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Italian Pages 290 [298] Year 1985
| Grandi opere
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Le citta nella storia d Ital direttore Cesare De Seta
volumi pubblicati Livorno di D. Matteoni Palermo di C. De Seta e L. Di Mauro Parma di B. Adorni e A.C. Quintavalle Firenze di G. Fanelli Ferrara di F. Farinelli
Bologna di G. Ricci Lucca di G. Bedini, G. Fanelli e R. Martinelli
Messina di A. Ioli Gigante Ancona di R. Pavia e E. Sori |
Roma di I. Insolera Mantova di K. Forster Genova di E. Poleggi e P. Cevini Pisa di E. Tolgini
Perugia di A. Grohmann Catania di L. Di Mauro
Cantar a Princin | Arezzo di V. Franchetti Pardo Padova di L. Puppi e M. Universo Siracusa di H. Raymond e L. Dufour Milano di L. Gambi e M.C. Gozzoli Verona di A. Calo e G. Mazzi Rimini di G. Gobbi e P. Sica Catanzaro di G.E. Rubino, M.A. Teti, E. Zinzi Bari di M. Petrignani e F. Porsia Brescia di G. Covelli e G. Piovanelli
Siena di L. Bortolotti Treviso di M. Azzi Visentini
Sassari- Alghero di I. Principe Salerno di M. Perone e A. La Stella
La Spezia di A. Fara Orvieto di A. Satolli
Trento di K. Bocchi ¢ C. Oradin é Benevento di M. Del Treppo e M. Roitili
Torino di V. Comoli Mandracet Assisi. di A. Grohmann
Lecce di V. Cazzato e M. Fagiolo , Trieste di E. Godolj Bergamo di M.L. Scalvini e G. P. Calza
Capua di I. Di Resta Trapani di M. Giuffre Venezia di G. Bellavitis e G. Romanelli Vicenza di L. Puppi
Avellino di M. G. Cataldi, M. De Cunzo e V. De Martini
in preparazione Reggio Calabria di G. Currd e G. Restifo
Ravenna di C. Giovannini e G. Ricci Urbino di L. Benevolo, P. Boninsegna e F. Siravo
Ogni generazione ha scritto la sua o le sue storie opere », la serie « Le citta nella storia d’Italia », che si d'Italia. Attraverso queste diverse storie —- politiche, propone di essere una sintesi stringata, ma ineccepibileconomiche, sociali e artistiche — sono emerse di volta mente documentata, dell’evoluzione urbana. Una storia, in volta prospettive nuove: le analisi si sono affinate, gli dunque, che pone al centro dei suoi interessi i caratteri ambiti e gli interessi si sono ampliati, la documentazione fisici e materiali degli eventi che ne hanno segnato lo svi-
si é¢ fatta sempre pi imponente. Ma non ci pare si sia luppo. La storia della citta si legge nelle sue vie e nelle ancora tentata una storia che parte da quelle « cento citta » sue piazze, nel duomo e nel palazzo municipale, nei conche per primo Carlo Cattaneo, pit di un secolo fa, aveva venti e nelle chiese, nei porti e nei mercati; nelle fortezze riconosciuto come « patrie particolari » e come uno dei € nei quartieri popolari, nella sua topologia e nella tra-
caratteri: salienti della storia d’Italia. | sformazione o snaturamento dell’ambiente naturale.
La nostra civilta @ per definizione una civilta urbana: La nostra storia parte da questi documenti materiali cgni citta, piccola o grande, prospera o povera, potente o dall’immagine che di essi ci é stata tramandata nel temo politicamente poco rilevante, ha una sua storia ben po. I'n sequenza cronologica intendiamo veder scorrere sul caratterizzata. Tali storie particolari, queste piccole patrie, filo del tempo la formazione del nucleo primitivo, il conpessono essere lette come le tessere di un mosaico che solidamento della struttura dominante, e seguirne le succompongono I’Italia, e cosi le ha viste la tradizione sto- cessive trasformazioni, riconducendo a questi aspetti mariografica da pit: di un secolo a questa parte a maggior teriali eventi politici, evoluzioni economiche, dinamica gloria della acquisita Unita. Ma tali storie possono anche demografica e linguaggi artistici diversi. essere interpretate come momenti fortemente autonomi e Le complessita di questi fenomeni sono gia parte di cafatterizzati, appunto storie « particolari », di tante co- tante storie specialistiche, ma esse -vanno ricondotte al munita e della loro capacita di costituirsi come consorzio topos geografico, alla dimensione architettonica e urbanicivile e organismo urbano. Questa ci pare la via meno stica che ne @ la pit: manifesta espressione materiale. Non
battuta e quella che merita maggiore attenzione. dunque Vambizione, vana, di una storia totale, ma una
_ Non che manchino precedenti: la rigogliosa produ- narrazione che sveli le ragioni che inducono all’ampliazione ottocentesca degli studi locali ha svolto un lavoro mento delle mura, all’espansione di un nuovo quartiere, prezioso di documentazione archivistica e topografica, de- alla costruzione di una chiesa, di un palazzo © di una formografica ed economica, artistica e urbanistica, senza il tezza, e cosi via per tutti i cento ‘casi che costituiscono quale oggi sarebbe assai pi improbo tentare questa via. nel loro insieme la storia di ciascuna citta. Ma le prospettive con cui si guarda a questi problemi Non una storia urbanistica, ma una storia urbana, tale sono intanto mutate, si sono affinate, sicché ci sembrano cioé da interessarsi, oltre che alle pietre, agli uomini e Maturi 1 tempi per ricomporre, secondo un’ottica e un alle classi che sono gli attori di questa eccezionale scena. metodo nuovo, con strumenti aggiornati, la storia delle Pertanto ciascuno degli accadimenti o il manifestarsi di
citta. | codesti fenomeni, politici, economici, artistici, sono ricon-
_ Da questo disegno trae Origine, nella collana « Grandi dotti alla loro presenza fisica, cosi come essa s’esprime -
nelle architetture e nel complesso dell’organizzazione dello Ciascun volume é corredato da una schedatura siste-
spazio urbano. matica ed esaustiva della cartografia urbana a stampa, oltre
Tutte le citta del mondo occidentale hanno subito che di documenti dipinti o manoscritti di particolare intenegli ultimi due secoli l’impatto di una profonda rivolu- resse topografico. A questo apparato, che ha anche la funzione: la trasformazione dei mezzi di produzione e un’im- zione di richiamare l’attenzione su un patrimonio largaponente crescita urbana. Questi fenomeni interagenti tra mente trascurato sia ai fini degli studi che a quelli della loro hanno interessato anche le citta italiane, chi prima conservazione, segue una Bibliografia che é una guida, chi dopo, sicché si pud dire che la radicale trasformazione non certo esaustiva, ma orientata criticamente per ogni degli organismi urbani é riconducibile al secolo scorso. In ulteriore e auspicabile approfondimento delle ricerche.
taluni casi, e sono certo i pil numerosi, tali trasforma- Il fine della serie non @ solo quello di riempire un zioni hanno profondamente alterato |’immagine originaria vuoto storiografico o di costituirsi come approfondimento della citta. CiO rende indispensabile riferirsi a quei docu- disciplinare, ma anche quello di offrirsi come strumento menti — non solo scritti — che consentono, a partire dal di lavoro per ogni operatore culturale che si misura quoxvi secolo, di ricostruire la forma della citta attraverso le tidianamente con i problemi della citta. sue rappresentazioni.
La cartografia si pone come la pit diretta e fedele chiave di lettura dell’immagine della citta cosi come essa Troppo spesso abbiamo assistito alla distruzione delle si é evoluta a partire.daf Cinquecento fino a tutto |’Ot- citta italiane o di loro parti, e cid ci induce a richiamare
tocento. Pattenzione di ogni cittadino sul bisogno di operare con , Tali documenti cartografici, vedute e piante, non han- consapevolezza nel corpo della citta. Una consapevolezza
no solo un interesse topografico, tale cioé da restituirci che si acquisisce solo con la coscienza storica e |’intelliimmagine di parti della citta che il tempo e il fluire degli genza critica che ogni brano di queste citta é parte della eventi hanno cancellato, ma sono anche indizi preziosi per nostra storia, della nostra stessa identita antropologica e comprendere le strutture mentali attraverso le quali, nel psicologica.
tempo, si é vista e quindi si é rappresentata la citta. I] disastro urbano del nostro paese é di tale entita che I modelli con cui si disegna la citta si modificano con lo snaturamento e l’annientamento dei caratteri peculiari estrema lentezza, e ogni mutamento registra fedelmente di tante citta é un’amara esperienza della nostra storia le profonde trasformazioni sia dell’organismo urbano sia recente e recentissima: se questa serie contribuira, sia pur
della mentalita con cui ad essa si guarda. solo in piccola misura, ad arrestare la deriva del nostro Le nostre storie delle citta sono pertanto costruite su patrimonio urbano, se riuscira ad alimentare la coscienza un continuo e serrato contrappunto tra un ampio apparato del ndstro passato, cosi come essa é ancora leggibile in
di immagini e il testo. molte citta, riterremo utile questa nostra impresa.
© 1985, Gius. Laterza & Figli Prima edizione 1985
In copertina: Joseph Heintz il Giovane, Pianta prospettica di Venezia, meta sec. xvi. Olio su tela, particolare. Museo Correr, Venezia. I capitoli 1-vir sono di Giorgio Bellavitis; i capitoli virt-x11 di Giandomenico Romanelli.
Giorgio Bellavitis Gtandomenico Romanella
Editort Laterza
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“Semen,anfens wyAO PROUM VENETIA ET HISTRIA
*s*b° 0, Got: \" © ©)=MANSIONES cirva’ PRINCIPAL ET MUTATIONES | r *%6 . NY.. v{ — STRADE ROMANE ++ CONFINI DELLA X REGIO
AUGUSTA eee LINEA COSTIERA IN 2 EPOCA ROMANA BONONIA | %\" w==m= CORS! D'ACQUA ATTUALI & Rautmo -~ CORS! D'ACQUA IN end 1915202520
> \. = miglia romane
3\. EPOCA ROMANA Vv x xv XX Co PRAVENNA (1 migtto = 1480 metri)
FORUM CORNEL' ‘e
Fig. 3. Le strade consolari romane della X Regio di Venetia ed Istria. Da L. Bosio, Itinerari e strade della Venetia Romana, CEDAM, Padova 1970.
10 Venezia eet se OX (IH - oe \ \ ule NO Sy 120 miglia, in « flumina t fossas inter Ravennam Altiaj ee MSS. if HOS WA ESSN numdue »” . 11 signiticato di questo passo, © Paltei simi-
TN ee eS ay DEL : lari, fu molto discusso, anche di recente; ma non v’é dubgare . a ~My Nees Ze ad \\ bio che esso alluda ad un complesso di canali e lagune ep at ; 2 ena Ra WY 2 “Oa (maria) che intersecava « per transversum » gli esiti flu-
ble = jceeucteree ee NI Sane viali lungo la costa, consentendo la navigazione all’interno
aOR iim coe iee \\ ae dei litorali, nell’intervallo dei cordoni dunosi formatisi es \t Se mane Wi Ni —— in epoche diverse”. Tale possibilita divenne tanto con-
= ca a NY ge cet che all’inizio del mm secolo il percorso interno da
pal Seeesassenssites Se Ri ~ ZS nerario Antonino”, implicando Pesistenza d’un « servi-
es eS oe gee »o' ZO » rtegolare di trasporti o traghetti, forse affidato ad SS ' fae fe > organizzazioni come i contemporanei collegia di navicu-
es og(IY af Jon rN | SS % ,,larii documentati Aquileia, con famiglie come via i Barbii __ SSe See aes , e gli Statii che ad gestivano i trasporti annonarii mare
aw A \ GS a nN ig , su diverse rotte adriatiche ®.
ce hePPR LglBeprime sxano insicurenzanearen vets ee Ve ea tipicocomet delle region! di frontiera, risale al 167 d. GC. quando Fig. 4. Sistemi di centuriazione romana della pianura veneta, dedotti da i marcomanni irruppero nella pianura assediando Aquielaborazioni analogiche di immagini da satellite (Skylab). Da B. Marco- leia. Settant’anni dopo non si trattava pit d’invasori esterlongo e M. Mascellani, « Archeologia Veneta», 1, Padova 1978. ni, ma dello scontro fra l’imperatore Massimino il Trace
e le forze senatoriali italiane insofferenti d’una tirannia militare. In quell’anno 238, cruciale per il Veneto, Aqui-
: leia sostenne l’urto da sola, e le navi « italiane » approL’ipotesi darebbe ragione al testo gid menzionato di darono ad Altino, portandovi le teste dei tiranni scon-
Tito Livio dove si parla di « stagna [...] inrigua aestibus fitti **. ,
maritimis », anteposti ai villaggi marittimi dei padovani. Poco dopo (293) la capitale dell’Italia e dell’Africa Per questi stagna, o paludi, doveva passare la via navigabi- veniva trasferita a Milano, e, mentre il cristianesimo dile verso Padova che il geografo Strabone (ca. 20 a. C. - 20 ventava la religione di stato, nella versione « cattolica » d.C.) identificava con un « magno portu », che riceveva sancita dal Concilio di Nicea (325), Costantino il Grande il suo nome dal fiume Medoacus, cioé dal Brenta”. L’ubi- concentrava le redini dell’impero nella vecchia colonia cazione esatta di tale « porto» non @ ricostruibile, ma greca di Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli nel 330 d.C. si trattava certo d’un varco nel litorale poco lontano dal Allora il nascente processo di cristianizzazione nella propaese o dal porto di Malamocco, il cui nome moderno vincia veneta trovd una nuova generatrice in Milano, con deriva da Metamaucus, e pettanto da Medoacus. Di con- la potente figura di sant’Ambrogio, che pare eleggesse il seguenza, il ramo del fume utilizzato era il Medoacus vescovo di Altino Eliodoro, noto dal 381, e certo nomino Maius, scorrente nei pressi di Malcontenta, e la direttrice il vescovo di Aquileia, Cromazio, nel 388, il quale inseper Padova insisteva sull’asse Malamocco-Malcontenta ”, diava, a sua volta, il vescovo di Concordia nel 390”. Il
come al presente. sermone pronunciato dal vescovo di Aquileia, Cromazio,
Che il traffico su canali interni fosse in funzione nel in quella occasione accerta anche nel caso di Concordia primo secolo, risulta da Plinio (23-79 d.C.), il quale, V'importanza della prassi generale che condizionava l’ereconfermando la matrice etrusca di taluni assetti territo- zione d’una chiesa al possesso di talune reliquie di santi riali, dice che il Po era stato deviato lungo una fronte di e possibilmente dei santi apostoli o evangelisti.
I. La « Venetia maritima» e Vimpero romano d’Occidente 11 Anticipando quella che sara una vicenda cruciale per le invasioni delle trib germaniche imposero la spaccatura l’affermazione religiosa e politica di Venezia, l’ignoto ec- in due parti del mondo romanizzato. clesiastico nominato vescovo di Concordia sembra fosse Sulla Venetia maritima, lungo le vie Postumia ed An-
partito da Aquileia per ottenere le reliquie di san Gio- nia, passatono prima i visigoti di Alarico, evitando le vanni evangelista ad Efeso, e quelle di san Tommaso apo- citta fortificate per puntare su Roma e saccheggiarla nel stolo a Edessa, citata esplicitamente nel Sermone di Cro- 410. Poi, nel 452, mentre il contrasto fra senato romano, mazio*. Alla fine del 1v secolo, dunque, londa cristiana, corte di Ravenna e comandanti militari toccava livelli partita da Aquileia e riflessa da Milano, aveva irrorato drammatici, gli unni di Attila. Questi distruggevano nel tutti i gangli della fascia costiera per la quale, nel frat- loro passaggio Aquileia, Concordia, Altino e Padova. tempo, era stata coniata la definizione di Venetia mari- Vent’anni dopo, anche per lingerenza continua di Bi-
tima. | sanzio su Ravenna, l’idea stessa di nominare un imperaE fu proprio ai margini di questa Venetia maritima, tore d’Occidente risultava impraticabile, e tutto il carisma nel porto gia etrusco di Ravenna, che venne portata nel imperiale veniva sussunto nella figura sacralizzata dell’im402 la capitale dell’impero romano d’Occidente, quando peratore bizantino d’Oriente.
Capitolo secondo La formazione del ducato veneziano
Il territorio di Venezia durante le guerre gotiche Comacchio, anzi, per la sua vicinanza a Ravenna, rap-
: presentera lantagonista pit temibile di Venezia rispetto
Alla scomparsa dell’imperatore romano d’Occidente, al commercio sulle vie marittime e fluviali. Essa ebbe Pinserimento progressivo del mondo germanico sulla ci- tuttavia una genesi diversa perché sorse, mutuando il vilta romana fu istituzionalizzato dal principe ostrogoto fantasma di Spina, sulle paludi costruite dal Po avanzante Teodorico, insediando a Ravenna una capitale del re- nel mare, mentre Venezia sorse nell’area dei vici marignum d'Italia. Gli effetti di questo inserimento sulla Ve- timi, citati da Livio, scompaginata dall’ingressione marit-
netia maritima furono certo notevoli, ma di cid rimane tima oltre gli antichi cordoni dunosi. Tuttavia é possibile , testimonianza soltanto in due testi letterari, compilati che le parole di Livio valgano, entro certi limiti, per
quando l’imperatore bizantino Giustiniano stava gid muo- entrambi i luoghi, accomunati dalle mutazioni ambientali vendo guerra agli ostrogoti nell’estremo tentativo di re- e sociali del momento.
Staurazione dell’impero romano universale. Il movimento delle maree — egli dice ai tribuni dei
I] patrizio Cassiodoro (ca. 487-583), che giocd un marittimi —- muta continuamente l’aspetto dei luoghi, ruolo intellettuale e politico notevolissimo alla corte di che sembrano talora terrestri e talora insulari, e le vostre Teodorico, era prefetto del pretorio fra il 533 e il 538, case sono simili alle dimore degli uccelli acquatici, perché all’inizio delle ostilita’. Come tale, Cassiodoro indirizzo voi tenete insieme la terra proteggendola con vimini dalle una lettera a certi tribunis maritimorum delle Venetiae’, onde marine. Il vostro cibo — aggiunge — é uno solo, per sollecitare il trasporto di derrate alimentari dall’Istria il pesce, del quale avete abbondanza, e tutto il resto a Ravenna, che contiene una suggestiva descrizione del- ve lo procurate usando quale moneta di scambio il sale, lambiente naturale e sociale. Rispetto alla futura Venezia che ricavate girando cilindri, come gli altri userebbero il documento presenta un valore indiretto, perché col ter- le falci e gli aratri. A questo punto l’immagine dei due mine Venetiae Cassiodoro intende un territorio compreso ambienti sembra divaricare, considerando le tracce di cenfra Ravenna, il Po e 1|’Adriatico (« ab austro Ravennam turiazioni agrarie, scoperte nelle vicinanze di Venezia, le Padumque contingunt, ab oriente... Jonii litoris »), che quali parlano di un’economia perlomeno mista, agricola un tempo abbondava, egli dice, di uomini nobili (« quon- e peschereccia. Invece potrebbe valere anche per l’area
dam plenae nobilibus »). di Venezia quanto Cassiodoro scrive a proposito dei tra-
Evidentemente, Cassiodoro si rivolge ai tribuni di sporti, e cioé che i marittimi delle Venetiae dispongono certi villaggi che sussistono nell’area d’un passato splen- di navi le quali possono utilizzare sia il mare aperto, sia dore sociale ed economico, la quale non pud coincidere le vie fluviali interne.
con quella di Venezia*, ma piuttosto con il territorio Si tratta di « navi» che vanno a vela oppure a remi
dell’antica citta di Spina, ubicata fra Ravenna e il Po, € possono venir trascinate, anche, camminando lungo le che Plinio gid menzionava fra le citta scomparse *, come sponde dei corsi d’acqua che mutano di aspetto e di liPerudito Cassiodoro certo sapeva. Due secoli pit tardi, vello secondo il variare delle maree che produce la « inunpresso il luogo di Spina, fiorira la cittadina di Comacchio, dationem camporum ».
tanto simile a Venezia sotto il profilo urbanistico °. I trasporti sul percorso dall’Istria fino a Ravenna si
14 Venezia svolgono pertanto in un ambiente anfibio, di transizione Influssi, peraltro, ai quali i possessori fondiari, sepfra laguna e campagna, e c’é da chiedersi come fossero pure inquadrati nel regime militare imposto dallo stato inquadrati questi « marittimi» rispetto a tale servizio. d’emergenza continuo, dovettero resistere cercando di Dal tono della lettera sembra chiaro che non si tratta conservare alla propria cerchia le cariche di governo, cioé di milites, come i dromonarii che al tempo di Teodorico le funzioni di judices o tribuni, mentre i duces oO magistri remavano nelle mille galee (dromones) di stato adibite militum provenivano probabilmente dall’esterno. al trasporto di grano pubblico. Secondo il Jones ° questi
dromonarii tisalivano anche il Po, perché avevano una .
base ad Ostiglia, nel mantovano, e ad essi Cassiodoro, La prima fase dell’aggressione longobarda
come prefetto del pretorio, avrebbe potuto ordinare il Se .
trasporto direttamente, senza passare attraverso i tribuni, I] dominio bizantino sulla penisola fu ridotto a branle tipiche autorita civili di tradizione romana persistenti delli, nel giro di pochi decenni, da quegli stessi longodurante il regno ostrogoto. Forse, nell’area di Comacchio bardi che Giustiniano aveva usato per abbattere il regno come in quella di Venezia, i battellieri dipendevano dai ostrogoto. Essi cominciarono a calare sull Italia nel 569 ptoprietari dei fondi agricoli, fra i quali venivano i tri: | guidati dal principe Alboino, e non_s’attardarono nelle
buni_ stessi. citta pit: vicine alla costa, come Aquileia, Concordia, Al-
La seconda testimonianza sulla Venetia maritima ti- tino e Padova. Scesero a patti con le autorita di Treviso, sale a Procopio di Cesarea (1v.26) che racconta come, tramite il vescovo, mentre occuparono Vicenza e Verona, nel 552, le truppe bizantine ottennero I’aiuto dei veneti dove la petsistenza ostrogota s’era protratta fino a tre per andare a Ravenna lungo i litorali, evitando gli sbar- anni prima. I bizantini, invece, dando scarsa importanza ramenti ostrogoti’. Procopio non precisa quale fu l’effet- a questa prima ondata di ex alleati , Si limitarono a ritivo percorso seguito, ma é molto probabile che si trat- vedere le proprie posizioni in funzione del mare, sul quale tasse d’una qualche variante della via Popilia, ormai de- potevano contare nell’aiuto della flotta. Per questo, valosueta e dissestata dai maremoti, ma ben conosciuta ai rizzarono subito Vantico legame esistente, specie per vie « marittimi » del posto. L’operazione fu condotta con la fluviali, fra le citta dell’interno el borghi portuali. Risale ‘scorta di alcune navi e molti battelli; forse messe a di- allo stesso anno 569, difatti, il primo caso di una doppia sposizione in parte dai marittimi, perché Procopio dice residenza ecclesiastica, realizzata trasferendo il patriarca che i bizantini non avevano navi sufficienti. La conquista di Aquileia nel castrum di Grado ”: uno sdoppiamento di Ravenna (554), comunque, determind Vinizio del do- che segnava il paradigma d’una incerta dislocazione del-
minio bizantino sul territorio di Venezia. lautorita bizantina, e percid anche della linea di separa-
zione fra mondo longobardo e romano, lungo le coste
Le « Venetiae » nell’esarcato di Ravenna adriatiche.
A reggere tutta l’Italia faticosamente conquistata, Giustiniano invid a Ravenna un alto dignitario di palazzo La crisi geoclimatica di fine secolo VI che, col titolo di « esarca », assunse la pienezza dei poteri
civili, militari e giurisdizionali in sua vece, sovrastando Mentre bizantini e longobardi indugiavano per as-
anche il prefetto del pretorio. sestare le rispettive posizioni gli eventi naturali contri-
Le ricerche epigrafiche hanno dimostrato che, insieme buivano a prefigurare l’esito finale dello scontro per quana questo esarca, giunsero ai porti di Ravenna e della to riguarda l’area di Venezia. Intorno al 590, difatti, come costa adriatica fino a Grado notevoli contingenti di truppe dira Paolo Diacono", ed é confermato dalle ricerche arorientali armene e petsiane *. Mentre il dominio bizantino cheologiche pit recenti, le Venezie furono investite da rivalutava le preesistenze romane nel territorio, pertanto, un complesso d’inondazioni collegate a processi bradisila Venetia maritima veniva permeata da influssi che smici ed eustatici, che mutarono I’assetto idrogeologico avranno molto peso nella formazione della citta vera e dei luoghi. Le acque dell’Adige s’innalzarono fino a som-
propria. mergere Verona, per dirompere poi in altra direzione,
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Fig. 14 [6]. La struttura tentacolare di Murano raffigurata dal de’ Barbari nel 1500.
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(V. IL XII secolo: dal « Communis Venetiarum » allimpero marittimo 39 x1-x1m secolo” difatti paiono concepite per sfruttare so- porti fra Bisanzio e le colonie latine erano giunti all’aperta prattutto l’affaccio sulla strada interna assiale con i loro violenza, i quartieri genovesi e veneziani di Costantinonegozi, mentre quelle che si allungano verso il rio (calle poli erano stati distrutti, i mercanti arrestati e i loro beni del Paradiso) sembrano posteriori * e forse connesse alla confiscati; e il tentativo di rivalsa, con la spedizione mi-
costruzione dei ponti sul rio. litare veneziana nell’Egeo, guidata dal duca Michiel, era Per quanto riguarda la larghezza delle strade, i corpi di fallito miseramente *. E su tale sfondo che verra innalzato fabbrica ed i ponti fra isola e isola nel x11 secolo, si sa ben il Leone di S. Marco, accanto e in contrapposizione a poco. Con ogni probabilita le strade assiali, come la saliz- S. Teodoro, simbolo delle tradizioni bizantine, sulle cozata S. Lio, erano abbastanza larghe, dovendo servire an- lonne che formano i propilei della nuova Piazza. E sul che al movimento dei cavalli, mentre le calles, spesso di medesimo sfondo si spiega il fatto, rilevato dall’Arslan, proprieta privata, erano molto strette. I ponti che figu- che il lungo edificio porticato costruito sul lato nord della rano nei documenti anteriori al 1200 sono circa una doz- Piazza, con archi reali e capitelli a cubo scantonato, avesse zina e soltanto per quello di S. Provolo a S. Zaccaria si un carattere decisamente romanico ed in particolare ve-
dice che fosse in pietra (1193), ma si deve pensare ronese, come attesta il dipinto di Giovanni Bellini». che ne esistessero molti di pit, magari costruiti a spese Ma il carattere di queste prime « Procuratie » era la dei privati, sui percorsi principali ed anche al servizio conseguenza dell’evoluzione che aveva subito la logica delle singole case”. La materia cadeva sotto il controllo stessa dello stato, fin da quando era stata creata la figura , dei capicontrada, noti dal 1187 (S. Pantalon) e menzio- del Procuratore di S. Marco, forse gid nel 1071 o nel
nati in un decreto ducale del 1192”. 1112, al tempo in cui fu dedicata la porta centrale della basilica”. Era, come scrisse il Cessi, un nuovo organo, teligioso e politico insieme, « con propria camera, con
Il ponte di Rialto e la nuova Piazza S. Marco proprie rendite, distinto e separato dal palatium e dalla
sua curtis, depositario del tesoro dello stato e della ricIl continuo lavoro d’assestamento urbano fu indiriz- chezza del mercante e del cittadino ». Un organo destizato decisamente verso nuove forme di decoro e rappre- nato a crescere nel tempo e a fungere da tramite essensentativita durante il ducato di Sebastiano Ziani (1172- ziale fra il duca e lo stato, fra la concezione temporale 1178). Nel giro di pochi anni, fu costruito il primo ponte, e sacrale dello stato stesso, che trovava la sua cerniera forse su barche™, attraverso il Canal Grande a Rialto simbolica e concreta nella basilica. Non per caso, la nuova (1175), venne pit che raddoppiata la dimensione della Piazza fu realizzata avendo come sfondo la basilica, anplatea davanti alla basilica di S. Marco, si costruirono il ziché il palatium Ducale*, e tale prospettiva restera impalattum ad ius reddendum ed il palatium commune nel- mutata fino alla meta del 1500. Giova sottolineare |’imarea del palazzo Ducale odierno* e si alzarono le due portanza e la vastita dell’operazione. grandi colonne di Marco e Todaro (1173) sul molo anti- Davanti alla basilica si stendeva, in precedenza, un stante. Quel corto circuito fra S. Marco e Rialto, fra cen- campo paragonabile a quello di S. Polo per ampiezza,
tro politico e centro commerciale, che era implicito negli detto brolio, con la chiesa parrocchiale di S. Geminiano , sviluppi anteriori, veniva pertanto esaltato e formaliz- sul lato ovest, oltre la quale scorreva il rio Batario, uno zato, nel quadro d’un programma politico che portava alla dei tanti canali di bonifica scavati forse al tempo dei Partibalta un nuovo rapporto fra urbanistica e architettura. tecipazio. La chiesa di S. Geminiano, assegnata per tra-
Quando, pochi anni dopo (1177), lo stesso duca Ziani dizione al vr secolo, ma documentata dal 1025, fu dericeveva il papa Alessandro m1, l’imperatore Federico 1 molita e ricostruita circa 100 m pit lontano” sul rio ed 1 rappresentanti dei Comuni, la scena dello storico analogo e parallelo dell’Ascensione, mentre il rio Batario incontro * era gid una Piazza S. Marco grande e densa di venne coperto per ottenere la nuova prospettiva.
eccezionali valori simbolici e architettonici. L’operazione ebbe il suo corrispettivo nell’interno Alcuni di questi valori sono accertabili, altri si pos- della basilica, le cui pareti erano state rivestite di marmo sono soltanto ipotizzare per analogia con i primi, avendo fra il 1100 ed il 1159 e nella quale, intorno al 1173, presente la congiuntura internazionale. Nel 1171 i rap- vennero demoliti i solai delle gallerie sui lati ovest, nord
Fi prc he eg ETSI > ~— mm S 8 ~Be >. ~RS ¥NO I~ x>TAR ee7te,~ ~ ; BRE a ewan Sa) AGS caveat ares ory aNA * _NES : ’ Re a, A; aS TA ER AS ~; boe SME Ft _~ : . A ~*~ ae _ aS ) : : ~~, Se 7h. . Pe : ay aE Ss Se oes x 3y y \ te . ZQVY SN SaatFEE - S SeSSS DAS (SS) a4 ; PS : | Be AR + a wCge, MigOe = : A" | = we AS; SSO ae aea eae 7 Bent’ BeMea7RTaeByFES es v2. SRS cy, may 7 17 ee ify J amc Fh | OS&ll FERi we = —" Ey? A SSiFit Ves tay es 4 ye: owen yn ee RS SSS 2 " . yTAKES 6 Say z+? 9 Wo: 7 i‘ Aes BS 6SDS le SSte: OY.Pel > SiaIN VAY JN AOR Bee” | Yrs f Ing NU Rr Le aye)” eS RG | SS a eeWr: NS >: Rm, ! ej 7 iS " \ bey Slag BESS $3.5 (7 rey aS “Se. ke a.TSS AS SENG wanes,enndpeet Meld af FCS ae EN : LP FS SS SS SaiBe Y Ye AS OEE i”! ZGN 7e|ERE riSSS 4 Dard | SSS VE See ea=e; SSS SSS | (ARS RRS SSS See INN eee! | 2 SS: ESSE SSNS SSS aS)J Reet HES 1 IN| mw I7>>poe SNS Ee Stee / EET SNiC SSS Sr: gw ee: (laa a, =Ee he aX Te SSIS RY aa VRS, ee Tei Ai, =—ay IRS Ag ° ZA i Sy _i,an_— _ *F At ce) y9“LY . Sts 57 “Ft =@YG WR. a cm tee’ iyHf6p G7 .= treas fo Gs Rane a ANWe r= me>TT we. SNS gegreeintae §s, ~< /RSSee wl Cay \ roa Oe el: wee Wie, SEIN | EOP WSS WOME te a EMG ZL Ne a
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Fig. 25 [1]. La pianta di Venezia del 1330 circa, inserita nella Chronologia magna di Fra Paolino del 1346. L’immagine fu scoperta, pubblicata e commentata per la prima volta nel 1781 dall’architetto Tommaso Temanza, il quale riteneva che la matrice del disegno fosse riconducibile al x11 secolo.
VI. La citta completa del Trecento e Quattrocento Bp) Fig. 26. La in pianta di elaboraFra edhe Pee9ee ASa eh Paolino una ye a western AS 107Be . a,ees eo zione di Giorgio Bellavi9 feaeuen tis. Di ogni nel chiesa, es Ai :IN ee ae con numero nostroindicata di- ee ENB ee Py CE.awes
segno, trascriviamo la si9ye{Pr ENE eect | or GaN 7 gla che figura nel disegno WR “3 I UND genre Te, eR “hee originale, e il mome per 2 aNOD ot Lae Cee eg a “ee esteso, V'interpre, tazione delconforme Temanza, daloe 7 os . oy a2s ars 7 : cogONIN ° - . a - | TE f a 4 po fy “oe cree a - cos
Ja quale ci discostiamo = 208) fe a a eo solo per il toponimo ca Face obese ed OSL, Of , ee me vanaavviso, che corrisponde, a noga 8 oe Oo| te BOO stro all’isola_ di OSoe ee 60 LEPy a Late Cate ee eo ne ee
quale era detta Cavana o er anre re 2fod og 2eee 3.9er LA Cavanella prima del 1417, a Oe f -| ee | ee_ es
secondo il Lorenzetti. Sul-cE USeeES a On a etyy ies8 te ON,8B ne a= [en dd la Giudecca figurano soleoye agg co TI bsyee ar MA
chiese sigla, accanto 0 eg io SO ne:sp,|e.oaae¥ al nomesenza Judaica. ee ee} so e537 sg%9 22: 34° aeae
Leén (S. oLeonardo); 4. poe pma 8eeFy . f (S. Ermagora, S. Marcudla): DOSE es BA gh 2A eg ener ee ee ON| ote
5. mag (S. Maria Magdalena); Dek Ae BF Bb 8 ig 8 98 CIE) ea eee, |
7. fusca (S.9.Fosca); 8. felix ai ee) ee (|= ee re,tee «6c een .4% (S. Felice); mia (Miseria ee 6 ne) | enone cordia);o S. 10.Marziale); macili (S. fo erofS i reES eeST er aeee ciliano, 11. Mare a eee PS | ceAEgeeRTE ed a: P| 4 ti); 12. sofia (S. Sofia); 13, (oe ee Noy . catt (S. Caterina); 14. apo 9 fee ee, ce Ae of POM gage UR enh or GLE . (SS. Apostoli); 15. mano/ua eR en L ee ae -ee i (S. Maria Nova); 16. ca/ci ARREARS oo CR SESS Te ELS08 ot heMies a EN a tn co EO os Necaer EA os RR (S. Canciano); 17. croj (S. gS EIN L SEE Giovanni Crisostomo). CaLEER SU et nL Ee ge a ne STELLO:19. 18. SaMaina (S. Maete RAo alaBe rc eCa Ty A? AlUS CO RASS EA SS 0 Se ens aE rina); Leo (S. Leone, NES PSgg N08 S. Lio); 20. mafom (S. Maria Fee oe a I ET SR SES E, Formosa): 21. firza (SS. Feo 8 PR ee | a : lippo e Giacomo); 22. so no we PA gE is SL oe ee E
(S. Giovanni Novo); 23. Sse PSE neh ce IP s (S. Severo); 24. S. Lau (S. (AREA SM eu a AO ae AM ti UU en Bo AEE Se Ae ee ‘ Lorenzo); pds (predicaSE Uy ORSAS ier coe ge SU TSge is Ef ee TER GEa)4: tores: SS. 25. Giovanni e Pao- OE POSUSB AERIS Sa eg eg no a ote, ORS a tyTES NE Ei Mb IE Jo); 26. J6/teplu (S. Gioe 9 Voie Soe ay SAE ee eT Nog Se) OE Re tar vanni in Tempio): 27. s. Zto OD ULSTER RY eS ETO SE PEE SE a ea TG .
caria); 29. s’io/br . Gio- . > . . . .
(S. Antonin) 28; S’za (S. Gac-
sana in Brose 36 in (S. Giustina); 31. S. mar (S. Martino); 32. tt’a (S. Trinita); 33. viea (vinea: S. Francesco della Vigna); 34. S.bla (S. Biagio, o S. Blasio); A. (Arsenale); 35. cele (Celestia); 36. hospi (Ospedale di S. Bartolomeo); 37. pdires (predicatores: S$. Domenico); 38. dan (S. Daniele); 39. Vgi (S. Maria delle Vergini); 40. Sa ana (S. Anna); 41. epis (episcopatus: S. Pietro di Castello); 42. (frontong senza nome, allusione al Castello}. s. MARCo: 43. samu (S. Samuele); 44. he ori (Eremitani di S. Stefano); 45. vital (S. Vitale, o S. Vidal); 46. ag (S. Angelo); 47. bn (S. Benedetto, o S. Beneto); 48. maiuba (S. Maria de Jubanico, poi del Giglio); 49. lué (S. Luca); 50. atn (S. Fantin); 51. pat (S. Paternian); 52. ba ( S. Bartolomeo); 53. moy (S. Moist) m de bro (S. Maria in Broglio, fe) Ascensione); 55. jemi (S. Geminiano); 56. salua (S. Salvador); 57. Juli (S. Giuliano, o S. Zulian); 58. bas (S. Basso); 59. S.M (S. Marco). s. croce: 60. Semi (Suore di S. Damiano: S. Chiara); 61. crux (S. Croce); 62. syap (S. Simeone Apostolo); 63. syppa (S. Simeone Profeta); 64. d cola (S. Giovanni Decollato); 65. ja d’lupo (S. Giacomo de Luprio, o dell’Orio); 66. eu staci (S. Eustachio, o S. Stae); 67. cassia (S. Cassiano); 68. md (5. Maria Mater Domini). s. poLo: 69. miores (S. Maria dei Frati Minori: Frari); 70. ste p’ (S. Stefano prete, o S. Stin); 71. jo év (S. Giovanni Evangelista); 72. thoas (S. Tomas, o S. Toma); 73. bald (S. Ubaldo, ° S. Boldo); 74. ag (S. Agostino); 75. p*a (S. Paolo, o S. Polo); 76. mat (S. Matteo); 77. a/po (S. Apollinare, o S. Aponal); 78. sil (S. Silvestro); 79. jo (S. Giovanni Elemosinario); 80. ia (S. Jacopo, o S. Giacomo di Rialto); R. (Rivus altus, o Rialto). DorsopuRo: 81. pata (S. Pantalon); 82. marga (S. Margherita); 83. mata (S. Marta); 84. nico (S. Nicold dei Mendicoli); 85. rafa (Angelo Raffaele); 86. carm (S. Maria dei Carmelitani, o dei Carmini): 87. basi (S. Basilio); 88. barna (S. Barnaba); 89. mad cat (S. Maria della Carita): 90. geuasi (SS. Gervasio e Protasio. o S. Trovaso); 91. ag (S. Agnese); 92. vi/ts (S. Vito, o S. Vio); 93. sg (S. Gregorio); 94. tri (S. Trinita, ora S. Maria della Salute). crupEcca: 95. (SS. Biagio e Cataldo); 96. (S. Eufemia). 1soLe: 97. S. Crux (S. Croce); 98. S. Geogi (S. Giorgio); 99. cavana (Cavana, poi S. Maria delle Grazie): 100. S. Michael (S. Michele); 101. s’ad’ (S. Andrea); 102. S@ lena (S. Elena); 103. S’Sgi (S. Servolo); 104. S. Laz (S. Lazzaro); 105.
S.Macl’Naz (S. Maria di Nazareth: Lazzaretto Vecchio); 106. S. Nico (S. Nicolo di Lido); 107. murana (Murano). |
56 Venezia avevano intercettato le acque del Brenta nel 1307 e nel STATO DE'PORTI DI BR
1311 e nel 1324 avevano costruito un argine da Fusina a VENEZIA ES ERASMO . & Awa
Campalto lungo gli sbocchi del Bottenigo, Marzenego, eee fe Zero e Dese. Il 7 agosto 1325, il Consiglio ‘dei Dieci see a io ' é ordinava che le « pallate Botenici solum dentur in mani- ec) A ‘Sie Seer Bile i %
bus [...] officialium a paludibus »* affinché venissero | Nigel: Qa or / 7
aperte soltanto in casi speciali. 7 aed, £5. AS eee wri Cominciava cosi quel duro e secolare contrasto fra 2 See aes “ee ae gli interessi idraulici della citta e quelli delle campagne _ ~~ pair Meee NO ee Fe
retrostanti, soggette alle acque stagnanti, che sara un 0 vr swiccone NN ee ee
movente dell’espansione di Venezia in terraferma nel ef ee
Quattrocento. E cominciava anche trasformera quello spostamento SSaAeeeeO22 ef = della soglia salina che col tempo la laguna in un bacino di acque marine. Deviando le acque dolci, Hots, eagee Se a = il governo degli potevaantichi intervenire sui banchi di fango $i ae 8 aeeSe ee residuali corsianche fluviali, costruiti dai nuovi depositi, sui quali crescevano i canneti, molto temuti ne
come veicolo di malaria. Con delibera del 13 luglio 1339 °, il Senato ordinava la demolizione progressiva della peni-
sola coperta di vegetazione che, scendendo lungo il Bren- STATO DE PORTI DI VENEZIA 4.
ta, giungeva nei pressi di S. Marta, equivalente, con ogni aaa — ()/ ee probabilita a quella che doveva spingersi fino al Canale ' =A ‘ /f SE
di Cannaregio quando sorse il monastero di S. Secondo, \) a i ty f | come si disse. Quest’ultima, peraltro, risultava sommersa “See ee ) | ai
nel 1360, quando fu deliberato di scavare il canale’ da at = tx t | ee
, Giova ricordare, a chiarimento dei presupposti poli- Bo R(t tici e militari di questi interventi, che, nel quadro dei — we eet acache™ Ee
complicati conflitti fra le Signorie italiane e l’imperatore — , Be Ge es d’Absburgo, il nuovo signore di Padova, Marsilio da Car- careine WS eat Ey ee rara, eta stato costretto nel 1337 ad accettare la prote- Pn ee ee ee — e zione di Venezia, l’imperatore Mestreegemonica a quest’ultima, e che nelmentre 1339 anche Treviso cedeva era eee SE ees a es
passata in mano ai veneziani. = Se eS Il nuovo rapporto col mare
Un altro dato evidente nella pianta di Venezia del
1340 é la distinzione fra il canale marittimo che porta |
a Murano e quello che porta a Venezia. Tale distinzione, di grande importanza in una carta nautica, risulta enfatizzata fino a porte sulla stessa linea i litorali che delimitano le due bocche di porto. Quello di S. Nicold, dov’é
segnata la chiesa ed anche la fortezza; quello della Cer- Figg. 27-28. « Stato _de’ porti di Venezia e di S. Erasmo» nel 1350 e tosa-Vignole, fra le due bocche, e quello di S. Erasmo a ne! ee secondo B. Zendrini (Memorie storiche [...], Padova 1811,
VI. La citta completa del Trecento e Quattrocento 57 nord-est della seconda. Le ricerche dello Zendrini * hanno struendo perd un robusto pennello, detto la Garzina, che chiarito il significato della sostanziale differenza che in- valse a dosare i flussi nelle due direzioni ".
tercorre fra questa situazione e quella registrata dalle Verso la fine del Trecento, si raggiungeva un regime carte idrografiche cinquecentesche, quando gli accessi ma- relativo d’equilibrio idraulico fra il vecchio porto di rittimi di Venezia e di Murano risulteranno unificati in S. Erasmo, ridotto per il piccolo cabotaggio, ed il nuovo
un solo canale. canale fra S. Elena e S. Pietro di Castello intestato sul Tale differenza esprime le difficolta che il governo porto di S. Nicold, utilizzato per il transito delle navi
della Repubblica dovette affrontare per mantenere in ef- maggiori. Nella pianta idrografica del 1547 questo nuovo ficienza il porto di Venezia. In brevi termini, queste dif- canale & detto dei Marani, a ricordo delle speciali imficolta riguardavano la diminuita resistenza dei litorali e barcazioni utilizzate per il trasporto dei materiali ”. l’insabbiamento progressivo delle bocche di porto. Diffi- L’insieme delle operazioni condotte sul fronte conticolta antiche, l’una e I’altra, ma che l’aumento dei livelli nentale e marittimo aveva migliorato l’agibilita del porto
marini, l’accumulo delle sabbie trascinate dalle correnti e reso la citta pit compatta e separata sia nel proprio e l’accresciuta stazza delle navi stavano portando a soglie ambiente, sia nello scacchiere politico italiano ed eurodi rottura all’inizio del Trecento. I provvedimenti per peo. L’importanza di tali condizioni fu collaudata dula protezione dei Lidi mediante moli, pennelli o palade, = rante la quarta guerra veneto-genovese (1378-1381), s’infittiscono difatti, coinvolgendo magistrature e finan- quando le forze terrestri dell’imperatore d’Austria, del ziamenti diversi. Se nel 1285 un Provveditore al Lido re d’Ungheria e del signore di Padova si unirono alla dovette costruire « due moli» sulla « ruptam littoris Pe- flotta genovese nell’assediare la citta. Mentre Treviso, lestrine », nel 1343 si dira in Maggior Consiglio che « il Mestre e Padova erano in mano avversaria, Chioggia relavoro del Lido & la conservazione della citta » e nel 1381 sto per undici mesi in balia delle navi genovesi che batrisultera fissato il Capitolare degli Ufficiali straordinari tevano i litorali fino al porto di S. Nicold di Lido. Risopra i Lidi®. Ma sarebbe superfluo, in questa sede, ri- chiamando la sua flotta dal Mediterraneo, e mobilitando cordare le diverse tecniche, i mezzi da lavoro ed i problemi tutte le sue risorse civili e militari, la citta poté uscire di proprieta pertinenti a tale questione, che costituisce indenne dal conflitto, costringendo la flotta genovese ad
una costante strutturale nella storia dei litorali. abbandonare il campo il 30 luglio 1381. Lo sforzo ecoUn carattere diverso, di « evento » eccezionale, as- nomico del conflitto impose un ampliamento della partesunse invece la questione dell’ingresso marittimo a Ve- cipazione politica alla gestione della citta, e ben 30 nezia, che risultava impedita da una barra sabbiosa o fuosa nuove famiglie, che avevano contribuito maggiormente a
crescente davanti allo stesso. Nella seduta del 13 set- sanare il debito pubblico, vennero cooptate al Maggior tembre 1349, il Senato eleggeva una commissione di sei Consiglio introducendo diverse e pit vaste clientele. Con Savi i quali, con i Patroni dell’Arsenale, dovevano valu- questo ed altri provvedimenti, soltanto 10 mesi dopo tare se il porto di S. Erasmo, ovvero l’ingresso marittimo ’allontanamento delle galere genovesi, il prezzo di mera Murano, danneggiasse il porto di S. Nicold, o di Ve cato dei prestiti obbligatori, che nel 1381 era sceso a
nezia 18 lire, risaliva a 40 ed alla fine del secolo raggiungeva Risale a quel tempo l’avvio della difficile e contro- il massimo di 61 ”. versa Operazione che portera a far chiudere, in pratica,
il porto di S. Erasmo per dirottare la spinta effossoria | |
delle sue acque verso il porto di S. Nicold, perché si I nuovi rapporti nella citta: dal cavallo alla gondola
approfondisse naturalmente. Le operazioni effettive ini- . .
ziarono intorno al 1351, con l’obbiettivo di convogliare L’intenzione di tagliare ogni residuo collegamento le acque per Murano nello spazio fra Visola di S. Elena con l’ambiente circostante, enfatizzando il carattere ine S. Pietro di Castello. Nel 1355, perd, l’eccessivo dina- sulare e separato della citta, trova il suo corrispettivo mismo del nuovo corso metteva in pericolo le strutture nell’esclusione del traffico equestre realizzato progressi-
dei monasteri di S. Anna e delle Vergini, per cui, nel vamente nel T'recento. . .
1359, si decideva di riaprire il porto di S. Erasmo, co- L’esistenza e la diffusione di tale traffico é@ rivelata
58 Venezia dai provvedimenti con i quali si giunse a vietarlo, piut- si comprese che la barca costava meno dei cavalli ed era tosto che dalle sporadiche notizie sui tornei e sulle feste di « gran comodita per i tempi piovosi [...] e i ricchi ai quali concorrevano le diverse corporazioni con le loro si voltarono a quell’uso, ch’era allora dei plebei, cioé di cavalcature. Avere le proprie scuderie nel recinto del pa- andare in barca, e vi aggiunsero il felze e cominciarono lazzo Ducale doveva essere normale da sempre per il doge, a fare i ponti alti sull’arco [...] e la fecero subentrare come per quei patrizi che partivano dalle loro case al in luogo del cavallo, chiamandola gondola ». suono della campana Trottiera per convenire al Maggior Seppure angolata sui « ricchi », l’argomentazione del
Consiglio. Sansovino risulta convirscente nell’evidenziare la necessita
Un primo sintomo del disagio provocato dal traffico di calcolare l’altezza dei ponti in funzione dell’ingombro equestre nelle Mercerie che si andavano stringendo per dei natanti, col rematore in piedi, mentre il numero dei Pinfittirsi delle costruzioni si avverte nel 1292, quando ponti andava crescendo. Della questione si occupavano esso fu proibito sul percorso da Rialto a S. Marco, rac- nel 1297 gli ufficiali del Piovego e una sentenza del 1341 comandando, al caso, di andare piano e di munire i ca- diceva espressamente che il ponte per andare al convento valli di sonaglie per farne avvisati i pedoni. Lo strame dei Servi doveva essere cosi alto « ut non impediat alie il fieno per le stalle ducali continuarono ad essere sca- quos transeuntes » . Fu per effetto di una giurisprudenza ricati al « pontem pallearum », cioé al ponte della Paglia, lunga ed empirica, dunque, che il quadrupede scomparve fino al 1308, quando la cosa fu vietata, anche per timore da Venezia nel Trecento lasciando il posto a quel dialogo d’incendi. Perd nel 1361 un Giovanni Inglese (de Anglia) serrato ed esclusivo fra il pedone e il barcaiolo che ingestiva ancora una scuderia con « suis equis » nelle vici- forma la citta conosciuta.
nanze dello stesso ponte. E probabile che i cavalli venis- , sero portati a S. Marco sulle navi da sbarco dette uscieri,
impiegate anche nell’impresa di Costantinopoli, e forse La nuova frontiera della Giudecca costruite nell’Arsenale di Terranova. Da qui il traffico equestre doveva proseguire lungo tutta la riva del porto, La progressiva scomparsa del cavallo andava di pari perché nel 1323 si proibiva di attraversare a cavallo il passo con una politica decisa rispetto al problema del ponte di S. Biagio, nei pressi del Rio dell’Arsenale. rapporto fra suoli abitati e paludi residue. Nel 1301 il I mercanti stranieri usavano sbarcare con i loro ca- Maggior Consiglio nominava una commissione di sei novalli al termine del Canale di Cannaregio ancora nel 1372, tabili, uno per sestiere, col compito di esaminare la toma nel 1391 un maniscalco venne multato di 700 lire talita di questi problemi, e d’imporre, ascoltati i vicini perché accoglieva nella sua casa ai SS. Apostoli questi e vagliate le responsabilita private e pubbliche, dei termercanti con le loro cavalcature. Infine, e questo sembra mini ben precisi per l’esecuzione delle opere corrisponessere l’ultimo segno del mutamento, nel 1392 si vietava denti *. L’elenco dei lavori da compiere divenne lunghisdi correre a cavallo in Piazza S. Marco anche durante simo nel 1321” e fu ripetuto pit volte, a conferma delle
le feste ™. difficolta incontrate. Non é necessario, in questa sede,
Circa due secoli dopo, Francesco Sansovino nel suo dettagliare la quantita d’interventi attraverso i quali si Venetia Citta Nobilissima (1580) spiegava questo impor- giunse a chiudere le numerose falle esistenti nel corpo tante mutamento con la comparsa della gondola cabinata, della citta, mentre pare opportuno far notare che molti cioé munita del felze, che era diventata il veicolo nor- di essi furono rivolti ad estendere l’urbanizzazione lungo male dei « ricchi » al suo tempo, quando se ne contavano il bordo meridionale del grande Canale Vigano o della 9 0 10 mila”. L’ipotesi sembra degna d’attenzione per- Giudecca, fino a congiungere quasi le isole della Giuché, secondo il Temanza, la prima notizia sulla gondola decca con lisola di S. Giorgio Maggiore. risalirebbe al 1327 °. Prima, dice il Sansovino, pur es- Al termine dell’operazione, la vasta prospettiva d’acsendo « le strade [...] strette ed anguste per il sito della que che delimita Vorizzonte di Venezia verso sud risulcitta fatto a caso, si aveva agio peri cavalli, perché il tava consolidata per una fronte di oltre 2 km, conferendo popolo allora non era cosi numeroso: [...] [e] i ponti di al Canale della Giudecca il valore di uno spazio appartelegno erano piani e agevoli.da passare ». Ma in seguito nente alla citta, nel quale si svilupperanno attivita por-
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og ae BSA is led? ae y ~ eae : 2 a Nee i fy 5 ASS oa Wy ct ore FANS, es, EF a. ef (eee Fig. 29 [6]. La Giudecca nuova dal Ponte Lungo alla chiesa di S. Giovanni Battista, nella veduta del de’ Barbari del 1500.
tuali e rapporti sociali impensabili in precedenza. AIl’ini- passi, come il Canale di Cannaregio, sul quale doveva zio del Trecento, come fa intendere anche la aeaee fee ee So aeeeer etyRieepemeaace Lee porns ety et ee ee ge ee ee gee Se St ee cue hee a3 aae 2° iae FSe ee ee,ik Rm q £m x Pa + :‘‘ Bis .{fe fe Foe. € kee meerg one A, oF meee ew iSe Wyck co aiPd &® ese =£4 *Fy yere ifei ’"£ s>cw "@.ee "'ye _eas be; t ©Ge we ;eg y es os 4ee ae& e>FS eed. ESS ul ie. oe 4:ae4‘;\éSsr i 2Pe i.4g a.‘ele’ oo ~ae Se . $¢ ago “Red Seis &.g ae oe oe
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oe Bel eee mages. pment SIN So == twee eee eR he he oe He _ } gett : a8 Be. a. eae : & PR Sey eee ma: ° Ss : @ Se, ae iti 8 eee: aye . a age ee - ~ 4 i Gi ge a ed ven * ‘oman? a: SS wmeonde woes ce i 3 = .
6 e 8aarchi Vig. duepalazzt palazziGilustinian Giustinian (a e il palazzo Foscari (a destra) sul Canal Grande, con sala a «L» e polifore 6e. Be 32. » tf Idue (¢ sinistra) fe
—,_
64 Venezia La parcellizzazione del suolo edificabile in fregio alle
vie d’acqua, tipica di tutte le citta mercantili medievali, .. ,
non produce a Venezia una prevalenza del tipo mono- _ fm...
cellulare per il persistere di nuclei parentali e patrimo- Ps NS | niali pit. vasti, che contrastano il passo ai nuovi mercanti. Oe caf PO ree ,
Tuttavia, anche qui sorgono palazzi, palazzetti o case mo- io. 9° Sa
nocellulari, rappresentati al meglio dal palazzo Contarini- URED ep —_ lle — i ve Fasan (ca. 1450) detto di Desdemona”, mentre il tipo Ait } L | | gly HSS On i ay bicellulare risulta assai diffuso trovando la sua espressione Li) Pe: ih. REY YS ‘Hi oa
piu cospicua ed araldica nella stessa Ca d’Oro (1424). if i | fh ih ib ay 7. io -~ coe
Laristocrazia finanziaria tuttavia tende a realizzare il tipo oN je EAA € a at " a tre cellule cioé a tre campate, per lo pit. dimensionate ay Soe Get iginaseecee i | fone
vastissima importazione di legname, via fiume, specie dai SN ad. El oe EN eee boschi del Cadore. Questa preferenza per il tipo tricelPN, | - \} Nene \\rir rysh yn Ele oN 4LY “ll he) lulare, che determina una composizione tendenzialmente EYee| TE “tH a i simmetrica della facciata principale verso il canale, si col- PN tee Po. OE a: T Y. iy hi ; rk ‘ a Ps
lega in parte alla tradizione tardo-romana messa in luce ei oe git "Hil ig i THeep gE | “eh i
dal revival bizantino duecentesco. Ma esprime anche, a Al SESE ie siag mT iim"
specie dopo la caduta di Costantinopoli in mano tutca j) AM ee (1453) e il trattato di Lodi susseguente, l’aspirazione ad 43 re. :. ae ag ew, 1 a St . |
unanuova nuovarazionalita razionalita classicheggiante a a)"2°aefoal jes). una classicheggi he preludeche allaprelude UE Siguhf meees a =OU - aes stagione del protorinascimento veneziano. I] dialogo fra i a pei en een ae ( oan le due tendenze informa levoluzione della tipologia ar- I ce ae Ah iy Fi hia h a ~ 1a ae it~ j chitettonica per quanto riguarda il nesso caratterizzante, Rit = RG | yy. | ae:
in senso tecnico e simbolico, fra sviluppo frontale del ~—yeenel Ceemaae lam 5 . Cl |
sulle vie d’acqua interne, allo scopo di esibire dei logegiati i a _ Pog EF j oF molto sviluppati sulla fronte, conforme la metrica due- . a 7 . = t
centesca, vengono costruiti su quattro campate nella parte A. o teem i. : @..
anteriore e su tre campate in quella posteriore. E questo Vig. 33. Palazzo Cavalli (ca. 1470) a S. Vidal, sul Canal Grande, prima il caso di palazzi come il Bernardo ” ed il Pisani-Moretta del restauro effettuato nel 1869. aS. Polo, il Foscari a S. Pantalon*, il Corner dei Cavalli
a S. Luca” ed il Pesaro degli Orfei a S. Beneto®, tutti databili nell’intorno del 1460, il cui portego & confor- della campata mediana é tanto ampia da prospettare sul mato ad « L» 0 a « T » in pianta e che pertanto si affac- Canal Grande con due « splendide pentafore » “ disegnate ciano sul canale con polifore ad 8 0 6 arcate, espressive con una tale consequenzialita di archi intrecciati, da readi una dimensione costruttiva maggiore di quella perti- lizzare un traforo continuo a duplice ordine, perfettanente al resto della fabbrica. Ma nella maggioranza dei mente impaginato fra le pareti pit} chiuse delle stanze palazzi grandi, medi o minori, il portego mantiene una laterali e del basamento. In questo eccezionale palazzo, larghezza costante dalla fronte di terra alla fronte d’ac- completamente depurato dai simbolismi araldico-evangequa, e percid la facciata sul canale esprime esattamente lici di altre fabbriche trecentesche, testimoniati al masla metrica e la sintassi costruttiva generale. Fra questi, simo grado dal palazzo detto Agnusdio (S. Croce 2060) ”, Pesemplare pit. cospicuo e conclusivo, @ certo il palazzo il trattamento scultoreo e costruttivo delle parti lapidee Franchetti-Cavalli a S. Vidal (ca. 1470), nel quale la luce attinge il rigore e la limpidezza di un prodotto artigianale
VI. La citta completa del Trecento e Quattrocento 65 sperimentato su prospettive industriali. Per effetto della __ fen _— = grande produzione edilizia tre e quattrocentesca, difatti, LI nile[\o \ ae, 71 la richiesta di manufatti in pietra, che hanno sostituito \ | Ft] xt 1 le ghiere in cotto anche nelle case pit modeste, ha por- bot fet ff ee ee .
tato il laboratorio artigianale sulla soglia dell’organizza- mics, PT | min rt mn zione industriale. Nonostante l’ordinanza della Giustizia = Fi ——es Fi 4 rr Vecchia che proibiva « patroni oltre et maestri deeboSes = Lt} px Fro pa pare tega » di(1407) assumere pit di treailavoranti, ai figli LtiHtik be —_ ,
fratelli del titolare, sono molte le boteghe con quindici aS rr rr aie 4 e persino venti addetti ancora nel Cinquecento *. PLES Pe man am PS = La produzione del laterizio, invece, pur contando qual- Prd fet pt abe bor: :
che fornace in citta, avviene soprattutto fuori di Venezia. me [Ta cnn min Pry Pry La fornace maggiore doveva essere quella installata sulla {| | . ——s f |
terra vuota(1327) dietro aallo S. Biagio per delibera del Maggior ae ane TTv1 ET=TTY Consiglio scopo di approvvigionare il grande pyosy cantiere dell’Arsenale Nuovo, sul lago di S. Daniele ap- TI Fe Pear fret= re
pena acquisito ™. ee
Il cantiere urbano e Vindustria di lusso3 cenV/ Uf UY BI YU GM} Yj ae I cout: Geetha Ged Gomi (as teeta Gee aeaeeth eth oe ™ osreb |
L’efficienza decisionale del governo veneziano si ma- Z Ld ie i ! ‘ ; | — nifesta, nel Tre e Quattrocento, anche nello sviluppo di G Tt : Ey pr ca | gionamento ec 1! magazzinaggio del trumento € ce. sale, YEN Ne UI |
ies ‘ali ; ca bee Le he ee El
due prodotti di basso valore unitario, ma di grande vo- YEMEN ouk oN bod
lume. II frumento, indispensabile per la citta, ed il sale, I EO | fonte di uno stabile ed antico commercio di base, rappre- a
sentano anche il volano per la politica di opere pubbliche, j | WMM=WJIJJJyw—ygwvwV Yj; Yh finanziate in larga misura dalla Camera del Sale e dalla i “Uiiiias WY
Camera del E la fudecisione® proprio in telazione al 4h se-Ph) ZW) Soe ee iteon condo che nelErumento®. 1341 fu presa di eliminare TT: rBE LLa BE : jj V’Arsenale di Terranova S. Marco per sostituirlo con il Z (Orc aT it grande magazzino granarioaesistente nell’Europa d’al- ae —rererdelil:leld UlelTsel.ee 7
L’imponente struttura, costituita da tre corpi acco- | : mee inn Lie, G YH Y/
stati in mattoni, conrest l’effigie del Leone Marcoquando su ‘Hl: fifu_ a7 i _ WT y 7/7 quello centrale, in piedi fino di al$.1806, WyWy Y77 demolita per dare spazio ai Giardinetti attuali. Di conse-
guenza l’attenzione del governo si concentro sull’Arsenale Fig. 34. Le case per marinai infermi della Marinarezza, costruite a par-
di Castello, che diventava l’unica struttura di stato nel oe aa 8 1968, > 8. dell’Arsenale, Da E. Trincanato, « Urbanisti-
campo navale e nella quale furono costruite in rapida _ a BO —
sequenza le nuove Fonderie (ca. 1390) le Corderie, 8.3%, Me ewe teenth, jp ic plcmloborghes di alle Zou
mentre si completava la Darsena Nuova e poi si costrui- Stato, Roma 1960, p. 62. vano, nel 1473, i Forni di S. Biagio per la fornitura del Fig. 36. Il complesso residenziale e commerciale di calle del Paradiso pane biscotto, ovvero delle gallette, per gli equipaggi ”. a S. Lio. Da P. Maretto, op. cit., p. 60.
66 Venezia La nave, e l’attivita marinara collegata ad essa, perd, era blocchi di case a schiera che coprono a tappeto un tetsoltanto un terminale del pit vasto problema di conver- reno vacuo, inserendosi nelle trame viarie circostanti™. tire una citta, che aveva funzionato fin allora soprattutto Per queste caratteristiche, le case della Marinarezza come luogo di transito, in una citta capace anche di pro- si distaccano dal contesto dell’edilizia caritativa, per |’asdurre beni d’esportazione. Alla produzione del sale, per- sistenza religiosa e medica, che fioriva in citta attraverso tanto, la Venezia del Trecento aggiunge una serie d’in- i piccoli ospedali indipendenti delle Scuole o dei gruppi dustrie con alto valore unitario, come quelle della seta, etnici, consistenti in un singolo edificio *¥. Esse risalgono
lana, gioie, pelli, e cuoio decorato *. allo stesso ceppo deJle case affidate ai Procuratori di
Alla produzione dei tessuti serici diede speciale im- S. Marco o ad altre Procuratie, ma fanno propria la lopulso limmigrazione di famiglie fuggiasche da Lucca, che gica urbana dei patroni o dei consorzi di privati che, nel 1309 totalizzavano trecento operai ed ottennero il attraverso lo strumento della concessione, producono quei privilegio di avere un proprio tribunale in citta®. I fio- complessi residenziali organizzati con molta regolarita rentini, invece, furono ammessi a lavorare i panni di lana d’impianto nella Venezia gotica, che furono studiati spenel 1383 e Jl’industria si affermd talmente che mentre cialmente dal Muratori™. Ovviamente, il massimo e pit prima si vendevano panni veneziani qualificati « alla fio- brillante campo d’applicazione di questa logica urbana rentina », nel secolo xvi si giunsero a qualificare dei panni non fu la Venezia dei quartieri antichi ma tutta la zona fiorentini come lavorati al modo veneziano™. Sono tutte di pit recente bonifica che si estende lungo la frontiera industrie, come anche quella dell’oreficeria e quella del nord del sestiere di Cannaregio, dove essa diede vita a libro a stampa, introdotta nel 1469, che la Signoria inco- fasce residenziali di profondita omogenea, paragonabili raggia con misure protezionistiche, ma che poi raggiun- per molti aspetti a quelle di Amsterdam. gono |’autonomia economica, conferendo a Venezia il ca- Fra questi e il Canal Grande, nella zona di S. Sofia rattere d’un centro famoso per l’industria artistica e di e di S. Caterina, peraltro, si dovette verificare una revisio-
lusso™. ne d’antichi impianti, testimoniata dalla diversita d’orientamento della chiesa di S. Sofia rispetto ai lotti rettan-
golari densamente edificati che configurano un quartiere Le +esidenze a tappeto, borghesi, operaie e assistenziali sostanzialmente borghese od operaio, per la scarsita delle residenze gentilizie®. A S. Sofia, le case in serie di calle
Le diverse politiche di sostegno alla marina di stato Zotti, a due campate, di cui una pit stretta per la scala e all’industria di lusso, esplicate dal governo o dai singoli con piccola corte interna, rivelano parentele con I’edilizia
patrizi, e l’afflusso consistente di forestieri, convergono continentale nell’uso di eleganti archi gotici in cotto, e inoltre nel Tre e Quattrocento a sviluppare o determinare danno l’esempio d’una residenza modulare _piccolo-borun’urbanizzazione ancora pit: intensa e capillare di quella ghese *. Residenze ancor pit! compatte, prive di corticella che gia s’avvertiva nel Duecento. Su tale fenomeno s’in- propria, e totalmente occupate da boteghe al pianoterra serisce precocemente il governo stesso che nel 1335 de- si sviluppano in tutte le zone centrali, spesso per ristrutcretava la costruzione delle cosiddette case della Mari- turazione di insediamenti duecenteschi, come nella calle natezza, nei pressi dell’Arsenale, destinate ai marinai del Paradiso, a S. Lio, riorganizzata nel 1407 per conto infermi o inabili. La denominazione usata @ ancora quella dell’abate di Pomposa, dove una sola scala serve due vecchia di. hospitale; ma la dimensione e la concezione alloggi per dare il massimo spazio alle fronti del piano-
urbanistica dell’intervento @ nuova, trattandosi di tre terra”.
Capitolo settimo La Venezia di Jacopo de’ Barbari
La citta trionfante di fine Quattrocento tando le stime catastali del 1469 con altre precedenti, il Wyrobisz ha potuto quantificare l’aumento globale di vaVenezia, oggetto d’un discorso nuovo e aperto, che lore delle case in Venezia dalla fine del xtv secolo intorno serve a stendere un compiaciuto bilancio dell’enorme la- al- 20%, con punte superiori nei sestieri di Castello e voro compiuto ed insieme a tracciare il progetto degli Cannaregio, dove la dimensione della citta era stata am-
sviluppi ulteriori: questo il tema di fine secolo. II testo pliata °. di Marin Sanudo il Giovane, noto fin dal 1484, spicca Le chiese degli ordini mendicanti, in coerenza con fra le opere letterarie, per la sua concretezza descrittiva tale processo, erano state rinnovate, raggiungendo piee per la coscienza del fatto che Venezia @ « commun do- nezza formale e strutturale. La nuova SS. Giovanni e micilio di tutti, terra libera né mai da alcuno subiugata Paolo, costruita a partire dalla meta del Trecento, era
come tutte le altre »'. stata coperta con finte volte ogivali nel 1420 e consa-
La nozione di Venezia come luogo di liberta era gia crata nel 1430°. La vecchia chiesa duecentesca dei Frari presente nel Petrarca che l’aveva scelta per sua residenza fu demolita nel 1416, mentre quella nuova la stava gia fra il 1362 e il 1368, seppure nel quadro di alterne ade- ricoprendo con alte strutture a crociere gotiche reali, consioni o ripulse alla cultura del mercante veneziano. Ma cluse dalla facciata esistente nel 1420 e l’insieme fu conil Sanudo vi aggiunge l’esatta percezione del costo reale sacrato nel 1492’. Meno chiari restano i tempi e i modi di questa condizione in una citta dove « il terreno é molto iniziali della ricostruzione di S$. Stefano, collocabili cocaro, val assai denari » e tuttavia vi si fabbricano « co- munque nell’intorno del 1430, quando il grandioso pretidie » palazzi e- case « che bateno sora l’acqua», ed i sbiterio venne costruito scavalcando il rio*. A costruire « ponti, antiquitus de legno, al presente tutti si rinovan queste chiese avevano contribuito corporazioni intestate de piera»*. In realta, dei ponti costruiti con archi di a citta o nazioni straniere come i fornai tedeschi a S. Stemattoni e finiture di pietra esistevano da lungo tempo, fano (1440), i lanaioli milanesi (1361) ed i mercanti fioa Venezia*; e questa, come altre notazioni del Sanudo, rentini ai Frari (1443) e soprattutto le famiglie dogali individuano la diffusione ed il nuovo significato piuttosto per le quali SS. Giovanni e Paolo aveva assunto il valore
che la nascita d’una prassi costruttiva. Ma nuovo, per di un pantheon. quanto si pud dire in questa sede, é l’apporto dell’ archi- Ma lenorme lavoro di costruzione e ricostruzione tetto Mauro Codussi (ca. 1440-1504) all’architettura ve- aveva taggiunto un punto critico intorno al 1460, se-
neziana ecclesiastica e civile *. gnalato sul piano produttivo dalla stagnazione dei costi
Quando il Codussi comincid ad operare, introducendo nell’edilizia’, e sul piano culturale dalla singolare iniziain Venezia la serrata logica dell’umanesimo fiorentino, e tiva delle monache benedettine di S. Zaccaria che, pur specialmente dell’Alberti, la citta si era gia familiarizzata avendo appena rinnovato la propria chiesa in forme gocon la precisione tecnologica delle facciate marmoree at- tiche, ne iniziavano un/’altra nel 1458, a cinque anni soltraverso la Ca d’Oro ed il cantiere della citta gotica stava tanto dalla caduta di Costantinopoli in mano turca. La concludendo il suo ciclo produttivo e culturale. Confron- nuova chiesa non andava a sostituire quella gotica, ma
SS NS eee en ee SESS) REO ES ce UR Gg) Op Meee RES ee ee Gee, OR ae SOS aaea Bye. = iNene ‘kewa ENE A ee —on revB - eeay7ae eerae ( >wSemone TaAMs helce—OS €. et — ~— =§_Ts —ea —— oa iSa of “ §) Ln sy Snape ine eee ee —L—— ae eae eo oN = eae fe aa ae ea a a Gey wa SS aa a =
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i ee ey, Ne I gt Ae Wobigtee So Saas sseggfta's 2's. oh oe By 4S | eg a at ne sacrificava la navata sinistra per ergersi, accanto e a coniare, nella chiesa dogale per eccellenza, un nuovo linspese di quella, in forme diverse, che assumeranno in guaggio di stato. corso d’opera un carattere protorinascimentale “. A chia- E questo linguaggio, per il concorso di altre persorire il significato dell’operazione contribui un altro mo- nalita artistiche, e della intensa elaborazione politica e nastero di benedettini, quello dei Camaldolesi di S. Mi- culturale che dara corpo all’idea di Venezia espressa nel chele in Isola dove il Codussi lavorava gia nel 1469. De bene instituta republica di Domenico Morosini (1497), A S. Michele, il Codussi rifece la chiesa apponendovi trionfera nella Scuola di S. Marco, pure completata dal un frontone semicircolare, forse collegato ai propositi Codussi (1490), nel palazzo Ducale stesso, e nei palazzi dell’Alberti per il tempio di Rimini, ma certo riecheg- privati e nelle chiese che sorsero o vennero riformati dalla giante l’arcaico motivo romanico-bizantino degli arconi cerchia del Codussi alla fine del Quattrocento. Basta il frontali della basilica di S. Marco ". Con questo intervento confronto fra la Scuola di S. Marco e la chiesa dei SS. Gio-
s’interrompeva la lunga stagione del gotico veneziano, vanni e Paolo, congiunte a definire lo stesso spazio urispirato ad una cultura tutta occidentale, e riemergeva bano, o fra un palazzo come il Franchetti-Cavalli (ca. sull’orizzonte urbano, in nuova sintesi, quell’incrocio di 1470) ed il Loredan-Vendramin-Calergi (1502-1504) che esperienze orientali e occidentali sul quale si fondava la la persistenza tipologica unisce, ma il disegno e la perenstoria dell’aristocrazia mercantile di Venezia. La ripresa torieta dell’opera in pietra distingue“, per apprezzare era un chiaro indizio del bisogno sentito da larga parte Vintensita della svolta compiuta nell’arco di tre decenni. del patriziato di rivalutare, rispetto allo stato di Terra, Attraverso il secondo, Venezia fornisce una rappresentale tradizioni antiche dello stato di Mare, al crescere del zione di se stessa che sfrutta ogni possibile contributo confronto durissimo e diretto con il nuovo dominatore della teorica e della pratica costruttive, per divenire maislamico del Mediterraneo orientale. Una sintesi analoga terialmente quella citta preziosa e trionfante che Vittore era stata realizzata, si noti, nel 1460, costruendo la nuova Carpaccio andava raffigurando e, per certi aspetti, progetPorta di Terra dell’Arsenale, conformata al modo di un tando, nei primi « teleri » che visualizzano le glorie della
arco trionfale romano, ma con capitelli bizantini ”. citta.
. b] e ° e e e e e
Ma se, nell’eremo di S. Michele, questa sintesi poteva
restare nell ambito di una limpida sintassi albertiana, essa La veduta di Jacopo de’ Barbari
era destinata ad assumere toni ben pit lussuosi e caleido-
scopici quando il Codussi venne chiamato nel 1483 a Bisogna risalire alla pianta del 1330 ed alla succes‘completare la nuova chiesa di S. Zaccaria e pertanto a siva cartografia idro e geografica che dovette prosperare
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RG Neate Ss eS i BO ~ ae eee wn gs ES ee ee es te x pe ae eS Fig. 37 [5]. Erhard Reuwich, « Civitas Veneciarul[m] », 1486. .
a Venezia, se non altro per ornare la sala delle Nappe capacita di distruggere le coordinate della prospettiva lia palazzo Ducale, nota dal 1442", per inquadrare l’ec- neare, che gli consente di collocare dei frammenti urbani, cezionale veduta del de’ Barbari, datata al 1500”. E la disegnati praticamente in assonometria, entro un sistema trafila, con ogni probabilita, porterebbe ad identificare una fluttuante di fughe che paiono prospettiche. Un’acqua sua matrice nello stesso convento dei Camaldolesi a S. Mi- della quale, invece, non viene mai mostrata direttamente chele di Murano, dal quale prese le mosse l’opera del la profondita, come nella pianta del 1330, pur collocanCodussi. Nell’isola, difatti, aveva il suo laboratorio Fra dovi delle piccole figure che, per il fatto stesso di camMauro, autore di un Mappamondo (ca. 1450) che viene minarvi, rivelano la scarsita dei fondali in certe zone. considerato il pitt grande monumento cartografico medie- Traguardata per punti, tuttavia, la veduta é restituibile vale”, il quale aveva certo composto una carta della la- in pianta e in prospettiva, consentendo un bilancio attenguna, se i Savi alle Acque, nel 1444, chiedevano il suo dibile degli sviluppi urbanistici di Venezia sulla soglia parere sulla deviazione del Brenta. Ed un’altra matrice del Cinquecento ”. Senza entrare in troppi dettagli, condovrebbe trovarsi in quella « Venegia in prospettiva » verra percorrere lo stato delle frontiere urbane. Queste che l’Alberti aveva disegnato, forse nel 1438 secondo il frontiere appaiono tuttora in movimento su terreni in Vasari, oppure in quel « retratto de Venetia » disegnato corso di bonifica, sia sull’estremita est, oltre la Punta di da Jacopo Bellini (ca. 1400-1471) che il figlio Gentile S. Antonio, sia su quella ovest nell’ansa fra Dorsoduro aftermava di possedere ancora nel 1494, quando era e S. Croce, che il de’ Barbari costringe moltissimo. Su troppo antiquo perché lo si potesse spedire al marchese queste, come su tutto il perimetro esterno ai grandi ca-
di Mantova *. nali, prevalgono le destinazioni d’uso per orti e squeri,
Di fatto, la veduta di Jacopo de’ Barbari appare un o le terre vacue. La frontiera nord verso Murano é€ occucollage di accuratissime vedute urbane, organizzate in una pata in gran parte da conventi con ampia dotazione di
trama prospettica che simula un punto di vista unico, orti, da quello delle Vergini fino a quello di S. Alvise alla maniera dell’Alberti, pur utilizzando punti di fuga, a ovest. Sopra l’Arsenale Vecchio e Nuovo, pero, si va angolazioni e scorciature plurime” al modo di Jacopo formando Ja Darsena Nuovissima, per una delibera del e Gentile Bellini. Ma proprio in forza di questa liberta 1473, conseguente alla sconfitta subita a Negroponte tre di costruzione e rappresentazione, la veduta acquista un anni prima. Nel .recinto murario, tuttora in costruzione, carattere dinamico e didattico insieme, consentendo l- si vanno accumulando le terre di riporto lungo i bordi, Vosservatore di passare e ripassare sopra la citta, esplo- ma la grande darsena sara collegata alle altre, mediante randola come da un elicottero. Ed é l’acqua, con la sua un canale, solo nel 1516”. Fra S. Giustina e SS. Gio-
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RO a OTF ee ae ee — eet SS ae ee e ees Ae... fos eS eS re Fe ‘ . > e 1500° \_enie: AS=: n~ aeOf aS ny Sn age- — bgt ~ =SN 1 ee gS OA — Babi ee me Oy d J Opo de Barbari ere
‘Bercciggewrmeme tne a a eee 1 jacop ?
72 Venexia vanni e Paolo, converge per fluitazione il legname, trat- S..lrt~—ti. ees
Grande (1344) e la chiesa dei Canonici Lateranensi co- 2. ef 7° — ££ Y . struita nel 1441-1445. Dalla Carita, fino alla Punta 4 ff fee NCS de ll a D ogana da Ma r S i S u S S eguono S e i i S O le lu ngo i ] see teteeeeetees ete rtrorerersceeeineeemeneeeeoeenesoseeters tetatatanatatatenetecatesesstonatsnsnstananesveetotateteeeretetelotatetaretntetetotetetetetatattstatatatatetete foteeletatetetaeretetetaressssoeneceneseeresesssenenestins ereseeataeatanrentctsentotaesesesesestarrestasstatsnmaoserestssentamsesmseseserenerereiermmrsreneneieseatateratareretsatetaratenens
Canale della Giudecca e soltanto cinque sul Canal Grande PERERA RRA AAR SHARAD OMS CNH HOCH ICH NCSD ROKR MMII KREME SK RMSNKH. CREMMKKKNMNRNHE gH MENS MMMMRMRND KENKANR RRND DRONE RR ERRAND RRM RR ERR R RN,
che si rivelano, per la rettangolarita del contorno, frutto LL
di bonifiche programmate. La fronte verso la Giudecca . . é attrezzata frequenti magazzini e pontili in legno AGS ‘ ° . °con Dy Sea ee. Seer ON ANY NS Rees: SERBS MORNE NT© BRT ek |
che le daranno in seguito il nome di Zattere. La man- NOS canzapensare di grandi navi Canale della potrebbe #7 BR YN RS far chenelquesta viaGiudecca d’acqua stesse attendendo I’ef- - a Bo (| SO ee fetto degli interventi sui fiumi per riacquistare, mediante epg NPR oe Sees Sa ees oe la forza del mare, la profondita compromessa dai sedi mT) IUCR
menti alluvionali. NN a ROA
° eecgeeteresopteceoptececedsaraterececeerecertcees ek ibe a SP \ 7 TER RNR SRR NNN RRR RS Poi, oltre la Punta da Mar non sovrai Py eeSALI OT stata, ancora, dalla moledella della Dogana Salute, il de’ Barbari schiuee ET WL
5) : ) . . | | [ —- , ie Fan Xs wag f Se
de e4 sviluppa il trionfale racconto della fronte I Oe ee ‘ ‘ ‘ SEE CREE SR ES nSdelffporto, | _ |BANOS \ JY sepia dettagliando uno per uno gli edifici che vanno da S. Sa- ON San Se muele fino a S. Antonio in modo piuttosto esatto. Su | ae ae questa fronte, a seguitosono dei provvedimenti trecenteschi, my = $ ia S. Marco, forse derivata dal disegno che Gentile inviava Rr \. Pay (a 7 , "ay | al marchese di Mantova nel 1494, possiede gia i ca- NS WES See yey ° Comes ~. ratteri delle scene teatrali che il Serlio disegnera pochi a hU|lCUONNG 3 he NN _ decenni dopo, intelaiate dal disegno a riquadri in cotto _ pe * ~ nosy \ Dan . SA del pavimento e accentrate sulla Torre dell’Orologio, at- . Ls A RR OS \ /. hs ~ 1G
tribuita al Codussi”, con la quale s’inizia il tortuoso per- e my a? Aree Se Rie: corso delle Mercerie fino a Rialto. LiFe Sate, eee oe lL: NG, Le notazioni urbane e architettoniche sono moltissime } TES map! | eo wee WE Ly fr
e puntuali, cio che conta che per raccorda il de’ Barbari, chiaraRN WN “Re \EBC mente, restama il fluente disegno la fronte 4 / aKce \ Wee / — A AG a del porto agli spazi urbani interni, tutti rappresentati Se he TINS. Vusuag aS MA UY ZF ,j con la straordinaria densita edilizia verificabile tuttora, d ae ApH ~ er ON ae or Ss ma spesso utilizzando l’immagine ar. > f casesemplificata in linea. Fra queste case, si stendonodii troppe campiMeN ben at PeBi) 2. pees) WERWW. ie 41EL conosciuti, ancora senza pavimentazione come quello di ane, | Cl ; ra Nae es, ) g S. Maria Formosa, oppure bordati da canali che poi scom- hog rere : | 3% - Ny am . ai parvero, come nel caso di campo S. Polo. In questa massa ee ao ee 7 ye wr d’informazioni grafiche, non sempre decifrabili, spicca p BENE “0, pr. ag re. F ~s hy l’immagine del ponte e dell’area di Rialto, collegata a ants oe Lene £4 Sheth COR dee S. Marco dal dedalo delle Mercerie. Il ponte € ancora 4 Pay & neraiera \ — a Ls- clo Ms ssah"“EH By Daanershera)l ttl, y a’ we Dvineciag FM nel ;§ ae nN ? | a | ti ey ; . osah” a SieAfeee Pe.iywe ¥'?rorcello, 26 bes. gOAtre; .“4 YZ
S » il a . ae © : rd s.Atent(me feg ee 7 .TSif E> LT AEN ; H)the ali Ee eA cl y Aeretto Br, noHo
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Fig. 48. Giacomo Franco, la dogaressa Morosina Morosini Grimani sul Bucintoro & condotta a palazzo Ducale il 4 maggio 1597. Incisione. La Piazzetta ha qui oramai il suo assetto definitivo (comprese le botteghe sul ponte tra la Zecca e i Granai), cui si sovrappone l’apparato festoso per la ceri-
monia, ben rappresentata dal complesso di imbarcazioni da parata che accompagnano il Bucintoro. ,
82 Venezia classicista e romana della citta (quanto meno di signifi- clesiastica, al rinnovamento delle scuole Grandi, di S. Rocco cative parti di essa), trascurando l’esistenza di un teso e della Misericordia, alla rete di attrezzature destinate all’asdibattito circa l’assetto territoriale lagunare da cui essa sistenza e al controllo delle classi popolari (Pullan, 1971) — ricava la propria natura e la forma stessa e dal quale é bensi per far emergere, dal confronto fra le vicende che pre-
oggettivamente condizionata; ovvero la presenza in citta siedono a cinnovo dei ik tog are citatl, cont ne di grossi poli funzionali strutture di servizio che, in bles Mi irertamente ratic € ct dovra Pporere aena sepa . . ica.eMinerva, Mercurio, Vulcano: sesue laPprima vestirsi
parte almeno, risultano sottratti Oo vengono mantenult con i piu « moderni» abiti dell’eloquenza, al secondo dovra estranei alle occorrenze della retorica architettonica: so- essere sufficiente un « funzionale » aggiornamento, subordiprattutto l’Arsenale e, se pur con meno compatta e totale nato alle leggi con cui si ripartiscono costi e utili di specuattitudine dimensione e ordine, aree residenziali, vasti or- lazione fra intervento pubblico e intervento privato nella riganismi conventuali, zone banchinate (attrezzate a depo- - costruzione posteriore all’incendio del 1514; ma al terzo sara
: « tacere » °.
sito e attivita commerciali marittime) e altro ancora. imposto — per pit di una ragione e in molti sensi — di
Architettura e mito nella Venezia del Cinquecento E, in sostanza, una pil o meno esplicita volonta di riqualificazione urbanistica e linguistica quella che guida
- Vi sono certamente taluni luoghi e momenti urbani il lavoro architettonico nel xvi secolo, a rispondere alle nei quali le ragioni della forma (ripensata e resa oltre- attese di una realta civile di sempre altissima dignita e modo aulica dall’inserzione romana giusta il disegno mi- credibilita internazionale da un lato; e in lotta serrata _ rante a ri-creare il volto nuovo corrispondente all’altret- volta a mantenere un senso e uno spazio nel concerto tanto nuova condizione veneziana del medio Cinquecento) politico ed ECONOMMCO CUuroped, dall’altro lato.
e le ragioni funzionali si scontrano e s’incontrano esclu- _ Non si nega certo la centralita dell’operazione matdendosi reciprocamente o dando vita a una stringente e ciana — e delle speculari riduzioni dell’Arsenale e ri-
dinamica unita dialettica ‘4. strutturazione del sistema ponte-mercato a Rialto — se L’impalcatura ideale e, insieme, il programma poli- si da conto contestualmente dellesistenza di un secondo tico, che appaiono reggere le sorti veneziane e definire e magari di un. alferiore sistema di lavori condotti e gli ambiti di significazione del grande composito sistema messi a segno fella compagine veneziana: dalla grande della Serenissima, vanno ricercati in quell’ambiguo e ca- fortificazione di S. Andrea -S. Nicolé all’ingresso_ del _ maleontico nodo di speranze progetti e strumenti di go- porto di Lido (che vede attivo Michele Sanmicheli) al __-verno che é stato definito il mito di Venezia nel Cinque- lavori di progressiva definizione dei termini esterni sui cento” (ma che sopravvivera ben oltre la scadenza del margini nord e sud della citta vera e propria con la consecolo!). Tutto cid s’incarna nei segni e nei luoghi terminazione e selciatura delle Fondamente delle Zattere e delle Fondamente Nuove, fino all’escavo di tutti in cui si era gia triangolata la struttura dei poteri della Se- i maggiori canali cittadini e magari al tentativo costante di renissima: in Piazza S$. Marco, luogo della « rappresentazio- conferire dignita e forma intellegibili a quel campi ea ne » del potere dogale e di incontro programmatico dei « po- quei siti che costituivano l’elemento policentrico distinteri misti», in Rialto, luogo dei commerci internazionali, tivo della particolare, obbligata e condizionante morfo-
nell’Arsenale, « citta delle arti », luogo delle tecniche. Mi- logia della citta. ,
nerva, Mercurio e Vulcano: diversi dispositivi che presie- Il mantenimento costante della funzionalita del sidono aa rte ee del tre sit, diversi Bi intenti, div “i stema veneziano specie nelle delicate connessioni della
e magistrature che guidano e controllano le operazioni, di-
versi gli strumenti di progettazione, diversi oli esiti storici sua dup lice natura terrestre ¢€ acquatica cra dcEnip rato da delle operazioni stesse. Eppure, quanto accade in quei tre una ininterrotta p romulgazione di norme e lefinizione di luoghi deputati forma in qualche modo un’unita dialettica. Cid misure specifiche e concrete su tutte le tematiche relative. non per ignorare i numerosi interventi a scala minore — dai Resta tuttavia da considerare come i diversi sistemi nuclei edilizi a corte assiale alle. architetture seriali ad ele- urbani si connettessero a costituire un innegabile e ormenti standardizzati, ai nuovi palazzi patrizi, all’edilizia ec- ganico continuum; cioé, in sostanza, le regole non scritte,
VIII. La « Renovatio » del Cinquecento: da Sansovino a Palladio 83 “BA MERAVIGLIOSA PIAZZA DE SAN MARCO REDE VEN ETIA. .
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VIII. La « Renovati novatio» del Cinquecento: :dadaS$Sansovi o a Palladio ee at 4 }
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RyaVe |=kdat mye w=eee NB SB LG eS eee #. NEX § os co an . SF \ ae as $ ees: ~ss° °.ae ia ce nehr we :|2ey ~aaeWO 4Y ay. .Jo °;Lamyie Nl aa _ i saan ~ , WES §& nr" ee wiz: , 3 . . : at aan TES aoe pe ; vie wl ie ag . .. —/? res i a ° ‘¢ $f » B.—s e. wa s same . ° 7 oF “ O50, Grehon. ~ cer. i. _ cae © ge ~o— iaa weaeaTS Mi aan. "an “ag ~ —_ ax Pe age| nee P j f* nes “0 were wea ‘e x ew we 2S race . Rites Rs ahie
$ q La Z a os. q an Od . y ent 7 ‘ . “ . ae . . ‘J \ a . "93 ay aa e . i] . ae gee aN i3 we’ P, ¥
N). SR fa ~ oy ee 2 Cae i 3A gags be ig. °55 [12]. F| i ©>;USeo an ot gee § a... + ae a iTMLwn any erg, «VVenetia co ogenio, i . .SWidedeche penne s oo neat wees Soeae ges Biri, £ . .cinquecentesca . . . . Ma il Pee BO hence coe. Ka fe F tema — del ,giardino risulta nella a a ae a 4 ay 1 fo: qualche cosa di pitt della semplice testimonianza di
Sve 7. i oes , Loi) ag) Bee « straordinaria vaghezza et dilicatura» che alberga in 9g ar ALc in oe a «a cae er, eee citta; infatti, al di la della « varieta de gli abbellimenti, Se 5c A I LF tae i Bead ee A oe b et con gli ornati delle verdure, et delle pitture et sculture,
& See!=e - a a=2 re ore f . con fontanealg et con altri ritrovati gratiosi » nae Was ae che i . dilettevoli . . riguarda, . . . .et non 2 ey | ry on yi ay 5te di ‘cui- «; siak compiace ogni uno gli senza ee i) ee a Cee ee consolatione et piacere » (secondo le parole di Sansovino
: ir 2 42 5 ore oSba 4a i a“ mostra “a0 laeles = perfezione _ a a és. ‘ one Es .;. a o :A ), [Ae ee. SS propria e completezza sotto. ogni ke ey : . eee 2. Fa sge ow eer ore ewe sk pa Be Sas. at a a + 4 a AL jr ) ) la citta — Be . ‘ Ned wen?an BeSo ; ifwing i 2 ¢ ho ae :E;'
_—_—~ v 4\sae qenle TMA: . al oN SN ae teff.SEbeSg: wLm ~V ¥ : 32 ¢ oy t“
, .Bee oh fige“aecM -:>NVy S34 | RD ° 5 ee Nee ‘ iJ ” 3 * a ° jo ‘s zy 2LJ ae Oe _Ampliamenti e altri lavori a Venezia, | ic gee i \ Ex oZ/ \ ° peg ae : = * FO mn 2 4 . hae 7% | Soa “4 < . . y . * ;aitJi L ae. 4. 8 \\& {Oe we | ime ST Ny” ~ » yi a\v" (> dit grande.mappa illustraBae Videa del rane Sabba- . fe wie erih hi aie pee % 4 a ino i. ee PeOF Niele PSY Fig. 62 [13]. Cristoforo Sabbadino, progetto Se 6 \ HH ie ',| 1 4 if ee OTE anal Grande con un ponte al Corpus DoheePee” a] | le: * 58 =mery We(Au Fi ‘4s
: 1 Mei ae re * a” ; | ) hh Lf OS shit
mini; di interrare una serie di Sacche so- ae > a eee ae ae a gree Mme | Sata 4 prattutto a sud della Giudecca e sulla testa (7 Sinai > = Semloe ( Uo ga Ain: Tara Fe occidentale delladei citta; di per approntare dei aaa LE |. aege fe & Soe apeMae \ At4 \i oa iy aA> [4 Hibkege bacini per l’attracco natanti il tra- . ee Towa ERE pe pons merc! provenienti dalle varie diret- fe ale “ Re fe PRON ) rn? ae . >..: \\ ae aie : ¢ i Ha Ye
ci de di la vaste terraferma; di scavare un. nuovo swe OA.‘ a"OQ" tt Jaatag! g, +nehits canale dimensioni ll ee 7 ig 3 _ 3 y ~fd.eebpieSe bs PON he Ll -&: wy a” . mil vali ; ‘ ‘tet 4 sa23-
la 1 para nord elo a tutta ee : C «OfNella b Caelegenda AO - qj Cs j:a Adioe fosgad ) Mare a, | Se Scuola Grande della Misericor- See eae ee ‘ " 7 a ad | ff Is i go OA FE pr ° (eae
sione di Domenico Lovisa, 1720. bay A SE a : Pe. i ~ i i, ¥ - — a * HB. . “Sr =
Sulla si il singoae aN x eee = Aeew | (g ryf :_‘ °sinistra , Mec aevede Be Fee ee4 \\' a,JAR . 7... - 2Be Sg Cae lare palazzo Tiepolo sul quale °°: pa % fo eee | jan pure Sansovino ebbe ad inter- "Hiei @ e447. e EL hg iy iy Pace oo hy oi er kb. oe lL venire, dimostrando doti ingee reat | TERE ee eee eee ee Nee (EO A ae ae gnerili e di | ALS, -\ | MERE aod Sa cmeeae en)| en
Fig. 65 (a sinistra). Jacopo Sansovino, palazzo Dolfin (poi Manin) sul Canal Grande a Rialto. Incisione di Luca Carlevarijs, 1703. Fig. 66 (a destra). Jacopo Sansovino, palazzo Corner della Ca Granda a S. Maurizio, sul Canal Grande. Incisione di Luca Carlevarijs, 1703. I due capisaldi dell’architettura civile privata sansoviniana risultano inseriti con differente valenza ambientale e « monumentale » dall’incisore nelle sue tavole (ita l’altro attribuendo il Corner erroneamente allo Scamozzi). E infatti il Corner che, rifiutando il riferimento al loggiato coperto terreno in qualche misura passibile d’avvicinamenti tipologici con il fondaco veneziano, senza accostarsi al filone umanistico locale della linea LombardoCodussi, impone con perentoria efficacia la svolta classicistico-romanista che solo la formazione e la cultura di Jacopo potevano proporre e attuare in presenza d’una committenza votata ad alzare il livello del dibattito ideologico gia assai vivace in citta negli anni ’30 del secolo.
Salvador e, prima ancora, all’omonimo convento dei ca- citta, a Dorsoduro, con l’ospedale e la chiesa degli Incunonici lateranensi, quindi ancora all’altro caposaldo ar- rabili. Il lavorio di riflessione e riscrittura si dispiega quasi chitettonico, che affacciandosi al Canal Grande, sottolinea per cerchi concentrici nell’imponente massa d’interventi Paffermazione pit aulica e « centrale » del linguaggio san- che, anche al di 1a del ruolo di « legislatore formale » soviniano nell’architettura privata: palazzo Dolfin (poi che Jacopo di fatto svolge, costituiscono i punti fermi della
Manin) sulla riva del Ferro. riforma urbana cinquecentesca di Venezia. La dilatazione
Pressoché in contemporanea a palazzo Dolfin (sulla dimensionale di alcuni di questi lavori, tra l’altro, accensponda del Canal Grande presso Rialto) e sempre par- tuera non insensibilmente la loro importanza rispetto alla tendo dal nucleo marciano, Jacopo avanza la sua mano- definizione della nuova immagine di Venezia. Cosi come _-vfa quasi a tenaglia sul cuore della citta mettendo a segno la Scuola della Misericordia apparira un immenso tetto altri interventi, altri capisaldi della Venezia rinnovata, « che coverze meza la citadinanza » * (né pud sfuggire in sulla direttrice occidentale; quindi dal lato ovest della questa anonima definizione l’analogia col celebre giudizio Piazza, quello dove la sua chiesa di S. Geminiano separa dell’Alberti sulla cupola brunelleschiana né il gioco di e congiunge le due testate ripiegate delle Vecchie e Nuove tiferimenti al manto della Madonna — patrona della
Procuratie: il palazzo di Giorgio Cornaro sul Canal Scuola — che copre i confratelli e i protetti), il palazzo Grande a S. Maurizio; la zona absidale della chiesa di dei Corner a S. Maurizio « scuopre ed é@ scoperto all’inS. Fantin, poco distante da quello. La presenza di Jacopo torno per l’altezza sua, le lagune »”: come dire che Jaé tuttavia assai pregnante ancora a Castello, con S. Mar- copo ha posto dei segni ed ha in realta dato vita a delle tino e la Ca di Dio; a Cannaregio con il grande Tezon della opere che costituiscono ancora le vere e proprie emetScuola Grande della Misericordia; all’altro capo della genze del paesaggio urbano; che egli di tale paesaggio
VIII. La « Renovatio » del Cinquecento: da Sansovino a Palladio 97 ha ipotecato i futuri sviluppi; che ha fornito dei para- Il primato detenuto dall’asse del Canal Grande entro metri dimensionali e proporzionali in ordine alla com- il sistema diffuso dell’urbanistica veneziana e pur nel plessiva lettura e decodifica dell’organismo veneziano. policentrismo di cui s’é detto, @ riconosciuto senza ecceLa Venezia post-sansoviniana @ altra forma e altra zione alcuna: di fatto, agli edifici realizzati sulle sue struttura tispetto all’emporio di fine Quattrocento e del sponde vien affidato il messaggio di pit: intensa e intenptimissimo Cinquecento delle vedute di de’ Barbari, del zionale pregnanza da parte di ciascun architetto (basti Bordone, dello stesso Vadagnino. E ancora una volta confrontare, nell’attivita del Sanmicheli, palazzo Corner Francesco Sansovino a fornirci delle direttrici di lettura a S. Polo con palazzo Grimani sul Canal Grande a S. Luca, tra i casi della privata architettura cinquecentesca: la sua per rendersene chiaramente conto): cosi era stato per conoscenza diretta delle vicende e la sua penetrante at- Mauro Codussi col Corner-Spinelli e il Loredan-Vendratenzione critica fan si che i suoi giudizi non siano che min-Calergi; cosi @ per quello che diviene l’edificio esemparzialmente condizionati dall’altrimenti soverchiante fi- plare della nuova romanita lagunare, palazzo Corner a
guta e statura paterne. S. Maurizio del Sansovino. I] suo partito architettonico (« la faccia tutta colonnata doppiamente con lavoro Io-
La citta policentrica e la « poetica del frammento » nico di sopra, et Rustico gentile di sotto, et con fori
nobili ») diviene assai presto e certo pit che il sanmicheLe prime e generali osservazioni di Francesco rivelano liano Grimani a S. Luca (« ricchissimo di fatture, percio tuttavia un modo particolare d’intendere le « singola- che gli intagli, i fogliami, et l’altre delicature quasi fatte rita » di Venezia, la peculiarita della sua struttura e della per fino alle fondamenta, sono con spesa eccessiva [...] stessa morfologia edilizia: da un lato Jl’ individuazione et la faccia ¢ abbondante di esquisite ricchezze di com-
della grande aulica arteria del Canal Grande, dall’altro ponimenti et di lavori») termine di riferimento: lo si pero la coscienza che — salvo i margini esterni ancora vedra in maniera assai esplicita nel corso del Seicento. abitati in maniera approssimativa e rudimentale — tutta E tuttavia non pud al tempo stesso non cogliersi la porla citta ha uguale dignita e qualita di siti, una sorta di tata irripetibile di quelle invenzioni (del Corner ma anche magnificenza diffusa e ininterrotta™*; anzi: una grandezza del Grimani) se da essi vengon tratte talune sottolineacontenuta e compressa dalle angustie naturali del luogo tute e caratterizzazioni che si propongono anche dentro in cui l’« artificio » ha dovuto « suplire [...] al difetto a un pit’ sommario recupero non tanto di scelte distridella natura»: «onde cosa @ manifesta, che se tutti butive o di perentori linguaggi quanto piuttosto di mei palazzi et casamenti havessero i cortili, et gli horti [...] todo compositivo dell’architettura veneziana del Rinasciet che le strade fossero larghe et spatiose come in terra mento, dove spesso. — come ha recentemente annotato ferma, la citta sarebbe di gran lunga maggiore di qual si il Lorenz * — J’intelaiatura compositiva vien dalla travoglia altra nel mondo »”. Francesco tuttavia non con- dizione locale di disegnare in pietra istriana le partizioni sidera questa citta « maggiore nel mondo » quale un in- delle fronti che poi inguadrano e comprendono specchiadistinto continuum urbano: Venezia infatti «a i sottili ture, finestrature e porte, lo stesso gioco di materiali e, consideratori della cosa, si mostra non una sola ma pit magari, decorazione pittorica in trompe l’oeil. Ancorché citta separate, et tutte congiunte insieme. Percioché se si tutto cio non debba esser letto nell’ordine di una conticonsidera la sua situazione, ridotta in pianta senza i ponti, nuita che si rivelerebbe scarsamente credibile, va pur si vedra ch’é divisa in tante grosse castella et citta, cir- detto che tale metodo compare anche nei grafici dei tratcondate da suoi canali, alle quali si passa dall’una allaltra tatisti allorché si accostano al tema veneziano (e valga co’ ponti o di pietra per la maggior parte o di legno che per tutti il Serlio). Infine: particolare attenzione riserva la congiungono insieme » *. E, come facilmente si vede, Francesco Sansovino a un edificio che, pur non affaccianla realizzazione di quell’« universo urbano policentrico » dosi al Canal Grande, aveva mostrato — anticipando anche, annota Tenenti, « gli architetti rinascimentali cerca- che le scelte architettoniche di Jacopo — le possibilita vano di potenziare e reinventare nelle citta della Peni- della nuova « maniera », il « famoso palazzo del Patriarca sola »*! e che si presenta qui alla capacita d’analisi di Grimani, ridotto alla forma Romana ». Si tratta del vasto
Sansovino figlio. edificio che con vicenda edilizia non lineare né continua-
98 Venezia Gee ne teepe 423en SSSSS a a SS reneeee_ aSEES wo wn eee . ; SS SSE rr a. ee 2. mo SS sae a ee oe ; a Co ee eee. || aS s ae ——ee ee, i eS eee eo ge eae, en | }‘: Lo Sy —_ Ne See en . 2 ee —_ 2S 0. Bee ae ee ..~aa ges ~e c= -. eric mee ee i mo ae Ms eee onl = = = ° a4woe - -eei Geee Re gee gOS ie Sue epagumnmes ao mnt a eno teem ee . °~“oe Son 5oe, ~ a es oad ws, , vante. a «....i-br , * ! : ? tH ‘
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Niel eet| a2SE SE aeEee ee = _Ss we itn a— ——— — "NG Oe 7 T eae Fig. 67. Michele Sanmicheli, palazzo Grimani a S. Luca, sul Canal Grande. Incisione di Luca Carlevarijs, 1703. II grande edificio dei Grimani rimane linguisticamente un fatto sostanzialmente senza seguito ma costituisce per converso un tiferimento fondamentale nella complessiva.costruzione dell’immagine monumentale di questa riva del Canale non meno che della speculare ripresa su quella contrapposta: si pensi ai palazzi Balbi, Bon-Rezzonico,
Coccina-Tiepolo.
VIII. La « Renovatio » del Cinquecento: da Sansovino a Palladio 99
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Fig. 71. L’arco e la loggia eretti da Palladio al Lido in onore di Enrico mt di Francia, 1574, in un’incisione di Francesco Bertelli. L’intervento di Palladio nel progettare gli apparati scenografici per il solenne ingresso in citta di Enrico di Francia risulta assai pit. che un segno di efimero, posto al naturale ingresso alla citta per via di mare; anche perché, in queste architetture di legno e stucco, Andrea porta alle obbligate conseguenze e a una esposizione emblematica sia la condizione di margine nella quale il suo lavoro trova spazio in citta sia i condizionamenti stessi posti per ammettere in Venezia il radicalismo del suo metodo e della sua ideologia dell’urbano.
VIII. La « Renovatio » del Cinquecento: da Sansovino a Palladio 101
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Pos Pas a re rt aS ae cee ne fee Saleekeae eee ! eS“7a “sae eee —_ PO DR gE oe ee ete age Py Bee eine et SR a - Et Santa5 eel a
allorché lavora alla scala architettonica passando ageEa ep an es tae a alla dimensione dell’urbano, gli consente ediche, « liberarsi i aeSee Samer
dell’handicap della prospettiva come legge d unificazione oe namics aaa ep 4.|, remy qo og
urbana ferrea, di deconnettere gli ingranaggi astratti della ee ae a" ee pe by ie I: citta ideale, di sostituirli con frammenti aventi valore di Re age OT yy Lo. ‘ a t i posizione reciproca nella citta reale ». e aaa: eee 7-4 Ah gee ag eZ I fatti edilizi maggiori son quindi tutti in quella por- Sa es) >| freer camed pesanaaaven ee] * woe _ ane nalween oo ae§ goes < “ve EsITA MeanSRR ne ae 0 RRR ry meme . 7 -oe ee °eew=° ad a wre . “Ss
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VIII. La « Renovatio » del Cinguecento: da Sansovino a Palladio 103 BEEN aoo a ‘Vey ae erpa eeeaee: wee Rs Ey Pe eSot sce ::*5‘2. ,:Os) , ‘7k Foe senae onta! err Dg Pe nS 5a5esaes SEBS Fn oeERR nee Mp iEe..‘éare: .a.ree * oe” :a*Fay °Regis *oe. Big,aOroe4 i “Peo *cee Soha :eS ; “yy ;a2 Pe Jsaren Re
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Figg. 78-79. Andrea Palladio, prima ipotesi per il ponte di Rialto: prospetto e pianta.
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Fig. 80. Modi di Francesco Guardi, il ponte di Rialto secondo la successiva idea di Palladio: prospetto.
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| an OM it ee >a ee ae Vale Ca Sih ca 2 Tr isc ssi eid Figg. 90-94 [18]. Anonimo, pianta-veduta di Venezia, 1630 ca. (Qui sopra) Veduta generale. (Nella pagina a fronte, in alto) Dettaglio di una parte delVarea nord della citta, con il Canal Grande. (Nella pagina a fronte, in basso) Dettaglio con Piazza S. Marco e parte dell’area marciana. Molto chiare le Prigioni Nuove del da Ponte. (Nella pagina successiva, in alto) Dettaglio con il Canale della Giudecca e il Canal Grande, appena superata la Punta della Dogana. (Nella pagina successiva, in basso) Dettaglio con I’area realtina.
lizie del secolo. Le botteghe dei tajapiera (da una di esse, nico di rappresentazioni sublimi o di emozionanti, raff-
se pur toccata dai dibattiti culturali «alti», uscira il nate, beffarde o sguaiate piéces urbane. Longhena) disseminano con la loro sterminata produzione La pianta del celebre Matteo Merian — che si colloca , gli stilemi e le cadenze apprese dai progetti dei grandi, attorno al 1635 — vuol fermare la situazione veneziana esercitandosi nei cantieri delle enormi macchine architet- nella condizione « felice » di fine Cinquecento (e forse toniche: siano quelli della Salute o del palazzo dei Pesaro, a questo deve la sua straordinaria fortuna, assieme alsiano i mausolei Mocenighi o gli altari dei Tolentini, dei Pespediente di presentarsi come una sorta di aggiornaSS. Giovanni e Paolo o di S. Pietro di Castello. Incisori mento diligente del grande de’ Barbari); ma il secentesco e intagliatori che s’affaccino per trasformare in vedute clima di festa e teatralita ininterrotta s’afferma nella va€ panorami e piante l’immagine della citta nel medio o rieta degli eventi acquei che si addensano nel Bacino nel tardo Seicento si trovano di fronte a un organismo S. Marco. Se quindi la puntualita dei riscontri lascia a che al rigore degli anni del primo e del secondo Rinasci- desiderare (come ha sottolineato Schulz”), @ piuttosto mento ha sostituito le notazioni « pittoresche » e variate la compassata elegante esposizione delle regole che guidi grandi macchine teatrali; le quali agiscono il palcosce- dano la vita e il funzionamento di quest’organismo a fare
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EC A eee EEeaFee Mat : Nea SGLe Mea eee PalitSEN BS —A ea nc ee ee eS TP & ae ao "ee Wo F Sr Orv pp SY STE gt eer as Sica eras. ee Ng ee 9 ga Gee \ Fig. 95 [19]. Matteo Merian, « Venetia», 1635 ca.
della pianta-veduta del Merian un passaggio obbligato di Rialto, conferiscono a quest’immagine caratteri che ben della cartografia veneziana. La perfezione tuttavia di essa tappresentano e mettono in forma, riassumendone gli elemacchina urbana (assai pit: originalmente e criticamente menti pit. appariscenti, l’atteggiamento di allora. indagata ed esposta dal Badoer) nella letteratura e nella Rispetto alla riscrittura assai generalizzata e alla tricartografia appare quasi uno scontato luogo trattatistico strutturazione diffusa che quantificano vita ed evoluzione ed encomiastico e quindi, in piena consonanza coi tempi, della citta, vi sono taluni eventi che connotano con piu retorico e metaforico: mai forse cosi efficacemente signi- incisiva e qualificante efficacia forma e struttura veneficato come nella anonima tavola inserita nelle edizioni ziane; si considerino, ad esempio, gli interventi di Bar(1621 e 1624) del « poema eroico » di Giulio Strozzi La tolo Manopola, seguace e continuatore di da Ponte e Venezia edificata, condotto appunto sui miti di fonda- dei Contini, a palazzo Ruzzini di $. Maria Formosa (prizione della citta: nella Galleria del Cielo (cosi simile alle missimi anni del Seicento) o a palazzo Pisani a S. Stegallerie cartografiche di ogni reggia e principesca resi- fano (secondo decennio del secolo): la dilatazione di-
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denza: a cominciare da quella, celeberrima, vaticana mensionale, linsistito disegno a bande di pietra istrial’Arte — le cui vesti portano disegnate le effigi delle na, l’allungamento dei fori finestra, la variegata pre-
Meraviglie del mondo — e S. Marco escogitano e presen- senza di elementi scultorei (siano transenne a traforo o tano a Dio Padre la forma e l’immagine di Venezia, forma protomi in chiave d’arco) danno il segno della distanza e immagine, pertanto, a pieno titolo sante e perfette. intercorrente, anche al semplice confronto linguistico, tra Cronologicamente precedente @ la singolare pianta- queste opere e il da poco superato momento scamozziano. veduta del frontespizio degli Habiti di Giacomo Franco ”: Ma si considerino soprattutto la qualita e le modalita la pianta della citta & vista come attraverso una lente o d’inserimento di queste architetture nell’urbano: I[’articouno specchio circolare: gusto anamorfico e piacere di ro- lazione quasi onirica dei corpi di fabbrica — nel palazzo vesciare il punto di veduta tradizionale, uniti alla pode- Pisani a S. Stefano — attorno alle logge sovrapposte; rosa macchina scenica che inquadra il tondo sotto una qualita eminentemente scenografiche, volonta di creare cartella dove campeggia maestoso l’ancdra nuovo ponte non gia grandi piazze, forse, ma sicuramente efficaci quinte
118 Venezia
teatrali tra gli spazi pubblici; addirittura, nel palazzo Ruz- ee re ‘ ee —
. zini, un orientamento sfalsato rispetto all’asse principale —— ne’ oO Oe Ge xs-> del campo antistante. Tutto cid denuncia l’intensita del i rine Lor) on dialogo con il contesto che queste macchine stabiliscono. eee? =) => = ae gh
Si consideri, ancora, la sapienza scenografica di pa- a wee |“ CN | es | ae lazzo Moro-Lin di Sebastiano Mazzoni (1670 ca.): lo a ‘il ail : Mi is _ | per scomporsi cui la curvaindeldue canale di faccia es iss tur*(ape(gs i Ss _-s : astraordinario Ca Foscarigioco sembra tronconi di palazzo aeGa LS 7 EE oo. , DaNaee 8 . Be eerie ff suturati da una fascia centrale dove agli arconi giganti , oe 1 SPSL AS Sl
_ scolo delle aperture dei piani l’arco minu- :By i- Wal Gizimu at a i della porta a nobili pelo corrisponde d’acqua. os - TWA peial#| amp Ma assai pit vasta e incisiva fu l’opera del Sardi: a Ee Om: i Sa oa Re Lo | | dalla creazione del singolare suggestivo campo di S. Sal- jan eG Oe ne. ee: ee vador con la progettazione e realizzazione delle fronti oe ao [ear een «Neo della chiesa e della Scuola di S. Teodoro, dalla qualifica- a zione della scena urbana del rio dei Mendicanti con la Fig. 96. La chiesa degli Scalzi (S. Maria di Nazareth). Incisione di Luca estesa fronte della chiesa di S. Patlevarijs, Il corporealizzata della chiesa fu tra progettato . . . :dell’ospedale. onghena;e .del Sardi é Lazzaro solamente la 1703. facciata, 1672edeeseguito 1680.dal
verso il confluire del canale in laguna sino alle Fondamente Nuove; dal capolavoro di S. Maria del Giglio (0 Zobenigo) sulla piccola area del campiello alla fronte degli
Scalzi sul vastissimo tratto di Canal Grande. Timpani curvilinei, colonne binate, angioli e santi a cielo libero si proiettano nella scena della citta suggerendo letture nuove e proponendo nuove forme e nuovi immaginari, mostrando altresi la perfetta ricettivita d’uno spazio frammentato e frequentissimamente scorciato, come é quello veneziano
nei confronti dell’architettura barocca. Fig. 97. Baldassare Longhena, palazzo Lezze alla Misericordia. Incisione di Luca Carlevarijs, 1703. La versatilita progettuale del Longhena e la sua sempre attenta volonta di contestualizzazione appaiono, ancor pit che nelle grandi moli del Canal Grande, in opere come il Lezze, dove
Baldassare Longhena la scrittura monumentale si adegua ad assecondare l’andamento del pae-
| saggio urbano e, anzi, a sottolinearne le particolarita topografiche.
E petd Baldassare Longhena a portare alle conse- oo SS ae ee, ea guenze pit avanzate il fertilissimo rapporto tra il Barocco Ys ie are ae e Venezia, e soprattutto a esperire le possibilita di inci- a ae ce Ce * denza sull’urbano del progettare secentesco. La ‘principale Poo ae Er” GEO BS e geniale idea longheniana peralaseguito citta & legata poeme ee:ie:a || cuzione della basilica della Salute della pesti-all’eseee ara aan: lenza del 1630. L’iter dell’operazione & per molti versi a 5 oe 3 > ee ae ies. Pine: i fat: oop 7
analogo a quello percorso per il Redentore palladiano: im i Sigh idl j | j i Pl BE Ley | individuazione e scelta di un sito a seguito dell’escus- bi BMiagv,,j¢@iniz, =——_—_ ' sione d’una serie d’ipotesi tutte scartate a favore dell’area i rl i a i | | | id a | a iia i TS a
del convento della Trinita presso la Punta della Dogana : ee faa e are 2rer ea: ord
marittima. E a dire, sulla ‘lingua del sestiere di Dorso- eeawed age ee meets
duro, che s’allunga a triangolo suddividendo il Bacino Soe as =e 7 ey rage ose ar Er = ea Ne
marciano in Canale della Giudecca e Canal Grande. L’edi- Seite ne om on ES co sd a; :
ficio — che Longhena progetta per un’area leggermente is A in ti Ni te Sten
\. IX.°IleSeicento: citta e architettura del Barocco 119
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geias . a a r Me. Re, . -. ‘ ‘ : ” nee . vol iat, Gs aan < aesOeCee See...” ee peg ‘Sent Neeteaag SPR - wi herl Ta aeif OF , :: eTh Po Beeb ag, I ee>see Dy emsee aretha peng aE tan matter eeepc, *— :=arena RR fs reyes acEE uarenat soils Pea ae *Saas eo”Eo ag ot: aa }. r- :i 2. ipa he, ve feb, Pita: t:+ s r¢ see eget oo 4 oo, ae e Oty a ra ¥ ee xeeen? vane ET Ok oereg eas e. pe. ONT aPeEt os anine ae; ae .HE ’ ¥cope *4d. Espet a wees -hohe bane ‘ z52ALD z=m os éLe4~~. pa Be See ERP age wos “Ube 4h Y {_— a~~ on Ee Fsa Gs a = : ees ad ¥ ° . ee pe A a * . ere x sa ; en, “gag Z “og ee ‘weet aren t ee nee OC ae ne cry q se at j ; ™ . *
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Ege PEIN Ss aa, wes Sco a : rs os P P " 6 ae a . crac aacenae cress senate ~ — ae sateen — _ it —_— saan -
e e e e ° ee
Fig. 98. La chiesa della Salute, it convento Somasco, i magazzini della Dogana e la Punta della Dogana da Mare. Joseph Heintz il Giovane, olio su tela. Il vasto complesso longheniano — concluso dalla « punta» del Benoni — appare in tutta la sua estensione e, soprattutto, nella affermata valenza urbana di frammento di citta completamente progettato e conseguentemente realizzato.
Fig. 99. Baldassare Longhena, la chiesa della Salute. Incisione di Luca Carlevarijs, 1703.
Fea Seem ES I i AEE PES i i Sa tg rere ca re etn tea ee rye enn, eee ee Oe en ee ee ae be oo SPE SIE RO GR OOE A ee ee a ne Se So eeol a ieER Pe ei Meee ee Teese. ee eeed SSEaReBi ee re ranmmans co ne gy OURO ONE ETE ltdEie lind REE Ao oo eee PeEAeS eeTeOe eeRRSe. ee SS ee pe pee Beae SeeRA
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PRAGA ISNY Cee Ree ee ‘ .mae ae ‘ ‘Re taFjaae Bi4d: 4; ,rss ; 7. is os. PR geERR eteDEM Og RMSE EPR “~~ae. 4 4BOR , ai :.j;?Bs P °‘beawy CNS ERE .% 34 Foal Zz "s td ; mig Reba cor Ss ame. } Z : 4a 8 . ae? : A * aes iy oF di ro q “7 * ” ‘a ; r aes a Sao, 4 aesa ayEt. : : VE ; Bei oF BREees Sheieoce 3 rou - yPE : ZA é .‘4Ae, : #9 iy im a :. ; 4s : _- F ee 2 PEN Ay RIES Lek ees: Ben 5 2 : 3S 5 f 7 2 i ae. fe is i q . =e ERM *4 ca 2g €ONS ee ‘ ra .a45 Pa Cmts ‘{4 Cere Hg 3a5 ey qME eo SES oR ‘2+e a*5oa iM if1 iSa Ps a‘y .ee POS . im. ake Be jae iBat "if"& ;: ;1; yi Fg4% 44|. .i}Be we cif oe Be na22 me nes. 4:1y =. [ig ees Shen Sia £a. 4d Bie ghe EB F4; ‘. 5;wa fo ,
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‘hI Zmzee = = WF Ss 5 - 4 - -— & i ee i eee 2 a ar: ta-veduta del Merlo ben testiOe ot ¢ f BeOS Sf FS oe r4 P tad a ae SO gf wae, =zi0 conseguito a fine Seicento
} FI : y 444, é a ¢ Le ae AG : am 3 os>~ 22a a 4 a 2Baiyae34 oNRe “ nyCe al me F ene a “ . a Ros edilieqe OO a> Fad ee ae, OaBedell’addensamento
ere ctl: tBefbe lifes (7's “Sa tam. «;af5Bz eeape F Rg ,Nye ae ;3. ,wtmr eenRT: ;get4 ereuane's wt ee $ |:“1° ° ° ' ;~~ i A ae ae Sa ee “ew ee ~ we 3 wae ie ee, gee ee a £ « a Joa ae Pic winectel cazioni.
' “ E 2 4 - ad : “aa ia: - .w += St. ~~ Eee r Ei pi Pre org SEF ee aT OG ie eek . ‘ fe ™ ? ° e . e ° oN °
| eee Pee ob ic MPA Senge A ar a a bt eHf gy ché popolaresca e ingenua (si veda l’enfatizzazione della verticalita dei ee per tires ed Rerany oe Ao ha a Pp ee AT. al ie campanili tutti diligentemente descritti). be acs BEET SO ans) ae aan op “4 ¥ i a” wa ey eee. . we “ geo . My wre SYR pan . rape
ig: SRon OePag ee ip=a at TSSa A de Se alee PAR akdene BED aia eet Feaeeeee Tteelne ae, NIRS: a oe . we fe Oeat yf” ia Deed how “th PS eeee ne a pie Jas . gine *. ie * «ae ra ra q | SOs ii, 13 RAE & aSRY WA) na @ ee Ch Ree | Cw *o a Ws / 4 “ « 4h by >> Lm “25 he Aye ° 7) : — &: ; «gh ¢€ Atl y . “Ray. —~_ by Dm @ . te ; ; . " r !- a (Gee ee \ A1”wo Sacca elCL aesaMSS awe~\°a/i wall . ' vA de | Wy | PP [OF Es|ey ~ae aa ae WN ¢ TE , caNe J, FSS fanta agg: Slag Ly , Vie ;“. aN Care Ao a. bel |. fod if o> “ os wm SSFQ oa” SP Re eS ee., ae x, : ag ro fy 2 PEN? & ~ ee a ~ rn Spe i Dod Y Ay ‘ = rey 2p .”~2. . Se >a ee SL Chara Cope LV IY oN td , A: ea~ | Bed | S 4 i le ee
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IX. Il Seicento: citta e architettura del Barocco 129 plessive e globali « veduterispetto ». E appare quasi superfluo oe wo sottolineare cosa significhi, alla disseminazione di aee eS]MgB " io, Aeerice, forme non meno che come mercificazione di un’immagine, SAR TRS [ SOE as Sadie
la scomposizione di una totalita complessa e articolata NN ARS cn RS a oe
in pur eloquenti e qualificati frammenti. a MM pr meee SO “fe ;
| BSSURTL AIG?
Il secondo Seicento TCR os irate
A fronte degli episodi che investono la quinta monu- ae Mf) Se hte “2 )-
mentale dupliceGrande costituita—dalle due «che palazzate » sullecome , . LLG tive deleCanal attivita attraversa Np7 C=) Seneae 6 On ten una costante questo secolo non meno che il successivo — BESS No: Klee t ae Ge e esiste la diffusa e compatta attivita edilizia legata al pit ak Fe ma Ou Wee aoe fe intensivo utilizzo degli spazi interni che, nel Seicento, — —_—=— eee —— si fa pit pressante ed efficace rispetto ad aree che ancora Fig. 110 [26]. H. Van Loon, « Venise Ville Capitale [...]», 1700 ca. presentavano possibilita ricettive in tal senso. I] feno- Sulla scia della pianta edita dal Coronelli, aggiunge le vedutine, a rimar-
7 ; t oqeinletermini care l’intento turistico lavoro. i meno tocca,. talora tutt’altro che del marginali, quartieri della citta posti a occidente del Canal Grande oltre alle aree ancora scarsamente e discontinuamente ur-
banizzate di Cannaregio nord. Cioé pud ben dirsi che Castello, S. Marco e Cannaregio fino all’altezza della Sacca L’edilizia abitativa secentesca prosegue fino al cadere della Misericordia gid avevano conosciuto una sostanziale del secolo e oltre su quella linea di intensivo e razionale saturazione — anche d’edilizia residenziale media e po- utilizzo di aree e volumi che s’era manifestato con caratpolare — nel corso del Cinquecento. Non é facile dire teri propri fin dalle ampie realizzazioni del tardo Cinquese abbia senso parlare a tal proposito d’una direttrice cento. La quantita delle case costruite o ristrutturate imdi attivita e d’insediamenti che inizia a risentire di un pedisce di seguire le vicende di singoli blocchi edilizi. In prevalente orientamento verso terraferma degli interessi realta ancora intenzioni di decoro e di disegno mirano cittadini, non tanto secondo le linee del ben pit vasto a conferire agli immobili caratteri e qualita formali che discorso circa l’ormai secolare politica di terraferma e impongono le antiche partizioni e gli acquisiti moduli fondiaria contrapposta a una marittima e commerciale, compositivi. I] linguaggio secentesco pero, nell’edilizia bensi piuttosto in una sorta di attrazione esercitata dalle « civile » e popolare come in tutte le realizzazioni coninfrastrutture e dai terminali dei collegamenti — i tra- nesse alla razionale soluzione di problemi pratici, di funghetti — con i mercati di Mestre (che proprio da Can- zionalita e di servizi (non ultimi ospizi e ospedaletti del naregio partivano alla volta di tutto il ventaglio di vie vitale articolatissimo sistema assistenzale connesso alle di comunicazione dentro il territorio veneziano toccando Scuole e alle confraternite) °, si impegna in un’indagine altresi le zone residenziali, le celebri e celebratissime tipologica e in una disincantata ricerca di essenzialita e ville). E pur vero — ed é facilmente verificabile — che comodita, decoro ed economicita che appare esemplare anche le pitti monumentali realizzazioni dell’architettura contributo a quel funzionalismo architettonico e urbanisecentesca s’arrestano, verso est, al complesso Ospeda- stico che proprio in Venezia e proprio nel primo Setteletto-Mendicanti (con « coda» a S. Giustina) e all’area cento ha anticipatori e profeti, avvisaglie curiose e prodei Greci; mentre non si contano nella grande ansa ovest posizioni teoriche e che si riconnette — se pur per strade del Canal Grande e toccano, con gli Scalzi, la parte pid tortuose ed impervie — a quella ricerca sulla qualita occidentale di Cannaregio. Tendenza che non solo non si della vita che @ tra i vanti dell’eta dei lumi secondo la
atresta ma s’incrementa nel secolo successivo. lettura e l’ottica della cultura lagunare.
130 Venezia At my GEE ne a Be A ee es
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Figure d’architetti come quelle di Domenico Rossi e bana garbata ed elegante di palazzo Tiepolo a S. Polo o, Antonio Gaspari rappresentano emblematicamente il pas- ancora, alla riscoperta « palladiana» della fronte di saggio tra Sei e Settecento non unicamente in rapporto S. Stae) ”. ai temi del linguaggio architettonico. Mentre infatti il Cartograficamente si pud dire che il secolo si chiuda loro ambito progettuale si estende dal grande palazzo con la rilevante — specie quantitativamente — produpatrizio (siano il Sandi o il Corner della Regina per il zione diretta da padre Vincenzo Coronelli. In particolare Rossi, siano lo Zenobio o il Michiel per il Gaspari), al- la Pianta Iconografica da lui edita riprende il Disegno di Pedificio d’architettura civile, dalla chiesa (S. Stae, i Ge- Alessandro Badoer (mentre sara a sua volta ripresa nelsuiti, il duomo di Este, S. Vidal) alla ristrutturazione di Poriginale Venise. Ville Capitale de la plus Celebre, et preesistenze, ai « pareri» di statica e d’ingegneria (su illustre Republique de l’Europe incisa dal Van Loon e S. Giorgio o S. Marco), ai completamenti di edilizie la- pubblicata dal de Fer a Parigi attorno al 1700) ma ne sciate da altri interrotte, il loro senso della citta appare completa il progetto aggiornandone altresi le situazioni talora condividere il metodo longheniano del frammento urbane, arricchisce quantita e precisione delle notizie, ne « parlante » o quello scenografico di Sardi o di Tremi- depura la concezione dalle sbavature di ingenuita contegnon, talaltra riaprire sommessamente un dialogo con nute nelle sopravvivenze di prospettiva che Badoer non Purbano, rapportarsi ai temi di un organismo pit: vasto aveva saputo del tutto eliminare. Nonostante le piccole e composito, e assecondarne le istanze. Si veda il tratta- dimensioni dell’immagine, la Pianta Iconografica del Comento che Gaspari riserva al portale e alla piccola fian- ronelli contiene ben 692 rimandi oltre alle informazioni cata di palazzo Morosini a S. Stefano; soprattutto la qua- scritte nel corpo della planimetria.
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lita antiretorica della presenza di palazzo Zenobio sul rio Rispetto a questo strumento moderno agile e infordei Carmini (si potrebbe, per altro verso, pensare alla mato (« Lo scopo pratico, diremmo quasi di informazione rivisitazione classicisticamente austera di Ca Pesaro fatta ad uso del forestiere, traspare dal suo inserimento in quasi dal Rossi in Ca Corner della Regina, ovvero alla quinta ur- tutte le guide pubblicate a Venezia nei primi decenni
, del ’700 »), i pur pregevoli lavori del Merlo (1696),
IX. Il Seicento: citta e architettura del Barocco , 131 me sagtBee tet Oe ; a.a |i Aa7 >i2 , YY oon ete
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dole ed incidendole] [...] & stato il sommo desiderio di e delle pit: immediate derivazioni. rendere pit facili alla notizia de’ Paesi stranieri le Venete Magnificenze » °. Cioé, in definitiva, insieme documentare e rendere gloria al volto, alla forma, alla ricchezza artistica della citta. In realta Carlevarijs da conto di un nu-
mero assai considerevole di architetture moderne, realiz- barcaioli e facchini, mestieri e arti per via, processioni e zate cioé lungo il xvir secolo, con attenzione che si direbbe feste, gondole, miserabili, litigi, giochi, costumi orientali, particolare per gli edifici di architetti « barocchi » quali parrucche e teatrini. Cioé tutto quell’universo elegante e Longhena, Sardi e Tremignon. Logicamente Palladio, San- mostruoso, tragico e fatuo, borghese o fantastico che po-
-sovino, Scamozzi e Sanmicheli sono ben rappresentati pola i « paesaggi » umani di Goldoni e di Carlo Gozzi, nelle incisioni del Nostro, ma si direbbe che appaiano non meno che di Canaletto e di Pietro Longhi. sentiti pit: come repertorio storico che architettura in fieri. Vi € in tutti questi artisti, in forma di smania bruSalvo che per qualche tavola isolata, le vedute del ciante o di afflato conoscitivo, di tensione scientifica o Carlevarijs documentano una citta densa fittamente di pa- di demitizzazione beffarda, il desiderio di metter in forma
lazzi, tutta costruita e marmorea, tanto da giustificare la un’idea rappresentabile di questa citta: dalla secchezza preoccupazione e, insieme, il vanto dell’artista, che di- incisoria delle tavole del Carlevarijs fino all’iroso, caustico chiarava di essersi ampiamente applicato, per realizzare sarcasmo dei pulcinella del vecchio G. Domenico Tiepolo, la sua opera, alle matematiche, « cioé Aritmetica, Geo- dove i pitt consacrati topoi dell’immagine di vita e di metria, Prospettiva, et Architettura Civile ». Assai rara- cultura veneziana appaiono rovesciati e contraddetti. La mente lo sguardo di ‘Luca abbandona I’attenta documen- scena veneziana quindi, prima di ogni altra cosa, e Vetazione del dato architettonico, del costruito appunto, nezia come teatralita e come scenograficita. Domenico Loper volgersi al contesto che, accennato, assolve nelle ta- visa stesso, per altro, secondo tra i grandi incisori ad vole un ruolo decisamente secondario. E tuttavia certo illustrare la citta nel suo album, intitolava il proprio opus che nelle Fabbriche e Vedute vi sono gid — e compiu- magnum I] Gran Teatro di Venezia, raccogliendo e incitamente — tutti gli elementi che contribuiranno poi a dendo in due volumi « vedute e pitture che in essa si dar volto alla Venezia del Settecento: mantelli, tricorni, contengono ».
136 Venexia
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Fig. 117 [31]. Ludovico Ughi, « Iconografica Rappresentatione della Inclita Citta di Venezia [...] », 1729. Si tratta della prima grande planimetria moderna di Venezia eseguita sulla base di rilevazioni e misurazioni appositamente effettuate. Per la prima volta appare con grande precisione il rapporto tra edificato e aree libere. Particolare attenzione é riservata ai giardini, documentati con dovizia di particolari anche nel disegno interno. Di buona qualita le sedici vedute che affiancano la pianta vera e propria. La documentazione offerta da questo lavoro hd costituito per numerosi decenni la base di partenza per il disegno di progetti di intervento e di ristrutturazione fin dentro l’Ottocento.,
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140 Venezia
quasi obbligatoriamente contrassegnata dai caratteri di La « perdita dell’immagine »: Giorgio Fossati _ frammentarieta e, si pud dire, di disgregazione del tessuto
cittadino. E questa tuttavia proprio una delle conseguenze E un prodotto cartografico-vedutistico come la pronecessarie della storia urbana settecentesca in Venezia. spettiva a volo d’uccello di Giorgio Fossati (1743) a preTanto che potremmo giungere ad affermare che, dopo sentarsi senza dubbio con i caratteri della pit originale Longhena, l’attivita progettuale e la pratica del costruire atipicita entro il sistema iconografico della e sulla Domiperdono la capacita e la possibilita d’una sintesi unitaria nante. Tanto che, pur acquisiti tutti gli elementi di trasia nelle intenzioni d’uno o pit progettisti, sia per quanto dizionale contrassegno di quel mondo, il risultato denuncia emerge dalla stessa normativa, abbondantemente promul- alla fine e per converso una singolare perdita di senso. _ gata, volta a dar ordine e, meglio, a contenere e control- Né la classica figura « a pesce » delle piante, né i profili
lare Pattivita edificatoria ”. oblunghi di vedute della fronte sono ravvisabili in questa
E, questa, una riprova da un lato della connessione nuova prospettiva che registra una realta urbana compatta strettissima intercorrente tra condizioni, crisi, volonta, ma dal profilo indefinito, nella quale scompaiono i canali stato di salute e regime economico della classe di governo interni e vien scardinata la gerarchia espressiva e illustrae complessive forma e imago urbis (tanto che alla situa- tiva acquisita nel corso dei secoli. zione di crisi, alla incapacita di riforme, alla disgregazione Paradossalmente sarebbe forse possibile dire che, nel politica corrisponde una parallela frammentazione della momento in cui rappresenta la citta, il Fossati la neghi realta e della coscienza dell’urbano); e, dall’altro lato, nella sua definitezza ed identificabilita nella forma. Videl distacco che si sta producendo tra citta reale e citta cende forse di carattere personale possono aver segnato virtuale. Il dibattito teorico sull’architettura e sui lin- il pessimismo di Giorgio Fossati (del quale per altro ci guaggi — che ha in Venezia uno dei massimi fuochi eu- son pervenuti documenti di straordinaria importanza ed ropei * — diventa sempre pit una disputa appassionata efficacia: bastino i numerosi catastici diligentemente comsulle riforme oppure un ripiegamento nell’utopia; Lodoli, pilati, oltre alle opere realizzate). Ma, pit sottilmente Memmo, Algarotti e Milizia non meno che Scipione Maf- forse, lo stesso declinante destino della Repubblica e fei e fino a Zaccaria Seriman parlano d’architettura e della sua capitale insinua in questa veduta la sensazione citta nei termini medesimi con cui disputano delle impra- di una perdita d’identita e, al contempo, lo smarrimento ticabili riforme istituzionali; anzi: nominano quelle per degli usuali ancoraggi illustrativi della cartografia e del
parlare di queste. vedutismo tradizionali, senza tuttavia ritrovare — come Gli architetti in senso proprio limitano la loro par- era invece avvenuto per l’Ughi e come certamente avvetecipazione in tutto cid al campo di stretta pertinenza niva per Canaletto e la sua scuola (le cui opere sarebbe disciplinare con accentuata preferenza per le problema- del resto ingenuita leggere quali realistiche e quasi « fotiche del linguaggio (mentre ingegneri e proti vengono tografiche » documentazioni dell’esistente, data la carica ampliando alla dimensione territoriale l’ambito del loro visionaria e fantastica che le sostanzia) — nella oggettiva lavoro). Solo Temanza, come vedremo, nel nome di una chiarezza espositiva proprie di un metodo e di una tec-
riacquisita dimensione storica, tentera anche di tracciare nica di aggiornata e moderna concezione, occasione e moun orizzonte futuro, le linee cioé di un’ipotesi culturale tivo per superare brillantemente, con fede illuministica, e progettuale di ampio respiro: ma si trattera purtuttavia le ricorrenti tentazioni di crisi. del riconoscimento definitivo dell’avvenuta insanabile ce- A meno di quindici anni dalla pianta dell’Ughi, 1’elasura con il passato, della nascita stessa del neoclassicismo borato di Giorgio Fossati fornisce una lettura in controe di una « archeologia » urbana applicata sul corpo della luce della medesima realta, capovolgendone ottica e sicitta. Non meno che per Piranesi — anche se in termini gnificato e suggerendone una decifrazione decisamente non connotati dalla carica « negativa » e radicale dell’in- anti-illuministica. cisore — per Temanza la riflessione sull’antico (sulla sto- Questa del Fossati é l’ultima grande riflessione con- ria) e magari la sua riproposta (vera o apparente che sia) dotta graficamente sulla forma di Venezia; tra non molti é, prima di tutto, una lettura critica sulle condizioni del anni compariranno I’edizione critica di Tommaso Temanza
' "presente. della prima, trecentesca, rappresentazione cartografica
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naan, Sefaa. ° |Et Th a:§6=©6 . oo OBRdeformazioni Pile del ’ qproae oa AY, | =>=a"7} wA Bess Mies compressa dalle see SeMaer Se Se). eeSSeeaeeA ==&:spettiche.
X. Il Settecento: teorie e pratiche dell’urbano , 143 a Pe Le PG aT Ta 3 Vie ig re er sione territoriale (donde il rinascente interesse pet gli re pee PU ew ae OY Taltieg pone i uP studi idraulici e per il problema lagunare da un lato, e
er ge et gt ee ye. Ee per il tema della villa e delle riforme agrarie dall’altro) *. ON egoaaeceen ee i. poe a i a errs oS A Ma é pur vero che la citta, anche nel riftuto con cui molti ay ame ante Lowell’ EELS. —— nara tentano di cancellarne il segno nel proprio orizzonte di
% f my goa SA ye Pb wt , interessi, continua ad essere la ragione stessa di scontro Bae ts C mm Ke —_ : oo i. Kh y \ Asti il re i e di contrasto, la pietra di paragone da cui risultano pro-
Pita: ¥. ae Te ae - pl ‘ae i ads - : 4 y vatl intenziont e volonta, slanci di affetto non meno che ee st Ae Me Gao Van Peg 2 Sere. Loe d’odio e di rifiuto: si pensi, nel Settecento veneziano, ai ea i Co dee boy Tat a whl, jpeg §=§=_letterati, ai filosofi e ai riformatori, ai maitres 4 penser,
te Ce ae 7 i i es, x, “REE ai polemisti, agli artisti: da Scipione Maffei a Piranesi, ad
ene tr YF re yf Love a wae fh I aaa a f,, Aad Andrea Memmo, a Canova, a Giandomenico Tiepolo. .
ran ae oa ie ES or / ema gli indizi di crisi, lo stesso moto accelerato di senescenza eeAipeel Ty a Od 9 rn rrr, che pare investire le strutture veneziane) sarebbe errato
pee Ee EB aspettarsi una sorta di condizione di millenarismo o di Pais ODeeSep ee attesa della fine,con nell’avvicinarsi a quella del aes == secolo che coincide la fine politica della scadenza Repubblica ae i ee ee errata risulta la diffusa convinzione che WHER as ee eh =te(1797); 2 = artialtrettanto e realta culturali, produzioni dell’ingegno e attivita Fig. 123 [32]. Pit che per altre aree urbane la veduta di Giorgio Fossati di progetto cessino d’improvviso a quella data. appare documentariamente utile per la Giudecca. Il progressivo consolidarsi della cortina edilizia verso le Zattere appare
qui tuttavia piuttosto nel suo carattere di «retro» urbano, dove la scenografica risposta alla parata monumentale marciana mostra ancora ben marcati i segni e la connotazione di fascia suburbana.’
Urbanistica e storia: Tommaso Temanza
Le linee dell’urbanistica veneziana nel Settecento, della citta * e la veduta fantastica della Venezia delle ori- come s’é gid avuto modo di segnalare, non sono cosi gini proposta nell’incisione di Orlandini e Colombo *, unitariamente perseguite né tanto chiaramente enunciate mentre continueranno a circolare tutti i generi di vedute da consentirci di riassumerne |’andamento e i caratfino alle cartoline illustrate di Giacomo Guardi”™. Si af- teri in qualche semplice formula. Da un lato @ inferma cosi, da un lato, il prevalere d’interesse per il con- fatti possibile agevolmente rilevare che mai risulta espofronto con la storia e la nascita di una nuova storiografia sto con lucidita un qualche disegno generale tale da caurbana, rispetto all’elaborazione sul presente; e, dall’altro talizzare i moti pili o meno spontanei e frammentari che lato, la rinuncia a ogni giudizio in favore di una rappre- poi via via rendono fatto concreto la trasformazione utsentazione di maniera, bozzettistica e spesso scontata, de- bana. Ma é altresi certo che di fase di modificazione si stinata a un pubblico occasionale di visitatori e turisti. tratti, visti gli episodi che é dato allineare e visto il segno Dopo il lavoro del Fossati e per alcuni decenni lo che tutto cid lascia sul volto di Venezia. La tendenza che sforzo di comprensione della composita unitarieta di un pare emergere, oltre ai fatti che sottolineano il progresistema quale risultava essere Venezia viene abbando- dire di una riforma linguistica assai variegata, @ quella nato, a favore di una maggiore frammentarieta di vari che segue direttamente — e forse pit che in altre epoche specialismi (di rappresentazione ma anche d’intervento e circostanze — l’andamento e le oscillazioni dell’assetto sul concreto della realta urbana o magari delle indagini proprietario: quindi le concentrazioni immobiliari e il loro storiche); oppure viene ricondotto ad un livello, forse adeguamento, la geografia di distribuzione delle proprieta ‘superiore, di interventi e studi commisurati alla dimen- pubbliche o di enti laici o religiosi, la crescita di peso di
ty SCUOLA SAAN ONTO. AES SOUNDCAT CONC TL CNTTIUTG ION sith EAE ARID ASIC ORINET EG 716 OH RS NORCRNENORNINTNNEREERRIRE LLIN ca " Spromvpe-on- > paren oenahaaamatappeyen-nequaniyeane-++--crasmmaonpanppeaanpnetapamuoapoapenmanongraneeren nar eae eeney
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Fig. 126. Vincenzo Coronelli, proposta di ponte in Venezia da S. Marco alla Giudecca, 1714. Incisione. Il ponte avrebbe dovuto collegare S. Marco con la Punta della Dogana, alla Salute; di qui proseguire fino alla Giudecca, attraversando il canale omonimo. Tre levatoi (uno sul Canal Grande, gli altri due sul Canale della Giudecca) avrebbero consentito il passaggio del naviglio di maggiore stazza o alberato. Un grande numero di botteghe — concepite sul tipo di quelle esistenti sul ponte di Rialto o di quelle sansoviniane sotto la Zecca — poteva costituire ragione non indifferente alla realizzazione del manufatto, per suo conto vera infrastruttura di collegamento mirante a inserire direttamente l’isola della Giudecca nell’ottica della dinamica urbana del centro-citta.
i eil e Canale della Giud Oli la, 1710 icol Gia ne] °e. e° ee Wi e°°ry ° e . ° 9 ° dil . . l d ° d ll ° 1 ° e e ° e I « li oY d IW ee :a SS Soa oe ee ee eeOs ean Sa eeasee eerie eeer oe Sot8 ieaae ee Rc eee Re ee okeeA SSee ee se onaaier ON te a ee a coe x. \:tS ' i.ae i.: ‘qj i. ge RR ss tig. co | Fee Wey PS Dee Fee ope ee ee RRS leptons me ie Wie he . ’ fier ee gee ts 5S 2. = be? 3 Pid. ee — ree vee: * 3g et a Ss re bn oe 3 . Lee sole weg; f) B? i : eM MS x cagA Oe ae SC, ag $ oS Kae O42 ees SS g RS geeks as EE a eRe oe + SS aS ae ae . : . ‘Thea 54 ie
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oe Ob Gr iit eee faaae iibls one, o/s OUR BE ate No VFMeeso| VE 1hct a ee ee PON WOE PAS” Raeig oe rte ia 4: Uae 2a i ene Nea 9 oe ee ae pel i gs ee pe aS Ott ye i pape OEP et . “, a eles re ae og gh Bi bee. ahh) (2 ee “Sa. See to a ee .a: bss: “dl ere aS J ft, WZ “ ies eee eee ‘ gig eR eRe aes pet. BE Ry gabon Pike ges AE TS ge ES ees Sys ype Rg en ea ee Ee : ch _ ee ? Pe eee Aad Ba” at By ae Abbas. rt \ ee Se TE i es Ce a ae ‘ Le i : : i foes ead a eee aN io,i ee ROE! nod FygESn Csones eR, ENR ROS icy eee ae . Ba She Bl Ca aMae. te MER e ! 2q ,ie. -, ao le. ce TS eeRSee (an aae a ° >oolii piteeBe.ees 5 7"os , .ge ‘oeRR i ae ". ag Sg De ee |ieee FS re eg a es aeBere i ies fee x ae ata*+3PRR eg i Oe eteant ence fe EE es aan See oteee:
wan |age §aewee ertaean canna a eS ae a ee 2. oe i es eeeie oe ere aaia. _— oaot. rA ¥yr.es hteigee eee 2 aoeae * a3 fce 4rajpe :or ‘ .Py °po ee:eG eeEe eeuh. rabeeee == Ee ces agpee at ¥ ; ay ie ar a ge! Rages coms MOOS Ss oo acs ee ae ao ee BS. 5 Bee Se oe «A dD coms we ae Oe ee oa ae oe ———— ok se ee ee aS oe eg i ee gt "7 OF Ere: "iSO iii! GTS aaofiymeine geESBe EL ey &i. Bee mn’ ¢Soe:RF teee Sey See come ee eetg ae eegagee eeeae en ME ae an eeea OR BR ey. ON err ae Re Mises deit BF ~ 2 an ;Boy “aBot RRS Ae oe a sete ES ieSj phi eR RE a Seo ESee RC=BGR Beeie See og Bes ee eR Se RS sale 3ee ieeeon re ee ee mei &% ie ee ee ee ye, OS Ee cer 5OoSole ae %.gteerar ee aee ee gee eS3eo an aoe tii. Lan) Cee ' Oe 7ALS :egsinc jRae ee aPE orem Oe RE eeRS See ee CEES eee ge oy oe. ee wl? Se eeeae ee Se Bap ba ta ee RS ggivek ace tha aie Sag reg Nee a ace any aA:eke ae : wae Bs a BA . a~ eg ee&ee eae BeERS. Sag OMS eaeSek oe . J 4 .
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Fig. 131. Antonio Codognato, planimetria di Piazza S. Marco con il tracciato dell’arena per le feste in onore dei Duchi del Nord, 1781. Incisione. Ben visibile — sotto il tracciato dell’arena provvisoria — il disegno della nuova pavimentazione- della piazza cosi come eta stato realizzato dal Tirali mezzo secolo innanzi.
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X. Il Settecento: teorie e pratiche dell’urbano 151
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bial ae Ge eee a 8. ae We ee “ee
Do iseprrtgs yak Pat bgt RE ER ER ER EEE Bee be © at in ED aoa PehPe RARE Fig. 132. Antonio Baratti e Pietro Gaspari, veduta della Fiera della Sensa, 1777. Incisione. Si tratta dell’apparato della nuova fiera, progettato da Bernardino Maccarucci, che ogni anno veniva montato in piazza in occasione della festa dell’Ascensione.
~ . I OR da ce eee
Fig. 133. muon. ee ‘ ‘ 'Canaletto-Wagner, pi f, Chiesa , ATVdiSee, RRR Be. A esanc See «Prospetto della S. SRT aeeet ) BAW cg” ee
Simeone Appostolo, con alcune 4a Ey a ae ae ae ee
tore». Incisione di Giuseppe i Sa ll pk jee ee ee
Wagner riconducibile disegno MMMM a ee ee sie di Canaletto ora aalDetroit. La ese:en)| agE40 Oe
chiesa di S. Simeon Piccolo fu a Ke w, ite Set roa i jpamnanee mune emmes e 2a. ———
costrulta su progetto di Anto- wids: s yp ‘ ik fe Es Cay Pees 7 - Be) ———————. : Wo ee ee a =f os oe
nio 1718 = AM | a joe a an 1738.Scalfurotto Fu considerata tra una il sorta. ae sh¢roilEN ee. eeeVG, : Cie age (re were peeoa be or an
di manifesto delladal nuova archiom:§ }URE ( seoo eye * Re | 7 7+i|]Tone aE a tettura, soprattutto Teman“emer Wd [| aoeKS ESae EY 5] ° . Pig gh : 2 #* Bo. Oa 5 ~ & i ae ‘| } ; 7 3 ] ee Wat yy . za, che ne sottolineava la singoLee: | ae me i 2 ee | Pee ne | lare pianta centrale coperta da ag| I——Fs OOO RG rue, ene Ve ierere at >< ~~ —\ |-. a« |.classica 1; Sar ‘Nat Nyeating, mee b> a 7Pan cupola. La lettura » and ral — Te ee Te ee re UN or Wee es dell’edificio risulta ulteriormente = t/a = SSS =o we la s we 7 . of . Boe So a a fi Gon — —— ae) beer ae, | , favorita dall’originale pronao e SALees wi was SS le. SSS eee f fe heeand A eon He dalla scalea sul Canal Grande. ey ee ee ee ee Se SS eel La particolare evidenza della Ce : | ecko ee 2 ae eS ee ~3 pS: ‘ite a. e ° ° . at Be ry Ma ae & Me f° ~ vaaacroee seh ae Rs ess ov ° ee eae RRR ETT se SS SS collocazione, per certi. versi cla- wee fee OR . AN A Pine S ~ ie — SE ee aaa
°:= “=o .subito os *o o "Ce * a hoes * oT Ee ——nonennacce nant morosa, ne fece un ies fuo| eismmesy eae. Peensat meee “3atthe ins SS tnt b. eee co scenografico e un riferimento a ne TS La | es : ° ° . . ge . 4 A ee ae KeOi, enneerie Be ST _ 1es & ,~ ey, Ottico irrinunciabili. gor, ~all5 _: "EE
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[mT iis os SEEN ee Ss eS oe iby ees. coi ' ; aa . re i oN, ems : . fl.oe . ek: eaegee Us Be 3RS ates paras: ines aati Te fouen, 2 ES) roe eeonnde 9 ocSSL _. CFE pats adDo feeeS Vase it ; t_ OEE a ee Rg ~ eeeoea ribet ee: ag URES oe eee a ON PAPER
yeas a eS goa) ee Serre PAL ce ne Be ae peas aa oS
: oe g ‘.:wae PO ged ee8B ei Se eae es aBee ge fa = etSete gtPeSF. aiees, eae genes Je MeSERRE xi iS ReCNS Sa WO ersRES ; SI . Ss: Ss oSee pra Eats tee Hoe OT OIE EES SE ere Bechin: aeeEee Sei.oy one oes. “a ie ERS eee hg ES agmat res ete. ee Oy ~hae whi HS ee < ee Taya : ¢ : j4{iVR Rg ai Ba hege ey oe Capes ag Eig coat oath CS meee was oes Se ESERS Se SNe ee Oe : es Se cage KE OR Re :Geig FOS: RPSes SS age ee IRE Lo aeon eeeepee Te OTL onthe ochee ot Lee pence: SESE RRSSe SQBee SERS woth aaa uutte’ a oe SRS aoe ie 2 E po eS fe ~~ : wae Ure Jo epare BLA acta, ee ee SS tRS ees oes . SSR Se ee ae eS ge es ee ARS eS in ene SSS 1 ie Nate AES SES ASRS WERE ES SSaeeeees |: en=e won, ee PER oer ee Se eee soe se oT ca a ataiests ade wT aS TEAR RUSE SS SSS SSSR SS8 oe io eea?Sates r cee osSaBe ee Pee a Ee aatiye TE So hteeaeWORE De er ESS SS:RAEN SS SSE SRS SRR SaRE SER SS ee ;| ' Tn Sage Esterase Os gig gg ER eee wah os Be ns WPA a wna aleeSEWER Tey Soa tetSRO oof teesEE RANI ON SSSEASS sieteERS RS : Ne POR SSS, ee
|? : Sa 3sees ie eee SAG Siapapas aeoteBESS ee SSRPA Ss aNett ,are x ianOr = eae Vig +, weew are 5p ~ aye Be co RMA: ~ : tee raeS RISSpecs ex Raa te ee aeREN Ses ee NS aan >See oeSRE yore Pore ; !i a,.5ee SGBS “3estas od noe eSARORA aay geeee “s Pinca er Sees were eeSige eeRiaSa ay ...aee, R -viura, oy soul ; tae oe Bescre eeeeeSE: aYe coil sceSabot oats%moa one aahpBOE nL aStas Pe yea eee ,Se . ae Ny a. No’ of cenhye wee —— ‘6 :{rt. Ps J aNoe ee wk ff:elses ee a‘x\{ee - . a" Sn a en mt .. “ab _Saree we =RTs RPS tit 2-gS be oe capil >. ug ee ee 4LE sary. at teoS.. awe yea" oS ~ 2 . ~ cn tS ~ 6 me tae A ; _ — Ne Sa, . Bees pr a Sip agte oes ; Eee ie Sha Coa whe a ee cee a Bn —
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Fig. 140 [33]. Anonimo, planimetria di Venezia, 1779.
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X. Il Settecento: teorie e pratiche dell’urbano 157
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Fig. 141. Anonimo, l’incendio di S. Marcuola, planimetria e veduta, 1789. Frontespizio della pubblicazione d’occasione Stanze sull’incendio [...], Venezia 1789. Per la vastita e la rovinosita delle conseguenze, l’incendio di S. Marcuola rimane illustrato in nur=-tose testimonianze iconografiche coeve. Eventi di questo tipo, per far fronte ai quali scarsamente efficaci furono i corpi dei pompieri appositamente organizzati, continuarono a segnare in termini non indifferenti le aree pit fittamente edificate e popolate della citta. I lavori di riedificazione, mentre favorirono un aggiornamento tecnologico e di materiali, determinarono anche ristrutturazioni pit: profonde dell’assetto edilizio e urbanistico.
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Figg. 148-149. Palazzo patriarcale in Piazzetta dei Leoni: (in questa pagina) situazione fino al 1835; (nella pagina a fronte) la fronte attuale. Altro intervento assai discusso — e avversato — fu quello per realizzare, secondo la volonta asburgica, la nuova residenza del Patriarca in Piazza S. Marco. La soluzione adottata privilegia un’impostazione tardo-neoclassica rispetto ai numerosi pastiche eclettici proposti dall’architetto e denota, nel comlesso, il non spregevole livello linguistico di Lorenzo Santi.
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XI. Dalla fine della Repubblica all’unificazione de : Francia e Austria
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sy¥gro.xwer: «ME, Os ese i150-151 a5mS News. “SS eee :ne. .‘. .della ER Sis oe6eiNv ? aOY [19]. L’estremita orientale wehe og : ce _ =" ‘z an =2fhae eeFigg. 4 “4 we. Be tems ~ . “he, Sp aa . = —— .. aes a in \, NB ee ae aH “i Bote ———===---~.-._ citta nella pianta prospettica di Matteo Merian,
i2ieOE aae aes “s aac ee ee a woe === quindi degli napoleonico-selvae- Ley \:GaN *td eal WR TD SSOBprima ge eR eKinterventi Sey . Se ° °alto) ° °°° oe°e e(in .. oe: yy SN dawale a OT aeAey primissimo Ottocento (in pefer fo = Ml pees “ng, VOSS “area 3viani EX sie del (————————————————
4 i MAO OR: Sa pe CSS ot ee rN — ee basso) in una edizione « corretta » che registra = We AA Nee Leal pa ee iia nu ui ae = ees le demolizioni e la creazione della strada Eu-
N CS WEEE AB RS mmm Ss a 2 genta con la copertura del rio di S. Anna.
A wT ae : ae Teel: ~ ws ae — wet 7 7 oe _- eee _ . _ oT Teen - eet, EET -> Swe gnngate Viggine edeFCf“eg. 00 EE g: wee A Qo rpee Ct aie: 5 Piste Tee — ha Le ar Pre See uBuage SLT Stee a; % , Ly eee TA a Le eae fp awn R = ‘ cman am ~ Te ad ~a — Tamer “¢> re' > a, eS On ee . nn a a aT ; el / a fe | wm i Rant ay afl bo De emia he ace” — OS Or, OF Pea. oe Re ay eye WN
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az ing oP SESS ae x = * ? a § oe. c/n Bove EP. axl eK ee oe Se on, —an Suen Pig Tae A es —-L SRS sid Sek peAntonio ee —CFig. 152 (nella pagina a fronte, sinistra). Gian ae Q= aSeee 2 nee N SHAN ems 2 ae ge =Selva, rilievo della punta orientale di baa (in ‘Qo et nA eear}es See = ii \, = 7 oe nwt y Sn Peas . 13 ‘ ‘
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. . 4 A . 7 q : age 1B ncn VERN LLIN gy, seaands He cseas {
| a en er eS Fig. 153. I Pubblici Giardini in una tavola delle « fabbriche di Venezia » ee ee Gane BE oe di Cicognara-Selva-Diedo. Nella parte superiore @ raffigurato il prospetto a A 2 TT TE EY te dell’edificio per i Bagni Salsi che si sarebbe voluto prospiciente la laguna.
oe coe on.
Be ee oS Fig. 154. Nicola Grimaldi, progetto di ristrutturazione dei Giardini Pub-
| Bee ofatsoe : , blici, 1867. La bella modificazione romantica del giardino selviano con) | ag gens ES re re oo serva tuttavia il grande stradone centrale che gia aveva costituito l’asse a eee “eset = viario principale della sistemazione dell’area. A fine secolo i Giardini 2 a PR Pas Eb. 4 — . _ saranno progressivamente occupati dalle strutture della Biennale.
a al aang ee Pe a ae . . Rye mem af TL a mem Py ‘Neon > raga OA Guaiboes willie we nl.
pe . 7 « < / Eb Saca B Tevr ee a Soren a : 7 , i” “‘e heeds . . \ . . fe ; 7 Smeeeeeewemanevecmnmanteteanes ES oe “ - ; oo - 7 a
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oe ne of ee ce a goi ee a ee ee es ee Ware delle snonda frien Bel wanes ahas 5 sabe mecepess vs wots Wh Sho Vinge « sei once atte ~ : oN . ¥ tt age 2A Famine ae * 2.
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‘ ° ° ° 5) . e
stesse, e per la esecuzione dei progetti medesimi, dietro gli neziana al ministro dell’Interno, in una risposta di questi ordini della Municipalita, si concertano coi particolari, [ = pri- appaiono chiarissimi il senso e i poteri di tale organo: vati] °.
Per Venezia, inizialmente, non era . I doveri della ete Ofna on qiducone a. far . : almeno uty tg racclare unprevisto plano delle a Chae lL...| -da che la Commissione — subito istituita e composta P —_ od, P Sella. Diedo. M Bacchi Garofoli? e presieduta le linee, che debbono indicare i tagli da farsi a qualche Con-
° . ° LY e ° . ° * ; . . ; . .
tl a, des 0; te Re pacenina © i. ° ° 4 pre trada, e gli aumenti da aggiungersi a tal altra [...]; in seguito
a’ pocesta, conte Aemier —~ estendesse 1 proprio man- ai delineamenti che saranno proposti, e che potranno essere dato nei termini esplicitati dall’art. rv del decreto per la addotati dalla prelodata A[ltezza] I[mperiale] i doveri della capitale Milano; di fatto, perd, a seguito di richiesta di Commissione come tale cessano, e cominciano quelli dell’Amchiarimenti e delucidazioni inviate dalla Commissione ve- ministrazione Comunale °.
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* EMI cere ener mm arg mea ome es vo a : a. . an a EES, APE @i} Dees Ghat ad t = = SC NON ise ava sedate ED i I cans
| my S. Luca, Rialto e, di qui, verso la Stazione ferroviaria aes ‘y > (cio& il riconoscimento, anche nei lavori stradali, della “ty, iN: esistenza di un centro-citta, fatto sottolineato dalla lie-
, y, Ais / vitazione degli affitti e dalla concentrazione di attivita eo} commerciali per generi di lusso, oppure di locali d in eR Cte trattenimento alla moda) . Ma é tuttavia Ja presenza & terminale ferroviario a costituire fattore primario di trael ® * sformazione: il rovesciamento delle linee di tendenza del
ay ats i raferma *. , .
p® » “ een ; , vivere cittadino dal tradizionale baricentro viata e EE ty, Marco-Bacino al nuovo affaccio verso la Stazione e la te
PSs aoe hh Y Se Il decadimento funzionale dell’area_marciana é@ un fm, 7, Norte e tet oferdy Pm passaggio quasi obbligato in tale dinamica: il tentativo ee fk Fe ps yee CaS g Vae- di G. Jappelli, nel 1850, di ricostruire il sistema confe-
ae ess A; rh e fe ne poe oe PY Ap, rendo nuova centralita al Bacino S. Marco col trasporto
~ ee are eee RW del terminale ferroviario passeggeri e merci fino al CaCee della Giudecca almenoeffetto per ora, te COnee oA oo \ \ Se OPnale . | stare lettera morta”.é,L’unico chedestinato ne sortira éa la a oA iS a Se FR costruzione del ponte metallico sul Canal Grande: alla nS s/ Yer Carita (1852), presto seguito da uno analogo a Lucia
ss PWM PS 4 (1854); ma Voperazione non fa a questo punto che sot4 Nk a a tolineare la prepotente tendenza alla pedonalizzazione di , - &e NK *& Venezia e rispondere alle pressanti richieste della ppro-
:Np a SS. Se prieta immobiliare del sestiere di Dorsoduro. Sono inee prhe SON a AA di sviluppo destinate poi ad essere ‘continuate ed appro
, = - Sx fondite con l’annessione al regno d’Italia (1866). = NS Rispetto alla definizione del volto della citta, non » SOA importante e significativo dei dati fino ad ora ac: ‘. fR OYSS88 “ ,»° _ @ & .
a Cy| ) |, Sw r bail ‘ .PS 4) )Oe \,
190 4 . ge i Wr ra sicade | Venezia
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P4 yy~“ oe, .(|ee Feeee : “, ne , 4 Ps Big iy % e- “ j : aa a i. j :
aom a os te Cie eS ae TIE a ra “ay Seeaei bape: = 4 4 *. as ee2m Ha BF, : ; a aoe: ¢ eo ee 3 q eresgy—aeree ones ace 8OSES ~ oa ’ 4,ea a: i .g rn & ohi -fe: esBS H Het a “:
l4 Wa Fwo1G. |ite| ‘P| Abb Sere ‘ag 7 Se &ASe ‘: aPeo ge.ottts‘ | ig1Sot al OE, 4 thE i 4 ae Fi oe f Pefs ie ;eee 4[ct i Of ABy leRE an ‘ a; ::abead : at| — cE ee. pe ROA oy Were ee AL i Blo UR ARE Pe:ae eeMo Dell mee ee RES mmm | |: . = on as , i onEx. ayes | ma ULE EE UA te: : ae LEE ‘ s , amen . y Ee ie a ce . A Sn, ea ri ; : ie we ee Bl fo eee ; ‘iii. oo ap me ' | ) NErh ree { Rice eee lee: theclbde Boe 2 he ae ~~ ac dy ao cfar4, = | \ 7 64 e i
oy ret es ae@ eek A Wada| >aas rr a. y “Peace! rg! | E ill rot i . -.— -. Le “4fl Loom fT | ee~eA fy) erm. al i: im 1 GE cp ai} EE meee RY TLL. pt a Ce, ~ Cire ) fags i ae Ms | if ae
ROS esee eeePECL | aa ee a na coal oh Bek ee 7”, y \e.Le melds AN eee pee |. 3S See CAEW Ue crete, Bn BE Gy Ee | Pe” were eo oO rer ty | i Po. ok ea Se A SIE | ey ee tee Anew eg WI Bee eS ihe ee Sa &§ ae LS een 8 Lf.“ g | Naat
cs Lain te ar, 6 ea ea kee ay wl me ae pee OE ea ee 2 eed : i? seer” Bp peas bere 4 - A | ie 5 .} -_ % a “ Le ee ae Ae mT io. Se att / ae : la Suaateee Sih eegee Layo Zh .eee hé| se ne riconosca *iat_aEES “8e fz e alle attivita pr ce Se SEG ff Cae ‘ ttoriale. . . Ra eee he oe" ae" Ss ee ee S =} an
Caw ETS ee 2 eee ae ot 2 ee natura se a del podesta enunciava lucidamente e a “een La ed “ee Le I] a programm in termini . tepiaee—— J ee orOprattutto. —°’— S , moderni e
me, i sinteticamente c, Pp veneziano . in tutta l ain sua coimat ae. a a pe Cieoe| a. ~ i — il problema
a ae, ae ES eae a es oe lessita: Re SgdiiVenezia ‘1i Sot Regece: fae lao ,A nonweal bastarepis alla Bow prosperita
{ . . ‘ icita rl. . . 1 ‘j istico tata : y zione, co S : iovanni Battis .” i pit. interessanti e ; dei ali interni, co . ,
ico Cadorin, palazzina Marioni (poi “ il tramutarla in una vasta loca da’ suoi spassi
Fig. 199 (gui sopra). 858 Veduta laterale. Il versante prt SPEdal: lima, salubrita suedissotterrare acque, Ga suqualche Ich sul Canal Grande a S.Ludovico Trovaso, 1858. toricistiche di Ludovico Cadorin suo Htdalla dioica che eradelle d’uopo cificamente « ornatistico » delle 1 interessante palazzina, dove il ricorso e trastulli di pros a le esistenti: riannodare corrisponappare ben significato in ona “insieme una scelta di economicita e un industria morta e rianimare “ll vita ‘al commercio avvilito alla decorazione D lat mente « lombardesco », di spinta pittoricita eo denze coll’Oriente; dare ae iT tituire un servizio diretto
partito linguisticc. per 1CO favorire la naviga , . IPultimare ientazione. ; ginale amb i Battista Meduna, edificio negozi — al ponte;diMalamocco, vapori, col mig lorare il porto ctcoll’u Mala oe ai leeni alazzina segna uno ; -architettura _ i Lid ercé piroscafi rimorcm) ; 1 delaiLovo, 1859. La p imissima eclettica dell’atchite Lido ' nell’ambito rimissima fase e ( i critici. Ma Maggiorl tl p_. ..1‘1porto della pfase : resso ivenecritici. ecoll lediagevolare lagune ;e
;sotto 1u generale co oer i (modalita risbarmiando anche il della panticipo ici. pid secondo tee a nia che avrebbero rofilo ge dalita (la)nicazioni, rispa are bb doar alche eicazioni, ; singolari nto comu comunicazio 5 comune i ino.
cay he © una riprova lattenzione supito Soe ctaalisoashene nella zona, migliorare cosi 1 port, ho ones ie spese di un duplice Vedificio Monn te commerciale di ‘parte dell’area consents an allargame trasporto [...]; facilita di Viatio) la destinazione del «centroper » citta viarlo
oy ae a oa en | i:afsreoe rr, of ee ee a.) ie he, le ee | ‘ gM a
XI. Dalla fine della Repubblica all’unificazione del 1866: Francia e Austria 191
meOeoe? eesasienan CeEaccesiasite nn a gicw iit ““ is eTQfmiis eee eager a,ne ae cao a gel ‘Oe| ee ee ee Sa ee a 4 eee en ee” aS {Mae PR oo ae EP
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Figg. 201-202. La ristrutturazione medio-ottocentesca della Riva degli Schiavoni é per la gran parte motivata dalla destinazione turistico-alberghiera del sito. Residui di linguaggio architettonico neoclassico e affermazioni del neolombardesco si sommano a definire uno dei pit caratterizzati e « riqualificati » luoghi urbani. La pit originale tra le proposte di questi anni ¢€ quella dell’imprenditore Busetto « Fisola » e dell’architetto Cadorin, che prevedeva la realizzazione di un immenso edificio plurifunzionale che si sarebbe dovuto distendere tra le Prigioni alla Paglia e il ponte dell’Arsenale su un vastissimo allargamento della Riva degli Schiavoni.
vuto estendersi, giusta i pensamenti del Comune, anco per Sommando a questo punto gli interventi dell’amministrala parte terrestre, compiendo la strada ferrata del Brenner, zione nel campo della viabilita pedonale e acquea, i reche avrebbe riunita Venezia alla Germania centrale e con la stauri dei pubblici manufatti, le realizzazioni nuove, i Svizzera, non che costruendo altre linee che la ponessero in provvedimenti per l’igiene e la salubrita dei ceti non comunicazione col Trentino per Castelfranco e Bassano”. abbienti alle edificazioni e alla massa dei restauri pit o meno radicali messi in atto da privati cittadini o societa Nei cinque anni successivi al 1859 il movimento della negli stessi anni, avremo un complesso di lavori di vanavigazione ebbe a subire un calo netto del 35%; Timpor- stita e portata assai considerevoli e, per di pit, destinati tazione per via di mare diminui tra il 1860 e il 1863 del a « tirare » — di riflesso o per confronto — anche negli 429% e l’esportazione del 37%; il movimento per la ter- anni a venire, tanto da incidere significativamente sul raferma subi una diminuzione altrettanto grave; se si man- volto di Venezia nel periodo a cavallo tra Absburgo e tenne quasi inalterato il valore totale delle importazioni, Savoia. Questa azione appare tanto pit significativa quanquello delle esportazioni ebbe un calo del 54,5% *. Ma to pit: nuovo e singolare era il linguaggio architettonico la decadenza economica di Venezia nell’ultimo scorcio di che s’andava in quegli anni attivamente diffondendo ad amministrazione austriaca non sembra intralciare la di- opera della « terza generazione » di architetti ottocennamica azione della giunta Bembo; anzi, appare piuttosto teschi. stimolare le energie, nel tentativo di rallentare una rovina L’attenzione pit viva e gli studi anche pit puntuali che avrebbe altrimenti assunto le dimensioni del disastro. sono riservati dal Bembo e dall’ingegnere in capo del
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Fig. 203. SS. A lie F Lill i inelab risaltod |issi i di i i i %P ili ]ideffetti li S. 186 871)
ig. 203. Progetti per la nuova strada tra SS. Apostoli e S. Fosca. L’illustrazione mette in risalto le due diverse ipotesi di tracciato della Strada Nova. Con linee continue é rappresentato il progetto (poi effettivamente realizzato tra 7 e 1871) elaborato da apposita commissione su proposta del conte Papadopoli; con linee tratteggiate il progetto, assai meno perentorio e, tutto sommato, meno violento con le preesistenze, dell’ing. Fano. e
XI. Dalla fine della Repubblica all'unificazione del 1866: Francia e Austria 193
municipio, Bianco, alla realizzazione direttrice via-Nig COW , Pin? tia S. Bartolomeo-Stazione ferroviaria;della in realta saranno Ya \.ON 7 1s
portati compimento serie dilegheranno interventi puntuali, oo. agteVi che solo ai grandi lavori deluna dopo-Unita insieme ~ N. FRSA Je '
|4i nella strada di grande traffico tra i SS. Apostoli e la lista we NS | | Fi { Ma trova attuazione anche il disegno per la sistema- iN) a HT RY oon) |, ane zione di un attraversamento di grosse dimensioni dall’ap- =. ~ \ Bl \ _ iin Kh BF
pena costruito ponte della Carita alla Riva delle Zattere: _ oP. ils pee ay oe i vi si perviene con linterramento del rio di 5. Agnese a te hy ae ee = AR By e una serie di sistemazioni collaterali. Altri interventt, ~ A a XE Jie ee | i | di minori dimensioni, presentano caratteri e modalita di PANE | ~s re Ay | iT pe
realizzazione in tutto analoghi a questi citati~. . ey ii ay! ype BEB Tutto il centro, dalla Riva degli Schiavoni alla sponda eed ett, : ws mh il — ¥ nb A ee
del Canal Grande, da campo S. Luca a campo 5S. Barto- a ee ke ee Pee
lomeo, dal rio dei Greci alla Frezzeria a S. Fantin conosce ane oe iy | a hs ae | a | contemporaneamente l’aggiornamento linguistico che mar- i | | if i a oi. i) , i cl | cherA inconfondibilmente vasti brani di citta. Talora que- | i. | ia rt? whee . ad |
sti interventi, e spesso i pit significativi, sottolineano wt
i luoghi delle trasformazioni viarie: al ponte del Lovo Fig. 204. La Strada Nova come si presenta oggi. © Giovanni Battista Meduna a costruire i prospetti della rinnovata calle; in campo S. Vio &@ Pividor; a S. Moise é Ving. Fuin; in Frezzeria l’ing. Calzavara; a S. Stefano, a S. Trovaso e altrove Lodovico Cadorin”.
Alcuni progetti per opere di inusitate dimensioni e eli ultimi — e assai interessanti, va detto, ma oramai uno studio preliminare per la Stazione marittima chiu- fuori tempo — propositi per Venezia: avrebbero dovuto dono il consuntivo dell’urbanistica degli anni austriaci in trispondere ai bisogni della citta e della sua economia gioVenezia: in particolare quelli per un mercato in ferro cando su tutti i tasti possibili: il grande commercio mafuso e ferro battuto, cristallo e pietra d’Istria, pensato rittimo e su rotaia; una turistizzazione su scala indudall’ing. Berchet per Rialto; per un mastodontico com- striale; un servizio interno commerciale e direzionale degni plesso turistico polivalente sulla Riva degli Schiavoni del- di una moderna city. Pur momentaneamente abbandonati,
arch. Cadorin; un’ipotesi per la Stazione marittima tra questi progetti lasceranno perd tracce vistose, anche se S. Marta e S. Basilio servita da un prolungamento della di diversa incidenza, nell’urbanistica veneziana dei suclinea ferroviaria per condurre i vagoni in banchina. Sono cessivi decenni*®.
Capitolo dodicesimo Venezia nell’ Unita d Italia
Appare lecito dire che termina con il 1866 un’epoca A Venezia il bisogno n’é cosi profondamente sentito, che, nella storia della citta. Cid non deve significare tuttavia appena ne fu libera, i capitali si offrivano spontanei per le caricare di eccessivi significati quest’affermazione. E vero grandi intraprese edili. Soltanto, in mancanza di un piano che scompaiono dalla scena e dalla vita veneziana principi generale prestabilito, non & possibile né di coordinate i prodi eterodirezione mettenti a Parigi prima e a Vienna pot; getti gia compilati per l’apertura di nuove vie, ne di concre-
ma Roma non apparira, nei fatti, pit vicina. Termina tare un progetto per fondare delle societa costruttrici. A
oo .; quest’effetto occorre: stabilire fin d’ora la topografia della
wna < dominazione » che dop o il 1848-1849 aveva assunto Citta fra uno o due secoli; precisare le diverse categorie di marcati Caratterl polizieschi; e finisce anche la sensazione strade, e di canali; indicare i monumenti da rispettarsi, e le
di precarieta per ogni iniziativa intrapresa; pit lenta a case da demolirsi; rendere ostensibile il piano al pubblico; dissolversi sara invece una radicata cautela generata da ed ottenete dal Governo, che vi é interessato sotto tutti gli
malcelati sospetti e, forse, insofterenza. aspetti, che le spese di riduzione siano riconosciute di utilita
Meno deciso lo stacco nei confronti della politica ur- pubblica, per poter imporre le occorrenti servitt stradali, ed banistica; suggerimenti, indicazioni, progetti saranno pre- ottenere il diritto di espropriazione forzosa '.
sto, come si é detto, attentamente riprest. a Primo tra tutti il progetto relativo alla creazione di Ha in tal modo inizio una vicenda di elaborazioni €
una stazione commerciale marittima servita, per via di proposte che S1 trastormera, in pratica, alla fine degli anni terra, dalla strada ferrata. Ma — e questo é certo un fatto 80, nel P 1ano di Risanamento e€ nel Piano Regolatore, € nuovo nell’atteggiamento della borghesia e dell’intellettua- attorno a cui si accendera un’assai aspra disputa. lita cittadine — all’origine di un periodo assai dinamico per le trasformazioni urbanistiche di Venezia, vi é@ l’ini-
ziativa assunta spontaneamente da un gruppo di cittadini La Commissione per il Piano di Riforma: le linee dell’urper chiedere all’amministrazione (sindaco é il patriota Gio banistica veneziana dell’ultimo Ottocento Batta Giustinian) la redazione di un piano per lo svi-
luppo cittadino, cioé di un vero e proprio strumento Gio Batta Giustinian recepiva prontamente le sollepianificatorio e, insieme, di regolamento edilizio: citazioni contenute nella lettera dei 13 cittadini; vista la necessita « che venga studiato e fissato un piano ge-
Illustrissimo Signor Conte! nerale di sistemazione delle vie e dei canali e di ricostru-
Nelle principali citta nostre che conservano ancora I’an- zione di case tanto per gli agiati che per i poveri, [...] tica conformazione, si fa sempre pit. manifesto il bisogno di insomma la futura topografia generale della citta in ogni sistemare, secondo le esigenze del tempo, le vie di circola- sua parte », egli provvedeva alla nomina di una Commiszione, e di ridutre gli antichi caseggiati a comode, ¢ salubri sione di nove membri con « l’incarico di studiare un piano civilta. Coi suoi processi di divisione, e di organizzazione del generale di sistemazione, [...] ed al pit: presto possibile
abitazioni del ceto medio, che prevale nell’attuale stato di —- ; im ae
lavoro, e dell’uso pitt generale del ferro, e del cemento, |’arte dare il risultato dei propri studi a a.
permette di erigere ora tali fabbricati con spesa pit’ mite, e Al momento di accingersi a un lavoro difficile e con-
minor occupazione di area. troverso, la Commissione auspicava di poter conoscere
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Fig. 210. Bartolomeo Foratti, « Progetto di un nuovo ponte da erigetsi in Venezia sul Canal Grande », 1867 (delineato da Marco Moro). Litografia.
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~ Ee ee a oe wi ast anit te ra ; oe Fig. 213. Marco Moro, il mercato Vittorio Emanuele 11 secondo il pro- Fig. 214. La zona del mercato di Rialto dove si sarebbe dovuto edificare getto di Federi¢o Berchet, 1866. Litografia. L’enorme edificio avrebbe il mercato dell’ing. Berchet, in una vecchia fotografia (nella quale si pud dovuto sorgere a prosecuzione delle sansoviniane fabbriche di Rialto; per altro notare la ristrutturazione neogotica del grande edificio al cen-
adottando tecnologie e concezioni funzionali di ispirazione francese si tro dell’immagine). sarebbe voluto dotare la citta di una infrastruttura di dimensione addi- Il fabbricato pit scuro e leggermente arretrato sulla destra é I|’antichisrittura regionale, servita da attrezzature urbane moderne. Il complesso simo «stallon» dei Querini, demolito e rifatto nel primo Novecento non avrebbe, naturalmente, mancato di intaccare in termini assai pesanti nonostante la riconosciuta vetusta e importanza storica del reperto, per
tutta l’antichissima zona tra Rialto e larea di S. Cassiano. far luogo alla pescheria di Laurenti e Rupolo.
Fig. 215. Il mercato in ferro realizzato da Annibale Forcellini nel 1892. Fig. 216. La Pescheria nuova sul Canal Grande, opera di Cesare LauIl manufatto, avversatissimo e —- pare — poco funzionale, fu smontato renti e Domenico Rupolo. appena dieci anni appresso la costruzione, e venduto. Contemporanea- Le intenzioni di suggellare in affaccio sul Canal Grande tutta l’area del mente si provvedeva alla ristrutturazione per il mercato attuale. Nono- mercato, che si riteneva non risolta e male attrezzata, condussero alla stante le critiche, la grande tettoia metallica del Forcellini presentava realizzazione di uno dei «falsi» pit clamorosi di tutto lo sviluppo del degli indubbi elementi di pregio: soprattutto non intaccava minima- Canal Grande. Alquanto approssimativo nel linguaggio e tipologicamente - mente le preesistenze (tanto che poté essere smontato senza _lasciar non motivato, quest’edificio (e la parte retrostante che riprendeva varie traccia) né tentava impossibili mediazioni storicistiche, dichiarando senza notazioni dello « stallon ») rimane come un grande e non risolto segnale equivoci la sua natura e il suo preciso ambito linguistico e funzionale. linguistico di scarsa credibilita.
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XII. Venezia nellUnita d'Italia 203 , loka wh 10 _ ‘hele av 1ifoe —_ ; hole oh 199
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dettagli tecnici.fu Cromolitografia. ss%- ue =a If ’ 14yt mm? |Me. eg "ie a L’acquedotto solennemente iad .dan’ “de co inaugurato in Venezia nel 1884 y 4 _* EE nay is aN me adeo ae reeaaMe jn tee .
S. Marco. NUE | game y con la realizzazione di una gran- a ee - eal el = TF J vec e rere eerieres rk o oe de fontana provvisoria a Piazza el ees Oo Tn mt | | a yi a
altrimenti di difficile inquadramento logico appaiono essere E presente l’urgenza di una vigorosa campagna di alcune generali finalizzazioni intraviste nell’operare urba- risanamenti viari ed edilizi, e, in ogni caso, l’impostano: il desiderio di adeguamento della struttura cittadina zione di quartieri per case popolari e di centri sociali alle esigenze di una nuova economia sia nel rapportare i modernamente attrezzati, che non trascura, naturalmente, complessi esistenti a necessita e orizzonti su scala nazio- preoccupazioni d’ordine estetico e ambientale direttanale ed europea, sia nella costruzione di infrastrutture ca- mente connesse a vere o presunte necessita turistiche e paci di determinare il decollo dell’economia cittadina; e di decoro. tutto cid nella duplice coniugazione delle occorrenze in- Alla luce di queste considerazioni d’ordine generale, terne alla citta e dei suoi collegamenti con l’esterno (ri- il disegno globale di sistemazione della citta che emerge servando particolare considerazione allo sfruttamento del dai lavori della Commissione prevede soprattutto: 1) la
recente ponte ferroviario translagunare). creazione di alcuni assi di grande scorrimento e di diretta
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Fig. 221 [52]. A. Vendrasco, « Pianta della citta di Venezia», Venezia 1887. In questa pianta semi-ufficiale é possibile apprezzare tutte le trasformazioni
avvenute e in corso nel primo ventennio di vita « unitaria » della citta. Come evidente, i fatti piti macroscopici riguardano le estremita est e ovest di Venezia; ma anche la Giudecca conosce una serie non indifferente di modificazioni.
206 Venexia SS REE a . —Bni re i RY222 aaaal [53]. duta di Venezia a volo d’uc-
i i) Oe i, EC eee f cello, 1887 ca.
all’Accademia e in previsione di un possibile e progettato (quantunque restasse non del tutto risolta la questione
prolungamento della ferrovia sino alle Zattere. dei rapporti tra vie d’acqua e di terra).
Pit’ frammentario, ma non per questo trascurabile, l’interesse riservato a interventi minori tendenti alla facilitazione delle comunicazioni e a puntuali operazioni di I « grandi lavori » abbreviamento e risanamento su percorsi anche non prin-
cipali con conseguente creazione di nuovi ponti, sotto- Le realizzazioni riguardarono, nel ventennio interportici, piccoli allargamenti e limitate demolizioni. Re- corso tra i Javori della nostra Commissione e il Piano stava irrisolto il problema della Stazione marittima e della Regolatore e di Risanamento, una serie di trasformazioni conseguente edificazione delle intrastrutture di servizio viarie di differente entita. Le maggiori furono messe a del porto commerciale: ma l’orientamento generale si segno durante il mandato sindacale di Gio Batta Giustistava rivolgendo decisamente verso la zona Zattere - S. Ba- nian, Antonio Fornoni e Dante Serego Allighieri: la
silio - S. Marta. creazione della via Vittorio Emanuele 11, cioé la Strada
Altri problemi affrontati per i quali si auspicava la Nova, tra i SS. Apostoli e S. Fosca (che facendo tutt’uno soluzione riguardavano: 1) la ridefinizione e conseguente con precedenti e successivi minori interventi diede vita rivitalizzazione marinara e cantieristica della zona di Ca- all’auspicato asse Rialto-Ferrovia); l’apertura del vasto stello.gravitante sull’Arsenale; 2) la sistemazione di tutta campo Manin, presso S. Luca, attraverso alcune demola rete fognante secondo necessita igienico-sanitarie, di lizioni pertinenti all’antica area di S. Paterniano; il Badecoro e funzionali; 3) la riqualificazione funzionale e cino Orseolo, a ridosso di Piazza S. Marco e destinato , sistemazione igienica e idraulica della rete dei canali a impostare il successivo asse S. Marco - S. Luca; via xxi1
XII. Venezia nell’Unita d’Italia
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ae eeSey dy A& . :?Ne a oe oo |. .od ns et . f“ iA x>f ;a a 2yY) saearal & ie, aireea : a ge ee SO 2 Fee eats re 7 OE SS OS DELLA GHEE DECES Ee Ne 8 Ape igo te pe eeaRe a ee fe Ke hs se Pe ‘ i : ne Bete LES 2 oe Sr | re “me. . nee ad a
bik aa ioe foIE ES eee eA 8 PE PIES GR SEE ~ oe NS a ) 2 ND OOS Les ae ae eT eae SRE a ce Be TED 2a aS Sk
; a di Venezia s i ici i
, WA; CartaA. topografica della« Citta Fig. 223«[54]. Vendrasco, C di Venezi i janti zia >; Venezia 1889. Pianta ufficiale e assai importante cee eee eon ae Mi eeliaea (or ie all ae eee OO) enseate it ewe lo sno dell’edificato e della viabilita con quasi completa esattezza ‘P ettagliata (grazie alla scala 1:3000), consents di rilevare Jo stato
208 Venezia a er 2 . © % le en eae Bee a
: se a ee oe ETN eam eee Re OE eeaBe oea ee NO, YY Moy,” pir ONR NSE ee Me Po A ee oN I in = ke a a4 ‘oe cau SOC (oy 7 SE ARAN PO). =~ (a A ey ie Se 7 . ee ey iy oe ee oe a get « ARBENO REGOLATORE E DI RISANAMENTO DELLA CITA Dl Vit#y... .. jay Fe
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Fig. 224. « Piano Regolatore e di Risanamento della citta di Venezia». A fronte sono posti i progetti elaborati dal Municipio e quelli suggeriti dalla Commissione Boito, d’Andrade, Berchet e altri (1887-1891).
Marzo, allargando e rettificando calle Lunga S. Moise, gia all’epoca della progettazione del ponte ferroviario tra Piazza S. Marco e S. Maria del Giglio; calle Larga aveva vivacemente interessato specialisti e pubblica opi2 Aprile tra campo S. Bartolomeo e S. Salvatore. nione, quello cioé dei possibili — e per lo pit temuti — La tecnica é quella dello sventramento, della rettifi- riflessi di grossi manufatti e nuove infrastrutture sul decazione del tracciato e della riedificazione secondo un licato equilibrio idraulico e igienico del sistema lagunare. aggiornamento linguistico e funzionale operato per lo L’emergere di tali preoccupazioni riporta anche ricorrenpit: sull’edilizia borghese tardo-ottocentesca di terraferma: temente a galla (fino ai giorni nostri, va detto) il partiaggiornamento favorito dalla presenza in citta, dopo l’uni- colare rapporto esistente tra il consolidato, il costruito ficazione del 1866, di imprenditori e progettisti attivi su e la composita maglia dei canali, barene, valli da pesca,
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altre piazze italiane. paludi che lo circonda e con esso il pit delle volte si
E certo che il processo di trasformazione strutturale integra. di cui @ pitt pienamente e massicciamente investito l’or- Ma oltre a cid si confrontavano — sempre nel merito ganismo veneziano dopo gli anni ’50 é@ quello facente della pitt conveniente ubicazione della Stazione maritcapo alla Stazione marittima, realizzata tra S. Basilio, sul tima — diverse e talora contrastanti ragioni e ipotesi canale della Giudecca alle Zattere, e la testata del ponte progettuali. E forse possibile comprendere entro tre poferroviario”. Nell’affrontare il problema dell’ubicazione sizioni di massima le opinioni al proposito: grandi bandella Stazione marittima si evidenzia uno dei temi che chine all’estremita e oltre la Riva delle Zattere e la Spiag-
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bile, specie se si consideri la rigida definizione dei mar- gnavano a osservate tempi brevi di realizzazione, a rispet-
gini esterni della citta: 120 mila nel 1868 e 129 mila tare standard volumetrici dati, a mantenere la destinanel 1871; 134 mila nel 1881; 152 mila nel 1901, gli zione d’uso per tutta la durata di fruizione del « preabitanti di Venezia saranno pit di 160 mila nel 1911, mio», a costruire secondo i progetti elaborati dall’amcon un aumento da vedersi soprattutto negli addetti a ministrazione. Dal 1905 il sistema dei premi veniva esteso un’industria che conosceva gli anni della sua maggiore dalle nuove costruzioni ai restauri di fondo e alle radicali
fortuna *. trasformazioni a fini abitativi. Alcuni esperimenti di edilizia popolare agevolata rea- Nel 1893 anche il Comune in prima persona si im-
lizzati fin dal 1870 erano rimasti fatti isolati; l’inizia- pegna per la costruzione di «case sane, economiche e tiva privata non interveniva in dimensione considerevole popolari »: il fatto era senza dubbio pionieristico in Itanel settore; altri tentativi danno risultati del tutto tra- lia e giunse a dei risultati di qualche significato. Oltre scurabili. Sara la nuova giunta, laica e moderatamente ad edifici isolati, ledilizia comunale o sovvenzionata progressista, guidata da Riccardo Selvatico (1891-1895), portd alla realizzazione di una serie di « quartieri»: a ad affrontare con maggiore decisione il problema. Nel S. Giobbe (1904-1905: 7 edifici); a S. Leonardo (19041891 si inventa il sistema dei «premi d’incoraggia- 1906: 8 edifici); ai Gesuiti (1904-1906: 11 edifici); a mento » ai costruttori, meccanismo che andava a coprire S. Giacomo alla Giudecca (1906-1907 e 1909-1910: 6 ~ — secondo i calcoli dell’ufficio comunale — all’incirca edifici); a Corte Colonne a Castello (1907-1909: 6 ediil 12% della spesa di costruzione. I beneficiari si impe- fici); a Quintavalle a S. Pietro di Castello (1907-1909:
XII. Venezia nell’Unita d’Italia 223
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diatamente produttiva a una economia che si riteneva citta; trasforma il volto di gran parte dell’isola della Giutroppo a lungo sacrificata in dimensioni commerciali e decca, riforma quasi tutta Murano; crea a cavallo del di servizio; la presenza di capitale, in buona misura non Canale della Giudecca, una vera e propria area industriale veneziano, per tradizione votato ad orizzonti d’intervento attestatasi, da un lato, tra la nuova Stazione marittima sovraregionali e sensibile ad ampliare i propri terreni di e S. Trovaso (con la realizzazione dei nuovi magazzini attivita; il richiamo, infine, di suggestioni pit: composite, del punto franco, della Marittima e dei grandi complessi sfumate, confuse: intenti d’imperialismo economico in- del Cotonificio Veneziano e delle Officine del Gas) e, di sieme a richiami militari e marittimi, rinascita dell’Arse- la dal Canale, con l’enorme mole del Mulino Stucky e nale e dell’industria bellica, vocazioni panadriatiche e sug- tutto il composito sistema di attivita produttive che ad gestioni anseatiche: per converso, perd, anche la ricerca di essa si affianca”. una sorta di splendido isolamento insulare velleitario e La creazione e il progressivo ampliamento della grande
di poco futuro. infrastruttura della Stazione marittima é@, rispetto al moto
Di fatto lindustria permea il tessuto edilizio storico, di industrializzazione cui la citta & sottoposta, insieme satura le maggiori aree libere, ne crea di nuove ™: salda volano e conseguenza. Le stesse dimensioni dell’attivita in un sistema compatto settori deboli e sfrangiati della mercantile assolta lo fanno chiaramente intendere: si con-
XII. Venezia nellUnita d’Italia 227
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OR a a a my a ee, S. Marta (1909). = Dre Ge EN REN SPN. ee a . or ae a 5)Ry es AeM eee yy wel Ht, , neswai Salt oon LAD eee—eet eeeeels ee‘.
Fig. 254. Un’altra veduta della ed ages pa aD Peg Sor cee wo pe "M's aie a eR OT . rn 7 Nuova Officina del Gas a [IMM da Rash. OUL SSS ek CR PRY A POSE Ree er Cea xs .
sideri che nel 1880 (anno di ingresso in funzione delle conosce una frenetica ricerca di soluzioni alternative allo banchine) il movimento merci cittadino é di circa 40 scadere del secolo xix e all’esordio del successivo, sfomila tonnellate (il 10% nelle nuove attrezzature, il ri- ciando poi nell’invenzione del porto di Bottenighi e nella manente nella diffusa e frammentata zona portuale at- creazione di Marghera. Ma fino a quel momento é ancora torno al Bacino S. Marco); dieci anni dopo il movimento il fronte occidentale della citta (e, in parte almeno, J’isola tocca quasi le 100.000 tonnellate, dove alla Marittima della Giudecca) a sopportare l’impatto con il dinamismo spetta il 609% del totale trattato; ancora un decennio e il pit delle volte disgregante di una crescita consideresi superera il tetto di 1 milione e 200 mila tonnellate, vole e tuttavia di scarsamente affidabili radici strutturali.
ma alla Marittima ne spettano quasi 1 milione e 100. Le fantasie urbanistiche, che attorno agli anni ’50 (Il trend non accennera a crisi fino alla guerra, se nel dell’Ottocento s’erano applicate a risolvere il tema del-
1912 si arrivera quasi a toccare i tre milioni di tonnel- le connessioni della linea ferroviaria con la citta insulare, late). La sollecitazione violentissima cui é sottoposto |’in- si agitano in questo frangente attorno al nuovo quesito: tero organismo cittadino per la pressione diretta di tutta come raddoppiare le capacita ricettive e le dimensioni comquesta attivita mercantile, e indirettamente per le con- plessive della Marittima, cioé verso dove dirigere la crenesse attivita ed esigenze collegate, tocca il suo apice e scita. Tuttavia, in tutto questo periodo che si concludera
228 | Venezia
con l’apertura delle banchine di Marghera (ma il porto monumentali in Venezia”, data dai primissimi anni del sara subito integrato al polo industriale), il grande ferro- secolo. E stata ricostruita di recente sia la genesi di quedi-cavallo della Marittima arrivera ad espandersi e a dif- st’idea come le sorti di quella che @ parsa a qualcuno fondere urbanisticamente la sua influenza in termini vi- una « prova generale » della stessa nella presenza e nei stosi. Quasi contemporaneamente si ampliava, a est, l’area tentativi dell’imprenditoria e della finanza italiane in dell’Arsenale per la creazione del piazzale dei Bacini Montenegro. (1873), del piazzale delle Vergini e dell’area, vastissima, Appaiono centrali, sia nell’una che nell’altra iniziadel Nuovo Bacino nel 1912; e per ricavare, infine, un tiva, la figura di Giuseppe Volpi e il capitale della Banca angusto triangolo con abitazioni di servizio (le Casermette) Commerciale *. Di fatto il progetto dell’insediamento por-
nel 1916. tuale in terraferma nell’area di Bottenighi viene nel 1917 E evidente che anche questa ulteriore espansione della approvato definitivamente, nell’elaborazione ultima del-
citta € connessa a istanze industriali e belliche non indi- Ping. Coen-Cagli, con procedura che a molti é parsa rettamente collegate al pit generale modello di sviluppo quanto meno singolare e spericolata. Le novita sostanziali impostato per Venezia sullo scorcio dell’Ottocento e che risiedono nell’aver previsto, in aderenza al porto, un’area ha il suo esito naturale nella guerra del ’15-18, ma che di intensa industrializzazione pesante; il legame di queha, quali premesse immediate e prossime, la pubblicistica st’impresa con quelle della produzione e trasporto del— e l’ideologia che l’esprime — circa il destino marittimo lenergia elettrica (sempre facente capo al gruppo Volpi); e adriatico-imperiale di quella che era stata la Serenissima: la presenza dello stato in qualita di fornitore di servizi
un iceberg la cui pitt vistosa emergenza appare essere a titolo gratuito. la figura e l’operato di Piero Foscari, al quale va ripor- Sin dai primi anni ’20, in diretta connessione con tata anche l’attivita di Gabriele D’Annunzio e che cul- Pinsediamento e l’espansione delle strutture portuali e
minera nell’impresa fiumana. industriali, & pensato un quartiere residenziale stretto tra
Dalla lignea piro-corvetta Vettor Pisani, varata nel la Stazione ferroviaria di Mestre, la strada provinciale 1869, ai sommergibili Nautilus e Nereide del 1913, pas- Mestre-Malcontenta mettente a Padova, una strada comusando per i mezzi corazzati, le cannoniere e gli incrocia- nale e l’area industriale*. Il richiamo alle esperienze di tori, pit di trenta mezzi bellici sono il frutto della nuova citta-giardino pud sembrare, in un tale contesto, addiritstagione dell’Arsenale: e tuttavia l’evoluzione futura del tura macabro. Ma ci fu; ed ebbe le sue enfatiche celecomplesso rivelera l’inutilita di una tanto massiccia espan- brazioni. I] disegno del quartiere urbano richiamava con
sione ~. apparente ingenuita Howard e il suo modello di citta-
giardino, appunto; mentre intendeva attenersi, quanto , alla creazione di un sistema viario tutto da inventare, a Marghera e Mestre un modello che effettuasse la fusione del « sistema americano dei tracciati rettilinei con quello degli eccessivi trac-
Le vicende urbanistiche veneziane tra le due guerre ciati curvilinei » *. La metodologia d’analisi e i criteri son dominate dalla realizzazione del porto industriale di d’intervento richiamati erano quelli teorizzati da Henry Marghera e del suo quartiere urbano e dalla prima espan- Sellier per l’Office public des Habitations del dipartimento
sione dell’abitato di Mestre; dal Piano di Risanamento della Senna: ma il richiamo appare pit un tentativo di della citta storica presentato nelle linee di massima nel copertura che un reale rimando metodologico. marzo del 1939; infine dalla realizzazione del collegamento I lavori d’urbanizzazione — e cid una volta di pid autostradale con la terraferma e dalle conseguenti ope- testimonia circa le modalita seguite in tutta la colossale razioni messe a segno nella zona di S. Chiara per costituire impresa di Marghera — erano a carico del Comune, gia
un adeguato terminale. divenuto proprietario dell’area acquistata sul mercato al
Come é noto, lidea di dar vita fuori del centro sto- prezzo di una lira a metro quadrato. Si prevedevano edirico ad un/’altra area portuale attrezzata a causa dell’au- fici monofamiliari per dirigenti e impiegati e altri con
_ mentato volume dei traffici e per l’impossibilita di una sod- vari appartamenti, anche se di dimensioni contenute.
disfacente espansione non legata a vincoli ambientali e Nel giro di un paio d’anni sia l’Istituto Autonomo e
., a PROGETTO DI MASSIMA PER LA SISTEMAZIONE DEL PORTO DI VENEZIA )
, | secondo ia Relazions in: data 26 Apdie 1904 del A. Genio Civile di Venezia
; ) .~ms7 .; ce e .Ces e ‘ae , |SCALA: Vv sO |28.000 |.. ;7
a. , Po os », \ . . . a LE . Pew Se ,| 7_ooCNG ‘8 a oaes ae f Pr OE PESYied eee _ a ON ox . ™ ‘ dayRA ‘ \ ; SS . oe ed. det Maran, ARV AAR .
ye \ Mergp aS > { ASS 5 Sy w : \! : . . i he > Sioa 7 3 yy aN ay,LTE \ Aral °-ek ~iE anso “tae aS: ad , to as 4e j2. f yMn, 2)ore 7 git yia. :a . .xj,. SNe oP :Neti or ee SeRe ran B aal Ye ee\aS es ey oe ey a... : Oe tens Se hae = Can Cand set m vs =T i*as 8y,Yee 5 1 VL Aay, mS Y bs a 3ieowiJe even i aat jen ‘Ph ¢: f . ; ig? T vet » 1s : y, “. we.Rn, '{ ar te “a, oot - hang aims \ yp ? -4 an jin . NGbesa . BCALA @RAFICA. . " | Fé . * he, ‘ te wee y% No i; ON, . ‘ ag ,, * * ee / 3 * oe i. "hs at eee a veel, a a ; : 8 p , - i
if: wi OWNS mS ee ae os ! ae, von my. a y lad na . nee é i ; ee, 7 ’ i) j x vo 7 fi Loy Av . 2 : —_—
230 Venezia altri enti pubblici che imprenditori privati erano gia attivi Quanto invece all’espansione dell’abitato e ai conse-
sull’area. Nel quindicennio che va dall’inizio degli anni ’20 guenti criteri edilizi, il piano proponeva una zonizzazione
al 1936 il quartiere urbano di Porto Marghera passa da articolata che avrebbe dovuto dar risposta alle croniche 1000 a 6000 abitanti. La struttura del quartiere risulta e non risolvibili carenze del centro insulare: allungata sull’asse centrale cui fanno capo i sistemi viari
secondari che si staccano da piazzette-svincoli entro un Si @ voluto dare allo sviluppo la prevalente caratteristica complesso organizzato gerarchicamente in termini abba- dell’abitato estensivo, cosi da non alterare la fisionomia di
stanza semplicistici. un centro industriale artigiano, agricolo, che deve comple-
Nello stesso arco di tempo anche il nucleo di Mestre tarsi entro regole predisposte, a norma delle tendenze pit J timo considerevole sviluppo. Nel caso moderne, e deve ricordare che i veneziani, costretti da parconosce HM suo. prin ; ; PP . ticolarita ambientali a un sistema tutto particolare di vita, di Mestre, pero, clo avviene al di fuori di qualsivoglia hanno, per antitesi, un attaccamento appassionato a tutto cid intervento pianificatorio: il bando di concorso per il che ricorda, per ampiezze di orizzonti e per abbondanza di Piano Regolatore di Massima per l’ampliamento e il ri- verde, il rinnovamento e l’appagamento di aspirazioni molto sanamento dell’abitato di Mestre é del 30 giugno 1934 sentite *. (Mestre era gid passata nel frattempo dagli 11 mila abitanti del 1901 ai 40 mila del 1935). La redazione del Le zonizzazioni previste sono cosi riassumibili: costruPiano era tuttavia, alla chiusura del concorso, affidata zioni intensive attorno al vecchio centro di Mestre, nei all’Ufficio tecnico municipale, invitato ad avvalersi con nuovi quartieri di S. Giuliano, di via Principe di Piemonte, larghezza dei suggerimenti e delle acquisizioni contenute del nuovo piazzale a ovest di Forte Marghera; costruzioni
nei 10 progetti presentati. semi-intensive (case a blocco o abitazioni accostate): at-
Gli elementi che caratterizzano il Piano di Mestre, torno alle zone intensive, lungo la banchina del Canal redatto dall’ing. Antonio Rosso e presentato nel 1937”, Salso, presso il cavalcavia per Mirano; costruzioni estensi possono cosi riassumere: 1) acquisizione del nuovo sive (case a schiera o villini isolati): tutte le altre zone; ponte autostradale del Littorio (1932-1933) quale asse ville a giardino: lungo le zone di completamento degli logico e funzionale del sistema Mestre-Venezia; 2) inse- spazi verdi; zona delle piccole industrie, agenzie di trarimento di questo sistema in un pit vasto piano regio- sporti: fra il Canal Salso e gli impianti ferroviari; zone
nale; 3) costruzione di un terminale stradale e di una sportive: a nord di S. Giuliano e a nord-ovest di Forte
connessa stazione portuale (il « porticciolo di S$. Giulia- Marghera lungo il Canal Salso; porticciolo sulla laguna a no ») nell’area di S. Giuliano, e collegamento di tale area S. Giuliano; zone del macello e foro boario; area dei mer-
alla testa del ponte autostradale attraverso un grande cati locali presso il centro di Mestre: nuovo cimitero a snodo viario (il futuro cavalcavia di S. Giuliano); 4) col- nord della nuova strada Castellana; verde pubblico con legamento a tale manufatto dei grandi assi stradali e, lesproprio di due parchi gia esistenti presso piazza Umattraverso un’ulteriore serie di manufatti autostradali di berto e alla testata di via Dante da trasformare in giardini vaste dimensioni, alle maggiori direttrici viarie regionali pubblici; zone militari; zona aeroportuale (forse presso e nazionali; 5) esclusione, a nord, di Carpenedo dal conur- Campalto) con annesso idroscalo. bamento mestrino delimitato da una grossa circonvalla- I tempi per la realizzazione del Piano (che prevedeva zione di nuova realizzazione; 6) soluzione dei problemi la sistemazione di quasi 500 ettari di territorio edificaidraulici e idroviari attraverso il parziale interramento del bile) erano previsti in un trentennio con una interna Canal Salso e di altri minori corsi d’acqua; 7) interventi gradualita di urgenze e realizzabilita; prima fase: sistesul centro storico di Mestre miranti, con demolizioni di mazione, ampliamento e risanamento del centro di Mestre notevole entita, a creare pit’ agevoli condizioni di viabi- e delle zone immediatamente adiacenti; seconda fase: lita; conseguente copertura del Canale Osellino lungo zone di attivita sportive, industriali-commerciali, arterie le vie Poerio, xx Settembre ecc.; 8) creazione di una rete di traffico principali, testata del ponte del Littorio, bostradale a maglia ortogonale « necessaria a rendere uti- nifica e cavalcavia a S. Giuliano; terza fase: completa_ lizzabile il territorio compreso fra il Canal Salso, il Forte mento e attivazione di tutti gli impianti, attrezzature ecc.
Marghera e gli impianti ferroviari ». La variante del Piano (del 1942 e sempre dell’ing.
XII. Venezia nell’ Unita d’Italia 231 Rosso) a seguito del voto del Consiglio nazionale del- PIANO REGOLATORE | | TIM
’Educazione, delle Scienze e delle Arti del 18 genn. 1941, QUARTIERE URBANO oe | eee ee | NN oltre a proporre una serie di modifiche del complesso HUOVO PORTO INDUSTRIALE Df VEHEZIA : J cd
piano stradale, in sostanza stabiliva di ampliare notevol- pee 110.000 , | a \ mente il nuovo quartiere di S. Giuliano allungandone la } af ae mmemyer)| © Silica |
fronte sulla laguna dagli iniziali 600 a 2000 metri, (a ae a | a comprendere quindi l’area di Campalto ”. AC Onfino ip =, es Si veniva in tal modo ad accentuare in termini rimar- yg ;
un generale privilegiamento assi di comunica| 1G): | zione nazionale e diminuendodei gligrandi attraversamenti delle , LILA
Dai due Piani, del 1937 e del 1942 (mai approvati), | a a | delineata: dadiun lato un piano solo di risanamento del dati vec-AB 3“ chio centro Mestre in grado di distruggere storici e ambientali non casualmente dotati di grande ll forza ageregativa oltre che di specifiche e non superate y a funzioni (si pensi al Canal Salso e al suo tradizionale aK O (B’ ¥
usciva la proposta per una citta a pit. centri rozzamente ve ° waer ..
serviziotra diilarteria grandeecomunicazione carichi, J4a° aX pesanti centrodiinsulare il cuore stesso diper Mestre), 17 :|
senza tuttavia saperli sostituire con criteri moderni ap- *( =~ |
prezzabili e lucidi; da altro lato il tracciato di una citta \ ~~ :
nuova (a S.(l’affaccio Giuliano)lagunare, che, oltredestinato a un pregevole X SN di partenza a grandespunto for- \ aw \ SS cd tuna nella redazione dei piani futuri) non era in grado K che di fornire un disegno urbanistico semplicistico e bru- 1 UFFICI COMUHAL \\ » . |
tale. Si pud dunque affermare (anche perché nella realta 2 ScUOLE asi , i i - vor foee. Fie “i 4 Sy ves . " oo connaio on were DERE ANAT 0} MESIRE / oo, “ Ar a , _ ees Se eee wee $i, x =) “hee “ oe : # io bok + 3 ve Th oa, tayth 2 ny ae BARNS: Fn. 2 ay rel a, Ac ag
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gazione — che, specie negli anni del secondo dopoguerra, Il ponte autostradale risultd fattore di arricchimento culturale e sociale nella vita del comune di Venezia nel suo complesso — per le La costruzione del collegamento autostradale tra Vemodalita secondo le quali fu attuata e per il non esser nezia e la terraferma é del 1932-1933: si & visto che esso riuscita ad accompagnarsi all’entrata in vigore di un piano appare ben presente negli orizzonti urbanistici dei reregolatore adeguato ai bisogni e alle dimensioni di quella dattori del Piano di Mestre. Rispetto alle scelte per la realta, risults un agente riduttivo e sostanzialmente pu- terraferma esso incise per quanto riguarda talune diret-
nitivo rispetto a un articolato sviluppo di Mestre e al trici determinate dai grossi svincoli di S. Giuliano e di suo stesso riconoscersi e configurarsi quale nucleo urbano Mestre; per il resto, sottolined di fatto lo sbarramento
dotato di propri caratteri e identita®. tra le due zone d’influenza di Mestre e di Marghera pit
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Fig. 260. L’ingresso a Venezia come appariva negli anni ’50. Risultato chiaramente leggibili le modalita secondo le quali il ponte autostradale si stacca da quello ferroviario scavalcando il ramo di binario che entra nella Stazione marittima e, a destra, giunge in banchina. Il terminale autostradale non & ancora divenuto la zona di maggior degrado in citta; ma gia si possono intuire le ragioni dei gravi problemi futuri, ingigantiti dall’enorme crescita del traffico automobilistico privato e dalla situazione di cul-de-sac in cui piazzale Roma si trova. Né meno gravi sono risultati lo squarcio compiuto sul tessuto storico della citta e il progressivo espandersi dell’azione di deterioramento.
XII. Venezia nel’ Unita d'Italia 235 insieme, a forzare le preesistenze con aggressioni parziali zione, lo si ripete, € senza ragione anche ai fini funzionali,
su un considerevole territorio e a pretendere nuovi e dato che piazzale Roma @ un fondo senza uscita di cor-
ulteriori analoghi interventi. renti di traffico divenute progressivamente sempre pit
Gia prima della costruzione del collegamento ferro- ingenti e incontrollabili (la nuova isola del Tronchetto viario del 1842-1844 erano state ripetutamente avanzate non é che uno dei tentativi, fino ad oggi mancati, di riipotesi e proposte per una strada carrozzabile che legasse portare sotto controllo con strumenti variamente speculacon un secondo percorso Venezia alla terraferma. Subito tivi, una situazione cronicamente ingovernabile). E con dai primissimi anni unitari quest’idea, nelle sue diverse piazzale Roma focolai, pur ampi ma isolati, di degrado, incarnazioni, diviene un leitmotiv martellante e mono- si sono trasformati in una vastissima e ancora avanzante tono: proposte continue si hanno, da quella del Fornoni necrosi. fino alla nomina di commissioni comunali allo scadere del secolo; poi nuovamente altre varianti e ulteriori plebisciti, polemiche e concorsi; a guerra finita, ancora nel Il Piano del 1937-1939 1924, e fino al progetto definitivamente accolto del 1930 °'. Se il progetto accettato non faceva che ricalcare, Il decreto regio 21 agosto 1937 n. 1901 — anch’esso per gran parte del suo percorso, affiancandosi al manu- « legge speciale » per Venezia — prevedeva la compilafatto esistente, il tracciato della linea ferroviaria, la zona zione del piano generale di risanamento per la citta® da terminale, che se ne distaccava brutalmente poco prima realizzare entro 10 anni. I] provvedimento prendeva le della Stazione ferroviaria, produceva subito effetti deva- mosse dalla dichiarata necessita di salvaguardare il « ca-
stanti su un’area destinata a continue espansioni. rattere lagunare e monumentale » di Venezia. I] progetto Prima ancora dell’inizio dei lavori un progetto veniva di massima per il piano, presentato nel marzo del 1939, redatto e approvato: quello per la creazione, da S. Andrea proponeva, per conseguire l’auspicato risanamento della
a Ca Foscari, di un nuovo percorso acqueo diretto: la citta, di toccare un ventaglio di realta e di strumenti tecnica é€ ancora quella della demolizione e dell’allarga- d’intervento di amplissima portata: mento; essa sara ulteriormente praticata in occasione del
Piano di Risanamento del 1939. Le sistemazioni di canali esistenti, apertura di nuovi rii
Vari dei progetti presentati per il ponte autostradale necessari per il rinnovamento periodico delle acque, eventuali o, addirittura, per metropolitane sublagunari si propo- tombamenti di alcuni ristagnanti e non suscettibili di miglionevano di affrontare su basi nuove tutta la problematica ria; alcuni allargamenti stradali che avranno un benefico ridi questo collegamento: basi nuove quanto a tecniche, a flesso anche nella viabilita pedonale, talora disagiata; alcune direzioni e orientamenti dei percorsi, a modalita dei rap- demolizioni sopratutto intese a liberare edifici di pregio da porti con la laguna e i territori litoranei. Tuttavia la forza abituri deturp anti, suggentl dalla sp eculazione in Fempi tri: d’attrazione costituita dall’esistente linea ferroviaria funge sti; ripristino di edifici di pregio ar chitettonico, storico 9 insieme da opzione preferenziale e da azione moderatri- tuivano, e in grande misura, un prezioso ornamento della citta; ce”. L’impatto del ponte con la citta @ disastroso. Non formazione di qualche campo dove I’areazione é insufficiente; tanto o non solo per Je demolizioni immediatamente messe sistemazione della fognatura; tombamento delle vecchie cia segno, né per la edificazione della pregevole — archi- sterne, superate, come utilita, dai pozzi artesiani™. tettonicamente — autorimessa sul piazzale di nuova for-
. . ; e pittorico; ripristino di giardini che sino all’anteguerra costi-
mazione; bensi piuttosto per l’inarrestabile processo di Il Piano conteneva solo criteri di massima, una sorta degradazione, svilimento, imbarbarimento che un’area ben di quadro dipotesi e dichiarazione d’intenti nel quale piu vasta viene a conoscere. Rispetto alla storia, alla strut- ricomporre tutto il bagaglio metodologico e tecnico, gia tura, alla facies, alla stessa agibilita di Venezia in questa giudicato restrittivo e inadeguato nel 1867 e nel 1886sua parte, il terminale di piazzale Roma, con annessi e 1891. Si aggiunga, oltre all’ulteriore mezzo secolo traconnessi, fa da mostruosa saldatura fra le due aree, an- scorso (e, si direbbe, inutilmente), una assai pit pericocora separate, del terminale ferroviario e di quello ma- losa e assertoria proposizione di volonta d’intervenire, rittimo, rispettivamente a S. Lucia e a S. Marta. L’opera- di fare; una disinvolta citazione di fonti storiche e au-
236 . Boe Venezia
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252 Note dallo sbarramento costituito da una strada finalita ed efficacia degli in- lo stesso piano di riferimento, lo stesso orientamento e pezzatura dei
terventi. fogli, la stessa scala. Il fatto che alcuni particolari della pianta del Denaix 16 Sulle vicende del cimitero, che prevedeva inizialmente lutilizzo siano riportati alla scala 1:5000 @ gia cosa eccezionale quando si tenga
della sola isoletta di S. Cristoforo e successivamente fu ampliata inglo- presente che, solo all’inizio degli anni trenta [del Novecento], avremo, bando la vicina isola di S. Michele interrando il breve tratto di laguna a cura dell’Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque, una rappreseninterposto (1835-1839), si veda V. Meneghin, S. Michele in Isola di tazione della laguna alla stessa scala» (Zunica, Le carte cit.). Venezia, Stamperia di Venezia, Venezia 1962; A. Zorzi, Venezia cit.; 21 Non é indifferente che i napoleonici provvedessero a sopprimere G. Romanelli, Per Giuseppe Salvadori architetto, in «Bollettino cisa l’« avaria ordinaria », antiquata tassa a favore di comandanti di vascelli A. Palladio », 15 (1973) e Id., Lorenzo Urbani architetto veneziano, in provenienti dall’Oriente come il « pilotaggio d’Istria»: «I piloti d’Istria
« Antichita Viva», 1 (1974). hanno formata una corporazione avente il peso e il privilegio esclusivo
17 Si veda Venezia, Archivio di Stato, Demanio, Statistica Dema- d’introdurre i bastimenti nel porto di Venezia. Percid si paga dei bastiniale; Zorzi, Venezia scomparsa cit.; G. Tassini, Edifici di Venezia di- menti all’ingresso nel porto la tassa suddetta, la quale ricade a favore
. strutti o volti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati, della corporazione. Ma in pratica accade che i bastimenti pagano bens} Venezia 1885; Venezia nell’eta di Canova cit., in vari luoghi; B. Ber- la tassa, ma non hanno I’aiuto del pilotaggio, poiché i piloti d’Istria, toli, Modifiche strutturali della Chiesa veneziana dalla visita Flangini alla massime nei tempi burrascosi, benché chiamati non si mostrano in mare »
visita Pyrker, in La visita pastorale di G. L. Pyrker nella diocesi di Ve- (dal Rapporto del Ministro Segretario di Stato a S.M. I. e R. sulle varie nezia (1821), a cura di B. Bertoli e S$. Tramontin, Edizioni di Storia e rimostranze fattele dalla Deputazione Veneta in Parigi. 30 giugno 1806,
Letteratura, Roma 1971; AA.VV., Atti del convegno di Storia della Chiesa in A. Zanolini, Antonio Aldini e i suoi tempi, Firenze 1864-1867, vol. 11,
veneziana dalla fine della Repubblica al’Unita d’Italia, 1983 (in corso pp. 366-71). di stampa). 22 Per tutto il complesso di vicende storiche, di progetti e di inter18 « Bollettino delle Leggi» cit., 7 dicembre 1807, decreto n. 261 venti sull’area marciana, si rinvia ancora a Romanelli, Venezia Ottocento
portante vari provvedimenti a favore della citta di Venezia: «[...] Ti- cit. e al gia citato catalogo Id., Venezia nell’eta di Canova, passim; si tolo 11. Porto di Venezia. 10. La direzione de’ lavori nel porto e lito- veda anche E. Godoli, Progetti per Venezia di G. A. Antolini, in Archi-
rale di Venezia verra affidata ad un ingegnere in capo da Noi nominato, tettura in Emilia-Romagna dall’Illuminismo alla Restaurazione (atti del il quale avra sotto di sé l’occorrente numero d’ingegneri subalterni. 11. La convegno, Faenza 1974), Firenze 1977, pp. 81-101; E. R. Rowedder sopravveglianza e l’amministrazione economica de’ predetti lavori spettera Lehni, Studien zu Lorenzo Santi, Centro Tedesco Studi Veneziani, Vealla municipalita di Venezia [...]. 13. Per lavori ordinarj saranno consi- nezia 1983. derati le riparazioni del porto, l’escavazione e ripulimento de’ canali 23 Dal 21 aprile 1814 l’ex regno d’Italia passa sotto la Reggenza del grandi, e la manutenzione e continuazione delle scogliere e dei muri al Governo Provvisorio (commissario plenipotenziario, in Milano, é il conte litorale di Palestrina e Chioggia, conosciuti sotto il nome di ‘ opere reali di Bellegarde). Nel maggio il conte di Bellegarde in Lombardia e il prinde’ Murazzi’. In questo lavoro sara annualmente erogata una somma non cipe di Reuss-Plauen nel Veneto prendevano possesso dei territori in minore di lire 100.000. 14. In conformita del progetto da Noi adottato nome dell’Austria, annessi all’impero d’Austria dal 12 giugno. Solo il la spesa occorrente, 1) Per la sortita dall’arsenale, mediante una aper- 7 aprile 1815 fu emanato da Francesco 1 I|’Atto costitutivo del regno tura da farsi nel fondo dell’arsenale ‘ nuovissimo grande’; 2) Per Il’esca- Lombardo-Veneto. Due le capitali, Venezia e Milano, due gli organi di vazione di un canale di comunicazione da quest’apertura sino al passo governo e doppi pressoché tutti gli uffici politici e amminisrtativi; unico di Malamocco, della profondita di piedi 25 di Francia; 3) Per le opere il viceré con poteri limitatissimi e ambiguamente non definiti (cfr. A. Sand’arte necessarie a rendere il passo di Malamocco capace all’ingresso e dona, I] regno Lombardo-Veneto cit.; R. J. Rath, L’amministrazione ausortita dei vascelli di 74; 4) Per lo scavamento interno vicino al passo striaca nel Lombardo-Veneto (1814-1821), in « Archivio economico deldi Malamocco per la stazione dei vascelli di 74, verra portata nel budget Vunificazione italiana», Ix, fasc. 1, 1959).
delle spese straordinarie per una somma annuale non minore di lire 24 Per tutto questo periodo di grave crisi, si rinvia a quanto scritto
600.000. 15. Due ingegneri esperti ne’ lavori marittimi, i quali abbiano in Venezia Ottocento cit. (pp. 140-61). In particolare si vedano le varie travagliato ne’ Nostri porti dell’Impero, saranno dal ministro della ma- allarmate relazioni e i rapporti che, redatti da diversi osservatori — aprina di Francia posti alla disposizione del ministro della marina d'Italia, pattenenti a vari ambienti e collocazioni: anche ufficiali — giungono alle ed incaricati dell’esecuzione di quest’opera straordinaria [...] ». Il decreto autorita viennesi lamentando le disastrose condizioni della citta. Si veda di cui si é riprodotto un breve tratto era stato stilato sulla base dei docu- inoltre assai utilmente R. J. Rath, Economic Condition in Lombardy and menti inoltrati dalle rappresentanze cittadine alle autorita di governo e Venetia, 1813-1815; and their Effects on Public Opinion, in « Journal
riassunti dal ministro segretario di stato Antonio Aldini in un suo rap- of Central European Affairs», vol. xxi, n. 3, 1963. porto a Napoleone del giugno 1806 circa le pit urgenti misure per la 25 Di enorme interesse, sul tema della ripresa economica e della ricitta di Venezia e i territori ex-veneti. I progetti per il porto e per le nascita — anche esteriore — della citta, lo scritto di A. Sagredo, Note
dighe di Malamocco risalgono al 1806 e furono elaborati dagli ingegneri sugli ammiglioramenti di Venezia, in « Annali Universali di Statistica francesi Lessan, Prony e Sganzin oltre che, in sede locale, dall’ing. Sal- [...]», 1843-1844. G. Romanelli, Arte di governo e governo dellarte: vini. Abbandonati, date le difficili condizioni politiche, nel 1813, nella Vienna a Venezia nell’Ottocento, in Venezia Vienna, a cura di G. Rofase ancora di consolidamento della punta di Alberoni a Malamocco, i manelli, Electa, Milano 1983. lavori furono ripresi nel 1840 dagli austriaci, per essere portati a com- 26 Cfr. A. Foscari, La riforma « pedonale » attuata in Venezia nel pimento solo 30 anni appresso. Si veda il gia citato capitolo nel volume secolo XIX, in «La Rivista Veneta», 10, 1969 e Romanelli, Venezia
di 19G.Cfr.Bellavitis sull’Arsenale. Ottocento cit. M. Zunica, Le carte della laguna di Venezia dall’inizio del 27 Assai interessanti, a tal proposito, le notizie contenute nei nume-
XIX secolo ai giorni nostri, in Mostra storica della laguna veneta, Ve- rosissimi articoli d’appendice di Tommaso Locatelli sul quotidiano « La
nezia 1970, p. 228. Gazzetta di Venezia», raccolti in volume: T. Locatelli, Prose scelte, Ve20 « Per valutarne l’importanza, basta pensare che il rilievo istituito nezia 1837-1880. )
dal Genio Civile tra il 1897 e il 1901 si rifaceva agli stessi punti trigo- 28 I] fenomeno é@ stato ampiamente analizzato. Si veda soprattutto: nometrici, adottava analoghi metodi di rilievo e analoga strumentazione, R. Chirivi, Eventi urbanistici dal 1846 al 1962, in « Urbanistica», 52
Note 253
(1968); E. Trincanato, Venezia nella storia urbana, ivi; W. Dorigo, Una toli a cid riservati. Ancora: G. Romanelli, Alla ricerca di un linguaggio, legge contro Venezia, Officina, Roma 1973; Romanelli, Venezia Otto- in Venezia, citta industriale, cat. della mostra, Marsilio, Venezia 1980.
cento Cit. 38 Dettagliatamente analizzati in Venezia Ottocento cit. Cfr. anche 29 Tale progetto di Jappelli prevedeva di far proseguire la linea fer- G. Damerini, Le pitture di Luigi Querena per un progetto di riforma roviaria dal terminale di S. Lucia fino quasi a S. Trovaso, scavalcando della Riva degli Schiavoni, « Ateneo Veneto », Lxxx, 126 (1939). Vimboccatura del Canal Grande e correndo sul margine est del terrapieno del campo di Marte e, poi, sulla Riva delle Zattere fino alla Punta della Dogana alla Salute. Un tratto di Canale della Giudecca, chiuso da
paratie galleggianti, doveva costituire ’Entrepét, mentre a S. T'rovaso Note al capitolo dodicesimo si sarebbero costruiti magazzini commerciali di grande capienza per un fronte di fabbricato di circa 500 metri per otto piani di alzato. Un ponte
metallico piano, mobile al centro, portato da cavi d’acciaio, doveva con- 1 La lettera citata e tutta la voluminosa pratica relativa a queste giungere la Punta della Dogana a S. Marco attraverso il Canal Grande. importanti vicende si sono rinvenute all’Archivio del Municipio di VeIl singolare progetto Jappelli pud essere giudicato sotto una triplice nezia, 1865-1869, 1x, 2/67, 1, 1866 (anche questa vicenda é tutta ricoottica: innanzitutto circa la validita di un’idea che non solo non nasceva struita in Romanelli, Venezia Ottocento, pit: volte citato). Si vedano con l’elaborazione jappelliana ma che anche non moriva con il suo tem- anche Estratto delle Sedute [della Commissione per il Piano], Venezia poraneo accantonamento. E a dire che |’Entrepdt & uno degli stadi in- 1867; A. Magrini, Piani regolatori di Venezia nel passato e nell’avventre, termedi che condussero, nella lunga e lenta parabola durata esattamente in « Ateneo Veneto», cxxv, 1, 1933-1934, 116-117, 3; G. Damerini, un secolo, dal punto franco a S. Giorgio Maggiore sino a Porto Marghera: L’anno 1867 a Venezia, in « Ateneo Veneto», cxxvill, 1937, 121, 1; entro questo complesso itinerario esso va inquadrato e valutato. Sotto Comune di Venezia, Progetto di Massima per il Piano di Risanamento Vaspetto tecnico tentava d’introdurre e mettere a frutto esperienze europee di Venezia insulare, Venezia 1939; E. Miozzi, Venezia nei secoli, Venezia
e acquisizioni assai aggiornate e funzionali. Infine: sulla qualita archi- 1957-1969; Zorzi, Venezia scomparsa cit. tettonica e sulla opportunita ambientale di rimaneggiare cosi profonda- 2 Anche la lettera di risposta del sindaco Gio Batta Giustinian nei mente il contesto, va detto che da un lato ci sono pervenute elabora- fascicoli citati dell’Archivio del Municipio di Venezia. La Commissione, zioni troppo acerbe per giudizi compiuti e, dall’altro lato, Jappelli ¢ in presieduta dallo stesso Giustinian, risultava composta dagli ingegneri questa circostanza lontanissimo dal porsi questioni di artisticita o di G. B. Meduna, E. Trevisanato, C. Grubissich; dal consigliere e futuro paesaggio, del tutto assorbito nella soluzione di un problema prevalen- sindaco di Venezia A. Fornoni; dal presidente della Camera di Comtemente tecnologico. Cfr. G. Damerini, Un architetto veneziano dell’800: mercio G. De Reali; dal medico S. Franceschi e dai consiglieri comuGiuseppe Jappelli, Venezia 1934; R. Carta Mantiglia, G. Jappelli, Ar- nali N. Papadopoli e A. Malcolm. chitetto, in « L’Architettura», 1 (1955); Romanelli, Venezia Ottocento 3 Si veda: Nuovo piano per la divisione di Venezia presentato alla cit. e _Id., Note storiche sulla portualita veneziana, in « Casabella », 436, Municipalita provvisoria dal Comitato di Pubblica Istruzione, Venezia
maggio 1978. s.a. (ma 1797); studiato in G. Romanelli, Urbanistica giacobina: « una
30 Il problema dei restauri architettonici ma, soprattutto, quello esatta divisione democratica, prudente e filosofica» per Venezia, in
della formazione di un nuovo linguaggio per l’architettura, sono stati « Psicon », 4, 1975. . . oo
affrontati dallo scrivente nel catalogo della mostra « Venezia nell’Otto- 4 Si vedano ancora i fascicoli d’Archivio Municipale citati pil. sopra cento »: cfr. G. Romanelli, Urbanistica e servizi. Comodita sociali, ornato e la pubblicazione a stampa dei resoconti delle sedute: Estratto delle
e arredo urbano. II linguaggio dell’architettura veneziana dell’Ottocento, Sedute cit.
in Venezia nell’Ottocento. Immagini e mito, a cura di G. Pavanello e 5 Per la ricostruzione del progressivo dilatarsi della Stazione mafrit-
G. Romanelli, Electa, Milano 1983. tima, si vedano L. Candida, II porto di Venezia, Napoli 1950 (con un’im-
31 B. e G. Combatti, Nuova Planimetria della R. Citta di Venexta portante Introduzione di G. Luzzatto); Provveditorato al Porto di Ve[...], Venezia 1846-1856, IJlustrazioni di F. Berlan (si veda l’edizione nezia, Il Porto di Venezia. Guida breve, Venezia 1958; S. Stocchetti,
in fac-simile, a cura e con Introduzione di G. Romanelli, Vianello Libri, Il porto commerciale di Venezia [...], in Mostra stortca della laguna ve-
Treviso 1982). neta cit., G. Toniolo, Cento anni di economia portuale a Venezia, in 32 AA.VV., Venezia e le sue lagune, Venezia 1847. La Commissione « COSES Informazioni », 3, 1972; Romanelli, Note storiche sulla portua-
ordinatrice era composta dal podesta di Venezia, conte Giovanni Correr, lita veneziana cit., con bibliografia esauriente. — . da Agostino Sagredo, Nicold Priuli, Lodovico Pasini, Luigi Carrer. _ © Sul Piano si vedano: Comune di Venezia, Relazione della Com-
33 Si leggano i rendiconti delle sue amministrazioni nelle relazioni da missione Ministeriale e Municipale intorno al Piano di Risanamento ed
lui stesso a pit riprese compilate: P. L. Bembo, Il Comune di Venezia al Piano Regolatore per la citta di Venezia, Venezia 1891. Inoltre: G. nel triennio 1860, 1861, 1862. Relazione del podesta, Venezia 1863; Id., Boni, Il cosiddetto sventramento di Venezia. Appunti di un veneztano, Il Comune di Venezia nel triennio 1863, 1864, 1865. Relazione del Roma 1887; P. Molmenti, Delendae Venetiae, Roma 1887; [Rullo Bey], Conte P.L.B. podesta nel detto triennio, Venezia 1866. Ma si veda Una voce da Milano sullo sventramento dt Venezia, Milano 1887; Co-
anche O. Andreucci, IJ Comune di Venezia nei trienni 1860-61-62, mune di Venezia, Rendiconto del Quadriennio 1883-1886, a cura di 1863-64-65 [...], Firenze 1867. Ancora si rinvia alle schede del catalogo G. Boldrin, Venezia 1889; C. Boito, Questiont pratiche di Belle Arti,
a cura di Romanelli, Venezia nell’Ottocento cit. Milano 1893; P. Molmenti, Venezta calunniata, Venezia 1894 e Per Ve34 ©. Andreucci, Il Comune di Venezia cit., p. 47. nexia e per l’Arte, in « Emporium », 70, ott. 1900; R. Bratti, Venezia 35 A. Errera, Storia e statistica delle industrie venete e accenni al scomparsa, Venezia 1911; Magrini, Piani r egolatori di Venezia cit.; Co-
loro avvenire, Venezia 1870, pp. 172-3. mune di Venezia, Progetto di Massima per il Piano di Risanamento di 3% Cfr, Romanelli, Venezia Ottocento cit.; in particolare, per l’am- Venezia insulare cit.; Miozzi, Venezia net secoli cit.; Chirivi, Eventi urministrazione Bembo, le pp. 285-91. Si vedano anche Andreucci, Il Co- banistici cit.; Zorzi, Venezia scomparsa cit.; Dorigo, Una legge cit.; Ro-
mune di Venezia cit. e Zorzi, Venezia scomparsa cit. manelli, Venezia Ottocento cit. ¢ G. Romanelli-G. Rossi, Abitare a 37 Sul linguaggio dell’architettura veneziana del medio Ottocento, Venezia: esodo e Sfratti, Venezia 1976; Romanelli, Venezia nell’ Ottosi rinvia ancora al catalogo Venezia nell’Ottocento e agli specifici capi- cento cit.; Id., Venezia, citta industriale cit.
254 Note 7 Leelenco dei progetti realizzati in P. Molmenti, I nemici di Vene- strializzazione e urbanizzazione di E. Barbiani, Dalle «case dei poveri» at
zia. Polemiche [...], Bologna 1924. quartieri anni Trenta. I residui del linguaggio di G. Romanelli, Que-
Venezia, Relazione della Commissione cit. stione edilizia, politiche e realizzazioni nel Comune di Venezia di S. Po98 Comune [bid. ditenza); Venezia Nuova. La politica della casa 1893-1941, catalogo a cura
10 Se ne vedano le linee in Zorzi, Venezia scomparsa cit. Unvutile e di P. Somma, Marsilio, Venezia 1983. Infine si segnalano i nn. 175 e 176
apgiornata rassegna sui restauri a S. Marco e, pit in generale, sulle (nov.-dic. 1983 e genn.-febbr. 1984) di « Edilizia Popolare », dedicati al polemiche straniere sui metodi d’intervento e sulle conseguenze deriva- tema in questione. tene, in M. Dalla Costa, La basilica di San Marco e i restauri dell’Otto- 15 Cfr. tutta Vaccurata documentazione in Comune di Venezia, Le
cento, La Stamperia di Venezia ed., Venezia 1983. case sane cit. e Donatelli, La casa a Venezia cit.
11 Cfr. Dorigo, Una legge cit. e Romanelli, Venezia Ottocento cit. 16 Si pud vedere, su tutto questo problema del linguaggio architetto12 Sulla nascita delle fortune turistiche del Lido, si vedano: M. R. nico: A. Melani, L’architettura, in II secolo XIX nella vita e nella
Levi, I bagni marini sulla spiaggia del Lido, Venezia 1868-1871; G. Tas- cultura dei popoli, Milano s.a. (1900?); Id., Architettura conservatrice
sini, Lido. Cenni storici, Venezia 18897; P. Molmenti-D. Mantovani, a Venezia, in «Italia! », 7, luglio-agosto 1912; C. Emo, L’edilizia veIsole della Laguna di Venezia, Venezia 1895; G. Secrétant, I/ Lido e neziana, Venezia 1899; G. Lavini, Venezia, in « L’Architettura italiana »,
Venezia. Storia antica e vita moderna, « Nuova Antologia », agosto 1898; 2, 1909; M. Ongaro, L’architettura moderna a Venezia, Venezia 1912; A. Bogoncelli, I servizi balneari comunali, Venezia 1909; C. Malagola, G. Sicher, Le ville del Lido di Venezia, Torino 1913; B. Zevi, Guido Le Lido de Vénise a travers l’bistoire, Venezia 1909; J. Werner, Venedig Costante Sullam, in « Annuario dell’Istituto Universitario di Architetund Lido als Klimatkurort [...], Berlino 1912; E. Corti, Lido di Venezia, tura di Venezia », 1950-1951; D. Torres, Secessione, Liberty e Architetti Venezia 1919; G. Cerésole, Le Lido de Vénise. Station climatique bal- italiani dell’epoca, in « Rivista di Ingegneria», 12, 1956; P. Maretto, néaire, Venezia 1920; A. Talenti, Come si crea una citta. Il Lido di Venezia, Vitali e Ghianda, Genova 1969; G. Romanelli, Architetti e arVenezia [...], Padova 1921; Il Lido di Venezia splendido nella sua sto- chitetture a Venezia tra Otto e Novecento, in « Antichita Viva », 5, 1972 ria. Stazione climatico-balneare, Venezia s.a. (1924?); A. Bogoncelli, e Id., L’architetto Torres e il Liberty, in Situazione degli studi sul LiI servizi balneari comunali, in « Rivista [mensile della citta] di Vene- berty, Firenze s.a. (1977). Pit recenti il gia citato catalogo Venezia nelzia», 5, maggio 1928; A. Giordani-Soika, I/ Lido di Venezia e i primi l’Ottocento. Immagini e mito, con schede d’architettura di G. Roma-
stabilimenti balneari, in ivi, 2, febbraio 1956. nelli, e, sempre dello scrivente, Amtico/Moderno, in AA.VV., L’Italia 13 Sulla dinamica demografica veneziana negli anni considerati si moderna, vol. 1, Electa, Milano 1982.
veda: Beltrami, Storia della popolazione di Venexia cit., oltre ai dati 17 I nomi forse pit: interessanti, sotto il profilo della ricerca lingui-
ufficiali dei censimenti della popolazione. — stica — in varie direzioni s’intende — appaiono essere quelli di Giu-
'* Il problema della edificazione di case popolari e operaie si pre- seppe Torres, Guido Costante Sullam, Raffaele Mainella, Giovanni Sardi, senta a Venezia assai presto nell’Ottocento; alla meta del secolo com- Giulio Alessandri, Ambrogio Narduzzi, Francesco Marsich; altri — Dopaiono i primi interventi sul tema, mentre tentativi di dar vita a societa menico Rupolo, Angelo Fano, Giovanni Sicher, Giuseppe Berti, Duilio cooperativistiche 0 a iniziative di maggiore o minore indirizzo filantro- Torres ecc. — mostrano forse meno attenzione alla ricerca e minor dispopico si hanno dagli anni ’60. Cfr. F. Sceriman, Intorno al progetto di nibilita alla sperimentazione.
f ondar € und Societe Jd Fa) allo scopo di p rovvedere la classe degli 18 Sullisola di S. Elena e sull’opera di bonifica che Vha collegata
le Paria a det wort el pean, ene ier F. Meneghini, all’estremita orientale di Venezia, si veda: Molmenti, Per Venezia e per Ve a 7 Ven et ie. FG enezia Sull bi » He case det povert V’Arte cit., Bratti, Venezia scomparsa cit.; G. Lorenzetti, Venezia e il a 1863 1867. L T af : L i dic: 4 , i etaziont dei povert, Ve- suo Estuario, Roma 1926; Donatelli, La casa a Venezia cit.; Zorzi, VeOC omen : ye ia i867: Cc Grubissich- C end pr oe ich e dela we nezia scomparsa cit.; e, inoltre: G. Torres - F. Finzi-G. Alessandri, Per
nezia 1867: Comune di Venezia Relazione della Commissione ‘te Id. la costruzione dé un quartiere cittadino nell’isola di S. Elena, Venezia Relazione della Giunta Munici ale di Venezia sul rovvedimento” - Voit; P. Dona telli, La colonizzazione di S. Elena, in « Rivista [mensile rale per promuovere la ;cos ne di case Venezia cme od p -onomiche. della citta] Venezia», agosto 1926; Nuova AA.VV., Edilizia »van Venezia cit. e VP.SeneSomma (adicura di),8,Venezia cit. popolare a
1891; Id., Case popolari, Bergamo 1905; Id., Case sane economiche e 9 T la vicenda dell’i 4 dell
popolari, Bergamo 1911; R.della Vivante, I/ problema delle abitazioni , utta vicenda dell Ingrandimento © dela propressiva espan’ . : 1906 net esione Biennale ai Giardini & laricostruita in Romanelli, Ottant’anni
a Venezia, Venezia 1910; M. Orio, Agli elettori di Dorsoduro [...]. Il di. archi llesti alla Bi le di V 1 cit. Si ved
partito e la costruzione di case, Venezia 1908; A. Fano, Sul problema he Bare 7 OO aaah , 1 4 Bienmal ii Venenia ve ia 562: > delle abitazioni a Venezia, Venezia 1910; N. Martini, Il problema delle che: RK. Bazzonl, 60 anni delta Diennare ai Venezia, Vem 762; ©.
case iTOT di . ; _gs mere Maretto, Venezia cit.,; L. [mensile Alloway, The Venice Biennale 1895-1968, di1°ork costruzione, in « Rivista della citta] di VeY 1971 ; ; é New . . e.premi 1968; B. Zevi, Cronache di architettura, Laterza, Bari sgg., nezia», 7, luglio 1922; P. Donatelli, L’Istituto Autonomo per le Case 1! | P. Rizsi-E. Di. Marti Storia della Bi le. 1895-1982 Popolari, in ivi, 8, agosto 1922; R. Gallo, L’attivita edilizia del Comune Ele Mil 1982. - Di Martino, oforia dela Diennae. : ?
di Venezia, in ivi, 10, ottobre 1925; P. Donatelli, Nuovi orizzonti del- ect nian _ ; ; . . V’edilizia popolare, in ivi, 7, luglio 1924; IACP del Comune di Venezia. ’ Si veda la Pianta redatta dal Collegio degli Ingegneri e pubblicata
La sua opera nel dopoguerra, Venezia 1922; P. Donatelli, La casa a in: L’ingegneria a Venezia nell ultimo ventennio, Venezia 1887.0 Venezia nell’opera del suo Istituto, Roma 1928; R. Vivante, I] problema at Tutta la questione dell’industrializzazione veneziana — origini,
delle abitazioni in Venezia nella sua crisi attuale, in « Rivista [mensile modalita, esiti e caratter! — nel citato catalogo Venezia, citta industriale, della citta] di Venezia», 2, febbraio 1925. Fondamentali oggi i due vo- ticco di molto materiale illustrativo e di una aggiornata bibliografia. lumi di recente pubblicati su quest’argomento; analisi e documentazione 2C, A. Levi, Navi costruite nell’Arsenale di Venezia dal 1664 al storica, situazione esistente, riflessi economici, lettura critica del fenomeno 1896, Venezia 1896; M. Nani Mocenigo, L’Arsenale di Venezia, Roma sono trattati da differenti e complementari punti di vista: AA.VV., Edi- 1938; R. Chirivi, L’Arsenale di Venezia, Marsilio, Venezia 1976; Bellalizia popolare a Venezia. Storia, politiche, realizzazioni dell’Istituto Au- vitis, L’Arsenale cit. tonomo per le Case Popolari della Provincia di Venezia, a cura di E. Bar- 23 Circa Vespansione del porto nella sua parte veneziana — quindi biani, Electa, Milano 1983 (soprattutto i capitoli Case popolari tra indu- prima dello spostamento in terraferma e la nascita di Marghera — si
Note 255
veda G. Romanelli, Note storiche sulla portualita veneziana, in « Casa- e Mestre: alle origini di un problema, in «cosEs Informazioni», 12,
bella», 436, maggio 1978 e la vasta bibliografia la citata. dicembre 1980.
24 Sulla nascita di Marghera, nelle sue molteplici implicanze, ci si 31 Se ne veda la rassegna in P. Zaiotti, Cento anni di progetti, di
limita qui a fornire il titolo di una presentazione giornalistica contempo- studi, di tentativi sepolti, in « Rivista [mensile della citta] di Venezia », ranea assai accurata (E. Emmer, I/ nuovo porto di Venezia, in « Rivista 4, aprile 1935; Municipio di Venezia, Relazione e proposte della Giunta [mensile della citta] di Venezia», 2, febbraio 1922) e di alcuni dei piu circa una nuova via di comunicazione fra Venezia e la terraferma, Vesignificativi testi recenti: C. Chinello, Storia di uno sviluppo capitallt- nezia 1898; una ricca rassegna in Zorzi, Venezia scomparsa cit., pp. 220 stico. Porto Marghera e Venezia 1951-1973, Editori Riuniti, Roma 1975 Seg. e Id., Porto Marghera 1902-1926. Alle origini del « problema Venezia », 32 Pur senza volerci scandalizzare a posteriori per le proposte avanMarsilio, Venezia 1979; Dorigo, Una legge cit.; S. Peli, Le concentra- zate, va detto che talune avrebbero certamente avuto effetti ben pit gravi
Z10N1 finanziarie industriali nell’economia di guerra: il caso di Porto sull’integrita della struttura veneziana: le carrozzabili lungo tutto il
Marghera, in « Studi Storici », xvi, 1975; F. Piva, Lotte contadine e ori- Canal Grande, ovvero quelle che avrebbero dovuto tagliare l’accesso tra gini del fascismo. Padova-Venezia 1919-1922, Venezia 1977; S. Romano, la bocca di porto e il Bacino $. Marco non necessitano certo di comGiuseppe Volpi. Industria e finanza da Giolitti a Mussolini, Bompiani, menti. Ma va tuttavia ancora una volta osservato che le pur accesissime Milano 1979; I primi operat di Marghera. Mercato, reclutamento, OCcCu- polemiche e battaglie tra « pontisti » ee « antipontisti » e lo stesso scan-
pazione 1917-1940, a cura di F. Piva e G. Tattara, Marsilio, Venezia dalo che se ne @ sempre menato, sono giocati tutti sulla linea della
1983. grossolanita d’analisi e poverta di proposte; non solo: le posizioni pur
25 E. Emmer, II quartiere urbano di Porto Marghera (il nuovo sob- formalmente le pit. accesamente contrapposte, si saldano nella sostanza borgo giardino di Venezia in terraferma), in « Rivista [mensile della del complessivo giudizio e atteggiamento nei confronti della realta venecitta] di Venezia», 5, maggio 1922; A. Foscari, Porto Marghera. Un ziana. La battaglia per o contro il ponte rimane un fatto di superficie: exemple d’intervention du grand capital italien, in « Architecture d’au- in nome dell’integrita del pittoresco veneziano o della soluzione con jourd’hui », 118, sett.-ott. 1975; G. Romanelli-G. Rossi, Mestre. Storia, mezzi tecnologicamente avanzati di un problema di comunicazioni. Senza territorio, struttura della terraferma veneziana, Arsenale Cooperativa Ed., polemiche invece rimangono i risultati delle ricerche di Raffaele Vivante Venezia 1977; inoltre i numeri monografici di « Casabella » e di « Urba- sulle abitazioni malsane e sul problema degli impianti fognarii: il Piano
nistica » dedicati a Venezia e al suo tetritorio. di Risanamento del 1939 non sa che proporre ipotesi di demolizione e
2 Emmer, Il quartiere cit. « aerazione » delle calli e cortili che avrebbero potuto esser scritte set-
oo. as f i veda: Comune di Venezia, Progetto di Massima per il Piano nezia 1937. 6 8 28 [bid. 35 Ty34 PoyIvi ti WO 27 Comune di Venezia, Piano Regolatore di Massima per l’amplia- rant a S; innanzi da Giovan Battista Meduna o Giuseppe Torelli. ; mento e il risanamento dell’abitato di Mestre (a cura di A. Rosso), Ve- di Risanamento di Venezia insulare cit. Ivi, p. 50 (il corsivo é nel testo).
29 A. Rosso, Piano Regolatore dell’abitato di Mestre. Variante al 3% Ivi, p. 61.
progetto 15 gennaio 1937, Venezia 1943. 37 Cfr. D. Torres, Contributo agli studi sul piano regolatore di ri-
30 Sullaggregazione di Mestre, si vedano i recenti: AA.VV., Dossier tocco e di ampliamento della citta di Venezia, V. Il problema urbantreferendum Venezia/Mestre (a cura di S. Scaglione), Arsenale Coopera- stico di Venezia [...], Venezia 1941; B. Zevi, Abbattere gli arconi seitiva Ed., Venezia 1979; G. Romanelli, Sotto l’ala del Leone. Venezia centeschi, in Cronache di architettura, n. 409, Laterza, Bari 1971.
Cartogratia
, di Giandomenico Romanelli Abbreviazionti 3) [30] Venecia
B.M.C.: Venezia, Biblioteca Museo Correr dimensioni: (cm.xcm.) 117X66
B.N.M.: Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana data: 1449 autore: anonimo
tecnica di esecuzione: disegno a penna e pennello su pergamena ubicazione: B.M.C., Racc. Cicogna
Il numero tra parentesi quadre, che segue il numero delle Prodotto cartogralico probabilmente di fattura veneziana a estremo
schede, rinvia alla figura nel testo. interesse e importanza ata la co ocazione crono ogica precisa, la qualita grafica e cartografica e l’antichita d’esecuzione. Naturalmente la raffigurazione di Venezia appare estremamente sintetica e allusiva (anche se non casuale) mentre possono apparire curiose le presenze di Murano, S. Elena e Torcello sulla destra della citta e, poco sopra, quella di Mestre.
1) [25] [Prima planimetria di Venezia]
cimension’ (cm. xcm.) 46,8 x 33,6 4) [8] Venetiarlum] Civitas autore: Fra Paolino da Venezia dimensioni: (cm.xcm.) 4,5X6,8 tecnica di esecuzione: disegno a penna su pergamena data: 1479
ubicazione: B.N.M., Ms. lat. Zan. 399 (f. 7) autore: anonimo
. . Lo. . rae . . tecnica di esecuzione: xilografia
La prima e importantissima pianta della citta @ inserita nel codice bicazione: B.M.C.. Inc. F 54 manoscritto marciano Chronicon a mundi initio ad annum Christi circi- upicazione. en
ter MCCCXLVI [...] La piccola xilografia é contenuta nel f. 47v. di W. Rolewinck, Fascicu-
Eseguita con tecnica assai articolata dal celebre Fra Paolino (di cui son lus Temporum, edito a Venezia dal Walch nel 1479. noti altri considerevoli prodotti. cartografici: cfr. i Monumenta dell’Al- L’immagine é speculare e comprende la zona di palazzo Ducale e della magia), la pianta appare stupefacente per l’attenta e originale concezione Piazzetta con le due colonne, mentre s’intravvede appena la basilica con e coscienza dell’ambiente lagunare, reso nei tratti essenziali delle canaliz- le sue cupole e le archeggiature gotiche. Si tratta forse della prima raffizazioni tra le barene con grande lucidita oltre che per la sintetica e oltre- gurazione a stampa di quello che diventera un topos dentro la cui strinmodo precisa lettura del profilo della citta vera e propria e dei suoi tratti gatezza saranno comprese insieme la forma e le « qualita» di Venezia strutturali. I] manoscritto fu scoperto e pubblicato da Tommaso Temanza anche nei secoli a venire. nel 1781.
. 5) [37] Civitas Veneciaru[ |]
data: 1410 ca. data: 1486 autore: anonimo autore: Erhard Reuwich
2) [2] [Veduta fantastica di Venezia] dimensioni: (cm.xXcm.) 26,4 163,8 tecnica di esecuzione: miniatura su pergamena tecnica di esecuzione: xilografia
ubicazione: Oxford, Bodleian Library, Ms. Bodl. 264 ubicazione: B.M.C., Cl. xLiv n. 1 Veduta fantastica dotata tuttavia di interessanti riscontri letti in chiave La pit: celebre e completa tra le vedute quattrocentesche di Venezia, di trasformazione « cortese » di ricordi, appunti, forse annotazioni pitto- incisa forse dallo stesso Reuwich, che redasse il disegno durante il suo riche di ascendenza gotica. Non senza significato la connotazione mercan- viaggio in Terrasanta da Magonza, e pubblicata da B. von Breydenbach tile (connessa al testo illustrato che é il libro dei viaggi di Marco Polo), nel suo volume Sanctarum peregrinationum in montem Syon [...], edito a ben evidenziata dalla serie di attivita raffigurate come gravitanti sull’area Magonza nel 1486.
del Bacino S. Marco. L’ampiezza della veduta comprende tutta la fronte sud della citta, dalla
258 Cartografia Punta di S. Antonio a S. Marta e, piegando verso occidente, una parte 9) [47] Venetia
dell estremita della Giudecca. Fantastici sono i rimandi paesaggistici sul dimensioni: (cm.Xcm.) 35,5X52,3
fondo, cioé riportabili alla terraferma verso Ie Alpi, ma non tuttavia data: 1535 ca
nezia dal Nord. er ‘one: xil 6
capricciosi se riferiti ai varchi alpini percorsi dai viaggiatori diretti a Ve- autore: Giovanni Andrea Vavassore
Sommaria in molte parti di citta, la veduta & invece precisa e atten- ne 'ca di esecuzione: xVogtana .
dibile per altre (si vedano le due basiliche dei Frari e dei SS. Giovanni uprcazione: Venezia, Bibl. Seminario Patriarcale ; e Paolo); ma @ soprattutto notevole per la fronte verso il Bacino e, in Una delle prime e piu interessant derivazioni dalla pianta del de’ Barspecie, per l’area marciana. Importante la testimonianza circa la presenza bari, dalla quale tuttavia si differenzia — come ha puntualmente segnain tutta la veduta di attivita cantieristiche (come per il caso della zona lato Schulz — per un’accurata opera d’aggiornamento circa le pil recenti a ridosso della dogana marittima di Dorsoduro) cos? come la documenta- monumentali realizzazioni del primo trentennio del secolo (tanto che le zione offerta sul complesso d’edifici che saranno poi demoliti per la rea- chiese di S. Spirito alle Zattere € di S. Giuseppe di Castello, costruite
lizzazione della Libreria sansoviniana a S. Marco. tra 1531 e 1535, possono costituire degli elementi di datazione certa).
Riproposta in versioni ridotte e frammentarie nei successivi decenni. Nonostante la sommatieta del disegno e le piccole dimensioni, la pianta costituisce un buon riferimento documentario. Firmata (ma non
. datata) pianta presenta repertorio di toponimi e una non tra6) [7, 10, 14, 18, 29, 38] Venetie MDlascurabile legenda un conricco informazioni e dati sulla citta.
data: 1500 . 10) [53] Venetia autore: Jacopo de’ Barbari = dimensioni: 41X58,5 tecnica di esecuzione: xilografia in(cm.xcm.) sei blocchi ;., dimensioni: (cm.xXcm.) 135x282
a data: tra il 1559 e il 1562
ubicazione: B.M.C., Cl. xiv n. 57
autore: Matteo Pagan
Realizzata sulla base di un lavoro almeno triennale di rilevamento da tecnica di esecuzione: xilografia in due blocchi parte di geometri e misuratori e pubblicata dall’editore Antonio Kolb in ubicazione: London, British Museum, Maps 22670.11 Venezia con esclusiva del Governo, la pianta-veduta del de’ Barbari é Edizione minore della grande mappa del Pagan del 1559 (unico esem-
sicuramente il monumento della cartografia veneziana, . _ plare noto a Berlino Est). Pubblicata da Francesco Tommaso da Salo, fu
Della Pianta sono stati Ficonosciutt — sull a base di Tiscontri precist forse preceduta da un’edizione curata dallo stesso incisore. Interessanti sul disegno — tre diversi stati in particolare identificabili dalla data sotto le note storico-ambientali nella legenda in basso a destra. Modellata sulViscrizione e dal diverso trattamento della cuspide del campanile di lesempio debarbariano, vi é tuttavia introdotta la descrizione del litorale
S. Marco. in pratica da Jesolo a Chioggia e di una porzione della terraferma. Di
. . . . . non trascurabile interesse gli aggiornamenti architettonici identificabili
7) [42] [Rappresentazione simbolica di Venezia] nonostante la scala assai limitativa. Singolari anche le belle scenette cor-
dimensioni: (cm.Xcm.) 42,231 tesi o di lavoro riportate lungo i margini del territorio.
data: 1520
autore: Joanis Xenodocos da Corft 11) [54] Venetia tecnica di esecuzione: disegno a penna colorato su pergamena . 2s
ubicazione: B.M.C., Ms. Correr, 1322 cimensioni: (cm. xem.) 44,3 73,7 La rappresentazione sintetico-simbolica di Venezia si trova in un atlante autore: Paolo Forlani nautico membranaceo formato di tre parti con l’Europa e il Mediterraneo tecnica di esecuzione: incisione su rame
sud-occidentali, il Mediterraneo orientale con il Mar Nero e il Mediter- ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv n. 12 raneo centrale. Per il dettaglio con Venezia si tratta della riduzione ai Avvicinabile in parte alle piante di Matteo Pagan del 1550 ca. e del termini essenziali, ancorché identificabili con discreta precisione, dell’im- 1559 (l’unico esemplate conosciuto @ a Berlino Est), questa pianta del magine della citta nella tradizionale veduta dell’area marciana sulla fronte Forlani — riedita da Bolognino Zalterio — & di buona precisione e ap-
del Bacino. prezzabile aggiornamento. E tra le primissime a diffondere su larga scala
. il modello delladalla citta terraferma circondata dal fino a Chioggia 8) [45] Vinegiaiconografico e, sulla sinistra, pid litorale immediata. dimensioni: (cm.xem.) 23x 32,8 Nell’area di S. Girolamo é perfettamente riconoscibile il Ghetto e, data: 1528 poco pit dietro, descritte in forma di fortilizio, le case di Ca Moro. autore: Benedetto Bordone Per molte Situazioni di recente tecnica di esecuzione: xilografia cumentazione é diarchitettoniche notevole efficacia e buonatrasformazione definizione. la do-
ubicazione: 564 . ; oo. , oo. ;B.M.C., 12) [55] E Venetia La pianta @ inserita nell’Isolario di Benedetto Bordone nel quale si
ragiona di tutte Visole del mondo [...], stampato a Venezia nel 1528. dimensioni: (cm.Xcm.) 33,5x 48,3
Anche se risolta in termini piuttosto schematici e di derivazione e data: 1572
semplificazione del modello debarbariano, la Vinegia del Bordone riveste autore: Francesco Hogenberg
notevole importanza perché per la prima volta la citta appare inserita tecnica di esecuzione: incisione su rame coscientemente — se pur in rapporti di scala assai artificiali — nel con- ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv n. 17 testo lagunare. Significativo anche il tracciamento della rosa dei venti a Chiaramente derivata dalla pianta del Forlani, questa ne ripete prati. partire dal centro della raffigurazione e, insieme, dal cuore del sistema camente tutti i moduli e le soluzioni iconografiche.
veneziano e lagunare. Alla ricca serie di rimandi toponomastici — anch’essi desunti dal For-
Cartografia 259 lani — qui @ aggiunta la scenetta con un frammento di processione do- E interessante rilevare che l’incisione muta il punto di veduta rispetto
gale con il doge e i dignitari che portano le insegne del Serenissimo. a tutto il precedente vedutismo: e rimarra un caso isolato anche per i successivi lavori. Apprezzabile la qualita della cornice architettonica at-
13) [62] [Pianta di Venezia e di parte della laguna] torno alla « lente » con la pianta. dimensioni: (cm.xcm.) 6082
data: 1557 17) [89] Disegno della pianta di Venetia
autore: Cristoforo Sabbadino dimensioni: (cm.Xcm.) 35,8X50,9 tecnica di esecuzione: disegno a penna acquarellato data: 1627 (1) e 1677 (11) ubicazione: B.N.M., 138.C. 180 autore: Alessandro Badoer
Si tratta forse di copia della pergamena originale del Sabbadino con- tecnica di esecuzione: incisione su rame servata all’Archivio di Stato dei Frari (ma non é da escludere anche per ubicazione: B.M.C., Mappe 107 e Cl. xLiv n. 76 questa carta l’autografia del Sabbadino). Si tratta della pianta redatta ad Si tratta del primo interessante tentativo di rilevazione topografica. illustrare il piano d’ampliamento e ammodernamento della citta attra- I rimandi sono ai nomi dei rii che, in realta, paiono rappresentare la prima verso una serie d’interventi ai suoi margini (canali, fondamente, interra- preoccupazione dell’autore. Permangono tentazioni prospettiche in S. Giormenti di Sacche) e prodotto in due diverse edizioni (Archivio di Stato gio Maggiore, per l’Arsenale e per un certo numero di chiese ma, sostandi Venezia, Savi ed Esecutori alle Acque, Laguna 14, e Diversi 128/10, zialmente, il lavoro é ben riuscito e documenta con apprezzabile vivacita
rotolo 36). l’interesse del Badoer a indagare la struttura della citta, al di 1a della La descrizione della citta, puz sommaria e finalizzata all’illustrazione sua pit celebre e diffusa immagine esteriore.
dei progetti in oggetto, @ assai sicura ed efficace e, soprattutto, pienamente inserita nell’articolato sistema dei canali lagunari.
18) [90-94] [Pianta-veduta di Venezia]
14) [59] Venetia dimensioni: (cm.xcm.) 195X465 dimensioni: (cm.xcm.) 39X51,4 data: 1630 ca. data: 1597 ca. autore: anonimo
autore: Bernardo Salvioni tecnica di esecuzione: olio su tela
tecnica di esecuzione: incisione su tame ubicazione: Venezia, Museo Correr, inv. Cl. m1 n. 9394 (in dep. Ca-
ubicazione: B.M.C., Cl. xuiv n. 13 stello del Buonconsiglio, Trento)
Riconducibile al modello del Franco (cfr. oltre), se ne distacca tuttavia Deformata nel disegno d’assieme € in alcune aree di citta, forse inper alcuni aggiornamenti che in quella mancano anche nelle edizioni suc- compiuta lungo la fascia orientale, la grande pianta-veduta ¢ tuttavia un cessive alla prima: in particolare la realizzazione delle Fondamente Nuove ticchissimo documento sulla situazione della citta prima degli Intervenitt e della Riva delle Zattere. Dallo Hogenberg riprende presumibilmente longheniani mageiorl (Salute e palazzi sul Canal Grande). Non ricondu-
il piccolo corteo dogale in basso. cibile a modelli precisi, @€ da pensare che l’anonimo autore abbia uti-
15) [60-61] Venetia
lizzato le varie piante-vedute disponibili deformandole senza problemi e quasi adattando il profilo della citta alle dimensioni e forma della tela.
iment (ema) S754 19) {95, 150] Venetia
autore: Giacomo Franco dimensioni: (cm.xcm.) 30x70 tecnica di esecuzione: incisione su rame data: 1635 ca.
ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv nn. 74 e 75 autore: Matteo Merian -
Anche questa pianta-veduta deriva da quella del Forlani, riprendendone tecnica di esecuzione: incisione su rame
i motivi e le soluzioni grafiche. Sommaria e semplificata su vaste zone ubicazione: B.M.C., Cl. xiiv n. 34
di citta. Pubblicata dal Merian nel Theatrum Europeum, questa pianta-veduta
Nel 1597 il Franco ebbe a rieditare la pianta con sostanziali aggiorna- godette di una grande fortuna anche perché si presentd subito come una menti: primo tra tutti il ponte di Rialto in pietra (1589-1591). Eliminati sorta di aggiornamento in scala minore della xilografia del de’ Barbari. i rimandi toponomastici, la fascia inferiore fu occupata, su due zone Non patticolarmente precisa, documenta la situazione della citta all’incirca sovrapposte, dalla processione solenne del doge e del patriarca e dalla sfi- alla fine del xv1 secolo. Conobbe numerose ristampe, anche aggiornate. lata delle dame che accompagnarono la dogaressa Morosina Morosini Gri-
; dimensioni: (cm.xcm.) 56X96 . 16) [88] Venetia data: 1677 ca. dimensioni: (cm.xcm.) 23,2X17,7 autore: anonimo mani il giorno del suo insediamento (4 maggio 1597). 20) [104] Venetia
data: 1610 tecnica di esecuzione: incisione su rame autore: Giacomo Franco ubicazione: B.M.C., Cl. xLiv n. 23
tecnica di esecuzione: incisione su rame Il punto di veduta quasi zenitale fa si che la prospettiva sia oltreubicazione: B.M.C., Stampe G.62 modo deformata e nel complesso resa in termini convenzionali: essa deLa pianta costituisce il frontespizio del celebre volume del Franco termina una cancellazione di fatto di molti degli elementi della struttura Habiti d’Huomeni et Donne venetiane [...], pubblicato a Venezia nel 1610. cittadina che si sviluppano nel senso della longitudinalita.
260 Cartografia 21) [105] Venetia Potentissima e la pit Magnifica, Fiorentissima 25) [109] Pianta Iconografica di Venetia
e la piu ricca Citta [...] dimensioni: (cm.xcm.) 27,2 43,4 dimensioni: (cm.xcm.) 49,5 57,5 anonimo data: 1696 data: 1720 ca. autore: autore: Matteo Seutter editore: Vincenzo Coronelli tecnica di esecuzione: incisione su rame tecnica di esecuzione: incisione su rame
ubicazione: B.M.C., Cl. xiv n. 24 ubicazione: B.M.C., Cart. n. 29
La pianta-veduta é inserita nel volume, pubblicato ad Augsburg circa Partendo dalla topografia del Badoer, I’autore ne aggiorna e migliora nel 1720, Grosser Atlas [...]; ebbe successivamente altre edizioni. La rap- la grafia € lapparato toponomastico che assomma a ben 692 voci pub-
presentazione si rifa grosso modo allo schema della pianta-veduta del blicate in otto pagine allegate. . ooo, Merian. Di buona qualita le due vedute della Piazza e della Piazzetta di Utilizzata in un grande numero di guide e pubblicazioni illustrative, S. Marco aggiunte sulla fascia sottostante. ebbe a godere di un notevole successo per l’essenzialita e, insieme, ricchezza delle informazioni fornite.
;[106] 26) [110] Venise Ville Capitale de.la;plus Celebre et Illustre Re22) Venetia oor publique de l’Europe [...] dimensioni: 49,3x69,4 , oo46X69,7 data: 1720 ca(cm.xcm.) dimensioni: (cm.xcm.) autore: Ioachim Ottens data: ca. Van L , la ubicazione: B.M.C., Stampe 1041 ici piantaé ch i — .. wevt: aggiornata — delle piante-vedute cinquecentesche. ge 0.. . . tecnica di esecuzione: incisione neehicg di oeccuvion On su wirrame it ubicazione: B.M.C., Cl. xiiv n. su 20rame eenica esecuzione: incisione
v cina alla pianta veduta del Seutter, non € che Ja ripresa nemmeno Derivata presumibilmente da quella pubblicata nel 1696 dal Coronelli,
é di maggiori dimensioni e introduce una carta della laguna e vignette di tipo vedutistico e decorativo. Prodotto di buona qualita a destinazione
. tipicamente «; ;turistica », abbondanza & notevole la toponimi, distribuiti oon ; con suricchezza tre lati deldei foglio.
23) [107] Vero e Real Disegno della Inclita Cita di Venetia
dimensioni: 159,7 . data: 1696 ,(cm.xcm.) 27) [111]78 Venetiae
autore: Merlo dimensioni: (cm.xcm.) 38,5209 tecnica diGiovanni esecuzione: incisione su rame data: 1620 ubicazione: B.M.C., Cl. xiv n. 27 autore: T.K. Pianta pr ttica di erandi dj ‘oni che si tif licit te al tecnica di esecuzione: incisione su rame
p ospe ca di grandi dimensioni che si rifa esplicitamente al ubicazione: B.M.C., Cl. xxv n. 25 modello del de’ Barbari, mutandone non(1614), insensibilmente il punto di ; ; del « paveduta. Derivata dalla pur veduta del Blaeu ripropone il genere Accurata nei dettagli d’architettura maggiore, & tuttavia assai diligente norama » che, dopo il lavoro del Reuwich del 1486, era praticamente anche per settori ed episodi edilizi pitt marginali e feriali. Notevole scomparso. Lavoro iconograficamente nordico e di qualche efficacia, @ presattenzione é dedicata all’assetto viario principale e al sistema dei canali soché inattendibile quanto ad informazioni topografiche. interni, di cui si tenta di dare una trascrizione corretta sotto il profilo
dell’orientamento. Piuttosto enfatizzata l’area del Ghetto e, in generale, _ ae aN pe .
di Cannaregio nord, mentre risulta pitt compressa e deformata la zona 28) [114] Origine € Principio della Citta di Venetia [...]
dell’Arsenale. dimensioni: (cm.xcm.) 48x 209
data: 1680 ca. autore: anonimo tecnica di esecuzione: incisione su rame, spesso colorata ad acquarello
24) [108] Citta di Venetia consacrata al validissimo patrocinio ubicazione: B.M.C., Gherro 600
autore: anonimo
della Sacratissima Vergine [...] Ancora una derivazione dal panorama del Blaeu, questa volta maggiordimensioni: (cm.xcm.) 45,5 138,5 mente aggiornato e attendibile pur nel tono popolaresco del lavoro. data: 1710-1720 ca.
editore: Giovanni Antonelli 29) [115] Venetie gelegen in de Hadriatische Zee [...]
tecnica di esecuzione: incisione su rame dimensioni: (cm.xcm.) 21,527 ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv n. 26 data: 1702 Grande pianta-veduta di tono popolaresco ma di efficace redazione; autore: Peter Schenk =
ricca di informazioni e ben aggiornata su molti episodi edilizi, appare tecnica di esecuzione: incisione su rame stranamente (e forse « nordicamente ») deformata nella enfatizzazione con- ubicazione: B.M.C., Cl xriv n. 41
ferita ai campanili. Tipica vedutina nordica, pubblicata dallo Schenk nel suo Hecatom
Cartografia 261 polis, riporta il panorama veneziano a una ghiacciata visione da Mare del 33) [140] Piano dell’Inclita Citta Dominante di Venezia
Nord. Inattendibile sotto ogni punto di vista.. dimensioni: (cm.Xxcm.) 23,5%32,3 data: 1779 autore: anonimo
30) [116] Venetia tecnica di esecuzione: incisione su rame
dimensioni: (cm. xcm.) 35102 ubicazione: B.M.C., CP 6 data: 1750 ca. Pubblicata da Marco Sebastiano Giampiccoli, la pianta @ una derivaautore: Friedrick B. Werner zione diretta della grande pianta dell’Ughi del 1729. Esiste in numerose tecnica di esecuzione: incisione su rame e€ successive versioni, fin quasi alla meta dell’Ottocento.
. di legenda.
ubicazione: B.M.C., Cl. xLiv n. 47 (secondo stato) Preparata per il volume Notizie interessanti che servono a far conoAssai approssimata nei dettagli, la veduta influenzd notevolmente la scere in tutti i suot sestieri Vinclita citta di Venezia [...], Belluno 1779, produzione di analoghi soggetti dei laboratori di Augsburg. Spesso co- si trova perO anche come foglio volante. Abbastanza accurata nella rea-
lorata a mano. lizzazione, @ assai ricca di rimandi con numeri e lettere alle varie colonne
Venezia , ,72136 . dimensioni:[...] (cm.xcm.)
31) [117-118] Iconografica Rappresentazione della Inclita Citta di 34) [142] Laguna Veneta
dimensioni: (cm.xcm.) 148x204,5 data: 1780 data: 1729 (prima edizione, edita da G. Baroni; successivamente, a cura autore: anonimo di L. Furlanetto, a piu riprese) tecnica di esecuzione: incisione in rame, su tte piastre autore: Ughi ubicazione: 29 F.M. tecnica di Ludovico esecuzione: incisione in rame su ottoB.M.C., lastre per Cg. la pianta vera ; . ;
e propria e su altre dodici lastre (per altrettanti fogli incollati ai . Edita da Lodovico Furlanetto, la Pianta della laguna comprende anche,
bordi) per le vedute e i testi in cattiglio, una singolare raffigurazione della citta, con orientamento inubicazione: B.M.C., Cl. xLiv n. 69 verso Tispetto all’usuale. . . . Il lavoro é, nel complesso, di estremo interesse, soprattutto nell’intento Trattasi della prima grande rappresentazione della citta a seguito di di collegare la citta al suo contesto lagunare e territoriale. Accurata la una rilevazione scientifica, eseguita «con le pit caute misure, e gradua- compilazione per quanto riguarda il lungo litorale da Iesolo al porto di zione degl’angoli », e ricca di dettagli su ogni aspetto della struttura edi- Fosson e gli interventi di canalizzazione che corrono attorno al margine
lizia, viaria, monumentale di Venezia. lagunare. Numerosissimi i toponimi inseriti nel disegno. Rimane il documento di maggior ricchezza e precisione di dettagli per la verifica della situa-
zione della citta nel Settecento. Di grande interesse l’attenzione grafica 35) [143] Pianta della Comune di Venezia divisa in otto Sezio-
riservata alla raffigurazione dei giardini: per molti di essi si pone l’op- ni [...]
portunita di un confronto con la pianta dei Combatti, della meta del se- a colo successivo. dimensioni: (cm.xXcm.) 26,5 37,7 La pianta dell’Ughi ebbe a godere di una notevole fortuna, docu- data: 1797 ;
mentata anche dalle numerose derivazioni, in dimensioni ridotte, che se autore: = anonimo oo,
ne ricavarono (gli stessi Ughi e Forlanetto ne pubblicarono una nel 1779). tecnica di esecuzione: incisione su fame
ubicazione: B.M.C., Cl. xiv n. 81 La piccola pianta non presenta alcuna particolarita topografica di ri-
32) [119-123] Venezia lievo, ma é di notevole interesse perche illustra un singolare progetto di ridenominazione e redistribuzione amministrativa della citta, elaborato al-
data: 1743 cratica.
dimensioni: (cm.xcm.) 43,7x129,4 Vinterno del Comitato di Pubblica Istruzione della Municipalita demo-
autore: Giorgio Fossati Allegata alla illustrazione del progetto stesso in un fascicolo di poche tecnica di esecuzione: incisione in rame, su due piastre pagine di cui viene decretata la pubblicazione da parte dell’assemblea
ubicazione: B.M.C., Cl. xiiv n. 31 della Municipalita. Alla veduta vera e propria é aggiunto un ricchissimo repertorio topografico riferito ai numeri e alle lettere contenuti nel disegno insieme a una descrizione della citta, su quattro ampie colonne tipografiche. 36) [144] Nuova Pianta Iconografica dell’Inclita Citta di Venezia Veduta assai originale, a meta strada tra la tradizionale raffigurazione . ae
propria di questo genere e una personalissima capacita di assumere e pro- ee (cm. xem.) 90x 69,8 porre l’immagine di Venezia svincolata dalla forma e dalla riconoscibilita ata: nimo pitt usuale. Scomparsa infatti la tradizionale allungata sagoma a pesce, autore: i esecurione: incisione su tame
Venezia appare qui piu confusa, compatta e priva di chiari suggerimenti ebicavione: BM.C., Cl. XLIV n. 79 :
di lettura che non siano l’affaccio sul Bacino del cuore monumentale mar- ; ;
ciano, per altro ripetuto assai stancamente. Minuziosa e precisa nei det- Si tratta della terza edizione della pianta derivata da un disegno di tagli della Giudecca e della fronte sud, la veduta diventa schiacciata e Ludovico Ughi e legittimamente utilizzato dal Furlanetto. La prima edi- | quasi bidimensionale nelle parti pit’ lontane, ossessivamente calligrafiche. zione risale al 1792. Questo esemplare C assal_ importante perché reca a
Varie edizioni fino all’Ottocento. mano annotazioni del direttore del Genio Militare francese relative alla
262 Cartografia destinazione di edifici storici (conventi, monasteri, chiese ecc.) ad usi mi- grafia delle trenta Parrocchie di Venezia Pubblicate da G.B.P., Venezia litari per le truppe di terra e di mare. 1821. La pianta presenta caratteristiche grafiche affini a quella di Anonimo
37) [158] Pianta della Citta di Venevia del 1815 (cfr.); il tratteggio & limitato ad alcune categorie di edifici e ai
autore: anonimo , ‘ . Lee :
dimensioni: esterni della citta, anche0,dentro il Canal Grande. Il disegno dei data: 1815(cm.xcm.) giardini51X65,3 é, per labordi gran parte, trascurato comunque, approssimativo.
; . Aggiornata per quanto concernead le intervento trasformazioni urbanistiche (cfr. il . . - rio teradi S. Leonardo, conseguente iniziato nel 1818), grazie tecnica esecuzione: incisione su rame . , . ; ... ubicazione: B.N.M., 138.C. 188 al tilevamento puntuale compiuto dail autore per compilare le planimetrie delle singole parrocchie che costituiscono la parte pit pregevole del volume.
saggio appena avvenuto tra francesi e austriaci. . . an Oltre all’elenco delle parrocchie (ridotte da 72 a 30 per decreto napo- 41) [170-173] [Piante delle trenta parrocchie della citta] La data corrisponde a uno dei momenti pit critici per la citta, a pas-
leonico) soltanto una « legenda delle caserme » sta a sottolineare gli ele- dimensioni: (cm.xcm.) ciascuna tavola 40x 53
menti amministrativamente pit forti in citta. I Giardini di Castello, a data: 1821
est, risultano compiuti; a ovest é pressoché interrata la Sacca dell’Angelo disegnatore: Giambattista Paganuzzi (futuro campo di Marte); anche realizzata risulta la banchina per la dar- incisore: G. Vittorio Pasquali sena del porto franco a S. Giorgio; l’estremita orientale della Giudecca tecnica di esecuzione: incisione su rame € completamente spianata: ma giardino, passeggio pubblico e campo per ubicazione: B.M.C., prov. Sullam
le esercitazioni militari non furono in seguito mai realizzati. Trattasi delle tavole che compongono il volume del Paganuzzi citato
; ; nella precedente scheda. II testo illustrativo delle parrocchie — cos} de’ suoi principali prospetti Maria Dezan. Le tavole non si presentano particolarmente curate sotto il
38) [166] Pianta topografica della R.a Citta di Venezia con XIX come si configuravano dopo le concentrazioni napoleoniche — era di Gian
dimensioni: (cm.xcm.) 59,4 78,2 profilo grafico, ma risultano di estremo interesse per la minuta informadata: 1818-1827 (prima ediz.) zione che forniscono circa le varie zone di Venezia nel momento forse
autore: G. A. Sasso pit critico nella storia della citta nel xIx secolo. Documentazione ancora
tecnica di esecuzione: incisione su tame arricchita se letta in unione alla parte letteraria del testo, vera e propria ubicazione: B.M.C., Ms P.D. 25646 accurata guida di tutto il tertitorio cittadino, compilata privilegiando uniAscrivibile, cronologicamente, agli anni del podesta Francesco Calbo camente i percorsi pedonali.
Crotta, cui é dedicata (1818-1827), la bella pianta del Sasso introduce il ; ; _. criterio di contrastare fortemente l’edificato rispetto alla struttura viaria 42) [179] Pianta della Regia Citta di Venezia e sue Isole vicine e alla maglia dei canali, cosi che é possibile valutare assai chiaramente dimensioni: (cm.xcm.) 53X72,3
la tessitura edilizia e la sua permeabilita o meno alle vie di comunica- data: 1838
zione. Indizio, questo, non casuale del progressivo interesse — crescente autore: Giambattista Garlato nel corso del secolo — riservato ai percorsi pedonali interni. Tra le di- tecnica di esecuzione: incisione su tame ciannove vedutine ai margini della pianta compaiono il nuovo ingresso ai ubicazione: B.M.C., Op. P.D. 25648
Giardini di Castello dalla via Eugenia e la recentissima « ala napoleo- . . Lo, . . ol, .
nica » della Piazza. In espansione gli interramenti delle Sacche occidentali. Bella Planimetria a dest inazione eminentemente turistica in Cur le ve dutine escono dalla tradizionale cornice per mescolarsi alla raffigurazione
39) [167] Prospe tto Generale [della citta da S. Giorgio] in Pianta delle varie isole distribuite nella parte centrale della laguna
dimensioni: (cm.xcm.) 13,8x19,7 Interessante l’attenzione dedicata al litorale del Lido, ancora non toc-
data: 1830 ca. cato dalle trasformazioni connesse al suo utilizzo balneare. Ricchi i riautore: Carol Lose mandi a margine relativi non solo a episodi monumentali ma anche a
tecnica di esecuzione: incisione su rame servizi, alberghi, teatri ecc., donde si ricava la funzione di guida per il
ubicazione: B.M.C., P.D. 2313 non veneziano. Riportata ad una qualche evidenza la maglia dei canali La veduta ripropone un taglio analogo a una veduta precedente e piu cittadini.
celebre stampata in occasione del porto franco a S. Giorgio. L’angolo di
veduta comprende tutta la vasta porzione di citta che va grosso modo 43) [182-187] Nuova Planimetria della R. Citta di Venezia [...] dalla chiesa della Salute all’estremita orientale. Deriva presumibilmente dimensioni: (cm.Xcm.) 127x146 da altra rafigurazione e deforma piuttosto pesantemente la sagoma della data: 1846-1856
citta. autori: Bernardo e Gaetano Combatti (ideazione, rilievo e disegno) incisori: Giambattista Garlato e Marco Comirato
40) [169] Nuova Pianta Iconografica della Citta di Venezia tecnica di esecuzione: incisione in rame su venti piastre
dimensioni: (cm.xXcm.) 41,8X57,1 ubicazione: B.M.C., G. SD 291
data: 1821 Si tratta del capolavoro della cartografia veneziana dell’Ottocento e disegnatore: Giambattista Paganuzzi certo uno dei pit importanti Javori in tal senso relativi alla citta. Rile-
incisore: G. Vittorio P asquali vata e disegnata nel 1846, aggiornata al 1855 e compilata nel febbraio tecnica di esecuzione: incisione su rame del 1856 — secondo le precise indicazioni contenute nella pianta stessa —, . ubicazione: B.M.C., prov. Sullam la pianta fa parte di un’opera che comprende anche una guida storica di La pianta é@ inserita nel volume di Giambattista Paganuzzi, Icono- Venezia (redatta da Francesco Berlan), tavole della numerazione anagrafica
Cartografia 263 | (da poco rinnovata), nomenclatura stradale, un fascicolo di esplicazione zione del mezzo fotografico, la bella litografia di Giovanni Pividor si di tutti 1 rimandi (in lettere e numeri) contenuti nella planimetria. Va ricollega idealmente ai panorami tardo-quattrocenteschi e a quelli seicendetto pero che, lungo la fascia inferiore delle ultime quattro tavole, sono teschi di ispirazione nordica. ugualmente contenute venti colonne di nomenclatura e informazioni varie. Non digiuno delle vedute romantiche inglesi e tedesche che stavano Finissima nel disegno e nell’incisione, assai omogenea ed elegante nella codificando un’immagine della citta destinata a divenire quasi d’obbligo,
grafica, la pianta dei Combatti fornisce una massa tale di informazioni Pividor fu uno dei pit attenti documentatori del medio Ottocento venesulla struttura edilizia della citta, sulla sua maglia viaria e acquea, sulle ziano e dei pit pronti a sfruttare il mezzo litografico. Se qui prevale parti monumentali e su singoli complessi architettonici, sugli interventi Vaspetto « pittoresco », va detto tuttavia che egli fu anche un accorto recenti e recentissimi dell’urbanistica asburgica, sulle infrastrutture da testimone delle modificazioni in atto a Venezia. poco progettate ed eseguite, sulle destinazioni d’uso, sulle interne distri-
buzioni di edifici e complessi, da costituire il maggior « monumento » , eretto al periodo pit felice del governo austriaco a Venezia, quello cioé 47) [194] Vénise
tra il 1830 e la rivoluzione del 1848. a dimensioni: (cm.Xcm.) 19,1%29,4 Indispensabile per fare il punto circa demolizioni e trasformazioni data: 1855 ; ?
dell’apparato dei conventi, chiese, scuole ecc., il lavoro @ fondamentale _
; a . . incisore: Ch. Lalaisse
anche per seguire l’andamento della realizzazione delle nuove opere. Per disegnatore: E. Rouargue
la tavola comprendente la Stazione ferroviaria (evidentemente incisa fin . . . . ..
. . . . —_ ubicazione: B.M.C., leg. Vianello n. 854
dal primo periodo di lavorazione della pianta) fu approntata una « cor- fecn ca di esecuzione: Incision su accialo
rezione » con la nuova situazione relativa, verosimilmente, al 1855 (cfr. , nel testo). Inserita nel volume .di L. Galimbert, Histoire de la République de Vénise, Paris 1855, la pianta prospettica, pur derivando verisimilmente
44) [188-189] Pianta della R.a Citta di Venezia [...] da analoghi lavori coevi, presenta un qualche interesse per la semplici, Lo. stica ma suggestiva visione di Venezia (non priva di errori, anche grossodimensioni: (cm. Xm.) 15,9 x 101 . . . lani, quale la posizione del ponte ferroviario rispetto alle due isole vicine)
data: 1841 (prima ed.; conosciuti almeno altri tre stati oltre al primo: e per l’atmosfera notturna, tipicamente romantica, che connota la scena.
incisore: Giuseppe Cattaneo . 1847, 1857, 1866)
autore: Marco Perissini (inv. e dis.)
tecnica di oscnuotone, incisione su tame 48) [195] Veduta di Venezia a volo d’uccello [...]
ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv n. 77 dimensioni: (cm.xcm.) 42,559 Il terzo stato presenta, in alto, una bella carta del regno Lombardo- data: 1855 ca.
Veneto; il quarto stato anche una della laguna veneta, in basso a sinistra. disegnatore: G. Travani La mappa di Perissini-Cattaneo @ assai precisa e accurata nella reda- litografo: Lefevre zione e nell’esecuzione; aggiornata a seconda delle novita dell’urbanistica tecnica di esecuzione: litografia a due colori cittadina, costitul spesso termine di riferimento per studi ed elaborazioni ubicazione: B.N.M., 138.C. 188 in tutto il secondo Ottocento. Al Correr @ conservata copia dell’ultima La veduta prospettica sfrutta abilmente la tecnica litografica per riedizione con elaborazioni manoscritte dell’ingegnere in capo municipale, produrre in termini assai suggestivi una aggiornata versione (tipicamente Bianco, presentate alla Commissione urbanistica del 1866-1867. Notevole « Ottocento ») delle vedute di Venezia. Abbastanza precisa nei dettagli,
attenzione é dedicata alle espansioni dell’infrastruttura ferroviaria. accurata nella redazione, la veduta tende a comprimere lo sviluppo longi- | tudinale della citta; notevole attenzione é dedicata al complesso marciano
45) [190] Panorama di Venezia preso dalla torre di S. Giorgio e ai maggiori monumenti in affaccio sul Bacino di S. Marco. Utili le
Maggiore annotazioni relative a strutture temporanee, quali gli approdi e la darsena dimensioni: (cm.xcm.) 26X154,7 alla Punta della Dogana. data: 1840-1850 ca. autore: Ippolito Caffi
tecnica di esecuzione: litografia 49) [211] Nuova Pianta di Venezia [...] ubicazione: B.N.M., 138.C. 188 dimensioni: (cm.Xcm.) 49,8X79,7
I] « panorama », ricavato da un disegno di I. Caffi, accentua l’insula- data: 1869 rita di Venezia (ancora non collegata alla terraferma dal ponte ferroviario) autore: anonimo e una sorta di spossatezza lugubre e fredda sottolineata anche dal mezzo tecnica di esecuzione: litografia litografico. Di una certo interesse, sotto il profilo documentario, la situa- ubicazione: B.M.C., Op. P.D. 23654 2tone della fronte edilizia de lla Riva degli Schiavoni, ancora non foccata Pubblicata dall’editore-litografo Carlo Bianchi, si tratta di una delle
dai rimaneggiamenti alberghieri dei successivi tre decenni. ptime piante della citta) dopo l’annessione al regno d'Italia del 1866.
weg i accurata e dettagliata, é tesa a riportare tutte le novita urbanistiche
46) [192] Veduta ribassata della citta aa o in progetto: la Stazione marittima (appena abbozzata e che en-
dimensioni: (cm.XxXcm.) 21X174,4 trera in funzione quasi vent’anni appresso, é data per ultimata); lo stesso
data: 1847 per la banchina a S. Marta-S. Basilio; analogamente vi é riportato il bizautore: Giovanni Pividor zatto progetto del prefetto di Venezia, Torelli, per una grande arena nautecnica di esecuzione: litografia tica e vasca di piscicoltura tra i Giardini di Castello, S. Elena e S. Pie-
ubicazione: B.M.C., Cl. xLiv n. 73 tro. Gia estese, benché ancora in corso di realizzazione, le Sacche oltre Tra gli ultimi prodotti vedutistici di questo genere prima dell’ado- la punta occidentale della Giudecca.
264 Cartografia
ce : . ; ;
50) [212] Vénise vue a vol d’oiseau corso di ultimazione, l’interramento di S. Elena; il campo di Marte risulta
dimensioni: (cm.Xcm.) 25,747 unito oramai a S. Marta. data: 1878
autore: anonimo 53) [222] [Veduta prospettica di Venezia] tecnica di esecuzione: incisione su acciaio dimensioni: (cm.Xcm.) 48,8X76,1 ubicazione: B.M.C., D. 507 data: 1887-1890 ca. Pubblicata nel volume Ch. de Yriarte, Vénise, Paris 1878, la bella autore: anonimo veduta presenta pero situazioni databili a circa un decennio innanzi. Assai tecnica di esecuzione: cromolitografia originale l’angolo di veduta, spostato molto a ovest: tanto che la stessa ubicazione: B.M.C., Cl. xxxiv n. 3657
Piazza S. Marco risulta ripresa in termini inconsueti. Interessanti le ba- Ripresa stanca e tarda del veduti ttico di antica tradizi rene afhioranti ai margini dei canali esterni e il fumo che esce dalle cimi- 1] P ae 7 er vecu = dibili ospertico ct antica tradizione,
niere delle prime fabbriche veneziane. il lavoro non presentatalune che scarsa atten ibilita documentaria salvo che per aree curate con una certa attenzione: la testata occidentale della citta; Sacca S. Biagio e la prima versione dei mulini Stucky; alcune parti
51) [218-220] Nuova pianta di Venezia dell’Arsenale e il tratto della bonifica presso S. Elena. Interessante anche dimensioni: (cm.xcm.) 50,8X66,4 il grande padiglione dell’Esposizione Nazionale ai Giardini. data: 1887; seconda edizione, 1891
autore: anonimo 54) [223] Carta topografica della citta di Venezia secondo le uleditore: Querci time variantt avvenute, edita per cura del Municipio di Vetecnica Luigi di esecuzione: cromolitografia neria
, . . wo. . dimensioni: (cm.xcm.) 110,8x155,5 os . ye qe ata: 1889
ubicazione: B.M.C., C.P. 6
Pianta a funzione eminentemente turistica ma assai interessante per data:
laggiornamento effettuato al 1887, Vi compare l’indicazione della Espo- autore: geometra A. Vendrasco sizione Nazionale Artistica ai Giardini di Castello (dove si terra anche ica di ‘one: litostah la Biennale dal 1895) ed @ visibile la situazione della Stazione marittima feenica cl esecuzione: Mtogratia
: ; ron ubicazione: B.M.C., F 3643/b
e, soprattutto, di tutta la punta sud-occidentale della citta: punto franco,
banchine, area industriale e progetto dell’insediamento del Cotonificio Pianta di estrema importanza data la veste « ufficiale », la scala adot-
Veneziano a S. Marta. tata (1:3000), la grande accuratezza di dettaglio, l’esattezza di informa-
L’edizione del 1891, simile nella sostanza, presenta delle importanti zione, l’aggiornamento. variazioni: ridimensionato il Cotonificio Veneziano a S. Marta; comple- Numerose le indicazioni toponomastiche; assai curata graficamente, la tato l’interramento di Sacca Fisola (estremita occidentale della Giudecca) pianta ha costituito un materiale di lavoro estremamente utile e omoe iniziata la bonifica di una nuova Sacca li vicino; iniziato il grande in- geneo per vari anni successivamente, soprattutto nella redazione dei proterramento verso S. Elena e S. Pietro di Castello; completato il cimitero getti urbanistici a cavallo tra i due secoli.
a S. Michele.
55) [225] [Rilievo topofotografico di Venezia]
52) [221] Pianta della citta di Venezia dimensioni: (cm.xcm.) 120x225
data: 1887 autore: anonimo autore: geometra A. Vendrasco tecnica di esecuzione: fotografia da aerostato
dimensioni: (cm.xcm.) 65,4x99,6 data: 1913
tecnica di esecuzione: cromolitografia ubicazione: B.M.C., Cl. xtiv n. 61
ubicazione: B.M.C., Mappe, Fondo Rava , Eseguita dal Regio Corpo di Aerostieri per conto e sotto la direzione La pianta @ parte integrante del volume L’Ingegneria a Venezia nel- del Magistrato alle Acque, questa veduta fotografica della citta, eseguita Vultimo ventennio, pubblicato a Venezia nel 1887 per cura del Collegio con la tecnica del mosaico fotografico a ridosso della prima guerra mon-
veneto degli Ingegneri in occasione del 1v Congresso. diale, é di estrema importanza documentaria. La perfezione tecnica e la Lavoro di ottima esecuzione e di grande precisione di dettaglio (scala nitidezza della restituzione consentono una precisa lettura delle condi-
1:5000), vi sono evidenziate con diversa tinteggiatura tutte le aree a zioni della citta in quasi tutte le sue parti. Si notino i lavori in corso destinazione industriale in senso lato. Completato il cimitero, le linee per l’ampliamento dell’Arsenale sulla punta nord-orientale. Assai chiara ferroviarie della Marittima, la Sacca di S. Biagio e quella contigua in anche la situazione dei canali e delle secche nell’area circostante la citta.
Fonti delle illustrazioni
Foto Giacomelli: 1. Collezione privata, Firenze: 127.
Foto Bohm: 5, 17, 23, 31, 33, 98, 102. Museum of Fine Arts, Boston: 128.
Foto Borlui: 6, 19, 32. Kunsthistorisches Museum, Wien: 129. Biblioteca Museo Correr, Venezia: 7, 8, 10, 14, 16, 18, 29, 30, Louvre, Paris: 130. 37, 38, 42, 4), 46, 48, 49, 50, D1, D2, D4, a); D9, 60, 61, 64, Archivio Municipale, Venezia: 154, 198, 203, 207, 210, 217,
65, 66, 67, 68, 71, 72, 73, 74, 77, 80, 81, 82, 83, 84, 88, 89, 226, 227. 90, 91, 92, 93, 94, 2), 96, 77, 99, 103, 104, 105, 106, 107, Museo Civico, Padova: 181. 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 116, 117, 118, 119, Ca Pesaro, Venezia: 191. 120, 121, 122, 123, 125, 126, 131, 132, 133, 134, 140, 142, Foto C. Naya: 215, 231. 143, 144, 145, 146, 147, 148, 150, 151, 152, 153, 156, 157, Cameraphoto: 229. 159, 166, 167, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, Foto Scarabello: 232. 177, 178, 179, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 189, 192, Foto Borellini: 234, 235, 236, 194, 197, 208, 211, 212, 213, 218, 219, 220, 221, 222, 223, Archivio Torres-Zanuso, Venezia: 237.
224, 225, 238, 239, 249, 250, 251, 252, 261, 263. Foto Ferruzzi: 245, 260.
Bodleian Library, Oxford: 12. Foto G. Jankovich: 246, 253, 254. Foto Martinelli: 20. E. Emmer, I] guartiere urbano di Porto Marghera (il nuovo sobBiblioteca Nazionale Marciana, Venezia: 25, 62, 124, 158, 190, borgo gicrdino di Venezia in terraferma), in « Rivista di Ve-
193, 195. nezia », 5, maggio 1922: 257.
Archivio di Stato, Venezia: 43, 56, 57, 58, 63, 136, 137, 138, Comune di Venezia, Piano Regolatore di Massima per Pamplia-
139, 160, 161, 162, 163, 164, 165. , mento e il risanamento dell’abitato di Mestre, a cura di A. RosBiblioteca Seminario Patriarcale, Venezia: 47, 98. so, Venezia 1937: 258.
British Museum, London: 53. A. Rosso, Piano Regolatcre dell’abitato di Mestre. Variante al pro-
Raccolta di Chatsworth: 76. getto 15 gennaio 1937, Venezia 1943: 259. Museo Civico, Vicenza: 78, 79. Piano Regolatore 1937-1939: 262.
Comune di Venezia, Archivio fotografico: 100, 216. Magistrato alle Acque, Venezia (rilievi: E. Lionello, O. Viaro,
Comune di Venezia, Assessorato urbanistico, Archivio fotografico: A. D’Este; direzione: A. Sbavaglia): 264. 101.
4
e
Bibliografia
Piuttosto che rincorrere il sogno impossibile d’una esauriente AA.VV., Mostra storica della laguna veneta, Venezia 1970 — o almeno ampia — bibliografia veneziana, ci si limita a fornire, Braunstein P.-Delort R., Vénise, portrait historique d’une cité, capitolo per capitolo, alcuni titoli e segnalazioni che certo possono Editions du Seuil, Paris 1971 condurre alla costruzione di soddisfacenti « bibliografie veneziane ». Trincanato E.- Franzoi U., Vénise au fil du temps, Joél Cuénod, Nel medio Ottocento il grande erudito, bibliofilo e bibliografo, Boulogne-Billancourt 1971 raccoglitore e collezionista Emmanuele Antonio Cicogna redasse Bassi E., Palazzi di Venezia, Stamperia di Venezia, Venezia 1976 Vimportante e irrinunciabile Saggio di Storiografia Veneziana, Ve- Franzoi U.- Di Stefano D., Le chiese di Venezia, Alfieri, Venezia nezia 1847; lavoro aggiornato da G. Soranzo, Bibliografia veneziana 1976 in aggiunta e continuazione del « Saggio» di E. A. Cicogna, Ve- Lane F. C., Storia di Venezia, Einaudi, Torino 1978 nezia 1885. Per lavori storiografici pit recenti, si rinvia al volume AAVV., Storia della Civilta veneziana, a cura di V. Branca, Sanmiscellaneo La storiografia veneziana fino al secolo XVI. Aspetti soni, Firenze 1979 e problemi, a cura di A. Pertusi, Firenze 1970; e G. Zordan, L’or- AA.VV., Venezia e la Peste, catalogo della mostra, Marsilio, Ve-
dinamento giuridico veneziano. Lezioni di storia del diritto vene- nezia 1979 zlano con una nota bibliografica, CLEUP, Padova 1984 (assai utile Mancuso F., Venezia, in I centri storici del Veneto, a cura di € aggiornato, questo volume fornisce nella sua nota bibliografica F. Mancuso e A. Mioni, Silvana Editoriale, Milano 1979, 11,
un repertorio molto preciso delle edizioni delle fonti, delle rac- pp. 339-61
colte legislative, degli strumenti bibliografici e di tutte quelle Bellavitis G., Venezia, Editoriale L’Espresso, Roma 1980 opere che possono risultare utili o addirittura indispensabili per la Howard D., The Architectural History of Venice, London 1980 delineazione dei vari aspetti e problemi della storia veneziana). Le Scuole di Venezia, a cura di T. Pignatti, Electa, Milano 1981 Si segnalano tuttavia qui, a titolo introduttivo alle note biblio- Dietro i palazzi. Tre secoli di architettura minore a Venezia 1492grafiche divise capitolo per capitolo, alcuni studi d’ordine gene- 1803, catalogo della mostra a cura di G. Gianighian e P. Parale, ovvero che abbracciano archi cronologici o nodi tematici di vanini, Arsenale Cooperativa Editrice, Venezia 1984
piu estesa portata. Zordan G., L’ordinamento giuridico veneziano. Lezioni di Storia
del diritto veneziano, con una nota bibliografica, CLEUP, Pa-
Cicogna E., Delle iscrizioni veneziane raccolte ed illustrate, Ve- dova 1984 nezia 1824-1853
AA.VV., Venezia e le sue Lagune, Venezia 1847 . 4: 4s . Selvatico P., Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio ; P er la car tografia veneziana Sl dispone a! una serie di Sy ona Evo ai nostriene giorni. Venezia 1847 bibliografici di grande utile precisione ; ;sino S101, 1 lavoro basilare e ancora dele puntualmente Marinelli.aggiornati dopo
Romanin S., Storia documentata di Venezia, Venezia 1853-1861 mw 1aVvo
Cessi R., Storia della Repubblica di Venezia, Principato, Milano ,
1944 Marinelli G., Saggio di cartografia della Regione Veneta, Venezia
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Beltrami D., Storia della popolazione veneziana dalla fine del se- Schulz J., The Printed Plans and Panoramic Views of Venice (1486-
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Stato, Roma 1956 Cassini G., Piante e vedute prospettiche di Venezia (1479-1855),
Luzzatto G., Storia economica di Venezia dall’XI al XVI secolo, Stamperia di Venezia, Venezia 1982? Centro Internazionale Arti e Costume, Palazzo Grassi, Vene- Venezia. Piante e vedute, catalogo della mostra a cura di G. Ro-
zia 1961 manelli e S. Biadene, Venezia 1982
268 Bibliografia Capitolo primo franchi, presso l’Archivio di Stato di Venezia, che si occupa della
trascrizione di fondi archivistici diversi, fra i quali si segnalano, Per questo capitolo, che tratta le difficili e dibattute questioni per una pit diretta pertinenza con i problemi urbanistici, i volumi del rapporto fra sito naturale, mutazioni geomorfologiche, insedia- a cura di: menti paleoveneti ed ingegneria territoriale romana, si segnala come opeta compendiosa e ricca di spunti problematici (avvertendo Lanfranchi L., Famiglia Zusto, 1955 che la stessa abbraccia anche il problema degli sviluppi di Venezia Malipiero Ucoprina E., SS. Secondo ed Erasmo, 1958
fino al xiv secolo): Gaeta F., S. Lorenzo, 1959 Lanfranchi L.-Strina B., SS. Ilario e Benedetto e S. Gregorio,
Dorigo W., Venezia. Origini, Electa, Milano 1983, 2 voll. 1965
Lanfranchi L., S. Giorgio Maggiore, 1968
Per un proficuo confronto: Rosada M., S. Maria Formosa, 1972
Bosio » Itinerari e strade della Venetia romana, CEDAM, Padova b) Nel quadro di tale ricerca, si segnala il fondamentale studio Gatto P.-Previatello P., Comnsiderazioni paleografiche, in Signifi- urbanistico: cato stratigrafico, comportamento meccanico e distribuzione nel- Lanfranchi L. - Zille G.G., Il territorio del ducato veneziano dalla laguna di Venezia di una argilla sovraconsolidata nota come VVIII al XII secolo, in Storia di Venezia, Centro Internazio-
caranto, CNR, Venezia 1974 nale delle Arti e del Costume, Venezia 1958, vol. 11, pp. 3-65
Marcolongo B. - Mascellani M. - Matteotti E., Significate storico-am-
bientale di antiche strutture topografiche sepolte nella pianura c) Inoltre si vedano per argomenti diversi: veneta, in « Archeologia Veneta», 1, sAv, Padova 1978, pp.
147-50 Bettini S., L’architettura di S. Marco, CEDAM, Padova 1946
AA.VV., Misurare la terra: centuriazioni e coloni nel mondo ro- Bettini S., Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Dedalo,
mano. Il caso veneto, Edizioni Panini, Padova 1984. Bari 1978
Demus O., The Church of S. Marco in Venice, The Dumbarton Oaks Research Library, Washington 1960
secondo Polacco R., I bassorilievi marmorei duecenteschi raffiguranti il Cri| Capitolo sto e gli Evangelisti murati sulla facciata settentrionale della Per questo capitolo, pur limitandoci a segnalare pochissimi te- basilica di S. Marco, in « Arte Veneta », xxxi1, Alfieri, Venesti principali, avvertiamo che il termine « origini » viene impie- zia 1978
romana del sito di Venezia. zia Zuliani 1984 F., Considerazioni sul lessico architettonico della S. Marco
gato dagli studiosi che non accettano la tesi di una strutturazione Polacco R., La cattedrale di Torcello, L’Altra Riva-Canova, Vene-
1978 1975, pp. 50-9 Venezia 1981 problemi, L. S. Olschki, Firenze 1970
Carile A.-Fedalto G., Le origini di Venezia, Patron, Bologna contariniana, in « Arte Veneta», vol. xxix, Alfieri, Venezia AA.VV., Le origini di Venezia. Symposium italo-polacco, Marsilio, AA.VV., La storiografia veneziana fino al secolo XVI. Aspetti e
Ortalli G., Venezia dalle origini a Pietro II Orseolo, in « Storia Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, Monasteri benedetd'Italia », vol. 1. Longobardi e Bizantini, ureT, Torino 1980, tini nella laguna veneziana, catalogo a cura di Gabriele Maz-
pp. 341-429 zucco, Biblioteca Nazionale Marciana, Arsenale Editrice, Ve-
Tozzi P.- Harari M., Eraclea Veneta. Immagine di una citta se- nezia 1983
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AA.VV., Componenti storico-artistiche e culturali a Venezia nei
Capitolo terzo secoli XIII e XIV, Ateneo Veneto, Venezia 1981 Muratori S., Studi per una operante storia urbana di Venezia, Poa) A partire da questo momento, la letteratura storiografica ligrafico dello Stato, Roma 1959
rientra nell’ambito scientifico del « Comitato per la pubblicazione Trincanato E., Il palazzo Ducale, in Piazza S$. Marco, Marsilio, Pa-
delle fonti relative alla storia di Venezia », diretto da Luigi Lan- dova 1970, pp. 111-38
Bibliografia 269 Lorenzi G.B., Monumenti per servire alla storia del palazzo Ducale, orizzonti metodologici come delle pit rilevanti acquisizioni di
Visentini, Venezia 1868 merito, sia nella trattazione di figure, eventi, problematiche ed
esperienze nodali per una soddisfacente lettura della storia urbana cinquecentesca a Venezia.
Capitolo quinto Per il tramite di tali lavori é agevole pervenire, nei vari ambiti, alla pit. vasta e aggiornata bibliografia ed esposizione di fonti per-
Temanza T., Antica pianta dell’inclita citta di Venezia, Venezia tinenti in tutti i settori interessati. Va ricordato, tuttavia, che so-
1781; rist. A. Forni, Bologna 1980 ptattutto, anche se non esclusivamente, per il Rinascimento, sara
Zendrini B., Memorie storiche dello stato antico e moderno delle assai utile far ricorso alla serie dei « Bollettini » annuali del « Cen-
lagune di Venezia, Stamperia del Seminario, Padova 1811, tro Italiano di Studi di Architettura [crsa] A. Palladio» di Vi-
2 voll. cenza: le tematiche dell’architettura e dell’urbanistica veneziane del
Monticolo G., I capitolari delle Arti veneziane sottoposte alla Giu- Cinquecento vi compaiono assai di frequente sotto forma di rasstizia e poi alla Giustizia Vecchia dalle origini al MCCCXXX, segne generali o di trattazioni monografiche spesso di notevole uti-
Istituto Storico Italiano, Forzani & C., Roma 1896 lita e chiarezza. | 1961 Sansovino F., Venetia citta nobilissima et singolare, Venezia 1581 Temanza T., Vite dei pin celebri architetti e scultori veneziani del secolo XVI, Venezia 1778 Capitolo sesto Barbieri F., Vincenzo Scamozzi, Vicenza 1952 Scattolin G., Le case fondaco sul Canal Grande, Alfieri, Venezia ,
Cessi F., Alessandro Vittoria architetto e stuccatore, Trento 1961
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Marsilio, Venezia 1983 Puppi L., Andrea Palladio. L’opera completa, Electa, Milano 1975
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Capitolo ottavo AA.VV., Palladio e Venezia, Atti del convegno a cura di L. Puppi, Sansoni, Firenze 1982
Il Cinquecento veneziano conosce da alcuni anni una notevole AA.VV., Titian. His World and His Legacy, a cura di D. Rosand, fortuna critica ed editoriale, particolarmente significativa per quanto New York 1982 concerne figure e problemi del mondo dell’architettura e della po- Puppi L., Verso Gerusalemme. Immagini e temi di urbanistica e litica dell’urbano e del territorio. Si citano alcuni testi recenti e, di architettura simboliche, Casa del Libro editrice, Roma-Reggio
comunque, di importanza primaria sia nella delineazione degli Calabria 1982
270 Bibliografia Tafuri M., La « nuova Costantinopoli ». La rappresentazione della Tabacco G., Andrea Tron (1712-1785) e la crisi dell’aristocrazia se-
« renovatio » della Venezia dell’Umanesimo (1450-1509), in natoria a Venezia, Trieste 1957
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| Brusatin M., Illuminismo e architettura del ’700 nel Veneto, ca-
" Torino 1969 ] . » talogo della mostra, Treviso 1969
Capitolo nono | Z Torcellan G., Settecento veneto e altri scritti storici, Giappichelli, Poco amato e relativamente poco studiato, il Seicento archi- Massari A., Giorgio Massari architetto veneziano del Settecento,
tettonico e urbanistico veneziano si pud avvalere tuttavia di alcune Neri Pozza, Vicenza 1971 a ,
trattazioni di carattere panoramico o d’ordine monografico per au- Georgelin J., Vénise au siecle des lumiéres, Mouton, Paris 1978 tori o per monumenti: soprattutto vanno citati i lavori — ormai Brusatin M., Venezia nel Settecento: Stato, architettura, territorio,
classici — di Elena Bassi e talune pit recenti rassegne e puntua- Einaudi, Torino 1980 lizzazioni. AA.VV., Piranesi tra Veneziacuraedil’Europa, Atti del convegno a A. Bettagno, Olschki, Firenze 1983 Bassi E., Architettura del Sei e Settecento a Venezia, Es1, Napoli Romanelli G., Venice in the Eighteenth Century, in AA.VV., Master-
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Cristinelli G., Baldassarre Longhena, architetto del ’600 a Venezia, Sull’Ottocento, che fu secolo di grandi trastormazioni, solo di
Marsilio, Padova 1972 recente si sono abbandonati radicati pregiudizi storiografici e in-
Wittkower R., Arte e architettura in Italia 1600-1750, Einaudi giustificate interdizioni moralistiche ° nostalgiche. Anche talune
Torino 1972 , , recenti iniziative espositive, e relativi cataloghi, hanno contribuito
Benzoni G., Venezia nell’eta della Controriforma, Mursia, Milano a riportare entro binari criticamente attendibili la conoscenza e la
1973 , , considerazione in termini « moderni » del periodo. 1978 L’ingegneria a Venezia nell’ultimo ventennio, Venezia 1887 Lewis D., Ihe Late Baroque Churches of Venice, New York- Matchesi V., Settant’anni di storia politica di Venezia (1798-1866), Cozzi G., Paolo Sarpi tra Venezia e l’Europa, Einaudi, Torino
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Sarpi, Francisci, Abano Terme 1982 Bassi E., Giannantonio Selva architetto veneziano, CEDAM, Padova
Longhena, catalogo della mostra a cura di L. Puppi, G. Romanelli, 1936 |
S. Biadene, Electa, Milano 1982 Trincanato E., Appunti per una conoscenza urbanistica di Venezia,
| estr. da « Giornale Economico », Venezia 1953
Capitolo] Forssman decimo ae | 52, 1968, pp. 84-113 | E., Venedig in der Kunst und im Kunsturteil des 19. Jabr-
. . Chirivi R., Eventi urbanistici dal 1846 al 1962, in « Urbanistica »,
Per il secolo xv1II possiamo disporre di un buon numero di hunderts, Stockholm 1971 studi storici di carattere generale di alta qualita. Quanto alle vi- Huttinger E., Immagini e interpretazioni della Venezia dell’800,
cende architettoniche e urbanistiche, oltre al gia citato volume in « Paragone Arte», 271, 1972, pp. 26-50
della Bassi, esse compaiono delineate sotto differenti punti di vista Zorzi A., Venezia scomparsa, Electa, Milano 1972 in alcune recenti pubblicazioni assai ricche di rimandi bibliografici Romanelli G., Venezia Ottocento. Materiali per una storia archt-
e di approfondimenti documentari. tettonica e urbanistica della citta nel XIX secolo, Officina,
Roma 1977 Berengo M., La societa veneta alla fine del Settecento, Sansoni, Romanelli G., Note storiche sulla portualita veneziana, « Casabel-
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Venezia 1980 1928
AA.VV., Venezia citta industriale, catalogo della mostra, Marsilio, Donatelli P., La casa a Venezia nell’opera del suo Istituto, Roma
Venezia nell’Ottocento. Immagini e mito, catalogo della mostra a Maretto P., Venezia, Vitali e Ghianda, Genova 1969 cura di G. Pavanello e G. Romanelli, Electa, Milano 1983 UNESCO, Rapporto su Venezia, Mondadori, Milano 1969 Venezia Vienna, a cura di G. Romanelli, Electa, Milano 1983 Romanelli G., Architetti e architetture a Venezia tra Otto e Novecento, « Antichita Viva», 5, 1972, pp. 25-48
: Dorigo W., Una legge contro Venezia, Officina, Roma 1973 Chinello C., Storia di uno sviluppo capitalistico. Porto Marghera
Capitolo dodicesimo e Venezia 1951-1973, Editori Riuniti, Roma 1975
Romanelli G. - Rossi G., Mestre. Storia, territorio, struttura della terraferma veneziana, Arsenale Cooperativa Ed., Venezia 1977
Per il nostro secolo ci si limita a fornire alcuni titoli di lavori Chinello C., Porto Marghera 1902-1926. Alle origini del « proche toccano problematiche centrali alla storia e alle trasforma- blema di Venezia », Marsilio, Venezia 1979 zioni della citta — specie in rapporto alla nascita e allo sviluppo Romanelli G., Sotto l’ala del Leone. Venezia e Mestre: alle origini di Marghera e di Mestre —, risultando praticamente impossibile, di un problema, « coses Informazioni», 12, 1980, pp. 17-36 in questa sede, toccare dibattiti e riflessioni la cui dimensione e AA.VV., Edilizia popolare a Venezia, a cura di E. Barbiani, Electa,
la cui risonanza internazionale furono (e sono) vastissime. Milano 1983
Si debbono segnalare i due numeri di « Urbanistica » del gen- I primi operai di Marghera. Mercato, reclutamento, occupazione
naio 1968 (52) e ottobre 1972 (59) che hanno ciascuno fatto il 1917-1940, a cura di F. Piva e G. Tattara, Marsilio, Venezia punto — dopo Valluvione del 1966 — della « questione » vene- 1983 ziana sotto il profilo delle scelte amministrative e della pianifica- Venezia Nuova. La politica della casa 1893-1941, catalogo della zione urbanistica. mostra a cura di P. Somma, Marsilio, Venezia 1983
Indici
a Indice dei nomi* Aalto, Alvar, 225. Bellini, Gentile, 69. Bratti, Ricciotti, 253-4.
Abrami, Giovanni, 241. Bellini, Giovanni, 39. Brezzi, Paolo, 244. Asburgo (casato), 191. Bellini, Jacopo, 69, 247-8. Brusatin, Manlio, 137, 250-1. Alarico, 11. Beltrami, Daniele, 250, 254. Busetto, Giovanni, detto Fisola, figg. 201Alberti, Leon Battista, 67-9, 84, 96, 247-8. Bembo, Pier Luigi, 188, 191, 253. 202. Alboino, 14. Benoni, Lorenzo, 132; fig. 98.
Aldini, Antonio, 252. Benzoni, Gino, 79. Cadel, Attilio, 217.
Alessandri, Angelo, 217. Berchet, Federico, 193, 217; figg. 213-214, Caffi, Ippolito, figg. 190, 191. Alessandri, Giulio, 254. 224. Calabi, Donatella, 248. Alessandro m1, papa, 39. Berengo, Marino, 133, 250. Cali, Maria, 248.
Algarotti, Francesco, 133, 140, 146. Berlan, Francesco, 183, 253. Calzavara, Giuseppe, 193.
Alloway, L., 254. Bertanza, Paolo, fig. 249. Canaletto, 134-5, 140, 146, 250; figg. 128, Ambrogio, s., 10. Bertelli, Francesco, fig. 71. 129, 133, 145-147. Andreucci, O., 253. Berti, Giuseppe, 254. Candiano Iv, duca, 28.
Antolini, Giovanni Antonio, figg. 160-165. Bertin, 167. Candida, Luigi, 253.
Antonelli, Giovanni, fig. 108. Bertoja, Giuseppe, fig. 180. Canova, Antonio, 143.
Arslan, Edoardo, 39, 244-7. Bertoldi, A., 249. Carile, Antonio, 242-3.
Astolfo, duca del Friuli, 17. Bertoli, Bruno, 252. Cailevarijs, Luca, 135, 250; figg. 65, 66, Attila, 11. Besta, Enrico, 246. 67, 68-70, 72, 73, 74, 77, 81, 82, 83, Aurio (o Orio), famiglia, 28. Bettagno, Alessandro, 250. 84, 96, 97, 99, 103. Bettini, Sergio, 29, 244-5. Carlomagno, 17, 20.
Bevilacqua, Eugenia, 246, 248. Carpaccio, Vittore, 68, 73.
Badoer, Alessandro, 89, 107-8, 117, 124, Biadene, Susanna, 249-50. Carrer, Luigi, 253. 130, 249; fige. 89, 109. Bianchi, Carlo, fig. 211. Carriera, Rosalba, 133.
Badoer, famiglia, 47, 50. Biondetti Crovato, Gaspare, fig. 180. Carta Mantiglia, Roberto, 253. Barbaro, Marc’Antonio, 104, 249. Bognetti, Gian Piero, 242. Cassini, Giocondo, 248, 250. Barbiani, Elia, 254. Bogoncelli, A., 254. Cassiodoro, 13-4, 17, 242. Baratti, Antonio, fig. 132. Boito, Camillo, 217, 247, 253; fig. 224. Cattaneo, G., figg. 188-189. Balduin, Francesco, figg. 208-209. Blaeu, Willem Janszoon, 125; figg. 114-115. Casanova, Giacomo, 133.
Barozzi, Niccold, 197. Bon, Francesco, 89. Cavazzana Romanelli, Francesca, 250.
Bassi, Elena, 112, 137, 248, 250-1; fig. 81. Bondesan, Marco, 241. Cecchetti, Bartolomeo, 59, 244, 246-7.
Battilotti, Donata, 248. Boni, Giacomo, 253. Cedini, Costantino, 146.
Bazzoni, Romolo, 254. Bonoaldo, famiglia, 25, 48, 243. Ceresole, G., 254.
BBPR (Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers), Bordiga, Giovanni, 217. Cessi, Roberto, 39, 242-5.
225. Bordone, Benedetto, 97; fig. 45. Chinello, Cesco, 255.
Beauharnais, Eugenio, 159, 167, 176. Bosello, Pietro, 89. Chirivi, Romano, 252-4,
Bellavitis, Giorgio, 243-9, 252, 254; figg. 9, Bosio, Luciano, 241-2; fig. 3. Chojnacki, Stanley, 245.
11, 15, 26, 44. Boyer, Ferdinand, 251. Cicogna, Pasquale, 84. |
* Tl presente indice registra i nomi che compaiono nel testo, nelle didascalie, e nelle note.
, Indi ;
276
Cicognara, Leopoldo, fig. 153 oo ndice dei nomi Codognato, Antonio, 145; fig 131 De Michelis, Cesare, 251. Ga Codussi, Mauro, 67-9, 73 97 547.8. fin. 66 Demus, Otto, 29, 43-4, 243-5. C eta, Franco, 243, 248.
Coen-Cagli, Entico, seg” ; fig. 66. Denaix, Augusto, 176. C. ° Rodolfo, 247, 254. Colombo, Ignazio, 143, 251; fig. 125 “i Reali, Giuseppe, 253. Gatl, me 2a et Combatti, Bernardo, 177-8 183.4" 186 20 Deusdedit, 16. Ga ato, Giambattista, 183; fig. 179. 253; figg. 182-187. ? , , 209, De Yriarte, Charles, fig. 212. Carotoll 165. ; Combatti, Gaetano, 177-8 183-4 186 20 Diedo, Antonio, 165; fig. 153. Gatto 3 Antonio, 111, 130, 250.
253; figs. 182-187. ) , , 209, Di Martino, Enzo, 254. Casa Paolo, 241. Conant, Kenneth John, 244 Diocleziano, 241, 245. Gem NK Francesco, 254. Concina, Ennio, 90 44 547.9 Di Stefano, Dina, 247. comin, Massimo, 250. Contarini dalla Zoi ten ‘oli 49 Dona, Leonardo, 249. ceoree; Pierre, 3, 241. Contarini, Domenico ? 38.9 , 42. Donatelli, Plinio, 254; fig. 243. creorgelin, J; 137, 250.
Contarini, Tommaso, Does, tla, 251. 48, Ciampiccoll. ontarini, Zaccaria, 24 oO origo, Wladimiro, 241, 243- _Marco. ; o, Fra,Sebastiano, 84-5, 10. 134.
Contin, Antonio, oe 9. 3-6, 253-5. Giordani Soilka, A., 254.
Contini, famiglia, 111, 117. Cpeeione, orboz, André, 99, 249-50 ; i Diacono, cronista, 25,| 28, 243. Conner, Aivise, 912, 94.105, 111, 24 Eliodoro, 10. Giovanni da Udine, 99. fig. 58. 94, 105, 111, 249; meee, Do Giovanni Evangelista, 11.
Cornaro, Giorgio, 96. Entizo arlo, on . Giustinian, Gio Batta, 195, 206, 253.
Corner (o Cornaro), famiglia, 96; fig. 66 fg 71. Francia, 28, 90, 105, 137; up ee oa}
Coronelli, Vincenzo, 124 130 134° 137, Erizzc, Ga G oli, Ezio, 252. 250; figg. 109, 110, 126. | ~—‘~Errera, paeieere oethe, Johann Wolfgang von, 241. Cotrer, ’Giovanni 049.953. rrera, Antonio, 253. Goldoni, Luca, 135, 158.
Corti, Eugenio, 254, Gozzi, Carlo, 135, 158.
Costantino il Grande, 10. Antonio, Gregori famiglia, (28. ostantino Porfirogenito, 22 Facchina, 1 egorio VII, papa, 29. Cox Russell, Josiah, 746. , Falier, Vitale, 29. 8 animal Nicola, fig. 154. Cozzi, Gaetano, 248, 250. Faliero, Marin, 61. Grimani’ doge, fig. 49. Cracco, 244-7 Fano. Angel ;fig. rimani, patriarca, &Giorgio, ? ’ Lellia, ? §e10, 254; 203. Grimani ce97. Mfigg. . 48, 60Cracco Ruggini, 47, 242 Fano,fig. famiglia, 242 ; orosini,M Morosina,
Cromazio, 10-1. Fasoli, 243-4, ) Cried And Crosato, Giovan Battista, 146.Gina, Favero, V., 241. ani, . rea, 61, 80, 248. ree Giorgio, 242. Sree ch neealoJaco ° roy ederico, arciduca, 184 Guarana ,”
1 , ° , , 146
Da Canal, Martin, 48 Federico 1, 39. Guardi po, , Dalla Costa, Mario, 354." 2476. pinorto, Ferdinando, 244, 248. Guardi’ Giacomo, 143,251." HB 80. Dalla Via, Alessandro, 125; figg. 112-113 aay Fausto, 254. Guariento, 61.
amerini, Gi 1a, Vincenzo, 249. . . ) sO .
5 Zotto, Antonio, 217. , , . roe Cinseppe, 245. Guillou, André, 242
Dandolo, E tes 293. 4 Foratti, Bartolomeo, fig. 210. Guiscont, Anselmo, vedi Sansovino, FranD’Andrade, Alfredo, 217; fig. 224 Forcelini Annibale, fig. 215.
a Ponte, Antonio, 84-5, oni, Antonio, 206, 253. ier
D’Annunzio, Gabriele, 228. Fornon, reore, 85; figg. 54, 55. 77 5 : ntonig, 84-5, 108, 117; figg. Foscari, Antonio, 248, 252, 255. Hotere Spas i Sos ane, fig. 28.
De’/Aronco, Raimondo, 225. peat eto, ,228 43figg. Hogenberg, Francesco fig246. 55 Barbari, Jacopo, 1, 2 » Glorglo, 145; 119 Howard, Debo 8 69, 72-4, 79. 85, 30 x. av are : 121, 123, 136-137, 138-139. ee ‘ eborah, 228, 246, 248. few. 7, 10, 14, 16, 18, 29, 38, 39-41. Franceschi Girolamo, 92.
De 130. 3 »Giacomo, £9, 95, 57-41. Franceschi, Sebastiano, 253. Inglese Angli . .98. De’Fer, Grigi, Gian 108; fig. 81 peancesco I, 252. Isacio esatca a(de Giovannt,
Della Rocca, vedi Motozzo della Rocca ranco, Giacomo, 89, 117, 250; figg. 48, | _
Delogu, Paolo, r 50, oeUmberto, 88. 193. 3, 247. Jappelli, De : .242. ranzoi, 24 -Giuseppe, on:183, 209, 253; fig. 181. e LuigiLuisi Pomorisac, Jasminka, 245. Fuin, Giovanni, Jones, A.H.M., 14, 242.
Indice dei nomi 277
Kaufmann, Emil, 250. Martini, N., 254. Nani Mocenigo, Filippo, 251.
| Martinioni, Sebastiano, 246-7. Nani Mocenigo, Mario, 254; fig. 252. . Marx, Barbra, 248. Napoleone Bonaparte, 159, 169, 176, 252. Lalaisse, Charles, fig. 194. Mascellani, Mario, 241; fig. 4. Narduzzi, Ambrogio, 254; fig. 241.
Lanfranchi, Luigi, 241-7; figg. 9, 11. Maschio, Ruggero, 249. Neville, E. H., fig. 196.
Laurana, Luciano, 247. Massari, Antonio, 250. Niero, Antonio, 47, 243, 245, 247, 250. Laurenti, Cesare, figg. 214, 216. Massari, Giorgio, 137, 145-6. Lavini, Giovanni, 254. Massimino il Trace, 10. Lazzari, Antonio, figg. 168, 193. Matteotti, E., 241. Olivato, Loredana, 247-8. Leciejewicz, Lech, 242. Maurizio, magister militum, 16. Ongaro, Max, 254.
Lefevre, fig. 195. Mauro, famiglia,Fra, 145. 69. Orlandini, Valentino, 143,50. 251; fig. 125. Leone 111, papa, 17. Mauro, Orseolo, famiglia,
Lessan, 252. Mazza, Barbara, 249. Orso, vescovo, 21.
Levi, Carlo Augusto, 254. Mazzarino, Santo, 242. Ortalli, Gherardo, 242-3. Lewis, Douglas, 137, 250. Mazzi, Giuliana, 244, 247. Ostrogorsky, Georg, 242. Liutprando, 16-7. Mazzoni, Sebastiano, 111, 118. Ottens, Joachim, 132; fig. 106. Livio, Tito, 7-8, 10, 13, 241. Mazzucco, Gabriele, 242, 244. Ottone 1, 28. Locatelli, Tommaso, 252. Mc Andrew, John, 247-8.
Lodoli, Carlo, 140, 158. Meduna, Giovanni Battista, 184, 193, 253, : ,
Lombardo, famiglia, vedi Solari. 255; fig. 200. pazan, Matteo, 85, 88:89, ve "eB, 29, 94 Longhena, Baldassare, 79, 111, 114, 118, Melani, Alfredo, 254. e169 170-173 > NSE: 120, 132, 135, 140, 250; figg. 96, 97, Memmo, Andrea, 140, 143, 146, 251. Paleocapa, Pietro, 209. 79, 100, 101, 134. , Meneghin, Vittorino, 252. Palladio, Andrea, 79-80, 84-5, 99, 104-5,
Longhi, Pietro, 135, 146. Meneghini, Francesco, 254. 107-8, 120, 135, 137; figg. 71, 72, 73, Lorenz, H., 27, 249. Mengotti, Cristina, 242. 75, 76, 78-79, 80, 82. Lorenzetti, Giulio, 254; figg: 26, 81. Mengozzi Colonna, Gerolamo, 146. Panciera, S., 241.
Lorenzi, Giambattista, 247. Meo, Marino, fig. 230. Paolino, Fra, 1, 53, 59, 107, 246; figg. 25,
Lose, Carol, fig. 167. Merian, Matteo, 89, 105, 114, 117, 124; 26.
Lotario, 22. | figg. 95, 106, 150-151. Paolo v, papa, 78.
Lovisa, Domenico, 134-5; fig. 64. Merlo, Giovanni, 124, 130, 250; fig. 107. Paolo Diacono, 14, 16, 242.
Lucchesi, Pietro, 251. Mezzani, Giuseppe, 165, 168. Paoni, Giacomino, 246.
Luzzatto, Gino, 22, 242-3, 245-7, 253. Michelangelo Buonarroti, 84. Papadopoli, N., 253; fig. 203.
Michiel, Andrea, 39, 89. Partecipazio, famiglia, 39, 243. Maccarucci, Bernardino, 145; fig. 132. Milhauser, Julius, 124. Partecipazio, Agnello, 20, 22, 25, 242.
Maestri, Diego, 242. Milizia, Francesco, 140. Partecipazio, Giustiniano, 22, 242. Magrini, A., 253. Mocenigo, Alvise, 135. Pasquali, G. Vittorio, figg. 169, 170-173. Mainella, Raffaele, 254. Mollat, Michel, 17, 242. Pasqualigo, Andrea, 89. Maffei, Scipione, 140, 143, 146, 251. Miozzi, Eugenio, 253. Pasini, Lodovico, 253.
Malagola, Charles, 254. Molmenti, Pompeo M., 253-4. Pavanello, Giuseppe, 242. Malcolm, Alessandro, 253. Montalboldo, F., figg. 51-52. Pavanini, Paola, 249. Malipiero Ucoprina, Eva, 243. Monticolo, Giovanni, 245. . Pecchioli, R., 248.
Mango, Cyril, 244. Mor, Carlo Guido, 241, 243. Pedrocco, Filippo, 245, 251.
Manin, Ludovico, 146. Morachiello, Paolo, 248. Peli, Santo, 255.
Manopola, Bartolo, 117; fig. 84. Morandini, Giuseppe, 241. Pellegrini, Giovanni Antonio, 133.
Mansueti, Giovanni, fig. 17. Moretti, Dionisio, figg. 167, 174-178. Perissini, Marco, 178, 209; figg. 188-189.
Mantovani, Dino, 254. Moro, famiglia, 89. Perosini, Giovanni, 217.
Mantovano, Camillo, 99. Moro, Leonardo, 89. Pertusi, Agostino, 243.
Marchesi, Vittorio, 251. Moro, Marco, figg. 210, 213. Petrarca, Francesco, 67. Marcolongo, Bruno, 241; fig. 4. Morosini, Domenico, 68. Petrocchi, Massimo, 250.
Maretto, Paolo, 244, 246-7, 254; figg. 35, Morosini, Giovanni, 242. Pietro 11 Orseolo, 28.
36. Morosini, Marino, 44. Pigazzi, Gian Alvise, fig. 157.
Marieschi, Michele, 134; figg.130, 134. Morozzo della Rocca, Raimondo, 245. Pinali, Gaetano, figg. 145-147.
Marinelli, G., 249. Muir, Eduard, 248. Pio vi, papa, 146.
Marsilio da Carrara, 56. 21-22. 251.
Marsich, Francesco, 254; figg. 231, 247-8. Muratori, Saverio, 66, 242-4, 246-7; figg. Piranesi, Giambattista, 140, 143, 145, 158,
278 Indice dei nomi Piva, Francesco, 255. Sandona, Augusto, 251-2. Soli, Giovanni, figg. 145-147. Pividor, Giovanni, 193; fig. 192. | Sanmicheli, Michele, 82, 92, 97, 135, 146; Sorella, Simone, 108.
Plinio, 10, 13, 241-2. figg. 67, 68-70. Spada, Nicold, 241. Polo, Marco, 47, 50. Sansovino, Francesco, 58, 85, 88, 90, 97, Stedman Sheard, Wendy, 247. Pompei, Alessandro, 146, 251. 248. Stefani, Federico, 217. Polacco, Renato, 244-5. Sannazaro, Jacopo, 136. Spavento, Giorgio, 74-5.
Ponti, Giovanni, 217. Sansovino, Jacopo, 1, 26, 36, 79-80, 83-4, Stocchetti, Sergio, 253.
Portio, Aniello, 125; figg. 112-113. 95-7, 104, 108, 120, 135, 146, 246-9; Strabone, 10.
Previatello, P., 241. figg. 46, 64, 65, 66, 145-147. Strina, Bianca, 241-4.
Priuli, Nicolo, 253. Santi, Lorenzo, figg. 145-147, 148-149. Strozzi, Giulio, 117; fig. 87.
Piocopio di Cesarea, 14, 242. Sanudo, Marin, il Giovane, 67, 247. Sullam, Guido Costante, 254; figg. 238-240.
Prony, ing., 252. Sanudo, Marin, il Vecchio, 53. Swoboda, 245.
Pullan, Brian, 82, 245, 247, 249. Sardi, famiglia, 111.
Puppi, Lionello, 108, 241, 247-8, 250-1. Sardi, Giovanni, 254; figg. 226-227, 229,
232-233, 234-236. Tabacco, Giovanni, 242, 250.
Sardi, Giuseppe, 118, 130, 135; figg. 96, Tafuri, Manfredo, 105, 247-9.
Quadri, Antonio, figg. 174-178. 134. Talenti, Alberto, 254.
Quarenghi, Giacomo, 133. Sarpi, Paolo, 78. Tarle, Eugenio, 251.
Querci, Luigi, figg. 218, 219-220. Sartori, A., 245, 247. Tassini, Giuseppe, 252, 254.
Sasso, G. A., fig. 166. Tatti, Jacopo, vedi Sansovino, Jacopo.
Savoia, casato, 191. Tedesco, Gerolamo, 74. ; Scacchi, J., 124. Temanza, Tommaso, 58, 140, 145, 246, Ramusio, Giovanni Battista, 94. Scalfurotto, Antonio, figg. 133, 134. 250; figg. 25, 26, 123, 133, 135.
Rascicotti, Donato, 89. Scamozzi, Vincenzo, 85, 108, 135, 248; Tenenti, Alberto, 97, 249. Ravalli Modoni, Gian Albino, 246. Scarfi, Bianca Maria, 241. Teodorico, 13-4.
Rath, R. J., 252. . figs. 49, 66. Tentori, Cristoforo, 249.
Renier, Daniele, 165, 251. Scarpa, Carlo, 225. Testa, Francesco, 89.
Reuwich, Erhard, fig. 37. Scarpagnino, Antonio Abbondi, detto lo, Thitiet, Frangois, 111, 250; figg. 85, 86.
Ricci, Sebastiano, 250. 74, 83-4. Tiepolo, famiglia, 146.
Rietveld, Jerrit Thomas, 225. Scattolin, Giorgia, 246. Tiepolo, G. Domenico, 135, 143. Rizzi, Paolo, 25 4. . Sceriman, Fortunato, 254. Tiepolo, Jacopo, 47, 245. Romanelli, Giandomenico, 250-5. Schmiedt, Giulio, 241-2. Tiepolo, Lorenzo, 48.
Romano, Sergio, 255. Schnitzer, 124. Tiepolo, Maria Francesca, 244, 248. Rompiasio, Giulio, 249. Schulz, Jiirgen, 114, 243, 246, 248, 250. Tirali, Andrea, 111, 145; fig. 131.
Rosada, Maurizio, 244-5. Scolari, Stefano, 124, 249; fig. 114. Tiziano, 75, 88.
Rossi, David, 251. Secretant, Giulio, 254. T.K. (monogrammista), 124; fig. 111.
Rossi, Domenico, 130, 146; fig. 102. Sellier, Henry, 298 Tommaso, s., 11.
Rossi, Guido, 253, 255. Selva, Gian Antonio, 165, 167-9. 198, 251; Toniolo, Gianni, 253.
Rosso, Antonio, 230-1, 239, 255; figg. 258- fies. 129, 152, 153, 160-165. , Torcellan, Gianfranco, 250.
259. Efe Selvatico, Giuseppe, 255. ouargue, E.,4fig. 194. Semi,Riccardo, Franca, 244,222. 247,Torelli, 250. Torelli, Luigi, 254.
Rowedder Lehni, Eva Rita, 252. Serandrei Barbero. R. 2 41. Torres, Duilio, 254-5.
Rullo Bey, 253. Serbelloni, Marco, 251. Torres, Giuseppe, 254; fig. 237.
Rupolo, Domenico, 254; figg. 214, 216. Serego Allighieri ‘Dante. 206. Tozzi, Pierluigi, 241; fig. 2.
Ruskin, John, 50-1, 246; figg. 23-24. Seriman, Zaccaria. 140. Tradonico, Pietro, 21-2. Rykwert, Joseph, 241, 250. Serlio, Sebastiano, 73, 97; figg. 68-70. Travani, G., fig. 195. Sestan, Ernesto, 243. Tremignon, Alessandro, 130, 135; fig. 103. Seutter, Matteo, 132; fig. 105, Trevisanato, Enrico, 225, 253; fig. 207.
Sabbadino, Cristoforo, 53, 76, 91-2, 94, Sganzin, Mattia G., 252. Tribuno, Pietro, 23. 111, 249; figg. 43, 44, 62, 63. Sicher, Giovanni, 254. Trincanato, Egle, 48-9, 243-50, 253; fig. 34. Sagredo, Agostino, 252-3. Simmel, George, 5, 241. Tucci, Ugo, 245. Salvadori, Giuseppe, 188. Sinding Larsen, Staale, 244. Salviati, Francesco, 99. Smeraldi, Francesco, fig. 74. Salvini, 252. Solari (famiglia), xoti come Lombardo, 83, Ughi, Ludovico, 136-7, 140, 184, 198; figg.
Salvioni, Bernardo, 89; fig. 59. 247; fig. 66. 109, 117, 118, 144.
Indice dei nomi 279
Vadagnino, vedi Vavassore. Wagner, Giuseppe, fig. 133. Zanolini, Antonio, 252. Van der Heyden, 124. Werner, Friedrick B., fig. 116. Zava Boccazzi, Franca, 247.
Van Loon, 124; fig.fig. 110.127. Werner, J., 254. Rudolf, Zendrini,250. Bernardino, Van Wittel,H.,Gaspare, Wittkower, 27-28. 57, 145, 246; figg.
97; fig. 47. Ziani, Pietro, 45, 245.
Vavassore, Zoan Andrea, detto Vadagnino, Wyrobisz, André, 67, 246-7. Zevi, Bruno, 251, 254-5.
Vendrasco, A., 209; figg. 221, 223. Zilioli, Ziani, Sebastiano, 31, 39, Venturelli, Romeo, 168. Cesare, 89.41, 45, 245.
Venturi, Franco, 250. Xenodocos da Corfu, Joanis, fig. 42. Zille, Giangiacomo, 243-4; figg. 9, 11. Vignola, Jacopo Barozzi, detto il, 84. Zorzi,Marino, Alvise, 251-5. Violante, Cinzio, 242, 244. Zorzi, Visentini, Antonio, 134; figg. 145-147. Zuliani, Fulvio, 47. 244-5. Vitruvio, 84. Zago, Ferruccio, 246. Zunica, Marcello, 252. Vittoria, Alessandro, 89, 108, 110; fig. 82. Zaiotti, Paride, 255. Zusto, Ermolao, 49-50.
Vivante, Raffaele, 254-5. Zalterio, Bolognino, 85, 104. Zusto, famiglia, 45, 49. Volpi, Giuseppe, 228. Zamberlan, Francesco, 108; fig. 76. Zusto, Luca, 247.
BY
Indice dei luoghi e delle cose notevoli*
Accademia, o Accademia di belle arti, 169, — Piazzale dei Bacini, 228. Ca Bon-Rezzonico, vedi Palazzo Rezzonico.
204, 206. — Piazzale delle Vergini, 228. — Contarini, vedi Palazzo Contarini. Adda, 16. — Portale del Bucintoro, 91. — Corner della Regina, vedi Palazzo CorAcquedotto di Venezia, fig. 217. — Porta di Terra dell’Arsenale, 68, 247. — Corner, vedi Palazzo Corner.
Adige, — Portale di dell’Artiglieria, 91.diner della Adria,14. 8. Arsenale Pola, 177. — Dio, 96,Regina. 246.
Adriatico, mare, 3, 5, 7-8, 13, 16, 20, 22, Ascensione, vedi S. Maria in Broglio. — d’Oro, vedi Palazzo Contarini.
43, 79, 167, 188. Arte, 45, 114, 245-6. — Foscari, vedi Palazzo Foscari.
Agnadello, battaglia di, 77-9. Ateste, o Este, 16. — Grande Barozzi, 41, 44; figg. 18, 19.
Albero della liberta, 176. — duomo, 130. — Lezze alla Misericordia, vedi Palazzo da Albiola, 22. Austerlitz, 159. Lezze. Altino, 7-8, 10-1, 14, 16-7, 23, 242. Austria, 177, 186, 252. — Lion, vedi Palazzo Lion.
Ammiana, 22,66,31. ,— vedi Palazzo Pesaro. vedi Amsterdam, 3, 125. — Pesaro, Rezzonico, o Ca Bon-Rezzonico,
Ancona, 22. Bacchiglione, 16. Palazzo Rezzonico.
Angelo Raffaele, figg. 15, 26, 170-173. Bacino Orseolo, 206, 217; figg. 205, 242. Cadore, boschi del, 64.
Apsamo, 22. Banca Commerciale, 228. Calcutta, 3.
Archivi, 169. Bassano, 191. 22). Arco di Palladio al Lido, 137; fig. 71. Baviera, 23. — dei Corazzieri, 104.
Aquileia, 8, 10-1, 14, 17, 22, 28, 241-2. Barcellona, 61. Calle Barbaria delle Tole, a Castello, 72,
Arco veneziano, figg. 23-24. Biennale, 225, 254; fig. 154. — dei Furlani, 104.
Arsenale di Venezia, 35, 45, 47-8, 53, 57, Bisanzio, o Costantinopoli, 10-1, 16-7, 23, — della Vida, figg. 136-137. 65-6, 73, 82, 90-1, 104, 160, 168-9, 177, 28, 31, 39, 41, 43, 45, 58, 64, 67, 133. — del Lovo, 188.
184, 186, 206, 226, 228, 249, 251-2; Borsa, 176. — del Paradiso, a S. Lio, 39, 66; fig. 36. — Forni di S. Biagio, 65. Bottenighi, vedi Marghera. — Larga S. Marco, 95, 99. figg. 20, 26, 56, 58, 160-165, 243, 252. Boston, Museo di, fig. 128. — Larga 2 Aprile, 208.
— Nuovo, 65, 69. Brenta, detto anticamente Medoacus Maior — Lunga S. Moisé, 208. — Vecchio, 47, 69; fig. 20. e Minus, 7-8, 10, 16, 31-2, 53, 56, — Riello a S. Croce, 104.
— Cantieri (o squeri) dell’Arsenale, 177. 69, 75. — S. Andrea, figg. 138-139. — «casa della guerra», 91. — Ramo secco del Brenta, 75. — Spadaria, 29.
— Corderie, 65, 91. — Taglio di Brenta Nuovissima, fig. 142. — Zotti, 66, fig. 35.
— Darsena Nuova, 47, 65. Brindisi, 22. Camaldolesi di S. Michele di Murano, vedi
— Darsena Nuovissima, 69. Brondolo, 22. S. Michele di76. Murano. — Fonderie, 65. Bruges, 61. Cambrai, 74, — Gaggiandre, 91. Bucintoro, 90; fig. 48. Camera del Frumento, 65. — Nuovo Bacino, 228. Burano, isola, 22, 243. Camera del Sale, 65.
* TI presente indice registra i nomi che compaiono nel testo, nelle didascalie, e nelle note. In questo indice, i termini relativi a luoghi di Venezia sono raccolti, di preferenza, sotto il nome del Santo titolare delle chiese parrocchiali o conventuali intorno alle quali gravitano gli stessi. Tale dispositivo € suggerito dalla storia della citta, nella quale gia i confinia medievali si nominavano in relazione ai Santi tutelari, ed ancora oggi prevale lo stesso criterio.
282 Indice dei luoghi e delle cose notevoli Camera di Commercio, 176. — (o rio) di S. Anna di Castello, 168. - Centro di Studi Veneziani, 245.
Campalto, 56, 231. — (o rio) di S. Barnaba, fig. 100. Cesena, 22. — di S. Francesco della Vigna, 90. — Salso, 230-1. 252; figg. 13, 58.
Campanile dei SS. Apostoli, fig. 168. — Osellino, 230. Chioggia, 16, 22, 31-2, 43, 57, 85, 92, 249,
— di S. Giorgio Maggiore, figg. 168, 190. — Vigano, vedi Canale della Giudecca. — Canale, 3. — di S. Giovanni Elemosinario di Rialto, Canaleclo (flumen di Mestre), 25-6, 31. — Canale la Vena, 32.
fig. 168. Canalis Calanecli, poi Canal Grande, 25; — Canalis Maior, o degli Angeli, 32.
— di S. Pietro di Castello, fig. 168. v. anche Canale di Cannaregio. — Plathea, via-piazza, 32.
Campiello della Cason, 243. Candia, 77. — Portus Murianae, 32.
Campo dei Carmini, 72. Cannaregio, sestiere, 25-6, 31, 35, 96, 107, — Saline, 17, 53. — di Marte, vedi Campo Marzio. 113, 129; figg. 15, 26, 118. Chiesa dei Greci, 112, 129. — Marzio, o Campo di Marte, 124, 225, Canonici Lateranensi, o della Carita, vedi Chiesa dei Tolentini, 114.
253; figg. 219-220, 253. S. Maria della Carita. Chirignago, 231.
— di S. Agostin, fig. 16. Caorle, 22. Cimitero Generale, 168-9; fig. 156.
— di S. Geremia, 72. Carinzia, 23. — di S. Cristoforo, 178, 252. — di S. Giacomo dall’Orio, 36; fig. 16. Carita, vedi S. Maria della Carita. — ebraico al Lido, figg. 238-240. — dj S. Giovanni Decollato, o $. Zan De- Carlowitz, 77. Cina, 43.
gola, fig.fig.16. Carpenedo, 230. Cipro, del 77.Lido, 225. — di S. Lio, 17. Casa ai Biri, 88. Citta-giardino — di S. Maria Formosa, 36, 73. — Basso al ponte delle Guglie, fig. 241. — delle Muse, 225.
— di S. Polo, 39, 73; fig. 16. — dei Contarini dalla Zogia, 49. Cittanova, o Civitas Nova, o Eraclea, 7-8, — di S. Salvador, 118. — di Forza, 168. 16, 21-3, 31. — Manin, 206. V. anche Campo S. Pater- — di Lavoro, 169. Colonnette, 178. niano. — d’Industria, 168. Comacchio, 13-4, 16-7, 22. — S. Bartolomeo, 188, 193, 208. — di un maniscalco ai SS. Apostoli, 58. Concordia, vedi Concordia Sagitaria.
— S$. Gallo, 218. — Rava a S. Silvestro, figg. 234-6. Concordia Sagitaria, 10-1, 14, 16, 242. — S. Luca, 193, 218. — Scarpa alle Zattere, figg. 234-6. Congregazione di Carita, 168. — S. Margherita, 72. Case affidate ai Procuratori di S$. Marco, o Consiglio dei Dieci, o dei X, 43, 56, 75. — S. Moisé, figg. 229, 230. ad altre Procuratie, 66. Conventi degli Ordini mendicanti, 47.
— S. Paterniano (poi Manin), figg. 206, — degli Zusto, 45. Sonvento Somasco, o dei padri Somaschi 207. — dei Farsetti presso S$. Luca, 146. (ora Seminario Patriarcale), 112; fig. 98. — S. Ternita, fig. 244. — della Marinarezza, 66; figg. 34, 247. — della Trinita, 118. — S. Vito, o S. Vio, 193. -— del legato Casazza ai Gesuiti, 104. Corfu, 8. Campoformio, 159. — di Calle Zotti a S. Sofia, fig. 35. Corte Bottera ai SS. Giovanni e Paolo, 49. Canale di Cannaregio, o Canaleclo, 25-6, Casermette, 228. — Colonne a Castello, 222. 28, 35-6, 53, 56, 58-9, 72, 104; figg. 16, Cassa di Risparmio, 224; fig. 207. — del Fontego a S. Margherita, 49.
118. Castelforte S. Rocco, 104. — del Lion (ora del Remer) a S. Giovan— da Venezia a Mestre, 56. Castelfranco, 191. ni Crisostomo, 51. — della Giudecca, o Vigano, 25-6, 28, 35- Castello, sestiere, 31, 67, 91, 96, 113, 129, Costantinopoli, vedi Bisanzio.
36, 53, 56, 58-9, 72, 104, 253; figg. 16, 137, 177, 206; figg. 15, 26. — Chiesa dei SS. Apostoli, 29.
118. Castello di S. Andrea, 85. Costanziaco, 31.
— Grande, 20, 23, 25-6, 28, 31-2, 35-6, Castellum. di Olivolo, vedi Olivolo. Cotonificio Veneziano, 226; figg. 219-220.
39, 44-5, 48, 51, 53, 64, 66, 72, 74, 84, Catasto austriaco, figg. 160-165. Cremona, 16.
92, 96-7, 105, 107, 112-3, 118, 125, — napoleonico, figg. 160-165. Curzola, 28.
129, 146, 188, 193, 209, 243, 247, 253, — urbano, 169. 255; figg. 23-24, 26, 32, 33, 62, 68-70, Cavalcavia a S. Francesco della Vigna, fig.
90-94, 97, 101, 118, 126, 127, 130, 133, 157. Danubio, 8.
134, 168, 174-178, 210, 216, 242, 255, — di S. Giuliano, 230. Dese, 17, 56. 263. — per Mirano, 230. Diga di Malamocco, 177; fig. 159. — di Luprio, poi Canal Grande, 26. Cavallerizza dei SS. Giovanni e Paolo, 95. — di S. Nicold, fig. 159.
— di Malamocco, 3. Cavallino, 22. Dogana da Mare, 72, 112, 118, 120, 132,
— di S. Elena, 225. Cavana, isola, vedi S. Maria delle Grazie. 137, 253; fige. 90-94, 98, 106, 126, 127, — di S. Marco, 26, 41, 45, 61. Cavana, isola, vedi S. Clemente, isola. 128, 181. — di S. Vidal, poi Canal Grande, 26. Cavarzere, 22, 245; fig. 9. Domenicani a SS. Giovanni e Paolo, vedi
— dei Marani, 57. Celestia, vedi S. Maria della Celestia. SS. Giovanni e Paolo.
Indice dei luoghi e delle cose notevoli 283 Dorsoduro, sestiere, 23, 25-6, 31, 35, 69, Gallerie dell’Accademia, fig. 17. Insulae di S. Sofia, figg. 21-22.
197. Gemine, 25-6. (IACP), 225, 228. Genova, 8. — Autonomo per le Case Sane ed Econo-
72, 96, 118, 183, 204, 243; figg. 15, 26, Gambarare, 21. Istituto Autonomo per le Case Popolari
Germania, 61, 133, 191. miche, 224. Edessa, 11. Gesuiti, 130. Istria, 13, 17, 242; fig. 3. Edificio per i Bagni Salsi, fig. 153, Ghetto, 104, 113.
— per negozi al ponte del Lovo, fig. 200. — Nuovissimo, 104. Efeso, 11. — Vecchio, 104. Jesolo, o Equilis, o Equilo, 21-2, 251. Egeo, 39, 43, 50. Giardinetti, vedi Giardini Reali a S. Marco. — Chiesa di S. Maria, 29.
Egitto, 43. Giardini alla Madonna dell’Orto, 89. Jonio, equivalente di Adriatico, 13. Elba, 8. — aS. Antonin, 89. Entrepot, 253; fig. 181. —a5. Basilio, 89.
Eguilo, vedi Jesolo. — aS. Canciano, 89. Kaffeehaus, 177.
Fracliana, vedi Cittanova. — aS. Caterina, 89.
Eremitani di S. Stefano, vedi S. Stefano. — a5. Girolamo, 89. Lago dei Badoer, 47.
Esposizione Nazionale Artistica, 225. — della Biennale, 240, 254. — (o lacus) di S. Daniele, 35, 45, 47, 65;
Este, vedi Ateste. — della Giudecca, 89. fig. 20. Excelsior Palace H6tel al Lido, 219; fige. — di Murano, 89. —_—. Morosini a Dorsoduro, 48. 232-233. — pubblici di Castello, 88, 168, 225; figg. Lazzaretto Vecchio, isola, 47. 152, 154, 158, 160-165, 219-220. Legge di Napoli, 219. — Reali a S. Marco, 65, 168, 176; figg. Leningrado, 3.
Fabbrica tabacchi, 177. 160-165, 0 Lepanto, 77. Favaro Veneto, 231. Giardino alla Pieta, 89. Levante, traffici con il, 16, 61.
Fermo, 22. — aS. Angelo, 89. Lidi (litorale), 2-3, 57, 145. Ferrovia, 204, 206, 225. — aS. Gervasio, 89. Lido, 145, 219, 235, 237, 254; figg. 159,
— Strada ferrata del Brenner, 191. Ginnasio-liceo, 169. 232-233, 238-240.
— Strada ferrata ferdinandea, 167. Giudecca, 58, 60, 72, 85, 92, 113, 120, Lista di Spagna, 193.
Fiandre, 43, 60. 137, 168, 177, 209, 225-7, 237; figg. 15, Litorale della Certosa-Vignole, 56. — Galere di Fiandra, 245. 26, 62, 63, 119, 120, 122, 125, 126, — del Lido, vedi Lido. | Fiera della Sensa, 145; fig. 132. 158, 180, 181, 221, 241, 246. — di Pellestrina, 57, 145.
Fine, 22. — Nuova, 59; fig. 29. — di S. Erasmo, 32, 56. 242. — Piazza d’armi, 177. Litorali del Cavallino, 3. — dei Turchi, vedi Palazzo Pesaro. — Ponte Lungo, D9; fig. 29. Littoris Pelestrine, vedi Litorale di PelleFondaco dei Tedeschi, 73-4, 84; figg. 168, — «Grandiosa passeggiata », 177. — di S. Nicold, 56.
Fondamente Rizzi a S. Maria Maggiore, — Punta di 5. Giovanni, 168. strina. 113. — S. Eufemia, figg. 15, 26. Loggia di Palladio al Lido, Fondamente delle Zattere, 82. V. anche — 8. Giacomo, 222, 225. Lombardia, 252.
fig. 71.
Riva delle Zattere. — SS. Biagio e Cataldo, fig. 26. Lombardo-Veneto, 177, 252. — Nuove, 82, 89, 91, 94-5, 99, 118, 249; — Zitelle, 168. - Loreo, 22.
fig. 59, Giustizia Vecchia, 45, 65, 245. Lubianon, 22. Fontego delle farine, 176. Grado, 14,80.17, 22, 43,25-6, 245;28, fig.31. 9. Lucca, 66. | Foro boario, 230. Granai di Terranova, : Luprio,
Fossis, 16.
Forte Marghera, 230. Grand Hotel des Bains, al Lido, 219; fig. — Chiesa di S. Croce, 31-2, 35-6.
Fortezza di S. Nicold, 56. 231. — Chiesa di S. Polo, 31.
Fossetta, 92.
Fossone, 22. Heraclia, vedi Cittanova. Macello a S. Giobbe, 178. |
Francia, 43, 78. Hotel Bauer-Griinwald, figg. 226-227, 228, Maddalena, vedi S. Maria Maddalena.
nori. Magazzini della Dogana, fig. 98., Frezzeria, 193. — del punto franco, 226. Friuli, 74, 92. Iconoclastia, 16. Maggior Consiglio, 43, 47, 57-9, 61, 65. Frari, vedi S. Maria Gloriosa dei Frati Mi- 230. Madonna dell’Orto, 225; fig. 245.
Fusina, 56; fig. 180. Incurabili, ospedale e chiesa, 96, 99. Malamocco, 0 Metamauco, 3, 7-8, 10, 17,
Inghilterra, 78. 20, 22, 31, 224, 243, 252, |
284 Indice dei luoghi e delle cose notevoli — Bacino di Malamocco, 75. Orto di S. Alvise, vedi S. Alvise. — Corner della Regina, 130, 146; fig. 102.
162. gini. — Corner-Mocenigo, fig. 85.
— Bocca di porto, o porto di Malamocco, — delle Vergini, vedi S. Maria delle Ver- — Corner-Gheltof, fig. 85.
— Punta di Alberoni, 252. Ospedale civile, 169. — Corner-Spinelli, 97. Malcontenta, 8, 10, 20, 231. — degli infermi, 168. — Correr-Contarini, fig. 85.
Mantova, 16. — militare, 169. — Da Mosto, 51, 246; figg. 23-24. Marghera, 227-8, 232, 237, 254-5; fig. 256. — di S. Bartolomeo, fig. 26. — Dandolo-Paolucci, fig. 85. — Bottenighi, 56, 228. Ospedaletto, 112, 120, 129. — Diedo, fig. 85.
Porto di Bottenighi, 227; fig. 255. Ospedali delle Scuole, 66. — Dolfin (poi Manin), 80, 96, 108, 146;
— Magazzini Generali, figg; 219-220. Ospizi, 48. fig. 65.
Marzenego, 17, 56. Ospizio di S. Clemente, 246. — Dona-Balbi, fig. 85. Mediterraneo, mare, 57, 68, 168. — di S. Maria delle Grazie, 59. — Emo, fig. 85.
Medoacus, vedi Brenta. — Orseolo, 80. — Farsetti, 44-5. Mendicanti, 67, 112, 120, 129. — S. Bartolomeo, 35. — Flangini, 146; fig. 85. Mercato Vittorio Emanuele 11, figg. 213, — S. Biagio, 35. — Flangini-Fini, fig. 85. 214. — SS. Pietro e Paolo, 35. — Foscari, 64, 118, 125, 204, 219, 235; Mercerie, 58, 73, 95, 248. ~ Ossero, 28. figg. 32, 112-113, 263. Mestre, 8, 17, 21, 36, 56-7, 74, 78, 228, Ostiglia, 14. — Franchetti, vedi Palazzo Cavalli-Fran-
230-2,Padoana, 239, 244, 255; figg. 256, 258- chetti. 259. 92. — Giovanelli, 183. — Flumen, 26. Padova, 7-8, 10-1, 14, 16-7, 29, 53, 56-7, — Giustinian, fig. 32.
— Mercati, 129. 61. 228. 242. — Grassi, 146.
— S. Giuliano, 230-2. __ Chiesa di S. Sofia, 29. — Grimani a S. Luca, 97, 108; figg. 67,
— Teatro Balbi, 137. Palazzina Marioni (poi Mainella) a S. Tro- 168. oo
mocco. __WN; foo. 234- 99.
Metamauco, o Metamaucus, vedi Mala- vaso, fig. 199. — del patriarca Grimani a S. Severo, 97, Milano, 0 Mediolanum, 8, 10, 159-60, 165, Dyer @ 8. Simeon grando, ge. 25 Gritti (di $. Marcuola), fig. 85.
17, 251-2. Palazzo detto Agnusdio, 64, 247. — Lezze, o da Lezze, 120; fig. 97. Mira, 231. Lge ape a: - Albrizzi, gia Bonomo, fig. 85. — Lion, 246. oo. Miracoli, vedi S. Maria dei Miracoli. _— Balbi-Valier, 108, 110; figg. 67, 82, 85. — Loredan, ora Municipio, 247.
Misericordia, abbazia della, 82, 85, 92, 99, __ Belloni-Battagia fig. 85. a — Loredan-Cini, fig. 85.
249; figg. 15, 26. — Betnardo. 64. _ — Loredan-Corner-Piscopia, 44. Monaco, fig. 237. — Bold’ fig 85 — Loredan-Vendramin-Calergi, 68, 97, 108, Monasterium dictum de Scapolo, 0 mona: — Bon-Rezzonico, vedi Palazzo Rezzonico. 248; fig. 168. stero dello scoglio, 246. — Brandolin-d’Adda, fig. 85. — Malipiero, fig. 85. Montenegro, 228 . — Cavalli-Franchetti, 64, 68, 183, 219; — Manfrin, 146.
Monumento Colleoni, fig. 168. fig. 33. — Manin, vedi Palazzo Dolfin. Moscovia, 133. — del Cinema, figg. 232-233. — Marcello, fig. 85.
Mostra Cinematografica della Biennale, figg. — Civran, fig 35. — del Mare, figg. 232-233. 23 2-23 3. . — Civran-Grimani, fig. 85. — Michiel dalle colonne (Ca Matteottt), Motta di S. Antonio, 168. — Coccina-Tiepolo-Papadopoli, 108, 219; 130; fig. 85. Murano, isola di 23, 31-2, 35, 43, 53, 56 figs. 67, 81. — pecan, eB urano, Isola Cl, 22, Phx, PP, 49, I9, IO — um Communis, 41. — Moro-Lin, 118. 51, 69, 76, 184, 226, 237, 242-4; figg. — _ Conrarint’ deito Ca dOro, 61, 64, 67, — Morosini a S, Stefano, 130; fig. 85.
V4, 26. 89, 183, 219; figg. 31, 168. — Muti-Baglioni, fig. 85.
— Chiesa di 5. Donato, 29. — Contarini degli Scrigni, fig. 85. — Pesaro, figg. 101, 102.
Museo Correr, 107, 197. — Contarini-Fasan, detto di Desdemona, — Pesaro (ora Fondaco dei Turchi), 44,
64, 114, 120, 130, 146, 219; figg. 19, 85, Nauplia, 77. — Contarini-Michiel, fig. 85. 102. . Negroponte, 69. — di Giorgio Cornaro, vedi Palazzo Cor- — Pesaro degli Orfei a S. Beneto, 64. ner della Ca Granda. — Pisani a S. Stefano, 117; figg. 84, 85.
Oderzo, 16. — Corner a S. Polo, 97; figg. 68-70. _ — Pisani-Moretta, 61, 64.
Officine del Gas, 226; figg. 253, 254. — Corner della Ca Granda, a S. Maurizio, — Priuli, fig. 85. , Olivolo, o Castrum Helibolis, vedi S. Pie- 80, 96-7, 99, 108; figg. 66, 168. — Rezzonico, 120, 146, 204; figg. 67, 85,
tro di Castello. — Corner dei Cavalli, 64. 100.
Indice dei luoghi e delle cose notevoli 285 — Ruzzini, 117. Porto di Lido, 35, 56-7, 82, 190. — Ponte, 45, 75, 85, 89, 104, 108, 117,
— Sandi, 130. — di Malamocco, 10, 190. 135, 186, 248; figg. 51-52, 60-61, 77, — Tiepolo, 130; fig. 64. — di S. Erasmo, 56-7; figg. 27-28. 78-79, 80, 90-94, 126, 168.
— Tiepolo, ora Albergo Europa, fig. 85. — di Venezia, 57, 252; figg. 27-28. — Ponte-mercato, 82.
— Tiepolo-Papadopoli, vedi Palazzo Coc- Porto Marghera, 228, 231, 237, 240, 253. Rimini, 8, 22.
cina-Tiepolo-Papadopolli. Prato della Valle, 146, 251. — Tempio, 68.
— Treves, gia Emo, fig. 85. Presburgo, 159. Rio dell’Arsenale, 58, 72.
— Vendramin Calergi, vedi Palazzo Lore- Prigioni Nuove alla Paglia, 108; figg. 83, — dell’Ascensione, 39, 41.
dan-Vendramin-Calergi. 90-94, 168, 201-202. — dei Barcaroli, 36, 72; fig. 16. — Zenobio, 130, 146. — per la Procuratoria, 80. — di Ca Foscari, 26. — Zulian, fig. 85. Provincia Venetiarum, 16. — detto della Canonica, 243. — Venier a S. Vio, 146. Proto del Magistrato alle Acque, 76, 132. — Batario, 39, 41.
Palestrina, 252. Pubbliche Prigioni, vedi Prigioni Nuove al- — di Castello, 23, 25, 35-6, 47, 243; figg. Palmanova, 77. la Paglia. 10, 112-113. Pannonia, 16. Punta della Dogana, vedi Dogana da Mare. — dei farai, fig. 242.
Parigi, 111, 160, 167-8, 177, 195. — di S. Antonio, 69; fig. 10. — del Gaffaro, fig. 237. Parma, 16. — di S. Marta, 177. dei Greci, 193. Passarowitz, 77, 133. ——Marin, 36.
Pavia, 17. — dei Mendicanti, 118. Pellestrina, 22, 177. Quartiere di case popolari alla Giudecca, — di Noale, 25, 35.
Peloponneso, 77. fig. 246. — Novo, 25, 239; fig. 263. Pennello, detto la Garzina, 57. — di case popolari alla Madonna dell’Orto, — della Pieta, 72.
Pentapoli, 20. fig. 249. — del Ponte Lungo, 59. Pesaro, 22. — di case a S. Rocco, figg. 247-248. — di S. Agnese, 193.
Piave, 7, 16, 23, 31, 241. — dei Gesuiti, 222. — di S. Anna, 25, 47, 73, 251; figg. 10,
Piazza Umberto, 230. — Filippo Grimani, 225. 150-151, 160-165. Piazzale Roma, 233, 235; figg. 260, 263, — urbano di Porto Marghera, 230; fig. 257. — di S. Giovanni Decollato, 36. 267. — a Quintavalle a S. Pietro di Castello, — di S. Giuseppe, 168.
Piovego, magistratura del, 58. 222. — di S. Luca, 36. Po, o Padum, 10, 13-4, 241. — di S. Bartolomeo, 243. | — di S. Maria Formosa, 36. Poitiers, 17. — di S. Giuliano, 230-1. — di S. Moisé, 36. Ponte dell’Arsenale, figg. 201-202. — di 5. Marta, fig. 245. — di 5. Polo, 36.
— autostradale del Littorio, ora della Li- — Vittorio Emanuele 11 a S. Elena, 240; — S. Severo, 99. .
233, 235, 239-40; fig. 260. figg. 250, 251. — dei SS. Apostoli, 35, 243. —berta, sul Canal Grande allo Spirito Santo, — della Sensa, 113. — della Carita, o dell’Accademia, 193. Ragusa, 28. — del Ferro, 96. . — al Corpus Domini, fig. 62. Ravenna, 5, 8, 10-1, 13-4, 16-7, 20, 29, | — dell’'Impero, 239.
fig. 63. Riva del Carbon, 204, 219.
— in ferro dell’Accademia alla Carita, 183, 241-2. — degli Schiavoni, 73, 145, 168, 193, 219, 204; figg. 196, 197. Redentore, 79, 105, 111, 118; figg. 72, 246. 240, 242-3, 251; figg. 129, 160-165, — ferroviario translagunare, 177, 184, 208- — aS. Vidal (progetto), 85. 191, 201-202. | 209, 233. Rialto, O Rivoaltum, 20, 22-3, 25-6, 28, 31, — delle Zattere, 72, 91, 95, 99, 113, 193,
— del Lovo, 193, 230. 39, 53, 58, 73-5, 82, 84-5, 89, 96, 104, _ 206, 208, 253; fig. 125. — metallico sul Canal Grande agli Scalzi, 108, 183, 193, 204, 206, 245, 247; Rivoalto, vedi Rialto.
fig. 197. figg. 26, 125, 212. Rivus Vicanus, 243.
— della Paglia, 58, 108. — Chiesa di S. Jacopo, o S. Giacomo di Roma, 7-8, 11, 17, 29, 78, 111, 145, 195.
— di pescaria, fig. 46. Rialto, 35; figg. 15, 26. Ruga due Pozzi, 49; figg. 21-22. — di S. Biagio, 58. — Fabbrica dei Savi, 73. — dei Ragusei, fig. 198. — Chiesa di S. Matteo di Rialto, fig. 15.
— di S. Moise, figg. 208-209. —— Fabbriche, 85; fig. 212. — di S. Provolo a S. Zaccaria, 39. — Fabbriche Nuove, 84. Sacca dell’Angelo, 92, 177-8; figg. 118, 158. — della Veneta Marina, fig. 155. — Mercato, 28, 60; figg. 214, 215. — Fisola, 237, 240.
— presso la Zecca, 176. — Molo, 85. — della Misericordia, 89, 129; figg. 56,
— tra la Zecca e i Granai, fig. 48. — Palazzo dei Camerlenghi, 73, 85; fig. D7, 59. :
Potticciolo di S. Giuliano, 230-1. 168. — di S. Chiara, fig. 118.
286 Indice dei luoghi e delle cose notevoli Sacche, fig. 62. S. Giobbe, 35, 72, 209, 222. — Biblioteca Marciana, vedi S. Marco, LiSaigon, 3. S. Giorgio Maggiore, 20, 36, 48, 58-60, 85, breria Marciana.
Saint-Front di Périgueux, chiesa, 29. 105, 108, 120, 130, 168, 177, 184, — Campanile di S. Marco, 41; figg. 51-52.
Salizzada S. Lio, 36. 242, 246, 253; figg. 15, 26, 73, 120, — Canonica di S. Marco, 95.
Salute, vedi S. Maria della Salute. 128, 167, 180. — Centro politico, 20.
S. Agnese, 35; figg. 15, 26. S. Giovanni Battista, o in Bragora, 26, 35, — Chiesa di S. Teodure, 22, 39. S. Agostino, o S. Agostin, 48-9; figg. 15, 59; figg. 15, 26, 29. — Colonne di Marco e Todaro, 39, 41, 65.
16, 26. S. Giovanni in Bragora, vedi S. Giovanni — Libreria (o Biblioteca) Marciana, 1, 80, S. Alvise, 69, 249. Battista. 108, 168, 176, 249; figg. 46, 51-52, S. Andrea della Zirada, 82, 209, 235; figg. S. Giovanni Crisostomo, figg. 15, 26. 111.
26, 138-139. S Giovanni Decollato, o S. Zan Degola, — Loggetta, 80; fig. 46.
S. Angelo, 47, 49, 204; figg. 15, 26. 36; figg. 15, 26. — Martyrium, 244.
S. Anna, 47, 57, 240; fig. 26. S. Giovanni Elemosinario, figg. 15, 26. — Molo, 94, 105, 120, 176; fig. 46.
S. Antonino, o S. Antonin, 26, 104; figg. S. Giovanni Evangelista, 47; figg. 15, 26. — Palatium, 243-4. Vedi anche S. Marco,
15, 26. S. Giovanni Novo, figg. 15, 26. Palazzo Ducale.
S. Antonio, 72; fig. 10. S. Giovanni in Tempio, vedi S. Giovanni — Palazzo Ducale, 22, 39, 41, 48, 51, 58,
S. Apollinare, vedi S. Aponal. dei Templari. 61, 68, 77, 108, 168, 176-7, 183, 186,
S. Aponal, o S. Apollinare, 47; figg. 15, 26. S. Giovanni dei Templari, o S. Giovanni 219, 243; figg. 48, 51-52. Vedi anche
S. Barnaba, 35; figg. 15, 26. in Tempio, ora dei Cavalieri di Malta, S. Marco, Palatium. 35, 49, 193, 204, 210; figg. 15, 26. S. Girolamo da Fiesole, 246. Sale dei Domini de Nocte, 61.
S. Bartolomeo, o S. Bartolomio, Apostolo, fige. 15, 26. Porta Granda, poi Porta della Carta, 61. S Basilio, o S. Basegio, 35, 104, 113, 193, S Giuliano, o S. Zulian, 80, 95, 99; figg. Sala del Maggior Consiglio, 69.
206, 208-9; figg. 15, 26, 181. 15, 26. Sala delle Nappe, 69.
S. Basso, figg. 15, 26. S. Giustina, 35, 69, 129, 249; figg. 15, 26. Scala dei Giganti, 80. S. Benedetto, o S. Beneto, 35; figg. 15, 26. S. Gregorio, 23, 35, 120, 219, 243; figg. Scala d’Oro, 80.
S. Biagio, o S. Blasio, 35-6, 65, 168; figg. - 15, 26. — Palazzo patriarcale, figg. 148-149.
15, 26. S Ilario, 20-1, 31, 242. — Palazzo Reale (ex Procuratie Nuove),
S Canciano, 35; figg. 15, 26. S. Lazzaro dei Mendicanti, 118; figg. 26, 168, 176.
S. Cassiano, 49; figg. 15, 26, 213. 85. — Panetterie, 46.
S. Caterina, 35, 66, 92; figg. 15, 26. S Leonardo, 178, 204, 222; figg. 15, 26, — Piazza, 39, 45, 48, 53, 58, 60, 72-3, 80,
S. Chiara, 48, 72, 92, 177, 228; fig. 26. 245. ° 82, 89, 96, 176, 178, 183, 206, 208,
S. Clemente de Orfano, 35, 246. S. Leone, vedi S. Lio. 218, 244-5, 248; figg. 6, 49, 90-94, 131, S. Cristoforo, 169, 178. S. Lio, o S. Leone, 36; figg. 15, 26. 145-147, 148-149, 217. Vedi anche S. S. Croce di Luprio, 25-6, 31, 36, 59, 69, S Lorenzo, 21, 35, 72; figg. 15, 26, 85. Marco, Platea Sancti Marci. 204, 246; figg. 15, 26, 118. S Luca, 171, 183, 204, 206, 210; figg. 15, — Piazzetta, 61, 80, 89, 136; figg. 46, 48.
— purgo di S. Croce, 243. 26, 242. — Piazzetta dei Leoni, 146. S. Damiano, vedi S. Chiara. S. Lucia, 32, 72, 177, 183, 204, 209, 235, — Platea Sancti Marci, 176. Vedi anche S Daniele, 35, 45, 240; figg. 15, 26. 253; figg. 15, 26. S. Marco, Piazza.
S. Domenico, 47; figg. 10, 26. S. Marciliano, vedi S. Marziale. — Procuratie, 39, 186; figg. 49, 50. S. Elena, 35, 57, 76, 219, 225, 237, 239, S. Marco, 28, 39, 48, 58, 73, 75, 80, 84, — Procuratie Nuove, 96, 108, 111, 176; 254; figg. 26, 219-220. 90, 95, 117, 120, 129, 168, 176, 178, fig. 49. Vedi anche S. Marco, Palazzo
S Erasmo, 22, 251. 183-4, 204, 206, 243, 252-4; figg. 15, Reale.
S. Eustachio, vedi S. Stae. . 26, 90-94, 103, 126, 134, 160-165, 232- — Procuratie Vecchie, 44, 75, 80, 96, 176; S. Fantino, o S. Fantin, 80, 96, 193; figg. 233. fig. 242. 15, 26. — Bacino, 20, 25, 35, 48, 61, 94, 104-5, — Sestiere, 31, 36, 47, 137.
S. Felice, 55; figg. 15, 26. 111, 114, 118, 124-5, 168, 183, 225, — Torre dell’Orologio, o dei Mori, 73, 95;
S. Fosca, 35, 206, 244; figg. 15, 26, 203. 227, 255; figg. 127, 128. figg. 51-52.
S. Francesco della Vigna, 80, 85, 204, 249; — Basilica, 7, 28-9, 39, 43-4, 51, 61, 68, — Zecca, 80, 108; figg. 46, 51-52, 111,
fig. 26. 75, 80, 130, 176, 219; figg. 15, 26. 126.
S. Geminiano, 39, 80, 96, 176; figg. 15, Cavalli, 135. S. Marcuola, o SS. Ermagora e Fortunato,
26, 145-147. Mosaici, 244. 26, 35; figg. 15, 26, 141.
S. Geremia, 35; figg. 15, 26, 170-173. Nartece, 44. S Margherita, figg. 15, 26.
S. Giacomo dall’Orio, 26, 35; figg. 15, 26. Pala d’Oro, 245. S. Maria Annunciata, vedi S. Lucia. S. Giacomo de Luprio, vedi S. Giacomo Porta dei Fiori, 44. S. Maria in Broglio, o Ascensione, figg. 15,
dall’Orio. — Beccherie, fig. 46. 26.
Indice dei luoghi e delle cose notevoli 287 S. Maria della Carita, 0 dei Canonici Late- S. Nicold dei Mendicoli, 32, 35, 72, 113; S. Vidal, o S. Vitale, 35, 49, 130; figg. 15,
ranensi, 35, 72, 85, 178; figg. 15, 26. figeg. 15, 26. 26.
S. Maria dei Carmelitani, vedi S. Maria del S. Pantaleone, vedi S. Pantalon. S. Vio, o S. Vito, 35; figg. 15, 26.
Carmelo. S. Pantalon, o S. Pantaleone, 204; figg. 15, S. Vitale, vedi S. Vidal.
S. Maria del Carmelo, o dei Carmini, o dei 26. . S. Vito, vedi S. Vio.
Carmelitani, 48; figg. 15, 26. S. Paolo Apostolo, vedi S. Polo. S. Zaccaria, o S. Zaccaria Profeta, 20, 22,
S. Maria della Celestia, 48, 91; fig. 26. S. Paterniano, o S. Paternian, 49, 204, 206; 35, 67-8; figg. 6, 15, 26.
S. Maria dei Crociferi, 35; figg. 15, 26. figg. 15, 26. S. Zulian, vedi S. Giuliano.
S. Maria del Giglio, o Zobenigo, 23, 25, S. Pietro Apostolo, vedi S. Pietro di Ca- SS. Apostoli, 35, 193, 204, 206, 242; figg.
118, 208, 243; figg. 15, 26, 85, 226-227. stello. 15, 23-24, 26, 203.
S. Maria Formosa, 36, 47, 99; figg. 15, 26. S Pietro di Castello, 17, 20, 22-3, 25-6, 31, SS. Biagio e Cataldo, 59. a S. Maria Gloriosa dei Frati Minori, o Fra- 35, 47, 57, 76, 114, 176, 204, 237, 240; SS. Ermagora e Fortunato, vedi S. Mar-
ri, 67, 110, 155; fig. 26. fige. 6, 7, 15, 26, 74, 170-173. cuola. .
S. Maria delle Grazie, detta Cavana o Ca- S Polo, o S. Paolo Apostolo, 25-6, 31, 36, 55. Filippo e Giacomo, 95; figg. 15, 26.
vanella, ora della Grazia, 59, 246; fig. 47, 72, 204; figg. 15, 26, 118. SS. Gervasio e Protaso, vedi S. Trovaso.
26. S. Provolo, fig. 15. SS. Giovanni e Paolo, 47, 56, 67-9, 72, 89,
Giglio. S. Rocco, 82, 204, 224. , ”
S Maria de Jubanico, vedi S. Maria del S. Raffaele Arcangelo, vedi Angelo Raffaele. ss Someon Candas. wed iB. 26. Pic
S. Maria Maddalena, 0 Maddalena, 35, 158; S. Salvador, o S. Salvatore, 48, 75, 80, 85, colo, . .
figg. 15, 26, 135. 96, 99, 208, 218; figg. 15, 26, 262. o. yninita, ved! S. Ternita vi; S. Maria Mater Domini, 49; figg. 15, 26. S. Sebastiano, 209. Souls: c di SoM. a i Nj th S. Maria Maggiore, 104. S. Samuele, 35, 72, 219; figg. 15, 26. Savi dell wr ° 68 a5 145 10.
S. Maria dei Miracoli, 219. S. Secondo, 28, 56. Sch 2 ve od; S ola: S Je S. Maria della Misericordia, vedi Misericor- S. Secondo e S$. Erasmo, in isola, 28. C90 GE, edt Ochna, OCuOrs.
dia. S. Servolo, 7, 20; figg. 6, 26. Scuola oe Batu, Ne
S. Maria di Nazareth, o degli Scalzi, 118, S. Severo, figg. 15, 26. __ Grande della Misericordia. 80. 96: fig
129; figg. 85, 96, 134. S. Silvestro, 35, 178, 184; figg. 15, 16, 26. 64 2 ee
S: Maria di Nazareth: Lazzaretto Vecchio, S Simeone Apostolo, vedi S. Simeone Pic- __ Grande di S. Marco. 68. 80. 89. 247.
isola, fig. 26. colo. — Grande di S. Teodoro, 118.
S. Maria Nova, 35; figg. 15, 26. S. Simeone Grande, o S. Simeone Profeta, — della Misericordia, vedi Scuola Grande
S. Maria della Salute, 72, 79, 111, 114, figg. 15, 26. della Misericordia.
118, 120, 250, 253; figg. 85, 98, 99, S. Simeone Minore, vedi S. Simeone Pic- — di S. Marco. vedi Scuola Grande di S.
106, 114, 126, 127, 130, 134, 168. colo. Marco.
S. Maria dei Servi, 48, 58; fig. 26. S Simeone Piccolo, o SS. Simeone e Giu- — di S. Rocco, 104; figg. 136-137, 138-139. S. Maria in Valverde, o della Misericordia, da, 35; figg. 15, 26, 118, 133, 134, 168. — di S. Teodoro, vedi Scuola Grande di
35. S. Simeone Profeta, vedi S. Simeone Gran- S. Teodoro.
S. Maria delle Vergini, 48, 57, 69; fig. 26. de. Scuole, o scholae, 45, 129, 140.
S. Maria Zobenigo, vedi S. Maria del Gi- S. Sofia, 35, 66; figg. 15, 26. Scuole Grandi, 82.
S. Stae, o S. Eustachio, 35, 130; figg. 15, Seminario Patriarcale, vedi Convento SomaS.glio.Marina, 35-6; figg. 15, 26. 26. | SCO.
S Marta, 56, 92, 113, 178, 193, 204, 206, S. Stefano, 47, 49, 67, 85, 178, 193, 204, Senato, 56-7, 74, 90, 104, 246, 249.
235, 237; figg. 26, 245, 253. 219; fig. 15. Servi di Maria, vedi S. Maria dei Servi.
S. Martino (vescovo), 26, 45, 47, 80, 96, S. Stefano prete, vedi S. Stin. Sile, 7, 16, 23, 241.
248; figg. 15, 26. S. Stin, o S. Stefano prete, 47; figg. 15, Sinagoga, fig. 85.
S. Marziale, o S. Marciliano, 35; figg. 15, 26, 136-137. ; Spagna, 77-8.
26. S. Ternita, o S. Trinita, 26, 35; figg. 15, Spalato, 28. S. Matteo, fig. 26. 244. — Palazzo di Diocleziano, 245. S. Maurizio, 49; fig. 15. S. Toma, o S. Tomas, o S. Tommaso, 35-6, Spiaggia del Lido, 219. S Michele, 35, 68, 178, 252; fig. 26. 47; figg. 15, 26. — di S. Marta, 208-9.
226-227. 15, 26. Stallon dei Querini, figg. 214, 216.
S. Moisé, 35-6, 176, 193; figg. 15, 26, 103, S. Trinita, poi S. Maria della Salute, figg. Spina, 7, 13.
S. Nicola da Tolentino, o Tolentini, figg. S. Trovaso, o SS. Gervasio e Protaso, 35, Stato di Mare, 61, 68, 73. |
170-173. 193, 226, 253; figg. 15, 26, 85. — di Terra, 61, 68, 73-4. :
S. Nicold di Lido, 22, 29, 56-7, 82; fig. 26. S. Ubaldo (S. Boldo), figg. 15, 26. Statua di Napoleone in Piazzetta, 176.
288 Indice dei luoghi e delle cose notevoli Statuti, o Capitolari, 245. Tessera, 17. — Dante, 230.
Stazione ferroviaria, 177, 183-4, 193, 209, Tolentini, vedi S. Nicola da Tolentino. — Eugenia, poi Garibaldi, 240; fig. 155.
; Torcello, isola, 16, 21-3, 31, 43, 94, 243; — Eugenia, poi Nuova dei Giardini, figg. —235. marittima, 195, 206, 208-9, 226-8, 253; fig. 5. 160-165.
fig. 260. — Chiesa di S. Maria Dei Genitrix, 16. — Fausta, 251. Strada Eugenia, 251; figg. 150-151. Trau, 28. — Popilia, 8, 14, 16, 20. Magazzini Generali, figg. 219-220. — Chiesa di S. Fosca, 29. — Poerio, 230.
— Nova, 201; figg. 203, 204. Trentino, 191. — Postumia, 8, 11.
Svizzera, 191. 250. 206.
— provinciale Mestre-Malcontenta, 228. Trento, 230. — Principe di Piemonte, 230.
— SS. Apostoli-S. Fosca, vedi Strada Nova. — Museo del Castello del Buonconsiglio, — Vittorio Emanuele 11, o Strada Nova,
Trieste, porto di, 177. — xx Settembre, 230. Tre Porti, 85. — xxit Marzo, 206, 208; figg. 208-209. Taranto, 22. Treviso, 14, 21, 56-7. Vicenza, 14, 74. Teatri del Mondo, 90. Tronchetto, isola nuova del, 235. — Museo, 85.
Teatro La Fenice, 137. Vienna, 195; fig. 237. — S. Benedetto, 137. . , . Vignole, isola, 22, 251. — S. Cassiano, 137. Ufficio tecnico municipale, 230. Villino Monplaisir, figg. 238-240. — S. Girolamo, 137.
— S. Moisé, 137. Veneto, 8, 10, 23, 159, 242, 252. — S. Samuele, 137. Vergini, vedi S. Maria delle Vergini. Zara, 28.
— Vendramin, 137. Verona, 14, 29, 146. Zelarino, 231. Terranova, Arsenale di, 41, 45, 58, 65. Via Annia, 8, 11, 16. Zero, 17, 56.
Indice del volume
Premessa 1 IV. IL xu secolo: dal Communis Venetiarum alVim-
pero marittimo 31 I. La Venetia maritima e Vimpero romano d’Occi- Terre diverse e nuovi ricchi, p. 31
» Pp . :
dente 3 La duplice morfologia urbanap.di Venezia nel x11 secolo, 31 Natura e artificio nella geografia di Venezia, p. 3 Lo sviluppo tentacolare di Venezia individuato dalle chieVerso le origini, p. 5 se accertabili nel x11 secolo, p. 32 : Le coordinate preromane del sito, p. 7 Canali e campi nella morfologia a tappeto di Venezia al
La romanizzazione del territorio veneto, p. 8 XII secolo, p. 36
Il territorio di Venezia nella x Regione della Venetia et Il ponte di Rialto e la nuova Piazza S. Marco, p. 39 Histria, p. 8 La nuova frontep.portuale di S. Marco La cristianizzazione del Veneto, 10 stantinopoli, p. 41 e limpresa di Co-
II. La formazione del ducato veneziano 13 V. Verso la citta matura del Trecento 43 Il territorio di Venezia durante le guerre gotiche, p. 13 Dal Comune alla Signoria, p. 43
Le Venetiae nell’esarcato di Ravenna, p. 14 La basilica di S. Marco come fulcro ulteriore di espeLa prima fase dell’aggressione longobarda, p. 14 rienze urbane, p. 43 La crisi geoclimatica di fine secolo v1, p. 14 I palazzi del primo Duecento, p. 44 Il ducato veneto-bizantino di possessori e mercanti, p. 16 Il Fondaco dei Tedeschi e le prime scuole, p. 45
Il ducato fra due chiese e due imperi, p. 17 Il nuovo Arsenale di Castello, p. 45
Il vescovado di Olivolo-Castello e i monasteri benedet- L’intervento degli Ordini mendicanti, p. 47 tini, p. 17 Gli sviluppi residenziali nella citta gentilizia e corporaIl duca dei veneti si trasferisce nei pressi di Olivolo, tiva, p. 48
p. 20
III. Tre secoli per ilne contesto urbano 21pianta VI. La citta del Mrecento +formativi 2) . Soe La prima dicompleta Venezia, p. 5 € Quattrocento 53 ot er attecipeie ne nel testamenti di Giustiniano ed Il nuovo rapporto con la terraferma, p. 53
Il punto fisso di S. Marco, nell’area di Venezia 22 I] nuovo rapporto col mare, p. 56
Il Pactum Lotharii: 840 p. ys > P. I nuovi rapporti nella citta: dal cavallo alla gondola, p. 57
a 1, Seppoui, ; La nuova frontiera della Giudecca, p. 58
Toreelles es migrande tmperio (948-952) e lalternativa di Il grande cantiere della citta gotica, p. 60 I processi di urbanizzazione anteriori all’xr secolo, nelle I se erider urbano ¢ Hindustiia d : Lusso, p. 65 istenziali
secolo, p. 26 : . . , . p. 28 La veduta di Jacopo de’ Barbari, p. 68
parole del cronista Giovanni, p. 23 ‘6 enzep.a 25 tappeto, Le sei regioni urbane di Venezia nelLe x secolo, | p. 6 borgnesi, operale ¢€ assistenziall, Frontiere naturali e gruppi sociali a Venezia fra x ed x1
Il metcato di Rialto, p. 28 VII. La Venezia di Jacopo de’ Barbari 67
La svolta mercantile e politica di Venezia nel secolo x1, La citta trionfante di fine Quattrocento, p. 67
La nuova basilica di S. Marco, p. 28 La ricostruzione dell’area di Rialto, p. 73
290 Indice del volume VIII. La Renovatio del Cinquecento: da Sansovino a La « legge speciale » del 1807, il « piano » di G. A. Selva
Palladio 77Catasto e la politica napoleonica, 168 ; ; Il napoleonico, p.p.169
La Jistrutturazione dell’area marciana: Jacopo Sansovino, reggia in Piazza S. Marco, p. Gli anni austriaci: crisi Una e benessere, p.p. 176 177 Architettura e mito nella Venezia del Cinquecento, p. 82 L’urbanistica veneziana del medio Ottocento, p. 178 Il problema del ponte di Rialto e Andrea Palladio, p. 83 La pianta di Bernardo e Gaetano Combatti, p. 183
Larsenale, cartogralia con p. 85 La decadenza degli ultimi anni austriaci. Il turismo, p. 186 p. nar e laguna: Cristoforo Sabbadino e Alvise Cornaro XI. Venezia nell?Unita ditalia 195
itt > Cri di Alvise C ; . TT ots pret
Struttura urbana e linguaggi dell’architettura, p. 94 La Commissione per il Piano di Riforma: le linee delLa citta policentrica e la « poetica del frammento », p. 97 Vurbanistica veneziana dell’ultimo Ottocento, p. 195 I « grandi lavori», p. 206
Il Piano Regolatore e di Risanamento e le realizzazioni
IX. Il Seicento: citta e architettura del Barocco 107 del tardo Ottocento, p. 210
oe . , Il problema della casa e l’ediliziap.popolare, Il dopo-Palladio: ingegneria e retorica, 108 . a p. , ’219
Note 241
Dinamica urbana e immagine della citta, p. 111 Venezia «citta industriale », p. 225
Baldassare yee Longhena, p. 118 Marghera ¢ Mestre,p. p. 228 . Il ponte autostradale, 232
Il secondo Seicento, p. 129 tano ce : » P
Piante, vedute e « panorami» secenteschi, p. 124 UP del 1937-1939 235
X. Il Settecento: teorie e pratiche dell’urbano 133
La Venezia illuminista di Ludovico Ughi, p. 136 Cartografia 257 La « perdita dell’immagine »: Giorgio Fossati, p. 140
Urbanistica e storia: Tommasop. Temanza, p. 143 .delle . and illustraziont 265 Una cultura urbana, 146 Fonti
Bibliografia 267 1866: Francia e Austria 159 Indice dei nomi 275
XI. Dalla fine della Repubblica all’unificazione del
L’eta napoleonica, p. 159 La Commissione all’Ornato, p. 160 Indice dei luoghi e delle cose notevoli 281