco sia remote. T ali materiali completano e arricchi­ scono i libri di testo, nonché le metodologie e gli strumenti didattici. È dimostrato che quando bibliotecari e insegnanti lavorano insieme gli studenti raggiungono livelli più alti di alfabetismo, nella lettura, nell' ap­ prendimento, nella capacità di risolvere problemi e nelle abilità relative alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. I servizi della biblioteca scolastica devono essere forniti equamente a tutti i membri della comunità scolastica, senza distinzioni di età, razza, sesso, religione nazionalità, lingua, condizione professionale o sociale. Servizi e materiali speciali devono essere forniti a coloro che non sono in grado di utilizzare i principali servizi e materiali della biblioteca. L'accesso ai servizi e alle collezioni deve fondarsi sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e non deve essere soggetto ad alcuna forma di censura ideologica, politica, religiosa o a pressioni commerciali.

Criteri di finanziamento e reti La biblioteca scolastica è essenziale in ogni strategia a lungo termine per l' alfabetizzazione, l'educazione, la fornitura di informazione e lo svilup-

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po economico, sociale e culturale. Essa deve essere sostenuta, in base alle responsabilità delle autorità locali, regionali e nazionali, da una specifica legislazione e da politiche adeguate. Deve disporre di convenienti finan­ ziamenti per il personale qualificato, per i materiali, le tecnologie e le attrezzature e i suoi servizi devono essere gratuiti . La biblioteca scolastica è un elemento essenziale della rete bibliotecaria e informativa locale, regionale e nazionale. La specificità delle finalità della biblioteca scolastica deve essere riconosciuta e sostenuta qualora questa condivida attrezzature e/o risorse con altri tipi di biblioteche, come quel­ le di pubblica lettura.

Obiettivi della biblioteca scolastica La biblioteca scolastica è parte integrante del processo educativo . I punti di seguito elencati sono essenziali per lo sviluppo dell'alfabeti­ smo, della competenza informativa, dell ' insegnamento, dell'apprendi­ mento e della cultura e rappresentano i servizi fondamentali di una biblioteca scolastica: • sostenere e valorizzare gli obiettivi delineati nel progetto educativo e nel curricolo; • sviluppare e sostenere nei bambini l'abitudine e il piacere di leggere, di apprendere e di utilizzare le biblioteche per tutta la vita; • offrire opportunità per esperienze dirette di produzione e uso del­ l'informazione per la conoscenza, la comprensione, l' immaginazione e il divertimento; • sostenere tutti gli studenti nell'acquisizione e nella messa in pratica delle proprie capacità di valutazione e uso dell'informazione, indipen­ dentemente dalla forma, formato o mezzo, in particolare sensibilizzan­ doli alle diverse modalità di comunicazione nell'ambito della comunità; • fornire l'accesso a risorse e opportunità locali, regionali, nazionali e globali che mettano in contatto coloro che apprendono con le diverse idee, esperienze e opinioni; • organizzare attività che incoraggino coscienza e sensibilità culturali e sociali; • lavorare con studenti, insegnanti, amministratori e genitori per rea­ lizzare la missione della scuola; • proclamare il concetto che la libertà intellettuale e l'accesso all'in-

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formazione sono essenziali per una partecipazione piena e responsabile come cittadini di una democrazia; • promuovere la lettura nonché le risorse e i servizi della biblioteca scolastica, entro e oltre i confini dell'intera comunità scolastica. La biblioteca scolastica adempie a queste funzioni sviluppando politiche e servizi, selezionando e acquisendo risorse, offrendo l'accesso fisico e intellettuale a risorse informative appropriate, fornendo attrezzature edu­ cative e impiegando personale qualificato.

Personale Il bibliotecario è un professionista qualificato, responsabile della pianifi­ cazione e gestione della biblioteca scolastica, è sostenuto - per quanto pos­ sibile - da personale adeguatamente preparato, e opera insieme a tutte le componenti della comunità scolastica e in collegamento con la biblioteca di pubblica lettura e le altre agenzie e istituzioni. Il ruolo dei bibliotecari scolastici potrà variare in base al bilancio, al cur­ ricolo e alla metodologia didattica delle scuole, all' interno di un quadro nazionale normativa e finanziario di riferimento. All'interno di ogni spe­ cifico contesto vi sono comunque aree generali del sapere che risultano vitali se i bibliotecari sanno sviluppare e attuare validi servizi di bibliote­ ca scolastica: la gestione delle risorse, della biblioteca e dell'informazione e l'insegnamento del loro utilizzo. In un ambiente a sempre più alta tecnologia, i bibliotecari scolastici devo­ no avere capacità di pianificazione e saper insegnare ai docenti e agli stu­ denti le diverse abilità di gestione dell'informazione. Essi devono pertanto continuamente perseguire la propria formazione e crescita professionale.

Funzionamento e gestione Al fine di assicurare attività efficaci e rilevanti: • la politica della scuola sui servizi della biblioteca scolastica deve esse­ re formulata in modo tale che gli obiettivi, le priorità e i servizi siano definiti in relazione al programma di studi; • la biblioteca scolastica deve essere organizzata e mantenuta a livelli professionali; • i servizi devono essere accessibili a tutti i membri della comunità scolastica e operare all'interno del contesto della comunità locale;

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deve essere incoraggiata la cooperazione con insegnanti, dirigenti, amministratori, genitori, altri bibliotecari e professionisti dell'informa­ zione e con i vari gruppi della comunità. •

Attuazione del Manifesto I governi, mediante i ministri dell'Istruzione, sono sollecitati a sviluppa­ re strategie, politiche e piani che attuino i principi di questo Manifesto. I piani devono includere la diffusione del Manifesto nei program mi di formazione di base e avanzata sia per bibliotecari sia per insegnanti. Traduzione di Luisa Marquardt.

Fonte: Sito AI B -W E B . u RL:

http://www . aib. it/ aib/ commiss/ c n bse/ manif.htm.

A.3. Man ifesto I FLA per Intern et (2002) Il libero accesso all'informazione è essenziale per la libertà, l' uguaglianza, la comprensione mondiale e la pace. La Federazione internazionale delle associazioni e delle istituzioni biblio­ tecarie ( I F LA ) afferma che: • la libertà intellettuale è il diritto di ogni individuo ad avere ed espri­ mere le proprie opinioni e a cercare e ricevere informazioni; costituisce la base della democrazia ed è al centro del servizio bibliotecario; • la libertà di accesso all'informazione, indipendentemente dal mezzo e dalle frontiere, è responsabilità fondamentale dei bibliotecari e dei pro­ fessionisti dell'informazione; • l'offerta del libero accesso a Internet da parte delle biblioteche e dei servizi informativi aiuta le comunità e gli individui a raggiungere la liber­ tà, la prosperità e lo sviluppo; • le barriere che ostacolano i flussi dell'informazione, e specialmente quelle che alimentano la disuguaglianza, la povertà e lo sconforto, devo­ no essere nmosse.

La libertà di accesso all'informazione, Internet e le biblioteche e i servizi informativi Le biblioteche e i servizi informativi sono istituzioni vitali che mettono in comunicazione le persone con le risorse informative globali e con le

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idee e le opere creative che ricercano. Le biblioteche e i servizi informa­ tivi rendono accessibile la ricchezza dell'espressione umana e della diver­ sità culturale in qualsiasi forma. Grazie a Internet, rete globale, dai villaggi più piccoli e remoti alle metro­ poli, nel mondo intero, le persone e le comunità possono avere uguale accesso all'informazione ai fini dello sviluppo personale, dell'istruzione, dello stimolo e arricchimento culturale, dell'attività economica e della par­ tecipazione informata alla democrazia. Tutti possono rendere accessibili al mondo i propri interessi, le proprie conoscenze e la propria cultura. Le biblioteche e i servizi informativi rappresentano punti di accesso fon­ damentali a Internet. Alcuni vi trovano comodità, orientamento e assi­ stenza, mentre per altri costituiscono gli unici punti di accesso disponi­ bili. Le biblioteche e i servizi informativi forniscono un meccanismo capace di superare le barriere create dal divario di risorse, di tecnologie e di formazione.

Principi della libertà di accesso all'informazione tramite Internet L'accesso a Internet e a tutte le sue risorse dovrebbe essere coerente con la Dich iarazione universale dei diritti umani delle N azioni Un i te e in particolare con l'articolo 1 9 : Tutti hanno diritto alla libertà di opinione e

di espressione; questo diritto presuppone la libertà di avere delle opinioni senza subire ingerenze di sorta, e di cercare, ricevere e impartire informazio­ ni e idee con qualsiasi mezzo, indipendentemente dalle frontiere. L'interconnessione globale di Internet offre un mezzo tramite il quale tutti possono godere di questo diritto. Di conseguenza, l' accesso non dovrebbe essere sottoposto ad alcuna forma di censura ideologica, politi­ ca o religiosa, né a barriere economiche. Le biblioteche e i servizi informativi hanno anche la responsabilità di ser­ vire tutti i membri della comunità senza discriminazioni di età, razza, nazionalità, religione, cultura, appartenenza politica, disabilità fisiche o di altro tipo, genere od orientamento sessuale, o qualsiasi altra condizione. Le biblioteche e i servizi informativi dovrebbero sostenere il diritto degli utenti di cercare informazioni di loro scelta. Le biblioteche e i servizi informativi dovrebbero rispettare il diritto degli utenti alla riservatezza e riconoscere che le risorse di cui fanno uso deb­ bano rimanere confidenziali.

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Le biblioteche e i servizi informativi hanno il compito di facilitare e pro­ muovere l'accesso pubblico a un' informazione e a una comunicazione di qualità. Bisogna aiutare gli utenti mettendo a loro disposizione le com­ petenze necessarie e ambienti adeguati, dove possano utilizzare libera­ mente e con fiducia le fonti informative e i servizi prescelti. Oltre alle tante risorse valide disponibili tramite Internet, ve ne sono di inesatte, fuorvianti e potenzialmente offensive. I bibliotecari dovrebbero fornire informazioni e risorse che aiutino gli utenti a imparare a utilizza­ re Internet e l'informazione elettronica in modo efficace ed efficiente. Dovrebbero promuovere attivamente e agevolare un accesso responsabi­ le a informazioni di qualità per tutti i loro utenti, compresi i bambini e . . . 1 gtovant. L'accesso a Internet nelle biblioteche e nei servizi informativi dovrebbe essere gratuito, come gli altri servizi di base.

Attuazione del Manifesto L' I F LA incoraggia la comunità internazionale a sostenere lo sviluppo del­ l' accessibilità a Internet nel mondo intero e particolarmente nei paesi in via di sviluppo, perché tutti possano beneficiare dell' informazione offer­ ta tramite Internet. L' I F LA incoraggia i governi nazionali a sviluppare una propria infrastruttura dell'informazione, che permetta l'accesso a Inter­ net a tutta la popolazione. L' I F LA incoraggia tutti i governi a sostenere il libero flusso dell' informa­ zione accessibile tramite Internet nelle biblioteche e nei servizi informa­ tivi e a opporsi a qualsiasi tentativo di censurare o inibire l'accesso. L' I F LA sollecita la comunità bibliotecaria e i responsabili a livello nazio­ nale e locale a sviluppare strategie, politiche e piani di attuazione dei principi espressi in questo Manifesto. Il Manifesto è stato redatto dall' I F LAI FAI FE, approvato dal Consiglio del­ l'IFLA il 27 marzo 2002 all'Aj a e proclamato dall'IFLA il t o maggio 2002. © AIB 2002 per la traduzione italiana Traduzione di Maria T e resa N atale. Fonte: Sito AI B-WE B . U RL: http:/ / www . aib. it/ aib/ cen/ifla/ manifinternet.htm.

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A.4. Dichiarazion e sulle bibl ioteche e sulla l i bertà i ntellettuale d ei i ' I FLAIFAI FE (1999) L' IFLA (International Federation of Library Associations and lnstitutions) sostiene, difende e promuove la libertà intellettuale, così come definita nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite. L' I F LA dichiara che gli esseri umani hanno il diritto fondamentale di accedere alle espressioni della conoscenza, del pensiero creativo e dell' at­ tività intellettuale, e di esprimere pubblicamente le proprie opinioni. L' I F LA crede che il diritto alla conoscenza e la libertà di espressione siano due aspetti dello stesso principio. Il diritto alla conoscenza è un requisi­ to per la libertà di pensiero e di coscienza; la libertà di pensiero e la liber­ tà di espressione sono condizioni necessarie per la libertà di accesso all' in­ formazione. L' IFLA afferma che l'impegno per la libertà intellettuale costituisce una responsabilità primaria per le biblioteche e le professioni dell'informazione. L' I F LA perciò chiede alle biblioteche e al personale bibliotecario di aderi­ re ai principi della libertà intellettuale, di un accesso disinibito all'infor­ mazione e alla libertà di espressione, e di riconoscere la privacy degli utenti delle biblioteche. L' I F LA esorta i suoi membri a promuovere, per mezzo delle loro attività, l' accettazione e la realizzazione di questi principi. Nel far questo, l ' I F LA dichiara che: • le biblioteche forniscono l' accesso all'informazione, alle idee e alle opere dell'ingegno: esse servono da ingresso per la conoscenza, il pensie­ ro e la cultura; • le biblioteche forniscono un supporto indispensabile per l'apprendi­ mento lungo tutto l'arco della vita, per un decisionismo indipendente e per uno sviluppo culturale sia dei singoli individui, sia dei gruppi di persone; • le biblioteche contribuiscono allo sviluppo e al mantenimento della libertà intellettuale e aiutano a salvaguardare i valori democratici fonda­ mentali e i diritti civili universali; • le biblioteche hanno la responsabilità sia di garantire sia di facilitare l'accesso alle espressioni della conoscenza e dell'attività intellettuale. A tal fine, le bibl ioteche dovranno acquisire, conservare e rendere disponibile la più ampia varietà di materiali, riflettendo la pluralità e la diversità della società;

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le bibl ioteche devono garantire che la selezione e la disponibilità dei materiali e dei servizi bibliotecari siano dettate da considerazioni profes­ sionali e non da ottiche politiche, morali o religiose; • le biblioteche devono acquisire, organizzare e disseminare l'informa­ zione liberamente, opponendosi a qualsiasi forma di censura; • le biblioteche devono rendere accessibile l'accesso ai materiali e ai servizi in egual modo a tutti gli utenti; • gli utenti delle biblioteche devono avere il diritto alla privacy perso­ nale e all'anonimato; i I bibliotecari e il resto del personale bibliotecario non devono rivelare a terzi l' identità degli utenti o il contenuto dei mate­ riali da essi utilizzato; • le bibl ioteche finanziate da fonti pubbliche, alle quali il pubblico ha accesso, devono incoraggiare i principi della libertà intellettuale; • i bibliotecari e gli altri impiegati in queste biblioteche hanno il dove­ re di incoraggiare questi principi; • i bibliotecari e il resto del personale professionale impiegato nelle biblioteche devono assumersi le proprie responsabilità sia nei confronti dei datori di lavoro sia nei confronti degli utenti. In caso di conflitto tra queste responsabilità, i doveri nei confronti degli utenti devono avere precedenza. •

Questa dichiarazio ne è stata redatta dall' I F LAI FAI FE e approvata dal Comitato esecutivo dell ' I F LA il 25 marzo 1 9 99 all'Aja. Traduzione di Maria Teresa N arale. Fonte: Agenda AIB 20 0 5, pp. 1 1 2-3. A.s.

Pri ncipi per l a q u a l ità di u n sito Web cu ltu ra l e (2003)

Un sito Web culturale di qualità celebra la diversità culturale europea fornendo l'accesso a tutti i contenuti culturali digitali. Un sito Web di qualità deve: • essere trasparente, definendo chiaramente sia l'identità e gli obiettivi del sito Web sia l'organismo responsabile della sua gestione; • selezionare, digitalizzare, indicizzare, presentare e controllare i con­ tenuti per creare un sito Web efficace per tutti gli utenti; • implementare linee guida per le politiche di qualità del servizio per assicurare che il sito Web venga adeguatamente mantenuto e aggiornato;

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essere accessibile a tutti gli utenti, indipendentemente dalla tecnolo­ gia utilizzata o dalle loro disabilità, inclusi gli strumenti di navigazione, il contenuto e gli elementi interattivi; • essere centrato sull'utente, tenendo conto delle sue esigenze, garan­ tendo pertinenza della risposta e facilità d'uso attraverso meccanismi di valutazione e feedback; • essere reattivo, consentendo agli utenti di contattare il sito e riceve­ re un'adeguata risposta. Se necessario, incoraggiare i quesiti, la condivi­ sione dei dati e la discussione con e tra gli utenti; • essere consapevoli dell'importanza del multilinguismo fornendo un livello minimo di accesso in più di una lingua; • impegnarsi a essere interoperabile all' interno delle reti culturali per consentire agli utenti di localizzare facilmente i contenuti e i servizi che rispondono alle loro necessità; • essere gestito nel rispetto delle norme legali come il diritto di pro­ prietà intellettuale e la riservatezza e indicare chiaramente i termini e le condizioni di utilizzo del sito Web e dei suoi contenuti; • adottare strategie e standard per assicurare che il sito Web e i suoi contenuti vengano conservati a lungo termine. •

trasparente - efficace - mantenuto - accessibile - centrato sull'utente - reattivo ­ multilingue - interoperabile - gestito - conservato ©

200 3 Progetto Minerva

Bozza presentata in occasione della Conferenza europea di Minerva tenu­ ta a Parma il 20-21 novembre 200 3 , a cura del Gruppo di lavoro di Minerva denominato WP 5 - Identifìcation of user needs, content and quality framework for common access points. Traduzione di Giuliana De Francesco e Maria Teresa Natale. Fonte: http : / /www.minervaeurope.org/ structure/workinggroups/ user­ needs/ documents/ cwqp-i.htm. A.6.

Li n ee di pol itica bibl iotecaria per le a utonomie (2004)

Premessa I Comuni, le Province e le Regioni italiane sottoscrivono questo Accordo per costruire un quadro di riferimento programmatico per il sistema delle biblio­ teche pubbliche di propria competenza. 111

Tale accordo viene proposto inoltre alla condivisione dello Stato, allo scopo di definire forme di coordinamento, che coinvolgano quindi anche le bibliote­ che pubbliche statali, quelle attive negli istituti scolastici e quelle universita­ rie. Ulteriori intese saranno stabilite con le biblioteche ecclesiastiche e con quelle delle istituzioni culturali pubbliche e private. 1 . Il sistema bibliotecario pubblico risponde al diritto primario di tutti i cittadini a fruire, indipendentemente dal luogo di residenza, di un ser­ vizio di informazione e documentazione efficiente. In questo modo si creano le condizioni per il libero accesso alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e alla informazione, che costituiscono le basi per l'esercizio pieno e consapevole dei diritti di cittadinanza, come auspicato dal Manifesto UNESCO sulla biblioteca pubblica ( 1 994) e dalle Linee guida IFLAIUNESCO (2001 ) . I n particolare le biblioteche pubbliche degli enti locali sono istituti culturali che assolvono, in vario grado e con differenti forme, a com­ piti di: • informazione e documentazione generale su qualsiasi supporto, anche favorendo l'alfabetizzazione informatica; • diffusione del libro e della lettura e promozione della cultura e della conoscenza; • promozione dell'auto formazione e sostegno delle attività per l' edu­ cazione permanente, anche in collaborazione con il sistema scolastico; • sviluppo della cultura democratica, permettendo uguaglianza di accesso alle conoscenze, alle idee e alle opinioni; • rafforzamento dell'identità della comunità locale, nella sua dimen­ sione plurale, dinamica e multiculturale; • inclusione sociale, attraverso l'uso socializzato dei mezzi di informazione e comunicazione; • integrazione delle categorie svantaggi ate, attraverso l'el iminazione degli ostacoli di ogni genere alla fruizione dei diversi servizi; • conservazione e valorizzazione del patrimonio librario e documenta­ rio locale e nazionale e della cultura di tradizione orale. .

.

.

2. I Comuni, le Province e le Regioni ritengono che la cooperazione territoriale debba essere la base di uno sviluppo programmato dei ser-

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vizi bibl iotecari, che possono conseguire adeguati risultati di efficien­ za ed efficacia solo se progettati e gestiti come reti di servizi differen­ ziati e coordinati . Questa cooperazione deve basarsi sulla facoltà d i stabilire intese locali, per promuovere il coordinamento degli interventi, l' ottimizzazione delle risorse economiche, la condivisione di strumenti, l'armonizzazione dei servizi, la promozione delle attività di valorizzazione. Gli atti programmatori delle Regioni, sulla base delle indicazioni conte­ nute nel presente accordo, incentivano tali pratiche e ne stabiliscono le modalità di espletamento. Sono individuati i seguenti livelli territoriali della programmazione: • nazionale: accordo quadro in sede di Conferenza unificata, indivi­ duazione delle forme di finanziamento, servizi nazionali (Bibliografia nazionale italiana, Servizio bibliotecario nazionale, Istituti centrali ecc. ) a gestione autonoma, ma coordinati ai sistemi territoriali attraverso il Comitato nazionale di cui al paragrafo 5 ; • regionale: programmazione ex Titolo v della Costituzione, D . P . R. n. 1 t 2/1998 e Decreto legislativo n. 490 ! t 9 9 9 ; leggi e normative sulle biblioteche pubbliche basate sulle linee guida condivise di cui al pre­ sente accordo, in particolare per quanto attiene alle forme di coopera­ zione locale (utile il riferimento alla proposta A I B sul tema della legi­ slazione regionale in materia di biblioteche) ; individuazione degli



standard obiettivo dinamici; e della gestione: •

provinciale, interprovinciale e/o intercomunale (anche metropolitana):

analisi dei bisogni e pianificazione delle risposte (mappa del servizio) , convenzioni per l a gestione cooperativa d i servizi, forme ulteriori d i inte­ grazione fra soggetti anche di diversa appartenenza istituzionale; ricorso anche ad accordi sovra-provinciali; • comunale: gestione delle funzioni di biblioteca di cui all'art. 1 da parte dei Comuni e delle Province e di altri soggetti (scuole, enti eccle­ siastici, privati ecc.) con possibilità di accordi di condivisione e parterna­ riato; elaborazione di Carte dei Servizi e dei Diritti degli Utenti.

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Tutti i cittadini hanno diritto a un adeguato servizio biblioteca­ rio . A tal fi ne, i Comuni che non abbiano istituito direttamente una biblioteca nel proprio territorio si impegnano a dare risposta a tale diritto tramite accordi con altri Comuni (singoli o associati) o con altri soggetti qualificati. Inoltre l'accesso ai servizi essenziali delle biblioteche (informazione, con­ sultazione, prestito) deve essere gratuito.



È costituito un Comitato nazionale composto dai rappresentanti di

Comuni, Province, Regioni che avrà come obiettivi il coordinamento delle politiche bibliotecarie e l' individuazione e la verifica delle linee guida previste dal presente accordo. Il Comitato potrà avvalersi della consulenza delle associazioni professio­ nali e/o di altri soggetti, a seconda degli argomenti trattati. Compito del Comitato è individuare, entro 18 mesi dalla firma del pre­ sente documento, linee guida in merito a: • gli indicatori condivisi di efficienza ed efficacia, che dovranno servire a misurare le dinamiche qualitative del servizio offerto, anche al fine della ripartizione delle risorse di cui al successivo punto 6; • le rilevazioni statistiche; la rilevazione e restituzione elaborata dei dati relativi agli indicatori prescelti sarà un'attività permanente, impostata a livello regionale e integrata a livello nazionale (statistica nazionale della biblioteche) anche utilizzando strumenti e soggetti già esistenti ( I S TAT, A I B ) (cfr. Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane e anche Il Servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA!UNESCO per lo

sviluppo) ; l'integrazione possibile fra i fondi locali, in primo luogo quelli bibliografici e archivistici; • gli standard di investimento sulle risorse proprie tanto per gli enti titolari di funzioni di gestione quanto per quelli titolari di funzioni di programmazione. •

6. Il Comitato individua risorse utili allo sviluppo complessivo del sistema delle biblioteche e si fa parte attiva nel promuovere e favorire, per lo stesso fine, la destinazione di fondi da parte di soggetti pubblici e pri­ vati. 114

Il Comitato definisce i piani di intervento e armonizza l'utilizzo delle risorse disponibili. 7·

Il Comitato, per raggiungere in un numero ragionevole di anni i livelli di qualità dei servizi riconosciuti in ambito internazionale, pro­ grammerà interventi relativi a: • Le risorse umane. I bibliotecari, professionisti dell'informazione e della documentazione, rappresentano la risorsa principale del sistema. La proposta di profili professionali e di percorsi formativi sempre più armo­ nizzati fra i vari comparti deve essere uno degli obiettivi principali del Comitato, che individuerà d' intesa con le amministrazioni competenti ipotesi di profili professionali e declaratorie valevoli per i contratti. Le associazioni professionali possono essere interlocutori degli organismi di programmazione e verifica, • Le risorsefinanziarie. Sarà valutata dal Comitato la possibilità di con­ cordare con il ministero del Tesoro, a beneficio degli enti di gestione ( in particolare si potrebbe prevedere un sistema di cofinanziamento statale per la ristrutturazione e la nuova edificazione di biblioteche analogo a quello previsto per le residenze universitarie, legge 338/99 ) , linee di finan­ ziamento per investimenti in edilizia e infrastrutture tecnologiche. Inol­ tre, accordi con l'editoria tradizionale ed elettronica dovranno stabilire condizioni di favore per l'acquisizione da parte delle biblioteche di mate­ riali documentari, sull' intero catalogo delle disponibilità in commercio e da scegliersi dalle biblioteche stesse, prevedendo il recupero degli sconti in sede di Legge finanziaria. • Le risorse tecnologiche. Le biblioteche dovranno essere inserite come partner attivi (fruitori ma anche produttori di informazioni digitali e ter­ minali diffusi delle funzioni pubbliche) nelle reti della pubblica ammini­ strazione e dovranno essere coinvolte nei programmi di innovazione tec­ nologica della pubblica amministrazione (a questo proposito si potrebbero proporre appositi progetti per l'informatizzazione delle biblioteche nelle linee di finanziamento e-government) .

Leonardo Domenici Lorenzo Ria Enzo Ghigo 11 5

Fonte: Sito

AN C I .

http:/ /www . anci. it/Accordit .cfm ?id=94 · (L'accordo è pubblicato anche sul " Bollettino A I B " , 4, 2003, pp. 413-6, di­ sponibile pure all'indirizzo: http:/ /www . aib.ir/aib/boll/200J/0304413.htm) . U RL :

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G l ossa ri o Il glossario è relativo solo a termini utilizzati nel testo. Per una trattazio­ ne più generale cfr. F. Diozzi, Glossario di biblioteconomia e scienza del­ l'informazione, Editrice Bibliografica, Milano 2003 . Abstract Riassunto strutturato di un documento di cui si riportano il contenuto e i dati bibliografici necessari al suo reperimento. Accessione Ogni nuovo materiale che viene reso disponibile in biblioteca. Alcune biblioteche redigono anche un " Bollettino delle nuove accessioni" . Aggregatori Nuovi attori del mercato editoriale elettronico che, acqui­ state le necessarie licenze dagli editori, creano contenitori di risorse elet­ troniche, siano essi periodici elettronici a testo integrali o banche dati bibliografiche, per favorire una ricerca più rapida, semplice ed efficace. AI B-CUR La più importante lista di discussione dei bibliotecari italiani. Informazioni sono disponibili all'indirizzo: http:/ /www .aib. it/aib/aib­ cur/aibcur.htm3 . ALA Acronimo di American Library Association, la più antica e la più grande tra le associazioni bibliotecarie nel mondo . Sito Web : http:/ /www .ala.org/ @ I la tua biblioteca Campagna di advocacy, vale a dire di sensibilizza­ zione, a favore delle biblioteche promossa dall'ALA, dall ' I F LA e a cui ha aderito anche l'AI B . Antitaccheggio I l nome che s i d à ai dispositivi con i quali, grazie all'in­ serimento di strisciol ine magnetiche o microchip all'interno dei docu­ menti, si tenta di evitarne la sottrazione. Base dati Insieme di dati omogenei per contenuto e formato, registrati in record suddivisi in campi, dotate di strumenti di gestione e interroga­ bili utilizzando chiavi predefinite. Client-se rve r Particolare architettura di rete in cui due elaboratori si scambiano messaggi: il client serve a inviare interrogazioni e a ricevere le risposte (come ad esempio i browser per la navigazione in Internet) , il server serve a ricevere le domande e a inviare le risposte.

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Consorzi Aggregazioni di università e di enti di ricerca per l' acquisizio­ ne delle risorse elettroniche. In Italia attualmente ne sono attivi tre: C I B ER, C I LEA, C I P E. DD Acronimo di Document Delivery. Indica l'attività di recupero di documenti su richiesta degli utenti presso altre biblioteche o fornitori commerciali. Non prevede la restituzione del materiale ricevuto . De posito legale È il rispetto delle norme relative all'obbligo di conse­ gna degli esemplari alle biblioteche previste dalla legge. Descrittore Termine che ha la funzione di esprimere il soggetto di un documento . Deskto p Li b ra ry Espressione che indica la possibilità di utilizzare dalla propria scrivania la biblioteca grazie ai collegamenti in rete . EBLI DA Acronimo di European Bureau of Library Information and Docu­ mentation Associations, associazione non governativa senza scopi di lucro che raggruppa associazioni europee del settore. Sito web: http:/ /www.eblida.org.

HTML Acronimo di HyperText Markup Language. È il linguaggio di mar­ catura utilizzato per creare pagine Web. HTTP Acronimo di Hyper Text Transfer Protocol. È il protocollo di tra­ smissione delle informazioni ipertestuali attraverso Internet. l nd icizzazione Operazione di descrizione simbolica di un documento che consente di creare indici strutturati definendo i soggetti che lo com­ pongono. I ntero perabi l ità Possibilità di reciproca interazione tra sistemi informa­ tici diversi, grazie all'uso di protocolli o tecnologie che garantiscano una corretta trasmissione dei dati. l nventa riazione La presa in carico da parte di una biblioteca dei docu­ menti: consiste nell'attribuzione di un numero progressivo e nella tra­ scrizione degli elementi identificativi del documento nel cosiddetto regi­ stro inventariale. l pe rtesto Documento strutturato secondo determinati requisiti in modo da poter creare un collegamento tra un punto del testo e altri documenti o altri punti dello stesso testo. ISBD Acronimo di lnternational Standard Bibliographic Descriptions. È lo standard internazionale per la descrizione bibliografica elaborato dall' IFLA, 118

di cui esistono versioni specifiche per le diverse tipologie di documenti (monografìe, pubblicazioni in serie, risorse elettroniche, libri antichi ecc.) . ISBN Acronimo di International Standard Book Number. È u n codice numerico univoco assegnato alle pubblicazioni monografiche. ISO Acronimo di lnternational Organization for Standarditation. Si trat­ ta dell'organizzazione internazionale che si occupa di definire e aggior­ nare gli standard tecnici per numerosi settori disciplinari . Sito web: http:/ / www . iso .org/iso/ en/ISOOnline.frontpage. ISSN Acronimo di International Standard Seria/ Number. È un codice numerico univoco assegnato alle pubbl icazioni seriali. Meta dati Letteralmente " dati sui dati" . Servono a descrivere forma e contenuto di risorse elettroniche per facil itarne l' identificazione, la descrizione e il reperimento. Open Access I n genere software scaricabili gratuitamente dalla rete per l' uso pubblico non protetti da copyright. Con questo nome si indicano anche le iniziative volte a creare archivi in linea (repositories) pubblici o a pubblicare periodici elettronici ad accesso gratuito. Periodico Pubblicazione seriale in fascicoli composta da articoli scritti da diversi autori relativi, in linea di massima, a uno stesso ambito disci­ plinare e di cui è, almeno teoricamente, definito il numero di uscite periodiche annue, sulla base di una periodicità prestabilita. Refe rence Termine inglese, ormai di uso comune anche in italiano, con cui si indica genericamente il servizio di informazioni bibliografiche. REL Acronimo che indica le risorse elettroniche ad accesso locale. RER Acronimo che indica le risorse elettroniche a accesso remoto e quindi non direttamente disponibili in biblioteca, ma residenti su un ser­ ver esterno . RI CA Acronimo di Regole italiane di catalogazione per autore. Sono le norme di catalogazione per autore in uso nelle biblioteche italiane per la scelta e la forma dell'intestazione. S B N Acronimo di Servizio bibliotecario nazionale. È la rete delle biblio­ teche italiane promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali con la cooperazione delle Regioni e dell'Università. Aderiscono a S B N biblio­ teche statali, di enti locali, universitarie, di accademie ed istituzioni pub119

bliche e private operanti in diversi settori disciplinari. Il sito dell'Indice di S B N è consultabile all'indirizzo: http:/ /opac.sbn. it. Seriale Termine che si usa per indicare genericamente pubblicazioni in serie come periodici, collane od opere in continuazione. Soggetta rio Lista di termini ordinati alfabeticamente, con i relativi richiami e rinvii, ritenuti validi per esprimere il contenuto di un docu­ mento e utilizzati come intestazioni standard di soggetto. Thesaurus Vocabolario strutturato di termini organizzati gerarchicamente. VRD Acronimo di Virtual Reference Desk. Pagine Web che si pongono l'obiettivo di selezionare, ordinare e a volte anche commentare link a risorse disponibili in rete riguardanti una determinata disciplina o mate­ ria (vRD specializzati) o la ricerca su Internet in generale (vRD generali) .

120

B i b l iografia Lettu re co nsigliate Le indicazioni bibliografiche fornite sono da ritenersi essenziali e in linea di mas­ sima strettamente connesse alla trattazione dei diversi capitoli. Per indicazioni più generali si rimanda alla Letteratura professionale italiana ( L P I ) , attualmente curata da V. Ponzani, pubblicata a partire dal 1975 sul " Bollettino è disponibile la versione elettronica su

AIB

"

e di cui

bibliografia italiana delle

C D - RO M B IB:

biblioteche, de/ libro e dell'informazione, curata da A. Petrucciani e G. Visintin, la cui ultima edizione copre per ora gli anni 1980-99, mentre per il decennio 19922001 esiste anche la vers ione in rete

B IB - WEB,

disponibile all' indirizzo:

http :/ / www. aib. it/aib/bib/bib.htm. Oltre al " Bollettino

AIB

"

è da segnalare

anche la rivista mensile " Biblioteche oggi " che ospita articoli e rubriche di ana­ lisi e approfondimento. La bibliografia di settore più importante a livello internazionale è

LISA:

Library

and Information Science Abstracts che attualmente indicizza circa 440 periodici pubblicati in più di 68 paesi del mondo.

Ca pitolo 1 Per un'introduzione generale alla biblioteconomia cfr. :

P . G ERETTO

(a cura di) ,

Lineamenti di biblioteconomia, Carocci, Roma 1999; M ON T E C C H I , VEN UDA ( 20022) ; G . S O L I M I N E , Introduzione alla biblioteconomia. Riflessioni e documenti, ristampa riveduta e corretta con l'aggiunta dell'indice dei nomi, Vecchiarelli, Manziana 1999;

S E RRAI ( 1997); M . G O RMAN , I nostri valori. La biblioteconomia nel xxi secolo, Forum, Udine 2002; S O L I M I N E ( 2004) ; M. G O RMAN , La bibliote­ ca come valore. Tecnologia, tradizione e innovazione nell'evoluzione di un servizio,

Forum, Udine 2004. Per le biblioteche in rete cfr. :

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METITIERI, RI DI

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(1999);

Internet in biblioteca, Editrice Bibliografica,

rizzo: http:/ /www. laterza. it/bibliotecheinrete/ e Sulla biblioteca ibrida:

o. FOGLIENI

(20054) , disponibile anche all'indi­ RI D I, M ETITIERI

(2003) .

( a cura di) , La biblioteca ibrida. Verso u n ser­

vizio informativo integrato, Editrice Bibliografica, Milano 2003. Sulla biblioteca digitale si vedano:

La biblioteca R I D I , La biblioteca digitale: defi­

A. M . TAMMARO, A. SALARELLI ,

digitale, Editrice Bibliografica, Milano 2000 e R. nizioni, ingredienti e problematiche, in " Bollettino

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3 , 2004, pp. 273-344;

121

L. MARQUA RDT, A. SALARELLI

(a cura di) , Comunicare la conoscenza ai tempi del

web: ruolo e responsabilità della biblioteca ibrida,

AIB

Sezione Lazio, Roma 200 5.

Ca pitolo 2 Per avere un quadro della situazione bibliotecaria e sulla storia delle biblioteche in Italia: 1995;

F. ROSA

(a cura di) , La biblioteca servizio pubblico locale,

( 2004) ;

CEL,

Gorle

La biblioteca pubblica. Storia di un istitu­ to nell'Europa contemporanea, il Mulino, Bologna 1997 e I D . Storia delle bibliote­ che in Italia. Dall'Unità a oggi, il Mulino, Bologna 2002; A. P ET RU C C IAN I , P . TRAN I E LLO (a cura di) , La storia delle biblioteche. Temi, esperienze di ricerca, pro­ blemi storiografici, A I B , Roma 2003; il fascicolo n. 3 del 2003 della rivista " Eco­ nomia della Cultura" dedicato a Le biblioteche italiane e G. S O LI M I N E , La biblio­ teca e il suo tempo. Scritti di Storia della Biblioteca, Vecchiarelli, Manziana 2004. P O N ZA N I

P. T RAN I EL L O ,

Ca pitolo 3 S ulla carta dei servizi si vedano: Linee guida per la redazione delle carte dei ser­

vizi delle biblioteche pubbliche, A I B , Roma 2ooo; RAS ETT I ( 2004) , pp. 1 57-80; Carta dei servizi, obiettivo da non perdere, in " Biblioteche oggi " ,

G . S O LI M I N E ,

10, 1997, pp. 6-1 2. Sulla formazione delle raccolte cfr. :

M. C RASTA,

La costruzione delle raccolte, in

P. Geretto (a cura di) , Lineamenti di biblioteconomia, Carocci, Roma 1999, pp. 43-78;

G . SOLIMINE,

Le raccolte delle biblioteche: progetto e gestione, Editrice Biblio­

grafica, Milano 20012• Sulla formazione e il reclutamento del personale bibliotecario:

A. P ET RUCC IAN I ,

Formazione, occupazione e professione, in P O N ZANI ( 2004) , pp. 110-9 e A. P ETRUC­ C IAN I , Professione bibliotecario: formazione, occupazione, prospettive, in "Economia della Cultura", 3, 2003, pp. 401-6 e la sezione Professione in v. P O N ZAN I (a cura di) , Rapporto sulle biblioteche italiane 2004 , A I B , Roma 2004, pp. 101-37; c. F E D E­ RI C I , c. GAM BA, M . L. TRA P LETTI (a cura di) , Professione bibliotecario. Come cam­ biano le strategie di formazione, Editrice Bibliografica, Milano 2005. Sull'offerta di formazione professionale del settore pubblico per bibliotecari, archivisti e documentaristi è consultabile in rete all' indirizzo: http :/ /www . aib. it /aib/form/form.htm3 il Repertorio della formazione professionale, curato da E. Di Benedetto e G. Gatti. Sul mondo del lavoro cfr. : P O N ZAN I

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(2004) , pp . 119-28 . Si veda anche il sito dell'Osservatorio Lavoro del-

l' A I B all' indirizzo: http :/ /www . aib.it/aib/cen/osslav. htm e il volume Linee guida

sui requisiti di qualificazione dei gestori in esterno di attività dei servizi biblioteca­ ri, A I B , Roma 2004. Sugli aspetti gestionali generali cfr. : G. S O L I M I N E (a cura di) , Gestire il cambia­ mento: nuove metodologie per il management della biblioteca, Editrice Bibliografi­ ca, Milano 2003. S ulla misurazione e valutazione:

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( 2002) ; Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane. Misure, indicatori, valori di riferimento, AI B , Roma 2000; I F LA-A I B , Linee guida per la valutazione delle biblioteche universitarie, A I B , Roma 1999; R. VENTURA , La biblioteca al servizio dell'u tente. Customer satisfoction e strategie di management, Editrice Bibliografica, Milano 2004.

Ca pitolo 4 Sul catalogo e la catalogazione:

REVELLI

(1996) ;

M. G U E R RI N I ,

Classificazione a faccette, A I B , Roma 2004; M. G U E RRI N I , s. GAM BARI , Definire e catalogare le risorse elettroniche. Un 'introduzione A ISBD(ER), AACR2 e metadati, Editrice Bibliografica, Milano 2002; M. c. BAS S I , La catalogazione delle risorse informative in Internet, Editrice Catalogazione,

AIB,

Roma 1999;

(1999);

DINI

c. GNOLI,

Bibliografica, Milano 2002. Per i sistemi di automazione diffusi in Italia cfr. :

zione, in

P O N ZAN I

WESTON

B E RT I N I ,

Sistemi di automa­

( 2004) , pp. 88-100. Per le questioni legate all'inserimento delle

risorse elettroniche nel catalogo cfr. : ( 2003);

v.

( 2002) ;

RI D I

GUERRINI

( 2002) ;

MAN Z I , MART E L L I N I

(2002) .

Sul servizio informazioni:

DEL BONO ( 1992) ; c. LEONARD I , Il reference in bibliote­ ca. Guida ai servizi di informazione, Editrice Bibliografica, Milano 1995 e I D . , Il rap­ porto con l'utente in una biblioteca amichevole, Editrice Bibliografica, Milano 2000.

Ca pitolo 5 Sui servizi in generale:

SE RRA I

(1997);

G.

v.

M O SCAT I ,

La biblioteca pubblica.

Manuale a uso del bibliotecario, nuova edizione aggiornata e ampliata,

UNICOPLI,

Milano 2000. Sull'edilizia bibliotecaria: P . B E LLIN I (a cura di) , Costruire una biblioteca univer­ sitaria: sinergie per il progetto, convegno nazionale, Trento, 13-14 novembre 1997, A I B , Roma 1997; M. M US C O G I U RI , Architettura della biblioteca. Linee guida di programmazione e progettazione, Bonnard, Milano 2004.

123

Sulle problematiche legate al diritto d'autore:

A. DE RO B B I O ,

Diritto d'autore,

diritto dell'editore e del lettore: una difficile dialettica, in " Economia della Cultu­ ra", 3, 2003, pp. 413-9 e in genere sulle questioni legislative la sezione Legislazio­ ne e politica bibliotecaria in v. P O N ZAN I (a cura di) , Rapporto sulle biblioteche ita­ liane 2004 , A I B , Roma 2004, pp. 11-37. Sulla campagna @!la tua biblioteca cfr. : G LASS S C H UMAN ( 2002) . Ca pitolo 6 Sulle biblioteche in rete: (20054) ;

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SALARELLI

G N O LI

( 200 5) .

Ca pitolo 7 Per il paragrafo 7. 1 , Un nuovo scenario, cfr. : CUTURI ( 198 5) . Per il paragrafo 7.2, La biblioteca insegna: D I D O M EN I C O , ROSCO ( 1998) ; F. N ERI (1999) , Didattica della biblioteca ed educazione degli utenti, in P. Geretto (a cura di) , Lineamenti di biblioteconomia, Carocci, Roma 1999, pp. 299-330; G . D I D O M E N I C O , La biblio­ teca apprende: qualità organizzativa e qualità di servizio nella società cognitiva, in D I D O M EN I C O

( 2002) , pp. 53-70;

RASETTI

Sulla biblioteca come servizio pubblico:

SOLIMINE

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( 2004) . CEL,

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http : / /acnp . cib. unibo . it/cgi­

ser/start/it/cnr/fp.html. A I B -WE B : BDI

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(Biblioteca Digitale Italiana) : http:/ /www. internetculturale.sbn. it/.

B I DS

(Biblioteca Digitale della Sapienza) : http:/ /bids. citicord. uniromaL it/ .

CIBER