Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall'Archivio Aldobrandini 8821000249, 9788821000249


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Carte latine di abbazie calabresi provenienti dall'Archivio Aldobrandini
 8821000249, 9788821000249

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S T U D I

B

--------------------

197

T E S T I ---------------------

ALESSANDRO PRATESI

CARTE LATINE DI ABBAZIE CALABR ESI PROVENIENTI DALL’ ARCHIVIO ALDOBRANDINI

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

1958

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!

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EDIZIONE ANASTATICA Anno 2013

Tip. Cardoni s.a.s. - Roma

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S T U D I

E

-----------------

197

T E S T I -----------------

ALESSANDRO PR ATESI

CARTE LATINE DI ABBAZIE CALABR ESI PROVENIENTI DALL’ ARCHIVIO ALDOBRANDINI

CITTÀ DEL VATICANO B IB L IO T E C A

A P O S T O L IC A

V A T IC A N A

1958

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IMPRIMATUR

E V ica ria ti! C iv it. V a t ic , d ie 12 Iu n ii 1958.

*

fr.

P e t r u s Ca n i s i u s

van

L ie r d e

V ica riu s G eneralis

P R O P R IE T À L E T T E R A R IA

Ristampa anastatica - Dini - Modena 1981

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A V V E R T E N Z A

Secondo il disegno originario, sul frontespizio di questo volume avrebbe dovuto figurare, preposto al mio, il nome del prof. Franco B artoloni.

A lu i infatti, che per primo aveva rilevato l'estrema impor­

tanza del fondo calabrese conservato nell'archivio Aldobrandini e dopo averne utilizzata, per altre ricerche, parte dei

documenti pubblici,

ne aveva affidalo alla sua allieva Fida Mangiola, come tesi di laurea, l'edizione delle cinquanta carte più antiche, risale la prima concezione di questo lavóro, secondo cui sarebbero stati affidati alle mie cure la edizione critica dei documenti e gli indici, mentre egli stesso avrebbe scritto l'introduzione storica, compilato le note di commento e coordi­ nato le singole parti.

M a , strappato lui dalla morte repentina al

mondo degli studi prima ancora che io portassi a termine le trascrizioni, ho dovuto affrontare con le mie sóle forze il compimento dell'intero disegno e, procrastinando altri lavori che avevo in corso, approntare questo volume, già da tempo annunciato. P er l'edizione dei docc. nn. 1 -3 7 e 3 9 -5 1 m i sono naturalmente giovato - sebbene ne abbia corretto, attraverso una minuziosa ricóllazione, alcuni errori di lettura, modificato gran parte dei regesti, am­ pliato le osservazioni introduttive ai singoli documenti e mutato in alcuni casi radicalmente il giudizio critico sulla loro genuinità - del­ l'ottima dissertazione di laurea della doit. Mangiola, che meritò la

« borsa di studio Marzotto » per l'anno 1955; il n. 38 è stato invece da me inserito, avendo ottenuto il permesso di pubblicare sia questo docu­ mento sia i nn. 82, 86, 151, 177 e 181 da alcune pergamene, già affi­

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I

vi

Alessandro Pratesi

date per l'edizione al padre M .-R . Laurent ο. P ., che si trovano attual­ mente confuse con un gruppo di carte greche nei cod. Yat. lat. 13489. ' Venuta a mancare la partecipazione diretta del prof. Partoioni, ho cercato nondimeno di condurre sempre il lavoro secondo i suoi pre­ ziosi insegnamenti, di accostarmici con lo stesso entusiasmo, di por­ tarlo avanti con lo stesso rigore di metodo che hanno contraddistinto la sua attività di studioso: se vi sia riuscito, giudichino i lettori. N el licen­ ziare il volume m i sia però concesso di affidare a questa pagina, con devozione filiale, il nome dell'indimenticabile maestro: a lui, alla sua venerata memoria, questa mia fatica è dedicata. R o m a , 31 m aggio 1958.

A. P.

r.

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IN T R O D U Z IO N E

Sulle vicende del monacheSimo latino medioevale in Calabria non si avevano finora che pochi elementi, fondati per lo più sulle notizie raccolte da storici locali e da annalisti dei singoli ordini: notizie incerte, a volte perfino contradittorie, tra le quali non è agevole distinguere il dato sicuro, incrostato molto spesso dalla leggenda che l’entusiasmo apologetico o l’orgoglio campanilistico vi hanno lasciato fiorire intorno. Disperse le carte d’archivio per un susseguirsi di eventi funesti1, rimaneva, unica voce del passato, ima tradizione in cui la realtà storica risultava sempre più deformata da successivi elementi fantastici via via che veniva raccolta da nuovi autori. Π fortunato ritrovamento di un cospicuo fondo di carte calabresi nell’archivio proveniente da una delle più illustri casate italiane2, consente ora di dipanare, almeno parzialmente, quell’intricato groviglio e di sistemare in una inquadratura storica - che peraltro potrà essere completa solo quando verranno pub­ blicate anche le pergamene greche dello stesso fon d o3 - le vicis­ situdini della più famosa abbazia cistercense di Calabria, S. Maria della Sambucina, e di due grandi monasteri le cui fortune, dal secolo X I I I in por, sono strettamente connesse con le traversie della comunità sambucinese: S. Maria della Matina e S. Angelo de F r i g i l o . Prima ancora che nell’austero chiostro di Citeaux avesse inizioil movimento riformatore da cui doveva scaturire; un. nuovo, rigo­ glioso ordine monastico, l’abbazia di S. Maria della Màtina aveva 1 C f . q u a n to d ic e s u ll’ a r g o m e n to B a r t o l o n i ,

della Sambucina,

L e antiche carte dell'abbazia

p p . 5 6 4 -6 .

2 V . o lt r e , p p . xl - x l ii . 3 Ne

s ta

cu ran d o

l ’e d iz io n e

il

p r o f.

C ir o

G ia n n e lli

d e l l ’U n i v e r s i t à d e g l i

s t u d i d i R o m a ; v . i n p r o p o s i t o a n c h e q u i a v a n t i , p p . x l i, l .

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Vili

Alessandro Pratesi

raggiunto, sotto il regime dei m o n a c i n e r i dell’Ordine benedettino, grande prestigio. Costruita su un altopiano boscoso 1 presso il corso del fiume Follone2, essa vide crescere rapidamente la sua potenza finché durò la protezione dei signori normanni: poi soggiacque a un declino altrettanto improvviso da cui riuscì solo in parte a salvarla l’unione con il monastero cistercense della Sam­ bucina. Le notizie che del cenobio matinense tramandano autori antichi e recenti formano un intricato labirinto di dati contrastanti, i quali investono, innanzi tutto, l’epoca della fondazione, essendo stata troppo spesso ignorata o respinta la testimonianza dei varii indici cronologici dell’ordine di Citeaux, che la facevano concor­ demente risalire al 1066 3. hFé le carte ora venute alla luce, pur 1 II to p o n im o , d a l p r e la t in o

*m ata « m o n te , b o s c o , s e lv a » (cf. A l e s s io ,

S aggio d i topon om astica, p . 2 4 8, n . 24 34 e v . a n ch e ib id ., p . x m ) , in d ic a a p p u n to la c a r a tte ris tica d e lla z o n a .

D a l s e c o lo x v

si in co n tr a n o , o lt r e a l v o lg a riz z a ­

m e n to , le p r im e c o r r u z io n i d e lla v o c e o r ig in a ria : le n o s tr e c a r te d o c u m e n ta n o la fo r m a « la M a tin a » m a a n ch e « la M a y tin a »; g li sta tu ti d e i c a p it o li g e n e ra li d e ll’ O rd in e cis te rc e n s e (v . o ltre , p . x v i n o ta 2 ) a n ch e « M a th in a », « M a th y n a » e « M a ty n a »; n el s e c o lo x v u , n e lle re la z io n i d e lle v is ite p a s to r a li d e i v e s c o v i d i San M a r co A r g e n ta n o ,

si le g g e « (a b b a tia )

« S.®6 M a ria e d e M a ttin a » (16 86 ):

d e lla M a tin a

» (1603), m a

c f. M e e c a t i , P e r la storia d ei

p p . 2 1 3 sg. n o ta ; p r e s s o i c r o n is t i cis te rc e n s i s i le g g e

« M a t t in a » ,

a n ch e,

m a n oscritti, ma

sp esso

« M a c in a ».

a n ch e

2 In

d io c e s i d i

d i C o s e n z a ).

San

M arco

A rg e n ta n o ,

a

n ord

di

q u e sta c it t à

Q u a n d o s o r s e l ’a b b a z i a i l t e r r i t o r io f a c e v a p a r t e

( p r o v in c ia

d e lla d io c e s i d i

M a l v i t o , m a f u a n n e s s o a q u e lla d i S a n M a r c o a llo r c h é , in t o r n o a l l a m e t à d e l s e c o lo

XII,

non

e s e n te d a d u b b i , l a

è

v en n e e r e tta

q u e sta

sede

p r im a

v e s c o v ile

m e n z io n e

(p o ic h é l a

s ic u r a

del

d a ta d el doc. n. 20

nuovo

v e sc o v a to

deve

f a r s i r is a li r e a l g e n n a io 1 1 7 1 in b a s e a l d o c . n . 2 7 , c h e l a a n t ic i p a d i o t t o a n n i r i s p e t t o a l le n o t iz i e d i c u i fin o r a

censuum, n o t iz ie :

I , p . 19

a

s i d is p o n e v a :

c f. F a b r e - D u c h e sn e ,

Le Liber

n o t a 2); d e ll a d io c e s i d i M a l v i t o n o n s i h a n n o in s e g u it o a l t r e

p r o b a b ilm e n t e

a

r a g io n e i c o m m e n t a t o r i d e l

Liber censuum (F a b r e —

D u c h e s n e , lo c . c i t ., e p . 2 4 8 a) r it e n g o n o c h e g i à a l lo r a l a s u a s e d e fo s s e s t a t a tr a s fe r ita

a

San

M a r c o , m e n t r e i l r a c c o n t o c h e a t t r i b u i s c e l a s o p p r e s s io n e d e l

v e s c o v a t o d i M a l v i t o a l l a m e t à d e l s e c o lo x i v , r i p o r t a t o c o n m o l t a c a u t e la d a l

M in a s i , L e Chiese di Calabria, p . 2 7 5 , m a a c c o l t o s e n z a r i s e r v e d a l T a c c o n e G a l l u c c i , Begesti dei romani pontefici, p p . 3 5 7 n o t a 1 5 9 , 44 8, a p p a r e d e s t i t u it o d i fo n d a m e n to . P e r q u a n t o c o n c e r n e l a lo c a li z z a z i o n e d e l m o n a s t e r o , d i c u i o g g i s o p r a v v i v e u n a m b ie n te , fo r s e l ’a u la c a p i t o la r e , a d ib it o a c h i e s e t t a , lo J o n g e l in ,

N otitia abbatiarum, ctionnaire, c o l. 509,

1. V I I ,

p.

m o s tr a n o

78, n . di

58, e

d i co n segu en za il

e s s e r e m a le

in f o r m a t i

M o n t b o n d , D i­

a s c r iv e n d o lo

al

t e r r i­

t o r i o d e ll a d io c e s i d i R e g g i o . 3 C f. J a n a u s c h e k , d a t a è a c c o lta d a

Originum Gisterciensivm, I , p . 1 7 9 , n . c c c c l v iii . T a l e d e L a u d e , M agni divinique prophetae, p . 69; d a l

G r e g o r io

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Introduzione

IX

comprendendo una n o t i t i a 1 della dedicazione della chiesa abbaziale e un diploma di Eoberto il Guiscardo e della moglie Sichelgaita rilasciato in quella occasione2, valgono a dissipare ogni dubbio, poiché sia il primo sia il secondo documento presentano notevoli difficoltà e si rivelano, in ultima analisi, come falsificazioni. La n o t i t i a si compone di due parti: una consiste nella memoria della dedicazione della chiesa abbaziale sotto il titolo di S. Maria, alla presenza del duca E oberto3 e di sua moglie (ai quali è attribuita la fondazione e l’erezione della chiesa), di Arnolfo arci­ vescovo di Cosenza, di Oddone vescovo (di Eapolla e di Lorenzo vescovo di Malvito, nonché di Adelardo abate del monastero; l’altra nell’elenco dei possedimenti donati a quest’ultimo dagli stessi fon­ datori. Proprio tale lista offre al sospetto di falso i primi indizi, trovandovi sottoposte al monastero nascente le due abbazie, non identificabili, di S. Pietro « que dicitur Marcando » localizzata « in « valle que Mercuri nuncupatur», e di S. Nicola « de abbate Clemente »: scartata, come poco probabile, una volontaria sottomissione alla comunità monastica che solo allora si stava formando, rifiutata, perché non sorretta da alcun elemento, l’ipotesi che si trattasse di abbazie abbandonate, la loro dipendenza da S. Maria della MaM a r t i r e , L a Calabria sacra e profana, I I , p . 99; d a l C a r u s o , L'arte e la fede , p.

46;

dal

C o t t in e a u , Bépertoire, I I , c o l. 1 7 8 8 .

A ttr ib u is c e

la

f o n d a z io n e

al

La badia di Sambucina, p . 2 0 5 ; l a a s c r iv o n o in v e c e a l 1 1 7 9 i l L u b i n , Abbatiarum Italiae, p . 2 0 7 , e i l C a m e r a , Annali, I , p . 7 3 ; a l 1 1 8 0 lo Ch e v a l i e r , Bépertoire, I I , c o l. 1 8 7 5 e lo Ch a l a n d o n , H istoire de la domination normande, I I , p . 3 2 1 n o t a 6, p e r u n a e r r a t a in t e r p r e t a z io n e d e l t e s t o d e llo J a 10 8 6 i l M a r c h e s e ,

n auschek.

M a l ’in d ic e p i ù s ig n if ic a t iv o d e ll a c o n fu s io n e in g e n e r a t a d a l s o v r a p ­

p o r s i c a o tic o

d i n o t iz i e i n c o n t r o l la t e

è

d a to

fo r s e d a l M a b il l o n ,

p . 2 7 3 c h e f a a d d ir i t t u r a d i S . M a r ia d e ll a M a t i n a 1 D oc. η.

Annales,

u n « m o n a s t e r iu m

V,

p u e lla r e » f

1.

2 D o c . η . 2. 3 L a d a t a d e ll a

n o t i t i a

e d e l d ip lo m a o s c ill a t r a i l 10 6 5 e i l 10 6 6 ( v .

o ltr e ): l a p r e s e n z a in C a l a b r ia d e l G u is c a r d o è a t t e s t a t a c o n s ic u r e z z a fin d a l l ’i n i z io d e l 10 6 5

(G o f f r e d o M a l a t e r r a , He rebus gestis, I I , x x x v i i , p . 4 7 ; A n o n t m i

V a t ic a n i H istoria Sicula, c o l. 7 6 3 ; p p . 2 1 3 s g ., 3 8 1 , n . 32; C h a l a n d o n ,

c f . H e i n e m a n n , Geschichte der Normannen, H istoire de la domination normande, I , p . 182)

e s i p o t r a s s e c e r ta m e n t e a lu n g o p e r c h é i l d u c a v i d o v e t t e f a r fr o n t e a l l a r i v o l t a d i A i e ll o C a la b r o (G o f f r e d o M a l a t e r r a , lo c . c it .) ; n o n è d a t o p e r ò d i s t a b i lir e s e e s s a p o t è p r o lu n g a r s i fin o a i p r i m i m e s i d e l l ’a n n o s u c c e s s iv o , in c o n s id e r a z io n e a n c h e d e l f a t t o c h e E o b e r t o a v e v a in t e r e s s e a r a g g iu n g e r e s u b ito l a P u g l i a p e r s o ffo c a r e i l fo c o la io c e n t r a le d e ll a r i v o l t a d i G o ffr e d o d a

C on versan o

(cf. C h a ­

l a n d o n , lo c . c it .) .

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Alessandro Pratesi

X

tina potrebbe spiegarsi soltanto nel caso che esse fossero a loro volta soggette all’autorità ducale per diritto di proprietà. Bimane però incomprensibile il motivo per cui nei successivi diplomi di Buggero Borsa1, del figlio di lui Guglielmo duca 2 e di Boemondo I I 3, dove, confermandosi le donazioni di Boberto il Guiscardo, ven­ gono ricordati quasi tutti i possedimenti che figurano nella n o t i ­ t i a , siano state omesse proprio le due abbazie. Motivi di sospetto offrono pure la datazione, non concordando l’indizione n i con l’anno dell’Incarnazione 1066, dal momento che si deve escludere per questo stile, in territorio calabrese, l’uso del computo pisano4; la designazione del documento col termine di p r a e c e p t u m , ricorrente nella s a n c t i o positiva, dal momento che tutte le caratteristiche diplomatiche sono quelle proprie della η o t i t i a; la presenza della p l i c a e dei fori per il passaggio del filo desti­ nato al sostegno del sigillo pendente, come in un diploma e perciò anche qui in contrasto con i caratteri intrinseci del documento. In linea secondaria va pure richiamata la circostanza che Sichelgaita vi è detta « f i l i a donni Vuamari principis Salerni » anziché «filia q u o n d a m donni Yuamari» come era lecito atten­ dersi essendo stato il principe Guaimario V assassinato il 3 giugno 1052 5. Anche nel diploma del Guiscardo si distinguono due parti net­ tamente separate: la prima, più breve, riferisce le circostanze della dedicazione ripetendo per la massima parte, oltre che le caratte­ ristiche diplomatiche, anche il dettato della n o t i t i a; la seconda, invece, nell’eleneare le donazioni fatte alla chiesa, rispecchia la par­ tizione propria dei diplomi aprendosi con un’ a r e n g a che viene così a trovarsi stranamente inserita, nel corpo dell’intero docu­ mento, dopo una parte espositiva e aggiunge pertanto un ulteriore indizio di falsificazione a quelli già presenti nella n o t i t i a e qui integralmente riportati: sicché, pur mancando una guida sicura, data l’ assenza di uno studio specifico sulla diplomatica ducale nor­ manna, non c’è dubbio che si tratti dell’opera di un raffazzonatore, e per giunta inesperto. Ma a rendere più intricato il problema inter­ viene anche la tradizione del documento, assai complessa, essendo 1 D o c . n . 5. 2 D o c . n . 7. 3 D o c . n . 9. 4 V . o ltr e , p .

l ii.

5 C f. Sc h ip a ,

Storia del principato,

p.

146.

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Introduzione

xi

rappresentata da un inserto in nn diploma di rinnovazione di Fe­ derico I I 1 (l’esemplare meno sfigurato da interpolazioni, il quale, seppure con maggiori dettagli nella descrizione dei confini, si attiene sostanzialmente all’elenco dei possedimenti già ricordati nella η o t i t i a , aggiungendovi una lunga lista di immunità e concessioni), e da tre pseudo-originali, due dei quali soprattutto2 mostrano rimaneggiamenti assai ampi figurandovi anche possedimenti che non risultano neppure nei documenti posteriori noti. Poiché le diver­ genze tra esemplare ed esemplare non si limitano a varianti mec­ caniche e le interpolazioni, anche quando coincidano nel dettato, non risultano sempre inserite nell’identico posto in ciascun rappre­ sentante della tradizione, non è possibile individuare con sicurezza le relazioni tra Pinserto e i tre esemplari in forma di originale, né di questi tra loro: sembra tuttavia legittima l’ipotesi che una prima falsificazione, da cui discende il nostro inserto, sia stata operata utilizzando, oltre alla n o t i t i a , un perduta diploma di Ko­ berto fi. Guiscardo; in seguito un altro falsificatore avrebbe costruito il primo degli esemplari in forma di originale manipolando ulte­ riormente quel falso; poco dopo la n o t i t i a e uno o più docu­ menti perduti dovettero essere adoperati, insieme con lo pseudo­ originale, per un altro diploma surrettizio, deperdito, di cui si sareb­ bero serviti, in varia maniera, i falsari che fabbricarono gli altri due esemplari in forma di originale. 1 D o c . n . 136.

T a l e c o n fe r m a , c o m e , n o n in f i c ia l ’a u t e n t i c i t à - d e l d ip lo m a

d i F e d e r ic o , c o s ì n o n c o s t i t u is c e u n e le m e n t o a f a v o r e d e ll a g e n u in it à d e l d ip lo m a d e l G u is c a r d o : e s s o n o n r i c a d e v a i n f a t t i t r a q u e l l i l a c u i r e v is io n e e r a s t a t a d is p o ­ s ta

d a l l ’im p e r a t o r e n e l l a d i e t a d i C a p u a d e l d ic e m b r e

« d e r e s ig n a n d is p r i v i l e g i i s » (B o h m e e - F i c k e b , n . 12 6 0

1220 co n la .c o s titu z io n e

b),

l a q u a le

s o lt a n t o i d ip lo m i r e g i p o s t e r i o r i a l l a m o r t e d i G u g l ie lm o

II,

c o n t e m p la v a

ovvero ,

secondo

a l t r a f o n t e (c h e v i e n e a c o in c id e r e c o n l a p r e c e d e n t e , i n q u a n t o F e d e r ic o I I , c o m e g i à E n r ic o

VI

e C o s ta n z a , c o n s id e r ò T a n c r e d i e G u g l ie lm o

III

q u a li u s u r p a to r i) ,

i d ip lo m i d i E n r i c o 'V I, d i C o s t a n z a e d e ll o s te s s o F e d e r ic o a n t e r io r i a l l a d ie t a c a p u a n a (cf. S c h e f e e e - B o ic h o b s t , La

D os Gesetz,

p p . 1 3 2 s g .,

c ir c o s t a n z a c h e r e s p r e s s io n e « i u x t a g e n e r a le e d i c t u m i n

140

e

p a s s i m ) .

c u r ia n o s tr a C a p u e

« s o lle m n it e r p r o m u lg a t u m r o a l t r a c o n s i m ile ( c £ S c h e f e e e - B o ic h o e s t , o p . c i t ., pp.

1 4 0 s g . e i d o e c . d a l u i p u b b l i c a t i in a p p e n d ic e ) r i c o r r e a v o l t e i n d ip lo m i

f e d e r i c ia n i in t e s i a r i n n o v a r e d o c u m e n t i d i B u g g e r o I I o d e i d u e p r i m i G u g l ie lm i, s i s p i e g a f a c i lm e n t e c o n i l c r i s t a l liz z a r s i d i u n a f o r m u la d i v e n u t a a b i t u a le in d i ­ p l o m i d i q u e l t ip o . A l m o m e n t o in c u i v e n n e e s i b i t a l a f a ls i f ic a z io n e a t t r i b u i t a a B o b e r t o i l G u is c a r d o , l a c a n c e l le r ia im p e r i a le s i s a r à l i m i t a t a p e r t a n t o a v e r if ic a r e a l s e m p lic e v a g l i o d e ll a t r a d i z io n e l a c o n s is t e n z a d e lle n o t iz i e in e s s a c o n t e n u t e . 2 Q u e lli d e s ig n a t i n e l l ’a p p a r a t o c r i t i c o c o n l e s ig le F ' e F " .

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Alessandro Pratesi

X II

È evidente pertanto l’impossibilità di basarsi senza riserve su queste testimonianze per una ricostruzione delle più antiche vicende del monastero matinense: ma poiché la n o t i t i a d e d i c a t i o ­ nis dovè avere come base un documento genuino del 1066, o piuttosto del 1065*, manipolato quindi non già allo scopo di con­ ferire maggiore dignità al monastero attribuendogli origini nobili e antiche, ma per assicurarne i diritti di proprietà su alcuni posse­ dimenti facendo figurare il loro acquisto già a b o r i g i n e - e infatti molti degli elementi in essa contenuti trovano conferma in diplomi successivi non sospetti - è legittimo estrarre dall’insieme delle falsificazioni alcuni dati che possono essere suffragati attraverso la concordanza con fonti annalistiche e nel reciproco concatenarsi di essi con avvenimenti noti per altra via. In particolare i docu­ menti comprovano che il monastero fu fatto erigere da Roberto il Guiscardo su un terreno già di proprietà del vescovo di Malvito e acquistato a tale scopo per la somma di trenta schifati; che la con­ sacrazione della chiesa abbaziale, officiata dall’arcivescovo Arnolfo di Cosenza1 2, avvenne il 31 marzo del 1065 (o - meno probabilmente del 1066); che i fondatori dotarono il monastero di alcuni beni. Pertanto rispetto al filone più solido della tradizione la n o t i t i a e il diploma, e quindi il documento da cui presero le mosse i fal­ sari, non soltanto anticipano di un anno la data ufficiale della fon­ dazione, ma testimoniano altresì che gli inizi dell’abbazia vanno fatti risalire a qualche anno più indietro: il testo accenna infatti a una comunità monastica già formata, presieduta da un abate, e postula - al momento della dedicazione della chiesa - l’avve­ nuta costruzione degli edifici claustrali indispensabili alla vita della comunità. Una suggestiva ipotesi dello Holtzmann conferisce poi un più stabile fondamento a questo quadro, indicando come esso possa inserirsi tra eventi noti della storia del Guiscardo: un’altra falsifi­

1 La

d is c r e p a n z a , n e i d u e f a ls i , t r a in d iz io n e e a n n o d e ll’e r a c r is t ia n a , s i

p u ò s p ie g a r e fo r m u la n d o l ’ip o t e s i d i u n a o r ig i n a r i a z io n e d a t a t a s o lt a n t o c o n i l 31

m a r z o , a l l ’a n n o

e le m e n t i d o v e t t e r o

n o t i t i a

g io r n o , i l m e s e e l ’in d iz io n e i n ,

10 6 5 ; n e l f a b b r ic a r e i l p r im o essere c o m b in a ti co n

d o c u m e n to

q u e lli d i u n

d e lla d e d ic a ­

c o r r is p o n d e n te , i l s u r r e t t iz io

q u e sti

d ip lo m a r ila s c ia t o

tra il

1 ° s e t t e m b r e 1 0 6 5 e i l 3 1 a g o s t o 10 6 6, e p e r t a n t o d a t a t o , s e c o n d o lo s t i l e b i z a n ­ t in o , c o n l ’a n n o

10 6 6.

L 'Italie méridionale, p . 54 8; i d ., Les papes du X Ie siècle, Studien über die Wiederherstellung, p . 1 4 3 n o t a 4.

2 C f. s u d i l u i G a y , p . 210 ; K

l e w it z ,

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Introduzione

X III

cazione dello stesso fondo, il privilegio di Alessandro II del 10671, derivato a sua volta da un documento genuino perduto, è stata da lui posta in relazione2 con una lettera in cui il medesimo pontefice dà mandato all’arcivescovo Arnolfo di Cosenza di procedere alla consacrazione di un monastero eretto dal duca normanno su ingiun­ zione del proprio predecessore Nicolò II quale penitenza « ob faci« norum suorum remissionem » 34 . Il Klewitz, fondandosi su un passo di Orderico Vitale che attribuisce al Guiscardo la fondazione del­ l’abbazia di S. Eufemia i , ha collegato la lettera di Alessandro II con questa notizia5: ma lo Holtzmann ha potuto facilmente dimo­ strare che su questo argomento la narrazione di Orderico Vitale travisa molti elementi, e risulta in definitiva poco attendibile, mentre per l’abbazia di S. Maria della Matina i vincoli con l’ artefice della potenza normanna in Italia e con l’arcivescovo Arnolfo sono larga­ mente provati dai documenti. Si può obiettare a tale ipotesi che i legami del Guiscardo con S. Eufemia sono altrettanto numerosi e sicuri, mentre d’altro canto non esistono elementi per escludere a p r i o r i che Arnolfo abbia preso parte anche alla consacrazione di questa chiesa abbaziale: tanto più che nell’anno in cui fu scritta la lettera di Alessandro I I 6 il monastero di S. Eufemia era in costru­ zione 7, sicché a sostegno dell’interpretazione dello Holtzmann sareb­ bero soltanto la scarsa attendibilità di Orderico Vitale e il silenzio delle fonti su una solenne consacrazione della chiesa di S. Eufemia. Ma tale silenzio diviene assai significativo ove si consideri che tra queste fonti c’è la cronaca di Goffredo Malaterra il quale, come monaco di S. Eufemia8, era ben informato sui fatti del suo mona­ stero e difficilmente avrebbe taciuto della consacrazione della chiesa 1 D o c . n . 3. 2 H oltzm an n , 3 J affé -

Das P rivileg Alexanders I I ,

p p . 7 6 -8 2 .

L ., n . 4576.

4 H istoria eccles., 1. M . G. H ., Script., X X I V ,

Ili:

ed. L e

p . 14 .

P révo st, II,

pp.

89 s g . =

ed.

W

a it z

in

V . a n c h e l e in t e r p o la z io n i d i O r d e r ic o V i t a l e a

G e m m e t ic e n s e , Gesta ducum Normannorum, 1. V I I , c a p . 30: e d . M .G .H ., Script., X X V I , p . 8 = e d . M a r x , p . 9 1 . C f . P o n t i e r i , L'ab­ bazia benedettina, p . 96. 5 K l e w i t z , Studien iiber die Wiederherstellung, p p . 1 4 2 - 4 .

G u g l ie l m o W

a it z i n

6 L o s te s s o i n c u i s a r e b b e a v v e n u t a l a d e d ic a z io n e d e ll a c h ie s a d i S . M a r ia d e l l a M a t in a , o s s i a i l 10 6 5 , c o m e h a

Brittischen Sammlung,

d im o s tr a to

lo

E w a l d , D ie Papstbrìefe der

p p . 3 4 7-9 .

7 C f . G o f f r e d o M a l a t e r r a , 1. I I , x x x v ii , p . 4 7 . 8 C f . P o n t i e r i n e l la p r e fa z io n e a l l ’e d iz io n e d e l

D e rebus gestis,

p . v i.

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Alessandro Pratesi

X IV

ove questa si fosse svolta in forma solenne, con l’intervento del duca e dell’arcivescovo cosentino. È pertanto assai probabile che le origini dell’abbazia matinense vadano riportate a un periodo compreso tra la fine dell’agosto 1059, allorché il Guiscardo fece la sua sottomissione vassallatica al p ap ax, e il 27 luglio 1061, data della morte di Nicolò I I 1 2. Il privilegio di Alessandro II rappresenta una ulteriore falsi­ ficazione: tuttavia è da ritenere genuina almeno la notizia dell’im­ mediata soggezione dell’abbazia alla santa Sede, che trova con­ ferma nei successivi diplomi di Euggero Borsa, di Guglielmo duca, di Boemondo I I 3 e in quello di Euggero II per il vescovato di Malv ito 4. Precedente a questi è un diploma rilasciato nel 1096 da Eoberto conte, figlio del Guiscardo5, dove non si hanno però ele­ menti nuovi sull’estensione dei possedimenti, mentre nel periodo tra il 1100 e il 1122, in cui sono compresi i documenti più volte richiamati di Euggero Borsa, Guglielmo duca e Boemondo II, i beni di S. Maria della Matina risultano notevolmente ingranditi e alle dipendenze dell’abbazia figurano ben sedici chiese. Del 1130 è la donazione di due terreni6 da parte di Mabilia, figlia di Eoberto il Guiscardo e vedova di Guglielmo di Grantmesnil 7, la quale offre, attraverso la persona dell’autrice, una ulteriore conferma dei legami tra il duca di Puglia e il monastero matinense, ed è tanto più signi­ ficativa in quanto Mabilia era stata imparentata, per via del ma­ rito, con Eoberto di Grantmesnil, abate di S. Eufemia8. Pochi anni più tardi, il diploma di Euggero II per la chiesa di Malvito 9 ribadisce l’esenzione dell’abbazia dalla giurisdizione vescovile. Nella seconda metà del secolo x n si assiste a un rapido declino del monastero: dal 1183 10 tacciono, per lungo tempo, anche i docu­ 1 J a f f é - L . , p r im a d e l n . 4408; c f . C h a x a n d o n , H istoire de la domination-

normande, p.

I,

pp.

1 7 0 s g .;

H efele-L

eclercq,

H istoire

des

conciles,

IV , n ,

118 7.

2 Jaffé -

L . , d o p o i l n . 4 4 6 8.

3 D o c c . n n . 5, 7 e 9 g ià c itt. 4 D oe. n.

5

13 .

D o c . n . 4.

6 D oc. n.

10 .

rebus gestis, v . in d ic e , H istoire de la domination normande, I , p p . 28 3 , 300, 8 C f. P o n t i e r i , L'abbazia benedettina, p p . 9 6 - 1 1 5 . 7 G offredo M a late r r a , D e

don,

9 D oc. n.

p.

138 ;

3 4 1,

c f.

Ch a l a n -

398; I I ,

p . 626.

13.

10 D o c . n . 33.

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Introduzione

XT

menti, e sebbene nel L ib e r cen su u m S. Maria della Matina figuri ancora tassata per un’oncia d’oro 1, l’assenza di privilegi pontifici e di diplomi regi o imperiali, il silenzio assoluto delle fonti, la con­ fusione stessa che fecero gli scrittori sul nome, il sito, le vicende del monastero inducono a credere che la comunità monastica fosse ridotta a pochissimi uomini2 e il patrimonio notevolmente depau­ perato. Tali comunque erano di certo le condizioni dell’abbazia benedettina tra la fine del 1221 e l’inizio del 1222, allorché fu ceduta ai Cistercensi della Sambucina perché vi si trasferissero abbando­ nando il proprio monastero, minacciato dai terremoti3. Vi fu allora un subitaneo risveglio, ma si trattò di un guizzo effimero di vita­ lità prima di una lunga agonia: i monaci cistercensi ebbero la preoc­ cupazione di farsi rinnovare le antiche concessioni elargite al mo­ nastero benedettino, e infatti risalgono a questo periodo i diplomi imperiali di conferma degli antichi privilegi ducali 4 e le copie auten­ ticate dall’arcivescovo Luca di Cosenza e dai suoi suffraganei, nonché da altri vescovi5. I documenti non consentono di farsi un’idea precisa dell’esten­ sione - certamente considerevole - raggiunta dai possessi dell’ab­ bazia dopo l’unione dei due monasteri, ma sono sufficienti a far comprendere che essi non si accrebbero ulteriormente: tra le carte posteriori al 1222 non figura nessuna donazione! Con lentezza, ma inesorabilmente, nel corso di circa due secoli, il patrimonio si viene assottigliando: forse per cause esterne, forse per incuria, forse anche per l’impossibilità di amministrare beni così estesi e taluni situati in zone di non facile accesso, esso si sfalda, va in rovina. Già nel 1226 i monaci, impegnati in una contesa col monastero basiliano di S. Maria del Patir, devono cedere a una sentenza a loro sfavorevole6} negli anni successivi li vediamo più volte occupati a 1 F abre- D

uchesne,

L e liber censuum,

2 I n t a l i c o n t in g e n z e , n o n

I, p .

è im p o s s ib i le

19

a.

ch e il m o n a stero

v e n iss e

o ff e r to

d a T a n c r e d i a G io a c c h in o d a F i o r e p e r l a s u a n u o v a c o n g r e g a z io n e , c o m e s o s t e n ­ gono

a lc u n i

a u to r i

(G r e g o r io

de

L aude,

M agni divinique 'prophetae,

p . 69;.

R o u s s e l o t , Joachim de Flore, p . 18): t u t t a v i a i l v a l o r e a n e d d o t ic o d e l l ’e p iso d io n o n c o n s e n te d i a c c e t t a r lo s e n z a r i s e r v e . 3 V . o ltr e , p p . x x i x - x x x . N e g l i i n d ic i c r o n o lo g ic i c is te r c e n s i l ’ a n n o o s c illa tra . il 1 1 8 0 e i l 124 0 : c f . J a n a u s c h e k , 4 D occ. nn.

Originum Cisterciensium ,

I , p . 1 7 9 , n . c c c c l v iii .

136 sg.

5 D o c c . n n . 4, 6 1 e 7 9 . 6 C f. U g h e l l i , X X I, p.

Italia sacra,

I , c o l. 876; C a p p e l l e t t i ,

L e Chiese d'Italia,.

407.

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Alessandro Pratesi

XVI

reclamare i propri diritti su terreni e proprietà che suscitano le cupidigie altrui1. In sostanza si può affermare che quanto di prestigio gode an­ cora l’abbazia, è dovuto al riflesso della tradizione sambucinese: non stupisce perciò di vedere nel 1232 il capitolo generale dei Ci­ stercensi 2 affidare all’abate della Matina il delicato incarico di inviare dodici monaci al monastero di Eoccamadore, in diocesi di Messina, e di provvedervi all’elezione dell’abate, subordinatamente al rifiuto di assolvere tale compito da parte dell’abate di S. Maria della Nuara, filiazione della Sambucina34 ; e, nello stesso anno*, lamentare l’in­ capacità dei monaci matinensi « circa correctionem filiarum sua« rum » e di conseguenza sottomettere a Casamari l’abbazia di S. Spirito di Palermo, altra filiazione della Sambucina, e sottrarre all’autorità dell’abate di S. Maria della Matina il monastero di Eoccadia5. Nel 1276 ancora il capitolo generale dichiarava deposti l’abate matinense e altri nove abati, quasi tutti preposti a mona­ steri già filiali della Sambucina6, perché non si erano più presen­ tati all’assemblea generale da oltre dodici anni7. È in questo clima di decadenza che l’ antico legame di filiazione della Sambu­ cina a Casamari8, rinnovato dopo il trasferimento a S. Maria della Matina, si trasforma via via, per necessità disciplinari, in un vero e proprio vincolo di soggezione. Non si possiede al riguardo un docu­ mento che concerna ex professo questo cambiamento: forse non vi fu mai, perché esso avvenne quasi certamente per

1 C f. d o cc. n n .

16 9 ,

176 e s o p r a ttu tto i nn. 2 0 4 -7 ,

2 1 0 - 5 , 2 3 1 s g ., c h e s i

r ife r is c o n o a u n a d i s p u t a in t e r m in a b il e c o n l ’a r c iv e s c o v o d i E o s s a n o . 2 C f. 3 V. 4 C f.

Canivez, Statuta capitulorum, oltre,

I I , p p . 1 0 5 s g ., n . 30.

p . x x x ii.

Canivez, Statuta capitulorum,

5 Q u e s to è fo r s e l i n a , d e llo s t a t u t o i n

il

s ig n if ic a t o

q u e s tio n e :

« in q u o e r a t a n t e a d v e n t u m

da

II, p . d are

« a b b a tia v e r o

v is ita to r u m

106, η . 3 1 .

a lla

d is p o s iz io n e ,

p iu tto s to

s ib il­

E o c c a d i a e r e m a n e a t in e o s t a t u

C a p i t u l i g e n e r a lis », p o s tu la n d o in u n o

s t a d i o p r e c e d e n t e l a d e c is io n e d e i v i s i t a t o r i d i s o t to p o r r e i l m o n a s te r o , fo r s e a s c o p o c o r r e z io n a le , a l l ’a b b a z ia m a t in e n s e . 6 « . . . d e A r c h u , d e E o c h a a m a t o r i s , d e E o c h a d i a , d e N u c a r ia , d e M a t in a ,

« Aqua

fo r m o s a , d e S a n c t a T r i n i t a t e , d e G a le s io , d e S a g it t a r i o e t d e S a n c t o A n -

« g e lo a b b a t e s . . . ».

7 Cf. Canivez, Statuta capitulorum,

III,

p.

156, η .

22

(e cf. pp.

16 9

n . 36).

8 Y. oltre,

p.

XXVI.

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sg.,

Introduzione

X V II

gradi1; ma il 3 luglio 1345 Clemente VI, dopo aver provveduto all’elezione di Leonardo ad abate del monastero matinense, ne dava comunicazione all’abate di Casamari dichiarando il neo eletto « tibi « ut eius patri abbati s u b i e c t u m » 2, e in maniera più esplicita nel 1366 lo stesso abate di Casamari, in una c h a r t a v i s i t a ­ t i o n i s , si esprimeva a proposito di S. Maria della Matina con la parole « monasterium. . . nobis immediate subiectum»3. Dopo lo splendore rapido del meriggio e i bagliori incerti del lungo tra­ monto, si avvicinavano ormai le tenebre della notte: il 18 maggio 1410, essendo l’abbazia rimasta vacante «per obitum Stephani « ultimi abbatis eiusdem monasterii », Gregorio X II incaricava i vescovi di San Marco Argentano e di Cotrone di immettere nel suo possesso Pietro d e Venètiis, cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin 4, con il quale si apre il periodo oscuro della commenda. Sulla base dei documenti la lista degli abati che si succedet­ tero nel governo di S. Maria della Matina dalle origini fino al regime commendatario è la seguente: [1065 (?) marzo 31 - 1067 (?) settembre 30 [1095 settembre 1° - 1096 agosto 31] 1 È n el

im p o r t a n t e

Beg. Averi. 30,

(I o h a n n is

a l r ig u a r d o

cc.

papae X X I I

Jean X X I I ,

V II, pp.

un

655 b -6 5 6

d o c u m e n to

349

42501,

s g ., n .

di

a e r ip ro d o tto

Litterae comm.

ve sco v o d i C osen za e a B ern ardo

Adelardus]5 Gualterius6

n el

a. x ii, n .

G io v a n n i X X I I

Beg. Vat. 87,

2530),

c o n te n u to

cc.

d o n d e re g e sto

192 a - b M ollat,

c o n i l q u a le i l p o n t e fic e o r d i n a a l l ’a r c i ­

d a P a r m a c a n o n ic o d i A v e r s a , d i r e n d e r e g i u ­

s t i z i a a d A n t o n i o a b a t e d i S . M a r i a d e ll a M a t in a , c h e l ’a b a t e d i C a s a m a r i , c o n la

c o m p li c i t à

di un

m on aco

d el suo

co n v e n to ,

a r b i t r a r ia m e n t e i n v e s t i t o

c a r ic a a b b a z ia le n e l m o n a s t e r o m a t in e n s e , h a s p o g li a t o

d e ll a

d i t u t t i i b e n i a f fid a t i

a l l a s u a a m m in is t r a z io n e e m in a c c ia t o d i m o r t e , a c u i l ’a b a t e l e g i t t i m o d i S . M a r ia d e ll a M a t i n a s i è s o t t r a t t o a s t e n t o c o n l a f u g a : i l d o c u m e n t o c o s t i t u is c e u n a t e s t i ­ m o n ia n z a c h e l ’a b b a z i a d i C a s a m a r i , s e p u r a v e v a i l d i r i t t o d i in g e r i r s i i n q u a lc h e m odo

d e lle v ic e n d e

d el m o n a ste r o

m a t in e n s e , n o n

p o te v a

a n c o r a c o n s id e r a r lo

d i s u a a s s o lu t a d ip e n d e n z a . 2 Beg. Vat. 1 7 0 , c c . 1 9 b - 2 0 a (Clem e n tis de Gwr. a . i v , de provisionib. prélator. n . 9).

papae

VI

Litterae comm, et

3 D o c. n. 2 71.

Beg. Vat.

1 s. n .) .

337, c.

155 b

P e r i l c a r d i n a le P i e t r o

chia catholica, 6

d e

(G k e g o k ii V e n e t i i s

papae X I I

Litterae de Cur. a a . E u b e l , Hierar-

π -v ,

(M o ro s in i) c f.

I, p p . 32, 5 1.

D o c e . n n . 1 - 3 , t u t t e fa ls ific a z io n i: c f . p e r ò i l d o c . n . 4 d o v e è r ic o r d a t o

c o m e p r e d e c e s s o r e d i G u a lt ie r o . 6 D o c . n . 4. *

**

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Alessandro Pratesi

X V III

1100 luglio - 1114 maggio 1122 gennaio 1142 aprile [1141 settembre 1 - 1142 agosto 31] [1153 aprile (8-30?) 1157 (?) gennaio 1170 agosto 1183 marzo 1224 maggio [1-16?] - 1228 giugno 1232 gennaio 1239 febbraio 1274 gennaio 1° - 1275 febbraio [16-28?] [1315] giugno 16-17 - [1323, prima del 19 dicembre] 1323 dicembre 19 - 1331 agosto 20 1 D o c c . n n . 5 , 7; è r ic o r d a t o

Thomas1 Widelmus2 Stephanus3 Leo 4 Benedictus]5 L eo6 Rogerius electus7 Gisfredus 8 Marcus 9 O ddo10 Riccardus11 Matheus12 Thomas 13 Antonius 14

a ltr e s ì n e l d o c . n . 9.

2 D o c . n . 9. 3 D oc. n. 11. 4 D oc.

n . 12,

d i d a ta

in c e r t a : c f.

le

o s s e r v a z io n i

in tr o d u ttiv e

al

docu­

m e n to s te s s o . 6 D o c . n . 18 , c h e è u n a fa ls ific a z io n e . 6 D o c . n . 20. it W h i t e ,

T ra

q u e s to

F or the biography,

a b a t e e i l s u c c e s s iv o

p p . 4 8 8 -9 0 , i l g o v e r n o

d o v r e b b e p o r s i, s e c o n d o

a b b a z ia le d i G u g lie lm o d i

B lo i s , c h e a v r e b b e r e t t o i l m o n a s t e r o t r a i l 1 1 6 7 e i l 1 1 6 9 : c f . p u r e

miral Eugenius,

J amison, A d­

p p . 20 3, 20 5.

7 D o c . n . 24. 8 D o c . n . 33; è

q u e s to l ’u ltim o

a b a te

c o n o s c iu t o

p r im a

d e l l ’a g g r e g a z io n e

d e l m o n a s t e r o a i C is te r c e n s i. 9 D occ. nn.

1 3 6 s g .,

150 ,

154.

10 « A b b a s M a t i n e d e S a b u c c in a »: d o c . n .

16 0 .

n. 169. D o c c . nn. 198, 201.

11 D o c . 12

13 D o c c . n n . 2 3 1 s g .

L ’u l t i m a d a t a s i r i c a v a

d a l d o c u m e n t o , c it a t o

n o t a s g ., c h e r ig u a r d a l a n o m in a d e l s u c c e s s o r e , e le v a t o il m o n a stero

« v a c a n s p e r c o n s e c r a tio n e m

Tbom e

a ta le

e p is c o p i

n e l la

d ig n it à e s s e n d o

S a n c t i M a r c i »: s u l­

E u b e l , Hierarchia catholica, I , p . 3 26; T accon e G ali .u cci , Begesti dei romani pontefici, p . 440. 14 Beg. Aven. 20, c. 31 a , rip rod otto in Beg. Vat. 76, ce. 125 a- b (I oh an n is p a p a e X X I I Litterae comm. [et de Gur.] a. v m , n. 360), donde regesto Mollat, Jean X X I I , V , p. 46, n. 18648; decim a d ell’anno 1327: cf. V e n d o l a , Bationes deci­ marum, p. 343, n. 5277; Beg. Aven. 30, cc. 655 b -6 5 6 a , rip rod otto in Beg. Vat. 87, cc. 192 a - b (I ohannis p a pa e X X I I Litterae comm. a. x ii , n. 2530), donde regesto M o lla t , Jean X X I I , V I I , p p . 349 sg., n . 42501 (1° agosto 1328); d oc. n . 241.

l ’e p is c o p a t o d i T o m m a s o

c f.

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Introduzione

(1327 dicembre 27 - 1328 agosto 1° [1345, prima del 3 luglio] 1345 luglio 3-18 1357 gennaio 7 1360 giugno 3 1362 maggio 14 - agosto 15 1372 gennaio 31 - 1376 agosto 20 1391 gennaio 2 - marzo 5 1397 gennaio 19 - [1430, prima del 18 maggio]

X IX

Benedictus de Arpino)1 Nicolaus2 Leonardus3 Guillelmus4 Petrus de Florentia5 Nicolaus6 Antonius 7 Nicolaus 8 Stephanus9.

Sambucina, oggi frazione del comune di Buzzi, in provincia di Cosenza, trae il suo nome dalla vegetazione caratteristica della zona10. Qui, su un colle dominante la valle del fiume Crati presso 1 D o c . n . 238, e le t te r a c it. d i G io v a n n i X X I I

B e n e d e tto

de

A r p in o

d e l 1° a g o s to 1328, d a c u i

r is u lta q u a le u su rp a to re , p r e p o s t o a lla c a r ica a b b a -

z ia le d a ll’ a b a te d i C a sa m ari. 2 II n o m e e la d a ta s i r ic a v a n o d a l d o c u m e n to d i n o m in a d e l su ccessore,

c r e a to a b a te « p e r o b itu m N ic o la i »: v . n o t a sg. 3 B eg. Vat. 170, c c . 19 b - 2 0 a (C l e m e n t i s p a p a e V I Litterae comm, et de Our. a. iv , de provisionib. prelator. n . 9); A r c b . se g r e to V a tie ., Obligationes et solutiones, X I V , c . 101 b (13 45 lu g lio 12) e X V I , o. 110 a (13 45 lu g lio 18). 4 Obligationes et solutiones c it t ., X X I I , c . 196 b = X X V I I , c . 124 B. 5 A r c b . se g re to V a tic ., Instr. miscellanea, n . 2182. S a re b b e p a s s a to n el 1361 a l l’a b b a z ia d i S. S a lv a to re d i S e ttim o : c f. J o n g e l i n , N otitia abbatiarum, 1. V I I , p . 78, n . 58; B a c c e t iu s , Septimianae historiae, p . 120; M o n t r o n d , D i­ ctionnaire, c o l. 509. 6 Obligationes et solutiones c it t ., X X X V , c . 30 A; d o c . n . 270. 7 Obligationes et solutiones c itt ., X X X V , c . 161 b ; Beg. Vat. 290, c c , 121 B - 122 A (G b e g o r i i p a p a e X I Bullae divers, a. v i, s. n .). 8 Obligationes et solutiones c itt ., X L V i l i , c . 152 b e L I I , c . 30 b . 9 Obligationes et solutiones c itt ., L II, c. 103 B; p e r il te rm in e a n t e

q u e m

v . so p ra , p .

x v ii.

10 L ’e tim o lo g ia e r u d ita d a ta d a ll’ALESSio, Saggio di toponomastica, p . 366, n. 3547 a « q u a e s a m b u c a c a n it », fo n d a ta , a q u a n to p a r e , su u n a fa ls a le z io n e p la u tin a (Stichus, 381) r ifiu ta ta d a i m ig lio r i e d it o r i, n o n m i p a re c o n v in c e n te p e r ch é in c o n t r a s to c o n l ’ a c c e n tu a z io n e p ia n a d e l t o p o n im o e p o c o p r o b a b ile c o m e d e s ig n a z io n e lo c a le , ta n t o p iù c h e tr a « s a m b u c a » (a rp a ) e « sa m b u cu s » (p ia n ta ) c ’ è, c o m e s e m b ra a s s o d a to , d iv e r s ità d ’ o r ig in e .

R ite n g o

q u in d i p iù

v e ro s im ile ch e s i tr a t ti d i u n fit o n im o d a « s a m b u cu s » (le v a r ia n ti « S a b u cin a », « S a b o cin a » e le

s u cces siv e tr iv ia liz z a z io n i « S a b u ccin a », « S a b o c in o » p o t r e b ­

b e ro essern e u n a co n fe r m a , t r o v a n d o s i g ià n el la tin o c la s s ic o « s a b u cu s » a c c a n to a « s a m b u cu s »), la c u i stru ttu r a si p u ò a cco s ta re , p e r la te rm in a z io n e

-Ina (con

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Alessandro Pratesi

XX

la confluenza di questo col M occone1, pochi ruderi sopravvivono alla totale rovina di quella che fu la più importante abbazia cister­ cense dell’Italia meridionale, eretta nel secolo x h in diocesi di Bisignano. Sulla base dei cataloghi cronologici dell’ordine di Cìteaux, o quanto meno della maggior parte di essi2, gli autori che ebbero ad occuparsi della sua fondazione prima dell’ultimo trentennio la riferirono, con consenso pressoché unanime, al 11603 e tale data, nonostante che si avessero soltanto elementi vaghi e imprecisi o addirittura un silenzio totale sulle circostanze che dettero origine al monastero, sembrava ormai fuori discussione, allorquando il Marchese, in un libro interamente dedicato alla storia della Sam­ bucina, prospettò polemicamente una ricostruzione assolutamente nuova di quegli eventi e non soltanto asserì, basandosi su un atto di donazione da lui pubblicato4, che l’abbazia sorse per opera di v alore collettiv o), a rapina « cam po di rape » (cf. E r n o u t -M e il l e t , D iction­ naire étymologique, I I , p p . 996 sg.; W a l d e - H ofm an n , Lateinisches etymologisches Wòrterbuch, II , p . 418) e ad altre form azion i consim ili. 1 M a l e in f o r m a t o s i m a n ife s t a , a n c h e in q u e s t o c a s o , l o J o n g e lin , N otitia abbatiarum, 1. V I I , p . 20, n . 7 , s e g u it o d a l M o n t r o n d , Dictionnaire, c o l. 6 99, i q u a li c o llo c a n o i l m o n a s t e r o in d io c e s i d i A n g lo n a , n e l l ’a r c iv e s c o v a t o d i M a t e r a .

P ir r o , S icilia sacra,

A n c o r a p i ù g r a v e l ’a b b a g li o d e l

I , p . 302, c h e lo p o n e in

d io c e s i d i P a le r m o .

J a n a u sc h e k , Originum Gisterciensium, I , p . 1 4 3 , n. c c c l x iii . J o n g e lin , N otitia abbatiarum, 1. V I I , p . 20, n . 7 e q u in d i M o n t r o n d , D ictionnaire, c o l. 699; M a n r iq u e , Gisterciensium seu verius ecclesiasticorum anna­ lium , I I , p . 343; E o n d in in i , M onasterii Sanctae M ariae, p . 1 1 ; P ir r o , Sicilia sacra, I I , p . 1 2 8 7 ; M o r o n i , D izionario di erudizione, X C I V , p . 99; J a n a u sc h e k , Originum Cisterciensium, I , p . 1 4 3 , n . c c c L x m ; Ch e v a l ie r , Bépertoire, I I , c o l. 2 8 2 5; CoTTiNEAU, Bépertoire, I I , c o l. 2 9 4 5 . A n t i c i p a d i t r e a n n i L u b in , Abbatiarum 2 C f.

3 C osì

Italiae,

p . 3 5 5 , d o v e o l t r e t u t t o è c o s t a n t e l a c o n fu s io n e t r a

q u e llo d i S . M a r ia

nique prophetae,

d e ll a M a t in a .

p p . 1 7 s g . (e c f:

S o lt a n t o

G r eg or io

de

q u e sto m o n a ste r o e

L a u d e , M agni divi-

F io r e , Della Calabria illustrata,

I I , p p . 378. s g .)

f a r i s a li r e l a fo n d a z io n e « m u l t o a n t e 1 1 6 0 » : m a i s u o i a r g o m e n t i s o n o c o n t r o b a t ­

J a n a u sc h e k , lo c . c it . P e r q u a n t o a s s e r is c e i l P o m e t t i v . o ltr e , 4 M a r c h e se , La badia di Sambucina, p p . 4 7 - 5 0 . I l d o c u m e n t o

t u t i d a ll o

p. x x v i. sarebb e

s t a t o e d i t o d a c o p ia d e l 1 3 1 0 (co m e m i h a p r e c is a t o l o s te s s o M a r c h e s e c o n le t t e r a d e l 2 4 a p r il e 1 9 5 6 , e c f .

I d .,

o p . c i t ., p . 4 7 n o t a 1) g i à c o n s e r v a t a p r e s s o l ’a r c h iv io

F ir r a o - S a n s e v e r i n o p a s s a t o d a l p a l a z z o d i B is ig n a n o a q u e llo d e ll a c a s a E o d in ò , e r e d e d e i p r i n c i p i S a n s e v e r in o , a

Nachrichten,

B a r r a , i n p r o v i n c i a d i N a p o l i (cf.

K l e w it z ,

p . 7 4 6 , n . 2 7 8 ) e s u c c e s s iv a m e n t e , p e r i n i z i a t i v a d e l b a r o n e G iu lio

E o d i n ò , d o n a t o n e l 19 4 6 a l l ’a r c h i v io d i S t a t o i n N a p o l i .

S ia q u e s to s ia g l i a l t r i

d o c u m e n t i c i t a t i d a l M a r c h e s e s o n o p e r ò a n d a t i s m a r r it i e n o n fig u r a n o n e l l ’in v e n t a r io

d e l l ’a r c h i v io

S a n s e v e r in o

di

G e n t il e ( A r c h i v io d i S t a t o d i N a p o l i, ·

B is ig n a n o

p u b b li c a t o

A rchivi privati,

da

J o la n d a

I, p p . 1 -1 1 2 ) , la

D onsì

q u a le

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me

Introduzione

XXI

Goffredo conte di Catanzaro1 anteriormente al 1141, ma, identi­ ficandola conseguentemente come la prima fondazione cistercense nel regno di Sicilia, volle ricollegarne l’origine con l’intervento per­ ne

ha

di

S ta to ,

c o n fe r m a t o l a

p e r d it a ,

a v v e n u t a a n t e r io r m e n t e

a l l ’in g r e s s o

n e U ’a r c h iv io

c o n le t t e r a d e l 18 a p r il e 1 9 5 6 .

1

C f. su d i lu i

P alanza, P er un conte normanno,

m e m b r i d e ll a s u a f a m i g li a fig u r a n o s ia n e l la t r a d i z io n e

X L I, pp.

v u l g a t a

12 7 -3 0 . A lt r i

d e ll a S a m ­

b u c in a , s i a n e l d o c u m e n t o p u b b l i c a t o d a l M a r c h e s e , s ia , in fin e , n e lle c a r t e d i c u i d o q u i l ’ e d iz io n e : m a i r a p p o r t i d i p a r e n t e la s o n o s t a t i a s s a i s p e s s o c o n fu s i.

Il

Marchese, La badia di Sambucina, p p . 5 1 - 3 , l i f a d is c e n d e r e d a G o s b e r t o d e L u c i o o L u c i a c o ; i l K lewitz , D ie Anfànge, p p . 2 3 7 s g ., r ic o n o s c e g i u s t a ­ m e n t e in G o ffr e d o u n fig lio d i R o d o lf o o R a o d i L o r i t e l l o , p o i c o n t e d i C a t a n z a r o , m a d i s t a c c a c o m p le t a m e n t e d a q u e s t o r a m o , p e r r i c o lle g a r lo a q u e llo d i G o s b e r t o de

L u c i o ,

i l G u g lie lm o d i L u z z i c h e i l M a r c h e s e s o s tie n e i n v e c e e s s e r e fig lio

d i G o ffr e d o e c h e t a l e a p p a r e a n c h e n e i n o s t r i d o c u m e n t i. de

L u c i

S ta d i fa tto

che i

f a c e n t i c a p o a G o s b e r t o e a s u a m o g l ie M u r ie lla , f i g li a d i R u g g e r o

g r a n c o n t e , s i a ffe r m a r o n o in S i c i l i a (cf.

Garufi, P er la storia dei secoli X I e X I I ,

p p . 1 7 1 - 3 ) e s e a n c h e d e t t e r o i l n o m e a l c a s t e ll o e q u in d i a l c o m u n e d i L u z z i in p r o v in c ia d i C o s e n z a (m a l a c ir c o s t a n z a

di toponomastica,

p . 224, n .

2227,

è t u t t ’a l t r o

che

i l t o p o n im o d a l p r e n o m e r o m a n o

L u c i u s ,

e n on d a lla c a s a ta

Gakufi, P er la storia dei secoli x i e X i i ,

l a q u a le , s e c o n d o i l

A lessio, Saggio

s ic u r a :

p e n s a a u n ’o r ig in e p i ù a n t i c a fa c e n d o d e r iv a r e de

L u ci ,

p . 16 9 , t r a r r e b b e

a s u a v o l t a i l p r o p r io c o g n o m e d a L u c y p r e s s o D o m f r o n t n e l d ip a r t im e n t o d e ll ’ O r n e i n F r a n c i a [d i p a r e r e c o n t r a r io n o n h a n n o le g a m i co n v e r o s im ilm e n t e

si

d e n o m in a r o n o

f e u d a li d e l c a s t e ll o fr e d o

d is c e n d e

Grande-Grèce, i l G u is c a r d o

Ménager, Notes critiques,

G o ffr e d o d i C a t a n z a r o

q u a n d o esso

de

L u c i i

a v e v a g ià

p . 1 6 5 n o t a 1]),

o c o n i s u o i d is c e n d e n ti, i q u a li per

essere

q u e sto n om e.

d iv e n u t i

s ig n o r i

L a f a m i g li a d i G o f ­

L enormant, La

in v e c e , n o n o s ta n te l ’a ffe r m a z io n e c o n t r a r ia d e l

I I , p p . 2 7 9 s g ., d a G o ffr e d o d i C a p i t a n a t a , f r a t e l la s t r o d i R o b e r t o (s ic c h é

R u ggero

c o m e « n e p o t e m e o »: c f .

gran

c o n te

p o te v a

d e s ig n a r e

J amison, N ote e documenti,

I d i L o r i t e llo e d i R o d o lf o

R ao

di

L o r i t e llo

p . 455) e p a d re d i R o b e rto

d i L o r it e llo , p o i c o n t e d i C a t a n z a r o

(cf.

D e F ran ­

cesco, O rigini e sviluppo, X X X V , p p . 2 7 3 - 9 4 e p a r t ic o la r m e n t e p . 2 8 4 n o t a 1); q u e s t ’u l t i m o s p o s ò B e r t a ( la c u i u l t i m a m e n z io n e d a v i v a v a p r o t r a t t a d i q u a t ­ to r d ic i a n n i [ d ic e m b r e 1 1 4 5 , d o c . n . 14 ] r i s p e t t o a l l e n o t iz i e c h e s e n e a v e v a n o fin o ra : c f . nom e un

è

J amison, Note e documenti,

p . 4 5 6 ) e n e e b b e , o lt r e u n a f i g li a d e l c u i

n o t a s o lo l ’i n i z ia le « C . » (d o c . n . 14 , d o v e t r a le s o t to s c r iz io n i c o m p a r e

« s ig n u m

c r u c is m a n ib u s d o m in e

C le m e n t ie » c h e p o t r e b b e id e n t ific a r s i c o n

l a f i g li a d i B e r t a , i n d i c a t a n e l t e s t o c o n l a s ig la , m a a n c h e c o n C le m e n z a f i g li a d i R a i m o n d o e p e r c iò n ip o t e d e ll a c o n te s s a ), G o ffr e d o s ig n o r e f e u d a le d i L u z z i (non s i p u ò d ir e s e t a l e g i à n e l n o v e m b r e 1 1 1 2 , e s s e n d o i l d o c . n . 6 u n a f a ls i f ic a ­ z io n e ) e , d o p o l a m o r t e d e l p a d r e , c o n t e d i C a t a n z a r o , n o n c h é R a im o n d o

(ch e

s i v o r r e b b e id e n t ific a r e c o n l o s p o s o d i S e g e lg a r d a d i C a t a n z a r o , s u c c e d u to f r a t e l lo n e l t i t o l o

Note e documenti, t e l l i ( il d o c . n .

c o m it a le d i q u e s t a c i t t à , e p a d r e d i C le m e n z a : c f. p p . 4 5 7 s g .; I d .,

Adm iral Eugenius,

p . 88

al

J amison,

n o t a 2) e d a l t r i f r a ­

1 4 p a r la , c o n r ife r im e n to a G o ffr e d o , d i « s u o r u m f r a t r u m »; l a

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Alessandro Pratesi

X X II

sonale di re Buggero II e di san Bernardo 1. Il suo quadro è senza dubbio seducente, ma inficiato dall’assoluta impossibilità di pre­ stare fede a un documento cbe alla luce della critica diplomatica risulta, senza alcun dubbio, una tardiva falsificazione2. Tuttavia J am iso n , Note e documenti, « ta n z a r o » ch e

« aveva

p p . 4 6 1 s g ., p e n s a a T o m m a s o « fig lio d e l c o n t e d i C a -

te r r e

... a

C a r b o n a r ia . . . »,

m a i l « T h o m a s iu S filiu s c o m it is C a t a c e n s i s » d e l

e

a l f r a t e l lo d i lu i A lfe r io :

Catalogus baronum,

p . 5 8 9 , sa rà ,

p i u t t o s t o c h e f r a t e l lo , fig lio d i G o ffr e d o [c f. l e s o t to s c r iz io n i d e l d o c . n . 14 ], u n c u i p r o n ip o t e [cf. d o c c . n n . 49 s g .], u n a l t r o co n T a p p e lla tiv o

de

C a r b o n a r a

G o ffr e d o , s i i n c o n t r a p r e c is a m e n t e

[ v . q u i a p p r e s so ]); f i g li d e l c o n t e G o f ­

f r e d o fu r o n o i l r ic o r d a t o T o m m a s o e G u g l ie lm o d i L u z z i (d o c c . n n . 1 4 , 2 6 , 38, 4 9 s g ., 5 4 , 5 6 , n o n c h é l e d u e f a ls i f ic a z io n i n n . 60 s g .; l a

nius,

p.

tra p asso

3 4 7 , d e fin is c e

d e lla c o n t e a d i C a t a n z a r o

a

R a im o n d o l ’a v e v a in d o t t a

Note e documenti,

G o ffr e d o fo s s e m o r to s e n z a e r e d i [cf. I d ., zle

J a m iso n , Admiral Euge-

q u e s t a « a p u z z l i n g a f filia t io n », e v id e n t e m e n t e p e r c h é il

r i g u a r d a l a s t o r ia d i q u e lla c o n t e a ,

g l ie lm o d i L u z z i d a l c o n t e G o ffr e d o , c h e

a cred ere che

p . 4 5 9 ]: m a i l

p u z ­

n o n i l f a t t o d e lla d is c e n d e n z a d i G u ­ i n o s tr i d o c u m e n ti c o m p ro v a n o sen za

p o s s i b i lit à d i d u b b io ) , i l q u a le r i s u lt a a v e r s u p e r a t o u n a g r a v e in f e r m i t à p r im a del n o vem bre

1 1 7 0 (d o c . n .

26) e d i c u i è n o t o u n n ip o t e , i l r ic o r d a t o G o ffr e d o

d a C a r b o n a r a s ig n o r e f e u d a le f a ls i f ic a z io n i

nn.

60

s g .),

E n r ic o V I n e l 1 1 9 4 (cf.

d i L u z z i (d o c c . n n . 4 8 -5 0 , 5 4 , 1 3 2 , n o n c h é l e d u e

p o r ta to

in

G e r m a n ia

com e

J am ison , Adm iral Eugenius,

o s t a g g io

d a l l ’ im p e r a to r e

p . 3 4 7 , n . 23 ): d u e s u o i fig li

e r a n o s e p o l t i p r e s s o i l m o n a s t e r o d e ll a S a m b u c in a (d o c. n . 48). N o n è p o s s ib ile s t a b i lir e se e q u a li le g a m i a v e s s e r o c o n l a f a m i g l i a s ia G o ffr e d o b a iu lo d i L u z z i , fig lio d i R ic c a r d o , i l q u a le d e t t e in p e g n o a l l ’a b b a z ia s a m b u c in e s e l a f o r e s t a p re ss o i l c o r s o d e l M o c c o n e (d o c. n . 32) c h e p o i r im a s e in p o s s e s s o d e l m o n a s te r o o p e r c h é d a l u i s te s s o d o n a t a (d o c . n . 4 9 , n o n c h é l e fa ls i f ic a z io n i n n . 60 s g .) o p i u t t o s t o p erch é,

aven do

e g l i la s c ia t o

in s o lu t o i l s u o

r ic o V I c o n f e r m a t a a l la S a m b u c in a

(d o c.

f r e d o d a C a r b o n a r a c h e s i le g g e s u l

v e r s o

d a t o i l d o c . n . 32 , è c e r t a m e n t e

d e b it o , v e n n e

d a l l ’im p e r a to r e

n . 50: l ’a t t r i b u z i o n e d e l d o n o a

d o v u ta a l

En­ G o f­

d e ll a p e r g a m e n a in c u i è t r a m a n ­ l a p s u s

d i c h i a p p o se la n o ta ),

s ia R ic c a r d o F a l l u c c a c o n t e d i C a t a n z a r o , b e n e f a t t o r e d e l m o n a s t e r o s u ll’e s e m p io d ei suoi

p r e d e c e s s o r i ,

R o b e rto

de

S a y

co n te

c h e lo

avevano

d i L o r i t e llo

(d o c c .

fo n d a to

(d o c c . n n .

nn.

49

36 ,

e

le

63 s g .) , s ia f a ls ific a z io n i

n n . 60 s g .) .

1 M a b c h e se , La badia di Sambucina, p p . 3 7 - 4 6 , K l e w it z , D ie Anfange, p . 23 8 , p u r

2 M e n tre il d e l l a t r a d iz io n e , b lic a ti d a l

stanziamento, i l p r o b le m a

a c c e tta

c o m e g e n u in i s ia

M a rch e se , o p p o r tu n a m e n te i l pp.

216 ,

« r ic h ie d e ,

2 17

n o ta

1

co m e p r im a

5 4 -9 . r ic o n o s c e n d o l ’in c e r t e z z a

q u e s t o s ia g l i a l t r i d o c u m e n t i p u b ­

Sugli in izi dello

D u p e é T h e s e id e k ,

e s p r im e

m o lt e

c o s a , l ’a t t e n t a

rise r v e ,

s o t to lin e a n d o

v a lu t a z i o n e

c r itic a , in

« p a le o g r a fic a e d ip lo m a t ic a , d e i d o c u m e n t i s e g n a la t i d a l M a r c h e s e ». q u i a r i le v a r e , a p r o p o s ito d e l l ’a t t o d i d o n a z io n e , l e p r o v e p iù

che se d e

M i l i m it o

p a t e n t i d e l fa ls o :

l ’in d iz io n e n o n c o n c o r d a c o n l ’e r a d i C r is t o , s e g n a n d o u n a u n it à i n m e n o ; i l c o n t e G o ffr e d o è d e t t o

« fu n d a t o r

S a m b u c i n e » ,

m a i l n o m e d i S a m b u c in a n o n

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Introduzione

X X III

qualche briciola di verità è rimasta anche in quella caotica con­ gerie di elementi spurii e pur rifiutando nel suo insieme l’arbitraria ricostruzione del Marchese, senza peraltro disporre di dati suffi­ cienti per poter eliminare del tutto i veli del mistero che egli cre­ deva di aver diradato, siamo oggi in grado di confermare, in base alle carte che vengono qui pubblicate, il nome del fondatore. Un documento del dicembre 11451 attesta una donazione della con­ tessa Berta di Loritello alla chiesa di S. Maria Requisita in persona di Sigismondo abate, fatta per la salute dell’anima del conte Gof­ fredo suo figlio e dei fratelli di lui, nonché del consorte Rodolfo: tra l’ altro l’autrice dona all’abate il terreno su cui la chiesa stessa « noviter construitur » e un altro pezzo di terra confinante con pos­ sedimenti « de ipso monasterio ». Che la chiesa di S. Maria Requi­ s ì in c o n t r a , a p r o p o s ito d e l l ’a b b a z ia , p r i m a d e l 1 1 6 3 ( v . o ltr e , p . x x i v n o t a 4); t r a g l i o ff e r e n t i fig u r a a n c h e

G o ffr e d o d a

C a r b o n a r a , p r o n ip o t e d e l c o n t e G o ffr e d o

( v . s o p r a , p . X X I I n o ta ) , i l q u a le m o lt o p r o b a b ilm e n t e n e l 1 1 4 1 n o n e r a a n c o r a n a t o e c o m u n q u e n o n p o t e v a n é e s s e r e g i u r i d i c a m e n t e c a p a c e d i fa r e im a d o n a z io n e n é s o t to s c r iv e r e : c e r to e g l i n o n r i s u lt a n e l p r i v i l e g i o d i C le m e n t e I I I

an cora tr a

i b e n e f a t t o r i d e l m o n a s te r o

d e l 29 d ic e m b r e 1 1 8 8 (d o c. n . 36) m e n t r e è r ic o r ­

d a t o i n q u e llo d i C e le s t in o I I I d e l 2 1 d ic e m b r e 1 1 9 6 (d o c . n . 49) p e r u n a d o n a z io n e f a t t a d u e m e s i p r i m a (d o c . n . 4 7); l ’in t e r a f r a s e d e ll a s i e n u n c i a i l d o n o d e l « n o s tr u m m o n a s t e r iu m q u e p r e e s is t e n t e ) n o n g i à a u n a b a t e d ere p o ssesso d i u n

l o c u s

d i s p o s i t i o

con cui

S a n c t e M a r ie d e S a b u c c in a » ( d u n ­

e a l l a s u a c o m u n it à c h e v e n g o n o a p r e n ­

p e r u n n u o v o s ta n z ia m e n to (cf. D

o p . c i t ., p p . 209, 2 1 6 sg .) b e n s ì « v e n e r a b i l i

m o n a s t e r i o

« g io n is C is te r c ie n s is d o m in i a b b a t is B e r n a r d i », d u n q u e

upré

T h e se id e e ,

e t fr a tr ib u s

r e li-

a u n c o m p le s s o e d iliz io

m o n a s t ic o p u r e s s o p r e e s is t e n t e , è d iffo r m e d a l fo r m u la r i o e p ie n a d i in c o n g r u e n z e , a n c h e a v o l e r p r e s c in d e r e d a l l ’u s o a n a c r o n is t ic o - a lm e n o i n te r r ito r io c a la b r e s e d e l t e r m in e « r e lig io » n e l s ig n if ic a t o d i « o r d in e m o n a s t ic o » e d e ll a d e s ig n a z io n e d e i C is te r c e n s i d a l n o m e d e l lo r o p i ù f a m o s o c o n f r a t e l lo , s. B e r n a r d o (l’e se m p io p i ù a n t ic o , n e l le c a r t e d e l n o s tr o fo n d o , è d e l l a fin e d e l s e c o lo x v , e in u n d o c u ­ m e n t o r e d a t t o a N a p o l i: d o c . n . 29 6 ); p o i c h é l a c a r t a d i d o n a z io n e s a r e b b e s t a t a ro g a ta

p resso la

S a m b u c in a

« c i v i t a t i s B e s id ie n s i ( g iu r is d iz io n e

« in

( « A c tu m

così: forse

c a s tr u m

S a b u c c in a »), s ia i l g iu d ic e ,

B is in ia n e n s is

t)

», s ia i l

C o n s e n t ia e », r i s u lt a n o

e p p u r e n e s s u n a c c e n n o c ’è n e l d o c u m e n t o a l

che

r is u lt a

n o t a io , c h e h a l a s u a

in c o m p e t e n t i

c o n s e n s u s

per

te r r ito r io :

p a r t i u m

per

d e r o g a r e a l r e q u is it o d e ll a c o m p e t e n z a , c o m e e r a r ic h ie s to d a ll a p r a s s i in s im ili c a s i. -

L a d e fo r m a z io n e s u b i t a c o s ì d a i t o p o n im i c o m e d a i n o m i p r o p r i d i p e r s o n a

n o n s a p r e i s e p e r c o lp a d e l fa ls i f ic a t o r e o d i c h i e s e g u ì l a c o p ia o p p u r e d e ll’ e d i­

t o r e - n o n c o n s e n te id e n t ific a z io n i d i s o r t a , s ic c h é n o n è p o s s ib ile s t a b i lir e q u a n d o i l fa ls o

v e n n e p e rp e tr a to :

p r o p e n d e r e i p e r ò p e r u n ’e p o c a

r it e n g o o p e r a d e l fa ls ific a to r e , o f r u t t o

assai ta r d a

e

q u in d i

d i u n a s v i s t a d i c h i v id e i l d o c u m e n to ,

a n c h e l a n o t i z i a c h e l a c o p ia c i t a t a r i s a le a l

13 10 .

1 D o c . n. 14.

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Alessandro Pratesi

X X IV

sita e l’annesso monastero siano da collegare con la Sambucina è largamente comprovato dai documenti successivi: mentre infatti un privilegio di Eugenio III del 28 settembre 11501 è ancora indi­ rizzato a Sigismondo abate per la c h i e s a d i S . Maria Requi­ sita, un successivo privilegio di Clemente I I I 2, che ricorda anche il precedente insieme con un documento deperdito di Alessandro III, risulta diretto al m o n a s t e r o d i S . Maria Requisita e il privi­ legio di Celestino III del 21 dicembre 1196 per il monastero della S a m b u c i n a 3 dipende direttamente da quelli ora ricordati, enumerando, accanto ad altri nuovi, gli stessi possessi: tra il mo­ nastero di S. Maria Requisita e l’abbazia della Sambucina c’è quindi un legame di continuità, sia che si identifichi l’uno con l’altra sup­ ponendo un mutamento nella denominazione, sia che si postuli un trasferimento non solo dei beni ma anche della comunità mo­ nastica da S. Maria Requisita alla Sambucina. A questo proposito va osservato che già nel settembre 1163, ossia non soltanto prima del documento di Celestino III, ma ancor prima del privilegio di Clemente III del 1188, ricorre, in un atto di donazione4, il nome della chiesa « Sancte Marie qui dicitur de Sabucine » e che la deno­ minazione di Sambucina ritorna poi costantemente e nei documenti pubblici e in quelli privati, con la sola eccezione del privilegio di Clemente III, dove la presenza del vecchio titolo può essere dovuta all’ i n s c r i p t i o del documento deperdito di Alessandro III - anteriore quindi, verosimilmente, al 1163 - esibito in cancelleria e adoperato per la redazione del nuovo documento. Ma il primitivo monastero di S. Maria Requisita era una fonda­ zione cistercense ? I documenti non vi accennano mai, limitan­ dosi a nominare l’abate e i suoi confratelli, senza specificare l’or­ dine a cui appartengono. In mancanza di indicazioni più precise, non si può fare a meno di constatare come proprio* tra la menzione più recente del titolo di S. Maria Requisita 5 e la più antica del titolo di S. Maria della Sambucina venga a cadere l’anno 1160, indicato 1 D o c . n . 15. 2 D o c . n . 36 . 3 D o c . n . 49. 4 D o c. n. 2 1. 5 D o v r e b b e essere

il d o c. n . 19 ,

del

s o s p e t t a c o n v ie n e a d o t t a r e c o m e t e r m in e

1155,

p o s t

ma

p o ic h é

q n e m

la

n on

g e n u in it à

ne

è

i l r ic o r d a t o p r i ­

v i l e g i o d i E u g e n i o I I I , d e l s e t t e m b r e 1 1 5 0 (d o c . n . 1 5 ): p r e s c in d o d a l d o c . n . 3 6 p e r l e r a g io n i e s p o s t e q u i s o p r a .

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XXV

Introduzione

dagli indici cronologici dell’ordine di Cìteaux e dalla maggior parte degli autori quale data di fondazione dell’abbazia: è probabile quindi che soltanto allora i monaci bianchi si siano stanziati nella Valle del Crati subentrando ad una comunità di altro ordine, e che il nuovo assetto e la nuova estensione assunta dagli edifici claustrali abbia portato al mutamento del nome. Se è questa l’interpreta­ zione da dare alle fonti documentarie di cui oggi disponiamo, ne risulta che la tradizione v u l g a t a va sì riveduta, ma non re­ spinta del tutto. L ’atto di donazione di Berta di Loritello parla di « unam petiam de terra in qua ipsa (scil. ecclesia Sancte Marie « Requisite) noviter construitur », sicché ne risulta che nel 1145 la chiesa abbaziale era in via di costruzione o di restauro1, ma aveva già una sua comunità monastica, verosimilmente di Bene­ dettini, retta da Sigismondo abate2; è probabile quindi che qualche anno prima Goffredo di Catanzaro3, che la tradizione designa come fondatore della Sambucina4, avesse donato a Sigismondo gli edi1 Q u a le c h e s ia i l v a lo r e

di

« n o v ite r

p . 6 1 6 : « N o v it e r : r u r s u s , it e r u m , d e n u o »

»

(cf.

Du

e, v ic e v e r s a ,

D e rebus gestis, I I , x x x v n , p . 4 7 : « . . . t u n c « p o c o t e m p o ) in c o e p t a in s t i t u e b a t u r ») r i t e n g o

Ca n g e , Glossarium,, V , G offredo M a l a t e r r a ,

a b b a tia . . .

η o v i t er (

id est

da

p i ù p r o b a b ile , in b a s e a l c o n t e s t o

d e l d o c u m e n t o , c h e s i t r a t t i d i u n a c o s tr u z io n e

e x

η o v o , s u t e r r e n o d iv e r s o

d a l p r e c e d e n te , m a c o n t ig u o a l m o n a s t e r o . 2 L ’e s is t e n z a

d i a l t r i e d ific i c la u s t r a li è d o c u m e n t a t a d a l f a t t o c h e u n s e ­

c o n d o a p p e z z a m e n t o d i te r r e n o , d o n a t o n e l l a s te s s a o c c a s io n e , « v a d i t i n t e r h a n c « t e r r a m e t v in e a s e t t e r r a s v a c u a s « g i t u r i n in p h a t a v i n e a

de

i p s o

m o n a s t e r i o . . .

e t e o n iu n -

m o n a s t e r i i » .

3 L a c ir c o s t a n z a c h e G o ffr e d o , a d iffe r e n z a d e i p r o p r i fig li, n o n s o t t o s c r i v a l a d o n a z io n e d e ll a m a d r e e c h e i l d e t t a t o d e l d o c u m e n t o d ia u n a p o s iz io n e e n f a ­ t i c a a l l ’o c c a s io n e d e ll’o ff e r ta « p r o s a lu t e a n im e c o m it is G o ffr id i » r i s p e t t o a q u e lla d e g l i a l t r i c o n g iu n t i, f a r it e n e r e c h e i l c o n t e G o ffr e d o fo s s e g i à m o r to ; m a t a l e il la z io n e n o n p u ò

c o n s id e r a r s i s ic u r a :

f a t t a r i s a li r e a l 1 1 4 1 4 C f. p e r t u t t i d i G o ffr e d o c o n l a

memoratio

dei

l ’u l t i m a m e n z io n e d i l u i a n c o r v i v o

J a m iso n , Note e documenti, p . 4 5 7 ) . J a n a u sc h e k , Originum Cisterciensium , I ,

va

(cf.

q u a lific a d i

b e n efa tto ri

d i C a s a m a r i, g i à n o t a a

del

« fu n d a to r m o n a stero

G r eg o r io

de

p . 14 3 .

Il nom e

S a m b u c in e » r ic o r r e p u r e n e l la c o n se rv a ta

n e l l ’a r c h i v io

Com­

d e l l ’a b b a z i a

L a u d e , M agni divinique prophetae,

p . 18 ,

e r i c h i a m a t a d a l M a r c h e s e - c h e n e d à u n f a c s im ile fo t o g r a fic o - a s u ffr a g io d e ll a su a te si

(La badia di Sambucina,

p p . 5 1 s g ., 2 4 7 - 5 2 ) : e s s a r i s a le p e r ò a d e p o c a

p i ù t a r d a d i q u e lla v o l u t a d a l M a r c h e s e , e s s e n d o c o m p r e s a t r a l a m o r t e d e l l ’a b a t e R o d o lf o

(v . o ltr e , p . x x x i )

e l a m o r t e d i L u c a a r c iv e s c o v o

d i C osen za

(an co ra

v i v o n e l m a g g io 12 2 4 : c f. l e o s s e r v a z io n i i n t r o d u t t i v e a l d o c . n . 13 6 ); c r i t e r i p a l e o g r a fic i in d u c o n o a d a s s e g n a r la a d u n p e r io d o a s s a i v i c i n o a c f.

P r a t e s i , Un centro scrittorio,

q u e s t ’u l t i m a d a t a :

p . 320 n o ta 4.

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Alessandro Pratesi

XXVI

fici, o il suolo dove erigerli, destinati ad accogliere tale comunità, presso il c a s t r u m L u c i o r u m ; sua madre Berta di Loritello cedette poi al monastero la proprietà del suolo su cui fu edi­ ficata la chiesa (ovvero una nuova chiesa) e lo dotò di alcuni pos­ sessi che già cinque anni più tardi risultano, dal privilegio di Eu­ genio I I I 1, notevolmente ingranditi. Non è possibile ricostruire le vicende dell’abbazia nel breve periodo che intercorre tra l’ul­ tima menzione di Sigismondo2 e il 1160: probabilmente va qui inserito un abate Antonio 3, sotto il cui governo, per cause scono­ sciute, la primitiva comunità rimase assottigliata nel numero e non fu più in grado di reggere il monastero. Nel 1160, provenienti da Casamari4, vi si stanziarono i Cistercensi5, che subito provvidero 1 D o c .. n .

15.

2 V . o ltr e , p . x x x i . 2 V . o l t r e p . X X X I n o t a 5. 4

L a filia z io n e d a C a s a m a r i, l e c u i o r ig in i s o n o p o s t e r i o r i a l 1 1 4 1 e d a n c h e

a l 1 1 4 5 , n o n p u ò e s s e r e m e s s a in d u b b io , s t a n t e l ’a f fe r m a z io n e d i

b. Joaehim i synopsis, z io n e d e l

M a r c h e se , La badia di Sambucina,

una filia z io n e ...

L u ca , Virtutum

p . 9 3, e d è c o n c o r d e m e n te a m m e s s a d a g l i a u t o r i, a d e c c e ­

a d o ttiv a ,

r i t a r d a n d o la

al

p p . 6 1 , 7 4 - 7 , 7 9 , i l q u a le im m a g in a 1 1 9 2 , e, c o n fo n d e n d o i l

v a lo r e

dei

t e r m in i « f i lia » e « s u b d it a », a d d e b it a a q u e s t a c ir c o s t a n z a l a f u t u r a r o v in a d e l m o n a s t e r o c a la b r e s e , s e n z a t e n e r e c o n t o c h e e ss o f u in v e c e , a s u a v o l t a , l a c a s a m a d r e d e lle fo n d a z i o n i c is te r c e n s i i n

C a l a b r ia e c h e r a g g iu n s e i l s u o m a s s im o

s p le n d o r e p r o p r io t r a l a fin e d e l s e c o lo x i i e l ’in iz io d e l

xm .

A n c h e q u e sta v o lta

l a s u a a s s e r z io n e è f o n d a t a s u u n d o c u m e n t o f a ls o , u n a l e t t e r a d i C e le s t in o I I I d e l 6 m a g g io

1 1 9 2 , d a l u i p u b b l i c a t a in a p p e n d ic e

n e c e s s a r io u n

m in u z io s o e s a m e

(op . c i t ., p p . 2 5 2 - 4 ) .

N on è

d ip lo m a t ic o p e r c o n v in c e r s i d e ll a fa ls ific a z io n e :

b a s t i p o r r e a c o n fr o n t o t a l e l e t t e r a c o l p r i v i l e g i o d i C e le s t in o I I I d e l 2 1 d ic e m b r e 1 1 9 6 (d o c . n . 4 9 ).

R i l e v o t u t t a v i a , t r a l e in c o n g r u e n z e p iù g r a v i , l a c o m m is tio n e

d i fo r m u le p r o p r ie la

d a t a t i o)

i n s c r i p t i o

di

p r iv ile g i

s p e c ific h e da

d e ll e

con

a ltr e

( p a r t ic o la r m e n t e l a

l i t t e r a e

c u i il d o cu m e n to

s a n c t i o

g r a t i o s a e ;

la

e

s tr a n is s im a

r i s u l t a i n d ir iz z a t o c o n t e m p o r a n e a m e n t e a

d u e a b a t i d e llo s te s s o m o n a s t e r o (!), d e i q u a li i l p r im o , R o d o lfo , fig u r a s o lt a n t o n e l 120 4 , m e n t r e i l s e c o n d o n o n r ic o r r e p i ù d o p o i l g e n n a io 1 1 7 1 ( v . o ltr e , p . l a m e n z io n e , t r a l e p e r t in e n z e d e ll a sarebb e

s ta ta

co n cessa

da

x x x i);

S a m b u c in a , d i S . M a r ia d e lla M a t in a , c h e

A le s s a n d r o

I I I (!),

quando

in v e c e

la

s o t to m is s io n e

d e l m o n a s t e r o m a t in e n s e è d o c u m e n t a t a t r a l a fin e d e l 1 2 2 1 e l ’in iz io d e l 1 2 2 2 (v. sop ra , p . X V ) . m o n s t r a

Anfànge,

N é b a s t a l ’in c e r t e z z a d e lla t r a d iz io n e a g iu s t if ic a r e g l i e n o rm i

d e l d o c u m e n t o , a c c e t t a t o t u t t a v i a c o m e g e n u in o d a l

K l e w it z , D ie

p p . 2 4 5 -9 .

s A l l a lu c e d i q u e s t a r ic o s t r u z io n e r i s u lt a

m en o

assurd a

di

q u a n to

non

p o t e s s e fin q u i s e m b r a r e , p e r c h é n o n c o n f o r t a t a d a a lc u n e le m e n t o p o s it iv o , l ’a s s e r ­ z io n e d e l

P o m e tti , Carte delle abbazie,

p p . 2 5 0 - 2 , c h e a v e v a f a t t o d e lla S a m b u c in a ,

p u r d ic h ia r a n d o c h e e ss a « tr a s s e o r ig in e d a l m o n a s te r o d i C a s a m a r i d e lla lin e a

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Introduzione

X X V II

a risollevarne le sorti, allargando l’estensione delle proprietà, e forse anche del complesso claustrale, fino ad includervi la località denominata Sambucina, da cui ebbe nome da allora in poi l’abba­ zia, rimasta sotto il titolo primitivo di S. Maria, ma senza il qua­ lificativo « Requisita ». Sotto la regola di Cìteaux il monastero ebbe rapida fortuna: al favore dei pontefici si aggiunse quello dei re di Sicilia1, alla potenza acquistata con l’enorme estensione dei suoi possessi la fama conseguita attraverso la santità di vita dej suoi monaci e la rinomanza degli uomini che vi ebbero dimora2, hion mancarono « d i C h i a r a v a lle », u n ’a b b a z i a b e n e d e t t in a p r i m a c h e c is te r c e n s e : c h e s i t r a t t a s s e d i c o n g e t t u r a a r b i t r a r ia è p e r ò d im o s tr a t o d a l l ’a l t r a s u a a s s e r z io n e c h e S . M a r ia di

Corazzo

in to r n o

ebbe

o r ig in e

com e

1 D o c c . n n . 2 2 s g .,

22

b e n e d e t t i n a

42, 47, 50, 54, 64.

d ip lo m a , n é s e n e c o n s e r v a n.

filia z io n e

d e lla

S a m b u c in a

a l 10 6 0 !

s i n o m in a , c o m e c o n fin e , u n a

« d o m in u s

rex

R o g e r iu s

« d e d it », m a s i t r a t t a

D i R u ggero

I I n o n r im a n e a lc u n

m e m o r ia n e i d ip lo m i p o s te r io r i; s o lt a n t o

avus

n el doc.

« t e r r a p r e f a t i m o n a s t e r ii S a b u c in e

n o s te r

veneran de

d i im a f a ls ific a z io n e :

m e m o r ie

e id e m

quam

m o n a s te r io

è q u e s t a u n a c ir c o s t a n z a d a t e n e r

p r e s e n t e n e l la v a lu t a z i o n e d e ll a t e o r ia d e l M a r c h e s e , c h e v o r r e b b e c o lle g a r e le o r ig i n i d e l l a S a m b u c in a c o n l ’in t e r v e n t o

d ir e t t o d i R u g g e r o

II.

N a t u r a lm e n t e

n o n t e n g o c o n t o d e l p r e s u n t o d ip lo m a d e l 20 g i u g n o 1 1 4 5 (?: l ’in d iz io n e d o v r e b b e

vm ,

p erò essere

non

ix)

r ip o r ta to d a l

Marchese, La badia di Sambucina,

p . 26 2,

e d a m e in v a n o f a t t o r ic e r c a r e p r e s s o l ’a r c h i v io d i S t a t o i n P a le r m o s e c o n d o l a s e g n a tu r a

« del

da

l u i i n d ic a t a ,

che

« non tro v a

r isc o n tro

n e l l ’a t t u a l e

o r d in a m e n to

m a t e r i a le »; a n c h e « l e r ic e r c h e e s e g u ite n e i m s . d e ll a b i b l io t e c a d i q u e s to

« A r c h i v i o , f r a i q u a li d o v r e b b e t r o v a r s i i l v o l u m e in d ic a t o , h a n n o a v u t o e s ito

« n e g a tiv o

» ( le t t e r a

2 2 m a g g io

d e l D ir e tto r e

capo

d e l l ’a r c h i v i o

di

S ta to

in

P a le r m o ,

del

1 9 5 6 ). S i t r a t t a i n f a t t i d i u n a f a ls i f ic a z io n e p a t e n t e e g r o s s o la n a , in

c o n t r a s t o c o n t u t t e l e n o r m e c h e p r e s i e d e v a n o a l l a r e d a z io n e d e i d ip lo m i p r e s s o l a c a n c e lle r ia d i R u g g e r o

II,

s u c u i c f.

K ehr, D ie Urkunden,

2 C e r t a m e n t e v i s o g g io r n ò G io a c c h in o d a F i o r e pp.

3 7 , 40;

p p . 3 4 3 , 469; pp.

17,

M a n r iq u e ,' Cisterciensium seu verius ecclesiasticorum annalium, I I , R ousselot , Joachim de Flore, p . 1 7 ; R o b e r t i , Gioacchino da F iore,

39 ), m a n o n è p o s s i b i le s t a b i lir n e l ’e p o c a

G r e g o r io

p a s s i m .

(S il l a n e o , Ioacchim abbatis,

de

L a u d e , M agni divinique 'prophetae,

( c o n tr o l e a r g o m e n ta z io n i d i pp.

1 7 s g ., c h e v o r r e b b e f a r

r i s a li r e t a l e d im o r a a d u n p e r io d o in c u i i l m o n a s t e r o o n o n e s i s t e v a a n c o r a o e r a a p p e n a a i s u o i i n i z i, c f . l e o b ie z io n i d e llo

sium,

I, p.

14 3 , n .

cccLxiii).

z io n e d e l s o g g io r n o , e

a n z i a d d ir ittu r a

s te r o , d i P i e t r o L o m b a r d o c e s c o A c c u r s io , c h e r i s a le a l

J a n a u sc h e k , Originum Cistercien­

P r i v a d i q u a ls i a s i fo n d a m e n to è i n v e c e l a t r a d i ­ d e ll a

s e p o lt u r a n e l la

B a r o n io , Annales, X I X , Sil l a n e o , Ioacchim abbatis, p p .

(m a c f .

c h ie s a

del m o n a­

p . 240) e d i F r a n ­ 1 5 6 s g ., e f u a c c o l t a

M a n r iq u e , Cisterciensium seu verius ecclesiasticorum annalium, I I , p . 343 d a l M o r o n i , D izionario di erudizione, X C I Y , p . 99, n o n c h é d a l M a rc h e se , La

dal e

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Alessandro Pratesi

X X V III

condizioni avverse a turbare tanto rigoglio: a meno di cinquanta anni dall’origine dell’abbazia, un terremoto ne distruggeva o lesio­ nava gravemente buona parte degli edifici1; ma ciò nonostante proprio tra la fine del secolo x n e il principio del x m la Sambucina raggiunse il suo massimo splendore ad opera di un abate che occupa un posto eminente nella storia della Chiesa calabrese, Luca cam­ pano, già monaco di Casamari e più tardi arcivescovo di Cosenza2. Designato dal pontefice Innocenzo III, che ne apprezzò lo zelo reli­ gioso, per la predicazione della Crociata nelle province della Si­ cilia 3, incaricato di varie mansioni dai capitoli generali dell’Ordine cistercense4, non trascurò per questo gli interessi del monastero, badia di Sambucina,

p p . 1 5 2 - 7 , i l q u a le r i c h i a m a p u r e (o p . c i t . , p . 14 8 ), a c c a n t o

a d a l t r e f o n t i t u t t e t a r d i v e e p u r t r o p p o i n c o n t r o l la b il i, « u n a n o t iz i a s u p e r g a « m e n a a m a r g in e d i u n v o l u m e d e ll e o p e r e d i S . B e r n a r d o » n e l la b i b l io t e c a (d e l s e m in a r io ? ) pugno:

d i B i s ig n a n o ,

«...

dove

l ’a b a t e

P ie tr o

S c a s ili o

mcclxxv fie r i f e c i a r c h a m

anno

avrebbe

P e tr o L o m b a rd o ,

s c r it t o

d i su o

F r a n c is c o A c -

« c o r s o , L u c a e C a m p a n o s u b a l t a r i m a io r i e c c le s ia e »; p e r i l c r e d ito d a d a r e a q u e s t a n o t i z i a s i c o n s id e r i c h e n e l ( v . o ltr e , p p .

xxix

1 2 7 5 l a S a m b u c in a e r a c o m p le t a m e n t e a b b a n d o n a t a

s g .) e c h e u n r i g o p i ù s o t t o l o s te s s o a b a t e d ic h ia r e r e b b e : « h a c

« d ie c o m m u n it a s

S a m b o c in a e e s t c o m p o s it a m o n a c h o s se

vi

si

in c lu d a n o

i

m onaci

(sic) .d . d e lle

», c i f r a e v i d e n ­

te m e n te

assu rd a p u re

f i lia li

m ad re.

L a le g g e n d a r i a t r a d i z io n e s i f o n d a s u u n a la p i d e c h e i l S illa n e o a v r e b b e

d e l l ’a b b a z ia

v i s t o , m a g i à r im o s s a d a l s u o p o s t o o r ig in a r io , e c h e e g l i le s s e : « hic lacent duo « viri virtutum petrus lo mbardus et franciscus

ACCuRsius

»; a p a r t e l a s t r a ­

n e z z a d i u n ’u n ic a s e p o lt u r a p e r i d u e p e r s o n a g g i, è a s s a i p r o b a b il e c h e i l S illa n e o a b b i a l e t t o m a l e l ’e p ig r a f e (« d u o v i r i v i r t u t u m » è le z io n e d iffic ile d a s o s te n e r e ), q u a s i c e r t a m e n t e f r a m m e n t a r ia (« l a p i s v e t e r r im u s a b ip s o s a r c o p h a g o o b t e m p l i « d ir u p tio n e m d e s u m p tu s »), c h e p o t e v a r i f e r ir s i a u n a b a t e d e l m o n a s t e r o l a c u i d o ttr in a

t e o lo g i c a e g i u r i d i c a

g li

s o n a g g i.

C o n tro

n o tiz ia

pp.

la

fa n ta s tic a

a v e v a m e r i t a t o i l c o n fr o n t o c o n i d u e c f. p u r e

p er­

F oberti, Gioacchino da F iore,

B loomfield, Joachim of Flora, p . 2 9 2 . 1 Caruso, L'arte e lo spirito, p . 6 2 , e Marchese, La badia di Sambucina,

1 1 6 s g .;

p . 10 7, a t t r i b u i s c o n o i l d is a s t r o t e llu r ic o a l 1 1 8 4 , s e n z a r ife r im e n to a f o n t e a lc u n a . C e r t a m e n t e l a c h i e s a e r a s o t t o p o s t a a r e s ta u r o e i l m o n a s t e r o v e n i v a a d d ir i t t u r a t o t a lm e n t e r i c o s t r u it o n e l s e t t e m b r e 1 1 9 6 (d o c . n . 4 8 ). 2

C f.

Gams, Serie episcoporum , p . 8 78 ; E ubel, Hierarchia catholica, I , XXII; T accone-G allucci, Regesti dei romani pontefici, p . 4 2 9 ; W illi,

p . 220; I I , p .

Papste, Kardinale und B ischòfe, governo

a b b a z i a le

d e lla

p . 70 , n . 3 7 4 .

S a m b u c in a

seu verius ecclesiasticorum annalium,

s P otthast, nn.

335, 359, 559

gesti dei romani pontefici,

p p . 8 8 -9 0 ,

v. III,

P e r la s u a a t t iv i t à d u ra n te il

s o p r a ttu tto

Manrique, Cisterciensium

p p . 3 1 4 , 3 3 3 s g ., 3 4 9 - 5 1 , 386.

(dove si aggiunga T accone-G allucci, R e­ n. lxxvi ); Canivez, Statuta capitulorum, I ,

p . 2 1 6 , η . 3 3; 2 2 1 - 4 ; 2 3 5 .

4 Canivez, Statuta capitulorum,

I, pp. 259

sg.,

n . 56; p . 2 6 1 , n . 65.

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Introduzione

X X IX

a favore del quale sollecitò privilegi e donazioni, migliorandone anche il patrimonio con opportune permute, tra cui quella stipulata con l’arcivescovo di Santa Severina che gli consentì la creazione di una nuova abbazia1. Passato al governo dell’arcidioeesi di Cosenza, pur tra le cure pastorali e le mansioni affidategli dai pontefici2, la sua sollecitudine per la Sambucina non venne meno e ne rimane testimonianza, oltreché nei documenti relativi a contratti da lui stesso stipulati con il monastero3, nelle autenticazioni di diplomi sambucinesi da lui sottoscritte4. Nel primo ventennio del Duecento i documenti testimoniano un fervore di attività veramente intenso, che lascia arguire il prestigio e la potenza a cui erano giunti i mo­ naci dell’abbazia. Né certo doveva farvi difetto la pietà, se proprio in quegli anni l’abate Bernardo, elevato alla cattedra episcopale di Cerenza5, moriva in concetto di santità6. Ma se rapida fu l’ascesa, ancor più subitaneo fu il declino: nel 1218 un increscioso episodio in cui si trovò coinvolto l’abate Gio­ vanni fu severamente giudicato dal capitolo generale che ne decretò l’immediata deposizione7; circa due anni dopo un nuovo terremoto sconvolse il territorio su cui sorgevano gli edifici monastici e i danni furono talmente gravi che risultò impossibile o quanto meno pre­ caria ogni riparazione. La comunità monastica si vide costretta a supplicare dal pontefice il trasferimento all’abbazia di S. Maria 1 V . o ltr e , p p . XXXIV sg. 2 C f. P o tth a st, n n . 3 16 5 ,

Regesti dei romani pontefici, c . 2 5 6 a (H o n o k ii l u c c i,

Bullae

papae I I I

o p . c it ., p p .

p . 225, n . 13 57;

4302

(d o v e

si

a g g iu n g a

T accone- G

p p . 1 0 7 s g ., n . l x x x v i i ), 4 7 2 5 , 5 3 5 7

1 2 5 s g .,

n. x c ix

Reg. Vat. 9,

a l l u c c i,

d; Reg. Vat.

9,

a . n , n . 1 1 0 1 ) , d o n d e e d iz . T a c c o n e - G a l e re g e sto

P r e s s u t t i , Regesta H onorii, I,

c . 2 7 9 b ( H o n o k ii p a p a e I I I

Bullae

a . n , n . 12 5 0 ),

d o n d e e d iz . T a c c o n e - G a l l u c c i , o p . c i t . , p p . 1 2 6 s g ., n . c , e r e g e s t o P k e s s u t t i ,

Regesta H onorii,

I, p . 247,

n.

14 8 5 ; c f . p u r e d o e . n . 86 e v . a n c h e o ltr e , p . s g .

3 D o c c . n n . 7 6 , 9 3 e c f . n . 88. 4 D o cc. n n . 4, 6 1, 79,

128 ,

136.

Series episcoporum, p . 869; E u b e l , Hierarchia catholica, I , p . 2 6 1 ; stra n a m e n te l o ig n o r a T a c c o n e - G a l l u c c i , Regesti dei romani pontefici, 5 C f. G a m s ,

p.

444. 6 C f. W i l l i , 7 C f.

n.

24 ).

Il

Papste, B ardinole und B ischofe, p . 35, n . 126.

Ca n iv e z , Statuta capitulorum, fa tto

r is a liv a

I , p p . 5 0 1 s g ., n . 7 9 (e v . a n c h e p . 508,

v e r o s im ilm e n t e

a l l ’a n n o

p r im a ;

d u ra n te

un

v ia g g i o ,

fo r s e n e l r e c a r s i a l c a p i t o lo g e n e r a le , l ’a b a t e d e lla S a m b u c in a f u c o lt o d a ll a fe b b r e e , fe r m a t o s i p r e s s o l ’a b b a z i a d i E b e r b a c h i n d io c e s i d i M a g o n z a , p a r e c h e v i c i r ­ c u is s e a lc u n i m o n a c i in d u c e n d o li a s e g u ir lo in C a la b r ia ; n e l t r a g i t t o , p e r ò , u n o d e i s e g u a c i v e n n e a m o r ir e .

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Alessandro Pratesi

XXX

della Matinax, dove i Benedettini, ridotti a un numero esiguo, non erano più in grado di svolgere la loro missione; Onorio III affidò a Luca arcivescovo di Cosenza e al vescovo di San Marco il man­ dato di indagare sulle reali condizioni dei due monasteri e, ove fosse risultata rispondente al vero la situazione esposta nella sup­ plica, di autorizzare il trasferimento1 2, cui consentì poco dopo anche Federico II, riconoscendo all’abbazia cistercense di S. Maria della Matina tutte le immunità che erano state elargite alla Sambucina3. Il pontefice dal canto suo, dopo essersi nuovamente rivolto all’arci­ vescovo di Cosenza e al vescovo di San Marco perché provvedes­ sero al dignitoso sostentamento dell’abate benedettino uscente4, confermò l’avvenuto trasferimento5 e successivamente riconobbe ai monaci della regola di Cìteaux i possedimenti e i diritti di cui il monastero matinense aveva goduto sotto la precedente obbe­ dienza 6. Il monastero della Sambucina figura ancora in un docu­ mento dell’agosto 12227, poi il suo nome appare soltanto spora­ dicamente e insieme con quello dell’abbazia matinense8 che, quale erede della Sambucina, viene considerata da Casamari come filia­ 1 D i q u i n a sce la c o n fu s io n e , c o s ì fr e q u e n te tr a g li s c r itto ri, d e ll’u n o c o n l ’ a ltro m o n a s te ro : d a te , v ice n d e e p e rfin o il n om e d e l p r im o v e n g o n o m o lt o sp esso a ttr ib u iti

al

secon d o

e

v ic e v e r s a .

C f.

in

p r o p o s ito

K l e w it z ,

Die Anfànge,

p . 249. 2 D o c . n . 127. 3 D o c . n . 128. 4 27 m a g g io 1222:

Beg. Vai.

11, c . 24 3 a (H o n o e ii p a p a e I I I

n . 4 0 3 ), d o n d e r e g e s to P b e s su t t i ,

Begesta Honorii,

Bullae

a. v i,

I I , p . 73, n . 3999.

5 D o c . n . 130. 6

Beg. Vat.

Bullae a . v m , n . 150), d o n d e Begesti dei romani pontefici, p . 137, n . c x i , e reg es to Begesta Honorii, I I , p . 185, n . 4624. 12, c . 132 a (H o n o e ii p a p a e I I I

e d iz. T accone - G allu cc i ,

P b e ssu tti ,

7 D o c . n . 131. 8 D o c . n . 160: « a b b a s e t co n v e n tu s M a tin e d e S a b u ccin a »; « a b b a cie M a« tin e n s i d e S a b u ccin a »; d o c . n . 176; « e c cle s ie M a tin e e t S a m b u cin (e ) ».

P erò

v e rs o la fin e d e l s e c o lo x m , N ic o lò I V , n e ll’e le n ca re i c e n s i d e lle ch ie s e d e l re g n o d i S icilia e d e lla C a m p a gn a e M a r ittim a in o c ca s io n e d e lla n o m in a d e l n u o v o c o lle t t o r e (A rch , se g r e to V a tic ., A A . a rm . I - X V I I I , n . 3856: re g e s to P otth ast , n. 23399), d is tin g u e i d u e m o n a s te ri, ch e ris u lta n o ta ss a ti p e r lo stesso im p o r t o

Liber censuum, e c io è Le Liber cen­ 19 a) e S. M a ria d e lla S a m b u cin a p e r u n o s c h ifa to (c f. ib id ., p . 23 b), a c ir c a xm q u a r to d e ll’ o n cia d ’ o r o (cf. ib id ., p . 16 a n o ta ): è p r o b a ­

d i un s e c o lo p r im a , q u a n d o C en cio ca m e r a r io c o m p ila v a i l

S. M a ria d e lla M a tin a p e r u n ’ o n cia d ’ o r o (c f. F a b e e - D u ch e sn e ,

suum,

I, p .

e q u iv a le n te

b ile p e r ta n to ch e la d is tin z io n e n o n r is p e c c h i una situ a zio n e rea le, m a sia d o v u t a a tr a d iz io n e m e cca n ica .

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Introduzione

XXXI

zione propria1 e successivamente come « subdita » 2. Tuttavia la amenità del luogo e i resti delle costruzioni scampate al disastro tellurico attraevano ancora i monaci, i quali nel 1235 ottenevano dal capitolo generale il permesso di soggiornarvi nei mesi estivi3: nello scarno linguaggio degli Statuti, quella cbe era stata forse, venti anni prima, la più potente abbazia calabrese, è designata col termine di « grangia » ! Caduta in seguito S. Maria della Ma­ tina sotto il regime commendatario4, la Sambucina ne condivise la sorte, e gli abati assunsero normalmente il doppio titolo di « abbas « S. Mariae de Sambucina et S. Mariae de Matina ». La lista degli abati di S. Maria Eequisita e poi di S. Maria della Sambucina, quale si ricava dai documenti fino al periodo della tra­ smigrazione al monastero matinense, è la seguente: 1145 dicembre -1 1 5 0 settembre 28 [-1155 (?) giugno] [1166 dicembre] - 1169 febbraio - 1171 gennaio 1178 dicembre - 1181 febbraio 1188 dicembre 29 1193 marzo - 1202 giugno 1204 gennaio - febbraio 1 C f. C a n i v e z ,

Statuta capitulorum,,

Sigismundus 5 Dominicus 6 Simon (Sym on)7 Willelmus8 Lucas 9 Eadulfus10

I I , p p . 145 s g ., n . 29.

2 V . s o p r a , p p . x v i sg. 3 Cf. C a n i v e z ,

Statuta capitulorum,

I I , p p . 145 sg .,

n. 29.

L a c o n c e s s io n e

v e n iv a r ip e tu ta , m a p e r il so lo a b a te , n el c a p it o lo d e l 1237: C a n i v e z , o p . c it., I I , p . 176, n . 44. 4 C f. sopra, p .

x v ii.

5 D o c c . n n . 14 sg .; la te r z a d a ta è in ce r ta , e s s e n d o i l d o c . n . 19 s o s p e tt o d i fa ls o .

D o p o q u e sto a b a te, e a v a n ti a D o m e n ic o , i l p r im o c h e fig u ri c o n i l

t it o lo d i « a b b a s S. M a ria S a b u cin e », i l M a b c h e se , La badia di Sambucina, p p . 70 sg., p o n e A n to n io : p o ic h é e ffe ttiv a m e n te la c ita ta Commemoratio l o r ic o r d a n e llo stesso o rd in e , è p r o b a b ile c h e F ilia z io n e d e ll’ a u to r e sia g iu sta .

N o n te n g o

c o n t o , n a tu ra lm e n te , d i a ltr i n o m i c h e i l M a rch ese in seris ce n e lla lis ta sen za a lcu n fo n d a m e n to s t o r ic o . 6 D o c . n. 2 2 , c h e è u n a fa ls ific a z io n e , e d o c c . n n . 23, 27. 7 D o c c . n n . 28 sg ., 31 sg. 8 « A b b a s m o n a s te r ii S a n cte M a rie R e q u is it e » (m a v . sop ra , p . x x r v ) : d o c . n . 36. 9 D o c . n n . 40, 42 sg., 45, 4 7 -5 2 , 54, 56, 63 sg .,

6 6 -9 , o lt r e

a i n n . 60 s g .,

c h e so n o fa ls ific a z io n i. 10 D o c c . n n . 76 sg.

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Alessandro Pratesi

X X X II

[1206 settembre 1 °-1 2 0 8 marzo 24] 1209 aprile 11 1211 (?) dicembre - 1218 settembre 1220 giugno - 1222 febbraio

Bernardus1 Iohannes2 Bonus3

Connesso con la storia della Sambucina è il problema delle sue filiazioni. Secondo un elenco del 1507 pubblicato dal Mar­ chese, che lo trovò presso la biblioteca Yivaequa4, esse sarebbero undici: S. Maria di Corazzo 5, S. Maria d e l u c a r i a 6, S. Spirito di Palermo7, S. Maria di Boccadia8, S. Maria d e T e r r a t a 9, S. Maria d e L i g n o 10, S. Maria della Matinan , S. Maria d e G a 1 e s i o I2, S. Maria di Acquaformosa13, S. Maria del Sagittario M, S. Angelo d e F r i g i 1 o 15. La lista non offre purtroppo dati che siano controllabili: il Klewitz, che la accetta pressoché integral­ mente 16, precisa a ragione che S. Maria d e L i g n o è filiazione di S. Spirito di Palermo17, ma cade in errore nel designarla come S. Maria i n L i g n o C r u c i s , confondendola con la S. Tri1 D o c c . n n . 85, 8 7 -9 0 , 93, 95 sg. 2 D o c c . n n . 100, 105 s g ., 114. 3 D o c c . n n . 120, 128.

4 M a r c h e se , 6 C f. L u c a ,

toire,

La badia di Sambucina, p p . 1 8 8 -9 0 . Virtutum beati Joachimi synopsis, p .

9 3 ; C o t t in e a u ,

Réper­

I , c o l. 866.

Originum Cistereiensium, I , p . 4 1 3 ; C o t t in e a u , Ré­ Latin monasticism, p . 182. 7 C f. M a n r i q u e , Cistereiensium seu verius ecclesiasticorum annalium, I I , p . 549; J a n a u s c h e k , Originum Cistereiensium, I , p . 143; C a r u s o , L'arte e lo spi­ rito, p . 4 2 ; C o t t in e a u , Répertoire, I I , c o l. 2 1 77 ; W h i t e , Latin monasticism 3 C f. J a n a u s c h e k ,

pertoire,

I I , c o l. 2 1 0 9 ; W

h it e ,

p p . 1 6 8 -7 1 .

Originum Cistereiensium, I , p . 143; C o t t in e a u , Ré­ Latin monasticism, p . 182 n o ta 2. 8 C f. C o t t in e a u , Répertoire, I I , c o l. 3139. 10 C f. W h it e , Latin monasticism, p p . 178 sg . L a n o ta p u b b lic a ta d a l M a r­ 8 C f. J a n a u s c h e k ,

pertoire,

I I , c o l. 2482; W

h it e ,

ch e s e d ic e « L ig n o C ru ce »: m a v . o lt r e . 11 V . so p ra , p p . x v - x v n .

12 C f. J a n a u s c h e k ,

pertoire,

13 C f. J a n a u s c h e k ,

toire,

Originum Cistereiensium,

I, p .

143; C o t t in e a u ,

Ré­

I , c o l. 1242.

Originum Cistereiensium,

I , p . 143; C o t t in e a u ,

Réper­

I , c o l. 14.

14 C f. C o t t in e a u , Répertoire, I I , c o l. 2 5 73 . 15 V . oltre, p p . x x x i v - x x x v i i i . 16 K l e w it z , Die Anfànge, p p . 2 3 9 -4 5 . 17 C f. W h it e , Latin monasticism, p p . 178 sg.

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Introduzione

X X X III

nità d e L i g n o C r u c i s 1, che è invece filiazione di S. Stefano del Bosco 2; aggiunge inoltre all’elenco S. Maria di Boccaxnadore3, che è invece probabilmente filiazione di S. Maria d e N u c a r i a 4. Purtroppo i nostri documenti, a parte le precise notizie relative a S. Maria della Matina e a S. Angelo d e E r i g i l o , non offrono alcun elemento per chiarire meglio i rapporti di filiazione di questi monasteri con la Sambucina: è probabile che altri ancora siano filiali di filiali, come pure che alcuni abbiano avuto origine dopo che l’abbazia sambucinese era stata abbandonata, e quindi siano in realtà filiazioni di S. Maria della Matina. In sostanza il problema, alla luce degli elementi di cui oggi disponiamo, deve rimanere ancora aperto. La prima menzione di una « ecclesia Sancti Angeli de Erigili » 5 ricorre nel privilegio di Clemente III per S. Maria della Sambu­ cina6, dove è annoverata tra i possessi come grangia di quell’ab­ bazia. Sorgeva a nord-ovest di Mesoraca7, in diocesi di Santa Severina, su un colle che conserva ancor oggi il nome di S. Angelo 8, unica testimonianza, insieme con le scarse rovine, di un cenobio

Bépertoire, I, c o l. 1580. Latin monastieism, p . 179. C o t t i n e a u , Bépertoire, I I , c o l. 2482. W h i t e , Latin monastieism, p . 183. N o n

1 C f. C o t t in e a u , s C f. W * C f. * C f.

h it e ,

z io n e d a S. M a ria

de

N u ca ria

è e s clu so p e r ò c h e la filia ­

r is a lg a s o lo a lla fa s e in c u i i l m o n a s te ro

d i S. M a ria d i R o c c a m a d o r e , g ià d a p r im a c iste rce n s e , e r a r im a s to p re s s o ch é s p o p o la t o , p e r c u i i l c a p it o lo g e n e ra le d e l 1232 n e a ifid ò a i m o n a c i d i S. M a ria de

N ucaria,

e s u b o r d in a ta m e n te a q u e lli d i S. M a ria d e lla M a tin a , il c o m ­

p it o d i r ic o s t it u ir v i la c o m u n it à (c f. s o p ra , p . x v i ) . 6

L a stessa fo r m a r ic o r r e n e l s u c ce s s iv o p r iv ile g io d i C elestin o I I I (d o c . n . 49)

e in u n o su r re ttiz io d i In n o c e n z o I I I (d o c . n . 60 ); n e l s e c o lo x m p r e v a le la fo r m a « P r ig ilo » m a s i in co n tr a n o a ltre sì « F r ig illo » e , c o n m in o r e fr e q u e n z a , « F r ig id o », n e l XV s o n o a tte s ta te, o lt r e a lle p r e ce d e n ti, p u r e le fo r m e « F r ic h illo » e « F r o n « g illo », n e l x v i « F r a n c illo ».

P r e s s o i c r o n is t i cis te rce n s i si le g g o n o a ltera zion i

e p e rfin o « R ig id o » e « R in Saggio di toponomastica, p . 140,

c o m e « F r ig e llo », « F r a g illo », « F r in g illis », « F u n g illa » « g id o ».

C irca l ’ o r ig in e d e l t o p o n im o c f. A le ssio ,

a; m a , d a ta la zon a , s i te n g a p r e s e n te a n c h e il g r e c o φρυγίλος (c f. B o i Dictionnaire étymologique, p . 1039; W a l d e - H ofm an , Lateinisches etymologisches Wòrterbuch, I , p . 54 8).

n . 1471

SACQ,

6 D o c . n . 36. 7 I n p r o v in c ia d i C a ta n za ro. 8 M a c o l m e d e s im o t it o lo e n e lla stessa z o n a si t r o v a v a p u r e u n m o n a s te ro

b e n e d e t tin o : L u b i n ,

nibus servitiis,

Abbatiarum Italiae,

p.

150; H o b e r g ,

Taxae pro commu­

p . 169. *

***

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Alessandro Pratesi

X X X IV

che fu anch’esso tra i più famosi del territorio calabrese nel basso medioevo. Non si conosce la data dell’erezione della chiesa, ma per le origini dell’abbazia che vi fu creata abbiamo una documen­ tazione precisa. Numerose donazioni, e soprattutto le conces­ sioni regiex, avevano notevolmente esteso le proprietà della Sam­ bucina nei territori della diocesi greca di Santa Severina e di quella l i m i t r o f a di Catanzaro, formando un patrimonio vastissimo che aumentava la potenza e il prestigio del monastero, ma creava nel contempo notevoli difficoltà per l’ amministrazione di quei posse­ dimenti così lontani dal centro abbaziale. Preoccupato da questa situazione, ma soprattutto sollecito dello sviluppo dell’Ordine, par­ ticolarmente in un territorio di rito greco, l’abate Luca formulò il progetto di fondare una nuova abbazia madre, preoccupandosi anche di creare condizioni favorevoli allo sviluppo dello stabili­ mento monastico attraverso una permuta con l’arcivescovo di Santa Severina. Così nel giugno 1202 1 2, dopo aver ottenuto da quest’ul­ timo il monastero di S. Stefano presso il fiume Vergari3 e l’esen­ zione dal censo di tre libbre annue di cera che l’abbazia della Sam­ bucina versava alla mensa arcivescovile per i suoi diritti sulle grange

1 C f. s o p ra , p . XXVII n o ta 1. 2 C a d on o c o s i le illa z io n i d e l M a n r iq u e ,

siasticorum annalium, I Y ,

Cisterciensivm seu verius eccle­ Originum Cisterciensium, I,

p. 187, e d e llo J a n a u sc h e k ,

p . 224, n . DLXXX, ch e n e a s cr iv o n o l ’a g g re g a z io n e a ll’ O rd in e ciste rce n s e a l 1220;

Répertoire, I I , c o l. 28 51 , d e l C o t t in e a u , Répertoire, II, c o l. 2592, La badia di Sambucina, p p . 81 n o ta 5, 83, 21 6 , c h e n e a ttr ib u i­ s c o n o a llo ste ss o a n n o la fo n d a z io n e ; d e ll’ UGHELLi, Italia sacra, I X , c o l. 483, d e l L u b in , Abbatiarum Italiae, p. 150, e d e l Ca p p e l l e t t i , Le Chiese d'Italia, X X I , p . 247, c h e a sseg n a n o la fo n d a z io n e a l 1221. I l F io r e , Della Calabria illustrata, I I , p . 378, lo r itie n e u n m o n a s te ro floren se p r im a ch e ciste rce n s e e fa c e n d o

d e llo Ch e v a l ie r , e d e l M a r c h e se ,

r is a lir e la ch iesa p r im itiv a a l 500, p o n e le o r ig in i d e ll’ is titu to m o n a s tico tr a il 1220 e il 1222. 3 II p o s se ss o d e l m o n a s te r o d a p a rte d e ll’a b b a z ia d e lla S a m b u cin a e s u c ­ ce s s iv a m e n te d i S. A n g e lo

de

F r ig ilo

n o n rim a s e sen za co n tra s ti, n o n o ­

sta n te l ’ a ssen so d e l su o a b a te : i m o n a c i c h e d o v e t t e r o a llon ta n a rse n e r ico r s e r o in fa t t i a l p o n te fic e , a ccu s a n d o p e r ò T o lo m e o

de

P a lla r ia

c o m e c o lu i

c h e l i a v r e b b e e sp u ls i p e r c e d e re il m o n a s te ro a i m o n a c i d e lla S a m b u cin a ; I n n o ­ c e n z o I I I o r d in ò p e r ta n to a g li a b a ti d i S. G io v a n n i C a lib ita d i R o s s a n o e d i S. G iu ­ lia n o d i C a ta n za ro d i in d u rre il p r e s u n to u su rp a to re a lla re stitu z io n e (d o c. n . 78), m a d o p o o lt r e u n a n n o la ca u sa n o n e r a a n c o r a d e c is a e il p o n te fic e in te rv e n n e d i n u o v o p re s s o l ’ a b a te d i S. G iu lia n o d i C a ta n za ro p e r so lle cita rn e la c o n c lu ­ s io n e (d o c . n . 83) c u i s i a d d iv e n iv a in fa t ti l ’ a n n o seg u en te (d o c . n . se n te n za f a v o r e v o le a i m o n a c i cis te rce n s i.

84) c o n u n a

G li sta tu ti d e l c a p it o lo g en era le d el

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Introduzione

XXXV

di S. Maria d e A r c h e l a o , S. Angelo d e F r i g i l o e S. Ni­ cola di Pineto, cedendo da parte sua le tre grange di S. Giovanni di Monticello 1, S. Maria di Cardopiano e S. Demetrio nonché quat­ tro villani nel territorio di Petilia Policastro 2, l’abate Luca destinò alcuni monaci alla chiesa di S. Angelo d e F r i g i l o con il com­ pito di fondare un cenobio, da cui discendessero ulteriori filiazioni, nel territorio di pertinenza di questa chiesa, attribuendo al nuovo stanziamento tutti i beni delle tre grange esentate dal censo vesco­ vile e dotandolo di libri e altre sostanze. In base all’accordo sti­ pulato con l’arcivescovo di Santa Severina, l’abbazia così creata avrebbe goduto della completa esenzione dal metropolita, eccet­ tuato l’obbligo da parte dell’abate di intervenire, se invitato, al sinodo diocesano 3. L’iniziativa di Luca si mostrò feconda: proprio nel periodo in cui si assiste al repentino tramonto della Sambucina, l’abbazia di S. Angelo vede crescere rapidamente la propria potenza: si arric­ chisce di beni attraverso numerose donazioni, istituisce un centro scrittorio4, acquista notevole prestigio anche presso la Sede apo­ stolica. Già nel 1218 Onorio I I I 5 affida al suo abate, oltre che 1230, p e r ò , a c ce n n a n o a n c o ra a u n a v e rte n za t r a l ’a b a te d i S . S te fa n o (cf. Ca n iv e z ,

S. A n g e lo

Statuta capitulorum,

de

F rig ilo

e

I I , p . 89, n . 24): tu tta v ia ,

n o n co n o s ce n d o s e n e l ’o g g e t to , è im p o s s ib ile s t a b ilir e se s i tr a tta s s e d i im a n u o v a co n te s a o p p u r e d i u n o s tra s cico d i q u e lla p r e ce d e n te . 1 L a ch ie sa , ch e si t r o v a e le n ca ta in sie m e a lle a ltre d u e t r a le p ertin e n ze d e lla S a m b u cin a n e i p r iv ile g i d i C lem en te I I I

e

d e i s u o i s u cce s s o ri (c f. sop ra ,

p . XXIV), e r a sta ta g ià in p re ce d e n z a c o n fe r m a ta e s p res sa m en te a q u e ll’a b b a z ia d a A le s s a n d r o I I I (d o c . n . 3 1 ). In s e g u ito l ’ a r c iv e s c o v o D io n is io d i Sa n ta S e v e rin a t o r n ò a d o n a r la a S. A n g e lo d e F r i g i l o (d o c . n . 118), m a se m b r a ch e v e r s o la fin e d e l s e c o lo x m l ’ a r c iv e s c o v o R u g g e r o n e r iv e n d ica s se a n c o r a li p o s se ss o , fin ch é n e l 1316 l ’ a r c iv e s c o v o L u c ife r o n o n l a re stitu ì a l m o n a s te r o c is t e r ­ ce n se (d o c . n . 2 3 4 ). 2 D o e c . n n . 67 sg. 3 D o c . n . 69. 4 C f. P r a t e s i , s

Beg. Vat.

Un centro scrittorio,

9, c .

p p . 3 1 3 -2 1 .

256 a (H o n o r ii p a p a e I I I

Bullae

a . π , η . 1101), d o n d e

e d iz . T accon e - G a llu cci , Begesti dei romani pontefici, p p . 125 sg ., n . x c i x , e r e g e s to P r e s su t t i , Begesta Honorii, I , p . 2 2 5, n . 1357. L ’ a b a te d i S. A n ­ g e lo fu p e r ò so s titu ito , lo stesso a n n o , d a q u e llo « d e C u n tio m a T a c c o n e -G a llu c c i

» (c o s ì n e l re g is tro ,

o p in a d e b b a in te n d e rsi 5 d e C o ra tio »), a v e n d o l ’ a r c iv e ­

s c o v o d i S a n ta S e v e rin a o b ie tta to c h e l ’ a b a te d i S. A n g e lo

de

F r ig ilo

d ete­

n e v a a lcu n e p r o p r ie tà d e lla su a C h iesa: Beg. Vat. 9 , c . 27 9 b (H o n o r ii p a p a e I I I Bullae a . i i , n . 1250), d o n d e e d iz . T accone - G a l l u c c i , o p . c it., p p . 126 sg., n . c , e r e g e s to P r e s s u t t i , o p . c it ., I, p . 247, n . 1485.

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Alessandro Pratesi

XXXVI

a Luca, ormai quale arcivescovo di Cosenza, il delicato incarico di indagare sull’operato dell’arcivescovo di Santa Severina1, accu­ sato di simonia e di altri gravi crimini, e nello stesso anno lo affianca al vescovo di Nicastro e all’abate di S. Maria di Corazzo perché insieme con loro proceda alla riforma del monastero di S. Maria Nova di Calabria 2, della cui visita due anni più tardi saranno incaricati, dal medesimo pontefice, ancora questi abati3. Nel settembre 1222 Anseimo d i Iustingen, i m p e r i a l i s a u l a e m a r e s c a l c u s e conte di Catanzaro, accresce col donativo di una tenuta il patri­ monio del monastero confermando nello stesso tempo il possesso dei beni che già esso detiene entro i confini del suo comitato4; l’anno successivo Federico II prende l’abbazia sotto la sua prote­ zione5, e nel settembre 1224 lo stesso imperatore, rinnovando il privilegio della protezione, conferma a S. Angelo d e F r i g i l o tutti i suoi possedimenti6, concedendo altresì il libero pascolo per il bestiame del monastero in quei terreni del proprio demanio, com­ presi nei territori di Cosenza e di Terra di Giordano7, che, dietro suo 1 D io n is io , s e c o n d o T accone - G allu cci ,

E ubel,

Hierarchia catholica,

Regesti dei romani pontefici, p . 425; Series episcoporum,

I, p . 448, s u lla fe d e d e l G am s ,

p . 922, n e in d ic a in to r n o a l 1210 la d a ta d i e le z io n e , m a ig n o r a q u a n d o g li sia s u c ce d u to B a r t o lo m e o , n o t o n el 1230.

2

Reg. Vai.

Bullae a. n i , n . 109), d o n d e Regesti dei romani pontefici, p p . 127 sg .f n . ci, e Honorii, I , p . 2 7 9, n . 1676. P e r l ’ id e n tifica z io n e d el

10, c . 24 a (H on or ii p a p a e I I I

T accone - G allu cc i , re g e s to P r e s su tti , Regesta e d iz .

m o n a s te r o v . q u i a p p re s s o , p p . 2 8 0 sg. n o ta . a P otth ast , n . 6399. l ’ e p is to la p o n tificia d e l

È d u b b io in v e c e se p o s s a r ife rirs i a q u esta a b b a z ia

Reg. Vai.

10, c c . 101

b -1 0 2 a

in, n . 47 9), d o n d e e d iz . T accone - G a l lu cc i , p p . 128 sg ., n . cu i e re g e s to P r e s su t t i , Regesta a.

(H o n o r ii p a pae I I I Buïlae Regesti dei remami pontefici, Honorii, I , p . 347, n . 2100,

in d ir iz z a ta a i v e s c o v i d i M a rtira n o e d i C ro to n e e « a b b a ti d e F r ig ilo G en eoca « stre n sis d i o c e s i s », in q u a n to S. A n g e lo

de

F r ig ilo

fig u ra s e m p r e in d io ­

c e s i d i S. S ev erin a : è p r o b a b ile p e r a ltr o c h e s i tr a t ti d i u n a s v is ta d e l t r a s c r it ­ t o r e d e l r e g is tr o , p o ic h é è d ifficile a m m e tte re l ’e siste n za d i u n id e n tic o to p o n im o (a ltrim e n ti n o n a tte s ta to ) n e l te r r ito r io d e lla d io c e s i d i B e lca s tr o . 4 D o c . n . 132. 5 D o c . n . 133. 6 D o c . n . 138. ’ P r e fe r is c o q u esta fo r m a , c h e h a r is c o n t r o a n ch e in c a r te g re c h e (Χ ώ ρ α Ίορδάνου), a ll’ a ltr a « T e r ra G io rd a n a », a tte s ta ta p iù ta r d i

e

m e n o la rg a m e n te .

L a m e n z io n e p iù a n tica d e l t o p o n im o r is a le a lm e n o a l d ic e m b re 1194 (J am iso n ,

Admiral Eugenius, p . 106 n o ta 2) s icc h é è d a re s p in g e re la te s i d e l D u p r é s e id e r , Roma dal comune di popolo, p . 261, c h e l o v o r r e b b e fa r r is a lir e a

ThbG io r ­

d a n o d e l ’ Is le -J o u r d a in , v e n u to in It a lia a l s e g u ito d i C a rlo I d ’A n g iò .

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Introduzione

X X X V II

mandatox, saranno assegnati all’abbazia dal camerario di Cala­ bria e di Terra di Giordano e dai baiuli di Cosenza1 2; egli stesso poi confermerà nel 1225 tale concessione con un nuovo diploma34 . Un indizio assai significativo del prestigio di cui godeva nel se­ colo x m il centro monastico voluto da Luca, è offerto da un docu­ mento del 1261 con il quale l’abate di S. Nicola di Jaciano, consta­ tata la decadenza del proprio monastero, lo cede insieme con le relative pertinenze all’abate di S. Angelo, conscio di non poter con­ tare sui monaci che già vi risiedono per restituirlo a un grado di dignitosa indipendenzai . Ma il fulgore è di breve durata: la disposizione disciplinare del capitolo generale del 12765 emanata contro l’abate di S. Maria della Matina, colpisce anche l’abate di S. Angelo; le difficoltà eco­ nomiche, già profilatesi nella seconda metà del secolo x m 6, si accentuano nel successivo: il monastero cerca di fronteggiare la situazione cedendo a uno a uno i suoi terreni in locazione o addi­ rittura in vendita, ma il rimedio non è sufficiente, e denuncia l’im­ minenza della fine. Tra il 1376 e il 1398 7 vediamo l’abate affian­ cato da un amministratore nella persona di Aliberto vescovo di Strongoli8; non è possibile determinare quanto la sua azione sia stata efficace: certo il monastero sopravvive fino alla metà del secolo XV, allorché alla rovina materiale si unisce la degradazione morale. Nel 1451 Nicolò Y, su denunzia di Alfonso I d’Aragona, dà mandato all’abate di S. Maria d e F o s s i s 9, in diocesi di Cosenza, di sottoporre a giudizio l’abate Nicola Dalyot, per la sua condotta riprovevole10; il 26 ottobre 1454, rimosso quest’ultimo 1 D o c c . n n . 140 sg. 2 D o c c . n n . 142 sg. 8 D o c . n . 145.

N o n te n g o c o n t o d e l d o c .

4 D o c . n . 186, e c f. d o c . n .

n . 144, c h e è u n a fa lsifica z io n e .

187, in te re ss a n te p e r l a p r a s s i i v i a ttesta ta ,

in q u a n to m o s tr a il b e n e fic ia r io c h e f a e se g u ire u n a c o p ia a u te n tica d e l p r e c e ­ d e n te d o c u m e n to , d a e s ib ir e a lla C u ria rom a n a , p e r e v ita r e d i s o t to p o r r e l ’ o r i­ g in a le a i r is c h i d e l v ia g g io . s Ca n iv e z ,

Statuta capitulorum,

I I I , p . 156, η . 22: e cf. sopra, p . x v i.

8 II 10 m a rz o 1258, o n d e p o t e r c o r r is p o n d e r e la c o lle t t a im p o s t a a l m o n a ­ ste ro p e r q u e ll’ a n n o, l ’ a b a te

è c o s t r e t t o a v e n d e r e n u m e ro s i c a p i d i b e s tia m e

(d o c . n . 183). 7 D o c c . n n . 277 e 286. 8 S c o n o s c iu to : c f. le a n n o ta z io n i a i d o c c . c itt .

Bépertoire, I , c o l. 1199. Beg. Vat. 417, cc. 3 4 b —36 a (N ic o la i papae V Litterae de Gur. aa. i - v ,

8 C f. C o ttin e au ,

18

s. n .).

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Alessandro Pratesi

X X X V III

dal suo ufficio a seguito della sentenza a lui sfavorevole, lo stesso pontefice dette l’abbazia in commenda a Giacomo vescovo eletto di Arborea1. Il capitolo generale tuttavia, per non derogare alle sue prerogative, continuò a considerare in carica l’abate deposto, riservandosi di sottoporre il caso al proprio giudizio e di agire in conseguenza2: ma nella sessione del 1469, dopo quattro anni di contumacia dell’imputato, ne dichiarava a sua volta la deposizione comminando contro di lui la scomunica3. Il regime di commenda accelerò in maniera impressionante il processo di decadenza: nel 1498 S. Angelo d e F r i g i l o figura come grangia del monastero matinense, sottoposta all’ammini­ strazione dell’abate commendatario di quest’ultim o4, e tale rimase probabilmente fino alla perdita di tutti i suoi possedimenti e alla rovina degli edifici monastici; 1’ a b a t e di S. Angelo che si incon­ tra nel secolo xvi dovette assumere questo titolo a scopo pura­ mente onorifico: egli infatti è lo stesso personaggio che ha in com­ menda contemporaneamente S. Maria della Sambucina e S. Maria della Matina5. La lista degli abati ricostruibile attraverso i documenti, a partire dalla deduzione della colonia monastica sambucinese fino all’inizio della commenda, è la seguente: 1205 maggio 26 - 1213 luglio [1213 luglio - 1217 novembre] 1217 novembre - 1219 giugno 1

Beg. Vat.

VIII, s. n .).

430, c o . 2 3 6 a - 2 3 7 a

S u G ia c o m o

ries episcoporum,

Petrus6 Alexander7 Haymo (H aim o)8

p . 838;

(d e

(Nicolai

A lb a rea li)

E ubel,

papae V

Litterae de Cur.

Hierarchia catholica,

Se­

I I , p . 92.

2 A n c h e n e l n o s t r o d o c . η . 292, d e l 1 7 a p r ile 1467, l ’a b a t e N ic o la età

aa. i -

Gams,

e le t t o d i A r b o r e a c f .

de

Leo-

r is u lta a n c o r a in c a r ica , s e b b e n e i l c o m m e n d a ta r io s i fo s s e g ià o b b lig a t o

p r e s s o la C a m era a p o s t o lic a p e r i c o n s u e t i d a l 2 m a g g io 1455

s e r v itia

c o m m u n ia

(A r c h , s e g r e to V a tie .,

Obligationes et solutiones,

Statuta capitulorum, Y,

p . 23 8 , η . 16.

fin

L X X V I,

c . 128 a ). 8 C f.

Canivez,

4 D o c . η . 296. 8 S ch e d a n o ta r ile d e l 26 g iu n g o 1582 n e lP a rch iv io d is tr e ttu a le d i C osen za: c f.

B oeketti,

Appunti da documenti,

p p . 338 sg.

8 D o c . u n . 80, 102, o lt r e a l d o c . n . 99, c h e è u n a fa ls ific a z io n e : c f . p u re d o c c . n n . 115 sg . d o v e è r ic o r d a t o c o m e p r e d e ce s s o r e d i A le ssa n d ro . ’ D o c c . n n . 1 1 5 -7 ,

dove

è s e m p lice m e n te r ic o r d a t o

q u a le su cce s so re d i

P ie t r o e p r e d e ce s s o r e d i A im o n e . 8 D o c c . n n . 110, 112 s g ., 1 1 5 -8 .

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Introduzione

1222 settembre 1223 maggio [19-24]-1226 maggio [7-31] 1233 luglio - [1238 settembre 1° - 1239 agosto 31] 1241 aprile 24 1243 maggio - 1244 gennaio 1258 marzo 10 1260 novembre - 1262 novembre 1265 aprile 1269 agosto - 1275 luglio 20 1278 giugno 8 1291 1304 1316 1320 1326 1332 1343 1344 1352

agosto 6 dicembre 2 marzo 20 - ottobre 30 agosto 6 maggio - 1334 aprile 9 gennaio 3 maggio 23 marzo 12 - 1353 aprile 8

X X X IX

Marcus1 Martinus2 Arduinus3 Senator 4 Bartholomeus5 Iohannes 6 Petrus7 Iohannes 8 Eobertus (Eobbertus)9 Thomas de Montescalioso 10 Iohannes11 Eobertus12 Bartholomeus 13 Iacobus14 Nicolaus15 Philippus16 Guillelmus de Odone 17 Iacobus Maniabovem 18 Guillelmus de Sancto Marco 19

1 D o e . n . 132. 2 D o c o . n n . 133, 135, 146, 148; ris u lta n o n p iù in c a r ic a n el g e n n a io 1228: c f . d o c . n . 152. 3 D o c c . n n . 162 sg., 170. I D o c . n . 173. 5 D o c c . n n . 177 sg. 6 D o c . n . 183. 7 D o c c . n n . 1 8 4 -7 . 8 D o c . n . 188. 8 D o c c . n n . 192, 203. 10 D o c . n . 209. II D o c . n . 223. 12 D o c . n . 226. 13 D o c c . n n . 233 sg. 14 D o c . n . 237. 15 D e c im a d e ll’ a n n o 1326: V e n d o l a ,

Rationes decimarum,

p . 2 0 7 , n . 2850.

18 D o c c . n n . 242 sg. 17 D o c . n . 248: n e ll’ o t t o b r e d e ll’a n n o s u c ce s s iv o ris u lta

p r o c u r a t o r

d e l m o n a s te r o (d o c . n . 25 1). 18 D o c . n . 250. 18 D o c c . n n . 254, 256.

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Alessandro Pratesi

XL

1353 novembre 10 1354 febbraio 18 - 1356 gennaio 25 1359 novembre 5 - 1391 gennaio 8 1403 marzo 16 [1424, dopo il 5 aprile - 1454, prima del 26 ottobre] - (1469)

Nicolaus de Badulato 1 Iohannes Falconus 2 Nicolaus de Badulato3 Iohannes 4 Nicolaus de Liotta (Leocta, Liota, D alyot)5.

I documenti qui pubblicati provengono tutti dall’archivio della casa dei principi Aldobrandini, ma si trovano attualmente divisi in due gruppi distinti, entrambi non omogenei, in quanto com­ prendono materiale di origini diverse. Il gruppo più cospicuo è costituito dalla serie Documenti storici, Abbadie, ora in deposito presso l’Archivio Segreto Vaticano: consta di nove pacchi o tomi, ciascuno dei quali contiene in media circa novanta pergamene, custodite in camicie cartacee. Le pergamene dei primi cinque pacchi si riferiscono tutte a monasteri dell’Italia meridionale, e precisamente alle tre abbazie calabresi di S. Maria della Matina, di S. Maria della Sambucina e di S. Angelo d e F r i g i l o , e all’abbazia beneventana di S. Sofia o a priorati che furono a essa sottoposti; quelle degli ultimi quattro provengono in parte dai me­ desimi archivi, in parte da monasteri dell’Italia settentrionale. Il secondo gruppo si trova presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, e occupa i nn. 13489, 13490, 13491 nel fondo dei codici Vaticani latini: è costituito da tre grosse cartelle di cartone telato nelle quali sono riunite le pergamene donate nel 1929 al papa Pio X I dal principe Giuseppe Aldobrandini, che ricopriva la carica di capitano coman­ dante delle Guardie nobili pontificie, in occasione del cinquantesimo

1 D o c . n . 257.

S o n o ig n o t e le

r a g io n i p e r c n i e g li a b b a n d o n ò la c a rica ,

rip re sa a lcu n i a n n i p iù ta rd i. 2 n . 259;

Obligationes et solutiones

c it t ., X X I I , c . 153 B = X X V I I ,

c.

90 A; d o c .

c f. d o c . n . 263.

3 D o c c . n n . 264, 2 6 6 -9 , 273 s g ., 277, 279, 2 8 1, 283 sg.

4

Obligationes et solutiones

6 Obligationes et solutiones « N ic o la o d e L io e t a a b b a te n n . 291 s g .;

Beg. Vat.

c it t ., L V I I , c . 97 a . c it t ., L X , c . 98 A (5 a p rile 1424: « . . .

fu tu r o

prò . . .

m o n a s te r ii S. A n g e li d e F r ig id i »); d o c c .

417, c c . 34 b -3 6 a (cf. so p ra , p . x x x v n

n o ta 10);

Beg. Vat. Sta­

430, c e . 23 6 a -2 3 7 a (c f. so p ra , p . x x x v m n o ta 1); d o c . n . 293; Ca n iv e z ,

tuta capitulorum,

V , p . 238, η . 16 (cf. sop ra , p . x x x v m

n o t a 3).

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Introduzione

XLI

anniversario di sacerdozio del pontefice1. Il codice Vat. lat. 13489 contiene in grande prevalenza pergamene greche2, pur esse prove­ nienti dalle abbazie calabresi ora ricordate34 ; il Vat. lat. 13491 com­ prende pergamene già degli archivi di S. Sofia di Benevento e dei priorati da essa dipendenti; il Vat. lat. 13490 raggruppa ottantatré pergamene, tutte dell’Italia meridionale, di cui trentanove cala­ bresi, della medesima provenienza di quelle, assai più numerose, presenti nella serie Documenti storici, Abbadiei. Si ignora per quale via le carte delle tre abbazie di Calabria siano giunte nell’archivio Aldobrandini: mentre infatti per le per­ gamene provenienti da monasteri dell’Italia settentrionale il tramite è facilmente intuibile, trovandosi sempre un rappresentante di quella famiglia insignito della carica di abate commendatario dell’uno o del­ l’altro istituto monastico, per S. Maria della Matina, che nelle ultime fasi della sua storia fu compresa sotto un’unica giurisdizione insieme con la Sambucina e S. Angelo d e E r i g i l o 5, tale circostanza non è documentata. In via di semplice ipotesi, si può ritenere che le pergamene, concentrate a Napoli da un membro della famiglia Caracciolo, la quale ebbe in appannaggio la commenda dell’abbazia matinense tra la fine del secolo xv e il principio del xvi, siano poi state trasportate nell’archivio della propria famiglia da Giacomo o da Alessandro Aldobrandini, i quali ricoprirono entrambi l’ufficio di nun­ zio apostolico nel Begno di Napoli, il primo alla fine del secolo xvi, il secondo al principio del xvm . Va tenuto presente, a tale propo­ sito, che l’ultimo documento di questo fondo risale al 15136, mentre le carte sambucinesi raccolte nell’archivio dei Firrao principi di Luzzi,

1 U n ’etichetta applicata a ll’interno del piatto anteriore di ciascuna car­ tella reca la seguente epigrafe:

« pio

x i pont -m a x -

| annum

sacerdotii quin -

« QUAGESIMÜM PERAGENTI | IOSEPHUS PRINCEPS ALDOBRANDINI | CUSTODUM SACRI « LATERIS PRAEFECTUS | D -D · ».

2 A d eccezione dei nn. 16, 34, 40, 41, 12 della cartella I I e 9 della car­ tella I, qui pubblicate (docc. nn. 38, 82, 86, 151, 177, 181).

3 Saranno edite in una

pubblicazione

questa

stessa

comprendente

collana

anche

a

cura

documenti

di Ciro

greci

di

Giannelli in altra prove­

nienza, in collaborazione con Silvio Giuseppe Mercati. V . anche sopra, p .

v ii

nota 3.

4 Per le pergamene beneventane dei codd.

Vat. Lat.

13490 e 13491 v . oltre,

p . L.

5 Cf. B orretti,

Appunti da documenti,

pp. 338 sg.

6 D oc. n. 298.

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X L II

Alessandro Pratesi

e quindi confluite neU’archivio dei principi Sanseverino, sono, stando all’indice pubblicatone1, tutte posteriori. Secondo l’attuale raggruppamento le pergamene latine passate nell’archivio dei principi Aldobrandini che si riferiscono alle tre abbazie calabresi, sono le seguenti: Documenti storici, Abbadie:

tomo 1, nn. 5, 6, 7, 11, 20, 33, 37; tomo 2, nn. 2, 3, 4, 5, 7, 9, 10 (1), 10 (2), 10 (3), 10 (4), 10(5), 10 (6 )2, 12, 14, 17, 19, 20, 22, 24, 32,33,34, 35, 37, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46,47, 48, 54, 55 a, 55 b, 56, 57, 58, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 68, 71, 72, 73, 74,75, 76, 77; tomo 3, nn. 1, 2, 3, 4 a, 4 b, 5, 6, 8, 11, 13, 17, 18, 19, 20, 21, 23, 24, 25, 26, 28, 29, 30, 31, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48, 49, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62 a, 62 b, 62 b bis, 63 a, 63 b, 64, 65; tomo 4, nn. 1, 2, 3,5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15,17, 20 a, 20 b, 21, 22, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34,35,36, 38, 39, 40, 42, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 54, 55, 57, 60, 63, 64, 66, 68, 72, 73, 75, 80, 81, 82, 83, 85, 86, 89, 91, 92, 95, 96, 97, 99, 100, 101, 102; tomo 5, nn. 5, 6, 9, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 18, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 28, 29, 30, 31, 35, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 65; tomo 6, n. 8; tomo 7, n. 28; tomo 8, n. 12; tomo 9, nn. 3, 4, 5, 6; Biblioteca apostolica Vaticana: cod. Vat. lai. 13489: I, n. 9; II, nn. 12, 16, 34, 40, 41; cod. Vat. lat. 13490: nn. 32 (già 1/6), 33 (già 1/37), 34 (già 1/9), 35 (già 1/30), 36 (già ΙΠ/72), 37 (già III/64), 38 (già 1/51), 39 (già 1/23), 40 (già III/68), 41 (già III/69), 42 (già III/9), 43 (già III/66), 44 (già 1/25), 45 (già III/70), 46 (già ΙΠ/8), 47 (già III/65), 48 (già 1/19), 49 (già 1/21), 51 (già III/24), 52 (già III/5), 53 (già III/13), 54 (già III/104), 55 (già ΙΠ/67), 56 (già III/59), 64 (già 1/21), 65, (già III/61), 66 (già ΙΠ/81), 67 (già 1/41), 68 (già 1/35), 69 (giàIII/63), 70 (già III/ 10), 71 (già III/85), 72 (già III/71), 73 (già III/62), 74 (già 1/53), 76 (già 1/50), 78 (già ΙΠ/79), 79 (giàIII/74), 80 (già 1/32), 84 (già III/4), 86 (già 1/54). 1 Cf. sopra, p . x x , nota 4. 2 L a pergamena tom o 2, n. 10 (7) è in lingua greca.

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Introduzione

X L II I

L ’impossibilità di riconoscere nelle note archivistiche apposte sul v e r s o delle pergamene un criterio unico e circoscrivibile nel tem po*, congiunta con l’incertezza che grava su talune vicende storiche delle tre abbazie, non consente di ricostruire, nemmeno per sommi capi, l’ordinamento e lo stato primitivi dei tre archivi. Si può solo arguire che le carte della Sambucina dovettero essere riunite con quelle di S. Maria della Matina (le quali verosimilmente avevano già subito ingenti perdite) dopo il trasferimento dei monaci cistercensi in quest’ultima sede; durante il periodo della commenda anche quelle di S. Angelo d e F r i g i l o furono con ogni probabilità trasportate nell’archivio matinense che già comprendeva gli altri due nuclei. La ripartizione delle carte tra le abbazie di provenienza deve basarsi quindi esclusivamente sul contenuto del documento: ne rimangono fuori però alcune, evidentemente pervenute a questo o quell’archivio come m u n i m i n a 2, nelle quali non si incontrano riferimenti utilizzabili ai fini dell’assegnazione a un centro mona­ stico piuttosto che a un altro3. Ho creduto opportuno riassumere la situazione, per maggiore perspicuità, nei prospetti che seguono, dove sono indicati, per pro­ venienze e per secoli, i documenti pubblici4 e privati, distinti tra originali e copie5. Ho indicato tra parentesi quadre i duplicati - originali o copie - di documenti che già figurano nel conteggio, comprendendo in questa categoria anche le eventuali redazioni diverse che tuttavia non possono considerarsi come documenti a sé. 1 L e note appartengono a epoche disparate e sono di m ani diverse; raris­ sim a è la presenza di una cifra o di una sigla che denunzi un ordinamento. Anche i numeri rom ani e arabi apposti a m atita a tergo delle pergamene dei codd. Vai. lai. 13490 e 13491 (ora sostituiti con una numerazione progressiva) non offrono alcun elemento utile, perché non costituiscono serie complete, neppure tenendo conto delle carte di altri monasteri; di più alcuni numeri (come, ad esempio, tra le pergamene che qui ci interessano, 1/21, corrispondente agli attuali nn. 49 e 64) sono ripetuti.

2 II munero relativamente esiguo di tali carte fa ritenere che si tratti effet­ tivam ente di m u n i m i n a e non di documenti affidati a ll’una o a ll’altra abbazia da privati per misura prudenziale, al fine di garantirne la conservazione, come si è verificato spesso nel medioevo presso archivi ecclesiastici dell’Italia meri­ dionale: cf. M é n a g e r , Notes critiques, p . 147. 3 N aturalm ente ho tenuto conto, per la ripartizione, anche delle annota­ zioni tergali.

4 H o compreso tra i documenti pubblici quelli giudiziari e gli atti che si riconnettono con essi (libelli, m andati di comparizione, ecc.).

6 N ei prospetti gli inserti sono assimilati alle copie.

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Alessandro Pratesi

X lilV

D

ocum enti

p r o v e n ie n t i della

1 2 3 4 6 6 7 8 9 10 11

d a l l ’a r c h iv io

M

a t in a

di

S. M

arta

.2 0 1 9 8 7 *6 4 3

D occ. nn. I e 3, entrambi falsificazioni. D uplicati, m a in redazione diversa, del doc. n. 2, falsificazione. Uno (doc. n. 2) è falsificazione. Uno (doc. n. 18) è falsificazione. Uno (doc. n. 17) di sospetta genuinità. Uno (doc. n . 176) riguarda la « ecclesia Matine et Sambucine ». Duplicato, m a in redazione diversa, del doc. n. 2, falsificazione. Duplicato del doc. n. 8 . D oc. n. 295, che riguarda anche la Sambucina. U no (doc. n. 296) riguarda anche S. Angelo d e Frigilo. U no (doc. n. 297) riguarda anche S. Angelo d e F r i g i l o , (doc. n. 298) anche la Sambucina.

l ’altro

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Introduzione

D

ocum enti

p r o v e n ie n t i della

X LV

d a l l ’a r c h iv io

Sa m

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[3]

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[3]

44

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1



X IV

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XV

Totale

o

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X III

1





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.----

2











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[3]

46



1

[3]

[3]

47

[3]

X IV ■g XV

>

XVI

O

Totale

Totali

20

28

1 U no (doc. n. 22) è falsificazione. * D occ. nn. 60 sg., entram bi falsificazioni.

8 D uplicato del doc. u . 60. 4 D u e (docc. n n ^ 19 e 37) di sospetta genuinità. 8 D uplicati dei docc. nn. 68 e 128. * D uplicati dei docc. nu. 79 e 81 (due).

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Alessandro Pratesi

XLVI

D

ocum enti

p r o v e n ie n t i

F

d e

d a l l ’a r c h iv io r i g i d o

Pubblici

d i

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. Totali

Privati

Secoli Originali

Copie

Originali

Copie

Pubblici

Privati

XI

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X II

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X III

18



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[ 11 ]

39



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16



1







17





XV









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1







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Totale

[11]

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[ 11 ]

59



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18



X III

1





X IV





XV





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XI X II

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[ 1]





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12







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Totale

1



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16

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1



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[ 1]

17

[ 1]

Totali

19



14

[12]

71

[1 ]

5



33

[ 12 ]

76

[ 1]

1 Due (docc. un. 99 e 139) sono falsificazioni. 2 Duplicati dei docc. nn. 69, 80, 132, 134, 140, 141 (due), 142, 143 (due), 145.

3 Uno (doc. n. 116) rappresenta una nuova redazione del doc. n. incompleto; un altro (doc. n. 170) è una imbreviatura.

4 5 6 7

D oc. n . 144, falsificazione. Duplicato del doc. n. 134. Prim a redazione del doc. n. 203. Uno (doc. n. 263) è m utilo e ne restano soltanto le sottoscrizioni.

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115,

Introduzione

D

ocum enti

c o s t it u e n t i

D E I Q UALI NON B ISU LTA

l

X L V II

m u n i m i n a

’ ABCHIVIO D I PRO VEN IEN ZA. 1

1 D oc. n . 6, falsificazione

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Alessandro Pratesi

X L V III

R

ie p il o g o

dei

D occ. pubblici

p r e c e d e n t i.

pro spetti

Docc. privati

Totale

Secoli Originali

Originali

Copie

XI

2

[2 ]

3









X II

17



5

[ 1]

31



2

X III

37



32

[13]

73

X IV

2



1









Totale 58

[2]

41

XI



[1]

X II





X III

1

X IV

Docc. pubblici

Docc. privati

5

[2 ]







22

[ 1]

33



3

[3]

69

[13]

42



I



3



2



1



[14]

148



7

[3]



[ 1]

2











2

[ 1]

14

[ 1]

1











16





XV

1







5



XVI









2



Totale

2

[ 1]

2

[2]

39

Totali

60

[3]

43

[16]

187

XV

© © Q

Copie

Totali

5

[2 ]



55

[ 1]

76

[3]

145

[16]



43



46







3



3



99

[16]

155

[3] 254

[19]

[ 1]

2



2

[ 1]

3

[ 1]

15

[1]

1S

[2]







16



16







1



5



6











2



2



[ 1]

1



4

[3]

40

[ 1]

44

[4]

[ 1]

8

[3]

103

[19]

195

W

298

[23]



o

a

Ci 00

co

[ 1]

1]

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Introduzione

X L IX

La fortuna dei nostri documenti non ha che una storia assai breve e recente: dal cod. Vat. lat. 13490 trassero due facsimili, dan­ done la trascrizione, Bruno Katterbach e Carlo Silvar-Tarouca 4; Franco Bartoloni, al quale le pergamene furono segnalate da Otto­ rino Bertolini2, ebbe ad utilizzarle a più riprese, prima per le ricerche sulla diplomatica beneventana3, poi per i lavori sulla diplomatica imperiale4, sulla diplomatica regia normanna5 e sulla diploma­ tica pontificia6; egli stesso aveva inoltre progettato la presente edizione, dandone l’annuncio durante i lavori del I Congresso sto­ rico calabrese7: ma non potè attendervi per la morte repentina. Dietro sua indicazione Walther Holtzmann ricavò gli elementi essenziali di tutti i documenti pontifici anteriori a Innocenzo III per potersene giovare ai fini della redazione del I X volume delVItalia pontificia, e studiò inoltre particolarmente il falso privilegio di Alessandro II per S. Maria della Matina8; di un piccolo gruppo di carte, ancora su comunicazione del Bartoloni, tenne pure conto Ennio Cortese per una nota della sua ricerca sull’istituto del m u n ­ d i u m 9. Io stesso, infine, ho già fatto ricorso a questo fondo per una indagine sulla diplomatica vescovile delle diocesi suffraganee di Benevento10, per uno studio su un gruppo di carte palinseste di Ariano lupino u , per il II fascicolo dei Diplomata regum Siciliae de gente Normannorum 12, per un saggio sull’attività scrittoria presso

1 Epistolae et instrumenta, tav v. 7 e 27 (docc. nn. 97 e 194). 2 E gli si sta occupando dei documenti beneventani che sono in relazione con il cosiddetto

Ghronieon 8. Sophiae,

in vista dell’edizione critica di questo

famosissimo codice.

3

Le più antiche carte, pp.

4 3 -5 , 5 7 -9 , 2 0 0 -2 ;

Note di diplomatica vescovile,

I,

nn. 12 e t 14.

4

Aggiunte ai « Regesta Imperii, V »

(lavoro rimasto interrotto);

Due docu­

menti,

pp. 1 2 5 -8 , 137 sg. 5 Diplomata (nove documenti si riferiscono alla abbazie di S. Maria della

Sambucina, S. Maria della M atina e S. Angelo

3

Additiones Kehrianae

de

Frigilo).

(sono tratti dal fondo

Documenti storici, Ahbadie

undici documenti, più imo di cui rimane m emoria).

7 Le antiche carte dell'abbazia della Sambucina. 8 Das Privileg Alexanders II. 2 Per la storia del mundio, p . 451 nota 226. 10 Note di diplomatica vescovile, I I , pp. 3 1 -5 , 5 7 -6 6 . 11 Chartae rescriptae. 12 V i ho pubblicato due falsificazioni in form a di originale, rispettivamente di Euggero I I (tavv. 22 sg.) e di Guglielmo I I (tavv. 31 sg.).*

****

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L

Alessandro Pratesi

il monastero di S. Angelo d e F r i g i l o 1, e ho in preparazione, per questa collana, l’edizione di tutte le carte beneventane dei codd. V at. lat. 13490 e 13491. Delle pergamene greche del cod. Vai. lot. 13489 si sta occupando, come ho già avuto occasione di preci­ sare, Ciro Giannelli. Eccettuati questi casi, nessuno ha finora attinto ai documenti dell’archivio Aldobrandini provenienti dai depositi monastici: e se alcune tra le carte ivi conservate, e in particolare taluni documenti pubblici beneventani, erano note attraverso copie passate in altri archivi, di quelle calabresi non si conserva memoria; tra gli studiosi che si sono occupati, più o meno direttamente, delle vicende di S. Maria della Sambucina, di S. Maria della Matina e di S. Angelo de E r i g i l o , nessuno mostra di conoscere, sia pure per tradi­ zione diversa, anche uno solo dei nostri documenti. Si tratta quindi di un campo praticamente inesplorato, il quale offre agli studiosi di storia politica e di storia della Chiesa, agli storici del diritto e dell’economia, ai linguisti una miniera ricchissima per le loro ricerche. Importanza ancora maggiore riveste naturalmente il materiale per il paleografo e per il diplomatista: ma lo studio della scrittura locale e delle caratteristiche diplomatiche del docu­ mento privato calabrese deve essere affrontato sulla base di un largo confronto con le carte greche della medesima regione, per poter stabilire la misura delle influenze reciproche: bisognerà quindi atten­ dere anche l’edizione di questo gruppo. In rapporto alla diplo­ matica pubblica è già possibile mettere in rilievo qualche dato: il diploma del gennaio 1199 per l’abbazia della Sambucina2, essendo posteriore alla morte di Costanza, il cui nome risulta precedentemente associato nell’ i n t i t u l a t i o con quello del figlio3, costi­ tuisce il più antico diploma originale che si conosca emanato da Federico II. L’itinerario di quest’ultimo si arricchisce di alcune precisazioni, risultando attestata la sua permanenza a Palermo anche nel febbraio 12014 e anticipato al periodo 13-31 maggio 1209 il suo trasferimento da Palermo a Catania3; durante il viaggio da Cosenza a Foggia nel febbraio 1222 è documentata per la prima

1

Un centro scrittorio.

2 D oc.

n . 54.

3 Cf. B o h m e r - F

4 D oc. 6 D oc.

ic k e r ,

n . 523.

n . 64. Cf. B o h m e r - F

ic k e k ,

n n . 5 5 1 -6 e 558.

n . 98. Cf. B o h m e r - F

ic k e r ,

n n . 60 4 e 606.

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Introduzione

LI

volta una sosta presso Cassano x, che deve intendersi Cassano allo Ionio, sembrando improbabile, data la ristrettezza del tempo non più di cinque giorni da Cosenza a Foggia, distanti tra loro circa trecento chilometri - una diversione per Cassano delle Murge, che rimaneva fuori delle vie romane Popilia ed Erculia 1 2; è inoltre atte­ stata la permanenza in Catania il 12 settembre 12243. Si tratta di pochi elementi che ho voluto richiamare a semplice titolo esem­ plificativo, per mettere in evidenza il contributo che i nuovi docu­ menti possono recare in questo settore. I sistemi cronologici che trovano applicazione nella d a t a tio delle carte calabresi, non sono sempre gli stessi che si pos­ sono riscontrare in documenti di altre regioni d’Italia, per cui l’er­ ronea interpretazione degli elementi ivi riferiti ha creato numerosi equivoci, ha fatto attribuire ai rogatari sviste inesistenti, ha dato luogo a un groviglio di supposizioni senza fondamento. E poiché neppure studi recenti4 sono valsi a diradare la confusione ingenerata da usi locali diversi da quelli più comunemente conosciuti, ritengo opportuno esporre, in forma succinta, alcune note sulle ere e sugli stili a cui fecero ricorso i notai calabresi nel redigere documenti latini. Per influsso della prassi diplomatica bizantina, e soprattutto quando il documento latino rappresenta una traduzione, più o meno letterale, di un’analoga carta greca, si trova usata talvolta 5 la cosid­ detta era a b o r i g i n e m u n d i 6, secondo la quale il computo 1 D oc. n. 128. 2 II 30 gennaio Federico I I datava ancora da Cosenza e il 5 febbraio da Foggia (B o h m e r - F

ic k e r ,

Die Hauptstrassen,

pp. 101 sg., 109.

nn. 1371

a

sg.). Sulle vie menzionate cf. S t h a m e r ,

3 D occ. n n . 140 sg. Cf. B o h m e r - F i c k e r , n . 1541. 4 F i l a n g ie r i d i C a n d i d a , Appunti di cronografia; C o l l u r a ,

Cristo;

L’era di

quest’ultimo, nel capitolo dedicato alla Calabria (pp. 4 5 -5 2 ) tratta esclu­

sivamente - e in maniera piuttosto caotica -

di documenti greci o bilingui, e

prende in considerazione solo atti di cancelleria, senza fare alcun accenno agli stili usati nelle datazioni delle carte latine; il periodo che chiude il capitolo (p. 52), dove si accenna a una discrepanza tra uso greco e uso latino nel calcolo dell’indi­ zione, m i riesce incomprensibile.

6

Cf. docc. nn. 10, 67, 135, e v . anche doc. n. 6 dove l ’errore negli anni del­

l ’era di Cristo si potrebbe forse im putare a ll’abitudine del rogatario, o meglio del falsificatore, a ll’uso dell’era

6 Cf. D i M e o , 21]; B r in c k m e i e r ,

Chronologie,

p . 26;

ab

origine

mundi.

Apparato cronologico, pp. 12 sg. [per errore segnate 20 e Praktisches Handbuch, pp. 24 sg.; G-r o t e f e n d , Abriss der C o l l u r a , L’era di Cristo, pp . 46 sg.

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Alessandro Pratesi

LU

degli anni viene fatto a partire dal 5508 av. Or., anticipando però di quattro mesi l’inizio dell’anno rispetto allo stile moderno1. Essa tuttavia può considerarsi, nelle carte latine, un’eccezione, mentre di uso costante è l’era cristiana, accompagnata dalla formula « In« carnationis » o « ab Incarnatione » fino al secolo xiv avanzato, quando appaiono le formule « anni Domini », « anni Nativitatis », « a Nativitate Domini». Senonché, mentre a queste ultime espres­ sioni corrisponde, come di consueto, l’inizio dell’anno al 25 dicem­ bre 2, la formula « anno Incarnationis » o « anno ab Incarnatione » non coincide di norma con l’impiego dello stile dell’Incarnatione secondo uno dei due modi tradizionali, il pisano o il fiorentino, il primo dei quali, anzi, è pressoché sconosciuto nella regione calabra3: il caso più frequente è quello in cui a tale formula corrisponde l’era cristiana secondo lo stile bizantino, cioè con inizio dell’anno al 1° settembre, in anticipo di quattro mesi sul computo moderno4. A 1 D i conseguenza per il periodo dal 1° settembre al 31 dicembre il divario rispetto al computo moderno è di 5509 unità, anziché di 5508. a L ’ unica eccezione nei nostri documenti sarebbe rappresentata dal doc. n. 281, dove gli elementi cronologici (anno N ativ. 1384, anno n i di Carlo I I I di Durazzo, 18 novembre, ind.

inducono ad assegnare il documento stesso al

v ii)

1383, supponendo l ’uso dello stile bizantino sia per l ’era di Cristo sia per l ’indi­ zione; la concordanza

dei vari elementi,

d’altronde, si ottiene anche am m et­

tendo l ’uso dell’indizione romana (altra eccezione- v . oltre, p . sg.) e il computo dell’ a n n u s

incipiens

allungato fino al 24 dicembre per l ’era del regno:

in questo caso il documento andrebbe quindi ascritto al 1384.

8 Cf. D i M e o ,

Apparato cronologico,

p . 4.

T ra i

nostri documenti uno

soltanto amm ette come unica spiegazione - a parte un possibile errore dello scrit­ tore - l ’uso del modo pisano, il doc. n. 244: per altri la concordanza tra l ’era cri­ stiana e gli elementi posti in sincronia con essa si ottiene anche postulando l ’uso di stili meno eccezionali in territorio calabrese. * Cf. D i M e o , Apparato cronologico, p. 12 [per errore segnata 20]; R u ssi, Paleografia e diplomatica, p. 55; entrambi sono però troppo categorici nell’escludere per la Calabria l ’uso di qualsiasi altro stile. Ca n d id a , al secolo

Appunti di cronografia, x iii

Stranamente F i l a n g ie k i

di

pp. 143 sg., vorrebbe usato in Calabria fino

uno stile bizantino ritardato, con inizio cioè al 1 ° settembre del­

l ’ anno successivo a quello in cui lo stesso stile cominciava nelle altre regioni (Cam­ pania greca, Puglia, Sicilia), e quindi con otto mesi di ritardo sull’inizio dell’anno secondo il computo moderno. scoperta

E gli è

stato indotto

probabilmente a questa

dalle parole del D i M e o , op. cit., pp. 14r-7, il quale attribuisce

l ’uso di uno stile siffatto a Goffredo Malaterra, uso che il Pontieri ha smentito nelle pagine introduttive a ll’edizione di questo cronista (pp. x x v m sg.; credo però sia da riprendere in esame la sua affermazione che il Malaterra « comincia « l ’anno alla maniera comune, vale a dire col Natale, o col primo gennaio i>: senza

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Introduzione

LUI

partire dal principio del secolo x m si incontra però, con la stessa formula, anche lo stile dell’Incarnazione al modo fiorentinox, pene­ trato nei documenti notarili - com’è probabile - per influsso della cancelleria regia2, mentre non si può dire se abbia avuto vigore iri Calabria lo stile cosiddetto dell’Incarnazione al modo volgare (anni I n c a r n a t i o n i s vulgares), cioè l’era cristiana con la formula « Incarnationis » ma con inizio dell’anno al 25 dicem­ bre, in quanto, coincidendo essa, nella numerazione degli anni, con lo stile bizantino dal 25 dicembre al 31 agosto e col modo fio­ rentino dal 25 marzo al 24 dicembre, non se ne può dimostrare l’uso tranne che in ambienti ove sia sconosciuto uno di questi computi. Altro dato cronologico fondamentale è costituito dall’indizione, che nelle nostre carte segue sempre, perfino nel secolo xvi, lo stile bizantino, con inizio cioè il 1° settembre 3. Da questa circostanza è nato l’equivoco per cui molto spesso documenti compresi tra il 1° settembre e il 31 dicembre sono stati assegnati all’anno succes­ sivo a quello al quale effettivamente risalgono, non essendosi tenuto conto dell’uso combinato dello stile bizantino nell’era cristiana e nell’indizione: entrambi i dati, infatti, segnano in tale periodo, secondo questo stile, una unità in più. Tuttavia il fattore che maggiormente ha sconcertato quanti si sono trovati a dover datare documenti calabresi, è costituito dagli anni di regno o d’impero dei sovrani, posti in sincronia con gli altri elementi: l’impossibilità riscontrata in più casi di farli coinci­ dere con l’era cristiana e con l’indizione iniziando il computo sia dal giorno dell’elezione sia da quello dell’incoronazione, ha indotto voler affrontare l ’argomento in questa sede, osservo che gli esempi addotti dal Pontieri non escludono l ’uso dello stile dell’Incarnazione al modo fiorentino, e anzi l ’ultimo, dove l ’editore suppone un errore, addirittura lo comprova); il F i­ langieri, dal canto suo, non si è accorto che tutti gli esempi addotti hanno la loro spiegazione ora nell’impiego dello stile bizantino per l ’indizione oltre che per l’era cristiana, ora in quello dello stile dell’Incarnazione al modo fiorentino. 1 II primo tra i nostri documenti in cui ne è attestato l ’uso, fatta eccezione, naturalmente, per quelli pontifici o regi, è il n. 66 .

2 Cf. K e h r , Die Urkunden, pp. 3 0 3 -5 . 3 Cf. D i M e o , Apparato cronologico, p . 18; B u ssi, p. 63; F i l a n g ie r i

di

Ca n d i d a ,

Appunti di cronografia,

Paleografia e diplomatica, p. 136 (quest’ultimo au­

tore, però, confonde evidentemente tra indizione ed era cristiana, allorché parla di stili « pisano » e « fiorentino » dell’indizione).

Per Punica possibile eccezione

a questa norma nelle nostre carte, costituita dal doc. n. 281, v . sopra, p. nota 2 .

l ii

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LIV

Alessandro Pratesi

troppo spesso a trascurare il riferimento all’era del regno o dell’im­ pero, ritenuto erroneo per ignoranza del notaio *. Bisogna invece tenere presente che nell’uso notarile, per far coincidere l’inizio del­ l’anno di regno o d’impero con quello dell’anno dell’era cristiana e dell’indizione, si è spesso ricorsi al sistema di considerare più breve o più lungo della durata effettiva di un anno solare 1’ a η n u s i n c i p i e n s dell’era del sovrano: ossia nel primo caso si è con­ siderato come anno i il tempo intercorrente tra l’elezione, ovvero l’incoronazione, e la fine dell’anno in base allo stile adottato nel computo dell’era cristiana e dell’indizione (vale a dire, nella mag­ gioranza dei casi, fino al 31 agosto), calcolando dal giorno succes­ sivo una unità in più anche nell’era del regno; nel caso invece dell’ a n n u s incipiens allungato si è protratta la durata dell’anno i fino alla fine dell’anno successivo. Pur non potendo fissare una regola in proposito, l’esame delle nostre carte consente di affermare che all’ a n n u s i n c i p i e n s allungato si è fatto più spesso ricorso quando l’elezione o l’incoronazione veniva a cadere in uno dei mesi immediatamente precedenti l’inizio dell’anno secondo lo stile dell’era cristiana adottato dal rogatario. A questo pro­ posito è necessario però rilevare che non sempre un medesimo scrit­ tore seguiva un unico criterio, ma poteva computare l’era del regno ora secondo il sistema dell’ a n n u s i n c i p i e n s ora ad anni interi1 2, oppure seguire nello stesso documento un sistema diverso per ere diverse3. La data del giorno non figura mai nei documenti privati fino a tutto il secolo xn; appare sporadicamente all’inizio del successivo, 1 Pur riconoscendo che negli atti notarili questi elementi non hanno la stessa importanza che possono avere in un documento di cancelleria, non si può tacere che la presunta ignoranza dei rogatari è spesso, da parte di coloro che affrontano l ’esame di un documento, soltanto un comodo ripiego per nascondere la propria incapacità a conciliare dati che sembrano irriducibili a fattor comune: in realtà anche nelle carte calabresi i

lapsus

in fatto di cronologia sono

m olto al di sotto di quanto comunemente si crede; in particolare per gli anni di regno o di impero gli errori si possono circoscrivere, tranne rare eccezioni, a quei com puti che si riferiscono ad avvenimenti lontani dal territorio nel quale vengono rogati i documenti (regno dei Romani, di Germania, di Gerusalemme, ecc.).

2 Cf., per esempio, le osservazioni introduttive ai docc. nn. 48 e 56. 3 Si vedano, per esempio, i docc. nn. 162 sg., 165, nei quali l ’era del regno di Sicilia è calcolata col sistema dell’ a n n u s

incipiens

l’era dell’impero o secondo il sistema dell’ a n n u s tus,

allungato, mentre

incipiens

b r e v ia ­

ο - più probabilmente - ad anni interi.

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Introduzione

LV

e diviene di uso generale verso la fine del Duecento. È designata comunemente con il numero ordinale determinato dal posto che il giorno occupa nel mese, come nel sistema moderno; il riferimento, in due documentil, al « die penultimo » rispettivamente di ottobre e di aprile, non sembra elemento sufficiente per provare l’introdu­ zione, sia pure saltuaria, della cosiddetta c o n s u e t u d o B o ­ n o n i e n s i s nella regione calabrese. Del tutto eccezionale, infine, è la menzione del giorno della settimana, che nelle nostre carte ricorre solo due volte2. L’edizione comprende le carte dell’ epoca normanna e del­ l’epoca sveVa: bo ritenuto però opportuno aggiungere un indice cro­ nologico anche delle rimanenti, facendo risultare in esso la natura dei documenti, il monastero a cui si riferiscono, gli abati e gli altri personaggi storici principali in ciascuno menzionati. I criteri seguiti nell’edizione sono quelli da me enunciati in un breve saggio di metodologia su questo argomento3: debbo aggiun­ gere che nelle integrazioni delle lacune ho espresso tra parentesi quadre soltanto quelle lettere che non risultano visibili neppure col sussidio della lampada di quarzo. Prima di' chiudere queste note introduttive sento il dovere di rivolgere il mio più vivo ringraziamento a S. Em.za il cardinale Eugenio Tisserant, bibliotecario e archivista di santa Bomana Chiesa, al p. abate Anseimo M. Albareda, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, a mons. Martino Giusti, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, che hanno reso possibile la realizzazione di questo lavoro. Un grazie cordiale vada anche al carissimo dott. Vittorio de Donato, per l’ausilio prestatomi, con vera abnegazione, nel pe­ sante compito di rivedere le bozze. 1 Docc. nn. 234, 261. 2 D occ. nn. 196, 231.

3 P r a t e s i , Una questione di metodo.

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MONASTERIORUM SANCTAE SANCTAE ET

MARIAE

MARIAE

SANCTI

DE

ANGELI

CHARTAE

DE MA T I N A SAMBUCINA DE

FRIGIDO

VETUSTIORES

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1.

N

o t it ia

de

d e d ic a t io n e

e c c l e s ia e

Sa n c tae

M

a r ia e

de

M

a t in a

( p r a e c e p t u m ).

1065 (?)

marzo 31.

Arnolfo arcivescovo (di Cosenza), Oddone vescovo di Rapolla e Lorenzo vescovo di Malvito, presenti Roberto duca di Calabria e Si­ cilia, conte di Puglia, e Sichelgaita sua moglie, nonché Adelardo abate che mediante l’ausilio dei duchi predetti ha fatto costruire l ’edificio del monastero, dedicano a Maria Vergine la chiesa della Matina, fondata dai medesimi benefattori, i quali hanno donato all’abbazia vari possedimenti, tra cui le abbazie di S. Pietro detta M a r c a n i t o e di S. Nicola d e a b b a t e C l e m e n t e , le chiese dei SS. Elia e Zaccaria, di S. Nicola d e D i g n a e d i S . Venera, nonché la popolazione rurale del vico P r a t u m . Falsificazione Sul

verso Cf.

in form a di originale,

D occ. stor. A b b . 2, 10 (4) [A ].

una sola annotazione tarda, assai sbiadita.

H o ltzm a n n ,

Das Privileg Alexanders II.,

pp. 75 sg.

Pergamena danneggiata dall’um idità cbe ha provocato macchie e in alcuni punti, soprattutto in corrispondenza di antiche piegature del foglio, sottoposte a logorio più intenso, la putrefazione e la caduta della m em brana; taluni fori di minore entità sembrano dovuti a rosicatura di topi. plica

Su ciascun lem bo della

sono visibili i due fori attraverso cui doveva passare il filo al quale

sarebbe stato assicurato il sigillo pendente deperdito. Circa lo scopo della falsificazione e i rapporti tra essa e il doc. sg. v . l ’In ­ troduzione, lecito pisano

pp .

ix

- x i.

Gli elementi cronologici non concordano, poiché non

am m ettere usato per l’ era (cf. l ’ Introduzione, p.

l i i ):

è

cristiana lo stile dell’ Incarnazione al modo l’indizione

.in .

corrisponde nel m arzo

al­

l ’ anno 1065.

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4

S. Mariae de Matina etc.

I Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi millesimo .Lxvi. Dedicatio · | s a n c t e M a r i e q u e d i c i t u r M a t i n a , . i i . k a L(endas) aplil(is)(a), iNDic(tione) .m. in honore sancte ac perpetue virginis Marie E t sanctorum Petri Paulique omniumque aposto­ lorum atque omnium sanctorum a venerabili | archiepiscopo Arn u lfo1 donnoque Oddone Eapulense episcopo2 et Laurentio Malvitano episcopo3 in presentia donni Eoberti ducis Calabrie ac Sicilie, Apulie quoque comite, cum uxore sua Sikel|gaita nomine, filia donni Yuamari principis Salerni, et in presentia donni Adalardi abbatis, qui accepto hoc monasterio construxit illud cum auxilio eorum dominorum quos supra |memoravimus, quam vide­ licet eclesiam ipsi levaverunt a fundamento pro animarum suarum mercede, qui etiam interfuerunt huic dedicationi ipsique eam dedi­ care fecerunt. Enimvero j dederunt supra dicto monasterio pro beneficiis terras que sunt circa eundem m(onasterium) a fonte canal(is) Olive usque ad flumen Fellonis et a via que vadit Bisignanum et descendit iuxta |Sanctum Andream usque ad carnal(e) per mon­ tem [et] revertitur ad supra memoratum fluvium Pelionis, in quo videlicet flumine tria habentur molendina eiusdem eclesie, quorum duo facere | iussit predicta domina et monasterio dedit, [tjertium quoque ipse Adalardus abbas conposuit cum monachis suis, dede­ runt etiam predicto m(onasterio) rusticos qui habitant in vico qui vocatur | Pratum, cum omnibus pertinentiis eorum sicuti [i]pse tenebat et hereditates eorum erant, quos carta4 nominat: Iohannes Pungicaballo, Manso Cunposto, papa Urso, Iohannes Dimidius| mo­ nachus, Iohannes Maimoni, Iohannes de Presbita et Nicola frater eius et Basilius Trestarenos et Niceta Maglu(us)(b), Nicola tabula­ rius et L[e]o de Mantinia et frater eius Urso, Christoforus, j Thodorus et Iordanis, Petrus et Iohannes, Stefanus Banbaci, Nicola Saci, Ursinus Flos et Nicola filius Mazerelli, Simeon, Iohannes (a)

Così Λ

(b)

Corr. da

Magli(us)

1 Si intenda di Cosenza: ef. doc. sg. (G am s , Series episcoporum, p . 878 [vi

figurano

« Arnulphus » eletto

nel

1092 e dopo di lui « Simeon » sedente nel 1124]; T accone - G a llu c c i , Regesti dei romani pontefici, p . 429; K l e w it z ,

Studien iiber die

Wiederherstellunq,

2 Sconosciuto (cf. G a m s ,

scoporum,

3 Sconosciuto (cf. Gams,

scoporum,

Series epi­

p . 960 [index geographicus];

T accone-G allucci,

pontefici,

Series epi­

p . 915).

Regesti dei romani

p . 448).

4 Si desidera.

p . 143).

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chartae vetustiores

5

presbiter et frater eius, Nicola Scaranus et Petrus Gazanensis et | Iohannes Brancella; et hereditates de Malyito sicut ipse dux tenebat, vineas quoque Sancti [Ma]uri de Eomaldo et de consortibus eius et vineas de Mauro Paiurdo et de fratribus et |consortibus eius et vineas de Gagaieri et consortibus eius et vineas Michaelis Afflari et vineas d[e Pet]ro de Leculillo et Costa de Mantinia; et in va[l]le que Mercuri nuncupatur, abbatiam Sancti Petri | que dicitur Mar­ cando, et eclesiam Sancti Elie et Sancti Za[c]harie cum omnibus pertinentiis earum, cum vineis, ter[ris et] silvis, et çcclesiam Sancti Nicolai de Digna cum vi[n]eis, terris et silvis et marino portu, | [ab]batiam Sancti Nicol[ai] de abbate Clemente [c]um vineis, terris et [sil]vis et omnibus sibi pertinentibus, [et] ecclesiam Sanctç Venere cum casale in quo est ipsa ecclesia, cum vineis et terris et silvis. | Siquis autem de hac re, scilicet de hac donatione, violenter seu fraudulenter voluerit aliquid subtrahere vel detractionem facere presumerit, papa U rso(b), Iohannes Dimidiusmonachus(c), Iohannes Mamonus Iordjanus (0), Michael, Petrus et possidendum (c), redituri(a) tamen m(ich)i pro eo singulis annis in Asu(m)pcione dicitur, et habet de super et de uno la|tere finaytam tui compa­ ratoris et de subtus terminu (c) et j [fin]ayt(am) ac fin(em) Mauritii filii Guill(elm)i de Lerisi et fratris sui, |ab alio vero latere fin(em) et finayt(am) Constabuli filii Mcholai | Pascalis, et concludit i(n) priori finayta. infra istas autem fi jnaytas et confinales in integrum tibi vendidi ad possidendum et |dominandum tibi et tuis heredibus, una cum superiori et subteriori introitu |et exitu suo, cum integris et diversis finaytis suis et cum omnibus que |infra eas continentur, unde nec miehi neque meis heredibus neque |in morgincap uxoris vel nurus mèe seu cuiuslibet mulieris, |neque ulli umquam homi­ num ad habendum aliquid exinde dico remai nere sortionem. et ad confirmandam tibi hanc meam ven|ditionem ego venditor recepi a te comparatore I denarios quindecim et bene m(ich)i placuit conven­ tio quam feci|mus ad invicem. Quatinus ab hoc presenti die iam dicta j res in tua tuorumque heredum sit potestate et dominio | sic(ut) superius legitur, et ideo eam placitavi tibi de omnibus ho|minibus omnibusque partibus inantestare et defendere, unde oblìi go me meosque heredes tibi et tuis heredibus, insuper guadiam |tibi dedi et mediatorem posui Constabilem dictum filium(d) M|cholai Pascal(is). eo quidem tenore quod, si eam tibi inante|stare et de­ fendere nequivero, de omnibus hominibus omnibusque j partibus, aut si ego seu mei heredes tibi vel tuis heredibus | eam quolibet modo vel ingenio removere aut subtrahere quesierimus, |compo­ nere placitavi tibi vel tuis heredibus tantum in dup|lum et talem rem stabilem in ipso loco et laborem qui in die illa ap(ud) | vos remelioratus invenietur esse, et duplum pretium quod a |te recepi, per districtum supra nominatum mediatorem reddere |concessi, et, (a) Filimi - sponte su rasura. (b) A Reuealendula con la prima u espunta. (c) Così A (d) Corr. da filii con aggiunta di un segno abbr. sulVasta della 1 per il compendio li e di un altro sopra la doppia i (interpretata come u sebbene la seconda fosse ì) per il compendio mn

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S. Mariae de Matina etc.

86

ut omni tempore hec mea venditio tibi vel tuis |heredibus stabil(is) et firma permaneat, Iohannem not(arium) tali|ter hanc venditionis cartulam scribere rogavi. Coram | domino Guill(elm)o milite et iudice filio Guarini et Iohanne filio |presb(ite)ri Mauri de Apriliano atque Iohanne filio Eiccardi Petri de |Gayta, m(ense) et ind(ictione) prescripta. (8) * E go W(illelmus) m i l e s e t i u d e x . (S) >1» Sign(um) manus prescript! Iohannis presb(ite)ri Mauri. Ψ Sign(um) manus prescript! Iohannis filii Eiec(ardi).

36. Cle m

e n t is

III

papae

p r iv il e g iu m

.

1188 d ice m b re 29, L a te ra n o .

Clemente III papa, a istanza di Guglielmo abate e del convento di S. Maria Eequisita, imitando i predecessori Eugenio III e Ales­ sandro III, prende il monastero sotto la sua protezione, ne con­ ferma i possessi e concede immunità e diritti, fissando in un aureo l’annuo censo dovuto alla santa Sede. O rig in a le , s e c. XIII:

« .U .

D o c c . s to r. A b b . 2, 39 [A ].

s e p t(e m b ris )

. x j e. in d ic tio n is

Sul

v e rs o ,

d i m a n o d el

p re se n ta t(u m ) »; d i a ltra m a n o,

p r e s s ’ a p o c o s in cro n a : « P r iv ile g iu m S a b u cin e d e co n firm a tio n e g e n e r a c i] |m u l« ta ru m

te r r a r u m

E d iz io n e : R e g e s t o :

[et] te n im e n t[o ru m ] B a r t o l o n i,

».

Additiones K e h ria n a e , p p . 5 6 -9 , n . 11.

J a f f é - L ., — .

C f. B a r t o l o n i , Aggiunte ai « Regesta Im perii, V », p . 342 n o ta 30 (con la d a ta e rra ta : 29 d ie . 1189); i d ., Additiones Kehrianae, p . 33. P e rg a m e n a d a n n e g g ia ta d a f o r i e la ce r a z io n i, q u a li d o v u t i a l lo g o r io p iù in te n so a c u i fu r o n o s o t to p o s ti a lcu n i p u n ti in co rris p o n d e n z a d i a n tieb e p ie g a ­ tu re , q u a li ca u s a ti d a lla p u tr e fa z io n e e c o n s e g u e n te c a d u ta d e lla m e m b ra n a p e r e ffe tt o d e ll’u m id ità , c h e h a p r o d o t t o a n c h e ta lu n e m a cc h ie , n o n m o lto den se. Su cia s cu n le m b o d e lla p l i c a

son o v is ib ili i d u e f o r i a ttr a v e rs o c u i p a s s a v a il

filo a l q u a le e r a a s s icu ra ta la b o lla p lu m b e a d e p e rd ita . P e r l ’ e r a c r is tia n a è u s a to lo s tile d e ll’ In ca rn a z io n e a l m o d o fio r e n tin o , p e r l ’ in d iz io n e lo s t ile r o m a n o . C irc a il d a ta r io c f. J a f f é - L . , I I , p . 536; B r e s s l a u , Handbuch, I , 2. A u fl., p p . 247 sg. L a d ip e n d e n za d a l d o c . n . 15 (il p r iv ile g io d i A le s s a n d ro I I I si d e s id e ra ) è p o s ta in e v id e n za d a l c a r a tt e r e c o r s iv o . n . 49.

D a l p r e s e n te p r iv ile g io d ip e n d e il d o c .

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87

i Clemens episcopus servus servorum Dei. Dilectis filiis Will(elm)o abbati monasterii Sancte Marie Requisite eiusque fratribus tam presentibus quam futuris regularem vitam professis. 5 I n p(er)p(etuu)M. I Desiderium quod ad religionis propositum et animarum salutem pertinere monstratur, auctore Deo sine aliqua est dilatione complendum. Eapropter, dilecti in Domino filii, vestris iustis postu­ lationibus clemen\ter

annuimus

et prefatnm

monasterium in quo

divino mancipati estis obsequio, ad exemplar predecessorum nostro­

rum felicis recordationis 5Eugenii, Alexandri i pap(arum) sub beati Petri et nostra protectione suscipimus et presentis |s[cri]pti privilegio co(m)munimus. In primis siquidem statuentes ut ordo monasticus qui secundum Deum et beati Benedicti regulam et Cisterciensium fratrum institutionem in eodem monasterio institutus esse dinoscitur, | [perpetuis ibijdem temporibus inviolabiliter observetur ipsumque monasterium sub proprietate ac defensione Sedis apostolice per­ maneat. preterea quascumque possessiones, quecumque bona idem monasterium inpresentiarum iu\ste et canonice possidet aut in futurum concessione pontificum, largitione regum vel principum, oblatione fide­ lium seu aliis iustis modis poterit adipisci, firma vobis vestrisque suc­ cessoribus et illibata \ permaneant, in quibus hec propriis duxim[u]s exprimenda vocabulis:

ecclesiam veteris Sabu[cine] cum omnibus possessionibus suis; ecclesiam de Sancto Delio, cum pertinentiis suis; ecclesiam Sancti | Nicolai de Mucone cum terris, vineis, olivetis, molendinis et ceteris que in eodem loco prefatum monasterium possi­ det;. ecclesiam Sancte Marie de Penticella (a) ipsumque tenimentum in quo ipsa ecclesia sita est; |donationes quoque et liber[tate]s quas comes Goffridus et comitissa mater eius et W(illelmus) filius eiusdem comitis et ceteri quamplures boni homines de Lucio de terris, vineis, olivetis, villanie, mo|lendinis et casalinis eid[em] monasterio con­ tulerunt 1; tenimentum Castellare, quod comes Biccardus de Sai predicto monasterio dedit2; tenimentum de Furcillis et culturam de Cucumula, que Gi|buinus ipsi monasterio dedit3; ecclesiam Sancti Nicolai de Calabrice cum omnibus pertinentiis suis et villanos quos karissimus in Christo filius W(illelmus) illustris rex Sicilie eidem ecclesie donavit4; tenimentum etiam | quod est de donatione eius(a) Così A re la ­

2 Si d e s id e ra il d o c . r e la tiv o .

tiv i, tra n n e il d ip lo m a d i B e r ta c o n t e s ­

3 Si d e s id e ra il d o c . r e la tiv o .

sa (d o c . η. 14).

4 Si d esid era il d ip lo m a r e la tiv o .

1 Si

d e s id e ra n o tu tt i

i d occ.

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dem regis et bone memorie patris eius iuxta fontem Ducis 1; tenimentum de Divisa, quod est infra Circlarium et Cassanum, quod iam dictus illustris rex per privilegium ecclesie condonavit, |termi­ natum finibus secundum quod in eiusdem regis privilegio conti­ netur; ecclesiam Sancti Angeli de Frigili(a) et Sancti Spiritus et Sancte M arie de Archelao cum terris, vineis, hominibus et molendinis et furestis et ceteris pertinentiis | suis; ecclesiam Sancti Nicolai de Pineto et ecclesiam Sancte Marie de Cardeplano et cappellani Sancti Demetrii cum casali et hominibus, terris et vineis, casalinis, hortalibus et omnibus pertinentiis suis; ecclesiam Sancti Iohannis de Mon­ ticeli lis cum terris, vineis et ceteris pertinentiis suis, sane laborum vestrorum quos propriis manibus aut sumptibus colitis, sive de nutri­ mentis animalium vestrorum nullus a vobis decimas exigere vel |ex­ torquere présumât, prohibemus quoque ut nulli fas sit iuxta mona­

sterium vestrum aut ecclesias vel grangias aut aliquod edificium in dampnum vestrum construere, illos autem qui in monachos vel conversos vestros manus I violentas iniecerint, tamdiu secundum generale decretum2 excomunicationi subiacere decernimus donec, vobis satisfactione premissa, absolutionem de mandato Domani pontificis consequantur, liceat quoque vobis clericos vel laicos |e seculo fugientes liberos et absolutos ad conversionem vestram reci­ pere et eos sine contradictione aliqua retinere, crisma vero, oleum sanctum, consecrationes altarium seu basilicarum, ordinationes cleri­ corum seu monachorum \ qui ad sacros ordines fuerint promovendir a diocesano suscipietis episcopo, siquidem catholicus fuerit et gr(ati)am atque communionem apostolice Sedis habue[rit et e]a gratis et absque pra[v]itate vobis voluerit exhibere: alioquin lice\at vobis catholicum quem maluerits, [adire] antistitem qui nimirum, nostra fultus auctori­ tate (b), quo[d po]stulatur impendat,

obeunte [vero te nunc e]iusdem loci abbate [vel] tuorum quolibet successorum nullus ibidem |ali­ cuius subreptionis astutia seu viol[entia] preponatur, nisi quem fra­ tres aut fratrum pars consilii sanioris secundum Dei timorem et beati Benedicti [regulam] providerint eligendum, [bene]dictionis munus a Romano tan|tum pontifice aut ab eo cui ipse iniunxerit, [re]cepturum. Decernimus ergo ut nulli omnino hominum liceat pre(a) C'osi A

(b) A auctoritatis come pare.

1 Si d e s id e ra n o i d ip lo m i r e la tiv i. 2 C o n cilio H efele- L

L a tera n en s e

eclercq,

I I , can .

15:

Histoire des Conci-

les,V , i, p p . 729 sg. (J a f f é - L ., d o p o i l Decretum Gratiani, c . 29,

n. 7963); c f.

C. X V I I , q . i v .

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89

fatum monasterium temere per[tur]bare aut infra portas monasterii

vel grangiarum vestrarum aliquem capere |seu depredari aut eius possessiones auferre vel ablatas retinere, minuere seu quibuslibet vexationibus fa\tig]are, sed omnia integra conserventur eorum pro quorum gubernatione et [ su]stentationew concessa sunt, usibus omnimo\dis profutura, salva Sedis apostolice auctoritate et diocesani episcopi

in predictis ecclesiis consueta iustitia. [Ad in]dicium autem huius percepte a Sede apostolica libertatis nobis nostrisque successoribus unum aureum annis singulis |persolvetis. S i qua igitur in futurum ecclesiastica secularisve persona hanc nostre constitutionis pa[ginam ] sciens contra eam temere venire temptaverit, secundo tertiove commonita,

nisi reatum suum congrua satisfac\tione correxerit, potestatis hono­ risque sui dignitate careat reamque se divino iudicio existere de per­ petrata [iniquitfate cognoscat et a sacratissimo corpore ac sanguine D ei et domini redemptoris nostri Iesu Christi aliena fiat et |in extremo examine districte ultioni subiaceat. Cunctis autem eidem loco sua iura> servantibus sit pax d\omini] nostri Iesu Christi, quatinus et hic fruc­ tum bone actionis percipiant et apud districtum iudicem premia eterne pacis inveniant. · Arnen !.

(B)

Ego Cl[emens cat]holice Ecclesie episcopus s(ub)s(cripsi). (BY) * Ego Iohannes presb(ite)r cardinalis tituli Sancti Marci s(ub)s(cripsi). * Ego Laborans presb(ite)r cardinalis Sancte Marie Transti­ berini tituli Calixti s(ub)s(cripsi). •i< Ego Pand(ulphus) presb(ite)r cardinalis .XIJ. Apostolorum s(ub)s(cripsi). * Ego Albinus tituli Sancte Crucis in Ierusalem presb(ite)r cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Bobus tituli Sancte Anastasie presb(ite)r cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Alexius tituli Sancte Susanne presb(ite)r cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Petrus tituli Sancti Laurentii in Damaso presb(ite)r cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Iac(inthus) diaconus cardinalis Sancte Marie in Cosmidyn s(ub)s(cripsi). * Ego Gratianu[s Sanctorum] Cosme et Damiani diaconus car­ dinalis s(ub)s(cripsi). (a) Λ [sustentions

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«ο

ί< Ego Octavianus Sanctorum Sergii et Bachi diaconus cardi­ nalis s(ub)s(cripsi). ·* Ego Gregorius Sancte Marie in Porticu diaconus cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Iohannes Fel[ix] S[ancti Eujstachii diaconus cardinalis iuxta templum Agrippe s(ub)s(cripsi). * Ego Iohannes Sancti Theodori diaconus cardinalis s(ub)s(cripsi). * Ego Bernardus Sancte Marie Nove diaconus cardinalis s(ub)s(cripsi). Dat(um) Laterani per manum Moysi sancte Romane Ecclesie subdiaconi vicem agentis cancellarii, .m j. kal(endas) ianua[rii indic­ tione sejptima, anno incarnationis dominice . m c l x x x v i i j . , pontifi­ catus vero domini i Clementis 5 pape IIJ anno secundo. (B D)

37. T

estam en tu m

.

1188 (?).

Giovanni detto Montepeloso in punto di morte dispone per l’ani­ ma sua con testamento nuncupativo sul podere nella zona del casale di Scala in favore della chiesa di S. Maria della Sambucina. O rig in a le

d i s o s p e tta gen u in ità , D o c c . s to r. A b b . 2, 41 [A ]. Sul r e c t o

n e l m a rg in e in fe r io r e a d e s tra , d i m a n o d e l see. x n i ; « Q u e rite d e in d ic io n e e t de « a n n is ».

Sul v e r s o ,

d i m a n o d e l see. x n i : « C a rta te s ta m e n ti q u a m n o b is

« fe c it Io h [a n n e s d e ] M o n te P ilo s o »; d e lla fine d e l see. x u i :

« C a rta Io h a n n is

« M o n tis P ilo s [i] »; a ltr a a n n o ta z io n e ta rd a . P e r g a m e n a d a n n eg g ia ta d a a lcu n e la ce r a z io n i, in c o rr is p o n d e n z a d i a n tich e p ie g a tu r e , e m a cc h ie d i u m id ità , c h e p e r a lt r o n o n o c cu lta n o la scrittu ra .

Le

s o t to s c r iz io n i la tin e, a n c o rc h é in fo r m a s o g g e ttiv a , so n o d ella m ed esim a m a n o c h e s c r is s e il d o c .; m a a u tog ra fi sem b ra n o i

signa

cru cis.

L ’ in d iz io n e , in d ic a ta c o m e n i , n o n c o n c o r d a c o n l ’ a n n o d e ll’ era cristia n a , q u a lu n q u e sia lo stile u sa to p e r c ia s cu n o d e i d u e ele m e n ti c ro n o lo g ici. n u in ità d e l d o c . è co m u n q u e so s p e tta ,

La ge­

seb b e n e la c ir c o s t a n z a c h e esso n on sia

r o g a to d a u n n o ta io p o s s a c o s titu ir e im a s p ie g a z io n e sia p e r l ’ a s p e tto s in g ola re d e lla s c r ittu r a ,

d o v e c a r a tte r is tic h e m o r fo lo g ic h e e d i tr a tte g g io p r o p rie d e lla

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91

chartae vetustiores lib r a r ia s i u n is c o n o a d e le m e n ti p e c u lia r i d e llo

stile

d o c u m e n ta rio , sia p e r il

d e t t a t o in s o lit o d i ta lu n e fo r m u le .

•i» In nomine Patris et Filii et Spiritus sancti. McMl ommitt i t 39 Ego Kogerius Marie Extranee interfui. >£ Ο πρε(σβύ)τ(ε)ρ(ος) Νηκολ(αος) υιός πρε(σβυ)τ(έ)ρ(ου) Ανδρ(έου) ο κατ(ά) τιν ήμερα ταβουλαριος μ(ά)ρ(τυρ) δια | του στ(αυ)ρου.

(a) Così A (b) est su rasura. (c) Così A con la b corr. su rasura di p cui era sovrap­ posto un segno abbr. /lineetta apicata). (d )-nu-s u rasura. (e) cuidam-revertentem su rasura. (i) Sopra -ver- è un segno abbr. (lineetta orizzontale) superfluo. (g) La a corr. da altra lettera. (b) -erint su rasura. (i) -ra- nell’interlineo. (j) Così A qui e appresso.

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S. Mariae de Matina etc.

92

38. Ch

artu la

(s c r ip t u

m

)

o f f e r t io n is

[1145 d ic e m b re -

pro

a n im a

.

1191 g iu g n o ].

[ . . . ] offre per l’anima propria e dei genitori alla chiesa di S. Ma­ ria Requisita, detta della Sambucina, in persona di Leonardo priore, la terza parte, corrispondente alla sua quota di eredità, di una chiusa, presso i mulini ad acqua di Guglielmo signore feudale (di Luzzi). O rig in a le ,

c o d . V a t. la t. 13489, I I , n . 16 [A ].

Sul v e r s o ,

di m ano

d e l se c o lo x i v : « Iu s ta flu m en | M u ch o n is ». P e rg a m e n a in p e s s im o s ta to d i c o n s e rv a z io n e a ca u sa d e ll’u m id ità c h e h a la s cia to e stese m a c c h ie b ru n a stre , s c o lo r it o in p iù p u n t i l ’ in ch io s tr o e d e te rm in a to la p u tr e fa z io n e e c o n s e g u e n te c a d u ta d e lla m e m b r a n a p e r t u tt o i l m a rg in e s u p e ­ r io r e n o n c h é lu n g o i m a rg in i la te r a li e, a l c e n t r o d e l fo g lio , in c o r r is p o n d e n z a d i u n ’ a n tica p ie g a tu r a d is p o s t a in sen so p a ra lle lo alla s c rittu ra ; si n o ta n o p u re a lcu n e fio r itu r e d i m u ffa , n o n m o lto in ten se, e f o r t i a b ra s io n i d o v u t e a ll’ a t t r it o su b ito d a lla p e rg a m e n a a l c o n t a tt o c o n u n o g g e t t o r u v id o . D a ta l ’ a ssen za d i q u a lsia si ele m e n to c r o n o lo g ic o , in seg u ito a l g u a s to d e lla p a rte su p e r io r e d e lla p erg a m e n a , e p o ic h é il r o g a ta r io

« I a co b u s n o ta riu s » n on « Ia c o b u s n o ta riu s »

p u ò id e n tifica rs i, stan te la sc r ittu r a d i m a n o d iv e r s a , c o n lo

ch e s o t to s c r iv e q u a le te s tim o n e il d o c . n . 21, la d a ta z io n e d e l d o c . s i p u ò s o lo r ica v a re a p p ro s s im a tiv a m e n te in b a s e a ll’ e sa m e p a le o g r a fico , il q u a le r ip o r ta a lla se co n d a m e tà d e l s e c o lo x n , e a lla m e n z io n e d i G u g lie lm o s ig n o re fe u d a le d i L u zzi, d a id e n tifica re c o l fig lio d i G o ffre d o c o n t e d i C a ta n za ro (cf. d o c c . n n . 26, 36, 49 sg ., 5 4 ,5 6 e v . l ’ In tr o d u z io n e , p . x x ii n o ta ): p o ic h é n el g iu g n o 1191 (d o c . sg .) fig u ra sig n o re d i L u z z i G o ffre d o d i C a rb on a ra , n ip o t e d i G u g lie lm o (cf. d o c c . n n . 4 8 -5 0 ), ta le d a ta c o s titu is c e il te r m in e a n t e m in e p o s t

q u em ,

quem

pu r n on p oten d osi

p e r il d o c . p r e s e n te ; q u a le t e r ­

a ffe r m a re c o n sicu re z z a c h e la d o n a ­

zio n e « p r ò sa lu te a n im e c o m it is G o ffrid i filii m e i » im p lic a l ’ a v v e n u ta m o r te d i q u e st’u ltim o , s i d e v e a ssu m ere il d ip lo m a d i B e r ta d i L o r ite llo , m a d re d i G o f­ fr e d o c o n t e d i C a ta n za ro (d o c. n . 14, d e l d ic e m b r e 1145), in q u a n to la c h ie s a d i S. M a ria R e q u is it a v i ris u lta in c o s tr u z io n e ; c o n c o r d a n o c o l p e r io d o c o s ì c ir c o s c r itt o

s ia

il n o m e

d e ll’ a d v o c a t u s

e c cle s ie

(c irc a ta le

te rm in e c f .

Cortese, P er la storia del mundio, p p . 44 5 -5 0 ) R ic c a r d o fig lio d i P ie t r o , m e n ­ z io n a to n e l s e tte m b r e 1163 (d o c . n . 2 1 ), s ia la d e n o m in a z io n e c o n c u i è r ic o r d a ta la ch ie sa (cf. l ’ In tr o d u z io n e , p p . x x m

sg .).

[ .......................................................................................................... (a)l . . ] me abere res mobilia [ ........ ]are[.] pro anim[a] mea aliq[u ... (a) Pur non potendosi calcolare l’ampiezza del guasto, il formulario induce a credere che la lacuna si estenda per tre righe.

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chartae vetustiores

93

.......... ]g [...................] s[.............................]e ip[s]a [so]r|te mea qui m(ih)i cecidet(a) de ipsa clusa qui est i(us)sta (b) aquarum molen­ dinis domini nostri Guilielmi et ap(u)t(c) hereditatem eelesie Sancte i Marie Sabucine et placet adq(ue) yolu(m)pt(at)e (d) anim[i] e s t (e) m(ih)i ipsa dare pro anima mea. Mea enim vol[u]n[t]at[e .. ] offero ecclesie Sancte Ma|rie Requisite qui dicitur de Sabucine pro r[e]de(m)pcionis anime mee vel anime patris et matris mee, per hanc kartula trado et do | predicte eelesie hoc est de tota predicta clusa terciam partem, mea sorcione, cum transita et exuta sua vel cum omnia que infra i continentur recipiendum illa'pro vice predicta ecclesia domini Leonardi prior predicte eelesie et cum eo recipientes(b) propter advo| catum Riccardi fl(lii) Petri. se(m)per illa dedi ad iam dicta ecclesia et de rectoribus eius omni t(em)pore. unde de hec mea hoblacion[e nu]|llam m(ih)i nec meis heredibus reser­ vavi porcione nec quartam cuiuslivet mulieris nec ad nullus homo. se(m)per fìat in potei state predicte eelesie et de rectoribus eius ad possidendi vel dominandi faciendique vobis pl[a]cueris(b) ad opus iam dic(ta) ecclesia et |qui illut tollere vel diminuare (f) quesierit sive contrariare ad iam dic(ta) m at(er)(0) eclesia s[iv]e [e]go [aut] meos heredes j [a]ut nullus homo fiant maledicti et excomu­ nicati a deo Patris o(mn)ipotentis et de omnes sanctos vel sanctas Dei et da (b) glorio |sa Dei genitricis virginis Marie et societas abeat cum Dathan et Abira (b) necnon cum ludas traditor Christi et cum | hiis qui dicebant « crucifige, crucifige eum » 1 et fia t(8) culpabi­ les) ad co(m)ponendum aureos regales decem medietatem | [fisco] regis et medietatem sancte predicte eelesie et de rectoribus eius et mea quidem facio(n)is (h) firme et stabil(is) sit omni t(em)pore ut | [ ............ ] mee. [Et] hunc [ .............] scriptum a me Iacob[u]s n[ot](arius)(c) [ ................................................]. * Ego Ihoannes (i). * Ego Ihoannes presb(ite)r. (a) Così A con il nesso -et che vivete la struttura morfologica di quello della minuscola corsiva. (b) Cosi A (c) Dubito della lettura. (d) Dubito della lettura: il compendio -t(at)e corr. forse da -tas (e) Segue ripetuto e(st) (f ) Corr. da dimiuare mutando -u - in -n - e aggiungendo quindi la xl, di cui per altro fu vergata una sola delle due aste. (g) La t corr. da altra lettera. (h) Dubito della lettura: s'intenda ofEercionis ? (i) Così A qui e nella sottoscrizione sg.

1 Le. 23, 21; Io. 19, 6.

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94

S. Mariae de Matina etc.

39. Ch

arta

c o n c e s s io n is .

1191 g iu g n o ,

[L u z z i].

Alessandro, Boberto, Guglielmo e Berardo figli del fu Angelmerio, insieme con gli esecutori testamentari e secondo le ultime volontà di questo, donano per l’anima del defunto al monastero della Sam­ bucina una pezza di terra in vocabolo Forcilla, all’uopo loro concessa da Goffredo (di Carbonara) signore feudale, i cui relativi diritti sono fatti salvi. O rig in a le

, D o c c . s to r. A b b . 2, 42 [A ].

Sul

v e rs o ,

d i m ano del

sec. XIII: « D o m in u s A n g ilm e r (iu s ) iu d ic a v it p r o a n im a su a te r r a m u n a m F u [r-

« c ille ] »; d i m a n o d e lla fin e d el see. x i i i : « [C a ]r[ta ] d e te r r a F u rc ille q u a m o b t u lit « in lo c o F u r c ille »;

« n o b is d o m in u s A n g e lm e riu s d e L u c io »; d i m a n o d e l see. x i v : a ltre a n n o ta z io n i ta rd e.

P e rg a m e n a in d is cr e to sta to d i c o n s e rv a z io n e ; s o lta n to su i m a rg in i la te r a li si n o ta n o r o s ic a tu r e d i t o p i e m a c c b ie d i u m id ità . S e b b en e il d o c . sia d a ta to c o n l ’ a n n o d e ll’ In ca rn a z io n e 1190, la s in c ro n ia c o n l ’ in d iz io n e i x e c o n l ’ a n n o u d i T a n c r e d i, la c u i e r a d e l re g n o è c o m p u ta ta a p a r t ir e d a l g e n n a io 1190 (c f. C h a l a n d o n ,

Histoire de la domination normande,

I I , p p . 4 2 4 sg. e v . q u i a p p re s s o il d o c . sg. d e llo ste ss o r o g a ta r io ), f a rite n e re p e r c e r t o e b e il n o ta io a b b ia co m m e s s o u n e r r o r e m a te r ia le seg n a n d o u n ’ u n ità in m e n o n el p r im o e le m e n to c r o n o lo g ic o .

•P ! In nomine Dei salvatoris nostri Iesu Christi. Anno incar­ nationis eius ! millesimo centesimo nonoge |simo, m(ense) iunii indic(tionis) none, regni domini nostri TANcred(i)(a) Dei gr(ati)a magnifici et gloriosissimi regis | Sycilie, ducatus Apulie et princi­ patus Capue anno secundo. Feliciter, amen. Cum elemosine bene­ ficium I apud conditorem bonorum omnium maiorem locum obti­ neat et inter cetera prestantius habeatur, alacriter superno |rum intuitu studendum est ita terrena bona ex caritatis radice proce­ dentia impendere ut superna | possimus facilius adhipisei. Hinc utique est quod nos Alex(ander), Bobertus, W(illelmus) et Berardus filii domini |Angelmerii presenti pagina declaramus quia, cum no­ minatus pater noster veniret ad mortem inopia facul |tatis mobilium (a) T a n - in nesso.

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chartae vetustiores

95

obsistente, iudicavit de stabile quandam petiam terre in loco ubi Forcille dicitur, dari pro anima |sua ven(erabili) monasterio Sabucine, salva domini nostri Gosfrid(i) concessione, post cuius denique obitum nos | superius nominati germani fratres ad pietatem et misericordiam domini nostri prenominati accedentes, eius pietatem obsecra|vimus quatinus id parum de terra quod dari genitor noster pro anima sua constituit, concederet, innotescentes | ei mobilium possibilitatem sibi non affuisse quo et illi salutiferum et nobis hono­ rificum foret, qui ut |pius et benignus dominus testamentum con­ cessit, nobis licentiam tribuens quatinus sua concessione et aucto­ ri] tate ipsa terra quam genitor noster predicto monasterio Sabucine pro anima sua iudicavit, largiretur, quapropter | i(n) presentia domini Iohannis iudicis, domini Gosfrid(i) iudicis filii Ricc(ardi), domini Rogg(erii) magistri, domini Rogg(erii) de la Serr[a], | do­ mini Kicc(ardi) filii Guidonis, domini Alex(andri) Cretonis, domini Sebastiani filii Marsilii, magistri Alberti | et W(illelmi) de Acre aliorumque proborum hominum, licentia et concessione domini nostri Gosfrid(i) nominatam terram |quam genitor noster iudicavit sibi dari pro anima sua monasterio Sabucine, eidem monasterio da­ mus et concedi|mus. que terra est in loco ubi Forcille dicitur, et declaramus fines: a prima parte est dosa de iam | dicto monasterio, via mediante; a secunda parte alia quedam terra de ipso monasterio, termino me |diante; a tercia parte vallonem inter hanc terram et terram donnicam que fuit de Mauro de Angaria; | a quarta denique parte terra de presb(ite)ro Urso Bibazulo et vadit ad primam finem, hanc itaque j terram qualiter dicta est et affinità, cum arboribus fructiferis et infructiferis infra se habentibus atque | cum introitu et exitu suo, una cum ipsis epitropis quos affatus genitor noster constituit, scilicet | dominus Iohannes Pisanus archipresb(ite)r Luzii et dominus Boamundus filius Iaquinti, licentia et concessione iam dic|ti domini nostri, predicto ven(erabili) monasterio Sabucine pro anima patris nostri damus et concedimus in perpetu[um] | ad habendum, possidendum et quicquid placuerit rectoribus ipsius loci ad utilitatem ecclesie, faciendum, nullam | conditionem vel potestatem nobis nostrisque heredibus vel alicui hominum s(et) neque ad morgincaph matris |nostre reservavimus, s(et) funditus, ut prelibatum est, eidem monasterio amodo dimittimus et bona nostra volunta|te et hilari animo pro anima patris nostri, ut predictum est, largimur. Porro deinceps, si nos arte qualibet vel in|genio de prenominata terra eidem ven(erabili) monasterio molestiam

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«6

S. Mariae de Matina etc.

inferre presu(m)pserimus aut per nos vel per summis|sam per­ sonam auferre quesierimus aut contra omnes homines qui molestationem et contrarietatem iam dicto mona|sterio de iam dicta terra inferre presu(m)pserinti« Signum crucis proprie manus W(illelmi) de Acre.

40. YlCANIA. 1193

m a rz o ,

[L u z z i].

Leonzio abate di S. Pietro del Moccone cede a Luca abate della Sambucina una pezza di terra nella zona del C a m p o di Luzzi, avendone ricevuto in cambio una pezza di terra nella stessa zona, come risulta dal relativo documento, e percependo in aggiunta, data la minore estensione di questa pezza, quindici soldi d’oro. O rig in a le , sec.

X IV :

D o c c . s to r. A b b . 2, 43 [A ].

Sul v e r s o ,

d i m a n o del

« CaRta d e te rra q u a m v ic a n ia v it n o b is a b b a s S a n eti P e tr i d e M u con e

·« in te r r a L u c ii »; a ltr e a n n o ta z io n i ta rd e . a )

su rasura. (b ) I l s i g n u m in m onogram m a. (d ) C o s i A

a ) d e - p r e s u (m )p s e r in t < c) T

ran sm u n du s

contiene la sottoscrizion e notarile.

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chartae vetustiores P e rg a m e n a d a n n e g g ia ta d a ll’u m id ità c h e h a p r o v o c a t o , o l t r e - a

97 m a cc h ie

« s t e s e p e r tu tta la s u p e rficie, p e r a lt r o n o n m o lto in ten se, la p u tr e fa z io n e e c o n ­ s e g u e n te ca d u ta d e lla m e m b r a n a in v a r i p u n t i lu n g o i m a rg in i la te ra li, n o n c h é l a p e r d ita p a rz ia le d e ll’ in ch io s tr o a lla fin e d e lle p r im e d icia s s e tte rig h e; p ic c o le tr a c c e d i r o s ic a tu r e d i t o p i si n o ta n o su l m a rg in e s in istro . L ’ a s s o c ia z io n e a l t r o n o d i R u g g e r o fig lio d i T a n c r e d i r is a le a l p e r io d o lu ­ 1192 (cf. T o e c h e , K aiser Heinrich VI., p . 544; K e h r , D ie Urkunden, p . 311; C h a l a n d o n , Histoire de la domination normande, I I , p . 4 4 8 ). C irca

g lio -a g o s to

g l i a ltr i e le m e n ti c r o n o lo g ic i v . le o s s e rv a z io n i in tr o d u ttiv e a l d o c . p reced en te.

* : In nomine Dei salvatoris nostri Iesu Christi. Anno incar­ nationis eins s millesim[o centesimo] |nonogesimo . h j ., mense marcii, indic(tione) . x j ., regni domini nostri Tancred(i) Dei gr(ati)[a] ma­ gnifici et] I gloriosissimi regis Sycilie, ducatus Apulie et princi­ patus Capue anno .un., regnante quoque cum [eo] | gloriosissimo Tege Eoggerio filio suo anno primo. Feliciter, amen. Ego Leontius monasterii Sancti Pet[ri] |de Mucone abbas, consilio et voluntate rectorum eiusdem loci, veni ante presentiam domini iudicis Iohannis de Lucio, domini [A]|lexandri Cretonis, domini Ricc(ardi) filii Guidonis, domini Alex(andri) de Malbito, domini Eogg(erii) filii Bruni et domini Guill(elm)i filii j Leonis iudicis aliorumque proborum ho­ minum Lucii, coram eorum presentia mea spontanea voluntate, mecum advocato|ris loco guadia(a) porrigente domino Sebastiano filio Marsilii, trado in [vic]aniam vobis domino Luce venerabili abbati | monasterii Sabucine unam petiam terre in pertinentiis Campi de Lucio cum introitu et exitu suo et cum omnibus que in­ fra I se continentur, vobiscum advocatoris loco suscipiente guadia domino Peregrino filio Leti iudicis. declaramus autem fines ipsius | terre: in primis ex una parte via publica et ex alia parte terra mo­ nasterii vestri, da tercia vero parte eadem terra | monasterii vestri in uno continente cum terra Iohannis iudicis, termino mediante co(m)muni, a quarta denique parte alia [ter]ra |eiusdem monasterii vestri et vadit usque ad viam publicam et sic coniungitur prime fini, de hac autem annotata [v]ica[nia] |nullam monasterio Sancti Petri reservavi portionem aut conditionem nec alicui hominum, sed(b) sem­ per sit in potestate [et domina] |tione vestra vestrorumque suc­ cessorum ad tenendum, possidendum et omnia quecumque vobis vestrisque successoribus ad utilitatem iam dic |[ti] monasterii pia(a) Così A qui e in seguito.

(b) L a d corr. da t

7

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S. Mariae de Matina etc.

98

cuerit, faciendum, pro huius vero vicanie confirmatione recepi a vobis iam dicto domino abbate Sabucine in pre|dicto Campo Lucii in vicaniam aliam petiam terre monasterio Sancti Petri satis con­ gruam et utilem, sicut in cartula quam inde | m(ich)i fecistis*r continetur, et, quia non est tante quantitatis hec terra quam pro vicania a vobis recepi, ad supplementum ipsius vi|canie addidistis m(ieh)i super ipsam terram solidos aureos quindecim, quos ad opus et utilitatem monasterii Sancti Petri recepi et | apud me habere fateor. Unde pro securitate et defensione perpetua huius vicanie guadiam vobis domino abbati Luce ded[i], i affato domino Seba­ stiano meeum tribuente et vobiscum predicto domino Peregrino ea recipiente, tali tenore ut omnibus t(em)poribus | [e]go et mei suc­ cessores defendamus monasterio Sabucine supra dictam vicaniam. quod, si defendere et antista[re non] | poterimus seu ego vel mei successores monasterio Sabucine ipsam supra scriptam vicaniam tollere aut retroare | vel minuere voluerimus per quamlibet artem vel ingenium aut per nos aut per alias oppositas personas hominum, obligo I me meosque successores penam co(m)ponere solidos aureos quinquaginta, medietatem regie curie et medietatem | monasterio Sabucine, et pena co(m)posita hec vicania firma et stabilis, ut supra legitur, perpetuis t(em)poribus persistat. | Quam scribere rogavi Transmundum terre Lucii publicum notarium mense et indictione prelibatis. (S ) (a) E go

n o tarius scripsi

T r a n sm u n d u s (b).

* E go Iohannes iudex testoR. Signum crucis proprie manus mee Alex(andri) Cretonis.

* * 4« * Leonis (a ) (c ) C osi

Ego Eichardus filius Guidonis de Lucii. Ego Alexander testor. lEogeris scriptis est destra(c) Brunonis istis!. Signum crucis proprie manus mee Guill(elm)i filii quondam iudicis.

II s i g n u m A1

contiene la sottoscrizione notarile.

(b ) T k a n s m

undus

in m onogram m a .

1 Si d e s id e ra .

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chartae vetustiores

99

41. Ch

artu la

1194

(b

r e v e

)

v e n d it io n is

.

m a rz o , [B is ig n a n o ].

Buggero figlio di Pauliniano insieme con i nipoti Giovanni, Buggero e Ugo, figli di Oliverio P a u l i n i a n i , vende per sei soldi d’oro a Guglielmo figlio di Guido M a n i a e h i i una pezza di terra nella zona di Olmo Lungo. I n s e r t o

n e l d o c . n . 44 [B ] .

L ’ o r ig in a le , c o m e a v v e r t e il r o g a ta r io d e l d o c . n . 44, fa c e v a m e n z io n e d e l­ l ’ a n n o d i r e g n o d i G u g lie lm o I I I , c h e g o v e r n ò p e r d ie c i m e s i, c o n la reg g en za d e lla m a d re S ib ilia , d o p o la m o r te d i T a n c r e d i Ch a l a n d o n ,

(a v v e n u ta il 20 fe b b r a io

1194: c f.

Histoire de la domination normande, I I , p . 4 75); m a ta le s in cro n ia

fu d o v u t a c a n ce lla re p e r d e c re to d i E n r ic o V I im p e ra to r e e d i C osta n za , i q u a li c o n s id e r a r o n o sia G u g lie lm o I I I s ia il p a d r e

c o m e u s u r p a to r i (cf.

R ies, n . 48

n o te ).

A[nno d]ominice incarnationis millesimo centesimo nonagesimo quarto, mense martii duodecime indictionis. Ego Bogerius filius Pauliniani(a) una cum nepotibus meis domino Iohanne, domino Eogerio et Ugone, filiis Oliverii Pauliniani, venimus ante presentiam domini Sarli iudicis Paulinian(i) filii Boberti iudicis, domini Bogerii iudieis filii Nicolay de Iudice, domini Simonis Paulinian(i) filii predicti Boberti iudicis et domini Maniaehii filii Guidonis Maniaehii et coram eorum presencia nostra spontanea voluntate tradimus atque vendimus tibi domino Guill(el)mo filio predicti Guidonis Maniachii unam petiam terre in pertinenciis de Urmo (b) Longo, dici­ mus autem fines eius, qui tales sunt: in primis ex una parte via pu­ blica et ex alia parte terra tua; de tercia vero parte fluvius Gratis; a quarta denique parte alia via et sic iungitur primo fini, inter hos vero fines tibi ipsam terram transactive vendimus cum transitu et exitu suo et cum omnibus que infra se habet, pro sex solidis aureis, quos a te recepimus, de hac autem nostra venditione nullam nobis nec [n]ost[ris] heredibus nec alicui homini, portionem reservavimus nec etiam quartam cuilibet muli[e]ri, sed se(m)per sit in tua tuorum(a) Precede P ao

(b) Così B

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100

S. Mariae de Matina etc.

que heredum potestate. Unde pro securitate et defensione perpetua huius nostre venditionis guadiam tibi predicto domino Guill(el)mo dedimus et mediatorem tibi posuimus dominum Simonem filium Liazarii I Enrico 5 Bomanorum [im]perat[ore] sem[per] | augusto anno .J . Feliciter, amen. Ego Perretta filius magistri Iohannis Sartorii(b) de Lucio [per hoc pressens scriptum declaro quia frater meus quondam diaconus Urso nomine, cum ad decessum huius vite deve[nis]|set, pro redemptione sue anime dedit venerabili] m[onasterio] S[a]bucine quandam petiolam terre que est in l[oco] j ubi nominatur Canale (c), quam per longum t(em)pus iam dictum(a ) (a) nobis-nostro su rasura. (b) Dubito della lettura. (c) Lettura incerta, a causa di una correzione più tarda, anch’essa dubbia !forse Ciloniy, ottenuta usufruendo di parte del tratteggio precedente, scrivendo ex n o v o alcuni tratti e radendo parzialmente la 1

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S. Mariae de Matina etc.

104

[mona]sterium Sabucine tenuit et possedit ex iud[icio pre]| dicti fratris mei diaconi Ursonis l. ego vero post multum t(em)pus, suggestione maligna a(m)biens, sasivi [ .......... ] pre[dicta] |terra quam dictus frateR meus largitus fuerat monasterio Sabucine pro salva­ tione anime sue, et occupaveram eam supra mo|nasterium. tandem exortatione et ammonitione proborum hominum in me ipso reversus, cognovi inique egisse et [co]ntra | salutem anime mee predictam terram quam pro elemosina(a) monasterium Sabucine per longum t(em)pus possederat, inv[a]s[i]sse [et] | perrexi ante presentiam do­ mini Luce ven(erabilis) abbatis iam dicti monasterii et dimisi ei solam et quietam affatam terram, reatum occu]pationis cognoscens, de qua terra hi sunt fines: a prima et a secunda parte terra iam dicti monasterii Sabucine, de subtana parte, |a tercio scilicet latere, terra mea, a quarta parte terra ecclesie Omnium Sanctorum et coniungitur prime fini. h[an]c itaque |terram que his clauditur fi­ nibus, cum introitu et exitu suo et cum his que infra se continet, vener[a]bili |monasterio Sabucine in perpetuum dimitto sine mea meorumque heredum molestia et contradictione omniumque h[ omi­ num], I sicut affatus frater meus diaconus Urso monasterio Sabucine pro salvatione anime sue dedit. Un[de, ne in] | posterum a me vel a meis heredibus iam dicto monasterio Sabucine aliqua possit oriri molestia aut contra[ri]Jetas de iam dicta terra, guadiam tibi domino Adriano ven(erabili) monacho monasterii Sabucine dedi, do­ mino I Will(elm)o filio Leonis iudicis tecum ea recipiente, et fideiussorem dedi dominum Sebastianum fi(lium) [Ma]rsilii, | ut, si ego vel mei heredes ullo advenienti t(em)pore aliquam molestiam vel contrarietatem affato [monasterio de iam] | dicta terra inferre presu(m)pserimus aut per nos aut per oppositas personas hominum, coram domino [Iohanne iudice], | domino Alex(andrò) de Malbito et magistro Alberto obligavi me co(m)ponere auri uncias duas, me­ dietatem] I dicto monasterio Sabucine et medietatem imperiali curie, et huius amissionis carta perpetuis t(em)poribus in|violata persistat. Quam precibus meis et affati iudicis precepto Transmundus terre Lucii imperialis notarius scripsit ] mense et indictione prelibatis. (S )(a )(b) E

go

(a )

La s corr. su i in monogramma.

m undus

n o t a r iu s

s c r ip s i

(b )

T

ransm undus

(c).

I I s i g n u m contiene la sottoscrizione notarile.

(c )

1 Si desidera il doc. relativo.

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T

ran s­

chartae vetustiores

105

E g o Iohaxmes iudex testor. * Ego Alexander Malbito (a) testor et deffensor (a). * Eirma sit, Alberte, presens bee cartula per te. *

44. I

n n o v a t io

1196

b r e v is

.

fe b b r a io , [B is ig n a n o ].

Costantino figlio di M cola già camerario, Sario Pauliniano figlio di Roberto giudice, Maniace figlio di Orso e Ugo figlio di Boberto giudici di Bisignano, a istanza di Guglielmo figlio di Guido M a ­ n i a c h i i e per ordine dei giustizieri di Enrico (VI) imperatore e re di Sicilia, rinnovano un documento, esibito dal richiedente, ro­ gato al tempo dell’usurpatore Guglielmo figlio di Tancredi conte, facendovene cancellare il nome. O rig in a le ,

D o c c . s to r. A b b . 2, 44 [A ], S u l v e r s o ,

see. XIII: « [ ____ ] q u a m o b t u lit d o m in u s G (u illelm u s)

su b

[...]

di m ano del (è im p ossib ile

« p recisa re l'esten sion e della lacuna) »; d i m a n o d e lla fin e d e l sec. χ ι ιΐ: « d e [ ................. ] « d e q u a d a m | te r r a [ .................] U r m o L o n g o » ; a ltr e a n n o ta z io n i ta rd e. P e rg a m e n a d a n n e g g ia ta daH ’u m id ità ch e , o ltre a m a cc h ie b ru n a stre lu n g o i l m a rg in e d e s tr o , h a p r o v o c a t o in a lcu n i p u n t i la p u tr e fa z io n e e, c o n s e g u e n te ­ m e n te , la c a d u ta d e lla m e m b ra n a ; r o s ic a t u r e d i t o p i si n o ta n o n ella p a r t e in f e ­ r io r e d e i m a rg in i la te ra li.

* Armo dominice incarnationis millesimo centesimo nonage­ simo sexto, mense februarii, quartadecima | indiccione, regnante in nobis domino nostro Henrico Dei gr(ati)a invi[cti]ssimo Bomanorum imperatore |et rege Sicilie ac se(m)per augusto anno secundo. Feli­ citer, amen. Ante nos Constantinum filium Mcol(ai) |olirti camerarii, Sarlum Paulinianum filium Boberti iudicis, Maniaehium filium Ursonis, Ugo|nem filium Boberti iudices Bisinian(i) venit dominus Guill(el)mus filius Guidonis Maniachii et osten|dit nobis quoddam breve suum, factum in t(em)pore Guill(el)mi filii comitis Tancredi quando regnum | istud per surreptionem tenuit1. continentia cuius tal(is) est: . . . 2. Et quoniam, sicut super[i]us [dictum est], (a) Così A

1 Cf. R ies , n. 48 nota.

2 Doc. n. 41.

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S. Mariae de Matina etc.

106

hoc breve factum in t(em)pore Guill(el)mi |filii comitis Tancredi(a), de mandato iusticiariorum [eiusdem] (b) serenissimi domini nostri Henrici Eo|manorum magnifici imperatoris et regis Sicilie se(m)per augusti a nobis est innovatum et nomine |Guill(elm)i filii co­ mitis Tancredi deletum penitus et evulsum. Quod scripsi ego predictus magister Iohannes | imperialis Bisin(iani) notar(ius) iussu predictorum iudicum mense et indict(ione) pretitulat(is). (S) * Ego Constantinus iudex testor. * Ego Sarlus iudex testis sum. * Ego Maniachius iude[x testis s]um. >i< Ego Ugo iudex. 45. Ch a r t a 1196 m a rz o ,

v ic a n ia e .

[B isogn a n o].

Buggero figlio di Solima da Bisignano cede a Luca abate di iS. Maria della Sambucina una pezza di terra nella zona di Olmo Lungo e gli corrisponde quattordici soldi per le migliorie, avendo ricevuto in cambio un piccolo casale con casa e terreno da colti­ vare a orto nella zona di S. Pietro a n t e C a s t e l l u m , che Guido Perrupato prete aveva donato alla chiesa della Sambucina. O rig in a le ,

D o c c . s tor. A b b . 2, 46 [A ],

Sul

v erso,

d i m a n o d el

se c. XIII: « C a rta d e te r r a q u a m v ic a n ia v it n o b is R o g e riu s filius S olim e d e B isi« n (ia n o ) in H u lm is L o n g is [ p r o d o m o fr a tr ie G u id o n is »; d i m a n o d e l see. x iv : ·« d e S a m b u c(in a ) », a c u i è p a rz ia lm e n te s o v r a p p o s to , d i m a n o d e l see. x i v - x v : ·« C a rta d e q u a d a m te rra q u e {cosi) v ic a n ia v it n o b is R o g e riu s | filius S olim e in « p e r tin e n tiis U lm o

L o n g o in

c iv ita t e B is in ia n o »; a ltr a a n n o ta z io n e

ta rd a.

P e rg a m e n a in b u o n o s ta to di c o n s e rv a z io n e , n o n o s ta n te le m a cch ie d i u m i­ d it à d iffu se p e r tu tta la su p erficie e a lcu n e ro s ic a tu r e d i t o p i n ella p a rte in fe rio re d e l m a rg in e d e s tr o .

Ί« Anno dominice incarnationis millesimo centesimo nonogesimo sexto, mense martii, quartadecima indiccione, regnante j in nobis domino nostro Henrico Dei gr(ati)a invictissimo Bomanorum imperatore et rege Sicilie ac se(m)per augusto anno |secundo. Feli­ citer, amen. Ego Bogerius filius Solime de civitate Bisinian(i) veni (a) Si sottintenda est o fuit

(b) Restituzione probabile.

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chartae vetustiores

107

ante presentiam domini Sarli iudicis Pau|linian(i) filii Eoberti iudi­ cis, domini Ugonis iudicis filii Eoberti, domini Simonis Paulinian(i) filii predicti Eoberti iujdicis, domini Alexandri filii Mcol(ai) olim camerarii et domini Eaynonis de Vendomia, et coram eorum presencia mea propria | et spontanea voluntate trado atque vicanio tibi domino Luce venerabili abbati ecclesie Sancte Marie de Sabucina |unam petiam terre que est i(n) pertinentiis de Hulmo Longo, tecum recipiente domino Guill(elm)o filio Guidonis Mania|chii, tibi in boc advocato constituto, dico autem fines ipsius terre, qui tales sunt: in primis ex una parte via publica [ et ex alia parte terra eccle­ sie vestre Sabucin(e); de tercia vero parte flumen Gratis, a quarta denique parte terra domini Eojberti et domini Guill(elm)i filiorum Meli Paulinian(i) et concluditur primo fini, inter bos vero fines tibi ipsam terram transacti|ve vicanio cum transitu et exitu suo et cum omnibus que infra se habet, pro huius quidem vieanie confirma­ tione I recepi a te predicto venerabili abbate unum casalinum cum casa et hortale que presb(ite)r Guido Perrupatus quondam obi tulit prefate ecclesie vestre, i(n) pertinentiis Sancti Petri ante Castellum, per illos fines qui in cartula m ea1 continentur, et | dedi tibi soli­ dos quattuordecim pro remelioratione. de hac autem mea vicania nullam m(ih)i nec meis heredibus nec ) alicui homini portionem reservavi nec etiam quartam cuilibet mulieri, sed se(m)per sit i(n) potestate prefate ecclesi[e]. | Unde pro securitate et defensione perpetua huius vieanie guadiam tibi predicto domino Luce venera­ bili abbati Sabu|cine dedi, tecum recipiente prenominato domino Guill(elm)o tibi in hoc advocato constituto, et mediatorem tibi posui dominum |Eobertum filium Ioachim tali tenore ut omni t(em)pore ego et mei heredes defendamus tibi tuisque successoribus et prefate j ecclesie hanc supra dictam vicaniam. quam si defendere et ant(e)stare flon poterimus seu ego vel mei heredes ipsi preno|minate eccle­ sie iam dictam vicaniam tollere aut retrahere vel minuere voluerimus qualibet arte vel ingenio |aut per nos aut per alias obpositas per­ sonas hominum, obligo me meosque heredes penam co(m)ponere tarenos aureos |mille, medietatem imperiali curie et medietatem predicte ecclesie Sabucin(e), et pena co(m)posita hec vica|nia stet firma et stabilis, ut supra continetur. Hanc magister Iohannes im­ perialis Bisinian(i) notar(ius) iussu predictorum iudic[um] |cart(am) scripsit mense et indict(ione) presignat(is). (S) 1 Si d e s id e ra .

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108

S. Mariae de Matina etc.

* * * *

Ego Ego Ego Ego

Sarlus iudex testis sum. Ugo iudex. Simeon. Alexander testis sum.

46. Ch

arta

v e n d it io n is

1196 a p rile ,

.

[B isig n a n o ].

Pagano figlio di Paolo da Bisignano vende per dieci soldi d’oro a Sarlo Pauliniano figlio di Roberto giudice una pezza di terra nella zona del C a m p o S a n c t i M a y n i . O rig in a le , z io n i ta rd e . P erg a m en a

D o c c . s to r. At>b. 2, 47 [A ],

Sul v e r s o

d a n n eg g ia ta d a ll’ u m id ità clie h a p r o v o c a t o

so lo

a n n o ta ­

in p iù p u n ti lo

s c o lo r im e n to d e ll’ in ch io s tr o n on ch é, n ella p a r t e s u p e rio re d e i m a rg in i la tera li, l a p u tr e fa z io n e e su c ce s s iv a ca d u ta d ella m e m b ra n a ; tr a c c e d i ro s ica tu re d i t o p i si n o ta n o sul m a rg in e in fe r io r e d e s tro .

>i« Anno dominice incarnationis millesimo centesimo nonage­ simo sexto, mense aprilis, quartadecima | indiccione, regnante in nobis domino nostro Henrico Dei gr(ati)a invictissimo Romanorum imperatore | et rege Sicilie ac se(m)per augusto anno secundo. Feliciter, amen. Ego Paganus filius Pauli de civi|tate Bisin(iani) veni ante presentiam domini Man[i]achii iudicis filii Ursonis, domini R[oge]rii | filii Mcol(ai) de Iudice et domini Rogerii filii Solime et coram eorum presentia mea spontanea [ voluntate trado atque vendo tibi domino Sarlo Paulinian(o) filio Roberti iudicis unam | petiam terre que est i(n) pertinentiis de Ca(m)po Sancti Mayni. dico autem fines eius, qui tales sunt: |in primis ex una parte via publica et ex alia parte terr[a] domini Guill(elm)i fil[ii M eli](a) | Paulin(iani), de tercia vero parte terra ecclesie Sancte Marie de S[abucina], a qua[rta] den[ique parte] |similiter ipsa terra ecclesie uno continente cum terra domini Simonis Paulin(iani) [iudicis et] | terra prebende domini Sebastiani canonici et terra domini Guill(elm)i (a) P er la restituzione cf. doc. 'precedente.

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chartae vetustiores

109

filii Rogerii de D[igna e t ](a> | terra filiorum domini Simonis iudicis Paulin(iani) et concluditur primo fini, inter hos vero [fines] |tibi ipsam terram transactive vendo cum transitu et exitu suo et cum omnibus que infra se ha|bet, pro decem solidis aur(eis) quos a te recepi, de hac autem mea venditione nullam m(ih)i [nec] | meis heredibus nec alicui homini portionem reservavi nec etiam quartam [cuilibet mu]|lieri, sed se(m)per sit in tua tuorumque heredum po­ testate. Unde pro securitate et defension[e p erp etu a huius vendi­ tionis guadiam tibi predicto domino Sario dedi et mediatorem tibi p[o]s[ui] I dominum Robertum filium Ioachim tali tenore ut omni t(em)pore ego et mei heredes defend[amus] |tibi tuisque heredibus hanc supra dictam venditionem, quam si defendere et ant(e)stare non pote|rimus seu ego vel mei heredes tibi vel tuis heredibus ipsam iam dictam venditionem tollere aut |retrahere vel minuere volue­ rimus qualibet arte vel ingenio aut per nos aut per ,[al]ias |obpositas personas hominum, obligo me meosque heredes penam co(m)ponere auri uncias decem, j medietatem imperiali curie et medietatem tibi vel tuis heredibus et pena co(m)posita hec |venditio stet firma et stabil(is) ut supra continetur. Hanc magister Iohannes imperialis Bisin(iani) no|tarius iussu predicti iudicis cart(am) scripsit mense et indiccione pretitulat(is). (S) * Ego Maniachius iudex testis sum. Ego Rogerius testis sum. * SiGnum manus Rogerius filius Solima (b).

47. Con

s t a n t ia e

im p e r a t r ic is

1196 m a g g io ,

d ip l o m a

.

P a le rm o .

Costanza imperatrice e regina di Sicilia, a istanza di Luca abate della Sambucina, concede immune a lui e ai suoi successori la parte, di cui fissa i confini, della tenuta B a l e r a n i nel territorio di Ros­ sano dal monastero presa a terratico fin dal tempo di Guglielmo (II) re, di estensione pari a quella che può essere lavorata da otto mute(a ) (a) Dubito della restituzione: in base agli elementi di lettere che si intravedono potrebbe anche restituirsi Duna (b) Il segno abbr. sulla m che indurrebbe a sciogliere il compendio Uggendo Solim(en)a come pure un s i g n u m c r u c i s eia parola ego tra la prima e la seconda sottoscri­ zione, e la ego tra questa e la terza sono di altro inchiostro e assai piìi tarde.

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110

S. Mariae de Matina etc.

di buoi aggiogati, ciascuna di quattro bestie; e conferma altresì il possesso pieno e incontrastato di tre pascoli, goduti dal monastero fin dal tempo dei re (normanni), nelle località di S a l l o l a e di Y a l l i s B o n a presso la Sila e nella tenuta S a n c t e E o s a l i e presso Isola di Capo Bizzuto, ancorché la tenuta V a l l i s B o n a fosse compresa nei possessi elargiti da (Enrico VI) imperatore al monastero Florense, in considerazione del fatto che era stata prima ancora posseduta dal monastero della Sambucina e a quest’ultimo assegnata con decisione arbitrale dall’arciyescovo di Cosenza e da altri p r o b i h o m i n e s . O rig in a le , se c. XIII:

D o c c . s tor. A b b . 2, 48 [A ].

Sul v e r s o ,

d i m a n o d el

« P r iv ile g iu m im p e ra tr ic is d e te n im e n to B a lera n i e t S a llole e t V a llis

« B o n e e t S a n cte R o s a lie »; d i m a n o d el see. x i v : « D e te n i[m e n to R o ]s s a n i e t a f« fra n ca cio [n e ] te rra ru m o c t o p a ra ce la ] b o u m a d [ ............................... ] p r o a n c h [ . . . . ] | « In su le C u tro[n is] p r ò a ffra n cà cio n e

a n im a liu m

m o n a s te rii in p a scu is »; a ltr a

a n n o ta z io n e ta rd a . F a c s im ile :

B

T r a s c r iz io n e : R e g e s t i:

a k t o l o n i,

D

e

D

D ip lom a ta , ta v . 12.

onato

, T ra scriz io n i, p p .

155 sg.

B e h k in g , — . R i e s , — . B a k t o l o n i , lo e . c it.

P e r g a m e n a d e a lb a ta sul r e c t o ,

in b u o n o s ta to d i c o n s e rv a z io n e , g ia c c h é

T u su ra a c u i f u s o t to p o s ta in c o rr is p o n d e n z a d e i p u n t i d ’ in c r o c io d i a n tich e p i e ­ g a tu re n on h a p r o v o c a t o c h e f o r i p ic c o lis s im i e le m a cc h ie d i u m id ità so n o a s s a i te n u i e d i este n s io n e lim ita ta ; tr a c c e d i c u c itu r a su l m a rg in e su p e rio re indicanoc h e il fo g lio e r a p r o t e t t o c o n u n p a n n o , v e ro s im ilm e n te s e r ic o . In fila to n e i f o r i d e lla p l i c a ,

in n u m e ro d i q u a ttr o su c ia s cu n le m b o e d is p o s t i in fo r m a d i l o ­

sanga, s i c o n s e r v a u n fr a m m e n to d e l filo s e r ic o r o s s o a l q u a le e ra a s sicu ra to i l s ig illo p e n d e n te d e p e r d ito , m e n tr e a ttu a lm e n te v i è a n n o d a to , d o p o l ’ u s c ita d a l f o r o p iù b a s s o , u n p e z z o d i filo s e r ic o Il

te s to

sen za

d u b b io

p o s tic c io .

d ip e n d e in p a rte d a l d o c . n . 42 (ta le r e la z io n e è p o s ta in e v i­

d e n za m e d ia n te il c a r a tte re c o r s iv o ). il d o c . n . 50.

g ia llo ,

D a l p r e s e n te d ip lo m a d ip e n d e a su a v o lt a

L ’ a t to fu p o i c o n fe r m a to d a l p o n te fic e C elestin o I I I (d o c . n. 49) e

p r o b a b ilm e n t e a n ch e d a In n o c e n z o I I I (c f. d o c . n . 60, c h e è u n a fa ls ific a z io n e ).

i Constantia 1 divina favente clementia Eomanorum impera­ trix et regina Sicilie semper augusta. Cum universas ecclesias in regni |nostri ambitu constitutas i(m)perialis clementie nostre pro­ positum pio mentis oculo et generali disposuerit benignitate fovere, speciali quadam prerogativa humanitatis et gr(ati)e illis adesse tenetur ecclesiis et ad earum co(m)modum munificentiam extendere principalem in quibus propaganda Cisterci|ensis ordinis observatur religio et sedulo cultus viget celebris honestatis, nichil enim dignius,

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chartae vetustiores

11L

nichil, ut credimus, potest hac consideratione iustius | inveniri, quam ut largitori omnium per quem prospere vivimus et regnamus, augustalis subiciatur devotio et servis eius sub sacre religionis pro­ posito mili|tantibus nostre liberalitatis munera conferantur. R in e est utique quod, cum tu Lucas venerabilis abbas Sambucine nostro te conspectui presentares \ et assertione proponeres diligenti qualiter monasterium tuum a tempore regis W (illelm )i1 nepotis nostri bone memorie laboraverat de terris Ba\leram sitis in tenimento Russani, de quibus nostris baiulis terraticum solvebatur, monasterii et fratrum tuorum co(m)modis statuens perfectius | consulendum, attentius. supplicasti ut aliquam de terris ipsis portionem certis divisam finibus absque alicuius terratici datione | tibi et tuo faceremus monasterio de mandato et permissione nostre celsitudinis assignari. N os vero preces tuas utpote pietate subnixas |intra exauditionis nostre sacra­ rium misericorditer admittentes, tibi et successoribus tuis ac prefato monasterio 8a(m)bucine pro domini nostri | magnifici imperatoris, nostra quoque ac progenitorum nostrorum salute de iam dictis terris. Balerani tenimentum unum ubi octo paricela bo|um, quatuor vide­ licet bubus per pariclum enumeratis, omni tempore laborare suffi­ ciant, de consueta gr(ati)a et liberalitate concedimus |et illud vobis pacifice ac libere absque aliqua datione terratici possidendum in perpetuum confirmamus, cuius utique tenimenti vobis |a fidelibus nostris de mandato nostre celsitudinis assignati, isti sunt fines: a superiori parte via publica que dicitur Silara, sicut inci|pit a cruce de Heremitis et vadit usque ad flumen Melixe; ab uno latere ipsum flumen Melixe sicut descendit usque ad flu|men Muconis; a parte inferiori predictum flumen Muconis sicut vadit usque ad quendam vallonem; ab alio vero latere quedam |vallis in qua lapides sunt fixi pro finibus, sicut incipit ab ipso vallone et vadit in directum usque ad predictam crucem de Heremitis fi|xam in prefata via pu­ blica, et concludit in priori fine. Exposuisti etiam tu, prefate venera­ bilis abbas, magnificentie nostre quod animalia mona\sterii tui tempo­ ribus felicissimorum regum apud Silam in loco qui dicitur Sallola, et in Valle Bona et apud Insulam Cotronis in tenimen\to Sancte (a) Rosalie (b) pascua libere percipere consueverant et habere, propter quod prece supplici postulasti ut cum animalibus monasterii tui uti (a) -to S (an )c(t)e su rasura: cf. B a r t o l o n i , A g g i u n t e a V », pp. 342 sg. nota 30. (b) -alie su rasura.1

a i « R e g e s t a i m p e r i i ,,

1 Si d e s id e ra il d ip lo m a r e la tiv o .

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S. Mariae de Matina etc.

112

lo Icis ipsis tibi et tuis fratribus absque alicuius molestia et contra­ dictione liceret. Eisdem quoque tuis precibus benignum largientes auditum, | prenominata tenimenta, videlicet Sallole, Vallis Bone et Sancte (a) Rosalie (b), tibi tuisque successoribus ad usum animalium monasterii tui | concedimus Ubere ac perpetuo possidenda, mandan­ tes ut nullus sit qui contra tue voluntatis et successorum ac fratrum tuorum propositum | tenimenta ipsa invadere vel in eis aUquid in detrimentum animaUum monasterii tui modo quoUbet operari pré­ sumât. sane, quia prefatum |tenimentum ValUs Bone noscitur esse infra fines possessionis quam dominus noster serenissimus impera­ tor monasterio Floris de sua UberaU|tate concessit1, et ecclesia Sambucine diu illud tenuerat priusquam monasterium Floris privi­ legium sue possessionis baberet, ita il|lud tibi et tuo monasterio con­ firmamus, sicut designatum est per arbitrium venerabilis Cusentini archiepiscopi2 et aliorum proborum hominum | pro pace utriusque ecclesie in instrumento concordie de communi voluntate co(m)posito et in curia nostre maiestatis ostenso3. Ut autem huius |no­ stre liberalitatis concessio et confirmatio perpetue robur optineat firmitatis, presentem exinde conscribi paginam et nostre maiestatis | bulla cerea iussimus roborari anno, mense et indictione subscriptis. Data in felici urbe Panor(mi) anno dominice incar|nationis millesimo centesimo nonagesimo sexto, mense madii quartedecime indictionis. (SP

D)4 8

4 8.

Ch a r t u l a

o blatio n is e t concessionis .

1196 se tte m b re ,

[L u zzi].

Goffredo da Carbonara signore feudale di Buzzi offre per l’anima propria e dei parenti a Luca abate e al convento di S. Maria della Sambucina una tenuta adiacente ai possedimenti del monastero, che fu fondato dai suoi progenitori. (a) et S(an)c(t)e su rasura. 1 Si

d es id era

il

d ip lo m a

(b) -alie su rasura. r e la tiv o ,

c ir c a il q u a le v . B a r to lo n i , A g g iu n te a i « R egesta I m p e r ii, 2 B onom o

(Gams ,

V », p . 340. S eries

rum , p . 878;

T accone - G alltjcci, R e-

gesti d ei rom an i pon tefici, p . 429). 3 Si d esid era .

ep iscop o-

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chartae vetustiores O r ig in a le , sec.

D o c c . s to r. A b b . 2, 54 [A ].

113 Sui v e r s o ,

d i m a n o dei

XIII: « P r iv ile g iu m d e [te n im e ]n to [q u o d d o m in u s ] G o S r id u s d e C a rb on a ra

« d e d it »; d i m a n o d e l see. x i v : « L u c c ii »; d i m a n o d e l see. x v : « D e te n im e n to î< Signum crucis proprie manus mee supra scripti Peregrini filii Leti iudicis. * Signum crucis proprie manus mee supra dicti Sebastiani filii Marsilii. * Ego Petrone. * Ego Alexander Malvito tibi vican(iamus) sic(ut) superius |legitur, ego vero inde a te re­ cepimus (e) unam petiam terre pro parte Sancte Marie Sabucin(e) que est in loco | ubi dicitur Sancto Stefano, quam dominus Guill(elmu)s de Cossinelli fil(ius) Boberti Guaramisi dedit pro anima sua et I parentum suorum prefate ecclesie Sancte Marie1. Unde pro securitate perpetua vel per defensionem tibi fr(atri) | Nico­ lao et a tibi domino Bicc(ardo) fil(io) Boberti Maleni pro mundualdo ecclesie statuto guadiam vobis de|dimus et fideiussores po­ suimus dominum Milem fil(ium) Dragoni et Sarracen(um) fil(ium) domina Meriana |et modo quatinus nos et nostris heredibus predictam nostram vicaniam tibi et tuis subcessoribus defendamus et [ind]e I guarent(es) sumus contra omnes homines vel feminas. [Quod, si defendere et guarentire adque in ex[tremo ex]amine districte [ultioni] subiaceat cum hiis, qui audituri sunt in die iudicii: « Ite, maledicti, « in in gn em (a) eternum » x. Scripta est autem presens pagina in civit(ate) Pol(icast)ri, rogatu nostro et v o lu n ta te Basilii puplici tabeflionis civitatis eiusdem, per manum fratris Guill(elm)i de Ydronto monachi Sancti Ang(e)li de Frigillo, propria manu nostra et sigillo nostro puplico roborata coram subscript(is) test(ibus) anno, mense, ind(ictione) pretitulatis.

119. Ch a r t u l a v e n d i t i o n i s . 1220 marzo, [Cosenza],

Melo C a c a s a , abitante in Cosenza, col consenso di Saipia sua moglie, vende per sedici tari d’oro al monastero della Sambucina, in persona di D avide converso, una terra in valle O m i c i d a r a . O r i g i n a l e , Docc. stor. Abb. 3, 47 [A]. Sul r e c t o , presso lo spigolo inferiore destro, di mano della fine del see. xv: « Recuperato per me Roberto « Giglio I da Fran(cesc)o de iudie(e) Luto (lettura dubbia) in Lappano | a di .xxv. « luglio 1494 »; sul v e r s o , di mano del see. xiv: « [Cart]a de quadam terra de « Omicidar(a) | in Cusentia »; di mano della fine del see. χιν o principio del xv: « De valle Micidario (così, come pare) »; altre annotazioni tarde. (a) Cosi B (b) ia d nell’interlineo. corr. su altre lettere.1

(c) B scie(n)t

(d) B volutate

(e) -ot-

1 Cf. M t. 25, 41.

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chartae vetustiores

285

Pergamena in discreto stato di conservazione, nonostante che presenti mac­ chie leggere di umidità e abrasioni dovute al contatto con un corpo ruvido, non­ ché rosicature di topi ai margini e anche, nella parte inferiore, alTinteroo del foglio, le quali non intaccano però la scrittura.

* Anno incarnationis dominice .m ° cc °. vicesimo, mense martii octave indictionis, anno vero domini nostri Frederici | D ei gr(ati)a serenissimi Romanorum regis semper augusti octavo, regni vero Si­ cilie vicesimo secundo, regni | quoque domini Henrici filii eius, ea­ dem gr(ati)a gloriosissimi regis Sicilie, ducatus Apulie et principatus Capue I nono. Feliciter, amen. Ego Melus C acasaI< Signum crucis manus proprie Boninfantis baiuli Lucii. Ψ Signum crucis manus proprie Giliberti.

.

121 H on orii

pap ae

III

l it t e r a e g r atiosae .

1220 luglio 28, Orvieto.

Onorio (III) concede all’abate generale e agli abati dei monasteri d ell’ordine Cistercense di accogliere liberamente quanti desiderano entrare in religione presso le loro comunità, nonostante l ’opposi­ zione che i rispettivi cappellani esercitano contro di essi finché non abbiano loro estorto la porzione funeraria che sono soliti ricevere per i propri parrocchiani defunti. O r i g i n a l e , Docc. stor. Abb. 9, 3 [A], Sul v e r s o , di mano della fine del see. xiii o principio del xiv: « Ut nullus cappellanus exigat [pro] mor« tuo ab intran]tibus ordinem »; altra annotazione tarda. Regesto:

P otthast, —·.

Pergamena assai danneggiata dall’umidità che ha lasciato macchie, sco­ lorito in più punti l’inchiostro e provocato altresì la putrefazione e successiva caduta della membrana; lungo i margini laterali si notano pure rosicature di topi. Sulla faccia interna del lembo inferiore della p l i c a è un segno simile a un η greco, da interpretare probabilmente « u » e da attribuire al c o m p u t a t o r . In uno dei due fori praticati su ciascun lembo della p l i c a si conserva un fram­ mento del filo serico giallo al quale era assicurata la bolla plumbea deperdita. (a) Cosi A (b) Cf. nota (g) di p. 274. aciem discretionis extenderent ad v[............... ] |

(a) Cosi A

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chartae vetustiores

291

nichilominus de quibus novalibus apostolica Sedes intelligat in­ dulgentiam super talibus piis locis concessam, non sic circa [ ___ ___ ] I nove interpretationis ludibrio ingenia fatigarent. Inhibe­ mus igitur auctoritate presentium ut nullus a vobis de noval[ibus ___ ] I a tempore concilii excultis vel in posterum propriis manibus aut sumptibus excolendis decimas exigere vel e x to r q u e[r e ............. . . . ] . I N ulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostre inhi­ bitionis infringere vel ei ausu temerario co[ntraire. Siquis | a]utem hoc attem ptare presumpserit indignationem omnipotentis D ei et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius se [noverit incur|suru]m. Dat(a) apud Urbemveterem, .v. kal(endas) augusti, pontificatus nostri anno [quinto]. (B D)

123. H o n o r ii p a p a e

I II

l it t e r a e e x e c u t o b ia e .

1220 luglio 30, Orvieto.

Onorio (IH) ordina nere di rispettare e far Cistercensi, fatto salvo circa la soluzione delle

agli arcivescovi, ai vescovi e ai prelati in ge­ rispettare privilegi ed esenzioni concesse ai il disposto del (IV) Concilio (Lateranense) decime.

O r i g i n a l e , Docc. stor. Abb. 9, 5 [A]. Sul v e r s o , di mano della fine del see. χιιι o principio del xrv: « Ut nullus occasione concilii generalis « privilegia antiquitus ordini |ipdulta présumât infringere »; altre annotazioni tarde. Regesto:

Potthast, —.

Pergamena danneggiata da rosicature di topi lungo i margini laterali, e daU’urnidità che ha provocato in alcuni punti lo scolorimento dell’inchiostro e l’impressione di talune lettere su quella parte del foglio venuta a contatto con esse per effetto della piegatura; nella parte inferiore, al centro, la membrana presenta un taglio. Sulla faccia interna del lembo inferiore della p l i c a è un segno simile a un η greco, da interpretare probabilmente « u » e da attribuire al c o m p u t a t o r ; sul v e r s o , in alto, la cifra « .c. ». Attraverso i fori della p l i c a (in numero di due su ciascun lembo) passa un frammento del filo serico giallo e rosso al quale era assicurata la bolla plumbea deperdita. Il doc., che ho definito «litterae executoriae» con riferimento alle caratte­ ristiche intrinseche e al contenuto, appartiene per i caratteri estrinseci alla cate-

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292

S. Mariae de Matina etc.

goria delle l i t t e r a e g r a t i o s a e (cf. S c h m it z - K a e l e n b e r g , Papsturkunden, pp. 101 sg.): l’anomalia deve spiegarsi, probabilmente, tenendo conto che l’esem­ plare donde è tratta l’edizione è quello inviato al monastero della Sambucina o di S. Angelo de F r i g i l o , abbazie cistercensi, rispetto alle quali la d i s p o ­ s i t i o assume, diversamente che nei riguardi dei destinatari, la fisionomia di una concessione graziosa, sicché si ritenne opportuno seguire nella redazione le norme vigenti per le l i t t e r a e , c u m f i l o s e r i c o . Per il riferimento al can. 55 del IV Concilio Lateranense e per il passo del testo che da esso dipende (posto in risalto mediante il carattere corsivo) v. le osservazioni introduttive al doc. precedente. Per il testo del doc. cf. P r e s SUTTi, Regesta H on orii, I, p. 295, n. 1775, e P o t t h a s t , nn. 5957, 6235, 6667, 6771, 6789, 6829.

1 Honorius ! episcopus servus servorum Dei.

Venerabilibus fra­ tribus arcbiepiscopis et episcopis et dilectis filiis aliis ecclesiarum prelatis ad quos littere iste pervenerint, salutem | et apostolicam benedictionem. Benefaciens Dominus bonis et rectis corde dilec­ tos filios fratres Cisterciensis ordinis in via mandatorum ipsius inoffense currentes tamquam populum | acceptabilem sibi numero et merito am pliavit eisque de rore celi et terre pinguedine benedicens dilatavit locum tentorii eiusdem ordinis et pelles tabernaculorum | eius extendit. Sed, quod dolentes referimus, in via bac qua ambu­ lant superbi contra eos laqueos extendentes, immo velut torrentes iniquitatis irruentes in eos | ipsos bonis suis, que soli Dom ino sunt dicata, non solum nequiter defraudare, cum filii buius seculi prudentiores filiis lucis in generatione sua s in t 1, verum etiam j iniqui­ ta te potentes violenter spoliare nituntur, et, quod gravius est, non­ nulli qui eos debuerant in Christi visceribus carius amplexari et favorabilius confovere, | ipsos i(n)manius (a) persequentes privilegia que ipsis a Sede apostolica, suis exigentibus meritis, sunt indulta, gestiunt penitus enervare dicendo illa fuisse omnino in generali concilio revocata vel alias intellectum privilegiorum ipsorum ita m aligna interpretatione ad libitum pervertendo, quod nisi os iniqua loquentium obstruatur, | nil restat quin predicti fratres privilegio­ rum suorum pene penitus fructu frustrentur: per quod illi non tam eisdem fratribus(b) quam nobis iniuriari probantur | dum contra Sedis apostolice indulgentias memoratos fratres temere perturbare presumunt, molientes contra nostre plenitudinem potestatis, dum (a) I l segno dbbr. (lineetta orizzontale\) aggiunto da altra mano.

(b) A fribua

1 Cf. L e. 16, 8.

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chartae vetustiores

293

indulta nostra irreve|renter expugnant, Nos igitur, qui predictos fratres speciali prerogativa dilectionis et gr(ati)e amplexamur, utpote qui iugiter offerentes Dom ino suorum vitulos labiorum, | non solum nobis sed etiam universali Ecclesie piis intercessionibus in­ comparabiliter suffragantur, nolentes huiusmodi vexationibus eorum sabbati amaricari quietem, | quos potius tenemur omnimodis con­ solari, universitatem vestram monemus et hortamur attente ac per apostolica scripta precipiendo mandamus quatinus predictos | fra­ tres ob reverentiam divinam et nostram habentes in visceribus ca­ ritatis eis privilegia et indulgentia apostolice Sedis (a) eisdem con­ cessas inviolabiliter conserve] tis et faciatis ab aliis conservari, salva moderatione concilii generalis, videlicet ut de alienis terris a tempore predicti concilii acquisitis et de cetero ac\quirendis, evolvant decimas ecclesiis quibus ratione prediorum antea solvebantur, nisi aliter cum eis duxerint componendum, alias quoque dictos fratres ab in|[cur]-

sibu[s] malignorum aliter defendatis, quod defensores iustitie ac pietatis probemini amatores Deum que vobis propitium et nos red­ datis exinde favorabiles et beni]gnos. Dat(a) apud Urbemveterem, ,n j. kal(endas) aug(usti), pontificatus nostri anno quinto. (B D)

124. I n s t r u m e n t u m o b l a t io n is e t d o n a t i o n is . 1221 gennaio, [San Marco Argentano].

Oarabona del fu Boso da San Vincenzo dona al monastero della Sambucina, in persona di Giovanni cellarario, una vigna e una terra vacua in vocabolo M a n n a r i n u s , riservandosene l’usufrutto vita naturale durante, ad eccezione di una soma di mosto all’anno, da versare al monastero predetto. O r i g i n a l e , Docc. stor. Abb. 3, 49 [A], Sul v e r s o , di mano del prin­ cipio del see. xiv: « [ ............ ] Carebone de loco qui dicitur Mannarino] (Mann« e le lettere successive, coperte da una macchia, ricalcate in epoca seriore) »; di mano del see. xiv: « in Sancto Marco »; altre annotazioni tarde. Sul r e c t o , tra le sottoscrizioni, alcune p r o b a t i o n e s p e n n a e illeggibili. (a) A Sedis ap(osto)lice con segni di riordino.

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S. Mariae de Matina etc.

294

P e rg a m en a d a n n eg g ia ta d a estese m a cc h ie d i u m id ità e p ic c o le fioritu re d i m u ffa ; lu n g o i m a rg in i la te r a li s i s c o r g o n o seg n i d i r o s ic a t in e d i t o p i ch e p era ltro n o n in ta cc a n o la scrittu ra . I l s i g n u m signa

d e ll’ a u to re n el p r o t o c o llo , n o n ch é i

e le s o t to s c r iz io n i d i « E o g e riu s d e C h risto fo ro », « Ioa n n es d e D a m ia n o »

e « Io h a n n es M a n cu s » risu lta n o d i m a n o d e l n o ta io .

* In nomine domini nostri Iesu Christi. Anno incar(nationis) eius millesimo ducentesimo vicesimo primo, mense ian(uarii) indictio­ nis I none, regnante domino nostro F r ed e bico Dei g(rati)a invictis­ simo Rom(anorum) i(m)peratore se(m)per augusto et rege Sicilie, ducatus Apulie |et principatus Capue anno vicesimo tertio. Feli­ citer, amen. * Signum manus mee Carabone filie olim Bosi de Sancto Vincentio. | Quibus itaque t(em)poribus ego prenominata Carabona, cupiens felici (con)mercio terrena pro celestibus et pro caducis et transitoriis | eterne felicitatis gaudia possidere, obtuli bona mea et spontanea voluntate in manibus fratris Iohannis vene­ rabilis cella|rarii Sa(m)buc(ine), nomine et vice ipsius reverendi mo­ nasterii Sa(m)bucin(e), qua(n)dam vineam cum terra vacua existentem loco qui |dicitur Ma(n)narinus et taliter dillimitatur: ab oriente est vinea et terra Boni Picerdi pro susceptione predictorum tarenorum hanc(h) ea(n)dem apo|dixam confirmamus. 4« Ego Eicardo de Beneta. * Ego Iohannes de Tauento.

127. H

o n o r ii

papae

III

l it t e r a e

1221 o tt o b r e

e x e c u t o r ia e

.

29, L a te ra n o .

Onorio (III), avendo l’abate e il convento della Sambucina fatto presente che il loro monastero si trova in una zona soggetta a frane e per altri motivi disagevole e richiesto pertanto l’autorizzazione di trasferire la propria comunità presso il monastero della Matina in diocesi di San Marco Argentano, attualmente in stato di abban­ dono, dà mandato all’arcivescovo di Cosenza e al vescovo di San Marco Argentano di assegnare alla predetta comunità il monastero (a) C osì A (b) Cosi A com e p a re, m a la m acchia p rod otta si su lla pergam ena potrebbe n a ­ scon d ere seg n i d i riord in o. (c) acceptis rip etu to e p o i esp u n to. (d) S op ra la p rim a m u n seg n o abbr. d el com p en d io -us su p erflu o. (e) L a s in iz ia le corr. su a ltra lettera p rin cip ia ta . (f) L a secon d a i corr. su e (g ) L a u corr. su altra lettera , fo rse a (h) S u -an- è u n segn o a bbr. (lin eetta orizzon ta le) su p erflu s. 1 D o c . p r e ce d e n te .

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299

richiesto e di autorizzarcene il trasferimento, previo accertamento delle condizioni esposte. O r ig in a le ,

D o c c . s to r. A b b . 2, 64 [A ].

c h iv io S e g re to V a tic a n o , S e g . V a t. a . v i, n . 39) [ R ] .

Sul v e r s o

R e g e s t i: (d a R ).

P otthast ,

11, c.

162 a

A t t o

r e g is t r a t o ,

(H o n o r ii

papae

III

A r­

Bullae

d i A u n a so la a n n o ta z io n e ta r d a . — .

P r e s su tti , Begesta Honorii, I I , p . 8 , n. 3662

C f. In tr o d u z io n e , p p . x x i x sg. P e rg a m e n a in d is c r e to s ta to d i c o n s e rv a z io n e , c o n le g g e ris sim e tr a c c e d i u m id ità . S u lla fa c c ia in te r n a d e l le m b o in fe r io r e d ella p l i c a , ta z io n e d e l c o m p u t a t o r

« v »;

a sin istra , l ’ a n n o ­

su q u ella estern a d e l le m b o

su p e rio re , a

d e s tra , le s ig le d e llo s c r itt o r e « .p .t. »; su l v e r s o in a lto a l c e n tr o la g ro s s a « R » d e l s e g n o d i r e g is tr a z io n e c o n la d ic itu r a « s c (r )ip t(a ) » e n tr o l ’ an ello che c o s titu is c e la p a r t e su p e rio re d ella le tte r a ; p iù in b a s s o u n a «

m

» d i t ip o on cia le

c h e , se v e r g a t a in ca n ce lle ria , p o t r e b b e c o s titu ir e la sig la d el p r o c u r a t o r . S u cia s cu n le m b o d e lla p 1 i e a

s o n o v is ib ili i d u e f o r i p e r c u i p a s s a v a il filo al

q u a le e ra a s sicu ra ta la b o lla p lu m b e a d ep èrd ita . P er

l ’ id e n tifica z io n e

d ei

d e s tin a ta ri,

l ’ a r c iv e s c o v o

L u ca

d i C osen za e il

v e s c o v o A n d r e a d i San M a rco A r g e n ta n o , c f. r is p e t tiv a m e n t e l ’ In tr o d u z io n e p p . x x v i i i s g ., e GUm s , Series episcoporum, p . 892; E u b e l , Hierarchia catholica, I , p . 325; I I , p . x x i x ; T accon e - G a xlu c ci , Begesti dei romàni pontefici, p . 440. P e r il c o n te n u to c f. d o c . η . 130.

Honorius episcopus servus servorum Dei. Venerabilibus fratri­ bus .. Cusentino archiepiscopo et .. episcopo Sancti | Marci, salu­ tem et apostolicam benedictionem. Dilecti filii . . abbas et conven­ tus Sambucin(e) Cisterciensis ordinis nobis | humiliter supplica­ runt ut, cum monasterium eorum, quod ad Romanam Ecclesiam nullo pertinet me |diante, situm sit in loco ruinoso et alias valde inepto, ita quod ibi nec secure nec comode (a) possunt esse, | ipsum ad monasterium de Matin(a) diocesis Sancti Marci personis et reli­ gione pene penitus destitutum, | quod ad Romanam Ecclesiam im­ mediate asserunt pertinere, daremus eis licentiam transferendi, ge (rentes itaque de vestra discretione fiduciam pleniorem, fraterni­ tati vestre per apostolica scripta mandamus ] quatinus, inquisita super hoc diligentius veritate, si rem inveneritis ita esse, transfe­ rendi mona|sterium ipsum ad locum predictum eis auctoritate nostra licentiam concedatis et locum assigne|tis eundem: contradictores, (a)

R

co(m)mode

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S. Mariae de Matina etc.

300

siqui fuerint, vel rebelles per censuram ecclesiasticam appellatione | postposita, compescendo. Dat(a) Laterani .m j. kal(endas) novemb(ris), j pontificatus nostri anno sexto. (B D)

128 F

r id e r ic i

R

om anorum

.

im p e r a t o r is

1222 fe b b r a io ,

II

e t

r e g is

S ic

il ia e

d ip l o m a

.

C a ssa n o a llo Io n io .

Federico II imperatore e re di Sicilia, avendogli Bono abate della Sambucina prospettato il pericolo che minaccia il monastero a causa della natura del terreno su cui sorge, soggetto a terremoti e frane, a richiesta del medesimo abate concede a lui e ai suoi confra­ telli, perché vi trasferiscano la comunità, il monastero di S. Maria della Matina, in diocesi di San Marco Argentano, fondato e dotato dai propri predecessori, già occupato dai Benedettini neri e attual­ mente in stato di quasi totale abbandono, con le relative dipendenze e possessi. O rig in a le ,

D o e c . s to r. A b b . 3, 54 [A ].

C o p ia

a u t e n t i c a

non

a n t. a l [1 7 -3 1 ] m a g g io Î2 2 4 e n o n p o s t, a l 1236 (v . d o c . n . 136), D o c c . s to r. A b b . 3, 61 [B ].

Sul

verso

d i A , d i m a n o d e l see. x x v :

« P r iv ile g iu m

d o m in i im -

« p e r a to ris F r e d e rici se cu n d i d e |tra n sla tio n e m o n a s te r ii S a b u cin e a d m o n (a s te riu m ) « M a tin e n s e p r o p t e r ru y n a m

| d ic t i m o n (a s te r ii)

S a b u cin e

[ ........................ ]

m o-

« n (a s te rii) M a tin (en sis ) » (le le tte r e , sv a n ite , fu r o n o r ic a lc a te in e p o c a su cce s siv a , a lcu n e a n ch e d u e v o lt e , d a m a n i d iv e r s e ; in q u a lch e p u n t o , sp e cie d e ll’ u ltim o r ig o , il r ic a lc o n o n seg u e i seg n i p r e ce d e n ti e r e n d e la le ttu ra im p o s s ib ile ).

R e g e s t o : B ohm er - F ic k e k , — . L a p e rg a m e n a d i A è g ra v e m e n te d a n n e g g ia ta d a ll’ u m id ità c h e h a p r o v o ­ c a t o e s te se m a cc h ie b ru n a s tre , a lte ra to la c o lo r a z io n e d e ll’ in c h io s tr o e d e te rm i­ n a to in a lcu n i p u n ti, s o p r a ttu tt o in c o rr is p o n d e n z a d i u n a p ie g a tu r a d is p o s ta in sen so n o r m a le a lla s c r ittu r a , la p u tr e fa z io n e e c o n s e g u e n te c a d u ta d e lla m e m ­ b ra n a .

In fila to n e i f o r i d e lla p l i c a

(in n u m e ro d i q u a t tr o su c ia s cu n le m b o

e d is p o s t i a fo r m a d i lo s a n g a ) s i c o n s e rv a i l filo s e r ic o r o s s o a l q u a le e r a a s sicu ra to il s ig illo p e n d e n te d e p e r d ito . L ’ e ra d i C ris to , e sp re s sa c o n la fo r m u la « in ca rn a tio n is » è ca lc o la ta v e r o s i­ m ilm e n te s e c o n d o il c o m p u to d e g li a n n i

I n c a r n a t io n is

v u lg a r e s ,

p u r n o n p o t e n d o s i e s clu d e re n é il c o m p u to p is a n o (m a v . in p r o p o s it o l ’ I n t r o d u ­ zio n e , p . L ii), n é lo s tile b iz a n tin o .

L a ta p p a d i C a ssa n o a llo Io n io n ell’ itin e -

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301

chartae vetustiores

r a r io d i F e d e r ic o I I in q u e sto p e r io d o , n o n era fin o ra d o cu m e n ta ta : p o ic h é l ’ im ­ p e r a t o r e s i t r o v a v a a C osen za il

30

g e n n a io

(B ohmer - F ic k e r , n . 1371 a), a

F o g g ia il 5 fe b b r a io (ib id ., n . *13 72 ) e p r e s s o T r o ia il 7 m a rz o

(ib id ., n . 1375),

il p r e s e n te d o c u m e n to n o n d o v r e b b e e ss ere p o s te r io r e a l 1 ° fe b b r a io , te n u to c o n t o d e lla d is ta n z a t r a C a ssa n o e F o g g ia ; la lo n ta n a n z a d i q u esta c itt à d a C osen za re n d e t u t t a v ia le g it t im o q u a lch e d u b b io su lla ta p p a d e l 5 fe b b r a io . P e r lo s c r itt o r e

c f. W ilh e lm , Eirileitung, p p . l x i i , l x i i i s g .;

Sc h a l l e r ,

D ie Kanzlei, p p . 271 sg. F r i d e r i c u s secundus divina favente clementia Bomanorum imperator semper augustus et rex Sicilie. [B]egi regum omnium, de cuius munere adiuti |imperii et regni moderamur abenas, tanto devotius recepimus honoramus, profecto imperium et regnum no­ strum tunc bene | confidimus stabiliri, et eo gloria nostra maiori stabilitate perdurat quo ipsi qui bona tribuit universa eam per ef­ fectus gratitudinem dedicamus, licet enim bonis nostris non egeat qui est bono|rum omnium plenitudo, in se tamen recipit quod in aula reponitur sancta eius et cum multiplicata feneratione restituit quod servis suis simplici comercio (d) erogatur. Hac igitur ducti | consideratione laudabili, cum tu frater B on e(e), venerabilis ab­ bas Sanbucin(e)(f) fidelis noster, ad nostram presentiam acces­ sisses, exposuisti humiliter et devote quod monasterium Sanbucin(e), tamquam in solo tremu|lo et labenti fundatum, casum mi­ natur pariter et ruinam et ex terre natura labilis ut arena (e) fun­ damenta suntP Anno incarnationis dominice .M°. ducentesimo tricesimo primo, mense |madii quarte ind(ictionis), anno vero domini(a) nostri Frederici Dei gr(ati)a magnifici |Romanorum imperatoris semper augusti decimo, regni autem Iherusalem | quarto, regni quoque Sicilie tricesimo tercio, regni vero domini nostri H erici(b)* filii | eius, eadem gr(ati)a illustris regis Sicilie, ducatus ApuJie et princi­ patus Capue, nonodecimo. |Feliciter, amen. Nobis pres[en]tibus Ricc(ardo) de Fill(in)o Cosenc(ie) iudice, Arnono filio presb(ite)ri Ioh|annis, Rog(erio) de Landò, Andr(ea) Picono, magistro Petro filio Iobannis, Kaone de [ ___ ] |et Andr(ea) Mancuso aliisque qua(m) pluribus, Rog(erius) Dalivolta, tunc baiulus imperil alis casalis Fill(in)i, preposuit(b) questionem super Iohannem de domino Leto, petens ab eo glan|dachium porcorum suorum, qui Ioh(anne)s re­ spondens dixit quod non tenebatur inde ei respon|dere nec dare glandagium, quia pater(0) eius et ipse Ioh(anne)s, tempore (d) domini regis Guill(elm)i |et huc usque habuerunt porcos et nu(n)quam glandagium dederunt, unde datum fuit |per interlocutoriam quod, si dictus baiulus probare posset quod pater dicti Iohannis vel | ipse, te(m)pore domini regis Guill(elm)i aut postea, dederunt glandagium, in antea illud | e[x]h[ig]ere teneretur ei; sin autem, dictus Ioh(anne)s hoc ad sextam manum e x c [.. . . . .]er[e] |deberet. In ter­ mino vero statuto, prefatus baiulus defecit i(n) probacione [et su]pra d[ictus] |Ioh(anne)s iuravit super sancta Dei evangelia cum Petro Desiderio, Rog(erio) Scarpino, Petro M(en)ti|sano, Thomasio de Landò et Mauro de Leone quod pater eius nec ipse, sicut dictum | est, nu(n)quam glandagium dederunt, et sic sententialiter absolvi­ mus eum ab i(m)peticione | dicti baiuli et solucione glandagii. Unde ad securitatem ipsius Iohannis et perfectam |memoriam hoc instrumentum scriptum est per manus Thome Cosenc(ie) not(arii), mei iudicis | et prescriptorum testium subscriptione munitum mense et ind(ictione) prescripta. (S) Iudex predicta Riccardus co(m)probat ista. * (a ) L a d (d )

corr. s u

a ltr a

le t t e r a , p r o b a b i l m e n t e r

A t e m p ( o r ) e c o n u n s e g n o a b b r. ( lin e e tta o r iz z o n ta le )

(b )

C osì

A

s u p e r flu o s o p r a

(o ) L a

p-

co rr. d a d

le le tt e r e p e e s s e n d o i l

c o m p e n d io - p ( o r ) - g ià r a p p r e s e n ta to d a ll a p c o n V a s ta in te r s e c a ta d a u n tr a ttin o o r iz z o n t a le .

24

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370

S. Mariae de Matina etc.

* Axnomis scripta Vulpicla co(m)probat ista. * Signum manus Rog(erii) de Landò. Ψ Signum manus Andr(ee) Picono. 4 « Signum manus prescripti magistri Petri. * Signum manus predicti Raonis. Ψ Signum manus prenominati(a> Andr(ee) Mancusi.

160. IO H A N N IS DB R O M A N IA IMPERIALIS D O AN AE D E SECRETIS E T

QUAE­

STORUM MAGISTRI SCRIPTUM CONCESSIONIS E T CONFIRMATIONIS.

1232

gennaio, Bisignano.

Giovanni d e R o m a n i a , funzionario della dogana impe­ riale d e s e c r e t i s e maestro dei questori conferma a Oddone abate e al convento (di S. Maria) della Matina la donazione fatta da Poma da Rende dei suoi possessi in Rende e della sua tenuta, fermo restando l’obbligo da parte dell’abbazia del versamento di un bisanzio all’ anno alla dogana imperiale, nel distretto del baiulo di Rende. O r i g i n a l e , Doce. stor. A b b . 4, sec.

X III:

« (qod

14 [A ].

Sul v e r s o ,

di m ano del

(così) fecit monasterio apud Renda Renda ricalcato da mano seriore sulla scrittura precedente svanita) »; sincrona: « Donna Pom a de Renda »; di mano del see. x iv : « In-

« Carta iudicii domine Pome qod

e ap(ud)

di altra mano

« stramentum domine Pom e de Renda in Renda [ ................. ] unum besancium »; di altra mano del see. x iv :

«In

Renda »; altre annotazioni tarde.

Pergamena in buono stato di conservazione, con leggere macchie di umidità e qualche piccola traccia di rosicature di topi lungo i margini laterali e superiore. Intorno all’autore v . B

ohmer-

F

ic k e r

, n. 1 8 2 7 .

I n nomine Do(m)ni, amen. Anno dominice incarnacionis eius millesimo | ducentesimo trecesimo(b> secundo, mense ianuar(ii) quinte indictionis. Exilstentibus nobis Iobanne de Rom(ania) im­ perialis doane quadragesimo secundo, et viccesimo secundo anno imperante domino |nostro Fit(ederico) Dei gr(ati)a invictissimo Eomanorum imperatore et semper augusto, regni vero Sycilie anno quadragesimo quinto et regni |Ierusalem anno septimodecimo, mense octobr(is) quintedecime indic(tionis), decimo octavo eiusdem. Dum nos Goffridus de Montefusc(u)lo, |imperialis iusticiarius a porta Eoseti usque Farum, mense madii quartedecime indic(tionis), sexto eiusdem1, apud Cotron(um) cur(iam) regeremus, | assidentibus nobis iudice Petro de Doctula de Baro et magistro Iohanne de Mileto, ma­ gister Angelus de Biterbio contra fratrem Petrum |procuratorem abbatis et conventus Sancti Ang(e)li de Frigilo legitime citatum et in nostra presenc(ia) constitutum libellum obtulit in hunc modum: | . . . 2. predictus procurator litem contestando negavit omnia proposita in libello salvis omnibus rationibus et exceptionibus suis, die suo ut(er)que(b) pars suum modum probationis |in scriptis obtulit, et datus et acceptus fuit utrique parti terminus ad proban­ dum et co(m)missa fuit audienda testium de co(mun)i voluntate ΐ< Σιγνο χήρος μονάχος Νιλο μονής Φλακηανος τανοτερα στεργο. ► fi Εγο Παβλος μονάχος μονής Φλακανου (h) τανοτερα στεργο. ψ Εγο Αρσένιος ηερομοναζοντος τανοτερα στεργο κ(αί) ιπεγραψα. ψ Σιγνο χιρος Βλάσιος μονακου μονής Φλακηανου τανοτερα στεργο. Σιγνο χιρος Γερασημου μονής Φλακηανος τανοτερα στεργο.

* Ego Eiccardus Manasse iudex qui supra. * Ego Eicc(ardus) de do(m)pno Petro predictis hom nibus(h) rogatus interfui et me su crisi(h). *

Ego

Iaconus

H te o d o r u s (h) de Piragino

rogatus

predictis

om nibus interfui et su pscrissi(h). *

Signum m anus Guill(el)m i Scanaop(r)a.

■i Signum m anus m agistri P etri L ignoli nescientis litteras, cuius nom en et cognom en ego predictus puplicus notarius m anu propria scripsi. *

Signum m anus m agistri M athei

Paribell(i)

nescientis litte­

ras, cuius nom en et cognom en ego predictus puplicus notarius m anu propria scripsi. *

Signum m anus Pascali de M usurac(a).

>* Ego Nicolaus clericus rogatus predictis interfui et subscripsi. * Ego presb(ite)r Nicolaus de Ioanacio (i) habitator Musurac(e) rogatus subscripsi. (a) A instacia(m) (b) B p(re)d(i)c(t)i (c) B et sigillo (d) A presenta et subseri-, con la seconda s nell’interlineo, su rasura dì in eos tam(en): cf. rigo sg. (e) B (con)scensim(us)

410, 413, 422, 436; tenere et possidere libere et quiete 129. tenere in suo

85, 91, 95, 114, 115, 159, 165, 197,

robore 11,

V.

curia, Evangelium , ba-

bere, iustitia, pignus, potestas, ro­ bur, solutio, tortum , tenim entum , tenem entum

60,

70,

86,

87, 91, 102, 111, 113, 114, 115, 118, 123, 124, 133, 145, 148, 149, 154, 155,

160, 161,

163,

169, 170, 173,

42, 61, 76, 77, 82,

229, 244, 272, 274, 281, 337, 338, 394,

414.

term inus

com m unis

97.

terminus grossus 337. per terminos certos designare 296. terminus (nel valore di giorno fissato, sc a d en za ) 210, 315, 317, 373. terminus constitutus

331, 354, 54,

211,

361. terminus prefixus 375, 379, 393.

174,

177, 178,

terminus statutus 369, 374. terminum

195, 197,

186, 187, 204, 205,

187, 188,

194,

223, 224,

complere 28. terminum finire 28. ter­

226,

227, 229,

230, 231, 232, 236,

237,

238, 239,

241, 249,

255,

m inum longum dare 28. terminum ad probandum dare 405, 408, 411. ter­

261,

263, 268,

276, 278, 281, 302,

minum prorogare 405. terminum sta­

313,

317, 329, 350, 354,

330, 332, 333, 335,

tuere 210.

342, 355, 386, 387, 393, 395, 400, 401, 402, 410. tenim entum

termone 57.

254,

cultum vel incultum 239. tenim en­ tum m andre v. U m b re Pagani, teni­ m entum piscarie 237. tenimentum ydoneum eligere 329, 330. tenimenta

Term ulum ,

Termoli (Campobasso). V.

Iohannes. terra 4, 5, 8, 9, 10, 11, 19, 20, 25, 26, 27, 28, 29, 32, 33, 34, 35, 35, 36, 38, 41, 42, 54,

56,

57,

58,

59, 61,

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Nomi propri e cose notevoli

95, 96, 97, 99,

86, 100,

ciarius 372; iusticiarii imperiales

94, 104,

105, 106,

63, 64, 65, 66, 68, 72, 76, 82, 87, 88, 91, 101, 102, 109,

110,

128,

114, 115,

Y. anche Calabria

107,

108,

N icolaus.

124,

Iordani.

144, 164,

Terrastri vallo 161.

180,

Terrata, de Terratis, locus q. voc. 374.

129,

131, 134,

136, 140,

149, 154,

155, 159,

166,

167, 170,

174,

181,

181,

182, 183,

184,

179, 187,

188,

197, 200,

206,

20 7,

210,

221,

189, 227,

228, 232, 237, 239,

244,

250,

251,

187,

et Terra

terrata 35. grangia 244, 313, 337, 338.

v.

Terraticalis, Terraticarius

Goffredus,

M atbeus, Sergius.

258,

262,

terraticum . terratici datio 111. terrati-

264, 268,

270, 274,

277, 279,

281,

cum solvere 111. terraticum aut her­

285,

286,

294, 295,

296, 302,

311,

baticum seu glandaticum exigere vel

314,

318,

319, 320,

328, 337,

339,

extorquere

347, 349,

351, 353,

358, 359,

terrem otus 306.

365, 367, 384, 385,

374, 377, 393, 394,

362, 382,

380, 381, 397, 398, 406,

407, 41 0,

411, 42 3, 436, 437, 441.

255,

256,

v.

Bartholom eus, Guillelmus, Iohannes,

118, 119,

145, 148, 165,

565

257,

124 sg.

v. lucrum, 389, 390. territorium 244, 297, 373. terrenus

terricella

territoria

v.

terre culte et inculte 115, 119, 149,

S. D onati, Lucium , Macbera, M alvi-

155, 200, 244, 360, 374, 397. terra

tu m , S. Marcus, Mercurii, Mesoraca,

donnica 95, 138. terre dom ite et in d o ­

Mons A ltu s, Policastrum ,

m ite 397. terra fructifera et apta 61.

tu m , S. Severina.

terra hederosa 70. terra patrim onii

Testaagnelli, Testeagnelli

138. terra dom ini regis 77. terra vacua

testam entum

42,

294,

383. terrarum

terre natura 318. terram invadere terram

104.

V.

V iv a ,

terras circumire

dim ittere terras

occupare

dere 63. Aqua

301.

divisio 34. 104. terram

obligare

298.

385, 386.

Leo, U go . 348,

367,

carta,

testificari 21, 26, 33. testim onialis testim onium

Castella M aris, Chisana, Conca, Cupa,

v.

266,

testari 64, 266.

A b ad o, A q u a Form osa, Calopetri,

V.

95,

testator 388. testatoris voluntas 385.

104. terras possi­

Baleram us,

91,

Sangine·

v.

littere.

14,

200, 211, 347,

testim onium bonum

355.

ferre 218. testi­

m onium perhibere per iuramentum

Cusentia, Cutronutn, D ivisa, Frasso,

210. testim onio roborare 415. testi­

Genicocastrum , Luccitanis, Lucium ,

m oniis uti 119, 150, 156, 245. testi­

M arana, M aria Theristena, S. Marie

monio virorum com m unire 288.

de M atina, S. M arie de Sambucina,

cautela, hom o, roborare,

M arscalci,

Mesoraoa,

Mons

Altus,

V.

testis 35, 36, 38, 57, 140, 180, 210, 211,

M ons Pilosus, M ula, S. N icolai, Ori-

249, 252, 254,

268, 270, 272,

274,

cella, Ospitale, Pafnuffio, Pantanus,

284, 351, 381,

390, 405, 427,

428,

Pauli, Petrina, Polioastrum , Quercito,

434, 437, 438. testium audieneia 408.

R occa, R ose, Sagitta, Salom onis, T a ­

testes carte 5. testium defectus 119,

cine, Turturene, S. Venere.

V. anche

150,

156,

200,

345.

testes

idonei,

dem anium , Ecclesia R om ana, fructus,

ydonei 159, 375. testium publicatio­

indigentia,

nes 219. per testes legitimos osten­

m odiatum ,

pars,

petia,

petiola, rex.

dere 211. testes recipere 346,

Terra Iordani, Iordana 326, 328, 341. tenim enta 339, 341. camerariatus

v.

V allis Gratis et Terra Iordani, iusti-

testes rogare et vocare rogare) 418, 424. Teto

v.

V.

347.

(vocare et

dictum .

T ieto.

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Indice

566

v.

textu s, testus Thalaricus

v.

concessio.

Thomas

Talaricus.

miles

185.

v.

fil.

Goffredus

Rogerii.

v. Theodorus. Telese (Benevento).

Thefanio (de), Tefani

Thom as fil. Goffridi comitis 42.

Thelesia, Thilesia,

Thom as

V.

Petrus, Robertus.

de Landò

habitans

in

vico

Filiini 140.

Theocharistus 42 2, 423.

Thomas Musca, Mussca 428, 430.

Theoderus Riçino 347.

Thomasia fil. Turgisii

Theodori (S.) eccl. diae, cardinales

v.

B obo, Gragorius, Iohannes, Matheus. Θεώδωρος εύτελής ίερεύς καί νομικός ταβουλάριος χώρας Γυναιοκάστρου 366.

vir

v.

Thomasius merescalcus

358.

13.

Thomasius palmenterius 198.

9.

Thomasius

Θεόδωρος Χλοροκόκης 262.

357, 358,

Sergius.

Thomasius de Ademario comestabulus

Θεόδορος Θεοφάνους 262.

Neapuli 207, 208.

Theodorus (S), de N id i, grangia q. die. 432.

Thomasius, Tomasius de Atri 197, 206.

Theodorus can. S. Marci 83.

Thomasius, Thom a D inanti, de Dinante

Theodoras presb.

m ag.

tabellio

367,

368.

v.

socer baro

v.

Oliverius. ux.

vallis

Gratis

50,

51,

Theodorus, Hteodorus

v.

317, 321, 374, 375, 376. m at. racena.

Iaconus.

Theodorus Barbaterra pitropus 91.

Thomasius de Landò 369.

Theodorus Castelliti senes 401.

Thomasius,

V. anche

Theodorus Clorooucius 262. Θεόδορος.

v. Iohannes. fil. v. Iohannes. v. Nicholaus. sor. v. M abilia.

cognatus

Tomasius

de

Thomasius N ervi civis Thomasius,

Marturano

S. Marci 385.

Thomasinus

fil.

v.

H em m a. sor.

Theodorus Tefani, de Thefanio senes

thuminus. thum ini frumenti

V. anche

Θεόδορος.

Θεοφάνη Καλωδαπάνου 280. υιός

V.

Tibaldus Μίκαιλ.

Θεόδορος.

ν.

M aria,

ν. Benedictus, V. anche Gerentia. Tehtis (de) v. Iohannes.

thesaurarius, thesaurarii Iohannes, Michael. Thethis, Theti,

v.

v.

v.

280.

Francus

28,

29.

Palmerius.

Robbertus.

tignum , tignum muro imponere 309. tim or v. compellere. Timotheus 263.

Μεσοράχωνος 269. Theristena

de genero

Tieto, Teto (de) Tigani

Θεοφείλακτος υιός [Περεγρίνου] πρωτοπαπ.

Oliverii

Sinistoria.

Thom e (S.) eccl. 155.

ν.

Sa­

Hallerii, Alerii 197, 198, 205. m at.

v.

Theodorus M ustara senes 400.

261, 401.

v.

imperialis iud. contractuum Cusentie

Theodorus Septempanes senes 401.

Thilesia

55.

416, 417.

Theodorus fil. fratris M ileti 280, 281.

Θεοφάνης

54,

Thomasius fil. qd. Fabiani de Griffo

Theodorus curator 269.

fr.

Sinistoria.

tiparium

v.

typarium.

titulus, titulus iustus, iuxtus 316, 326, 328, 336, 337, 338. tituli litterarum memoratorii 252.

Thelesia.

V.

emptio.

titulus [presbiteralis]. tituli

Thodoras 4, 9.

stasie,

Tholii fluminaria 361.

Apostolorum

S. AnaCalixti,

vir)

S.

Cecilie,

diocesis S. Severine 195, 210. uxor

in

Ierusalem,

211 .

Laurentii in Dam aso, S. Marci, Pa-

Tholomeus

de

Pallaria

(nobilis

Thomas abbas S. Marie de M atina 19, 24, 31. Thomas not. Cosentie 369.

S.

v.

X II,

Clementis, S. Crucis Equitii, Eudoxie,

S.

machii, Pastoris, Praxedis, S. Savine, S. Stephani in Celio

monte, S. Su-

sanne.

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Nomi propri e cose notevoli

Tocco Gaudio (Benevento). V.

Toccum ,

Henricus, Simon.

567

v.

transmittere

querela.

Transmundus not. Lucii, pubi,

im pe­

tollere 115. tollere vel diminuare sive

rialis not. terre Lucii, not. [Goffridi

contrariare 93. tollere vel minuere

baiuli Lucii], pubi. not. [Goffridi de

5, 288. tollere aut retrahere vel m i­

Carbonara domini Lucii] 81, 96, 98,

nuere

73,

74,

107,

109,

228,

239,

255, 258, 359. F . oblatio, vicania. Tom as fil. Guillelm i de Marturano 257,

transumptum

v.

trascribere

Thomasius.

Tomasius Lom bardus 77. Torano (de)

v.

Herveus.

Torbole, Turbuie (de) casalis

9, 10,

19,

25, 31.

trasfretare. trasfretare ad partes ultra marinas 40 0. Tremule serra 335.

Tom am orsellus, Tornamursellus

v.

tornator

168, 305.

F . instrumentum,

v. bulla, v. forma, verbum, trascriptum v. transcriptum,

366, 382. Tomasius

104, 115, 127, 13Ô, 132, 139. transmutacio, traxmutaccio

v. Rao.

v.

tremulus

solus.

Trestarenos,

Matheus.

Trabalea, Trabalia, Trabalis

v.

Trestarinos

v.

Basilius,

Mirabellus.

tortum , per tortum tenere 23. Guido,

Trevente, Treventa,

Trivento (Campo-

basso)

< f > . F . Berardus. tribuere 73 , 74, 361. F . assensus, li­

Ioannacius, Petrus, tractare 63. F . bonum, tradere 64, 71, 84, 126, 138, 272, 274,

centia.

363, 398. tradere [cartam] 64. tra­

Trinitatis (S.) eccl., obediencia [S. M a ­

dere in integrum 84. tradere et con­

rie] de M atina in castro Mercurii 46,

cedere 386. tradere et dare 93. tra­ dere vel offerre pro redempeione ani­ me

56. tradere atque vendere

99,

v.

47, prior, 40.

108, 227, 239, 255, 287. tradere atque

Tristainus 64.

vicaniare 72, 74, 107, 358. F . assi­

Troia, Troya,

v.

gnare, carta, concedere, dare, fideius-

ep.

sor, offerre, vendere, vicania, vivus,

Tropea,

traditio

v.

carta, donatio.

Mintumo (Latina). V.

Traiectus,

Io-

Tranehedus

de

Eubio to ( =

Kuoto

Ì)

deam devenire 140. transcriptum, trascriptum

60, 321.

transcriptum puplicum 428, 430, 435. transferre 299.

F.

conventus, m ona­

sterium. transitus, transita 57, 68, 72, 93, 99, 109,

143,

145,

159,

165,

167,

Tropea (Catanzaro),

tueri

v.

v.

Berardus.

curitas. Tullianus career

v.

S. Nicolai,

tumultus 15. tumultus seculares 16. Turbuie

v.

Torbole.

Turricelle serra 187. Turricellus

168. 321. F .

33, 54, 71,

tas 249. tuieio et- defensio 64. F . se­

turris

translatio

v.

198. tuhitio ecclesie 20. tuieio firma et tu ta 55. tuitio et perpetua securi­

184, 185, 188, 1 9 0 , 20 7 , 228, 239, translatare

comes

defendere.

255, 258,

358.

339, 342.

Anfusus. Tubagissa u x . Melis 22.

tuitio, trucio, tuhitio 26,

361. transactio, ad transactionem et coneor-

107,

Troia (Foggia)

Gualterius.

Tucsiano (de)

hannes.

Verteramus.

Trinitatis (S.) de Venusia monasterium

v.

v.

Arnaldus.

Tacine.

Turturene terre 161. S. Marie de Sam bu­

cina, monasterium.

Tuscania,

Twscania (Viterbo),

ep.

v.

Viterbium .

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568

Indice

Tuscanus, Tuscani

v.

Bonaccursus, Fu -

risius, Hugo. Tusculum,

U nbrum de Flagloso 337. uncia, untia 288, 361. untie aurei 190.

Tuscolo

Tusculanum,

79.

ep. V. Nicolaus.

uncia auri 80, 100, 104, 109, 141, 143, 146, 159, 166, 184, 198, 228, 239, 255,

v. G-rifus. Tusscanus v. Benaldus.

387, 411, 416, 422, 425; uncie optim i

tutela, tutela firma 47. tutela m ona­

auri 55; uncie auri ad pondus Cu-

259, 277, 279, 344, 355, 357, 359,

Tusscano

sterii 25, 31; ad tutelam monasterii

sentie ponderate 260.

venire 19. sub tutela et defensione

urbs, urbes

s. Sedis apostolice recipere 14.

U rbsvetus,

tutor 377, 397, 398, 418. tutus

v.

v. Messana, Panorm um . Orvieto (Terni) 289, 291,

293. Urm annus 42.

tuitio.

v.

Tydeus fil. Am pollonii 139.

U rm o Longo

typarium , tiparium 12, 21, 26, 33, 59,

Ursinus Flos 4, 9.

62, 102.

U rsetta de Tarsia 143. U rsette

v.

U cis 189. fil.

M icel, Bogerius.

Ufredus Guaram isi 190. fil. U go

v.

U lm us Longus.

v.

v.

Iohannes.

Ursio de Salerno 47.

Ugus.

H ugo.

389, 390.

U rsitta Yasapollis

U go com es 337.

v.

Urso m ag. 141. fil.

U go can. [Cusentinus] 84.

Urso (m ag.) senes 401.

U go sac. n ot. terre B ose 182.

Urso 105, 108. fil.

U go m iles fil. Ascittini m ilitis 51 sg.

Urso 192. socer

U go Cipulla 180, 213. fil.

v.

Nicolaus.

Ugo de F a i 21.

Boberti

iud.

Urso diac. fil. m ag. Iohannis Sartorii

v.

Perretta.

Urso fr . Leonis de M atina, Mantinia Bisiniani

105,

106, 107, 108, 183, 184, 227, 228. Ugo Testeagnelli m iles 56. fil.

v.

Leo.

M arcus.

4, 9. Urso Precopi 187. Ursonis

v.

Iaconus.

Ursum artio (de)

U gus, U go fil. U fredi Guaram isi 190, 191.

v.

Stefanus.

Ursus senes 402. Ursus Bibazulo presb. 95.

Ullano (de) U lm us,

106,

v. Maniachius. v. Letus.

Urso de Landò 42.

Ugo fil. B iccardi 35.

v.

Io ­

Tancredus.

de Lucio 103, 104. fr .

Ugo fil. Oliverii Pauliniani 99.

Tigone (de)

v.

Urso papa 4, 9.

U go archidiac. M atine 36, 38.

U go fil.

fil.

hannes.

v.

Alexander.

H ulm us, 107,

182.

U rm o

Ursus de Lauriniano 36. fil. Longus

105,

pertinencie 99, 183.

ultio, ultioni districte subiacere 44, 89, 120, 151, 157, 203. U m bre

Pagani,

q. die. 161,

tenim entum

162,

mandre

163.

U m b riatim , locus q. die. 353. um brum

v.

D onac[ . ]se.

U m fredus baiulus [Eogeriicatapani] 50, U m fredus archidiac. Eccl. S. Marci 70, 71, 82, 83. U m fredus

can. ecl. S. Nicholai de S.

M archo 39.

v.

Bobber-

tus. Usbernus, Yusbernus

349, 350. fil.

Gimarca, M abilia. gener u x . v. Sibilla. U scata (de)

v.

v.

v.

Bogerius.

S. Nicolay.

usualiter, usualiter [aliquid] facere pos­ se 50. usufructus 80, 294. in usufructum re­ servare 234. usufruì, usufruere 234, 388. usus 16, 17, 20, 32, 44 , 50, 68, 112, 246, 43 2 . usus boni 241. ad usus habere 25. ad usum necesse esse 11.

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Nomi propri e cose notevoli u ti V. gravam en, utilis V. congruus.

281, 319, 351, 352, 358, 374, 394, 397, 398, 414. vallo siccus 29, 319, 374.

utilitas 200, 224, 226, 236, 428, 429, 435.

V.

237, 245,

utilitas publica 191.

utilitas et com m odum 129.

569

[monasterii]

com m odum , doana, ecclesia,

v.

vallones

conis, S. Eustasii, M am blatu, M anna, S.

N icolai,

Proficu,

m onasterium . uxor, uxor legitim a 321. in uxorem legi­

V. agere.

tim a m tradere 197.

S. Anastasie, Boni, Bru-

cusi, Calcareis, Canale de O liva, D ra ­

beo,

Omoferrato,

Reotorto,

Rugiis,

Pallidello,

Reumaiore,

Sabarini,

Ru­

Sprandelli,

Terrastri, Validus rivus. valloncellus, valluncellus, 41, 42, 294.

vacare 201.

valloncellus siccus 42.

340. vacuus V. carta, vacca

vallonus 353, 437. vallonus siccus 207. possessio,

terra,

Vallonus de Quaranta, u . dic. 135.

vadiu m , vadium dare 4 7 , 54. vadu m 41, 125, 197.

V.

Vasapollis

Cusentia.

V adu m de Vespuli, locus u. dic. 440. V adus de P rato, locus q. dic. 64. Vaim arius princeps

v.

v.

Arculeus, U rsitta.

tiones 201, 246. V avosi vallis 35. veges 386. Velitre, Velletri

reddere.

v,

(Roma).

V alidus rivus, vallo q. dic. 125. vallata 35.

Velum aureum (ad)

vallatellum 62.

Veluus

ep.

vallis 29, 76, 77, 111, 197, 281, 319, 374.

V.

Bello,

G ratis,

Mercurii,

Omici-

dara, V a v o si.

V allis B ona 111, 112, 124. tenim entum 134, 149, 154.

V.

118, 125,

133,

Balerani.

Valle dei Crati,

v.

S. Georgii.

Henricus.

v.

Lauro, Pantano.

vendere 46, 54, 70, 76, 85, 124, 134,

166,

234, 251,

206,

207,

257, 260, 263, 264,

270,

167,

185,

188,

350, 351, 387, 389,

338, 339,

355, 363, 365, 383, 385, 390, 397, 414, 420, 42 3. vendere in in­ tegrum 85. vendere et concedere 352.

V allis Bona et Sallula, locus q. dic. apud Silam 102.

vendere et tradere 257, 422, 425, 436, 440.

vendere

transaetive

99,

109,

barones

228, 239, 255; vendere absolute et

Iobannes, IoDatha, Petrus, Ric-

transaetive, transaetive et absolute

V allis Gratis,

v.

v.

280, 285, 286, 328,

locus q. dic. 365.

Velletrenses

H ostia.

vena, venae 138,

V allis de S. Angelo in fonte Filachi,

in Sila, apud Sylam

v ir prudens

393, 394. vasum , vasorum et vestium benedic­

Guaimarus.

Valentonus civis S. Marci 421. valere, plus valere 441. validus

v.

Vassallus de Scalea iud.,

cardus,

Rogerius,

Tancredus,

Tbo-

masius, U go, W illelm u s. iusticiariatus: iusticiarius

v.

Matheus;

Calabria, iustificatores: not.

v. anche v. Ric-

cardus. Vallis Gratis et Terre Iordani camerariatus. camerarii imperiales cardus, n ot.

v.

Robbertus. iud.

v.

v.

Ric-

Petrus,

N icolaus.

Vallis Um idara, locus u. dic.

76, 264. V . dim ittere, m anum ittere, tradere. venditio, vendicio, vendictio, vinditio 66, 70, 71, 77, 85, 86, 99, 100, 109, 138,

139, 167,

186,

255,

257, 260,

270,

279, 286, 287,

355,

362, 363, 398, 419,

364,

383, 384, 387,

420,

422,

388,

208, 228, 239,

424,

425,

437, 440, 441. venditionis series 364. 185.

venditionem confirmare 52, 66, 185,

vallo, ballo 84, 95, 111, 114, 115, 127,

260, 285, 391. vendicionem corrum ­

129, 136, 138, 181] 192, 205, 229, 268,

pere 167. venditionem defendere 100,

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570

Indice

109,

228, 255. venditionem revocare

vie

125, 229. via carrara 337. via

352. venditionem tollere aut retra­

convicinalis 388. via publica, puplioa,

here vel minuere 100. F . earta, ear-

plubica 38, 57,

tu la,

77, 80, 97, 99, 107, 108, 114, 115,

dim issio,

donatio, instrum en­

tu m , offersio. venditor 52, 66, 85, 185, 260, 263, 285, 383. venditrix, venditris 363,

v.

Vendom ia (de)

391,

442.

R ayno.

v.

Venere (S., de S.) casalis, casale in ca­ stello S. Marci 5, 10, 19, 25, 31,

419.

eccl. 5, 10. F . Super casale S. V en e­ ris.

127, 129,

142, 145,

159,

183,

185, 187,

190, 2 2 1 , 229,

232,

251,

260, 268,

270, 285,

287,

294,

304,

33 5, 358,

365, 381,

397,

398,

Cocclati,

Venere (de S .), terra q. dic. 131.

v. delictum venire v. curia, m ors, tutela, venundare 52, 65, 66. Venusia, Venosa (Potenza) 40 . sterium v. S. Trinitatis. Venusio (de) v. Palaganus. verbo

ad

iustum verbum

nis, M alvitu m ,

63,

niam m on a­

habere

28.

transcribere

254.

defendere 98, 107, 190. vica­

niam disrumpere 190. vicaniam fa ­ vicania recipere 98,

129,

vicania recipere 98,

177. vicaniam

Vadum .

tollere aut retroare vel minuere 98. vilegium .

v.

vasu m .

v ia, v ir. veteres iurati

v.

Cas-

vicons

v.

vicem gerens regalis

v.

Nicolaus,

egritudo, m olestatio.

9.

vicus

Vigilans

V.

vigor

v.

v.

Filiini, Pratum .

Rogerius.

ius.

villa 15.

180, 192, 229, 234, 239, 255, 274,

villanus 148,

vici

v.

via 4, 8, 34, 35, 52, 99, 131, 161, 165, 337, 338. furca, furcatura

101. F . salm a,

victus 127.

gare 44, 89, 120, 151, 157, 24 6 , 307. m olestia.

vicecom es.

100,

victuale

vexatio, vessacio 293. vexationibus fa ti­

303,

373.

317; iud. delegatus

vicium 378.

sanum .

281,

190, 252,

318, 321.

hom o.

v.

189,

viciare 435. Vicinus de Spoleto civis terre Cutronis

Riccardus.

vexare, vessare

159,

F . Nicolaus,

vicem gerens

vestitus 127.

vetus

106,

vicaniare transactive 107,

vicecomes, vicons, biscons 11, 16, 19, 25, 32.

vexare.

v.

274. pro

35 8. F . tradere.

vestigium , vestigia patris sequi 17.

v.

358, 359. vi-

cere 129, 173, 190. in vicaniam , in

Verteram us prior de S. Trinitate 46.

Veteris

357,

in vicaniam tradere 97. F . carta, pri­

Verniculi tenim entum

veteranus

anche

m are 177. in vicania dare 174. in v i­

357, 358.

v.

F.

72, 74, 97, 98, 107, 129, 130,

veritatem ad liquidum noscere 266.

vestis

R u situ m .

138, 175, 190, 274,

vicaniare 54,

v.

Circla-

aqua.

ritatem inquirere 210, 299, 30 6, 347.

v.

v.

rium , Cutrum , S. D im itri, S. Ioban-

caniam dare et concedere 129. vica­

veritas, veritatem dicere 210, 266. v e ­

vessare

Silara. v ia vetus

pere 155. vicaniam privilegiis confir­

428, 430, 435.

Vespuli (de)

A pulia,

canie scriptum 173. in vicaniam acci­

venia

verbum , verbum

Sallole,

v.

66, 319, 374, 42 0 . viae

vicania territorio castelli

S. D on ati 19, 25, 31.

de

125, 184,

65,

locus.

Venere (S.) eccl. in

61, 62, 64, 72, 76,

40 3, 411, 416, 423, 437;

Venera (S.), Veneris (S.) eccl. 62, 394. venerabilis

58,

9, 10,

11, 19, 25, 32, 87, 118,

15 4 , 170,

174, 221, 232, 283.

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Nomi propri e cose notevoli villanorum

tenim enta

283.

villani

V. L eo, Rogerius. vinculum vinditio

v.

Y.

m ors,

V.

nes.

v.

Maurus.

Viterbo. Tuscanensis ep. v.

Biterbium

biensis et

Bosus.

178. vinculum eterne m ale­

dictionis 230.

V italis m ag. 137. fil. V iterbiu m ,

v.

Yincentio (de S.)

571

Viter Iohan-

Angelus,

v itis 4 2 2 , 423. vitulus 340.

venditio,

45, 46,

vivere, caste vivere et permanere 254.

47 , 87, 88, 91, 118, 127, 129, 142,

vivu s, inter vivos dare, tradere et con­

vinea 5, 9, 10, 11, 19, 25, 32, 41,

148, 149, 154, 161, 170, 174, 177, 185,

193,

194, 200, 232, 244, 252,

259,

260, 265, 266, 270, 272, 294, 295, 311, 338, 349, 361, 365, 367, 377,

389, 390, 438,

403, 405, 41 0 , 411, 4 2 2, 423, 438, 439, 4 4 1.

V.

S. Angeli de Frigilo,

S. M arie de Sambucina, S. Mauri,

v.

v.

ius, querere, rogare, testis,

volucio 76. voluntas, boluntas 33, 440. voluntas bona 52, 65 sg.; voluntas bona et 76.

voluntas

V.

donatio, irfringere.

64. in voluntate ultim a iudicare 265

[alicuius rei]

e s i­

violentia 151, 157, 210, 211. violentiam 151,

156,

202. violentiam

V.

advocatus, auctoritas, capitu­ consensus,

iudicare,

v ir . viri boni 346. viri nobiles 208, 249; Fabianus, viri probi 167, 180, 341, 382, 393, 395,

dividere 215.

413, 415,

v o x . vocem habere 212. Vuam arus princeps

v.

v.

Vulcani

silium 217. virorum prudentum con­

Vulpula gaitus 136. fil.

silium 283; v ir prudens v. Vassallus. v ir i prudentes et seniores v. Cusentia.

Vusbernus

viri religiosi 220.

v.

V.

testim onium ,

A virgari.

Virgultum 119, 149, 155, 200, 244. viridarium , virdarium 144, 145, 244,

11,

re

Iohannes.

Vulfinus de genero Francus 29.

v.

v.

Iohannes.

U sbem us,

W ieheone, locus q. dic. 281. W id elm u s abbas m onasterii S. Marie de

viridarium .

337. vis 320, 4 3 5 , 440. per v im

Guaimarus.

Vucuro (de) serro 337.

428, 430, 433, 435, 4 4 2; viri probi et veteres 4 0 0; virorum proborum con­

v.

testator,

votu m 177. votum et petitio 61. vota vovere 249.

facere 210.

375, 381,

sg.

lum ,

stere 12, 17, 21, 26, 33.

Virgaria

consensus

sincera 36. voluntas spontanea 72,

violator, violatorem

virdarium

et

74; voluntas spontanea et gratuita

violare 55, 304

v.

vocare

346, 347, 3 4 8 ,4 0 3 ,

405, 4 0 6.

exercere

expri­

138. voluntas extrem a 16. voluntas

Guillelmus.

vineale 311, 345,

Vocabulis propriis

m ere 43 , 87, 117, 148, 154, 200.

ydonea

petia, pes, S. Petri. Vinea (de)

cedere 416. vocabulum .

M atina 31. W ilielm u s fil. qd. Raynerii 37, 38. W illelm u s, Guillelmus, Guilielmus I, antea princeps, deinde rex Sicilie,

abstrahe­

ducatus Apulie et principatus Capue

20, 32. v i cogi 234. v i aut sua­

39, 46, 49, 55, 56, 59, 63, 65, 67, 70,

v.

sione cogere 145, 239, 3 5 8. v im pati

72, 74, 75, 80, 81, 83, 85. fil.

418.

rius d u x , W illelm u s rex I I . fr. v. R o ­ gerius du x. pat. v. Rogerius rex I I.

v ita, v ita honesta 302. vita regularis 43 , 87, 199. v ita m regularem profi­ teri 117, 147, 153, 305. vitam reli­ giosam eligere

V.

decessus.

117,

148,

153,

199.

R oge­

W illelm us, Guillelmus, Guilielmus, Guilelmus II rex Sicilie, ducatus Apulie et principatus Capue

58,

58, 60,

60,

61, 62, 63, 65, 67, 70, 72, 74, 75 s g .,

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Indice

572

79 sg ., 81, 83, 85, 87, 101, 111, 118. 124, 134, 149, 154, 311, 33 2, 36 9, 39 3 ,

v. Frederiv. M argarita regina, pat. v. W illelm u s I rex . fam iliares v. 394,

39 5.

consobrinus

123,

134,

138,

148, 154.

v.

nepos

Goffridus de Carbonara. W illelm u s Maniachius cappellanus 70.

cus I I . m at.

W illelm u s de Murano baro vallis Gratis

G entilis, Gualterius, Martinus, M a -

W illelm u s Peregrinus iusticiarius 54.

theus, Eiccardus.

m agistri n o t.

υ.

M atheus, Eobertu s. ducatus Apulie et principatus Ca-

100,

101, 103, 105, 106. m a t.

Sibilla regina, p at.

v.

W illelm u s fil. E ogerii iustificator 46, 47 .

W illelm u s, Guillelmus I I I rex Sicilie, pue

4 6 , '4 7 , 50 .

v.

Tancredus rex.

W illelm u s fil. E ogerii 49» 54, 55 . fr . W illelm u s

fil.

W illelm u s

W illelm u s, Guidelmus I dux [Apulie]

W iscard us

22,

23,

24, 26, 31, 33.

p a t.

v.

Eogerii

iusticiarii

59.

W illelm u s Stephanicius baro vallis G ra­

v. Bartholom eus, Nicolaus, v. Eugenius.

fam iliares

fidelis et n ot.

v.

Eogerius.

tis 50.

v. anche Guillelmus. v. Eobertus dux.

Eogge-

rius du x.

X eropotam u s 29.

W illelm u s ep. S. Marci 54, 55.

v.

Xerosicoti

L eo .

W illelm u s a b b a s. m onasterii S. M arie E equisite 87.

ydoneus

W illelm u s presb. 212. W illelm u s not.

civitatis

W illelm u s 77. fr .

v.

Cusencie

84.

A skittinus.

W illelm u s de A cre 95, 96. W illelm u s fil. A ngelm erii 94. W illelm u s B onifacii 59. W illelm u s Castrumvellus com es 54. W illelm u s Fallicurti 70. W illelm u s Faluca 162. W illelm u s, Guillelmus, Guilielmus fil.

v.

Y dron tu m ,

idoneus.

Otranto (Lecce). V.

Guilel-

m us.

v. Guido, Guillelmus. v. Μαλβιτος.

Y p a to (de) υποψήφιος

Y sa a c can. Cusentinus 193, 233. Ysabella u x . Michahelis Culipatini 253, 254. Y ta lia

v.

Italia.

Y v u s 28. fil.

v.

Gottofridus.

Goffridi [Loritelli] com itis Catanzarii dom inus L ucii 42 , 67, 68, 87, 93, 118,

Zacharie (S.) eccl.

v.

S. H elye.

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Y. V O C A B O L I N O N R E G IS T R A T I N E I L E S S IC I D E L E O R C E L L IN I E D E L D U C A N G E -F A Y R E

(Sono omesse nel presente indice le semplici varianti grafiche e le varianti fonetiche piü comuni: le diverse forme attestate per un medesimo vocabolo possono leggersi nell’Indice dei nomi propri e delle cose notevoli. Le sigle A ., C., F ., R . rinviano rispettivamente al Saggio di toponom astica dell’A lessio , al Glossarium del du Cange , al Lexicon del F orcellini e al Dizionario dialettale del R ohlfs. Si aggiungono, a chiusura dell’indice, alcune espressioni volgari o nettamente dia­ lettali, per la maggior parte attestate nelle annotazioni tergali delle pergamene).

accatum ,

e

acquisto 207

(e/. C. accapitum

actoritas actorizare

per per

per excadentia 187. per excadentia 232. calcara per calcaria 17. cammararius per camerarius cadantia

cadentia

R . accattu). auctoritas 20. auctorizare 20.

per eàdem 187. afflnire per finibus delimitare

338

(cf.

(gr.

κασ­

R . cam m ara = camera),

adem

95, 127,

per

capstrisius

castrisius 171

τρίσιος).

138.

per homagium (?) 311. antiparte 140, 141. appignatio, cessione in pegno 80, 81. arciepixcopus per archiepiscopus 168. assendere per ascendere 29, 84. aufferre per auferre 84. austrionalis, meridionale 91 (cf. F . aualm agium antepars,

strinalis).

per

per

carraria

142, 337

(cf.

R.

carrara).

(cf. F . casalis). dimin. di castanetum 85. cecidet per cadit opp. cecidit (?) 93. cercitum per quercetum 398 (cf. R . cercasile

per

casale 270

castanitellum

zitu).

per quercetum 397 (v. voce prec.). cisina per cesina 42 (cf. R . eesina). d o sa per elusa 95. cobrrucio per corruptio 91. collubium per conludium 188. com m enduit per com m endavit 36. com m iscerimus per com m iserimus 167. com para per com pera 22, 23. com perator per com parator 65. competenticus per com petens 46, 54. concordea per concordia 140. condempnatorius, di condanna 406. circitum

bardarius, sellaio 185, 186 daru, bardaru). biscons

carrara

(cf.

R . var-

vicecomes 27, 28.

bianca per banca (?) R . vancu). boira per boreas vuória).

9 (cf.

319

(cf.

C. blancha, R.

vójira,

per privilegium 42. per privilegium 188. tamerice 319, 374 (cf. R . vruca

brevilegium brivilegium

bruca, e A . n. 2695).

37

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Indice

574

per finis 393 (v. voce finayta). per contigerit 140. corverserius per eorversarius 85, 264. cosquina, bosco di lecci (?) 294 (c/. R . cuschinu e A . n . 2036). crisimum per sententia 316 (gr. κρίσιμον) crism um per sententia 318, 429, 430 (v. voce prec.). confinayta

contitigerit

garantire

guarentire,

82, 190, 234, 235,

(cf. C.

264, 295, 388, 42 0, 441 tare

s. v.

varen-

warantus).

garantire (v. voce prec.).

guarentiscare,

per appignatio = pignus 80. per impignorare 361. inantestare per antestare 85, 136, 186, im pignatio

impignerare

260, 285, 383, 384, 391, 416.

per dem anium 339. dillimitare per delimitare 263, 264, disfatns per prefatus 136. dissedere per discedere 244. dissendere per discendere 244. dum pla per dupla 23. dupplus per duplus 186, 260, 285, demaneum

297,

364,

ecatapanus

384,

per

per

eceptio

per antestare 52, 257 (v. voce prec.). innantestare per antestare 66 (v. voce inantistare

294.

inantestare).

per

innantistare

antestare 182

(v. voce

prec.). 286,

391.

kartula

catapanus 48 , 50.

per

chartula 57, 93.

per lactares 425, 426. pianta velenosa 395 (cf. R .

lactare [oves]

exceptio 420.

landrum ,

per eleemosyna 283. per electio 245. et pure, eppure, e anche 170. evaquare per evacuare 190. exapcio per exactio 339. excom putare, contare in meno, scontare

elemoscina

landra).

elepcio

per

exem ptio 246.

per

exita = exitus

9 (cf.

C. m a-

pianta velenosa 395. pianta velenosa 395 (v.

m am blachia,

m am blachium , mandritta,

exonium 211 (c/. C. exoina). exuta

m acellum

checarii = macellarii),

voce prec.). recinti riservati alle ma/ndre

80, 387. exercio

per

machellum

329, 33 0, 332, 338.

(cf.

93

R.

esciuta).

per morgincap 95, 138. per morgincap 190 (v. voce prec.). morgincapu per morgincap 182 (v. voce morgincaph

morgincapium

per finis 84 (v. voce finayta). per finis 334. finayta per finis 65, 66, 85, 135, 136, finaita finale

181, 185,

192,

335, 363, 383,

m orgincaph).

194, 25 1, 260, 285,

nam ofylatus

389,

nessire

390, 393, 394,

(cf. R . finaita). per fines 365. fluminaria per flumaria 361 (cf. Xumara e A . n . 1423).

per

171

nom ofilata 175

395, 416

(v. voce

nomofilata).

nescire 22, 29.

(gr.

νομοφύλαξ).

fineales

R.

olevastretum , oliaster

glandachium grangia 150,

per 152,

per glandaticum

369.

grancia 88, 89, 120, 133, 156, 169,

170,

202, 244,

246, 313, 337, 338, 400, 401, 402, 432. guarentes, rantus).

garanti

165, 190

(cf.

C. wa-

campo di ulivi selvatici

381.

per

oliastretum,

(cf. voce

olivaster 29.

campo di ulivi selvatici 380

olevastretum ).

campo di ulivi selvatici (cf. voce prec.). olivastrum per oleastrum 268. oviare per obviare 355. olivastretum , 365

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Vocaboli non registrati

per parmentarius 198. muta [di buoi aggiogati] 100 paricchia, paricchiu e it. pari­

palmenterius pariooMa,

(cf.

E.

glia).

muta [di buoi aggiogati] 110, 111 (v. voce prec.). pariohia, muta [di buoi aggiogati] 133 (v. voce paricchia). paricla, muta [di buoi aggiogati] 101, 134 (v. voce paricchia). parmenterius per parmentarius 76, 77 (v. voce palmenterius). partificare, condividere, possedere in parte 68. paricela,

pasere per pascere 325. petraracium ,

petraia

394

(cf.

E . petra-

armato di picca (?) 356. pinnatarius per pignàtarius 136. piscara per piscaria 223 (cf. E . piscara). pitropus per epitropus 91. piaccia per platea (?) 9. planetum , piccola pianura 414 (cf. E . picularius,

praju).

per saisire 54, 159, 165. per salm ata 9. scainatia per excadentia (?) 68. schinus, lentisco (cf. C. schinus) opp. rupe (cf. E . schinu) (?) 319. scoputare, contare in meno, scontare 439 (v. voce excom putare). scupatorium, campo di erica (?) 61 (cf. E . scupa, scupariellu). septencia per sententia 244, 246. serro per serra 281, 337. siccemorus, sicomoro 416. sinus, lentisco opp. rupe (?) 374 (v. voce sagiscere salmatus

suberitum ,

sughereto 365. sottosacrista 179.

subsacrista,

subtenuta 170. tassum , termone

pianta velenosa 395 (cf. E . tassu) per terminus 57 (cf. E . ter-

m óniu).

pluina [aqua], piovana 309. plumbeta [bulla] per plumbea 171. Procter per propter 91. protepcio per protectio 243. proteptio per protectio 336, 337 (v.

voce prec.). prothospaltus

v.

per

transita

transitus 57, 68, 93, 165.

per transmutatio 168. per sustulerit 5.

traxm utaccio tuli erit

um brum ,

luogo ombreggiato

281

(cf.

E.

um bru).

prothopsalti 320 (et)

moneta di valore imprecisato 171,

349.

schinus).

rizzu).

pure

rigatus,

575

318

(gr. πρωτοψάλτης), (v. voce prec.).

usufruere

per

usu fruì 234.

piccola vallata 62. per vellent 211. permuta 63, 72, 74, 97, 98,

107,

129,

174,

vallatellum ,

et pure.

vellerent

per hereditarii = heredes per reddituri 84. refrudium per refudium 80. remelioratio, migliorìa 107. retroare per retroagere, retractare reditarii

23.

cam biu

325.

per

57,

107,

francu

317.

con la

191.

138,

155,

173,

190, 274, 357, 358, 359. permutare 54, 72, 74, 106, 159, 189, 190, 252, 357, 358, 358. per vicecom es 36. 177,

emprunt (a) 296

191.

cam m erlingo cu la

175,

130,

vicaniare, vicons

66, 98.

bestiam e

vicania,

128,

redituri

illooo

(cf.

E . im prontu).

325. per

in loco 207.

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576

Indice

inlloco

per

in loco

256.

325. instrumento 191.

poza

per

325.

possa

inperaturi

m etate paise

per

m età

robbe

382.

325 (cf. R . paise). per petia (una) 263.

petio (uno)

soa

253 (cf.

per

terri tuttu

R . rrobba).

sua, soe

per

sue 47,

253.

314. 325.

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Y I.

OPERE CITATE CON ABBREVIAZIONE

Saggio di toponomastica calabrese, Firenze, 1939 (Biblio­ teca deU'« Archivum Romanicum » d ir e tta d a G. B e r t o n i , ser. n , 25). A n o n y m i V a t ic a n i Historia Sicula ab ingressu Normannorum in Apuliam usque ad annum 1282 . . . a Iohanne Baptista Ca r u s io ed......... in L . A . M u r a t o r i , Rerum Italicarum scriptores . . . V i l i , Mediolani, 1726, coll. 7 4 5-80 . Archivio di Stato di Napoli, Archivi privati, Inventario sommario, I, Roma, 1953 (Ministero dell’interno, Pubblicazioni degli archivi di Stato, X I ) (Ar­ chivio Sanseverino di Bisignano a cura di Jolanda D o n s ì G e n t il e , pp. x i -

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grafia dell’ Università di Roma). 10. — Due documenti per la storia della 11.

Terra santa, in Ballettino dett’«Archivio paleografico italiano », nuova serie, I (1955), pp. 125-36. — Note di diplomatica vescovile beneventana, parte I: Vescovi e arcivescovi di Benevento (secoli VIII-XIH), in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei, Rendiconti della classe di scienze morali, storiche e filologiche, ser. v ili, V

(1950), pp. 4 2 5-49 . 12. — Più (Le) antiche carte VIII-XIII), Roma, 1950

dell'abbazia di San Modesto in Benevento (secoli (Regesta chartarum Italiae dell’ Istituto storico ita­

liano per il medio evo, 33). 13. — Suppliche pontificie dei secoli

XIII e XIV, in Ballettino dell’Istituto storico italiano per il medio evo e Archivio muratoriano, 67 (1955), pp. 1—187.

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578

Indice

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XII

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29.

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579

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42.

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Diber (Le) censuum de l’Eglise romaine ..., (Bibliothèque des Écoles françaises d’Athènes

2e sér., V I).

F a v r e , Léopold. V . n. 48. F i c k e r , Julius. V . n. 16. C a n d i d a , Riccardo. Appunti di cronografia per l’Italia meri­ Gli archivi italiani, I (1914), pp. 136-49 . Giovanni. Della Calabria illustrata ..., II . . . accresciuto da D om e­

44. F i l a n g ie r i

dionale, 45. F i o r e , nico

da

di

in

B adolato . . . ,

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580

Indice

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Decretalium collectiones, Graz, 1955. Series episcoporum Ecclesiae catholicae quotquot in­ notuerunt a beato Petro apostolo . . . , Ratisbonae, 1873 (ristampa: Graz,

50. G a m s , Pius Bonifacius. 1957).

Per la storia dei sec. x i e x n . Miscellanea diplomatica. La contea di Paternò e i de Luci, in Archivio storico per la Sicilia orien­

51. G a r u f i , Carlo Alberto. Ili:

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52. G a u fr e d u s M a l a t e r r a .

Bologna, [1928].

Italie (L’) meridionale et Vempire byzantin depuis Vavènement de Basile 1er jusqu’à la prise de Bari par les Normands (867-1071), Paris, 1904 (Bibliothèque des Écoles françaises d’Athènes et de Rome..., 90). — Papes (Les) du X I e siècle et la chrétienté, Paris, 1926 (Bibliothèque de l’enseignement de l’histoire ecclésiastique). Gr ec o , Giacomo Sillaneo. Ioachim abbatis et Florensis ordinis chronologia . . . ,

53. G a t , Jules.

54.

55.

Cosenza 1612. d e L a u d e . Magni divinique prophetae beati Ioannis Ioachim ab­ batis sacri Cisterciensis ordinis monasterii Floris et Florensis ordinis institutoris hergasiarum alethia apologetica sive mirabilium veritas defensa, auctore reve­

56. G reg or iu s

rendissimo patre d. Gregorio de Laude, alias de Lauro . . . , Neapoli, 1660. 57. G r o t e f e n d , Herman.

der Neuzeit, 2. schaft. . . hrsg. 58. G u illau m e

Abriss der Chronologie des deutschen Mittelalters und (Grundriss der Geschichtswissen-

AufL, L eipzig-B erlin, 1912 von A loy s M e is t e r , I, 3).

de

J u m iè g e s .

Gesta Normannorum ducum,

éd. critique

par

Jean M a r x , R ouen-P aris, 1914.

O r d e r ic i V ita lis e t R o b e rt i Gesta ducum Normannorum, ed. Georgius W a it z , in Monumenta Germaniae historica, Scriptorum t. X X V I , Hannoverae, 1882, pp. 4—11. H e f e l e , Charles Joseph. Histoire des conciles d’après les documents originaux...,

59. G u ille lm i G e m m eticen sis ,

60.

nouvelle

trad, française . . . corrigée et augmentée . . . par

H . L e clercq ,

IV , π , Paris, 1911; V , i, ivi, 1912; V , il, ivi, 1913.

Geschichte der Normannen in TJnteritalien und Sicilien bis zum Aussterben des normannischen Kônigshauses, I (il solo

61. H e in e m a n n (V o n ), L oth ar. pubblicato), Leipzig, 1894.

E . Sizilische (Der) Grosshof unter Kaiser Friedrich II. Etne Verwaltungsgeschichtliche Studie, Leipzig, 1940 (Schriften des Reichsinstituts fur àttere deutsche Geschichtskunde {Monumenta Germaniae historica], 4). Historia Sicula. V . n. 2.

62. H e u p e l , W ilh elm

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581

Opere citate con abbreviazione

Taxae pro communibus servitiis ex libris obligatio­ num ab asino 1295 usque ad annum 1455 confectis..., Città del Vaticano, 1949 (Studi e Testi, 144).

68. H o b e r g , Hermannus.

H o f m a n n , Johann Baptist. V . n. 121.

Privileg (Das) Alexanders II. für S. Maria Mattina, Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken,

64. H o l t z m a n n , W alther.

in

X X X IV

(1954), pp. 6 5 -8 7 .

65. H u i l l a r d - B

réholles,

secundi . . .,

Jean -L ou is-A lph on se.

Historia diplomatica Friderici

IV , i, Parisiis, 1854.

66. J a f f é , P h ilippus.

Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad an­

n u m p o st C h ristu m

n atu m M C X G V I I I , 2 ed. correctam et auctam auspiciis

W a tten b a ch curaverunt Samuel L o e w e n f e l d , Ferdinandus K a lt e n b r u n n e r , Paulus E w a l d , I, Lipsiae, 1885 (ristampa: Graz, 1956). Gulielmi

Admiral Eugenius of Sicily. His life and work and the au­ thorship of the « Epistola ad Petrum » and the « Historia Hugonis Falcandi Siculi », London, 1957. — Note e documenti per la storia dei conti normanni di Catanzaro, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, I (1931), pp. 4 5 1 -7 0 . J a n a u s c h e k , Leopoldus. Originum Cisterciensium . . . I, Vindobonae, 1877. J o n g e l i n , Gaspar. Notitia abbatiarum ordinis Cisterciensis per orbem univer­ sum . . . , Coloniae Agrippinae, 1640. K a n t o r o w ic z , Ernst. Kaiser Friedrich der Zweite, Berlin, 1927. Ergànzungsband: Quellennachweise und Excurse, iv i, 1931. K a tt e r b a c h , Bruno - Silv a - T a r o u c a , Carolus. Epistolae et instrumenta saeculi XiII . . . , apud Bibliothecam Vaticanam , 1930 (Exempla scriptura­ rum . . . , II). K e h r , K a rl Andreas. Urkunden (Hie) der normannischr-sicilischen Kônige. Eine diplomatische Untersuchung, Innsbruck, 1902. K l e w i t z , H an s-W a lter. Anfange (Die) des Cistercienserordens im normannischsizilischen Kônigreich, in Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benediktiner-Ordens und seiner Zweige, 52 (1934), pp. 2 3 6 -5 1 .

67. J a m is o n , E velyn.

68. 69. 70. 71.

72.

73. 74.

— V . n. 20.

75. —

Nachrichten, recens, a G. M a rc h e se , La Badia di Sambucina [v . Neues Archiv der Geséllschaft für altere deutsche Geschichtskunde, L

in

η. 82], (1935),

pp. 746 sg., n. 278. 76. — Studien über die

Wiederherstéllung der rômischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, X X V (1 933-34), pp. 10 5-57.

L a u d e (d e ), Gregorius. V . n. 56. L e c l e r c q , Henri. V . n. 60. 77. L e n o r m a n t , François. La Grande-Grèce. Paris,

Paysages et histoire,

I -II,

2e éd.,

1881; I I I , ivi, 1884.

L e P r é v o s t , Augustus. V . n. 92.

Liber censuum Romanae Ecclesiae. L o e w e n f e l d , Samuel. V . η . 66. 78. L u b i n , Augustinus. Abbatiarum

V . η. 43.

Italiae brevis notitia . . ., Rom ae, 1693. Virtutum b. Jbachimi synopsis, in Ada

79. L u ca archiepiscopu s Cu se n tin u s .

sanctorum maii .. .,

V I I , Antverpiae,

1688, pp, 93 sg.

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582

Indice

80. M a b il l o n , Io h a n n e s .

A n n a les ord in is s. B en ed icti occid en talium m onachorum

patriarch ae . . . , V , L u ca e , 1740. M a l a t e e r a G a u f r e d u s . V . η . 52. 81. M a n r i q u e , A n g e lu s . cond ito

C istercien siu m

seu v eriu s ecclesiasticorum an n a liu m

G istercio . . . , I I , L u g d u n i,

1642; I I I , iv i,

a

1649; I V , iv i, 1659.

82. M archese, G iu se p p e . B a d ia (L a ) d i S am bu cin a (S aggio storico su l m ovim ento cistercen se n el m ezzogiorn o d 'Ita lia ) . . . ,

L e c c e , [1 9 3 2 ], [C f. n . 75].

83. M a r t i r e , D o m e n ic o . C alabria (L a ) sacra e p r o f a n a . . . , I I , C osen za , 1878. M a r x , J e a n . V . n . 58. M e i l l e t , A n to in e . V . n . 40. 84. M é n a g e r , L é o n - R o b e r t . N otes critiqu es su r l'A r ch iv io

capitolare

ita lia n o », n u o v a

di

se rie ,

C atan ia,

in

quelques

B a llettin o

d iplôm es n orm and s de

dett’ e A rc h iv io

paleografico

I I —I I I (1 9 5 6 -1 9 5 7 ), p a rte n , p p . 1 4 5 -7 4 .

85. M e r c a t i , G io v a n n i. P e r la storia d ei m a noscritti g reci d i G enova, d i va rie badie b a silia n e d ’Ita lia e d i P a tm o , C ittà d e l V a tic a n o , 1935 (S tud i e testi, 6 8 ). 8 6 . M i n a s i , G io v a n n i. C h iese

(L e)

d i C alabria dal qu in to a l d uodecim o secolo.

C en n i storici. N a p o li, 1896. 87. M o l l a t , G u illa u m e . J ea n

X X II

(1 3 1 6 -1 3 3 4 ).

L ettres

com m u n es analysées

d ’a p rès les registres d its d ’ A v ig n o n et du V a tica n , V , P a r is , 1909 (B ib lioth è­ que des É coles fra n ça ises d ’A th èn es et de B orne, 3e sér., 1 b is ); V I I , iv i, 1919 (id . id .). M o n g it o r e , A n t o n in o . V . η . 95. 8 8 . M o n t i , G en n a ro M a ria . T esto

in S tu d i d i storia e d iritto

(II) e la storia esterna delle A s s is e norm ann e, in

on ore

di

Carlo

C alisse,

I, M ila n o [19 40 ],

p p . 2 9 3 -3 4 8 . 89. M o n t r o n d ( d e ), M a x im e . D ictio n n a ir e des abbayes et m onastères ou h istoire des établissem ents r elig ieu x érigés en tout tem ps et en tous lie u x à la d estina­ tio n des régu liers des d eu x sexes . . . , P a r is , 1856 (T ro isièm e et d ern ière e n ­ cyclop éd ie théologique, S érie de d iction n a ires su r toutes les p a rties de la science relig ieu se,

X V I).

90. M o r o n i , G a e ta n o . D iz io n a rio

d i eru d izion e storico-ecclesiastica da s. P ietro

sin o a i n ostri g io rn i, X C I V , V en ezia , 1859. M u r a t o r i , L u d o v ic o A n to n io . V . n n . 2, 52, 111. 91. O r d e r i c i V it a l is H isto ria ecclesiastica, e d . G e o rg iu s W G erm an iae

historica,

S crip toru m

92. — H isto ria e ecclesiasticae lib ri tred ecim , e d . A u g u s tu s

in M on u m en ta

a it z

t. X X V I , H a n n o v e ra e ,

1882, p p . 1 1 -2 8 .

L e P r é v o s t , I, P a r i­

s iis, 1838; I I , iv i, 1840; I I I , iv i, 1845; I V , iv i, 1852; V , iv i, 1855. -

V . n . 59.

P a g i u s , A n to n iu s . V . n . 5. 93. P a l a n z a , A lb in a . P e r u n conte n orm anno d i A v e llin o , in A r c h iv io storico p e r le p ro v in ce n apoletan e, X L I (1 9 1 6 -1 7 ),

p p . 1 2 4 -3 7 , 5 1 6 -2 8 ;

X L I I (1917—

18), p p . 6 8 -7 8 . 94. P a l u m b o , P ie r F a u s to . A tti (G li) d i T an cred i e G uglielm o I I I d i S icilia . L a d isp ersion e degli atti dell’u ltim a cancelleria n orm ann a, in

V ili

cen ten ario

della m orte d i B u g gero I I . A tti del Convegno in tem a z ion a le d i S tud i B u gger ia n i (2 1 -2 5 a p rile 19 5 4 ), I I , P a le rm o , p a tr ia -

1955 (S o c ie tà

S icilia n a d i s to ria

P a le r m o ), p p . 4 6 5 -5 4 3 .

P erin , J o s e p h . V . n . 47.

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583

Opere citate con abbreviazione 95. P irro , R o c c h u s . S ic ilia sacra d isq u isition ib u s et n o titiis illustrata . .

3 ed.

e m e n d a ta e t c o n tin u a tio n e a u c ta c u r a e t s tu d io A n t o n in i M ongitore . . . , I —I I , P a n o r m i, 1733. 96. P ometti, F r a n ce s co . Carte delle abbazie d i S . M a r ia d i Corazzo e d i S . G iu ­ lia n o d i B o c ca F a lh icca i n C alabria (C ontributo alla storia degli o rd in i r eli­ g io si), in S tu d i e docu m enti d i storia e d iritto, X X I I X X I I I (1 9 02 ), p p . 1 1 -4 7 . 97. P ontieri , E r n e s to . A b b a zia

(L ')

(1901), p p . 241—306;

benedettina d i S a n t’E u fe m ia i n

Calabria

e l’abate B ob erto d i G rcm tm esnil, in A r c h iv io storico p e r la S ic ilia orientale, X X I I [2 s e r., I I ] (1926), p p . 9 2 -1 1 5 . -

Y . n . 52. 98. P otthast , A u g u s tu s . B egesta p on tificu m B om a n oru m in d e ab a . p o st Christum nutu m M C X C V I I I ad a. M C C C IV , I —I I , B e r o lin i, 1874, 1875 (rista m p a : G ra z, 1957). 99. P ratesi , A le s s a n d ro . Centro ( U n) scrittorio scon osciu to n ell’Ita lia m erid ion ale, in B a llettin o

dell’ « A r c h iv io

paleografico

ita lia n o », n u o v a

serie,

II-III

(1 9 5 6 -1 9 5 7 ), p a r t e n , p p . 3 0 9 -2 1 . 100. — « Chartae rescrip ta e » del secolo X I p ro v en ien ti da A r ia n o I r p in o , in B u ilettin o dell’Istitu to storico ita lia n o p e r i l m ed io evo e A r c h iv io m uratoriano, 68

(1956), p p . 1 6 5 -2 0 2 .

101. — D ip lo m a ta regum S ic ilia e de gen te N orm a n n oru m , I d ei r e n orm a n n i d i

docu m enti orig in a li

a c u r a d i A n to n in o D e Stefano e F r a n c o

S ic ilia . . .

B artoloni, fa s e . I I , R o m a - P a le r m o , 1954 (S o c ie tà s icilia n a d i s to ria p a ­ t r ia - P a le rm o ) = 1954 (Is titu to

A r c h iv io

paleografico ita lia n o,

102. — N o te d i d iplom atica vescovile beneventana. (secoli

X IV ,

fa s e.

61,

R om a,

d i p a le o g ra fia d e ll’ U n iv e rs ità d i R o m a ).

X - X I I I ) , in

B a llettin o

P a r te I I : V escov i

dell'n A r c h iv io

paleografico

su ffra ga m i

ita lia n o », n u o v a

s e rie , I (1955), p p . 1 9 -9 1 . 103. — Q uestion e (U n a ) d i m etodo: l’ ed izion e delle fo n ti docum entarie, in B assegna degli a rch iv i d i Stato, X Y I I (1957), p p . 3 1 2 -3 3 . 104. — B o g u s — rogatus, in A rc h iv u m L a tin ita tis m e d ii a ev i (B u lletin du Cange), X X I I (1 9 5 1 -5 2 ), p p . 3 3 -6 1 . 105. P resstjtti, P e tru s. B egesta H o n o r ii p a p a e I I I

X III

p o n tificis

m a x im i

ex

V a tica n is

iu ss u et m u n ificen tia L eo n is

arch etypis

a liisqu e

fo n tib u s . . . , I,

R o m a e , 1888; I I , iv i, 1895.

R ichter , L u d w ig . V . η . 4 9 . 106. R ies , Robert. B egesten der K a is e r in

Constanze, K ô n i g i n v on

S izilien , Ge-

m a h lin H ein rich s V I ., in Q uellen u n d F orsch u n gen (eus italien isch en A rc h iv en u n d Bibliothelcen, X V I I I (19 26 ), p p . 3 0 -1 0 0 . 107. R ohlfs, G e rh a rd . D iz io n a rio dialettale delle tre Calabrie, con n ote etim ologiche e u n 'in trod u zion e sulla storia d ei dialetti calabresi, I, H a lle -M jla n o , 1 9 3 2 -3 4 ; I I , iv i, 1 9 3 4 -3 8 ; I I I , iv i, 1939. 108. R ondinini , P h ilip p u s . M on a sterii

Sanctae

M a ria e et S an ctorum

et P a u li de Casaem ario brevis h is to r ia . . . , 109. R ousselot, X a v ie r . J oa ch im

de F lo re, in

R om ae,

I o h a n n is

1707.

É tu d e d ’ histoire relig ieu se a u x

X I I et X I I I siècles, P a ris , 1867, p p . 1 3 -1 2 2 .

110. R u s s i , M ich e le . P aleografia e d ip lom a tica de' d ocu m enti delle p rov in ce n a p olita n e,

N a p o li, 1883.

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584

Indice

111. R yccardi D e Sancto Germano n o ta r ii C hronica, in L . A . Muratori, R e ­ r u m Ita lica ru m S criptores, V I I , π , n u o v a e d . a cu ra d i C a rlo A lb e r to Ga kufi ,

B o lo g n a [1 9 3 7 -3 8 ].

112. Schaller , H a n s M a rtin . K a n z le i (D ie) K a is e r F ried rich s I I .

I h r P erson a l

u n d ih r S prach stil. E s te r T e ii, in A r c h ie fiir D iplom atile, Schriftgeschichte, S ie g e l- u n d W a p p en k u n d e in V e rb in d u n g m it H e in rich B uttnek u n d K a r J ordan h rs g . v o n E d m u n d E . Stengel , 3 (19 57 ), p p . 2 0 7 -8 6 . 113. S cheffer - B oichorst , P a u l. G esetz (D a s) K a is e r F r ied ric h 's I I . « D e r e sil g n a n d is p r iv ile g iis », in Sitzu ngsberichte der k ôn ig lich p reu ssisch en A k a d em ie d er W issen sch a ften zu B erlin , 1900, I H a lb b d ., p p . 1 3 2 -6 2 . 114. Schipa , M ich ela n g elo. S toria del p rin cip a to longobardo d i Salerno, N a p o li, 1887 (e in A rc h iv io storico p e r le p rov in ce n apoletane, X I I [18 87 ], p p . 7 9 137, 2 0 9 -6 4 , 5 1 2 -8 8 , 7 4 0 -7 7 ). 115. Schmitz- K allenberg , L u d w ig . P a p stu rku n d en , in

T hommen u n d

L . Schmitz- K allenberg ,

U rkundenlehre v o n

2. A u fl., L e ip z ig -B e r lin ,

(G ru nd riss d er G esch ichtsw issen schaft. . . h rs g . v o n

A lo y s

K.

1913

Meister , I , 2),

p p . 5 6 -1 1 6 .

Sillaneo , G ia c o m o . V . n . 55. Silva - T arouca , C a rolu s. V . n . 72. Statata ca p itu loru m gen eraliu m o rd in is C is te r c ie n s is . . . V . n . 23. 116. Sthamer , E d u a rd .

D ie

H au ptstrassen

des

K ô n ig r eic h s

S ic ilie n

im

13.

Jahrhundert, in S tu d i d i storia n apoletan a i n on ore d i M ichelangelo S ch ipa, N a p o li, 1926, p p . 9 7 -1 1 2 . 117. T accone-G allucci, D o m e n ic o . R egesti d ei rom a n i pon tefici p e r le C hiese della Calabria . . . , R o m a , 1902. 118. T oeche , T h e o d o r . K a is e r H e in r ich V I ., L e ip z ig , 1867 schen

(Jahrbiieher der deut-

G eschichte).

119. U ghelli, F e rd in a n d u s . I ta lia ru m a d ia c e n tiu m . . . , I, 2 e d .

sacra

s iv e de e p isco p is

Ita lia e et

in su la -

a u cta e t e m e n d a ta c u r a e t stu d io N ic o la i

Coleti . . . , V e n e tiis , 1717; I X , iv i, 1721. 120. V endola , D o m e n ic o . R a tion es decim arum Ita lia e n ei secoli x i i l

e X ir.

A p u lia , L u ca n ia , Calabria, C ittà d e l V a tica n o , 1939 (S tud i e testi, 84). 121. W alde , A lo is . L a tein isch es etym ologisches W orterbuch.

3. n eu a rb e ite te A u fl.

v o n J o h a n n B a p tis t H ofmann , I , H eid elb erg, 1938; I I , iv i, 1954 (In dogerm a nisch e B ib lioth ék b e g rü n d e t v o n H . H irt u n d W . Streitberg , h rsg. v o n H . G üntert . E r s t A b t ., L e h r - u n d H an dbüch er. I L R e ih e : W ôrterbucher, I). W aitz , G e o rg . V . n n . 59, 91. 122. W hite , L y n n jr . F o r the biography o f W illia m o f B lo is, in T he E n glish historical review , L (1935), p p . 4 8 7 -9 0 . 123. — T o w n s e n d jr . L a tin m on asticism i n N orm a n

S ic ily ,

C a m b rid g e, M ass.,

1938 (T h e M e d ie v a l a c a d e m y o f A m e rica , P u b lic a tio n n o . 31). 124. W ilhelm , F ra n z. E in leitu n g a J .

F.

B ohmer, D i e R egesten des K a is er -

reichs . . . [c f. n . 16], In n s b ru ck , 1901. 125. W illi , D o m in ic u s . P à p ste, B a r d in o le u n d B isch ô fe au s

dem C istercien ser-

O rden, B regen z, 1912.

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INDICE

GENERALE

A v v e r t e n z a .........................................................................................................................P a g .

I n t r o d u z i o n e ....................................................................................................................

M o n a s te r io r u m S. M a ria e d e M a tin a , S. M a ria e d e S a m b u cin a e t S. A n g e li d e F r ig ilo ch a rta e v e t u s t i o r e s ...........................................

v

»

v ii

»

1

I n d ic i — I . D o c u m e n t i n o n p u b b l i c a t i ....................................................................

»

445

— I I . R o g a t a r i e s c r it t o r i d e i d o c u m e n t i ............................................

»

463

— I I I . D a ta r i d e i

»

46 9

d i p l o m i ..............................................................................

— IV . N om i p ro p ri e cose

n o t e v o l i ..........................................................

» 471

— V . V o c a b o li n o n re g is tr a ti n e i le s s ic i d el F o r ce llin i e d el d u C ange - F a v r e .............................................................................

»

573

— V I . O p e re c ita te c o n a b b r e v i a z i o n e .....................................................

»

577

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