Velletri. Carta archeologica. Le Castella (IGM 150 II SA-158 IV NE) 9788882654863


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Italian Pages 1340 [1316] Year 2008

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Velletri. Carta archeologica. Le Castella (IGM 150 II SA-158 IV NE)
 9788882654863

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PRESENTAZIONE

La nuova carta archeologica di Velletri sponsorizzata dal Comune, costituisce per la Città ed il suo territorio un prezioso strumento di conoscenza storico-archeologica e di programmazione urbanistica, II potrarsi delle ricerche mi sembra trovi ampia giustificazione nella mole e, soprattutto, nella qualità dell'opera Scorrendo le pagine del poderoso volume, non posso che compiacermi di quanto numerose siano le testimonianze del passato. La Città, nonostante le enormi distruzioni causate dagli eventi bellici e, talora, Ja mancanza di corretti indirizzi urbanistici, conserva ancora tracce dell’impianto romano e, soprattutto, considerevoli sopravvivenze della forma antica.

Resti, anche più cospicui, sono rintracciabili nell'intero comprensorio territoriale, talora tra filari di viti o tra i castagni dei boschi dell’ Artemisio. Questa ricchezza di presenze per me, sinceramente, motivo di orgoglio e insieme invito ad un forte impegno affinché queste non vengano disperse. L'opera risulta pertanto preziosa per il recupero di frammenti della storia dell'evoluzione del Comune

ed assume una rilevanza particolare al fine della salvaguardia e della valorizzazione dei siti archeologici in essa rappresentati, risultato di un capillare studio di elementi rilevanti individuati sul territorio che custodisce un patrimonio inestimabile, poco conosciuto ai più ma noto agli esperti del settore. La promozione e la riscoperta dei valori della storia di Velletri, città antica e gloriosa, è tra i principali obiettivi del programma dell’ Amministrazione comunale da me guidata Concludo congratulandomi con l’autore, dott. Manlio Lilli, per aver reso possibile la realizzazione della pubblicazione che verrà divulgata ed inviata agli ordini professionali, alle associazioni culturali, alle biblioteche FAUSTO SERVADIO Sindaco di Velletri

PRESENTAZIONE

1I volume imponente che Manlio Lilli ha dedicato al territorio di Velletri (antica Velitrae), mantiene assai più di quanto prometta. Oltre alle note di geomorfologia, alla storia degli studi e degli scavi (particolarmente ampia ed informata), alla presentazione delle fonti letterarie ed epigrafiche (che propone in realtà una vera e propria sintesi della storia politica, militare ed amministrativa della città, nonché un interessante excursus sulle gentes veliterne) e alla puntuale, minuta ricognizione di un'area enorme (152, 49 kmq), percorsa e ripercorsa instancabilmente per anni, e consegnata in schede dettagliate, vi troviamo tre capitoli di sintesi, che, nel loro insieme, costituiscono un vero proprio modello di “storia archeologica”: la lettura diacronica dell'assetto territoriale tra l'età neolitica e la tarda antichità (con un'ampia finestra dedicata alla ricostruzione dell'area urbana); l'esame delle infrastrutture (viabilità e opere idrauliche, particolarmente importanti in quest'area, come è noto): infine un'ampissima sintesi sulla cultura materiale, condotta ‘anch'essa su base diacronica.

Non è qui possibile entrare nel dettaglio di un’opera di tale ampiezza e complessità, che rinnova radicalmente le nostre conoscenze su uno dei più importanti centri urbani del Latium Vetus, il cui ruolo è stato determinante nella storîa della regione, in particolare in età arcaica e nel cruciale momento di trapasso tra la repubblica e l’impero, quando l'emergenza delle gentes locali culminò nel successo straordinario degli Octavii. Ci limitiamo a sottolineare ancora una volta le dimensioni e la qualità del lavoro, tanto più meritevole in quanto realizzato in condizioni ambientali difficilissime, in un'area ormai largamente urbanizzata e compromessa da interventi distruttivi di ogni genere. Si trattava ormai dell'ultima occasione per recuperare le tracce di un passato in via di rapida sparizione, per trasmetteme la conoscenza e per assicurame le residue possibilità di tutela: per questo dobbiamo tutti molta gratitudine all’ Autore. FILIPPO COAREL

PREMESSA

La realizzazione di una carta archeologica generalmente costituisce una straordinaria occasione per registrare la quantità e la qualità dei resti superstiti di un territorio, o di un singolo centro, oltre che un primo importante passo per proce: dere successivamente alla loro auspicabile tutela e, sol casi più fortunati, anche ad una loro valorizzazione. La carta archeologicadi Velletri, credo che almeno nelle intenzioni risponda pienamente a queste attese, creando peraltro i presupposti peril felice dispiegarsi delle fasi successive, come sta. dimostrare il ruolo propositivo svolto nella circostanza dal Comune, che ha prima contribuito parzialmente alle spese della ricerca e infine, soprattutto si ἃ fatta carico di quelle della pubblicazione. L'idea di un catasto del territorio e della città di Velletri mi è nata negli ultimi anni del Novecento occupandomi di una delle tante ville esistenti, certamente una di quelle in stato di conservazione migliore'. Ho avuto la fortuna allora che la mia proposta, potendo contare anche sul sostegno dell’assessore alla cultura avv. R. Mammucari, venisse entusiasticamente accettata dall’amministrazione comunale e che dunque mi fosse dato l’incarico di realizzare una carta delle strutture murarie superstiti. Da quella ricerca, finanziata dallo stesso Comune e terminata nel 2001, ha quindi preso le mosse un progetto ben più ambizioso, in considerazione soprattutto della vastità della zona da indagare — all'incirca 153 kmq -, cioè quello della realizzazione della carta archeologi cae quindi quello della sua edizione. Ne è scaturito un lavoro che ha permesso di evidenziare la ricchezza delle presenze, peraltro largamente ipotizzabile sulla base del confronto con i territori contermini indagati, e di rilevarne l’articolazione nelle diverse fasi Ringrazio quanti hanno fattivamente contribuito alla realizzazione e quindi alla pubblicazione di questa ricerca: mi sento quindi debitore nei confronti dell'ex sindaco dott. B. Cesaroni, al quale sono riconoscente anche per la più completa disponibilità mostrata nel tentativo di risolvere le difficoltà di vario tipo incontrate nel corso della ricerca; senza lo strenuo interessamento del dott. T. Sorrentino, già assessore al Commercio e successivamente al Bilancio, e al suo impegno nel ricercare nuovi fondi necessari per coprire le spese di edizione di una ricerca ben più “corposa”di quanto ipotizza» to al momento del finanziamento in corso d’ opera, forse questa ricerca non avrebbe potuto essere pubblicata. Suggerimenti mi hanno amichevolmente offerto, con la consueta disponibilità, i proff. Luisa Migliorati e Giovanni Azzena

Ringrazio anche sinceramente Alessandra Caravale, Elena Ghisellini, Cristina Molari, David Nonnis, Alessandro Naso, Paolo Carafa e Federico Rausa: con alcuni di essi il quasi quotidiano confronto mi ha aiutato su argomenti specifici. Laura Scandaletti e Carla Carletti hanno collaborato alla realizzazione delle basi cartografiche sia manuali che elaborate in autocad. Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine al prof. Marco Nocca: se i numerosi suggerimenti hanno senz'altro costituito un ausilio spesso fondamentale per il proseguo della ricerca, la sua leale amicizia mi ha confortato nei momenti più difficili Alla dott.ssa A. M. Reggiani, già Soprintendente archeologo del Lazio, debbo l'autorizzazione alla visione e quindi alla pubblicazione dei dati relativi a Velletri conservati nelY Archivio Pratiche di quell Ente; alla dott.ssaA. M. Moretti, attuale Soprintendente archeologo per il Lazio, l’autorizzazione alla pubblicazione dî alcuni dei materiali conservati al Museo Civico Archeologico “O. Nardini” di Velletri. Sono inoltre grato alle dott.sse Fedora Filippi e Luigia tilia dell’ Archivio Storico della Soprintendenza Acheologica di Roma, al personale dell’ Archivio di Stato di Roma e a quello dell’ Archivio Centrale dello Stato, dell” aereofototeca dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, della Biblioteca dell’Ecole Frangaise di Roma e delle sale manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana e della Biblioteca dell'Istituto di Palazzo Venezia. AI Direttore, ing. D. Mertens, c al personale della biblioteca del DAI, un particolare ringraziamento per aver agevolato le fasi della ricerca bibliografica. Non dimentico la disponibilità avuta dal prof. Antonio Giuliano a cui mi legano, da alcuni anni ormai, sentimenti di sincera riconoscenza. ‘Tra quanti in loco, hanno agevolto le ricerche sul terreno con segnalazioni di vario tipo, spesso accompagnandomi sui posti, non di rado permettendomi di visionare anche piccole collezioni private, ricordo con riconoscenza: Corrado Bisini, Corrado Capozzi, Mauro Ercolani del Gruppo archeologico di Genzano, Gualtiero Latini, Palmiro Taglioni, Paolo Maola, le amministrazioni delle aziende vinicole di Lazzaria € quella della Cisterna Campoleone, le suore della confraternita della Parata, e i sacerdoti del noviziato di Villa Negroni e, in particolare Mauro Fabbri del Gruppo archeologico di Lariano e Giorgio Manganello del Gruppo archeologico di Velletri. Ringrazio ancora il dott. Filippo Alivernini, responsabile.

“Lutti 1999. * Proprio la grande quantità di informazioni, richiamandomi anche ale caratteristiche dell ricerca, mi ha consigliato di procedere a numerosi tagli

sia riguardo ai materiali ceramici che alla ricostruzione: i contributi di argomento più specifico che seguiranno questa edizione spero possano contri boire ad una ulteriore pontualizzazione dei vari aspetti. 13

della Biblioteca Fondo Antico Palazzo Cinelli, per la disponibilità mostrata e il Sig. A. Parmeggiani per alcune indi zioni archivistiche. Infine, voglio ricordare le colleghe, dott. sseA. I. D'Arrigo, S. Riva, C. Rubino e F. Virzì, che almeno nell’ultimo anno hanno con discrezione amichevolmente partecipato alle mie pene per le difficoltà legate all'edizione della ricerca. Tl testo è stato steso negli anni 2003-2006; la bibliografia è aggiornata al marzo 2008, Ti manoscritto, pronto perla stampa nell’ aprile del 2007,

ha dovuto attendere per la sua edizione numerosi mesi, nonostante nel bilancio approvato dall’Amministrazione Comunale nel Maggio 2007 fosse stato stanziato, in adempimento all'impegno preso, l'importo necessario. La necessità di superare i molteplici ostacoli di ogni natura, causati da motivi che nulla hanno a che vedere, credo, né con la qualità dell’opera, né tanto meno, con reali difficoltà amministativo-burocratiche, ha avuto almeno il merito di "assottigliare" la tabula gratulatoria e di accrescere la soddisfazione per l'esito finale.

Se la necessaria “modernizzazione” della città, ormai dilatata ben oltre il circuito murario medievale, con la realizzazione di nuovi servizi perlopiù infrastrutturali, consente non di rado di intercettare strati di frequentazione antica, l’urbanizzazione della campagna continua a fomire, ancora limitatamente a quei casi nei quali le opere di vario genere risultino "controllate", l'occasione per una migliore conoscenza del popolamento antico. Rilevanti a questo proposito alcune delle

scoperte verificatesi, nelle more di stampa: in ambito urbano, ad esempio, dal riconoscimento di un paleofosso nell'area sottostante la chiesa di S. Martino, nel territorio del tratto di lastricato stradale rinvenuto nel corso dell'ampliamento della via di Rioli, sul lato settentrionale (ANGLE 2007: 172, 175176, 177 fig. 18), e quella, recentissima, di resti di strutture, alcune in opera reticolata, nella Vigna Fantozzi, sul lato dx. di via Paganico, a poca distanza da V.le Oberdan (n. 903).

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La documentazione grafica e fotografica, salvo diversa indicazione, è opera dell'autore; le misure intendono espresse in metr. I disegni dei materiali sono tutti in scala 1:2 fatta eccezione per: 1:1 Τὰν. XII 1:3 Tavy.X,3; ΧΙ, 4; XII, 6, XVII, 10; XIX, 3-4; XX, 4; XXI, 1, 4; XXII 5,7; XXIII 3; XXVI, 1,7; XXVII, 4, 7,8; XXVII, 5; XXIX, 1,7; XXX, 1, 3; XXXII, 10; XXXIV, 6-7; XXXVI,2; XXXVII, 1, 8; 1:4 Tax, XXII, 2; XXXIV, 1, 3,5, 8; XXXV, 1, 8; XXXIX, 4; la foro mella sovracopertina a colori, è pubblicata su autorizzazione del Ministero peri Beni culturali c ambientali ICCD, concessione del 29(09-2000; la fig. 7 è pubblicata su autorizzazione della Biblioteca di Archeologia e Storia dell Arte di Palazzo Venezia; le figg 10, 11,267,

453, 454, 455 sono pubblicate su autorizzazione della Biblioteca. dell'Accademia di San Luca; e figg. 17, 21 sono pubblicate su autorizzazione dell’ Archivio di Stato di Roma; le figg. 18, 19, 20, 23, 25 sono pubblicate su autorizzazione della Biblioteca Apostolica Vaticana; la fig. 24 è pubblicata su autorizzazione della Biblioteca Romana del’ Archivio Storico Capitolino; le figg. 142, 268, 390, 402 sono pubblicate su autorizzazione dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma; la fig. 219 è pubblicata su autorizzazione del DAI; le figg. 322, 431, 519, 630, 679, 680, 719 sono pubblicate su autorizzazione del Ministero peri Beni Culturali e Ambientali ICCD. Le schede nn. 440, 557, 692, 700 sono di G. Manganello. 15

INTRODUZIONE.

I verificarsi anche nel territorio di Velletri, come è stato possibile accertare in modo particolare in altri centri dell’hinterland romano, di un'ampia casistica di fenomeni degenerati vit, che vanno dai lavori connessi con l'attività agricola e con quella delle cave', all'espansione edilizia sempre più accellerata, non di rado con episodi di abusi edilizi, rende la catalogazione dei resti antichi uno strumento propedeutico alla pro‘grammazione territoriale. Generalmente proprio la rilevata rapidità, con Ja quale Te diverse cause contribuiscono a distruzioni di ogni tipo, costituisce forse la difficoltà maggiore nelle operazioni di catalogazione in considerazione della fisiologica lentezza, peraltro già rilevata almeno dalla seconda metà dell’ Ottocento’, con la quale queste ultime si compiono". D'altra parte è noto come solo una minima percentuale, compresa approssimativamente tra il 5 e il 9% dei beni sia stata inventariata, mentre solo per una percentuale tra 1 e 5% sia possibile disporre di una documentazione a livello di catalogo’.

Piuttosto che seguire le ripartizioni territoriali come noto non sempre definibili con puntualità per l'età antica al punto da essere costretti in alcune circostanze come nel caso proprio di Velletri a ricorrere a quelle di età successive, con il frequente risultato di creare cesure nella ricerca, ho preferito nella delimitazione territoriale rifermi alle tavolette IGM al 25.000 di Velletri (F. 150 II SO) e di Le Castella (F. 158 1 NO), le quali includono la maggior parte del territorio comunale di Velletri, il centro di Nemi con gran parte del territorio, nonchè più modeste porzioni di quelli di Rocca di

Papa, Lariano, Artena, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio e Cisterna di Latina (Fig. 1). L'area include, volendo riferirsi alla suddivisione del Kiepert’, parte del settore sud-orientale del Latium Vetus e uno più ampio, nord-occidentale, del Latium adiectum: gran parte del territorio di Velletri -il quale, compreso, come noto attraverso il diploma di Pasquale II" del 1001, confermato nel 1235 da una bolla di Gregorio IX, a nord-ovest tra le sommità del Monte Spina e di Colle del Vescovo, passando per quelle del Maschio dell’Artemisio e del Monte Peschio; a nord-est tra Colle del Vescovo e Colle Magisterno, discendeva aest verso Acqua Palomba fino a via delle Quattro vasche, via di Fossatello, attraversava a sud-est le Vigne Capitan Celli c piegando in direzione est raggiungeva Torrecchia Vecchia e, successivamente, Torrecchia Nuova, quindi passava, sul lato meridionale, con orientamento est-ovest, prima sud di Le Castellae poi, tagliando i fossi di Le Castella, delle Mole, di Formal del Bove e di Carano, raggiungeva Carano da dove, lungo il lato occidentale, risaliva verso nord fino a raggiungere Ponte Minnella e di qui di nuovo la sommit del Monte Spina-, almeno il settore meridionale di quello di Artena, quello sud-orientale di Aricia, quello nordorientale di Lanuvium" e quello sud-occidentale di Cora. Tuttavia proprio l’eccessivo protrarsi della ricerca, in virτὰ di una ricchezza di testimonianze straordinaria, ha consigliato di ritagliare, almeno parzialmente e con criteri che non dovrebbero ingenerare fraintendimenti, i territori compresi nelle due tavolette escludendo: in quella di Velletri il settore in alto a nord-ovest, perlopiù occupato dai Monti delle Faete e dal Monte Pennolo, compreso tra la cd. via albana, la SP. 217 via dei Laghi a ovest via del Lappeto a est; in quella di Le Castella arrestandosi alla linea marcata dall’UTM corrispondente al 4609" (Fig. 2)

»Una tipologia delle cause di distruzione dei monumenti del suburbio in Qui, Castanca 1969: 88, 91; Quruci 1974: 436-438; Qui 1984: 390-391; Li 2001: 11-13. "Una lista delle numerose cave,in parte ancora attive, di scoree api li, i lapilli, di lava, di pozzolanae di peperino, del territorio di Velletri è in Courowsscin, Noasco 1982: 481-503 e specialmente fig. 31 £1. nn. 649654, 731734, 736-748, 53, 788-791, 795-796. La lentezza necessaria agli studi archeologici, già evidente ai topografi ottocenteschi (DesiarDiN 1860: 15), è ribadita tra gli alti dal Lug] (Lucu 1965: 52 (“Redigere la carta archeologicadi una data regione .. i nifica esplorare di nuovo tutta la regione, visitare paesi, contrade, casali. ripercorrere le strade rinracciando il percorso di quelle antiche ... etacciaτῷ insomma tuto il terreno”) *Ne è un chiaro esempio l’esiguo numero dei volumi della Forma Italiae pubblicati negli ultimi tenta-quaranta anni; oltre he, relativamente a material, la documentazione parziale esistente per le anfore in relazione alla esiguthdi territori indagati; MarmiNGLY, WITCHER 2004: 178-179 specialmente 178 fig. 13.1 a proposito della densità del popolamento nel suburbium di Roma, rilevabile du volumi della Forma Italie.

* Qui 1998: 98; Pasquinucei, Mescuszti 1989; Brrvepear 1994; La cartografia 1994; La cartografía storica negli studi sul paesaggio. Questioni metodologiche e strumenti, Atti del convegno di Erice 1997; Qui, Qua Gi 1997. " Nonostante a scelta di limiti geografici piuttosto che di altro tipo vena seguita oltre che naturalmente dai volumi della Forma Irliae (seppure talora con ripartizione all'interno delle diverse tavolette dell'IGM al 25.000), anche dalla gran parte delle numerose cate archeologiche pubbli cate negli ultimi decenni, non mancano cas nei quali siano state preferite ripartizioni differenti: ricordo, tagli altri, la carta archeologica della valle del Sinn (Quei, QuiLici Grow 2002) *CILX.2: tv. ΠῚ (“Regio I"); CIL XIV: tav. Lam Vena "Cli. Borgia 1723: 208-209; Casseni 1953: 73.75 ft. GALIETI 1933: 142 fig. 2, 143-148, specialmente 147; Gur "Una analoga suddivisione nell'ambito della serie della Forma Παϊϊαφ è stata ad esempio, adotata anche se con convenzioni grafiche diferent da Branoizzi Vrrroccr 1968 peril f. 150 ILSE (Arena) più recentemente da MARCH, Summaria 1996, relativamente al f 187 INO (Venosa)

DELIMITAZIONE GEOGRAFICA

1

ee

Fig. 1. L'area indagata (Velletri IGM F 150 Il SO- e Le Castella -IGM F 158 I NO-) nel contesto laziale. 18

Fig. 2. Velletri IGM F 150 I SO, Le Castella IGM F 158 I NO: retinata l'area esclusa dala ricognizione.

METODOLOGIA

La ricerca avviata secondo una metodologia ormai standardizzata negli studi topografici, si è andata sviluppando, nella sua fase centrale, seguendo l'impianto degli ultimi volumi della Forma Italiae, in considerazionedi un suo inserimento all'interno di quella collana. La successiva decisione di inserirla in Bibliotheca Archaeologica, non ne ha alterato l'architettura, anchese i fatto ha permessodi concedere uno spazio maggiore alla ricostruzione storica, per la quale, avendo ognuno dei diversi settori nel corso del tempo diversamente polarizzato l'interesse degli studiosi, il quadro complessivo delle ricerche appare piuttosto eterogeneo. Nonostante non manchino esempi di impostazioni metodologiche differenti anche in aree contermini, le quali hanno privilegiato indagini per transetti o per campionature® o su ambiti tematici, la ricognizione è stata realizzata in maniera estensiva dove possibile”, portando come verificato în altri casi, ad un incremento delle conoscenze paria circa il 90%". Inoltre, proprio in considerazione della sua riconosciuta utilità, almeno relativamente a questo settore dell'hinterland romano, nonostante il procedere più lento della ricerca, piuttosto che scegliere la rivisitazione di quei siti aree di frr nele quali una prima ispezione aveva evidenziato una scarsa documentazione archeologica o addirittura la loro completa assenza, ma che per caratteristiche fossero sembrati favorevoli ad un insediamento stabile", ho creduto opportuno ripetere i toto la prospezione più di una volta, in momenti differenti, anche in relazione alla diversa occupazione del suolo: in tale modo, si è accresciuta l'intensità della ricognizione c, sfruttando stagioni e anche anni diversi e seguendo i cambiamenti nelle coltivazioni e nell'uso dei suolo, non solo è aumentato il ‘numero dei rinvenimenti ma, in numerosi casi, i dati archeologici e/o interpretativi acquisiti sembrano risultare più sicuri". Per quanto riguarda la visibilità, seguendo una metodologia comunemente in uso", ho adoperato quattro gradi legati nella maniera più obiettiva possibile alle condizione del terreno e adeguati alla gamma di operazioni agricole svolte”, in aggiunta alle aree non accessibili e agli sbancamenti Ricognizioni pr transett sono state intraprese anche recentemente,ad esempio anche nel ettore sud-orientale del terior di Lanuvio (ATTEMA, van QogmERSSEN 1997-98per e fas succesive l'età repubblicana; ATTRA 2005 riguardo le fasi precedenti l'età repubblicana) è in quello orientaledi Velletri (Artes 1993, 181-203, in particolare 182-183 figg. 111-112 perla localizzazionedei siti perlustrti). "^ Nel dibattito sui metodi della ricognizione (PERDI&RE, ZADORA Ruo 1986; Pasquwucct, MENCHELLI 1989; FRANCOVICK, MANACORDA 1990; Brenarpi 1992; ReLveDERE 1994, specialmente 77-84) accanto alla posizione di quanti ritengono univocamente indispensabile la ricerca estensiva (Scere, SuuuvAN, KLunGrR 1978: 4; CHERRY 1983: 390-394; Bet veneRE 1988: 3-16; BeLveDERE 1994: 69-84; Guarrou 1999: 357.366; Quae, Quiticr Grout 1999: 99; Brzvepens 2002: 1-23; Fever 2003: 194 nota 15), s'inserisce quella dei sostenitori della ricerca per transeti (relativa mente all'Etruria valle del Cecinaalta val d'Era vd. REGoLI 1992; TenRENATO 1992; pec le valli dell AIbegna, d'Oro, del Chiarone e del Tafone, con indagini per transetti aghi 1 km, i quali assicurano una copertura pari al 20% dei complessivi 1150 kmg, totali, 9 campioni mirati di 5 km. comprendenti cent i divers periodi e campioni anch'esi mirati per complessivi 9 kg. vd. Prxreess 2002 e Cant 2002). In parte contrari l'impostazione metodologica dei primi, seppurin ambiti geografici ("Emilia cronologici (il medioevo) particolati, ispetivamente: DaLL' AGLIO, MARCHETTI 1991: 160; Barker 1991: 2-4; ef, Rizzo 1992: 179-187. 20

quella nulla è stato attribuita all'incolto con erba alta e fitta, quella scarsa o bassa all'incolto con copertura erbosa e al vi gneto/oliveto non lavorato da tempo, quella media ai terreni con aratura leggera e al vigneto/oliveto lavorato di recente, quella ottima ai terreni fresati e a quelli profondamente arati e successivamente fresati. Tuttavia motivi logistici mi hanno costretto nell'edizione al riporto esclusivamente delle aree. genericamente non ricognite” (Fig. 3). Su un totale di 152,49 kmq. di terriotrio perlustrato, da cui è esclusa l'area. del centro urbano di Velletri, pari a circa 300.000 mq, circa il 76% (poco più di 116 kmq.) è risultato accessibile e ricognibile, con un grado variabile di visibilità, mentre la parte restante (circa 36 kmg,), corrisponde perlopiù a proprietà in cui non mi è stato concesso di accedere o a zone edificate, in particolare a ridosso dei centri urbani o lungo le maggiori viabilità. All’interno della percentuale ricognita va inoltre considerata la presenza caratterizzante della catena montuosa dell’ Artemisio, che si estende su un settore considerevole (circa 18,50 kmq.), pari a circa il 12% dell’area complessiva e al 16% di quella perlustrata (Fig. 4). Larisoluzione dei problemi di intensità, visibilità, accessibilità, raccolta eregistrazionedei dati, considerate le numerose variabili, ha costituito senz'altro lo sforzo maggiore nelT'ambito della ricerca. Seppur infatti realizzata seguendo una metodologia per quanto possibile uniforme, proprio le diverse caratteristiche morfologiche di un così vasto territorio, hanno imposto nell'approccio dei distinguo. In aggiunta a questo anche i diversi tipi di coltivazione presenti hanno reso necessarie tempistiche e modalità diverse sia di ricognizione che lettura dei dat. Prescindendo da quelle necessarie anche perle diverse colture nelle zone di pianura, ognuna delle quali scandita da movimenti terra numericamente e cronologica» mente differenti: in primis il vigneto ancora molto presentein larghe parti del settore centrale e occidentale della campagna di Velletri ed in quello orientale del territorio lanuvino, nella massima parte nella coltivazione a tendoni, utilizzata preferibilmente negli impianti più recentisia grandi che piccoli e più raramente in quella ἃ filari, quasi interamente limitata a proprietà piccole e d'impianto meno recente"; il crescente, an*rQuuct Quiici Giaui 19974: 232; Quai 1998: 99 relativamentealla valle del Sinni. Cfr. gli sempi, tra dati desunt dalla bibliografía e quelli da ricognizione, presentati da GUAITOLI 1994: 82-4. "La ricognizione estensiva ma limitata ad una unica prospezione da effettuarsi ella stagione migliore, con rivisitazioni soltanto di alcun sti è ncora considerata affidabile, almeno per alcuni contesti geografici, ad esem pio da Burgio 2002: 43-45 per Resutano e BELVEDERE 2002: 8-9 per Himera. "Senor 1995: 479-488; Βεινευενε 2002: 7, 15 nota 97 secondo il quale “il problema senza dubbio si pone maggiormente peri sii preistorici e medievali . e per e fasi più antiche di quelli αἱ età classica... " GuarroLi 1999: 359-361 attribuisce i grado Oall'incoto con erba al tae fita, ovvero ad arce non accessibili grado 1 all'incolo con copertura erbosa, il 2 al'incolto o vignetaoliveto non lavorato da tempo, 13 al terre mo fresa, il 4 all'artura leggera o vigneto/olivetolavorat di recente, il 5 ai terreni profondamente ara. "Sulle ambiguità nel ivellodi visibilitàdel terreno in reazione alle diverse colture agricole vd. Azzeva, Tascio 1996: 293 schema F. Ho tralasciato quindi di distingue, all'interno delle aree perlstrae, i diversi gradi di visibilità dei ii ? Motion, Carpi 1973: 21, specialmente 212 sui modi di coltura, 214215 in particolare215 fig. 21, 217.

Fig. 3. Velletri IGM F 150 Il SO, Le Castella IGM F 158 IL NO. Carta della gio le aree non accessibili e/o urbanizzate.

vis bil tà: a tratteg-

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che se ancora percentualmente poco rilevante, impianto di kiwi a tendoni, presente più episodicamente e con estensioni generalmente ridotte nel settore a sud-est del centro urbano di. Velletri e più grandi in quello meridionale; naturalmente l'oliveto solo episodicamente impiantato in grandi estensioni? (è il caso di quelli nella tenuta di Lazzaria, peraltro insieme a coltivazioni stagionali) e nella maggior parte dei casi ai margini del vigneto; infine quello di coltivazioni stagionali e di frutteto presenti su appezzamenti medio-grandi, fatte rare eccezioni, quasi esclusivamente nel settore sud-orientale. In relazione diretta con le colture sono i metodi di coltivazione dei terreni, differenti anche in misura dei danni provocati. Innanzi tutto, come era già chiaro al Volpi nella pi ma metà del Settecento, il quale addebitava proprio alla cultura della vite la scarsità di resti conservati”, il vigneto, per il quale l'elemento più traumatico è senz'altro costituito dagli scassi connessi al suo impianto”, risulta quello soggetto ad un maggior numero di arature superficiali nel corso dell’anno (fresature), cosicchè nell'arco di circa una decina di anni i materiali ceramici pur non scomparendo appaiono in frr. generalmente di ridotte dimensioni” Il kiwi è quello che offre la visibilità minore, dal momento che oltre ad essere arato generalmente una sola volta all'anno”, proprio per le caratteristiche della pianta, non consente una buona visibili-

tà neanche nella stagione invernale quando è a riposo. Gli oliveti poi, potendo anche non essere arati offrono spesso una visibilità nulla o bassa. Altre potenzialità sono offerte dai terreni con coltivazioni stagionali, nei quali le arature, prima più profonde e poi più leggere, avvengono generalmente a partire dalla fine di luglio e, soprattutto, ad agosto. In questi casi i maggiori risultati sono venuti dalle ricognizioni effettuate soprattutto tra settembre e dicembre, a seguito delle piogge” anche se l'esperienza mi ha permesso di rilevare che anche dopo la prima grossolana aratura sia possibile riconoscere la presenza di materiali antichi anche se quasi esclusivamente quelli di dimensioni maggiori (in primis materiali da costruzione, dolia, ma anche anfore) e spesso risulta più chiara l'estensione del nucleo, non ancora alterata dallo spargimento dei frr. Le zone con coltivazioni stagionali, soprattutto estese, concentrate nel settore meri nale del territorio ricognito? (ad esempio quella alla fine di via del Grottone, quella al casale di Lazzaria, quella sul lato orientale della via dei Cinque Archi o quella sul lato settentrionale della Cisterna Campoleone), ma anche quelle di più ridotte dimensioni (ad esempio quelle sul lato meridionale della Cisterna Campoleone), risultano anche quelle che permettono una perlustrazione più capillare. Nonostante abbia riscontrato talora il verificarsi di sistemidi aratura meno utilizzati (“a ritocchino” nelle zone collinari, “a colmare” in quelle pianeggianti) con spargimento meno canonico dei materiali, è risultato possibile rilevare con minore approssimazione sia nel dato quantitativo (numero dei siti) che in quello più specifico dell'estensione dei singoli siti c talora, nei casi di quelli più articolati, della dislocazione delle diverse funzioni, l'occupazione del territorio”. Un ostacolo alla lettura del territorio, in relazione alla coltivazione, più di rado alla costruzione di nuovi edifici, è posto dal verificarsi, in numero crescente a partire dagli anni Ottanta del Novecento, di fenomeni artificiali di rimodellamento delle caratteristiche morfologiche del territorio: spessoil taglio delle pendici (ad esempio, dell’altura lungo il lato sx. di via del Franco Francese o di quella sul lato orientale di via Valleverta), o il livellamento di alture ed in alcuni casi il riporto di terreno in aree di fondovalle come nel caso

‘Miciionii, Caro: 1973: 219, specialmemte 221 fig.2. > oun 1727: 58-59 ("Quamvis enim exigua admodum pars veterum aedificiorum ad aetatem nostram pervenerit, ex eo nimirum, quod Velitesus ager viibus plerumque satus sit quae dum crebbram fossionem in sui culturam requirunt, rudera ferme cuncta veterum aedificiorum ut a fossloriusab ipsis paene fundamentis tollantur, in caussa sunt), 60. Nicolay nei primi anni dell'Ottocento ricorda la necessità nel corso dello scassato per l'impianto del vigneto di raggiungere i 6 palmi nei terreni pianeggianti e addiritura i 9 in quell scoscesi (Nicorav 1809: III, 318), P Risulta generalmente perlustrabile tra la fine di febbraio primi di marzo e la prima meta fine di ottobre con non frequenti attrdamenti el'inizio in relazione con il verificarsi di stagioni particolarmente piovose. Ho potuto verificare come la gran pare dei siti nci quali presente i vineto, conservino almenouna discreta concentrazione di materiali antichi e ome le diverse fesature abbiano inciso sulle dimensioni di fi. piuttosto che sulla loro presenza (Contra CELLUZZA REO! 1981: 308). Infatti solo in rare circostanze le diverse aratue superficiali provate per anni successivi hanno provocatola scomparsa dei rinvenimenti verificatisi al momento delJo scasso e in ogni caso nella maggior parte di cas ἢ nuovo scasso per reimpianto ha incrementato la vecchia area di fr. fili.

Tuttavia non i rado ho potuto rilevare come sisi rinunciato del tut to lla fresatura optando peril agio dell'erba Banker 1988: 137-145,in particolare 142 perl sito di Montarren; Banker 1991; Τεκκενατο 1992: 563-567; BELVEDERE 1994: 73; Azzena, ‘Tascio 1996: 293: GuAITOLI 1999: 359-360; Τοκκεναῖο 2000. Come in altri ambiti geografici (ad es, relativamentead una villa di Vlei vd. Cam 2002: 46-47), anche se con una frequenza minore, n alcune circostanze (ad es. nn. 255, 340, 342, 523,536), ho potuto verificare come a seguito delle piogge, mi sia stato posible rilevare la presenza di classi ceramiche che in precedenza non avevo potuto osservare " Queste aree sono comprese quasi esclusivamente nell tavoletta di Le Castella, nel ui territorio sopravvivono ancora estesssime aziende, a diffe renzadi quanto verificatosi perla campagna più propriamente velitema doye invece il continuo frazionamento dei fondiin proprietà progressivamente di minore estensione ha costituito uno dei maggiori ostacoli alla ricognizione estensiva e ad una conseguente lettura chiara dei rinvenimenti Queste tipologie di arature sono riscontate, ad esempio, nell'area della Fiat di Melfi: ratur "a ritochino” in zone collinar (Ἱ trattore sale a vuoto e ara solo in discesa); sistema “a colmare” (il trattore ara a spirale, partendo dall'esterno verso i centro del campo, per arricchire i terreni imovert): AzzzxA 2001: 80,81 fig. 2.

Marca rilevata 16% Fig. 4, Distribuzione delle aree di visibilità.

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delle recenti trasformazioni in parte agricole, in parte finalizzate alla cava di pozzolana, nell'area compresa tra i due rami maggiori del fosso delle Castella, a est di via della Vite”, ma anche di quella a nord-est di C. le Monaci, lambita aeste a sud dal fosso di Civitana; e accanto a questi la coltivazione della cava (ad esempio quelle ormai spente lungo Τ᾿ Appia Nuova, rispettivamente sul lato meridionale, all'altezza del km. 33, e sul lato settentrionale, all'altezza del km. 34; quelle attive in C. da Lazzaria, a nord-est del casale, sul lato settentrionale della Cisterna Campoleone o, infine, a Le Castella, sul lato occidentale di via della Vite, poco a nord del passaggio della via Appa antica). Accanto a questi casi esistono poi quelle zone solitamente utilizzate per îl pascolo degli animali (soprattutto nell’area del Vivaro, ma anche lungo il lato orientale di via dei Cinque Archi, in loc. Prato di Maggio) che, generalmente incolte con basso manto erboso, consentono bassa 0 nulla visibilità. Nel settore montuoso dell’ Artemisio, occupato dal bosco quasi interamente di castagni, solo in rari casi in associazione con le querce del gruppo rovere”, la ricognizione, generalmente resa difficoltosa dalle precarie condizioni di visibilità, considerate le caratteristiche delle piante presenti, fornisce i migliori risultati a partire dall'autunno e, soprattutto, in inverno. Le ricerche sul terreno, nonostante l’ovvio maggior dispendio di tempo, sono state realizzate in coincidenza con il rinnovo dell' apparato fogliare, anche in questo contesto in maniera estensiva nel tentativo di recuperare il maggior numero di dati possibili, comprendenti, oltre alle presenze più cospicue che, forse, sarebbe stato possibile individuare anche attraverso le foto aeree”, anche quelle di minore entità (ad esempio, modeste aree di fr fittli e strutture murarie di ridotte dimensioni) o con caratteristiche tali da non potersi rintracciare (ad esempio, cunicoli). Un ausilio non trascurabile è stato fornito dalle operazioni connesse al periodico taglio, il quale tuttavia nella quasi totalità dei casi provoca la distruzione dei resti di strutture e l'alterazione delle condizioni precedenti con il trasporto e la dispersione dei materiali ceramici, impedendo il più delle volte la possibilità di riconoscere in maniera puntuale la localizzazione e l'estensione delle aree. In questi settori, nei quali sono presenti per la maggior parte essenze ad alto fusto, la ricognizione ha potuto usufruire di un maggiore grado di visibilità quando però effettutata in un periodo immediatamente seguente il taglio, mentre nelle aree in cui questo era avvenuto da qualche anno, e la crescita dei nuovi arbusti intorno alle ceppaie ha reso difficile o addirittura im-

pedito il solo passaggio, la ricognizione è stata limitata alle radure ed in alcuni casi, addirittura, al passaggio sui viottoli, osservando le sezioni esposte. L'urbanizzazione di vaste zone dell'intero territorio fin quasi le prime falde dell’ Artemisio, nella maggior parte dei casi risulta avvenuta in maniera “spontanea”: così la caratteristica occupazione, în maniera intensiva, di molte delle alture nelle quali si articola la campagna veliterna, in non pochi casi, al momento dell'edificazione, ha provocato la distruzione e l'obliterazione di numerosi resti antichi, e alJo stato attuale ne preclude spesso l'osservazione diretta, vincolata quasi esclusivamente alla sensibilità dei proprie tari. In non pochi casi la possibilità di perlustrazione, limitata esclusivamente alle pendici, ha almeno permesso l’individuazione di materiali antichi evidentemente scivolati dall'alto. In questo processo, accanto ai resti di strutture, sono risultati coinvolti, non di rado, anche eli antichi tracciati stradali, a partire naturalmente dalla via Appia antica. Nonostante per essi il problema risulti evidente già a partire, sulla base della documentazione disponibile, dalla fine dell'Ottocento, quando numerose sono le notizie su danni e soprattutto sul recupero e spesso il riutilizzo di basoli stradali ora per la costruzione dei casali ora per la pavimentazione di strade, e sia proseguito nel corso del primo cinquantennio del secolo successivo, ἃ con gli ultimi trenta-quaranta anni del Novecento che il fenomeno acquisisce connotati di preoccupante irreversibilità, in evidente connessione con l'accellerazione delle costruzioni. A questo proposito, sottolineato come la via Appia antica e le altre viabilità, seppur generalmente accomunate da un uguale destino, sembrano differenziarsi per quanto riguarda la loro conoscenza, vale la pena accennare, tra gli altri fenomeni rilevati, almeno a quello del trasporto dei basoli anche in zone molto distanti da quello del rinvenimento (come nel caso di quelli (n. 1400) recuperati a S. Eurosia e riferibili presumibilmente alla via di Rioli, attualmente a Castel Ginnetti, oppure di quelli (n. 456) ora a Colle Caldara, provenienti dalla via di Piazza di Mario). Anche le poche aree archeologiche del territorio per le quali l'importanza dei resti ha suggerito in passato l'imposizione di un vincolo”, per motivazioni diverse, quasi mai risultano in condizioni di conservazione e di visibilità accettabili: così, ad esempio, della cd. villa di Augusto a S. Cesareo, che gli scavi dei primi decenni del Novecento rivelarono per gran parte, l’edificazione abusiva ha risparmiato solo pochi resti” della villa alla Civitana solo l'uso improprio della ci-

» Mauss, QuuLic Gi 1972: 220-221; Quia 1979: 16-17. " MigLIORINI, Capt 1973: 246 specialmente fig. 26; D'ANICO 1982: 83:9 perla presenza nell'area de Colli Albani; BONADONNA Russo 1993, specialmente 143-144; GuaRRERA 1996 con segnalazione anche di leccete lungo il Faccialone dell’Artemisio, di pinete al Vallone Tempesta; SANSA 2003: 175-177, "Sul problema della scelta di indagine da seguire nelle zone con cope tura boschiva (estensiva? miraa?), vd. VaLmni 1989: 11, secondo il uale, iferendosi ad uno specifico ambito geografico (a Va dla) “.. indaga estensivamente (e non in modo mirato) i boschi non porterebbe alcun van taggio in termini di risultato”. Contra a livello metodologico CeLLUZZA Resco: 1981: 308. Perl'utiizzo di fotografi aeree "ma solo sel volost to effettuato in una stagione in cuile chiome degli alberi sono spoglie” vd

Cami 2002: 47. Sll'incidenza dela copertura boschiva specialmente nel l'individuazione di are di fr. Ri vd. ad esempio, risultati delle ricerche nell'agerciminus (SCARDOZZI 2004: 2), P Rimando αἱ dati presentati da SERANGELI 1987, in particolare 399 v. B, nella quale i evince cone il rilievo che il numero dei provvedimenti non risulti sempre proporzionale all ricchezza delle aree culturali appare quantoma vero peri Lazio. * Vincolo del 21 giugno 1957: Stat, Archivio pratiche Velletri. C 8. Cesarco. Resi di una villa romana con una cisterna, un portico, un ninfoo, un edificio termale e una vasca. Sul riutilizzodel materiale antico e sul permesso "di abbatere un muro di epoca molto tarda composto di fram‘ment. di un un grande monumento marmoreo .. ira cui i frammenti delle pari architettoniche formate da comici di basamento e pilastini bac23

terna e degli alti resti ne permette la sia pur parziale conservazione; della cisterna di Cento Colonne rimane visibile con difficoltà trala vegetazione ei crolli una parte”; della villa di Rioli ὃ stata fortunosamente salvata da una lottizzazione residenziale quasi solo l'imponente cisterna”; di quellain località Vagnere l’espressa richiesta di apposizione di vincolo da parte di uno dei proprietari in cui è suddivisa l'area ha evitato in parte l'ulteriore rovina dei resti superstiti”. Infine ho dovuto registrare come oltre alla consueta, quasi generalizzata, diffidenza nei confronti delle “antichità” peraltro già documentata alla fine dell’ Ottocento?-, i locali abbiano spesso mostrato anche un colpevole disprezzo delle loro antiche origini, non soltanto non fornendo alcun ausilio ma anzi costituendo non di rado un ostacolo quasi insormonin un territorio densamente urbanizzato secondo modalità non sempre regolate e nel quale la parcellizzazione delle vecchic estese proprietà ancora esistenti negli anni Sessanta del Novecento ha assunto ormai caratteri dimensionali più vicini a quelli di un centro urbano che a quello di una campagna, la perlustrazione sia stata vincolata proprio all’autorizzazione del proprietario”. La conseguenze più immediate di questo fenomeno sono evidenti: da un lato il procedere ancora più lento del consueto della ricerca, dall'altro l'acquisizione di dati spesso parziali con conseguente rischio di una loro interpretazione non sempre corretta, soprattutto quando il diniego di alcuni proprietari non ne ha consentito una osservazione uniforme ma soltanto “a macchie di leopardo”. Le distorsioni più evidenti che il verificarsi di questa situazione ha comportato hanno riguardato spesso sia l'estensione reale del sito, non di rado delimitato in maniera forzatamente artificiosa, che la sua posizione rispetto alla morfologia, nonchè l’acquisizione di un quadro esauriente circa tipologiae cronologia. All’identificazione di classi dimensionali nelle varie fasi e fisiografia hanno costituito un ostacolo motivi di carattere antropico. Le nuove caratteristiche insediative del territorio veliterno, infatti, in non pochi casi hanno comportato la frammentazione del sito in più affioramenti, non di rado rilevati in posizioni marginali rispetto al nucleo, incidendo

quindi generalmente sia sulla identificazione dei siti e soprattutto sulla loro loro definizione areale, che sulla loro fisiografia Proprio in considerazione dell'esistenza di questi caratteri un ulteriore ostacoloè stato il sovrapporsi di più fasi. In particolare per l'età romana non mi è stato possibile identificare le dimensioni delle aree per ciascuna fase, pur risultando apprezzabile la loro modificazione. Riguardo al concetto di sito ho preferito seguire.il criterio identificativo di area esattamente delimitabile che il sito deve presentare, respingendo come criteri identificativi sia Ta presenza di strutture che una valutazione della densità dei reperti, stabilendo una soglia minima", preferendo valutare il picco di densità in rapporto alla densità media dell’area circostante. Nelle prospezioni ho cercato di individuare qualsiasi attività umana, sia all’interno di un sito, sia al di fuori dî esso, definita, a seconda delle condizioni, “aree di fi. fitili” ovvero “materiali sporadici’. Se la definizione delle prime non consente praticamente variabili se non relativamente ad ampiezza, concentrazione e visibilità, più articolata la situazione dei secondi, nei quali, infatti, rientrano sia i materiali evidentemente fuori contesto (ad esempio, i materialidi vario tipo presenti all’interno di una proprietà ma non provenienti dalla stessa), sia quelli dei quali è presumibile la relazione con il sito nel quale sono stati osservati, sia gli affioramenti la cui estensione reale oppure rilevabile non permette di farli rientrare nella canonica "area di fr. fttili" In alcuni casi ho rilevato la presenza di aree a bassa densità, dai contorni incerti e dai limiti non ben individuabili, ma anche pochi frr. antichi localizzati (il cd. “non-sito”). Se interpretazione delle canoniche aree di fr. fttili e dei materiali sporadici risulta in molti casi difficoltosa, addirittura. maggiori incertezze esistono per quanto riguarda quella dei dati extra sito dal momento che, tralasciando il problema. del riconoscimento di quanti siano il risultato di processi. naturali piuttosto che di attività umana, le categorie interpretative di cui disponiamo non sono facilmente riportabili sul terreno.

celati. ed un. frammento scomiciato con alcune lette di bella forma alte circa m 0,10 facenti pare di una iscrizione sepolcrale” vd. SbaL, Archivio pratiche. Relazione O. Nardini del 26 dicembre 1913. A proposito di atti vandalici alle costruzioni antiche vd. Seat, Archivio pratiche. Velletri. RelazioneO. Nardini del 22 aprile 1936: "Ho il doveredi denunclare. che i vignarolo Salvatore Cavallo. procede continuamente ..ll'opera di demolizione dei pochi ruderi emergenti dal terreno ancore rimasti in piedi dopo lazione vandalica compiuta per oltre vent anni”. Del 1937 è ἢ ruslizzo in una delle costruzioni abusive dell'area,di alcuni fir. di una iscrizione (Sal, Archivio pratiche. Velletri, Relazione O. Nardini del 21 dello spigolo del fabbricato sono sati remaggio 1937: "Dalla demolizione cuperati 12 frammenti di un grande blocco di calare. Lo spessore supera i venti cm, e sulla superficie piana si vedono incise tire di bella forma del. secolo alcune ben conservate, alte logore .-. Alcune di esse sono ale più di 10 cm, alie sono più piccole . ”). Segnalazione circa la realizzazione: “i numerose costruzioni più ὁ meno recenti sia elle immediate vicinanze che addirittura αἱ di sopra del resti murari antichi" in Saat, Archivio pratiche. Vellei Vari. RelazioneM. L. Veloccia Rinaldi el 27 dicembre 1980. Vincolo del21 giugno 1957. Vincolo del 4 dicembre 1962. Vincolo del 13 dicembre 1998 * Acs, Direz. Gen. AABBAA, I vers, b. 153, fasc. 3232. Relazione del sottoprefetto del circondario di Velletri del 13 giugno 1875 (^. n ge-

nere manca nei proprietary ogni amore atl genere di ricerche Di più si rimarca una specie di mistero, αἱ cu si cinge chiunque, qualora imprende delle escavazioni, creato dal timore dellingerenza govemativa ."). 7 Per l'impossibilità di perlsrare “estese propietà private recinate relativamente alle alture di Monte Cagnoleto © Monte Cagnolo, vd. Ἰναβανιευι 2001: 267 nota 41. Per analoghi problemi emersi peril territorio "Catia 1984: 120; urea 1993: 23-24; JAMESON, RUNNELS, VAN Ἄνρει. 1994: 2 4; ALcocx, Carry, Davis 1994: 138. Sui potenziali effet indesiderati, ALCOK, Civ, Davis 1994: 159; TERRENATO, AMMERMANN 1996: 94. Per la presenza di almeno cinque frammenti come numero minimo per la determinazione di una fase, richiamata da BetvEnens 2002: 15 nota 9, vd. HASELGROVE 1985: 13-14, “Nel primo caso rientrano i materiali spesso conservati nei giardini o nelle aree antistanti e abitazioni in prossimità di aree di frr ben definite; nel secondogli affioramenti notati lungo le scarpate quando queste costituisca no l'unica pare nella quale sia stata possibile osservare la presenza di materiale antico, dal momento ch la superficie superiore non risulta osservabile perla presenza i costruzioni moderne o di terreno incolto, © perl diniego del proprietario all osservazione del terreno. “Principalmente: 1. concimazione, 2. edifici temporanei o attivit agricole stagionali, 3. atività pastorale,4. discarica di rifiuti, 5. scarico (perdi) accidentale secondo Banxee 1991: 6; Haves 1991: 81-83:

tabile alla realizzazione della ricerca, È infatti evidente come

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1I fatto di non avere trovato prova certa di attività pastorale neanche nelle aree collinari pid alte, soprattutto quelle ancora oggi occupate dalla macchia e ai margini del bosco, che è plausibile ritenere sfruttate per il pascolo a media distanza, oltre che peril legnatico, può forse trovare giustificazione nella difficoltà oggettiva di trovare traccia di tale attività, sempre minimamente rappresentata da resti ceramici nei depositi archeologici, soltanto con l'ausilio di ricognizioni di superficie”. Nelle schede ho preferito, generalmente, a parte quei casi nei quali esistessero elementi di maggior certezza, primo fra essi ἢ tempio di Diana“ (n. 180), privilegiare il dato oggettivo, fornendo quando possibile una interpretazione ma lasciando l'intestazione relativa all'oggetto (ad esempio “Area di fr. fitili” e non "impianto residenziale”). Per lo stesso motivo ho preferito lasciare separati i diversi punti archeologici, mantenendo le differenti titolature, anche quando fosse ipotizzabile, ma non certa, una loro interrelazione; invece, soltanto in quei casi nei quali mi è parso di ravvisare elementi certi per avanzame una interpretazione unitaria (ἃ il caso, ad esempio, delle ville di Rioli e di Civitana, di Vagnere, di Colle Stringa, del Colle della Carmignana o di Colle S. Antonio), ho provveduto ad una scheda composita, nella quale compaia all'inizio l'interpretazione. 1 toponimi utilizzati al loro interno sono quelli presenti nella cartografia di base IGM, a parte quei casi nei quali essi siano risultati assenti: soltanto in questa circostanza sono ricorso alle indicazioni presenti nella Carta Tecnica della Regione Lazio, riportate tra parentesi uncinate. Tuttavia non di rado, soprattutto quando le indicazioni siano risutate generiche oppure non sia stato possibile trovare una corrispondenza sul terreno, ho fatto uso delle indicazioni, tra virgolette, riportate nella vecchia bibliografia. Prima di passare ai problemi di interpretazione ho ritenuto necessario tentare di individuare i processi che hanno portato alla formazione dei siti e delle aree di frr. e a quali azio-

πὶ di disturbo essi siano stati sottoposti. Ho preferito non utilizzare una soglia quantitativa minima nel riconoscimento delle fasi cronologiche, che essendo necessariamente bassa è sostanzialmente affidata al casoe alla visibilità relativa dei materiali ceramici di ciascuna fase cronologicae culturale“ Naturalmente questa scelta ha il suo effetto più macroscopico nelle carte di fase dove, quindi, risultano indicati in maniera indifferenziata realtà archeologiche anche di diversa consistenza. Un ruolo nodale ha rivestito l’interpretazione del rinveni mento, nella cui ampia bibliografia“ sono non pochi i punti ancora dibattuti e, preliminarmente, in evidente connessione con questo, la valutazione dell'affidabilità del datodi superfiie. Hoevitato di utilizzare esclusivamente, come spesso accade in maniera rigida, la grandezza delle arce per la loro interpretazione funzionale, dal momento che ho potuto verificare come non di rado essa risulti in relazione con le vicende, anche recenti, del sito. Ho preferito piuttosto, rilevandone di volta in volta in ogni caso le proporzioni, osservare la tipologia dei materiali presenti sul terrenoe la posizione rispetto ad altri elementi noti (ad esempio le viabilità) Per l'età arcaica ho seguito la definizione di casa isolata/fattoria in casi anche assai diversi tra loro. Per l'età romana ho utilizzato la definizione di villa rustica solo in presenza di reperti, in genere frr. di macine e/o soprattutto di grandi contenitori, per la trasformazione e la conservazione sul luogo di derrate agricole, accompagnata da una ampia e qualitativamente significativa di classi ceramiche diverse, sia da mensa, sia domestiche, e da indizi diretti e indiretti di strutture (tegole, pietre da costruzione, muri affioranti, resti di pavimentazioni), continuando a distinguerla dalla villa intesa come centro di una grande azienda agricola con resi denza del proprietario”, identificabile dalla presenza di strutture di particolare complessità e da rivestimenti parietali e pavimentali di pregio, anche se è indubbio che in alcuni casi l'assenza di elementi di lusso potrebbe essere casuale”.

Auxock, Cité, Davis 1994: 167; BARKER 1995: 46, Non ho rilevato, vati feriscono, ad esempio, le ricerche nellagro pontino (Kor 1991: 123, come documentato in altri contesti, invece la presenza di alcune arce d 128, 130) e più recentemente nl suburbio setenrionale di Roma tr la via bassissima densità e con un'ampia dispersione dei reperti interpretate co- Nomentana e la riva s. del Tevere (CaRAF® 2000: 191 nota 11. Cosice a me residuo della concimazione diffusa nei campi dellinsediameno parte caodi santuari tomb isolate identificabili sulla base del rinvenimentodi lasispecifichedi materiali (voii iscrizioni) siti conestensione com(Manuring spreads” secondo la classificazione di Garmev, GAFFNEY 1988: 84), ugualmente una dispersione meno ampia e a presenzadi tego- presa ta 1 e 50 mg, sono siti considerati tombe isolate; sti con estensione le leta come la traccia di un edificio temporaneo o di una atività agrico- ‘compress tra ra 51 e 100 ma. e alcuni ii con estesione compresa tra 101 e 10.000 mg. sono sati considerati necropoli; siti con estensione compresatra a stagionale, o altre aree considerabili, forse, la prova dello scarico di ri fiuti nei pressi di sîti interpretbili come fatorie (Haves. 1991: 82, 101 e 1000mq, sono stat considerati case isolate fatoiersiticon estensione Brerurr 1992: 121, fig, 41; relativamente al territorio Himerese Cuoco compresa tra 1001 e 10.000 mq. e alcuni iti con estensione compresa tra 10.001 20.000 ma. sono stat considerati ille; sti con estensione compresa 2002: 251n. 140 e Lavo 2002: 154 n. 102). "^ Infatti nonostante la migliore conoscenza sia dei comportamenti con tra 10.001 e 50.000mq. sono stat considerati villaggi. Perquanto riguarda lat nessi con l'atività pastorale, sia dei depositi che essa concorre a formare, pologia degli insediamenti in età arcaica “ni casi incui è stato rinvenuto matetuttavia gli studi etnoarcheologici hanno dimostrato che è molto difficile izle precedente il V secoloa. C. all'internodi siti identificabili come villae, trovare traccia di tale tività nel passato senza l'ausilio di scavi mirati e di queste presenze sono state considerate forie" “© L'afidabilità dell raccolta può essere migliorata oltre che con ripeanalisi teologiche, mineralogiche e chimiche “I tempio costituisce un unicum nel panorama dell ricerca avendo per. tute collezioni su sito, con la maggiore consapevolezza dei processi che esso elaborato una unica scheda bibliografica, non singole schede per cia- portano alla formazione di un sitoo di un'area di frr. o del comportamento scuna part, sa di quelle ancora visibili che di quelle per e quali può riferirsi dei reperti inseguito lle arature. Sul problema vd. BELVEDERE 1994: 74-75 soltanto alla vecchia documentazione, dal momento ch le ricerche avviate con bibliografia precedente; TAYLOR 2000. ^* Foxtin. 1997: 257; WRIGHT, CHERRY, Davis 1990: 610; SNODGRASS dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio ancora proseguono e certa 1990: 125-126; Y_TEMA 1993: 183-185; JAMESON, RUNMELS, VAN ANDEL mente altri dati puntuali saranno prontamente eit dai responsabili. “ Per il problema della visibili relativa de reperi vd. RUTTER 1983: 1994: 248-250; MaLons, Stobpazr 1994: 189; Ltovp 1995: 184; 138; Muzer 1985; Maer 1991; Keay, Mir 1991: 133; CaRReté, Keay, Carter, Keay, Mie 1995: 231-235. Brocioro, 1996 Mite 195: 241. “ Aclassi dimensional claborate in base al'estensone dei singoli sii ile"Criteri tipologici relativamente alle valli dell Albegna, d'Oro, del 25

Un problema a parte ha riguardato l’identificazione dei complessi tombali che in alcuni casi mi stato possibile distinguere grazie alla presenza di tegole (che rimandano a tombe alla cappuccina) e alla tipologia dei reperti (corredi funerari di qualità superiore alla media delle ceramiche rinvenute nell’area). È evidente, tuttavia, che la scelta di questi parametri, se da un lato ha, presumibilmente, ridotto notevolmente la possibilità di un'erronea interpretazione del singolo dato, dall’altro non offre che un quadro abbastanza vago della distribuzione dei complessi tombali nel territorio, la cui valutazione risulta sicuramente deficitaria, Tornando all'ampiezza, che in altri ambiti geografici è stato utilizzato come criterio per la classificazione delarea”, pur risultando essa un parametro importante, non può essere recepito in maniera assoluta dal momento che, ad esempio, in alcune circostanze è apparsa “deformata” dal verificarsi di fenomeni di dispersione dei contesti superficiali per cause naturali o attività umana? e molto più spesso dall'impossibilità di verificare la reale estensione n sito a causa del diniego alla perlustrazione da parte dei proprietari dei fondi nei quali presumibilmente insiste. La generalmente sottolineata importanza delle cause naturali, in particolare relativamente ai problemi derivanti dall'erosione?, nel caso specifico del territorio veliterno pur costituendo un fenomeno di una certa rilevanza tuttavia. sembra provochi di per sé una dislocazione dei siti non tanto nelle aree collinari con declivii morbidi quanto in quelle con acclività maggiore, oltre naturalmente a quelle montuose con morfologia più aspra e in più rari casi nelle frane rimobilizzate. Un ruolo senz'altro più “traumatico” sia nella dispersione dei materiali che nella distruzione dei suoli è stato svolto

dall'aratura meccanicizzata che almeno a partire dagli anni Sessanta del Novecento ha soppiantato il lavoro manuale* e, in aggiunta a questo dalla consuetudine, diffusa nel territorio, di operara modificazioni, più o meno incisive, alla morfologia in particolare delle alture al fine di creare condizioni ottimali di pendenza ed esposizione soprattutto per la diffusa coltivazione avigna. In gran parte dei casi i lavori agricoli, provocano una dispersione, molte volte individuabile grazie alla presenza di un alone a minore densità attorno o su uno dei lati del nucleo del sito, a seconda della direzione del pendio e di quella delle arature. In condizioni di forte pendenza l'area di dispersione a bassissima densità si può estendere per alcune decine di metri e si ferma solo quando si raggiungono acclività meno forti o ostacoli naturali o artificial. La campionatura dei materiali è stata realizzata senza operare alcuna selezione, fatta eccezione, in ogni caso mai quando essi costituivano le uniche tipologie presenti, per i materiali da costruzione (tegole, coppi, laterizi) dei quali ho annotato le caratteristiche e Ia quantità ed in presenza di tipi differenti, le eventuali prevalenze. Gli altri materiali sono stati tutti campionati, evidenziando, quando rilevabili, e relative frequenze”. Proprio in considerazione del grande numero di materiale da costruzione osservato e della possibilit, in alcuni casi, di poter contare unicamente su di esso per inquadrare cronologicamente un sito o per determinamne almeno una fase, sono stato "costretto" a tentare di individuare una sorta di tipologia, confortata c confrontata anche con la ripetuta associazione conspecifiche produzioni e impasti, ein connessione con essa. una sia seppur larga periodicizzazione. Basandomi sulle informazioni esistenti, sia quelle sullo specifico ambito geografico indagato” sia quelle più sistematiche su contesti meno

Chiarone e del Tafone, perla distinzione fra ville indizite dalla presenza di tracce di decorazione architettonica c di costruzioni complesse. e case, villaggi e piccoli agglomerati generalmente siti i almeno 10.000 mq. di Superficie, spesso costiuti da un certo numero di edifici in alcuni casi in associazione con indizi d ativit artigianali, e caseltombe ovvero “piccoli spargimenti con presenza di tegole, che non È possibile riferire con certezza. a tombe oa strutture abitative, in Fevrazss 20020: 54-59, specialmente 59 ista delle definizioni di tpi). Pur mancando una loro codificazione, diffe renze sono riscontrabili in lcuni dei più recenti volumi della Forma aliae (Marca, Sassari 1996 e Sassari 2001, relativamente territorio e al centro di Venusi), dove vengono uilizzati i seguenti tipi: insediamento”, suddiviso in due categorie sulla base della funzione (“insediamento produttivo” e “insediamento rurale”); “villa” ella quale in alcuni casi sembra riconoscersi l'arca residenziale "edificio rurale" “struttura produttivast tura con funzioni produttive” o semplicemente, “struttura”; “fattoria”: “tombe”. Specificatamente sulla villa secondo le fonti eterarie e quelle archeologichevd. CARANDIN 1985: 115-117, 119-133: CARANDINI 1989: 107130. Un modello del processo di trasformazione, apprezzabile solo pari mente attraverso la ricognizione di superficie,che interessa la villa sarebbe offero dalla cd "villa dell'Auditorium”, nella pianura fungo fa riva sx. del Tevere, non lontano dalle colline dei Monti Parioli (CAsANDIN,, Ricci, D'Atessio, De Davipe, TengENATO 1997, specialmente 120-147 con ind viduazione: di una prima fase di seconda metà del VI sec. a. C., durante la quale vien realizzata una fattoria; di una seconda fase di inizi V sec. a.C. durante a quale a fattoria viene distrutta sosia da una vila; di una terτὰ fasedi finc IV-iniz ΠῚ soc. à. C. rell quale l'edificio viene parzilmente ristrutturato; di una quara fase di metà ΠῚ sc. . C. nella quale l'edificio viene pesantemente ristrutturato; di una quintae di una sesta fase di Ise: ἃ C. con interventi di manutenzionee aggiuntadi alcuni nuovi ambienti; Ricci TERRENATO 1998; CARAFA 2000: 192, 194, 195 fig. 10).

" Una determinazione delle categorie sulla base dell’ampiezza del sito è, ad esempio, in Jaweso, RUNNELS, VAN ANDEL 1994: 250; Haves, Marr 1994: 3 tav. 1; Ltovp 1995: 185; Me, Fores 1997: 38. Un invi toad un utilizzo prudente di quest suddivisione è in Tester 2000: 5. ® MOSCATELLI 1999: 239-241. Non dî rado, anche ne siti δὰ terreni piapeggianti spostamenti di fr. iti i minori dimensioni, limiti comunque. ‘anon più di una decinadi metri, sono provocati dalle acque meteoriche. Sul verificarsi del fenomeno vd. Wawrwncir 1992: 232, 240; Jas, Met, ‘TavLor 1994: 411; specificatamente sugli effet, vd: BOARDMAN 1992: 914; Moscare 1999: 242-246; BuRGIO 2002: 36-37. In termini generali il fenomeno della densità superficiale de reperti dipende anche dal livello di erosione del suolo (ALLEN 1991: 45-47, fig 534) * Sugli effet dll'arturavd. BELVEDERE 1994: 74-75; Suorr 1995; "Tivzon 2000. lavoro manual, altre provocare un grado di distruzionege neralmente minor, sia relativamente alle strutture che ai materiali, rispetto a quello provocatadl'ratura con mezzi meccanici aveva pregio, in ogni caso, diavere maggiore "consapevolezza" su quanto sistavadistruggendo. "Sulle distorsioni che pub produrre la raccolta e la presentazione dei “cocci diagnostici” cfr. Fexrarss, Perkins 1989: 205-214: Mie 1991:20; Spoxias 1999: 5-6; MILLET 2000: 218-219. Perl fenomeno dela scomparsa apparent del sito frequente nel caso di quell, individuati s terreni incolti, a bassa densi di materiali νὰ. Brivnenr 1988: 9-10. *Quii Οἷσι, Metis 1972: 222 proposito di quelle dal 'area ἃ nord ovest i Cisterna di Latina; Αττεμα 1993, 201-203 e specialmente ATTEMA 1993, 335-336, 341-342, 346, 445 av. LX nn. 1-4, 451 tav. LXVImn. 1-. 12, 456 tav. LXXI na. 1-0, 460 tav. LXXV nn. 5-11, 461 tav. LXXVIan. 464 tav, LXXIX no. 11-14, 467 tav. LXXXH nn. 7-10, 471 m. LXXXVI nn, 8-10, 473 tav. LXXXVIILnn. 1-4, 477 tav. XCII on. 3-6, 488 tav. CIIL sn. 5-7 per "area di Cisterna; ATTEMA, VAN Oorrusasst 1997-98:

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prossimi”, sulla forma, la lavorazione e le caratteristiche dell'argilla (colore, quantità e qualità degli inclusi) e per quanto possibile sulle indicazioni fornite dalla ricognizione, ho desunto i seguenti gruppi: quelle definibili di età arcaica, caratterizzate da impasto rosso o rosso-bruno, abbastanza grossolano, ricco di inclusi micacei anche di grandi dimensioni, generalmente con cottura a biscotto; quelle riferibili a età tardo arcaica, con impasto rosso o rosso-arancio, generalmente abbastanza morbido, con molti inclusi micacei di piccole dimensioni; quelle in impasto chiaro sabbioso, giallognolo, raramente grigiastro o verdognolo, riccodi sabbia, con molti inclusi micacei di piccole dimensioni; quelle in impasto simile al chiaro sabbioso, definite tardo arcaiche-alto repubblicane, generalmente più grossolano, giallastro, più raramente rossatro 0 arancio, abbastanza morbido, con molti inclusi micacei, più rari di cotto o ghiaia, anche di grandi dimensioni; quelle, riferibili a età repubblicana, in impasto più frequentemente chiaro o rosato, abbastanza morbido e talcoso, o più compatto ma caratterizzato da piccoli vuoti, con inclusi di mica di piccole e medie dimensioni, più rari di cotto e, tra quelle riferibili a età romana quelle in impasto rosso, compatto e generalmente ben cotto, con pochi inclusi micacei di piccole dimensioni, rari di cotto, quelle a impasto rosato o giallastro, compatto e ben cotto, ricco di inclusi di piccole e medie dimensioni, pochi micacei, in maggior quantità di cotto e quelle in impasto chiaro, da color crema a giallo, più raramente rosato, abbastanza morbido, piuttosto depurato, quasi senza inclusi, più spesso riferibili a produzioni di età imperiale. Per quanto riguarda la rappresentazione e il posizionamento dei rinvenimenti nella tavola finale fuori testo, su base cartografica IGM al 25000, secondo consuetudine, a ciascun numero corrisponderà un segno 0 un simbolo: si è preferito secondo i tipi della Forma Italiae, accettati recentemente anche in altre carte archeologiche, la rappresentazione puntuale e non simbolica dei dati, privilegiando per il posizionamento le coordinate UTM e l'acquisizione delle coordinate assolute tramite G.P.S.*. In quei casi nei quali invece vi sia almeno una indicazione di massima ma manchino elementi utili per un posizionamento puntuale comparirà esclusivamente un numero in prossimità dell'area deducibi-

le. Nel tentativo di non disperdere la grandissima quantità di rinvenimenti perlopiù di oggetti mobili, che a causa della generalità della provenienza (del tipo "da Velletri”, “dal territorio di Velletri” ) avrebbero rischiato di essere omessi o tuttal'più di non aver la giusta considerazione, li ho inseriti nel catalogo, ma non nella carta, con un numero seguito da asterisco. All'interno del testo ho inserito, in particolare per le aree con presenza di strutture, in aggiunta al loro rilievo di dettaglio”, nell'ottica ormai consolidata della carta archeologica con resa topografica”, anche dei posizionamenti a iccola scala (1:4000), con lo scopo di fornire una visione più particolareggiata della relazione tra morfologia e sito. A tale fine ho utilizzato come base gli aereofotogrammetr comunali, nonostante le difficoltà provocate sia dal fatto che, rientrando il territorio analizzato, oltre che nel comune, di Velletri, per parti minori anche in quelli di Rocca di Papa, Lariano, Nemi, Genzano, Lanuvio, c Cisterna di Latina, le cartografie disponibili non si presentavano uniformi sia relativamente alla scala che all’anno di ripresa (compresi tra il 1982 (nell'aggiornamento del 1990) di quelli 1:5000 di Lanuvio, il 1987 di quelli 1:5000 di Cisterna di Latina e di Rocca di Papa, il 1994 di quelli 1:4000 di Genzano, il 1995 di quelli 1:5000 di Lariano e il 1998 di quelli 1:5000 di Velletri) risultando a volte non pienamente e uniformemente corrispondenti alla realtà. La documentazione fotografica, în modo particolare per quanto riguarda alcune strutture e i materiali presenti in loco, presumibilmente non sempre si presenta ottima, essendo stato spesso costretto dalla diffidenza dei proprietari nei quali erano conservati, a riprese affrettate: in ogni caso quando esse si presentavano almeno sufficientemente chiare ho preferito inserirle come testimonianza dell’esistenza di resti Se la ricognizione ha fornito, come detto, una grandissima quantità di nuovi dati, a fronte di un dispendio di tempo considerevole, il lavoro di localizzare i siti di rinveni mento dei tanti materiali scoperti in passato, ha costituito un impegno importante ma imprescindibile. Tra i numerosissimi materiali di diverso tipo per i quali appare certa la provenienza da Velletri è noto come una parte considerevole manchi di un’ubicazione precisa, -conoscendosene nei

420 fig. 16 nn. 11-13, 432 fg. 18,457 fig. 26. 7,438 fig. 27 n.8,430 fig. 28 n. 5,29 perl territorio lanuvino; Li 2002: 196 fig. 154,nn. A-C, 235. fig. 221 n. A, 359 fig. 413 nn. A-D relativamente ad Aricia P Wixxspen 1993: 25-40; Cuacin 1993: 201-203, specialmente gg. 12, relativamente ad esemplar dalla Civita di Tarqui "Soweit 1989: 23; SoMMELLA 1992; CoLost, GaBRIELL!, Rose 2001; Covost, Gannuet1s, PrLoso, Rost 2001. Tuti siti son stat riporta ti su coordinate UTM con sistema GPS, controllato, ove possibile (ace ur‘anizate,vabiita) su cartografía di dettaglio (aereofotogrammetrie comunali e CTR) con riporto in sistema Gauss Boaga. "Risultano prive di rilievo di dettaglio quasi esclusivamente quelle strutture, nel settore sud-occidentale del f. 150 IT SO dell'IGM in scala 1:25.000, delle quali ho avuto modo recentemente di occuparmi in maniera specifica (Las 2001): proprio pe allegerice i testo da ulteriori immagini peraltro comprese in un unico contributo e quindi fruibili con facilità, ho preferito non riproporle in questa sede © Sulla differenza tra cara archeologica con resa tematica e quella “ve ra propria” con resa topografica in cui il dato archeologico è rappresenta to su base cartografica attuale e preferibilmente posizionato n forma planimetricae non simbolica con precisione proporzionale alla scala di rappre sentazione và: AZZENA 1989: 25-37; AZZENA 1997: 401

© Solo iporeticamente può considerarsi riferibile a questo gruppo, ad esempio, il cospicuo nucleo di fr. di ceramica ardo-talica entrato a far par te della raccolta conservata nei magazzini del Museo Nazionale Romano, a seguito di un sequestro, nel 1945 (Rosser Tet 1996: 17). Ne fanno parte oltre a frr. noo attributi di coppa emisferica Dragendorff 37 (Rossern Text 1996: 378-379 n. 442, 379 nn, 443-444, 380 nn, 448-449, 381 mn. 453-455, 382 n. 459, 383 nn. 461-464, 384 nn. 466-470,385 πη. 471-475, 386mn 476-480, 387 nn. 481 486, 388 nn. 48741, 389 nn. 492 e 494, 390 n. 496-497,391 nn. 501-503, 392 nn. 504 e 506, 392 n. 507, 393 nn. 508511, 393.394 n. 12, 349 nn. 513-516, 395 nn, 518-521,396 nn, 523-524, 397n. 529, 398 mn. 533-537, 399 nn. 538-540) c di calice Dragendorf: Watzinger I (Rosserm Te 1996: 399 n. 542): quelli di coppa carenata Dragendorif 29 bollati da Rasinius Pisanus (Rosserm Tenta 1996: 264 n. 11-12, 266 n. 17e 19, 266.267 . 20,267 nn. 21-22, 268 πη. 24 26-27,260. 00.2831, 269-270 n, 32) daC, PO PO (Rossern Teita 1996: 270 n. 35, 271. rn. 37.39, 272 nn. 41-42, 272-273 n. 43), da Sex. Murrius Festus (Rosserm Tenta 1996: 273 n. 44, 6, 274 n. 47.48); di coppa carenata Dragendodi20 bollata da Sex. Murrius Pisanus (ROSSETTI TELLA 1996: 276 nn. 52-53, 2762770. 54,271 nn, 55 6 57,279 nn. 61-62, 280 na, 65-66, 281 n. 69, 282 n. 72:13) da Sex. Murrius Festus o Pisanus (Rosserm Tett A 1996: 282 n. 74, 282-283 n. 75) da Sex. MurriusCalidius (ROSSET TeLLA 1996: 283-284 n. 27

casi più fortunati, il nome della contrada e quello del vecchio proprietario del fondo"-, privando in tal modo la ricerca di elementi di straordinaria importanza: è il caso anche di molte iscrizione del CIL® e, più recentemente di

alcune pubblicate nei Supplementa Italica, di gran parte delle scoperte edite nelle Notizie degli Scavi e, soprattutto, di molti dei materiali presenti nel catalogo del Museo di Velletri redatto dal Nardini“, oltre a quelli in vecchie

78), attribuitia. Rasinius Pisanus (ROSSETTI Tent 1996: 285 nn. 83-84, 286 nn, 85-88, 286-287n. 89, 287 n. 90, 288-289 n. 96,289 nn. 97.99, 290 n. 100-102, 290-291 n. 103, 291 nn. 104-106, 292 an. 107-108, 293 nn, 112-113, 293-294n. 114, 294 nn, 115-117,295 nn. 118 e 120-121, 296 nn. 122-124, 296-297n. 125,297n. 128, 298 nn, 129-131, 298-299 n. 132, 300 ‘n. 137-139, 300-301 n. 140, 301 πα. 141-144, 302 mn. 145-146 e 148, 303304n. 152, 304 nz. 153-154, 305 mn. 156-159, 306 mn. 160-163, 307 m. 164-167, 307-308 n. 168, 308 na. 169-171, 308-309 n. 172, 309 nn. 173175, 310 nn, 177-179, 310-311 n. 180, 311 nn. 181-183,312 nn. 184-186, 312313 n. 182, 313 na. 188-189, 314 nn. 192-195, 314-315 . 196, 315 an. 197-200, 316 nn. 201-203, 317 mn. 206-207, 318 nn. 210-212, 319 m. 213215,320 πο. 217218 6 220,321 nn. 221-224, 322 nn, 225-228, 323 nn. 229. 232, 324 n. 234-236, 325 an. 237-239, 325-326 n. 240, 326 m. 241242, 3267327 n. 243, 327 nn. 244-246, 328 nn. 247-250, 328-329 n. 250, 329 n. 252-254, 329-330a, 255, 330 nn, 256-259, 331 mn. 260-263, 331-332 n. 264,352an. 265267, 333 nn. 270-271,334 mn, 272-273 e 275, 335 nn 276219, 335-336 n. 280, 336nn. 281-284,337 nn. 285-287,338 nn. 290291, 338-339 n, 292, 339 nn, 293-296, 340 mn. 297-299); di coppa emisferi endorf 37 attributi a L. Rasinius Pisanus (ROSSETTI TeLLA 1996: 340-341 n. 300); di coppa carenata Dragendorff 29 attibuit a C. PO PO (Rosserri TéLLA 1996: 341 nn. 302-308, 342 nn. 304-305 e 307, 343 mn. 309-311, 344 nn. 312-314), attibulti a Ser. Murrius Festus o Pisanus (Rosserri Tenta 1996: 344n. 315, 345 nn. 316318, 346 n. 322, 347 m. 324-325, 348 n. 329, 349 nn, 330, 332-333, 350 nn. 334.335,37, 351 m. 338-340, 353 nn, 346-348, 353-354n, 349, 354 nn. 550352, 355 m. 353. 356,356 n. 358,557 nn. 361-363, 358 nn. 364-367, 359 nn. 368-371, 3593605. 372,361 an. 376-377); da coppa emisferica Dragendorfr37 atribuita a Sex Murrius Festuso Pisanus (Rossern TELLA 1996: 361 n. 378,362 mn. 379-881); da coppa carenata Dragendorff 29 attribuita a L. Nonius Flor () (Rosserri TELLA 1996: 364n. 387, 366 n. 3904, 368 n. 403) attribuitaa L Nonius Flor) oaC. PQ PO (Rosserm Tanta 1996: 368 n.404, 370 nn. 409411, 370.371 n. 412), attribuita a C PO PO o a Sex. Murrius Festus o a Sex. Murrius Pisanus (Rosserst TeLLA 1996: 371 no. 413-415, 571-372 n. 416, 372 nn 417-419, 373 nn. 420-422), atribuitia L. Rasinius Pisanus o ἃ Sex Murrius Festus 0a Sex. Murris Pisanus (ROSSETTI TELA 1996: 373n. 423, 374 sn 424-427, 376 n. 432-434, 377 nn. 436-438, 378 n. 439). ‘ Genericamente provenienti dalla città di Velletri sono, ad esempio, alcune iscrizioni, i boli laterizi CIL X, 8043, 15-16, 20,25, 30:31, 34, 42, 45, 62,91; dalle sue vicinanze (prope Vliras") e iscrizioni CILX, 6579 ei bolli terii CIL X, 8043, 19; dal teritoro (in agro velitemo rep, le iscrizioni CIL X, 6596-6937, 6597, 6604, 6610-7012, 6623, 6624: rep. in agro veltemo una cum 6561, 6556, 6558, 6561-6562, bolli laterizi CILX, 8043,17,67, 78 ei numerosissimi materia ceramici e un'antefissa con pal metta a sett lobi nastriformi con spirali volte verso l'intero e Pan seduto che suona la siringa su cespo d'acanto (PENSABENE 1983: 308-309: n.957; DE Maia, Fu, Tono 2001: 679 scheda 5542) conservati al Museo Nazionale Romano (De Magia, Fai, Toro 2001: 679-815 schede 55436992,816) © Seguendo Sous 1983a: 37 ho espunto tra le iscrizioni veitere in CILX, inn. 6612 (rep. in agro Velitemo c.a. 1780, deinde apud Borgiam” a detta di CarpiaLI 1819: 15 n.73, 21 e CapiaLi 1823: 146 n.79; per una provenienza romana propende CIL VI, 30138) e 6620 (rep. in agro Velitemoa. 169... tibi in suburbano comitis Antoni Antonelli secondo Marina CVarLar, 9127: 231r e Caixa1823: 122-124n. 59; contrala provenienza vlitema CIL VI, 23551=1* 1223), da considerare urbane. “Trai materiali ricordati nel Catalogo Nardini, lire quelli su die rente supporto, con iscrizione nota, e pochi alri che in maniera ipotetica, sulla base del nominativo del donatario, sembrerebbero rinvenuti i localit più ciscoscrite (è il caso, ad esempio, del n. 1348"), pr i qual soltanto ho elaborato delle specifiche schede, ne igurano numetosi con generica provenienza "Vellei" (Chess 1981: 177-178): f i capitello in marmo a bassorilievo (Ceccuui 20018: 46 n. 7); fr. di antefessa con foglie (Ciccnama 20012: 46 n. 13); fr. di antfissa con palmetta © ovuli (CeccaRos 20018: 46 n. 31); fr di braccio sx. in marmo di statua (Ceccarini 20018: 46 n. 37);f di tegola con bollo rettangolare (CsccaRmi

20012: 50 n. 59); f di colonna in marmo verde (CsccAsum 20014: 50n. 65); fi di comice con ovoli e dentlli in marmo (Ceccarini 20014: 50 n. 71)f di sarcofago n marmo con Satiro e suo attributi (Cecca 2001: a Giulia Doma relativa 51 n.85); esta femminilecon acconciatura simile ἃ statua (Cccagint 2001a: 52 n. 90); fr. di colonna baccellato in porfido (Cecca 2001: 52 n. 94)f con sporgenze maromillar su tuta la super fice, in travertino (Ceccarist 2001: 53 n. 103); due fr. di fistula itle (Ceccxu 20018: 59 n. 204, 60 n. 207); fr. di mattone con bollo (Ceccarini 20014: 60n. 211); f di cornice tile (Ceccanma 20012: 60 n. 216); fi. di arula con palmeta (Cacca 20012: 60 n.218)fr di anefissa ‘con palmetta (Ceccarini 2001: 61 n.222); di pilastro decorato con foali in marmo (Csccarin 20014: 61 n.223) pilastro decorato con fogliedi edera in marmo (Ceccarini 20012: 61 n. 225);f. di antefissacon palmetta (Ceccnna 2001: 62 n. 240); fr. decorato di bassorilievo in marmo (Ceccarini 20012: 62 n.246); fi. i vaso (CeocaRini 20012: 62 n. 248); ἔς. di capitello composito in marmo (Ceccarm 20012: 62 n. 249); i. di comi ce con ovoli e palmette relativo a lastra di rivestimento in marmo (Ceccagu 2001: 62 n.250);f di zampa di leone relativo a trapezoforo in marmo (CECCARNI 2001: 63 n. 251);ἔς di zampa Ieonina relativa a trapezoforo in marmo (Cecca 20012: 63 n.253); di cornice con ovoli e foglie di acanto in marmo (CaccaRixt 20018: 63 n. 254) fr. i comice con ‘voli fite (CEGcARIN 2001a: 63 n.255); fr di antefissa con esta feminJe omata di palmetta (CocaRI 2001a: 63 n. 259); piede isolato futile (Mus, QuiLI icta 1983: 37 n. 84; Caccanuni 20012: 63 n. 261); busto feraminilein marmo relativo a statua (Ceccanist 20012: 63 n. 262); mano con asta frammentariain marmo relativo a statua (CECCARI 20010: 63 n. 263); testa femminile in marmo relativa astata (CeccAsux 20012: δά n. 266); testa di stiroin marmo relativa a maschera (Ceca 20012: 64 a. 267);fi con protome leonina in marmo (CeccaRIN 2001a: 64 n. 268), bussorilievo in marmo con ritratto maschile con capo laureato (CECCARINI 20010: 64 n.270}; bassorilievo in marmocon ritato femminile (Ceccarini 20010: 64 n. 271) fr di vaso (Crocarm 20012: 64 n.272); tdi tegola con bollo (Ceccatuvi 2001: 64 n. 277); f- di bipedale con bollo (Ceccarit 2001a: 64 n. 278); f di tegola con bollo (Ceccarini 2001a: 65 n. 279). f lastra di rivestimento fiie con palmerte (CeccaRiNt 2001: 68 n. 315}. f. di lastra di rivestimento file con decorazione a palmetta (Ceccarini 2001a: 68 n. 316) lucerna in ceramica aretina, monolicne (Ceccarini 20010: 74 n. 398);fr. di ariballos (COCARINI 20012: 74 n.400); fr. di eci Diente non id. in terracotta (Crecarna 20014: 78 n. 459); bombilios in terracota (Ceccarini 2001: 80 n.496); vetro non id. (Ceca 20012: 80 n. 498); anai vaso in vero (CECCARINI 2001: 80 n 499); balsamario in ve ro (CeocaRINt 2001a: 81 n. 515); f di coppa 2. n. con bollo a rosetta (Ceccanast 20012: 82 n.521); i di coppa in argilla (Ceccaena 20010: 82 0.505); fi di riballo n arilla (Ceccaauxi 20012: 82 n.532); ἔς. di fondo ἂν n. con bollo a rosette (CEocaRI 2001: 83 n.544); f di vaso in vetro (Ceocarini2001a: 83 n. 545). fr. di lacerna con figura di Giove sul manico (Ceccanast 2001a: 85 n. 587). i di lucerna configure maschile e femminile (Ceca: 20010: 86 n. 589); i. di Incema con putti (CccaRna 20012: 86 n.590); fr di lucerna con busto di guerriro loricato (Ceccarini 20012: 86 n.591); due fr di lucerna con maschera di Sileno (Crccarint 20018: 86 na, 592.593);i di Iucema a v. τι con palmetta ra due delfini (CeccaRint 20018: 86 n. 594); fedi ciotola in argilla con bugne (Csccanuna 201: ‘n. 598);fr. di lacerna con una biga sul disco (CECCARIN 2001a: 86 n 599); statua con tunica fte (Metis, Quiici Gia 1983: 41 nota 86; Csccann 20012: 88 n. 624); anforetta in argilla priva di decorazione (CECcARINI ‘2001a: 88 n. 626 con datazioneal I-I sec. a. C); bombilios in argilla (Ceccasunt 20012: 89 n. 644); due frr. di intonaco dipinto (Csccarma ‘20012: 89 nn. 645-646). di succo con decorazione (CECcARIN! 20018: 89 n.647); lucerna ftile monolicae (Ceccarini 20018: 89 n. 652); peso sfericoin calcare (CtccARIN 2001a: 90 n. 654), peso da telaio in pietra calcarea con foro passante superiormente (Gia 1989: 126 n. V38, av. LIV £t; Ceccanna 2001: 92 n. 683); peso da telaio in teracotta piramidale (Ceccarini 20012: 92 n. 686); peso da elio in terracotta, prisma retngolare (Ceceawunt 20012: 92 n.694); fr. diparte superiore di peso da telaio in

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terracotta (Cecina 20018: 92 n. 698);f. di peso da telaio in teracotta (Cecoanint 20010: 93 n. 699); figura maschile armata in bronzo relativa a statuetta (Csccarna 2001: 96 n. 746): genio in bronzo relativa a statua (Ceccanint 20018: 97 n. 747); efebo in bronzo relativo a satuetta (Csccasma 2001: 97 n.748); tredici fr di serratura in bronzo (CrccaRIni 20018: 97 m. 759-761, 98 nn. 762-771); fr. di conduttura in bronzo (Ceccasma 20010: 99 n.775); sfera io pasta virca (Ceccamuvi 20019: 106 n.873); ft con protome felina in bronzo relativo ad un elemento decorativo (Ceccarini 20012:106 n. 876). due fi. di bottone in pasta vira relativi ad elementi decorativi (Ceocaaet 2001a: 106 nn. 877-878); f di vaso in Bronzo a forma di cane (Ceccarini 20012: 108 n. 911); lucema fitile (Ceccarini 20012: 115 n.996); ft monolicne di lucerna fitile (CE0cARINI 2001a: 115 n. 997) ff monolicne a forma di lira di lucerna fitile (Ceccarini 2001a: 115 n. 998); fr. monolicne con ansa di lucera fitile (Ceccagimi 20018: 115 n. 1001); lucerna fitile a forma di trotola (Ceccarini 20012: 115 n. 1002); fi a forma di pesce di lucerna file (Ceccarini 20012: 115 n. 1004); f di bassorilievo in marmo con capigliatura aciocche (Ceccarini 2001a:115 n. 1005) fr. di elemento architetetonico in stucco con meandro a colori (Ceccarini 2001a: 115 n. 1006); fe. di pentola in ceramica (Csccaguna 20012: 115 n. 107); i di piatto in teraglia con decorazioni (Coccanunt 20012: 116 n. 1016); f. i architrave in peperino con iscrizione (Ceccagu 201a: 118 n. 1047); cammeodi donne con bambino in calcare (Ceccanpa 20012: 119 n. 1058); fi perlina per colana in pasta vitrea (Cecca 20010: 122n. 1101); busto in marmo dellimperatore Tiberiocon corona di quercia relativo a status (Ceccui 20018: 139 n. 1504); fr di antefssa a grande palmetta a cinque foglie (Csccania 2001: 143 n. 1551);fr decoratodi lucernaitle (Ceccam 2001: 143 n. 156 ); ft: di fondo di vaso in ceramica (Cec-caruna 20010: 145 n. 1578);f di based pilastro in porfido (CeccaRINi2001a: 145 n. 1582);fr decoratodi Iucerma in bronzo (Cecca 20012: 147 n. 1603); f con genio alato di siillo in bronzo (Ceccanint 2001a: 147 n. 1604);fr. di anefssa con volto femminile (Ceccanma 20002: 147 n. 1605); fi. di vaso im ceramica (Ceccuena 20014: 156 n. 1730). f di antefissa con volto femminile e pal metta (CrocaRia 20012: 156 n. 1732) fr di vaso in ceramica (CtCCARINI 20010: 156 n. 1735)fr. sferico di peso in marmo (Ceccarini 2001a: 157n. 1738);f di piccola lla in ceramica (Cacarm 2001a: 157n. 1740); f di figura femminile fitile relativo a dono votivo (Ckocarini 20018: 157 n. 1743); fe di antefissa con maschera femminile © palmette (CsccarDa 20010: 157 n. 1747); testa femminile in marmo relativa a statua (CECCARINL 20012: 157n. 1749); boccale in terraglia (Ceca 2001s: 158n. 1760 con datazione al XVIII sec}; vaso in teraglia (Ckcca®ma 2001a: 158 n. 176 con datazione al XVI sec); di piatto con al centro un uccello tra τας mi in ceramica (CiccAm: 2001 159 n. 1766); fca in ceramica (Coca&n 2001: 159 n. 1768) fr. di boccale con figura di amorino in ceamica (Cecca 2001: 159 n. 1773); sestante in bronzo con raffigura. rione su entrambi i lati (CEOCARINI 20012: 164 n. 1833); quattordici monete in bronzo (Ceccanint 20012: 164 no. 1834-1843, 165 nn. 1844-1847datate all’età repubblicana); fr. di bassorilievo n marmo con figura femminile supina (Cecca 2001a: 165 n. 1849; f di bassorilievo in porfido con test con ll (C&ccaR 20018: 165 n. 1850); f di coperchio di anfor in ceamica (Ceccasa 2001a: 168 n. 2295); fr: bilicne con decorazione c iscrizionedi lucerna in bucchero (CRCCARINI 2001a: 168 n. 2296); fi di baionetta (CeccusuN 20012: 171 n. 2338); f di spada (CECCARNI 20010: 171 n. 2339 datato all'età medievale); f. di punta di alabarda (Cecca 20012: 171 n. 2340); f. di ciotola in argilla verniciata (Chocagumi 20018: 171 n. 2341); fr nonid. di antefissa in marmo (CeccaRint 2001: 171 n, 2342);fi. di cornola di pietra per anello incisa (C6ccARDI 2001a: 183 n.2499); sette fr di vaso piriforme in ceramica (Givi 1989: 124-125n. V.32, tav. XL ft. Ji riferisce αἱ “vasetti ovoidi e piriformi, impiegati per allegerire le vote e probabilmente anche come tappi di anfore”: Csccagm 20012: 183 nn 2502-2506, 184 nn. 2507-2508); tre calamai (Csccaruna 20012: 184 nn. 2509-2511); f di antefissa ile con foglie di acanto e delfini (Ceocarii 20019: 184 n. 2514); fr di anefissa con foglie di acamto e delfini (Ceccarini 20019: 184 n. 2515)fr. di astra Campana con colonna tra tralci (Ceccanis 2001a: 184n. 2518); fermaglio in bronzo a forma di serpente relativo ad elemento decorativo (CECcARIN 2001a: 189 n. 2591); fr. di pilastro în marmo (Ceccagini 20018: 192 n. 2638); tre f. di lucerna (Caceanint 20012: 192 n. 2642-2644); fr di lastra Campana con decorazio» nea vitcci (Ceccarini 20012: 67 n. 309); di lastra Campana con decorazione a vitcci (Csccarin 20012: 67 n. 31 ) fr: di coronamentocon liselo a dentelli relativo a lastra di rivestimento (Ceccagna, Caescexa 1989: 111 n. IV 5 datato ad età augustea; Ceccamui 20019: 67 n.312); f con decora-

zione a ovoli relative ἃ lastra di rivestimento (ChccariNi 20012: 67 n. 313); fx con intarsi in marmo di mosaico fiorentino (CECCARINI 20012: 86 n. 596); peso in piombo piramidale (Ceccmm 20010: 92 n. 686); peso in piombo conico (Csccarini 20012: 92 n. 687); scodella in terraglia (Ceccarini 20018: 116n. 1015); due piatti n ceramica (CEOCARINI 20010: 117 nn. 1025-1026); f. i laterizio con bollo © testa di Apollo (Ceccarini 2001a: 119n. 1062); f di bipedalecon bollo (Ceccarini 20012: 119 n. 1064); cucchiaio in ottone con manico a trtiglione (C5ccaRI 20014: 119 ‘n. 1066); martello in ottone (Ceccarini 20010: 119n. 1067); bicchiere in vetro (Chocagimi 20012: 119 n, 1068); f αἱ laterizio con decorazione a reticolo (Ceca 2001a: 119 n. 1065); di perlina in bronzo per collana (Ceccarini 20018: 122 n. 1100); fr non id. di bassorilievo in marmo (Crocnana 2001a: 156 n. 1722); fi αἱ arula con figura di toro e Vittoria (Ceccanint 2001a: 157 n. 1748); foscrola cilindrica file (Chocaruni 2001a: 157 n. 1751); lucerna monolicne delfiforme (Csccarna 20012: 74 n.397); ciotola ἃ vn. (Ceccarini 2001a: 84 n. 565 con datazione al I sec ἃ. C); lucerna monolicne defiforme (Ceccanunt 2001: 89 n.638 con datazione a I sec. a. C); re lucerne monolicne (CECCARIM 2001a: 89 nn. 639641 con datazione αἱ sec. a. C); lucerna monolicne deliforme (Ceccanint 2001a: 89. 642 con datazione al sec ἃ. C.) peso da telaio ftile prisma (Ceccusma 2001: 91 n. 679); due esi da lai ftia prisma rettangolare (Ceccanint 20012: 92 nn. 688-689); peso da telaio fiie a prisma rettangolare con due sbarrete (Ceccanint 2001a: 91 n. 691); peso da telo ftile (Csccsspa 2001a: 93 n. 700}; peso da telaio file ἃ prisma rettangolare (Cecca 2001a: 93 n. 701); statua n bronzo rappresentante Brace con i suoi atribui (Csccarena 20012: 96 n. 741); f di lucerna con disco centrale. e cinghiale e rosette (CHCCARINI 2001a: 126 n. 12) lucera in aria figli ma (Csccasu 2001: 130 n. 1381 con datazioneal I sec. d. C.) due Πα. di pietre decorata n coriola (CrCcARINI 20012: 95 πη. 726-727) petra decorata in onice (Ceccanunt 2001a: 95 n. 729); ft. rettangolare in pietra dura Coca 2001a: 95n. 730); pietra venturina (2) non id. (Ceccuana 2001: 96 n. 738); litica non id. (Csccnruna 2001a: 96 n. 739); fuserolain. bronzo (Ceccaarwi 2001a: 129 n. 1375); amese in bronzo con pettine ricurvo (Ceccanint 20012: 167 n. 2277); acino di collana a forma di ghianda agata (Caccanint 20010: 167 n. 2278); fr. αἱ balsamario a forma di fuso in vetro (Ceocanost 2001a: 167n. 2279); f. di serratura in bronzo (CEOCARINI 20018: 167 n. 2280); tre anllini in bronzo (Ceci 2001: 167 na. 22832285); f di ago terminante con una pigna in avorio (CEocanini 2001: 167 n. 2286) uma funeraria con al centro puti a rilievo dono dell'Amminisrazione Provinciale di Roma (C5ccagu 2001a: 49 n. 52); busto aco in marmo relativo a statua dono dell'Amministrazione Provinciale di Roma (Ckocagini 20019: 53 n.110}; busto acefalo in marmo. relativo status (Ceccssusi 20019: 54n. 114), Ugualmente numerosi sul tano quelli con provenienza “Velletri. Località incerta” (Crescenzi 1981 179), ra i quali ho espunto perchè di provenienza romana (Sou 1983a: 30.31 n. 3*) un fr i ara in marmo con iscrizione CIL VI 4.2, 36169, dons ta dalla Congregazione di Cart, dl giardino dell Ospedale civile, cons vata nel Museo (GABRIELLI 1922: 98-99; Carscevzi 1981: 179 con local zazione "Velletri. Località incerta”; SOLIN 19838: 30-31 n. 3*; Ceccanmi 2001a: 47 n. 24 con provenienza "Vellei. incer"): rdi piedesx. colos Je în marmo relativo a statua (Ceccanii 2001a: 46 n. 3); fr. di capitello in marmo con rosetta cinque petali (Ceccani 2001a: 47 n.25);fr. otagon le in marmo con foro sla base relativo a elemento architettonico (Ceccarini 2001a: 48 n. 38)ἔς astra di rivestimento con capitello i le sena (Ceccarini 20014: 50 n. 68); f. di fregio con voluta e foglie di acanto (Ceccarini 20012: 51 n. 84) testa maschile con capelli citi da tenia in marmo relativa a statua (Ceccantst 20012: 52 n. 97); fr. di testa maschile in marmo relativa astata (Ceccanint 20012: 54n. 117); f di lastra Campana. ‘con Arimaspe armato (Guin 1989: 109-110 specialmente 110 n. IV8; CCeccanont 2001a: 61 n. 224; Ciampi 2007: 95); erma bifronte in marmo Ceca 20010: 62 n. 243); fi. di antefissa con busto femminile e volute Ceca, Crescenzi 1989: 116 n. 129, tav. XXXIV fi; Crccann Crescenzi 19899: 136 n. VLI8; CeccaRivt 2001: 63 n.256); due teste ili velate ftii relative a dono votive (Mtis, QuuLci Gicui 34 n. 83; CrocaRi 20018: 63 nn. 258, 260). f. di colonna in marmo decorato con rami di edera (Ceccanti 2001a: 64 n. 264); f. di coperchio danfora vi ria (Ceccavi 2001: 23 n. 1235);fr di lucera fit con al centro due ramidi ulivo con istogrammi (Ceca 2001: 123n. 1240);fr. di coperchio di anfora (Ceccamusi 2001a: 123 n. 1243); due ἔπ: di lucema fiie con. manico a forma di mezza luna (Ceca 2001a: 124n. 1245-1246); fr di bassorilievo fite con Menade e cane in corsa (CeccaRint 200La: 149 n. 1636) fi. di bassorilievo fitile con due buoi (Crocaami 2001a: 149 n. 29

1638); f di pide fiie relativo a dono votivo (Chccagin 2001: 149 n.1); 20012: 91 n.670); peso da telaio rettangolare con stampo con croce al ce tro (Grana 1989: 126 n. V37: Ceocauni 20014: 91 n. 671); peso da telaio i. di antefissa con palmetta e rappresentazione architettonica (CECCARINI, Carscenzi 1989: 114 n.1V.24, tav. XXXIII£1. che ipotizzano possa prove. con stampocon rosetta (MELIS, Quaici Gio 1983: 24; Cecca 20018: nize da Troncavia, con datazione αἱ I se. d. Cz CECCARINI 2018: 150n. 91 n. 674); peso da telaio rotondo con bollo con calice biansato (Gui 1644); testa femminile con capelli bande laterali in marmo relativa a sta 1989: 1252. V4 "con due stampigli oval, post l'uno sopra lato, rappretua (Ceca 2001: 150 n. 1656); test bifronte con Menade e Satiro bar- sentanti un calice c Ja caccia di una bestia feroce a un cervo (7); CEOCARINT buto in marmo relativa a statua (Ceccazixi 20012: 151 n. 1657); peso in 2001a:91 n. 675); peso da elio piramidale (Ceccanint 2001: 92 n. 682); da tebronzo con stampo con lettere grafie e croce (Ceccarivi 2001a: 151 n. peso da telaio con stampo graffito (Cecca 2001a: 92 n. 684); peso 1659); due fx. con raffigurazioni geometriche di pavimento in alabastron (Ceocnama 2001a: 171 nn. 2336-2337); ἐς. di astra in marmo con graffito con testa di icone (Cacca 20012: 182n. 2488); piccolo capitello con fogliedi acantoin marmo (CECCARINT 20012: 184n. 2517); balsamaro file di deposizione, di provenienza ignota, già riutilizzato nell'arco di una fine(Ceca 2001: 191 n. 2623); fr. ἃ forma di ia con bollo di lucema str del cortile di Palazzo Graziosi, Velletri, al Museo Civico; e ne è pro(Crescenzi 1981: 179; Ceccoama 20012: 192 n. 2646); peso da telaio fit posto il riferimento ad una copia di un'opera cassia, la rappresentazione della morte di Meleagro, trasformata el tardo Rinascimento in una raffiguedi forma piramidale (Csccanni 20012: 92 n.692}; ft. di sarcofago inf tile in marmo strigilato con imago clipeata e figure funerarie (CRESCENZL azione cristiana (NARDIN 19304: 10 ipotizza che la lastra possa essere stata. 1981: 179 ne ricorda la presenza "già nella Caserma dei Carabinieri; Gui adoperata per omare qualche monumento sepolcrale dell'Appia Antica." 1989b con datazione a Il ec. d.C; CkocaRIni 20011: 50 n. 66; BONAKNO Crescenzi 1981: 127; Conswanor 1982: 75N. Β 10; Crccarma, CRESCESZ1 ARANTINOS 2005: 45, 46 fig, 4). fr: di busto maschile in marmo relativoa 1989: 136-137n. VI. 19, tav. f. LTV ipotizzano possa trattasi di un ascilStatua (Carsceszi 1981: 179 ne ricorda a presenza “già nella Caserma dei lun; Cecca 2001a: 128 n. 1341; BACCHETTA 2005: 78-79): fr. di mattone Carabinieri”; Csccarma 20018: 53 n. 105); pietra decorata coeniola decorato con cerchi concentrici (CECCARIN 20012: 47 n. 27).fr. di mattone (Ceccarini 20018: 95 n.723); petra decorata agata (Csccunmi 2001a: 95 icon bolloC. Propert (CEccARINI 2001: 48 n. 30); ra in marmo con patera. 1. 724)fi. decorato in pasta vitrea (Cecca 20012: 95 n. 28);fr di pie- a rilievo sul ato principale (Ceccanint 20019: 48 n. 34), f. di comice in con iscrizione [--}+ Donat-~|/{—Jer Capit. (Sot 1986: 188 tra decorata comiola (Ceccarini 20010: 96 n. 732); f di pieza decorata marmo nice (Ceccarini 20018: 96 n. 733); scarabeo decorato in pasta vitrea n.9; Ceccarini 2001a: 49 n. 47); ft. di capitello in calcare (Ceccarini (Ceccarini 20012: 96 n. 734); ft. i pietra decorata corniola (CeccaRint 2001:49 n. 48); fd bipedale con bollo (Cecci 20012: 50.60); ς di 2001:96 n.735);fi con decorazione comiola (CECCARIN 20012: 96 n.736 oro di dolio con bollo Sabini Secundi (Ceccari 2001a: 50 n. 67); due fr. con provenienza “Velletri; fi. con decorazione in pasta via (CECCARINE di piededi statue in marmo (Ceccaruna 20018: 51 mo, 81-82); fr di ansa di nel nucleo dei ma20019: 96 n. 737 con provenienza "Vellei"; i. i bassorilievo in marmo ariballs (Crescrzt 1981: 173 o riporta genericamente con testa maschile (Csccarna 20010: 120 n. 1083); fuserola fite terial con “Località ignota”; Ceccarini 20012: 75 n.421 che lo include nel (Caccanint 20012: 127 n. 1303); fuerol file (CEOcARINI 2001a: 129 n. "dono Bucciarelli"); statua fite con scudo relativa a votivo (Mstis, Quiict 1374 con provenienza “Velletri; fi. di laterizio a rombo (Ceccamt Grou 1983:41 nota 6; Cecca 20012: 79n. 465); vaso ite (CECCARNI 20010: 129n. 1376); testinain bronzo (Csccanna 20019: 130n. 1380 con 20012: 79 n.466}; fr. di oinochoe (CracaRIi 20018: 29 n, 469 con datazioneal IILI sec. a.C); di ciotola ava. (Csccarma 20010: 79 n. 470);fe di provenienza “Velletri” Cospicuo anche il numero di quelli con provenienza “Velletri. Loc. ‘inochoe con motivi floreali (CccaRINI 20012: 79 n. 471 con datazioneal ignota” (Crescent 1981: 179) fr di base in porfido nero relativo a sua. LI sec. α C); ciotola in bucchero (Csccarm 20012: 79 n.472); cinochoe (Ceceanint 2001:SI n. 7] con datazione all'età egizia); pilastro con deco- decorata (CEccARINI2001a: 79 n.473 con datazione a IVI sec. a. C);fr. di razioni loreali in marmo (Ceccnini 2001: 53 n. 102;ft. con decorazione oinochoe (Ceccarini 2001a: 79 n. 477); bombilios fusiforme (Csccanm di candelabroin marmo (Ceccaris 2001a: 55 n. 141); mascherain marmo 20012: 80n. 481 con datazione αἱ II cc. a.C); oinochoe con decoraziocon tesa dî satiro (CeccAris 2001a: 59 n.193); esta giovanile in marmo ne (Ceccanut 2001: 80n. 482 con datazione al IV-I sec, a. C.) bombilios relativa a statua (Ceccarini 20012: 63 n. 252);δα αἱ lastra Campana con te- fusiforme (Ceccaama 20018: 80 n. 484); anfra av. (CECCARINI 20018:80 sta di ariete (Cccwuix 20012: 66 n. 302; Cuawt 2007, 95); fr. di comice n. 493 con datazione al I sec. a. C); bombilios fusiforme. (Ceccauxr baccellata fiie (Chocamisi 20012: 68 n. 321); ft. di fibula ἃ sanguisugain 2001: 80 n.494); bombilios fusiforme (Ceccanin 20018: 80 n.497); anfobronzo (Ctccase 20012: 122 n. 1228); balsamario fitile (Ceccarini sua. (Ceca 20012: 81 n, 506 con datazione αἱ ULI sc. a. C); cioto20010; 123 n. 1241);fr. di coperchio di anfora (Ceccarma 2001z: 155 n. laa va. (Ceccari 20018: 81 n. 510 con datazione alIL-Isec . C.) pate1721); f di piede di anfora (Csccaguna 2001a: 192n. 2639); f di astra raa un. (Ceccasint 20018: 81 n. 51} con datazione αἱ III ec. aC}; οἷποCampana con decorazione non id. (Ceccarini 20014: 192 n. 2649); cornice. choe decorata (CECcARIN! 20010: 81 n. 514 con datazione al IV.H ec. a con fuserolein marmo donata dal principe Ginnett (Ceccarini 20010: 54 n. CY; statua acefal, ft, relativa a votivo (Meis, Qua: Gicu41 nota 119) fr di antefissa con figura vestita e pilastrino (Csccarm 20018: 157n. 86; Csccamm 20012: 81 n. 519); equino, file, relativo a votivo 1737); ft di polpaccio in marmo relativo a statua (CECCARINE 20012: 56 n. (Ceccanint 20012: 81 n. 520); oinochoe senza decorazione. (Csccanni 152);f di colonna a totiglione in peperino (Ceocanint 2001: 56 n.153); 20010: 82n. 522); bombilios (Ceccasux 2001: 82 n. 524 con datazione al testadi donna in marmo relativa a statua (Ceca 2001a: 185 n. 2525); soc. CJ; bombilio piriforme (Ceccarant 2001a: 82 n. 526 con databusto di figura maschile in marmo relativo a statua (Ceocanint 20012: 185 zione al III sec. a. C): stamnos (Crecasma 2001a: 82 n. 527); pera τ. 2526); busto di giovane sorridente in marmo relativo a statua (Csccanma (Cocnana 2001: 82n. 530); anfora (C8ccaRi 2001a: 82 n. 531); anfora 2001: 185 n. 2527); ft di ceramica a vn. cn iscrizione (Csecarm 20012: (Ciccasua 2001a: 82 n. 533); bombilios (CREsceNzr 1981: 173 lo riporta 155 n. 1718); busto di figura maschile in marmo relativo a statua genericamente nel nucleo dei materiali con “Località ignota"; CECCARINI (Cocca 20010: 185 n. 2523) 20018: 2n. 534 che lo include nel dono F. Di Tucc):lekythos priva di deco Trai materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano infine, numero- razione (Ceccasunt 2001: 82 n. 536; fi. di anfora (CacCN 2001: 83 n. si anche i materiali provenienti genericamente da “Lariano” (CRESCENZI 540): statua maschile, iile, relativa a voivo (Meus; Quiict Gras 1983: 1981: 172): fi di cornice ftile con maschere sceniche relativo a elemento ^41 nota 86; Ceccani 20018: 83 n. 541); ethos a v.n: con scene dionisiaarchitettonico (Cecca 20012: 66 n.202); fr di ansa di cratere in cerami che (Ceccarini 2001a: 84 n. 568 con datazione al VI sc: a C); ft monolicca (Csccarn 20018: 67 n.304); peso in calcare sferico (CeccaRD 2001a: ne di lucera a va. (CHCCARINI 20012: 85n. 575) fe di coppa decorata in 91 n. 678); tazza in impasto (Crccarma 20012: 122n. 1229); anello con aretina (Cesscenzt 1981: 173 o riporta genericamentenel nucleo dei mategemmain bronzo (Ceccaara 20019: 159 n. 1719); quatto frt di cuspide in Hali con "Località ignota"; Ceccarist2001a: 88 n. 625 che Io include nel ferro relativa a lancia (Draco TroccoL: 1989: 35 nota 27, 41 nota 85; dono "principe Ginnett"; fe. di anfora ad una sola ansa in impasto scuro CeccarDa 20012: 185 nn. 2533-2536); fi. di vaso in vetro (CtccARINI (Ceceanint 20012: 97 n. 758); baratolo in argilla (CCcaRIMt 20014:100 n. 20010: 186 n. 2539);f di fondo di vaso in vetro (CeccaRist 20012: 186 n. 793); fr. di olla (Cecca 20012: 106 n. 872;fr. di astra marmorea con 2540); f di tazza in vetro (CrccaRIa 20010: 186 n. 2541); ἔς con orto den iscrizione LIO EIUS (Ceccanint 20012: 146. 1591); fi cammeo in avotellto in bronzo di specchio (CEGCARINI 001a: 186 η. 2547).f di ipeda- zio con raffigurazioni (ChocaRma 2001a: 183 n. 2493) fi di ago in osso Je con bollo circolare (Ceccarant 2001: 186 n. 2550 fe di peso da telaio (Ceccanint 20012: 183n. 2494); idolett in pasta vitrea (CECCARINI 20012: fite con bollo (Ceccaaa 2001a: 91 n. 669). peso da telaio rotondo con 183 n. 2495 con datazione all'età egizia; due scarabei con iscrizione perostampo con rosetta a undici petali (Geant 1989: 125 n. V35; Ceccanist glifia (Chocasuna 20012: 185 nn. 2537-2538 con datazione all'età egizia) 30

collezioni“. In non pochi casi partendo proprio dalla localizzazione più generica anche se generalmente meno modificata nei suoi confini (la contrada) e dalla menzione del proprietario, con l'ausilio dei vecchi catasti per i rinvenimenti della fine del Settecento e dell’Ottocento, in ogni caso verificando sul terreno la veridicità delle notizie desunte, è stato possibile rintracciare i fondi di non pochi rinvenimenti, spesso confermando la presenza degli eredi o solo la memoria negli abitanti, del proprietario indicato. In diversi casi è stato quindi possibile coniugare l'oggetto scoperto con un sito, ovvero ottenere una migliore conoscenza. di aree altrimenti note, o il riconoscimento di nuove.

Significative al proposito le identificazioni delle aree di provenienza delle lastre campana rinvenute tra il 1929 e il 1930 in contrada San Pietro, nelle proprietà Zaottini ex Biserna e Latini (n. 1035), di un votivo fittile nella contrada il Cigliolo, proprietà Ciancia (n. 433), della fistula plumbea a Colle dei Marmi, Vigna Allegri (n. 603), dell'erma Maone (n. 405) e, presumibilmente, dell'iscrizione dalla proprieta Salimei (n. 720). Medesime caratteristiche sono rilevabili per gran parte. materiali confluiti, ad esempio, al Museo Nazionale Romano, provenienti dai territori contermini di Lanuvio® e Genzano, nella maggior parte dei casi, di provenienza gene-

τι dilastain bronzo a forma di incodne(Ceccu 20012: 188.2571); di asta Campanacon busto maschile (Cercagi 20010: 68 n.325, “ono Buccal"; Cuir 2007, 95); f di lasua Campana con picde di letto (Cacca 20012 68 n.326, “dono Bucciarli”; Cami 2007, 95);fr di voluta di capillo in marmo (Crccanna 2001: 75 n. dll. "dono Bucciarelli"); due coppe (Cccun 2001a: 25 n. 416,77 n. 438, "doro Bucciarelli"); f di gorgncinín stucco (Ceccuuax 201a: 7 n 437, “dox fr di vaso (Cercuw 2001: 77 n. 499, “dono piede isolato, tle, relativoa votive (Meus, Qui GicLi 1983:37 nota 85: Cocca 20018: 79n.468, “dono Buccareli); anfoetaa n. (CrocaRna 2001a: 79 n.474, “dono L Gall"); coppa con decorazio. ne (CEOCARIN 20010: 79 n, 478, “dono Gali) f di vaso con ansa a astro (Ceccsena 20014: 79 n.479, “dono L Gall"); f. di coppa a va. (Ceccutm 2001s: 79 . 480, "dono L Gall"):fe di vaso con ansa e Ioni a rilievo in bucchero scan 200: 15 n. 1716, “deposto O. Nada) bovino, ite, relativo a voivo (Mes, Quis Gi 1983: 42 nota 89; Cacus 20018: 152n. 1675, “dono eredi G. Magni); due sun ti relatvia votivi Meus, Quai Grou 1983: 4 nota 90; Ceccanost 2001: 152 na. 1676-1677, “dono eredi G. Magni?) due piccoli crateri con anse Crccuuw 20018: 152 πη. 1678-1679, "dono eredi G. Magni") ciotola (Ceceanost 20018: 152n. 1680, “dono eredi G. Magni") testa femminile, iil, relativa a votive (Cecca 20018: 152 n. 1681, “dono eredi G Magni); te tet femminili velat, fili, relative a νοῦν! (Ὀξοζαμινι 2001a: 52 nn, 1682-1683, 153 n. 168, "dono ered C. Magni"): due uteri, fiti, relativi ἃ votivi (Mus, Quir Gia 1983: 42 nota 87; Croci 20013: 153 m. 1685-1686, “dono eredi G. Magni”); marsmell, ftl, per "nente ad un animale, relativa a votivo (Checa 201a: 153 mn. 1687, "dono credi G. Magni”; to fi. di tate aceale, ft, rappesenami Asklepios, relativi 4 votivi (Meus, Qui: Giant 1983: 41 nota 86; CECCHI 2001: 153 n. 1688-1680, “dono cred O. Magni"): edi statua femminile velata, fite, relativa a γοῦνο (Meus, Qui Gott 1983: 41 nola 86; Ceccanint 20014: 153 n. 161, “dono eredi G. Magni"); f di statua, file, relativa a voivo (Ceci 2001: 153 a. 1682, dono eredi G Magni"); f di satus maschile acefala, file, relativa ἃ voivo (Meus Quizici Gres 1983: 41 nota 86; Ceca2001: 153 n. 1693, "dono eredi G. Magni”:due aiballs (Ceca 20018: 155 nn. 1694-1605, “dono eredi G. Magni"; bovine, iile, relativo ἃ vivo (Meus, Quine: Gia 1983: 43 nota 89; Ceccasiv 2001a: 154 n. 1606, "dono eredi G. Magni"); "ree con cornice ed ornati policromi in stucco (Ceci 20010: 154 n. 1697-1699, "dono eredi G. Magn") fi di intonaco con decorazioni poi come (Ceccati 20012: 155 n. 1700, "dono eredi G. Magni"); fe mono. Tine di lucema con bolo C. OPP RES (Crecagia 2001: 154 n. 1701, “dono eredi G. Magni"); fi. di lucema con pescie bollo C. OPPI. R (Ceceanint 20018: 154 n. 1702, “dono eredi G Magni"): rdi luce con (Ceccarini 2001a: 154 n. 1705, "dono eredi G. Magni"); esta fempesci ‘nil velata tile, relativa ἃ votivo (Ceccanint 2001a: 154 n. 1704, “dono eredG. Magni" © È i caso, ad esempio di alcun sarcofagi ni giardini Ginnet, dispersi quelo a casa rettangolare con stigiature che inquadrano ἢ li peo centrale coni busti de due defunti emergenti a cespo di canto, datato alla metà del II sec. d. C. Duck 1962: 1, 43-44 $ 17; Mtv. 9; Βοναννο AVRANTINOS 2005: 48-49); ἀεὶ f i coperchio con due geist ional, semisdiniai i ai di un cratere colmo i fut, datato l'età conStantiniana (KRANZ 1984: 273-274 n. 520, tv. Γι: 110,4; Bonanno Avtaveos 2005: 49)

Si tratta della ciotola in sigillata africana C3 alla Crypta Balbi (DE Magia, Fé, Togo 2001: 227 scheda 1391, 231-232 scheda 1448, 232 scheda 1449, 237 scheda 1254), di una mensola in marmo (DE MARIA, Fa, Toro 2001:241 scheda 1580) del Genio dell'Autunno o Ampelosin marmo hunenSe (De Mani, Fez Toro 2001: 258 scheda 1800), dell'elemento di statua in marmo (DE MARI, Pr, Toso 2001: 259 scheda 1803), at Museo Civico di Lanuvioe, soprattutto, dei numerosi materialidel Museo Nazionale Romano. “Tralasciando vari bronzi ea collezione numismativa i trata: dell'anello in ferro (De Marta, Fs, Toro 2001: 218 scheda 1287), dei fi. di anfore (De Marsa, Fi, Tono 2001: 219 schede 1291, 1293-1301 219-220 scheda 1302, 220 schede 1303-1309, 220.221 scheda 1315, 221 schede 1316-1325, 1327, 222 schede 1329-1335, 13 7-1340, 222-223 scheda 1341, 223 schede 1342. 1352, 223-224 scheda 1354, 224 schede 1355-1358, 257 schede 1787-1790, 257-258 scheda 1791, 258 schede 1792-1794, di una applique in vero (De Marta, Fé, Toro 2001: 225 scheda 1369),di alcuni unguenti in vetro (De Mania, Fri Toro 2001: 260 scheda 1824), di alcuni vasi in vetro (DE MARA, Pri, Tono 2001: 263-264 scheda 1867, 265 schede 1889-1891, 1893), di cuni baili (De Maus, Fe, Tono 2001: 225 schede 1372-1374), forse di un peso marmoreo (De MARIA, Ft, Toto 2001: 225 scheda 1375),di alcuni boc: cai, brocche, brocchette,citole e pati in maiolica (DE Mata, Ft, Tono. 2001: 225 scheda 1377, 226 schede 1378-1385, 227 scheda 1392, 233 schede. 1461-1462, 255 schede 1761-1762, 255-256 scheda 1763, 258 scheda 1797, 275 schede 2032-2035, 276 schede 2042, 2045-2050, 276-277 scheda 2051 277 schede 2052-2053, 278 schede 2066-2068, 2071, 2073; cr. De MARIA, Fat, Tono 2001: 275 schede 2036-2037, 275-276 scheda 2038, 276 schede. 2039-2041, 2043, 277 schede 2054-2057, 2059-2063, 271-278 scheda 2064, 218 scheda 2065, 2069-2070, 279 schede 2078-2083), di invetriata (DE Manu, Fit, Tono 2001: 268 scheda 1929, 276 scheda 2044, 277 scheda. 2058) di casservolein bronzo e fili De Manta, Fei, Toro 2001: 226: schede 1386-1387), dei fin ceramica comune (De MARIA, Fa, Toro 2001: 228 schede 1403-1404, 1406-1410, 232 scheda 1480, 1453-1454, 234 scheda 1484, 236 schede 1505-1511, 236-237 scheda 1512, 237 scheda 153, 243 scheda 1602-1611, 244-245 scheda 1626, 245 schede 1627-1633, 16351636, 1638, 245-246 scheda 1639, 246 schede 1640-1644, 1646-1651,248 schede 1668, 1670, 249 scheda 1677, 249-250 scheda 1687, 250 scheda. 1688-1691, 250 scheda 1698, 251 schede 1703-1710, 253 schede 1727-1731 1732, 1735-1737, 254 scheda 1744, 256 scheda 1767, 1769-1770, 258 scheda 1795, 260 scheda 1827, 261 schede 1840-1841, 262 schede 1842-1844, 1847-1848, 264 scheda 1868, 1873, 1875-1876, 1878-1879, 265 schede 1881, 1853-1888, 266 schede 1896, 1900-1903, 267 scheda 1909, 19111916, 1918-1921, 268 schede 1923-1928, 1930-1932, 1934-1935, 268.269 scheda 1936, 269 schede 1938, 1943-1948, 269-270 scheda 1949, 270 schede 1950-1963, 269-270 scheda 1964,271 schede 1965-1978, 271-272 scheda 1979, 272 schede 1980-1993, 272-273 scheda 1994, 273 schede 1995-208, 273-274 scheda 2009, 274 schede 2010-2023, 274-275 scheda 2024, 275 Schede 2025-2031, 278 schede 2074-2075, 279 schede 2084-2091), ἀεὶ rin siilat chiara (De Mania, Fri, Toro 2001: 250 scheda 1699, 265 scheda 1882), dei frin vetro (De MARIA, Fe, Toto 2001: 228 scheda 1405), dei ir. avernice nera (De Magia, Fe, TORO 2001: 229 schede 1416, 1418-1421,232 scheda 1457, 233 schede 1463-1464, 234 schede 1482-1483, 235 schede 1493, 1405, 252 schede 1723-1724, 256 scheda 1764, 257 scheda 1784, 262 schede 1845-1846, 1849, 266 schede 1897-1898, 1906, 267 schede 1917, 1922, 278 scheda 2072), ei fit a vernice nera sovraddipinta (De MARIA, Ft, "Tono 2001: 265 scheda 1892), dei fi. in sigillata africana (De Mania, Fa, "Tono 2001: 231 scheda 1447, 234-235 scheda 1485, 249 schede 1680-1682, 31

rica e solo più raramente riferibili a complessi noti come nel caso di quelli rinvenuti nello scavo del 1964 al bivio della via Appia Vecchia con la via Laviniense" (n. 862), dei trapezofori in marmo e corallo da Monte Cagnoletto* (n. 634), del sarcofago in marmo da Monte Cagnolo® (n. 842), della testa in marmo greco dalle Fornaci” o delle antefisse provenienti dalle indagini al tempio di Diana. Ho invece, volutamente tralasciato di interessarmi, oltre a quella conservata fino alla fine degli anni Novanta del Novecento nel Palazzo Ruspoli di Nemi delle varie collezioni note in ambito veliterno, tuttavia prendendo in considerazione i materiali per i quali era nota o almeno ipotizzata la provenienza veliterna. Nell'ambito dell'esame della documentazione mobile di vario tipo esistente”, ho cercato, per quanto possibile, di rintracciare almeno nei magazzini del Museo archeologico F. Nardini di Velletri”, i materiali, perlopiù recuperati occasionalmente in ricognizioni di superficie da volontari locali a partire dalla fine degli anni Novanta del Novecento”. Non è inconsueto il caso di rinvenimenti di materiali, in maniera non sempre occasionale da parte degli stessi proprietari dei terreni e quindi il loro vario riutilizzo”. Più raro è il loro in-

gresso nelle raccolte private, mentre per le-opere di maggior pregio, non infrequente è la loro illecita vendita. Se.non di rado mi è stato possibile almeno l'osservazione dei materiali confluiti nelle collezioni, mai ho avuto occasione di vedere le seconde. Il risultato in ogni caso evidente è. come non solo alieni forse per sempre l'oggetto dal. suo-contesto ma privi la ricerca topografica di un elemento utile per la sua ricostruzione, Per l'edizione dei diversi bolli rilevati sn differenti classi dell'instrumentum, pur riferendomi alla schema-guida proposto nei primi anni dell'ultimo decennio del Novecento”, ho preferito, considerando anche le finalità della ricerca, operarne una semplificazione.

1684-1686, 250 scheda 1693-1697, 253 scheda 1726, 1732, 1734, 253-254 scheda 1739, 254 schede 1740-1743, 1745-1751, 255 schede 1752-1754,256 scheda 1768, 266-267 scheda 1908, 268 scheda 1933, 269 schede 19391942), ἀεὶ fondi in sigilla africana con decorazione stampiliaa, di fr in. sigillata italica (De Mania, Fat, Tono 2001: 232 schede 1451-1452, 235 scheda 1486, 265 schede 1894-1895, 266 schede 1904-1905, 269 scheda. 1937), dei fondi in sigillata italia bollati Mertora, Art, Hert, Cn. Ati, Wil, Primus, SexulAviliMan,A. Amuri, Gel, C. Vb, (De Manta, Fe, Tono 2001: 252 schede 1716-1717, 261 schede 1830-1837), dei fr. in campana (De Maga, Pit, Tono 2001: 234 n. 1481, 249 scheda 1683, 264 scheda 1877), di fuseruol iii (De Muta,Ft, Tono 2001: 27 scheda 1519), de» ali oscilla iti (Ds MARIA, Ft, TORO 2001: 248 scheda 1671), ἀεὶ pesi da teaio iiti (De Marta, Fr Toro 2001: 251 scheda 1712), ei ὅπ: di impasto (De MARIA, Fi, TORO 2001: 257 scheda 1780), dei rz. "con vemice marrone all'interno” (DE Maia, Ft, TORO 2001: 235 schede 1488-1490), dei ὅπ. di dolia (De Marta, Fe, Toto 2001: 237 schede 1514-1515), del fr d colonna n calcare (DE Manta, Pa, Tono 2001: 227 scheda 1400) delle comici in cl care (DE MARA, Fi, Tono 2001: 236 schede 1498-1500), un "piccolo mattone di forma parallelepipeda (Dr MARIA, Fr, Tono 2001: 239 scheda 1555, 241 schede 1574-1578), alcune luceme iili (De Mania, Fa, Toro 2001 240 schede 1560-1561, 1563-1569, 241 scheda 1570), un terio con bollo ‘APOL. ANT. L (Ds Marta, Fa, Toro 2001: 241 scheda 1579), dei diversi fr di tegole (De Manta, Ft Tono 2001: 259 scheda 1814), dei fx diterecotte architettoniche (DE Manta, Fe, Toro 2001: 259-260 scheda 1815), di vaso in marmo (De Mania, Fa, Tono 2001: 267 scheda 1910), della tametta in marmo italico (De Mata,Ft, Toro 2001: 259 scheda 1811), dei rz. di crustae marmoree (De Mart, Pr, Toro 2001: 236 schede 1501-1502), di νοῦν! in marmo (De Maus, Fa, Tono 2001; 237: 1517), di alcune lastre marmoree edi calcare (Ds MARA, Ft, Tono 201: 238 schede 1528-1540, 238-239 scheda 1541, 239 schede 1543-1551), dei fm. di intonaco (DE Most, Fs, Tono 2001: 257 scheda 1781), oltre a numerosifi. fit, bronεῖ, vitre e marmorei di oggetti non identificabili (De MARIA, Fei, Tono 2001: 241 scheda 1582, 241-242 scheda 1583, 242 schede 1584-1598, 242243 scheda 1599) "De Marta, Fit, Toro 2001: 219: scheda 1292, 220 schede 13101314, 221 scheda 1326, 222 scheda 1336, 223 scheda 1353, 228 scheda 1402, 231 scheda 1446, 232 schede 1455-1456, 1458-1459, 232-233 scheda 1460, 236 scheda 1504 , 239 scheda 1542, 240 scheda 1562, 241 schede 1572-1573, 245 schede 1636, 1637, 246 scheda 1645, 248 schede 16721615, 249 schede 1676, 1678-1679, 250 scheda 1692, 250251 scheda 1700, 253 scheda 1738, 256 scheda 1766, 258 scheda 1796, 263 schede 1865-1866, 264 schede 1869-1872, 1874, 266 schede 1899, 1507). De Manta, Pa, Tono 2001: 260 schede 1822-1823.

“DE Maria, Fai, Tono 2001: 213 scheda 1231 DE Manta, Fe, Tono 2001: 213 scheda 1233 » Della collezione acquistata nel 2001 dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio e trasportata al Museo delle Navi, a Nemi, sono state recentemente redit le iscrizioni CIL XIV, 2216-ILS 843 (Rucct 1996: 571573), CIL XIV 41822-CIL P 1437-1LS 3223 (Granino Cecen 2000: 36), CIL T, T43eXIV 2218-10 XIV, 1121=ILS 37-ILLRP 372 (Granimo (Cecené: 2000: 38-39) e CIL VI, 6826 (Granimo Cecras 2001). La necessità di pubblicare quanto conservato nei magazzini, come variamente auspicato(ad es., tas 1992: 126) purtroppo non infrequente mente, si scontacon Ja mancanza di un reale collaborazione tra ammini trazioni ed eni scientifici. "Non mi è tato possibile accedere ai materiali, anch ssi recuperati in ricognizioni di superficie, principalmente n siti del territorio di Lariano che anche le mi ricerche banno riconosciuto, da volontari di alcune associazioni Joc depositati all'interno di uno dei locali del municipio. Rimanendo la gran parte di esi inediti a parte alcuni cenni apparsi nella stampa locale, e la presentazione di alcun fotografie in occasione di piccole mostre alle. ste dal Jocale Gruppo Archeologico, è auspicabile che al più presto gli or‘gni preposti provvedano almeno ad inseri in una struttra idonea: la loro pubblicazione amplier sicuramente le conoscenze su territoriodi Lariano, permettendo in alcuni casi precisazioni, in lt, forse anche delle modificazioni alle considerazioni espose. Ho concentrato la mia attenzione sui materiali recuperati ia in cità che ne tritorio,che non sono conflit nel catalogo del Museo di Velletri, pubblicato nel 1989: sfortunatamente oltre a quelli raccold sulle cime dell'Artemisio nel corso degli anni Novanta del Novecento, de quali sono stati forniti solo alcuni cenni, non mi è stato possibile visionare neppure quell, nti attraverso le segnalazione inviate all'Archivio della Soprintendenza archeologica peril Lazio, riguardanti: li ter della SIP del 984 e del 199091, nel centro della cit; le perustrazion di Colle S. Giovanni; l'area di . Ie Marconi. Per ess, soprattuttoper quanto riguarda la loro dat zione, mi sono dovuto limitare alle poche notizie edit. "Nella vastissima casistica rilevata ricordo la notizia riportata dal ‘Tomasseti (Tomassertt 1979: 415) sul "cumulo di marmi architettonici ‘con fregi splendidi, dei quali due soi pezzi possono vedersi ora salvati in Civita Lavinia," adoperati da “lo scalpellio, che lavorò alcuni anni or sono nel Camposanto (cl. di Velletri”. *Morizo 1992 a proposito de citer utilizzati in precedenza a patire da CILXV; Mosuzio 1992a, specialmente 230.233.

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PROSPETTIVE

1I plafond conoscitivo prodotto dalla catalogazione dei diversi resti non può che essere considerato l'avvio di una futura attività in continua evoluzione, suscettibile naturalmente non soltanto di precisazioni ma anche di accrescimen-

ti che ta stessa realizzazione di lavori di vario tipo (soprattutto agricoli ed edilizi) provocherà. A questo proposito, forse pià che per altri ambiti cronologici, nuove specifiche ricerche sembrano assumere il carattere della necessità per l'età preistorica: intal modo gli scarsi rinvenimenti, proprio in virtù della loro frequente esiguita, che al momento sembrerebbe connotarli come sporadici, potranno costituire un punto di riferimento e dunque l'occasione per verificare quanti di essi si riferiscano ad aree di frequentazione e quindi la loro reale consistenza. Per quanto riguarda l'età latamente romana che proprio in considerazione dei resti di strutture esistenti ad essa riferibili e quindi del problema ad esso connesso, della loro conservazione, costituisce l'ambito cronologico sul quale s'incentrano i maggiori interessi, credo, occorra preliminarmente operare un distinguo. Anche in considerazione dell'esiguità delle risorse disponibili, a parte quei casi, soprat-

tutto in ambito urbano (ad esempio il cd. tempio delle Stimmate), che in quello territoriale, per i quali lo scavo si presenta come necessario, sarebbe forse opportuno incentrare ogni sforzo sulla salvagurdia. Le distruzioni di vario tipo documentate per la villa di S. Cesareo, per Monte Cagnoletto, come per altre realtà meno imponenti, ma non meno importanti, oppure per diversi tratti della via Appia e per molte altre viabilità, non possono che essere ricordati come episodi di colpevole inciviltà. In questa opera di conservazione di quanto noto, vigilando nel contempo sulle aree delle quali, anche sulla base della catalogazione, sembra plausibile ipotizzare l'importanza, dovranno fin da ora cimentarsi i diversi organi a ciò preposti. In ogni caso, pur con l'ausilio non trascurabile che una reale sinergia può offrire, la riuscita dell'operazione dipenderà, ne sono certo, dalla capacità delle persone che li rappresentano.

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CENNI DI GEOMORFOLOGIA

Il territorio compreso nelle tavolette di Velletri e Le Castella, a este a sud dei crateri di Ariccia e di Albano, costituisce una cospicua parte di quell'apparato dei Colli Albani (cd. Vulcano Laziale) interessato dalla deposizione dei prodotti eruttivi ed effusivi e caratterizzato da differenze morfologiche e geologiche sostanziali”. Ne risulta caratteristico, infatti, quell'insieme di rilicvi e depressioni, nel quale si articola gran parte del territorio veliterno eche costituisce i ri sultato di una serie di eventi prevalentemente vulcanici c del successivo modellamento dovuto all’azione degli eventi atmosferici”. Ne fanno parte, da nord verso sud, una porzione cospicua della piana del Vivaro, quindi quasi per intero la serie di cime di cui si compone l’Artemisio, l'ampia fascia digradante verso sud con alture progressivamente più basse, un’area centrale caratterizzata da morbide dorsali collinari incise da corsi d'acqua, e quindi un'ampia fascia pianeggiante che si allunga verso sud fino alla piana pontina. All'estremità settentrionale si trova un ampio settore, ad andamento prevalentemente pianeggiante, che si sviluppa a quote comprese tra 550 e 600 m s.Lm., di quella vasta area anulare in precedenza denominata Atrio della Molara, Valle Molara, Prati di Cajano, Doganelle, oltre che il recinto delle Faete. Sul lato nord-orientale, ad una distanza di circa m 60100 da via Crocetta Vivaro, il territorio risulta delimitato dal settore sud-occidentale del recinto dell’ Artemisio-Tuscolano, che partendo da nord, all'altezza di Frascati, limitatamente al compresorio velitemo ricoperto quasi per intero da boschi di castagni, comprende le alture di Colle del Favo (682), del Maschio di Ariano (891), di Monte Peschio (925), del Maschio dell’ Artemisio (812), di Monte Spina (731) e di Monte Alto (676) affacciato sul lago di Nemi.

L'intera area, e con essa il comprensorio dei Colli Albani, risulta essere stata particolarmente critica, dal punto di vista geologico-strotturale, essendosi venuta a trovare in prossimità della convergenza di strutture diverse per stile tettonicoe per ambiente deposizionale.

Alla costruzione dei rilievi hanno contribuito una serie di eruzioni esplosive ed effusive di vario tipo quali, tra l'altro, colate piroclastiche, esplosioni freatiche e freatomagmati che, colate laviche e ignimbriti. Dopo il Pliocene-Pleistocene, nel corso del quale si è riconosciuta una paleomorfologia elaborata con rilievi collinari allungati, separati da valli piuttosto incassate che sembrano seguire e accentuare l'andamento delle strutture profonde, nell’arco cronologico compreso tra 700.000 e 500.000 anni fa hanno luogo le prime manifestazioni di tipo vulcanico con conseguente deposizione dei cdd. “tufi antichi” e "tufi inferiori”. Inizia un periodo di attività (periodo “tuscolano-artemisio”) che porta allo sviluppo di un edificio il cui recinto è costituito dai Monti dell’ Artemisio e dai Monti Tuscolani. Alla fine di questo periodo la maggior parte del recinto presenta alterazioni: mentre il settore sud-octidentale viene ribassato per circa 200 m da una serie di faglie lungo le quali sorgono numerosi crateri eccentrici, il settore settentrionale viene sepolto da diversi coni di scori Caratterisco del Vulcano Laziale è il presentare nell'area di sua influenza, oltreal condotto centrale, numerosi condotti indipendenti con attività generalmente limitata: è il caso, oltre a quelli obliterati nelle fasi iniziali, ad esempio, della conca di Albano, quella di Nemi e della valle di Ariccia. La distribuzione dei prodotti delle esplosioni provocate dal contatto improvviso tra le acque delle falde sotterranee e le masse calde, dimostra che queste sono state numerose e che la loro violenza è andata aumentando nelle fasi terminali dell’attività albana. II successivo ed ultimo ciclo vulcanico ha dato luogo alla formazione, sul fondo del vecchio cratere centrale, di un nuovo apparato: il Maschio delle Faete L'attività dell'apparato centrale termina quindi con la costruzione del Colle di Jano, di Monte Cavo e del conetto di Colle Vescovo. A partire dall'inizio del Quaternario ha inizio un'intensa attività vulcanica distinta in una prima fase, nella quale sono note emissionidi prodotti iniziali di tipo ignimbritico,di tipo freatomagmatico, di tipo lavico, di colate piroclastiche e di altri tipi esplosivi, e una seconda (datata da 500.000 a 280.000 anni fa) nella quale è documentata un'alternanza di prodotti esplosivi ed effusivi”. In concomitanza con la fine di quest’ultima fase, è segnalata un'imponente emissione di

"DE ANGELS D'Ossar 1940, specialmente 8-12 con storia degli studi, 12-18 relativamente agli affioramenti rilevati. Ancora fondamentale VenraiGUIA 1963, specialmente 23 fig. 2 (sezione ipoetia e schema del vulcano lazile) 54 (quote della base dei prodotti del vulcano la vigna Mammucari, Acqua Vivola e Villa Pines) 111, 15, 134, 139-141, 149, 164-166, 199, 212213; Carvro, FuNiceLLo, LA Monica, Luria PALMIERs, PaROTTO 1974 per analisi dei processi di modellamento del Vulcano Laziale sulla base dell'esame delle condizioni cli matiche; FUNICELLO, PAROTTO 1978: 235-239 in particolare 236-237 fg. 1

(Schema geologico struturale dell'area albana), 238-239 (Nemi), 239 (Vivaro); Casronrscit, Notasco 1982; DE Rita, FUNICIELLO, Rosa 1988; DE Riva, PUNICIELLO, Rosa 1992 con ricostruzione dei principali stadi di evoluzione morfologica dell’area dei Colli Albani in relazione alla deposizione delle principal colate pirociastihe del tuscolano-artemisio. PCrnarm 2003: 7, 12. PLa distribuzione di questi prodotti, anche se copre una zona grosso modo concentica all'apparato centrale, é alquanto mai variae discontinua sia in senso verticale che orizzontale.

NOTE GEOLOGICHE SULLA STRUTTURA DELL'APPARATO VuLcaNico

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lava, la quale favorisce il collasso dell'area centrale dell'apparato con formazione di una caldera delimitata dai Monti ‘Tuscolani e dell’ Artemisio. All'inizio del I millennio, in corrispondenza della fase finale dell'età del Bronzo e della prima età del Ferro, il pacsaggio almeno nelle sue componenti macroscopiche, aveva ormai assunto le caratteristiche attuali, pur permanendo accidentate fessurazioni idrografiche, che soltanto i successivi agenti naturali ed umani contribuiranno a modificare. Pid ancora delle montagne e dei colli rilevanti risultano le variazioni, sia nel numero che nell'estensione, dei bacini lacustri e palustri in passato più numerosi e vasti di oggi. Cosi accanto ai laghi, ancora esistenti, di Albano e Nemi, ampi bacini lacustri sono documentati nei craterî di Ariccia, Pavona, Santa Maria delle Mole, dei Campi di Annibale c dei Pratoni del Vivaro”, AFFIORAMENTI

La formazione di scorie e lava, prevalentemente scoriacea (in sezione a Monte Spina sulla via dei Laghi) e solo localmente cementata (al Monte dei Ferrari, a Monte Peschio e al Maschio di Lariano), è presente sulle creste dell’Artemisio: dal Faccialone al Maschio dell’Artemisio (q. 812), al M. dei Ferrari, al M. Peschio tra le qq. 911 e 939, al Maschio di Ariano (g. 891) e quindi al Colle del Favo (q. 631), alla Casa dei Guardiani, lungo le pendici di Colle del Vescovo tra le qq. 750 e 600. Affioramenti di lapilli sono presenti in maniera estesa in corrispondenza della parte esterna del recinto artemisio con q. che vanno dai 600 nella catena dell’ Artemisio, dove fronti considerevoli sono alla fontana della Donzelletta e a Colle del Favo, ai 240 a sudestdi Velletri. Coni di scorie sono da considerarsi sia Colle Tondo (q. 596) che l’altura a nord (4. 615), che Colle del Vescovo (q. TIS. Un cono di scorie terminali è Monte Cavo (q. 949), il quale si è sviluppato eccentricamente rispetto al cratere distruggendone parzialmente il recinto e sovrapponendosi ad esso. Esso è costituito da scorie in parte saldate e speronizzate, in parte incoerenti, mentre, invece, mancano colate di lava. Ted. tufo marrone dell' Artemisio, costituito da materiali differenti (dai tufi litoidi molto compatti contenenti proietti lavici, ai tufi terrosi omogenei, livelli di pomici e scorie spesso incoerenti, livelli pozzolanacei pochissimo coerenti, altemnanze di tufo litoide con livelli di tufo a grossi blocchi di lava) è distribuito in una fascia con direzione nordest/sud-ovest alle pendici del Monte Artemisio, a partire dalJa via Ariana fino ad una 4. compresa tra i 600 e i 700 m. Affiora in modo continuo solo al di sopra dei 500 m e sul fondo dei fossi e talora risulta intercalato a colate laviche πόσαι 1976: 7; Gur 1981: 90 fig. s n. (n. 12 lago dei Prati del Vivaro); Crimen 2008: 16. " FuniceLLO, PAROTTO 1968 specificatamente per il reticolo idrografico del settore tra fossi di S. Anatolia e della Tevola, Monte Artemisio e la via Ariana; CaeUTo, FUNICIELLO, LA MONICA, Luria PALMIERI, Panorro 1974: 194-195 figg. 29-30 a proposito delle incisioni prodotte dalle acque nel fondo fosso, con frequenti scalzamento alla base elle pa36

che non superano i 2-3 m. Affioramenti sono presenti all'incrocio del fosso del Peschio con la via Ariana, a Fontana Quarantola (circa q. 300), a Fontana di Papa, valle del Nespolo (circa q. 325), presso la sorgente del Fellone, nel vallone Scifello (circa q. 400) e lungo il fosso del Peschio, nella zona dell’Artemisio a Colle Nemese, Colle Bello, Acqua dei Ferrari, sorgente Marcaccio, sorgente Tevola, sorgente Boccatorta e alla fontana del Turano. Ancora affioramenti di tufo marrone dell’ Artemisio si hanno asud del lago Nemi, a Monte Canino, Monte Cagnoletto, Monte Cagnolo, ponte di S. Gennaro, fosso di S. Gennaro e valle d'Oro, e a sud-est di Velletri, in tutto il Vallone della Regina, a Malatesta fino a via delle Quattro Vasche. ‘Tra i 600 e i 700 m avviene il passagio dal tufo marrone dell’ Artemisio ad un agglomerato di scorie, anche saldate, alle quali s'intercalano numerose colate di lava. La più importante di queste costituisce il crinale del Monte Artemisio e può seguirsi dal Maschio dell’Artemisio fino al Monte Peschio. Lungo il versante meridionale raggiunge all'incirca quota 750: tuttavia con numerose digitazioni si spinge a quote inferiori arrivando a toccare quota 650 al di sotto dell’ Acqua dei Ferrari e addirittura quota 506, in corrispondenza della sorgente Marcaccio. Colate di lava sono visibili presso il! ponte Minella in corrispondenza di quota 250; di qui lungo il fossc omonimo raggiunge la via Appia Nuova tra il km 35 ed il 36; oltre la via dei Laghi a quota 600 circa fino a monte Spina (q 731); al fondo del fosso che da C. le Colonna scende verso il fosso Minella; a quota 500 circa, tra casa Corsetti ed il fontanile Fiume; sulla via dei Laghi, a quota 600 tra Monte Spina e Colle Tondo; a sud-ovest di Monte Spina e della via dei Laghi; sulla cresta di monte Spina da quota 731 a quota 675 ‘Al di sotto della quota 650 inizia ad affiorare, prima in lembi sparsi e discontinui e poi procedendo verso valle con aree più ampie, il complesso dei lapilli varicolasi, lapilli di differenti colorazioni con sottli e sottilissime intercalazioni cineritiche ricchedi cristalli di pirosseni, leucite e miche. Le pareti del recinto, coperte di detriti e particolarmente scoscese sul lato interno, accentuano ancora di più la oro pendenza su quello esterno, ma presentano una netta rottura di pendio in corrispondenza della isoipsa dei 600 m. Qui, le pendici sono solcate da piccole valli, generalmente di modeste dimensioni, e solo in casi più rari, in concomitanza con il prevalere di materiali litoidi, incise più profondamente. La maggior parte di queste vallate, le quali si sviluppano prevalentemente in senso radiale lungo le linee di maggiore acclività, sono attraversate da ruscelli a carattere torrentizio, con tratti iniziali quasi sempre asciutti e frequente presenza di sorgenti naturali, in parte temporanee, in parte perenni, in quelli finali. È il caso

di quelle del Peschio alto, lungo il fosso del Peschio, a quota 746, di quella di Marcaccio, a quota 610, di quella dei Ferrari, a quota 650, e di quella Peschio basso, a quota 410".

reti e conseguenti frane, lungo il rato iniziale del ramo di sx. el fosso del Peschio e il fosso del Peschio a monte di Velletri; CAMroNESCHL, Notasco 1982: 274 n. 372 (s. Peschio alto), 274-275 n. 373 (& Marcaccio), 275 n. 374 (s. dei Ferrari), 277 n. 377 (s. Peschio basso) e fig. £ t. 29; CAPUTO, Ciccacct, DE Rit, Frei, LUPIA PALMIERI, SALVINI 1993: 10-11 specialmente 10 fig. 7 (carta del reticolo idrografico dei Colli Alban)

Lungo il tratto est, sud e ovest dell'orlo interno della. conca di Nemi è presente una formazione di scorie, lapilli e lava con caratteristiche concordanti con quelle delle formazioni del recinto tuscolano-artemisio. Nella parte nord è invece riscontrabile una successione di numerose colate sovrapposte con intercalati spessori limitati di scorie e lapilli scoriacei. Più articolata sia la morfologia che la formazione degli affioramenti nel settore a sud di Velletri, caratterizzata da se rie di dorsali costituite da alture progressivamente meno elevate procedendo verso sud, attraversate da corsi d'acqua spesso a carattere torrentizio, generalmente con sponde anche molto incassate. Numerose sono le sorgenti, ricordate peraltro frequente mente anche nei documenti medievali, tra le quali quelle di Paganica, Parata, Cavignano, Sorluna, Serleone, Ulica, Vascucce, Cachins, Fontanaccia, Formelle, Acqua Lucia, del Fico, del Fiume, della Spina e di altre ancora di S. Maria dell'Orto, di Acqua Rosata, delle Fontanelle, fonte delle Fosse, Cacattera, Vivola*. Affioramenti di tufo lionato sono rilevabili al fondo del fosso Formal di Bove, fra casa Peretti e Colle S. Mauro e sotto il ponte della ferrovia a nord-ovest di Le Castella, mentre affioramenti di tufo di Villa Senni, assenti nella tavoletta di Velletri, si trovano in corrispondenza del fosso di Le Castella, del fosso di Cisterna, del Colle d'Oro e della tenuta a sud di Castel Ginnetti.

Affioramenti di scorie e di lave sono sulla via Appia Nuova tra il km. 32 e 33 in corrispondenza di una cava, a Monte Canino, lungo il fosso di S. Martinella fino a ponte S. Gennaro, forse a Monte degli Impiccati (q. 521) e a Monte Secco (q. 517). Affioramenti di lava precedenti la formazione dei lapilli varicolari si osservano: sotto Monte Cagnoletto presso la diramazione della strada dalla via Appia Vecchia per Lanuvio; all'inizio del fosso Valle ἀ Oro e nell'intero settore compreso tra Lanuvio e Velletri. Questi ultimi, generalmente poco estesi, sono frequenti sul fondo dei fossi e soprattutto nelle vicinanze di Velletri, dove sono state riconosciute anche colate sovrapposte: una sul fondo del fosso diS. Anatolia dall'altezza dell'incrocio con la via Appia fino al ponte della ferrovia; un'altra lungo l'altura sulla quale è il centro, dai pressi di Porta Romana fin quasi a Porta Napoletana, forse collegata a quella che dal vallone della Regina raggiunge il km 48 della Via Appia Nuova con un fronte di almeno 30 m; un'altra lun80 il tracciato della ferrovia tra il vallone della Regina e il fosso di Farina; a Fontana Aquavivola; lungo i fossi di Civitana, di Mele, di Carano, di S. Gennaro, di Presciano. L'altura sulla quale sorge il centro non è un cono ma è costituita almeno da un una grossa colata di lava sottostante ad uno spessore modesto di lapilli della formazione artemisia Un piccolo cono di scorie, coperto di lapilli più recenti, è la piccola altura (q. 380) immediatamente a nord del centro, sulla quale si trova un convento dei Cappuccini.

ΒΡμονενζανι 1840: 1415, 37

STORIA DEGLI STUDI E DEGLI SCAVI

Ognuno dei settori dei quali si compone l’ambito territoriale prescelto ha, nel corso del tempo, diversamente polarizzato l'interesse degli studiosi, cosicché il quadro complessivo delle ricerche appare piuttosto eterogeneo: tuttavia è evidente, anche osservando le menzioni presenti nella cartografia storica come talune aree (è il caso, ad esempio, del1a cd. villa di Augusto sulla collina di S. Cesareo ad ovest di Velletri (nn. 570-589) e del tempio di Diana, presso il lago di Nemi (n. 180)), presumibilmente proprio in virtà della imponenza dei resti e soprattutto della ricchezza dei rinvenimenti, abbiano costituito un luogo privilegiato di scoperte, scavi e ricerche.

Fin dal Quattrocento la ricerca archeologica sulle antichità di Velletri sembra articolarsi in un doppio filone: da un lato, quello delle opere più note a carattere nazionale che, proprio a causa di un campo di interesse particolarmente esteso, propongono dati numericamente scarsi e comunque generalmente approssimativi, e dall'altro quello delle opere degli scrittori locali che, invece, in virtù di una conoscenza diretta, risultano, non di rado un vero e proprio tesoro di informazioni. Nel primo gruppo, caratterizzate da indicazioni piuttosto generiche, che non sembrano andare al di là di una localizzazione geografica di massima del centro urbano, e da una breve analisi di alcune delle fonti letterarie antiche che lo riguardano, rientrano sia le citazioni del Biondo® e dell” Alberti," tra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà dei Cinquecento, che quelle seicentesche del Cluverio® e dell'Holstenio*. Maggiori informazioni sono rintracciabili nel gruppo di opere, talvolta manoscritte, realizzate da alcuni autori locali, quali il Compendio delle cose di Velletri, scritto dal Landi nel 1564, La Descrittione di Velletri, e soprattutto il Teatro historico di Velletri, pubblica» ti rispettivamente dal Bassi, nel 1631", e dal Teoli, nel 1644. In particolare di un certo interesse risulta l'opera del Landi nonostante nella prima parte, relativa all’età antica, proprio peril suo carattere compilativo, utilizzi come principale fonte documentaria gli autori antichi (e principalmente Livio), e solo in rarissimi casi affianchi l'osservazione diretta dei luoghi (ἃ il caso, ad esempio, del castello di Ariano)": cosicché,

a parte la proposta di identificazione della cd. villa di Augusto ricordata da Suetonio, con la località di S. Cesareo, a Madonna degli Angeli", le notizie sull'esistenza di strutture, oltre che dell'iscrizione CIL X, 6565, riferibili all'anfi teatro, nei pressi della Torre dei Foschi, di pavimenti a mosaico nella contrada Castello, della chiesa di S. Silvestro alinterno del recinto del castello di Ariano, appaiono episodiche”. In questo ambito il contributo di maggiore interesse risulta quello offerto dal Teoli, dal momento che in esso si fondono, accanto all’immancabile analisi delle fonti letterarie antiche, una buona conoscenza autoptica dei diversi sitie in particolare una raccolta di notizie sul rinvenimento di oggetti di pregio (tra cui una, generalmente, diligente trascrizione di diverse iscrizioni, alla quale si riferiranno anche scrittori successivi"), che presumibilmente costituisce il pit antico tentativo di storia delle scoperte". Ne scaturiscono, tra l’altro, alcuni tentativi di localizzazione di siti noti dalle fonti letterarie antiche, come nel caso dell'ad Maecium di Liv. I, 16 dell'ad Sponsas della Tabula Peutingeriana, e soprattutto iriferimenti all'esistenza di resti di strutture di vario tipoe alla scoperta, accanto ai fr. di statue -a Lariano (n 272) e a Carrara (nn. 1288*-1289*) e in un'abitazione privataa Velletri (n. 561, 12) - e alle iscrizioni -nella cattedrale di S. Clemente (nn. 561, 97-102) e negli edifici annessi (n. 561, 112-114), tra i ruderi della Chiesa di S. Lucia (n. 561, 12), nella Chiesa di S. Lorenzo dei Frati Minori (n. 561, 26) e in diverse abitazioni private (nn. 561, 13, 46) a Velletri; a Rioli (n. 802) e a Colle Marzio (n. 396*)-, di monete, sarcofagi e ume -nell'alboreto della f. Bonese (n. 1727*), a Rioli (n 803), nella chiesa di S. Giovanni a Velletri (n. 561, 21) e in un'abitazione privata a Velletri (n. 561, 11), nei capitoli su "Chi edificasse la città di Velletri”, sui "Tempi antichi in Velletri”, sulle "Ville d'Antichi Romani” e sugli “Antichi frammenti ritrovati in Velletri”. Le scoperte a cui accenna il Teoli, in realtà, costituiscono soltanto una modesta parte rispetto a quelle ben più numerose che vennero realizzate in tuto il territorio di Velletri già a partire dalla seconda metà del Cinquecento, e delle quali sono variamente rintracciabili le notizie, in ogni caso non riguardanti gli esiti. Mentre infatti nel settore lanuvino i primi rinvenimenti si datano presumibilmente già nel corso del Quattrocento” ed indagini sembrerebbero avviate dal cardi-

© Bioxpo 1543: 100 eT 1551: 116, Cuuvenio 1624: 1015-1017. © Hocsresio 1666: 1015-1017. "Bassi 1631: 8 a proposito dei"... vesigi delle Ville di Tarquinio Superbo, di Lucillo, di Marco Quinzio, di Mario, di Muzio Scevola, di ‘Augusto, di Marcello, di Ottone, di Nervae i altri infiniti" "api; cft BONADONNA RUSSO 1985: XXXI-XXXIL

Lani: 19. ‘Lan: 15-20, 86-87, 119-121, © Secondo il giudizio del Mommsen in CIL X: 652, "tiulos Velivis descripsit nam sine aliqua diligentia, ut cere versuum ordinem observit. "Toot 1644: 4-45, 49, 63,65, 104-107, 110-121 "Secondo le testimoniane di Flavio Biondo (Bionno 1520: 252; Bioypo 1543: 100) e del Maffei (MAE 1506: 124-125) nel coro delpo tentato di Prospero Colonna si sarebbe ritrovato nel territori di Lanuvio un

SCAVI DI ANTICHITÀ TRA QUATTROCENTO E SETTECENTO

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nale Carlo Caraffa nel 1559, soltanto a partire dalla seconda metà del Cinquecento è nota la realizzazione di scavi nel territorio veliterno: del 1563 e del 1575 sono le indagini intraprese a San Gennaro e a Velletri”, del 1569, quelle a S. Cesareo”. Relativamente al territorio nemorense il monumento sul quale sembrano, precocemente, concentrarsi la gran parte delle informazioni è il tempio di Diana. L'interesse suscitato dalla rilettura delle fonti letterarie antiche per le strutture în località il Giardino favorì le prime ricerche archeologiche, permettendo la scoperta ad esempio, nel 1554, dell'iscrizione CIL XIV, 2213, ispirando nel contempo il fantasioso disegno di Pirro Ligorio già a partire dal XVI secolo”. Certamente più numerosi i riferimenti per il secolo successivo, che vedono la realizzazione di indagini, a S. Cesareo presso "le reliquie” della cd. villa di Ottaviano Augusto”, nel 1604 nei territori di Genzano, Lanuvio e nella tenuta di S. Gennaro e nel 1611 nei territori di Genzano e Lanuvio”. Al medesimo ambito cronologico vanno presumibilmente riferiti anche gli scavi brevemente ricordati dal Borgia a Soleluna e a Colle della Noce, oltre a quelli realizzati dal Teoli e dal cardinal Discetti in alcune località del territorio di Velletri, Contemporaneamente inizia la segnalazione della scoperta, nella gran parte dei casi con indicazione della provenienza generica e, a volte, addirittura ignota, di numerosi materiali di pregio tra i quali vere e proprie opere d'arte: a partire dalla testa di marmo con l'iscrizione Le Oferne M. nell’area a sud di Porta Napoletana (n. 7795), passando alle sette statue rinvenute a Piazza di Mario (n. 929) nel 1642", tra cui una Leda col cigno in grembo che insieme ad una Hygea sedente' e ad un Esculapio passò a far parte della collezione Giustiniani, e un “Bacco assetato sopra un otre, con il tirso alla destra, e un lucertolone alla sinistra”, perduto (n. 929); l'una cineraria in porfido rosso con l'iscrizione.

Apollini Sacrum a Colle Ottone nel 1643 (n. 1124); una testa. in marmo identificata in Pertinace e solo recentemente in Didio Giuliano nel 1650 (n. 1740*), presumibilmente anche T'urna sepolcrale vicino alla fonte di Acqua Lucia (n. 462); oltre che, forse nella prima metà del secolo, il sarcofago a bassorilievo proveniente dalla contrada S. Pietro, nella Cattedrale di S. Clemente, riutilizzato in età cristiana (n. 561, 96). Dagli ultimi anni del secondo decennio del Seicento, in connessione con la realizzazione del Palazzo e degli antistanti giardini", il cardinale Marzio Ginnetti iniziò la raccolta e l'acquisto di numerosi materiali archeologici", nella maggior parte dei casi da ritenersi di provenienza veliterna, molti dei quali dispersi!” Tuttavia, se della gran parte è nota solo la generica provenienza dal territorio veliterno -è il caso, ad esempio, della statua di Kore (Persefone) restaurata come Urania conservata a Palazzo Ginnetti a Velletri e passata poi ai Lancellotti (n. 1782*), della statua di Euterpe sedente (n. 1783*), della statua di Polimnia sedente (n. 1784*), di alcuni sarcofagi di marmo™ tra i quali quello “în cui i Dii marini veggonsi scolpiti co’ variy atteggiamenti" (n. 1771*), quello “in cui, pare che i segni che ivi sono scolpiti accennino che ivi vi fusse una volta sepolto qualche Prefetto di Armata Navale colla sua Moglie” (n. 1768), e di un gruppo in marmo bianco rappresentante Mitra con l'iscrizione votiva di Q. Fulvius Zoticus (n. 554)-, almeno di alcuni sono noti maggiori dettagli: così per il sarcofago con iscrizione di Clodia Lupercilla dai Prati delle Questioni (n. 1725*), o per le colonne di marmo dal presunto tempio di Marte nell’area della Cattedrale di S. Clemente (a. 553). Tra il 1652 e il 1674 è documentata la realizzazione di alcuni “cavi” in terreni del Capitolo, nell’area delle Mole Alte e il rinvenimento di diversi materiali ("una Cassa di marmo” nel 1672; “doi bellissime statue ed una scala di trenta scalini di marmo a lumaca et altre robbe” presumibilmen-

“sasso co lettere antiche” identificato da GaLIET 1933: 161, nell'scrizione CILXIV 2104. "In CLL XIV, 94 (ft: GaLIETI 1933: 61; Lu 2001: 18)i Ligorio accenna alla scopertadell'scrizione " con molte cos di sculture ct imagini Je qual cose parte sono state condotte a Roma e parte rasfogate et mandate di sipiato .”. "LANCIANI 1990: 17-18 perIa ..licentiam de excavando et cavasfa ciendo in loco vulgariter nuncupato Santo Gennaro ..” del 1563, 18 pet la “Licentiaeffediendi andree de civtate Velterna in territorio 5. Gennari et Conche ac civitatis Vetere” del 1575; Gauist 1933: 161; Nocca 1997e: 177n. 3relativamente alle indagini de 1575; Li 2001: 18. "Autorizzazione allo scavo concessa il 23 agosto 1569 a B. Del Giudice in Βαν, BorgLat. 873: 153; Nocca 1997e: 175-176; cit BONADONNA Russo 1985: 16 nota3. "Scavi verie propri vennero intrapresi su commissione dei marchesi Frangipan, presumibilmente soltanto ne primi anni del secolo successivo: ne rimangono, soprattutto, la descrizione dell’Argolo, riporta dal ‘Tomassini insieme ad una tavola nella quale sono alcun dei materiali rinveuii, alcuni cenni dell Holstenioed un disegno alla BAV (Gut 1993: 277278 nota 6) Bev, ms. IV, 19: 39-40; TeasenGHI 1910: 300-302; Nooca 19976: imam. 7LANCIAN mss. 91/2: 5 per quella pit recente a Gianpietro Rotundo per scavare “in Terris Castorum lanzani e Civitate Lavinia et quibusibedictor locorum paribus tam intus quam exra illa quascumg .", 55 pera più

antca a Pietro Mangolo "ad effectum effdiendi in terroris lanzani civit Lavinie ac Tenuta $1 Januar; LANCIAN 1994: 98; Lua 2001: 18-19, "^ Bax, BorgLat. 873: 153, senza alcuna specificazione dei sci indaga Nocca 1991: 176-177 "Boy, ms. VI24 "Relazione sopra set statue di marmo trovate a piazza di Mario, territorio di Velletri, nell’anno 1642"; Tori 1644: 98: Nocca 1997: 177 materiali n.4. "= CuaRac 1850: 186-187 n. 890; Marz, von Dunn 1881: 227 n. 854; Rizzo 1904: 48-50; BONADONNA RUSSO 1982: 368; GALLOTTIM 1998: 97 n. 617 (“Una statua antica ristaurataa sedere sa un scoglio vestita: nella drita alzata tene un pezzo di bastone e nella mano manca una tazza In grembo sta un serpe avvolto che tiene i cape et la bocca vicino alla tazza per bere (siede sia della figlia di Esculapio). Alta palm. 8 1/3 inca") relativa ment alla presenza dell stata all'interno dell'inventario dell collezione Giustiniani realizzato nel 1638. Riproduzione grafiche in Grusmiuax: ta. Se CLaRac 1849: v. 474 n. 890. * Cavzzi 2001-02; Zan 2004: 61-81. "PIZZA 1797; CARDINALI 1825: 307, ricorda che “I cardinali Ginnetti delle molte cose fate operare nel territorio di Velletri acquistarono statue, colonne, sarcofagi... i quali poi o venduti o trasporti in Roma e in Napol "Bi caso, ad esempio, della raccoltadi iscrizioni (CIL X, 6559, 6568, 6631, 6632, 951, 952, 953), della uale rimane soltanto la CILX, 6559, "Boy, MiscVell. DX 21,14 nel quale sono ricordati due esemplari, uno "co' segni di Antica scoltua” e l'altro “con segni antichi"

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te prima del 1674") solo in parte riutilizzati nell'altare e nel ciborio barberianiano, all'interno della cattedrale di S. Clemente (n. 561, 94). Apartire dai decenni finali del Seicento un ruolo di straordinaria importanza nella ricerca archeologica del territorio, soprattutto contro la dispersione dei materiali rinvenuti con la costituzione di una raccolta che andrà progressivamente ampliandosi ed articolandosi, è come noto svolto dalla famiglia Borgia. Se Clemente Erminio Borgia fondò la collezione raccogliendo tutti quei monumenti rinvenuti negli scavi intrapresi in tutto il territorio!" ed Alessandro l'arricchì di un medagiiere’, è tuttavia per merito di Stefano Borgia che essa si ampliò considerevolmente. Della poliedrica attività svolta successivamente anche da Alessandro Borgia rimane il racconto Istorico della città di Velletri, pubblicato nel 1723, il quale sî segnala piuttosto che per delle nuove informazioni -fatta eccezione perla deserizione delle "gran ruine d'antichi Edificii" a ridosso della via Appia antica a Sole Luna’, per i| recupero di gran parte di quelle fornite dal Teoli a partire da quelle riguardanti le villae esistenti nel territorio, alle quali aggiunge, in maniera fantasiosa, quella di Scipione I’ Africano". È tuttavia soltan-

to con Stefano Borgia che la collezione, la quale come noto nel secondo decennio dell'Ottocento venne acquistata dal Real Museo di Napoli, si ampliò così da comprendere, tra l’altro, accanto alle antichità etrusche, quelle Volsche, quelle Greche, bassorilievi e altri marmi antichi, quelle romane, le iscrizioni, le terrecotte e le tessere da spettacolo. Tra i materiali genericamente provenienti dal territorio veliterno, che confluirono nella collezione", sono, ad esempio, il rilievo idilliaco-sacrale in marmo bianco, di età augusteo-tiberiana (n. 1729*), forse un rilievo votivo delle Ninfe (n. 1769*) e almeno una parte dei bolli laterizi" (Fig. 5) Alle licenze di scavo concesse nel corso del Settecento, genericamente per la citt ed il territorio e prive di indicazioni sulle località nelle quali si intendeva realizzarle"*, e allo scavo intrapreso in uno dei terreni di P. Toruzzi nella contrada Papazzano, presumibilmente negli ultimi anni del secolo", è necessario aggiungere numerosi altri rinvenimenti che, pur presentando caratteristiche uguali a quelli del secolo precedente, tuttavia se ne differenziano spesso per l'indicazione della proprietà nella quale si sono verificati: elemento questo di particolare utilità per il riconoscimento dell’area della scoperta. Oltre al rinvenimento, tra i primi anni del secondo e l’ultimo decennio del secolo, di un numero notevole di iscrizioni, anche in cit", ma perlopiù in località diverse del territorio", è nota la scoperta: nel 1703, all’interno dell'abitato, nella chiesa di S. Lorenzo dell'iscri"Gama 1918: 32, "Bay, BorgLat. 894: 154-157 riportato da Nocca 2001c: 30 materiali n. iz cfr Nocca 2001: 37. "" Sull’opera di arricchimento della collezione di antichità i famiglia νά. Nocea 2001b: 37. "^ Boscia 1723: 41 ! Boncia 1723: 19 (villa di Tarquini il Superbo), 37 villa di Scipione Africano), 74-75 (vila di Tiberio), 75 (villa di Caligola), 81 (villa di Ottone), 84-85 (villa di Nerva). πο Secondo CanpivaLI 1823: 234, su gran parte dei materialidi provenienza velteraa, «è il caso, ad esempio, del coppo dal tempio delle Stimmate, vi sarebbero state le annotazioni ad inchiostro fatte dal Borgia

Descrizione,di alvin Marche.

I IL. I. 7X X VL.

Figuline trovate in VWelletvie ARVILLAPRILIS, DOLEX-PRAD CASAN. .DOMITIANAS MINOR. ὍΡΟΙ EX.PRAED AVG. NFIGL. DELICVERO μι COS. oo mene DOMITICARPLEX PR-DOMIT AVG-N. CALISTI DVORVM. DOMLTIOR. LOVLLRVEL. ^ TONNEIANA Zosinuy 7 mimm pfi PBLCRASCATELTAY CVST OPDOLER ER AVG.N.FlaVOCcON iro

1A Prnt v SE Ex μιν νης, SELIAREXE Nava rei VI. DEFETPCASSOR. MACEDONT

15. NBRETPAETCOS

EX PRELMARC JX. SERVIRNO il. cos ALEXPRI CIVVIN Ot. M-ASTRAC. PRIMI MACRI:I. COS EXSERVILIANO wer oret: NO oryspotiare | AETINO ET APROMIA -SSS





Fig. 5. Bolli borgiani.

zione di Q. Graio e di un sarcofago cristiano (nn. 561, 2728); nel 1716 nel corso di scavi fortuiti nella vigna Guarenghi, confinante con la tenuta della Mensa Vescovile, nella quale in precedenzasi era rinvenuta” una statuetta a sedere .." di alcune strutture murarie “Ὁ belli marmi bianchi, e coloriti ...” (n. 535%); tra il 1712 e il 1713 in una proprietà vicina alla chiesa di S. Giovanni in Plagis (vigna di B. Giorni), di “alcuni busti, e teste di Creta con una cassa piena di membri umani parim.te di Creta” (n. 561, 22), e nel cortile del Seminario Vescovile, di "alcune teste di Creta, o siano idoletti” (n. 561, 106); nel 1744, di una fistula inscritta a Colle dei Marmi (n. 677*); nel 1765 del sarcofago con l'iscrizione di Sesto Vario Marcello, alla Colonnella (n. 407%); nel 1777 de "la bella testadi Augusto, ... e iscrizioni, colonne rotte ed altri marmi scelti” a Monte Secco (n. 4745), nel 1780 di una testa laureata di Augusto e di un busto di "^ BogguLLO 2001: 14, tiene che esi sian stat rinvenuti negli scavi ati eseguireda Giovanni Paolo Borgia nel territorio di Velletri, " Ricordo, ad esempio, quella richiesta da G. Celi nel novembre 1760 (Ass, Camerale I Antichità e Belle Art, b. 1 , fasc. 278; Nocca 1997: 179 materiali n. δ). "Bey, MiscVell, IX, 21 n. 3: Concessione di ricerche archeologiche fato a Sa A Rle il Principe Augusto di Sassonia "CIL X, 6609 nel 1713; 6622 nel 1773; 6628 nel 1777: 6557 nel 780. "CIL X, 6583 nel 1713: 6623 nel 1779; 7612 nel 1780; 6610 e 7012 nel 1790: 656 nel 1791 41

Annibale da S. Cesareo (n. 571); nel 1740 e negli ultimi decenni del Settecento di strutture in opera reticolata e pavimenti a mosaico a Colle dei Marmi (nn. 600-601); nel 1782 di un capitello corinzio in città, nell'area del Teatro della Passione (n. 561, 79); nel 1784 di diverse terrecotte (n. 561, 54) (alcune delle quali facenti parte della collezione Borgia del Museo Archeologico di Napoli!) e forse della laminetta volsca (n. 561, 52), costruendosi il muro meridionale dell'oratorio annesso alla chiesa di Santa Maria della Neve, a Velletri; nel 1794 quello del celebre Ermafrodita in una proprietà “passata la colonnella”, forse al Peschio (n. 397*); ed infine, negli anni Settanta del Settecento, di una vacca di marmo bigio, nel territorio nemorense, "presso il lago”. Genericamente riferibili al territorio di Velletri sono i rinvenimenti, presumibilmente negli ultimi decenni del secolo: di una statuetta fittle, nel 1767, con l'iscrizione CRUSCUS (n. 1739*) sul retro dello zoccolo, acquistata dal Winckelmann per la sua collezione insieme ad una testa virile; di un “gladiatore” che recava sul dorso l'iscrizione ANAT (n. 17285); e forse, del sarcofago col mito di Meleagro (n. 1785°) Sul fronte lanuvino, tra le ricerche intraprese nell'ulti mo quarto del Settecento da G. Hamilton, su segnalazioni raccolte in loco, più fruttuose si rivelarono quelle, presumibilmente tra il 1773 e il 1777 su Monte Cagnoletto™, T'altura delimitata a nord-est dalla via Appia antica e a ovest e sud-ovest dalla via Appia Vecchia". Le indagini, în gran parte note attraverso i resoconti inviati dall'Hamilton a Ch. Townley", e condotte nell'area delle strutture erroneamente riferite dall’Hamilton alla villa di Antonino Pio, portarono al rinvenimento di numerosissimi materiali, in particolare scultorei che confluirono nelle coliezioni del British Museum e, solo in minima parte, in quella dei Musei Vaticani. Il contributo offerto dalla letteratura nel Settecento, generalmente, non sembra essere di particolare rilevanza, limi tandosi perlopiù a riproporre notizie già note: è il caso, ad esempio, de La Gerarchia cardinalizia del Piazza e de La Reggia de Volsci del Ricchi, le quali, seppur con intenti differenti, sono accomunate da un excursus sulle presenze archeologiche della città di Velletri e del territorio sostanzialmente analogo, incentrate rispettivamente sulla esistenza dei templi di Marte, Giano, Sango, Apollo ed Ercole, e sui resti

dell'anfiteatro e le ville di Ottone, Tiberio e Caligola”. Soltanto con il IV e il V volume del Verus Latium Profanum, pubblicati dal Volpi nel 1727 e nel 1732 e dedicati rispettivamente a Velletri e a Lanuvio, si registra un reale accrescersi delle conoscenze, in virtù di accenni e descrizioni di alcuni monumenti, corredate non di rado da alcune belle incisioni Gia riguardo a Velletri che al settore lanuvino). Se relativamente al settore lanuvino spiccano gli accenni ai resti a ovest del castello e al castello stesso di S. Gennaro, mentre una menzione è fatta anche dell’altura denominata Colle Marzio", più ricca risulta la documentazione, presumibilmente desunta da una ricognizione sul terreno™, per Velletri ed il territorio. Infatti se il contributo del Volpi a questo proposito poco aggiunge nel campo epigrafico™, di maggior peso risulta a proposito della documentazione archeologica, sia di alcuni materiali che di strutture, riportando i disegni di quattro sarcofagi conservati negli Orti Ginetti e di due busti nella collezione Borgia”, soffermandosi sui templi variamente attestati in città, la cui esistenza è in gran parte desunta sulla base delle fonti letterarie fatta eccezione per quello di Marte ubicato al di sotto della Cattedrale di S. Clemente e, soprattutto, sulle villae nel territorio. In particolare, tra queste ultime sono ricordate le cisterne di Cento Colonne e delJa Civitana, lungo un diverticolo della via Appia e la cd. vilJa di Ottone, oltre ai resti presso l'incrocio della via Appia con la Mactorina"". Del 1740 è l'Iter Autumnale Lanuvino di R. Venuti, nel quale sono riportate informazioni sulla presenza di “muri veteres diruti” a S. Gennaro e, soprattutto, di grandi resti di strutture murarie (“. . ingentia antiquor Edificium rudera “ἢ e di pavimenti a mosaico ("pavimenta texillata") e a mosaico (“ac musaico opere ornata"), “in vinea columnensium” a Colle dei Marmi (n. 600), Del 1745 è la descrizione della via Appia ad opera del Pratilli, il quale pur dedicandosi più specificatamente al tratto da Terracina a Brindisi, fornisce informazioni di una qualche utilità anche su quello tra Lanuvio e Cisterna, nonostante segua, sulla base dell'acritica acquisizione degli itineraria, un erroneo computo delle miglia. Accanto all'erronea ubicazione di Ad Sponsas all'altezza del XXXV miglio della via, viene ricordata, ad esempio, la conservazione quasi integrale della via tra il XXII e il XXIV miglio, l'esistenza di un diverticolo per Lanuvio all'altezza del ponte di S. Gennaro, di

Wil eso, ad esempio, ell'antefissa file in formadi testa femmini Je (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, n. 21205) recentemente ideni ficta da Guru, Lorn, Maxcis 2001: 160, 63. Sulle lastre vd Avoiu 1974: 34; Casscenzi 1981: 106-115; ortum 1986: >Il: Cussory 1987: 98-99, 102-103 figg. 12-17, 106-108, 118; Forruna 1990: 199-205, "Massi 1792: 192 n Li; PrtRaNoe 1988: 180.39 (491) "^ Sulla controversa identificazione con l'altra denominata nella car tografia più recente Monte Cagnoleuo del vecchio toponimo Monte Cagno al quale si allude generalmente ἃ proposito di numerosi inven ‘meat ancora all fine del Novecento oltre che nci tasti alessandrino e greaorano, vi. Inoeo 2001: 261-265, "roba 914: 24-26, Pract 1958: 111-113. "Notizia sul rinvenimento di “undici ragguardevoli” sculture in Chracasdl 19 febbraio 1774; Ae, Camerale I, Antichità bell at, δ. 17 a proposito della spesa sostenuta, nel 1775, dai Musei Vaticani peri εις Sportoi Visconti Sibilla Genzano per visionare i marmi rinvenuti presτῷ Monte Cagnolo Novo; Sutra 1901: 313-314, 320.321; cf. GaLier

1935: 133-134; Ριξταλνσειι 1958: 12, perla visita fata dal Visconti e dal Sibilla allo scavo di Monte Cagnolo; Bioxanmx, Jenkins 1997: 259, 274276; Iorosent 2001: 261-263. "PIZZA 1703: 21; Ricci 1713: 172-175 (Nemi); [76.182 (Lanuvio), 183-196 (Vellei) 2Vou 1732: XVI, $ 10, 143-145, e tav. IL (S. Gennaro) ® Ad una visione autoptica sembrano rimandare; ad esempio, i cenni sul numero considerevole, rispetto ad ai tipi di moriumenti, di cisterne conservate nel territorio anche in virt del lero riutilizzo come cantine (Voti 1727: 59) CILX: 652. © oun 1727: tav. V-VIL 1 oun 1721: 53,65-69 e tav. (rest del tempi di Marte soto lacatedraledi S. Clement), IL (colonnedel tempiodi Mare, nel'orto Ginneti), TIL (Cento Colonne), IV (Civitan), V.VI sarcofagi negliOri innert)VIT (bust nel Museo Borgia) VITI (Sole Luna), IX (vil a di Colle Ottone), X (monete della gens Octavia), XI (monete melle quali compare 0. Pomponius Musa).

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vari resti di strutture a ovest del castello di S. Gennaro, trail XIX e il XX e, soprattutto, trail XXI e il XXII miglio della via. Qui, infatti in corrispondenza del punto in cui essa era. attraversata dalla strada proveniente da Velletri e diretta ad Anzio (“Via Veliterna”) c dove il Pratilli proponeva di localizzare la statio delle Tres Tabernae, ci sarebbero state anche le ville dei Cosconi, degli Ottavi e di Caligola". Del 1785 è la pubblicazione dei Bassirilievi volsci in terracotta ... trovati nella città di Velletri, opera nella quale, accanto a otto incisioni acquarellate di Carloni, compare una dissertazione di Becchetti sulle celebri lastre rinvenute l'anno precedente”. Grande importanza hanno, nell'ultimo decennio del Settecento, i disegni acquarellati di Carlo Labruzzi dedicati arresti della via Appia e a strutture nelle vicinanze, per i quali il commento dell’ Ashby all'inizio del Novecento costituisce spesso un'utile leggenda: ὃ il caso presumibilmente della tomba sul lato dx. della via a Sole Luna, dei due tratti di sostruzioni sul lato dx., dei ponti sui fossi di Mele e di Civitana e dei piloni di acquedotto alle Incudini™, A partire dall'ultimo decennio del Settecento si ha noti zia, per l’area veliterna, di una serie di indagini di scavo che pur coinvolgendo, presumibilmente, anche l'area di Colle Palazzo (indagini del principe Augusto di Hannover)", s’incentrarono: soprattutto sul terreno vignato inc. da Troncavia dove nel 1797 si rinvenne la celebre Pallade - è il caso di quelle intraprese da G. P. Borgia e G. De Santis, nel 1805", quelle da Toruzzi, Cantucci e V. Prosperi nel 1821.

Nel primo cinquantennio dell’Ottocento l'avvio delle perlustrazioni delle ampie distese della campagna romana, contribuì în maniera determinante alla conoscenza di molti resti antichi, gettando nel contempo le basi per la codificazione di un metodo d'indagine scientificamente corretto che si andrà determinando con le successive ricerche. Tra i diversi contributi si segnalano, nei primi decenni del secolo, oltre al Plan topographique de la campagne de Rome del Sickler™, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza del-

la rete viaria, quelli del Westphal e del Gell™, e più tardi del Desjardin. ΤΙ Die romische Kampagna, del 1829, del Westphal, fornisce utili informazioni perlopiù sulla viabilità con accenni al tracciato e al loro stato di conservazione, a partire dalla via Trionfale (“... in tutta la sua estensione ... ingombrata e coperta di terra") passando alla via Appia (^... quasi intieramente distrutta”), dalla quale si dipartono la strada per Velletri e quella che all'altezza del Casale di Campo Morto era a sua volta raggiunta da quella da Lanuvio per Anzio". L'opera del Desjardin, più che per le generiche indicazioni sul centro abitato e quelle sulle caratteristiche morfologiche, geologiche e idrologiche dell'area, l'identificazione del Maecius collis ricordato da Livio con l’altura di Monte Giove e il riferimento all'esistenza delle ville di Tiberio, | Ottone e Nerva, si segnala per la ricostruzione del. A parte quella erronea del percorso della cd. via albana prima di Monte Cavo, riporta in maniera corretta altri tracciati stradali: dalla via per il tempio di Diana, al lago di Nemi, a quella quasi all'altezza del XIX miliario dell’ Appia per Lanuvio, a quella, presumibilmente, superato il XX miliario della Appia che raggiunge la via di Lanuvium circa mezzo miglio prima di arrivare in città e quella all'altezza del XXIV miliario da Velletri per Campomorto (cd. vi Mactorina)". Tuttavia spiccano senz'altro sugli altri i contributi del Nibby, il quale, coniugando i risultati elle indagini sul campo con le informazioni desumibili dall'analisi delle fonti letterarie antiche, costituisce un imprescindibile punto di riferimento negli studi sul Lazio antico™. Il suo Viaggio antiquario e il più tardo Itinéraire de Rome et de ses environs e, soprattutto, T Analisi, del 1837, senza tralasciare gli appunti manoscritti, fatta eccezione per la città di Velletri"^, forniscono una serie impressionante di informazioni: prime fra tutte quelle riguardanti il percorso della via Appia antica e dei resti più prossimi ad essa", ma anche quelle relative all'esistenza di viabilità secondarie" e, ancora, quelle sulla cd. via albana'*. La successiva carta archeologica del Lazio antico, redatta da P. Rosa trai] 1850 e il 1870", utilizzando come base la. Carta Pontificia del Censo fornisce, attraverso un riporto generalmente puntuale delle strutture rilevate, interessanti indicazioni soltanto per il settore a dx. della via Appia antica

© Prom 1745: 85-91 "Canton, BECCHETT 1785: tavy. VIII: cfr. Cecca 1997: 1617: Nocca 1999: 148-152 con riproduzione dell tavole. "Ba, CVatLat, 13045: 138-139, 142; cfe ASHBY 1903: 402-404. "" Paros: 2001: 89 nota 55. ^» Ast, Camerale IL Antichità e Belle Ari, b. 1 , fase. 278. Relazio. neE. Galloppi del 7 agosto 1805; ef: Nooca 1997c: 182-183 materiali n.13, » Ase, Camerlengato I t IV Antichità e Belle rii b. 43, fas. 256. Licenzadi scavo del 15 luglio 1821; cft Nocca 1997c: 183 materiali n. 14. "Stern 1811. 1% Graz. 1823; Gene 1846, 5 WestPaat 1827: 19,21 " Destaron 1854: 17,35, 46, 5455, 125, specialmente 127-129, 20, efr DESIRDIN-1860:14-17, specialmente 14-16, per i carater della carta de Lazio di Ρ Rosa ‘Preziose risultano anche e notizie raccolte dal Fea nelle Antichirà di Velleri nel 1836 e riguardanti, tra Valo, la presenza di strutture alle

Fomaci e ll'inemo della proprietà Lancelot,ed rinvenimenti di Monte Secco e alla Colonnella (Fra 1836: 194-195) ‘ Nippy 1819: Il, 200; Ninoy 1893: 9. "" Nisbv 1837: 1, 478-479 (Civitona; Il, 280-282 (Tres Tabernae) » Nimay 1819: I, 187; Niapy 1837: I, 169, 176 a proposito del diver ticolo che raggiungeva Lanuvio distaccandosi dall Appia. "Nappy 1819: , 118-119; I, 127-130. Ho avuto il permesso di visionare esclusivamente le cd. veline della cara, senza peraltro poterne riprodurre li stralci più significativi, a causa del loro cativo stato di conservazione. Stralci della Carta sono pubblicati in Garr 1970-71: tav Γι τ LLe Fruraz 1972: tav. 275 relativamente ala zona compresa ale località Centroni, Pascolato, via Appia e quella tra località Cipriana, Colle Iano, Ariccia e Bovillae e Quuact 19744: 20 fig. 6, 2 e DE Rossi 1979: 11, 12-13 figg. 2-3 relativamentelle zone da Prataporci a Ponte di Nonaetrala Latinae Appia tutaia solo per gli ultimi due a riproduzione risulta accompagnata da un commento critico. Da ultimovd. peril tuscoTano a velina pubblicata da VALENTI 2003: 42-43, specialmente 43 fg. 10.

DALLA PRIMA METÀ DELL'OTTOCENTO AI PRIMI DECENNI DEL NOVECENTO: TRA INDAGINI TOPOGRAFICHE E RINVENIMENTI OCCASIONALI

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dall’area a est del bivio per Lanuvio al castello di S. Gennaro": se infatti la planimetria dell'impianto al bivio per Lanuvio risulta soltanto tratteggiata, il dettaglio rilevabile per i resti a Fornace Rosi e quelli a ovest e all’interno del Castello di S. Gennaro è tale da trovare giustificazione soltanto in una loro osservazione diretta In un ambito più specificatamente connesso con il territorio, tra la fine del primo e del terzo decennio dell'Otto-cento, lo studio delle antichità veliterne trova un importante interprete in Clemente Cardinali, il quale incentrale proprie ricerche da un lato sulla documentazione epigrafica dall'altro su quella degli oggetti mobili di particolare pregio. Tuttavia se entrambe le raccolte risultano scientificamente modeste mancando generalmente di requisiti di precisione™, le parti dedicate a Velletri delle Memorie romane di antichità e belle arti e dei Monumenti figurati veliterni appaiono più significative fornendo non poche notizie sul recupero di diverse satue e sarcofagi seppur prive generalmente di indicazioni topograficamente puntuali sulla provenienza‘”. Nel contempo vanno ricordate quelle notizie di scoperte, sia in città che nel territorio che, non di rado rimanendo unica testimonianza, pur mancando di indicazioni puntuali sulla provenienza, risultano di grandissima rilevanza: riguardo al centro urbano è il caso de "le due superbe teste, alcuni monili, un torso e . una statua di bronzo minore del vero .." recuperate nel 1825 (n. 561, 122); relativamente al territorio, del ritratto di Tiberio rinvenuto a Troncavia nel 1817 (n. 732), del bassorilievo in bronzo rappresentante Minerva, Mercurio Argo c I Argonave rinvenuto nel 1824 (n. 1746*) e presumibilmente della “cassa sepolcrale” e “l'arca di marmo antico", Relativamente al settore lanuvino oltre al rinvenimento presumibilmente nell’area a sud-est del cimitero comunale, nella località Vagnere, di una iscrizione imperiale frammentaria e soprattutto dello statuto della corporazione di Diana ed Antinoo (n. 8545), indagini di scavo sono note, forse nel secondo decennio dell'Ottocento a Monte Canino, dalle quali provengono una statua di Esculapio e numerosi rocchi di colonna in marmi differenti (n. 476); nel 1829 a Valle Fiara e a S. Pietro”. All'inizio della seconda metà dell’Ottocento, accanto alla. concessione di licenze di scavo nel 1853 a D. Giansanti, per un suo fondo in c. da Madonna degli Angeli"? e nel 1854 ad A. Cella, per un fondo nella c. da Colle dei Marmi, v. lo Albereto, dove erano visibili “Ruderi di antichi fabbricati", ricerche sono documentate anche nella proprietà di L. e P. Giuliani, al Colle dei Marmi, verso S. Gennaro'* e a Colle Perino nel 1853, con il conte L. Latini, le quali rivelarono l'esistenza di alcune strutture, e di un sarcofago, in calcare (n. 1176).

Con la pubblicazione, a partire dal 1872, dei fascicoli del Bullettino di Archeologia Comunale e, soprattutto, dal 1876, di quelli delle Notizie degli Scavi le segnalazioni di scavi e scoperte avvenuti nella città e nel territorio trovano una pronta edizione. Tuttavia, non di rado, le relazioni pubblicate risultano solo una sintesi di quelle inviate dagli ispettori, spesso corredate da disegni di strutture e materiali, mentre a volte addirittura sono rimaste inedite è il caso, ad esempio, del modellino fittile da Colle Ottone (n. 1125*)-, cosicché molte informazioni sono desumibili solo dalla diretta rilettura delle relazioni manoscritte. Relativamente al territorio, per il quale la maggior parte delle scoperte riguarda zone in cui già le ricerche precedenti avevano rilevato un interesse archeologico, sono noti: a sudovest di Lariano in c. da Colle Cagioli nel 1872 tre statue di atleti (n. 267), nel 1876 resti di strutture in opera reticolata con ammorsature in opera laterizia e nel 1878 resti di una struttura in opera quadrata fornita di contrafforti (n. 268); nel 1880 nel settore della villa Ginnetti espropriato per la. realizzazione di Viale Marconi, parte della necropoli di età imperiale (nn. 703-704) e di un pozzo con due gallerie (n. 706); nel 1882 presso la Stazione Ferroviaria, una statua marmorea con alla base l'iscrizione di T. FI. Caralitanus (n. 709); nel 1895 in c. da Le Corti, un'urna sepolcrale marmorea (n. 7395) e un altorilievo in marmo, presso i resti del ponte delle Mole, sulla via Appia antica (n. 1428); nel 1896 nella c. da Le Mole, parte della crepidine della via Appia antica e resti di alcuni muri tra loro paralleli c perpendicolari alla via (n. 1419); nel 1899 in località Pietre Lisce, resti di una via basolata (n. 332); nel 1900 alle falde dell’Artemisio, un pavimento a mosaico figurato (n. 100%) e partedi un ambiente in opera quadrata con specchiature in opera reticolata, con pavimento in opera spicata (n. 96*). Quantitativamente inferiore il numero delle notizi guardanti i rinvenimenti di ambito urbano: oltre a quella, nel 1893, immediatamente al di fuori del perimetro della città antica, presso il sito occupato dalla Cantina Sperimentale, di una tomba arcaica con cinerario fittile (n. 512); nel 1880 quella di una struttura in opera quadrata riferita al circuito murario della città, in Vicolo della Torre (n. 561, 5); nel 1885, quella di resti di strutture in opera quadrata, nella villa. Gabrielli (n. 780). Accanto alla ricchissima documentazione disponibile per il comprensorio di Velletri, il secondo cinquantennio dell'Ottocento registra una attività non trascurabile anche negli altri ambiti territoriali indagati Relativamente al territorio nemorense, oltre ad alcuni resoconti sulla scoperta di materiali protostorici in diversi ter-

1 ROSA Veline: tav. RI sul reto inv. 3312 cass. 9/12 car. A dis. 664 Un'indicazione sommaria del recinto el τ. di Diana, nei presi del lago di Nemi compare nella tav. ΟἹ sul rero inv. 3314 cass 9/12 cart A dis 666. γε Canonsats 1819; CARDINALI 1823; cfr i giudizio di Mommsea in CIL X: 652: “Silloge neque docte facta est nec diligenter”; RUSSt 1978, a proposito di un also epigrafico del Cardinali (CIL VI, 765%), fi quale ‘pone il problema della considerazione che si può avere dello studioso velitemo come editore di epigrafi”. "o CarposaLi 1824: 130 e tax, V f. t; Carpacati 1825: 313-3 CarposaLi 1826: 82 ta. I, 85; CarninaLI 1839: 126-134, 140-146, 1. 167, 168-176, 182-187.

"Bey, MiseVell, IX, 21, 14: "Di alcuni ruderi e Monumenti antichi della cità di Velle" = Ast, Camerlengato, part II tit. IV, b. 195, fasc. 1000. RelazioneL. Colizzi del 18 marzo 1829; ft. L12001: 19. ‘Ase, Camedengato, p. IL tit. IV, b. 306, fasc. 3851. Relazione D. Glansanti dl 7 novembre 1853; Nocca 19976: 185 material n. 18. ^^ Ass, Camerlengato, p I, tit. IV, b. 306, fasc, 3860. RelazioneA. Cella del 9 febbraio 1854; cfr. Nocca 1997e: 185 materiali n. 17. ‘% Su dimensioni e localizzazione dello scavo realizzato senza regolare. autorizzazione,vd. Ask, Camerlengato, parte II, tt. IV, b. 306 fase. 3852. Relazione di G. Andreoli del luglio 1853; cf. Nocca 1997c: 185 materiali n.16.

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è Fig. 6. R. Dela Blanchère. Sezioni di alcuni cunicoli a nord di Le Castella (1887)

reni lungo le rive del lago (Sonnemi, nn. 199-202; il Porto, n. 381) e presso le Mole, dove si individua una necropoli (nn. 203-204), le maggiori attenzioni vengono rivolte ancora alle strutture riferite al tempio di Diana”. Nel territorio lanuvino, oltre alla segnalazione nel 1862, da parte dello Henzen di un precedente rinvenimento, in un’area compresa tra la via laviniense e la via Appia Vecchia, dell'iscrizione CIL XIV, 2101 menzionante il restauro delle terme lanuvine (n. 860%), interventi di scavo e più frequentemente recuperi occasionali, si hanno col Nardoni, a Monte Cagnoletto nel 1871 (nn. 629-630) e nel 1872 (n. 621), col Marucchi a Monte Cagnolo nel 1879 (n. 6255), col Lanciani nell’area sottostante il Cimitero Comunale, nel 1883 (n. 859%), col Lanciani e Seratrice, a Monte Cagnoletto, rispettivamente nel 1889 (n. 629) e nel 1891 (n. 622), col Bernabei al castello di S. Gennaro nel 1891 (n. 822) e a Monte Cagnolo nel 1896 (n. 841*), con il Borsari ai Quarti di Presciano, nel 1898 (n. 1494*). Nel territorio di Rocca di Papa, oltre alla notizia del 1855 sulla rimozione di numerose parti del basolato della cd. via albana"*, nel terreno boschivo sul lato sx. della via dei Laghi, denominato Mezzaranga, nel 1894 si scoprirono casualmente, i resti di due ambienti termali (n. 6), mentre nel 1897, nei pressi del casale della Guardianona, una statua acefala (n. 105). Importanti indagini sul terreno finalizzate al riconosci mento dei numerosi cunicoli esistenti nel territorio di Velletri vengono intraprese tra gli anni Settanta ed Ottanta dell’Ottocento. Particolarmente rilevanti risultano quelle del Di Tucci, sfociate nel 1878, nella pubblicazione Dell'antico e presente stato della Campagna di Roma" e, successivamente, quelle estese al territorio di Cisterna, pe-

raltro con preziose indicazioni sulla presenza di resti antichi in prossimità della via Appia (nel tratto compreso tra il XX e il XIX miglio), della De la Blanchere: dei risultati, come noto, sfortunatamente irreperibili"*, rimane, fatta eccezione per alcuni accenni ed una tavola con le sezioni più frequentemente rilevate'”, la voce cuniculus relativa a quelli presso S. Mauro, nella seconda parte del primo volume del Dizionario epigratico' (Fig. 6). Ma il contributo della studiosa francese riguarda anche la determinazione delle stazioni di posta lungo la via Appia antica, in relazione con le quali sono importanti accenni al passaggio di altre strade (è il caso, ad esempio, della cd. Selciatella di Lazzaria e di quella perla Civitana)'?. Attraverso alcuni documenti di archivio ὃ possibile cogliere come proprio in questo arco di tempo, così fertile per quanto riguarda la ricerca, fosse avvertita la necessità di una salvaguardia di quanto esistente. Tra i diversi tentativi di conservazione dei resti antichi operati dal Ministero della Pubblica Istruzione, all’interno di una precoce ma consapevole politica di tutela del patrimonio archeologico, che tendeva a coinvolgere gli enti locali, risulta forse paradigmatico quello riguardo la via Appia antica fra Genzano e Velletri e più in particolare il pericolo arrecato dal “trafugamento dei poligoni” e dalla “occupazione dei proprietari dei terreni”. Nel contempo è segnalata, nel 1877, la realizzazione di alcune "escavazioni sulla ... strada”, per una lunghezza di 43 m, tra Casale S. Mauro e Le Mole". Del 1883 è l’edizione del volume X del CIL, nel quale sono compresi i documenti epigrafici di Velitrae, mentre del 1887 è quella del volume XIV che invece include quelli di Lanuvium e Nemi: la loro impegnativa realizzazione con-

"AL contributo del Rosa, pubblicato negli Annali dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica nel 1856 (Rosa 1856), fa seguito a partire dal 1885 con le indagini intraprese da Lord Savile Lumley, e successivamente, trail 1887 e il 1889, da L. Boccanera ed infine con quelle, nel 1895, di E. Borghi, una intensa attività di scavo che contribuirà in maniera decisiva ad una migliore conoscenza della pianta del santuario ed lla scoperta di numerosissimi materiali "Ast, Ministro dei Lavori Pubblici, Industria, Agricoltura, Commercio e Belle Arii b. 351, fasc. 65. Relazione del 23 febbraio 1855. 1 DI Tucci 1878, specialmente 114. "* De LA BLANCHERE 1882: 96

? De LA BLANCHÉRS 1882: 98-99, 102; De La BLaNcuene 18820: 214 nota "Dr LA BLANCHERE 1887, specialmente 1592 fig. 2135, 1593 fig 2137 (sezioni rlevat nella campagna di Velletri). ° DE LA BLANCHERE 1888: 55, 8-63, 65 °° ACS, Direz. Gen. AABBAA (1860-90) b. 153, fasc.3. Guasti alla via Appia. Relazionedel 25 marzo 1877, perle tre escavazioni al colle S. Mauro (“la prima. lunga meri 22 larga 6, la seconda .. unga 12 larga 1, Ja terza lunga 29 larga 5) ed una quarta al Colle delle Mole “. lunga metri 10 larga d 45

sente di poter disporre di una silloge dei diversi testi, pubblicati finalmente secondo criteri uniformi e con puntuali riferimenti, quando possibili, al supporto e alla provenienza. ‘Tra gli ultimi decenni dell’ Ottocento e i primi due del secolo successivo si segnala l'attività di R. Lanciani", il quale coniuga l'opera di ricognizione diretta sul terreno con la raccolta di notizie di vario tipo. Della sua opera, relativamente al territorio veliterno, rimangono oltre alle relazioni pubblicate nelle Notizie degli Scavi e soprattutto alla carta archeologica della Biblioteca dell'Istituto Nazionale di Storia delParte sulla tavoletta IGM al 25.000" (Fig. 7), le schede manoscritte della Biblioteca Apostolica Vaticana"? e quelle delJa Biblioteca dell'Istituto Nazionale di Storia dell'arte. Se le schede vaticane s'incentrano, a parte una prima parte introduttiva, nella quale è raccolta la diversa bibliografia esistente, sulle caratteristiche dell’ Appia antica tra Monte Cagnoletto e S. Gennaro, sulle ville della Stazione e quella di S. Cesareo, e sui resti medievali sul Maschio di Ariano", limitando dunque la descrizione a pochi complessi, quelle delJa Biblioteca dell'Istituto Nazionale di Storia dell'Arte, non soltanto prendono in considerazione i resti variamente noti", lasciando più spazio anche alla ricostruzione della via Appia”, ma dedicano una parte considerevole alle fasi medievali sia del centro che del territorio con informazioni anche sull'esistenza di fondi e casali, castelli, fossati, corsi d'acqua, molini, rilievi, ponti e vie". Tuttavia, le informazioni che se ne desumono, seppur dettagliate risultano nel complesso quantitativamente inferiori rispetto a territori li mitrofi, avendo le ricerche presumibilmente riguardato perlopiü aree delle quali era già noto in precedenza l'interesse. archeologico e che possedevano una cartografia di base affidabile'*, Più ricca ed articolata la documentazione lasciata peril settore lanuvino, forse in virtù di una perlustrazione più metodica, la quale può contare su numerose schede corredate non di rado da uno schizzo misurato delle strutture superstiti (ἃ il caso, ad esempio, della villa di Casale Strutt sul Colle delle Crocette e di quella in c. da Vagnere oltre a quelle su Monte Cagnoletto) e su una carta archeologica specifica”, Alle ricerche del Lanciani si ricollegano, non soltanto come ambito territoriale, ma soprattutto per quanto riguardo

il metodo d'indagine, nel quale l'analisi delle diverse fonti letterarie e la ricerca dei documenti relativi a scavi e monumenti divenivano la necessaria premessa alla lettura del monumento, quelle dell’ Ashby". Sfortunatamente solo marginalmente ci si può giovare delle sue fondamentali ricerche sulla campagna romana, estese, salvo ristretti settori, a nord della zona indagata. Se di pochi resti nel settore nord-orientale dell’ Artemisio rimangono le descrizioni oltre alla loro localizzazione sulle carte dell’TGM al 25.000, pubblicate nel 1910 nci Papers of the British School at Rome," mentre di quelli del territorio lanuvino si conservano le annotazioni alIe descrizioni del Colbum'”, di alcuni altri rimangono solo alcuni bolli laterizi della sua collezione all’ Accademia Americana di Roma" e, soprattutto, un'eccezionale documentazione fotografica. Cosicché preziosi risultano gli accenni all'esistenza di resti: nell'area del Vivaro, ad est della Fontana del Vivaro e del Fontanile del Ributto (nn. 15, 30), al Colle della Fragola, nell'area nord-orientale dell’ Artemisio, e della viabilità per la sommità del Monte Cavo oltre che del castello sul Maschio d’Ariano'”. Tuttavia, non minore importanza assumono alcune delle fotografie del tratto veliterno della via Appia antica ed in particolare di alcuni monumenti posti nelle vicinanze, nell’ambito della sua ricognizione sulla strada e sulle aree liminari ad essa: basti pensare, a parte quelle del tracciato della via a Monte Cagnoletto, a quelle relative a Sublanuvio e al castello di S. Gennaro e, soprattutto, alle cisterne di Civitana e di Cento Colonne"*, Di un certo interesse, nello stesso arco di tempo, le ricerche di E. Stevenson, solo in esigua parte confluite nella tavoJetta al 25.000 di Velletri dell’IGM!”. Dello studioso inglese oltre ad una raccolta delle fonti medievali su Velletri", rimangono anche alcuni appunti manoscritti, riguardanti: in città, la scoperta di strutture e materiali antichi sia all'esterno della basilica di S. Clemente che nelle immediate vicinanze (n. 561, 82, 85, 86-88), l'esistenza di alcuni fir. di sarcofago nel giardino Ginnetti; appena all'esterno di essa, presso il ponte della Regina, quelladi una statua (n. 709), e, nel territorio, alcuni rinvenimenti a Colle Perino (n. 1178*), piesso le Cento Cappelle, a S. Cesareo, oltre che al casale Malatesta! diverse viabilità (nn. 167, 273, 541), l'esistenza.

vi Su queste due “costanti” della ricerca del Lancian vd. CastAONOLI 1975 (2Castaawout 1993: 55-56). ^ Bas, Roma XI. 65 8. *CastuGnoLI 1975: nota 3 (=CASTAGNOLI 1993: 56 nota3); CASTAGNOL 1986:16(=CastoNoLI 1993:70). "% LANCIANI CVatLat. 13045: L6. 5 Lanciana CVutLa. 13045: 247v, 249v, 251-252; LaNcIAM CVarLat 13046: 133 "LANCIANI mas. 852: 61-62 specialmente 71-77 Vo Lanciani mss. 85/2: 59-60 (“Via Appia a Sublanuvio ad Tres "Tabernas"), 70 ("Divericulum velienum”) LACAN mss. 85/2: 38 (“Castrum Faiole”) 69 ("Presciano”), 78-82 (Ecclesia veliternae”), 83-85 ("Documenta topographia aevi medii"), 8889 ("Fondi et Casali), 89 (“Massac” e “Castra-Castlla", 90 ("Plagai" "Hidrographica"), 91 (“Fossat”, "Molendina", "Pantanus" e "Pontes? 9192 (*Orographica"), 92 ("Vie"), 9497 relativamente a Lariano Arianam, Castellanza de Lariano "^ Adifferenza del teritoro a nord αἱ Velletri, peril quale era possibile ‘siovasi fin dal 1877 della tavoletta dll'IGM al 25.000, redita con aggiornamenti nel 1936, per quello meridionale occorrerà attendere l'edizione della tavoleta di Le Castell, nel 1936.

P Lancuantmss. 85/2: 405; cf. La 2001: 8 fi. 2,9. 7 Sull’impostazione metodologica dell Asbby, alla quale si richiama l'autore stesso nell'enunciazione delle finalità della sua opera (ASHBY 1902: 137)ed in particolare sul ruolo negli studi sulla campagna romana v. CastaGNoLI 1986 (=CastAGNOLI 1993: 69.74); cf. anche ANDERSON 1991. 6-11, specialmente 8-9. "Per a scelta, come base cartografica, dei fogli dell'IGM al 25.000, ‘sui quali peraltro erano imperniate anche le ricerche della Forma lialize, νὰ Asisv 1926: 270, "© Cour 1914: 22 nota 6,23 note 2e 5, 24 nota4, specialmente 2627 no 9,27 note 3.4, 28 note 4-5, 29 note 1:2. 6,378 note 1-2, 379 nota 2. ANDERSON 1991: 89 n. 17. Asan 1910: 395-397, 404,414, pl. XXXIV fig 1 tay. £ τ KIL LIVERANI 2005; TURCHETTI 2003; Tuscitrri 2003; CAVALLO 200; ‘Cavato 20038; Toncurrn 20083, 1 Stevenson Carta archeologica: 9 nella quae Sono riportati in rosso esclusivamente i traciat della via ed. sacra al Monte Cavo e di un tatto della va per ariano, in località Pietre lisci. "^ STEVENSON 1889. 1 SteveNSON CVatLar. 10564: 52 τι per il "blocco di marmo con due asini onusti condotti da un uomo, evidentemente pari dr un sepolero; fram-

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Fig. 7. Appunti Lanciani su IGM F 150 II SO, levata 1877,

di alcune iscrizioni (nel casino della vigna Corsetti-Barbi, di fronte al nuovo Cimitero (n. 515), nella proprietà degli Antonelli, a Morice (nn. 446-447), quella di D. Cecilius Helenus nella vigna de Lazzaro, alle Corti (n. 736)) e il rinvenimento di alcuni bolli su tegola e su fistula aquaria, a Colle dei Marmi”®, Di straordinaria importanza per la conoscenza di quanto

si andava scoprendo sia nella città che nel territorio, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino alla fine degli anni Trenta del secolo successivo, è l’infaticabile opera prestata da O. Nardini, al quale, infatti, si devono, oltre alla raccolta di materiali, la quasi totalità delle relazioni poi pubblicate nelle Notizie degli scavi e nel Bollettino dell’Associazione veliterna di archeologia e storia dell'Arte. Se l’attività di

menti di colonnetta grezza senza segni” e presso l'ingresso della tenuta “poligoni fuori posto"

STEVENSON ClatLat. 10564: 26t-v, 271, 3264 34 rv, 401, 44 v. 2v Sen 47

Accanto alle numerose scoperte nel territorio, il Nardini ricorda anche quelle, poche, avvenute all'interno del paese: è il caso del sarcofago trovato in via Paolina nel 1903 (n. 561, 16), quello della stipe votiva in prossimità dell'ingresso di S. Clemente nel 1926 (n. 561, 110), di numerosi strumenti litici nell'ultimo tratto del vicolo della Croce (n. 561, 30) nel 1932 e, soprattutto, di quelle, del 1936, in piazza del

Comune (n. 561, 38), in viale Regina Margherita (n. 561, 8) e in piazza S. Clemente". Più rari sono invece i contributi dedicati all'approfondimento di precedenti scoperte, sia di materiali che di strutture: è il caso, ad esempio, di quelli, del 1926, sulle iscrizioni e i bassorilievi riutilizzati nella chiesa di S. Andrea in Silice"; del 1933 sull'Ecate marmoreo del Museo Civico, da Le Mole"; del 1939 sul bassorilievo greco del Museo Civico", e dell'altro, del 1929, sulla cisterna di Cento Colonne™, dai quali emerge, accanto alla capacità di sintesi manifestata nella segnalazione dei tanti rinvenimenti, una profondità di analisi non comune per un non specialista. 1 primi decenni del Novecento risultano quindi fondamentali per la conoscenza della città e del territorio: accanto alle scoperte occasionali, scrupolosamente registrate dal Nardini, e alle notizie circa la generica provenienza veliterna di opere di particolare pregio entrate ἃ far parte non solo delJa raccolta comunale"*, ma, ad esempio, della collezione del Ny Carlsberg (cosi la testa di sovrano ellenistico forse da S. Cesareo (n. 5905), copia di età tardo repubblicana o augustea; la testa colossale di Asklepios (n. 1741*), destinata a statua, di derivazione fidiaca; Talia, appartenente al tipo consueto da originale del TII secolo a.C. (n. 1742*) e, forse, il rilievo con la lotta per il tripode delfico (n. 1743*), opera romana di stile arcaistico, forse da un famoso originale di Delfi del IV secolo a.C.), e anche del Museo di Dresda (il bronzetto tardo-arcaico (n. 1435), forse dall” Algido), vengono per la prima volta intrapresi alcuni saggi di scavo: per opera del Mancini, nel 1915, all'interno della città, sotto la. chiesa delle Stimmate, dove viene individuato il cd. tempio Volsco! (Fig. 8); nel territorio, nel sito forse più noto di S. Cesareo, per opera del Nardini, nel 1905 nell'area del tepîdarium"* e, soprattutto, per opera del Gatti, nel 1909 nell’area del balneum". A partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, accanto all'interesse per le fasi più antiche c specificatamente per quella romana, inizia a trovare spazio quello per le fasi medievali, con indagini volte nella maggior parte dei casi alla ricerca di documenti di archivio o all'analisi della struttura e solo più raramente ad entrambi. L'esponente più autorevole di questo filone di ricerca risulta senz'altro G. Tomassett. Del 1886 è la pubblicazione della descrizione dei resti del castello di Lariano con la pianta del castello (Fig. 9) e della chiesa di S. Silvestro realizzate dall’arch. Cancani””; mentre del 1910 è la prima edizione det II volume della Campagna, nel quale sono inserite le pagine riguardanti Velletri". ‘Tra la fine dell’ Ottocento e l'inizio del Novecento, vengono pubblicate numerose opere sulla Campagna romana tra le quali si segnala la Guida della Provincia di Roma

i Napo 1934. “= NARDIN 1936. "" Nago 19394. NARDI 1926. "S NARDINI 1933. = Naron 193%. "NARDI 1929. ‘Ricordo, tra gli at, il fr di coperchio di sarcofago con la scena di Giona getto dalla nave (STEVENSON CVarLat. 10566: 18v; SCHNEIDER Grazzost 1913: 229 nota 2)

"Manco 1915. Stat, Archivio Pratiche. Velletri. Scoperte di antichi. RelazioneO. Nardini del 26 dicembre 1913 a proposito dell “scavo allo scopo di mettere allo scoperto una pare degli avanzi di aniche costrzioni romane . "Gin 1910; Acs, Direz. Gen. AABBAA, Div. 1 (1908-24), b. 177, fasc. 462. Relazione del21 agosto 1909; Sat, Archivio Pratche. Velletri. Relazione O. Nardini del 26 dicembre 1913. ""Towasserit 1886: 411-429, specialmente 414-417. ™ Tomassern 1979: 407-447, specialmente 417-431 per una raccolta di documenti dal 496 al 1609.

raccolta di materiali, tipologicamente e cronologicamente differenti, attraverso il recupero diretto o le donazioni dei diversi proprietari dei fondi nei quali si verificavano i rinvenimenti, permette la costituzione di un primo, importante, nucleo del futuro Museo locale, la perlustrazione della campa‘gna produce i resoconti sulle scoperte: del centro medievale e di un settore del tracciato della via Appia, con il recupero del fr. di un fregio scultoreo arcaico a Le Castella nel 1900 (n. 1638); dell'iscrizione funeraria di Iulius Silbanus, nel 1901 a S. Gennaro (n. 824); di una stipe votiva a Soleluna nel 1905 (n. 1316); di alcuni resti di muri, numeroso materiale ceramico e alcuni frr. di marmo, tra cui una lucerna marmorea, a ‘Troncavia (n. 723) e di una tomba in località S. Anna, nel 1909 (n. 761); del cippo nel quale è ricordata la ripavimentazione delia via Mactorina a cura di C. Octavius Onesimus, presso la via Appia antica, a Soleluna, nel 1918 (n. 1293), di due frr. di scultura -uno rappresentante un putto con lira sopra un delfino, l'altro un cane levriero-, e di una tomba a inumazione, a Colle Cascone, nel 1922 (n. 5095), di antichità al Metabo e di alcuni frr. di lastre fittli nella c. da Morice (n. 352*) ancora nel 1922; dell'iscrizione di L. Marcius Anicetus e presumibilmente del monumento funerario a Le Incudini, nel 1924 (n. 1417*); di una strada basolata a S. Cesareo (n. 578), di un tesoretto presso alcuni resti di strutture in c.da Formaletti (n. 1175) e di un cunicolo a Prato di Maggio (n. 1551"), nel 1926; di diversi parti di tre statue marmorce, acefale, a la Fossa, nel 1927 (n. 1420); dei resti di strutture a Colle Ottone nel 1933 (n. 598); di un pavimento a mosaico a La Fossa (n. 1429) e di alcune tombe al Vallone", nel 1934; di parti di un sepolcro (n. 1428) e di altre strutture lungo la via Appia antica, all'altezza del fosso delle Mole, nel 1936"; di alcuni frr. di statue a La Fossa (n. 1420), di un fr. di statua e di alcune strutture sulla dx. della strada di Fontana di Lupo (n. 1211), di resti di una strada basolata, di un fr. di bassorilievo a Colli di S. Francesco (n. 1448) e di un bassorilievo in ardesia in c. da Pietre Lisce (n. 913*), nel 1939. Nel contempo attraverso i rapporti inviati al Direttore. dell'Ufficio Scavi di Roma e Provincia sono noti altri importanti rinvenimenti: come nel caso del sepolcro a Colle Palazzo (n. 773) e di una statua acefala ad Arcioni, nel 1911 (n. 282%).

48

cati, all'interno del palazzo Caprara-De Bonis, di fronte alla chiesa di S. Martino (n. 561, 46) In questi anni prende l'avvio anche l’attività di G. Lugli, il quale ricollegandosi alle ricerche intraprese dal Lanciani, ne prosegue il lavoro di ricognizione sul terreno, affiancando ad essa, nei decenni centrali del secolo, una più attenta analisi della tecnica edilizia di alcuni monumenti della zona". Per i| settore indagato rimangono, a parte il contributo sulla villa di S. Cesareo, con alcune schede sulle tecniche costruttive utilizzate'”, le fondamentali ricerche sulla cd. via albana"*, gli appunti manoscritti e soprattutto gli schizzi riguardanti la via Appia antica (Figg. 10-11), quella per Paganica e quella da Velletri per Lariano. Fondamentale risulta ancora, il contributo sulla città e sulle ville del territorio, pubblicato dal Pelzer Wagener nel 1913 nell'American Journal of archaeology. In particolare grande importanza rivestono oltre ad alcune descrizioni, relative a settori della via Appia antica" e a monumenti al meno in parte ancora visibili, le descrizioni, corredate di documentazione fotografica, di strutture delle quali non sembra conservarsi traccia?”, come nel caso della cd. villa della stazione (nn. 695-699), dei piloni di acquedotto a ovest della via Appia Nuova, nella località Incudini (n. 1413), e dei resti delle due cisterne in opera cementizia sul lato sx. della via Appia antica, all'altezza dell’acquedotto Fig. 8. Velletri. Pianta Mancini del cd. Tempio Volsco (1915). dell’ Abbate, del 1890”. Ma. è soprattutto grazie all'opera. del Tersenghi, del 1910 che si registrano, oltre alla riproposizione di informazioni desunte specialmente dal Teoli ma anche dal Borgia e dal Landi, alcuni nuovi elementi. Se nella. parte specificatamente riguardante l'età romana a spiccare è la descrizione del sito di S. Cesareo, con le scoperte passate e i resti visibili ai suoi tempi"", in quelle riguardanti gli edifici esistenti o variamente noti all'interno dell'abitato risultano non poche le notizie sulla presenza di strutture e materiali sia di età romana che medievale. Così il Tersenghi, procedendo alla descrizione per decarcie nelle quali era suddiviso l'abitato, ad esempio, ricorda la presenza di comicioni marmorei di reimpiego ai lati dell'ingresso della Chiesa di S. Antonio (n. 561, 61), quella di resti di strutture ai lati della piazzetta di S. Clemente, di un ambiente al di sotto della Chiesa di S. Salvatore (n. 561, 17), di un tratto in opera quadrata al termine di via Furio, che riferisce alle mura (n. 561, 4), di un’uma riutilizzata all'interno della chiesa di S. Clemente come conca delle abluzioni (n. 561, 96), di "frr marmorei di piccoli bassorilievi romani, con cavalli, bighe e personaggi loricati, ... qualche piccola testa e nel cortile un sarcofago antico semplice", "una bella bocca puteale romana in marmo ... non istoriata ..a sole spire terminali con base a cordone”, e qualche busto di marmo, variamente dislo"^ Amare 1890: 205,206, 208, 210. 1 TrasenGii 1910: 204-319, 204-302 pera villa di S. Cesareo. 1% Su questo aspetto del metodo di ricerca del Logli e sulla “stretta unità di inquadramento con Roma che si devono considerare i suo studi sulla Campagnaeil Lazio"vd. CastAGNoLI 1968-69: 3, 5.8 (=CASTAGNOL 1993: 79.

Fig.9. Pianta Tomassetti del Castello di Lariano e della Chiesa di S. Silvestro sul Maschio di Ariano (1886). ‘Luci 1959; 1 432, 486,487 nota 2, 494; 1, tav. II, ucts 1923, specialmente: 267-269, 271-272 e ave. XI-XIL. "È il caso,ad esempio, del rato ἃ Soleluna ricordato avere una lar ghezza di 8 m compresi i marciapiedi. ‘Patz WAGENER 1913: 406-412, 423.424. 49

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Fig. 10. Schizzo G. Lugli dell’ Appia antica a sud di Velletri.

Fig. 11. Schizzo G. Lugli dell'Appia antica a ovest dell'incrocio con la via Appia Nuova,

(n. 1414). Nello stesso anno con la pubblicazione dell'importante contributo dello Schneider Graziosi sul cimitero cristiano di Velletri, vengono affrontati per la prima volta în maniera specifica i numerosi problemi connessi ad una sua migliore conoscenza a partire da quelli relativi alla sua ubicazione ed estensione”. Allo stesso modo risultano determinanti per il settore lamuvino le ricerche realizzate dal Colburn nel 1914?" (Fig. 12). In particolare a lui si deve, probabilmente attraverso una visione autoptica dei siti, forse già indicati dal Galieti™, la segnalazione ed il riporto cartografico™ di strutture, anche rilevanti dal punto di vista dell'ingombro, non altrimenti note o delle quali in precedenza erano stati dati pochi cenni: ad esempio, la villa di Casale Strutt alle Crocette, oi resti compresi tra la via Appia Nuova e I’ Appia antica nel tratto tra il bivio per Monte Cagnoletto e il Castello di S. Gennaro. Particolarmente fecondi risultano per questo settore del territorio gli anni Trenta del Novecento, nel corso dei

quali all'attività di ricognizione sul terreno si unisce, non di rado, anche quella di scavo. ‘Alcune indagini, in gran parte a seguito di rinvenimenti occasionali, sono intraprese dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio in particolare nell’area a nord del centro urbano. È merito di Crescenzi averne curato, nel 1978, la. pubblicazione consentendo la conoscenza di resti di strutture anche tipologicamente differenti sia connessi alla via Appia antica (tomba a S. Gennaro n. 825*), sia, soprattutto, ἃ] popolamento dell'area compresa tra la via Appia Vecchia e Monte Cagnoletto (villae presso il bivio per Lanuvio n. 634 e in località Monte Cagnoletto)™. Per quanto riguarda l'attività di conoscenza e segnalazione encomiabile risulta infati il Galieti® del quale rimangono, a proposito del territorio, i resoconti delle Notizie degli Scavi sui rinvenimenti alle Cese, nel 1915, nel settore a nord dell'abitato, nel 1920”, nella contrada Conicella nel 1926 (nn. 872, 873)”. Il contributo su Le ville suburbane dei

^ Rossi 7 2 s ™

® Un ausilio importante gli deve essere venuto da una conoscenza capillare del territorio oltre che da un rapporto di fiducia deli abitanti, equisito, ques ultimo necessario per molte delle segnalazioni di rinvenimenti. = Gauier 1915: 173. >Gatien 1920: 285. ?Gaurm 1926: 409-411.

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Scisrpen Graziosi 1913. In precedenza cenni ne aveva fornito De. 1873. Cousunx 1914: 364 fig. 10, 379-380. Corsox 1914: 18 nota Cousonx 1914: pl. (“Ancient Remains near Lanuviun?). Cusscena 1978: 1528.

colli lanuvini, pubblicato nel 1933, presentandosi come una preziosa sintesi della sua straordinaria attivitàe offrendo numerose informazioni sull'esistenza di strutture ed infrastrutture, permette soltanto in minima parte di rilevare l'importanza della sua attività" peraltro ampiamente confermata in quei rari casi nei quali sono noti i suoi appunti (ad esempio, quelli relativi alla villa di Colle Crocetta). IL FLORUIT DELL'ARCHEOLOGIA VELITERNA NEGLI ANNI VENTI-SESSANTA DEL NOVECENTO

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See)

Fig. 12. G.B. Colburn, Carta archeologica di Lanuvium (1914): particolare del settore a est della città. = Gaui 1933, » Viam 1941. 7 BLaxE 1947: 110,211n. 15 ?"Luou 1957: 1, 432, 486, 487n. 2, 494; σι 1957: I , uv. CH Successivamente alcune strutture dell villa di S. Cesareo, oltre a quelle

Apartire dal secondo decennioe fino all'inizio della seconda metà del Novecento l'archeologia veliterna conosce, forse, la sua stagione più feconda. Del 1922 lo scavo del sepolcreto cristiano, nei pressi della via Appia antica, a Soleluna (n. 1295); del 1927, i predetti saggi di scavo in piazza Umberto I (n. 561, 77); del 1930 l'edizione, nel Bullemimo di Archeologia Comunale, nell’ambito del più vasto progetto di "Studi topografici intorno alle antiche ville suburbane”, delle ricerche del Luglisulla villa di S. Cesareo, che attraverso la descrizione meticolosa dei resti conservatie la loro documentazione grafica, realizzata dall'arch. P. Moéller, offrono per la prima volta in maniera unitaria la documentazione del complesso (Fig. 13). Successivamente, accanto alla ripresa delle ricerche, trail 1937 eil 1938, nella villadi S. Cesareo, di cui rimangono la relazione. del Vighi, corredata dalla documentazione grafica realizzata dall'architetto G. Caraffa, si susseguono numerose scoperte!" anche se in non poche occasioni i riferimenti spesso generici ai luoghi e la predilezione, ereditata dalle ricerche passate, nei confronti dell'oggetto di pregio a dispetto dei resti murari, traducendosi nelle notizie dei diversi rinvenimenti in pochi cenni sulla presenza di eventuali strutture e in più dettagliate descrizioni dell'oggetto, privi laricerca di elementi perla ricostruzione del contesto topografico. Tuttavia accanto al rinvenimento, nel 1934 di un fr. di lastradî sarcofagoe di un bronzetto a Colle Ottone (n. 896*) c di strutture e di un'erma barbata alla Colonnella (n. 405), di strutture e di un tesoretto in c. da Ceppeta/Q. to Comune, nel 1936 (n. 336), nel 1940 a Colle Lenzadi resti di strutture e di una testa di Ottavia (n. 279) e nel 1955, forse in contrada Arcioni del celebre sarcofago con le fatiche di Ercole (n. 322), si registrano ricerche significative non solo nel campo della documentazione archeologica ma anche in quello dell'analisi delle caratteristiche costruttivedei monumenti. Se tra queste ultime il riferimento è all'opera, del 1947, della Blake nella quale vengono ricordati due settori della via Appia (nel tratto a nord-est di Lanuvio e al ponte sul fosso di Civitana?")e soprattutto a quella, del 1957, del Lugli nella quale parti diverse della villa di S. Cesareo vengono utilizzate come esempi”, tra le prime spiccano le ricerche di G. Cressedi. Del 1949 è il suo contributo sui resti della via Appia nel tratto compreso tra Monte Cagnoletto, a nord, e Le Castella”, a sud, del 1952 quello sui resti all'interno del castelloi S. Gennaro** del 1953 il volumetto su Velitrae nella Collana Italia Romana: presso la stazione ferroviaria, saranno utilizzate come esemplificazione delopera da Βιλκε 1973: 11, 112 n. 68. P"+ CREED CaesseDi 1949, 1952, 5i

PIANTA E -VILLA ‘ROMANA. SuL corte oi Scesanco presso venient

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Fig. 13. Pianta Moéller della villa di S. Cesareo (1910).

municipi e colonie. Nonostante la loro validità sia ancora indiscussa, al punto da risultare ancora utilissimi ed in alcuni casi addirittura imprescindibili, è evidente come a determinare la maggiore differenza sail diverso utilizzo del controllo autoptico. Infatti mentre i contributi più antichi fanno dell'osservazionedirettail loro maggior risultato, con una serie di informazioni corredate non di rado da fotografiee schizzi dei resti visibili, quelli più recenti, che prendono in considerazione sia il centro urbano che il territorio, appaiono piuttosto realizzati utilizzan-

do quanto variamente noto. È tuttavia merito dell'autore, attra-

verso un attento riesame della documentazione di vario tipo disponibile, la realizzazione della carta archeologica del centro (Fig. 14). La bontà dei risultati raggiunti è in qualche maniera testimoniata dal fatto che essi, costituiscono in gran parte la base delle conoscenze ancora per la sintesi sull'intero comprensoriorealizzatonel 1966 dalla Lissi Caronna enel quale l'autrice sottolinealadifficoltà della ricostruzione urbana a causa della “mancanzadi elementi in situ e di monumenti visibili”™. Un contributo di grande importanza per l’intero settore indagato, al punto da risultare in alcuni casi ancora insosti? Lissi CARONNA 19668. Tunson, KAHANE 1963: 74-77,78 fig. 2, specialmente82 fig 5,83, 88-89, 52

tuibile, ὃ portato dalle ricerche di Judson e Kahane sui cunicoli, in gran parte incentrate su quelli dell'Etruria settentrionale ma con uno spazio significativo dedicato a quelli variamente riconosciuti nella campagna lanuvina c veliterna dei quali è fornita una ubicazione?” (Fig. 15). Non diversamente offre numerose informazioni sul tracciato della via Appia antica, attraverso il recupero di documenti di archivio, specialmente per quei tratti nei quali non si conservino resti della via antica ed essa non sia neppure perpetuata da quella moderna, la ricerca del 1966 dello Sterpos". Per il settore nemorense nel 1950 vengono pubblicati da G. Ucelli risultati delle esplorazioni archeologiche sul fondo del lago. Se nella circostanza grande risalto venne dato al rinvenimento delle navi, non minore deve attribuirsene a quello delle banchine osservate in più punti lungo le sponde del lago. In particolare l’analisi delle loro caratteristiche costruttive, anche sulla scorta dei rilievi di dettaglio, effettuati nell'occasione, ai quali faranno riferimento tutte le pubblicazioni successive, consentono una conoscenza particola2 SreRPOS 1966: 52-56.

25.000, suddivisi seguendo le ripartizioni territoriali moderne, operata dal Gierow nel 1964". La ricerca archeologica del settore lanuvino (ed in particolare di quello a nord-est della città), conosce un nuovo, importante, capitolo negli anni Sessanta del Novecento con o scavo a nord-est del paese, in località S. Lorenzo presso il bivio della via Appia Vecchia con la via provinciale per Lanuvio™ (nn. 862-864). Le indagini, realizzatea seguito di rinvenimenti occasionali, e prontamente pubblicate dalla Lissi Caronna, confermando l’importanza dell'area, documentano in maniera particolareggiata, giovandosi di una documentazione grafica e fotografica di pregio, la presenza di un tratto di strada basolata e di alcune strutture riferibile ad una domus, offrendo anche un'analisi dei diversi materiali rinvenuti. RICERCHE E NUOVI RINVENIMENTI DAGLI ANNI SETTANTA DEL NOVECENTO AI PRIMI ANNI DEL XXI SECOLO

reggiata di una infrastruttura connessa all'utilizzazione delle sponde del lago. Grande importanza riveste per la conoscenza delle età pre e protostoriche dell'intero comprensorio, al punto da essere stata comunemente utilizzata almeno fino agli Ottanta del Novecento come quadro di sintesi, la collazione dei rinvenimenti, tuttavia ricsaminati in maniera analitica fornendone anche una localizzazione sulla cartografia IGM al

Gli anni Settanta del secolo risultano di particolare importanza. Del 1972 è la proposta di ubicazione del centro di Pometia nell’area denominata Caprifico, a est di Le Castella”, sulla base del riesame dei risultati delle precedenti ricerche contermini della Brandizzi Vittucci?* e della ricognizione dell’area compresa tra il fosso delle Castella ed il fosso di Cisterna c lo studio analitico dei materiali ceramici rinvenuti”. Del 1975 è lo studio di Mucci^" il quale, nella tradizione delle importanti ricerche sulle stazioni postali della via Appia della De la Blanchere? e successivamente del Lugli?*, propone di localizzare la mutatio ad Sponsas al XXV miglio della via. ‘Anche la documentazione sulle età più antiche (pre-protostorische), ferma almeno relativamente all’ambito territoriale indagato all’ opera del Gierow, è accresciuta da un lato dal riesame del deposito votivo al di sotto della chiesa delle Stimmate all'interno dell'abitato di Velletri", preludio all'individuazione di capanne cultuali precedenti il santuario arci co, dall'altro da alcuni nuovi importanti, rinvenimenti resi possibili, non solo da ricerche specifiche, ma anche da una maggiore attenzione ai diversi lavori realizzati all'interno dei centri abitati e nei territori circostanti: dapprima, nel 1977, quello in superficie, attorno alla cima di Monte Cavo di materiali riferibili‘ad un abitato databile tra la fine dell'età del Bronzo ed i primi due periodi dell'età del Ferro™ (n. 4); nel 1978, quello di alcuni frr. di ceramica d'impasto sul colle adiacente la fonte di Fontan Tempesta, a Nemi” (nn. 112-113) e quello ben più cospicuo, nei pressi del Cimitero Comunale di Lanuvio®%(n. 871); quello nel 1980, a Lariano, nel corso dei lavori per la realizzazionedel locale campo sportivo, di alcuni fr. di ciotola (n. 265); quello di materiali fitli pertinenti a vari momenti dell'età del Ferro, a sud del Colle dei Morti, in lo-

7 Giskow 1964: 361, 362 fg. 215, 364-366 (Nemi), 369, 370 ig 219, 373-375 (Lanuvio), 376-391 (Vellei). "Lassi CARONNA 1966. > Meus, Quiuci Grout 1972. 1 Branbiazt Vrrruccr 1968: 137-141no. 91-03 © Meus, Qua Gi 1972. = Mucci 1975,

= DetA BLANCHERE 1888: 58-59, 61-62 ^ Lucia 1952: 278, 2 Gur 1980: 151; Gum 1989-90: 412.413, specialmente 412 ig. 30.3 7 DI Gennaro, PACCTARELL 1978: 86. 2» Cinaruce 1978: 102, 202-208 tav. XL 2» Carucci 1978: 100 tav. XXXII, 104 tav. XXIII, 105-108, 202203 tay. XL.

Fig. 14. Velletri. Carta archeologica di G. Cressedi del centro urbano (1953).

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calità Vivaro, comune di Rocca di Papa, nel 1987" e di quello di materiali dell'età del Ferro/orientalizzante, tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, in occasionedi lavori SIP nell’area dell’ Acropoli di Velletri (nn. 561, 32-34, 42, 48, 51), In controtendenza sembra invece essere la segnalazione circa il rinvenimento di oggetti di pregio, perlopiù "ferma" alla scoperta occasionale, nel 1979, a Civitana, del sarcofago strigilato con figure dei defunti con Vittoria alatae (n. 1330). La monografia di Crescenzi, del 1981, che relativamente ai resti di strutture del territorio si presenta come una riproposizione di quanto noto in precedenza”, invece molto aggiunge alla conoscenza, da un lato dei rinvenimenti di vario tipo verificatisi in passato, dall'altro della collezione del Museo Civico, attraverso le parti dedicate, rispettivamente, alla storia degli scavi e delle scoperte e ai

materiali conservati nel locale museo”. Una significativa accelerazione delle ricerche, relativamente all’età romana, specialmente per quello che riguarda alcune tipologie, si registra a partire dagli anni Ottanta del Novecento, anche grazie all'ausilio fornito alla ricognizione di superficie da un più metodico utilizzo di altri strumenti come i documenti di archivio e le fotografie aeree. In questo ambito sî inseriscono due contributi, del 1983, di Stefania Quilici Gigli: uno assieme alla Melis, sui luoghi di culto della campagna di Velletri, l’altro, sui cunicoli esistenti tra Velletri e Cisterna di Latina. Nel primo, partendo dall'analisi delle notizie sui luoghi di rinvenimento di votivi desunte soprattutto dell'archivio Nardini, attraverso la visione autoptica delle zone dalle quali si ipotizza che essi. provengono, le Autrici tentano una loro ubicazione, spesso fornendo anche informazioni sulla viabilità (specialmente. sulla vie Appia e Mactorina) e sull’esistenza di villae". Forse anche più rilevante il secondo, la cui pubblicazione ha anche il merito di aver suscitato, a partire dal 1990, un dibattito sulla cronologia delle opere indagate ed in connessione con esse, un'analisi più attenta della via Appia antica in corrispondenza dei punti nei quali essa veniva attraversata”, oltre che una riconsiderazione di alcune infrastrutture connesse più direttamente al passaggio della via (ponti di Mele™, di Farina e delle Mole”). Attraverso la lettura delle foto aeree e il successivo controllo autoptico, viene evidenziata la presenza di numerosi tratti di fossi condotti in cunicolo, ciascuno dei quali descritto nel percorso e relativamente alle caratteristiche dimensionali e formali, da riferirsi, presumibilmente alla fine del IV secolo a. C., e in connessione con l'apertura della via Appia? (Fig. 16). L'argomento di grande interesse, coinvolgendo anche l'analisi delle vicende storiche. che interessarono l’intero ambito territoriale nel quale era compreso il sistema di bonifica pontino, quindi non soltanto il territorio veliterno, ma anche quello delle città contermini (Lavinium, Ardea, Lanuvium, Satricum e Pometia); viene ripreso, nel 1990, dal Coarelli il quale propone piuttosto una datazione in età arcaica sulla base anche di considerazioni di carattere tecnico” A queste ricerche si ricollegano anché-quelle sulla via Appia antica, sia con studi dal carattere eminentemente divulgativo i quali conservano una loro utilità specialmente per le immagini riprodotte, nella gran parte dei casi precedenti distruzioni e obliterazioni*®, sia con ricerche più specifiche Lil caso dei contributi di W. Esch del 1988 "5: di L. Quilici del 1990°*-, nelle quali la descrizione analitica dei resti è accompagnata da una minuziosa documentazione grafica: 1I riesame dei materiali conservati nel Museo Archeologico, in un certo qual modo avviato dalla Melis assieme alla Quilici Gigli con i votivi, anche se con alcuni significat

^ Anterri MARTELLOTTA 1987: 208,209 fig. 1.3. 2Cesc 1981: 59-70, specialmente 63-70. 2 Censcenzt 1981: 76-90, 91-120 con preziosi indici “per materia" e “delle provenienze”, ancora imprescindibili in quanto assenti nelledizione del Catalogo Nardini (Ceccanant 2001) > Mes, QuuLic Grou 1983. 2 QUILCI Grout 1992: 73-77 ? Qua 1991; QuILICI Grout 1996: 11-12

2° Qoraci Grau 1992: 73-77 ? orci Grout 1983; cir. anche Quicr rout 2001. 2^ Coanetts I9901:52; COARELLI 1990: 141-148, specialmente 146-148. © Quai 1989: 776;cfi anche QuiLici 2001; specialmente: 94-101, nonostanterelativamente lla pare descrtiva ripropongadati gi presentati 7" Esca 1988: 15-25; cfr. Esc 1997: 7-17, in particolare 10 fig. Lana, 11-17, 11 fig. 11 an. 1823, * QuuLcr 1990: 51-54.

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CUNICULI

SOUTH αἴδαν AND WESTMEL or THE Tee

— Roilroad.

Fig. 15. Posizionamento dei cunicoli tra Lanuvio e Cisterna nella carta di Judson e Kahane (1963)

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Fig. 16. Pianta S. Quilici Gigli dei tratti di cunicolo esistenti nel territorio di Velletri (1987).

precedenti?^, prosegue con la pubblicazione, nel 1986, del contributo della Fortunati sulle /potesi ricostruttive della decorazione del tempio di Velletri?*, c giunge in un certo qual modo a compimento con l'edizione, nel 1989, del catalogo dei materiali esposti??. Se il lavoro della Fortunati, attraverso un'analisi dei tipi di astra esistenti, allargata a quelli confluiti al Museo Nazionale di Napoli, ha come fine di proporre un'ipotesi ricostruttiva della copertura del tetto di uno degli edifici più importanti della città, quello dei materiali del Museo archeologico costituisce non soltanto l'occasione per una loro conoscenza analitica, anche attraverso un riesame dei vecchi scavi nei quali furono rinvenuti, ma anche, nei casi nei quali è stato possibile rintracciarne la provenienza, spesso sulla base delle schede inventariali redatte dal Nardini, un altro decisivo contributo ad una migliore conoscenza della città e del territorio. Nel contempo la pubblicazione nel 1983 dell’aggiornamento epigrafico di Velitrae permette non soltanto il riesame delle iscrizioni ancora esistenti facenti parte delle raccolte, a partire naturalmente da quella del Museo archeologico, ma anche di quelle, invece, perdute, delle quali rimangono gli apocrifi in gran parte realizzati dal Nardini** e dallo Stevenson". Solo latamente può inquadrarsi in questo ambito di ricerca, considerato il metodo di indagine seguito nella defiione delle aree (per transetti), il progetto di ricognizione 2° Ricordo, ad esempio, la pubblicazione a cura del Wrede, nel 1981, del cippo di marmo con iscrizione di L. Marcius Anicetus da Le Incudini oltre che della testa di marmo, fors di Minerva, di provenienza sconosciuta, nota attraverso a sola documentazione fotografica e databile tra il 70 e i 902. C. (Wsene 1981: 256-258, 277 nn, 167, 169,215; 283 n. 234), ^" Fogrunam 1986 5 Museo Civico di Velleri 1989, ™ Soun 1983: 41 n. 5,42 n. 6, 58 n. 28,59 29,600.31, 62. 34,77 n. 54,78 n. 58, 80.63 >" Sous 1983: 59 n. 30,65 n.39, 66.41,78 n. 56,81 n. 64-65.

della Regione Pontina realizzato nel 1987 dall'Università di Groningen, il quale ha interessato, fra l’altro, l’area di Cisterna?^. I dati emersi infatti, seppur numericamente rilevanti e documentati anche con l'ausilio di disegni dei materiali rinvenuti, fornendo così elementi utili per la conoscenza del settore indagato, tuttavia risultano poco probanti per la ricostruzione del popolamento dell'intero territorio di cui fanno parte, Successivamente, tra il 1994 e il 1997, campagne di ricognizioni realizzate nell’ambito dello stesso progetto nel quale erano inserite anche le ricerche sul territori di Cisterna, hanno interessato, tra l'altro, una parte del settore occidentale dell'ager di Lanuvio. La pubblicazione dei risultati, arricchita da uno studio analitico dei materiali evidenzia, innanzitutto la massiccia frequentazione dell’area in età romana, con significative attestazione per l'età arcaica e, sebbene più rare, anche in quella del ferro. Più di recente, nel 2001, il riesame degli appunti manoscritti di Lanciani ha costituito l'occasione per il rilievo delle strutture superstiti, nel settore nord-orientale del territorio di Lanuvio permettendo di verificare le impressionanti distruzioni verificatesi in particolare su Monte Cagnoletto™. Ugualmente al territorio lanuvino si riferiscono ricerche su alcune classi di materiali iscritti rinvenuti tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento: più in particolare quella su alcune fistulae acquarie, del 1994” l'altra, del 1988, su un'iscrizione con dedica a Bellona”. Se, generalmente, la mancanza di informazioni puntuali sul loro luogo di rinvenimento, poco apporta sul piano topografico, tutavia estremamente significativa si rivela l'analisi onomas ca che permette una allargamento delle conoscenze circa lo stato sociale dei diversi personaggi menzionati ed attraverso essa, in alcuni casi, la possibilità di riconoscere riferimenti ai rapporti con famiglie lanuvine. Relativamente al territorio di Nemi, del 1980 è l'importante contributo sui resti antichi esistenti lungo le rive del lago o comunque nelle vicinanze”, Nel settore nord-orientale, accanto ai resti del santuario di Diana in loc. Il Giardino e a quelli lungo le sponde, sono ricordate anche strutture generalmente trascurate o tutt'al più soltanto menzionate dopo la loro scoperta (quelle in opera cementizia sul Jato settentrionale della strada perilacustre, a est del Musco delle Navi, quelle in opera reticolata c laterizia agli Orti di 5. Nicola e quelle scavate nel banco, in prossimità delle Mole), corredando le descrizioni con una non trascurabile documentazione fotografica. Infine a partire dal 1989, sono riprese, a cura della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, le indagini al santuario di Diana. Un significativo accrescimento delle conoscenze si registra con la pubblicaArtem 1990: 239; ArreMA 1993: 113-115, specialmente 114 ἢ 36.6, 181-210. *" ATTEMA, CORTMERSSEN 1097.98; MAASKANT KLEIBRINK, ATIEMA 2001: 422-425, 3» Li: 2001. 33 ILLunsATI 1994: 662.668, 673, Sues 1988, ^* Devomi 1980: 41, 56-65, 67; cf. anche Devort 1987: 70 fig, 145165, il quale ripropone quasi fedelmente il contributo precedente, fata eccezione per una fotografi della chiesa di 5. Nicola. 3° Giani 1993; Giani 2000; Gus 20060. 55

zione, nel 2000, a cura degli Istituti Nordici, di una serie di contributi sull’area nemorense, tra i quali si segnala la carta archeologica di G. Lenzi". Il crescente interesse per l’area veliterna si concretizza con una serie di scavi, nella maggior parte dei casi di emergenza, e ricerche che interessano sia l'abitato che zone non lontane da esso rilevando fasi di vita che dall'età preistorica raggiungono quella romana. Cosi scavi d'emergenza, si hanno nel 1993 al ponte della Regina (n. 711) e nelle località la Chiusa (n. 1039) e Acquavivola (n. 948) e Case Nuove" (n. 953) e tra la fine del 2003 e i primi mesi del 2004 a Colle Palazzo™ (n. 776). Relativamente all'abitato si registrano gli importanti interventi del 1989 al tempio delle Stimmate? € del 1997 nella cattedrale di S. Clemente®® che tuttavia, sottolineando le lacune già rilevate dalla Lissi Caronna, risultano ancora insufficienti ad una ricostruzione dell'impianto meno schematica: in occasione del primo è stato possibile rinvenire materiali protostorici, databili tra le fasi ΠῚ e IVA" oltre a miniaturistici che sembrerebbero confermare le ipotesi sull'esistenza al di sotto del tempio arcaico di un abitato databile tra la fase recente della prima età del Ferro e l'orientalizzante antico”; in occasione del secondo si è individuata una stipe votiva di età repubblicana delimitata su due lati da una struttura în opera quadrata. Importanti acquisizioni si registrano nel territorio anche per le età pre e protostoriche. A seguito di campagne di ricognizioni, non di rado suggerite da precedenti rinvenimenti di volontari locali, la carta di distribuzione delle fasi più antiche si arricchisce di nuove presenze a Cento Colonne (n. 1203), Castel Ginnetti (n. 1401), La Parata, Lazzaria (n. 1591) e a Colli di Cicerone” (n. 1120). Scavi mirati, preceuti a partire dalla metà degli anni Novanta da importanti rinvenimenti di superficie”, i quali permettono un allarga» mento delle conoscenze sulle fasi protostoriche documentando la presenza di insediamenti sui quali, in alcuni casi, si sono impiantate strutture con diverse funzioni in età medie-

vale, si hanno invece sulla catena dell’ Artemisio: nel 1990 a Colle Mozzo"* (n. 50), tra il 1999 e il 2000 e nel 2002" a Colle del Vescovo (n. 125), tra il 1999 e il 2001 al Maschio dei Ferrari (nn. 232, 234), nel 2002 fra la cima del Monte Peschio e il Maschio dei Ferrari? (n. 241), nel 2004 all'interno dei resti del castello di Ariano e a ridosso della chiesa di S. Silvestro (n. 70). Relativamente all’età romana, più del sommario quadro del popolamento del 1996" e del 2004”, forniscono una documentazione valida sulle strutture superstiti, sottolineando come in alcuni casi il riutilizzo, in altri l'abbandono abbiano contribuito al loro precario stato di conservazione, seppur con difformità per quel che riguarda il corredo grafico e fotografico non sempre rispondente agli standard, le ricerche sul supposto santuario di Troncavia del 1997, sulle ville alla Civitana, del 1999”, di S. Cesareo, del 2001”, della Stazione?”, di Rioli?" e di Fontana di Lupo? del 2003, ed infine a Colle Palazzo tra il 2004 e il 2005". Nel contempo, infine, la ricerca si è andata intensificando, potendo contare oltre che sulle attività scaturite dall'interrelazione tra diversi organi istituzionali, sull'attività prevalente mente di ricerca sul campo svolta meritoriamente dai volontari locali: cosicchè da quest'ultima è scaturita la pubblicazione, nel 2001, de La Carta archeologica di Velletri”, agile strumento divulgativo imperniato quasi esclusivamente sui rinvenimenti editi, al quale sfortunatamente poco giovano le carte finali suddivise per l'età preistorica e per quella romana. Per quanto riguarda le prime, oltre all'edizione, nel 2001, delle schede inventariali redatte da O. Nardini? si sono realizzate alcune mostre e convegni di estrema rilevanza, in consideraZione dei risultati scientifici raggiunti: preceduto da quello su "T due mondi del vino” del 1996, quello nel 1997 sulla Pallade rinvenuta a Troncavia nel 1797, il convegno di studio su Augusto a Velletri, nel 2000" e quindi, ancora nel 2000 e nel 2001, il catalogo delle varie sezioni della collezione Borgiz?^ ed infine nel 2006 la mostra sul cabreo del Nolli®.

2 Lenz 2000. 7 Lucene, De SANTIS, SEBASTIAN DeL Gaps 2008. 7 MENGARELLI 2003, ™ MENOARELLI 2005. 2° Giani 1992 2° Avus, Guia 1999, in particolare 110-112 tavv. I posizionamento dei vecchi e nuovi rinvenimenti nell area della catedral), ΠΡῚΝ (piante dell’area di scavo), sfortunatamente entrambe prive di scala metrica ™ Gi 1997a, specialmente 975 fig. 1239. Gia 1992: 573 fig. 37. 20 Guipi 2004: 128 % RoLro, Bozzao 1999. == CinagUCet 1996: 5-6 e tav. 118 relativamente ai materiali dell'età del Bronzo medio sul Maschio dei Ferrari; Draco Troccoui, Mesto, TEX Koera® 2003: 149 3° ANGLE 2005. Drago Troccoi, Mirto, Te KORTENAR 2005; DALSGLIO, DRAGO Teoccou, Meno, Trx Kormra®, TRoMBETTA 2004: 134-139; Daaco ‘Troccoui, Mexto, Ten KORTENAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 227 fig. 1,225230, " Ani, Bozzxt0, MouNARO, Ζαματτινι 2003: 37 fig. 4,3845. =" Darwiuio, DRAGO TROCCOLI, MERLO, TEN KORTENAR, THOMBETTA

2004: 133-134; Draco Troccou, MERLO, Ten KognnaR, DatuiGuo, Taowaserra 2004: 227 fig. 1, 1, 228-229. 7 Gina 1996. 7 Marcin 2004 per Genzano e Nemi; acit 2004a per Lariano; Marchi 2004b relativamente al territorio veliteno, generalmente, con mancanza di riferimenti ai contributi successivi a quelli i Crescenzi 1981); Manet 2004c per Le Castella. = Paxomar 1997; Ceccarini, PALOMEI 1999. Laur 1999, 2° Giani 2001: 37-38 figg. 42 fgg. 43-53 = Paro, CECCARINI 2003. L12008. 7 Visciorm 2003: 141-144, 2° MENGARELLI 2005. 7'Smuni, Ciccorn, MANGANEL10 2001 "CEccatix 2001, 2 Crccuumi 1996. = Nocca 1997; GERMANO 1999, ? Caruso, GwtA, QuiLI 2001. »* Germano, Nocca 2001; Nocca 2001. 2° Bevinacqua, Nocca 2006.

56

CARTOGRAFIA

TL numero e la qualità delle informazioni, riguardanti sia la città di Velletri che il territorio oltre che i settori contermini, desumibili dai documenti cartografici, per la gran parte raccolti dal Frutaz, almeno a partire dal Seicento, risultano senz'altro tali da farne uno dei “casi” più fortunati del Lazio antico. Nell'ovvia etercogeneicità esistente trai diversi do‘cumenti, prescindendo da quella più scontata tra carte relative esclusivamente al centro urbano e quelle relative, invece, al territorio, implicita non soltanto nelle differenti età nelle quali furono realizzate ma anche nelle finalità per le quali furono realizzate, trovano così giustificazione scelte di modi e di scale di rappresentazione tra loro molto diverse. In precedenza, nel corso del Cinquecento, le informazioni fornite appaiono generalmente trascurabili. A parte le gravi omissioni nella carta del Gastaldi", alcuni elementi possono rilevarsi nella serie di carte d'ispirazione volpaiana, pur mancando del tutto di riferimenti all'esistenza di resti antichi e limitandosi perlopiù all'indicazione del centro di Velletri (“Belletri”) e ad una caratterizzazione abbastanza schematica sia dell’orografia (catena dell’Artemisio con presenza di bosco) che della idrogratia (presumibilmente ramo dx. del fosso dei Prefetti)”. Nel contempo a partire dagli anni finali del secolo con la veduta di G. Hofnagel prende avvio la serie di rappresentazioni della città le quali si protarranno con poche differenze fino ai primi decenni del Settecento™, che già nel taglio scelto, con il sistema montuoso dell’ Artemisio, talvolta allargato fino a comprendere la pianura pontina con il Circeo sullo sfondo, tradiscono intenzione di non tralasciare, accanto alla città, delimitata dal circuito murario, la sua posizione”. Senz'altro più ricche di informazioni le rappresentazioni del secolo successivo, a partire da quella del Magini, nella quale compaiono per la prima volta i toponimi “S. Gennaro” e “Le Castella, rispettivamente a nord-ovest e a

sud-est Velletri e un’area ricoperta da boschi in corrispondenza del settore nord-occidentale”. Anche le carte storiche del Cluverio e soprattutto dell’ Holstenio, tra il terzoe il quarto decennio del secolo, forniscono alcune informazioni. Se la carta del Lazio del primo si segnala peril riferimento a due località di dibattuta localizzazione, note dalle fonti letterarie antiche ("Marcius collis" e “Ad Sponsas")", quella dell’ Holstenio, presumibilmente in virtù di esplorazioni in situ anche al fine di un confronto con quanto desunto dall'analisi delle fonti letterarie, si caratterizza per la resa grafica della morfologia del settore montuoso a nord del centro urbano e per la rete idrografica di quello a sud™. Tra gli ultimi anni del Cinquecento e il sesto decennio del secolo seguente si datano alcune delle mappe del catasto alessandrino la cui importanza, in taluni casi, risulta fondamentale, riportando anche la presenza di ruderi e di tracciati stradali, successivamente almeno parzialmente distrutti Paradigmatici risultano accantoa isolate presenze, due piante del casale di S. Gennaro: quella realizzata nel 1595 da P. Rocchi” e l'altra invece del 1654 da G. Quaranta”. In quest'ultima, relativa a Monte Cagnoletto, compaiono almeno tre ruderi dei quali uno fornito di un’apertura, in corrispondenza del settore sul lato dx. della via Appia antica, immediatamente dopo il XIX miliario, un altro, presumibilmente lungo le pendici sud-orientali, forse non lontano dalla sostruzione a nicchie (n. 647), ed infine, un ultimo, fornito di tre aperture, da localizzarsi all'altezza del vecchio casale Bocale (nn. 661-664). Nella pianta più antica si può apprezzare, accanto alla rappresentazione dell’area di Sublanuvium ("Fontana della Concha acanto alla strada Appia”) e a quella del Castello di S. Gennaro (“Castellacio”), il riporto di alcune viabilità antiche: quello della via Appia conservata presumibilmente nel tratto che dal bivio tra la via Appia Vecchia e la via di Pedica proseguiva verso sud ("Strada

™Ne II disegno della geografia moderna de tuta la Provincia de la Talia, del 1569, manca anche i riferimento a Velli (PRUTAZ 1972: I, tav. 9. "Carta di Anonimi del 1556 (Faurxz 1972: I , uv. 40) e del 1557 (Froraz 1972: IL 41), quella del De Rossi del 1647 (Pavtaz 1972: Il 43), quelladel Bertellidel 1563 (Fraz 1972: II 42). Priva di qualsiasi riferimento orografico si presenta la catadel Mercatordel 1589 (1613) (PRUTAZ 1972: I, tav. 45) Cfi anchela carta del Ligorio, dl 1557 (Fauraz 1972-11, tay. 48), nella quale "Belliti" e quella i Ortelius,del 1595 (FeurAz 1972: TI, tav. 5T) che pe la pate fisica s'spira al Mercator. "Si tata de la “Velira. Antiquissimae Laty in Ialia Urbs in monte moenibus" del 1616 (BERTELLI 1616: 194), di “Velitre. Mons Circeus ubi Circem habitaste fabulantur pate" del 1626 (Honows 1626: 174), di “Velletri” del 1663 (Bau 1663: 193), di "Vellerae vulgo Bliri ou Velires. Ville ancienne dans la Campagne de Rome" del 1704 (BLAEU 1704: CLXID e di “Velli. Cit im un colle antiga di Campagna (Savonarota 1713: 639), 7" Βιλπὺ 1663: fig. 55 tra 191 e 192. n precedenza, come segnalato da

Nocca 2002: 16, possibile richiamareun disegno realizzato da C. Lorrain nel 1620 circa, nel quale, la visione allargata, determina la centralità ella posizione dell'abitato a dispetto αἱ lcune caratteristiche. P Fauraz 1972: av. 54; cfr. anche l'altra carta del Magini (PRUTAZ 1972: IL tav. 53), nella quale € presente soltanto il riferimento a “Le Casella”. Ad entrambe le carte atnge la tavola del Jansson del De Hondt del 1638, rel quale compaiono sia "S. Gennaro” che“Le Castella” (FRUTAZ 1972: I, tav. 77). Riproduzione in FeUtaz 1972: Il, tav. 61 ed ora in Manosucari 2002: 94.95. > Frutaz 1972: I, tav 66-67 ® Ase, Catasto Alessandrino, 433 A/S (“Pianta della Tenuta, over Casate do S. Gennaro posto nel territoriodi Velletri Asa, Catasto Alessandrino, 433 A/32 ("Pianta del Casale di 8. Gennaro del Ven. Collegio di S. Bonaventura .”), strutture contrassegnate dalle letere B, C e quella a nord-est di B, priva; culla rappresentazione, e specificatamente sull raffigurazione ella via Appia antica, vd. CRESCENZA 1981:40. 57

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Fig. 17. La “Tenuta di S. Gennaro” nella mappa del Catasto Alessandrino (1595).

vecchia selciata”); altre due, confuse con due tratti ella via Appia antica ("Via Appia"), corrispondenti alle attuali via I Stradone Muti, a sud, c al primo tratto del sentiero dall’ Appia per Villa Magna (Fig. 17). Del 1631 è la pianta prospettica della città, e delle aree li mitrofe al circuito murario, del Lauro”, non di rado di straordinaria importanza per la localizzazione di rinvenimenti e presenza di materiali: in essa compare per la prima volta, oltre alla rappresentazione delle strutture absidate riutilizzate dal teatro della Passione sul lato di fondo di pzza s Giacomo”, una legenda nella quale sono riportati i luoghi di culto, le piazze, le residenze dei personaggi più eminenti”, le porte e quindi all’esterno delle mura, alcune chiese, spesso utilizzate successivamente come punto di riferimento per il posizionamento di alcuni rinvenimenti™. Tra i motivi di questa “fortunata” ricchezza di testimonianze cartografiche, oltre a quello di beneficiare della vicinanza di Roma, c'è senza dubbio il fatto che Velletri si trovi a non molta distanza da una strada, la via Appia antica, che almeno relativamente al tratto compreso all'incirca tra il XIX e il XXVII miliario, conservava numerosissime parti del basolato ancora nell'Ottocento e comunque della quale = Lauro 1639: 135, riprodotto in ManuCARI 2002: 304 fig. in alto 3° La struttura, riportata al n. 9, é caratterizzata dalla presenza di tre abs "E il caso, ad esempio, di quelli di proprietà Gregna (n. 43) e Micheletti (n.54), nei quali sono ricordati materiali antichi 58

risultava generalmente noto il percorso e che quindi, proprio in virtù di questi motivi, dovette costituire uno straordinario “motivo di attrattiva”. È così che trovano giustificazioni, a partire dai decenni

del Seicento, accanto a rappresentazioni meno geograficamente circoscritte, nelle quali il tracciato dell’ Appia antica risulta comunque riportato, quelle specificatamente riguardanti la via antica. Si tratta della celebre carta con la quale generalmente viene fatta inaugurare la storia della cartografia non solo di questo circoscritto ambito territoriale, ma di tutto il settore a sud-ovest di Roma, a partire all'incirca da Bovillae, realizzata da D. Parasacchi nel 1637. In essa, come noto, oltre ai corsi d’acqua superati dalla via per mezzo di ponti (utilizzati anche per il computo delle lunghezze dei diversi tratti), sono riportati con una resa grafica particolarmente attenta al particolare, i monumenti, sia di età antica che medievale, ancora esistenti lungo i margini stradali e comunque nelle immediate vicinanze e, talora, anche viabilità antiche minori (Fig. 18). Per quanto riguarda la porzione compresa, come detto, tra il XIX e il XXVII miglio, le informazioni sono numerosissime, ed in molti casi di straordinaria importanza, permettendo ora il riconosciRicordo, tra gli li, casi delle chiese di S. Giovanni in Plagis (n.5), di5. Maria dell'On (n. 10) e di S. Maria degli Angeli (n.16) 2" Bax, CBarbLat. 9898, 5. Copia in Pavraz 1972: I, tv. 82.

Fig. 18. I trato veliterno della via Appia antica nella carta di D. Parasacchi (1637).

mento di strutture altrimenti ignote, ora Ia conferma della presenza di altre, gia variamente note, in ogni caso proponendone una interpretazione: si va dalle “. fabriche . Antiche. Sul colle”, all'estremità occidentale del settore d'interesse, lungo il lato sx. della via, per le quali si è proposta l’identificazione con una serie di resti esistenti su Monte Secco, al “. Castellaco . desfato" e ad altri resti sui due lati della via, a sud dei precedenti, in cui si possono riconoscere il castello medievale di S. Gennaro e le strutture. romane che lo precedono lungo il lato sx. Sono riconoscibiJi nell’ordine: lungo il lato dx., ad una distanza ben superiore rispetto a quella in cui riporta generalmente le altre strutture, tanto da trovare ragione soltanto nel fatto di essere ritenuta un piccolo centro, "Civitona", ovvero i resti della. villa alla Civitana, serviti da un diverticolo, ben riconoscibile almeno nel tratto che si staccava dall’ Appia (“strada anticha che andava a Civitona”); quindi sul lato opposto della via, in prossimità di essa, all'altezza di un probabile diverticolo, “dui Anticaglie sopra del colle” e, ancora, procedendo verso sud un'“Abitazione Anticha”, della quale sembrano rimanere soltanto i quattro angoli dell’intero perimetro. A breve distanza, la carta riporta un tracciato stradale che provenendo da Velletri ("strada che vene da villetre alla via appia”), interseca la via Appia, per puntare verso Conca (“strada che va alle ferriere di conca”): la via Mactorina. Immediatamente a sud, su entrambi i lati, anche se con una maggiore concentrazione lungo quello sx., sono dei mulini e ancora più a sud, lungo lo stesso lato sono i resti di un acquedotto sopraelevato “(“.Aquedotto. antico tra . li. dui. colli”). Infine, proprio lungo il margine sx. è ricordata la presenza di una "casa fabricata di selce”. Successivamente al Parasacchi bisogna attendere i decenni finali del secolo per rinvenire alcune nuove rappresentazioni, le quali, generalmente, si caratterizzano più per la progressiva puntualizzazione degli elementi relativi alla viabilità e alla idrografia che non della morfologia generalmente del tipo prospettico a monticelli Del 1671 è la Latium est Nova er parallela Latii tum ve2Kincu 1671: ta 236-237; cfe FRUTAZ 1972: I, 69-70. ? Furia 1972: 1, ta. 159.

teris tum novi descriptio, del Kircher, che a parte l’errata localizzazione della villa di Augusto (“Luogo de’ nutrimenti di Aug."), si segnala per una rappresentazione della orografia e della idografia abbastanza sommaria. Del 1678 è la carta di Meyer allegata al prosciugamento delle Paludi Pontine, nella quale accanto ad elementi di geografia fisica, dei quali compare il nome (è il caso, ad esempio, del "M. Artemisio" e del "Bosco della Faiola"), sono rappresentate località nelle quali si conservano resti antichi variamenti riutilizzati in età successive ("S. Gennaro”, “Civitona”, "le Castella" e “Castel Ginnetti") e viabilità il cui percorso richiama più o meno direttamente un tracciato romano (“Via Appia”) o addirittura preromano (“Via Setina”y®. All’interno del nucleo di rappresentazioni cartografiche d'ispirazione volpaiana soltanto la Nova et esatta tavola topografica del territorio o distretto di Roma, pubblicata nel 1674 dal Mattei?", costituisce un reale avanzamento nelle conoscenze (Fig. 19). Si segnalada un lato per la rappresentazione del sistema dell’ Artemisio, impiantato a bosco presumibilmente nei decenni precedenti la realizzazione della carta e l'indicazione di un toponimo fin'ora non utilizzato, "Selva della Faiola ol. Nemus Aricini”, e quella di una cava di selce. Accanto ad alcuni toponimi ("Castel Ginnetti”, "S. Gennaro” e "Civitona"), dei quali gli ultimi due in connessione con l'esistenza di resti antichi, gli clementi di maggior interesse sono forniti dai centri di Nemi, nel quale è sottolineata la presenza del t. di Diana (“ol. T. Dianae"), di Velletri (ol, Vellitre Col.") e di Lariano ("L' Ariano"), dal tracciato, della via Setina e della Via Appia e dall'esistenza di una Iocalità, erroneamente identificata con il "Locus mutrim. Augusti”. La Topografia geometrica dell'agro romano del Cingolani, del 1692, a parte l'utilizzo dell'orografía prospettica a monticelli, non diversamente dalla gran parte degli esemplari del secolo, costituisce senz'altro un avanzamento delle tecniche di rappresentazione, ad esempio relativamente ai centri abitati, curando sia l’idrografia che la viabilità, offrendo in» Bay, St geogr I, 638, riprodotto n Fauraz 1972: I, tavw 154, 156 ed ora in MamucaRi 2002: 100. 59

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VFig.i. 19. eo Particolare del territorio veliteno nella carta di I. Mattei (1674) formazioni sul tipo di colture praticate c soprattutto sulla perimetrazione delle tenutee dei casali, delle quali nella rubrica sono indicati nome, proprietari ed estensione (^A. S. Gennaτὸ del Rev. Collegio di S. Bonaventura”, C. S. Gennaro de gnori Muti”, Casetta de’ signori Landi”, “Presciano del Reverendiss. Cap. di S. Pietro”, "Le Castella del Reverendiss. Cap. di S. Gio. Laterano"). La carta dell’ Ameti, del 1693, pur presentandosi non dissimile da quella del Mattei, se ne differenzia per una rappresentazione sia dell’orografia che dell'idrografia più puntuale ed articolata”. L' Artemisio si distende in alture differenti da Rocca di Papa fino al castello di Lariano ("I Ariano diruto”), alle spalle di Velletri. Accanto a toponimi già noti, dei quali tuttaviaè fornita la proprietà (“S. Gennaro del Collegio Bonaventura”, “Presciano d. Cap. di S. Pietro" e “Cast. Ginetti di Ginetti”), ne compaiono di nuovi ("Fornaci", “Capuccini” e “Casetta di Landi”). Importante risulta il Settecento non soltanto per la cartografia a scala territoriale ma anche per quella specificata mente riguardante il centro. La pianta prospettica di P. Mortier, del 1724, con il centro delimitato dal circuito murario medievale, attraverso una leggenda consente di conoscere palazzi e piazze principali, oltre alle chiese anche del territorio più vicino**

La successiva veduta di F. Zucchi, presumibilmente della prima metà del Settecento, con caratteri in gran parte analoghi alla rappresentazione iconografica del secolo precedente del Hofnagel, sceglie un campo più ridotto rispetto a quest’ultima, lasciando sul fondo la quinta dell’Artemisio. Il centro, ancora perimetrato dal circuito murario medievale, scandito almeno lungo i settori meridionale e occidentale, da torri quadrangolari, più che per l'urbanistica appare caratterizzato dalla morfologia con le diverse sommità”. Relativamente al territorio, nel secondo decennio del secolo, si segnala la carta del De l'Ise, perle indicazioni, sulla base di una interpretazione delle fonti, lungo il tracciato della Via Appia della stazione di "Sub Lanuvio" e a sud-est di Lanuvio del "M. Marcius", Tra le carte della seconda meta del Settecento, ricche di elementi risultano sia quella di Giovan Battista Chigi del 1777", che, soprattutto, quella di Gaetano Astolfi, del 1785". Nella prima, oltre all'indicazione di alcuni toponimi come “Fornaci”, “Cappuccini”, "M. Artemisio”, "Prisciano”, “Cast. Ginnetti”, © al tracciato della “via Appia”, vi sono alcuni tentativi di identificazione che vanno dal semplice “Velletri ol. Velitre” e “Nemi ol. Nemus”, al meno certo "S. Genaro ol. Sublanuvium” e “Ariano diruto ol. Dianae Arici-

" BNCVE, 18. P. B. 10, riprodotta in Frutaz 1972: IL tav. 162 nn. 299, 300, 302, 165 ed ra in MamuccaRi 2002: 110-111. ‘Basa, Roma. XI. 30. I. 18. 1-2, 4-35, iprodatt n FRUTAZ 1972: IL, tav. 176. "Mors 1724: tav. LXIIL

®Riprodotta in Nocca 2002: 17. Bay, Mai. XI R. IL 22, tav. 20, riprodotta in Frotaz 1972: I, tav. 185. ™ Bay,St geogr. L 246, riprodotta n FRUTAZ 1972: Il tav. 20. P Bis, St geogr. S. 35, riprodotta in FRUTAZ 1972: I, tv. 202-203

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Fig. 20. Parte occidentale della carta di Astolfi (1785).

num”. Addirittura più numerose le informazioni desumibili da quella dell’ Astolfi, certamente la rappresentazione cartografica più ricca e dettagliata tra quelle realizzate per il prosciugamento delle paludi pontine™ (Fig. 20), nella quale accanto ad alcuni toponimi ("Mte Artemisio”) e ad alcune fonti, alle falde sud-orientali dell’Artemisio (^F. della Tevola”, E Boccatorta", “Fonte della Donzella”, "Fonte della Pescara”, "F. dell’ Acqua Palomba’, "Fontana del Vallone”), è ricordata l’esistenza di resti di strutture, sia di età romana (“Rovine. della Villa dell’Im.e Caligola”, “Grotta del Muraccio" a nord-ovest del Peschio, “Muracci” a Monte Cagnoletto, “Ruderi detti Sol Luna”, “Grotte di S. Cesareo” e

“Vestigi d' Acquedotto" e forse “Casino Lucci con Rovine”, ""Ruderi dette le Cento Colonne” "Vestigi d' Aquedotti; indicazione di R(esti) forse a Monte Cagnolo; tra il lato sx. di via Paganico e quello sx. di via Scarano, sul lato sx. della via Appia trai fossi di Civitana e Soleluna e sullo stesso lato della via antica più a sud, poco prima dell'incrocio con la via Appia Nuova) che medievale ("Castello di S. Gennaro diruτο", Castello dell’ Lariano diruto"). Non pochi anche i riferimenti a strade, -tra cui I’ Appia antica della quale sono ricordati il “Ponte di S. Gennaro" e il "Ponte del Miele”, nella maggior parte dei casi ricalcanti, almeno in parte, i tracciati

È il caso, ad esempio, della Pianta topografica del circondario pon tino, del Pronti (PRUTA2. 1972: 1, 205), della Carta esprimente lo Stato

dell'Agro Pontino del Salvati (Pauraz 1972: I, tav. 206)e dela Carte des marais-Pontine del De Prony (FRUTAZ 1972: I tav. 207) 6

di quelle antiche (“Via Romana", "Via delle Corti”, "Via di Rioli" e “Via di Piazza Mari”). La carta del Zuliani, del 1783 (1784) nella quale l'orografia è resa con monticelli prospettici, si segnala in modo parti colare per le numerose indicazioni di carattere toponomastico: "M. Cavo”, "M. Artemisio", “Ariano diruto", "Fornaci", “Fontanile”, "S. Gennaro”, “Casetta”, "Prisciano", "C. Ginnetti”, “Cappuccini”. In questo medesimo ambito cronologico si colloca il cabreo del Nolli, il quale include il territorio dei due Antichi Castelli della Fagiola, del Lariano e della Tenuta del Comune, compreso all'incircara il tracciato della futura via Appia Vecchia a sud e le pendici nord-occidentali del sistema dell' Artemisio a nord, suddiviso in XXIV tavole acquarellate in una scala approssimativamente di 1:10.00". In essa colpisce, oltre al numero considerevole di nuove informazioni per un settore nel quale la presenza di bosco rende difficoltosa la ricognizione, soprattutto il tentativo di realizzazione di una vera e propria carta archeologica, secondo una metodologiain un certo qual modo seguita e perfezionata negli importanti studi topografici dell'Ottocento e del Novecento. In particolare risulta estremamente significativo T'utilizzo del riporto simbolico, ma più spesso di dettaglio, dei resti antichi, in rosso con il numero che contrassegna ciascuno di essi e che, riportato nell'elenco in basso alla carta (“Indice delle cose notabili ..."), suddiviso per comprensori, offre informazioni sulla tipologia. Così, sulla base, costituita dall'orografia e dalla idrografia, arricchita dalle viabilità esistenti e dal nome dei Quarti, seppurin qualche caso non risulti certo il riferimento all'età romana, sono ricordati nella Tenuta della Fagiola (Fig. 21) al n. 19, “Pozzi antichi per la Neve” sul Colle delle Vacche; al n. 24, un “Muro Antico” nel Quarto de Le Comunanze; al n. 35, “Are Murate” al Colle della Pignatella; al n. 39, una "Conserva di Acqua antica”, al Quarto della Pilara, e senza numero i “Muracci di S. Gennaro” tra il “Collegio di San Bonaventura”e il "Rmo Capitolo di S. Pietro”; nella Tenuta di Lariano al n. 66 “Strada di Pietre Liscie”; al n. 92, “Vestige di Strada formata di Pietre grosse”, al Quarto del Monte Vescovo; ai nn. 73-78 alcuni cunicoli di captazione nell’area del Vallone. Del 1790 è, infine, la carta dei Terreni di Lariano, utile, in particolare per l'ubicazione del “Sito dove era il Monastero di S. Bartolomeo” al Peschio™. In maniera più episodica, a partire dalla fine del Settecento ed in maniera più sistematica nei decenni iniziali del secolo successivo, in relazione con il progressivo accrescimento della documentazione archeologica a seguito dei diversi scavi e scoperte, nella cartografia iniziano ad essere presenti, oltre a sempre più numerose indicazioni sull'esistenza di resti dî strutture e di viabilità antiche, anche P Pavtaz 1972: I, tav. 209 2^ Sul cabreo realizzato dal Noli, e portato a termine ta il 1758 e it 1763, da A. Staie D. Torraca, ora lla Biblioteca Comunale di Velletri, νὰ. Brevi ACQUA 2006: 44-47. Una copia della tavola riassuntiva, realizzatada A. Sani ne 1760, € in Ast, Disegni e piante, coll. I, cat. 125 n. 20 ?" Ast, Disegni e piante, col. I, crt [25 n. 23. 62

quelle sul rinvenimento di alcuni materiali di particolare. pregio. Nella Carta della campagna di Roma realizzata dalT'Olivieri, nel 1802, nella quale, accanto ad una orografia schematica con monticelli a catena, tra i quali è rilevabile il “M. Artemisio”, compaiono una idrografia (“F. di S. Gennaro”, "F. della Carbonara” e fosso delle Castella seppur privo di indicazione) e una rete stradale particolarmente ricche“, oltre ad alcuni toponimi ("Cappuccini", a nord di Velletri, ed i già noti "C. Ginnetti” e " Castella"), significati vi risultanoi riferimenti all'esistenza di una "T. S. Gennaro dir” lungo la viabilità di collegamento tra Lanuvio e Cisterna e al "C. Ariano dir." sulla sommità del Maschio di Ariano. La pianta allegata al Rome and its vicinity del Gell si segnala, più che per i riferimento all’esistenza di resti antichi ("Civitone" e Rudera acqueductus"), per quello alla viabilità (‘Str. a. di Acqua Palomba”, “Str. ἃ Ia Colonnella”)*, e ad alcuni toponimi ("Sublanuvium", Presciano", "Lazzaria", "Castel Ginnetta”), nel settore a sud di Velletri II Plan topographique de la campagne de Rome, accompagnato da alcune pagine esplicative, pubblicato dal Sickler nel 1811, come specificato anche nel titolo, presta particolare. cura alle caratteriste morfologiche e alle antichità. Nel settore a nord di Velletri è rappresentata l'area corrispondente del sistema montuoso dell” Artemisio con il "M. Artemisius", "la. Fajola" e il “M. Ariani". A parte l'antichità di Velletri, in un certo qual modo sottolineata dall’inclusione nell'"ager volscorum", resti antichi riferibili a residenze imperiali sono ricordati a Colle Ottone, a Tiberia (^V. Tiberii"), a S. Cesareo ΟΝ Augusti") e a Civitana ("Civitona"), mentre tra le opere d'arte variamente recuperate nel territorio è ricordata una statua di Diana dalla Faiola alla Galleria Colonna e la Pallade del Louvre. L'opera si propone anche la localizzazione di alcune battaglie note dalle fonti letterarie antiche: alle pendici dell’ Artemisio la battaglia di Valerio contro i Volsci? nei pressi di Lanuvium quella di F. Camillo contro i Volsci. Ricca è la ricostruzione, a tratteggio, della rete viaria: quella del settore a ovest di Nemi incardinata sulla via (‘Via Triumphalis”) da Ariccia per Monte Cavo ("M. Cavo ol M. Albanus”) attraverso Monte Gentile; quella più propriamente veliterna su due grandi assi, dei quali luno gravitante direttamente su Velletri (“Via Consularis”), di collegamento verso nord-ovest con Nemi e verso nord-est con Lariano e l'altro a sud del centro ("Via Appia"), da Ariccia. per le paludi pontine. Da questi si diramavano altre viabilità a partire da quella da Velletri per l'area di Cisterna (via Mactorina) Importante non solo per la ricchezza di informazioni fornite ma anche per le caratteristiche la Carta del Litta del 1820, in scala 1:200.000™. Se, infatti errate risultano le loBasa, Roma. XI. 30. Π. 17, 51 riprodotta in Furaz 1972: II, tav. ‘ Gent 1834: Rome and its environs from atigonometrcal survey ertet 1811: 40, 46, 54 n. 21, 57 n. 45: cfr, Βαυτα 1972: I, tav. 230. 2? BNCVE, 18. PN. 4 riprodotta in Frutaz 1972: I, v 236. 22}.

Fig. 21. G.B. Nolli. Cabreo di Velletri: settore nord-occidentale della tavola d'insieme (1760). calizzazioni, ma anche le stesse denominazioni, di "Sublanubio” e “Tres Taberne”, puntuali sono invece quelle del

“C.lo d’ Ariano” nel cui sito viene riconosciuto un “Tempio di Diana”, delle “Rovine della Villa di Caligola”, mentre uti le è il richiamo allo staro di conservazione della via Appia antica (“via Appia abbandonata ristabilita nel 1777” In gran parte utili per la ricostruzione della viabilità risultano le carte del Westphal e del Desjardin. Nella “Carta topografica della parte più interessante della campagna di Ῥω εστρηαι. 1827: 19,21.

Roma” con allegata la “Guida per la campagna di Roma”, del 1827, Westphal fornisce informazioni perlopiù sulla viabilità con accenni al tracciato e al loro stato di conservazione, a partire dalla via Trionfale (^...in tutta la sua estensione . ingombrata e coperta di terra”), passando alla via Appia (Ὡς. quasi intieramente distrutta”), dalla quale si dipartono la strada per Velletri e quella che all'altezza del Casale di Campo Morto era a sua volta raggiunta da quella da Lanuvio Particolarmente interessanti risultano le infor-

mazioni sulla via Appia e le presenze archeologiche nel terreno circostante. Di un certo rilievo anche la rappresentazione dell'orografia ed in particolare del sistema dell’ Artemisio: a parte la differente denominazione del versante prospettante sui Pratoni del Vivaro (“Macchia della Fagiuola”) e di quella opposta limitatamente all'area di Lariano (“Macchia di Lariano”), sono riconoscibili "altura di M.te Peschio e quella del Maschio di Ariano accompagnata quest'ultima anche da una leggenda (“C. dell’ Ariano dir. Arx Carventana”) Nel Latii Vetustissimi Tabula allegata a V'Essai sur la Topographie du Latium del 1854, il Desjardin, accanto alla proposta di individuare il tempio di Diana, noto dalle fonti letterarie ("Fanum Dianae?), sulla cima del Maschio di Ariano, dove rimangono i resti del castello ("Castellum Algidi”), e "Sub Lanuvium" in corrispondenza dei resti sul lato settentrionale della via Appia Vecchia, a ovest del Castello di S. Gennaro, ricostruisce il percorso dell’ Appia antica, erroneamente fatta deviare dal suo rettilineo in un breve tratto, dalla quale fa partire la strada che raggiunge la via da Velletri per Conca, poco a sud della città, e il diverticolo per Monte Cagnoletto. Scarse le informazioni offerte dalla carta de La campagna romana del Canina che, come noto, avrebbe dovuto essere inclusa in quella Storia e topografia di Roma antica e sua campagna, rimasta incompiuta”. Accanto alle serie di carte ricordate con una delimitazione geografica estesa a comprendere generalmente almeno l'inte10 territorio velitemo e solo raramente porzioni più ridotte è quindi con scale di rappresentazione non inferiori all 1:4000, ve ne sono alcune, dei primi decenni. dell'Ottocento di maggior dettaglio, riguardanti alcuni settori della via Appia antica una relativa al tratto, non più visibile, che dall'altezzadel ponte di S. Gennaro raggiungeva il fosso delle tre Armi", l'altra, invece di quello che dal fosso di Ponte Scuro saliva verso Colle Ottone: A partire dagli ultimi anni del primo e fino al secondo decennio del secolo sono le mappe del Catasto Gregoriano, relative sia al centro che al territorio. In particolare queste ultime potendosi giovare di minuziose osservazioni sul terreno, estese anche alla rilevazione delle caratteristiche dei corsi. d'acqua, offrono indicazioni di vario tipo e di particolare utilita: infatti, oltre al recupero di preziose informazioni sull’antichità di alcune viabilità, e sull'esistenza di resti antichi, sia romani che medievali, non di rado riportano anche tratti di fossi in cunicolo, resi graficamente con pozzetti equidistanti. Ad esempio: la attuale via dei Laghi è denominata “Strada Romana”; strutture sono riportate alle Fomaci

('Pascolo fra ruderi”)™ e in particelle differenti anche se Contigue a Monte Cagnoletto (“Rudero Antico”), a Cento Colonne (“Avanzi di edifici antichi”)™ e a Lazzaria (“casa a uso di torre diruta"), mentre tratti in cunicolo sono lungo il tratto iniziale del ramo di dx. del fosso di Mele (n. 1013), sul fosso Formal del Bove (nn. 1697-1698), sul fosso de le Castella (n. 1149), sul fosso di Cisterna (n. 1013), su un ramo del fosso delle Mole (n. 1654) e sul fosso di Farina (nn. 1443-1444). Non meno significativa la mappetta riguardante il centro, del quale per la prima volta è offerta una restituzione catastale. Solo nel 1872 sarà realizzata una nuova restituzione della. città, la Carta topografica della città di Velletri, che comprende le immediate vicinanze, ma utilizzando una scala grafica (1:4.000) che non consente che pochi dettagli: così a parte gli edifici più significativi (Cattedrale di S. Clemente, Palazzo Municipale, Convento dei RR. PP. Francescani minori conventuali, Convento dei RR. PP. Francescani minori osservanti, Chiesa di S. Lucia, c all'estremità nord-orientale, il Palazzo e il Giardino Ginnetti), dei quali sono fomite almeno alcune caratteristiche planimetriche interne al perimetro e sono comunque contrassegnate da un numero che trova spiegazione nella leggenda sulla sx. della carta ("Indice"), insieme ad una breve storia del centro ("Cenni storici”), nella gran parte dei casi ὃ riportato il solo perimetro degli isolati. Degli anni tra il quarto e il sesto deceninio del secolo sono due piante del territorio veliterno-lariariese, nelle quali spiccanoi riferimenti al castello di Lariano: se in quella del 1852 compare soltanto l'indicazione “Ariano dirüto""", nell’altra del 1835, ad essa ("Castello diruto di Lariano”), è associata una rappresentazione dei resti?" (Fig. 22), precedente il rilievo del Tomassetti. Un deciso avanzamento rispetto alle Gate precedenti sia nella tecnica di rappresentazione, a partire dalla scala grafica. scelta, che nella serie di informazioni fornité, si registra con la Carta topografica dello Stato Pontificio € del Gran-Ducato di Toscana realizzata dall'Istituto Geografico Militare di Vienna, nel 1851” (Fig. 23). La carta, in scala 1: 84.600, graduataed orientata, presenta l'idrografia e le indicazioni toponomastiche precise e, soprattutto, un posizionamento sicuro dei centri abitati in virtà dell’esatta fissazione dei punti trigonometrici. Particolareggiata risulta la rappresentazione dell’orografia, non soltanto quella dell’ Artemisio, del quale sono anche ricordati i toponimi della maggior parte dei rilievi (“Monte Alto”, “M. Secco”, “M. te Spina”, “M. Artemisio”, “M. Peschio”, “M. del Vescovo”), ma anche

P" Dess 1854: tav. f. = Favtaz. 1972: I, 261, 268-269. Una carta di formato più ridotto, venne pubblicata dal Canina nel vol. V. de Gli edifici di Roma antica e sua campagna, alla tav. IV. ^?" Edita da STERFOS 1966: 52 fg. 7" Ast, Disegni e piante, coll. I, cart 125 n. 26: Podere Filippi in contrada Paganico (1826). ® Ask, Catasto Gregoriano, ant. prov. Frosinone, mappa n. 276 CFagiol) > Ast, Catasto Gregoriano, ant prov. Frosinone, mappa n. 276 (Fagiola) particella n. 740,

1 Ass, Catasto Gregoriano, ant. prov. Agro Romano, mappa n. 123, particelle nn. 393 e 42. P" Ass, Catasto Gregoriano mappa n. 275 (Le Mole, particella n. 332. 7 Ast, Catasto Gregoriano mappa n. 274 (Lazzari particella n. E 7 Ask, Disegni e piane, col. I cart I25, n. 19. 2 Asn, Disegni e piante, col. I cart 77a. 191. Asn, Disegni e piante, col. I cart 77 n. 189. P BAV,R. . geogrS. 124,G. 16, riprodotta in Favraz 1972: IL, tav. 280,291.

64

Fig. 22. Particolare del Maschio di Ariano nella Pianta del territorio di Rocca di Papa (1835). quella minore ("Colle Cargiano”, "Colle Mammuchero", “Colle d"Ulisse"), così come quella dell'idrografia costituita da molti fossi (“F. di Bresciano”, “F. di S. Gennaro”,F. di Carano”,F. di Civitana”, “E. detto Formal del Bove”, “F. detto di Valle Abbate”, F. di Femina morta”), dei quali non di rado viene ricordato anche il nome assunto in rami secondari o in alcuni tratti (E. di Minnella", ^F. di Civitana”), e anche da alcune Fonti ("Font. a Spina”, “Fonte del Fiüme", "Fonte Lucia", Font. a Baganica") L'indicazione con segni convenzionali, che trovano spiegazionein una tavola a parte, permette di rilevare estensione dell'area boschiva e tipo di coltivazione nelle aree non interessate da essa. Oltre a sporadici nomi di singoli siti (“Va Antonelli”), sono presenti i nomi di gran parte delle future contrade ("L Eurosia" “Rioli”, “Ceppeta”, “Catalini”, "Corti", “Maria dell'Orto”, "Capitancello", Malatesta”, Lupacciolo"), quelli delle grandi tenute, a sud di Velletri ("Tenuta di S. Gennaro”, "Tenuta di Bresciano”), in alcuni casi con l'indicazione dei relativi casali ("Cle di Bresciano”, C. delle Castella”). Non mancanoi riferimenti all'esistenzadi strutture antiche sia romane (Rov. della Villa di Caligola” a sud diM. Secco), che soprattutto medievali ("Cast. Vibenna" cioè il Castello di S. Gennaro”, “Torre Monaci”, “Torre Ceca l'Asino" ovvero di Presciano" e a sud di questa, in basso, un'altra “Torre”, quella di Lazzaria, ed in alto “il “Vecchio Casto dell’Ariano”). La successiva Carta topografica di Roma e Comarca, del 1863, seppur nel complesso inferiore a quella dell'Istituto Geografico Militare di Vienna, con la quale condivide la costruzione sulle mappe catastali, nello specifico rispetto a quella offre alcune nuove indicazioni sull'idrografia ( il ca? Ba, St geogr. 8. 436, riprodotta in FRUTAZ 1972: Il, tav. 322,326.

so, ad esempio, della “Font.a d' Acqua Palomba” sull’Artemisio) e soprattutto toponomastiche ("Vigne di M. Cagno1o", "S. Gennaro Muti”, "S. Gennaro Pelaggi”)™. ‘Ancora più significativa risulta la pubblicazione, nel 1877, del Lazio centrale da parte dell'Istituto Geografico Militare, relativamente ai fogli 149 e 150 della carta d'Italia al 100,000, alla scala 1:25000™. Specificatamente la pubblicazione del foglio relativo a Velletri in un certo qual modo indirizzerà il proseguo delle ricerche archeologiche del comprensorio veliterno, fornendo gli studiosi di uno strumento cartografico di base per il riporto di quanto rilevato, ma nel contempo creando uno iato con il territorio a sud del centro che solo nel 1936 sarà fornito di un'analoga cartografia (Le Castella 158 IV SO) (Fig. 24). Se relativamente alVorografia e all'idrografia non è avvertibile una gran differenza, ad esempio, con la carta dell'Istituto Geografico Militare di Vienna, rispetto alle cartografie precedenti compaiono le quote rispetto al livello del mare e di ben altro spessore si presenta il numero delle indicazioni toponomastiche. La loro importanza non si ferma al puro dato quantitativo, ma anzi è accresciuta dal fatto che in molti casi, a che grazie ad esse, in considerazione del frequente cambi mento di nome riscontrabile nell’aggiornamento del 1936 alla stessa cartografia oltre che in altre, è possibile locali zare rinvenimenti Ottocenteschi e dei primi decenni del Novecento altrimenti solo con difficoltà rintracciabili (è il caso, ad esempio, della località Pontecchio, lungo la via dei Laghi a nord-ovest di Mezzaposta, de “La Scorta delle Fornaci” in corrispondenza di Monte Cagnoletto, del “Colle della Madonna degli Angeli”). Allo scorcio del secolo, tra la vasta produzione del Ki

7 Asc, Biblioteca Romanan. 28203, riprodotto in Feuraz 1972: lI, tavi 341, 367. 65

Fig. 23. Carta dello Stato Pontificio e del Gran-Ducato di Toscana realizzato dalr Istituto Geografico Militare di Vienna (1851). 66

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Fig. 24. Tavoletta IGM di Velletri nella levata del 1877.

pert, si segnala la Carta corografica ed archeologica dell'Italia centrale del 1881"*, realizzata, come illustrato nel Discorso preliminare allegato ad essa, in scala 1:250.000 utili zando come base le levate dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, con il riporto, in rosso, della poleografia e della viabilità antica. Così accanto ai toponimi delle princi del sistema dell’ Artemisio (“M. Spina”, "M. Artemisio”, "M. Peschio", "M. d. Vescovo") e a quelli delle località (“Riol “Cepeta”, "Colle Frugiotti”, “Catalani”, "Capotancelli", “Colle Cargiano” e “Malate-sta”) e dei corsi d'acqua (“F. S. Gennaro” e "F. Minella”, "F. o di Carano”, "Formal del Bo-

388.

P Bay, R. G. arte arch I. 412, riprodotta da FRUTAZ 1972: NI, ta.

“Castel Vecchio"), a resti di castelli ("Cast. S. Gennaro” e "C. st d. Ariano”) e torri medievali (“T. Monaci" e "T. CecalasiT") e soprattutto a tracciati antichi sia di "andamento determinato” ("Via Appia”), che di "andamento più o meno probabile" (Velletri-Lariano-Artena, la cd. via setina, la “via Appia vetus" da Velletri per Cori) Del 1908 è la carta di Roma e dintorni in scala 1:100.000 dell'Istituto Geografico Militare?" 1 Asc, Biblioteca Romana ca n. 6,2, riprodotta in Fitxz 1972: Il, avv 414,418, 6

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Fig. 25. Particolare della carta di Spinetti del 1913 (1914) 68

Fig. 26. Π territorio veliterno nell carta archeologica di G. Lugli (1962)

7Bay, St geogr. S. 7, riprodotta in Fautaz 1972: IL, tav. 425. » Pauraz 1972: IL tav. 496.

II foglio Campomorto della carta dell'agro romano di Spinetti del 1913 (1914), in scala 1: 75.000, si presenta utile per la ricchezza dei toponimi e per la delimitazione delle verse tenute™ (Fig. 25) e inoltre, rispetto alla Carta d’Italia al 100.000 compaiono, ad esempio, le ferrovie, le strade comunali e quelle poderali. Di un certo interesse per le caratteristiche metodologiche della ricerca, tra le carte tematiche, risulta anche la Carta dell'utilizzazione del suolo, in scala 1: 200.000, pubblicata dal Touring Club nel 1960”. La Carta archeologica del territorio di Roma, in scala 1:50.000, di Lugli, del 1962, con il caratteristico riporto in colore rosso, su base cartografica color seppia, dei resti antichi ed in blu di quelli medievali, secondo una simbologia semplificata propria di analoghe ricerche topografiche, ed in ogni caso esplicitati nella tavola d’unione, pur non apportando nuovi dati, costituisce un utile resumé di quanto, in gran parte noto, a partire, ad esempio, dalla viabilità®* (Fig. 26). Nel settore compreso tra la catena dell' Artemisio a nord e quello immediatamente a sud di Velletri, compreso nella tavoletta IGM 150 II SO, per il quale non è improbabile che la fonte principale sia stata la carta del Lanciani, sono ricordate: le villae di Montecagnoletto e di Fornace Rosi a nord di Lanuvio, quelle di S. Cesareo e di Rioli, a ovest di Velletri, la cisterna di Troncavia, e nella zona a nord-ovest del Maschio di Ariano sulla cui sommità è il castello medievale, altre due villae, invece forse desunte dall' Ashby. Nel settore a sud di Velletri, compreso nella tavoletta IGM 158 IT NE, sono invece riportate la cistema di Cento Colonne, la villa alla Civitana, tre sepolcri sul lato sx. della via Appia nel tratto compreso tra via dei Fienili e la Mactorina, e soprattutto alcune strutture medievali: le torri di Presciano e di Lazzaria e T'abitato di le Castella.

PY Luca 1962: tv. 6; FRUTAZ 1972:1, 185 69

LE FONTI LETTERARIE ED EPIGRAFICHE

Sintesi delle fasi più antiche della storia di Velletri, con ri regio ("Intus .. Veliterni "o addirittura a quella, iù tarda, ferimenti, in particolare, alle fonti letterarie ed epigrafiche, di Stefano Bizantino che si trovasse “non molto distante da sono presenti almeno a partire dal Seicento: tuttavia le più Roma” (οὐ Ρώμης drrorépay?, lo fornisce, seppurcon una soesaurienti, anche se talora con interpretazioni non corrette, ri- briet che tanto più risalta qualora la si confronti con le descrisultano quelle del Mommsen?" e del Radke®, alle quali può zioni degli altri centri dei Colli Albani (ad esempio, Ariccia, opaggiungersi quella dei primi anni della seconda metà del pure il nemus Dianae, ma anche Lanuvio o Tuscolo), Novecento del Cressedi”! e, più recentemente, quelle di Strabone”. Questi infatti, rilevando, a proposito delle città del Solin" e Oakley*®, La loro analisi consentedi avere un cospi- Lazio, come fosse possibile posizionarle in alcuni casi rispetto cuo numero di informazioni sul centro, speciamente per ad altre, e nella maggior parte lungo le arterie stradali più famoquanto riguarda le fasi arcaiche™: con notizie sugli scontri ar- se che tagliano il territorio latino, o addirittu-ratra due di esse”, mati con Roma, le informazioni di carattere topografico che inserisce Velletri sulla dx. della via Latina, ra questa e la via se ne possono desumere riguardano i luoghi nei quali avven- Appia, davanti a Signa (“πρὸ δὲ raírns"), insieme a Priverno, nero gli scontri, e direttamente la città. Cori, Suessa, Tripontiume Alatri”. LOCALIZZAZIONE

JL TERRITORIO: CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E RISORSE (E INSEDIAMENTI)

Adifferenza di quanto avviene perl origini del centro, chea parte l'omissione di Strabone, è unanimamente definito “dei Volsci”, le notizie di geografia fisica sono poche e generalmente poco puntuali. Le informazioni sull’ubicazionedel centro, sulle quali certo ha influito la posizione periferica rispetto alle maggiori vie di comunicazione”, come sembra confermato dalla completa assenza di menzioni negli irineraria, risultano abbastanza generiche. In ogni caso qualche elemento in pid, rispetto alla constatazione di Plinio che lo ubica nel settore interno della

Notizie di carattere differente sul territorio fornisce Plinio. Poco significative risultano sia quella relativa alle chiocciole che l’altra, riguardante invece l'esistenza di un platano di straordinarie proporzioni, ammirato da Caligola: tuttavia se la prima assume piuttosto il valore di curiosità, informando sull'esistenza di una particolare specie di chiocciola terrestre"", che, a detta di Plinio, si iniziava a trovare ai suoi tempi anche nel territorio di Velletri (^. . coepere iam

CX, 1: 651-652. P Rapt 1958: 2406-2411 ^ CRESSEDI 1949: 111-123, >= Sou 1983a: 1-20, Oxo 1997: 507-508. "La gran parte delle notizie per la storia arcaica della cit, cioè per l'ambito cronologico che sembra essere più denso di avvenimenti, è fornita perlopià da Dionigi di Alicamasso e Livio (VAN ROYEN 1992: 34), seppur con differenze che sono costitutive delle rispettive opere. Non i radoil racconto di Dionigi (Gana 1959: 365-368; Gansa 1975; Gant 1982: 799. I6, specialmente 802-809; CANTARELLI 1984: 12-19), fornisce informazioi su episodi taciuti da Livio, a volte ne costituisceun imprescindibile complemento, alalre, è il caso ad esempio del periodo dei re romani (VAN RoveN 1992: 34), sembra, invece, essere in contrasto. Proprio queste dif{erenze, ta le quali mi sembra abbia un ruolo non secondario il diverso uso delle foi (che Livio in molte parti deve ave “tagliato” mentre Dionigi ha mantenuto e aiiitura, forse, ampliato) generalmente, consentono di avere una conoscenza pi articolata, seppur con alcune riserve, specialmente. per quanto riguarda Livio, per alcuni episodi ne quali sembrerebbero aver esercitato il oro peso interessi gentili, ?* Un ef al riguardo, pur dovendosene sottolineare le evidenti diferenze rispetto Velletri, potrebbe isttursi con il centro di Ulubrae, che proprio a causa della sua lontananza dall Appia, come ipotizzato da CoarELLI 1988: 80, è probabile non fosse citato da Strabone. Pin. nar. I, 64 (Zeveackt 1998: 66-67) >Steph. Byz. s.v. Βέλιτρα (MEINEKIO 1849: 162)

P^Stab. V,3, 12 (Lassenar 1967: 97-98). Specificatamente su Ariccia vd. Lu 2002: 35-36, specialmente 36. > Sulle caratteristiche della documentazionedi Strabone, "che svara fra pochi dati autoptici o dovuti all'informazione del geografo", ta i quali mi sembra plausibile affermare non figuri Vellei vd, Burt 1988: XXVIIXXXVI, specialmente XXXV-XXVL Di parere contrario relativamente al Lazio, come indicherebbero non solo a descrizione della via Appia ma anche quella di numerose cià, è ConezLLI 1988: 76-80. Carta con evidenziazione dei centri laziali “ceramente vsti", “presumibilmente ist” e “viti da Jona no" in Duci 2000: 17fg. 2. Specificatamente sui caratteri della geografi urbana i Strabone, in paricolre le due categorie che costituiscono gi “elementi della posizione” trai quali ἰδ strade, vd. Pepécu 1971: 236-237. 29 Stab. V.3,9, 15-20 (LasseRne 1967: 92) x Stab. V, 3, 10, 5-10 (LASSERRE 1967: 94). Sut problemi leg alla lettura di questo passo e in pariclare sulla lezione “Πρὸ δὲ ταύτης" della tradizione tradita (proposta da Lasserre) da preferrsi a quella πρὸς 6c ταύτες, invece secondo la ricostruzione del Cluverius, e soprattutto suola duplice lezione dei codici circa il nome di Velletri (Οὐαλέτριον, Οὐαλέντριον), circostanza che potrebbe addiritura far pensare ad un'altra città (Ulubrae?) vd. Cove 1988: 80-8. Sulla distinzione fra chiocciole di terrae di acqua vd. Pin. nat. IX, 101 (De Sauvr-Dews 1955: 69-70). Perla derivazione delle notizie riguardo le chiocciole e più in generale l'intero IX libro della Naturalis historia da Teofrasto vd. BORGHINI, GANNARELLI, Marcone, Rantcci 1983: 231 mota1 al paragrafo 59; ἢ fondamentale DiERAUER 1977: 162-170 e VEoETTI 1982: 1 7-1 8, specialmente 118 nota2. n

erui et in Veliternoy", la seconda pur rientrando in pieno tra i mirabilia, sembra fornire dati di maggior interesse: non tanto per la notizia in sè, quanto per il riferimento a Caligola che potrebbe indiziare un suo probabile legame con il terri torio di Velletri Non? difficile ipotizzare che le caratteristiche fisiografiche del territorio, in gran parte costituito da morbide dorsali collinari ben esposte e da ampie aree pianeggianti, abbiano largamente giovato alla diversa coltivazione di ampi settori: testimonianze in tal senso sono rintracciabili, oltre a riferimenti più generici sulla presenza, ad esempio dello Julianus, agricola optimus (n. 561, 98), soprattutto nella descrizione pliniana del vino di Velletri che l'autore ricorda "tra i vini Albani, molto dolci e raramente forti, . prodotti esclusivamente nei vigneti, indicatissimi nelle convalescenze per la loro leggerezza c le loro proprietà benefiche”, assieme a quello di Priverno, tra quelli delle parti di Roma (alia ex vicinia urbis), al pari di quello di Cales e quello di Fondi”, A questa va poi senz'altro aggiunta la testimonianza di Ateneo secondo il quale "il vino di Velletri è gradevole da bere e buono per lo stomaco; ha di particolare che non sembra essere puro: dà l'impressione infatti che sia stato tagliato con altro vino”. È indubbio che questa notizia, andandosi ad aggiungere alla celebre iscrizione per la cui datazione si oscilla tra la seconda metà del ΠῚ e il I sec. a. C., che ricorda la probatio, presumibilmente a Roma o nelle sue vicinanze, di una statio forse utilizzata dai Veliterni per la commercializzazione del vino”, abbia almeno un duplice significato indicando da un lato, come la campagna certamente dall'età repubblicana fosse largamente coltivata a vigneto, dunque in controtendenza rispetto alla situazione italiana, e dall'altro come, presumibilmente, il commercio del vino costituisse un'importante voce nell'economia. Non possono infine tralasciarsi le indicazioni riferite generalmente all’agro lanuvino ed utilizzabili nello specifico per la fascia orientale, comprendente dall'alto verso il basso, Monte Secco, Valle Verta, Presciano. Se il riferimento ciceroniano all'importanza delle attività agricole del lanuvino** risulta generica ma senza dubbio non infondata, il richiamo di Macrobio, a proposito delle varietà di pere, a quelle lanuvine™ costituisce un'importante informazione sul tipo di coltivazioni esistenti. Un'ulteriore testimonianza, relativa all'età flavia, è fornita da Silio Italico il quale tra le città che fornirono aiuti a Roma nella guerra contro Annibale, tra Sezze e Cori, ricorda "Velletri, dalle vallate poco popolose” (“et incelebri mise-

runt valle Velitrae ...”)**, Sfortunatamente il valore documentario di questa affermazione, la cui comprensione investe in tal modo, più in generale, il problema delle fonti geografiche utilizzate da Silio Italico c soprattutto la lettura presumibilmente indiretta che ne fece, sembra essere scarso”, al pari di quella riguardante altre città. Venendo più direttamente al testo, mi sembra che meriti attenzione la caratterizzazione che fornisce del territorio veliterno: se l'utilizzo del termine "vallis" non presenta alcun problema, non essendovi altre lezioni tradite del testo e d'altra parte trovando ampia giustificazione nelle reali caratteristiche morfologiche della porzione di territorio che si distende immediatamente a sud della città, qualche perplessità suscita l’aggettivo che gli si accompagna, che alcuni codici (Fe V) restituiscono come inceleber, mentre altri (L e ©) come in celeber. La scelta presenta in ogni caso delle difficoltà: scarterei la forma in celeber, che se accettata muterebbe anche la costruzione della frase prevedendo l'inserimento di un moto da luogo (“in . miserunt valle Velitrae”), che inizialmente si potrebbe preferire per il significato senz'altro più plausibile di "famosa" o “popolosa” riferita a Velitrae, tanto più se si richiamasse il μεγάλη re καὶ πολυάνθρωπος οὖσα τέως: con il quale Dio-nigi di Alicamasso*® descrive il centro nel primo decennio del V secolo a. C. Mi sembra preferibile invece inceleber cio? quella preferita dai commentatori, nonostante essa abbia. proprio nel significato di "priva di notorietà”, "ignota" l'elemento più sfavorevole, come rilevato dallo Spaltenstein, se non altro in considerazione delle numerosissime citazioni delle fonti letterarie; né d'altra parte appare a prima vista più plausibile l'interpretazione, proposta dal Venini'®, di “poco popolosa”. Credo invece che incelebri sia stato utilizzato da Silio Italico nella stessa maniera, ad esempio, con la quale Orazio nella VII epistola si servì dell'aggettivo vacuum riferito a Tibur: cioè a ragione ed in maniera consapevole, ma non con un senso assoluto che come notato apparirebbe poco plausibile, ma presumibilmente in relazione a Roma. D'altra parte è naturale che la campagna di Velletri risultasse poco popolosa se confrontata con Roma. Si potrebbe inoltre ipotizzare seguendo il significato di “poco popolosa”, in maniera un pò “forzata”, che l'autore faccia riferimento all'esistenza, almeno in un settore dell’agro veliterno, di ville fornite di vaste proprietà terriere, tanto che esso poteva sembrare poco popolato. Infine, possono presumibilmente estendersi al sistema montuoso dell’Artemisio le indicazioni di geografia fisica

2" Plin. nar, VII, 59 (BRNOUT 1952: 72) a proposito di una chiocciola, sempre ricoperte di era a quale si chiude con un coperchioch ἴ αὶ ataccaal guscio "Plin. nat. XII S, 10-11 (ERNOUr 1949: 22) ricordato da Luci 19239: 10e Quiuci 19762: 9-10 che ipotizza possa trattarsi di un "residuo di. foreste primordiali”: cfr. BEAGON 1992: 82; HEALY 1999: 68. lin, και. XIV,65 (ANDRE 1958: 49); ff. ToHERNIA 1986: 108, 159160,328, 345 c tav. 2 £t; Tessa, BRON 1999: 27,29. Per a nascita della gerarchia dei vini, riportata da Plinio, a Roma νὰ. Tct 1997: 1247-1259, Athen. 1, 27a (DESROUSSEAUX, ASTRUC 1956: 62); cfr. TEHERNIA 1986: 159. "CIL VI, 1330=31600=F 24, inserita ra Ie iscrizioni anterior ala guerra annibalica (L—] aedii9) curulis) Vellitem()s lo[clavit cisdem alas) plebis) prob(aviy PANCIERA 1960: 3-8 Eck 1979: 234; cfr Son 1983: 19, che ne ipotizza un ferimento cronologico al Il sc. a. C.

Cic. leg. agr. I , 96 (BovtanceR 1932: 101). © Macr. Sat. 3, 19,6 (iui 1963: 214) percui vd. RE 162: 1558 s v. Naevius cfr anche Macr. Sar. 3, 18,6 (Witis 1963: 210) a proposito delle noci cibo tipicodei Lanuvini. >Sil. VITI, 379 (VoLPILHAC, Misicov,, DEVALLET 1981: 112); cf il ‘commento di SPALTENSTEIN 1986: 525, » Sulle fonti dell'eruzione geografica αἱ Silo licovd. Ncot 1936: 129-174;ft anche SPALTENSTEN 1986: 521 commento 8,356, secondocui "SIL ne décri pas vraiment Italie au temps de cette guerre,mais meleἃ la nés contemporaine des souvenirs de Verg. e ds indications d'hitoriens, sans se soucier da réalisme historique" ? Dion. Hal. Ant. VII, 12, 2-13 (Kiessuno, PROU 1886: 306). Vesta 1972. ^or epis. 7,45 (γατενεύνε 1967: 70).

n

Le notizie sulle fasi più antiche del centro, analogamente a quanto avviene per un numero cospicuo di abitati e popolazioni del Latium Vetus, si riferiscono nella quasi totalità dei casi” agli scontri armati trai Vosci, i "veteres hostes" come ricorda Livio”, e Roma.

Nel secondo e terzo decennio del VII secolo a. ., nell'ambito delle imprese di conquista attribuite ad Anco Marcio” -il re di origine sabina-, Dionigi di Alicamasso, a differenza di Livio”, ricorda come tra le campagne militari intraprese, prima contro i Veienti™ e successivamente contro i Sabini", vi fosse stata quella contro i VolscP", nella quale inserisce il racconto dell'assedio aVelletri, una delle città dei Volsci. Come in alti casinel racconto risulta chiara la causa dell'intervento romano: i Volsci, infatti, usciti dal loro territorio per saccheggiare i campi coltivati dei romani (ληστηρίων κἀκεῖθεν ἐξιόντων. ἐπὶ τοὺς τῶν Ῥωμαίων 'aypoís), sono costretti a subire la. reazione romana che si concretizza in una spedizione contro di essi e soprattutto nell'assedio portato a Velletri, una delle loro città (καὶ στρατεύσας ἐπίαυτοὺς μεγάλη χειρὶ πολλὴν περιεβάλλετο λείαν, πόλει τε αὐτῶν Οὐελίτραις προσκαθεζώμενος ᾿απετάφρευε). Ma è soprattutto a partire da questo punto che il racconto di Dionigi si presenta particolarmente interessante: "Anco Marcio la circondò con un fossato e una palizzata (προσκαθεζόμενος: ἀπετάφρευε καὶ περιεχαράκου) e tenendo sotto controllo l'aperta campagna circostante (τῆς: ὑπαίθρου κρατῶν), si accingeva a sostenere l'assalto alle muτὰ (καὶ τειχομαχίαν συνίστατο)". Solo l'intervento dei pit anziani usciti fuori dalle mura promettendo non solo soddisfazione peri danni, "nella misura che il re stesso avrebbe stabilito”, ma anche di mettere a loro disposizione i colpevoli affinché egli li punisse, permisedi evitare guai seri. Anzi l'incidente si concluse con una tregua e Marcio, conclude Dionigi, accolta la riparazione che essi liberamente offrivano, stipulò un trattato di pace e di amicizia. Come noto l'importanza di questo passo è molto rilevante riguardando la comprensione delle vicende pitt anti-

»Maus, QuILCI Grout 1983: 19-20, che ritengono generici i riferi menti degl autori antichi e ignota l'estensionecon la quale era usato antica» mente il toponimo. **Liv.XXL62, 7-8 DL 1988: 80) 2? Hor. c. s. 69-72 (Bonzsax 1984: 127). "^ Boszsax 1984: 109. »Bonzsax 1984: 22; Nisae, HusBARD 1970: 251. sm Borzsax 1984: 142 Pre, Izanc 1961: 149; Covenax 1988: 141-142, 7 Marix 1984: 115. SALTENSTEN 1990: 191, a propositodella ident ficazione del Algido con la catenadei monti Albani tra Velletri e Tuscolo e la giustificazione dell'utilizzo di amoena con la constazione che la piacevolezzadi un luogo era spesso associata alla sua freschezza. n eaac 1961: 86, Sub. II, 12 (Lassenae 1967: 97-98). > Sulla frequenza con la quale si svolsero torna in più occasioni Livio stesso: una prima volta, indugiando sull'argomento, dichiara come gli stessi lettori “i quali già in tanti libri banno avoto modo di seguire questa serie iinterrora di guerre coi Volsci", a suo dire, i sarebbero chiesti come potessero bastare i soldati (Liv. VI, 12, 2-7 (BAver 1966: 22-23), ricordato da ConrELLI 1984: 242); una seconda volta, a proposito dei fti del 343.344 a. C. Liv. VI, 21, 2 (BAVET 1966: 38): “. . Volscos, velu sorte quadam prope in aeternum exercendo Romano militi datos") e più generi camente da Suetonio ( quale εἰ riferiva specifcatamenti agli abitanti di Velletri) che ne trovava giustificazione, riconnetendoli addirittura ad Augusto attraverso la profezia secondo la quale un giorno un citadino di Velletri si sarebbe impadronito del potere (Suet. Aug. 94, 2 (An10UD 1954: 138); "A. qua fiducia Velitern er unc statim et postea saepius paene ad exitum sui cum populo R. belligeraverant") * Liv. VI, 22 aver 1966: 4). Sula carateizzazione negativa dei Volsci proposta da Liv.II22,5;37,4; VIL 27,9, vd. WALSH 1961: 109. ef

Verg georgIt, 167:" genus acre vinum .. Volcosque verutos ." (M¥NoRS 1990: XII, 124) per cui vd. SoRDt 1972: 150 a proposito anche dei Volsci come espressione di "forza puramente guerriera” in contrapposizione alla "forza controllata” dei Sabini, Latini, Romani ed Firuschi; GiaRDINA 1994: 40, 42. Specificatamente sull'immagine dei Volsci, “inclini naturalmente lla guerra”, a quale assume l'apetto di un vero e proprio ropos letterario, vd. TAGLIANONTE 1994: 45-46, 53-54; Conve 1995: 304-309. Raccoltadi font sull'obicazione del territorio volsco, in Must 1992; sintesi in Corona 1995: 10-11 anche relativamente ai problemi della datazione del lo spostamento dei Volsci dalle oro sedi primitive eallindividuazione di queste ultime; cfr. al proposito COARELLI 1990: 139 sulla notizia di fonte antiquari, di un conflitto trai Tiburtini ei Volsci, anteriormente αἱ confini tra Latini c Volsci di V sec a.C. 77 Liv. I, 32-35 rispetivamente per il regno di Anco Marcio (bonus Ancus in Enn. ann. 137 Sk. e Lucr. II, 1025), specialmente per la guerra ‘conto i Latii ela poltca urbanistica indirizzata all'incremento non soltanto della cità "Ioniculum quoque adiectum .. non muro solum, sed etiam, ob commoditatem. itineris, ponte Sublicio, ., coniungi urbi placuir. Quiritium quoque fossa .. nci regis opus st" in XXXII "carcer... media urbe, imminens Foro, aedificatur .. aedes Iovis Feretriiamplifcata" in XXXII: ma anche dell'agroe di tuto il teritorio ("Nec urbs tantum hoc reμὲ crevit, sed etiam ager finesque” in XXXII; cr Βεκνακρι 1988: 189190, 195; Cox. 1995: 120. Liv. I, 32-33, 5 (OCHE 1974: 40-45). "Sulla diversi dela fonte usata di due autori o la diversa configurazione intenzionalmente data da jascuno di ess lla fonte comune” vd. Mus 1970: 77-81. Dion. Hal. ant. I, 41 (Kirssuiso, Prov 1886: 166-1 1999: 17-78) Dion. Hal. ant I, 42 (KiesstING, Paov 1886: 167-168). » Dion. Hal an. II, 41 (KIESSLNG, Paou 1886: 167; SaurgL 1999: 18,5). Ricordato da Vax ROYEN 1992: 34,

riferite specificatamente all' Algido™: infati, a prescindere dal problema ad esso connesso della localizzazione del luo80 sacro alla Fortuna ricordato da Livio™ e della notizia che quella montagna era sacra a Diana™, sia la presenza di boschi ("nigrae feraci frondis in Algido" in Hor. c., IV.4, 59*) che il clima rigido (“gelido ... Algido" in Hor. c. I, 21, 6%; “nivali pascitur Algido devota quercus interet ilices” in Hor. c. Il, 23, 9°; "nemus hos glaciale Dianae, Algidus aut horrens" in Stat. IV, 4,16”) che l’amenità del luogo (“amoena Algida" in Sil. XII, 536-537; "Algidos . secessus" în Martial. X,30, 6), risultano caratterizzazioni che ben possono riferirsi all’ Artemisio veliterno-larianese. Indicazioni sull’area nemorense sono fornite da Strabone™, che a proposito del santuario di Diana ricorda innanzitutto come esso si trovasse in un bosco sacro (ἐν ἄλσει), affacciato su un lago con acque particolarmente profonde (πρόκειται δὲ Mg πελαγίζουσα) e come tutto intorno vi fosse una catena ininterrotta di colline piuttosto elevate (κύκλῳ δ᾽ ὀρεινὴ συνεχὴς ὀφρὺς περίκειται καὶ λίαν ὑψηλὴ) che chiudono il tempio e il lago in un alveo profondamente incassato (καὶ τὸ ἱερὸν καὶ τὸ ὕδωρ ἀπολαμβάνουσα ἐν κοίλῳ tomy καὶ βαθεῖ).

LE GUERRE CONTRO ROMA TRA VII E IV SECOLO A. C.

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provenienza, collocazione linguistica), ma anche i loro rapporti con Roma. Naturalmente le ipotesi su questo argomento sono contrastanti, oscillando tra quanti ritengono questo episodio non soltanto la più antica testimonianza dei rapporti tra Velletri “una delle città dei Volsci” e i Romani ricordo di reali infiltrazioni dalPest®., ma anche il primo episodio della politica romana di conquista dell'area pontina, finalizzata al reperimento di facilî approvvigionamenti granari, inaugurata dalla presa di Pometia ad opera di Tarquinio il Superbo® e quanti, invece, proponendo una spiegazione più articolata, ritengono che la. calata volsca possa essersi verificata non prima del 507, principalmente sulla base del primo trattato fra Romani e Cartaginesi tramandato da Polibio”, e che essa abbia interessato un’area di dominio latino, così da giustificare la menzione di alcune città ora come volsche ora come latine (naturalmente Velletri, ma anche Anzio, Corioli, Longula e Polusca)®. Passando poi all'analisi del passo è possibile enucleare. al suo interno parti che sembrano risultare più significative: mi riferisco, ad esempio, alla notizia delle scorrerie nel terri torio romano, alla descrizione delle opere realizzate da Anco intorno alla città prima dell'assedio e, soprattutto, all'esplicito riferimento fatto da Dionigi sulla presenza di mura a recinzione della città. In realtà a ben guardare, è necessario preliminarmente rilevare come alcune circostanze (ad esempio "αἴτιον dell'intervento romano, ovvero le scorrerie nel loro territorio), determinate operazioni legate all’ assedio (la. costruzione intorno alla città di un fossato, cinto da una palizzata), risultino non dissimili da quelle descritte in altri episodi", tanto da farne considerare con maggiore attenzione il valore documentario specifico. Tra quelli enumerati mi sembra che la notizia della scorreria volsca sia quella che abbia maggiori possibilità di veridicità, nonostante la costruzione del fossato e della palizzata a cui fa riferimento il racconto risultino strategicamente non propriamente affidabili e quindi poco plausibili, considerando la posizione di Velletri, altimetricamente dominante sul territorio. circostante. Maggiori possibilità, invece, mi sembra abbia il al rifer mento alla presenza di mura, pur considerando come l’espressione "uscire dalle mura”, in questo caso dei più anziani, di per sé non costituisca una prova certa, considerando la cronologia di impianti difensivi del Latium Vetus Velletri, che, come rilevato, Livio ricorda come “una delle città Volsche”, nel paragrafo 61 del V libro di Dionigi di Alicarnasso, figura tra le città latine che, nelle fasi successive alla presa di Fidene, “decisero di intraprendere congiunta-

mente la guerra contro i Romani (κοινῇ τὸν κατὰ 'ΡῬωμαίων

Consenti 1990: 139; Must 1992: 28-29. Contra Sau 1983a: 15 che ritiene “decisamente als la... notizia. P Liv.1,53,2 Baver, Bauer 1954: 85; cfr Ocitvs 1974: 203-204); Dion. Hal. an. IV, 50 2-5 (Kiessuivo, Prov 18 6: 224-225). Si ratterebbe della fase di colonizzazione del Lazio della tarda epoca regia e della prima età repubblicana per cui vd. SALMON 1953: 93-104,123-135; Bayer 1967: 351-375, specialmente 364-369; TogELLI 1988: 65-68 il quale richiama come modello ispiratore dei Romani nella colonizzazione della pianura pontina, quella etrusca, di poco precedente, nella pianura padana orientale; Autoco 1990: 129-130. » Po. IIl 22, LI Ci. anche Po. IL, 24,16 che spiega come non sotanto Ardea, Anzio, Circe e Terracina furono cità latine ma anche Ta terra compresa tra queste cità. Sul problema vd. Towuser 1965: 519-555;

Huecon 1969: 386305; PerzoLD 1972: 364-411; Cone 1990: 152-13; Must 1992:29-31; Vax Rove 1992: 35: ScavpiGL 191: 61. Sulla adozione. di un$ dov μηδένα Λατίων εἴς εκ 1963: 339; Perzowo 1972: 398 ™ Van Rove 1992: 33-36; cfr. ToRELL 1988: 67. Cf ad esempio il racconto dela presa di Pometia. Cft Liv. ILIT i quale ricorda che quando "e truppe furono sul punto di scalare le mura la ‘siamese (er cum Dion. Hal. an. V,61 (Kiessto, Paou 1886: 30 Liv I, 41,7 (BAVER, BAILLET 1954: 68). > Liv 1, 30,14 uar BALLET 198445) cle Mave 1939:237,287 "Dior. Hal anz VI,42 (Kiss, Paou 1886: 346). Trad. it in CaNTARELLE 1984: 527-528,

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᾿αναιροῦνται πόλεμον)" e che a tal fine “deliberarono con vo-

to che coloro che non avevano osservato i fatti fossero esclusi

dal trattato, maledetti e nemici di tutti" (τοὺς μὴ φυλάξον-

Tas τὰς ομολογίας ἐκσπόνδους εἶναι καὶ καταράτους: ἐψηφίσαντο καὶ πολεμίους dravtov)” S'inserisce cronologicamente tra l'episodio ricordato e quello successivo, dell'inizio del V secolo a. C., riguardando direttamante le vicende interne a Roma ma anche i rapporti con i centri volsci, la notizia liviana sull'invio a Suessa Pometia dei figli di Anco Marcio. "Dopo l'arresto dei complici dei figli di Anco Marcio”, dice Livio, "rei di aver organizzato l'attentato a Tarquinio, se ne decise l'esilio a Suessa Pometia (. Suessam Pometiam exsulatum ieranty"**, la città con molta probabilità localizzata in loc. Le Querce, a nord-ovest di Cisterna di Latina. Un successivo episodio delle vicende clie videro coinvolti Romani e Volsci, noto attraverso il duplice racconto di Livio" e Dionigi di Alicarnasso™, si riferisce al 494 a. C. A parte il motivo della maggiore prudenza romana” in contrapposizione alla precipitazione dei Volsci, causa questa della vittoria dei primi, ben evidente in entrambi i passi, il racconto di Livio, a differenza di quello di Dionigi che si limita a ricordare che "il loro campo fu preso e la cità più ilustre (Velletri era il suo nome) conquistata con un assedio (“éx πολι ὁρκίας παρέστη), risulta più circostanziato, soffermandosi anche sulle fasi intermedie, precedenti gli esiti finali. La sua descrizione, a partire dall'assalto al campo volsco e poi all'inseguimento dei nemici scampati fino all'intemo di Velletri (“in urbem inrupere” dice Livio), dove fecero una verae propria strage, ben tratteggia un episodio che almeno al pari di quello di VII secolo dovette essere particolarmente traumatico per a città. Altra notizia di carattere topografico, sulla quale forse varrebbe la pena di soffermarsi nel tentativo di individuarne il sito, è quella relativa al campo dal quale i Volsci partirono all’assalto dei Romani di Aulo Virginio. In questa occasione informazioni meno generiche, vengono da Livio, che indugiando sulle diverse fasi precedenti allo scontro e quindi evidenziando le abili scelte del console romaiio, ha modo di celebrare la strategia romana di contro a quella dissennata dei Vosci ΟἽ Volsci - dice Livio, ... ingaggiarono il combattimento in disordine e con atteggiamento sprezzante”). Dunque, secondo il racconto di Livio, il console romano, voendo accelerare la risoluzione del conflitto, devastò al massimo le campagne ("vastandis maxime agris"), spingendo il nemico a stabilire il campo nelle vicinanze del suo ("hostem ad conferenda propius castra”). Proseguendo nel suo rac-

conto Livio ricorda come tra i due accampamenti, in posizione intermedia, si trovasse una pianura ("Medio inter castra campo”). Il fatto che una volta che la battaglia ebbe inizio ed i Romani dopo aver preso il campo nemico, inseguirono i Vosci superstiti fino a Velletri, credo indichi come, presumibilmente, il luogo dello scontro dovesse trovarsi non lontano dalla città, forse ad est di essa. La sconfitta, come noto, comportò da parte del dittatore Manio Valerio Massimo, fratello del Publicola, dict. 494 a. C. e membro di quella stessa gens per la quale sono documentati rapporti con i territori esposti alla minaccia volsca", una serie di misure che il racconto, nelle due versioni di Livio” e Dionigi di Alicarnasso”, integrandosi tra loro, pe mette di conoscere in maniera puntuale. Se, infatti, Dionigi ricorda l'invio di alcuni coloni, scelti tra i poveri, nelle terre tolte in guerra ai Volsci, con un duplice compito, quello di presidiare il territorio preso ai nemici e dall’altro diminuire in città il numero dei rivoltosi, Livio fa riferimento esplicitamente a Velletri il cui territorio fu sottratto ai Volsci (‘Volscis devictis Veliternus ager ademptus”), mentre in città furono inviati dei cittadini romani ("Velitras coloni ab urbe missi") e quindi dedotta una colonia (“et colonia deducta"y". Superate le diffedenze di quanti sulla scia del Beloch” e del Radke ritenevano anche la deduzione di Velitrae priva di qualsiasi fondamento storico, ἃ ormai accettata l'interpretazione del Salmon” secondo la quale si sarebbe trattatodi una colonia latina, dal popolamento misto. Una successiva deduzione coloniaria, è ricordata sia da Livio” che da Dionigi di Alicamasso”, a pochi anni di distanza dalla precedente, nel 492-491 a. C., sotto il consolato di Tito Gergario e Publio Minucio. Racconta Livio che i Volsci, cercando di approfittare di una catastrofe ben più terribile di una guerra, abbattutosi su Roma -il caro vita causato dall’essere rimasti incolti i campi (mentre secondo Dionigi la guerra stessa) e una carestia al pari di una città assediata-, erano già intenti a prendere le armi (“Volscos iam moventes arma"), quando furono colpiti da una peste violenta C'pestilentia ingens invasisset”). A partire da questo punto diviene fondamentale la narrazione di Dionigi, sia relativamente al tentativo di giustificare il verificarsi della pestilenza (a suo dire segno della benevolenza degli dei, che si preoccupavano di non permettere che i Romani fossero sottomessi dai loro nemici), sia, soprattutto, la descrizione dei suoi effetti. Infatti improvvisamente una epidemia di peste, “tanto grande quanto non si ricorda che si sia verificata in nessun altro posto, sia così della Grecia, sia di città straniera, colpì le città dei Volsci, stremando persone di ogni età, condizione, sesso, non importa che avessero una costituzione robusta o debole. Dimostrò l'eccezionalità della pestilenza, continua Dionigi, “la città più famosa dei Volsci, il cui nome

è Velletri, che fino ad allora era stata grande e popolosa: l'epidemia risparmio solo un decimo degli abitanti, colpendo e portando via tutti gli altri". Contrariamente al racconto di Livio, che sinteticamente spiega come nonostante l’animo dei nemici fosse atterrito da questo flagello ("Ea clade conterritis hostium animis"), perché essi potessero continuare ad essere attanagliati da un certo terrore anche quando esso si fosse attenuato (“ur etiam ubi ea remisissit terrore aliquo tenerentur"), Roma decise di rinforzare il numero dei coloni di Velletri (“er Velitris auxere numerum colonorum Romani") e nel contempo, di inviare una colonia a Norba, Dionigi propone una versione più articolata ed almeno in parte contrastante, che tuttavia presenta stringenti analogie con il racconto liviano della presa di Fidenae, come notato dal Bayet®, trasformando la decisione romana di inviare nuovi coloni in una richiesta degli stessi abitanti di Velletri. Infatti, ricorda come “alla fine tutti quelli che erano sopravvissuti alla sciagura, spiegarono la loro desolata condizione e consegnarono loro la città. Quindi, dal momento che già in precedenza era capitato di accogliere coloni romani, chiedevano loro anche una seconda volta l'invio di coloni. A tale richiesta (alla sottomissione di Velletri) i romani, “presi da compassione e ritenendo che non si dovesse serbare rancore αἱ nemici che si trovavano in tali disgrazie, poichè avevano già abbastanza pagato il fio agli dei per ciò che si accingevano a fare”, risposero con l'invio di parecchi coloni, considerando i molti vantaggi che ne sarebbero derivati. Le considerazioni, continua Dionigi, esistenti dietro questa scelta ro‘mana, nell'intento manifesto di creare nuovi equilibri dove non ne esistessero e di non alterarne dove invece già ve ne fossero, potevano ricondursi a due: una prima di politica estera ed una seconda di politica interna a Roma stessa. Da un lato si riteneva che l'occupazione del luogo da parte di un presidio adeguato, avrebbe costituito un impedimento ed ostacolo notevole per coloro che volessero promuovere ribellioni o agitazioni di qualche tipo, dall'altro che la carestia che affliggeva Roma sarebbe stata di minore entità se una parte considerevole di cittadini se ne fosse andata di lì. Ma soprattutto Ii indusse a votare la spedizione di una colonia la ribellione che si andava rinfocolando, prima ancora che fosse cessata del tutto la precedente. A tale fine "scelte dal senato tre persone che la guidassero, la spedizione di coloni fu futta rapidamente". Ad osteggiare questa operazione, che inizialmente aveva potuto contare sul favore popolare, in virtù della notizia che si sorteggiavano delle terre per i coloni (τῷ δήμῳ δὲ κατ ἀρχὰς μὲν ἦν ἀσμένῳ τὸ robs κληρούχους διαλαγχάνειν) e che coloro che andavano sarebbero stati liberati dalla fame ed avrebbero vissuto in un paese prospero, intervenne, in un secondo momento, i timore della pestilenza che con la sua virulenza distruggeva gli

» CoaRELLI 1990: 151-152, richiama in proposito, ltr alliserizione di PopliosValesios da Satticum, il passo liniano (Plin. nar. VII, 68-69) nel ‘quae il riferimento al legame di una Valeria, sorella del console, a Pome: tia; cfr BapmLur 1995: 154, più specificatamente sulla deduzione di Vellei >Liv. Il 31,4 (BavEr, BALLET 1954: 46). » Dion. Hal. ant. VI,43 (Kiesstino, PROU 1886: 346). > Hunn 1978: 59, specialmente nota 36.

^ BrLocu 1926: 296; Rak 1958: 2407. Discussione e bibliografia completain Sou 1983a: 15-16. "SALMON 1953: 101-103, 133-134; SALMON 1969:42-44, 4647 fg. 5; Hownesr 1978: 59-61, specialmente 60 nota 38. > Liv.L34, 6 (Baver, Banter 1954: 5D). Dion. Hal. ant. VII, 12-13 (Kirssuc, Phow 1886: 396.397), > Baver 1967: 370 nota 2. 75

abitanti della città che li avrebbe accolti e dava modo di temere che avrebbe prodotto gli stessi effetti sui coloni”. In seguito a questo il numero delle defezioni crebbe ἃ tal punto che il senato fu costretto al reclutamento di quanti crano stati sorteggiati, "ponendo pene dure e inesorabili contro quanti non fossero partiti” (Ψηφισαμένης τῆς βουλῆς ἐξ ἁπάντων γενέσθαι Ῥωμαίων κλήρῳ τὴν ἔξοδον, κατὰ δὲ τῶν λαχόντων εἰ μὴ ἐξίοιεν, χαλεπὰς καὶ ἀπαραιτήτους θεμένης ζημίας), cosicché, conclude Dionigi, "questa colonia reclutata con adeguati mezzi costrittivi fu fatta partire” (ουτος τε δὴ ὁ στόλος els Οὐελίτρας εὖ" πρὲπειάναγκῃ καταληφθεὶς ἀπεστάλη). A questi due testi ἃ poi necessario aggiungere quello di Plutarco relativo alla vita di Coriolano‘, come noto dipendente sia da Livio che, soprattutto, da Dionigi*", seppur con rilevati “tagli”. Tuttavia, a ben guardare, più delle corrispondenze rilevate dal Peter®®, maggiori risultano le differenze. Il racconto di Plutarco, infatti, eliminando per intero il paragrafo 4 di Dionigi, relativo ai tentativi di ribellione dei Volsci e all'improvviso sopraggiungere di una terribile pestilenza, e quindi restringendone la portata, ha inizio direttamente con la richiesta di aiuto da parte di Velletri “che offri va di liberare la loro città dai Romani e li pregavano di inviarvi dei coloni, perché una epidemia era sopraggiunta e vi aveva prodotto sì grandi danni e una mortalità tale che restava a pena un decimo della popolazione”. Come si vede si tratta dî un sunto del paragrafo 5 di Dionigi, nel quale è ripetuta l'eccezionalità dell'epidemia ed il numero dei sopravvissuti, ma mancano due informazioni non trascurabili: ovvero sia la caratterizzazione di Velletri (“grande e popolosa fino ad allora”) sia, soprattutto, la motivazione della richiestadi invio di coloni ("già in precedenza era capitato loro di accogliere coloni romani"). Un episodio, relativo ad un ennesimo scontro tra Volsci ed Equi contro i Romani, svoltosi tra 484-482 a. C., del quale Livio fornisce un racconto non soltanto scamo ma anche differente nella sostanza”, è noto attraverso Dionigi di Alicamnasso". Tralasciando altri elementi, interessante risulta soprattutto la localizzazione dello scontro. Le parti del racconto di Dionigi che presentano elementi utili per proporre una identificazione del luogo in cui si svolse la battaglia sono essenzialmente: il riferimento ad una incursione fatta dall'esercito romano del console T. Siccio, "nel territorio di Velletri”; la descrizione dell’area nella quale avvenne (Ἢ terreno che si stendeva tra i due accampamenti... consisteva in una collina rocciosa dirupata in più punti, un luogo în cui la cavalleria non sarebbe stata di alcun vantaggio per nessuna delle parti”); la descrizione dell'attacco romano all’accampamento volsco, "recinto da una

palizzata, lungo la quale si aprivano delle porte e fornito di un fossato esterno”. Volendo cercare di localizzare la zona in cui avvenne questo scontro, occorre innanzi tutto stabilire a quale settore dell'agro di Velletri faccia riferimento Dionigi. Ora, non essendoci particolari nel racconto di Dionigi che facciano pensare ad altro o ragioni particolari per supporre diversamente, credo probabile che i Romani, provenendo da Roma, presumibilmente percorrendo uno dei due tracciati di collegamento con l'area meridionale (via Appia, via Setina), siano evidentemente penetrati nel settore occidentale del territorio di Velletri Il problema iniziale riguarda a questo punto una prima delimitazione: se il limite nord, appare assai probabile possa identificarsi nella. catena dell’ Artemisio, meno certi risultano quelli sui lati orientale e meridionale. Ora tenendo presente la descrizione di Dionigi (“una collina rocciosa dirupata in più punti”) e considerando sia le caratteristiche morfologiche attuali che geologiche dell'area, escluderei il settore dell’ Artemisio, generalmente troppo accidentato e cosi forse sia quello all'estremità meridionale del territorio di Velletri al contrario privo di alture, sia quello orientale, troppo lontano dalle vie di penetrazione. Rimane, come si vede, la parte immediatamente a nord-ovest di Velletri. Escludendo al momento localizzazioni puntuali, è forse in questo settore, compreso tra i due tracciati stradali o comunque non lontano da essi, che può ricercarsi il luogo dello scontro. Una successiva deduzione di coloni, che taluni autori preferiscono interpretare come una ricolonizzazione, è nota attraverso Diodoro Siculo, per il 403 a. C. (περὶ δὲ rois αὐτοὺς χρόνους ἹΡωμαῖοι προσέθηκαν ὀικήτορας eis τὰς ὀνομαζομένας OieA'rpas)**. A parte la constatata brevità e sobrietà della notizia, peraltro comune all'intera. narrazione di Diodoro relativa alla storia romana arcaica, ed in particolare il fatto che i consoli non solo non sono menziomati nemmeno col loro titolo", può rilevarsi come il caso di Velletri, se da un lato costituisce l'episodio più recente di quella politica di riconquista romana che, a partire dal 406, vedela ripresa, talvolta anche particolarmente difficoltosa, di importanti caposaldi quali Anxure Artena, dall'altro trova una ‘sua giustificazione nel progetto di legge agraria del 401 a. C. Topograficamente da riconnettersi all'ambito territoriale che interessa è l'episodio del 384a. C., relativo ad uno scontro trai Volsci e i Romani, noto essenzialmente attraverso il racconto congiunto di Livio** e Diodoro Siculo®, ai quali deve aggiungersi quello di Plutarco*", Naturalmente al di Tà dell'episodio di per sè, terminato con l'ennesima vittoria romana, è necessario soffermarsi su alcuni punti: L'analisi dei differenti passi, infatti oltre ai numerosi problemi e spunti di

τρια, Coriol, 12,46 (PLiceutss, Ciim 1964: 187-188) 2 PETER 1865: 7.9, specialmente7; ScuwaRZ 1903: 943 PraceuRE, Cuni 1964: 166-167, il quale ricorda come proprio a proposito di Coriolano Dion. Hal. at VII, 66 consspevolmente afermas5 ἐμήκυνα τὸν ὑπὲρ αὐτῶν λόγον. Sall'uilizzo come fontedi Dionigi e non di Livio vd. Jones 1971: 77: οἷς anche Russe. 1963: 21-28, special mente 25, 28, con ampia disamina dellargomento. Un alto esempio celebre dell'utilizzo da partedi Plutarco (Plt. Cam. 3-4) di fonti molto diverse da quelle cui risalgono Livio e Dionigi è quello del prodigio del lago di Albano, pe cui vd. D'Arco 1997: 103-106, 108-111

^" Pere 1865: 8; ScuwaRz 1903: 943. Liv. I, 40,14, 12-13 (Raver, Banter 1954: 61) Dion. Hal. an. VITI, 67 (KIESSLING, PROU 1886: 497-498), Diod. XIV, 34, 7 (Boner, BexwEr 1997: 52). Perla presunta icolonizzazione vd. HUMBERT 1978: 59 nota 36,60 nota 39. "Sul problema che coinvolge le teorie sulla fonte greca uilizzata da Diodoro vd. CAssoLA 1982: 746-753, “Liv. VI, 2, 7-13 (Bawer 1966: 5.6). ^" Diod. XIV, 1 7, 3 (Bowser, Benwer 1997: 150-151) ^" Plut Cam. 33-34 (FLACELIERE, CHAMBRY, YUNEAUX 1961: 191-194)

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vario tipo, nello specifico, permette innanzittutto di rilevare. alcune, non insignificanti discrepanze nella versione dei fatti accaduti e quindi, soprattutto, di desumere indicazioni sul luogo dove si verificd lo scontro e sulle caratteristiche degli accampamenti. Iniziamo dunque dalle differenze riscontrabili tra il racconto dî Livio da un lato e quelli di Diodoro Siculo e Plutarco dall’altro, riguardanti le fasi iniziali dello scontro. A detta di Livio, infatti, “la terza parte dell'esercito la condusse lui personalmente ("tertiam partem ipse") contro i Volsci (“ad Volscos duxit") e non lungi da Lanuvio, .. prese ad assalire il loro campo" ("castra oppugnare est adortus"): secondo Plutarco e Diodoro Siculo rovesciando il racconto di Livio, invece, sarebbero stati i Volsci con l'aiuto dei Latini, ad attaccare i Romani. Non è improbabile che una giustificazione a questa duplice versione sia da riconnettersi alle elaborazioπὶ fatte dall'annalistica pontificia nella seconda metà del IV secolo a. C. degli episodi, a partire dal salvataggio di Roma, legati alla figura di M. Furio Camillo, avo di L. Furio Camillo, il celebre vincitore dei Latini nel 338 a. C.". Potrebbe quindi supporsi che dietro la versione liviana (una vera e propria falsificazione!) con la trasformazione dell "attacco subito”, tramandato come detto in Diodoro Siculo e Plutarco, in “attacco sferrato”, non vi sia altro che il tentativo di “cancellare” un episodio non particolarmente propizio a M. Furio Camillo, anche in considerazione delle numerose coincidenze tra i grandi temi dell'ideologia augustea e l'immagine di Camillo evocata dagli autori dell’entourage del princeps a partire da Livio". Passando alle indicazioni di carattere topografico, le più significative sono senz'altro quelle in cui si forniscono notizic sul luogo dove si verificò lo scontro: non lontano da Lanuvio (“nec procul a Lanuvio”) nel luogo chiamato ad Mecium ("ad M(a)ecium is locus dicitur"), secondo Livio®”; nel luogo chiamato Marcio, a circa 36 Km da Roma (ἐν τῷ «καλουμένω Μαρκίῳ ..., ἀπέχοντες dmó'Pums σταδίους: διακοσίους), specifica Diodoro Siculo**; vicino al monte Maico (περὶ τὸ Maíxcov) ricorda Plutarco nel 33 e 34 capitolo della vita di Camillo". Può notarsi, preliminarmente, come le indicazioni più dettagliate, secondo una consuetudine generalmente attestata e della quale numerosi sono gli esempi rilevati**, si trovino negli autori greci, che rivolgendosi essenzialmente a lettori non romani avevano la necessità di indicare nel modo

pid chiaro possibile Ia località nella quale si svolse lo scontro, mentre siano più sommarie nei paralleli passi latini Passando ad una analisi più specifica le differenze, riguardanti non soltanto il nome tradito ma anche le caratteristiche fisiche di questa località, a ben guardare, sembrano più formali che sostanziali. Infatti, per quanto riguardo il nome è stato già notato come le diverse forme tramandate abbiano una loro giustificazione e come la forma da preferirsi sarebbe quella di Livio, la quale conserverebbe proprio nel nome il suo rapporto di derivazione da quello della tribù Maecia. Anzi richiamando la definizione della tribù fornita da Festo, non soltanto si avrebbe un elemento a conferma di questa ipotesi, ma se ne desumerebbe l’esistenza di un castrum chiamato în questo modo. Solo dopo la vittoria di Marco Furio Camillo, proprio perchè si conservasse il ricordo di tale evento, la località venisse chiamata “Mdpxov" 0 “τὸ Μαικίου ὄρος". Ma veniamo pià direttamente alle caratteristiche topografiche della citazione c alle differenti località nelle quali gli autori che, a partire dal Seicento, si sono interessati all'argomento hanno proposto di ubicarla, anche sulla base di riferimenti nella cartografia storica*". Quel che sia Dioniio** che, soprattutto, Livio riportano come un toponimo appunto “ἐν τῷ καλουμένῳ Mapkíi" e "Ad Maecium”- del tipo, per esempio, di Ad Pictas o Ad Gallinas albas, e proprio per questo motivo, presumibilmente, omettendo qualsiasi caratterizzazione in tal caso superflua, per Plutarco è, invece, il nome con il quale viene chiamato un monte del quale, tuttavia, non viene fornita alcuna localizzazione. Ebbene mi sembra plausibile che le due differenti versioni non siano in antitesi ma anzi si completino a vicenda, come già ipotizzato dal Weissenborn*", e che dunque la località denominata "Ad Maecium” da Livio non fosse altro che il “τὸ Μαίκιον ópos" di Plutarco. Aggiungerei anche la descrizione di Plutarco dell'accampamento Volsco e Latino: “fortificarono il loro campo con una grande quantità di pali e lo barricarono da ogni parte” (Περιελθὼν δὲ μακρὰν mepíoδὸν περὶ τὸ Μαίκιον ópos)**e più avanti ricorda come il fuoco prese rapidamente con forza la palizzata di alberi, formata di pali serrati” (ταχὺ δὲ πολλῆς: φλογὸς ἐν ὕλῃ πυκνῇ καὶ σταυρώμασι ξυλίνοις ἀνατραφείσης καὶ κύκλῳ)". "Trai settori proposti per l'ubicazione della località ricordata dalle fonti leterarie, quello che sembra offrire maggiori punti di contatto con le descrizioni di Livio, Diodoro

^! Sulle falsifiszioniliviane e sulle influenza delle diverse tradizioni sulla manipolazione degli episodi storici vd. MAZZARNO 1983: 204-297 relativamente all'incendio gallico). Nel'ampia bibliografia relativa alla costruzione dell'immagine di Camillo, vd. Coups 2001, specialmente 50‘56, 59-65 con l'analisi della sua evoluzione dalla fine ἀεὶ I sec. a. C. alla fine del V d. C. Specificatamente sulla “costruzione della sua figura" in Livio e Plutarco vd. Spar 2001: 349-381. ‘Sul tema dellassimilazione dell'uno con Varo del quale può forse rintraciarsi un indizio anche nell'asociazione liviana di Camillo a Romolo presumibilmente in relazione alla valorizzazione augustea di Romolo (UNGERN-SrERNBERG 1998; UNGERY STERNBERG 2001)-e nel'ambito del tentativo augusteo di legitimazione politico vd. HELLEGOUARCH'H 1970 e Burcx 1991. “Liv. VI, 2, 8 (Baer 1966: 5: “ad Mecium", Weisstxson 1869: 8: “ad Meciun”; HILLEN 1991: 290: "ad Maecium”); cf OnkLEY 1997: 407-408.

^* Diod. XIV, 117, 1 (Bonwer, BENNET 1997: 150-151). "* Plut. Can. 33, 2; 34.2 (Factus, Cuv, JUNEAUX 1961: 191, 193). Ricordo, tra gli αἰαῖ, il caso di due edifici esistenti sulla Velia a Roma: il tempio dei Penati la casa di Valerio Poplicola (Dion. Hal. an. NISL; Plut Poplic. 10,3), per la cui proposta di localizzazione vd. Conti 1986: 5:7 "7 Ad esempio, Nîmay 1849: , 547, ne proponeva l'ubicazione a Monte due Tori. Fondamentale il contributo di GALIET 1918: 101-114, in partico lere la carta schematicadi 109. " Erroneamente BAYET 1966: 5 nota 2, parla di montagna anche nella citazione di Diodoro. ‘ WessenmoRN 1869: 4 commento a Liv. VI 28. "Plot Can. 34,2 (FLACELIERE, CHaMBRY, JUNEAUX 1961: 193) © P Can. 34, 4 (PLACELIBRE, CHAMBRY, JUNEAUX 1961: 194). n

Siculo e Plutarco, soprattutto in relazione alle sue caratteritiche morfologiche ma anche al computo della distanza, sia proprio quello a ovest di Velletri, delimitato a sud dalla via Appia. Stabilire con precisione a quale località moderna corrispondano le indicazioni delle fonti letterarie, risulta, come è ovvio, più complesso: tuttavia, mi sembra che, seppur con Ta cautela necessaria, tenendo conto del racconto di Plutarco secondo cui Camillo avrebbe circondato il monte con il suo esercito (“Περιελθὼν δὲ μακρὰν περίοδον περὶ τὸ ‘Matx.ov”), sia possibile pensare al colle di S. Martinella, che presenta una forma allungata ma che sembra permettere. l'operazione ricordata da Plutarco. Un ultimo cenno va fatto per la descrizione delle ultime fasi della battaglia: Livio, in questa occasione più particolareggiato rispetto a Diodoro Siculo, racconta come Camillo seguendo i nemici che fuggivano ("Persecutus deinde fugientes"), dopo aver devastato l'intero territorio dei Volsci (“cum omnem. Volscum agrum depopulatus esset"), lì costrinse alla resa (“ad deditionem Volscos ...subegit”) soltanto dopo sessanta anni (^. . septuagesimo demum anno ...") Come si vede il riferimento alla devastazione fatta da Camillo, pur risultando generica, offre le uniche informazioπὲ sulla realizzazione di una operazione altrimenti ignota Cercare, quindi, di definire geograficamente. l'omne Volscum agrum del testo e, tanto più, specificare cosa concretamente comportò la devastazione, considerando dunque; preliminarmente, l'autenticità dell'episodio, appare problematico. Certo, tanto più se la localizzazione del luogo o almeno l’area dello scontro, proposta, risultasse corretta, potrebbe risultare molto probabile ipotizzare, sulla base della prossimità geografica, che l'omne Volscum agrum comprenda verso est almeno parte del territorio di Velletri. Le possibilità, invece, di conoscere, o meglio riconoscere, gli effetti della devastazione romana sul terreno appaiono difficili, non aiutando nè la presenza del verbo depopulor, utilizzato al pari di vasto, senza differenza almeno da Livio conil significato di “devastare”, nè trovando ausilio nella ricerca autoptica dello specifico territorio. Ma numerosi altri, in particolare modo nel corso del IV secolo a. C., risultano gli scontri armati tra i Romani e i Volsci, al punto che Livio, în una digressione alla descrizione della battaglia del 385 a. C., si chiede come quest'ultimi (insieme agli Equi) riescano ancora ad avere un numero sufficente di soldati nonostante le pesanti sconfitte subite a più riprese. Le notizie che se ne desumono, pur non offrendo, generalmente, informazioni né di carattere topografico né di carattere amministrativo, tuttavia documentano in maniera chiara l’attivo coinvolgimento di Velletri alle diverse fasi della lotta intrapresa dalle popolazioni italiche contro la politica di conquista romana e il suo ruolo di leader (accanto a Circei e Antium) all'interno del più ristretto ambito Volsco.

Proprio lo scontro del 385 a. C. appena ricordato, tra i Romani del dittatore A. Cornelio Cosso e l’armata immensa (“ingens certe") dei Volsci, alla quale si aggiunsero forze dei Latini e degli Ernici e un certo numero di Circei, vide il coinvolgimento anche di coloni romani di Velletri (“et coloni etiam a Velitris Romani”). Questo episodio, rilevato senza indugi ai senatori, da quanti tra i Veliterni, a seguito. della sconfitta subita dai Volsci e dai loro alleati, furono fatti prigionieri e trasportati a Roma, dimostrava, nello specifico, come nonostante i diversi invii di coloni la città Volsca, ben lungi dall'essere stata "romanizzata", conservasse un forte sentimento anti-romano®. Infatti, continua Livio®, nonostante il tentativo di discolparsi per aver preso parte alJa guerra e la richiesta di avere indietro i prigionieri per punirli secondo le loro leggi, ricevettero delle risposte dure, tanto più che essendo colonia di fatto e quindi cittadini romani, essi avevano concepito l’odioso progetto di attaccare la loro patria (rristiora colonis quod cives Romani patriae oppugnandae nefanda consilia inissent”). Un nuovo scontro, tra i numerosi (“multiplex bellum”) che si trovarono a fronteggiare i Romani, è minuziosamente descritto da Livio nel XXI e XXII capitolo del VI libro, nell’anno successivo alla vittoria del dictator Cosso**: oltre ai Volsci, le colonie di Circei e Velitrae, che già da molto tempo meditavano una defezione ("iam diu molientes defecti nem"), il Lazio che era sospetto, anche i Lanuvini manifestarono improvvisamente la loro nuova inimicizia, loro che erano stati una città fedelissima, Proprio quest'ultimo episodio, che secondo i senatori avrebbe trovato giustificazione nel disprezzo, e sarebbe st ta causato dal fatto che la defezione dei Veliterni loro conci tadini, era rimasta tanto tempo impunita (“quod Veliternis civibus suis tam diu impunita defectio esset"), creò le premesse per una guerra ("prima patres . . decreverunt ut primo quoque tempore ad populum ferretur de bello eis indicendo quindi ... omnes tribus bellum iusserunt"), il cui inizio fu solo posticipato dallo scoppio di una epidemia di peste. “Questo ritardo”, racconta Livio, “concedeva ai coloni di Velitrae (e di Circei) l'occasione di pregare il senato e gran parte di quegli uomini era propensa a mandare una ambasceria a Roma se non fosse stato connesso ad un pericolo privato, come accade, uno pubblico e i promotori della defezione per la paura di essere i soli ad essere consegnati come capri espiatori alle ire dei Romani in quanto sottoposti ad accusa, non avessero distolto le colonie dal progetto di pace. Ogni tentativo si mostrò vano dal momento che “non solo în Senato l’ambasceria fu impedita per loro iniziativa ("Neque in senatu solum per eos legatio impedita est”), ma gran parte della plebe fu incitata ad uscire per depredare il territorio. romano ("sed magna pars plebis incitata ut praedatum in agrum Romanum exirent"). La guerra, iniziata dalle legioni comandate da Sp. e L. Papirio, nel 382-381 a. C., dopo lunghi preparativi, registrò

Cfr, ad esempio, Liv. V, 12, 6 (Bayer, Bauer 1954: 22): “a in Volscis depopulato agro Anxur nequiquam oppugnatum . per cui vd. Luo 1926: XII, ma anche Liv. IV, 45, 6 (Bver, BALLET 19540: 74). “nuntiabane legati Labicanos arma cepisse et cum Aequorum exercitu depopulatus agrum Tusculanum castra in Algido posuisse”; Liv. X, 39, 5

(Hey 1994: 45 inde pervagati Samnium consules maxime depopulao Atinate agro, “Liv. VI, 12, 6 (Baver 1966: 22-23); cfi HuwBERT 1978: 153 nota6. "Liv VI, 3,8 (Baver 1966: 24); cf. Oaxtev 1997: 514. Liv VI, 17,7 (aver 1966: 31); cf. OAKLEY 1997: 541-542.

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una nuova sconfitta di Velletri, nonostante l'aiuto dei Prenestini, il cui esercito, a detta di Livio, era di poco più grande di quello dei coloni (“... adversus maiora paene auxilia Praenestinorum quam ipsam colonorum multitudinem secundo proelio pugnatum est")*". A partire da questo punto il raccontodi Livio offre una serie di informazioni,sia di carattere topografico che storico, di particolare importanza. Cosi, ad esempio, l'iniziale espressione "La vicinanza della città ("propinquitas urbis") fu contemporaneamente motivo di più rapida fuga del nemico e costituì il suo unico rifugio”, evidentemente fornisce una indicazione topografica sul luogo dello scontro iniziale almeno di massima. Allo stesso modo il passo successivo, nel quale si dice che i tribuni decisero di non assediare la città ("Oppidi oppugnatione tribuni abstimuere"), sia perché ne sarebbe stato incerto l'esito (“quia er anceps erat") sia perché non ritenevano opportuno combattere per ottenere la distruzione di quella colonia ("nec in perniciem coloniae pugnandum censebant)", indica, mi sembra, da un lato la consapevolezza da parte dei Romani, della difficoltà di porre l'assedio ad una città la cui difendibilità doveva essere accresciuta oltre che dal presumibile circuito murario, anche dalla natura del luogo; dall'altro il desiderio di non “azzerare” un centro che, al di là delle ripetute defezioni, nell'ottica romana continuava ad essere considerato come un possibile caposaldo anche în considerazione della sua posizione geografica. Le conseguenze della sconfitta non sono note: l'unico riferimento in proposito è invece ai Prenestini, verso i quali sarebbero state indirizzate parole ben più gravi che non agli stessi Veliterni ("Litterae Romam ad senatum cum victoriae nuntiis acriores in Praenestinum quam in Veliternum hostem missae") Un nuovo episodio è noto per il 380 a. C. attraverso il racconto, discordante, di Livio™ e Plutarco*": Velletri, racconta infatti Livio, legata alle sorti di Preneste, una volta che. quest’ultimo centro e quelli alleati furono conquistati, subì Ja medesima sorte ("Velitras exercitus ductus: eae quoque. expugnatae"). Sostanzialmente differente la versione di Plutarco, derivata dall'utilizzo di fonti differenti rispetto a quelle utilizzate da Livio™, che troverebbe un elemento a suo favore nella menzione di Velletri nell’elogium di Camillo®, nel quale ricordando come quella contro i Galli fosse stata l’ultima campagna militare di Camillo, spiega che infatti la presa di Velletri, ottenuta senza combattere, era da considerarsi una sua conseguenza accessoria (Τὴν γὰρ Οὐελιτρανῶν πόλιν εἷλεν ἐν παρέργῳ ταύτης τῆς στρατείας ἀμακεὶ προσχωρήσασαν αὐτῷ). Dunque la vittoria ottenuta, secondo Livio, presumibilmente attraverso un assedio e comunque, con un attacco, diviene in Plutarco

una resa, addirittura, senza alcun combattimento come si evince dall'utilizzo dell'avverbio ἀμακεὶ. Nel caso in cui si voglia seguirela versione di Livio occorre rilevare come, sfortunatamente, anche in questa circostanza come in quella precedente, del 382-381 a. C, sembrino mancare notizie circostanziate sugli effetti che la sconfitta dovette provocare: se l'espressione, utilizzata in quella circostanza risultava vaga, poco di più permette di sapere l'utilizzo del verbo expugnare, che certamente rimanda ad una vittoria da parte dei Romani ottenuta attraverso un assedio. Quel che invece può risultare di una qualche importanza mi sembra il radicale cambio di strategia da parte dei Romani, nel breve giro dî due soli anni: mi riferisco alla decisione del 382-381 a. C., di non assediare la città, che peraltro aveva direttamente preso le armi contro Roma, considerando, come detto, sia motivi di ordine pratico legati all'impresa sia considerazionidi strategia politica,e quindi a quella, del 380. C., quando il suo ruolo risultava solo marginale rispetto a quello di Praenestae, invece, di prenderla d'assalto. Uno degli episodi di maggiore rilevanza riguarda la guerra, intrapresa da Roma (a partiredal 371 a. C.) a seguito dell'attacco velitemo a Tusculum. Le caratteristiche dello scontro dovettero provocare grossi problemi non soltanto, come è ovvio, ai Veliterni ma anche ai Romani. D'altra parte la lunghezza dello scontro, protrattosi per anni, dimostrando così la bontà della scelta di non assediare la città fatta nel 382-381 a. C., c il gran numero di uomini impiegato, ebbero ripercussioni dirette sulle vicende politiche di Roma Gi pensi, ad esempio, alle conseguenze riferite da Liv. VI, 36, 9%, VI, 37, 12% e VI, 39, 7°, che dovette avere nella promulgazione delle cd. leggi licinie-sextie). Racconta Livio** che i coloni di Velletri, sopportando impazientemente l’inattività (“Veliterni coloni gestientes rio”), approfittarono del fatto che non vi fosse alcun esercito romano (“quod nullus exercitus Romanus esset”) per fare alcune incursioni sul loro territorio (“εἰ agrum Romanum aliquotiens incursavere") e per intraprendere l'attacco a Tusculo ("et Tusculum oppugnare adorti sunt"). Specialmente quest’ultimo episodio, commenta Livio, commosse in forte misura per senso di vergogna non solo i Patres ma anche la plebe. Poichè i tribuni della plebe rinunciarono alle loro eccessive pretese, si tennero i comizi sotto la sorveglianza di un interre (“Remittentibus tribunis plebis, comitia. per interregem sunt habita"); quindi si elessero come tribuni militari L. Fario, A. Manlio, Ser. Sulpicio, Ser. Cornelio, A. C. Valerio ("creatique tribuni militum L. FuriusA. Manlius. Ser. Sulpicius Ser. CorneliusA. et C. Valerius"), i quali non. trovarono affatto la plebe tanto obbediente nell'arruolamen-

© Liv. VI,21, 2 Baver 1966: 38), fr. Huxaesr 1978: 154 © Liv. VL 22,2 (BAvrT 1966: 40); cfr. OAxLEY 1999: 577-578. "Liv. VI 29, 6 (Baver 1966: 52}. cfr Hunesenr 1978: 160. © Plot. Can. 42, 1 (FLACELIERE, Cuin, JUNEAUX 1961: 203). © Discussione delle fonti utilizzate da Plutarco per la Vita di Camillo in Carena, ΜΆνγκεοινι, Picci: 1983: XLI-XLIV; cfr. anche FLACELut 1961: 142-147. ©" CULT: 285-286 n. XXV e P, 191 n. Vile VI, 1308 IL XII 3: 3839. 1.61; ILS, 52; Cutore 1996: 102a. 2. ‘La notizia di Plutarco, gi ritenuta dubbia da Munze 1910: 345, sul Ja base di Liv. VI, 36, 5; 37, 12; 38, 1; 39, 7; soprattuto 42, 4, secondo

Caneva, MANEREDIM, PICCIRILLE 1983: 349 troverebbe un’ ulteriore eemento di conferma nella inatendbilit di Piu, 41,1; eft. KLoT21941: 308309. ‘© Verisin exerci plebis magnam partem abesse (BAVET 1966: 63-64) 5: Onniumque carum rogationum conitia in adventum eius exercitus differunaqui Veliras obsidebat (Baver 1966: 66). ‘ Primo intercessione collegarum in leges suas pugnatum esse, deinde abnegatione iuventutisad Veiternum bellum (BAVET 1966: 69). “Liv. VI, 36, 1-7 (βαγετ 1966: 63); cf Οκκιεν 1997: 673-675. Sull'autentcithdel'episodio avanza dei dubbi Hummer 1978: 160-161, specialmente 161 nota 26. 79

to come nei comizi; quindi reclutato un esercito con grande difficoltà, procedettero non solo a scacciare il nemico da Tuscolo ("profecti non ab Tuscolo modo summovere hostem") ma a costringerlo all'interno delle mura della città (“sed intra suamet ipsum moenia compulere”). Velletri si trovò a subire. un assedio di proporzioni ben maggiori di quello di Tusculum (“obsidebanturque haud paulo vi maiore. Velitrae quam Tusculum obsessum fuerat"). Tuttavia la guerra era ben lungi dal terminare: infatti "non furono quelli che avevano iniziato l'assedio a poter espugnare la città” (“Nec tamen ab eis, a quibus obsideri coeptae erant, expugnari potuere”): prima furono eletti i nuovi tribuni militari Q. Servilio, C. Veturio, A. e M. Comelii, Q. Quinzio e M. Fabio. Ma neppure loro furono protagonisti a Velletri di un. qualche episodio degno di essere ricordato ("Nihil ne ab his quidem tribunis ad Velitras memorabile factum"). Prima che fosse trascorso l'anno, le legioni furono richiamate da Velletri (“Prius circumactus est annus quam a Velitris reducerentur legiones"Y". Nel 367 a. C., al momento in cui giunse a Roma l'improvvisa notizia della guerra gallica, colpendo la città in modo tale che M. Furio fu nominato dittatore per la quinta volta, la guerra contro Velletri, questione caratterizzata da un esito più lento che incerto (“Cum praeter Velitrarum obsidionem, tardi magis rem exitus quam dubii *, ancora si trascinava. ‘Una successiva incursione nel territorio di Roma, da parte dei Veliterni (e dei Privernati) è ricordata nel 354 a. C. (‘Accessit ... et vastatio Romani agri, quam Privernates, Veliterni deinde, incursione repentina fecerunt"Y", l'anno in cui C. Plauzio sottomise gli Emici e C. Fabio sconfisse i Tarquiniesi*® e, soprattutto, si celebrò il trionfo del dittatore C. Sulpicio sui Galli. Naturalmente anche in questa circostanza, come già, nel 371 a. C.**, a prescindere dall'informazione strictu sensu, sarebbe di una qualche utilità riconoscere a quale settore del territorio romano si riferisca Livio con l’espressione “vastatio Romani agri”. Sfortunatamente, mancando elementi che forniscano la possibilitàdi una meno generica localizzazione, solo in maniera ipotetica, seguendo Oakley, può supporsi s trattasse della regione pontina’®. ‘Tra gli episodi più significativi svoltisi nel decennio iniziale della seconda metà del IV secolo a. C., senz'altro vi sono, accanto alle guerre contro i volsci di Priverno e di Anzio“, e la pace con i Sanniti, le diverse fasi del bellum latinum. Attraverso l’analisi dei luoghi liviani nei quali è ricordata la partecipazione di Velletri, è possibile rilevare, innanzitutto, come il ruolo giocato dal centro all’interno del conflitto non sia stato secondario. Un primo episodio riguarda il 340 a. C., anno nel quale

Livio ricorda la mobilitazione di Velletri accanto a quella di Setia, Circei e Signia™* nell’ambito -dello»scontro contro Roma e i Sanniti, al quale si unirono ancheil'insieme dei popoli latini e i Campani. Più in particolaic l'elemento di maggiore interesse nella circostanza riguarda la sconfitta subita proprio dai Campani e dalle città del Latium, la quale causò Ia perdita di una parte di territorio. Tra-i-territori. Latium Capuaque agro multati, che passarono dünque a far parte dell’ ager Romanus, in seguito alla vittoria romana‘, accanto ad una frazione di quello di Priverno; una parte di quello di Lanuvium e all'intero ager Falernus, tiohostante non ce ne sia esplicito riferimento, figurerebbe anche parte di quelJo di Velletrit Un successivo coinvolgimento è documentato nel 339 a. C., quando il popolo di Velletri, insicme a quelli di Tibur e di Praenestae, sosteneva Pedo (“Pedanos tuebatur Tiburs Praenestinus Veliternusque populus") che aveva ricevuto aiuti da Lanuvium ed Anzio". Ma è soprattutto, nelle fasi finali della guerra, nel 338 a. C., quando a detta di Livio ormai i Latini avevano raggiunto ‘uno stato tale percui sia a pace che la guerra risultava loro intollerabile e mancavano le risorse perla guerra, ma il risentimento causato dalla mutilazione del loro territorio faceva loro soprassedere alla pace“, il ruolo di Velletri si fa nodale, essendo tra i pochi popoli in grado di portare aiuto agli abitanti di Pedo ("Neque tamen nisi admodum a paucis populis Pedani adiuti sunt"). 1 Tiburtini e i Prenestini, il cui territorio era più vicino a quello di Pedo, prosegue il racconto di Livio, giunsero fino alla città, invece la gente di Aricia, Lanuvium e di Velitrae, congiungendosi ai Volsci anziati, furono sgominati, come celebrato anche nei Fasti Triumphales?", da Menio, che li attaccò di sorpresa presso il fiume Astura C'Aricinos Lanuvinosque et Veliternos Antiatibus Volscis se coniungentes ad Asturae flumen Maenius improviso adortus. fudit"). La successiva presa di Pedum, ad opera di L. Furio Camillo, secondo il raccontodi Livio, diviene di straordinaria importanza, non soltanto per le sort di Velletri ma di tutta la regione. Infatti questo episodio, presumibilmente, contri buendo a che i Romani prendessero piena coscenza della loro. forza, costituisce a detta di Livio, la "scintilla" che avvia, da parte romana, la sottomissione del Lazio: Sfortunatamente a questo proposito l'espressione di Livio, il quale ricorda come l’esercito non si arrestò prima che tutto il Lazio fosse stato sottomesso (“nec quievere . . Latium omne subegere”), in alcuni casi espugnando le singole città ("antequam expugnando"), in atri ricevendo la loro sottomissione ("aut in deditionem accipiendo singulas urbes", «espressione alla quale poco aggiunge anche il successivo "oppida Latina omnia er

© Liv. VI, 38,1 (Baver 1966: 66). “Liv. VI, 42. 4 (BAYET 1966: 76). Liv. VIL 15, 11 (BAver, BLOCH 1968: 26-27); cft OnKLEY 1998: 171-174, specialmente 171, 174). “Liv. VIL 15, 9-10 ver, Buxci 1968: 26) 4 Liv VIL 1, 7-15, 8 Baver, BLOCH 1968: 20-26) “Liv, VI, 36,1. 0 OAKLEY 1998: 174 “Liv VII, 1, 1-6 (BLocn, Gurrmap 1987: 23) “Liv. VIIL 1, 7-2 (BLOCK, Gorraap 1987: 3-6). “Liv VII, 3,9 (BLocm, Gurrrueo 1987: 7.8) ^ Contrari alle confische di territorio, malgrado la testimonianza di

Livio (Buocn, GUTTARD 1987: 29 nota 3), è Brrro 1968: 20, specialmente 3231. “Liv, VII, 11, 13 (Boca, GurtaRD 1987: 29). Latinus ager Priserati addito agro et Falernus, qui populi Campini fuerat, usque ad Volturnin flunen plebi Romanae dividunt. È là tesì di HUBERT 1978: 172,182 “Liv VII, 12, 7-8 (BLocn, Guerre 1987: 31) “© Liv. VIM, 12,2 (BLocu, Gurrtaeo 1987: 32) “© Dporassi 1947: 99, 541; eft. BROUGHTON 1951: 138. ^? Liv. VIL, 13, 1-7 (BLocx, Gurrrano 1987: 32-33). © Cfr. Hunmoer 1978: 176-177.

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Antium ex Volscis aut vi capta aut recepta in deditionem "**risulta abbastanzá generica. Mancano cioè indicazioni su qualesia stato,ad esempio, il comportamento tenuto dai cittadini di Velletri e-più in generale, quali fossero le città che, attraverso combattimenti cruenti, in molti casi subendo assedi, cercarono fino all'ultimo di conservare una propria autonomia e quelle, invece, che preferirono deporre immediatamentelearmi, evitando certamente le morti di molti uomini e, presumibilmente, anche non poche distruzioni. Le uniche certezze riguardano il fatto che nelle diverse città furono stabilitein maniera provvisoria, delle guamigioni (“Praesidiis inde dispositis per recepta oppida”)*, come noto, in attesa di decidere quale comportamento tenere nei loro confronti: I celebre discorso di Camillo ai senatori®, sottolineando da. un lato la necessità di stabilire (Reliqua. consultatio est), dal momento che le loro ribellioni troppo spesso ci affliggono ("quoniam rebellando saepius nos sollicitant"), in che modo fosse possibile tenerli quieti con una pace perpetua (“... quoniam modo perpetua pace quietos obtineamus"), e dall'altro di prendere questa decisione rapidamente essendo così numerosi i popoli che si tenevano sospesi tra speranza e timore (“tot populos inter spem metumque suspensos animi habetis"), prospettava le due possibili linee da tenersi nella questione (* . parare in perpetuum vel saeviendo vel ignoscendo potestis" sintetizza Livio per bocca di Camillo): una più intransigente che prevedeva addirittura la distruzione di tutto il Lazio*' e l'altra più conciliante che invece contemplava la concessione della cittadinanza romana ai vinti**. La decisione dei senatori di trattare singolarmente le condizioni delle diverse città, "poiché la causa degli uni era diversa da quella degli altri” e comunque soltanto dopo un rapporto sui singoli popoli^", provocò un assetto per molte città, indirizzandone in alcuni casi anche le sorti future. Per quanto riguarda Velletri, il trattamento riservatole fu particolarmente traumatico: proprio in considerazione del

fatto che tante volte i suoi abitanti, cittadini romani di vecchia data (^... veteres cives Romanos, quod totiens rebellassent"), si erano ribellati ci si comportò in modo severo contro di loro ("graviter saevitum”)*. Le sanzioni riguardarono naturalmente sia l'aspetto della città sia la sua amministrazione che naturalmente i suoi abitanti: le mura furono abbattute (“et muri deiecti"), il senato fu allontanato di h ("et senatus inde abductus") e ai suoi membri ordinato di risiedere αἱ di là del Tevere (“iussique trans Tiberim habitare") con la. pena, per chi fosse stato sorpreso al di qua del Tevere (“ut eius qui cis Tiberim deprehensus esset"), di una ammenda fino a mille assi ("usque ad mille pondo assium clarigatio esser") e, che prima che si pagasse la multa non fosse possibile essere liberati dalla prigionia di chi l'avesse preso (“nec priusquam aere persoluto is qui cepisset extra vincula capTum haberet") Si inviarono, inoltre dei coloni sulle terre dei senatori (In agrum senatorum coloni missi"), e la loro aggiunta alla cittadinanza procurò a Velletri l'apparenza dell'antica città ben popolata ("quibus adscriptis speciem antiquae frequentiae Velitrae receperunt". L'analisi di questo passo, al di là dei problemi connessi alla traduzione, si presta ad interpretazioni non di rado contrastanti offrendo in tal modo anche numerosi spunti di riflessione. Pochi dubbi all’interpretazione lascia il “et muri deiecti", prima fra le sanzioni ricordate da Livio, se non quelli connessi all'impossibilità di un confronto puntuale tra quanto tramandato da Livio e quanto archeologicamente documentato. D'altra parte, la maggior parte degli autori moderni, presumibilmente a ragione, sono sostanzialmente concordi nel seguire l’interpretazione più logica: ritenere cioè il “muri” del testo un sinonimo di “moenia”, come nel caso ad esempio di Aricia? e di Privemno*® e quindi pensare che l’abbattimento abbia riguardato le mura della città‘. D'altra parte il verificarsi di questo evento è evidente che oltre più

Liv. VIT 13, 12 (BLock, Grai 1987: 34); ft Liv. VII, 13, 1 (Buocn, Gurrmuap 1987: 34): "Pares conscripti quod bello armisquein Lario agendum uit. id finem veni" “© Cft Liv. VIL, 13, 12 (BLocw, Guerra 1987: 34) praesidis te nentur vestri" “Liv, VIT, 13 (BLocu, Gurrmaap 1987: 32-25); eff. Ouxcex 1998: 535-538. Sul motivo della clementia presente nel discorso vd. Watsk 1961. 9293 Liv. VIII 15, 15 (BLocn, Gum 1987: 34): “ Volts crudeliter consulere in dedi vetosque? Licet delere omne Latium, vastas inde sol Tudines facere, unde sociali egregio exercita per mula bella magnaque sae peus esis” "Liv, VII, 13, 16 (Btoca, GurrsasD 1987: 34): “Voli exemplo madorum augere rem Romanam victos in civitatem accipiendo?”. "Liv. VII, 14,1 (Btocu, GurrTARD 1987: 35) "Principes senatus re lationem consulis de summa rerum laudare sed, cun aliorum causa alia esset ia expediri posse consilium dicere, ut pro merito cuiusque statueretr, si de singulis nominatim referrent populis" cf. OAKLEY 1998: 538-571, specialmente 543, 62-565, ^ Liv. VIL, 14, 5-7 (BLoct, Gurrpan 1987: 35-36) Sullespressione "Veteres cives romani”, ifeible ad “una precedente antichissima deduzione di una colonia romana ., deduzione però che pare poco probabile”, vd [BERNARDI 1938: 268 not 1. “© CLEMENTE 1990: 28:29 il quale insiste per Velletri ma anche per Privernum nel 319 e per Anagni e Frosinone nel 306, sulla volontà romana di procedere ll'incorporazione “solo dopo aver creato un nuovo gruppo dirigentee aver intensamente colonizzato il territorio".

^ Liv. XXIV, 44,8 (Fix 1977: 112): "Murusae porta. Ariciae etiam lovis aedes de caelo tacta fuerat" tai prodigia del 214 a. C. ^^ Liv, VIT, 19,9 (BLOCH, GurrtaRD 1987: 44 :*. primisque tenebris Privernum inde petitum agmine trepido, ut muris potius quam vallo sese turentur"); cz Liv.1, 29, 2 (Baer, BAnLET 1954: 49) a proposito delladi struzione di Alba avvenuta con modalità differenti rispeto a quelle utilzzate nella maggior parte dei cai“... quando sfondate le porte e diroccate a colpi d'arte le mura e occupata ἃ forza la rocca (cum effracis poris stratisve ariete muris aut arce vi capta) Voti ei tascorrere dei nemici in ar ami per la città sovverte ogni cosa col fuoco. ‘= Cnustorast 1992: 19, ricordando i riferimento Liviano alle mura di Velletri ac anto a quelle αἱ circuit di Satricum (Liv. VI, 8, 9; VIL 27, 7) e di Anzio (Liv. VI, 32, 11), rileva come esse sano rappresentate “. come ragguardevoli”, Nel caso di Anzio “furono persi alcuni giorni nella devastazione del a campagna, non disponendo i Romani di macchine belliche sullcenti per asalire le mura. . (nec Romanis satis instrucis apparatu bellico ad moenia adgredienda), Tuttavia accanto a questa ipotesi potrebbe anche proporsene una alterati, ritenendo il “muri” nel suo sinificato più generale di mor ferito dunque agli edifici della cità, pensando così ad una distruzione ben più estesa topograficamente. Naturalmente questa soluzione, di per se suggestiva, dal momento che se provata consent rebbe di valutare con minore approssimazione un evento così traumatico per la cità, non mi sembra al momento trovi altra giustificazione, peraltro generica, nella estrema severità con la qual il senato romano si comportò con Velletri. 81

immediate, importanti, conseguenze pratiche (la mancanza. del circuito difensivo), tramutandosi in una sorta di mutilazione, ne comportasse anche a livello ideologico. Maggiori incertezze esisterebbero, invece, sulla corretta interpretazione di quanti dei Veliterni furono trascinati “trans Tiberini": solo i senatori secondo la communis opinio* o tutti i cittadini“? Naturalmente il problema non è di secondaria importanza e proporne con assoluta certezza una delle due differenti soluzioni non sembrerebbe, al momento, possibile. Tuttavia, risulta assai probabile che la decisione abbia riguardato soltanto i senatori, così come deciso nel 329 a. C. per quelli di Priverno^*: a favore di questa ipotesi a mio giudizio, ci sarebbero non soltanto l’espressione di Livio "'senatus inde abductus iussique trans Tiberim habitare", ma anche la considerazione che la deportazione di tutti cittadini appare una decisione troppo “dura” nonostante il comportamento tenuto dai Veliterni, tanto più che non risulta utilizzata neppur per quelle città la cui partecipazione contro i Romani era risultata ben maggiore. Un altro motivo di estrémo interesse, oltre alla ricostruzione di cosa realmente dovette comportare l'adscriptio di nuovi coloni agli abitanti di Velletri**, è quello riguardante la forma con la quale venne incorporata Velletri e quindi il tipo di magistrature esistenti: ad esempio Humbert"? ritiene che per la città, come per Antium, venne adottata una forma che potremmo definire “mista” per cui accanto al vecchio nucleo di abitanti ai quali venne concessa la civitas sine suffragio e che, comunque, conservarono una loro autonomia, si inviarono dei coloni, cives romani optimo iure. Sul piano più specificatamente degli organi politici questa situazione produsse la presenza contemporanea, accanto agli antichi organi politici, i quali in seguito al 338 a. C., pur vedendo le loro competenze fortemente ridotte, tuttavia continuarono ad esistere, come ricordato nella celebre tavola volsca (n. 561, 52) e come testimonia l’esistenza di una coppia di meddices ancora nel III secolo a. C.*, di magistrature più pro-

priamente romane (mi riferisco al praetor Geminus ricordato in CIL X, 6554". Secondo la communis opinio la romanizzazione della città e del territorio, formalmente iniziata con la confisca del 338 a. C., ebbe una sua prima realizzazione con l'iscrizione. nella Scaptia*?, una delle due tribù create nel 332 a. C.*^. Incerta risulta la data a partire dalla quale la città abbia avuto la civitas optimo iure, come sottolineato da Solin?" Infatti la mancanza di testimonianze specifiche, non sembra concedere argomenti decisivi nè a favore della fasi successive alla guerra sociale", quando necessariamente sarebbe divenuta municipio con pieni dirit i, né al 338 a. C."*, nè al IIT secolo a. C.. L'età nella quale dovette avvenire il passaggio da municipio a colonia e di cui è testimonianza il testo dell'iscrizione CILX, 6555 di M. Ofasius Firmus Marus^", anche se non certa, deve probabilmente collocarsi in età claudia™, come sembrerebbero indiziare anche i duoviri noti alle iscrizioni*". STATUS AMMINISTRATIVO E MAGISTRATURE DI ETÀ ROMANA

Nel complesso abbastanza documentato risulta l'assetto politico-sociale grazie al rinvenimento di un cospicuo numerodi cpigrafi. ΤΙ quadro istituzionale annovera fra i magistrati cittadini i duoviri, i duoviri quinquennales*", gli aediles*, oltre ai decuriones*, mentre tra le cariche minori è documentata la. presenza di pretura e questura’. Tra i duoviri ricordo, oltre al M. Ofasius Firmus Marus Cornelis Cossinus di CIL X, 6555 (S61, 46), il O. Graius Q. f. Quir. lamus, anche praef(ectus) fabr(um) di CIL X, 6576 (n. 561, 27), e L. Mari[us] lanualrius) di CIL X, 6580, del II forse dell'inizio del ΠῚ secolod. C. (n. 561, 85). Sono testimoniati anche due patroni della colonia, e due curatores civitatis**. Fra i primi: il M. Ofasius Firmus. Marus Cornelis Cossinus*, forse di origine campana o lu-

^ Bayer 1967: 368 nota 3; Boca, GurrtaKb 1987: 111. Dubbi sula Publius Philo Sp. Postunius" per cui vd. Huser 1978: 178, specialmenmisura dellallontanamento dei senatori avanza Tone 1965: 135; cir tenota 84, però Son 1983a: 16-17. 7 Soi 1983a: 17-18, ^Così Hevcov 1969: 323 che presuppone anche la distrazione della ^" CILX, 2: 651; BeLOca 1926: 380-381, cin. ^ Bravi 1938: 268, ^" Liv. VL 20,9 (BLocu, Gorrruto 1987: 47): "De senatu Privernate 7" Brunt 1971: 20,25; Ross Tavo 1960: 55; Suexwan- Were 1939: ita decretum, ut qui senator Priverni post defectionem ab Romanis mansis 212 e Huwsenr 1978: 186 speciaimente note 114-115, 349, 351 nota 50, set trans Tiber, lege eadem qua Veliterni, habitare" propongono il 250 a. C. crea. “Howser 1978: 344-346, il quale richiama la definizione di ascrip^ Cfr SOLIN 19833: 18-19 it quale respinge, tra le iscrizioni nelle qua to fornita da Festo, icomparirebbe i riferimento alla colonia, a CIL II, 4121. “Hann 1978: 185-186, 192, 337-338, 344-346. In leggero conta © Pavia 1962: 79; LETTA 1979: 38; Sou 1983a: 19. sto la posizione di CRistOFANI 1992: 14, il qual ritiene si trat di "una si"CIL X, 6555, 6586 riferito da LETTA 1979: 38-39 nota 28 ad et antetuazione non ancora esautorata”. rire allt claudia. Contra Sou 1983a: 19; CILX, 6576, 6580, 6581 “diat“Human 1978: 185. "ribuzioneincet tra municipio e colonia” secondo Lera 1979: 39 nota 28 ^" Sulla sua autenticità vd. Panciera (PANCISRA 1960: 9-13; PANCIERA © CILX, 6586. 1962: 78-79) che tuttavia o ritiene "un funzionario ἀεὶ collegium iuvenum ^" NagDIN 1918: 140; CRESSEDI 1953: 117 n. 4, locale”, seguito da Sou 1983a: 19. Contra Hownttr 1978: 185 nota 114; “© CILX, 6554; Cuessepi 1953: 121 n. 80. Lerma 1979: 38, specialmente nota 28. *"CILX, 6554. ©Perl'atriburione a Veirae, seguitada HustBeRT 1978: 185,341,vd. “© CILX, 6555, 6573. Ross TAYLOR 1960: 54-55. Contra Sou 1983: 20:1 quale pur ritenendoil 2% Sulla figura del c. rp. vd. DUTHOY 1979. territorio della Scaptia piuttosto tra Ardeaed Aricia, "non esclude la possi ©" CILX, 6555; Casse 1953: 117 n.45; Sou 19832: 31-32, ritiene bili che pit tandi quando la cità ebbe la piena cittadinanza, suoi abitanti personaggio dell'iscrizione non necessariamente di origine elitema, piuttofossero iscritti in questa tribu". toil figlio del cavaliere pliniano; DEMOUCIN 1988: 841 n. 609; Dewoucin © Liv. VII, 17, 11 (BLOCH, Gurraap 1987: 41). “. nosique cives cen- 1992: 509-510 n. 608, o ritieneil personaggio ricordato da Plinio e “sans si tribus propter eos additae Maecia et Scaptia: censores addiderunt Q. doute originaire e Velletri”. Nello stesso ve, presumibilmente, riconosciuto 82

cana‘, eques Romanus amicitia Neronis principis notus ricordato da Plinio*", che fu anche praefectus fabrum, dopo il 61 d. C", tribunus militum legionis XII Geminae Victricis® e quindi tra il 61 eil 67 d. C., oltre a patronus coloniae, anche curator lusus iuwvenum, duovir al quale va forse riferita anche la fistula urbana CIL XIV, 7490*; il . Marius L. f. Qui. Maximus Perpetuus Aurelianus", fratello del L. Marius Perpetuus tra l’altro curator rerum publicarum Urbisalvensium et Tusculanorum**, che tra l'ultimo decennio del IL e i primi due del ΠῚ secolo d. C., riveste cariche di primo piano sia in ambito civile che militare (Illvir viarum curandarum, tribunus laticlavius legionis XXII Primigeniae, item TH Italicae, quaestor urbanus, tribunus. plebis candidatus, allectus inter praetorios, curator viae Latinae, legatus (in Moesia) legionis primae Italicae, dux exercitus Mysiaci apud Byzantium a. 195-196 d. C. et apud Lugudunum a. 197 d. C., legatus provinciae Belgicae, cos. suff. a. ca. 199 d. C., sacendos fetialis, legatus augustorum duorum a. 198-209 d. C., pro pr. provinciae Germaniae inferioris, legatus Augustorum duorum pro pr. provinciae Syriae Coelae, procos. provinciae Africae, procos Asiae, procos. provinciae Asiae iterum a. 213-215 0 214-216, praefectus urbi, cos. iterum, cos. ll ord. nel 223 d. C.)"*, mostrando rapporti anche con Faventia (curator rei p. Faventinorum), Ardea (patronus et curator coloniae Ardeatinorumy" e Lanuvio** Fra i secondi: Q. Hedius Rufus Lollianus Gentianus®, figlio di L. Hedius Rufus Lollianus Avitus cos. ord. a. 144 e fratello di L. Hedius Rufus Lollianus Avitus cos. suff. ca. a. 177,

membro di quella gens Hedia, con attestazioni più frequenti in Umbria, il quale oltre ad essere cur(ator) c(ivitatium) splend(idissimarum) Puteolanor(um) et Veliternor(um) poco dopo il 184, riveste le cariche di cos. suff. a. 186, legatus Augustorum duorum pro praetore provinciae Hispaniae citerioris, item censitor Hispaniae citerioris, proconsul Hispaniae, censitor provinciae Lugdunensis, item Lugdunensium ca. a. 198 d. C., proconsul Asiae a. 201-202 d. C.**; M. Fabius M. f. Magnus Valerianus",che dispiega il suo cursus tra la seconda metà del Ie il primo decennio del II secolo d. C svolse la sua attività di curator rei publicae Velitrensium nel 177 d. C., dopo aver ricoperto cariche sia civili che militari (decemvir stlitibus iudicandis, tribunus laticlavius legionisXI Claudiae Piae Fidelis, XV vir sacris faciundis, quaestor candidatus, sevir (equitum Romanorum) turma quinta, tribunus plebis, praetor, lupercus), immediatamente prima di essere curator viae Latinae, iuridicus regionis Tusciae et Piceni, legatus Augg. legionis 1 Italicae, patronus Clusinorum, e ancora curator operum et locorum publicorum a. 193 ed infine quindicevir sacris faciundis a. 204. Personaggi di rilievo furono poi: il C. Octavius, figlio di C. Rufus, il quale fu cavaliere e magistrato municipale?" e soprattutto il C. Octavius C. f. C. n. C. pron. praetor 61, proconsole di Macedonia nel 69-59 e soprattutto senatore e padre di Ottaviano, con parentele con gli Ancharii, gli Ari e gli Juli? M. Mindius M. f. Marcellus™, praefectus classis, presumibilmente di origine veliterna, noto anche* attraverso l'iscrizione bilingue dedicatagli, forse dopo il 36 a. C., dai

quello ricordatonel'scrzionerinvenuta nel 1899,in località Pietre lisci, Tungola via Ariana (n. 333); αι σαι 2008: 112. "Segnalo come un T. Ofasius Apate compaia in una iscrizione funeraria da Sbeitla in Africa Proconsolare, databile fore al sec. d. C. (DUVAL 1970: 275-276 n. 19; DUVAL 1989: 464n. 167;AE 1989: 270 n. 816: Tito) Ofasio Apate | filia | xit) anf LXX I (res?) fici) votum?) pia). “© Plin. nat. XXIX,93; RE 4: 1672; PIR I 474α. 1254, L'identficazione proposta dal Bang è seguitada Stein (PIRII: 378 n. 1538) e poi Panciera (Pancia 1962: 78) *" D0BSON 1966: 69-70n. 43 "PIR IE 378 n. 1538; Devuver 1977: 616n. 15. σε Mari Comeli Cossini (f. C]. "CIL VI, 1450-1453; PIR I: 346.347 n. 233; RE 14, 2: 1828-1831 n. 48; ALFOLDY 1987: 197 che propone lo stemmadei Marii Perpeni. Allo stesso personaggio, vanno riferiti: il monumento da Obernburg am Main, nella Germania superiore, ne quale è ricordato insieme all alto console del 223 d. C.L. Roscius Aelianus Paculus Salvius [lionus; diploma dala regione del Danubio (Weiss 1999: 241-245 che sulla base del cognomen TAlelinus conservato nel testo propone l'itegrazine [L. Marius Maximus II L. Roscius Aelianus) forse CIL TM, 10481 da Aquincum (ricostruzione del testoin SOPRONI 1993 che pur prondendo per una datazione αἱ 223 d. C. non esclude possa riferirsi al 223 e 224 d. C). “PIRIL 347 n.237; ALroLDY 1987; Piso 1978: 185-186 per 'sciziomea 1,5 km ad estdi ibiscum in Dacia, 186-187 peri titolo da Baciumi, ugualmente in Dacia, datatoal 212-213 e 215 . C; Patet, MAC DERMOTT 1978 per l'isciione da Qars el Uweinid pro salute ei ncolumitae dominorum nn(ostroruni Impp(eratorum) Augg(ustorum) L. Septimi Severi Pit Pertinacis et Marci Aureli Antonini Pii Felicis e Publi Septimii Gelae con datazioneal 198-211 d.C. inde ΑΕ 1978: 244 n. 827 adn.; KenweDY 1982; Chio, Leon 2001: 165 con una nuova restituzione alle due righe finati, {L] Marius] Perpendus leg(ans) Augg(ustorum) pro praetore) castellum nov um Severianum a[-—. ed una datazione al 200-202 d. C. “= Bass 1986: 202, 204 inde AE 1987 273 n.923 "CIL X, 6567; CRESSEDI 1953: 119 n. 63; Dvmiov 1984-86: 145 n. 216. Contra Jacqurs 1983: 51.53n. 15il quale proponeche Valerianussia

stato curator di Velirae va il 171 e il 177, all'inizio della sua carrera. Anpexza®R 1998: 331 n. 328, rilevando anche la mancanza del dedicante alla fine del testo ne sottolinea la problematicità dellinerpretazione. 7CILX, 6764 = AE 1955: 18, ^"CILIL 4121 (ILS, 1145); PIR II: 128n. 27; RE 13,2: 1368-1370. n. 5; PIR IV: 56-57 n. 42; CusisToL 1981; CanusroL 1982: 145; BIRLEY 1982: 241, 246, 249; THomasson 1982: 310, 313 n. 25, 315,317: Durnoy 1979: 180; AtrOLDY 1982: 316, 324-325, specialmente 326; Jacquet 1983: 65-67 n. 22; Sou 1983a: 19; CHRISTOL, DREW BEAR 1995: 84-85 con ricostruzione della carrera e della famiglia sulla base dei milliari di Dogruca (AE 1995: 447 n. 1442), Germencik nella regione di Magnesia sul Menandro (AE 1995: 465 n. 1481), territorio di Stratonicea (AE 1995: 483-484 nn. 1528-1529), Keramos (Demovcis 1994; AE 1994: 499 n. 1638;AE 1995: 482-483 n. 1527), regione di Smyrne (AE 1995: 457-458 mo. 1466-1467) P CitusroL, Duzw-Bens 1998: 148, 154; AE 1998: 499-500n. 1293, 7 CIL XI, 7106 (-ILS, 2106) da Chius; CIL VI, 1585b (-ILS, 5920); CIL VI, 32327, 32339; PIR IL: 47 n. 34: RE 6: 1775-1776n. 97; PIR I: 102: 43; BuRnano 1982: 423, C16, 430, 433 conira una sua origo dalla Gallia Narbonesee la sua probabile provenienza all'area alpina sud-occidentale; Sou 1983a: 19; Duraov 1979: 180, 208 "Suet. Aug. IT (AnzoUD 1957: 65); οἷς RE XVII, 2: 1805 n. 13: Wiseman 1971: 246n. 287; Licorpari 1982: 51. 7 Suet Aug III (AtLoup 1957: 65-66); RE XVII, 2: 1806-1808n. 15: Wisenx 1971: 246 n. 287; Liconpart 1982: 51,55 ® Votre 1983: 46 n. 8 con bibliografia a parie da RE 15, 2: 17721772.5. 7 Cie. fam. XV, 17,2 (Beau 1980: 249) a propositodella mortedi P. Sulla pater, adversarius sia di Mindius Marcellus che di Attus pigmen: "arius, nel padre diM. Mindius Marcellus andrebbe invece identificato, come suggerito da Votre 1983: 46n.8,il M. Marcellus ricordato da Cic. am. 20,2 (Baver 1964: 5) e XIII, 26,2 (Βεαιμευ 1980: 167-168), XII, 28, 2 (Beavieu 1980: 171) 83

navarchi e trierarchi di Ottaviano”, omonimo del [M. Mipndius M. f. [---] Galleria) Marcell(us) ricordato come curatore di alcuni restauri alle mura di Aeclanum nel corso del I secolo d. C2, M. lulius M. f. Vol. Romulus?! noto da un'iscrizione presumibilmente onoraria, che a causa della sua frammentarietà presenta alcune incertezze di integrazione. Infatti, la ricostruzione del suo cursus senatorio che lo vede proconsul extra sortem provinciae Macedoniae, legatus. pro pretore provinciae Cyrpro, praefectus frumenti dandi ex senato consulto, legatus pro praetore iterum provinciae. Asiae, praetori legato divi Claudii legionis XV Apollinaris**, adlectus tribunus plebis a divo Claudio, suscita ancora perplessità presentando alcune incertezze di integrazione soprattutto alla fine della r. 8 e all'inizio della r. 9 dove Volpe, seguendo Stein, propone equi plublici] / praefecto fabrum. mentre Demougin preferisce equi p(ubl(lico) / praef equit] un^. A prescindire da questi problemi ai quali si connette anche la posizione nel cursus del titolo equestre dopo e non. prima, come generalmente attestato, la menzionedel servizio militare, rimane la datazione del documento all'età claudia e, considerata la probabile origine narbonense di M. lulius. Romulus, il suo non ben definibile rapporto con la città di Velletri. Oltre a questi sono noti anche: un Orbianus, da un fr. di un'iscrizione funeraria senatoria rinvenuta "in contrada Lariano” (n. 274), presumibilmente un Herennius Orbi nus, considerata la rarità del cognome, forse un personaggio peril quale non è improbabile ipotizzare una stretta parentela con l’Herennius Orbianus fratello Arvale sotto Antonino Pio" e quindi un inquadramento cronologico all'età antoniniana, anche sulla base della scrittura e del formulario; il Sextius Varius Marcellus", originario delle Siria, forse di Apamez"", noto attraverso l'iscrizione funeraria bilingue po-

stagli presumibilmente nel secondo decennio del II secolo d. C. mentre ricopriva la carica di praeses provinciae Numidiae®", dalla moglie e dai figli su sarcofago in marmo greco, forse di riutilizzo. Personaggio eminente, appartenente ad una gens" di origine aricina® attestata una sola volta, è il Q. Pomponius Musa?" noto attraverso le veliterne CIL X, 6568, 6584 (insieme alla moglie Iulia Magnilla), l'rbana CIL VI, 7945 e il bollo su tegola CIL XV, 1375"*, cos. suffectus forse di origine veliterna, presumibilmente nel 159 d. C. o un suo parente, con L. Cassius Iuvenalis. Forse ad una qualche relazione con Velitrae, pur in considerazione della frammentarietà del testo e della mancanza di indicazioni sul luogo del rinvenimento, può rimandare l'iscrizione CIL X, 6587 (n. 561, 60) menzionante i due coss. suffecti a. 146 P. Mummius Sisenna Rutilianus® e T. Prifernius Paetus Rosianus Nonius (Agric?]ola C. Labeo ITjetltius? Geminus?}®: del primo, forse di origine spagnoJa, noto attraverso due titoli tiburtini?? e dai fasti ostiensi™, che lo ricordano Patronus Tiburtium ibique curator fani Herculis Victoris item salius, è possibile ricostruire il cursum honorum che lo vede Decemvir stlitibus iudicandis, tribunis legionis V. Macedonicae, quaestor, tribunus plebis, praetor, legatus legionis VI Victricis, praef. aerari SaTurni, quindi come ricordato nell'iscrizione veliterna consul suffectus a. 146 pridie nonas Iunias, praefectus alimentorum per Aemiliam post a. 146%, legatus Augusti pro praetore provinciae Moesia superioris ca. a 150, proconsul provinciae Asiae, augur; ugualmente del secondo, probabilmente originario di Trebula Mutuesca™, attestato oltre che forse in un titolo urbano?" ed uno da Pisa”, da una tegola bollata da Cliternia™, da una fistula acquaria dalla cd. villa di Voconio Pollione, nel territorio di Bovillae™, da una base

# Mancini 1924: SII=AE 1925: 23 n. 93=SEG 4: 102; RE 15, 2: 1772-1773n. 5; Votre 1983: 45-462. 8 con 'identficazione del person gio con l'omonimo ricordato da Cic. fam. XV, 17, 2; DEMOUGIN 1988: 67, 315 nota 161, 621, 821 n. 16; DawouGis 1992: 32 n. 16 che o identificacon il Mindio Marcello ricordato da Appiano a proposito del primo tradimento di Menodoro, l'ammiraglio di Sesto Pompeo (App. εἰν. 5, 102) Un discendente deve presumibilmente ritenersi P KA, Sou 1997: 345-346 n.32; AE 1997: 140-141 n.393. P PIR TV: 264-265 n. 523. Frane 1991: 244-245 n.104; Wien 2000: 305. ?" Marc 1924: 346 n. 1= AE 1925: 21 n. 85; BuRNAND 1982: 428. 429 C 28 ne afferma l'origine velitema; Votre 1983: 43.45 n. 7 con l'ipotesi che Romolo “fosse un patrono dell cit. © comunque un benefattore "; DemouGN 1988: 295 nota 105, 315 nota 163,835n. 448; Voure 1989: 154-155 n. VILI; Dewouawy 1992: 367-369n. 448. Son 1983: 41-43 n.6, anche sullinuilià dell'indagine sui rappori di questa famiglia senatoria con Velle PIRI: 137 n. 81; CIL VI, 2087. PIR II: 386 n. 192; RE 8A 1: 407-410n. 16. 2 Cass, Dio. LXXIX, 30,2 (Cui 1927: 408): Μαρκέλλου, ἀνδρὸς, ἀμοεθνοῦς, el'Arquelas γὰρ ἧς ἐκεῖνος nr... © CimustoL 1987: 501, 505, 507 inde AE 1987: 319n. 1057. 7 RE212: 2323-2324 5. v. Pomponius. »Licorpari 1982: 56 sulla base del L. Pomponius L. Bass cos. et Torguatae filius Horatia Bassus Cascus Scribonionus, cos. praefectus urbis (feriarum Laltinarum nell'iscrzione funeraria da Albano Laziale (Pancia 1972-73, specialmente 116 per lo stemma inde AE 1973: 53 n. 200) 7" IR II: 78 n. 555; RE 21, 2: 2343 n. 60; RAEFSAET CHARLIER 1987:

384 n. 447 specificatamente la Julia Magnilla moglie del (Plomponius Musa di CIL X, 6584; SaLONuES 1996: 107 per l'ipotesidell'origine veliterna dei Ponponii Musa; ANDERMANR 1998: 394-395 n.422. Ex plraedis)0. Pomponi Musses, Juliaes Menilesfclinifecit Mo) Fao. PIR! TE 388-389 n. 519; PIR III 249 n.536; RE 16: 529.533n. 25; RE VII Suppl: 495 ad Munnius; PIR2 V: 313-314 n. 711 "PIR 1 IIL: 94.95n. 692; PIR 2 VI: 397-398 n. 939; RE XIV Suppl 484-485 n. 2; RE XV Suppl: 444 ad Prifemius; ct. Staponi 1992: 81 ‘Spaon 2000: 105-104 = Govzauss 1983: [Plublio) Mummio (Publi fio) Galeria ri Bu) Slisenna [Rulitiano) Xuli(o) situs iudicandis —]; AE 1983: 142143.518; ALrouby 1977: 312. ©CILXIV, 3601-D. 1101; CIL XIV, 4244, Fas Ost LL 13,1, 205. Fe 1999: 169, 186. A proposito dell'iscrizione alla rib Quirina nonostante I cit fosst isctt alla Sergia vd. AtsópY 1977: 305; Torri 1982: 196; contra DevRexe 1980: 353, che ipotza un'origine retina. 7 CIL VI, 149941115; Corm 2003: 475 n. 41 ne ripropone l'esistenza di “uno spazio privato, che rimane in ogni caso non individuabule, tenuto conto del contesto di ritrovamento”. = CILXI, 1431 "CIL IX, 6078,16 dalla località agli Staffoli, a pochi chilometri ad est di Trebula Mutuesca; cfr. ToRELLI 1969: 608-609 che ipotizza che | resti della villa nella località del rinvenimento, possano attibuirs alla ‘asa d'origine" diT Prfernius Paetus; cfr. ANDERMAHR 1997: 402-403 n.435. PCILXIV, 2434= CIL XY, 7846. Dalla stessa arca provengono anche

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di statua da Trebula®", con incarichi sia a Roma (curator alvei Tiberis et cloacarum urbis) che a Ostia (Patronus collegii cuiusdam Ostiensis anno 140) che soprattutto ἃ Trebula (curatorum municipi Trebulanorum datus a divo Hadriano, magister iuventutis, VIIIvir III, aedilis quinquennalis, VilIvir III fanorum quinquennalis, patronus), è nota la carriera militare (Decemvir stlitibus iudicandis, tribunus militum laticlavius legionis X Fretensis, Quaestor. candidatus, tribunus plebis candidatus, praetor candidatus divi Hadriani, legatus divi Pii legionis XIV Geminae vel Scytiae, legatus pro praetore divi Pii provinciae Aquitaniciae, quindi come ricordato nell'iscrizione veliterna, cos suffect. a. 146, praefectus alimentorum, legatus pro praetore divi Pii provinciae Dalmatiae tra il 156 e il 159, legatus Augusti ad census accipiendos provinciae Aquitanicae, proconsul provinciae Africae). Infine vanno ricordati due personaggi femminili: [Livia] Medullina Camilli f., presumibilmente figlia del cos. a. 8 d. C. M. Furius Camillus e moglie di Ti. Claudius Nero Germanicus? (n. 1736*) e Iulia Soaemias Bassiana, «(larissima) flemina), moglie di Sex. Varius Marcellus (n. 4075) Relativamente alle corporazioni professionali sono noti lo Julius Hierax, decurialis (n. 561, 18) e il Ti. Claudius Scythopolitanus, lictor trium decuriarum (n. 561, 101). Relativamente alle corporazioni professionali?*, sono attestati i collegia fabrum tignuariorum attraverso i magistri quinquennales®* Varronius Nicia (n. 561, 13) e Publius Valerius Publi libertus Apo] (n. 1295). A questi si possono aggiungere, il Ti. Claudius Celadus e C. lulius D. 1. Philomus (o Philomusus), rispettivamente redemptor intestinarius cioè appaltatore dei lavori di falegnameria interna degli edifici (n. 1295) e rector cioè muratore o pittore (n. 561, 29), che pur non rientrando in alcun collegio attestano la presenza di maestranze specializzate, evidentemente legate all'edilizia pubblica e privata Mentre il culto dei Lari risulta attestato dall'iscrizione posta dal magister M. Histumennius laribus (n. 1734*) e forse in un altro caso nel quale è possibile riconoscere anche quello di Cibele (n. 361, 45), noto peraltro da un'iscrizione scoperta a Soleluna (n. 1304), la diffusione del culto imperiale trova conferma nella menzione del flamen Claudialis, in un'iscrizione datata alla metà del TII secolo d. C. (n. 561, 58). ‘Tra i culti è presente, presumibilmente, un locale colle-

gio degli Iuvenes, testimoniato da tre tessere plumbee (n. 561, 123) attestanti lo svolgimento e certamente la presenza di un curator del lusus luvenum e cioè il M. Ofasius Firmus Marus Cornelius Cossinus di CIL X, 6555 (n. 561, 46) oltre a quella di un quaestor iuvenum, il [—-] Geminus di CIL X, 65547" (n. 506) ‘Tra le dediche imperiali, oltre a quelle relative all'intervento di Nerva all’ Appia e di Valentiniano eValente all’anfiteatro, ne sono note una dalla Cattedrale di S. Clemente (n. 561, 99), un’altra a Decio esistente negli orti Ginnetti (n. 1723*), entrambe già edite in CIL X, c una di incerta attribuzione, proveniente dalla città (n. 1773*), una, presumibilmente, a Domiziano, del 96 d. C., da Soleluna (n. 1294), ed infine una da riferirsi ad uno degli imperatori per i quali è tramandato Franciscus maximus, databile nell'ambito della seconda metà del IV secolo d.C., anch'essa proveniente dalla città (n. 561, 125%), Incertezze legate alla lettura e alla integrazione mi sembra sussistano per quelle dalla Cattedrale di S. Clemente e dagli Orti Ginnetti. Per quest’ultima, a parte la constatazione dell'unicità del testo, considerate sia le diverse attestazioni nelle quali Decio compare™, il riferimento alla trib por. IL più difficilmente ΠῚ considerato lo spazio esistente, dell'Imperator Caesar Caius Messius Quintus Traianus, pontefix maximus, rimanda al 250 d. C.** Per quanto riguarda la prima, il Teoli che per primo ne pubblicò il testo non fornisce informazioni né relativamente all'altezza delle lettere né ai caratteri paleografici né del supporto, limitandosi a presentarla come "memoria. sepolcrale di qualche gran Personaggio”. Si dovrebbe trattare di una iscrizione onoraria, nella quale sembra evidente che le parole fossero scritte prevalentemente per esteso con il nome dell’imperatore in dativo, come si evince dal cognomen ex virtute Parthicus alla r. 3, preceduto alle rr. 1 e 2 rispettivamente dalle parole nepoti e abnepoti, riferibili ai maiores. Sulla base di questi ascendenti forse ἃ possibile riferirla ad uno degli imperatori della dinastia dei Severi (Settimio Severo? Caracalla?)"®, nonostante la titolatura, che come noto nel corso del tempo subi numerose trasformazioni, ne impedisca un'attribuzione puntuale. Sulla base dell’apografo del Teoli sembra possibile ipotizzare che il dedicante si trovasse alla fine del testo: ——-? / [nepoti divi Antoni] ! (ini Pii pro\nepoti (divi Ha) | [driani] abnepoti [divi] | (Traian]i Parthici [et] 1 [divi Nervae adnepoti] /

Je fistulae CIL XIV, 2436-2437con l'iscrizione di Q. Voconi Pollionise ta dedica ad Iside e Serapide (CH. XIV, 2427). Relativamente alla villa v. DE Rosst 1979: 190-196n. 172 il quale ipotizza che la proprietà, impiantata presumibilmente negli ultimi anni della Repubblica, possa essere passata dai Voconii αἱ Priferni "tra la fine det Ie gli inizi ἀεὶ II secolo d.C"; cfr ANDERMANR 1997: 402-403n. 435. ?" ToRELLI 1969 inde AE 1972: 153. PIR Il: 292: 213; RE 13, 1: 927-928 n. 40; PIR V: 80 n. 304; ‘Savona 1987: 315a proposito del cognomen Camilla; KasAvA 1993: 184185. PIR I: 230-231 n. 457; RE 10: 948-951 n.596; PIR IV: 324-325 n. 7. ‘Un elenco delle iscrizioni riguardanti i collegia veliterni si ova in WacrzisG 1899: 463-464 no, 1771-1773; Ciesset 1953: 117 nn. 4546, 118 na. 52-55, 119.62.

Sulla carica e Ia periodizzazione per astra vd, MENNELLA, APICELLA 200921 ?Gisesrer 1991: 138, 223-224 n. 37. 7" CIL VI, 1099: CIL VI, 4, 31376 e 40696 retain CIL VI, ἃ, 31485: imp(erator) Caesari | [C(aio) Messio] Quinto]! [Traiano] Declio Pio] Felici) Aug(usto] ponte) maximo) tribunicia) potesta e) soprattutto CIL VI, 1, 1100 riedita in CIL VI, 8, 40697 nella quale Decio ‘compare a partie dal inzio della . 4 come [Inp. Caes. C. Messi Quin. LIraioni Decii / (Pil Felici) s August J [ponti | max. ib. Potes. I 1 [cos I desligna.Uipatris payriae[pro.cos. (mag. ercolleg. Viatolrum qui] I [Caesaribus] et cos. [et praetoribus) | apparent et h. v; CIL VI, 406978, »* Kienast 190: 202-205; Peactis 1990: 32-34 ^ Teou 1644: 100. "Cfr, ad esempio, CIL VII, 1053, riguardo l'impaginazione 85

‘Segnalo, infine come tra i personaggi ricordati compaiono almeno cinque veterani dei quali uno, il C. Acilius Marcianus, centurionis) principis) leg(ionis) XII Gemlinae) (n. 285), un. altro, il M. Ofasius Firmus Marus Cornelius Mari f. Clu Cossinus, anche tribunus militum legionis) XIII Gemin(ae) Victric(tricis) (n. S61, 46), un altro ancora, il Sex. Varius ‘Marcellus, anche leg(atus) leg(ionis) Ill Aug(ustae) (n. 407), un ultimo, il M. Julius M.) f. Voli(inia) Ro[mu)lus, praetor legatus. divi Cljaudii leg(ionis) (XIV Apollinar(is) (n. 1295), it C. Alllpinius Restitutus, fr(umentarius) legionis) XXII Aug(ustae) Pr(imigeniae) (n. 561, 145), ai quali può aggiungersi uno dei due personaggi che gli pongono l'iscrizione: M. Firminus. Frontin(us),fr(umentarius) leg(ionis) VIM Aug(usta).

I numero delle gentes di cui è documentata epigraficamente la presenza nel territorio veliterno” risulta ragguardevole, pur prescindendo dai personaggi recanti il cognomen Veliternus"? che in considerazione della sua rarità, come ipotizzato anche per Caralitanus, potrebbe indicare un'origo da Velletri, dai bolli su instrumentum domesticum, oltre che dai nomina, frammentari o, in presenza dei cognomi, assenti, che al momento non risultano ricostruibili se non in maniera ipotetica’®. Tra quelle maggiormente attestate (Tab. 1 f.t), figurano gli Iulii (15), i Claudii (14), gli Aurelii (8), gli Octavii e i Flavii (7), seguiti dai Caecilii (6) e dai Roscii (5). Agli [ulii si riferiscono più genericamente: lo [.. Julius Hierax (dlecurialis [—] Il optimo che compare insieme a Lula) Magnilla in CILX, 6584 (n. 561, 18), lo Iulius Tal dalla proprietà Antonelli (n. 446), lo Iulius Silbanus da una tomba a S. Gennaro (n. 824), lo Iulius L{--] dalla Mola della strada, lungo la via Appia antica (n. 1434), la Iulia Soaemias Bassiana (n. 407), la [ulia Nereis (n. 1295), il già ricordatoM. Julius M. f. Romulus (n. 1295), oltre a quelli appartenenti ai C. ulii: il C. Tullius —) dalla proprietà Antonelli (n. 446), il C. luliusD. 1. Philomus(us) in CIL. X, 6593 dalla città (n. 561,

29), il C. Iulius Malchus in CIL X, 6577 dalla chiesa di S. Clemente (n. 561, 98), il C. Julius Secun[dus sacerdos Matris. Deum da Sole Luna (n. 1304), oltre al C. Julius Felix (n. 1178), al C. Iulius Superstes (n. 561, 150) ealla (Julia) Cleopatra (n. 561,101) su fistulae aquariae. Dell'antica gens romana? con forti legami, tra l'altro,in ambito laziale almeno a Terracina e Anzio nella seconda metà del I secolo d. C. (attraverso Sex. Iulius Frontinus, pr. urb. 70 d. C., cos. I suff. 74, cos. TI 98, cos. III 100)". oltre che con relazioni familiari con gli Ati di Aricia nel I secolo a. C. (a partire da M. Arius Balbus, pr. 60 a. C., nonno materno di Augusto e marito di [ulia sorella di Augusto)" e i Rubellii di Tibur, a partire dai primi decenni del I secolo d. C. (con il C. Rubellius C. f. Blandus, cos. suff. 18 d. C., procos. Africae 35/36, marito di [ulia figlia di Druso)", e nella II regio, forse a Larinum in età severiana (attraverso ilL. Julius Faustinianus legatus Augusti pro praetore provinciae Moesia inf. nel 21/4, clarissimae m(emoriae wir), patronus)*, alcuni dei personaggi veliterni presentano degli omonimi: a parte lulia Magnilla®®, nota anche a Tibur, come disp(ensator)™ oltre che in bolli di tegole urbane", Julius Silbanus forse con lo Julius Silvanus în un'iscrizione funeraria da Puteoli*®, o con il C. Iulius Silvanus in un'iscrizione da Miseno®, o il C. lulius Silvanus in un'iscrizione del 134 d. C, dalla Sardegna", il C. Julius Secundus a Puteoli?" e soprattutto a Roma” oltre che a Burnun, in Dalmazia”, ai quali può aggiungersi il C. Iulius Malchus, in qualche maniera assimilabile allo Iulius Malchus in CIL X, 3497 da Miseno, e ancora C. lulius D. 1. Philomus(us) il cui cognomen ritorna a Roma in associazione sia a Caii Iulii?? che a Olii Iulii?" che a Publii Juli", ed infine Iulia Nereis a Rom: Dei Claudii**, importante famiglia romana presente in età repubblicana tra gli italici di Delo"? con relazioni di parentela coni Plautii di Trebulla Suffenas** ei Sulpicii di Lanuvium**, e rami originari di Puteoli e Nola”, sono noti esclusivamente i Ti. Claudii, con il Ti. Claudius Scythopolitanus e il Ti. Claudius Carpophorus ricordato insieme a Claudia Elpis in CIL X, 6572 dalla Cattedrale di S. Clemente (n. 561, 100), il

Nom ho considerato le genes (Sulpiciae Alta) ricordate nelle isccizioni CIL XIV, 2120 (n. 8I8) e 2141 (n. 480) provenienti da settori esteri a supposto tritorio velitemo ma comprese ποῖ initi della ricerca. "CIL VI, 8507218070 (Aedes Velitr(nus) riferibile all'età tiberiano-neroniana; 20504 (N. Publius Veliemus) riferibile al LII sc. d. Cz Cusssepi 1953: 30 per CIL XII, 4540 da Narbo([.] Macer Vliernus?]) da. scarta a causa dela sua frammentarietà, secondo So 1983a: 19-20, come anche ICUR, 4696 dal coemeterium Pontani lungo la via Portuense((— Velletrane) ^ Almeno: [-—] Vergili[nus] in CIL X, 6570;M. Avi--] Prinitiv© Sabif—] Sever{_-] in CIL X, 6580/1; C. Fu[- } in CIL X, 6583: [nius Zosimus in CIL X, 6586; [s P. lib. Successus in CIL X, 6596; MISaturn] in CILX, 6600; [lius (-e-2-}f-c3-}rus in CILX, 6614; [— 7] Marcellus in CILX, 6617; [.L Paeinus Agrippla] in CIL X, 6621; I -lus (Phys, [7 O)nomaste e [—. Miacedo in CILX, 6622;C. Mod in CIL X, 6631; Lc62-s Daphnus, [-ο. 75. Flaustila e [-c87-] Prima in CIL X, 6628; L— Satuminus e [— Se}rapio nell'iscrzione SOL 1983: 737A n. 47 da via Lata; [— Celtsill e [--} Catulus nell'iscizione Soun 1983: 62 n. 34 da La Mola della Strada; L. Abu{-—]nell'iscrizione Votre 1983: 58 n. 27 da Le Casella "RE 10: 106-107s. Iulius; Cast 1975: 178-179 n. 205 relativa mente alla documentazione pompeiana, 5° Licornart 1982: 41,54 %Liconbgt 1982: 18-19, 52.

7? Licoapama 1982: 44-45, 56. 1 CivoDSCA 1982s: 145-146, 158 Va, 159. “PIR II 230s. 448; RE 10: 944n. 581; PIR IV- 321 n. 680. *CIL XIV, 3716. = CILXV 1375. #2 CILX, 2953. + CILX, 3492 se CILX. 7855. CILX, 2571 "CIL VI, 200 VII, 62; 226; 1057 II 38; 2682: 2961; 3269; 20262; 20263; 34508; 34509. ^7 AE 1905: 69 n. 303, 2 IL VI, 20196 (C. Iulius Corinth. Philoisus). > CIL VI, 38508 (Olius lulius Philomusus). "CIL VI, 20197 (P. [ulis PL Philomusus). i CILVI, 2343233732 °° RE 3: 2662-2667 s. v. Claudius sya 1993: 101-104 n.97 peri Claudii apuani, “tutt di età imperial" © CIL III 7218=P, 2239(C. ClaudiusC. 1); CILP 2247 (A. Claudius Sex D). π LiconpaRI 1982: 46-47, 55. πο Liconpam 1982: 32, 56. + CaxoscA 1982a: 107, 123, 158 IV b, 159 n. 21 (per i Claudi Polliones nolni) 127-128, 157 Va, 159 nn. 22:23 (peri Claudii pteolani).

LE GENTES DI VELLETRI ROMANA

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Ti. Claudius) Philetus in CIL X, 6601 dalla Cattedrale di S. Clemente (n. 561, 98), il Ti. Claudius Ario e Ti. Claudius Celaídus] (n. 1295), ai quali va aggiunto il (Ti.] Claudius Eutrlopus] su fistula aquaria (n. 603), a parte alcuni personaggi femminili: la Claudia E{- -] nell iscrizione da Lariano (n. 274), la Claudia S{—] dalla città (n. 561, 12), la Claudia Acte. in CIL X, 6599 dalla Cattedrale di S. Clemente (n. 561, 99), la Claudia Α[---} insieme a Claudia Atticilla [- -} in CIL X, 6573 dalla Curia (n. 561, 110) e, ancora la Claudia Syntyche nell'iscrizione da Soleluna (n. 1295) e la Claudia) Polla nell'iscrizione funeraria dall’“agro veliterno” (n. 1749*). Tra i diversi personaggi, nella gran parte dei casi presumibilmente liberti, possono segnalarsi quelli dei quali sono noti omonimi, rilevando almeno l'unicità del cognomen Scythopolitanus: il Ti. Claudius Carpophorus anche in CIL. XIV, 2481 da Castrimoenium e CIL X, 8114 da Priverno; il Ti. Claudius Celadus anche, oltre che in CIL VI, 14962 da Roma, in CIL XIV, 3798 da Tibur; il Ti. Claudius Philetus anche a Roma’; la Claudia Acte in CIL VI, 12018, 13659 e 37368 da Roma così come quella dalla via Salaria**; la Claudia Atticilla anche in CIL VI, 15364 da Roma, CIL X, 7811 dall'ager Caralitanus, oltre alla Claudia Ti. f. Atticilla da Porto Cesareo in Calabria” e la Ti. Claudia Eupatoris Mandana Atticilla da Man Keui”; la Claudia Syntyche anche a Roma”; la Claudia Elpis anche, ma nella forma Helpis, ad Aquileia”. Degli Aurelii sono noti invece: a parte l'Aulre]lius Quintus nell’iscrizione da Soleluna (n. 1304), l'Aurelia Thiophilla) nel'iscrizione dai pressi del Castello di S. Gennaro (n. 824) e Aureliae Rufl---] in CIL X, 6600 (n. 561, 12), il M. Aurelius Aug. 1. Allylpus, l’Aureli(us) Alypus Augg. L., l’Aureli(us) Alypiamus, l'Aureli(a) Alypiane e l'Aur(elia) Sozomene tutti ricordati in CIL X, 6571 Tra i personaggi velitemi della gens” sono rilevabili omonimie per: Aurelius Quintus a Roma in almeno tre casi®, considerando come il cognomen risulti altrimenti atte stato all'interno degli Aurelii", ai quali possono aggiungersi quelli nelle iscrizioni da Milosevici, in Dalmazia”, e per

Aurelia Thiophila in un caso ἃ Roma seppure il cognomen si presenti nella forma Theophila”” mentre non risultano altrimenti notiM. Aurelius Aug. I. Allylpus e Aureli(us) Alypus Augg. L., per i quali è tuttavia possibile, almeno latamente, richiamare il L. Aur(elius) Aug. 1. Alypus in CIL VI, 13002 da Roma. Prescindendo dalle due attestazioni da Sole Luna e dai pressi del Castello di S. Gennaro, che in maniera generica possono inquadrarsi tra I e Il secolod. C., è probabile che le altre possano riferirsi ad un ambito cronologico circoscritto alla seconda metà del II secolo d. C. (tra l'età di M. Aurelio e quella di Commodo) dal momento che tra essi figura M. Aurelius Aug. |. Ally]pus il quale sembrerebbe rimandare proprio ad uno dei M. Aurelii Sette attestazioni si hanno per i Flavii, noti attraverso il T. Flavius Philippus e la moglie Flavia Caenis nell'iscrizione CIL X, 6607 da Colle Giorgi (n. 396*), la Flavia Tonice, figlia di Eutychus Augusti libertus e la moglie Donitia Epimachus nelV iscrizione da S. Clemente CIL X, 6609 (n. 561, 116), il T. Flavius) Caralitanus e la moglie Flavia Evagria nell'iscrizione dal ponte della Regina (n. 709), il Flavius Faenianus nell’iscrizione funeraria dal Metabo (n. 701)e il T. Flavius Aug. 1. Hermes nella funeraria da Incudini (n. 1417), alle quali puo aggiungersi quella su tegola da Arcioni di [L. F]lavius (Phillippus (n. 2835). ‘Tra questi personaggi omonimie sono riscontrabili: per T. Flavius Philippus a Roma", rilevando come gentilizio c cognomen ricorrano anche? per il ir) c(larissimus) praef. urbi 391 d. C.; per T. Flavius) Caralitanus con il centurione della X coorte pretoria, in CIL VI, 210 del 208 d. C., nel quale, forse, va identificato”; T. Flavius Aug. I. Hermes a Roma in tre casi, anche se con abbreviazioni dissimili*®, oltre che, soltanto con i tria nomina (T. Flavius Hermes), in numerosi altri? e a Tusculum™, Puteoli, Amiterno™ e Cures Sabini**; Flavia Caenis in due casi a Roma", oltre che a Venosa”. All'interno della gens”, i T. Flavii, preponderanti tra i personaggi veliterni, risultano frequentemente attestati, relativamente alla I regio, in area campana (Miseno", Nola”, Capua”, Cuma, Salmo”, Surrentum™ soprat-

"" CILVI, 10239,2. 27; 15195; 15196 bis; 15197; 15314. 8 AE 1902: 23 n. 84, CILIX, IL © AE 1894: 39 n. 121 9" CIL VI, 492: 493; 12019; 15585; 15607; 15608; 20172. ^" CILV, 1052 b, 25 1 RE 2: 2432s. v Aurelius CASTREN 1975: 141 n. 60; D'Isaxro 1993: 74-77n.46 perla documentazione eapuana. CIL VI, 2673 (Aurelius) Quintus); 3177; 3224 αἱ quali pub aggiungersi CIL VI, 32762 (Aurelius) Colintus),AE 1946: 42 n. 41 dalla neeropolidi S. Sebastiano, CHL VI, 768 (L. Aurelius Quintus), 13369 (M. Aurelius Aug. 1 Quintus) 3576 (T. Aurelius Quintus). * AE 1938: 21 n 66. ^ CIL VI, 28082. CL VI, 18163. CIL VI, 32923 b, 12 Flavius Philiplpus). CHL VI, 1728, 31912; PLRE: 1,607. Soun 19838: 38, "9T, Flavius)Aug lib. Hermes in CIL VI, 18094; T. Flavius Hermes Aug. Lin CIL VI, 18095; T. Flavius) Hermes Aug. Lin CIL VI, 8973.

CIL VI, 1058 VII, 72; 7491; 12839 ab. 17974; 18086; 18093; 18197; 18361; 18907; 20039; 25552: 38958. “CHL XIV, 2605 T. Fllavus) Hermes. SCHL X, 2129 Ti. Flavius Hermes [L] Flavius Hermes) = CILIX, 4286, © CIL IX 4976 "CIL VI, 28967, 35304. MESE "REG 25255. v. Flavius; CAStRÉN 1975: 168 n. 169; D'Isnvo 1993: 130-132 n. 14 in particolare orla documentazione capuana "CIL X, 3335 (T. Flavia) T. fil. Alevandrus); 3348 (T. Flavius) Antoninus) 468 (T. Flavius Firmus), 3613add. (T. Flavius) Calpurnius) 3678 C. Flavius) Avitus eT. Flavius) Avitus Forensis) 3360 (T. Flavius Terentanus). *°CIL X, 1300 C. Flavus Artemidorus) 1301 (T. Flavius T. f Rufus, T. FlaviusT. f Rufus) 1302 T Flavius 1311T. Flavi |) CIL X, 3809(T. Flavius Onesinus) 4137 (7. Flavius Brundisinas 4142 (7. Flavius [Acinydyrus, IT Flavius Cladus. »CILX, 3698 (T. Flavius) Coelins); 3699 (T. Flavius Archilaus P CILX, 535 Flavius). f. Tali); 610 T. FKavius) Especana) "CHL X, 732 7 Flavus Fei).

(n. 270).

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tutto a Puteoli), e laziale, sia nel Latium adiecium", in particolare: ad Anzio con il T. Flavius aug(usti) li(ertus) Euangelus™, i T. Flavius Modestus®, il T. Flavius Trophimus®' © il T. Flavius Severus, T. Flavius Eupor, il T. Flavius Ianuarius, il T. Flavius FI] secondo Solin 7. Flavius Diogneti{o}* che nel Latium verus. In questo ambito si segnalano, accanto al nucleo più cospicuo di personaggi ostiensi?? e a quello comunque rilevante da Praeneste e dall'ager praenestinus™, attestazioni più sporadiche da Tusculum con il T. Fl(avius) Hermes, viator) q(uaestorius)®", iT. Flavius Aug. l. Epafra, proc(urator) villarum tusculanarum*" c il T. Flavius T. lib. Hilario™, da Monte Rotondo con il T. Fl(avius) Augg. L. Marcion e il T. Flavius) Augg. L. Zosimus", da Gabii con ἢ T. Flavius T. fil. Quir. Aelianus'? c, in un contesto più vicino, da Aricia con il T. Flavius Abascantus*, da Bovillae con il T. Flavius] Fielli(x]*^, da Castel Gandolfo con il T. Flavius Quintus, eq(ues) sing(ularis) aug. lectus ex exercitu Raetico ex ala Flavia Pia Fidelis miliaria stipendio*, dal sepolcreto αἱ lago albano con i T. Flfaviüis? L. Bracus®", dal Mons albanus con il T. Flavius. Sabinus] Gli Octavii**, con riconosciuti legami nel corso del I secolo a. C., nel Latium, con Velitrae, forse con Tibur^" (città alla quale li riconnetteva anche la parentela con i Rubellii*?), in Etruria con Forum Clodii**, sono noti attraverso C. Octavius Sp. [/.] Antias insieme a Octavia C. I. Fortunata e TOctavila C. 1. Urbana nell'iscrizione riutilizzata nel pavi-

mento della chiesa di S. Lorenzo a Velletri (n, 561, 26), il C. Octavius C. 1. [- nell'iscrizione funeraria da Morice (n. 3515), il L. Octavius Annianus, il L. Octavius L. f. Octavianus e iV L. Octavius Onesimus nell'iscrizione che ricorda il restauro della via Mactorina (n. 1293). Se per i personaggi recanti il praenomen Caius (quelli maschili: C. Octavius Sp. [ΕἸ Antias e C. Octavius C. ll) Ὁ comunque connessi ad esso (quelli femminili: Octavia C. L Fortunata, il cui cognomen connesso ad una Octavia ritoma ad Anzio™, Forum Popili**, e soprattutto a Roma®, oltre che a Ksar Lemsa®® e a Sicca?" in Africa proconsolare, e [Octavila C. 1. Urbana, della quale risulta quasi omonima la Octavia L. l. Urbana®), il riferimento immediato è direttamente ad Augusto c al padre, entrambi C. Octavii, per gli altri (1. Octavius Annianus, L. Octavius L. f. Octavianus il cui cognomen ritorna in CIL. VIII, 12580 da Cartagine, in Africa Proconsolare e a Virunum nel Norico** e L. Octavius Onesimus, forse omonimo del personaggio réll'iscrizione funeraria da Salona, in Dalmazia"), risulta meno agevole, pur sembrando plausibile che L. Octavius Onesimus possa essere un liberto della stessa gens. Il ramo dei L. Octavii, generalmente meno attestato, ad esempio, rispetto a quello dei Caîi, a parte il caso di Roma, dove tra gli altri si segnalano il L. Octavius®”, ricordato come uno dei legati con funzioni di propretori nella guerra contro i pitati ingaggiata da Cn. Pompeo nel 67 a. C^", il L. Octavius

# CILX, 1571 (T. Flavius Antipater; 183 (T. Flavius Eglegtianuse T. Flavius Olympianus); 1584 (T. Flavius) Eglectianus) 1585 (FlaviusT. 1 Eglectianus); 1743 (T. Flavius) Verus) 1745 (T. Flavius Primigenius), 2129 (T. Flavius Hermes); 2284 (T. Flavius) Claudianus), 2351 (T. Flavius) Claudianus); 2427 (T. Flavius Auf]; 2428 (IT) Flavius Coracinus); 2429 (T. Flavius Diogenes); 2433 (T. Flavius) Hieraticus); 2435 (T. Flavius Iulianus); 2437 (T. Flavius Onesimus); 2438 (T. Flavius Paris); 2441 (T. Flavius Τ f. Rufus); 2442 (I. Flavius Smaragdus); 2449 (Flavius. Prinitivus); 2453 (T. Flavius Antigonus); 2102 (T. Flavius Onesimus) 7^ Anche a Terracina con il T. Flavius) Claudianus T. fil. (CIL X, 6302) e coni T. Flavius Faustus (CIL X, 8397), ad Ardea coni T. Flavius Claudianus (CILX, 6167) eil T. Claudius Euhelpitus (CIL X, 6768) sa fistulae aquariae © ad Anagnia con il T. Flavius Karus (CIL X, 5923), a Priverno conil T. Flavius Faustus (CILX, 6452). 7CILX, 6667. "CIL X, 6605 " CILX, 6694 " CIL X, 6713; Sox 1998: 106 sulla bas di una rilettura del Cod. Marucell. ATI, £157. #0 CIL XIV, 150(I Flavius) Cc 4-Jicus); 164 T. Flavius Clodianus e T. Flavius Claudianus); 166-167 (T. FlavusT. f. Pal. Verus; 198 (T. Flavius Botryenus); 199 (T. Flavius Olympicus), 242 (T. Flavius] Urbatius Aristo); 250 (T. Flavius leuther(us); 251 (T. Flavius Agrippinus, T. Flavius Annianus, T. Flavius Annianus iun(ior), T. Flavius Crescentianus,T. Flavius Buplus, T. Flavius Primus); 479 T. Flavius Quir. Zoilus); 871 (T. Flavius Liberalis 1024 (T. Flavius] Mete[lus]; 1025 (T. Flavius Alexandrus); 1026-1027 (T. Flavius Amerimnus); 1028 T. Flavius Antipater 1030 (7. Flavius Fere T. Flavius Aug. lib. Metrobius); 1033 T. Flavius Saturus); 1034 (T. Flavius) T. f. Primus); 1035 (T. Flavius) Secundinus); 1038 T. Flavius Unio); 1039 (T. Flavius Ursianus) 1045 T. Flavius Capitolinus e T. Flavius Serenus); 1049 (T. Flavius Auxjanon]; 1299-1300 T. Flavius Caricus) 1559 (T. Flavius) Onesim{us]); 1636 (T. Flavius Rufinus); 1701 (T. Flavius Autarches); 1761 (T Flavius Aequalis; 1981 QT. Flavius Tiridates, ib): 2011 (T. (Flavius Sabinus, os. 82d. C. Sou 1987: 123 T. Flavius Phamaz). "CIL XIV, 2922 (T. Flavius T. f. Germanis); 2952 (T. Faris)

Paternus), 2955 (T. Flavius Germanus); 3334 (T. Flavius) Asclepius); 4091,39 (T. Flavius Aeronus) CIL XIV 2840 (T. Flavus Aug. L [Epicteus) **CILXIV 2605. © CIL XIV, 2608 su cui vd. VaL 2003: 62, IL XIV, 2630, ‘CI XIV, 3935, ^" IL XIV, 2806, © CIL XIV, 2191 © CIL XIV, 2411 CHL XIV, 2287, ‘CL XIV, 2345, #0 CILXIV. 2242. ‘RE XVII, 2: 1801-183 s. v. Octavius; CASTREN 1975: 199n. 285. *" Licorpasa 1982: 14,55. ^" Liconpani 1982: 45, 56. ©» Tones 1982: 284. **CIL X, 6740 (Octavia Fortunata) © CILXI, 568. © CIL VI, 23345; 23346; 35964. © AE 1968: 184 n.570. «CIL VIIL 16151 (Oravia (sc) Fortunata) al quale può aggiungersi a Thubusicum Numidarum, nella Numidia Proconsolare, l'Ociavia Fortunata que ei Monnina di CIL VII, 5061 © CILVI, 7875, ‘CHL IM, 11521 (Ov. Oclravius Cr. f. Olu Torr. Octavianus) © CILITI 9245 (L. Oc[ravius)) LOne?]simus). © Faaiermi May 1957: 357 dal colombario E dell necropoli a 1, 5:2. mn. da Porta Portese (L Octavius Eudius) inde AE 1980: 45 n. 155; PISANI Sanrorio 1982: I, 7 n.6 e I, av. V, 1 dl lapidario Zeridi Mentana (L. OctaviusM. f. Cor) con datazione alla fine dell'età repubblicana inde AE 1983: 15 n. 37; PANCIRA 1984 (L. Octavius L f. Vol. Satuminus) inde AE 1984:23-24n 69; Eck 1986: 254-255 n. 8 (L. Octavius Cornllia]nus) dal Ja necropoli soto la basilica di S. Piero inde AE 1987: 34 n. 11]. © REXVI, 2: 1819 n.27. "Plat Pom. 29, 4-7 (FLaceuiéee, Canvisay 1973: 199); ft anche Dio XXXVI, 18, -19, in cul personaggio compare privo del praenomen.

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Felix*", c(larisssimus) vr) il cui nome ritorna su una fistula datata all'incirca al 200 d. C-®, in ambito laziale conta poche presenze: nel Latium Vetus, a Ostia, il L. Octavius Eufrosinus ricordato nelordo corporatorum lenuncularior(um) tabuliarior(um) auriliar(iorum) del 192 d. C59 e il L. Octavius Glyco™ e il L. Octavius Sabinus"® e il L. Octavius Crassus,cos. suf. a. 111 d, C. forse discendente dell'omonimo personaggio di CIL V, 3898, oltre a Octavia L. f. Phoebe, a Tibur il L. Octavius L. f. Vitulus (della tribù Camilia e III vir i(ure) dicundo) iter in CIL XIV, 3669) che come ΠΗ vir, insieme a C. RustiusC. f. Flavios iter, viam interagendam curaver(unt)™, nell'ager di Tusculum, a Prata Porzia, il L. Octavius Laenas** che bolla alcune fistulae*^, a Lanuvium il L. Octavius V. f. nella dedica ad Ercole da Borgo S. Giovanni, oltre che, più indirettamente, a Praeneste, il C. Octavi(us) L. I nell'iscrizione su pigna dalla necropoli^ in quello Adiecum a Rocca d'Atce il L. OctaviusL. f. Rom. che compare nell'iscrizione funeraria posta da Octavia L. 1. Quarta, ad Aquino il [1 Octavius L. 1. Alex{ander, malg(ister)] Graefc(us)] velliserizione frammentaria nella quale compare anche M. Alfius M. 1. Philemon). Numericamente simile si presenta la situazione in Campania dove sono noti:

nell'ager di Venafro, il [L. Octavius L. f. Ter il (L. Octavius] L. £. fil, aediles) quinquennalis) iter melliscrizione posta da [Octavia Claya**, a Capua il L. Octavius L. I. Cimber nell'iscrizione funeraria posta da [L.] Varius L. I. Apella**, a Miseno (7) il L. Octavius Phoebu{s] nell'iscrizione frammentaria che presenta due colonne di nomi**, nell'ager di Pozzuoli, ad Quartum, il L. OctaviusL. Asiaticus nell'scrizione funeraria sibi per la moglie Pontia Daphne et suis posterisq(ue) eoru. Per quanto riguarda le altre regiones, se in quelle meridionali i L. Octavii sembrano assenti, fatta eccezione per Visolato L. Octavius L. 1. Albanus che compare insieme alla sorella Octavia Albana nell’iscrizione funeraria posta dalla madre Octavia L. 1. Ampelio™ a Benevento, una concentrazione può invece rilevarsi nel settore centro-settentrionale, sia, soprattutto nella Sabina e nel Sannio e in ἜΡΙΝI: 426n. 22; REXVIL 2: 1829n.51 con l'ipotesi che possa trat tarsi dell'omonimo possessore, ricordato in CIL VI, 35199, di un'edicola tea Ja va Salaria e la via Pinciana © CIL XV, 7503 dll Esquilino © CILXIV,251 VI, 32. © CIL XIV, 5047; cfr. AE 2001: 215-216 n. 650 dalla basilica di Pianabell, nella quale compare una Aufidia Felicitas, omonimad glio di. Octavius Glycon © CIL XIV, 4498, ‘RE XVI, 2: 1829 n.50; ALFOLDY 1982: 342. 21. © CILXIV, 5048, © REXVII,2: 1856 n.92. ^" CIL XIV, 3667; 3668. © Tossa 1982: 191 (stemma), 192. © CHL XV, 7844 su cui vd. PIRI: XVII,2: 1849 n. 65. ^ RE XVII,2: 1819,25. "CILE, 1429, # GIL XIV, 3179, # CILX, 5677. ^ GianweTm 1974: 305 n.5 inde AB 1974: 51 n.234 ^" CILX, 4887. ^" CILX 4391. #CILX, 3036, © Camobeca 1980: 92 n. 8 con datazione al I se. d. C. inde AE 2002: 132. 354.

Umbria che, anche, nel Piceno c in Etruria. Relativamente alla V, sono not

a Falerio il L. Octavius nell'iscrizione frammentaria a C. Annius C. f. Vell] Tiro, aedil(s) ΤΙ vir q(uin)g(uennalis)®, al quale può aggiungersi, il C. Octavius L. f Vel. Celer che compare insieme a L. Celer Quidacilius nell'iscrizione onoraria del 43 d. C/* e il [PU]ilonicus Octavi(i L. 5, Praenestinus che hoce opus novom fecit nell'iscrizione da Civitanova Marche nella quale è ricordato ‘anche come Crepidine(m) circum cumpi(tum), tectum pertex(tun) Sufren(a) (Pola sta(uit) de suo peculio™. Nella VII, oltre al L. Octavius senatore nel 75 a. C. forse originario di Forum Clodit* si ricordano: a Sutri il L. Octavius Tiro ricordato tra pontifices della colonia, il L. Octavius nel bollo su dolio da Chiusi®, il (L.] Octavius) Pro) che bolla sigillata italica da Sutri, da Orvieto" c dal terri torio oltre che da Patras in Achaia, il L. O(ctavius) Salut(aris) che bolla una patera dalla necropoli di Sovana", a Lucus Feroniae il L. OctaviusA. ., llvir che de sua pecunia fecit forumque refecit™.

Ancora più che non nella V con il [PQ)lilonicus Octavi(i) L. s., Praenestinus e nella VII con il L. Octavius Tiro e il L. Octavius A. L., dove il fenomeno risulta appena rilevabile, nella IV e nella VI, diversi membri della gens, occupano cariche di rilievo all'intemo delle magistrature locali e soprattutto risultano coinvolti nella realizzazione di opere pubbliche. Nella IV sono noti, oltre al L. Octavius, Reatinus**, ricordato da Cicerone:

nell'ager di Nursia, nell'iscrizione rupestre lungo la via Nursina che collegava la cità a Spoleto, ilL. Octavius Cn.f, g(uaestor) insieme a C. Pomponius C. f, a Corfinio ἢ L. Octavius Alexander, ricordato, tra gi altri, insieme a C. Octavius PhiL] nelle operae urb(anae) scabillar(i)*, nell'ager di Forum Novum, lungo la via per Temi, ilL. OctaviusL. 1. Auci{us] ricordato insieme aL. OctaviusL. Hila[rus) e Clulia C. . Epidora™, nell'ager. di S. Benedetto dei Marsi il L. Octalvius N.f. Ser. Balbus™, prafecus) ffabr(un), praefectus) castror(un)] prim(us) pius) ΠῚ sir", a Telsia, forse dall'afiteato, il L. Octavius Charis, che CILIX, 1912. "S CILIX, 5443. "CILIX, 5426. 0% Gase 19864: 25. 1 con datazione alla fine de Io agli inizi del sec. a.C. inde AE 1990: 96.97 n. 304 "^ Toast: 1982: 282, specialmente 205. CL XI, 3254 II 9 ©" CILXT, 6691, 16. © CIL XI, 6700, 417 d:L.] Octavius ProQ. © CILXI, 6700, 417 b: {1 Octavi) Proc. © CILXI, 6700, 417 x: [L.] Octavius) ProQ. 7 AE 1993: 419 n. 1417 adn. (IL) Octavius) Proclus). "CIL XL, 8119, 33, © Sonics 1962: 7 nota 6 inde AE 1983: 107 n. 400. ‘RE XVI, 2: 1819-1820n. 28. “Cie, Brut 241 (Mara 1960: 87). © CIL P, 832-IX, 4541; Sexst 1992 che data l'iscrizione all'88-85 a. C. identificando iL. OctaviusCn. . con il cos. del75 a.C. "RE 10 Suppl: 430 n.38. "^ CILIX, 3188, © CILIX 4826. © Lerma 1982: 198 con l'ipotesi che gli Octavi Balbi sano originari di Marsi Μαντινέων, contra TORELLI 19828: 199. ^ CLIX, 3669. 89

è il caso nell'VIIL a breve distanza da Piacenza, delL. Ocr(avius)L. 1. Dip(hilus) nel’iscrizione funeraria su cippo'^, a Modena del L. Octavius G. Hesiodus nell'scrizione funeraria per sé, il conliber-

tus L. OctaviusG. I. Senecio, VariaG. 1. lucunda e OctaviaL. f. Primaf-—J®, più indirettamente, del M. Octavius L. f. Pol. Regulus nell’iscrizione funeraria dall’ager di Regium Lepidum® e, a Bologna, del (T. OctaviusL. f. al quale, insieme a [L.] Groelius Speratus, [Octavia T. et L. |. [Mi]nor dedica l'iscrizione funeraria frammentaria”: nellaX, del L. OctaviusT. f. nell'iscrizione funer ria dall’ager di Ferrara, del L. Octavius CallIlistus nell'scri ne funeraria anche di Octavia Pelagia da Aquileia, del L. Octavius Servandus, pectinarius, nell'iscrizione funeraria all’ ager di Este®, al pagus Arusnates, dove sono noti numerosi membri della gens, del. OctaviusL.f. Staberin. Capito nell'iscrizione funeraria posta dal padre C. Octavius Capito™, del L. Octavius M. f. Clemens Nic. 3lulla nel'isczionc posta da C. Octavius M. f. Calplito*" ed in quella in cui compare, insieme a (C. Olcravius Capilto],nell'iscrzione frammentaria per (Ocltavia M.f. [Malgna, Flaninlica]"* e del L. OctaviusC. f. Crassus nella dedica a Cuslr] lano per. Octavius Lf. Martialis e C. OctaviusL. f. Macer® c del. L. Octavius Firminus dell'iscrizione funeraria su sarcofago da un sepolero "in altissimo monte S. Mariae de Marano" per la moglie Pontia Iusta®, al quale possono aggiungersi il C. Octavius L. f Fronto dell'iscrizione funeraria, frammentaria, da Squarano, per sè e Octavia P. f. Secunda?" e ilL. OctaviusL. f. Pob. Severianus, nelT'iscrizione funeraria da S. Giorgio Ingannapoltron posta dai geni tori L. Octavius Severus c Tratoria Severa”, a Bardolino il L. Octtavius) Trebiasius melliscrizione funeraria per i genitori ‘Max(ima?) Valerianae L. Oc(tavius) Lucilianus™. Un qualche i teresse mostrano invece nell VIDI, il L. Octavius)" che compare come cos. del 75 ἃ. C. insiemea C. Cotta) in un bello su tegola dalT'ager di Piacenza" e nell’ager di Parma il [L. Octavius Q. f.?] Festus], [VI vir] Auglustalis), al quale insieme al padre Ὁ. Octavius L.f. Miel? en?)a, VII vir Augustalis) Favials), e alla sorella Justa, il VI ir Aug(ustalis)L. Gavius lonicus pone l'iscrizione”, nella X, il L. Octavius Callistus, VI vir et Augustalis) Aquileiae) nella dedica Fortuna Aug(usta) saer(um) da Forum. dulium?", il L. Octavius L. f. Pob. Marcellinus, beneficiarius praelflectus)], plr(aetor) elvocatus nell'iscrizione funeraria da Verona?" ilL. OctaviusL. I Trophimus, VLvirnell'iscrizione funevaria per sé la moglie Secunda da Trento™. Nelle province alle poche presenze note sia in quelle iberiche?" che, soprattutto, in quelle galliche (nella Gallia

© CILIK, 297. © CILIX, 3035. © De BenEDrrT 1997: 49 n. 13 con datazione alla fine dell'età epublicanainizio di qulla imperiale inde ΑΕ 1997: 158 n. 434, © Accenno in PIR IL: 428 n. 39; RE XVII, 2: 1855 n. 8S; Tore 1982: 176,189. '"CILIX, 3311 ©” Vin Worry 1984: 83 inde AE 1984: T7 n.282. "* CILXI, 5228, 12. © CILXL 5228, 5. = CILXI, 5196. © CILXI, 6167; cf AE 1997: 181 n. 498 a-b ad. © Gasperi 1981: 41-44 per ilf di iscrizione rutilizato nel pavimento della catedral inde AE 1985: 89 n. 359, ipotesi inDi Cocco 2000 inde AE 2000: 195 n. 498. (6700, 417 c {L] Octavius) ProQ. = Sensi 1988: 55-561. 7 inde AE 1989: 79 n. 268, "Mei LA 1980: 194 n. 6 inde AE 1984: 103 n.409. © CILXI, 1216. CHL XI, 901. © CILXI990. ^" CILXI 6859. ^ CIL V 2426; PurLo 1999: 157-158 con datazione alla prima metà del see. d. C.

© CULV, 1322. CLL, 2543. "CIL 3962. "CIL 3926, CIL, 3928, CIV, 3898, © CILV, 3968, CIL 3963, P CILV, 3937, "CILV, 3996; Buowopant 1993: 176 con datazione αἱ I ec. d. C. ™ Liconnat 1982: 51 CILE, 953-XI, 6673,2. "CIL XI, 1063; ArgicoNI Bei 1993: 129-130 con datazione alla fine del sec. d. C; Antico! Buxrist 2002: 123-124 con nuova lettura e datazione al inizi del Il sc. d.C. P CILV 1758. CLV, 3371. ™ CILV, 5035; Βυονορανε 1990: 136-137 con datazione al sec. d. C. In Lusitania il L. Hoctav(us — parus nllisrizione frammentaria da Emerita (CIL I, 601), nella Tarraconensis a Astorga L. OctaviusL. f. Pup. Baíoy(eyensis) Magius (AB 1928: 46-47 n. 163), in etica, fore il Lc Octavius? nel iscrizione da lia (CIL I, 1090 secondo la proposta del. Mommsen), a Malaca iL. Octavius L f. Rusicus che compare come aedilis insieme a L. Granius M. f Balbus nellisctiione Victoriae Augustae. (CILTI, 1967) c ἃ Mulva il, Octavius M. f. Silvanus che, come legatus)

nel 13 a. C., operis (sic) faciundo praefuit et parietem supra arcus. de suo fecit signim liberi et priapiscis [posluir®, nelle vicinanze di Chieti il L. OctaviusL. [e]: C. I. Eros nell'iscrizione frammentaria insieme a Q. Octa[vijus Sagiti(ae] 1. Scaripus, O. Titius Titiae |. Secundus e M. Decurius M. I. Fuscus®, a Campobasso il L. Octavius L. I. Cerdo che insieme alla moglie Octavia L. . Baris realizza l'iscrizione funeraria per il figlio Communis Octavi (servus)®*, oltre che nell'ager di Superaequum il Q. Octavius L. f. Sagitta*", quinq(uennalis) Y pagus Boedinus®, finanziatore di importanti opere pubbliche a Superaequum, forse l'omonimo personaggio che in un'iscrizione frammentaria dalla città sacras basilicals —] et novas facienidas viam". Nella VI: il L. Octavius Epicletus® e il L. Octavius Magnion™ che compaiono tra la serie di nomi posti su almeno duc colonne, nell'iscrizione. frammentaria da Foligno, a Collemancio il L. Octavius L. 1. Lada ticordato nell'iscrizione funerara su cippo insieme a Babudia L. | Antiopa, L. OctaviusL. f. Lada e C. Octavius L. f. Lada**, a Suasa il L. Octavius L. f. Cam. Rufus, tribunus) milium) leg(ionis) TIE Seyticae, praefectus) fabr(um) bis, duovir quinquennalis) ex s(enato) c(onsulto) et d(ecreto) d(ecurionum) creatus, al quale viene dedicata l'iscrizione come ringraziamento per aver concesso gratuitamente l'uso delle terme", forse corrispondente all'anonimo prefetto d'Egitto che in età augustea avrebbe realizzato o restaurato, ad Ancona, il tempio di Venere, il L. Octalvius? --] nell'scrizione frammentaria da Spello®, il [L.] Octa(vius) Pro() che bolla sigillata italica dall’ager di Todi® e a Spoleto il L. Octavius L. 1 Callistus, magister) vici, [VI]vir aug(ustalis)™.

Passando all'Italia settentrionale, a parte la quasi assoluta mancanza di attestazione nel versante occidentale, ad eccezione nella IX, a Ventimiglia, del L. Octaviu[s] Urbicis nell’iscrizione funeraria per sé e la moglie Octavia Syntyche dalla necropoli di via dei Sepolcri®, sia nell' VIII che nella X, la gran parte dei personaggi, nella quasi totalità noti da iscrizioni funerarie, non presenta caratteri preminenti:

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Narbonese” il L. Octavius [. £] Ani. nell'iscrizione frammentaria dal Fréjus”), in Mesia” e nelle Germanie (nella Superiore il L. Octa[vius L. f.J, nuncu[pator] colonia Platerna] M{unatia Felix) Apollinaris Augusta Emerita Raurica nell'iscrizione da Augst" il L. Octavius Celer, praeflectus) coh(ortis) VIL Breu(corum) et coh(ortis) | Thrac(um) in quela da Worms”; nella Inferiore, a Colonia Agrippinensium, il L. Octavius L. f. Elaites gubernator, stip(endarius) XXXIII nell'iscrizione postagli dallo scriba Dionysius Plestharchi f. Trallianus”), fa riscontro un numero maggiore in quelle danubiane, con sporadici esempi in Retia” e nel Norico”", pochi di più in Dalmazia” e, soprattutto, nella Pannonia Superiore (a Savaria, il L. Olctavius M. f. Fausti]nianus, dec(urio) [c(oloniae) C(laudiae) S(avariensium), praeftectus) o patr(onus) collegii) fabr(um) (en) centon(ariorum), [quaest(oricius), aedilicius), Il vir i(ure) d(icundo), Il vir q(uin)]g(uennalis), fillamen o -am(inalis) coloniae o divi

Claudii) ---} nella dedica a Giove Ottimo Massimo Depulsor plro salute Savarie]nsium”*, ad Haidin alcune tegole bollate da L. Octavius Secunldus]"*) e in Dacia”. Non dissimile la situazione verificabile sia nelle province balcaniche?", che in quelle dell” Asia Minore”, Un panorama completamente differente offrono le province africane, dove gli Octavii sono presenti in numero cospicuo. Infatti, a parte la Bizacena”, i L. Octavii ricorrono frequentemente sia in Mauretania”, che in Numidia” che, soprattutto, in Proconsolare. Qui, infatti, sono noti a Hr. Guennazia, Bordy Ouraou il L. Octavius Gallus Atticus Pap. Concessus Dynamius, notabile locale" e il L. Octavius Aurteliamus?) Didasius™, clarissimus) ir), al quale i cittadini di Ureu, centro del quale era originario, innalzano una base con una statua come ringraziamento per i benefici ricevuti, in particolare per le termee forse I'aquedotto che era stato danneggiato da una inondazione”; in iscrizioni funerarie a Thuburnica il L. Octavius”; ad

compare insieme al mag(ister) L. LucceiusL. f. nel contratto d'ospiaità realizzato da Sex. Curvius Silvinus cum senatus populoque Muniguensi Hispaniae Ulerioris (AE 1962: 67-68 n. 287 con propostadi datazione al 272. C-404.C). *Incert risulta la Octavia L—] di CIL XII, 459da Marsiglia, dal momento che non sembrerebbe possibile stabile se la L ia riferibile all'inizio del cognomen o piuttosto l'iniziale del praenomen Luci. P" CILXIL 297. Nei press di Skopye il L. Octavius Pulcher (centurio) legioni) 1 Halic(ae)neliscrizione funeraria peril cognato [---], Aniensis, Foro luo, miles leg(ionis) I Llic(ae) (AE 1972: 147-148 n. 512 per la stele funeraria rivilizzatan una tomba di IV sec. d. C. ella necropoli est di Skopye: AE 1980: 192. 727). Lane 1974 (L. Octavius f, nunculpator] colonia Iulia Colplia Apollinaris [Augusta Emerita (Raurlica) il quale pensa che L. Octavius possa essere un parente di Augusto, inde AE 1974: 114-115 n. 435; AE 2000: 397-398 n. 1030 con nuova lettura. 7 CIL XII, 6213. ""CILXIIL 8323. SILL. Octavius Lf. Maximillus nell iscrizione funeraria CIL sona rinvenuta "prope Phering et Otling ad Pinaburgun”. MLL. Ocltaviu}s Rufus nellisrizione funeraria CIL II, 4948 (11522) da Virvrum. "DLL. Octavius f. Cla. Frontinus nellisrizione frammentariada Nedinum (CIL. II, 2865), da cui proviene anche l'iscrizione funeraria di Octavia L. f. Secunda (CIL HI, 14000), a Salona il Lucius Octavius Menodotus nellisrzione funeraria per sé e la moglie Aelia Apuleia (CIL ΤΠ, 2448), oltre al L. Ocltavius)] [One)sinus già ricordato, a Tucepi di Mskarska il L. Oc(tavius) Sabinus nelliscizione funeraria per sé, la moglie Aelia Tia, it figlio [Haenilius Rufus e i liberi (AE 1902: 3 n. 8) a HenchirAE HaouliL. Octavus) Victor (AE 1932: 6n. 20; AE 1933: 17 n. 59). 1990: 232-233 n. 803; AE 1995: 375-376 n. 1240 adn. che propone di identificare nel dedicante i padre del cavaliere [- Ocyavius M. f Fausinianus dell'iscrizione da Carnuntum (AE 1966: 81 n. 266=AE 1968: 124-125 n. 422=AE 1983: 217n. 766) ritenendo erat 'dentificazione proposta dall'editore; Frrz 20002: 159-160 inde AE 2000: 447n. 1190 ad. "CIL II, 11400 a (L. Octavius Seclundus}); b (1. Octavius) Secundus] cL] Ocavius) Secundus] d (IL. Octavius) Secu(ndus): e (IL. Octavius) Slecu{ndus); CULM, 13505 (IL.] Oe(avius) Secundus) 7 Potaissa (Thorda) ἢ [L] Octavius ullanus (CIL II, 876; PIR Il: 427 1.27: RE XVI, 2: 1848 n. 60; Corsten 1982: 720 n. 4, 748, 752 ancheper la possibile origo da Hadrumentun) ricordato ad Ampelum (CIL I, 1308) e, come cos. ΠΠῚ Dactiarum), a Germisara (CIL Il, 1393) e a Poraissa cotruaris) Dac(iarum) UL nella dedica ad Apollo, per restaurodel san: uario di Apollo realizzato da Seprilmius] Diomedes, tritus) [coh(oris) T] Vindelicorum) (nilliaae) eq(uitate) c(ivium) R(omanorum) (Piso, Rocozza 1985: 211 n. che ne propongono una datazione al 200-202 d.C. inde AE 1987: 248 n. 848), ad Apulum il L Octavius Gratus nell'iscrzione Invictus Mifhjrae(CIL IL 1119).

© In Macedonia il L. OctaviusL.. Aem. Rufus nell'iscrzione funeraria CIL Il, 596 da Berhoea, il L. Ocftavius] L. f. Vol. Sallvius] e ilL. Ocltav()us Salvius]nell'iseizione funeraria CIL I, 7350, frammentaria, da Philipp, οἶπε alla Octavia L fi. Maximilla che pone l'iscrizione funeraria CIL II, 673 alla madre Pletra Trio, ugualmente da Philip. ™ Oltre al L. Octavius Naso, praetor del 59 a. C. ricordato da Cicerone (Cic, ad Q. f 1.2, 10 (Constans 1950: 269), in Cappadocia e Galazia, ilL. Oet(avius) Modestus ell'iserizione funeraria CIL II, 6788 da Lystra in Galazia, ad Ancyra, il L. Oclta]vius Vitel, legionis) XV [Apollinaris al ‘quale dedica l'iscrizione funeraria CIL TI, 268 il collega e amico Julius Crescens, în Cilicia, ἃ Adanda, il [L] Octavius M[emor?], leg(atus) August) prio) praetore) cos. deslignarus) nella dedica (7) a Vespasiano (AE 1963: 3-4 n. 11 con datazione al 77 o 78 d.C); in Asia, ad Astipalea, i Λούκιος "Orráowoc che compare nella lev dicta del 62 d. C. (AE 1989: 217 n. 681), a Dokimeion, L. Octavius Cornelius P. Salvius lulianus Aemilianus (RE XVII,2: 188 n. 48; ALFOLDY 1982: 366 n. 29; Commu. 1982: 719-720, 748, 752 per ipotetica origo da Hadrumentum), noto anche perla base da Puppurin Africa Proconsolare (CIL VII, 24094), ὃ ricordato come console del 148 d. C, insieme a C. Bellicius Calpurnius Torquatus, mell'scritione del centurione Aelius Antoninus (SENTENAC Βουμανου 1994: 773-774 n. 15 inde AE 1994: 515 n. 1675). 7» A Sidi Habich ilL. Octavius) Severus, sacendos Sami, nelliscrizione CIL VIII 23034 a Satumo Augusto, oltre che a Thala P Octavia Lf. 1 jn CIL VIII, 547 ea Mactaris "[Oletavia L f. Matrona in CIL VII, 11868. ™ A Tipus il L. Saedius Octavius Felix, veteranus) quinguennalicius nell'icrzione funeraria CIL VII, 20872 posta dalla figlia Octavia Africana; a Caesarea ilL. Octavius Philippus nel'iscizione funeraria CIL. VIII, 21339 per la madre Ulpia Felicissim(a); a Sitfis il L. Octavius Saturn[inus] che dedica l'iscrizione funeraria CIL VI , 8597, frammentaria, alla moglie ad Auzia il L. Octavius Secundus che realizza l'iscrizione funerariaCIL VIII, 9148 perl figlio Octavius Aelianus. 75 A Cuicul il L. Octa[vius —] che compare insieme a [. Cassius Honor{arus] come curato nel'scririone CM. VIT, 8311 nella qualesi alludea delle colonne forse realizzate a spese di M. Favius[--}; ad Ain Fuail L Octavius Cresces nell'iscrizione funeraria in rupe CIL VII, 6332; si castra Lambaesitana il L. Octavius Agatopus nellisrzione funeraria CIL VII, 18439 frammentaria forse er il padre, ilL. Octavius Augustalis, Kart(hago) ricordato ta i nomi dei militari posti su due colonne (CIL VITI 18068 B, 35) e it duplaris) L. Octavius Felix nella lista dei duplari legionis) I Aug(ustae) pia) index) Antonianae (CIL VIM, 25641, 42); Lambesi LL. Octavius Barbarus, milies) leg(ionis) IL Aug(usta) plia) vindex) in CIL VIII, 3209; a Bama il L. OctaviusL. f. Am. Scaeva in CIL VIII, 4300, oltre che in maniera meno direta, a Mastar il Q. OctaviusL. f. Qui. Similis (CIL VIII 6552) a Thibilis l'OctaviaL f. Quir. Maxima (CIL VII, 5624). P AE 1975: 245-246 a, 878 riferito all'età severina. 7 RE XV Suppl: 292-293 n. 40 α; Conn 1982: 739 7 AE 1975: 246-247 n. 880 con datazione alla metà o piuttosto la fine del sec d.C. "CIL VII, 25725 91

confluentes fluviorum Tessaa et Medjerda ilL. Octavius artic]; a Cartagine il L. Octavius Luci Liguris 1. Epaproditu(s] nell’iscrizione funeraria frammentaria per sé, la moglie Octavia L. I. Optata δἰ suis", oltre al L. Octavius Serenus di Brescello che insiemea L. Lutius Priscus di Forum Livi, pone un'iscrizione Dis Deab(us) cons(entibus), tra il 164 © il 168 d.C; a Hr. el-Msaadin il L Octavius Felix Octavianus, decurio col(oniae) Iuliae) Aur(eliae) Ant(oninianae) Kart(haginis), flamen divi Pi, magister sacrorum Cerealium anni CCLXXVI, professor aedilitts, patronus et cura‘or iterum municipi al quale è innalzata una statua; a Simithus il L. Octavius Honoratianus"*; a Gast Mezuar ilL. Octavilus Jan]uarius™; a Thignica il sacerdos L. Octavius Privatus nell iscrizione. sacra a Satumo™; a Tunis il L. Octavius Sabb[-—. nell'iscrizione. funeraria, frammentarie”; a Thugga il L. Octavius Victor Roscianus che nel 195 d. C. aveva garantito la realizzazione tempio di Saturno"*); a Souk el Abiod ilL. Octavius CorneliusP. f. Salvius. lulianus Aemilianus, che compare anche in una dedica imperiale dal tempio nel foro di Thuburbo Maius™, Xvir, quaestor imp(eratoris) Hadriani cui divos Hadrianus soli salarium quaesturae duplicavit propter insignem doctrinam, trib(unus) pl(ebis), príaetor), praefectus) aerar(i) Saturni, tem miltaris), co(r)stu, pontifex, sodalis Hadrianalis, sodalis Antonianus, curator aedium sacrarum, legatus imp(eratoris) Antonini Aug(usti) Pii Germaniae infe rioris, legatus imp(eratoris) Antonini Aug(usti) et Veri Aug(usti) Hispaniae citerioris, procos provinciae Africae et patronus, a Sidi Soltane ilL. Octavius Felix Octavianus. ‘Tra le gentes maggiormente attestate attraverso iscrizioni ormai perdute, per le quali, quindi, non pud fornire alcun ausilio all’inquadramento cronologico nè l'analisi delle caratteristiche paleografiche né quelle del supporto lapideo, compaiono senza dubbio i Caecilii. In particolare più della Caecilia Albina e della C(aecilia) Vitalis (omonima di quelle in CIL II, 3798 daLiria, nella Spagna Tarraconese, dove però ne risulta esplicitata la condizione di liberta, e in CIL VIII,

19543 da Cirta, in Numidia) e delle Caeciliae Bitali[s], note attraverso iscrizioni funerarie, rispettivamente rinvenute negli scavi del Metabo (n. 696) e di provenienza ignota (n. 1774*), prescindendo dal L. Caecilius Saecularis nel bollo su lucerna da Monte Cagnoletto (n. 634), possono forse risultare di un certo interesse il D. Caecilius Acastus e il D. CaeciliusD. I. Helenus, ricordati in una stele di travertino vista dallo Stevenson all'interno della proprietà De Lazzaro, all'incrocio tra via delle Corti e via Casale delle Corti (n. 736). All'interno della gens Caecilia forse di origine ostiense™, presente non soltanto, a Delo'?- ma anche ad Atene, Mitilene, Cos e Pergamo"*, i personaggi rccanti il praenomen Decimus, che come quello dell'iscrizione veliterna mostrano spesso un'origine servile, prescindendo da quelli sui tituli picti, risultano pochi, a parte il caso di Roma’: nel Latium Vetus, ad Ostia, dove è presente anche un L. Caecilius. 6.1. Helenus" iL D. Caecilius Aphrodisius®, il D. Caecilius. Apronianus™, il D. Caecilius Aprilis™ eiLD. Caecilius D. D. 1. Nicia’; in Sicilia con il D. Caecili(us) Galliphyt(us) che bolla ceramica da Palazzolo Acreide”"; in Umbria, a Interamna Nahars, il D. Caecilius Graptus datato al HII secolod.

"CIL VII, 14466. "CIL VII 1053. 7" AE 1961: S6n. 224, > CIL VIIL 25808 b. "CIL VIII 14682. CHL VIIL 1428. "GIL VIII 14995 ® GIL VIIL 14271 7" CIL VIII, 26498; vd. anche CIL VITI, 26500. 7" AE 1914: 11 n. 55 (IL. Octavius Cornelis P. f. Salus] llialrdus (Aemilianus), 7" AE 1899: 36:37 n. 125, P AE 1909: 42-43n. 162. PORES: 1174. v. Caecilius; CASTREN 1975: 144-1457. 81; LicoRDARL 1982: 35,52; D'ISANTO 1993: 85-86 n. 67 in particolar per la documenta zione capuana, > HerzeeLD 1912: 22; Pearaey, Hasewour, Le DARET, BOUSSAC 2002: 81: 1. Αὖλος Καικέλιος Koivrdo) Poudioc (COULLOUD 1974: XX 75).1. CaeciliusA.L [Λευκιδ)ς Καικίλιος Αὔλου (Ὁ 1735, 1-2); Λεύκιος. Καικίλιος Λευΐιου [- Jes (ID 17643); M. Καικίλιος Επαγάτηρς (ID 1961, 1-2); [—.] Caecilius. ID 2534, 6; Sou 1982: 102,6); Avrioynpc Καικέλιος 2612, II, 8); Καικίλια Γναίου (IDI, 30). PHarzerELO 1919:42 nota 3 (Λευκίος Καικίλιος Καλλιστράτες, da Atene, fine del II sec. d. C), 92 nota (K. Καικίλιος K. mo, da Mitlene, fine del sec. a. C), 117 nota 8 (Jc Καικίλιος], da Pergamo, I scc. a. C), 100 noma 2 (Ἰόλλα Καικίλια, da Cos, forse fine del 1 sec. ἃ. C), 10 ιάρκος Καικίλιος Κάνδιδος,da Smime (2), 387. CIL VI, 28191 (D. Caecilius —]); 34696 (D. Caecilius Amenctetus} 13722 (D. CaeciliusD. I Demetrius); 9864(D. CaeciliusD. I Diadumenos); 975 V, 59 D. CaeciliusD. L Hermes); 13722 (D.] Caecilius D. L Hilarus);

1947 (D. Caelcllius Ugenus); 13823 (D. Caecilius Logus); 7479 (D. Caecilius Optatus, 9864 (D. Caecilius Paterrusy, 7480 (D. Caecilius Primitiva 20975 (D. CaeciliusD. G. 1 Primus); 107 1,31 (D. Caecilius) Priscus); 13855 (D. Caecilius Seleucus); 9864-(D. Caecilius Severus), 13786 e 13823 (D. Caeclius Trophinus}; 13823 (D. Caecilius Vindex e Caecilia D. D. Caeciliortum) Trophimi et Logi. epis) 13722 (CaeciliaD. LPrina) P "CILXIV 717 P OLXI 723. "*CILXIV, 705. 20 AE 1929: 38 n.141; CIL XIV, 4288, =7 CILXIV, 47106. CILX, 8059, 9. Ses 1996: 158-159 n. 1 inde AE 1996: 197 n. 602; ANDREANI, Fora 2002: 99-100 n. 1 inde AE 2002: 156 n 418, "OLX 3763. τα Nell'iscrizione da Siviglia, il D. Caecilius Hospitalis e Caecilia D. 1 Materna che insieme a Caecilia Philete fecero realizare la statua Pietatis voluta da Caecilia Trophime © dal marito Caecilius Silo (CIL IL 1474; riedita da Chic GARCIA 1987-88: 368-369 inde AE 1988: 182 n. m6. “ILD. Caecilius Optatus nella dedica a Marte (CIL XII, 4220) «Il Dec(imius) Caecilius) Socrates nell'iscrizione funeraria per la moglie Domitia Philumene (CIL XII, 3562), "La Caecilia D. f. Aprulla, flam(inica) designata colonia) Dea Augusta) Voc(ontiorun) nell'iscrizione funeraria postali dal marito (CIL. x, 690). "In Proconsolare ricordo il D. Caecilius D. f. Quir. Proculus nel l'iscrizione funeraria CIL VII, 17171 da Thubursicum Numidarum. ""Cunusrot 1986.

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C2; in Etruria, a Galera, il D. CaeciliusAchillalsT”.

Non dissimile la situazione ricostruibile nelle province, dal momento che i D. Caecilii sembrano presenti: in Spagna, nella Betica”; in Gallia Narbonese, a Béziers", a Nimes" e ad Arles™; in Africa”, dove la gens risulta tra le più attestate (esemplificativo è il caso di Volubilis, in. Mauretania Tingitana, nella quale i Caecilii oltre ad essere in numero preminente, insieme ai Valeri; ricoprono tin numero signifi cativo di cariche pubbliche”). Numerosi sono invece gli esponenti recanti il praenomen Decimus per i quali risulta documentato, attraverso i ritui picti delle anfore Dressel 20

del Testaccio e degli Orti Torlonia”, a Roma, e di Pompei” e alcune iscrizioni”, con una maggiore concentrazione di attestazioni nei decenni centrali del II secolo d. C., un impegno nel commercio dell'olio con Astigi, lungo il Guadalquivir. Ora forte la suggestione, pur non essendoci, al momento, alcuna sua attestazione, di ipotizzare, anche sulla base della ‘considerevole quantità di anfore olearie Dressel 20 rinvenute nell'intero territorio, che anche il D. Caecilius Acastus veliterno, possa avere un qualche rapporto nel commercio dell'olio betico. Espunti i Veliternii noti da iscrizioni urbane il C. Veliternius C. f Ter. Sabinus, privignus trübunus) millitum)® evil’ C. Veliternius C. l. Atticus insieme a Veliternia C. C. 1. Erotis, C. Veliternius C. C. 1. Nigere L. Veliternius C. f. Atticus'"-, dubitativamente ritenuti discendenti di liberti della colonia veliterna™, in cinque occasioni, come detto, ricorrono personaggi dei Roscii: il C. Roscius. Salvius, il C. Roscius Hermogenes) e la [Rosclia Daphnus in CIL X, 6628 da Velletri (n. 561, 140) e nell'iscrizione funeraria dall'area di fronte al Cimitero Comunale di Velletri, il [L.] Roscius [Alelianus [Placulus (n. 515), insieme ad un suo liberto [L.] Roscius [Clarathymius. Della geris presumibilmente originaria di Ameria, appaiono numerose in'età repubblicana le attestazioni da Praeneste™, Dei due praenomima attestati (Caius e Lucius) abbastanza scama si presenta la documentazione, a parte il caso di Roma dove predominano i Lucii".

Sicilia, a Siracusa, il C. Roscius [- f. tribù o cognomen], pro‘co(n)s(ul), [pr(aetor), aedilis), q(uaestor)?) che insieme a Sextia M. f. Ἐ-- Ἢ, presumibilmente realizza un edificio a solo"; in Umbria (dove la gens, con i Sextié Roscit, è nota anche nell ager di ad Amelia, il C. Roscius [--] in CIL IX, 4508 e il C. Roscius insieme a Roscia C. 1. Τεῖ---] in CILIX, 4509 oltre, anche se più indirettamente, al Roscius C. f. Cu. in un'iscrizione frammentaria" e a Roscia C. 1, Doctilis] in un'iscrizione frammentaria dalager di quello stesso centro”, a Temi il C. Roscius Geminifan]us al quale pone l'iscrizione funeraria [Carajwia Fort{uln{a}a, lib[eryaP. Carta]nti Gem{ijnian{i}” in Transpadana, a Brescia, il C. Roscius Crescens che realizza liserizione inside sacr(um)”. Nelle province, a parte i coss., si hanno: in Mesia, il C. Roscius C. f. Ani. [Clapito nell'iscrizione funeraria da Ghighen”, nella Spagna Tarraconese, il C. Roscius Primus che compare nel bollo su un vaso di sigillata da Tarraco”” e in Pannonia Inferiore, ad Aquincun, il C. Roscius Crispinus, d(ecurio) c(oloniae), dell'iscrizione Iovi) O(ptimo) M(aximoy”.

Per quanto riguarda i C. Roscii sono noti: nel Latium Vetus, i| C. Roscius Felix e il C. Roscius Tertius che compaiono nell'ordo corporatorum lenuriculariorum tabulariorum auxiliarorum ostiensium del 192 d. C."; in quello Adiectum, nelliscrizione funeraria frammentaria da Anzio, il C. Roscius [E]m[eritus?] ricordato insieme a C. Roscius S{aturninus?), {mil(es) coh(ortis)| Il Pr(imigenia) (centurio) Arri{--)e a C. Rloscius®: in Apulia, a Lucera, la Roscia C. f. Justina alla quale il figlio Papius pone l'iscrizione funeraria”; in

Trai due Lucii Roscii noti a Velletri un particolare interesse presumibilmente riveste [L.] Roscius [AJelianus (PJaculus dal momento che, sulla base dell’ onomastica, sembra potersi riferire alla famiglia senatoriale di età medio imperiale. Tra i personaggi che abbiano tale nome, escluso "per motivi paleografici” a detta di Solin, il L. Roscius Paculus Papirius Aelianus cos. ord. con L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus a. 223, forse il Roscius Aellilanus Salviu[s] che dedica un'iscrizione sacra ad Esculapio databile al 227 d. C. da Floridia (Siracusa)" e lo stesso L. Roscius Aelianus Paculus Salvius Iulianus" f. Vibiae L.f. Salviae Varie efrater Nummiorum Albini et Variae che compare, tra le altre", in quattro iscrizioni datate al 223 d. C. (in un diploma militaredi un eques singularis di origine tracia™, in un'iscrizione sacra dal vicus di Obernburg am Main, nella Germania Superiore” e in un'iscrizione [In h(onorem) d(omus) d(ivinae) dle)ae. [Neh]alenniaeda Zierikzee, nelle vicinanze di Coliynsplaat"*

"C RODRIGUEZ ALMEIDA 1984: 225; RODRIGUEZ ALMEIDA 1992: 119 n. 7:D' Caecilius Nicephori, -oriani? er] - uli P TEHERNIA 1964:437-439, à Dressel 20 di età flava "CIL VI, 1885 e AE 1980: 32-33 n. 98 su cui vd. Granino Cscenr 1992, specialmente 705-709 per Iara di D. Caecilius Abascantus e 713-714 per l'iscrizione funeraria di D. Caecilius Onesimus, inde AE 1994: 64 n. 195; CIL VI, 1625b nella qualè ricordatoD. Caecilius Hospitals "SCIL VI, 3541; cfr. Cssepi 1953: 121 n. 75, CIL VI, 28430; efr. CnesseDi 1953: 121 n. 76. 1CrtsstDi 1953: 30; contra Sou 1983a: 19 il quale ritiene venafrano C. Veliernius C. f. er. Sabinus e CIL VI, 28430 priva di *. elementi positivi per un'origine da un ex schiavo della comunità Veet”. REILIl: 11165. v Roscius; CASTREN 1975: 213 n. 335. "CIL VI, 200 IV, 76 (L. Rescius [--}); 25477 (L. Roscius Acius) su cui vd, SOUR, KAJAVA 1993: 65-66 n. 6 con datazione al Il sec. 4. C, forse alla seconda metà, inde AE 1993: 46 n. 129; 163, 5 e 22047 (L. Roscius Daphnus); 1880 bis (L. Roscius Encolpius), 21632 (L. Roscius L. Lydus); 1057 V, 75 e 1058 VI, 15 (L. Roscius Opta n); 32526 à I, 3 (L. RosclusL. f. Rufus; 25477 (L. Roscius Silvanus); oltre a 21632 (Roscia L. I. Chia) e 25490 (Roscila] L. I. Thymelle]). Dei Caii Rosci sono invece noti: CIL P, 259 ([- Rlosci Cf); forse 2431 su gemma (C. Rose); CIL VI, 38826 (C. Roslciar?) C. [L] Anopltes]; 25478 (C. Resclus C. I. Antiochus); 21153 (C. Roscius Celsus), 23871 (C. Roscius Hamus) 25491 (C. Roscius Martial(s); 25480 (C. Roscius Salvianus) P CILXIV,251 VII 2 ~*CILX, 6673

Bai 1981: 9. 7 inde AE 1983: 64 n. 217. 1 procotpisu inde AE 1989: [prowinciae) Siciliae) | Sextia Mucia? 104 n, 342 c; nuova restituzione in Bcx 1996: 123-125 con datazioneal prima metà del see. d.C. inde AE 1996: 257 n. 797. Sensi 1999: 216-217 peri Sex Roscius Aristo e il Sex. Roscius Dio‘genesell'iscrizione funeraria da Taizzano inde AE 1999: 186-187 n. 603. 7 CILIX, 4397. mCILIX 45152. Pv CILIX, 4297. 7 CILV, 4220. 77 AE 1912: 59 n.188. 7" CILII, 4970, 428 7" CILTI 3461. FORE 1:88 n.488 g); PIR I: 2 n 100; PIR HI: 133 n 64, specificata mente 135 n. 73. ‘mA 1952: 8 n.158; Eck 1996: 109-113 con l'identificazione nel cos 203 d. C. senza tuttavia escludere che possa trattarsi di un suo parent, e l'ipotesi che l'areadel rinvenimento possa corrispondere ἃ quello d una sua. proprietà, inde AE 1996: 257 n. 796. ἜΡΙΣ I: 12 n. 100; PIR I: 19 n. 120; RE IL 1: 1120. 11; PIR I: 133-134 n. 66; ALPOLDY 1982: 366 n. 25. © CIL III, 10481 da Aquincum con ricostruzione del testo in AE 1993: 379n. 1313 con datazione, fors, all’ giugno del 223d. C. (e 10-11 ante diem) We ids) unas) Maximo / [er Alano co(n)s(ulibus). "Wiss 1999: 241-245 inde ΑΕ 1999: 464-465 n. 1356. 5 AE 2001: 497-498 n. 1540. ™ AE 1975: 168-169 n. 652. 93

nella Germania Inferiore, oltre che in un fr. da Budapest nella. Pannonia Inferiore”), rimangono: LL. Roscius M. f. Aelianus Maecius Celer" trib(unus) militum) legionis) IX Hispaniae) vexillarior(un) eiusdem in expeditione. Germanica, donatus ab imp(eratore) Aug(usto) militarib(us) donis corona vallariet murali, vexillis argentei Il, hastis puris I, decemwir silitb(us) iudic(andis), quaest(or) August), tr(ribunus plebis), príaetor), cos. suff. a. 100 con Ti. Claudius Sacerdos Tulianus, proco(n)s(ul) provinc(iae) Africaec. a. 117/118, come riportato in CIL XIV, 3612 da Tibur, il L. Roscius Aelianus Paculus Maecius Celer, quaestor imp. Hadriani e pr. peregr. noto dalT'iscrizione da Vettona, precedentemente riferita al cos. a 223, e più di recente datata agli ultimi anni del regno di Adriano”; da una base su statua da Emerita, in Lusitania? e presumibilmente due diplomi militari di provenienza sconosciuta datati al 155-159 d. C-?*; il L. Roscius Aelianus Paculus cos. ord. a 187 con L. Bruttius Quinctius Crispinus e forse discendente del cos. a. 223”. Più generalmente per i Lucii Roscii, escludendo i personaggi richiamati peril [L.] Roscius [A]elianus [Placulus deliscrizione veliterna, ai quale appartiene anche [L.] Roscius.

compare nella Lex Rubria da Este" e il L. Roscius Eubulusricordato come nutrit(or) et procurar(or) insieme a P. Roscius Firmus. nell'iscrizione da Concesio, nellager di Brescia, ovi Optimo) M(aximo) Conservatori possesionum Rosciorum Paculi Aeliani n(ostri) coln)s(ulis) et Bassae filiorumgue eorum", oltre a {Roscia] L. fil. [Placula**, clarissima) flemina) nelliscrizione bresciana postagli dal marito M. Nonius Arrius Paulinus Aper, larissimus) vir. A questi vanno aggiunti il C. Roscius “in pede pinea" al Museo di Palestina? e, anche se in un arco cronologico precedente quello ipotizzato peri Lucii Rosci velitemi, ilL. Rascius Fabatus! legato di Cesare in Gallia nel 54 a. C. e pretore nel 49 a. C. è ilL. Roscius Orho'", tribuno dell plebe nel 67 a C. e forse pretore nel 63 a. C. richiamati da Solin per la oro iù o meno cert origine la-

nel Latium Adiectum, a Priverno il L. Aradius Roscius Rufinus Saturninus Tiberianus", augur, curio, c(larissimus) vr), triumvir (sic) stliribus iudicandis, sevir equestr(ilum turmarum, [a(uaestor)] kandidatus, patronus Privernatium™; a Puteoli L. Roscius. Prepon al quale pone l'iscrizione funeraria la zia paterna Roscia Prepis™; in Apulia i [.}] RosciusL. f. Pom. Rufus nell'iscrizione. funeraria dall'ager di Venosa “in via ad flumen Regale””*; in Sicilia il L. Roscius L. f. Quir. Rufus, priaeftectus) cohortis)--equus pub(licus) adlectus nell'isciione frammentaria da Catania” e il L. Roscius Melanio, che compare su bollo su tegola da Centuripae™; in Umbria, ad Ameria, il L. Roscius del! iscrizione, "in aedem δ. Secundr", sacra a Marte il quale restituit ex vo10™, il L. Roscius [—] che compare in un fr. d'iscrizione? e il L. Roscius Quetus sic) ricordato in un bollo su una tegola™, noto anche nell'ager amerinus (1. Roscius Quetus e L. Roscius Quietus)®; in Etruria, a Bomarzo, il L. Roscius M. f. Am. nell'iscrizione funeraria rupestre*"; in Transpadana il L. Roscius che

Pochi altri personaggi, oltre ai coss., sono noti nelle province considerando: in Gallia Narbonese il L. Roscius Aspri . Quadratus nell'iscizione. funeraria da Nages et Salorgues (Gard)", in Pannonia, al Museo di Camuntum, il L. Roscius L. f. Pub. mi(les) leg(ionis) XV Apo(linaris), stipendiorum) ΠῚ al quale il fratello T. Lucretius pone l'iscrizione funeraria!" e in Dalmazia il L. Roscius L. f. Ser. Genialis ell'iscizione frammentaria dall'ager di lader®" e il L. Roscius I{-—] che compare sulla "vasca (alveus sive labrum) poco profonda, con un foro rotondo nel mezzo, interrata . " nei presidi Kozino, nelle vicinanze di Zara, Analizzando le diverse attestazioni può rilevarsi come la presenza nell'iscrizione veliterna dall’area del Cimitero Comunale di un Roscius Aelianus Paculus, patrono di (L.] Roscius [Clatarhymius, potrebbe alludere, secondo l'ipotesi. di Eck a proposito dei Roscii, a un'origo sicilana, pur non potendosi escludere piuttosto quella lusitana o tarraconese: tuttavia non può trascurarsi neppure un'origine da Ameria e ancora di più dalla vicina Lanuvio dove il gentilizio risulta attestato a partire dal I secolo a. C. Invece, più specificatamente un legame con i C. Roscii di Ameria (dove sono presenti anche gli Aulii*", i Tiberii**, i Sexti" e i Ti-

™ AE 1975: 1802. 692, "RE 1: 488 n. 15 c) RE ILLI: H17-1119 n 8; PIR II: 133 n. 65; Aurocov 1982: 365 n.22; Erne 1982: 525. ΞΟΠ, ΧΙ, 5178: RETA 1914: 1116. ILS, 8972 che Enne 1982: 525 riferiva αἱ L. Rescius Paculus (PIR II 135n,72; RETE 11: 1127 n. 24), cos trail 132 eil 146d. C, identifica» 10 ipoteticamenteda ALFOLDY 1982: 365 n. 23 con L. Roscius L. lf. Quir. Mae]cius CelerM{--] Pastumus Manlilius | Vergilius Staberian{us}; RE JA 1914: 1119-1120, 10. Wess 1998: 409-420 n. 7 il quale ipotizza che il L. Roscius Aelian{us Paculus] ricordato come console insieme a Cn. Papirius Aelianus sia ilL. Roscius Aelianus Paculus Maecius Celer, quaestor imp. Hadriani e pr peregr. inde AE 1998: 645-646 n. 1627 specialmente ad. Je medesime considerazioni possono estenders al L. Roscius Aellanzs ri cordato come console insieme a Cn. Papirius Aelianus) nl diploma edito da Scimpri. 1998: 224-227 n. 2 con datazioneal 145 d. C. coretta in AE 1998: 638 n. 1617 adn. al 155-159 d.C. ®© RE I: 488 n. 15 ἢ; REIT1,1: 1119 n.9; PIR P: 19 n. 120; PIR TI: 133 n 64; ALFOLDY 1982: 349, 365 n. 24 PCILT, 2477. RETA: 1126 n. 1122 n. 15; Liconnart 1982: 32, ®REIA: 1126 n. 22; Licompans 1982: 32, "RE 2: 3705. 1: PIR I 125 π. 822; RE VI Suppl: 10. 1; PIR: 197 1, 1013; Corsten 1982: 691 (stemma), 713 n. 8 CILX, 6439. ™CILX,2917.

OIL IK, 562 = CHL X, 7019 su cui AE 1996: 257 n. 796 ad. e CILX, 7010 "CIL ΧΙ, 4349. CHL Xt, 4510. CHL ΧΙ 6589, 20, b. "CIL XI, 6689, 203, (L. Roscius Queni) “rep. nel camposanto di Lugnano prope Ameriam”; 8113, 17 (L. Roscius Quietus) “prope Ameriam rep, locali Montepiglio prope muros eres" =" Gasrein 1994: 105-114 con datazione all fin dell'età repubblica na inde AE 1993: 187n. 657. "CILE, 600,13, "CIL V 4241; Ganzern 1985: 367368n. 732; Ganzern 1991: 175, SRE I: 1128n.32; ALSOLDY 1982: 349 specialmente 366 n. 26. "CIL V, 4342; Gaazert 1984: 89 n. 136 che non colma la lacuna el gentili iptizzando possa atas tla fosse vel soror L. Rosli Aeliani Pocli ali liant cos or. 223 d. Cs GARZTT 1991: 166. * AE 1965:61 n. 186, 13 AE 1978: 183 n. 633 con datazione alla prima med del sc. . C #5 CILII, 2957. IL, 10186, 17. 1 CILXI, 4507 (A Rolls} 516 δὲν (Rasa A Hara. “CHL XI 4513 QD. Roscius Sabinanu) CHL XI, 4428 Sex. Roscius G. . ros 4511 (Sex. Rescus δεῖς. Gell 4514 (Sex Roscius [7.1f Somit)

[C]athathymius, sono noti:

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tii" Roscii) può forse ipotizzarsi per il C. Roscius Salvius, C. Roscius Hermolgenes] e [Rosclia Salvia in CIL X, 6628. Subito dopo i Roscii, nel computo delle attestazioni figurano con 4 i Careii e quindi con 3 i Lollii, i Marcii, i Quinctilii i Rutilii i Vett e gli Ulpii. ICareii, noti con il [L.] CareiusC. f. Ste. eil L. Car(eius) C. f. sul rilievo da Capri (n. 561, 124), oltre che con il L. Careius C. f. Ste. eil L. Careius L. I. Hieracl(a) che compaiono in un'iscrizione funeraria nella collezione Ginnetti (n. 1724), appaiono estremamente rari completamente assenti nel Lazio, a parte la Careia Sabina" e la Careia Tyche*e, forse, ilL. Kareius Vitalis? da Roma, risultano attestati nella I regio, nell'ager inter Compsam Abellinum Aeclanum con la Careia P. f. Gemella, moglie di C. Pompullius P. f. Hor. prim(us) pilus), tribunus) militum), praeftectus) eg(uitum); nella. X, a Colognola ai Colli (Verona), con i L. Kareius Valens che insicmea L. Postumius Facilis lintiones Apol ini) de) pecunia) s(ua) dederunt), Koco) d(ato) publice)". Più numerosi i casi nelle province™, soprattutto in Gallia Narbonese dove sono noti:

il Kareius ela Kareia Karei fl Paterca nelliscrzione funeraria dall’ager di Arles", il Sex. Careilus Ὁ ? —Janus e Careius Dionlylsius L în un'iscrizione funeraria da Dea Augusta Vocontiorum™, it L. Carfe)ius Severianus in un'iscrizione funeraria dall'oppidum di Valreas®, il. Karcius Secundinusc la Kara Victorin{a] l in un'iscrizione funeraria da Nimes”, la Careia

Felicissima nelViscrizione funeraria da Gailhan, inter Ucetiam et Nemausus®, il T. Careius lanuaris in un'iscrizione funeraria da Saint Paul Troix Chateaux, '4. Kareius Aminus e la Kareia Sex. f Ingenua da Arles"*,il M. CareieusM. . Asisabisio nell'iscrizione funeraria per sé, Careiea Nigella e Careiea M. f. Tertia da Narbonne?"

Tre attestazioni, come detto, per i Lolli, i Quincilii i Marcii, i Rutilii, i Vettii e gli Ulpii. Della gens Lollia™, nota attraverso il Lol(lius) Cyrius, principalis) cur(iae) et eritor duodena de proprio oltre che restaurator dell'anfiteatro veliterno, nipote dell'omonimo principalis) curae) etante eretoris, figlio di Lol(lius) Claudi, princ(ipalis) et patroni curiae, ricordati in CIL X, 6565 (n. 561, 113), sono conosciuti personaggi nel ΠῚ e, successivamente, nel II secolo a. C. che ne indiziano rispettivamente l'origo sannita (Lollius®) e prenestina (M. Lollius O. Jf. Men., cos. a. 129 a. C.**), oltre che la presenza tra gli italici noti a Delo a partire dal 146 a. C. (M. Lollius Q —-}=Mdpxos Λόλλιος Kolvrov®). La gens risulta frequentemente attestata, a parte Roma®™, dove si segnalano trai personaggi femminili Lollia Paulina®” e Lollia Saturnina"", il cui coinvolgimento negli affari a Pozzuoli sembra indiziato dalla sua presenza in una delle tavolette pompeiane?", sia nel Latium Vetus che in quello Adiectum. Nel Latium Verus, ad Ostia, Isola Sacra", Porcigliano®®, più rara-

© CILMI,T217-P, 2241 datato al 1402. C. su cuivd: RE XII, 2: 1377 CHL XI, 4398 (T. Roscius T. f. Auruma); 4399 (T. Roscius T. f n. 7; CoMPATANGBLO SOUSSIGNAN 2006: 197 liste 2 (Camponie-Ialie du Capito) 4514 (Roscia T.I. Pylti). "CIL VI, 17505. Su)n.7).ALL462. C. va datto il Marcus Lollius identificato coni ricor"dato figlio di Quintus, hermaiste (BAst&z 1996: 218-219, 223 n. 53; Com© CIL VI, 22372. PSTANGELO SoussionaN 2006: 194 iste 1 (Campanie-aiedu Sud?) n. 1). © CIL VI, 30850. ‘Ai cas riportati in CIL VI, 6, 1 Indices): 118-119, vanno aggiunti © CIL VI, 3217; Buowopaxe 2000, con datazioneal scc. d C. sopra AE 1958: 63 n.262 M. Lollius Hermeros, M. Lollius Threptus) dai presidi tutto come testimonianza dell'esistenza di lintiomes mol AE 2000: 106-107 Corso d'Italia; AE 1960: 68 n. 251 (C. Lollius Alexander) C. Lollius n.255. "n Germania sono noti il Sex. Careius Sex. Floras in CIL XIII, Paulus) da via degli Acquasparta; FERRUA 1958: 142 per l'iscrizione dalla inde AE 1961: 28 6957 da Mogontiacum: il Careius Saturninus che compare nell'scrizione prima vigna fuori Porta Latina (0. LolliusO. Condinas) CIL XIII, 7566 da Wiesbaden insieme a Pinarus Verus come curator della Ὁ IS; Fes 1976: 209 per epitaffio metrico datato all'inzio del Tl sec. dall catacomba di S. Callisto sula via Appia ({L]ollius Menis) inde ristrutturazione, realizzata nel 194 d. C. a spese dei vicani aquenses, del AEἃ C. 1976: 76 c; DI STEFANO MANZELLA 1976: 113-114 n. 21 per tempio di Giove Dolicheno verusta(t) dilabsum (sic); a Windisch i C. iscrizione 23di n.provenienza precisa ignota datata al I sec. d. C. (Lollia Careius Certs nell'iscizione a Giove Ottimo Massimo (AE 1919: 39 n. Athenjais) inde AE 1976: 28 n. 105; Pocveauwi 1982: 1, 97-98n. 40 e Il ta. 98: AE 1922: 3 n. 7), Più sporadiche attestazioni: in Pannonia, con il M. per l'iscrizione di provenienza sconosciuta datataal Il sec. d C. Careius M. f. Vol. Carus, originario di Riez nella Gallia Narbonese, nel- XXXVII Lollius Secundinus) inde AE 1983: 21 n. 53; ALoss 2001 da via della l'iserizione funeraria AE 1929: 53 n. 185 da Carmuntun;nel Vicino Oriente: (M. Conciliazione con datazione al II sec. d. C. Lollia Eurychia) inde AE. con il L. Cares Adjectus Sedatianus che realizza la dedica da Beyruta C. 2001: 143 n.385. Valerius T. f. Fab. Rufus (AE 1912: n. 179). ©PIR: 297-298n. 242; RE XII 2: 1394-1395n. 30; PIRV: 88-99 n. 328, © CIL XIIL 983, "CIL VI, 21473 a; PIRII 298 n. 243; RE XIII, 2: 1395 n. 31; PIR V= CIL XI, 1608. 39 n. 320; KAVANAGH 2001 il quale ipotizza possa aver sposato Valerius = CIL XI 1702. Asiaticus Il cos. des. a. 69 d. C, piuttosto che il padre, D. Valerius © CHL XII 3692. Asiaticus e non essere la sorella di Lollia Paulina bensì la nipote CIL Xii, 5888. Ganpwex 1999: 13-14. 7" AE 1984: 183-184n. 632 con datazione αἱ T sec d. C. "CIL XIV, 250 VL 33 (M. Lollius Adaucrus); 250 I, 27. IV, 31 (HP. AE 1988: 213 n. 859 con datazione al 1 sec. d. Cz Donoww Pare Lollius Crispinus); 251 VII, 18 (C. Lollius Euhodus); 256, 50. 6 (Lollius 1992 anche per ἢ riferimento alla meth del Ise. d. C. Felix), 251 VI, 38 (0. Lollius Fortunatus) 1268 (O. Lollius Liberali); 250 PI AE 1908: 44-45 n. 186. 1,22.1,9 0f" Lollius Marinus), 251 IL 11 (0. Lollius Onesimus);363 (M. RE 13,2: 1375 s v. Lollius CAStREN 1975: 183 n. 221; ὈἼδΑντο, LolliusM. f. Paulinus); 41 (Q. Lollius Rufus Chrysidianus); 251 VII, 17 (Q. 1993: 160-161 n. 188; CovpxrANGszo SoUsstcna 2006: 172, speciamente Lollius Synbiotay 1513 a Lollia =}; 1640 (Lollia lias) 4563,5 v.39 (Q. nota 26, Lollius Felicssimus); 5003 Lollius Soson, O. Lollius Sozomenus, Lolli " Zonar. VI, 7, 1 (Dmvponitus 1869: 193) TG. Sees ἔτει Aduás Caelestina e Lollia Caererina; forse 45622 a (Q. Loj—.); BARBIER! 1982mus ἀνὴρ Σαινίτης: ὁμηρεύων ἐν ‘Piu; RE XIII,2: 1375-1376n. 1. #3 [1954]. 138-139 n. 65 (L. Lollius Eros, (L. Lollius) Libanus) inde AE Presumibilmente sannita il M. LolliusM. f, cos. a. 21 a. C. (RE XIII 2: 1985:55 n. 211; Suresreu 1990; 208 n. 9 per l'iscrizione conservata in una 1377-1387n. 1; PIRI: 295n. 226; PIRV. 83-84n. 311; Cencntrac collezione olandese (L. Lollius ---, L. Lollius -- ἡ], L. Lollius —D. inde Gervasoni 1982: 85). ‘AE 1996: 104 n. 293. ?"Lconpagt 1982: 39, 54 pera probabile origo praenestina oin alter *" Mazzotex 1983: 105 n.173 (Lollius Herodlia}nus) inde AE 1983: nativa quella campana; CEREILLAC GERVASONI 1982: 85 anch'essa contraria 410.122. "CIL XIV, 2063 ab. (Lollia Prima) all'origo campana del personaggio. 95

mente al Nemus Dianae**, Tibur dove è attestato anche [M. Lollius D. f. D. n. [Paulinus Valer{ius Asilaticus Saturninus, Praeneste® c Nomentun?; in quello Adiectun, a Ferentino con il M. Lollius C. f** che insieme ad A. Hirtium A. f. ces fundamenta. ‘murosque af solo faciunda coeraverunt eidemque probaverunt™, ed esclusivamente con personaggi femminili a Cassino” e Priverno™. ‘Una rilevante concentrazione ἃ rilevabile: in Campania (a Capua", Ercolano", Cales**, Miseno'*, Cuma", Vena-

fro", a Literno"', Nocera Alfaterna”),. in particolare a Pozzuoli e a Pompei", dove compare frequentemente anche tra i rituli picti*©, oltre che tra i graphio inscripta™, nell’ager di Murecine™; nella II regio (nell'ager compsinum, al quale va riferito forse anche Montemarano™, Brindisi", Aeclanunt, forse nell'ager di Teanum Apulum, a Piano di Carbonara’, al Museo Civico di Bisceglie" e a Fontana Taverna nella Valle del Fortore"", a Benevento"); nella IV (al pagus Fificulanus"^, Corfinio™, Alba Fucens™, nell'ager aniterninus"*, Telesia"”, Forum Novum'™, Carso-

"SCIL XIV, 4148 (4. Lollius Paulinus). "CIL XIV, 3797 (M. Lollius Amaranthus, Lollia Aticilla e Lollia Stact) 2° CILXIV, 4240. >< CIL XIV, 2857 bis (Q. Lollius Apollophanes); 344 (Lollia lucunda); forse 3152 (V. Lol). PALA 1976; 33-34, I, 38 con datazione alla seconda metà del I ec. d. C.(P.Lollius Bucolus) °° RE XII, 2: 1377 n.8; Licoaant 1982: 26. "CILX, 5837; 5838; 5839; 5840=P, 1522; 1523; 1524; 1525; Sou 19812: 31-32 anche per la datazione delle mura tra il 150 c il 120 a. C; ὕεια, Quiucr Gicts 1994: 202, specialmente nota 100 per l'inquadramento ai decenni centrali el I soc ἃ. . o subito dopo la metà. ""CILX, 5244 (Lolli C. f. Pol) ? CILX, 6454 (olia Prima). "SCILX, 3784, 5 (M. Lollia M. f. Alelxander])-P, 689. *°CILX, 14031, 13 (Q. Lollius Q. L Dignus); 140 a2, 9 (0. Lollius Q. 1 Dyma), 1403 a 2, 8 (Q. Lollius O. 1. Logismus); 1403 d 1, 15 (0. Lollius Ruf). © CILX, 4681 (0. Lollius lustus) al quale pub aggiungersi M. Lollius che bolla sigillata italica, tivo a Caler inet augustea (PEDROM, SORICELLI 1996: 182) *® CILX, 3599 (L Lollis Valen). ""CILX, 3699 1,23 L Lollius Vator). 19 CILX, 4958 (Lola), 4980 (Lollia Quarti). μα CAMODECA 2001: 162-165 per l'album degli Augustales con riferi mento all'età di Marco Aurelio Lollius Augustianus, Lollius Calocaerus, Lollius Eutyche(s), L. Lollius Hedylalus, L Lollius Hedylalus f, Lollius Hyginus, Lollius Martialis, Lollis Strenio, Lollius Victorinus) inde AE 2001: 264.265 n. 853; CamoDECA 2001: 167-169 con datazione posteriore a quella dell'album precedente (Lollius Archelaus, L. Lollius Hedylalus, Lollius lanuarius Lollius Terpsichorus) inde AB 2001: 266-267 . 854. DE SPAGNOLIS ConmICELLO 1990: 243 n. 1 perla stele fneraria,daata l sec. a.C rinvenutanel 1988 negli scavi d un settore della necropoli, ad est del centro urbano (L Lollius Evo) inde AE 1991: 120-121 n. 49. ""CIL X, 2661 (Q. Lollius Agili); 2662 (L. Lollius Fpaphroditianus); 2663 (O. Lollius Gemellus 2663 a (C. Lollius Pinus); 2664 (Ti. Lolius Priscus 2815 (L. Lollius Severus) 2665 (L. LoKius) Severus Eusebius); 2779 (Lollius Sollemnis}; 1882 (L. Lollius Zoro); $355 (Lolli Xhlidon), 2609 (Lolia Jonice) 1878 (Lolli Nereis), 2496 à (Lollia Severa); 2661 Lollia Tallusa) 1951 (Lollia Victorina) " CILX, 919 (Q. Lollius [ς- ἢ) 891 (Q. Lollius Felt); 926 (0. Lollius Scylas D'Axpsosio, De Cano 1987: 214 dalla tomba I nord, nella zona "della Porta di Nocera, con tre iscrizioni, una al centro (M. Lollius M. I. Nicia, LolliaM. 1. Hermiona), un'altradx. (M. Lollius ML. Lucri) la terza sx. (M. LolliusM. I Feli, inde AE 1990: 57 n. 181. e CILIV, 983 dall via Stabiana {{οἰΠέμο): 314 dal lato settentrionale di via della Fortuna (Lollua aedilis) 740 dal lato meridionale di via degli Holconii(Lollium aedilis); 771 da via degli Holconii Lollium aedilis); 790. 793 dil lato occidentale del vico di Eumachia (Lollum aedilis); 796 dal lato orientale di vicodi Bumachia (Lollium aedilis); 1052 dal lato set tentrionale di via della Casina dell'Aquila s. dei Diadumeni (Lollium aedils)); 2981 “. in angulo orientali vici Thesmi .."(.] Lollium aedilis); 84da via dei Sepoleri (C. {Lolium aedtii)); 345 in luoghi incerti lungo via della Fortuna (C. Lom); 388 dal to settentrionale di via della Fortuna (C. Lollium); 678 dal vico del balcone pensile ({C.]Lollum); 1067 da via della casina dell Aquila. dei Diadumeni(C. Lollia]; 102 dal lato settentrionale di via Consolare (L{o]lium Fuscum); 282 dal lato meri

ionale i via della Fortuna (Lolli [Fu)s{clu{m): 347.419 da un luogo incerto di via della Fortuna (Lolliun Fuscum aedilis); 734 da lato meridionale di via degli Holconi (Lollium Fuscum aedilis); 353 dalla via Nolana allium Fuscun aedilis) 442. 444 dal lato settentrionaledi via Nolana (C. Uollium) Fluscum aedilis); 711 da via Fontana dell'Abbondanza (C. Lollium) Fluscum aediiis)); 832 da via Stabiana (C. Lollium) Fluscum aedilis); 1078 dal lato settentrionale di via della casina dell'Aquila s. ἀεὶ Diadumeni(C. Lollium) [F(uscun)]); 295 dal lato settentrionale di via d Fortuna (C. Lollium Fuscun) 795 dal lato occidentaledal vico di Eumachia (C. Lollium Fuscuma aed(lis); 380 dal lato meridionale di via Nolana allium (Magnun)); 1053 da via casina dell'Aquila s. dei Diadumeni Lollia --): 3770 dalla reg. IX ins. ΤΟ. Lollius Pari) "9 CILIV, 1667 da via degli Augusti (M. Lolium [.] Bithus) con itegrazione in AE 1950: 34n. 86(M. Lollius [M.L] thus); 2497 dalle mura del T'oppidum "inter portam Sami et poram Nolae" (Lollia); 2498 dalle mura del 'op idum “inter portam Sarai et portam Nolae" (odia zii). »Grornano 1972: 314-315con datazioneal 3 ottobre 45 (M. Lollius Philips) inde AE 1974: 64 n. 274; SBORDONE 1976: 166 con datazioneal 18 febbraio del 48d. C. (LolliaΝΊ-- 2), inde AE 1978: 48 n. 138 con muova ettura c datzione (al 21 agosto del 48 d. C.)in CamoDECA 1982: 13-21 Lollia [Sjatumi{n}a,M. Loli(us)PUlppus) inde AE 1984: 61 n.229. "SCIL IX, 1060 (C. Lollius N.f, N. Lollius N. f); 1070 (M. Lollius. M ): 1084 (Lollia Prima). "Cuori 2000: 111-118 n. 1 in particolare 11 e 118, per epitaffio datatoal I sec. d. C. (Lola (mulieris) L. Atia) inde AE 2000: 151 n. 369. ""CILIX, 136. 137 (M. Lollius Arphocras e Lollia Paelina). "CIL IX, 1277 (Q. Lollius Hermes, Lollia Albina), JORANNOWsRY 1991: 461-462 per l'iscrizione so due blocchi da Flumeni, datataal sec. d. C. (C. Lollius Beviuolus) inde AE 1991: 136-137n. 519 anche per alcune lettre non riportate nella trascrizione. ""Russt 1976: 212-213 con datazione alla seconda metà del Ise. a.C. (I- Lollius Lf. Cla. Libo) inde AE 1976: 45 n. 169. *" Morizio 1985 (Lollia M. f. Ru) inde AE 1987: 82 n. 282. © De Beseprrns, INSELL01997: 70-71 n. 5 con datazione ta la fine dell'età repubblicanac la prima imperiale (Ὁ. Lollius ~) inde AE 1997: 146. 407. * CILIX, 1797 (llis) 1694 (L. Lollius Aegialus); 1863 (Q. Lollius 1 Choseos]; 1695. 1865 (L. Lolius Suavis L Clemens); 1864 (L Lollius L 1. Hilarus); 6083, 86 “in amio" (L Lous L{—; 1648 (L. Lollius Orio); 1700 (L. Lollius L. 1. Primigenius); 1865 (IL. Lollius Suavis 1. Primigenius); 1694 bis (1. Lollius Suavis); 1648 (L. Lollius L. f. Suavs); 1864 (Lollia L. 1. Eleuch(eris); 1998 (Lelia Euphrosiney, 6083, 87 su signaculum (Lollia Ilhaco); 1865 (Jolla Primi). "CIL IX, 3578 bis (Lollus); 3578 (C. Lollius {: C. Lollius Anicenus,C. Lollius Aper, C. ollis Montanus). "CIL IX, 3172 (C. Lollius C. f. I 3227 a (Lollia V. f); 3189 (Lollia Gaia. Faust); Buonocore, Marnocco 1992: 164 n. 2 per l'iscrizione frammentaria datata all'inizio delleà imperiale (Lolli. inde AE 1992: 106 n. 329; BuoNocoRE 1997: 246-249 n. 7 per l'iscrizione da Raiano datata alla metà del [sec d. C. (Lollia (mulieris) . Chymasis), inde. AE 1997: 167 n. 458. CLIK, 4000 (C. Lollius M. f. Chilo. CLIX, 4461 add. (C. PlutusC. L Faustus Lollis) "CIL IX, 2230 add. (M. Lollius M. f. Quay 2231 (Lollia M. f Quarta) "CILIX 4824(Q. Lollis Serenus) Pare 1989: 189 n. 24 per 'icrizione da Tori in Sabina, datata a ec. d. C. (M. LollisM. 1 δῖ- ἢ, Lollia ML), inde AE 1990: 84 n.251

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il M. Lollius M.f., veteranus leg(ionis) septuma, neli'iscrizione funeraria bilingue da Konia postagli dall'amico, commilitone, P. Mestrius P. f. Maecilanus]"", i M. Lollius Cimbri f. Men., M. Lollius Cimbri f.) Men. Crisplus], M. Lollius Cimbri n. Cimbrius], L. Lollius Cimbri f. Men. Cim[brus] e M. LolliusM. 1. Philetaerus che compaiono nella lista di nomi presenti nell'iscrizionc da Blaundos® il Lollius Paulinus (7), forse il M. Lollius Paullinus Valerius Asiaticus Saturninus, procos. Asiae a. 120 d. C., in un'iscrizione dalla valle dell’Hermos®® il M. Lollius Q. f.

Menenia ricordato nel ed. senatus consulto d'Adramyitium da Smime™ il Quintus Lollius. Decimi filius nell'iscrizione da ‘Alicarnasso™ così come il Lollius Gentia[mu]s che compare in un miliario databile all'età di Settimio Severo, Caracalla, Geta e Giulia Domna?"; il M. LolliusM. f. Vot, forse l'omonimo procos. Macedoniae aa. 20-18 a. C., in un'iscrizione frammentaria da Filippi" ilM. Lollius Priscus nelliscrizione da Lendorf?; il M. Lollius Rufus in un diploma militare da Ferdinand (Bulgaria); i Ὁ. Lollius Festus nella ista di nomi inseriti nel diploma militareda Brigetio™; il Q. Lolius Urbicus che compare nella dedica da Corbridge, all’[imp.] T. Aelius Anioninus (sic) [Aulg. Pius Il cos. datataal 139d. C.il O. Lollius Saturninus qui et Bicchare il Q. Lollius Saturninus qui et Mercurius nelliscrizione funeraria da Sctif?' il Lollius Primitivus, nat(us) Italicus, nell'iscrizione funeraria di provenienza sconosciuta?" Dei Quinctili sono noti il M. Quinctilius Phoebus, la moglie Quinctilia Danae e la figlia Quinctilia Proba nell'iscrizione funeraria CIL X, 6626, riutilizzata nella chiesa delle Stimmati, a Velletri (n. 561, 53). La gens, di origine romana", nota attraverso i Q. Varii che nel corso dell'età repubblicana ricoprirono magistrature, appare più frequentemente attestata con personaggi recanti i praenomina Caius, Sextus e Lucius, più raramente Marcus: se tra i magistrati eponimi può richiamarsi il caso di M. Quinctilius Varus, tr(ibunus) militum) a. 351 a. C."*, al quale può aggiungersi il M. Quinctilius Varus^^, ricordato da Livio?" e padre del praetor

""CIL IX, 4071 (Lollia Marida); Buowocone 1985, pe la stele da Pereto, datata all'inizio “dell'era cristiana” ([. Llollus Sec{undus), inde. AE 1988: 117n, 468. © Buonocore 1988: 89 n.65 pera see dall località Fonte d'Amore, datata alla metà dl cc. a.C. (Lollia Cf f. inde AE 1989: 74 n.251 "© CILX, H0(L Lollius. f. Ln. L. pron. Lollius Marcianus) = Youn 1968: 253-254 n.178 (L. Lollius Diogenes) inde AE 1915: 73 A ""CILX, 7854, 17 (Q. Lollius (—). IL X, 7670 (C. Lollius Crescentianus). 5 CILX, 8046, 20 su tegola (M. Lollis). = CIL X, 7963 (Lollia Philonice). "" CILX, 7074 (L. Lollius Daphnus). = CIL X, 7417 (M. Lollius Myrilus); Bivona 1977: 545-546 n. ὃ per iscrizione frammentaria dalla necropoli di S. Antonino(P. Lollius? —]) inde AE 1980: 131 n. 520. © AE 1953: 49 n, 159 (Lollia rend) ""CIL XL, 5264 (Sex Lollus). © CILV, 6032 (Lollia Cl. 7° CILV. 6499 (Lollia Marcell) "CILV, 6693 (Lollia Proc). δ’ CILXI,477 (Q. Lollius Q. f. Ani. ""CILXI, 6712, 257 su signaculum (Q. Lollius Ianuarius) CHL XI, 700 (C. Lollius C. f Rufus. 7 AE 1961: 64 n. 257; SUSINI 1968: 297-298, 302 (L. ollis Lollius Longinus) con datazione al I-II sec. d. C. inde AE 1985: 101-102 n.401 c.b. ™CIL V, 7485 c 7486 (C. Lollius C. 1. Agraulus) su cui vd. Zonat 1993, il quale ipotizza, richiamando ale documenti, una relazione tra la ‘gens dio Ammone, rappresentato αἱ di sopra del campo iscritto; 7472 (0. Lollius Eusebes); 7486 (C. Lollius Heliodorus) #CILV, 7464 (T. LolliusT. I. Masculus) "CILV, 8115, 62 su "patella" (P. LolliusP. f. Umber, © CILV, 6699 (Lollia Severa). P" MELLA 1980: 193 n. 4 per la stele di marmo nella collezione Kennedy Sada di San Remo, rinvenuta nella necropoli di vía dei Sepolcri (M. Lollius Heliodorus) inde AE 1984: 103 n. 407. "CIL V, 2978 (P. Lollius [—] 2979 (O. Lollius L. f); 8117, 10 da Abano su fistula aquaria (C. Lollius Grana).

"CILV, 1052, 14 (C. Lollius Costans) 8411 (M. Lollis ΟἹ 5,3 (Lollo). "CIL V, 8116, 35 su signaculum ex aere (L. Lollius Hermes). 7" CILV, 3160 add. (olla Ari). 7 CILV, 1808 (Lollia L. f. Prisca). ?"CILV, 2197 (Lollia Uxesina) ?"CILXI, 1659 bis (C. Lollius [""CILXE, 345 (L. LolliusL. 1 P CAL XI, 7487 (C. Lollius C. f. Pom. Autronianus) "CIL XI, 3887 (Q. Lollius Barhylus, Q. Lollius O. f. Valerianus); 3864 (Q. Lolius Dio) ""CILXI, 3255 (C. Lollius Callidus). ΜΟΙ ΧΙ, 142 (1. Lolli L . lib. Commodtus). "*CILXI, 3845 (Lollis Costatin(us) "*CIL ΧΙ, 6699, 198 su lucerna (C. Lollius) Dia(dumenus) CLL XI, 3780 (M. Lollius Sabinianus) ?" CILXI, 7345 (Lollia Maximill). > Bava, NASO 1986: 33 n. 1 peril laterizio con bollo rettangolare diM. Lollius Felix Decinii f datato trail sc. a. C. eil sc. d. C. indeAE. 1987: 104n. 373. AE 1905: 14 n. 74. AB 1911: 36. 146. © AE 1917-18: 24 n. 104. 7H AE 1935: 54. 173. © AE 1959: 61.5. 7" AE 1959: 61.6 7" AE 1933: 23 n.85. © AE 1930: 25 n. 82 © AE 1925: 13-14, specialmente 14, n. 67. 7" AE 1931: 23.79. n AE 1936: 25.75. P AE 1931: 15.51 13 AE 1949: 64 n. 209. 1° RE 24: 894-898 s. v. Quinctius; CASTREN 1975: 212 n. 330 1 quale richiama la presenza dei Quinctos tra i principes Albanorum ammessi da Servio Tullo trai Patres (Liv 1,30) "RE 24: 902-908 n. 9. RE 24: 908 n. 10 "Liv XXX, 18, 5 (WALSH 1986: 118).

li” e Sulmona"). Completano il quadro per il settore centro meridionale poche altre presenze: nella III, a Crotone!" © Paestum®®: in Sardegna a Tlbona®, Cagliari"*, Terranova? e Porto Torres®; in Sicilia, a Catania®”, Termini Imerese™ e Siracusa’, Per il settore centro settentrionale, oltre alle sporadiche attestazioni nella VI (a Nocera"), e a quelle di poco superiori nell'XI, relative esclusivamente a personaggi femminili (a Milano”, Laumellum e Vercelli®), nell VIII (a Rimini”, Parma™, Bologna" e Classe"), nella IX (ad Industria”, Vardagate”, Dertona®, ager saluzzensis® e Albintimilium®) e nella X (a Padova", Aquileia, Verona, Vicenza, Ad Tricesimum'" e Altino"), un'ulteriore, anche se più modesta rispetto a quella ostiense, campana e sannita, si rileva nella VII (a Florentia”, Blera"", Falerii”, Capena”, Sutri”, Pisa", Saxa Rubra”, Perusia^*, Veio”, Nepi" e Tolfa") Nelle province, tra gli alti, si hanno:

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dell'anno 203 a. C. senz'altro più numerosi sono i M. Quin(c)tilii noti da iscrizioni di ambito urbano™. Risultano noti in ambito laziale, a parte Ostia dove numerosi sono i Quintili, specialmente i O. Quintilir" a Ferentino con il A. Quinctlius A. f. Pal. Priscus, VWllvir aed(ilicia) potestate), WMvir i(ure) dlicundo); Ilvir quing(uennalis) adlec(1s) ex (enatus) c(onsulto) pontifex, praefectus) fab(rum) e patronus municipi", a Monte Cavo con il [Q]uhnctilius®, a Tusculum su fistula plumbea con il Quintilius Cofndianus)* © il Quiniilius Malximus]*cos. ord. a. 151 d. C^*e il Sex. Quintilius Sex. f. Valerius Maximus leg(atus) provinciae Achaiae, praetor, ‘r(ibunus) [pM(ebis), quaestor provinciae Achaiae, trübunus) milGtum) legionis) Y Italica et XIII. Geminae, VII vir viar(um) cur(andarum), a Tibur con il [Quilnetil(us) Nom[---] su tegola”, presumibilmente a Bovillae con il Sex. Quintlius Condianus"* cos. ord. a. 180d. C.*, ad Aquinoil P. Quinetlius,cos. a. 13 a. C. insieme ἃ Ti(berius) Cludius® e con il M. Quincilius [— sevir Au)gusi(alis) idem q(uin)g(uennalis) e membro dei collegi (lenunc(ulariorum) tyraieci(us) Luculli et stulppatoram" datato alla seconda metà del II sec. d. C. dal Tevere. In Campania è attestata: a Cuma con il P. Quinctius Varus]"®e nella forma Quintlia coni L. Quintilii ad Ercolano (L. Quintilius C. 1. Chius,L. QuintiiusL. 1. Firmus, L. Quintius Lepidus e L. Quintiius L. I Pelops)?" e coni M. Quintilii a Pozzuoli (M. Quintilius Primus e M. Quintilius Puteolanusy*. Tra i non numerosi personaggi della gens noti in ambito italiano estremamente scarsi risultano i M. Quin(cyilii:

il M. Quintilius Hermerols] che insieme a Cn. Cornelius Charito, A. Timinius lanuarius e Abascantus Cn. Comeli() Charitonis servus) dedicano a Silvano un’ara da Capena, in Etruria", e nella Venezia e Histria, a lulium Camicum il [M.] Quinctilius M. 1. Donatus che compare insieme a [Selx. Erbonius Sex. 1. Diphilus ‘come magister) vici, nella lista ei magistri aedem Herculis e il Quinctilius M. 1. Secund(us) inserito nella lista di liberti, fors il medesimo [M.] Quinctiius M. f. —] di CIL V, 1843, oltre al M. Quinctilius M. 1. Secund(us) nell'iscrizione da Aquileia®*.

Non differente si presenta il quadro delle attestazioni nelle province per le quali è possibile contare: in Africa, nella Proconsolare, sul M. Quintilidus A}sinus nell'iserizione funeraria da Cartagine, in Mauretania, sul M. Quinrillius Basileus che bolla tappi di anfora da Siufis^*; nell’Illirico, in Dalmazia, sulM. Qulintilius —]us che pone l'iscrizione funeraria peril figlio [Qui]ntilius Mescfenius], a Salone”.

Tre menzioni, attraverso il L. Marcius Anicetus e la Marcia Helpis dell'iscrizione da Incudini datata alla fine del Iscc.d. C. (n. 1417), alla quale può aggiungersi la Marcia C. 1. Crysai di CIL X, 6593 (n. 561, 29), sono note per i Marci. Relativamente ai cognomina una Marcia Helpis risulta attestata in tre casi, prescindendo dalla Marcia L. I. Helpis®®, în ambito urbano”. Della L. Marcii, gens”, presente tra gli italici a Delo, che conta numerosi rappresentanti a Roma”, a partire dal L.

""CIL VI, 25271 e 31741 (M. Quins); 29430 (M. Quintus ospedaleS. Giovanni ra e via dell’ Amba Aradam e S. Stefano Rotondo, i nomi dei due Quinti, Agathyrsusy, lUDI4g3400 (M. Quintus Bisidumusy 36242. (M. nella quale ricorrono "CIL XIV, 2609 su cui vd. Van 2003: 83 nota 425, 260; RE 24: Quiwilius Collis (Praes fius), 24606 QM. Quinilus Claudianus 26346 (M. Quintius Diadureus) 25279 per cui vd. AB 9862.25. 1983: 30n 88 adn (M. QuincilusM. Diogenes) 25275 (M. Quins 2° CIL XIV, 4092, 15. Epaphrodiasy, 915 VI, 27 (M. Quinilius (M. 1. Felix), 25276 (M. IL XIV, 2393. Quintius Pacatae I Helio, 4386 (M. Quintus Nynphins) 36243 (M. P" PIRI: 117 n. 20 Qui) Rusticus Ly 25279 (M. Quimcilius M. L Spaerusy "" Guanwerrt 1969: 75 n.9 pere iscrizioni su uma piccola colonna; AE. 10214=34010 (M. Quins Vibianus (Als); 1021434010 QM. 1988: 70n. 257. Al medesimo personaggio si riferisceil monumento in. Quintius Vibarus (pate; 31118 (M. Quintius Vibianus), 25282 (M. ‘onoredi Augusto da Perugia, edito da Ses 1990. Quintius Vito); 25251 (M. Quintius Urbicus) A questi possono ag° Licornari 1987: 154-157 n. 4 inde AE 1987: 57-58 n.196. giungrs: CIL VI 25286 (QuintaM. L Felicla ; FeRRUs 1975-76: 369 ""CILX, 3808. peril cippo conservato cl giardino di vill Broschei,a Cingoli inde AE. ^ CILX, 1405. 1976: 15-14 n. 27 (M. QuintusM. f. Pol. Viam © QuintaM. L * CILX, 2906. Ugualmente da Puteoli proviene la Quinta Chaerusa Anpeli Fuooeat 1984 M. Quits) Eros) di CILX, 2907. "SCIL XIV, 281 (Ὁ. Quintus Zotcu); 1526 (O. Ouintlus ""CILXL 3863, “Andronicuse Q. Quintus Zoticus 1), 1527 (Q. Quintus Andronicus); "CILV, 1830, add. 1053; MamarDis 1994: 99 con datazione alla se1529 (Q. Quintus Euphenus) [532 (0. Quintius Hermes Q. Quintius onda meta del cc. d. C. Mercurius); 153 (0. Quintius [Turm Accanto a questi sono presenti ""CILV, 1832; Mamampis 1994: 99 con datazione all'ultimo quarto anche iL. Quin αἱ L. Quintus L. 1 Apis, iL, Oui Felis L. del Lec. a.C. QuintiusLL Felis L. Quintus ucundus i CIL XIV, 1530), e più ar = BLAsON Scant. 1993: 127-128, mente anche M. Quintil GIUM. Quintius Her δὲ CIL XIV, 1531)più ""CIL VIII 13305. aencrcamente i Quinti ( Quinti di CIL XIV, 246) οἶσε x [Quiz] venue 1970: 349 n. 35 indeAE 1972: 233 n. 744 Calledi CIL XIV, 1528; Quinta Care di CIL XIV, 1527; Quint CULM, 8800. lia Dionysis di CIL XIV, 1529; Quinta Efemia di CILXIV, 1526-1528; ""CILVI, 5690. Quinilia Methe 1. di CIL XIV, 1530, Quintlia Pieris dì CIL XIV, ve CIL VI, 10219; 22056; 23246. 1531 SORE 142: 1535-1537s. v. Marcius; CastREn 1975: 188-189n. 241; "CILX, 5852-5853. Per quest'ultima vd. Sou 198la: 33-34; Sou, D'ISANTO 1993: 167-168 ει 202 perla documentazione Campana. Kan 1992: 389. 342; PasquaLia 1992. "© CILIM,7217=P, 2241 (f. Marcius Μ᾽. f. o1); I, 7223 s-F, 2251 TOLXN 226. (C. MarciusC. L Trapho); Harare 1912: 50 (M. Marcius) con datazione CL XIV, 2661 su cu vd. Vai 2008: 82. Sul personaggio vd. PIR. verso il 140, inde CoNPRTANGELO SousstaxAN 2006: 197 lite 2 (Romeme 116-117. 19 Latiun-lalie centrale) n. 22; cf. anche Basuz 1996: 217, 222 n. 31 CHL XIV, 2662 so cui vd Vate 2003: 82 Sul personaggiovd PIR (Quintus Marcius (Philippus). πὸ 117-118 9.28 P CILT 25270 (1. Marcius L f. Pal Arm.) su cui vd. Sot 2000: 1560 Para 1978: 61-6 per il fr. d'iscrizione CIL X, 617" da Teano, 157; CILVI, 22038, 32536411, 66 (L. Marcius [.);9491 (L. Marcius LG. inserta da Momsen ta quel false; Fez 1984, RAEPSAET CHARLIER È Anthus); 25345 (L. Marcius Antio[chus] 33142 (L. Marcius G. | 1985 perla revisione dell'srizone su altre vivo dedicato a Silvano eal Antiochus}, 27327 (L. Aspasius); 32323, 44 (L. (Marcius) Genius loci dalla Germania Superiore; Maginucc: 1995: 331, ΟἹ (AE Censorinus); 24901, 22055Marcius (L. Marcius Crescens); 22054 (L. Marcius 1995: 76 n 219) perla fistula aquaria dagli cavi perla realizzazione del Crescens); 31615 (LL Marcius Demonax); 33142 (L. Marcius Lj. Dexter 98

Marcius Philippus, marito di Atia c cos. a. 56 a. C."* e del figlio omonimo cos. suf 38 a. C.**ai quali può aggiungersi il L. Marcius Apol() che bolla sigillata italica”, sono noti:

nel Lazio a Ostia** (L. Marcius Heuodos insieme a L. Marcius. Fidelis e L. Marcius L. 1. Stephanus"), Fidenae (L. Marcius L. fa, duumviry" e Terracina (L. MarciiL. insieme al L. MarciusL. 1 Anteros” c il L. Marcius Princeps nell'scrizione funeraria sibi et liberti libertabusque posterisque eoruni"); in Campania (dove si ipotizza abbia origo il T. Marcius T. f. Fal. [Clelmens], leg. leg II Aug. verso la fine del Il sec. d. C^, a Venafrum, it [L.] Marcius L. f. e il [1.1 Marcius L. f. Sulla, à Cuma il L. Marcius Marulcius" © il L. Marcius Peculiaris nell'iscrizione funeraria postagli da Marcia Tryphaend®", il L. Marcius Pierus su un mortarium pompeiano™, il L. Marcius Severus da Herculanum™ così come il L. Marcius L. f. Fal. Celersu uno dei quattro fr. di album rinvenuti all'estremità ovest del decumano massimo presso l'incrocio con il cardo IID, a Cales il L. Marcius Vitalis, nell'agro di Murecine, su una delle tavolette cerate dell'archivio dei Sulpicii, il L. Marcius Amelius*. Relativamente alle altre regiones, si rinvengono: nella II, dove la gens risulta ben attestata, a circa 1 km da Canne, il L. Marcius L. 1. Medimus ricordato insiemea L. Marcius P. f. Severus e a L. Marcius [---] nell’iscrizione funeraria frammentaria", a Rudiae i L. Marcius Cosmus,

aug(ustalisy", a Canosa il L. Marcius Fortunatianus che compare trai I viralici nella lista dei decurioni cittadini del 223 d. Ca Giancola (Brindisi), il L. Marcius Satur(ninus) che bolla anfore™, oltre alla Marcia L. I. Nysa che insieme a Lepidia L. f. Venusta, pone l'iscrizione ἃ L. Lepidius C. l. Suavis" e a Brindisi la Marcia L. f. Quartilla, oltre che, più indirettamente, a Venosa, il M. Marcius L. f. Fal; nella Wl, a Grumentum, il L. Marcius Philippus*, cos. a. 56 a. C. con Cn. Comelius Lentulus Marcellinus nell'iscrizione frammentaria menzionante il restauro dii una delle torri del circuito murario™; nella IV, ad Alba Fucens bL. Marcius L. f. Fab. Mordax®, a Trebula Mutuesca il L. Marcius Polybius presente tra i personaggi ricordati nell'album annesso alla lex faniliae Silvani del 60 d. C2”, e a Monteleone nell'ager di Trebula, il L. Marcius L. [11 Stanno, prae[conjius nell'iscrizione postagli da Marcia Salvia”, a villa Caracciolo, tra Fossalto e Sacito forse nel territorio di Terventun, la Marcia L. f Hiele)na che insieme a N. DecitiusM. f. Gal. realizzarono il monumento funerario per sè e per i parenti”, oltre che, a Telesia, la Marcia L. f. Caia Felicitas h.f, moglie di M. Aemil(ius) Urbanus, spllendidus) eq(ues) rom(anus), Ilvir, patrtonus) coloniae^*; nella V. nelle vicinanze di Firmum Picenum, la Marcia L. f. Cypare nell'epitaffio per [- -] Marcius Frugi", a Cupra Marittima, il L. Marcius Apol(lodorus) che bolla forme di sigillata italica™; nella VI, a Spoleto, il L. Marcius L. £2 e in due cippi simili il L

22058 (L. Marcius L. G. L. Diogenes); 22098 (L. Marcius Epagathus); 168-169n. 492. Più indirettamente AE 1904: 20 n. 84 (IC. Marcius] L f. 37616L. MarciusLL Epaphra); 8033, 22063 a.b. (1. Marcius Felix); 971} Censforinus]); AE 1909: 8-10, specialmente 8, n. 30(Q. Marcius L f. Pap.) (L Marcius Fornunatus); 220 V, 16 L. Marcius Glyco); 7818 (L MarciusL. SRE 14,2: 1562-1568n. 75. PIR I : 338n. 173; RE 14,2: 1568-1571 n. 76. 1. Haber); 361348063 (. Marcius Hermes 1); 22078 (L. Marcius Hermias), 3 CIL XV, 5323-7, 2329. 6015 (L. Marcius Hilarus); 22080 (L. Marcia L. f. Honoratus); 4172 (L. ° AE 1939: 48 n. 143 (Margia (sc) LL Sratonice) Marcius Januarius); 7918 (L. Marcius L. 1 lanuarius); 534} (L. Marcius »CILXIV, 1319. Insulanus); 36138063 (L. Marcius Lf. Macer); 6719 (L. Marcius Mama); "CIL XIV.4710,7. 31108 (1. Marícijus Martial); 6062 (L. Marcus L. f. Minor), 38648 (L7 CILT, 1502=XIV, 4063 su cui vd. RE 14,2: 1544n. 16. Marcius L. 1. Musanusy, 22119 (L. Marcius G. 1. Nichepor 8034 (I. "CIL X, 6362 (L. Marci L. L. Anternis) con revisione di letur in Marcius L. 1. November); S606 (L. Marcius L. 1. Nu[- }); 200 V, 75 (L. L, LL Anteronis). Marcius Onesimus); 22086 (L. Marcius Pacatus); 22087 (1. Marcius Sou 1985: 195n. 17 ((. Mare) 7" BroccoLi 1978: 234 riferita αἱ I sec. d. C. inde AE 1980: 56 n. 205. Pamphilus); 22089 (L. Marcius Phill); 22090 (L. Marcius Phileros); + CamopscA 19822: 131, 158, 160. 24045 (L. Marcius Filetianus); 22092 (L. Marcius Philodamus); 34004 3,6 ve CILX, 4871. (L. Marcius Philomusus); 22080 (L. Marcius Phoebus); 5331 (L. Marcius 7" CILX, 3699 Phylidianus); 37308 (1. Marcius Polytimus); 22094 (L. Marcius L. 1. Nast 1996: 159-161 n. 11, con datazione al inii el ΠῚ sec . C. Pontius); 200 V, 81 (1. Marcius Pontus); 200 V, 74 e 34004 TI, 12 (L inde AE 1996: 147 n. 428. Marcius Primus); 35802 (L. Marcius Rufinut 22098 (L. Marcius L. f. ""CILX, 8048, 22. Rufus), 27839 (L. Marcius Sp. f. Rufus) 35803 (L. Marcius L f. Rusticus). 7" CILX, 1403 713 (L Marcius Censorini . Rusticus; 21139 (L. Marcius Sabinus); 7918 a co(L Marcius Sceptus) 058 I, 70 (L. Marcius Sotericus) 22136 (L Marcius JonnaP IIGuapioNO 1977: LIS fr A colonnaC inde AE 1978: 38 n. 119 Status), 3273 (L. Marcius T. G. I. Subaris 22104 (L. Marcius Synitory "CILX, 4683 33143 (L. Marcius Tertius); 22107 (L. Marcius L. |. Theodorus); 22119 (L. vo Lan 1980: 193 indeAE 1984: $7 n. 212. Marcus (sic)G. 1. Theophilus), 200 V, 73 (L. Marcius [TUirjeptus; 27624, τ Genvasto 1938:407n. 1] inde AE 1974:67n.291c AE 1977:65n.239. 735388 (L. Marcius Tisinio); 22109 (L. Marcius] Torlus?), 22111 (1. 7 AE 1988: 9 n.381 Marcius. Trophimus); 22119 (Marcia L. 1. Apto); 5606 (Marcia L. | P CILIX, 3382,21 Chryfsisy; 22135 (Marcia L. 1. Euhodia); 33142 (Marcia L. 1. Hedulio); PALAZZO 1990: 375, tav. CLXXXIIL 2.1 con datazio22139 (Marcia L. Marci Sabini. Hegema); 5690 (MarciaL Helps); 7725 me allame ManacoRDA, seconda metà del sec. . C. inde AE 1992: 96 n. 295, (MarciaL. et Q. conio); 2208 (Marcia L. 1. Laudicey 22088 (MarciaL. G.L Pelagis) 22107 bis Marcia LI. Philumina); 37675 (Marcia RegillaL. 1):22092 (Marcia L Rafa); 24621 (Marcia L.L Salva); 33143 (MarciaL 1. Secunda); 22038 (Marcia L. Su}; 5214 (MarciaLL Tyche) forse il datata all'età augustea, inde AE 2003: 159n. 465. 21935 ({-] MarteliusL f. Manlianus); FERRUA 1942: 57-58 n. 41 da S. esattaREsconosciuta, 14, 2: 1568-1571 n. 76; Liconnari 1982: 19. ‘Sebastiano, sulla via Appia con datazione alla seconda metà del I sec d.C. we Zscuatzscit 2002 inde AE 2022: 138-139 n. 377 inde AE 1977:22 n. 2 (L. MarciusSp. f. Suc. Clemens);AE 1952: 45 n. 144 "CIL IX, 4011 (L Marcius Tertius) dala via Portuense a circa 2 km da Porta Portese; 1? Boowocoar, Drumeero 2002-03: 340 x. 15 del testo epigrafico inde Finta 1979: 31 n. 14 con datazione alla seconda metà del soc. d. C. inde AE 2000: 144-149n. 397) AE 1979: 14.37 (L. Marcius Pudens); IONTA 1985 con datazione al I se. 7" CILIX, 4910. d.C. L Marcius Axanon) inde AE 1988: 22 n. 63; Grasino Cecene 1987, "* De Beneorrms 1997: 16-17 con datazione alla metà del I sec. a.C. con datazione al Io I sec. d.C. (L- Marcius Titus) inde AE 1990: 24 n.65: inde AE 1997: 159 n. 437 adn. Brosocon 1996: 197 n. 2 (L, Marcius Agatopus) inde AE 1996: 52 n. 115 "CIL IX, 223. adn; Voro 2001 con datazione alla fine del inizi del Π sec. d. C. (Marcia "CU. IX, 5401, 1.1 Asia) ide AE 2001: 145 n. 306; CAPANNA 2001 con datazione al I sec. 7" FORTINI 1990:40 n 29, 6 inde AE 1993: 166 n.589,29 ἃ C. Marcus [L. lb. Apollonius e Marcia L. lib. Musa) inde AE 2001 CHL XI, 4884. 99

Marcius L. f. Rufus nell'iscrizione funeraria per sé e la moglie Vettia" oltre alla Marcia L. . nell’isrizione da Bevagna"* e alla Marcia L. 1. Dionysia nell'isrizione frammentaria da Bettona"; nella VII, a Lorium"?, c forse ἃ Vitorchiano™ il L. Marcius che bolla tegole e che ritorna su una tessera ossea da Firenze, a Capena il L. Marcius L. f. Tro. (--}, a Chiusi ilL. Marcius Pylades che insieme a Claudia Hygia pone l'iscrizione al figlio L. Marcius Agathinus, oltre al P. Marcius L. f. in un’iscrizione funeraria da Tarquinia" e il Sex. Marcius [L. f.] che insieme aL. Afidius St. f. compare in un bollo su dolio da Rignano, “ad viam Flaminiam”™, ancora a Lorium il L. Marcius 1. Celadus 1? e il L. Marcius 1. Gemellus 1, ricordati insieme a Marcia 1 Olympia, Marcia L Secunda L2 e Marcia I, Methe 1? nell'scrizione riutilizzata nel castello"; nell VII a Veleia il fr. di tegola bollata1. Naev(ius), Cn. Corln(elius)] L. Ma(rc(ius) cos.) al fuori di Bertinoro il [1:] Marcius Genialis al quale è posta 'iscizione funeraria dai figli L. Marcius Secundus e L. Marcius Martial", a Modena il L. Marcius L. I. Hypatus®" ed in manieτὰ più indiret a a Ravenna il [--- Mareilus L. [f] Celer al quale pongono l'iscrizione su sarcofago la figlia Marcia Epi{c.4]neptis, il compagno Seppius {---mus e Arria Crescens®"; nella IX, a Castino ad Bormidam et Belbum, la Marcia L. f. Quarta"*; nella X, a Pola il L. Marcius Sabini 1. Pampilus (sic) nell’isrizione nella quale è ricordato anche Firmilius Primus", a Ferrara il L. Marcius L.f. Labelo]"", a Verona il L. Marcius (--], IMlx{ir della dedica a Minerva rimpiegata nell'anfiteatro”, nel Museo di quella cità il L. Marcius Virg[--] che bolla tegole!" a Belvedere, Aquileia, ilL. Marcius Macer®; nell'XI a Bergamo, la Marcia L. 1. Sibulla ricordata insieme a L. Petronius L. f. Vot. Lucusta,

In Spagna tra i non particolarmente numerosi membri della gens, tuttavia sono frequenti i L. Marcii (oltre al L. Marci[us] Fusci f. Quir. Avit. e il L. Marcius Tangini f Maternus nelle iscrizioni al Museo Leite Vasconcelos'^* € al Museo d’Egitania™) sia in Betica" che in Lusita-

"CIL XL, 4885 a.b ‘= CHL XI, T947. = CILXL $194. = CHL XL, 6689,151 πα τα ΧΙ 8113, 12 (Mjarcius me CIL XL, 6728, 2. ‘>= CIL ΧΙ, 3983. ‘°° CIL XL, 3455 add. ΒΡ CIL ΧΙ, 6691, 1. "= Eck 19792: 224n. 10 inde AE 1979: 61 n. 214, ""CILXL, 6673, 13. ‘CHL XT, 344. ‘°° CILXL 895. "© CHL XL, 6763. "CHL V, 7549. ΒΘ CILV, 197 CILV, 2422; Purto 1999: 156. 59 Buonopans 1981 con datazione alla rima metà del sec d. C. inde AE 1982: 101 n. 397. P" CILV 8110, 333. ‘00 AE 1996: 226 n. 701 riferita all'inizio dell'età imperiale "00 AE 1991: 225 n.855, ^ Nella Narbonese, a Narbo, il L. Marcius ἐς I Anteros (CIL XM, 4978) ela Marcia L. Rf] nel 'iseriz one funeraria CIL XII, 4909 posta. da C. lulius Heleni 1. Verna. Nella Lugdunensis, a Lyon, ilL. Marcius Secunld— e iL. Marcius Me[-A., coruclarius) in CIL XII, 1869. 7" A Bathdal tempio di Minerva, ilL. Marcius Memor, haruspex nella dedica Deae Suli (AE 1966: 62 n. 220). ‘Tra cul: in quella inferiore, a Ripsdorf prope Dollendorf, i L. Marcius Sinis che a propre spese realizzò un tempio per gli abitanti di Dollendorf (CIL XII 7777) e a Zulpich il L. Marcius Aetonis f. Verecundus,mil(es) legionis) 1 M(nervia) Pia) Fidelis) ella dedica CIL XI, 923 Matronis Cuchehis "In Acaa, a Patra, sono nti l L. Marcius Ruf{— in CILIIL, 520e a Carysts, ilL Marcius Ner{--}= Λεύκιος Méprafoc Nép --ἢ nella sua iscrizione funeraria bilingue CIL II, 12287. ‘In Asia, ad Aphrodisia, ὃ noto L. Marcius ἔς f. ricordato insiemea

C. Cabisius C. f. come console nel senatoconsulto de Aphrodisiensibus üvwoLos 1982: 57 r. 1,61, 63; CoupRY 1994: 68-70) in Licia-Pamfia, ad Antalya, il Λούκιος [Mápaoc Κέλερα Mldproc Kai]moipnoc Aóvyoc nellisrzione AE 1972: 195 n. 620 dal castello c in quella dalle mura (AE 1972: 195 n. 621 (Λούκιος Μάρκιος Kélepa Καλπούρνιος. Aóvyoc) che figura come destinatariodel rescrito imperiale su un conflitto possibile tra Corone e Orchomene, n Acaia (Fossey 1981-82: 47 n. 5 inde AE 1986: 225-226 n. 6354) e come console insieme a D. Velius Fidus, in. una iscrizione del collegio degli Augustales di Miseno, del 148 d. C. (CaMoDECA 1996 che contrariamente alla communis opinio dta i proconsolato di Acaa al 143,o al 145-146 d. Cz D’ Anas 2000: 136 . 50 (esto), 140 (commento) inde AE 2000: 136 n. 34). 19" A Cipro è notoil LL. MarciusQ. Ὁ. Hortensi n. Hortalus Horytensius proconsoledi Ciproail 26ei29 d. C. che forse compare nella dedica imperiale lacunosa provenientedal tempio di Zeus Olimpio, in precedenza datatatra l'epoca flavis e quella iberiana, ed oraal regno di Tiberio (CIL. III 12105 su cui Corsten 1994, che propone di identificare i dedicatai del 'isrizione nll'imperatore Tiberi ὁ sua madre Livia ed inote il Marcius Hortalus, nipote dellocatore Hortensius, i pretore peregrino omonimo del e di Hortensius noto dall'iscil'autore della dedica di Salamina, L. Marcius Ὁ. f. O. Hortensii n. Hortalus Hortensinus. Contra quest'ultima ipotesi ck 1993 e Biscor 1993) "© AE 1974: 1362. 521 se CILIIL 3988. © AE 1929: 54 n. 189. ve CILMI, 47. "^ CILMI, 13362. ""CILIL, 10791. "= CIL MT, 3864 "^ AB 1961: 89 n. 358. "AE 1961: 89 n 359. "A Burguillos il [.] MarciusL. (AL) Pap. Rufus (CILI, 985), a Salpessa il Marcius L f. n. L. pron. C-abn. Quirin. Satuminus nel'iscrizione funeraria CIL I, 1286 postagl dal padre [L. MarciusL f. Quirina, Marios il. Marcius) Septuninus (AE 1995: 241 n. 774 con datazione alla fine del I sec. d. C), a 4 km da Burguillos del Cerro verso Zafra ilL.

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IMD e alla Marcia |. Restituta nel'iscrizione riutilizzata nella chiesa di 8. Fermo, Nelle province estremamente ridotto è il numero dei membri della gens nelle Gallie'^", in Bretagna" e nelle Germanic così come nelle province balcaniche™, in Asia Minore! e nel Vicino Oriente"*, mentre una maggiore ricchezza di attestazioni sembrerebbe riscontrarsi in Spagna e Africa, oltre che, anche se in maniera meno evidente, in Pannonia.

Relativamente a quest'ultima, abbiamo: a Pécs, il L. Marcius Perpetuus uno dei due consoli del 237 d. C. ricordati nella dedica i Crispius Potens (vi) Optimo) M(aximo) Iunoni Reginae)*", a Siscia, ilL. Marcius!®, a Camuntum il L. Marcus L. f. Ser. Marclarus, Tucc(î), miles) legionis) X Ge(ninae)* e il L. Marcius Sex. f. Scapt., mil(es) legionis) XV Apol(linaris)®, in due iscrizioni funerarie, a Mursa, il L. Marcius Avitus™, a Treffen il L. Marcius L. f. Blandus, veteranus) dec(urio) (al(ae) Nioricorum)**, e pi indirettamente a Emona il C. Marcus] L. . Dinus nell'iscizione funeraria nella quale compaiono anche Marcia C. f. Terulla, C. Marcius Maximus) e Marcia C.f. Oppl--1"

nia e nella Tarraconese'*. Nelle provincie Africane, dove la gens risulta abbastanza ben attestata, non di rado con personaggi rilevanti (si pensi, ad esempio, nella Proconsolare, ai Marcii di Bulla Regia a partire dalla fine del II se~ colo d. C.**), i L. Marcii sono tra i più frequenti, specialmente nella Proconsolare™, nella Bizacena™', oltre che in Mauretania"?e in Numidia, a Sigus dove i Marcii sono ben attestati, con L. Marcius Crispinus"? e a Subzuar con L. Marcius] Severus! Tre attestazioni in iscrizioni funerarie, presenta anche la. gens Rutilia: in CIL X, 6629 forse dalla città, compaiono P. Rutilius P. 1. Antiochus e Rutilia Ρ. 1, Aristonice (n. 561, 47) il cui cognomen grecanico risulta estremamente raro“; in CIL X, 6630, da Morice, Rutilia C. 1. Nice—] (n. 351). Della gens di origine romana", che nel corso del I secolod. C. con un suo ramo, a Nola, potrebbe aver dato i natali al T. Rutilius Varus, patronus della città e adlectus in amplissi‘mum ordinem da Vespasiano™, i P. Rutilii risultano abbastanza ben rappresentati in ambito urbano"", dove s'incontra nell'iscrizione sacra Hercoli Celeri un A. Rutilius P. 1.

Antiocu[s] richiamato dalla Volpe per il personaggio maschile della prima delle due iscrizioni veliterne^". A questi possono poi aggiungersi: il P. Rutilius tribunus plebisa. 169 a. C.9, il P. Rutilius M. f, tri bunus plebis a. 136 a. C."e iP. Rutlii Lupi, quello inter heredes C. Cestii loco secundo VI 1375", fortasse filius P. Rutilii Lupi qui anno 706 Achaiam iussu Pompei obtinebat' secondo V interpretazione del De Rohden e del Dessau, da cui i liberi in CIL VI, 9606, 2549, 2650, 2561, forse 25662", il P. Rurilius Fabianuso. Rabianus,cos. a. 1355 131-132d. C. e quello scrittore de figuris. sententiarum et verborum tra l'età augustea e quella di tiberiana'®*. Nel Lazio, oltre alla Rutilia P. f. avia nell'iscrizione dal foro di Tusculum"^, sono noti esclusivamente il P. Rutilius P. f. Veratianus, della tribù Ter(etina), il quale pone l'iscrizione per la liberta Rurilia Pollia, a Minturno! c il P. RutiliusM. f. della dedica a Giunone Lucina da Norba®”,

Per le altre regiones"? possono aggiungersi: nella Il, a Canosa ilP. Rutilius Tertullinus che compare tra i pedani della città nel 223 d. C." dal territoriodi Benevento, da dove provengono altre attestazioni della gens il P. Rutilius Crescentianus

JI vir, flamten), patter) eqtuitum) R(omaMarcius Quintinus nell'iserizione cealizata dalla madre lulia Rufina decurio) allectus), ell), Castro 1997: 7-88 n. 72 inde AE 1997: 281 n.811), lr alla Marcia Lf. morum duorum) et a militis) (CILVIII, 20651) "CIL VIII, 5814. Loci nell'icizione funerariada aslipo ralizatdal mario (CIL Il, "CIL VIII 6020. 1375). ‘9 Su 2003: 27 che richiama i casi di Aemilia Paulli. Arstonice, 7 A Ciudad Rodrigo ilL. Marcus [Lf Masts σαὶ. [jen egGonis) XX Vleriae [Vico (IL I 864 su cui AE 2001: 374n. delle augustea in CIL VI, 11123 e di Ulpia M. f. Arisonice con atesta1177), a Iaaba il L. Marcius] Fuse f. Quir. Avitusl, praefectus) zioni accolte in PIR I: 466n. 581. "oe REILLL: 1247 s.v. Rutilius; CASTREN 1975: 214 n.343. Sabu), praefectus) cohortis) 1 Srorun) sagitfrorumi),riunus) "CLLX, 1258 su cui vd PIR I: 150 n. 181; RE I 1,1: 1280 n. 36: militum) leglinis) X Freens()), praefecns) equuium) aloe 1 singlulr(iun) nell'iscrizioe in sua memoria postgli da Marius Camopsca 1982a: 124, 160.70. ©" CILVI 25682, 25643 (P. Rutlius LL); 25644 (P. RutiliusP.P.0 F.; Materus, elles aloe eem (Livio 1956: 27 n. 5 con inquadra mento cronologico al 41.89 d. C. indeAF 1967: 53 n. 145). Maa L. 25645 (P Rutilius P. LAmphioy 25652 (P. Ratio Constantinus e P. Ratlus 25657 (P Rutilius Pf. Pall 25668 Marcius] Rufus nella dedica loi O(primo) Maximo) (AE 1987: 137 n Felix 25653, 25656P. utilis Felix; 483) a Mirobriga iL. Marcius [--) (CILIL 864) a Caesarobriga δι Lucius (P. tls Niconli] e P. Rats Bassion) 25664 (P. Ruilius Orpheus); forse Cavuoro 1982: 214.215n. 127 IL tv. CL, 3 Morcis (CIL TI 927) iL. Marcus L f. —. più ndiretamene i Ρ. 25647 (P. Rutilius Apolloni; Marcius L f. 4L. nella lista di natura indeterminata dal cd. tempio di inde AE 1985: 34. 121 (Ρ. Rutilius Heloidorus); PANCIERA 1991: 284-286. alla metà del sec. a.C, inde AE 1991: 44 n. 120(P Rutilius Diana a Merida (AE 2003: 280 n. 878 con datazione all'ultimo decennio 43 con datazione ) Sou 1993: 102 n. 9 con datazione alla età del sec d.C. del ec. d. C) forse a La LanchuelilL Mar[-—/) Maxdrus], eques net P.L Saburril— inde AE 1993: 58 n. 174(P Rutilius Doren) fe di tele (AE 1993: 268n 929). ‘A Onda, uno degli oppida inter Saguntum et Dertosam, iL "© CILT. 982; VI, 304=30733, "REIL1 1: 1248 0.8. Marella] Gal. Mal--] menzionato insieme a Fabia Lf. {- ] nll sc zione funeraria CIL I , 4035 posta da L. Marcius Marf—J, a Turo ilL "0 REIL 1: 1248-1249 0.9. ‘= PIR ME 150. 175; RE 1: 1268 n.29. Marcius Qf Gal. Optat aedes) Tarraconensis) Ir turione(sis) e Xi quinquennali, prius praejecus Asturie, ribus milium) lego "© REIL LI: 1267-1268 2.27 nis secundae ougustae morto in Frigia (CIL I, 4616), a Madrid il I. "© PIRIL: 1501. 176. ‘© Pin 2003, specialmente 258-259 perla tabelladi un diploma miti Marícis) Mi) che bola facere (CILII 4969, 35) ei L, Marcus nok Ali ben Afmedin Mauretania, con proposta di leggere Rabianus l'iscrizione AE 1957:91α. 312 da ona il cognomen; contra AE 2003: 719 n. 2034 adn. con lettura Fabianus. 1 Cosma 1982: 687-689, 713-114, 41, 751. "PIRI: 150. 177; REI 1,1: 1268 n.28; Hutsen in CIL VI, 25649. "A Thuburnica il. Marcius (CIL VII, 25722) e iL. Marcus Q. f. © CIL XIV, 2742;AE 2002: 116 n. 294 ado. specificatamente pe il Fab (CIL VIL 25771),a He. AuiniLL. Marcus) co (CIL VII, 24030) a nel foro di Tusculum di part di una stata femminile in marTunes iL. Marclus --1 e iL Marcius Lf. Severus (CIL VIT, 1133),a rinvenimento Henchirl KebirilL Marcius Calendarus (CIL VIL 21555) a ThaggailL. mo con iscrizione sul pinto: Rutiliaἔς f. mater. Marcius Eifemus (CIL VII, 27028), iL. Marius Simplex (CIL VID, "©" CILX, 6049. © AE 1903: 79 n. 353. Ph indirettamente pub rchiamansi anche il C. 1SS13, 15514, 26604, 26608, 26609) © il 1. Mfarcius Sinlplex a Giunone dal medesimo contesto (AE 1903: Regilitanu), Imuniclips et patronus pagi] (CIL VIM, 15513, 15514, RutiliusP f ia un'altra dedica 26610 con nuova ettura in Gscoo 1999 che riferisce l'iscrizione al et di 795.384) ‘9° Relativamente alla Sardegna vd. MASTINO 1976-77, in particolare Marco Aurei) ad Assurs il L. Marcus Forturans (CIL VII, 1809) a Thignicail . Marcius] Fortuna (CIL VI, 15223) 4553. "i CILIX, 338412. ">" AThal, iL Marcius Lf. ol domo Osta rellicizionefuneraa*SCIL IX, 1645 (M. Flavius Marcellus Rurlius); 1654 (M. Rutilius ria CIL VII, 23295 postal daL. Marcius Dius, a CarhagolL Marcius Aelianus è Rutlia Primitiva), 1655 (M. Staius Rutilius) Manilius) 1948. Secundinus (CIL VIT, 1308 7 A Tipisa il L. Marcius Ferox che pone 'isizione fonearia CIL (M. Rutilius Severianus); 1681 (Ruilius Viator); 1933 (C. Pompulius VII, 9293 alla moglie Comelia L. fi. Flora, a Sis il Le Marcius Ruilius Vili); 2017 (Rusia Arsinoe); 1853 (lunia Rusia Luniane), 2061 Martialis (CIL VII, 8594), a Tupusuct il L. Marcus Q. f. Sp. Vitor, (Rusia Primitiva). 101

che pone l'iscrizione funeraria per Ceia Pelagia"; nella X, a Verona il P. Rutilius) Bregontius dell'iscrizione funeraria postagli insieme alla moglie Q. Marcella da Aur(lis) Maiorinus*^, ad Altino, ancora in un'iscrizione funeraria, il P. Rutilius Epaphroditus™, il P. Rutilius) M. f. dalla necropoli di Ateste" nella quale numerose sono Ie attestzione dei Rutili ra il Ile il I secolo a. C.: nell VIII nell'agerdi Cesena, il P Rutilius C. che. bolla tegole™ nella VI, a Pesaro, la Rutili(aP. f. Prim(a)}*; nella VII, la utilia P. f. ncll'iscrizione funeraria da Tarquinia™., Nelle province i P. Rutili risultano presenti sia in Spagna, che in Africa oltre che in Gallia Narbonese, a Narbo, conil [P.) RutiliusL. f. Gallicanus, patrono del P. Rutilius P. 1. MartiaIlis", nella Pisidia centrale con il P. Rutilius [IT viris] che compare assieme ad un [---Jnianus f. in una dedica una costruzione a Cremma"" e in Acaia (con il Πόπλιος: Ῥοτίλιος ricordato nell'iscrizione della fine del II secolo a. C. da Lat, trai membri della commissione romana che conferma la sentenza di Cnossos riguardo questioni di Lato e Olinto" c con P. RutiliusP. f. Nudus, lo sfortunato eroe della battaglia di Calcedonia del 74 a. C., nell'iscrizione da Aigion"*) Per quanto riguarda la Spagna essi sono attestati:

il P. Rutilius VI), (flam(en)] perp(etuus), curator (rei) p(ublicae)] che a sue spese absidam ... in therlnis hiemalibus .. addidim Ancora con tre attestazioni sono i Vettii con il L. Vettius L. f. Optatus, patronus di L. Vettius Hermes e di L. Vettius Chresimus, ricordato nell'iscrizione funeraria CIL X, 6579 reperta prope Velitras (n. 562). Preliminarmente può rilevarsi, relativamente ai cognomina, come siano noti: un [.] Vettius Hermes in CIL VI, 28449 da Romae un T. Vertius T. 1. Hermes in CIL V dall'ager di Vardagate oltre al C. Vettius Ermes in CIL XII, 3294 da Nimes e un Vettius Hermes in CIL III, 9174 da Salona, un P. Vettius P. 1. Optatus in CIL, IX, 4040 dall'agerdi Alba Fucens e un C. Vettius Optatus in CIL XIV, 168, 169 da Ostia oltre all'A. Vettius Optatus il cui nome compare nel bollo su sigillata italica"". All’interno della gens"? i L. Vertii che a Roma risultano abbastanza numerosi®™ (a partire dal L. Vettius Paullus"*, cos. suff. a. 81 d. C. insieme a T. [unius Montanus"), nel Latium Vetus si rintracciano oltre che a Nomentum con il L. Vetius C. L Grag(ulus) della tribù Palatina", esclusivamente a Ostia, dove sono noti anche Vettii recanti un differente praenomen's:

in Lusitania, a Balsa, con il P. Rutilius) Antigonus ricordato tra gli amici che pongono un'iscrizione in onore di T. Rutlius Tuscillianus Q. Rutil. Rusticini fil. T. Manlii Martialis nepos?" © soprattuto în Betica, con il P. Rurilius P. 1. Menelauo[s], incola, nell'iscizione da Obulco** e a Cadice, da dove un ramo della gens risulta originaria, con il P. Rutilius Syntrophus, marmorarius*". Relativamente all’ Africa ore che in Proconsolare, a Sicca Veneria con il P. Rutilius Restutus™ le attestazioni sembrerebbe concentrarsi in Bizacena, ad Ammaedara con il P. RutiliusP. f. Vitalis della tribù Quir(ina) e il P. Rutilius Fortunatus*", ad Hadrumentum con il P. Rutilius Maximus), sacerdos Plutonis, nel'scrizione funeraria postagli da Porcia Veneria, sacerdos caelestis™, ad Haidra,

con il L. Vettius Liberali(s]"* cd in particolare con il L. Vettius Felix" che insieme a P. Novellius Atticus compare in una dedica su base ἃ M. Acilius Priscus Egrilius Plarianus*" e in una lapide rinvenuta non lontano dal cd. tempio di Vulcano, dedicata ad una donna della famiglia di quest'ultimo! e ancora L. Vettius Epaphroditus" che bolla laterizi rinveiuti “in sepulchro Combarisiorum” e il L. Vettius L. Dionisius e la VettiaL. 1. Acris in un’iserizione funeraria famigliare dalla collezione aia

""CILIX, 1787. "CIL, 3729. "" CIL Vi 2262. "^ CILE, 2783, Bassano 1997:286-287n.167:AE 1997:207 584, "= Bassionaso 1997:189-191 n. 49, 192-193 n. 52, 282-283 n. 163, 283-284 n. 164, 284-286 n. 165, 285-286 n. 166, 287-288 n. 168, 288-289 n.169, 289-290 n. 170, 290-291 n. 171, 291-292 n. 172, 292-298 n. 113, 294 n. 114, 295-296 n. 175, 295-296 n. 176, 296-297 n.177. 1 CIL XI, 6689, 207 ‘= CILXI, 6409. P CIL XT, 3474 ada. 7 CILXIL 5106 add. 7? AE 2000: 577 n. 1457 iscriione n. 19 "© AE 1945: 29 n. 94, "AE 1954: 150.31

VertsL. L Ma; 32520 V, 58 (L. Vets] Maximus); 9204 (1. Vetus Nymphius) 22402 (L. VettiusL. I. Pamphilus 28681 (L. Vetus Phileros); 9180 (L. Vetus Rufus); 2262(L Vetus Synrophis) 7459 b, 15 (1. Vetus Thaliarcus); Sensi 2001: 209-210r. 7 con datazione al Il sec. d. C. (. Vetus C.f.Am. Moderatus) ai quali possono aggivngers: 22402 (Vetta . 1. Hilara; S053 (Vettia L. Lycnis), 9373 (Vettia LG. 1. Nebrisy 22769 (WetaL. Secundila); AE 1939: 42-43 n. 131 (L- Vers). "PIR ΤΠ: 413 n. 335; RE 8 ΑΖ: 1861n. 38. "CIL VI, 328; 2059, 20; 2060, δ. 10 Pata 1976: 120n. 154 con datazione lI τες. ἃ C inde AE 1976: 12. "CIL XIV, 160 (C. Vetus Mercurius), 168 ἐδ. Vetus Optatus), 169 (C. Vetus Optatus) 256 (Vetus Crispinus, etis Maranus), 257 (Vetus 2, Vetus C. [-., (Velis Filumenus, Vetus Resnuus, Veris Vaio), 578 (C. Vetus Fortunatus), 1584 (erius Fortunati), 152 (C Vetus — Jporus ), 1753 (P. Vetus Eutyches, P. Ventus Eutychiamis), 1754 (C. Vettius Hilarus), 1755 (Gaius Vettius Alexander, Caius Vettius Hilarus), 1757 (C. Vetus Successus), 1758 (Q. Vetus (- 1 Ὁ." Vetus Verullu), 1759 (C. Vetus Victor, 1767 (C. Vetus Epicianus) a anche 433 (Veta Q. f. Severa), 1427 (Vena Danae), 1759 (Vetia Felicitas), 1760 (νεπία Eroti), 1761 (Vetia Primitiva C. 1), 1762 (Vent Januaria). ‘© CIL XIV, 1756. ‘PIR I: 412n. 326; RES ΑΖ: 1858 n. 29. "SN CILXIV, 155. "CL XIV, 156. 2^ CIL XIV, 5308, 40. "Buca 1982-83 [1984]: 155 n. 103 con datazione alla prima metà del sec. d. C. inde AE 1985: 62 n. 249. ""CILX, $423, ""CILX 5537.

"CIL VII, 1750. © CIL VIII 424 "© CIL VII 22920. "o AE 1992: 500n. 1767. ‘© CILXL 6700, 758 da Arezzo e al Musco di Firenze. ‘ORE 8 A2: 1843 s.v. Vetus; CASTREN 1975: 239-240 n. 454; D'lsaxTo 1993: 256-258n. 389. ‘CI VI, 37045, 8 (L. Vetus) L. f); 903a (L. VetusL. . Ampio); 8053 (L. etusL. 1, Angelus); 9373 su ui vd. AE 1976: 30-31 n. 112 adn, (L Vetus L. I Auctus,L. Vetus Crescense L Vetus LG. Primigenius); 1550-31678 (L. eris Feli); 1058 1, 98 (1. Vetus anuaris); 11182 (L 102

A queste è possibile aggiungere nel Latium Adiectum: ad Aquinum ilL, Vettius L. I. Eros maior, sei e la Vetta L. [ἢ Polla'"* oltre al L. Vetri —

Satrienus C. f. si occupò del restauro della scaena e degli spectacula! a SorailL. Vettius Lf. Rolm] Ligus' e a Vettia Lf." e ancora il L. Vetius (mulieris) I. Alexander insieme a Vettia L. f. Polla e VetiaL. 1. Eleutheris da Aguzzano"",

Ancora, in Campania, si conoscono: a Napoli L. Vettius Sabinus"? ad Atella L. Vetus T. f. della tiνὰ Falerna)", a Suessa L. Vettius L. f. Ter ricordato insieme alla moglie (Vetta C. 1. Felix"®, ad Atina L. Vettius L. 1 Hermi[a]"* con una concentrazione rilevabile a Capua"! ed in particolare a Pompei, dove sono numerosi i personaggi della gens noti attraverso riuli picti c graphio inscripta" oltre che su. anfore’, Se perla prima è infatti possibile richiamare L. Vettius P" e L. VettiusL. 1. Eros, L. VettiusL. . Timon e Vetta L Prima"® ai quali vanno aggiunti ilL. Veltius Fellix, che compare insiemea L. VettiusL. I. Donatus in un'iscrizione rupestre da Tifata™, il L. Vettius Threptus, augustal(is) Capuae", per la seconda risultano attestatiL. Vetius Aetho, L. Vettius Auctus e L. Vettius Valens. Allargando l’analisi alle altre regiones si hanno: nella IV il L. Vettius C. f. Sif-—] da Allifae"", il L. Vettius Min. f. Ursulus Veri{nus] da Aufidena" e il L. Vettius Q. f. Ter. lApronianus?] nelliscizione dal santuario di Ercole ad Alba Fucens"*, oltre a Vettia L. f. Secunda, moglie di L. vilius Sex. f Ser. Crassus, IHllvir (ure) dicundo) a Sulmona"; nel Piceno il L. Vettius L. f. Vel. Anianianus, tribunus) militum, leg(ionis) VI, forse il L. Vertius L. f. Vel. Eques in consilio Pompei Strabonis a. 89 a. C., oppure il L. Vetius, amico di Catilina, in un'iscrizione da ©” Guanwern 1969:79 n. 30; AE 1988: 7} n. 264 7" CILX, 5758, ""CILX, 5719 » FeLLETTI MAY 1950; KLEINER 1978: 250-251 con datazione alla pima meth del I sec. d. C; AE1980: 51 n. 186. " CILX, 1500. ""CILX, 3753. P"CILX 4777 ""CILX,SII9. "CIL X, 4400 (C. VetusCr. L. Menodorus) 4401 (P. Vets —). 4402(P. VentusP. LL], 4404(M. Verus M. f. Firmus) "CIL TV, 532, 2050 (Verus); 1757 ([.] Vet); 675 (Vetus); 689, 942 (Vetus); 164{ 1 Veris); 2932 (Ve us); 363,497, 1158(A. Vetus), 2959 (P. Venus); 1865 (O. Venius Q. 1. Bamaeus) 888 (l.] Vetus Caprasius) 846, 877, 935k (A. Vertus Caprasius); 823 (Venus Caprolsius] Felix); 729, 660, 750, 1152a (A. Veris) C(aprasius) Feli). 208, 344, 567, 935e, 9351, 953 (A. Vetus Caprasius Felix 204 (A. Vetus Qaplrasius Felix); 222 (A. Vetus [Caprasijus Felix), 636 ((A.] Vettius Caprasius Felix), CIL X, 907 ο 908 (P. Vetus Celer, I vir iure) deu do) CILIV, 2607, 2608a, 2679, 2681, 2683, 2684, 2685, 2990 (P. Vetus) Cleler)); 2678 (P. Veltns) Cleler); 2680 (P. Vetus) Cteler); 371 (Genius Donatus; A. Vettes Donatus); 615, 703 (Vetus Feli); 574, 35b, 983,999(A. Vetus Flix); 1044(A. Venus (Felt); 183,827, 077, 1152 erus Firmus); 380(L. Vetus Firmus); 1055 (Vetus Firma); 1067a. Verus Firmus]; 402 (A. Vetus) Fürmus) 171, 174, 115, 176, 456, 558, 1147 (Vttus Firmus) 2671 (Vetus Frequens); 2676, 2671 (C. Vi ius) Frequens); 2675 (C. Venus) Fr{equens)), 2672, 2673, 2614 (C. Vents) Frequens)y 1109 (O. Vettus Himeros); A. Vetus acus, 2098 (Vetus Proclus 3522 (fA. Vetus] Restitus); 2167 (Vettius Successus); 568 (Vetus Syricus); 935g [P.] Vetus Syricus; 1658 (Veris Verus) 4258 (Vetta); 5173 (Iusta Verra); ote a CIL X, 1072 “Scafati rep. ." (eta Eucumene). CHL TV, $922 (Verus) Valens) "^ CILX, 3925, ""CILX, 4403. ‘Payment 19774: 320-327n. 2 inde AE 1971: 53 n. 194, PALMER! 1980 con datazion al I sec. ἃ. C. inde AE 1980: 9 n. 217.

Auximun*, il L. Vettius L. 1. Crinus e il L. Venus Le 1 Menophilus insieme a Vetta L. I. Ge e VettiaL. . Hilara nella funeraria da Castrum Novum Piceni"; nella VI il L. Vettius Seleycus ricordato insieme a Vettia Selvina in un'iscrizione dal tempio di S. Gregorio all'esterno delle mura di Spoleto", forse il L, Vettius?) Sever(us) su tegola da Pesaro"", e soprattutto il L. Vettius L. f. Stel. Statura"*, quaest. prov. Narbon., personaggio eminente di Urvinum Mataurense del quale fu anche patrono", e ancora il L. Vetius L. f. Clu, Clemens da Assisi"; nella VII, il L. Vettius Felicianus su fistula aquaria da Veio", il L. Verus Zosimusda Pisa", iL. Vetus L. 1. Philonicus da Volterra" il L. Vettius Florentinus"* da Arezzo", il L. Vetus Severus che pone l'iscrizione funeraria alla sorella Vetta Anthia a Chiusi"*, oltre alla VettiaL. I Nice da Populonia"? nell VIII, dove i Vert Valentes (segnatamente il M. VetiusM. f. An. Valens, il quale raggiunge il Tango senatorio in età adrianea™) risultano personaggi eminenti a Rimini, città nella quale hanno la loro origo, il L. Veris) su tegola da Veleia", e soprattutto il L. Vertus Sal. F. Primus ricordato in un'iscrizione da Bononia nella quale compare accantoai fratelli c ai genitori"; nella X il L. Vettius [--] da Pola", il L. Vettius Acastus da Aquileia", il L. Vettius Priscus da Altinum"", il Lucius Vettius Telesphorus e il Lucius Vettius Chrysantus, VI virtî) aug(ustalî, ricordati insieme a Vettia L. f. Secundipnal Telesphori fil. in un'iscizione da Brescia" dal cui ager proviene anche l'epigrafe di L. Vetus Ursinianus"", oltre alla (letta L. 1 Anthis da Concordia", alla Vettia L. [P] C. 1. Clara"" e alla Vettia L. {{1 Prisca"® da Padova, alla Vetta L. |. Sabina da Aquileia": nella regio IX il L. Vetus [—.] da Dertona"* oltre alla Vettia L. f. Romula moglie di C. Valerius C. 1. Sceptus, VI vir Aug(ustali) flavialis da Acquae Statiellae"*, alla Vettia L. f. "© CIL IX, 2422 n» CIL IX, 2509 "^ AE 1964: 83 n. 204. " CIL IX, 3086. "CIL IX, 6383; FLAMBARD, NicoLer, Davi 1973: 267-268; Devuven 1977: 8522. 75.

1 PIR ΠῚ 414n. 342; RE 8 A2: 1868-1869 n.48; Gacctorn, Sensi 1982: 271, 1 CILXI, 6054; cfi BALLAND 1981: 123 n 48 inde AE 1981: 224-225 ‘n.82 a proposto di un'iscrizione da Xantos nella quale rimane il cursus di un personaggio anonimo che a prt l'inversione tr vigintiviraoe ribunsto della plebe “est ts proche de celle de L. Verus Statura "7 Gasreut 1979: 237-241 con datazion al e-I sec. d. C: AE 1980: 912.402. ""CILXL 3819. "*CILXI, 1499. ""CILXI 1792. "^ RE S A2: 1858 n. 30 © CHL XE, 1839. CL ΧΙ, 2493, ""CILXI, 2605. 10» PIR III 414415 n. 344; RE 8 ΑΖ: 1869 n. 52; Donat 1982: 305, CHL XI, 6674, 46 "CHL XI, 786. P»CILV 248, ™CILY, 148. CIV, 2281 "*CIL V, 4295. ""CILV, 4410. "*CILV, 8709. » CILV, 3062. e CILV, 295. ""CILV, 149. "S CILV, 7397. "SCILV, 7511, 103

Secunda dall’ ager saluzzensis"* nelle Alpes Cottiae il L. Vettius Avitus" nell'epitafio da Susa" identificato con l’autore della dedica rupestre a Silvano conservata nelle vicinanze di Borgona di Susa"; nella XI regio, a Milano, dove è documentata l'origo di M. Vettius Bolanus, (leg. leg. in Armenia a. 62, cos. suff. a. 66, leg. pro pr. in Britannia aa. 69-71 e 73-74, procos. Asiae a. 1576)", il L. Vettius Severus" al quale va aggiunto il L. Vettius Optatus che compare insieme ad altri membri dei Verri su una steJe al Museo Archeologico di Milano™.

Nelle province dove generalmente la gens non sembra particolarmente attestata, fatta eccezione per l'Africa, si conoscono:

tra l'età traianea e quella adrianea) che con diversi rappresentanti raggiunge il consolato a partire dall'età antonina"*, ha la sua origo'*: nella Proconsolare il Lucius Vetius Aticus nell'iscrizione funeraria da Mustis™; in Numidia il L. Vettius Saturninus, ver(eranus), nell'iscrizione da Lambesi ilL. Vettius Soricio nell'iscrizione funeraria da Tiddis"®, L. Vettius Tenax nell'isctizione funeraria da ‘Thebessa nella quale figurano anche M. Vettius M. fil. Rufus della tribù Papiria) e M. Vertius Rufus", il L. Vetus) Lo[ng — eil L. Vertius) Rufinus?) ncll'iscrizione funeraria da Sigus nella quale è ricordata anche Aelia C. f. Cornelia"? ed, infine, L. Vettius Felix nell'iscrizione da Timgad""; in Bizacena la Vetta L. fil. Politta nell'iscrizione funeraria da Ammaedara"".

in Gallia Narbonese, 1 L. Venus Verris (f) Ter] nll'iserizione da Carpentas"*; in Galla Belgica lL. Venus Dercoiedus che compa‘Tre attestazioni sono presenti anche per gli Ulpii con i re insieme a M. Verts Mercator e P. Attius Antigus in una delle due M. Ulpii {—] che compaiono nell'iscrizione frammentaiscrizioni su base di colonna da Metz"; in Betica, ad Urso, il L. dall’area di S. Clemente, a Velletri (n. 561, 85) i quali Vettius C. f. Ser centuriae) leg(ionis) XXX, Ilvir iterum™, ad riasembrerebbero al M. Ulpius Traianus (pater) e al Asti LL Vetus) C.£% in Spagna citeriore, a Can Cabass ἢ L figlio omonimo, rimandare Imp. Nerva Caesar Traianus Aug., c con Vettius ?) Por(hus"*; nellirico, in Dalmazia, i L. Vetus L. f. Y Ulpia Pompeia su un'iscrizione funeraria nella collezione Catulus, della tribù Seria), Tir ure) dicundo), quale pone a Ginnetii (n. 556). Salona, ἃ suc spec, un'iscrizione in onore dell’imperatore Nerva" Due attestazioni si hanno per gli Anicii, i Cornelii, i eil. Vetus Gratus che insieme a Vet(a) Ianuaria pongono l'iscriDonitii,i Fidii, i Firminii, gli Herenniî, i Marii, i Saturniiol zione funeraria per il padre L. Vetus Pro(bus?)!; in Tracia, il L Vetus Jubenius nelliscrzione da Geren, distretto di Flippopoli"; tre che, esclusivamente con personaggi femminili, per i Ceti. n Germania, il L. Vetus M. f. Publlia Fir malus] Verona, veteDegli Anicii si hanno il O. Anicius Concordinus © rajntus)) legions) VI Vera) Pia) Fidelis) nelViscrizione fune- VAnicia Musa nelliscrizione funeraria da Soleluna (n. raria da Asberg il L. VetusL. f. Vol. Reginus, aquifer) legio- 1300). La gens, presente in poche occasioni a Roma con i nis) XXI nell'iscriione frammentaria da Xanten" e il L. Vetus Q. Anicit™, tra cui il Q. Anicius, aed(iis) cur(ulis) a. 304 a. Placidius nell'iscrizone frammentaria da Bonn"; in Egitto i due ἔς. C2", Jo? raramente Latium Vetus e soltanto a Praeneste, Veri [—], che compaiono in un iscrizione frammentaria da Mons dove ha la sua origo nel presumibilmente quarto del Claudianus ilL. Vetus Vale. [veteranus ex dfectreto) ala I III secolo a. C.", con il praenomen Ὁ."nell'ultimo oltre che: τλὴ Mauritania, in on iscrizione funeraria da Alessandra". nell regio IL a Vibo con il Q. Anicius Lf. [—]^, il medesimo Q. Da questo panorama si discostano come detto, almeno in Anicius L. f. (--] che nell'iscizione dal complesso termale di 8. parte, le province afticane, dove ad un numero maggiore di Aloe figura ta i liri che ostia in porta faciend[a] muros ref attestazioni dei Vetti corrisponde un più cospicuo numero di ciend(os)locarulnt} in Sicilia con il [Q. Alnictus ? —.], [quae L. Vettii con un'assoluta preminenza nella Proconsolare do- stor pro pr. --), cioè il Q. Anicius L. f Balbus, che insieme a C. ve, a Thuburbo Maius, un ramo della famiglia (tra cui il M. Vettius C. f. Quir. Latro', proc. Annonae Ostiae et in portu.

Norblanus . f. . n. Balbus] un'iscrizione da Siracusa ricorda che

"^ CIL V, 7630 v MENNELLA 1998: 71-74, 76-81 per l'edizione dell'iscrizione frammentari dall'ageri Pollena di [- Vetus Avitianus datata al 258 d.C.e1a ricostruzione dell'albero genealogico dei Veri;AE 1998: 204-205 n. 55. "^CIL V, 7257; MENNELLA 1998: 75. "^ Edizione del monumento in Fetst 1971; identificazione proposta da Brucc1aroui TABORELLI 1992: 42-43, 47 con datazione tra i 150 i 250. ἃ. C AE 1992: 324 n. 1159; Μεννξιι 1998: 74. "= IRIE 411 n. 325; RE8 A2: 1857-1858n. 25; Atrcv 1982: 353, "CIL V, 6118. 1 SaTORI 1994: 131 n. FIO con datazione al 1 sec. d. C;AE 1995: 213-214 n.669. ""CILXIL 1183, "s CILXIL 4301. ©us CILIL $438=1404, CIL II, 5462. 8 AE 2002: 305 n.861 (CILMI, 1978. ""CILID, 14703, "AP 1900:7 n.23. "*CIL XIII 8590. "CIL XII, 8650. "AB 1924: 51.23 ""CILID, 28.

vo CILII, 14139, PIR IL 413 n.332; RES A2: 1860 1.5 . "C. Vetus C. f. Volt. Sabinianus Iulius Hospes, os. suf. a. 175 0 176; C. Venius Gratus Sabinianus, cos. ord. a. 221; C. Verus Atticus Gratus Sabinianus, cos. ord a. 242; Vetus Gratus,cos. ord. a. 250, "Conner 1982: 734-735 con o stenma, 749-750, "" CIL VIM, 1612. «CHL VIM, 3273, "^ CIL VITI, 6834, ""CIL VITI, 1996. "CIL VIT, 5864. "s AE 1946: 20 , 69. ‘CHL Vn 437. RE 1:21965. v. Anicius; LICORDARI 1982: 38. 1" CILVI, 34391 (Q. Anicius [---ἢ), 37984 (0. Anicius [-~); 11633 Q. Anicius Q. L Chilo); 1058 IN, 31 (Q. Anicius Chrysanthus); 11636 (Q. Anicius. 1. Bums). 1 Plin nar. XXXI, 6 (ZeHNACKER 1983: 53). "RE 1: 21968. v. Anicius; CASTREN 1975: 134 n. 28; LicoRDARI 1982: 38,52. "SCIL XIV, 3317 (Q. Anicius Foris] e Anicia Q. f.) Arbuscul). *P CILX, 44; edita con miglioramenti in AE 1973: 60 n. 225 adn. vePrsorn 1974: 127-128, specialmente 130, che ne propone un riferimento cronologico sec a.C fr. AE 1973: 59-60n. 225 adn.

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[vias inlellinatas et angusta a) Suracuss[is ad Acras vorsus] prae-

ter{missis inviis semitis) et ad Actris ad Agrigentum] vorsus, ‘aldiectis pontibus] refelceruni latiores ?]"*; più indirettamente, nella Il lAnicia) O. 1. Venusta nell'iscrizione funeraria da Rapolla"*. Tra i personaggi più eminenti tra quelli prenestini cd anche l'unico recante il praenomen Q., figura quel Ὁ. Anicius Faustus"", c. v., leg. Aug. o Augg. pro pr. Numidiae tra il 197e il 201, consularis nel 199, leg. Augg. pr. pr. Moesia sup., procos. Asiae, e patrono di Lambesi, Timgad, Cirta e Cunicul, peril quale è supposta un'origo da Uzappa, nell’ Africa Proconsolare",

1 Cornelii sono presenti con il Q. Cornelius Cupitus nell'iscrizione funeraria da Soleluna postagli da Anicia Musas (n. 1300) e con la Cornelia L. 1. [---] su coperchio di urna rotonda dalla collezione Ginneti (n. 442). Se quest'ultima ri‘manda ai L. Cornelii, il ramo della gens", presente non soltanto tra gli Italici a Delo"*, ma anche ad Atene, Mitilene, Mileto e soprattutto a Calcis"", più largamente attestato nell'ambito della I regio, e comunque ben rappresentato anche nel Latium Vetus, i| secondo risulta ascrivibile ai O. Cornelii. Di essi, a parte quelli più numerosi di ambito urbano", sono noti pochi rappresentanti nel Latium Vetus: il Quintus Cornelius Campani L. Callippus, lictor in un'iscrizione da Grotaferrata""; il Q. Cornelius Theophilus nella dedica Dianae. caelesti?" e il Q. Cornelius Hilarus nell'scrizione funeraria dedi catagli dalla madre?" da Tibur, oltre αἱ Q. Cornelius —] ell'icrizione su sarcofago dalla basilica di Pianabella" e il Q. Cornelius Hermes che compare insieme a L. Aurelius Fortunatus come donatoredi una statua aenea Antonii Aug. cum basi marmorea ell'iscrizione dall'angolo del decumanus maximus con la strada degli "" CILT. 2051; redita da MancAWARO 1989: 177-185. ""CILX, 655. © RE 1:2197n. 0; PIRT: 97-98. SOS; cfi AE 1988:312n. 1125 adr. v^ Consiga 1982: 701 fg. 2, 740, 741 pelo stemma degli Anici di II sec. d. C, 751; ChgusroL 1986 per un nuovo stemma della famiglia, inde AE 1986: 5. n RE 4: 12495. v. Cornelius; CASTREN 1975: 157-158 n.129; D'Tsanro 1993: 111-114n. 106în particolare pera documentazione capuana. "* HarzrtLb 1912: 29. wr HarzreLo 1919: 389. "" CIL VI, 1058 VII, 112 (O. Cornelius [--]} 16120 bis (Q. Cornelius Q. f); 200 VIII, 28 (Q. Comelius (.i (I); 16122 (Q. Comelius [Ablascantus), 16123 (O. Cornelius Agathangelus); 31559 (Q. Cornelius Antigonus); 9866 (Q. Comelius O. 1. Antiph[o]); 6663 (Q. Cornelius Apsyrius); 1057 Il, 55 (Q. Cornelius Artician(us); 16361 (O. Comelius Bassus); 16437 (O. Comelius Coriscus); 16202 (Q. Cornelius Eucarpusy, 16205 (0. Comelius Eutychus); 16208 (Q. ComeliusG. I. Faustus; 10581, 144 (Q. Comelius Felix); 16124 (Q. Cornelius Felix; 9366 (Q. Cornelius Flaccus); 16224 (Q. Cornelius Graptus); 13852 (Q. Cornelius Heraclay 16234 (0. Comelius Herma); 9908 (O. Comelius Hermeros); 0297 bis (0. CorneliusIJ); 16244(Q. Comelius lason), 4852 (Q. Cornelius Longus). 16258 (Q. Cornelius Masuetusy, 9869 (Q. Cornelius O. 1. Menippus), 16382 (O. Cornelius Ὁ. lib. Narcissus, 9867 (Q. Conelius (sic) Q. et). (Gaia) 1. Nicephory 16268 (Q. Comelius Olympus); 16271 (Q. Cornelius Ὁ. 1. Philerosy, 9868 (Ὁ. Comelius Philomusus); 16282 (O. Comelius Pistas); 12470 (Ὁ. Comelius Princeps); 18623 (Q. Cornelius Q. Ὁ. 1. Pylades); 16297 (Q. Comelius Romanus); 16298 (Q. Comelins Rubrianus); 1896 (IQ. Co]meliusQ. 1. Stl}; 1058 V, 14 (O. Coelius Saturnus); 16307 (O. Cornelius O. Ὁ. I. Saturninus), 32318 (10. Cornelius Scip}io Asiagene(sI 1388 (O. Cornelius Senecio Proculus. 16313 (Q. Comelius Q. L Severus); 16317 (Q. Cornelius O. L Stephanus); 200 VIL, 26 (Q. Comelius Terminakis); 16324 (O. Cornelius Trepon); 16328 e 16371 (Q. Cornelius Victor; più indirettamente: 16361 (Cornelia. Q. L. Bassilay, 5362 (Comelia O. 1. Charis; 16382 (Comelia Q. 1. Bpitychia); 27692 (Cornelia O. L Hermiona); 16277 (Comelia Q. I. Hilara); 1858 (Cornelia Q. 1. Marcella); 16361 (Cornelia Q. f. Prima); 9366 (Comelia Q. I. Psyche e Cornelia Q. f. Sabina); 1057 (Comelia Q. .

Horrea Epagathiana™, entrambi da Ostia e il O. Cofrnelius Annianus? eil 0. Cornelius Proculus' nei Fasti Ostiensirispettivamente del 116 d. C. c del 145-146 d. C e il Q. Cornelius Proculus", cos. suff a. 146, procos. Asia.

Nella I regio esclusivamente in Campania sono presenti: Ὁ. Comelius Q. P. I. Diphilus e la Cornelia Q. l. Heraes nelV'iscri zione funeraria all'esterno di porta Marina, a Pompei" così come il Ὁ. Corn(o)lius Fa[--] che compare trai graphio inscripta della reg. ὙΠ ας. 7" il Q. Cornelius Q. I. Andria nell'iscrizione funeraria da Venafro™, il Q. Cornelius P. f, Rufus, vestiarius da Capua", il Q. Comellius] Victor, veteran(us) ex leg(ionis) Il Traian(a), nar(us) fer, nell’iscrizione funeraria da Miseno"", oltre al Q. Flavius Maesius Cornelius Egnatius Severus Lollianus da Pompei". Poche le attestazioni anche nelle altre regiones, considerando:

nella Il 0. Cornelius Q. f. della tribù Ste(larina) che compare insieme alla moglie Cornelia Q. 1. e ai figli O. Comel(us) Q. f. Maximus) e Cornelia Q. f. Tertia in un'iscrizione dall'ager compsi‘us™, la Cornelia Q. i. Amphelium nell'iscrizione funeraria da Lucera: nella V a Corfinio, il Q. Cornelius Domitius, patron(us) lelivitagjis et sevirum Augus(tais), nel'iscrizione funeraria della mogli Tita Valeria™ soprattutto, il Q. Comelius Pf. Niger"ricordato insieme ad altri membri della gens nell'iscrzione menzionante operae urb(anae) scabillar(i" nella VI, il O. Cornelius Q. 1. Scitus nell'isrizione funeraria da Carsulae” e dalla località il Crocefisso, ad Acquasparta™ ilQ. Cornelius. f. Lem.] Flaccus [1 Noricus (Camurius?} Numisius iunior™, cos. a. 161, nelle due iscrizioni da Artidium"' nella IX, ad Albenga, più indirettamente, Storge); 16459 (Cornelia O. 1. Sympherusa); 16461 (Comelia Q. L. 1 Tertia) 9866 (Cornelia Q. I Theodora) ""CILXIV, 2520. ""CILXIV, 3536. "" CILXIV, 3753. v Nuzzo 1999: 49 n. A 33. ?" AE 1940: 2 -23 n. 62 con datazione trail 143e il 154d. C. um AE 1936: 32-33 n. 97. "AB 1936: 33-34 n. 98. "= PIRI: 460 n. 1163; RE 4: 1420-2421 n. 294; PIR I : 350-351 n. 1423; Casto 1982: 483, 485, 513-514 con bibliografia; CAMODECA 19828: 108, 122. ""CILX, 1049. ""CILIN, 4748. "" CIL X, 4936. ""CILX. 3963. ""CILX 1772. "= CILX, 1697 ""CILX. 1056. n SILVESTRINI 1999: 117-120 n. 1 inde AE 1999: 159 n. 524; ϑανεσταινι 1999: 416-417, 425-426 con datazione alla fine dell'eà repubblicana inde AE 2001: 276 n.877. "88 CILX, 3183 πα RE X Suppl: 133 n. 2756, = CILX, 3188, "8 CILX, 4610. ^» Monaccat 1990-91 [1994]: 87,96-97, 109 con datazione ra a fine del se. a. C.e l'inizio del successivo. PIR I: 446 n. 1105; RE 4: 1312 n. 156; PIR P: 322 n. 1363; Gxooiorn, SENSI 1982: 257, specialmente 265-266, con l'ipotesi dellaggiunta, ra gli elementi onomastici mancanti,di Camurius “ottenuto eventualmente per adozione da parte dell eques ttidiate C. Camurius Clemens CILIX, 5669)"; Gasrennt, Paci 1982: 230 a proposito dei legami con i Gavi di Firmum Picenun. ' CILX, 5670 e 5672 su cuid. MaRENGO 1994: 18-19 con datazioni rispetivamente al a "scconda metà del I sec. d. C. prima del 161" “a non prima del 146-147 d.C”. 105

la Cornelia Q. f. Procula nell'iscrizione funeraria per il figlio M. Q. Cor(nelius?) Felicianus nelV'iscrizione funeraria per Q. Vibullius P. f. Proculus, della tribù Pubtlilia)""; nellaX, a Veronail Cor(nelius?) Felicius da Dolno Blace, a nord-ovest di SkoQ. Cornelius C. f della cohors [— X [—]"^, a Trento il Q. pye e in Pannonia, a Matrica, con il Q. Corn(elius) Q. f. Comelius Constans nell iscrizione funeraria nella quale sono ricorSecund(us), praef. Coh. Mauro.?"), più frequentemente dati anche il padre M. Comelius M. f. C[—] e il fratello M. Arn. nella Narbonese, in Spagna e in Africa. Per quanto riCornelius M. f. Favolr]"*, a Brescia il Q. Corneltius —], Ilvir. guardaGallia la Gallia Narbonese, i Q. Cornelii, spesso nella forma are) dicundo) q(uinguennalis) vir] nel'iscrizione che ne ricor abbreviata O. Cor(nelius), sono noti: da un intervento edilizio in balinewm™, il Q. Cornelius O. f. Fronto, della tribù Fabia), aedil(is), quaestor)" eil Q. Comelius ad Apta con il Q. Corne(lis)**, ad Aquae Sextiae con Q. Cornelius Q.f.[Fab.] Placidus nell'scrizione dall'aula pilastri vicina al tea- Q. f. Asper™ e in un'iscrizione funeraria frammentaria con Q. tro", a San Dona di Piave il Q. Corneliu[s —] Threptu[s —]". Corínelius) Gratus?" e infine, con Q. Cor(nelius) Servatus che innella XI, nell'ager mediolanienses, il Q. Cornelius] Threlptusri sieme a C. Cortnelis) Vallentinus pone l'iscrizione a Sex. Iulius cordato nelliscrizione su sarcofago"*, a Torino il Q. Cornelius Satuminus?*, a Narbo con Q. Comelius C. f. Capito che insieme a Crescens nelliscrizione funeraria per Cornelia Atlante" e il Q. C. Cornelius C. f. Celsusè ricordato nell'iscrizione funeraria postagli Cornlellius Herme{s}™ ai quali puo aggiungersi il M. CorneliusQ. dalla madre Rauricia L. f. Maxima" e nell'icriione frammentaria f. in un'altra iscrizione funeraria frammentaria", a Ticinum il [Q. nella quale compaiono anche Cornelius Metellus, Cornelia Maxima, Cornelius O. f. Vel.teranus nell'iscrizione funeraria per sé e 0. Comelia Exorata, Annius Verus e Comelius Verus, con Cornelia Q. Comellius 2)", a Bergamo il O. Cornelius St{ati)f.Vor.!* d Quarta, ad Avennio conil Q. Cor(nelius) Eutyches che insieme ἃ Apolauste pone l'iscrizione funeraria a Sex. Julius) Sex. Nelle province, risulta attestato raramente in Britan- filCor(nelius) Vol. Cornelianus™ ager arelatensis con Q. ComeltilusO. nia??, in Siria" e in Germania", pocodi più nell Tllirico (in Pilocle(s)"*, a Ceyreste nel’ con Q. Cornelius Quintinus®* a Nimes, doDalmazia conil Q. Cornelius Augustalis ricordato come IMI ve è attestata anche una Comelia Cupita™, con Ὁ. Comelius vir, insieme a M. Ulpius Aug(usti) lib(ertus) Nedymus, C. Secundus nell'iscrizione funeraria postagli dalla moglie Ospita”, il Pollius Albanus, T. Vetulenus T. I. Abascantus e L. Volceius Ὁ. Comelius Vol. Tertius ell'iscrizione funeraria postagli dagli ereCerdo, nell'iscrizione sacra da Narona’™, in Tracia, a Mai- di! c, infine, il Q. Cornelius Tertullinus"?, nell'ager arelatensis dos, conil Q. Cornelius Crispus nell'iscrizione funeraria alla. orientalis con Q. Cornelius) Marcelli l Zosimus, ΠΠΠΠνὶν Aug ustamadre Servilia Antylla'™, nel Norico, a Loncium, il Q. C(or- lis) col(onia) Iulia)“ nell'ager inter oram maritimam et Verdonem nelius?) Lupus dell'iscrizione funeraria per il fratello [. Cor- rivum situs, la Cornelia Q. f. Pia"® e a Pont Saint Esprit, con Q. nelius?] Acutus, IMI(vir) aed(ilicia) pot(estate), TIKvir) iur(e) Comelius Q. f. Lepidus elr'iscrizione funeraria postagli dal figlio Q. difc(undo)], prialiflectus) iur(e) dic(undo)", a Carinzia con Comel(ius) Apitanus e dalla moglie Vetta Valeria. Cornelia Q. filia", in Dacia con il Q. Cornel(ius) Silvanus, In Spagna, a parte le sporadiche attestazioni in quella (centurio) legionis) V M(acedonica) pia?) c(costans?) nel- Citeriore??, in Lusitania"®, le presenze si concentrano nella T'iscizione sacra da ad Apulum", nella Mesia superiore con Tarraconese??, dove tra l'altro ἃ Sigarra risulta attestata una IL V, 7791; Μεννειια 1988: 251-252, °° CILV, 3363. IL V, 5038: BuonopinE 1990: 138-139 che ne propone una datazioneal sec. d.C. ^ CIL V, 4412; Ganzermt 1984: 136 n. 205; Gazer1991: 168 n.205. "CIL V, 4413; Gagzern 1984: 136 n. 206; GARZETT 1991: 168 n. 206. ‘20 AE 1952:43 n. 131 con datazione al 74 d. C. 1a PETRACCIA LUCERNONI 1985: 154 n. 1 con datazione al sec. d.C. "CIL V, 5605. "CIV, 7078 = CILV 7077. "=CILV, 7074, "= Borso 1992: 281-282n. 33 con datazione al I sec. d. C. inde AE 1992: 280n. 800. 1 Vivassont 1998: 356-357 n. 14 con datazione al secondo quarto del Lec. d. C. indeAE 1998: 229 αι 610. "= A Lincoln con Q. CorneliusQ. f. Cla.in AE 1951: 40n. 129. "™ Ad Antiochia sll'Oronte con O. Cornus Aguinus che compare ‘come padrone dello schiavo Antiochus in AE 1938: ST n. 178, A Mogontiacum con Q. Cornelius Q. (miles) leg(ionis) XVI in CIL XII, 6938, a Novaesium con O. Comelius Q. f. (Gla. nc iscrizione. funeraria CIL XIII, 8565 perla moglie Louba Gastinasi f. ia, a Nyoncon Comelia Q. f. Marcella in CIL XIII, 5013, a Zierikzee con O. Comelius ‘Supersts, negotiator salarius in AE 1973: 106 n. 378, Osterburken con il mantovano Q. Comelius Sab. Severinus, miles legGonis) XXII Primigeniae) in AE 1985: 181 n. 691. ""CILIIL 1792. ‘= GIL II, 724. "*CILII 4719. Βα Piccori 1983: 272. 1. "" CIL IL 7764. 106

πο DiAGOIEVIC Jostrovst 1982: 115 n. 109. 7 AE 1986: 211 n. 593, "*CILXII, 1108 CL XI, 543, ""CILXIL as.

‘°° CLL XML, 5762. ™ CILXIL 3116. P CIL XII, $94 su euvd. Gascou 2000: 595. n° CILXIL 34. "= BARRUOL 1978: 455 inde AE 1978: 132 n. 469. "A Tavea con Q. Comelius Clemens in AE 1986: 165 n. 443 e a Baeza, con il Q. Comelius Longus e il Q. Comelius Longus CarullusL. f. Gal. Rusticus (AE 1997: 316 n. 944 con riedizione di CIL: 7,3, datata αἷς Ja fine del prima metà del I sec. d. C), oltre che con il O. Corn. Ner. che bolla anfore Dressel 2-4, ‘2° Con ἢ Q. Cornelius Memus P.f.elWiscrizione frammentaria CIL TL 96 dagli agri Pacensis e con Q. Cornelius Vitulus nell'iscriione funeraria AE 1988: 173 n. 688 per la moglie Calaetica Luci f Severa, da Vila Boim. © A Barcino con il Q. Cornelis) Geminus nell'iseizione funeraria CILIL 6165, il [Q. Co)meliusSp.f.Sec{undus) [dom colonia Calrthalgi ne Magna, che nel'iscrzioneAE 1966: 57-58n. 207 per suoi parenti icorda anche ἢ figlio,0. Cornelius) Seran(us)e, ancora, con il Q. Comel(ius) C.f. Gal Niger nel'iscizioncfuncraria AE 1966: 58 n. 208 eril fratello.

Comnellia] Cupita" e soprattutto nella Betica". Analogamente alle province spagnole anche in quelle africane i 0. Cornelii appaiono attestati sul territorio in modo non uniforme. Se infatti risultano sporadiche le presenze sia in Tripolitana?* che in Mauretania’, ben più cospicue lo sono in Bizacena"®, che sopratutto in Numidia‘ e nella Proconsolare", 1 Domitii risultano presenti con la Domitia [S]ecunda nell'iscrizione dei Roscii dall'area di fronte al Cimitero Comunale (n. 515) e la Domitia Eutyches nelViscrizione funeraria da S. Clemente a Velletri (n. 561, 112). Una Domitia Secunda è nota in un'iscrizione frammentaria da Furfo nella IV regio" e nella funeraria da Thubursicum Numidarum în Numidia Proconsolare! alle quali può aggiungersi, anche se meno puntualmente, una Domitia Cn. 1. Secunda a Roma? e una Domitia C. f. Secunda che insic-

me al marito C. Tenatius P. f. c ai figli M. Tenatius C. f. Niger e C. Tenatius C. f. Probus compare in un'iscrizione funeraria da Verona". Due attestazioni anche per i Fidii noti attraverso l'iscrizione funeraria dalla fornace Borgia posta da Fidia Tryphera al marito Gaius Fidius Utilis (n. 356). La gens non risulta mai attesta nel Lazio ed un'unica volta in Campania, a Capua, con il L. Fidius C. 1. Auctus e la [Flidia C. 1. [Ele]ul}heris" alla quale può aggiungersi nella IV, a Saepinum, il Fidius Dexiter] nell iscrizione funeraria per la moglie Plotia Thilsbe] e i figli (Fldius Dexter] e [Fildius Tertius™, a Cerfennia il T. [Flidius[— mus nell'scrizione funeraria postagli dal nipote Fidius Fausuus]"", nella VII, sul monte Calvello, nell'ager di Forum Cassi, il C. Fidius [1 ?] Damius'™, nella X, a Valeggio, Verona, con il [A. Fidius Tuls(tlus, I° A. VFjidius Verus e A. (Flidius Potens™.

Comel(us) C. f. Gal. Secundus, i Q. Cornelius Silicus sevi, che insieme. a L. Flavius Silvins, libertus) sevir, magtüster Larun Aug(ustalium) e Cornelia Festiva, pone l'iscrizione CIL I, 4297 da Taraco al patrono L. Flavius Chrysogonus, sevir e maglister) Larum Aug(ustaliun), îl Q. ComeliusΟ. f. Quir Secundus, aedils, ir municipi Magti, amen) divortuni et Aug(ustorum) che compare insieme al suocero L. Cornelius Satur call'avo O. Comelius Satur nell'iscrizione CILI, 3709 da Magonelle isole Baleari, e più indirettamente, a Dienium, i [1 Cornelius O. filius Placidus della riba Galeria) relliscrizione funeraria CIL II, 3582 postagli dalla moglie Aemilia Severina ed infine Q. Comelius Anteros ell'iscrizione sacra AE 1953: 88 n. 266 dai dintorni di Leon, "5" CIL II 4482. Con il Q. Cornelius Gallus della tribù Quirina) nellisrzione funeraria CIL TI, 1047 da Jporca, i Q. Cor(nelius) L{arinusT]nelliscrzione funeraria frammentaria CIL IL 1145 da Italica, il O. Cornelius Maternus nelliseizione funeraria CIL II, 1322 da Asido, il Q. Cornelius Q. f. Quir. Senes, Hvir I nell'iscrizione CIL II, 1258 da Osse, postali dalla figlia Cornelia Q. f. Fabulla, il Q. (Colrnelus (M. f. Gl. Valerianus) [iudex] de V decuriis -], praefectus) cohorts) [- , praeftecus)vexillationibus frib(us) equitum cohol ris) XU in Thracia —} nell'scrizione IL IL 2079 di Q. Comelius Qf. [—-] da Iberis oltre che CIL II, 3272 da Castulo, con il Q. Comelius Placidus sa operculum da lici (CIL. II, 6254, 11), la Comelia Qf Lepidina moglie di L. Acilius Lf. Gal. Terentianus lr, ell'iscrizione funeraria CIL II, 2188 da Sacili Martales e soprattutto iQ. Comelius Lf.) Gal. Senecio Annianus (PIR I: 465 n. 1186; RE 4: 1509n. 366; PIR T: 360 n. 1450; RE XII Suppl. 190 n. 366; CasmiLO 1982: 470, 487, 499-500 n. 41 con bibliografia; AE 2001: 205-206n. 20 perla eviione di qualche fi. dei Fusti Osienss, 558 n. 1725 adn. 747-748 n. 2164), cos procos. Ponti et Bililyniae, curator viae Appiae, legarus legionis VEL Geminae Felicis, curator viae Latinae, praetor, tribunus plebis, aulalesior urbanus, sacerdos. Herculis nelliscriione CIL. IL, 1929 da Carteia ed ia maniera più indiretta il C. Comelis Q. f. Gal. Resttus [Gra}wius Cerialis, (praefectus?) legionis) TH Gallicae, [rib(unus) oltm) cohorts) 1 allijoae {civium Romanorum [volunt praefectus) (coh(ortis) --ἢ nell'iscrizione frammentaria da Sagunto. "Nell'isola di Girba con [Q.] Cornelius Restutus in CIL VIII 227850. 77 A Kherbet Ain Mira, con Q. Cor(nelius) Sa()urninus qu) er Ba in CIL VINI, 20639 ea Chelloh conQ. Cornelius) Capella in AE 1931: 10-12, in paricolre 10, n. 38. "A Kairuan con Quintus Comelius e Q. Cornelius C. f. [Arius Clo?) nellisrizione funeraria frammentaria CIL VIII, 11220, a Hr. el Hameima con Quintus Comelius, Q. Clomelius?) Aurelius c Q. Clomelius?) Commodus (CIL VII, 11486), a Mr. Ghaiada con Q. ad Ammaedara con O. Cornelius —niCorellius-—] in CIL VIII 23707, nus in CIL VIII, 11574, a Hr. Badria con O. Cornelius Secundus (Glentiamus vel (erjentanus (CIL VIT, 10189), a Thigibba con Q. Cornelius Victor in CIL VII, 23612. "© Le Gtav 1982: 760-761. Attestazioni inter Chullo et Miles, con 0.

Comelius Q. fil. Quirin, Amianus in CIL VIII, 19942, a Mastar con Q. Cornelius Castulus in CIL VIII, 6419 e con Q. Comelius Quetus in CIL VIM, 6425, a Arsacal con Ὁ. Comelius Clarus in CIL VIII, 6068, 0. Cornelius Crescens in CIL VIII, 6210 e Cornelia Q. lib. Sp(eYrata in CIL VILL, 6071, nei castra Lambaesitana con Q. Comelius Florus (CIL VII, 2568, 34), con Q. Cornelius Iovinas (CIL. VIII, 2569, 42), e con Q. Cornelius Vitalis (CIL VII, 2567, 34) oltre che, presumibilmente, coni Q. Cornelius Quadratus (PIR 1: 461 n. 1166; RE 4: 1422 n.297; PIR IP: 352358n. 1426; RE XII Suppl. 189 n. 297; Le GLY 1982: 757, 765), os. suf ἃ. 147 e forse [leg] Aug. [pr pr] (CIL. VIII, 18081), a Lambesis con Q. Cornelius Flor, tes seraris) legionis) Tl Aug(ustae) in CIL VII, 2853 e soprattutto con il. Cornelius Valens Cuf-~]us Honestianus lunîanus (PIR 1:469n. 1203; RE 4: 1591 n.399: PIR IF: 367-368n. 1470; RE XIV Suppl: 109 n. 3983; RE XII Suppl: 190n. 308a; Ciusro 1987: 495, 498-499, 500 per l'inserimento, ra la fine del 210e l'inizio del 213, della carica di aovermatore di Numidia), noto anche per una dedica dal santuario di Dimmidi (AE 1948: 84 n. 211 (Q. Cornelius Valens) quaestor Achaiae tri bunus plebs, praetor, curator viae [- ] (CIL VII, 18269), a Thubursicum Numidarumcon Q. Comelius Nanaricuse Q. Comelius Quintasius (CIL VII, 4960), a Pibili con Q. Cornelius Q. f. Potkinus (CIL VII, 5565) e Ὁ. Comelius M. f. Rusticus, della tribù Quirina, eques publicus exoratus (CIL VII, 5528; 5529), a Saddar con la Cornelia Clara Q. f. Anucla (CIL VII 19215) "A Sicca con Q. Coelius M. f. Crescens (CIL. VIII, 15984), a Thugga con Q. Cornelius Familia (CIL VIM, 26805) e con O. Comelius Soluor Sissaris (f) in CIL VIL, 27274, a Carthago con Q. Cornelius Felix Macrianus (CIL VIII, 12708) e con O. Comelius Maximus Celsinus (CIL. VII, 24902), a Sinithus, di cui sono originari i Corneli Felices e i Comelii Repentini (Corster 1982: 730, 747, 750), con Q. Comelius Honoratus (CIL VIII, 14624) econ Q. Cornelius Zabo (CIL VIII, 14627), a Bulla Regia con Q. Comelius P. fil. Quirina MI) (CIL. VII, 25856), a Ucubi con Q. Cornelius Pertinianus (CIL VII, 15686), Sidi bu Arara con @. Comelius (Phudens (CIL VIII, 23889), a K'Siba M'Rav con Q. Cornelius [— filius Victorinus CIL VIII, 16778), a Bir Mcherga con Q. Cornelius Felix Emeritus, che compare come aedilis insieme a L. Turius Martiali nella dedica di una statua aurea e di ludi scaenici a Quirinus (Benzina BEN ABDALLAH 1999 con datazione tail 229-230 e il 235 d. CJ, ἃ Ammaedara con Q. Conielijus Genialis) in una dell due iscrizioni funerarie su sarcofago (BENZINA Dr AtDALLAM 1999a con datazione forse all'età severiana) ""CILIX, 3541. "CIL VIII 5024. ®© CILVI, 16929. CILV.3767. © CIL X, 4136 su cui vd. D'ISANTO 1993: 129 con datazione all’età protoaugustea, 2CILIX, 2528, =" CILX, 3653, ns CILXI, 3330. ""CILV 3609. 107

Poche le attestazioni della gens anche nelle province:

in Spagna, soprattuto in Lusitania (con il [. Fi 7)dius Vili {{ Chilo e (Fidi a Flaccllanel'iscrizione funeraria da Andehuela de Jerte"® e, specialmente il M. Fidius Macer, menzionato come esecutore testamentario melliscriione sull'arco tetrapilo. di Capara! e che innalza una statua a sua moglie Julia Luperca^?), ma anche nella Spagna citeriore (con il M. Fidius Fidi f. Quir. {Macer), magtisratus TI Tir I praefectu) fafbrium), che venera la dea Trebaruna"") e in Betica (con il C. Fidius P[y]lades in un'iscrizione da Buyalance!; elle Galle, in Aquitania (nell ger Biturigum Cuborum il C. Fidius™ e nella Gallia Narbonese (ad Arles, il L. Fidi(us) Sec(undus) che bolla lucerne™).

1 Firminii, il cui gentilizio sembra derivato dal cognomen Firminus frequente nelle provincie renane'”, noti attraverso il M. Firminus Frontin(us) e il liberto Firminus Adventus, nell'iscrizione da Velletri posta in memoria di C. Alpinius Restitutus (n. 561, 145), risultano altrimenti ignoti nel Lazio e più in generale nell'intero ambito peninsulare, mentre a Roma sono conosciuti soltanto: il Firminius Valens, miles numerus statorum praetorii, agricoles natus in provincia Thracia civit(ate) Philippopol(i), ricordato, nel'iscrizione funeraria dalla via Salaria postagli dalla madre e dalla moglie". il [Firminius Mod?estus, libertus Augusti, dell'epitaffio dedicatogli da Firminia Crispina"". Nelle province, oltre forse al Firminius Provincialis nell'iscrizione funeraria da Bordeaux, in Aquitania", il C. Firmin(i]us Luca[nus], centurione della legio I Italica "7 AE 1989: 123 n.408. 1 CILII, 834; NuNNERICH ASMUS 1996: 39-40. ""CILIL 7» AE 1967:835.5n. 197; AE 1971: 60n. 157; Cotcum: 1983: L15n.9 inde AE 1987: 174 n. 616, con bibliografía precedente; GONZALEZ HERRERO 2002: 425 n.3 inde AE 2002: 251 n. 705. 7" CILIL 2153. "= CILXIII 1333; Jacques 1973: 306 n. 12 inde AE 1973:101 n.355. "= CIL XII, 5682, 45. 10 AE 1976: 115 n. 393 adn; AE 2001:472 n. 1439 ad "CIL VI, 2954, "=" AE 1959: 60.240, 1 CIL XIN,627; cfr. AE 1976: 114-115 n. 393 adr "0 AE 1957. 87 n. 306; Mrozewicz 1989 inde AE 1989: 198 n. 638 adn. "9 Wrucar 1968: 206 n. inde AE 1968: 90 n. 242. 79 AE 1957: 87 n. 306. "A Valence, con il [Fir]ninius Lf. Sab. Faustn(uls, q(aesoria)aealicia) et (duum)viraes [o}m{a]m{enta orila[ads nell'epitaffo per lui e peri fratello L. [Firminus Lf Slab. Maximus, [q(aestoria aedilicia et uum(vira) ibus forna)menta ornatus (BLANC, DESAYE 1975: 233234n. 2 inde AE 1976: 114-115 n. 393 con datazione alla prime meta del sec d C) e conil L. [Fi)minius Libert (Rufinuls), presumibilmente affancato 4a uno dei due fratelli Firmini dell'iscrizione recedente, nellepitafio che riconda la realizzazione anche del [se]ullchrum] peri suoi famiglia tra cui, [Fi]rmfinia Maria Erotis, Titus Firlminius Lf. Potius eL. [Fliminifus]L.f [Pelpegrinus (BLANC, DESAVE 1975: 234-237n. 3 inde AF 1976: 115 n. 394 con datazione al I, forse all fin, ec. d. C). ! A Colonia Agrippensium, Firninlius? — (CIL. XII, 8401; cf. AB 1976: 114-1150.393ad.) a EuskirchenC. Firmin(ius) Amandus (CIL XII, 7971; ct AE 1976: 114-115n, 393 adn.) a Duren-Derichweiler, dal santurio delle Matronae,C. Firminius Maturus (Fraxxe 1999: 139-1401. 16; AE 2001: 468-469nn. 1427-1439 relativamente al santuario, 472 n. 1439). 7? Monstrmaifeld iuxta Mosellam inter Confluentes et fines prov. Belgicae, [Fiminius [a]arius (CIL XII, 7654; cfi. AE 1976: 114-115 ‘n. 393 adn)c a Bingium Firminius [-- Ἰοείηταν (CIL XIII, 7519; c. AE 1976: 114-115n.393 adn). 108

Antoniana, da Mihailovgrad, in Mesia! il Firminius nell'iscrizione frammentaria da Barnsley, in Bretagna"? e il C. Firminus Luca[nus] nella dedica sacra a Diana sancta ve(enatricis) di provenienza sconosciuta, conservata al Musco di Sofia", una certa concentrazione è ravvisabile: in Gallia Narbonese™, nella Germania inferior, ed in quella superior e nel Norico", Altra gens attestata è quella dei L. Marii, con il L. Marius lanuarius, nell'iscrizione da S. Clemente (n. 561, 85) e il L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus (n. 802*), discendenti presumibilmente del L. Marius, tr. a. 62 a. C. e forse del [L.] Marius, q. Syriae a. 50 a. C.**, c evidentemente un ramo di quella arpinate dei C. e M. Marii, con parentele con i Fulcinii (dei quali è ipotizzabile la presenza a Velletri), gli Juli, Gratidii, i Licinii Crassi e i Lusii"". Relativamente al L. Marius Ianuarius è rilevabile come il cognomen sia attestato con personaggi della gens in almeno quattro casi a Roma™, ad Atina nel Latium Adiectum"" e nelle province africane (ad Auzia in Mauretania Caesariensis", a Lambesi in Numidia™, a Thala"” e a Thignica'"* in Proconsolare). II ramo della gens, che a Roma si ritrova in numero senZaltro inferiore, ad esempio, rispetto a quello dei Caii e dei Lucii Marii*", mentre nel Latium Adiectum risulta assente, in quello Verus ἃ presente: a Ostia con il L. Marius [Alexander]"*, il L. Marius Germanus. che compare nella lista dell’ordo corporatorum lenunculariorum. tabulariorum auxiliares ostienses del 152 d. C.™, il L. Marius "ILC. Firminius Primus, veteranus) legionis) WAdiutricis) e i C. Firminius Castricius, aed(s), nellisrizione funeraria rinvenuta inter Hausmannstertenet Vasoldsberg (CIL III 5430),il Cn. Firminiusel P. Firminius Veruicius) che compaiono tra i dedicanti di un altare a Jovi Optimo Maximo et Genio A{u)gusti da Maria Seal, nell'ager di Virunum (DoteNz 2001 inde AE 2001: 514-515 n. 1538) PARE 14,2: 1817. 19. "RE 14,2: 1810.4. RE 14,2: 1810 s. v Marius; CASmaEN 1975: 189 n. 242; Licornani 1982: 20-21, 55. " CIL VI, 22209 e 22229 (Marius Januaris}; 200 VI, 61 (C. Marius lanuarias); 20510 (P. Marius lonuarius). " CILX, 5092 (C. Marius C. L Januarius). °° CIL VIII 9017 (Marius Lanuarius) x CIL VIII, 3898 (C. Marius Januarius); forse 2560, 10 dai Castra Lambaesitana (C. Marius lal—J). P" CIL VIM, S41 (Lucius Marius Ta{n]uarius) 1» CIL VIM, 15224 (Marius lanuarius). ""CIL VI, 2974677 (L. Marius); 22179 (Le Marius L. 1. Di 9967-33818-37775 (0.71 Marius Ampliats); 10095 (L. Marius Auctus su cui vd. RE 10 Suppl: 384 n. 3la; 22231 (L. Marius Augendus); 22186 (L. Marius L. 1. Barnaeus), 32628, 7 (L. Marius L. f. Candidus); 22196 (L. Marius Dexter); 1847 (IL) Marius L. lib. Doryphorus); 1057 VII, 81 (L ‘Mariu(s) Felis; 38862 (L. Marius L. 1. Felix), 22208 ((L-] Marius L. lb. Felice (IL] Marius L. lib. Hermes); 2500 (1. Marius L. f. Fyrmus); 17344 (L- Marius Iucundus); 22210 (I. Marius Tulianus) 22211 (L. Marius One simus) 22213 (L. Marius Plaletuo; 22214 (1. Marius Paganus e L. Marius Trophimus), 22241 (L. Marius Paullus 27953 (L. Marius L Phileros) 1935 (L. Marius Phoebus), 28945 (L. Marius L. f. Phoebus); 22179 (L Marius. QU—); 1057 VIL 18 L- Marius Romanus); 29738 (L Marius Trethicus}) 8991 QL Marius Lf. Vals); 1455-1456-1457.1458 (L Marius Vegetinus Marcianus Minicianus Myrtlinus) su cui vd LEUNISSEN 1987; 1458 (L. Marius Vegetinus Lucanus Tiberenus); 22220 (L. Marius L. emus, 22233 (MariaL. 1. Erotice); 22211 (Maria L. f. Onesime); 2224222241 a-22242 (Maria Lf. Paulina) 9872 (Maria Lf uf). "> CILXIV, 1326. "> CILXIV, 2501, 10.

nella Ia Benevento.L. Marius [1 —]"*,iL . Marius Ampliatus che compare nell epitaffio posto per luie la moglie Octavia Afinia dalla figlia Maria Rufina™, a Lamapopoli, Canosa, con il L. Marius L. lib. Euaristus nell'iscizione funeraria per sé e per Avilia Ampliata, M. Caesius Frequens, MariaL. lib. Thallusa, Galbia Fortunatae C. Galbius lib. Trophimus", oltre che a Venosa la Maria L. f. Pol(ia]**; nella II, a Santa Severina, con il L. Marius L. f. che in qualitdiduovir, insieme aL. Lurius f, murum, foricem aream) {fecerunt™ nella IV, a Telesia con L. Luscius Marius Theopompmius nell'scizione funeraria postagli dalla madre Luscia Prima", nel T'ager di Allifae con il L. Marius Bass(us)™, in quello di Aufidena. coil Marius Lf Vol. Clemens, patronus municipi", in quello di

Bovianum Vetus con il L. Marius P.f. Lem. Naso che compare in un epitaffio insieme a P. MariusL. f. Gemel(lus) e a C. (Marius)L. f Gemel(lus)™ e in quello di Trebula Mutuesca con L. Marius Philargyrus?"e L. Marius Vernus, stator praetori V nelVepitaffio per uie la madre Maria L. I. Stacte™, in quello di Boyano, sul verSante settentrionale del monte Varano con la Maria L. Tera che insieme a N. Doius N. f. Clemens, Cn. Doius Cn. f. Verax e Q. Sempronius Q. f. Vol. Rufus pongono un'iscrizione come aediles Boviani?", a Corfinio, dal nuovo santuario di Ercole, con iL. Mari(us) I. ()} C.n. Nul--)°; nella VI a Vttona il L. Marius C. f Lemonia®, a Forum Sempronii la Maria L. Polla!” e nell ager di quel medesimo centro il L. MariusL. Agatho che ὃ presente in due medesimi titoli sepolcrali*, nella medesima località del territoriodi TudersiailL. Marius F|—]* cheil L. Marius L.M.l. Denetriusricordato insieme a Sex. Uttiedus Philargurus nella loro iscrizionesepolerale™, a Urvinum Mataurense il L. Marius Pedo dell'iscrizione funeraria peril padre C. Marius C.f. ucunduse la madre Trebia Cr. f. Secunda"*, nl territorio della stessa cità il L. Marius Severus deliscrizione funeraria per la moglie Julia lanuaria"”, a Pesaro il L. Marius {. ] Sesto, sex vir, nell'iscrizionc presumibilmente postagli da [Altia M. f nella VII, ἃ Lorium, nella necropoli, il L. Marius. Hippolitus, officinator dei praedia di L. Tutius Lupercus Pontianus?" c più indirettamente sia il P. MariusL. I. Hospes nelTiscrizione funeraria da Vignanello postagli dalla moglie Maria Fausia™ che il [Sex.] Marius L. f. Sab. Montanus, eq(ues) romamus) nelliscrizione funeraria da Pomarance, Volterra"9; nell'VIII, nel territorio di Modena, il L. Marius Neocles nell'epitaffio postogli dalla moglie Postumia Eutychis™ e a Rimini il L. Marius Pegeus nelliscrizione al Genius Collegi Ariminens(ium)"*; nella IX, a Vardagate il Quartus Marfius] L.f. che compare insieme a Tertius Marfius] L.f. c Vialis Mar{ius]L.f nell'scizione in cui votum) s(olverunt) forse a M(ercurio?), a Torre d'Ussone, ad Bormidam et Belbun, il L. Marius"*; nella X, ad Aquileia, il L. Marius L. f Proculus], noto anche in un alto titolo”, nel'iscrizione posta da L Marius] L. L Felix, IMMv(i), infector, la moglie Cornelia Sp. f Procula ela figlia Maria. {{1 Marulla e Maria L.. Pal(las]

= CILXIV, 4943, 1 CILXIN, 3038, AE 1955: 58 n. 188. 1 D'ISANTO 1993: 168-169n. 203 in particolare per le attestazioni capuane. 7" CIL X, 4808. 8 CILX, 1403 g 1,24. μα GuxpAGNo 1977: 1186 del fe. D, inde AE 1978: 42. 1194. ‘= CILX, 3604 e CILX, 3606. 5° CILX,8071,42. ‘5 Kes. 1988: 197 n.9 inde AE 1988: 91 n.344. 0 CILX, 2710. "CIL, 2719. ©"GIL CHLX, 2715. X, 3079. 3 CILX, 2057. ^ GIORDANO 1966: 109, specialmente 112, n. 2 che propone [L. 7] Marius Florus, inde AE 1969-70: 29 n.95; Bovs 1969: 37, 39 con nuova lettura: L. Marius Fllolral; Giogano 1970: 196 inde AE 1973: 47 n. 168; Camopeca 1983-84: 47 perla rilettura della 8: L. Marius FIo}rus invece di L. Ampius Flfolras Giona 1966: 109, in particolare 111-112, n. 1 con datazione tra 1143 eil 47. C. inde AE 1960-10: 28-29n. 94 va GronbaNo 1966: 110, specialmente 118, n.8 con datazioneal 40 d. C. inde AE 1969-70: 30-31n. 101; Grorpano 1970: 196 inde AE 1973: 48 n.169. ">" Lax 1980: 191 inde AE 1984: 56 n. 207. "=I IX, 1650. ‘= CILIX, 1873.

"= CutLorn 1985: 118-119 n. 86 con datazione al IL sec. d. C. = CILIX, 589. ‘5 Gasrenina 1986: 162-165 con datazione al I sec. a. C, inde AE 1986: 57 n. 212 ad © CILIX, 2289. "*CILIX, 2376. = CILIX, 2805. "^CILIX, 2786, ""CILIX, 4926, >= CIL DX, 4923. " DE BENEDITTS 1995: 57 n. 35 con datazione al inizi del IL sec. d. C. inde AE 1996: 166 n. 490. 1% Buonocore 1995: 190n.6 indeAE 1995: 133 n. 404 1» CILXI, 5195 add. n CILXI, 6125, ""CILXI 6149, 1 CIL XI, 4724. = CL XI, 4727 1 CIL XI, 6088, CL ΧΙ, 6085, 8 CIL XI, 6368, "^ CLXL 8110. 5% DI STERANO MANZELLA 1981: 160 n 44 indeAE 1982: 77 n. 290. 88 Bacci 1974: 79 n. 3; cf. AE 1982: 85-86n. 328 adn, 4 CHL XI, 897 ^" CILXL 355. «CIL 7548, "CIL, 8420, "*CILV, 997.

Euryches"? e nell'ager di Preneste con il L. Marius Valens su fistula"* e a Lanuvio con il L. Marius L. f. v.] c. Quirin. Maximus Aurelianus,

Più cospicua la presenza in Campania dove compare! a Teanum Sidicinum con L. Marius L. f; Africanus", ad Ercolano con lL. Marius L. I Felicio" e il L. Marius (mulieri) I. Felix che compare nella ista degli Augustales ἀ' Herculanum’™*, a Miseno con il L Marius Helmo]genes®® e il L. Marius Montan(us), milles) clas(sis) praetoriae) Mise(nensis) V Victoria nell'epitaffio posto dalla moglie lulia Helpis"", al Museo di Napoli con il L. Marius Sopater si fistula™, a Capri con il L. Marius Lucianus, aug(ustalis) dupl(iciarius) PuteoKanorum) nell'scrizione funeraria postagli dal liberto Thallus?*, a Pozzuoli con il L. Marius Eutyches"", il L. Marius Euphrates, ilL. Marius Euty-chianus nelr'isczione funeraria per il padre L. Marius Syntro-phus"", il L. Marius lunianus"* eil L. Marius Zenon nell'iscrizione posta insieme alla moglie Annia Chrisis per il figlio M. Annius Fortunatus"", nell'ager di Murecine iL. Marius Fllolru]s?*, il L. Marius Hermeros®® e il L. Marius Didae 1, lucundus insieme a L. Marius Iucundus"", il L. Marius Agathemer®® su quattro delle tabulae ceratae.

Nelle altre regiones sono presenti:

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2 CILMI, 2021. CILMI, 5516. "©" AE 1973: M6 n. 489; cf AE 1978: 214 n. 732 adn.

14 AE 1990. 213 n, 746 che riporta datazione della prima metà de see d.C. "sciL XI 5173, ‘= CHL XII, 6534 "CIT. 4970, 302. e Sono noti a Emerita il L. Martis) Ursianus (CLM, 578, a Ebora la Marlia) 1- f. Sidonia che compare insieme a [--] C.f. Calehsia, laminae) provincia) Lusifaniae) (tem) e Apon(ius) Lupianus πεῖς. Viserzionepostagl dll i Lui) Leonia (CI I, 189), ell regione di Evora, a Vero, ilL. MariusL. f. Pap. Caprarus (AE 1980: 138-139 n. 547; Atvis Dias 1983 anche per una analisi elle attestazioni del gentlizio. inde AE 1983: 128 n. 469 adn), ἃ La Lanchuela, fone il L. Mart f] Mazulrus] (AE 1993: 268 n. 929). 2" Sono noti a Zafra ilL. Lucullus Marius Enerus (CIL I, 10), da Las Bobadills, tra Baenam e Tucci, il L. Marius Marullius L. Marius, Oclunensis (CIL V, 5467), a Cordova il L. Marius Phoel--}, forse iL. Marius Phoebus, mercator le Hispani ex provincia Baetica di CIL VI, 1935 e dei tili pict da Testaccio CIL XV, 3943-3959 (ReuusaL Ronsucusz 2000 inde AE 2000: 282-283 n. 734) ricordato insieme al moglie Maria Persin4{--] e i fili Maria ἐς f. Secun], Caecilia Q. Secturd-}eL Marius Lf. Phote? — (CIL IL 7, 54). CHL XIII, 4476, 79 PIRIl: 348 n. 238; RE 142: 1836.58. CHL XM, 1810. °° CHL XI, 1951 110

Completano le attestazioni, oltre al diploma militare di provenienza sconosciuta nel quale compare L. Marius L. f. Ulp. Maximus originario di Nicopoliad Istrum":

in Galazia, ad Ancira, il [A.] Μάριος: Πούδης dell'iscrizione che ricorda la costruzione della sua tomba su un terreno donatogli da "Kovltos) Οὐάϊλεῖντος e da 'Avruvías"*, in Asia, ud Erythrae, IL. MariusM. f. Aem. Caiata ovvero Λούκιος. Μάριος Μάρκου υἱὸς Αἰμιλία ladrns"", a Corinto il [L.] Marius Piso™; in ‘Acaia, a Thebae, il L. Marius Grecinus che compare trai dedicanti dell'scrizione ai consoli del 14 d. C., Sex. Appuleius e Sex. Pompeius™, e più indirettamente, il [.] Marius L. Γ Ste. Schinas che compare nella lista frammentaria dei mystes da Samotracia”. Di ben altra portata risultano le attestazioni della gens în Africa", dove compaiono:

nella Proconsolare, in semplici iscrizioni funerarie a Sicca il Lucius Marius Adiutor® oltre alla Maria L. f. Polla”, a Thugga t L. Marius Candidus" eil L Marius Clodius", a Uchi Malus ilL. Marius Griminius?* © il L. Marius Silvanus®”, a Sufetula il L. Marius Donatulus nell'isrizione postagli dal padre M(arius) VO", Thignica, dove è noto anche un Marius lanuariu(s]"", ilL Marius Frontonianus nella dedica Saturno Aug(usto)" e il L Marius Namphamus™'; al mons Balcaranensis il L. Marius Mariamus, sacerdos [-]"%, a Thigibba Bure il L. Marius Nampha{m]us®®, in Numidia, a Lambaesis, dove è noto un C. Marius lanuarius"*, il L. Marius Crescentianus, q(uaestor), ae dili) I, nell'iserzione I O. M. consevatori inp. Caes. M. Aurei Severi Alexandri Inviti Pii Felicis Aug. εἰ luliae Mameae ma: tris";in Mauretania, dove a Auzia è noto un Marius Januarius?" a Satafis il L. Marius Ecc[—], curator ri], a Chella il L. Marius L. f. Claud. Rufus Severianus, consobrinus optimus, nel l'iscrizione posta a C. Hosidius Cn. f. Claud. Severus, a Pomarm ib L Marius Namphamus®; in Bizacena, a Hadrumentum, il L. Marius Gallianus che compare tra gli amici Ci

La presenza nelle province non sembra rilevante fatta eccezione per quelle africane. Sono infatti noti: nell Miri, in Dalmazia, a Spalato, il L. Marius Fortunatus che compare insieme alla cognata Aequitina. Tertia nell'iscrzione funeraria posta dal fratello M. Eutunius Victor; nel Norico, a Bedaium, il L. Mari(us) Nobil(is)"", in Macedonia, a Heraclea Lyncesti,il L. Marius Lf. Ter. che nel 10d. C. horologium d(e) p(ecunia) s(ua) flaciendum) c(uravit)""; in Dacia, a Sarmizegetusa, il L. Marius Valens, patron(us) collegii) Jabr(um) che colum[nas?] nel propylon del foro pecunila sua) dedlii]^*; nella Germania superiore, a Mogontiacum, il L. Marius Lf. Pupinea Baeterris, miles leg(ionis) XXI stipendiorum XVI nell'iscrizione funeraria postgli dal fratello" ei [-- Mjarius Lf. [-Jnna, miles) (legionis) INI Mac(edonicae)? o XII? o XVI? a}nn(orum) L stipendiorum) XXX?)^*, a Salodurum il L. Marius L.L Privatus che compare insiemea [M. ValleriusM. 1 Zethus, [O.1 Vassius O. 1. Zethus e [Q.] VassiusO. I. Clarus nella dedica Laribus Augustis", ad Arae Flaviae ilL (?) Marius?) Vero}. In Spagna, tra i non particolarmente numerosi membri della gens, a parte il L. Marius che bolla ceramica a Tarracona"", i L. Marii si concentrano in Lusitania?" e in Betica"”. Anche nelle Gallie risulta scarsamente attestata considerand in quella Belgica, a Metz, ilL. Marius Secundus Amandi ΠῚ. Ὁ, nel: Ja Logdunense, a Lyon, il L. Marius L. f. Quir. Perpetuus? padre del senatore di età severiana e di L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus, pontifex, procurator. provinciarum Lugdunensis et Aquita-nicae, procurator stationis hereditat(ium), procurator XX hereditatium, procurator patrimoni, procurator monetae, promas ster hereditatium nella iscrizione in suo onore postagli da O. Marcius Donatianus, eques cornicularius eius", c nella Narbonese, a Vienne, il L. Marius M[—}, a Nimes il L. Marius L. $ Vol. Kamenus, a Narbonne il L. Marius L f. Masclus™.

CHL XI, 4980, ^*^ Watss 2002: 505-512 n. Icon datazione al 7 gennaio del 212 d.C. inde AE 2002: 673-674 n. 1754, ^*^ CIG, 4078; AE 1995: 485 n. 1531 = CHL TH, 7112, 4 AE 1923: 2, 4 con datazione all'età di Antonino Pio. ^" CILMI, 7301 1,6. ΒΗ AE 1947:6-7 n.3 con datazioneal 19 d. C. 1 Gascou 1969: 555-568 per i Marii africani, secondo l'autore dei Getuli romanizzati da Mario. 1" CIL VIII, 16128. © CIL VIII, 16131 1 CIL VIT, 15542 per ui vd. CIL VII, 2617. "CIL Vl, 1522. "CIL VIII, 26342. CIL VIDI 26345. Duval 1989: 464 n. 163 con datazione al sc. d. C. inde AE 1989. 2001. 813. > CHL VITI, 15224. CHL vin, 15122. 7" CIL VII, 15225. >= CIL VIII, 24192. ^" CIL VI 26171a. CIL VIIL 3898. ^ CIL VII 2620. "*CILVIIL 9017. "CIL VIN, 20269. ‘5 Bouse 1990 con datazione alla prima metà del I sec. d. C. inde AE 1991: 484-485n. 1749, "CIL VIII 9537.

che pongono l'iscrizione a L. Terentius Grattianus, quaestor provinciae Africae?" a Thala il L. Marius Ja{n]uarius™", più indirettamente, a Hr. el Afna la Maria L. fil. Rogata'. A Aunobar il L. Marius Perpetuus, scriba questorius, che compare nella lista dei membri del consilium cittadino”.

(sic) Menias’*, oltre al L. Herennius Axianus su un signaculum da Napoli.

a Puteoli il L. [HerenniusA[--- ilL. HerenniusL fil. Florus e ilL. Herennius Florus'® c anche la HerenniaL. f. Serapia' eil L. Herennius Epaphroditus nell'iscrizione funeraria per se ele patrone Herennia Clade © Herennia Marcella © Herennius Fidelis, Herennius Crescens e Herennia Tyche e il nipote Volussius Lamyrus, Herennius Synergus, Herennius Africanus e. Herenia

In Sicilia è invece noto il L. Herennius Certus da Termini Imerese"*, in Sardegna, dove insieme ad alcuni centri laziali e l'area campana sembrerebbe evidenziarsi una maggiore ricchezza di attestazione, il L. Herennius Castus'®, il L. Herennius Felix? e il L. Herennius Fuscus"", da Carales. Nel resto d'Italia, rilevata la loro assenza nella ΠῚ e nella VI, i L. Herennii sono presenti: nella Il regio, a Canosa, il L. Herennius Primus nell'iscrizione funeraria posta dalla moglie Mallia Sympheru[s]a"", nell'area funeraria di Lamapopoli il L. Herennius Probus, Apollinis sacerdos nell'iscrizione funeraria per ἢ fratello C. Herennius Rufus, aug(ustalis)^*, e ancora il L. Herennius Arescusianus, il L. Herennius. Celsus** e il L. Herennius Crescens"" che compaiono rispettivamente traiIL viralicii,i pedanie gi aedilici nella lista dei decuriocittadini del 223 d. C. a Benevento il [L, Heren]nius Fuscus che insieme alla nuora [unia Rufina pone l'iscrizione funeraria peril figlio L. Herennius Fuscus, veteranus mesoris aedificior(um)"", nell'ager di Benevento il L. Herennius Narbonensis su signaculum aeneuni**; nella IV, a Corfinio il L. Herennius C. f. Rufus, is aedem podium cryptae partem faciunda curavit probavitg(ue) con i denari lasciatigli da C. Alfus T. f. Maximus" e forse, ancora in quello stesso centro, dall'area della cattedrale di S. Pelino, il £. Herenin - -} su architrave monumentale‘, nell'ager di Trebula Mutuesca, i [1.1 Herennius L. . Aeshinus Long(us) L. Herennius 1.1. Socrates, ingenuus Fufiai, nell'scrizione funeraria posta dalla moglie di Aeschinus, Fufia Q. Ì. Chelido'®; ella V, dove la gens isulta ben attestata, a Fermo il L. Herenius Onirus"", nell'ager di quel centro ilL. Herennius C. f. Vel. Rufus dell'iscrizione funeraria per il liberto Corinthis?, a Septempeda il L. Herennius L. |. Phileros**, Vila Potenza l'HerenniaL. f. Cervill nel'iscrizione. funeraria dalla necropoli posta dal maro C. Carrenas Verecundus"*; nella VII, a Nepi il L. Herennius C. f. che compare tra i pontifices, della colonia’, nell'agerdi Volsini, lungola via Cassia, il L— Herennius ἔς. f. Cipus nell iscrizione frammentaria, funerara, nella quale ὃ ricordata anche [Herenn(ia)] Antigona L'*"

CHL VIT 11139. °™ CHL VIM,Sa. n CIL VIM, 11746. ?^ AE 1921: 11 9.39. 7" RE 8: 661-662s. v. Herennius; D'Ans 1973: 156-157 n. 3a propo» sito di un'iscrizione putcolana al Kelsey Museum of Archeology di Ann Arbor, rileva una concentrazione nel territoriodi Arpinum e in Campa Casrié 1975: 174-175n. 191; LicoRDakt 1982: 30, 4 a proposito di M. HerenniusM. f. Mae. Rufus, praef. Capuam) Cum(as); CAMODECA 1982: 108, 141; Gasperi, Pact 1982: 211, 222, 242; D'ISANTO 1993: 143-144n. 163 perla diffusione del gentlizio in Campaniaed in paricolare a Capua. "s Prosopografia della gens dala quale si rileva un'estensione geografica che è difcileriferire ad una nia famiglia in DENIAUX 1979. ?*CILVI, 10582 (L. Heremiu[s —}) 1816 (L. Herennius L.f); 32522. a Ml, 22 (L. Herennius L. f. [—]: 1057 Il, 18 (1. Herennius) Demerrianus)); 1057 Il, 92 (L. Herenni(us) Felis, 3256 a 1, 5 (L Herennius Lf. anwarins); 19315(L HevenniusL 1. Inzchus); 1057 VII, 52 © 1058 V, 21 (L. Herennius Papias); 1057 I, 42 (1. Herenn( ius) Paulinus: 6923 (L. Herennius Primigenius); 1058 II 40 (L. Herenn(ius) Secundin(us); 19325 (L. Herennius Syneros); 2996 (L. Herennius Vindex), 27834 (HerenniaL. f Rufo) CIL, 1313 (L, Herenni(us)Lf. Ste) 1 CILXIV, 4500. n CIL XIV, 2987. >» CIL XIV, 3972-3974. ve GianNeTT 1974: 329n. 8 inde AF 1974: 52 n.237, " CILX, 5342. “= CILXIV, 3660,

© CILX, 2504. = CHL X, 2506 ""CILX 2511 us DAR 1973: 156-187 n. 5 inde AE 1974: 55-56 n.251 “© CILX, 8059, 192 "CIL, 7410. ""CILX. 7658. ""CILX. 7660. ""CILX, 7661. uo CILIX, 383, κα SILVESTRINI 1990: 37 n. IB inde AE 1990: 61-62 197. "*CILIX, 338 II, 26, us CILIX, 338 1,6, "*CILIX, 338 I, 9 ""CILIX, 1612. ""CILIX, 6083, 73. 1» CILIX, 3168 su cui νὰ BuoNocons 1987: 116, che ne propone una datazione all'età augustea, con bibliografía. "="BonocorE 1987: 179-180 n. 52 con datazione αἱ sec. d. C. 10: CILIX, 4919. = CLIX, 5305, "© CILIX, $396. ve CILIX, 5607. = Pact 1984: 43-46 n. 2 con datazione al Il sec. d. C. inde AE 1985: 880.355. "CIL XL, 32541, 10. ‘© CILXI 7339.

Ancora due attestazioni per gli Herennii, gens per la cui origine si oscilla tra Lanuvium, Brundisium, Hatria o Paestum" (della quale sono note attestazioni, in ambito laziale sia a Praeneste (Minturnae) che forse anche a Lanuvium'"), rappresentati dal L. Herennius Dionysius di un'iscrizione dagli scavi del Metabo (n. 696) e forse TrpHerennius?- ἢ Orbianus da Lariano (n. 274). Se per questulimo si È supposta una parentela con I’Herennius Orbianus fratello Arvale sotto Antonino Pio, per l'altro possono richiamarsi i personaggi con tale nome, almeno per verificame la distribuzione in aree laziali vicine o con contesti dell’Italia meridionale con la quale sono altrimenti documentati rapporti. Di L. Herennii, non di rado attestati a Roma', conosciamo nel Lazio:

il L. HerenniusL. 1. Vindex a Ostia!” il L. Herennius L. f. Cossutianus adlectus curia Praeneste, i L. Herennius L. f. Hor. Gallus e le due Herenniae L. f, Y Herennia L. f. Merula Maior e T Herennia L. f. Merula Minor, da omentum, il L. Herennius. nell'iscrizione da Pontecorvo", oltre forse all HjerenniusL. Fr il quale dovette incaricasi di un intervento edilizio (fac. cur), elliscriione frammentaria da Interamma Lirenas'® e il T. Herennius L. f. ricordato insieme a T. Herennius T. f. su un orologio solare da Tibur" A questi in ambito campano vanno aggiunti:

a Tarquinia il L. Herennius C. I. Speratus ella sua iscrizione funetaria" e più indirettamente in contrada Le Piane (Acquapendente) il A. HerenniusL. f. Vibia Gnatus nell'scrizione su un'urna in travertino!®: nell'VIII, nell'ager di Veleia, il 1. He(rennius?) Ex(oratus?)" che bolla tegole, in quello di Ravenna il L. Herennius Felicissimus che insieme a Cassia Cypare pone l'iscizione funeraria alla figlia Herennia Cypare®, a Voghenza il L. Herennius Saturninus", cos. insieme a T. Pomponius Mamilianus nel diploma della flot ravennate del 12 giugno del 100 d. C."*, a Regium Lepidi il L. Herennius Ianuarius, Vlvir aug(ustalis) nell'iscrizione funeraria per l’amico T. Alius T. 1 nella IX, dove la gens risulta ben attestata**, a Ventimiglia il L. Herenn(ius)^ che bolla tegole, ad Asti la Herennia L. f. ricordata insieme al marito L. PompeiusM. f. Pol. id(ilis) vir quing(uennalis),tribumus) militum) a populo e ala madre Septunia C. f. nell'iscrzione. posta dal figlio A. Hostilius L. f. Pol. Pompeius Macer", a Genova il L. Herennius L.f. Nigellio che compare insieme al padre M. Antonius Balbi f. Hilarus e a P. Caninius Felix, nell'iscrizione funeraria posta dalla madre Cornelia C. f. Secunda"*, nei pressi di Frassinello d'Olivola, Alessandria, il L. HerenniusL. f. Pol. [.— 1^; nella X, dove la gens risulta presente ad Aquileia anche con L. HerenniusΜ᾽. f. cL. Herennius Vitali a Capodistria con ilL. Herennius? — ^5, ad Altino ilL. Herennius Aesopus"®, a Verona iL. Herennius Saturrin(us)"*, a Pola '(Helrennia L. 1. Bunya nelT'iscrizione funeraria per il marito M. Mammius M. lib. Mucro, Vivir, la madre Herennia C. I. Rufilla e [M] Mammius M. lib Repentinus"*; nella XI, a Milano con il L. Herennius Zosimus, Vivir senior) e ancora, il L. Herennius nell'iscrizione frammentaria nella quale figurano la moglie Fabia C. f. Secca, il figlioM. Herennius Verus, i nipote Q. Magius Bassus eil C. Herennius C. f. Tuvenior, Vivir iunior)"; nelle Alpi Marittima, a Nizza, il L. Herenn(ius)" eilL, Herennius) Opt(atus) che bollano tegole.

perior**, nell'llirico, in Dalmazia", nel Norico"? e in Asia Minore" e in Egitto! ne corrisponde un numero maggiore in Gallia, Spagna e Africa. In Gallia Narbonese, è possibile contare: a Narbonne sul L. Herennius Philippus' e l’Herennia L. l. Asia nell’iscrizione funeraria postagli dal marito P. Tossius P. lib Himerus^* oltreἃ L. Herennius) Opt(atus) che bolla diverse tegoJe, più raramente forme ceramiche!

Nelle province, alle poche attestazioni in Germania su-

In Spagna sono presenti: in quella citeriore a EI Tossal de Manises, Alicante! e a Barrugat, Tortosa", il L. Herennius Optatus,di origine narbonese, che bolla tegole, a Montabemer '[Here]nnia L. f. Avira] nellisrizione frammentaria [Herc]uli [sacrum?] in honfolrem P. Mal..]** in Betica, a Cadice il L. Herennius Anteros*, al Museo di Cadice L. Herennius Herculaneus ricordato ella sua iscrizione funeraria™, a Oba il L. Herennius Herennianus che compare in un'iscrizione frammentaria ^e, più specificatamente, in quella postagli dal nipote L. Comelius Herennius Rusticus durante il consolato di Sex. Quintilius Condianus e Sex. Quintilius Maximus, nel 151 d. C. nella Tarraconese, a NumantiailL. H(erennius) Eudemus nell'iscrizione funeraria postagli dal liberto Herennius) Modestus**, al Museo di Tarraco alcuni tubuli fttili bollati da L. Herennius) Optatus) * e a CiudadejaL. Herennius L. f. Gal. Callicus'®. Infine, in Africa, dove accanto alle forme generalmente. attestate, Herennius e Herenius, compare quella più inconsueta Aerenius, è noto raramente in Mauretania"^, più frequentemente in Numidia, quasi esclusivamente da iscrizioni funeraric'" fatta eccezione per il L. Herennius L. fil. Quir. Urbanus, mag(ister) arm(orum) che dedica un'ara Jovi Silvano a Sila!”

I CILKI, 3442. vo AE 1962: 37 n. 162 per l'uma trasportata dal sig. L. Bausero a Montevideo "con regolare permesso rilasciato dall'Ufficio Esportazioe di Genova e dalla Soprintendenza alle Antichità della Liguri”. ""CILXL 6674, 20. so CILXI, 342. "RE: 677 n.42; PIR IV: 78 n. 126; RE XII Suppl. 433-434 n. 42 "© AE 1989: 89-90. 315. "* CILXL 971. " AE 1996: 219 a, 676 adn. 1 CILV, 8110, 4451: "CIL V, 7566 su cui và. Zann 1992: 73. "CILV, 7754, su cui vd. Mmowsita 1987: 234. "o MMenvecs 1996: 2462. 5 con datazione lla seconda metà de Ise. d.C. inde AE 1996: 219 n.676. "AE 1995: 181 n. 568, AE 1982: dnd. se CILV, 49. e CIL V, 2234 ue CIL Vi 8857. o AE 1966: 35-36 n.136. "CIL V, 5904 "^ CILV, 5865. ts CILV, 8110, 45, bc,e. "CIL V, 8110, 45 d. © A Asheim, il L. Herennius Laetus, evoc(atus) Aug(usti) neiscrizione su tabula aenea parva rotunda (CIL XIII 6271). "9 A Lyübuski UL HerenniusL f. Pap, originario di Mullas in Licia e veteranus) legioni) VIL (CIL II, 8488) 19 A Mallthein, St Peter im Holz, il [1.} Herennius Llib. Oclaiusneliscrizione funeraria persé e la moglie Veneri (CIL II, 11488), a Tewrnia 111. Herennius Epictetus (AE 1920: 18 n. 58).

"^ Ad Efesoil Λουκίος Ερεννίος Περεγρείνος (AE 1977: 221-222 1. 794) che ritorna anche in un'altra iscrizione (AE 1991: 415-416. 1507, Aousioc] Epemnoc Περεγρεινος). A EI Fayoum, L. Herennius Geminianus (AE 1926: 38-39 n. 151 con datazione all’11 marzo del 128 d.C). 1 CILXIT, 4850. ‘* CILXIL 5170. 1 CILXII, 5679, 44. "^ CIL XII, 5686, 30. © AE 1993: 302 n. 1065, L Her(ennius) Olpi(atus)]; Rico 1993: 71m. " AE 2002: 303 n.856, L. Herennius LOp(tatu "* Cost 1991: 195 n. 2 con datazione alla fine del inizi ἀεὶ Il se. 4.C. indeAE 1991: 285 n. 101. ""CILIL AE 1995:1823,251 n.817. "CILIL 1333, "CILII 1332. "CILIL 2837. "" CILIL 4967,41 μα AE 1928: 49 n. 180. © A Saldae iL. Herennius Achileu]s (CIL VIII, 8957) e, più indiretamente il Q. Herennius L. f. Arn. Martiali, eques p(ublius) exoratus), il quale in ribunazu decessi (CIL VITI, 20685), a Sarafis il L. Herennius. Victor (CIL VITI, 20255) * A Cina ilL, Aerenius Bas(sjus (CIL VIII, 19531) el L. Herennius. L.f Quir). Fortunatus (CIL VIM, 7397) a Hr. Metkides il L. Herennius. Exasius (CIL VIM, 2204), a Thübils ilL. Herepnius] L. fl. Qui. (Glenialis (CIL VIII, 5591=18878), a Torrescha ilL. Herennius Jullus (CIL. VIII, 2164) a Civitas Celtianensium lL. Hierenius Nivalis (CIL VII, 19762), a ‘Masta il L. Herennius Satuminus (CIL VIII, 6459). ""CILVID, 19199.

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Due menzioni esistono per i Saturni, con (?) Saturnius Hermese.L. Saturnius Hermes dall'iscrizione dai pressi della chiesa di S. Andrea in Silice (n. 1638). La gens, nota episodicamente a Roma", tra l’altro con il L. Saturnius Nigrinus che compare tra i magistri fontis Pall] nell'iscrizione del 140d. C."”, ma del tutto assente nel Lazio, risulta documentata raramente:

tre sole volte in Campania, a Pompei con la Saturnia Grata che compare ra i graphio inscripta"*, a Puteoli, in due iscrizioni funevarie, con il Satualilus Antiochus che pone l'iscrizione funeraria alla moglie Faenia Felicitas, nat(a) Syria! e, forse, con il Q. [Saturnius (Severus; una volta in Calabria, con il Saturnius Basilius nell'scrizione funeraria da Aeclanum postogli dalla moglie. Vibia Felicitas"; una volta nella IV regio, dl santuario di Hercules Curinus, nei dintorni di Sulmona, con il [Saturnius Quirinus" forse una voltain Histria conil C. Saturnius? Hermia in un'iscrzione funeraria da Pola realizzata dall'amico C. Setidius Zosimus".

mente poche attestazioni, con una distribuzione estremamente limitata, comprendente essenzialmente Roma, Pompei e Canosa, con altri rari casi": a Ceia Orphne! a Ostia, l'unica attestazione nell'ambito dell'intero Latium Vetus; il L. Ceius C. f. Leucaro nell'iscrizione funeraria da Cassino"; in Campania, a Ercolano il [-] Ceiu[s] L[—] nell'iscrizione frammentaria dipinta con nomi su colonne"; nella IV regio, a Terventum, iL. Ceius Perf. ncll'scrizione funeraria postagli dalla moglie Naevia Μ᾽ f"**; nella X, nell'ager di Aquileia, la Ceia T. 1. Grata nell'iscrizione funeraria postagli dal marito M. Gellius M.f. Fabia, veter(anus) leg(ionis) XV (Apollinaris)"", nela VII, forse, considerata la difficolta di letturaed in ogni caso la forma inusuale; il T. Caei(us) Atim[etus] nella dedica [Sancto] Sorano Apollinidal Monte Soratte!

in Aquitania il [? Sajturnius Cl(arus] nella dedica (Novi Optimo) Maximo) (pro sallutem lulli Plelori da Lactora**, in Germania il Saturnus) Lucinl-—s, leg(ionis) I M(inerviae) e Saturnius) Parthic(us), leg(ionis) I M(inerviae) nell'iscrizione cnca da Bonn, in Africa, in Numidia, a Tiddis la Saturn(ia) Butura"® e, forse, in Corsica la Satu(rnia o -ría —Jnura da Bravona'® e in Spagna, in Betica, a Salvatierra, la Saturnia" Infine, sono presenti i Ceii, con la Ceia L. 1. Olympia e Ceia C. 1. Neoba nell'iscrizione di C. Lustuleius C. I. Farπάρες da Lazzaria (n. 1560). Della gens sono note general-

A parte questi pochi casi, tra i quali un certo interesse pub forse suscitarlo in considerazione del praenomen simile a quello al quale rimanda una delle due Ceiae da Velletri, il L. Ceius C. f. Leucaro nell'iscrizione da Cassino, la maggior parte dei Ceii si concentra ἃ Roma"? e in particolare a Pompei: con ilL. Ceius Doryplhorus] nell'iscrizione frammentaria nella quaJe compare accanto a C. Alleius M[--}'®, il L. Ceius Communis nell'scrizione su cippo di erma'^* il. CeiusL. f. Men. Labeo, iter duo) vr) iure) dicundo) quinq(uennalis)nell'scrizione postagli dal liberto Menoma-chus"*, il L. Ceius L I Lucifer nell'iscrizione. frammentaria su erma", la Ceia L. Γ nell'iscizione frammentaria forse dal sepolcro di L. Ceius L. f. Men. Labeo" ilL. Ceius Faustus che bolla tegole'^*, oltre al L. Ceius Melicer(tjus su un signaculum αἱ Museo di Napoli, il L. Ceius Secundus, vir che compare nel "manifesto elettorale”, dipinto, nell rez. , ins. XIV, 11"?e ancora il Ceius che compare trai graphio scripta nella reg. V ins, 4" e nelJa strada di Olconio" tra i fini pict, ripetutamente Ceiun™,

P*CIL VI, 25937 (M. Sanurnius Cucundas); 25938 (Saturnius Euyches Ugualmente raro risulta l'utilizzo di Satunius (CIL VI, 9923=15012) e Saturnia (CIL VI, 25939) come praenomen. °° CIL VI, 159,10. "CIL IV, 2061 dalla strada dell'Abbondanza, inde Castres 1975: 217 9.357, 1 CILX, 1975, " MisGAZZIN 1928: 198n. 10; Para 1987, con datazione al I sec. d. C, non esclude che possa piuttosto trattarsi di un O. [Aelturniuso di un TLayurnius o di un Q. [Tiurnius. "" CILX, 1320. "es GUARDUECI 1981: 236-237n. 5. Ci V 22. "CILXIL, 503. "" CIL XII, 8053; At otov 1968: 220-223 n. 186, ‘= CIL VIII 6815. "9 VisuARA PERGOLA 1980: 318 n. 2. "^ CILII, 1009. A questa testimonianza ἃ forse possibile aggiungere Sarur{-] Sat] dll iscrizione funeraria frammentaria da Toleto, nella Spagna taraconese (CIL IL, 5873). "s Casratn 1975: 151-152n. 109 con il richiamo a i. Cluent, 162: "Cel cuiusdam Samniti" (Bovixcé 1953: 156). "Bunt 1982-83 [1984]: 122 n. 29 con datazione alla prima metà del Isc. d. C. inde AE1985: 48 n.179. ""CILX, 5228 = PAGANO 1992: 189 ἔπ. a-b), 191 per l'iscrizione forse databile agli mi anni prima del 79 d. C. proveniente, presumibilmente, dag scavi degli anni Sessanta del Novecento sul decumanus maximus e in corri spondenza della sua intersecazione con i cardo 3, inde AE 1992: 93-94 n. 2862. "© CILIX,2610. °C, 917

^ Di STEFANO MANZELLA 1992: 159, che non esclude possa trattarsi di ‘un Cael(ius) o di un Cai(us) con datazione al 1 ec. d. C: inde AE 1992: 173-174n, 594. κα Con ilL. Cei[. che compare come cos nei fasti cooptationum deli acta sodalium Augustalium Claudialium (CIL VI, 1988), il L. Ceius L. {il Privatus quod cum exanpliarenur balneum sub princeps voverat prin ceps castrorum) peregrinoruma S. Stefano Rotondo, realizza un'iscriione Isidi Reginae pro salute et incolumitate di Perinace e M. Aurelio (CIL. VI, 354), i C. Celus C. I. Diomedes nelliscrizione funeraria dei viri di ProciliaC. L Auge (CIL VI, 25071), i Q. CeiusM. f. Cordus e i Q. Ceins Q. L Hilarus (CIL VI, 14639), il C. Ceius C. [I Lysimachus (CIL VI, 14640), la Ceia Q. . Prima nellisriione funeraria postali da D. Lutatius D. L Sextio, curator primus) ersecund(us) (CIL VI, 378500) e a Ceia Lif— (CIL VI, 11446) e ancora la Calpurnia Cela [- Γ] emiliana, nota anche. in iscrizioni africane, sposa prima di un Suetrius (PaNCIERA 1986 per Ia dedica del Suetrius Galudelns lib. , inde AE 1986: 14-15 n. 29) e poi di Q. radius Rufinus Optatus Aelianus (AE 1995: 543.544 n. 1653 da Thibicaae, datata al secondo quarto ἀεὶ II sec. à. C) e infine, iL. Ceius Pripnigenius?) nell'iscrizione funeraria postagli da Statia Fortun{ara] (AE. 1964: 49 Ὁ. 125 dalle catacombe della via Nomentana ""CILX, 909. ""CILX, 1039. ""CILX, 1037, ve CILX, 1040. ""CILX. 1038. ve CILX, 8042, 33. 1 CILX, 80509, 104. "GIORDANO, CASALE 1990: 278 n. 7 inde AF 1992: 91 n.274 con datazione all'età flavia. ""CILIV, 6780. "CIL 2780. "= CIL IV, 741 dalla via Holconii (Ceium); 944 (Ceium, Il vir), 988

Ugualmente scarse le testimonianze extra Italiam, considerand.

113

Ceium Secundum'™ e L. Ceius Secundus'* anche su un'anfora'*,

cpisodicamente L. Ceius'", L. Ceium [Firmum]** e [.] Ceium ‘Secundum' ma anche il L. C(eius?) Q(uartio?)", il L. C(eius?) Stecundus?) Q(uartio?)" e Ceia Grata? che invece ricorrono su anfore; e nella II regio, a Canosa'*, nell'iscrizione dei Ligures Baebianir"*, ad Aeclanum"' e a Benevento? Una ancora più sporadica presenza si rileva nelle province, dove abbiamo: LM. Ceius P. f. Ser. Legione) V Gal(ica)nell'iscrizione funeraria da Antiochia di Pisidia, in Galazia*", il C. Calpurnius Ceius Aenilianus, tribunus) laticlavius) leg(ionis) Il Adi(uricis) PCiae) Flidelis)nelliscrizione I(ovi) O(primo) M(aximo) da Aquincum, nella Pannonia Inferiore"", e il Cefus Maximus, aug(ustalis)"" a Gross-Sonntag, nell’ager poetovionensis, in quella superiore. Proprio in considerazione della presenza quasi esclusiva. di personaggi recanti il praenomen Lucius, o comunque riconducibili ad esso, a Pompei, non è improbabile che almeno la Ceia dell'iscrizione veliterna possa essere connessa a questo centro o comunque avere un qualche rapporto con es50, pur non potendo escludere legami piuttosto con la vicina Ercolano (il [-] Ceiu[s] L[.—]). o con Canosa (il quaestoricium L. Ceius Sclepiodotianus) e Cassino (L. Ceius C. f.

Leucaro), se non con Roma stessa (il cos. L. Cei[.—], il L. Ceius L. fil. Privatus nell'iscrizione Isidi Reginae pro salute et incolumitate di Pertinace e M. Aurelio). Citazioni sporadiche concemono gli Acilii, gli Albii, gli Ammii, gli Aruntii, gli Avianii, i Baebii, i Durmii, i Faenii, i Fulvii, i Galerii, i Graii, li Histumennii, i Lustuleii, i Maianii, i Messii, i Mindii, i Pomponii, i Porci, Sestii, i Trebonii, i Valerii, i Varii, i Varronii e i Bisellii, presumibilmente gli Olli,εἰ Gavii, oltre agli Alpinii, ai Lucaniiei Tridonii ricordati in iscrizioni forse urbane, i Fabii e gli Hedii in iscrizioni extra Velletri, ma relative a magistrati della città, e gli Aemilii, gli Aleii, gli Antonii, gli Avilii,i Decimii, i Decirii, gli Elvii,i Faenii,i Falonii,i Gelli, Livii, i Lucilii i Manlii, i Naevii, i Polli, i Seinii (2), i Ttedii, i Volusii rappresentati esclusivamente da personaggi femminili. Ricordati i Fabii"? con M. Fabius M. f. Magnus Valerianus, curator rei publicae Velitrensium in CIL XI, 2106 da Chiusi e gli Hedi con Q. HediusL. f. Rufus Lollianus, curator Puteolanorum et Veliternorum, in CIL Il, 4121 e 4122 da Tarraco, oltre ai Durmii, i Mindit™ (presenti nella I regio, a parte Roma, esclusivamente a Ostia? con Portus'™ e Bovillae™, nel Latium Vetus, nell'ager di Aquino™ e a Minturno*? nel Latium Adiectum e a Puteoli? e a Sessa

‘Con la Ceia Lucilla che insieme a C. Adiectius Narcissus pone (Ceium, [—), 1009 (Ceium, Il vir) ur) dicundo), 1015 (Ceium, I ir) re) dicundo) e 1023 (Celum, I vir) alla via Stabian. iscrizione foneraria CIL IX, 1637 allo zio C. Adiectius C. fil. Stel "CIL IV, 775 (Ceium Secundun, I vir ur) dicundo) dalla via ‘Macedo, praetor) Cerialis) iure) dicundo) e a Ceia Pelagia nels Holcosii; 979 (Ceium Secundum, I vir) e 1006 (Ceium Secundum) dalla via zione funeraria CIL IX, 1787 postagli da P. Rutilius Crescentinus. Stabiana; 2993u (Ceium Secundum, I vi?) dalla ia che porta al tempio di 1° Cunistot, DREW BEAR 19982: 323-325 n. 8 inde AE 1998: 545 n. lite. E "CIL IV, 780 L. Cleium?) S(ecundun?) Il vio) dalla via Holconi; ‘5 Con datazioneαἱ 190-2404. C. AE 1998: 396. 1058, 71a (L. Cleium?) S(ecundun?)); 853 (L. Ceium?) Secundum?) I vi): CILMI, 4107. 908 (L. C(eium?) Stecundum?) ΤΙ wir); 997 (L. Clem) Secundum?) Il RE 6: 1739-1743, in particolare 1742-1743,s. v. Fabius; CASTREN n): 1000 (L. Clean?) Secundum?) Y vr iure) dicundo); 1002 L. 1975: 166 n. 161 relaüvamente alla documentazione pompeians; letum?) Secundum?) e 1005 (L. eium?) Secundum?) vir dall via Licoapast 1982: 53 proposito dell origo da Anagni di Fabius Valens, cos. Stabiana; 2993: (L. C(eium?) Secundum?) IL vir) "in vico qui e regione suff a. 69 d.C, quella presunta da Ostia e Aquae Albulae (Tivoli), rispettiteatri minoris positus cst, sive qui proximus a via amphitea .. defecit. vamente di C. Fabius C. f. Agrippinus, cos. suf a. 148 d. C. e C. Fabius via Sabiana orientem versus;n lateris exteriors. pila ultima"; forse 840 Lucilionas, magister Sodalium Augustalium Claudialium i nel 213 d. C., (11 Ceium?) Stecundun?)Tbrr) dalla rada ἀεὶ teatri; 746 (L. Cleium?) C. Fabius Vetilius Lucianus, forse figlio del precedente e C. Fabius) Secundum, I vir iure) dicundo) © 748 (Le C(elun?) Secundum, IE vir Rufinus Lucillus, c. p. 55-56 per le relazioni familiari con i Plauti di iure) dicundo) dalla via Holconii 737 (L. Ceium Sec(undu)m, I vir) dal- Trebula Suffenas e, forse, i Sextlit di Anzio; CAMODECA 19822: 161 per Ja via Holconii; 268 (L. [Cleiam Secundum) dalla strada dele terme; 687 Vorigo da Peteia di Fabia Fuscinill, c. f., moglie di Clodius Celsinus, (L. Celipum Secundum) dalla via della fontana dell'abbondanza; 995 (L. presumibilmente procos. Asiae del tardo ΠῚ sec. d. Cz GasPains, Pact Celum Secundum,ΤΙ ir) dalla via stabiana; 1083 (L. Ceium Secundum, IL 1982: 222a favore dell origine della gens, conC. Fabius Hadrianus, pr. e vir) dalla strada dell'anfiteatro; 1140 (L. Ceium Secundum, aedes); 1149 pro pr.in Africaaa. 84-82 a. C. e M. Fabius Hadrianus, leg. di Lucullo in (L- Celum Secundum, aed(les) e 1157 (L. Ceum Secundum, I vir) dalla ca- ‘Asia aa, 72-68a. C.,da Hadria; TorztL 1982: 277 sulla "familiari dei sa di Giulia Felice; 2993g (1. Ceium Secundum, aediles) dal tratto recen- Fabiicon Euri. temente sgombrato dela ia che porta al tempio d'Iside; 29932y (L. Ceium ‘5 AtLDY 1982: 311, 313, 315, 325; ToreLL: 1982: 192 a proposito Secundun, IL vir; 1162 (L. Ceium Seculn]dun, I vir) dalla casa di Giulia di C. Hedius C. f. Cla. Thorus, quaestor ca. 39 a. C, attribuito Felice; AE 1951: 47 n. 1576 (Ceiun) dalla regio I insula VIL 48 n. 164 (1. Aeguicoli. Cei Secundum) dalla regio [insula VII ‘SORE 152: 1771 s. v. Mindius. "5 CILIV, 6054, "= CIL XIV, 1998 (Mindius Anopitles); 1354 (L. Mindius Cornlianas ‘50 CILIV, 851 (L. Ceium, I vi) dalla via Stabiana forse anche in CIL © 1. Mindius Sosibius); 84S (Mindius Faustus 251 II, 28 (L. Mindius 1V,936 (L. Ceium, IL Or iure) dicundo). Fortunatus); 1353 (P. Mindius P. f.Laenu); 256, 11 (Mindius Mercator); ‘5 CILIV, 1055 dala via della Casina dell'Aquila S. dei Diadarseni, 256, 246 (Miidius Mercator iunior); 256, 259 (Mindius Nicomedes): 1 CILIV, 1024 ([.] Ceium Secundun, IL vir) dalla via Stabiana. 251 II, 30 (L. Mindius Silvanus); 1355 (Mindia Panthia); 1157 (Mindia ""CILIV, 6055. Saturnina);, $309, 37 ((Mindilus Anoptes); 5026 (L. Mindius Dius); 4569, 1 CIL TY, 6056 e 6057. ec. IL 20 (Mind(us) SpalianrQ) ""CILIV, 5800. 12% Catza 1928: 141-142(L Mindius Dius). ‘50 Con il L. Ceius Selepiodotianus che compare trai quaestorici nel 1 CIL XIV, 2408 IV, 6 (Mindius Florus) iscrizione del 223 d. C. riproducente nomina decurionum (CIL IX, 338 3, 15 Guowern 1969: 77 n. 21 (Mindia |] inde AE 1988: 74 n. 277. 21) 1 Soun 19966: 225 n. 60 (Q. Mindius «|—]. M{indius —] e Mindia 1 Con il Ceius Venator (CIL IX, 1455 3, 28) e Celus Vestigror (CIL. Ve]. 1X, 14553, 24) "CIL X, 2739 (Mindius [Elpidephorus) 2740 (C. Mindius "Con la Ceia P. 1. C[—] nell'icrizione funeraria posta da M. Mercurius); 2741 (T. Mindius Cerdophorus, Mindius Hegemon, Mindia Egillils c2- f. Cor. (CILIX, 1256) Chloes e Mindia Calliope); 2271 (Mindia Drosis). 114

Aurunca" in Campania), ai Pomponi" e ai Varii, noti attraverso M. Durmius (n. 561, 112), M. Mindius Marcellus (n. 1296), Q. Pomponius Musa (n. 561, 18) c Sex. Varius Marcellus (n. 407), un'unica menzione anche per gli Acilii con il C. Acilius Marcianus nell'iscrizione funeraria da Arcioni (n. 285). La gens, di origine ostiense, forse come il ramo degli Acilii Glabriones"", nota nel Latium Vetus soprattutto attraverso i M. Acilii^", più sporadicamente i P."*, 0. e i L. Acilii™, oltre ai quali si segnalano due ostiensi, A. Acilius Caninus, pr.? 47 a. C., procos. Sic. 46-45 a. Graec. 45-44 a. C.' e M. Acilius M. f. Caninus, quaestor ante 28 a. C., compare in un solo caso, oltre che a Roma", coni C. Acilii (il C. Acilius Hya[cinthus], membro di un so. dalizio in un'iscrizione dal foro di Nomentum'™). Gli stes rami della gens, documentati insieme ai T. Acilif™® c agli A Acili!* nell’ambito dell'intera I regio", oltre che in

La gens Albia nota con A. Albius C. A. 1. Nicepor (n. 1734), è di origine sabina", pur avendosi personaggi in gran parte delle regiones italiane, con una maggiore concentrazione in quelle dell’Italia centrale"? oltre che nelle province. È conosciuta, oltre che a Roma", dove soltanto compaiono A. Albi", tralasciando l'Albius Pullaienus Pollio, cos. (suff) nel 90 d. C. insieme a Cn. Pompeius Longinus nella I regio:

"Parr 1977: 336338 n. 9 (L. Mindius Thelymorphus e L. Mindius Thelymorphan{us}) inde AE 1971: 52 n. 190. "RE21, 2: 2523-2324 s. v. Pomponius; Castaén 1975: 206 n. 315; D'Isavro 1993: 205-206 n. 273 per la documentazione campana, ricca in modo particolare a Capua, Cuma e Puteoli. 1 RE 1: 251 s v. Acilius CaSTREN 1975: 129 n. 2; PiertA CasTREN 1981 con bibliografia precedente (AE 1981: 10n. 18) ipotizza uma oro provenienza da un centro dell alia meridionale vicino a colonie greche e piuttosto, l'esistenza di loro domini nel territorio ostense; LicoRDARI 1982: 35,52; Donow Pare 1993. "CIL XIV, 495 da Osta (Acilius Aeleusinius e Acilius Srgianus); 2408 da Bovilae (Acilius Adle{c}us). A quest vanno aggiunti ἢ! CIL XIV, 3046 da Preneste ([] AcilosL. 1) e 287 da Ostia (Acilia Quartta]), 381 da Ostia (cilia Deutera), 1073 da Ostia (AciliaC. L Arice), 2414 da Bovillae (Acilia Ach), 2524 dallager tusculanus (Acilia Balbilla e Acilia Tati), 3393 da Preneste (Acilia Eut]chia e Acla] Viltoria]); accasa 1957a: 146 n. 4 inde AE 1980: 52 n.192 dalla zona vicina a villa Adriana {€ Alelius [— Glalbrio [- ); forse Grano Cecne 1988: 65 n. 2 da Grottaferrata (| Ac? Pac?}iius Thre(ptus)) ‘SCHL XIV, 51 da Ostia (M. Acilius labrio); 72 da Ostia (M. Acilius A. f. Priscus Egrilius Plarianus) 153 da Ostia (M. Aciius M. f. Caninus); 156 da Ostia (M. Acilius Priscus Egrillus Plarianus); 250 da Ostia (M. Acilius Glabrioy, 251 da Ostia (M. Acilius Apolaustus e M. Acilius Trianus); 281 da Ostia (M. Acilius Priscus Egrilius Plarianus); 287 da Ostia (M. Acilius M. [L] Modestus); 461 da Ostia (M. Acilius viola) 496 (Acilia M. L. Prisca); 1073 da Ostia (M. Acilius M. I. Anteros, M. Acilius Faventinus © M. Acilius M. f. Restius oltre ad Acilia M. 1. Pergami, 2212 da Nemus Dianae 2392 (M. Acilius Priscus Fgrilius Plarianus); da Boville (M. Acilius Glabrio 2484 da Castrimoenium (M. Acilius M. f. Glabrio Cn. Comelius Severus); 2621 (M. Acilius Cam o Can — da ‘Tusculum; 4247 da Tibur (M. Acilius M. f. Glabrio Cn. Comelius Severus) "*CILXIV, 251 (P. Acilius Phoebion); 1414 da Ostia (P. Aciluls 2303 da Albano (P. Acilu(s —]); 2972 da Praeneste (P. Acilius P. {. Paullus). "CIL XIV, 154 da Ostia(Q. AciliusC. f Fuscus) "*CILXIV, 2408 da Bovilae (1. AciliusLf. Euychels)"Cf AE 1973: 71 n.268 adn. **CIL VI, 200 1, 2 (C. Acilius Abascantus); 10520 (C. Acilius Athenobius); 37914 (C. Acilius C. . Codrus); 10493 (C. Acilius Eros; 33968 I, 8(C. Acilius Euprosinus); 2623 (C. Acilius C. f. Martialis; 10397 (C. Acilius Paederos); 10514 (C. Acilius [Pam'?phils}; 1058 VII, 51 (C. Acilius Qul intimus; 200 1, 13 (C. Acilius Themiso); pid indirettamente 10490 (. . Acilius (2) C. f. Anthus (vel [-Janrhus)) e 10525 (Acilia C. f. Lepida); AE 2003: 100-101 n. 251 (C. Aciius Eutyches) per l'iscrizione dalla sorgente sacra di Anna Perenna, a Piazza Eoclide. "PALA 1976:3334n 1,38 (NE 1976: 31 n. 133) con letturaC. Acilius Hbyl{arus; revisione in SOLIN 1977: 120 (AE 1978: 24 n. 63) "*CILX, 6102da Forma (7. AciliusP. f. Florentinus).

1 CILX, 8056, 8 da Puteoli (A. Acilius Macedo) ?* M. Acili sono: a Ferentino (M. Acilius M. f. in CIL X, 5843); Pozzuoli (M. Acilius Proculus in CILX, 1993); Pompei (M. Acilius [-. in. CIL X, 8053, 2), P Aci sono a: Terracina (P. cilius Acilianus in CIL X, 8397); Formia (P. Acilius C[--Jus in CIL X, 6130); Pozzuoli(P. Acilius Hermeros in CIL X, 1565); Atella (P. Acilius Vemarius in CIL X, 3735); Avellino (P. AiliusTalicius in CIL X, 8059, 8); nell'agrodi Murecite (P. Acilius Primus in SsonpoNE 1976: 159 inde AE 1978: 45 n. 130). L. Acili sono a: Pozzuoli (Acilia L f. Macrina in CIL X, 1994); Pozzuoli (L. Acilius. Sosusin CIL X, 2046); Baia (L. Acilius Strabonis I Nicephorus, L. Acilius Gilyptus © Acilia Hagne in PAGANO 1979 inde AE 1980: 68 n. 245). Q. Acli: al Museo di Napoli (O. Acilius in CILX, 8071, 3 e 8072, 2); agrodi Murecine (O. Acilius Len{tulus] in GroRDaxo 1971: 190 n. 11 inde AE. 1973: 461. 160). "^ CIL X, 7210 da Mazara (L. Rufus L. f. Rufus); 7369 da Termini (1. Acilius Adventus); 7344 da Termini (L. Acillus Lf Rufus): SCIMONA 1971 15nd inde AE 1973: 71 n. 268 (— liliis] da Tusa}; ScitowA 1971 191.9 inde AE 1973: 72 n. 278 lulius Acilius Hermes da Tusa, il qualeoffre una statua a Cerere per celebrare a sua carica di sevir augusta. " CIL X, 8056, 402, a sassaia (Aci . .). ‘56 CILX, 6108; cfe ZaNtBeLL 1968: 369 . 25 (AE 1980: 57 n. 212)da Ponzaniello,Formia, nella quale ὃ ricordata Acilia Prinigenia. "*CILX, 3441. "0 CILX, 8053, 221. 8A CILX, 5146. 1 AE 1085: 113 n.450. 9 AE 1989: 68 n.233. 1 All iscrizioni edite in CIL VI (perle quali vd. CIL VI Index nomi. nun: 11), vanno aggiunte quelle di: P. Albus Euhepistus liber Aniceri dal Dolichenum del Aventino (AE 1938: 21 n. 65); Albia Phoebe Corinthia(e) dallentrata alla tomba di papa Callisto (Fexsua 1967: 84 inde AE 1968: 23 n. 42); Alba Dionysia di provenienza esatta sconosciuta (MARTELLI 1982 inde AE 1984: 40-41 n.143);P. Albus Severus da uno dei monumenti funerari su ato ovest della via Flaminia, a Tordi Quinto, datto all'inizio del 1 sec. d.C. (FRIGOERI 1987-88: 487 n. 2 inde AE 1989: 25 n. 81); Albus Amplio datata lla fine del T-inizî del II sc. d. C. (PaxciERA 1985: 154 n. 1 inde AE 1985: 23 n. 72); M. Albus datata al | sec. d. C. fors lla prima. metà (Di STEFANO MANZELLA 1990: 43n. I9 inde AE 1991: 60 n. 188); A. Albius Graptus dalla necropoli di S. Paolo fuor le mura, datata alla prima metà del sec. d. C. (Curorri 1989-90: 394 indeAE 1991: 72 n. 243); T. Albus Sagaris ne iscrizione di provenienza sconosciuta datata al | sec d C. (Vexanwrint 1987 inde AE 1990: 3n. 86).i P Albis --] e di Albia datata tra la fne del sec. ἃ. C. e l'inizio del sec. d, C., forse di provenienza urbana, ora a Terracina (LONGO 1998: 95 n. 5 inde AE 2001: 197 n.595) "CIL VI, 9954 (A. Albius A. D. I, Anubio); 6791 (A. AlbiusA A. 1. Callimachus); 11311 (A. Albius A. f. Celer); 11347 (A. Albius A. L Philadelfu); 11348 a.b. (A. AlbiusA. I Sodalis ORE I: 1319 n. 11; PIR E 455. 350.

Sicilia! c in Sardegna" risultano attestati anche con i C. Acilii in quello Adiectum: a Formia con il C. Acilius M. f. uno degli edili che murum et aream. claudendam ex sen(atus) sen(tentia) faciundum curavere eisdemque probavere"* e soprattutto in Campania, a Miseno con il C. Acilius Bassus, medic(us) duplic(arius)"^, dall'area intorno al Vesuvio con il C. Acilius su bollo di lucema'™’, oltre che con TAcilia C. f. ell'iscrizione funeraria da Alvito!*®

us

nel Latium Vetus a Ostia con il C. Albius C. 1. Felix, a Castel Porziano con il C. Albius Sp. I Celer e il C. Albius C. I Stabilio*, nei pressi di Genzano! e a Marino con C. Albius Cep[—]*", a Tibur'?*, in particolare con C. Albius Livillae 1. Tiymelus*", a Stazzano, nei pressi di Palombara Sabina" il T. Albius Prim{—J" e a Nomento™, e più in generale nell’ambito della I regio, nel Lazio, a Sora" e a Fondi il C. Sexilius C. f. Aem. Longus Albius Procusius, aed(lis) ΠῚ aug(ur) *, a Minturno"*, a Cassino™, nei pressi dell'abbazia di Casamari™,e a Segni" il L. Albios L. f. che compare su una lama di bronzo dedicata ad Ercole, da Posta di Mesa"; in Campania, a Puteoli il C. Albius C. I. Anoptes, il C. AlbiusΟ. 1. Faustuse Albia C. 1. Fausta*", a Capua il ΤΊ. Albius Lf. . {n.} ela Albia Irenada Ischia”.

Ad essi vanno aggiunti: mella Il regio, a Compsa?, a Brindisi™™, a La Rosa? a Benevento!” o a Canosa" la Albia C. 1. Certa'™; nella regio IV, ad Alba Fucens", a Nesce"*, a S. Benedetto dei Marsi", a Stroncone™®, a Rieti", a Foruli**, a Trebula Mutuesca'®, nelPager amiterninus'** in particolare a Tornimparte il C. AlbiusC. I Brose la Tertulla Albia Panilp]hili L'* a Interocrium il C. Albius C. I. Diadume-nos™, a Cerfennia i due C. Albii Torquati?" a Superaequum it C. [AljbiusC. 1. [-—]us**, ad Aielli Stazione il [C. St CHL XIV, 1303, ^" CIL XIV, 2058. 1 CIL XIV, 2108 (L.Albius Lf. Rus). 5 AE 1927: 32 n. 115 con datazione al 147 d. C. 1 CILXIV, 3652 ( due L. Albi. L|]. "=" CLL XIV, 3661. "* CIL XIV, 3929 (AlbiL. I Sa » μα CILXIV, 3951 1 PALA 1976: 33-34 nT, 38 con datazione alla seconda metà del I sec 4. C. inde AE 1976:31 n.113T. Albis PE. Ve CIL X, 5709 (M. Albius Hierus). Per la lettura Pierus vd. Soun 1981: 58 inde AE 1981: 50 n. 202; Sot, Kasava 1992: 357-362 inde AE 1992: 3 n. 250. *CILX, 6241 AE 1914: 55 n.222 (M. Albius M. f). ‘= CILX, 5213 (Alba... Calliche) 0 AE 1964: 45 n. 112 C. Albis Til Vivir Atugustatis). ^ CILX, 5983 (Albia (ra) ‘Sous 1999: 398 n. 6 con datazione al II sec. a. C. inde AE 1999: 132.429. 1 CILX, 2035. 2 CILX, 3996 su cui D'Isuvzo 1993: 57 conerato riferimento a CIL, X. ™ CILX, 6803. 1 CILIX, 986 (1. Albis C. f) 1 NERVEGNA 1893: 443 n.6 inde AE 1978: 66n, 233 (Albia Ampliata 229-230 inde AE 1993: 139 n. 499 Fh (Albian,L. Albi: Damae eL. Albi che compaiono tra boli su anse i anfore). 1 CIL.IX, 1603 (M. AlbusM. f. e AlbiaM. I Hilara); 1736 (Alba C. Ly: Cavvoro 1968: 146 con datazione, presumibilmente, αἱ I sec. d. C. inde AE 1968: 52 n. 131 (O. Albius Rutilius Flico). "" Corti 1985: 106 n. 70 con datazione al I sec. d. C. inde AE 1986: 542. 202 (0. (AliusQ. I ΟἸα με e Albi Q. L (E) Fausta). "CLIX, 347. ""CILIX, 3911 (M. Albiu). "= CILIX, 4136 7. AlbiusT. f. [—-). "* CILIX, 370 (Q. Albis Q. I Belerephonte(s). "* CIL IX, 4761 (L Albus L. 1. Meio, L. Albus L. I. Modestus e L. AlbiusL. I Philippus) ? CIL DG 4703 (L. Albius Restituts). 1 IL IX, 4402 add. Sex Albus At. Rex). κα Buonocore, DiLmERTO 2002-03, pera revisione dell'album e della lex familiae Sitvani; AE 2002: 146 n. 397 b (L. Albius Sp. (f) Col. Proculus). 116

Allbius C. I. {PhilJomusus® c a Ciciliano!” nella V, a Teramo", Fermo! e a Marano" nella VI, a Temi! in particolare il C. Albius T. f. Pansa" che come Illlvir insieme a T. Albius C. f. Pansa (i quali ricorrono in CIL XI, 4195 e 4196), opus theatri per‘fect(um) in miliebrib(us) aeramentis adorna-ver(unt), nella VII, dove a parte rare eccezioni compaiono personaggi maschili, a Capena! nell'agro arretino!”, a Nepî'®, a Satumnia'®, a Pisa; nella VIII, a Veleia*, nei pressi di Forum Livii, a Rimini", a Modena dove nell'iscrizione funeraria su lastra di granito accanto al C. Albius C. 1. Philodamus, apollinaris, sono ricordati C. Albius C. I. Casulo, C. Albius C. I. Clarus e C. Albius C. 1. Ingenuus!®*; nella regio IX, a Libarna"", ad Augusta Bagiennorum il C. Albius C.f. Cam. Severus, miles legionis) I Italicae, ricordato insieme a P. AlbiusC. f. Secundus © P. Albius Secundus*, ad Hasta il C. Albius Sp. f . Ligus, Vivir®, il P. AlbiusM. f. Pub. Pateasus e Albia Oct. f. (Vleltona da Castellina Tanaro"; nella regio X, a Verona", ad Aquileia" specialmente con C. Albius C. l Sabinus"? nei pressi di Aquileia con il C. Albi(us) [C. . Andies'™* ‘econ iL. Albius Rufus che bolla tegole da Palazzolo della Stella, a Este! la Albia L. 1. a Udine" e Trieste!" il M. Albius M. f. Asiaticus da Termini in Sicilia" e il [M.] Albius M. f. Ouf. Pollio. da Lilybaeum.

‘Tra le non frequenti atestazioni provinciali ricordo, trale ‘5 CILIX, 4524 (L Albis T. f. e Alba G. I Salvia) ""CILIX, 4351. 18 CILIX, 4653, 1 CILIX, 3650. 1 Buonocore 1984: 253 n.9 con datazione al I ec. d. C. inde AE 1988: 113-114n. 449; nuova letra in Buonocore 1989: 119-120 n. 6. "» Sena 1989: 145 n. 2 inde AE 1989: 68 n. 23. "9 AE 1951: 55. 195 (L Albis T. f. Capito) per una dell iscrizioni sul bloccodi travertino riutilizzato a Vila Adriana, "" CILIX, 5090 (Albia Thespis) 19 CILIX 6078, 31 su tegola (M. Albus Rufus). "^ CILIX, 6083, 12 s signaculum (T. Albus Secundus) "CIL ΧΙ, 4239 (T. Albius Celer; 4240 (L. Albus L. [1 Hilarus © Albia L. 1] Urbana); 4241 (L. Albis L. I Melio,L. Albis L. Modestus e L. Albius LI Philippus ""CILXL 4206. ^ CILXI (Albi à. 9 CILXI, 6700, 19, su forme di sigillata italica (L. Albi). 0 CILXI, 3209 bis (D. Albis (0.f - Ἱ, . Albius Felix, Q. Albius Q. f Hor. Felici medesimo che compare in 3108 da Falri). "" CIL XI, 2658 (Albia Lf [--). "^ CIL XI, 1453 (P. Albius Athicus e AlbiaLonicey, 1420, 3 e 1421, 3 (A. AlbiusA. f. Guru), 1449, 24 (Albus aruarius). FP CIL XI, 1147 V, 78 (Albi fates), 1147 IV, 35. 50 (P. Albus); 1147 VIL 20 (Albus Priscus); 1147 I, 82.90e IV, 72 e V, 68 (Albius Secundus). 11471, 87 (P. Albius Secundus e Albius Severus). "CIL XI, 6689, 14 su tegole (M. Albius M. f. e Q. Albius M.f.). 1° CIL XI, 6689, 15 su tegole C. Albius Rufus). 1 CIL XI, 846. ve CILV, 7437 (Alba Aphrodisia), ""CILV, 7667. 1 CIL Vi 7562; Meses 1992 con datazione al I sec. d. C. indeAE 1992: 186n. 638. "^ Ropa 1984: 158 n 3 inde AE 1988: 142 n. 578. 1 CILV, 3482 (L. Albius Lf Virlacu). "CILV, 1063 (L. Albus); $110, 35 su tegole (M. Albius Mac 8110, 36.) ed) (M. Albus Rufus) 8328 (AlbaL . Tertio), AE 1938: 37 n. 126 (Alba Lucumonis I. Hfelps). SCIL V, 890. "^ STRAZZULLA RUSCONI 1982: 104-107 n. 2 inde AE 1985: 113 n. 40. 1 CIL V, 2528, (AlbiaL. Myrin). * GoMZEL 1992, inde AE 1994: 215-215 n. 698 b. "©" CILV, 8110, 362) e 0) (M. Alius Ruf). " CILX, 7374, " CILX, 224.

altre, quelle in Germania", nel Norico', in Pannonia? e in Gallia. Passando agli Alpini, i quali risultano attestati con il C. Alllpinius Restitutus, fr(umentarius) leg(ionis) XXII, alla cui memoria è posta un’iscrizione forse da Velletri (n. 561, 145), sono presenti rarissimamente. Oltre all’Alpinius Montanus, praefectus cohortis in exercitu Vitelliano nel 69 d. Ce al D. Alpinius ®, fratello del precedente, nell’ambito della Iregio, essi ricorrono due sole volte: nel Latium Vetus, a Lavinium, con il C. Alpinius Clemens'® che compare come clarissimus) vr), curator rei publice nell iscrizione che ricorda il rifacimento della copertura bronzea e delle colonne marmoree, databile al primo quarto del IV secolo d. C.'*"; in Campania, a Salerno, con l'Alpinius Magnus Eumenius'®, vr) c(larissimus) corrector) Lucaniae et Brittiorum in un'iscrizione in onore di Elena moglie di Costantino, datata trail 323 e il 326 d. C."™, lo stesso personaggio, originario di Lilybaeum, che tra il 317 e il 324 aveva rivestito la carica di praeses (Corsicae)"? e nel 324 quella di consularis (Siciliae)*". Ad essi vanno poi aggiunti, nella XI regio, sulla riva orientaledel lago di Verbano, dall'oppidum di Besutium, i C. Alpinius Q. f. Ouf. Optatus, Uvir iunior f. i. . m. e nelle Alpi Marittime, a Borgo S. Dalmazzo, il C. Alpinius Ingenuus che pone un'iscrizione in memoria di Vertia Faustina insieme ad Attia Verina"". Maggiori attestazioni sembrano esistere nelle province settentrionali:

Germania Superior, ad Aventicum, M. Alpinius Virilis** ad Aquae Helvetiorum V Alpinia Alpinula, moglie del L. Annusius Magianus che edificò un tempio ad Iside”, ad limitem exteriorem a fluvio. Sayn usque ad Rhenum i C. Alpinius Auli fil. Qulirina [Classicamu|s]**; nella Germania inferior, ad Hersel, M. Alpinius Firmanus, (centuriones) legüonis) I Miner(iae)'; nell’Iirico, nella Pannonia Superior, a Carnuntum, il M. Alpinius Agrippa, in un'iscrizione che ne ricorda la centuria... astati po(sterioris)* oltre che il M. Alpinius che bolla ceramica e il O. Alpinius" che produce sigillata gallica", Risulta attestata con il Q. Ammius Q. f. Optatus nelViscrizione funeraria dalla cattedrale di S. Clemente (n. 561, 26) anche la gens Ammia, nota sporadicamente a Roma", raramente e esclusivamente con personaggi femminili sia nel Lazio (l’Ammia L. 1. Tusca dall’ager di Aquino datata al principio dell’età imperiale" e l'Ammia M. 1. Hilara da Pontecorvo!) che in Campania (I'Ammia da Puteoli). A questi vanno aggiunti:

in Gallia, dove nella provincia lugdunensis, a Cintray, è noto L. AlpiniusL. filfus]* in Bretagna il [C. Iul. C. f. Flab. Alpinius Classicanus, proc(urator) provinc(iae) Britalnn(iae)], personaggio che presumibilmente iniziò la sua carriera in età claudia"*; nella

forse in Umbria, a Spoleto l'Ammi[us]" in Etruria, a Falerii il (C. A)mmius C. 1. Zosimus e (C. A)mmius C. [L] Anthus*. a S. Bartolomeo in Galdo l'Ammia Primigenia filia Q. © l'Ammia Sabin(a)" a Brindisi l'Ammia Strunia o Servanda**; a Tarvisio l’Ammia": a Fano un'altra Ammifa], datata al IV sec. d. C.', infine, nella forma Amia, il L. Amius N. f. a Benevento™ e il L. AmiusL. f. Tro. Trissus nel Sannio, a Isernia Pochi, anch'essi nella maggior parte femminili, sono noti dalle province: forse I’[Am?]mia da Bremetennacum in Bretagna", il L. Ammius Silvinfus] da Bordeaux", forse l'Am[mia?] [--|mausus da Metz, l'Ammia Procula Pistirli f.] riferita al basso impero da

79 Ad esempio il. Albius Barbarus [C] (centuria) Crispi che compaTe tra i testimoni di un atto del 94 d, C. concluso nel campodi Vindonissa (Sree. 1996: 102-105n. 4; AE 1996: 391 n. 1125 c con bibliografia precedente) e l'Albius Pudens che compare in una ricevuta di pagamento, atata al 38 d. C. di un cavaliere della VII cohors Raetorum equirata (SEIDEL 1992: 7 90-Ad92 inde 1992: 356n. 1272). esempioAE l'Abius] Sefcundie] e 'Abbia Opffata in un'iscrizione funeraria da St. Michael im Lungau (AE 1974: 125 n. 473) il L. Alias] Aristo che compareta i membri della comunità di Viinumin una dedica a Mitra, databile tr il 184 eil 201 d. Cin occasione el restauro del tempio da parte di Tib. Claudius Quintilianus (PICCOTTI 1994: 14-44 inde AE 1994: 397 n. 1334), ilL. Albius Articus in una dedica a Mitra da Moosham (Kovacsovics 1998 inde AE 1998; 377-378n. 1011 con bibliografia precedent). "=! Ad esempio i Ser. Albus che come erede, s'incarcò di realizzare V'iscrizione per ἢ glanarinus [1 ValeriusP. f. (CY. Alpinus, a Carnuntum (ΛΕ 1958: 55 n.225; AE 1960: 78 n. 285). ‘e Ad esempio l'Albia Procula in un'iscrizione funeraria da Lione CAwons 1974: 103-104 inde AE 1973: 98 n. 338) "RE 1: 1638 n.3; PIR E 52 n.407; PIR I: 92:550. S PIR I: 52 n.405: RE 1: 1638 n. I: PIR 92 n. 549 (Alpino). “© CILI: 52 n. 406; PIR I: 52 n. 406. "= CILXIV, 2071; riesame in CooLEY 20008 inde AE 2000: 113 n.268, che compara il esto dell'iscrizione con quella ostinse AE 1975: 42-43 n. 135 nella quale si ricorda ἢ restauro di un ponte sul Tevere nel 324 d, C. Constantini maxini ... e Crispi et Costantini .. interruptum iter pontis εἰς gini operis refectione restitui sua pecunia iusserunt... avvicinando il curatore di quel opera, Alpinius Magnus, a quello avinate. “ORE 14,1: 488 n. 4 s. v. Alpinius Magnus: PLRE I: 534-535; Mangararo 1982: 377, 380. °° CILX, 517; eft. AE 1966: 43 n. 167. » AE 1962: 33 n. 1444 per l'iscrizione Alera 151 BARBIERI 1963: 232-242; eft. ancheAE 1966: 43 n. 167 “=CILV, 5509.

"CIL V, 7855; De PasquaLE 1992: 95-96 n. 8, fi. 5 f. t. riesamina l'iscrizione completando il cognomen in /ngenuus e proponendo una data zione alla fine del ILinizi del ΠῚ sec. d. C AE 1992: 322-323n. 157. °° CHL XIU, 3198. 19% Grasty, Towu 2002 inde AF 2002: 314n. 880 con datazioneal 61.654. C. ** CIL XM, 5130. ^" CIL XIII 5233. ^ CILXIIL 741. °° CIL XMM, 8150. » CILMI, 4454, CILMI, 6010, 1. P^ RE II Suppl.: 861.4. xo CILXTII, 10010,94; 10011, 147. "CIL VI, 136 (C. Amlio(s) C. f 2); 11556 (L. Amius Niger); 1682 Ammius Manius Caesonius Nicomachus Anicius Paulinus) 18886 (Ammia. Panelle) "CIL X, 5470; Kasava 1996: 196-197n. 28. Pub forse rifecisi lla gens ἈΠ di iscrizione CIL XIV, 4223 dall'ageralbanus con un(a?) Amnni—-. "user1974: 329 n. 7; AE 1974: 52. 236. ""CILX, 2107. ^ Sensi 1988: 55-56. 7 non esclude che posa piuttosto trattarsi di un [Tlammitus]; AE 1989. 79 n, 268, ""CILXI, 7530. e CILIX, 940. "=: CILIX, 6105, CHL V, 2121 105 BERNARDELL CALAVALLE 1983: 168 n. 62; AE 1983: 100. 377. ^ CHL IX, 1636. ‘© CML IX, 2701, ‘+ Tony, HASsatt-2002: 357n. 3; AE 2002: 320 n. 891. © CHL XIN, 607, ΚΡ CHL XII, 11453. 117

Talavera de la Reina in Lusitania" l'Ammia [dena Ele Caerri f. da Padilla de Duero nella Tarraconense"* I'Ania Sisania dalla Betica", l'Ammia Boutilia da Talavan"®, l'Anmius Atucius di IL o III sec. d. C. da Ferschweiler in Germania", così come TAmnius Saturninus, rusticus, dell'iscrizione graffa δὰ un laterizio quadrato di riscaldamento da Mayence, ilL. Ammius Gamburio del 198 d. C. da Bitburg", presumibilmente l'Ammifus] [--Jcund{us] da Ulpia Noviomagus"^, | Ἀμμία τῆς καὶ] Teprías Ἑρμαίου ἐπιφανίῶης, in un'iscrizione dell'età degli antonini da Katara dalla Lycia oltre all'Ammia [P.(?)-c.2-liaf-c.4-Ja Saphonia ricordata mella rabella defixionis africana, conservata al Museo del Louvre". Gli Aruntii, gens di origine atinate imparentata con i Pompeii’, è presente con l'Arun(tius) Dignus che compare una delle tesserae plumbee provenienti da Velletri (n. 861, 123*). La gens, che in ambito urbano ricorre con una certa. frequenza (in particolare accompagnata al praenomen Lucius, indiziando anche legami di parentela con i Flavii"), nel Latium Vetus risulta attestata quasi esclusivamente a Ostia", fatta eccezione per il T. Arruntius Iulianus, praefectus fabrum, dall'ager albanus*" e Y Arruntia Petale da Varia’, oltre agli sporadici casi da Vanacini! in Corsica, Termini Imerese!” e Catina' in Sicilia, Più frequentemente compare nel Latium Adiectum dove ai casi di °° Joaenez DE GREGORIO 1969: 211-212;AE 1969-70: 72 n. 282 © AnisoLo, Αὔμεατος 1976: 408; AE 1976: 90 n. 301. “e CILIL 2368; STvLOW 1987: 64 n. 40; AE 1987: 146 n. 509. "^ AE 91S 41.8 "^ Gose 1964; Scu ors Harris 1977: 464 n. 20; AE 1978: 146. 512. "CILXIIL 4132. ve CHL XII, 8725. "= IGRR Ill, 476 ricdita con integrazioni da NAOUR 1978: 170; AE 1978: 235-236 n 805. "^ AE 1931: 42n. 12, ‘ARE2: 1261 s.v Arrunius; CASTREN 1975: 138 n. 43; LicoRDaRI 1982: 23,52. "= ΑἹ cas ricordati in CIL VI vanno aggiunti: Feat 1943-44: 11 n. 86 (L. ArruntiusL.. Priscusy MARTORELLI 1971: 725 per l'iscrizione me"rica inedita, conservata in una proprietà, 28, sulla via Nomentana (L. Arruntius Communis); MALAVOLTA 1973, per iscrizione funerariadai magazzini dellaX Ripartizione del Comune di Roma, a fianco del Teatro di Marcello (Ayruntia Sp. f. Queta); PeRRUA 1981: 111 n. 5 perl'isrizione funeraria dal a via Nomentana datata al HI sec. d. C. (L. Arruntius Communis), forse PIsast SARTORIO 1982: I, 14 n. 10 e II, tv. VIII per l'iscrizione funeraria su cippo in travertino nella collezione Zeri (C. Arruntius Phlocles; ϑτερανειλὶ 1985 per l'iscrizione rinvenuta nella realizzazione della via imperiale tra via delle Terme di Caracalla e via Cristoforo Colombo(L. Arruntius Benignus); DI STEFANO MANZELLA 1990: 26n.2 perl'iscrizione funeraria al Lapidario profano ex Lateranense, datata alla fine del IL sc.d C. (Arruntins Celer); ILL UNINATT 19948, perla funeTaria di provenienza sconosciuta, datata al sec. d. C. (L. Arruntiu(s —}; Guaroucct 1993 perla funeraria, datata tra la fine del Le i I sec. d. C. dal Ta chiesa di S. Barbara, nell vicinanze di Campo de’ Fior (P. Arruntisἔς. L Crescens e Arruntius Feli); Fest 1994, per a funerari di provenienza sconosciuta datata al sec... (L. Arruntius Proculus) "CIL VI, 12444; 12449; 18332; πιαυμονλτι 1994, per l'iscrizione funeraria datata tra Ia fine del Ie iI ec. d. C. Ia quale conferma la paren tela vai Flavii e gli Arruni Arruntia (—.). "CIL XIV, 613 (M. Arrufntius —]: 614 (L. Arruntius Asclepius) 615 (Arruntius Ianuarius), 616 (C. Aruntius Stato); 612 (C. Aru{utius] Timol.—. e Arrunltia Aphroyisifa 617 (P. Arruntiu Vialis e Arruntia Ania), 312 (Arruntia Dynamise Arruntia Helps); 1226 (Arrunta Hilara); 1743 (Arruntia Z[-—]: 4565 I, 4 (P. Arrantiis Dj; 4569 dec. VIL, 14 118

Aquino", in particolare quello di LL. Arjruntius L. f. LL. n. us", figlio dell'omonimo cos. a. 32 d. C, , Terracina!®®, Privernum"* e Ventotene' (con il L. Arr{un}tius'®, cos. a. inc. con T. Flavius Bassus), vanno aggiunti quelli di Atina". Tra questi si segnalano, anche per l'inquadramento cronologico, presumibilmente assai vicino a quello supposto per il personaggio velitemo, il L. Arruntius L. f L. n."* legato di Ottaviano nel 32 a. C,, cos. 22 a. C. insieme a M. Claudius Marcellus c XVvir sacrieis faciundis a. 17 a. C. il quale viam semitas faciundum clovacam reficiundam de sua pecunia curavit, il L. ArruntiusL. f. L. 12, figlio del precedente e cos. 6 d. C. conM. Aemilius Lepidus c legatus Hisp. cit. il L. Arruntius Camillus Scribonianus**, adottato dal precedente ma figlio naturale di M. Furius Camillus, cos. 32 d. C. e legato in Dalmazia nel 42d. C. e, nonostante non sia precisabile la parentela con i precedenti, Cornutus (Arruntius Ter-?) Aquila”, legatus pro pretore Galatiae a. 6 a. C.

In Campania è presente specialmente a Miseno™, ma anche Sorrento'!, Nola", Capua'”, Pozzuoli, Atella’®, Pompei" (dove un Arruntius compare anche tra i graphio inscripta)" ed Ercolano da dove proviene una tavoletta sulJa quale compare il già noto M. Arruntius A[quila]"", cos. a. 66 d. C. insieme a M. Vettius Bolanus'®. Altre attestazioni provengono: CAru(ius) Crescent): 4569 dec. XI, 6 (Arrun(ius) Faentinus); 4797 (Aruntia Crysis). "ex CIL XIV, 2260. "© CIL XIV, 3473, "©" CILX, 8038, 23 (M. Arruntus Aquila, C. Arruntius Catells Celer). 10 CILX, 7377 (M. Arruntius Broce{hus)). "CILX, 7049 (Arruntia Laudice). © CILX, 5442 (M. Arimius M. f) ""Sou 1993a, inde AE 1993: 18 n. 435, perla dedica dei decurioni ocali Sul personaggiogià noto in CIL II, 7043=14192,3, vd. PIR I: 146147 n.942; RE 2: 1265n.21; PIR P: 227 n. Π47. 10» CILX, 6023 (L. Arruntius Hedys e Arruntia Proba) 1 CIL XIV, 6400 add. (7) Arrunius Rufus Tuccianus). "" CILX, 6443 (Arruntus), “© CILX, 6785. ‘© PIR I: 144 n. 930; RE 2: 1261-1262n. 6; PIR P: 223 n. 1132. ve CILX, 5055 (L. ArruntiusL.f. 5119 (1. Arratius G.L Luca. 1PIR I: 143-144 n. 928; RE 2: 1262-1263 n.8; PIR F: 221-223 n. 1130; Licona 1982: 23. » CILX, 5055. “PIR I: 144 n. 929; RE 2: 1262 n. 7; PIR Y: 220-221 n. 1129; Liconpart 1982: 23, PIR I: 145-146 n. 936; RE 2: 1264 n. 14; PIR T: 224-226 n. 1140; Liconpaas 1982: 23; SOLIN 1989: 255 n.3 pere ragioni che hanno determi mato l'aggiunta al praenomen del praenomen Lucius. ‘PIR P:224n. 1137; LIcORDARI 1982: 23. "CIL X, 3535 (D. Arruntius Clemens); 3688 (M. Arruntius Longinus); 3423 (Arruntius Petronianus), 34649, e 3469 (C. Arruntius Valens); 3498 (Arruntia Genna) "= CILX, 689 (L. Arruntus P.fL.n. Rufus Eiedius Proculus ^ CLL X, 8365 Arlruntia [— gna). "© CILX, 8224 (P. Arruntius PI--)) su cui vd. D'sawro 1993: 70 con datazione all'età protoaugustea . ex CILX, 2104 (Arruntius Capricornus); 2105 (Arunzia [--]pheste). Y CILX, 3745 (P. Arruntias [—. 104 CILX, 890 (M. Arruntius. "CIL IV, 5361 dalla reg. IX ins. quae prima et secunda ab oriente adiace. "PIR I: 144, 931; RE 1263 n. 9; PIR I: 223n. 1134 1 Camonsca 1991: 55-56

da Forum Traiani"*, San Antioco" e da Cagliari con il Ti. Arruntius Eutychianus, Ivir per la seconda volta di Turris Libisonis" in Sardegna; in particolare dalla Il regio (Brindisi, Uria™, soprattutto Canosa), dalla IV regio (a Sulmo" con il 0. Arruntius Isuse la Arruntia Asia che ritornano in un'iscrizione da Canosa, a Cliternia™, a Sepino con l'Arruntius Atticus, patronus saepinatium et bovianensium che compare come curator della rea lizzazione a fundamentis del tribunal volu da Fabius Maximus", a Bojano con il Q. Arruntius Q. f. Vol. lustus™, g(aestor), aed\ lis), patronus) col(oniae), par(ronus) mun(icipium) saepin(atium), patronus) municipium) vicen-tintorun), pat(ronus) et eurtator)” r(ei) p(ublicae) — terevenina-tum) — sacer(dos) tuscul(anus)"*, oltre che con I" Arruntius Atticus, noto a Sepino, quale come patrono della cità è curator della realizzazione a fundamentis del secretariuni"", a Aesernia con il P. Aruntius P. f. Aeserninus, TlIlvir "*); dalla regio V (a Interamnia™, Cupra Maritimae 8. Vittore di Cingoli con il L. Arruntius, il quale come cos. insieme a M. Lepidus, compare in un cippo del6 d. C. posto a delimitazione dell'area sacra di un probabile tempio di Salus"); dalla VI regio, (da Ocriculum"", Tifernum Tiberinum"", Mevania con il C. Arruntius C. 1. Hermes, VIlvir valetudinis), Vivir e soprattutto da Interamna Nahars"", dove la gens è nota nel corso della prima età imperiale attraverso il C. Arruntius"", trib. pl. pro pr. bis, pr, l'Arruntius C. f." praetor c forse figlio

del precedente e (Ja. C. Africani f. Aul. presumibilmente mogle di uno dei due personaggi precedenti); dalla VIL regio dove tra Je altre (Perusia!®, Castrum Novum", Saxa Rubra™, Caere", Orvieto™, Capena", Faleri"*, pressi di Casale di Santa Comelia””, area a nord-ovest di Roma”) si segnala quella da Volsinii"", di (Q. Pompeius L. f. Pom. Vopiscus C. Arrlunt(ius Cate)llius Celer Allius Sabinus, cos. suf. a. inc. procos Africae aet. Antoninii Pii, pr(aetor) Etruriae © figlio del L. Pompeius VopiscusC. Arruntius Catellus Celer, cos. suf. c. a. ΤΊd. C. il quale deve ritenersi adottato da un C. Arruntius, forse uno dei personaggi noti a Interamna Nahars, nell'VIII (Forum Livi”, Bononia™, Veleia"); dalla IX a Tortona" soprattuto con il già ricordato [L. Arlruntius), cos. a. 22 a. C.; dalla X, a Brescia"”, ad Altino”, a Verona", a Erbé nell'ager Veronensis"*, a Este?^, a Padova" in particolare con ilL. Arruntius Stella”, curator ludorum a. 55 d. C. ὁ figlio del L. Arruntius Stella", XV vir sacris faciundis a. 89 d. C. e cos. suff. a. 101 d. C. e ancora, il M. Arruniius M. f. Ter. Aquila”, Ilvir a(ere) a(rgento) fllando) fteriundo), quaestor) Caesaris, tribunus) plebis), priaetor), co(r)stuD, Xvvir sacr(s)fac(iundis)"*, dalla XI ad Aosta"? specialmente con il L. Arruntius Augustanus, Vivir aug(ustalis)™ c Vercelli",

1 CILX, 7867 (Aruntius imdelaI sec. d. C. (M. ?" Sri 1975: 129 con datazione alla prmetà Arruntius Rogatus, Arrunius Gallus e L. Arvuntius Tere) inde AE 1975: 1160. 462. ""Soraro 1980: 29 n. | a proposito di un'iscrizione della collezione Piero Cao, acquistata dalla cità di Cagliari inde AF 1981: 114 n. 470 (Ti. Arruni{ius —chianus, presumibilmente Uvir per due volte di Turis Libisonis o Uselis); PoRRA 1982 al quale si deve il riconoscimento della parte dx. delliscrizione nel fr ILSard, 350 al MuseoO. A. Sannadi Sassari. P"CILDG77 (. Arrunltus] G. 1 Fel] ): 79 (M. Aruntus lio), 78 (L AruntiusL 1. Papia); 88 (Arrunta) Procul(a); VacuiERi 1894: 196 n.7 (Le Arruntius Ll Equitas), "CIL IX, 230 (L. rranftius] Rufus) ™ CIL IX, 355 (Arruntia Apollonia}; Casxorm 1985: 112 n. 78 (M. s ssu ia Asia). e Arrunt Arruniius Asiaicus, M. ArruntisI a a tesi AE 1986: 54-55 n. 204 adn. in cui si riport 3113;X, 7 CILI condo cui il cambiamento di domicilio potrebbe trovare una sua ragione in un fenomenodi transumanza. ?" CILIX, 4166 (C. Arrantius Sabinus). 1 CIL IX, 2448 su cui Τοκειαι 1982: 177. P" PIRI: 146 n, 939RE; 2: 1265n. 18: PIR P: 226-227 n. 1144, ""CILIX, 2565, "Gacciorr 1978: 163 5. 60; De Bexeprrus 19: 1 32 n. 6 con data352-35e7 d. C. inde AF 1996: 162-163n. 475. ziαἱon ""CILIX, 2633, 1 CILIX, 5090 (P. Arrunius P.L Nymphaeus, P. Arruntius Nymphius e Arruntia Pyrallis) 7" CILIX, 5293 (1. Arruntis 1 Paci 1983: 224-226; Paci 1987 7" CIL ΧΙ, 7813(C. ArruntiusC. I D. CIL XI, 5939 (Arruntius Granianus © Arruntia Amplana); 5940 (Aruntia Ampiana); 5944 (Arruntia Eutychs). CHL ΧΙ, 5044. "CIL XI, 4179 su cui Gaocior, Sensi 1982: 259-260; Toni 1982: 229 che ne propone l'inquadramento cronologico alla "ine dell re imperiale”. età a pubblio caalla prim se PIR I: 143 n.927; PIR P:220n. 1127. PIR I: 143 n.927; 220. 1125, © CIL XL, 2005 (Arun(ta) Mesia Lf. Teti gnata). "P CIL XI, 3590 (L. Arrunius Heliodorus) 1 CILXI, 3850 (1. Arruntus (Ll. Hilario) "CIL XI, 7663 (L. Alrhuvfi(us)] Stext) f. Buco); 3613, 7 (1. Arruntfng} L.L Helenus); 7664 (L, Aruntius) Suro,

"CIL XI, 6691, 3 (L. Arruntis) Chitus) su bordo di dolio dalla conada Pagliano "prope Orvieto”. "© CIL XI, 3956 (Arrunzius Probus). 7» CHL XH, 3189 (rrluntiaC. I Bots). "= REYNOLDS 1991: 143 n. 11 perl iscrizione funeraria datata αἱ ΠῚ sc. ἃ. C. (Arrantius anuarius). "REYNOLDS 1966: 63 (Arruntius [anuarius) i Gros 1980; ToRELLI 1982: 220.260. 7" PIRII: 72 n. 501; RE2: 1264-1265 n. 15; RE 21, 2: 2291 n. 122: CConsteR 1981, in particolare 1099-1102, inde AE 1983: 101-103 n. 382 adn, per l'ipotesidel matrimonio della figlia del cas. a. 77 d. C. con il L. Venuleius Montanus,cos.a. 92 d. C. ""CIL XL, 602 (L. Arruntius PL] e L. Arruntius (Dj CENERI 1992:43. "*ClL XI, 745 (Avrunttins) Dall)natius, Arrunltus] Romanus e Arfrundia Romana) ""CIL XI, 1147 V, 84 (Arruntius Burdo); 1147 II, 84 (Arruntus Nepos) 1147 VI, 32 (Arruntia Tertllna) "ne CHLV, 7372 (Arruntius [--],C. Arruntius HI). 1 CIV 4 ran 7) "CIL V, 2229 (Arruntia. Clementina); 2200 (Arruntia T. f. Secundina). "CILV, 3492 (Arruntia Felicita) 1 BuONOPANE 1980-81 per il cippo funerario in calcare datato alla prima metà del 1 sec. d. C. (11 Arrunrtius Pyriscus [A}rrunria (Mlaxma). "" CIL V, 2517 (Arruntia Sex. f. Quarta): BASSIONANO 1997: 221 n. 88 con datazione al II sec. d. C. (C. ArruntusC. f. Stabilise C. ArrimtiusC. d Crescens). 1 CIL V, 2996 (ArruntiaT. f. [-)© PIR I: 147 n. 946; RE 2: 1265 n. 25: REM Suppl: 141 n. 25; PIRP 227 n. 1150; ALFOLDY 1982: 337. 7PIR I: 147n. 4T; RE 2: 1265-1266 n.26; PIR T: 227-228 n. 1151; ALrOLDY 1982: 338 n.16; Sv 1983: 103n 8, 114 PIR I: 145 n. 934; RE 2: 1263 n. 13; PIR I 224 n. 1139; ALFOLDY 1982: 338; Svu 1983: 103 n.5, 107. ™ CILV, 2819. 1 CIL V, 8945 (Aruntia Augustana), ""CILV 6837. "Ropa 1985: 44 n. 19 T Arruntius T f. |. "9 Ai rari casi editi in CIL XIII va aggiunto: GaLLer DE Sanreane 1966: 457 per l'iscrizione da Narbonne, in Galli Narbonnese (Arruntus). "Ai casi riportati in CIL II, vanno aggiunti: SAQUETE CHAMZO, 119

Personaggi rilevanti della gens frequentemente attesta anche nelle province (Galliche"*, Spagnole"", Africa-

ne", della Mesia""), particolarmente in Asia (soprattutto in Frigia)!" e nelle Province danubiane, in Dalmazia, a Podgrave”, in un ambito cronologico presumibilmente appena successivo all'Aruntius Dignus veliterno, sono senza dubbio: il M. Arruntius Aquila forse di Xantos"*, figlio di L. Arruntius Hermakoras e tribunus augusticlave della legio ΠῚ Cyrenaica in Egitto, procurator Augusti Pamphyliae a. 50 d. C., il M. ArrantiusM. f. Ter. Claudianus", originario di Xantos, marito prima della cugina Arruntia Hegetorise successivamente di Claudia Arvuntia Marcella, adlectus inter aedilicios, praetor, leg. pr. pr. Achaiae et Asiae Il leg. Aug. leg. Il Traianae, proconsul Macedoniae sotto Traiano", nella Spagna Citeriore, a Chaves, ilL. Arruntius Maximus™, procurator Augusti (Asturiae et Gallaeciae) 2.79. C/*.

Gli Avianii"*, gens ampiamente documentata in ambito urbano, sono presenti con l’[- Alvianius L. [-] [anu]arius. nell’iscrizione da Soleluna (n. 1305). Risultano attestati, a parte a Roma"? dove compaiono rami dei Luci?” accanto a quelli dei Caii"*, dei Marit",dei Quintii"? e degli Cneii"*, nel Latium Vetus esclusivamente a Ostia con il C. Avian(ius) nelle inferae actae del 20 d. C"9 e il C. Avia[nius]”", V'Aur(elius) Avianius Symmachus, v(ir) c(larissimus),

[prlaef{ctus) annonae urbis Romae nell iscrizione dalle terme bizantine in onore dell’imperatore Costante"" e, forse, con l'Aviania C. 1. Arbuscula nell'iscrizione funeraria posta per lei e il marito C. Seius C. I. Fronto"". Un numero maggiore se ne conosce nell'ambito della I regio: nel Lazio I {Avianius} Vindicianus, vir) clarissimus), consularis) Campaniae)che a Terracina si occupò del restauro delle terme", innalzò statuas ad o[rnjatum civitatis"* e statuas ad com{pi}tum civitatis... constituendas curavi"; in Campania, ancora PAvianius Vindicianus, v. c, ricordato in un'iscrizione da Napoli", il C. Avianius Epagathus, august(alis) Cumis, nlV'iscri zione sepolcrale dall'agerdi Napoli, e soprattutto, a Puteoli, da dove la gens dovrebbe provenire e dove nel corso dell'eà augustea contribuisce, insieme agli Annii, gli Hordeonii, i Calpurni, i Sexti e i Caesonii, alla realizzazione di alcune opere pubbliche?" i A Avianius P. f. Cilo nelliscrizione funeraria postagli dal padre A. Avianius Vestalis", il M. AvialniusM. [1 Coniunictus) (vir) iter texit et tlectum sua) p(ecunia)", il C. Avianius C. f. C. n. Flaccus, duo vir™, il D. Avianius Sp f. Rufus nelliscizione funeraria anche per il padre D. Avianius Salvius, e la madre Aviania D. 1L. Chreste™ 'Aviania Deutera nelViscrizione funeraria insieme al marito Q. Critonius Januarius, l'Aviania Glalflyra nell iscrizione. sepolcrale posta insieme al marito Valerius Hermogenes per la glia Valeria Pia, il P. Avianius P. f. Rufus nell'isctizione funeraria dall'ager di Puteoli nella quale compare insieme ἃ Ofillia D. 1.

Mosauez PEREZ 1993: 72-73 n. 11 per l'iscrizione funeraria da Merida, in 5,31 nn. 13-14, 146n. 55, 147n. 56, 149 na. 57-59, 150 n. 60, 151 nn. 61Lusitania, tlla quie è ricordato un Euerpes Prooarcus, servo di L 62, 154 n. 63, 157 a. 64 Arruntas Stella legat da vincoli di parentela la famiglia senator pataviPPPIR I: 146 n. 941;RE 2: 1265 n. 20; PIR F: 227n. 145 na, forse goveratore legato della provincia spagnola; cfr AE 1993: 63. 7" CIL I, 2477-5616; Costo, Fenzemma Da Siva 1981-82: 90 perἢ miliario originale rinvenuta nel 1980 nel Tamega. 915 ads i 1% Oltreai numerosi casi relativi sia a personaggi maschi che femmiPe AE 1993: 70 n.232 adn; AE 1995: 206 n. 643 adn.; CASmREN 1975: lied in CIL VII, vd: BoucaER 1956: 24 n. 5 per l'iscrizione funeraria 141 n.62. © CIL VI, 31005 (Avianius Vindicianus) ma anche: 12879 (Aviania da Tebessa Khai, in Africa Proconsolare (Arunia Saturn Masciuer Jawoeer 1987: 210:211 per l'iscrizione ricomposa da pi fr da Lambs Aethusa); 12881 (Aviania Amanda), 12882 (Aviania Amanda), 35687 in Nami, dtt lla fine del sc. . C. (L. Arunus Maximus, amen. (Avian(a Salflurnina); 39780 con revisione in D'ANNA 1994 (Aviania Charis) FALASCHI 1994 (AvianiaM. L Harmonia); SEG, 37, 1739 con revierptenus), di Sli) "AE 1966:rex sacrorum 100 n.360et]concultores indicazioni su un praefectus Arruntus sione in KuswsKa 1987 (Abiania Kallisstrate). "CIL VI, 12877 (L. Avianius Didümasl); 12878 (L. Avianiur Fiamma, fors della seconda metà del ec. d. C. ΜΑΙ divers casi dii in CIL I, vanno aggiunti: Drew BEAR 1978 Faustus) 1698, 31402-31403 (L. Aurelius) Avianius Symmachus), 31404 17-18 n.9 per l'iscrizione funeraria bilingueda Iii (C. Arun f Vl. (IL) Aurelius Avianius Ssmmachus); 36594 (Aurelius) Avianius Arabuls Site leer]; CALDELL 1995: 67.68 peril f d'iscrizione apo. Symmachus). ‘9 IL VI, 26904 (C. Aviantus); 5220 (C. Avianius Hospes); 33697 (C. "ica da Sardi, in Lidia (lAgloim[ov _ Mplet"p'o Aree] Avianius Maurus), 9313 (C. AvianiusC. [1] Priscuj; 12880 (C. AvianiusC. Na rallalW E yoMo] "Apewtrdoj Ματέϊρνοιν dodo, iori? [ApowrYou Malepl]evo, [ruoli ce AR 1995: 454 n Zeno) 1461 ads P CIL VI, 1058 V, 111 (M. Avianius Festus); 5220 (M. Avianius "Fane 1990; 251-252 n. 2 per l'iscrizione funeraria, atta ra Le Flaccus); PrRRUA 1970-71: 78 n. 25 con datazione alla prima metà del ΠῚ a metà delI sec. d. C. da Podgrav nelle vicinanze di Benkovac (cf. AE sec. d. C. inde AE 1975: 21-22n. 55 (Marcus Avianlus Agathemerus) 1993: 365 nn. 1257-1259), in Dalmazia (C. Arrotus Sedatus c Armonia 77 CIL VI, 1058 IL, 84 (0. Avianius Vitr). €. Celerina; Fave 1990: 252 n. 5 per l'iscrizione funeraria, datata tra e IL VI, 12879 (Cn. Avianius Lyrmesus). 1 CIL XIV, 244 inde, 4534. ile Ja metà del I se, d.C, da Podgrave nelle vicinanze di Benkovac, in PCIL XIV, 4594, Dalmazia (C. Arunius Sedans; pe iscrizione funeraria, data tai 1 7 GASPERINI 1988 inde AE 1988: 61 n. 217. ¢ la metà de I sec. d. C, da Podgrave nelle vicinanze di Benkovac, in ™ CIL XIV, 1587. Dalmazia (Aruta): per licrizone funeraria, att ai e a me""CILX, 6312. ἃ dell sc. dC, da Podgrav nelle vicinanze di Benkova n Dalmazia CL X, 6313 e AE 1912: 29 n. 99. (C. Arrunita —] Severa): For 190a per la sta degli Arr noi in ‘Loro 1983-84: 319n. 4, duabile tra il 370 ei 377 d. C, indeAE questa locali e l'ipotesi dell oro presenza frs giù dile angusta. 1986: 36-37n. 125. 1" PIR I: 145 n 935; RE 2. 1263 n. 12; IR I 224n. 1135, "*CILX, 1685. °° IL I, 6737; cfr AE 1972: 96 n. 624 pe l'iscrizione di Balt, in ""CILX, 3701; cft AE 1971: 43 n. 90. οἰκία, nell quil compareun C. rolius reclutato vero $04. C- daM. mm CasobECA [9824: 105-106. Arrius Aquila, incorporato nella legio VI Ferrata, di stanza in Sia CILX, 2133; riesaminata in GincRas 1986 con datazione alla prima "ARE XIV Suppl: 59-60 n. 16a; AE 1973: 168-169 n. 534 adn del I oc. d. C. inde AE 1988: 80 n.301, Hani 974; AE 1981: 218 n 811 adn AE 1982: 231 n.861; Ecc 1982s: metà 367; Haro 1982: 63. ""CILX, 1793. ""CILX, 1792. ""Ficutex 1969: 134 per la dedica bilingue, da leso, di C. Vibius me CILX 2135, Saluarisinonoredi M. Arrntus Claudirus soprat Kxine 1968-7 ὅπ. 1; AE 1972 : 170-172n.572 in particolare adn; BALLAND 1981: 22n. ""CILX, 3067, 120

Psychario e Aviania P. f. Amor, ma anche a Pompei, ote che TA. Avianius Hilario su anfore", in un'iscrizione dall’area al l'estemo di Porta Stabiana, il L. Avianius L. f. Men. Flaccus Pontianus, che insiemea Q. SpediusQ. f. Men. Firmus, in qualita di fires) fure) dücundo), viam a milliario ad Cisiarios qua territorium est pompeianorum sua pec(unia) munierunt™, |'A Avianius Hilario su anfore”, ad Avellino il [P. Avilanius C. L Seleulcus], augusfalis) nell iscrizione funeraria per sé e per [P. Avia]niusC. Scitus, Aviania P. [I], lAvilania P. Prima", ad Atella il C. Avianius Liccaeus nell'iscrizione funeraria postagli dala madre”, a Capua il C. Avianius C. I Liccaeus, forse il medes mo dell'iscizione da Atella”, ancora aIschia il 4. AvianiusP. f Cilo nell'iscizionc votiva alle Limfe"". A questi possono ancora aggiungersi: nella I regio, a Paestum il (P. Alvianius P. I~], magister Aug. mercur"^, l'Aviana, che compaiono nelliscizione funeraria del figlio O. Ceppius Q. f. Mae. Longinus, vir design(atus)" e il M. Avianius M. . Philippus che dedica una base in calcare, insieme a Ὁ Iulius C. 1. Phileros, alla Mens Bona";in Sicilia, a Centuripae, il M. Avianius Pistianus nel'scrizione funeraria posta insieme alla moglie, Maria Eupraxia, per sè e la famiglia”: nellItlia settentrionale, nella XI regio, a Liscate (Mi) ilL? Avianius nell'iscrizione in onore di Junones' e a Como il C. Avianus Pipin[---} nell'iscrizione funeraria per la moglie Caedia Comice™. Molto frequentemente, in ambito provinciale si ritrova, oltre che in Asia Minore, in Galazia"", nella Mesia inferiore, a Nicopolis"" e in un diploma militare di provenienza ignota emesso dalle truppe della Dacia superiore", in Africa: soprattutto in Numidia", dove sono noti accanto a personaggi sia maschili" (tra cui un Avianius lan[uarius] che reca il medesimo cognomen del personaggio nell’iscrizione veliterna) che femminili", sia con praenomen M."*

che 7." che G.! che Q."" che L. Avianii (questi ultimi con iL. Avianii Luceii padre e figlio nell'iscrizione funeraria da Torrescha"**, il L. Avianius L. f. Quir. Marcellus, civitat e Hipponiensis* e il L. Avianius M. f. Quirina Martialis nelle iscrizioni funerarie da Thubursicum Numidarum); nell’ Africa Proconsolare, con membri della gens sia m: schili”" che femminili" e appartenenti al ramo sia dei C. che dei Q."", degli M.! e dei L. (L. Avia-niu[s] Felix, sacerdos Saturni in un'iscrizione da Hr. Torrescha"*, il L. Aviani(us) Largus Aquilinus Simplex in un'iscrizione inter Tunetem et Uticam"); in Byzacena con i C."", i D."", gli Με oltre con i L., tra cui il L. Aviani{us —] nell’iscrizione dal mons balcaranensis""; in Mauretania, ad Hammam Righa, con il C. Avianius Amandus, augur, che dona deae pedisequae Virtutis Bellonae lecticam cum suis ornamentis et basem'™ Per i Fulvii, gens molto antica ben radicata a Tusculum, di cui è originario almeno il L. Fulvius Curvus**, cos. a. 322 a. C., con legami in Campania, con l'area di Capua (avviati presumibilmente dal Q. Fulvius Flaccus conquistatore della città nel 211 a. C.'°), è noto il Q. Fulvius Zoticus che dedica il sacrificio mitraico in una iscrizione della collezione Ginnetti (n. 554), prescindendo dalla ipotetica attribuzione a questi dell'iscrizione relativa alla basilica. Relativamente al cognomen del personaggio nell’iscrizione veliterna esso ritorna nel M. Fulvius Zoticus in CIL VI, 17207 da Roma. I Baebii, gens di origine romana", con un ramo ben attestato a Canosa (della quale sarebbe originario il P. Baebius P. f. Ouf. Italicus"?, cos. suff. a. 90 d. C.) a partire dal I sec. d. C.'**, ἃ anch'essa nota in un unico caso, attraverso il C. BaebiusC. C. 1. P*[.—] a Soleluna (n. 1306). La

CILX, 2134. 7 CILIV, 5552 c 6040 me CILX, 1064. 7" CILIV, 5552 e 6040 (A. Alvianius (Hilario). 7 CILX, 1147. FHCILX, 3742 su cuivd. D'ISANTO 1993: 77 con datazione all et pro toaugusea. "7" CIL X, 4029. mm CILX, 6791. e CILX, 485, CILX, 479. 7 AE 1975: 64 n. 237 con datazionealla metà del sec. C. 1 CILX, 7006. 1» SugTORI 1995 con datazione alla metà del Isc. d. C. inde AE 1995: 2060.64. "CILV, 5325. "A Blecik con (C. Avianius), vereranus leglionis) e il figlio C. Avianius eil procurator C. Avianius Secundus (MtrneLL 1982: 167-168 n. 200; nuova letra in Srespt. 1983 con datazione al 37.41 d. C. inde AE 1984: 251.258n. 888). " Con l'Avianius Bellicus (CIL IL, 7435). "Con [AY]vianius [ratis] (Eck, MACDONALD, Pancent 2002-03: 25-34 con datazioneal 119d. C. inde AE 2001: 735-736 n, 2150). "* BesriaNDY 1994 inde AF 1994: 589 n. 182. ‘= CIL VIII, 2564 1, 45 (Avianius Castus); 2165 (Avianius lanluarius]; 18944 (Avianius ST). "CIL VII, 18686 (=10769) (Aviana Tanuaria); 3065 (Aviania Castula) 1680 (ania Matidiay, 3449 (Aviania Satumina); 3824 (Aviania Venusta}; Corsiex, Gascou 1995 con datazione l'inizio del Il sec. d. C. inde AE 1995: 570 n. 1775 (Aviania Casta) "** CIL VII, 1786 (M. Avia[nis] Felix [— tanus); 4921 (M. Avianius

Lf Pudens); 10918, 20452 (M. Avinius Silanus) "CIL VIM, 1680 (7 Avianíus Hilarianus); 1681 (T. Avianius Messor). "CIL VIII 4090 (G. Avianius Rogatus) 7" CIL VIM, 18370 (Q. Avianius Emeritus) = CILVIT, 2162. "CIL VITI, 4894. 1 CIL VIDI 4920. 1 CIL VITI, 2850 (Avianius NamtiVfa]s): 17531 (Avianius). "CIL VIM, 14621 (Aviania Muntana Lf); 16827 (Aviania Victoria); 27447 (Aviania Teta), "CIL VII, 15939 (C. Avianus Agricola); 15517 (C. Avianius Vietorcus). "^CIL VII, 17164 (Q. Avianius M. f. Marcellus Pescennianus). "CIL VIM, 27596 (M. Avianius Cresce). ""CIL VIN, 16699. ""CIL VITI, 25365. " CIL VIII, 23015, 23077 (C. Avian). "CILVIIL 23076(D. AvianusL. f) "= CIL VIII 23078 (M. Avianis). "0! CIL VIII 24153. "= AE 1898: 61 n. 17; Dupurs 2002: 229 n. 3 inde AE 2002: 649 n. 1716. «© RE 7: 229s, v. Fulvius; ICORDARI 1982: 13,49,53. ‘© RET: 236-287 n.46, "RE 7: 243-246n. 59: CEBEILLAC GERVASONI 1982: 72. ‘RE 2: 2728 sv. Baebius; DTsavr0 1993: 79 n. 54 in particolareper Ja documentazione capuana ‘© PIRF: 346-347 n. 17; RE I Suppl: 236 n. 28a; Cioptca 19822 109, 142; ALFOuvY 1982a; ALFOLDY 1982: 312, in particolare 350-351, i quale re ipotizza l'origoa Comum. "= Ciwopsca 19820: 142, 159 n. 12; AE 1984: 65-66n. 244 adn. 121

gens ben rappresentata in ambito urbano, sia con personaggi maschili che femminili, nella maggior parte dei casi recanti il praenomen Lucius, solo raramente Caius'™, è presente nella regio nel Latium Vetus a Ostia, con C. Baebius Carpio™', C. Baeblius]'**e C. Baebius C. f. Pal. Marcianus insieme a C. Baebius Fi charistus in una iscrizione datata alla prima metà del I ec. d.C. © ad Albano, anche se più indirettamente, con la BaebiaC. f. Marcella che compare come dedicante di un'iscrizione funeraria, proveniente dal ninfeo della villa di Domiziano, ad un ignoto mia: g(ister)] Saliorun**; in quello Adiectum, il C. Baebius Secundus da Casinun:*"; in Campania il C. Bebius Hermes, mil) cIO pr mis) da Miseno"™

tra il ILe il II sec.d. C. da S. Lorenzo in Cesarea nei pressi di Classe", il C. Baebius T. f. Clu.**, trribunus) militum) leg(ionis) XIX, praefectus orale maritimae) Hi]spantiae) Citer(ioris) [Galliae blello Actiensi, Ilvir iure) dicundo), nell'iscrizione da For,

Un importante nucleo, si riscontra nella X regio: conil C. BaebiusP. f..Cla., che compare insieme a due P. BaebiiP. f, anch'essi della tribù Claudia, e a un [.] BaebiusP. f in un'iscrizione da Concordia", il C. BaebiusP. f. Rom. ricordato nell'iscrizione funeraria da Rovigo per sè e per il liberto [Ὁ] Baebius [F]elix**, il C. BaebiusP. f. Cla. Atticus", IIvir iure dicundo, primus pilus legions Macedonicae, praefectus civitatium Moesia et Treballiae, praefectus civitatium in Alpibus Maritumis, tribunus militum cohortis VIII praetoriae, primus pilus iterum, al quale i cittadini di Tulium Carnicum posero un'iscrizione datata trail 41 e 54 d. C.*®. Ulteriori concentrazioni sembrerebbero ravvisabili in Umbria, Etruria ed Emilia.

il C. Baebius M. f. Celer, ricordato nell'iscrizione funeraria, dalla Xl regio, suae di C. BaebiusLf, entrambi dela tribù Camilia" e, ancora il C. Baebiu[s] Seneca, nell'iscrizione frammentaria da Milano"; più indirettamente la Baebia C. f. Tertia, ricordata nell'iscrizione da Aquae Statiellae, posta a lei e al padre M. Valerius M. f. Crescens della tribù Tromentina da Valeria M. f. Marcella**; nelle Alpi Maritime, il C. Baebiusδ [—.] su tegola da Nizza".

Per quanto riguarda la VI regio, sono noti: il C. Baebius C. 1. gato da Todi, il C. Bae[bius] Amarantus in un'iscrizione funeraria al Museo di Sarsina il C. Baebius Valen(s} da Fulginiae**, a Mevania il C. Baebius C. 1. Hila(rus)" e il C. Baebius [C. 1] Nothus che insieme agli altri Xvii, viam a porticu ad macellum. straveruni]"*; nella VII, a Chiusi il C. Balelbius L. f, arire]s(pex) soll'operculum di un'uma funeraria” e il C. Baebius L. f, arrespex, su un'uma, a Centum Cellae, i C. Baebius Carpio; nelT'VIIL il C. Baebiu[s —] che compare nella lista di marinai datata "CIL VI, 13487 (C. Baebius Aries); 13470 (C. Baebius Atimetus e C. BaebiusL. f. Celsus); 1058 V, 17 (C. Baebius Euaristus; 975 V, 38 (C. Baebius G. I. Felix); 9533233810, IG XIV, 1497=IGUR 3, 1774, redii in Καύμμεαν 1988 [1990] con datazione al I sec d. C. inde AE 991: 32-33 1.75 a-b (C. Baebius Musaeus, machinatorC. Baebius Symbiotes1); 321 (C. Baebius Philarguras) "Sono presenti anche Baebi (CIL XIV, 256, 57: Baebius Agathangelus, 686: Baebius Auxanon; 684: Baebius F[- }; 687: Baebius Proculus; 4811 a: Baebius [— 4569 dec. I, 8: Baebius) Cresces; 4569 de. 1, 19: Baebitu) Lorianus, 4569 dec. VIL, 10: Baebi(us) Secundus, 686: Baebia Fotis, 517: Baebia Satunina; 687: Baebia Saturninz; 158 e 159: Baebia Victoria; 4812: Baebia Helps), A. Baebius (CIL XIN, 685: A. Bacbius Af. Gaetlicus), L. Baebi (CIL XIV, 258 IL 2. 1I 16:L. Baeb(ius —) 755: L. Bebius Arrius; 686: L. Baebius Zoticus) Q. Baebii (CIL XIV, 1007: Quintus Baebius e [Quinus] Baelbi]us Felicissinus; 4740: Q. Baebius. Gl; 4812: O. Baebius Hermadio). 10 CILXIV, 258, 9. =: CIL XIV, 262 I, 7. "= Maii 1984 inde AE 1984: 60 n.204. 7H AE 1955: Ln. 28. n CILX, 5224, 1 CILX, 3547. no CILV, 1882. "^ CIL Vi 2466 PIR I: 2232, 7; RE 2: 2730n. 21; PIR I 345-346. 11. 1 CILV, 1839: MamaRDis 1994: 120-121n. 10; AE 1994: 2102211n. E 122

Completano il quadro in ambito italiano poche altre attestazioni, che sembrerebbero indiziare una concentrazione. nel settore settentrionale, a parte i casi del C. Baebius C. f Cla. Hispo, quattuorvir, aedilis, quattuorvir iure dicundo, augur, quinquennalis censoria potestate, datato alla prima metà del I secolo d. C. da Ceglie del Campo, Bari" e il C. Baebius Marinus, nell’iscrizione funeraria postagli da Baebius Martialis e Baebia Proba forse dalla Corsica".

Tuttavia, non senza significato appaiono le testimonianze da Ceglie del Campo e dalla Corsica, dal momento che ampliando la ricerca ai personaggi recanti un praenomen differente e di rango senatorio si riscontrano, tra gli altri 1110. Baebius luncinus"9, noto a Messina" e iurid. in Aeg. nella prima metà del III secolo d. C. e il discendente omonimo, il L. Baebius Aurelius Iuncinus"*, praeses di Sardegna e poi, nel 213 d. C., praef. Aeg., i quali, entrambi, molto probabilmente, a dispetto dell'iscrizione alla tribù Galeria, vanno riportati all'ambiente canosino!*®. Relativamente alle province sono invece noti: in Gallia Narbonese, dove peraltro la gens risulta non molto rappresentata, il C. Baebius Primus în un'iscrizione frammentaria da Narbo"? e il C. Baebius Felixs da Serviers" in Spagna, sopratCHL XT, 4679, μα Susi 1955: 253 n. 10 inde AE 1980: 101 n. 416, o CILXI, 5228, 16. 17. 1 CL XI, 5085, 1 CILXI, 5040, CHL XA, 2295, ^ CILXI, 2296, P CILXI, 3543a1, 9. Susi 1968: 298; AE 1985: 101 n. 401 c). ""RE2: 27290. 12 1 CILXI, 623; BOLLI 1975. "= Dassi 1965: 273 inde AE 1966: 27 n. 101; CheLOTm 1988: 453 n. 910 con datazione ala prima metà del I sec. d. C. inde AE 1988: 9697 n.361. 'CIL X, 8040, "^ CIL V, 7166 inserita rale Pedemontanae incertae. "CIL, 596. = CILY, 7510. n CILY, 8110, 445. 1 PIR:224 n.13; RE 2:2730n. 29; PIRP: 347 n. 18; RE XV Suppl. 802.29. ""CILX, 6076. PIR: 223 . 9; RE2: 2730 n. 23; PIR P: 346 n. 13. si CILX, 7580. "5 MANGANARO 1982: 372.373. 1 CIL IL 4966 ad. AF 1903: 83 n. 363

tutto nella Tarraconese nella quale sono particolarmente numerosi i rappresentanti, sia maschili che femminili, della gens che, come noto, nel comprensorio di Sagunto" entrarono in possesso della maggior parte dei terreni, in alcuni casi finanziando la realizzazione di opere pubbliche in citta™, il C. Baebius su una gemma da Tarraco", il C. Baebius Corinhlus], Vivir aug(ustalis)nell'scri zione sacra da Iluro"*, il C. Baebius Myrismus, sevir august(alis) da Tarraco™, ma anche la Baebia C. f. Crinita turobrigensis, sacerdos quae templum. Apollinis et Dianae dedit da Arucci in Betica'"*, così come la Baebia C. f. Ciniamilla dalla necropoli altoimperiale di Cadice"", forse il [Car']o Baebius [Mjasculus ITulrbrigesis da la Vale de Vargo in Lusitania", il C. Baebiu(s] Florus da Gandia nella Spagna citeriore!; in Africa, nella quale le attestazioni sono seppur inferiori a quelle della Spagna, comunque superiori a quelle della Gallia, i| C. Bebius lulianus, armorum leg(ionis) WI aug(ustae) nell'isrizione funeraria da Kesur el Ghennaia, in Numidia" e il C. Baebius Rogatus nell'iscrizionefuneraria da Thala in Byzacena""": nel Norico il C. Baebius Accepus. che compare insieme al figlio C. Baebius Vitellius nel'isctizione funeraria dalle terme nelle vicinanze di Tueffer" e il C. B(a)ebius Ursulus che compare nella lista dei membri della comunità di Virunun, i quali offrono una dedica a Mitra n occasione del resta τὸ del tempio tra il 184 e il 201 d. C.", in Pannonia il C. Baebius. C. f. Bassus, originario di Hierapolis, nll'iscrizione funeraria da Carnuntun* e più indirettamente, in Dal-mazia, a Aenona, la Baebia C. f. Maximilla nell'isrizione sacra a Venere Ansotic(a)*^. Un’unica attestazione si ha anche per la gens Galeria nota attraverso il [—] Galerius Maximus dell'iscrizione fu-

nei pressi di Torralba, in Sardegna, da dove proviene un miliario nel quale si menziona il restauro della via(m) quae dulci) a [Klalrialib(us) Olvuilae] da parte di (GlaKerius)? Vallerius Domitianus], govematore della Sardegna nel 305-306d. C.'; nelle Alpi Maritime, a Cemenelum con il T. Galerius Euthyches"* nella VII, a Pisa con la Galeria Felicissima nell'iscrizione funeraria per sè e i parenti": nella VI, a Fano con il C. Galerius Epaphroditus che pone l'iscrizione funerariaal fratello" nella VIII, a parte i numerosi personaggi riminesi, con il C. Gale(rius) Ampl(iatus) che bolla tegole da S. Giovanni in Galilea"; nella IX a Pollentia con M. Galerius M. 1. Philippus""; nella X, ad Aquileia con T. Galerius Hilarus? e con un Galerlius]"* e a Verona con la Galeria Tertia"; nella XI forse con il M. Galel---]M. f. Cel---] su stele rettangolare da Torino",

15 ALFOOLDY 1977, specialmente 20-30; Le Roux 1982: 442-443, Cn. Baebius Cn. f. Geminus per l'età augustea, ([Cn. Baebius?-—) Silanus [— Iustus An{tonius?—| Cn. Lepidi f. Le ROUX 1982: 458 con bi bliografi a partir dagli anni Sessanta del Novecento) prae. sortito prov. Hisp. Ult. Baet tra l'età di Neronee quella dei Flavi e L. BaebiusL. f Gal. Avitus PIR I: 223 n.8; RE 2: 2739n. 22; PIR I°: 346n. 12; Le ROUX 1982: 458 con bibliografia a partire dagli anni Sessanta del Novecento, dr Iter praet nell'etàdi Vespasiano, forse padre di [L. Baeb]usL.. Gal. Hispanus [=] Pompeius Marcellus — Alntonius Sio ""CILIL 49767. ""CILTL 4614. ""CILIL 4294. ""CILIL964, ‘0 Lopez DELA OnDEN, RUIZ CasrettANos 1995: 83 n. 203; AE 1995: 250n. 815, "è ILER, 5367 1995; AE 1995: 228-229 n. 717. "^ Coni VicenT 1985: 287 n. ; AE 1987: 200 n.708. "CIL VII, 4307. "CIL VII 23299. ""CILUL 5150. m Piccornst 1994: 14-44; AE 1994: 396-398 n. 1334, ^ AE 1929: 59 n. 220. #0 AE 1940: 7.6 PIR IE 106. 15con lettura [ius Galerius Maximus; RE 1:599. 7; PIR ILI 7 n. 28 ritiene literae nomen praecedentes haud certae lectio: nisdi ANDERMAR 1998: 279 n. 231. "" CIL XI, 6709, 16 (Galeins); 469 (C. GaleriusP. f. Lem); 414 (C. Galerius C. f. Ann. Julianus); 469 (C. Galerius Antiochus), 450 (Cassia TGa?yeria) ILLRP. 956 (C. Galerius (Mani). Naso (o Masculus, o Maso) ‘PIR I : 106n. 11; PIR IV: 6-7n. 25; Donam 1982: 303, 305; Rea 1988: 177-187n. 3807, specialmente 186-187 sulla datazione dela prefer ‘ura di Egito. "CIL VI, 6623 (C. Calerius (sic) (—) 8886 ada. (M. (?) Galerius Anthophorus Aug. lib); 18852 (I. Galerius Artemas qui et Aleschio) 4516 (P. Galerius Aster; 37896-34241 (C. Calerius (2) Epaphroditus); 18860 (Galerius Fortunatus); 10145 (C. Galerius Fortunatus]; 17857 (M. Galerius lolaus); 1056 IV, 135 (Galerius. Neptunalis, 38403 (C.

Galerius Placidus; 200 IV, 52 (C. Galerius Stephanus); 18853 (T. Galerius Tburtis); 18854 (Galeria [-); 1498 (GaleriaL. su cui PIR Tt: 106n. 17, RE 7: 601n. 12e PIR IV, 8 n. 31; 18855 (Galeria Crysis) 8866 (Galeria Claudia); 18856 (Galeria Cleopatra); 1593 (Galeiila Felicitas), 18857 (Galleria) Gallina); 12505 (Galeria Hermione), 6626 (Galeria Hygia); $972 (Galeria (Aug. liberta Lysistrate concubina divi Più) su cui PIR I: 107n. 19 e RE 7: 601n. 11e PIR IV, 8 n. 34; 14719 (Galeria Macaria); 18858 (Galeria Melitine), 37590 (Galeria Moschis) 8073 (Galeria Primigenia); 173 a-XI, 3731 (Livia Galeria Gai filia Rufina c. f); 13056 (Galeria Terta); 18859 (Galeria Tycho; 27892 (Caleria Tyrannis 18860 (Galeria Vitalis); GRAZIANI 1969: 98 n. 18 e "av. ft IX nell'iscrizione funeraia facente parte di un gruppo di epitall all'Università di Pavia ma di provenienza romana (Galeria Vitalis; forse Jacques 1986: 22 n. 2 inde AE 1988: 224n. 883 in un'iscrizione funeraria al Museo Déchelette a Roanne (C. Galerius Onesimus © Galeria Sympherusa) "WA Ostia con il Galerius Zoticus (CIL. XIV, 1081) il C. Galerius Thessalus nelViscrizione funeraria dalla basilica di Pimnabella (Nuzzo 1999: 53 n. A51 con datazione al I-II sec. d. C. inde AE 2001: 2201. 671). in area prenestna su mattoni con C. Galerius Restitutus (CIL XIV, 4091, 41) e C. Galerius Venustis (CIL XIV, 4091, 42) e forse il - GYJalerius Claud(us) — Acilius Priscillian[uscos. forsea. 233d. C. da Lavinium. (ILS, 8979 su cui Liconpagi 1982: 34, 57). ""CILX,595, 1 CILX, 1568, = CAMPUS 1977: 414-415; Βονινυ, SmiLow 1982: 51 n.7. 1 CILV, 7908. "e CILXI, 1472. ee CILNI, 8094, 1» CILXI, 6689, 113, "" CIL V, 7623, ""CILV, 1226. »CILV 1210. se CILV, 3620. κα MercanDo, Pact 1998: 181-182n. 107 con datazione al sec. d.C. forse alla seconda meta sulla base di motivi stilistici della decorazione, inde AE 1998: 241 n. 643.

neraria dalla città (n. 561, 58), nella quale è ricordato come llamen Claudialis, quaestor) kandid(atus], X vir, Isititib(us) iudic(andis). La gens, della quale è nota una consistente presenza a Rimini a partire dal II secolo a. C., forse in relazione all'origo dalla città del P. Galerius Ani. Trachalus, cos. ord. a. 68 ἃ. C. efiglio del C. Galerius, parente di Seneca e prefetto d'Egitto circa a. 23 d. C."*, a parte Roma", risulta rarissimamente attestata sia nel Latium Verus" che in Campania con il P. Galerius Maximus omonimo del personaggio veliterno, nell'iscrizione funeraria da Salerno, oltre alla Galeria Cuprogenia che innalza una statua al genio della colonia puteolana™, Altre sporadiche testimonianze sono note:

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Il duovir Q. Graius O. f. Quir. lamus (n. 561, 27) risulta l’unico personaggio riferibile alla gens Graia, forse altrimenti ignota in ambito laziale", attestata in maniera episodica:

in Campania attraverso il C. Grai(us) Abinneus su un signaculum. già Napoli": nella IV regio a Norcia conil L. Greius Eupro{synus] © Greia L Posis®", nei pressi del paese con il L. Graius Pettronis) $i il L. (Grai(us) L. [. Pe(tronis) n. riferito al THI sec. aC.” oltre che, orse, conilL. GreiusL...SecunduseilL. Greius L . Lesbiusdi 1sec.d. C."*;nella V regio ad Ascoli Piceno conil O. Greius Crocus, Vivire la moglie Greia . Myri{ale?] datata all'inizio dell'età imperiale™ in Umbria con il Q. Graiu[s | Stator, Graia Q. 1. Bel--]e Q. Graius Q.f Pater{nus] dai dintorni di Nami". La gens Histumennia"® nota con il M. Histumennius M. 1. Flaccus che dedica una base insieme ad A. Albius C. A. 1. Nicepor (n. 1734), risulta attestata a partire dal 60 a. C."* con una concentrazione presumibilmente nel corso dell'età giulio-claudia soltanto a Roma" c, nella forma Histimennius, a Teramo, nella V regio (Sex. Histimenni(us) su cippo"), oltre che con M. Histimenius Treptuls], Histimenia e Histimenia Rufina în un'iscrizione funerariada Bordeaux”. Un’unica attestazione anche per i Lustuleii, che a quanto mi risulta non appaiono altrimenti noti, con il C. Lustuleius. C. Farnaces da Lazzaria (n. 1560). La gens Maiana attestata a Velletri con il P. Maianus Januarius, che ricostruisce ex novo un'edicola a Silvano (n. 1735), presumibilmente nulla ha che vedere con la Maiania,

"CIL XII, 62 (Galerius Feros) forse lo stesso [Galleria Ferox in CIL XI, 207 da AntipolisAE 1964:94n. 229 (Gallerius Canuus) nella dedica sacrada Poitiers a Num(in) Aug(ust) diva Minervae QD "CIL II, 2081 (L. Galerius L. f. Valerianus) da Niberis; 6256, 23 (GatDeria) che olla lacero, da lica ‘CTL, 4542 (M. Galerius) Syrus Gratis) da Barcino. "AE 1955: 73 n. 234 (Gallerius) Festianus) nelliscrizine da Merida, ? CILIII 7094 (Galeria) Maenaice) da Pergamo; 414 (Galerius) da Smime; AE 1927:2-3n. 4 (C. Galerius) 7" CIL TII 8716 (Galerius) Niger) da Salona; 10029 (Galerius) da Aenona. = PIRIE 1067. 14; PIRIV:7 n.28, ναι Ad esempio: il [1 Galerius Datosus che pone l'iscrizione funeraria alla moglie (Gascou, Gutsy 1989: 174-175 n. 49) il [GalMerius Emeritus, il [Galerius Germanus e il [Galerius Honoratus che compaiono in "un iscrizione frammentaria su un sarcofago riutilizzata (BENSEDOIK 2001 290.7 inde AE 2001: 722 n. 2096). "CIL VIII, 3655 (C. Galerius [Certus] e Galeria Pieris); 3666 (Galeria Vera), 18253 (M. Galerius Silvan(u)s). Da Saddar invece proviene CIL VIII, 5962 (C. Galerius Namphamo), da Subzvar CIL VITI, 6012 (Q. GaleriusM. f. uiri Nampulus) ‘CL VIII, 24396 (P. Galerius 24341, 24397 (Galerius Castus; 24398 (P. Galerius Felix), 24399 (Galer(a] Cogita(a}); 24401 (Galeria Felicia); 24400 (Galeria Felicia, 2402 (Galeria Terull). 77 PIRTE: 1062.12; PIR IV: 7n. 26 ‘= PIR IE: 107. Presumibilmente una sua parente deve ritenersi la Lusia Galeria Rufina di CIL XI, 3731=VI, 173 A (Mogtzio 1998: 421, 423-427 a propositodi un’ iscrizione dei Lust, da Castel di Guido, inde AE 1998: 194 n.508) 7" PIRI: 194 n. 224; RE 7: 598 n. 2e 171 n. 96 (C. [uius Asper); PIR 1V:218:219 n. 334; Hr 1982: 642; Cutis 1985 a proposito della funzione di curator aedium sacrarum, svolta in gioventà prima della quetura; GRANINO CECERE 1990 per l'iscrizione di Mesia Tiana, nella quale ‘compare come parente i (C. Julies Canilius Galerius Asper, dallager tusculanus, in particolare 157 per lo stemma; Seco 1992: 66 n. 11 per iscrizione da δ. Giovanni di Cagnano Amitemo nella quale compaiono i due Aspres consules del 212 d. C. !® CIL VI, 31716 (C. [uius Galerius Asplel i CIL XIV, 2505 su cui vd. VALENTI 2003: 76,311 nota 378, 313 nota 8 2; 2506; 2507; 2508; 2509 su cui vd. VALENTE 2003: 76, 313; 2510;

2511; 2512 su cui vd. Vacs 2003: 76, 311 nota 378, 313 nota 882; 2513 ? PIRI: 184 n. 157; PIR IV: 219 n. 334 (C. lulius Galerius Asper); Hara 1982: 642. ""CIL VI, 31716 (C.J fdas Camilius Galferius splen 1 Sassi 1982: 575,579. 0 Sasex 1982: 575, 579. "Sou I981:53 n. 5 (AE 1981: On. 197) perl fr di cippo sepolerale con la sommità arrotondata: [G#? o St?jai C(ai Kibert) | [oni Ire fronte] pedes) XIL{ in agro —. P CILX, 8059, 185. ῬΑ CILIX, 4573. 1° CoRDELLA, CRINII 1982: 79, I riutilizzata nel muro estemo della chiesa di S. Scolastica, 3 km. a sud del paese; AE 1982: 81 n. 301; Capea, Crantr 1996: 122-123 n. 58, = CORDELLA, CRINT 1982: 6, riutilizzata nel muro occidentale della chiesa della Madonna di Cascia, nelle vicinanze del paese; AE 1982: 80 n.298; Compania, Carm 1996: 123 n. 5. ‘mi CAPPELLI 1996-97 forse recuperata nel corso dei lavori lla chiesaαἱ S, Venanzio inde AE 1997: 173 n.475. = CILXI, 4136. o Sou 1987a: 521 il quale (nota 2) ricorda anche lIstumenius Victor da Porto Torres (Sorart 1981: 27 n. 4) ole all'Instumennius che compare suna tessera nummulaia del 60a. C. (CIL, 915). ""CLLT,9IS. ‘© CIL VI, 30588, 25 (?Itimennius); 19725 (P. Istumenius), 39543 P. Histtumenniust); 19727 (M. Istimennius M. f, Celery, 19684 (M. Instimenius Hilari l Cidramus); 6184 (M. Instmenius Hilari 1. Cidrmmus), 19726 (C. Istinennius Dextery 39544(P. IsumenniusP. I Faustus 39544 (P. Istumenrius P.L Herophilusy 19727 (M. ItimenniusM. Philoxenus) 39545 (P. Istumennius P. I. Sabius); 19728 (C. Istimenius Semnianus Feliz 35474 (M. Histumennius M. L. Sosus); 39543 (Histumenniat]y. ‘38471 (Le}imennia "Col... 38394 istimenia Helps) 4161 (stumel nia) Philaeni) 19729 (stinennia Restiuta); 35474 (Histumennia M. |. Tertia), 19729 (Isrimennia Imurna); AE 1941: 22-24, specialmente 23, n. 71 (L. Istimenn. L. |. Hyacinz) nell'album dei fabri tignarit da S. Prassede; Gnecont 1987 su un cippo da Porta Maggiore con datazione presumitilmente alla prima metà del I sec. a, C. inde AE 1990: 27 n. 74 (A HistumenniusP. L Apollonius,A. HistumenniusA.1. Bato,A. Histumennius A. Philomusus), 1 Dont 1970: 3 . 7; AE 1980: 94 n. 386. "CIL INI, 730,

Nelle province, ἃ parte poche attestazioni sia in Gallia che in Spagna (Betica"" e Tarraconese""" ma anche Lusitania"), in Asia", in Dalmatia", un certo numero si riscontra in Africa, dove oltre il Galerius Maximus", procos. Africae a. 258-259 d. C., sono noti in Numidia" in particolare a Lambesis™ ma anche nella Proconsolare, a Djebel Djellud***. Tuttavia i personaggi più rappresentativi risultano sen2’altro quelli più o meno direttamente connessi alle famiglie imperiali a partire dalla prima metà del III secolo, età alla quale è riferita anche l'iscrizione veliterna: il M. Galerius Aurelius Antoninus"? e Annia Galeria Faustina"®, rispettivamente figlio e moglie dell'imperatore Antonino Pio, C. Iulius Galerius Asper®®, quaestor Africae, trib. plebis, praetor per., curator viae Appiae, cos. ord. a. 212 d. C."", variamente noto anche a Tusculum" e il figlio, (C) Iulius Camilius Galerius Asper"?, cos. suf"? e ancora, gli stessi imperatori del 305-311 d. C., C. Galerius Valerius Maximianus™, e del 309-313 d. C., C. Galerius Valerius Maximinus?"

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di età repubblicana, che oltre ad essere riportata su diverse. monete con il C. Maiani(us), monetalis a. 153 a. C.'*, forse il Maianus Gallus, triumvir aere argento auro flando feriundo", risulta documentata: a Roma®® e nel Latium Vetus esclusivamente a Ostia con la Maiania Rufa in un'iscrizione funeraria", mentre compare in quello Adiectum con il A. Maian{ius Hlymni I. Phileros, il A. Maianius Pamphilus le MaianiaA. I. Cc. 2jata in un'iscrizione funeraria da Terracina"; in Etruria, a Falerî, con il A. Maianius Ianuarilus, ugualmente in un titolo funerario"*; V. MaianiusA. 1, Fortunatus a Brindisi**; l'A. Maianius Speratus a Valesium™, oltre al Maiianius lunian(us) in un'iscrizione frammentaria da Treviri, nella Provincia Belgica". In considerazione della grafia utilizzata nell’iscrizione velîterna è invece presumibile che essa possa piuttosto richiamare, oltre al Maianus in un'iscrizione da Vercelli!”e il cassidar(ius) Maianus Primi nell'iscrizione funeraria per sè e la moglie Ruson(ia) Nonna da Saint-Remì de Reims", la gens forse originaria di Aeclamum"" nota attraverso la Maliliaia Valeriana, c.f. su signaculum"*, il Maian|---], curator aquarum su una fistula aquaria al Museo di Avellino^, il medesimo (L. Fggius Marullus, cos. suff. a. 111 d. C.)"* che compare su una fistula da Canosa"" oltre al Maianicus Taurus e al Maianicus™. Passando ai Messii essi sono noti con il Messius Gor-

0s", principalis) e avo del Lol(lius) Cyrius che si occupò del restauro di parti dell'anfiteatro veliterno (n. 561, 113). La gens d'origine osca"*, che risulta presente a Delo, con un C. ‘Messius, nel 157 a. C."*, ὃ ben rappresentata in ambito urbano", con sporadiche attestazioni nel Latium Verus, a Ostia" e Portus' ed in quello Adiectum, a Formia", in Sicilia, a Messana"? e in Sardegna, a Carales e Thar-ros"". In Campania" i Messi risultano presenti in numero considerevole a partire dall'età repubblicana:

""CILT, 118 app. > PIRIl 325 n. 83; RE 14,1: 540. "CIL VI, 21860 (M. Maianius Apollonius; 21861 (Maianius A. f Restituus, Maiania © [Maianila Optata L); 29760 (Maiania Homers), Fuicaent 1991: 258 nn. 12-13 con datazione alla fine della repubblica o all'inizio dell'impero; AE 1991: 38 n.96 (Maiania Prima dall necropoisulla via Prenestna, a Tor de* Schiavi). 1 Basezr 1982-83 [1984]: 161 n. 110; AE 1985: 64 n.256. "^ CILX, 8263. 7" CILXI, 7531 nel cui commento Bormann richiama il P. Maian(ius Januarius dell'iscrizione veliema. 77 NERVEGNA 1893: 444 n. 7; AE 1978: 66 n. 234; cf. AE 1980: 82n. xs. 10 PuquiaRa 1967-69: 76 n. 3; AB 1980: 82n. 329, ** CILXIIL 11321 "© CILV, 6732; RE 14,1: 560, 7" AE 1923: 72.20. #» CiwobtCA 1982a: 135, "CIL IX, 6083, 130: Saluaris Marlianae Valeilanae c. f. serat. Correzione del nome tz a fine della primae l'inizio della seconda riga in Marililana proposto da Camopeca 1982: 135. κα COLUCCI PESCATORI 1975: fig. 45 Γι: CaMODECA 19822: 134-135, Pe PIRIE 32 n. 6; RE 5: 1987 n. 4; PIR I: 69 n. 9; CAMODECA 19822: [3 ‘90 CILIX,343: Rei publicae municipur canusinorum | (si cura L. Eggi Marulli i {--lus is adiece. **CILIX, 1191 "Sou 1983a: 33 il quale preferisce il cognomen Gorgas, assi raro in ambito urbano (SOLIS 2003: 1,582), ritenendo errato Gorgotes riportato da Mommsen nell'ndice ἀεὶ nomina di CILX: 1046, RE 15,1: 12425. v. Messiusin particolare per la derivazione del genilizio dal praenomen osco; CASTREN 1975: 191 n.251; SALONS 1987: 7879; D'Isawro 1993: 170-171n.207; ComaranceLo SOUSSIGNAN 2006: 171 "7" Bastez 1996: 217, 222 n. 37; ComPATANGELO SOUSSIONAN 2006: 194 liste 1 (Campanie-taie du Sud) n.2. δε CILVL 6, 1 (Indices): 129. P" CILXIV, 1343 (Messi. Fes): 106(C. Messius [—]: 1346 (G. Melssis — itia); 2581,7 (C. Messius Apollonius); 258.

1,19 (C. Messius Hagnus); 914 (Messius Hermeros, Messius Pius, Messia Pia); forse 4569 dec. XII 22 (Mess) Restiitus]; ROYDEN 1988: 242 n. 4 (M. Messliust-essenius? — indeAE 1989: 37n. 126. FH TESTAGUZA 1970: 76 (Messius Extricatus), inde AE 1971: 44-45 n. 171; Cessnac GesvusoNt 1979: 272-274 specificatamente sulla carriera del personaggio identicatoin T. Messius Extrcatus. "CIL X, 6085 (Messil--]: 6108 (..] Messius O. f); 6085 c 6086 (Messia[-- Ὁ) so cui vd Sou 19962: 175-180 n. 10 con datazione al I scc. d.C. inde AE 1996: 132 n 387 c 6085 (Messi C.f) "°° CILX, 6978 (Messius Modianus, Messia Prisci. Crispina) "" CILX, 1655 (Messi) me CIL X, 8056, 432 su ceramica (Messius Pr) "Ricordo come all'ambiente campano, riguardando alcuni beni terreri nell'agerdi Cnossos di proprietà i cittadini di Capua, vada latamente riferito i P. Messfilus Campanus, procurator) [Clates]ars, inviato dall'imperatore Tito, per risolvere la questione nata con un locale, Ploius Plebeius (AE 1969-70: 186 n. 635: Alcune 1982: 195). CHL X, 2732 (C. Messius [Epap]hoditus); 2733 (Messius Primigenius, C. Messius C.1,Primigenius, Messia Hilara); 2735 (MessiaL. f Pompeiana) 9 CILX, 2734 (C. Messius Clemes Rufi f, C. MessiusC. I Faustus,C. Messius Rufus, C. MessiusC. L Tertius); AE 1980: 68 n.244 con dataziomeal sec. ἃ. C. (M. Messius M. I Heraclida) "*CIL X, 901 (Messius Faustus 888 (Messius Arrius Inventusy 892 (Messius Arrius Silenus); 8058, 53 s signaculum (L. Messius Sex f) ""CIL IV, 2392 dal lato settentrionale di via dei Diadumeni (A. Messius Crysanih[us]; 2249 dal lato occidentale del vico del Lupanare (MTes}si{o}) 5187 dalla reg. IX ins.6 (Messias); 4617 dalla reg. VI ins. 15 (A. Messi). a CILX, 8129 ([.] Messius Q. I Priscus) mi CILX, 163 (Messia C. f) 1 JoRANNOWSKY 1975: 32.33 n. 1 (C. Messius Seaer{a)); Pagano 1981: 113-115 inde AE 1984: 52 n.188. T CLI, 2506 (P. MessiusO. L [—. su cui vd D'Isasro 1993: 171. "CIL X, 4780 (.. Messlius] f. Stichus); 4810 (Messia). 1 CencirLac GERVASONI 1982: 86, 98, Connie 1982: 718, 728-729, 697, 748, 50-751. © CIL VIM, 22720.

a Puteoli**, Cuma”, Pompei centro nel quale compaiono anche tra i graphio inseripra””, Sorrento", Abellinum'®", Forum Popilii**, Capua" e a Teanum Sidicinum"* di cui risulta originario C. Messius®®,

Apartire dalla seconda metà del II secolo d. C. un ramo della gens risulta impiantato in Africa Proconsolare, dove hanno anche la loro origo alcuni personaggi": prima a Gigthis (L. Messius L. f. Rufinus, IWIvir cap.,g. provinciae 755 eL] Messius [Rufinus c. m. [v.] dove risultano imparentati coni Memmi ei Servaei, poi, nel corso dell'età severiana, a Pheradi Mains (P. Messius Augustinus Maecianus, c. .).

Un'unica attestazione anche per i Porcii Porcius Priscus nell’iscrizione funeraria CIL X, ali dalla moglie Pollia Melie (n. 1745). La gens me noto, ha in ambito laziale con i Porcii

con il M. 6623 postaPorcia, c Catones di

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Tusculum, peraltro imparentati con i Licinii, i Solonii Domitii, i Marcii e gli [unii, i suoi più celebri rappresentanἄρα, Tuttavia, oltre a quelle abbastanza frequenti di ambito urbano", M. Porcii, accanto a pit sporadiche menzioni di C. Porcii™ (tra le quali si segnala per il medesimo cognomen quella del decemvir stlitibus iudicandis, allectus inter quaestorios, aedilis curulis, allectus inter praetorios, proconsul Lyciae Pamphyliae, consul e frater Arvalis tra il 224 eil 231 d. C., C. Porcius Priscus Longinus"), L. Porcii””, Q. Porcii"? e a quelle di Porcii"", sono noti: nel Lazio presso Albano con il M. Porcius M. 1. Sin(—] che compere insieme a Porcia M. 1. Caty{-)"", a Terracina con il M. Porcius C. f. Ouf!™; in Campania, a Pompei con il M. Porcius M. f. nell'iscrizione funeraria extra portam herculanensem" con il M. Porcius, commerciante di origine campana o narbonese che bolla. anfore"*, e soprattutto con il personaggio omonimo che compare tra i Ei) dí) d(ecurionum) stententia) flaciundum) locave)r(unt) nel tempio cd. di Venere!” e insieme a C. Quinctius. C. f. Valis(us)] come duo vir nell'iscrizione che ricorda il restauro. della copertura del teatro minore!” e come duo vir quing(uennalis) nel titolo dall'anfteatro che ne ricorda la realizzazione! Segnalo ancora come nelle isole, in Sardegna risulti attestato, oltre che più genericamente a Porto Torres"®, a Sulci con il M. Porcius M. 1. Primiglenius], mag(ister) Lar(um) Aug(ustalium), che restituisce un tempio di Iside e Serapide ab honorem dei Wlvir(i) a(edilicia) p(otestate) dels(ignati)] M. Porcius Impetratus e M. Porcius Felix. 1 Ricordo allinteno della famiglia (RE 22, 1: 102 s. v. Porcius asti 1975: 209-210n. 321; Liconnari 1982: 50): il C. PorciusM. f. Cato, cosa. 195 e censora. 1&4; il M. Porcius Cato, praet. 92 e pro pra«t Galliaea. 91; M. Porcius Caro, r pl. 2.99;M. Porcius Cato (Uticensis, tr. pla. 62, praet. 54, promag. nel 49/48; iM. Porcius Cato, i lo del precedente. "UCIL VI, 36174 (M. Porcius Agricola); 9133 (M. Porcius Artemidorusy, 24828 (M. Porcius Porciae Cors); 24830 (M. Porcius Philo, 1852 (M. Porcius M. I Pollo), 36174 (M. Porcius Sabinus 9133 (M. Porcius Sodalis. A questi possono aggiungersi: CIL VI, 9909 (Porcia M. f), 9133 (Porcia M. G. 1. Chrest); 2362-4465 (Porcia M. I. Mnemosyne); 24872 (PorciaM. Vera). ‘= Bagster 1953: 175 .43 (C. Porc (is) Zosimus) ofi(intor) su fstula aquaria da Ostia. "" CILXIV, 3611 (C. Porcius C.f. Priscus Longinus) da Tibur; PIR II: 39. 643; RE 22,1: 228 n.40. "^ CILX, 344 L Porcius fas) da Atia: ‘© CILXIV, 3906 (Q. Porcius Q. f. erg. Sabinus) da Lunghezza, iedita da Quiic 19741: 221 n. 100. "CIL XIV, 1565 (Porcius Perseus e Porcia Bunias) da Ostia; 4010 (Porcia Crescetina)da Ficulea; 3922 (Porcius e Portis] Po[-. dal territo rio di Monticelli; CILX, 8049, 11 (Porcius) Pr— su anfora da Pompei; 8059, 329 (Porcia Talassa)su signaculum da Suessa; GALAN 1966: 181 n. 52 (Porcia Maxima) da Colle Secco nel tentorio di Castel Madama, °° CILXIV, 2366, ""CILX, 6404, ""CILX, 997. "CILX, 8049.10: M. Porc(ius); AE 2002: 269n. 754 con riconsiderazione delle diverse tesi sull'origine del personaggio, proprietario almeno ἃ un azelierdi anfore Pascual 1, ativo trail 15 a. Ce ἢ 25 d.C, a Badalona. ""CILX, 800. mo CILX, 844 ""CILX, 852. " Soratl 1981: 28 n. Se SOTGIV 1988: 625 (Porcia Staphili), ft. anche CIL X, 8327 (0. Porcius Clara). 126

Ancora, tra le rare attestazioni della gens in ambito italiano! ricordo: un M. Porcius M. L. Protas, nell’iserizione funeraria da Trea, nel Piceno, postagli dalla conliberta Agathemeris"' forse un [Po?)rcius 1. in un'iscrizione frammentaria da Lucus Feroniae, in Etrura^*; un M. Porc(ius) Tertius, Bel(eno) Augus(to) Concorde), dall'ager di Concordia, nella Venetia et Histria".

Un’attestazione presentano anche i Trebonii con il Q. Trebonius O. f. Candidus dell'iscrizione funeraria dai pressi dall’Appia postagli dalla madre Deciria L. f. Tertia (n 1037). Della gens", a parte il L. Trebonius G. I. Antiochus ricordato in una delle iscrizioni della collezione Olcott"*, la Trebonia Eutychia in una iscrizione funeraria da Roma, datata all'epoca flavia™ e i personaggi recanti i prenomina C., P. e Sex. nelle iscrizioni funerarie romane dalla via Appia, all'esterno di porta Capena™, nel Latium Vetus sono noti: alcuni osticnsi"*, il L. Trebonius M. fi Axsius"? e la Trebonia ‘Sympherusa'™ da Praeneste, tà nell quale il gentlizio ricorre frequentemente tra i bolli su ceramica noti dal santuario di Ercole" e il C. Trebonius lanuarius da Aricia

Ancora nell'ambito della I regio, si aggiungono alcuni personaggi puteolani: il L. Trebonius [-—.] Victor che bolla tegole!” e la Trebonia M. fila Marsilla nell’iscrizione funeraria posta dal padre Euaristus"* oltre al Trle]bonius inciso su una parete nella reg. 2 ins. 2, a Pompei”. ""CILX, 7514. Nella II regio: nell'ager Teanensis la Porcia L. ἰ. Glycinna (Russi 1976: 157 con datazione tra la fine del [sec a. C. e l'età augustea). Nella. IV: ΓΑ. Porcius Januarius che compare su una fistula aquaria da Forum Novum (Pures 1989: 233 n.94) la Porcia Maxima da Colle Secco, el territorio di Castelmadama (GRANO Cecens 1988: 187 n. 52 con datazione alla fine del II o all'inzio del IT sec. d. C). Nella VI : a Cosa il Porcius Severinus, clarissimus) [virum)?] (CIL ΧΙ, 2633); ἃ Lorium il Porcius) Celer che bolla tegole (CIL XI, 6689, 192). Nella IX: la Porcia L. f. Uxsubia in un'iscrizione funeraria da Ventimiglia (Mess. 1992s: 122 n. 16 con datazione al sce. d. Cz AE 1992: 195 n. 672 adn.) Nella X: il] Porcius {| da lulium Carnicum (CILV, 1834);il . PorciusO. 1. Optatus da Iulium Camicum (CIL V, 1832); il Μ΄. Porcius Sey{--] su tegole da Villafredda (CILV, 8110, 120); Q. PorciusQ. 1. Optatus dalla collezione Moschetini di Aquileia (BLasov Scan 1993: 127-128); presumibilmente il [Porcius Plersa da Concordia (CIL V, 8661; Lernci 1994: 64 n. 21; cfr. AE 1995: 187 n. 585). "= CILIX, 5669. " Sunini MORETTI 1975: 152,156. " CIL V, 1866; rilettura in Lerncs 1994: 29 n. 1 con datazione agli inizi del I sec. d. C; MASTROCINQUE 1995: 273n, 26 inde AE 1995: 18618.584. FRE VI, 2: 2273 s. v. Trebonius; CASTREN 1975: 231 n. 419. 7" AE 1928: 32.8. "Sensi 2001: 211-212 n. Β inde AE 2001: 192 n. 579. 1 CILT, 1398; 1399. °° CIL XIV, 2; 1129; 1183; 1682; 4531, 15; 4569 dec. XIII, 28, "CIL XIV, 3385. 1 CILXIV, 2868. e arm, Ovonam 1992: 202, 203-204 fig. 12-15, 234-235 m. 69. ""CILXIV, 2191 ""CILX, 8042, 101 ""CILX, 3020. ""CILIN, 4126.

Altrimenti a parte sporadiche attestazione a Carsoli, nella IV regio™, a Ravenna nella VIII?" e a Milano, nella XP®, la gran parte si concentrano nella IP?", soprattutto a Benevento. Più specificatamente per i Q. Trebonii mancano attestazioni in area laziale mentre da Roma sono noti: i due Q. Trebonii in un titolo funerario recuperata tra la via Salaria e la via Pinciana™®; il Q. Trebonius [- ] riportato nei fasti scribarum quaestorum del 21-29 d.C? i Q. Trebonius C. | Primigenius che nel 136 d. C. è riportato rai magistri vici regionis Pe: il Q. Trebonius Graphicus in un'iscrizione funeraria™ il Q. Trebonius Q. 1. Cla. Aristuse il Q. TreboniusQ. 1. Cla. Gallus". In Etruria, nell'ager di Chiusi, dove risultano attestati al-

tri Treboni?*, invece, sono presenti:

il Q. Trebonius Q. f. Firmus®". il Q. Trebonius Plag(ula?)®" e iQ. Trebonius O. f. Caecina natus??, che compaiono su tre ume.

Per l'ambito provinciale, dove in ogni caso risultano am CIL IX, 4069 (Trebonius Rufus). 2 CILXI, 103 (C. Trebonius Lupus). 7" CILV, 6099 (Irebonia Hilar). P" CILIX, 1455 2,62 (Tiebonius Primus); 1496 dal Pagus Veianus (L. Trebonius Primus); Tons: 19695: 29 da Lucera (Trebonia C. 1. Prinill). Batice 1981: 23 n. 25 da Lucera (Trebonia Dorcay) 7 CILIX, 1998 (L. Trebonius Beneventanus); 1999 (Trebonius Celere Trebonia lanuaria), 1991 (C. Trebonius Celer e Trebonia lanuaria); 1639 (Trebonia Pelagia) CHL VI, 33503. P"CILXI, 3447 (Trebonius, in nomine uxoris) 2470 (A. Trebonius) su tegola; 2476 (Ire]bonius Adiectus); 2473 (L. Trebonius Donatus e L. Trebonius Spinter 2474 (L. TreboniusL. P.I Laelaps); 2546 (L. Trebonius Seleucus); 2473 (L. Trebonius Spinter), 2173 (Thannia Trebofnia) Sex. F.: 2477 (Irebonia P. f); 2414 (Trebonia Tertullay, 6689, 218b (Secundus. Trebon(us)Ο. f.) A questi possono aggiungersi nell'ambito ella VIL regio: iLL Trebonius Paterni lib. Fortunatus da Vignone (CIL XI, 2595); il Trebonius Meliptbyon(gus) da Pyrg (CIL XI, 3712); Tre]onial Valens da Nepi (CIL XI, 3216); la Trebonia O. f. Pia da Firenze (CIL ΧΙ, 1679); il Secundus Trebon(ius) Q. f. s tegola al Museo Etrusco di Cortona (6689. 2180) 2 CIL ΧΙ, 2471 add. >°CIL XI, 2475. GIL XI, 2472. 7" Perla Spagna sono noti 1 C. Trebonius C. f. Modestuse la Trebonia Caesia da Nertobriga, nella Baetica (CIL TI 972) i Trebonius Tuscus da Olisipo in Lusitani (CIL II, 212). Nella Gallia Narbonese: il L. Trehonius L.f.[—] da Forum lulii (CIL XU, 303); i D. Trebonius Abascantus e la Trebonia Zotice da Vienne (CIL XII, 2014); i| G. Trebonius Abundus da Narbo (CIL XII, 4394); il L. Trebonius Nicephorus da Nimes (CIL. XII, 3345); UL. rebonius Secundus da Nimes (CIL XII, 31422). In Britannia i Trebonius Nepos dalla satio perlineam valli tertia decima (CIL VII, 905). In Pannonia il M. Trebonius Hyginus Aquileiensis nel diploma militare in bronzo del 17 giugno del 65 d. C, da Negoslavei (AE 1978: 189-190 n. 658). Nel Norico: lA. Treonius L f. Gartianus? ) (RE V, VL: 2273 n. 4) da Virunum (CIL II, 4810); il C. Trebonius Faustus, lo Cn. Trebonius Firmus c la Trebonia Maximi f. Exoraza da Bedsium (CIL Il, $583); i Trebontius --) il C. Trebonius [—] e Trebonia [--) da Solva (CIL Ill 5390); la Tirjebonia [—. dall vallis fI Mur (CIL II, 5471). NellIlirico, in Dalmazia: il L. Trebonius Constans, il L. Trebonius SuccessusIe L Trebonius Valens da Salona (CIL NI, 8760); i Trebontius) da Riditae (CTL HI, 2783); la Tribonia Futycis da Salona (CIL HI, 2418); Treb(onia) Clriest) da Gardum (CIL II, 13972). In Galezia i .] TreboniusT. f. C. [-

perlopiù rare le attestazioni della gens?" si possono aggiungere: il O. Trebonius Eutactus nell'iscrizione, da Krstine, tra Abbadessa e Sucurac, in Dalmazia?"; il Q. Trebonius [Q. f. —] nell'epitaffio da Buthronte, in Epi-ro?*. Un’ unica attestazione, con il [P. ValJeriusP. 1. Apol] [mag(ister)] quing(uennalis) con{legi fabrumytignua]r(orum)?" (n. 1295), si conosce per i Valerii, gens" di antica origine romana che a partire dal I secolo a. C. presenta importanti ramificazioni a Fundi (dove si segnala il P. Valerius Triarius"), Sora™, e successivamente a Lavinium®® e forse Setia®, in Campania forse a Capua (con il M. Valerius Homullus, cos. ord. a. 152d. C., patronus Capuae"? A Ro-ma i Valerii con il praenomen Publii risultano pochi e numericamente inferiori rispetto ai Marcii eai Lucii. In area laziale, a parte i Publii Valerii sodales del lapis Satricanus**, sono presenti: da Torre Nova sulla via Casilina oltre a CIL VI, 3654, la fistula bollata da P. Valerius P. f. Gal. Priscus Urcitanus ex Hispania citeriore™, un P. Valerius - da Pessinas (CIL TI, 6771). In Egito il L. Tiebonius Oricula da Philae (CIL TI, 74); i Trebonius da Coptos (CIL M1, 6627 I, 2); il M. Trehonius Valens, praefectus Montis Bernicidis ra iV 6 e il 77 d.C. da Khasm al Minayh (BAGNALL, BULOW-IAcoaSEN, CUVIGNY 2001: 325-326, 328-329; AE 2001: 697 n. 2039, 701 n. 2051). In Cilicia, il Αὐρέλιυς Λαβέριος. ‘TpeBénov Μέμνον menzionato in un iscrizione da Sarnicbeleni, datata al III sec. d. C. (Towascimz 1998: 12n. 5; AE 1998: 557n. 1413). In Cappadocia il C. Trebonius, miles legionis XVI Flaviae Firmae vell'iscrizione da Setala datata al I sec. d. C. (MITRORD 1997: 141-142n. 5; AE. 1997: 529 n. 1509). In Africa, in Numidia: il Trebonius Crescens da Rasicade (CIL VII, 8168). Nel Africa proconsolare il Blossius Trebonius Eucarpius mell'isctiione musiva a Fuma (AE 1978: 258 n. 883); in Byzacenail Debonius su una tessera nummulaia datata al | dicembre del 17 a. C. da Hadrumentum (AE 1968: 200-201 n. 619). 5 CILII, 12888, 2% AE 1949: 81 n, 266; Αδκάμενκο 1994; AE 1994: 483 n, 1601. =” 1lcognomen Apollonius che Votos 1982: $1 n. 14 ipotizza possa integrare (in altemativa ad Apollinarius e Apollinaris) Apo[.—. del per maggio nell'iscizione velitema è presente: in almeno tre casi, nell'ambito della gens, a Roma, in CIL VI, 6145 ([..? Valerius [Apolonius); 3135 (C. Valerius Apollonius), 39008 (M. ValeriusM. f. Apolonius) a Verona in CIL V, 3795 (Valerius) Apolonius) invece Apollinaris è presente in: CIL XIV, 1008 (Valerius Apolinaris) e 283 I, 6 (C. Valerius Apollinaris) da Ostia e CILX, 3651 da Misenum (Valerius Apollinaris e, nelle province, ai castra Lanbaesitana, in Numidia, in CIL VIII, 2557 a, 19 (Valerius Apollinaris) e ad Alessandria, in Egitto, in CIL III, 6580 II, 8 (C. Valerius C. f. Apollinaris) P" RE ΠΊΛ: 2292-2296 s.v Valerius. #0 Licorpari 1982: 28, 57. 7 Licorpagi 1982: 40, 57. = Licoapam 1982: 34,57. 7" Liconpam 1982: 41, 57. 20 CEBEILLAC GERVASONI 1982: 82. 7" Ricordo: il P. Valerius Augustalis in CIL VI, 5338; il P. Valerius Chresimus eil P. Valerius lustus di CIL VI, 27967; iP. Valeria Daedalus di CIL VI, 27976; il P. Valerius Eleutherus di CIL VI, 27992; P. Valerius FelicfsJanus di CIL. VI, 28006; il P. Valerius P_L Flaccu dalla località Gotta Celoni di Sopra,al XIT km dell via Casilina n AE 1939: 50 n. 154; il P. Valerius Marinus di CIL VI, 18128; il P. Valerius P. lib Addmetus di CIL VI, 18616; il P. Valerius Plus di CIL. VI, 28099; il P. Valerius Polycorpus di CIL VI, 28081; i P. Valerius Primigenius di CIL VI, 28085; P. Valerius T. f. Gal. Lane(n)sisdi CIL VI, 32716b per cui cfr. AE 1980: 172. 654. = CILP 28328 9 QuiLIC 1974: 701 n. 625 con lettura ALPURCI; Βαυυν 1991-92: 235-237 inde AE 1993: 103n 388, Sul personaggiovd. Decasst 1967: 15 inde AE 1974: 47-48 n. 226, 127

Patruinus?—J*, il cos. suf. a. 82 d. C. nell'icrizione da Falerio che compare in un diploma militare dell'88 d. C., proveniente presumibilmente dalle provincie danubiane?", ricordato a Bovillae nei fusti dei sodales Augustale dell'età di Vespasiano™, un P. Valerius P. 1. Mahes, magister quinquennalis) collegi fabrorum tignuariorum lustri XII e i patrono P. Valerius Alcimus a Praeneste", un P. Valerius Bassus, praeftectus) fabrum a Tusculum?"®, un P. Valerius Comazon, cos. a. 220 d. C. a GabiP®, il P. Valerius Corinthus** e i P. Valerius Magn(us)® a Tibur, un P. Valerius Apelles™ c forse una Valeria P. (f.] Tussania® a Ostia e il P. Valerius Filetairos nell'isriaione da Palombara Sabina, nella quale è ricordata la realizzazione a suc spese di un'aedes Veneri. nella Ia Canosa, il P. Valerius P. Pomarius che pone l'iscrizione funeraria a P. Valerius P. |. Philocalus e a P. Valerius P. 1. Relatus™, a 5. Ferdinando di Puglia, nell'ager di Canosa, il P. Valerius P. 17) Daphnus nell'scrizione funeraria per sé c per ValeriaP. 1. Secundae P. ValeriusP. I. Felix", a Lamapopi cora nel territorio di Canosa, la Valeria P. I. Quarta in un'iscriziome funeraria di P. Fabricii™', a Rudiae i P. Valerius Epagat(i)us**; nella IIl a Velia, il P. Valerius Felici I. nell zione funeraria posta da Valeria P. f. Florilla®®; nella IV un P. Val[erius — in un'iscrizione frammentaria dall'ager di Cures?* nella V, ilP. Valerius Mla]rin(us), cos. a. 69 d. C. nei fasti consolari da Potentia®; nella VIL un P. Valerius P. [f. —) in un'iscrizione frammentaria da Cose”, un P. Valerius Sex. 1. Protus e Valeria P. È Peristera in un'iscrizione dall'ager di Cosa”, un P. Valerius Eusioch[u]s che compare su una fistula da Monte Cacchio?' c, anche se più indirettamente, la Valeria P. f. [—] ricordata su un’uma dal territorio di Arezzo™; nella VIII, appena al di fuori di Rimini, il P. ValeriusQ. f della tribù Anie(nsi)® che compare su due cippie, a Parma il P. Valerius Irenaeus nell'iscrizione funeraria po-

stagli dai parenti®®, a Velcia, nella celebre tavola, il P. Valerius Ligurinus** nella IX il P. Valerius P. 1. Prim{us] nell'iscrizionc. funeraria da Libarna"*, il P. Valerius P. f. Severus, della tribù Can(ilia), nell'iscrizione funeraria da Augusta Bagiennorunis nella X, a Verona, il P. Valerius nell'iscrizione della Porta cd. dei Leoni?*, in un'iscrizione funeraria da Cittànuova il P. ValeriusL. f. livire il P. Valerius P. f. Tiro, entrambi della tribù Pup(inia"", il P. Valerius M. f. Capito, della tribù Pob(lili),nell'iscrizione funeraria dal territorio veronese nella quale compaiono anche un L. Valerius P. f. e una ValeriaP. f. Secund(a)"*, un P. Valerius in un frammento del catasto dell'ager di Verona, datatato tra i 50 il 30 a. C29, ilP. ValeriusP. f. Montanus nelViscrizione da Verona, il P. Valerius Spuri f. Montanus nelliscrizione funeraria per la famiglia dal territorio veronese?*, il P. Valerius Celfer] nell'iscrizione. da Aquileia?*, il Publius Valerius Maro, avo del poeta, in un'iscrizione dal foro di Aquileia"? il P. Valerius Festus dal territorio di Aquileia, il P. Valerius Crispinus, Tllvir, e il P. Valerius Numisius nelViscrizione funeraria da Cividate di Val Camonica”, il P. Valle)rius Euphe[m]us nell'iscrizione funeraria dall'ager di Brescia™, il P. Valerius P. f. Ingenuus, della tribù Fab(ia), nell'iscrizione funeraria, dall'area extra urbana di Brescia, posta a lui e a P. Valerius P. f. Primus, Valeria P. f. Firma, C. Valerius P. f. Vitalise L. Valerius Ρ. f. Celatus da Metellis Prima"? i P. Valerius Mürihus nel'iscrizione funeraria dalla Val Trompia per C. Valerius Secundini f. e Valeria Festa, il P. Valerius P. f. Secundus nell'iscrizione funeraria da Altino™, un P. Valerius P. 1. Seruolus in una stele al Museo di Torcello datata al I sec. d. C2 e anche se più indirettamente la Valeria P. f. Galla" e la [Vjaleria P. f. Maxim{a}® nelle iscrizioni funerarie frammentarie da Verona, oltre alla Valeria P. f. Maxima da Fumane in Valle Policella*", la Valeria P. f. Tertia nell'iscrizione funeraria da Pedena?", la Valeria P. f. Ursa nell'iscrizione funeraria da Peschierz?", la Valeria P. f. Tertulla che ricorre sia nell'iscrizione funeraria frammentaria da Asolo? che in quella dall’ager benacenses*”; nella XI il P. Valerius Agathopus în un'iscrizione funeraria da Laus Pom-

# PIR II: 373 n. 104; RE 7A: 2310 n. 82; RE ὃ Al: 174n. 287; BALLAND 1981: 103 n. 44 per l'iscrizione greca da Xanthos nella quale compare con il patronimico, inde AE 1981: 223-224 n. 8264; AtrüLoY 1982: 356. >" CILIX, 5420. =» Weiss 1997: 229-231 n. 2 (IP. Valerius Palruin]us); AE 1997: 602 n. 1961 2 CIL XIV, 2392; Di Vita EvRARD 1992: 472-479, 7" CILXIV, 3009. P" CIL XIV, 2579 su cui vd. VaLenm 2003: 265 nota 689, 2» CIL XIV, 2809. 7" CIL XIV, 3855, = CILXIV, 3856. CL XIV, 1698. = CILXIV, 175 7" ManacoRDA 1979 con datazione ala fine dell'età repubblicana o piuttosto a quella di Augusto, inde AE 1982: 40 n. 143. = CILIX, 350. 9 CizLOTm 1985: 275-276 add. 2 con inquadramento "etro il seco. Ἰοὰ Ὁ" ‘n CusLorm 1985: 101 n. 65 con datazione al Il sec. d. C. indeAE 1986: 53 n.200. 7^ AE 1988: 99 n. 384. "^ Bunn 1970: 266-267n. 13 inde AE 1974: 68 n. 296. s" CILIX, 5004. 9 AE 2003: 192-194, specialmente 192,n. 588. "^CIL XI, 2670. = CILXT, 2640 P" TARTARA 1999: 231; AE 1999: 198 n 641 δ). > CILXI, 1895. P" RETLTA: 2310.78,

© CILXI, 527. =" IL XI, 1115; Arsuconi Brema 1993: 136 con datazione ad età successiva lla prima metà del I sec. d. C. 2 CILXI, 1471, 53. == CILV 7436. = CILV. 1724. 7 CILV, 3434; AE 1988: 123 n. 450 con datazione all'età cesaiana. = CILV,378. I CILV, 3797. 29 Cantieri MANASSE 2000: 6 (testo), 7, 15, 20-22 inde AE 2000: 238 n. 620. P" CILV, 3932. 7" CILV, 3804 = CILV, 1452. 2° BERTACCHI 1986 con datazione alla fine del I cc. d. C., inde AE 1987: 116 n.425 adn; riesame in PACI 1987 che interpretail testo come un falso tardo antico ispirato alla Vita virgilianadi Foca. 2" CILV, 1052, 5. >" CILV, 4968. e CILV, 4758. * CILV, 4653 7" CIL V, 4926. P"CILV, 2278. 2 Rosapa 1993: 139 n. SR 12 inde AE 1993: 216n. 752. ?"CILV, 3604 2 CILV, 8871. # CILV, 8875. a CILV,321 = CILV.d017. GIL V.2108. ?"CILV, 4853.

Ancora, allargando la ricerca alle altre regionessi hanno:

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peia™ ilP. Valerius Forensis che pone l'iscrizione a Mercurio nel ager inter Ollium etSariun?"iP. ValeriusL. —. nell'iscrizione. frammentaria su tabula aenea da Milano?*, iP. ValeriusP. liber. Tacitus, della tribù Palatina), Vlvir senior et Augustalis nell'iscizione da Milano?" i P. Valerius Minucianus nell'iscrizione funeTaria perla madre MiniciaL. f Secunda, dall'ager di Como"*, cost come il P. ValeriusP. f. Fronto, VI che compare insieme alla moglie Viria L. f. Maxima nelliscizione funeraria postagl dal fi glio P. Valerius P. f. Firmus, lllvir**, iP. Valerius Nilus, Vivir eraugustali,nell'iscrizione da Novara?" il P. Valerius Saturninus. che bolla tegole da Aosta™ e dal Gran S. Bernardo™ il P. Valerius Severus che pone l'iscrizione funeraria da Ticinum alla madre Valeria Patruin Tyche*", i P. Valerius Silo Clodius Lucretius) Secundus nelliscrizione in suo onore da Vercelli", anchesc pi dircttamente la Valeria P. |. Crocine nell'icrizione funeraria da CULV, 6388. ?"CILV, 5095. ?"CILV 5912. n CILV, 5895. P9 CILV 5358. ?" AE2003: 240-241n. 752 per l'iscrizione, datata al sec. d. C, rinvemuta nel corso dela realizzazione della ferrovia tra Como e Camerlata. >" CILV.6516. = CILV.SIIO 4094. > CILVSIO 409 2-5. ™ CILV, 6454 = CIL 6659. = CILV, 5959. ?"CILV 5376. ?" Un P. Valerius) Placidus] da Plasians (AE 1996: 355 n. 1010), i Publius Varius) P. Cassius) nelViscrizione da Aude (BaRRUOL 1971: 371 inde AE 1971: 88-89 5.255). IL P. Valerius) Pacatus che compare trai figlidi Valfria] Sperata peri quali pone una dedica ad Frcole, a Mogontiacun (CILXIII 6693) il P Val(erius) Sal] nelViscriione da Argentovaria (CIL XII, 5331). ?" In Travia, Filippi, il P. Valerius P. f. Vol. Niger che compare come. aediles) insiemea M. Cornelius P.f Vol. Niger (AE 1935: 181. 49). PA Tyr il P. Valerius) Protogenianum, praeftecus) coh(ortis) Il Thracum) et praepositum) coh(ortis) I Thra(cun) curatorem coorti) Y Sagitariorun) item praeposilum - ) (REY Coquats 1995: 313-318 con datazione alla seconda metà del IT sec. . C, piuttosto verso a fine de I secd. C. inde AE 1995: 504-505n. 1569) e a Cyrusil P. ValleyusP. f. Qui Vallens che pone l'iscrizione ob meritis a (D. Marcus] C. fil. To. Fronto Turbo amicoe prefetto del pretorio di Adriano (AE 1957: 0.71 n.225) 711 P. Valerius Primus, mikes) legonis) WE Cyr(enaica) centuria. Tull) Nigri nelliserizione funeraria da Alexandrea (CIL. II, 6602), il lloriios Οὐαλερίος che compare nell'iscrizione funeraria della sorella Οϑαλερια ἡ καὶ Θερμοῦθες (Luxaszewicz 1989 con datazione al sec d. Ὁ. πάν AE 1989: 257-258. 760). ?"IP. Valerius Flan, iles legionis) VIE Gemina) Felis), nell isc zione funeraria da Emerita (CILII 5266),ilP. Valerius Celi. Clemens,dela ribù Quirina) nel'iscizione da Tdanha (AE 1967-61 n. 182). 7 P. ValeriusP. f. Gallus ell'iscrizione funeraria da Hispalis (CIL. TL 1189), iP. Valerius Lucanusche pone l'iscrizione funeraria alla moglie Corneli Lf. Corneliana ἃ liberrs (CILII, 2087=11/S, 637) il P. Valerius {--]nelliscrizione frammentaria da Magacela(CILIP/7,965),ilP. Valerius Egerinus nel titolo onorario da Epora (CIL 11/7, 153), la Valeria P. f Verecunda che contribuisce a sue spese insieme all'imperatore Tiberio, a P. CorneliusP. f. Taurus dela tribù Galeria al a realizzazione di un'opera ignota, mente i figlio di P. CorneliusP. f. Taurus, anch esso della tribù Galeria ludis inipensa sua factis dedicavit io un'iscrizione da Castulo (CIL. 11,5260 riedita con un f inedito, rintracciato n un manoscritto, pe cui vd. AE 1973: 76 n. 280) a Burguillos, nlla Betria celtic, i un'iscrizionefuneraria frammentaria la Valeria) Paeta Pf. (Cio 1997: 89.90n. 76 inde. AE 1997:282n. 813) PA Lara il P. Vallerius), Agathopus nellisrizione funeraria per Camparus F.f. Paternus (CIL Wl 2864), a Dertosa il P. Valerius) Pardus lib, Vivir Aug(ustalis) che pone Viscrizione im onore del patrono P. Valerius) Dionisius, Vivir Augustalis) CVI ordo Dertos(a)n(um) (CIL I, 4062), a Villagordo del Cabrel i Ρ. Valerius Antiguos (si) nelliscrzione

Milano postagli dal marito C. Atilius C. f. Secundus?" a ValeriaP.

f. Maxima nell'iscrizione funeraria frammentariada Como™.

Per quanto riguarda le province, a parte le sporadiche attestazioni nella Gallia Narbonense®" e in Germania superiore? nelle province balcaniche?” oltre che in Siria! e in Egitto”, se ne conoscono un numero abbastanza rilevante in Spagna, in Africae nell lirico. Relativamente alla prima ne sono note in Lusitania”, soprattutto in Betica?" nella Spagna Tarracone-se? e nella Spagna citeriore””. In Africa, invece, si hanno in Mauretania, in Byzacenz", e ancora di più nella Proconsolare?" ed in particolare in Numidia". Nell"Tlirico i P. Valerii sono presenti episodicamente in Dacia”, più frequentemente in Dalmazia”, in Mesia” e in Pannonia?! funeraria per la madre /uniaL Antiqua (AE 1978: 120n. 437) nell isole Pityuse, P. Valerius) Modest(us) ell'iserzione funerarial figlio M. ValeriusL. f. Pulens (CIL I, 3667), a Cast il P. ValeriusP. f. Gal. Valerianus Flaccus nellicrizione postali dl padreP. Valerius Carbo (AE 1959:92n.318=AF 1958:81.0). P7 Nei presidiSepulvedailΡ. 7 Valerius) Natalis Maternialni fil nelT'iscrizione rupestre nella quale è ricordata la realizzazione di un'[ar}am Evenir]u Bono (CILII, 3089-5095; ridita da ALFOLDY 1994 con datazione 3024 aprile del 128. Cla VlaleriaP. LNicee [ValeriaP.L Aucta Rustici nell'iscizione funeraria da Andujar (AE 1991: 280-281 n. 1078). © Ad Arbali dueP. Valeri Longi, padre e figlio nel'iscrizioneche ricorda a statua innalzata all'imperatore Settimio Severo (CIL VIII, 21627). ?" TP. Valerius Priscus (PIR I: 374 n. 116; THOMASSON 1972: 90.92, con restituzione del numero della potest tribunicia [X)XD, clarissimus vir, procos Africae a. 136-1370 137-138d. C. (CIL VIII 98) PII P. Valerius Cleljsus neliscizione Saturno Aug(usto) sacrum da ‘Thignica (CIL VIII 25904), il P. Valerius Faustinas, forse figlio di L. Valerius Maximus, che à sua spese dedica una stata di Ercole a Hs. Schett (CILVII, 15476); P. ValeriusSurusnell'iscrzione funeraria da Althiburos (CIL Vit 27807), il P. Valerius {--) che compare nellisrzione frammentaria da Mustis, nella quale ricordata la decisione resa dai decurioni locali di innalzare una statua a M. Valerius (M. f. Quierus della tribù Arnensis (Berscaoven 1967-68: 1851. 11}. è A Lambesi il P. Valerius Donatus, quaestor (CIL VIII, 2733), il P. Valerius P. f. Feli, dela tribù Aelia, then), aguiiferche compare nella sua iscrizione funeraria (CIL VIII 2991), iP Valerius Optaus, veranus) nelliseizione funeraria (CIL VIII, 3267), un P. Valerius Gallonius Cincari unus 19921: 25-126;AE 1992: 525n. 1867 a) iP. Valerius P.fFelixnell'iserizione funeraria da Khamisa (CIL VII, 5122), il P. Valerius T. f. Fundanus,delltribi Galeria (CML VIN, 5650) il P. Valerius P. f. Quirina) Urbanus (CIL. VII, 19061) in due iscrizioni funerarie da Thibilis, il P. Valerius Priscus nellisrizione funeraria per sè e a moglie da Seriana (CI, VIII, 4409). "1L P. Valerius) [— in un'iscrizione al Museo di Bucarest (CIL II, 8049), 77 A Karin . Vllerus) legionis) ΧΕ! C (laudia) pia) fidelis) (CIL I, 9974). a Salona il P. ValeriusP. f. Rufus nella dedica Lymphis sacr(um) (ΟΠ, 6373), ancora SalonailP. Valerius Zosimus nell'iscizione funeraria postalidal fratello omonimo e dalla moglie (CIL II, 2578) iP. Valerius Secundus ell'iscrizione da Asseria (CIL II, 9938) ed in quella identica ai pressi di Calici (Brgud) (AE 2003: 438. 439 η. 1333). 2 1. Valerius Clemens M. f. inum iscrizione funerariacon un formulacioinconsuetoda Viminacium (AE 1971: 138. 426 per l'iscrizione su sar‘cofago) il. Valerius) Gelasius nel'iscrizione funeraria da Ravna posta a Valerius) Nico (Perxovic 1995: 79 n. 26 inde AE 1995: 396 n. 1313)e il Πιῤπλιος) Οὐαλέριος) Χάρες che compare in una dedica da Callaris perla salute dell'imperatore Gordiano e di sua moglie Sabinia Tranquillina (AE 1972: 157-159 n. 545), il P. Valerius Clemens, ver(eranus) leg(ionis) V M(acedonica), ma{g(ster) neliscizioneda Igliza (CIL II, 6162) il P. ValeriusC. f. Longinus dell tribù Fabia), Her(aclea) miles) legionis) I Halcae) centuria Vaselli Marcelli. Valerius Germanus nell iscrizione funerariada Novae (CILIIL, 441),itP. VaKerias) Pacatus, iles) leg(ionis) V Mac(edonica) beneficaras) co(n)s(ulars) duplicarius in un'iscrizione funeraria frammentaria da Tomi (CIL IM, 7550). UL P. Valerius Helodoras, miles) egionis) IL Adiutricisnel'iscri129

Relativamente ai Varronii, rappresentati dal Varronius Nicia, magüster) quinq(uennalis) conleg(ii) fablrum] tignuariorum lust(ri) nell iscrizione funeraria da Velletri (n. 561, 13), sono noti oltre che sporadicamente a Roma da dove proviene anche una Varronia Nice** (specialmente con il ramo dei Lucii") nel Latium Vetus esclusivamente a Praeneste con il [7 Varr]onius L. f. [--] e il C. Varrfonius?}P® e nel territorio di Tibur con la Varronia Mellita, madre della. Calpurnia Solutricis alla cui memoria è posta l'iscrizione?". Nell'ambito della I regio sono attestati: nel Lazio nel territorio di Formia, con il L. Varronius L. f. Pal. Capito, ra l’altro vir quing(uennalis), curator aquarum, patronun coloniae", in Campania, nell'agerdi Venafro, conil P. Varfronius - e la Varronia P. 1. [-F" e a Venafro con la Varronia P. f. Tusta™, In ambito italiano poche altre sono le attestazioni note:

ALL. Varronius [A]timetus iunior) nelliscrizione funeraria posta a Varronia [---ia dall’ager compsinum, nella IL regio? nell VIII, a Piacenza, il [L. Vjarro T. f. Faustus in un'iscrizione frammentaria?* la Varronia Apollonia che compare nella tabula alimentaria. di Veleia®", il P. Varronius nell'iscrizione funeraria da Faventia? il L. Varronius L. L Secundus in un'iscrizione funeraria da Chiavenna Rocchetta (Piacenza)""eil Varro(nius) Afrodi(sius) che compare nella lista dei membri, forse di un collegio, dalla basilica di Sant'Apollinare in Classe®: nella VII, nell’ager di Florentia, neliscrizione funeraria di Q. Varronlilus Pamphilus, Q. Varronius Q. f. Serranus (Glemellus e Varronia Q.f. Pau{--P®ela Varronia Cf. Fortunata velV'iscrizione funeraria suae del padre C. PetroniusC. f. Gal. Felix, pub. Haruspex, da Vicopisano (Pisa)"*; nella VI regio i Varronius [-—] in un'iscrizione funeraria, frammentaria dall'area zione funeraria da Aquincum postali dl figlioL. Valerius Chio (CILTI, 3568), il P Valerius) Praesens nell'srizione ad Ascepio ὁ Hygia da Aquincum (CIL ΤΠ, 3413), i P. VaKerius) Marcianus, miles) duparis) legionis) X Gemtinae) Antoninianae adiu[ricis)) nell'iscrizione da Poetorio pro salute t incolunitae di P. Valerius) Tiberius) Marcianus. uror (CIL TI, 4030), iP. Valerius) eques) legioni) XV (Adiuriis) datato alla seconda metà ἀεὶ sc. d. C. da Bud-Deutsch-Altenberg Dons 1986: 231-232 inde AE 1992: 385 n. 1402), ἢ [1 Valerius P. Γ [CY Alpis, originario di [GVanatina) e mies Legionis) XV Apollinaris) nellierizone funeraria da Caruntum (AE 1958:55 n. 225) eil P Valerius Proclus che insieme alla moglie pose l'iscrizione funerari daa necropoli di Carnuntum al figlio C. Masimius Bilenius milis) legionis) XV ‘Apoltlinalris) (AE 1934: 10 n.266) 3% CIL VI, 2836. 2° CIL VI, 10320 (. VaronusLL Agatholn); 28367 Q. Varronis 1L Ariston; 1058, VI, 73 (L. Varronius Firmianus); 28368 (L. Varronius Saturnins) αἱ qual vanno aggiunti, re αἱ membri ie genericamente al a gens (28368: Varronius Epicies; 28369: Varronia Nice; 17070: Varrona Nucerin), Quin 915, V, 25: Q. VarroniusQ. LApatho[ri Tui (7145, 4:7. Varronius[—. 1057, IV, 115: T. Varronis) Secundinta)) P" CILXIV, 3390. 2 CILXIV 3737. au CIL X, 6084 20 CIL Χ 5008. av CILX, 5009. P"CILIX, 1044, 2a CIL CHL XI,XI, 1279, 1147, V, 68, "CHL XI, 650. 2 Calvan MARIN 1975 con datazione alla prima metà del Lee. C. inde =AEDoxa 1975:97 1977n. 305, con datazione alla fne del Io all'inizio del I sec d. Ὁ ἱμάς AE 1977: 73 n.265 130

extra urbana di Spello?, la Rufa Varonia Cn. f. da Spello®®, il C. VaroniusC. (f.] Ouf. da Assisi il O. Varronius Q. [2 Agilis, patronus, e i liberi Varr[onius] Felix, Varrfonia] Aphroldite?] e Varro[nia] Aquilina nell'isrizione sepolcrale da Pesaro? e la Varonia Cn.f.su operculum di ossario dall’ager di Mevania*”; nella IX, il T. Varronius Mercurius la Varronia Mercussena nelle due iscrizioni funerarie da Aquileia"; nella X, il M. Varronlius] Stepanus, Vivir aug(ustalis) in un'iscrizione da Aba-no?* e forse la [--Jronia C. f. Secun[da], nell'iscrizione funeraria frammentaria da S. Martino del Collio (Slovenia), Nelle province sono noti in Britannia, ad Habitancium, il trib(unus) [Va]rronlius] Au[gustlinu[s] nell'iscrizione sacra a Marti Victor(i)®!" e il C. Varronius [-

olssus nelliscrizione da Whitley Castle™; nella Germania Superiore, ad Aquae Mattiacorum, C. Varronius Lupulus®; in Dalmazia, a Salona, la Varo(nia) Germana®* e il T. V|a]rronius. Maro, frumen(tjarius leg(ionis) ΠῚ Quirenarice, qui cucurrit

{Arum(ensarus) ann(os) XL et (centurio frumentariorur) factus lest] modo nell'iscrizione funeraria posta dal liberto Firminus®*; nella Pannonia Superiore, a Carmuntum, [.] Varronius C. f. Priscus nella Mesia Superiore,a cup, iL. Varronius Urbanus nell'iscrizione funeraria posta dalla moglie Cornelia Secunda”; nel Vicino Oriente, n Siria, ilL. Varronius Rufinus, geometra, nell'iscrizione frammentaria da Beirut"*; in Africa, oltre che il Varronius Penis in un'iscrizione funeraria da Thugga e il Varronius Cogitatus ricordato nel laterculum dei soldati della cohors I urbanna, di stanza a Cartagine?” in Proconsolare”, in Numidia, concenrata Masta specialmente i ramo dei Luci" Un’unica menzione è nota anche per i Viselli attraverso il L. Bisellli —] in un'iscrizione frammentaria dal Metabo (n. 696). Riferibili alla gens di origine romana", diffusa sia in 2 CILXI, 1642, += iauroLIRI 1981: 229 con datazione all fine del Lo al Ise. d.C. inde AE 1982: 91-92n. 358. Si tratta presumibilmente del medesimo testo sostituendo all fne della . 4 a. di fila con la di liberta e rintraciando alla. 51a edi parentes, precedentemente assente (parle)nes) ripubblicato da Forni 1990: 141 n. 9 inde AE 1990: 109 n. 348. 3 CIL XI, 5346. ?"CILXI, 5347 20 CILXI, 5553. 2 CILXI, 6454. > CIL XI, 7960. 2 CILV, 1390. 100= CILV, GLAVITTO2875.1998: 263-264n. 10 con datazione al I sec. a. CL see. d. C.inde AE 1998: 216 575. ?" CIL VIL, 993. 2° CIL VII, 305. ?"CIL XII, 7570 b. c. (Varonius Lupulus); 1570 a. (C. Varonius Lupulus) © CHL II, 2589. = CIL TH, 2063, 10°so" CIL 4523. IL TI, II, 8221. sa CL ML6041. . 70° LANCE 1984-85: 36 n. I con datazione all'inizio del IL sec. d. C. inde AE 1984: 273 n, 928. °C VIIL 27237. ™CIL VIL, 6654 (Varronius Exricanulus); 6655 (Varronius Euricatusy, 6656 (Varronius Felicianus); 6658 (C. Varronius Felicio); 6657 27 (M.CILVarronius Gemells) 6662 Mastacus); (Varonia Musta Impetraif). VIIL 6659 (L. Varonius 6660 (L. Varonius Sodas 6661 (L. Varronius Sodas. ‘RE 9 AL: 353-3545. v. Visellius; CASTREN 1975: 243n. 467

Campania?” che nel Latium, dove spicca il ramo arpinate con parentele con i Terentii, i Tulli Cicerones e gli Helvii?®, sono, oltre ai numerosi personaggi noti da iscrizioni urbane, dei quali la gran parte recante il praenome Lucius? (solo episodicamente nella forma Bisellia?):

forse il Viselli(us) il cui nome compare su tegole campane", su un esemplare da Cefali™ ilL. ViselliusL. C. C. I Felix, mercator. vinar(ius) ricordato insieme a Visellia Quarta în un'iscrizione da Salemo®®, la Visellia L. 1. Paulina da Capua’, certamente il L. Visellius Varro, cos. ord. a. 24 d.C., forse di origine arpinae e comunque legato d vincolidi parentela con i Tulli Ciceronis", ilL. Visel(ius —] in un iscrizione frammentaria da Palombara Sabina, datata tra la fine del I sec. a. C. el'inizio del Ld. C2°. Un numero maggiore se ne riscontra nella IL regio dove si anne Ta Viselia Q. f. Sofanisi neWiscrizione funeraria da Venosa® ilL. Visellius L. l. Lygdamus nell'iscrizione funeraria da Benevento, menzionante anche l'aupustolis C. Calpurnius Pancarpus, CapurniaC. 1. Fausta e Calpurnia Nomas"* eil Visllius che bolla anfore da Brindisi. Completanoil quadro: nella IV, nell'scrizione funeraria da Telesia, il [— Visellius L. f. Fal. Flaccus, benevent(anus) e [plraetor) Beneventi? e a Castelpetroso ?«CIL X, 8058, 94 su signaculum da Pompei (P. Viselliu) 4416 da Capua (M. VielliusC. f. Balitor 4696 da Cales (M. VisellusM. I Bithus 4585-4586 da Caiatia (O. Visellius Q. f. Gallus) alle quali va aggiuntoi fr, datato all'età augusta, riedito da Sou 1993b: 105 n. 53 inde AE 1993: 135-135 n. 486 n LicoRDARI 1982: 23, 57. »CIL VI, 29029 (L. Visellius L. 1); 29042 (L. Visellus Anteros); 11919 (L. Visellius Aphrodisis); 36558 (L.Viellus Aphrodisius 290438 (L Visellius Epagathus) 975 VI, 43 (L. Visellius G. I Eustac( c 2]; 39054 (Ly Visellus L. I Hilarus), 39054 (I) Visellius (L. I. Hilarus maior); 1894 (L. Visellius falnuarius?); 29035 (L. Visellius G. L Nicepor); 29029 L. Visellus L.L. I Pamphi{us}}; 29036 (L. Visellis Parthenio); 21681 (L. Visellus Viselliae I. Philomusus) 29031 (L. ViselliusPhilans); 29038 (L Visellius L. 1. Sedatus); 6181 (L. Visellus L. 1. Successus); 29038a (L Visellius L. 1. Tarentinus); 765. 852-7462, 27526 + CILX, 6639, 7 da Antium (C. Visellius Varro, cos. ἃ. 12). A questi possono aggiungersi: CIL VI, 290885 (ViselliaL. I Latina); CIL VI, 5683s; X, 1088”, 102 e 379 rieiti da Buonocore 2002 (VisellaL. I Thymele) ?« CIL VI, 13596 richiamato in RE 9 Al: 354 s. v. Viselius (L, Bisellus Philumenus). ##CIL X, 8042, 109. CTL 8045, 25. #©CILX, 545. P"CLX 8377. 219 PIR I: 447-448 n. 488; RE9 Al: 360-361 n. 7; Liconpa 1982: 23,57; CeBEILLAC Gervasoni 1982: 73-74, 98. "Magi 1983: 74 n. 51 inde AE 1987: 65 n.221. aCIL IX, 603. BSCILIX, 1692. "*CILIX, 6079, 57. a CILIX, 2240. 1% De BENEDITTIS 1995: 22 pe l'iscrizione, datata al sec. d.C.,in precodenza attribuita a Bovianum (AE 1996: 169n. 501), su un blocco relativo ad un grande monumento funerario. CL XI, 8021, ‘Sensi 2001-02: 335-336 n.9, 345 fg. 9 inde AE 2001: 297n. 935. " CIL XI, 46. CLL XL, 1921 20 Susi 1953: 97-98 n. 10 con datazione alla metà el I sec. d. C. in de AE 1974: 76. 331. 20?«CILX, Oltre al2169. Visellis che bolla anfore da Turraco (CIL I1 4968, 15) e

(Isernia) il C. ViselliusC. f. Tro. [U)mbo?"; nella VI, ad Assisi, il. Visellius L. f. che come V vir, insieme a C. Babrius C. f. Chilo, C. Veistinius C. f. Capito, C. Vallius C. f. e Cn. Veistinius Cn. f. mlurum reficiundum curarunt et probaruntquel®" e forse, considerando la lacuna, il [—Jsellus, su un fr. di stele” c ad Amelia il Visellius Augendus che pone l'iscrizione funeraria alla moglie Aurelia Veneria? nella VII, a Perugia il L. Viselius Felix che insieme al nipote L. Visellius Felix lunianus, innalza una statua. Silvano sancto"; nell'VIII, la Visellia Flora ncll'iscrizione funeraria da Forum Cornelii postaglidal maritoT. Vinius Callinichus?*,

Anche più rari i Biselli dei quali sono noti, oltre al L. Bisellius Philumenus da Roma, la Bisellia Felicissima nell'iscrizione funeraria da Pozzuoli postagli dal marito Martius Zenon", Per quanto riguarda le province, si hanno presenze in Spagna, nella Tarraconense"^, in Betica”, in Bretagna?" nella Germania Superiore" e in quella Inferiore”, in Pannonia", in Dalmazia?", in Tracia?", in Epiro?" infine, sia in Acaia, ad Atene” che in Egitto, ad Alessandria?" che in Asia, ad Efeso! che nella Mesia inferiore, a Penticarpei?", anfore bollate da Visellius. Un’unica attestazione anche per gli Olli, attraverso il L. Olllius] dell'iscrizione da Velletri nota da un apografo il L. Vissellius Niger, veteranus Aniensis Caesaraugustanus nell'iscrizione funeraria da Clunia (AE 1988: 198 n. 806 con ettura all'inizio dell 1L. Assellius Niger, ABASOLO 1994: 202-203 con Vissllius al posto di Assellius inde AE 1994: 301 n. 1015), il. Viellius Evangel ib. Tertius, {VI vir aug(usalis) nellisrizione Lupae Augustae da Baetulo (CIL Il, A605) “ne Viselius Karus che compare nl senato consulto de Cnaeo Pisone. patre da ΕἸ Tejar(CHL, 5, 900, L 10, 120; ft. AE 1993: 20mn. 21-2 ; AE 1994: 270 n.894 α Ὁ; AE 1996: 287, 290, 292, 206n. 285). 01 Vitelli) Messolr sienie, nellisrizione matribu(s dlomest cis CIL VIL, 915). "41P. Visellus Comes eil P. Visellis [Seni]canus nell'iseizione fumerari da Andemantunnum (CIL XII, 5871), i C. VieliusVerecunduls, veteranus legionis) XI C(laudiae) Pliae) Fidelis) nell'iscrizione alle Nimfe, da Vindonissa (CIL XII 11507) e a Avenches la Viselli Firma nell'iscrizione funeraria postagli dai genitori Vielilus) Firminus e Iulia Secunda (AE 1990: 221 n. 769 con datazione al II sec. d. C. T Visellius Sabinus nelliscrizione da Embken (CIL XII, 7905). Ἢ M. Viselius Germanus, miles) Kegionis) XV Apollinaris) (centuria) C. Petroni, stipendiorum) XII nell'scrizione funeraria nel Museo di Petronell (AE 1978: 182 n. 628 con datazione alla seconda metd del I sec. d. C). 3" La Visellia Paulina nellistizione funeraria da Zastrogh, postagli alla figlia [Jia Marcellina (CILMI, 1893), a Salona la Visellia Julia che pone insieme alla suocera Aebutia /anuaria l'iscrizione funeraria al marito Tib. ΟἹ. lanuarius, speculator legionis) XII G(eminae) comm(entarienis) co(ns(ularis) pro(vinciae) Dalmatiae) stipendarius) XII (CIL II, 2015) e la Vislla Feicla che realizza l'iscrizione funerari perl marito CTesslelrius Mascellio (CIL I, 2557). #11. ViselliusL f. ell'iscrizione bilingue dal'isola di Samotracia (CLI, 719). 20 A Bershita, nelle vicinanze di Tirana, i [Visellius(? Plola]o[nle‘us nell'iscrizione funeraria per la sorella Visellia Marcia e la madre Visllia Prima (AE 1978: 201 n. 758). PCILIIL 6545, 15 JOMRENS 1999: 170 abb. 29, 172 n. 10 per l'anfora dall rea del Ceramico inde AE 1999: 527-528n. 1487. ΞΟΠ, ΠΗ, 85,9: 6634, 17. 19. ""Brzzcziv 2002: 356 n. 3 perl bollo dal Serapeo inde AE 2002: 524 n. 1409. ?"CIL IL 6245,3. 131

Nardini (n. 561, 138). La gens, più spesso nella forma Olia, sporadicamente in quella Ollia, in quella arcaica Aulia documentata a Praeneste®”, oltre che in ambito urbano dove compaiono anche iL. Oli, risulta attestata in età repubblicana a Delo". È. nota nel Latium Vetus esclusivamente a Lanuvio con il Q. Olius Princeps, redemptor oper(um) publicorum lanivinorum in una dedica al tempio di Giunone?* e con personaggi femminili a Ostia con Olia Pallas e Olia Secundina?*, a Castelmadama con la Olia’, a Nomento con la Olia C. 1. Acme, In ambito campano è presente a Pompei: conil Q. Ollius Pontl—P"* il C. Olius Herma e Olia Secunda", e dal tempio della Fortuna, il C. Olius Prinus"*, tra le iscrizioni “elettorali”, dalla via NolanaL. OlIlium?"*e L. Ollium?] duum) rum) b(onum)®9, dalla via Fortunae ilL. Olium (rum) virum) b(onuni"*, I'Olius Primus dalla strada delle Terme”, oltre che con l'Olium di incerta localizzazione", a Ercolano, dal teatro, con il C. Olius C. 1. Onesimus* al quale può aggiungersi il [C. Olius Ve]nustus®*, da Puteoli con il [7] Olius Onesimus"", nell'ager di Puteoli con il C. Olius Euhodus e il C. Olius Euhodianus"*, a Nocera con il Q. Ollius Felix. Allargando l'indagine alle altre regiones si rileva: nella Il, a Vibo, il P. Ollius Cn. f. Felix su fistula aquaria; nela IV, a Rocca di Botte nell'ager di Carsioli, la Olila] lucunda, ἃ Carsoli il T. Olius T. f. che compare su una fistula aquaria™, e soprattutto ancora in città il M. Olius Secundus che in qualità di Hilvir i(ure) dicundo), insieme a Q. Avillienus Felix], parietem. RE XVI, 2: 2483 s.v Olas; CisrRéN 1975: 199 n. 288; GAGGIOTTI, ‘Sessi 1982: 252 per l'origo da Assis. ""CIL P, 92 (L. Auli L. 1); 93 (L. Auli [—-Jorcinus 94 (Aula); 95 ulia C.) SCHL VI, 10408 (L. Olius Cliantus); 38691 (1. Olius lotus); 975 Il 15 (L OlinsL 1. Prinitivas) P"CILP, 2255 (C. Olius C. (f o1). ""CILXIV, 2001. CIL XIV, 1424, a CILXIV, 3519. SCHL XIV, 3977 P*CILX, SCHL X, 914. 1025. ""CILX, 826, RE XVII 2: 2483s. v. Ol ""CILT, 1652c -IV, 22 add; RE XVII, 2: 2483s v. Olius. ""CILT, 16606=1V, 25. CILE 1660 a=1V, I P"CILIV 250. a CILIY, 3353; cfe P, 16606 adn. CHL, 1408, Integrazione di CIL X, 1403 in Guapaano 1977: 116fe. B,b,7. CIL X, 2889, SCHLX, 2808 Paciano 1994: 43 a propositodi una delle iscrizioni manoscritte rinvenute nel Setecento a Pagani nell'area occupata attualmente dalla scuola. 5. Alfonso De' Liguori. 7"CILX, 50. 1 Buosocons 2000 con datazione all sec. d.C. SELANCIANI 1879-80: 487 n. 460; BRUUN 1999: 36. 7"CILIX, 4063; Aser, PACI 1982: 228. “Piet 2000: 41-44 con datazione alla seconda metà del ec. d. C. ORE XVII, 2: 2483 . v. Olas; GáseEtui, Pact 1982: 212, 214,223 a proposito dellalleanza matrimoniale con i potenti Poppaei interamnati 7"CILT, I919=1X, 5326. ACI XI, 5485; Sexst 2001-2002: 338-339n. 13, 347 fig. 13. 132

basilicae refliciendam) ab fundamentis et arculm] exd. d. p. p. f. 677^; nel Piceno, all'abbazia di Rosara, nell'ager di Ascoli Piceno, Sex. Ollllius Helio(dorus?] © Olltila Melitine"* e soprattutto a Ripatransone, nell'ager di Cupra Maritima, T. Olius T. f2, T. Olius T. L. Ingenuos, Olia T. L. rotis e Olia T. 1. Nice; nellaVI ad Assisi il C. Oliu[s] Po[—J e soprattutto con il T. Olius C. f. Gargenna che compare nell'iscrizione sul pavimento del foro, a Mons Feretrius con Ollia —] Sec(unda]", il C. Oli(us) su tego1a; nella X, la Ollia Primilla in un'iscrizione funeraria dalle vicinanze di Emona", il 7. Olius Januarius in un'iscrizione funeraria al Museo di Torcello®®, il P. Olius [—] da Aquileia, il C. Olius Salvius in un t i“ e la Olia Graphe in un'iscrizione funeraria”! dall’ager di Ateste, a Ferrara con il P. Olius Tertullianus in una dedica a Giove Ottimo Massimo”; nella VIII ‘a Modena, dalla necropoli a ovest della citt, il Q. Olius Q. 1. Achilles e la Olia Eleuthera”, a Ravenna con la Olia P. f. Terulla © Olius Tertullianus nell'iscrizione su sarcofago", e T'Olias) TertullGus) filiuse O(lius) Tertullus®", a Veleia tra i personaggi ricordati nella tabula, Olius Crescens, P. Olius Hymnus, Olius Pudens e Olia Calliope”. A questi può inoltre aggiungersi il T. Olius"", quaest. di età tiberiana originario di Assisi, padre di Poppea Sabina e genero di L. Poppaeus Sabinus, c soprattutto figlio del T. Olius T. f. Gargenna noto per la pavimentazione del foro della città umbra.

Nelle province, a parte le sporadiche attestazioni nella Germania Superiore, a Bonn”, in Dalmazia, a Salona”®, nel Norico, a Virunum®® e nella Pannonia Superiore, nell’ager emonensis?? oltre che in Macedonia, "prope Stobos”, si possono rilevare modeste concentrazioni: forse ^ Buzz 1981, specialmente 32-35, con datazione all'età augustea; Gacarorr, Sexst 1982: 262. 20CILXI, 6486; ft AE 1981:81 n.317. "CIL XI, 6689, 168. "CILMI, 3893; Saskt Kos 2002 con datazioneal I sec. d. C. 7 RosapA 1993: 137 n. 10con datazione lla seconda metà del Lec. d.

2?Brasow Sca, ZACCARIA 189 CHL V, 2548, LY. CTL, 2381; Puro 1996: 141 con dazione lla med del se d.C. Secondo l'autrice . OliusTerlionas potrebbe esserci padre del Ja Oli eral di CILXI, 199. = Brveper 1973: 226 1 CIL, 199; ef AE 1996: 292.109 P"CILXLL5S. cI XL 1147. “= PIR 432,62: REXVHL2 2489.2; Cusen, Pac 1982: 228229,24 per l'ip subi ridiscussa Pac 1982: 243) che ne ques. tieno potesse dentilicari T. Olas Τα Γ τὰ fistala aquaria da Cask, che questo fore, fre legato in qualche modo a Cupra María slab Se dell'iscrizione proveniente cal πεπ ο΄ di quell cità, menzionante un T.OluT. f ete suoi bet Gaccoorn, Sos 1982: 27 "Com Illus [cue ricordato tm i dedicanti selliscriione (ele CIL XI, 8008 con l'ipotesi che posa atari di orta) un Dolls (ss). "Con lC, Olas Potir}us che pone l'iscrizione funera ala fila [Porjhina (CIL. II, 9287). "Con ἴα Ulla Sabina nlliscrizone funeraria realizzata dai figli T. Flavius"ConPrisca 4914) llliSpuriaFlvin Prnilla well (ULI, scrizionefunearia anche del mario L Caeseris Pini, IMIG) er decturil)colego febr) (CIL 1, 3893. «Con il Manus Olas Quartus che insieme a Olla Quart f. Gaia e Vete Marcia reairaiseriione nea pe ig. Olas Quartus, Μ᾽ tia Secundus eM Otis Maximus (CIL VW, 1230).

nella Gallia Lionnese, a Lione", certamente nella Gallia Narbonese, a Narbonne™ e in Africa Proconsolare””. In considerazione della documentazione epigrafica, la quale rileva la presenza di Q., C., più sporadicamente di T. Ollllii, mai di L. Olli, tranne rari casi, oltre che a Roma, a Pompei, di L. Olii (prescindendo dagliL. Aulii prenestini), è possibile che il personaggio veliterno possa avere un qualche legame con l’ambiente campano, ricordando, tuttavia come l’incerta lettura dell'iscrizione veliterna, non permetta di escludere possa trattarsi piuttosto di un [7] Lollius. Nel qual caso si accetti questa ipotesi e dunque il riferimento alla gens dei Lollii, gia attestata nel territorio veliterno, è ugualmente indiziato un collegamento, se non una origo, con la Campania?" Infine, una attestazione, sulla base dell’esistenza di un fundus Gallicani e di un fundus Squilla™, forse riconducibi le a M. Gavius Squilla Gallicanus™™ cos. ord. a. 127 con T. Atilius Rufus Titianus oppure al figlio omonimo”” cos. ord. a. 150 d. C. con Sex. Carminius Veteris e procos. Asiae a. ca. 165 d. C., può ipotizzarsi per i Gavii Gallicani di origine veronese?*, ma con ramificazioni note nella seconda metà del II secolo d. C. nell'ager tuscolano” e in quello lanuvino?". Segnalo come entrambi i personaggi (sia il padre che il figlio) risultino variamente attestati nei bolli su tegole: il primo compare tra quelli delle figlinae Brutianae™, Caninianae"*, Caeponianae™, di Domitia Lucilla minor™®

e soprattutto di Q. Servilius Pudens"; il secondo, nei praedia Quintanensia™, in quelli imperiali di L. Aelius Augusti Pii filii?*, di Asinia Quadratilla®™ e di Iulia Saturnina"*, oltre che su un'anfora Dressel 20 dalla Bretagna™. Come detto, oltre agli Alpini, ai Lucanii e i Tridonii ricordati in iscrizioni forse urbane, rappresentati una sola volta, esclusivamente da personaggi femminili, compaiono gli Aemilii, gli Aleii, gli Antonii, gli Avilli, i Decimii, i Decirii, gli Elvii, i Faenii, i Faltonii, i Gellii, i Livii, i Lucilii, i Naevii, i Manlii, i Pollii, i Seinii (2), i Titedii c i Volusii. Tra questi ultimi sono gli Aemilii, noti nell'iscrizione. funeraria su "parva arca" con l’Aemilia Secunda (n. 561, 21), la quale trova omonimie in almeno due personaggi di ambito urbano?" e nella X regio con la [Se]cun(da) Aem(lia) Cn. f. da Este?* oltre che nelle province, in Gallia Narbonese in almeno quella da Narbo?", in Africa in quelle dalla Bizacena (nella forma Emilia Segu(n)da?), dalla Numidia” e dalla Proconsolare™®, in quella dalla Dalmazia” e dall' Acaia***, La gens, che come indiziano le liste dei magistrati conobbe il suo apogeo nel corso dell'età repubblicana”, nel corso della media età imperiale appare ben radicata nelle provincie spagnole ed in quelle africane: riguardo le prime insieme ai Cutii e i Messii, con legami documentati con la famiglia imperiale™, per le altre, almeno a partire dalla seconda metà del II e fino alla prima meτὰ del III secolo d. C., risulta variamente attestata in Africa

"Conil C. Ollius Heliodorus IMI vir. Augustalis nellscrzione funeraria anche di Crassia Demincilia (CIL XII, 1946 con lipoesi che possa trattarsi di un [SIlTis Heliodorus) e 'Olia Tributanelliscrzione funeraria postadil fratello Arvescius Amandus (CIL XII, 2222). =1Con IL.) Olius P. f. Maternus) (CIL XII, 5029) e Olia (CIL XII, 5030) in iscrizioni frammentari, Olia Prima nella sua iscrizione funeraria (CIL XII, 5140), Q. OliusQ. 1. Phillrgyrus]nell'iseizione funeraia anchedi lia Q. 1 Tucunlda} (CIL II 5031) e Ola L. 1 Nice nelliscrzione funeraria anche del marito L, AujidisL.fAem. Vinicianus Epagatinus, pra‘eflecrus) fabrum), tribum) militum), aedilis) bis quinquennalis) bis ‘oriundo di Fondi (CIL XII, 4357), lle quali possono aggiungersi 'Olia [—] nell'iscrione frammentaria da Arles (CIL XII, 855), ilL. Olius Maximus i cui nome compare su un signaculum da Tolosa (CIL XII, 5690, 96) e T'Olius) Malximus] sul colo di un'anfora da Ares (CIL XII, 5683, 205). 91 Marcus Ollius Marcianus e V. Ollius MiQ e lOlia Rustica nelle iscrizioni funerarie da Membressa (CIL VIII 25838 a), da Masculula (CIL. VII, 27487) e da Hr. Kissa (CILVII, 2809) eil C. Olaus?) On(esimus?)i cui nome compare nel bollo su ceramica da Scherschel (CIL VIII, 22645, 108), da Orange, in Gallia Narbonese (CIL XII, 5686, 255 (C. Oll(us) On(esimus) e nella Germania Superiore CIL XII, 100010, 607d Windisch (C. llus) Onfesimus) e Mainz (C. OllGus) Onfesimus) f Wiebaden (C. Ollius) Ontesimus). #°CASTREN 1975: 183: DISaNTo 1993: 160. 7" Il nome dei due fundi compare in una lst, el X sec, di proprietà dell chiesadi S. Andrea in Silice, a Le Castella (Lancia mss. 85/2: 73; “Tomassert 1878: 156); cfr. ANDERMAKR 1998: 282-283 n. 237 special mente 283, 7*PIRIl: 107 n. 23 specialmente 113 n. 66; PIR IE 258 n. 582; RE 7: 371. 24; PIR IVA: 9 n 40 specialmente 24 n. 113; ALrocpy 1982; 315, 348. ἜΡΙΝ Il: 107 n.23 specialmente 14 n.67; PIR Il: 258 n. S82; RE 7 71-872 n.25; PIR IV,1:9 n.40 specialmente 24 n.114; SESTON, FUZENNAT 1971: 470, 472, 485 per il commentarius imperiale del 6 giugno 177 da Banasa in Africa nel quale compare M(arcus) Gavifus M(arci filius) Pobla tribu) Squilla Gall}icanus come uno dei membri del consilium. principis che sottoscrivono la decision circa la concessione della cita nanza romana a Faggura, moglie di Aurelius lulianus e ai loro figli: AurüLov 1982: 319, 34; Baccini LegomaRDI 1989: 35-36 n. 44 e 48 n. 67 con i (AE 1989: 38 n. 130B 4, 39 n. 130 D 4) peri frr di marmi da Ostia

nomi dei consoli del 150 d. C.: quello di pavonazzetto con iscrizione Gallicano et Vetere) co(n)stuibus) | ex ra(tione) Claudi ZeK ri; quello δι portasanta con iscrizione Galli(cano) et Vlttre) co(r)slibus) ex (atio ne) Aurelli MO; SENTENAC ROUMANOU 1994: 780-781 n. 20 per l'iscrizione. Gallicano εἰ Vetere co(r)sulibus) da Dokimeion. 7"CILV, 3223-1LS, 3250; ALFOLDY 1979: 532.544. ?"IGUR T, 160. "*Gauen 1922: 457; AE 1994: 340; Intuwvam 1994: 668-669n. 6 (AE 1997: 105n. 340) a proposito di almeno una fistla con la legenda: Habinnericus Gallican fec nell quale primo nome al nominativo va rferito a quello di uno schiavo di un Gallicanus, evidentemente M. Gavius Squilla Gallicanus , cos. ord. nel 121 d. C. ?"CILXV,40. =ICILXY, 129, ®MCILXV,ΤΊ. 8CLL XY, 1048. CHL XV, 1430; 1431; 1432, >°CILXY,466 P CILXV,735, =*CILXV,863. 7*CIL XV, 1221, Più recentemente un bollo su bipedal è stato rinvenuto a Seripola, il porto di Horta (GALLI 1997: 35-36: AE 1997: 190 n. 5240). P" Tow 1997: 471 (addenda e corrigenda, (a); AE 1997: 326 n. 9753). SCIL VI, 7869; 16787 αἱ quali può aggiungersi, più latamente, anche 33489 (TA mita), (Gaia). Sjecund) ‘88 BASsioNANO 1997: 188-189n. 48 per l'iscrizione graffita su quatro fre, ricompostidel collo di vaso cineraio, datata al 1 sec. a. C. inde AE 1997: 217-218 n. 615. SPCIL XII, 4552 al quale può aggiungersi anche 3387 da Nimes (Aemilia Val(—) f. Secunda). 7"CIL VII, 276 da Planities Fuschaeno. 20 CIL VIM, 6864 da Meschta Nehar: 2% CIL VII, 15279 da Thubursicum Bure (Emilia | Secund(a). ΞΘ CILMI, 8334 da Rednik (Aemilia Secunda). “CILMI, 516 da ORE 1: 543-544 sPatrae. v Aemilius. 'Casrito 1982: 471,472. 133

proconsolare (Oca e, forse, Leptis Minus) dove è ipotizzata anche l’origo di alcuni personaggi?", Gli Alleii ricorrono con l'Aleia Felicula nell’iscrizione da Colle Giorgi (n. 396). La gens, attestata in età repubblicana a Delo™, risulta raramente presente sia in ambito urban0?" che nel Latium Vetus"? che nell'intero ambito italiaποῦ, così come nelle province? Una concentrazione è invece rilevabile a Pompei dove sono noti®®, frequentemente in ruoli preminenti della vita politica, anche in virtà di adozioni?«: il Cn. Alleius M{--] nell'iscrizione frammentaria nella quale sono anche L. Ceius Dorip[horus}®S, il M. Alleius O. f. Men. Minius, I xr) iure) dicundo)" oltre al M. Alleius Luccius Libella, aedilis, II vir, praefectus quing(uennalis) e il M. Alleius Libella, decurionis, nell'iscrizione funeraria posta da Alleia M. f. Decimilla, sacerdos publica Cereris?" ai quali devono aggiungersi trai graphio inscripta Cn. Alleius, forse il medesimo tra i ritui picti dlla strada del Foro?*, dal lato settentrionale di via della Fortuna™, l'Alleia Calaes insieme all’Alleia?) Nuphe dalle mura dell'oppidum "inter. poriam Sarni et portam Nolae"?* e tra i tituli picti (Cn. Allejium Maium, duo) (ir) iure) dicundo) dalla strada del Foro", in particolare il [C]n Alflelius Nigidius Maius, padre di Alleia Nigidia Maia, Il vir quinquennalisa. 55-36 d. C., princeps munerariorum e princeps coloniae, flaminisdi Vespasiano, al quale vanno riferite le statue dalla cappella del macellum?, dal lato meridionale della via Consolare? oltre che nell'edictum munerum dendorum "nel cori"^ Consiea 1982: 709 per Aptuca (Aemilia Tertlla Marciana Cornelia. Rufina Africaniana, c.f. e Aemilia... Marciana [—. Pietas, c.f), 727-728 per Oca (L. Alejrilius L. f. [Frontinus], cos, procos. Asiae, (Aemilius) Sulla, fratello del precedente e Aemilius Frontinianas ), 726 per Leptis ‘Minus C. Aemilius Hono]ra[nus?) cos. curator reipublicae Lepttanorum, 4.urb. ab acts Senatus, (aed. cur], 146, 150-752. ?CILII 14203-12235. »»Conil L. Ale(ius?) Viel(us) (CIL VI, 2114, 17 su cui PIR I: 46 n. 358) e il D. AlleiusD. I. Cosmus, Augustalis che compare insieme a [D.] Alleius D. 1. Clos)mus, Augustalis, (D2) Alleius D. f. Col. Cosminus, [D. AllleiusD. D1 Vestlis, Allea D. f. Cosmina, lleia D. f. Octaville Allela 2D. D. Sersatanelle iscrizioni ui quattro lati della base d'un oggetto vo vo consacrato a Diana (PANCIERA 2001, peril blocco parallelepipedo in marmo, di provenienza sconosciuta, con datazione alla prima metà del Tse. d.C. inde AE 2001: 98 n.221 ad). "20 A Nomentum con il M. Aleius Sponsor che compare nell'albumdel collegium della plebe (CIL XIV, 3951). Dal foro dello stesso centro provi. ne una ista di 27 nomi su due colonne nella quale potrebbe trovarsi un alto personaggio della ens: Ir. 12, L. Alf—] (PALA 1976: 33-34, 1, 38 con datazione alla seconda metà de I sec. d. C. inde AE 1976: 31 n. 13) e'Aleia C. Prima nelliscrzione funeraria da Castrinoenium (CIL XIV, 2476). Nella IV regio, a Interpromium, la Altea Basilsa (sic) e il Sex. Apes ei Ee in| lope Mere Buonocore 2003: 98 n. 3 per l'iscrizione, in collezione privata, rie deta Sana Maria Arabona dat a sl δος, d.C. inde AE 2003 188 1, 566). nella V, a Fermo, ilL. Alles Dexter (CIL IX, 5380) e nella VI, a Bevagna,C. Alleius Tf. (CIL XI, 5076) e nell'ager di PlestiaC.Aleius Apo[. (CIL ΧΙ, 5622) In Africa Proconsolare iL, Aleius Aris{onelliscrzione funeraria da Sicca (CIL VIII, 15922), in Numidia Aleia Faustilla nelliscrzione fumeraria da Cirta (CIL VIII, 7187) e in Acaia i Q. Aleius Epictetus ricorda to in una delle iscrizionidall Asklepeion di Epidauro (IG IV, 691 con rev sione in AE 1977: 209 n. 775). 20 Casruin 1975: 133 n. 23, FRANKLIN 2001: 49-51, 62, 64, 90-96, 98, 100, 199-200, 202, speialmente 64, 100, 19-200 e 202. ?*CILX, 908, EE VILE: 87 n.318 “in sedili sepulchra .extra portam Stabianam", Seir 1995-96: 174-175 speciamente 146 (abella comparativa delle misure) ‘SERIA 1996: 134-139 perlostudiocomparativodell'ordinatiodelliscrizio134

Je delle terme”, “a destra della strada della Fortuna"**, “fuori l'ingresso principale del Quartiere”, "ad sin. Ostii IX, 7, 3°", nelle regio II “in muri septentrionali parietis exterioris tectorio rustice dealbato”®®, in II, VII, T"* e in "ad d. osti in pariete rustice dealbato in altum”"

Ancora, sono attestati gli Antoni, con l'Antonia O. f. Dea nell'iscrizione "Velitris rep." (n. 561, 141), la quale sembrerebbe rimandare nell'ambito della gens™, attestata tra gli Italici di Delo™ (nella maggior parte dei casi M. Antonii, con un considerevole numero di rappresentanti femminili sia a Roma che nella I regio), al ramo costituito dai pochi personaggi recanti il praenomen Quintus. Relativamente alle regiones italiane ricordo: ἃ Roma, oltre al Q. Antonius Balbus™, praetor a. 82 a. C2", 0. Antonius Bassus", Q. Antonius Casus e Ὁ. Antonius Hermeros™, Q. Antonius Salvi 1. Eutychus™, Q. Antonius Liberalis™, Q. Atonius (sic) Q. 1. Phi(lemus®", Q. Antonius Saturninus? © Q. Antonius Cassius Cassianus?" consularis™; nel Latium Vetus, il. Antonius Isa}{ricus}®® cos. suff. 142-144 d. C. insieme a L. Aurelius Flaccus, in una delle iscrizioni dell tabula feriarum latinarum rinvenuta mons Albanus e il Q. Antonius Q. . Iul. Coriscus di Lucus Feroniae™* nell'iscrizione da Ostia del 168 d. C.; in Sardegna, a Cagliari, il Q. Antonius Felix nell’iscrizione funeraria peri figli Antonius Vehilianus e Antonius Fuscianus®; in Etruria, a Chiusi, il Q. Antonius C. f. Arn. Marsua, ne di M. Alleus Q. f. Men. Minius e quella della sacerdos publica Mamia (CILX, 998), entrambe inserite in tombe ἃ schola di forma semicircolare. "CILX, 1036; 896 (soltanto M. Alleius Lucius Libella). 2«CILIV, 504 ([C Allium o fors (Alletulm {Malium). ‘=°CIL TV, 1483. Sulla stessa colonna prima di Cr. Aleius compare un 2) Cn. Alles] ?"CILIV,2495X, 8349 (Alea CalaesA. Nuphe). =CILIV,499, =" FiANKLINJR, 1997 in particolare sul ruolo che hanno avuto nella sua carrera ma anche nella sua popolarità i numerosi combattimenti gladiatori offer; Fain Jk. 2001: 91-96, 98, 100. 77 ADAMO MUSCETTOLA 1991.92. *CILIY, 138. ?"CILIV. 1177 (Cn. Alei Nigidi Mai. "*CILIV, 1179 (Ch. Alli Nigidi Mai, quing(uennals) gladiatorum) parta) XXX et eor(un) supp(ositiitpugnabunt Pompeis). © CIL IV, 1180 (Cr. [Alle Nigidi Mai, fanilris] Caesaris “aut (T.] Caesaris" Augusti pugn(abi) Pompeis sine ula ditione IM non ul. 2SCILIV, 3883. Z"CILIV, 7989 b (Cn. Allius Nigidius) Malus, priceps coloniae) 8CIL IV, 7990 (Cn. Allius Nigidius) Maius, priceps munerariorun). ®*CILIV, 7993 (Cn. Alleas Nigidius Maius). ®°RE 1: 2575 v Antonius; CASTREN 1975: 136n. 35; D'Isanro 1993: 65-660. 26 per la documentazione capuana. Po Harzreno 1912: M. PRE: 2615.41; Liv. Per. LXXXVI (Rosswacit 1910: 90): Q. Antonius, praetor; CIL. 7:280 pp: Q. Anto(nius) Balbus) praetor) P"CILVI 11967. ?"CLLVI, 11970, ""CILVI, 9786, z"CILVL 15917, >°CIL VI, 32454-3716). 7 CILVI S641. PIR 94 n. 653; RE 1:26152. 44; PIRI: 1567. 819. ""CILVI, 1344. “PIRI: 100 0.671; RE 1:263 n. 65; in particolarePIR I: 163 n. 840; REXII Suppl. 88. 65, ""CILVI 2017-XIV, 2244,3. ?"CILXIV, 4500. CHL X, 7621.

aedíilis) [1Π vir quinq(uennalis) ell'iscrizione funeraria posta anche per lui dalla madre [R]ubria L. [{] Polla™*; ancora, in Corsica, il Quintus) (ef) C(aius) Anto(niorum) e il Quintus) Anto(nius) i ‘cui nomi compaiono nel bollo su lingotti di rame recuperati nello scavo sottomarino del relitto Sud- Lavezzi 2, a Bonifacio"". 1 Gellii, gens” della quale, ad eccezione soprattutto di Roma? ma anche di Chiusi? in Etruria e di Milano?" in ‘Transpadana, sono estremamente rari i personaggi femminili -altrimenti ignoti nel Latium adiectum, presenti sia in quello Vetus (Ostia?) che in Campania (Miseno?" e Sorrento"), in Calabria (ager beneventanus®"), Apulia (Bari), Umbria (Trevi?* e Spoleto"), ancora in Etruria (Galera®"), e in Histria (Este? Pola?! e ager di Ferrara"). risultano attestati con la Gellia Quinta nell'iscrizione da Velletri (n. 561, 11). Ancora sono attestati: i Livi?" che in ambito laziale nel corso del I secolo a. C. presentano forse un personaggio originario di Preneste (L. Liv{ius] Rufinus)"", oltre che legami di parentela con gli Alfidi di Fondi”, con la Livia Medullina nell'iscrizione presumibilmente sepolcrale posta dal paedagogus Acratus |. (η. 1736); i Lucilii, gens", che a partire dai primi decenni del I secolo d. C. ha forti legami con Aricia?" in Campania presumibilmente con Sessa Aurunca” e con Salemo?", in Apulia e Sannio rispettivamente con Ausculum?" e Corfinium??, con la Lucilia Adiecta, omonima di quella romane, nell'iscrizione nella collezione Antonelli (n. 444); i Manlii? i cui rapporti con Velletri possono forse

risalire al 382-381, al A. Manlius, uno dei ἐγ. mil. che iniziarono l'assedio alla città, ricordando, inoltre, come un [L.] Manlius Fuscus bolli tegole da Colle dei Marmi (n. 675), con la Manlia Anthusa dalla vigna Salimei (n. 720); i Pollii?* con la Pollia Melie, il cui originario nome grecanico risulta estremamente raro e riferito nella maggior parte dei casi a persone di condizione incerta"", nell'iscrizione in memoria del marito M. Porcius Priscus (n. 1745); forse i Seinii?, noti con la Seina (2) Lucilla, della quale può rilevarsi la rarità del gentilizio e comunque l'errata ortografia (nel testo Seine Lucille, in un genitivo in —e per -ae, evidentemente originato dalla pronuncia) nell'iscrizione funeraria posta dal marito [c3-Jelius c.2-W-c.3-Trus, Aug(usti) libertus) (n. 561, 14); i Volusii??, che prescindendo dalla supposta origo picena (a Cingoli) del L. Volusius Saturninus, cos. a. 12 a. C.?", risultano presenti a Delo in età repubblicana? e ben attestati a Ostia, nel Latium Vetus, soprattutto ad Ercolano ma anche a Capua in Campania, oltre che a Lucus Feroniae in Etruria, con la Volusia Maxima ricordata insieme a Q. Graius Q. f. Quir. lamus nell’iscrizione da Velletri (n. 561, 27). Il cognomen presente nell'ambito della gens relativamente a personaggi maschili a Roma", Ostia?" oltre che nelle province balcaniche (in Dalmazia, a Varuaria®), in quelle africane (a Mididi, in Byzacena®" e ai castra Lambaesitana, in Numidia?) ed in quelle del Vicino Oriente (in Siria "in angustiis fluminis Wadiy Barada ad vicum Suk Barada”), compare.

MEE "Liou, Domencue 1990 [1991]: 95-115 inde AE 1991: 245-246 n. 230.d. ORE 7:991 s. v. Gels. 7" Ai csi riportati in CIL VI vanno aggiunti: FERRLA 1980: 308 n. 62 dal cimitero di S. Pancrazio, a breve distanza dalla via Aurelia (Gellia Nymphidia, Gellia Florentina) con datazione lla prima meth del I sec. d. C. inde AE 1980: 31 n. 93; forse PANCIERA 1979: 97 dal mithraeum di S. Stefano Rotondo, al Celio (Celia per Celia/Coelia o Gelia/Gellia) con datazione αἱ II scc. d. C. inde AE 1980: 18-19n. 51; CALTANFLLOTA 1994 di provenienza sconosciuta (Gellia T. er C. I. Chia) con datazion alla fne del 1 sec. a. C-meth del I see. d. C. inde AE 1993: 64 n. 206; Kran, WEBER 1997: 362. 31 (Gellia Au) inde AE 1997: 86n. 201. P® CIL XI, 2342 (Gellia --Jal-—D} 2541 (CJ Gellia Acinia); 2330 Gellia Nice); 7206 su tegola (Gellia C. I. Olnpia); 2553 add. dal cimitero di S. Mustioa (.] Gella [Ar]gyriane). Ricordo, come della stessa cità è presumibilmente originario il Q. Gellius Sentius Augurinus, procos. Achaiae aet. Hadriani (ToReLLI 1982: 291) ?"CIL V. 6014 ((Gelllia Εμεγεϊλῆα): S860 (Gellia L.f Sabina); 6015 Gellia Verina) P-CILXIV, 1084 (Gellia Securitas), 1085 (Gellia [?*CILX, 2476 (Gelli las1) ?"CILIX, 735 (Gellia Myrtle). °CIL IX, 2090 (Gellia [liane 2 CHELOTT 1988: 450 n. 904 con datazione al I sec. d. C. (Gellia Proba) inde AE 1988: 96n. 363. 7"CILXI, S010 (Gellia Magiste 1). F"CIL XI, 4914 (GelliaM. 1. Pyrallis. P" CILXI, 3760 add (GelliaL. 1 Euporia), ?"CIL V 2632Gelia [—.) »© CIL V, 8134 (Gellia Nicostrare)); Maruasic, Starac, MARION, ‘Tassaux 1994: 262-263 n. 1 (Gelli Cupita) con datazione al a prima meth del Ise. d. C. inde AE 1995: 179 n.550, “Puro 1999: 192 n, 23 (GelliaO. I. Urbana) con datazione all'età meroniana inde AE 1999: 222-223n. 714. SRE 13,1: 810.814 s. v. Livius, CASTREN 1975: 182-183 n. 219, 3» Liconpus 1982: 39, 2. ®© Licogpagt 1982: 27-28, 54 per M. Alfidius, Alfidia © Alfidius Sabinas.

RE 132: 1617 s.v. Lucilius CastREN 1975: 185 n. 226, ^ Licorpagi 1982: 14, 19, 54 pe il Lucilius Longus (PIR II: 304n. 287; RE 13,2: 1645-1646 n. 27; PIR V: 104 n.389), cos. suf. a. 74. C. di origo arcina. =» CEnEILLAC GERVASON! 1982: 86, 98. 2 CamopECA 1982: 129, 161 n. 106 perla? Lucila Aprullo (PIR TI: 304 n, 293; RE 13,2: 1647n. 35; PIR V: 105n. 394),cl. mem. femina (CIL X, $23), fine ILI sec. d.C. 7" CamoDeCA 1982a: 110, 136, 158, 160 n. 4$. 5 Fons 1982: 188 peril C. LuciliusC. f. Benignus Ninnianus (PIR 1:303 n. 284; RE 13,2: 1642 n. 23; PIRV: 100 n. 380) tr. nil. a populo, quaest? proc. Aug? provinc. Hisplaniae), aed. qluing] o Clerialj, nei corso ella prima metà de sec. à. C. SCHL VI, 215752. SORE 14,1: 1149-1153 s. v. Manlius; CASTREN 1975: 188 n. 240 per Porigo dll Etruria della gens SRE 21,2: 1419 s.v. Polllus, CASTREN 1975: 205 n.313. 2 So 2003: 21,437. "Non escludo che il gentilizo dell'iscrizione vellera possa piuttosto intendersi, anche in considerazione dell'accertata imperizia del apici da, come Saenius e che dunque possa riconneters alla gens di Saena, atestata in area campana (CasTREN 1975: 215 n. 46); ft tutuviailL. Saenius Ma[-—. che compare nel catalogo clasiaro ravennate del ILI sec. d. C. (Susi 1968: 297). 7"RE9A I: 898-899s. v Volusus *PIR ΤΠ: 482-483 n. 660; RE 9 Suppl. 18572 58 n. 16; Gasrenina, Pact 1952: 241; Toretis 1982: 280, 7" CIL II, 14208, 5=P, 2249 (Fatos [ΟἸνολόσιος Ποπλίου), P, 2250 (C.Vollusius C.f-0 1). ?"CIL VI, 9751,23 T VolusiusT. f Maximus). PCILXIV, 256, 69 (Bolusius Maximus). “AE 1992: 380-381n. 179 (C. Volusius Maximus). 7"CIL VIII, 610 (Sextus Volussius Maximus); eft. AE 1992: 528 n. 1875 adr. a propositodi alcuni frr. provenienti da due altri esemplari della medesima lista ne quali uno di lapidi rascrive erroneamente i nome (0. Volcacius Max{imus); 11778 (L. Volusius Saturnini f. Maximus); AE 2000: 652-653 n. 1688 (Q. Volusius Maximus Maximianaa). **CIL VITI, 18068B, 15 (Q. Volussius Maxim). "CHL MI, 201 e 202 (M. Volusius Maximus). 135

molto più raramente con quelli femminili (a Roma con la TVolussia] Maxima). ‘Tra gli altri, gli Avillii sono ricordati con l'Avillia Quinta. che figura tra i destinatari dell'iscrizione funeraria dall’agro velitemo posta dal marito [—15 P. lib. Successus (n. 1730). La gens?" alla quale appartiene il personaggio dell'iscrizione velitema forse omonima, in considerazione della frequenza del cognomen Quinta, dell'Avillia Qu[—.] dell'iscrizione da Benevento™, a parte il caso di Roma, è ben attestata: nel Latium Vetus (Ostia®, Praeneste®®, Tusculum?®, Fidenae™, Trigoria®® oltre che, più latamente, Lanuvium con il Q. Avilius C. Lanuvine nelViscrizione bilingue da Delo™), e in Campania (Nuceria Alfaterna™’, Abella, Sorrento?*, Avellino?* e Puteoli conC. Avillius December, redemptor marmorarius Bonae Diae nell'iscrizione dedicata insieme alla moglie Vellia Cinnamis a Claudius Aug. L Philases{p]otus®®' e 'Avillius Pu(de]nsche compare insieme a Valerius [FelJix come curatores nella loc(a) adsig(nata)per [arslenius Marcellus nell’iserizione datata al 182 d. C.*); nella IL regio, tra gli Hirpini a Benevento nel titolo già ricordato ea Cassano

*AE 1993: 105 n. 398 per l'iscrizione, datata al II sec d.C. della seconda tombade la Nuova va si Giardini, al Vatican, Casta 1975: 142 n. 68, P"CILIX, 1750. CHL XIV, 247 I, 12 (A. Avis Sab.) Savestz 1996: 285286 n. 6 conservaa presso na collezione privata olandese (Ser. Avus Eutychus) inde AE 1996: 108-01, priolre 107,5. 08 b. SCIL, 2449 (Avila Opi f; P, 91-XIV, 3069 (C. Ao) I 2448 (L. Aus) ἐς 1); AE 1982: 41-2s. 147 per l'icone frammentaria dala collezione Zeri di Mentana, dta αἱ ΠῚ sec a C. (L viis L. f Caesionus] che insieme a [--] M. offre a Fortuna Prinigenia un atoero (voter) ed una cimasa lapidea (lapidea (aucrunld per un tempo). »OCIL T, 1443 (f Avillus G. L Stbilo); XIV, 2590 (L. Avis Metin). "Quasi 19764: 325 per l'iscrizione funeraria datata l a seconda età del sc. . C. dalla riva del Tevere a nord di Castel Giubileo, di 0. Ail P.$. Cor. Comers, (centurio) coloris IL vigiln, (centurio olor. ἀν XI urbanae, posa dalla ira Esloge, inde AE 1977: 49 n. 152. "0 DE Ross 1970: 137 n. 440,4 (C- illus C. I Xefnaphons)con datazionell fin elle repubblicana all'inizio i quell imperial inde AE 1974: 32n, 134, P" CILE 2259-V1, 129012, 7242. 2 CILX, 1090 (Aviti Lf. Bemae Aviifa —). 7 CILX, 1207 (vila Aelian). 2 CILX. 717 6 (M. vilius Nymphis) "Dra Corte 1928: 380 n. 1 per l'iscrizione di Baia Ser. (N. Avila) inde AE 1981: 58 . 281 882 4 per l'iscrizione funerariadi Stati Secunda, la figlia Annia Terlla εἰ se Ail Anth, inde AE. 1981: 9 234. 3 CILX, 1549. 2° CILX, 1991 2° Kalavh, SOLI 1997: 313-314n. 3 con datione all'inizio delle, imperiale M. villas Massimus Caesianus [- Avi) Acorit inde ‘AE 1997: 38 n. 382 1% Masanar 2003: 126-129 n. 3 (Lilia Leonid, villa Prisa) da State con datazione lla fie ἀεὶ sc. a. C prima metà del sec ἃ C. inde AE 2003: 134 n.356. ‘IL IX, 358 (P. Avillus P 1 Zosinta) e P. AvllusP. f. Mato); 359 (villa P. Prima, Avilla P. Teri, Ala G1 Potestas Avila 6.1. Lascia; forse Ὁμευοτει 1985: 8-8 n 46 (Jil Valerianus], lve? adis lir ire) dicundo), praefectus [--) inde AE 1985: 520. 194; CusLorm 1985: 118-119n. 86 dal resi di Lamapopoli con datazione αἱ I sec. d. C. (Avila Anpliata) inde AE 1986: 55 n.205 e AE 10987: 87 9302. *D'EkcoUs 1991: 213n. 17, di provenienza sconosciuta, con datzione tr la fine dell'età repubblicana la prima metà del Ise. d. C. (M. Avillus Pf. Gal Teano Apulo) inde AE 1994: 0-141 n. 455; 213v. 17 (Avila Cino) indeAF 1994: 141 n, 456, 136

Irpinc?*, in Calabria nell'ager di Tarentun?® ed in particolare in Apulia (a Canosa™, a Venosa" e ad Herdonia®" e nell'ager di Teanun Apulun®™), nella V (a Corfinic?* Sulmonz?e, Carsoli, Trebula Mutuesca®®, Montecelio”, forse nellalta valle del Voltumo” e soprattuto ad Allifae^*) e soprattutto in Etruria (Castiglion d’Orcia™, Fregenae*?, Caere (sia in cità?" che nelPager™), Volsinii (sia nel centro urbano?" che nell’ager?"), nelager di Polimartiun®™, quello di Forum Casi? e quello di Tarquinia", Visentin", Blera?*, Forum Clodii?", Falerit™ © Perugis?") in particolare ad Arezzo”, da cui proviene (Cn. illus Cy f. Pon. Firmus (2 leg. propr.Lyciae et Panphyliae c.a. 72-14 ἃ C? edovela genssi distingue nella produzione di instrumentain particolare di sigillata italica, del quale un f. è noto anche da via Piazza di Mario, nellagerdi Velletri (n. 713). Presenze più sporadiche sono invece rilevabili: nel Latium adiectum (a Teracina cn il C.Avilius Fortunatus? i C. Avilius Natalis? il. AviliusSarinianus® ricordati trai oloni qui contulertun) in statuam © ad Anzio con il C. Avillus lanuarius?") in Sicilia Termini Imerese?*e Catania"); nella V re13 SILVESTRINI 1994: 64, 76 79. > Rossi 1976: 65-66 n. 1 per iscrizione funeraria da San Paolo di Civitate datataal I sec. a. C. (Q. AvillusQ. 1. Luccoe Q. Avilius Q. 1. Hilarus) inde AE 1976: 41 n. 151. °CILIX, 3199 (Avilius Priscus) ?^CILIX, 3086 (L Avillius Sex f Crassus e L. Avillus Lf. Crassus). 14 CTL IX, 4073 (. vilius) © CILIX, 4893 (P. Avilins Maius) 5 Maat, Moscerm 1993: 143-144 n. 2 (lla Procla) con datazione al ΠΡῚΝ sec. d.C. inde AE 1993: 1635. $81 ] Voll. —) inde AE 2002: 7 CIL IX, 2380 (C. Avillus Anteros e Avilia Nice]; 2406 (Avillia Proculo); 2381 (Avilla Suaviia) P^CILXI, 7243 (A. Volunnius Rufus, miles cohortis I Primigenia (centuria) Avi. 20 CILXI, 7726 (M. AviliusM. LL. = CIL XL, 3593 (A. Avillus Acanthus). P^ CILXI, 3608 add. ([Jarcius Avillus Trophimus). GIL XI, 2784 (A. Avill(us) Aper) 2" CIL XI, 7325 (C. Avilius Profucurus); 2740 (Avilia [—] e Avilia Legiima). 7"CIL XI, 3044 (M. Avillius M. L Dioclles, M. Avillus M. 1 Apollonida, M. Avillius M. 1. Mena, Avilia M. 1. Metogenea, Avila M. I. Cleopatra e M. AviliusM. I. Menander) 7" CIL XI, 3320 (L Avillus Rufin). 2° CILXI, 3410 (vila P. f. ?"CILXL 2918 (L Avillus Firmuse C. Avillius lustus) 10° CIL XI, 3334 (A. AviiusA. f. asinus; 3357 add. (Ifi? Avila, (Waudabitis?) femina?) ?" CIL XL, 7557(A. Avillius) Priscus e villus) Petronian(us) 7" CILXI, 3108 (vilia Steri) 2?" CILXT, 7097 (Tera Avila C. f. Rufi wxor). 29 CILXI, 1852 (P. Arius [— Philerofs; 1853 Q. Avillus Procu-lus). τὴ Torti 1982: 285, specialmente 289; RE I Suppl. 228 n. 2c ((P. AvillusTi. (o Cn.) f. Pom. Firmus); XIV Suppl: 67 n. τς con identifica» zione con Cn. Avidius Celer Fiscillianus Firmus (RE XIV Supp. 67 n. 1b); ‘come ipotetica ὃ riportata 'identificazionein LicorpaRI 1982: 289. = CILX, 83973, 10 GIL X, 8397 2, 10 *CILX, 8397 2,9 °° CILX, 6713 1, 11 7" Bivona 1978, per l'iscrizione funeraria di C. Popilius C. f. Mae. Priscus, miles cohorts X urbanae (centuria) villi Maxini, opto icto ría Ticiniana, militavit annis VI mensibus VIM, inde AE 1978: 102 n. 374 27 MANGANARO 1989: 170 n. 35 ({A]villus MD inde AE 1989: 101 nS e.

gio (Cupra Montana e Castrum Truentimun?*), nella VI Spoleto”, Amelia®", Gubbio?" l'ager di Todi", Assisi"); nelle regiones dell’Italia settentrionale (con una concentrazione a Veleia nell VIIP"), in alcune delle quali (Industria nella IX e Aosta nell'XI) però la gens sembrerebbe attiva nel commercio dei metalli nel corso dell'età medio imperiale e fino al primo secolo di quella successiva 1 Decinii, oltre che con il P. Decimus) Elp]ityn(chanus) sul bollo di una tegola dall'area del rinvenimento della Pallade (n. 730), sono attestati con la Decimia G. erM. Sesti . Slujavis nell'iscrizione su uma da Velletri (n. 561, 143). La gens?" perlopiù nota nella forma Decumia/Decimia, solo episodicamente, in ambito provinciale, nella Spagna Citeriore, in quella Dequimia®™, risulta attiva fin dall'età repubblicana nei commerci, come indizia la presenza a Delo, tra il 160 e il 157 a. C. di M. Decumius®”, a Cipro di C. Dec(Omius T. f. Ste. Centurio nell'iscrizione da Peyia, centro a nord di Pafo** e in Frigia, ad Acmonia, di Quin[tus] Decmius Quinti [filius] Romanus". Oltre che în ambito urbano, dove numerosi sono anche i personaggi femminili, sono presenti sia nel Latium Vetus che in quello Adiectus: in quello Vetus, a Tusculum (con il M. Decumiuls}* che compare siemea Q. Coelius Q. . Latiniensis) come aedilis) ne ne sulla fronte della "vasca di peperino” sotto le mura della cit tà), Ciciliano (con il T. Decemi(us)T. 1. Philoniquus*), Collatia (con il M. Decimi(us) Tepdianus®©) ed in particolare a Ostia® e Palestrina (con il L. DecumiusM. f. nell'isrizione alla Fortuna Primip(eniiy", il Sex. Decimilus] che compare come magistratus) nel fr. d'iscrizione "repertum esse in una vigna pres50 Vantico foro Prenestino", il M. Decunius nell'iscrizione P" CIL T, 382-1X, 5699 (P. vilius V. f) n CILIX, 5161 P" CILXI, 4796 (Cn. Alius C. (f. —D. 2" CILXI, 4440 (LJ vilius dus) 2" IL XI, 5844 (bilia G. L Ithace). "P CHL XI, A678 (T. Alius T. ib. Myrrinus) ©» mazzi 1977, per l'iscrizione funeraria di Cn. Propertius T. f. Scaeva dai presi di P.zza δ. Pietro con datazione all'ultimo quarto dei I sec... C. Avila Aura) inde AE 1978: 81 n. 294, P CIL XI, 1147 VII, 25 (T. Avio); 1147 MI, 8 (Avilfus Opratus); 1147 VII, vilia Philaena). 1 Cis Manone 1993: 33.37 ipoizza lati ell gens richiamando l'iscrizione del ponte aquedot a servizio di una miniera nei pressi di Aosta, eaJizzato ne 3 a. C dal padovanoC Avillus Carus (CILV, 6899: C. Avis C. f. C . Aimus Patainus correzione in Sou 1990: 125-126 inde AE 1691: 4n. 322 ‘con rata indicazione del n. dellscrzione in CIL V) e quelld'ndasria (CIL V, 1478, 488) nelle quali è ricordatoC. Avillus Gavianus patrono dell cit in età angustea, Avilia Amabili in relazione co i santuario delle divinità egizie dove li atelier di bronzi risuliano tivi ta il Lei IV sec. d. C. © RE 4: 2273 s v. Decinius. 2» ALFOLDY 1987: 242 n. 11 per l'iscrizione funeraria rinvenuta a circa 12 km. ad ovest di Ciudad Real menzionante Dequnia Rustica e datata all'inzio dell'età imperiale, inde AE 1987: 193 n. 691. 77 Baez 1996: 221 n. 29; COMPATANGELO SOUSSIGNAN 2006: 194 li ste 1 (Rome-Latium-Jtlie centrale) n.6. ‘© MORETTI 1981: 260-264 inde AE 1981: 240 n.855. P" AE 1940: 63 n.199. SRE 4: 2273 0.5, 2 CILI, L25-XIV, 2626 su cui vd. VaLen 2003: 72. 3 CILXI 3507. "Quia 1974a: 395 n. 197 inde AE 1974: 39 n. 173. "CIL XIV, 60 è 61 (A. Decimius A. f. Decimianus); 902 (Cn. Decimius Hermes e Cn. Decimius Primus}; 903 (Decimius Maron c ecimia Eytaxia); 190 ([Diecunia (—]): 299 bis (Decimia Sp. f. Prisca);

frammentaria” e il M. Decumius nell'iscrizione frammentaria “in un sasso”, oltre al Decuni.—] Sol[_—] in un fi d'iscrizione”); nel Latium adiectum ad Alati (con il M. Decuni[us) e i C. Decumius Q. nell'icrizione dalla curia®), a Nettuno (con il C. Decimius Agathemerus nell'isctizione transitata anche nella collezione Borgia di Velletri"), a Terracina (con il Q. Decimius Capito®" e il Q. Decimius lustianus** ricordati nella lista dei coloni qui contuler(unt) in statuam e la Decimia (--}+ che compare insieme a Munatia Egloge nell'epitaffio di L. Munatius Alexsa"), a Montefortino, nell’ager di Segni (con il P. Decimius Boethus nelliserizione funeraria posta dalla moglie"), a Gaeta (con la Decimia C. f. Candida, sacerdos®* nota anche in in un titolo romano”), a Fondi (con Decumia M. f. Hell] e Decumia Sp. f. M[—]**), nellager di Ausonia (con il Cn. Decumius C. f. Coxsa nell'iscrizione funeraria posta dalla moglie Septumia L. f. Statia®® Non molte le attestazioni nell'Italia centro-meridionale:

in Campania, a Pompei il Sex. Decimius Rufus che compare tra i graphio inscripta lungo la strada delle scuole", a Cuma il P. Decimius Faustus® e il L. Decimius Felinus** che compare nel s. c. dendrophoridel 251 d. C.,in particolare a Capua ilL. Decumius N.f.Stab(--P®, il [- DelcumiusM. 2° i P. DeculmiusG. |. Dionlyslius, il P. DecumiusP. Faustus e la Decunia P.L Tyche neliscrizione in due fr dei quali uno “in pago Casollae M. p. a Caserta" e l'altro a Capua", nell'ager di Sessa Aurunca la Decimia Venusta ricordata insieme al marito P. Ael(ius) Turpilius Verus, oltre a Decimia Chia, al nipote [. Delcimius Celer e a Valeria Fortunata, nell'scrizione funeraria posta da [.] Popillius C. f. Vlikalius, II vir; nella II regio, a S. Arcangelo Tremonti, nell'ager di Aequum Tuticum, il M. De{clumius M. 1. Apio*", nell'ager di Canosa il lib. P. Decimius G. . Eros che pone l'iscrizione funeraria a Decimia G. |. Zosima?*, a Lucera la Decimia V{—] che pone 4585 (1. Decimilus ). 3 CIL XIV, 2855. = CILXIV, 2582 b. 20 CILXIV, 2968. 2 CIL XIV, 3116, au CILXIV 3336. n CILX, 5814 = CILX, 6716. n CILX,83973,9. Κρ CILX, 8397 1,18. Locus 1926: 188-189 n.20; Sou, Kasava 1992: 356n. 10 nde AE 1992: 85 n. 259. ""CILX, 5987. = CILX, 6074 "CIL Vi, 30972: Decimia C. f. Candid{a)lsacerd(os) m{ate) d(euni) delfiam [cum Laribus et | Ceriolaris n. XXX. I medesimo personaggio, scondo l'ipotesi di SoLi 1998b: 135-137 n. 1, potrebbe celsi nella [—] Candida, [sacerdos] mater dewn,rcordata alla. 2 dell'iscrizione funerariada Ferentino, datataa I sec. d. C, ndeAE 1998: 129-130n. 334, X, 6255. ae: Guewern 1978: 520 n. 8 con datazione, fors, al I sec. a. C. inde. AE 1978: 3435 n. 105. + CIL IV, 1994 (Sex. Decimius Rufus, milis cohortis) V Prlimigeniae) (centuria) Martiali) 7" CILX, 3699 1,30 7" CILX, 3699 1,6, >= CILX, 3783 2,4, ^" CILX, 3774-0, 673. ^"CILX, 4107 » Pagano, VILLUCCI 1982: 225-227 per l'iscrizione reimpiegata a Quinol, lle estreme pendici del Monte Massico, nde AE 1984: 51 n. 184. 9 CHL IX, 1435. 2° CIL IX, 6189 “rep. inter Canusium et Cannas senis chilom. ab. vtroque oppido ad dextram Ofant in loco q d. Prefico. 137

Sono infatti noti: nella IV, a Corfinio il C. Decimlius] cheè. cordato nell’iscrizione frammentaria nella quale sono una se nomi posti su due colonne™, i C. Decimm[i]us Nis[-c.3-] nell'iscri zione funeraria frammentaria®™ e il C. Decimius Communis lib. Vitalis nell'iscrizione sacra a Minerva per il collegium Sabror(um)®,a Telesia il [De]cimius Sp.f. Coll] Cimber nell'iscrizione frammentaria insiemea [—]viaG. 1. [Eleutherinis* e la Decimia Maxsima che compare tra i dedicatari (oltre ai suoceri C. Minucius Q. f. Fal. e ΡοπήῆαP. f. e alla liberta Minucia Vicana) dell'iscrizione funeraria posta dal marito C. Minucius C. f. Fal. Thermua, pr(aetor), IL vir bis, aquae curator, q(uaestor) Il quinq(uennalisy**, nell'ager di Rieti la Decimia Comice*®, a Sulmona la Decimia Proposis nell’iscizione funeraria peril marito D. Severius D. f. Pal. Severus, aed(ilis), IMI vir iure) dlicundo), praefectus) praesidiorum, Montis Beronices scriba quaestorius* nella V, a Macerata, ilL. Decimius al quale pone l'iscrizione funeraria la madre Dec(imia) Theodoret(e) e l'avus Dec(imius) Facilis ela Decimia Sabina nell’iscrizione funeraria postagli dal maritoM. Tedius Sabinus**, a S. Ginesio il L. Decimius Fortunatus al quale pone l'iscrizione funeraria la moglie Calvia Arethusa"^, a Falerone, nell'iscrizione "in theatro rep." il C. Decimius C. f.

Vale[ns] ricordato insieme a M. Ancharius (— come duo virincaricati della realizzazione del tetro, voluto da Octav[ia] soror divi Augustif**, nell'ager a dextra Vomani superioris la Decinia P. Doris che figura tra i dedicata, oltre a Fusca L. e Tertius L., del'iscizione del marito C. Norbanus C. |. Mena**, a Petriolo la Decimia Propasis alla quale pone l'iscrizione funeraria il marito Cn. Sentius Ampliator®®, a Treia il C. DecumiusC. f. C. n., duovir che basim de peg(unia) sua fac(iendum) curavir**; nella VI, a Otricoli, il C. Decimi(us) C. f. Vol. Priscus il cui nome compare su un'uma cinetaria*, a Fano il C. Decinlilus [— f.) Po. nell'iscri ione funeraria posta dalla moglie Sertoria A. f° e al Museo Civico della stessa città l'iscrizione funeraria di Decimia Aquilina posta dalla madre Dec(imia) Felicis)", nell'ager di Spello il Cn. Decimius Cn. f. Lem. Bibulus, evocatus leg(ionis) XIII, VI vir, ad AssisiilP. DecimiusP. I Eros Merula, medicus chirurgus ocularius, VI vir il quale viam a cisterna ad domum L. Muti stravit. a pecunia? c invest ingenti somme pro liberate, pro seviratu in rem p. in statuas ponendas in aedem Herculis e in vias sternendas in publicun?*" a Pesaro la Decimia Marcella dell'iscrizione funeraria per il marito Tauriscus Vicalis**, oltre al M. Romaniu[s] M. f. Cam. Marcellinus Decimius Rufinus, praeftectus) leg(ionis) Wl Aug(ustae), originario di Suasa, nelliscrizione da Lambesi, in Africa® nella VII nell'agerdi Centum Cella, iC. Decimius Ammonianus Flavianus che insieme alla figlia Ammonilla pone l'iscizione in memoria, rispettivamente di Terentia Cn. f. (sic) Prisca e della madre?*, nell'aper di Pisa il Decimius Cosmus Cicero*e, a Firenze il Q. Decinti]us O. 1. Epaglalrhus"* oltre al L. Decimius Myrmex il cui nome è su un signaculur?*" c nell'ager dello stesso centro la Decimia M. 1. Pneuma che pone l'iscrizione funeraria al marito C. Poblicius C. 1. Mahes**, a Veio il L. Decimius L. I.Gamus, [VI vir aug(ustali)] il quale pro impensa ludorum sua) p(ecunia) ponendum curavilt| nel 34 d. C.*, a Capena Ja Decimia Aproniane alla quale pone l'iscrizione funeraria il marito Martius Firmissimus, presbiter ela Decimia Gemina dell'iscrizione funeraria peril mait il cos. [. Vetulenus L.f. Pal. Proculus Anthianus Viator, a Luni il L. Decumius L. Eporedillus nell’isrizione funeraria per Cassia... Rufa e Decunlilus Lf. Rufus, a Larium, la Decimia Olympias che pone l'iscrizione funeraria peril marito M. Tue{cius?] Venusttus}®®: infine, nell VITI, a Vellei, nella cd. tabula alimentaria, C. Decimius** © Decimius Bassus®", nell'ager di Parmail [— DecimiusC. f. P[ol.1] nell'iscrizione frammentaria su sarcofago™,nell'ager di Regium Lepidum il C. [Dlecinius C. 1. Philargyro che realizza l'iscrizione funeraria per sé, il padre C.

2 CILIX, 850. 3 CigLOTTI 1999: 23-26 n. 5 per l'iscrizione rinvenuta nel corso dei lavori dî restauro all'interno della chiesa abbaziale, inde AE 1999: 158 n. 518. P» CHL X, 290,8. 20 ARSLAN 1998: 98-101 con datazione, forse, al sec. d. C. inde AE 1999: 165-166 n. 542; SpupEA 2000: 340-342 inde, anche, AE 2000: 153 m. 372-373 adn. P9 CILX, 7353, P9 CIL X, 7063. 20" Soraiv 1988: 618 BT, inde AE 1988: 160 n. 640. P" CILIX, 3209. 20 CILIX, 3227. P"CILDC 3148, sa CIL IX, 2280, P5 CILIX, 2234, P^ CILIX 4720". M.p.extra portam Concham rep. in suburbanodominorem Sisti" P" CHL IX, 3085. P"CILIX, 5767. = CIL IX, 5780 IL IX, $520. P" CIL IX, 5449. P CIL IX, S049 rinvenuta “inter Pinnam et Interamam Praetuti.rum”. P"CILIX, 5822.

^" MoscsreL 1985: 83 inde AE 1990:96 n. 303. P» PierranGeLI 1941: 157 n. 4 inde AE 1983:92 n.340. ^9 CILXI, 6256. P" BERNARDELLI CALAVALLE 1983a: 96 n. 31 con datazione al Π sec. d. C.inde AE 1983: 995. 372. > CILXI, 5275. P" CIL XI, 3599. 29 CILXI, 5400. 30 CILXI, 6417. 77 AE 1973: 204 n. 644 con datazione ra il 123 eil 193 d.C. 2 CILXI, 3552. 3% CILXI, 149,23. Pe CILXI, 1653 P" CILXL 6712, 143. ?*CILXI 1611. P9 CILXL 3781 CL XI, 7785. ^" CIL XI, 3890. P" MENNELA 1982: 251-252 con datazione al I sec. a. C. inde AE 1989:88 n.313. 7" Eck 1979a: 224-225 n. 11 per l'iscrizione all'inemo del castello, inde AE 1979: 61 n.215, »© CIL ΧΙ, 147 1,47. a CILXI, 1147 IV, 16 ae CILXI, 1065,

l'iscrizione funeraria per sé e per Q. Lutatius O. 1. Ho(ne?]simus e T. [-=] Neronif. [—Itil-c.2-P®, a Venosail L. Decimius Vitalio nell'iscrizione funeraria per la contubernalis Maria Nemusc"* nella III, a Tegianun, il L. Decumius L. f. Apria(nus?) che compare nella ed. lex agraria", a Scolacium il L. Decimius Secundio che Viscrizione nel pavimento alla sommità della rampa che collegava i foro dal decumanus maximus ricorda aver realizzato gradus via s(ua) pecunia)".

Addirittura sporadiche le presenze nelle isole, considerando, in Sicilia, a Termini Imerese, il Q. Decunius Q. f. Il vir porticus de sluo fécitp", a Catina, il Decimius Agapomenus mell'iscrizione funeraria per la colliberta Decimia Ganice** e in Sardegna le iscrizioni funerarie di Decimius Vitalis e C. Decimius Ingenuus su un grande cippo in calcare da Maracalagonis*”, Un consistente intensificarsi di attestazione è, invece, rilevabile in quasi tutte le regiones dell'Italia centro-settentrionale, fatta eccezione per la IX, la XelXI

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Decimius C. I. Philargyrus, la madre Decimia C. I. Suriscae i fratello il C. Decimius Bassus®", a Ravenna il Q. Decimius Dacus, opilio) de ΠῚ Pinnata**, "inter Ravennam et Bevano ad S. Severi”, il (Dlecimius Memor nell'scrizione funeraria posta alla moglie [Metta L—Jatern. calla figlia Valeria [Slecunda™*, a Modena, oltre alla Decimia lolla(e] Iucunda nelViscrizione funeraria rinvemuta lungo la linea ferroviaria Modena -Sassuolo®, la Decimia L. 1. Philematio nell iscrizione funeraria per lei © L. Lucretius L. L Romanus posta dal figlio L. LucretiusL. 1. Primus" e nell'agerdi quello stesso centro il LL. Dlecimiuls] L. I. Hera nell'iscrizione funeraria per sé e Decimia L. 1. Maria’, nell'ager di Piacenza ilL. Declumius] Stabillio} al quale forse pone l'iscrizione (Funeraria?) Decumtia) Valerliana]"" e la [Dec]unifa] Primi f. Sabina nel'iscrizione funeraria posta anche per lei dal maritoM. Cassius M. I Secundus", a Brescello la Decimia Thallid**, al Museo di Bologna la Decimia T.I. Tyche che pone l'iscrizione funerariaal patrono T. Decimius Zeti I. Primus*, il Decimius che compare nel bollo su una lucerna" Le poche testimonianze della gens nelle regioni pid settentrionali, oltre a quelle nelle Alpes Cotriae'** e nelle Alpes Maritimae™*, riguardano:

nella IX, nell'ager di Hasta, a Portacomaro, (T. DeciniusT. f. o1.-] che realizza il monumento funerario per s, la moglie Vibia M. Felix ea figlia Decinia (T.] f. Vitalis nella X, ad Aquileia iL. Decimius Scava Dercelonisf., missiciusex classe nell'iscizione funeraria posta da Monus®; nell'XI a Torino, ilL. Decimius Clytus che insieme a Messia Firma pone l'iscrizione funeraria per Nicia™

Capua, raramente compare accanto a quella più usuale e a quella sporadica Elbia, nota a Roma"? Ostia® (dove appare anche Helbia"") e Pozzuoli"*. Oltre al Q. Elvius C. f. nell'iscrizione da Roma”, in ambito laziale risulta nota soprattutto a Ostia", ma anche a Sora con il M. Elvius M. 1 Andria e a Fabrateria Nova con T. Elvius Fregellanus®®, in Campania, a Pozzuoli, con la Elvia Clresta"", in Sicilia, nell'isola di Melita, con Elvius Titus". Ugualmente modesta appare la loro presenza nelle altre regiones"? fatta almeno in parte eccezione per quelle settentrionali dove, in particolare nella X, si rileva una certa concentrazione di Elvii (quelli con il praenomen, tutti M. Elvii) nella IX (dove è probabile che nel II sec. d. C. vi fossero degli Helvii dell'Italia centrale imparentati con quelli di Alba Pompeia, forse impegnati nella viticoltura e produzione vinarii)"*, a Pollentia, il M. Elvius Maximus nell'iscrizione funeraria per sé, il padre M. Elvius Cimber, la madre Elvia Rufilla, la sorella Elvia Fida oltre che per la moglie Mettia Firmina c la suocera Didia Clemens"; nella X, ad Aquileia, l'Elvius Respetus che pone l'iscrizione funeraria al padre Elvius Firminus**, a Concordia il M. Elvius M. f. Marcellus", nel territorio di Trecenta (Este) il L. Elvius [- f. Fronto, leg(ionis) V Urbana]"* e a Pola, presumibi mente, il M. Elvius Primus"; nel'XI, ad Arona, nell'ager novariensis, VElvius Fluconis f. Salama,

Ancora, gli Elvii, sono noti con Elvia Scepsis nell’iscri zione sepolcrale postagli da Acratus Paedagogus proveniente dall'ager veliterno (n. 1737). La forma Elvia, evidentemente la gens Helvia, attestata a Delo nel corso dell'età repubblicana*” e che esprime personaggi importanti nel corso del I secolo d. C. presumibilmente originari di Atina*” e di

Dei Decirir?" è presente la Deciria L. f. Tertia che pone T'iscrizione, dai pressi dell’ Appia, al figlio O. Trebonius Q. f Candidus (n. 1037). A parte il Q. Decirius Q. 1. Philocles in un'iscrizione funeraria datata alla seconda metà del I sec. d. C. di probabile origine romana dalla collezione Zeri di Mentana™, sono note: in area laziale la Deciria Q. I Tertia ela Deciria Q. f. Tertulla che compaiono insie-

?"CILXL 975, 30 CILXL 28. >= CILXI, 6764. ? AE 2003: 215 n. 660 per l'iscrizione datata al I sec. d. C. al Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena. 20 CILXI, 868. 201 CILXI, 6923. P" CHL XI, 6942. P" CILXI, 1245, ^ CILXI, 1027. 7" CILXI, 6851 "duae telae... ex muro fluvii Rhezi 10 CILXI, 6699, 67 ep. Collegaa" 20 A parte la Decunia Nymphe (CILV, T241add), it [- Dlecumius [-] |. Homerus nelisrizione funerari, frammentaria, da Susa (MERCANDO, Pact 1998: 266n. 194 con datazione al I sec. d. C., forse l'inizio, inde AE 1998: 322n. 866). 7" A Cimiez T. Decimius Tilliani filius) Quir. Nepos, patronus Il colleglioram) splendidissmae) civitatis) Cemeneltensium), [sJacerd(os) -] decurio) nellicrizione funeraria dai genitori itulianus)e CL—Ja Avita (LacueRsE 1975: 103 n.65 indeAE 1981: 152 n.607). 7^ CILV, 7581; nuova lettura in MENNELLA, ZaNDA 1999 con datazione al sec. d. C. inde AE 1999: 204-205 n.656, 7" IL V,910 su cui vd. AE 1972: 61-82 n.195. a IL V. 7099, 20 RES: 224s v Helvius; CAStRÉN 1975: 173-174n.190 afavoredelV'ipotesidel'origo in Etruria dell gens; D'Isaxro 1993: 141-142 n. 161 ἐπ particolare per la documentazione capuana. se Harare 1912: 42 "T. Helvius T. f. Basila, aedilis) praetor), proco(n)stuli, legatus Caesaris Augusti (RE 8: 225 n. 9; LicooaRi 1982: 23,54) 7 CEBEILLAC GERVASONI 1982: 81;M. HelviusL. f. Geminus, della tr bù Falerna, adiecrus inter patricios ab imperatore Claudio a. 47 48 d. C. e

con una carrera senatoria di primo piano (CIL II, 6074). °° CIL VI, 17147 (Elba Ursila). P" CIL XIV, 260 II 4 (Elbius if). "CIL VI, 15926 (M. Helbius Abbas); CIL XIV, 1155 (Helbia Profutura; 4584 a ([- Hlelbids —); 4569 dec. XVI, 7 (Helb(us) Saturninus) 7^ CIL VI, 18925-X, 2472 (Elbia Donata) su cui Sou 1988-89: 68ΤῊ inde AE 1990:49n. 154 "CIL VI, 38436. A questo può forse aggiungers il [—.]ius TertenHorus dell'iscrizione frammentaria dalla catacomba di Pietro e Marcellino, in via Labicana (BISCONTI 1994: 24 n. 15 indeAF 1994: 85-86 1.267) πον, XIV, 260 Il, 2 (Elvius Fl}: 1101 (Mar. Elvius Felicissim{us}); 26011, 3 (Elvius Zel--}; 233 (Elvia Spes) P" CILX, S731 CHL X, 5535. = CILX 2153, = CILX, 8319, 59 Nella Vil T. Elvis T. L Teucer nell'iscrizione funeraria dall'ager di Ascoli Piceno (CIL IX, 5215), oltre che nella IV, la Elvia Primiriba nelViscrizione da S. Benedetto dei Marsi (CIL IX, 3756) la ΕἸνία Statitilia nell'iseizione da Castel di Sangro (CIL IX, 2812). 2 MENNELLA 1993-94, in particolare 136-147, sulla base della stele riutilizzata a chiusura della cripta sottostante alla navata centrale, nella chiesa dell'abbazia dell'Annunziata, nellagcr di Alba. P" CILV, 7622 su cui vd. MENNELLA 1993-94: 134-136. CLV, 1 96. = CILV, 1923, 2" Bassiouaso 1997: 167-168 n.21 con datazione alla prima metà del sec. a. C. inde AE 1997: 21 n.595. 9° CILV, 89. 3 CIL V, 6624. 7 D'ISANTO 1993: 118-119 n. 117. = Bianca 1982: I, 342-343 n, 257e Il av, CXC; AE 1986: 27. 95, 139

"me αἱ Q. Decirius O. lib. Burria in un'iscrizione funeraria da Aricia®; soprattutto in Campania, a Capua, dove si concentrano la gran parte delle attestazioni, il Ὁ. Decirius Q. 1. Amileta], O. DeciriusQ. I. Hernia Nasoe Q. Decirius0. Papia®", il [- Dlecirius C. [Lo f. --, forse magister fan", il Q. Decirius Q. 1. Cleo olue al Q. Decirius Licinus®", αἱ P. Decrius Saturus e P. Decrius Statius? c alle Deciria (mulieris) Lais e Decir (mulieris) L Secunda Faulsti!". A questi possono aggiungersi, nelle province: il Decir(ius) Lupercus il cui nome compare su due patere da Berthouville, nella Gallia Logdunensis*", il [1 Decirius ΜΊ---] da Nacbo nella Gallia Narbonensis?" e la Deciria Rogata da Arsacal, in Numidia?

Per quanto riguarda i Faenii, essi risultato attestati con la Phaenia [.Ilaste, figlia di Naevia Parata c cugina di Flavius Faenianus nell'iscrizione dal Metabo (n. 701). La gens nota ἃ Roma in numero abbastanza cospicuo sia con personaggi maschili (trà cui il L. Faenius Rufus?" praefectus annonae. a. 55 d. C., praefectus praetorio a. 62 ἃ. C., il quale bolla anche tegole™, omonimo del personaggio lugdunese di CIL. XIII, 1776), che femminili, solo raramente nella forma Fenia®® mai in quella Phaenia dell'iscrizione da Velletri, in ambito laziale risulta presente: ἃ Tibur con il L. Faenius Telesphorus?*, forse il “Telesphorus Faenius” ricordato da Marziale, la cui proprietà tiburtina confi mava con quella di Faustino®, a Bovillae la Faeni{a - ] inquadrabile al 46 a. Ce la FaeniaL. f. Procula nell'iscrizione funeraria per il padre L. Faenius Polibius, thurar(ius), il fratello L. Faenius Celadus, thurar(ius), L. Faenius Iucundus, la madre Faenia Moschis e il figlio M. Livius Maximus?", al Nemus Dianae il L. Faenius Faustus, quartar(um) par(asitus) Apol(linis)? e, soprattutto, a Ostia con il M. Flajenius Iulianus insieme al M. F[aen)ius. Restitutus nell'ordo corpotatorum lenunculariorum®®, la Faenia ΞΘ CHL XIV, 2187. 3" CILX, 4105. 2" GIL X, 4013. = CILE, 683 = CILX, 4106 2" AE1905: 48 n. 190. = CIL X, 4378; riedita con completamento del testo da PANCIERA 1960: 25. = CIL XII, 3183 19.20. 7" CIL XM, 4787. == CIL VIII 6211. 7^ PIR Ml: 54 n. 74; RE 6: 1963-1964 n. 1; PIR II: 116 n. 102; ‘Cenen.Lac GeRvASONI 2000: 233-234; AE 2000: 1 2 n. 267 2 CILXV, 1136 “in Esquilisrep. a 1879-80"-1137 "in Esqlis eft.” c jam Latinam: in fundo del Corvo ep. in efossionibus factis. 1858". = CIL VI, 17664 (L. Fenius Achileus) 1665 (Fenius Anthus (qui et Isiginianus, Fenia Isigenia), 35218 (1. Fenius Felix); 15505 (L. Fenius Forts); 11677 (L. Fenius Fiinus); 30855 (Fenia Onesime); 35218 (Fenia PrinigeniaD). =°CIL XIV, 3762, 2° RE: 1965 n.2; PIR E: 116n. 103 77 Martial. I, 114, 1-4 (auc 1961: 52): Hos bi vicinos, Faustinae, Telesphorus hortosiFaenius et breve rus udaque prata tenet [Condidit hic natae cineres nomenque sacravitquod legis Antillae, dignior ipse leg; 116, 14 (lzaac 1961: 52): Hoc nemus aeterno cineram sacravit honoilFaenius et bui ugera pulchra sol.JHoe tegitur cto apta suis Antulla sepulchro Jhoc erit Antullae mixtus uterque parens = CIL XIV, 2412. "Da Rossi 1979: 286 n. 275 con datazione alla rima metà del sc. 140

Helpis*, il Faeni(us) Latinus?" i L. Faenius Probus?" e il Faenius Telesphorus**, Maggiori i membri della gens riconosciuti in Campania: in particolare a Puteoli (la Faenia Felicitas nat(a) Syra*", la Faenia Secunda, ilL. Faenius L. |. Alexander, thurarius puteola‘nus, e la Faenia (mulieris) I. Fausta di età giulio-claudia*), ma anche a Salernum ( L. Faenius L. l. Evanthes**), Surrentum (la Faenia Nice e la figlia Naevia Caes|— P), Misenum (il Faenius Justus, nat. Afer"? c a Ischia (il L. Faenius Ursio, thur(arius))™, nell’agro di Murecine (il L. Faenius Beumonus?* e i tre L. Faenii, Eumenes, Thallus?* e Lal---}**,riportati in due delle tavolette, datate al 48 d. C. del dossier d'Euplia di Milo). Altre attestazioni, a parte gli isolati L. Faenius Zosimus e Faenia Heurete nell'iscrizione funeraria da Vada Sabatia’** nella IX regio, si concentrano nella II: a Brindisi con il [L. FJaenius Solrjerichus**, a Venosa con la Faenia Lf. Feli(culle**, a Canosa con il L. Faenius Merops e L. Faenius Merops iun(ior)®® che compaiono tra i nomina decurionum, rispettivamente tra i Il viralicie gli aedilict, nell'scrizione. del 223 d. C., e ancora con il [Mer]ops Faenius L.f dell'iscrizione funeraria per la figlia [Me]rope Faenia oltre che per la moglie [Theo]dote Galbia c i nipote [Theo]dotus Artorius™.

Nelle province le presenze risultano estremamente modeste essendo limitate:

nella Spagna Taraconese, a Madrid, lla Faenia T.f. Moniana susignaculum aereum®%, nella Gallia Lugdunensis, a Lyon, al L. Paenius Rufus che insieme al figlio L. Faenius Apollinaris fanno una dedica Numinibis Augustorum ein Pannonia, a Carmuntum, il Fenius Balbus capo centuria della leg(ionis) XV Apollinaris) nell'isrizione funeraria di L. Calpumius Pude(n)s**. 1 Naevii sono noti attraverso l'iscrizione funeraria della seconda metà del II secolo d. C. dal Metabo posta a Naevia. d.C. inde AE 1979: 37 n. 124, P" CIL XIV, 4198. 22 CIL XIV, 251. 22 CILXIV, 1000. 2% CIL XIV, 4569 dec. V, 8. = CILXIV 4562, 26. 2 CILIX, 5308, 24a. b. =" CILX, 1975. 0 CILX 2411. =» CILX, 1962. 7" Nast 1996: 155 n. 6 inde ΑΕ 1996: 143 n.420 2" CILX, 586. s0CILX, 731 20 CHL X, 3389, = CILX, 6802. 7 GioRDANO 1970: 185-186n.4 indeAE 1973: 44 n.153. 2% CAMODECA 1988-89: 43 (L. (Flaenius Eumenes, L. [Flaenius Thalus) inde AE 1990: 54 n. 175. 2^ Cassoosca 1988.89: 13 (L Faeníus) La] inde AE 1990: 53 n. 170. P" CILV 1773. P" CILIX, 112. P9 CILIX, 513. P" CHL IX, 338 2, 16, 2» CLL IX, 338 3,19 7" CILIX, 378, 2 CILII, 4975,23. 7*CIL XIIL 17 6; RictanD 1999: 388-391 che suggerisce l'aggiunta dei due personaggi alla lista dei sacerdotes trium Galliarum. 38 AE 1929: 57 . 210,

Parata dalla figlia Phaenia (.Jlaste e dal nipote Flavius Faenianus (n. 701). 1 Naevii, antica gens di origine romana, con una larga preponderanza maschile (extra Ostia ricordo la Naevia Sex. | Arbuscula da Praeneste", la Naevia. Libas C. Nevii da Aricia®), risultano ampiamente attestati nel Latium Vetus: in particolare a Ostia, dove un'indagine a largo spettro sui gentilizi ha verificato come esso sia tra quelli tipicamente locali”, ma anche a Tusculum™", Praeneste®®, dall'area della Stella tra Albano e Ariccia?? e Aricia?

Non dissimile la situazione prospettata peril Latium adiectum dove sono presenti specialmente a Sora, a Cassino”, più raramente a Perentino®”, Formia", Antiunr"^, Fabrateria Nova?" e Terracina™”". A quella ostiense fa riscontro in ‘Campania! una concentrazione di presenze, a Pozzuoli??, Misenum? c Pompei, dove personaggi della gens compaiono tra i graphio inscripta", i tituli picti?" c su anfore", e comunque significativa a Capua?" e con sporadiche attestazioni a Nola, Atella*", Picenzia?", Teanum Sidicinum e. Cales™, Nelle altre regiones, a parte la ITI dove è noto un solo membro della gens a Muro™®, un intensificarsi delle presenze sembra riscontrabile nella V (a Ricina?*, Trea?", Ati, Septempeda"" e Castrum Truentinum™), ed in maniera più

7H RE I 218574588 Nona OLX 236. PA GILXIV 219. Stones 2002 138-19, 145-145, UT, ΑΕ 2002. 2744. 10, P CILXIV 2552 sui vd Va 2003: 241 nova 53 CHL XIV 2861,06 se= CILXIV23S7 Cx as. OLX Dx Su» sm S718, 5783 arx sun Mp nL, 60% GIL X 5619 OLX =D oto m1993 175-176 21 in parcere pera documentazione Mio 'CIL X, 3036, 1807, 2760, 2738, 2761, 2762, 2776, 1604.

2GAL, IL 390 361, 346301,8047, 1 803, ἄρα,31,3478 δε 8071,3492454,804, ato meridionale va Nolan; coredi zie VIL i CV:IV 1607209(Quarto) d 16 0.dal Nam; 178 daidelastenia vi dla"ILForma ag dell via Nolan ( Navi 1,475L (evi dal μι seenionale (fr) 524 dae. DC. 8 (Nea IL, S868 asi rmGLX LX 5/9 4235, 4096, 4236 115,123 aL χ᾽ 575 OLX OLX asam. OLX 4653dn OLX ars. OLI GL se sos LEX 5618. Gu st CILE SCHLI, 142, 1297, 1896, 1360, 180, Pow19, 1739197 1997: 81-82 n S AE 1987: 139

accentuata nella IT, principalmente a Benevento?" ma anche ad Aeclanum™” c Lucera?" (oltre che a Compse?", al pagus veianus e presso i Ligures Baebiani™) e soprattutto nella IV a Sepino, Telesia® c Alba Fucens?, Allifae® Ortona”, Carsoli*®, Foruli®”, Chieti", S. Benedetto dei Marsi**, Terventun®®, Rieti®®, Cerfennia®®. Personaggi di rilievo nell’arco cronologico medio imperiale al quale va datata l'iscrizione veliterna, sono, ad esempio, il L. Naevius Aquilinus*" cos. ord. a. 249 con Fulvius Aemilianus, mentre un Cn. Naevius Verus compare trai fabri tignarii che dedicano una base in onore degli imperatori nel Foro a Roma, trail 164e il 173 d. C^". Passando alla gens Faltonia rappresentata dalla Faltonia Hilaritas nell’iscrizione riutilizzata nel cimitero cristiano a Lazzaria, essa risulta scarsamente attestata (n. 1294). A Roma, a parte personaggi di scarsa rilevanza?" si segnalano il Falto[nius —] il cui nome è inciso sui sedili del Colosseo", il Faltonius Probus", procos. Asiae a. 275 d. C., il Faltonius Probus Alypius®", v(ir) c(larissimus), praefectus urbi a. 391 d. C2, il Faltonius Restitutianus®", vir) e(gregius), proc(urator) et praesles] provinciae) Pont(i) tra il 230 e il 235 d. CJ", praeses (et procurator) Mauretaniae Caesariensis** nel corso della cui carica, nel 240 d. C., forse si occupò di lavori stradali a Ex-Chanzy"", praefectus vi387, datata rail Ie il I see. d. Cz D(is) M(anibus) Sertoriae Villa-nae | Naevius Euryiches. °° CILIX,811, 871. 2 CILIX, 984 P" CILIX 1512. #* CILIX, 14552, 75. 2 CILIX, 2478, 2508, 6308, 2458, 2 CILIX 2270, 2296, 2295, 2221. = CILIX, 3963, 3980, 4015. = CILIX 2355. > CILIX 6315. P" CILIX 4087. 20 CILIX 4415. =" CILIX,3021. γα CILIX, 3681. == CILIX 2610. 20 CILIX, 4728, = CILIX,3651. P" PIR Il: 396 n. 2; αἱ medesimo personaggio si riferisce l'iscrizione. frammentaria, dtata al 249, proveniente dal Barbaricum Sarmaticum (KovAcS 2000: 59.60 n.4; AE 2000: 461 n. 1225) 0 PANCIERA 19968; AE 1996: 72-73n. 189 datata al 164-168 0 169-173, P CIL VI, $103 (Faltonius Fortunatus); 17105 (Q. Faltonius Potius) 21815 (Faltonia Ephyre); 17158 (Faltonia Hygia); Vino 1986: 410-411 peril cippo con rappresentazione di un personaggio femminile dansante con datazione al Isec. dC. (Faltoni[] Eleuheri) SCHL Vi, 32174 P^ PIRTL: 35 n.81 sv. Fallonius Probus; RE 6: 1976. IR IP 117 2.108; PLRE I: 7365. v. Faltonius Probus P" RE 1: 1709-1710 n. 2; PLRE 1:495. v. Falionius Probus Abpius. P" CIL VI, 1185; 1713; 31975. F^ PIR I: SS n. 2; RE δ. 1976-1977n. 4; PIR TIP: 117n. 109; AE 1982: 160.45 adn. = Frexcn 1986: 75 per l'iscrizione da Yuzevler Maballes inde AE. 1986: 233 n. 653. » CIL VII, 20487, 20602, AE 1903: 18 n. 94 = Loor 1972: 145-146peril miliario trovato nelle vicinanze di ExChanzy peril quale, aller 67, propone l'integrazione: curante Falio/nio Restintiano proc(uratore) suo 141

gilum a. 244 d. C2 e p(erfectissimus v(ir) e, relativamente ai personaggi femminili, l'Anicia Faltonia Proba*", figlia probabilmente di Q. Clodius Hermogenianus Olybrius, cos. 2.379 d. Ce la Faltonia Betitia Proba, moglie di Clodius Celsinus Adelphius e madre di Q. Clodius Hermogenianus Olybriuse Faltonius Probus Alypius®®. Nel Lazio sono noti

il P. Faltonius P. L Apollonius, magister) vici accens, la Faltonia P.L Hedieste ei P. Faltonius Hedistenis I. Euchrestus che in me a Rubria C. et G. 1. Ge sono ricordati ncll'iscrizione funeraria dall'ager Albanum? e il Valerius Faltonius Adelfus™, cos. a. 451 d. C. e praefectus urbi post 451 d. C., vi) e(larissimus) et inlustris che bolla numerose fistulae acquariae sia da solo che con Ja moglie Anicia Italica”, legato al Clodius Celsinus Adelphius, praefectus urbi a. 351 d. C., che insieme alla moglie Faltonia Betiia Proba bolla fistulae aquariae dalle terme tardo imperiali dell regio TI, ad Ostia. Ad essi vanno aggiunti in Campania: a Puteoli, il M. Faltonius Dolicus, lib. nel iscrizione funeraria per la moglie Faltonia Helpis c la Faltonia Procula, sacerdos neliscrizione, ugualmente funeraria, su sarcofago che pose per sé in vino,

Anche nelle altre regiones, dove peraltro la gens non è sempre presente, le attestazioni risultano numericamente scarse e quasi sempre limitate ad un unico centro. Sono infatti noti: nella II, a Benevento, dall'area all'esterno di Porta Aurea, il C. Faltonius C.f. Ste. Rufus nell'iscrizione funeraria anche della moglie Titacia C. 1. lucunda""; nella IV, ad Antrodoco, il Falronius [Blambilio nell'iscrizione frammentatia™"; nella VI, a Spello la Faltonia [- ] Egloge nell'iscrizione frammentaria®, a Forum Sempronit il M. Falt(onius) Provincialis nell'iscrizione alla moslic" e il C. Faltonius Aper che compare come figlio dell’ignoto dedicante nell'iscrizione funeraria frammentaria, insieme alla madre Antonia Marcel(la?) a Martucana Cypris, Hedia Maxima f. e C. Hedius Verus γος nella VII, a Luni, il Faltonius African[us], che compare tra i nomina collegi fübrum tig(nariorum)*, nell VIII, a Modena, la Faltonia Dorcas nell’iscrizione funeraria anche per lei posta dal marito C. Fadius Zethus**; forse nella V, il Faltonius Valens al quale si allude nell iscrizione di provenienza sconosciuta a Civitanova Marche.

nella Gallia Narbonese, a Béziers, la Faltonia . f. —Jimilla ricordata nell'iscrizione funeraria del figlio [C. Greslius L. f. Pup. Domitus e del marito [L. Gresius) T. f. Pup. Donitus oltre che della nuora Varia P. f. [Ja e della nipote Gresia C. f. Prilscilla?**; nella Spagna Tarraconese, il L. Faltonius L. I. [--1 nell'iscrizione. frammentaria da Taraco*"; nella Germania superiore, a Mogontiacun, iL. Faltonius Firmus, che neliscrizione funeraria posta da M. Val(erius)M. f. Lem. Matto, Bononiae, compare come capo di una delle centuriae leg(ionis) XXI Rap(acis)** c il C. Faltonius C. f. Pom. Secundus, Dertona, mil(es) leg(ionis) XXII, Pr(imigeniae) an XLNI stip(endarius) XF: presumibilmente nelle regioni orientali balcaniche il M. Faltonius Fortunatus (centrio) legionis) XV Apollin(aris) che comparein una tabella di un diploma militare. Si discosta leggermente il caso delle province africane, dove, oltre ai titoli riferiti a Faltonius Restitutianus dalla Mauretania, si hanno: in Numidia, nei castra Lambaesitana, il Faltonius [anuarius che compare trai primi ordines et centuriones della X cohors della legio X Augusta; in Africa Proconsolare, a Hr. Kasbat, il C. FalioniusL. f. Arn. Fuscus nelV'iscrizione, menzionante l'erezione. i una statua, postagli dal padre L. Faltonius Valens ™, a Sicca il L. Faltonius Polinus**, a Thabraca il C. Faltonius lanuarius**.

Della gens Titedia/Titiedia, sporadicamente Titiaedia e Tittaedia, conosciuta a Velletri attraverso la Titedia Apicula, mater Colpi et matertera Themidis, dell'iscrizione da via Lanuvio (n. 561, 15), le attestazioni risultano, generalmente, estremamente ridotte. Ad esempio, nel Latium Vetus risulta nota esclusivamente a Ostia, dove dei Titaedii compaiono nel graffito sulla “basetta d'un frammento di piccolo gruppo in terra cotta”, ai quali possono aggiungersi nel Latium adiectun, nell ger di Cassino, il C. Tuedius nell'iscrizione dello schiavo Tucundus, il quale pone un'ara ai magistri Lari durante il consolato di C. Antestus Vetus e D. Laelius Balbus, nel 6 2. C? , ad Aquino il C. Tiedius [---Ἱ, magistrato del 74 d. C. che compare nei fasti”, e, nell'ambito della I regio, in Campania, i C. Titedius Moderatus che compare su signaculum da Atella*®

Stessa situazione si prospetta nelle province considerando:

Per il resto a parte nella ΠῚ la Tiridia Cn. 1. Sura e Titidia 1 Salvia nell'iscrizione funeraria da Paestum", nella VI la Titedia C. |. Philumina nelViscrizione funeraria da Gubbio*, nella X, a Parenzo, il L. Titidius Olympus e il L.

P9 CIL VI, 266, 2 RE 1: 2012205 n 44. 2" CIL VI, 1754; 1755; 1756; 32032. 2©RE 1: 2205 n.38; PLRE I: 7325. v. Faltnia Berta Proba. CIL X, 2263, P" PLRE IE: $9 s v. Valerius Faltonius Adelfius; GtANINO CECERE 2002 inde AF 2002: 112n. 277 P" CILXV, 7571; AE 1954: 50 n. 180. 2» Grano Cecens 20019, inde AE 2001: 209-210 n. 629; GRANINO scr 2002, P" CILX, 2412. »9 CILX, 1798 = CILIX, 1992. 7" CILIX, 4650. > CILXI, 5296. 2 CILXI, 6146. = CILXI 6124. 7 CILXI, 13558, 12. AE 2008: 214 n. 657 per l'iscrizione datata al soc. d. C. da via Bonacini, ἃ circa 10 m dal a via Aemilia, conservata al Lapidario Romano

dei Musei Civici di Modena. ©" Gasrunint 19862: 49 n. 9 che non esclude una sua origine romana inde AE 1990:97 n.307. 2 Lawomz 1999, inde AE 1999: 337-338 n. 1034 P" CILIL 4363 »^CILXIIL 6950. 2 CIL XII, 696. © Eck 2003: 220 con datazioneal 30 luglio del 71 d.C. inde AE 2003: 737-738 n. 2060. 2° CIL VIII, 18065 e, 2. 2 CIL VIIL 854, = CIL VIII, 16010. = CIL VII, 17346. © CIL XIV, 1677. **CILX, 516. #0 CILX, 5405, 11 P^ CILX, 8059, 404 su cui vd. AE 1969: 55 n. 144 adn. % Susi 1967: 180 per l'iscrizione, dati αἰ inizio dell'età imperiale, nella collezione Bonviciia Massalombarda (Ra) inde AE 1968: 55 n. 14. P? BERNARDELLE CALAVALLE 1995: 115 n. 46 con datazione all'inizio

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Titidius Maximus per i quali Septimia mu(lieris) lib(ertus). Myriîs come moglie e madre, pone l'iscrizione funeraria, le presenze si concentrano a Roma e nella IV regio. Per l'ambito urbano ricordo, oltre al Titedius Agathopus c alla moglie Titedia Felicula**, al L. Titedius Fortunatianus, alla moglie Titedia Memmia © al cognato Titedius Titianus e a Tittaedia Tyche nell iscrizione funeraria postagli dal cognato L. Cecilius Pistus®

le sono state rilevate analogie, come detto, con l'omonimo personaggio romano»

il L. Titedius Flaccus Petronianus Mindiae Paetillae n. Mindi Paeti pron. e il L. Titiedius L. f. Flaccus Mindiae Paetillae pronep. ricordati su un'uma quadrata marmorea da un sacello al VI miglio della via Cassia”; il [— Tlitedius Flal-—] fil tribunus) milium) leg(ionis) X Gem(inae), praefect(us) fabr(um) bis, III vir iur(e) dic(undo) quing(uennalis}® che presenta numerose, stringenti, analogie con il [-] Titiedius Flaccus da Carsoli, innanzittutto relativamente alla carriera che risulta simile, anche nell'impaginato, nelle due iscrizioni e poi, nell'onomastica. Se infatti di entrambi i personaggi, risulta sconosciuto il praenomen, gentilizio c cognomen presentano analogie tali da far pensare che possa trattarsi del medesimo [---] Ti(@edius Flaccus ricordato in due differenti iscrizioni: infatti il gentilizio del persomaggio romano, con l'integrazione della prima lettera, non pub che essere [Tlitedius, mentre quello di Carsoli è secondo la lezione di CIL IX, Tiiedius; per quanto riguarda il cognomen al Flaccus del Titiedius di Carsoli, corrisponde il Fla[—] del Titedius romano, che in considerazione delle analogie predette e dello spazio della lacuna, non sembra azzardato integrare con Flolccus]. Nella IV regio nella quale & attestato, a Nursia, anche il gentilizio Tiredienus®”, evidentemente da riferire a Titedius, sono invece presenti a Supinum il L. Titedius L. 1. Primigenius ricordato nell'scrizione posta dal collibertus, L. Tiedius L. I. Martialis, ad Alba Fucens il L. Titedius Valentinus nelliscrizione funeraria postagli dalla sorella (sorop (sic)) Titedia Fucentia e dai genitori L. Titedius Valentinus, sevir aug(ustalis), e Titfeldia Venusta®® c il [—.] Titiedius Augurius nell'iscrizione funeraria postagli da Ο. Garigilliu(s] [—lanus"? e, nelle vicinanze del centro, la Tistiedia Faustina nell'iscrizione del 168 d. C.*9, oltre alla Titidia Tit. f. Boclo nell'iscrizione sacra sull'erma quadrata priva della testa da S. Benedetto dei Marsi, il L. Titied{ius] nell'iscrizione frammentaria da Corfinio*^, e nelPrager di quello stesso centro il [-~-] Titiedius Flaccus, del qua-

Anche nelle province la gens risulta estremamente rara, conoscendosi: nella Spagna Tarraconese, al Museo di Madrid, il L. Titedius Moderatus su signaculum aereum*; nella Gallia Narbonese, oltre al Titedius Labeo*, praetor e procos. Provinciae Narbonensis", il P. [Pomponius Titedius Potamo nell'iscrizione frammentaria da Narbo**; nelle province africane, in Numidia, il C. Tuedius Fuscus. nell'iscrizione funeraria da Lambaesis®": in Egitto, a Mostafa Kamel, il Titidius Maximus capo centuria della IV cohors nell'iscrizione del 157 d. C2. Accanto a queste gentes segnalo tuttavia come a partire presumibilmente dalla seconda metà del II secolo d. C. trovino spazio nelle iscrizioni funerarie veliterne, appartenenti a famiglie di schiavi, come Euthichianus (n. 1772*), nomi africani come Datus (n. 1772*). Seal primo rimandano la Domitia Eutychis nota in città (n. 861, 116) e lo schiavo Eutychis che bolla tegole o lateri ella figlina Quintanensia (n. 572), (in ambito laziale, oltre numerosi personaggi ostiensi®®, il L. Acilius Lf. Pompt. Euthycheltus] di CIL XIV, 2408 da Bovillae, datata al 169 d. C. il CI. Euthyches Aus®" e Appuleius Eutychus?" dall'ager tusculanus, il C. Messenus Euthyches, la Acilia Eut(y)chia®” e il Serv. Cornelius Eutychus*" da Praeneste, la Venilia Eutthychia da Gabit™, la Iulia Eutychia** e T. Sextius Lateranus lib. Eutuchus®" da Tibur, il T. Eutychis da Tusculun?®, ilL. Comelius Eutychus da Castrimoeniun?*?), al secondo il M. Annius Datus che comparerai sottoscrittori del restauro. al tempio ostiense nel 140 d. C^, i M. Aemilii Datii c il Q. Turranius Datus tra i rappresentanti dell'ordo corporatorum lenunculariorum ostiense del 192**. Ti linea generale, a parte le attestazioni in area laziale e in alcuni centri vicini, tra i quali una particolare frequenza sembra di potersi rilevare per Tusculum, Praeneste, Lanuvium e forse Aricia, per molte delle gentes a cui si riferiscono i personaggi le presenze maggiori si sono riscontrate in area campana, con più frequenza Pompei e anche Pozzuoli, quindi ‘umbro-toscane, e nelle province, soprattutto in quelle africane, spagnole e galliche, apparentemente a conferma di quelT'intreccio di relazioni e commerci che anche i materiali, in particolare le anfore, sembrano delineare.

dell'et imperiale inde AE 1995: 154 n.478. 2» CILV,358 P" CILVI 27447, "CIL VI, 27448, CHL VI 27532. "CIL VI, 32469, "CIL VI, 33029. %° CoRpELLA, CRINM 1996: 143 n. 86 per l'iscrizione di Sa. Ttedienus Ti. f, da una tomba nella necropoli di S. Scolastica, con datazione alla fine del Teprima metà del sec. αι C. inde AE 1996: 183 n. 554, = CHL IX, 3877 i CILIX, 3948. © CTL IX, 4035. P^ CILIX, 3950. "CILE, 1767; 1X, 3654. P^ CIL DX, 4054 add. = CHL 1X, 4059. "^ CILIL 4975, 62. 7^ PIR II: 326 n. 185; RE I, VI, 2: 1536-1537 s. v. Tuedius Labeo. 7^ Pin. nat. XXXV, 7, 20:21 (Crovswe 1985: 44); eft. Tac. ann. Il,

85,2-3 (Wunewwiea 1978: 137-138) per la decisione del'esilio nell'isoa di Serfo, nelle Cicladi, della moglie Visa 7"CIL XIL 4555. =" CIL VII, 4091. 2 AE 1969-70: 181-184 n. 635, IL = CIL XIV, 256, 266, 267, 383, 979, 980, 513, 543, 621, 779, 904, 1010, 1161, 1212, 1405, 1411, 1421, 1433, 1567, 1624, 1693, 1733, 1753, 1996, 4152, 7" CIL XIV, 2537 su cui vd, Vatevm 2008: 63, P" CILXIV 2529. 2 CIL XIV, 3359, 2 CIL XIV, 3393, 7" CILXIV, 3382. ?"CILXIV 2789, P" CIL XIV, 3788. “CHL XIV, 3680. P GIL XIV, 2748 su cui vd. VaLmm 2003: 230 nota 558. 7 CIL XIV, 2468, 7" CIL XIV, 246. = CILXIV 251 143

Importanti informazioni sull'esistenza di monumenti al'interno della città, oltre a più generiche indicazioni, peraltro topograficamente vaghe, riguardanti siala stessa città (". Velitris .."j^*, che il territorio (“in Veliterno agro”, sono fornite dalle narrazioni di Livio e Suetonio a proposito della realizzazione di prodigia. Infatti Livio, enumerando quelli che preannunciarono gli avvenimenti nel 199 a. C. e dunque. fornendo anche un importante riferimento cronologico, ricorda come "erant de caelo tactum ...et Veliterni Apollinis et Sancus aedes, et in Herculis aede capillum enatumi" **. Suctonio, invece, ricorda, tra gli episodi che più tardi rivelarono il potere di Augusto, come, in tempi antichi, la cadutadi un fulmine su un settore delle mura della città ("Velitris antiquitus tacta de caelo parte muri”), annunciò che un giorno un cittadino di Velletri si sarebbe impadronito del potere”. Passando ora all'analisi, a parte il problema connesso all'interpretazione della vicinanza temporale dei due episodi (quelli del 202 e del 199 a. C.) e quindi alla presunta duplicazione™*, può rilevarsi come Livio non ricordi il verificarsi di accidenti simili in altre zone come quello riportato da Giulio Ossequente tra l'anno 117 e il 113 a. C. a Priverno" quindi non particolarmente lontano da Velletri. I due episodi appaiono di straordinaria importanza per la conoscenza del centro: innanzittutto da essi si evince l'esistenza di aedes dedicate ad Apollo, ad Ercole e a Sancus e di un nuovo circuito difensivo dopo quello dell'inizio di VII secolo a. C. e l’altro abbattuto dai Romani al termine della guerra latina. Rilevante in particolare risulta la menzione di un tempio dedicato a Sancus, evidentemente il Semo Sancus Dius Fidius*, noto oltre che a Roma, a Castrimoenium? e ad Ercolano in una insegna a lato dell'ingresso della bottega Ins. VI n. 14%*, Volerido cercare di inquadrare cronologicamente i due accadimenti e, quindi, i due monumenti occorre sottolineare una differenza non trascurabile nella loro descrizione: infatti mentre quello relativo al tempio di Sangus è possibile datarlo con precisione seguendo il computo liviano, permettendo di conseguenza di avere indicazioni cronologiche, seppurrelative, peril tempio stesso, ciò non è possibile per quello nel quale si fa riferimento ad una parte delle mura. Per esse, le quali vennero a sostituire, come detto, quelle abbattute

dai romani nelle fasi successive al 338 a. C., infatti, gli elementi presenti all'interno del testo sono estremamente vaghi C'antiquitus’), mentre quelli deducibili dal contesto forni scono un terminus post quem al I secolo a. C. Importanti informazioni di carattere topografico relative non solo alla città ma anche al territorio sono poi connesse ad Augusto. Nel numero degli imperatori per cui è ricordato un qualche legame con Velletri, Augusto ha senza dubbio un ruolo preminente: infatti alcune importanti informazioni, desumibili dai racconti di Dione Cassio e soprattutto di Suetonio, e riguardanti sia la città che il territorio, sono correlate alla gens Octavia ed in particolare alla figura del suo esponente più importante. Suetonio", per esempio, ricordando come la gens Octavia, una volta, fosse la più insigne della città (* Gentem Octaviam Velitris praecipuam olim fuisse ..."), cita a riprova di ciò l'esistenza: di un quartiere, nel settore più popoloso, già da tempo chiamato Ottavio ('vicus celeberrima parte oppidi iam pridem Octavius vocabatur”) e, al suo interno, di un'ara dedicata a Marte da un Ottavio (‘et ostendebatur ara Octavio consecrata"), che al comando delle truppe contro popolazioni vicine mentre era intento per caso ad eseguire un sacrificio in onore di Marte, poiché gli fu improvvisamente annunciata una incursione del nemico, tagliò le viscere semicrude dal fuoco e in tal modo, iniziatala battaglia, tornb vincitore. Anzi, dice Suetonio, esisteva anche una decisione pubblica con la quale si prescriveva che anche in futuro si offrissero a Marte le viscere in modo analogo e che i resti fossero portati agli Ottavi. Notizie sull'esistenza di edifici, peraltro di particolare rilevanza, dei quali non sembrano conservarsi resti, sono fornite da alcuni testi epigrafici. Tra i monumenti più importanti presenti all'interno della. città, doveva esservi senz'altro l’anfiteatro, di cui l'iscrizione di Lollius Cyrius (n. 561, 113), datata tra il 364 e il 375 d. C., come indica la dedica agli imperatori Valentiniano e Valente, ricorda un restauro. Proprio la cronologiae la caratteristica di questo intervento -" ripristino dell'aspetto primitivo (vetustatem (1) conlapsum at (!) statum pristinum. re{dux(it))” si dice alla riga 3, che stando al testo dell'iscrizione dovette riguardare le portae posticiae, ovvero i passaggi che dovevano aprirsi nell'arena per facilitare uscite o ingressi repentini e l'arena stessa-, non soltanto come è ovvio

il caso degli profondameni del ero con a conseguente ape ture di una grane voragine dell larghezza di te geri(Liv. XXXI, 9,3 scos 1991: 6) "terra «rim agerum patio caverna ingenti dese dera" Ricondato da CRESSeD 1953: 24 nota 12; MAC BAN 1975: 404 © Mac Bim 198291; Rasuusstx 2003: 15. 53), verificatasi ne 198 . C * È il caso del verificarsi, nel 202 a. C., di un successivo sprofondament del terno con la reazione i grandi caveme, fenomeno al quale si scompagnò ia quest ivetaza rimini, καὶ proftndo di ace ni alberi (Liv. XXX, 38, 8 (WaT Sex 1986: 40) “e. era ingentis co seris conceit arboresue in profundu hausta”.Ricorto da Casse 1958: 24 nta 12; Mac Baw 1975: 404 e Mac BA 1982. 90, Rasuussen 2003: 72 n, 5L. Sulla consttazione ch la documentazione su remoti desumibile dall fonti letorars d epigrafche si ferisce, “rane pochi episodi”, a cit vd. le considerazioni di TRAD 1985: 87873, special ment 872. “Liv, ΧΧΧΠ, 110-11 (Brusco 1991: 67: Miao 2008: 3, 64.65ad

16jf Buscos 1973: 168 Ricordo da MAC BAIN 1975: 04 e Mac BAN 1982:91, Jourmor 1986: 31; Conta: 1990: 138. 3 Sic Aug. 94,2 (AL ouo 1954: 138). 2750 problemavd. Mac BAIN 1975: 2021, 22. 10 2" Obsog, 36,56 (ROSSEACK 1910: 163) "Priverni terra septem iuge rur spatio in caverna esed" Ricoratoda Mac BAW 1975: 415; Mac Bam 1982:97: cfr Guposoni 1989: 58. se Larre 1960: 128-27 n. 38. "CIL XIV, 2458: —— Pieroex decreto XXX virum | sacellum Semoni Sanco de sua | pecuna feci "^ Pagano 19884: 211-212 per l'afisco, al di soto del quale è Viserizione Ad Sancum, con al cento la figura di divinità, avvolta in un'ampia toga bianca, il volt barato, la front cita da una corona di foglie, a mano sx. che sostiene una lunga verga, la mano d che reca una “gente. "Set Aug. 1 (ALOUD 1954: 64)

MONUMENTI In Urbe.

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costituiscono un importante terminus ante quem sulla vita dell'edificio ma, in una ottica meno particolare, rimandando ad un impegno finanziario di non poco conto, sembra testimoniare una estrema vitalità del centro ancora nella seconda metà del IV secolo. Nessun elemento decisivo apporta, invece, alla discussa e comunque, sulla base della documentazione disponibile, ipotetica data della sua costruzione, dal momento che il verustatem all'inizio della r. 3, con il quale si giustificherebbe la rovina della costruzione, risulta troppo generico. Ali'esistenza di una basilica sembra facciano riferimento due iscrizioni rinvenute nella seconda metà del Settecento nell’area della Cattedrale di S. Clemente, ma irreperibili nel 1977: tuttavia se nel caso di CIL X, 6588 (n. 561, 84), nonostante la frammentarietà del testo, il "basi" alla r. 3 può agevolmente essere letto con basillicam)**, maggiori incertezze sembrano sussistere per CIL X, 6583 (n. 561, 85) dove, in maniera senza dubbio meno esplicita della precedente, si ricorda il restauro di porte (adir[um —fori [—l/valvlas — 1°. Per quanto riguarda la prima, costituita da 2 fr., secondo l'edizione del Mommsen?" l’espressione [— ]o ad basi(li, come indica la preposizione ad che precede basili cam, non deve ritenersi l'opera realizzata dal [—]s M. lius), magistrato il cui nome compare alla r. 1, ma piuttosto, presumibilmente, un'indicazione topografica funzionale alla puntuale comprensione dell'intervento. Quanto all'opera, forse l’unico elemento per ipotizzarne, almeno, il tipo, può desumersi, solo in maniera ipotetica, dall'utilizzo del gerundio di facio nell'accusativo femminile singolare, il che sembrerebbe alludere ad una struttura appunto il cui nome è femminile, almeno generalmente utilizzato al singolare. A tale proposito, seppur con la cautela che un'ipotesi di questo t po necessita, escludendo quindi attribuzioni puntuali, considerando da un lato, tra le diverse tipologie architettoniche più frequentemente attestate nella documentazione epigrafica ri guardante interventi alle opere pubbliche, quelle con i requisiti predetti e dall’altro il luogo del rinvenimento dell'iscrizione (“in un muro di una casa nella piazza di S. Giacomo verso il Matano" a detta del Carloni che ne attribuisce la scoperta, nel 1784, al Lanzie, rispetto alla topografia, nei pressi almeno del tempio di S. Clemente, a breve distanza dal foro e a non eccessiva distanza dall'ingresso in città della viabilità da sud), non escluderei potesse trattarsi di un'opera in qualche modo legata alla topografia della zona (via? nel qual caso per l'integrazione alla. 2 si può pensare a [stern]undam [cu-

ravit? -averunt?}"" portam?, porticus?). Relativamente al magistrato o ai magistrati che intrapresero l’opera -presumi bilmente i duoviri attestati in CIL X, 6576 (n. 561, 27), 6555 (n. 561, 46), 6580/1 (n. 561, 85), ne rimane ignoto sia il numero, mancando oltre al riferimento ai loro nomi anche parte del verbo che ne esprimeva il tipo di intervento, che il rango: tuttavia proprio l'espressione alla r 2, integrabile in Vaciu]ndam [curavit? -averunt?], con l'utilizzo anche di facio nella sua forma arcaica, sembrerebbe permettere un riferimento all’età repubblicana, forse alla sua fase più tarda”. Per quanto riguarda l’altra iscrizione (CIL X, 6583), ormai irreperibile, se ne conosce il luogo del rinvenimento, anch'esso prossimo alla cattedrale di S. Clemente e quindi il testo, attraverso l'edizione del CIL (n. 561, 85)-, mancante come noto di parte del lato dx. e di quello inferiore, al di sotto della r. 5 e quella, sostanzialmente analoga, del Cressedi”©. Ora a parte le rr. 3-5, dalle quali si può riproporre il generico riferimento alla basilica, proposto dal Cressedi e le difficoltà connesse alla lettura della τ. 2, per la quale è forse possibile pensare ad un errore di lettura, alla r. | rimangono, come visto, l'iniziale del praenomen e le prime due lettere del nomen (C. Ful). L'esiguità del testo conservato, evidentemente riferibile al nome del magistrato (o a quello del primo dei magistrati) che dovette provvedere alla realizzazione dell’opera, lascia spazio ad un'ampia gamma dî possibilità,dal momento che numerosi appaiono i gentilizi inizianti con Fu (che tuttaVia diminuiscono prendendo in considerazione soltanto quelli che abbiano il praenomen Caius). All’interno di questi richiamando le attestazioni epigrafiche note prima in area prossima e poi in ambito geografico più esteso, limitato in ogni caso a quello italiano”, è forse possibile desumere qualche indicazione almeno sulla distribuzione delle diverse gentes. Vanno presumibilmente scartati: i Fuficulenii, presenti raramente a Roma e soltanto con il praenomen Q."", nel Latium Vetus esclusivamente con le due Fuficulena Tyche in un'iscrizione da Tibur"? e con il Q. Fuficulenius Sle]cundus da Ostia” e mai sia nel Latium adiectum che in Campania; i Fulfidii, presenti esclusivamente in numero ridotto a Roma e soltanto con il praenomen P7"; i Fulfennii?", così come i Fulgidii?™, sporadicamente presenti a Roma mai sia nel Lazio che in Campania; i Funisulani rarissimamente presenti a Roma?” con praenomina L. e P., noti nel Latium Vetus con il L. Funisu(lanus) Vettonianus su fistula aquaria da Fidenae”" e in Campania con il L. Funisulanus Peplus e la Funisulana Helpis 1. in un'iscrizione funeraria da Ischia”.

^ JourrRov 1986: 374 nota 24,1 inserisce ra gli esempi laziali non dtt. = JourrROY 1986: 339,1 inserisce ta asi non datati. 2" Cls Cariati 1823: S8 n. XX: ----/ [olsM E[-1/ Ii dam -MEIoadbasit--3 1-3 CagLONI 1785: xit nota I cfr CARDINAL 1823: 58 n. XX 7 Cle, ad esempio, CILX, 6468 da Seria, nella quale L. Pomponius L. fL Annianus viam de sua pecunia sternund(am) curavit. Non di rado inrifer ‘mento a via ὃ comunque utilizzato facere (ad esempio, CIL X, 3726 da Volrurnun). 7" CEREILLAC GERVASONI 1991: 200-203 peril frequente utilizzodi coerare (coerare) associato a facere. πὸ Cuesse 1953: 122 n. 90: C. Fu ρ΄ / adittum)) fori .. 1 valvas] τῷ Ho escluso le attestazioni dalle provincie (ftt eccezione per quelle da Del) in considerazione dl fatto che ese si riferiscono generalmente ad

un arco cronologico almeno di prima età imperiale, posteriore a quello pre supposto per l'iscrizione velitema. 5» CIL VI, 18619 (0. Fuftculenus Dignus,Q. Fuficulenus Herma); 975 1V, 18 (0. Fuficulenus.f Epagathus) 18621 (Q. Fificulenus Meliolr] vel Mello]; 18620 (Q. Fificelenus Peculiaris, Q. Fuficelenus Pergamus): 7494 (Q. Fuficulenus Sabinus, Q. Fuficulenus Trophimus) 26403 (Fuficulena Q.1 Prima, 7" CIL XIV, 3772. 7" CILXIV 4586, I, 11 7 CIL VI, 38389 (P. Fufius P. L Antiochus,P. FulfidisP. f. Rus). >» CILVI, 18640(L. Fulfennius Buccio) 2» CILVI, 39496 (Fulgidius) P"CIL VI, 29703 ter (..] Funisulanals —]: 16403 (L. Funisulanus. Eperastus) 38394 a (P. (F]unisullanus Feli. >" CIL XIV, 4016, ^"CILX, 6801. 145

Attestazioni sporadiche, distribuite in ambiti territoriali abbastanza ristretti, sempre extra Latium, offrono: i C. Fulii con il C. Fulius in una iscrizione da Mevania della prima metà del I secolo d. CJ", il C. Ful0 su tegole da Ariminum®"; i C. Fullii, con il C. Fulllius —] uno dei IIllviri iure dicundo che dedicano una base alla dea Mefitis dal santuario di Rossano di Vaglio, nei pressi di Potenza?" i C. Fuluinii, con il C. Fuluiinius Bassus datato al I secolo d. C. da Reate"*; i C. Furficii, con il C. Furficius Q. f. su un'iscrizione frammentaria dall'ager di Luna""; i C. Furfanii, invece noti a Roma conC. Furfanius Fortunatus"* e C. Furfanius Pudens"", con il C. Furfanius C. f. Hor. Postumus in un'iscrizione funeraria da Spoletium", oltre al presunto spoletino T. Furfanius Postumus"", q. verso il 51, roc. Sic. 50-49,pr. 46, procos. Siciliae 45 a. C.;i C. Fuulii, con il C. Fuu[lius] in un'iscrizione frammentaria da Spoletium™, forse lo stesso C. Fuulius C. 1. Statius che compare tra i magistri quinquennales cittadini che curavere Minervae?"; i C. Fullonii, appartenenti ad una gens documentata anche a Pompei”, che conta poche attestazioni a Roma tra le quali è un C. Fullonius C. 1. Nicephorus"? Ignoti nell'ambito della I regio, fatta eccezione per il C. Fullonius Tertius che compare nell'elenco dei dendrophori del 251 d. C. da Cuma’, sono altrove conosciuti: con il C. Fullonius C. 1. Faustus", Vivir Augustalis ΠῚ e il C. Fullonius Servandus"? ricordati in due iscrizioni funerarie a Spoletium, i due aediles, C. Fullonius C. fil. Lem. Verecunduse C. FulloniusC. fil. Lem. Priscus che compaiono insieme a C. Fullonius Honoratus, augustalis, in un'iscri zione funeraria dall’agro sentinate””; i C. Fulmonii"", con il C. Fulmonius C. 1. Antiochus" e il C. Fulmonius C. 1 Metrophanes™, oltre al M. Fulmonlius —1"", da Capua; i

C. Furvii, gens attestata anche a Mileto alla finc della prima metà del I secoloa. C., con il C. FurviusA[-— in un'iscrizione frammentaria da Peltuinunr""; infine, i C. Fouscii con il C. Fouscius C. f. Balbus in un'iscrizione funeraria da Gemona™. Un discorso parte va fatto per i C. Fulcinii, ramo di una gens forse imparentata con i Marii di Arpino?", rappresentato anche a Roma”, che accanto a personaggi locali, forse, di poco risalto”, ne annovera di più rilevanti come: il C. C. Fulcinius M. f. Qui. Optatus", flamen augustalis, Vivir quinquennalis, pontifex, Tvir, augur, aedilis, quaestor qui inruplti]one Baquatoium collJoniam tuitus est c soprattutto il figlio, il C. Fulcinius Fabius Maximus Optatus", clarissimus. vir, quaestorius, tribunus plebis, praetor, legatus (proconsulis) provinciae Baeticae, patronus rei publicae. Ganugitanorum; il tarquiniese C. F[ullcinius trio®®, praetor peregrinus a. 24 d. C. ricordato nei Fasti Arvali*®, fratello del L. Fulcinius trio, cos. suff. a. 31 d. C."*. ‘Un numero più cospicuo di rappresentanti e, soprattutto una presenza, seppure non omogenea, sul territorio laziale, oltre che, spesso, importanti, personaggi romani, hanno i Futii i C. Fundanii, i C. Fufii, i C. Fufici, i Fufidii, i Fulvii, i Fundilii,i Furii,i Furnii C. Furnii, ramo della gens che compare sporadicamente a Roma dove comunque esso risulta il più attestato”, sono noti con ilC. Furnius?*nel 309 a. C., C. Furnius®®, all'inizio della carriera tribunus plebisa. 50 a. C."* il figlio, il C. Furnius®® cos. a. 17 a. C. che compare anche nei ludi saeculari di Augusto, a Roma"* e su tegole al Museo di Bologna"; C. Futii, oltre che raramente a Roma, dove in ogni caso risultano tra i rami della gens originaria di Cassino” quelli più attestati®®, sono noti con il C. Futius C.

7" Morena Catan, PICUT 1987: 380 n.3, 38 tv. 1, 385 tv 3 fig. 1: AE 1988: 125 n. 506. 7 CIL XI, 6689, 109 1 LENEUNE 1972: 399.402; AE 1974: 69 n. 297 πῶ Stagioni 2000: 117 n.35; AE 2000: 174 n.452. CHL XI, 1372. πασχα VI, 18739. "CL VI, 1057, IV, 91; 1058, VII, 36. CL XI, 4869. RE 7: 307 sx Fufanius; GAGGIOTTI, SENSI 1982: 261. ==CILXI, 4808. 7"CILXL 4771 ?"CILX, 8071, 7 (Fullonia Pollina) 7» CIL VI, 7209. 7" CILX, 3699. 7" CILXL 4797. me GIL XI, 4769. 2» CILXI, 5754. 7» D'ISANTO 1993: 133-134 n. 16. 7" CILX, 4188, 2a CILX, 4149. = CILE 687. 70 Harzrezp 1919: 104 nota 2,391 (Γάιος dpSriac Mardroc, 532. C). 2° CILIX, 3468, 7*CILV 1818. >" Licornari 1982: 20-21, 5, a proposito della Fucina, “forse imparentata con i Fulcini di Tarquinia”, madredi C. Marius C. f. C. n. cos. aa. 107, 104-100, 86. ‘Con il C. Fulcinius Dexter (CIL VI, 21359), il C. Fulcinius Heliopus (CIL VI, 14105), C. Fulcinius C. 1. Hermeros (CIL VI, 9211) eit C. Fulcinius C.1 Tertius (CIL VI, 18638).

7"IL C. Fulciius C. I Eros in un monumento sopolcrale di età augutea, da Ciciliano (BERN BRizio 1969-70: 142; AE 1972: 50n. 160) forse il C. Fulcini(us) su operculun di un sepolcro nell'agedi Perusia (CIL XI, 2000), i C. Fulilinlius [--Ὁ] in un'iscrizione funeraria da Amiternum (CIL. 1X, 4236). 7"CIL VIII 9663-11 S, 6882. Sul personaggio vd. PIR II: 207n. 514. 7 CIL VIII, 21451. Sul personaggio vd. PIRII 90.91 n. 347 a: RET: 2120. 5: PIR IE 207n. 514; Le Guay 1982: 777. SPIRII: 91 n. 349 con erronea identificazione delL. Fulcinius rio conC. Fulcinius Trio; RE 7: 212 n. 7; PIR I: 208n. 516; Tosetti 1982: 282,294, 294. "CLIE TI. P*CIL X, 1233=ILS, 6124; XIV, 4533. Sul personaggio vd. PIR ΠῚ 2081. 517. 7CIL VI, 18823 (C. Furnius Crest) 36134 (C. Furnius Gallus); 19903 (C. Furnius Pancarpus 1); ote a 24343a (Furnia C. 1. Galatea); 33574 (Purnia C. l.Sympherusa) 7" Dion Hal. ΧΙ, 53,1 (KIESSERLING, PROU 1886: 678). PORET: 375-377 n.3. Pe Cic. Ar. 5,21; 18,3; 6,1 fam. 8, 10,3; 1,2, 15,14,5. 7"P®CIL PIRIl:VI, 232-233 n. 591. 32323=ILS, 5050; CIL VI, 32324; AE 1988: 10-11 2.2021 7" CIL XL 6669, 289. 7 AE 1984: 60 n. 228 adn. 7" CIL VI, 38399 (C. Futius Auctus, 37610 (C. Futius Chresimus Ly 30599 (C. FuriusC. . Diodorus); 37842 (C. Futius Hyacintus) 18830 (C. Futius Onesimus L); 37844 (C. Furius C. l. Philargyrus) oltre a 37842 Futia C. 1. Philura); AE 1909; 23 nn. 95 (C. FuriusC. . Philargyrus), 96 C. Futius Hyacynus e Futa C. I Philura) dalle pari di Porta Pia.

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f. praefectus) casinatium?*, il C. Fuwius C. L Philocomus?* e il C. Futius C. f. Successus"* da Casinum, C. Futius Onirus, iterum Il, vir item da Crotone””, ai quali devono aggiungersi forse il C.? Furius Longus, procos Achaiae sotto Augusto”. Per quanto riguarda i C. Fundanii, gens?" che in ambito laziale sembra avere legami di parentela con gli Aelii Lamiae di Formia”, sono noti, oltre a quelli romani” (tra cui si segnalano innanzitutto il C. Fundanius C. f. Q. n. Fundulus, cos. a. 243°, il C. FundaniusC. f. quaest. a. 101 a. C. noto da una serie di monete?" il C. Fundanius C. f., padre di Varrone™, difeso da Cicerone, tribuno della plebe aa. 72-68 a. C. e curator viarum? e forse il medesimo personaggio senatorea. 81 a. C.™, il C. Fun{dalnius Epictetus in un'iscrizione dal cimitero di Bassilla ad Hermetem?*): C. Fundanius Celsus”® che compare insieme a C. Fundanius Tyrannus in un'iscrizione da Tarracina, il C. Fundanius Fortis da Ostia, il C. Fundanius Saturninus datato alla seconda metà del II secolo d. C. da Nomentum?”, il C. Fundanius che compare nella lista di dodici magistrati locali, datata all'epoca repubblicana, da Minturnae?", il C. Fundanus Amarantus, della fine del I secolo d. C., da Nerola”, il C. Fundanius Eucharistus, claudialis, in un'iscrizione funeraria dall'ager di Regium Lepidum?™ Invece C. Fufî, la cui origo primitivaè presunibil mente localizzabile nel Piceno, ad Urbs Salvia?" anche se ne sono note importanti ramificazioni alla fine dell'età repubblicana in Campania?" e a Cales (Fufii Caleni e Fifii Gemini)", sononoti a Roma”, oltre che con C. Fufius Q. f. C. n. Calenus, cos. a.

47 a. C77, con il C. Fufius, il C. Fufius Geminus figlio del Fifius Geminus legatus Caesaris", cos. suff. a.2.a.C™®e con il C. Fufius Geminus figlio cos. a. 29 d. C7. A questi possono. poi aggiungersi: il C. Fufius Cita, cavaliere romano a seguito di Cesare in Gallia ricordato a proposito della sollevazione di Cenabum del 52 a. C?" il C. Fufius lunius Tadius Mefitanus, frater Arvalis aa. 78,80, 81 e magister collegii a. 81, presumibilmente il C. Fufius, cos. suf insieme a Cn. Minucius forse tra LAT eil S87". Ancora con il C. Fufius C. I Theotimus che comparc insieme afamiliari membri della stessa gens in una iscrizione funeraria datata all fine del I secolo a. C. da Tarracina"",ai quali vanno aggiunti C. [Flulflius Diogenes lib(ertus) patlronae) da Surrentum:"*, il C. Fufius C. I. Liberalis che compare nella lista della confraternita degli Augustales di Ercolano™ il C. Fufius [—] in un'iscrizione funeraria da Beneventun"" il C. Fufius Geminis, VIT vir epul(onun), q(uaestor) Tiberii) Claesars) augusti, tribunus) plüebis) deslignat(us), patr(onus) col(oniae) di Urbisaglia, cos. a. 29 d. C.?*, liberto delC. Fufius Geminus pater o del C. Fufius Geminusfilius?", ἢ C. Fufius Laifris dall'ager di Cupra Maritima™, il C. Fufius Gemini |. Polliticus —F” che dedica una iscrizione alle Nymphae Geminae a Urbisaglia”. IC. Fuficii, appartenenti ad un ramo della gens, ben attestata in Campania?" che ricorre a Roma solo in sporadiche circostanze™, a differenza ad esempio degli A.” e dei L.?, dei M.?" e dei T2™, attestato in Campania, ad Acerrae, fre. quentemente nella Cirteenne c specialmente a Thibilis in Numidia, sono noti con il C. Fufeicius C. 1. Auctor da Ostia", il C. Fuficius C. 1. Bir{hlus da Tibur™, il C.

2 CILX, 5193-5194. ‘CILX, 5239. 7*CILX, 5240, ?"CILX, 107-108. 2 CAMODECA 1982a: 11; CAMoDECA 1984: 2198, specialmente nota 34: AE 1984: 60 n.228, 7 D'ISANTO 1993: 1351. 148 proposito ella documentazione capuana. 7 LicoRDARI 1982: 52. 27V CIL VI, 18727 (C. Fundanius); 200, V, 38 (C. Fundanius Casts), 18720 (C. Fundanius Eros); 18721 (C. Fundanius Firminus e C. Fundonius Hermes); 31526311, 8 (C. Fundanius C. . Nedunus), 18722 (C. Fundanius Nicephorus, 18723 (C. Fundanius C. e G. Philodespona), 18724 (C. FundaniusC. f. ufus 2467 (C. Fundanius Sabinus; 18725 (C. Fundanius Socrates) T" RE 7:292-293 n.5. 7" RE 7:291 n.1; DAVID 1973: 272 sopratutto nota 129. PRET: 291-292 n Ι. PSCILI, 593=VI, 1299=VI, 31590; RE7: 291-292n. 1; Davo 1973: 271-273 per l'idenficazione del tribuno della plebe con l'amico di Cicerone; AE 1973: Gn. 4. Oars 1905: 17,n, 441 1,21; BROUGHTON 1952: 491. 7" CARLETTI 1970: 209n. Tl; AE 1972: 19 n. 49. 7" CILX, 6331= 8397. > CILXIV, 1075, © Pata 1976: 33-34, 1, 88: AE 1976: 31 n.113. PAGANO 1988: 821-822:AE 1988: 64.65 n.229 77 Magi 1983: 80-81, 57; AE 1987: 65-660. 225, 7"CILXL 959. am AE 1982: 64 n.237 adn ° Sui Fufi capuani vd. D'isavro 1993: 133 n. 145 con attestazioni. τιν εβειχας GERVASONI 1982: 6465,69, 74. #m CIL VI, 18624 (C. Fufius C. 1 Castor): 1088, V, 54 (C. Fufus Felix; 18627 (C. Fufius Probus); 9547 (C. Fufius Zmaragdus); ma anche 18591 (FifaC. Í Arethusa). "RET: 204-207n. IL

77 PIRIE 90n. 344; RE 7: 208n. 13; PIR I: 206 n. 509, °CIL VI, 36809-ILS, 9250. Sul personaggiovd. RE 7:208n. 14; PIR TII 206n. $10; Ceen.ac Genvasowt 1982: 74, 90. 7 CIL V, 5832=IL8, 2338; VI, 10293=ILS, 7918. Sul person PIR I 905. 345; RE 7: 208-210n. 15; PIR Ik: 206-207n. $11; CebratLAC. Genvasont 1982: 74, 90. PERE: 207-208 n. 12. 25 PIR ΠΙ: 901. 346, 7 AE 1919: 22 n. SI; PIR Hl: 206 n. 508. 7" Lonco 1999: 113n. 9; inde AE 2001: 240 n. 757 P*CILX, 751 7" GUADAGNO 1977: 117 indeAE 1978: 40-41 n. 119c). 7"CILIX, 1972. 7H Tac. Ann. V, 2; Suet Tb. 51. 7^CIL IX, 5815 integrata sulla base di un nuovo fr edito in: Animator 1955 (C. Fufius Gleminus) inde AE 1958: 16 n.44: Gasrenist 1982; AE 1982: 64 n.237. 7" PIR I: 207n 511 7"CILIX, 5319. 7" Gasperi 1982: 294, 296-297, 298-302; inde AE 1982: 64 n. 238. 7" CIL IX, 5744, che contra GASPERDA 1982: 294 suggerisce prove niente da Urbisaglia 7" CasmREN 1975: 169 n. 173; D'ISANTO 1993: 133 n. 148 perla docu mentazione capuana. 7"CIL VI, 7493 a. b (C. Fuficius Clitomafchu]s in a, Clthom]achus in b); 1058 II, 38 (C. Fuficius Fronto); ma anche 21025 (Fuficia C. I. Helena) © 18616 (FuficiaC. 1. Nynphey forse AE 1931: 29 n. 90(C. Fuficis C. . Qui. Cerialis proveniente da Roma o dintomi e inclusa ta le iscrizioni dell collezione dell’ Accademia americana in Roma. 7 CIL VI, 23429; 18603; 12618; 9618. 1 CIL VI, 18601; 18607: 18601; 975. 7» CIL VI, 18600; 1324; 1057 IN, 98; 9270; 7943, 7" CIL VI, 10240: 18605; 18606; 200 VIL, 50; 200 VII, 41 147

Fuficius C. f. Fal. Fango?", presumibilmente aed(ilis) da Acerra?*, omonimo del governatore dell’Africa nova nel 42-41 a. C al quale può riferirsi, presumibilmente, anche il Fundus Fangonianus nell ager di Sarsina’™, il C. Fuficius Valens che compare su un sarcofago a Caesena"", il C. Fuficius C. 1. Genialus, VIllvir augustalis in un'iscrizione funeraria da Falerio®, il C. Fuficius Amandus in un'iscrizione donum dedit da Sulmona”, il C. Fuficius C. 1. Musicus in un'iscrizione funeraria dall'ager amiterninus*". 1 C. Fufidii, gens alla quale appartiene il banchiere Fufidius, il quale prima del 57 a. C. presta una grossa somma di denaro alla città di Apollonia", documentata a partire dal I secolo a. C. ad Arpinum, ma anche nel Sannio e in Campanis?" che a Roma, dove comunque risulta raramente attestata con una preminenza dei L.?", non è presente, sono noti: con il C. Fufidius —], tr. mil. pr. aug. in wn'is zione frammentaria da Trivento?*, i C. Fufidii Attici a Saepinum, soprattutto il C. Fufidius Atticus, v. c. cos. e il C. Fifidius Atticus, v. e*, il C. Fifidius Rufus che compare nella lista dei decurioni pedani canosini del 223 d. C*,il C. Fuflidilus C. f. che insieme a C. Auflidi]us C. f. in qualità di IIifvir quinq(uenrialis) si occupò della (riJcostruzione di un ponte nell'ager beneventanum?®. 1C. Furii, appartengono ad una gens forse originaria di Tusculum, presente in età repubblicana in area campana?” oltre che a Delo®®ed in altri centri del mondo greco?" largamente attestata ἃ Roma"", anche se più raramente con i Caii**, che con i rami dei Furii Medullini, dei Furii Pacilii ed in particolare dei Furii Camilli, nel corso dell'età repubblicana soprattutto con i Lucii ma anche con gli Spurii, i Sextii ed ovviamente i M. (a partire naturalmente da M. Furius Camillus), fornisce numerosi magistrati eponimi^. Sono noti, inoltre: un C. Fourius™; il C. Furius Pacilus cos.

2.251 a. C™ il quale compare accanto a P. Claudio, in quaΜιὰ di edile in un miliario della via Appia da Ponte di Mesa anteriore agli ultimi decenni del III secolo a. CJ il C. Furius nell'iscrizione frammentaria da Cora"; un C. Furius Heros da Isola di Sora®®; un C. Furius C. f. Numida?* da Cales che insieme a M. Veratus C. f. Pollio come Hllvir i4. stratam ad portam summam et in clivis ad portam geminam et intra portam martialem ad angiportam matutae senatus consulto restituendam curaverunt idemque probavere; il C. Four(iosy*' eil C. Four(osM. f?" da un sepolcro dell’ager di Tusculum nel quale sono attestati altri rappresentanti della gens"; il C. Furius Herennius e il C. Furius Herennianus che compaiono nell'elenco dell'ordo corporatorum lenunculariorum ostiense del 192 d. C2 il C. Furius C. f. Aem. Gallu[s —] (ipraelftectus) levis armaturae e il [C. Flurius C. f. M. n. Aem. da Gacta?*; il C. Furius C. [1] Chresimus, Vivir] e il C. Furius [---) Chresimus, Vllvir Augus]talis?” da Isola del Liri; il C. Furius C. I. Rufus in un'iscrizione datata alla fine della repubblica o all'inizio dell'impero; il C. Furius, lanarius, in un'iscrizione funeraria datata al I secolo a. C2, da Roma"; il C. Furius Tiro c il figlio omonimo, datati al I secolo d. C., da Carsulae®®; il C. Furius C. f. Clu. Tyrus, scr. q. Vll vir quinq. tert. pontif; il C. Furius C. f. Clu. Tyrus, f. ΠῚ vir quing. praef. fabr. pontifex, praef. zzata ‘equit, ricordati in un'iscrizione riutili ad Aquasparta™'; il C. Furius [--] su un'iscrizione funeraria dai dintorni di Ariminum?" il C. Furius Octavianus®® che compare nella lista dei decurioni patroni canosini del 223 d. C.™*. A questi possono inoltre aggiungersi almeno: il C. Furius Pacilus, forse figlio di C. Furius Pacilus Fusus e cos. ἃ. 342 a. C. con Q. Fabius Ambustus®®; il C. Furius Pacilus Fusus?* cos. a 313 a. C. insieme a M. Papirius Crassus"? e censor a. 319 a. C. con M. Geganius Macerinus"* il C.

© RE 7: 200n. 5; CaBEILLAC GERVASONI 1982: 64, 69 73 = CILX, 3758. = Duruts 1998,in particolare 278-279; AE 1998: 624-625 n. 1588. P CULT, 2123-XI, 6528-ILS, TB46=ILLRP,662; Sus 1969, = CLLX, 564. 2 CILIX, 5446. =» CILIX 3074. P" CILIX, 4380. PV Harare. 1919: 54-55 in particolare nota6. = RET: 2005. v. Fufidius, CasTREN 1975: 169 n. 174 perla probabile origine apinate della gens; Licorpara 1982: 14, 20, 53; D'Isanro 1993; 133 n. 144 a CIL VI, 21087; 1652, 360; 32638 a, 34; 17416. *CILIX, 2594. P" CIL IX, 2450-2453. Sul personaggio vd. PIR Il: 205 n, 503. a CIL IX, 2450.Sul personaggiovd. PIR Il: 204n. 502. a CHL IX, 338, 41. =" CHL IX, 2121. a» D'Tsanto 1993: 1 -136 n. 149 con raccolta di attestazioni capua> Harzrkcb 1912: 37. = Harare 1919: 59 nota 2 (A. Furius da Samotracia, metà del I sec 2. C), 117 ot 8 (Γαίος Φούριος Γαίου υἱός, e [---μοσ Φούριος Γαίου, Pergamo, sec. a. C), 392. ARE 7: 315 ον. Furius; CASTRÉN 1975: 170 n. 178; LicorpaRi 1982:49, 54 2 CIL VI, 18749 (C. Furius Archelaus); 22770 (C. Furius Atimetus); 6095 (C. Furius G. 1 Eros); 200 I, 63 (C. Furius Eutychus); 14978 (C. Furius C. 1. Feustus), 18763 (C. Furius Felis; 18775 (C. Furius Onesimus); 21495 (C. [Flavius (Flurius Pan(Jaene(tus), 22710 (C.

Furius Sabinus 1). A questi possono inoltre aggiurgesi: CIL VI, 14978 (FuriaC. 1. Condicio 18747 (Furia C.1 Secunda). "^C. Furius Pacilus Fusus, cos. 313, tr. mil. 328 e cens. 319; i C. Furius Pacilus,cos.342; 1 C. FuriusC. f. C. n. Pacis, cos. 503. "RET: 3160.9. BRET: 359 n. 75. = CILE, 21-X, 683 ILLRP 448=ILS, 5801; Cosne.ut 19882: 37. s" CILX, 6514. = CILX, 5696. 20 IL X, 4650. =" CIL XIV, 2701. s» CIL XIV, 2702. = CILXIV, 2700, 2703-2707 sui quali vd. Vari 2005: 368-369. 838, 20 CIL XIV, 251. 7» CIL X, 6098; Gasra 1995: 12-4 n. 2; AE 1995: 96 n. 276. = EE VIII: 610; Sou 1981: 62-63; AE 1981:51 n. 205. 2 Gunwern 1973: 479; AE 1973: 51 n. 191 7" Berna Brizio 1971: 781 n.6; AE 1971:22.23 n. 49. 2 nica1991: 261-262 n. 25; AE 1991: 39 n.102. PH CILXLAST2 alla quale va presumibilmente riferita iscrizione frammentaria da Carsulae in BRUSCHETT! 2000: 264n.3; AE 2000: 204 n. 530. P^ CIL XI, 4572. P^ CILXL 467. 9 RE 7: 358-359 n.73; PIR I: 227-228 n. 580. 2 CILIX,338, 1,12. » Liv. IV, 52, 1 (Banzer, Bares 19542: 84) RET: 350 n. 76 e Liv. IV, 12, 1 (Baxter, BAYER 19542: 2, nota 1 perla lettura del cognomen Pacilus / Paculus) Liv. IV, 22, 7 (BAILLET, Bavex 1954: 38); cfr anche: Liv IV, 24,

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Furius Aculeo®”, questore di L. Scipione, processato e condannato nel 187 a. C.?*; il C. Furius®", duumvir navalis che nel corso della guerra in Istria, nel 174 a. C. ebbe l’incarico di sorvegliare le coste adriatiche da Ancona ad Aquileia? e che successivamente, nel 170 a. C. Livio ricorda come legato di stanza nell'isola di Issa a comando di due flotte di locali inviato a Brindisi?" IC. Fulvii, che al pari dei C. Furii con i quali sono documentati legami, appartengono ad una gens tuscolana" (presente a Delo nel corso dell’età repubblicana”) che a partire dalla metà del IV secolo risulta presente a Roma, con un numero cospicuo di personaggi" anche se in numero nettamente inferiore a quello dei Q. e dei M. Fulvii. Tra i persomaggi che raggiunsero cariche pubbliche ricordo: il C. Fulvius", quaestor a. 218 0 217 a. C. insieme a L. Lucretius, ricordato da Livio nelle vicende successive all'arrivo di Annibale presso i Liguri dopo la battaglia nei pressi di Piacenza il C. Fulvius Curvus®”, aedilis plebis a. 296 ἃ. C. insieme a L. Aelius Paetus, i quali allestirono dei giochi e posero piatti d'oro nel tempio di Cerere?*; il C. Fulvius Flaccus?* legato a Capua nel 211 a. C. e nel 209 a. C^ incaricato di condurre in Etruria il vecchio esercito urbano e di ricondurre a Roma le legioni che erano in Etruria™ il fratello, C. Fulvius Flaccus", cos. a. 134 a. C. insieme a P. Scipio Aemilianus. Tn ambito laziale sono noti: il C. Fulvius C. Iucundus in. un'iscrizione funeraria dall’ager di Collatia"*; C. Fulviuls -]e il C. Fulvius CL", il C. Fulvius Salvis aruspice (haruspexs) dall’area del tempio di Ercole, datato ai primi decenni del I secolo a. C? a Ostia; il C. Fulbius Successus da Tibur™; il (C. F]ulvius C. f. Ser. S{—-, [prolcos. II, pr. ex auci[oritate Ti. Calesaris Augulsti --] da Nomentum™, ai quali vanno aggiunti i C. Fulvii Lunensi, padre e figlio, in

un'iscrizione funeraria a Nepi”, il C. Ful(vius) Eutychu(s) in un'iscrizione dall'ager di Pisa?" il C. Fulvilus] Ero[s] di provenienza locale, nella collezione di Villa Luzi a Votalarca, Treia®"; il C. Fulvius C. f. Lem. in un'iscrizione funeraria da Ancona?"; il C. Fulvius C. f. Clu. riportato su un sarcofago nell’ ager di Carsulae": il C. Fulvius Satyrus che compare nella lista dei decurioni viralicii canosini del 223 C7", il C. Fulvius Hermae lib. Epitynchanus che offre una dedica a Traiano nel 108 d. C., a Brundisiunr*", il C. Fulvius C. l. Tarcussa che compare insieme ai figli C. Fulvius Fidelis e C. Fulvius Pacatus e la moglie FulviaC. 1. Epicharus in un monumento funerario da Haste*"; il C. Fulvius C. 1. Philologus, mag. Minervalis, in un'iscrizione da Vadergate®"; il C. Fulvius C. f. Ouf. Saeclus in un'iscrizione funeraria da Milano””; il C. Fulvius S. f. che compare insieme ad altri personaggi come magistri in un'iscrizione dall'ager di Concordis*; il C. Fulvius Agathon in un'iscrizione funeraria da Aquileia”; il C. Ful(vius) Arpecio in un'iscrizione funeraria da Gemona®°: il C. Fulvius Dionysius in un'iscrizione sepolcrale da Padova", soprattutto il C. Fulviu[s — us}, tribunus militum (laticlavius) legionis IX. Hispaniae, quaestor pro praetore, [aedilis?] plebis) Cler(ealis)?}, legatus pro praetore (proconsuli iterum), praefectus frumenti dandi ex senatus consulto, [praetor], proconsul posuit (signum) Concordiae pro salute imperatoris Tiberii © il C. Fulvius C. f. Quirin. Plautianus™*, praef. praet. ricordato in numerose iscrizioni sia in Italia (Padova?*, Luna’, Ostia)che in Africa (Leptis Magna in Tripolitania?) in Gallia, in Grecia e in Asia; il C. Fulvius C. f. Voltt.] Lupus Servilian[us]"*, adlectus inter praetores da Vespasiano, praefectus alae longiniae, IllIvir ad aerarium, pontifex, praefectus vigilum, in un'iscrizione Nimes; il C. Fulvius Plautus Hortensianus®", figlio di C. Fulvius

9 (Bauer, Bares 19542: 40-41); Liv. IX, 33, 7-9 e 34, 9 (Hex 1994: 428, 435). "20 RE 7: 3182. 3l; ADAM 1982: 199.8. 2» Liv. XXXVI, 55, 4-6 (ADAM 1982: 89). = RE7:316n. 10. = Liv XLI, 1,24 GAL 1971: 2). jv. XLI, 9, 5 AL 1976: 13). 3 RE 7:229s v. Fulvius; CASTREN 1975: 169 n. 15; LicoRDARE 1982: 49,53. = CL II, 14203,1=P, 2240(D. FolviusD. f. © CIL VI, 8595 e 35344 (C. Fulvials]; 251 (C. Fulvius Chryses); 38390 (C. Fulvius Faustus); 6718 (C. Fulvius C. f. Florus pater t fl; 8595 (C. Fulvius Fulianus?); 8595 (C. Fulvins C. f. NL—.]): 25653 (C. Fulvius C. 1. Papus); 2609 (C. Fulvius Patermus), 196 (C. Fulvius Phoebus); 18685 (C. FulviusC. I. Quarto); 3000 (C. Fulvius Rogatianus) C. FulviusC. 1. Barríajes perla cui datazione si oscillatra la prima metà del sec. a.C. (Ricci 1991: 333-334πη. 74-75; AE 1991: S0. 145) e la fine della Repubblica (Sou 1991: 147). A questi possono inoltre aggiungersi: CIL VI, 18691 (Furia C. I Eleuer|.) forse 8595 (FuriaC. If? d: AE 1930: 18 n. 67 (C. Fulvius C. I. Euyches e C. Fulvius Pius) tale iscrizioni del seminario archeclogico-cpigfico dell'Università tedesca di Praga, °° RET: 230n. 10. Liv. XXI, $9, 10 Jat 1988: 75). RET: 236.0, 45 ‘9 Liv. X,23, 13 (Waissensonw 1873: 172) RET: 238 n.52. se Liv. XXVI, 5,8 (Jat 1991: 10-10) so Liv. XXVII,S, 12 Qt 1998: 17) RE 7: 238 n.53. > Quia 1974a: 345 n. 197; Soux 1975: 101; AE 1974: 39 n, 172.

P^ CILXIV, 1074. 2 AB 1941: 20-21 n.67; Cesens.ac 1971:7071 inde AE 1971:31 n.72. CLL XIV, 3798. P" PALA 1976: 70,22; letra in Ecx 1977: 238-240;AE 1976: 32:33. n.12 ; REXV Suppl: 106-107n. 1068) 7» CIL XI, 3230. 7" CIL XI, 6315. P" Für 1987: 153 n. S AE 1991: 161-162n. 614. 7" CILIX, 5905. 7" CIL XI, 7853. = CHL IX, 338,222. CHL IX, 36. = CILV 7573. 2 CIL V.7462. 2 CIL V, 6009, P" CIL V, 1890. 7 CILV, 1222, 20 CILV, 1828, >°CILV, 2957. "CIL VI, 3675 con proposta di integrazione del dedicante C. Fulfilus] Gleminu]s=30856 con nuova lettura: C. Fulviu[s- u5]=3783. Sul personaggio vd. RE 7: 230n. 11; IR I: 209n. 524; LicorDan 1982: 49 contra l'atribuzione del personaggio a Tusculum, PIR I: 218-221n. 554. »® CILV, 2821; ALsotoy 1979. P" CILXI, 1337. 9 AE 1922: 10 n. 34 (C. Fullvius C. f. Quir] Plfautianas c .] socer et [consocer Augg]. DI Vita 1966: 83-84; Consien 1974: 213-218; AE 1973: 185 n. 572. CL XII, 3166; RE 7:259 n.79. 7" PIR II: 221222 n. 555, 149

Plautianus?"; forseil [C.] Fulvius Maximus)” ricordato in i C. Furii, o almeno alcuni loro personaggi, ricoprono cariche un'iscrizione da Narbo, come consule insieme a [M.] politiche anche nelle loro comunità e talora appaiono coinvolti Num(m)îus Alb(inus)™; il C. Fulvius lan(uarius) che com- nella realizzazione di opere pubbliche, come nel caso del C. pare come leg(atus) Aug(usti) pr(o) pr(aetore) in un miliario Furius C. f. Numida?" da Cales che insieme a M. Veratus C. f. lungo la via da Petra a Thorma®®, Pollio come IllIvir i(ure) d(icundo) stratam ad portam sum1C. Fundilii, appartengono ad un ramo di una gens?" at- mam et in clivis ad portam geminam et intra portam martialem testata in numero ridotto a Roma anche se in maniera pre- ad angiportam matutae senatus consulto restituendam curaveponderante proprio con il praenomen Caius*”, tra i quali so- runt idemque probavere, o del C. Furius cos. 251 a. C., che no: il C. Fundilius C. 2 che compare tra i personaggi che compare accanto a P. Claudio, in qualità di edile, in un miliario. in consilio fuerunt nel decreto del 90 a. C. con il quale Cr. della via Appia da Ponte di Mesa anteriore agli ultimi decenni Pompeius Strabo concedeva la cittadinanza romana e confe- del III secolo a. C. e del C. Fuffidijus C. f. che insieme a C. riva donativi militari ad alcuni soldati spagnoli che compoAuflidi]us C. f. in qualità di Ilvir quing. si occupò della (i)conevanola turma Sallvitana™; il C. Fundilius Doctus, para- struzione di un ponte nell'ager beneventamum: il che può certo situs Apollinis ricordato sul plinto di una statua marmorea. giustificarsi nell'adempimento dei compiti istituzionali della dal Nemus Dianae, ad Aricia" al quale rimanda anche la carica svolta, rientrando la realizzazione di opere pubbliche Fundilia C. f. Rufa che compare sul plinto di un'erma mar- pienamente in essa, anche se non può escludersi aprioristicamorea femminile"; a Pompei il C. Fundilius Primio. mente la possibilità che gli interventi richiamati possano anche Pur nell'incertezza dell'integrazione, sembrerebbe plau- indiziare uno specifico interesse delle gentes Riassumendo, la lacuna del nome del magistrato veli sibile che il C. Fu[---] dell'iscrizione veliterna non debba ricercarsi tra le gentes con poche attestazioni, anche se a parte. no non sembrerebbe permettere integrazioni certe (Fulvii? poche eccezioni «il C. Fullfius —] uno dei TIllviri iure di- Furii?), tuttavia tra le varie opzioni possibili, risulta senz'alcundo che dedicano una base alla dea Mefitis dal santuario tro suggestiva l'ipotesi di vedervi un membro di gentes delle di Rossano di Vaglio, nei pressi di Potenza; il C. Fuulius C. quali sono ben attestati personaggi in città vicine: forse con 1. Statius che compare tra i magistri quinquennales cittadini una maggiore possibilità per i Furii di Tusculum, che in molche curavere Minervae, ἃ Spoleto; il C. Fullonius Tertius ti casi risultano impegnati specialmente nel IV secolo a. C. che compare nell'elenco dei dendrophori del 251 d. C. da nelle guerre contro i Volsci, e le cui presenze nell'ambito Cuma; il C. FulloniusC. I. Faustus", Vivir Augustalis TI, a. della vita pubblica arrivano almeno alla prima metà del ΠῚ Spoleto; i due aediles, C. Fullonius C. fil. Lem. Verecundus e secolo d. C., senza potere escludere, ad esempio, i Fulvii, peC. Fullonius C. fil. Lem. Priscus che compaiono insieme a raltro già noti in un'iscrizione velitema (n. 554) o i Fulcinii, C. Fullonius Honoratus, augustalis, în un'iscrizione funera- considerata anche la loro parentela con i Marii presenti anria dall'agro sentinate-, esse appaiono rappresentate da per- ch’essi a Velletri (nn. 561, 85; 8025). sonaggi di scarso rilievo che presumibilmente non hanno riAll'esistenza di un tempio ubicabile sulla base del luogo coperto alcuna carica all’interno delle diverse comunità. del rinvenimento, nell'area della cattedrale di S. Clemente. Ma sono soprattutto i C. Fufidii, i C. Fulvii, i C. Furiî, sen- C*ritrovata ne’ Fondamenti della nuova fabrica del detto za tuttavia escludere anche i C. Fundanii e i C. Fulcinii, a ri- Palazzo scil. dell’Episcopio, a detta del Teoli)"*, sembrerebsultare più interessanti per il nostro discorso, dal momento be rimandare il sacrifici lavationemqueri del testo dell'iscriche attraverso un certo numero di attestazioni mostrano un zione di M. Durmius (n. $61, 112). Se, dunque il riferimento maggior radicamento sul territorio del Latium il quale sembra ad un tempio risulta, come si vede, quanto mai ipotetico, fortrovare una sua giustificazione nei rapporti intrattenuti dalle se qualche elemento più concreto, anche per tentare di inquadiverse gentes con alcune città laziali: per cosi dire "diretti" drrare cronologicamente il documento, pud desumersi per il peri Fufidii, forse originari da Arpino e per i Fulvii e i Furiî, personaggio ricordato. Le attestazioni del cognome Durmits® sono al momendi origine certa da Tusculum; “indiretti” per i Fundanii, con parentele, insieme ai Plautii e i Livii, con gli Aelii Lamiae, for- to abbastanze ridotte e incerto risulta anche il luogo di origise originari di Formia. A queste gentes poi possono, forse, ag- ne (Tusculuni? Campania?)"*. Infatti a parte il M. Durmius giugersi i Fulcinii che insieme agli Juli, Gratidii, Licinii veliterno si hanno: a Roma, il M. Durmius, triumvir monetaCrassii e Lusuii, sono legati da vincoli di parentela con i lis nel 19 a. C2"; in arca extra urbana, il M. Durmius M. 1. Marii, originari di Arpino e presenti anche a Velletri Philodespotus, in un'iscrizione funeraria, di provenieza inAggiungerei ancora che sia i C. Fifidii che i C. Fulvii, che certa™, databile al I secolo d. C. e il M. Durmiuls] e la. 7" ILS, 9004; CIL XIV, 4392. PRET: 263 n. 85 > CILXIL 4324, 7" AE 1897: 45 n. 14, PA Casmén 1975: 170 n. 177 il quale a proposito dell'oigo reatina della gens richiama il L. Fundilius ricordato da Varro, rust. I, 2, 11 (Hruscon 1978: 15). "CIL VI, 37045, 7 (C. Fundili(us) C. f); 4571 (C. Fundilius C. 1 Acutus 200 V, 40 (C. Fundilius Crescens) 2 RET: 204 nL 27 AE 1909: 8-10, specialmente 8, n. 30 inde CIL VI, 37045, 7 7" CILXIV, 4775-15, 5275;RE 10 Suppl: 241. 150

τὸ CILXIV, 4199. n CILXI, 4797. > CILX, 4650. > Tous 1644: X fs, Cnt 1823: 31-3 n. XII, specialmente 3132. P TLL sv. Durmius; Scauize 1991: 160. me WisewaN 1971: 229 n. 159, 268n, 452; PIR II: 66 n. 209; cit. Luconpari 1982: 25,57. 7" PIRTE 30>. 180; RE 5: 1860 ad Durmius 1); IRI: 65-661. 209. 7* CILVI,3, 17079: "Ri in queste due settimane nelli colombarij el: e via Appia, Latina e Salaria” "Sou 2003: I, 810. v. Philodesporus.

Durmila?] in un fr. di iscrizione funeraria riutilizzata nel pavimento della villa Casali"; nel Latium Verus, la Durmia P. 1. Philumina in un'iscrizione da Aricia nella quale compare. come moglie di M. Avonius (M. .] Alexsander?" c soprattutto, il M. Durmius, secondo il Dessau forse il medesimo del monetalis, in un'iscrizione da Tusculum, posta insieme a C. Caelius C. f., presumibilmente a ricordo della realizzazione di un'opera pubblica”; nel Latium Adiectum il C. Ummidius C.f. Ter. Durmius Quadratus, cos. suff.40 d.C."?, capostipi te della gens Ummidia di origine cassinese ricordata da Varrone”"*, con vincoli di parentela o adozione nei confronti dei Durmii, forse patrono del personaggio in CIL VI, 17079; nella VII regio, il M. Durmius P. f. Arn. in un'iscrizione da Tarquinia?^ e il M. Durmius M. 1 Crestus in un'iscrizione funeraria da Polimartium”"*. Ancora, rivolgendosi alle provincie, personaggi della gens sono noti nellAfrica Proconsolare, a Thevestae con il P. Durmius Firmus, sia filius, mil(es) leg(ionis) TIL Aug(ustae), che pater, ver(eranus)" e soprattutto in Numidia, a Cirta, con il [D]urmius Felix, primilpillaris leg(ionis) ΠῚ Cyreneicae, (st\rator in Arabia maioris, nella base posta in onore di [P. Ijulius P. fl. Quir. [Ge]minius Marcianus"; in Spagna, nella Tarra-conensis, forse la [D]urmia [P)usinna nell'iscrizione posta come ex voto a Iovi Depulsori da Bracaria Augusta""; il [. Du)rmius nella dedica frammentaria da Utica a Traiano", Sulla base della documentazione esistente è rilevabile innanzitutto come all'interno della gens accanto a sporadiche attestazione di P., ad Aricia e in Numidia, a Cirta, sia preponderante il ramo dei M. ai quali appartiene il personaggio veliterno, che ricorre infatti sempre a Roma, Tusculum, Tarquinia e Polimartium. Infine, tra i luoghi di culto presumibilmente esistenti in

città, anche se di localizzazione quanto mai generica, dal momento che non se ne conosce neppure il luogo del rinvenimento, deve presupporsi un mitreo, come sembra ipotizzabiJe sulla base della dedica a Mitra (n. 554). Tuttavia anche in considerazione dell'unicità della testimonianza e della sua ti pologia?", soltanto in maniera ipotetica, sulla base della do‘cumentazione sulla divinità e sui luoghi nei quali era praticato il culto in contesti meglio noti (Roma, Ostia”), può presupporsi che anche quello veliterno fosse praticato in un ambiente sotterraneo, forse riutilizzando almeno parzialmente strutture preesistenti, presumibilmente in un settore della città popoloso e fornime un inquadramento cronologico tra la seconda metà del Ie il pieno III secolo d. C. Ancora, ad un luogo di culto dedicato a Serapide sembra rimandare, oltre a, forse, l'iscrizione CIL. XIV, 2413,1, la IGUR XIV, 2412,14 (n. 561, 146); Heperéple] φιλεῖ σε Σέραπίις) una delle rare attestazioni epigrafiche della di tà in ambito laziale™.

Inagro Informazioni su diversi, successivi, riassetti territoriali fornisce il Liber coloniarum, che dopo il giudizio assai negativo del Mommsen, in anni recenti appaiono almeno in parte, rivalutate. La notizia di una deduzione in età gracchiana (“Vellitras, oppidum, lege Sempronia fuerat deductum""*, è generalmente ritenuta falsa”. Maggiori possibilità sembrano esserci, invece, a proposito di una successiva limitazione a mezzo di limites Augustei*"*, secondo un modulo da 15 actus per 15, utilizzata per una deduzione che si attribuisce ora a Nerone?" ora a Claudio”, ora a Tiberio o Druso”, ora ad-

372=Mataise 1972: 66. 1, dalla regio II ad Osta; CIL XIV, 4291=MaLasse 1972: 701. 11, dalla regio ad Osta; CIL XIV, 4325=MaLase 1972: 70n 12, dalle vicinanze delle terme antonine, ad Ostia; CIL XIV, 613 ad n. 47-MALAISE 1972:71 n. 15, dalla regio V, ad Ostia: AE, 56, 76-MA ise 972-71 n. 16, dal santuario di Serapide, ad Osta II, XIII: 205 XVI127, L 18-192 MaLAIsE 1972: 71-72 n. 18, da Osi; Syl. 533a-I-MaLASE 1972: 72-73mn. 19-27, dal Serapeum, ad Ostia; Syl. 5362-MnLASE 1972: 73-74 n 28, alla IV regio, ad Ostia Syl. S49-MALASE 1972: 74 n. 29, dal Serapeam, ad Ostia; Syl 549in not=MALAISE 1972: 74 n. 30 dall terme de la Trinacria, ad Osta; CIL XIV, 2901=IGUR XIV, 1127=Macatst 1972: 96 n. 2, da Praeneste: CIL XIV, 4721G XIV, 915-ILS, 4402=Matatse 1972: 89 n. 3 da Porto; CIL XIV, 123-MaLAISE 1972: 89-90 n.4, da Porto; CIL XIV, 188=ILS, 4403=Malaise 1972:90n. 5, da Porto;IG. XIV, 914=MaLase 1972: 90-91n. 6, da Porto; IG XIV.916-Ma ust 1972: 91 0.7, da Porto: IG XIV, 917=MALAlsé1972:91-92 n.8, da Porto; 10 XIV, 919=MALAISE 1972: 92 n. 9, da Porto; IG XIV, 9202Mataise 1972:92n. 10, da Porto; IG XIV, 92l=MALAwse 1972: 92 n. 11, da Porto. "Cfr. CASTAGNOLI 1985: 38; ne sotolineano la mancanza di precisazioni su “l'impaet agraire éventual” Cuoquem, CLavri-Leveoue, 1987: 98,247 7 Hummer 1978: 186 nota 114, tuttaviavd. Henrserr 1978: 306-307 cippo, a differenza, ad esempio, di una pittura, costituisce un ele nota 76; SoL 1983a: 18; CHOUQUER, CLAVEL-LEVEQUE, FAVORY, VALLAT 1987: 77,98, 247 mento trasportabile c quindi lienabile dalla sua localizzazione originaria. 7^Lb. col 238 19 (BLUME, Lacmew, RUDORFF 1848); 7 Sulla topografia mitraica di Roma con accenni anche a quella i Ostia vd, COARELLI 1979; indicazioni uil pera conoscenza delle caratteri» Sullesistnza di un catasto augusteo vd. CresseDi 1953, 24; SoLix 1983: tiche costruttive e planimetriche di mitri in ate ambiti sono desumibili,ad. 19; Kerri 1983: 79 nota 126; CastaonoL 1985: 38; CHOUQUER, CLAVE esempio, da quello vulcente resso la cd. Domus del Cripoportico (Scoti Lévequs, Favort, VALLAT 1987: 253, "Sou 1985: 19 Moerrm 1979). F^ Cssept 19530: 24; Krimi 1983: 9 specialmente noa 17. 84 fg. 7. ""CILX, S780=MALASE 1972: 60 n. da Cereatae Marianae; IGUR > ChovqueR, CLAVEL-LEVEQUE, FaVORY, VALLAT 1987: 77 nota 55. XIV, 2413,1,8-MaLaise 1972: 61 n. 1 da Formia; CIL XIV 2427«Mu AE 1972:62n I dallacd.villadi Voconio Pollione a Marino; CIL XIV, 39412ILS, 4378-Maaise 1972: 65.66 n. 1, da Nomentun; CIL XIV, 20-115,

CHL VI, 38296: [D() Manibus)/ M. Durminls—-]/Durmilae? >" CILXIV 2182=P, 1432. P"CILXIV 2627: M. DurmiusIC. Caelius. C. f exs. c; VaL 2008 190. ‘00 PIR III: 468-469 n. 600 con riferimenti al e foni epigrafiche alle quali va aggiunta un'iscrizione da Aquino (Guwwerr 1973: 476: [C] nlmidius C. f. Ter. Durmius Quadratus co.)- In questo personaggio, recentemente, Bally, ha proposto di identificare il [— Umynidio [— di "n iscrizione onoraria. datataαἱ 52d. C. apposta in un monumento rilevato nel corso delle indagini presso la porta nord del recinto di Apamea sull'Oronte (BaLry 2000: 460-468). Sulla carica di govematore del ira, prima del 49d. C. vd. Frrz 2000 inde AE 2000: 443 n. 1182. P Varo LLIL39 P^ CILXI, 3485: P. Sosius P.L Neicepor ex testamento arbirata M.

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dirittura a Cesare"? ("postea Claudius Cesar agrum eius limitibus Augusteis censitum militibus eum adsignari iussit") Ad edifici, presumibilmente villae, esistenti nel territorio. veliterno, fatta eccezione per quelle di Helvius Rufus (n. 1767) e di un {--Jorus (n. 561, 126) rinvenute in città cd in ogni caso recanti il nomen del plumbarius, al pari di quelle con il nome dell’imperatore Caligola, da Giannottola (n. 1694), di L. Titius Zosimus (n. 731), di (--)rius Epity(ncharus —) (n. 408), di Caius Iulius Felix (n. 1178) e di [—lilia. Cleopatra (n. 101*), sembrano rimandare alcune delle fistulae aquariae rinvenute tra Ottocento e Novecento, ora irreperibili ma note perlopiü attraverso il CIL e le schede del Nardini. Le iscrizioni, anche se talvolta con alcune incertezze connesse alla conservazione soltanto parziale del testo e comunque all’impossibilità di un controllo autoptico, consentono di conoscere la Claudia Aug. l(ibertae) Act(es) (n. 677%), il C. Iuli(us) Superstes (n. S61, 150%), l'A. Bruttius Asclepianus e il Ti. Claudius Eutripi (n. 603), i Laelii (n. 603), [---] Quartilla ed Egnatia Taurina (n. 1776), (—-) L. Roi Flo(r—) (n. 1634), eil pressocché ignoto [—] M [- ] (n. 575), tutti proprietari".Tra i diversi personaggi menzionati non di rado è possibile rintracciane alcuni già noti. Si segnala al proposito il caso di Claudia Aug. l(ibertae) Actes? la celebre serva manomessa da Claudio e poi "fiamma" di Nerone, nota anche attraverso l'iscrizione funeraria CIL VI, 10549 oltre che da una fistula da Pozzuoli”: se quest'ultima, assieme a quella veliterna rimandano direttamente all’esistenza di praedia di suo possesso nell Italia centro-meridionale, la ricca e diversificata documentazione sarda” indizia almeno forti interessi nell'isola. Ugualmente rilevante. deve ritenersi Egnatia Taurina, ricordata assieme ad una Quartilla, forse la (Titia?) Quartilla** che compare come proprietaria di figlinae in CIL XV, 1477-1478": infatti la sua onomastica rimanda, pur non potendone specificare la parentela e quindi prospettare una datazione, al proconsul Baeticae dell'età di Adriano?" a cui accenna Ulpiano?". Probabilmente un liberto dei Bruttii Praesentes deve considerarsi A. Bruttius Asclepianus: infatti nonostante il

praenomen di quest'ultimo (Aulus) non trovi altre attestazioni in quelli della gens a cui rimanda il nomen, della quaJe sono ampiamente noti invece soprattutto i Gavi ma anche i Lucii?", la sua presenza consente di ipotizzare che Asclepianus sia uno dei loro tanti liberti. Pur non essendoci elementi sufficenti a proporre l'identificazione del patronus. di Asclepianus in nessuno dei rappresentanti noti della famiglia e quindi una datazione puntuale della fistula veliterπᾶ, è almeno possibile riferirla all'arco cronologico -ultimo decennio della prima meta del Il/seconda metà del III secolo d. C.-, nel quale sembra compresa la loro attività. In accordo con quanto detto sembra inoltre esserci un legame, al quale rimandano in maniera pid esplicita le proprietà tra Nettuno e Stura®® e a Monte Calvo, nei pressi di Monte Libretti?", dei Bruttii Praesentes specificatamente per alcune aree laziali. ILL. Roius Flo[--), in considerazione dell'estrema rarità dei Roii, come suggerito da Solin non può che richiamare seppure in maniera generica, due personaggi della medesi ma gens dei L. Roii ricordati su fistulae aquariae da Roma: L. Roius Auctus forse dell'inizio dell'età augustea o anche più antico” e il Roius Hilario"? Circa la possibilità di proporne un loro seppur ipotetico, posizionamento, unico elemento risultano ancora le informazioni sul loro rinvenimento: così se Claudia Aug. libertae Actes, A. Bruttius Asclepianus, Ti. Claudi Eutropi e i Laelii forse potevano avere dei possedimenti a Colle dei Marmi, il L. Roi Flo[r —] a Le Castella e I’ [—] M [—] S. Cesareo, nella cd. villa di Augusto, perla maggior parte rimane incerto il riferimento. A queste devono poi aggiungersi quelle fistulae, già nella collezione Borgia e successivamente confluite nella collezione del Museo Nazionale di Napoli, delle quali soltanto in maniera ipotetica è possibile proporre una provenienza velitema, Ugualmente, al settore lanuvino, possono forse riferirsi alcuni nomi di proprietari: il C. Sabucius Perpetuus, del quale sono state rinvenute dieci fistulae presumibilmente a

=» Pus 1923: 270-271, il quale sospetta uno scambio ta C. lulius e ὁ alle terme di Agrippa in Campo Martio e lungo la via Ostiense, la se(Claudius, cft PANCIERA 1960: 12-13 conda (Ex p(raedis) Tiiae Quarillae cond(uctone) Dom(it)Isionis) 27" Sull'ipotesi che i boli αἱ genitivo indichino il proprietario dela f- Paetino) et Apr(oniano) co(r)ulibus)) lungo la via tiburtina, in agro stula di conseguenza ἢ proprietario dell'acqua che vi scorrevà e quindi Veranoὁ nellagro di Narnia. che il proprietario del terreno al quale la fisula conduceva vd. BRUUN 7" PIR IIL: 72 n.34; ALFOLDI 1969: 168, 272; Carnera 2005: 112. 1991: 81.95; Bruun 1991-92: 240-243; Bruun 1995; Bruun 1997: 3977"Ulp. XLVII, 84,1 398; Buon 1998: 270-271; BRUUN 2003: 486 la quale accennaal proble=> PIR I: 241 nn. 137-143; PIR P: 370 0, 161 (Brutus) Praesens, ma sottolineando come "non sempre le fistulae sono state trovate in sit, e pater probabiliter C. Bruttius Praesens cos. Il 2. 139), 370-371 n. 164 (C. non sempre è possibile determinare la locali verso la quale una certa Brutus Praesens cos. a. 139), 372-373 n. 165 (C. Brutus Praesens cos. condotta era diretta". Sulla possibilità che i nomi di alcuni privati, presu- a. 153, Ila. 180), 373n. 166 (C. Brutus Praesens cos. 217) n. 167 (C. mibilmente quelli di basso rango, possano riferirsi a proprietari non di vi Brutus Praesens cos. 246). ae ma di alto tipo (ad esempio di manifaturre varie, balnea thermae) P^CIL XV, 7796 rinvenuta "inter paritinas villae Romanae ad mare accenna BRUUN 1997a: 145-149; BRUUN 2003: 494-495. sitas inter Nettuno et Sturaa. 1834 .. e“... nuper Anti": a).C, Brit! 7" PIR I: 16n. 95; in particolare PIR I : 258-259 n. 1067 con elenco Proesents. T Flavius Modestus fec). b). T Flavius Modestus feci). delle font letterarie che ne ricordano l'esistenza; PIR I: 405 n. 848; "n CIL XV, 7912 rinvenuta negli scavi “in Sabina a° Masaoci" (CIL. “TregguaRi 1981: 60, 77 nota 93; FRED 1996: 172-173 nota 113. 1X, 4906) c "a. 1825 inter paricinas villae Romanae prope Monte Libretti ?"CIL X, 1903; cf. BRUUN 1991: 80 in locoq. d. monte Calvo .": a). C. Bruti [Plraesents. b). C. Bruni "Si tratta, oltre αἱ tili dei liber, del bollo s tegola CIL X, 8046, Praesenti 9 da Castel Dora e dell'iscrizione sacra CIL XI, 1414, a Pisa ma di pos P" CIL XV, 7521 sibile provenienza sarda. SOCIL XV, 7522, recuperato a via dei Cerchi insieme a 7524: PIRlI: 330 n. 205, Rubellia Bassa. # La prima (Ex praedi) Titiae Quartillae) Mar(c) Fyr{mi) Paetino > L'unico dato cert riguarda la loro sistenza all'interno della colle et Apronia(no) co(ms(ulis)) con attestazioni a Roma, alla torre Flaminia zione borgiana gà nel 1789 come si desume dal fato che essi compaiono 152

Vagnere (n. 850), ingenuoo liberto forse di II secolod. C. e T [—-lidi Telesphori da Monte Cagnolo (n. 8415), escludendo invece il C. Bryttius Vitalis su fistula rinvenuta presso il XIX miliario dell’ Appia antica che si è ipotizzato, come l'Asclepianus veliterno, liberto dei Brutti Praesentes tra la fine del Le il Il secolo d. C. e, forse, l'Hermes, uno schiavo di età adrianea, per la fistula la cui provenienza oscilla tra le Crocette e Monte Giove (n. 1100*). Le perlustrazioni hanno permesso poi il rinvenimento, in due dei maggiori impianti riconosciuti, di due nuove fistulae, che nonostante la loro frammentarietà, consentono seppur con alcune incertezze, il riconoscimento, presumibilmente di due nuovi personaggi: la [Ae?}liae Calligones da Villa Magna (n. 501) e il Ti(berius) Claudius Libertalis © forse il Tiberius) Claudius Libertalis Aebutianus? da Colli dei Marmi (n. 810). La prima che è possibile ritenere di età adrianea sembrerebbe sconosciuta anche se il nomen, evidentemente di origine greca, risulta attestato oltre che in alcuni casi incerti, tra cui si segnala il CIL VI, 11678 in cui compare una Aeli[a] [--Jone®, con certezza, seppure con alcune varianti, almeno da tre iscrizioni urbane?" (le cristiane ICUR VIII, 2706 (Calligona) e III, 7480 ({Calllio[ne]), (entrambe) datate trail ΠῚ e IV secolo d. C. e quella CIL VI, 14081 (Kalligoneti)), e su una base onoraria da Tivoli datata alla prima metà del III secolo d. C. (M. Ulpia M. f. Calligona)?®. Maggiori elementi potrebbero esistere peril primo qualora fosse possibile ricostruime con certezza la seconda parte del nome: infatti nel personaggio della fistula pud rintracciarsi naturalmente il Ti. Claudius Liberalis, praefectus fabrum ed equo publico noto dall'iscrizione funeraria CIL. XIV, 3624, dall'ager tiburtinus"", senza poter escludere il più in vista Ti. Claudius Liberalis Aebutianus, Ti. F., Quirina, tribunus militum legionis III Cyrenaicae, decurialis Caesarum, consulum, praetorum come riporta l'iscrizione CIL XIV, 4239, da Tibur". Tuttavia, proprio quest'ultimo personaggio, almeno consanguineo del primo, e riferibile alla fine del Linizi del II secolo d. C., mi sembra sia, forse, possibile riconoscere nel Ti(berius) Claudius Liberlalis —] della fistula veliterna. Elementi per l'identificazione di alcune proprietà, anche se con gradi di attendibilità non uniformi e in ogni caso una

quasi generalizzata impossibilità di localizzazione puntuale, sembrano desumibili da alcune delle iscrizioni note. Cosi accanto a quelle riferite a [---] Galerius Maximus, sono note quelle di: M. lulius Romulus, ipoteticamente dai pressi dell Appia antica, a Solelunz?", di Livia Medullina"", di L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus", di Sextus Varius Marcellus?" dei Roscii forse il L. Roscius Aelianus Paculus console nel 187 o il console suffecto del 136°, di Q. Pomponius Musa, cos. suff, forse di origine veliterna, nel 159 a. C. o un suo parente. Senza dubbio tra i loca ricordati il più celebre risulta quello tradizionalmente riferito ad Augusto. A differenza di quanto avviene per il "vicus .. Octavius” e quindi per Yara Octavio consecrata", risulta senz'altro più agevole ubicare il suo podere suburbano ereditato dagli avi, nei pressi di Velletri, dove Augusto trascorse la sua infanzia C'Nutrimentorum eius . . locus in avito suburbano iuxta Velitras)**, come noto, identificato nei resti visibili sulla collina di S. Cesareo, a ovest di Velletri. A questo proposito a parte le considerazioni più generali, connesse all'origine veliterna di Augusto, alla quale allude anche Dione Οὐελιτρῶν τῶν Οὐολσκίδων...)55, e quelle legate ai vincoli di parentela esistenti con rappresentati di gentes origimarie di centri vicini (ἃ il caso, ad esempio, della madre Azia, di Ariccia), tra le implicazioni che comporta la deserizione della villa -assai modesta e strutturata a guisa di dispensa ("permodicus et cellae penuariae instar") dice Suetonio-, può rilevarsi il fatto che l’edificio, forse proprio in considerazione del suo ben noto legame con Ottavio, per Suetonio (una credenza) uno scrupolo religioso riguardante l’entrata ., concepito sulla base di una antica creden7a, confermata anche in seguito da quanto accaduto al nuovo proprietario, fosse ancora visibile ai tempi di Suetonio e dunque almeno nei primi decenni del II secolo d. C. (... ostenditur adhuc ... Alcune fonti itinerarie permettono di conoscere, anche attraverso le interpretazioni, ancora in parte dibbattute?*, che ne sono state fornite almeno a partire dall'Ottocento, l'esistenza di due mutationes lungo il tratto veliterno della via Appia: Sublanubio, ricordata con un "edificio a elementi paralleli” dalla Tabula Peutingeriana*? e dall’ Anonimo

nell'inventaro Inscriptiones latinae Musei Borgiani anno MDCCLXXXIX, redatto nel 1789 da L M. Raponi (Nas: 2000: 48-49; Nast: 2001: 136-137) "Si tratta dell'iscrizione funeraria su sarcofago datta ta i I it II sec. d. C. segnalatada Sou 2003: 28, 1445: [Dti] Menibus) I Ii LupiAeliffa —Jone | bene) merenti). Nonostante gli editor del CIL propongano per il nome della donna una resttazione in Aeli{a Hermione la lacuna del testo non sembrerebbe ostare ad una integrazione differente. © Sous 2003: 2/1, 95. >" Faccenna 1957a: 140-142 dagli ster in via del Governo, con daazione al III sec. d. C; Grawino CECERE 2005a: 155-161 con datazione “molto probabilmente” alla prima metà del I sec. d. C. 7 Cippo. marmoreo con iscrizione ripetuta su entrambi lati “Rep. prope Tibur anno 1611 loco dicto il Centrone, nel casale del dottor Gasparo Tucci, conservata al Museo Vaticano: 7? Claudio Liberali | praefecto) Jabrum) equo | publico filio optimo pissimo dulcissimo sodali deside ratissim(o) vii annis XVI I mentibus V diebus XXI parents infelicisim. ILS, 1013: Herenniae M.f./Helvidice Aemilianae | L. Claudi Procul Comeliani cosreginae suae he posuiT. Claudius T. f Quirina! Liberalis Acbutianusequo publico praefecus) fabrum) rius) militum) legionis) III Cyrenaicae | decurialis) Caestarum) co(rs(ulum) príaetoram) cum ἢ

Claudia Nectarea | wore. Specifcstameate PIR I: 211 n. 91} in cui tuti Stein, contra Dessauin CIL XIV, 4239 che iitene fraelli dichiara di non sape re quale parentelalegase i ΤΙ. Claudius Liberalis e iTi. Claudius Liberalis ‘Aebutianus; PIR: 170. 1H; PIR V:29 n. 163.A proposito dell carieramiltae vd. Devis 1974: 472 nota 94,485 n. 1,486 n. 5, 490 (e Devin 1989: 161 nota 9, in particolare 14r. 1, 1752.5, 179); Devi 1976: 256 η. 256, 7" CIL X, 6566 con interpretazione di AxDeRMAIR 1998: 279 n. 231. 7 ANDERMAEIR 1998: 305-306 n. 276. 7" ANDERMANR 1998: 323 n. 306, 20 AnpeRmaH 1998: 331 n. 28, 7» ANDERMAHR 1998: 47] n. 558. 2 Soun 1983: 72-73 n. 45 (AE 1984: 172), che richiamando l'origine lanuvina di L. Roscius Fabatus, legato di Cesare, e di L Roscius Otho tr Puno della plebe nel 67 (SatomtEs 1996: 62), ipotizza "che abbiano avuto nella zona ei possesi con interpretazione in ANDERMAHE 1998; 4134414 1.452 specialmente 414, ^ Suet. Aug. 6 (AILLOUD 1954: 67-68). 7 Cass. Dio. XLV, | (BOISSEVAN 1898: 141-142) Croc. 1990:95, "Tab, Peut 5, 1; Lev, [νι 1967: 208, 223 che riferiscono la vigne

Cassio (... Γάιος

ὁ 'Okraokos

Kumias

ἦν

ἐξ

153

Ravennate™, e Ad Sponsas ricordata dall'itinerarium Hierosolymitanc?". Per la prima indicazione topografica, la. posizione intermedia tra Aricia c Tres Tabernae della Tabula, seppure priva di alcun riferimento a distanze, pit della generica indicazione dell' Anonimo Ravennate ("Item iuxta Romam via Appia est ... Suelanubus ...", ed il nome stesso sembrerebbero rimandare piuttosto all'area di S. Gennaro che non a quella presso il XIX miliario della via. Ulteriori elementi, anche se di carattere non specifico, a favore di questa proposta sembrerebbero potersi desumere dalla liminarità al diverticolo în direzione nord verso la via Appia Nuova e alla via di Rioli per Velletri. Più controversa Videntificazione della stazione, forse di minore importanza, Ad Sponsas, una delle XIIII mutationes esistenti secondo l'itinerario tra Capua e Roma?®: tuttavia l'ubicazione presso il XXV miglio della via, presso l'incrocio con l’asse di collegamento per Satricum (via Mactorina), sembra essere plausibile?" (nn. 1287, 1293-99). Un altro importante riferimento topografico è presente nell’iscrizione, rinvenuta nel 1918 a Soleluna, nella zona lungo il lato dx. della via Appia compreso tra le attuali via dei Cinque Archi e via di Soleluna, nella quale è ricordato comeL. Octavius Onesimus viam Mactorinam, longa vetustate resciss(am) pecunia sua restituit acceptis ab r(e) p(ublica) in[(ve)Jctui silicis (sestertium) XII milibus) n(ummum) ob quo[(d)] opus ex decreto) d(ecorionum) ho nor(em) decur(ionatus) consecutus est. Se la notizia dell’esistenza di una strada, che doveva incrociare I’ Appia antica proprio nel luogo del rinvenimento dell'iscrizione, non può che risultare di estremo interesse non essendo altrimenti nota attraverso le fonti, anche se archeologicamente documentata prima della scoperta dell'iscrizione, forse maggiori risultano le considerazioni relative al personaggio che, considerate le precarie condizioni della strada, si incaricò a proprie spese, e con un considerevole esborso di denaro per il solo trasporto del materiale, di ripavimentarla, forse nella prima metà del I secolo a. C.**. Infatti se i rapporti di parentela presupposti fin dal Nardini, che pubblicò per primo V'iscrizione, trail L. Octavius Onesimus, peril quale non sono note attestazioni in territorio velitemo, e la gens Octavia, sono evidenti, forse più complicato è ipotizzame con Augusto, sulla base delle origini veliterne di quest'ultimo, a causa del differente prenome (Lucius per Onesimus, Gaius per Augusto). È possibile in ogni caso rinvenire testimo-

nianze del coinvolgimento di numerosi rappresentanti della gens, come magistrati ocali, nella realizzazione di diversi, importanti lavori pubblici. Prescindendo da quelle, numerota alla categoria D, variante4 n.529 20 An, Rav. 4, 34 (Scunerz 1940: 72) ?" rin. Burdig.612,1 (Cuz 1929: 101) 279 Sintesiin Cnociez 1990: 100-101; Consi 2000: 84 scheda1.1. >» tin. Bundig. 612, -6 (Cuz 1929: 101). > Sintesi in ChoGiEZ 1990: 101-102; Cons! 2000: 84 scheda12. 0 Jourroy 1986: 389, > Specificatamente per le attestazioni della gens Octavia nell’agro gallico e nel Piceno con discussione dell'iscrizione di M. OctaviusM. f. Asiaticus nella quale è ricordata Ia realizzazione di una via publica che raccorda la Salaria Gallica alla Picena vd. ALFIERI, CASPERIM, PACI 1985. #0 CIL XIV, 3664-F, 892-ILS SS46=ILLRP 6803; cfr. ConRELLI 1983: 230-231 154

se, note nell'intero ambito peninsulare“, relativamente a quello laziale, ad esempio, attestazioni della gens si hanno a Tibur dove C. Octavius Graechinus III vir, insieme ai colleghi, provvide alla realizzazione del gruppo porticus, exedra pronao del tempio di Ercole e della porticus pone scaenam laterali al tempio, tra '87 e l'83 a. C-°9, e a Fundi, dove A. Octavius C. f. aid. insieme ai colleghi murum, portam, turris faciunda coeraverunt™*, A queste poi vanno aggiunte le attestazioni, ancora più stringenti, dei Lucii Octavii richiamate in precedenza, tra le ‘quali, ricordo in ambito laziale, anche in considerazione delT'ipotizzata origo locale di un ramo della gens, quelle di Tibur, dove un L. Octavius L. f. Vitulius III vir insieme a C. Rustius C. f. Flavos, negli anni post 89 a. C. provvide alla realizzazione del tratto in galleria con il quale il clivus Tiburtinus sottopassava il podio del tempio di Ercole Vincitore (viam intengendam)**, c. in ambito adriatico, a Suasa, dove un L. Octavius L. f. Rufus, probabilmente verso gli inz del I secolo d. C. lavationem gratuitam municipib(us) incoleis hospitib(us) et adventorib(us) uxsorib(us) serveis ancilleis que eorum) in perpetuom dedit?" Un ulteriore documento sulla viabilità riguarda il migliario XIX della via Appia rinvenuto agli inizi del Novecento, in situ, alle pendici settentrionali di Monte Cagnoletto e nel quale è ricordato un restauro alla via da parte di Nerva. Nel testo, ordinato in nove linee, l’imperatore compare con il nome al nominativo, la potestà tribunicia al genitivo, mentre la presenza del terzo consolato, riporta al primo anno del regno di Nerva, cioé al 97 d. C., permettendo anzi di proporre una datazione ancora più stringente potendo escludere gli ultimi mesi dell'anno. Infine, si trova la formula verbale faciendam curavit, alla quale bisogna sottintendere “viam”, la quale oltre a rimandare a rifacimenti potrebbe riferirsi soltanto al ripicchettamento del tracciato?” In relazione con questo documento è in particolare per il formulario di Nerva oltre che per la analoga datazione, il migliario XLIIIP"", ma più in generale la serie di migliari posti dall'imperatore lungo la via: il fatto che, fatta eccezione peril settore forse fino a Bovillaé"", peril quale deise il riutilizzo delle colonne poste da Vespasiano, scelga di pome delle nuove, certamente più semplici e meno costose ma nelle quali compariva esclusivamente il suo nome con la sua titolatura, prescindendo dal tipo di intervento sottinteso dalla formula faciendam curavit"", mi sembra che possa configurarsi con motivi politici e propagandistici e solo marginalmente trovi giustificazione in altre motivazioni attenzione alla spesa pubblica ?). Tanto più che, accanto a quelli della via Appia, sono noti migliari con la titolatura di Nerva, peraltro ri558-15 5525-ILLRP 602 © CIL XIV, 3667, 3669-, 1494s, 1495-ILLRP, 679, 681; GIULIANI 1970: 195; ConsetLa 1983: 229.230; Gasrenis 1985: 12, 7" CIL XL, 6167=IL$ 5675; cfr. Pact 1985: 19.21 7 Dr Vita-Evrato 1990: 86, specialmente nota 6. P" CIL X, 6285; DI Vr EviuRD 1990: 87, 92 n. Ib; BRUCKNER 1995: 199201 7" Cfr i migliai (CIL X, 6812) e VII (CIL X, 6817), atialmenteaccanto della chiesa dell'Aracoeli all'inizio della via delle Tr Pile. ἘΝ A propositodei migiari XXXVI e XXXVII della Tiburtina Valeria Zaccaria Mari rileva che a formula faciendam curavit "sembra indicare se nen l'apertura ex novo della strada, menoun integrale rifacimento” (MARI 2004: 23).

feribili esclusivamente al 97 d. CJ", anche per la via Salaria” c la Tiburtina Valeria”, in Italia, oltre che nelle provincie: circostanza questa che, innanzitutto per evidenti impedimenti temporali, mi sembra trovi difficilmente una. sua plausibile giustificazione con un reale intervento sui tracciati stradali?” Importanti indicazioni esistono per il settore in declivio a est della via Laviniense. Presumibilmente non molto distante dalla via Appia Vecchia e dalla strada per Lanuvio si rinvenne l'iscrizione. menzionante la costruzione tra il 198 e il 211 d. C-”, al posto di bagni che l'utilizzo prolungato aveva irremediabilmente danneggiato (in locum balnearum quae per vetustatem in usu esse desierant), di nuove e più ampie terme (thermas ... ampliatis locis et cellis, a fundamentis extruxit) con l’impiego dei capitali (ex quantitatibus) provenienti dalle somme che doveva pagare chi fu nominato ad un sacerdozio (honorarium summarum sacerdotorum) (n. 860). L'importanza del documento, come rilevato, non è trascurabile innanzi tutto per il riferimento del testo all'esistenza, oltre al balineum al di sotto dal palazzo municipale restaurato da L. Ocra™®, di precedenti balnea, ma anche per quello alla realizzazione ex novo di un edificio termale, senza dimenticare la sua localizzazione”. Prescindendo dalla possibilità di identificacazione dei resti variamente noti con i balnea e le successive thermae dell'iscrizione, se si accetta una relazione topografica tra il luogo del rinvenimento dell'iscrizione -"vicino alla nuova strada consolare, cinquanta 0 sessanta passi in distanza dalla strada che dalla detta consolare conduce a Civita Lavinia”- e l'ubicazione del monumento, se ne ricava che quest'ultimo doveva trovarsi in area immediatamente extra urbana, sul lato orientale della viabilità dall' Appia per Lanuvium. Ora proprio questa circostanza, considerando la datazione proposta peril documento epi grafico -anni finali del IV/primo decennio del ΠῚ secolo d. C., permettono di inserirlo all'intemo di una serie di interventi che pur riguardando la costruzione e/o la ricostruzione di edifici termali si connotano per il coinvolgimento zonale piuttosto che per quello puntuale di determinate aree. A restauri realizzati, a sue spese, alle terme e ad un tratto cospicuo dell'acquedotto di Lanuvio (specus millia passus xxx purgavit refecit fistulas reposuit balnea virilia utraque et muliebre de sua pecunia refecit) allude la dedica presumibilmente di ctà augustea posta dai municipes compitenses veicorum quinque a M. Valerius M. filius) in CIL.

XIV 2121, In un settore ancora più a ridosso della città, presumibil mente a Vagnere, agli inizi dell'Ottocento si scoprì la lex collegii cultorum Dianae et Antinoi, nella quale l'indicazione sub terra(stilo A)ntinoi, della τ. 7, sembrerebbe rimandare all'esistenza di un tempio realizzato nel corso del'età adrianea (n. 854), cosi come quella della r. 31 in balineo publico rimanda all'esistenza di terme, forse quelle stesse ricordate come detto in CIL XIX, 2121, che a causa della rovina, vennero ricostruite a fundamentis, presumibilmente nei primi anni del III secolod. C. Dall'area del castello di S. Gennaro, dovrebbe provenire la dedica, posta alla fine del IIo agli inizi del ΠῚ secolo d. C. dai cittadini di Lanuvio, a C. Sulpicius Victor per la sua inmensam munificentiam Alcuni elementi sembra possano desumersi circa la presenza di luoghi di culto. Solo ipoteticamente, e in ogni caso senza poterne proporre una ubicazione, sulla base di documenti epigrafici di provenienza generica o ignota rinvenuti a partire dal Seicento, può supporsi l'esistenza nel territorio veliterno: da una prima, dedicata a Silvano™, è noto un restauro (fecit a novo) che evidentemente presuppone l'esistenza di una struttura, solo genericamente localizzabile (n. 1735%); in una seconda (n. 5065), il riferimento ad una aedes fortunae sembrerebbe sottintendere un edificio™, forse localizzabile a Colle lonci, qualora il luogo di rinvenimento riportato dal Teoli risultasse quello originario. A questi casi bisogna poi aggiungere: la notizia, riportata da Livio, sull'esistenza di un luogo sacro della Fortuna sull'Algido (".. supplicatio Fortunae in Algido ...") del quale rimane incerta l'ubicazione""; forse il culto della Magna Mater al quale rimanda il C. Iulius Secundus sacerdos Matris [Deum] dell'iscrizione da Soleluna (n. 1304); oltre ad alcune dediche che, nonostante la genericità delle informazioni relative al rinvenimento, e la mancanza di clementi espliciti che indichino l’esistenza di edifici nei quali si sarebbero potute trovare, potrebbero ugualmente indiziare la presenza di altrettanti edifici di culto. A parte quella ad Apollo (n. 1124), il cui luogo di rinvenimento (Colle Ottone) appare legato all’ubicazione del rispettivo luogo di culto, e quelle alle Fortunae Antiates (n. S61, 46) e ἃ Giunone (n. 1731*), per le quali si può proporre solo in maniera ipotetica un riferimento cronologico rispettivamente al I secolo d. C., qualora il dedicante risulti figlio del Cossinus eques Romanus ricordato da Plinio (Plin. nat. XXIX, 93), e, forse, alla tarda età repubblicanafpri-

> Di Vita Era 1990: 88, ipotizza che possa trattasi di quei mil. aires d'avenement" dei quali è nota l'esistenza in età tarda 7" AE 1911: 69 7" Relativamente αἱ migliario XXXVII vd. Matt 1989.90: 175, 178, mota 59; Mari 2004: 23, 25 fig, 3; peril migliaio XXXVIII vd. CIL IX, 5963; Donat 1974: I81-182n. 18; Fanant 200; MARI 2004: 23,25 fig. 4 57 Secondo Eck 1979: 33-34, l'elevato numero di migliri rcltivi alla via Appia (161) e ma anche l'assenza di documenti sugli interventi lle infrastrutture da parte di Domiziano, tanto più n considerazione dell'elevata lunghezza (112 miglia), ricostibile sulla base dei migliri, della distanza sulla quale Nerva sarebbe inervenuto, potrebbero giustificarsi supponendo che il rinnovamento della strada fosse stat intrapreso gi sotto Domiziano. 2 MASTINO 1981: 65 nota 285, 95 F"CIL XIV, 2119; ILS, 5683; Lanciana 1881; Visconmi 1882: 66-71; Curantcci 1983: 122-123 n. 17: Jourmoy 1986: 336 più genericamente 377; Ciuagvoci 1995: 259; Fora 1996: 61-62n. 27; Li 2001: 68,

7" Sui problemi di terminologia (balinea, balneae/halnea, thermae) va. Gros 1996: 388-38. >: Wacrao 1899: 647 n. 2313; cfr JourrRoY 1986: 336; Citasuccr 1983: 42 n 22 relativamente a M. Valerius, Fot 1996: 61-62n.27 con preTerenza all'età augustea piuttosto che ἃ quella tiberiana ipotizzata in precedenza da JACZYNOWSKA 1978: 69 n. 9 e GivESTET 1991: 131; CensttLAC Gervasoni 1998: 111, 118-119 con datazione lla fine repubblica. 7 Relativamente alle caratristiche del culto di Silvano, originari mente divinità strettamente legata all'agricoltura, ai boschi, alla pastorizia e alla caccia vd. Doncey 1992: 17-22. > [1 termine “aedes il più acetato sa nelle font letterarie che nel iscrizioni dopo "templun' "s'applique en fait a batiment consacré en tant que proprietà et demeurede la divisit" ma in ogni caso non corrisponde a determinate caratteristiche dimensionali dell'edificio (DuvouRDIL, Sc 2000: 64, specialmente 68-71) 7" Liv. XXI, 62, 7-8 (Ia 1988: 78) 155

mo imperiale sulla base delle caratteristiche della piccola ara, maggiori elementi sembrano potersi trarre da quelle alla Bona dea. Infatti al cippo sepolcrale di Antoniae Q(uinti) filiae) con dedica alla dea Bonae piae, forse di età repubblicana (n. 561, 1415), come proposto dal Brouwer, vanno aggiunti due altri documenti: la sella votiva in marmo bianco con iscrizione [—-la Primigenia B(onae) d(eae) d(onum) d(edit), della fi ne del I secolo d. C- e la statuetta di marmo della seconda metà del TI secolo a. C., che il Clarac ricorda scoperta a Velletri nel 1826 (n. 561, 142*). Sembra così possibile dedurre addirittura la presenza di un centro di culto della Bona dea (o meglio, forse, della dea Bonae piae), divinità della fecondità e originariamente legata al mondo agricolo, a Velletri, in età repubblicana”. Rientra inoltre presumibilmente tra questo tipo di testimonianze l'iscrizione frammentaria scoperta nel 1773, nei pressi della via Appia Nuova, all’altezza del Ponte delle Incudini (n. 1415), nella quale secondo l'integrazione proposta dal Nohilius e riportata dal Mommsen, è ricordato un intervento, presumibilmente un restauro, alle porte e agli stipiti, realizzato da [-]nius Zosimus, al quale questo intervento valse l’ordo bisellium da parte dei due duoviri quinquennales”. Nell'incertezza, legata alle modalità e al contesto del rinvenimento, volendo tuttavia, seppur con la cautela necessaria, accettare l'integrazione al testo, mi sembra possibile ipotizzare i riferimento all'esistenza di un edificio publico, forse un tempio. Infatti se il richiamo a valvas"? e a antepagmentis® potrebbe considerarsi generico e comunque non determinante per supporre i riferimento, consideratoil suo utilizzo, ad esempio, in Vitruvio per tipologie architettoniche differenti, elementi più probanti in tale senso sono forniti dal riconoscimento (l'ordo bisellium) che questo intervento gli procurò da parte dei duoviri quinquennalis, magistrati per i quali, ra l'altro è nota la realizzazione di lavori pubblici. Sulla base della documentazione disponibile, la datazione al II secolo d. C. proposta da Solin per la coppia di magistrati costituisce anche l'unico elemento, per un tentativo di inquadramento cronologico dell'edificio ipotizzato, che, qualora fosse accertata una relazione topografica tra il luogo di rinvenimento, forse non lontano dall" Appia antica, e la sua localizzazione, potrebbe ipotizzarsi nei pressi o addirittura liminare al tracciato della via. Per le numerose iscrizioni funerarie esistenti, fatta eccezione per quelle riferibili alla necropoli del Metabo e prescindendo da quelle riutilizzate nel sepolcreto cristiano a

Soleluna, in ogni caso riferibili a sepolcri ubicabili nei presP^, considerato come per la gran parte non siano note che informazioni generiche sul luogo di rinvenimento”, con un grado di approssimazione che va dal semplice riferimento al territorio veliterno, per passare a quello della contrada fino, alla più rara indicazione della proprietà, è possibile pensare piuttosto a sepolture isolate, presumibilmente non di rado poste lungo le viabilità: è il caso, forse, di quella di Deciriae L. f. Tertiae (n. 1037), di Iulio Silbano (n. 824) e di Julia” lungo la via Appia antica a "S. Pietro" e a Le Castella e di quella di Sextius Varius Marcellus longo la via. Ariana (n. 407) e forse quella di C. Acilius Marcianus, lungo la via di Arcioni (n. 285). Non diversamente èpossibile ipotizzare anche per il settorea nord-est di via Appia Vecchia, a nord-ovest del Castello di S. Gennaro e per quello a nord della via Appia Nuova, all'altezza del tratto in cui la strada. moderna lambisce I’ Appia antica, località dalle quali sono note rispettivamente le iscrizioni funerarie di C. Sulpicius Victor, patronus municipii (n. 818), e del piccolo [—lrio Florentinus (n. 480). Sulle caratteristiche tipologiche delle. sepolture non mi risulta siano noti elementi di alcun tipo, fatta eccezione per quelle ricordate nell'iscrizione, scoperta. alle Incudini e datata tra il 70 e il 90 d. C., di L. Marcius Anicetus: al sepolcro viene adibita un'area di ben mezzo iugero perimetrata da un muro a secco (macerie), segnata da ‘una vasca (piscina) e un pozzo (puteal) (n. 1417). ‘Tra i casi di incerta localizzazione risulta il monumento sepolcrale di Ti. Claudius Celadus e soprattutto la taberna. ed il terreno di otto iugeri ricordati nella formula testamentaria (n. 1295). Infine rimanda almeno ad interessi della famiglia imperiale l'iscrizione posta nell'8 a. C. dal paedagogus Acratus a Medullina (n. 1736), fidanzata di Claudio”.

7" CIL VI, 61; MARINI 1795: IL 669; MANCINI 1898 con lettra sullo "spazio inferiore orizzontale” ASID. XVI, seguito da Sou 19832: 30 n.2; Bhovwra 1989: 57 n. 48; Parma 2000; Micwern 2001: 247; Macr 20014. 7" Luoghi di culto sono, ad esempio, ricordati in età imperiale a Ficulea (CIL XIV, 401; Brouwer 1989: 58-59 n. 50; Lec 1995: 118-119) e nell'8 a. C. sul mons Aeflanus o nelle sue immediate vicinanze (CIL. XIV, 3530- ILS 3512; Graxano Cscene 1992: 132-140. con proposta di localizzazione sul Monte S. Angelo in Arcese; Leca 1995: 118), e nl cor. 50 del a metà del I secoloa. C, nel fundusT. Sertii Gali, nei pressi di Bovillae (Cic. Mil, 31,86). 7" CILX, 6556, cr SOLIN 1983a: 35-36 con correzione della datzione all’età repubblicana proposta da LETTA 1979: 38. 2» CALLEBAT, FLEURY 1995: 127. > CaLeBar, FLEURY 1995: 127-128; fr. Gros 1992: 158, 160.

> Bil cas, ad esempio, di quell di M. ultus Romulus secondo 'ipotes i ANDER1998: 305, 77 Di provenienza ignota quelle i Caecilia Bizals(n. 1774) dL Carius (n. 174°), di ΤΊ Claudius Ari (n. 17809) i EutyfcCianus} ᾧ 1725).di Coe 1777, 17799) quelle uli a quell — di frammentarie lio Tal ~) (n.(n. 46)17789,oltre a quelle1778, frammentasie (n. 447) git nlla collezione Antonelli. Genericamente dalla contrada Lariano ὃ ricordata l'iscrizione di (-HerennioὙ - f. Orbian (n. 274}; εἰς 1a contrada Morice Incet risultano quelle di Anicia Musa rinvenuta all'inizio del Novecento a Soleluna (n. 736) di C. Cecio Helen, osserva. ta alla fine dell'Onocent alle Cori (a. 736) quella di the] Roscus {A}eianus ὁ i [— Saturnus ricordate ella seconda metà delFOtocento sul Tto opposto del cimitero comunale (n. 515), > perm 1984: 60 nota 14: D) Manibus [ui Suet Claud. 26, 1

156

INSTRUMENTUM DOMESTICUM

Un numero rilevante di bolli veliterni, nella quasi totalità su lateres e tegulae, è fornito da CIL X, -e poi riedito dal Dressel in CIL XV con nuovi testi aggiornati al 1891-, con indicazioni sul loro rinvenimento non sempre puntuali, che pur significativi per quanto riguarda l'attestazione di figlinae, privano della possibilità di una loro contestualizzazione topografica (Tab. 2 £..). Prescindendo da quelli già presenti a Velletri, più spesso

in collezioni epigrafiche, note a partire da quella Borgiana, per le quali risulta incerta la provenienza, genericamente "Velitris rep.”, secondo l'espressione del Dressel, sono quelle: Serv(iano) III cos ex príaedisy Claudi) Max(imi) offficina) Eg(nati) Felicis 2) del 134 (n. 561, 1485), presso gli Antonelli, e ARISTIPFUFANE"^ (n. 561, 1495) presso il Cardinali. In maniera sostanzialmente analoga a quanto indicato in CILX, fatta eccezione per i bolli “prope Veiltras”, dei quali è specificata la provenienza (“in agro velitemo rep.a δ. Cesareo nella vigna dei sigg. Cella degli angeli”)™ e per quelli "in finibus agri Antiquitus Veliterni" che sono editi come "in agro Veliteno rep.”””, sono riportati quelli “in agro veliterno rep." (in sostituzionedi "Velitris rep.""", solo episodicamente, con notizie su luogo e/o anno del rinvenimento”. Per questi segnalo come talora possa forse risultare di una qualche utilitàla notizia circa il rinvenimento nella medesima località di più esemplari con bolli differenti. In questo nucleo, tra più cospicui, possono includersi i bolli: Opus doliar(e) ex predtis) dom(ini) nostri) Aug(usti)lex figulinis Domitia(nis), del 212-217 AC. (n. 1763*); Apr(onio) et Paet(ino) co(n)s(ulibusfex praedis) CL MARC*; Opus doliare Oppi lustilPaetino et Apronia(no)! co(n)s(ulibus), del 123 (n. 1751), [Cn] Domii Carpi ex príaedis) Domit(iae) Lucil(lae\/doliare) de Lic(inis) Vero Illlcos, del 126 (n. 1752); Serviano III coslSallarese) ex praedis) L. Cassius?) Iuven(alis?), del 134 (n. 1754); Ex praedis) M(emmiae) Macri(nae) ofificina) L. M(emmi?) Astrag(aliyServiano II cos. del 134 (n. 1761); Callisti duor(um) Domitio(rum) di età domizianea (n. 1750); De figlinis) M(a)cedonian(ianis)JL. et P. Cassior(um) della fine del I secolo (n. 1758), forse di età domizianea*" L. Iuli Rufi Ton]neiana Zostimi], dell'età di Vespasiano (n. 1757); R(ei) s(ummae) plrivatae)lofificina) Domtitiana)Is(tatio) IIII (n. 1762); Ex figlin(is) Viccian(is)! Rutiliae L. f. Ocrati della metà del I secolo (n. 1759); Stat(ius) MarciuslDemetrius fecti) (n. 1753) A questo gruppo appartengono ancora, oltre al signaculum con bolloP. Marci/Fortunati (n. 1748), quelli: Dolliare sc. opus) ex praed(is) Caesa(ris) n(ostriyC. Aquili Aprilis

(n. 1756), dei primi anni di Adriano™; Opus doliare ex praedis Aug(usti) n(ostriyfC. Comin[i Salbiniani, databile agli anni successivi al 161 (n. 1760). Alla stessa maniera risulta vaga l'indicazione circa il rinvenimento “non lontano dall' Appia antica .. trail Castellodi S. Gennaro e Le Castella" del bollo Demetr(ius) Dom(itia) Do(mitiani) Sul(picianum) (n. 1755), presumibilmente dei primi anni di Adriano". Solo in casi più rari compaiono elementi come la contrada ed ulteriori indicazioni per la localizzazione, pur perdendosene altri, quali la proprietà, rispetto a CIL, X. È il caso, ad esempio, di quelli da "Campo Palazzo a porta Velitrarum Neapolitana pass. tercentum disiuncto”: Er pr(aedis) Domitiae LucillaelL. Atini(DI Ti) e Ex fig(linis) Isidae Quadratae, secondo l'ipotesi del Dressel la medesima Asinia Quadratilla di CIL XV, 861, datata al 142 d. C-® (n. 772). Tn altri casi al generico "Velitris rep.” si affianca l'indicazione della proprietà come per quelli “in vinea Tomassini”, a Troncavia (n. 730): [Ex. fig(linis) Arri]. Anto[nini][[Caeponianla (sc. tegula) Servian(oYUII et Varo] co(n)s(ulibus); Ex figlina Sex(ti) Quine(---) e Aplrlo(niano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/P. Decimtit) Elplityn(chani). In altri ancora il consueto generico riferimento “Ager Veliternus" è circostanziato non solo dalla contrada e dalla proprietà ("rep. in vinea de Santis in loco cui nomen est colle Trocavie”) ma anche dall'accenno al precedente rinvenimento della famosa Pallade (n. 723) (.. ubi inventum est signum. Minervaeq. d. Veliternae"): Claudi) Her(---) Sul(picianum sc. opus); Cos(---) Amb(---) Sul(picianum sc. opus) dell'inizio del II secolo; C. Villi(us) Crescens) Sul(picianum sc. opus). Da "S. Cesareo, nella vigna dei signori Cella agli Angeli” (n. 572), provengono quelli: [Apron](iano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/{Eutlychis; Apron(iano) et Paet(ino) cos. Pomp(oni?) Vitalis) ex pr(aedis)/Anni Veri Quint(anense sc. opus); [--] Apron(iano) et Plael(tino) co(n)s(ulibus)/ Primi

7" CILX 2,8045, 39: ARISTIPPUFANE; CIL XV.1, 2230. CHL X, 8043, 19 inde XV, 559 a 4; CIL X, 8043,27 inde XV, 1992; CILX, 8043,26 ind XV, 454 c42; CILX, 8043, 29 inde XY, 559 a & CIL X, 8043,23, inde XV, 492b 2; CIL X, 8043,74 inde XV, 1372. 7" CIL X, 8043,67 inde XV, 1273 b 5; CIL X, 8043, 78 inde XV, 665 a1. 9^ CILX, 8043, 42 inde XV, 9922 13; CILX, 8043,45 inde XV, 289 11; CIL X, 8045, 62 inde XV, 633 a 6; CIL X, 8043, 30 inde XV, 277 Il; CILX, 8043,31 inde XV, 5159; CILX, 8043, 25 inde XV, 1342 5: CILX, 8043,9 inde XN, 155 16; CILX, 8043, 16 inde XV, 361 I3; CILX, 8043,91 inde XV, 1568 b 12; CIL X, 8043, 34 inde XV, 13002 1 'Véliris rep. in agro”). P"CIL X, 8043, 44 ('Vliris ep. a. 1744 al Colle dei Marmi") inde. XY, 1992 (Velitrep. al Colle dei Marmi a. 1744"); CIL X, 8043, 47,49, 389 C'Veliris rep.in vinea De Sanctis a colle Troncavia") inde XV, 580 583 b 32, 593 16 (“ager Velitemus: rep. in vinea De Sanctis in loco cui nomen colle Troncavie ubi inventum est signum Minervae 4, d. Velitemae”); CIL X, 8043, 55 "prope Veliras in Silva Ariani ep. a. 1815) inde XV, 247 1 Cin agro Velitemo rep. a. 1815 vel 1816 nella selva dell'Ariano, gran tegola"); CIL X, 8043, 59 ("Velivis rep. a. 1815 agli Arcioni in vinea Angeloni") inde XY, 1154 a 3 ("Velitris rep. in vinea. ‘Angeloni, in loco cui nomen gli arcion?"; CIL X, 8043, 32, 21, 77 ("Vliris rep. in vinea Tomassini), inde XV, 92 ἃ 5, 974 5 (‘Veli rep. in vinea Tomassini", 2272 2 (“in agro Veliteno rep. a. 1815 . Velitris in vinca

“Tomassini .."); CIL X, 8043,22 C'prope Veliras rep. a δ. Cesareoin vinea Cellarum agli Angeli’) inde XV, 1131 4 (‘in agro Veliteno rep. a S. Cesareo nella vigna ἀεὶ signori Cell agli Angeli"; CIL X, 8043, 5 Cre. cum 96 a Veliris passibus CCC eura portam Neapolitanam in vinea Gagliardr") inde XV, 1091 (“prope Velitas rep. in loco qui dicitur campo Palazzo a porta Veltrarum Neapolitana pass. tercentun disiuncto in cryptis quibusdam ... tegula"); CIL X, 8043, 97 (rep. cum S ad Veltras) nde XV, 1886 (“ager Velitemus: tegula rep. in loco ui nomen campo Palazzoa porta Veiürarum Neapolitana pass. tercentum disiuneto in crypis quibus dam"); CIL X, 8043, 70 ("Velivis rep. in vinea Frugoti alla Colonnella” inde XV, 1971 Cinagro Velitero rep. in vinea Frugotti alla colonnella CIL X, 8043, 90 Cad Velitras rep. a. 1815 in vinea Cardinali alla Ceppeta") inde XV, 565 29 (“ager Veliternus: rep. a. 1815 in vinea Cardinali alle Ceppeta”);CIL X, 8043, 17 (in agro vlitero rep. a. 1815") inde XV, 154 b31 C'Nelitrs rep in agro a. 1815.) CL X, 8043, 20: APR ET PAET COSIEX PR CL MARC; cfr Carpiati 1823:225 n. 156. om Semipy 1974-75: 59, specialmente nota 7, a proposito della identificazione dei domini, forse fratelli P. Cassius Cae(0) e L. Cassius e della datazione del bollo che non sembra ancora puntualizabile. πο Srunay 1974-75: 69,0. 7" Srenpy 1974-75: 0. "Hox 1975: 60, 21, 116, 145.

(2) Primigeni oppure Primi(tivi) (n. $72); [—] Apro(niano)

elt —VE—meae[—]; Q. Pompei Mammeian(i)! O. P(ompei) M(ammei), [Apr(oniano) er] Pae(tino) co(n)s(ulibus[AGlabini) Stuccessi) S(alaren-se) sc. opus) d(e)) füglinis)

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Kuliani) Fo; (Paet(ino) et Alpro(niano) coln)s(ulibus)/{(ex

fig(linis) Cl(audii) Liviani)) Sul(picianum sc. opus).

Ugualmente localizzabili con precisione, almeno per quanto riguarda il complesso edilizio, risultano: il (Ex figliTis) Dom(itiae) DJom(itiani) Sulplicianum sc. opus)! [Paet(ino) er Alpron(iano) co(n)s(ulibus) dalla villa alla Civitana (n. 1326); il M. Valeri Prisc(i) ex predi(s) Plotinae Aug(ustae) vel Aug(usti), di età adrianea (n. 267), dall’area della villa di Cento Cappelle; il Ex fig(linis) Caes(aris) n(ostri) C. Calp(etani) [Mne)st{eris] | Kano et Camerinolco(n)s(ulibus) e C. Caplati Musonii, da Colle dei Marmi, forse, come già suggerito dal Dressel, il C. Calpetani Musophilis della fine del I secolo (n. 677). Non sembra invece possibile alcun riferimento preciso per alcuni provenienti dal settore a ovest del Cimitero Comunale di Velletri: oltre che per Eupor(us?yL. Do-miti/Lupi (sc. servus), “in agro Veliterno rep. a. 1815 vel 1816 nella selva dell'Ariano"(n.99); per LL. F lvi / [Phillippi, "Veliris rep. in vinea Angeloni in loco . li arcioni (n. 283); per C. Na(evi) Ep[—] "in agro Veliterno rep. in vinea Frugott alla colonnella (n. 331); per Vin(ici) Pan(tagathi) Sul(picianum sc. opus | VaC- ) “rep. a. 1815 in vinea Cardinali alla Ceppeta (n. 427). Relativamente all'area nemorense, dal settore orientale del lago, in località le Mole (n. 203), utilizzati per la copertura di alcune tombe, provengono i bolli: Leglionis) II Plarthicae]; Ad Mercuri(um) Felice(m) da una figlina operante nella prima età imperiale, presumibilmente sulla via Appia; O. Lepidi Hilari/{ex] fliglinis) C. As(ini) Pol(lionis), Prijvata (sc. officina), oltre a quelli frammentari Ex pr(aedis) Faus{tinae —] / —] [—1 t [—1.

Dall'area delle strutture ancora visibili sull'altura di Monte Canino (n. 476), provengono i bolli: Aur(eli) Thall() ex figl(inis) Marcian(is); L. Brutidi Augustalislopus doliar(e); Serviano III co(n)s(ul/ Sakarese sc. opus) ex pr(aedis) L. C(aecili) Iuven(tiani), più probabilmente il L. Cassius luvendlis"", console suffetto insieme a Q. Pomponius Musa, ta il 151 e il 160, con un bollo del 134%; Ex fig(linis) Domitiae/Domitiani Sulpicianu(m sc. opus) circa 123; M. Valeri Prisci opus doliare; C. Naevi C. 1. Dal settore lanuvino sono noti: dai resti lungo il lato settentrionale della via Appia Vecchia all'altezza del bivio per Lanuvio™, il graffito e il bollo su anfora di Q. Avil(ius) e di P PO CO (n. 632); dai pressi di Casale Strutt (n. 998): il L. Lurius Proculus fec(it), presumibilmente di fine del I secolo d. C2, il Coss(-—-) Amb(---) Sulp(icianum) dell'inizio del II secolo?" e il Ex fig(linis) M. Herenni Pollionis dokiare) L. PIR I: 314.n, 424; RES : 17261. 50; PIR I: 117 n. 496, >= Sremny 1974-75: 85. > Crescent 1978: 19 2 een 1977: 122-123, > Srey 1974-75: 9. »"Gausri 1988: 67: COSS AMB SULPe il EX FIG M. HERENNI POLLIONIS DOLL. SESSI SUCCESSI P" BLocH 1947; BLOCH 1948, n Ceccan 20010: 60 n. 211, 64 n. 278su bipedale, 119n. 1064 su bipedale, 119 n. 1062 secondo Crescenzi 1981: 128 "con esta radiata di Apollo” (mattone? Laterizi). "© CeceaRint 20012: 501. 59 con bollo rettangolare (CReScENZ 1981 158

Sessi Successi, riferito erroneamente dal Dressel all'età di Adriano in realtàdi età traianea, ricordati dal Galieti”®, oltre al bollo frammentario su dolio, [--]LIT. F, ugualmente da riferirsi allo stesso sito (n. 998). Risultano di incerta localizzazione, tra Crocette e Monte Giove, quello Apro(niano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/M. Vin(ici) Herculan(i) del 123 (n. 1100), mentre generico è il rferimento a Monte Cagnoletto per il C. Rabiri Tib/urtini/ Victoriae, della fine Linizi IT secolo (n. 626). Di difficile localizzazione risultano, infine, quelli rinvenuti "nell'arboreto della famiglia Bonese . in una cassa di marmo"(n. 1727): Cn. Domiti(us Afer), Thallus Iuliae. Aug(ustae) libertus). Ai bolli ricordati vanno naturalmente aggiunti quelli variamente noti, rinvenuti dopo il 1891, solo in parte confluiti nel Supplement to Volume XV, 1 of the Corpus Inscriptiomum Latinarum del Bloch". ‘Tra quelli numerosi nel Museo Archeologico di Velletri, facenti parte della collezione Nardini, oltre a quelli editi senza la trascrizione del bollo, di provenienza genericamente Veliterna (“Velletri”), sia su mattone?" che su tegola®”, sono noti: quello da Piazza del Comune, riferito ai Praedia Liciniana (n. 561, 38); quello da una tomba in contrada S. Biagio"; quelli da "colle Ottone” (n. 899); quelli da “Ponte di Mele" (n. 1211); quello da “Lariano”; e quelli, anche"essi di provenienza genericamente velitema, di C. Α(---). Apol forse di I secolo (n. 561, 127); di VIASC (n. 561, 133); di URBAN (n. 561, 134); di Allistus, probabilmente[C]allistus, Coccei Nervae del I secolo(n. 561, 135); di C. Abi (n. 561, 136); di [~-Jcos Herculi (n. 561, 139); di Apron et Paet [+] (n. 561, 130); quello di provenienza incerta di C. Propertius Felix (n. 1765); quello dei Praedia Liciniana da "via del Mattatoio”, all'esterno del lato meridionale della città (n. 782); altri da “Colle Salvia” di Lepidi, forse di I secolo, STIMPA, P. Naevi di età augusteao di poco posteriore! e di SUCCESS UCIANI (n. 1432); quello da "Lariano" di C. SC/R?". Dalle pendici dell’Artemisio, in vicinanza del Monte Algido (n. 96) provengono i bolli": Ex fig(linis) Domi(tiae) Luc(illae) op(us) dol(liare) Aeli Alexsand(ri) poco dopo il 138; L. Domiti e, forse, quello su bipedale M. Juni Terti, delJa fine del I secolo a. C. (n. 96). Da una area liminare alla via Appia antica, a Le Castella, proviene il bollo di C. Calvisi Amaranti (n. 1640). Da Madonna degli Angeli, località S. Cesareo, dall'area. della villa cd. di Augusto, provengono un numero cospicuo di bolli, che si vanno ad aggiungere a quelli rinvenuti precedentemente: dagli scavi del 1910 quelli di?" (n. 575): Q. 177), 60 n.209 su bipedal, 64 n. 277 secondo CRESCENT! 1981: 128 “con fregi graffiti", 65 n.279, 119n. 1071 2 Nanoini 1934 ἃ Pr Crescenat 1981: 173; CECCARINI2001a: 186 n. 2550. v6 Crescenzi 1981: 171; Metis, Quucr Gioi 1983: 19 nota 46: P NAEVI; Ceccasuni 2001a: 118 n. 1052; cfr. CIL XV.I, 1318; Sev 1974-75: 67, in particolare nota 8; Sra 1987: 40 n. 60 a proposito di un esemplare dal Museo di Grottaferata, P Crescenzi 1981: 173; Caccanont 2001a: 183 n. 2500: C SC/R. 7" Narn 1900; PELZER WAGENER 1913: 425, ?"Garn 1910: 190.

Oppi Verecundi dolare) d(e) L. Dom(tiae) Lucill(ae) Apron(iano) et Petino co(n)s(ulibus), del 123; C. Calpetani Hermertis) d(oliare) ex fig(linis) Cae(saris) n(ostri) Paetino et Aproniano co(n)s(ulibus) del 123; Ex pr(aedis) Aug(usti) n(ostri) op(us) dolliare) fig(linis) Oce(anis) matioribus) Her(metiani) et Urbici, dell'età di Marco Aurelio o forse Commodo; di Apr(oniano) et Pae(tino) c(onsulibus) A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) d(e) (flliglinis) Kuliani) VO

del 123; Sal(arese) ex pr(aedis) Tre(bicia Tertulla) dei primi anni di Adriano; Ex figlinis) Domit(iae) Dom(itiani) Sulplicianum scil. opus) Paetin(o) et Aprom(iano) co(n)s(ulibus), del 123; Apr(oniano) et [—]r ex fliglinis) Claudi) Liv(iani) Sul(picianum), del 123; Paetin(o) et Apron(iano) co(n)s(ulibus) M. Vinic(î) Pantag(athi) Sulpticianum), del 123; Apro(niano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus) M. Fab(î) Licymni, del 123; Pae(tino) et Apron(iano) co(n)stulibus) Zosimus) [M.] Anni Veri, del 123; Op(us) d(oliare) Doryphor(i) Domit(iae) P. f. Lucill(ae) Paet(ino) et Apro(niano) co(n)s(ulibus), del 123; oltre a Apr(oniano) et Paet(ino) c(onsulibus) A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) d(e) figlinis) Kuliani) HO, del 123; Apr(oniano) et Pae(tino) co(n)s(uli bus) ex fi linis) Claudi) Livia[ni] del 123 e, infine, di A. Gelli Kari ex p(raedis) Sab(inis?) R Apr(omiano) et Paet(ino) co(n)s(ulibus) del 123; dalla ricognizioni del 1905*"* quelli (n. 573): Q. Opp) lust) op(us) dolliare) de Licini) Dom(itiae) L{ucillae) Petino et Apronia(no) co(n)s(ulibus), del 123; di Apron(iano) et Paetino co(n)s(ulibus) Succes(si) d(e) Q(uintianensibus) del 123; Apron(iano) et Paetin(o) co(n)s(ulibus) Pomp(onii) Vit(alis) ex pr(aedis) [M.] Anni Veri Quint(anense), del 123; Apr(oniano) et Paer(ino) co(n)s(ulibus) A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) (e) füglinis) Iuliani), del 123; Cl(audi) Her(odoti) Sul(picianum), della fine dell’età traianca o dell'inizio di quella adrianea; Glab(rione) et Torq(uato) co(n)s(ulibus) a pil(a) Her(culis) Ti. Claudi) Hilari del 124; Apron(iano) et Pae(tino) co(n)stulibus) Onesimi, del 123. Nelle ricerche del 1930 il Lugli osservò all'interno del ninfeo un laterizio quadrato bollato delle figlinae Sulpicianae C. Vill rest (n. 579). Dagli scavi degli anni 1937-1938 provengono i bolli (n. 580): O. Oppi Iusti, datato trail 120 € il 129; Apron(iano) et Paetin(o) co(n)s(ulibus)/Pomp(oni?) Viralis) ex pr(aedisyAnni Veri Quint(anense); Apron(iano) et Paet(ino) co(n)stulibusyPomp(oni?) Vittalis) ex pr(aedis)lAnni Veri Quint(anense); Sal(arese) ex pr(aedis) Tre(bicia Tertulla) dei primi anni di Adriano e Apron(iano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/Apronis, del 123. Dai terreni lungo il lato occidentale di via Font. na Parata, proviene un bollo di M. Vin(ici) Pantag(athi) Sulplicianum), oe Parzen WacENER 1913: 418 nota I. 2" Vici 1941: 29, specialmente nota 18. >= PRLZER WAGENER 1913: 412. F^ SaLustRi 1894; Lucu! 1923: 269. ve Crescenzi 1978: 16. © Lisst CaRONNA 1966: 108 n.23, alla zona a sud della casa. 7 AnpeRSON 1991: 12-16, 5 ANDERSON 1991: 93 n. 201 in LaNcIANI CVatLar. 13045: 27 n. 79, rinvenuto negli scavi di St Clair Baddeley;cfr. CIL XV, 1383c: L. POSTU con attestazioni al Sassone, presso Marino, alla villa nel fondo di Marco Andreoa. P" Cecca 20011: 115n. 999, 144 n. 1570, 144-145 nn. 1572-1574.

del 123 (n. 1211); dalla cd. villa della Stazione quello** C. Naevi Primi, datatoal I secoloa. C. (n. 696). Dal terreno boschivo sul lato nord-orientale della via SP. 217 dei Laghi, alaltezza del Casale della Guardianona, nei pressi della cisternain opera cementizia, provengono bolli su bipedali™ (n. 6): Ex pr(aedis) Domitiae Lucillae ex fig(linis) Domit(ianis) minorib(us) op(us) dolliare) Aeli Alexandri, del 138; Ex figlinis) Fab(ianis) Sei(ae) Isaur(icae) o(pus) d(oliare) ab L. Fad(io) Pass(aro) Serviano III et Varo co(n)s(ulibus), del 134; Ex fig(linis) Tur) Sei(ae) Isaur(cae) o(pus) d(oliare) ab L. Fad(io) Pas(saro) Serviano III et Varo co(n)s(ulibus), del 134. Dallo scavo della tomba sul lato meridionale di via Appia Vecchia a S. Gennaro, provengono i bolli su bipedali** (n. 825): Ex pr(aedis) Aiacianis op(us) dolliare) ex officina) Cal(petani?) Primit(ivi), della fine dell'età di Adriano; Ex pr(aedis) Domitiae Lucillae ex fig(linis) Domiti(ianis) minorib(us) op(us) dol(iare) Aeli Alexandri, del 138; Vital(is) Aug(usti) n(ostri) liberi(i), presumibilmente della fine del II secolo. Nello scavo al bivio della via Appia Vecchia con la via provinciale per Lanuvio, furono rinvenuti i bolli su mattone? (n. 862) A. Ari(i) Dip[hi?]I(), datato al I secolo, e L. Tarquiti (Eronis?). Bolli su lucerne sono ricordati in CIL X: quelli (n. 359) di. L. Caec(ilius) Sae(cularis), di C. Clodius) Suc(cessus?) e di [L.] Fabric(ius) Masc(ulus) "Velitris rep. in vinea Pellegrini^; quello (n. 1124) di Communis, "ad Velitras prope Colle Ottone rep. cum n. 6553". Tra i bolli della collezione Ashby"" sono presenti: quelJi di: (L.] Manli Flusci], databile al I secolo a. C., proveniente da Colle dei Marmi (n. 675), forse dal sito a monte del Castello di S. Gennaroe di L. Postum[i], proveniente da Nemi®®, Tra i materiali della collezione Nardini sono anche alcune luceme bollate, in gran parte disperse: quelle di Fabrica Gai*" (n. 561, 128), presumibilmente da intendersi come [L.] Fabric(ius) Agat(), di MUNRTFPT (n. 561, 129) con ogni probabilità [L.] Mun(arus) TTh}r{e]fpr{us] oltre alle due delle quali non risulta edito il bollo"", di provenienza genericamente veliterna; la serie da “via Metabo”, perduta, dî [-Jeaca®, forse il C. Viri) Agar di CIL XV, 6741; MULSUC*" forse, ipotizzando una lettura errata da parte del Nardini, il Ti. Iuli(us) Succ(essus) di CIL XV, 6497, del quale ? nota una produzione in Italia centrale tirrenica in età antonina™, e di MC AG AT". A queste vanno poi aggiunti: un fr. bilicne con decorazione e iscrizione di lucerna in bucchero*™ con provenienza “Velletri”; un fr. di lucerna fittile con al centro due rami di se Crescenzi 1081: 177; Coccanm 20012: 115 n.999. P Ceccua 2001a: 168n. 2296 in". bocchero, ... con decorazione 7,192 n. 2646". forma di ira”, secondo Crescent 1981: 128 "legi bite” P^ Ceccouni 2001a: MÁ n. 1572 "con decorazione a palma” = Ceccoa2001a: 145n. 1573. P" Relativamente ad esemplari ostiensi, nell'area NE, estema alle Terme del Nuotatore, vd. ANSELMIO BALDUCCI 1994: 449 tabella 1, 453 (firme sono documentat si tipi Bailey, M/Pav IIT M e Bailey Pi). ? CiocaRini 2001a: 145n. 1574. o» Crescent 1981: 178; CECCARINI 2001a:168n. 2296, 159

ulivo con istogrammi e il fr. a forma di lira con bollo di lu cera?!” riportate con proveniena “Velletri. Località e quelle provenienti dagli scavi del 1933 lungo le pendici meridionali di Monte Cagnoletto con bolli (n. 634) di T. Aelius Charitonis e L. Caecilius Saecularis Bolli sono documentati anche per altre categorie di ogget i: C. Culchius Nicrius Fec(it) su una lastra campana, attestato in un esemplare presumibilmente con raffigurazione analoga al Museo Gregoriano, dalla vigna Tommasini, a Troncavia (n. 731); Cruscus su una statuina fittile, rinvenuta nel 1767 nel territorio di Velletri (n. 1739); Huérep φίλει Xépam(s) su un sigillo indicato genericamente da Velletri (n. 561, 146). Relativamente alle anfore, il numero dei bolli noti, oltre a quelli dal settore limitrofo alla via Appia Vecchia, all'altezza. del bivio per Lanuvio e, forse, a qualcuno, nei magazzini del Museo delle Terme?, è estremamente scarso, potendo contare solo sul MIMOPSI, "manico di vaso”, da Velletri al Colle de’ Marmi (n. 677), e su quello nella collezione Nardini, su ansa di anfora, di T A Asia da “Colle Ottone" (n. 897). Trai materiali della collezione Nardini sono anche: il bollo su oro di dolio Faventinus servus fecitlL. Rubri Felicis da “Le Castella” (n. 1634); quello su un pesoin bronzo con stampo con lettere graffite e croce?" con provenienza "Velletri Localitàincerta"; su pesi da telaio fitli tra cui uno rotondo con bollo inscritto 2OKPA da Lariano” (n. 275); K dal "Cigliolo (n. 434);

G, graffito, da Lariano (n. 276); uno con bollo” circolare con rosetta a undici petali”; uno con bollo rettangolare con croce al centro"; uno con stampo con rosetta”; uno circolare con calice biansato™; uno con stampo graffito” da “Lariano”; quello,in planta pedis, su tazza “in argilla" da "Lariano "^^ (n, 277); quelli, in gran parte, su ceramica a v. n, presumibilmente, riconducibili all"atelier des petites estampilles"™*, tra cui un fr. con iscrizione, da una località ignota di Velletri" AI Museo Archeologico di Velletri, senza che ne sia riportata la provenienza, sono segnalati alcuni bolli inediti, entrati presumibilmente a far parte della collezione dopo il nucleo Nardini*": su due bipedali quello Ex prae(edis) Faust(inae) Aug(ustae) opus dolilare [a] Victolre], databile agli anni successivi al 161°; su un fr.di mattone L. Ep[—]"" e su labrum di dolio C. Castrici®®. Dai rest riferibili ad un edificio termale lungo la sponda orientale del lago di Nemi, in loc. S. Nicola, viene il bollo [Ex figlinis Tonneia]nis ab [Licinio Fellicem (n. 206). Daricognizioni di superficie, effettuate da volontari locali, provengono i bolli su laterizio: rettangolare C. LI---] da Colle della Carmignana (n. 25); circolare (—]R/A[—] da Rioli (n. 801). Da un terreno (propr. A. Soldi) in Valle Fiara i bolli su terra sigillata Villi in planta pedis e A.Titi Figu (n. 996). Infine dallo scavo al bivio della via Appia Vecchia con la via provinciale per Lanuvio (n. 862), il bollo P. Cor su patera di aretina e l'incisione “XX X" su ansa di anfora.

»e Crescent1981: 179; Cecca 2001a: 123. 1240, »e CRESCENZ1981: 179; Cecca20DLa: 192. 264. >= Tebemia ricorda di avere osservato, intorno alla metà degli ami Sessanta del Novecento, qualche bollo odio "venant de Velle dans une PH Cussccz1981: 179; Ceocann 2001: 151 n 1659 ‘>= CRESCENZI 1981: 173; Ceccani 2001: 91 n, 669 > Crescent 1981: 173; Gv 1989: 125 n VS "con uno stampiglio rotondo a rosett con undici pea; Cecca 20018: 91 n.670. e CESCENZI 1981: 173; Gea 1989: 126 n. 37; Ceccako 20012:

se Cascia 1981: 173; Ceccani 2001a: 92 n. 684 "«Ceccuu 2001a: 1862. 2546; per Cesc 1981: 128 una “sila sw Chtscovzi 1981: “quattro foglie in croce”; Ceccarini 20012: 124 n. 1254 %. fondo con marchio a croce”. e Ceccsama 20010: 82 nn 521, 525 “a rosette”, 83 n. SM “a rosette”, 145 n. 1585 “a rosette e palette”, 146 nn. 1586-1588 “a rosette” (secondo. Crescenzi 1981: 128 a“ rosette e palmette); 124n, 1261 a“rosetta e pal%* Cusscoxz: 1981: 179; Ceocarma 20018: 155 n. 1718. 9 Sreinpy 1978-79: 58. > δτεινεν 1978-79: 72 n. 116 (EX PRAE FAUST AUG OPUS DOLUARE. VICTO, la quale richiama CIL XY, 2513 in cui compare un Victor servo di Marcus Aurelius Cesare di Faustina Augusta F^ Stay 1978-79: 75 n. 147 (L. EP) 0 Sremey 1978-79: 3 n. 130(C. CASTRICD,

s Casscenz 1981: 173; Matis, Quizcr Giott 1983: 24; Caccanna 2001a:91 n. 674. e Crescent 1981: 173; Gea 1989: 125 nn. V.34 “con due stampigli vali posti l'uno sopra alr, rappresentanti n calicee la caccia di una besta feroce a un cervo (2; CECCARINI 2001: 91 n. 675, 160

TA. 1. Elenco delle gentes veliterne! Gens ser. | 1 Albia Aleia Alpinia Ammia Anicia Antonia Aruntia Aurelia. Aviania Avillia Baebia

Ceia Claudia Cornelia Decimia Deciria Domitia Faenia Faltonia Fidia Firminia Flavia. Fulvia.

1 1 1 1 1 1 1 4 1 1 1 4 2 1 10 2 1 1 2 1 1 1 1 5 1

pers. 1 1 1 1 1 2 1 1 8 1 1 1 6 4 2 14 2 1 1 2 1 1 2 2 7 1

flamen.

magistr

‘aug./mag.

v

ingen.

libertus.

v

v

ν

νν

ν v » mm v

m m

] Y ν

ν

gens; pers numerodi personaggi attestati: magis emagistranus;aug saugusilismag -magisteriniscrizioni per ogni od iscr=numer irs m -mulier Non ho presoin considerazione le gentes in iscrizioni relative perlopiù al erritoiolanuvino, comprese in CILXIV. 161

Gens Galeria Gela Greta

E

(H)elvia

ΠΣ Histunennia Dp Livia Lollia Luciia Tasca Malana Manlia

1 1 1

1 1 1

1

5

2 1 1 1 1 1 1 1

Marcia

2

Nara

1

Maria Messia Mindia

E

5

2 1

1 3 1 1 1 1 2

2 1 1

Octavia

3

7

| Ollia (2)

1

1

Quinctilia

Roscia Tula Sonia Seine Fidia Trebonia Ulpia

Valera Varia

1 1 1 1

1 1 1

3 3 2 1 1 î

2

3

1 1

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1

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Visellia (?)

1

1

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1

162

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Tibertus

3

Varronia

Vetta

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1

B n 1 1 1 1 1 1

| emp

1

2 1 1

Follia Pomponia Porcia

fume | πρὶ

ν

E

Tas. 2. Elenco delle figlinae

Aiaciana

N. scheda 825.

Fabianae

6

Fulvianae ?

17608

GermQ Mind)

515

Apila Hereulis | 573 Ab lis 561, p Caeponianae 780 Curtianae (?) 203. Religui Domii | 99* Gens Donitia 575

Dominus -

Colipetanus?) Primitivus (Flavia) Seia — | L.Fadius Passarus Isaurica Aug. N. C. Cominius (M. Aurelius) Sabinianus M. Annius Verus Ti Claudius Hilarus Ti Claudius Egnatius Felix Maximus | Arrius Antoninus | C.Asinius Pollionis | Q.Lepidus Hilarus. | L Domitius Lupus | Domitia Lucilla (minor) E C. Cominus Proculus 1. Αἰἰπίαν TiQ | Cn. Domitius Afer

5

810

5 :

ΤΙΣ rar

.

| viso: |

| x

ns 580

d

nse

5

810

Domirianae

1763:

Domitianae minores. E n

96" 6 8255

Officinator

Doni

Lucanus-Tullus Domiti Lucanus-Tullus -

Q. Oppius lustus Q. Oppius lustus Cn. Domitius Arignotus Cn. Domitius Trophinus -

Dom. Nt (M. Aurelius Antoninus Domitia P. Aelius Alexander Lucilla minor ^ B x ^

Servus

Provenienza | Datazione

-

Via Appia Eta di Vecchia. Adriano Mezzaraga | 144.C

Zosimus -

Agro velitemo | Post 161 ac. S.Cesareo | 12340. 5 Velletri

mac 1344.C.

Troncavia B Le Mole-Nemi | Inizi sec Euporus Artemisio Isee Doryphorus | $.Cesareo | 234 6. z

Colle 13240. dei Marmi Colle Palazzo 1 "Aborto | Ante 59 Bonese” dC.

Calisws | Agroveltemo |

Ea

domizianea i 1234.C. B S. Cesareo | Ettardo traianeaprimo adrianea Via Vecchia | Fine I sec. di Napoli Nepos | ColedeiMami| 1204.C. -

Agro velitemo | 212-217 AC. Amemiso

| Post 138 ac Mezzaraga | 1384.C Via Appia Vecchia. 163

Figlinae De Licini

N scheda 1752"

.

513

o

515

Macedonianae | 1758*

] )

Manmeianae.

sm

Marcianae

em

H

H

H

ns

B

515

Ad Mercurium Felicem | Naevianae

Officinator

Servus

Provenienza | Datazione

Domitia Lucilla minor Domitia Lucilla (maior)

Cn. Domitius. Corpus Ὁ. Oppius lustus

-

Agro velitemo | 126d.C.

-

S.Cesareo

0. Oppius Verecundus -

-

B

-

-

s.Cesareo | 1238Ὁ.

C. Calpetanus Mnester C. Calpetanus Musophilus -

-

Colli de’ Mami | 1384.C.

-

Agro velitemo | © Edi Vespasiano S.Cesareo | 1234 6.

-

Mie Canino | Età antonina LeMole-Nemi | Inizi sec.

L. CassiusP. Cassius Cae() Ὁ. Pompeius MammeianusὉ. Pompeius Mammeius Caes. N. Traianus Satius Marcius Demetrius

-

-

| 1234.6,

Agro velitemo |

5

B Isec.?

Fine I sec.

46 203

-

C. Calpetanus Hermes L Aurelius Thallus -

331

C. Naevius

-

-

Colonnella

Eà di Augusto o poco

1432

P. Naevius

-

-

is

-

-

Colle della Salvia Vie Marconi

-

-

Mte Canino

H

C. Aquilius Aprilis

-

HermetianusUrbicus

-

Lo Bruttidius Augustalis

-

H

696

^

476

Oceanae

1756"

Oceanae Maiores

575

Oceanae Minores

“6

164

Dominus

| C.Naevius Primus C. Naevius C. L Alexander. Ὁ Naevius CL Apollonus Caes. N. (Hadrianus) Aug. N. (M. Aurelio? Commodo?) -

H

‘Agro velitemo | Primi anni di Adriano 8. Cesareo Età di M. Aurelio ‘0 Commodo Mie Canino | Etàtardo traianeaprimo adrianea

Figlinae

n scheda

Dominus

Offcinator

Quintanensia

572

-

-

bi i

513 513



sn

À i x -

572 | McAnnius Verus | Pomponius Vials ss M. Fabius Licyrmus 573 | _M.Annius verus Ὁ Pomponius Vitalis . n



580

H

d ^

580 1100"

^

561, 135*|

Sabiniana Salarese -

515 #6 | 1754"

.

Servus ᾿

| Provenienza

[Datazione

Eutychis

S. Cesareo

123 d.C.

Ε

-

Successus Onesimus

M -

^

-

-

Primus (2)

E

«

-

^ « 3

i



-

n

-

M. Vinicius Herculanus

Apronus -

-

^

-

[M. Vinicius] Hercul(anus)

Velletri

Hu

n |

"

A. Gellius Karas -

-

S.cesaro | 1234.C. Mie Canino 348 6. Agro vlitemo

so | nea erate

-

-

Scams | Prime adrianea

i ^

* ss 52 | unus lulianus

A. Gabinus Successus

Fo)

B

515

^

v

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575 810

x -

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HO DI)

373 108) | 36

M.Amius Verus Domitia Doniini n -

τ -

= n

: d opus Sulpiciana n n

46 575 m

Lone -

E

M Vinicius Pantagarhus

-

n S.Cesareo — | 1234.6. H

To

“| Colle dei Marmi SCmmo | [varsmdweMui|

i ot o7 :

Mte Canino 5. Cesareo ^ FontnaParata | 1dec ssc 165

Fine 7 τ . 7 ἢ mede πο Viccinianae

Poe "eur 2 "eue "Cer "er Haus "er

Domina Gia | sen | Provan] uie ss : ENT THEE 1155 | Dowie Dont Deer | Avene | 1234.6 τ: CiniusHemious | = | Toman πιὰ Mos E oss ambo Tiene τε > Tea] E E C Vili Gen | = Town | Kn rad ” 3 τ} τ ΠΣ | wo | Coe | mac ΓΞ m Gems | = | scemo | © 2a 2 : : . = a : : : ES Claus dono | = tua dito | 5 | Linee | Zone [eene | vito sad x Euer | CT E meas 6 | was pus | Fad Pamere | = | emen | πὰς scheda.

1759* |

Rutilia L.f. Ocrati

-

am | Plaine | Me vier ice | | Tu asserit τ | Aa Dis | we | Comis jene — [secto | Coe Nee | To | E prose [oae | Lion = flee ΓΕ ΞΕ [7 ΕΣ E

-

Agrovelitemo |

Metàlsec.

= | CotoCepele | Bane DT eaters | iac. τ [essen] Vm Mails Mat T cs | de cati | Vele | > T poma | "mπὶ = [SET Codes | Eod oma Ξ b oAwme | ge

Figlinae

N scheda

Dominus

Officinator

Servus

"Lepidius"

1

Lepidius

-

-

Colle della Salvia | 1sec. (2)

“Lurius”

998

-

L. Lurius Proculus

-

Casale Strutt | Fine I sec.

“Manlius”

675* | L.Manlius Fuscus

-

-

Colli de’ Marmi | Isec.aC.

“Μεπυπία"

1761" |

-

Agro velitemo | 134d.C.

"Propertius"

1765* | C. Propertius Felix

“Rabirius”

626"

"Sexius"

MemmiaLf.

— |L.Memmius Astragalus

Provenienza | Datazione

-

-

C. Rabirius Tiburtinus

Victoria?

-

730

Sextius Quict)

-

-

“Tarquitius”

862

1. Tarquitius Ero.

-

-

|Via Appia Vecchia-| Meta I sec. Via Laviniense aC.

"Thallus"

m

-

Thallus.

-

Arboreto Bonese | Tsec.(?)

"Valerius"

476

-

-

Mie Canino | 1344.C.

"Vitalis"

8255

-

Vitalis

-

Via Appia Vecchia | Fine II sec.

Of. Privata

203

-

-

-

Le Mole-Nemi

-

-

-

Agro velitemo | 307312 ac.

Of Domiima

| 1762*

| M. Valerius Priscus

Incerta

?

Mie Cagnoletto | — FinelInizi Π sec. Troncavia.

Ea augustea

Fine ΠΝ sec.

167

LETTURA STORICA DEL TERRITORIO ETÀ NEOLITICA ED ENEOLITICA

1 caratteri naturali del territorio è probabile abbiano influito in maniera decisiva nella differente occupazione rilevata per l'età più antica: progressivamente più intensa procedendo dalle aree montuose settentrionali, passando per le dorsali collinari dell'area intermedia fino ai terreni pianeggianti del settore meridionale. Pur non potendo escludere in maniera certa la possibilità che i dati dell’area a nord risultino alterati dalle difficoltà oggettive di rilevamento connesse alla presenza del bosco, è tuttavia evidente la estrema povertà delle attestazioni: delle 64 documentate dalla ricognizione nessuna proviene dall'area a nord, fatta eccezione per le 3 nel settore nord-occidentale, nell'altopiano dei Pratoni del Vivaro, contro le 11 dell’area intermedia e addirittura le 50 di quella meridionale (Fig. 27) Dall'analisi della fisiografia degli affioramenti sembrerebbe potersi rilevare una predilezione per le arce sommitali (spesso terrazze o pianori)"* (22) e su morbido pendio” (19), rispetto a quelle su aree in piano non eminenti” (10). Tuttavia occorre considerare come i numerosi casi nei quali i materiali sono stati rinvenuti lungo i fondovalle o alla base delle pendici*" (13) potrebbero in realtà considerarsi scivolati da aree in declivio a seguito di fenomeni naturali accre-

sciuti non di rado da attività agricole più recenti e quindi andarsi a sommare al numero di quelli, così da alterare la gerarchia (32). Proprio in considerazione delle rilevate differenti caratteristiche del territorio, le quote variano sensibilmente anche all’interno di un medesimo raggruppamento di affioramenti: così quelli su sommità, a parte i 604 m dei Pratoni (n. 228), vanno dai 280 m di Colle dei Marmi (n. 809) ai 94 m di Lazzaria (n. 1664); quelli su pendio, dai 263 m lungo la SP. 95la via Appia Vecchia (n. 806) agli 83 m di Giannottola (n. 1686), ai quali vanno aggiunti quelli nel fondovalle compresi tra i 260 m di via Montecagnolo (n. 880) e i 78 di via Cisterna-Campoleone (n. 1682); gli altri su aree in piano, fatta eccezione i 610 m di Pratoni del Vivaro (n. 215), dai m 264 di via delle Sette Ville (n. 722) ai 104 di Lazzaria (n. 1568). Comunque, fatta eccezione per i 3 siti che occupano a piana del Vivaro (nn. 215, 216, 228), posizionati intorno a quota 600 s.l.m. e quelli noti da bibliografia ai Ferrari (nn. 231, 237) e al Maschio di Ariano (n. 95) i quali si posizionano fra i 900 e gli 800 m s.Lm., pochi si attestano tra quota 300 e quota 200 s.l.m. (10)**, mentre la maggior parte dei siti è compresa tra quota 199 e 100 s.Lm. (43)"”, con pochis-

7" Pratoni(n. 228) a 604 m s.Lm.; Colle dei Marmi (n. 809) a 280 m. s.m. Capitancelli (n. 926) a 178 m s.Lm3 Crocetta (n. 1097) a 208 m sn; Landi (n. 1238) a m 172 m s.m; Grotone (n. M82) a 108 m sm. Landi(n. 1237) a 167 m s.m; La Parata(n. 1343) a 160 m. sm: Colle Catalini (n, 748) a 240 m sms Colle Cicerchia (n. 1054) a 192 m slm: Prato Lungo (n. 1278) 156m sm; Prato Lungo (n. 1279)a 160 m s.m. Soleluna(n. 1456) a [42 m slm. S. Mauro (n. 1848) a 127 m sm; via Nettonenselvia dei Cinque Archi (n. 1506)a 132 m s.m. Castel Ginnetti (n. 1516) a 130 m slm. Presciano(t. 1572) a 102 m s.m. Presciano(n. 1578) 93 msm, Le Castella (n. 1620) a 123 m Lm. Castel Ginpetti (n, 1621) a 117 m sm. Lazzaria(t. 1664) a 94 m s.m. via delle Querce (n. 1719) am 11651. 7" Pratoni del Vivaro (n. 216) a 610 m sim. via Casale delle Corti (n. 758) è 242 m sm. via Appia Vecchia (n. 806) a 263 m sm; Monte Cagnolo(n. 985) a 240 m s.Lm. Colle Cicerchia (n. 1050) a 185 m sm; Colle Cicerchia (a. 1053) a 180 m sLm. via Ara di Stanga (n. 1057) a 197 msn; Vigne Nuove (n. 1086) a 206 m s.n. via Ara di Stanga (n. 1150) am 177 sum; via Vecchia di Napoli (n. 1262) a 160 m s.Lm.; Lazzaria(n. 1496) a 115 m s.m.: via delle Mole (n. 1542)a 118 m sm. Lazzara(n. 1590) a 112 m s.m; S. Tomao (n. 1598) a 116 m sLm. Le Castella (n 1608) a 104 m s.m. Le Casella(n. 1633) a 96m s. πὶ: Lazzari (n 1661) 294 m sim. Lazzaria(n. 1668) 88 m slm. Giannottola(n. 1686) a 83 m. slm. == Pratoni del Vivaro (n. 215) a 610 m s.Lm: via delle Sete Ville (n. 722) am 264 sm. Paganica n. 900) a 260 m sm. via Ara di Stanga(n 1153) a 182 m sm: Pratolungo (n. 1260) a 154 m slm. Pratolungo (n. 1275) α 152 m s.Lm-: Pedica (n. 1359) a 128 m sLm.; Castel Ginnet (n. 1406) a 146 m sm. S. Tomao(n. 1530) 126 m s,m. Lazzari(n 1568) 2104 mslm. > Via Montecagnolo(n. 880) a 260 m sm; Colle d'Oro (n. 1157) a 174 m sm. Cento Colonne (n. 1206) a 162 m sm; Cento Colonae (n.

1207) a 166 m slim: Colle Piombo (a. 1395) a 143 m slm; Castel Ginneti (n 1402) a 14] m s.m. La Parata (n. 1471) a 122 ms.lm; Pedica (n. 1481) a 111 msm; S. Tomao(n. 1841) a 121 m slm; S. Mauro (n. 1546) a 104m sm; via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1583)a 114 m sm; Lazzaria(n. 1569) a 94 m san: via Cisterna-Campolcone (n. 1682) a m 78 Lm. 0 Via Sette Vile (n. 722) a m 264 s.Lm, via Colle Ctaini (o. 748) a m 240 slm: via Casale delle Cort (n. 758) a m 242 s.m; via Appia Vecchia (n. 806) a m 263 sm. ia Colle dei Marmi (n. 809)m 280 m. via Montecagnolo (n. 880) a m 260 s.Lm. (n. 985) à m 240 sm; viaS. Nicola (n. 900) a m 260 sm. via Stradone Muti Il (o. 1086) a m 206 s.m. via Montecagnolo(n. 1097) a m 208 sm. => Via Capitancell(n. 926)a m 185 αἱ πὶ: via del Franco Francese(n. 1050)a m 179 s.m. Colle Cicerchia(a. 1053) a m 189 sm: via Vecchia di Napoli (n. 1054) a m 192 s.m; via Ara di Stanga (n. 1057)a m 197 s.m; via Ara di Stanga (n. 1180) a m 177 sm; (n. 1153) am 182 sm; via Grotte dell'Oro (n 1157)à m 174 sm. via Capanna Murata (n. 1206) a m 162 sm, via Ponte di Mele (n. 1207)a m 166 sm, via Torre di Presciano (n. 1237) a m 167 sm. via Stradone Muti I (n. 1238) a m 172 slm; via Vecchia di Napoli (n. 1262) a m 160 s.Lm. via Pratolungo (n. 1260)a m 154 sm.(n 1275) a m 152 Lim. (0. 1278) a m 156 sm. (n. 1279) a m 160 s1i; via Fontana Parata (n. 1343) ἃ m 160 slm; via Presciano (n. 1359) a m 128 sm: via Colle Piombo (n. 1395) a m 143 sm; via dell'Ulivo Ginneti (n. 1402) a m 141 slm; via Vecchia di Napoli (n. 1406)a m 146 sm; via di Carano (n. 1486) a m 142 stm: Tenia Parata (n. 1471) a m 122 sLm: via del Grottone (n. 1481)a m ILL sm; (n. 1482) m 108 slm. via di Lazzaria(n. 1496) am 115 sm. via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1506)a m [32 Lm, (n. 1553) am 114 sm. via egli Aranci(t. 1516)a m 130 s.via S. Tommaso(n. 1530) am 126 sm. via S. Tomao (n. 1541)a m 121 sim.(n. 1598)ἃ m 116 slm; via delle Mole (n. 1542) a m 118 s.m. (n. 1545) m 127 s. (n 169

idrografica, con rappresentazione delle microaree di frequentazione. A tratteggio l'area della città in eta storica,

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gata, in corrispondenza dei limiti delle tavolette, presumibi mente possa sezionare aree più vaste, da nord a sud sembra. possibile ravvisare alcune microaree. Una prima area (A), sviluppata con un totale di 8 attestazioni, di cui solo 3 di nuovo rinvenimento, su un'area ellissoidale di circa 8 km? comprende probabilmente i siti tra la via dei Laghi e via Crocetta Vivaro (nn. 215-216, 228), estesa verso ovest a includere l'area nemorense, più specificatamente le rive lacustri prospicenti il santuario (nn. 181-182, 201), e verso est almeno fino al Maschio dei Ferrari (nn. 231, 237), ma non a nord-est il Maschio di Ariano (n. 95), così da includere almeno parte del sistema montuoso Artemisio, relativamente al versante occidentale. A sud di questa prima microarea, da est, dove è presente un'unica attestazione lungo il lato meridionale della via

simi che scendono al di sotto dei 100 m slm. (8)**. Confrontando siti documentati per l'età con il popolamento successivo si rileva come, non di rado, sui primi non appaiano documentate occupazioni più recenti?" e come, per quanto riguarda il rapporto topografico coni siti impiantatisi successivamente nelle rispettive aree, la maggior parte di essi, si trovino in posizione periferica, frequentemente in corrispondenza di una dell'estremità degli affioramenti”, o addirittura di poco esterne", comunque in vicinaza di un cor5o d'acqua. L'analisi morfologica sulla qualità della materia prima utilizzata per la realizzazione dei litici, seppur basata esclusivamente su un esame autoptico, sembrerebbe indicare il ri corso a roccie silicee, nella gran parte dei casi locali, reperibili presumibilmente abbastanza agevolmente, diffusi nella pianura pontina ed in tutta l’area romana, la cui origine in termini geologici risale alla zona umbra (selce marrone, giallina, marrone a chiazze nere). L'assenza di selce di importazione antropica contribuisce inoltre a rafforzare l'attribuzione dei campioni determinabili ad un contesto musteriano (Paleolitico medio). Interessante è il riutilizzo di anti chi strumenti litici per realizzare pietre focaie (n. 1086) 1 materiali litii, i quali costituiscono ancora l'unico elemento per tentare di definire le strategie di insediamento e lo sfruttamento del territorio in questo arco cronologoco™, proprio in considerazione della loro quasi generalizzata esiguità, non sembrano consentire una suddivisione tra siti primari o residential camps e siti secondari field campllocations camps, secondo la differenziazione su base economica elaborata per i siti all'aperto". Osservando la loro dislocazione nel territorio, si rileva come, presumibilmente, in relazione alle arce di sfruttamento le quali possano rintracciarsi in un areale di caccia ipotizzabile tra i 10 km o le due ore di cammino”, i siti sembrerebbero raggrupparsi su microaree con differenti caratteristiche geomorfologiche con un raggio di 10-15 km. Considerando preliminarmente come le diverse carattestiche morfologiche, oltre ad influire spesso in maniera determinante nel riconoscimento dei siti, dovettero presumibilmente indirizzare la frequentazioni del territorio e determinare in una certa maniera anche lo sviluppo delle aree di sfruttamento, e come, nel contempo, l’artificiosa delimitazione dell’area inda-

specialmente a partire dal settore centrale, appaiono offrire propizie condizioni di vita, esiste un’ampia area apparentemente “deserta”, molto più probabilmente viziata nella sua. lettura da fenomeni artificiali, per lo più legati all'antropizzazione moderna. Una successiva microarea (B), sviluppata tra est e ovest in un'area di circa 10 km, con 7 attestazioni, di cui 3 di nuovo rinvenimento, la quale potrebbe includere il plateau su cui s'impianterà l’abitato di Velletri -con l'attestazione in via della Croce-via Lello da Velletri (n. 561, 30)- ed aree liminari - via di Ponente (n. 511) -, si allunga verso est, forse comprendendo a nord il sito a sud della via Ariana (n. 402), e verso sud-est le aree in morbido declivio su via delle Sette Ville (n. 722), via Casale delle Corti (n. 758), "Le Corti (n. 742) ed infine via Colle Catalini (n. 748). Escludendo presumibilmemente il sito su via S. Nicola (n. 900), posto in un'area intermedia e molto ipoteticamente riferibile ad una terza microarea delineabile immediatamente a est, un’omogenea e cospicua presenza di siti si nota nel settore occidentale, a partire dall'estremità meridionale delle dorsali segnate ai margini da diversi fossi fino quasi alle aree pianeggianti di Carano e Giannottola. Nella porzione settentrionale di questo territorio la concentrazione dei siti sembrerebbe indiziare una prima microarea (C) estesa, con 8 siti di cui 6 di nuovo rinvenimento, su un’area abbastanza allungata di circa 6 km’, posta circa 3,5

1546) am 104 sm; Lazzara(n. 1568) a m 104 sm; (n. 1590) a m 112. ‘Lm. Presciano (n. 1572) a m 102 sm. via dela Vite (n. 1608)a m 104 slm; via dei Tigh (n. 1620) a m 123 sam; via Virgilio (n. 1621) a m 117 slm; via delle Querce (n. 1713) a m 116 san © Lazzaria (n. 1569) ἃ m 94 lm: (n. 1664) a m 94 slm; via Retarola(o. 1578) a m 93 sm; via della Vite n. 1633) am 96 Lm. via di Carano(n. 1661) am 94 s Lm. via Cisterna Campoleone(n. 1668)a m 88 slm:(a. 1682) a m 78 sm. via Giannottola(n. 1686) a m 83 im. >" Via Stradone Muti I (n. 1086); via dei Limo. via Stradone Muti I (n. 1239); via Ponte di Mele (n. 1207); via Capitancell (n.926); via del Franco Francese (n. 1050); via Ara di Stanga (n. 1057); via Vecchia di Napoli (a. 1054); via Montecagnolo (n. 1097); via Ara di Stanga (n. 1153) via Pratolungo (on. 1275, 1278-1279); via Colle Piombo (n. 1395); via Retarola (n. 1578); via Nettanense/via dei Cinque Archi (n. 1506); viaS. "Tomao (n. 1541); via elle Mole (n. 1845). 71) Pratone (n. 215); via Appia Vecchia (n. $06); via S. Nicola (n. 900) via Casale dele Coni (n 758); via Colle Catani (n. 748: via Torredi Presciano (n. 1237); via Fontana Parata (p. 1343); via Capanna Murata (n.

1206); via Presciano(n. 1359); via del Grotte(n. 1481); Ten. ta Parata(n. 3471); via di Lazzara (o. 1496); via degli Aranci (n. 1816); «Lazzaria» (n. 1568-1569); «Lazzaria» (n. 1590): via di Carano (n. 1661); via di Carano (n. 1456); via Nettunense/va dei Cinque Archi (n. 1553); va delle Mole (a. 1846); via Virgilio (n. 1621); via delle Querce (n. 1713) 75 Via Crocetta Vivaro (n. 228); via dell'Ulivo Ginnett (n. 1402) via Cisternt-Campoleone(n. 1682). 7" Sulla materie prime di provenienza locale, circumiocale ed esotica, relativamente al Lazio, v. Brera 2006. Mussi, Ζαμρεττὶ 1987: Βιξττι 1989; Binromo 1990: 88-92: locuni 1981: 149-151; LIEBERMANN 1993; LIEBERMANN, SHEA 1994; LIEBERMANN 1998. = Tung 1987 a proposito di un'industria tica ristretta peri iti mino. ti secondari: FéaLor AUGUSTIN 1997; GawaLE 1993; ROLFO 2003: 17, 19 perla preponderenzadei sti secondari in area albanae la difficoltà di individuazione di qulli primari “a causa dell'incompletezza in letteratura dei dati relativi ‘© His, Veta Fia 1972.

Ariana (n. 402) a ovest, lungo le pendici dell’Artemisio che,

m

km a sud e 2,5 a ovest delle due precedenti e comprendente gli affioramenti di M. Cagnolo (n. 843), via Montecagnolo (n. 985), Crocetta (n. 1097), via Appia Vecchia (n. 806) e via. Colle dei Marmi (n. 809), oltre a quelle in pendio di via Il Stradone Muti (n. 1086) e di fondovalle di via Montecagnolo (n. 880) c di "S. Gennaro" (n. 820). È tuttavia ipotizzabile, anche in considerazione della sua “limitatezza”, che questa microarea si allungasse verso sudest ἃ comprendere i siti nn. 1120, 1203, 1206, 1207, 1237, 1238, 1243, 1343, raggiungendo quindi l'estensione di circa 15 kn, con un totale di 16 siti, di cui 11 nuovi. Non sembrerebbe possibile tuttavia escludere che questi ultimi si riferiscano piuttosto ad una piccola microarea di forma allungata e schiacciata estesa su circa 3 km?, posta ad una distanza di circa 1 km dalla precedente, comprendente quindi il sito lungo via Torre di Presciano (n. 1237), quello a nord-ovest in vicinanza di via II Stradone Muti (n. 1238), ad est quelli compresi tra un ramo del fosso dei Prefetti ed uno del fosso di Carano (nn. 1120, 1243, 1343), ancora ad est, con una cesura intermedia, quelli della dorsale di Cento Colonne (nn. 1203, 1206-1207). All'estremità meridionale dell'area indagata, ad una distanza di circa 1,5 km dal raggruppamento precedenteè possibile individuare una microarea (D), estesa su circa 8 kn’, che, escludendo il sito di via Presciano (n. 1359), comprende quelli di Lazzaria (nn. 1568-1569), quello su via di Lazzaria (n. 1496), quello a breve distanza dal C. le di Lazzaria (n. 1590), quello sul lato settentrionale della via Cisterna-Campoleone (n. 1668), quello a sud della Torre di Lazzaria (n. 1664), quello a ovest della via di Carano (n. 1661) e quello di “Lazzaria”, sull’altura immediatamente a nord (n. 1591), e delimitata ai margini: a ovest dai siti del Grottone (n. 1481), Presciano (n. 1572), via Retarola (nn. 1578, 1579); a nord da quello della Ten. ta Parata (n. 1471), e, infine, da quelli di via Cisterna-Campoleone (n. 1682)e di via Giannottola (n. 1686), per un totale di 15 siti, di cui 2 no-

(n. 926) a nord e quelli di Colle Piombo (n. 1395) e via dell'Ulivo Ginnetti (n. 1402) a sud, comprendente quelli di via del Franco Francese (n. 1050), Lupacchiotti-Malatesta (n. 1047), via Ara di Stanga (nn. 1057, 1150, 1153), Colle Cicerchia (nn. 1053-1054), Via Grotte dell'Oro (n. 1157), Via Pratolungo (nn. 1260, 1275, 1278-1279), via Vecchia di Napoli (nn. 1262, 1406), per un totale di 17 siti, di cui uno solo noto da bibliografia, distribuiti su un’area di circa 11 km, che si allarga al di 18 della ripartizione seguita, oltre a quelli all’estero dell'area indagata, di Torrecchia Nuova e della via da Cisterna per Cori? Molto probabilmente a questa stessa microarea, portandone la superficie a km? 12 circa, deve ritenersi pertinente il sito di via degli Aranci (n. 1516), leggermente periferico spetto al gruppo omogeneo, spostato all'estremità sud-orientale della delimitazione artificiale seguita. A sud ovest di quest'ultima area sono presenti siti che în base alla loro posizione appaiono meno facilmente inscrivibili, disposti in tre piccoli raggruppamenti omogenei da nord-est verso sud-ovest: prescindendo da quelli formanti il primo gruppo (nn. 1456, 1506, 1553), di cui siè già detto (F) * che forse potrebbero, riferirsi alla microarea definita ad ovest; sia quelli su via delle Mole (nn. 1542, 1545-1546), via S. Tomao (nn. 1541, 1598), via S. Tommaso (n. 1530) relat vi al gruppo centrale (G), che quelli su via della Vite (nn. 1608, 1633), via dei Tigli (n. 1620), via Virgilio (n. 1621) e via delle Querce (n. 1713) (H), sembrano disporsi su aree circoscritte, di forma quasi circolare e estremamente ridotte, rispettivamente di circa 1 e 1,3 km, con una cesura intermedia di circa 1,5 km. Riguardo le caratteristiche morfologiche e idrologiche delle diverse aree ipotizzate è possibile rilevare come la microraea individuataa nord-ovest (A), altimetricamente disomogenea, sia costituita dai siti nella fascia in leggero dec! vio verso il lago di Nemi (nn. 181-182, 201), indicativamente posizionabili trai 328 e i 320 m s.Lm., e da quelli nell'alti da bibliografia. E probabile comunque che a questa mitopiano dei Pratoni, perlopiù pianeggiante con modestissimi croarea vada attribuito anche il sito di via Presciano (n. rialzamenti: il n. 215, alla base delle pendici settentrionali 1359), leggermente isolato a nord-ovest rispetto al gruppo del C. le degli Impiccati (m 610 s.Lm.); il n. 216 lungo le più omogeneo, portando così l'area a un'ampiezza di circa 9 pendici di uno dei dossi in cui il terreno si rialza, scendendo n, e a una distanza leggermente inferiore dalla microarea a dal versante nord-orientale del C. le degli Impiccati verso la spianata (m 610 s.m.) il n. 228 nel settore nord-orientale nord (km 1 circa). Meno certa invece l’ipotesi, tenendo presente che in tal della sommità, all'inizio del morbido pendio con cui l’altura modo questa microarea risulterebbe quasi tangente al margi- scende verso nord (m 604 s.1.m.), per i quali va anche rilevane di quella a nord, che a questo medesimo raggruppamento ta una continuità d'uso a partire dall'età del Bronzo fino ad possano riferirsi anche i te siti (F) - di via Carano (n. 1456), almeno quella arcaico/repubblicana e, forse, da quelli del via dei Cinque Archi (n. 1506), e scendendo verso sud, di via Maschio dei Ferrari (nn. 231, 237), posti oltre gli 800 m dei Cinque Archi (n. 1553)- portando quindi la superficie a slm. km? 16 circa. I tre siti costituiscono un piccolo raggruppaLa seconda microarea, a sud-est (B), in cui forseè insci mento isolato, esteso su un'area di forma quasi circolare di vibile il sito n. 402 (m 333 s.Lm.), ormai al piede del versancirca 1,3 km, separato da una cesura di circa 1,2 km.da un te orientale del sistema montuoso artemisio, abbastanza altro immediatamente a est, con caratteristiche simili. omogenea dal punto di vista delle altimetrie, risulta compoAncora una microareaè ravvisabile all'estremità orienta- sta: dal sito n. 561, 30, sulla terrazza occupata dalla città (m le dell’area indagata (E), a partire dal margine meridionale 365 s.Lm.) e da quello (n. 511) comunque sopraelevato, andella tavoletta di Velletri, compresa tra il sito di Malatesta che se meno dominante (m 312 s.Lm.) affacciato sul non P Rotr0 2003: 10 fig. | n. 1,5 (posizionamento zonale), 1, 12 fig. 58, 13 figg. 9-10, 15 fg. 16 mn. 2, 5; Morra, Rotro, SERA 2004: 83-85in particolare tabo. X-XI, XII peril confronto tipologico con i materiali dal sito i Federici, nord di Aprilia, dal quale si rileva come Torrecchia Nuova 172

e Cori i configuino rispettivamente come "Stanziamento breve periodo” e “Stanziamento medio-lungo periodo"; Brescia, Ceno 2006: 236, 237 figg. 3-4 con inquadramento dei sti di Cori e Torecchia Nuova tra quelli primari e quelli secondari.

lontano fosso di S. Anatolia; da quello (n. 722), nell’area centrale di un pianoro (m 264 s.1.m.) aperto verso sud-est; da quello (n. 758) lungo le pendici meridionali di una modesta altura (m 242 5.1}; dal n. 742, non ben posizionabile, e da quello sulle prime pendici occidentali del colle (m 240 s.Lm.) quasi all'estremità nord-occidentale del sistema di Colle Catalino (n. 748). Il terzo raggruppamento (C), immediatamente a sudovest del precedente, considerato nella sua minore estensione, comprende: il sito n. 843, presumibilmente sulla sommità di M. Cagnolo (m 295 circa s.l.m); quello lungo le sponde del fosso di S. Gennaro (n. 820), solo indicativamente posizionabile intorno ai 285/290 m s.Lm.; quello (n. 880), nel settore centrale del fondovalle inciso parzialmente dal fosso di Valle Verta (m 260 s.Lm.), a sud-ovest dell'altura di M. Cagnolo; il n. 806 al di sotto di una piccola altura, che dal lato meridionale dell” Appia Vecchia si abbassa con modesta pendenza verso sud (m 263 s.L.m.), delimitato a est dal fosso Minella; quello (n. 809) sull'ampia terrazza (280 s.Lm.), affacciata a sud con un'alta e ripida scarpata; quello (n. 985), su un ampio pianoro che costeggia il lato orientale di via Montecagnolo (m 240 s.L.m.), affacciato a est sul fosso di S. Gennaro; il n. 1097, su un’altura al termine di via Montecagnolo, aperta a sud verso i colli di Crocetta (m 208 s.Lm.), e infine quello (n. 1086), in un terreno che tende leggermente a salire verso nord, mentre ad est scende con leggero pendio fino al fosso di Presciano (m 206 s. m.). L'ipotetica microarea a sud della precedente, considerata. a se stante, comprenderebbe: il sito (n. 1238), quasi alla sommità dell'altura (m 172 slm.) verso cui sale via dei Limoni dopo aver superato un ramo secondario del fosso di S. Gennaro; quello (n. 1237) nel settore orientale del pianoτὸ (m 167 s.Lm.), quasi alla sommità di un colle affacciato a sud-est verso il C. le della Parata; quello (n. 1343), al margine nord-orientale della sommità (m 160 s.Lm.), quasi all'estremità sud-occidentale dell'ampio sistema collinare compreso tra via delle Vigne Nuove e il fosso della Parata ad ovest, verso il quale scende con pendenza abbastanza decisa; i nn. 1120 e 1243, indicativamente posizionabili tra le quote 181 e 162 s.Lm.; quelli (nn. 1206-1207) alla base delle pendici orientali della dorsale collinare attraversata alla sommità da via Pontedi Mele (rispettivamente m 162 e 166 5.l.m.), quasi nella sella incisa dal passaggio di un affluente di dx. del fosso di Civitana, c il n. 1203, immediatamente a est dei precedenti, sulla dorsale di Cento Colonne (m 171 s.Lm.). La maggiore estensione di questa microarea comprenderebbe un'oscillazione nelle altimetrie tra un max. di m 295 s.l.m. eun minimo di m 162 s.m, che diventerebbe ulteriormente ridotta, trovandoci ormai in un'area quasi pianeggiante, qualora le si consideri separatamente (rispettivamente m 295-200 s.l.m em 174-162 slm.) A sud della precedente, la quarta microarea (D), la quale si sviluppa lungo le morbide colline agricole del Grottone, di Lazzaria, della Parata e di Presciano, considerata nella sua minore e più probabile estensione, incluso comunque il sito di via Presciano (n. 1359), in un'area ben esposta in modestissima pendenza (m 128 s.m), comprende: il sito (n. 1481) quasi alla base delle pendici sud-orientali (111 s..m.) di una delle alture che dal lato meridionale di via del Grottone scendono verso est; quello (n. 1572) sulla sommità

di uno dei colli immediatamente a ovest del Casale Nuovo di Presciano (m 102 s.m.) compreso nell'ampio sistema tagliato dal passaggio delle ferrovia Roma-Napoli, il quale si abbassa progressivamente fino ad allargarsi nella piana di Carano; quello (n. 1578), nel settore nord-orientale della sommità di un morbido colle (m 93 s.l.m.) che sale dal lato meridionale della SP. 99/0 via Cisterna-Campoleone e si abbassa con pendio morbido verso ovest fino al fosso di Presciano; il n. 1579 solo indicativamente posizionabile in un’area compresa tra i 75 e gli 80 m circa s.Lm.; quello (n. 1569), quasi alla base delle pendici sud-occidentali dell'altura che prospetta la proprietà del Monastero di S. Chiara di prossimità del punto in cui il corso del fosso dei Prefetti disegna un’ampia ansa (m 94 s.l.m.) e il declivio si ammorbidisce fino ad allargarsi in una spianata; quello (n. 1471), nella sella (m 122 s.Lm.), caratterizzata da pendenza abbastanza decisa verso ovest, dove scende fino a raggiungere il fosso di Presciano, alla base del colle immediatamente a nord della sterrata tra il C. le di Lazzaria e il C. le di Presciano; quello (n. 1496), sulle pendici nel settore meridionale del colle (m 115 s.l.m.) che si affaccia sul lato settentrione di via di Lazzaria, all'altezza del tratto che si dirige ad ovest fino alla tenuta del Monastero di S. Chiara; quello (n 1568), nel terreno che dal lato meridionale di via Lazzaria, scende con lievissima pendenza verso sud fino alla ferrovia Roma-Napoli (m 104 s.Lm.), all'altezza di un modesto rialzamento del terreno affacciato su un piccolo corso d'acqua intubato; quello (n. 1668), lungo le pendici sud-occidentali del colle che ad est scende con moderata pendenza verso un piccolo corso d'acqua (m 88 s.l.m); quello (n. 1664), nel settore meridionale del colle compreso tra due modesti corsi d'acqua (m 93 s.Lm.), all'interno della tenuta di Lazzaria; quello (n. 1590), sulla sommità di una piccola altura a sud del C. le di Lazzaria (m 112 s.m.) all'interno della vasta dorsale collinare che, a partire dal casale si allunga verso sud, delimitata sui due versanti dal corso del fosso di Carano e di un affluente del fosso dei Prefetti; il n. 1591, posizionabile sull’altura boschiva a ovest della via di Carano, compresa tra il fosso omonimo e un ramo secondario a circa m 113 s.Lm.; quello (n. 1661) quasi alla base delle pendici sud-occidentali di una delle alture (m 94 s.m.) che si allungano dalla Fonte di Cavignano verso sud, abbracciata dal fosso di Carano e da un suo affluente minore; quello (n. 1682), lungo le acclivi pendici rivolte a sud-ovest e chiuse dal fosso di Carano (m 78 s.m), sul versante occidentale della vasta area pianeggiante che si allunga con leggera pendenza verso sud a partire dal lato meridionale della via CisternaCampoleone; infine quello (n. 1686) alla base delle pendici orientali dell altura, affacciata sul lato meridionale della SP. 99/b via Cisterna-Campoleone (m 83 s.L1m.).. Volendo estendere l'area fino alle dorsali comprese tra i fossi di Civitana e di Farina, comprendendovi i siti n. 1456 nel settore sud-occidentale della sommità (m 142 s.Lm.) di una delle ultime alture di cui si compone il sistema collinare delimitato dai fossi di Civitana e di Sole Luna, a sud della via Appia antica, n. 1506 al margine della sommità (m 132 slm) di una delle alture affacciate a ovest sulla via Nettunense/via dei Cinque Archi e n. 1553 ai piedi del versante orientale di una delle alture (m 114 s.l.m.) che costeggiano la via Nettunense/via dei Cinque Archi, di poco mute173

rebbe l'altimetria generale dell'area, passando dai m 125-78 s.Lm. iniziali ai m. 142-78 s.l.m. La quinta microarea, a nord-est della precedente (E), comprende: il sito (n. 926), el settore meridionale del pianoτὸ (m 178 s.l.m), affacciato a sud-est sul Casale Malatesta, caratterizzato da morbidissime pendici sia sul versante occidentale verso il fosso di Fossatello che su quello orientale; il n. 1047 in località Lupacchiotti/Malatesta, posizionabile intomo ai m 176 s.Lm.; quello (n. 1050) sul lato settentrionale di via del Franco francese in un'area in leggero pendio verso est (m 185 s.Lm.) fino ad un taglio artificiale del banco affiorante; quello (n. 1057) che dal lato occidentale di via Ara di Stanga scende leggermente verso est (m 197 s.l.m.); quello (n. 1054) al margine occidentale (m 192 s.Lm.) e quello (n. 1053) nel terreno che inizia a digradare (m 180 s.l.m.), all'estremità sud-orientale della sommità dell'ampio colle compreso tra due rami del fosso delle Castella; quello (n. 1153) nel settore pianeggiante (m 182 s.Lm.), sul lato orientale di via Ara di Stanga; quello (n. 1157) lungo le pendici sud-occidentali di un'altura (m 174 s.Lm.); quello (n. 1150) in morbido declivio verso sud-ovest (m 177 s.Lm.); quello (n. 1260) lungo la medesima strada in un terreno pianeggiante (m 154 s.Lm.); sul lato occidentale di via Pratolungo quel1o (n. 1275) in leggero pendio verso il ramo dx. del fosso delle Castella (m 152 s.l.m); quello (n. 1278) sulla sommità e lungo le morbide pendici sud-occidentali di un colle (m 156 s.l.m.) che sul lato occidentale raggiunge con pendenza più accentuata un affluente di dx. del fosso delle Castella, e quello (n. 1279) sulla sommità di una modesta altura (m 160 siLm.); quello (n. 1395), alla base delle pendici occidentali dell’ altura che costeggia il lato orientale di via Colle Piombo (m 143 slm); quello sul lato occidentale di via Vecchia di Napoli (n. 1262) lungo le pendici sud-orientali di un'altura (m 160 s.Lm.); quello (n. 1402) alla base delle pendici occidentali, lambite da un piccolo corso d'acqua, del colle (141 slm.) occupato alla sommità dal Casale Ginnetti. L'area occupata dai siti, benché morfologicamente più articolata almeno nel settore occidentale, prevede anche in questo caso una omogeneità altimetrica, con quote comprese trai m. 197eim 141 slm. Per quanto riguarda i due nuclei nel settore sud-orientale del F. IGM Le Castella: quello più occidentale (G) appare costituito dal sito n. 1542, lungo le pendici orientali di una delle alture che caratterizzano le dorsali parallele a sud di C. le S. Mauro (m. 118 s.Lm.); da quello (n. 1545) sul margine settentrionale della sommità di un ampio colle (m 127 s.Lm.) a sud-ovest di C. le S. Mauro; da quello (n. 1546) nella fascia pianeggiante che costeggia il corso del fosso delle Mole (m. 104 s-Lm.), alla base delle pendici orientali di un ampio colle a sud-ovest di C.le S. Mauro; da quello (n. 1530) alle pendici sud-orientali di un'altura a sud di C. le S. Mauro (m 126 Lm); da quello (n. 1541) nell’ampia sella (m 121 s.l.m.) che separa i due sistemi collinari paralleli compresi trail fos50 delle Mole e un affluente del fosso di Cisterna e da quello (n. 1598), nel settore meridionale del vasto sistema collinare (m 116 s.Lm.), articolato in due serie dî alture parallele, che caratterizza l'area immediatamente a sud di Casale S. 7"DI Genwako 1996 per le caratteristiche tipologiche degli insediamenti del Bronzo antico, 174

Mauro; quello sud-orientale (H) dai siti (nn. 1608, 1633), a est di via della Vite, rispettivamente nella sella compresa tra le alture affacciate su via della Vite immediatamente a est di un ramo del fosso delle Castella (m 104 s.1.m.), e alle pendici dell’altura fortemente alterata (m 96 s.Lm.); da quello (n. 1620) sulla sommità dell'altura più settentrionale (m 123 s.Lm.) del sistema collinare compreso trail ramo sx. del fosso delle Castella, che scorre alla base delle pendici occidentali, c un modesto corso d'acqua che incide il fondovalle sul. lato opposto; da quello (n. 1621) e da quello (n. 1713) sulla. sommità e lungo le pendici occidentali (m 117 e 108 s.l.m.) della dorsale collinare attraversata da via delle Querce, quasi fino al corso d'acqua che incide la stretta sella alla base. Per quanto riguarda l'occupazione del territorio si può notare come: all'interno della prima microarea su 3 siti nuovi nessuno sia relativo esclusivamente all’età neolitica, così come per i tre del secondo raggruppamento. Degli 11 di muovo rinvenimento compresi nella terza microarea, considerata nella sua maggiore estensione, 4 (nn. 1086, 1097, 1207, 1238) sono circoscritti esclusivamente alla fase, mentre tra i 15 appartenenti alla quarta micorarea 1 solo (n. 1578) risulta frequentato esclusivamente in età neolitica. Diversamente nella quinta micorarea, tra i 16 affioramenti rilevati ben 9 (nn. 926, 1050, 1057, 1054, 1153, 1279, 1278, 1275, 1395) presentano solo materiali di età neolitica. Trai 13 affioramenti raggrupati in tre piccole concentrazioni al margine meriodionale dell’area indagata solo tre non presentano fasi posteriori (nn. 1542, 1545, 1541), tutti compresi nella microarca centrale. Ad un orizzonte più recente, riferito all Fneolitico, sono il nucleo in ossidiana (n. 95) dalle pendici orientali del Maschio di Ariano, l’ascia piatta in rame lungo le pendici occidentali del Maschio dei Ferrari (n. 231) e, nel settore sud-orientale del territorio veliterno, i materiali della tomba de Le Corti (n. 742) ETA DEL Bronzo

Riferibilial periodo compreso genericamente all’interno dell'età del Bronzo la ricognizione ha documentato 16 nuove attestazioni, limitate alla fascia settentrionale della tavoletta di Velletri, lungo Varco del sistema dell’Artemisio e nell'area dell'altopiano del Vivaro (Fig. 28), di cui: 3 riferibili al Bronzo medio (nn. 216, 222, 233), oltre ai rinveni menti già noti a Lariano (n. 265) e a Nemi (n. 194); 4 riferi-

bili al Bronzo recente (nn. 13, 41, 221, 235), oltre alle attestazioni già note da rinvenimenti al M. te dei Ferrari (nn. 232, 234); 9 al Bronzo finale (nn. 203, 215, 218, 219, 228, 236-237, 242, 299), oltre a quelli già noti da Velletri-Colle Palazzo (n. 776) e via Cantina Sperimentale (n. 512), dalla F. te di Tempesta (n. 113) MEDIA ETÀ DEL BRONZO Al momento mancano attestazioni nel territorio veliterno riferibili al Bronzo antico™, noto in area castellana, essen-

Fig. 28. Locali zonale dei siti dell'età del Bronzo su base oro-idrografica: il triangolino indica il Bronzo medio; il pallinoil Bronzo recente; il quadratino il Bronzo finale; l'aste‘isco il Bronzo/Ferro A trattegio l’area della città in età storica.

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zialmente?" attraverso i contesti di Colle Mattia", a breve distanza da Colonna, e del lago di Albano?" Ugualmente esigua risulta la documentazione perle fasi iniziali del Bronzo medio*", che può contare oltre che sugli insediamenti dell'età precedente e sui materiali da Colle 5. Andrea, a Colonna, in un ambito geografico più prossimo a quello veliterno, su scarsi rinvenimenti generalmente occasionali e nella maggior parte dei casi topograficamente generici. Se tra questi ultimi rientrano, oltre alle asce dalla locali tà “A Pino” dal territorio di Nemi (n. 194), i numerosissimi frr. recuperati in ricognizioni vecchie e più recenti, lungo le creste dell’ Artemisio, che perlomeno sembrerebbero indiziare una frequentazione dell'area precedente la fase finale delVeta del Bronzo®", migliori indicazioni circa la posizione e quindi la localizzazione possono dedursi da quelli all'estremità settentrionale del centro abitato di Lariano (n. 265) Qui, nell'area del locale Campo Sportivo, è stato supposto sulla base dei materiali rinvenuti, un abitato collinare, posizionato presumibilmente in corrispondenza delle quote 300400m s.Lm. che analogamente a quello coevo, indiziato dai rinvenimenti lungo le pendici sud-orientali di Lanuvio”, appare circoscritto cronologicamente al periodo e con caratteristiche ben determinate per quanto riguarda l'estensione areale (limitata) e la localizzazione rispetto alla morfologia e alla idrografia (sulle piroclastiche eruttate dall'edificio ‘Tuscolano-Artemisio, ai marginidi modesti corsi d'acqua). A nord-est di Monte Cavo, sulla sommità di Colle delle Grotticelle e lungo le prime pendici occidentali, all’esterno del territorio indagato, è segnalata la presenza di un altro abitato, e nella terrazza sottostante, di alcune tombe, datati al Bronzo medio 3". La presenza di almeno tre terrazzamenti, realizzati con un taglio del banco e di un muraglione di contenimento nel quale più probabilmente erano riutilizzati i materiali dell'intervento precedente, richiama quella tipologia di insediamenti montani, denominati “di sommità”, ai quali va riferito il successivo abitato sul Monte dei Ferrari, per il quale è comunque attestata una fase riferibile anche a questo periodo (un. 232-233, 237). A questi dati vanno aggiunti quelli delle nuove ricerche di superficie, dalle quali sembrerebbe emergere la frequenta-

zione, forse proprio a partire da questa età, nonostante il protarsi delle fasi di vita del sito e le caratteristiche insediamentali che sembrerebbero inscrivirla piuttosto tra quelle almeno del Bronzo medio 3, della terrazza lungo le pendici orientali di Colle degli Impiccati (n. 222), in corrispondenza di q. m 623 s.l.m. e, in area limitrofa, circa m 380 a nord-est, delle pendici di uno dei dossi in cui si modula l'altopiano dei Pratoni del Vivaro, in corrispondenza di q. 610 (n. 216). Per entrambi i nuclei, in considerazione della non specificità dei materiali, del toponimo (n. 222), delle caratteristiche morfologiche dell’area e della sua prossimità a tracciati antichi, può ipotizzarli l'utilizzo a necropoli. Significative differenze sono riscontrabili nella successiva fase (Bronzo medio 3) nel corso della quale sembra affermarsi il modello d'insediamento su altura munita e, forse, un mutamento delle carattestiche geologiche delle aree di stanziamento”, [I numero delle attestazioni, non soltanto per quanto riguarda i Colli Albani, ma anche nel più ampio ambito del Latium Vetus, si accresce. Relativamente all'area albana i nuovi insediamenti si posizionano, anche in relazione a mutate modalità di sfruttamento del territorio, in aree strategicamente dominanti, a controllo delle percorrenze, e in particolare dei valichi di accesso alla caldera del Vivaro” (Grottaferrata-Colle dell’Asino””, Colle dei Cappuccini”, al margine meridionale del cratere del lago di Albano, Pilozzi a Montecompatri e Villa S. Maria, lungo le sponde del lago di Nemi”),

P" Carattere sporadico ha il rinvenimento agi inti del Novecento, nella zona dei Campi di Annibale, di un'ascia in bronzo conservata αἱ Museo Preistorico EtnograficoL. Pigorini (Pra 1905: 35; ANGLE 2003a: 141, specialmente nota 18). »m ANGLE 20032: 148 nota 16; ANGLE 204: 212 nota 2. 2" ANGLE, LUG, ZARATTINI 2002; ANGELINI, ANGLE, ARTIOLL, BELLovrana, Luou, MARTINELUI POLLA, TAGLIACOZZO, ZARATTINI 2006. "Per la documentazione laziale vd. FuoAzzotA DsLewo 1975; ‘ANzet, Bierri Sestri, De Sas 1985: 124-127; CanpaRELLI 1979: Di Gennaro 1979; PacciaaiLLI 1979; Gump 1981; CHARUCCI 1996 relativamente ai Coll Albar 7" Draco TROCCOLI 2002-03: 45. 2» CuuaRuces 1973; CutaRueci 1980: 5. a Caiagucci 1982-83: 25 fg. 1 (localizzazione), 26-31 per l'ndividuazione, lungo le pendici, appena al di soto del spianata superiore, di lmeno sei tombe, scavate nel banco, 31-34 per l'insediamento delimitato da terrazzamenti di lunghezze differenti realizzati “cavando sul posto blocchi rozzi”. Le due tombe scavate, a pate le dimensioni different, mostrarono caratteristiche analoghe (sulla fronte una sorta di pensilina impanataricavata nel banco, sormontata da un toro in quella maggiore; un dromos, con un accesso inziale molto stretto chesi allarga progressivamente fino al 'inila ell). pochifr. ceramici rinvenut all'interno di una delle due vesumibilmente scivoli dalla spianata superiore”, sono stati da-

tati tra primi periodi dell civiltà lazial a quelle recenti finali dell'età det Bronzo; Cutaruccr 1996: av. tra 2 3 n. 19 con riferimento al Bronzo re cente, 6 con attribuzione al Bronzo medio 3; DaAco TaoccoL 2002-03: 44 nota 24, 53 nota 51. 9 ANGLE, GUN, Gui 1991-92: 717 sottolineano come nel coro del BM 1-2 sia ricoreate la presenza di siti posti lungo le pendici di alture, mentre nel BM 3 si osservi un maggiore interesse per le posizioni sommi sal 77 PERONI 1988: 7-11, specialmente 7-9, per caratteri topografici e de mografici dell insediamento; Dt Gexwano 1991-92: 202 a proposito della diminuzione del numero de siti dal BM 1-2 al BM 3 in coincidenza con la scomparsa degli abitati perilacusr e l'aumento dei sii connessi d arce di ese; PERONI 1996: 194-222 relativamente ai caratteri dellinsediamento, della demografia e della sussistenza. 2 ANGLE, Gui 1977; ANGLE, Gua 1979. 2° Cutasocc 1978: 60-66; CitaRuCCI 1987: 203-205 »" BLE 2004: 11-12 per il rinvenimento; specificatamente POULSEN 2004: 55 perl descrizione del f. = PaccianeLLI 1979: 166-167, in particolare 16 fig. 6, perla topograa degli insediamenti nel Bronzo recente; DI GENNARO 2004, 5 Rinvenimenti sporadici sono segnalati ín località ex orti Torlonia, mel territorio di Castelgandolfo (ChtaRUOCI 1978: 85-88) ed in località Spiaggetta, in quellodi Albano (Carucci 1978: 172)

BRONZO RECENTE

In coincidenza con l'ambito cronologico riferito all'età, Ja documentazione esistente per il Latium Vetus, e più specificatamente per i Colli Albani, presenta un’accentuata contrazione e non di rado delle cesure rispetto alle fasi precedenti, anche forse per il codificarsi, in relazione ai caratteri morfologici e alle risorse naturali del territorio, di scelte insediamentali abbastanza standardizzate”. Se per la conoscenza dell’area albana è possibile contare soprattutto"? sul sito di Colle Mattia, su quello di Colle del-

Nel corso delle diverse fasi del Bronzo finale si registra il verificarsi di due fenomeni: da un lato la continuità di frequentazione di siti, prevalentamente su altura munita, per i quali è nota un'occupazione precedente’; dall'altro la pre-

senza nella fase antica di una documentazione notevolmente inferiore rispetto a quella della fase successiva del Bronzo finale avanzato, forse in relazione a deficit esistenti nella identificazione dei materiali. Più specificatamente per quanto riguarda gli abitati, con un processo che nell’ambito del Latium Vetus presenta alcune differenze rispetto a quello di altri contesti dell'Italia centrale, esiste un attardamento nella formazione dei grandi centri oltre che una maggiore gradualità nell'inclusione di nuove aree, rispetto all’Etruria””. Al continuum insediativo rilevato per le aree sommitali di Tusculum, Colle della Mola, Colle dei Cappuccini e, relativamente al veliterno, di Monte dei Ferrari, e quelle perilacustri o di fondovalle di Paluzzi e di Via Meridiana, si aggiungono attestazioni di nuove frequentazioni a Fontan Tempesta, Monte Cavo e Prato della Corte. Se per Fontan Tempesta (n. 113), i caratteri stessi del rinvenimento non permettono una interpretazione certa del contesto, per Monte Cavo e Prato della Corte le indicazioni, maggiori, scaturite da indagini di vario tipo avviatesi alla ne dell'Ottocento, restituiscono una situazione più articola» ta. Riguardo al primo è stata ipotizzata l'esistenza di un abitato sull'altura, esteso presumibilmente su una superfice di 27 ha! e testimoniato dall'età del Bronzo con una fase cospicua di prima età del Ferro?" come documentano i vecchi rinvenimenti, con all'esterno delle sepolture databili tra il Bronzo finale avanzato e l'età del Ferro; non diversamente per l’altro, sono state individuate aree a destinazione funeraria, anch'esse riferite alla prima età del Ferro"" ed una più estesa d’abitato”. Con la succesiva fase del Bronzo finale, il numero dei siti, perlopiù tombe frequentemente singole ma anche in piccoli gruppi, in ogni caso secondo il rituale dell'incinerazione, inizia ad aumentare indiziando un popolamento più diffuso. Il fenomeno, rilevato nei Colli Albani, a Colonna’ lungo le pendici orientali e meridionali (necropoli di Barberi, di Pian Quintino-Santa Chiara”) e sulla piccola altura della Pasolina*", a Tusculum, sulla sommità (area del teatro romano”, Croce di Tuscolo*"), Grottaferrata (necropoli di Villa Cavalletti", tomba di Boschetto”), Valle dell’ Acqua Marciana?" (Sorgente Preziosa, Villa Maldura, Colle dell’Asino), Campofattore"?, Casale Licia?! entrambi lungo l’antica via Cavona, Monte Crescenzio (Vigna Meluz-

> Chaucer! 1978: 25-38; Cassano, CHIARUCI, ManeDiI 1979; Cassano, CHARLCCT, MANFREDINI 1981. »eGionaern 1978. s CHIARUCCI 1978: 38-60. "Sicut 1995. PERONI 1988: 10-11 =" Di GENNARO, Gut 2000: 108-109. = Gipi 1985: 225 fg. 1 .3 n. 19, 227; Forums 2003: 213. pei CoLonna 1974: 293 con indicazione di un santuario del IIl e IV periodo, su precedente abitato del Le Il periodo. = DE Ross: 1867: 41-42. 7" ANGLE, RoLro 2005: 130 proposito dei materiali dalle ricognizioni del G.A.L. nel 1977 e della SBAL nel 1999-2000 “probabilmente riferibili ad un insediamento e databili ta XI e tutto il VIT secolo a. C." Alcuni materiali donati recentemente al Musco Civicodi Marino e provenienti dai medesimi terreni, possono senza dubbio riferirsi a contesti funerari. 7^ Ad un contesto funerario rimanda anche un askos mi turistico de-

corato con cuppelle impresse formanti motivi geometrici e circolari, Museo Nazionale di Copenhagen (Giekow 1964: 28 fi. 5) ro Giuni, Gut 1984; ANGLE, ROLFO 2004: 132 nota 34 7" ANGLE, ROLEO 2006: 132, specialmente nota 35, 7" ANGLE, RoLEO 2004: 132, in particolare nota 36. » ance Dumè, AQUILUE, MaTE0s 2000: 30-31,32 fig. 24 peril grande dolio, fors di provenienza tombale. >" Giosogrn 1978: tav. » Cou, MENGARELLI 1902; Pinza 1905: 350-370; Giegow 1964:4598; Brem ϑέστιει 1976b: 73-79, » Pasqui 1900; Pisza 1905: 327; Guskow 1964: 98-100 “ANGLE, Ουρι 1979: 48 per Sorgente Preziosa e Villa Manduria; ANGLE, GUIDI 1979: 45-48 per Colle dell sino. o DE Rossi 1871: 242-246; NARDONI 1879; Pinza 1900; 164-165; Pri 1905: 328-329: Grexow 1964: 114-119 SOLANCIANI C¥urLat. 13045: 360v; De Rossi 1979: 290 n. 285; ANGLE, Roto 2004: 134 nota 46 per la notizia desunta dall'archivio della

la Mola, in posizione dominante il valico d'ingresso verso la piana interna dei Pratoni del Vivaro e il Lago della Doganella, su quello di Tuscolo-I Ciufoli**, e di Paluzzi"*, sul versante interno della piana di Vallericcia, ai quali possomo aggiungersi quelli di Rocca Priora, in località Via Meridiana*”, ai margini di un’area forse paludosa comprendente il Lago della Doganella, per il territorio veliterno si possono richiamare i risultati delle recenti indagini sulla sommità del Monte dei Ferrari (nn. 232, 234), nonché alcuni dati raccolti dalla ricognizione (n. 235). Come per il contemporanco insediamento di Colle della Mola, ma differente: mente dagli abitati lungo il margine craterico, i sito si posi ziona su un'altura con limiti naturali ben determinati: da pendii abbastanza scoscesi lungo tutti i versanti, ad eccezione di quello nord-orientale dove è chiuso da una sella attraverso la quale poteva raggiungersi l’altura del Peschio. Elementi che caratterizzano il sito sono il muraglione realizzato almeno lungo il versante sud-orientale (n. 232), a sottolinarne ulteriormente la vocazione difensiva e stategica e, come a Colle della Mola e presumibilmente a Paluzzi, le strutture identificate nel settore nord-orientale (n. 234). Ad un ambito cronologico che sembra meno circoscritto ma che comunque presenta come termine iniziale il Bronzo recente, sembrebbe possibile riferire, oltre al sito sulle pendici di Colle gl'Impiccati (n. 222), e quello a est, quasi al centro della piana dei Pratoni del Vivaro (n. 221), i rinvenimenti al Vivaro (n. 13) e a Colle della Fragola (n. 41), alY'estremità nord-orientale dell'area indagata: il primo su uno dei pianori (m 573 s.m.) affacciati a sud e protetti dal sistema dell' Artemisio, che occupano l’area quasi centrale del vasto pendio articolato in una serie di piccole alture successive, separate da morbide selle, con cui il sistema montuoso scende verso ovest fino a via Crocetta Vivaro; l'altro, evidentemente con materiale fuori contesto, in sezione nella. scarpata lungo le pendici orientali di Colle della Fragola (m. 402 s.Lm.), dove il pendio si distende in ampi pianori. Bronzo FINALE

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2°, materiali riferiti ad abitatoe tombe senza localizzazione puntuale”), Monte Cucco"", nelle vicinanze della via Appia, Pascolare"* e Riserva del Truglio™, località Due Santi (e forse Vigna Tomassetti) terreni limitrofi la chiesa di S. Sebastiano", pendici di Monte Savello, presso le sorgenti di Secciano?" e Laghetto"" Castel Gandolfo (S. Lorenzo Vecchio") e alcune località tra Marino e Grottaferrata, appare presente anche nel veliterno. Anzi paradigmatico risulta il caso offerto da Velletri, per cui prescindendo dai settori. all’interno dell'abitato (cattedrale di S. Clemente, chiesa delle SS. Stimmate), accanto al, fondamentale, rinvenimento negli ultimi decenni dell'Ottocento di almeno una tomba a pozzo nei terreni della Cantina Sperimentale lungo via Lata sul lato opposto del Cimitero Comunale (n. 512), riferibile a una fase avanzata del Bronzo finale, vi è quello recente di alcuni frr. ceramici sporadici a Colle Palazzo, tra via Colle Palazzo e via E. De Filippo (n. 776). Ulteriori attestazioni sono note nell’area montana, boschiva, a nord-est del centro di Lariano: a Colle dell’Acera", per il quale tuttavia esiste un'oscillazione nella datazione tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro all’esterno del territorio indagato, dove occasionalmente negli anni Trenta del Novecento si rinvenne una tomba e a Colle della Fragola, sulla cui sommità, recentemente sono stati raccolti materiali ascrivibili ad un abitato (n. 41). In ambito veliterno, oltre ai materiali rinvenuti in prossimità del muraglione sul M.te dei Ferrari (n. 232) e nel saggio di scavo (n. 234), i quali attestano continuità per l'abitato anche in questo periodo, ad almeno una frequentazione dell'area, forse connessa all'esistenza di insediamento di altura, possono riferirsi quelli rinvenuti immediatamente al di sotto della cima del M. te Peschio (n. 242); l'affioramento ai piedi di C. le degl'Impiccati (n. 219), forse in relazione conil sito più antico sulla terrazza soprastante ancora attestato în questa fase (n. 222); il fr. dall'area al margine meridionale della piana del Vivaro (n. 299). Ad un orizzonte cronologico meno definito possono riferirsi, oltre ai materiali dalla necropoli degli Ortî di S. Nicola a breve distanza dalla sponda orientale del lago di Nemi (n. 203): quelli dal sito n. 222, che ne attestano una cospicua fase anche in questo periodo; l’affioramento alla base delle pendici settentrionali del C.le degli Impiccati (n. 215); quello sulle ultime propaggini del pianoro che dal lato meridionale di via dell’ Acero si abbassa con moderata pendenza fi-

Nel corso delle prime fasi dell'età del Ferro, in analogia con l'arricchirsi della documentazione sull'intero comprensorio dei Colli Albani sia sui contesti d'abitato che, in particolare, su quelli di necropoli, anche le testimonianze per Velletri si accrescono (Fig. 29). Tn coincidenza con la realizzazione del primo coagulo urbano sull’altura cittadina e soprattutto, in più settori al suo esterno, di aree di diversa estensione adibite a scopi funerari, anche nel territorio veliterno si segnala la presenza di importanti attestazioni. Le nuove segnalazioni (24, di cui 19%” riferibili sia alle prime fasi della cultura laziale che genericamente all'età del Ferroe 555 circoscritte alle ultime fasi laziali, IIB/TIL-IV, tutte tranne uno localizzate al margine meridionale dell’area indagata), andandandosi ad aggiungere a quelle occasionali dei primi decenni del Novecento e quelle, poche, più recenti, permettono di rilevare l'estrema “vitalità” dell'area dell'Artemisio e una leggera maggiore diffusione, oltre che nell'area. circostante la città, anche sporadicamente all'estremità meridionale del settore indagato, con un ampio iato al centro, Se immediatamente all'esterno del comprensorio, prescindendo dai futuri, grandi, centri di Lanuvio e Velletri, al momento, si segnalano, i contesti insediativi di Monte Castellaccio e Colle dei Morti, lungo l’articolata morfologia della catena montana si sviluppa quello di Colle della Fragola (nn. 41-42, 43, 45) e continua a vivere quello sul Monte dei Ferrari (nn. 232-233, 235, 237). Per quest’ultimo si hanno materiali della prima età del Ferro e, più genericamente, riferibili all’età, lungo le pendici occidentali, affacciate sui Pratoni del Vivaro (m 885-870 s.Lm.), scivolati dalla sommità (n. 233). Ugualmente in posizione di cresta sono i materiali dell'età dell Ferro (n. 235) nelle sezioni lungo entrambi i lati del sentiero che, costeggiando le pendici sud-orientali del Monte dei Ferrari, raggiunge il Maschio dell’ Artemisio (m 855 s.l.m.) e. quelli riferibili alla prima età del Ferro lungo le pendici nord-

SBAL, circa il rinvenimento nel 1908, pochi metri nord-est del Casale di alcuni pezzetti. > De Rossi 1868: 27-28; Pinza 1905: 388-392; Gienow 1964: 119us. »»Hactrc 1884; LaNCIANT 18842. 7 ANGLE, ROLFO 2004: 132, specialmente nota 49. = ANGLE, RoLFO 2004: 134 nota 5D con resoconto elle vecchie sco perte ed indicazioni di nuove attibuzioni ? ANTONIELLI 1924: 155-161; ANTONELLI 1924a; GIEROW 1964: 132 232. i Guenow 1964: 285, 286 fig. 174, 42, 290-306. > CanARUCC 1984. 2 CHaacci 1978: 78-82; CHIARUCCI 1987: 207in particolareper la scodella con oro rientante, decorata d incisione. το Gicuou 1940; Giegow 1964: 275 fig. 168, 31, 276-279; Biern SesTiER 19766. 2" Nagin 1934a, peril rinvenimento,nel 1933, el orso dei lavori per

Ja realizzazione dell'acquedotto del Simbrivio, αἱ di soto del castello di ariano, acirea 1,20 dal p.c. di una tomba datata al Bronzo finale avanzato. Presumibilmente costituita da un muro a secco al interno erano lossuario contenente le ceneri ed alcuni oggetti di bronzo ra cui due fibule (una ad arco e alta barchetta) il coredo file costituito da due pocula, da tre tazze di cui due senza piede, da un askos, dala arte superiore di un foculo; Narpis 1934: 170ig. 1 C, 174; ft. Gsxow 1964: 379fi, 226n.67, 389391; Drago TaoccoLi 1989: 34, 242 tav. LXXVIIL. 1; CHTARUCCI 1996: tay. In. 57; BELaRDELL1 2004: 119 fig 2n.4, 121 con datazione al primo pe riodo ?' laziale ANGLE, ROLFO 2005: 1265ig. 3n. 6 132 Colle (AB); della Fragola (on. 41, 43); M. Peschi(n. 242). Pian di Ceri (0. 212); Il Pratone (n. 216); via dele Noci (n. 218). TI Pratone (nn. 220, 221); C. le degl'Inpiccati (n. 222); via Crocetta Vivaro (an. 228, 299). M. dei Ferrari(on. 238, 285, 237);M. Alto (n. 306);F 50 del Peschío (n.350); via dei Bastoni (n. 785).M. gli Impiceat (nn. 382, 388). 7 Colle della Fragola (o. 48); Crocetta (n. 1095); Le Castella (n. 1608); via di Carano (n. 1662); via delle Querce (n. 1719).

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no ad allargarsi nella piana del Vivaro (n. 218); quello nel settore nord-orientale della sommitàdi una modesta altura, a sud-est del Colle delle Vacche (n. 228); sul Monte dei Ferrari, lungo le prime pendici orientali (nn. 236-237), e su Colle del Vescovo (n. 125). CULTURA LAZIALE: FASI «ΠΑ ΠΕΙ͂Ν

Fig. 29. Localizzazione zonale dei siti dell'età del Ferro (Cultura laziale, fasi ILA-IVIV) su base oro-idrografica: il pallino indica la fase HA; il triangolino le fasi IB-IN; il quadratino le fasi IN-IV; il rombo l'inizio dell'età del Ferro; l'asterisco l'età del Ferro. A tratteggio l’area della cità in età stoica.

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orientali del M. te dei Ferrari (m 812 s.Lm.), ai margini del sentiero che corre costeggiando la sommità (n. 237). Tuttavia, accanto ai dati offerti dagli abitati, appaiono di estremo interesse quelli relativi ai contesti funerari, tanto più che non di rado essi, in mancanza di elementi certi sui primi (localizzazione e cronologia in primis), ne indiziano la presenza, costituendo anche dei markers dello status sociale raggiunto. Paradigamatico al proposito risulta il caso dell’area del Vallone?"' oltre che, forse, di Colle dell'Acera, e di Colle della Fragola, nella fascia parallela all'estremità orientale del E 150 SO dell’IGM, dove sono segnalati da rinvenimenti occasionali degli anni Trenta del Novecento e da altri più recenti, alcuni nuclei sepolcrali. Per Colle dell'Acera, all'esterno dell'area indagata, è stata ipotizzata una datazione alle fasi ITI-IVA. Dell'altro, su un piccolo pianoro, nella zona sommitale di Colle della Fragola, in occasione del taglio del bosco, sono stati rinvenuti în superficie, numerosi materiali ceramici în impasto e in bronzo, di età protostorica, per i quali si è proposto il riferimento ad un'area sepolcrale, in connessione con l'abitato a monte, databile tra la fine dell'età del Bronzo e la fase avanzata della prima età del Ferro". A questo possono forse rife rirsi i materiali rinvenuti lungo il versante meridionale su un piccolo pianoro (m 393 s.l.m) affacciato verso sud-est e protetto dalla montagna alle spalle (n. 45) con attestazioni del ΠΗ͂Ν e, forse, anche quelli rinvenuti in sezione e lungo le pendici sud-orientali (nn. 41-42), con attestazioni riferibili alla prima età del Fero e alla IV fase laziale o, più genericamente, all'età del Ferro come anche il fr. proveniente dalle pendici sud-orientali (n. 43). AI medesimo contesto va inoltre, forse, riferita, nonostante la genericità delle indicazioni e quindi l'impossibilità di rilevame eventuali rapporti con le due aree sepolcrali del Vallone, la tomba rinvenuta nel 1923 nella “Selva comunale di Lariano in Contrada Valle”, dalla quale proviene "una piccola tazza di bucchero nero”, Come già suggerito dal Gierow""" non è improbabile che sia la tomba isolata di Colle dell’ Acera, che le due aree di necropoli del Vallone, oltre a quella di Colle della Fragola, possano riferirsi ad un abitato, forse localizzabile, su un’area più a nord-est di Colle della Fragola. Ancora presumibilmente riconducibili alla presenza di un insediamento d'altura con attestazioni a partire dalla fase finale del Bronzo fino ad almeno la prima età del Ferro, sono i materiali rinvenuti a sud-ovest della cima del Peschio (n. 242) a q. m 895 s.Lm. circa. Ulteriori attestazioni, databili al ΠΑ, ma anche alla prima età del Ferro e, più genericamente, all’età, sono quelle di C. da Morice dalla scarpata della ripida terrazza affacciata sul fosso del Peschio (m 430-415 s.Lm.), poco a nord del punto in cui il

fosso prende corso riunendo due rami, presumibilmente provenenti dall'area immediatamente soprastante, dove si allarga un pianoro caratterizzato da modesto pendio (n. 350). ‘Al di fuori delle creste dell’ Artemisio, i materiali notati sembrerebbero indiziare un popolamento ancora disomogeo ma sensibilmente più articolato rispetto alle età precedenti, esteso alle aree più meridionali. ‘Una concentrazione può ravvisarsi nell'area del Vivaro, forse riconducibile alla presenza di una vasta area funeraria, come indicano le attestazioni: della prima età del Ferro e più genericamente riferibili all’età, lungo le pendici di uno dei dossi in cui si articola la conca del Pratone (m 610 s.Lm.), scendendo dal versante nord-orientale del C. le degli Impiccati verso la spianata centrale dei Pratoni del Vivaro( 216); della prima età del Ferro e, più genericamente, riferibi Ji all’età, sulla sommità di uno dei modesti dossi (m 606 s.Lm,) nel pianoro che dal lato meridionale di via dell” Acero si abbassa con moderata pendenza fino ad allargarsi nella piana del Vivaro (n. 218); genericamente riferibili all'età lungo il pendio che scende dal versante orientale del Colle degli Impiccati (n. 220), in un tratto in cui il terreno si alza in un piccolo dosso (m 606 s.l.m); della prima età del Ferro, nel settore nord-orientale della sommità (m 601 s.l.m.) e all'inizio del morbido pendio con cui l'altura scende verso nord, a sud-est del Colle delle Vacche (n. 228); della ΠΕῚΝ fase laziale, e genericamente riferibili all'età, quasi al centro della piana dei Pratoni (m 607 s.Lm.), compresa tra via delle Noci a nord, via Crocetta Vivaro a sud, via dei Laghi ad ovest ed il Colle delle Vacche a nord-est, in un terreno che si abbussa moderatamente verso nord-est (n. 221); del IIA e del ITB-TI, oltre che della prima età del Ferro e più genericamente riferibili all’età, lungo le pendici sud-orientali del Colle degli Impiccati (m 623 s.Lm.), nel settore occidentale della piana dei Pratoni del Vivaro, nell’area în cui è gia attestato un abitato fin dal Bronzo medio (n. 222); genericamente riferibili all’età del Ferro nel settore al margine sud-orientale dei Pratoni in un'area sopraelevata (m 617 s.l.m.) a partire quasi dal ciglio settentrionale di via Crocetta Vivaro (n. 299). A nord-ovest di questo raggruppamento, nell’area di Pian di Cerri, su un pianoro ben esposto e protetto alle spalle dal piede del C. le delle Grotticelle, alcuni materiali attestano una frequentazione genericamente ascrivibile all’età del Ferro (n. 212). A sud-ovest del Vivaro, materiali del ΠΑ, della prima età del Ferro e, più genericamente, riferibili all’età, provengono quasi dall'estremità occidentale della sommità dell’altura immediatamente a est di Monte Alto (m 677 s.l.m.), nell'area che si allarga su una stretta terrazza affacciata a nord sui Pratoni del Vivaro (n. 306) presumibilmente riferibile ad un abitato. Verso il margine occidentale dell'area indagata, lungo le

P" Nap 1934b, per la scoperta nel 1934, nel corso di alcuni scavi clandestini, a breve distanza dal punto nel quale i sentiero della Fontana della Molara sincontra con quello del Vallone e della fontana del Vallone, di due gruppi di tombe a fossa rettangolari, post alla distanza di circa πὶ 300. Mancano informazioni sulle caratteristiche e sul corredo dell singole tombe, individuate a 0,70 e -1 m circa dal pc. Sula base dei materiali, entrati a far parte delle collezioni del Museo di Velletri e successivamente, ἀπ gran parte dispersi, se ne è proposto un riferimento ale fasi laziali II IVA; Gierow 1964: 379 fig. 226 nn. 65-66, 386-389; Draco Troccout

1989: 34-35, 38-41; ANGLE 200a: 143; BaeroLonI 2003: 26; BRLARDELLE 2004: 119 fig. 2 mn. 5.6, 121-122. » BrnanDeLLI 2004: 119 fg.2 n.7, 123-124; ANGLE, Roco 2005: 126fig. 3.7, 132 P" Draco TROCCOL 1989: 34, specialmente nota 25, 46 nota 118; Draco TRoccou 20 2-20 3: 52. un Gusnow 1965: 386, per l'ipotesi che l'abitato potesse trovarsi su Colle della Fragola o su Colle dell’ Acero.

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Per quanto riguarda più specificatamente I’ VIII e il VII secolo a. C., sono rintracciabili elementi che sembrerebbero indiziare una crescente importanza di Velletri, a partire dal

moltiplicarsi, rispetto alle fasi precedenti, del numero delle nuove attestazioni (60), oltre alle 11 già note da vecchi e recenti rinvenimenti (Fig. 30). Nel corso della fase il numero delle attestazioni aumenta in maniera esponenziale (circa îl 142% rispetto alle prime fasi laziali), evidenziando una localizzazione nel territorio per la prima volta abbastanza diffusa, non più limitata alla fascia settentrionale, ma estesa anche in quella meridionale, pur permanendo settori nei quali, presumibilmente in relazione a condizioni naturali più propizie allo stanziamento, si rileva una maggiore concentrazione (settore centrale del sistema dell’ Artemisio, tra le cime dei Ferrari e del Peschio, area dei Pratoni del Vivaro e quella compresa tra il margine sud-occidentale della tavoletta di Velletri e quello nord-occidentale di quella di Le Castella). Rispetto alla fisiografia degli affioramenti è rilevabile almeno come la maggior parte di essi prediliga aree sommitali" e pianori esposti”, mentre un numero più esiguo si posizioni nei fondovalle. In relazione con le tombe e quindi con gli abitati corrispondenti, è possibile ricostruire anche l'esistenza di una serie di tracciati stradali in alcuni casi, con rettifiche suggerite anche dalle mutate esigenze, ripetuti dalle grandi viabilità di età romana", Se a nord un importante asse est-ovest era coito dalla via Latina, a sud lo era l’ Appia che, in maniera differente da quella di età storica, a est del Castello di S. Gennaro, piegava verso nord-est, ricalcata dall'attuale via di Rioli, raggiungendo Velletri e da qui dirigendosi verso nord, risaliva l'Artemisio fino alla cima del Maschio dell’ Artemisio, da dove con percorso di cresta andava riallacciarsi alla Latina. A queste, limitatamente al settore interessato, devono aggiungersi: il percorso da Valle Aricia a Monte Cavo e quelJo che, proveniente dalla Latina, raggiungeva l’attuale via dei Laghi, all'altezza del Lago di Albano e da qui proseguiva verso sud-est fino a incrociare l'attuale via Crocetta Vivaro che percorreva, lambendo le pendici nord-occidentali dell Artemisio fino a ricongiungersi nuovamente con la Latina. Inoltre, forse in relazione con questo dato, la ricostruzione dell'estensione territoriale di Velletri"? mediante l'applicazione dei "poligoni di Thiessen”, restituisce una superficie considerevole, presumibilmente superiore, ad esempio, a quella di Labicum, almeno pari a quelle di Lanuvium eAricia, ed inferiore a quella di Tusculum*™, Quanto questo elemento debba riferirsi ad una differenziazione e gerarchizzazione dei differenti abitati e quindi interpretarsi come un segnale della loro “importanza” & chiarito dai risultati delle nuove ricerche. Un ruolo centrale, anche in relazione alla presenza all'interno delle comunità di gruppi gentilizi, appare rivestito ancora dall'area dell’ Artemisio dove recentemente la possibi-

7" M. Cavo(n. 4); Colle della Fragola (nn. 41, 45); Pian di Cerri (n. 212); il Pratone (on. 216, 217, 219, 21, 223, 228, 299); via delle Noci (nn 218, 225); C. le degli Inpiccati (n. 22); M. dei Ferrari (nn. 233, 238)S. Bartolomeo (n. 238): M. Peschio(n. 243)C. le Lenza(n. 280), via Arcioni (0.286);M. Ato (n. 305). La Faiola(n. 362): Suolo di Piro (n. 364); M. gii Impiccati (o. 384); via Ceppeta Inferiore(n. 422}, via Papazzano(n. $42); Velletri Torre Fiscari (n. $61, 71); via dei Bastioni (n 785); Colle dei Marmi a. 810); via Villevei(nn 879, 989); via Piazzadi Mario (o. 914); via del Franco Belga (n. 944); via Stragonello (nn. 995, 1103); via Paganico (n. 1075); Crocetta (an. 1093, 1095, 1109, 111, 1112); via Lago di Nemi (n. 1104) via Ponte di Mele (η. 1136); via Appia antica (nn. 1299, 1306); via Presciano (n. 1358); via Colle Rosso (n. 1459); Ten, ta Parata (n. 1471); via

del Grottone (n. 1482); via Carano (on. 1501, 1662); via delle Mole (n. 1546) via Retaroa (n. 1580); ia della Vie (n. 1608); via Virgilio (n. 1621): via di Tigh n. 1623); via Isola i Ventotene (n. 1675); via Torredi Lazzaria (5.1680); via Cisterna/Campoleone(n. 168}: via dele Querce (n. 1719) 73 Trai casi levat segnalo inn. 235, 233,238, 243, 305 = Trai csì rilevati segnalo i n. 41,45,286, 364. vo: Agigrt 1996, in particolare 30 fig. 1, fig. 2 ra 40 e 41. > Bigrm Senat 1980: 81: per quanto riguarda 'estensione di terio rio, fori dell'area dell abiato, cheè possibile attribuire ai singoli centri, e che veniva evidentemente utilizzata per coltivazioni e pascolo. 7» Pri SERIBA 1986, specialmente fig. 8 Γι: Biern Sestuen 1987: 3738,40 fg. 2; Penont 1989: 443 fig. 95; ARiETm 1996: 43 fig. 3.

pendici del M. gli Impiccati, la presenza di alcuni materiali genericamente riferibili all'età del Ferro (nn. 382, 383) è ipoteticamente riconducibile alla presenza di un piccolo abitato di altura (rispettivamente a q. 487 e m 519-510 s.Lm.). Da questo settore provengono anche le notizie di vecchi rinvenimenti di materiali: da M. te Canino riferiti alla II fase laziale (n. 479) e dall’area del Cimitero Comunale di Lanuvio genericamente riferiti all’età del Ferro (n. 871) e alJa tarda età del Ferro (n. 870). Attestazioni relative alla fase laziale ITA e più genericamente all’età del Ferro, provengono anche dalla terrazza im‘mediatamente sottostante (m 287 s.Lm), a sud ovest, dell'abitato di Velletri, forse in connessione con l’uso funerario dell'area (n. 785), e dal settore nord-orientale dell’ area periurbana (n. 558), mentre ad una fase più strettamente circoscrivibile al IIB debbonoriferirsi i rinvenimenti lungo il fosso di S. Anatolia(n, 685)e, forse, quelli all'areadi Colle Palazzo (n. 773). Un nucleo del III-IV, si trova alla base del versante nordoccidentale del colle che chiude il vasto sistema di Colle Crocetta, nella sella che lo separa dall'altura a nord (m 191 s.lm.), quasi in corrispondenza del punto in cui i terreno riprende a salire (n. 1095), non lontano da dove recenti ricognizioni hanno segnalato la presenza di un affioramento genericamente riferito all'età del Ferro (n. 1096) A sud di una vasta fascia al momento priva di presenze, nel settore quasi all'estremità centro-meridionale dell’area indagata, sono documentati materiali: del IM-IV in un’area ai piedi del versante orientale di un modesto colle (m 88 s.l.m), immediatamente a sud della ferrovia Roma-Napoli, in un terreno in lieve pendenza lungo la sponda del fosso di Carano, quasi all'altezza del punto in cui compie un'ampia. ansa (n. 1662); del IIB-III, nel settore occidentale del colle (m 116 s..m.) compreso trail fosso delle Castella a ovest il confine provinciale tra Romae Latina a nord (n. 1605) a scguito del parziale taglio delle pendici; compresi trail IIB-III il III-V lungo le pendici nord-orientali del colle (m 103-97 s.Lm,) che caratterizza il versante est della dorsale collinare attraversata da via delle Querce (n. 1719), questi ultimi forse. in connessione alla presenza di un nucleo riferibile al periodo, attestato anche da due affioramenti noti da recenti ricognizioni (an. 1716-1717). CULTURA LAZIALE: FASE IV (VIII- VII secolo a. C.)

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Fig. 30. Localizzazione zonale dei siti dell'età del Ferro (Cultura laziale fasi IVA-B) su base ‘oro-idrografica: i pallino indica a fase TV; il triangolino la fase IVA; il quadratino la fase IVB.. A tratteggio l’area della cità in età storica.

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lità di realizzare delle indagini di scavo ha permesso di rilevare la presenza di due sepolture “principesche”: quella di Colle dei Morti di fine VIII secolo a. C-*”, nell'area del Vivaro e l'altra di Colle Mozzo, dell'inizio del VII secolo a. C., nel versante montuoso a sud-est del Maschio di Ariano (0. 50). Se di estremo interesse risultano queste due tombe anche più specificatamente per quanto riguarda i rispettivi corredi, non da meno lo sono i risultati delle perlustrazioni. Materiali ascrivibili alle fase provengono, a parte che, all'esterno del territorio veliterno, dalle pendici meridionali di M. te Cavo (m 623-611 s.l.m.) a partire quasi dalla via dei Laghi, fino a raggiungere la strada per la sommità, presumibilmente scivolati dall'alto (n. 4), dalle creste dell'Artemisio: nelle sezioni (m 855 s.l.m.) ai lati del sentiero che c steggiando le pendici sud-orientali del Monte dei Ferrari raggiunge il Maschio dell’ Artemisio (n. 235) e dalla sommità (m 885 s.Lm.) del Monte dei Ferrari (n. 233); dal centro del settore compreso tra la cime del Peschio e del Monte dei Ferrari (n. 238), a monte del sentiero che passa per la fonte. di S. Bartolomeo (m 730-725 s.Lm.), su uno dei piccoli pianori che caratterizzano il sistema pedemontano (n. 238); dalT'altura immediatamente a nord-est della cima del M.te dei Ferrari (m 869 s.Lm.), lungo il lato settentrionale del senticτὸ che conduce al M.te Peschio, presumibilmente scivolati dall’area soprastante (n. 243); ma anche dal settore orientale del sistema montuoso, prospettante su Lariano, in sezione nella scarpata lungo le pendici orientali di Colle della Fragola (m 402 s.m), dove il pendio si distende in ampi pianori (n. 41) e lungo il versante meridionale di Colle della Fragola, su un piccolo pianoro (m 393 s.Lm.) affacciato verso sud-est e protetto dalla montagna alle spalle (n. 45), Sempre dall'area montuosa del sistema del!’ Artemisio provengono anche notizie di recenti rinvenimenti, sia occasionali, daM. Spina (m 695 s.Lm.), riferiti all’VITI-VII secoJo a.C. (n. 298), che în seguito a scavi, dalla sommità di C.le Vescovo (m 773 s.Lm.), datati tra VII e VI secolo a.C. (n. 125), in un’area con presenza di materiali riferibili anche al Bronzo finale/prima età del Ferro. Un cospicuo numero di attestazioni proviene dall'area della caldera del Vivaro: nel vasto pianoro di Pian di Cerri affacciato verso sud che si abbassa fino a via delle Noci (m. 638-633 s.l.m), sul lato meridionale di via dell’ Acero (n. 212); quasi al centro della piana dei Pratoni del Vivaro (m 607 s.Lm.), in un terreno che si abbassa moderatamente verso nord-est (n. 221); lungo le pendici di uno dei dossi in cui il terreno si rialza (m 610 s.Lm.), scendendo dal versante nord-orientale del C. le degli Impiccati nel settore settentrionale della piana dei Pratoni del Vivaro (n. 216); lungo le pendici sud-orientali di uno dei dossi (m 603 s.l.m.) in cui si articola l’area dei Pratoni, în particolare nel settore settentrionale (n. 217); a partire dalla sommità di uno dei modesti dossi (m 606 s.L.m.) del pianoro che dal lato meridionale di via dell’ Acero si abbassa con moderata pendenza fino ad allargarsi nella piana del Vivaro, ben esposto verso sud e riparato verso est dal Colle delle Vacche (n. 218); nel settore sud-orientale della piana dei Pratoni del Vivaro (m 608

s.m), alla base delle pendici orientali del C. le degli Impiccati (n. 219); sulla seconda, più modesta terrazza, lungo le pendici sud-orientali del Colle degli Impiccati (m 623620 s.Lm.) (n. 222); nel settore occidentale della piana del Vivaro (m 613 s.l.m.) che dal margine di via dei Laghi scende con morbido declivio verso nord-est (n. 223); nell’area leggermente sopraelevata (m 617 s.Lm.) a partire quasi dal ciglio settentrionale di via Crocetta Vivaro, in prossimità del margine meridionale del vasto pianoro (n. 299); nel settore nord-orientale della sommità e all'inizio del morbido pendio di un'altura (m 601 s.Lm.), a sud-est del Colle delle Vacche, poco a nord di via Crocetta Vivaro (n. 228); nel settore meridionale dell'ampio pianoro di Pian di Cerri (m 612 s.l.m.) in lieve declivio verso sud-est, in prossimità della morbida goJa che separa i Colli dell’ Acero e delle Vacche (n. 225) Aovest dell'area del Vivaro attestazioni provengono: dal versante orientale di una delle alture che compongono il sistema di Monte Alto, su uno stretto pianoro (m 663 s.l.m.) che si allarga sul lato settentrionale del sentiero per la sommità dell'altura, delimitato da un ripido pendio (n. 305); dal settore settentrionale della Faiola, sul pianoro e lungo le pendici nord-occidentali di una piccola altura (m 483-472 s.Lm.) (n. 362); dall'area in morbida pendenza compresa tra la Macchia la Cavalleria a nord e chiusa a sud e sud-ovest dalle alture di Monte gli Impiccati e di Monte Secco e a est dalle Macchie la Faiola, sul pianoro e lungo le pendici sudorientali di una modesta altura (m 525-521 s.m.) (n. 364); dalla sella tra le pendici nord-orientali del Monte gli Impiccati e la serie di piccole alture che salgono fino alla sterrata detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (m 490 s.m.) (0.384). Per il settore a nord di quest'area, fortemente caratterizzato dalla presenza del cratere nemorense, vanno anche ricordati i vecchi rinvenimenti occasionali, in località La Valle/Il Giardino, uno dei quali riferito alla presenza di un deposito votivo datato tra VII e VI secolo a.C. (nn. 181-182) e, nel settore perilacustre meridionale, almeno, forse, uno (n. 199) dei rinvenimenti in località Sonnemi, per i quali mancano indicazioni precise sulle caratteristiche dei materiali. Lungo terreni digradanti verso sud-est dalle creste maggori dell’ Artemisio, frequentazioni relative alla fase si sono riscontrate: in località Acqua Palomba, in un terreno sul lato orientale di via Arcioni, che si abbassa con pendenza appena percettibile verso sud (m 390 s.Lm.), nel tratto in cui la dorsale che scende dal piede del massiccio dell’ Artemisio spezza la sua pendenza in piccoli pianori (n. 286); a est, sul lato sud-orientale della via Ariana, nella scarpata che costeggia il Jato a monte della strada che sale verso la sommità dell'altura di Colle Lenza (335 s.Lm.), presumibilmente riferibili ad un presenza sulla sommità (n. 280) e a sud, sempre sul lato orientale della via Ariana, in uno dei piccoli pianori, leggermente digradante verso sud-est, che caratterizzano il piede dell’Artemisio (m 335-320 s.m.) (n. 422). Per questo settore del territorio vanno anche ricordati alcuni recenti rinvenimenti occasionali: l'ascia a cannone dalla zona di Acqua Palomba, lungo la via omonima, riferita alla varietà B del tipo Cortona e datata al pieno VIII secolo a.

40 Auer Gina, MARTELLOTTA 1987; ARIETTI, MARTELLOTTA 1998, 183

C., forse già alla prima metà del secolo (n. 287) e, probabilmente, la sepoltura a pozzetto individuata nell’area del Palazzetto dello Sport, trala via Ariana e la via di Cori, riferita all VITI secolo a.C. (n. 430). A sud di questa zona, dove ormai la morfologia, abbandonate le caratteristiche montane, diviene più dolce, si sono riscontrate presenze: a Papazzano, in un pianoro sul lato sud-occidentale di via Papazzano (m 284-277 s.Lm.), affacciato sul centro veliterno e aperto verso est, in modesta pendenza verso sud (n. 542); alle Vigne Capitan Celli, sulla

sommità del colle (m 220 s.l.m.) attraversato da via Piazza di Mario; a sud dell'incrocio con via della Caranella, il quale scende verso nord con pendici abbastanza decise mentre si allarga a est e a sud con declivio appena percettibile (n. 914); ad Acqua Vivola, nella parte meridionale di un vasto pianoro allungato (232-229 s.Lm.), sul lato occidentale di via Vecchia di Napoli, il quale si abbassa con modestissima pendenza verso sud (n. 944). Nel settore centro-occidentale dell’area indagata, superato il settore centrale immediatamente circostante l’altura cittadina, presumibilmente “attratto” dalla presenza del coagulo urbano, come indizia anche l’affioramento immediatamente extraurbano, sulla terrazza sottostante via dei Bastioni (n. 785), si rinviene un cospicuo numero di presenze: a Paganico, nel terreno che costeggia il lato occidentale di via Paganico e scende in leggero pendio (m 206 s.l.m.) a sud verso la via Appia antica e a ovest fino al fosso di Mele (n. 1075); sul margine di una terrazza (m 197 s.m), che precipita verso il sottostante fosso di Mele con pendici scoscese, lungo il lato dx. della via Appia antica, all'altezza dell'incrocio tra via Ponte di Mele e il diverticolo che conduce alla villa della Civitana (n. 1136); a Colle dei Marmi, sul margine sud-orientale e lungo le prime pendici del pianoro all'estremità meridionale della dorsale di Colle dei Marmi (m 278-260 s.Lm.), prospettante a sud-ovest la via Appia antica (n. 810) Concentrate nella fascia all'estremità occidentale, in territorio lanuvino, risultano le attestazioni: sul pianoro attraversato da via Velleverta e aperto verso il centro di Lanuvio a ovest (m 265 s.m.) (n. 879); sulla sommità di una modesta altura la quale scende con pendici inizialmente ripide, che si distendono verso est fino al fosso di Valleverta, e delimitata sul versante meridionale da un'alta e ripida balza, nel settore sud-orientale del pianoro raggiunto da via Valleverta (m 240 s.Lm.) (n. 989); lungo via Stragonello, sulla sommità dell'altura attraversata dalla strada moderna (m 175 s.Lm.), nella stretta fascia che la costeggia e sulle prime morbide pendici che raggiungono un ampio fondovalle (n. 1103); sulla dorsale parallela alla base delle pendici meridionali della prima delle tre alture progressivamente più basse (m 169 s..m.), che si allungano verso sud-ovest comprese tra il fosso di Fontana Torta a ovest ed il fosso della Crocetta/Fosso dell’Unica ad est (n. 1104), e nel settore settentrionale della sommità (m 205-203 sm.) della prima altura compresa nel medesimo sistema collinare (n. 995). A queste si aggiunge il gruppo abbastanza ravvicinato lungo la dorsale di Colle Crocetta: nella sella (m 191 s.Lm.) che sepaτὰ il colle al margine settentrionale del sistema di Colle Crocetta dall'altura dirimpetto (n. 1095) e a metà circa delle pendici settentrionali del medesimo colle (m 195 s.Lm.) (n. 184

1093) e ancora, sul versante opposto, sud-occidentale, nella morbida sella (m 178 s.m.) tra questo stesso colle e una modesta altura sul lato orientale della sterrata che attraversa tutto il sistema collinare (n. 1111) e quasi alla base delle pendici orientali della medesima sella (m 170 s.m.) (n. 1112) e, infine, nel settore occidentale del pianoro affacciato a ovest verso Ponte Loreto (m 175-173 s.l.m.) quasi al margine meridionale della dorsale di Colle Crocetta (n. 1109), ai quali va aggiunto, dal colle dove si conservano i resti presso C. le. Strutt, uno scarabeo (n. 999) riferibile all VIII-VII secolo ac. Dall'area centro occidentale, da Colle Ottone Basso, proverrebbero materiali riferiti ad una sepoltura femminile datata al VII secolo a.C. (n. 898). Nel settore meridionale dell’area indagata le attestazioni si distribuiscono in maniera abbastanza omogenea, tutte peτὸ, ad eccezione di un gruppo al margine sud-orientale, a sud del tracciato della via Appia antica: a Pedica, sul lato orientale di via Presciano (m.122 s.Lm.), in una ristretta area in modesta pendenza affacciata a sudest (n. 1358); sul lato meridionale di via del Grottone, sulla sommità di una delle modeste alture (m 108 s.l.m.) separate da piccoli corsi d'acqua, che caratterizzano il pesaggio quasi pianeggiante di quest'area (n. 1482); alla Tenuta della Parata, quasi al centro della sella (m 122 s.Lm.), caratterizzata da pendenza abbastanza decisa verso ovest, dove scende fino a raggiungere il corso del fosso di Presciano, alla base del colle immediatamente a nord della sterrata che collegava il C. le di Lazzaria con il vecchio C. le di Presciano (n. 1471); a Lazzaria, lungo le morbide pendici orientali del pianoro (m 118 s.l.m.) che da via Colle Rosso scende verso il fosso di Mele, proprio al di sotto di C. le Monaci (n. 1459); nel settore sud-orientale della sommità e lungo le pendici orientali di un modesto colle (m 119 s.l.m), delimitato a est e a sud dal fosso di Sole Luna e a ovest dalla via di Carano (n. 1501); a Sole Luna, sul lato dx. della via Appia antica nel tratto compreso tra via Sole Luna e la SP. 87/ via Nettunense/via dei Cinque Archi (m 164 slm), in prossimità dell'incorcio con la via Mactorina (n. 1299) e poco a sud-est di questo, nel terreno in. leggero declivio che costeggia il lato dx. della via Appia (m. 160 s.l.m.) (n. 1306); quindi a S. Mauro, alla base delle pendici orientali di un ampio colle a sud-ovest di C. le S. Mauro (m 104 s.Lm.), in un terreno pianeggiante lungo la sponda del fosso delle Mole (n. 1546); in una striscia di terreno in pendenza quasi impercettibile compresa tra la via di Carano 8 il ramo orientale del fosso omonimo (m 88 s.Lm.), subito prima che questo compia un’ampia ansa, ai piedi del versante orientale di un modesto colle (n. 1662); nel settore sudorientale della sommità di una delle ultime alture, compresa tra due rami del fosso di Carano (m 85 s.Lm.), che costeggiano il lato meridionale della via Cisterna-Campoleone, prima che le propaggini collinari si abbassino nella vasta pianura che caratterizza l’area di Carano (n. 1681); a Retarola, quasi al centro della vasta area pianeggiante che si allarga a sud della SP. 99/b via Cisterna-Campoleone (m 76 s.Lm.), attraversata da modesti corsi d’acqua, affluenti del fosso di Carano (n. 1680); a Presciano nell’area ormai quasi pianeggiante, caratterizzata da modeste alture e ampie selle, spesso incise da modesti corsi d'acqua, attraversato quasi centralmente da via Retarola, compreso tra il fosso Presciano e il

Con il tardo VI secolo a. C., al termine di quel lungo processo di formazione dei centri urbani avviato con i primi stanziamenti in età preistorica, e in relazione con la loro

estensione, trova realizzazione, dopo quella supposta per le età protostoriche, una prima limitazione dei rispettivi ambiti territoriali. Si tratta, presumibilmente di perimetrazioni forse non sempre puntuali, ma che comunque, in grande scala, hanno il pregio di fornire il rapporto tra le differenti grandezze. I noti calcoli di J. Beloch restituiscono per l'inizio del TI secoloa. C. un'estensione di Velitrae su circa 138 km? che, ipotizzando coincida o comunque non si discosti in manera sensibile da quella di età arcaica, risulterebbe maggiore rispetto a quella di Aricia (44,5 km®), Tusculum (50) e Lamuvium (84)? e minore di quelli di Ardea (198) e Praeneste (262), tralasciando Tibur (351)"", invece specificatamente riferiti al V secolo a.C". Il numero dei siti attestati a partire dall'inizio del periodo, si presenta considerevole, con una dislocazione abbastanza omogenea, ad eccezione di pochi “vuoti”, sui quali non è escluso abbiano inciso tanto le caratteristiche morfologiche che il popolamento in età post-antica, riscontrabil nord nell'area compresa tra il lato occidentale della via dei Laghi e il cratere nemorense, quindi nel settore che si allunga verso nord-est a partire dalle pendici nord-occidentali del sistema montuoso artemisio, a quelle meridionali dei Mati delle Faete, e infine all'estremità nord-orientale dell'area indagata tra Colli della Carmignana e della Fragola; nel settore intermedio a partire dalla dorsale delimitata a ovest dal fosso di S. Martinella verso Colle degli Olmi fin quasi ai Colli di Rioli-C. le Caldara; a sud solo sporadicamente in spazi limitati, soprattutto nel settore centro-occidentale. In linea generale si può notare, dalla disposizione degli affioramenti rinvenuti, come questi siano maggiormente presenti nei settori a sud-ovest e a est del centro veliterno, in due ampie fasce ai margini dell’area indagata, mentre più larga appare la maglia della loro distribuzione nella zona centrale, immediatamente a nord e a sud del centro. La quasi capillare distribuzione degli affioramenti permette quindi, con buoni argomenti, di estendere al territorio il “grande e popolosa” riferito da Dionigi di Alicamasso, al centro urbano all'inizio del V secolo a. C. Se la documentazione relativa al centro urbano, seppure nella sua limitatezza, consente di verificare la sua "grandezza", esistono senZaltto maggiori elementi, pari almeno a quelli rilevati per Ficulea, Crustumerium, Fidenae e Collatia"", straordinariamente superiori ad esempio a quelli di Tusculum""* e, anche, dell'ager tiburtinus a sud dell’ Aniene"", per accertare quella del compresorio di riferimento (Fig. 31).

7% Piandi Cerri(n. 212); via Crocetta Vivaro (n.228); M. dei Ferrari (0,232);M. dei Ferrari(n. 238); via Crocetta Vivaro (n.299) TL Praton(n.216); via delle Noci (n. 218);M. ἀεὶ Ferrari (n.232) TI Pratone (n, 216): via Crocetta Vivaro (n.228); via delle Mole (n 1546); La Parata (t. 471); via del Grottone (n. 1482); via della Vite (n. 1608 via Virgilio ; (n. 1621) 7 Briocu 1926: 523-525, 620 (con l'ipotesi che il territoriodi Vlirae unitamea nte quello di Satri c Antium cumnel 338 à. C. αἱ estendessu se476 Xa) e kart I Ἀπ Bezocs 1926: 178 riportato da AMPOLO 1980: 29. Territori ugualmente minori presentano, ancora per l'inizio del Il se. a.C vicini centri i Cora (93 km) e Seria (117). "»wBaocn 1926: 176, 209-210 relaivamento ad Ardea, 213 per Praenente, 212-213 per Tibur, 178 e 215 specificatamente perle estensioni “Tore 1990: 123-124. 1 Betocu 1926: 171-178, specialmente 178 e kart 1 riguardo il Latium Vetus

Quint 1974s: 27-33, ín particolare 29, riguardo “alla miriade di piccoli e medi insediamenti rilevati, spars so tutto il territorio", 30 fig. 1 . 1 auem 2003: 53-54 in particolare 54 fig. 15 per“... una assenza Quasi generalizzatadi documentazione archeologica per questo periodo storico". Ugualmente scarsa si presenta la documentazione riguardante altri comprensori laziali quali, ad esempio Apiolae nel cui ager la fase risulta sporadica e comunque legata alla presenza dell'opera quadrata (DE Rossi 1970: 8) mentre, addirittura, sembra essere del utto assente ad Anagnia (MazzoLaN 1969: 36-39, in particolare 36, per la presenza di fatorie "si tuate in collina e nelle zone montuose” costituite da platee in opera poligonale ed edifici “costruiti con materiali deperibili, ma con tet in coto", in ‘ogni caso databili a partir dal IV sec. α. C.), Bovillae (DE Rossi 1979: 16,17 fig. SB relativamenteai siti di VIIIse. a. C., per l'assenzadi materialedi sicura appartenenza i secoli Ve IV)e Praenestae (MUZZIOLI 1970: 21 peril ‘numero limitato di fattorie testimoniate da tegole e ceramica, c comunque darifeirsial ΠῚ sc. a.C). 7" Magi 1991: 24 fig. 7, 28-29.

fosso del Grottone (m 92 s.l.m), quasi sulla sommità di uno dei pianori (n. 1580); sulla sommità di una delle morbide al ture (m 87 s.l.m.) che caratterizzano il settore compreso tra il Jato orientale della via di Astura e il fosso Presciano, compresa tra due modesti corsi d'acqua, la quale gode di un ampio affaccio sia verso sud che verso nord (n. 1675). Infine, una piccola concentrazione può rilevarsi al margine sud-orientale, a est di Le Castella: alle pendici nordorientali del colle (m 104 s.m.) che costeggia il lato orientale di via della Vite, in particolare nel settore più vicino alla base del colle (n. 1608); in un'area pianeggiante nel settore sud-orientale della vasta dorsale attraversata dall’ultimo tratto di via Virgilio (m 117 s.Lm.), caratterizzata da una serie di vasti pianorî che godono di ottimi affacci verso sud-est (n. 1621); nel settore occidentale della sommità e lungo le pendici sud-occidentali di una delle alture (m 124-120 Lm) che compongono la vasta dorsale collinare distesa verso sud, ad est del ramo orientale del fosso delle Castella (n. 1623); nella fascia pianeggiante più bassa, prossima al fondovalle (m 97 s.Lm.), alle pendici nord-orientali del colle che caratterizza il versante est della dorsale collinare attraversatada via delle Querce (n. 1719). Dei 60 affioramenti ascrivibili al IVA-B, soltanto 6 escludendo quello di via dei Bastioni, postoin area extra urbana ma presumibilmente in una qualche relazione con l'abitato, presentano materiali datati alle precedenti fasi laziali: quelli su Colle della Fragola (an. 41, 45), ai Pratoni del Vivaro (nn. 221-222), per i quali sono note frequentazioni almeno a partire dal Bronzo finale, lungo via di Carano (n. 1662) ca via delle Querce, a sud-est di Le Castella (n. 1719). Tuttavia non è improbabile che un continuum sia ipotizzabie anche per i 5 affioramenti documentati da materiali riferiti genericamente all'età del Ferro", per i 3 per i quali sono noti, oltre a quelli dell'età del Ferro, materiali della prima età del Ferro". Segnalo infine come in 7 casi, le aree presentino una frequentazione precedente, nel corso del Paleolitico”. ETÀ ARCAICA E TARDO ARCAICA (VI-V secolo a. C.)

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Fig. 31. Localizzazione zonale dei siti di età arcaica (VI-V sec. a. C) su base oro idrografica. A tratteggio l’area della città in età storica.

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Le vicende storiche riferibili al periodo, circoscritte a decennio iniziale del V secolo, fanno riferimento a situazioni delle quali non sembrerebbe possibile trovare riscontro nella documentazione archeologica. Infatti nè decisioni romane a seguito della sconfitta del 494 a. C. nella duplice versione offerta da Dionigi di Alicarnasso (con l'invio di alcuni coloni, scelti trai poveri, genericamente, nelle terre tolte in guerra ai Volsci) e da Livio (con il territorio veliterno sottratto ai Volsci, l'invio di cittadini romani e la deduzione di una colonia in città), nè, tanto meno, la pestilenza che dovette colpire la città del 492-491 a. C., sembrerebbero aver lasciato “tracce”. L'unità abitativa del periodo risulta la casa-fattoria, generalmente poco estesa, presumibilmente distribuita in pochi ambienti, realizzata utilizzando prevalentemente materiali deperibili, fatta eccezione per le fondazioni (in ciottoli e/o scaglie di selce) e la copertura (in tegole e coppi)". In

relazione con le caratteristiche di queste strutture sono evidentemente come per altri contesti, anche i rinvenimenti, sui quali, tuttavia, in maniera maggiore rispetto, ad esempio, alle fasi successive, incide il tipo di coltivazione praticata e la presenza del bosco. Nella maggior parte dei casi, quasi sempre in coincidei za con case-fattorie sulle quali si siano sviluppati success vamente impianti di età romana, i diversi siti risultano documentati quasi esclusivamente da materiale edilizio e da ciottoli e/o scaglie di medie e grandi dimensioni, spesso di selce, meno frequentemente di peperino. Rientrano in questo ambito numerosi affioramenti riconoscibili sul terreno esclusivamente da materiali da costruzione”! ma anche quelli, numericamente inferiori, documentati da tegole e dolia"^. Ugualmente attestati în numero rilevante sono quelli per i quali ai materiali da costruzione si affianchino sporadici frr ceramici (da 1 a 3)" ai quali vanno aggiunti i casi docu-

In maniera non divers anche, presumibilmente a Cora (Bias Ginneti (n. 1402); a via Colle5. Maria(n. 1483); via Carano (en. 1455Virnuoci 1968: 17 reltivamene al presenza, forse ascrivibile alla fas, 1456); a via Tore Presciano(n, 1478); a via degli Aranci (n. 1816): a via dei Il (nn. 1522-1524): a via S. Tommaso (n. specialmente nea zon di montagna, di “are di terreno coperte di fam Gelsi(a. 1521); a via Selvanova menti di tegole e di famment di ceramica, che testimoniano di un iseda- 1530); via dele Mole (n. 1543); via Ponte di Mezzo (nn. 1547, 1548); mento costituito da un edificio costruito probabilmente con muri ἃ secco e via Prato di Maggio(nn. 1549-15 0); via Torre di Lazzaria(n. 1587); a via tetto i tegole o αἱ pali", certamente a Colla (Qui 1974s: 7-28, Virgilio (na. 1627-1629); a Le Castella (n. 1606); a via Giannottola (n. soprattutto 27), ad Antemnae (Qu Quic icut 1978: 156 relativa: 1686); via Carano (n. 1687); lungo la via Cisterna-Campoleone(n 1691): mete all'abitato), Crustumerium (Qua, Quac Grots 1980 282.283,in avia Passo dei Coresi (n. 1700) particolare 283), nel etre dell'ager di Tibur compreso tra Guidonia nord »Si trata di quelli: a via Fontana Marcaccio (n. 314); via Colle il corso dell'Aniene a sud (MARI 1983: 329) ed in quello in pare com- Pignatta (n.315); Casale Pozzi (n.369) via Ponte Veloce (n. 455); via Cole preso nel F. 150 1 NO del'OM al 25.000 (Mant 1991: 28), Fidenae Noce (2.460); via della Caranella(an. 829, 945); via Madonna degli Angeli (Quia, Qui Giou 1986: 382-383, specialmente 383) e Ficulea (n. 683); via del Sorbo (n. 947); via Fontana Acquavivola (n. 950); via (Quuscr, Quae Grot 1993: 466 467, in particolare 467 nota 63 in cul si Carbonara(n. 951). via del Formello(o. 962); via Cinelli(a. 981); via Colle discuteatei di CoL ova 198: 31312 secondoil quale l'uso delle tego- Ottone Basso (». 1016); via delle Vigne Nuove (n 1119); via dei Fen (n. loin questa età sarebbe stato limitato ἃ cas del ceto medio-alto) dove a fa- 1142); via delle Vigne Nuove (n. 1218); Colle Crocetta (nn. 1223-1224); se arcaica risulta paicolament ricca, Ia presenza di edifici appare segna via Landi (n. 1227); lungo la via Appia Nuova (a. 1255); via Vecchia Napoli Tua quasi esclusivamente da tegole. Indicazioni iù dettagliate ule tecn (en. 1272-1273); lungo la via Nettonense(n. 1318); via Tore Presciano(n. che costrtive utilizzate in questa fase (Cia 1994: 187 pero murature in 1351); via Casale Monaci (n. 1369); lungo la via Appia Nuova (n. 1392);La pictae, 169-190 per gli alzati, 190-191 peri rivestimenti dei tti con te Parata(n. 1469); vi delle Mole(n. 1807) va dei Gelsi(n. 1520); via Appia (n, 1533); via Carano (n. 1558); Lazzaria (n. 1590); vi delia Vite (n. sole 97-199 per l'utilizzo di legno e pea; Cin 1998: 56 con ipoogia antica dela stevia), relativamente all ambito lale, sono forie dagli edifici 1632). rinvenuti presso gi abitati ín località Acqua Acetosa-Laurenina (Denis 7" Vi rientrano gli affioramenti αἱ Vivaro-via Crocetta Vivaro (n.14) 1981: 256, αν. LIV figg. 2-4 ea Lavinium (GuatOu 1981a, in partico. a Colle del Favo (n. I7); lle Terre Rosse n, 22}, a Colle della Fragola (n. lare 288 n 2, 290) a vil αἱ Torino (Broo 1984, specialmente 84-85), 45); a Colle Mozzo (n. 51}: ad Acqua Donzella (nn. 58, 138) a Colle del edificio lungo il versante orientale di un'altra circa 300 m a nord-ovest Nespolo (n.16 ); a Colle Magisterno(nn. 163, 165); a M. Peschio(n. 243); del km 10,550 dell via Nomentana, nell'aer di Ficulea Quei, QUII a via Fontana Turano (n. 248); a Pratoni del Vivaro (nn, 217, 230}; a S. Grot 1993: 173 sito 155, uv £t LVII, 1e. Bartolomeo (t 238) a via Colle Magister (n. 264); a Colle Ouorino sud "E i caso di quelli al Vivaro (n 12}; ale Terre Roste (. 3D; αἱ (n.280); a via ei Laghi (nn. 3201302): a via Contrada Comune (n.318): Maschio di Ariano (n. 54); via Fontana del Turano (n. 247,252); al via Arcioni (n. 321); a Contrada Quarantola (nn. 325, 328); a via dei Casale dei Guardiani (n. 245); a via Tevoa (n.289); a Colle Nemesi (n Castagnoli (n.338); a via Contrada Comune (an. 340, 342, 346); a via del 310) a via del Cigiolo (o. 319 a via Acqua Palomba (n. 319) a via Marrone(n. 348); a Moric (n. 380); a via dei Laghi (n. 361); a Casale de a Villa Negroni (n. 395);via Contrada Comune (n. MD; a Colle Tondo (n 355); a via di Cor (n. 419); a Santis (n.36 ); a via Vigna Grande (n.370); ia dl Boschetto (a. 431): a via Contrada Comune (n. 432) a via Cole el Ciglilo(n. 400}; a via Ceppeta Superiore (n. 401); a via Panamense(n Caldara (na. 458, 507). a via Catalin (n 526). a via Coll 8. Giovanni (n. 334) a via delle Azalee (n. 05); via Coll Ulisse (n. 413); a via αἱ Cori(n. S67)a via Fontana elle Foss (n.68); a via ont della Regina (an. 707, 415). a via Colle Petrone (n. 453); a va della Pilara (n. 469); a via della 710) via Vecchia Nope (n. 716} via Capitanceli(. 754) a vi Piazza Cantina Sperimentale (n.14; a via Papazzano (n.519); a via S. Andrea(n. i Mario (n. 768) a Colle Palazzo (n.77); via Marandola(n. 783) a via 529); a via Catalini (en. 524-525); a via Colle Barbereti (n. 527): a via xli (. 892)a via Colle Carcano (n. 767) via del’ Olmo (n.919); a Caranell (n.528); a via dei Crocefss(n.532); a via delle Cor (n. 38); a vi Casale Capiancli (nn 917,939. vi Captanceli (n. 919. 920. 922. via Papazzano (n. 539); a via Madonna degli Angeli (n.593); lungo la via 923, 753, 925,928, 934, 936): a va Vecchia Napoli (n. 949) ἃ via La Appia Vecchia (n. 633); longo via Rioli (a. 681); a via Madonna degli a via Piazza di Mario (n. 719); a Chia (0.946; a via Paganico (n. 958,959 va della Chiesola (968; Angeli (n. 683);a via S. Nicola (n. 684); a via Paganico (n, 1032) a vi cell Spezile (n. 1039; lungo la via Appia Via dei Crocefissi (nn. 746-747); a via Fosstello (n. 10); a via Capiancelli Nuova (n. 1059); a via Paganico n. 1079; a via Landi (a. 1090}; 756-757); a via Casale delle Cori (n. 758); a via Pazza di Mario (a 76); a Colle Carciano (n. 765); a via Arciano (n. 766); a viale Oberdan (n. del Unica (n. 1108); a via Pont di Mele (n. 1136) via Vecchia Napoli (0. (nn. 1186) a via Format n. 1164); a via Grote d'Oro (an. 157, 1160); via 784) a via Pedicadell’Olmo(a. 798); lungo la via Appia Vecchia (an. 806, via Diomede (n.658); via Scommiato(n. 848); via Valle Fira (n. Castel Ginneti (n. 1162); a via delle Vigne Nuove (n. 1214); a via I 810), a via S. Gennaro (n. 888); a via Acqua Vivola (n. 910); a via del Stradone Muti (n. 1218); a via Il Stradone Muti (n. 1239);ἃ via dei Fen 878), (n. 912); a via dell Olmo (n. 916); avia Capitancelli (n. 937);a ὦ 259) a via Vecchia Napoli n. 1268); a via del Bosco(n, 1267); a via Caranell di Mario (a. 941); a via Caranella(n. 949); a via del Franco bel Vecchia Napoli (. 1269); ἃ via Colle Piombo (n. 1394); via dell'Ulivo via Pizza 187

‘mentati da un numero di materiali ceramici superiore alle tre unità (da4 a 14)", sempre in associazione a materiale edilizio (tegole e, meno frequentemente, coppi), ad eccezione di alcuni casi in cui sono attestati solo da materiali ceramici”, e episodicamente solo da dolia", Più raro è stato il rinvenimento (72 casi), comunque quasi sempre in associazione con quelli di altri ambiti cronologici, di aree caratterizzate dalla presenza di numerosi materiali ceramici (superiore a 15), elemento questo che ne ha spesso permesso anche un meno approssimativo rilevamento dei limiti”.

Meno frequentemente (22 casi), con concentrazioni di materiali spesso scarse o medie, ad eccezione di 6 casi, sembrerebbero essere altestate frequentazioni esclusivamente. circoscritte all'età arcaica”! L'estensione delle diverse unità, limitatamente a quelle che per la presenza soltanto di materiali arcaici risultano ben circoscritte, prescindendo da alcune aree comprese tra mq. 70/80 (nn. 1244, 1233) e 120/330 (nn. 1236, 1564, 1577, 1575) riferibili a uso sepolcrale, sembra attestarsi mediamente tra un minimo di circa mq. 200 (nn. 240, 1094) e un massimo di 1700 (n. 388)", In un unico caso le caratteristi

ga (n. 943); a via Formelleti (n. 961); a via Valle Fara (n. 992);a vin Montecagnolo (n. 1001); ἃ via Landi (nn. 1003-1004); a via Colle Ottone Basso (nn, 1028-1029); a via Quarto del Campo (n. 1040); a via Ara di Stanga (n 1056); via Ponte Massorano (n. 1060); via della Primavera (n. 1068); a via Nettonense (n. 1066); a via Paganico (n. 1076), a via Palaggi (a, 1015); via ell'Unica(nn. 101, 107); via Stradone Mati (o. 118); a via Appia antica (n. 1128); via Campetto dei Macellar (n. 1138); a via Colle Perino (n. 144); a via Aradi Stanga (n 1150); a via del Pertuso (n. 1151); a via Grotte d'Oro (n. 1159); a via Ginestre Ginneti (nn. I1631165); a via Castel Ginpett (n. 116), a via Pozzeti (n. 1174); a via Colle Zioni(n. 189) a via Appia antca (n. 1197);via Ponte di Mele (n. 1208); ‘ via I Stradone Muti (n. 1218); a via Torre Presciano (n. 1241); a via Pozzeti (n. 1259); a via Pratolungo(n. 1260); a via ἀεὶ Fienili (n. 1284); a via Appia antica (n. 1299); a via Fontana Parata (n. 1343); a via Pedica (n. 1360) via Colle Rosso (an. 1364-1365); a via Casale Monaci (n. 1369); a via Pratolungo(n. 1393); a via Selvanova I (n. 1411); a via dei Fienli (n. 1441); lungo la via Nettunense (n. 1480); a viadi Carano (n. 1454); a via Colle dei Cavalli (n. 1457); a La Parata (n. 1470); a via dl Grotone (n. 1484); a via Presciano (n. 1487); via Castllaccio/Carano (n. 1489); a via Colle Ospedale (n. 1513): a via Virgilio (n. 1519); a via Appia Nuova (n. 1534); via S. Tomao(n. 1531); al Casale di Lazzara (n. 1559); a via Torre di Lazzaria (n. 1567); a via Castellaccio/Carano) (n. 1571);via Cisterna Campoleone (n. 1577); a via Torre di Lazzaria (n. 1588); a via della Vite (nn. 1610-1611); via Vigilio (a. 1612). via ella Vie (n. 1633); lungola via Appia Nuova (n. 1644) a via Passo dei Core (n. 1656; a Lazzaria (n. 1663); lungo la via Cistema-Campoleone (n. 1666); a via Lazzaria (n. 1672); a via Isola Zannone (a. 1676); lungo la via Cisterna Campoleone (an. 1690); lungo la via Nettunense/via dei Cinque Archi n. 1272). All'Artemisio (n. 152);a S. Antonio (n. 155); a Colle Magisteno(n 164) a Colle Vignato (n.254);a via Colle Pipino (a. 420); a Colle Paccione (an, 262, 263); αἱ Pratoni del Vivaro (nn. 219, 225, 226); a Colle delle Vacche(n.229); a via Arcioni(n. 286): a via Contrada Comune (n. 316); a Contrada Quarantola(nn. 324, 327); a via dei Castagnoli (nn. 336-337); a Morice (n.347); a via Fontana Fiume (n, 37}, al Suolo di Piro (n. 364); a vin delle Otensie(n. 406); a via di Cor (n. 414); a via Catlni (n. 416); a via Redina Ricci (n. 418) a via Cantina Sperimentale (n.513); a via dei Crocefisi (n.530); a via Madre Teresa di Calcutta (n.551); lungo la via Appia Nuova (a. 611); lungo la via Appia antica (n. 614); lungo la via Appia Vecchia (n. 651); viadi Rioli (n. 680; a via F. Par (n. 719); a via delle Corti (n. 737); a via Colle Catalini (n.748); via Fossatello(n. 752); a via delle Fosse (n. 786); a via Redina Pennacchi (n. 790); a via Pedico dell'Olme (n. 799); a via Colle dei Marmi (n. 807); lungo la via Appia Vecchia (n. 835); a via della Vite (n.838); a via Monte Cagnolo (n. 880); a via Valleverta (n.882);a via S. Nicola (n.900); lungo la via Appia Nuova (n. 909); a via Capitancll (nn. 925, 932); a via della Caranella (n. 949); a 5. Maria dell'Orto (n.955); a via Colle Stringa (n. 966) a via Palaggi (n. 982); a via Montecagnolo (n. 986); a via Montecagnoletto (n. 989); a via Valle Vera (n. 993); a Valle Fara (a. 994); a via Stragonello (nn. 995,997) ‘ via Vecchia Napoli (nn. 1041, 1052); a via Carbonara (n. 1058). lungo la via Nettanense/via dei Cinque Archi (n. 1068); a Colle Croce(n. 1093); via dell'Unica (n. 1106); a Colle Crocetta (on. 1109, 1112); a via Castellaccio-Carano (n. 113); a via I Stradone Muti (n. 1144) a via Colle Scarano(n. 1137); via Coll Zioni (a. 1139); a via Colle Perino vecchio (n. 1149) a via Colle Perino (n. 1177); a via Fontana Parata (n. 1212); a via Vigne Nuove (n. 1216); a via stradone Muti (n. 1217, 1219); a Colle Crocetta (nn. 1222, 1226); a via Giannetta (n. 1261); a via della Sterlina Irlandese (n. 1271); via Ginestre Ginneti (n. 1265); a via Torre Presciano

(nn. 1355-1356) a via Fosso Presciano (a. 1230); a via Presiano (n. 1359); a via torre Presciano (n. 1363) a via Parata (n. 1350); a via Casale Monaci (n. 1372) via Colle dei Cavalli n. 1374); lungo la via Nettunense/via dei Cinque Archi (no. 1317, 1315); a via Ulivo Ginneti (n. 1398); a via degli Aranci (a. 1407); a via dell'Ulivo Ginneti (n. 1409); a via Casale Monaci. (0. 1458) a Lazzaria (2. 1459); via Colle Rosso (μα. 1460, 1468); via del Grottone (nn. 1477-1478, 1481, 1483, 1485, 1486); a via di Lazzari (n. 1497); « Lezzaria (n. 1500); a via della Vit (n. 1514); lungo la via Appia Nuova (n. 1529); lungo la via Torre di Lazzaria (n. 1569); a Lazzari Castllacio-Carano (n. 1570); lungo la via Cisterna. Campoleone (nn. 1571, 1574); a via Retarola (na. 1580-1581); lungo la via Cisterna Campoleone (nn, 1583-1584); lungo la via Nettonense/via dei Cinque Archi (n. 1598); via S. Tommaso (n. 1599); lungo la via Appia Nuova (n. 1603); ‘aLe Castella (n. 1605); a via dei Tigli (n. 1615, 1620) a via della Vite (n. 1609); a via Passo dei Cores (n 1658); a Lazzari (n. 1661); lungo la via Cisterna-Cempoleone (n. 1668); ἃ via Torre di Lazzaria (n. 1669); a via Luzzari (nn 1670-1671); a via Lazzaria (n. 1672); a via Isola di Ponza (n. 1674); a via Isola di Ventotene (n. 1675); a via Retarola (nn. 1677-1679); lungo la va Cisterna-Campoleone (nn. 1681-1682); a via Giannottola (n. 1684, 1685); lungo la via Cisterna-Cempoleone (a. 1689);a via Maria SS. di Nazareth (a. 1696); via dei Tigi (n. 1625) 28A M. Peschio (n.243); αἱ Pratoni (μα. 219, 222, 223, 226); a Colle delle Vocche (2.229); a M. Alto (n. M7); a ia dei Pozzet (n. 1174); avia. Soleluna (a. 1197). P" A via dei Pozzetti (n. 1258). #15 Monte Cavo (n. 4); via Fontana Turano (n. 253); Monte Peschio (n. 242); Pian di Cerri (n. 202); Pratoni del Vivaro (na. 215, 218, 220,222, 223, 228): Monte dei Ferrar (n. 223); Suolo i Piro(n. 365); lungo a via Ariana (422); via Appia Vecchia (nn. 646, 809, 844, 1306); via della Faiola (n. (674); via dei Bastioni (a. 785) via dell Vite (n. 834); via Valleverta (nn. 879, $83, 885); via S. Gennaro (o. 886); via Tre Armi (n. 889) vi Capitancell(s. 938); via Colle Stringa (n. 963); via Memnone(n.988); via Paganico (n. 1030); via Landi (n. 1091); Colle Croce (an. 1092, 1095, 1111, 1225); via Stagonello (n. 1103); via dell Unica (n. 1104); via Colle Zioni (n. 187); via 1 Stradone Muti (n. 1233-1234), via Torre Presciano (on. 1237, 1352); via Fontana Parata(n. 1349); via Presciano (nn, 13571358, 1488); La Parata (n. 1471); via del Grottone (an. 1476, 1482); via Colle Rosso (n. 1498); via di Carano (nn. 1501, 1662); via delle Mole (nn. 1544, 1546); via Tore Lazzaria (nn. 1564, 1680); Presciano(n. 1572); via Cisterna-Campoleone (an. 1575, 1585, 1693); Lazzaia (n. 1589); via Passo dei Coresi(n 1597); via della Vite (n. 1608); via dei Tigi (nn. 1614, 1618, 1622, 1623, 1624); via Virgilio (n. 1612); via Retaola (n. 1582); via delle Querce (nn. 1713, 1714, 1719). »“Al Monte Peschio (n. 240); all'Acqua del Peschio (n. 299); al Maschio dell'Artemisio (n.297); probabilmentea C. da Quarantola(n. 127) 2a Colle Noce (n. 388); a via Ponte Veloce (n. 454):ἃ via E. De Nicola (n. 547); a via Madonna degli Angeli (n. 683); a Colle Crocetta (an. 1094, 1225); via Stradone Muti (n. 1239); a via tore Presciano (n. 1236); a via Fontana Parata (n. 1244); a via Pratolungo (n. 1277); forsea via Torre Presciano (n. 1355); a via Ponte di Mezzo (n. 1548); lungo la via Cisterna Campoleone (nn. probabilmente 1575 e 1577); a via Virgilio (n. 1621); a via dei Tigli (α. 1619); a via Maria SS. di Nazareth (n. 1695). 7 Ad eccezione dei mg 120 di via Maria SS. di Nazareth (n. 1695), la dispersione dellaffioramento si registra: su mq. 250 a via dei Tigh (n 1619);mg. 400 sull Aemisio(n. 297) e à via Virgilio(n. 1621); mq. 420 4 Quarantla (n. 327): ma, 700 a via Ponte di Mezzo (n. 1548); mq. 1100 a via Pratolango(a. 1277); ma. 1200 via Toe di Presciano(n. 1389).

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che morfoidrografiche dell'area, la cospicua presenza dei materiali e la loro diffusione hanno permesso di ricostruire ‘una pertinenza di circa mq. 24.000 (n. 1225). Maggiori risultano le superfici per quei siti comunque ben attestati nelle. aree a continuità di vita, soprattutto laddove non & stato possibile isolare un nucleo di maggiore concentrazione di materiali riferibili alla fase. 1571 affioramenti rilevati sembrerebbero riferibili a 443 siti, dislocati in maniera abbastanza omogenea, tra i quali spiccano per dimensioni e documentazione offerta: quelli di Crocetta (nn. 1092, 1109, 1111 e soprattutto nn. 1095, 1225); quello compreso tra la via di Carano a ovest e il fosso omonimo a est (n. 1662), di via delle Querce (n. 1713 e soprattutton. 1719), oltre a M. Cavo (n. 4), a Colle degl’Impiccati (n. 222), a M. Alto (n. 306), a Suolo di Pirro (n. 365), a via della Faiola (n. 674), a M. Cagnolo, su via della Vite (n. 834), a via Montecagnolo (n. 986), a via Landi compreso tra questa

e il fosso di S. Gennaro (n. 1091), a via Stragonello (n. 1103), a Sole Luna (n. 1306), a via Torre di Presciano (n. 1352), alla Ten. ta La Parata (n. 1471), a via del Grottone (n. 1482), a via Colle Rosso (n. 1486), ἃ via di Carano (n. 1501), a via delle Mole (nn. 1544, 1546), a via Passo dei Coresi (n. 1597), a via della Vite (n. 1608), a via Virgilio (nn. 1621), a via dei Tigli (nn. 1622, 1623) e a via Retarola (n. 1679). Le scelte insediamentali, anche in relazione alle maggioTi potenzialità offerte dalla morfologia soprattutto del settore a sud di Velletri, ma anche delle aree di media altura circostanti l'abitato, in particolare nel settore a est, sembrano inequivocabilmente privilegiare le zone comprese tra i 73 e i 400 m s.Lm.. All'interno di questo range nella fascia compresa tra i 73 e i 200 m s.Lm., su una superficie di circa64 n, si registrano 285 affiorament? (pari a circa 216 siti), con una densità di poco superiore a 4 affioramenti per km, ‘con una concentrazione maggiore rilevabile tra i 100 e i 200.

» Via Capitancelli (n.923)a m 196 s.m. via Capitanclli (n.925) a via Vecchia di Napoli (n. 1270) a m 156 sm via della Sterlina Irlandese mm 190 «Lm. via Capitancll (n. 928) a m 197 s1.n. via Capitanceli (m. (n. 1271)a m 154 sm.via Vecchia Napoli (n. 1272)a m 148 slm.via 936,937,938) a m 200/198 sm; ia Valleverta (n.993) am 193 s. via Vecchia Napoli (n. 1273) am 147 sm; Via Pratolungo (n. 1276) am 151 Stragonello(n. 997)a m 192 s.m; via Quarto del Campo (a, 1040)a m. sm; via Pratolungo (n. 1277) a m 158 s.m. via dei Fienili n. 1284}a m. 151 sma via Appia antica(n. 1299)a m 164 sm; via Appia antica (n. 199 slm; Colle Cicerchia (n. 1052) a m 194 s1m. Colle Cicerchia (n. 1053) a m 180 s..m.; via Ara di Stanga (n. 1086) a m 195 s1m. via Ponte 1306)a m 160 s Lm.via Netanensc/via dei Cinque Archi (t. 1317)a m Massorano(n. 1060) a m 198 s.m. via Landi(n. 1090) am 186 sm. via 152 sm; via Nettunense/va dei Cinque Archi (n, 1315) a m 150 s.Lm. Landi(n. 1091) a m 182 sm: Colle Crocetta (n. 1092-1093)a m 195-202 via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1318) a m 153 sm; via Fontana s.m; Colle Crocetta (n. 1094) a m 191 s.m. Colle Crocetta (n. 095) am Parata(a. 1343)a m 160 sm; via Fontana Parata (n. 1345) a m 136 Lm. a m 144 191 sm; via dell Unica (n. 1101) am 183 s1m. via Stragonello(n. 1103) via Fontana Parata (a. 1349)a m 126 s.Lm.;La Parata (o. 1350) s.m; via Tore di Presciano(n. 1351) am 152 s.m. via Torre di Presciano ἃ m 175 sm. via dell'Unica (n. 104) a m 169 sm; via dell Unica (n. 1105) am 175 51 πὶ: via dell'Unica(n. 1106) am 172 sm, vi del Unica. (0.1382) a m 150 sm, via Torr di Presciano (n. 1384) am 155 1m. (n. 1107)a m 170 s: Colle Crocetta(n. 1109) a m 175 sm. Colle “Tore di Presciano(n. 1385)a m 134 sm. via Torredi Presciano(n. 1386) a m 135 s.Lm; via Presciano (n. 1357)a m 127 slm. via Presciano (n. Crocetta(n. 1111} a m 178 s. πὶ: Colle Crocetta (t. 142) a m 170 sm; 1358)a m 122 sm; via Presciano(n. 1359) a m [28 sim. via Pedica(n via Castllsccio-Carano (n. 1113) a m 179 s.Lm; via Stradone Mati I (n. 1114) a m 195 am. vie Stradone Mut (n. 1115)a m 195 sm: via delle 1360) a m 122 sm; via Pedica(n. 1361) a m 122 sms; via Torre di Vigne Nuove (n. 1119) a m 200 s.m. via Appia Antica (n. 123)a m 193 Presciano(n. 1363) am 122 s.Lm. via Colle Rosso (n. 1364) am 145 sm: Colle Rosso(t 1365)a m 140 s.m. via Casale Monaci(n. 1369) am slm: via Ponte di Mele (n. 1136) a m 197 s1an. via Colle Scarano (n. a m 150 s.l.m; via Casale det 1137) am 200 s. via Colle Zioni (n. 1139) a m 196 sm. via dei Finili 147 sm;via Casale dei Monaci (n. 1371) a m 156 (n. 1142) am 194 s.m. via Colle Perino (o. 1144) m 173 .Lm. via Colle Monaci (n. 1372)a m 151 slm. via Colle dei Cavalli (n. 1374) a m 143 slm. via Pratolungo(n. 1393) a Perino vecchio (n. 1145) am 190 m. via Colle Perino vecchio (n. 147a. ‘Lm. via Appia Nuova (n. 1392) em 189 s,m; via Ara di Stanga(n. 1150) a m 177 sm. via del Perso (n. τῷ 152 sm; via Colle Piombo(o. 1394) a m 152 sm. via Ulivo Ginnetti 1151) am 1805.1m.; via del Pertuso(n. 1152)am 180... via Vecchia di (n. 1398)a m 150 51 πὶ: via Ulivo Ginneti (n. 1402)a m 148 slm.via Napoli (n. 1156) a m 168 sm; via Grotte dell'Oro (n. 1157) a m 174 Vecchia Napoli (n. 1406)a m 146 sm; via degli Aranci (n. 1407)a m 139 s.m. via Grotte dell'Oro (n. 1159) a πὶ 149 s.m. via Grotte dell'Oro (n. slm: via Ulivo Ginneti (n. 1409) a m 140 sn. via Colle Piombo (n. 1160) a m 151 slm: via Castel Ginnetti (n. 1162)a m 185 slm;via 1410) a m 138 sn; via Selvanova [ (n. 1411) a m 142 sum, via dei a m 132 sm: via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. Ginestre Ginnett (n. 1163)a m 180.s.Lm. via Ginestre Ginnett (n. 1164) a Fienili (a. 1441) m 180 s.Lm, via Ginestre Ginnetti (n. 1168)a m 173 slm. via Castel 1450)a m 140 sm; via ColleS. Maria (n. 1453)a m 139 sm;via di a m 125 slm; via Ginnesti (n. 1166)a m 170 sm.via Formaleti (n. 1169)a m 164 slim; Carano(n. 1454) a m 122 1 πὶ: via di Carano (n. 1455) via Aradi Stanga (n. 172) am 163 Lm. via dei Pozzetto, 1174) am 165 di Carano (n. 1456) a m 142 s.m; via Casale Monaci (n. 1458)a m 130 sm. via Colle Perino (t 1177) am 170 sm. vi Colle Zioni (n. 187) a 1m. via Colle dei Cavalli(n. 1457) a 148 sim. Lazzara (o. 1459)a m m 177 slm;via Colle Zion (n. 1189)a m 169 s: via Appia antica (n. 118 siLm; via Colle Rosso (n. 1460) a m 136 s.m. via Colle Rosso (n. a m 134 sm; Ten. ta Parata 1197) a m 159 sim;via Ponte di Mele (n. 1208) a m 173 smsvia 1468) a m 130 51m. Ten ta Parata(n. 1469) am 138 slm. Ten ta Parata(n. 1471) ἃ πὶ 122 Lm. via Torre di Fontana Parata (n. 1212)a m 191 s1m. via Vigne Nuove (n. 1214) am 190 (0.1470) slm; via Vigne Nuove (n, 121)πὶ 185 s.m. via Vigne Nuove (n. 1216) Presciano (n. 1475) a m 128 sim; via del Grottone (n. 1476) a m 112 am 182 s.Lm; via Stradone Muti I (n. 1217)a m 175 Ln. via Stradone sm; via del Grottone(t. 1477) a m 116 s.m. via del Grottne(n. 1478) via del Grottone(n. 1481)a m 111 slm. via del Grottone MutiI (o. 1218) a m 183 sm: via Stradone Moti I (n. 1219)a m 163 am 110 sm; sm. Colle Crocett(n. 1222) a m 159 5]. Colle Croceta (n. 1223) am τῷ 1482) a m 108 sm via del Grottone (n. 1483) a m 100 s.m. via del 151 siLm; Colle Crocetta(n. 1224) am 149 s1 m.s Colle Croceta (n. 1225) Grotton(n. 1484) a m 14 Lm, via del Grottone (n. 485)a m 108 1m ‘am 144 s Lm. Colle Crocetta (n. 1226)a m 155 s.m. via Landi (n. 1227) via del Grottone (n. 1486) a m 107 s.Lm, Presciano (n. 1487) a m 100 s.Lim; Presciano(n. 1488) am 10 s... via Casellccio-Carano (n. 1489) am 157 sm; via Fosso Presciano (n. 1230) a m 139 sm, via Stradone Muti1 (n. 1233)a m 144 sm: via Stradone Muti I (o. 1234)a m 140 ἃ m ΠῚ sim, via Castellacio-Carano (n. 1491) a m 99 slm: via di 1m. via Torre i Presciano(n. 1236) a m 158 s.m. ia Torre di Presciano Lazzaria(n. 1497)a m 122 s.m. via Colle Rosso (n. 1498)a m 106 sim; (o. 1237) am 167 sm. via Stradone Muti I (o. 1239) am 171 sm.via Lazzaria(n. 1800) am 132 Lm. via di Carano (n. 1501) am Ε19 s.n.via "Torre di Presciano (n. 1241)a m 164 slm. via Fontana Parata(n. 1244)a delle Mole (n. 1507) am 130 s.m. via Colle Ospedale (n. 1513)a m 134 sim; via della Vite (n. 1514) m 135 sm, via degli Aranci (n. 1816) am m 159 1m. via dei Fienili (o. 1253) a m 167 s.Lm.; via Appia Nuova (n. 1258)a m 168 sm. via dei Pozzetti (n. 1258)a m 160 sm. via dei 130 s. viaVirgilio(n. 1819) a m 130 s1m. via dei Gelsi (n. 1520) am 122 sm. via ἀεὶ Gels (n. 1521) a m 130 sm; via SelvanovaI (n. 1522} Pozzett (a. 1259) a m 150 s.m; via Pratolungo (a. 1260)a m 154 slm. Ln. 1823) a m 107 sn; via Selvanova(a via Gianpetta (n. 1261)a m 155 s.m; via Vecchia Napoli (n. 1263)a m a m 131 sm. via Selvanova 158 sms via dele Ginestre Ginnetti (o. 1265) a m 160 slm. via del 1524)a m 117 sm; via Appia Nuova (n. 1529)a m 121 slm; via 8. "Tommaso(n. 1530) a m 126 s.Lm. via S. Tomao(n. 1531) a m 128 51. Bosco (t 1267) am 153 s.n; via Vecchia Napoli (n. 1269) am 153 slm. 189

m s.l.m. e 185 affioramenti”! (pari acirca 143 siti) nell’area

compresa tra i 200 e i 400 m s.Lm., su circa 39 km’, con una

via Appia antica (n. 1533) a m 126 s.m. via Appia Nuova(t. 1534) a m. 130 sm; via. Tomao(n. 1540) a m 125 s.m. via delle Mole (n. 1543) a m 125 sm; via delle Mole (n. 1544) a m 127 s.m.via delle Mole (n. 1546) a m 104 smi; via Ponte di Mezzo (t. 1547) am 117 s.n. via Ponte di Mezzo(n. 1548) a m 120 51 πὶ: via Prato di Maggio (t. 1549) a m 130 slum: via Prato di Maggio (n. 1880) a m 124 sm. via Colle 5. Maria(n. 1552)a m 130 s.Lm.via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1553) a m. 114 s.m; via delle Muracce(t. 1556)a m 116 sm; via di Carano (n 1558)a m 114 slm. Casale Lazzara(n. 1559) a m 123 slm. via Tore Lazzari (n. 1563)ἃ m 103 s.m; via Torre Lazzaria (n. 1564)a m 102 sm; via Torre Lazzaria (n. 1867)a m 103 s.Lm.; Lazzaia(n. 1568)a m 104 soi; Lazzaria (n. 1569) a m 94 sm; via Castelaccio-Carano(a 1570) a m 100 51 πὶ: via Cisterna-Campoleone (t. 1571) a m 92 slm; Presciano (t 1872)a m 102 s.m. via Cisterna-Campoleone (n. 1874)a m 98 sm: via Cisterna-Campoleone (n. 1575) a m 91 s.Lm; via CisteraaCampoleone (n. 1576) a m 05 s.m.: via Cisterns-Campoleone (n. 1577) a m90 sm; via Retarola(n. 1580) a m 92 s.m; Retarola (n. 1581) a m 88 sn. Retarola (n. 1582) am 88 s.m. via Cistema-Campoleone (n. 1583) a m 85 slm; via Cistemz-Campoleone (n. 1584) a m 88 sm; via Cisterma. Campoleone (t. 1586) a m 87 s.n; via Torre Lazzaria (n. 1887) ‘am95 sm. Via Torre Lazzara (n. 1588) am 110 Lm. Lazzaria(n. 1589) am 112 sm; Lazzaria(n. 1590) a m 112 s.m; via Nettnense/via dei Cinque Archi (n. 1895)a m 125 sm. via Passo dei Coesi (n. 1596)a m. 109 s.m;via Passo dei Cores (n. 1897)a m 120 sm. viaS. Tomao (n. 1598) a m 116 s.Lm; via S. Tommaso(n. 1599) a m 115 s.l.m: via Appia Nuova(n. 1603) a m 127 sm. Le Castella (n. 1605) a m 116 sim. Le Castella(n 1606) am 102 s.m. va ella Vite (n. 1608) a m 104 sm. via della Vite (n. 1609) a m 101 1. via della Vite (n. 1610)a m 109 sm; via della Vite (o. 1611) a m 104 s1.; via Vigilio (n. 1612) a m 124 sm. via di Tigli(o. 1613) a m 123 sm; via dei Titi (n. 1614) am 123 sm; via dei Tighv. 1615) a m 123 sm. via dei Tigli (n. 1618) a m 124 sm: via dei Tigin. 1619) a m 123 sm; via dei Tigli (n. 1620) am 123 sim: via Virgilio (n. 1621) a m 117 s.m; via dei Tigli (n. 1622) a m 124 sm via dei Tigi(n. 1628) ἃ m 124 Lm; via dei Tigi (n. 1624) am 117 slm: via dei Tigli(n. 1625) am 105 sm. via Vigilio (n. 1627) à m 120 sm. via Virgilio(n. 1628) a m 120 s.m. via Virgilio (n. 1629) a m 117 slm: via della Vie(o. 1632) a m 99 s.m.: via ella Vite (n. 1633) a m 96 sm. via Appia Nuova(a. 1644)a m 107 s.m; via Passo dei Cores (n. 1656) a m 117 sm;via Passo dei Cores (n. 1658) a m 102 slm; Lazzaria(n. 1661) a m 94 s,m. via di Carano (n. 1662) a m 88 s.Lm.; Lazzaria (n. 1663) a m 100 sn. via Cisterna-Campoleone(t. 1666) a m 88 sm. via Cisterna-Campeleone(n. 1668) a m 88 s.Lm.; via Tore Lazzaria (n. 1669) am 82 san; via Torre Lazzaria (n. 1670) a m 83 s.m. via Lazzara (n. 1671) m 82 51m; via Lazzaria (n. 1672) a m 831 πὶ: via sola di Ponza (0. 1674) a m 83 εἰ πὶ; via Isola di Ventotene (n. 1675) a m 87 slm: via Isoladi Zannone (η. 1676). m 73 s.m. via Retrola (n. 1677) am 76s1.m.z xia Retarola (n. 1678) am 73 s.s; via Retaola (n. 1679)a m 73 sm; via Torre Lazzarí(n. 1680) a m 7651. via Cisterna-Campoleone(n. 1681) a m 85 slm; via Cistema.Campoleone (n. 1682) a m 78 slm; via Giannottola(n. 1683) à m 84 s.m. via Giannotol(n. 1684) a m 86 sm. via Giannotola (n. 1685) a m 84 s1m. via Giannowola (p. 1686) a m 83 sm via di Carano (n. 1687) a m 91 s.Lm; via Cisterna-Campoleone (n. 1689) a m 83 sn; via Cisterna-Campoleone (n. 1690) a m 89 «Lm. via Cisterna-Campoleone (n. 1691) a m 93 sLm. via Cisterna Campoleone (n. 1692) ἃ m 104 sm. via Cisterna-Campoleone(n. 1693) a m 93 sLm. via ‘Maria SS. di Nazareth(o. 1695) am 102 s.m. via Maria SS. di Nazareth(n. 1696) è m 109 sm. via Netunense/via dei Cinque Archi (n. 1699) a m 94 slm; via Passo dei Coresi (a. 1700) a m 117 s.m. via delle Querce (n. 1713) a m 116 sm; via delle Querce (n. 1714) a m 114 sms; via delle Querce(n. 1718) a m 105 s.Lm; via delle Querce (a. 1719) a m 103 s.m. 2 Colle della Fragola(n. 43) m 40051. Colle della Fragola (n.45) am 393 sm; via Colle Magistemo(n. 264) a m 396 s.Lm, Colle Paccione (n. 263) a m 385 slm; Colle Ottorino sud (n. 280) a m 357 sm; via Arcioni (n. 286) a m 390 slm; via Arcioni (n. 321) ἃ m 368 slm. Contrada Quarantola (n.324) a m 299 s.Lm.; Contrada Quarantola (n. 325). ἃ m 311 slm; Contrada Quarantola (n. 327) a m 283 sm. Contrada Quarantola(a. 328) am 313 s.Lm, via Panamense(n. 384) à m 326 slm. via dei Castagnoli (n. 336) a m 365 slm. via dei Castagnoli (n. 337)ἃ πὶ 380s Lm, via ἀεὶ Castagnoli(n. 338) à m 365 sn. via Contrada Comune (n. 341) ἃ m 412 s.m; via C.da Comune (n. 342) a m 384 sm. via del

Cigliolo (n. 400) a m 400 Lm. via Ceppeta Superiore (n. 401) a m 362 sm; via delle Azaleee(n. 404) a m 312 s.m. ; via delle Ortnsie (n. 406) am 306 s Lm, via Colle Ulisse (n. 413) a m 276 s.Lm.; via di Coi (n. 414) am 288 Lm; via Catalini (n 415) a m 285 s. via Catalin (a. 416) am 285 sm, via Redina Ricci (n. 418) am 306 s,m. via di Cori (n. 419) am 309 s. via Colle Pipino (n. 420) à m 316 s.Lm; via di Cori (n. 421) am 310s.Lm; via Ariana (n. 422) am 335 Lm; via del Boschetto (n.431) am 331 sLm; via Contrada Comune (n. 432) a m 365 s.Lm.; via del Cigliolo (0.438) a m 351 «1n. via Colle Petrone (n. 453) a m 395 5] πὶ; via Ponte Veloce(n. 454) a m 391 s.Lm. vis Ponte Veloce (n. 485) a m 305 slm. via Colle Caldara (n. 07) am 363 s.m; via Cantina Sperimentale (n. 513)a m 334 Lm. via Cantina Sperimentale(n. 514) a m 331 5 πὶ: via Papazzano (0. 518) am 295 s.m. via Papazzano(n. 519) am 298 s.m. via S. Andrea (0.523) am 281 sm; via Catalin (n. 524) a m 263 s.m. via Catani (n. S25) am 239 sm; via Catlini(n. 526) a m 236 sm, via Colle Barbereti (0.527) am 231 sim. via Caranella (n. 528) a m 263 s.m. via Caranella (2.529) a m 258 s.Lm:; via dei Crocefiss(n. $30) a m 256 sn: via dei Crocefiss(n. 531) am 220 sm. via dei Crocefissi (n. 82) am 217 s.m. via delle Corti (n. 538) a m 263 slm. via Papezzano (n. 539) a m 273 s.m. via Papazzano(n.542) a m 284 sm. via E. De Nicola(n. 547) am. 286 sm. via Madre Teresa di Calcuta(n. 851) am 315 Lm. Velletri (n. 561,69, 71) a m 300 sm. via ColleS. Giovanni (a, 567) à m 356 s. via Madonna degli Angeli (^. 593) am 307 s.Lm.; via Appia Nuova (a. 611) am 373 sm. via Appia antica (n. 614)a m 347 s.Lm.; via Appia Vecchia a m 345 sm. via Appia a m 338 Lm; via Appia Vecchia (n. 646) (0.639) Vecchia(n. 650) a m 344 5.1m; via Diomede(n. 658) a m 288 sm; via della Faiola (n. 674) a m 294 sm. via Rioli (n. 680) a m 305 sm: via Rioli (o. 681) a m 320 sLm. via Madonna degli Angeli (a, 683) a m 298 1n.via S. Nicola(n.684) a m 280 sm; via Fontana delle Fosse (n. 688) am292 1m. via Ponte della Regina (n.707) a m 277 sm. via Ponte della Regina (a. 710) a m 278 sm: via Piazza di Mario (t. 715) a m 279 slm; via Vecchia Napoli (n.716) a m 273 slm. via E. Parr(n. 719)a m 280s1m. via delle Corti (n.737) am 257 s.m. ia dei Crocefisi(n. 746) ‘am 254 sm: via dei Crocefissi (t. 747)a m 246 sm. via Cole Catlini (0.748)a m 240 1m. via Carlini (n.749) a m 221 sm; via Fossatello n. 750) a m 216 s.Lm via Capitancelti (an. 782753)a m 200/202 s.m. via Capitancelli (n.754) a m 232 sms via Capitancelli (n. 56) a m 239 so.via Capitancelli(n. 757) m 234 s.m. via Casale delle Cort (n. 758) am 242 sm. via Piazza di Mario (n. 760) a m 253 s.m; Colle Carciano (0.765) a m 249 sm: via Arcian (n. 766)a m 247 51 πὶ: Colle Carciano (n. 767) a m 239 slm. via Piazza di Mario (n. 768) a m 254 s.m. Colle Palazzo (1.775) a m 290 s.m.s via Marandola(n.783) a m 308 s1n. V.le Oberdan(a. 784) am 3005.1. via dei Bastioni (n. 789) a m 287 sm. via delle Fosse (n. 786) a m 253 s Lm; via Redina Pennacchi (n. 790) a m 285 san; via Pedica dell'Olmo (n.798) a m 275 s.Lm. via Pedica de’ Olmo (0.79 ) am 275 sm. via ἀεὶ Pini Rioli (n. 804) a m 290 s.l.m; via Appia Vecchia(n. 806) a m 263 s.m. via Cole dei Marmi (n. 807) am 286 sm. via Appia Vecchia (n. 809) a m 280 s.Lm via Appia Vecchia (n. $10)a πὶ 2605... via Appia Vecchia (n. 881) a m 258 s. πὶ: via Appia Vecchia (n. 834) a m 252 slm; via della Vite (n. 835) a m 264 slm via Monte Cagnolon. 837)a m 274 s.m ; va della Vite (n. 838) a m 295 sm. via Appia Vecchia(n. 844) a m 275 slm. via Scommiato(n. 848) a m 248 Lan; via Valle Fara (o. 874) a m 278 s. m.; via Valle Fara (n. 878) a m. 235 sm; via Valleverta (n. 879) a m 265 s.m.; via Monte Cagnalo (n. 880) a m 260 51m; via Valleventa(n. 882) am 2665... via Valleveta (n. 883) a m 256 s.Lm; via Valleverta (n 885) a m 236 s.m.: via S. Gennaro (0.8 6) am 254 Lm. via S. Gennaro(n.888) a m 250 s.m. via Tre Armi (0.8 9) τι 272 sim. via Cinelli o. 892) a m 260 s. via S. Nicola(n. 900) a m 260 slm; via Circonvallazione(n. 909)a m 230 slm: via Acquavivola (n.910) a m 243 s,m, via Caranella(n. 912) a m 227 sim. via Piazza di Mario (n. 914) a m 220 s.m. via dell Olmo (n.915) a m 218 Slum, via dell’Olmo (n. 916) a m 216 s/n. via Casale Cepitancel (n. 917) a m 218 slm; via Capitancelli (n. 919) a m 228 slm; via Capitancell(n. 920) am 228 sLm.; via Capitanceli (n.92 ) am 204 sim. via Capitanceli (n. 932) a m 200 sms via Capitancelli (n. 939) a m 203 si; via Capitancelli(n. 934) am 200 s Lm. via Piazza di Mario (a. 941) am210s1m; via Caranela(n. 942) am 224 sm; via Vecchia Napoli (n. 943) a m 228 sim: via del Franco Belga (n. 944) a m 232 s.Lm; via Caranell(a, 945) a m 223 s.l.m; via Contrada La Chiusa (n. 946) a m 205

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densità ancora di poco maggiore ai 4 affioramenti per km, benché la maggior parte di questi si attesti al di sotto dei 350 m s.l.m. Si prediligono prevalentemente aree pianeggianti, sul ciglio di modeste sommità e di terrazze, oppure le prime pendici, più raramente, anche se quasi semprein connessione con uno scivolamento dall'alto, la base delle pendici. Superata la quota dei 400 m s.l.m. il numero degli affioramenti subisce una consistente contrazione: particolarmente evidente tra i 400 e i 600", con un decremento maggiore della metà, con 53 aree (circa 48 siti), su una superficie di 24 ‘km, con una densità di poco più di 2 affioramenti per km, che si mantiene costante tra i 600 e gli 800"" dove su 16 km? si hanno 41 affioramenti (circa 31 siti), con una densità di 2,5 affioramenti per km, ed infine con una ripresa tra gli 800 ei 1000" con 7 affioramenti (per 5 siti), distribuiti su 2 km? con una densità di 3,5 affioramenti per km. La fisiografia del territorio, con la presenza di alture iso-

late e di dorsali collinari, incise alla base da corsi d'acqua a carattere torrentizio, già parametro rilevante nella scelta insediamentale per gli affioramenti compresi tra i 200 e i 400 m s.Lm., diviene vincolante raggiungendo quelli compresi tra i 400 e 1600, e ancora di più, quelli tra i 600 e gli 800. Le diverse unità insediative, naturalmente suddivise dalle vallate, sempre pid strette procedendo verso nord, generalmente. si posizionano sul ciglio dell'altura, presumibilmente nelT'intento di sfruttare quanto possibile la sommità. Dei 553 affioramenti rilevati, solo 89 risultano frequentati in precedenza: 37 durante la preistoria??, 52 tra l'età del Bronzo e le fasi Laziali"*, Nel complesso sembra risultare particolarmente capillare l'occupazione delle aree pianeggianti e collinari, in parti colare nel settore a est/sud-est e a sud-ovest di Velletri, più naturalmente propizie alla coltivazione, mentre una progressiva rarefazione si nota procedendo verso nord, fino a giun-

slim. via del Sorbo (n, 947) à m 221 slm; via Caranella (n. 949) a m 208 slm; via Acquavivola(a. 950) am 218 s.Lm; via Carbonara(n. 951) am 226 sm. S. Mara dell'Orto (n.955) a m 226 sm, via Paganico (n. 958) a m 241 sm; via Paganico (n. 959) a m 232 slm; via Fornelleto (n. 961) a m 251 sm. via del Formello (n.962) a m 255 Lm. via Colle Stringa(n.963) a m 214 slm. via della Chiesola (n. 964) a m 235 sm. via Colle Stringa (n.966) a m 235 sm. via Cinelli (a, 980) a m 238 sm; via Cinelli (a. 981) a πὶ 223 s.m.via Palaggi (o. 982) a m 221 sm: via Monte Cagnolo (n. 986) a m 230 1m. via Monte Cagnolo (n. 987)a m 230 sm. via Memnone (a. 988) a m 221 s.m. via Vllevert (n. 989)a m. 240 sm: via Valle Fara (n.9 2 ) a m 205 s.Lm; via Vallevera (n.994) a 2075.1; via Stragonello (n.995) a m 205 s.m. via Monte Cagnolo (n. 1001) a m 225 1; via Landi (n. 1003) a m 205 sl. via Landi (5.1004) am 206 sm; C. Orazi(n. 1014) a m 218 s.m. Pelaggi (n. 1016) am 221 s.n; via Colle Ottone Basso (n. 1028) a m 226 s..m.; via Colle Ottone Basso (n. 1029) a m 225 slm. via Paganico (n. 1031) a m 218 sm. via Paganico (n. 1032) a m 217 s.m. via dello Speziale (n. 1033) a m 211 s.m; via Vecchia Napoli (n. 1041) ἃ m 206 sl. via Carbonara(n. 1058) 2202 se; via Appia Nuova (a. 1059) a m 205 s. πὶ: via Primavera(n. 1065) a m 212 s.m. via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1066) a m. 215 sm; via dei Fenli(n. 1068) am 212 sim, via Paganico (n. 1075) a 7m 206 sn. via Paganico(a. 1076) a m 210 s.m; Croceta(n. 1092)a m 202 sm; via Campetto dei Macellar (n. 1138) am 203 s.m. 5 Vivaro(n.12) am 572 s.m.; Vivaro (a, 13) am 573 sm; Vivaro (5.14) a m 584 so; Terre Rosse (n. 22) a m 540 s.n; Terre Rosse (n. 31) am 480 sm; Donzelleta(n.152) ἃ m 5605. S. Antonio(n. 155) 2 m 52551 m.s Acqua del Nespolo (n. 161) a m 467 sn Acqua del Nespolo (5. 162) a m 406 s.Lm; Colle Magisterno(n. 163) a m 521 sm. Colle Magistero (a. 164) a m 499 sm. Colle Magistero (a. 168) a m 535 1; Colle Magisterno (n. 166) a m 556 s.m. via Fontana Turano (n. 248) a m 575 sm. via Fontana Marcaccio (n. 251) a m 484 sm; via Fontana Turano (n. 282)a m 560 s.Lm.;via Fontana Turano (n.253)a πὶ 5405.1; Colle Vignato (n. 254) am 531; via Acqua Palomba (n. 256) am 487 slm: Colle Paccione (n. 262) a m 440 s.m.; via Tevola (n. 289); Acqua del Peschio (p. 292) a m 590 sm; Colle Bello (n. 312) a m 570 51m. via del Cigliolo (n. 313) a m 518 slm. via Fontana Marcaccio (n. 314)a m 506 s..m; via Colle Pignatt (n. 318) a m 441 κε; via Contrada Comune(a, 316) a m 405 sm. via Contrada Comune (an. 318:320) am 415/387 sm; via Contrada Comune (p.340) a m 434 sm, via Contrada Comune (n. 341-342) a m 412/384 s.m. via del Marrone (n. 345) a m 432 εἴης via Contrada Comune (n. 346) a m 412 sm. Morice (n. 347)a m 440 s.m. Morice (n. 380) a m 430 s.Lm.; Colle Tondo (n. 355) a m 588 s.lum via Fontana Fiume (n. 357) a m 520 s.1.m.; Colle Noce (n. 358) a m. 498s Lm, via dei Laghi(o. 361) a m 555 sm. La Faiola (n. 362) a m 483 ‘Lm, Suolo i Piro (n.364) ἃ m 525 sm ; Suolo di Piro (n. 365) a m 536 sm. Casale de Santis (n. 366) a m 564 sm. C. Pozzi(a. 369) a m 493 sm. via Vigna Grande (n. 370) am 470 s.m.; Mte gli Impiccat (n 384) ‘am 490 s.m.; Monte Secco(n. 386) a m 512 s.m. Vila Negron (n. 395) ‘4m 440 s.Lm.; via del Cigliolo (n. 400) a m 400 s.l.m; ia Colle Caldara (n. 488) a m 448 sm. via Colle Noce (n 460) a m 427 sm; via dell Pilara (0.469) am 450 si.

> Colle del Favo (n. 17) am 645 s.Lm.; Monte Cavo-via Sacra (n.8)a m638 s1:m.; Monte Cavo (n.4) am 623 sim. Colle Mozzo (n 51) am 625 s.Lm.; Colle Mozzo (n. $2) am 605 s Lm.; Maschio di Ariano (n. 53) am 700 sm; Maschio di Arno (n. 54) à m 745 sm. Maschio di Ariano (n.55)a m 755 sm; Acqua Donzella (n.56) am 655 s.m; Acqua Donzella (n.57) am 688 sm. Acqua Donzella(n. 8) a m 680 s.l.m; Maschio di Ariano (n. 94) a m 785 s Lm, Cle del Vescovo (n.125); Acqua Donzella (n. 138)a m. 697 slm. Pian di Ceri(n. 212) a m 638 sJm. Pian di Ceri(0.213) am 626 s.m. il Pratone(n. 215) a m 610 s1m. il Pratone(n. 216) a m 610 sm; Pratone (n.217) am 603 s.m. il Pratone (n.218) a m 606 sm. i Pratone(n. 220) a m 606 sm. il Pratone (n. 221) à m 607 s1m. i Pratone (n. 222) a m 623 slm. il Pratone(n.223) a m 613 sm; via delle Noci (n. 225) a m 612 sm. via delle Noci (n. 226) a m 6065.1. Prato (n.228) a m 601 sim, Colle delle Vacche (n. 229) a m 620 slm: via Crocetta Vivaro(n. 230) a m 600 s Lm. S. Bartolomeo(n. 238) a m 730 sm. Casale dei Guardiani(n. 245) a m 685 sm. Fontana del Turano (n. 247) a m 624 ‘Lm, Acqua del Peschio(n.291) am 610 s.m: Acqua del Peschio (n.293) 4m 640 s..m.; Maschio dell Artemisio (n. 297) am 790 sm. il Pratone (n. 299) a m 617 sm. via dei Laghi (n. 301) am 635 slm: via dei Laghi (n. 302) am 623 s.Lm.; Monte Alto (n. 306) a m 677 s.m.; Monte Alto (n.307) ‘Am 629 sm; Cle Nemese (n. 310) 613 sm. ? Monte dei Ferrari (n. 233) am 885 s.m. Monte dei Ferrari (n. 235) am 855 17; Monte dei Ferri (n. 236) ἃ m 820 sm. Monte dei Ferrari (0.237) a m 812 s:Lm, Monte Peschio (n. 240) 936 sm. Monte Peschio (0,242) a m 895 sm; Monte Peschio (n. 249) a m 869 sm. "II Pratone (an. 215, 216); via Crocetta Vivaro (n. 228): via Colle Caclini (0748); vía Casale delle Cori (a. 758). via Appia Vecchia (on. 86, 809). via Montecagnolo (n. 88): via S. Nicola (n. 900); Colle Cicerchia (n. 1053); via Grote dell Oro (n. 157); via Tore di Prescano (n. 1237 via Pratoungo (n. 1260); via Fontana Parata (n. 143); via Presciano (n. 1359), via Ulivo Ginnet (n. 1402); via Carano (nn. 1456, 1661); La Parit (n. 1871); via del Growone (nn. 1481, 1482); vi degli Aranci (n. 1516), viaS. Tommaso (n. 1530); via delle Mole (n. 1846); via Nettunease (n. 1583); Lazzaria (on. 1568, 1569). Presciano (n. 1572); Lazzaria(n. 1890) via della Vie (n. 1608, 1633); via dei Tigi (n. 1620); via Virgilio (n. 1621); va Cisema-Campoleone. (na. 1668, 1682) via Giannotola (n. 16867 via delle Querce (n. 1713). 15M. Cavo(n 4), Vivaro (n.13); Colle della Fragola (n. 45). Pian di Cei(n. 312); I Pratone (πη. 215, 216, 217, 221, 223); via delle Noci (nn. 218, 225); C. le degl'Impiccati (n. 222); via Crocetta Vivaro (nn. 228, 299); Monte dei Ferrari(n. 233, 235, 236, 237); Monte Peschio (an. 242, 243); Colle Ottorino sud (n. 280); Monte Alto (n. 306); Morice-F o del Peschio (n. 350); La Faiola (n. 362); via dei Bastion (n. 785); ia Pizzadi Mario (n. 914): via del Franco Belga (n. 944); via Paganico (n. 1075); Colle Crocetta (on. 1093, 1095, 1109, 1111, 1112); via Stragonello (on. 995, 1103); via dell'Unica (n. 1104); via Ponte di Mele (n. 1136); via Appia an ca nn, 1299, 1306) via Presciano (n. 1358); via Colle Rosso (n. 1459); via del Grottone (n. 1482); via Carano (an. 1501, 1662); via delle Mole (n. 1546); via Retarola (o. 1580); Le Castella (n. 1605); via della Vite (n 1608); via ei Titi(o. 1623); via Virgilio (n. 1621); via Isola di Ventotene (5.1675); via delle Querce (n. 1719) 191

gere alle creste dell’ Artemisio, dove anche ragioni climatiche sembrerebbero generalmente aver ostacolato lo stanzia» mento ma non la frequentazione. La vocazione agricola di questi, generalmente piccoli, insediamenti, in mancanza di elementi certi, è ipotizzabile dovette dispiegarsi nella coltivazione, secondo la ormai consolidata rotazione biennale, soprattutto delle colture cerealicole’ ed in percentuali minori dei legumi, dell'olivo c della vite. Se la viticultura, che conoscerà la sua migliore stagione presumibilmente nello scorcio finale della media, certamente nella tarda, età repubblicana, è presumibile risultasse ancora estesa in porzioni estremamente ridotte, maggior fortuna dovettero avere l’olivicoltura"” e, soprattutto, la cerealicoltura: la prima pur trovando condizioni ottimali sia relativamente al clima che ai caratteri dei terreni nella fascia che grosso modo delimitata a nord dal tracciato della via Appia Nuova e dalla via Ariana raggiunge a sud le estreme pendici meridionali delle dorsali collinari che segnano il territorio fino a Le Castella nel settore orientale e il Casale di Lazzaria e poi la Torre di Presciano procedendo verso ovest, è possibile si adattasse anche ad alcuni settori delle zone a nord di Velletri, a partire da quelle medio-alto collinari fino a quelle alle pendici sud-orientali delle creste dell’ Artemisio, come dimostra la sua presenza ancora oggi, ad esempio, al Cigliolo, a Colle Magisterno, nei pressi della Fontana del Turano, ed in maniera sporadica anche a Monte Spina’; la seconda, in particolare, forse, l'orzo, nelle zone sud-occidentali ed in gran parte pianeggianti di Contrada Pedica e a sud del tracciato della ferrovia Roma-Napoli. Un ruolo non secondario, che tenderà ad accrescersi nel corso della piena età romana, sembrerebbe averlo rivestito anche la presenza nel territorio veliterno di tracciati stradali che, pur trovando la loro completa realizzazione solo a partire dalla media età repubblicana, svolgono la funzione di collegamento già in età arcaica, come nel caso della via Appia antica, della Mactorina, della Setina e della cd. SelciatellaLazzaria. All'interno di questo tessuto insediativo, incentrato su numerose, piccole, unità a carattere precipuamente agricolo, il quale trova stringenti analogie in quanto alla “densità” della frequentazione, ad esempio, con i predetti casi di

Crustumerium, Fidenae, Ficulea e Collatia, fioriscono anche alcuni abitati: oltre a quello al quale è probabile possa ri ferirsi l'area di necropoli ipotizzata (nn. 215, 216, 217 (?), 220, 221, 222) nell’altopiano dei Pratoni, quello nell'area di Colle Crocetta (circa 16 ettari con 4 affioramenti), forse quello sviluppatosi a partire dall'età tardo-arcaica nell'area sommitale, compresa trail fosso de Le Castella e un suo ramo minore, su un'area di circa 18 ettari, con 7 affioramenti e, infine, quello quasi unanimemente identificato con Pometia, che Plinio inserisce tra gli oppida laziali scomparsi", a Le Querce, a sud-est di Le Castella, in un'area collinare compresa tra il fosso delle Castella e quello di Cisterna, solo in parte incluso nella ripartizione seguita. La sua importanza, impiantatosi su un importante nucleo dell'età del Ferro (nn. 1716-1717, 1719), e sviluppatosi in età arcaica alT'incirca su 27 ettari a comprendere l'area delimitata lungo i versanti settentrionale e orientale da profonde selle, appare ulteriormente accresciuta dalla notizia liviana sull'invio, proprio qui, nella prima metà del VI secolo a. C., dopo aver organizzato l'uccisione di Tarquinio Prisco, dei figli di Anco Marcio.

P" Tutavia anche le creste dll’Artemiso, forse in maniera meno capillar che altrove, risultano occupate da edifici di ridotte dimensioni, rifebili ad età arcaica: è il caso, ad esempio, della struttura tra il Monte Peschio e il Monte dei Ferrari (n. 241) ma anche di quello al Maschio di Ariano (n. 70). » Pi in generale sull'agricoltura del Lazio arcaico vd. De MARTINO 1979: 241-244; Aupoto 1980: 15-19, 30-33; Pucct 1989: 369.372. 77 Sulla diffusione a partire dll metà del VI secoloἃ. C. νά Awpoto. 1980: 32-33; Pucci 1989: 372-374. 7" Riguardo la “discesa” dell'olivo dai mont Tiburtini verso l'ateacollatino-gabina ei Coll Alban vd. QuuLct 19740: 39-40, 77 Plin. nat. II, 68-70 in particolare 68 (ZEHINACKER 1998: 69-70) » Acquadel Nespolo (n. 162)C. le Magistero (an. 164, 165); Pian di Cerri on. 212, 213); via Crocetta Vivaro (n. 228); Monte Peschio (nn. 243, 291); via Fontana del Turano (nn. 247, 248); Colle Paccione (n. 262); via Fontana Marcaccio (n. 314); via Contrada Comune (n. 318); via Acqua Palomba (n. 320); C. le Angelo (n. 324);C. da Quarantola (n. 328); via dei Castagnoli (n. 337); via Fontana Fiume (n. 357) La Faiola (a. 362); Suolo di Pero (a, 364); Monte Secco (n. 386); via del Boschetto (n. 431); via Contrada Comune (n. 432); via Cantina Sperimentale (n.

514): via Papazzano (n. 539); via Appia Nuova (n. 611); via Appia antica (0.614): via Appia Vecchia (n 650). via Vecchia di Napoli (nn 716, 717); via E. Pari (n. 719); via Fossatllo (n. 752); via Capitancell (an. 786, 757), via Piazza di Mario (n. 760); via Redina Pennacchi (n. 790); via Pedica dell'Olmo (n. 99); via Caranella (n. 912); via Piazza di Mario (n. 914): via Capitancli (n.925); via Capitncelli (n. 928); via Caranlla (n. 945); via del Sorbo (n. 947), via Fontana Acquavivola (n. 980);S. Maria dell'Oro (n. 955); via del Formelleo (o. 961); via Colle Ottone Basso (n. 971); via Cinelli (n. 980); via Montecagnolo (a. 987); via Ponte Massorano (n. 1060): via Colle Otone Basso (n. 1029); via della Primavera (n. 1068); via Paganico(n. 1075); via Lundi (n. 1091); via Ara di Stanga (n. 1150); via Grotte dell'Oro (n. 1158); via Ginestre Ginnetti (a. 1163); via Colle Perino (n. 1177); via Vigne Nuove (n. 1242); via ‘Vecchia Napoli (n. 1263) via del Bosco (n. 1267); via Ulivo Ginnet (n. 1402); via Casale Monaci (n. 1458); via dei Fienili (n. 1441); via Colle Rosso (n. 1460) via Torre di Presciano (n. 1478); via Castellaccio / Carano (n. 1490); via dei Gelsi (n. 1520); via Prato di Maggio (n. 1850); via dei Tigli (n. 1623); via Cisterna-Campoleone (n. 1690); via Isola di Ventotene (n. 1678); via Nettusenseldei Cinque Archi (o. 1699); via delle Querce (n. 1718).

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MEDIA ETÀ REPUBBLICANA (IV-prima metà I secolo a.C.) L'inasprirsi dello scontro tra l'etnos volsco, di cui Velletri continuava acostituire un importante caposaldo, e i Romani, ha nel corso del IV secolo a. C. il suo apice, come traspare dal numero delle battaglie ravvicinate ricordate nelJe fonti letterarie: quella del 385, quella, celebre, del 384 “ad Maeciuni" che provocò la devastazione dell'intero territorio volsco, quella del 382-381, quella del 380, quella del 371, quella del 354, alle quali vanno aggiunte le partecipazioni del 340 e del 339 ed, infine, la decisiva sconfitta del 338. In relazione con queste vicende, nel corso della media età repubblicana sembrerebbe emergere una significativa contrazione, pari a circa il 52% nel numero delle aree: delle precedenti 553 di età arcaica ne risultano attestate 288, di cui 74 genericamente riferibili all’età repubblicana”, documentate in gran parte solo da materiale edilizio (quasi esclusivamente tegole), alcune anche da pochi frr. ceramici (in

genere vernice nera o ceramica comune da fuoco, raramente. vernice rossa interna) non databili puntualmente (Fig. 32) In particolare risultano ulteriormente diradate e ampliate le zone non popolate, già rilevate per l'età arcaica sia nel settore nord-occidentale che centrale, mentre nel settore centromeridionale, caratterizzato nell’età precedente da una meno fitta presenza di affioramenti, si crea un'ampia zona priva di attestazioni, nell’area delle dorsali comprese tra il fosso di Farina e un ramo del fosso delle Castella, a partire dall'altezza del Ponte dei Fienili fino a Selva Nuova e S. Mauro, con un prolungamento verso sud nel settore a est de Le Castella, lungo la dorsale delimitata dal fosso delle Mole. La maggior parte degli affioramenti, 182, si riscontrano su arce nelle quali è presente una precedente frequentazione di età arcaica”, sporadicamente solo di età protostorica”. Solo 34, tra cui diversi genericamente riferibili all’età repubblicana (16), la maggior parte individuati nell'areaa sud compresa nel F. IGM Le Castella, risultano attestati per la prima volta", anche se non di rado con materiali da costruzione di età tardo arcaica-alto repubblicana. A questi vanno aggiunti quei siti attestati talora esclusivamente da resti di strutture, sulla base delle tecniche costruttive (ad esempio a

Cento Cappellen. 268, a M. Canino n. 476, a via della Cava n. 497, a Colle Lucci n. 598, a C. le Risi nn. 602-603, sulla via Laviniense nn. 639-643 e n. 864, sulla via Appia Vecchia mn. 632-633 e 634-636, a S. Martinella nn. 608-610, a Velletri, nella cd. villa del Metabo nn. 695-699, a via Martiri delle Fosse Ardeatine (n. 690) e V. le Oberdan (n. 780), a valle Fiara n. 877, a C. le Strutt n. 1000, a Crocetta o M.te ve n. 1100 e a La Parata (n. 1211)), tutti di nuovo impianto, ad eccezione dei nn. 877 e 1211, noti per la maggior parte (tranne i nn. 598, 639, 608-610 e 1000) da notizie di vecchi rinvenimenti non più verificabili. In non pochi casi inoltre la fase risulta documentata da pochi frr., spesso di datazione generica, che soltanto più raramente superano le quattro unità Riguardo la fisiografia, tra i siti impiantati ex novo in questa età,è rilevabile come, due soli" risultano tra gli 0 ei 100 m s.Lm., la maggioranza, 16”, si posizionano tra quota 100 e 200 m s.Lm. e 10° tra i 200 e i 400 m s.Lm., ai quali debbono aggiungersi i 4 ancora attestati da strutture?!” mentre il numero si riduce drasticamente oltre il 75% tra i 400 e 1600, con 4”, e ancora con due" soli affioramenti tra i 600 e gli 800, ereditando la strategia insediativa adottata nella fa-

ui Terre Rosse (nn. 22, 31); Maschiodi Ariano (nn. 55, 53); Colle Mozzo (na. 51, 52); Cole della Fragola (nn. 43, 45); Acqua Donzella (n. 56); Artemisio (n.152); Colle Paccione (n.262);Colle Vignato (n. 254); via Fontana del Turano (n. 253); Colle degli Impiceati (n. 222); via Arcioni o. 286); Monte dei Ferrari (n. 233); via Tevola (n. 289); via dei Castagnoli (n.336); via Contrada Comune (n. 340); via del Marrone (n.348); Morice (nn. 347, 350); Suolo di Piro (n.368); va del Cigliolo (n. 400); via delle Ortensie (n. 406); via di Cori (nn. 414, 415); via Catalii (n. 416); via Ariana (n. 422); via Cantina Sperimentale (n. 519); via Papazzano (an. SIS, 519); viaS. Andrea (a, 29); via della Caranella(en. 528, 942); via dei Crocefissi (n. 581). via delle Corti (n.538); via Appia Vecchia (n. 646): via della Falola (t 674). via di Rili (o. 680: via Fontana delle Fosse (n. 688); via Piazzadi Mario (nn. 715, 941); via Crocefss n. 47) via Colle Catlini (o. 748); via Casale delle Corti (n. 758); via Colle Carciano (n 765); via dei Bastioni (n. 785); via delle Fosse (n. 786); via Pedica dell Olmo (nn. 798, 799); via Colle dei Marmi (n.807); via Appia Vecchia (nn. 809, 810); via S. Gennaro (n. 833); vi della Vite (n. 8M) via Appia Vecchia (n. 844); via Scommiato (n. 848); Vagnere (n. 849); via Valle Verta τῷ 879). via Montecagnolo (n.880); via. Gennaro(n. 888). via tre Armi (n. 883); via Capitancelti (nn. 783, 938); vi del Franco Belga (n. 344), via del Formello (n. 962); via della Chiesola (n. 964); via Colle Stringa (n. 966); via Palaggi (n. 982); via Vallverta (n.989); via Colle Ottone Basso (n. 1016); via Vecchia Napoli (n. 1041); via ara di Stanga (n. 1056); via Paganico (n. 1076); Colle Crocetta (on. 1092, 1112); via Stragonello (nn. 997, 1103); via dell Uni (nn, 1104, 1106) via Vigne Nuove (n. 1116); via Ponte di Mele (n. 1136); via Fontana Para (n. 1345); via Colle Zion (on. 1139, 1187); via Colle Perino Vecchio (n. 1147); via Ara di Stanga (n. 1152); via Formaleti (n. 1170; via Colle Gallinelli (n. 1180); via Soleluna n, 1198); via Fontana Parata (an. 1212, 1350); va 1 Stradone Muti (pn. 1217, 1219); via Torre Presciano (n. 1237); via Sterlina Irlandese (n. 1269); via Vecchia Napoli (on. 1271, 1274, 1406); via dei Fienili (m. 1284, 1441); via Appia antica (nn. 1299, 1306); via dei Cinque Archi (n. 1317); via Fontana Parata (n. 1349); via Torre Presciano (nn. 1351, 1352); via Presciano (nn. 1357, 1358); via Casale Monaci (0, 1372); via Pratolungo (nn. 1276, 1393); via Colle Piombo (nn. 1394, 1410) ia Ulivo Ginnett (n. 1409); via Carano (nn. 1454, 1501); via Colle Rosso (n. 1468); La Parata (n. 1469); via del Grotone (nn. 1476, 1478, 1482, 1486); Presciano (nn. 1487, 1488); via Castellaccio-Carano (an. 1489, 1491): via della Vite (n. 1514); via delle Mole (n. 1546); via Prato di Maggio (n. 1549); via Nettunense (n. 1553); Casale Lazzaria (n. 1559); via Torre Lazzaria (a, 1564, 1567, 1680, 1669); Larzaria (nn. 1568, 1569); via Retarola (na. 1580, 1581); via Cistema-Campoleone (an. 1574, 1585, 1668, 1681, 1603); Lazzaria (nn. 1459, 1589, 1590, 1661, 1663, 1672); via Passo dei Coresi (nn. 1597, 1686, 1658); via Appia Nuova (n. 1603); Le

Castella (n. 1606); via della Vie (nn, 1608, 1609); via di Tigli (nn. 1614, 1615, 1618, 1619, 1623, 1629); via Virgilio (n. 1612); via della Vite (n. 1633); via Giannotola (n. 1686); via Carano (n. 1687); via delle Querce (on. 1718, 1719) a Morice (n. 380); via Papazzano (n. 542). Terre Rosse (n. 40); Colle Mozzo (n. 48); Nemi-lago (n. 177); il Pratone (n. 224), C. le dll Acero (n. 227); via S. Gennaro (n. 887); via Formellonzi (n, 384); Fosso dell'Acqua Lucia (o. 93); via Appia Vecchia (nn. 650, 64); via Arciano(n.771); via Colle Ottone (n.971); via Stradone Muti 11 (a. 1011); Crocetta (n. 1110); via della Fontanella (n. 1229); via ‘Appia antica (n. 1245); via Colle Formica (n. 1280); via Nettunense/dei Cinque Archi (o. 1286); via Nettunenseldei Cinque Archi (n. 146); via Selvanova I (n. 1525); via Torre Lazzaria (n. 1565); via della Vite (n. 1631); via Appia antica (n. 1709); via Passo dei Coresi (n. 1594); "La. Parata" (n. 1347); Via Ulivo Ginnett (n. 1399). via Appia Vecchia (n. 633); Vella. le Oberdan (a, 689); via U. Mattoccia (n. 692): via Vecchia Napoli (n. 1168); via Appia Nuova (n. 1601); via Tore di Presciano (n. 1474); via Kennedy (0. 1646) via Cisterna-Campoleone (n. 1669). 26 Via Appa antica (n. 1709) a m 95 s.Lm. via Cisterna Campolcone (0. 1665) am $4 sm. P Crocetta (n. 1110)a m 174 sm.via Vecchiadi Napoli(n. 1168) a 165 m sam; via della Fontanella (n. 1229) a 144 m αἱ πὶ; via Appia antica (n. 1245) a 170 m sm. via Colle Formica (n. 1280)a m. 155 slm. via Nettunenselvia dei Cinque Archi (n. 1286) a 160 m slm; via Nettunense/viadei Cinque Archi (a. 1446; via Selvanova I (n. 1525) a 122 tm slm. via Torre di Lazzara (n. 1568) a 103 m s.m. via Appia Nuova (n. 1601) a 128 m sl. via Passo dei Cores n. 1594) a m 120.1. via del Ja Vite(n. 1631) am 103 sm; via Kennedy(n. 1646) am 11651;Font. na della Parata (n. 1347) a m 128 sim. via Ulivo Ginnett (n. 1399)a m 147 sm; via Torre di Presciano(o. 1474) a m 126 slm. 2» Via Nemi - lago(n. 177) a m 356 sm. via Appia Vecchia (n. 633) 3 m 338sim. via Appia Vecchia(n.664) a m 309 s.m. via Colle Ottone Basso(a, 971) 2254 m s.m. via Appia Vecchia (n. 680)a m 344 slm; V. Je Oberdan (n. 689)a m 323 s.m. via U. Mattoccia (n. 692),a m 312 sm. via Arcitno (n.771) a m 266 5.Lm.; via S. Gennaro (n.887) a m 240. sn; via Stradone Moti I (n 1911} a m 206 ΕἼ τα, 7^ Via Colle dei Marmi (n. 98) a m 334 sm. via Diomede (nn. (639a m 327-324 sm. 643) a m 350-325 slm; S. Marinella(nn. 608-610) Villa Croce (n. 1000) ἃ m 210-205 s.m. Vallone (n. 0) am 418 s Lm. F. so dell’ Acqua Lucia (n. 393) a 436 m s,m, Colle Mozzo (n. 48) a 487 s.m. via Formellonzi (n. 984) am 498 sim. P" Pratone(a, 224) a m 619 sm: Colle dell’ Acero (n.227) 4610 m sim. 193

Fig. 32. Localizzazione zonale dei siti di età medio repubblicana (IV-prima metà Π sec. a. C. su base oro-idrografica. A tratteggio l'area della cità in età storica.

194

se precedente. Tra questi le estensioni delle proprietà ricostruibili appaiono attestarsi tra i 20.000 e i 40.000 mq. circa^ fatta eccezione per i 77.000 di via Papazzano (nn. 518519), 90.000 di via dei Cinque Archi (n. 1286) e i 109.000 di via Spirito Santo (nn. 1387-1389). AI loro interno, poi, un numero considerevole sembra. prediligere posizioni eminenti, a volte terrazze"", più frequentemente pianori o sommità di morbidi colli" ma anche le pendici, di cui viene prescelto spesso il versante sudorientale, pur rilevando come, almeno in alcuni casi, la posizione possa essere il risultato di un naturale scivolamento dei materiali", e solo episodicamente la base di esse^", In generale, anche peri siti a continuità di vita dalla fase precedente, le aree preferite sembrerebbero quindi quelle sommitali, più specificatamente quelle in coincidenza con l’inizio delle pendici, in evidente osservanza acriteri funzionali legati da un lato a una migliore esposizione degli edifici e dall'altro all'assicurare alla coltivazione maggiori spazi possibili. A tale proposito gli impianti che, sulla base dei materiali. ceramici rinvenuti ascrivibili alla fase, sembrano più significativi, a parte quelli gravitanti nell’ager lanuvinus -a Colle dei Marmi (n. 810); lungo la via Appia Vecchia non lontano da Lanuvio (n. 646); alle pendici nord-orientali di M. Cagnolo (n. 834); nei pressi del Cimitero Comunale di Lanuvio, a Vagnere (n. 849); a Colle Crocetta (n. 1092); a via Stragonello (n. 1103) e su via delle Vigne Nuove (n. 1116)-, nel settore dell' Artemisio risultano posti quasi tutti su un pianoro, evidentemente artificiale, lungo le diverse lingue pedemontane che si dipartono dalle cime maggiori della catena: così a Colle Mozzo (n. 51), Colle Magisterno (n. 165), lungo via Fontana del Turano (n. 253), oltre a quelli di via del Marrone (n. 345), Morice (nn. 347, 350) e di via della Faiola (n. 674) e, ancora alle estreme pendici dell’ Artemisio, quello lungo la via Ariana (n. 422) a nord-est del centro urbano, quello alla Cantina Sperimentale (n. 513), a via Papazzano (n. 519), lungo le estreme pendici meridionali dell'altura sulla quale si trova la città, e a via dei Bastioni (n. 785). Nel settore a sud del centro urbano appaiono maggiormente rilevanti, tra gli altri, quelli di: via Colle Perino Vecchio (n. 1147), via Ara di Stanga (n. 1152), Sole Luna all'incrocio tra la via Appia antica e la Mactorina (n. 1306), via Presciano (n. 1358), via Casale dei Monaci (n.

1372), via Vecchia di Napoli (n. 1406), via del Grottone (nn. 1478, 1486), Presciano (n. 1488), via Carano (n. 1501), via della Vite (n. 1514), via Virgilio (n. 1519), via Prato di Maggio (n. 1549), via Torre di Lazzaria (n. 1565), Presciano (n. 1572), SP. 99/0 via Cisterna-Campoleone (n. 1585), Lazzaria (n. 1589), via Passo dei Coresi (n. 1594), SS. 7 via Appia Nuova (n. 1603), via della Vite (n. 1608), via dei Tigli (nn. 1614, 1618, 1624), via Passo dei Coresi, C. Peretti (n 1656), via Isola di Ventotene (n. 1675), SP. 99/ via Cisterna-Campoleone (n. 1681), via Maria SS. di Nazareth (n. 1696), via Appia antica (n. 1709). II fatto che procedendo verso sud, in coincidenza con la presenza di una morfologia progressivamente “pid dolce", contraddistinta da piccole alture, il numero dei siti con una fase “cospicua” tenda ad aumentare, soprattutto nel settore occidentale, rispetto alle altre zone, sembrerebbe prospettaia un lato più propizi caratteri naturali sia in relazione allo stanziamento che, soprattutto, alla coltivazione e, dall’altro, presumibilmente, l'esistenza di un modello insediativo che, proprio in considerazione della fisiografia dei luoghi, non contemplando un recinto sostruito, risulta alternativo a quello riscontrato nelle aree settentrionali. La mancanza assoluta di resti di strutture, che, non differentemente da altri ambiti territoriali, è plausibile ritenersi causata nella maggior parte dei casi dall'utilizzo di materiali deperibili e, solo più sporadicamente, dalla successiva realizzazione di opere che ne hanno sancito l'obliterazione, non consente di avere alcuna indicazione sulle caratteristiche planimetriche degli impianti di questo periodo. Tuttavia, proprio in considerazione delle caratteristiche morfologiche del territorio veliterno e, soprattutto, della rilevata preponderanza di sit sul ciglio di un'altura o lungo il settore iniziale del declivio, sembrerebbe possibile ipotizzare il frequente ricorso a muri di terrazzamento. In controtendenza rispetto a quanto rilevato, ad esempio, per i territori di Anagnia"” e di Cora’ e più recentemente per quelli di Tibur"? e Tusculum®", nei quali la maggior parte delle sostruzioni, tranne casi episodici, risultano realizzate in opera poligonale, la tecnica prevalente sembrerebbe la quadrata. Certo i dati per questa età, come detto, sono particolarmente lacunosi, potendo contare quasi esclusivamente su vecchie notizie non controllabili e su una documentazione incerta costituita dal rinvenimento di blocchi fuori posto che

7 14.000 a via Appia Vecchia (nn. 632-633), 20.000 circa via Appia Vecchia(nn. 648.651), via Arciano (n. 771) e via Passo dei Cores (n 1594), fino ai 41.000 di C. le Sut o. 1000), » Colle Mozzo (n. 48); via Colle dei Marmi (n. 598); via Appia Vecchia (n. 680); via delle Vascucce (n. 1180); via Nettunense/via det Cinque Archi (n. 1286); via Selvanova Il (n. 1525) 5 Colle Mozzo (s. 51). via dela Fontanella (n. 1229); via Passo dei Coresi (n. 1594); Colle dell Acero(n. 227); via Vagnere (n.549) via Appia antica (n. 1245), via Vecchiadi Napali (n. 1274) via Pratolungo(n. 1276); via Appia Nuova (n. 1601}, via Diomede (tn. 639.643); via Papszzano (n 542). 5. Marina (nn. 608-610); via Arciano (o. 771); Villa Crocetta(n. 1000), OR, so dell'Acqua Lucia (n. 393); Vallone (a, 40); via Nemi-lago (n. 177); via Colle Otone Basso (n.971); via Vecchia di Napoli (n. 1068) viadella Vien. 1631); via Appia Vecchia (an 632-633); viaU. Mattoccia(n. 682). Via Torr di Lazzaria (n. 1865); via Appia antica (n 1709); Font. na della Parata (n. 1347). xo: MAZZOLANI 1969: 36, con l'individuazione di presumibilmente 2

ville con resdi opera quadrata (forse 132 n. 100, 132-133 n.101) e 9 con 26 n. 81, 127-128n. 17. λιν Branpizzi Vrrrocc: 1968: 16la quale individua un unico impianto con muri in opera quadrata (160 n. 172) contro i în opera poligonale (108 1,15, 113-116n 32,123n. 50, 128-129n, 59, 153 n. 136, 161n. 174, 161162. 175, 168-169 n. 183, 176-177n. 195). 27 MARI 1991 per l'individuazione di 13 impanti con rest in poligonaJe (55-56. 8, 66n. 14,67 n. 16, 68 n. 18,70 n. 19,75 n. 23, 85-87 n.37, 92.93n 40, 97-98n. 41, 128-129. 66, 45-147, 149 n. 72, 194-195 n. 127. 285-286 n. 225) contro 10 in quadrat (51 n.1, 58-61n. 1, 8687 n.37, 92.94 n.40, 125-127n. 65, 210 n. 129, 253-254n. 172 (7), 263-264 n.187, 267 n. 196 (2) 287 n. 28) 2 VALENTI 2003: 55 relativamente all'identiiazione di 11 terazzamenti in opera poligonale, dei quali 7 in piera basatica (156 n. 168, 193 n. 291,223 n. 402, 273-274n. 546, 316 n. 872, 378 n.881, 378n. 882) e 4 in pieta sperone (352-354 n, 804, 370 n. 843, 370-371 n. 847, 371 n.852) 195

solo in maniera lata possono riferirsi allopera quadrata, sen- vette essere interessato da ingenti lavori che lo dotarono di za peraltro fornire alcuna indicazione sulla loro messa in una serie di infrastrutture che ne accrebbero le già rilevanti opera. In ogni caso fatta eccezione peri terrazzamenti in ope- potenzialità. In tale senso gravosa dovette rilevarsi la realizra poligonale, delle due ville ricordate da Lanciani alle pen- zazione dei numerosi cunicoli che regolando la portata di dici di M. Secco, a sud della SS. 7 via Appia Nuova (nn. 497, quasi ogni corso d'acqua, ne assicurarono altresì la presenza 611), ascrivibili presumibilmente ad un arco cronologico lungo ogni vallata, creando anche le premesse per quella compreso tra il ΠΙ e il I secolo a. C2, la tecnica quadrata, successiva delle strade. È probabile che in relazione con le certamente in connessione con le caratteristiche geologiche migliori condizioni idrauliche, in particolare delle aree di dell'area, risulta ampiamente attestata: prescindendo dai re- fondovalle particolarmente numerose in gran parte del terristiin cità edalle infrastrutture stradali (sostruzioni e ponti), torio velîterno, specialmente in quello a sud della via Appia sia, più frequentemente, da blocchi erratici (ad esempio nn. antica, vada anche supposto un incremento delle attività 636, 991, 1317, 1592), che pid raramenteda struttu, varia- agricole: potendo contare da un lato sul complessivo incremente ricordate, di tombe -a M. Canino (n. 476)-, di incerta mento delle aree coltivabili e dall'altro sulla possibilità di interpretazione -sull'altura di S. Martinella (n. 608) di una utilizzo per l'irigazione, comunque vincolata al carattere "camera sotterranea” a Crocetta o M. Giove (n. 1100), c so- preminentemente torrentizio dei fossi, di quantità di acqua. prattutto di villae -a Cento Cappelle (n. 268), ai Giardini lun- anche in settori che precedentemente ne erano sprovvisti. Se 80 Viale Marconi (n. 696), a Colle Lucci (n. 598) dove se ne a beneficiaredi ciò è plausibile siano state principalmente le conserva ancora una parte, forse a C. Risi, a Colle dei Marmi coltivazioni stagionali, non può tuttavia escludersi che an(n. 602), lungo la SP. 95/a via Appia Vecchia, a breve distan- che la viticoltura ne abbia tratto dei giovamenti, come poza dal bivio con la via Laviniense (n. 632), lungo la SP. 96/a trebbe indiziare l'esistenza a Roma, almeno nel II secolo a. Laviniense a Via Diomede (n. 639), a M. Cagnoletto (n. 647), C., di una statio per il commercio del vino veliterno"*, soἃ Via Martiri delle Fosse Ardeatine, a Velletri (n. 690), a prattutto per quanto riguarda la sua estensione ad aree preceVigna Borgia, lungo Viale Oberdan (n. 780), lungo la SP. dentemente "malsane" e quindi la possibilità di accrescere le 96/a via Laviniense, nei presssi del Cimitero Comunale (n. arce in declivio che, come noto, offrivano condizioni ottima864), lungo il lato sx. della linea ferroviaria Roma-Velletri, li per una migliore crescita e maturazione dell'uva all'altezza del Km 34, appena oltrepassato il Ponte di Valle Infine, a differenza di quanto avvenne per la rete cunicoFiara (n. 877), Villa Crocetta (n. 1000), dove sono ancora in lare, realizzata ex novo, quella stradale almeno in alcuni parte visibili,a via F. na Parata (n. 1211). tracciati principali, era, come rilevato per la fase arcaica, già A questa fase, senza possibilità di una definizione crono- esistente: così in alcuni casi le opere presumibilmente rilogica meno vaga, vanno riferiti alcuni santuari, per i quali guardarono l'adeguamento alle nuove esigenze attraverso mancano generalmente indicazioni sulle caratteristiche pla- l'allargamento, assicurato spesso da muri di sostruzione in opera quadrata e la pavimentazione, in altri la loro realizzanimetriche e costruttive, cosicchè nella quasi totalità dei si risultano variamente noti perlopiù attraverso il rinveni- zione ex novo. mento di votivi ftii Prescindendo dal tempio di incerta localizzazione, variamente ubicato in area artemisia (n. 97*), edifici templari sono presenti: presumibilmente a breve di- EPOCA TARDO-REPUBBLICANA (seconda metà II-primo quarto stanza dal lato occidentale del circuito murario (n. 686), for- Tsecolo a. C.) se in connessione con la cisternaa blocchi ricordata nei pres5i della chiesa di S. Anatolia; lungo il lato dx. della via La fase di età tardo repubblicana risulta attestata da 191 Mactorina, a circam 100 a sud dell'incrocio con la via Appia affioramenti, prescindendo dai 74 riferiti genericamente alantica (nn. 1316-1317), dove rimangono blocchi di grandi et repubblicana, considerati nella fase precedente, ai quadimensioni di opera quadrata; nei pressi della sorgente della li vanno aggiunte le attestazioni offerte dalla presenza, in alParata (nn. 1346-1347); quasi alla base delle pendici orienta- cuni casi, di sole strutture -tra cui diverse note da vecchi o li del colle nella Tenuta Ginnett tra i fosso delle Castella e recenti rinvenimenti non verificabili (nn. 628, 634, 697, 712, 794, 863, 873, 1330)-: a Nemi, al Tempio di Diana (n. 180), un suo ramo di sx. (n. 1631), È nel corso di questa fase che il territorio veliterno do-

2» Luatt 1957: I, 55-103, specialmente 70, 78-79, 81, 102-103 perla datazione delle quattro maniere; ADAM 1990: 111-114: MARI 1991: 30-32 peril territorio tiburtno; DurRé, AQUILUE, Mareos, NUREz, SANTOS 2000: 218-219 a proposito della datazione, a seguito di uno scavo della Scuola spa‘gnolaαἱ archeologia di Roma,ad “un momento indeterminato della seconda metà del soc. II a.C." del trito di mura di Tusculum presso la fontana ex ‘raurbana; VALENTI 2003: 55 su alcuni terrazzamenti del uscolano. Trale strutturedi varia tipologia, n questa tecica recentemente prese in considerazione, le cui datazioni esemplificano ancora rilevanti oscillazioni cronlBiche, ricordo ad esempio: le mura di Norba, riferite nella costruzione in I maniera alla meta o nella seconda med del IV sec. a. C. nella ricostruzione in Il e IV maniera alla prima metà del IV se. a. C. (Quiact, Quia Grout 2000, in particolare 239-244); le mura i Seria, datate relativamente αὶ sett: re orientale in e Il maniera all’età mediorepubblicanaed in quella occiden"ale in Ile TV maniera, all'età tardorepubblicana (BRUCKNER 1999, special. 196

a Monte Canino (n. 477), a via Appia Vecchia (nn. 661-664),

mente 102, 109); le fortificazioni ld sopra di Ces, nci pressi i Temi, datate nell'ambito dl IV sc. a. C. (Litt 20038, soprattutto 383-387); a villae Soprattutto terrazzamenti con funzione di regolarizzazione dei piani terrazati a valle delle Fontanelle, nei press ella via Salaria ta Ponte Mercato e Ponte Ponzio, datati alla seconda metà dl Il sec. a. C. (Qui 1995, in particolare 176, 179-180); terrazzamenti agricoli a Monte Le Carbonieree a Monte Castiglione, nei pressi αἱ Palombara Sabina, ugualmente datat alla seconda metà del I sec. a.C. (QuiLIc Gi 1995: 129-150, 152); a diga nel fossoi Valle Canale nel territoriodi Bassano in Teverina (Lia 1996) e, n nostante la tecnica più prossima all’opera quadrata, le briglie e le sere in quello di Amelia (Qua, Quiict Grou 199) datate rispettivamente tra gli ultimi decenni del I gi inizi del sc. a. C. negli ultimi decenni del I so C. 2 Cfr T2 nota 357.

lungo la via Appia antica (n. 668), a via Diomede (nn. 639643, 655-657), sulla via Laviniense (n. 864) a Vagnere (nn. 851-852, 858), su via Landi (n. 1220) e alla Civitana (n. 1330. Rispetto ai 288 della fase precedente, considerando come molti di quelli riferibili all'età repubblicana sono probabilmente attivi anche in questa fase, si nota un notevole ralJentamento della linea involutiva nell’occupazione del territorio iniziata nei primi anni dell’età repubblicana, la quale invertirà definitivamente la sua tendenza nel corso della prima età imperiale. In particolare sembra subire un leggero ulteriore “spopolamento” l'area settentrionale, fatta eccezione per una piccola concentrazione nel settore nord-orientale, e per l’ager lanuvino, già maggiormente occupati nella fase precedente. Nell'area a sud, corrispondente alla tavoletta di Le Castella, gli affioramenti, benché meno densamente presenti, sembrano distribuirsi in maniera più omogenea, concentrandosi nella fascia meridionale dell'area indagata, come dimostra il fatto che la maggior parte (114), si trovi compresa trai 200 e i 73 m s.Lm., in linea con quanto riscontrato nella fase precedente circa il posizionamento dei siti sorti ex-novo (Fig. 33), ‘Tra le attestazioni rinvenute 85 presentano una fase di età arcaica, ma non di età medio repubblicana”, 64, fasi ininterrottamente dall'età arcaica?* 18 dall'età protostorica”!, 25 sono documentate per la prima volta", 9 solo a partire all'età medio repubblicana”, Tra quelli sorti ex novo, la maggior parte sceglie una

posizione eminente, su una sommità - ad esempio quelli di via Fontana del Turano (n. 255), forse di via Ottorino nord (n. 278), di via della Pallade (n. 725), a Civitana (nn. 13261337), di via Colle S. Francesco (n. 1446)-, alcuni si posi zionano su morbide pendici, quasi sempre esposte a mezzogiorno - quelli di Acqua Palomba (nn. 169-170), di via della Cava (n. 497), Monte Canino (n. 477), via Diomede (nn. 654-657), via Circonvallazione Appia (n. 907), via Caio Mario (n. 930) e via Lazzaria (n. 1496) -, mentre meno sembrano trovarsi su pianoro -quelli di S. Cesareo (an.570-589), Vagnere (nn. 851-853), via Ponte Lauro (n. 1161). Quanto all'estensione delle proprietà è rilevabile, a parte la marcata preponderanza di quelle più “grandi” nell’area meridionale del territorio indagato, una grande oscillazione compresa tra gli 8600 di Acqua Palomba (nn. 169170), i 14.500 di Vagnere (nn. 851-853), i 18.500 mq. ipotizzati per Monte Canino (n. 477) e i 40.000 circa per 8. Cesareo (n. 570-589), senza trascurare i 66.000 di via della Pallade (n. 725), i 77.000 di Civitana (nn. 1326-1327) e i 97.000 di via S. Gennaro (n. 833), i 100.000 circa di via della Cava (n. 497), fino ai 123.000 ipotizzabili per via Lazzaria (n. 1496)-. La fase risulta documentata nella maggioranza dei casi da un unico fr. per il quale è possibile proporre una datazione sulla base di un confronto, soltanto in rare circostanze da ‘un numero compreso tra 3 e 6, in unico caso, a Colle delle Crocette (n. 1092), addirittura da 15. Se la documentazione offerta dai materiali ceramici sembrerebbe generalmente ab-

?" Vivaro(n. 12); Colle Mozzo (n. $2); Acqua del Nespolo (n.161);S. Antonio (a. 188);C. le Magisterno (n 166) Pian di Cerri (n.213); via Cole Magistemo (n. 264); via Acqua Palomba (n.256); via Colle Vignato (n. 254). ia Fontana del Turano (n. 252); via Crocetta Vivaro (n. 230);M. Alto (n.307); Ce Nemese (n. 310); via Arcioni (n. 32D; via Contrada Comune (n. 346); via del Cigliolo (n. 400) via Cataini (n.525), via dei Crocefisi (a. 530); via Diomede (n. 688); via Ponts della Regina (n. 710); via delle Corti (n. 737); via della Caranella (s. 744); via Fossatello (n. 750), via Casale della Cori (n.758) via Colle Carciano (n. 765); via Appia Vecchia ῷ 810); via Conicell(n. 874) via Vale Fira (n. 878); via Valleverta(n. 883); via S. Nicola (n. 900); via Fontana Acquavivola (n. 910); via Capitancell(n.923) via Montecagnoletto (n.988); via Paganico(n. 1032); via Carbonara (n. 1058); via Paganico (n. 1072); via delle Ginestre Ginnett (a. 1164); via Castel Ginnet (o. 1166); via Formae (n. 1169); via delle Vigne Nuove (an. 1215-1216); Crocetta (nn. 1222, 1229); via Stradone Muti (n. 1234); via Capanna Murata (n. 1206);via dei Pozzeti (n. 1259); Vecchia di Napoli (n. 1273); via dei Cinque Archi (an. IMS, 1319); via Colle Rosso (n. 1365); via Casale dei Monaci (n. 1371); via Appia Nuova (un, 1392, 1644); via Ulivo Ginnett (n. 1398); via Fontana Parata (n. 1349, 1350); via degli Aranci (o. 1407); via di Carano (n. 1456); via Colle dei Cavalli (n. 1457). via del Grottone(nn. 1484, 1485); Lazzaria (n. 1500) via Virgilio(n. 1519); via Selvanova TT (n. 1522); Santo Tomao (an. 1529, 1534); via delle Mole (n. 1543); via Colle S. Maria (n. 1552); via Tore di Lazzaria (n. 1563); Presciano (n. 1572); via Cisterna-Campoleone (nn. 1583, 1684); via Passo dei Coresi (nn. 1596, 1700); via S. Tommaso (n. 1599); va dei Tig (nn. 1620, 1622); via Lazzaria(n. 1671); via Retarola ia Carano (n. 1687); via no. 1677, 1678, 1679}; via Giannontola(n. 1685); Maria SS. di Nazaret (n. 1696). » Colle Mozzo (n. 51); Maschio d'Ariano (n. 56); Donzellett (n. 152); i Pratone (n. 224}; via Fontana del Turano (n. 253); via dei Laghi (n. 301); Suolo di Piro (n.365), via Calini n. 416); vi dela Faola (n.674); "via di Rioli (n. 680); via Piazza di Mario (n. 715); via dei Crocefisi (n. 47), via elle Fosse (n. 786); via Pedica dell'Olmo (n. 798); via Appia ‘Vecchia(a. 844); via Scommisto(n. 848); via della Caranella (n. 912); via Montecagnolo (n. 1001); Pelaggi (n. 1016); via Paganico (n. 1076). via Colle Scarano (n. 1137) via Colle Zion (n. 1139); via delle Vigne Nuove (a. 116}; Crocetia(n. 1092); via Colle Gallineli (n. 1180; via Soleluna (a.

1195); via Fontana Parata (o. 1212); via Landi (n. 1220); Crocetta (a. 1223); via | Stradone Muti (nn. 1217, 1218); via Nettunense/dei Cinque Archi (n 1317); via Casale dei Monaci (n. 1372); via Pratolungo (t. 1393); via Vecchiadi Napoli (n. 1406); via Torre di Presciano (nn, 1351, 1352); via Torre di Presciano (nn. 1353, 1354); via Presciano (n. 1387); via Colle Rosso (n. 1468); Tenta Parata (n. 1469); via del Grottone (n. M86); via Castelaccio - Carano (n. 1491); vi di Carano (nn. 1661, 1687); via della Vite(n. 1514); via Prato di Maggio (n. 1549); via Colli 5. Maria (n. 1552), Cle Lazzaria (n. 1589); via Tore di Lezzaria (n. 1864); via Retarola (n 1581); via Cisterna Campoleone (nn 1574, 1585, 1668, 1682); Lazzara (o. 1589); via Appia Nuova (n. 1603); via dei Tigh (nr. 1618, 1624); via della Vite (nr. 1609, 1632, 1633); via Passo dei Cores (n. 1656); via delle Querce(n. 1718) C. della Fragola (n 48) dall'età del Ferro; Il Pratone (n.220) dal l'età del Ferro; via Arcioni (n. 286) dell'età orientalizzante; Ε so del Peschio (n. 350) dall'età del Ferro; Velletri via Furio (n. 561, 71) da età orientlizzante; via dei Bastion’ (n. 785) dall'età del Ferro; via Valleveta (o. 989) dalletà orientalizzante; via Stragonello (nn. 995, 1103) dall'età orientlizzante; via Ponte di Mele (n. 1136) dell'età orientalizzante: Crocetta (nn. 1109, 1112) dall'età orientalizzante; vi Stragonello (n. 1103) daletà orienalizzante; via dell'Unica (n. 1104); via Appia antica (nn. 1299, 1306) da et orientalizante; via di Carano (n. 1501) all’età orienta "izzante; via della Vite (n. 1608) dall'età oriemalizzante; via delle Querce Ca. 1719) da fasi laziali ΠΑ ΠΕ, 1 C. Je della Fragola (n.46); Acqua Palomba (nn. 169-170); Nemi-lago (a. 178); Pian di Cer (n.211); via Fontana del Turano (n.255); Nemi-lago. (n.178) via S. Marco Papa (n.266); via Colle Otorino nord (n.278); Monte Canino (n.477); via Ariana (n 428); via della Cava (n. 497); S.Cesareo (n. 570-589), via Diomede (nn. 684-659); via della Pallade (n.725);via Appia Vecchia (n. 831); via S. Gennaro (n. 833); via Vagnere (on, 851-853); via Vagnere (n 858); via Circonvallazione Appia (n. 907); via Caio Mario (n. 90); ia Ponte Lauro (n. 1161); via Tempio di Diana (n. 1311); Civitana (n. 1326-1337), via Appia antic n. 1385) via Lazzaria (n. 1496) 7 Via Diomede (an. 640-643); Via Laviniense (n. 864); via Appia Vecchia (n. 664); Vellei-Vle Oberdan (n. 689); via Appia Vecchia (nn. 632-634, 661-664); via Spirito Santo (n. 1389); via Passo dei Coresi (n. 1594); via Tore di Lazzaria (n. 1565) 197

Fig. 33. Localizzazione zonale dei sti di età tardo-epubblicana seconda metà I-primo quarto 1scc. a. C. su base oro-idrograica. A tratteggio l'aea della cit in età storia,

198

bastanza esigua, poco rimane anche delle strutture con certezza riferibili alla fase. Mancano presumibilmente resti in opera poligonale di ΠῚ e IV maniera e pochi se ne conservano con cortina in opera incerta, tecnica questa presente a Roma a partire dall'inizio del II secolo a. C."*, mentre nel contesto laziale sono documentate datazioni nell’ambito della seconda metà IL-inizi del I secolo a. C., con possibili avanzamenti alla prima metà del II per le strutture con scapola di modulo maggiore?" In questo tipo di tecnica si sono registrate 25 attestazioni, di cui 8 note da bibliografia e non riscontrabili, a volte costituite esclusivamente dalla presenza di scapoli sul terreno (an. 878, 1206, 1529, 1543), più raramente da strutture conservate nella quasi totalità dei casi, prescindendo da quelle del santuario di Diana (n. 180), nell’area dell'ager lanuvino (13 di cui 4 bibliografiche), forse anche in virtù di un suo diverso tipo di popolamento e sfruttamento in età post-antica. In particolare si conservano, con interventi costruttivi differenti, in ambito lanuvino: alcune parti del muro di sostruzione a Montecanino (n. 477), quello a via Diomede (n. 654), dove restano anche un ambiente e parte dell'acquedotto realizzati con le medesima tecnica (nn. 855, 857), parte del muro di sostruzione sul lato occidentale di via Diomede (n. 643), il breve tratto sul lato settentrionale della SP 95/a via Appia Vecchia, presso Casale Galli (n. 661), muro di sostruzione sul lato meridionale di via Vagnere (n. 858), soprattutto il grande complesso di Vagnere (nn. 851-852), oltre alla cistema nota a Montecagnoletto (n. 628), ai resti rinvenuti negli anni Trenta del Novecento a poca distanza dal bivio per Lanuvio (n. 634), e a quelli noti lungo la via Laviniense a nord del cimitero Comunale di Lanuvio (n. 863) e al criptoportico a "L" ricordato dal Galieti lungo via Conicella (n. 873). In ambito veliterno, fatta eccezione per la sostruzione della via Appia lungo la discesa di S. Gennaro (n. 668), resti di strutture appaiono documentati solo da rinvenimenti più o meno recenti come: alcune parti della cd. villa della Stazione, lungo viale Marconi (nn. 696-697), il sistema di smaltimento delle acque presso ponte della Regina (n. 712), i due muri di sostruzione a Rioli (nn. 793-794), l'unico o: servabile però privo di rivestimento, quelli parzialmente v sibili al Casalaccio (n. 1220) e quelli noti alla Civitana (n. 1330). A questi possono aggiungersi le generiche attesta-

zioni offerte da quegli affioramenti in cui sono stati rinvenuti scapoli in selce o peperino non in opera". Dai dati sopraddetti emerge dunque una sostanziale povertà di strutture in incerto nel territorio veliterno, al cui interno spicca senz'altro il complesso di Rioli (nn. 791-797), che recuperando le notizie del Pelzer Wagener, è possibile. ipotizzare si sviluppasse in due distinte terrazze, secondo un modello che molti esempi, datati tra il secondo quarto del I secolo a. C. e la prima metà del Id. C., conta, tra li altr, nel territorio tuscolano. Presumibilmente a partire da quest'età prende avvio anche nel veliterno una piü intensa coltivazione dei terreni, alla quale dovette accompagnarsi anche una trasformazione agraria, la quale tra gli effetti più macroscopici segnò il declino della cerealicoltura che tanto sviluppo aveva avuto nel corso dell'età arcaica, a vantaggio soprattutto della viticoltuτὰ c della olivocoltura"" e più latamente degli alberi da frutto. Ad assicurarci in proposito, ancor più della graduatoria catoniana delle colture elaborata sulla base delle rendite?", riproposta da Varrone™, permanendo l'assenza di scavi, intervengono le testimonianze delle fonti leterarie e il rinvenimento di numerosi materiali lapidei connessi alla lavorazione dei prodotti. Se tuttavia le prime risultano più tarde per quanto riguarda il vino, e solo ipoteticamente riferibili al territorio velitemo, riguardando specificatamente i Lanuvini, maggiori elementi offrono le seconde. Documentati sono sia i torculari, quasi esclusivamente il lapis pedicinus, che le molae olearie®, ed in numero cospicuo parti di macine gramarie. Parti di esse sono state rinvenute in tutto il territorio anche se una maggiore concentrazione, crescente procedendo verso le zone morfologicamente più acclivi che rientrano nella tavoletta di Le Castella, sembrerebbe rilevabile a partire all'incirca dall’asse coincidente con la via Appia Nuova e la via Ariana, con una decisa “preferenza” peril settore occidentale. Il frequente riconoscimento, di rado în condizioni di conservazione che ne permettano l'identificazione, di metae e catilli in vicoite"?, prodotti nell'area dei Colli Albani, piuttosto che rimandare al campus frumentarius della graduatoria catoniana, deve riferirsi a più ristrette porzioni di terreno la cui coltivazione doveva assicurare il fabbisogno granario dei singoli impianti ("ager frumentarius di Cato agr. 137). Relativamente al vino, la mancanza di riferimenti alla

Luo: 1057: 1 445-483; Cone 1977. 7 Αραμ 1990: 139-142, specialmente 140-141; Mart 1991: 32 peri iburtino; Van 2003: 56, relativamente tuscolano. μα Via Ville Fira (n. 878); via Capanna Murata (n. 1206); Santo Tomao (n. 129); via elle Mole (n. 1543) 7 Secondo ἰ tes di SiRAGO 1995: 244, l'incrementodi coltre di vite ed ulivi può giustificarsi con il fato che l'uno (a vite) con i sistema della piantagione delle tale, produceva futi giùal secondo anno, mentre l’altro (l'ulivo), traverso la moltiplicazione col trapianto delle ale, non richie deva l'innesto e produceva frutti dopo pochi ann. Cato 1,7 (Goviagp 1975: 10, 122-123): “de omnibus agris optimoque loco,iugera agri centum, vinea est prima, vel si vino multo est, secundo loco hortus rriguus, eri salictum, quarto letum, quinto pratum, sexto campus frumentarius, septimo silva caedua, octavo arbustum, nono glandaria silva. Commenti al paso in: Kuziscux 1983: 26-27; Tovusee 1983: 1, 363; CARanDINI 1985: 131: SttAGO 1995: 245-246. > VareoI,9: "Cato quidem, inquit, gradatim praeponens alium agrum. meliorem dict esse in novem discriminibus, quod si primus ubi vineae pos-

sint esse bono vino et mulo, secundus ubi ortus inriguus, tertius ubi sali ta, quartus ubi olveta, quintus ubi pratum, exus ubi campus framentarius, septimus ubi caedua silva, octavus ubi arbustum, nonus ubi glandaria sil va." (Hruncon 1978: 28) om A ePresciano»-via Cisterna-Campoleone (n. 1574) 3 Apare fi. non riconducibili con certezzaad una delle due parti a a via della Cava (n. 497) a via dei Bastoni(n. via Croceta Vivaro (n.28), 785), Crocetta on. 1092, 110, 1222), a via Colle Scarano(n. 1137). a via Vigne Nuove (n. 1237), a via Presciano (nn. 1357, 1358, 1359), a via di Carano (n. 1456) e a via S. Tomao (n. 1840), frs. riferibili a macina sono present: sulM. Peschio(n. 242) ρον ἢ quale i materiali non attestano però Ja presenza di una fase di età repubblicana; a via Fontana Marcaccio (n. 314); lungo la via Appia antica (n. 666) insieme a materiali non riferibili ‘om precision’ ad una fase; a via S. Gennaro (n. 833); a via Montecagnolo n.881) insieme a materiali non ifeiili con precision ad una fase; a via Kennedy (n. 1646); fr. riferibili a mera a via delle Tre Armi (n. 890) con materiali riferibili però alla prima ctà imperiale: a Sole Luna (t 1299): fri di carillasἃ via Appia antica (n. 1306). 199

qualità di quello veliterno nelle fonti letterarie, trova ampia giustificazione nelle scarse indicazioni esistenti per l'epoca per l'ambito laziale, accresciuta da quelle dei dintorni di Roma". Non è improbabile, pur avendosi elementi più labili in proposito, che accanto a queste colture, come d'altra parte ri cordato ancora da Catone, trovassero spazio altri sistemi di sfruttamento. In particolare sembra possibile ipotizzare, concordemente con la notata maggiore concentrazione degli affioramenti in questa fase, in considerazione delle favorevoli condizioni climatiche offerte da buona parte del veliterno centro-meridionale, e della notizia sull'esistenza di albereti o alboreti (evidentemente l'arbustum o albereto di Catone) ancora alla fine del Settecento, pur non potendone specificare. πεῖ diversi casi l'estensione, che, come risulta apprezzabile ancora adesso, venisse praticata anche la coltivazione degli alberi da frutta. L'esistenza dell'ampia fascia montana settentrionale (catena dell’ Artemisio), sembrerebbe rimandare anche se in percentuali certamente inferiori a quelle attuali, peri diversi impianti d'altura presenti, oltre che alla coltivazione di alcuni particolari alberi da frutto, forse di alcune specie di mele, come indiziano ancora alcuni esemplari, ad uno sfruttamento del bosco da taglio e forse del querceto: dal primo era possibile ricavare le quantità di legname utilizzate soprattutto nelle coperture degli edifici, attività alla quale sembra alludere la specializzazione di Ti. Claudius Celadus, redemptor intestinarius cioé appaltatore dei lavori di falegnameria interna degli edifici (n. 1295), dal secondo il sostentamento per l’allevamento dei maiali, che come indizia la frequente presenza di esemplari nelle stipi votive, doveva essere praticato almeno per le esigenze domestiche,

Nel corso di questa fase il territorio veliterno viene interessato da una radicale trasformazione, di ben altra portata rispetto a quella “agraria”, che forse lo aveva soltanto marginalmente investito in precedenza: la massiccia urbanizzazione delle campagne, con la realizzazione di numerosi impianti che a parte alcuni, generalmente modesti, interventi successivi, assumono il loro aspetto definitivo. ‘Un ruolo non secondario deve presumibilmente attribuir-

si ad un consistente incremento delle produzioni agricole ed in particolare del vino. In controtendenza rispetto a quella sorta di crisi della viticoltura prospettata da Tchernia tra la seconda metà del I secolo a. C. e la prima metà del I secolo d. C., il vino veliterno che pur non eccellendo tra quelli laziali, come ricorda Plinio doveva risultare particolarmente adatto ai convalescenti, proprio per le sue grandi qualità dovette continuare ad essere prodotto e forse, almeno in parte, assicurare il grande fabbisogno dell’ Urbe". Da nord a sud si assiste ad un capillare moltiplicarsi degli impianti, con significative concentrazioni in corrispondenza. di alcuni settori. In particolare si rileva una nuova, abbastan7a omogenea occupazione dell'area settentrionale del veliterno, dove persiste la già notata concentrazione nel settore. nord-orientale alla quale si aggiunge un cospicuo nucleo a sud-ovest, al margine sud-occidentale della tavoletta di Velletri, in territorio lanuvino (Fig. 34). Trai settori urbanizzati spicca anche, per 'infitirsi delle attestazioni, tuttoil versante sud-orientale dell’ Artemisio. Una maggiore concentrazione può inoltre constatarsi nella porzione di territorio a sud della via Appia antica: dei 270 affioramenti attribuibili alla fase, rispetto ai 191 di quella precedente, 119 si concentrano infatti in quest'area, su circa 51 km*, con una densità di circa 2,2 perkm, controi 150 presenti a nord della via, su 102km*, con una densitàdi circa 1,4 per km’. A questi vanno aggiunte alcune attestazioni, tra cui molte note da vecchi o recenti rinvenimenti non più verificabili (nn. 397, 490, 561-39, 87, 88, 89, 93, 95, 109, 117-, 600, 601, 602-603, 621, 629, 632, 634, 639, 641, 695, 711, 723, 862, 864, 867, 902, 1295), fomite soJo da strutture: a Colle Carmignana (n. 23), alla Guardianona (a. 106), Pontecchio (n. 117), Acqua Palomba (n. 169), al tempio di Diana a Nemi (n. 180), S. Nicola (n. 205), Monte Canino (n. 477), C. le delle Fornaci (nn. 489-491), Forn.ce Rosi (nn. 494-496), Villa Magna (nn. 499-500), via della Faiola (n. 504), 8. Cesareo (nn. 582-584), via Diomede (nn. 654-657), Casale Galli (n. 662), Castello di 5. Gennaro (n. 815), Vagnere (n. 857), sulla via Laviniense (n. 865), C. le Strutt (n. 1000), Campetto dei Macellari (n. 1287), Civitana (n. 1328-1336), lungo la via Appia antica (n. 1384), oltre ad alcune evidenze per la quali la fase appare rappresentata in maniera meno stringente, come ad esempio C. Barbi (n. 550) © Castro Ginnetti (n. 1403). Fra tutte le attestazioni riconosciute, 110 sono risultate presenti per la prima volta", molto spesso precedute da pic-

> Towennta 1993: 283-285, 291 fig. 3. Ancora meno grave pub apparire a lacuna sul vin veliterno considerando come la documentazione del Je fontiletterare nel ettore a sud di Roma risulti addiritura più scarsa di quanto accada peril ettore nord, arrestandosi ad Aricia. 7 TeweRNIA 1984: 477-481; TcHERNIA 1993: 288-289, specialmente 292 fg.4. 27 Monte Cavo (n. 4): Vivaro(n. 12); Colle della Carmignana(n. 23), Mezzaraga(n. 7), Colle della Fragola(n. 44); Guardianona(n. 106); Pontecchio (an. 16, 117); S. Nicola (n. 205); Pratoni del Vivaro (nn 214, 217, 299); via delle Noci (n 225); Colle delle Vacche (n. 229);S. Bartolomeo (n. 238) via Tevola (n. 289); Monte Alto (n.307); via Contrada Comune (n. 342) via dei Castagnoli (n. 344), Colle Tondo (n. 385) via dei Laghi (n 61); Casale de Santis (t. 366); via Vigna Grande (n. 370), Villa Negroni (a. 395); via Morice (n. 398); via Ceppeta Inferiore (n 422); via ColJe Caldara (n. 458). via Colle Noce (n. 460); Colle degli Olmi (n. 464); via della Pilara ( 469); Casale delle Fornaci (an. 489-491); Fornace Rosi (nn. 494.496); Villa Magna (n. 500). via dela Faiola (n. $04); viaS. Giacomo

(n. $36); S. Cesarco (nn. 582-584); va della Faiol (n. 604), via Appia Vecchia (nn. 634, 645); via della Caranella (n. 44), via Capitancell (n. 756); via Piazza di Mario (n. 768); via Pedica dell'Olmo (n. 800); via Appia Vecchia (n. 806); Castellaccio (n. 813); Castello di S. Gennaro (n. SIS); ia Appia Vecchia (n.838); via della Vite(n. 838); via Monte Cagno Jo (an, 839, 840}; via Valeverta (n.885): Vagnere(n. 57); via Laviniense (9.864); Ponte delle tre Ari (n. 890}; via Cinelli (n. 892); via Circonvallazione Appia (n.909); via Casale Capitanceli (n.917); via Capitancelli (nn. 919, 920); via Carbonara (n.951); via Cinelli(on. 972, 979, 981); vi Landi (n. 1004); via Quarto del Campo (n. 1040) via Vecchia Napoli (n. 1052); via Paganico (a. 1078); Crocetta (n. 1093); via dell'Unica (n 1105); Colle Crocetta (n. 1110); via Castelaccio-Carano (n. 1119); via Stradone Muti 1 (n. 1114) via Fontana Parata (n. 1122); via Appia Antica (a. 1123); via Appia Antica (nn. 1197, 1508); Crocetta(n. 1226); via della Fontanella(n. 1229); via Il Stradone Mati (n. 1239); via Torre Presciano(n. 1241); via dei Fiaili (nn. 1253, 1381, 1422); via Giannetta(n. 1261); via ἀεὶ Fienili a. 1284); via Nettunenselde Cinque Archi (nn. 1287, 1598); via

PRIMA ETÀ IMPERIALE (Secondo quarto I secolo a. C.-primo quarto I secolo d. C.)

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Fig. 34. Localizzazione zonale dei siti di età primo-imperiale (secondo quarto I a. C.-prima metà I sce. d. C.) su base oro-idrografica. A trateggio l'area della cità in età storica.

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cole case-fattorie di età arcaica, 118 invece con fasi sia di età medio che tardo repubblicana o genericamente repubblicana", 65 solo di età tardo repubblicana”. I nuovi impianti vanno ad occupare la quasi totalità delle alture minori e le dorsali che scendono dalle cime maggiori, in corrispondenza di pianori 0 dei settori che maggior spazio offrivano in larghezza, quasi sempre ricorrendo a terrazzamenti artificiali La documentazione per questa fase può contare, con un notevole incremento rispetto alla tardo età repubblicana per entrambe le classi, sia sui materiali ceramici che su resti di strutture. A parte i diversi affioramenti nei quali la fase risulta attestata, in assenza di materiali datati, dalla sola presenza

di cubilia, relativamente ai materiali ceramici le fasi sono documentate nella maggior parte da un unico fr. soltanto in maniera nettamente inferiore da almeno 2 (26 casi)"" e poi in numero progressivamente più piccolo da 3 (9 casi)™, quindi da 4 (6 casi)", 5 (6 casi)" e 6 (5 casi)", mentre in pochi casi si raggiungono i 7° gli 11" ei 12%. A offrirci elementi per comprendere questo fenomeno e per tentare di rintracciare il suo sviluppo nel corso dell'età sono proprio i resti, sia quelli ceramici, che, soprattutto, quelli edilizi. Relativamente aî primi, agli anni compresi tra il 23 a. C. eil 14 d. C. sono datati 13 frr. ceramici” ai quali possono aggiungersene 3 di inizio I secolo a. C.-fine età au-

Ponte di Mele (n. 1338); via Tore Presciano (nn. 1355, 1356, 1363); via Napoli (n. 1273); via Tempio di Diana (n. 1311); via Nettunense (n. 1319); via Colle Rosso(n. 1368); Civitana (nn. 1328-1336); vi Casale dei Monaci Pedica (n. 1361); via del Grottone (nn. 1483, 1484); via delle Mole (n. (a. 1371); via Spirito Santo (n. 1389); via Appia Nuova(n. 1392); via degli 1807): via degli Aranci (1516); via dei Gels (n. 1521); via 8. Tommaso (a. 1530}; via S. Tomao(n. 1531); via Castellaccio / Carano (n. 1570); via Aranci (n. 1407); via del Grottone (n. 1485); via Vigilio (n. 1519); via Cisterna-Campoleone (an. 1571, 1666); Torredi Lazzaci (n. 1588); via Selvanova IT (n. 1522); via Appia Nuova (an. 1534, 1644); Presciano (n. Prato di Maggio (n. 1595); via della Vite (n. 1611); via Virgilio(n. 1627); 1572); via Colle 5. Maria (n. 1552); via Cistema-Campoleone (n. 1583) via Lazzaria (n. 1671); via Retarola (n. 1678); via Carano (n. 1687); via Lazzaria (n. 1664); via Isola di Ponza (n. 1674): via Isola Zannone (n. Maia SS. di Nazareth (n. 1696) 1676); via delle Querce (n. 1713). 2 Artemis (n.152); via Caranell (n. 74); via Colle dei Marmi (n. "Colle Mozzo (nn. 48,51); Artemisio (n.152); Colle Magisteno (nn. via Caio Mario(n. 164,165); Pian di Cer (n.212); il Pratone (n.224); via Fontanadel Turano 807). via S. Gennaro(n. 833); via Capitancell n.923); (nn. 247, 253); Nemi-lago (n. 177); Acqua del Pescio (n.291); via Arcioni 930) via Cinelli (n. 979); via Valevert(n. 989); via Carbonara (n. 1058); (2.286); via dei Laghi (a. 301); via Contrada Comune (n.318); via Fontana via Vigne Nuove (n. 1116); via Ponte di Mele (an. 1136, 1338); via Colle Fiume (n. 357); Suolo di Pirro (nn. 364, 365), Macchie La Falla (n. 386); Zioni (n. 1187); via Torre Presciano (nn. 1241, 1356); via Nettunense/dei via Fontana Parata(n. 1349); via Appia Antica (n. E so dell'Acqua Lucia (n. 393); via (n. 416); via Cantina Cinque Archi (n. 1319); Sperimentale (n.513);via S. Andrea(n, 529); via Papazzano (nn. 518, 539, 1385) via dei Fienili (n. 1441); via del Grottone (n. 1485); via Passo dei 542); via delle Corti (n. $38); via Appia Vecchia (nn. 633, 649-650); S. Coresi (nn, 1594, 1597); via Appia Nuova (n. 1603); via di Tigli(n. 1615); via Lazzaria(n. 1671); via Maria SS. di Nazaret. (n. 1696) Marinella (n. 610); via della Faiola (n. 674); Ce Risi (nn. 602-503); Colle Magisterno (n. 164), Acqua Palomba (n.256); via Fontana de Casale Galli n. 662); via Fontana delle Fosse (n.688); via F Pari (n.719); via dei Crocefss (n.747; via Capitancelli(n. 757), via Vecchiadi Napoli “Turano(n. 253); via Appia Vecchia(an. 806, 810); Ponte Tre Armi (n.890); via Pratolango(n. 1393); Presciano (n. 1572); via di Tigli (n. 1624) (a. 771); via Podica dell'Olmo (n. 798); via Appia Vecchia (nn. 810-811, 7» Monte Alto (n. 307); via S. Andrea (n. 523); via Colle Perino 84); via Laviniense (nn. 862, 864); via Valle Fira (o. 878); via alleverta (n. 879); via Montecagnolo (n. 880); via S. Gennaro (n. 887) via della Vecchio (n. 1147); via Appia Antica (n. 1195); via Retarola (n. 1581); Caranella(n. 912); via Piazza di Mario (n.914); via del Formello (n.962); Lazzari (o, 1589) 7" Patoni dl Vivaro (n.214); via Crocefisi (n.747); via Diomede (n. via Colle Stringa (n.966); via Colle Ottone Basso (n.971); Palaggi (nn. 982, 1016); via Montecagnolo (n.987); Casale Strut (n. 1000); via Ponte 658); via Ponte Lauro (n. 1161); via Carano (n. 1501); via Retarola (n Massorano(n. 1060); via Paganico (n. 1076); via Landi (n. 1091); Crocetta 1678), 7 Via E. Par (n. 719); via dei Bastioni (n. 785); Colle Croceta (n. (n. 1092); via Stragonello (n. 1103); via dell'Unica (t. 1109); via delle Vigne Nuove (n. 1116); via Ponte di Mele (n. 1136), via Colle Perino 1092); via della Vite (n, 1608); via Passo dei Cores (n. 1666). Via dei Tli (o. 1618). Vecchio(n. 1147); via Colle Perino (n. 1177); via Colle Gallnelli (n. 1180) 7 Via Appia Antica (n. 1306). via Colle Scarano (n. 1137); via Colle Zioni (on. 1139, 1187); via Appia ‘Colle Crocetta (n. 1223) ‘Antica (nn. 1195, 1245, 1299, 1306); via Fontana Parata (n. 1212); via » Del numero complessivo, relativi esclusivamente a sigillata italica, Vecchiadi Napoli (n. 1272); via Tore di Presciano (πη. 1237, 1353, 1354); a impresvia del Bosco (n. 1267); via Fontana Parata (tn. 1349, 1350); via Presciano a parti due bollati ( fondo pertinente a forma non id. con bollo sione con cariglio rettangolarein planta pedis: DCIVA AVIL, databile al(n. 1387); Castel Ginnet (n. 1403); via Nettunenseldei Cingue Archi (nn. 1286, 1317). via Pratolungo (n. 1393); via dei Fienili (n. 1441); via T'incisca in età augustea, da via Piazza di Mario (n. 713); fi. di fondo pera forma non id. con bollo ἃ impressione con cartiglio rettangolare in Nettunense/dei Cinque Archi (a. 1446); via Colle Rosso (nn. 1460, 1468, tinente trail 15 2. C. eil 10d. 1469); via Casellaccio/Carano (n. 1489); via Carano (a, 1501); via della planta pedis: L. S. C, L. SGufeius) G(ausa),datable Vite (on. 1514, 1608, 1609); via Cistema-Campoleone (nn. 1574, 1668, C. da via ἀεὶ Fenili (n. 1441), sono presenti; 1 ft di piede ad anello riferi 1690); via Retarola (n. 1581); Lazzaria (n. 1589); via Appia Nuova (n. bile a piatto ipo Conspectus 1.1.1-2, databile ra la prima e la media età augusteae 1 fd orlo assotigliatoe leggermente convesso tipo Conspectus. 1603); via ἀεὶ Tig (an. 1615, 1618, 1623, 1624; via Passo dei Cores (n. 15.12, databilein età augustea,da via Nemi-lago (n. 178); 1 f. di orlo leg1594, 1597, 1656, 1658, 1659); via Ventotene (n. 1675); via delle Querce germente convesso decorato a rotella, di coppa troncoconica tipo (a 1719) Conspectus 22.2.1, databile tra 20 a. C. e la fine dell'età august, da via ?" Colle della Fragola (n. 46); Colle Mozzo (n. 52);S. Antonio (n. 155); Acqua Palomba (o 169); Nemi-lago (n.178); Pian di Cer (n. 211, Appia Vecchia (n. 806); 1 fr. di orlo distinto di coppa con parete svasata i 213); I Pratone (n. 220); Colle Vignato (n. 254); via Fontana del Turano po Conspectus 8.1.4, databile alla prima età augustea, da via Appia antica (nn. 248, 252); via Acqua Palomba (n. 256); via S. Marco Papa (n. 266); via (n 1306); | fi di oro distinto leggermente estroesso, con piccolo gradi Colle Ottorino nord (on. 278, 279-280);C. le Angelo (n, 324); via Contrada no sottostante, d coppa tipo Conspectus 8.12, databile dalla prima età aucon par Comune (n. 346); via del Cigliolo (t. 400); via Ariana (n. 428); Monte ustea da via Ponte di Mele (n. 1338); fi, di oro distinto di coppa Canino (n.477); via della Cava (n. 497); via Diomede (nn. 654, 658); Ponte oe svasata tipo Conspectus 8.1.4, databile alla prima età augustea, da via ella Regina (n.711); via della Pallade (n.723); via delle Cori (n. 737) via di Carano (n. 1501); 1 fr. di ato piede ad anello assimilabile ai piat ipo Conspectus 11-12, attestati in tà augustea, da via Retarola (n. 1581); 1 f Casile delle Corti (n. 758); via dei Bastion(n. 785); via Redina Pennacchi (0.790); via Appia Vecchia (n.831) viaS. Gennaro(n. 883), via Conicella di orlo a piccola tesa pendente, con superficie divis in tr pati da solcata (n. 874); via Vallevera (n.883); va 5. Nicola (n.900); via Capitancelli(n. re concentriche, di patto tipo Conspectus 5.1.1 databile alla prima età augostes, da via dei Tigli (n. 1623); 1 f di oro distinto e leggermente estro923); via Caio Mario (n. 930); via Valleveta (n. 989); via Carbonara (n. 1058); Crocetta (nn. 1109, 1222, 1223); via Ponte Lauro (n. 1161); via flesso, con solcatura intern, di piat tipo Conspectus 3.1.1, databile alla Capanna Mureta (n. 1206); via Stradone MotiI (n. 1234); via Vecchiadi prima età augusta, da via Passo dei Cores (n. 1656); f. di alt piede ad 202

gustea"*, 2 di seconda metà I secolo a. C.-prima età augustea™, 1 di metà-fine I secolo a. C.?*, i 14 per i quali la datazione è compresa tra l'età augustea e quella tiberiana?",

12 di età augustea-età claudia?" i 17 compresi tra l'età tiberiana e quella claudia”, 1 97 di età claudia’, oltre probabilmente, in maniera meno stringente, quelli tra l'età tiberiana

anello di piatto tipo Conspectus 12.1.1, databile alla tarda età augusta, da claudia,da via F. Pari (n.719); 1 f di oro distintoed estroesso di coppa via Retarola (n, 1678); f. i orlo estrofless di coppa assimilabile al tipo carenata tipo Conspectus 272.2, databile inet iberiano-neroníana, da M. Conspectus 33.1.1, databile in età augustea, da via Carano (n. 1687). Cagnolo (n. 838); 1 f di orlo verticale a fascia con sottili modanature di 5*1 fr. di orlo convesso, con fascia sottostante decorata a rotella, di piatt tipo Conspectus 20.42, decoratoad appliques, prodotto nelle officicoppa campaniforme tipo Conspectus 15.1.1., da via delle Tre Armi (n. me «arezzo», databile alla prima metà del I sec. d.C, da via Vlleverta (n. 390), da via Appia Antica (nn 1306, 1508) 879); 1 fc di oro diritto con gradino esterno di coppa carenata Conspectus ‘202 fr. di orlo pertinenti congiunti di piatto tipo Conspectus 42.1,da 26.1.2 con decorazione a rilievo applicato rappresentante una doppia spia«Lazzari» (n. 1589). lla prima metà del sec. d C.da via Cinelli (n.972); 1 fr. di or le, databile #1 fr. di orlo dito e indistinto e parete leggermente svasat di piatto loa fascia verticale con sotili modanature ester di piato tipo Conspectus tipo Conspectus 1.1.1, da Le Castella-via dei Tigh (n. 1618) 205, databile lla prima metà del ec. d C,da C. le Ottone Basso (n.979); "n Del numero complessivo sono presenti materiali: in vernice nera (I 1 fi di fondo di coppa carenata com oro dritto riferibile αἱ tipi Conspectus fidi oro leggermente svasao di patera tipo Morel 1994, 2276b1, di produ- 26120262.1,con bollo frammentario illeggibile in lanza pedis, databile zione locale o regionale dell alia del nord, databile tra l'età augustea c alla prima metà el I sec. d.C da via Ponte Massorano (n. 1060; 1 di. ‘Peta tiberian, dalla Donzelleta (n. 152); 1 fr i oro affusolato e parete Jo estrofesso di coppa carenata tipo Conspectus 27.1, dat a piccola tesa svasata di ραῖετα tipo Morel 1994, 2276d 1, di produzione locale oregiona- bile in età iberi-neronians, da via Pratolungo/via Colle Piombo (n. 1393); Je delali del ποτά, databil tra l'età augustea l'età tiberiana, da Colli | fidi orlo di coppa carenata tipo Consepctus 272.1, databile in età über de Marmi (n. 810); in sigillata italica (1f. d orlo percorso da scanalature no-neroniana, da via Passo dei Cores (o. 1594); parti sot ili (1 ft di oco interne, con parete convessa, pertinente a piatto tipo Conspectus 4.6.1, data- dritto con solcatura esterna pertinen a coppettatetipo Marabinî 1973, pl. 51, bile dalla tarda exh augusta all'e tiberano-clandi, da I Praton (n.214); 276, databile tra l'età tberianala prima età claudia, da Il Pratone (n.214), 11i. di orlo pendente, con gradino esterno esotili solcatre interne, di pi 1 f da Il Pratone (n.215) e 1 fr da via Tore di Presiano (n. 1241); fr di to tipo Conspectus 124.1, databile all'inizio del I sec. d. C. da via Contrada oro e parete di boccalino in metalic glazed, tipo Marabini 1973, pl. 51, Comune (n. 318), 1 fr. da da M. Cagnolo (t. 84); | f di pare con costo 475, attestato in età iberino-claudia, da viaF. Pari (n.719); 1 fi di parete Jatura riferibile a coppa emisferica tipo Conspectus 33.1.1 0 334.1, databi con decorazione ἃ roll sula spalla con lince parallele obliquee © fascia Je dala tarda età augustea all’età tiberiana e 1 f. di ol leggermente esro- soprastante liscia, assimilabile al tipo Marabini 1973, pl. 40, 374, attestata flesso di coppa con anse ad anello e roelltura all’esterno ipo Conspectus in contesti compresi tra la tarda età iberiana © l'età claudia, da via di 38.1.1, databile dalletd augustea all'inizio del'etatiberiana, da via Colle Carano (n. 1501); 1 fr. di fondo piatto pertinente forma non id. prodottain Zioni (a. 1187). 1f di fascia con sottili modanature riferibile genericamen- orange glazed (vernice interna a partire),dale esterna verificata arancione tea piatto tipo Conspectus 19, databile ta la tarda età augusteae let ibe- l'età tiberianaall'inizio dell'età claudia, da «Lazzaria» (n. 1589); | fr. di orriana, da Crocetta (n 1223), 1 fi. orlo verticale ἃ fascia con due soleature lo di coppa tipo Marabini 1973, pl. 31, 284, databile tra l'inizio dell'e di e da l'età di Claudio, o da via dei ΤΙΣΙ (n. 1618); comune da mensa parallele, di iato tipo Consepectus 192.1, databile dalla tarda età agustea "Tiberi all'età iberiana, da via Torre di Presciano (n. 1241); | i di oio diio, con dispensa(1 fr. di broccadll'orlo ad anello tipo Poh 1978, fig, 106, 889, aSolcatura esternae interna e decorazionea rotella, di coppa tipo Conspectus. ‘estat metà del sec. .C. da via Cinelli (n. 980). in contesti della prima 172.1, databile a partire dala seconda decade de sec. d. C. fino all'età εἰς 7^ Del numero complessivo sono presenti materiali in: sigillata italica beriana da via Appia antca (n. 1299); fi parete con costolrura riferi (1 f di fascia licia priva ellorlo con traccia di decorazione applicata perbile genericamente a coppa emisferica tipo Conspectus 33.1, databile dalla tinente a piatto ipo Conspectus 204.2, databile alla prima metà del sec. tarda et augustea all'età tiberianae | fr. orlo verticale a fascia con due sol- 40. particolarmente in età claudia, da via S. Nicola (n.900); 1 fr di orlo catre parallele, di piatto ipo Conspectus 192.1, databile dalla tarda età au- verticale a fascia con sottili modanature, di patto tipo Conspectus 204.1, da mensa del I sec. d.C. da Crocetta(n. 1223) comune alla meth le ustea all'età briana, da via Paso dei Cores (n, 1656) | fr. di olo vert databi cale, indistinto e leggermente estroflesso, di piatto ipo Conspecus, 21.11, e da dispensa (If. di olo c colo di botiglia con ataccodi ansa tipo Pohl databile dall'età augustea alla fine dell'età tiberiana, da via Retaroa (n. 1978, fig. 103, 630, attestato in contesti di tà claudia, da M. Cavo (n. 4; 1 1678); anfore (1f dî orlopertinente BeltranI, betica da garum, dal tardo I fe di cro di brocca tipo Pohl 1978, fig. 106, 875, attestato in contesti di età a fascia claudia, da via Acqua Palomba (n. 256). 1 fri brocca dall'orlo sec. a.C. all'inizio del I sec. d. C. da via Fontana Fiume (n.357). = Nel numero complessivo sono presenti materiali: in sigil ata italica. po Pol 1978, fig. 105, 41, atestato in contest i tà claudia, da Il Pratone (1 fi di oro appena ingrossato e parete verticaldi piatto, assimilabile alti (n. 221; 1 fr di oro e attacco di ansa pertinente a brocchetta po Pohl po Conspectus 21.31, databile tra a tarda età augustae la prima metà del 1978, fig. 136, 30, attestato in contest di età claudia, da via Contrada ἴτας. d.C. da via Papazzano (a, 542), 1f. da via di Tigl (v. 1618), 1 ἔς da Comune (n. 46); 1 ἔς. di orodi anforeta tipo Dyson 1976, ig. SI, 2211 via Ponte di Mele (n. 1136); 1 fr. i oro verticale a fascia di piatt, tipo 114, atesato in contest compres tra la prima med del sec. d.C, in part Conspectus 20, databile dall'età augustea al a metà del sec. dC, da via colare tra etd di Caligola e l'inizio regno di Claudio, da via F. Pari (n. Colle Perino Vecchio (n. 1147); pareti sottili (If. di fondo a disco di cop- 719); 1 fc di orlo pertinente a brocca tipo Pohl 1978, fg 106, 884, attestata petta, prodotta in metallic glazed a parre dall'età augustea all'inizio del- in contesti di cà claudia da via dei Crocefisi(n. 747) 1 f da «Presciano»Ved claudia, da Lazzaria (n. 1589); | f i paree prodottain metalli gla- (n. 1872)efr da vi della Vit n. 1608) 1 ft. di oro e attacco di ansa per-. zed, da via di Tigli (n. 1618)); comune da mensa e da dispensa (1 f di or tinente a brocchett tipo Pohl 1978, fig. 136, 30, attestato in età claudia,da Jo con attacco danse tipo Olcese 2003, tav. XXII, 5, attestato nel a prima via Appia Vecchia (n. 831); 1 fr di ocidi coppa tipo Dyson 1976, fig. 51, età imperiale, da M. Cagnolet (n. 650); anfore (I fr. di puntale pertinente 2211-105, forma attestata n contesti databili lla prima meta del 1sec. d.C. a Pascual 1, anfora vinaria di produzione taraconese diffusa dall fine dl I in particolare tra l'età di Caligola e l'inizio del regno di Claudio, da via soc... alla metà del sec. d.C, ἀ via del Cigliolo (n. 00); puntale di Appia Vecchia (n. 885): If. di brocca dall'orio svasato con istelloleggerPascual | e 1 fr di puntale probabilmente riferibile a Camulodunum mente pendente tipo Pobl 1978, fi. 105, 873, attestato in contesti di età 189/Schone Mau XY, anfora peril trasportodi fnt datteri di produzione claudia, da via delle Tre Armi (n.890; 1 fr di brocca all'oo modanato εἰς orientale diffusa tra la fine del sec. a.C. eil sec, C, da via Diomede(n. po Pohl 1970, fig. 5, 95, atestato in contesti di età claudia, da via delle 658); 1 fr di ansa pertinente a Pascual 1, da via Montecagnolo (n.880); 1 fr. Vigne Nuove (n. 116); 1 fr. di rocca (7) dall rl a fascia tipo Pohl 1978, fig. 105, 841, attestato in contesti di età claudia, da via Appia antica (a, di ansa pertinente a Pascual 1, da via Appia Nuova (t 1608}. ‘2% Del numero complessivo sono presenti materiali n: sigillata italica 1306); 1 f di olo di anforetta tipo Dyson 1976, fi. 52, 211-119, attestato (1 fei fascia verticale immediatamente sotto l'orlo con sotli modanature n contesti databili lla prima metà del cc. d.C. n particolare ta Γιὰ di estere genericamente riferibile a pitt tipo Conspectus 20.5, databile alla Caligola e l'inizio del regnodi Claudio, da via Appia antica (n. 1319); 1 f. prima metà de sec. d. C., da II Pratone (n.214); 1 fe. di olo diritto e mo- di rocca dall'olo a fascia tipo Pohl 1978, fig. 102,565, dalla quale differi danato pertinente a piatto tipo Conspectus 4.7 1, databile in età tiberiano- sce leggermente peril profilo interno, attestatoin contesti di et claudia, da 208

Ten. ta Parata (n. 1469); 1 fr di orlo di brocca assimilabile al ipo Pohl 1978, fig. 106, 884, attestato in contesti di età claudia, da via Virgilio (n. 1519 1 f di oro esrtoesso di brocca, assimilabileal tipo Pohl 1978, fig. 124, 138, attestato in contesti di età claudia, da via Cistems-Campoleone (n. 1583); 1 f di oro di brocca o coppa tipo Dyson 1976, Bg. 49, 2211 84, attestato in contest della prima metà del sc. d.C, in particolare ta let di Caligola l'inizio regno di Claudio, da via di Til (a. 1619); 1 fr di orlo e ansa di anforeta tipo Dyson 1976, fig. 51, 221115, attestato in contesti delJa prima metà del I see. 4C., in particolare ta leà di Caligola e l'inizio del regnodi Clavdioc1 fr. di olo e faldadi coperchio tipo Pohl 1978, Big. 108, 1498, atestato in contest di età claudia, da Le Castella-via dei Tigi (n. 1618); 1 f di oro pertinente a brocca tipo Pohl 1978, fig, 106,934, atestato in contesti di età claudia, da via dei Tigh (n. 1624)}; comune da fuoco (I fi di rl di tegame tipo Pohl 1978, fig. 130, 75, atesatoin contesti di età claudia, da "Colle Mozzo” (n. 8); 3 fr di oro dei quali due pertinenti e congiunti, di pentola dall'rl orizzontale ipo Pohl 1970, fg. 59, 289, atestato in contesti di eàclandía da C. le Magisterno(a. 164); 1 fr di orloatesa di cosserola assimilabile al tipo Pohl 1978, fg. 10, 1601, attestato in contesti di età claudia e 1 f. di orlo ingrossato all'estero e leggermente rientrante di ola tipo Dyson 1976, fig. 50,22 I 90, attestato n contesti di età claudia, da I Pratone (n. 214); | ὅς di ol a tesa di casseruola assimilaδῖεαἱ tipo Pohl 1978, fg. 110, 1601, attestato in contesti di età claudia e 1 fi di orlo ingrossato all'estero e leggermente rientrante di olla tipo Dyson 1976, fig. 50,22 1190, atestato in contesti di età claudia, da I Pratone (n. 218); 1 fc di olla dallorlo ad anello superiormente arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1714C, atestao in contesti di età claudia e 1 ὅς di tegame allori arrotondato tipo Dyson 1976, fig 45, 21-29, atesato in contesti della metà del sec. d.C. in particolare Ciligola e l'inizio del regno di Claudio, da via Acqua Palomba (n. 286); 1 fr di olo di pentola Pohl 1970, fig. 59,90, attestato n contesti i eta claudia da I Pratone (n.217); 1 fi di olo pertinenteἃ anforetta tipo Pohl 1978, fig. 110, 1582, atestao in contes di cà claudia,da M. dei Ferrari. S. Bartolomeo (n. 238); 1 f dior 1o di casseruola tipo Dyson 1976, fig. 43, 211-11, attestato in contesti databili alla prima metà del sec. d.C. in particolare ta Pet di Caligola lin zio del regno di Claudio 1 f. di orlo di casseruola tipo Dyson 1976, fig. 42, 221-1, databile tra la pma metà del Isc. d.C, in particolare tra let di Ciligola inzio del regnodi Claudio, da via Fontana del Turano (n.253); 1 fi di aro di tegame ipo Poh 1978, fig. 111, 17174, attestato in contest di et claudia, da via dei Laghi (n.301); 1 fc di scodella dll'oio ingrossato e arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1710, attestato in contesti di età clau dia, da C.le Tondo (n.358); | f di oro di tegame tipo Poll 1978, fig. 111, 17178, attestato in contesti di età claudia, da Suolo di Pirro o della Cavalieri (n.368); | fi. di olo di olla tipo Pohl 1978, fg. 110, 1571, atestatoia contesti databili all'età claudia, da via Vigna Grande (n. 376). 1 ὅς. i orto di olla tipo Pohl 1970, fg. 59, 293, atesato in contesti d età claodia, da Macchi la Fola (n.386; 1 fc. di orf pertinente olla i piccole di‘mension tipo Dyson 1976, fig. 41, 22-57, forma attestata in contesti da"abili alla prima metà del 1 sec. dC., in particolare tra l'età di Caligola e inizio del regno di Claudio, da via Papazzano (n. 518); If di oro di casseruoa tipo Dyson 1976, fig. 43, 22II 10, forma atesata n contesti databili lla prima metà del sec. d.C, in particolare ta l'età di Caligolae l'inizio del regno di Claudio, da via 5. Andrea (n.523) di orlo indistinto di coperchio tipo Pohl 1978, fg. 112, 1832, atestato in contesti di tà claudia, da via Appia Vecchia (n.633); 1f. di orlo pertinente ἃ tegame tipo Pohl 1970, fig. 138, 74, atestato in contesti di età claudia, da Velleti-via Fontana delle Fosse (n. 688); If, di scodella all'alo ingrossato e arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1710, atesatoin contestdiet claudia,da via delle Cori (n. 737); f di ordo di coperchiotipo Carta 1978, fig. 94, 108, forma attestata nei contesti i et claudia, da via dei Crocefissi (n. 747); fi di bordo di coperchio tipo Pohl 1978, Bg. 112, 1841, atestatoin contestidi età claudia da via Casale delle Cori (n. 788) 1 fr. di bordo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1835, attestato in contesti di età claudia, da via dei Bastoni (n. 785); 1 fr. di orlo pertinente a olla ansata tipo Pohl 1978, fig 110, 1577, attestato in contesti i et claudia, da via Pedica dell’Olmo (n. 198); 1 fc diorlo di olla a breve tesa a profilo interno rientrante, tipo Dyson 1976, i, 48, 221-68, attestato in contesti della prima med de scc. d.C. in particolare tra l'età di Caligola eL'iniziodel regno di Claudio e 1 f di oro indistinto pertinente a tegame tipo Pohl 1978, fig. 130, 74, attestato in contesti di ei claudia, da via Appia Vecchia (n. 806); fr di bordo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1841, attestato in contesti di età claudia, da via Fontana Acquavivola (n.509; fr di orlo di coperchio tipo Pohl 1970, fig. 59, 309, attestato in contesti di età claudia, da via della Chiesola (n. 204

966); | fi scodella dll’olo ingrossato e arotondato tipo Pobl 1978 fig. 111, 1710, attestato in contesti di età claudia, da via Quarto del Campo (n 1040) 1 f di tegame dall'orlo ad anello tipo Pohl 1978, fig. 1 1, 1711, at testato in contest di et claudia, da via Landi (n. 1091); 1 f. di bordodi coperchio tipo Carta 1978, fig. 94, 09, atestato n contes dict claudia 1 fr di orlo con attacco d'ansa pertinente a oll ansata tipo Pohl 1978, fig. 110, 1571, attestato in contesti di etd claudiae 1fr di oro a tesa pertinente a cas. seruo tipo Dyson 1976, fig. 43,22 1-10, attestato in contesti ella prima. metà del] sce. d., in particolare ra l'età di Caligolae l'inizio del regnodi Claudio, da Croceta (n. 1092); If. di olo pertinente ἃ tegame con piccolo orl a tesa, senza risega peril coperchio, tipo Pohl 1978, ig. 111, 1709, attestato in contesti di eta clania, da via Stragonello (n 1103) 2 frr di coperchio dal'rlo indistinto tipo Pohl 1978, fig. 112, 1832, attestato in contesti di e claudia, da via Colle Perino Vecchio (n. 1147); 1 di oro d scodela tipo Pohl 1978, fig. 111, 1719, attestato n contes i età claudia e 1 f. di oro di tegame tipo Pohl 1978, fig. 111, 1711, attestato in contes di età claudia da via Ponte Lauro (n. 161); | ft. di coperchio all'ori a fascia ipo Pohl 1978, fig. 112, 1812, attestato in contesti di età claudia, da via Soleluna(n. 1198) 1 f di olo con attaccodi piccola presa immediatamente al di soto, di pissde (7) assimilabile αἱ ipo Pobl 1978, fg. 111, 1718, attestato in contesti di tà claudia, da via F na Parts (n. 1212); 1 ἦς di oro di lla dal'orlo ingrossato tipo Carta, ig. 94, 104, attestato in contesti di età claudia e 1 f di scodella dall'orlo a listllo tipo tipo Pohl 1978, fi. 111, 1719, attestato in contesti di età claudia, da Crocetta (n. 1223); 1 fr. di coperchio all'orlo indistinto tipo Pohl 1978, fig. 112, 1832, attestato in contesti di età claudia, da Crocetta (n. 1226) 1 di lodi coperchio tipo Pohl 1970, fig. 59,309, attestato in contest di età claudia, da via Stradone Muti I (n. 1234); ἔς di rodi tegame pseudo bifido tipo Pohl 1978, fig. 138, 43, di produzione campana, attestato in contesti di età claudia, da via Appiaantica (n. 1245); 1f di oro ingrossato all'estero di lla αἱ piccole dimensioαἱ tipo Pohl 1970, fig. 59, 292, ttestato in contesti di tà claudia, da via Giannett (n. 1261); f di pentola con oro a breve tesa assimilabile per il profilo interno al ipo Dyson 1976, fg. 48, 221173, mente i profilo esterno dell'oro è confrontabile con Dyson 1976, fi. 3, 211 12, ἀ cu differisce perla mancanza della lunga tesa, databile lla prima meth del sec. d.C. in particolare tra l'età di Caligola e l'inizio del regno di Claudio, If. di orodi Tegame o pentola assimilabile αἱ tipo Pohl 1970, fg. 59, 203 a, atesato in contesti αἱ eta claudia e I f di orlo pertinente a scodella 0 pissie ipo Pohl 1978, fig. 111, 17092, attestato in contestidi et claudia, da via Appia anti ca (α 1306); If. di ordo pertinente a coperchio tipo Pobl 1978, fig. 112, 1832, attestato in contesti di età claudia, da via Appia antica (n. 1319); 1 fr. di oro leggermente ingrossato estemamente pertinente a olla tipo Pohl 1970, fig. 55, 113, attestato in contest di età claudia, da via Casale dei Monaci (n. 1371); 1 fr. di pentola all orlo orizzontale tipo Pohl 1970, ig. 59,289, attestato in contest di età claudia, da via dei Fen (n. 1441); 1 fr. di orlo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1812, attestato in contesti di età claudia, da via Colle Rosso (n. 1460); 1 ft. di orlo di ola tipo Dyson 1976, fig. 48, 2211-68, attsttoin contesti databili alla prima metà del I sec. C. in particolare tra l'età di Caligola l'inizio del regno di Claudio, da via del Grotione (n. 1483); 1 f. di oro di coperchi tipo Pohl 1978, fig. 112, 1807, attestato in contesti d età claudia, da viadi Carano(n. 1501); 1 fi ἃ olla allorlo arrotondato assimilabile al tipo Dyson 1976, ig. 48,22 1159, attestatoin contesti della prima meth del Ise. d.C., in particolare ἃ et di Caligola e l'inizio del regno di Claudio, da via della Vie (n. 1514), | fz. i orlo di ola ipo Pohl 1978, fig. 110, 1571, attestato in contest di et claudia, da «Presciano» (n. 1572). 1 f.di lla ansatadalloro a esa vas to tipo Pohl 1978, fig. 110, 1577, attestato in contesti di tà claudia, da via via Retarca (n 1581) I di oro di olla ipo Dyson 1976, ig. 48, 2211-70, attestato in contesti della prima metà I dC. in particolare tra l'età di Caligolae l'inizio del regno di Claudio, da via Passo dei Cores (n. 1594); 1 Κα diro di coperchi ipo Pohl 1978,fg. 112, 1841, attestato in contesti di età claudia, da via Appia Nuova (n. 160); If. di orodi piato/eoperchiotipo Dyson 1976, fig. 49, 211-75, attestato n contesti daabil lla prima meὉdelI sec. dC,in particolare tra l'età di Caligolael'inizio del regno di Claudio, da via della Vite (n. 1611); 1 fi. di orl di lla tipo Pohl 1978, fg. 111, 1553, attestato in contestidi età claudiada «Lazzari» (n. 1664); 1 f. di oro i pissideltegame tipo Pohl 1978, fig. 111, 1720, testato in contesti di età claudia e 1 f. di coperchio dalloro indistinto tipo Pobl fig. 112, 1832, atestato in contesti di età claudia, da via Lazzaria (n. 1671); 1 f di odoe 1 fr di ansa a bastoncello di lla tipo Pohl 1978, ig. 110, 1577, atcstato in contesti di et claudia, da via Isola di Ponza (n. 1674); Lf. di olo di coperchio ipo Pohl 1970, fig: 59, 308, attstato in contesti i tà claudia, da

ela fine del I secolo d. C. (23 fir dei quali 18 compresi tra l'età tiberianae l'età flavia”) TI dato relativo all'età l'età claudia, considerando anche i 12 frr riferiti ad età augustea-età claudia c i 17 frr. di età tiberiana-claudia, ma anche la vasta presenza di numerosi Claudii nel corpus delle iscrizioni veliterne distribuiti nel territorio tra l’Artemisio e Soleluna e, forse, anche il bollo su tegola da Casale Peretti (n. 1656), potrebbre presupporre quella centurazione che taluni riferiscono proprio all'imperatore, Per quanto riguarda gli altri, i quali piü direttamente rimandano all'attività edilizia, è possibile richiamare i bolli laterizi riferiti all'età: quello di P. Naevius, da Colle della Salvia (n. 1432), di età augustea, degli altri Naevii di età augustea o di poco successiva, di Sextus Quinc(tius) o Quinct(ilius) da Troncavia(n. 730), presumibilmente di età augustea, di L. Manlius Fuscus del I secolo a. C., da Colle. dei Marmi (n. 6755). Tuttavia sono le strutture ancora conservate, a partire da quelle in opera reticolata, che meglio documentano questa attività. La tecnica reticolata, anche proprio in considerazione del suo sviluppo in relazione a quello dell'aristocrazia romana tardo-repubblicana"", sembrerebbe rimandare ἃ quel'ambito cronologico”, pur essendo state avanzate datazioni alla prima metà del I per le cortine con cubilia di modulo. grande’. L'utilizzo della tecnica, al paridi quanto sembra di poterrilevare peril centro urbano (nn. 561, 39, 87, 88, 89, 93,

95, 109, 117), sembrerebbe largamente attestato, lasciando presupporre un'attività edilizia particolarmente florida". Tralasciando i numerosi casi per i quali sono noti esclusivamenti cubilia, resti di strutture, sebbene in genere abbastanza esigui, che molto spesso rimandano alla fase d'impianto dei complessi, sono stati rinvenuti in numero soddisfacente (28) oltre quelli noti da vecchi rinvenimenti alcuni non verificabi i (21), con una maggiore concentrazione nel settore compreso tra l'Artemisio a nord e l'area immediatamente a sudovest di Velletri. In questa fase il territorio lanuvino sembra perdere quel primato circa la conservazione di resti rilevato nel periodo precedente, indiziando una ripresa edilizia nell’area veliterna che potremmo definire "su vasta scala". Attestate sono sia le cisterne che i muri di sostruzione, più raramente parti di altro tipo. Circa i serbatoi d'acqua sono noti quelli lungo le pendici sud-orientali di M. Cagnoletto (n. 629), probabilmente quello sulla via Appia Vecchia (n. 634) e Jungo il lato occidentale di viale Oberdan nella vecchia vigna Fantozzi (n. 902), ai quali si aggiunge la cisterna di via della Faiola (n. 504). L'altra tipologia frequentemente attestata è quella dei muri di sostruzione nella maggior parte dei casi con funzione di delimitazione di impianti, pur non mancando esempi relativi alla delimitazione di tracciati stradali. Se a questi ultimi si riferiscono quelli lungo il margine nord-occidentale della via Laviniense (n. 865) e quello su via S. Nicola. (n. 900) e lungo il margine sx. della via Appia antica a Mercatora (n. 1384), ai primi sono attribuibili i resti: di Colle

via Isola di Ventotene (n. 1675); 1 fr di orlo i coperchio tipo Cara 1978, fig. 94, 108, attestato in contesti di tà claudia, da via sola di Zannone n. 1676); 1 fr di tesadi casservola assimilabile al tipo Dyson 1976, fig. 43, 2211 12, attestato in contesti della prima meta del | sec. d.C, in particolare tra l'età di Caligola e l'inizio del regno di Claudio, da via Maria SS. di Nazareth(n. 1696);1 f di orlodi tegame tipo Pohl 1978, fig. 111. 1660,testat in contesti databili in età claudia, d via delle Querce (n. 1719). 7^ Si tata dei materiali in sigillata italica(1 f di olo a piccola tesa eggermente pendente di coppa emisferica tipo Conspectus, 37.5.1, in sigilata tardo italica, databile tr l'età tiberian e la fine del I sec. d.C, da via Fontana Parata (n. 1349); 2 fr. pertinenti ma pon congiunti di rl a piccoJa tesa leggermente pendente di coppa emisferica tipo Conspectus 315.1, da via Presciano(n. 1356). 1 f di oro con scalino interno di coppa generi. camente assimilabile al tipo Conspectus 32, databiledalleà tberiana seconda metà de sec. d.C, da via della Vite (n. 1708), 1 fr. di rio con scalino interno di coppa genericamente assimilabile al tipo Conspectus 32, da via Montecagnolo (n. 987). 7" Del numero complessivo sono presenti materiali in: sigillata italica (1f di oro verticale e isello di coppa emisferica, Conspecnus 34.1.2, daabile dall'età tardo tiberiana all'età flava ed oltree 1 f. di oio verticale e listello di coppa emisferica, Conspectus 34. 1.1 con traccia della decorazione a volute, databile dall'età tardo tierna all'età flavia ed oltre, da Il Pratone (n. 217); 1 fr. di fondo con decorazione e rotell e sol centrca tipo Conspectus B 2.7, databile dall'età iberiana pertinente a plao riferibile genericamente alla forma Conspectus 21, da via Colle Vignato (n. 254; 1 f di oro indistinto, segnato da solcatura esterna immediatamente al di sotto, pertinente a coppa emisferica tipo Conspectus 363.2, databile dall'età tiberian alla fine del 1 sec. dC, da Suolo di Piro o della Cavalleria (n. 368); 1 f. di parete di coppa emisferica riferibile al tipo Conspectus 36.4, databile dalletàtiberiana alla fine del I sec. d.C, da C. e degli Olmi(n. 464); fr. di parce di coppa emisferica con solcature orizzontali sulla parete esterna del tipo Conspectus 36:43, databile tra let tiberiana ela fne del scc d.C, da via S. Andrea (n. S23: 1 fr. di fondo con piedead anello di coppa non i. riferibileal tipo Conspectus B 3.19. forse coppa emisferica con lisello tipo 34.1, atestata dalla tarda età tberiana all’età avis, da via delle Corti (n. 538), 1 t.

di orlo verticale pertinente a coppa emisferica con listello e decorazione applicata a volute sulla fascia, tipo Conspectus 34..1, databile dalla prima età tiberina fino sll'e flavia e 1 fr di oro assotiglito perinente a coppa emisferica po Conspectus 363.1, databile dall'età tiberiana lla fine del 1 sec. d.C, da via Colle Ottone Basso (n. 971) | f di orlo indistinto e leggermenterientranteassimilabile a coppa emiseferica tipo Conspectus 363.1, databiledall'età iberana alla fine del I sec. dC, da via Soleluna (n. 197); 1 fe. di parce con listello di coppa emisferica ad oro verticale genericamente riferibile al ipo Conspectus 34, databile dll et ardo-tbeana a quella flavia cd oltre, de via del Bosco (n. 1267). 1 f. di orlo, con soleature parallele, di coppa tipo Conspectus 36.2.1, databile dll'ea iberina alla fine del 1 sec. d.C. da via dei Fienili (n. 1422); | fe orlo vert cale di coppa emisferica con listllo tipo Conspectus 34.1.2, databile da età tardo-tberiana a età flava ed oltre, da via della Vite(n. 1814): 1 f orlo verticale di coppa tipo Conspectus 34.12, databile da et ardo-tiberiama ἃ et flavia ed oltre, da via dei Tigi (n. 1624). fr. di orlo, con solea ture parallele, di coppa tipo Conspectus 36.2.1, databile dall'età tiberiana alla fine del I sec. d.C., da via Passo dei Coresi (n. 1686); e comune da mensa © da dispensa (I f. di bottiglia dall'orlo a fascia quasi patta, tipo Ostia XIII,fg. 22, 19, atesato in contestidi T sec. d.C, da via Crocetta Vivaro (n. 299); 1 ft: di orlo di coppetta assimilabile αἱ tipo Olcese 2003, tav. XXII, 5, attestato in contesti di 1 sec. d.C, da via Capitancelli (n 928); 1 f di bottiglia dall'olo esrolesso con incavo intero, tipo Ostia XIII fig. 20, 11, attestato in contesti di sec. d. C, da via Pratolungo (a. 1393). "" TORELLI 1980: 139-159. 7 ApaM 1990: 143-146, specialmente 145; VaLENTI 2003: 59 ne propone, relativamenteall'agertuscuanus, un'anticipazione “a patre almeno dal secondo quarto del I secolo aC." >» Qui, QuiLci Grou 1995: 530-531 = Ganna 1980: 97.98 il quale osservando il floruit edilizio di molte città della centro-meridionale in età post sllana, ipotizza che per alcune di esse tale attività abbia potuto costituire un'importante fonte economicae occupazionale in altemativa all'agricoltura; peril caso di Tibur, dove peraltro come a Velletri, non sono note distruzioni causate dal bellum sociale,vd. Mans 1991: 44. 205

della Carmignana (n. 23), forse quelli a Fontana di S. scimento della presenza di villae, tra le altre, a: Colle della. Antonio (n. 155), quelli di Acqua Palomba (n. 169), di via Carmignana (nn. 23-25), Colle della Fragola (n. 46), Diomede (n. 654), forse di Villa Magna (n. 500) e alla Pontecchio (n. 117), Fontana di S. Antonio (n. 155), Colle Mercatora (n. 1441)e, soprattutto, quelli di Casale Galli nel- Magisterno (n. 165), Acqua Palomba (n. 169-170), via Colle la tecnica quasi reticolata (n. 662), di Monte Canino (n. 477), Vignato (n. 254), via Tevola (nn. 288-289), Monte Peschio di Montecagnoletto (n. 649)e di Civitana (nn. 1331-1336) e (n. 291), via Fontana Fiume (n. 357), Colle Tondo (n. 385), forse quelli a Fomace Rosi (n. 496) e su via Vagnere (n. υἷα Colle Ottorino sud (nn. 279-280); a via Capitancelli (an. 857). Le sostruzioni rinvenute sembrano indicare, a dispetto 917, 918, 919, 920), a via Passo dei Coresi (n. 1594). Un altro elemento desumibile difficilmente dalla conserdi quanto noto ad esempio per ager tusculanus, l'esistenza. di un numero preponderante di esemplari riconducibili al ti- vazione delle strutture, quasi sempre dalla diffusione degli po a linea continua, a Mercatora (n. 1441), ad Acqua affioramenti di fr. fitli, unitamente ai dati offerti dall'osPalomba (n. 169), anche se nella maggior parte dei casi con servazione della morfologia, è quello relativo alle dimensioil ricorso a espedienti estetici (alternanza di nicchie absidate ni di questi impianti. Ulteriori indicazioni sui caratteri pose rettangolari a M. Canino (n. 477)) e funzionali (contraffor- sono inoltre desumersi dai diversi materiali rinvenuti, non di ti a Civitana (nn. 1331-1336), Casale Galli (n. 662), a S. rado in prevalenza riferibili a classi ceramiche destinate alla Antonio (n. 155)). Invece, più episodicamenteè testimonia- produzione e alla conservazione di derrate alimentari, oltre ta la sperimentazione di soluzioni più impegnative, quali che, più raramente, da frr. di rivestimenti parietali e paviambienti sostruttivi (cd. villa di Caligola a Fornace Rosi (nn. mentali interni (intonaci dipinti, stucchi, lastre fitli e mar494-496), forse alla villa alla Carmignana (n. 23) e su via moree, tessere pavimentali) Tutti questi elementi (ricorso a sostruzioni abbastanza Vagnere(n. 857)). Per quanto riguarda le caratteristiche planimetriche degli semplici, prevalenza di materiali ceramici di scarso pregio, impianti o delle strutture a cui vanno riferiti i resti, a parte il modesta presenza di elementi decorativi), sembrano indiziare caso della cd. villa di Augusto a S. Cesareo della quale, pur una presenza generalizzata, a parte pochi casi, di complessi rurimanendo poco in vista, le indagini della prima metà del stico-residenziali, generalmente di estensione modesta, suggeNovecento hanno rilevato quasi l’intero sviluppo planimetri- rita perlopiù soltanto dall'area dell’affioramento, oscillante tra co, e un sepolero ricordato dal Nardoni a Monte Cagnoletto i 3.200/4.000di via Colle Vignato (n. 254), i 2.500/3.000mq. (n. 621*), l'esiguità delle strutture superstiti rende spesso in- di M.te Peschio, i 1.800/2.000(n. 291), i 1.750/2.500di C. Je certo il tentativo di ricostruzione della pianta e conseguente- Magisterno (n. 165), gli 800/1000 Colle della Fragola(n. 46), mente l’interpretazione funzionale, fatta eccezione per le ci- i 2200/3000 di via Landi (n. 1004). sterne. Infatti, a parte gli ambienti al Castello di S. Gennaro Tuttavia, tra gli impianti sorti ex-novo, le superfici rico(n. 815) e le strutture a Casale Strutt (n. 1000), escludendo struite in quei casi nei quali i caratteri naturali e/o parti di quelle note ma non più esistenti (Artemisio (n. 96), cd. villa terrazzamenti 0 presenza di conserve d’acqua costituiscono della Stazione (n. 695), villa Negroni (n. 395), Colle dei ‘una delimitazione meno approssimativa, restituiscono misuMarmi propr, Colonnesi (n. 600), Prosperi (n. 601) e Risi re maggiori, che sembrerebbero indiziare l'esistenza di im(nn. 602-603), Troncavia (n. 723), via Appia antica (n. 1295), pianti meno circoscritti e con una più spiccata vocazione rePeschio (n. 397)), o non controllabili (Casale delle Fornacin. sidenziale. La maggiore di esse risulta compresa tra i 6.000 e 460, via Appia Vecchia (nn. 632, 634), via Laviniense (nn. i 50.000 circa", ad eccezione di due sole aree nel settore 639, 641, 862, 864, 867), Ponte della Regina (n. 711), via meridionale le quali raggiungono estensioni più ragguardeCapitancelli (n. 918)), esigue risultano le strutture sia alla voli: 10.0000 a via Torre Presciano (n. 1241), e addirittura. Guardianona (n. 106), a Pontecchio (n. 117), a S. Nicola (n. 19.5000 a via dei Cinque Archi (n. 1595), mentre misure 206), a Colle degli Olmi (n. 464), a via Terme di Caligola (n. tendenzialmente maggiori sembrano potersi ipotizzare per 496), a Colle dei Marmi (n. 810), a via Colle Ottone Basso (n. quelli sort nella fase precedente?” 971), a via Landi (n. 1004), al Campetto dei Macellari (n. Se i materiali "non di lusso" risultano attestati in misura. 1287) e a la Fossa (n. 1422). anche considerevole nella stragrande maggioranza dei siti, Se poco si sa dell’articolazione interna, considerati i po- unicamente accanto ad altre classi ceramiche, comunque chi resti di altre strutture, spesso di incerta interpretazione, non interpretabili come indicatori di lusso, ho rinvenuto nell'area centrale degli impianti, maggiori elementi possono spesso tessere pavimentali, solo più raramente intonaci, desumersi relativamente alla perimetrazione esterna, nono- stucchi, rivestimenti marmorei™, decorazioni architettonistante la loro conservazione in parti generalmente ridotte sia che, mai sculture, invece note in passato. in lunghezza che in altezza. Per questo motivo i materiali coRicordo a tale proposito, relativamente agli intonaci distituiscono spesso un elemento determinante per il ricono- pint, tra gli altri” quelli, riconosciuti quasi sempre in parti 25900 circa a Pontecchio(n. 117), 14.00 a via Tevola (nn 288-289) © a Casale delle Fornaci (nn. 491-492), 15.500 a Colle della Carmignana a C.le Pozzi (n. 368(an. 23-25), 18.000a C. De Sanctis(n. 366), 25.000 369) ca Vigne Capitancli (nn. 932-934), 3.000 Villa Negroni (nn. 394395) e via I Stradone Muti (on. 1114-1115), 40.000 a via Colle Caldara (nn. 58-459) e via Ponte di Mele(n. 1338), 50000 a via Cinelli (n.892) #25. Cesareo (nn. 570-589), via della Pallade (μα. 723-727), 5. Gennaro(n. 833) via della Cava (n. 497), Civitana (on. 1326-1337). 206

= AI Vallone (n 40) fr, di asrine in marmo. 7 A via della Cava (n. 497) dipinto in rosso; avia delle Cort (n. 538) dipintoin rosso scuro; a via Diomede(n. 685) e a Coll de" Marmi (n. 810) fondo rosso; via Vagnere (n.853), a via Netunense/viadei Cinque Archi (n. 1287)e a via Spirito Santo (n. 1389) sia bianco che rosso; a Font. na. Cavigano (n. 1499), via Paso dei Cores (n. 1594) sia bianco che rosso: ἃ via dei Tigi n. 1624) dipinto in rosso.

ridotte, fuori posto, a C.le della Carmignana (n. 23), da cui provengono anche comicette in stucco, sia in rosso che in giallo, con cornice bianca, a Font.nadi S. Antonio (n. 155) in rosso, verde, azzurro, con cornici anche floreali, M. Canino (n. 477) in rosso con banda azzurra, C. Galli - SP. 95/a via Appia Vecchia (n. 664) a fondo bianco con linea rossa e a fondo verde, Via delle Tre Armi (n. 890) dipinto in rosso, tra cui uno con banda gialla con steccatura centrale, Civitana (nn. 1326-1337) bianco, gialloe rosso, Mercatora - SP. 97/b via dei Fienili (n. 1441) ocra, bianchi con motivi vegetali colorati, rossi, a fondo rosso con disegni verdi, a fondo rosso con riquadri geometrici bianchi, bianchi con fascia a rilievo. Ugualmente significativo risulta il numero dei materiali marmorei -colonne, parti di decorazioni architettoniche, fr. di lastre di rivestimento e soprattutto schegge informi”, spesso in siti nei quali compaiono altri indizi di “lusso”. Ma sono soprattutto le opere di scultura, cavate a partire almeno dal Seicento, nell'area di alcuni impianti a documentare, forse meglio di ogni altro materiale, i loro caratteri. Le scoperte seppure nella diversità della documentazione, che molto varia, hanno il loro comun denominatore nella “parzialità”, dal momento che mai si sono avuti rinvenimenti sufficienti per ricostruire in maniera attendibile il programma decorativo di un impianto. Sfortunatamente permane la mancanza di un'indagine analitica sulle "teste di statue”, "statue" e, più raramente, sulle "erme" scoperte, la quale fornendo, ad esempio, informazioni sulla loro collocazione, presumibilmente permetterebbe una migliore conoscenza di molti impianti. Tuttavia da quanto noto, a parte le statue di atleti da Cento Cappelle (n. 267), forse in un ginnasio, mi sembra possibile ipotizzare almeno per alcuni di essi Ja collocazione în giardini: è il caso delle erme da Casale (n. 522%), da Monte Cagnoletto (nn. 622-623) e del pilastrino di erma da Monte Cagnoletto (n. 632)e di quella, di provenienza ignota, recuperata nella calcara lungo la via Vecchia di Napoli (n. 718). Accanto a queste opere straordinarie, come Vermafrodita dormiente dal Peschio (n. 397*), la Pallade da ‘Troncavia (n. 723) e la testina in bronzo di rettile con bocca spalancata relativa a statua in bronzo, da Pratolungo (n. 1396*), se ne posono ricordare altre, forse più modeste, e soltanto in minima parte, a quanto noto, accedute in collezioni museali: la statua tipo “Demetra/Cerere da SS. 217 via dei Laghi - La Guardianona (n. 105); la statua egizia in basalto rappresentante una testa maschile da Acqua Palomba (n. 175%); un fr. di statua in marmo rappresentante un erote in sembianze di Frcole da Cento Cappelle (n. 271); la statua di porfido rappresentante Venere, în piedi con capelli lunghi fino sotto la cintura dal “piano di Lariano” (n. 272*); una statua di marmo, acefala, di un personaggio togato da Q. to

Arcione (n. 282"); la statua di Ercole, priva della testa, da “Colonnella (n. 424); statua “al naturale dell Esculapio giovane”, acefala e mancante di parte del braccio dx., da M. Canino (n. 476); la piccola statua rappresentante un putto con una lira sul dorso di un delfino da Colle Cascone (n 509); i fi. di statua femminile in marmo tipo Musa con rotolo proveniente da Velletri, località Castellaccio/La Cava (n. 5605); il fr. di statua in marmo rappresentante una testa di giovane (n. 729)c il busto di Tiberio (n. 732) da Troncavia le statue da la cd. villa di Mario a Le Corti (n. 929) "di Bacco assettato sopra d’un’Utre, con il Tirso alla destra, e un Lucertolone alla sinistra, ... di Leda in piede con Giove convertito in Cigno nel seno, . d'Esculapio, ... con sembianze di Donna, che tiene nel braccio destro un Serpe, che beve una tazza sostenuta con la man sinistra; le tre Gratie abbracciate insieme”; i fr. di statua in marmo rappresentante una figura femminile acefala con tunica e mantello da Via F.na Parata (n. 1211); di una statua di Tarquinio il Superbo e di una testa di donna con cerchio in fronte presumibilmente a Sole Luna (nn. 1288-1289); la statua acefala in marmo rappresentante una figura femminile seduta dai terreni alT'incrocio tra la via Appia antica e la Mactorina (n. 1296); il fr. di statua in marmo rappresentante una figura femminile panneggiata, forse anch'esso dall'area precedente (n. 1302); la statua in marmo rappresentante Ecate triforme da Le Mole (n. 13908); il fr. di statua in marmo rappresentante Afrodite da Le Castella (n. 1634*). ΑἹ numero poi delle opere ricordate vanno aggiunti quei pochi fr. rilevati dalle ricognizioni” e, soprattutto, la testa colossale di Asklepios, destinata a statua, di derivazione fidiaca (n. 1742), la statua di Talia, appartenente al tipo consueto da originale del III secolo a. C., (n. 1743*) eil busto di Settimio Severo (n. 1745*), tutti genericamenti rinvenuti “in agro velitemo”. Pur con la cautela necessaria, sembra rilevabile come essi, a parte alcune eccezioni, tra cui si segnala l'area di Soleluna, si distribuiscano in gran parte nel settore settentrionale dell'ager veliternus e all'interno di esso più specificatamente in corrispondenza di aree sommitali e/o in declivio, generalmente con un affaccio abbastanza ampio. Dal panorama apparentemente pià diffuso di impianti a vocazione prevalentemente rustica di limitata estensione se ne distacca, per dimensioni maggiori e/o caratteri preminenti, offrendo in quantità superiore e in maniera più diversificata indicatori di "lusso", un certo numero, oltre ai diversi complessi di Monte Cagnoletto, che anche in considerazione. dei numerosi materiali di pregio rinvenuti a più ripresea partire dal Settecento, il Lanciani ipotizzò potessero costituire parti della villa di Antonino Pio: quello lungo la SS. 7 via

7 Lastine di rivestimento in pavonazzetto, giallo antico, cipollno lu mense, a Font. naS. Antonio (n. 158); lasrinedi rivestimento di marmo biancoe pavonazzetto, a via Diomede (n. 658); lastrine di rivestimento di verde antico e pavonazzetto, a via Vagnere (n.851); latine di marmo sia bianco che pavonazzetto, a via delle Tre Armi (n. 890). strine di rivestimento in cipolinoe in marmo lunense e comici in giallo antico, via della Cava (n. 497); asrine di rivestimento ia cipollino, a Crocetta (n. 1223); lairine in marmo cipollino, soprattutto insularee un f. in marmo imetio, a via Passo dei Cores (n. 1594); fr. i fusto di colonna in granito rosa, scanaato, dalC. le La Guardianona lungo la va de Laghi (o. 108); rocchidi co-

Jonna lisa in granito grigio, a C. Schmid, lungo la via Ariana (n.429); fr di colonna liscia in granito grigio, a via Papazzano (a. 520); f di colonnali ‘Casino Borgia, lungo viale Oberdan (n. 781; fr: di 1 rosa, ne pressi dea cisterna lungo il lato meridionale di via Rioli (n. 798); rocchio di colonna liscia in granito grigio, a C. Filippi a Colle Ottone Basso (n. 895) | fr. di parte superiore della nuca con ciocche di capelli, in marmo bianco, riferibili busto o statua, daC- e Filippi Colle Ottone (n. 895) piccola statua in marmo di figura femminileche regge un recipiente nella mano st. da cu sgorgava acqua, da via Netunense/via dei Cinque Archi (n. 1067) 207

che certamente tutAppia Nuova-Via della Cava (n. 497), quello cd. della biano forse privilegiato aspetti naturalistici Stazione (nn. 695-699), quello di via dei Bastioni (n. 785), di tal’arcaoffriva. Un notevole nucleo di impianti, il cui carattere residenvia S. Gennaro (n. 833), forse quello di Vigna Fantozzi (n. 902), quello alla Cantina Sperimentale (n. 513) quello di via. ziale appare confermato anche dalla spesso estrema vicinanE. Parri (n. 719); e ancora quello di C. le della Carmignana 2a tra di essi, è presente nel settore lanuvino a nord-est del (n. 23); Colle della Fragola (n. 46), Colle Mozzo (n. 51), centro urbano, dove tra gli altri spiccano quelli di: Vagnere Font. na di S. Antonio (n. 155); Colle Magisterno (n. 165), (nn. 850-853) il cui perimetro ben conservato ne permette Acqua Paloniba (nn. 169-170), via Colle Vignato (n. 254), anche una ricostruzione meno approssimativa dell'ampiezvia Fontana del Turano (n. 253), via Acqua Palomba (n. za, valutabile intorno ai 14.500 mq.; via Diomede (nn. 654256), via Tevola (n. 289), Monte Peschio (n. 291), via 657), forse esteso su circa 20.000 mq; sulla via Laviniense Fontana Fiume (n. 357), Colle Tondo (n. 355), via Colle (nn. 639.643) forse di 26.000 mq.; sulla via Appia Vecchia Ottorino sud (n. 279), via della Cantina Sperimentale (n. (an, 648-651) di circa 20.000 mq, e (nn. 661-664) su 18.000 513), via delle Corti (n. 538), via Diomede (n. 658), via mq. circa. Un'altra area di concentrazione, con siti però maggiorCapitancelli (n. 757), M. Canino (n. 477), C. Galli-SP. 95/a via Appia Vecchia (n. 664), via delle Tre Armi (n. 890), mente distanziati, è documentata tra l'estremità settentrionaCivitana (nn, 1326-1337), Mercatora-SP. 97/b via dei Fienili le di Macchia la Cavalleria, M. gli Impiccati e La Faiola do(n. 1441), Q. to della Mensa vescovile-Via delle Corti (n. ve sono presenti anche impianti con estensioni superiori alla 538), SP. 95/a via Appia Vecchia-via Diomede (n. 655), media, così accanto a quelli su sommità di C.le De Santis (n Colli de” Marmi-SP. 95/a via Appia Vecchia (n. 810), a 366) (mq. 18.000), C.le Pozzi (nn. 368-369) (mq. 25.000), il «Vagnero»-via Vagnere (n. 853), di via Caio Mario (n. 930); cui sviluppo non potè non essere condizionato dalle abbaCrocetta (nn. 1092, 1109, 1223), via Stragonello (n. 1103), a stanza comuni caratteristiche morfologiche, si hanno gli altri Pelaggi (nn. 982, 1016), via Colle Zioni (nn. 1138, 1187); a al Suolo di Pirro (nn. 364-365). In entrambi i casi, la presen«Campetto Macellari»-SP. 87/b via Nettunense/via dei za di pianori abbastanza ampi, con pendici in morbido decliCinque Archi (n. 1287), a «Spirito Santo»-via Spirito Santo vio, devono aver contributo alla dilatazione di quelli al a 21.000 (a. 1389), via dei Fienili (n. 1381), via delle Mole (n. 1507), Suolo di Pirro fino a 8000 mq. (n. 364) e addirittura a «Lazzaria»-Font. na Cavigano(n. 1499), a «Muracce»-via (n. 365). Nell'area a sud vanno ricordate, tra le altre, per presumiPasso dei Coresi (n. 1594, 1656), a Castro Ginnetti (n. bile maggiore estensione, a volte accompagnata da caratteri1403), via Appia Nuova (n. 1603), a Le Castella-via dei Tigli stiche residenziali, oltre alla cd. villa di Mario (nn. 929(n. 1624), La loro localizzazione sembrerebbe suggerire alcune li- 930), per la quale è ipotizzabile un'estensione di circa nce guida nella scelta dell””optima positio": la preferenza 34.000 inq: quella di via della Chiesola (nn. 963-966) (mq. per aree in prossimità di grandi vie di comunicazione, in pri- 32.500) e a Villa Crocetta (n. 1000) (mq. 41.000); le tre ravmis Appia antica, o al massimo raggiungibili attraverso vicinate di C. le Cori (n. 744), almeno 62.000 mg.; di C. brevi diverticoli, con significative concentrazioni nelle zone Scipione (n. 747), almeno 40.000; di via dei Crocefissi (n. paraurbane, specificatamente quella meridionale, e lungo il 530) su 43.000 mg. circa; quella su Monte Cagnolo (nn. versante sud-orientale dell’ Artemisio. La presenza di villae. 338-840) (almeno 66.000 mg), quindi la villa a Colle dei negli immediati dintorni della città, oltre a trovare plausibili Marmi (nn. 810-812) (mq. 75.000); la quale presumibilmengiustificazioni in chiare motivazioni di carattere pratico, ap- te in questo periodo assume il suo assetto definitivo. Nel setpare un fenomeno ampiamente diffuso, spesso accompagna- tore pià meridionale, a Pelaggi (n. 1016) (mq. 16.500), via to da una interdistanza tra i diversi impianti estremamente Ponte di Mele (n. 1338) e via Torre di Presciano (nn. 1353ridotta che ne sottolinea il carattere residenziale, rilevabile 1354) (mq. 40.000), via dei Tigli (n. 1624) (almeno mq. 57.000), Lazzaria (n. 1589), addirittura 211.000 mq., via per Velletri almeno per il settore extraurbano sud-orientale. Differente si prospetta il caso per l' Artemisio, dove sono Passo dei Coresi (n. 1597), mq. 220.000, via delle Mole (nn. noti almeno tre impianti con materiali che ne rendono proba- 1544, 1546), mq. 231.000, fino, forse, ai mq. 283.000 di via bile il riferimento al tipo rustico-residenziale: quelli a Colle Cisterna/Campoleone (nn. 1583, 1584). A fronte del rilevato, considerevole, numero di nuovi imdella Carmignana (nn. 23-25), Fontana S. Antonio (n. 155), pianti per l'età, si hanno pochi elementi per il riconoscimenvia Acqua Palomba (n. 256). Inoltre, pur non potendosene fornire una localizzazione to dei loro proprietari Tra i diversi personaggi in qualche modo connessi a puntuale, appaiono chiari indizi dell’esistenza, nel corso della prima metà del I secolo d. C. in alcuni settori Velletri, risulta predominante la figura di Ottaviano dell’Artemisio, «sembrerebbe quelli meno elevati e a distan- Augusto, il quale è probabile che abbia avuto un ruolo non ze non proibitive dalla via Ariana, di villae di una certa im- secondario nello sviluppo del centro urbano e dell'assetto portanza, ad esempio, la statua di marmo, acefala, di un per- territoriale, nell’ambito di un più antico interesse della gens sonaggio togato (n. 282) e il fr. di lastra Campana con scena Octavia come sembra indicare la ripavimentazione della via di vendemmia (n. 284), entrambi da Arcioni e la testa mar- Mactorina da parte di L. Octavius Onesimus, presumibilmorea di Ottavia (?), datata intorno al 40 a. C., conservata al mente nella prima metà del I secolo a. C. Se il suo coinvolgimento nelle vicende costruttive della città pare essenzialMuseo Nazionale Romano da Colle Lenza (n. 279). Non? improbabile che rinunciando almeno in parte a quel- mente legato a quanto riportato dalle fonti letterarie a propole motivazioni che dovrebbero aver indirizzato la realizzazione sito dell'esistenza di un'ara, di un quartiere e del presunto degli altri impianti, i proprietari delle ville sull’ Artemisio, ab- luogo nel quale nacque, identificato nei resti di Madonna de208

gli Angeli/S. Cesareo, oltre che nella realizzazione di una limitatio, gli elementi che indiziano interventi suoi o comunque delle gentes alle quali appare legato più o meno direttamente, risultano più numerosi. Innanzi tutto è possibile richiamare la preminenza, nelle iscrizioni veliterne, di Julii, tra cui numerosi risultano i C. lulii, e comunque la presenza tra le gentes più attestate di Octavii, sia recanti il praenomen Caius che Lucius, trai quaJi il predetto L. Octavius Onesimus. Cosi agli anni post 36 a. Ὁ è datata la bilingue, riutilizzata nel cimitero di Sole Luna, nella quale compare il M. MindiusM. f. Marcellus, riferibile all'ambiente di Ottaviano, mentre agli anni compresi tra il 23 a. C. e il 14 d. C. è possibile datare un certo numero di materiali ceramici, che s'accresce considerando quelli compresi tra l'età augustea e quella tiberiana, tra cui ad esempio T'antefissa da Rioli (n. 800), ed anche il bollo di P. Naevius oltre che, forse, quelli degli altri Naevi, di Sextus Quinc(tius) o Quincttilius). Tuttavia a parte il caso di Ottaviano Augusto e, presumibilmente, quello di Caligola, al quale si riferiscono tradiziomalmente le strutture a Fornace Rosi (nn. 494-496), nelle fonti letterarie mancano del tutto riferimenti all'esistenza nel veliterno di proprietà di personaggi in vista. Nonostante la loro attestata predilezione per l'ager tiburtinus, praenestinus e tusculanus, nel settore suburbano settentrionale, e per quello albano, lanuvino e aricino in quello meridionale, appare plausibile che anche il territorio veliterno, in considerazione della sua posizione, all'estremità meridionale del comprensorio dei Colli Albani, vi rientrasse. Riferimenti diretti sono rintracciabili nelle fistulae che, infatti, restituiscono alcuni nomi di proprietari dei quali, almeno in alcuni casi, risultano zonalmente localizzabili i possedimenti: ilL. Roius ΕἸο[---Ἰ da Le Castella (n. 1634) e, soprattutto, la Claudia Aug. Iibertae) Act(es) (n. 677), da Colli de’ Marmi. Soltanto in maniera indiziara può richiamarsi come testimonianza dell’esistenza di luoghi di villeggiatura veliterna, il numero non trascurabile di toponimi in —anum, di probabi le derivazione onomastica antica, riportati nella documentazione medievale (e spesso conservatisi in quella moderna), i quali rimanderebbero alla consuetudine, diffusasi nel I secolo d. C., di designare i poderi con il nome del proprietario™. ‘A questa vocazione del territorio veliterno rimanda anche la serie di proprietà, delle quali in molti casi rimane memoria nella denominazione di alcuni siti, ricordata a partire. dal Seicento dagli storici locali, le quali prospettano una occupazione che, seppure attestata anche in età regia, conosce il suo floruir tra la tarda età repubblicana e la fase iniziale dell'età imperiale: nel corso del Il secolo a. C. con le ville di Scipione l'africano e di Caio Mario (nn. 929-930), nel I se-

colod. C. con quelle di Augusto (nn. 570-589), Caligola (nn. 494-496), Nerva (nn. 411-412) e Ottone (nn. 894-895), ‘Segnalo infine come la relativa vicinanza a Roma, inaugurando una moda che largo successo conoscera nel tempo, costituisce un elemento a favore della scelta di un impianto piuttosto che dell'altro per le gentes senatorie romane, benché indubbiamente una non trascurabile influenza debba aver avuto anche îl valore commerciale”: fenomeno che certo contribuì alla concentrazione di proprietà nelle vicinaze dell’Urbe e, col procedere del tempo, al loro passaggio in mano di personaggi eminenti, come esemplificano alcuni casi tiburtini e tusculani? e la notazione ciceroniana sull’agrum Praenestinum a paucis possideri", non è improbabile abbia potuto interessare almeno i maggiori impianti veliterni.

77 Tra esi ricordo: Arciano, Cajano, Crciano, Favignano, Massorano, Papazzano, Presciano, Scarano, Turano. » Kozscms 1984: 125; MIGLIARIO 1988: 60,79-99 con 'individuazione e l'elenco di iù di cento predial in -anus nella Sabina; MARI 1991: 43 per ares tiburtina. *" Caochossi CoLoaNEst 1981: 348. In parziale contraddizione è Pli. παι. XIV, 50 a proposito del fatto che "era not i basso prezzo delle terre nelle vicinanze di Roma” (Est autem usquequaque nota vlias mercis

per omnia suburbana, ibi tamen maxime, quoniam et neglecta indiligenia. praedia paraverat ac ne in pessimis quidem elegantioris soli per cui v. Κοιενοο 1994: 61 7 Pe l'ager fibutinus ricordo la vila dei Metelli che passò a M. Antonio (Giu 1970: 227 n. 119; MARI 1991: 42), quelladi Cesare che andò a Sallustio (Mant 1991: 42, specialmente 128-129n. 66) e quella di Giunio Bruto forse acquistata dal figlio (MARI 1991: 42, 283-284n. 224) "Cie. leg. agr Il, 78 Bouranore 1932: 90-91, specialmente 91).

MEDIA ETÀ IMPERIALE (seconda metà I-III secolo d. C.)

Se l'età primo imperiale si caratterizza per le numerose realizzazioni di nuovi impianti, che oltre a parcellizzare il territorio in maniera pid organica, dovettero presumibilmente saturare quasi completamente ogni spazio, quella successiva, sembra soprattutto connotarsi per interventi di costruzione o ricostruzione, in pochi casi ex fundamentis, concentrando la fase espansiva agli anni compresi tra la fine del le la fine del II secolo d.C. Nell'arco dell'età in campo economico si verifica presumibilmente la tendenza generale, rilevata su scala "nazionale", per cui ad una prima fase nella quale, le voci più importanti, cioé l'olio e il vino, continuano ad essere prodotti in loco o comunque in regioni vicine, ne segue una successiva in cui irrompono prepotentemente le importazioni di quegli stes i prodotti. Tuttavia ancora più che nella richiamata prima fase, è nel corso della seconda che è certo che può rintracciarsi la floridezza di gran parte degli impianti veliterni i quali in ogni caso dovettero continuare almeno la produzione di vino, stando alla testimonianza di Ateneo: paradigmatico risulta, accanto a quello delle galliche, il ben più cospicuo numero e la distribuzione delle anfore betiche e lusitane e più in là (sullo scorcio finale del III secolo), di quelle africane, che raggiungono quasi ogni angolo di territorio, dalle pianeggianti aree meridionali a quelle montuose settentrionali dell’ Artemisio. La presenza, tra le proprietà attestate per l'età, di personaggi rilevanti (ad esempio Herennius Orbianus) quasi mai di origine veliterna, a parte forse Q. Pomponius Musa, in alcuni casi riconducibili a famiglie imperiali e talora direttamente a imperatori, n altri a famiglie senatoriee aloro liberti, in altri ancora a militari di un certo rango di origine "straniera" (ad esempio, il narbonense M. Julius M. f. Voltinia

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Romulus, oppure il siriano Sextius Varius Marcellus), oltre a indiziare rapporti di vario tipo tra ciascuno di essi e i loro territori di origine, costituisce la necessaria premessa per quella floridezza economica rilevabile dai materiali, testimoniando anche in maniera chiara la riconosciuta importanza della campagna veliterna. Più genericamente a legami coni territori nei quali sembra possibile individuare le differenti origines, con una preminenza per l’area laziale e campana (in primis con i comprensori puteolano e pompeiano) e comunque significative con le isole e con la Venetia, rimandano le numerosissime gentes attestate. Anche se con gradi di approssimazione differenti, in reazione non soltanto alla più o meno supposta origine veliterna dei personaggi ma anche alla datazione delle attesta zioni epigrafiche e alla simultanea presenza anche di indiiduate attività di produzione o di commercializzazione di beni di consumo, può talora costituire un utile indizio, nel tentativo di comprensione dello sviluppo degli interessi commerciali veliterni, il fatto che membri delle stesse gentes attestate in questo ambito risultino presenti anche in Oriente: non di rado tra gli Italici a Delo nel corso dell'età repubblicana (ἃ il caso, ad esempio, degli Allei, degli Avillii, dei Caecilii, dei Claudii, dei Fulvii, dei Furii, dei Lolli, dei Marcii, dei Messii, degli Ollii e dei Volusii). Forse, ἃ contatti commerciali riconducibili almeno all'inizio della media età imperiale, potrebbe alludere la presenza di [..] Macer Velitfernus?) a Narbo, qualora se ne potesse accertare l'integrazione del cognomen, che dovrebbe indicame l'origo. Questo discorso, almeno latamente, pub essere ricondotto a quello riguardante più specificatamente la possibilità di riconoscere il nome di almeno alcuni dei proprietari dei diversi possedimenti del veliterno. A questo proposito, le fistulae, in maniera senz'altro più “vistosa” rispetto alla fase pre-

cedente restituiscono diversi nomi di proprietari, dei quali almeno in alcuni casi risultano zonalmente localizzabili i possedimenti: per il settore veliterno, quelli variamente noti di C. Iulius Superstes (n. 561, 150*), A. Bruttus Asclepianus e Ti. Claudius Eutripi, Lelii (n. 603), [—] Quartilla ed Egnatia Taurina (n. 1776), (--) e del pressocché ignoto [---] M [-—-] da S. Cesareo (n. 575), oltre ai due rilevati nelle ricognizioni di, (Ae?Jliae Calligones da Villa Magna (n. 501) e di Ti(berius) Claudius Libertalis - ] o forse Ti(berius) Claudius Liberialis Aebutianus ---] da Colli dei Marmi (n. 810); per quello “lanuvino”, del C. Sabucius Perpetuus, del quale sono state rinvenute dieci fistulae presumibilmente a Vagnere (n. 850) ingenuo o liberto forse però di II secolo d. C., e del [—lidi Telesphori da Monte Cagnolo (n. 841), escludendo invece il C. Bryttius Vitalis su fistula rinvenuta presso il XIX miliario dell'Appia antica e, forse, I'Hermes, uno schiavo di età adrianea, per la fistula la cui provenienza. oscilla tra le Crocette e Monte Giove (n. 1100). Appaiono riconducibili alla fase 418 affioramenti, con un incremento di quasi il 49% rispetto ai 281 della prima età imperiale. A questi vanno aggiunte le attestazioni basate quasi esclusivamente sulla presenza di strutture, delle quali 11 in opera laterizia?" (di cui 6 note da vecchi rinvenimenti) € 11 (di cui 4 note da vecchi rinvenimenti) in opera mista”. Anche in questa fase è rilevabile una maggiore concentrazione nel settore meridionale, in particolare nell’area gravitante intorno alla via Appia, e orientale, mentre, a differenza di quanto notato nel periodo precedente, viene sistemati camente occupato anche tutto il settore a est e nord-est di Velletri (Fig. 35). Del numero complessivo di presenze 109 appaiono attestate ininterrottamente dalla media età repubblicana?“ (dei quali 13 con una lacuna nella tarda età repubblicana"), 65 da quella tardo repubblicana e primo imperiale™, 75 in

7 Alla Guardianona (n. 106); agli Ort di S. Nicola (n. 206).a M. Parata(n 1212); via Torre di Presciano(n. 1237); via Appia antica n. 1245); Canino (nn 476-87);aC. le Fornaci (n.491); via Appia Nuova (n. 492); Via del Bosco(n. 1267); via di Fenii (n. 1284); via Nettunense/dei Cinque. Vellei (an. 561,77, 80);25. Cesarco(n. 586); lungo a via Appia Vecchian. Archi(n 1286) ia Appia Antica (en 1299, 1306; via dei Cinque Archi (n. 634); a M. Cagnoleto (n. 647); a Sublanuvio (n. 823) e Colle Perino (n. 1317); via Fontana Parata (n. 1349); via Tore di Presciano (n. 1383); via T176);a via Nettunensevia dei Cinque Archi (n. 1287): a Civita(n. 1337); Presciano (n. 1357); via Spirito Santo (n. 1389); via Pratolungo (nn. 1393, a Spirito Santo (n. 1392) 1394); via dei eni (n. 1441); via Netunenseldei Cinque Archi (n. 1446), 7» Al tempio di Diana a Nemi (n. 180); a Cento Colonne (n. 1202);a via Colle Rosso (an. 1460, 1468); via Carano (n. 1501); via della Vie (n. Civitana(n. 1327); via Vagnere (a. 858); a Cento Cappelle (n. 267)a 5. 1514), via delle Mole (n. 1546); via Cisterna-Campoleone (n. 1574); via Cesareo (nn, 585, 588), alla Stazione, lungo il lato settentrionale di Vle Retarola (n. 1581); Lazzaria (n. 1889) via Passo dei Cores (n. 1594): Marconi (n.690);a M. Canino(n, 477); lungo i lato settentrionale della via Appia Nuova (n. 1603); via della Vite (an. 1608, 1609); via dei Tii (n. Ap ia Vecchian. 660) lungo la via Lavininse (n.863) 1618; via dei Tigli (n. 1624); via Passodei Cores (n. 1656) via Cistema‘Colle Mozzo (n.51); Monte Artemisio (n. 152); Acqua del Nespolo Campoleone (n. 1668); via Isola di Ventotene (n. 1675); via Carano (n (5.162); Colle Magisteno(on. 164, 165); Nemi-lago (a. 177; Pian di Cerri 1687) via delle Querce (n. 1719) (6. 212}; il Pratone (n. 224), via Fontana Turano (n. 253); via Arcioni (n. 7 Terre Rosse n.21); Colle Mozzo (n.48); Fosso dell'Acqua Lucia (n. 286); Acqua del Peschio (n. 291); via Contrada Comune (n. 318); C. le 398); via Ceppeta Inferiore (n.422); via Papazzano(n. 519); viaS. Andrea(n. Angelo (n. 324), via Fontana Fiume (n. 357); Suolo di Piro (v. 365); La 523); S. Martinella (n. 610); Montecagnoletto (an. 644-647); C. Orazi Faiola (n. 386); via di Cori (n. 414); via Carlini (n. 416); via Cantina (1014); via Cole Perino Vecchio (n. 147); via Colle Zion (n. 187); via Sperimentale (n.513); via delle Crt (n.538); via Papazzano (πη. 539,542); Passo dei Coresi (nn. 1597, 1658). via Appia antica (n, 614); via Appia Vecchia (an. 632-633, 634-636, 648"Colle della Fragola (n. 46); Colle Mozzo (n 2); S. Antonio (n. 185); 651; via Laviniense(n.639-643); Vlletr-V.le Marconi (nn. 695-699); ia. Colle Magisteno (n. 166); Nemi lago (n. 178); Pan di Cerri (on. 211. 213), Parri (n. 719); via dei Crocefissi (n. 747); via Vecchia di Napoli (n. 771); via i Pratone (n. 220); Colle Vignato(n.254); via Acqua Palomba(n.256); via ei Basioni (n.789) via PedicadellOloo(n. 798); via Colle dei Marmi (nn. ἀεὶ Laghi (n.301); M. Alto (n. 307): via Contrada Comune (n. 346); via 307,809); via Appia Vecchia (n.844); via Vill Fiaa (n.878);vi Vllevert. Cigliolo (n.400); via Ariana (n 28); ia dl Cigolo n.438); Moste Canino (n. 879); via Montecagnolo (n. $80); via della Caranella (n. 912); via (on. 476-478); via della Cava (n. 497); via dei Crocefissi (n. $30); via iomede(n. 658); via Pallade (an. 723-727); via delle Corin.737) via delCarbonara(t. 951). via del Formellto (n.961); vía Colle Strings (n. 966); via Colle Ottone Basso (n. 971); via Cinelli (a. 980); via Palagi (n. 82); a Caranella(o. 744); via Redina Pennacchi (2.790) via Rioli (nn. 791-797); Casale Strutt (n. 100) Pelaggi (n 1016); via Paganico (o 1076); Crocetta via Appia Vecchia (an. $10, 831); via S. Gennaro (n. $33); via Vagneren. (on. 1092, 1112); via Stragonello (n. 1103); via Vigne Nuove (ns. 1116, 858); via Vallevera (n. 883); via Casale Capitancelli (n. 917); via 1242); via Ponte di Mele (n. 1136); vie Colle Zion (n. 1139); via Colle Perino Capitancelli (n.928); via Caio Mario (nn. 929-930); via Valleverta (n. 989); (a. 1177); via Soleluna (n. 1198); via Appia Antica (n. 1197); via Fontana via Stragonelo (n.995); via Carbonara(n. 1058); via di Paganico(n. 1075); 210

Fig. 35. Localizzazione zonale dei siti di età medio-imperiale (seconda metà III sec. d. C.) su base oro-idrografica. A tratteggio l'area della città in età storica.

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quella primo imperiale"", 84 con fasi di età repubblicana ma non attestati nella prima età imperiale”, 70° preceduti da frequentazioni solo di età arcaica, 28 presenti per la prima volta, Per quanto riguarda l'estensione delle proprietà, laddove le caratteristiche morfologiche e la presenza di delimitazioni naturali e/o artificiali ne abbiano suggerito la ricostruzione, questa è apparsa attestarsi su misure minime comprese tra i 20.000 mq. di via Colle Ottone Basso (n. 967) c i 50.000 di via Colle Cicerchia (n. 1042), fino ai 73.000 di Font. na Cavignano (n. 1499), che raggiungono i

105.000 mq. di Colle Santa Maria (n. 1450) c i 170.000 mq. di via di Lazzaria (n. 1497) qualora si considerino anche quegli impianti sorti su aree frequentate in età arcaica. In linea generale comunque le maggiori estensioni sembrano registrarsi per quelle proprietà che presentano una continuità di vita dall'ed tardo repubblicana/primo imperiale La documentazione offerta dai materiali ceramici risulta senza dubbio la più dettagliata potendo contare su un numeτὸ di frr datati specificatamente alla fase particolarmente alto. Se infatti, 39-4 fer." sono presenti rispettivamente in

1 Via Crocetta Vivaro (a, 14); Maschio di Ariano (n. 94); Acqua del Crocetta (an. 1109, 1222, 1223); via Colle Scarano (n. 1137) via Ponte Lauro(n. 1161); va di Pozzett (1, 1259); via Vecchia di Napoli (an. 1272, Nespolo (n.161); Colle Magisteno (n. 163) via Fontana Marcaccio (an. 1273); via Tempio di Diana (n. 1311); via Netunense/dei Cinque Archi (n. 250-251);C. le Angelo(n. 325); via Colle Pignatt (n. 315); via Panamense 1319); Civitana (an. 1326-1337); via Colle Rosso (n. 1365); via Casale (0.334); via Contrada Comune (n. 41); C. Pozzi (n. 369); via delle Azalee Monaci(2.1371); via Appia Nuova (n. 1392); vi degli Aranci (n. 1407);via (2:404); ia Colle Ulisse (o. 413) via di Cori(n. 415); via Reda Ricci (n. di Carano (n. 1456); via dl Grottone (nn, 1484, 1485); via Virgilion. 1519); 418); via Colle Pipino (n. 420); via Colle Barbereti (n. 527); via Ponte via Selvanova I (n. 1522); Presciano(n. 1572); ia Cistema-Campoleone(n. Veloce n.961); via Madre Teresa αἱ Calcutta (n.551); via Coll S. Giovanni 1583); va de igi (n. 1622); via Appia Nuova (n. 1644); via Lazzari(n. (6.567); S.Eurosia(a. 681); via Arciano(n.760; via Appia Vecchia (n.835); 1671); via Retarola (nn. 1678, 1679); via MariaSS. di Nazareth (n. 1696) M. Cagnolo (2.887); via Vlleverta (on. 882, 93, 994); via Cinelli (n. 892); 57 Mezzaraga (0.7); Monte Cavo (n.4) Prtoni del Vivaro (a. 12); Colle via dell'Olmo (n. 916); via Capitancelli (an. 920, 937); via Montecagnolo della Carmignana(nn. 23-25); Guardianona (n. 106); Oridi 5. Nicola (πη. via Paganico (n. (τα, 986, 987); via Valle Fiar (n.992); via Landi(n. 1003); 205-206); Pratoni del Vivaro(an. 214, 217, 299); via elle Noci (n. 225), via 1031); Colle Cicerchia (n. 1053); via dei Cinque Archi (nn. 1066, 1318, Fontana Turano (n. 248), via Tevola (nn. 288-289) via Crocetta Vivaro (n. 1450); via dei Fen (n. 1068); via dell Unica (n. 1101); via dell" Unica (n. 299) via Contrada Comune (n. 342); Colle Tondo (n. 388); Casale de Santis 1107); Crocetta (n. 1111); via Stradone Muti (a, 1115); Colle di Cicerone (on, 1118, 1119); via Colle Perino Vecchio (a. 1145); via Grotte dellOro (n. (0.366); vi Vigna Grande (n. 70); via Morice (n. 398); via Colle Noce (n. via Ponte di 460); Colle degli Olmi (n. 464); via Appia Nuova (on. 489-491); La Pilara 1157); via Grotte dell'Oro(n. 159); via Colle Zion (n. 1189). (an. 499-501);C. le delle Fornaci (an. 489-491); C. le Babi (n. 550);8. Mele(n 1208); via Landi(n. 1227); via Appia Nuova (n. 1255). via Ginestra via Colle Rosso (on. 1364, 1498); via Colle dei Cavalli (n. Cesareo (nn. 570-589); via ella Faiola (n.604; via Capitancelli (n.756); via Ginneti (a. 1268); viadi Lazzaria ‘Appia Vecchia (un. 806, 35); Castellaccio(n.815); via dela Vite (n 838); 1374): via Selvanoval(n. 411); Colle Santa Mari (n. 1450); via Valleveta (n. 885); Ponte Tre Armi (n. 90); via Appia Nuova (n.909); (n. 1497); Font na di Cavignano(n. 1499); via Colle Ospedale(t 1513), via degli Aranci (n. 116), ia Selvanova II (n. 1524), va delle Mole(n. 1544); via Capitancell (n.920); via Carbonara (n. 951); via Cinelli (nn. 972, 981) Colle Ottone Basso (n.979); via Landi (0. 1004); via Quarto del Campo (n. via Pontedi Mezzo (n. 1947); via Torre di Lazzaria (n. 1867); via Citema1040); via Vecchia Napoli (n. 1052); Crocetta (nn. 1093, 110, 1226); via Campoleone (an. 1576, 1584, 1692; via delle Querce (n. 1714). "^ Via Colle dell Acero (n. 123 y; via dei Laghi (n. 302); via Contrada dell'Unica(n. 1103); vi Castellaccio-Carano(n. 1113); va Stradone Muti I (n. 1114); via Fontana Parata (a. 1122); via Appia antica (n. 1123) via tore Comune (n. 316); via Acqua Palomba (n. 320); via Arcioni (n. 323); Presciano (n. 1241); via dei Finil (n. 1253); via Giannetta (n. 1261); via Quarantola (n.326); via Papazzano (n. $43); via Troncavia (n. 545); via (n.679); via Appia Vecchia (nn, 823, 830) V. e ΓΙ Kennedy. Nettunense/dei Cinque Archi (n. 1287); via Ponte di Mele (n. 1338); via Appia875);Vecchia via Capitancel (n. 924): via Colle Ottone Basso (n. 967); via Tore di Presciano(n. 1386); via Pedica(n. 1361); vi dei Finit (n. 1381); (0.Montecagnolo (n.985); via Colle Cicercia(n. 1042); via Sterlina Irlandese via dei ienilio. 1422); via delle Mole (n. 1507) via Appia Antica (n. 1508); vi Tore di Presciano(n. 1238); via Vecchia di Napoli(o. 1262); via ei Gels (n. 1521); viaS. Tommaso(n. 1530); viaS, Tomao(n. 1531); via (nvia 1167); Tore di Presciano(n.1363); via Colle 5. Francesco (nn. 14S, 1447); via Castellacio- Carano (n. 1570); via Cisterna-Campoleone (n. 1571); via Nettunense/dei Archi (n. 1451); via Colle S. Maria (n. 1508); via S. Nettunense/dci Cinque Archi (n. 1595); vi dellaVit (n. 1611): via Vigilio “Toma (n. 1598);Cinque via Netunense/dei Cinque Archi (a. 1660) via della Vite (n. 1627); Lazzari (n. 1664); via Isola di Ponza (n. 1674); via sola Zannone (02.1704, 1708) (0.1676); via delle Querce (0. 1713) P Terre Rosse (n.40; Artemisio(n 152); Colle Magisterno(n.169); via Terre Rosse (n. 31); Vallone n. 40); C. le dell'Acero (n.227); via Crocetta Vivaro (n.230); Nemi-lago(n. 178); Pratoni del Vivaro (n. 214) Crocetta Vivaro (n.230); via Fontana del Turano(n. 255); Colle Paccione(n. (n. 324); via del Marrone (n. 345); Casale de Santis (n. 366); 262); via Colle Magisteno (n.264) via Arcioni (n.321); Quarantola (n.328); Quaraniola Fosso Acqua Lucia (n.393); via Arana (n. 422); via S. Andrea vile. viadei Castagnoli (nn 336,337) via del Marrone (n, 345); a Ficla (n.362); ἘΠῚ Kennedy (n.879; via Valle Fiara (n.878); via Cinelli (892);(n. 823) via Casale Suolo di Piro (n.364); ia delle Otensie (n.406); via della Caranell (n.528); (a. 917); via Carbonara (n. 951); via Palag (n. 982); via via Appia Nuova (n.611); via Vecchia di Napoli (o. 716); via Fossatll (n. Capitanceli Vecchia Napoli (n. 1052); via Nettunense/dei Cinque Archi (n. 1068); via Ara. 153); via Capitancell (nn. 753, 757); via Piazza di Mari (nn. 760, 941); via di Stanga(a, 1180); via Ginestre innen (n. 1163); via Vecchia Napoli (n. Pedica dell'Olmo (n.799; via ella Vite (n. 834); via Scommiato(n. 48); via 1262); via del Bosco (n. 1267); via Tore Presciano(n. 1382); ia Colle Rosso S. Gennaro(n. 888); via Capitncell (nn. 925,938) via del Franco belga (n. (nn. 1365, 1460, 1468); via Appia Antica (n. 1385), via Spirito Santo (n. 944); via del Sorbo (n.947; via del Formello(n.962); via Memnone (n.988); 1389); via Netunense/dei Archi (n. 1315); via Colle ἀεὶ Cavalli (n. via Sragonello (1.997); via Colle Otone Basso (n. 1029); viadella Primavera 1457): Presciano (n. 1488) Cinque via ei Geli o. 1821); via Selvanovall 1822); (5. 1065); via dell'Unica (n. 1106); via Ara di Stanga (n. 1150); via Grotte via Torre Lazzari (n. 1563); via Castellaccio Carano (n 1579}. via (n.Cistemadell'Oro (n. 1158); via Ginestre Ginnett (πη. 1163, 1164); via Formalet (n. Campoleone(en. 1874, 1576, 1584); Le Castella(n. 1606) via Isola di Ponza 1170); via Vigne Nuove (n. 1215); via Stradone Mus (nn. 1217, 1218, 1219); via Carano (n. 1687); via della Vite (nn. 1704, 1705) via Vecchia di Napoli (n. 1268),via Vecchiadi Napoli (n. 1271); via Colle (01674): 79 Via Arcioni(» 321): via ei Castagnoli (n.337); via Catani (0.416); Formica(o. 1280); via dei Cinque Archi (n. 1315, 1699); La Parata (n. 1350): via Papazzano n.19); via Papazzano(n. 539); ia dell Faola (n.604) ia via Tore di Presciano (n. 1352); via Appia Antica (n. 1385); via dell'Ulivo Appia Vecchia (n.651); via Capitancelli n. 757): via Piazza di Mario (n. Ginnett(. 1402); va Vecchia di Napoli(n. 1406); via dell'Ulivo Ginneti (n. 760). via della Vie (n. 34): via Appia Vecchia(n. 835); Ponte Tre Armi (n. 1409) via Colle Piombo(n. 1410); via di Carano(m. 1454, 1558, 1661); via 890). via Appia Nuova (n. 909); via Landi (n. 104); Crocetta (n. 1222); via Colle dei Cavalli (n. 1457); Presciano (nn, 1487, 1488); via Castllc Tore Presciano (n 1237); via Vecchia Napoli (a, 1272; via Appia Antica(n. cio/Carano(n. 1491); Lazzaria (en. 1500, 1569). via Selvanova II (n. 1525); 1299); via Pedica (n. 1361); via Netrunense/dei Cinque Archi (n. 1317); via C. le Lazearia (n. 1559); via Tore di Lazzari (nn. 1563, 1564, 1680); via Appia Nuova (n. 1392); via ColleS. Francesco(nn. 1445, 1447) va delle Cisterna. Campoleone(nn. 1585, 1665, 1669, 1684);ia Paso dei Corsi (n. Mole (n. 1546), via Nettunense/dei Cinque Archi (n. 1595). via Passo dei 1596, 1700); Le Castell (n. 1606); via Virgilio (n. 1612); via dei Tig (n. Coresi (n. 1896); via dela Vite (t. 161); via Lazzaria (t- 1671); ia Appia 1625); via dela Vie (nn. 1632, 1633) via Appia antica (n. 1709) antica (0.1709) 212

44 e 30 affioramenti per un totale di 74, quelli con 59-6 fir. sono 26 e 27 per un totale di 53, quindi seguono quelli con 77-8 fi. con 15 e 10 per un totale di 25 e ancora quelli con 955-10 frr."* con 8 e 6 per complessivi 13. A partire da 11 il numero degli affioramenti si contrae sensibilmente, riducendosi a non più di 3 unità, spesso ad una sola: in ogni caso sono presenti quelli con 11 fr^, con 12 frr., con 14 frr", con 15 fir", con 17 frz??*, con 18 fi." con 20 fir, con 21 frr."*, con 22 frr", con 23 frr™%, con 24 frr.™, con 27 fr. e con 29 fir. Anche per questa età comunque alcuni affioramenti sono risultati definibili cronologicamente in senso più lato, potendo contare su frr. non data-

bili puntualmente, solo genericamente riferibili al periodo, sulla base della classe tipologica, del tipo di produzione e quindi della loro maggiore diffusione. All'interno dell'età proprio la documentazione offerta dai materiali ceramici sembrerebbe evidenziare delle concentrazioni in corrispondenza di alcuni ambiti cronologici, che è plausibile anche in considerazione di altri elementi, possano prospettare l’esistenza di fasi di maggiore “importanza”. A tale proposito, prescindendo dalle fasi meno circoscritte cronologicamente e da quelleche pur essendolo, a causa della loτὸ esiguità, non sembrano indiziare un particolare sviluppo, casi significativi sono offerti: dall'età flavia, con 264 frr."

‘0 Pian di Ceri (n.212); Colle della Fragola (n. 46); Colle Vignato (n. ‘coppa carenata, decorata ἃ rotellatura su lobo centrale dell'orlo e sul punto 254); Nemi-lgo(n. 177): via della Cava (n.497); via Appia Vecchia (n.633); di congiunzione tra parete e carena, tipo Dragendorff 2, databile a età flavia Appia Vecchia (n.44); via Diomede n.658): via Valle Vert (n.883); via via, da via Stragonello (a. 1103); sigillata africana (fr: di parte di forma A, databila partire dall'età flavia,da Terre Rosse" Capitanceli (n.923); via del Sorbo (n. 947); via del Formello (n.962); via non id.,in produzione Colle Ottone Basso (n. 1016); via Paganico(n. 1031) via Castellaccio Cara- (0.21); 1 fidi oro di scodella i tipo non i, in produzione A, e 3 fi: di pa‘no (a, 1113); via Grotte d'Oro (n. 1158); via Vigne Nuove (a. 1215); via Pre. retedi forma non id, n produzione A, daC. le ella Fragola (n.46; 5 fr. di sano(n. 1357): via dei Fini (a, 1381): parete pertinent a forme non id, in produzione A, da "Colle Mozzo” (n. 51); fr di fondo pertinente ἃ forma non id, in produzione A,4 fr. di pare: te pertinenti a forme non id, in produzione A, da Font. a diS. Antonio (n. ella Vit (n. 1514); viaS. Tommaso(n. 1530); via Retarola(n. 1679). ‘54 Terre Rosse(n.22); Acqua del Nespolo(n.161); Colle Magisterno(a. 155); 2 fe di parete pertinent a forma non id, di produzione A, da Acqua 2 fr. i parete pertinenti a forme non id, di cui uno 165); Colle Paccione (n. 262); Pratoni delVivaro (n.299; via Colle Magi- del Nespolo (n. 161); a rotella, in produzione A,e 2 fr. di fondo pertinenti a for stemo (n.264); vi ei Laghi (nn. 301, 302); Monte Alto (n.307); Suolodi ‘con decorazione Piro(n.364); via dl Cigliolo(n. 438) via delle Cort (n.538); via Appia me non dd, in produzione A, da Piandi Ceri (n.21); 1 fr fondo pertinente a forma non id. Vecchia(n. 646); via S. Gennaro (n.83); via della Vite (a, 838); via Monte- a forma non id, in produzioneA, 1 f di parete pertinente cagnolo (n.880); via Capitanell(1.938); ia del Franco belga (n.944); Col- in produzione A, da Pian di Ceri (n. 213) 1 fr. i fondo ad anello pertinente non i. in produzione A, | fr. i parete pertinente a forma non id, Je Ottone Basso(n. 1016); via Carbonara(n. 1058); Croceta (n. 1112); via ‘a forma Fontana Parata (n. 1212); via Carano (n. 1454); via di Lazzaria(n. 1497); via in produzione A, da Pratone (n.220); 4 fr di parete pertinent a forma non id. produzione A, da via Acqua Palomba (n 256);i. di parete pertinenColle Rosso (n. 1498); Fontana di Cavignano(n. 1499); Presciano (n. 1572) 7 Via Contrada Comune (n. 316); via Morice (n.398); via delle Azalee iia forma non'd, in produzione A, da "Colle Paccione” (n.262); ft di paa forma non i. in produzioneA, da via Tevola (n.289); | fr. (n. 404); via Valle Vert (n. 879); via della Caranella (n.912); via Colle rete pertinente Ottone(n. 971); via Cinelli (980); via Montecagnolo(a. 987); Crocetta (n. di parete di forma aperta non id. in produzione A, da Acqua del Pescho (n 1109);via Ponte Lauro (n. 1161}: via Nettunensedei Cinque Archi (n. 1286); 291); | fi di carena con decorazione a ovoli impressi nel punt di congiunvia dei Finiti n. 1422}. via del Grotone (n. 1484), via Passo dei Corsi (n. ione tra parete e carena pertinente a coppa no i, n produzioneA, da via Crocetta Vivaro (n. 299); 3 fr di parete pertinenti ἃ forme non id, in pro1897): via Appia Nuova(n. 1603) duzione A, da via dei Laghi (n.301); f. di paretedi produzione A, da via 2% Colle Mozzo (n. 51). via Fontana Turano (n. 283). Pian i Ceri (nn. 213,211); Pratoni del Vivaro (n. 217, 220); via Stradone Muti(n. 1122): dei Castagnoli (n.337); fri fondo pertinente forma non id, in produziovia Torre Presciano (n. 1241); via delle Mole (n. 1507); via Cistemane A, da Suolo di Piro o della Cavalleria (n. 364). 2 fr di olo pertinenti a forme non dd, in produzioneA, 2 fr. di fondo ad ancllo pertinentia forme Campoleone (n. 1585). 5 Via E Parri(n.19); ia Coll dei Marmi (n.807) via Ponte di Mele non id, in produzione A, e 3 fr. di paree pertinenti forme non idd., in (n. 136); via Colle Perino Vecchio (^. 147) via degli Aranci (n. 1407); via produzione A, di cui uno con con decorazione a rotella, da Suolo di Piro o Passo dei Coresi (n. 1594); via Ventotene (n. 1678); via Maria SS. di della Cavalleria (n. 365); | f. di orlo di coppa non id, in produzione A, 1 fr. di oro pertinente a forma non id in produzione A, 3 fr. di parete petinenNazareth(n. 1696). 4 ἔπ: di 295. Antonio (n. 155); Acqua Palomba n. 256; via Ponte di Mele (n. tia formenon ida, di produzioneA, da Macchie la Faiola (n.386); 1065); via Fontana Parata (n, 1349); via Retarola(o. 1581); via ἀεὶ ili(n. parete pertinent a forme non id in produzione A, da via delle Azalee/via delle rtense (n, 408); fidi parete pertinente ἃ forma non id, n produzio1618) 777 Via Colle Pipino (n. 420); via Scommiato (n. 848); Crocetta (n. ne A, da via delle Azalee/via delle Ortensio n, 406); 2 fi. di fondo su anello dicoppa non id, i produzioneA, If. di parete di coppa noni. con solcatu1092) ra interna, in produzioneA, da via Calini (n. 414); fr. di fondo ad anello 7 Monte Peschio(n.291); ia Appia Antica(n. 1306) pertinente a forma non id, in produzioneA, da via Redina Ricci n. 418); 2 7" Via Cor (n.41 ); via Stagonello (n.995); via Retarola (n. 1678) fim. di parete pertinenti a forme non ida, di produzione A, da via Colle 7» Via dei Bastioni (n.785) Pipino- via di Cori (n.420): 2 fr. di fondo pertinenti ma non combaciani di "2 Via Colleoni(n. 1187) "^ Monte Secco (n. 386) via Passo dei Corsi (n. 1656); via dei Tigli n forma non d, in produzioneA da via Appia Nuova-via della Cava (n. 497); 2 fre di parce pertinentia forme non id, in produzione A, da via dei 1624) Crocefiss (n. 530) 1 fr. di parete pertinente a forma non id, di produzione 75 Via Appia Vecchia (n.810) via Caio Mario (n.930) A, da via delle Cor (n.538); If. di oclo pertinente a forma non id. in pro7 Via dei Crocefisi (n. 530) dizione A, c ἐς di parete pertinente a forma non δ, in produzione A, da via 7 Via Vlleverta(n. 989); via Appia Antica (n 1195), Appia Vecchia (n. 650);2 fr. di parete pertinenti a forme non id. in produπα Lazzaria(o. 1589) zione A, da via di Rioli (n. 681); |f. di orlo pertinente a forma non id, in > Via Carano(n, 1501) produzione A, ἀ via delle Cori n. 737): 1 f. di orlodi coppa nonid.,inpro2 Suolo di Pirro (n.365) duzione A, ε fr. di parete pertinenti a forme non dd, in produzione A, da 7" Via Crocefisi(a, 47); Crocetta (n. 1223). ἃ forme non dd. in pro#Del numero complessivo sono presenti materiali in sigillata italien via dei Crocefiss n. 747); 2 fr. di parce pertinenti a forma non (1i di part riferibile a calice o coppa in sigillata tardo italien, decorata a duzioneA, da Coll de’Marmi (n.810); If di parete pertinente matrice con fascia orizzontale ἃ perline e sottostante fascia in cui è appena id, in produzione A, da via S. Gennaro-via Appia vecchia (n.830); fr. di parete di cui uno con decorazione a rotella, pertinenti a forme non id, in riconoscibile un motivo alii, assimilabile ἃ Setefinesr, lav. 40, 3, daaA, e 2 fr. di fondo pertinenti a forme non id in produzioneA. bile inet flavia, da via Colle Vignato (n. 254); fidi orlo svasato di calice produzione a forma noni in produ: tipo Dragendorf11 simile a Sctefinestre ta. 40,3 attestato a parre dal da via. Gennaro (1.833); | fd fondo pertinente A, 1 ft: di parete pertinente a forma non id. in produzioneA, da via T'e flava, da via8. Andrea (n.523); sigil ata sud gallica(1 f. di orlodi zione 213

‘Scommiato(n. $8); | di fondo di scodella non i, in produzione A, da in produzioneA, 1 f di orlo pertinente a forma pon id, in produzioneA, e 3 a forme non idd., in produzioneA, da via Passo dei Lanuvio-x le li Kennedy (n.875): 1 fr. di ol pertinente a forma non id, fi di parete pertinent a forma non id, in produzioneA, in produzione A, e f di parete pertinente a forma noni, in produzione A, Coresi (n. 1656); 1 f di parete pertinente da via Vallvert (n. 879); f di parete pertinente a forma noni. in produ da via Nettunensc/via dei Cinque Archi (t 1660) I di fondo su piede ad zione A, da via Vallevert(n. 883); | fr. di parte pertinente ἃ forma non id. ‘anello di coppa non id, n produzione A, da via Retarola (n. 1679); If di pax in produzione A, da ia Vallevera (n 885); 1 di fondo pertinente ἃ forma fete pertinente a forma non id, in produzioneA, da via Passo dei Cores (n. a forma non id. in produzioneA, databileἃ non id. in produzioneA, da via Cinelli n. 892); 2 frc di parete pertinent a 1700) f di parete pertinente forme fond, in produzione A,da via della Caranella (n.912); di pare- partire dall'età fava, da via ella ite (n. 1704}}. comune da fucco (If. di te pertinente a forma non id, in prodozioneA, da via Casale Capitancelli (n. odo di coperchio tipo Curia I, fig. 257, 124, atestato in contest di et fla917); 1 fe. di parete pertinente a forma non id. in produzione A, da via via, da C. le Magistern (n. 165) ἔς di lla call'orloa tesa pendente tipo Capitancelli (n.923); 3 fi. d parete, di cui uno decorato con lobo liscio, per- Coria fig. 256, 105, attestato n contesti i tà lava, da Pian di Ceri (n. tinent a forme non dd, in produzione A, da via Caio Mari (n.930); 1 fr. di 211); 1 fc dirloi lla tipo CuraI ig. 256, 109, attestato in contestdi tà fondo ad anello di coppa non id, in produzioneA, da via del Franco Belga lavi, da I Pratone (n.217); fi. di pentola dallor a tesa tipo Curia Il, αἱ età favi, da Il Pratone (n.220; 1 fr di (n.944); ἐς di parete pertinente a forma non id. in produzioneA, da va del fig. 256, 102, ttstto in contesti Sorbo (a. 947); 2 fr. di parte pertinent a forme non i, n produzione A, bordo di coperchio tipo Curia I, fig. 260, 162, atstato in contesti di et fta da via Carbonara (n.951); fc di parete pertinente ἃ forma non id, in prod vine 1 ἔς di orlo di tegame tipo Curia I, fig. 257, 114, attestato in contestidi ll i zione A, da va del Formello (n.962); f. di parte pertinente a forma non tà flava, da via Fontana del Turano (n.253); f di rto pertinente fd, in produzioneA, da va Cinelli (a. 380). 1 rdi parete pertinente a forma po Curi I, fig. 256,103, attestato in contesti di età avia, da Acqua del non i. in produzione A, da via Pelaggi (n. 981); 2 fr. di parete pertinenti a Peschio (n.201); 1 fr di oro di ll ipo Curia I, fig, 261, 173, attestato in forme non id, in produzioneA, da via Palaggi (n.982); 5 ft. di fondo ad contest di tà favi, da via della Caranella (n. 828); 1 Ις. di orodi olla ipo da via dei Crocefssi anelloi scodelle non ida, in produzione A, e 1 fd parete pertinente a for- Curia I, fig. 256, 107, attestato in contesti di eta flavi, ma non id. in produzione A, da via Valleverta (n. 989);3 fr. di fondo perti- (0.530). 1 f di ro ὦ coperchio leggermente rialzato con solcatura interna nente a forma non id. in produzione A, da via Stragonello (n.998); | f. di appena percettibile, assimilabileal tipo Curia IL fg. 263, 204, attestato in. parete pertinente a forma non id in produzioneA, da via Quartodel Campo contesti di et flavia, da via Appia Nuova (n. 611): 1 ft: di orlo di coperchio (0. 1040); fr. di parete pertinentea forma non id, in produzioneA, da via "ipo Curia I, fg. 257, 124, attestato in contesti di età flavi, da via Vecchia Colle Cicerchia (o. 1042); | ἔς di fondo pertinente a forma non i, in produ- 4i Napoli (n. 16); 1 fr. di olo di coperchio tipo Curia I, fig 257, 127, ttezione A, da «Colle Cicercia» (n. 1052); f di olo pertinente aforma non stato in contesti diet flavia, da viaF Par(a. 719); 1 ἦς di orlo modanato i. in produzione A, da via Colle Zion (n. 1139); αι di parete pertinenti a all'esterno pertinente casseruola tipo CuriaI fig. 260, 161, estao in conforme non id,in produzione A, da via Colle Perino Vecchio(n. IT)2 fr test diet lava, da via Piazza di Mario (p. 760); 1 fr. di pentola dall'orlo a tipo Curia I, fig. 256, 105, attestato in contest da di paree pertinenti a forme non id. in produzione A, da via Ponte Lauro (n. tesa pendente 1161); 1 fe di oro pertinente a forma non id. in produzione A, da via via Arciano (n. 766); f. di bordo di coperchio tipo Coria I, fig, 263, 204, Gineste Ginnett (n. 1163) 1 f di oi pertinent a forma non id, in prodo- attestato in contesti di tà Nava, da vía Appia Vecchia (n. 834): ft. di ro di in contest di età zione A, 8 fr. di parete pertinentia forme non id, in produzioneA, da via pentola tesa pendente tipo Curia IL ig, 256, 105, testato Colle Zioni (n. 187);3fr di parete pertinenti a forme on id, in produzio- flavia, da via della Caranella (n.912); 1 fr di olla dallorlo leggermeate neA, da via Coll Zion (n. 1189); fr. di fondo piatlscodella non id n sporgente ed arrotondato tipo Curia I, fig. 259, 156, attestato in contesti di produzione A,e 1 f di parete pertinente a forma nonid, in produzioneA, de et flavia, da Via Montecagnolo (n. 986); rdi pentola dalloroatesa penvia Solluna (a, 1195); 1 fidi fondo pertineat a forma non i. in produzio- dente tipo Cura I, fig. 256, 105, attestato in contesti di et flavia, da via neA, If di parete pertinente a forma non i.in produzione A, da via F πὰ Montecagnolo (n. 987); | fr di oro di lla tipo Curia I, fig. 256, 108, ateParata (n. 1212); f. di orlo ἃ tesa di scodella non id, in produzione A,e 7 stato in contesti di età favi, da via Nettnense/Via dei Cinque Archi (t. fr di parete petineti a forme non id, in produzione A, da Crocetta (p 1068); f di oro di oll rientrante ingrossato e desinent ἃ becco di civetta 1223). fc di parete riferibile a coppa non id, in produzione A, da via Appia simile a Cura I, fig. 256, 107, atesatoin contes di et flavia, da Crocetta "antica (a. 1245); 1 f di fondo di piatoscodella non i, in produzioneA, da a. 1095); 1 fr. di olla dallorlo esroiesso ed arrotondato tipo Curia I, fig. via ἀεὶ Pozzeti (n. 1259); 1f di prete con decorazione ἃ rotell pertinente 255,97, attestato in contest di cà πανία,da Crocettaa. TT); fr. dirlodi «forma non id, in produzione A, da via Vecchia di Napoli (a. 1272); 1 fr.di olla tipo Curia IL fig. 256, 107 atestato in contesti di et flavis, da via delle parete di forma non id. in produzione A, da via Nettanense/via dei Cinque Vigne Nuove (t. 1119); 1 fe di rl di ola tio Olcese 2003, tav. I7, attemetà del Ise. Archi (n. 1286); 3 frc di parete pertinenti a forme non id. in produzioneA, stato in contesti compresi tra a fie del sec. aC. ela prima da via Ponte di Mele (n. 1338); f dirlo pertnentea forma non id. in pro- 4C,, con maggior attestazioni in età flava,da via Colle Scarano (n. 1137); duzione A,e 1 f di parete pertinente a forma noni. in produzione A, da via 1 fr ἃ olla dll'orlo arrotondao leggermente estoflsso tipo Curia I, fig Fontana Parata (n. 1349); 1 f di parte leggermente carenata con tracciadi 256, 109, attestato in contesti di eth Navi, da vi F. na Parata(n 1212). 1 fi carenatura, pertinente coppa non din produzioneA, da via Colle Rosso (n. di lla all'orlo ingrossato ed appuntito esternamente ipo Curi I, fig. 256, 1364); 3 f di parete pertinenti a forme non idd in produzione A, da via dei 109, attestato in contesti i et flavia, da Crocett(n. 1229); | fr. di olla dal fascia tipo Cora I, fig. 262, 200, atesatoin contest di età lava,da Fen (n 1381); 3 fi. di parete, pertinent a forme non id, in produzione Toria ‘A, da via Spirito Santo(n. 1389); 1 i di parete pertinente a forma non id, ἐν via Appia antica (n. 1306); 2 fe di bordo di coperchio tipo Curia I, i. 260, produzioneA, d via Pratolungo/via Cole Piombo (n. 133); 1 fr. di parete 162, atesato in contesti d età favi, da via Torre di Presciano (n. 1382); 1 tipo Curia I, fig. 257,129 attestato in contest di età pertinente ἃ forma non id, in produzione A, da va dei Fenili(n. 1422). fr fidi bordodi coperchio oro pertinente a forma non i, in produzione A, 3 fre di parete pertinen- avi, da via Appia Nuova (n. 1392); 1 tdi bordo di coperchio tipo Curia da via dell'Ulivo Ginnetti tia forme non id, in produzione A, da via Colle S. Francesco (n. 1445); 3 1, fig. 258,157, attestato in contest diet flavia, e estofleso di lla tipo CuriaI, ig. 257, fir. di parete, pertinenti a forme non ida. in produzione A, da via di Lazzaria (n.1409); f diorlo arrotondato (n. 1497); 3 fr. di parete, pertinenti a forme non id. in produzione A, da 116 attestato in contesti di età favi, da via Colle dei Cavalli (a. 1487) 1 fr. Font. pa Cavigano(n. 1499); 3 fr. di parete pertinent a forme non id.in. ^i bordo di coperchio ipo Curia I, fig. 261,178, attestato in contesti d eth produzione A, da via di Carano (n. S01); 1 f. di parete pertinente a forma flavia, da via del Grottone (n. 485); 1 fr. i orlo di casseruola tipo Curia I, nonid. in produzione A, da via Colle S. Maria (n. 1505);1 f di paret perti- fig. 256,105, attestato in contest diet flavia, da «Presciano» (n. 1487); If a tesa tipo Curia I, fg. 256, 102, atestato in contesti di eth nenete a forma non id. in produzioneA, decorata ἃ rotella, e 1 f. di parete di ola dalloro pertinente a forma non id. in produzione A, da via dei Gels (n. 1521); 3 fr flaviae 1 fr. di oro di olla tipo Olcese 2003, tav. XI, S-Curia I, fig. 256, 109, testato in contesti di età flavia, da via Passo dei Cores (n. 1594); 1 fr. di parete pertinent a forme non id, in produzione A, da via S. Tommaso (h. 1530); 2 fr di parete pertinenti a forme non ida. in produzione A, da via di orlo pertinente a casseruola a tesa con estremità sagomata tipo Curi I Rearoia (n. 1581); fi di parete pertinente a forma aperta non id, in produ- fig. 255, 10 , attestato in contesti di età avis,a va Retarola (n. 1678); fr zione A, da via Cisterne-Campoleone (n. 1885) 6 fr. di parete pertinentia di orlo di coperchio leggermente rialzato con solcatura interna appena per forme non da, in produzione A, 1 di fondo pertinente forma non id, in. ettbile, assimilabile al tipo Curi I, fg. 263, 204, attestato in contesti di produzione A, da «Lazzaria» (n, 1589); 2 rdi prete, di cui uno pertinente età flavia, da via della Vite (n. 1705). comune da mensa (1 ft di olodi olla. a coppa carenata con rotellatura sopra e soto la carena, in produzione A, da dall'odo a fascia simil al tipo Curia IL fig. 253, 65, attestato in contesti di via Passo dei Cores (n. 1894) 1 f. di rl perinente a forma non d, in pro- età flavia, da il Pratone (o. 220); 1 fr. di orlo di alla ipo Duncan 1964, fig duzione A, e2 frr di parete pertinenti a forma non dd. in produzione A,da 12,103, atestato in contestdiet avi, dail Pratone(n. 224); fr di orlodi rocca o anforeta ipo Curia I ig, 262,191, attestato in contesti di età lavia Nettunense/via dei Cinque Archi n, 1595); 1 fr. di rl di coppa noni, 214

dei quali 51 riferiti specificatamente al periodo e 213 datati più genericamente a partire dall'età, e da quella traianeaadrianea con 130 frr. Per quanto riguarda il dato relativo all'età flavia, peral-

tro confermato dalla presenza di numerosi personaggi della gens nelle iscrizioni veliterne, esso risulta ulteriormente circoscrivibile considerandoi 111 frr. di età domizianea" (alla quale può riferirsi anche l'iscrizione frammentaria da

via, da via Colle Magisterno (n. 264); | f di olo di anforeta ipo Coria II, fig. 262, 191, attestato n contest di tà Πανία, da Macchie a Faiola (n. 386). 1fr di brocca o bottiglia dll orl leggermente arrotondato tipo Cura I, fig. 262, 185, testato in contesti di tà favi, da via Capitancelli (n. 787); 1 fr. di lla all'oro a fascia tipo Curia I, fig. 252, 47, attestato in contes di età flavia, da via Arciano (n. 766); di olo estroflesso pertinente a forma non Δα. (anforetta ) tipo Cura I, fig. 259,150, atesatoin contest di età flava, da via Fontana Acquavivola (n.909); I fr di orlo afascettadi anforeta tipo Coria I, fig. 252, 45, attestato in contesti di tà flava, da via Vecchia di Napoli (a. 1263); 1 f di anforeza dall orlo arotondat tipo Curia I, fig. 253,62, attestato in contesti di eth favi, da via dei Fcnili(n. 1284); 1 ἧς di ‘orl pendente di brocchetta tipo Curia I, fig. 252,45, attestato in contest di tà flava, da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1315); afticanada cucina1 fr. di orlo annerito indistinto con parete ad andamento leggermente sinuoso, esterno a patina cenerognola, pertinente a tegame tipo OstiI 309, attestato in età ava, da Pian di Certi (n.219). ‘© Del numero complessivo sono presenti materiali in: comune da mensa e da dispensa (2 fi. di catino pertinenti ma non congiunti dll’orlo pendente tipo Ostia I, 453, attestato in contes di età flava, probabilmente durante la prima parte dl principato di Domiziano, dal Vivaro(n. 12); f di oro di bacino tipo Osta I, 452, attestato in contesti di età flavi, proba bilmente nella prima parte del principatodi Domiziano,da “Colle Mozzo” (0.48); 1 f di orodi anforett tipo Ostia I, 40], attestato in contest di età flava, probabilmente durante Ia prima part del principato di Domiziano, dalla Donzeliett (n. 182) i di oro a fascia di anforetta tipo Ostia I 411, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da C. le Magisterno (n.168); 1 fr di orlo pertinente a forma aperta (recipiente) con oro a tesa tipo Osta I, 362, testato in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano da via Arcioni (n, 321); 1 f. di orlo pertinente a anforeta tipo Ostia I 410, atestat in contesti i et flavia, probabilmente durante la prima parte dl principato di Domiziano, da via dei Croceiss (n 530); fi di oro estrfless e indistinto di casseruola ipo Ostia I , 361, estat in contesti di ci Nava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da vi della Caranlla (n.912) 1 fr oro da via del Sorbo (n.947); 1 fidi olodi anfoett, tipo Ostia I, 372, atestato in contest di et flavi, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano da via Vecchia di Napoli n. 1272); fr. di oro di bacino tipo Ostia 11,447, attestato in contest di et flavia, probabilmente durante la prima pate del principato di Domiziano, da via Appia Nuova (n. 1392); ft. di orto a fascia ingrossaa di brocca tipo Ostia I 415, attestato in contesti di età Pavia, probabilmente durante Ja prima parte del principato di Domiziano, via degli Aranci (n. 1407); 1 f. di orlo pertinente a anforetta con orto a tesa tipo Ostia I, 362, attestato in contesti d tà fava, probabi menie durante la prime parte del principato di Domiziano, da va di Carano (0. 1501); 1 f di oro di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, atestato in contesti di età flavis, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Torredi Lazzari (n. 1863) e 1 fi di oro da via dell'Ulivo Ginneti (n. 1409); 1 t di orlodi mortaio tipo Ostia I, 454, ateαἱ t flavia, probabilmente durante la prima pate del printato in contesti cipatodi Domiziano, da via Cisterm-Campoleone (n. 1574) If. di orlo di ‘coppa tipo Ostia I, 348, attestato in contesti i e flava, probabilmente durante la prima pate del principato di Domiziano, da via dei Tigh (n. 1618); 1 edi anforetta dallorlo estoflesso tipo Ostia I, 383, da cui differisce per l'inclinazione leggermente inferiore verso l'esterno, attestato in contesti di à Davis, probabilmente durante Ja prima pare del principato di Domiziano, da via Lazzaria (n. 1671); 1 f. di orlo di bacino tipo Osti Il 452, atteso in contest i eta avi, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Tore di Lazzara (n. 1680) 1 f di orlo di bacino tipo Ostia I, 447, attestato in contest i età lava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Maria SS. di Nazareth (o. 1696); comune da fuoco (1 fi. di olo verticale a grossa mandorla pertinente a oll tipo Ostia I, 507, aestatoin contesti di età Πανία, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Crocetta Vivaro (n. 14)e fr ἀ orlo da Colle Mozzo” (n. 51); 1 fr. di orlo

i coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, testato in contesti di età lava, probabilmente durante la prima parte del principatodi Domiziano, da Pian αἱ Cerri (n. 213); 1 fr. di incensire dll orlo sagomato e decorato tipo Ostia Il 472, attestato in contesti di età flava, probabilmente durante la prima parte dl principatodi Domiziano, da I ratone (n. 207): 1 f di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, attestato in contest diet flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, e 1 f. di oJo a tesadi casseruola tipo Ostia I 483=Olcese 2003, ax I, 7, atesato in contesti compresi a l'età augustea let traianc, presente a Ostia in stra tii età domizianea, da via Colle Vignato (n.254) Ift. di coperchio dal 'or10 arrotondato tipo Ostia I, 514, atestao in contest di età Nava, probabil"nente durante la prima pate del principato di Domiziano, da M. Alto (n. 307); | f di orlo di coperchio di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515. ‘attestato in contesti di et lava, probabilmente durant la prima parte del principato di Domiziano, da via Arcioni (n.323); |f. di oro di olla esto flesso tipo Ostia I, 489, atesato in contest diet flavia, probabilmentedurante la prima parte del principato di Domiziano, da M. gli Impiccati (n. 384); If. i olo di coperchio di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, testato in contesti di età fava, probabilmente durante la prima parte del principatodi Domiziano, 1 f. di fondo di incensiee tipo OstiaΠ, 467, atte stato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano,da Macchie la Faiola (n. 386). 2 fr di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia IL 515, atestao in contesti di età Πανία, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, 1 fr. di oro di lla biansata assimilabile αἱ ipo Ostia I, 49, attestato in contest di età favia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, e | fi. di orlo e parete di incensere assimilabile al tipo Ostia I, 471 ab, attestato in contesti di età flavia, probabilmente durante ta prima pare del principato di Domiziano, da Suolo di Pirro 0 della Cavalleria (n. 368); 1 f di olla all'orlo a mandorla tipo Osta IL, 507, attestato in contei di et avia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Ariana (n. 428); 1 f. di orlo di coperchio arrotondato ti po OstiaI, 515, attestato in contest di età fava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da Velletri-via Cantina Sperimentale (n. 513); 2 fr di oro pertinenti ma non congiunti di ola tipo Ostia Π, 485, atesaro in contesti datati all'età flavi , probabilmente duran te la prima pate dl principato di Domiziano, da "S. Marinella” (n.610); 1 fr di olla biconica dallorlo estrofesso tipo Ostia I, 489, atestato in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, daM. Cagnoletto (n. 646). 1 fr di oro di coperchio arrotondsto tipo Ostia I, 515, attestato in contesti di età lava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Appia Vecchia (n. 650); | f di orlo di coperchio assimilabile al tipo Osti I 513, attestato in contest di tà flavia, probabilmente durante la prima part dl principatodi Domiziano, da via Colle Noce (n. 460); 1 fr. di oro pertinente a tegame i po Ostia I, 509, attestato in contesti di et flava, probabilmente durante la prima part del principato di Domiziano, e 1 fr. di oro di coperchio tipo Ostia Π, 511, attestato in contest di età flavia, probabilmente durante la pr ma parte del principatodi Domiziano, da via F. Parri (n. 719); | rdi fondo 4i incensiere tipo Ostia I, 467, attestato in contesti di età Nava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Fosaelo di Mario (n. 760) 1 f di bordodi coc | f di fondo da via Piazza (0.782) perchio tipo Ostia Il 514, attestato in contest di et flavi, probabilmente durante la prima part del principatodi Domiziano, da via Pedica dell'Olmo. (n. 798); 1 f. di olodi coperchio tipo OstiaI, 513, atesaro in contest di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Pedicadell'Olmo (n.799); | fr. di orlodi coperchio arotondato tipo Ostia II 515, attestato in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima pete del principato di Domiziano, da via Colle dei Marmi a. 807); 1 f di orlo pertinente a tegame tipo OstiaI, 508 attestato in contesti di età flava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da M. Cagnolo (n. 834); 2 fi. i oro di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, attestato in contest i et lava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Appia Vecchia (n.844): | fr. diro di coperchio tipo Ostia Il 514, ttestao in contest di età Nava, pro215

a tesa di casseruola assimilabileαἱ tipo OstiI, 480, babilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via 1270); 1 fc di oro Montecagnolo (n. 880); | f. αἱ orl indistinto e piatto di tegame tipo Ostia testato in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima parte det Π 510, atestto in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima principato di Domiziano, da via Appia antica (n. 1306); 1 ft. di orlo di comarte del principato di Domiziano, 1 ft: di orlo di coperchio arrotondatoi perchio tipo Ostia II 513, atetato in contest i età flavia, probabilmente po Ostia I, 515, attestatoin contesti di età flavia, probabilmente durant la durante la prima parte del principato di Domiziano, da «La Parata» (n. prima parte del principato di Domiziano, da via Valleveta (n.885); 1f. di 1350); 1 f di orlo pertinente a olla tipo Ostia I, 489, attestatoin contesti orto di tegame tipo Ostia I, 509, attestato in contesti di età flavis, proba- di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di bilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via S. Domiziano, f di bordo di coperchio pertinente al tipo Ostia I, 514, atGennaro (n.888); 1 fr. di orlodi coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, stato in contest di età flavia, probabilmente durante la prima parte del attestato in contesti di età flavi, probabilmente durante la prima pare del di Domiziano, da via Castellacio-Carano/via Pedica (n. 1361); principato di Domiziano, da via delle Tre Armi (n. 890); 1 fr. di orlo a col- |principato fidi orlo verticale a grossa mandorla pertinente a olla ipo Ostia I, 507, arino, pertinente a lle tipo Ostia I, 494, atesato in contesti diet la- attestato in contest di et lava, probabilmente durante la rima pare del via, probabilmente durante la prima parte ἀεὶ principato di Domiziano, 1 principato di Domiziano, da via Casale dei Monaci (n. 1371); 1 fi di orlo πα di di orlo di coperchio tipo Ostia II 513, attestatoin contesti di età fla- di olla tipo Ostia I, 507. attestato in contesti di età avi, probabilmente via, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da durante la prima arte dl principatodi Domiziano, da via Appia Nuova (n. via Fontana Acquavivola (n. 909); f. di orlo a collarino, pertinente a ol- 1392); 1 fc di fondo di incensiere ipo Ostia II 467, attestato in contest di letta tipo Osta I, 494, atestatoin contesti di et favi, probabilmente du- età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di rante la prima parte dl principato di Domiziano, da via Capitancelli (n. Domiziano a via dei Fenili (n. 1422); 1 f. di orlo di casseruola tipo Ostia 924); 1 f di orlo pertinente a tegame tipo Ostia I, 509, atestto in conte I 482, attestato di età flavi, probabilmente durante la prima sti di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di parte del principatoin dicontesti Domiziano, Nettunense/viadei Cinque Archi Domiziano, da Malatesta (n.937); | fr di bordo di coperchio tipo OstiaIl, Ca. 1446); 1 fr. di bordodi coperchioda tipovia Ostia 514, attestato in contesti 514, attestato in contesti di età avia, probabilmente durante la prima par- di età flavia, probubilmente durante la primaI, parte del principato di te del principato di Domiziano, da via del Franco belga (n.944); 1 fe di or- Domiziano, da «Grottone»-via del Grottone (n. 1484) e di coJo di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, atesato in contesti di età perchio tipo Ostia If, 514, da via del Grottone (n. 1483); 11 f.fr. didi orlo oro di cofavis, probabilmente durante la prima part del principato di Domiziano, perchio tipo OstiaΠ 511, attestato in contest i età flavia, probabilmente da via Montecagnolo (n.987); 1 fr. di olla all'orlo a mandorla tipo Ostia la prima parte del principato di Domiziano, da «Presciano» (n. II, 507, attestato in contesti di cà flava, probabilmente durante la prima durano 1487); 1 olo di coperchio tipo Ostia IL 514, testato in contesti di parte del principato di Domiziano, da via Memnone (n.988); 1 fr di orlo di età flavia,fr. diprobabilmente la prima parte del principato di lla tipo Ostia I, 504, attestato in contesti d et flavia, probabilmente do- Domiziano, da «Presciano» (n.durante 1488) e tipo Ostia I, 514, rante la prima parte del principato di Domiziano, da via Valleveta (n. da via Castellaccio-Carano (n. 1870); | 1 fr. fr di diorocoperchio di olla tipo Ostia I, 507, 989); 1 f di ll dall'olo ἃ mandorla tipo Ostia I, 507, attestato in conte- attestato in contesti αἱ tà flava, probabilmente durante parte del sti di età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di principatodi Domiziano, da «Presciano» (n. 1572); | fr. ladi prima coperchio dl Domiziano, da via Valleverta (n.994); f. di orlo di coperchio leggermenarrotondato tipo Ostia I, 515, atesato in contesti di età fava, prote ingrossato e rilevato, tipo Ostia I, 514, attestato în contesti di eà avia, l'orlo durante la prima parte del principato di Domiziano, da via probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via babilmente (n. 1576); 1 fr. di olla dallorlo a mandorla tipo Stragonello (n. 995); 1 fr. di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia IL Cisterma-Campoleone Ostia II, 507, atesato in contesti di età flavia, probabilmente durante la 515, attestato in contesti di età flava, probabilmente durante la prima parparte del principato di Domiziano, da «Lazzaria» (n. 1589); 1 f di te del principatodi Domiziano, da «Pelaggi» (n. 1016); 1 fr. di oro indi- prima ro di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, attestato in contesti i età tinto pitt di tegame tipo Osta I, 510, atestato in contesti di età avi probabilmente durante la rima parte del principato di Domiziano, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da daavia,va della Vite (n. 1608); 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Ostia «Colle Cicerchia» (n. 1052); 1 f di oro di coperchioa tesa rialzata tipo 11,514, attestato in contesti di età lavia, probabilmente durante la prima Ostia II, 514, attestato in contesti di età lava, probabilmente durante la parte del principato di Domiziano, 1 f. i oro di coperchio tipo Ostia prima pate dl principato di Domiziano, da «Colle Cicerchi (n. 1053); 1 513, attestato in contesti αἱ età flavia, probabilmente durante Ia prima parfi ἀ orlo i lla ipo Osti I, 486, atestto in contesti di età lava, probate del principato di Domiziano, via della Vite (n. 1609); 1 f. di orlo e bilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via falda d coperchio arrotondato tipoda Ostia Π, 515, attestato in contesti d età Nettonense/Viadei Cinque Archi (n. 1064); 1 fr: di oo di coperchio arroflavia, probabilmente durante la prima pare del principato di Domiziano, tondato tipo Ostia Π, 515, atestato in contest di età favi, probabilmente ‘durante la prima parte del principato di Domiziano, 1 fi i orlo pertinente da va ἀεὶ Tigh (n. 1618); 1 ft. di rl di incensere tipo Ostia I, 474, ate stato in contesti di età flavia, probabilmente durante la prima parte del a olla tipo Ostia II, 503, attestato in contesti di cà flavia, probabilmente durante a rima part del principato di Domiziano, da Croceta (n. 1092); principatodi Domiziano, da via Appia Nuova (n. 1644); 1 fi. i olla dall'oro indistinto tipo Ostia II, 490, attestato in contesti i tà flavia, proba1 fr diro di coperchio tipo Ostia TI, 514, attestato in contest di et lava, probabilmente durante la prima parte el principato di Domiziano, da via bilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via Passo dell’Unica/via lago di Nemi (n 105)2 fr. di orlo di coperchio arrotonda- dei Coresi (n 1656): f di oro di coperchio tipo OstiaI, $15, attestato in contesti di et Nava, probabilmente durante la prima pare del principato to tipo Ostia I, 515, attstao in contesti di età flavia, probabilmente d. rante la prima parte del principato di Domiziano, da via Colle Perino di Domiziano, da via Isola di Ponza (n 1674); | fr di oro di lla ipo Ostia Vecchio (n. 1147); ει di orlodi coperchio tipo Ostia TI, 511, attestatoin II, 490 attestato in contest di età favi, probabilmente durante la prima da via Isola di Ventotene (n. 1675); | fr. contesti di età avi, probabilmente durante la prima parte del principato parte del principato di Domiziano, a ola simile αἱ tipo Ostia II, 489, attestato in contest di di Domiziano, da via Ginestre Ginnett (n. 114); 1 fi. i coperchio dal’or- di oro pertinente età Pavia, probabilmente durante la prima parte del principato di lo arrotondato tipo Ostia I, 514, atestto in contesti di tà favi, probabil da via Retarola (n. 1679); | fr. di orlo di coperchio arotonda‘mente durante la prima parte del principato di Domiziano, 1 ft di orlo di Domiziano, coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, attestato in contesti di età flavia, to tipo Ostia II, 515, atestato in contesti di età flavia, probabilmente duprobabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano, da via rante la prima parte del principato di Domiziano, da via Giannottola (n. Colle Zioni (n. 1187); 1 fr. di orlo di olla modanato e leggermente estro- 1686) e 1 f di orlo di coperchio tipo Ostia II, 515, da via della Vite (n. 1704) | f di orlo αἱ incensiere decorato a impressione digitale, assimilaflesso tipo Ostia II, 505, attestato in contesti età favi, probabilmente durante la prima part del principato di Domiziano, da via Soleluna (n. bile al tipo Ostia II, 474, attestato in contesti di età favi, probabilmente da via Appia Antica (n. 1198); | fe. di oro di tegame tipo Ostia II, 498, atestato in contesti di età durant la prima parte de principato di Domiziano, 1709); ἐν, di bordo di coperchio tipo Ostia 1,514, atestato in contest di favie, probabilmente durante la prima part dl principato di Domiziano, δὲ via Vigne Nuove (n. 1215); 1 fr. di orlo di coperchio arrotondato tipo et flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Ostia II, 515, atestato in contesti dî et flavia, probabilmente durante la Domiziano, da via delle Querce (n. 1713). prima parte del principato di Domiziano, da via Vecchia di Napoli (n. 216

Soleluna nella quale compare l’imperatore (n. 1294), ma anche più “cospicuo” dilatando l’analisi ai materiali compresi tra l'età flavia e la metà del II secolo d.C. (22

fr?) Infine, tra quelli rilevati, preminente appare lo scoore offerto dall'età traianea-adrianea, il quale può contare su 130 frr., dei quali 88 di età traianea™ e 42 di età

ingrossato tipo Cara 1978,fig. 131,262, atestatoin contesti di 2% Del numero complessivo sono presenti materiali in: sigillata italica chiodallorlo (1 fi di paretedi coppa, assimilabile αἱ tipo Dragendorff29, in sigillata tar- età taianes, da via Contrada Comune (n.316); fr. di coperchio dall'orlo do-ialica, con decorazione a matrice su registi sovrapposti costituita da rialzo tipo Pohl 1970, fig. 87, 274 di produzione laziae-campana, attestato una rosetta separata da un filo di perline dl registro sottostante con motivo in contesti i età traianea, da via Quarantola (n.325); 1 fe. di coperchiod T'oro ingrossato c leggermente rialzato tipo Carta 1978, fig. 131, 260, at ad ovoli sormontati a archetti, da via Tevola (n.289); | f di orloorizzonstatoin contesti i tà tanen, da Font na Quarantla (n.328); 1 ἧς dicopertale con estremità rialzata, solcato all'esterno cd articolato all'interno ingrossato tipo Carta 1978, fg. 131,262, attestato in contesti di coppa assimilabile genericamente al tipo Conspectus 45.1, di produzione chiodalloro a copertardo italica e databile dall'età flavia alla prima metà del IT sec. d.C., da età trainea, da via dei Castagnoli (n. 337): 1 fr. di bordo pertinente Suolo di Pirro o del a Cavalleria (n. 464); 1 fr. di fondo pertinentea forma chio tipo Pohl 1970, 261 8, attestato in contesti di età traina, da via del non id. con bello a impressione entro cartiglio in planta pedis relativoal- Marrone (n.345); di coperchio all'orlo a mandorla tipo Carta 1978, fg. in contesti i tà traianea,da via Fontana Fiume (n.357): 2 l'officina del ceramista pisano 5. Murrius Priscus, databile tra δῦ eit 150 131, 262, attestato AC, da Macchie La Faiola (n. 386) 1 rdi parete di coppa tardo-ialica ti- fi. di coperchio dll’olo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestato po Dragendorff29, decorata a matrice. Decorazione figurataad archi pila- in contesti di età ralaneae 1 f. di coperchio dallorlo ingrossato e leggermente rialzato tipo Cara, fig. 131,260, testatoin contesti diet traanea, da tini tortili, dtabile ra "80 i 1504.C., confrontabileconiL tipo Ostia II, 274 cb, datato all à domizianea-taianea, da via dei Crocefisi (n. 530); 1 Suolo di Pio o della Cavalleria (n. 365); 1 f. di olo di coperchio tipo Pohl d tà taianea, da M. gli Impiccati (n. fi di paretedi coppa con traccia di decorazione a matrice, di cu sono rico- 1970, fig. 87,261, atesato in contesti 384) | f di coperchio tipo Carta 1978, ig. 31, 255, attestato in contest di noscibili solo due file di perline, assimilabile αἱ tipo Dragendorff 29, in siei traanca, da F so del’ Acqua Lucia (n. 393); | fr di casseruola dall'orlo a alata tardo itilica,da Crocett (n. 1223); in africana da cucina f. di or Jo di marmitta tipo Osta ΠῚ, 331, a patina cenerognola esterna, attestato listllo orizzontale tipo Cara 1978, fg. 131, 275, attestato i contesti di etd da vi delle Azalee/via delle Ortensie (n 406); fr di orlo di coperprobabilmente gi dale tiberiana, al pù tardi dal eth avi fimo alla ri "raianea, rialzata a profilo triangolare tipo Poll 970, fig. $7,274, atma metà del Il sec. d.C. da via di Carano(n. 801);1 f di orlo di casseruo- chio estremità Ia bifido ingrossato e arrotondato con una ampio spazio trail labbro ea pa- testato in contesti di et traianea, da via del Ciglilo (n. 488); 1 f. di coperrete tipo Osta II, 324, ttestao dalla tarda et avia lla meth del I ec. d. chio alloro arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87,270 di produzione lazileC. da via Colle di Marmi (n. 807) 1 fe di casseruola tipo Ostia II, 324, da campana, attestato in contesti età tsianea, da Velltr-via Cantina Colle della Fragola (n.46); f di orlo di casseruola tipo Ostia II, 324, da Sperimentale (n. 513). f i orlo di coperchio a patina cenerogncla, tipo a Osta in Crocetta (n. 1223); | fe di olo di casseruola ipo Ostia I, 324, da via Torre Olcese 2003, tav. XIX, 10, databile trail eil sec. d.C. attestato di Presciano (n. 1235); 1 fi di oro di casseruola tipo Ostia II, 324, da via età traanca,da via Papazzano (n. $19); | di coperchio alloro indistinto Pratolungo/via Colle Piombo (n. 1393); 1 fr. di orlodi casseruola tipo Ostia tipo Pohl 1970, fig. 87, 262, attestato in contest di età traianea, da via della TIL 324, da via dei Cinque Archi (n. 1446); | f. di oro di casseruola tipo Faiola (n.604); 1 fr. di coperchio dall orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig Ostia II, 324, da via Appia Nuova (n. 1603)); in comune da mensa c da di- 131, 262, attestato in contesti i et traianea, da via Appia Vecchia (n.679); I e rialzato tipo Cara, fig. 131,261, atespensa (Ife. di orlo di brocca tipo Olcese 2003, tav. XXVI, 3, attestato in fi di coperchio dall'oro ingrossato contesti compresi tra l'età avia e quella antonin, da Colle Mozzo (n.51); stato contest di eth raianea, da via della Pallade (n.725); 1 τς dono pert1 fi di ro di brocca tipo Oleese 2003, tav. XXVI, 3, da Maschio d'Ariano nente casseruola tipo Pohl 1970,fig 86, 2446, atestatoin contesti i cà tada via dei Crocefiss (n. 747); 1 ἐπ di bondo ingrossato a profilo trian(n.99); 1 fi d orlo di brocca tipo Olcese 2003, tav. XXVI, 3, da via Caio ‘nea, Mario (n. 930); in sigillata africana(I f di orlo a tesa ricurvacon decora- golare pertinentes coperchio tipo Cart 1978, fig. 131,254, atesatoin conda via dei Bastion (n. 85): | fe. di coperchio tipo Carta zione a foglie d'acqua alla barbotina di coppa tipo Lamboglia 4/36 esi di età traanca, 1978, fig. 131, 254, attestato in contesti di età traianea, da via Colle dei A=Hayes 3B, in produzione AY, databile trail 75 e il 150 dC, da via Marmi (n.807); If. di coperchio dall'oio a mandoria tipo Poll 1970, fig. Presciano (n. 1357); anfore (1f. di olo di Tripolitana I, anfora olearia produzione tripolitana, diffusa tra la meth del Te Ia metà del Il sec. d.C. da 87,261, attestato incontest i etàraianea, da via Colledei Marmi (n.809); | ipo Cart 1978, fig. 131,262, attestato in via Appia antica (n. 1306); 1 f. i attacco d'ansa probabilmente riferibile a frdicoperchiodall'erloingrossato da via Valle Fara (n.878) If. di coperchio dall'rlo Tripolitana 1 da via Capitanceli (n.938); f di puntale di Tipolitana, da ‘contest di eth traianes, atevia Grotte dell'Oro (n. 1157); 1 f di oro di Tripolitana I, da via Isola di arrotondato tipo Poll 1970, fg. 87, 270 di produzione laziale-campana, tato in contesti di cà train, da via Valleverta (n. 879) 1 f di rio dite Ventotene (n. 1678). Carta 1978, fig. 120,268, attestato n contesti di età traianea, 7" Del numero complessivo sono presenti materiali in: comune da fuoco mesimilealtipo {1 fdi bordo pertinente a coperchio tipo Pohl 1970,261 a, attestato in conte da via Montecagnolo(a, 880) | fz. di coperchio all'orlo ingrossato. legge tipo Carta 1978, fg. 131,260, testato in contesti di età a ti di età traianea, da "Colle Mozzo” (n. 48); 1 ft i coperchio dall'orloa mente rialzato mandorla tipo Carta fig. 131, 262, attestato in contesti di età raianes, da nea, da via Valleverta (n. 88): I fr di coperchio dall'oro arrotondato tipo Poli 1970, fg. 87, 270, di produzione campana, attestato in contesti di età Donzelltta (n.152); | f di coperchio dall'orlo a mandorla tipo Cara fig 131,262, testato in contesti di et taianea, da CJe Magistemo(n. 166); 1f irsianes, da via Cinelli (n. 892) 1 f di coperchio dall'orlo ingrossato tipo di coperchio dallorl arrotondato ipo Pohl 1970, fig. 87, 264 di produzione Cana 1978, fig. 131, 262, atstato in contesti di età traanea, da via Caio laziale-campana, attestato in contest di età traianes da Pan di Cerri (n.212); Mario (n.930); | ἔς di coperchio dall'orlo leggermente rialzato ipo Pol atestato in contest di età traianeae I rdi casseruola dal1 ft diorlodi coperchio patina enerognola, ipo Olcese 2003, tav. XIX, 10, 1970, fig. 87,260, di produzione campana, databile rail e sec. d.C. attestato a Ostia inetd Torloa listllo orizzontale con profonda solcitura centrale tipo Carta 1987, da via Captanceli n.938); da C e degl’ Impiccati n.222); If di olo diriioea profilo onti- fig. 31,276, attestao in contesti dî et raanea, traianea, 1f dirlo coperchiotipo Cara 1978, fig. 131,264, attestato in contesti di ‘uo; potrebbe essere pertinente al tegame tipo Cara 1978, fig, 131,286, ate stato in contesti rane da via Fontana del Turano (n.253); 1 ὅς. di coperchio etàtraianea, da via Carbonara n.951); f di orlodi coperchio. patina cenealloro indistinto ipo Pohl 1970, fig. 87, 263, attestato in contest di eàtra- rognola, ipo Olcese 2003, tav. XIX, 10, databile rai Le Il sec. d.C.,atea Ostia in età rianca, da via Colle Ottone Basso (n.967); | fd coper anca, da via dei Laghi(n. 301); f di coperchio dll'oto arrotondato tipo stato a tesa tipo Cara 1978, fg. 131, 254 atesato in contesti i età Poll 1970,fg. 87, 270di produzione aziale-campana, atesatoin contest di chio dallorl et traanea, da via ei Laghi (n.302); 1 f di coperchio dall'orlo ingrossato traianea e 1 fi i coperchio dell'oro ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, da via Montecagnolo (n.987); 1 fr. di tipo Cara 1978, fig. 131, 262 di produzione local o regionale, attestato in 262, atestatoin contestidi età traina, tipo Carta 1978, fig. 131,277, atestato in contest di età traianea, contestdi cà traaneac 1 f di olla dallorlo alistello tipo Pohl fg. 86, asseruola 244c/d =Albintimilium fg. 21,67, attestato in contesti di tà traianea, da M. da Crocetta (n. 1092); 1 f di coperchio dalloro indistinto tipo Pohl 1970, fig. 87,262, atestto in contest di tà trianea, da via Colle Perino Vecchio Alto (a. 307); fr di coperchio dll'rl arrotondato tipo Pohl 1970, fg. 87. a, at270di produzione Iziae-campana, attestato in contesti di tà train, fr. (n. 1147); fr di orlo tesa di casseruola tipo Carta 1978, fig. 131,270 di coi et traianea, da via Soleluna(n. 1195);fr. di orlo di coperchio dallorl rivolto verso alt ipo Pohl 1970, fig. 87,271 di pro- testato in contesti perchio atesa rialzata tipo Carta 1978, fig. 131, 255, atestato in contestidi duzione laziale campana, attestato in contesti i tà traianea e I fr. di coper217

adrianea™, a cui possono aggiungersene altri 55 frr. includendo anche i materiali compresi tra le due età c la seconda metà del IT secolo d. C^,

Il ricco quadro prospettato dai materiali ceramici, secondo la seriazione cronologica ipotizzata, ulteriormente arricchito conteggiando quelli compresi tra la seconda

età traina e 1 fr di orlo di coperchio tipo Carta 1978, fi. 131,256, attestato Laghi n.302); 1 fz. di rl i casseruola dll oro ates assimilabileal ipo in contest diet traianea, a via Stradone Muti [(n. 1217); 1 di coperchio Pohl 1978, fig. 158, 234, attestato in contesti di tà adrianea, de Macchie la Faiola (n. 386); 1 fr. di orlo pertinente a bacino tipo Pohl 1978, fig. 158, alloro ingrossato tipo Carta, fig. 131,262, atestato in contesti di etàtrianea, da Crocett (n. 1226); 1 & di orlo di coperchio leggermente ingrossato 276, attestato in contest di età adrianea, da via Morice (n. 398); fr di cosuperiormente ipo Carta 1978, fg. 131,262, attestatoin contestidi à tai perchio dall'orio svasato e ascottigliato tipo Pohl 1978, fig. 158, 296, in nea, da via Land (n. 1227); f. di coperchio dallorlo a mandorla tipo Carta contestidi età adrianea, da via Fossatello (n. 782) | f di oro di coperchio 1978 fig. 131,262, atesatoincontesti det traianea, da via Vigne Nuove (n. tipo Pohl 1978, fig. 158, 287, attestato in contesto di ch adrianea, da via 1242); fe di coperchio dll orto arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87,264,di ‘Appia Vecchia (n. 806) 1 f. di oro a breve tesa pertinente aolla tipo Pohl produzione campana, attestato in contesti i eth traianeada via dei Fieili (n. 1978, fig. 158, 234, attestato in contesti di età adrianea, da via Appia 1284); fr. di coperchio dall orl indistinto tipo Pohl 1970, fi. 87,263, ate Vecchia (n.831); 1 f di tegame dalloro piatto obliquo verso l'interno con stato in contesti di cà traianea, da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. gradino l'aloggiamentodel coperchio ipo Pohl 1978, fig. 158,253, at1286); f di bordo pertinente a coperchio a sezione triangolare con risega testato inpercontesti da via Valle Fira (n.878); f di lla dalinterna tipo Carta 1978, ig. 131,254, attestato in contesti diet traianea, da l'orlo pendente tipodi etàPobladrianea, 1978, 234, atesiat in contesti di età via Appia antca(n, 1299) fi di rio pertinente pentola otegame tipo Pohl adrianea, da via Villeve (n. 879;fig. 158, f. i tegame dall'rlo piatto obliquo 1970, fg. 86, 244c, attestato n contesti i età traianea, da via Appia antica (o. verso lintemo con gradino per l'alloggiamento del coperchio, tipo Pohl 1306) fr. di coperchio all'orlo arrotondato tipo Carta 1978 fig. 131,264, 1978, fig. 158, 253, attestato in contest i età adrianea, da via delle Tre testatoin contesti di tà raanea, da via Pontedi Mele(n. 1338); 1 f i orlo (n. 890) IT. di coperchio dillorlo svasato e assotigliato tipo Pohl di coperchio tipo Pohl 1970, fig. 87, 263, attestato in contesti di tà traianea Arni 1978, fg. 158, 296, atestato in età adranea e 1 f. di coperchio dall'orlo da via Vecchia di Napoli (n. 1406}; 1 f dirlod peatolao tegame tipo Pohl leggermente svasato tipo Pohl 1978, ig. 158, 202, attestato inetd adrianea, 1970,ig. 86,24, attestato in contesti dict traanea, da via degli Aranci (n. da via Montecagnolo 1 fi. i rl di lla tipo Pohl 1978, fg. 158, 1407); ἦν. di coperchio allori arrotondato tipo Pohl 1970, fg. 87,270, di 219, attestato in contes(n. di987;età adranea, via Stragonello (n. 995); 1 fr di produzione lazile-campana, attestato in contes di età taianca, da via ‘ro ingrossato con scanalature centrale dida tegame Pohl 1978, fig. 158, Selvanova I (n. 1411); 1 f di bordo di coperchio pertinente al tipo Carta 245, attestato in età adrianea, da via Carbonara (n. ipo1088); 1 f di orlo in: 1978, ig. 131,255, atstao n contest di età traianea, da iade Grottone (n ad estremità leggermente iazata di coperchio non i, asimilabi 1484); fi coperchiodalloroingrossato tipo Carta, fig. 131, 262, attesta- arossato i età adrinea, da via ton contest αἱ et raianea, da via di Lazzaria(n. 1497); f di orlodicoper- al ipo Pohl 1978, fig. 158, 292, attestato in contesti cho dallorlos mandorla ipo Cata 1978 fig. 131,262, atestatoin contestdi Nettunense/via dei Cinque Archi (n, 1066) f. di bordodi coperchio tipo d età adriane, da Crocetta (n. età traianea, da Font. na Cavigano (n. 1499); 1 ἐς di oro di coperchio tipo Poll 1978, ig. 158,291, attestato in contesti Pobi 1970, fig 87,26, attestato in contesti di eà taianes, da via di Carano 1092); 1f. di oro di tegame tipo Pohl 1978, fig. 158, 253, attestato in con(0.1801); fe di oro di coperchio tipo Pohl 1970, ig. 87,270,di produzione. test di età adrianea, da via Castellaccio Carano (n. 113); 1 fr di orlo a mandorla pertinente a lla assimilabile αἱ ipo Pohl 1978, fig. 158,218, atcampana, attestato in contest dict traianes, da via della Vie (n. 1514); f di coperchio dll orlo arrotondato tipo Carta 1978 fig. 131, 264, attestato in testato in contesti di età adriana,da via Ara dì Stanga (n. 1150); 1 fr. di orcontest diet traianea, da via Csterno-Campoleone(n. 1576); ft. di coper- Jo di lla tipo Pohl 1978, fi. 158, 218, attestato in contesti di età adriana, chio dallorloa mandorla tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestato in contesti da via Sterlina irlandese (n. 1167); | f. di coperchio dallorlo a tesa rialzata di età taiance, da via Cistema-Campoleone (n. 1583) fr. di coperchíodal- tipo Poh fi. 158,286, attestato în contesti i età arianea, da via Soleluna Tor arrotondato tipo Pohl 1970, fg. 87,270,di produzione lziale-camj {n 1195); 1 fr. di pentola dallorlo pendente tipo Pobl 1978, fig. 158, 234, a, attestato in contesti di età traianeae If. di coperchio dall'orl ingrossato attestato in contesti d età adrianca 6 1f. di brocca dalloro a fascia svasatipo Carta 1978, fi. 131, 262, attestato in contesti di età taianea, da via to tipo Pohl 1978, fig. 158, 271, atestato in contest di età adrianca,da Cisterna Campoleone (n. 1984); fr. di coperchio tipo Carta, fig. 13, 262, Crocetta (n. 1223); 1 ἧς di oro di olla o pentola tipo Pohl 1978, fig. 158, attestato n contesti dict raianea e 1 fr.di coperchio dallorl alzato ed ap 219, attestato in contesti ostiensi di età adrianea, da via Appia antica (n. puntito tipo Pohl 1970, fig. 7,275,di produzione azale-campana, attestato 1306): f di oro di lla ipo Pohl 1978, fg. 158,219, attestato in contesti incontestidietà traianea, da «azzaria(n. 1589); fri orlodicoperchioi- di età adranea da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1317); 1 fr di po Carta 1978, fg. 131,260, attestatoin contest di tà trainee fi dirlo bordo dî coperchio simile αἱ ipo Pohl 1978, fig. 158,292, attestato in condi coperchio tipo Poll 1970, fig. 87, 268, atestato in contest di tà taianea, testi i età adriana, da via Torre di Presciano (n. 1352). f. di orlo da via della Vite (n. 1611}; 1f di tesa di pentola tipo Pohl 1970, fg. 86,232, tipo Pohl 1978, fig. 158, 218, atesato in contesti di età adrianca, dida olla via attestato in contesti diet traianea, da via dei Tigli(n. 1622);f. dierodico- Colle Rosso (n. 1365); 1 fi. di coperchio dall'orlo a tesa tipo Pohl 1970, fg. perchiotipo Pohl 1970, fig. 87,263, attestato in contesti diet traianea, da 273, attestato in contesti di età adcanca, da vie Praolungo/via Colle Cisterna Campoleone (n. 1668); 1 ocio ingrossato di coperchio tipo Carta 89,Piombo 1393); 1 f di orlo di coperchio tipo Pohl 1978, fg. 158, 286, at1978, fig. 131, 262, attestato in contesti di tà trianea, da via Cistema- esito in(n.contest i età adrianea da via degli Aranci (n. 1407); | fr di orlo Campoleone(t 1668); di coperchiotipo Carta fig. 131,262, atestato in ‘breve tesa pertinente tipo Pohl 1978, fig. 158, 234, attestato in concontest di cà raianca, da via Lazzari (n. 1671); Iti rio di coperchioti- test diet adriana,da aviaolladi Carano (n, 1484) 1 f. di orlo pertinente a penpo Carta 1978, fg. 131, 260, atestato in contest di εἰὰ traanca, da viaIs 0 tegame tipo Pohl 1970, fig. 117, 94, atestato in contesti di tà adria: di Ventotene (n. 1675) comune da mensa eda dispensa (1 fr. i brocca dal "ola (n. 1485); 3 fr pertinent di cui due congiunti iol Toro amotondato tipo Pohl 1970, ig. 101, 438, attestato in contest di età ra- nea, da via deltipoGrotone Pohl 1978, fig. 158,218, atestato in contest di età adriaianea, da C. le Magisterno (n.168); 1f i oro pertinente ad anforett tipo lenea,o pentole da «Presciano» (a, 1572) 2 frz di brocca dallodo a fascia svasato tipo Pohl 1978, fig. 155, 146, atesato in contesti di tà traiane, da via Fontana Poli 1978, fig. 158,271, attestato in contesti di età adrianea, da «Lazzaria» “Turano(n. 255). 1 f di rocca dalloro pito leggermente estroflesso as a coperchio con profilo continuo e oro nilabil αἱ tipo Pohl 1970, ig 101,510, da ci differisce peril profilo esterno (n. 189); 1 f. di bordo pertinente Superiore dell'oro, attestata in contest diet raianea, da via Stragonello(n. leggermente ingrossato tipo Pohl 1978, fg, 158,295, attestato n contestidi 997); Vi di lla dal oro piatto leggermente estroftesso assimilabile αἱ ipo età ariana, da via dei Tigh (n. 1618); 1 fr. di rl pertinente a pentola a tePoll 970, fg. 101,510, da Croceta (n. 109); | f- di olo tesa pertinente a sacon estremità sagomata tipo Pohl 1970, ig. 117, 92, attestato in contesti brocca ipo Carta 1978, fig. 128,205, testato in contesti det taianea da via di età adriana, da via Retarola (n. 1678); 1 fe. di orl di pentola dal oto a di Carano (a. 1501); 1 di orlo e pret di bacino tipo Carta 1978, ig. 129, tesa assimilabileal tipo Pohl 1978, fi. 158, 234, attestato in contesti di età 253, attestato in contesti i cà trataneada via dei Tigh (n. 1618); | fd gran adsianea da via Carano (n. 1687); 1 fedi tesa di pentola tipo Pohl 978,i. debroccadallorloa fascia ipo Pohl 1970, fig. 4, 173, atestatoin contest di 158, 223, attestato in contesti d eth adranea, da via Maria SS. di Nazareth etàtrianea, da via Netunenselviadei Cinque Archi (n. 1699). (n. 1696); 1f di olo di tegame pseudo-bifid tipo Poh! 1970, fig. 117, 101, 7^ Del numero complessivo sono presenti material in: comuneda foo- attestato in contesti di eàadrainea, da via Appia Antica (a. 1709); comune co (1f di oro di coperchio tipo Pohl 1978, ig. 158,287, atesato in con- da mensa e da dispensa (1 f di botigli dallorlo estrofisso con incavo intest αἱ ct arianea, da via Crocetta Vivaro (a. 230); 1f di bordo di coper- terno tipo Ostia XII, fig. 21, 12, attestato in età adrianea, da via Redina chio tipo Carta 1978, fi. 158, 295, attestato in contesti databili in et adria. Ricci (.418).. nea, da via Fontana del Turano (n. 253) ft: di coperchi dall'orlo a tes 7 Sono presenti esclusivamente materiali in: africana da cucina(I fi. po Pohl 1970, fig. 87, 273, attestato in contesti i cà adrianca, da via dei di oro di piattolcoperchio tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n 1, attestato dal218

metà del I secolo d. C. e la fine del Il secolo (9 frr), quelli

tra l'età tiberiano-claudia e il Il secolo d. C. (148 frr?"),

l'età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec d.C., da “Terre Rosse” (n. 21); 1 f di orlo di pitto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito con esterno polito a bande, tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1, da Font. ma di S. Antonio (n. 155). 1 fr. di oro di piatto/coperchio tipo Ostia TII, 332-Hayes 196, n. 1, da C.le Magisterno (n. 164); 3 fr. di orlo di Piattofcoperchio tipo Ostia Tl, 332-Hayes 196, n. 1, da Pian di Cerri (n. 213);f di orlo di piato/coperchio tipo Ostia IIl, 332-Hayes 196, n. 1, da Il Pratone (o. 214);2 fr. di oro di piato/coperchio con esterno polito ἃ bande, tipo Ostia HI, 332=Hayes 196, n. 1, da via Colle Magisterno (n. 264);2 ἔπε di oro di patto/coperchio tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1 da Acqua del Peschio (n. 291); f. di oro di piato/coperchio tipo Ostia I, 332=Hayes 196, n. 1, da via dei Laghi (n. 302); 1 f. di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n. 1, da via Contrada Comune (n. 341); 1 fr di orlo di piatoleoperchio tipo Ostia II, 332-Hayes 196, n 1, da Macchie la Faiola (n. 362) 1 fr. di oro di piattolcoperchio tipo Ostia I, 332=Hayes 196, n. 1, da Macchie la Faiola (n. 386); 1 fc di oro di piattolcoperchio tipo Ostia ΠῚ 332, da via Colle Pipino (n.420); 1 f. di orlo di platolcoperchio tipo Ostia Il, 332=Hayes 196, n. 1, da via Papazzano (n. 543); fr. di oro di piattfcoperchio tipo Ostia I, 332=Hayes 196, n. 1, da via della Faiola (n.604); | fr. di oro di piattofcoperchio annerito con estemo polito a bande, tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1, da Costade Sacttoni-viadei Crocefis (n. 747), 1 fi di orlo di piatofcoperchio annerito con ingobbio estero, tipo Ostia Il 332=Hayes 196, n. 1, da via dei Bastoni (n. 785); | fr. di oro di ρίαιofcoperchio tipo Ostia ITI, 332=Hayes 196, n. 1, da via Colledei Marmi (n. 807); 1 fr di orto di piatto/coperchio annerito con esterno polito a bando, tipo Ostia ΠΙ, 332-Hayes 196, n. 1, da via Appia Vecchia (n. 838); 1 f di orlo di piattofcoperchio tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1, da via Valleverta (n. 882); 2 fr di orlo di pitto/coperchio tipo Ostia Il, 332=Hayes 196, n. 1, da via Caio Mario (n. 930); 1 fr. di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia III, 332=Hayes 196,n. 1, da via Stragonello (n.995); fr. di orlodi piatt/coperchio tipo Ostia I, 332=Hayes 196, n. 1, da via Carbonara(n. 1058); | f. di orlo di piatt/coperchio tipo Ostia Il, 332=Hayes 196, n. 1, da Crocetta(n. 1109); 1 f di orlodi piattlcoperchio tipo Ostia I, 332=Hayes 196,n. 1, da via Colle Perino Vecchio (n. 1147); 2 fr. di olo di piatto/coperchio ipo Ostia ΠΙ, 332Hayes 196, 1.1, da via Grotte dell'Oro (n. 1188); 1 ft. di orlo di piato/coperchio ti po Ostia II, 332=Hayes 196,n. 1, da via Ponte Lauro (n. 1161);1 f di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1, da via Soleluna (n. 1198) 1 f di oro di piatt/coperchio, con ingobbio esterno, ipo Ostia Il, 3322 Hayes 196, n. 1, da via Torre di Presciano(n. 1237); 3 fer di orlo di piattocoperchio tipo Ostia IN, 332=Hayes 196, n. 1, da via Ponte di Mele (n. 1338); fr. di orlo di piattolcoperchio, con politura a bande esterna, tipo Osta II, 332=Hayes 196, n. 1, da via Presciano (n. 1357); 1 f di olo di piatt/coperchio tipo Ostia IIl, 332=Hayes 196, n. 1, da via Colle Rosso (n. 1364): | (di orlo di piatofcoperchio tipo Ostia TIL 332=Hayes 196, n. 1, da via Casale Monaci (n. 1271); 1 f di orlodi piatt/coperchio tipo Ostia TI, 332=Hayes 196, n. 1, da via Appia antica (n. 1422); 1 f di orto di piatto/coperchio con politura a bande esternae ingobbio, tipo Ostia II, 332-Hayes 196,n. 1, da via Colle deiCavalli (n. 1457); 1 f di oro di piatofcoperchio, con ingobbio esterno, tipo Ostia III, 332- Hayes 196, n. 1, da via della Vite (n. 1514);1 fr di orlo di pia tolcoperchio tipo Osta III, 332=Hayes 196, n. 1, da via CistemaCampoleone (n. 1585); 1 f. di orodi piattolcoperchio tipo Ostia TII, 332-Mayes 196, o. 1, da «Lazzaria» (n. 1589);1 fr. di orlo i piatocoperchio tipo Ostia TH, 332=Hayes 196, n. I, da via Passo dei Cores (n. 1897); 1 ἔς. di olo di piatt/coperchio tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n. 1, a via Passo dei Coresi (n. 1686); |f αἱ orlo di piatt/coperchio, annérito, con politura a bande esterna, tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1, da via Isola di Ventotene (n. 1675) fr di orlo di piatt/coperchio, con esterno polito a bande, tipo Ostia IIl, 332=Hayes 196, n. 1, da via Retarola (n. 1678); | f di orlodi pitto/coperchio, annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia TH, 332=Hayes 196, n. 1, da via Retarola (n. 1679) in comune da fuoco (2 frr. di orlo di casseruola dallorlo a tesa orizzontale tipo Settefineste, tav. 24, 15, attestato in contesti di Π se. d C. da Il Pratone (n. 223); 1 ít di olla dall'orlo estroflesso tipo Sctefinestre, tav. 28, 2 attestato in contesti di Il sec. d. C. da via Diomede (n. 658); 1 f di olla dallorloestroflesso tipo Sctefinesr, tav 28, 17, attestato in contesti di Il sec. d. C, da via Passo dei Cores (n 658).

Del numero complessivo sono presenti materiali in: pareti sottili (2. fr. di orlo di boecalino ovoide o globulare tipo Ricci 1985, tav. LXXXV, 2, databile dal 60/70 d. C. alla ine del Il sec. d. C. da Terre Rosse (n. 21); 1 fi di orlo di boccalino ovoide oglobulare tipo Ricci 1985, tav. LXXXV, 2, da via Contrada Comune (n. 318); 1 fr. di orlo di coppa dall'olo a mandorla tipo King 1997, fig. 226,92, attestato a Monte Gelato in un contesto del 70-190 d.C., da via Colle Perino Vecchio (n. 1047); | f di oro di boccalino tipo Ricci 1985, tav. LXXXVI,6, ates to in contesti ostiensi dall'età flavia fino a tuto il I sec. d.C. da Crocetta (n. 1222); 1 f. di oro di boccalino ovoide o globulare tipo Ricci 1985, tav. LXXXV, 2=Marabini 1973, pl. 46, 433, databile dal 60/70 alla fine del I scc. C. da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1286); 1 f di orto di bocalino ovoide o globulare tipo Ricci 1985, tav. LXXXV, 2=Marabini 1973, pl. 46, 433, da via dei elsi (n. 1521)); sigillata africa na (1 fr. di orlo di coppa emisferica assimilabile al tipo Lamboglia 7 a-Hayes TA, in produzione A’, databile tra eth flavia ei Il sec. d.C, da via Troncavia (n. 545)); anfore (1 f. di parete del tipo Mau XXVIIXXVIII anfora vinaria, di produzione egeo-microasatica, databile tr i ‘50/80 e La fine dl Il sec. d.C, via Cinelli (n. 972}. 7 Del numero complessivo sono presenti material in: si ca (1 fr di orlo assotigliato e estrofesso in sigillata tado-italica, perii nente a piatto assimilabile a ipo Conspectus 3.3.1, databile ta il 0/40 e il 100/150 d.C., da Suolo di Pirro o della Cavalleria (n. 368); 1 f. di orlo leggermente ingrossatodi piatto ad alte pareti oblique, generalmente assimilabile al ipo Conspectus3.2, databile tra il e ἢ I sec. d. C,da via Presciano (n. 1356): 1 fr. di orlo leggermente ingrossato esternamentedi piatto Conspectus3.3.1, databile tra il 20/40 è il 100/150 d.C., da iadi Lazzaria (n. 1497)); comune da fuoco(1 fr. di oro di casseruola dallo To a tesa orizzontale tipo Setfinestre, tav. 24, 15, attestato in contesti compresi tra il Le la fine del Il sec. d. C. e 1 fe di olla dall'orlo appunti to e pendente tio Settefinestre tav. 9, 1, attestato in contesti di compresitrail Le la fine del I sec. d. C.,da Piandi Cerri (n. 212): 1 fr di orodi tegame tipo Olcese 2003, tav. XV,3, atestato in contestidatti trail Le il 11 sec, d. C, da Velleri-via Cantina Sperimentale (p.513) 1 fr. di oro di tegame tipo Oleese 2003, tav. XV, 3, da via delle Corti (n. $38); 1 f. di ‘orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XY, 3, daM. Cagnoletto-via Appia Vecchia (n. 650); 1 f. di orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XV, 3, via Vecchia di Napoli (n. 716); 1 fr di orlo estrofesso e leggermente i grossato all'esterno pertinente a ola tipo Setefineste, fig. 30, 2, ates to in contesti compresi trà il I e la fine del Il sec. d.C., da via Colle Cicerchia (n. 1042); 1 f. di ola dallorlo inclinato verso 'esterno tipo Settfinestre av, 29, 23, attestato in contesti compresi tra l'età gi claudia e l'età severiana, da Crocetta (n. 1223); fr. di olla dall'orlo rotondato e pendente tipo Settefinestre, tav. 29, 1, attestato in contesti compresi ra il eil Π sec. dC. e 1 fr, di lla dallorlo leggermente estroflesso tipo Setefinstr, tav. 30, 2, attestato in contesti compresi compre sitrail Te il Il sec. dC, da via Tore di Presciano(n. 1241); 1 fr. di olla dall'orlo arrotondato c pendente tipo Settefinestre, tav. 29, 1, da via Ponte di Mele (n. 1338); 1 fr. di oro di tegame a breve tesa tipo Settefinestre 1985, tv. 24, 12, databile tra Ie IT sec. d.C, da via Colle Rosso(n. 1498); 1 fr. αἱ oro di coperchio, tipo Oleese 2003, tav. XIX, 8 databiletrail Le lIsec. d. C,da «Lazzaria»(n. 1589); 1 fr. di oro bi do e modanato di casseruola tipo Setefinestre, tav. 25, 14, attestato in contesti compresi rail ela fine del Il ee. d.C, da via Passo dei Coresi (n. 1897); | fe. di orodi coperchio tipo Olcese 2003, tav. XIX, δ, da via Appia Nuova(n. 1603); 1 f. di orlo di olla tipo Olcese 2003, av. XI , 3, attestata in contesti di ΚΠ ee. d.C. da Le Castella (n. 1608); ἔς di orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XV, 3, attestato in contesti datati ta il I cl Il sec. dC. da via della Vite (n. 1611); 1 fr. di orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XV, 3, da via dei Tigli (n. 1624); | fr. di coppa dall'orlo arrotondato e ἃ mandorla tipo Settfîneste,tav. 33,6, attestato in contesti compresi trail e TIT sec. d.C, da via Passo dei Coresi(n. 1656); 1 fr di orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XV,3, attestato in contest d tai tra il Teil I secolod. C., da via Cisterna-Campoleone(n. 1668); 1 fe orlo di coperchio a patina cencrognola, tipo Olcese 2003, av. XIX, 8, di produzione campana, databile tra il I e il Il sec, dC,da via delle Querce (n. 1714)); comune da mensa e da dispensa (2 fr di coperchio dalorl rialzato e dal profilo piatto tipo Ostia XII fig. 172, attestato dalla prima metà del 1 sec. d.C. fino alla all'epoca Severiana, da via 219

Appia Vecchia (n. 844); 1 f. di bottiglia dallorlo a fascia, tipo Ostia XII, 22,19, attestato in contesti compresi tra il e il I ec. d.C., da via Cincli (n. 980); 1 f. di orlo ἃ breve tesa di bacino confrontabilecon il tipo Olcese 2003, tav. XL, 2, attestato in contesti di LI sec. d.C. da via dei Pozzetti (n. 1259); 1 ft di orlo di olpe assimilabile al tipo Oleese 2003, tav. XXI, 2, attestato in contesti compresi ra Ia prima etd imperiale c il Il scc. d.C, da via Vecchia di Napoli (n. 1272); 1 f. di coperchio dall'olo rialzato e dal profilo piatto tipo Ostia XII, 172, attestato dalla prima metà del I ec. d.C. fino all'epoca severiana da via Vecchia di Napoli (o. 1273); f. di brocca a oro estoflesso, tipo Olcese 2003, Ὧν. XXV, 4, attestato in contesti compresi tail il I sec. d.C, con prevalenza del 1sec. d.C., da via Appia antica (n. 1306); 1 ft. di orto di brocca trilobata assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXX, 7, attestata in contesti databilira i e il I sec. d. C,da C. le Lazzaria (n. 1559); 1 fr di mortaio dallorlo a tesa tipo Olcese 2003, tav. XXXIX, 5=Ostia IV. 96, attestato ta Le I sec. d. C, da via Tore di Lazzaria (n. 1567); africana da cucina (If. i orlo di piato/coperchio ingrossato all'estremità e ini sinto dalla parete tipo Ostia II, 302, attestato dall'inizio del I alla seconda metà del I sec d.C, da C. le Magisterno (n. 164); f. αἱ orto i piattolcoperchio tipo OstiaIL, 302, da Il Pratone (n. 217); f. di orlo di piuttolcoperchio tipo Ostia I, 302, da via Acqua Palomba (n. 256) 1 fr di orlo di pisttocoperchio tipo Ostia I , 302, da C. le Tondo (n.358); | fr. di rio di piatto/coperchio tipo Ostia I, 302, da C. De Santis (n. 366); 1 fr. di orlo di piato/coperchio tipo Ostia II, 302, da Macchie la Faiola (t. 386); 1 fr. di oo di piato/coperchio tipo Ostia I, 302, da via Papazzano (n. 519); 1 f di oro di piato/eoperchio tipo Osta II, 302, da via della Faiola (n.604); 1 f. i olo di pisto/coperchio tipo Ostia II, 302, da via Valleverta (a. 882); 1 ὅς. di oro di piatt/coperchio ingrossato e annerito con ingobbio esterno, tipo Ostia II 302, da via Valleverta (n. 883); 1 fr. i oro di piattolcoperchio tipo Ostia I, 302, da via Casale Capitancell via Capitanceli (n. 917); 1 fr. di oro di piatolcoperchio tipo Ostia Il, 302, da via Caio Mario (n. 930); fr. di piato/eoperchio tipo Ostia Il, 302, daC. le Ottone Basso (n. 979); 1 f di iatto/coperchio all'orotipo Ostia II, 302, da via Montecagnolo (n. 987); fr. di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia I, 302, da via Colle Ottone Basso (n. 1029); 2 fr. di orJo di piatt/coperchio tipo Ostia I, 302, da via dei Finiti (n. 1068); 1 ft. di orlo αἱ piatt/coperchio tipo Ostia 1, 302, da via Cole Perino Vecchio (n. 1147}; 1 fi di oro di piatt/coperchio tipo Ostia I, 302, da via Colle Zioni (n. 1187); f di oro di piatt/coperchio tipo Osta I, 302, da via Soleluna (n. 1195); 1 fr. i oro di piatto/coperchio ingrossato allestremità e indistinto dalla parete, annerio, tipo Ostia I, 302, da Crocetta (n 1222); 1 f di oro di piatt/coperchio tipo OstiaII, 302, da via Colle S. Maris (n. 1552); 1f i oro di piatto/coperchio tipo Ostia I, 302, da via Passo dei Coresi (n. 1597); | fr. di orlo di piattoleoperchio tipo Ostia I, 302, da via Passo dei Coresi (n. 1656); If. di orlo di piattofcoperchio ipo OstiaIL 302, da via Carano (n. 1687); pareti sottili (1 fr di olo di boccalino moncansato tipo Ricci 1985, tav. LXXXVIILI-Marabini 1973,pl. 34, 307, databile dal’ epoca tiberiana fino alla fine del Π ec. d. C. da Il Pratone (a. 214); fi orodi boccalino monoansato tipo Ricci 1985, tav. LXXXVIII,=Marabini 1973, pl. 34, 307, da via Contrada Comune (a. 316); | ἔς di orlo di boccalino monoansato tipo Ricci 1985, tav. LXXXVIILI- Marabini 1973,pl. 34, 307, da Suolo di Piro o della ‘Cavalleria (n.365); 1 f. d'orlo di boccelino monoansato tipo Ricci 1985, tav. LXXXVIII I Marabini 1973, pl. 34, 307, da via Retarola (n. 1678); anfore (If. di ansa del tipo Ostia TI, 522/523, anfora impiegata peril trasporto di vino, di incerta origine, databile dal 14/54 al 150 d.C., da C. le Magisterno (o. 165) f. di fondo di OstiaI 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra t 14/54 e la fine del Il sec. dC, da via Nemi-lago (n. 178); 1 fr. di ansa el tipo Ostia I, 522/523, anfora vinaria d incerta origine, diffusa dal 14/54al 150 d.C., da I Pratone (n. 217); 1 f di ansa di Ostia Il, 521-OstiaII, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra i 14/54e la fine del I sec. d. C., da Font. na del Turano (n. 248); 1 fr di ansa di Ostia IL $21-Ostia Il, 369-370, da via Colle Pignatta (n. 315); 1 fr. di ansa pertinentead anfora tipo Ostia II, 522-523, deta anche ansa afiorellino, pertinente ad anfora vinaria di produzione sicelioa o africana, diffusa in contesti databili tra l'età iberiano-claudia e Ia prima metà del I sec. d. C., da via Contrada Comune (n. 342); | f. di ansa del tipo Ostia I, 522/523, da Suolo di Pirro o della Cavalleria (n. 365); 1 ἔν. di orlo del tipo Mau XXXV/ Ostia 111371, 604 anfora vinaria di produzione tripolitana, databile dalla prima metà del I fino alla fine del Il sec. d. C, da via delle Azaleelvia delle 220

Ortensie (n. 405); 1 f di ansa di Ostia I , S21-Ostia TI, 369-370, anfora vinaria detta d Spello, prodotta nella media c bassa valle del Tevere, dif fusa tra il 14/54e la fine del I sec. d. C. e 1 fi dî ansa pertinente all'anfora vinaria tripolitana Schone-Mau XXXV, diffusa ta l'età tiberiamo/claudia e la fine del Π sec. d. C. da via di Cori-via Catalin(n. 416); 1 fr. di ansa di Ostia Π, 521-Ostia Ill, 369-370, da via Colle Pipino Co. 420); 1 f di ansa di Schüne-Mau XXXV, e f. di parete di Ostia I, '521-OstiaII, 369-370, anfora vinaria deta di Spell, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del I sec. d. C. da via dei Crocefisi (n. $30); 1 fr. di orlo, 1 di puntalee 8 di parete del tipo Mau XXXVI Ostia ΠῚ 371, 604 anfora vinria di produzione tripolitana, databile dalla prima metà del L fino alla fine del Il se. d. C. da via delle Corti (o. 737), 1 f di ansa di Ostia I, 521-Ostia II, 369-370, anfoτὰ vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fne del I sec. d. C. da via ella Caranella (n. 744); 1 fr di parete pertinente al tipo Ostia Il 522-523 anfora vinaria di produzione siceliota 0 africana, diffusa in contesti databili ra l'età tiberianofelauiae la prima metà del I sec d. C., da via dei Crocefissi (n. 747); | fr. di piccolo puntale a bottone riferibile forse a Dressel 43aCretese 4, anfora vinariadi produzione cretese diffusa tra Pet tibesanae la seconda metà del I sec. d.C., da Colli de? Marmi (n. 81). 1 fr. di ansa di Schóne-Man XXXV «Ostia II, 371, 604, anfora vinaria di prozione tripoitana, databile trail 14/54 d.C. e a fine del I sec. d.C., da via S. Gennaro (n. 833); 1 f di fondo piatto di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinari detta di Spello, prodotta nella media c bassa ναὶ Je del Tevere, diffusa trail 14/54e Ia fine del Π sec. d. C. e 1 fr di ansa pertinente ad anfora Dressel 14 similis, anfora da garum di produzione Iusitana, diffusa tra l'epoca beriano/claudia e la prima meth del IT sec *&C., da via Montecagnolo (n. 880); 1 f. di fondo pertinente probabilmenle ad anfora tipo Ostia Il 522-523, anfora vinaria di produzione siceiota o africana, diffusain contest databili ra l'età iberiano/claudiae la prima metà del II sec. d.C da via Fontana Acquavivola (n.909); 1 f.di ansa a doppio bastoncello di Schone-Mau XXXV, anfora vinaria di produzione tripolitana, diffusa tra età tiberiano/claudia e a fine ἀεὶ Il sec. d.C, da via della Caranella (n. 912); 1 fr. di ansa di Ostia II 521-Ostia III, 369-570, anfora vinaria, detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del Il sec. d.C. da via Capitanceli (n. 938); If. di ansa di Ostia I, 521-Osti II, 369-370,da via Piazzadi Maro (n. 941); 1 c di ansa e 1 fr. di parete di Ostia IL 521Ostia II, 369-370, da via del Formello (n. 962); If. i parete riferibilea Ostia Π, 522-523, anfora probabilmente vinara di produzione siceliota 0 africana, diffusa tra l'eà tiberiano/elaudia e la prima metà del Il sc. d. C. da via Landi (n. 1004); 1 ft di ansa a doppio bastoncello pertinentead anfora vinaria, di produzione tripolitana Schóne- Mau XXXV, o altrimenti a Dressel 24, di produzione spagnola di dimensioni molto piccole: il frin esame è infatti pertinente ad un'ansa a doppio bastoncell di piccoJe dimensioni maggiormente riferbile allanfora vinaria tripolitana Schéne-Mau XXXV, diffusa tra l'età tiberiano/claudia e a fine del Il sec. d.C. sebbene la pasta non sembri africana ma piuttosto spagnola, 1 fr di parete di Ostia IL, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spell, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa ta il 14/54c Ia fi ne del I sec. d.C. e 1 fr. di parete pertinente probabilmente a tipo Ostia 11, 522-523 anfora vinaria, di produzione sicelita o africana, diffusa in contest databili tra l'età tiberianolelaudia e Ia prima metà del I ec. d C. da Crocetta (n. 1092); 1 f. di orlo di OstiaI, 521-Ostia TI, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del “Tevere, diffusa trail 14/54e la fine del IL soc. d. C.e 1 fr. di ansa del ipo Ostia I, 522/523, anfora impiegata peril trasporto di vino, di incerta origine, databili tra l'età tiberianofcaudia e la prima metà del IT sec. d. C., da Crocetta (n. 1109); 1 f. di parete di Ostia II 521-Osti II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54e la fine del I sc. d.C. e 2 fr. di parete per nente probabilmente al ipo Ostia Il 522-523, anfora vinaria di produzione siceliota o africana, diffusa in contest databili tr l'età berianofclaudiae la prima metà del sec. d.C, da Crocetta (n. 1112); | fr. di parete pertinente ad anfora tipo Ostia II, 322-523, da via Stradone Muti 1 (n. 1114); 1 f di parete probabilmente pertinentea tipo Ostia Il 522-523, da via Fontana Parata n. 1122) 1 f di parete con attacco d'ansa di Ostia Il, 521-Ostia II, 369-570, anfora vinaria deta di Spell, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra i 14/54 ela fine del I sec. d. C. da via Appia antica (n. 1123); 1 fr. di ansa di Schone-Mau XXXV, anfora vinaria di produzione tipolitana, diffusa ta età tiberiano/claudia e la

quelli tra l'età claudia e quella flavia (35 frr."*, la mag-

gior parte dei quali compresi nel terzo quarto del I seco-

fine del IL sec. d. C. da via Pontedi Mele(n. 1136); 1f. di attacco dan sa pertinente probabilmente a Schóne-Mau XXXV, da via Cole Scarano (n. 137); 1 f. di ansa del tipo Mau XXXV, da via Soleluna (n. 1198); 1 fr. di ansa a doppio bastoncello pertinente a Schóne-Mau XXXV, da via Capanna Murata (n. 1206); | ft. di parete di Ostia I, 521-Ostia II, 369370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del “Tevere, diffusa trail 4/54 e la fine del IT sec. d.C, da via Vigne Nuove (n. 1215); 2 fedi ansadi Ostia I $21-OstiaII, 369-570, da Crocetta (n 1223); 1 f di parete di Ostia I, 521-Ostia II, 369-370, da via Torre di Presciano (n. 1241); 1 fi. di parete pertinente al tipo Ostia II, 522-523, pertinentead anfora vinaria di produzione siceliota o africana, diffusa in contesti databili tra l'età tberiano-claudiae la prima metà del I sec. d. C., da via Presciano (n. 1386); fr di spalladi Ostia II, 21-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spell, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa rail 14/54 e la fine del I sec. d. C. da Contr. da Pedica-via Presciano (n. 1357); | fr. di ansa a doppio bastoncello Schone-Mau XXXV, anfora vinaria di produzione rpolitana, diffusa tra l'età tiberiano/claudia e a fine del Il sec. d. C.,da via Torre di Presciano (n. 1362); | fr. di ansa del tipo OstiaII, 522/523, anfora impiegata peri trasportodi vino di incerta origine, databiletail 14/54e il 150 d. C. da via dei Finili (n. 1381); 1 f. di ansa di Ostia I, $21-Ostia ΠῚ, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del “Tevere, diffusa trail 14/54 e la fine del IL sec. d. C. e 1 fr di ansa a bastoncello probabilmente auribuibile a Dressel 43= Cretese 4, anfora vimaria di produzione cretese, diffusa ta l'età tiberiana e la prima metà del JI sec. d. C., da via degli Aranci (n. 1407); 1 fr di ansa di Ostia TI, 521(Ostia II, 369-370, da via Colle Piombo (n. 1410); 1 fr. di ansa del tipo Mau XXXV/Ostia Il 371,604, anfora vinaria, di produzione tripolitana, databile ta il 14/54 dC. e la fine del Il sec. d. C.,da via dei Fienili (n. 1422); | fe di fondo con attaccodi parete di Osta 1, 521-Ostia II, 369. 370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle det Tevere, diffusa tra il 14/54 c la finc del I sec. d. C., da via Colle dei Cavalli (o. 1457) 1 f di parete con attacco d'ansa di Ostia Il, 521-Ostia TII, 369-370, da via Colle Rosso (n. 1468); 2 frr. di parete di Ostia IL 521-Ostia II, 369-370, da via del Grottone (n. 1484) fr. di ansa del ipo Ostia I, 522/523 anfora impiegata per il trasporto di vino di incerta origine, databile tra il 14/54 e il 150 d.C., da via di Lazzaria (a. 1497); 1 ir di puntale pertinente probabilmente a anfora vinaria tripolitana Schóne-Mau XXXV. diffusa tra l'età tiberiano/elaudia e a fine del Π sec. 4. C, da via di Carano (n. 1501); 1 fr. di ansa di Ostia IL 521-Ostia MI, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valJe del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine dl IT sec. d. C. da via delle Mole (n. 1507); 1 fr. di ansa a doppio bastoncello pertinente a SchoneMau XXXV, anfora vinaria di produzione tripolitana, diffusa tra l'età ti berianovclaudia e la fine del I sec. d. C. da via della Vite (n. 1514); fr. di ansa di Ostia I, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del Π sec. d. C. da viaS. Tommaso (n. 1530); 1 fr di parete di Ostia TL 521-Ostia I, 369-370, da via delle Mole (n. 1546); 1 ft. di parete del tipo Ostia I, 522/523, anfora impiegata peri trasporto di vino di incerta gine, databile trail 14/54 e il 150 d.C, da via Castellaccio-Carano (a. 1590); | fr. di ansa pertinente ad anfora tipo Ostia I, 522-523, detta anche ansa a fiorellino, anfora vinaria di produzione siceliota o africana, diffusa in contesti databili tra l'età tiberiano-claudia c la prima metà del IL sec. d. C., da via Cisterna-Campoleone(n. 1571); If. di parete e 1 fr. di collo pertinenti al ipo Ostia II 522-523, da Le Castella (n. 1606); 1 fr. di ansa e 1 fr. di parete pertinenti αἱ tipo Ostia IL 522-523, e 1 f. di ansa di Ostia I, 521-Ostia ΠῚ, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa ra il 14/54 e la fine del II sec. dC, da via ella Vite (n. 1608); If. i paretedi Ostia I, 521-Ostia HI, 369-370, da via della Vite (n. 1609); 1 fr. di parete pertinente probabilmente al tipo Ostia Il 522-523, anfora vinaria di produzione siceliota o african, diffusa in contesti databili tra et tiberiano/claudiae la prima metà del Il cc. d. C. e 2 fi. di parete di cui uno con attacco d'ansa di Ostia IL 521-Ostia TI, 369-370, anfora vinaria deta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa ta il 14/54 e Ia fine del Il sec. dC., da via dei Tigli (n. 1624); fr. di fondo di Ostia II, 521-Ostia TII, 369-370, da via dei Tigh (n. 1625); 1 f. di ansa di Ostia IL, 521-Ostia TIL 369-370, da via Appia Nuova (n. 1644);2 ἔπ. di ansa di OstiaI, 521-

Ostia I, 369-370, da vi Passo dei Cores (n. 1656); 1 fr. di ansa di Ostia 11, 521-Osta TI, 369-370, da via Retarola (n. 1679). 7 Del numero complessivo sono presenti materiali in: sigillata tali ca (I fr. di orlo verticale a fascia di piatto tipo Conspectus 20.4.2, decorato ad appliques, prodotto nelle officine «tardo padane» e del centro Talis databile tra l'età claudia e l'eà flavia, da via Nemi-lago(n. 178); 1 fi di parete dî coppa con decorazione a matrice ad archi separati da File ἃ perline, in sigillata tardo italica, assimilabile al tipo Dragendorff 29, databile dall'eà neroniana all'età flavia, da Il Pratone (n. 217); 1 f di orlo distinto e leggermente estroflesso, con solcatora interna, di piatto ti po Conspectus 3.1.2, databile tail 30/0 e il 100 d.C. da «Pelaggi» (n. 1016); 1 fr di fondo di piatto con solcatura esterna e piccolo gradino alattacco della parete, simile a Conspectus, 3.1.2, databile tail 30/40e i 100 &.C., da via Passo dei Coresi (n. 1686)); comune da mensa e da dispensa (I f. di orto di brocca assimilabile al tipo Duncan 1964, fig. 13, 113, attestato in contesti datati tra il 65 e il 75 d.C. da M Cavo (a. 4); 1 fn di olla dall rio estroiesso rivolto verso l'alto tipo Ostia II, 505, atte stato in contesti datati αἱ terzo quarto del I sec. d.C, da Terre Rosse (n. 21); 1 fr di orlo pertinente a piccolo bacino tipo Duncan 1964, fig. 16, 187, attestato in contest datati tra il 65 e il 75 d.C., da via Nemi-lag (n 177); 1 fr. di olla tipo Duncan 1964, fig. 17, 210, attestatoin contest da tati tra il 65 eil 75 d.C., da via delle Noci (n.225); | fr. di oro pertinente a olla tipo Duncan 1964, form 26, atestata in contesti del 65-75 d.C. da via Colle Magisterno (n. 264); fr. di coppetta dll'oro indistinto ti po Ostia II, 582, attestato in contesti datti al terzo quarto del I sec. d. da via Ariana (n. 428); 1 fr. di orlo di bacino tipo Duncan 1964, fig. 16, 190, attestato în contesti datati ta il 65 e il 75 d.C., da via F Pari (n 719); 1 fr. di orlo di coppetta assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXXII,5, atestato in contesti di sec d.C. simile αἱ tipo Ostia II, $81 ‘testato in contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C., da via dei Crocefissi (n.747); 1 fe. di orlo di olla con orlo a tesa leggermente pendente tipo Duncan 1964, fig. 11,95, attestata in contest databilitra il 65 il 75 &.C., da Colle de Marmi (n. 810); | fr. i brocca o olla con orlo a fascia tipo Ostia Il, 367=Pohl 1978, fig. 108, 1413, attestato in contesti del T sec. dC., tra Peta claudia e l'eà domizianes, da via F. Pari (a. 719): 1 f di brocca o lla con orlo a fascia tipo Ostia II, 367-Pohl 1978, fig 108, 1413, da M. Cagnolo (n. 835); 1 f di orlo a bassa fascia modanata di Brocca assimilabile αἱ ipo Duncan 1964, fig. 14, 154, attestato in contesti del 65-75 &.C., da via Carbonara (n. 1058); 1 fr: di orodi cope chio tipo Ostia ΠΙ, 708, attestato in contesti datat αἱ terzo quarto del 1 sec. d.C. da Crocetta (n. 1112); 1 fr di olla dall'orlo pendente tipo Duncan 1964, fig. 15, 164, attestato in contesti datati tai 65 eil 75d.C., da via Colle Perino Vecchio (n. 1147); | fr. αἱ oro di olleta tipo Duncan 1964, fig. 11, 100, attestata in contesti databili al 65-75 d.C., da via Stradone Muti1 (n. 1219); 1 f di orlo di brocca tipo Duncan 1964, fig. 13, 113, attestato in contesti datati ta i 65 e il 75 d.C., da via Colle Formica (n. 1281); | fr. di brocca dall'orlo estroflesso tipo Ostia II, 696, attestato in contest datati al terzo quarto del I sec. d.C, da via Appia antica(n. 1306); 1 f i oro pertinente a brocchetta tipo Ostia TII, 501, testato in contesti datat αἱ terzo quarto del sec. d.C., da via dei Fienili (n. 1381); 1 f.i coppetta dall’olo indistinto tipo Ostia II, 582, atstato in contesti datati al terzo quarto del I sec, .C., da via Appia antica (n 1508); 1 fr. di oro pertinente a piccolo bacino tipo Duncan 1964, fig 16, 187, attestato in contesti datti tra il 65 e il 75 d.C. da via Ponte di Mezzo (n. 1547); | fi di orlo pertinente aollet giobulare priva di collo con orto estroflesso tipo Osta II, 502, attestato in contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C. e 1 fr. di orlo pertinente a olleta ansata globulare cen orlo estroflesso dal profilo interno concavo, tipo Duncan 1964, fig. 12, 108, attestato in contesti datati al 65-75 d.C., da via dei Tigh (n. 1618); | f. di brocca o olla con orlo a fascia tipo Ostia II, 367=Pohi 1978, fi. 108, 1413, da via Passo dei Coresi (n. 1656); 1 fr di coppetta all'orlo indistinto tipo Ostia TII, 582, attestato in contesti datati al terzo quarto del Isc. d.C., da via di Carano (n. 1661}: comune da fuoco (1 fr. di orlo leggermente pendente di olla Ostia II, 630, atestato in contesti dotatial terzo quarto del sec. d.C.,da Suolo di Pirro o della Cavalera (n. 368); 1 fr. di coperchio dallorlo leggermente rialzato ed appuntito tipo ‘Ostia II, 521, attestato in contesti darai al terzo quarto dl sec. (C. da Piazza di Mari (n.760); 1 di coperchio dall'olo a tesa tipo Ostia I, 521, attestato in comesti datat al terzo quarto del I ec. d.C. da via Soleluna 221

lo d.C.) ed infine quelli tra l'età claudia e quella traianea (3 fir"), considerando anche il congruo numero di crizioni datate tra il Ie il II secolo d. C. provenienti dal territorio, sembrerebbe indiziare un forte incremento degli insediamenti nel veliterno, presumibilmente non molto dissimile da quello rilevato nello stesso periodo nel

settore a nord-est di Roma compreso tra il Tevere e T'Aniene?", Un ulteriore momento di sviluppo, sebbene di minore portata, dopo quello rilevato per l'età flaviae la traianea-adrianea, sembra riconoscibile sulla base della documentazione ceramica, nel corso della prima metà del IT secolo d. C. (80 fer, ai

(n. 1198); 1f di coperchio dll'olo leggermente rialzatoed appuntito tipo Ostia I, 521, attestato in contesti datatial terzo quarto del T sec. dC. da Crocetta (n. 1223); 1 f di oro di ll dll'olo pendente tipo Ostia IL, 630, attestato in contesti datti al terzo quarto del sec. d.C. e 1 fr. di orodi olla all'orlo pendente tipo Ostia II, 632, attestato in contesti datati al terzo quarto del sec. d.C, da via Passo dei Cores (n. 1656). 77 Del numero complessivo sono presenti materiali in sigillata ali e leggermente ingrossato esternamente di piatto tica: | fr di orlo distinto po Conspectus 3.22., databile da 40 al 120 d.C. da via Crocetta Vivaro (n. 299); 1 fe. di orlo distinto e leggermente ingrossato esternamente di piatto tipo Conspectus 3.2.2, d via Ponte delle Tre Armi (n.890); f di orlo distinto © leggermente ingrossato esternamente di piatto tipo Conspectus 3.2.2, da via Grote dell’Oro (n. 1158) Quia Giou 1994, in particolare 137 fig. 1, 138 fig. 2, 139 fig. 3, perl'incremento complessivo quasi del 250% nel ettore a nord-estdi Roma, trail Tevere e l'Aniene, dell ville trail eil IL sc. d. C. eil ILL. C. 7 Del numero complessivo sono presenti materiai in: comune da mensa e dispensa (1 fr di brocchettadallorlo leggermente esroflsso εἰς. po Ostia, 307 attestato in contesti della metà del II sec. d. C. da Fopt.na di. Antonio (n. 155); 1 f di oro pertinente a bottiglia tipo Ostia I, 323, attestato in contesti compresi tra il 240 e il 250 d. C, da Acqua del Peschio (n. 201); | fr. di oro leggermente estroflesso con attacco di ansa pertinente a botigli tipo Ostia I, 312, attestatoin contesti della metà del III soc. d. C, da Suolo di Pirro o della Cavalleria(n. 364); f. di orto di bacino assimilabile al tipo Osta 1, 444, atestato in contesti di metà ΠῚ soc. d.C, da via della Cava (n. 497); 1 f. di orlo di coppa tipo Ostia II, 214, attestato in contesti databili tra il 225 e il 250 d.C, da via dei Crocefisi (n.530); f di oro di catino tipo Ostia I, 414, attestato n contestidi metà Il sec. C., da «Lazzaria» (n. 1500); 1 ft δὲ catino dall'orlo pendente tipo Ostia 1, 413, atesato in contest della prima metà del IIT scc. d.C, da via Passo dei Coresi (n. 1656); 1 f. di orlo di coppa tipo Ostia IL, 214, attestatoin contesti databili tail 225 e il 250 d.C, da via delle Querce (n. 1719); comuneda fuoco(1 fr. di orlo con attacco d'ansa. a nastro pertinente olla ansata assimilabile al tipo Ostia IL, 186, attestato. in contesti daati tra i 240-250 d.C., da via Nemi-lago(n. 177; | fr. di te game dallorlo estrflessoe arrotondato tipo Ostia , 408, attestato in contesti del 240.250d.C. da via Contrada Comune (n. 316) 1 f. la dall'or10 estrféesso tipo Ostia II, 80 di produzione locale o regionale, attestato in contesti compresi nel secondo quarto del ΠῚ sec. d. C. da Macchie la Faiola (n. 386); | f di orlo di tegame con telo decorato a ditate del i po Ostia lI, 234, attestato in contest della metà del II sec. d. C. da via Diomede (n. 688); f di oro pertinente a tegame tipo Ostia I, 386, ate stato in contesti del 240-250 d.C. da via dei Crocefiss (n. 747); 1 fr di arto di olla dall'orlo estroflesso assimilabile al tipo Ostia I, 185, sesta to in contest del 240-250d. C.da via Formalett (n 170); 1 fr. di orlodi piattolcoperchio tipo Ostia , 403, atestato in contesti databili αἱ 240-250 d. C.da via dei Fienili(a, 1283); 1 olla dall'orlo esroflesso tipo Ostia IIl 80, attestato in contesti compresi ne secondo quarto del ΠῚ sec. d. C. da via Appia antica (n. 1306) If. di olo di tegame tipo Ostia I, 386, ttestato in contesti databili ai 240-250 d, C., da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1317); 1 f di orlodi tegame tipo Ostia 1, 386, attestato in contest di metà Il sec. d. C., da «Presciano» (a. 1488); | fr di oio di casseruola tipo Ostia II, 59, attestato in contesti della prima metà del ΠῚ sec. d, C, da via di Tig (n. 1618); | fr. di orlo di olla ansata caraterizata da orlo estroflesso indistinto e arrotondato, simile αἱ ipo Osta II, 186, attestato in contesti di metà II sec. d.C. da via dei gli (n. 1624); 1 fi di oro di pentola tipo Osta I, 59, da via Appia Antica (n. 1709); «i giilata africana (1 fr. di orlo indistinto e affusolato di scodella tipo Lamboglia 40 bis-Haycs SOA, nn. 1-45, in produzione C', etabile alla pri ma meth el II sec. d. C, da C le Magisteno (n. 168); 1 di oco idistinto e affusolatodi scodella tipo Lamboglia 40 bis=Hayes 50 A, nn. 145, in del Turano (n. 253)1 fr. di orlo a tesa orizC*, da via Fontana produzione ‘zontaldi piatt tipo OstiaI, 104, 106, in produzione C', databile nella ri

ma metàdel IL sec, ἃ. C. da via Acqua Palomba (n. 286); 1 f di orlo a tesa piana di scodella tipo Osti I, 29=Hayes 32, in produzione A/D, databile nella prima metà dl I sec. d. C. da via Arcioni(n. 323); 1 fi. di fondo con piede atrfizzato di scodlla, tipo Lamboglia 40 bis-Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione C', databile alla rima metà del II sec. d. C., da via Morice (0.398); 1 f di orlo indistinto e affusolato di scodlla tipo Lamboglia 40 bissHayes 50A, na. 1-45, in produzioneC^ da via Catalin (n. 415); | fr. di orlo di coppa tipo Lamboglia 3b'= Hayes 14 B, n. 8, prodotta in A" databimetà del IL sec. d. C. da via dei Crocefss (n.530); 1 f dior le alla prima lo indistinto affusolato di scodella assimilabile al tipo Lamboglia 40 bis=Hayes 50 A, nn. 1-45, in produzione C*, dtabile alla prima met dl ΠῚ sec. ἀ C.e I fi di oro indistinto di coppa tipo Ostia I, 7, in produzioneA* databile alla prima metà del I sec. d.C da via dei Crocefiss (n. 747) 2 fi. pertinenti ma non congiunti di orlo indistinto e affusolato con parete di scodella, tipo Lamboglia40 bis=Hayes SOA, nn. 1-45, in produdatabile alla prima metà del ΠῚ soc. d. C. e 1 fr di fondo con piede atrofizato di scodella tipo Lamboglia 40 bis-Hayes 50 A, nn. 1-45, in produzione C da via dei Bastioni (n.788); 1f. di orto indistinto e affusolato di scodell tipo Lamboglia 40 bis=Hayes 50A, nn. 1-45, n produzione Cs da Colli de Marmi (n.810); 1f. di oo indistinto e smussato all'inter nodi coppa carenata tipo Lamboglia 3b*= Hayes 14C, in produzione ΑἹ, databi ala prima metà del I sec. d. C. da via Scommiato(a. 848; 1 ἐς. di oro di piatto tipo Ostia 1 86, in produzione A, databile lla prima metà del Ii sec. d. C, da via Capitanceli (n. 924); 1 fr. di orb indistinto di piatoscdela tipo Lamboglia 3ecHayes 16, n. in produzione A, databiJe lla prima meth del ΠῚ sec. d. C. da via Caio Mario (n. 930); 1 fr. di olo indistinto di scodella ipo Hayes 31, nn. 1, 4, in produzione A/D, databile alla prima metà del ΠῚ sec. d. C. da via Capitancelli (n.938); 1 ἐς. di orlo indistinto di scodella ipo Hayes 27, n. 1 , 27/41, in produzione A/D, data bil nella prima metà del I ec. . C., da via Colle Ottone Basso (n. 971); 2 f di oro affusolato e parete leggermente inclinata, di piatto tipo Hayes 31, an. 2.6, in produzione A*, databile ala prima metà del II sec. d. C.e 1 fr. di oro indistinto di coppa carenata tipo Lamboglia 3b!=Hayes 14C, i produzioneA, databile alla prima metà II sec. d. C. da via Valleverta (n. 989); 1 f di rl i coppa tipo Lamboglia 3b!= Hayes 14 B, n. 8, in produ» zione A, databile alla prima metà del ΠῚ ec. d.C. e 1 fr di orlo tie po Ostia 1, 86, in produzione ΑἹ, databile alla prima metà del II sec. d. C., da via Ponte Lauro (n. 1161); If. di rl a tesa piana di scodella tipo Ostia 1,29-Hayes 32, in produzione A/D, databile nella prima metà del II sec. d. C. da via Soleluna (n. 1198); 1 fr di orlo di coppa tipo Lamboglia 3b/=Hayes 14 B, n. 8, in produzione A, databile alla prima metà del I sec. ed estrofesso per2 fr. di rl dito da via Vigne Nuove (a. 1215); 4.C., tinent a coppa tipo Hayes 1417, ia produzioneA, databile alla prima mctà del ITI sec. d. C., da via Appia antica (n. 1299); fr di olo a tesa piana di scodella tipo Osta I, 29-Hayes 32, in produzione A/D, databil nella prima. metà del Ii sec. d. C. da Font. πὰ Cavigano(n. 1499);1 f. di orloindisnto di coppa tipo OstiaI, 57, in produzione A^ databile alla prima metà del IIl sec. d. C., da via di Carano (n. 1501); 1 fi. di orto di coppa tipo Lamboglia 35: Hayes 14 B, n. 8, in produzioneA^ databile alla prima me"à del II sec. 6, C. da eLazzaria» (n. 1589). 1 f. di olo di coperchio tipo Ostia 128, ia produzione A/D, databile alla prima metà del II sec. d. C,da via Appia Nuova (n. 1603); f. di orlo di coppa carenata tipo Lamboglia 3bi-Hayes 14 C, in produzione A^, databile alla prima metà del It scc. d e parete ad anC. da via Isola di Ventotene (n. 1675); 1 fr. di rl indistinto dimento emisferico di coppa tipo Hayes 17A= Lamboglia 38=, in produzione A, databile alla prima metà del II sec. dC. da via Retarola (n. 1678); africana da cucina (1 f di orlo indistinto di piatt/coperchio, tipo (OstiaI, 18, attestato nella prima metà del II sec. d. C. da Il Pratone(n. 220); 1 fr. di orlo indistinto di piatt/coperchio, con ingobbio giallastro ‘sterno, tipo Osti I, 18, da via Acqua Palomba (n.256); fr. i rl leggermente ingrossato pertinente a coperchio assimilabile αἱ tipo Ostia I, 28, in produzione A/D, databile lla rima metà del ΠῚ sec. d. C. da via dei Laghi (n. 301); 1 fr. di oro di piattocoperchio indistinto dalla parete abbastanza

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quali forse possono aggiungersi anche i 19 compresi tra la fine del ITe la prima metà del ΠῚ secolo d.C”. Tuttavia, nell'ambito della fase è probabile che il maggiore sviluppo, in analogia forse con il suburbio meridionale, nella fascia compresa tra il ΠῚ e il VI miglio”, possa collocarsi nel corso delle età adrianea e traianea estesa presumi bilmente a comprendere la seconda metà del II secolo d. C.,, come sembrano confermare i resti în opera laterizia e, soprattutto, i laterizi bollati variamente noti Proprio la loro presenza, rimandando in alcuni casi a strutture anche di grande impegno, di tipologia differente, appare indicativa della estrema vitalità di molti impianti. In opera laterizia rimangono il sepolcro alla Guardianona (n. 106), parti della villa al Casale delle Fornaci (n. 491) e, soprattutto, la cisterna a nord di questo (n. 492) lun80 il margine meridionale della via Appia Nuova e, con fasi sia precedenti che successive, a S. Nicola lungo la sponda orientale del lago di Nemi (nn. 205-206), e ancora parti della villa a Monte Canino (nn. 476-478), un sostanziale riammodernamento a quella di S. Cesareo (n. 586), parte dei resti

lungo la via Nettunense (n. 1287) e del fronte sostruttivo di una delle ville a M. Cagnoletto (n. 647). Ad un'intensa attività edilizia, soltanto in minima parte rilevabile dalle strutture in opera laterizia riferibili alla fase, a partire dall'ultimo decennio del I, con un sostanziale incremento tra il terzo e il quarto decennio del II secolo d. C., sembrerebbe rimandare la grande quantità di lateres signati variamente noti. Interventi, non sempre puntualizzabili topograficamente e di conseguenza di entità non apprezzabile e solo nel caso della cd. villa di Augusto, localizzabili in almeno un settore dell'impianto, sembrerebbero coinvolgere numerose figlinae ed interessare un gran numero dî impianti. Per quanto riguarda poi la datazione di questi interventi, se quelli realizzati con l'apporto delle figlinae pubbliche c imperiali forniscono indicazioni generalmente puntuali, così non avviene, se non in rari casi, per quelle privatae.

È possibile ipotizzare che interventi di vario tipo abbiano

riguardato: la cd. villa di Augusto a S. Cesareo (nn. 570589), la figlina Sulpiciana, la Salarense, la De Licini, la Sabiniana, le Marcianae c le Mammeianae e soprattutto la

spesa ipo Osi I, 1, testo nell rima metà del I sec d. C. da via dalla fine del I alla prima metà del II scc. d. C.,da Vivaro (n. 12); 1 ft Calle Pipino (n. 420); |f di ododi piatocoperchio ipo Ostia 18. da via di orlo di piatto tipo Lamboglia 9b=Hayes 26, in produzione A’, da via dei Crocefissi (n. 530): 1 fe di oro di piat/coprchio ipo Osta I, dei Castagnoli (n. 337); 2 fre. di oro di piatto tipo Lamboglia 9 18, con ingobb gall c esters polito ἃ strisce, de via Appia Vecchia (n. ‘Hayes 27, n. 7, in produzione A’, databile ta a fine de IT e la prima. 633); 1 f αἱ oro di iato/coperchio tipo Ostia , 18, da via Colle dei metà IT sec. d.C, da via Catalini (n. 414); | fi di orlo leggermente in Marmi (n.807); 1 fi di orlo nterito di pittocoperchio, con ingobbio grossato internamente di coppa tipo variante Martin-Mascarell 1969, fig. esterno, tipo Osti I, 18; da via del Franco belg (n. 94); 1 fr. di orlo di , in produzioneAY, databile tra la fine del Icil ΠῚ sec. d.C, da via Piauoeoperchio ipo Osti, 18, da Pelaggi (n. 981); 1 f di ro di pia dei1 , 1Crocefisi (n. 747): | fr. di fondo con doppia solcatura interna di tolcoperchi, con ingobbi, tipo Osa I, 18, da I via Stradone Muti (n. piatto tipo Lamboglia 9a=Hayes 27, nn.1-2, in produzione A^, databile 1114); τ: di olo di piato-coperchio tipo Ostia I, 18, aero, da via la fine del IT e la prima metà del II sec. d.C, da Lanuvio-V.e fili Ponte di Mele (n. 1136; 1f di orlo annrit, leggermente assotiglato, traKennedy i orlo di piato tipo Lamboglia Ob=Hayes 26, in di scodella tipo Ostia, 14, attestato nella prima metà del IL sec. d. C,da produzione(n. A’,875).da 1viaf Caio Mario (n. 930); 1 fr. di orlo di piatto tipo ia Grot dell'Oro (n. 1159); 1 f di oro di casseruola tipo Osta, 268, Lamboglia 9b-Hayes 26, in produzione A^ databile dalla fine del I alattsiato nella prima metà del I sec. d.C. da via dei Feil (n. 1283); T a prima metà del IT sec. d. C., da via Appia (n. 1385);| fr. dior ft ἃ orlo annerio e indistinto di piat/coperchio, on ingobbio cstemo, lo di piat o tipo Lamboglia 9b=Hayes 26, in antic produzione tipo Osta 1, 18, attestato nella prima metà del I cc. d.C. e | fr di orlo (n. 1589); 1 fr. di orlo di piatto tipo Lamboglia 9b-HayesΑ', 26,dain Lazzaria aanrio leggermente asotighto, di scodella ipo Ostia I 14, atsato zione AV, da via Passo dei Coresi (o. 1688)); africana da cucina ( produἔς. di nella prima metà del Ilse. d. C. da via Vecchia di Napoli(n. 1262); 1. oro ripiegato all’esteno e leggermente atroizzato, con patina cenerodi olo pertinente a pitto-coperchi tipo Osta 18, amerito, atestato nola estera, di casseruola tipo Ostia III, 269, attestato dalletà severi nella prima metà del Π sc. d.C, da via Appia antica (n. 1306); 1 fr. di oda via Nettunense/via dei Cinque dame con oro esroflesso anneito, a patina cenerognola estera, tipo nàArchialla (n.prima1315);meta1 frdel diΠῚ orosec. di d.C,casseruola Ostia III, 269, da via Osta 1, 272, attestato nell prima meth del Il sec. d. C, da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1318)); tipo comune da mensa e da diNettunenseNia dei Cinque Archi (n. 1315); f. di orl di piattocoper(I ft di coppa dall'olo a mandorla tipo Ostia IV, 419, attestato chi allo indistinto dalla paete abbastanza spessa ipo Ostia, 18, at spensa di fine IL inizi del ΠῚ sec. d.C. da via dei Laghi (n.302); 1 testato nella prima met el I sec dC, da via Ponte di Mele (n 1338) infi contesti di orlo di olla assimilabile al tipo Ostia ΠῚ, 260, attestato in contesti 1 fr. di orlo di piatoveoperchio, con ingobbio esterno, tipo Osi I, 18, da 4i fine II - primo quarto del I sec. d.C, da C.le Angelo (n. 324); | fr. via degli Aranci (α 1407). f di orlo i piattofcoprchio, estero biancadll’oro a fascia tipo Ostia I, 94, attestato in contesti di fi sto, tipo Ostia, 18, a via Nettnense/via dei Cinque Archi (n. 1446), 1 nedi anforea U-prima metà del II sec. .C., da Crocetta (n. 1109); 1 fr. di orl di fr di oro di piatocoperchio esterno biancastro, tio Osta I, 18, da via NetunenseNia dei Cinque Archi (n. 1451); 1 f di tegame con orlo estro- coperchio tipo Ostia IV, 423, atestato in contesti databili ta il 190 e il a manflesso annerito, a patina cenerognol esterna, ipo Ostia I, 272, atestto 225 4C., da via Grotte dell'Oro (n. 1157); 1 f. di coppa dall'orlo nella prima metà del IL seed ©, ia Colle Rosso (n. M60), 1 f di r- dorla tipo Ostia IV, 419, attestato in contesti di fine TI inizi del ΠῚ sec. lo i piatto-coperch tipo Ostia I, 18, annrio attestato nella prima metà d.C, da via Giannetta (a, 1261); 1 f di coppa tipo Ostia IV, 419, atestato in contesti datti tra la fine del IT l'inizio del I1 sec. dC, da via del II ec. d.C, da via del Grotone (n. 1484) fr δὲ caseros dal’ lo bifida ingrosato e srotondao tipo Osta I, 268, atestato nella prima dellaVite (n. 1708)); comune da fuoco (1 ἔς. di oro di ola tipo Ostia IV, metà el ΠΙ sc. dC, dà via della Vite (n. 1814) 1 f di ro annerivo e 425, forma attestata nei contesti del 190-200/225 d.C. da via Catalini (n indistinto di piatto/coperhio, con ingobbio esterno, tipo Ostia I, 18, at 414); 1 f. di oro di casseruolacon oro a tesa con estremità sagomata ti stato nlla prima metà del I sec d. C, da via Virgilio (n. IS): 1 f di po Ostia III, 96 databile ta la fine del Il l'inizio del ΠΙ sec. d.C. da orlo di iattolcoperchio tipo Osta, 1, da via Paso dei Corsi (n. 189: Colle de" Marmi (n. 810)); pareti sottili(1 f di parete con decorazione 1 fr. dirlo di marmitta ipo Ostia, S6-Hayes 183 n. 1: 84 v. 7. patina alla barbotine, presumibilmente pertinente assimilabile all pro cenerognola, attestato nella prima metà del I sec. à. C.da via Isla di dazione imitante i gemmata potoria, dtabilea coppa, tra la finc del Ie gli inizi Ponza (1674). d.C. da via Papazzano (n. 539). Del numero complessivo sono presenti materi in: sigillata ati del ΠῚ75 sec.CONRELLI relativamenteal settore orientale, per la procana (I fc di oro inclinato verso l'interno con solcara interna sotto fonda trasformazione1986:su 35-55 piano monumentale del suburbio con la comparsa l'orlo, di piatto tipo Lamboglia 9b=Hayes 26, in produzione ΑἹ, databile una serie di grandiose vile, 223

Quintanensia, nel 123, con la A Pila Herculis nel 124, con la Salarense, durante i primi anni di Adriano, nell'età di Marco Aurelio o di Commodo con l' Oceanae Maiores, con la gens Domizia tra il 120 e il 129; l'impianto a via Fontana Parata (nn. 1211-1212), con la Sulpiciana, nel 123; quello di Monte Canino (n. 477), con la Sulpiciana nel 123, con la Salarense nel 134, con l'Oceanae Minores tra l'età tardo traianea e la primo adrianea, con le Marcianae, in età antonina e con le Naevianae, durante l'età augustea o quella poco successiva; quello di Casale Strutt (n. 1000), con la Sulpiciana all’inizio del Il secolo e con Lurius alla fine del I secolo; quello di Troncavia (n. 723), con la Sulpiciana nel primo decennio del II secolo e durante l'età di Adriano; quello di Cento Cappelle (an. 267-271) con le Marcianae nel 138; la cd. villa del Metabo (n. 696), con le Naevianae nell'età augustea o poco successiva; quello di Civitana (nn. 1326-1337) con la Sulpiciana nel 123; quello a Colonnella (n. 331) con le Naevianae nell'età augustea © poco successiva; quello a Colle della Salvia (n. 1432*) con le Naevianae in età augustea o di poco posteriore; quello a Colle dei Marmi (n. 6775) con le Marcianae nel 138 e alla fine del I secolo d.C.; quello a Monte Cagnoletto (n. 626) con Rabirius tra la fine del I e gli inizi del TI secolo; quello all’ Artemisio (n. 96) con le Domirianae minores nel 138; quello ad Arcioni (n. 283) con Flavius nella prima metà del I secolo d.C.; quello "In Silva Ariani" (n. 99*) con Domitius nel secolo d.C.; l'area sepolcrale presumibilmente lungo la via Appia antica a Le Castella (n. 1640) con Calvisius, nel I secolo d.C. All'esterno del territorio veliterno si possono supporre interventi: all'impianto termale a La Guardianona (n. 6), con le Fabianae, le Tur() nel 134; a quello al bivio tra la via Appia Vecchia e la via laviniense (n. 862) con Arius nel I secolo e con Tarquitius nella metà del I secolo a.C.; al sepolcreto de Le Mole (n. 203), con le Curtianae agli inizi del 1 secolo, con le Ad Mercurium Felicem all'inizio del I secolo; all'impianto termale a Le Mole (n. 206) con le Tonneianae, alla fine dell'età di Domiziano. ‘Tra gli interventi ai vecchi impianti, un numero non trascurabile dovette riguardare l'aggiunta di pars termali, in proporzioni variabili, da modesti ambienti a edifici separati, a seconda dei caratteri e delle dimensioni. Non pare possibile il riferimento certo a nessuno dei due per quelli testimoniati da tubuli*" e bessali®”, pur risultando plausibile che la gran parte di essi costituissero dei semplici ambienti termali. La loro esistenza risulta attestata con certezza, potendo contare su una documentazione archeologica più probante: nelJa villa “lungo le falde dell'Artemisio" (n. 96) per la quale una vecchia pianta restituisce almeno due vani con tali funzioni; a S. Cesareo, con gli edifici che occupavano l'estremiτὰ nord-orientale (R-P-Q-U); alla Guardianona (nn. 6-7) dove le vecchie relazioni di scavo segnalano "due vasche in muratura, di forma quasi semicircolare, parallele; l'una col fondo in mosaico, a quadretti di marmo bianco, inclinata a nord-ovest, l'altra con le pareti ed il pavimento rivestiti di 3% Mezzaraga (nn. 6-7); Vallone (n. 40);C. e ella Fragola (n. 44); via della Cava (n. 497), via dei Bastoni (n. 785); Crocetta (n. 1223); via dei Pozzeti (n. 1259) 224

lastre di marmo bianco e di portasanta”. Ai predetti casi possono aggiungersi quelli di ambienti termali inseriti in altre tipologie -presumibilmente statio (a Sole Luna, in corrispondenza del punto nel quale la via Mactorina incrociavala via Appia, n. 1287) e aree santuariale (tempio di Diana, a Nemi, n. 180)-, e gli edifici termali strictu sensu, in area ncmorense quello lungo la sponda orientale del lago agli Orti di S. Nicola (nn. 205-206). Comunque molti dei maggiori impianti attestati nella fase precedente appaiono vitali anche in questo periodo: così, tra gli alti, quello a via della Cava (n. 497), quello cd. della Stazione (nn. 695-699), quello di via F. Parti (n. 719), quello di C. le della Carmignana (n. 23), Colle Mozzo (n. 51), Font.na di S. Antonio (n. 155), Colle Magisterno (n. 165), M. Canino (n. 477), alla Pilara (nn. 499-501), ἃ Troncavia (nn. 723-727), via Colle dei Marmi (nn. 810812), di S. Gennaro (n. 833), Civitana (nn. 1326-1337), via. delle Corti (n. 538), via Diomede (n. 655), Palaggi (nn. 981, 1014, 1016), via Spirito Santo (n. 1389), Font. na Cavignano (n. 1499), via dei Tigli (n. 1624), alla cd. villa. di Mario (nn. 929-930), Capitancelli (nn. 917-921), Monte Cagnolo (nn. 838-840), Crocetta (nn. 1092, 1109), via dei Tigli (nn. 1618 e 1624), via Ponte di Mele (n. 1338), via Pedica (n. 1361), via Passo dei Coresi (n. 1594), via Carano (n. 1501), via dei Fienili a C. Peretti (n. 1656), via Isola di Ventotene (n. 1675) e via Retarola (nn, 1581, 16781679), Povera la documentazione specifica sull'esistenza di sepoleri, mancando resti di strutture per i quali sia possibile proporre una tale identificazione ed essendo noto, in passato, con certezza soltanto quello a Monte Canino (n. 476). Rimangono invece, oltre ad alcuni sarcofagi marmorei, numerose iscrizioni funerarie, spesso con generica provenienza dal territorio, più raramente con indicazione almeno della contrada. Risultano straordinarie per le rappresentazioni incise le casse dei sarcofagi: sia quella da Civitana (n. 1330), che quella celebre da Arcioni (n. 322), in realtà molto probabilmente rinvenuta in altro sito, forse a Le Querce (n. 1718). A questo gruppo va aggiunto l'esemplare da Colonnella, liscio, ma con iscrizione di Sextius Varius Marcellus (n. 407). Delle tre, prescindendo da quella cd. da Arcioni, incerta, si può osservare come sia la prima -presumibilmente lungo il diverticolo che assicurava il collegamento tra la villa e la via Appia-, che l'ultima - forse lungo la via Ariana o comunque in relazione topografica con essa- si trovassero lungo o nelle vicinanze di viabilità. Passando alle iscrizioni il dato sembra confermato. Il loτὸ rinvenimento, in alcuni casi in arce limitrofe a viabilità anche di grande rilevanza come l’Appia antica e la via Ariana, sembrerebbe indiziare per gli altri una analoga localizzazione, secondo quel fenomeno di "assializzazione" delle tendenze insediative funerarie?", ad esempio, così ben ri+=" Villa Magna (n. S01); via Vallevera (0.879)

terras, sed particulas quasdam in diversis locis intervenienibus complurium possessionibus di Siculo Flacco (Thul 116)

levabile nelle ricostruzioni del Canina di molti tratti della via Appia". Indicativo risulta in ogni caso rilevare come tra gli affioramente documentati per la fase, soltanto 122 siano sicuramente attestati anche nel III secolo, sebbene in maniera piuttosto cospicua come dimostrano i materiali, il che sembrerebbe indiziare anche nel territorio veliterno quella crisi vi nicola e manifatturiera largamente riconosciuta nella prima metà del IT secolo, talora accompagnata dalla stasi dell'urbanesimo?". In relazione con l’intensificarsi dei rapporti commerciali con l’area africana, alla quale riportano naturalmente i materiali ed in particolare le sigillate in produzione C e le anfore, ma anche la presenza nelle iscrizioni di nomi che rimandano a quel contesto (è il caso, ad esempio, della Data dell’epigrafe n. 1772* e il Saturninus di quella n. 515, omonimo fra l'altro del liberto imperiale che rivestì numerose cariche di prestigio in diverse parti dell'impero tra la fine. del IL e il II secolo™), ὃ dunque probabile che a partire dalla seconda metà del Π e poi in maniera più diffusa nel ΠῚ secolo, si sia andato sviluppando quel processo di selezione e concentrazione dei siti, documentato per l'età protostorica: superata la stagione dei grandi restauri in opera laterizia, la documentazione indica una prima forte, diminuizione degli impianti, alla quale andrebbe accompagnato anche un incremento dell'estensione delle proprietà con procedure non dissimili da quelle descritte da Higino (Thul. 93-94)”. Così, anche sulla spinta di motivazioni di carattere economico (in primis la necessità di riduzione drastica delle spese di "mantenimento” e di conduzione), venendosi a mutare le condizioni generali, i caratteri della villa si modificano, adeguandosi alle nuove realtà: non più esclusivamente entità compatte, ben definite anche territorialmente, al centro delle quali era la residenza padronale con gli edifici “agricoli”, ma nuove proprietà comprendenti più ville, come documenta il classico esempio di Plin. (epist. 3, 19,2)°®, a volte con numerosi e contigui fondi (i fundi complures et contigui di Higino), tal'altra con terreni non finitimi (il non continuas .

La fase compresa tra il IV e il VII secolo presenta caratteri differenti, non di rado in apparente contraddizione tra loro, per i quali non trascurabile risulta la posizione rispetto a Roma. In maniera innegabile si registra una notevole diminuzione delle attestazione rispetto a quella precedente, la quale trova il suo pendant, probabilmente, solo nel passaggio tra T'età arcaicae quella medio e, ancor più, tardo repubblicana. IL territorio appare,da nord a sud, generalmente spopola10, registrando la più bassa presenza di affioramenti per kin’, che passa dal 2,7 circa della fase precedente allo 0,8. Soffre particolarmente di questa dispersione l’area a sud dove, ad eccezione di alcuni affioramenti che si dispongono in prossimità della via Appia, il territorio sembra occupato solo da impianti disposti αἱ margini e al centro della tavoletta de Le Castella, con ampie porzioni frapposte, che sembrerebbero preludere alla costituzione del latifondo, il quale, anche naturalmente aiutato dalla morfologia del settore, caratterizzerà l’area in epoche successive, diversamente da quanto rilevabile per l’area a nord. Qui le presenze degli affioramenti, maggiori rispetto alla tavolettaLe Castella, appaiono ancora diffuse in particolare nell'area a nord-est di Velletri, a partire dalle pendici del Monte Artemisio, e nel settore sud-occidentale, in territorio lanuvino, forse indiziando quella vocazione alla piccola-media proprietà che ancora oggi costituisce una presenza preponderante. La rilevante contrazione, seppur nella sua complessità interpretativa”, evidentemente investe sia il numero complessivo degli affioramenti, che raggiunge le 123 unità", quasi tutti preceduti da fasi di età medio-imperiale, alcuni

= MansueLLI 1978: 347-354 per 'asializzazione dei sepolri lungo le strade; più in generale sul fenomeno vd. PURCELL 1987 e Von Hesse: 1994: 32-50. 2 CANNA 1853: tav. I, VI, XVI-XVIIL, XX-XXI, XV.XXVI, XXIX-XXXL XXXIIL XXXVI, XXXIX, XLLXLIL XLIVLVII ‘» Gros 1991: 733-741, specialmente 733-734, relativamente all'ambito urbano. 7" CHRISTOL, DEMOUCIN 1990. 57 Praeterea solent quidam complurium fundorum continuorum domini ut fer fit, duos aut tres agros uni villae contribuere et terminos qui fnieBant singulos agros relinquere: desertisque villi ceteris praeter eam cui contributi sunt, vicini non contenti uis finibus tollun terminos, quibus pos sesto ipsorum finitur, et eos quibus inte fundos unius domini fines obserantur, sibi defendunt (BLUME, LACIMANN, RUDOREF 1848: 130; cfr. VERA 19952: 335.336), 7 Si trata dell'acquisto di una vasta proprietà dotata di una villa padronale, confinante con quella di liio il Giovane a Tifernum Tiberinum, su cuivd. Vea 19952: 336-337. "Bree, LACHMARN, Ruboanr 1848: 152, su cui vd. Vena 19952: 339-340, 77 Sulla “diminuizione dei punti segnati in una cara degli insediamenti ein tabelle riassuntive suddivise in periodi di due-tre secoli, evidente» mente troppo ampie per essere significative" vd. Visa 199Sa: 333.334 Fragola (n. 46): S. Antonio (n. 155) » Vivaro (n. 12); Colle del a ‘Acqua del Nespolo (n.161); Ce Magisterno (n.164); Nemi-ago (n. 178);

Pian di Cerri (n.21); via Crocetta Vivaro (n. 230); S. Bartolomeo(n. 238); via Fontana del Turano(a, 28); via Acqua Palomba (n.256); via Tevola (n. 289); Acqua del Peschio (n.291); via dei Laghi (nn, 301, 302); M. Alto(n. 307);C. le Angelo (n. 324); Quarantola (n. 326); Font. na Quarantoa (n. 328). vi dei Castagnoli (nn. 337-338); via Contrada Comune (n. 340): pre“sumibilmente La Faiola(n. 365)C. De Santis (n. 366): via Vigna Grande (a. 370); via Morice (n.398); via dl Ciliolo(n. 40); via di Cori (n.414); via Colle Pipino (n. 420); via Ceppeta Inferiore (n. 422) C. le degli Olmi (n. 464); via Papazzano(an. 518-519); via Colle Barberet(n. 527); via dei Crocefss n.530, 747); via delle Cori (n. 538). via Troncavia (n.545); 5, Cesareo (nn. 582.589); presumibilmente viaF. Pari (n.719); via Arciano (n. 766); via dei Bastioni (n. 785); via αἱ Rioli (n.681): via Appia Vecchia (nn. 633, 810,830, 835); via Diomede(n. 658):M. te Cagnolo (n.838); via Scommist (n. 848); via Montecagnolo(n. 880); via Valevert(n. 885); via Ponte delle Tre Armi (n. 890); via Cinelli (n.892): via Pedica dell'Olmo (n. 798);via Colle Ottone Basso (n. 971); via Palaggi (an. 981, 982); via Valleverta (n.989); via Stragonello (n. 95): via Landi (n. 1004); Pelaggi (a 1014); via di Paganico(n. 1031); Croceta(an. 1092, 1112, 1222, 1223, 1224); via Stragonello (n. 1103); via Lago di Nemi (n. 1106); presumibilmente via Stradone Muti (a. 114); via Fontana Parata (n. 1122); via Colle Zioni (n. 1139); via Grote dell'Oro (n. 1159); via Ponte Lauro (n. 1161); via Sterlina Irlandese (o. 1167); via Formalett (n. 1169); via Colle Perino (a, L7); via Soleluna(on. 1195, 1197) via Font. na Parata (p. 1212); via della Fontanella (n. 1229); via dei Fienili (an. 1253, 1381, 1656); via Vecchia di Napoli (n. 1273) via Colle Formica(n. 1280); via Pontedi Mele

TARDA ETÀ IMPERIALE (IV-VII secolo d.C.)

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primo-imperiale, pochissime (3) attestate per la prima volta?” in genere su affioramenti di età arcaica, che quello dei

frr. che documentano la fase. Nella gran parte dei casi sono 1 o 2, con attestazioni rilevanti anche se progressivamente minori, in pochi casi fino a 3°, 4° e 5 frr.79 ed infine soltanto episodica nel caso di un numero superiore: 6525), 7*9», 8°,

94 e 11° (Fig. 36). Inoltre la fase risulta testimoniata quasi sempre nei casi nei quali compare quella precedente di età medio imperiale, permettendo dunque di rilevare come essa costituisca una prosecuzione (o piuttosto una nuova occupazione?) piuttosto che una fase ex novo. Oltre ai pochi materiali ceramici, equamenti divisi tra sigillata africana nelle produzioni in C e in D, africana da cu-

cina e anfore, completano la documentazione archeologica dell'età un numero estremamente ridotto di strutture in opera listata??" (6 di cui una non più verificabile -l'acquedotto di Incudini n. 1413-): 1 rifacimenti al fronte sostruttivo a M. Canino (n. 477) e alla struttura a est del castello di S. Gennaro (n. 823), all'impianto a Villa Crocetta (ex Casale Strutt) (n. 1000), e i due tratti di acquedotto lungo il versante sud-orientale del cratere di Nemi (nn. 371-372). La loro analisi evidenzia innanzitutto, analogamente a quanto noto anche per territori contermini, la drastica riduzione degli interventi, che, seppure cospicui, riguardano nella maggior parte dei casi impianti più antichi. Tuttavia accanto ad esse si segnala la realizzazione ex novo di alcune nuove costruzioni, come nel caso dell'acquedotto di Incudini, e al-

meno un consistente riadattamento di quello di Nemi. II fatto che in questi casi si tratti di infrastrutture di grande impegno e connesse all'approvvigionamento idrico, sembrerebbe presupporre l'esistenza di un numero di impianti sicuramente inferiore alle età precedenti ma presumibilmente assai piü grandi, secondo quanto si andava già delineando sullo scorcio del III secolo d.C. Proprio questo carattere, sembrerebbe dunque distinguere il territorio veliterno da quelli contermini da un lato e dall'altro avvicinarlo a gran parte del suburbio di Roma dove ancora tra V e VI secolo sono variamente testimoniati complessi rustico-residenziali di alto livello?**: infatti anche a Velletri sembrerebbe essersi verificata una sorta di selezione

(n. 1338); via Appia antica (nn. 1299, 1306, 1422); via Pedica (n. 1360); via Casale dei Monaci (n. 1371); via degli Aranci (n. 1407); via del Grottone (n. 1485); Presciano (nn. 1487, 1488); via Castellaccio/Carano (n. 1491); via di Carano (nn. 1454, 1501); Font.na di Cavignano (n. 1499); via delle Mole (n. 1507); via della Vite (n. 1514); via Virgilio (n. 1519); via Selvanova II (nn. 1522, 1525); via S. Tommaso (n. 1530); via Retarola (nn. 1581, 1678, 1679); via Cisterna-Campoleone (n. 1585); via Passo dei Coresi (n. 1594); via Appia Nuova (n. 1603); via dei Tigli (nn. 1618, 1624); via della Vite (n. 1633); via Isola di Ventotene (n. 1675); via Maria SS. di Nazareth (n. 1696). 9?" C. dei Guardiani (n. 245); via Contrada Comune (n. 317); via Panamense (n. 334). ?55 Colle Crocetta (n. 1092); via Ponte Lauro (n. 1161); Colle Crocetta (n. 1223); via dei Fienili (n. 1381); via Casale Monaci (n. 1371); via delle Mole (n. 1507); via Selvanova II (n. 1525). 329 Via Ponte di Mele (n. 1338); via Passo dei Coresi (n. 1594); via Appia Nuova (n. 1603); via Retarola (n. 1678); via dei Tigli (n. 1624). 29 Via Stragonello (n. 995); via dei Tigli (n. 1618); via Isola di Ventotene (n. 1675). ??! Via de] Grottone (n. 1486). ??? Colle Crocetta (n. 1112); via Passo dei Coresi (n. 1656). 553 Via Carano (n. 1501).

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degli impianti contrassegnata dal continuum insediativo solo di alcuni di essi. In particolare continuano ad essere attivi quegli impianti che già nella fase precedente, non pochi addirittura in quella primo imperiale, avevano mostrato una particolare ricchezza e quindi importanza. Tra gli altri, ad esempio, ricordo quelli: a FE. na S. Antonio (n. 155), via Acqua Palomba (n. 256), via F. Parri (n. 719), Rioli (n. 798), via Appia Vecchia (n. 810), Palaggi (nn. 982,

1014), C. le

Strutt (n. 1000), Crocetta (n. 1092), su via Carano (n. 1501), via dei Tigli (nn. 1618, 1624), C. Peretti (n. 1656), via Retarola (nn. 1678-1679). Un aspetto che rimane in ombra, e di cui, almeno in alcu-

ni casi, soltanto indagini di scavo potrebbero rintracciare in maniera certa la presenza, ὃ quello relativo alle sepolture. Ancora più che non nelle età precedenti risulta presumibilmente inferiore alla situazione reale il calcolo del loro numero?” dal momento che ai casi consueti “extra villa", defi-

niti da un monumento o comunque da una concentrazione di fittili, occorre forse aggiungere quelli all'interno (sia concentrati in un'area che sparsi), evidentemente riconoscibili con maggiore difficoltà. In considerazione di questa lettura degli affioramenti, forzatamente approssimativa, e del fatto che le caratteristiche ricorrenti di queste sepolture, che recenti indagini hanno evidenziato?" non sembrerebbero permetterne un riconoscimento certo, ὃ almeno possibile che alcuni dei materiali ascrivibili alla fase, possano indiziare la

loro presenza. Accanto al verificarsi di questo fenomeno va segnalato l'affermarsi del cristianesimo e l'attività edilizia connessa ad esso. La cristianizzazione comportò la realizzazione di alcuni nuovi edifici, che, oltre alle tipologie già attestate, ne presentava delle nuove: cosi accanto al sepolcreto cristiano che riutilizzava strutture più antiche, all'incrocio tra la via Appia antica e la via Mactorina, a Soleluna (n. 1295), in area paraurbana nella zona attualmente dei campi sportivi, a sud di porta Napoletana, nelle immediate vicinanze delle vie S. Caterina e Acquavivola, ὃ ricordata una catacomba (n. 772), mentre forse, un'altra poteva essere nella zona a sud-ovest della città, lungo via S. Anatolia (n. 686). Più specificatamente, a partire proprio dal IV secolo, risultano documentati

22% Via Appia antica (n. 1195).

3295 Via Appia antica (n. 1306). 52 E la tesi di SANTANGELI VALENZANI 2003: 609, secondo cui la documentazione presenta ancora un “buco” per il VI-VII sec. 7 Sul non automatico riferimento dell'opera listata in laterizi e tufelli alla tarda antichità vd. SPERA 2003: 287 nota 40. 3295 Ricordo, ad esempio, la villa a Settecamini, sulla via Tiburtina, che presenta una fase di trasformazione degli ambienti in opera listata e materiali ceramici "tardi" (CARBONARA 1991-92: 94-97), quella dei Sette Bassi

(BUONAMICO 1987-88: 394-398) e quella sulla via Tiberina alla quale in una fase tarda vengono aggiunte strutture relative a impianti vinicoli (MANCI-

NELLI 1991-92: 197-209). Sulle “persistenze di utilizzo almeno fino al V-VI secolo” vd. SPERA 2003: 286-287. 99 SPERA 2003: 314 per il quadro insediativo delle presenze sepolcrali “di difficile definizione e quantificazione”. 33° Di GENNARO, GRIESBACH 2003 con catalogo degli esempi documentati nel-suburbio, nel Lazio e in altri ambiti italiani, specialmente 139, 141142 per la tipologia delle tombe (fosse semplici oppure foderate con copertura disposta alla cappuccina o in piano, occasionalmente con un riforzo in scheggioni di pietra e frammenti fittili. Frequenti le sepolture di bambini in

anfora e le deposizioni a cassone e le coperture con frammenti di materiali diversi); SPERA 2003: 316-318 nota 117.

Fig. 36. Localizzazione zonale dei sii di età tardo-imperiale (IV- VII see. d. C.) su base oro-idrografica. A tratteggio l'area della cità in età storica.

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alcuni luoghi di culto: a ovest di Velletri, lungo il tratto stradale che dalla città raggiunge I’ Appia’, quello paleocristiano di S. Cesareo, nell'area della villa omonima; sul finire del VI secolo è attestata per la prima volta la chiesa di S. Andrea. in Silice, a nord-est di Cisterna di Latina, dove viene spostata la sede vescovile di Velletri?" mentre quella di S. Nicola, sulle rive orientali del lago di Nemi, ὃ attestata in documenti solo a partire dal 1130 e quella di S. Silvestro (n. 77), poco al di sotto della sommità del Maschio di Ariano, almeno dal XIII secolo. A partire presumibilmente dai primi decenni del TV secoJo inizia, in maniera sporadica, la menzione nella documentazione archivistica dell'esistenza di fundi, già in parte richiamati per l'identificazione dei proprietari di età romana, ognuno designato da un proprio toponimo"",, anche se soltanto con il VII-VIII secolo essa si arricchisce. Compaiono: negli anni iniziali del IV secolo fundum Picturas; trail VIL e I'VIII secolo?" fundi Mucianus, Cosconis, Praetoriolus, Casacatelli; nel 715° Rumellianus e Octavianus nella Massa Victoriolae; Burreianus, Oppianus, Julianus, Vivianus, Cassianus, Solificianus, Palmis, Sagari, Saturianus, Canianus e Carbonaria nella Massa Trabatiana; Floranus, Priscianus, Grassianus, Pascuranus, Varinianus e Caesarianus nella Massa Caesariana; Pontianus, Casaromaniana, Tatiamus, Casaflorana mella Massa Pontiana; Barranus, Cacclanus, Pontianus, Aquilianus, Steianus, Cassis nella Massa Steiana; Arcipianus, Corneianus e Ursanus nella Massa Neviana; forse nel 946"" fundum qui vocatur . calvelli,f. bespoleti, f. cosconi, f. cesapresbiterum, f. duo amanti f. soleluna, forconi, f. paganicum, f. casale piscatorum, f. glisconi, f. ancaranum, f. scazzi, f. paritorum, f. cripte . f. formellum, f. sancti thome apostoli, f. comalorum, f. casale qui dicitur cesarrau, f. sancti petri, f. qui vocatur casale cerqua revolosa, f. orselli, f. toranum, f. gizzi, f. bassetii, f. carcanum, f. sambuci, f. revoli, f. (vallescura, f. lociolu, f. papazzano, f. sancti stephani, f. pullanum; nel 1042" fundum. qui vocatur bussetuli; nel 1073-1086" fundus Murcianus, f. Praetorialus, f. casa Castelli). La loro presenza accanto ἃ quella delle massae a partire dal IV secolo (?), non pub non indiziare l'esistenza anche di proprietà di piccole dimensioni, in numero ben maggiore di quanto noto ad esempio per la vicina Cora”, ma anche Tibur",

A questo discorso sulla riorganizzazione del territorio veliterno si lega quello delle proprietà, ormai solo parzial‘mente in mano a privati. La possibilità di rintracciare, tra i nomi di personaggi restituiti dai documenti, lo statusdi alcuni, - è il caso del Gallicanus che dona diverse proprietà alla basilica di Ostia, tra cui il veliterno f. Picturanr"^ -, consenτὸ di riconoscere la prepotente avanzata di un gruppo di funzionari e dignitari, generalmente senza legami con la vecchia aristocrazia. Tuttavia accanto a questi, trovano spazio ancora personaggi della vecchia classe senatoria quali, agli inizi del V secolo, il L. Marius L.f. Qui. Maximus Perpetuus. Aurelianus patrono della città, in CIL X, 6567. Da questi elementi sembrerebbe dunque emergere un’ magine del territorio veliterno, organizzata per massae (Massa Neviana ad vicesimum; massa Urbana cun Capuano et Caesariano®), nelle quali tuttavia permane ancora la suddivisione in fundi, certamente lontana dalle precedenti età prospere, ma ancora dinamica certamente nella seconda metà del IV secolo, se in citt si ritiene di dover restaurare l'anfiteatro (n. 561, 113), forse ancora alla fine del IX secolo. Elementi puntuali dal punto di vista cronologico per determinare l’avvio di una nuova radicale trasformazione dell'assetto territo riale antico incentrato sulla villa, non sembra esistano. Tuttavia dal momento che tale processo sembra essersi innescato già nel documento del 946, probabile che anche. nel territorio veliterno, come verificato per altri contesti laziali, esso possa datarsi, nelle fasi iniziali, tra la fine dell' VIII e il IX secolo. Le nuove realizzazioni sia civili che religiose, in tecniche murarie che dal paramentoin bozze regolari giungonoa quello caratteristico a blocchetti”, quasi esclusivamente in selce, privilegiano tra l’altro la vicinanza ad assi stradali di rilevante importanza come!’ Appia antica", non di rado l’areadi ville di età romana, riutilizzandone, spesso, alcune parti, sempre i materiali di risulta. Relativamente alle chiese ricordo: lungo il lato orientale di V. le Oberdan, almeno a partitiredal 1137, quello di S. Maria dell’Orto (n. 905); poco al di sotto della sommità del Maschio di Ariano quellodi S. Silvestro, riferito sulla base delle tecniche costruttive almeno al XIII secolo (n. 77) ed in ambito nemorense, lungo il lato occidentale della strada perilacustre, poco a sud del complesso sepolcrale sul lato opposto, almeno a partire dal 1130 quello di S. Nicola(n. 205).

2?» Coste 1990: 132 (-Cosre 1996: 495). P Si tratta del documento del 592 nel quale Gregorio comanda di taportare la sede Veltema in Arenata (Sant Andrea în silice sulla via Appia) perché luogo più sicuro ab hostilitatis incursu (KHR 1907: 102 n. 2, 106107; LANCIAM mss. 85/2: 83 ToMassernt 1979: 417; Escn 2003: 13-14, specialmente nota 38). © Lista completa in LANCIANI mss. 85/2: 88-89. Il fundus, "teriurio Vellirense praest. sol. XLII”, risulta donato da un tale Gallicanus alla chiesa Ostiense (Ducussne 1981: 1, 184 n. XXIX; Tomassern 1979: 417; De FrANCESCO 2003: 530). 2? Donazione di un ale Constantinus al a chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, a Roma, di alcuni beni in territori Belirensi miliario XXII da Roma (Nay 1849: II, 452; Ds Rossi 1873; Towassern 1979: 417-418; Marazzi 1998: 128 quale ipotizza peri possess ricordati “una consistenza assai maggiore di quanto appare”). > Iscrizionedi GregorioI, nella basilica Vaticana, nella quale sono attributi li liit di alcuni fondi veliterni (MAI 1831: 209-210; Towassermt 1979: 418) * Concessione presumibilmente fatta il 9 gennaio 949 da “Leo episc. Velit... Demetrio Consul et Duci montem unum in integro in quo supra

scriptinus Demetrius debet congregare populun et foris ipso castello terra vacante ubi aptum fuerint vineas. edita da STEVENSON 1889: 73-79, specialmente 73-74, n. [ ma anche in Lancsani mss. 852: 83; cfr. TOUBERT 1973: 1,322 nota |n. 1: Towasserri 1979: 418-419. ° Sevenson 1899: 86-87, in particolare 86; LANCINI ms .85/2: 84. P Confermazione da pate di Gregorio VIL... titulo ss. Johannis et Pauli de Urbe possessiones in territorio Bellirinensi milliario XI" i: Borgia 1723: 137; Lanciana mss, 85/2: 85. 20» Branpizzi Virrucai 1968: 17 nota2. DI MARI 1991:49. 2" Manazzt 1998: 30; De Francesco 2003: 516-517 nota9. P? Conferma del 1033 fatta da Benedetto IX “... Episcopio Silvae Candidae in ipsam viam Appiam territorio Vellerano massam urbanam. ‘eum Capuano et Caesariano in qua est ecclesia sancti Felici" riportata da Lanciani mss, 852: 84. P" Sulla tecnica, impropriamente definita “saracinesca” (De Mracis 2001),vd. Esrostro 1998: 51-67; Esnostro 2004: 215-216, 222-228 >" Carocci, VENDITTELLI 2004: 24 osservando il fenomeno lungo la Tiburtina e la Salaria, richiamano il caso della via Appia in direzione di Velletri

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A queste vanno aggiunte, oltre a quella già menzionata di S. Andrea: quelle a Civitana (n. 1327), e in un luogo "destructum atque desertum . in territorio velletrensi iuxta silice”; se di quest'ultima, dedicata "in honore Ihesu Christi et sancta Dei genitrix virgo semperque Maria et sanctorum martirum dionisii iohannis et pauli", nota l'esistenza nel 1045 ma non la localizzazione puntuale, della seconda, impiantata sulla cisterna della villa alla Civitana, & possibile forse riconoscere, sulla base della tecnica costruttiva, la realizzazione, forse, nell'XI secolo. ‘Ad un ambito religioso, nonostante l'architettura trovi confronti anche in contesti abitativi come quelli non lontani di Colle del Vescovo (nn. 126-137, 139-148) e, soprattutto, del Maschio di Ariano (nn. 78, 79-92), sembrerebbero ri mandare anche gli ambienti rupestri di Morice, per i quali è possibile proporre un inquadramento cronologico tra la metà dell XI e il XII secolo (n. 347). Un addensamento è rilevabile a nord-ovest di Cisterna di Latina, nell’area del monastero di S. Andrea in Silice, nella località successivamente denominata Le Castella dove sono ricordati: nel 978 un Castrum Vetus, che dovrà essere ripopolato e “ristrutturato”; nel 1201 un Castrum Novum; nel 1219 un Castrum Sancti Andree". Più a nord è ricordata nel 1149 e almeno nel 1270, Ja realizzazione di due castelli di rilevante importanza per la loro localizzazione: quello di Ariano (nn. 60-75) sulla cima più alta della catena dell’ Artemisio, a dominio a est/nord-est della vallata larianese-veliternae a sud-ovest della piana del Vivaro; quello di S. Gennaro (n. 826), lungo la via Appia, quasi in corrispondenza di un’ importante trivio di strade. La tendenza all’incastellamento, rilevabile in città con la. realizzazione di un nuovo circuito murario all'inizio della seconda metà del Cinquecento, e più in generale la necessità di difesa da nuovi nemici, determina nell'area pianeggiante a sud del centro, in posizione strategica sulla direttrice che collega Anzio e la rocca veliterna®®, la costruzione di una serie di torri di guardia tipologicamente differenti: quelle di Presciano (n. 1473) e di Lazzaria (n. 1588), entrambe realizzate su una piccola altura e, almeno la prima, impiantata nel corso del XII secolo e poi rialzata tra il XIII il XIV secolo, riconducibile all’impianto più semplice e ricorrente all'epoca della sua costruzione, costituito da una torre e un recinto quadrangolare”*; quella al Monastero di Vallechiara (n 1492), presumibilmente fortemente rimaneggiata c restaurata, invece riconducibile al tipo con una torre con un edificio affiancato a un lato erecinto", Prima con la compresenza accanto ai fundi e poi con la. successiva predominanza, la menzione dei casali nei docu-

menti, indica la definitiva dissoluzione del sistema romano conservatosi almeno nominalmente nel nome dei fundi in età tardo antica e altomedievale"?: ma ormai ἃ testimoniare le numerose ville romane rimangono solo pochi “muri antichi” (o "muracci"), molte aree di “cocci” sparsi sul terreno e qualche toponimo.

P" Ricordata nellato di concessione del 2 giugno 1045 fato da Gregorio console αἱ prete Benedetto di Frassi e a due dei futuri suoi successor (STEVENSON 1899: 87-88n. VI; οἷς, CosTE 1990: 132 (-Cosre 1996: 495) 5 Morne 1930; Touverr 1973: , 322 nota 1 n4, 435. w Risulta attestato nel privilegio di Innocenzo alla Basilica Lateranense del 4 maggio 1201 per cui vd. Coste 1990: 132 nota 39 (CCosre 1996: 494 nota 39); Carocci, VENDITTELLI 2004: 68fig. s. n. ?'Ninby 1849: I, 415 a proposito di un ato ἀεὶ settembre [219 già nellarchivio lateranense; Coste 1990: 132 nota 40 (-Cosre 1996: 494 no. 1240); Carocci, VENDIFTELLI 2004: 62,68 fig. sn. "Dei Niro 1990: 50-51; Mopica 1997: 103, 11 av. 1.

1 Espostro 2004: 235-237, specialmente 237. = Espostro: 2004: 238-241, soprattuto 238. 0 MaRAZZI 1998: 266-274. μαι, Archivio pratiche, Vller Relazione P. Romanelli del 22 di cembre 1953. Saal, Archivio pratiche. Velletri. Relazione F. Tata Nardini del 4 febbraio 1980 con allegato stralcio catastale ° Spat, Archivio pratiche. Velltr. Relazione F. Tata Nardini dell 1 settembre 1980 con allegato stalcio catastale. 77 Oltreαἱ fondamentale Lucu! 1923: 263-271 etav. XI È, accenni di vario tipo sono in: Housrentus 1666: 180-181 (Pag. 911. lin. 37); EscimnaRDi 1750: 287; Casto 1744: 231; De Caaupy 1769: 376.377;

INFRASTRUTTURE La viabilità

Prescindendo dalla cd. via albana, la conoscenza dei tracciati stradali che intersecano il territorio veliterno, a parte rapidi cenni per il settore meridionale e poco probanti quadri generali, risulta quasi interamente legata alle ricerche, vecchie e recenti, sulla via Appia antica, sia relativamente al suo percorso che alle infrastrutture che in alcuni punti ne assicuravanoil passaggio. Pur non potendo escludere altre motivazionon? improbabileche acid abbia contribuito, forse, in maniera determinante, il differente stato di conservazione. Nel caso della consolare, nonostante l'opera congiunta di depredamento di parti del basolato e di obliterazione ne interessi quasi ogni parte, incidendo sulla sua tutela e la sua conservazione -è il caso ad esempiodel “ratto di 25 metri. nella località Ponte Oscuro presso S. Eurosia ridotto in scaglioni nella costruzione di due case coloniche” nel 1953", di un settore, nel territorio di Genzano, franato a seguito di lavori agricoli e quindi gettato nel vicino fosso nel 1980, di un lungo tratto in località S. Tomao, devastato da lavori agricoli e successivamente invaso da un muro di recinzione, nel 1980" la conoscenza del suo percorso non sembra soffrire. Diverso si presenta il caso delle altre strade, non solo di quelle, dimensionalmente meno rilevanti, che si diramavano dall' Appia, ma anche di quelle altre di maggiore importanza. come, tra le altre, la via Ariana, la Mactorina e la cd. Selciatella Lazzaria. Infatti tra quelle riconosciute, per molte non rimangono, presumibilmente, resti della pavimentazione, mentre di altre & stato possibile riconoscerne, oltre a basoli fuori posto, scarsi resti, cosicchè spesso solo le notizie sui vecchi rinvenimenti, malgrado le successive distruzioni, risultano fondamentali per la ricostruzione del percorso (Fig. 37). Cd. via albana A. Un importante collegamento viario era quello da Ariccia per Monte Cavo? La via attraversata Aricia, con percorso in gran parte coincidente con l’attuale via delle Cerquette si dirigeva verso

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Monte Gentile, quindi raggiungeva il terreno boschivo compreso trail lato nord-orientale della SS. 218 e il lato meridionale della SP. 217 Via dei Laghi all'altezza del km 12,200, dove è riconoscibile, oltre che da alcuni tratti di lastricato, dall'invaso e da numerosi basoli fuori posto (n. 109). Attraversata la via dei Laghi, la strada, piegando piuttosto bruscamente verso est, risaliva le pendici occidentali della piccola altura su cui si trova il casale della Guardianona, costruito riutilizzando un sepolero di opera laterizia (n. 106). La strada si conserva per un tratto di circa m 196 di lunghezza per m 2,90/3,35 di larghezza, pavimentata con basoli di selce di grandi dimensioni, ancora ben connessi, e crepidini laterali, dotate di paracarri, posti a una distanza media di m. 3,95 (n. 107). Da qui, proseguiva presumibilmente ancora. verso nord-est, segnalata da alcuni basoli fuori posto (n. 104), per piegare nuovamente con un'ampia curva, riprendendo l'orientamento nord/nord-ovest, fino a raggiungere due brevi tratti lastricati (nn. 10-11), oltre i quali la via si dirige più decisamente verso nord con un tratto di m 280 circa (n. 9), che raggiunge quasi (nn. 2-3) la via moderna per la. sommità del monte. In questa parte del percorso la via antica. si presenta in uno stato di conservazione generalmente buono, a parte piccole lacune nel lastricato, soprattutto nella parte settentrionale: con una larghezza compresa tra m 3,98 € 4,02 e crepidini in gran parte conservate, tra le quali sono paracari, posti a una distanza media di m 5,80/6. La strada inizia l'ascesa, facendo ricorso a tratti rettilinei anche di una certa lunghezza in forte pendenza, interrotti da brevissimi rompitratta per il deflusso delle acque, ai quali seguono alcune caratteristiche curve a gomito. Interrotto dalla moderna strada panoramica per Monte Cavo, il lastricato ricompare nuovamente sul ciglio opposto. Da qui sale senza interruzione fin quasi alla sommità con percorso anche in migliore stato di conservazione rispetto a quello precedente, con crepidini laterali spesso visibili, solo in parte (m 606) compreso nella ripartizione seguita (n. 1). Cd. Via Setina B. Proveniente da Roma, nel settore compreso tra Aventino e Celio, è documentata l'esistenza di un asse stradale (cd. "via Setina") che con direzione nordovest/sud-est, doveva presumibilmente raggiungere Velletri, proseguendo poi per Cori, Sezze e Privemo, fino a Terracina™.

La via presumibilmente ricalcata dall'attuale SS. 217 via dei Laghi almeno fino all'altezza di C. le Fornace, alle pendici del Monte Spina, da Mezzaraga costeggiava prima le pendici sud-occidentali della piccola altura sulla quale è il sepolero in opera laterizia riutilizzato dal casale della Guardianona (n. 106), quindi sul lato occidentale le pendici nord-orientali del sistema del M. Calvarone da dove con un tratto in salita giungeva fino all'altezza del Casale dei Corsi. Da qui, piegando forse leggermente verso sud, ridiscendeva raggiungendo l'altopiano del Vivaro con un percorso rettilineo, in piano nella parte finale, fino all'incrocio con la SP. 18/c via Crocetta Vivaro, a parte forse il tratto in corrispondenza della piccola altura, poco a nord dell'incrocio, che superava con una piccola tagliata. A partire dal bivio con via Crocetta Vivaro, la strada antica, come la moderna, mantenendo inizialmente l'orientamento nord-ovest/sud-est, risaliva prima le pendici settentrionali dell’altura immediatamente a nord di Monte Spina, quindi piegava leggermente a ovest lambendone quelle sud-occidentali, raggiungendo la quota più alta del percorso, da dove iniziava la discesa alle pendici occidentali di Monte Spina. A questo punto la via, che generalmente si fa proseguire con percorso coincidente con quello della moderna fino a Casale Fornace, è probabile che deviasse sul lato meridionale procedendo lungo il tratto abbastanza rettilineo, in accentuata pendenza, che raggiunge Fontana Fiume con un tracciato che si svolge a valle di quello attuale. Π sentiero superstite si presenta largo tra 3,20 nel settore più a valle e 4,50 in quello a monte, terrazzato per un lungo tratto, a partire quasi dalla via dei Laghi, sul lato a valJe, da un muro a secco di grosse scaglie di selce e su quello a monte da una bassa tagliata Da Fontana Fiume, raggiunte le pendici meridionali di Colle Tondo, forse nella zona dove è ricordata l’esistenza di un tratto lastricato di incerta localizzazione (n. 3605), la strada, presumibilmente, abbandonata definitivamente la via dei Laghi, correva verso est, con un tracciato meno sinuoso ma anche più in pendenza rispetto a quello della provinciale, di percorso incerto, Secondo la ricostruzione del Lugli (B!), infatti, la strada dall'altezza di Fontana Fiume si sarebbe diretta verso sud/sud-est, con percorso in accentuata pendenza, fino a ricongiungersi con il tracciato di via Colle Caldara, poco a sud di via S. Barbara"? e da qui, in gran parte coincidente con la strada moderna, avrebbe raggiunto la via Appia.

Riccy 1787: 70 ne ricorda la larghezza di “palmi undici”: Nissy 1819: 1, 127, 129 ne ricorda la larghezza “dî circa 8 palmi”; West 1827: 18: 19; Ricey 1828: 9; Giorni 1842: 26; DestarDin 1854: 127; MURRAY 1873: 402; TOMASSETTI 1886: 380-382, specialmente 382 nota 3, 394, a proposito dell'atto di Palazzolo del 1294 nel quale è ricordata la via sil cata montis Cavae: RoccHi 1895: 341-342; Lanciani mss. 85/2: 19-20; Lancia! CVarLar. 13046: 146; Lucr Appunti: fase. Via Appia Π- Αἴδαπο, cart. Ageret mons Albanus, Via Trionfale, ne ricorda la conservazione del basolato "quasi interamente per circa 1 chilometro” con una larghezza“di 4 metri precisi" e lungo le crepidini paracar alla distanza di 44,2 m; Asuny 1910: 395-397: AstbY 1927: 195-196; Towasserm 19798: SII512; Connetti 1981: Î11; Quuict Gioni 1985: 120-121; Li 2002: 78, 79-80 figs. 26-27, 81, 91 fig. 31, 116-117. Il tracciato è riportato anche de ἘΞ Stevenson, sulla tavoletta dell IGM al 25.000 di Velletri (STEVENSON CViiLar.10578B: n.9), Guasti in diversi punti della viabilità sono atstati nei primi anni della seconda metà dell'Ottocento (ASR, Min. LLPPBBAA. b 407, fasc. 47. Relazione del 12 gennaio 1855: ". nel-

l'antica via Romana detta Numinis . si vedono in re punti sconnessi e divelt i selci in numero di dieci o dodici dalla loro simmetrica giacitura, buttati lungo i ciglio esterno della strada .. scavate buche profonde ove prima esistevano le pietre." ASR, Min. LI. PPBBAA. b. 351 fasc. 65. Relazione del 23 febbraio 1855 "a proposito di. alte escavazioni e altri sassi dive” 7" Luci 2002: 335, 337-338 n. 16,339 fig. 382, 340, 341-342 n.78. Parzen WacevrR 1913: 402-403; Luau 1934: 257: Luau 1962: Ὧν. 6; Branpizzi VITTUCCI 1968: 29-30 specialmente per il tratt nel terr torio di Cora; Rpk 1981: 44, 163; Ceescenzt 1981: 37, specialmente 49 nota 95, specificatamente peril ratto veliteno lungo il quale ricorda lesi stenza di “basol .. dei resti. di sostruzioni in opera quadrata di tuf PaLoMei 2003: 233 nota 80. 7" Allesisenzadi questo tratto di viabilità può forse riferirsi il baslato che abitanti del luogo ricordano rinvenuto in questa zona in occasione della scassato per la vigna. Ho cercato più vole, senz risultato, i individuare e quindi localizzare con esattezza i resti ricordati.

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Fig. 37. Viabilità su base orografica. A tratieggio l'area della cità in età storica.

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Nuova poco a est del km. 37,500. L'esistenza di questo tracciato sembra comunque plausibile, se non come segmento della via Setina, forse come una viabilità secondaria, la quale si allontanava dal lato meridionale di quest'ultima, lambendo la villa n. 457. ‘Secondo Crescenzi, invece, avrebbe tagliato Colle Caldara, Colle Petrone, Colle Giorgi e Colle Nemesi, attraversando così la via dei Laghi, e andandosi a ricongiungere, dopo aver superato a monte, tra Colle Nemesi e Colle Giorgi, il fosso S. Anatolia, al tratto di via Morice a nord della biforcazione con via Colle Giorgi. Da qui, presumibilmente, scendeva con percorso abbastanza rettilineo lungo via Morice, lambendo la villa segnalata da Lanciani presso Villa Antonelli (n. 441), per entrare a Velletri all’altezza di Porta Romana. Tra i pochi elementi emersi dalle perlustrazioni nelle arce nelle quali è ipotizzato il passaggio della strada, i quali di per sé non sembrerebbero essere decisivi per la sua ricostruzione, emerge il tratto di lastricato stradale sul lato occi dentale di via Morice, circa m 350 a nord dell'incrocio con via Colle Giorgi (n. 399), il quale sembrerebbe confermare la ricostruzione di Crescenzi. "Tracciati b1-b2. Dal lato dx. della via Setina, circa m 900 a sud-est del Casale della Guardianona, si distaccava una via per’ Appia antica, a sud di Colle Pardo" e un'altra, in gran parte ricalcata da alcuni sentieri, per il santuario di Diana, lungo la sponda nord-orientale del lago di Nemi?"*. Entrambe le vie antiche, inizialmente ricalcate da un sentiero che si distacca dalla via dei Laghi (via Setina) e attraversa la stretta sella tra le due alture che caratterizzano il versante a sudovest della via dei Laghi, immediatamente prima di Mezzaposta, corrono almeno nei primi m 380 in declivio, con direzione quasi est-ovest, con percorso abbastanza rettilineo e progressivamente incassato tra sponde alte fino a m 3 circa, per raggiunge Fontan Tempesta, da dove si biforcavano. DIL A partire da qui la strada per I’ Appia antica proseguiva verso sud-ovest con un tratto compreso nella ripartizione seguita per almeno m 560, perpetuato anch'esso da un sentiero moderno™, 2. La strada per il santuario, invece, da qui, si dirigeva verso sud-est, prima risalendo e poi costeggiando l'orlo craterico, e quindi le pendici occidentali del Monte Calvarone, ricalcata anche in questo tratto da un sentiero. La via procedeva verso sud in maniera abbastanza articolata, seguendo almeno in parte l'accidentata morfologia, alternando tratti in salita con altri in discesa, per almeno m 55 circa tagliata nel banco affiorante (n. 119). Giunta a circa m 400 dall’abitato di Nemi, con percorso sinuoso e accidentato, lungo il quale lambiva due cunicoli di captazione (nn. 188-189), scendeva verso l’arca del santuario. Tracciato b3. Lungo il lato nord-orientale della cd. via ? Lucia 1962: tav. 6; Lexa 2000: 177-178 fi. 44. = Lenzi 2000: 158 n.5, 159 fi. 3, 177-178fig. 44 1» Risulta riportato neil'IGME. 150 I1 80, sia ella levatadel 1877 che in quella del 1936, oltre che nella Carta tecnica regionale, sezione n. 385050, del 1990. 1 Astey 1910: pl I Lucti 1962: av. 6; Caescexa 1981: 37.38, 4950 nota 103 232

Setina, all'altezza del Casale dei Corsi, si staccava una strada che correndo alle pendici del Monte delle Faete, raggiungeva, superandola, la Fontana del Vivaro™. II tracciato, presumibilmente non lastricato?*, risulta interamente perpetuato da viabilità di vario tipo. Inizialmente la via dovrebbe coincidere con l'attuale via dei Corsi, la quale corre con tracciato approssimativamente rettilineo e direzione est-ovest alle pendici merdionali dei Monti delle Faete (Orti Barbarossa). In corrispondenza del moderno bivio con via Barbarossa, in prossimità del Colle dell Acero, la via antica, come la sterrata attuale (Via Lappeto), è probabile che compisse una morbida doppia curva, assecondando la naturale morfologia, per poi acquistare un orientamento nordest/sud-ovest che mantiene a lungo: prima correndo nella valletta tra le pendici settentrionali di Colle dell'Acero e quelle meridionali dell’altura dirimpetto, poi attraversando le estreme propaggini del Piano delle Sportelle. Con un successivo spostamento dell'asse verso est il sentiero attuale giunge fino all'incrocio con un'altra sterrata, che corre quasi parallela, proveniente da sud-ovest. Superata questa biforcazione piega nuovamente verso est, lambendo le pendici orientali dell’altura sulla quale è la fontana del Vivaro, a breve distanza, sul lato opposto, dalla villa segnalata da Ashby (a. 15). Da qui la via dirigendosi più decisamente verso nord, proseguiva incidendo la valle compresa tra i due sistemi collinari pedemontani che si sviluppano aest e ovest della via, prima per il Fontanile del Ributto e, successivamente, per la Riserva del Domatore. Tracciato bd. Dal lato orientale della via Setina, all'estremità sud-occidentale dei Pratoni del Vivaro, si dipartiva un'altra viabilità, in parte coincidente con l'attuale SP. 18/c Via Crocetta Vivaro! in parte probabilmente spostata leggermente a monte, parzialmente ripetuta da una vecchia viabilità pedemontana riportata sul F. 150 II SO dell'IGM, nella levata del 1936. Dopo un primo tratto orientato quasi est-ovest e perpetuato, almeno fino all'altezza del Colle delle Vacche, dalla viabilità moderna, è probabile che la via, piegando più decisamente verso nord e spostandosi leggermente a monte, proseguisse con un successivo tratto di almeno m 400. Da qui, con tracciato abbastanza rettilineo diretto a nord-est, che tagliava probabilmente la provinciale attualee se ne allontanava progressivamente sul lato orientale, ripetendo il percorso della viabilità segnata sulla tavoletta IGM, almeno fino all'altezza della tomba ricordata da Stevenson e da Ashby circa m 350 a ovest (n. 124). Dopo questo lungo tratto la strada procedeva con il medesimo orientamento, fino a giungere poco a sud-ovest dell'incrocio con via del Lappeto. A questa altezza la strada presumibilmente si biforcava proseguendo da una lato verso nord, incrociando via del Lappeto, fino alla riserva di Domatore, dall'altro proseguendo verso nord-est, 7" Non mi è stato possibile rinvenire alcun basolo, nonostante mi sia spinto anche sul Ito sx. che in vità della copertura boschiva consente ancora una perlustrazione estensiva (il quale costituisce uno dei limiti della ri cerca), di almeno un centinaio di metri. Sull'assenza di basoli vd. anche Crescenzi 1981: 50. »» LuaLi 1962: tav. 6; CRESCENZI 1981: 37-38.

con un tratto lungo m 1300 circa, ormai alle pendici del Maschio di Ariano. L’ascesa alla sommità, è possibile sia avvenuta inizialmente con un trattto di m 550 circa che spezzava la pendenza dirigendosi prima verso sud-est, quindi più decisamente verso sud, ed infine con uno breve, est-ovest. Tracciato bS. Dal lato dx. della via Setina, all'altezza della via Crocetta Vivaro, della quale doveva costituire il tratto sud-occidentale, si staccava la via che raggiungeva l'area nella quale si trova il Cimitero Comunale di Nemi”. La sterrata attuale (strada detta suolo di Pirro o della Cavalleria), con un percorso presumibilmente in gran parte analogo a quello antico, dopo un primo breve tratto in piano con cui si dirige verso sud-ovest, costeggiando due affioramenti (nn. 301-302), inizia a scendere, con il medesimo orientamento, lambendo sul lato dx. le pendici sud-orientali dell’altura minore di Monte Alto, compresa tra queste e quelle di una modesta altura sul lato opposto. Da questo punto, in discesa, supera con una tagliata le pendici, quindi, forse, differentemente da quella antica che è probabile proseguisse in maniera più ripida, con tracciato rettilineo, prima piega a sx. e poi a dx., a poca distanza dai resti n. 304, per riacquistare il primitivo orientamento nord-est/sud-ovest, che mantiene fino al punto in cui lambisce le pendici meridionali della Macchia della Cavalleria. Da qui, piegando leggermente verso nord, corre in piano, costeggiando sul lato meridionale l'impianto n. 364, quindi il n. 365, a breve distanza. A questa altezza la sterrata, per superare senza l'ausilio di tagliatee salti di quota rilevanti, le pendici meridionali dell'altura sulla quale è Casale de Santis (n. 366), assecondava probabilmente la morfologia. A tale fine compiva un’ampia curva verso sud fino a risalire lambendo sul lato nord-orientale il Cimitero Comunale di Nemi ed infine, dopo aver attraversato in tagliata il versante nord-orientale dell’altura su cui si trova il Casale Pozzi (nn. 368-369), raggiungeva la via moderna da Nemi per la via Appia Nuova.

quanto riportato nell"IGM F. 150 Il SO sia nella levata dell’800 che in quella del 1936, seppure con simbologie di Terenti, la via con un breve tratto, che assecondando la morfologia piegava verso nord-est e poi verso sud e di nuovo verso nord-est, raggiungeva in declivio la via Appia Nuova, presumibilmente all'altezza del km. 33, a nord del tracciato moderno. A partire da questo punto è probabile che la strada, pr seguisse verso est, in parte coincidente con la via Appia Nuova, almeno fino al Fosso Minella, spostata a monte soprattutto nella prima parte del percorso, come risulta anche dall' IGM E. 150 SO nella levata dell’800"” e come sembrano confermare i rinvenimenti anche, dei decenni passati, lungo questa parte del percorso (an. 471-473). Superato il corso d'acqua è probabile che la via antica, a differenza della moderna, rispetto alla quale risultava anche più breve mantenendosi in quota, piegasse con un primo tratto verso sud-est e con un secondo verso est, pressoché coincidente con via Acqua Lucia, attraversando le pendici meridionali di C. le Colonna e quindi riscendendo verso sud-est attraversando la sella tra questo e C. le Caldara, dove raggiungeva nuovamente la via Appia Nuova a ovest del km. 37. Da qui è probabile che la via, ricalcata ormai dalla via Appia Nuova, procedesse verso est, fino a raggiungere, senza perdere quota, prima piazza C. Bianchi e poi, perpetuata da viale Roma, il settore a nord di Velletri, all'altezza di Piazza Garibaldi".

Tracciato C. La via bS andavaa ricongiungersi, con una viabilità che si dirigeva verso sud-est partendo a ovest della località Fornaccio, alla strada in gran parte coincidente con la SS. 7 Via Appia Nuova per Velletri. La strada dal lato meridionale della via Genzano-Nemi, con un tratto in gran parte probabilmente coincidente con via di Valle Petrucola, piega verso sud-est e quindi verso sud, lambendo le pendici sud-occidentali di Monte gli Impiccati, calcata prima da via dei Genzanesi e poi, con un tratto leggermente spostato verso est con cui passa alle pendici occidentali di Monte Secco, da via Terme di Caligola, fino all'estremità orientale. Da qui, ricalcata da un sentiero che ormai risulta solo in parte conservato, a differenza di

‘Tracciato el. Dal lato sud-occidentale della strada C, alla base delle pendici occidentali di M. gli Impiccati, si di staccava una via per l'Appia antica?" all'altezza della viabilita che, dal lato opposto della consolare, raggiungeva C. le Iacobini (n. 989). Del primo tratto, ipotizzato dal Lanciani, riportato nell’IGM 150 II SO sia nella levata dell'800 che in quella del 1936 e in gran parte coincidente orami con un fosso, non sembrerebbero conservarsi resti. Distaccatasi da via dei Genzanesi, la via scendeva, perpetuata in gran parte da una sterrata, prima con un tratto più lungo, non perfettamente rettilineo, diretto verso sud, poi con uno più breve leggermente spostato verso sud-est e con un ultimo che piegava leggermente verso ovest recuperando il primitivo orientamento. A partire da qui, lasciato il sentiero, la strada raggiungeva l'estremità nord-orientale del viale d'accesso ad una proprietà, che si diparte dal lato nord-orientale della via Appia Nuova. Da questo punto la strada doveva scendere. con percorso grossomodo rettilineo verso sud-ovest, attraversando quasi centralmente l'ampia curva compiuta dalla. moderna statale, poco a ovest del km. 32, raggiungendo l’Appia antica immediatamente a nord del ponte delle Fornaci.

1 LANCIANI ms, 8512: 401 edito in Lit 2001: 8 fig, 2; Caescenzi 1981: 38,50 nota 103, ricorda, forse confondendoli con affioramenti naturali di lecite in questa zona largamente presenti, "preso l'incrocio con la via dei Laghi rossi asronid selce, grandi come non è stato possibile trovarne altri in questa zona, sembrerebbero ancora conservati pe l'intera lar ghezza della strada, che risulterebbe ... essere così larga mediamente m. 3,70". 7» LANCIANI mss. 85/2: 40r edito in Lis 2001: 8 fig. 2; Basa, Roma. XI. 65.8; Locu 1962: tav. 6

100 LaxcranI mss. 8572: 40r Basa, Roma XI.65.8, edit in Lits 2001: 8 figg 12; diversamente in Lucts 1962: tv. 6. P" PIù breve sarebbe, invece, risultato il tracciato coincidente con via Fontana della Rosa, il quale tuttavia, rispetto a quello generalmente ipotzzato, perpetuato da via Appia Nuova, presenterebbe degli eccessivi sati di ‘quota, specialmente nel tratto iniziale fino all'altezza di via Sant Anatolia, dove scavalcava i fosso omonimo. 7 Basa, Roma XI. 65.8 e LANCIAN! mss. 85/2: 40r. riportati da Lili 2001: 8 figg. 1233

‘Tracciato c2. Dal lato nord-orientale della strada C si distaccava una via secondaria che doveva raggiungere almeno l'impianto n. 386%. All'estremità orientale di via terme di Caligola, ricalcato da un sentiero ancora esistente, si dipartiva una via che correndo, con percorso rettilineo, risaliva verso nord-est, partendo da quota 460 circa fino a raggiungere almeno quota 525, correndo nell’ ampia sella compresa tra le pendici sudorientali di M. gli Impiccati e quelle nord-occidentali di M. Secco. Da qui la strada probabilmente proseguiva verso est, Con percorso abbastanza sinuoso che asseconda la accidentata morfologia dell'area montana, attraversando in quota le. Macchie la Faiola, fino forse a ricongiungersi con la via Setina ai piedi del M. Spina, così come risulta segnalato anche nel F. IGM del 1936, diversamente da quanto appare in quella del 1877, dove è riportata solo la prima parte del percorso fino al fosso dell’ Acqua Lucia. Lungo il primo tratto, in cui piega abbastanza bruscamente verso sud, passando accanto alla sorgente della Pignatella (n. 387), restano, scivolati lungo il lato meridionale del sentiero, diversi basoli fuori posto (nn. 389, 391) e, forse, una porzione di lastricato (n. 390). La strada doveva poi dirigersi a nord-est, aggirando lo stretto fondovalle che separa questa dorsale da quella parallela di Colle degli Olmi, andando ad intersecare la viabilità proveniente da sud (c3) all'altezza del tratto conservato in sezione (n. 392). Ancora, con ondeggiamenti del percorso, la via, passando a mezza costa, raggiungeva almeno il fosso dell’ Acqua Lucia, come sembra indiziare la presenza di numerosi basoli fuori posto sul lato a valle del sentiero (n. 363). Da qui, superato il fosso, & presumibile che la strada, ricalcata da un sentiero boschivo ancora percorribile, risalisse, con alcuni tratti anche in accentuata pendenza, fino a raggiungere la via Setina, considerata anche la presenza dell'area di fr. fiti n.361 a monte del suo passaggio. ‘Tracciato c3. Dal lato settentrionale della via C, presumibilmente in corrispondenza del km. 34,500 della via Appia Nuova, è possibile si distaccasse un diverticolo, per l'impianto sulle pendici meridionali di Colle degli Olmi (n. 464). La strada, lastricata con basoli in selce (nn. 463, 465, 468), risaliva con percorso forse maggiormente rettilineo, almeno nel tratto iniziale, rispetto al sentiero riportato nella cartografia IGM del 1936, verso nord/nord-ovest. La via, raggiunto l'impianto n. 464, il quale si sviluppava presumibilmente sulla terrazza a est, risaliva le pendici dell’altura, forse leggermente spostata ad ovest rispetto al sentiero, fino a ricongiungersi, piegando leggermente verso nord-est, con il tratto lastricato visibile in sezione (n. 392), alla viabilità proveniente da ovest. Via Ariana. D. Un importante asse di collegamento dal settore settentrionale dell'abitato di Velletri per la via Latina ed oltre in direzione di Palestrina o Valmontone era costituito dalla via Ariana”, Forse dipartendosi dal centro abitato, în corrispondenza di Porta Romana, la via antica, risulta almeno in parte perpetuata da via Lata, prima con il tratto in pendenza che raggiunge la biforcazione con viale dei Volsci poi P" LANCIANI ss, 8572: 40r edito in Lis 2001: 8 fig. 2. 7^ Prizek Wacexex 1913: 402; Lucu 1962: tav. 6; Ceescenzi 1981: 3637, specialmente 48-49 nota 89; AsuBY 1910: 417-418, tav. IL ft. e 234

con quello in lieve salita che superato il bivio con via del Cigliolo (dI), raggiunge quello successivo sul lato meridionale, con la via di Cori. Da qui, la via antica coincidente presumibilmente con la SS. 600 via Ariana, con percorso abbastanza rettilineo verso nord-est, attraversava Ceppeta alla base delle pendici meridionali dei colli che scendono dal piede dell' Artemisio, lambendo sul lato meridionale alcuni impianti (nn. 422-424, 428). Quindi, riprendendo leggermente quota correva nel fondovalle tra i colli di Q. to Comune e Q. to Colonnella, fino a via Acqua Palomba (n. 332), e quindi fino all'incrocio con il diverticolo per Colonnella (47) da dove, piegando a nord e scendendo appena, raggiungeva Colle Angelo, dove può ubicarsi il vecchio nome della contrada nella quale è variamente documentata nell'Ottocento l’esistenza di resti del lastricato (n. 329). Non è improbabile che il tracciato fino a questo punto condotto in maniera poco "dispendiosa”, abbia invece richiesto un "taglio"per superare la stretta sella compresa tra le ripide pendici di Colle Lenza e quelle del colle dirimpetto, come ancora risulta rilevabile, all'altezza delle due strade (via Colle Ottorino nord e sud) che salgono dalla via Ariana. Superata l'altura, la strada è probabile che scendesse per poi risalire, anche se presumibilmente spostata sul lato settentrionale (n. 273), lambendo lungo le pendici nord-occidentali la villa nn. 267-271. Da qui, ormai fuori dalla ripartizione seguita, contrariamente alla via moderna che devia prima a nord-est e poi a sud-est, attraversando il centro di Lariano, quella antica proseguiva verso nordsenza salti di quota e da qui abbastanza rettilinea verso la via Latina. Tracciato dl. Lungo il lato settentrionale di via Lata (D), immediatamente a ovest del Cimitero Comunale si staccava un diverticolo per Acqua Palomba, in gran parte perpetuato dalle attuali via del Cigliolo/via Contrada Comune™ Dopo un primo tratto quasi nord-sud, coincidente con via del Cigliolo, nel quale è documentato il rinvenimento del lastricato stradale (n. 439), la via, pavimentata con basoli in selce di medie e grandi dimensioni, è presumibile piegasse verso est, a monte dell’area occupata dal Cimitero Comunale, con un tracciato non dissimile da quello dell’attuale via Contrada Comune. La strada, correndo alle pendici della zona pedemontana del Cigliolo, lambiva sul lato settentrionale la villa nn. 432-433. Da qui iniziava a risalire, con percorso leggermente sinuoso che asseconda la morfologia, verso la Contrada Tevola a nord-est, dove costeggiava i siti, a nord e a sud della strada, presso C. Remiddie C. le Spallotta, segnalataanche dalla presenza di basoli sporadici (n. 343). Il percorso,ricordato nella cartografia IGM, nella levata 1936, da sentieri o sterrate, piegava presumibilmente verso nord, raggiungendo quota 425, ormai nella Contrada di Acqua Palomba, da dove, piegando a est, andava ad allacciarsi al tracciato dd, presumibilmente, in corrispondenza dell'uscita sull'attuale via Acqua Palomba.

Tracciato d2. Una diramazione della via del Cigliolovia Contrada Comune (dI) è presumibile si distaccasse a ovest di C. Remiddi, per salire, con tracciato rettilineo, verQu 1982:111-113, tav. CIX f. relativamente αἱ ratto in corrspondenza ell'icrocio con la via Latina Basa, Roma XL 65.8, riportato da Lau 2001: 8 fig. 1

so nord-ovest almeno fino all'impianto presso C. Rocchi" (nn. 345-346). L'esistenza del diverticolo, forse non lastricato, appare inidiziata oltre che dall'esistenza del sito sulla sommita della dorsale, anche dalla presenza di una sterrata che, in due tratti ormai separati in diverse proprietà, ne ripeterebbe il percorso. Tracciato d3. È solo ipotizzabile la presenza di un diver-

ticolo che, allontanandosi dal lato settentrionale di via del Cigliolo-via Contrada Comune (dI), poco a sud-ovest dell'incrocio tra questa e la strada dalla via Ariana per la Valle dell'Inferno (d4), raggiungeva almeno l'impianto n. 255. La strada, presente nella cartografia IGM del 1936, ma non rintracciabile nella levata precedente, poteva salire le pendici con percorso abbastanza rettilineo, ripetuta da via Fontana del Turano, fino a raggiungere il sito alla sommità dell’altura. Non è escluso che da questo punto, con percorso però non rintracciabile in nessuna cartografia e non attestato da resti, proseguisse verso nord-ovest e, senza perdere eccessivamente quota, attraversasse il fondovalle compresotra le due dorsali parallele, analogamente alla via moderna, fino ἃ raggiungere la base delle pendici occidentali del pianoro su cui si trova l'impianto n. 253. Tracciato d4. Lungo il lato nord-occidentale della via Ariana (D), a ovest di Vigna Menta, quasi all’altezza di via Colonnella, si dipartiva verso nord un diverticolo"", il quale incrociando la viabilità di via del Cigliolo-via Contrada Comune (4), proseguiva verso Acqua Palomba, fino a raggiungere la zona della Valle dell Inferno La via, come ipotizzato da Lanciani, dopo il breve tratto iniziale nel quale doveva coincidere quasi con l’attuale via Colonnella, proseguiva verso nord in salita correndo nel morbido avvallamento compreso tra le dorsali attraversate da via Arcioni e via Acqua Palomba, presumibilmente spostata dal lato orientale di quest'ultima, seguendo un sentiero indicato nella cartografia IGM, nella levata dell'800, solo a tratti rappresentato in quella del 1936 e in alcuni punti probabilmente inglobato nel percorso del fosso non esistente nelle cartografia IGM e visibile invece nell'aereofotogrammetria del Comune di Velletri del 1998 (F. 3). La strada con un tratto iniziale diretto a nord-ovest doveva avvicinarsi al margine orientale di via Acqua Palomba", per discostarsene nuovamente con un tratto quasi rettinco il quale piegava verso nord-est. Da qui, con percorso spezzato diretto per un breve tratto nuovamente a ovest, quindi più decisamente a nord, all'inizio del quale lambiva sul lato occidentale la villa nn. 318-320, procedeva con percorso progressivamente più vicino al lato orientale di via Acqua Palomba, fino presumibilmente a coincidere con questa nel tratto terminale, alincirca all'altezza di quota 415, poco a sud dell'incrocio con la viabilità proveniente da ovest (dI). Superato l'incrocio, la viabilità segnalata da Lanciani prosegue verso nord con percorso grossomodo lineare, ripetuto, presumibilmente, almeno nella parte iniziale, dal tracciato orientale della 16 1 tracciato risulta portato sia nel F. 150 ISO del IGM nella levaτὰ del 1936 che in quela ἀεὶ 1877. 7" Basa, Roma XI. 65.8, riporuto da Lil 2001: 8 fig. 1; Carscenzi 1981:37.

moderna via Colle Vignato, correndo alle pendici della dorsale di Acqua Palomba e di quella di Colle Vignato a ovest. A sud dei resti della villa di Acqua Palomba (nn. 169-170), la strada, piegando verso nord-est, iniziava a tagliare le pendici risalendole, con percorso apparentemente rettilineo, ma sicuramente in ripida pendenza. Raggiunta quindi la base delle pendici orientali del Colle del Vescovo, a monte dei resti ricordati, a quota 685 s.l.m. circa, la strada doveva proseguire, presumibilmente ancora lastricata (n. 168): correndo abbastanza rettilinea lungo le pendici orientali di Colle del Vescovo e quindi, con un percorso sinuoso, che asseconda la salita seguendo la morfologia, salire verso nord, attraversando le pendici dell’ Acqua Donzella, raggiungendo prima sul lato orientale le ville n. 51 e n. 52, infine, almeno Valle dell'Inferno. Tracciato dS. I numerosi rinvenimenti sembrerebbero indiziare almeno l'esistenza di un percorso parallelo spostato a est, rispetto alla viabilità indicata da Lanciani (44), che doveva raggiungere la villa ad Acqua Palomba (nn. 169-170). È presumibile che la strada, lastricata con basoli in selce

di medie e grandi dimensioni (nn. 258, 260, 261), si allontanasse dal Jato orientale del tracciato per la Valle dell’Infemo (d4), poco a nord dell'incrocio con la viabilità di via del Cigliolo-via Contrada Comune (dI). La strada, forse con percorso non dissimile da quello moderno di via Acqua Palomba, con un primo tratto diretto a sud-est superava la sella tra Acqua Palomba e Q. to Arcione, per poi piegare abbastanza decisamente verso nord/nord-est come sembrano attestare non solo i numerosi basoli fuori posto ma anche il tratto lastricato poco a ovest della via di Arcioni (n. 259). È possibile che a partire da questo punto la strada corresse verso nord ricalcata da via di Arcioni (nn. 256, 257) con percorso abbastanza rettilineo, spostato verso il margine orientale della dorsale, lambendo lungo il lato occidentale l'impianto. n. 256. Poco a nord di quest’ultimo il percorso piegava leggermente a ovest, seguendo il tracciato indicato da un sentieTo riporato sia nella cartografia IGM del 1877 che in quella del 1936, e risalendo le pendici meridionali dell'altura su cui sorge l'impianto, come attestano sia i numerosi basoli (nn. 171-174), che vecchi rinvenimenti (n. 167). ‘Tracciato d6. È ipotizzabile, nonostante manchino resti specificatamente riferibili ad esso, la presenza di un diverticolo che, allontanadosi dal lato nord-occidentale della strada dalla via Ariana per la Valle dell'Inferno (d4), raggiungesse l'impianto n. 254. IL tracciato, rintracciabile nella cartografia IGM del 1877 e rappresentato come fosso in quella del 1936, correva presumibilmente nella sella tra le due lingue collinari di Colle Vignato e del Turano a ovest, in maniera non dissimile a quello occidentale di via Colle Vignato, fino a raggiungere, con un tratto rettilineo, progressivamente in minore pender za, la base delle pendici occidentali dell'altura su cui si trova l'impianto. 150 Non è escluso che lo spostamento dell'asse viario sull'atuale via ‘Acqua Palomba sta stato motivato da problemi di impaludamento della strada 235

Tracciato d7. È presumibile, sulla base dei resti ricordati dal Lugli (n. 330), che un diverticolo si allontanasse dal lato meridionale della via Ariana (D) fino, forse, a raggiungere almeno l’impianto presso C. le Angelo (nn. 324-325). La strada, non altrimenti attestata da resti, da quanto riportato nella cartografía IGM del 1877, piuttosto che in quella successiva, del 1936, è presumibile che dopo un primo tratto abbastanza rettilineo diretto a nord-est, con andamento quasi parallelo alla via Ariana, piegasse a nord con un tratto in discesa in modo non dissimile da quella attuale, raggiungendo quasi la base delle pendici. Da qui, prima piegando a est quindi nuovamente a nord-est, è probabile che corresse nel fondovalle compreso tra C. le Angelo eil Colle di Font. na Quarantola a sud-est, lambendo sul lato nord-occidentale l'impianto nn. 324-325. A partire da questo punto, non è escluso che, come compare nella cartografia IGM ottocentesca, la strada potesse proseguire ancora verso nord-este quindi, piegando bruscamente verso sud, attraversasse la profonda sella compresa tra i due colli di Font. na Quarantola, tagliati dalla ferrovia per Colleferro (nn. 326, 327, 328), fino a raggiungere la via per Corî a nord-est di Colle Ulisse. Tracciato dS. Dal lato settentrionale della via Ariana, una volta lasciato Colle Lenza, all'altezza dell'ampia curva con cui riprende il tratto seguente in salita, i distaccava, forse, un diverticolo, coincidente almeno nel tratto iniziale con via Colle Magisterno. La via, inizialmente diretta verso nord, è probabile che si biforcasse: un tracciato proseguiva verso nord, presumibilmente rettilineo, non dissimile dal sentiero riportato nel F. IGM, sia nella levata dell’800 che in quella del 1936, conducendo all'impianto di Colle Paccione (n. 263) e forse fino a quello n. 262; un secondo tracciato, piegando verso nordovest, una volta attraversata la zona di Fontana di Papa, forse raggiungeva il sito n. 264 e poi, proseguendo ancora verso nord-ovest, Colle Magisterno (nn. 163, 164-165). Tracciato d9. È ipotizzabile, solo sulla base dell’osservazione della viabilità tuttora esistente e di quella riportata sia nella cartografia IGM del 1936, che în quella più antica, del 1877, che un diverticolo, allontanandosi dal lato settentrionale della via Ariana (D) con percorso rettilineo verso nord-ovest, raggiungesse la villa individuata in C.da Quarto Comune (nn. 336-338). Via di Cori. E. Al termine di via Lata, all'altezza di C. Negroni, si diparte, dal lato meridionale, la via per Cori. Seguendo la ricostruzione del Lanciani?*, la via, almeno inizialmente coincidente con l’attuale SP. 79/a via di Cori, doveva dirigersi verso est, attraversando le pendici di Q.to Ceppeta, presumibilmente incassata tra sponde abbastanza alte almeno nel tratto iniziale. Soltanto circa m 450 dopo aver superato, sul lato meridionale, il bivio per via Papazzano (el), quella antica allontanandosi da quella moderna che piega verso nord-est, doveva presumibilmente proseguire con "Basa, Roma XI. 65.8, riportato da Liu 2001: 8 fig. 1; Pazar Wabam. 1913: 402; Lou 1962: tav. 6; Branpizzi VITIUCCI 1968: 30; Paro 2008: 234 nota 83. 236

un tratto rettilineo est-ovest. Il tracciato, poco oltre l'attraversamento della dismessa linea ferroviaria, m 480 circa a ovestdi C. Tirillo (C. Maggiore nella cartografia IGM, levata dell’ 800), doveva ritornare a coincidere con la provinciale. Proseguendo verso est la strada antica, una volta superato il bivio con la via Caranella, all'altezza di C. Maggiori (C. Favale nella cartografia IGM, levata dell’800), doveva far ricorso nuovamente ad un tratto in tagliata, come risulta ancora parzialmente rilevabile. Da qui la strada piegava, forse, verso nord-est, attraversando lo stretto fondovalle compreso tra Colle Ulisse e Colle Catalino, ormai fuori dalla ripartizione seguita. La viabilità, ad eccezione di un basolo sul lato settentrionale della strada (n. 417), appare attualmente attestata dalle diverse aree di fr. itil tra cui alcune di una certa rilevanza (nn. 414-416, 419-421), ai lati del suo percorso. Tracciato el. Dal lato meridionale della viadi Cori, forse in corrispondenza del bivio moderno con via Papazzano, è probabile si dipartisse una via, diretta a sud/sud-est, in gran parte perpetuata oltre che dalla via di Papazzano, da via delle Corti (via delle Quattro Vasche nella cartografia IGM, levata del 1936), ed infine da via Crocifissi®®. La strada, lastricata con basoli in selce di medie dimensioni, come si desume soprattutto dai rinvenimenti della fine dell'Ottocento immediatamente a sud del ponte sulla ferrovia per Ontanese (n. 541), ma anche, forse, dai pochi elementi ancora visibili sul lato orientale di via di Papazzano (n. 540), con un primo tratto verso sud in leggera discesa, attraversava Q. to Papazzano, fino ad incrociare via Troncavia (01). Da qui si dirigeva verso sud-est, con percorso di fondovalle, pressoché rettilineo e in piano, fino all'incrocio con l'attuale via Caranella, poco a est di C. le Negri, raggiungendo sul lato meridionale il C. le delle Corti (C. le De Lazzaro nella cartografia IGM (n. 736)) e quindi lambendo la terrazza su cui si trovava la villa n. 538. Superato l’incrocio con via Caranella la strada doveva proseguire acquistando rapidamente quota su via Crocifissi, con tracciato forse leggermente più rettilineo che taglia la morbida curva attuale, fino a raggiungere la sommità, presso C. Cori (nn. 744-746), come sembrerebbero indiziare i rinvenimenti nell'arca (n. 746). Dopo un tratto in piano, all'estremità del quale lambisce sui due lati le ville affacciate al margine sud-orientale della dorsale (nn. 530, 747), la strada iniziava a scendere la Costa de” Saettoni fino al bivio sul lato meridionale con via Fossatello. Ripreso il percorso di fondovalle la strada presumibilmente proseguiva verso est, con tracciato quasi rettilineo ripetuto da via Catalini, almeno fino alla base delle pendici settentrionali del colle interessato dalla presenza di un impianto (nn. 749-750). Da qui, infine, la via procedeva verso est, forse ancora coincidente con quella moderna, fino alla biforcazione con via Malatesta, fuori dalla ripartizione seguita. Tracciato e2. È presumibile che un breve diverticolo si

allontanasse dal lato settentrionale della viabilità, all'altezza. dell'incrocio tra le attuali via delle Corti e via Caranella. "Lats 1962: tav. 6

La strada ripetuta dalla sterrata attuale risaliva quasi rettilinea, in leggera pendenza, la terrazza su cui è attestata Ja villa n. 538.

Appia antica. G. II tracciato della via Appia, come noto rettilineo e con orientamento nord-ovest/sud-est, nella maggior parte dei casi perpetuato da viabilità moderne che ne hanno obliterato la lastricatura, in altri, ricadente in aree che, ἃ causa del loro utilizzo (agricolo e edificativo), ne hanno provocato la distruzione, risulta solo in minima parte conservato nel settore Januvino-veliterno. ‘Ad sud-est dell'abitato di Genzano, sul lato meridionale della via Appia Nuova, all'altezza del km 32, rimane un tratto di circa 280 m, che raggiunge quasi il ponte moderno sul fosso delle Ferrovie, lungo il quale si conservano, oltre al lastricato, diversi tratti del muro di sostruzione in opera quadrata sul lato dx. (n. 485), la crepidine con paracarri e marciapiede per breve tratto lungo il lato sx. Da qui la via prosegue, prima con un tratto quasi in piano fino all'altezza del Casale delle Fornaci (nn. 489-491), poi con uno più lungo in discesa, coincidente con la moderna strada carrabile, come è assicurato, inizialmente, in maniera pid generica, da una tomba sul lato sx. (n. 488) e successivamente, in maniera pid stringente, da resti di muri di sostruzione in opera quadrata (n. 617) edin opera incerta con contrafforti in opera quadrata (n. 668) sul lato sx. e in opera quadrata su quello dx. (n. 667), fino a raggiungere la via Appia Vecchia. Da questo punto fino alT'altezza dell'incrocio tra via di S. Gennaro e via di Rioli, la

via antica coincide grossomodo con la moderna provinciale, scavalcando i fossi di S. Martinella (n. 829) edella Pilara (n. 826), attestata oltre cha da materiale sporadico (n. 834), dai resti riferibili alla statio di Sublanuvio (n. 823). ΑἹ suo passaggio può anche, presumibilmente, riconnettersi l’iscrizione sepolcrale rinvenuta all'inizio del Novecento (n. 824), la tomba sul lato dx. scavata dal Galieti negli anni Trenta del Novecento (n. 825) e forse i basoli sul fondo del fosso della Pilara (nn. 827-828). Quindi la via doveva proseguire verso sud-est, attraversando il terreno attualmente al centro della forchetta formata dall'incrocio tra la via Appia Vecchia e via S. Gennaro, come è rilevabile nel Catasto Alessandrino e confermato dalla presenza di pochi basoli fuori posto (nn. 332-833), fino a scavalcare il fosso delle tre Armi, nell’area immediatamente a nord-est della stazione ferroviaria di Lanuvio. Superato il corso d'acqua con un ponte™, la via correva verso il fosso Minella con un tratto del quale non sembrerebbero rimanere resti, che doveva tagliare l’attuale via Ponte delle tre Armi circa m 240 a sud del ponte sulla ferrovia. Superato anche il fosso Minella?" con un ponte, la via prosegue con un tratto nel quale iniziano a ricomparire significativi resti. Nel fondo fosso sono numerosi basoli e altri si notano sulla sponda del corso d'acqua (n. 973). Raggiunta via Cinelli, circa 1 km a sud-ovest dal ponte Minella su via Appia Vecchia, la strada antica l'attraversa e, come segnalato prima da una scarpata di terra progressivamente più bassa procedendo verso sud-est (n. 974), poi da un lungo tratto nel quale risulta sostruita da basoli e materiali da costruzione di vario tipo (nn. 975-976), e quindi da uno più breve nel quale sono soltanto basoli (n. 977), prosegue fino all'attraversamento del fosso di Ponte Scuro. Soltanto negli ultimi m 100 m circa prima di raggiungere via dei Palaggi, le tracce si fanno più labili, ridotte alla presenza di numerosi basoli fuori posto (nn. 978-979). Della via nuovamente ricalcata, almeno parzialmente, da una sterrata che corre inizialmente in leggera pendenza verso il fosso (via Appia Antica), si conservano, soprattutto sul lato sx., numerosi basoli in selce fuori posto (nn. 1018, 1020) e brevi tratti del lastricato (nn. 1019, 1023), oltre ad alcuni basoli fuori posto lungo il margine dx. della strada (nn. 1021, 1023). Iniziata la discesa verso il fosso di Ponte Scuro si conservano: prima due brevi tratti della sostruzione in opera quadrata sul lato sx. (nn. 1024-1025), poi, a partire dal punto nel quale la sterrata attuale taglia obliquamente il tracciato della via antica discostandosene, resti della sostruzione del lato dx. (n. 1026), poi parte di quella lungo il fato sx. (n. 1027). Le tracce del percorso si perdono, al di la del fosso a Ponte Scuro tratto nel quale la via antica doveva correre, almeno inizialmente, appena superato il fosso, ad est della sterrata moderna, ad una quota leggermente rialzata (n. 1079)-, per riapparire soltanto all'inizio della discesa che da Colle Ottone conduce verso il Ponte di Mele. Raggiunta la

2» Luoui 1962: tav. 6; Lenza 2000: 177-178 fig. 44. Lez 2000: 171-172 n. 24, 172 fig. 36. 7" Lenz: 2000: 172 . 25, 173 fig. 38-39, proposito di un trato di lastricto stradale e di un sepolcro. © Lenz 2000: 171-172 n. 24. 7" Sulla presenza di una struttura ἃ blocchi visible in sezione lungo le

profonde pareti el fosso ho svuto notizia da un abitante del luogo. Tuttavia la perlustrazione dell’area ed in particolare dele sponde del corso d'acqua, rese difficoltose dalla natura dei luoghi, non ne hanno rilevato l’esistenza. 79 Le notizie avute circa la presenza di blocchi in sezione lungo le sponde del fosso banno trovato una indicaiva conferma nella presenza di ‘un blocco in opera quadrata di peperino (a. 973).

Tracciato e3. Dal lato settentrionale della via di Cori, all'altezza del punto in cui la ferrovia dismessa si biforca e taglia la strada antica, è ipotizzabile che si allontanasse un breve diverticolo, diretto con percorso rettilinco verso nord. La strada presente, sebbene con simbologie diverse, nella cartografia IGM, sia del 1877 che del 1936, doveva raggiungere l'impianto nn. 420-421 sull'alturadi Colle Pipino. Clivus Virbi , F. Sul lato sud-occidentale, il santuario nemorense era raggiunto da un'altra viabilità, proveniente da sud-ovest, oltre a quella b2 da nord-est. La strada, una volta intersecata la via Appia all'altezza del centro abitato di Genzano", deviava leggermente verso sudest per poi risalire verso nord fino a raggiungere l’attuale via di Diana, che, come indica almeno un tratto del lastricato ed alcuni tagli sul lato dx." ne ricalca parzialmente il percorso. Giunti quasi al termine del tratto in discesa la strada antica doveva discostarsi sul lato a monte da quella moderna?" e quindi dirigersi verso nord-est, passando al centro dell'area occupata dal Museo delle Navi". Da qui la strada proseguiva con il medesimo orientamento, nord-est/sud-ovest, con tracciato rettilineo, come verificarono i tratt lastricati rilevati alla fine dell’ Ottocento (nn. 183-187), fino al santuario.

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sommità, in corrispondenza dell'incrocio con via Colle Ottone Basso, la strada in gran parte coincidente con quella attuale, scende fino al fosso di Mele con diversi tratti di lastricato ancora visibili, sebbene in progressivo stato di deterioramento (n. 1080). Superato il corso d’acqua, senza deviare dal suo percorso rettilineo, con un ponte che riutilizza una lingua basaltica affiorante (n. 1128), prosegue nel tratto in salita, coincidente con la strada moderna che ascende Colle Scarano, attestato dalla presenzadi diversi basoli fuori posto (nn. 1131-1135) e da un breve tratto di lastricato stradale (n. 1132) Raggiunta la sommità la via antica, che qui si biforcava con il diverticolo, ripetuto dalla strada moderna, che raggiunge la cisterna di Cento Colonne (n. 1202), e poi la villa alla Civitana (nn. 1326-1337), è perpetuata almeno in parte in una strada sterrata che, prima con tratto quasi pianeggiante e quindi con uno successivo in leggera pendenza, arriva al fosso di Civitana. Su entrambi i lati della sterrata restano alcuni basoli fuori posto (nn. 1191-1192), mentre quasi in corrispondenza del margine dx. resti del lastricato sono stati rilevati poco al di sotto del p.dc. (n. 1192). Successivamente, circa m 150 prima di raggiungereil fosso, la sterrata si perde in un viottolo che delimita due proprietà. Al termine di questo, in prossimità del fosso, è nuovamente visibile un breve tratto di lastricato e la concentrazione di basoli aumenta (n. 1193), mentre altri sono visibili nel letto del fosso. Attraversato il fosso con un ponte viadotto, del quale rimangono pochi resti su entrambe le sponde (n. 1194), la via risaliva, con un tratto non breve che conserva parte della sostruzione in opera quadrata sul lato dx. (n. 1196), le pendici della piccola altura sul lato opposto. Guadagnata la sommità la strada antica, ricalcata da una sterrata, proseguiva segnalata quasi esclusivamente da basoli fuori posto: prima con un tratto pianeggiante (n. 1197), poi con uno in pendenza verso il piccolo fosso di Sole Luna (n. 1246), quindi con uno successivo in salita che raggiunge, sul lato dx., via Vecchia di Carano. Oltre ad alcuni basoli fuori posto (n. 1248), nella scarpata che costeggia il lato sx. della sterrata, appena superato il fosso, poco al di sopra del p.d.c., è visibile un breve tratto del lastricato stradale (n. 1247), mentre un secondo affiora appena sul medesimo lato, quasi in prossimità dell’incrocio con via Vecchia di Carano (n. 1249). Superata la strada moderna la via antica ricompare con un tratto di lastricato in precario stato di conservazione, compreso tra le crepi dini (n. 1251), il quale, a differenza della sterrata che piega leggermente verso dx., prosegue con tracciato rettilineo al di sotto delle proprietà sul lato sx. (nn. 1290-1291), La via antica, intersecata la via Mactorina, in corrispondenza della sommità dell'altura, lambendo sul lato dx. l’area del cimitero cristiano (nn. 1293-1299) e successivamente, presumibilmente su entrambi i lati, la statio Ad Sponsas (nn. 1287, 1290, 1295) con un tratto in pendenza, che conserva, sebbene piuttosto lacunoso e sconnesso, il lastricato stradale (n. 1292) attraversa la via Nettunense/via dei Cinque Archi, all’altezza della Scuola di Sole Luna, dove recentemente è stato rilevato un tratto della via (n. 1307). Ricalcato almeno parzialmente da via Appia antica, il tracciato antico, leggermente spostato verso sx. almeno nel tratto iniziale, proseguiva fino al fosso di Farina, come sembrerebbero indiziare i tratt lstricat visibili in sezione su entrambi i ati (nn. 1308238

1309) e i numerosi basoli fuori posto lungo il percorso (nn. 1308, 1310, 1312) Superato il corso d’acqua con un ponte del quale, forse, alcuni materiali potrebbero essere stat riutilizzati nelle spalle di quello moderno (n. 1313), la via Appia risaliva l'altura. successiva con un lungo tratto di cui, fatta eccezione per diversi basoli nel lettoe lungo la sponda del fosso (n. 1386), si conservano solo parti della sostruzione che conteneva il lato dx. della strada: più lungo quello in opera quadrata (n. 1383), breve quello in opera reticolata (n. 1384). Una volta raggiunta la via dei Fienili, alla cui altezza è possibile che si trovasse una sorta di slargo lastricato (n. 1423), la via in lieve pendenza raggiunge il fosso delle Mole, perpetuata da una sterrata lungo la quale restano versi blocchi parallelepipedi in peperino relativi al conte mento sul lato a monte (nn. 1426-1427) Attraversato con un ponte solo in parte conservato (n. 1435) il corso d'acqua, forse quello con la maggiore por ta tra quelli incontrati dalla via, come sembrerebbe indizi re la presenza di mole impiantate in età medievale, la via antica proseguiva rettilinea, mentre quella attuale con un percorso più lungo si allarga piegando prima verso est e nuovamente verso sud riavvicinandosi all’originario orientamento: cosicché la via antica per un tratto di circa m 120 invaso da vegetazione infestante, fino all'incrocio con via Mole della Strada, corre spostata verso dx. fino a circa 15 metri. Recuperato l'orientamento originario la sterrata raggiunge il bivio sulla sx. per via Spirito Santo, da dove con un tratto più breve arriva a via Ponte dell'Incudine, genericamente attestata da affioramenti riconducibili a uso funerario (nn. 1508, 1510). Da questo punto la sterrata, seguendo l'antico tracciato, prosegue quasi in piano correndo i cassata tra le pendici del colle su cui sorge Casale S. Mauro (n. 1537) e quelle dell'altura antistante, risalendo leggermente in prossimità dell'incrocio con via S. Tomao, dove restano alcuni basoli fuori posto (nn. 1536, 1538). Superato T'incrocio la via risale l’altura immediatamente a sud-est, con un tratto lungo il quale restano alcuni basoli accatastati sul margine dx. (n. 1532). Raggiunta la sommità all'altezza dell'incrocio con via S. Tommaso, la via prosegue quasi in piano fino a raggiungere l'incrocio con la SS. 7 via Appia Nuova, ridotta nell'ultimo tratto, dove probabilmente si discosta leggermente dal tracciato antico allargandosi verso est, ad una stretta sterratalungo la quale solo la sporadica presenza di basoli (nn. 1600, 1602) indizia il passaggio della strada antica. Tagliata dalla strada statale la via Appia proseguiva, per brevissimo tratto coincidente con la strada moderna, quindi sul lato orientale di quest’ultima da cui si allontana progressivamente, correndo alla base delle pendici sud-occidentali della lingua collinare occupata centralemente da Casale Troiani. ΤΊ passaggio della strada, obliterato dall'edificazione, è ricordato, m 400 circa a sud dell'incrocio, dalla sporadica presenza di due basoli (n. 1645), fino ai resti del ponte con cui doveva superare il ramo dx. del fosso delle Castella (n. 1643), poco a nord-ovest dei resti, pure attestanti il suo passaggio, nell'area circostante la distrutta Chiesa di S. Andrea in Silice (nn. 1638-1640). La via, che da qui doveva superare il ramo sx. del fosso delle Castella, in un'area attualmente non indagabile, è nuovamente attestata, al di là della pro-

prietà attraversata, oltre che dalla presenza di basoli sporadici (nn. 1706-1707), da un tratto della sede stradale superstite in sezione in un taglio artificiale dell'altura, m 100 circa a sud di via della Vite (n. 1708) ed infine, almeno per quanto riguarda la ripartizione seguita, da alcuni basoli (n. 1710) e dal ponte con cui doveva scavalcare per l'ultima volta il fosso di Le Castella (n. 1711). Tracciato gl. A nord-ovest del XIX miliario della via Appia (n. 481), all'altezza del punto indicato con la denominazione Bivio Lanuvio nelF. 15011 S.O. dell’IGM, levata del 1936, dal lato occidentale della via consolare si distaccava una strada, in gran parte coincidente con la via Appia Vecchia almeno fino al bivio con la SP. 96/a Laviniense?*. La strada, lastricata con basoli în selce di medie e grandi dimensioni scendeva verso sud con percorso abbastanza rettilineo correndo alla base delle pendici sud-occidentali di M. Cagnoletto (n. 633), lambendo sul lato nord-orientale la villa nin. 632-633 e spostandosi quindi, poco a nord dell’incorcio con la via Laviniense, sul lato occidentale della provinciale (n. 653). All'altezza dell'attuale incrocio con la via Laviniense, a partire dall'area pavimentata con lastre di peperino, rilevata negli anni Sessanta del Novecento, in prossimiτὰ dell'incrocio tra le due strade (n. 862), la via proseguiva verso sud, spostata forse prima sul lato occidentale per riavvicinarsi quindi all attuale sede stradale (n. 639) e riallontanarsene nel tratto immediatamente seguente. La strada infatti, piegando decisamente verso sud-ovest, si dirigeva verso Lanuvium, fuori dalla ripartizione seguita. In questo tratto, immediatamente dopo la curva, all'altezza del Cimitero Comunale, il passaggio della strada sul lato a monte di quella. attuale, sostruita sul lato ἃ valle da muraglioni in opera reticoTata forniti di canali di deflusso, risulta documentato da diversi rinvenimenti, avutisi in anni diversi e in parte ancora verificabili (n. 638, 864-866) ‘Tracciato g2. Un tracciato, riscontrabile anche nella vecchia cartografía IGM, sia nella levata del 1877 che in quella del 1936, doveva raggiungere la villa su una delle terrazze con cui M. Cagnoletto si abbassa verso sud-est (nn. 644-645). La strada, la cui esistenza sembra inidiziata anche dalla. presenza di basoli fuori posto sulla sommità (n. 644), allontanandosi presumibilmente dal lato orientale della viabilità. dall" Appia antica per Lanuvio (gl), aggirava le ripide pendiοἱ occidentali con un primo breve tratto diretto a sud-est, per poi piegare verso sud correndo alle pendici del colle in leggera ascesa, ricalcata dalla moderna via Montecagnoletto. All’altezza del punto in cui la pendenza diminuisce la strada, ripetuta in parte da una sterrata compresa nell'ultimo tratto all'interno di un complesso residenziale, piegava forse leggermente a est fino a raggiungere quasi la terrazza e qui, con un tratto orientato est-ovest, ormai quasi in piano, la attraversava fino a raggiungere l’impianto. Tracciato g3. Dal lato sud-orientale della via Lavi Ny 1819: 186-187; DESIARDIN 1854: 129; Lanctantms. 85/2 39: Basa, Roma XI. 65.8 edito in Litt 2001: 8 fig. 2; Luots 1962: tav. 6; Crescenzi 1978: 25, 7? Basa, Roma XL 65.8 edito in uxt 2001: 8 fig. 2

se, all'altezza del Cimitero Comunale di Lanuvio, presumibilmente coincidente con via Vagnere, si dipartiva una via secondaria, forse con tracciato rettilineo est-ovest! la quaJe doveva raggiungere almeno le ville nn. 849 e 850-853. La strada, la cui esistenza, riportata esclusivamente nella cartografía IGM nella levata del 1936, appare avvalorata sia dalla presenza di basoli fuori posto (nn. 851, 858), sia, soprattutto, da quella di impianti di rilievo, raggiungeva presumibilmente, con un tratto iniziale in ripida discesa, la base delle pendici, lambendo sul lato dx. l'impianto nn. 858, 867-869 e su quello sx. quello nn. 856-857. Da qui, forse, discostandosi dal percorso attuale che piega bruscamente a nord-est correndo in piano, la strada, come riportato nell'IGM?", proseguiva con un tratto più breve piegando leggermente anch'essa e continuando a scendere in maniera più dolce verso la terrazza sottostante fino a raggiungere la villa nn, 850-853 sul lato settentrionale e su quello meridionale quella n. 849. Tracciato g4. Un secondo tracciato è documentato, ancora sul lato sud-orientale della via laviniense, in prossimità dell'ingresso all'area urbana di Lanuvium®”. La via antica, in gran parte coincidente con via Conicella, lastricata con basoli in selce, riscendeva lungo il versante sud-orientale le pendici dell'altura su cui sorge il centro, per dirigersi forse a sud fino alla zona di Valle Fiara. Lasciato Lanuvio, con un primo tratto fuori dalla ripartizione seguita, la strada procedeva inizialmente in discreta pendenza verso sud-est (n. 872), quindi dopo un breve tratto quasi est-ovest, lungo il quale correva in maniera meno ripida, presumibilmente lambendo sul lato meridionale, la terrazza con l'impianto n. 873, è ipotizzabile che, come la strada attuale, piegasse prima a sud-est quindi verso sud riprendendo la discesa e raggiungendo la base dell’altura su cui è segnalata la villa n. 876. È plausibile che da qui, correndo nel fondovalle compreso tra la dorsale di Valle Fiara e quella di Valle Verta, proseguisse abbastanza rettilinea verso sud, come sembra evincersi dal tracciato ben leggibile nella tavoletta IGM del 1877, invece riconoscibile solo in tratti spezzati, almeno nel settore a nord dell’attraversamento della ferrovia Roma-Velletri, in quella del 1936. La strada correndo în discesa, ripetuta inizialmente da una sterrata, andava a intercettare all'estremità orientale V. le fili Kennedy, quindi via Stragonello lambendo sul lato occidentale la base della terrazza occupata dalla villa nn. 877-878, all’altezza della quale sembra indiziarne il passaggio anche la presenza di alcuni basoli in selce di medie dimensioni, fuori posto. A sud dell'atraversamento della ferrovia Roma-Velletri la strada, forse seguendo il sentiero riportato nella cartografia IGM del 1936, piegava a ovest, parallela al corso del fosso, raggiungendo l’area n. 992, oppure diversamente, ancora seguendo una viabilità presente nella cartografia, con percorso rettilineo lo lambiva, ricalcata da via Stragonello, proseguendo lungo la dorsale almeno fino al sito n. 1103. PII tracciato riportato come "sentiero facile”, attualemete coincide, almeno nel ato iniziale, conl viale d'accesso ad una propri 7" Basa, Roma XI. 65,8 edit n Litu 2001: ἃ fig. 2. 239

Tracciato g5. Dal lato sx. della via Appia antica, poco a nord del XIX miglio, si distaccava un breve diverticolo (n. 475) per l'impianto di Monte Canino (nn. 476-478). La via antica, come riportato da Lanciani™, raggiungeva con percorso rettilineo le pendici sud-orientali di Monte Canino, salendo verso nord-est con percorso leggermente più orientato a nord e spostato pochi metri a nord-est rispetto all'attuale via Monte Canino. Tracciato g6. Dal lato dx. della via Appia antica, quasi alla fine del lungo tratto conservato (n. 485), immediata‘mente prima dell’attraversamento del fosso delle Fornaci, si distaccava una via, in prosecuzione di quella ipotizzata da Lanciani proveniente da nord (61), che doveva raggiungere almeno l'impianto di Casale Tacobini®! (n. 989). Il diverticolo doveva correre, nella prima parte, alle pendici orientali di Monte Cagnoletto, sul lato dx. del Fosso delle Fornaci, dal quale si allontanava progressivamente prima con un tratto in piano e poi con uno più lungo che, acquistata una discreta pendenza, con tracciato inidicativamente rettilineo, diretto verso sud-est, în gran parte coincidente con via Montecagnoletto II, superava Ia via Appia Vecchia poco a ovest del km 3, lambendo la villa nn. 661-664. In questo tratto rimangono, fuori posto, alcuni basoli in selce di medie dimensioni (n. 620), oltre ad un breve settore di un muraglione in opera quadrata che doveva sostruire la strada sul lato a monte (n. 618), lato sul quae è variamente documentata l'esistenza di monumenti sepolcrali tipologicamente differenti (n. 619). Dopo aver attraversato l’attuale Via Appia Vecchia proseguiva, inizialmente con il medesimo orientamento nei terreni sul lato meridionale della via moderna (nn. 658-659), seguendo il limite comunale tra Lanuvio e Genzano, riportato nella tavoletta IGM E. 150 II S.O., quindi, piegando verso sud, senza perdere eccessivamente quota, ricalcata inizialmente dall'attuale via di Monte Cagnolo. Da qui, spostandosi verso la metà orientale della dorsale, proseguiva presumibilmente con tratti spezzati, in lieve ma costante pendenza, fino a raggiungere Casale Iacobini, ripetuta dal tracciato dell’attuale via Valleverta, come sembrano indiziare sia i basoli sparsi lungo il suo percorso (nn. 847, 879, 884), che le diverse aree di frammenti fittili presenti ai lati, fino al punto in cui la strada moderna, immediatamente dopo aver superato l’attuale ponte sulla ferrovia, raggiunta la villa n. 989, piega bruscamente a ovest. È ipotizzabile, sia sulla

scorta di quanto riportato in entrambe le levate IGM (1877 e 1936), nelle quali è rappresentato un sentiero ripetuto dalla sterrata moderna, sia per la presenza di basoli (n. 883), che nell'ultima parte del percorso un breve diverticoP" Basa, Roma XL 65.8 © LANCIAN! ms. 85/2: 40. riportati da Liss 2001: ὃ fig. 1-2; LANCIANI C¥atLat. 13045: 249. Il divertcolo sembra corrispondere con maggiore precisione a quello che ora è solamente un breve viale d'accessoad una proprietà che costeggia la strada statale, perfetta mente parallelo all'attuale via di Monte Canino. 7" Basa, Roma XI. 65.8 e LANCIANI mss. 85/2: 40. riportati da Litt 2001: 8 fig. 1-2; Laxcuon CarLar. 13045: 250. Basa, Roma XI. 65.8 e LANCIANmass. 85/2: 40r riportati da Lut 2001: 8 figg. 12. © Basa, Roma XI. 65.8 e LANCIAM mas. 85/2: 40. riportati da Laus 2001: 8 figs. 1-2. 240

Jo, sul lato occidentale della strada, raggiungesse l'impianto n. 883. Tracciato g7. Dal lato sx. della via Appia antica a breve distanza dal tratto lastricato di Monte Cagnoletto (n. 485), poco oltre il km. 32 della via Appia Nuova, all'altezza del bi vio con via Panoramica, si allontanava, diretto verso nordest, un diverticolo che doveva raggiungere, con percorso breve e rettilineo, le pendici sud-orientali di Monte Canino (n. 493). Dal lato sud-orientale di questa viabilità se ne allontanava una seconda che doveva risalire le pendici dell'altura a sud di Monte Canino per raggiungere la cd. villa di Caligola (nn. 494-496) Il tracciato, come ipotizzato da Lanciani™, è probabile salisse verso est/nord-est, superando un dislivello di circa m 70, ricalcato almeno in parte prima da via Panoramica e, successivamente, da via Terme di Caligola. Tracciato g8. Dal lato sx. della via Appia antica, nel tratto in cui coincide con la moderna provinciale, all'altezza del diverticolo, sul lato opposto, per M. Cagnolo (g9) si doveva dipartire una viabilità, che salendo verso nord-nord-ovest raggiungeva la via in gran parte ricalcata dalla via Appia Nuova®®. La strada procedeva in discreta pendenza, superando un dislivello compreso indicativamente tra quota 270 e 410 ci ca. È probabile che la via, correndo nella valletta compresa

tra la dorsale chiusa a est dal fosso di S. Martinella e quella parallela a ovest, în gran parte attualmente perpetuata dal corso di un piccolo corso d’acqua, dopo un primo breve tratto verso nord-est, piegasse con uno più lungo verso ovest e, quindi, nuovamente verso nord-est. Da qui con un successivo tratto, più lungo, si spostava verso nord-ovest, seguendo l'andamenento delle dorsali, da dove con un ultimo tratto. orientato quasi nord-sud giungeva fino alla via Appia Nuova ad est delle pendici di Fornace Rosi, all'altezza del km 33, dove lambiva la villa n. 611. Tracciato g9. Dal lato dx. della via Appia antica, nel tratto ricalcato da via Appia Vecchia che dall'incrocio con via Appia Antica raggiunge il bivio con via S. Gennaro, si distaccava un diverticolo per Monte Cagnolo"^, a nord della statio di Sublanuvio (n. 828). La via antica, in prosecuzione di quella ipotizzata da Lanciani proveniente da nord (g8), doveva presumibilmente ascendere in lieve pendenza le pendici nord-orientali di Monte Cagnolo con wn primo breve tratto diretto a sud ovest, che aggirava le pendici settentrionali fino a raggiungere la sommità, lastricata con basoli in selce generalmente di grandi dimensioni (n. 836). Con un tratto più lungo diretBasa, Roma XI, 65.8; LANCIANI mss 85/2: 40; cfr. Lu 2001: 8 figg. 1-2, 9; Lucu 1962: ta. 6 che oltre ἃ non rilevare i tratto tra la via ‘Appa antica e la via Appia Vecchia ne ricostruisce il tracciato facendola distaccare in corispondenza della grande curva della via Appia Vecchia allattzza del Km. 3, elle vicinanzedel rato lastricato n. 845 e dei basoli n. 846, i quali sembrebbero confermarne l'ipotesi. La strada sarebbe proseguita verso sud-ovest su via Monte Cagnolo all'altezza della sua forcazione con via Vallevertacoincidendo infine con il tracciato ipotizza» to anche dal Lanciani

to a sud, lungo il quale lambiva l'impianto sulla sommità dell'altura (nn. 838-840), discendeva le pendici sud-occi dentali piegando nella parte terminale, forse, verso sud-est, fino a raggiungere la moderna via Montecagnolo (n. 881) La strada doveva proseguire con percorso rettilineo verso sud, con un tratto in moderata pendenza di almeno m 900 circa ripetuto dall’attuale via Montecagnolo, rispetto alla quale è presumibile che corresse più spostata a est, verso il ciglio orientale della dorsale compresa tra i fossi di Valle Verta e di S. Gennaro lambendo l'impianto nn. 986-988. Il percorso sembra attestato, a partire dall’attraversamento della ferrovia Roma-Velletri, sia da vecchi rinvenimenti relativi a lastricato stradale (n. 990), sia da basoli sporadici (n. 985) e, soprattutto, dalla presenza di diverse aree di frr. fitili ai lati del percorso. Diversamente, secondo l'ipotesi del Lugli (99), alla quale potrebbero forse riferirsi i basoli n. 845, la strada, allontanandosi non dalla via consolare, ma dalla supposta viabilità che doveva correre con andamento simile all’attuale SP. 95/a Appia Vecchia (gll), nel primo tratto avrebbe lambito le pendici sud-occidentali di M. Cagnolo, senza probabilmente raggiungere la sommità, per proseguire poi con percorso identico a quello proposto da Lanciani. ‘Tracciato g10. Dal lato sx. della via Appia antica immediatamente a nord del Castello di S. Gennaro” (n. 815), si distaccava un diverticolo, riconosciuto da Lanciani per almeno m 500™ il quale raggiungeva con orientamento grosso modo nord-sud, l'impianto compreso sulla terrazza tra il fosso di S. Martinella e la Pilara (nn. 499-501). La via, ricalcata almeno inizialmente e in prossimità della villa, dalla sterrata moderna, dopo un primo tratto rettilineo verso nord-est (n. 814), risaliva la dorsale piegando forse con un breve tratto verso est, lambendo le pendici dell’altura a nord del castello (n. 815). Da qui, segnalata da numerosi basoli in selce di medie dimensioni fuori posto, proseguiva inizialmente riprendendo l'originario orientamento (nn. 672673), quindi piegando con un lungo tratto verso nord, con il quale risaliva dolcemente la dorsale (nn. 607, 671). Nell'ultimo tratto, in gran parte coincidente con la sterrata moderna, lambisce l’estremità orientale della terrazza su cui si trova la villa fino a raggiungerla (nn. 500, 502-503). Tracciato gll. Dal lato dx. della via Appia antica, nel tratto in cui coincide con la provinciale moderna, è ipotizzata la partenza di una viabilità che andava a ricongiungersi a ovest alla via Laviniense®® (gl). Secondo il tracciato indicato dal Lugli e dal Galieti la strada, nel primo tratto, costeggiava le pendici nord-orientaJi di Monte Cagnolo, forse attestata dai basoli nel fondo del fosso di S. Gennaro (nn. 827-828), qualora non li si voglia riferire alla via Appia antica (G). Da qui, aggirando le pendici settentrionali del colle, con percorso simile a quello della moderna SP 95/a via Appia Vecchia, forse evitandone gli ondeggiamenti e tagliando l'ampia curva attuale, come semP La strada raggiunge ora la SS. 7 via Appia Nuova, all'incirca alla tezza del Km. 33,500. = Basa, Roma XI, 65.8; LaNCIANT mss 85/2: 4r; eft Litt 2001: 8 figg. 12,9; SrevensoN CleuLar. 10559: 152 Luau 1962: Tav 6 ne ricosteuisce | percorso, specialmente nel primo tratto, etilico.

brerebbero forse indicare la fila di basoli in sezione (n. 846), forse in situ, quelli sul lato meridionale della provinciale (n. 659) e a valle di questa (n. 658), i quali non è escluso che siano riferibili anche al diverticolo per C. le Tacobini (g6), proseguiva abbastanza rettilinea verso ovest fino alle pendici meridionali di Monte Cagnoletto per raggiungere, infine, la via per Lanuvio (gl). Tracciato g12. Dal lato dx. della via Appia antica, presumibilmente all'altezza del punto nel quale, ad est di via Cinelli, risulta nuovamente perpetuata da una sterrata (n. 1018), poco a nord del XXII miliario, è probabile che si dipartisse un diverticolo per Pelaggi™. La strada antica, lastricata con basoli in selce di medie dimensioni, variamente conservati (nn. 984, 1005), ricalcata dalla via Pelaggi, procedeva con tracciato più rettilineo, presumibilmente spostata leggermente sul lato settentrionale, verso norst, almeno fino alla villa nn. 981-982. ‘Tracciato g13. Un secondo diverticolo, con andamento quasi est-ovest, parallelo a quello per Palaggi, m 248 circa a sud di questo, è presumibile che si allontanasse dalla via Appia antica m 185 circa a nord dell’attraversamento del fosso di Ponte Scuro (n. 1012), quasi all'altezza del XXII miliario. Il percorso, ripetuto da una sterrata interpoderale, sembra attestato dalla presenza di numerosi basoli distribuiti lungo i margini (nn. 1006-1008, 1016-1017). La strada lamdiva sul lato settentrionale la villa n. 1016e proseguiva presumibilmente fino a raggiungere il fosso di S. Gennaro, delimitandone la proprietà. Tracciati g14-16. È ipotizzabile, sulla base degli indizi

raccolti, che dal diverticolo g13 si allontanassero verso sud tre strade, con percorso quasi parallelo tra loro, le due più occidenatali che raggiungevano la zona della Tenta S. Gennaro, ripetute dalle vie I e IT stradone Muti, la terza per i Colli di Cicerone, ripetuta in parte da via delle Vigne Nuove. ‘Tracciato g14. Forse una prima strada scendeva verso sud-ovest, attraversando la dorsale compresa tra il fosso di S. Gennaro e un suo ramo secondario, fino a raggiungere il colle alla confluenza La via antica indiziata dall'esistenza di alcune aree di frr. fiti e dalla presenza sul lato dx. di alcuni basoli fuori posto (nn. 1087, 1218), è probabile che, contrariamente a quanto sembrerebbe plausibile sulla base delle caratteristiche morfologiche dell’area, non sia ricalcata esattamente da via I Stradone Muti, dal momento che a tale percorso osta l'esistenza dell'impianto nn. 1114-1115, individuato sui due lati della strada. È probabile dunque che la via, corresse

su uno

dei lati della strada attuale, forse su quello occidentale, e che si sia spostata verso dx. a seguito, forse, di fenomeni di impaludamento come sembrerebbe rilevabile almeno nel tratto iniziale, mentre a sud è presumibile che risalisse le pendici 7" DESIARDIN 1854: 129; Gatiert 1933: 142 fig 2, 157: Luci 1962: tas. 7 Siain Basa, Roma XI, 65.8 che in Lanciant mss 85/2: 40r editi da ‘Lau 2001: 8 fig. 1-2, 9, la viaè ricostruita come un tratto della via8. Gennaro; Vixciorri 2004: 248. 241

almeno fino alla base del colle su cui si trova l'impianto n. 1234. La via, lastricata con basoli di selce di medie dimensioni, procedendo verso sud-ovest con percorso rettilineo, poteva quindi raggiungere presumibilmente prima la villa no. 1114-1115, quindi gli impianti nn, 1217-1218 e n. 1234. Tracciato g15. Una seconda viabilità verso sud-ovest, in gran parte ricalcata dalla via Il Stradone Muti, è ipotizzabile che raggiungesse almeno il C. Parata®®, attraversando con percorso rettilineo in lieve pendenza la dorsale compresa tra un ramo del fosso di S. Gennaro e il fosso di Presciano. Sembrano attestarne il percorso, oltre ad alcuni basoli fuori posto ai lati, anche la presenza di diverse aree di fr. fitli lungo il suo percorso. La via, lastricata con basoli in selce soprattutto di medie dimensioni (n. 1240), forse si dipartiva dal diverticolo g13 presumibilmente all'altezza del casale abbandonato sul lato settentrionale di via delle Vigne Nuove (n. 1009), ripetuta nel primo tratto da una sterrata interpoderale riportata anche nella cartografia IGM F. 158 I N.O., 1936, quindi da via Il Stradone Muti, e raggiungeva all'estremità meridionale almeno il sito presso C. Parata (n. 1241). Da qui, forse, proseguiva mantenendosi in quota a differenza dell'atttuale via Torre di Presciano, come sembrano testimoniare anche le tracce rilevabili nella tavoletta IGM, fino a raggiungere la villa nn. 1353-1354. ‘Tracciato 516. La viabilità più orientale, doveva lasciare il diverticolo g13, poco a est della villa n. 1016, con andamento rettilineo, leggermente divergente dalla precedente, verso sud-est, fino a raggiungere almeno la villa n. 1119, presso i Colli di Cicerone. La strada, ricalcata nella porzione settentrionale da tratti di sterrate interpoderali rilevabili anche nella cartografia IGM, procedeva rettilinea, in lieve pendenza sull'attuale via delle Vigne Nuove presumibilmente lastricata con basoli in selce di medie e grandi dimensioni (nn. 1014-1015, 1082-1084, 1117). Lambita sul lato orientale, nella prima parte del percorso, la villa presso casale Orazi (nn. 10141015), raggiungeva l'impianto nn. 1118-1119. Tracciato g17. È ipotizzabile, sulla scorta dei dati noti da vecchi rinvenimenti e di quanto attestato dalla ricognizione, che dal lato dx. della via Appia antica, poco a nord del Ponte di Mele si distaccasse una viabilità che procedendo verso sud-ovest, doveva raggiungere prima la villa sul lato occidentale (n. 1212), quindi proseguire almeno fino alla Font.na della Parata” fino, forse, a raggiungere la villa nn. 1678-1679 in località Retarola. La via lastricata con basoli in selce di medie e grandi dimensioni, seguiva il percorso ora indicativamente ripetuto da via Fontana Parata, un tempo chiamata via Ponte di Mele, la quale come suggeriscono sia precedenti rinvenimenti che resti ancora visibili (nn. 1211-1212), attraversava quasi centralmente la dorsale compresa tra il fosso di Mele e un suo af7 Vinciorn 2004: 248, P" Nau 1939: 90.91 7 Da LA BLANCHORE 1888: 61-62. 7" Riferimenti nella cartografia storica sono nella rappresentazione del 242

fluente, diretta sempre a sud-ovest, con andamento parallelo. alla Selciatella-Lazzaria (M) almeno fino al punto in cui scavalcava un ramo del fosso di Mele quasi al termine del tratto cunicolato (n. 1121). Superato il fosso la via, presumibi mente piegava a ovest, seguendo ancora via Fontana Parata almeno fino all'area della sorgente (nn. 1344, 1345-1346). La seconda parte del percorso, a partire dalla sorgente, è ipoteticamente ricostruibile sulla base di tracciati presenti nella cartografia IGM del 1936 e della presenza di alcune aree di frr fitili che ne verrebbero lambite. La strada proseguiva forse piegando a sud come l’attuale via Fontana Parata senza però scavalcare il fosso, costeggiandolo quindi sul lato opposto e correndo nel fondovalle compreso tra i colli della Ten. ta Parata e quello della Torre di Presciano, seguendo una strada, ormai sterrata, presente nella vecchia cartografia e corrispondente al limite comunale tra Lanuvio e Velletri. Dopo aver piegato leggermente a ovest, alla base dei colli interessati dagli insediamenti nn. 1472 e 1496, la strada presumibilmente scavalcava il fosso di Presciano all’altezza del tratto cunicolato (n. 1493), passando all'interno della tenuta attualmente del Monastero di Vallechiara, e proseguendo sul lato opposto con il medesimo orientamento, nuovamente parallelo alla SelciatellaLazzaria (M) nel tratto in cui questa segue via Torre di Lazzaria/via Lazzaria. A questa altezza, ricalcata da una sterrata nel F. 158 I N.O. e quasi coincidente ancora con il limite comunale, lambiva forse sul lato nord-occidentale l'impianto nn. 1490-1491 per immettersi, all'altezza del sottopassaggio della ferrovia Roma-Napoli, sull’attuale SP. 99/b via Castellaccio-Carano. Da qui, piegando leggermente a sud con un tratto al quale sono solo ipoteticamente riferibili i numerosi basoli n. 1573, non potendo conoscere con esattezza il punto del loro rinvenimento, e mantenendo sempre una impercettibile pendenzae presumibilmente ricalcando il tracciato del sentiero presente nella tavoletta IGM, perpetuato da via Retarola, è ipotizzabile che la via raggiungese sul lato orientale la villa nn. 1581-1582 e l'impianto nn. 1678-1679. Tracciato g18. È ipotizzabile, sia in base alle notizie desumibili dalla bibliografia?" sia ai dati offerti dalla ricognizione che, poco a sud dell’attraversamento del Ponte di Mele, si allontanasse dal lato sx. della via Appia antica un iverticolo che doveva raggiungere almeno due impianti sui due lati (nn. 1072-1075 e 1076). Il tracciato, probabilmente corrispondente al tratto di via. Paganico a partire dalla via Appia antica, saliva come la strada attuale, con percorso rettilineo verso nord-est, ortogonale alla via consolare, poco a nord dell’incrocio con la Selciatella-Lazzaria (M) e con la via per Civitana (g19), come sembrerebbero indicare i basoli fuori posto (nn. 1071, 1077) e i resti ricordati dalla De Blanchere (n. 1074). Tracciato g19. Circa m 300 circa dopo il Ponte di Mele, dal lato dx. della via consolare, si staccava un diverticolo che doveva condurre alla villa della Civitana™” (nn. 1326-1337). 1637 del Parasacchi Bv, CBarbLat. 9898, 5. Copiain FRU. 1972: TI, tav. 82: “strada antcha che andava a Civitona”), in quella del 1678 del Mejer Frrnz I, tav. 159, erroneamente il divenicolo per Civitanasi diparte all'altezza di. Gennaro) mentre nella mappa del catasto Gregoriano del 1819

Del tracciato antico presumibilmente coincidente con via Capanna Murata, ancora in gran parte conservata alla fine dell'Ottocento”, rimangono oltre a numerosi basoli in selce, generalmente di medie dimensioni, fuori posto, ai margimi della carreggiata (nn. 1198-1200, 1204-1205, 13241325), un breve tratto del lastricato stradale (n. 1201), visibile in sezione sul lato orientale di via Capanna Murata, quasi all’altezza della cisterna di Cento Colonne (n. 1202). La strada, dopo un breve tratto iniziale in cui corre quasi parallel alla via Appia fino a guadagnare quasi il centro della dorsale collinare compresa tra due rami del fosso di Civitana, si dirige con percorso rettilineo verso sud/sud-est, fino a lambire il margine orientale della dorsale da cui si allontana piegando a ovest nel tratto finale. Tracciato g20. Dal lato sx. della via Appia antica, quasi al centro del tratto compreso tra il fosso di Civitana e quello di Sole Luna, sembra possibile si staccasse un diverticolo, lastricato con basoli in selce anche di grandi dimensioni (n. 1190) La viabilità, con percorso rettilineo, si dirigeva verso nord, attraversando la sella tra il sistema parallelo di alture compreso tra il fosso di Civitana e quello di Sole Luna. Il primo tratto è probabile si dirigesse verso nord-est, aggirando l'ultima altura affacciata su via Appia antica, lambendone le pendici nord-occidentali, come sembrano suggerire anche le scarse tracce notate (n. 1188). La strada doveva prosegui re piegando più decisamente verso nord, lambendo sul lato orientale la villa nn. 1187, 1189. Ricalcata da questo punto dalla moderna via Colle Zioni, saliva con moderata pendenza fino all'impianto nn. 1139-1149. Tracciato g21. Una strada doveva attraversare la stretta ed articolata dorsale compresa tra i fossi di Civitana e Sole Luna, presumibilmente correndo alla base del versante orientale. I tracciato, almeno in parte ancora visibile nei decenni finali dell'Ottocento!” non altrimenti attestato se non dalla presenza di arce di fi. fttili, relative a impanti che dovevano occupare ognuno dei colli disposti lungo la dorsale, sembra rintracciabile, almeno nella parte iniziale, in un sentiero ancora presente nella cartografia IGM del 1936, La viabilità è ipotizzabile che si allontanasse dal lato dx. della via Appia antica, all'altezza del diverticolo, sul lato opposto, che raggiungeva a nord Colle Zioni (g20). Raggiunta quindi con un primo tratto leggermente spostato verso sudovest, in leggera pendenza, quasi la base delle pendici, presumibilmente proseguiva con tracciato rettilineo verso sud, quasi costeggiando il fosso di Civitana, fino almeno all'incrocio con via Casale dei Monaci. A partire da qui la strada, forse ripetuta dalla moderna via Colle dei Cavalli, correndo il percorso fino all'altezza di Cento Colonne risulta perpetuato esclusiva. mente da limiti di proprietà (Ase, Catasto Gregoriano, nt. prov. Frosinone, n.275). Accenni,di vaiotiposonoin: Vourt 1727: 65: Nigby appunti: 88, ne ricorda “ancora ben conservato l'antico pavimento con le crepiini...; DE LA BLANCHERE 1888: 6 ne ricorda la larghezza dim 2,40; Pez WAGENER 1913: 402 n. 3, 419; Nani 1918: 138 fig. L, 141; NagDi 1939: 88; CresseDI 1953:93; Mucci 1975: 0 nota 6a proposito della conservazionedi "vat dell'antica lastricata”; CkescENZ 1981: 39; ADAM 1988: 303; Lit 1999:25 specialmenteig. | per a ricostruzionedel percorso 27, 30. 77 Ast, Direz. Gen. AABBAA., I vers, b. 153, fasc. 323,7. Relazione

sempre alle pendici occidentali dei colli, riprendeva leggermente quota, segnalata forse da una rettifica artificiale delle pendici, fino a raggiungere l'impianto n. 1456. Tracciato 522. È ipotizzabile che l'attuale via di Carano ripeta grossomodo il percorso di un'antica viabilità che, allontanadosi dal lato dx. della via Appia antica, si dirigeva verso sud-ovest, attraversando la zona di Lazzaria, fino a raggiungere lapianura di Carano. Il percorso appare indiziato dalla presenza di alcune aree di fi. fitili, anche di una certa consistenza, distribuite lungo il suo percorso (nn. 1454, 1501, 1662, 1687), e soprattutto da diversi tratti cunicolati rintracciabili lungo i fossi di Sole e Luna e quindi di Carano, in corrispondenza del passaggio della strada. A partire dalla via Appia antica è presumibile che il tracciato corresse nel fondovalle, costeggiando la sponda sx. del fosso di Sole Luna, con un primo tratto, corrispondente a via Vecchia di Carano, ora non carrabile, per immettersi sull’attuale via di Carano all'altezza della porzione di cunicolo conservato (n. 1321). Da qui, tenendosi sempre nel fondovalle compreso tra le due dorsali parallele, la via piegava verso ovest, accompagnando il percorso del fosso di Sole Luna fino a superarlo in corrispondenza di un nuovo tratto cunicolato (n . 1502-1503), per proseguire lungo la sponda oppostae scavalcarlo un'ultima volta all'altezza di un nuovo tratto in cunicolo (n. 1504) con il quale il fosso, piegando bruscamente a ovest si getta in quello di Civitana. II tracci to doveva correre verso sud, presumibilmente incrociando la via proveniente dalla Mactorina (L), ripetuta da via delle Muracce (11), fino a superare, alla base delle pendici orientaJi dell’altura occupata dal boschetto di Lazzaria, in un tratto ora non carrabile, il fosso di Carano per proseguire costeggiandone la sponda dx. sempre con un percorso di fondovalle. Un ultimo tratto di cunicolo, più a sud (n. 1668), con il quale la strada supera la confluenza tra il fossoe un ramo secondario proveniente da nord-ovest, sembra indicarne il passaggio, in corrispondenza dell'attuale sterrata. Da qui la strada, costeggiando la base dell’altura su cui si trova il sito. n. 1687, è presumibile proseguisse verso sud, forse segnalata dall'attuale limite provicnciale. Tracciato g23. È ipotizzabile che una strada, allontanan-

dosi dal lato dx. della via Appia antica, circa all'altezza del XXVI miliario, si dirigesse verso sud attraversando la dorsale compresa trail fosso delle Castellae il fosso delle Mote. I suo passaggio sembra inidiziato, oltre che dalla presenza di aree di frr. fitili, anche da quella di basoli sporadici (n. 1703) c, più indirettamente, dal lungo tratto cunicolato in cui corre il fosso (n. 1702). del 1881 a proposito del recupero dei basol della strada "che per la Iun ghezza di 2000 m circa specialmente nelle vicinanze della Civitan, avea i Suo antico pavimento ancora intatto” e "della quale erano stati rimossied in parte spezzati n. 17 grandi lastroni di selce”, Una successiva distruzione, e lativamente al primo trato in prossimità dell Appia, ἃ documentata nel 1930 (Spat, Archivio pratiche. Velletri. Scoperti antichi. RelazioneO. Nardinidel 9 Dicembre 1930). ?* Ass, Direz. Gen. AABBAA. I vers.b. 153, fasc. 323,7. Relazione del 1881 a propostodei basoli “di alta strada antica esistente sui coli ra i fossi di Civitanae Solluna" 243

La strada, forse, partendo dal tratto compreso tra il XXV eil XXVI miliario, circa m 350 a nord-ovest del punto in cui la via consolare incrocia la SS. 7 via Appia Nuova, poteva scendere verso sud-sud-ovest seguendo per breve tratto l'attuale limite provinciale, sul lato dx. del fosso. La via forse proseguiva seguendo la sterrata riportata nella cartografía IGM, ricalcata da via S. Tommaso, attraversando le alture sul margine orientale fino all’incrocio con via Cesare Ottaviano Augusto, da dove è probabile che si dipartisse una viabilità secondaria, perpetuata da via Cesare Ottaviano Augusto, fino all'incrocio con via J. Kennedy, per l'impianto nn. 16461647. Dall'inizio di via Cesare Ottaviano Augusto, raggiunto il fondovalle, compreso trail sistema attraversato dalle vieS. Tomao e S. Tommaso, proseguiva con percorso rettilineo e in piano, presumibilmente almeno fino all'incrocio con via Civitona, seguendo grossomodo la viabilità moderna, forse spostandosi sul lato occidentale di quest’ultima, nel tratto în corrispondenza del cunicolo (nn. 1648-1649). Tracciato g24. Forse dal lato sx. della via Appia antica, poco a nord della biforcazione con via dei Tigli, si allontanava con percorso rettilineo verso nord-est, ripetuto nel tratto finale dalla strada moderna, un diverticolo, presumibilmente basolato (n. 1626), che raggiungeva almeno l'impianto n. 1624. Via S. Gennaro. H. Dal lato dx. della via Appia antica ad est del Castello di S. Gennaro, all'altezza della biforcazione, sul lato opposto, con la via Appia Vecchia-Via di Rioli, si staccava una strada, diretta a sud-ovest™ La strada, correndo nel fondovalle in moderata pendenza, seguiva con tracciato rettilineo il percorso dell'attuale. via S. Gennaro, dove è attestata dalla presenza di alcuni basoli sporadici (nn. 833, 888), fino alla Passatora di Cisterna. Da qui, avvicinandosi al corso del fosso di S. Gennaro, fin quasi a lambirlo in alcuni punti, si immetteva su via Landi seguendone il tracciato, diretto a sud-ovest, fino all'altezza dell'impianto al Casalaccio"" (n. 1220). A partire da questo punto è solo ipotizzabile che la viabilità proseguisse, forse mantenendo un orientamento simile al primo tratto, piuttosto che piegando bruscamente a sud sulla moderna via Pedica. Incerto il tracciato, il cui tentativo di ricostruzione si basa sulla presenza di viabilità riportate nel F. 158 I N.O., ormai ridotte a sterrate conservate a tratt, o ridotte a limiti imperpoderali, e su quella di diverse aree di frr, alcune attestanti l'esistenza di impianti, distribuite lungo l’ipotetico percorso. A sud del Casalaccio la strada allontanandosi progressivamente dal lato occidentale di via Pedica, si dirigeva verso sud-ovest, nei terreni compresi tra la strada e il fosso Presciano, attraversando la vasta area quasi pianeggiante compresa tra il fosso Presciano e la via S. Gennaro-via Pedica, scendendo verso sud/sud-ovest fino, forse a collegarsi alla via per Anzio, fuori dalla ripartizione seguita. Il primo tratto, fino all’incrocio con via Presciano/via fosso di Presciano, nel cui asse non è escluso possa leggersiun diver7" Basa, Roma XI, 65,8: Luci 1962: ta. 6. 2 ia in Basa, Roma XI,65.8 che in LANCIANI mss 857: 40c, editi da Lui 2001: figg. 1-2,9, la via risulta ricostruita fino all'altezza dellattra» versamento del fosso di S. Gennaro; LuGLI 1962: av. 6; Quir 1989: 81. 244

ticolo che a sud-ovest raggiungeva almeno l'impianto n. 1361, è ipotizzabile seguisse un percorso piuttosto rettilineo verso sud-ovest rintracciabile, sia sulla base della disposizione delle aree di frr. fittili (nn. 1228, 1229, 1231, 1356), che dell'esistenza di tratti di viabilità nella cartografía IGM del 1936. Tl tracciato, forse ripetuto a partire da questo punto da via di Presciano scendeva verso sud fino ad incrociare l’attuale via del Grottone, lambendo sul lato occidentale la villa n. 1357. Immediatamente a sud dî via del Grottone è presumibile che la strada attraversasse quasi centralmente la vasta area articolata in una serie di morbide altura incise da modesti corsi d'aqua, attestata dalla presenza, oltre che di numerose aree di frr. (nn. 1486, 1483), anche di alcuni basoli sporadici (nn. 1479-1480). Da qui, solo sulla stregua di sentieri nella riportati cartografia e conservati come limiti interpoderali, non potendo con certezza riferire a questa o alJa viabilità g 17 i numerosi basoli nelle vicinanze del Casale Nuovo di Presciano (n. 1573), è ipotizzabile che la strada, piegando verso ovest, attraversasse le proprietà nn. 15741575 e nn. 1576-1577, andando forse a ricongiunsi con la via di Astura, ‘Tracciato h1. Presumibilmente dal lato occidentale della viabilità ripetuta nel trato iniziale da via S. Gennaro si staccava un breve diverticolo che raggiungeva l'altura, immediatamente a sud-est del ponte di S. Gennaro, sulla quale è un impianto residenziale, in uso presumibilmente dall'età repubblicana almeno fino alla fine del IT secolo d. C. (n. 833). La via, lastricata con basoli in selce almeno di medie dimensioni, conservati nell'area della villa, non è improbabile che corresse prima a breve distanza dal lato meridionale del viale d'ingresso alla proprietà moderna, per poi allontanarsene progressivamente dirigendosi verso la sommità, così da rendere meno ripida la salita. Tracciato h2. Forse un breve diverticolo si allontanava dal lato occidentale della viabilità ripetuta nel tratto iniziale da via S. Gennaro salendo verso la modesta altura sulla quale è attestata la presenza di una struttura a carattere rusticoresidenziale (n. 888). La via, il cui percorso non doveva essere dissimile dal viale d'accesso alla proprietà attuale, era forse lastricata con basoJi in selce di medie dimensioni, conservati nei pressi del casale. Via di Rioli. I. A est del Castello di S. Gennaro, si staccava dal lato sx. della via Appia antica una viabilità, in gran parte coincidente dapprima con la via Appia Vecchia e successivamente con l'attuale via di Rioli, della quale rimangono diversi basoli nelle vicinanze dei margini della carreggiata®”. La strada attraversava con una sorta di tagliata, ricordata anche dal Nibby, l'ultima altura della dorsale di Colle dei Marmi, raggiungeva quindi il fosso delle Tre Armi e superava la sella tra le due alture comprese tra il fosso delle Tre Armi e un ramo del fosso Minella, lambendo rispettivamente a nord e a sud le ville n. 809 e nn. 889"Parzen WageNER 1913: 401; CaesseDi 1949: 94; Caessepi 1953: 89-90; Cnescenzs 1981: 36; Luz 2005: 132. Ne riportano graficamente il percorso ia Lanciani nelle tavoletta di Velletri (Basa, XI. 65.8) che Locus 1962: av.

890. Da qui risaliva la dorsale parallela fino a scendere verso il fosso Minella, superato il quale risaliva nuovamente le ultime pendici di Colle Ottone Alto quindi, scavalcando l'alto corso del fosso di Mele e poi di Civitana, raggiungeva S. Eurosia, dove numerosi basoli in selce di grandi dimensioni si trovano fuori posto a breve distanza dal lato settentrionale della strada (n. 789), oltre a quelli trasportati a Castel Ginnetti (n. 1403). La strada proseguiva quindi verso nord-est, presumibilmente risalendo in maniera abbastanza acclive il versante meridionale dei Colli Rioli e quindi, una volta raggiunta la sommità, forse spostata di m 10 circa sul lato settentrionale (nn. 787-788), correva in quota, lambendo sul lato meridionale almeno la. grande villa di Rioli (nn. 791-797). Presumibilmente proseguiva ancora verso nord-est, superando il fosso di Paganica con percorso sinuoso che asseconda la morfologia, fino all'altezza del ponte sul fosso di Sant’ Anatolia, da dove risaliva verso Velletri, forse perpetuata da via delle Fosse fino a raggiungere il centro urbano all'altezza di Porta Napoletana. Tracciato il. Dal lato settentrionale dell'antica viabilità ripetuta dalla via Appia Vecchia e quindi dalla via Rioli, subito dopo il bivio con via di S. Gennaro, si dipartiva un breve diverticolo per la villa sull’altura a nord (nn. 810-812). La via, che correva rettilinea verso nord-est, leggermente spostata sul lato sud-orientale della sterrata che sale fino a raggiungere l'estremità meridionale della dorsale collinare di Colle dei Marmi", era lastricata con basoli in selce di di mensioni medie, conservati numerosi nelle proprietà che occupano la sommità dell’altura (nn. 810-812)

‘Tracciato i3. Dal lato settentrionale dell'antica viabilità ripetuta dalla via Appia Vecchia/via di Rioli (I), immediatamente prima del superamento del fosso Minella, partiva, con direzione nord/nord-est, un diverticolo che doveva raggiungere il pianoro superiore del colle, occupato da una villa (nn. 598, 600-601). La via presumibilmente coincidente con via Ponte Minello, fatta eccezione forse per il tratto iniziale, che doveva salire rettilineo, spostato a ovest rispetto alla strada attuaJe”, più verso il centro della dorsale, era lastricata con basoli in selce di medie dimensioni (nn. 598-599). Tracciato id. Dal lato settentrionale dell'antica viabilità ripetuta dalla via AppiaVecchia/via di Rioli (D, all'altezza. del C. dei Gendarmi, si distaccava una strada in gran parte ricalcata dalla via Appia Vecchia, sulla prosecuzione del diverticolo sul lato opposto della strada (15), che attraversava quasi centralmente la dorsale di Colle Ottone Alto, compresa tra il fosso Minella e l'alto corso del fosso di Mele. La strada, segnalata da Lugli”, prima con un tratto retilineo nord-sud, poi con uno successivo nord-est, risaliva l'altura di Colle Ottone Alto superando l'alto corso del fosso di Mele e con un tracciato ancora rettilineo, in moderata ma continua pendenza, si ricongiungeva, forse, con la viabilità parzialmente ricalcata dalla SS. 7 via Appia Nuova, poco a ovest del km. 37, lambendo nel tratto terminale, almeno la villa segnalata da Lanciani a sud-est della strada (n. 594).

che dal lato settentrionale della via Appia Vecchia Rioli (D, all'altezza dell’attuale km 5 della via Appia Vecchia, saliva verso nord fino a raggiungere, forse, l'area su cui insistono i resti n. 596. La strada, presumibilmente lastricata con basoli in selce (n. 596), con percorso in parte simile a quello di via Colle dei Marmi, procedeva presumibilmente rettilinea, lambendo prima l’affioramento sul lato occidentale (n. 807), quindi evitando forse la sbaionettatura del tracciato attuale, che piega prima ἃ cst, per riprendere quindi la stessa direzione spostandosi nuovamente a ovest, rasentava forse la villa presso Casale Risi (nn. 602-603), forse delimitandone anche la proprietà rispetto all'insediamento adiacente a est, su Colle Lucci (nn. 598, 600-601). Da qui, infine, raggiungeva a nord l'area su cui rimangono alcuni materiali (n. 598), in prossimità del punto in cui è ricordata anche l’esistenza di una cisterna (n. 597).

Tracciato iS. Dal lato meridionale dell'antica viabilità ripetuta dalla via AppiaVecchia/via di Rioli (1), all'altezza del C. dei Gendarmi, è presumibile che si allontanasse una strada che, con percorso sud/sud-est, attraversando la dorsale di Colle Ottone Basso, compresa tra il fosso Minella e alto corso del fosso di Mele, raggiungeva la via Appia antica. La strada lastricata con basoli di selce di medie e grandi dimensioni, appare ricalcata grossomodo da via Cinelli, almeno fino all'incrocio con via Appia antica, come sembrano indiziare i numerosi basoli fuori posto distribuiti lungo il suo. percorso (nn. 805, 891-893, 972, 973) e la presenza di alcune aree di frr fitili, attestanti l'esistenza di impianti, nonché la rappresentazione della viabilità nella cartografia IGM, sia nella levata del 1877 che in quella del 1936. La strada, con un primo tratto abbastanza rettilineo, scendeva in moderata pendenza verso sud-ovest, fino all'attuale attraversamento della ferrovia Roma-Velletri. Immediatamente a sud della ferrovia è presumibile che la strada, seguendo il tracciato esistente, piegasse a ovest, attraversando la dorsale nel settore in cui il pendio era più acclive, fino a raggiungere la via Appia antica?".

P" L'area prospetta ἃ ovestilcolle su cui sorge il Castello di S. Gennaro (a. 815), da cui la separa una ripida e stretta vallata incisa dal fosso della Piara e scende sul versante sud-orientale con pendici abbastanza decise fino al fosso delle Tre Armi. 5 Un trato ancora connesso dela strada basolata si dovrebbe conser vare poco a sud, al di sotto di un vecchio casale sul lato occidentale di Ponte Mineo, all'altezza della curva con Ia quale dopo il primo trato in cui corre sul ciglio delle pendici, la strada moderna s sposa verso ovest ri guadagnando la dorsale e sovrapponendosi probabilmente al percorso antico. Ringrazio il proprietario del fondo, Sig. Pcarreta, per avermi dato noti

zia della scoperta. Il basoato, rinvenuto in occasione di lavori di sistema. zione della fognatura, ὃ tao ricoperto e lasciato in situ ?" Luci 1962: ta. 6. a ricognizione non ha rinvenuto racce conere. te del suo passaggio. 1 Non è escluso che la strada, seguendo un tacciato appena rilevabile nella cartografia IGM del 1877e meglio rappresentato in quelladel 1936, pro. seguisse invece con percorso più rettilineo, quindi pù breve, vero sud, perdendo più rapidamente quota fino a intersecar l'Appia iù a sud, llincirca all'altezza del punto in cui questa è nuovamente sterrata (n. 1018) e sul lato ‘opposto doveva allontanars il divertcolo per Palaggi ( 12)

Tracciato i2. È ipotizzabile l’esistenza di un diverticolo

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Via Mactorina. L. A sud dell'abitato di Velletri, a parti re probabilmente da Porta Napoletana, si allontanava una strada che con percorso abbastanza rettilineo, verso sudovest, raggiungeva Satricum®®. La via lastricata con basoli in selce di medie e grandi dimensioni, scendeva verso sud ricalcando quasi il rettifilo costituito da viale Oberdan-via Salvo d'Acquisto, rispetto al quale si teneva, almeno fino all'altezza della Scuola Allievi Marescialli Carabinieri, ad una certa distanza dal lato occidentale, come sembrano indicare i vecchi rinvenimenti (nn. 902-903). Da qui è presumibile che si allontanasse progressivamente dal lato occidentale di V. le Oberdan correndo verso sud-ovest, con orientamento simile a quello del primo tratto di via Paganico, con la quale potrebbe inizialmente coincidere, forse spostata sul lato orientale. Passando a monte dei resti della Fontana di S. Maria dell'Orto (n. 955), all'altezza dei

quali, forse, si biforcava la Selciatella Lazzaria (M), la strada proseguiva verso sud-ovest superando il fosso di Farina forse. ἃ nord dell'attraversamento attuale, in corrispondenza di un’ampia ansa. Attraversato il fosso procedeva verso sud probabilmente allontanandosi progressivamente dal lato occidentale dell'attuale SP. 87/0 via Nettunense-via dei Cinque Archi, attraversando la Contrada S. Pietro (n. 1034), poi lambendo Campetto dei Macellari, riavvicinandosi al margine stradale fino a lambirlo (n. 1038), come attestano sia basoli fuori posto (n. 1063), che un tratto di lastricato (n. 1066). Raggiunto l'incrocio con via dei Fienili la via proseguiva con percorso rettilineo verso sud-ovest, sempre scostato dal lato occidentale della moderna provinciale (n. 1066) fino ad un max. ipotizzabile di circa una cinquantina di metri (nn. 1069-1070, 1141), ed infine, senza perdere quota, come suggerisce anche la morfologia dell'area, se ne riavvicinava fino ad attraversarla, mantenendo probabilmente un andamento rettilineo che evita. Ja morbida curva attuale fino a correre poco scostata dal lato orientale (nn. 1181, 1183-1184). Appena superato l'incrocio con via Sole Luna la strada presumibilmente coincideva per ‘un tratto con l'attuale provinciale (nn. 1185-1186), per iniziaTe a discostarsene nuovamente sul lato occidentale, nel tratto compreso tra questa e via Sole Luna, e avvicinarsi solo all'altezza del bivio sulla sx. per via Colle S. Francesco. La via antica, infatti, con un percorso rettilineo e più breve rispetto a quella moderna ma anche senza perdere quota (n. 1252), nel tratto immediatamente precedente e successivo all'incrocio conla via Appia antica correva trail lato occidentale di via dei Cinque Archi e quello orientale di via Soleluna, come testimoniano sia i basoli fuori posto (nn. 1291, 1306, 1319) che i vecchi rinvenimenti di tratt di lastricato (nn. 1301, 1314), 'iscrizione menzionante la ripavimentazione della via e i resti di un monumento sepolcrale (n. 1293), oltre alla presenza di diverse aree di fr. fitti i ati e, presumibilmente, anche di un luo20 di culto sul lato a monte della strada (nn. 1316-1317) Scesa fino all’incrocio con via S. Francesco la via antica procedeva verso sud, segnalata da basoli fuori posto (n. 1375), con tracciato progressivamente più vicino, fino ad essere nuovamente coincidente con quello moderno o forse spostato di poco sul lato occidentale. All'altezza di via S. Francesco la strada correva nella sella compresa tra il colle di Sole Luna e la dorsaJe affacciatasul fosso omonimo (nn. 1449-1450), entrambi interessati dalla presenza di impianti (nn. 1445-1446, 1450) Quindi, con tracciato presumibilmente simile a quello attuale, risalendo leggermente verso sud-ovest giungeva all'altezza pri‘ma, sulla dx., di via Colle Santa Maria e poi, sul lato opposto,di υἷα della Valletta e proseguiva, fino all'altezza della traversa sulla sx. per via Prato di Maggio. Sempre correndo nel fondovalle lambiva le pendici occidentali del colle di C. le Fiammingo sul quale è un impianto (n. 1549), raggiungendo prima la traversa sul lato occidentale per via delle Muracce (11) € poi intersecando via Passo dei Coresi. Una volta superatala, il tracciato antico si spostava presumibilmente leggermente a monte della provinciale, sul lato occidentale, forse per evitare problemi di impaludamento causati dal fosso di Formal del Bove (n. 1697), e proseguiva, piegando leggermete a ovest e

© DesiaRDI 1854: 129; De La BLancie 1889: 42; Ney 1849: I, 281; Crespi 1949: 105-106; Luci 1962: tav. 6 che ne ricostruisce erro-

neamente il percorso, "confondendolo" con quello della via Appia Nuova; Cnescenzi 1981: 37; Visciorm 2004: 247.

Tracciato i6. Lungo il lato orientale della viabilità 15, circa m 200 a nord dell’attraversamento della ferrovia Roma-Velletri, è presumibile che dal lato orientale della strada si dipartisse il diverticolo che doveva raggiungere la cd. villa di Ottone, presso C. Filippi (nn. 894-895) Il diverticolo, la cui presenza appare ipotizzabile, considerata anche l’importanza della villa, sia sulla base della presenza della medesima viabilità in entrambe le levate (1877 e 1936) della tavoletta IGM, sia soprattutto per la cospicua presenza di basoli all’interno della proprietà (n. 895), con percorso rettilineo verso est, risaliva dolcemente le pendici dell’altura fino a raggiungere la sommità su cui sorge il casale. Tracciato i7. Dal lato settentrionale dell'antica viabilità ripetuta dalla via Appia Vecchia/via di Rioli (1), quasi al centro del tratto compreso tra il fosso di Mele e quello di Civitana, all'altezza dei resti della cappella medievale di S. Eurosia, si dipartiva una strada. La via, presumibilmente pavimentata con basoli in selce (n. 681), ricalcata dalla sterrata che si dirige verso nord, è probabile risalisse centralmente la dorsale collinare fino a raggiungere un bel pianoro, aperto verso sud, sul quale è attestato un impianto (nn. 680-681). Tracciato i$. Dal lato settentrionale della viadi Rioli, al l’inizio del tratto che attraversa le pendici meridionali della dorsale di Madonna degli Angeli, la quale si allunga trai fossi di Paganica e di Farina, presumibilmente, si distaccava il diverticolo per la cd. villa di Augusto (nn. 570-589). La strada antica, probabilmente in gran parte coincidente con l’attuale via Madonna degli Angeli, dopo un primo tratto rettilineo diretto a nord, nel quale lambiva sulla dx. almeno un insediamento (n. 683), proseguiva piegando a ovest, assecondando la morfologia (n. 593), risalendo quindi al centro l'altura su cui si trova la villa, spostandosi nuovamente verso est. La salita forse, in maniera non dissimile dalla strada moderna, per diminuime le difficoltà, poteva essere superata attraverso tatti di orientamento differente.

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correndo lungo il lato dx. del fosso di Formal del Bove, ormai fuori della ripartizione seguita, su una viabilità segnalata nella cartografia IGM, levata 1936, fino a Satricum. Tracciato I1. È ipotizzabile che una viabilità di collegamento si allontanasse verso ovestnord-ovest dalla via Mactorina (L), poco a nord dell'incrocio, sul lato opposto, con il tracciato n3 (via Passo dei Coresi), forse fino a raggiungere la via cd. Selciatella-Lazzaria (M). La presenza del tracciato, ben delineato nella cartografia IGM del 1936 e percorribile tutt'ora, sembra indiziata sia dal rinvenimento di sporadici basoli lungo il suo percorso (nn. 1554-1555), sia da quello di aree di fr. (nn. 1556, 1594), oltre a notizie di antichi rinvenimenti (n. 1557). La strada, presumibilmente basolata, lasciata la via Mactorina, doveva seguire nel primo tratto il percorso dell’attuale via delle Muracce fino a raggiungere e forse superare, con un ultimo tratto ormai non carrabile, in discesa, la via di Carano (g23), superata la quale, piegando leggermente verso nord, iniziava il suo percorso di fondovalle. Una volta superatoil fosso di Carano, è presumibile che percorresse la sella tra i due sistemi collinari della Parata a nord e di Lazzaria a sud. La strada doveva proseguire, in questo tratto, rettilinea verso ovest, fino a raggiungere, alla base delle pendici settentrionali del colle su cui sorge il C. le di Lazzaria, la Selciatella-Lazzaria (M), proveniente da nord. Attualmente corre incassata tra sponde abbastanza alte, soprattutto lungo il margine meridionale, ridotta ad una sterrata a volte difficilmente percorribile a causa del suo impaludamento, Ca. Selcialtella-Lazzaria. M. Dal centro di Velletri, anche sulla base delle generiche indicazioni bibliografiche, veva allontanarsi verso sud-ovest un'importante viabilità che assicurava presumibilmente i collegamenti tra il settore a ovest dell'abitato e l'area sud-occidentale del territorio, per proseguire fino ad Anzio?" È ipotizzabile che la viabilità si allontanasse dalla via Mactorina (L), presumibilmente all'altezza dei resti di S. Maria dell'Orto, verso ovest, intercettando il percorso di via Paganico lungo la quale, scavalcato il fosso di Farina, proseguiva rettilinea verso ovest almeno fino all’incrocio con via Colle Scarano. A questa altezza è possibile che la strada, piuttosto che proseguire su via Paganico, evitandone gli ondeggiamenti di direzione, piegasse verso sud seguendo, con tracciato più rettilineo, quindi più breve, via Colle Scarano, correndo nel fondovalle alla base dell’altura su cui è attestato l'impianto n. 1137, per risalire quindi le pendici della dorsale andando a incrociare la via Appia antica, a sud del superamento del fosso di Mele, immediatamente a ovest del diverticolo per la Civitana (g19). Superata la via consolare la strada, senza mutamenti di orientamento e seguendo sempre un andamento piuttosto rettilineo, doveva proseguire lungo l’attuale via Ponte di Mele, attraversando quasi centralmente la lunga dorsale compresa tra un ramo del fosso di Civitana e il fosso di Mele. A partire da questo punto, diversi basoli fuori posto, ai lati della strada moder7? Accenni all'esistenza della strada “con considerevoli avanzi di la strcato che raggiunge Lazzaria” in Nabi 1920: 7; fr. De LA BLANCHERE

Fig. 38. Cd. Selciatella Lazzaria: tratto ricalcato da via Colle Rosso.

na, sembrerebbero indiziarne il passaggio (nn. 1135, 12081210). Raggiunto sul lato orientale l'impianto n. 1338, la strada doveva piegare leggermente verso sud-ovest, scendendo le pendici fino a superare il fosso di Mele, forse poco a sud della sua biforcazione, con percorso rettilineo leggermente dissimile, spostato a sud-est rispetto alla sterrata moderna che invece piegando bruscamente verso ovest supera il fosso due volte (n. 1340). ΑἹ di Tà del fosso la strada, ripetuta da un sterrata ormai ridotta a limite interpoderale, ben leggibile nella cartografia IGM, proseguiva ancora verso sud-ovest, andando ad intercettare via Colle Rosso (Fig. 38) probabilmente quasi all’altezza del tratto lastricato conservato (n. 1463), in coincidenza di una proprietà nella quale resta un cospicuo numero di basoli (n. 1461). Quest'ultima, come indicano i numerosi basoli in selce ai lati della strada (nn. 1366-1367, 1461-1462, 1466-1467) e soprattutto i brevi tratti lastricati (nn. 1463-1464), ricalca quasi per l’intera lunghezza, il tracciato antico, che, piegando più decisamente verso sud, scendeva lungo la dorsale con percorso rettilineo fino al fondovalle compreso tra il colle del C. le Lazzaria e quelli dirimpetto. La strada, riacquistando l'originario orientamento verso sud-ovest attraversava quindi il fondovalle tra i colli della Parata e quelli di Lazzaria e attraverso via Torre di Lazzaria e via Lazzaria, attestata ormai solo da numerose aree di frr. fit li ai lati del suo percorso, doveva raggiungere la via di Astura diretta a Anzio, costeggiando il fosso dei Prefetti, fuori dalla ripartizione seguita. Tracciato ml. L'esistenza di un diverticolo che dalla Selciatella-Lazzaria si allontanava perpendicolarmente verso nord, forse collegandola con la via di Rioli (D) ipoteticamente ripetuto da via S. Nicola, sembra suggerita dal breve tratto lastricato (n. 900) esistente a ovest della strada moderna. II basolato rinvenuto m 450 circa a nord dell'incrocio con via Paganico, raggiunge un affioramento di fi. fittili, attestante presumibilmente l'esistenza di un impianto residenziale (n. 900). La via antica, lastricata con basoli in selce di 1888: 61; GatEm 1932: 16-17; NARDINI 1939: 90; Niwey 1849: II, 281; Vinciorr 2004: 247. 247

medie dimensioni, orientata quasi est-ovest, parallela a via del Formello (m2) e alla via di Rioli (D, e presumibilmente ricalcata dalla sterrata attuale che si allontana dalla via S. Nicola con percorso quasi ortogonale, sembra infatti presupporre l'esistenza di un asse da cui dipartrsi. Tracciato m2. Un diverticolo si allontanava forse verso ovest dalla Selciatella-Lazzaria (M), all'altezza del punto in cui questa piega verso sud-ovest, intercettando via Colle Scarano, diretto verso Colle Stringa, fino a raggiungere l'impianto nn. 963-966. L'esistenza della viabilità, anche in considerazione della particolare difficoltà di osservare le proprietà disposte lungo il suo percorso, appare indiziata sia dall’esistenza di un impianto di un certo interesse, sia sulla scorta di quanto rintracciabile nell F. IGM 150 II S.O. sia nella levata. del 1877 che in quella del 1936, sia ancora dalla presenza di un orientamento parallelo a quello della via di Rioli (1) e quello del tratto lastricato lungo via S. Nicola (n. 900) (m1). È ipotizzabile che la strada corresse, presumibilmente, con percorso abbastanza rettilineo, ripetuto grossomodo da via del Formello, nel fondovalle compreso tra le alture di C. Marforio e quella dirimpetto prima, quindi nella sella al margine meridionale della dorsale di Colle Stringa, fino a raggiungere la villa. Tracciato m3. È ipotizzabile che un diverticolo si allontanasse verso sud dalla Selciatella-Lazzaria (M), all'altezza. dell'impiando n. 1338 seguendo all'incirca l'attuale via Casale dei Monaci fino alla villa esistente sull’altura di Casale Monaci (nn. 1369-1371). La viabilità che, a partire da questo punto, piegando prima leggermente verso est, quindi riprendendo il primitivo orientamento nord-sud, doveva presumibilmente raggiungere la villa di Casale Monaci, non risulta altrimenti attestata, se si escludonoi generici indizi offerti da un lato dalla presenza del suo tracciato anche nella cartografia IGM 158 I N.O., dall’altro dal fr. in peperino solo ipoteticamente riferibile ad un monumento funerario, posto lungo la viabilità (n. 1368) Via dei Fienili. N. Dal lato orientale della via Mactorina (L), circa all'altezza del moderno bivio con la SP. 87/b via Nettunense/via dei Cinque Archi si dipartiva una viabilità che, proseguendo verso sud-est, quindi verso sud, con percorso grosso modo coincidente con la moderna SP. 97/b via dei Fienili, doveva intersecare la via Appia antica a Mercatora, in corrispondenza della località La Fossa, dove è segnalata l'esistenza di una piazzola"" (n. 1423) e da qui proseguire almeno fino a C. Peretti (n. 1656) dove presumibilmente si rimetteva sulla Mactorina attraverso il tracciato di via Passo dei Coresi (n3). La via, della quale negli anni Trenta del Novecento rimanevano ancora parti del lastricato con basoli di selce di medie e grandi dimensioni, risulta ormai segnalata esclusivamente dalle aree di frr. fitili lungo il suo percorso e, soprattutto, dalla presenza nelle proprietà sui due lati di nuP" Rifermenti alla viabilità *. che conserva ancora parto del lastrica10”, perpetuta a via dei ieili in NaRDINI 1896: 201, cfr LANCIAN mss. 35/2: 62 nota 2; NARDIN 1905: 59: NaRDINI 1939: 88; LUGL 1962: tv. 6; 248

merosi basoli in selce. Biforcandosi dalla via Macorina presumibilmente all’altezza dell'impianto n. 1068, procedeva verso sud-est perdendo progressivamente quota fino al superamento del fosso di Farina al di là del quale risaliva con un primo tratto in discreta pendenza la dorsale successiva, piegando più decisamente verso sud. È presumibile che la strada, considerati non tanto

i basoli fuori posto, quanto la presenza di materiali di superficie (n. 1254), corresse leggermente spostata dal margine orientale, evitando la morbida curva attuale. Giunta all'altezza di via del Girasole, da dove è presumibile si allontanasse un diverticolo (n1), la strada doveva scendere verso sud, presumibilmente tenendosi sempre sul margine orientale di quella attuale (nn. 1376-1377), fino a riavvicinarsene, con percorso rettilineo più breve, per scavalcarla e lambirne quindi il lato occidentale ormai in prossimità dell'incrocio. con la via Appia antica (nn. 1378-1382). Superata la via consolare in località La Fossa, come attestano sia vecchi rinvenimenti che dati di ricognizione (nn. 1422-1423), la strada proseguiva quasi senza perdere quota attraversando la dorsaJe compresa tra il fosso di Farina e il fosso delle Mole, lambendo le pendici occidentali delle alture affacciate verso quest ultimo. Da questo punto, fino a C. Peretti, il passaggio della strada, ad eccezione dei basoli su Colle della Salvia (n. 1438), forse riferibili ad essa, appare attestato solo dall'esistenza di impianti, alcuni dei quali rilevanti, distribuiti lungo il suo tracciato (nn. 1439-1441, 1544, 1597, 1656). È ipotizzabile che la via proseguisse a sud di C. Peretti, solo per breve tratto compresa nella ripartizione seguita, su un tracciato di fondovalle indiziato dai sentieri riportati sulla cartografia IGM, nella levata 1936, che ne proseguono il percorso verso sud-ovest, costeggiando il lato dx. del fosso delle Mole. Tracciato nl. Dal lato occidentale di via dei Fienili, alY'altezza di via dei Girasoli, doveva staccarsi un diverticolo che serviva probabilmente le residenze della zona. La via, con un percorso nord-est/sud-ovest, simile al sentiero ancora riportato nella tavoletta IGM, nella levata 1936, probabilmente dipartendosi dai terreni a sud di via del Girasole, doveva scendere fino al fosso di Farina, poco a monte del quale è visibile un tratto lastricato con basoli in selce, largo presumibilmente 1,90 m (n. 1285). Una volta superato il fosso la strada, forse, correndo nel fondovalle alle pendici orientali del colle occupato dal C. d'Achille (n. 1286), presumibilmente seguendo una sterrata ancora percorribile, riportata nella cartografia, poteva ricongiungersi alla via Appia dopo circa m 350, poco a nord del ponte di Farina. Tracciato n2. Forse un breve diverticolo risaliva, dal lato occidentale di via dei Fienili, il colle, affacciato a sudovest sulla via Appia antica, per raggiungere l'impianto residenziale attivo durante tutta l'età imperiale, attestato sulla sommità (n. 1381). È ipotizzabile che il diverticolo, lastrica-

to con basoli in selce, conservati nell'area dell’abitazione moderna, seguisse il viale che dà accesso alla proprietà.

Mucci 1975: 42, 47, specialmente 51 nota LO fig. 1 a 44e45; Cresceszt 1981: 50 nota 105; Vasciorm 2004: 247,

Tracciato n3. Presumibilmente un tracciato viario raccordava la via Mactorina con la via dei Fienili, con percorso ricalcato dalla moderna via Passo dei Coresi, riportata anche nella cartografia IGM del 1936, La strada, a partire dall'altezza della villa a C. Peretti (n. 1656), doveva dirigersi verso ovest, con percorso abbastanza lineare, correndo nel fondovalle compreso tra i colli affacciati a ovest sul fosso Formale del Bove e, quindi, superare quest’ultimo all'altezza di un'ampia ansa, tra le alture affacciate a sud sulla confluenza tra questo fosso e un suo affluente minore, all'altezza del tratto cunicolato (n. 1697). Dal settore sud-orientale del centro urbano si dipartivano le vie in gran parte ricalcate da via Vecchia di Napoli (0), via Piazza di Mario (0 5) e, presumibilmente, via Fossatello (09).

Via Vecchia di Napoli. O. Un importante asse viario dal settore paraurbano orientale attraversava, nell’area sudorientale del territorio veliterno, la vasta dorsale la cui estremità meridionale è compresa nella Tenuta di Ginnetti, correndo inizialmente tra il Vallone la Regina e via Piazza di Mario (o 5), quindi tra il fosso delle Castella e quello di Cisterna, ricalcata dalla via Vecchia di Napoli. Per la sua ricostruzione, a parte alcune nuove evidenze che non forniscono altri elementi sulle sue caratteristiche, in particolar modo dimensionali, ancora imprescindibile, almeno relativamente al segmento immediatamente a nord di Vigna Montagna, è il riferimento a Lanciani?** In particolare incerto risulta il tratto iniziale La strada antica, lastricata con basoli in selce di medie e grandi dimensioni, forse, lasciava il centro urbano scendendo verso nord-est lungo l'attuale V le Marconi, all'altezza della vecchia Porta Metabo, nell'area dell’attuale Piazza XX Seitembre, come sembrerebbero indiziare i rinvenimenti di basoli in selce di riutilizzo e di tombe (nn. 693*, 694, 701), c. lambendo sul lato nord-occidentale la villa nn. 695-699, Dopo aver piegato a est superava il fosso del Vallone la Regina con un ponte del quale non sembra si conservino resti, correndo nei terreni compresi tra la sponda sx. del corso d'acqua, il tratto finale di via Ponte della Regina e via Ferruccio Parri (01), quindi, piegando verso sud-est, lambiva sul lato meridionale l'area della necropoli (nn. 702-711). Superato il Vallone la Regina e, poco a est, il bivio con la viabilità of, la strada doveva piegare ancora leggermente verso sud (n. 714), fino alla biforcazione con via Piazza di Mario (05), in maniera analoga alla via attuale, presumibilmente costituendo la viabilità principale, alla quale si sarebbe allacciata la via Piazza di Mario. Imboccata l’attuale via Vecchia di Napoli la strada, assumendo un orientamento quasi nord-sud, proseguiva con tracciato rettilineo almeno fino a V. gna Argenti, lambendo sul lato occidentale l'affioramento n. 716 e su quello opposto la villa n. 771. Da questo punto è probabile che la via antica, seguendo il percorso della strada moderna, come segnalato anche da Lanciani, compisse l'ampia curva verso est, benché non possa escludersi che, considerata anche la presenza dell'impianto n. 944, scegliendo un percorso più breve, quindi più rettilineo, si avvicinasse al fondoval‘© Basa, Roma XI. 65.8, riportato da L12001: 8fig. .

le per riprendere il percorso noto all'altezza del bivio con via Caranella. Superato l'incrocio con via Caranella la strada proseguiva verso sud almeno fino all'altezza dell’attuale via del Marco Finlandese, dove, correndo quasi in corrispondenza della dorsale, riprendeva l’originario orientamento verso sud-est, incrociando sul lato sud-occidentale via Ara di Stanga. Spostandosi leggermente verso est il tracciato prima discende fino al ramo cunicolato del fosso delle Castella (n. 1043), quindi risalendo le pendici sud-occidentali di Colle Cicerchia, su cui è attestato l'impianto nn. 1052-1053, lasciandosi sulla dx. via Grotte della Cicerchia, raggiungeva altura, da dove ridiscendeva nuovamente fino ad attraversare un secondo ramo cunicolato del fosso delle Castella (nn. 1154-1155), fino all'incrocio con via Formaletti/via Ponte Lauro. Da qui risaliva ancora, per poi proseguire con percor0 rettilineo, ancora in direzione sud-est, ma senza rilevanti salti di quota, attestata da numerose aree di fr. fiti distribite ai lati del suo percorso e da basoli in selce fuori posto (n. 1404), sul lato orientale della via, i quali, confermandone il passaggio informano anche sulla sua lastricatura. Raggiunti i siti presso Castel Ginnetti (nn. 1402-1403, 1406), la via antica, proseguiva ancora verso sud-est, perpetuata non più da via Vecchia Napoli che piega prima a ovest quindi a sud, ma da via degli Aranci, fuori dalla ripartizione seguita. Tracciato ol. (Via F. Parri/via Troncavia). Dal lato orientale di via Ponte della Regina, all'altezza dell'incrocio con via E Parri, è ipotizzabile si allontanasse verso est una viabilità ripetuta grossomodo dalle via F. Parri/via Troncavia, riportata nella cartografia IGM F. 150 II S.O. del 1877 con la denominazione Via delle Corti. La via, lastricata con basoli in selce di grandi dimensioni (nn. 546, 719), alla quale è ipoteticamente riferibile il tratto lastricato rilevato in anni recenti in prossimità dell'incrocio (ἃ. 711), con percorso rettilineo doveva attraversare la terrazza sulla quale sono noti rinvenimenti sia sul lato settentrionale (nn. 548-549), sia, forse, su quello meridionale (n. 720). La strada, lambendo almeno due impianti residenziali di rilievo, su entrambi i lati della strada (nn. 547, 550, 719), raggiungeva a est il diverticolo di via della Pallade (02). Superato il diverticolo è ipotizzabile che la via, forse ancora attestata da basoli il cui riferimento resta pero incerto (n. 728), con percorso non dissimile da quello attuale, forse necessitando di un breve tratto intagliata, proseguisse fino a incrociare via Quattro Vasche (el). ‘Tracciato 02. Un diverticolo, dal lato meridionale di via Troncavia (01) doveva raggiungere la villa nn. 723-727". La strada, lastricata con basoli in selce di medie dimensioni (nn. 727, 733), aggirando presumibilmente le pendici dal versante occidentale, con percorso non dissimile dall'attuale via della Pallade, verso sud/sud-est, raggiungeva l’altura su cui sorgeva la villa nota per il rinvenimento della Pallade. Tracciato 03. È ipotizzabile, sulla base delle evidenze ar-

cheologiche raccolte lungo il suo percorso e della, benché molto sporadica, presenza di basoli (n. 1151), che un lungo P" STEVENSON ClitLat. 15229: XX.

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asse viario si allontanasse dalla via Vecchia di Napoli (O), circa m 600 a nord del punto in cui questa attraversa il fosso delle Castella, diretto a sud, attraversando l’articolata dorsale compresa ra il fosso delle Castellae un suo affluente di dx. Il tracciato, presumibilmente ripetuto da via Ara di Stanga e quindi da via Pratolungo, si dirigeva verso sud, con percorso in moderata pendenza, presumibilmente più rettili‘neo rispetto a quello attuale. È probabile anche in considerazione dell’unitarietà morfologica dell'impianto nn. 11511152, che altrimenti ne risulterebbe tagliato, che si discostase progressivamente dal lato occidentale correndo sul margine occidentale della dorsale, fino a discenderla nel tratto immediatamente a nord dell'incrocio con via dei Pozzetti. Superato l'incrocio, tenendosi probabilmente sempre sul lato occidentale ormai di via Pratolungo, di cui forse evita gli oscillamenti, è presumibile che la strada, correndo quasi in piano, dopo aver lambito sul lato orientale 'affioramento n. 1260, si riaccostasse al tracciato moderno, raggiungendo prima la villa nn. 1394-1395 sul lato orientale, quindi le pendici settentrionali di Colle Piombo, su cui è attestata la presenza di un impianto (nn. 1410-1411). Non è escluso che la vibilità potesse ulteriormente proseguire, correndo alla base delle pendici occidentali dell’altura, compresa tra la confluenza del fosso delle Castella con un suo affluente minore, fino a raggiungere il corso di quest’ultimo. Tracciato 04. Dal lato orientale della via Vecchia di Napoli (O), circa m 450 a sud-est dell'incrocio con via Ara di Stanga, è possibile si distaccasse un diverticolo per Colle Cicerchia. La via, lastricata con basoli in selce (n. 1051), presumibilmente con tracciato almeno in parte coincidente con via del Marco Tedesco, una volta risalite le pendici occidentali del colle, raggiungeva l'impianto sulla sommità (nn. 1052-1053). ‘Tracciato o5. Dal settore sud-orientale dell'area periurbana si dipartiva una viabilità che dirigendosi verso sud-est. raggiungeva almeno la villa cd. di Mario?" (nn. 929-930). Dopo presumibilmente un primo tratto nel quale risulta. coincidente con il percorso seguito in uscita dalla via Vecchia di Napoli, a partire dalla biforcazione, poco a nord-ovest di C. le Monteferri, forse seguendo la strada moderna che piega a est, la via antica, ripetuta da via Piazza di Mario, proseguiva con un lungo tratto rettilineo, almeno fino poco a sud-est di C. e Lucia (n. 721), inizialmentead una quota di poco superiore a quella attuale”. All'altezza di via delle Pietre Liscie dove il lastricato stradale risulta in parte conservato (n. 770), la strada piegava leggermente verso sud e iniziava forse a discendere le pendici della dorsale. Raggiunto il fondovalle, all'altezza del bivio sui due lati della strada per via della Cerasa Marina e via Colle Carciano, è presumibile che la via antica risalisse le pendici di colle Carciano come quella attuale, ma che a differenza di questa, procedesse, con tracciato meno sinuoso e più accli>" DI Tucci 1878: 168; NarDini 19098, secondoil quale la via “in molti punti conserva ἢ lstrcao poligonale . ." PELZER WaGENER 1913: 402; [Luau 1962: tav. 6; Crescevzt 1981: 37 specialmente 49 nota 102. = Diversi abitanti della zona mi hanno segnalato l'esistenza del basoTato, in sezione, lungo la scarpata di terra su ao settentrionale della strada, a circa m 0,10/0,20 da terra. 250

ve, che taglia la curva attuale sul lato a valle della strada, evitando repentini salti di quota, come sembrano attestarei rinvenimenti del lastricato (n. 764) e come sembra dedursi dalla viabilità riportata nella tavoletta IGM, F. 150 II SO del 187^". Da qui proseguiva, presumibilmente quindi, con una discesa ‘meno repentina, riavvicinandosi nuovamente a via Piazza di Mario fino ad incrociare l’attuale via della Caranella. Con percorso rettilineo, sempre diretto a sud-est è probabile che risalisse la dorsale di Vigne Capitancelli, per poi procedere, raggiunta la sommità, in piano fino all'incrocio con via Grotte dell’Oro. Poco a sud dell'incrocio con via Grotte dell'Oro (08), la strada, in parte coincidente con l'attuale via Capitancelli e quindi con via Caio Mario, piegava a este quindi sud-est per raggiunegere la villa nn. 929-930. Anche sulla scorta di quanto rappresentato nella cartografia IGM del 1877, è probabile che nel tratto iniziale procedesse con percorso più breve rispetto all'attuale via Capitancelli, tagliando l'ampia curva, correndo leggermente a valle, per intercettare via Caio Mario circa all'altezza dell'incrocio attuale. Il tracciato antico, dirigendosi per breve tratto verso nord e quindi verso sud-est, lambiva lungo il lato settentrionale la villa nn. 936-938 fino a raggiungere via Caio Mario, la quale, procedendo con percorso rettilineo verso sud-est in modestissima pendenza, ripete l'antica viabilità (nn. 930, 935), fino a raggiungere la cd. villa di Mario. Secondo la ricostruzione del Lugli, la strada, all'altezza dell'incrocio con via Capitancelli, proseguiva, in leggerissima pendenza verso sud-est, incrociando via Casale Malatesta, perpetuata da via Castel Ginnetti quindi, spostandosi poco a nord-est su via del Mandorlo, fuori dalla ripartizione seguita (o5) Tracciato 06. Dal lato sud-occidentale di via Piazza di Mario (05), prima che la strada risalga la dorsale, è probabile che si distaccasse un diverticolo per l'impianto riconosciuto sulla sommità (nn. 765-767). La via antica, presumibilmente coincidente con la moderna via Colle Carciano, correndo verso sud-ovest risaliva le pendici orientali dell'altura con tracciato simile al sentie10 indicato nella tavoletta IGM, nella levata 1936. Tracciato 07. È ipotizzabile, considerati i rinvenimenti e la

presenza di tracciati comunque presenti in entrambe le cartografie IGM 1877 e 1936, che, all'altezza del bivio attuale tra via Piazza di Mario (05) e via della Caranella, si allontanasse, dal lato occidentale della prima una breve viabilità, diretta a ovest IL tracciato, corrispondente a quello di via Caranella, dirigendosi verso sud-ovest, doveva lambire le ripide pendici con cui la dorsale di Colle Carciano si affaccia a sud per raggiungere la villa individuata sulla terrazza a nord della strada (n. 912), come sembra suggerire la presenza di basoli în selce. Non può escludersi, inoltre, che al termine di questo una seconda viabilità, ripetuta da via Colle Calcagno, risalis30 Nel E. IGM 150 ILSO relativo alla levata el 1877 in realtà la denominazione Via Piazza di Mario compare per la viabilità che procede verso est (09) ala quale, costiuendo all'epoca presumibilmente una viabilità principale rispetto a via Piazza di Mario, secondo anche la simbologia utilizzata, ea tto erroneamente attributo il nome.

se l'altura antistante, sulla quale è ugualmente attestata la presenza di un impianto (n. 942)

‘Tracciato 08. Forse dal lato occidentale di via Piazza di Mario (08), a sud-est dell'attaversamento di via Caranella, si dipartiva una viabilità per Colle d'Oro. La strada, presumibilmente in gran parte coincidente con via Grotte dell'Oro, lastricata con basoli in selce (n. 104: possibile che si dirigesse verso sud, attraversando la dorsale di Colle d'Oro in leggera pendenza, almeno fino a raggiungere l’impianto nn. 1157-1158.

suo percorso, doveva piegare decisamente verso sud, attraversando la dorsale con percorso ripetuto da via Capitancelli, almeno fino all'incrocio con via Malatesta. Tracciato P. È presumibile che i numerosi basoli rinvenuti alla base delle pendici orientali della dorsale attraversata da via delle Querce (n. 1719) siano riferibili a una viabilità che, correndo nel fondovalle, superava un ramo del fosso di Cisterna dirigendosi verso est” CONTROLLO DELLE ACQUE E SISTEMI DI APPROVVIGIONAMENTI IDRICO.

Tracciato09. Una terza strada si distaccava, presumibi mente, dal lato nord-orientale di via Piazza di Mario (05), quasi all'altezza di C.le Lucia, dirigendosi a est, come rilevabile ancora nel F. IGM 150 II S.O., nella levata del 1877 (C. Belisario), nella quale il percorso appare modificato in un’ampia curva, sia, con tracciato parzialmente rintracciabile nella parte iniziale, in quella del 1936. La via, lastricata con basoli in selce di medie dimensioni, ricalcata forse in parte da via delle Sette Ville, quindi dal tratto terminale di via Contrada S. Antonio, è ipotizzabile procedesse rettilinea, in moderata discesa verso est, fino al tratto lastricato nel letto del fosso (n. 759). Da qui, agganciandosi ad una sterrata diretta a est, i innestava alla viabilità denominata nell'IGM del 1936, non più Piazza di Mario, come nell’ IGM del 1877, ma via di Fossatello. La strada ricalcata dal tratto di via delle Corti che, superata la curva provenendo da nord, all'altezza di C. le Furlo, segue l'orientamento estovest e quindi da via Capitancelli, risaliva la dorsale con percorso simile all'attuale almeno fino al C. le Capitancelli. Da qui è presumibile che la strada, diversamente da quella attuale, rettificata in tempi piuttosto recenti, piegando a sud, abbia seguito un percorso più vicino al margine meridionale della dorsale. L'ipotesi suggerita dal percorso riportato ancora nella cartografia IGM del 1877 sembra avvalorata anche dall'esistenza di un impianto di una certa rilevanza (nn. 917921), che ne risulterebbe altrimenti tagliato, diversamento da quanto sembrano suggerire le evidenze e confermare le notizie di rinvenimenti avuti in occasione della sistemazione dell’attuale sede stradale (n. 920). Il tracciato, da qui con percorso meno certo, è ipotizzabile che, evitando la ripida discesa lungo la Costa de’ Saettoni, abbia seguito un percorso leggermente più sinuoso, rintracciabile ormai in tratti spezzati e rappresentato nella cartografia IGM del 1877, nella prima parte forse coincidente con una breve sterrata che scende verso est dal lato meridionale di via Capitancelli. La strada assecondando la perdita di quota, si allargava progressimanete verso sud-est lungo le pendici orientali, evitando il fondovalle per poi risalire, superata la sella di Fossatello, verso la dorsale dei colli di Malatesta. Raggiunta ormai la sommità lambendo sul lato meridionale l’areadi fi. fiti n. 924, la viabi lità comunemente riporata în entrambe le levate IGM, e come forse quella antica, qualora se ne possa ipotizzare la prosecuzione, considerate le aree di frr. fitti distribuite lungo il

Come noto le poche indicazioni del Di Tucci e soprattutto quel che rimane delle ricerche più estese della De la Blanchere alla fine dell'Ottocento hanno costituito il plafond conoscitivo sul quale hanno sviluppato le loro indagini Judson e Kahane negli anni Sessanta del Novecento. TI successivo quadro delineato negli anni Ottanta del Novecento, relativamente ai cunicoli dell’area a sud di Velletri, pur circoscritto a una tipologia specifica di apprestamenti idraulici - quelli di bonifica -, anche in virtù di condizioni di conservazione e di “visibilità” generalmente migliori rispetto a quelle attuali, è evidente come abbia enormemente accresciuto la loro conoscenza. Come più volte sottolineato, proprie le particolari caratteristiche morfologiche di questo settore, compreso nel F. 158 IV NE Le Castella, con dorsali collinari con pendici generalmente acclivi incise da una serie di corsi d'acqua, nella gran parte dei casi modesti, a carattere torrentizio, che scendono dal piede del sistema montuoso artemisio verso sud/sud-est, e la necessità di accrescere la superficie di terreno coltivabile, dovettero indirizzare la realizzazione di quel sistema di bonifica agraria-idraulica che interessò l’intera zona pedecollinare dei Colli Albani fino alla Pianura Pontina, coinvolgendo gli agri non solo di Velitrae, ma anche quelli di Lanuvium, Satricum, Pometia, Ardea e Lavinium. Tutti i maggiori fossi, con le loro ramificazioni, che incidono questa porzione di territorio, sono risultati, in più punti, cunicolati: così il fosso Crocetta (nn. 1098-1099), quello del Grottone (n. 1673) sebbene non più riscontrabile, il fosso di Presciano (n. 1493), il fosso di Casal Perfetto(n. 1586), solo da notizia bibliografica, il fosso di Carano e i suoi affluenti (nn. 1561, 1688, oltre alla segnalazione non verificabile n. 1667), il fosso di Mele (nn. 1013, 1085, 1121, 1341),

> È probabileche beso debbano riferi alla medesima viabilità se nata xoa Vices 1968: F. 158 I NE t. n. 92, sebbene i ifr mento non tov coripondenza puntual nella scheda

Per l'ambito nemorense segnalo invece il tratto di acquedotto che corre lungo il versante sud-orientale del cratere con segmenti interamente. sotterranei ed altri quasi per intero fori tera (nn 371-379),

Afronte dell'assoluta mancanza di notizie relativamente alterritorio veliterno™ sull'esistenza di acquedotti, la più canonica e, generalmente, più spettacolare forma di approvvigionamentoidrico, ricca si presenta la documentazione su cunicoli, anche tipologicamente differenti, e cisterne (Fig. 39).

Cunicoli di bonifica

251

Fig. 39. Posizionamento dei cunicoli su base oro-idrogafica.

252

quello di Civitana (n. 1373) e di Sole Luna (nn. 1321, 15021504), i fosso Formal del Bove (nn. 1697 e 1698, quest'ultimo non più riscontrabile), il fosso di Farina (nn. 1443, 1444), quello delle Mole (nn. 1509, 1539 non verificabile, 1654), soprattutto il fosso delle Castella e i suoi affluenti (nn. 1043, 1044, 1046, 1149, 1154, 1155, 1526, 1527 e 1648 da notizia bibliografica, 1607, 1649, 1650, 1702, 1712) e il fosso di Cisterna (nn. 1264, 1266, 1268, 1405). Dal punto di vista tecnico, mentre l'analisi della vecchia. cartografia e delle fotografie aeree, precedenti le distruzioni e modificazioni, ha costituito in numerosi casi un ausilio determinante per il riconoscimento di tratti cunicolati non più esistenti, l'osservazione dei resti di cunicolo ancora accessibili e, in molti casi, in funzione, ha permesso di rilevare alcune caratteristiche ricorrenti, non di rado alterate anche considerevolmente, innanzitutto dall’azione erosiva delle acque. In particolare ho riconosciuto l'esistenza di tratti, di lunghezze differenti tra loro e non sempre ispezionabili a causa del precario stato di conservazione, del tutto ignoti lungo i fossi delle Crocette (nn. 1098-1099), di Farina (nn. 14431444), delle Mole (n. 1654), de Le Castella (nn. 1044, 1155, 1650, 1712), e parte di quello lungo il fosso di Mele (n 1013), oltre a quelli brevemente segnalati, lungo il fosso di Carano (n. 1688). Non diversamente da altre tipologie di monumenti, anche se con alcune specificità connesse alle loro caratteristiche tecniche, spesso la conservazione risulta minacciata soprattutto dai lavori agricoli, ma anche da diverse opere infrastrutturali (consolidamento delle sponde dei fossi in corrispondenza di attraversamenti stradali, canalizazzioni dei fossi con conseguente "chiusura" dei cunicoli, messa in sicurezza degli sfiatatoi, spesso tombati per evitarne lo sprofondamento al passaggio dei mezzi agricoli), oltre che da lavori edilizi (ad esempio quello n. 1667 su un affluente del fosso di Carano, lungo la SP. 99/ via Cisterna-Campoleone per la costruzione della Casa Circondariale) o di urbanizzazione (ad esempio quello n. 1702 sul fosso di La Castella, a via C. Ottaviano Augusto). In particolare ho potuto verifica re come un lungo tratto di cunicolo a Lazzaria (n. 1561), uno più breve sul fosso delle Mole, lungo la via Appia antica (n. 1509), la parte iniziale di quello sul fosso di Mele a Pelaggi (n. 1013) e quello sul fosso di Mele a via Fontana dei Lupi (n. 1341), risultino obliterati a seguito della loro canalizzazione, mentre i tratti iniziali dei cunicoli sul fosso di Le Castella a via dei Pozzetti (n. 1149) e lungo la SS. 7 Appia Nuova (n. 1712), su quello di Sole Luna a via di Carano (n 1321), sul fosso di Cisterna a via Lupacchiotti (n. 1046), siano stati distrutti per il ripascimento delle sponde, quello lungo le pendici meridionali dell’altura di Civitana (a. 1373) interrato nel corso dei lavori di rimodellamento delle pendici per il successivo impianto di nuove coltivazioni Per quanto riguarda le dimensioni gli spechi mostrano differenze considerevoli sia in altezza che in larghezza proprio a causa dell'erosione che spesso ne ha provocato l'approfondimento del fondo, non di rado associato ad un consistente “slabbramento” delle pareti. Se tra le conseguenze più significative che il verificarsi di queste alterazioni comporta vi è quasi sempre la perdita dell'originaria pendenza del fondo, necessaria per far defluire le acque, con il loro conseguente ristagno, tra le cause principali vi è la formazione nel-

a quale esso è stato cavato: è evidente, infatti, che solo nei casi in cui quest'ultima presenti tra i caratteri litologici quello della compattezza e della durezza le dimensioni attualmente rilevabili sono risultate coincidenti 0 quasi a quelle originarie. AI contrario, in quei casi nei quali i cunicoli abbiano attraversato terreni meno compatti, sempre, anche se con oscillazioni anche considerevoli nelle dimensioni della sezione, è stato possibile rilevare alterazioni rilevanti. Planimetricamente presentano un andamento in genere si‘nuoso, che si adatta alla morfologia di fondovalle, nella maggior parte coincidente con il percorso del fosso, in altri confluente in esso, spesso con diramazioni laterali che procedono quasi ortogonalmente rispetto al ramo principale (ad esempionn. 1013, 1149, 1155, 1444, 1526, 1561), e lunghezze variabili, tendenzialmente, ove lo stato di conservazione ne ha permesso l'osservazione, anche notevoli (nn. 1013, 1149, 1561). La sezione degli spechi meglio conservati varia dam 1,75 (n. 1013), a 2,30 (n. 1493), 1,25 (n. 1561), 2,10 (n. 1654) in altezza, e m 0,85 (n. 1013), 0,60 (n. 1493) c 1,50 (n. 1561) in larghezza. La copertura adottata ? a volta, piatta o quasi tondeggiante, spesso con soluzioni differenti in tratti diversi dello stesso percorso, più raramente a doppio spiovente (on. 1149, 1373, 1493, 1502, 1650, 1654). Diversi cunicoli conservano ancora pozzetti di areazione quadrangolari (ad. esempio nn. 1013, 1268, 1444, 1493, 1561) o circolari (ad esempio nn. 1046, 1149, 1155, 1493, 1650, 1654). Cunicoli di approvvigionamento. Evidentemente ad altri scopi, captazione e approvvigionamento, deve ritenersi abbia assolto l'altra serie di cunicoli, riconosciuti prevalentemente nel settore a nord di Velletri, lungo le pendici dell' Artemisio. Nonostante la presenza del bosco spesso non agevoli le operazioni di individuazione, non di rado obliterando almeno parzialmente gli ingressi, ne ho riconosciuto l'esistenza: a C. le del Favo (nn. 16, 20), alle pendici sud-orientali del Colle della Carmignana (nn. 2627), al Vallone (nn. 28-29), all'ingresso della V. dell'Inferno (n. 32), la serie ravvicinata alla V. dell'Inferno (nn. 33-38), all’ Acqua Donzella (n. 59), alla F.e di Tempesta (nn. 110111 e, appena visibile, n. 115), lungo le pendici orientali del cratere nemorense (nn. 188-189), a Boccatorta (n. 246), al Turano (n. 249),al Peschio(n. 292), a Marcaccio (n. 290), a Fontana S. Antonio (nn. 153-154), lungo la strada Suolo di Pirro (n. 367), a Colle Bello, appena visibile a causa dell'interro (n. 311), la serie alle pendici meridionali della Faiola. (n. 461), lungo la via di Rioli, non percorribile a causa dell’interro (n. 682), e appena al di fuori dal perimetro urbano, a via Madre Teresa di Calcutta (n. 552). Realizzati generalmente alle falde di una altura, risultano di lunghezza e articolazione planimetrica differenti, in ogni caso funzionali all’approvviggionamento idrico presumibilmentente dei numerosi impianti esistenti nell'area, in maniera alternativa alle cisterne (anche se a volte queste risultano alimentate proprio da cunicoli): in gran parte attraverso la captazione di vene d'acqua ma anche per drenaggio, dalle pareti dello speco, delle acque superficiali La caratteristica "planimetrica" generalmente rilevabile inquasi tutti cunicoli rinvenuti è quella di essere costituiti da 253

più rami, di orientamento divergente o parallelo, andamento Spesso sinuoso che si adatta alle formazioni che incontra e insegue la vena d'acqua, posti a volte anche a quote differenti. uno dall'altro, di lunghezze diverse ma sezioni generalmente simili. Tendenzialmente risultano scavati nello strato tufaceo più tenero, al di sotto, ove possibile, del banco di selce. Appena visibile il cunicolo evidenziato in sezione, in seguito agli sbancamenti per l'apertura di via Madre Teresa di Calcutta, alle pendici orientali dell’altura cittadina, il quale presenta un'altezza di circa m 1,80 e una larghezza di m 0,50/0,60. Il primo cunicolo a C. le del Favo (n. 16) è percorribile per una lunghezza max. di m 39,20 e presenta due ramificazioni, della quali solo una risulta indagabile, lunga m 2,25 circa; il secondo (n. 20), presenta invece un unico speco ad andamento abbastanza regolare percorribile per una lungh max. di m 40,40. Quello alle spalle della fontana “Marcaccio” (n. 290), alle pendici sud-occidentali del Peschio, si ramifica in tre bracci, dei quali i più lunghi misurano uno m 13,80 e 24,10 fino ad una prima diramazione di due bracci ortogonali, i quali, a loro volta, si biforcano nuovamente. Quello a nord-est della fontana Bocca d'Orto (n. 246), alle pendici sud-orientali del Peschio, è costituito da due cunicoli quasi paralleli: uno, minore, di m 1,80 circa che raggiunge un pozzo circolare dal quale si dipartono due diramazioni lunghe m 1,35 e 7,90; un'altro, maggiore, percorribile al momento per 18,20 m circa. 1I cunicolo alla fontana del Turano (n. 246), alle pendici sud-orientali dell’Artemisio, si articola in una ramo principale, ad andamento sinuoso, di m 14,20 di lunghezza, dal quale si diparte, ad una quota pid alta un cunicolo ortogonale, rilevabile per m 12,30 circa, dal quale si diparte un altro ramo, con andamento nuovamente divergente, ispezionabile perm 3,50 circa. I tre all'altezza della fontana del Peschio (n. 292), posti a quote diverse, sembrano procedere quasi paralleli benché sia possibile osservare esclusivamente l'ingresso, fatta eccezione per quello mediano, ispezionabile per una lunghezza. max. di m 9,50 circa, Quelli alla fontana di S. Antonio (nn. 153-154), tra le pendici meridionali di Colle Mozzo e quelle occidentali delaltura sulla quale sono resti di un impianto residenziale (n. 152), presentano un orientamento quasi ortogonale tra loro e sono posti a quote differenti: quello meglio conservato, alle spalle della fontana (n. 154), procede per m 22,20 con percorso sinuoso lungo il quale si allargano sui due lati, due rami più brevi, a orientamento divergente (lunghi m 2,70 e 5,20); coinvolto da parziale crollo l’altro (n. 153), è percorribile per m 10 max. su un unico speco.

AI Vallone, poco prima dell'ingresso alla V. dell'Inferno, prescindendo dal sistema di drenaggio e captazione costituito dai due affrontati (n. 28), quasi completamente interrati, ‘con canaletta di raccolta esterna, la coppia visibile nella terrazza sottostante (n. 29) è costituita da un primo cunicolo lungo m 3,85 con percorso abbastanza lineare e da un secondo, con andamento leggermente divergente dal primo, soprattutto nel tratto finale, lungo m 34,90. Quello all'ingresso della V. dell'Inferno è percorribile per l'intera lunghezza, m 68, presenta un percorso abbastanza rettilineo, privo di diramazioni in modo simile al gruppo all'interno della valle Simile a questo anche il cunicolo all’ Acqua Donzella, costituito da un unico speco, lungo m 4,20 a linee spezzate. Dei due cunicoli al Vallone, alla base delle ripide pendici sud-orientali di Colle della Carmignana, orientati nordovest/sud-est e quasi est-ovest, il più lungo procede (n. 26) perm 34,50, articolatoin diversi rami secondari: alcuni anche piuttosto lunghi (m. 19,20) e uno dei quali con percorso quasi ad anello; quello alle spalle della Fontana del Vallone (n. 27), ha un percorso leggermente più lineare, di m 17 circa di lunghezza ed è dotato di un piccolo pozzo di areazione circolare A proposito di questi ultimi, in nessun caso ne ho riconosciuto l'esistenza fatta eccezione per quello appena citato ala fontana del Vallone, quello circolare lungo il cunicolo minore di Boccatorta e un altro, rettangolare, lungo il cunicolo n. 110 nei pressi di Fontan Tempesta. Al contrario è sempre presente sul fondo una pendenza dall’interno verso l'esterno, evidentemente per facilitare l'uscita dell'acqua, in molti casi convogliata all'interno di una canaletta scavata sul fondo, generalmente larga tra m 0, 35 e 0,15, e profonda m 0,15/0,35 (nn. 29, 246, 249, 290, 461). Le sezioni rilevate, le quali in questo tipo di cunicoli hanno mostrato un generale migliore stato di conservazione, misurano' tra m 2,65 (a Boccatorta) e 1,80 (a Marcaccio) e m 1,30 (nel n. 16 aC.le del Favo)e 1, 20 (a Boccatorta) in altez2a, generalmente con una sensibile progressiva diminuzione procedendo verso l'interno, presumibilmente connessa anche alle necessità dello scavo, per m 0, 95 (al Turano) e 0,70 (a Font. na S. Antonion. 154), m 0, 56 (al Peschio) e 0,42 (a Marcaccio) in larghezza, con volta tendenzialmente tonda, più raramente a doppio spiovente (nn. 153, 154) o molto stretta (nn. 29, 552) o piat a (n. 110), a volte con tipi diversi di copertura all’interno dello stesso cunicolo, in relazione al tipo di formazione incontrata dalla scavo (nn. 16, 32, 290). Lungo le pareti dello speco in alcuni casi rimangono, ad altezze variabili, oltre agli incassi per le lucerne (ad esempio a Marcaccio, nel secondo cunicolo a 0,70 da terra e lungo la prima diramazione a 1,15 da terra; al Peschio nel cunicolo intermedio, a m 0,70 circa da terra; alla Fontana del Peschio

2? Quelli di Marcaccio variano: da m 1,55 a 1,30 in altezza e da 0,68 2 044 in larghezza quello più breve; da m 1,75 a 1,30 e da 0,75 a 0.60 passando nel settore centrale à m 0,42, quello maggiore; da m 1,80a 1,55 © da m 0,60 e 0,44 la prima diramazione: quelli di Bocca d'Oro misuramo: m 1,60in altezza e 0,4 in larghezza la biforcazione maggiore del cucolo minore; m 2,65, in altezza per 1,40/0,75 in larghezza, nel primo "rato e m 1,20, 0,80 e 0,70 in altezza per m 0,60 e 0,80 in larghezza in quello finale il cunicolo principal; qull al Turano misurano: da m 0,95 a 1,35 in altezzae da 0,65 a 075 a 1 circa in larghezza quello principale; m 2 e 075 il primo ramo; da m 1,68 a 1,28 in altezza e 0,65 in larghezza,

il terzo; l'unico ispezionabileal Peschio, misura dam 1,52 a 225 in alte» ‘a e da 0,44 20,56 in larghezza: a fontana S. Antoni, quello principale da m 2,10 ἃ 1,80 in altezza e da m 0,87 a 0,58 in larghezza, fino a un rialza mento del fondo, e da 1,80 a 1,70 e da 0,65 a 0,70 nel tato successivo; quelli socondari m 1,66 in altezza c 0,50 in larghezza quello meridionale, m 1,40 in altezza è 0,68 in larghezza quello setentrionale; quello al Vallone, di m 1,55, 1,90 in altezza e di m 0,78, 0,68, 0,60 in larghezza il cunicolo principale, di m 1,55 in altezza e circa 0,55 in larghezza quelli secondari; quello alle spalle della fontana del Vallone, di altezza compresu tra m 1,35 e 1,50 e una larghezza di 0,84/048.

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a 0,70/0,65 da terra; al Vallone, nel secondo cunicolo, a m 1,50 da terra; all’ingresso della V. dell'Inferno, a m 1,20, 1 e 0,90 da terra, nel n. 110 a F. te di Tempesta a m 0,75/0,65 da terra; nel n. 188 lungo le pendici orientali del cratere nemoense) anche canaletti per il deflusso delle acque captate (ad esempio a Marcaccio, lungo la prima diramazione; a Bocca d'Orto, lungo i due tratti del cunicolo principale, all'ingresso dellaV. dell'Inferno, nel n. 16 a C. le del Favo, all’ Acqua Donzella sulla parete esterna, nel n. 188 lungo le pendici del cratere nemorense), spesso fori, tagli, o, più raramente, piccole nicchie per favorire la captazione delle acque (nn. 27, 29, 32, 154, 246) e in un caso anche il solco indicante Ia linea guida per lo scavo dello speco (n. 154). Rientrano nel tipo di quelli dell’ Artemisio veliterno, sia per caratteristiche tecniche che per funzione, quelli a Fontan Tempesta e i due lungo il sentiero Nemi-lago, sul versante orientale del cratere nemorense, uno dei quali non ispezionabile (n. 189). Nella valletta di Fontan Tempesta, quello alle pendici nord-occidentali dell'altura che sale immediatamente alle spalle della fontana (n. 110), è percorribile per una lunghezza max. di m 23,50, fornito di un pozzo di areazione, retangolare, a circa m 18 dall'ingresso; rilevabile per una lunghezza max. di m 12 circa l’altro, nelle vicinanze (n. 111). Quello lungo la parete rocciosa che costeggia il lato a monte del sentiero Fontan Tempesta-Nemi(n. 188), caratterizzato da percorso abbastanza sinuoso si divide in due diramazioni, poste a quote diverse e divergenti, ispezionabili rispettivamente per m 23,50 e m 26,70. Circa le caratteristiche della sezione quello nelle vicinanze di Fontan Tempesta sul retro della fonte (n. 110), misura tra m 2,25e 1,45 in altezza, con volta piatta, e tram 1,056 0,45 in larghezza; tra m 1,70, e 0,90 fino a 0,45 in altezza e m 1,60/1,80 in larghezza quello nelle vicinanze (n. 111). Quello lungo il sentiero Fontan Tempesta-Nemi, con volta tondeggiante, misura m 2,43/2,90 e 1,72/1,83 in altezza. em0,82/0,87 e 0,72/0,60 in larghezza (n. 188). Circa la serie di cunicoli e tagli di Valle dell'Inferno, che non diversamente dagli altri, è ipotizzabile provvedessero ad assicurare l’acqua necessaria alla frequentazione dell'area, la loro concentrazione in una zona abbastanza ristretta, oltre che

caratteristiche tecniche almeno parzialmente differenti dai precedenti, sembrerebbe suggerime un utilizzo forse differente (drenaggio nel vallone delle acque dall'altura soprastante?) Presentano generalmente percorso rettilineo e lunghezze ridotte, misurando tra i m 7,80 del primo (n. 33) e i m 14,40 del penultimo (n. 37). Quasi tutti sono coperti da volta piatta o appena arrotondata, con altezze che vanno da un massimo di m 1,90 (n. 37) aun minimodi 1,53 (n.38) e larghezze variabili da m 1,05 (n. 33) a 0,85 (n. 37). tagli nella parete hanno forma quadrangolare (n. 34) o a nicchia (n. 36). Tagli di captazione sono anche a Colle della Fragola (n. 39), un canalettodi irrigazione sotto alla cima del Maschio di Ariano (n. 93) e, forse con la stessa funzione, alcuni incassi sulla sommità del Maschio dell’Artemisio (n. 294). A questo gruppo vanno aggiunti: quelli alle pendici meridionali della Faiola (n. 461), i quali, nonostante interventi recenti ne abbiano distrutti alcuni tratti, presumibilmente costituiscono anche l'esemplare più rilevante per lunghezza e articolazione tra quelli riconosciuti; quelli alla Faiola (n. 470) e al Suolo di Pirro (n. 304), che dovevano presumibilmente contribuire all'approvvigionamento della vicina cisterna e, forse, costituire un'alternativa ad essa.

1 Attestati: quella rettangolare ad un unico ambiente (DE Rossi 1970: 17 n.21 sulla dx. del km 2 dell'Anziate; 98 n. 213,99 figg. 185-187cd Torre del Vescovo); rettangolare a due ambient affiancati (Ds Rossi 1970: 23 n.46 lungo il divericoloche dal lato dx. della via Anat, all'altezza del km 3,300, raggiungeva l'Ardearina al km 18) rettangolare a due navate (DE Rossi 1970: 69 n. 112 lungo ἢ divertcolo da Albano per Ardea, i quale attraversava l'Anziate al km 6,300); rettangolare a sete navate (De Rossi 1970: 49 n.67, 58n. 91 al di sotodi Casal Bruciat); a pozzi scavati nel banco (DE Rossi 1970: 27 n. 59 a circa 100 m a sud della villa di S. Maria dei Ritardi) senza indicazioni planimetriche (De Rossi 1970: 30 fig. 34,31 n. 62, in località 8. Mariain Fornarolo; 107n. 252 lungo il diverticolo che attraversava la enuta di Pescarella; 17 n. 298 lungo la via Ardeatina) 7 Attestati i tpi: rettangolare ad un unico ambiente (De Rossi 1967: 174,21 fig. 10 αἰ Ἢ km circa della via Appia Nuova; 18, 20 n. 5 all'interno dell ppodromo delle Capannelle; 24 figg. 21-22, 25-26 n. 13, 20 m circa a nord di Tor Carbone; 107 n. 70 2 500 m da Casal Rotondo; 125 fig. 303-304, 126 n. 90 a 300 m dal foss della Castlluccia; 142 figg. 347-348, 144n. 129 a circa 50 m dal Casale di Tor S. Anastasia); a due ambienti ret tangolai (Dt Rossi 1967: 156 figg. 384-386, 157n. 145); rettangolare a quatro ambienti non comunicanti (De Rossi 1967: 153 figg. 376-377al tezza dell’ km. della via Laurentina (Torre d'Archeta) quasi quadrata (DE Rossi 1967: 24 figg. 19-20, 252. 12 in prossimità di Tor Carbone; 30n. 21,32 fgg. 38-39, 137 figg 329-331, 138n. 109 nei press del Casale delle

Genzole; presumibilmente 152 n. 135 sulla dx. di via Laurentina allaltezτὰ di via Vigna Murata); a due ambienti quadrati (De Ross: 1967: 26-27 n. 14,28 fig. 27,29 fig. 25); soterranea, di forma irregolare, suddivisa in tre corridoi (De Rossi 1967: 170 fig. 415, I71 fig. 417, 172 ig. 418, 173 fig. 419422, 175 n. 170; resti non identificabili (De Rossi 1967: 121 n. 85 a 200 m dal Casale di 5. Anastasia). ® Risultano atestati i tipi rettangolare ad un unico ambiente (Bravoiza Virrocci 1968: 121 n.45 in località Rave Rosse; 131 n. 70 in ocalit Bosco di S. Biagio; 151 n. 130 în località Colle Lucci; 170-171 n. 185 in località Mile Foc; 174-175 n. 190 in località Cisterna Piana; 177 n 198in località Fontanile dei Formal; presumibilmente 110 n. 110 in local tà Colle Margherita e 180, 182 n. 200 in località Canalic hi); rettangolare a due ambienti (Braxizi Virrucci 1968: 116-117 n. 37 in località S. Giorgio; 123 n. $1 in località Pezze di Ninfa; 145 n. IIin località Colle Fiascone; 168-169 n.183 in località Costa Campana; 170-171 n. 185 in loali Mille Foci: presumibilmente 134 n. 77 in localià Fico degli Impiccati); a quatto navate (BraxDizzi Vrrruca 1968: 169-170 n.184 in località L'Ospizio); quasi quadrata (Bkaworzz1 Vrrruc: 1968: 156 n. 152 all’interno della tenuta La Torre); a pianta circolare (BRANDIZZI VITTUCCI 1968: 103 n.4; 110-111 n.24in località Colle Margherita; 116-117 n.37(2 serbatoi) in ocalità Coll S. Giorgio; 118n. 38 in località Colle S. Giorgio: 164 n. 176 in località Capo Lirio; 172 n. 188 in località Colle Medico; 166167 n. 179 in località Boschetto; presumibilmente 157 n. 159 pressoi bivio

Cisterne

Le cisterne riconosciute con certezza nel territorio, alle quali vanno aggiunte quelle variamente note, ma presumibilmente andate distrutte, per le quali, generalmente, non sembrano esistere che scarse indicazioni (14), risultano non poche (22) anche se complessivamente inferiori, soprattutto in relazione all'area perlustrata, a quanto sembrerebbe prospettare il confronto con ambiti laziali contermini: facendo riferimento ad indagini territoriali estensive ricordo come, prescindendo dagli esemplari inclusi nel centro urbano, il numero complessivo di quelle veliterne risulti di molto superiore a quello noto, ad esempio, per Apiolae (IGM 150 III 80 e metà di 150 III SE) (9), Tellenae (IGM 150 III NO) (14)"*e Cora (IGM 158 I NO) 7)"", di poco più grande di

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quello di Anagnia (IGM 151 III SE) (32)"* e Bovillae (metà occidentale IGM 150 IIT NE) (33)°”, ma inferiore a quello di un settore dell'ager di Tibur (parti dell IGM 150 IV NE-I

NO) (46)°, di molto inferiore rispetto a quello di un altra parte dell’ager di Tibur (parte dell'IGM 150 I NO) (65)? e addirittura “surclassato” da quello dell'ager Tusculanus

della via Giulianllo-Roccamsssimacon la strada per Artena); soteranco tà Studio; 218 nota 824 sull'altra ad ovest del villino Todini; 231 n. 254, Bruworzzi Virrucor 1968: 109n. 19 in località Fontana del Prato; presu- 232 figg. 388-389 lungovia dell'Albuecione: 270 n.305 di fronte alex ca‘sale di Martellona; 282-283 n. 311 circa 100 m a sud della ferrovia; 283 n. mibilmente 121 nota 1 n.4in Iocalit Rave Rosse) 312 alle pendici della quota 31, a circa 80 m dall'ansa dell Aniene; 370 n. ‘5% Sono attestati tipi: rettangolare ad un unico ambiente (MAZZOLANI 1969: 118 n. 59 nel Casale Stanza di Foggia; 124 n. 78 in Contrada 381 ad ovest del osso che atraversa le cave, circa 250 m dal fume Aniene: Pratigioli; 127-128n. 88 in località Cisternola; 131 n. 91 in località Ara la 387 n. 404 a sud del tatodi strada che conduce al casale della Campanel Pietra; 132 n. 97 a Furcit; 138, 141 fig. 213 n. 104 (sebatoio XII a ‘414-415 n, 456 sullaltura maggioredi ColleS. Antonio; presumibilmente 183 n. 179 sulla sommità del Monte Carnal); rettangolare a due navate Villamagna; 142 n.105 alle Podicat; 147 n. 129 a Romagnano; 150 n. 137 a Civitella; 150-152 n. 141 (serbatoi AF) a Gricciano; 156 n. 149 a Grotta (Maxi 1983 a: 4344 n. 6, lungo il confine della tenuta di Castell Arcione Grano; 158 n. 154 a Monte S. Giorgio; 158-159 n. 157 a Colle degli 105-105 n.45 su un ripiano tufaceo che una striscia di terreno pianeggiante Avvocati; 164. 177 aRianto; 164-165 n. 180a Le Pastene; 165-166 n. 186 separa dal fosso dell'Inviolata; 161 n. 149; 163n. 153, 164 figg. 261-262 ala Le Coste; presumibilmente 123 n. 71 su Colle Rotondo); rettangolare a l'interno della cavadi travertino delle Caprine; 228-229 n. 249 sulla sponda orientaledel fossoin località Vignaccia; 319 Bg. 537, 320 n.345 nellaziendue ambienti (MAZZOLANI 1969: 159 n. 160; 159 n. 162a Monte 8. Giorgio; 1662. 192a Prati. Biagio) rettangolare atre ambienti comunicanti su la- da agricola Massiccia nord-ovest dei Laghi sulfurl; 357 n. 375, 358-359 a sud del km 24,300 della via Tiburtina; 390-392 n. 414 al di to corto (MAZZOLANI 1969: 142-143 n. 110 a Castell); cinque serbatoi fig, 628-629 (Mazzocaxt 1969: 134 fig. 198, 138-140 n. 104 (cisterne XLXID) a sotto del casale dei Pastni); rettangolare a due ambienti affiancati (Mnt Villamagna); ircolare (Mazzota 1969: 122 n. 64 in Contrada Le Coste; 19833: 48 n. 17 sulla spianata della Pedica di Castell Arcione; 56-57 n. 22. 132 n. 98 a Furci; 157 n.153 a Vignola; 159 n. 160; 164 n. 179 a Colle sul pendio sud-est della quota 122); quadrangolare (MARI 1983a: 102 n.43 Orsani; 165 n. 182 lle Pedicat di Piglio; presumibilmente 160 n. 165 ad al centro del Quarto del Campanile; 110-111 n. 47 sul dosso nordovest del figg. 194-196 lungo la sponda est del vestdi va del Prato Castagno); non specificabile (MAZZOLANI 1969: 121 a quota 115; 123-124n.74, 125-126 fosso del Muracciolo; 127 n. 80 su dosso meridionale della quota 121; 323 n.63 in località Casettaccio). n.357 all'altezzadel bivio per Casal Bianco; 395-397 n. 429 al di sotodel ‘Sono attestati tpi: rettangolare (Ds Rossi 1979: 45 n.55, 46 fis. casale della Coppa); ipogea a pozzi con cunicoli (MARI 1983: 244.245 n. 38-41 ad 80 m circa a dx. del km 2,500 dell'Anagnina; 186n. 16, 187 fg 283 500 m ad ovest del percorso della Castrimeniense; 206-208 n. 81 al- 270 all'altezza del km 18 della via Tiburtina moderna; 265 figg, 441-443, l'altezzadel km 3,100 dell via dei Laghi; 294 n. 291, 296 figg. 497.498 al- 266-267 n. 302 sul versante nord-orientale di col Virginia (2 esemplari; l'altezza del km 20,500 dell'Appia Nuova; 339 n. 338 sulla sx. di via det ‘405 fig. 705, 406-407 n. 451 in località Grotell); mal conservata (Mar. 1983a:52 n.20, 54 fig. 38, d, ul pendio all'interno dell angolo nord-est del Divino Amore; presumibilmente 61 n. 78 sulla dx. del km 3900 dell'Anagnina); rettangolare a due van affiancati (DE Rossi 1979: 42-43n. laghetto di Marco Simone: 128 n.83 ul versante occidentale del colle fra la per Tor dei Sori la quota 106; 34 n. 369 nell'area del centro dire48 al Casale di Gregna; 90-92. 101 alla villa dei Centroni; 292-293 n. 289, strada 295 fig. 495 sul margine dx. della via Appia Nuova, all'altezza del km zionale di Bagni di Tivoli; 384 n. 402 ad ovest del km 29 della via 20,400; 342-343 n. 351 a sud della via del Divino Amore, a 350 m dalla Maremmana); di planimetria non specificata (MARI 1983a: 46 n. LI sulla Strada; presumibilmente 344 n. 359 sullasx. della via del Divino Amore, sommità della quota 126; 250 n. 287 presso il confine occidentale di 800 m prima del suo incrocio con la linea ferroviaria per Napoli); rettango- Castll'Arcione:251 n.290 a Castell Arcione) * Rettangolaread un unico ambiente (MARI 1991: 73 n. 20in località lare a due navate (De Ross: 1979: 155-156 n. 109, 157 fg. 242a circa 180 1m dal Καὶ 4,700 dela via Anagnina; 196-197n. 174, 198 fg. 304a sud del- Scalzacane; 74-75 n. 22 alle faldedi Monte Sterparo;81 n. 30 nella valle tra e Colle Mariano; 149 n.72 facente parte la vil a di Voconio Pollione); rettangolare a tre navate (De Rossi 1979: 359 Colle ἀεὶ Travi, Monte Rampino 7,416 sulla direttrice del viottolo che ricalca il divericolo proveniente dal del complesso detto dei Pisoniani; 176-177 n. 100 a Casale Rosa; 184 n. Pomata a est di Ponte Terra; 269 n. 00, 270 fig. ‘miglio VITI della via Latina, in località Pantanelle); ad almeno due vani co- 110 sulla quota del Quarto municanti (DE Rosst 1979: 340n. 342 sul pianoro che sovrasta il fossodi 429, Ae N, 271 figg 430, 432 a sud del Casalonedi Colle Cesarano; 279 n. Fiorancllo); rettangolare, diviso longitudinalmente in te settori (De Rossi 214, 280 fig. 447-448su una balza prospicente via di Langhezzina; 284n. 1979-229 n. 194 dopo il miglio VIII dell Appia); rettangolare a tre ambien- 24 cd. villa di Bruto); rettangolare ἃ due ambient paralleli (Ma 1991: 67 ti (De Rossi 1979: 257 n. 220 nei pressi del Casale del Palombaro; 382-383, n. 16 sul pendio est della q. 209 di Colle Vitriano; 258 n. 180 su Colle 7.431 sul margine settentrionale el sentiero che dalla Cavona conduce a Fiorito; 263 n. 187, 264 fg. 423, 1265 fig, 427 al casale di Corclle; 279 n. Messer Paoli); etangolare a cinque corridoi (DE Rosst 1979: 387-389 n. 214,280 fig. 447 su una balza prospicente viadi Lunghezzina) retsngola433, 390-391 figo. 662-667 a circa 300 m ad est dui resti della villa di Te a due navate (MARI 1991: 68-69 n. 18 alle pendici nordovest di Colle e quella di Messer Paoli;di forma trapezoidale (De Rosst1979- 25 n. a circa m 250 Lecinone; presumibilmente 75 n. 23 ta a villa di Ventidio Basso dal km 14 della via Tuscolana; circolare (DE Rosst 1979: 33 n. 12 sulla εκ. Quintitio Varo; 159 n. 82 lungo via delle Scalete; presumibilmente 192 n. del km 15,600 della via Tuscolana); mal conservato (Ds Rost 1979: 338 n. 123 in fondo a via della Pomata; 193-194 n.126 sulla sponda nord el fo 241 n.157 sul Colledi 5. Stefano; forse 275 n. 203 presso 335 all'estremità sud-orientale di S. Maria delle Mole, nel luogo nel quale o di Pussano; a tre navate (MARI 1991: 92 n. 40, viene identificata Mugilla); senza indicazione (De Rosst 1979: 38 n. 36;59. osteria delle Capannelle); rettangolare 18, 73 sulla dx. del km 3,600 dell'Anagnina; 62 n. 81 a breve distanzadal 93 fig. 89,95 figg. 94-95; 251-252 n. 168 al di sotto di casale Bulgari fosso di Morena, sul lato dx, della via di Casal Morena; 19 n. 18 sullasx rettangolare a quattro ambienti (MARI 1991: 241 n. 157 sul Colle di S. del kr 4,900 dell'Anagnina; 178 n. 124 a circa400 m ad ovest del Casale Stefano}; quadrangolare (Maxi 1991: 73 n.2 in località Scalzacanc; 99 n. Di Marzio; 178 n. 131 ποῖ pressi ἀεὶ Casale di Leucite; 266 n. 245 poco do- 45 al di soto di Casale Imperi: 161 n. 85 ad ovest della via dei coll αἱ S. 177-178 n.101; presumibilmente 220 n. 136 lunpo il IX miglio dela via Appia; presumibilmente98 n. 102 circa 150 ma Stefano; presumibilmente 80 un confluentedel fosso delle Scalee; 285 fig. 454 complesso E ambiensud-est dela villa dei Centroni; 348 n. 379 300 m circa a sudovest dell'in crocio tra a via del Divino Amore ela via Nettunense; 348 n. 380 acirca te b, 299 n.225 alle pendici di Colle Piano); quadrangolare a corpi sporgeni (Magi 1991: 182 n. 104 183 fg. 284 in località Grotta Papale; triangola350 ma sudovest dalla precedente; 349 n. 387 200 m sullasx. della Cavona, ‘circa 300 m dallincrocio con I’Anagnina; 358 n. 12 lungoἢ latox. de re (Maxi 1991: 123 fig. 146, 125-126n.65 lungo la sponda sx. dell'Aniene, circa 350 m ad ovest dell’Acqoria; trapezoidale (MARI 1991; 285 fig, 454 Ta via provenientedal miglio VITI della Latina) > Rettangolare ad un unico ambiente (MARI 1983a: 55 n. 21 sulla complesso H, 301 n. 225 alle pendici di Colle Piano); a cunicolo (MARI sommità a nord del laghettodi Marco Simone; 85 n. 31 su un'alturaad est 1991: 109-110 n. 6 sulle falde della collina di Quintiliolo; 135 fig. 174, 136 n.68 fra la via Tiburtina, llaltzza del km 28 e via delle Piagge) a cudella Torraccis: 139n. 108 al centro di Valle Swegara; 149 n 123, 150 figg; 229-230 l termine dela strada ἃ nordovest i Tor Mastorta 157 n. 138; 193 "icoli (Mari 1991: 158 n. 79 soto i cili della parete paralela al fosso 2.200, 194 fig. 314 sulla sommità di Pilo Roto; 199 n. 210, 200 figg. 326- delle Scalete; 221 n.137 in località Gali presumibilmente 251 n. 167 a 327 Q esemplari) a sud della quota 26; 205 n. 217 rail fosso del Cupo ele Colle Bulgarini; 260 n. 185, 262 fig. 420 sul dosso collinare a sud-est ‘ue terminazionitufacee meridionali di Colle Cervino; 209 n 221 in locali Porta Neola); mal conservata (MARI 1991: 88 n. 37 sul versante ovest di 256

(parti dell’IGM 150 ΠῚ NEI NO) (145)^*, del quale risalta in maniera chiara anche la varietà non solo tipologica ma anche planimetrica. Naturalmente come per altri elementi, seppur in maniera meno marcata in considerazione del fatto che esse risultano generalmente le strutture antiche più conservate, anche per queste può ipotizzarsi una certa deformazione, con una sottostima del dato reale: tuttavia non credo che l'eventuale oscillazione verso il basso sia tale da alterare in maniera radicale i dati acquisiti. Passando poi dal dato quantitativo a quello più specificatamente connesso all'analisi delle caratteristiche dimensionali, emerge un ulteriore elemento di differenziazione: se infatti in molti dei territori considerati appaiono numerose le cisterne di grandi dimensioni, nel caso di Velletri il dato si rovescia risultando più frequentemente attestate quelle medio-piccole. Inoltre un dato significativo sembrerebbe evincersi anche dal fatto che la maggior parte di queste (18 su 22) si trovino nel settore settentrionale dell'area indagata, corrispondente alla tavoletta di Velletri, e solo 4, di cui però 2 di notevoli dimensioni (Cento Colonne, n. 1202 e Civitana, n. 1327) e una di medie dimensioni (via Ponte di Mele, n. 1338), nell'area meridionale, tutte concentrate nella fascia più a nord della tavoletta di Le Castella. Anche fra quelle note da vecchi rinvenimenti, non più verificabili, ben

11 su 14 si concentrano nel settore settentrionale, tra cui quella solo in parte visibile lungo la via Appia antica, al C. le Fornaci (n. 491). Alla luce di questa constazione, dal momento che le cisterne riconosciute nel territorio, sembrerebbero quasi interamente riferibili ad impianti rustici e rustico-residenziali, seppur con la cautela necessaria, è forse possibile istituire un rapporto tra le dimensioni delle cistene e lo sviluppo arcale degli impianti, che sembrebbe, pur considerata l'indiziarietà dei dati e quindi l'ipoteticità della deduzione, ribadire quella vocazione alla piccola-media proprietà del territorio settentrionale, diversamente da quello meridionale. Inoltre la quasi assenza di questa tipologia di monumento nel territorio meridionale, per quanto probabilmente viziata dalla parzial tà del dato raccolto e forse anche da una minore conservazione, sembrerebbe far suppore forse la scelta di un diverso sistema, presumibilmente in relazione a differenti necessità e soprattutto a una diversa morfologia del territorio, di approvvigionamento idrico. Relativamente alle dimensioni e alla pianta, si può rilevare come nella quasi totalità dei casi esse risultino ad una unica navata, di dimensioni non eccessive, generalmente di forma rettangolare allungata, come prescritto da Palladio”, più raramente quasi quadrangolare (a Colle Stringa (n. 965)

Colle Nocello; 133 n.67 a nord-ovest di via delle Piagge; 157 n.77 lungo la a Villa Aldobrandini;284 n. 586a S. Andrea Castel Savelli; forse 354n. strada campesire ad ovest del Regresso; 167 n. 87 lungo via dei colli di S. 305,357 figg. 375-376 in località Tuscolo 366 n. 815 in località Tuscolo; Stefano; 170 n.92, 171 fig, 263 lungo va della Pomata; 189 n, 120 a Quarto 371-372 n. 854 a Villa Gammarell372 n.861, 373 fig. 397 in località S. Pomata; 226 n. 145; 227-228 n. 148a dx. del fosso dei Gall; 229n. 149 a Silvestro; 375-376 n. 869 in località Casaccia; forse 384 n. 909 al a Valle delle Noci; rettangolare a due navate nord-ovest dei casali di Coll della Foce; 251 n. 166 fra Casale Carlucci e Casalaccio; forse 385 n.918 (VaL xn 2003: 360n. 820, 362 fig 387 al di τοιcasale Bianca; forse 259 n. 182 all'estremità nord i Colle Fiorio; forse 273 con ambiente rettangolare n. 202 a Colle Merulino: 301-302n. 225 alle pendici di Colle Piano (2 to di Casale Campitelli; 366 n. 835, 367 fig. 392 in località Tuscola esemplari; senza indicazioni planimetriche (MARI 1991: 55 n.3 nel versan- Camaldoli; rettangolare atre navate (VALENTI 2003: 119-120 n. 71 a Valle te ovest di Colle S. Antonio; 65 n. 1 su versante ovest di Colle Viano; 70 Vermiglia; 156 n.166 a Casale Bevilacqua; 194 n. 305 a ridosso del margi7.19 su una bassa propaggine di Colle Lecinone; 84 n.37 sul versante nord- ne sud della Frascati Colonna; forse 196 n. 310 a sud del Casale Grande; ovestdi Colle Nocello; 149 nota 367 n. 72 facente pate sel complesso det- 205-206n. 335 al di soto di Casale Venturini; 208 n. 351 in locali o dei Pisoniani; presumibilmente 157 n. 76 ad ovest del Regresso; presu- Pallotta; 220 n. 393 nella vigna Carocci, ad es del Barco Borghese; forse mibilmente 162 n. 86 sulle pendici di Colle Ripoli: 210 n. 129 nella zona di 279 n. S66in località Montione; 319 n. 681, 320 fig. 334 a Bivio/Cipriana; ponte Lucano; 226 n. 144 sul fosso dei Galli; 234n. 153 a sud-ovest del 343 m. 791 al Tuscolo; 356 πα. 809, 811. 360 fig. 384 in località Tuscolo/Selve di Mondragone; 363 n. 828 all'Eremo di Camaldoli: 373ponte dell Ferrata; 41 n. 157 sul Colle di S. Stefano; 282 noa 865 n. 217). = Sono documentati i tipi: retangolare ad un unico ambiente 374 n. 864 in località Casaccia); rettangolare a quatro navate (VALENTI (nuo 2003: 107 no. 6-7 a Vermicino; forse 111n. 27 a Casamara/Colle 2005: 156 n. 169, 158 fig. 90 al di soto di Casale Bevilacqua; 159-160n. 1783 Bel Poggio; 163 n. 191, 16 figg. 99-101 a Villa Campitelli; forse 274 Pizzuto; forse 113 n. 37 in locaià Coraufelle; 124 n. 89 a Colle Pizzuto: 132 n. 117 a Grotte dello Stinco; 139 n. 147 a Colle Papa; 141n. 151, 142 ‘n.548 a Grottaferrata, Villa Mut; 381 n. 891 a Quarto della Podica) retanfip. 64 a Quarto Montione/Porcareccia; 156 n. 167 a Casale Bevilacqua; gelare a cinque navate (Van 2003: 127n. 102 a vigna Ferr; 134n. 130 158 n. 176 a Petroccetto; 179 n. 246 a Colle Pisano; 181n. 251 a Colle ἃ Spinett/Cistemole/S. Croce; 141 n. 152, 144 fig. 67 a Fontana del Pisano; 188 n. 270 in località Monte Mellone; forse 238-239 n. 437 a Piscaro; 362 n. 823, 363 fig. 388 al di soto della chiesa dll'Eremo di ἃ sei navate (Vat 2003: 265 n. 518 ad est del Frascati; 268 n. 55, 269 fig, 266 a Villa Torlonia; 283 n. 581 a S. Andrea- Camaldoli; rettangolare Castel Savelli forse 297 fig. 298, 298 n. 636 Villa Campovecchio; 341 n. casino di Villa Rufinlla presumibilmente 277 n. 558a la Quercia; 290-291 TTT in località Vila Rasponi; forse 343 n. 789 al Tuscolo; forse 372 n. 858 n. 603 al di sotto del Casale la Torretta}; rettangolare a sette navate (Vazrr 2003: 228n. 419,229 fig. 206 a villa Mondragone; 276 n. 556 a a Villa Gammarelli 372 . 860{a locali S. Silvestro; 374-375n. 865 ino a dieci navate (VaL: 2003: 277 n. 560, 279 calita Casaccia; 377n. 876 a Casale delle Molare; presumibilmente 384n. Selva Rustica) rettangolare 914 a Valle delle Noci/Grotta delle Streghe; forse 385-386 n. 922 a le fig. 275 a sudest di via di Montione; 342-343 n. 786 Villa Rasponi; 358a Selve di Mondragone); rettangolare adicci navaSpadacciole; 386 n. 930 lungo le pendici meridionali della Montagnola); 359 n.816, 361 fig. 386 da un muro senza aperture (VALENTI 2003: 340 n. 775 in località rettangolare con coppia di pilastri centrali (VALENTI 2003: 333 n.746, 334 te separate fig. 347, 351 a Colle Formagrotta); “rettangolare a più navate” (VALENTI Pica) rettangolare a due navate suddiviso in quatto (VaLENT 2003: fig 2003: 414 a Villa Mondragone: 349 nn. 796-797 al Tuscolo; rettangolare a 211 ta 2306 231, 231 n. 426 a Monte Porzio Catone, i Parco); rettangoladue navate (Vate 2003: 112n, 34 a Colle Pizzuto; 112 n. 35, 14 fig. 27 rea pianta articolata (Vit 2003: 131-132n. 116 a Grote dello Stinco); a due navate (VALENTI 2003: 294n. 626, 295 fig. 294 a Colle in località Cornufelle; 15 n. 45 a Comufell; 121 n. 80 al Casilaccio 128 quadrato ‘n.106 a Quarto Perszzeta; 132 n. 118a Grotte i Stinco; 176 n.237 in loca- Cimino); quadrataa sette navate (VALENTI 2003: 263 n. 513 a Frascati, in Jit Coll Pisano; 187 n.269, 188 figg 134-135 a Monte Mellone; forse 194 località Cappoccin); circolare senza copertura (VALENTI 2003: 163n. 190, 164-165 figg. 97-98 a Villa Campitelli) circolare con copertura (VALENTI ‘n. 303 al Casale Sonnino; 194-195 n.306 a sud della strada per Colonna; ἃ sette nava195-196 n. 308 al di sotodi Casale Grande; 201 n. 327, 202 fg. 157 al di 2003: 129n. 109, 130-131 figg 49-50 a Cistenol); circolare te (VaLem 2003: 148 n. 159, 149 fig. 75, 150 figg. 76-77a sud-estdl tor sotto di Casale Angelini; 209 n.356 al di sotto del Casale i Romoli; 217 n. 383, 218 fig. 188 in località Pentoma dei Frati; 227 n. 415 a villa ione di Micara; 146-147 n. 155 a Luogo Nuovo); ad "L" (Vauen 2003; 179-180 n.248 a Colle Pisano; 219 n. 392 in località Pentoma dei Frati; a Mondragone; 263 n. 512 a Frascati località i Cappuccini; forse 266 n. 522 257

(4,65 x 3,30) e presumibilmente a F. ta S. Lorenzo (n. 634) (m 7,75 x 8,45): t il caso, prescindendo da quella urbana di P. zza Micara (m 15,70x3,80 circa) (n. 561, 90), di quella di ridotte dimensioni a la Faiola (m 5,90 x 2,90) (n. 388) c di quelle più grandi sulla via albana (m 9 x 6) (n. 5), delle cisterne a Colle dei Marmi (m 19 x 4,40) (n. 504), Tevola (m 10,32 x 3,78) (n. 288), Marcaccio (m 26x oltre 3,40) (n. 250), oltre a quelle di dimensioni non ben definibili, alla. Faiola (più di m 8,60 x 4,80 circa) (n. 470) e a Quarto da Capo (m 5,90x2) (n. 266). Più raramente sono attestante suddivise in due navate longitudinali: prescindendo da quella medievale all’interno del Castello di Ariano (m 6,50 x 9,70) (n. 71) e da quella in ambito urbano di via Metabo (m 15,35 x 7,25 circa) (n. 561, 92), è il caso di quella di ridotte dimensioni, quasi quadrangolare, ai piedi della Macchia della Cavalleria (m 4,60 x 6,64) (n. 304), di quelle più grandi a Civitana (m 27,90 x 13,40) (n. 1327), a Colle della Carmignana (28,90 x più di 5) (n. 24), probabilmente quella sulla SS. 7 via Appia Nuova (m 24 x 12) (n. 492), oltre a quelle, di dimensioni minori, tra cui quella al Suolo di Pirro (m 4,60 x 6,65) (n. 304) e di via. Passo dei Coresi (m 3,30 x 1,45 max.) (n. 1594). Dimensioni maggiori e un numero superiore di navate, a parte quelle note da vecchie segnalazioni (la cisterna relativa alla villa in località Troncavia (n. 724) di m 12x13,40, divisa in quattro navate e quella a Colle Ottone, presso C. Filippi, divisa in tre navate di m 31 x 9), sono documentate in tre soli casi, in in aree liminari ad importanti assi stradali: a Madonna degli Angeli nell'area della cd. villa di Augusto, raggiunta da un diverticolo di via di Rioli, dove la cisterna, dam 15,15 x 12,95, è suddivisa in tre navate (n. 586); a breve distanza dalla via di Rioli, dove la cisterna misura m 35,50 χ 17,70 circa e risulta suddivisa in quattro navate (n. 791); a Cento Colonne, non lontano dalla via Appia, a sud di Velletri, dove la cisterna misura m 41 x 25,60 ed è suddivisa in cinque navate (n. 1202). Più raramente è riscontrabile una maggiore articolazione planimetrica. Ad una suddivisione meno canonica dello spazio interno rimandano, ad esempio, quella non distante dal Musco delle Navi, sulle sponde del lago di Nemi (m 14,50 circa x 14,27) (n. 176), quella di Fontana di Lupo (m 25,85x 19,90) (n. 1338), dove alla suddivisione în tre ambienti con complessive cinque navate longitudinali fa riscontro sul lato

breve sud-orientale, la presenza di una camera a pianta stretta ed allungata, ortogonale, in questo caso quasi sicuramente risultato di diverse fasi forse anche di ampliamento della conserva, presumibilmente in relazione alle accresciute necessità dell'impianto di riferimento. Solo in due casi è nota l’esistenza di cisterne a pianta circolare: una ancora esistente sebbene non verificabile, sulla via Laviniense (n. 861) e l'altra, nota da vecchi rinvenimenti, a S. Anatolia (n. 686). La linearità dei muri perimetrali viene superata solo in pochi casi con modi e finalità molto differenti: ad esempio sembra chiaramente improntata a esigenze di carattere pratico la presenza di contrafforti nelle cisterne di Civitana (n. 1327) e di Colle dei Marmi (n. 504), in quella a Quarto da Capo (n. 266), e presumibilmente anche lungo uno dei lati della struttura ricordata sul lato sx. della via Appia (n. 491); al contrario, esclusivamente finalità estetiche deve ritenersi abbiano le nicchie semicircolari sui lati della grande cisterna, sul lato meridionale della SS. 7 via Appia Nuova, a Le Fornaci (n. 492). Circa la posizione rispetto la morfologia, dalla quale è presumibile dipendano almeno alcuni caratteri planimetrici, in non pochi casi esse sono "appoggiate"alle pendici di un'altura con uno dei lati lunghi, così da risultare almeno in parte inter-

"T" (Vitam 2003: 366n. 835, 367 fig. 392 n. 11 in località Tuscoloft Camaldoli); articolata (Vatetn 2003: 186 n. 263 al di sotto di Casale Segni; 188-189 n. 272 in località Monte Mellone; 197-19 n. 315 a Casale Celli 210-211 n. 362 avila Lucidi Tavolacci; 212 n. 370, 213 fgg. 176 177 in località i Tavolacei; mal nota (ViL vr 2003: 109n. 19 a Casaledi Mario; 110 n.26 località Colleferro; [17 n. 58a Vigne di 8. Matto/Fosso di Fontana Vecchia; forse 117 à. 60 Vignedi S. Matteo; 118n. 68a Ponte Tuscolano/Fermata Valle VermigliaPrato di Corte; 119 n. 70 a Ponte Tuscolano/Fermata Valle Vermigli; 140 n. 140 a Colle Papa; 142 n.153 a Fontana del Piscaro; 163 n. 189 nelle vicinanze del Casale del Pescatore; 171 n. 217 in località Cocciano; 193 n. 289 a Colle Mattia; 205 n. 333 al Casale Angelini; 207-208 n. 348 a Monte Mellone/Stazione Monte Corpatri-Colonna; 209 n.359 all’esterno dell'Eremodi Camaldoli: 209n. 3602 Monte Porzio Catone; forse 221-222 n. 400 in località Le Cappellete; forse 228 n.421 a nord-ovestdi ila Borghesiana: 241 n. 227, 245 n. 453a. Frascati; 260 n. 504 a sud-ovest di Villa Falconier; forse 260 fig. 255, 261262 n. 508 a sud-est di Vila Falconier: 273 n. 545 a Vila Grazioli, 293 n. 618 a Castel de Paolis; 298 n. 643 a Villa Compovecchio; 306 n. 656al

Convento elle Monache; 307 n. 659 al Convento delle Monache; forse 694 1. 694 a Cipriana; 332 n. 739 in prossimità della Biblioteca Comunale di Grottaferrata; 335 n. 751 a Villa Scozzesi; 343 n. 792; 354 n. 804 al Tuscolo; 360 n. 819 a Villa Mondragone; 364 n. 831 in località Tuscolo; 3700. 844 in località i Ciufoi:371 n. 848 in localit i Cifoli; 383 n.908 a Tor delle Streghe; 384 n.915al Pratone; 386 n. 926 a Colle dell'Acqua): senza indicazioni planimetriche (VALE 2003: forse 108n. 9 a Vermicino: forse 108 n. 2 a Spinoretico) "Pall I 17,1 (MARTIN 1976: 22, 125 peril commento): ignis parietibus magnitudo ea cui delectari et suffiis construatur, longior magis quam latior. 29 Ad esempio nr. S, 7I, 176,288, 388, 470, 791, 1202, 1338 © Ad esempio nn. 266, 492, 804, 634,968, 1327. =: Ad esempio n 24, S86 oltre a 561, 90,92. In questo gruppo rien "rebbero anche le cistern sulla via aviniease (n. 861) e quella a via delle Querce (n. 1721), note da bibliografiae, forse, ancora esistenti, sebbene non osservare direttamente, quella della vila αἱ Metabo (n. 698) forse quella al C.le Monaci (n. 1370)

258

rate (“ipogee”)" oppure poste sulla sommità dell'altura, in

posizione decentrata rispetto alla spianata centrale”, mentre più raramente sembrerebbero essere interamente ipogee™. Un'ultima rilevante diversità mi sembra riscontrabile relativamente alle tecniche costruttive utilizzate, pur considerando come almeno in questa circostanza il dato risulti gravemente viziato dalle frequente perdita delle cortine. Infatti escludendo la gran parte delle strutture, cioè almeno quelle di via Tevola (n. 288), di Colle Stringa (n. 965), de la Faiola (n. 388), de la Pilara (n. 470), di quelle ai piedi della Macchia della Cavalleria (n. 304), di Marcaccio (n. 250), di quella a breve distanza dalla via di Rioli (n. 791) e di quella a Fontana di Lupo (n. 1338), delle quali rimane il nucleo in opera cementizia, oltre che quelle ipogee di Colle della Carmignana (n. 24) e in area urbana di P. zza Micara (n. 561, 90) e via Metabo (n. 561, 92), c quella semipogea di Madonna degli Angeli nell’area della cd. villa di Augusto (n. 586), rimangono: in opera reticolata di peperino quella di Colle dei Marmi (n. 504); in opera mista quel-

6005 so?

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5000] 4500 4000-} 3500 3000| 2500 | 20004 1300 -] 1000

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τ oie τ τας τ Comune Africana Vemice Sigilaa Sigillta © Pareti alc ial | soli dame. dacocna sem eda dispensa

τι ἠ Sigilita Vemice Sigilza omi sséqalica orale interna

Fig. 40. Istogramma dei materiali ceramici rilevati le di Civitana (n. 1327) e di Cento Colonne (n. 1202), la — feribili alle fasi laziali e quelli în impasto protostorico prima con cinture laterizie e specchiature in reticolato poli- (333) (Fig. 40). All’interno di questo gruppo, oltre ai vari cromo di cubilia in tufo c selce, la seconda con fasce alter- motivi offerti dai fir. protostorici, la decorazione maggiornate di laterizi e blocchetti di peperino e, probabilmente, mente attestata, rinvenuta in numerosi esemplari (74 fr), a quella a Le Fornaci (n. 491) in opera laterizia. Riguardo partire dall'età del Ferro fino a quella tardo arcaica-medio questo aspetto alcune notizie sembrano potersi dedurre an- repubblicana, appare senza dubbio il cordone plastico apche circa le cisterne non più visibili, in particolare quelle ri- plicato, presente principalmente su olle e bacini, nelle varie cordate da Lanciani a M. Cagnoletto in opera cementizia fogge: liscio più o meno sporgente e con diversi profili, de(n. 627), incerta (n. 628) e reticolata (n. 629), alla quale si corato più raramente a unghiate o a tacche e presente negli aggiunge nella stessa tecnica quella nella Vigna Fantozzi esemplari più antichi, meno frequente del tipo tortile, più (n. 902), mentre ancora in opera cementizia è ricordata la spesso digilato. cisterna a C. le Monaci (n. 1370). Tra le classi ceramiche di età romana, dopo la comune da fuoco moltissimi anche i frr riferibili alle anfore (4445 pari a circa il 23,3%) seguito, però a larga distanza da quelLA CULTURA MATERIALE. li della comune da mensa e da dispensa (1961 pari al 10,3%), relativamente poco presenti, forse anche per le caTra i materiali rilevati sull'intero territorio indagato, nu- ratteristiche tecniche che, fatta eccezione per alcune forme, merosisisimi quelli relativi a materiali da costruzione (so- peraltro le più attestate (bacini o mortai, olle o brocche), ne prattutto tegole ma anche coppi, più rari laterizi). Di questi, rendono meno agevole la conservazione. come detto, mi sono limitato a rilevare i tipi presenti dedotti Con un numero di frr. simile sono attestate la ceramica anche sulla base delle caratteristiche dell'impasto, annotan- africana da cucina (619 pari a circa il 3,2%), la vernice nedo la loro quantità relativa e dunque evitandone il conteggio ra (582 pari al 3,05%), tra le ceramiche fini la più presente analitico, presumibilmente non molto utile considerate le ca- anche în considerazione del fatto che spesso la completa ratteristiche dell’indaginee le differenti condizioni di visibi perdita della vernice esterna ne ostacola il riconoscimento, lità offerte dai terreni perlustrati la sigillata italica (554 pari al 2,9%) e la sigillata africana Su un totale di 19099 frr. analizzati il numero più alto (560 pari a circa îl 2,94%). (5672 pari al 29,7%) appartiene alla classe della comune da A queste fanno seguito, con presenze che, ad eccezione fuoco, seguita da un cospicuo numero di frr. in impasto delle pareti sottili (118 pari allo 0,62%) possono quasi con(4543 pari al 23,8%) all’interno del quale ho raggruppato siderarsi sporadiche, la vernice rossa interna (21), la sigillaquelli în impasto grezzo (2974) compresi i dolia (632), ta sud-gallica (16) e quella orientale (8). Dai numerosi maquelli in impasto rosso (376), in impasto chiaro sabbioso teriali ceramici, pur considerata la particolare natura del da(127), impasto bruno (93) e i fornelli (17), nonché quelli ri- to, forzato dal tipo di indagine (di superficie e vincolato al259

la possibilità di accesso ai fondi e analisi dei reperti) e dalla necessaria parzialità degli esemplari presi in esame, attraverso il conteggio, la suddivisione tipologica e cronologica, ho tentato di dedurre elementi utili a comporre il quadro diacronico del territorio.

2fis. a nastro o ad ascia verticalea sezione quadrangolare pertinenti ma non congiunti, attribuibili al vaso decorato a metope; impasto marrone nerastro e superficie bruno chiaro lisciata, con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, databile probabilmente alla media ctà del Bronzo (Bronzo medio iniziale) e 1 fr. a nastro perti nente a contenitore non d., riferibile alla piena età del Bronzo.

Età DEL BRONZO

‘Tra i materiali con decorazioni, anch'essi come le anse provenienti da Colle gli Impiccati (n. 222), vi sono:

Non particolarmente numerosi i materiali riferibili con certezza all'età del Bronzo, la maggior parte provenienti dal Colle gli Impiccati, sul lato nord-orientale della via dei Laghi (n. 222) e dal Monte dei Ferrari (nn. 236-237). A parte i frr. dei quali risulta noto esclusivamente il rinvenimento™®, sono stati identificati: 1 fr. di parete in prossimità dell'orlo con listello interno, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole dimensioni, τὸ rosso bruno, databile alla tarda età del Bronzo dal Vivaro (n. 13); 1 fr. di orlo leggermente ingrossato e svasato formante uno spigolo interno, pertinente probabilmente uno scodellone, impasto piuttosto grossolano di colore rosso bruno, ricco di inclusi micacei di medic c grandi dimensioni, riferibil all’età del Bronzo, e 1 fi, di orlo appiattito leggermente rientrante con spigolo interno pertinente ad olla a botticella, impasto medio, sabbioso, inclusi calcarei millimetrici, colore bruno rossiccio, superficie bruno chiaro lisciata, databile alla tarda età del Bronzo, dal Cle degl'Impiccati (n. 222); 6 fir. di pareti di medio spessore, pertinentia forme non idd. di impasto rosso-bruno con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni e superfici esterne lucidate, databili ala tarda età del Bronzo, dal M. dei Ferrari (n. 236); 1 ἔς. di parete di piccolo spessore con carena appena accennata di impasto marronc con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superficie non trattata, databile all'età del Bronzo, c 1 f. di parete di piccolo spessore ad andamento convesso, di impasto di colore bruno, inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, evidenti tracce di esposizione al fuoco, superficie liscita, databile alT'età del Bronzo, dal M. dei Ferrari (n. 236); 1 fr. di orlo indistinto con attacco di ansa a nastro verticale, impasto rossiccio con anima nerastra c pochi inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superfici bruno rossastre, lisciate, databile tra il Bronzo recente e finale, dal M. dei Ferrari (n. 237).

1 fr. di parete pertinente a forma non id, decorato con bugna circolare, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, colore bruno rossiccio, lucidato esternamente, databile alla tarda età del Bronzo e, soprattutto, 1 fr. di orlo leggermente svasato e distinto e parete inclinata verso l'esterno pertinente ad una tazza probabilmente carenata, vasca a profilo appena convesso, attacco di presa o ansa probabilmente sopraelevata impostato nel punto di massima espansione, impasto marrone nerastro con inclusi calcarei di piccole dimensioni e superficie bruno chiaro lisciata, con decorazione incisa a metope campite da puntini, delimitate da nastri rettilinei, e fasce parallele campite da una fila di puntini delimitate da singole linee incise da tacche in alcuni casi da linee singole e tacche, databile alla media età del Bronzo.

Più numerosi rispetto a quelli dell’età del Bronzo i frr per i quali sembrerebbe esistere una oscillazione tra le fasi finali dell'età del Bronzo e il Ferro. Oltre a quelli, soprattutto pareti pertinenti a forme non idd.*®, tra quelli riconosciuti, relativi soprattutto a olle, scodelle e ciotole e provenienti dal Vivaro (n. 13), Colle della Fragola (nn. 41-42), Il Pratone (n. 215), Il Pratone (n. 216), via delle Noci (n. 218), Il Pratone (n. 219), Il Pratone (n. 221), C. le degl’Impiccati (n. 222), via Crocetta Vivaro (n. 228), M. dei Ferrari (nn. 232-233), M. dei Ferrari (n. 235), M. dei Ferrari (n. 237), M. Peschio (n. 242), via Crocetta Vivaro (n. 299), si segnalano:

Accanto agli orli compaiono anche le anse, provenienti dal C.le degl’Impiccati (n. 222):

1 fr. di orlo svasato, con spigolo interno pertinente a olla, impasto grossolano con inelusi micacei di piccole dimensioni, colore rosa arancio, tracce di fuoco sulla superficie esterna ed intera, databile all’età del Bronzo recente, prima età del Ferro, dal Vivaro (n. 13); 1 fr di orlo svasato e leggermente ricurvo, gola e carena pertinente ἃ ciotola carenata, impasto bruno con rari inclusi micacei c calcareidi piccole dimensioni, superfici ben lisciate, databile tra il Bronzo recente e la prima età del Ferro, 1 fi. di orlo aggettante e leggermente

$i tratta di: quelli sporadici data al Bronzo finale avanzato da “Colle Palazzo” (n. 776), 'ura a capanna a est ἀεὶ centro urbano di Velletri (0.512), datata nell'ambito del X sec. a.C, quellaC.le del Vescovo, datatira Bronzo finale ela prima età dl Ferro (n 125), quelli dall necropoi S, Nicola a Nemi (n.208), datati tra la media/tarda età del Bronzo o pri ‘ma età del Fero, e dalla località "A Pino" (n. 194), daati ad un momento avanzato ἀεὶ Bronzo medio, quelli alla te di Tempesta, riferiti al Bronzo finale (n. 13) oltre ἃ quelli dal Campo Sportivo di Lariano (n. 265), datati al Bronzo medio iniziale c quelli al M. dei Ferrar, datati αἱ Bronzo medio, recente e finale (n.234) 2*8 fr. di parte, i cui 2 sicuramente pertinent a forme aperte, riferi senericamente all'età del Bronzo finale-et del Ferro, da I Pratone (n. 2159; 3 fr di parete pertinenti a contenitori di medie e grandi dimensioni, impasto bruno, spesso, con superfici lisciate, riferibili alla media età del Bronzo, prima età del Ferro, a I Pratone (n.216; 5 fi. di paret, di imps sto rossiccio con anima grigia, inclusi micace ecalcarei di piccole dimen sion, 3 dei quali con trace di steccatra sulle superfici interne, databili la tarda età dl Bronzo/prima et el Ferro, dal Praton (n.219); fe di parete di impasto semifinecon inclusi micacei calcare di piccole dimensioi, di colore nero, superficie esterna lucidata, riferibile alla tarda età del

Bronzo, prima età del Ferro, da C. le degl'Impiccati (n.222); 89 fre di parete di impasto, generalmente grossolano di colore rosso 0 rosso bruno con anima nera, spesso con inclsi micaci e pagliosi, di spessore medio o alto, molti de quali con superfici steccae o lucidae, pertinenti a contenitoridi "medic e grandi dimensioni, databili rala tarda età ἀεὶ Bronzoc la piena età del Ferro, da C. le deg Impiccati (n.222) 5 fi. di pareti di impasto rosiccio, inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, non tomit, riferibili al la tarda età del Bronzo, inizio età del Ferro, da M. dei Fera (n. 237); 1 f di parete ad andamento convesso, di impasto bruno nerastro con rri inclusi calcarei d piccole dimensioni e superficie esterna nera ben isciaa (buccheride), riferibile ala tarda cià del Bronzo, inzio et del Ferro, da M. dei Ferrari (n.237); 1 f di parete di impasto rossiccio con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superfici esterne nere lucida, ife bile alla tarda età del Bronzo/prima età del Ferro, da M. Peschio (n. 42); 1 fe di parete di impasto bruno con inclusi micacei di piccole e medie di mensioni, superfici esterne lcidat, riferibile alla tarda età del Bronzo/prma età del Ferro, da M. Peschio (n. 242) 1 f. di fondo piatto d vaso con pasedi roncoconiche, impasto grossolano, inclusi di grandi dimensioni, colore bruno rossastro, databile tra la fine dell'età del Bronzoe l'età del Ferro,da C.le degl'Impiccati (n. 222).

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asrotondato, gola e carena pertinente a ciotola carenata con vasca bassa, impasto bruno con inclusi micacei © calcarei di piccole dimensioni, superfici ben lisciate, databile tra il Bronzo recente e la prima età dl Ferro,da Colle della Fragola, e ἧς di orlo leggermente assottiliato e svasato con spigolo interno smussato, pertinente a olla, impasto rosso bruno con sfiammature, con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, datubile tra la fine delle del Bronzo e la prima età del Ferro (II fasc laziale A 1), da Colle della Fragola (n. 41); | t di parete con attacco di presa probabilmente a lingueta, impasto sabbioso con inclusi micacei di piccole dimensioni, colore bruno rossiccio, databile ra l'età del Bronzoe la prima età del Ferro I-II fase laziale), da via delle Noci (n.218); 1 fe di parete con attacco di ansa verticalea nastro pertinente un vaso di forma chiusa di impasto grossolano di colore bruno con inclusi micacci © calcarei di medic e grandi dimensioni, databile tra il Bronzo recente c la prima età del Ferro, da I Pratone (n. 221); fr. di oro indistinto e leggermente assotiglato di coperchio, impasto rossiccio con anima nera con inclusi grossolani, evidenti tracce di sfiammature, databile dal Bronzo recente alla prima ci del Ferro; 1 πα di oro indistinto c leggermente assottiglia, pertinente a scodelJa a profilo continuo e ricurvo, impasto rossastro, con inclusi micaci di medie e grandi dimensioni, databile dal Bronzo finale alla IL TIT fas laziale; 1 fr di orlo e parte di parete pertinente ad una scodella a profilo continuo, orlo leggermente ricatrante, impasto grossolano, inclusi micacedi medie e grandi dimensioni, di colore marTone con superficie estera e anima nera, superficie intema liscia, databile ta il Bronzo finale e la II fase laziale; 1 fr. di orlo appiatto con leggerissima risegaal di soto, parete a profilo convesso e rientrante, probabilmente riferibile ἃ olla impasto fine lucido, inclus calcare e sabbiosi millimetric, colore bruno-grigiastr e superfici grigie, scite, databile ra la tarda eta ἀεὶ Bronzo e la prima tà del Ferro (Il fase laziale) © 1 ft di orlo appiattito, leggermente ingrossato all'estero, pertinente a grossa scodell non i, impasto bruno fine con inclusi micacei millimetrii, superficie estema camoscio, interna nera, lucidate, databile tra la tarda età del Bronzo c la prima età del Ferro, tuti da C. e degl'Impiocati (n. 222). Documentate risultano anche alcune prese, del tipo a linguetta: 1 fr. di impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, colore bruno rossiccio, databile tra la media età del Bronzo e la prima età del Ferro (III fase laziale), da C.le degl’Impiccati (n. 222); leggermente rivolta all'insù, con impressione digitale quasi centrale all'estremità, impasto grossolano ne rastro con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni e superfici rosso-brune, databile tra l'età del Bronzo medio-finale e la prima età del Ferro (I-II fase laziale), da Il Pratone (n. 216); a sezione abbastanza squadrata, pertinente ad un contenitore di grandi dimensioni, impasto grossolano di colore marrone rossastro con inclusi micacei e calcarei di dimensioni medio piccole, databile tra l'età del Bronzo e la prima età del Ferro (IL-III fase laziale), da Il Pratone (n. 219); forata, impostata orizzontalmente sulla carena, pertinente a ciotola carenata di impasto bruno rossiccio, con rari inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, superfici levigate e steccate, databile tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro, dal M. dei Ferrari (n. 233). 27 fr di parete probabilmente relativa olla medio-grande, a profilo ci lindro ovoide, decorazione plastica a cordone liscio, impasto marrone con pochi inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, superficie esterna ros50-brung, ben lisciata, databile al Bronzo mediofrecente, inizio dell'età del Ferro, dal M. dei Ferar (n.235); 1 fr di parete leggermente convessa pertinente a grosso contenitore, impasto rosso-bruno con inclusi micacei e calcare di medio© grandi dimensioni, superficie interna ben sciat e tracce di steceatura sulla superficie interna, decorazione plastica con cordone liscio a

Rilevante, soprattutto in considerazione del numero di materiali complessivi ascrivibili al periodo, risulta la presenza di frr. con una qualche decorazione. Sono attestate sia quelle con impressioni digitali, che quelle a motivi disegnati (tra cui quelli a cuppelle), con una netta prevalenza di queste ultime. Per le prime si può fare riferimento: al fi di orlo appiattito pertinente a forma chiusa di piccole dimensioni, impasto grossolano, inclusi micacei di piccole dimensioni, colore grigiastro, superficie non trattata e decorazione con piccole impressioni circolari sull'orlo appiattito, databile tra la fine dell'età del Bronzo e la prima età del Ferro, da via delle Noci (n. 218); alf di orlo diritto pertinente ad uno scodellone, impasto grossolano di colore rossiccio con inclusi micacei e calcarei di piccole c medie dimensioni, decorazione a impressioni digitali sull'orlo, databile tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro, da via Crocetta Vivaro (n. 228)

Relativamente alle seconde, per le quali la gamma delle ornamentazioni risulta essere più varia pur risultando quella a solcature senza dubbio la più ricorrente, seguita da quella a pettine, e a cuppelle, sono stati individuati:

1 fi di parete leggermente convessa, impasto semifine di colore bruno, inclusi sabbiosi e calcare milimetrici, superfici interna ed ester na ner, lucidate, decorazione con quatro solcature orizzontali, parallel, inciso a pettine, databile trail Bronzo finale e la prima età del Ferro 1 f di parete di impasto grossolano con inclusi micace e sáb biosi di piccole e medie dimensione, di colore bruno giallastro con anima rossa © superficie camoscio lisciata, decorazione con due fasci obliqui di solcature contrapposte incise a pettine, databile tra il Bronzo 3 e la prima età dl Ferro (1l fase laziale — asc iniziale IM) 1 fe. di parete di impasto con inclusi micacei e calcare di piccole e medie dimensioni, di colore bruno rossiccio, superficie lisciaa, decorazione ἃ tati obliqui incisi che compongono un motivo angolsTe, databile ta la tarda ctà del Bronzo e la prima età del Ferro; 1 fi. di parete ad andamento leggermente convesso pertinente a forma non id, impasto semifine sabbioso di colore rossastro, con inclusi calcarei e sabbiosi di piccole dimensioni, superficie estema camoscio piuttosto licita, decorazione a fasc di socature oblique con"rapposte e intrecciate, databile tra a tarda età del Bronzo e la prima cià del Ferro 1 (fasi laziali IT e I) e 1 fr di ori appiatito e leggermente ricurvo pertinent a tazza, impasto fine bruno lucido, inclusi micacei millimetrici superficie nera liscata, decorazione con linea orizzontale incisa subito sot loro e coppia αἱ linee orizzontale in cise a pettine sul colo, databile all'età del Ferro (II periodo laziale); 2 fi. di parete convessa di impasto grossolano, uno di colore rossastro con anima nera, 'lro di colore grigio giallastro, inclusi micacei di medie e piccole dimensioni, superfici estera ed interna non trattate, decorazione impressa a cuppella, databile dal Bronzo finale alla prima età del Ferro, tuti da C. le deg Impiccati (n.222) Non trascurabile è anche il numero dei fir. decorati da elementi plastici: bugne, come nel caso del fr. di parete pertinente a forma chiusa non id., riferibile alla tarda età del Bronzo-prima età del Ferro, da via Crocetta Vivaro (n. 299), e soprattutto cordoni plastici, sia del tipo liscio”, che di quello a unghiate”*, raramente a sezione angolare”. sezione triangolare, databile tra la media età del Bronzo el'inizio dell'eà del Feto, dalM. di Ferrari (n.237). den) fr di parete con cordone plastico decorato a unghiate pertinente a grande contenitore di forma chiusa, impasto grossolano, inclusi calcarei di piccole e medie dimensione, colore rosso bruno, superficie non trattata, dalabile tra a tarda eà del Bronzoe l'età del Ferro, da via delle Noci (n.218) 2 fi di parete con cordone angolare rilevato, pertinente a forma non id. impasto rosaaranciocon anima nera, con inclusi micacei e calare di 261

ETÀ DEL FERRO

Tra i materiali riferibili genericamente all'età del Ferro, oltre ai frr. sporadici da "Colle Palazzo" (n. 776), quelli riferiti a due sepolture in via Orti Ginnetti (n. 558), quelli dal Cimitero Comunale di Lanuvio (n. 871) e alle segnalazioni di affioramenti di materiali riferiti al periodoa Crocetta (n. 1096) e a via delle Querce (nn. 1716, 1717), sono attestati: soprattutto pareti? ma anche fondi" e orli”, tra cui quello assottigliato e leggermene svasato con parete rientrante probabilmente pertinente a tazza non id., impasto rosso-bruno con anima grigiastra, superfici interna ed esterna lisciate, foro passante ottenuto ante cocturam (2) alla base del labbro, riferibile all'età del Ferro, da C.le degl'Impiccati (n. 222), prese a linguetta” e anse*“ Ricco il repertorio offerto dai frr. con decorazioni a impressioni: 1 fr. di parete leggermente convessa decorato con linea impressa orizzontale da cui si dipartono cinque linee oblique parallele, impasto semidepurato, superfici interna ed esterna lisciate, databile alla prima età del Ferro, 1 fr. di orlo (?) superiormente piano ed esternamente distintoa fascia; impasto grossolano con inclusi micacci di piccole e medie dimensioni, superficie interna non trattata con impronte digitali (non intenzionali), decorazione con fascio di lince orizzontali presumibilmente inciso a pettine alla base dell'orlo, riferibile probabilmente all'età del Ferro, 1 fr. di parete di impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensione, di colore bruno, argilla stracotta, decorazione con due solcature parallele sulla superficie esterna, databile alla prima-media piccolee medie dimensioni, databile tra l'età del Bronzo finalee la prima et dl Ferro, e 2 fi: di pareti rettilinee, pertinenti e congiunte, con cordone angolare a rilievo, feriti a olla di grandi dimensioni, impasto rosso bruno con inclusi micaci e calcarei di piccole e medie dimensioni, superficie esterna bruna, licita, databile tra la mediaetà del Bronzoe la prima età del Ferro, dal M. dei Ferrari (n. 239). P frin impasto rosso bruno pertinente ad un vaso di forma chiusa, con inclusi micacei e calcari di piccole e medie dimensioni, superficie interna nera con trace di steccatura Evident tracce di esposizione αἱ fuoco, da Colle della Fragola (a. 41); 1 f in impasto nerastro, con inclusi micacei e calcarei di piccole © medie dimensioni, superficie esterna nera con tracce. di steccatura, da Colle della Fragola (n. 4D); 2 fr pertinenti a piccoli conte nitor i forma non i, impasto nerastro semifin e pareti lsciate, riferibili la rima età del Feo, da 1 Pratone (t. 216) 4 fi. pertinenti a contenitori di grandi dimensioni dî forma cilindro ovoide, impasti grossolani rossobruno, con anima grigia, con inclus micacei di medie dimensioni, superfici liscia, da I Pratonc (n.216); 1 fr. pertinente a contenitore di medie mensioni non ii, impasto semigrossolano, roso-bruno con inclusi micacei di medio dimension, stccato sulla superficie estera, da Il Pratone (n. 210).4 fi. in impasto bruno con inclusi calcare i piccole dimensioni pertinent a forme non dd, realizzati con tecnica del colombino, da I Pratone (0.221): f con carena pertinente a forma aperta non id. (cotola carenata 7, impasto grossolano di olore bruno rossiccio con inclusi micacei di medie e grandi dimensioni, stacotto, superfici interna ed estera steccate, da C.le degl'Impiccai (n. 222); 1 fr pertinente probabilmente a forma aperta non i, impasto colore marrone, entrambe le superfici presentano lisciatyra riferibile lla prima età del Fero, da via Crocetta Vivaro (n. 228); 15 fr pertinenti a forme chiuse di medie dimensioni non idd. da M. dei Ferrari (nn. 232-233); 2 fr pertinenti a forme chiuse non id, superfici estere lisciate, da M. dei Ferri(n. 235); 2 fr. pertinent a forme chiuse non id. da via Crocetta Vivaro (a. 299); 2 fr pertinent a forme non id, impasto rossiccio con anima grigia, inclusi micacei di medie dimensioni, superfici esteme lucidate, daM. Peschio (n.242); 1 fr. di impasto molto grossolano i colore rosso inclusi micacei di grandi dimensioni, iferibil alla prima 262

età del Ferro, uti da C. e degl’Impiccati (n.222); f. pertinente a piastra di fornello databile alla prima età del Ferro, da Morice (n. 350). Un unico fr, pertinente a oll, presenta cordone plastico con impressioni digitali, in impasto rosso-bruno, grossolano con molti inclusi micacei e calcarei di medio e grandi dimensioni, superficie intera isciata databile alla prima cà el Ferro,da M. dei Ferrari (0.233) Presente anche 1 fr. di rocchetto con base espansa sulla quale è incisa una "X", da Velletri-Via Orti Ginnetti (n. 558) FASI LAZIALI

A questo ambito cronologico possono riferirsi complessivamente 214 frr, di cui 56 attribuibili al periodo compreso tra la I e la ΠῚ fase, tutti gli alti riferiti alla IIIIV (Fig. 41). All’unica attestazione, peraltro incerta, per la fase I, da Monte Alto (n. 306) -l'orlo arrotondato a spigolo interno rientrante pertinente a forma chiusa -, se ne contrappone un più cospicuo numero per la fase II. Genericamente alla fase, oltre ai vecchi rinvenimenti -la scodellada Monte Canino (n. 479)-, vanno riferiti 7 fr. di cui 2 rilevanti per caratteristiche. morfologiche: 'olla di forma cilindro-ovoide con cordone plastico a tacche alla base del collo, forse miniaturistica, da Colle della Fragola (n. 42) e soprattutto, per la sintassi decorativa, l'orlo leggermente assot età del Ferro, da M. dei Ferrari (n. 237); If. vicino a probabile decoraziome plasticao ad attacco di nsa, pertinente a forma non d. superficie interma lavorata ἃ tocca, superficie estera scita, riferibile alla prima età del Ferro, da via delle Noci (n. 218) 71 fr. pertinent a forma non id, di impasto rosso bruno con inclusi micacei e calcari di picco c medie dimension, da Colle della Fragola (n. 41) 2 frr combacianti in impasto rosso bruno pertinente ad un vaso di for ma chiusa, con inclus micace e calcare di piccole e medie dimensioni, superfci interna nera con tracce di teccatura. Evident tracce di esposizione al fucco, da Colle della Fragola (n 41; 1 fr. pertinente ad un grande conte nitore, impasto grossolano con inclusi micacei e calare αἱ piccole dimen sini, colore rosso bruno con anima nera, da via delle Noci (n 218) 771 f appiattito e svasto con spigol interno smussato, pertinente a impasto bruno, con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie di ‘mension, superficie lucidata, databile alla prima età del Ferro, da Colle deJa Fragola (n.41); 1f assotigliato pertinentead un vaso di forma aperta, di impasto rossicio con inclusi micace e calcare di piccole e medie dimen ioni, realizzatocon tecnica del colombino, da C. le degl'Impiccati (n.222); fr leggermente appatito,svasaro ricurvoola presumibilmente a cor po ovoide, dî impasto rosso con anima grigia, inclusi micace e calcarei di piccole dimensioni, pertinente a forma non id, riferibile lla prima età del Ferro, da M. dei Ferrari (n. 237). ΡΤ fra linguettadi impasto grossolano, inclusi micacei e calcare di piccole e medie dimensioni, colore bruno rossiccio, superficie non rata, databile all'età del Ferro. Evident tracce di esposizioni αἱ fuoco, da via delle Noci (n. 218); | fra ingueta pertinente a grande contenitore, impasto rossastro, grossolano, inclusi micacei e calcar di medie e grandi dimensio i, databile alla prima età del Ferro, daC. le deg Impiccati (n. 222) 1 ft. a linguetta pertinente a contenitore da fuoco, impasto rossastro grossolano, inclusi micaceie calcari di medie e grandi dimensioni, databile alla prima età del Ferro, da C.le deglImpiccati (n.222) 301 fr di ansa orizzontale a maniglia, a sezione semicircolare, peri nente a forma non id. di impasto bruno rossicio, superficie non trattata, da tabile lla prima età del Ferro, da M. dei Ferrari (nn. 232-233)

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Fig. 41. Ceramica a impasto: distribuzione dei materiali nelle fasi laziali. gliato e appiattito con piccola risega alla base, pertinente a forma aperta non id, in impasto buccheroide, con decorazione a coppie di incisioni oblique e parallele alla base di una coppia di linee orizzontali incise immediatamente sotto l'oro, da C. le degl’Impiccati (a. 222),

La documentazione sulla fase è incrementatata, oltre che dalla parete in impasto buccheroide da C. le degl” Impiccati (n.222), oscillante tra ITA-B, dai fir. per i quali è stato possibile un più specifico riferimento cronologico. Relativamente alla fase ITA: orlo assottigliato e svasato con spigolo interno smussato di olla, da Colle della Fragola (n. 41); la carena forse pertinente a scodella, da Morice (n. 350); l'orlo appiattito di boccale monoansato, da via dei Bastioni (n. 785); per la IB il biconico, da fosso S. Anatoli 685) e forse tre vasi da sepoltura da Colle Palazzo in V. le Oberdan (n. 773), assegnati al I periodo laziale avanzato.

Databili tra IB e III fase, sono complessivamente 49 frr., tra cui, genericamente ascivibili alla Π- ΠῚ, le pareti pertinenti a forme non idd. da Le Castella (n. 1605) e l'orlo di tazza da via delle Querce (n. 1719) Ad un periodo compreso tra il ITB-IIIA, in coincidenza con un notevole avanzamento tecnologico che permette la realizzazione di pareti sottili e nettamente scandite (advanced impasto A del Gyerstad e del Gierow) e nel contempo una cottura perfezionata e controllabile a tal punto da ottenere vasi di forma uguale, ma di colore bruno o rosso”, sono riferibili le 35 pareti di forme non idd. e, soprattutto, la tesa e la parete decorata a listello bicostolato ad andamento verticale pertinente a calefattoio,da via delle Querce (n. 1719). Alla IIIB sono le pareti pertinenti a forma chiusa non idd., in impasto bruno, da Colle della Fragola (n. 45). 0 Coons 1988: 297,

Ai pochi fi riferiti ad una fase compresa trala ΠῚ e la IV (9 frc), tra i quali ricordo le pareti pertinenti a forme non idd., in impasto bruno, da Il Pratone (n. 221), il piede a tromba e la parete con attacco di ansa a maniglia a sezione sub circolare pertinente a olla, in impasto bruno, entrambi da via delle Querce (n. 1719) e i fr. di orlo leggermente rientrante pertinente probabilmente ad una tazza non id. riferibile alla fase laziale IIIB-IV A, dalla via di Carano (n. 1662), fanno seguito i numerosissimi di IV, età a partire dalla quale l’uso del tornio veloce si estende anche alle ceramiche d'impasto consentendo di ottenere pareti meno spesse e forme pià standardizzate™ dall’orlo in impasto buccheroide con foro passante, forse di piatto su piede, da Colle della Fragole (n. 41) dalla parete pertinente a forma aperta non id, in impasto rosso, da Colle della Fragola (n. 45), all'orlo di olla in impasto rosso, da Colle Crocetta (n. 1095), alla parete di forma chiusa decorata con cordone plastico anulare orizzontale, da Stragonello Nuovo (n. 1103), alle pareti pertinenti a forma chiusa, da via delle Querce (n. 1719), αἱ fr. di orloe parete con decorazione a cordone plastico decorato con digilature, in impasto grezzo, pertinente a forma aperta assimilabile a un esemplare da Satricum, Maaskant Kleibrink 1987, 727, rinvenuto in strati di prima metà dell" VIII sec. a.C., mentre la forma appare attestata gia dalle ultime fasi laziali, da Crocetta (n. 1095). Rientrano in questo gruppo, anche se con una maglia cronologia più dilatata: il fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 478, in impasto grezzo databile tra il 700 e il 500 a. C., da Colle della Fragola (n. 41), da via Ponte di Mele (n. 1136) e da via delle Querce (n. 1719);i fi. di orto pertinente a ciotola in impasto rosso confrontabile per la forma con il tipo Carafa 1995, 237, databile tra il 700 e il 53000 a. C., da via Crocetta Vivaro (n. 299); il fr. di oro di ciotola tipo Carafa 1995, 448, in impasto grezzo databile tra il 700 e il 475/450 a. C., da M. dei Ferrari (n. 233) e. da via di Carano (n. 1662); lf. di oro di olla assimilabile al ipo Carafa 1995, 334, in impasto grezzo, databile tra il 700 e il 475450 .C., da M. gli Impiccati (n. 384) avente sulla parcie esterna, immediatamente sotto l'orlo, un segno "X" ad incisione; i fr di lla dalorlo arrotondato tipo Carafa 1995, 39, in impasto grezzo, databile tra il 700e il 650 a C., da via del Grottone(n. 1482); i fr. di orlo di olla estroflesso superiormente appiattito e a spigolo inerno smussato, in impasto grezzo assimilabile al tipo Carafa 1995, 49, attestato però in impasto bruno in contesti compresi tra il 730/720 e il 550 a.C., da Crocetta(n. 1098); i! f. di orlo di dolio tipo Carafa 1995, 627, forma attestata a Roma-pendici seitenrionali del Palatino in contesti databili tra il 730\720 e il 550 a. C., da via Valleverta (n. 879) e dalla via Cisterna-Campoleone (n. 1) Più specificatamente attribuibili al IV A (15 frr.) sono: il fr di orlo datato tra il IVAI e il IVA2 decorato con impressioni digitali, riferibile a forma chiusa confrontabile con l'olla tipo Carafa 1995, 30, in impasto grezzo, attcstato ἃ Roma presso il Comizio c all’ Equus Domitiani c in Etruria meridionale in contesti databili nella prima metà del VII sec. a.C., da via delle Noci (n. 218); il piede di kantharos in bucchero, databile tra l'ultimo quarto del VII e il terzo quarto del VI sec. a. C., da Velletri-Via Orti Ginnetti(n. 558);le due pareti pertinenti a forme chiuse non idd., in impasto bruno, da Colle della Fragola(n. 45), da I Pratone(n. 221) © quella, in impasto bruno pertinente a forma aperta non id., da Velleti-Torre Fiscari (n. 561, 71); soprattutto lorlo, forse, di anfonu Coton 1988: 303, 263

retta in impasto bruno e l'ansa a maniglia a sezione sub-circolare. te confrontabile con Carafa 1995, 517, in impasto grezzo, forma dal 650-630 εἰ 500 a. C. da via dei Bastioni (n. 785);il fr. pertinente a forma chiusa (olla? in impasto rosso, da Monte Cavo attestata (n. 4); la parete di olla in impasto rosso decorata con cordone pla- di orlo di coperchio tipo Carafa 1995, 479, in impasto grezzo, forstico, da Pian di Ceri (n.212); al VA2, a parte uno in impasto bru- ma databile trail 6751650 e il 500a. C., da via della Vite (n. 1608); no?" e un altro in impasto rosso", la magior parte sono in impa- il fidi orlo di coperchio tipo Carafa 1995, 481,in impasto grezzo, sto grezzo. Si tratta di: 1 fr. di orlo pertinente a olla tipo Carafa forma attestata fin dall'orientalizzante antico sia, soprattutto a 1995, 45, databile trail 130120 il 630120 a. C., 1 fr i orlo proba- Roma che nel Lazio (Fidene), databile dal 650/625 al 530/520bilmente pertinente ἃ olla di forma globulare confrontabile con lt 5002. C., da via Isola di Ventotene(n. 1675); lf. di orlo con labpo Carafa 1995, 293, databile trail 650 e il 6301620 a. C., da via bro fortemente incurvato, aggettante © rastremato, sia verso delle Noci (n. 218); 1 fr. di orlo pertinente a oll riferibile al tipo esterno che verso l'ipterno, pertinente a coppa in impasto rosso Carafa 1995, 344, databile trail 650 e il 6301620 a. C., da Crocetta assimilabile ad un esemplare attestato a Sarricum, Maaskant (n. 1095); 1 fr. di orlo pertinente a olla riferibile al tipo Carafa Kicibrink 1987, 923, in strati riferibili al VII sec. a. C., da via 1995, 344, databile tra il 650 e il 630620 a. C., da Crocetta (n. Appia antica (n. 1299); ilf. di orlo espanso esternamente e arrotondato probabilmente pertinente ad una coppa su piede o apode 1109). in impasto rosso, attestata nel Lazio e in Etruria meridionale nelAI IVB sono riconducibili 11 fr. i quali, a parte l'orlo T'arco del VII sec. a.C, da via delle Mole (n. 1546); i fr. di orlo di pertinente a ciotola a vasca troncoconica a pareti rette in im- teglia con fondo piatto e carena arrotondata, mancante dell'orlo in pasto rosso simile al tipo Carafa 1995, 238 databile tra il impasto grezzo confrontabile con due esemplari di Satricum, 630\20 c il 6001590 a. C. da M.te dei Ferrari (n. 235), sono Maaskant Kleibrink 1987, 1950-1951, datati trail VIL e il VI sec. a. C, eil f di orlo di dolio svasato con labbro ingrossato e promitutti in impasto grezzo: nente verso il basso, decorato da tre solcature, databile tra VII e il fr di orlo indistinto con labbro piatto, spigolo interno smussato, VI scc. aC., da via delle Querce (n. 1719);i fr. i parete pertinenpertinente a bacino confrontabile con il tipo Carafa 1995, 550 da- te a forma chiusa in impasto rosso, forse produzione withe on red, tabile tail 630020 e il 590 a. C., da Monte Cavo (n. 4); i fr. di or- attestato dal secondo quarto del VII sec. a.C. alla fine del secolo, lo pertinentea bacino tipo Carafa 1995, 550, databile trail 630120 da via Arcioni (n. 286); i fr. di oro riferibile in impasto ile il 6001590 a. C., da Crocetta(n. 1111); ifi. di orlo probabil rosso confrontabile con esemplari rinvenuti a inscodella area etrusca mente pertinente a bacino tipo Carafa 1995, 550, databile tra il l'ambito del VII sec. a. C tipo Parise Badoni 2000 tav. LI, 3,nel-da 6301620 a.C. eil 590 a.C., da via Colle Rosso (n. 1459); i fr di parete c margine inferiore, probabilmente pertinente ad un fornello La Faiola (n. 362). di forma leggermente troncoconica o ad un bacino a vasca cilinA questi vanno ad aggiungersi i materiali, tipologicadrca e orlo indistinto, tipo Carafa 1995, 532, databile tra il 630/20- mente differenti, noti da vecchi rinvenimenti, tra i quali: ri600/590 a.C, da Ten. ta Patata (n, 1471); i fr. di orlo pertinente a feribili al periodo IVA1 quelli dalla sepoltura a Colle bacino riferibile al tipo Carafa 1995, 550, databile tra il 630620 e Mozzo, datati all'inizio del VII sec. a. C. (n. 50), lo scarabeo il 600\590a. C., da via Virgilio (n. 1621); il fr. di basso piede a da Villa Crocetta (n. 999), datato tra I’ VIII e Ia metà del VII tromba con orlo arrotondato non id. in impasto grezzo da via sec. a.C. l'ascia a cannone da Acqua Palomba, datata dell'Unica/via Lago di Nemi (n. 1104), il quale potrebbe essere pertinente a scodella con vasca profonda e carenata, tipo Carafa all" VIII sec. a.C., forse alla prima metà (n. 287) e quelli rife1995, 264, attestato in contesti di fine VII sec. a.C; il fr. di orlo riti ad una sepoltura a pozzetto di VIII sec. a.C. dall'area del piatto ed orizzontale pertinente a bacino, da via delle Mole (n. Palazzetto dello Sport lungo la via Ariana (n. 430); al IV 1546), per il quale esemplari simili si rinvengono a Roma-pendici quelli a M. te Spina (n. 298), datati tra VIII e VII sec. a. C., settentrionali del Palatino, Bacino tipo I3, e Satricum in stati di quelli riferiti ad una sepoltura femminile, datata al VII sec. Vil-inizio VI sec a.C.; il f. di orlo ingrossato pertinente a bacino 2.C., da Colle Ottone Basso (n. 898), i frr. dall'area del con vasca profonda confrontabile con un esemplare rinvenuto a Cimitero di Lanuvio (n. 870), datati alla tarda età Satricum in strati databili dalla seconda metà del VII alla prima del Ferro Comunale ed, infine, all'esterno dell'abitato di Velletri, quelmetà del VI sec. a. C., da Colledei Marmi (n. 810); i fr. di orlo ingrossato a sezione quadrata, di bacinotipo Nardi 1993a, tipo 5, at- li rinvenuti in località "Ponte della Regina” riferiti a sepoltutestato in contesti di VII-VI sec. .C., da via Valleverta (n. 989); il re, datate tra VII e VII sec. a.C. (n. 708); al IVA2-IVB i frr fr. di orlo di dolio svasato con labbro ingrossato e prominente ver- in buccheroe in impasto rosso datati, tra VII e VI sec. da C. 50 il basso, decorato da tre solcature, databile tra VII e VI sec. Je del Vescovo (n. 125), quelli da Nemi - Il Giardino riferiti a.C. da via Retarola (n. 1580) al VIEVI sec. a.C. (n. 181) e forse quelli dalla località Ancora sono noti alcuni frr. datati tra il IVA2 e il IVB Sonnemi, in bucchero (n. 199). Anche dall’area urbana proviene un cospicuo numero di (conteggiati tra il gruppo di IV), tra cui: notizie di rinvenimenti ascrivibili alla fase, in genere datati 1 f. di orlo estrofiesso e ingrossato pertinente ἃ olla tipo Carafa 1995, 38, in impasto brano databile tra 650-530/20 a. C., da M. tra VIII e VII/VI secolo a.C.:

dei Ferrari (n. 233); i f di orlo estroflesso probabilmente perti nente a piatt a tesa leggermente concava riferibile al tipo Carafa 1995, 267, in impasto rosso databile tra il 650 e il 500 a.C. da M. gli Impiccati (n. 384); i 2 fr. pertinenti e congiunti di coperchio con orlo a istllo esterno arrotondato, vasca profonda e pareti et-

da via Collicello (n. 561, 24), da via del Comune, datati tra la prima e la seconda metà del VII sec.a. C. (n. 561, 25), da via S. Silvestro, tra la seconda metà dell’ VIM e i primi del VII sec. ἃ. C. (n. $61, 31), da via Lello da Velletri, tra la primae la seconda metà dell'VIII sec. a.C. e tra la prima ela seconda metà dell'VIII sec. a.C. c la metà-fi-

2 fi. di bordo pertinente a coperchio a vasca profonda tipo Cara 1995,75, databile trail 7301720 eil 530/20 a C. da via delle Noc (n.225) ἐπι dirlodi tazza carenata con orlo dritto leggermente estrflesso,

simile lla coeva forma in impasto bruno tipo Carafa 1995, 142, forma atestata rail 675 ei 650 .C. da va Presciano (n. 1358)

ne del IV (n. 561, 33-34), da via B. Teoli, tra la primae la seconda metà dell'VIII sec. a.C. e la meti-fine del IV (n. 561, 42), da via della Stamperia,tra la seconda metà dell VIII c i primi del VII sec a.C. (n. 561, 48), da via delle SS. Stimmate, trala metà-la fine del Vile gli inizi del VI sec. a. C. (n. $61, S1), oltre a quelli provenie ti dal deposito della Cattedrale di S. Clemente e dal cd. Tempi Volsco.

Numerose le attestazioni riferite più genericamente alVeta orientalizzante (123 frr oltre ai 93 in impasto bruno di cui 6 idd.). Nella quasi totalità dei casi, fatta eccezione peril fr. di parete con superfice esterna trattata a extralucido, pertinente a forma non id., in impasto buccheroide da Colle degli Impiccati (n. 222), si tratta di forme sia in impasto bruno che rosso, le quali, in virtù dell'uso del tornio veloce, presentano pareti più sottili e forme più standardizzate. La novità maggiore è rappresentata fin dall'inizio del periodo dall'introduzione dell'impasto rosso, piuttosto fine, a sottile ingubbiatura rossa, ispirata a prodotti di area fenicia (red slip ware) Materiali in impasto bruno sono documentati: a Monte Cavo (n. 4) con 1 parete con carena pertinente a forma aperta non id. 1 parete pertinente a forma chiusa con superfici esterne lucidate 1 parete con superfici estere lucidate pertinente a forma aperta o in prossimità dell'orlo di una forma chiusa; a Monte Alto (n. 305) con 1 parete, in impasto bruno con impressione digitale; a via di Carano (n. 1501) con 1 fondo piatto in impasto bruno pertinente a forma non id. Sempre in impasto bruno, sono tra gli alitis frr di parete, pertinenti a forma chiusa, da Monte Cavo (n.4); il fidi parete pertinente a forma chiusa non id. con superficie esterna lisciata, da Il Pratone (n. 217); le pareti con superfici esterne lucidate, pertinenti a forme chiuse non idd., da Colle degli Impiccati (n. 222); le pareti pertinentia forme chiuse non idd. e i fr. di spalla pernente a forma chiusa non d., da I Pratone (n. 223);Ia parete pertiniente a forma chiusa non id. con superficie esterna lucidata, da via Crocetta Vivaro (n. 228); le pareti pertinenti a forme chiuse non id, superficie esterna lucidata, da Monte Alto (n. 305); la parete pertinente a forma aperta non d. con entrambe le superfici lucidate, ilf. di carena pertinente a forma chiusa non i., da via Stagonello. (n. 1103); a parte, pertinente probabilmente a coperchio di pisside, da Colle Crocetta (n. 1112); la parete di forma aperta non id. con entrambe le superfici rifinite ἃ stecca,da via Presciano (n. 1358). Rare risultano sia le decorazioni -la parete con decorazione a cordone plastico con impressioni digitali da Colle della Fragola (n. 41) e quella con cordone plastico poco rilevato pertinente a forma non id. da Monte Cavo (n. 4)- che le ansc -il fr. di ansa a nastro, pertinente a forma non id., da TI Pratone (n. 223); l’ansa a bastoncello da Crocetta (n. 1111); il fr. di ansaa nastro insellata, da via delle Querce (n. 1719) Numerosi anche i frr. in impasto rosso (38 frr), nella maggior parte relativi a pareti:

Colle Ottorino Sud (n. 280); 1 f pertinente a forma chiusa non i., da via Papazzano (n. $42); 1 fr. pertinente a pithos non id., da via dei Bastioni (n. 785); quelli pertinenti a forme aperte non idd., da Colle Crocetta(n. 1093); 1 fr. pertinente a forma chiusa non id., da Colle Crocetta (n. 1112); quelli pertinenti a forme chiuse non idd. e uno pertinente a forma aperta non id., da via Stragonello (n. 1103); 1 fi di pithos,a via Paganico (n. 1075) riferibile all'orienalizzante recente Solo in alcuni casi le pareti risultano ingobbiate”®, più raramente anche steccate esternamente”, mentre in manieτὰ episodica sono documentate decorazioni a cordoni plastici? ma anche a incisioni”. Più raramente appaiono attestate siale anse -a nastro impostata verticalmente, pertinente a forma non id., da via delle Noci (n. 218); impostata orizzontalmente a sezione subellittica forse pertinente a olla non id., da Colle Crocetta (n. 1095)-, che gli orli «ingrossato e arrotondato verso l’estemo pertinente a ciotola, da via Valleverta (n. 989); arrotondato pertinente a ciotola non id., all'area del cimitero cristiano, a Soleluna (n. 1306); a tesa a estremità pendente tipo Carafa 1995, 196, da via Stragonello (n. 995) riferibile all'orientalizzante recente-. Per quanto riguarda l'impasto grezzo compaiono complessivamente 14 frr. riferibili all’età orientalizzante, tra cui, oltre a quelli già citati ascrivibili a periodi precisi e alla fuseruola di forma biconica genericamente riferibile alle fasi della cultura laziale dalla via di Carano (n. 1662) alcuni frr. di pareti «da I Pratone (n. 221);da Ceppeta(n. 422); da via Piazza di Mario (n. 914)-, un fondo, pertinente a forma aperta non id. da Monte Peschio (n. 243) e un fr. con cordone plastico decorato con digilature, da Crocetta (n. 1095).

Alcuni fir. appaiono, infine, riferibili ad un periodo tardo dell'orientalizzante tra cui: in impasto rosso 2 frr. di fondo a disco pertinenti a forme chiuse non id. (olle ) e 14 fr. di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd., da via Crocetta Vivaro (n. 299); in impasto grezzo 1 fr. i parete decorata da cordone applicato verticale, forse pithos, da via del Franco Belga (n. 944) ETÀ ARCAICA

1 f pertinente ἃ forma chiusa non id, forse grande olla o pithos, da. via delle Noci (n. 218); 1 f pertinente ἃ forma chiusa non id, da

La grande quantità di materiali ceramici di età arcaica, in assenza di strutture riconosciute, prospetta una occupazione capillare del territorio connessa ad un intenso sfruttamento delle potenzialità agricole offerte Oltre a quella incalcolabile di materiali da costruzione, le ricognizioni hanno permesso l'individuazione di: 2974 frr. in impasto grezzo, dei quali 343 identificati; 376 in impasto rosso, dei quali 42 identificati, di 127 in impasto chiaro sabbioso, dei quali 49 identificati, 623 di opera doliare, dei qua-

7^ 1f pertinente a forma non d.e I fr pertinente ἃ forma chiusa non jd. da via dei Bastion (n. 786). 2% fi pertinente a forma aperta non id. da viadei Bastoni (n. 785); 1 fi pertinente a forma chiusa non id. con 'ingobbio esterno rifinito a ucidatura, da via dell" Unica/vi del Lago di Nemi (n. 1104) =" |i pertinente a forma chiusa non id. da Colle Crocetta (n. 1093); 1

fe pertinente à olla o pithos non id. con cordonatura orizzontale, da via Presciano (a, 1388); 1 fe. pertinente a oll decorata con cordone plastico, da Pian di Ceri (n. 212). % | fe probabilmente pertinente a forma chiusa non id. decorato su una faccia con tr linee concentriche ottenute con pigmento rosso, da La ioa (n. 364). 265

li 61 identificati, infine di 17 di fornelli, dei quali 6 identificati (Fig. 42). In impasto grezzo preponderante il numero dei frr. non.

identificati, in gran parte relativi a pareti pertinenti a forme non idd., sia di età arcaica” che tardo arcaica”, oltre a poche di età tardo arcaico o alto repubblicano”, ma anche

793 fr. da via Crocetta Vivaro(n 1); 2 fs da Colle del avo (n. 17);51 via Campeto dei Macellci (n. 1138); 6 fi. da via Colle Perino Vecchio (n. fr. da Monte Cavo (n. d);2 frr. da Colle Mozzo (n. 52),6 fr. da Acqua 1145); 3 fi. davia Aradi tanga (n 1150); 2 frc da via del Pertuso (n. 1151); Donzella (n. 56). 5 fr. da Maschio di Ariano (n.94) 2 fr da Acqua Donzella 2 fi. da via Ginestre Ginnet (n. 1163); 2 ἔπ. da via Ginestre Ginnetti (n. 2 fe. da via dei Pozzet (n. 1174); 3 fr da via Colle Perino (n. 1177), (0-138); 4 i. da Atemisio(n. 152); {fr da Colle Magisterno(n. 166). 4 fr. 1165); 10fr.a va Coll Zioni (n. 187); fe. da via Soleuna(n. 1197); fr. da via da Colle Magisterno (n. 164) 2 fi. da Colle Paccione (n. 262); 2. da Colle Paccione (n. 268), 10 fr. da Acqua Palomba (0. 256). 4 fr. da via Colle Fontana Parata (n. 1212); 3 fr. da Vigne Nuove (n. 1216); 5 ἔπ. da via I Vignato (n.254); 4 fr da via Fontana del Turano (n. 283); 4 fe da Monte Stradone Muti (n. 1217); 2 fr. da via 1 Stradone Muti (n. 1218); 1 fr. da Peschio (n.240); 12 fr: da Monte Peschio (n. 242); 2 fr da Monte Peschio Crocetta (n. 1226); à fr. da via Fosso di Presciano(n. 1230) ἦς da via I 12 feda via I Stradone Muti(n. 1234); 8 frr da via (0.243): fi da via Crocett Vivaro (n.230); 12 fr da Pratoni ἀεὶ Vivaro(n. Stradone Muti (n.1233); di Presciano (n. 1236); 4 fr da via Fontana Parata (n. 1244); fda via 2159; dall Pratone (1.217); 5 fi. d 1 Pratone(n.229; fda Montedei "Torre Ferrari (n.235); 3 fr da via Fontana Marcaccio (n.251); f da via Arcioni Pratolungo (n. 1260); fi. da via Giannett (n. 1261); 5 fe. da via Ginestre (0.286); 2 da via Tevola(n.289); | fî da Monte Peschio (n.291); 5 fr. da Ginnettn, 1265);fr. da via della Sterlina Irlandese (n. 1271); 10. da via Monte Alto (n.306); 1 f da via Quaranola (n.325); 2 fr. da Quarantola (n. Pratolungo (n. 1277); 2 fr. da via Nettunense (n. 1315); 3 fi. da via 328); 6 fr. da via di Castagnoli(n 386). 3 fi. da via ἀεὶ Castagnoli (n.337): Nettunense(n. 1317);fr. da La Prata(o. 1350); fr. da via Fontana Parata 1ft-da via dei Castagnoli (n.338); fr da via Contrada Comune n.342);1 ἐς (o. 1343) 12 frr da via Tore di Presciano (a. 1352); 8 fi. da via Tore di 4 frr. da via Presciano (n. 1358). 6 fr da via Presciano da via del Marrone(a, 345); 2 fi. da via Contrada Comune (n. 346) 1 fr.da Presciano (n. 365); (0. 1359); 1 f da via Colle Rosso (n. 1365). 3 fr da via casale Monaci (n. via dei Laghi (n. 361); 4 fr. da La Falla (n.362) f da C. e De Santis. 366) 4 ἔπ. da Macchie La Faola (n.386); 5 fi. da via Cisterna Campoleone 1372); 1 fr. da via Pratolungo (n. 1393) 1 f. da via Vecchia di Napoli (n (n. 1575); 4 fi. da via Retarola(n. 1580); fi. da via Ceppeta Superiore (n. 1406) 1f da via degli Aranci (p. 1407); I f da via dellUlivo Ginneti (n. 401); 2 fi. da via delle Azalce via delle Otensie (n. 404); 2 fi: da via Colle 1409); 2 f da via di Carano (n. 1454). 2 fr. da via Colle dei Cavalli (n. Ottorino(n. 280); 4 fi. da via di Cori-via Catlii (n. 414). 2 fr. da viadi 1487);fe da Lazzaria (n. 459); 2 fr. da via Colle Rosso (n. 1460). 3 fr. da Corivia Carlini (n. 415); 1 fr. di spessore medio da via Redina Ricci (n. via Colle Rosso (n. 1468); 2 f. da Ten. ta Parata (n. 1469); 6 fr. da via del 418);8 fr da via Colle Pipino (n.420); 3 fi. a via Ariana (0.422); 4 fr per- Grottone (n. 1476); 3 fr. da via del Grottone (n. 1477); 3 fr. da via del Grottone (n. 1478);3 fi. da via del Grottone (n. 1482); 7 fr. da via del tinenti e combaciant da via Ariana (n.422); 3 fr: da via del Ciglolo (n.438); 3 ir davia dell ilaa (n. 469). 4 fr. da via Cantina Sperimentale (n.513):2 Grotte (n. 1483); 1 ft da Presciano (n. 1487); 3 fr da via di Lazzaria (n. fr. da via Cantina Sperimentale (n.514); 1f da via Papazzano(n.518); fr. 1497); 11 fr. da via Colle Rosso (n. 1498); 3 fr: da Lazzaria(n. 1500); 8 fr. dispessore medio-grande da via Papazzano (n.519); 1 f davia S. Andrea. da viadi Carano(n. 1501); 2 fi. a via Colle Ospedale(n. 1513); 7 fr. da via 2 fre da via Appia Nuova 523); | da via Catatini (n. $24);2 fr da via dei Crocefisi n.530); 3 fi. da della Vite(n. 1514); 1 fr. da via S. Tomao(n. 1531); Via dei Crocefisi (n.531); f da via dei Crocefissi n.532); 2 fr da via del- (n. 1534); 9 fi. da via delle Mole (n. 1544); 10ἔπ. da via delle Mole (n. le Corti (n. 538);3 frr da via Madre Teresa di Calcutta (n. 551); 4 frr da via 1546)f da via dei Cinque Archi (a. 1853); frda viadî Carano (n. 1558); Madonna degli Angeli (n. 893) fr. da via Appia antic (n.614); 3 fre da via 3 ir. da ia Torre di Lazzara(n. 1563); πε da via Lazzaia (n. 1564). 4 fi. da ‘Appia Vecchia (n. 646). 3 fi. da via Appia Vecchi(n. 680); 20 fr da via del- via Castllaccio-Carano (n. 1570); 2 fr. da via Cisterna- Campoleone (n. "a Faiola (n.674) f da via Rioli (n. 680). 3 fr. daviaS. Nicola(n. 684); 2 1871): 6fr da Presciano (a. 1872); 3 fi. da via Cisterna: Campoleone (n frr da via Piazzadi Mario(n. 715);4fr daF. Parr n.719); 5 fr da via delle 1597); 2 fer. da via Cisterna-Campoleone (n. 1585}. 7 fr. da Lazzaria (n Cont (n.737); 2 fr. a via dei Crocefiss (n. 747); 6 frr. da Colle Catalin (n. 1589); 2 fi. da Lazzaria (n. 1590); 1 fr da via S. Tommaso(n. 1599); 10 fr. 748):4 frr da via Fossatell (n. 152}.3 fi. da via Capitancell(n. 786); 3 fr. da via della Vite (n. 1608); 3 frr da via della Vite (n. 1621); 4 fc da via dei da via Casale delle Corti (n.758); fida via Colle Carciano(n. 766). 4 fr da Tiglio. 1615). 10 fr. da via di Digi (n. 1618); 1 fa via dei gli (n. 1619); via dei Bastion (2.785); fi. da via Pedicadell'Olmo(n. 798); 5 πα: da via 3. da va dei Tigin. 1620); 12 fre da via dei Til n. 1624). fr. da via det 6 fi. da Lazzaria(n. dei Pini Riol (n. 804); 1 f da via Appia Vecchia (n. 806): 6 fir. da via Colle ‘Tigh(a, 1628); 1 fr da via Passo dei Coresi (n. 1656); ‘dei Marmi (n. 807). 8 fe da via Appia Vecchia (n. 836); 4 fr da via del a Vite 1661): 90 fi. fir. di spessore medio-grande da via di Carano (n. 1662); $ fir da via Cistema. Campoleone (n. 1668); 2 f da via Retarola(n. 1677), 4 (0. 838), 3 rr da via Scommiat (n.848); 3 frr. da via Conicella(n. 874). da via Montecagnolo (n. 880) 5 ἔπ. da via Vallevent (n. 882); 8 fr. da via fi da via Cisteme-Csmpoleone (n. 1669); 2 fr. da va Isoladi Ponza (n. Valleverta (n. 8 5); 8 fi. più 4 frr. di spessore medio grande da via S. 1674); 2 ἴα. da via Isla di Zannone (n. 1676); 1 fr. da via Giannottola (n. Gennaro (0. 886); 10 ir. da via delle Tre Armi (n. 889); 6f da vi S. Nicola 1683); 1f da via Giannottola (n. 1685); 4 fir da via Cisterna-Campoleone 2 fs a via Cisterna- Campoleone (n. 1692); 4 frs da via Cisterna(2. 900); 10 fr. da via Fontana Acquavivola(a. 909); 1 f. da via Fontana (a 1689); ‘Acquavivola(n.910); 3 fr. da via della Caranlla (n.912); 3. da via Piazza Campoleone(n. 1693): 2 fi: da via MariaSS. di Nazareth (n. 1696); 43 fr. da di Mario (0.914; 4 fr. da via Montecagnolo (n.986); fr da via Retaola(n. via delle Querce (n. 1713); 10 fr da via delle Querce (n. 1714); 54 fr da via 1682);3fe. da via dell'Olmo(n.916); fr. da via Capitancelli n.925); 4 fr. delle Querce (n. 1719). da via Capitancell n.932); 1 fr. da via Capitancell(n 937); 11 ft. da via °°" da Acquadel Nespolon, 162); f da Colle Magisterno (n.163); Capitancell (n.938);f da via del Franco Belga (n.944);1 f da via della 1 fi da Colle Paccione (n. 263); 1 fr. da Acqua del Peschio (n.293) f. da Caranell (n. 94); ft da PiazzaleS. Maria del Orto (n.955);1 fr da via Quarantola (n.328); 1 f. da via dei Castagnoli (n. 337); 2 frr. da via del Formetteti (n.961); 6 ἔα: da via Colle Stringa (n, 963); ἔς. di parete a spes- Cigliolo(a. 400}; 2 fr. da via Rioli (0,680); 3 rr da via Rioli(n.681); If. da sore medio e fi. da via Colle Stringa (0.966); 3 fi. a ia alaggi (n.982); Via Piazza di Mario (n.760; 6 fr. da via Appia Vecchia (n.844); 2 fr da via 3 fir da via Valle Fara (n.992); 3. da via Valle Vera (n.999); fr. da Valle Piazzadi Mario (a. 941); fr da via Palaggi (n.982); 1f da via Stragonello lara (n.994); 4 i. con spessore medio grande da va Suagonello (n.995);5 (n. 997); 4 fr. da via Vecchia di Napoli (n. 1053); 2 fi. di spessore medio fir da via Stragonello (n.997); 1 f. da via Montecagnolo (a. 1001); | fr. da grande da Crocetta (n. 109); 3 fr. da via Grotte dell Oro (a. 1159); 3 fi. da Via Landi (a. 1003); 2 fr da C.le Orazi (a. 1014); 2 f da via Colle Ottone via Retarola (n. 1581). 2 ἔπ da via Ginstre Ginnetti (n. 1164) 6 fr. da via Basso (n. 967). 6 fe. 3 fi. di medio spessore pertinenti a forme di medio- Colle Zion (n. 187); 2 fr e 3 fr di spessore medio-grande da Crocetta (n. grandi dimensioni da via di Paganico (n. 1031); 2 frr. da via Quarto del 1228); | fr. da via Nettunense (n. 1315); 2 fr. da via Tore di Presciano (n. Campo (n. 1040); 2fr. da via Vecchia di Napoli (n. 1041); 2 fr. da 1356); 2 fr. da via Colle Rosso (n. 1142); 2 fr. da via Ulivo Ginnett (n. Vecchia di Napoli (n. 1052); 2 fr da via Ara di Stanga (n. 1056) 1 fr da via. 1398); 2. da via Selvanova(n. MIT); f ἀ via del Grotone (n. 1476);3 Carbonara(n. 1058); 3 fr. da via Ponte Massorano(n. 1060); 5 frr. da via dei frr da via del rottone(n. 1482); fr. da via Appia Nuova (n. 1529);fr. da Presciano(a, 1572); 7 fr. da via ἀεὶ Tigi (n. 1618); 3 fi. da via dei Tili (n. Fienilio. 1068); 7 fr da Crocetta(n. 1092); Sfr da Crocetta(n. 1093); 2. daviadellagodi Nemi-viadell Unica (n. 1101). 12 fr. da via Stagonello(n. 1622); 2 fr. da via Cisterna- Campoleone (n. 1681):fr. da via Retarola (n. 1 ft da via Cisterna-Campoleone (n. 1684); 1 f da via Cistema1106); frr. da via dell'Unica-via del Lagodi Nemi (n. 1104) 3 fr. da via Lago di Nemi (n. 1106) 3 fi. da ia dell'Unica-via lago di Nemi(n 1105); 4 Campoleone (n. 1690) 4 fr da via delle Querce (n. 1714). fix. da Crocetta (n. 1109); 20 frr. da Crocetta (n. 1111); 4 fi. da via *1 fr da Acqua Donzell (n.57); ft da ia Arciano(n. 766). 3 ἔπ. da Castellaccio-Carano(n. 1113); 2 fe da via Stradone Muti (n. 1114); 3 fr. da via Capitancell (n. 938); 2 fi. da via dei Cinque Archi (n. 1066) 2 fr. di 266

a forme chiuse non idd. sia di età arcaica” che di età tardo arcaica” che, episodicamente, di età tardo arcaico o alto repubblicano” ed in quantità minore a forme aperte soprattutto di età arcaica”. Oltre a poche prese"", presenti anche anse di vario tipo sia di età arcaica” che di età tarspessore medio grande da Crocetta (n. 1095); 9 fr. da via Pontedi Mele (n. 1136); 7 fi. da via Stradone Muti (n. 1219); i. da via Tore i Presciano Co. 1241); | fe da via Virgilio(n. 1612) % A part i di impasto riferibile ad attacco di piede e pate di vasca pertinente probabilmente a ferma chiusa non id, da via Lazzaia (n. 1564) quello di parce forse orlo privodi labbro, pertinente ἃ forma chiusa non i. da via Montecagnolo (n.986) sono documentati: 2 fr. di quali pertinente a forma chiusa di grandi dimensioni non id. dal Maschio di Ariano (n.55); 3 fida FontanaS. Antonio (n 188); f. fors di llai grand dimensioni o pithos, da Colle Magisterno (n. 165); 2 fr. dei quali I forse di olla di grandi dimensioni o pithos, da Acqua del Nespolo (n. 162); 2 fr. da Colle Magisterno(n. 163); 1 f da Colle Paccione (n. 263} fr. da Acqua Palomba (0.286) 4 fr da Monte Peschio (n. 242);fi. da via delle Noci (n.226); 12 fir. da Pian di Ceri (n. 212); 2 fr. da via dei Laghi (n. 213); fr da Il Pratone (p. 216): 1 f probabilmente di grande oll o pithose 23 fi. da via delle Noci (n. 218). 9 frr. da I Pratone(n. 220); 19 fr. e 3 fr forse di grandi colle o pito da ColledegiiImpiccat (n. 222).4 fr. da Pratone(n. 223);20 fir. da via Crocetta Vivaro (n. 228); 4 fr da Colle delle Vacche (n. 229); 20 fre pertinenti a formedi medie e grandi dimensioni da Monte dei Fecai (n. 239); 1 fr da Monte dei Ferrari (n. 236); 2 fr di spessore medio-grande forse di lle di grandi dimensioni, da Monte dei Ferrari (n. 237); 1 fr da via Fontana Marcaccio (a, 281); | fr. da via Colle Magisterno(n. 264). 2 fre da Monte Peschio (n. 291); If. da Acqua del Peschio (n. 292); 3 frr. da Acqua del Peschio (n 293); 3 fr. da via dei Laghi (n. 302). 8 fr da Monte Alto (n. 307): 5 f. c2 fr di spessore medio grande da via Contrada Comune (n 316): 2 f da via Contrada Comune(n. 318);2 frr da via Arcioni (n. 321); 2 fr da Quarantola (n. 324) 3 fr da via Contrada Comune (n. 340); 5 fi. da Morice(n. 47). fi: da via Fontana Fiume (n. 357); fc da La Faiota (n. 364);fi ε2 fre di parete di spessore medio grande da La Faiola (n. 365).4 fi. da M.te gli Impicci (n.384); 3 fr. da MacchieLa Faiola(n. 386)4 ἔτ. da Cle Corset (n. 358); 1 fr. ca vi Panamense (n. 334);2 fre da via elle Ortense (n.406); 3 fr. da via Ctaini (n. 416). 3 fre da via Redina Ricci (o 418); 1 fi da via Ariana (n. 422) ἔς, di forma di grandi dimensioni da vi del igliolo (n. 438): 1 da via Papazzano (n. 519). 2 ar forse i ole op "hoi da via Colle Barberett (n. 527) 3 f da via Appia Nuova (n 611); 2f. di spessore medioda vi della Faiol(n. 674); 2 fr da via dei Crocefissi (n. 746).2 fe da via Redina Pennacchi (n. 790), 4 fs da via Pedica dell’Olmo (0. 798); 13 frr da via Appia Vecchia(n. 809); 1 fr. da via Appia Vecchia(n. 810); 13 frr da via della Vite (n. 834);fi: da Monte Cagnolo (n. 837)8 fr da via Appia Vecchia (n. 844); 10 fr da via Vallevert(n.879); fr. e2 fr. di spessore medio-grande da via Vallevert (n.883); f di medio grandi ‘mension da via della Caranlla (n.942; 1 fr. da Piazzale S. Maria dell'Orto (0.988); da via Coll Stringa (n.963); 2 fr probabilmente lle di medio-grandi dimensioni e 2 fr. da via Colle Stringa (n.966); 4 fr da via Montecagnolo (n. 987); 4 fr. da via Memnone (n. 988); 1 fi. da via Stragonello(n. 95); If. da via Stragonello(n. 997}; 16 fi. € 2 fr di spessore medio grande, da via Landi (n. 1091); 1 fi. da Crocetta (n. 1092); 5 fr. da Crocetta(n. 1094); 4 fr. da via del Grottone(n. 1481); 1 fr. da Tenta Parata(n. 1471); 8 fer. a va dell'Unica-via dl lagodi Nemi (n. 1104);fr. da Colle Crocetta (n. 1112); 9 fi. da via Stragonello (n. 1103}; 3 fre da via Colle Zioni (n. 1139) f da Croceta (1222); 21 fr. da Crocetta (n. 1229): 6fre di spessore medio da via Torre di Presciano (n. 1237); 6 fr. da vi Appia antca (n. 1306) 6 fi. da via Fontana Parata(n. 1345) 10 fr. da La Parata (n. 1349); 8 fer. da via Torre di Presciano (a. 1356); 6 fr. da via Presciano (n. 1357); 4 fr. i olla pithos da via Presciano (n. 1358); 2 fr. da via Casale Monaci (n. 1488); 1 fr. da via del Grotton (n. 1484); 1 fr. da via del Grottone(n. 1485); fi. da via del Grotone(n. 1486) 1 f da via Colle Rosso (t. 1498); 7 fr. da Lazzara (n. 1569; 1 ἔς. probabilmente nell vici nanze del fondo, da via Cisterna-Cempoleone (n. 1574); 5 frr. da via Retarol (n. 1582); frr da via Passo dei Coresi (n. 1596); 3 fi. da via Passo dei Cores (n. 1597);1 fi da via Appia Nuova (n. 1603); 4 fr da Le Castella (0.1605);1 fr da via dei Tigh (n. 1624); 1 fr. da via dei i (n. 1615);41 fi da via Virgilio(n. 1621); 23 fr da via dei Tigi (o. 1622);1 fi. da via ei Tigi (n. 1623); 7 fr da ia dei igi (n. 1624); 2 fi. con attacco d'ansa a

M framment identificati ΕἸ feamment on identificati

Taper "impasto "Impas "Ingen gs Oper" mo mu preso sibbioso

Fa

Fig. 42. Ceramicaa impasto: distribuzione delle presenze nelle diverse classi mastroe?frr da via Passo dei Corsi (n. 1658); fr di spessore medio grande, da via di Carano(n. 1665). fs. da via Isola di Ventotene(n. 1675) 2f. da via Retarola(n. 1678); 2 frr da via Retarola(n. 1679);fr. da via Torredi Lazzaria (n. 1680); 1 f. da via Carano (n. 1687), 6 fr di olla o pythos da via delle Querce (n. 1713), 1 ft di spessore medio-grande da via delle Querce (0. 1719) 272 fix. da Colle Paccione (n. 262); 3 fr, probabilmente di olle di grandi dimensioni pithoi, da Monte dei Ferrari (n. 236); | f. di spessore medio da via Vale Fiara (n. 878; 1 f. con parte di colo da via Valeverta (0.883); Ife da via I Stradone Muti (n. 1233) 2 frr. da La Parata (o. 1349); 1 fr con parte di collo in impasto tardo arcaico da via Passo dei Coresi (n 1597); 10 fi. da via dei Til (n. 1622) 79 fir da Monte Alto (a, 306); 6 ἔπ. da Quarantola(o. 327); Lf. da via Capitancelli (n. 925); 6 frr. da via Stragonello (n. 1103); 18 fre. da Presciano (n. 1488); f. da via Cisterna. Campoleone (η. 1684) 2 A parte 1 fr da via dei Tigli (n. 1623) di et tardo arcaica, risultano di età arcaica; 1 fr. da via Crocetta Vivaro (n. 14}; | fr. da Coll della Fragola (n. 45). 3 fr. da via dei Laghi (n. 213}. 2 f da Monte dei Ferrari (n. 238);1 fr. da Monte Alto (n. 306); 1 f da via Panamense (n. 334); 1 fr. da via Furio (n. 561, 71); 1 fr. da F. Part (n. 719); 1 fr. da via Redina Pennacchi (n. 790); fr. con risega sulla parete esterna da via Pedica dell'Olmo (o. 799); 3 fr. da via della Vite (n. 834); | fi. da Piazzale S. Maria dell Orto (n.985); 1 fr da via Vellevera (n.989); 4 fi. da via Landi (n. 1091); 1 f da via dell'Unica-via del lago di Nemi (n. 1004); 1 fr. da Crocetta (n. 1109); 6 fi. da via Torredi Presciano (n. 1382); 2 fr. da via Presciano(n. 1357), 1 f da via elle Mole(n. 1546); 1f da vi dei Tigh (n.1623);3fr da via dei Tigi(n. 1624); fr. da via Giannottola (n. 1685). 3 fr probabilmente pertinenti a forme di grandi dimensioni, superfici ester‘a e interna lisciat, e | ft. da Crocetta (n. 1111); | fr. da via Passo dei Coresi (n. 1658); 4 ft da Crocetta (n. 1112) 7 ft con foro passante longitudinale pertinente a forma non i. da via del Grottone (n. 1486); 1 frin impasto tardo arcaico pertinente a forma non id. da via Appia Nuova (n. 1644); 1 fr in impasto tardo arcaico pert pente aforma non id. da via Retarola (n. 1677); fi. a linguetta pertinente a forma non id. da via Formellt (n.961) 30 fr. da via Crocetta Vivaro (n. 14); 1 fr. sezione sub-circolareda viaS. Gennaro(n. 886); 1 fra bastoncello a sezione sub-circolre con probabile andamento verticale da Crocetta (n. 1092); 1 fra sezione subromboldale, 1 fca sezione sub-ellitica,1 fr a nastro, fc a manigliacon anda‘mento sub-trapezoidle ἃ sezione quadrangolare irregolare, 2 fr a maniglia ἃ sezione sub-quadrangolare e 1 fra maniglia ἃ sezione sub-circolare da Crocetta (n. 1095); 1 fe sezione sub-ircolare da via I Stradone Muti (n. 1137); | fe. a maniglia da via I Stradone Muti (n. 1217); |f. a sezione subellitica da La Parata (n. 149);2 fr di ansa da via del Grotone (n. 1482); 1 fr da via del Grottone (n. 1483) | fra sezione subcircoare da Ten. ta Parata(n. 1470); f. di piccola ansa a sezione sub-circolare da via Virgilio (a. 1519); 1 f a bastoncelo da via delle Mole (n. 1546); 1 f. a sezione cir colore da via Castellacio-Carano (n. 590); | fr di parte con atacco d'an267

do arcaica” e più raramente di età tardo arcaica alto repubblicana® relative a forme non idd., o a forme chiuse non idd. di età arcaica”, tardo arcaica” e tardo arcaico alto repubblicana*“, e a forme aperte non id *” di età arcaica. Non molti gli orli, a parte quelli identificati, riferibili a forme non idd. di età arcaica”, numerosi invece i fondi di età arcaica”, meno quelli di età tardo arcaica” pertinenti a forme non idd, ugualmente numerosi quelli di età arcaica pertinenti a forme chiuse non idd., nella gran parte dei casi olle non idd."^, in quantità inferiore quelli di età tardo arcaica* e di età tardo arcaica alto repubblicana”, addirittura sporadici quelli riconducibili a forme aperte non idd™*

Tra i frz di pareti pertinenti a forme non idd. non pochi quelli forniti di decorazioni sia applicate che ad incisione. In particolare, relativamente alle forme non idd., a parte il caso del fr. con solcatura orizzontale da via Piazza di Mario (n. 760), e quello del fr. con scialbatura di colore bianco su una delle due superfici, da Crocetta (n. 1095), frequente è la presenza dei caratteristici cordoni plastici applicati, orizzontali, soprattutto nel tipo basso liscio”, ma anche a fascia”, a sezione sub-triangolare arrotondata®*9, a sezione rettangolare” 0 quadrangolare”, a sezione semicircolare” e digitati Per quanto riguarda i frr. pertinenti a forme chiuse non idd., risultano documentati: oltre ai cordoni plastici torti-

ft di piede ad anello da via Appia Vecchia (n. 84); 1 fr piattoda sa impostatà orizzontalmente da via Castellaccio. Carano (a, 1570); 1f. di ansaa sezione sub-circolare impostata sull'orlo da Presciano (n. 1872); fr Presciano(a, 1872); 1 fa disco da via Virgilio (n. 1612). nu 1 fe da via Crocetta Vivaro (n. 13); | fr. a disco rilevato da Terre ‘a manigliada via dei Til (n. 1620); If. a bastoncello da via ἀεὶ Tigi (n. 2 fi. da FontanaS. Antonio(n. 158); | I pertinente forma 1623); 2 fir. nastro a sezione sub-elitica, da via di Carano (n. 1662); Lf. Rosse(n. 259); a nastro a sezione sub-lliticada via Toredi Lezzara (n. 1680); 1 fra ba- chiusa i grandi dimensioni non id,da Il Pratone (n.223); 2 frr. a disc, di da La Faila (n. 364); 2 fr disco fr. disco rilevato, da stoncelo da via Giannottola (n. 1685); 1 fr. a bastoncello da via delle cuiuno rilevato, La Faiola (n.368); 1 fc a disco da C.le Corset(n. 358); I fra disco da via Querce(n. 1713) 2 fr ἃ disco da via dell Fola (n.674); fr. a di7911 fa bastonceloda via Appia antica(n. 1306); a bastoncelloda Appia Vecchia (n 646); da Colle Cataini (n.748); 1 fr disco da via Appia Vecchia (n. 809); 2 ‘Ten. ta Parata (n. 1471); | di ansa a sezione sub-circolare da via Isola di co da via ella Vite (n.834); fr. disco da via ossaello(n. 150); 2 Ponza (n. 1674); 1 fa sezione sub-circolare con andamento orizzontale da fira disco e 3 fi. disco da via Valleverta(n.879); fi. a disco da via Isoladi Ventotene (n. 1675); | f sezione subcircolare impostata su- fir a disco rilevato via Valleverta(n. 889) 1 fa disco rilevato da via Montecagnolon. 986); 4 l'oro verticalmente da via Maria S . di Nazareth(n, 1696. fr. a disco da via Memnone(n. 988);1 ft a disco da via di Paganico(n. 79 1i sezione sub-circolaeda via Lazzari (n. 1671) 7 Lia maniglia da via dell'Unica-videl lago i Nemi (n 11042fr. 1031); 2 fr a disco pertinenti ma non combaciantie 1 fr. ad anello, da a nastro da Crocetta (1222); | fr. a maniglia a sezione sub-circolare da via Crocetta (n. 1098); 2 frm da Crocetta (n. 1225); | fi. a disco da via Stragonello(n. 1108); 1 fr. a disco da via Appia antica (n. 1123); 2 fr. a disco dei Tig (o. 1622);fi. a manigliada via delle Querce (n 1719). di Presciano(n. 1237); f adiscoda via dei Pozzett (n. 1259); 5° fr. di parete con attacco di ansa a nastro da Il Pratone (n.223); 1 f. da via Torre frr adisco, 2 fr. a disc rilevatoe 1 fr. i piede ad anello da via Appia anti sezione sub-lliticadavia Fontana Fiume (n.357) >" fi. bastonceloa sezione circolare con andamento verticale da via ca (n. 1306); 1 fa discoda via Presciano (n. 1359); fr. a disco concavo da via del Grottone (n. 1483); 1 f. piatto di olla o pithos da via casale Monaci della Vie (o. 1610) 1971 fr. di parete carenata con attaccodi ansa a sezione subcircolare, 1 (a. 1372); 2 fr disco da via Casale Monaci (a, 1488) 2 f a disco da via fidi parete con attacco parziale i ansa a nastro con andamento vericale e 1 del Grottone(n. 1486); 1f. a disco rilevato da via Colle Rosso (t. 1898); 1 a disco e 1 ἧς iato da via di fr di parete con attacco di ansa, probabilmente impostata orizzontalmente, fia disco rilevato, | f di paretec di fondo Carano(n. 1501); f a dico rilevato da via Lazzaria (n. 1564); τ. ἃ disco da Croceta (n, 1095). La disco con foro centrale realizzato ante cotturam (foro pez offerte funeFatta eccezione per 1 ἔς in impasto tardo arcaico da via Colle S. Maria(n. 1882), sono in impasto arcaico: 2 fi. da Colle Magistero(n. 164); bri? vaso da fori?) da via Cisterna-Campoleone (n 1574);fi. a discoe 1 1 fc daIl Pratone (n. 220); f da C. e De Santis (n.366; 1 fr da via delle fia disco rilevato da via Passo dei Core (n 1597): 4 frr. a disco da via dei 2 fr a discoe 1 fadi Fosse (n. 786); | fi da via Momecagnolo (n. 987) fr. da via T Stradone Til(n. 1614); 1 fra disco da via el Tili (n. 1618); Moti (n. I5); f da via Colle Perino Vecchio (n. 1045); 1f. in cortispon- 500 e di paretda via dei Tigli (n. 1618); 1f a disco da via dei ΤΙΣΙ (n. 1 fa disco da via Passo dei Coresi (n. 1688); 1 f a disco da Lazzaria denza di un probabile attacco di ansa da via Fontana Parata (a, 1345). 1 f da 1622); via della Vite (n. 1514); 1 fr con ingobbio a vernice rossa opaca sulle super (n. 1661); 2 fra disco leggermente rilevato,e 1 f a disco da via di Carano 2 fr a disco da via fici interna d esterna da via Carano (n 1687). 1 pertinente a forma aperta Cn. 1662); 1f. plato da via Toredi Lazzara (n. 1680); da via delle Querce(n. 1719) non i. da via Conicela(. 874); fr pertinente a forma apertanon id da via delle Querce (n 1713);fir. a disco Colle Rosso (n. 1498; fr pertinente a forma aperta nond. daviadi Carano ?* | fra disco da via dei Castagnoli (a. 337); 2 frc a discoda via Appia (0. 1501); | f. pertinente ἃ forma non id. da via Cistema-Campoleone (n. Vecchia(a. 809); 1f a disco rilevato da via Appia Vecchia (n. 844); Lf. da Lazzaria (n. 1589)1 fra discoda via di glin. 1622); 2 fca i 1885); | fr pertinente a forma non id. da via Retarla(n. 1881). 1 fr. peri disco co da via dei Tigl (n. 1623); 1 fr adiscoda via Lazzaria (n. 1671). nente a forma chiusa non d da via dele Querce (n. 1719). 92 fir. da via Stradone Mut (n. 1219); 1 fad nell δὰ via Passo dei 771 fc a disco da Colle Mozzo (n. 52). 1 fr di piede ad anello da N Pratone(n. 20); f. da I Pratone (n. 221; f. di piede ad anello da La Coresi (n. 1597); 1 fr da via Lazzari (n. 1671); | fr. piatto da via del Faiola(n. 364); 1 fr. da via Colle Pipino(n. 418): 1 f. piat da via Madre Grotone (n. 1485) | fidi fondo e parete da via delle Ortensie (n 406); fe. di ede ad Teresa di Calcuta (n. 551); If. di piccolo fondo piatto da via Montecagnolo (0.880); 1 di piede ad nello rilevatodi piccole dimensioni da Crocetta (n. anelloda Crocetta (n. 1095) 7 1 fi da via Fossatello (n. 750). 1 ft: da Ten. ta Parata (n. 1470); V fr 1094); 1 ft piatto da via I Stradone Muti (n. 1114); 1 fr da Crocetta (n. dell Unica (n. 1101); fr. da via [Stradone Muti 1226); 1 f piatto da via Netunense(n. 1315). fi. con pareteda via Tore da via el lago di Nemi-via di Prsciano (n. 382); | fra disco da via del Grotton (n. 1476); 1 fida via (0.1233); Lf da via Papazzano (n. $39) | f da via de gli (n. 1618). 1 fr. 2 fi: da viadeldel Grotton (n. 1482); 1f. piatto da via dl Grottone(n. 1485); 1 f. patto da via Retaroa(n. 1678). f da via delle Querce (n. 1714); da via Cistema-Campoleone (n. 1585). 1 fr da Lazzarin. 1589; 1 fr. pat» le Querce (n. 1719) relativi però a forme aperte non id. If. da via Passo a olla. toda via Appia Nuova (n. 1603); | f con attacco di piede a tromba da via dei Cores (n. 1596), forse pertineat Retarola (n 1679); 1 fr piatoda via Retarola(o. 1680); |f. pitt da via πὶ fda via Toredi Presciano (n. 1241); 1f da Crocetta (n. 1092}. "| fr. da via Pedica ell'Oluo (n. 798); 1 f da via Lagodi Nemi (n Gianpottola(n. 1682). 3 fr. a disco da via Cistema-Campoleone(n. 1684); 2 ἔπι I fr di piccolo piede ad anello da Crocetta(n. 1095);1 fr di fondoo di 1106) arena da via Appia Vecchia (n. 844); f. di piede ad anello da via Appia "| fi da via Castel Ginneti (n. 1166) > [fic da via di Carano (n. 1501) Nuova (n. 1603); f di basso piede a tromba, da via Fontana del Turan (n. 25); 1 fi di piede a bassa tomba pertinente a forma non id. di piccole diπὶ f da Crocetta(n. 1095) pertinente però a forma aperta non id; | fi da via dei Tigli (n. 1618) ‘mension, da via dei Laghi(n 301) 772 fi pertinenti ma non congiunti di fondo piatto da Colle Mozzo (n. 35 1 fi da via Castel Ginnet (n. 166). 268

‘Trai frr pertinenti a forme aperte non idd. attestati i cordoni plastici sci". Tra le forme riconosciute quella con maggiori attestazione risulta l'olla (147), seguita dai bacini (87), quindi dai coperchi (62) e dalle ciotole (40). ‘Tra le olle, oltre i frr. non id *, numerosi quelli riconosciuti ‘a Monte Cavo(n. 4), Macchie La Faiola (n. 386) e via Appia antica (n. 1306) l'olla di piccole dimensioni, tipo Carafa 1995, 318, datata dal 530120 al 500 a. C.; a Monte Cavo (n. 4) l'olla di piccole dimensioni tipo Carafa 1995, 308, atestato per tutta l'età arcaica e alto repubblicana; a Colle Mozzo (n. SI) e a via Montecagnolo (n. 986) l'olla tipo Enei 1993, 56.342, attestato in ambito cerite in contesti di epoca tardo arcaica; a Colle Paccione (a. 263),a M. te gli Impiccati (n. 384), via della Vite (n. 834)e a via dei Tigli (n. 1615) il tipo Carafa 1995, 357, datato tra il 6001590 e il 47550 a. C.; a Monte Peschio (n. 242) c a via dei Bastioni (n. 785) il tipo Carafa 1995, 377, datato tra i 530-475\50 a.C. a Il Pratone (n. 223), via Landi (n. 1091), via Virgilio (n. 1621) c via Passo dei Coresi (n. 1658) l'olla riferibile probabilmente al tipo con vasca cilindrica Carafa 1995, 421, datato tra il 6001590 e il 500 a. C.; ἃ via Passo dei Coresi (n. 1658) l'ola assimilabile al tipo Carafa 1995, 420, datato tra il 6001590e il 500a. C3 ἃ Monte dei Ferrari (n. 233) e via della Vite (n. 834) il tipo Carafa 1995, 379, datato tra il 550 e il 500 a. C.; a Monte dei Ferrari (n.237) l'lla tipo Carafa 1995, 399, datata αἱ 600\590-500 a.C. εἰ! 30120.450a. C.; a via dei Castagnoli (n. 337) Vola assi milabile al tipo Murray Threipland 1970, fig. 31, 3, benché il ἔς, non sembri conservare traccia di vernice interna, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. aC. a La Faiola (n. 368), il tipo Enei 1993, 16.135, attestato in contest ceriti di età tardo arcaica, presente anche a via Torre di Presciano (n. 1355), confrontabile con lolla con orlo a mandorla tipo Murray Threipland 1970, fig, 27, 11, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C.;

a Mte gli Impiccati (n. 384) e via Appia antica (n. 1306) il tipo Carafa 1995, 430, datato trail 550-530 e il 475-450 a.C.; a vicolo Fiscari, a Velletri (n. 861, 69) il tipo Carafa 1995, 431, datato trail 530/20 e il 500 a.C.; a via Appia Vecchia (n. 646), © via Colle Perino (n. 1144) il tipo Carafa 1995, 400, datato tra il 550-530e il 450 .C.; via Appia Vecchia(n. 646), via Montecagnolo(n. 986), via Memnone (n. 988), via dell'Ulivo Ginnetti (n. 1409), quest ultimo con un impasto piuttosto tardo, il tipo Carafa 1995, 396, datato trail 550 eil 4754502. C.; via Colle Catalini(n. 748) l'ola tipo Ἐπεὶ 199332.368 attestata in contesti certi di età tardo arcaica; ἃ via Capitancelli (n. 757) lollacilindro-ovoide riferibile genericamente al tipo Carafa 1995, 393, datato tra il 530520 e il 4751450 a.C.; a Via Pedica dell'Olmo (n.798) l'olla assimilabile al tipo Attema 1993; pl. LXXXVI, 2, attestata nel sito di Torrecchia Nuova, in arca pontina, tra l'età arcaica e tardo-arcaica; a via Appia Vecchia (n. 809) c via dell'Ulivo Ginnetti (n. 1409), l'olla di piccole dimensioni tipo Enei 1993, 74.367, attestato in contesti cerit in epoca tardo arcaica, presente anche a Crocetta (n. 1095) confrontabile anche con il tipo Carafa 1995, 366, datato tra il 530/520 e il 500 a.C.; a via della Vite (n. 834), via Montecagnolo (n. 986) e Lazzaria (n. 1589) lolla tipo Enei 1993, 54.332, atestato in contesti cerit di epoca tardo -arcaica; a via della Vite (n. 834) Vola tipo Carafa 1995, 340, datata trail 600e il 500 a. C; ἃ viaS. Gennaro (n. 886) i tipo Enei 1993, 44.367, attestato in contesti cerit in età tardo arcaica; a via Capitancelli (n. 938) e via CisternaCampoleone (n. 1585) il tipo Carafa 1995, 301, datato trail 675650 a. C. e il 530/20e il 500 a. C; a via Montecagnolo (n. 986) il tipo Carafa 1995, 529, datato tra il 530-520 e il 500 a.C. a Colle Mozzo (a. SI) e via Montecagnolo (n. 986) il tipo Ἐπεὶ 1993, 56:342, attestato in contesti ceriti di età tardo arcaica; a via Montecagnolo (n. 987) l tipo Ἐπεὶ 1993, 22.367, attestato in contesti ceritidi età tardo arcaica; a via Memnone(n. 988) i tipo Enei 1993, 36.40, attestato in contesti ceriti in tà tardo arcaica; a via Memnone (n. 988) e a Lazzaria(n. 1589) il tipo Carafa 1995, 391, datato tra il 530-520 e il 500 a.C.; a via Colle Ottone Basso (n. 1028) loll tipo Carafa 1995, 371, di produzione local, datataal 530/20-500 a.C.; a Colle Cicerchia (n. 1052) il tipo Carafa 1995, 324, datato tra il $30\206 il 500 a. C.; a Crocetta (n. 1095) l'olla assimilabile al tipo Carafa 1995, 49, attestato in impasto bruno in contesti compresi trail 730/720e il 550 a.C., olla con orlo svasato e distinto dal corpo, assimilabile al tipo Rendeli 1993, Ka 1.6, attestato n età arcaica e tardo -arcaica, olla di piccole dimensioni tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sto G, tav... XXVI, 12, la quale peril tipo di impasto si addice meglio alletà arcaica piuttosto che a quella orientalizzante durante la quale appare comunque attestáta, e olla tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, 135 n. 132 sito U, tav. fit. LII, 132, databile ad alta e media età repubblicana; a Crocetta (an. 1095, 1109) il tipo Carafa 1995, 344, datato tra il 650 e il 6301620a. C. a via Stragonello (n. 1103) il tipo Ἐπεὶ 1993, 2.618, attestato in contesti certi in età tardo arcaica; ἃ via Stragonello (n.

7^ 1 fi da Maschio i Ariano (n.94) 20 | fr da Crocetta (n. 1225), forse pertinente aoll 1 f. da via Colle Caralii (n.748), forse pertinente a grossa oll o dolo; 1 fr. da via Colle ἀεὶ Marni (o. 809) forse pertinente a pithos. 212 fx da Crocetta (n. 1228); | fi di via di Carano (n. 1501). | fr da Crocetta (n. 1095); 1 fr da via delle Querce (a. 1719) 2] f di parete di spessore medio grande probabilmente pertinente a ola di grandi dimensioni, da via dei Laghi (a, 361); 1 fr. di prete pert nente a grossa olla, da via Papazzano (n. $39); 4 fr. di parete pertinenti a grandi oll, da Crocetta (n. 1092); 1 ft: di fondo di olla, da via Cantina Sperimentale (n. 513); 1 fr di fondo a disco rilevato pertinente ad olla di piccole dimensioni, da via dei Tigl (n. 1620); 1 ft di gola pertinente pro. babilmente a olla, da via Appia Nuova (a, 611); 1 fi di fondo piato pertnente ἃ olla, da via Casale Monaci (n. 1372); 1 f αἱ piede di ila in ima disco perda via di Lazzaria(n. 1497); 1 f di fondo pasto tardo-arcico,

tinente a lla, da via Appia Nuova (n. 1534); 2 frr. di fondo, di cui uno eggermente rilevato, pertinenti © congiunti di olla, da via Retarola (n. 1582}, 1 fe di parete in impasto tardo arcaicoo alo repubblicano pertinente a ol1a, da via delle Querce (n. 1718); | f di ansa a sezione subircolare a maniglia pertinente a olla da via Monte Cagnolo (n.987); fr. di ansa a maniglia con sezione subcircolare pertinente a lla, forse con un rivesti mento a ingobbio, da Le Castell (n. 1605) ὅς. di orlo appiattito con labbro ripiegato pertinente a lla, da via dei Tig (n. 1618); 1 f. di atacco di ansa a maniglia pertinente ad olla, da via delle Querce (n. 1713); 1 f di fondo piatto pertinente a alla da ia Colle Zioni(n. 1187); 1f. di alto piede ad anello probabilmente pertinente a olla, da via Passo dei Cores (n. 1897), 1 f di fondo a disco rilevato pertinente a olla, da Monte Alto (n. 306) 1 f di fondo piatto di olla in impasto tardo arcaico, da via dei Crocefissi (n. 748); 1 di fondo a disco pertinente a olla di grandi dimensoni, da via dei Bastoni (n. 785).

1, quelli digitati”, quelli lisci o a sezione quadrangolare* e il fr. di parete decorato con listello plastico aggettante, forse pertinente a pithos, da via Retarola (n. 1678) Presenti anche le decorazioni ad incisione: nel caso del fr. da via Fontana del Turano (n. 253) due solcature orizzontali parallele a impressione; di quello da Monte Peschio (n. 291) una solcatura orizzontale eseguita a crudo, di quello, infine, a La Faiola (n. 365) leggere solcature parallele, orizzontali; impressioni digitali esclusivamente nel fr di parete da via delle Tre Armi (n. 889), forse riferibilea forma chiusa, con applicata sulla superticie esterna la presa con andamento orizzontale, sulla cui faccia inferiore è presente un'impressione digitale sub.circolare.

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1103) e via Torre di Lazzaria (n. 1680) l'olla di grandi dimensioni tipo Carafa 1995, 436, datata trail 530120e il 500a. C.; a Crocetta (n. 1109)il tipo Enei 1993, 51.464, attestato in contesti ceriti in età arcaica il quale per l'impasto sembra meglio riferibile ad età tardo arcaica, ei tipo Carafa 1995, 415, datato tra il 600 e il 550 a.C. da cui differisce per una diversa modanatura dell'orlo; a via I Stradone Muti (n. 1114) il tipo Ἐπεὶ 1993, 70.159, attestato in contesti certi di età tardo arcaica; a via Ponte di Mele (n. 1136) il tipo Ἐπεὶ 1993, 65.367, attestato in contesti cerit di età tardo-arcaica; a via Colle Zioni (n. 1189) e via Torre di Presciano (n. 1236) l'olla con corpo cilindrico tipo Carafa 1955, 425, datata trail 550830 e it 475450 a. Cx; ἃ via Colle Zioni (n. 1189) e a via Presciano (n. 1359) il tipo Carafa 1995, 412, datato trail 600590e il 500 a. C.; a via I Stradone Muti (n. 1219) e via della Vite (n. 1608) l'olla tipo Carafa 1995, 372, datata trail 530020e il 500 a. C.; a via Appia antica (n. 1306) il tipo Carafa 1995, 48, atestato in impasto bruno tra il 730/20 eil 620 a.C., il cui impasto permette di restringere la datazione ad epoca arcaica e il tipo Enei 1993, 60.280, attestato in contest ceriti di età tardo arcaica; a via Nettunense (n. 1317) il tipo Carafa 1995, 367, datato trail 530 eil 500 a.C.; a via Presciano (n. 1359)ea via Colle Zioni (n. 1189) il tipo Carafa 1995, 412, datato trail 6001590 e il 475450 a. C.; a Ten. ta Parata (n. 1471) il i= po Murray Threipland 1970, fig. 27, n. 15, attestato in contesti compresi tra fa seconda metà del VI c il V/prima metà del IV sec. Δι τ via delle Mole (n. 1544) il tipo Enei 1993, 59.618, attestato in contesti cerit di età tardo arcaica; a via delle Mole (n. 1544) e via dei Tigli (1624) il tipo Carafa 1995, 369, datato trail 550130e il 5002. C.; avia delle Mole (n. 1544) c via delle Querce (n. 1719) il tipo Carafa 1995, 370, datato ta il 53020 e il 500 a. C.; a via Castellaccio. Carano (n. 1570) i tipo Carafa 1995, 472, datato τὰ il 600/590 e il 500 a.C.; a via Retarola (n. 1582) il tipo Enei 1993, 67.40, attestato in contesti certi di età tardo arcaica; a via Passo dei Coresi (n. 1597) il tipo Enci 1993, 76.551, attestato in contesti certi in età tardo arcaica; a via della Vite (n. 1608) il tipo Carafa 1995, 316, datato trail 5301520 a. C.; a via dei Tigi (n.1614) il tipo Carafa 1995, 442, datato tra il 530\520 e il 500 a.C.; a via dei Tigli (n. 1615) il tipo Carafa 1995, 386, datato tra il 530/20il 500 AC, per la quale l'impasto suggerisce una datazione nell'ambito del periodo tardo arcaico; a via dei Tigli (n. 1522) il tipo Enei 1993, 4.40, attestato in contest certi in epoca tardo arcaica; a via dii Carano (n. 1662) l'olla di piccole dimensioni riferibile al tipo attestato a Caere-Vigna Parrocchiale tipo Rendeli 1993, Ka 1.22 e riferibile ad epoca arcaica e tardo arcaica; a Lazzaria (n. 1663) il tipo Enei 1993, 58.522, attestato in contesti ceriti in età tardo arcaica; a via Lazzaria (n. 1672) e a via Cistema-Campoleone (n. 1684), il tipo Enci 1993, 48.342, attestato in contesti certi di età tardo arcaica; a via Isola di Ventotene (n. 1675) il tipo Carafa 1995, 356, datata trail 6001590 cil 500 a. C. per la quale l'impasto suggerisce un inquadramento nella tarda età arcaica; a via Retarola (n. 1678) l'olla globulare, tipo Rendeli 1993, J21.1 (con orlo più arrotondato), databile all'età arcaica; a via Retarola (n. 1679) i tipo Enei 1993, 17.401, attestato in contest certi di epoca tardo-arcaica; a via Cisterna-Campoleone (n. 1682) il tipo Enei 1993, 53.131, attestato in contesti ceriti di tarda età arcaica; a via. Cisterna-Campoleone (n. 1693) il tipo Enei 1993, 27.614, attestato in contesti cerit di epoca tardo arcaica; a via delle Querce (n. 1713) l'olla tipo Enei 1993, 51.454; a via delle Querce (n. 1719) olia confrontabile con esemplari di età arcaica da Crustumerium, tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito G, tav. XXVI, 14, olla tipo >| fe di oro pertinent a bacino non id con orlo appiattitoe inclina to verso l'esterno, sulla parte esterna, al di soto dellorlo presenta una risega, da via Montecagnolo (n. 880). 1 fr con oro ingrossato di forma subtrapezoidale alati convessi, con estremità aggettant sia all'esterno che all'interno, pertinent a bacino a vasca profonda non id. da Colle Crocetta (n. 270

Rendeli 1993, K 8.3 presente negli strati arcaici di Vigna Parrocchiale-Caere, l'olla tipo Enei 1993, 45.583, attestata in contesti certi di eta tardo arcaica, olla tipo Carafa 1995, 419, datata tra ἢ! 6001590-550e il $30\20-500 a.C. l’ la cilindro-ovoide tipo Carafa 1995, 329, datata tra il 6001590 e il 500 a. C; a via Cisterna-Campoleone (n. 1571) e ἃ via delle Querce (n. 1719) l'olla cilindro-ovoide tipo Carafa 1995, 333, datata tra il 53000 e il 500a. C., a via della Vite (n. 1609) c a via delle Querce (n. 1719), olla cilindro-ovoide tipo Carafa 1995, 338, datata tr il 33000 e il 500 a. C.; da Crocetta (1222) quella tipo Carafa 300, datata tra il ‘6001590 al 550 c il 530\20 al 47550 a. C.; a via dei Tigli (nn. 1618, 1623) l'olla confrontabile con l'esemplare da Crustumerium tipo Quilici, Quitici Gigli 1980, sito J, tav. XXXII, 38, riferibilead età tardo-arcaica e alto repubblicana; a via Fontana Parata (n. 1345) il tipo Carafa 1995, 289, datato tra il 530/520 e il 500 a.C.

Decorazioni sono attestate sia su olle idd. che su quelle non idd. Tra queste ultime si segnalano: da Crocetta (n. 1092) il cordone plastico a sezione semicircolare sulla spalla di olla; da via Diomede (n. 658) i ft. (olla? brocca?) con ansa impostata sull'orlo che presenta, superiormente, in prossimit ell'atacco, una profonda impressione digitale in impasto tardo arcaico; da Crocetta (a, 1095) il cordone plastico digilato immediatamente sotto orlo di olla; da via dei Bastioni (n.785) la bugna. plastica di piccole dimensioni forse su olla cilindro ovoide, confrontabile con un esemplare da Satricum, databile dall'età del ferro a età arcaica. Tra le prime, da via delle Querce (n. 1719) l'olla con orlo estroflesso e parete decorata con cordone plastico digilato confrontabile con il tipo Maaskant Kleibrink 1992, 2722, (da cui differisce per l'orlo appiattito superiormente), attestato in strati datati trail Vie il V sec. aC. Immediatamente dopo le olle, come detto, compaiono i bacini. Oltre a frr. sia di orli che di pareti non id” sono presenti:

a via Lago di Nemi (n. 1106) il tipo Enei, 1993, 15.293, attestato in ambito cerite in contesti di età arcaica; a Crocetta (nn. 1095, 1109, 1111, 1225) e via di Carano (n. 1501) il tipo Carafa 1995, 587, datato tra il 530\20 e il 500 a. C.; a via I Stradone Muti (n 1234) il tipo Carafa 1995, 681, datato tra il 530 e il 450 a.C., da cui differisce leggermente per il labbro più pronunciato verso T'esterno; a via Font. na Parata (n. 1349) e a Lazzaria (n. 1590) quello di grandi dimensioni tipo Carafa 1995, 618, datato tra il 530 e il 500 a.C.; a Ten. a Parata (n. 1471) il tipo Carafa 1995, 567, datato al 550-30120; a via del Grottone (n. 1476) il tipo Enei 1993, 20.522, attestato in contesti certi di età arcaica; a via dell Grottone (n. 1483) il tipo Enei 1993, 8.486, attestato in contesti ceriti di età arcaica; a via delle Mole (n. 1544) e a via Castellaccio-Carano (n. 1570) il tipo Carafa 1995, 549, datato tra il 500e il 475,50a. C.; a via delle Mole (n. 1546) il tipo Enei 1993, 24.517, attestato in contest certi di età arcaica; a Crocetta (n. 1095) e ἃ via Lazzaria (n. 1564) il tipo Carafa 1995, 553, datato al il 550 e il 5301520 a.C.; a via Nettuenense (n. 1595) il tipo Nardi 1993a, fig. 577, tipo N 7.1 attestato in contesti cerit di età arcaica; a via Passo dei Coresi (n. 1597) e a via Lazzaria (n. 1671) il tipo Carafa 1995, 665, datato tra il 530 e il 500 aC; a Le Castella (n. 1605) i tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, da Crustumeriun, sito U, tav. t. LII n. 190, attestato in epoca ar1095); 1 f di oro di bacino non id, da via del Grottone(n. 1478); 1 f di. oro pertinente a bacino non id. da via Stradone Muti (n. 1234) 1 rete in impasto tardo arcaico pertinente ἃ bacino noni, da via dei 1619) 3 fr. di parete pertinent a bacini di grandi dimensioni non idd., da via dei Tigh n. 1624)

caica e alto repubblicana; a M.te dei Ferrari (n. 233) il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, da Crustumeriun, sito U, n. 44, forma attestata dalla fase orientalizzante e diffusissimo in età alto repubblicana; da Crocetta (n. 1222), il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, da Crustumerium, sito U, tav. XLVII, 41, attestato dall'età tardo-orientalizzante e diffusissimo in età alto repubblicana; a via Virgilio (n. 1621) e via delle Querce (n. 1719) il tipo Carafa 1995, 534, datato tra il 53000c il 500 a. C.; a via dei Tigli (n. 1624) il fr di fondo con attacco di presa presso la base, simile ad esemplari da Satricum tipo Maaskant Kleibrink 1992, large-bowl, 2,3,4, rinvenuto in stratigrafie databili trail VI e il ΠῚ sec. a. C., riferibile in base all'impasto ad epoca arcaica; a via Passo dei Coresi (n 1897) c a via Lazzaria (n. 1671) il tipo Carafa 1995, 665, datato trail 530 eil 500 a.C.; a via Retarola (n. 1679) quello con orlo ingrossato esternamente e appiattito tipo Ἐπεὶ 1993, 11.280, attesta1o in contesti cerit di età arcaica; a via Cisterna-Campoleone (n. 1682) il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, da Crustumerium, sito K, tav. XLVII, 42, riferibile ad età arcaica e alto repubblicana; da via delle Querce (n. 1713) e da via dei Tig (n. 1623) quello confrontabile con un esemplare da Caere- Vigna Parrocchiale tipo Rendeli 1993, fig. 516, Kc 20.1, databile non oltre gli inizi del V sec. a. C.; a via delle Querce (n. 1719) i tipo Carafa 1995, 455, datato tra il 630120c il 470,50 a. C.; a Monte Cavo (n. 4) il tipo Attema 1993, pl. LXIX, 6, attestato in contesti compresi tra età tardocarcaicae quella repubblicana; a Colle della Fragola (n. 43) il tipo Carafa 1995, 565, datato tra il 600,590 e il 550 a. C. a via Catalini (n. 416) c a Crocetta (n. 1095) il tipo Carafa 1995, 624, datato tra il 530e 11 500 a.C.; a via delle Fosse (n. 786) il tipo Enei 1993, 21.583, attestato in ambito cerite in età arcaica; a via Pedica dell'Olmo (n. 790) il tipo Quilici Gigli 1993, da Ficulea, sito 192, tav. LXXIV, 4, diffuso già nel IV c soprattuto nel V scc. a.C.;a via Montecagnolo (n. 880) il tipo Nardi 1993, fig. 575, N. 40.7, attestato a Cerveteri-Vigna Parrocchiale, e riferibile all'età arcaica; a PiazzaleS. Maria dell'Orto (n. 955) quello tipo Carafa 1995, 544, datato tra il 600/590 e il 530/520 aC, a via Montecagnolo (n. 986) i tipo Enei 1993, 16.293, attestato in contesti certi in età arcaica; a Crocetta (n. 1095) il tipo Carafa 1995, 589, databile a parüre dal VI sec. a.C., quello tipo Rendeli 1993, Kc 204, databile all'età arcaica e quello tipo Zifferero 1993 [1996], fig. 29, 15, da Cures Sabini attestato tra la seconda metà del V c i primi decenni del IV sec. a.C.; ἃ via I Stradone Muti (n. 1219) il tipo Carafa 1995, 607, datato tra il 53000e il 500 a. C. a Crocetta (n. 1226) il tipo Carafa 1995, 566, datato tra il 600/590 ©1500 a.C.; a via Castellaccio-Carano (n. 1489) il tipo D'Alessio 2001, tav. 44, 181, attestato all’inizio del VI sec. a. C.; infine, presumibilmente tra i bacini va considerato i fr. di orlo da via Torre di Lazzaria (n. 1680) assimilabile al tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito J, tav. XXXII, 49, riferibile ad epoca tardo arcaica.

Sui bacini la decorazione più frequentemente attestata risulta quella a cordone plastico digilato, presente sul tipo a vasca cilindrica già nelle prime fasi dell'età del Ferro, e poi nel corso della piena età arcaica”*. Non mancano altri tipi di decorazioni sia a cordone plastico””, che a bugne"^ e a incisione, Riconosciuto anche un discreto numero di coperchi tra i quali, a parte pochi frr. pertinenti a forme non idd."* e forse il fr. da via Crocetta Vivaro (n. 230) che presenta sul bordo decorazione a tacche oblique di piccole dimensioni, sono presenti a via Fontana del Turano (n. 283) i ipo Carafa 1995, 480, datato trail 650ε i 500 a, il quale per l'impasto sembrerebbe riferibile a età arcaica; a Il Pratone (n. 216) i tipo Carafa 1995, 498, datato trail 700e 11500 a. C., il quale per l'impasto sembra suggerire una datazione alla piena età arcaica; a Pian di Cerri (n. 213), I Pratone (n. 223) c via Torre di Lazzaria (n. 1563) i tipo Carafa 1995, 509 datato trail 5300 e il 47550 a. C. a Pratone (n. 216), via della Vite (n. 834), via Cisterna-Campoleone (n. 1684) e a via del Grottone (n. 1483), il tipo Carafa 1995, 488, datato tra il 630 e il 500 a. C. a Colle degli Impiccati (n. 222)e via della Vite (n. 1514) il tipo Carafa 1995, 512, datato tra il 530550 ed il 500 aC; a Il Pratone (n. 223) e via Appia antica(n. 1306) i tipo Carafa 1995, 502, datato trail 600.550 e il 500 a.C.; a Il Pratone (n. 223) e via Stragonello (n. 1103) i tipo Carafa 1995, 510, datato trail 600590 eil 53000 a. C. a via Fontana Marcaccio(n. 251) il tipo Carafa 1995, 497, datato tra il 5501530e il 475450a. C. a Monte Alto (n. 306), Crocetta (n. 1095), via Ponte di Mele (n. 1136), i tipo Carafa 1995, 479, datato trail 675 c il 500 a. C., i quali presentano un impasto tardo arcaico; a via Ariana (n.422), a Crocetta (n. 1225),avia Stradone MutiI (n. 1234)e a via Virgilio (n. 1621), il tipo Carafa 1995, 506, atestato in stratigrafie comprese trail 600 e il 450 a.C. a via Papazzano (n. 518) c via Monte Cagnolo (987) il tipo Carafa 1995, 484, datato tra il 530/520 e il 500 a.C; a via della Faiola (n. 674) c a via Stradone Muti I (n. 1234) il tipo Carafa 1995, 499, datato tra il 6001590eil 500a. C.;a via Fontana Acquavivola (n. 909) ea via Ponte di Mele (n. 1136) il tipo Carafa 1995, 504, datato trai 600/590e il $50 a.C.; a via di Paganico (n. 1031) quello con presa. a pomo piatto, per il quale le caratteristiche dell'impasto consentomo un'atribuzione ad età arcaica, confrontabile con l'esemplare at testato a Crustumerium tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito Ζ, tv. LVI, 4; a Crocetta (n. 1225), via I Stradone Muti (n. 1234) e via Virgilio (n. 1621) il tipo Carafa 1995, 506, datato tra il 6001590 e il 4751450 a. C.; a via I Stradone Muti (n. 1234) il tipo Carafa 1995, 499, datato tra il 600/590 e il 500 a.C.; a via Appia antica (n. 1306) il tipo Carafa 1995, 513, datato trail 600-550 il 550 a.C.; via del

7*1 fr da Monte Cavo(n. 4); 4 frr da Crocetta (n. 1095); 1 fe da via Lago di Nemi (n. 1106); 3 fra da Colle Caalini (n. 748); 1 fr. da via Colle Rosso(n. 1498); 1 fr. da via delle Mole (n 1844): fr. da Lazzaia (n. 1569); 2 fr da via delle Querce(a. 1071); 1 f da via delle Querce(n. 1719). 7 fa Crocetta (n. 1095) con cordone plastico orizzontale a sezione subeircolare liscio, molto rilevato; a La Faiola (n.365) con cordone plstico orizzontale molto rilevato, su tipo forse tipo Nardi 199%a, fig. 577, N. 8.1, presente già dalla prima metà del VI sec. . C., ma diffuso soprattuttoa partire dalla seconda metà o fine del VI e per tuto il V soc. a. Cz ἃ via Cistecna-Campoleone (n. 1668 rdi olo decorato immediatamente sotto con cordone plastico su forma assimilabile al ipo Carafa 1995, 620, datato trail 53000 eil 5002.C.; a Crocetta(nn, 1095, 109) con due cordoni platici con andamento orizzontale probabilmente tipo Carafa 1995, 577, datato trail 500 i1475\450aC. 8A via Retarola (n. 1582) i f di parete con decorazione plastica a ‘bugna probabilmente pertinente a bacino a vasca cilindrica non id.

x Da via Cistema-Campoleone (n. 1693) sul tipo Carafa 1995, 574, datato tra il 550-530 e il 475-450 a. C.a via delle Querce (n. 1719) con. frontabile con l'esemplare D'Alessio 2001, tav. 45, 186 con due ampie e profonde solcature orizzontali e parallele datato tra il 530\520-500 a. C. © à Acqua Palomba (n.256) i f di parete decorata a solcature orizzontali e paralele, pertinente a una forma aperta, probabilmente un bacino, confrontabile con bacini decorati con soleature orizzontali e parallele attestati ἃ Roma-pendici settentrionali del Palatino tail VI e il V sec. a.C, i quale per l'impasto può essere ricondotto ad epoca tardo arcaica » fi. da via Fontana Marcaccio (n. 251); 1 fr. da C.le Angelo (n. 324); | fi. di presa di grosso coperchio da Colle Magisterno (n.160); 1 fr. di ‘pomolo in impasto tardo arcaico da via Pont di Mele (n. 1208; fr. di or lo da via Vecchia di Napoli (n. 1041); 1 fr di presa da via Cisterna Campoleone(a. 1693) 1 f di presa da Crocetta(n, 1225) presa in impato tardo arcaico da via de Finil (n. 1284) 1 presa di grosso coperchioda Tenuta Parata (n. 1471). 2n

Grottone (n. 186) e via dei Tigli n. 1624) i ipo Carafa 1995, 507, po Carafa 1995, 450, datato tra il 600/590 e il 450 a.C.; a via deldatato tra 600-590e i 450 a.C, i quale presenta n impasto tar- la Vite (n. 1610) quella Quilici, Quilici Gigli 1980, tipo 54, sito K da Crustumerium rispetto al quale presenta una risega interna più do arcaico; a via Lazzaria (n. 1672), via di Carano (nn. 1501, 1662), via dei Tigh (o. 1614) i tipo Carafa 1995, 478, datato tr. rilevata; a via dei Tigli (n. 1623) quella tipo Rendeli 1993, Kc 2.1, 700 e 500 Ὁ. i qual pere caratteristiche del'impasto sono rife- da Caere-vigna Parrocchiale, riferibile a età arcaica e tardo arcaica, ribil aet arcaica; a via Cisterna Campoleone (n 1693} tipo Enei e quella probabilmente di piccole dimensioni tipo Quilici, Quilici 1993, 88:342, attestato in contesti cerit di età tardo arcaica; a via Gigli 1980, sito O, tav. XLII n. 22, riferibile ad età arcaica e tardodelle Querce (n. 1713) i tipo Carafa 195, 489, datato ra 530 ei arcaica; a via Cisterna-Campoleone (n. 1669) il tipo Carafa 1995, 500 a. Cz à via delle Querce (n. 1719) quello tipo Carafa 1995, 440, datato tra il 500e il 475150 a. C.; a via delle Querce (n. 1713) 515, datato tra il 600890 e it 500 a. C. a via dei Cinque Archi (n. quella tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, tav. XXXIX, 54, da Crustumerium databile all’età arcaica; a via delle Querce (n. 1714) 1699) il tipo Carafa 1995, 90, datato trail 3000 e i500 a. C. Tra le ciotole, a parte pochi frr. non idd."^, si segnalano: a via Suolo di Piro e della Cavalleria (n. 365), a via della Vite (n. 334), a Croceita (n. 1095) e alla Parata (n. 1471) quella tipo Carafa 1995, 453, datata tra il 630120 e il 475450 aC; a via dei Pini Rioli (n. 804) e via Vigne Nuove (n. 1216) il tipo Carafa 1995, 468, datato tra il 500 e il 450 a.C.; ἃ via Valleverta (n. 883) il tipo Carafa 1995, 474, datato tra il 550-30 e il 475-450 a C.; ἃ Crocetta (n. 1095) il tipo Enei 1993, 85.551, attestato in contesti cerit di età tardo arcaica, quello Maaskant-Kleibrink 1987, 487, da Satricum, databile all'età arcaica, e quella tipo Rendeli 1993, fig. 512, Kc 2.5 riferibile a età arcaica; ἃ via dell’ Unica-via del lago di Nemi (n. 1104) il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito tav. XXVI, 18 da Crustumerium, datato al VI o al V sec. a.C (con orlo leggermente più arrotondato); al C. le degl’ Impiccati (n. 222) e a via Colle Perino (n. 1177) quella tipo Carafa 1995, 462, datata tra il tra il 500 il 475450 a. C.; a via Colle Zioni (n. 1189), a Acqua del Peschio (n. 292) e a Vigne Nuove (n. 1216) il tipo Carafa 1995, 477, datato tra il 53000 e il 47550 a. C; da via Appia antica (n. 1306) il tipo Enei 1993, 84.517 attestato in contesti cert di età tardo arcaica; a via Casale Monaci (n. 1458) il ti-

quella tipo Carafa 1995, 475, datata ta il 530 e il 500 a.C., la qua le presenta un impasto di età tardo arcaico; a via delle Querce (n. 1719) quella, tipo Carafa 1995, 456, datato tra il 600\590 e il 500 a. C., quella tipo Rendeli 1993, fig. 514, Kc 8.1 e fig. 512,Ke. 1.11 attestati a Caere-Vigna Parrocchiale e databili genericamente ad età arcaica e tardo arcaica, quella tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, iav. XXVII, 10, diffusa in età arcaica anche tarda, e quella tipo Enei 1993, 18.373, riferibile genericamente a età arcaica; a Crocetta (n. 1095) e a via dei Tigli (n. 1622) il tipo Carafa 1995, 464, datato ta il 675/650 e il 475/450 a.C.; a via Ceppeta Inferiore (n. 422), il tipo Carafa 1995, 454, datato tra il 550 e il 450 aC; a via del Grottone (n. 1482) e a M.te gli Impiccati (n. 384), il tipo Carafa 1995, 466, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 600/590 c il 500 a.C.

791 fc di parete pertinente a ciotola a carena rilevata non id, da via Retarola(n. 1677), forse i ft da via di Til (n. 1620) καὶ fr da Maschio di Ariano (n. 5); 2 frr da Coll della Fragola (n. 43);2 fr. da via Colle Vignato (n.254); 1 ἴς. da via Fontana del Turano (n. 252); fr. da Fontana del Turano (n, 248);5 fi. da Monte Peschio (n. 240); 71 i. da Monte Peschio (n. 242); 2 frr da via delle Noci (a. 218); 3 fr. da I Pratone (n. 220); 1 f da I Pratone (n.223); 1 fi. da via Croceta Vivaro (n. 229); fr. da Monte dei Ferrari (n.239);6 fre da Monte Peschio (n. 291); 2 fer. da Acqua del Peschio (n.293); fe. da via Colle Pignatta (n.315); 1 da vis Contrada Comune (n.318); 2 fr da La Faila (n.362); 3 fr. da via Colle Ulisse (a, 419); f da via di Covi-via Carlini (n. 414); 2 fr da via di Cri (n.421); 1 f da via Colle Petrone (n.453); 7 ir. da via Ponte Veloce (n. 459);fr da via S. Andrea (n.523); 1 fr. da via Catalin (n. 525). 1 Β. da via della Caranell (n 528); 2 fr da via della Caranella (n.529); fi. da via dei Crocefss (n.30); 2 fr da via Appia Antica(a. 614); | fr. da Monte Cagnoleto (a, 647); | f da via Diomede (a. 658); 2 fr. da via Rioli (n. 480). 1 fr da via Madonna degli Angeli (n. 6&9); 1 f da via F. Pari(n. 719); fda via dei Crocefisi (n.747); 3 fi. da via Capitanclli (n.757); 3 fre da via delle Posse (n. 786) 2 frr da via Redina Pennacchi (n.790); 2 fr. da via Pedica dell'Olmo (n. 798); 2 fr. da via Appia Vecchia (n. 831); 1 f da via Valle Fara (n.878); 1 fr. da via Valleverta (n. 879); | f. da via Tre Armi (n.889); 2 fr. da via Capitancelli (n. 932); 1 fr. da via Capitancelli (n. 938); 2 fr via del Franco Belga (n. 94); 4 fr da via della Caranella (n. 945); 2 f da via del Sorbo (n. 947); 3 frr. da via Fontana Acquavivola (n. 950). 2 fer. di parete da via del Formello (t. 1072); 5 fre. da via della ChiesolalColle Stringa (n. 968); 1 f. da via Cinelli (n. 980). 2 frr da via Cinelli (n.981); 2 fr. da via Montecagnoletto (n. 989); 6 f. da via Valleverta (a, 993); 2 fr. da Valle Fara (n. 94); 1 fr da Casale Orazi (n. 1014); 2fr da Pelaggi (n 1016); 2 fr. davia di Paganico (n. 1031); 6 fr da via Vecchia di Napoli (n. 1041); 3 fr. da via Carbonara (n. 1058); 2 fr. da via di Paganico (n 1076); 3 fr. da Crocetta (n. 1092); 2 fre da Crocetta Ca. 1093); 17 fr. da Crocetta(n. 1095); 3 fr. da via Sragonello n. 1103) 3 fir. da via dell'Unice-via lago di Nemi (n. 1104); 3 fr. da Crocetta (n. 1109); 3 fr da via Castellaccio-Carano (n. 1113}. 4 fr. da via delle Vigne

Nuove (a. 1046); 4 fr. da via delle Vigne Nuove (n. 111); 5 fr. da via Ponte di Mele (n. 1136); 1 f da via Colle Scarano (a. 1137); 1 fr da via Colle Perino Vecchio (n. 145);fr. da via Soleluna (n. 1197); 3 fi. da via Fontana Parata (n. 1212); 1 f da Crocetta(n. 1222); 2 fr. da Crocetta (n. 1223); 7 fr da Crocetta (n. 1224); 8 fr da Crocetta (n. 1225); 1 f da via Landi (o. 1227) 4 frr. da via Stradone Moti n, 1234); 6 fr. da via Torredi Presciano (n. 1237); 4 fr. da via dei Pozzetti (o. 1258); fr. da via dei Porzeti (n, 1259); 3 fr. da via Giannetta (n. 1251); 4 fr. da via Vecchia di Napoli (n. 1272); 2 fi. da via Vecchia di Napoli (n. 1273); 3 fi. da via Pratolungo (n. 1277); 5 frr. da via Nettunense (n. 1315); 4 f, da via Nettunense (n. 1318); fr da via Fontana Parata (n. 1348); 1 fe da La Parata (n. 1349); fi. da via Toredi Presciano (n. 1351); 2 frr. da via Torre di Presciano(n. 1382); 5 f da via Presciano(n. 1358); fi. da via Casale dei Monaci (a. 1369); 3 fe. da via Casale dei Monaci (n. 1372);fi. da via Colle dei Cavalli (n. 1374); 1 fr. da via Appia Nuova (n. 1392) 2 fi. da via Ulivo Ginnetti (n. 1398); 5 fr da via Vecchia di Napoli (n. 1406); 2 fr. da vin degli Aranci (n. 1407); 3 fr. a via Ulivo Ginnett (a. 1409); 1 fr. da via Colle Rosso (t 1460); 2 f da viaColle Rosso (n. 1468); 5 fr. da La Parata (0, 1469); 1 f da La Parata(n. 1470);fr. da La Parata(n. 1471); 5 i. da via del Grottone (n. 1476; 1 f da via del Grottone (n. 1489); 8 fr. da Presciano (n. 1488); 2 fr. da via Castellaccio-Cerano (n. 1491); 3 fi. da via di Lazzaia (o. 1497); 2. da via Colle Rosso (n. 1498). ὃ fr da Lazzaria (n. 1800) 2 fr. da via delle Mole (n. 1507); 2 fr. da Casale Lazzari (n. 1559); 8 fr. da via Lazzaria(n. 1564); 5 ἔπ. da via Cisterna Campoleone (n. 1574); 2 fr. a via Cistera-Campoleone (n. 1575); 2 fr. da via Retarola (n. 1580); 7 f a via Retarola (n. 1581); 2 frr da via Cistema- Campoleone (a, 1583); 1 fe da via Cisterna. Campoleone (n. 1597); 2 fir. da via CisternaCampoleone (n. 1585); 1 fr da via Tore di Lazzaria (n. 1588); 4 frc da Lazzaria (n. 1589); 2 fr. da Lazzaria(n. 1590}; 3 fi. da via Nettunense(n. fir. da Le Cascella (n 1608); della Vit (n. 1610); 1 fr. da via dei Tigh (n. 1618); 7 fr. da via dei Tig (n. 1619); 3 fer. da via dei igi (n. 1620); 2 fr da via dei Tigh (n. 1623); 7 fr da via dei Tig (n. 1624); 1 f. da via della Vie (n. 1632); 1 fi da Lazzaria (n. 1663); 2 fi. da via Cisterna-Campoleone (n.

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Considerevole la presenza di frr. riferibili a dolia in impasto grezzo in evidente relazione con il loro preponderante utilizzo come contenitori per le derrate agricole. Trai frr. di opera doliare un numero consistente, percentualmente il più elevato all’interno della classe, è relativo alle pareti di età arcaica™, mentre minori risultano sia le pareti di età tardo ar-

da via della Pilara (n. 469) c da Crocetta (n. 1095) il tipo Carafa 1995, 636, databile a partire dal VI sec. a.C ; da via del Grottone (0. 1481), da via Cistema-Campolcone (n. 1576) e da via Retarola (a. 1582) il tipo Carafa 1995, 635, databile tra la metà e gli ultimi decenni del VI e l'inizio del V sec. a.C.; da via Cistema Campoleone (n. 1575) il fr assimilabile per i profilo al tipo Carafa 1995, 630, datato trail 600/590e i 550 .C., che trova peτὸ un confronto più puntuale conl ipo Enei 1993, 13.486, attestato in contest cerit di età etrusce, mentre la decorazione appare quella tipicamente presente nei bacini, assimilabile a Carafa 1995, tipi 67: da via Retarola (n. 1880) quello conftontabilec D'Alessio 2001, tav. 51, 207 e con il tipo Quilici, Qui 1980, sito I, av XXVIII, 2, databile ra VII e VI sec. aC; da via Maria SS. di Nazareth (n. 1696) i fr. assimilabile al tipo Maaskant Kleibrink 1992, n. 1903, datatabile a il VI © l'inizio del V sec. a.C. da via delle Querce (n. 1719) il fr atre solcature concentri che nella parte interna il quale pub essere messo in relazione con i tipi Carafa 1995, 630, 631, datati tra il 600 e il 550 a. C. e quello confrontabile con l'esemplare D'Alessio 2001, tav. 51, 207 e con il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito I, tav. XXVIII, 2, databile tra Vile VI sce. aC. Documentate in maniera non meno cospicua numerose altre tipologie:

da via Arcioni (n. 286), da La Parata (n. 1470) e da via Cisterna. Campoleone (n. 1668) ifr dî orlo particolarmente frammentari riferibili genericamente a forme attestate a Roma-pendicisettentrionali del Palatino in età arcaica; da via Colle Petrone (n. 453), da via Madonna degli Angeli (n. 683), da via Cisterna-Campoleone (nn. 1574, 1575), da via dei Tigli (n. 1618), da via Retarola (n. 1678) e da via delle Querce (n. 1719) il tipo Carafa 1995, 630, datato tra il 6001590 c il 550 a. C.; da via della Faiola (n. 674) i tipo Carafa 1995, 638, datato tra il 500 e il 4751450 a. C.; da via della Conicella (n. 874) 1 fi. assimilabile al tipo Maaskant Kleibrink 1992,n. 1903, datatabile tra il VI e l'inizio del V sec. a.C; da via Carbonara (n. 1058) il fr. confrontabile con esemplare Quilici, Quilici Gigli 1986, attestatoa Fidene, sito 31, tav. XLVII, 8 (anche se con orlo leggermente più ingrossato), diffuso in epoca arcaica, anche tarda; da Crocetta (n. 1095) 1 fr. confrontabile con un esemplare da Crustumerium tipo Quilici Gigli 1980, sito U, tav. XLVI, 25, databile ad età arcaica; da Crocetta (n, 1225) 1 fr. assimilabile ai tipo Quilici, Quilici Gigli 1978, tavv. XLVII-XLVII, 11, attestato ad Antemnae e Veio in età arcaica; da via Torre di Presciano (n. 1237) 1 f forse riferibile al tipo Carafa 1995, 637, datato trail 500e il 475450 a. C.; da via del Grottone(n. 1477) 1 fr. di orlo tipo Ἐπεὶ 1993, 13.486, attestato in contesti cerit di epoca etrusca, per il quale l'impasto è riferibile ad età arcaica; da Lazzaria (n. 1500) 1 fr αἱ orlo tipo Carafa 1995, 633, datato tra il 600\590e il 550 a.C.; da via Appia Nuova (n. 1529) 1 fr. di orlo confrontabile con il tipo D'Alessio 2001, tav. 54, 217, riferibile ad età arcaica; da via delle Mole (n. 1546) 1 fr. di orlo molto frammentario, confrontabile con esemplari rinvenuti a Sarricum, tipo MaaskantKleinbrink 1992, nn. 2883-2884, in strati di età arcaica; da via Cisterna-Campoleone (n. 1576) 1 fr. di orlo tipo Carafa 1995, 632, datato tra il 600,590 e il 530\20 a. C.; da via Retarola (n. 1581) f. di orlo spezzato assimilabile al tipo D'Alessio 2001, tav. 54, 219, databile a partire dal VII sec. a.C. alla piena età arcaica; da via Retarola (n. 1582) 1 fr di orlo tipo Carafa 1995, 634, datato tra il 530120 e il 47550 a. C. e 1 f di orlo di grosso contenitoτὸ da derrate di età tardo arcaica/alto repubblicana, simile al tipo. D'Alessio 2001, tav. 54, 218, attestato in contesti di età arcaica e definito tipo di lunga durata; da via Nettunense (n. 1595) 1 fr. di orlo assimilabile al tipo Maaskant Kleibrink 1992, n. 1903, databile rail VI e l'inizio del V sec. a.C.; da via dei Tigli (nn. 1619, 1622) i ἔπ: di orto in impasto tardo arcaico tipo Enei 1993, 2.37, attestato in contesti di età arcaica; da via dei Tigli (n. 1620) 1 fr. di orlo arrotondato e ingrossato verso l'esterno, assimilabile al ti po Attema 1993, pl. LXVII, 2, attestato in contesti datati tra età arcaica e post-arcaica; da Lazzaria (n. 1661) 1 fr. di orlo tipo

1668); 4 fr da via Cisterna Campoleone (n. 1669); 2 fr da via Lazzari (n. 1670); 5 ἔπ. da via Lazzara(o. 1671); 1 τς da via Lazzaria(n. 1672); f. da via Retarola (n. 1677); 2 fr. da via Retarola (n 1678);3 frr. da via Torre di Lazzara(a, 1680) 6 fi. da via Cistena-Campoleone(n. 1681); 2 fr. da Cisterna-Campoleone (n. 1682); 2 fr da via Cisterna-Campolcone (n. 1699); 2 f. da via Maria SS. di Nazareth (n. 1696); 2 In. da via delle Querce (n. 1713); 3 fr da via delle Querce (a. 1714);5 fr da via delle Querce (n. 1719). | fr. da Crocetta (n. 1092); 2 fi. da via Colle Zion (n. 1139); 2 fr. da via Appia Nuova (n. 1255); 3 fr. da via della Sterlina Irlandese (n 1271); 2 fir. da via Vecchia di Napoli (n. 1274); 1 f. da via Casale dei Monaci (n. 1372) 4 frr ἀ via del Grouone (n. 1482); | fr. da Presciano (n. 1487); 3 fi. da via di Carano (n. 1801); 2 frc da viaF Pari (n. 719);fr. da via delaVie (n. 1514);1 fr. da via Nettunense (n. 1553); 7 fr da viadi Carano (n. 1558); 1 fr. da via Torre di Luzzaria (n. 1567) 6 fr da Presciano (a, 1572) 3fi. da via Cistema-Campoleone (n. 1878); 2 fr. da Lazzaria (n. 1590); [fda via della Vite (n. 1608); 3 fr. da Retarola (n. 1682); 1 fr da via delle Querce (n. 1718); 1 fr. da via Ponte Veloce (n. 459); 1 fr. da Crocetta (n. 1226) 5 fim. da via dei Finili (n. 1068); 1 t da via Casale dei Monaci

Co. 1458); 2 fs. da via del Grottone (n. 1481); 2 fr da Presciano (n. 1488); | fr. da Monte Cagnoletto (n. 647); 17 fr, da via T Stradone Muti (0. 1233) 7971 fr. di parte con attacco di presa a bugna, da via del Grottone (a, 1482); 1 fr. di parete con presa crizzontale a grossa linguetta, da via Retarola (n. 1582). 7*1 f di presa (2) in impasto chiaro augitico pertinente a forma non. id, riferibile a età tardo-arcaiculto repubblicana, da via Retarola (n. 1682), 21 fr da via Nemorense (n. 369); 1 fr. da via Contrada Comune (n 342); 1 fr da via Pelaggi (n. 1016); 1 fr. da via Retarola (n. 1582) 3071 fr di parete in impasto arcaico da via Retarola (n. 1678; 2 fr in impasto arcaico da via del Grottone (n. 1484). "fr. da via Casale dei Monaci (n. 1488); fi. da via Ponte delle Tre Armi (n. 889); 1 fr da via Cistema-Campoleone (n. 1574); 1 fr. da via iste Campoleone (n. 1669); | fa via Lazzara (n. 1670). 7? 1 fr con spalla da Croceta (n. 1092) 771 fi da via del Pertoso (n. 1151); 1 fin impasto chiaro augîcco pertinente a dolio o grosso bacino, da via Retarola (1682); frin imposto chi τὸ ugitico pertinente a dolio o grosso bacino, da viaF. Par (n.719)

caica"* che quelle di età tardo arcaica-alto repubblicana” e addirittura sporadiche sia le prese di età arcaica” e tardo arcaica-alto repubblicana” che i fondi di età arcaica”, che le. pareti riferibili a dolia o pithos"". Numerosi sono gli orli di dolia: alcuni non identificati a causa del precario stato di conservazione e/o dell'esiguità del fr sia in impasto arcaico™ che tardo arcaico!” e tardo arcaico-alto repubblicano, la maggior parte riconosciuti e per i quali confronti stringenti si possono istituire, oltre che con i materiali provenienti da ristretti ambiti ἀεὶ territorio veliterno recentemente. indagati (Ponte della Regina, Acquavivola, Case Nuove e La Chiusa), con quelli dalle contermini aree di Le Castella e Lanuvium, ma anche con quelle, ad esempio, da Satricum e Artena e naturalmente di ambito romano (Palatino, in primis pendici settentrionali, ma anche area del tempio della Magna Mater) Tra le forme identificate ampiamente documentate quelle con solcature parallele sulla parte esterna del labbro, tra cui

273

D'Alessio 2001, tav. 55, 222, diffuso in area etrusco-laziale in età arcaica (e forse anche durante la prima metà del V sec. a. C.).

po 1d, attestato in età arcaica, da La Faiola (n. 362) e da La Parata (n. 1471); il fi. pertinentea piastra di fornello con corpo troncoconico tipo Nardi 1995c, fig. 660 tipo 1 C. oa orlo atesa orizzontale a sezione trapezoidale assimilabile alla forma Nardi 1993a, fig. 584, tipo N 12.1, entrambi atestati in età arcaica e i 2 fr. i parete carenata con spalla a profilo concavo probabilmente pertinente a sostegno confrontabile con Nardi 1993a, fig. 585, tipo 3, N. 16.1, attestatoa partir dai decenni finali del V] sec. a C. e poi diffuso tra Ve IV sec. a. C., da Crocetta (n, 1098); lf. di piede probabilmente pertinente ἃ fomello tipo Murray Threipland 1970, fig. 30, 5, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C. da via Stradone Muti I (n. 1219); ile di margine inferiore, probabilmente pertinent a fornello riferibile a tipo Nardi 1993c, fig, 660, 2 a, attestato in ambiente etrusco-Iaziale a partie dalla metà del VII scc. a. C. per urta l'età arcaica, fase a cui, in riferimento alle caratristiche dell'impasto, è attribuibile if, da via della Vie (n. 1608); οἶκε infine al fi. i orlo pertinente proBabilmente a lourherion non id. in impasto arcaico, da Villa Negroni (n.399)

Ai diversi fr, quasi esclusivamente di parete, genericamente riferiti, per caratteristiche e spessore, a contenitori di medie dimensioni” o a grandi contenitori non idd. o a dolia. © pithoi non id”, può aggiungersi il fr. di orlo decorato sulla parete esterna da cordone rilevato, pertinente a dolio o bacino assimilabile al tipo Lambrechts 1989, fig. 44, 457, attestato in contesti compresi tra la metà del IV e l’inizio del III scc. a.C. da via Retarola (n. 1679), oltre ad alcuni fr. riferibili a pithoi da via Retarola (n. 1580) e da via dei Tigh(n. 1622) 1 f di orlodi pithos riferibile al ipo Enei 1993, 10.159 attestato in contesti certi in età arcaica; da Ten. ta Parata (n. 1471) 1 fe di oro estroflesso con margine inferiore a spigolo pertinente a pithos confrontabile con Nardi 1993, fig. 538 tipo M 1.4, databile ad età arcaica; da via dei Tigli (n. 1622) 1f di orlo pertinente a pios riferibile al tipo Enei 1993, 10.159 attestato in contesti cerii in età arcaica; 1 f. di orlo Tra le forme sporadicamente attestate si segnalano: ingrossato verso l'esterno e arrotondato, pertinente a pithos non id. da via Valleverta (n.883) ἔς, di parete e tesa probabilmente petida via delle Querce (n. 1713); | f di parete decorata con cordone plastico a digilature pertinente probabilmente a pithos, da via nente a piatto, forma attestata in impasto rosso giàda fasi antiche in Appia Vecchia (n. 809); 1 f. di parete decorata con cordone plasti- Etruria meridionale © Latium verus, documentata anche in epoca co aggettante, forse riferibile a pithos, da via Retarola (n. 1678); 1 più tarda (530020e il 500a. C.); da Monte Cagnolo (n. 837) forse il a Roma-penfr. di parete riferibile a pithos non id. da via dei Cinque Archi (n. tegame a vasca bassa tipo Carafa 1995, 527, attestato 1553); 2 fr di parete pertinenti a pithos non id., da via della Vite dici settentrionali del Palatino, in strati databili tra il 530\20 il 500 a.C; da Lazzaria (n. 1569) 1 f. di orlo di coppa assimilabile al ti(n. 1609) po Murray Threipland 1970, fig. 24, 8, attestato in contesti compreTra i fn. riferibili a bracieri (10), accanto a quelli non si tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C; da id’ oltre a quello con orlo a fascia in impasto tardo-arcai- via delle Querce (n. 1719) 1 f. di orlo di teglia con fondo piatto e co, probabilmente riferibile a braciere non id., da via Colle carena arrotondata, mancante dell'orlo, confrontabile con due Rosso (n. 1365), ricordo quelli: esemplari di Sarricun, tipo Maskaant-Kleimbrink 1992, nn.1950 e 1951, datati tra il VIT e il VI sec. a. C, attestato anche a tipo Nardi 1993b, fig. 658, tipo P 148, riferibile a età arcaica, da Crustumerium, Decima e Ficana, anche con esemplari Maschio di Ariano (n. 94); tipo Nardi 1993b, fig. 659, tipo P3.1,r- più tardi; 1 fr. iLavinium, orlo spezzato di mortaio non id., da via Colle spetto al quale non presenta alcuna decorazione sullorlo, attestato Rosso (n. 1498); 1 f i parete di mortaio non id, da via Pratolungo in contesti di fine VII, prima metà VI sec. a.C, da via Cistema- (n. 1393). Campoleone (n. 1670); oltre a quello non riferibile con certezza alJa forma, dall’ Acqua del Nespolo (n. 162) confronabile per la forA questi possono aggiungersi:

ma con bacini attestati a Crustumerium, tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito J, tav. XXXI, 23 e per le dimensioni con braces, ad esempio Nardi 1993b, fig. 658,P 1.49, con andamento dell oro decisamente più rivolto verso il basso, entrambi riferibili ad epoca arnica.

Completano il quadro offerto dai materiali alcuni frr. di fornelli, a causa dell'esiguità della parte conservata non sempre di certa identificazione": il fr. di elemento pertinente a fornello tipo Nardi 1993c, fig. 660 ti241 fe. da Crocetta (n. 1095); 89 fr pertinenti a contenitori di medie e grandi dimensioni da CJe degl’Impiccai (n. 222). 3016 fri dà M. Cavo (n.d); 4 fe. da via Torre di Presciano (n. 1352); 2 fir. da via Presciano (n. 1357); 6 fr. da via Cisterna-Campoleone(n. 1585); 9 fr da via di Tih (o, 1623); πε. da via del Crotone (n. 1984) 301 fi di parete in impasto tardo arcaico probabilmente pertinente a braciere non id,da via Ponte Veloce (n. 488); tdi bordo o piede in impasto arcaico pertinente probabilmente a braciere non id. da via Colle Noce (n.460); ft di piede conformato a toro pertinente a forma nonid. ma probabilmente quadrata o rettangolare, forse braciere, da Crocetta (n. 1092); 1 di braciere in impasto arcaico, d via dei Pozzeti (n. 1259); | fr. di parete pertinente a braciere non id. da via Casale Monaci (n. 1372); |f di pa ree petinente a grande contenitore di forma aperta, probabilmente un braire o un testo da pane in impasto arcaico, da via del Grottone (n. 1486) 214

il fr. di presa pertinente a forma non id. (probabilmente grande contenitore o fornello) in impasto arcaico, da via Presciano (n. 1356); 1 fs. di presa a bugna o di decorazione plastica a cordone molto rilevato con andamento orizzontale e parallelo pertinente a forma non id., da via Vigna Grande (n. 370); 2 fr. di attacco di presa o ansa. non idd., da via Colle dei Cavalli (n. 1374);2 frr. di ansa a maniglia ἃ sezione sub-quadrangolare confrontabile con un esemplare frammentario da Sarricum, tipo Maaskant-Kleinbrink 1992, 1516, rinvenuto in strati databili all'età arcaica, da Crocetta (n. 1095); 1 fr. i presa confrontabile con quella riportata in D'Alessio 2001, tav. 2971 fr. di parete probabilmente pertinente a sostegno o a fornello non id., da Monte Alto (n. 307); | fi di bordo con superfici particolarmente cortose, con labbro appiattito pertinente a bacino con vasca cilindica o a fornello non id. da Crocetta (n. 1095). 1 f di piede di forello0 braciere mon id. da via Ginestre Ginnesti (n. 1168). 3 fe pertinenti a base di fornel o non id. di eàtardo-rcaica o alto repubblicana, da vie Ponte Veloce (n. 485); 1 f di piede di fornello non id. in impasto tardo arcaico, da. Appia Vecchia (n. 8061 fi di parete e margine inferiore probabilmente pertinente ad un fornello di forma leggermente troncoconica assimilabile a Nardi 1993, fig. 660 tipo 1d o ad un bacino a vasca clindra e orlo indistint, tipo Carafa 1995, 532, attestato a Roma-pendici setentrionali del Palatino in stati databili ra i da Tenta Parata (n. 1471)

42, 174 dall'area sud-occidentale del Palatino, da via Presciano (n. 1357); 1 fr. di orlo di broccheta non id, da via CistemaCampoleone (n. 1668); 1 f. di parete con un foro integroe 5 frammentari, passanti, riferibili a crogiuolo, da via di Carano (n. 1662); 1 fr di colino (2) da via Cisterna-Campoleone (n. 1584). Infine tra i fitili non vascolari ricordo:

ca, da via Retarola (n. 1678); ilf. pertinente a testa di rocchetto, da via Castellaccio-Carano (n. 1113)e il fr. di rocchetto spezzato, da Presciano(n. 1487).

il f. pertinente probabilmente a base di colonna o a elemento di modanatura curvilineo in impasto grezzo di età arcaica, con superficie esterna lisciata e toro con tracce di sovradipintura in colore blu, da via delle Querce (n. 1718); i f. αἱ lasina di rivestimento, daC. le Magistero (n. 166); ilf di lastra decorata ἃ solcature parallele, daC. Ie Angelo (n. 324);i f i lastra di rivestimento, da via del Grottone (n. 1478); fr. pertinente ἃ terracotta architettoni-

Dci frr. in impasto rosso riferibili alla fase, quelli non id. risultano nella maggior parte dei casi relativi a pareti sia di forme chiuse che aperte”, delle quali alcune decorate con cordone plastico"? o con solcature”, e solo più raramente a fondi” e anse”, episodicamente a prese". Tra le forme identificate vi sono le olle, seguite dai coperchi, quindi dalle ciotole e, infine, dalle tazze o calici. Tra le olle, che comprendono sia i frr ipoteticamente riferiti alla forma? che quelli invece di tipo non id."*, oltre a quelli per. i quali in considerazione dello spessore si oscilla tra olle di

ἄς di parete pertinenti ἃ forme chiuso non id, da via Crocetta Vivaro (n. 13}, 4 fr di parete pertinent a forme non idd 4 fr. di parete pertinenti a forme aperte non dd. 5 frr. di parce di grandi dimensioni pertinenti ἃ forme non id. 1 f. di grandi dimensioni pertinente a forma aperta non id, da Monte Cavo (n. 4); 2 frc di parete pertinenti a forme chiuse non idd., da Maschio di Ariano (n. 55), 2 fr di parete pertinenti a forme chiuse non idd.da Maschio di Ariano (n 53); 7 fr relativi a dolia o pithoi da Acqua Donzella (a, 87) fi. di parete pertinente a forma chiusa non i. da Acqua Donzela (n. 58). |f. di parete pertinente a forma non id., da Maschio di Ariano (n.94); 3 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non id, ‘da Monte Peschio (n. 240); 10 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non ida, da Monte Peschio (n. 42) fr. di parete pertinente a forma chiusa non id, da Pian di Cerri (n. 226); 2 fr. di parete pertinent a forme chiuse non id.da Piandi Ceri(n. 25). 13 fr. di parete pertinenti a forme non id, da Pian di Cer (n 212), 8 fr. di parete di cui quatro sicuramente rifecibili a forme chiuse, pertinent a forme non id, da Pratoni el Vivaro (n. 215); 3 fr. di parte pertinenti a dolioo ios,da Il Praton (n. 221); 4 fs di pare. te pertinenti a forme chiuse non id, da Il Pratone (n. 206); 30 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non id,da via delle Noci (n. 218); 10 fr di parete pertinent a forme chiuse non id, da I Pratone (n. 57); 0 ἔπ. di parete pertinent a forme non dd. da I Pratone (n. 220); 4 fr. di parete pertinenti a forme non id, da I Pratone (n. 221); 13 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., da I Pratone (n. 223); 2 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non id, da Tl Pratone (n. 224): 10 fr di parte pertinenti a forme chiuse non dd. 1 fr. di parete probabilmente pertinent ἃ forma aperta non id. daI Pratone (n 228); | ft. di parete pertinente a forma chiusa non id.e 1 fe di parete pertinente a forma non d. da Monte dei Ferrari n.233);2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non id, da Monte dei Ferrari (n. 238); 2 Irc di parete pertinenti ἃ forme chiuse non dd. con superfici ingobbiate e 1 fi di gola e parete pertinente a forma chiusa non id, da Monte dei Ferrari (0.237), 1 ft di parete pertinent ἃ forma non i, di periodo tardo, da via Fontana Mazcaccio (n. 251); 1 fidi parete pertinente ἃ forma aperta ton id. da via Colle Magisterno (n. 264); 6 fr. di parte pertinenti a forme chiuse non idd., da Monte Alto (n.305); fidi parete pertinente a forma aperta ‘noni, superficie interna ed esterna ingobbiata e fr. di parte pertinenti a forme non id, da Monte Alto (n. 306). 1 f di parete pertinente a forma chiusa non id, da Morice (n. 350); 2 frr di parete pertinentia forme non idd., da La Faola (n, 365); | fr. di parete pertinente a forma non id. da via Redina Ricci (n. 418); fi. di parete pertinente a forma chiusa non id, da via Catalin (n.525); 3 fr. di parte pertinenti a forme aperte non dd, da via Papazzano (a, 539); 1 fr. di parete pertinente a forma non id. da via Madre Teresa di Calcutta (n. 551); 2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse ‘on i, da via Landi (n. 1004); 1 fr di paree pertinent a forma chiusa non id,da via Paganico (n. 988) | f. di parete pertinente a forma chiusa non id. da via Paganico (n. 1076) 3 i. di parete pertinent a forme chiuse non id, da Crocetta (n. 1093); 9 fi. di parete pertinent a forme chiuse non id da Crocet (n. 1095) | f di parete pertinente a forma chiusa non id, da Crocetta (n. 1112). fr di parete pertinente ἃ forma non id, da via Colle Perino (n. 1177); 1 fe di parete percnente a forma chiusa non id. da Crocetta(n. 1225); ἔς. di parete pertinente a forma aperta non id. da Sole Luna (n. 1299); 1f di parete pertinent a forma aperta noni. di randi dimensioni, da La Parata(n. 1349); 2 fr. di parete pertinenti a forme aperte non idd. con ingobbio non conservato e 4 fr. di parete pertinenti a forme

non id, da via Presciano (n. 1388); 1 f di paretedi forma chiusa non id. da via Nettunense (n. 1480); | fr. di prete pertinente a forma chiusa non id, ‘conserva labili tracce di ingobbio rosso, da via del Grottone(n. 1489); | f di parete pertinente a forma non i. da via Nettunense (n. 1553). 3 fr di parete pertinenti a forme non id, da via Cisterna-Campoleone (n. 1583); 1 fr. di parete pertinente ἃ forma aperta non d.e f di parete pertinente ἃ for ma chiusa non i, da via Appia Nuova (n. 1608). 2 frr. di parte pertinenti a forme non id, da Le Castella (n. 1605). 2 fr. di parete pertinenti a forme non id, da via Citema-Campoleone (n. 1684) f. di parete pertinente a forma non id. da via Gianpottoa (n. 1685); 1 f. di parete pertinent ἃ forma non id. da via Cisterna-Campoleone (n. 1689) 3 frr. di parete pertineniia forme non id, da via Cistema-Campoleone (n. 1693); 1 f di parete a forma non id, da via delle Querce (n. 1714). | f. di parete perpertinente nente a forma aperta non id. e 5 fr di prete pertinent a forme chiuse non id, da via delle Querce (a. 1719). 7 1i di parete di forma aperta decoratacon cordone plastico a rilievo pertinente ἃ forma aperta non id. da Crocetta (n. 1095);| f. di parete con cordone plastico scio pertinente a forma non id, da Presciano (n. 1488) >| fr. di parete decorata ἃ solcatura orizzontale © verticale pertinente apithos non id, da via Castellaccio. Carano (n. 1491). f di parete decorata con una soleatura larga e poco profonda con andamento orizzontale, pertinente a forma chiusa non d. da via Landi (o. 1004). >=" 1 fr ad anello rilevato pertinente a forma chiusa non i, da Colle Paccione (n. 263); 1 f adisco rilevato pertinente a forma chiusa non id. e 1 fr di orodi piede pertinente a forma non id,da Il Pratone (n. 228); 1 fr di alto piede ad anello pertinente ἃ forma non id, da Croceta(n. 1095). f a disco rilevato pertinente ἃ forma chiusa non id. da via Tore di Presciano. (o. 1236). | fr a nastro probabilmente pertinente a forma chiusa non id. 1 fi a sezione sub-tiangolare impostata vericalmento pertinente a forma non id., da Monte Cavo (n.4); f. i parete con cordone plastico o bugna o at tacco di asa pertinente a forma chiusa non id, da Colle degli Impiceati (n. 222); 1 fia bastoncello a sezione sub-crcolare pertinente a forma non id 4a via Torre Presciano (n. 1236); 1 fr. a maniglia a sezione sub circolare pertinente a forma non id. da Presciano (n. 1488); 1 fr bastoncello ἃ sezione sub-crcolare pertinentea forma non id, da via Cistena-Campoleone (0.1670) 20 | ἔς pertinente a forma non id, da Colle dei Impiccati (n. 222); 1 fi a sezione sub-circoareo di rocchetto pertinentea forma non id, da Pian di Ceri(n. 212). 2^1 f di parce con attacco di ansa pertinente a forma chiusa (ola?) non id da TI Pratone (n. 223): f di fondo a disco pertinente a forma chiusa (olla) non id., da Crocetta (n. 1095); 4 frr di parete pertinenti a forme chiuse non id, di cui uno con atacco di ansa impostata verticalmente (cl le?) da Monte dei Ferrari (n.236); f. di parete pertinente a forma chiusa non id, probabilmente lla, da Colle degli Impiccati (n. 222); 1 fr. di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. (olla?) da via Appia antica (n. 1306) 751 fn di orlo estrflesso pertinente piccola olla non id. da via di Carano (n. 1501); 2 fre. di paretec 1 f di fondo piatto pertinenti ma non. congiuntidi cla non id. da Le Castella (n. 1605): | fe. di parete e gola di spessore molto sot pertinente a olla non id, da via Cisterna-Campoleone (n. 1693); 1 fi di parete pertinente ἃ olla non id. da via Appia antica (n. 275

grandi dimensioni e pithoi™, raramente decorate a solcatura Ὁ con cordone digilato"", si segnalano quasi esclusivamente tipi lisci*:

da Monte Cavo (n. 4) 1 ἔς di oro assimilabile peril profilo a esemplariatestat nel Lazio (S. Omobono, Caste di Decima, Lavinium, ‘Anteranae) in età arcaica; da Pian di Cert (0. 225) 1 f. di orlo probabilmente pertinente a olla tipo Carafa 1995, 277, datato tra il 600590c il 500 a. C. e un fr. di orlo per cu l'identficazione osclla per la frammentarietà tra la ciotola con orlo estrofleso tipo Carafa 1995, 244 o l’olla tipo Carafa 1995, 357, entrambi tra il 530100 il 500 a. C.; da Pian di Cerri (n. 212) quella tipo Carafa 1995, 298, forma attestata anche in impasto grezo arcaico e datata trail 530.520 e il 500 a.C; da ἢ Pratone (n, 299) il tipo Carafa 1995, 372, attestata anche in impasto grezzo, datata tra il 530 e il 500a. C. da via delle Querce (n. 1719) 1 fidi orlo leggermente asSotiglito, con labbro arrotondato pertinente ἃ olla di piccole dimension, tipo Carafa 1995, 355, datato tr il 6001590 e il 500 a. C. il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito B, tav. XXIV, 6, attestato a Crustumerium in contesti compresi ta l'età orienalizzantee quel Ja arcaica; oltre al ἔς. di orlo arrotondato, labbro leggermente assottiglioe verticale pertinent lla, confrontbile con l ipo Carafa 1995, 412, attestaton impasto grezzo datato tra il 6001590 al 500. c.

Aquesti possono aggiungersi alcuni fr. riferibili a pithoi oa dolia:

da via delle Querce (n. 1719) 1 f. di orlo svasato con andamento rettilineo e libro appiattito confrontabile con un esemplare da Cervetori-Vigna Parrocchiale, tipo Nardi 1993, fig. 507, Kb 6.1, databile all'età arcaica; dall Acqua Donzella (n. 57) fi. di parte, con superficie esterna ingobbiata; da ἢ Pratone (n.221) 3 fr. di parete Ancora ricordo quelli riconducibili a fornelli: 1 fr. di piede a tromba in impasto rosso pertinente probabilmente a fornello non id., da Monte Cavo (n. 4); 1 fr. di diaframmadi fornello di forma circolare, mobile, con breve orlo rialzato, in impasto rosso arcaico, il quale per le caratteristiche formali può essere ticonducibile al tipo, più antico, 4 di Delpino 1969, datato all'età del Bronzo finale, corrispondente al tipo 1 variante C di Scheffer 1981, che ne rileva una ampia diffusione in Etruria e nel Lazio, da Monte Peschio (n. 242).

“Trai frr in impasto chiaro sabbioso, oltre ai numerosi di pareti” e più rari di orli e fondi"? pertinenti a forme non idd., i pochi di anse” ed alcuni altri di mortai e bacini non idd."^ a forma più ricorrente, tra quelle identificate, riguardai bacini/mortai (42). Tra essi si segnalano:

Documentate solo da pochi esemplari sia le ciotole*^ che i bacini? e le tazze o calici’. Diversi i coperchi presenti: da Monte Alto (n. 307), dalla via Ariana (n. 422), da via Isola di Ventotene (n. 1675) e da via delle Ortensie (n. 406) quello tipo Carafa 1995, 253, datato tra il 530-520 c il 500 a.C.; dalla via Ariana (n. 422) il tipo Carafa 1995, 251, datato trail 5501530 e il 520 a, C da Acqua Donzella (n. 58), i tipo, attestato in impasto grezzo, Carafa 1995, 488, datatota il 630-620 c il 500 a. C.

da Pian di Cerri (n. 213), via del Grottone (n. 1481), via Cistema Campoleone (nn. 1575, 1583) il bacino tipo Clementini, Rossi Diana 1988, EI, fig. 1, attestato a partire dalla prima metà del VI sec. al V sec. a.C., confrontabile anche con il tipo Murray ‘Threipland 1970, fig. 17,6, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI eil V/prima metà del IV sec. a.C.; da Pian di Cerri (n. 213), via dei Laghi (n. 301) e da via Cisterna» Campoleone (n. 1576), quello tipo Clementini, Rossi Diana 1988, 3, fig. 1, attestato a partire dalla seconda metà del VI al V sec.

1123) 1 fr. di parete decorato dacordone plastico concentrco pertinente ἃ palladi lla non id, da via Presciano (1359); 1 fr. di parete pertinente forse a olla costolata non id, conserva tracce di leggera costolatura orizzontaJe, da via del Grottone (n. 1485); 1f di fondo ad anello pertinente ἃ olla non id. da via del Ciglioo (n. 438). 271 f di parete pertinente forma chiusa probabilmente oa di grandi dimensioni oa pithos, da Maschiodi Ariano (n. 3); 1f di parete riferibile apithos o olla di grandi dimensioni, da Monte Peschio (p.242); 1 f di fondo e parete pertinente a forma chius di dimensioni medio-grandi (lla ο pi‘thos) non id e ὃ fi. di parete di spessore medio-grande pertinent a forme chiuse (olla 0 piros) non id, da via elle Querce (n. 1719). >| f di parete di spessore medio grande pertinente a forma chiusa (olla di grandi dimensioni o phas) decorata con due ine incise orizzonali parallele, da Acqua Donzella (n. 52). 1 f di parete decorata sulla superficie estera con cordone plastico orizzontale e parallelo, riferibile ἃ forma chiusa non i, probabilmente lla o pithos, da Colle degli Impiccati (n. m» P" L'unica eccezione ὃ costituita dal f. di parete probabilmente petinente a olla con condonatura orizzontale liscia a sezione rettangolare non id, da via Cisterna-Campoleone (n. 1583). + Da Monte Cavo (n )il ipo confrontabilecon esemplari di impasto iferibili al tipo Quilc-Quilici Gigli 1980, sito U, n. 195, attestato ἃ Crustumerium in epoca arcaica; da La Faiola (n. 365) il ipo Carafa 1995, 242, datato tra i 600-590 ei $50 aC. Da Monte Cavo (n. 4) 1 f di parte decorata con cordone plastico digilro confrontabile con lipo presente a Saricum, Decima ea Fidene-i1021 * Da I Pratone (n. 219) riferibile αἱ tipo Carafa 1995, 282, datato trail {6001590 i 550 C. edaC. le degli mpiccai n. 222) un ἔς. solo assimilaile, per l'esiguità dell'oro, allo stesso tipo Carafa 1995, 282. ‘e 1 fr, da via Fontana Marcaccio (n.251); | fr da via Appia Antica a

8. Gennaro (n. 614); 1 fr, da via Appia Vecchia (n. 633); 1 fr, da via Capitancell (n.757); 2 fr, da via S. Gennaro (n.888); 1 f pertinente a forma aperta non id, da via Stragonello (n.997); 4 fi. da via Colle Scarano (0, 1137); 4 ft, da via Colle Perino Vecchio (n.979); | fr, da via Fontana Parata (n. 1212); 1 fe, da via Torte Presciano (n. 1237); 2 fir, da via Nettunense (n. 1315); 1 τς, da via Castellccio.Carano (n, 1374); 1 fr,da via Cole dei Cavalli (n. 1360); 1 fr,da via del Grotone (n. 1476) 1 frda Presciano (n. 1488); 2 fr, da via Appia antica (n. 1529); 1 fr, da via Cisterna-Campoleone(n. 1585); 2 fe, da via dei Tigi (n. 1614); fi, da via dei Tigli (t. 1619); 2 fre, da via Cisterna-Campoleone (n. 1666); È ft. probabilmente pertinente a forma aperta non i. da via Retarola (o. 1678); 2 fer, da via delle Querce (n. 1714); 2 fr, da via dei Tih (n. 1623); 3 fr, da via Cisterna-Campoleone (n. 1681) 2 fr di parete di forma aperta (baci 2o) non id. i colore giao-rosato con superfice esterna decorata con colo re rosso. marrone, mentre nella faccia interna presenta patina di colore marrone-grigio,da via delle Querce (a. 1719). 559 fr. di oro spezzato, da via Tore di Lazzarí (n. 1680); f di fondo piatto pertinente forma chiusa non id, da via Cisterna-Campoleone (n. 1681) ΠῚ fe a sezione circolare, da via Croceta Vivaro (n. 228); 1 fr a bastoncllo, da La Parata (n. 1471) 771 ς di oo leggermente estroleso con cordolo liscio immediatamente sottostante, probabilmente pertinente ἃ bacino non id. da Colle Ottone Basso (n.971); 1$ di parete probabilmente pertinente a bacino non 3. da via Lazzaria (n. 1564); I fd oro pertinente grande contenitore non id. da via Torre di Presciano (n. 1352); 6 i. pertinenti a grandi contenitori e paedilizio non i, da vi Presciano(n. 1357); | f di fondo oa materiale rete di mortaio non id, da via Nettunense (n. 1480); 1 ὅς. di piede ad anello pertinentea forma aperta non id. bacino), da via Colle Rosso (n. 1460); 2 iir. di parete pertinent a forme aperte, probabilmente grandi bacini non id,da via dei Tigh (n. 1523)

216

a.C. confrontabile con il tipo Nardi 1993a, fig. 577, N. 8.1 aesta- VI al IV sec. a. C. da F. Parri (n. 719) lf. riferibile al tipo Nardi to in Etruria meridionale e Latium Vetus in contesti databili dalla 1993a, fig, 578 tipoN. 9.8, forma diffusa nel Latium Vetused in VI sec. o fra la metà del VIe la prima meta del VI sec. a. C. ma diffuso soprattutto dalla seconda. Etruria meridionale nell'ambito del metà del sec fino a tuto il V sec. a.C. peril quale un confrontoè metà del V sec. a.C., il quale presenta sia all'intemo che all’esterpossibile anche con fr. rinvenuto a Velletri in località Acquavivola no tracce di pittura color arancio;da via Colle Zioni (n. 1139) il fr in un contesto datato tra la fine del V e la seconda metà del IV se. tipo Angelelli 2001, tav. 62, 263, attestato nella prima metà del VI il fr. di mortaio ti 2.C.; da via Torre Presciano (n. 1237) c da via dei Bastioni (n. 785) sec.a. C; da via Casale dei Monaci (n. 1372) tipo Quilici, Quilici Gigli 1993, da Ficulea, sito 192, tav. LXXIV, Murray Threipland 1970, fig. 18, 4, attestato in contesti compresi 14, diffuso già nel VI e sopratutto nel V sec. aC; confrontabile tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C., quelcon il tipo Lambrecths 1989, fig. 53, 550, attestato in contest di lo di bacino tipo Murray Threipland 1970, fig. 18, 3, attestato in IV sec. aC.; da Crocetta (n. 1225) e da via Torre di Lazzaria (n. contesti compresi tra la seconda metà del VI il V/prima metà del 1867) quello riferibile al tipo Carafa 1995, 662, datato tail 500 e IV sec. aC. eil fr. di piede ad anello modanato all'esterno pertine31475450a. C.; da via Contrada Comune (n. 342) quello tipo En te a mortaio tipo Murray Threipland 1970, fig. 18, 5, attestato in contesti compresi ra la seconda metà del VI e il V/prima meta del 1993, 10.276, attestato in contesti certi in età tardo arcaica, ass milabile anche al tipo Carafa 1995, 660, datato tail 500 e il 450 TV sec. aC; da via dei Tigh (n. 1624) ilf. particolarmente framaC; da V.le Oberdan (n.784) quello tipo Enei 1993, 16.361, ate- mentario che potrebbe ricondursi all'esemplare Angelelli 2001, a Roma, nel Lazioc in Etruria meridionale tra stato in contesti ceriti in età tardo arcaica, assimilabile al tipo tav. 58, 244, diffuso Quilici, Quilici Gigli 1993, da Ficulea, sito 192, tav. LXXIV, 14, Vie V sec. a. Cz da Lazzaria (n. 1663) quello particolarmente diffuso gid nel VI e soprattutto nel V sec. a.C. da via Tre Armi (n frammentario assimilabile αἱ tipo Olcese 2003, tav. XXXV, 1, dif889) quello riferibile al tipo Enci 1993, 17.135, attestato in conte- fuso nel VI-V sec. a.C., con attestazione anche nel IV-II sec. a.C., st certi in età tardo arcaica; da via Stragonello (n. 997) il tipo confrontabile anche con il tipo Enei 1993, 4.368, attestato in conCarafa 1995, 679, forma datata tail 550 e i 530/20 a. C. da via testi certi in età tardo arcaico;da La Faiola(n. 365) il fr. di orlo di del Grottone (n. 1476) il tipo Murray Threipland, fig. 17,9, ate- mortaio tipo Olcese 2003, tav. XXXV, & attestato in contesti comstato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il Viprima presi tra la metà del VI e il IV sec. a.C. metà del IV sec. aC. c il fr pertinentea bacino tipo bacino tipo Oltre ai bacini, sono documentati solo raramente brocAngelelli 2001, tav. 62, 264, forma attestata a Roma sul Palatino nei saggi all'interno della cella del Tempio della Magna Mater e che"", alle” ciotole"", skiphoi*” sostegni"" e, infine, doall'Auguratorium ein Etruria meridionale in stati databili tail V lia. Fra le decorazioni con colore vanno ricordati anche i 2 e il IV sec. aC da C. le Lazzaria (n. 1589) il ft. di sostegno atestato a Caere-Vigna Parrocchiale, tipo Nardi 1993, fig. 585, tipo frr di parete di forma aperta (bacino) non id. con superficie 3, N. 7.1 databile a partire dal VI sec. a. C. da via dei Tipli (n. esterna decorata con colore rosso-marrone, mentre nella fac1619) i f di orlo a fascia di bacino tipo Olcese 2003, tav. XXV, cia interna presenta patina di colore marrone-grigio, (i baci5, attestato in contesti di IV-fine ΠῚ sec. a.C. da via Isola di ni di impasto chiaro sabbioso con decorazione a fasce sono Zannone (n. 1676) e da via Retarola (n. 1677) il D assimilabile al ampiamente documentati nel Lazio ed in Etruria meridionatipo Clementini, Rossi Diana 1988, fig. 1, 44, attestato in contesti le tra l'ultimo quarto del VI e la metà del V sec. a.C. mentre. compresi tra la prima meta del VI e la seconda metà del V sec. a.C. da via Cisterna-Campolcone (n. 1681) il f. ipo Nardi 1993, sembrano rarefarsi nella seconda metà del secolo), da via fig. 573, N 4.1, forma attestata a Cacre-Vigna Parrocchiale in im- delle Querce (n. 1719). pasto di colore rossoed in generale in zona etrusco-laziale e Pyrgi Tra i fittili non vascolari sono presenti, oltre ad alcuni in impasto chiaro, in contesti di età arcaicae tardo arcaica; da vi pesi da telaio «da Colle dei Marmi (n. 810) ἢ fr. pertinentead delle Querce (n. 1719) i tipo Nardi 1993a, fig. 582, tipoN 11b.1, un peso da telaio di forma tronco-piramidale; da via del attestato in contesti di et arcaicae tando-arceica il quale presenta (n. 1482) il fr. di forma ellissoidale con foro pasnella faccia interna tracce di decorazionepittorica di colore bruno, Grottone sante-, il pertinente a testa di rocchetto da via delle probabilmente una fascia orizzontale soto l'orlo, il quale può es- Querce (n. fr.1719), e il fr. di terracotta architettonica riferibile Sere messo in relazione anche con gli esemplari rinvenuti a CaereVigna Parrocchiale, raggruppati nel tipo Nardi 1993a, tav. 579- ἃ età tardo arcaica-alto repubblicana da Pratolungo (n. 580, N 10 forma particolarmente diffusa in contesti dalla metà del 1393) "Da via Cisterna-Campoleone (n. 1574) i fi di orlo tipo Murray ‘Threipland 1970, fig. 14, 1, attestato in contesti compresi ta la seconda meἃ del VIe il V/prima metà del IV sec. aC; da via Passo dei Coresi (n. 1597) ilf di oro pertinentαἱ tipo Enei 1993, 2.283, attestato in contesti certi i epoca arcaica > Da viaS. Nicola(a. 900) ilf di pancia con attacco d'ansa a ma glia impostata orizzontalmente pertinente ἃ ll biansata, assimilabile genericamente al tipoI di Murray Thrcipland 1970, atstao in contesti compresi tra la seconda metà del VI il V/prima metà del IV sec a.C. da via della Primavera (n. 1065), i ft. pertinent a ola tipo Murray Threipland 1970, fig. 19,7, attestato in contesti compresi ra la seconda metà del Vie il Vip ma meth del IV sec. aC., peril quale l'impastoe l'assenza d'ingobbio farebbero pensare ἃ un esemplare tardo all'interno della produzione: da via della Vite (n. 1633) il f riferibile αἱ tipo Carafa 1995, 645, datato va 530120eil 5002. C. se Da via Cisterna-Campoleone (n. 1669) il fr. confrontabile con

l'esemplare Angelelli 2001, tipo 2, varietà A.1, atesatonel Latium Vetus ed in Etruria meridionale in contesti databili all seconda metà del V sec. a. C. "Da via Stragonello (a. 1103) il f . pertinente al tipo Murray Threipland 1970, fig. 14,2, attestato in contesti compresi ta la seconda metà del VIcil prima metà del IV sec. a C. quale presenta pasta chiara, spesso ‘ingobbio colo bianco crema, decorazione costituita da linea interna all'orlo dicolore brunoe lina esterna sotto l'orlo di colore bruno. "Da vi Cistema-Campoleone (n. 1885)e da C.Ie Lazzaria (n. 1559) JI fr di bordo con decorazione dipinta a banda a vemice nera sulla superfiie esterna, confronabile con un sostegno di impasto attestato a CaereVigna Parrocchiale tipo Nardi 1993, fig. 585, ipo 3, N. 7.1, databile genericamente all'età arcaica; da via di Fini (n. 1441) fr. probabilmente rferie a base di sostegno con piede a campana, confrontbile con 'esemplare Angelelli 2001, tav. 69, 303, datsto agli inizi del VI sec. a. C. TT fr. di orlo, riferibile a età alto repubblicana non id, da via Cisterna. Campoleone (n 1583) 27]

ETÀ MEDIO-REPUBBLICANA (IV-prima metà II secolo a. C.) Per questa fase la maggior parte delle attestazioni, ad esclusione di alcune produzioni specifiche, si riscontrano nella classe della comune, soprattutto da fuoco. ΑἹ suo interno la forma maggiormente attestata appare l'olla, del tipo più antico, ovoide con orlo svasato e ingrossato "a mandorJa", databile tra IV e III secolo a.C., il quale documenta il passaggio, senza iato, dalla fase arcaica a quella repubblica na, oltre ad alcuni coperchi i quali, per forma, dimensioni e caratteristiche dell'impasto, seguono l'evoluzione delle forme note in età arcaica, databili tra IV e IVI secolo a.C. ‘Tra questi, tralasciando l'elencazione dei vari tipi, vale la pena segnalare alcune forme le quali trovano riscontro in recenti rinvenimenti nel territorio veliterno: da via della Sterlina Irlandese (n. 1269) il fr. di oro di dolio confrontabile con il tipo Attema 1993, sito 34 di Torrecchia Nuova, pl. XCVI, 1, attestato n contesti compresi tra la tarda repubblica e il primo impero e con il tipo Quilici, Quilici Gigli 1993, sito 378, tav. CXX, 2 n. 1, datato ad ett medio-repubblicana, il quale trova confronto con un esemplare simile rinvenuto a Velletri, in località Case Nuove, in un contesto datato tra la fine del IV e la prima metà del ΠῚ a.C; da Colle della Fragola (n. 43) 1 fr. di orlo di coperchio, simile all'esemplare rinvenuto a Velletri in località Case Nuove in un contesto attribuito alla fine del IV, prima metà II sec. a. C; da via della Cantina Sperimentale (n. 513), via Colle Zioni (n. 1187) e via Colle Rosso (n. 1459) 1 fr. di orlo di oll tipo Dyson. 1976, fig. 3, CF 30, attestato in contesti databili tra il 275 e il 150 a.C., confrontabile con un esemplare rinvenuto a Velletr in località Case Nuove in un contesto attribuito alla fine del IV, prima metà del II sec. a. C.; da via Retarola (n. 1580) e da via dei Tigi (n. 1618) 1 fr. di orlo a breve tesa pertinente a grossa olla o piccolo dolio confrontabile con il tipo rinvenuto a Velletri, in località Case Nuove, in un contesto databile tra la fine del IV e a prima metà dell Til secca C. Tra la ceramica comune da mensa e dispensa, sono presenti diversi frr. di parete non idd. riferibili per caratteristiche dell'impasto a epoca repubblicana, tra cui alcuni caratterizzati da tracce di sovradipintura rosso-bruna, e non molti relativi a forme identificate:

via della Vite (n. 1514); 1 fr di orlo di mortaio assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXXVII, 3, databileτα I fne del IV e il I sc. 2C., da via Castelaccio/Carano (n. 1489); fr di orlo di bacino in impasto simile al chiaro sabbioso, leggermente più depurato, asi milabile al tipo Olcese 2003, tav. XXXV, 8, attestato in contesti compresi ra la fine del IV e il IT sec. a.C, da via Toredi Lezzaria (n. 1565) i f di orlo pertinente a coppa tipo Dyson 1976, fig. 5, CF 70-Duncan 1965, form 36, 141, fg, 3, attestato in contesti databilira i 275e il 150 ἃ. C. da vie ἀεὶ Tigli (n. 1618). Nel numero complessivo vale la pena ricordare alcuni frr riferibili per le caratteristiche dell'impasto alla fase, confrontabili con forme anche più antiche: da Sole Luna (n. 1306) | f. di coppa in ceramica sovradipinta di età repubblicana, tipo Murray Threipland 1970, fig. 10, 75, il quale conserva labili tracce di colore;da Le Castella (n. 1605) 1 fr. di piede ad anello di coppa con parete con traccia di sovradipintura arancio-bruno, riferibile a ceramica sovradipinta assimilabile al tipo Murray Threipland 1970, fig. 9, 13; da da via dei Tigli (n. 1618) 1 fi. di coppa in impasto depurato tipo Murray Threipland 1970, fig. 8,4, tutti attestati in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il Viprima meta del IV sec. aC. Vernice rossa interna

In questa fase si avvia anche la produzione di ceramica ἃ vernice rossa interna, la quale risulta però scarsamente attestata dalla ricognizione, probabilmente a causa anche delle caratteristiche tecniche, perla facilità con cui i frr. conservati in terreno agricolo tendono a perdere la colorazione. Tra i 21 fre: individuati, l'unico risultato identificabile è riferibile alla fase sucessiva -1 fr. di orlo pertinente a tegame tipo Goudineau 1970, pl. VIII, 3, 15, datato tra il 90 e il 30 a.C. da via della Vite (n. 1609) -. Vernice nera

il fi. di orto di brocca tipo Olcese 2003, tav. XXIV, 3, attestato in contesti compresi trail IV cl I sc. a. C., da via dei Laghi (n. 301); 13 frr pertinenti a ansa impostata orizzontalmente sull'orlo, in impasto chiaro, molto simile al chiaro sabbioso, riferibili a bacino tipo Olcese 2003, tav. XXXVIII, 1, attestato in contesti di età medio e tardo repubblicana, da via della Faiola (n. 674); il fr. di orlo assimilabile a piccola coppa tipo Dyson 1976, fig. 10, FG 62, attestato in contesti databili intorno al 200 a.C., da La Parata (n. 1469) e da

All’interno di questa classe, a parte quelli, presumibilmente, riconducibili all’“atelier des petites estampilles”** e un fr. con iscrizione da una località ignota di Velletri", ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri”, le nuove ricerche hanno permesso l'individuazione di 582 frr. (Fig. 43). Sulle 107 forme riconosciute, a parte le due di TV secolo a. C., appena 7 volendo considerare quelle di IV-III secolo a. C^", a parte le poche (10)di fine IVI secoloa. C.-prima me-

=| fr. parete pertinente a forma non i, da C.le della Fragola (n. 46); 1 fi di parete pertinente a tegame non id. da Nemi-Lago (n. 178); 1 f di fondo pertinente a forma non i, da Colle Paccion (n. 262); 1 f. di parete pertinente a tegame non id. ἀ via Catlini (n. 414) 1 f i parete pertinente a tegame non id. da via Cantina Sperimentale (n. 514; f. parte per nente a forma non id. da via 8. Gennaro(n. 833); 2 fr di parete pertinenti a tegami noo id, da via Vagnere (t. 849); | f. di parete pertinente a teg me non id. da Crocetta(n. 1 09); 1 fr. di parte pertinente a tegame non id., da Crocetta (n. 112); 3 fr. di parete pertinenti a tegami non id,da ia del. Te Vigne Nuove (n. 116). ft di fondoe 1 fr. di parete pertinent a forme non idd. da via Ara di Stanga (n. 1182); 1 fidi parete pertinente a forma non i. da via Soleluna (n. 195); fr di parete pertinente a tegame non i, da via Colle Formica (n. 1280); 1 f. di fondo pertinent a forma non id, da

via dei Fienili (n. 1284); 1 f. di parte pertinente a forma non id, da via di Carano (n. 1501); f i parete pertinente ἃ forma non id, da via Isola di Ventotene (n. 1675) SP Caccanint 20018: 82 nn 521, 525 “a rosette”, 83n.544 “a rosee” 145 n. 1585 “a rosette palmette”, 146 nn. 1586-1588 “a rosette” (secondo Crescenzi 1981: 128 a rosette e palmete”); 124 n. 1261 ἃ “rosetta e palΕΣ 5 Crescenzi 1981: 179; Cocaina 2001: 155 n. 1718. 2" Si ttt: dell'oro di skyphos tipo Morel 1994, 4343a 1 da via Tore αἱ Lazzaria (n. 165) e sebbene con una datazione appena rferiile al IV sec, della coppa Morel 1994, 25380 2, da Sole Luna (n. 1306) traIV e Ill sec. sono compres: l'orlodi coppa Morel 1994, 2784 beBernurdini 1986, tav. XII, 129, davia di Cori (a. 419); l'orlo di skyphos tipo Morel 1994,

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τὰ del I secolo d. C."*, la gran parte (70) si concentrano tra il Mle il I secolo a. C.: 33 sono, infatti, riferibili al ΠῚ secolo a. C^", ai quali vanno aggiunti i 37 dell’atelier des petites estampilles che spostano la maggior parte dei fr. attestati tra ultimo decennio del IV e la metà del ΠῚ secolo”, di cui 20 relativi a forme non idd. solo riconducibili alla produzione"! 43630 1, da Sole Luna (n. 1306), loro di anforetta tipo More] 1994, 5223b1, da via Torre di Lazzaria (n. 1568); if di carena pertinente ad una = coppetta assimilabile αἱ ipo Morel 1994, 2435 c, da Crocetta (n. 1092); I Wesec. IVAIL Misco. DAD Hsec. lees Dee. sec oro di coppa tipo Morel 1994, 2784h 1, da via dei Til (n. 1614). aC. seo al se aC aC aC ΟἽ 2s i rata: della patera dl tipo Morel 1994, 2276» 1, dalla Donzlletta ac ac. τς dC. (0.182): del f di fondo con piede ad anello caratrizzat due linee concen"riche incise, pertinent ἃ pato on id, smileal tipo Bernardini 1986, vL, Fig. 43. Ceramica a vernice nera: distribuzione delle presenze nelle LIL LIV, n. 659, in campana B nn. 670,672 e 679, da via Crocetta Vivaro (n. 230); de δι i ansa di brocca assimilabile αἱ ipo Morel 1994, 3451f 1, da diverse fasce cronologiche. VelltriVle Oberdan (n. 689); della patera tipo Morel 1994, 2276d 1, da Colle dei Marmi (n. 810). del fr. probabilmente pertinente a coppeta sci Colonnella (n. 419); | f di olo a tesa di patera assimilabile alla serie Morel 1994, 1124, da via Fontana delle Fosse (n. 688); 1 fd orlo dî coppa emisferi Morel 1994, 2323,da Crocetta (n. 1092); ella patera ipo Morel 1994, 22541. 1,da via Appia antca (n. 1306); del rdi fondo con piede ad nello carate- ca tipo Morel 1994, 2783 h=Bemardini 1986, tav. VII, 107, da via dei rizzato da due linee concentriche incise, pertinent probabilmente piatto non Bastioni (n. 788); 1 f di ocio di coppa emisferica tipo Morel 1994, 2783h ia, visibile sul tipo Bernardini 1986, tav. L, LIL; LIX, n 659, in campana B: 1 =Bernardini 1986, av. VII, 106,da via Pedica dell Olmo (n. 798.1 f di n. 670, 672 e 679 in aezina a vernice nera, da via Casale dei Monaci (n. vascadipaterarfeibile alla serie More 1994, 1323, da via della Vie (n.834); 1 fe di orlo a tesa probabilmente pertinente a piatto tipo Morel 1994, 1372); della coppa tipo Morel 1994, 1252c 1, da via Pratolungo (n. 1393), 2 fc di fondella patera con quatro cerchi concentrici su fondo che racchiudono quattro 1324b- Bernardini 1986, tv. IV, ὅδ, da via Stragonello(n. 103); bolli eno carilio quadrangolare, di cui ne restano isiili un intero e uno do su piede ad anellodi coppa emisferica assimilabile alla serie Morel 1994, frammentario, raffiguranti monogramma impresso in positivo: PQ. (--) ife» 2783 c1 f di fondo di patera 0 "piatto da pesce" tipo Morel 1994, 1124c ribile al ipo More 1994, 2286 e1, da via di Carano (n. 1501); della coppa ti- 1eBecrarini 1986, v1, da ia Colle Perino Vecchio (n. 1147). 1 fr di orlo di coppa ipo Morel 1994, 2784a da via Appia antica (. 1806). fr. di arepo Morel 1994, 2653c 1, da via Cistema-Campolcone (n. 1684) alla serie Morel 1994, 2744=Bemardini 7" Si rata, compresi pochi (5) fr datati ta ITe Tse. C: della coppa te di coppetta crenata, assimilabile emisferica tipo Morel 1994, 2784c 1=Bemardini 1986, av. XII, 139, da 1986, tav. VII 96, da via Colle Piombo (n 141): ft. di fondo ad anellocon Monte dei Ferri (n.233); della patera tipo Morel 1994, 1131b 1 e della patera onphalos interno di patera, tipo Morel 1994, 1124a 2, da via Castellaccioassimilbilealla serie More 1994, 1315, a Vellerri-Vle Oberdan (n 689); de Carano(n. M91); 1f di fondo con piede d anello di coppa assimilabile al Ja patera tipo 28121 gruppo di Nikia-Ion, da vi dei Bastoni (n. 785) della poBernardii 1986, tav XXIL 25, con quatto bolli circoli impressi su así coppatipo Morel1994, 2133a 1 da M.te Cagnoo (n.844); el. di fondo con parallel raffiguranti foglia cinque punt di platano, tipo Morel 969, fig. 8,¢ piede ad anello i forma nonid.i cui prof ettlineo forse rimanda si pied“a perla fogli ig, 3, d perladisposizione, Corsi. 1897); fr. da via Passo dei facce etilinee”, più n particolare a quell che presentano una gola poco pro- dites leggermente pendente di patera ipo Morel 1994, 1323a 1- Bernardini fonda nel punto di raccordo tra vasca e piede stesso tipo Morel 1994, 213 a, 1986, tav. IV, δῦ, da via Passo dei Coresi (n. 1656); 1 f. di orlo con attaccodi aruppo di Nükia-Ion, da Vagnere(n.849); ella coppa tipo Morel 1994, 2621c. pareredi piatto tipo Morel 1994, 323b I-Bernandini 1986, av. IV, 65, da via 1, da via Piazza di Mario (n.941); della coppa dall'ora sezione triangolare ti Torredi Lazzaria (n. 1669); 1 f di rlo e paretedi coppa tipo Morel 1994, po Morel 1994, 2538 1, da C. Oraz (n. 1014); del piatto tipo Morel 1994, 2981a 1=Bernardini 1986, tav. XIV, 148, da via Cisterna. Campoleone (t. 2233 1, da via Vecchia di Napoli(n. 1041); della coppetta seris Morel 1994, 1681). inizio dell produzione va post intornoal 310-305 2.C, epoca in 2922=Bermardini 1986, tav. XLVI, 610, da Crocetta(n. 1092); ella coppa ipo da stampigli αἱ piccole dimen‘Morel 1994, 2784c=Bemardini 1986, tav. XII, 139, da via Stragooello (n. cui a ceramica a vemice nera è caratterizzata sioni a "palmeta" oa “bocciolo”, i chiara derivazione attica. Trail 280 eil 1109); della pater tipo More 1994, 1534h 2=Bemardini 1986, tav. XXXII, 418, da via Pontedi Mele (n, 1136); della coppetta probabilmente riferibile alla 2704. inizia la massiccia diffusione dei prodott delle officine romane. La al 265 a C. o poco più tardi Sono caratteristiche serie Morel 1994, 2744- Bernardini 1986, tv. VIII, 99-100, da via Vecchiadi produzione termina intorno Napoli (a. 1168). del pia tipo Morel 1994, 2233 1, da via Formalet (n. del gruppo alcune forme come l patere della serie Morel 1994, 11242 1323. 1170); dell coppa del tipo Morel 1994, 2534 1, da via I Stradone Mati (n. P" Un fr di olo di coppa emisferica non id, da Cle degl'Impiccati (n. 3219), della pater tipo Morel 1994, 1534i 1, della coppa tipo Morel 1994, 222), 1 di fondo pertinente a forma non id. con bollo a palmeta assimilabile al ipo Bernardini 1986, tav. LVIIL 117e 1 fr. di parete pertinente a 26453 1, della coppa tipo Morel 1994, 2784c L-Bernardini 1986, tv. XII, 138, da via Appia antica (n 1206); della pateratipo Morel 1994, 112% 1, da ia forma non id. da via Ceppeta Inferiore (n. 422) 1 ft: di fondo di coppa non Presciano (n. 1357): della coppa riferibile lla serie More 1994, 2538, da via id. con stampiglio per dimensioni e morfologia assimilabile a Bernardini 1986, tav. LIX, 127, da Papazzano (n.519); | fr. di fondo su piede ad ane Presciano (n. 1358); della coppa emisferica tipo Morel 1994, 2784 TeBecnardini 1986, av XII, 139, da via Casale dei Monaci (a. 1372); della lo di coppanon id, da Vellei ~ Ve Oberdan (n. 689); fr di fondo con a rilievo contrapposti, assimilabile a Morel 1969, pl 9, coppettaemisfeicatipo More 1994,2784c 1=Benardini 1986 tav. XIII, 139, due boll a palmeta via del Grottone (n. 1478); ella coppa ipo More 1994,2538c 1, da viadel108, pertinente a forma non id. da Vellei via U. Matoccia (n. 692) 1 fi Ja Vite(n. 1514); ellacoppatipo Morel 1994,2672f e della coppa ipo Morel di fondo pertinente ἃ coppetta carenata non id con palmett in negativo ioluta αἱ centro del fondo, tipo Bernardini 1986, tav. LVI, 102, da via Colle 1994, 26122 1, da via Tore di Lazzria (n. 1565). dela scodella Morel 994, 16468 | edel piatto con leggere modanature esterne tipo Morel 1994, 2232c, da dei Marmi (n. 809). 1 ἔς. di parte pertinente a forma aperta non id, da via. a copLazzara (n. 1589); dela patera tipo Morel 1994, I314f 1, da via Passo dei Colle Stringa (n. 964): If. di parete con attacco del fondo pertinente Cores(n. 1594); della coppa emisferica assimilabile al tipo Morel 1994, 2783: pet non id. da Crocetta (n. 1092); fr. di parete probabilmente pertinente 1=Bemardini 1986, tay. XXXI, 385, e della patera tipo Morel 1994, 1534h ἃ coppa non id. da via Lago di Nemi (a. 1104); f di fondo pertinente a 1eBemardini 1986, tav. XXXII, 418, da via dei Til (n. 1618); della coppa forma non id. con piede con rosea a dodici petal, da via della Sterlina Irlandese (n. 1269); il fondo pertinente a forma aperta non id. con stampiemisferica essiilabile a tipo Morel 1994, 2565s, da ia Passo dei Cores (n. ilio palmetta di fase arcaica tipo Morel 1969, pl. 5, 28, da via Appia an 1656: della coppa ipo Morel 1994, 26722 3, da via Passo dei Cores (n. 1658). 7*1 fedi fondo su piede ad anello di paterao "piatto da esce" tipo Morel ca (a. 1306). | fondo con piede, pertinente a forma non id. decorato con ro1994, 1124e Le Bernardini 1986 tv. I, 1, da Eso dll Acqua Lucia (n.393); 1 set central à 16 petali e 1 fondo con piede, pertinentea forma non id, defe di oridi coppa More! 1994, 2784 b=Bernardini 1986, tav. XII, 129, da corato con rosea ad oto petali impressa quatro volte, da Castel Ginnetti 279

(i quali solo parzialmente evidenziano quel carattere “industriale” riconosciuto alla produzione”), mentre 20 sono riferibili al I secolo a. C."". Quanto alle produzioni, accanto a quelle laziali, dell’Etruria soprattutto meridionale e più raramente settentrionale, sabine, in un caso picena, si segnalano, in numero considerevole quelle locali.

A contatti con il mondo greco sembrerebbero rimandare, oltre ai pochi frr. di anfore greco-italiche individuati nelle ricognizioni (10)Ὁ, e, forse, a qualche bollo rodio, nei magazzini del Museo delle Terme”, soprattutto alcuni dei pesi da telaio, di generica provenienza "Lariano" ricordati dal Catalogo Nardini: in particolare quello rotondo con bollo XOKPA (n. 275), certamente greco, peril quale è stata proposta una datazione compresa tra IV e I secolo a.C; due, anch'essi rotondi, "di produzione greca o magno greca di età ellenistica" decorati uno con uno stampiglio rotondo a rosetta con undici petali e l’altro con due stampigli, rappresentanti un calice ela caccia di una bestia feroce a un cervo (7). Anche se con una datazione quanto mai ampia, ma che tuttavia ha come terminus ante quem proprio il IV secolo a. C., bisogna considerare le serie di ex-voto fitti sia di provenienza urbana che, soprattutto, extra-urbana, spesso unica testimonianza dell'esistenza di edifici templari. La loro di fusione anche a Velletri, sulla scia di quella capillarità riscontrabile sull'intero territorio italico, con caratteristiche figurative e tecniche standardizzate che hanno i loro modelli

in ambito magnogreco, non è improbabile che sia in rela ne con la romanizzazione del centro, nelle fasi post 338 a. C. Così questo episodio, accanto alle più immediate modificazioni di carattere formale, sembra anche innescare l'avvio di quel processo di ampia diffusione culturale di modelli greci, tra i quali può risultare esemplificativo proprio quello dei votivi fitti". Proprio la quasi completa uniformità per quel. che riguarda le caratteristiche figurative riscontrabile, ad esempio, in medesimi tipi provenienti da aree anche molto distanti tra loro, mi sembra dimostri bene la portata di questa diffusione. Prescindendo dall'argilla utilizzata, la quale peraltro sembrerebbe presentare caratteri uniformi e non dissimili da quelli riscontrati, ad esempio, quasi ovunque in area albana, le similitudini sono rilevabili nelle diversi classi, dai votivi anatomici a quelli rappresentanti animali. TI complesso individuato a est di Le Castella (n. 1631), di tipo “etrusco-laziale campano”, sembrerebbe presentare caratteri ricorrenti in gran parte di quelli noti in ambito veliterno da vecchi rinvenimenti siain area urbana (nn. 561, 22, 57, 110, 115), che extra-urbana (S. Anatolia(n. 686), Campetto Macellari (n. 1300), via dei Cinque Archi (nn. 1316-1317), La Parata (an, 1347-1348) al quale presumibilmente si riferiscono i fr. da ricognizione n. 1345), ad eccezione del deposito da una localita imprecisata del Monte Artemisio (Algido ?) (nn. 97-98). ‘Tra gli esemplari riconosciuti, a parte qualche frr. di statua, numerosi risultanoi piedi, come attestato in numerosi altri casi!” Fatta eccezione peri pochi frr, che il grado di conservazione permette di riferire con certezza al tipo isolato, finito alla caviglia, l'estrema frammentarietà della maggior parte di essi, non consente di escludere che si tratt, almeno in alcuni casi, di arti completi fino al terzo medio della gamba,

(n. 1409); 1 f. di fondo con piede ad anello pertinente a forma aperta non id, da via Vecchiadi Napoli(o. 1406); | di fondo pertinente ἃ forma non id, con stampiglio centrale illeggibile, davia Lazzaria(n. 1564); 1 fi. di fondo con stampiglio centrale non id, da Lazzari (n. 1568); 1 fr. di fondo su piede ad anello di coppa non id. con due stampigli mal conservati con. palmett à rivo, sovrapposti, simile a Berardi 1986, tav. LVII, 116,da via Retarola (n. 1580); 1 f di fondo con piede e decorazione con stampiglio a palmette impresse, tipo Morel 1969, fig. 5,31 da Lazzaria (n. 1589); 1 f di fondo ad anello di coppa non id. con stampiglio a rosetta a oto petali tipo Bernardini 1986, ta. LV, 4, da Lazari (n. 1668). "" Mogr 1969, sopratutto peri riconoscimento dello stretto rapporto tra la carta di diffusione di questa classe ceramica e le zone concesse commercio romano dal tatto romano-caraginese del 279 2. C.; COARELLI 1990b: 182; Mons. 1990: 153-154 sulla diffusione non soltanto nell talia. centralema anche “oltremare”. 2" Si tratta: della patera Morel 1994, 2257a 1 e del balsamario Morel 1994, 7111, da Colle Mozzo (a. $1); della coppa apode Morel 1994, 2121c 1, dal Eso del Peschio (n. 47) della coppa apode tipo Morel 1994, 21215 1, dalla Faiola (n. 365) c dalla Parata (n. 1349), dei 2 piedi di balsamario assimilabili αἱ tipo Morel 1994, 7Illc 1, da Velleri-Vie Oberdan (n. 689); della coppa apode indistinto tipo Morel 1994, 2121b 1, da M. Cagnolo (n. 844): della coppa tipo Bernardini 1986, tav. XLII 50, simie à Morel 2614e 1, da Stragonello (n. 1103); della coppa Morel 1994, 26140 1, da via Castel Ginneti (n. 1166); della coppa tipo Morel 1994, 2TIa 1 e della coppa tipo Morel 1994, 2566 1, da via Appia antica (n 1306); della coppa tipo Morel 1994, 2121b 1, da via Fontana Parata (n. 1349); della forma aperta tipo Morel 1994, 235b 1, da via Torre di Presciano (n. 1352); della coppa tipo Morel 1994, 2646d 1, da via Cisterna. Campoleone (n. 1574) e da via Retarola (n. 1581); della coppa assimilabile al tipo Morel 1994, 2554b 1, da via della Vite (n, 1608); delTa coppa tipo Morel 1994, 2646d 1, da via della Vite (n. 1618); della coppa Morel 1994, 2534b 1, da via Passo dei Corsi (n. 1656); della coppa as-

similabile al tipo Morel 1994, 2788, da via Passo dei Coresi (n. 1700) °F, di puntale di produzione tirenice, da La Pescara-Acqua del Nespolo (n.161);fr i ansa a nastro leggermente triostoltadi produzione. tirenica, da I Pratone (n. 224); f. di puntale di produzione tirenica, da Quarto da Capo-via 8. Marco Papa (n. 266); 1 puntale da Vagnere (n. 849), fi di orl simile a quello delle anfore del relitto de La Ciotat, databile tra i 200i! 140 .C., da Monte Cagnolo (n 880); 1 fr. di ansa a bastone schiaccito di produzione campana, da via Pratolungo (n. 1260) f. di ansa i produzione campana, da via del Grottone (n. 1485); | fr. di ansa a nastro ingrossato con cosolaura centrale di produzione tirrenica, da Le Castella (n. 1606) | f. di orlo di produzione tenia, databile ra ILe IL sec. aC. da via dei Tigli (n. 1618); 1 f di ansa ἃ nastro ingrossato, di produzione campena, da via Giannottola (n. 1686). "1 *TeeRNa 1986: 105, ricorda di avere osservato, intorno alla met degli anni Sessanta del Novecento, qualche bollo rodio "venant de Velletri dans une petite casse" °° Desy 1993: 249, 251 tab. VI o inserisce tai 52 timbri greci indeterminati, ra quali crede di riconoscerne 35 corini-corciresi. 1% Coane 19906: 183. 2 A Lavinio ad esempio, tra votivi anatomici pedi isolati fiitillacaViglia costituiscono quasi la metà dell'intero deposito (Faves 19754: 253, 282-303 nn, 212-402)e preponderant risultano ancheαἱ tempio di Diana ἃ Norba (δανιανονι, MENGARELL! 1901: 530; PRON 2003: 375 specialmente nota 56) ad Ariccia ocalià Casaletto (PARtneNI 1930. 373), ad Albano, tra via Cavour e corso Matteoti (CitaRucct 1993: 274), mentre sono presenti, ad esempio ad Ardea, nelle localth Pesearella (Meus, Quai Grou 1982: 2-4, fig. LA, 6 specilménte 12n.9), Valle Oliva (Maus, QuruciGiou 1982:5; 1,B, 12-14, specialmente 15-16 n 12), ad Ariccia, Orto di Mezzo(La 2002: 189,198 fig. 158) ea ForumAppi (BRUCKNER 2003: 76 fi. 1 n. 10,97 fig. 34, 98).In controtendenza compare i umero di quell present al interno del giù esiguo gruppo dei νοῦν! anatomic, nel depositoel empio di Giunone a Norba. (ϑάνιανονι Mescanaz tt 1903: 249,g; Peron 2003: 355 fig. 2,375).

Anfore e votivi ftili

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oppure, addirittura, fino sopra al ginocchio. Come documentato non soltanto per quelli altrettanto numerosi rinvenuti a Velletri e nel territorio, in minima parte confluiti nel locale Museo archeologico ma, ad esempio, anche a Lavinio™™, si caratterizzano per una sostanziale aderenza al vero (mignolo ritratto, alluce divaricato). Non diversamente la presenza quantitativamente esigua di organi genitali femminili e di animali, rappresentati da un bel modello atutto tondo di suino, risulta in linea con quanto noto per Velletri e, ad esempio, Lavinio?". Se gli arti inferiori e le viscere, presenti con una tavoletta poliviscerale, secondo una classificazione ormai consolidata, rientrano nella sfera della sanatio, gli uteri, riguardano piuttosto la richiesta propiziatrice™. L'alto numero di piedi, peril quale si proposto che essi venissero dedicati alle divi nità come ringraziamento 0 come offerta propiziatrice per il buon esito di un viaggio", sembra trovare una sua giustificazione nella dislocazione topografica del deposito, in vicinanza della via Appia antica. Tralascio i problemi inerenti Vinterpretazione dei dettagli anatomici di questi organi che oscillano tra la sfera della sanatio e quella della fertilità". ETÀ TARDO-REPUBBLICANA-PRIMO IMPERIALE (secondo quarto I secolo a. C.-prima metà I secolo d. C.) Relativamente a questa fase le attestazioni per le più comuni classi ceramiche (da fuoco e da mensa e dispensa) si moltiplicano e si standardizzano. Tra i numerosi frr. riferibili alla fase vale la pena ricordare alcuni di quelli per i quali un confronto è stato rinvenuto con esemplari provenienti dallo stesso territorio:

da via dei Cinque Archi (n. 1595) ilf. di orlo di dolio confrontabile con quello rinvenuto ἃ Ponte della Regina, in un contesto compreso tra lI sec. a.C. e il Π sec. d.C; da via dei Laghi (n 301) c La Faiola (n. 368) i f di orto di tegame, in comune da fuoco, assimilabile a tipo Pohl 1978, fig. 111, 17174, attestato in contest di età claudia e confrontabile con quello rinvenuto in lo-

calità Ponte della Regina, in un contesto compreso tra il I scc. aC. e il Il sec. d.C. Pareti sottili

‘Tra le classi ceramiche rilevate, la cui produzione si diffonde in questa fase, oltre alla sigillata italica, le pareti sottili costituiscono senza dubbio una di quelle meno attestate con 118 fi, di cui solo 36 identificati, tra i quali 19 sicuramente riferibili all’età” che per caratteristiche intrinseche di estrema fragilità poco si presta alla conservazione in ambiente agricolo. Tra le forme più riconosciute bicchieri o boccalinni e coppe, alcune con la caratteristica decorazione a rotella, alcune prodotte in metallic glazed Terra sigillata italica Per la terra sigillata italica aumenta il numero dei frr attestati da ricognizione (554 frr. di cui 95 idd.), pur permenendo anche per questa classe quelle caratteristiche che poco favoriscono la conservazione in superficie. All’interno dei frr rilevati solo una scarsa quantita, tutti pertinenti a forme non idd., è riferibile ai vasi decorati a matrice, prodotti trail 302. C. el'età claudia, uno in sigillata sud-gallica - fr. di parete con decorazione impressa 2 matrice con divisorio verticale costituito da elemento arboreo a foglie allungate, riferibile all'età claudio-neroniana, da via S. Giacomo (n. 536)-, il che sembrerebbe indiziare una circolazione di questo tipo di vasi più limitato rispetto a quello di forme "liscie" e quindi un loro maggior pregi Tra i frr. del tipo liscio, comprendenti anche quelli decorati a pettine, a rotella e a appliques, la maggior parte sono riferibili a tipi databili in età tiberiano-flavia (40, dei quali 13 di età tiberiano-claudia e 15 specificatamente di età tiberiano-flavia), seguiti da quelli di età augustea-tiberiana (32, dei quali 21 di età augustea), mentre numericamente irrilevanti appaiono quelli di datazione meno circoscritta”.

27, attestata tail tardo We gi inizi del see. aC; da via Cole Zioni (n. 1139) "Feu 1975: 226-227, » Feventi 1975: 263-265 nn. 73-89 relativamente agli uteris Mazzo- 1 fi ἀ coppa assimilabile al ipo Ricci 1985, tav. XCIDI, 9, databile ale ti beriana da via di Carano (n. 1501) 1 fe di parte con decorazione a rotella LAN 1975: 337 nn, 242:243, forse 244 peri tini, sulla spalla con nee parallele bliquee e fascia soprastante liscia, ssimilabis" Cow. 1981: 162. | Srp 1901: 75; PENSABENE, Rizzo, ROHI, TuLAMO 1980: 27 nota eal tipo Marabini 1973, pl. 40, 374 attestata in contest cosani compresira a e l'età claudia; da Lazzaria(n. 1589) 1 ft. di fondo a disco 9, i quali richiamano le iscrizioni in CIL V, 6873, 6875; CIL VI, 323; tarda tà tiberiana a forma non id. D'Encote 1990: 183 nota 395; cft. ComgLLA 1981: 762, secondo la quale i di operi;da via dei Tigli n. 1618) 1 di parete pertinente ‘problema della sovrabbondanza" di queste offert οἱ spiega solo se adesse e da via dela Caranella (n. 744) 1 ἔς, di orlo e parete con larga costolatura orizzontale e 1 f di parete pertinenti ma non congiunti riferibili a coppetta si attribuisce un carattere salutare a parre dall'età augustea all’inizio »a D'ExcoLe 1990: 185; sintesi in BacciERI, RINALDI VELOCCIA 1996; non id, tutte prodotte in metallic glazed delle claudia; da Lazzaria (n. 1589) | ft di fondo piatto pertinente forma ChusuteR 2000, favorevolead una interpretazione medico patologica. » Da ll Pratone (nn, 214-215) e da via Toredi Presciano (n. 1241), fi non id, prodota in orange glazed (vernice intema e esterna vetrifiataarandirlo pertinente a coppetta tipo Marabnî 1973,pl. 30,276, databiletra l'età cone), a parie dall'età tiberiana all'inizio dll ett claudia; da via dei Tig tiberianela prima età claudia: da via Par (n.719) 1 fi di oro e parete di (t. 1615) 1 fe. di oro di coppa tipo Marabini 1973, pi. 31, 294, databile tra bocealino in metallic glazed, ipo Marabini 1973, pl. 51,475, attestato in eth inizi elletà di Tiberio l'età di Claudio da via della Vie (n. 1633) lf di in contesti della setiberiano claudia; da via Carbonara (n. 1058) 1 fr di orlo di boccalino tipo oro di boccalino tipo Marabini 1973, i. 5.55, attestato Π cc. a.C. da via delle Querce (n. 1719) 2 fr. pertinenti e Marabini 1973, pl. 4, 42, atestato in contesti cosani della prima metà dl I conda metà del sec. a.C; da via Lago di Nemi (n. 1104) 1 fr. i oro pertinente a bicchiere dal combacianti di orlo e parete pertinenti a coppetta assimilabile al tipo Marabini 1973, pl. 14, 155, databile al periodo tardo repubblicano. corpo ovoide, ipo Ricci 1985, tv. LXVIII 8 datato nell'ambito del I sec. » Pucci 1981, specialmente 120 ἃ. C; da Crocetta(n. 1112) 1 fr di oro di bicchiere tipo Ricci 1985, uv 2° Bil caso, ad esempio, dei 3 compresi tra la metà del sec. a. C. ela LXXVIIL 7=Marabini 1973, pl. =Mayet I, forma generalmente non decometà del I sec d. C. dei 3 tra a fne del T sec. ἃ. C. e Ia prima metà del IT. rata probabilmente di produzione centro italia, diffusa a partir dalla met del I fino alla metà del sec a.C. da via Ponte di Mele (n 1136) da via di C. dei 3 trailsec. d. C. e l'età anonina, dei 3 tra l'età tberiano claudia e Carano (n. 1501) ft. di ori pertinente ἃ boccalino tipo Marabini 1973, l3, AI sec. d. C. e dei S tra l'età aviae la moa del IT ec. d. C. 281

5

0m

Conspectus 37 Conpectas 32 Conspecns 26 =] Cospeeus 1 [E] Copes? I

Corps 19 Conspectus. Ἢ

Cope Conspectus 27 | Conspectus. nl Conspectus is]

Corpus 8 Corp 33 onsets 21 | onsets 20 | Conspcns 34 Conspectus 36 = Conspectus 3 Alti Fig. 44. Ceramica in terra sigillata italica: distribuzione dei tipi attestati. 2* A via Presciano(n. 1356) nella variante Conspectus 3.2; avia Passo dei Coresi nella variante 3.12; aT Pratone (n.299), va dell Tre Armi (n. £890) via Colle d'Oro (n, 1158) ella variante Conspectus 3..2; a Macchie La Faiola (n.365) e Ten ta Parata(n. 1497) ella variante Conspectus 3.3.1: a Pelaggi (n. 1016) nella variante Conspectus 3.12; a via dei Passo dei Coresi (n. 1656) nelle variante Conspectus 3.11. 7" A Macchie la Faiola (n.365) nella variante Conspectus 3632; a Cle degli Olmi (n. 464) nella variante Conspectus 36.4; a Qo della Mensa Vescovile (n. 23) nlla variante Conspectus 36.43; a Colle Ottone Basso (n. 971) e via Solelura (n. 1197) nella variante Conspectus 363.1; a via Paganico (a. 1075) e via Tigi (n. 1624) nella variant genericamente riferi bile alla forma Conspectus 36; a via ἀεὶ Ficnili (on. 1422, 1656) nella varante Conspectus 36.2.1. 7 Dalla Tenuta di Castel Ginnet (n. 1267) genericamente riferito alla forma Conspectus 34; Vallone (n. 40) nella variante Conspectus 3422; Colle Otone Basso (n. 971)c it Pratone (n. 217) nella variante Conspectus. 34.1.1; 11 Pratone (n.217), Tenuta di Castel Ginnet (n. 1514) e Le Castella (n.1624) nella variate Conspectus 34.1.2, via delle Cot (5. 538) nella varante Conspectus 34.1 2 A via Colle Zioni (n. 1187) nelle varianti Conspectus 33.1.1 0334.1 © 333.1; a via dei Passo dei Coresi (n. 1656) nella variante Conspectus 3 .1; a via Carano(n. 1687) nella variante Conspectus 3 .1.1. 39 Da Q.to Papazzano (n. 542), via Colle Vignato (n. 254) generice282

‘Trai tipi individuati non sembra essercene uno diffuso in maniera significativa, tuttavia risultano più attestati (Fig. 44): il piatto Conspectus 3 con 9 esemplari”; la coppa emisferica Conspectus 36 con 9"; quindi con 8 e 4 le coppe emisferiche con listello Conspectus 34** e 33°”; con 5 i piatti Conspectus 21°; con 6 quelli tipo Conspectus 20 în particolare il tipo Conspectus 20.4? decorato ad appliques, ampiamente diffusi nella Transpadana e nella Venetia, in gran parte prodotti dalle officine tardo-padane; con 4 la coppa Conspectus 8", la coppa campaniforme Conspectus 157" e la coppa troncoconica Conspectus 22! e i piatti Conspectus 12° con 3 i piatti Conspectus 199" e Conspectus 4”; infine con 2, i piatti Conspectus 2°” e Conspectus 11”, le coppe carenate Conspectus 26° e Conspectus 27, la coppa Conspectus 32° e la coppa emisferica Conspectus 37°, Circa la loro distribuzione può rilevarsi come scarsi sono i fim. riconosciuti nelle aree montane settentrionali, di MCavo (n. 4), del Vallone (n. 40), della Donzelletta (n 152), di Colle Magisterno (nn. 164, 165, 166, 264), di via Font. na del Turano (n. 253), via Colle Vignato (n. 254), di via Tevola (n. 289), dell’ Acqua del Peschio (n. 291), di Acqua Palomba (n. 318), di via Arcioni (n. 323), di M.te Alto (n. 307), di via dei Castagnoli (n. 337), di via del Marrone (n. 345), di via Contrada Comune (n. 346), di Colle Tondo (n. 355) e de La Faiola (n. 362), mentre più numerosi risultano quelli nella porzione di territorio rimanente, con una concentrazione che sembra di poter rilevare soprattutto mente riferibile alla forma Conspectus 21; de via Ponte di Mele (n. 1136) e via dei Tigh (n. 1618) nella variante Conspectus 21.3.1; da via Retarla (a, 1678) nella variante Conspectus 21.1.1 7 Dalla via Nemi-lago (n. 178), da Il Pratone (n. 214) e da Colle Ottone Basso (n. 979) ell variante Conspectus 20.5; da via Vallevera (n. 3879) via S. Nicola (n.900) nella variante Conspectus 204.2; da Crocetta (5.12 3) nella variante Conspectus 204.1 9 Da via Appia antca (n. 1306) e Cento Colonne (n. 1338) nella vatante Conspectus 8.1.2; da via Appia antica (n. 1306) e via di Carano (n. 1501) nell variante Conspectus 8. = Da via Nemi-Lago (n. 178) nella variante Conspectus 15.1.2; da via delle Tre Armi (n. 890) e via Appia antca (an. 1306, 1508) nella variate Conspectus 15.1.1. "Da M. Alto (n. 307) e Cle Monaci (n. 1371) nella variante Conspectus 22.61: da M. Alto (n.307) nella variante Conspectus 22.12; da via Appia Vecchia(n. 806) alla variante Conspectus 2 .2.1. 5" Da Q.t9 Acqua Palomba (n 318), da via del Cigliolo(n. 438) e M.te Cagnolo (n. 844) nella variante Conspectus 124.1; da via Retarola (n. 1678) nella variante Conspectus 12.1.1. Da Crocetta (n. 1223) genericamente riferito alla forma: da via “Torre di Presciano (a. 1241) nella variante 192.1; da via dei Fienli (n. 1656) nell variante Conspectus 19.2.1. 7 Da II Pratone (t. 214) nella variante Conspectus 4.6.1: da via F. Parr (n.719) nella variante Conspectus 4.7.1; da Lazzaria (n. 1589) nella variante Conspectus 4.2.1. Da via Appia antica (n. 106) e vi di Carano (n, 1501) nella variante Conspectus 2.1.2. + Da via Appia antica (n. 1306) nella variante Conspectus 11.14; da via Retarola (n. 1581) genericamente riferito alla forma Conspectus 1 . "Da Cle Ottone Basso (n. 972) nella variante Conspectus 26.1.2; da via Ponte Massorano (n 1060) nelle varianti Conspectus 2612 0 262.1. 2" Da M.te Cagnolo (n. 838) ella variante Conspectus 27.22; da via Colle Piombo (n. 1393) nella variante Conspectus 27.1.1. ‘a Da via Montecagnolo (n. 987) e Le Castella (n. 1708). 20 Da via Fontana Parata (n. 1349) c Contrda Pedica (n. 1386) nella variante Conspectus 315.1

n prossimità di viabilità di una certa importanza, a partire dall Appia I bolli riconosciuti, pur risultando numericamente scarsi, sembrerebbero indiziare una provenienza da ateliers aretini o comunque localizzabili nel!’Etruria settentrionale. Da vecchi rinvenimenti ne sono noti: da Valle Fiara, a sud-est di Lanuvio, quelli di Vili(us) in planta pedis e di A.Titi(us) Figu(lus) (n. 996%), da intendersi al nominativo, utilizzate secondo una usanza protrattasi fino all'età augustea, nella forma abbreviata in -i e non in quella completa in -ius*; dallo scavo al bivio della via Appia Vecchia con la via provinciale per Lanuvio, quello di P. Cornelius su patera (n. 862). Del primo personaggio, che in base alla presenza del solo nomen è ragionevole supporre si trattassedi un ingenuo" attivo nei primi quattro decenπὶ del I secolo d. C., è stata ipotizzata la presenza trai ceramisti di Arezzo". Del secondo, che compare con i tria nomina, la cui atività sembra documentata tra il 30 ei 15 a. C., la produzione è localizzata ad Arezzo e nella valle del Po”; del terzoe ultimo, che presenta nomen e praenomen, presumibilmente liberto™, è stata proposta come data approssimativa della sua attività un periodo compreso tra il 5 a. C. e il 40 d. C. e come centro di produzione Arezzo”,

lo a impressione con cartiglio in planta pedis, relativo alloficina aretina di un C. Clodius, presumibilmente C: Clodius Proculus o anche C. Clo(dius) Sabi(nus),databil rispettivamente al 15 e αἱ 50 ἃ C.da Sole Luna (n. 1306); il fi. di fondo pertinente a forma non id. con bollo a impressione con cartiglio rettangolare in planta pedis relativo al'officina aretina di L. Saufeius Gausa, databile ta i 15, C.eil 10d.C.,da Mercatora-via dei Fienili (n. 1441). Poco diffusi i vasi decorati a la barbotine, a cui pud riferirsi il fr. di parete, da via Caio Mario (n. 930), un particolaτὸ tipo di decorazione vegetale diffuso soprattutto sulle produzioni delle officine “tardo-padane” e, presumibilmente, su alcune centro-italiche. ‘Tra i non molti fir. riconducibili alla produzione tardoitalica, si segnalano:

i fi di parete con decorazione a rilievo (colonnette 7) da via dei Bastioni (n. 785; i f. di calce o coppa decorata a matrice con fascia orizzontale ἃ perline c sottostante fascia con motivo ἃ calici, di ta flavia, da Colle Vignato (n. 254); ilf. di di coppa assimilabile genericamente al tipo Conspectus 45.1 databile all’età flavia alla prima metà del Π sec. d.C, da La Faiola (n. 364) ifr. di paretedi coppa con decorazione a matrice ad archi separati da file αἱ perline, assimilabile al tipo Dragendorf 29, databile dall'età neroniana al l'età flavia, da Il Pratone (n. 217); fr. di parete di coppa con traccia di decorazione a matrice, di cui sono riconoscibili solo due file di perline, assimilabile al tipo Dragendorff 29, da Crocetta (n. 1229; lf. di parte di coppa, assimilabile al ipo Dragendorit29, con decorazione a matrice su registri sovrapposti costituita da una rosea separata da un filo di perline dal registro sottostante con motivoad ovoli sormontati da archetti, da via Tevola(n. 289); lf di paretei coppa tipo Dragendorff29, decorata a matrice con archi e pilastrini tortili, databile tra l'8O e il 150 dC. da via dei Crocefisi (n. 530)

Al medesimo gruppo va poi incluso il fondo pertinente a forma non id. con bollo a impressione con cartiglio rettangolare în planta pedis, recentemente rinvenuto a via Piazza di Mario (n. 713), relativo all'officina di Avillius, mentre non sembrerebbe rilevabile il nome dello schiavo alla prima riga, databile all'incirca in età augustea. ‘A questi poi vanno aggiunti i bolli recuperati nel corso delle ricognizioni: i 2 frr di orlo verticale, pertinenti ma non combacianti, e i ft. di fondo con bollo, relativi a coppa emisferica con listello tipo Conspectus 34.2.2, databile dalla tarda età tiberiana all’età flavia, dal Vallone (n. 0), con bollo a impressione con cartiglio in planta pedis relativo al’officina del ceramista aretino C. Numerius Restitutus, databile tra la fine del Le la prima metà del I scc. d.C.; il fr. di fondo di aretina pertinente a forma non id, con bollo a impressione con cartiglio in planta pedis relativo allofficina dell'Italia centrale di P. Deloreius, databile intorno al 50 a. C., da Fontana Fiume (n. 357) e un altro relativo allo stesso personaggio, l’unico con due attestazioni, sempre in planta pedis entro cartiglio rettangolare, da Valle Fiara (n. 878); lf. di fondo pertinente a forma non id., con bollo a impressione entro cartiglio in planta pedis relativo all'officina del ceramista pisano S. Murrius Priscus, databile tra 160 il 150 d.C. da Macchie la Faiola (n. 386); 2 fc pertinenti e congiunt di fondo su piede ad anello riferibili a piatto tipo Conspectus, 12.4.1, databile all'inizio del I sec. d.C, con bollo a impressione entro cartiglio in planta pedis relativo allofficina del ceramista aretinoM. Perennius, databile tra il 20 a. C. e il 20 d.C., da via del Cigliolo (n. 438);i fr. di fondo con piede ad anello perimente a forma aperta, probabilmente piccola coppa non id. con bol-

Ancora ad un arco cronologico compreso tra la prima metà del I secolo a. C. e la prima metà del successivo, con ‘una concentrazione rilevabile in età giulia, va riferito un numero di belli laterizi, noti per questa fase tutti da vecchi rinvenimenti ad eccezione dell" [AUDI B[- -] da via Passo dei Coresi (n. 1656), che seppure lontano da quello di età medio imperiale, risulta tuttavia cospicuo. ‘Tra le figlinae sono attestate (Tab. 2 f.t, Fig. 45), con 4 bolli, le Naevianae con i domini di età augustea o di poco successiva’: C. Naevius, a Colonnella (n. 331); P. Naevius,

s Relativamente all" Appia è caso, almeno, di Macchi la Faiola (n. 365), via Capitanceli (n. 988), ia Colle Zioni (n. 1187), di via Appia anti x (0, 1306)e di via de Tigli (an. 1618, 1624); per altre viabilità quellodi Colle Perino Vecchio (n. 1147), Crocetta (n. 1223) via Retarola (n. 1581} e Lazzaria (o. 1589). © Ox, Covrorr 1968: XXVI; Rizzo 1994: 260 nota 1 2» Peacuivet 1980: 181 n. 2372. Dei personaggi attestati è difficile sta breδὲ i tratti di ingenui piuttosto liberti mentre è meno complicato riteneri proprietari dell officine oppure i gestor

»" Oxt, Conroer 1968: 536-531 2000: 485 n 2428, "= xt, CoNFoRT 1968: 466-467 2000: 439 n. 2168 7" PhaciseR 1980: 189, 220-221, "Ox, Conrorr 1968: 156-159 2000: 191-192n. 6240. 29-49. 5" Cfr 27-28, not 61. »"Srtbav 1974-75: 67.

La loro singolare esiguità sembrerebbe indicare una Ii mitata circolazione nel veliterno, rilievo questo che certamente muterebbe radicalmente qualora si potesse accertare la provenienza del cospicuo gruppo di esemplari, in molti casi bollati, del Museo Nazionale Romano Figline laterizie

n. 2372; Oxt, Conrorr, KENKRICK n. 2002: Οχέ, Conronr, KENKRICK 223 n. 479: Oxé, Conrorr, KENCRCK

283

τι Tonneianae Β fi Oceanae ΗΒ £. De) Licini Η fi Naeviane DI 1. Domitanae

DI

ΓΕ

E] de scgrizione

τ Marciane [ΒΞ τι Gens Domitia Lm

tse [TO Quimper] supina [EESTI Alrefigime TT] 1 T) Fig. 45. Figline laterizie: distribuzionedei boll più attestati

Sextus Quinc(tius) o Quinct(tilius), proprietario di figlinae, presumibilmente in età augustea™* e il P. Decimius Epitynchanus da Troncavia (n. 730 riferito al 123); A. Arius Diphilus inseribile tra gli A(ti, produttori di tegole in area suburbana e databile intorno alla metà del I secolo a. C5" e L. Tarquitius Eros, dallo scavo al bivio tra la via Appia Vecchia e la provinciale per Lanuvio (n. 862); Lurius Proculus, noto anche per un bollo su mortarium®*, del quale un esemplare da “Albano Appia Antica” è conservato al Musco di Albano", da Casale Strut (n. 998); L. Domitius Lupus con il servus Euporus (n. 99), e il M. luni Terti del I secolo d. C., dall'area boschiva, presumibilmente sottostante il castello di Ariano (n. 96); C. Calvisius Amarantus, presumibilmente un liberto come sembra indicare l'origine grecanica del cognomen Amarantus; da Le Castella (n. 1640), attestato ad Ostia", del quale un esemplare, datato al Isecolo d. C., è stato rinvenuto nell'area della villa di Marco Claudio Ponzio Ponziano Marcello sulla collina di Castel Giubileo® ed un altro nell’area termale della villa cd. di Matidia Augusta presso l'osservatorio astronomico di Monte Porzio Catone"? Tra i “Lateres privati”, di provenienza non veliterna, quello di L. Postumius da Nemi"©, forse databile tra l'età Augusto e quella di Caligola, del quale a parte un esemplare da “Albano sotto Malaffitto” conservato al Museo di Albano*“, sono noti belli dalla villa di S. Maria”, a Nemi e, forse, da villa Adriana",

forse riferibile ad età augustea come indizia il bollo dalla vilJa nemorense di S. Maria*, a Colle della Salvia (n. 1432); C. Naevius Primus alla cd. villa della Stazione, lungo il lato settentrionale di viale Marconi (n. 696); C. Naevius C. I. Alexander con C. Naevius C. 1. Apollonus, a Monte Canino (n. 476). Trai "Lateres privati” sono invece presenti: L. Manlius Fuscus, databile al I secolo a. C., a Colle dei Marmi (n. 675), forse dal sito a monte del Castello di S. Gennaro; L. Flavius Philippus da Arcioni (n. 283), nell'area a nord della via Ariana, del quale sono noti bolli oltre che dalla prima nave di Caligole?"*, dalla villa di S. Maria"*, a Nemi, che ne permettono l'inquadramento alla prima metà del I secolo d. C.;

Lastre Campana A questo medesimo periodo devono probabilmente riferirsi la maggior parte delle numerose lastre campane, generalmente attribuite a impianti residenziali e rustico-residenziali, rinvenute nel territorio veliterno, sia in passato che in occasioni delle recenti ricognizioni. Nel gruppo di queste ultime, si segnala senz'altro la serie dall'area a sud-ovest del castello di S. Gennaro, con scena bacchica, oltre alla lastra di coronamento costituita da motivo a doppia spirale singola con elemento centrale (n. 833) e quella da Castel Ginnetti con Bacco e Arianna (n. 1403). Più numeroso, e straordinariamente vario relativamente ai motivi figurativi rappresentati, risulta il gruppo di quelle per la gran parte dei casi ricordate nel catalogo Nardini*?.

7» Beno 2006: 208, s Garm 1950: 338 n.8. = Bea 2006: 209 specialmente211 nota 32. ?" Cau, TAGLIETT 1979: 211n. 88; CAMELI, TAGLIETT 1994: 326, specialmente 38 "CIL XV, 2236 (M. Ati Eronis) da Tusculum, apud Genzanum e Marinum; CIL XV, 2235a (Arius) dal tempio di Diana e dala villa di S. Maria; CIL XV, 2239 (A. Arius Dipl(-—)) da Albano; CIL XV, 2240 (A Attius Hiaris) da Grottaferrata; BLOCH 1947: 90n. *448 (A. Ai Cri-): BERG 2006: 207 (Aris) dalla villa i S. Maria a Nemi; CIL XIV, 4090, 28 e Gurpacen Bros 2004: 38 nota 72 (Ar) dal tempio di Diana, a Nemi P*CIL XVI, 2458. Inoltre unL. Lurium Verecundus è attestato su un dolio (CIL XV,1, 2459) ed un L. Lurius Primitvus, il quale forse compare ‘anche come officinator di SeiaTsaurica delle f. Fabianae (CIL XV.1, 208; Brocit 1947: 18 n. 50), su dolio (BLocx 1947: 102 n. 512), L. Lurius Blandus su un morariom da Pompei (CIL X.2, 804821).

2" Hwa 1977: 61, no. cat 429, 452. 2° Srey, HELEN 1978: 235, 735 variante. 2 Braaint 2000-01: 528 n. 5 dal crollo ἀεὶ tetto del porticato e di ambeni a nord di ess. = BOLOGNA, PAsTORINI 2006: 154 con datazione alla metà del I sec. ac, "e ANDERSON 1991: 93 n. 201 in LANCIAM CVatLat. 13045: 27 n.79, rinvenuto negli scavi di St. Clair Baddeley; cfr. CIL XV, 1383c: L. POSTU con attestazioni al Sassone, presso Marino, alla villa nel fondo di Marco Andrcola. 2 Hear 1977: 59, 76n. "360 (L, Posti?) 2» Benc 2006: 208 peril gruppo distinto in quattro arianidi CIL XY, 1383 "0 BLocn 1947: 361,76 » TorroRELLA 198ia: 64 nota 16, 83 fig. 3 per l'assenza di Velleri nell'area di diffusione delle lastre Campana provenienti da edifici privati

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A parte quelli con localizzazione generica “Velletri” (fr. con colonna tra tralci”** due frr. con decorazione a viticci**; fr. di coronamento con listello a dentelli relativo a lastra di rivestimento®”; fr. con decorazione a ovoli relativo a lastra di rivestimento"), "Velletri. Loc. incerta" (fr. con Arimaspe armato”: fr. con testa di ariete”; fr. con decorazione non id. e “ignota” (fr. con busto maschile”; fr. con piede di letto”), sono numerosissimi gli esemplari, nella maggior parte dei casi sporadici, più di rado comprendenti diverse unità, per i quali risulta possibile fornire una localizzazione almeno zonale. Se in area urbana risultano noti esclusivamente il fr. con viticci da viale Regina Margherita in corrispondenza della linea delle mura (n. 561, 8) e quello con fregio a ovoli dall'area del tempio delle Stimmate”” (n. 561, 57), la quasi totalità risulta distribuita abbastanza uniformemente sull'intero territorio, fatta eccezione per il settore montano settentrionale, per il quale sono noti soltanto, il fr. con figura femminile nuda da Morice (n. 353*), quello con Vittoria inginocchiata da C. le Petrone (n. 452) e quello con scena di vendemmia da Arcioni, forse riferibile all'età augustea (n. 284). Tra i nuclei numericamente più cospicui figurano quelli daS. Pietro (n. 1035) con frr. rappresentanti: colonne e capitelli, una palmetta, rosette c palmette, una figura femminile, foglie e volute intrecciate, una colonna a tortglione e capitello, una decorazione architettonica, una palmetta nascente da due volute, una palmetta, con piedi nudi e foglie di acanto, un braccio nudo femminile che suona la lira, una foglia di acanto, un viticcio, delle foglie, una figura maschile nuda coperta da un drappo, un calice, viticci e rosette, una maschera femminile, una colonnina a spirale, orlo a palmetta, dei piedi nudi. Ugualmente considerevole risulta il gruppo proveniente da La Parata (n. 1346) con i fir. rappresentanti: una figura femminile nuda, una figura femminile in atto di suonare, una sfinge, delle palmette, un cespo d’acanto, una palmetta a rilievo, una figura virile nuda. Con la stessa provenienza, ma registrati nel catalogo Nardini come "dono di F. di Tucci”, vi sono il fr. con coda e zampe di equino, quello con figura di sileno in atto di raccogliere uva, e forse, quello con thymaterion e figure alate in atto di suonare. Infine solo in maniera ipotetica, pub ipotizzarsi una analoga provenienza anche peril fr. con Sileno registrato con generica provenienza "Velletri", sulla base della. sua donazione da parte di Di Tucci (n. 1348). Interessanti sono anche: il fr. con rappresentazione di Gorgone (n. 723) e, soprattutto, la lastra con un kantharos tra due grifi con il bollo di C. Culchius Nicrius, da ‘Troncavia (n. 731); il fr. con palmette e quello con figura in atto di suonare la cetra genericamente da Sole e Luna (n. 1302), forse dall'area del cimitero cristiano e il fr. con gor-

goneion da S. Biagio, nell’area extraurbana nord-orientale (n. 5165). Occorre, infine considerare altri esemplari, di provenienza meno circostanziabile: il fr. con colonnina e festoni da Colle dei Marmi (n. 676*), e ancora quelli da Le Castella, uno con decorazione a viticci, donato da De Bonis (n. 1634*), l’altro con decorazione a viticci, donato da O. Nardini (n. 16359). Un discorso a parte è necessario per la serie di lastre campana, di sime e di numerose lastre di coronamento, donate da M. Pellegrini (n. 5085), con raffigurazioni di Gorgoni tra calici e girali, satiri ai lati di Dioniso, sacerdoti pertinenti il culto della dea Iside, nikai in volo verso dx., corυἱοὶ a doppia spirale, sfingi ai lati di un busto barbato. Per esse, datate tra gli ultimi decenni del I secoloa. C. e il primo decennio del I secolo d. C., è stata ipotizzata una provenienza dall’area a nord dei resti a Madonna degli Angeli, benché non se ne possa escludere quella dalla vecchia proprietà Pellegrini a Colle Noce.

»" Ceccanist 20012: 184 n. 2518. πο Ceccarini 20012: 67 nn. 309, 31}. » Csccagini, Crescenzi 1989: 111 n. IV datato ad età augustea; Ceccarini 20019: 67 n.312 Cacca 20010: 67 n.313. 25% Grana 1989: 109-110, specialmente 110, n. IV.8; CsccanDa 20018: 61 n.224; Cases 2007: 95. "S" Clicca 2001: 66 n.302; Cia 2007: 95.

1 Ceccaus 20012: 192 n. 2649. 2 CeccaRin 20012: 68 n.325, "dono Bucciarelli”; Came 2007: 9. 1 Cocaina 20012: 68 n.326, "dono Bucciarelli”: Cami 2007: 95. FORTUNATI 1989: 65 nota 52; Ceocari 2001: 67 n.305. »mCIL XV, 1852, 2019, 2275: Stay 1978-79: 75 n. 147; Meares 2005: 186 nora 1 »m Cocaina 20019: 118nn. 1051, 1055, 119 nn. 1063, 1070, 120 nn. 1073, 1078, 145 a, 1581, 183 n. 2500.

MEDIA ETÀ IMPERIALE (seconda metà I-III secolo d. C.).

Per questa fase, oltre ad alcune produzioni ceramiche caratterizzanti, abbondantemente riscontrate dalla ricognizione, quali la sigillata africana (560 frr.) e soprattutto l'africama da cucina (610 frr), ἃ utilizzabile una documentazione abbastanza puntuale anche per i materiali da costruzione. Se anche sulla base delle caratteristiche dell'argilla utilizzata sembrerebbe possibile ipotizzare la realizzazione in loco almeno della gran parte dei materiali da costruzione nel corso dell'età arcaica e presumibilmenta della prima età repubblicana, la situazione cambia con la prima età imperiale.

Figline laterizie L'attività edilizia, a partire dal I secolo d. C., sembrerebbe assicurata per la gran parte da materiali non realizzati in loco ma provenienti da figline urbane e dell hinterland romano, come sembrerebbero indicare i bolli variamente noti. All'interno di questi, prescindendo dal numero rilevantissimo di esemplari conservati in minima parte e di difficile integrazione oppure non altrimenti noti?? c quelli di incerta lettura ricordati dal catalogo Nardini”, 105 sono riconducibili atipi attestati (Tab. 2. Fig. 44). Tra questi più numerosi risultano quelli riconducibili alle f. Sulpiciana, con 16 esemplari, seguite dalla f. Quintanensia con 12 e dall'opus Salarese con 10, quindi dalle f. della gens Domitia con 9, da quelle Marcianae con5, dalle f. Naevianae e Domitianae con

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4, delle quali 3 riferibili alle Domitianae minores, le f. de Licinie le Oceanae, con 3, delle quali 1 delle Oceanae maiores ed 1 delle Oceanae minores, ed infine le f. Tonneianae con. Completano il quadro con episodiche attestazioni, le f. Macedonianae, Mammeianae, Calponianae, Viccianae, Fabianae, Aiacianae, Tur(), Curtianae, Sabinianae, Gem() MinQ,Ab Isis, Ad Mercurium Felicem, A Pila Herculise, forse, le Fulvianae. Infine tra i “Lateres urbani aetatis Diocletianae et posteioris", risultano documentati l'Officina Domitiana e T'Officina Privata, mentre tra i "Lateres privati" 18 tipi Atius, Calvisius, Cocceius, Decimius, Flavius, Herennium, lunius, Lepidius, Lurius, Manlius, Memmia, Propertius, Rabirius, Sextius, Tarquitius, Thallus, Valerius, Vitalis. La produzione della gens Domitia, dominante nell'industria doliare durante il I secolo d. C., pub essere distinta in quattro periodi.Al primo, antecedente il 59 d. C., si riferisce l’attività di Domizio Afro, cos. suff. nel 39 d. C. e curatorum aquarum a. 49; quello successivo, nel corso del quale inizia la produzione dei figli Lucano e Tullo, i cui nomi, insieme a quelli dei loro schiavi, compaiono insieme sui bolli, va dalla morte di Domizio Afro fino al 93 d. C2"; il terzo, in cui il nome di Tullo compare da solo, è compreso trail 93 e il 107d. C.; nell'ultima fase, post 107 d. C., i laterizi sono prodotti da Domitia P. f. Lucilla, figlia di Domitia Cn. F. Lucilla e P. Calvisius Tullus, e nipote di Tullo?. La gens Domitia èattestata durante la proprietàdi Domitius Afer, con un bollo di provenienza non determinabile (n. 1727), oltre che in zona albana attraverso un esemplare dal rifacimento del tetto tra il colonnato R e il muro QQ1 del santuario di Diana, a Nemi?" e presumibilmente, un esemplare frammentario dall'area della villa della Stazione delle FFSS. ad Albano*®, Con una Domitia Lucilla (Domitia Cn. F. Lucilla? Domitia P. f. Lucilla?) ri sulta attivo l'officinator L. Atinius Ti (—), da Colle Palazzo (n. 772), del quale non ὃ ancora determinabile la figlina. Da S. Cesareo sono attestati: con Domitia Lucilla minor il servus Doryphorus dagli scavi del 1919 (n. 575) e senza dominus, V officinatorQ. Oppius lustus nel corso degli scavi del 1937-38 (n. 580), noto anche dall'agro veliterno (n. 1751*). Con i due domini Cn. Domitius Lucanus et Tullus. sono attestati il servo Callistus, attivo in età domizianea e pre domizianea, dall'agro veliterno (n. 1750), l’officinaror Arignoto, liberto dei Domizi, databile alla tarda età domizianea, da via Vecchia di Napoli (n. 718); mentre un altro. liberto, Trophinus, con il servo Nepos, è noto da Colle dei Marmi (n. 810), da dove proviene anche il bollo con

Domitia Lucilla minor © l'officinator Cominus Proculus. databile a partire dal 132 d.C. Le f. De Licinis sono attestate, oltre che con i due bolli frammentari di generica attribuzione, da Piazza del Comune all'interno della città (n. 561, 38), e da via del Mattatoio, a sud di Porta Napoletana (n. 782), dalla domina Domitia Lucilla maior, con gli officinatores Q. Oppius Iustus del 123 d. C. (n. 573) e, Q. Oppius Verecundus del 123 d. C. (n. 575) a S. Cesareo, e dalla domina Domitia Lucilla minor, con l’officinator Cn. Domitius Carpus del 126 d. C., nell’agro veliteno (n. 1752) Nelle f. Marcianae sono attestati, durante la proprietà di Adriano, l'officinator C. Calpetanus Hermes, del quale un esemplare? noto dal rifacimento del portico trail colonnato R e il muro QQI al santuario di Diana, a Nemi™, a S. Cesareo (n.575); l’officinator L. Aurelius Thallus a Monte Canino (n. 476); lo Stat(ius) Marcius Demetrius, uno dei membri della familia degli Statii Marcii che, come noto, risulta attivo (nelle J Marcianae) in età vespasianeaol più tardi nei primi anni di Domiziano, nella produzione non soltanto di tegole ma anche di mortaii, dolii e sarcofagi. AI più tardi all'età vespasianea", al pari di St. Marcius Acanthus®®, St. Marcius. Trifernas® e St. Marcius Helenus"", può essere riferito lo Statius Marcius Demetrius attestato “in agro Veliterno”, evidentementelo stesso Demetrius, il quale oltre a bollare anche. sarcofagi fitili®”, come servus di Statius Marcius Helenus, bolla mattoni (n. 1753). Presumibilmente da riferirsi alle figlinae Marcianae, accettando la proposta del Dressel, risultano sia il bollo nel quale compare l'officinator C. Calpetanus Mnester nel 138, del quale in precedenza, all’età di Traiano, ancora servus, è notoil bollo CIL XV,1, 905, sia quello con l’ormai affrancato C. Calpetanus Musophilus già servus di C. Calperanus Favor, nell'ultimo decennio del I secolo, entrambi da Colle dei Marmi (n. 677). Dei p. Quintanensia compaiono durante la proprietà di M. Annius Verus, nel corso del 123d. C., il liberto Pomponius. Vitalis, in quattro esemplari, da S. Cesareo (nn. 572, 573, 580), dei quali due dall’area del ninfeo ed uno dalle ricognizioni del 1905; gli officinatores M. Fabius Licymnus a S. Cesareo (n. 575) e M. Vinicius Herculanus, in un'area oscillante tra Crocette e Monte Giove (n. 1100); secondo la riconosciuta formula che contempla alla prima riga i nomi dei consoli dell'anno, generalmente con l'abbreviazione Apron et Pae cos e alla seconda il nome degli schiavi, un Eutychis (n. 572), un Primus (2) (n. 572), un Successus (n. 873) e un Onesimus (n. 573) dalle ricognizioni del 1905, a S. Cesareo; un Apronis, dagli scavi del 1937-38 a S. Cesareo (n. 580).

PIR ΠΡ 16 s. 106; PIR DI: 29-30 n. 126; BLOCH 1967: 27 dell Indices; SEtaLA 1977: 34-35. 22 PIR UL: 27-28 n. 58; PIR II 60.61 n. 183; SeruLA 1977: 108, 29 Giuni 2000: 55, specialmente 63 nota 17. 2 Cutanuce: 2000: 184 specialmente 191 nota 19. 22% Giuni 2000: 55, specialmente64 nota 23. ?* Anterior al 79 sono i mortar da Pompei di St. Marcius Celer (CIL ΧΙ, 8043,33; BLocw 1947: 102 n. 515), St Marcius Florentius (CIL X.2, 3018,36; BLocK 1947: 102 n. 517), δι. Marcius Fuscus (CILX, 2, 848,37 CILXV,1, 2461; BLoct 1947: 102 n. 518) che bolla presumibilmente anche sarcofagi fili St Marcius Prinigenius (BLOCK 1947: 103 n. 5222-9),St Marcius Restiius (CIL XV, 1287 ("in quattuor steribus sarcophagi ex

lateribus facti Narbone rep), CIL XV,1, 1287 (“in quattuor lateribus sarcophagi ex lateribus facii Narbone rep.") e presumibilmente St. Marcius Tognaeus (CU.X,2, 804843; BLOCH 1947: 104 n. 529) e St. Marcius Secundio (Buock 1947: 104 n. 527a-b) in precedenza trasferitosi alle f. Oceanae (BLOCH 1947: 104n. 526). 1271 2P"CILXVI, CIL XV.1, 2461 (su coperchio di dolio da Roma, Esquilino) P"CIL XV, 1, 1276 (da Roma, “ad ripam dexcam Tiberis .. alla Farnesina, inter trram); Buocit 1947: 73 n. 335; CIL XV, 1277 (da Palestina o dal territorio di Palestrina). P"CILXVA, 2460.

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Dell'opus Salarese sono documentati presumibilmente: durante la proprietà di Junius lulianus, procos Siciliae", Vofficinator A. Gabinus Successus da solo (n. 573) e con i servi-operai Fo() (n. 572), VO (n. 575) e HO (n. 575), nel 123 d. C., tutti da S. Cesareo, mentre lo stesso officinator con un servo DI) è attestato a Colle dei Marmi (n. 810); la domina Trebicia Tertulla"" con i bolli CIL XV, 525, databili ai primi anni di Adriano, nell'area del ninfeo, a S. Cesareo (nn. 575, 580); il dominus L. CO Iuven() con i bolli CIL XV,1, 515 a-b, del 134, per la cui identificazione si oscilla tra il L. Cassius Iuvenalis, cos. suff. a. 151-160 insieme a Q. Pomponius Musa” e il Caecilius Iuventianus, procurator Augusti (Norici)? *, a Monte Canino (n. 476) € nell'"agro veliterno” (n. 1754); e il dominus M. Annius Verus del 123 d.C. da via I Stradone Muti (n. 1087). Dell'opus Sulpicianum sono documentati, il dominus Claudius Livianus cioè Ti. lulius Aquilinus Castricius Saturninus Claudius Livianus"", praef. praetor. durante Traiano, con tre bolli del 123 d. C., da S. Cesareo (nn. 575, 572); la domina Domitia Domitiani ovvero la Domitia Longina, vedova di Domiziano, da sola, nella prima età adrianea, a Civitana (n. 1326), a Monte Canino (n. 476), a S. Cesareo (n. 575) e con l'officinator Demetrius, nel 123 d. C. dall’agro veliterno (n. 1755); gli officinatores Cost) Amb() ἃ Casale Strutt (n. 998) e a Troncavia (n. 723), CIO Her a Troncavia (n. 723) e a S. Cesareo (n. 573), C. Villi(us) Cres(cens) a Troncavia (n. 723) e, presumibilmente, a S. Cesareo (n. 579), M. Vinicius Pantagathus sia da solo, a 8. Cesareo (n. 575) e a via Font. na Parata (n. 1211), che con lo schiavo Va(), a Ceppeta, presso la vigna Cardinali (n. 4275). Le Oceanae, sono attestate, durante la proprietà di Adriano, con l'officinator C. Aquilius Aprilis, “in agro veliterno" (n. 1756); la sezione delle O. maiores durante la proprietà di Marco Aurelio o Commodo con gli officinatores Hermetianuus et Urbicus, a S. Cesareo (n. 575); la sezione delle O. minores con Vofficinator L. Bruttidius Augustalis, a Monte Canino (n. 476). Delle Domitianae, oltre al bollo dall" "agro veliterno" ri feribile alle f. Domitianae (n. 1763"), datato al 212-217 d.C., del quale un esemplare è stato rinvenuto nella località Il Roccolo ad Albano"", sono presenti tre delle Domitianae Minores, durante la proprietà di Domitia Lucilla, con i tre bolli CIL XV, 1, 171, 173, dell’officinator P. Aelius Alexander, dall’ Artemisio (n. 96), da via Appia Vecchia (n. 825) c da Mezzaraga (n. 6).

Le f. Tonneianae sono presenti durante la proprietà di L. Julius Rufus”, cos. nel 67 d. C., con l'officinator Zosimus, "in agro veliterno"* (n. 1757), noto anche in un esemplare dalla villa di S. Maria a Nemi?", oltre che da quattro dal Colosseo, e con L. Licinius Felix, nell'area dei resti, presso gli Orti di S. Nicola, lungo la sponda orientale del lago di Nemi (n. 206). Per le f. Ab Isis, durante la proprietà di Ti. Claudius Maximus, è attestato un bollo leg. Aug. pr. pr. Pannoniae Sup. aa. 150-155 e procos Africae aa. 160-161" e padre del TI. Claudius Maximus, cos. nel 144 o 145 d. C. insieme a C. Lolliano Avito, e procos Africae 155/158 d. (λας, off. Egnatius Felix, a Velletri (n. 561, 148). Lef. Fabianae e le Tur( con la domina (Flavia) Seia Isaurica di CIL. XV.1, 1422 e l'officinator L. Fadius Passarus, sono presenti a Mezzaraga (n. 6); i pr. Aiaciana con l'officina di Calpetanus Primitivus, dalla tomba sulla via Appia Vecchia (n. 825); le f. Curtiane con il dominus C. Asinius Pollic*** cos. nel 40 d. C., e l'officinator Q. Lepidus Hilarus da Le Mole, a Nemi (n. 203); i pr. Sabiniana con T'officinatorA. Gellius Karus, a S. Cesareo (n. 575); le Ad Mercurium Felicem, da Le Mole, lungo la sponda del lago di Nemi (n. 203); le A pila Herculis con l'officinator Ti. Claudius Hilarus, a S. Cesareo (n. 573); le Germ Min durante la proprietà di M. Annius Verus con il servo Zosimus, a S. Cesareo (n. 575). Le f. Mammeianae sono documentate con il bollo da S. Cesarco (n. 572), nel quale compaiono insieme Ὁ. Pompeius Mammeianus © Ὁ. Pompeius Mammeius, forse fratelli, dal quale avrebbero tratto nome le fj le Macedoniane con gli officinatores L. e P. Cassius, alla fine del I secolo d. C., forse in età domizianea", “in agro velitemo” (n. 1758); le Viccinianae con Rutilia L. f. Ocrati, forse la medesima Rutilia nota per due bolli su mortarium da Pompei, "in agro velitemo” (n. 1759); le Caeponianae durante la proprietà di Arrius Antoninus, a Troncavia (n. 730); forse le Fulvianae con l’officinator C. Cominius Sabinianus, “in agro veliterno" (n. 1760). ‘Tra i "Lateres privati” sono attestati: C. Rabirius Tiburtinus con una Victoria da Monte Cagnoletto (n. 626), del quale alcuni esemplari risultano recentemente rinvenuti nell'area del giardino interna al peristilio della villa cd. di Matidia Augusta, presso l'osservatorio astronomico di Monte Porzio Catone”; Isida Quadrata secondo l'ipotesi

> PIR I: 238n, 497; PIR IV: 337 n. 762; Buoci 1948: 64 dell Indice; SEA 1977: 141-142. 2 PIRIIL:335n. 240; Broce 1948: 75 dell'Indice; SeratA 1977: 195. = PIR E 314n. 424; PIRTE 17 n. 496. P^ IR E249n.37; PIR IE 80, 52. Serata 1977: 82. PIR I: 384 n. 735; PIR I : 211-212 n. 913; Buocn 1948: 64 del Indices; Seta 1977: 91-93, "7" Mopucvo Torni 1980: 50.4 peril bolo rinvenuto, insieme a due fe epigrafici marmoreiea una tabella defixionis, nel 1970, durante la costrazione di un edifici in via Fili Bandiera 277 PIRIV: 266 n. 53; BLOCH 1948: 34 dell Indices; HELEN 1975: 96; Serata 1977: 39-40, ‘> Srngy 1974-15: 97. 2 Bea 2006: 209,

P^ CILXV, 633a, 14; ft Str, Hezex 1978: 183 nn. 536-8 (633 20): Boet 1983: 62 (633a); ANDERSON 1991: 101 (6336) PIR I: 388 n. 747: eff. PIR Il: 217 n. 933; BLock 1948: 66 ell Indices; ϑεται 1977: 93-94, = PIR I 388 n. 745: PIR 217 n.933. "Serata 1977: 119-121, P PIR I: 163-167, specialmente 167, n. 1025; PIR I 253-254n. 1242; Bock 1948: 19 dell Indices; Serata 1977: 31-32 ΞΘ Srewoy 197475: 60-6. we Senay 1974.15: 59 "$i trata dei bolli Com(munis) Rutil(ae) su mortarium di tipo Dramont D2, forse prodotti in una iglina di area urbana, presumibilmente proprio la Viceiana (Patusccu 2002: 227-229 n. 30). = BOLOONA, PASTORINI 2006: 153, 154 per il bollo dal ca termale, 155 peri 3 dall are del perso. 287

del Dressel la medesima Asinia Quadratilla** di CIL XV, 861, figlia di Q. Asinius Marcellus, cos. suff. ra il 125 e il 130 d. C., da Colle Palazzo (n. 772); il M. Herennius Pollio identificato nel M. Annius Herennius Pollio, cos. suff. nell’85 d. C. e consularis del 102-103 ricordato in un'iscrizione di provenienza incerta”, da C.le Strutt (n. 998); Cocceius Nerva con il servus Callistus con provenienza genericamente veliterna (n. 561, 135); durante la proprietà di Memmia L. f. Macrina*" figlia di L. Memmius Rufus*? e presumibilmente: legata con il T. Caesermus Statius Quintius Statianus Memmius Macrinus*", Vofficinator L. M(emmius ?) Astrag., datato al 134 d.C., dall” "agro veliterno” (n. 1761); il C. Propertius Felix di provenienza incerta (n. 1765) e l'officinator M. Valerius Priscus, nel corso delVeta adrianea, a Monte Canino (n. 267). Infine tra i "Lateres urbani” è documentata la presenza dell’ Officina privata domitiana statio INI “in agro veliterno” (n. 1762) e dell'Officina privata alla necropoli a Le Mole (n. 203), trai “Lateres publici" quella della seconda legione Parthica (n. 203), peraltro attestata anche ai Castra Albana” Ai bolli laterizi devono poi aggiungersi quelli su dolia c mortaria, in gran parte di provenienza generica: infatti a parte quello, frammentario, su dolio, dall’ area di Casale Strutt, sul Colle delle Crocette, [--]LIT. F (n. 998), risultano provenienti da Le Castella il fr. di orlo di dolio con bolli Faventinus ser(us) fec(i)IL. Rubri Felicis (n. 1634), da “Velletri” il fr. di orlo di dolio con bollo [--Jus Tigell—] (n. 561, 131), mentre addirittura ignota è quello su labrum di dolio C. Castrici. Bolli su lucerne sono ricordati in CIL X: quelli di L. Caecilius) Sae(cularis), di C. Clo(dius) Suc(cessus?) e di [1.1 Fabric(ius) Masc(ulus), "Velitris rep. in vinea Pellegrini" (n. 359); quello di Communis, "ad Velitras prope Colle Ottone rep. cum n. 6553” (n. 1124). ‘Tra i materiali della collezione Nardini sono anche alcu-

ne lucerne bollate, in gran parte disperse”: quelle di FABRICA GAI (n. 561, 128) presumibilmente da intendersi come [L.] Fabric(ius) Agat(); quella di MUNTRFPT (n. 561, 129) con ogni probabilità [L.] Mun(atis) TUi]rlelfpi(us]; oltre alle due delle quali non risulta edito il bollo™*, di provenienza genericamente veliterna; la serie da "via Metabo", perdute (n. 696), di [---]caca*", forse il C. Viri) Agat() di CIL XV, 6741 che produce in Italia centrale tra l'età tardo flavia e l'età antonina, come sembrerebbe indicare anche la. proposta avanzata da Anselmino Balducci per un fr. proveniente dall'area nord-est esterna alle terme del Nuotatore, ad Ostia di MULSUC*", forse, ipotizzando una lettura errata da parte del Nardini, il ΤΙ. luli(us) Succ(essus) di CIL XV, 6497, del quale è nota una produzione in Italia centrale tirrenica, in età antonina’™; di MC AG AP*"'. A queste vanno poi aggiunti: un fr. bilicne con decorazione e iscrizione di lucerna in bucchero* con provenienza “Velletri”; ifr. di lucerna. fittile con al centro due rami di ulivo con istogrammi'*" e il ir. a forma di lira con bollo di lucerna^* riportate con provenienza "Velletri. Loc. incerta". Delle sette firme attestate su lucerne, la quasi totalità è costituita da tria nomina abbreviati. Quella di Lucius Caecilius Saecularis è fabbricata in Italia centrale, probabilmente a Roma, tra la tarda età antonina e la prima età severiana? quella di C. Clodius Successus è fabbricata in Italia centrale tra la tarda età flavia e quella adrianea*; quelladi L. Fabricius Masculus è fabbricata a Roma in età antonina*"; quella di L. Munatius Threptus è prodotta a Roma tra la tarda età flavia e l’antonina*®* quella di L. Fabricius Agat()& prodotta probabilmente in Italia centrale dall'età traianea alla prima età antonina**; quella di Communis del quale sono note forme in sigillata italica, prodotta intorno al 40 d.C."". A queste vanno poi aggiunte quelle provenienti dagli scavi del 1933 lungo le pendici meridionali di Monte Cagnoletto con bolli di T. Aelius Charitonis e un'altra di L. Caecilius Saecularis (n. 634).

“PIR I: 169 n. 1045; PIR I: 257 n. 1260; BLocw 1948: 19 ell Indices; SETALA 1977: 2-74 »°PancteRA 1973 a proposito delliscrizione al Musco Nazionale Romano, per la cui provenienza si oscilla tra “il Monte Testaccio” e una. "cava di pozzolana situata sulla via Prenestina, Km. IV, 700, di proprietà Lancelloti"; AE 1975: 14 n 21; Sreinpy 1974-15: 76 nota 6; SETALA 1977 127-129; PIRI: 61 n.417; PIR IV:77 n. 119; PIR VI: 240n. 548. ^" PIR II 365n.351; PIR V: 255 n. 484; Boca 1948: 65 del Indices; Sea 1977: 150-151. PIR Vi 253 n.472. PIR IL 3637 n. 183 "^ Gunz 1984:278, 279 fg 6 dallo scavo perla realizzazione del paazzo della Prerora nellisolto all'angolo ra viaS. Francesco d'Assisi e via del Casto Pretoro. 2» Cecca 20010: 115n. 999, 144n. 1570, 144-145nn. 1572-1574. = Ceccarini 20012: 1682. 2296in* .. occhero,..condecorazione ^, 1921. 2646. forma lira”, secondo Crescenzi 1981: 128 Sllegibile" = Cecca 2001a: M n. 1572 "con decorazione palma”. 7" ANSELMO BALDUCCI 1994: 450 tabella 2, 452, 455 tav. 2 n. 21a. (firme sono documentate sui tipi Bailey, Cv, Bailey, M/Pav. ΠῚ M e Bailey, Pi 2" CrccaRIN 20012: 145. 1573, ^ Relativamente ad esemplari nell'area nord-est, este alle Teme del Nootatore, ad Ostia, vd. ANSELMINO BALDUCCI 1994: 449 tabella 1, 453 firme sono documentate sui tipi Bailey, M/Pav. Il Me Bailey, PI)

asi CeocaRiNt 2012: 45. 1574. = Crescent 1981: 178; CHCCARINI 20012: 168n. 2296. n Crescenzi 1981: 179; Ceccanint 20012: 123n. 1240. oe Cresce 1981: 179; Crocarini 20012: 192 n. 2646. >= Banev 1980: 91-92, es BAILEY 1980: 93.94; Pavouns 1977: 40, 46-47 tab. IL a proposito delle lucerne del Museo Nazionale di Napoli, ha osservato come il boo L. Caec Sae ricorra su vn esemplare riferibile αἱ tipo τες, sez E,b e su cin‘que esemplari iferbili al tipo Dressel 27. Quattordici esemplari in pat i sibili αἱ tpi Bailey, Pi: Bailey, Pi, sono stt rinvenuti all'estemo delle ‘Terme del Nootatore, antistante il Casegsinto di Temistocle, ad Ostia (ANSELAAINO BALDUCCI 1994: 449 tb. I 452). "7" BAILEY 1980: 95. Un numero cospicuo (ben 34) in pate riferibili ai tipi Bailey, Dv; Bailey, M/Pav. E II M; Bailey, Pi; Bailey Pi sono stati rinvenuti allestemo delle Terme del Nuotatore, antistante il Caseggiato di Temistocle, ad Ostia (ANSELMINO BALDUCCI 1994: 449 tb. 1,453). 7" BAILEY 1980: 98 Sete esemplari in parte riferibili i pi Bailey,Pi Bailey, Pi. E Bailey Pi, sono stati rinvenuti all'esterno delle Terme Nuotatore, antistante i Caseggiato di Temistocle, ad Ostia (ANSELMINO Batpuccr 1994: 449 tab 1, 452) 3° BAiLEY 1980: 94 >=Pavouint 1977: 36, 46-47 tab. Il, a proposito delle lucerne del ‘Museo Nazionale di Napoli, ha osservato come il bollo Communis sia pre‘sente su quindici esemplari del tipo Loeschcke IX.

288

E

E

alata ae AD CC

C

C

D'D

p

Fig. 46. Ceramica in erra sigillata africana: distribuzione delle produzioni.

terminate dal movimento delle derrate alimentari*", nella Tunisia settentrionale e, a partire dalla fine del ΠῚ secolo d. C., anche nella Tunisia centrale*". Tra la fine del II e gli inizi del IV secolo alle officine della Byzacena (produzione C) si affiancano quelle della regione di Cartagine (produzione D) con un incremento massiccio della produzione. “Tra i 560 fr. individuati dalla ricognizione, per 367, corrispondenti al circa 65%, è stato possibile individuare la sola produzione, di 161, corrispondenti al 30 % circa, i tipi, mentre 32, pari al 6%, sono risultati non idd. All'interno dei frr. idd. 236, corrispondenti a circa il 42%, è in produzione A, 33 in A' pari al 6%, circa, 75 in A^ pari al 14%, 18 in A" pari a circa il 3,5%, 45 in A/D pari all’8%, 13, corrispondenti al 2,5% in C, 2 in Ο', 10 in C pari a circa 1,896, 3 in C^ 49 corrispondenti al 9% in D, 28 in DI pari al 5%, 16 in D' pari al 3% (Fig. 46). “Tra i tipi pid frequentamente attestati figurano:

Accanto alle anfore, tra l'ultimo decennio del Le la prima metà del Il secolo d.C., inizia l'importazione in numero considerevole anche della ceramica da mensa africana, prodotta, forse anche in risposta alle opportunità di esportazione de-

all'interno delle produzioni A, A' e A", con 29 frr, la coppa Hayes 8A, decorata ἃ rotella*?; in A’ e A^ con 17 frr. la coppa emisferica Hayes 9A™; in A',A* c A'^ la coppa Hayes 8B con 13 fre? in A? la coppa Hayes 14A con 12 fir.®*; in C la scodella Hayes SOA con 9 frr.™; in A? il piatto Hayes 26 con 6 fr: in A° la coppa Hayes 14B con 4 fr; in A* la coppa carenata Hayes 14C con 3 fir. in A?, A" e AID il piatto Hayes 27 con 4 fr^; in D' la scodella Hayes 61 con 4 frr; in A e A? la scodella

30 PaveLLA 1993: 629. 3 TORTORELLA 1987; Panna 1993: 629 nota 60. 2" fr di ocio, in produzioneA, da Acqua del Nespolo (n.161); fr di carena, in produzioneA’ I fr di parete, in produzioneA" da Pian di Ceri (n. 213); fr di rl, in produzione A, da Colle Paccione (n.262); 1 f. di oro, in produzioneA’, da via Tevola (n.289); 2 fr di olo, in produzione. A, da Acqua el Peschio (n.291); fi. di oro, in produzioneA, da Macchie Ja Faiola (a, 386); | fr. di parete in produzione A, davia Cataini (n. 414); 1 fi orto, in produzione A,da via dei Crocefss (n. 747); 1 fr. oro, in produzione A'e If. di carena in produzione A’, da Colli dei Marmi (n. 810); 1 fr. di orlo, in produzione A, da via Montecagnolo (n.80); 1 fr. d orlo, in produzione A, da via delle Tre Armi (n. 890); 1 f di oco, in produzione A, da via Capitancell (n.938); 1 f di parete presso oro, in produzione A,da via del Formello (n.962); f di orlo in produzioneA, da via Colle Ouone Basso (n. 1029); f di orlo, in produzione A, da via delle Vigne Nuove (n. 1119); If di oro, in produzioneA, da via Colle Zioni (n. 1187); ft. dir lo, in produzioneA, da Crocetta (n. 1223); 1 f di oro, in produzioneA, da via Appia antica (n. 1306); | fr. di parete immediatamente soto loco, in produzioneA, da via tempio di Diana (n. I311); |f di oro, in produzione Ἀπ,da Campetto dei Macellar (n. 1319); 1 ft di oco, in produzione A, da via dei Fini (n. 1422); 1 ft: di orlo, in produzione A", da via CisteraaCampoleone (n. 1585); f di carena, in produzione A’, ca via dei Tigh (n. 1624); di oro, in produzione A, da via Retarola (n. 1678) 75% 3 fi: di rl, in produzione A', da via Arcioni (n.321); f di rl, in produzioneAe If dioro, in produzione A* da via Colle Pipino (n.420); 1 fidi rlo,inproduzione A’, da Vellei Cantina Sperimentale (n.513); di orlo, in produzione A, da via el Franco Belga (n.944); fr.di oro,in produzione A’, da via Colle Zioni (n. 1187); 1 fr di oro, in produzione A’, da via Nettunense-via dei Cinque Archi (n. 1286); 1 ὅς. αὶ oro, in produzione A, da via Appia antica (n. 1306); 2 fr. αἱ oro, di produzione A", da via Pontedi Mele(n. 1338); fr. di ro, in produzione A,da via di Carano (n. 1501); 1 fr. diorlo,inproduzioneA' da ia Retarola (n. 1581); f di rl,in produzione A!da Lazzaria (n. 1589); fi di oro, in produzione A°, da via dei Tigh (n. 1624); fr. di oro, in produzioneA’, da via Passo dei Corsi (n. 1656) 2751 di oro, n produzioneA^, da Colle Magisterno (n. 165) 1 f. di orlo, in produzione A’, da via Catalin (n. 414); |f. i orlo in produzione ‘Ae | fc di orlo, in produzioneA, da via dei Crocefiss (n.530); 1 di oro, in produzioneA, da via dei Crocefissi (n. 747); f d oclo, in produzio ne A^, da via dei Bastion (n. 785); 1 f. d oio, in produzione A”, da Colli dei Marmi (n. 810) 1 fidi oro, in produzioneA", da via I Stradone Muti (n. 1118); f di orto, in produzione A*, da via Fontana Parata (n. 1122); 1

£f di orlo, in produzione A, da Tenuta di Castel Ginneti (n. 1514); | fr di ‘orlo, in produzione A’, da Lazzaria (n. 1564), 2 fr pertinenti ma non congiunti i ol, in produzione A’, da via Retarola (n. 1678). 7*1 fi oro indistinto n produzione A^, da Cole Mozzo (n. 51). fi. di oclo indistinto, in produzione A, da via Fontana de! Turano (n.253) 1 fr di oro indistinto, in produzione A’, da via Acqua Palomba (n. 256; f di orlo indistinto, in produzioneA°, da via Colle Pipino (n. 420}; 2 fr. di orlo indistinto, in produzioneA’, da via della Cava (n.497); ἦς, αἱ orlo ndis o, in produzione A’, da via dei Bastioni (n.788); |f. di olo indistinto, in produzione A, da Colle dei Marmi (n.830); 2 fr. di oro indistinto, produ iavia Cinelli (n.980): 1f di ocio indistinto, in produzione A^ da via Montecagnoletto (n. 989) | fr. di orlo indistinto in produzione A^, da Lazzara(n. 1589). ^91 fr di oro indistinto e affislato in produzione C^ da Colle Magistero(t. 165). 1 fr. di oro indistinto e affusolato C^ da via Fontana del Turano (a. 253); fidi fondo con piede arofizato O’, da via Morice(n. 398); i. δὲ orlo indisino e affusolato in produzione C^, da via Catani(n. A15). 1 fr. di rt indistinto affusolatoin produzione C', da via de Crociissi (a. 747); 2 τ. pertinenti ma non congiunti di cio indistintoe affusolato parete svasata, in produzioneC*e 1 fr. i fondo con piede atrfizzao, da via dei Bastioni (n. 785); fr. di orlo indistinto e affusolato, in produzione C, da Colle dei Marmi (n.810) ° fi di oro, in produzione A’, dal Vivaro (n. 12) 1 fr i orlo, in produzione A, da via dei Castagnoli (n.336); 1 fr. i oro in produzione A”, de via Caio Mario (n.930); 1 ἧς. di orlo in produzione A", da Mercatora (n. 1385); 1 f di rl, in produzione A’, da Lazzaria (n. 1589); 1 fr. di oro, in produzioneA^, da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1660) 79 fr. di orlo, prodott in A, da via dei Crocefisi (n.530); 1 f di or Jo, in produzioneA’, da via Ponte Lauro (n. 1161); 1 fr. i orlo, in produzione AY, da via Vigne Nuove (n. 1215); | fr. di orlo, in produzione A”, da Lazzaria(n. 1589). 71 fr di ro, in produzione A’, da via Scommiato (n. 848) 1 rdi or10, in produzione A, da via Vallevert (n. 989); fr. di oro in produzione A), da via Isola di Ventotene(n. 1675). 7^2 fis di orlo, in produzione A” da via di Cori (n. 414) 1 f di fondo, in produzioneA da Lanuvio.via ΕἸΣ Kennedy (n. 878); 1 f di orlo, in produzione A/D, da via Colle Ottone Basso (n.971) ‘41 fidi oro, in produzione D', dac. le De Santis (n. 366): 1 fr. di or10, in produzione D*, da via Arciano (n. 766); 1 fr. di oro in produzione D'. da via F na Parata (n. 1212); | f di oro, in produzione D' da va dei Fen ὦ 1686).

Terra sigillata africana

289

Hayes 6B con 2 frr?*; in A? e A/D la scodella Hayes 31 con 3 fiz in A/D la scodella Hayes 32 con 3 fir"; in D, DÈ e C la. scodella Hayes SOB con 4 fir.” in D* la scodella Hayes 87A con 3 fir"; in D' la scodella Hayes 65 con 2 frr2**; in D' la scodella Hayes 67 con 2 ἔπι "οὶ in Ala coppa variante Martin-Mascarell 1969, fig. 11, 1 con 2 frr**; in D? la scodella Hayes 104A con 2 fr^; in A? la coppa Hayes 14/17 con 2 fr; in A/D il coperchio Ostia I, 28 con 2 fit in A? la coppa Ostia I, 57 con 2 fim; in A? il piatto Ostia I, 86 con 2 frr-**; in D' la scodella Fallico A149 con 2 fir; in D' la scodella Lamboglia S2C con 2 fyc?" (Fig. 47).

Lamboglia 525 Fallo A149 Ostia 1,86 Ostia 1,57 Ostia 1,28 Hayes 14/17 Hayes 106 Marin Mascarell 1, Hayes 67 I

Hye

Hayes TA I

Hayes 508 [= Hayes 32 [ΠῚ Hayes 31 ΕΞ] Hayes 68 [ΠῚ Hayes 61 =] Hayes 27 3 Hayes 14¢ ΓΞ] Hayes 148 E]

Hayes 26 [>=

Hayes 0A E] Hayes 14A rr] Hayes 88 [==],

Hayes 8 rr Hayes 84 [m Ari ===

1

Fig. 47. Ceramica in tera sigillata africana: distribuzione dei tipi attestati. 2^ fr di orlo, in produzione A, da via Torre di Presciano (n. 1287); 1 fc di oro, in produzioneA’, da via Appia antica (n. 1306). 2 1i di odo, ia produzioneA/D, da via Captanceli (n.938); 2 fr di ‘orl, in produzione A^, da via Valleverta (n. 989). °° 1 fx. di orl, in produzione A/D, da via Arcioni (n. 323); 1 f di oro, in produzione A/D, da via Soleluna (n. 119); 1 f di odo, in produzione AID, da F na Cavignano (n. 1499). 7^ | fr di olo, in produzione D', da Crocetta (n. 1112) 1 f dono, in produzione D*, da via Colle Zion (n. 1139); f di orl, in produzione C, da Tenuta di Castel Ginnett (n. 1273); 1 fr di oio, in produzione D, da via dei Fienili o. 1656). 7^ f i orlo, in produzione D', da via Appia antica (n. 1306); 1 fr di oro, in produzione D*, da C. e Monaci (n. 1371); f di orlo, in produzione Dt, da via dei Fieili n. 1686). 7^ fi dirlo, in produzioneD^, da Acquadel Nespolo (n. 161); f di ‘orlo, in produzione D', da via Acqua Palomba (n. 286) ^1 di oro, in produzioneD', da via del Grottone (n. 1485) 1 f di ‘orto, in produzione D', da via Selvanova I (n. 1822). 7^1 fr. di oro di coppa in produzione A’, da via Acqua Palomba (n. 256); 1 fr di oro in produzione A”, da via dei Crocifissi (n. 747). 2^1 i oro, in produzione D' da viadei Fienil (n. 1422); | fr di or 1o,in produzione DY da via Passo dei Coresi (n. 1594) 290

II dato più evidente sembrerebbe quello relativo alla preponderanza delle produzioni in A (362 frr) e al contempo all'assottigliamento di quelle in D (93 fir.) ed in particolare in C. (28 frr). Seil floruit della produzione in A risulta coerente con quanto noto per altri contesti italiani indagati e trova giustificazione nell'ampio numero di centri produttori della Tunisia, al momento risulta difficile comprendere il numero più modesto di produzioni in C e D, pur considerando Ia rilevata differenza di acquisizioni di beni dall'estero”. Infatti risulta ormai documentata una serie di centri di produzione di sigillata africana, attivi fra la metà del IN e la seconda metà del IV secolo d. C. nelle regioni centrali, costiere e interne della Tunisia, tra i quali quelli di Djilma con produzione in A/D, C, C/E, E e soprattutto di Sidi Marzouk Tounsi con produzione in C, liscia* € poi rail IV e il VII secolo d. C. i rifiorire della produzione in D con l'introduzione di nuovi modelli tipologici e la nascita nella Bizacena centro-settentrionale della sigillata C tarda, nelle versioni C' e C**. Per entrambe sulla contrazione del dato è possibile abbia pesato sia la contemporanea generale riduzione, nel periodo della loro diffusione, riscontrata per quasi tutte le classi ceramiche, coerentemente con il diverso popoJamento del territori, sia le caratteristiche tecniche in particolare della vernice che, soprattutto per la produzione D, appare meno conservata e dunque riconoscibile. Se, più specificatamente, la preponderanza tra le diverse forme identificate della coppa Hayes 8A sembrerebbe permettere di riferire questo afflusso ad un arco compreso tra 1'80-90 il 150 d.C., con un apice forse riscontrabile nel corso dell'età traianea, più in generale, l'osservazione della di2572 fr di olo, in produzioneA’, da via Appia antica (n. 1299) %© | fi. di oro, in produzione A/D, da via dei Laghi (n. 301); 1 fr. di r10, in produzione A/D, da Colle Foto (n. 1603) "| fr. i orlo, in produzioneA’, da via dei Crocefiss (n. 747); 1 fr di orlo, in produzione A, da via di Carano (n. 1501) 7 L fidi oro, in produzione A” da via Capitancelli (n. 924); 1 fe. di orJo, in produzioneA” da via Ponte Lauro (n. 1161}. πὶ fd tesa, in produzioneD^ da Colli dei Marmi (n.810) f di tesa, in produzione D', da via di Paganico(n. 1031). 2772 fr. di orl, in produzioneD', da via Soleluna (n. 195). Panes 19892: 132-133, in particolare 133 nota 23: PANELLA 1993: 614la quale riferisce alcun differenze “tra sto e sito. a fattori di natura. geografica Peacock, Beiaow, BEN LAZaEO 1990 per l'individuazione dei cenαἱ i produzione attraverso ricognizioni di superfice; MACKENSEN 1993: I, XI, per l'officina di Et Mahrine, che produce lucerne © ceramica fine da mensa in D, tra gli inizi del IV e il VI stc. d. C. nella piana del fiume Mejerda, a circa 45 km a ovest di Cartagine; TORTORELLA 1995: 79; “TorroneLLA, PAvoLII 1997. P" TORTORELLA 1986, specialmente 213-214 carte 1-3, 217-219 carte 5-8 con arce di diffusione della sigillata africana C e D nella Tunisia settenrionale e centrale tra V e VI sec. d. C.

stribuzione sul territorio indagato della classe rileva la sua capillarità. Rispetto alle età precedenti, nel corso delle quali la presenza della sigillata italica, a parte poche eccezioni, sembra arrestarsi ai piedi delle aree montuose, si registra un significativo incremento delle attestazioni, anche con forme meno diffuse, proprio lungo la catena dell’ Artemisio e in settori minari. Infatti frr. riconducibili alla coppa Hayes 8A provengono da Acqua del Nespolo (n. 161), da Colle Paccione (n. 262), da via Tevola (n. 289) c da Acqua del Peschio (n. 291), mentre alla coppa Hayes 14A, pure abbastanza attestata, quelli da Colle Mozzo (n. 51), da via Fontana del Turano (n. 253) e da via Acqua Palomba (n. 256), ai quali vanno aggiunti quelli: della coppa Hayes 9A da via Arcioni (n. 321) e da via Colle Pipino (n. 420); della coppa Hayes 8B da Colle Magisterno (n. 165); del piatto Hayes 26 da via dei Castagnoli (n. 336); della scodella Hayes 32 da via Arcioni (n. 323) e, soprattutto, della scodella Hayes 65, documentata

esclusivamente in un settore dell’ Artemisio, da Acqua del Nespolo (n. 161) e da via Acqua Palomba (n. 256). Africana da cucina Alle importazioni di terra sigillata sembrerebbero affiancarsi, a partire dai primi decenni del I secolo d. C., consistenti presenze di derrate alimentari nord-africane trasportate in anfore (olio e conserve di pesce) e di vasellame di minor pregio, (africana da cucina), con una riduzione della produzione ceramica in officine locali o regionali, le quali spesso ne imitano le forme"? soprattutto tra le pentole e le scodelle. La produzione è apparsa ampiamente attestata dalla ricognizione, con 619 fir. riconosciuti, dei quali 309 identificati. Tra quelli maggiormente attestati risultano le casseruole Ostia III, 267%, Ostia III, 108% e, secondo consuetudine, i piatti-coperchio Ostia III, 332, Ostia I, 261"^, Ostia Il 302%, Ostia I, 18"^.

> Bil caso, ad esempio, del piatt/coperchio di produzione locale che Bastioni (n.785); 1 τς, di olo da via Colle dei Marmi (n.807); fr diorloda M. Cagnolo(n 838); 1 ft di orlo da via Valevert(n. 882) 2 fr di ortoda imita la forma Osta ΠΊ, 332, 7222 fr di orlo da Terre Rosse (n. 31); If. di orlo da Colle Mozzo (n via Caio Mario (n.930); | fr. di oro da via Stagonello (n.995): 1 f di orlo 52); 1t diorlo da Colle dll Acero (n. 123); ft di orlo da Pian di Certi (n. da via Carbonara (n. 1088); f diorlo da Crocetta(n. 1109); 1 fd orlo da 211); | fe di oro da Il Pratone (n. 221); 1 fi di oro da C. e dell’ Acero. via Colle Perino Vecchio (n. 1147);2 fi. d orlo da via rote dell'Oro (n 1 fr di oro da via Crocetta Vivaro (n. 20); 1 fr di orlo da Acquadel 1158); 1 fr di orto da via Ponte Lauro (n. 1161); f di orlo da via Soleluna Peschio (n. 291); 1 fr. di orlo da l Pratone (n. 299): 1 fc di orlo da (n. 195). 1 f di ro da via Torredi Presciano (n. 1237); 3 fr di oro da via Quarantoa (n. 326): 1 f. di olo da via Contrada Comune (n. 346); 1 fr di Ponte di Mele (a. 1338; 1 fe. di olo da via Presciano (n. 1357). di orlo orlo da Macchie la Faiola (n. 366); fidi oro da C. e De Santis (n. 366) 1 da via Colle Rosso (n. 1364) If di orlo da C. le Monaci (n. 1371); 1 fr di fidi orloda via Vigna Grande (n.370); f di orloda via Morice (n.398); oro da via dei Ficnili (n. 1422) | f. di orlo da via Colle dei Cavalli (0. 1 f di orto da via dei Crocefiss (n. 530); 1 f. di olo da via F. Parr (n. 1457); | fi di orlo da va degli Aranci n, 1516); 1 f di orlo da Quarto dei 719): 2 f di sto da via dei Crocefss (n. 747); 1 f di oro da via Arciano due Fossi (n. 1585); 1 f di orlo da Lazzaria (n. 1589); 1 fr: di oro da via dei Coresi (n. 1457);| fd rloda va Passo dei Cores (n. 1656);1 ft (n. 771; 2 fr di oroda via Colle dei Marmi a. 807): | di olo da Colle Passo dei Marmi (n.810): 1 f. di olo da M. Cagnolo(n. 835). 1 f di oroda via di orto da via Astura(n. 1675); 1f. di orlo da via Retarola (n. 1678) 71 f i orlo da via Crocetta Vivaro (n.14); | fr i oro da Pian di Scommiato(s 848) | f da via Casale Capitancelli(n. 917); | f. di ortoda via del Sorbo(n. 947). | di orlo da via Palaggi (2.982); fr di oro da via Ceci (n. 213); 1 fi. di orlo da II Pratone (n. 214); 1 f. di orlo da Colle Montecagnolo (t. 987); 3 fr di orlo da via Montecagnoletto (n.989) 1 fr. Paccione (n.262); | fr. di orlo da via Colle Magisterno(n. 264): f di orda C. le Tondon. 355); 1 di orlo da via Valle Vera (n.993); f di olo da via Stragonello (n.999; 1 Jo da via Contrada Comune (n. 346). 1 ft. di oro ^i di orlo da Crocett (n. 1109); fr. di orlo da Croceta (n. 1112); ἧς di fr. di orlo da via del Cigliolo (n. 400); 2 fr: di orlo da via Colle Pipino (n. 420); If. di orto da via Papazzano (n.539); | fi. di orlo da Vellei. Via oro da via I Stradone Muti (n. 114) | fe di orlo da via Colle Perino (n. 1177); | f di orlo da via Colle Zioni (n. 1187); f di oro da via Soleluna Madre Teresa di Calcutta (n. 551); 1 fi di orlo da via Appia antica a S. a. 1198);f di orl da Crocetta(n. 1223); 1 f di olo da via Vigne Nuove Gennaro (n. 614); 1 f. i orlo da M. Cagnoletto (n. 633); 1 f i orlo da (0. 1242); 4 fr. di oro da via Nettunense/ia dei Cinque Archi (n. 1286: 1 Colle Ottone Alto (n. 679); | fr. di orloda via F. Parti (n. 719); | f di orlo fe di orlo da via Appia antca (n. 1306); 1 fi di orlo da Campetto dei da M. Cagnolo(n. 838); | fr. di oro da via dll'Olmo (n.916); I fr di orlo da Colle Ottone Basso (n.971); 2 fr. Macellri (n. 1319); presumibilmente 1 fr. αἱ olo da via Solluna (n. 1320) da vi del Sorbo (n.947) If. di orlo 2 fi. di orlo da via Ponte di Mele (n. 1338); 1 f. di oro da via Tore di di orlo da via Montecagnoletto (n. 989); 1 fr. di olo da via Sragonello (n. Presciano(n. 1383); f. di orlo da via Presciano (n. 1357); 2 fr di oloda 995); δι di orlo da via di Paganico (n. 1031); 1 f di orlo da Crocetta (n via dei Fienili(n. 1422); Ὁ ὅς, di orto da via di Carano(n. 1501); 2 fr di or- 1109); 1 f di piede ad anello da Crocetta (n. 1112); 2frr. di orlo da via lo da Santo Tomao (n. 1530); 1 fr. di olo da via Retaola (n. 1581); 1 f di Stradone Muti (n. 1114). | fi di orlo da via Ponte di Mele (n. 1136); 1 fr. oro da Lazzaria (n. 1589); 3 fr. di oro da via Passo dei Coresi (n. 1596) 1 di orlo da via Grotte dell'Oro (n. 1158); 5 fre di orlo da via Solluna (n. fe dirlo da Colle Foto (n. 1603) f di oloda via dei Tig (n. 1618); 1 δι. TI95) 1 f di ortoda via Vigne Nuove(n. 1215)| fr. di oroda via Appia di oroda via della Vie (n. 1633); 2 fi. di rloda via di Fienili(n. 1656); antica (n. 1245); 1 fr di orlo da via dell'Ulivo Cinpetti(n. 1402); f. di o| fr di orlo da via Retarola (n. 1678); fi. di orlo da Le Castella (n. 1709) Jo da Lazzaria(n. 1569); | f. di oro da via Passo dei Corsi (n. 1599); | fr. 2 | f di orlo da via Crocetta Vivaro (n.230); f.i orlo da via Colle di oro da via dei Tii (o. 1624). 71 dirlo da C. le Magisterno(n. 164); 1 fd orlo da Il Pratone(n. Pipino (n.420); 1 fr. di olo da via Colle Ottone Basso (n. 971); 1 ft di orlo da via Cinelli (n.981); 1f di orlo da via Palagi (n.982); | fr. di orlo da 217) | fr di orlo da via Acqua Palomba (n. 256); 1 fr di oroda C.le Tondo (n. 355); 1 f di orlo da C. le De Santis (n. 366). 1 fi orlo da Macchie la Crocetta (n. 1112); 1: di oloda ia Sterlina islandese(n. 1167); ft. di or lo da via Solluna(n. 1198); fr. di orlo da via Ponte di Mele (n. 1338;1 fr. Faiola (n. 386); 1 fr. di oro da via Papazzano (n. 519). 1 f di orlo da via di orlo da Contzda Pedica (n. 1360);1 fe. di rl da via di Carano (n. 1454); della Faiola(n. 604); 1 ὅς. di orlo da via Valleverta (n 882); 1 f di oroda 1f di orlo da Colle Foto (n. 1603); f. di orlo da via dela Vite (n. 1633). via Valleverta (o. 883); 1 fr. di orlo da via Casale Capitanclli(n. 917) ft | f di orlo ds Terre Rosse (n. 21); 1 fi di orlo da Font. πὰ diS. di oro da via Caio Mario (n.930); fr di olo da via Colle Ottone Basso (n 2 fi. di olo da via Nettunense-via dei Cinque Archi (n. 1068); fi. Antonio (n. 155);1 f di orlo da Ce Magistero (n. 164):1 f di oioda 1029); Pian di Cerri (n. 213; 1 fr. di oro da Il Pratone (n. 214); 1 fr. di orlo da I ^i ono da ia Colle Perino Vecchio (n. 1147); 1 fidi oro da via Colle Zioni Pratone (n. 220) 2 fr. i orlo da Font. πα Papa (n. 264), 2 Is. di orlo da (n. 1187); | fe di orto da via Soleluna(n. 1195);1 fr. di oro da Crocetta (n. Acqua det Peschio (n. 29D; fidi orlo da via dei Laghi (n.302); 1 f diorlo 1222); fc di orlo da C. le Lazzaria (n. 1559); 1 fr. di oro da via Passo det daC. le Angelo(n. 324); If di oio da via Contrada Comune(n. 341); 1 fr. Coresi(n. 1597); ἔς, di oro da via Passo dei Corsi (n. 1686): 1 f di oio di orlo da Macchie La Faîola (n. 362) 1 f. di orlo da Macchie la Faiola (n. da via di Carano(n. 1687). 7^ 1 fi di oro da Il Pratone (n.220); | fi. di orlo da via Acqua Palomba 386); | f di oro da via Papazzano (n. 543; 1 f di orlo da via della Faiola Vn. 604); 1 f di oro da via dei Crocefisi (n. 747): f di oro da via dei (n. 256); 1 ἔς di oro da via Colle Pipino (n. 420); 1 fe. di olo da via dei 291

LE ANFORE EgizianuSitio Palestinese Gallica Egeo-orientale

ju

Spagnola Africana

Italica

0

I—T—— T ττ τ τ τ 250 500 750 1000 1250 1500 1750 2000

Fig. 48. Anfore: istogramma delle produzioni rilevate. Crocefisi (n. 530); 1 f. di orlo da M. Cegnoleto (n. 633); 1 fi. di orloda via Colle dei Marmi (n. 807); 1 δ: di orl da via del Franco Belga (n.944); 1 fe. di olo da via Cinelli (n.981); 1 f di orlo da via Netunense/viadei Cinque Archi (n. 1068). I τς di rlo da via Stradone Muti (n.111; 1 fe. di oro da via Ponte di Mele (a. 1136); 1 f di orlo da Tenuta di Castel Ginnett (n. 1262); 2 fi. di orlo da via Appia antica (n. 1306); 1 f di orlo da via Pontedi Mele (n. 1338) | f. di orlo da via degli Aranci (n. 1407) 1f di oro da Sole Luna (n. 1446); 1 fr. di olo da via Nettunense.via dei Cinque Archi (n. 1451): 1 f di orlo da via del Grotton (n. 1484); 1 ft di orloda via Virgilio (n. 1819); 1 fr. di orlo da via Passo dei Coresi (n. 1897). + PANELLA 1986: 252 sull'esistenza nella documentazione di una percentuale alta dei ritrovamenti, che va da 15 al 50%, i “anfore non ident cate” o “‘miscellana” 2» 1 orlo da via Captancelli (n. 787). 2791 fi. di fondo da I Pratone (n. 217). "| fe di parete da C.le del Favo (n. 17); 2 fix. di parete da Colle Mozzo(n. SI); 2 f di parete da via Nemi-lgo(n. 177); 1 f di pareteda Pian i Cert (n. 211); 3 fr. di pareteda Pian di Cer (n.212); 1 f di ansa e 3 fr. di parete da Il Pratone (α. 214); 3 fr i parete da I Pratone (n. 217); 1 f di parete da va delle Noci (n. 218); 1 f di parete da Il Pratone (n.220): 1 f di ansa da I Pratone (n. 21); 1 f di spalla con attacco d'ansa da Il Pratone (n.223); 1 f. di paretede via delle Noci (n. 225); f di pareteda via delle Noci (n 226); 2 ft. di parete da C. e dll’Acero (n.227); 2 fr. di parete da via Crocetta Vivaro (n. 230); 1 fr. di parete da via Fontana Marcacci (n.251); f di pareteda via Fontana del Turano (n.252);fr. di parete da via Fontana del Turano (n. 253); 3 fr. di paete da via Colle Vignato (n. 254); | fe di parete da via Fontana del Turano (n.255); 1 f. di ‘ansa e ἔπ. di parete da via Acqua Palomba (n.256); If di parete da Colle Paccione (n.262); If. di parete da Colle Paccione (n. 263); 4 fr. di parete da via Colle Magisterno (n. 264); fr. di parete da via Tevola (n.289); 4 fr di parete da Acqua del Peschio (n.291); | f di ansa e 1 fr di parete da via Crocetta Vivaro (n.299); ὅς. di ansa e 2 fr di parete da via dei Laghi (n. 301); 2πε, di parete da via dei Laghi (n. 302); 1 ἔς ai parete da M. Alto (n. 307): 1 ft di parete da via Colle Pignata (n. 315), 2 fi. di parete da via Contrada Comune (n.316); 1 f di paret da via Acqua Palomba (n. 319); 2 frr di parete da via Arcioni (n. 321); 2. i parce da via Arcioni (n.323); 2 fir di parete da C.le Angelo (n. 324); 1 fr di parete da Font.na Quaranta (n. 328): 4 fi. di parce da via Panamense (n. 334); 2 fra di parete da via del Marrone (t 345) fr. di parete da via Contrada Comune (n. 346); 1 fi. di parte da F.so del Peschio (n. 347); 2 fr. di parete da via 292

Una trattazione a parte meritano le anfore, sia per il numero complessivo dei fir. rinvenuti (4445) inferiore solo a quello della comune da fuoco (5672 frs. complessivi), sia per la loro particolare rilevanza nella lettura dello sviluppo economico ed agricolo del territorio a partire dall'età tardorepubblicana fino alla prima età imperiale. L'analisi del materiale anforaceo rilevato evidenzia innanzitutto, in aderenza a quanto verificato nella gran parte dei casi”, il numero non piccolo di frr. non identificato, 734 pari al 16,5% del complessivo quindi, all'interno di quelli identificati (3711), la preminenza delle anfore italiche (1796), pari al 40,5%, su quelle africane (924), pari al 21% circa, seguite da quelle spagnole con 549 per 12,4% circa, da quelle egeo-orientali con 381 per 8,5% circa, da quelle galliche con 54 per 1,2% circa e infine da quelle egiziane/siro-palestinesi con 7 per 0,16% (Fig. 48). Fra le italiche, ad eccezione di quelle dette di Empoli (1 fe), di Forlimpopoli (1 fr), tra quelle di cui è stata individuata solo l'area di produzione emergono in primis le tirreniche™ (1127 frr. per 25,36%), poi le veFormellonzi (n. 354); If. di parete da C. le Tondo (n.355) 1 f di ansa e2 fi di parete daC. Fornace (n. 357);2 fr. di parete da via dei Laghi(n. 361); 2 fr. di parete da Macchie La Faiola (n. 362); 1 ft di ansa e 2 fr. i parte da Macchie la Faiola (n. 364); 1 ft di ansa e 2 fi. di pareteda Macchie la Faiola (n. 368); 2 fr di ana da C. de Santis (n.366); fr αἱ parete da via Vigna Grande (n. 370);4 fi. di parete da Macchie la Faiola (n.380; 5 fr. di parete da V la Negroni (n.395); fr. di preteda via Morice (n.398); È i i parete da via del Cigliolo (n. 40); 2 frr. αἱ paete da via Cole Pipino Cn. 408); fr. di parete da via delle Ortensie. Via delle Azalce (n. 400); 1 fr di parete da via Colonnella n. 09); 1 di parete da via Catalini (n. 414); 3 fedi parete da via Catalini (n 416; 1 fr. di paree da via Redina Ricci (n. 418); | fe. di parete da Quarto Colonnella (n. 419); 3 fi. di parete da via Colle Pipino (n. 420-421); 4 fr. i parce da via Ceppeta inferiore (n. 422); 1 fi ansa e 1 fondo da Q. to Ceppeta(n. 428); 4 frr. di parete da via del Cigliolo (n. 438); f di parereda via Cole Petrone (n 453) 4 fi. di pare» te da via Ponte Veloce (n. 455); If. di parete da via Colle Noce (n. 60); 2 dis di parete da via della Pilara (n 469); 2 fr di parete da via della Cava (n. 497). fr. di parce da Velletri. Canina Sperimentale (n.513); frr di pa rete da va Papazzano (n. 519); fi. di parete da via S. Andrea (n.523); 1 fr. di parete da via Catalini (n.528); 2 fe di parete da via Colle Barberetti (n. 527); 10fi. i parete da va dei Crocefisi (n 530); | fr. di parete da via dei Crocefiss (n.532); 3 fr di parete da via delle Conti n.538); 1 fr. di parete. da via Papazzano (n, 539); 2 fr. di ansae 1 f di parete da via Papazzano(n. 542); | fr. di parete da via della Faiola (o. 604); 2 fi. di parete da M, Cagnolet (n.633); fe di parce da M. Cagnoletto (nn. 645-646); 1 fr. di ‘ansa e 3 fi. di parete da M. Cagnoletto (n.650); 1 f di parete da via Diomede (n. 658). 3 fr. i parete daC. le di 5. Eurosia (n.681); 1 f. di parete da via Vecchiadi Napoli (n. 716); 2 fr. di parete da via F Pari (n.719); 1 fc di ansa e 5 fr di parete da via della Pallade(n. 725); 3 fr di pareteda via della Caranella (n.744); 1 fr. di parete da via dei Crocefiss (n. 747); 10 fr di parete da via Fossatello (n. 752)2 rz di parte da via Capitancelli (n.153); 1 fr. di parete da via Poggio delle Cori (n. 755). 1 fr. di pareteda via Capitancell (n.756);fr. di parete da via Capitanceli n.157); 2 fr. di parete da via Casale delle Corti (n. 758); 7 fr di parete da via Piazza di Mario (n. 760); fr di parete da via Piazza di Mario (n. 763); f. di pare te da via Colle Carciano (n.768); If. di pareteda via Arciano (n.766); 2 fi. d parete da via Arcano (n. 771); f i parete da via E. De Filippo (n. 18); 10 fr di parete da via dei Bastoni (n. 785); f. di parete da via delle Fosse(n. 786); 3 fr di parce da via Redina Pennacchi (n.190); 7 fe di parete da via Pedica dell'Olmo (n. 798); 4 frr. di parete da via Pedica dell'Olmo (a. 799); | fc. di preteda via dei Pini Rioli (n.804) f di parete da via Appia Vecchia (n. 806); 7 fr. di parete da via Colle dei Marmi (n. 807): 8 ταὶ di parete da via Appia Vecchia (n. 809); 5 fr. di parete da Colli

dei Marmi (n. 810); Sf. di parete da via 8. Gennaro(e 830); 7 fi. di pare. 1242); 3 fs di pareteda via Appia antca (1. 1245); 1 f. di paree da via dei te da via S. Gennaro(n. 833) 1 fr.di parte da M. Cagnolo(n. 834); 4 fr. di Fail (n. 1253); 1 f di oroe 1 fedi ansa da via Giannett (n. 1261; 2 fr. parete da M. Cagnolo (n. 838);3 frr. di parete da M. Cagnolo (n. 837); 7 fr. di parete da via Vecchia di Napoli (n. 1262) 2 frr. di parete da via Vecchia da via Vecchia di Napoli (n. 1272): 1 f. di parete da M. Cagnolo (n. 838); 3 fr. di parete da M. Cagnolo(n. 844); 1 di Napoli (n. 1270);2 i. di parete fi dirlo, 2 frr di ansa e 5 frr. di parete da via Scommiato (n. 848; 3 fre di di parte da via Vecchia di Napoli (n. 1273) ἔτ. di ansae | f. di parce da parete da via Conicella (n. 874); 5 frr. i parete da Lanuvio. Via Fl via Colle Formica (n. 1280); 3 fr. di parete da via dei Finili(n. 1284); 2 fir. Kennedy (a. 875). 1 f. di parete da via Valle Fira (o. 878); 1 di ansae 4 di parete da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1286); fr. di parete fre pareti da via Valleverta (n. 879);1 f. di parete da via Montccagnolo (n. da via Appia antica (n. 1299). 1 fr di ansae 1 fr di pareteda via Appiaan 7 fr. di parete da via tempio αἱ Diana (n. 1311); 1 fe di pare880). 4 fr di parete da via Vallevera (n. 882) 1 fr. di ansa, I puna, 18 frr. tica (n. 1306); di parete da via Valleverta (n. 883)2 fr. di parete da via Vallevert(n. 885), te da via Netunense/via dei Cinque Archi (n. 1317). 2 fr di parete da 3 frr di pare da ia S. Gennaro (n.886); 1 di ansae 1 fr di pareteda via ‘Campetto dei Macellr (p. 1319);2 fr. di parte da via Fontana Parata (n. da La Parata (n 1350); 4 fic. di parete da via Torre di delle Tre Armi (n. 890); 1 f. di ansa ca via Cinelli (n. 892): 1 fr. di parceda 1343).4 fre di parete 10 frr. ane Acqua Vivola (n.909); 2 fr di parete da via Colle Carciano (n. 911); 6 Presciano(an, 1353-1354);| f. di pareteda via Presciano(n. 1356); dis di prete da via della Caranela (n.912); 4 fr. di paret da via Piazza di di parete da via Presciano (n. 1387); 2 fr. di parete da CastellaccioMario (n. 914); 1 fr di parete da via dellOlno (n. 916); 3 frc di parete da CaranoVia Pedica (n. 1360); 3 fr. di parete da Castellaccio-Carano/Via. via Capitancell (n.917); 2 fr di parete da via Capitanceli (n.920); 12 fr. Pedica (n. 1361) 1 f di parete da via Casale Monaci (n. 1369) 4 frr. di padi parete da via Capitancelli (n. 923) 2 fi. di paret da via Capitanclli (n. reteda vi Casale Monaci (n. 1372); 1 fr. di parete da via Colle dei Cavalli 5 fir. di parete da Mercatora (n. 1385); 2 fr di pareteda via 924); 7 ἔπ. di parete da via Capitancell (n. 925); 2 fi. di parete da via (n. 1374); Capitancelli (n. 928); 4 frr. di parete da via Casale Capitanceli. Via Spirito Santo (n 1389); f di parete da Spirito Santo (n. 1392); 3 fr. di pa3 fr di preteda Capitancell (n.932); 1 f di parete da via Captancelli (n. 937.938); 3 frr. rete da Via Pratolungo/Via Colle Piombo (on. 1383-1394) di parete da via del Franco Belga (n. 944); 2 frr di parete da via della via dell'Ulivo Ginnett (n. 1402) 1 di orto con ansa da Castel Gianett (n. 2 fre di paretee If. di ansa da via degli Aranci (n. 1407); 1 puntale Carancll (a. 948); fi. di parete da via del Sorbo (n. 47); ft. i pareteda 1403); da via ἀεὶ Fen (n. 1422); 1 via ella Caranclla(n. 949); 1 fi. i parte da via Fontana Acquavivoa(n. da via Colle Piombo (n. 1410); 3 fr. di parete 950); 1 t di parete da Font. naS. M. dell'Orto (n. 955); 2 fre. di pareteda fr di parete da Mereatora (n. 1441); f di parte da via ColleS. Francesco via del Formelleto (n. 961); 1 ft di parete d via del Formello (n.962); 2 (n. 1445); 2 fi di parete da Sole Luna (n. 1446) 1 f di parete da via Colle 4 fr. di prete da via Nettunense/via dei Cinque fiz. di parete da via Colle Stringa (n. 966); 4 frr. di parete da via Colle S. Francesco (n. 1147); da via Colle 8. Maria(n. 1453); 11 fs di paOttone Basso (n. 971); If. di parce da via Cinelli (n. 872);2 fc di parete ‘Archi(n. 1451): 1f di parete da via di Carano (n. 1454) 2 fre di parte da viadi Carano (n. 1456; 1 daC. le Ottone Basso (n.979); 2 fr di ansa da via Cinelli (n. 980); 3 fre di ree pareteda via Palaggi (n. 982); 1 fr di ansa da via Montecagnolo (n. 987);4 fi i parete da via Colle dei Cavalli (n. 1457); 5 fr di parete da via Colle frr di parete da via Memnone (n. 988), 5 fr. di parete e 1 pontale da via Rosso (n. 1460); 7 fr. di parete da via Colle Rosso (n. 1468) 1 fr di parete Montecagnoletto (n. 989); 9 fr. di parce da via Stragonello (n. 995) 1 fr di da Ten, ta Parata (n. 1469). 2 fr. di parte da Ten ta Parata (n. 1470). 2 frr. ansae 6 frr di parete da via Stragonello (n. 997); 5 fr di parete da via Landi di parete da Ten. ta Parata (n. 1371); 1f. di paret da vi del Grotone (n (n. 1004); 1 f di paret da C. Orazi (n. 1014); 1f di parete da via Colle 1476); 1 f di ansae 1 fr di parceda via del Grottone (n. 1483);fr. di paOttone Basso (t. 1029): 1 fr di parete da vi di Paganico (n. 1031); ἧς di rete da via del Grottone (n. 1484); 7 fr. di parete da via del Grottonc (n. 1485);2fr. i parete da Presciano (n. 1487); 2 fr di parete da Presciano(n parete da via αἱ Paganico (n. 1032); 2 fr di pareteda via Quartodel Campo (n 1040); 1 f. di ansa e 2 fr di parte da Colle Cicerchia(n. 1052}. 1 fr. di 1488).} fr di parete da Presciano (n. 1489); | fr. i parete da Presciano (n. parete da Colle Cicerchia (o. 1053); | f di parere da via Ponte Massorano 1490); 4 fi. di parete da Presciano (n. 1491); 1 fr di parete da via di 2 fe di parete da via della Primavera (n. 1064); fr. di ansa da Lazzaria(a. 1896); | fr. di ansa e 2 ἔπ. di parete da via di Lazzaria(n. 1497); (a. 1060); via Nettunense/viadei Cinque Archi (n 1066); 2 frc di ansa e 2 frr di pare. 3 fir di parce da via Colle Rosso (n. 1498); | fr di parete da Font, na te da via ἀεὶ Fienili (n. 1068); f. di parete da via di Paganico (n. 1072); 1 Cavignano(t. 1499). 1 f di pareteda Lazzara(n. 1800); 31 fedi pare fr. di parete da via di Paganico (n. 1075), 1 fr. di parete da via di Paganico da via di Carano (n. 1501; 1 fe di parere da via ColleS. Maria(n. 1508);6 e fc di parete da via (21076); 1 f. di spalla,1 f. di attacco d'ansa c 10 fr. di parete, di cui uno fi di parete da via delle Mole (t 1507); 1 fi i ansa press il puntale, da Crocetta (a. 1092): 1 di parete da via dell'Unicalvia della Vite (n. 1514); 8 fr. di parete da via Virgilio (n. ISID); 1 fr. di parete da via Selvanova (n. 1522),fe. lago di Nemi (n. 1101); 2 fr. di paete da via dell Uricalvia lago di Nemi da via dei Gelsi (n. 1821) ft di parete 4i parte da via SelvanovaII (n. 1525); 1 f. di pareteda Santo Tomao (n. (n. 1104); 3 fr di prete da via dell Unica/via lago di Nemi (n. 1105); 7 fr 1529); fr. di parete da Santo Tomao (n. 1530): 2 fi. di parete da via S. di parete da via dell'Unicalva lago di Nem (n. 1106); 7 fr di parete da v dell'Unicalva lago di Nemi (n 1107); f. di punt, 1 fr. di parete con at- "Tomao(n. 1540). 4 fx. di parete da via delle Mole (n. 1544); 3 fr di parete tacco d'ansa e 2 fr parete da Crocetta (n. 1109); 2 frr. di parete da Crocetta da via delle Mole (n. 1546); ἔπ: di parete da via Pontedi Mezzo (n. 1847); (n. III); 5 fr. di parete, da Crocetta (o. 112); 1 fr di ansa c 3 fre di pare- 3 fr di parete da C.le Fiammingo (n. 1549); 1 fr. di parete da Pratodi 4 fe di parete da via Colle S. Maria(n. 1552).fr di pa Te da via Landi (n. 1113}. 4 fr di parete da via Stradone Muti I (a. 114); 2 Maggio(n. 1550). 4 fr di parete da C le Lazzari (n. 1589); 1 fir. i parete da via Stradone Muti (n. 1115); 2 fr. di prete da via Fontana rete da viadi Carano (n. 1558). Parata (n. 1122) | ft di parete da Ponte di Mele (n. 1123); 9 frr. di parete da fi di ansa c 3 fi. di parte da via Lazzara (n. 1868); 1 f di puntalee 1 f 2 fr via Pontedi Mele (n. 1136). 3 fr di parete da via Colle Scarano (n. 1137); di parete da Presciano(n. 1570); 2 fr. di paret da Presciano(n. 1571); di parete da Presciano (n. 1572); ἔς.di oro c3 fr di pareteda Presciano 1 fedi parete da via Campetto dei Macellar (n. 1138); 1 fr di parce da v Colle Zion (n. 1139);1 f di ansada vi Colle Perin (n. 1144); If. di par (n. 1574); 1 fr. di parete da via Retaroa (n. 1581}.fr. di parete da Quarto rete da via Colle Perio Vecchio (n. 1148) 1 f di ansae 1 fr. di parete da dei due Fossi (n. 1585): 1 f. di parete da vi Torre di Lazzaria (n. 1887); 1 da Lazzaria (n. 1589); 3 fr di parete da Lazzaria via Aradi Stanga (n. 180)2 ἔπ. di parete da via Grote dell Oro (n. 1158); fr di ansae 3 rr di parete 4 fr di pareteda via Passo dei Coresi (a. 1594) 1 fr. di puntale e 3 f di parete da via Ponte Lauro (a. 1161); 1 f di parete da via Ginestre Cn. 1899; 2 frr. di ansa c4 fr di pareteda Ginnetti (n. 1163); 3 fedi parte da via Gineste Ginneti (n. 1165). 1 fr. di 1 fc di parete da Prato di Maggio (n. 1595) ansa e 4 fr di parco da via Caste! Ginnett (n. 1166); 1 fr. di parete da via via Passo dei Coresi (a, 1597); 2 fr. di parete da via S. Tomao (n. 1598); 2 Vecchia di Napoli (a. 1168): | fr. di paret da via Formalett(n. 170); 1 fr. fim. di parere da via S. Tommaso (n. 1599). 2 fre. di pareteda via Appia Nuova(n. 1601); 4 fr di parete da Colle Foto (n. 1603); 1 f di parete da Le di prete da via Col e Perino(n. 1177; 1 fr. di parete d via Santrecchia (n. 4 frr di parete da Le Castella(n. 1600; | f di parteda 1182); 4 fr di parete da via Colle ioni (n. 1187); 1 fr. di ansa da via Colle Castella(t. 1608); da via della Vie (n. 1609). 2 fr. poZioni (n. 1189); f di parete da via Soleluna (n 1195); I3 fr di parete da via della Vite (n. 1608) 6 ἄς. di parte rete da via ella Vit (n. 1611); fr. di pareteda via Virgilio (n 1612); 12 Capanna Murata (n. 1206); 4 rr. di parete da via Font πὰ Parata (n. 4 fr. di parete da via dei Tig (n. 1212); 6 fr. di parte da via Vigne Nuove (a, 1215); 4 fr di parete da via fi di parete da via dei Tigh (n. 1618); 1620); 1 fe. i parete d via Virgilio(n. 1621): f di ansae 1 fr di parete da Stradone Muti (n. 1217-1218); 1 fc di parte da via Stradone Muti (n. da vi dei gli (n. 1628) 14fre di pa1219); 3 fei parte da Crocetta(n. 1222); 2 fr. di ansae 1 fr di pareteda να dei Tigh (n. 1622); 1f. di parete 2 ἔπ. Crocetta (n. 1223); 2 fr di parete da Crocetta(n. 1224) 1 f di fondoe 2 rete da via dei Tigi (n. 1624); 1 f. di paret da via dei Tigli (n. 1625); fi. di pareteda Crocetta(n. 1226); 2 fedi parete da Landi (n. 1227); 1 fr. di parete da via Virgilio (n. 1627); 1 fr. di puntale pienoe 2 fr. di parete da via ella Vite (a. 1632); 2 fr. di parete da via Appia Nuova (n. 1644) 1 fr. di parete da via Stradone Mut 1 (o. 1234); | f di oclo, 1 f di ansa e 5 πα e 2 fr di parete da via Passo dei Corsi (n. 1686); 1f. di ansa da via di parete, da C. Parata (t. 1241); 1 fi. di parete da via Vigne Nuove (n. di ansa 293

suviane”? (155 frr. per 3,5%) e le campane" (137 frr per 3,1%), quindi le adriatiche* (9 frr. per 0,2%) (Fig 49).

‘Tra i tipi riconosciuti il più frequentemente attestato è senz'altro la Dressel 2/4, della quale sono stati individuati 118 frr. di produzione tirrenica” (2,66%), 38 di pro-

Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1660); 1 fr. di parete da via di Carano (n. 1661); i diparteda Lazzaria (n. 1668); 3 fr. di prete da Lazzaria (n. 1668); 1 fi parete da via Torre di Lazzria (n. 1669); 2 fi. i parere da via Lazzari (n. 1671); 2 f di parete da via Isola di Ventotene (n. 1078); 1 f di parete da via Isola di Zannone (n. 1676); 43 fr. di parete da via Retarola Cnn. 1678-1679); 1 f di oro e 3 fr. i parete da via Torre di Lazzari (n. 1680) 1 f di pareteda via Cistema-Campoleone (n. 1681); 1 fe di parci da Contrada Giannettola (n. 1684) 1 fr. di ansae 1 fr. di parete da Contrada Giannettla (n. 1685); 1 f di ansa da via Carano (n. 1687); 2 fs αἱ parete da Giannotto (n. 1691); 11 fr di parete da via Maria SS. di Nazaret (n. 1696); | fr di ansa e 2 frr di parete da via Passo dei Coresi (n. 1700); 1 ft. di parete da via della Vite (n. 1704); 4 fre di parete da Le Castell(n. 1709); 1 fe di pareteda via delle Querce (n. 1713);2 fr. di pare da via delle Querce (n. 1719) | fe di parete da La Guardianona (n. 106); | fr di parete da Donzelletta (n. 152); 1 ἧς. di parce da via delle Noci (n. 228); 2 fi: di parete da Font. na del Turano(n. 249) |f. di pareteda via Fontana Turano (a. 255);2 fi. di parete da via Colle Magistero (n. 264); 1 fr. di pareteda Acqua del Peschio (n. 291); 1 fr. di parete da C. le Nemese (n.310); 1 fr. di parete da Macchie la Faiola (n, 365); |f. di parete da V Ia Negroni (n. 395) | f di parete da Quarto Colonnella (n. 419); 1 f. di parte da via Colle Pipino (n. 420). 2 ἔπ: di parce da via del Cigliolo (n. 438); 2 fr di parete da via Ponte Veloce (n. 455); 3 fr di parete da via 8. Andrea(n. 529); 1 fr di parete da via Catalink (o. 525); 1 fr di parce da via dei Crocefisi (n 747); 1 fr. di parete da via dei Bastion (n.788); 1 f di parete da via de Pini Rioli (n. 804); 1 fr. di parete da Coll dei Marmi (n. 810); 1 fc di prete da M. Cagnolo(n. 835); 1 ft di pareteda Lanuvio, Via ἘΠῚ Kennedy (n.875); 2 fr di parete da via Vallevera (n. 883); 1 fr di parete da via Valleverta (n. 885); 2 fr di parete da via S. Gennaro (n. 889); 1 fr di parete da via dell'Olmo (a, 916); 1 fr. di parete da via Capitancelli (n.925); 5 fr di parete da via Capitancell (nn. 937-938); 1 δι di parete da via del Formello(n. 962); 4 fi. di pareteda via Stragonello (n. 995); 1 fr. di parete da via Montecagnolo (n. 1001); I fr. di parete da viadi Paganico (n, 1031);5 frr. di parete da via di Paganico (n. 1076); 5. fi. αἱ parete da Crocetta (n, 1092); fi. di parete da via dell'Unicalva Ἰὲ 20 di Nemi (n. 1106); 1 fr. di parte da via dell'Unica/ia lago di Nemi (n. 1107); 1 f di parete da Crocetta (n. 1112; 1f di parete da via Stradone Muti I (a. 1110); 1 f di parete da via Fontana Parata (n. 1122); 1 di fondo da Ponte di Mele (n. 1123); 3 fr. di parete da via Ponte di Mele (n. 1136); 2 fr. di parete da via Colle Scarano (n. 1137); 1 f di pareteda via Ponte Lauro (n. 1161); 1 fe di parete da via Font. na Parata (n. 1212); 1 fi di parete da via Stradone Muti 1 (n. 1217); 3 fr di parete da Crocetta (n. 1222); | fr di parete da via Stradone Muti I (o. 1234); 1 fz. di parete da via Appia antica (n. 1306); 2 fr. di parete da via tempio di Diana (n. 1311); 1 fr. di parete da Campetto Macelli (o. 1319); 4 fi. dî pareteda La Parata (n. 1350); 2 fr di parto da via Tree di Presciano (n. 1383); 1 1i di pareteda via Presciano (n. 1386); 4 fi. di pareteda via Presciano(n. 1357); 2 fr di parete da via Presciano (n. 1359); | fr di parete da via Colle Rosso (n. 1368); fr. di pareteda Mercatora (n. 1385) 1 f. i pare. te da Castel Ginnett (n. 1403); 1 fr. di parete da via degli Aranci (n. 1407); 2 fr. di parete da via Colle S. Francesco(t. 1445); 1 f. di parete da via di Carano (n. 1454); 2 fr. i paeteda via di Carano (n. 1456); 1 fi di parete da via Colle Rosso (n. 1460); 2 fr. di parete da via Colle Rosso (n. 1468): 2 fr i parete da Ten ta Parata (n. 1470); 1 fr di parce da via del Grottone (n. 1483); 1 f. di parete da via del Grotone (n. 1484); 1 f. di parete da via del Grottone (n. 1485); 2 fr. di parete da Presciano (n. 1488); 3 fi. di parceda Presciano (n. 1491); 1 f. di parete da via Colle Rosso(n. 1498); fr. di parete da via di Carano (n. 1501); 1 fr. di parete da va delle Mole (n.1507); 1 f di parete da via degli Aranci(n. 1516); 1 fi di parete da via Virgili (n. 1519); 1 ἔς, di parte con sacco d'ansa da Santo Tomao (n. 1530); 2 fi. di parete da Santo Tomao (n. 1531); 1 f di parete da C.le Fiammingo (n. 1549); 2 fr. di parete da Presciano (n. 1572); 1 ft di parete da via Passo dei Covesi (n. 1594); 2fr. dî pareteda Colle Foro (n. 1603); 1 fr. di parete da Le Castella (n. 1606); 5 fr. di parete da via della Vite (n. 1608; 6 f i parte da via dei Tigli (n. 1618); 4 fr di parete da via dei ΤΩΙ (n. 1624); 1 f. di parete da via dci Tigi (n.

1625); 1 fr di parete da via Appia Nuova (n. 1644); 2 fi. di parete da Lezzaria (n. 1668); 1f. di paete da via Isola dî Ventotene (n. 1675); 3 fr di parete da via Retarola (n. 1678); ἔς di parete da via Tore di Lazzaria (o. 1680) 71 ft, di parete da Colle Mozzo (n. 52); 3 fi. di parete da La Guardianona (n. 106); 1 f. di parete da Donzeletta(n. 152); 2 rz di parete da C.le Magistemo (n. 166}; fr. di paree da Pian di Ceri (n. 213); 1 fr. di parete da via Fontana Marcaccio (n. 25D; 2 fr. di parete da via Colle Magistero (n. 268); | fr. di parete da via Tevola (n. 289); 1 fr di parete da C.le Angelo (n. 324); 1 fr. di prete da via dei Castagnoli (n. 397); 1 f. di parete da via del Marrone (n. 345) 2 fr. di parete da via S. Andrea(n. 523); 2 fr di parete da via Papezzano (n. 539);1 fr. di parte da Velletri Via Fontana delle Fosse (n. 688); | fr. di parete da via dei Crocefss (n. 747; f di paret da Colli dei Marsi (n. 810); 1 f di parete da M. Cagnolo (n. 834); 1 f. di parereda M. Cagnolo (n. 835); | fr. di pacte da M. Cagnolo (n. 838); 1 fr. di pareteda via Conicell (n. 874); 1 ἄς di parete da Lanuvio. Via Elli Kennedy (n. 875); 3 fr. di parete da via Valleverta (n. 879). 3 fi: di parete da via Vallevera (n. 883): 1 fr di pare te da R ne Acqua Vivola (n. 909); 1 ft di parete da via Capitanceli (n. 923); 3 fr. di parete da via Capitancell (n. 925); | fr. di pareteda Capitanclli. Via Casale Capitancelli (n. 932); | fr di parete da via Capitancelli. Via Casale Capitancelli (n. 934); 1 f di parete da via Capitanceli (n. 938); 1 f i pareteda via del Franco Belga (n. 94); 1 f di parete da via del Sorbo (n. 947); 1 fr di parete da via Fontana Acquavivola (a, 950); 2 fi. di parete da via del Formelltt (n.961); 2 fr. di parete da via della Chesola. Via Colle Stringa (n.963); 1 fr. di collo con spalla da via Colle Ottone Basso (n. 971); | fr. di parete da C.le Ottone Basso (n. 979); 7 fr. di pareteda via Montecagnoletto (n.989): 1 fi di parte da via Landi (n. 1004); 2 fi. di parete da via di Paganico (n. 1076); 1 fr di parete da Crocetta (a. 1093), | fr di parete da via Stragonello (n. 1103); 3 fr di parete da Crocetta (n. 1112); 1 f di parete davia Ponte di Mele (n. 1136) fr. di pareteda via Vecchia di Napoli (n. 1168); | fi di parete da via Ponte di Mele (a, 1208); 1 f di parete da Crocetta (n. 1222); 1 f. di pareteda via dela Fontanella (n. 1229); 1f di parete da C. Bombeti (n. 1255). 1 fr. di parete da Campetto dei Macellri (a, 1319); 1 f di parete da Cont. da Pedica (n. 1361); 1 ἔς di parete da Mercatora (n. 1381); 1 f di parete da Mercatora (n. 1385); 1 fr. di puntaJe da Castel Ginneti (n. 1403); 1 fr. di parete da via Colle Piombo (n. 1410): 1 f di parete da via di Carano (n. 1454): 1 f di parte da via Colle Rosso (n. 1460);2 frr di parete da via Colle Rosso (n. 1468); 1 f. di ραrete da Ten. tà Parata (n. 1470); 4 fr. di parte da Ten. ta Prata (n. 1471); 1 fr. i pareteda via Torre di Presciano (n. 1475). | fr. di parete da via del Grotton(n. 182); 1 f di pareteda via del Grottone(n. 1484) 1 f di parete da Presciano (n. 1491), 2 fr di parete da via Colle Rosso (n. 1498); 4 f di parteda via di Carano (n. 1801); 1f. di parete da via delle Mole (n. 1807), 1 f di parte da via Colle Ospedale (n. 1513); 1 f. di parete da via Selvanova Il (n. 1522); 2 fr di parete a via Selvanova I (n. 1529); 2 frr. di parete da Santo Tomao (n. 1530); 1 fr. di parete da via delle Mole (n. 1846); 1 ft di parete da via di Carano (n. 1558); 1 fr. di parete da Presciano (n. 1571); 9 frr. di parete da Quarto dei due Fossi (n. 1585); 1 fi. di parete da Colle Foto (n. 1603); 3 fr. di parete da Le Castella (n. 1606); 2 fr. di parete da via della Vite (o. 1608); 1 fr. di pareteda via dei ΤΊΝΙ (o. 1614); 3 fr di parete da via dei Tigh (n. 1618); frr. di parete da via dei Tigh (n. 1624); 1 f di pareteda Lazzaria(n. 1668). 2 f di pare te da via Isola di Ventotene (n. 1675); 1 fr di parete da via Torre di Lazzari (t. 1680); 1 f. di attaccodi puntalee 2 fr. di parce da via Maria SS. di Nazareth (n. 1696). 2*1 fi. di parete da via Nemi-lago (n. 178); 1 fi. di pareteda Panamense (n. 334); 2 fr.di parte da via Valle Fara (n.878);2 fi: di parete da via della Chiesola. Via Colle Stringa (n.963); | t di parete da Crocetta(n. 1222); | δ: di parte da via delle Mole (n. 1507); 1 fr. di parete da via di Til (n. 1618). >" Lf i ansa a doppio bastoncello da Donzellta (n.182); | f di orJo da Acqua del Nespolo (a. 161) 2 fi. di ansa a doppio bastoncello da Acqua del Nespolo (n. 162); 1 fi di ansa a doppio bastoncello da C.le Magisterno (n.163); If. di ansa a doppio bastoncello da C. le Magisterno

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duzione vesuviana” (0,87%), 25 di produzione campana" (0,56%) ed un solo fr. di produzione adriatica*" (0,02%). Dopo la Dressel 2/4, il maggior numero di frr. sembre-

rebbe riferibile alle Dressel 1, considerando gli 85 di produzione tirrenica™” (1,92%), ai quali ne vanno aggiunti altri 7, di cui 5 attribuibili alla Dressel 14°" (0,11%) e 2 alla

(n. 164); 2 fc δὲ parete daII Pratone (n. 217); 1 fr. di parte da via delle Noci (n. 218); 1 f di ansa a doppio bastoncllo da via Fontana del Turano (a. 248); f di oloda Acqua del Peschio (n. 291); 1 f di oioe 1 di ansa doppio bastoncello da via Crocetta Vivaro (n. 299) 1 fr. di ansa da C. Fornace (n. 387); 2 fr di ansa a doppio bustoncello da Macchie La Faiola da Macchie La Faiola(n. 393); fidi puntale da via (0.364); | f di parete Cuialini (n. 416): 1 di ansa a doppio bastoncello da via Diomede (n.658); 2 fr. di ansa a doppio bastoncello da via della Faiola (n. 674); 1 puntale da via F Pari (n. 719); 1 fr. di ansa a bastoncello da via della Caranella (n. 743); 2 fr di parete da via Capitancelli (n. 757);2 frs. di parete da via Pedica de Olmo (n. 798); un’ansa a doppio bastoncllo da Colli dei Marmi (n. 810); 3 fix, probabilmente pertinenti ad un solo esemplare, di ansa a doppio bastoncello e 1 di puntale, da Colli dei Marmi (o. 810); 1 f di orJo da Colli dei Marmi (1. 831);I f di ansa da M. Cagnolo(n. 834); 1 f. di ansa a doppio bastoncello da via Valle Fara (n. 878 2 fr. di ansa a doppio astoncello da via Vallevert (p. 879); 1 fr. di parete da via Casale Capitancelli (».920); 1 fr. di ansa a doppio bastonceloe 2 frr. di parete da via Capitancell (n. 923): 2 fi. di ansa e 1 f di spallada via Caio Mario (n. 930); | f di ansa a doppio bastoncllo da via Colle Ottone Basso (n.971): 1 fi di ansa a doppio bastoncelo da via Cinelli (n. 980); 1 fr. di ansa a doppio bastoncello da via Montecagnoleto (n. 989); 4 fr. di parete da via Stragonello(n. 995) 1 f. di puntale da C. Orazi (n. 1014) fr. di ansa a doppio bastoncelo da Pelaggi (n. 1016).3 fr di parete da via Colle Ottone Basso (n. 1029); 1 f di puntale da via di Paganico (n. 1075) 2 frr. di oro e 1 f di ansa a doppio bastoncello da Crocetta (n. 1092) fi. di orlo da via dell Unics/via lago di Nemi (n. 1104) 1 di ansa a doppio bastoncello da Crocetta(n. 1109); 1 fr di ansa a doppio bastoncelo da Crocetta (n. 111); fdi ansa a doppio bastoncello e 3 fr. di parete da via Landi (n. 1113); È fi di ansa a doppio bastoncello da via delle Vigne Nuove (n. 116); 1 fr. di ansa a doppio bastoncelloe| f. di oro da Pontedi Mele (n. 1123). 1 fr. di parete da via Soleluna (n. 1198); 1 fr di ansa a doppio bastoncello da Crocetta (n. 1222); 2 ft. di oro, 7 frr. di ansa a doppio bastoncelloe 2 fi. di puntale, da Crocetta(n. 1223) 1 fi di parere da C. Parta(n. 1241); 1 fr. di ‘ansa a doppio bestoncelloda via Nettunense/va dei Cinque Archi (n. 1286); 2 fr. di ansa a doppio bastoncell da via Appia antica (n. 1306); 1 f di ansaa doppio bastoncello da via Nettunenscjvi dei Cinque Archi (n. 1317): 1 ir. di parete con atacco d'ansa a doppio bastoncello da via Torre di Presciano (a. 1353); | f di parete da Mercatora (n. 1385) 4 fr di ansa a doppio bastoncello da via Colle Piombo (n. 1410); fr. di parte con atacco d'ansa a doppio bastoncello da via di Carano (n. 1456); 1 punale da via Colle Rosso (n. 1468); | f. di parete δα via del Grottone (n. 1482); f. di puntale da via Colle Rosso (n. 1498). 1 f di ansa a doppio bastoncello da via di Carano (n. 1501) fe di ansa a doppio bastoncello da via delle Mole (n. 1807); 2 fi di ansa a doppio bastoncelo da via Selvanova I1 (n. 1522); 2 fr. di ansa a doppio bastoncello da via Retarla (n. 1581): frr di ansa a doppio bastonceo da Quarto ei due Fossi (n. 18S): 1 f di ansa a doppio ‘astoncello da via Passo dei Coresi (n. 1596); 1 f. di ansa a doppio bastoncello da via Passo dei Corsi (n. 1597). | fr di ansa a doppio bastoncelloda Colle Foto(n. 1603), 1 puntale da via dei gi (n. 1622; | fr. di ansa a dop: pio bastoncello da via dei Tig (n. 1624); 1 fr. di ansa a doppio bastoncello da via dell Vite (n. 1632); 1 fr. di ansa e 1 f di pareteda via Passo dei Coresi (n. 1656): 1 f di ansae 1f di parete da via Isola di Ventotene (n. 1675);| f di ansada via Retarola(n. 1678): 1 fr. di ansa a doppio baston cello da via Retarola (n. 1679) 2 frr di ansa a doppio bastoncello da via Maria S . di Nazareth(n. 1696) a fr. di spalla da La Guardianona (n. 108); 1 puntale da Acqua del Nespolo (n. 161); 1 ft di ansa c 1 fr. di parete da Macchie La Faiola (n. 365); | fr. di parete da via Capitancelli (n. 753). 1 rdi orlo e 3 ἔπ. di parete da via Scommiato (n. 848); 1 f di olo da via Cinelli (n.892); 1 fr. di spalla con attaccodi ansa de via Capitancelli (n. 925); f. di parete con attacco d'ansa da via Colle Ottone Basso (n. 971); | fr di ansa da via Montecagnolo (n. 986); 3 fr di parte da via Montecagnolo (n. 987); 1 fr. di ansa a doppio bastoncell da via Landi (n. 1004); 2 fr di ansa a doppio bastoncello da Pelaggi (n. 1016): 1 f. di ansa a doppio bastoncello da via Ponte Lauro (n. 1161). 3 fr. di ansa a doppio bastoncello e 1 fr di puntale da Crocetta (n. 1223); fr. di ansa a doppio bastoncello da via

Vecchia di Napoli (n. 1273); 1 ft di ansa a doppio bastoncello da via Nettunense/via dei Cinque Archi (n. 1317); 1 f di orlo da Campetto dei Macellri (n. 1318; 1 fe di orlo ed 1 fr. di ansa a doppio bastoncello da C.le Monaci (n. 1371); 1 fi di ansa da Castel Ginnet (n. 1409); 1 fr. di attacco d'ansa a doppio bastoncllo da Ten. ta Parata(n. 1471); 1 fr di or 10 c 1 f di parete da via di Carano (o. 1501); 1 f di parete da Presciano (o. 1574); | fr. di ansa a doppio bastoncello e 1 fr. di puntale da via Retaola (n. 1679) 7 1 fr di oro da Font. na di S. Antonio (n.155); 1 fr di orlo da via Quarantola (n. 325). fr. di orlo con un segno ad "X" a incisione successivo lla cottura, immediatamente sou l'orlo, da C. le Pozzi (n. 369); 1 ft: di ansa a doppio bastoncelo da via Catalini (n. 416); 1 fr. di punte da via dei Crocefisi (n. 530); 1 ansa a bastoncell da via Papazzano (n.539); | di di ansa a doppio bastoncello da via dei Bastioni (n. 785) f. di ansa a a doppio bada via Redina Pennacchi (n. 90); 1fr. di ansa bastoncello stoncllo, 1 fi di spalla con attacco di ansa e fr di parte, da Colle dei Marmi (n. 810); 1 f di parete daM. Cagnolo (n. 837); 1 f di parete da via Scommiato (n. 848); 1 fr di ansae | puntale da viaS. Gennaro (n. 887); 1 puntale da via Colle Ottone Basso (n.971); f. di ansa a doppio bastoncelio da via Landi (n. 1004); | fr di ansa a doppio bastoncello da via dell Unica/via lago di Nemi (o. 1107); 1 puntale e | fe. di orlo da via Ginestre Ginnetti (n. 1163); 1 fr di ansa a bastoncello da via Colle S. Francesco (n. 1447); 1 fr. di orlo da via Passo dei Cores (n. 1597) 1 fr: di ‘ansa da via dei Tiii (n. 1624); | f. di ansa a doppio bastoncelloda Isola di Ventotene (n. 1675); | f . di corto puntale da Maria SS. di Nazareth (n. 1696). 7 1 idi parete da via delle Mole (n. 1507) >» | fr. di ansa da Ce della Fragola (n. 43); f di parete con artacco d'ansae 1 fr di ansa da Donzelleta (n. 152); 1 ft. di puntale da Acqua del Nespolo (n.161); fedi ansa da via Colle Magisterno (n.264); f di orlo da Q.to Ceppeta (n. 428); f di cl e If. αἱ parete da M. Cagnoletto (n. 639); |. di parete da via Ponte della Regina (n. 710); 1 fr di ansa da via dei Bastioni (n. 785); 2 fr di parete da coli dei Marmi (n.810); 1 f. di spalla da via Montecagnoetto (n. 989); 1 f di parete da via Montecagnolo. (n. 1001); 1 puntalee 1 f di parereda via di Paganico (n. 1032); 1 rdi rete da via i Paganico (n. 1072): fi di parete, If. di parete con attacco di ansa da via di Paganico (n. 1076); 4 fr. di parete da Crocetta (n. 1092); 1 puntale da Croceta (n. 1112); 1 fi di ansada via Colle Zion (n. 1139). | f di ansa da via Ponte Lauro (a. 1161); 1 fr. αἱ ansa da via Soleluna (n. 199); 1 fr di ansa da via F na Parata (n. 1212); 1 fr. di paret da via Vigne Nuove (0.1215); 1f di ansa f di puntale, 3 ff. di parete da Crocetta (n. 1223); 1 ft di parete da va dei Pozzeti (n. 1259); fi i parete da via Vecchiadi Napoli(n. 1273); 1 f di oro e 1 fr. di ansa da via Appia antica (n. 1306); 1 πα di ansa da La Parata (n. 1350); | fr. di ansa da Cle Monaci (n. 1371); 2 fim. di parete da Mercatora (n. 1385); 2 fr. di parete da via di Carano (n. 1454; If. di oro da via Colle dei Cavalli (n. 1457) | fr. di parete da via Colle Rosso (n. 1468) 5 fr. di parte ἀ via del Grottone (n. 1484); 1 fr di ansa da via del Grottone (n. 1485) 2 fr. di parete da via di Carano (n. 1501); 1f di ansada via Virgilio (n. 1519). | fr di parete da Santo Tomao (n. 1529); 1 f di parete daC. le Lazzaria (n. 1589); 3 fr. di ansa, 1 fi di puntale 1 fr. di parete, da via Retarola (n. 1581); 1 fr. di ansa da Quarto dei duc Foss (n. 188); 1 fr. di parete da Quarto dei due Fossi (n 1585). 1 f di parete da via Passo dei Coresi (n. 1594); 1 f di parete da Colle Foto (n. 1603); 1 fr. di paret da via della Vite (n. 1608); 1 fr. di pareteda via dei Tigli (n. 1622); 1 f di parete da via ei Tigh (n. 1624); 1 Ἐς. di ansa da via della Vite (n. 1632) 1 f di pareteda via dell Vie (n. 1633) 1 fe di ansa© 1 fr. di parete da via Passo dei Coresi (n. 1656); 1 fr. di parete da via di Carano (n. 1661); 3 fr. di orloe f. di parete da via Lazzaria (n. 1671); 1 fr di pareteda via Retarola (n. 1677); 1 fr. di ansa, If. di puntale c1 fr. di parere, da via Retarola (n. 1678); 1 fr. di parete da via Retarola (n. 1679); 1 fi δὲ spalla con atacco d'ansa con sull sali, al di soto dell'ans, un segno graffito conformato ἃ X, da via delle Querce(n. 1718); 1 fr di parceda via delle Querce (n 1719). 7*1 fs di orlo da via S. Gennaro (n. 833); 1 fr. di parete da via Vallevert (n. 883); 1 f di orlo da Crocetta (n. 1092); 1 fr. di orlo da via Colle dei Cavalli (n. 1457). 1 fe. di olo da Presciano (n 1574) 295

S128 0.11% Dressel Ib rreniche | 0,0556 Dressel 24 irreniche [712.669 Greco-ialica tireniche | 0099 Tineniche

] 25369.

sia, 369170 [210888

Osta Iv 279280 | 002% osta 1,452 | 02% Dres | campane [0.16% Dres 24 campane |] 0,56% reset 2122 Joo Grecia campane | 005% Campane [E130 Dressel 1 vesuviane f0,11% Dressel 24 vesuviane [710879 Vesuviane [75771 3,50% Lamboglia2 | 0059 Dressel 24 adriatiche | 0,02% Dressel 6 | 0,07% Dresse 6A | 007% Adritiche | 0.208.

Osta 122/523 [10.50% Keay LM} 0,05% 0%

5%

10%

T 15%

20%

25%

30%

Fig. 49. Anfore: istogramma delle produzioni italiche.

Dressel IB*" (0,05%), i 7 di produzione campana (0,16%) e i 5 di produzione vesuviana", di cui 1 di Dressel 1A (0,11%).

Seguono le anfore a fondo piatto Ostia III, 369-370/Ostia 7I, 521, cd. di Spello, delle quali sono stati individuati 39 fre? (0,8899).

2" 1 puntale da via Diomede (n. 658); 1 fr di orlo da Lazzaria (n 1668), ?* 1 i di spalla con attaccodi ansa da via Redina Pennacchi(n. 790); 1 f di parete da Colli dei Marmi (n.810); ft di ansa da via Valleverta (n. 989); 1 f di parete da Paganico (n. 1072); | fr. di parete da Crocetta (n. 1092); 1 fr. di parete da via dell'Unicu/via lago di Nemi (n. 114); 1 fr di parete da via Maria SS. di Nazareth(n. 1696). 2 fr. di puntalee 1 fr. di parete da via dei Bastioni(n. 789); 1 f di parete da via Vallevesta (2. 989); 1 f. di oro di Dressel LA da via Retarola (n. 1678); 1 f di ansa da via Maria SS. di Nazareth (n. 1696). » fr. di fondo da via Nemi-lago (n. 178); If. di ansada Font na del “Turano (n. 248); 1 f di ansa da via Colle Pignata (n. 315); | f di ansa da

via Catalni (n. 16), 1 f αἱ ansa da via Colle Pipino (n. 420); 1 fr. di ansa da via dei Crocefissi(n $30; 1 fr: di ansa da via della Caranlla (n. 744); 1 fi di ansa da via Montecagnolo (n. 880); fi. di ansa da via Capitancelli (n. 938); f di ansa da via Piazza di Mario (n. 941); 1 fr. d ansae 1 f di parete da via del Formello (n. 962); | f i parete da Crocetta (n. 1092) 1 f. di orlo da Crocetta(n. 1009) fi: di paret da Crocetta(n. 112); f. di paet con attacco d'ansa da Ponte di Mele (n. 1123); 1 fr di parete da via delJe Vigne Nuove (n. 1215) 2 fr di ansa da Crocett (n. 1223) 1 fr. di parete daC. Parata(n. 1241); 1 f di spalla da via Prescian (n. 1357);1 f di ansada via degli Aranci (n. 1407); rdi ansa da via Colle Piombo (n. 1410); 11i di fondo con attacco di parete da via Colle dei Cavalli(n. 1487); If. di parete con attacco d'ansada via Colle Rosso(n. 1468); 2 fr. di parteda via

296

Infine si segnalano le anfore Dressel 21-22, attestata da 3 frr. di produzione campana" (0,07%) e, relativamente alle produzioni adriatiche, 3 frr. di Dressel 6% (0,07%), 3 di Dressel 6A"? (0,07%), 2 di Lamboglia 2° (0,05%) e 1 di Dressel 2/4 (0,02%). Per quanto riguarda la loro distribuzione sembra di poter rilevare come, analogamente ad altre classi ceramiche, vi sia una generale rarefazione in corrispondenza della catena dell’ Artemisio con una concentrazione al suo interno, a parte qualche eccezione, nel settore a nord-ovest del centro moderno di Lariano. Così mentre le produzioni tirreniche sono rappresentate da pochi esemplari -gli 8 di Dressel 2/4” e i 6 di Dressel 1°, ai quali vanno aggiunti i 2 di Ostia III, 369370/Ostia II, 521°, risultano quasi del tutto assenti sia la campana che la vesuviana documentate esclusivamente nella forma Dressel 2/4, rispettivamente da 1 fr. di orlo da Font. na di S.Antonio (n. 155) e 1 fr. di orlo da via Quarantola (n.325) oltre a 1 puntale da Acqua del Nespolo (n. 161). Passando ad una analisi più specificatamente “economica” gli elementi che se ne possono desumere sembrerebbero prospettare innanzitutto, come era ipotizzabile, intensi traffici con le coste tirreniche, prevalentemente, come sottilinean0 anche le ceramiche comuni per le quali è stato possibile definire la produzione", con il settore litoraneo campano, a sud, e con l'area costiera della Calabria mentre assai modesti sembrerebbero quelli con l’area adriatica anche qualora si prendano in considerazione i pochi elementi rintracciabili nel corpus delle iscrizioni. Se a un commercio, presumibilmente ridotto, di frutti con l’area campana sembrerebbero rimandare i pochi cadi identificati, la gran parte delle anfore tirreniche debbono ritenersi utilizzate per il trasporto del vino. In particolare la presenza consistente di Dressel 2/4 testimonia il trasporto di vini dal Lazio meridionale e dall'area vesuviana e campana

oltre che, anche se in quantità nettamente inferiori, dall’area adriatica, da dove provenivano anche scarse quantità di vino. trasportate nelle anfore Dressel 6, 6A e Lamboglia 2. Ad una diffusione dei vini prodotti nella media e bassa valle del Tevere, in ogni caso meno capillare di quella desumibile per i vini italici, sia in ordine al numero delle attestazioni che alla capacità del tipo, sembrerebbero alludere poi le anfore Ostia ΠΙ 369/370. Risulta difficile definire quali vini trasportassero le anfore tirreniche, presumibilmente provenienti dal settore costiero del Latium e dell'Etruria, dal momento che le qualità note, al di là dei rituli picti provenienti dalla fossa aggeris, menzionanti il pessimo Veientanum, il buon. Fundanum e l'eccellente Falernum, sono numerose. Più agevole, forse, stabilire quali fossero i vini trasporta ti nelle Dressel 2/4 campane e vesuviane, restringendosi il campo d'interesse. Tuttavia se il richiamo più immediato in questo settore, sembrerebbe essere per quella serie di prodotti ricordati per le loro ottime qualità -il Gauranum dai dintorni di Pozzuoli, il Trebellicum dai dintorni di Napoli, i Caulinum da Capua, il Trebulanum ed il Surrentinum-, non può tralasciarsi l'ipotesi che almeno in alcuni casi il trasporo abbia interessato anche prodotti di qualità inferiore. Ancora, la presenza di anfore a fondo piatto Ostia III, 360/370 rimanda, almeno in parte, all'importazione certamente di vini umbri, quali I'hirtiola e il tudertinum, coltivati negli agri di Maevania e Tuder e presumibilmente di quelli dell’ager sabinus. Seppur minore, sulla base del numero dei rinvenimenti di anfore di piccole dimensioni, di produzione siceliota o. africana, Ostia Il 522/523 (22 frr.^* e per l'età tardo-antica di anfore calabro-siceliote Keay LII (2 frr", è comunque documentato anche l'importazione di vini provenienti dalla Sicilia Gl Murgentinum di Morgantina, l'Eugenum di Tauromenium e Naxos, il Mamertinum) o dal Bruttium.

del Grottne (n. 1484); f di ansa da via delle Mole (n. 1807); | fd ansa da Santo Tomao (n. 1530). | fr. di parete da via delle Mole (n. 1846); 1 f di nsa da via dell Vite (n. 1608) 1 f. parete da via della Vie (n. 1609) 2 τ. di parete, di cui uno con artacco d'ansa, da via ἀεὶ Tigi (n. 1624) 1 fr: di fondo da via dei Tgl (n. 1625); If di ansa da via Appia Nuova (n. 1644); 2 fr: di ansa da via Passo dei Coresi (n. 1686); 1 f di ansa da via Retarola (n, 1679) αὶ fr di ansa leggermente costolata da Vellti-via Madre Teresa di Calcutta (s. 81); 1 f di orlo da M. Cagnoleto (n.683); If. di oro da via Caio Mario (n.930) 21 fr. di ansa a via Caio Mario (n.930); f. di ansa da Crocetta (n. 1228) 1 fc di parete da Presciano (n. 1574) 271 fe. di parete da via F. Pari (n. 719); 1 puntale da via dei Bastioni (n.785);1 fc di parete con attacco d'ansa da va dela Vite (n.838) at | fr di oro da via Diomede (n. 658); ὅς. di orlo da Presciano (n. 1574), 591 fr. di parete da via delle Mole (n. 1507) ^1 fr. di ansa a doppio bastoncelo da Donzelltt (n. 152); | fr di or 1o da Acqua del Nespolo (n. 161) 2 fi. di ansa a doppio bastoncello da Acqua del Nespolo (n. 162); 1 fr αἱ ansa a doppio bastoncello da C.le Magistemo (n.163) ἔν. i ansa a doppio bastoncelloda C. le Magisterno (t. 164); 1 f di ansa a doppio bastoncello da via Fontana del Turano (n. 248); 1 fe di olo da Acqua del Pesehio (n. 291). "| fr. di ansa da C. le della Fragola (a, 43); 1 fr di parete con attacco d'ansaè 1 f di ansa da Donzelletta (n.152); fr. di puntale da Acqua del Nespolo (n. 161); 1 fr di ansa da via Colle Magisterno (n. 264) 1 fr: di orlo da Q.to Ceppeta (n. 428) 7^ i di ansa da Fon. na del Turano (n.288); Ε f di ansa da via Colle Pignatta (n. 315). Lf diorlo di coperchio ἃ patina cenerognola, da C e deg mpiccati

(n. 222); | fr. di parete con carena pertinente a forma non id da Acqua del Peschio (n. 291); fr. di parete percinente a forma non id. da Font.na Quarantola (n.328);1 f pertinente a forma non id. da via dei Laghi (n.361); {πε dirlodi coperchio a patina cenerognola da via Papazzano (n.519); fr. di parete con carena pertinente a forma non i. da via S. Andrea(n. 528). 1 fr di parete pertinente a forma non id. da via Colle Barberet (n. 527). 1 fr. di coperchio dll orb arotondaro da via Cinelli (n 892); ft di oro di coperchio a patina cenerognola da via Colle Ottone Basso (n.967); 1 f. di parete pertinente a forma noni. da via Colle Scarano(n. 1137); fr. di orlo di tegame pseudo-bifido da via Appia antica (n. 1245) | fr. di coperchio dall'orlo arrotondato da via dei Fienl (n. 1284); forse f i tegame ad orlo indistntoda via Cole Piombo (n. 1393) 1f di parete pertinente a forma non id. da via dell'Ulivo Ginnet (n. 1402) Lf di orlo di coperchioda via della Vite (01514); fr di parete pertinente a forma non id. da via Virgilio(n. 1519); 1 fi di tegame dallorlo indistinto da via Retaola (n. 1581); 1 f. i oclo di coperchio a patina cenerognola da via delle Querce (n. 1714) 1041 fi. i ansa da Colle Magistero (n. 165). | f di ansa da I Pratone Ca 217); 1 fe di ansa da via Contrada Comune(n. 342); 1 f di ansa da La Faiola (n.368); f di paete da via dei Crociissi (n. 747) 1f di fondo da Acquavivola (a. 909); 1 f di pareteda via Landi (n. 10M; ἔς. di ansa da Crocetta (n 109); 2 rdi parete da Crocetta (n. 112); f di paret da via Stradone Muri I, 114); 1 f di pareteda via Fontana Parata (n. 1122); fr. di pareteda via Presciano (n 1386); fidi ans da via dei Fienil (n. 1381), 1 fz. di ansa da via di Lazzaria (n. 1497); 1 fr di parete da via Castllaci Carano (n. 1570; | f. di ansa da via Cisterna-Campoleone (n 1871); 1 fr di paretee If. di collo da Le Castella(n 1606); 1 fr di ansae I rdi parete da via della Vie (n. 608); fidi parete da via dei Tigi (n. 1624) 1 fe di ansa da via Passo dei Coresi (n. 1594); 1 fr. di ansa da Crocetta (n. 1223). 297

Di fronte ad una così massiccia produzione di vini, anche di eccelsa qualità, perdipiù in settori non particolarmente Jontani, che diminuivano i costi del trasporto, risultano giustificabili le scarse attestazioni di anfore vinarie adriatiche utilizzate, tra gli altri, per i vini piceni quali il praeturianus e il palmensis e l'atriano hadrianum. Tuttavia già con la prima età imperiale, accanto ad un mercato regionale e extra regionale che in prevalenza non doveva impegnare in lunghie faticosi trasporti, ne trova spazio uno con le province più prossime: le spagnole e le galliche.

Tra le due, più modesto anche se più “diversificato” sembrerebbe quello con le ultime, dalle quali è scarsamente attestata anche l'importazione, a partire dall'età neroniana, di ceramica da mensain sigillata sud gallica”. Dei 16 fi. rilevati, nella maggior parte pertinenti a forme non idd. nella produzione liscia, si segnalano i 5 decorati a matrice, tra i quali spiccano ἢ fr. di parete decorato con divisorio verticale costituito da elemento arboreo a foglie allungate da via S. Giacomo (n. 536)e, soprattutto, i fr. di parete decoratoa ghirlande orizzontali di foglie di quercia, forse riferibile a coppa emisferica tipo Dragendorff 29 o 37, da via delle Coni (n. 538). Sia le percentuali, estremamente basse, che trovano stringenti analogie con i contesti di Roma meglio noti”, che la distribuzione, “uniformemente rada” ad esclusione del settore montuoso dell’ Artemisio, dei materiali della classe sembrerebbero trovare una loro plausibile giustificazione. Infatti, se la presenza esigua potrebbe trovare la sua ragione in motivazioni non disgiunte da quelle del contemporaneo, più numeroso, vasellame prodotto dagli ateliers italici, l’osservazione della posizione dei rinvenimenti evidenzia una loro vi cinaza topografica ad assi stradali. Numeri maggiori, anche se ben lontani, come detto, da quelli offerti dalle produzioni spagnole, propongono le anfore (54 fre), tra le quali, dopo quelle riferite genericamente alla produzione gallica (44frr-*® pari al 1%),i tipi più attestati sono T'anfora vinaria Gallica 4 prodotta nella Narbonensis con 5 fr" (0,11%) e la Dressel 2/4 con 3 fm. (0,0795)"". Documentati in maniera episodica, un solo fr. per ciascun tipo (0,02), sono le Dressel 28" e la Gallica 5™ (Fig. 50). L'esigua quantità di anfore vinarie provenienti dalla Gallia”®, sembrerebbe indicare un'importazione ridotta, che peraltro, al momento, risulta difficile precisare dal momento che le diverse testimonianze indicano un numero di vini considerevole perdipiù non correlabile ad un unico contenitore.

= Olireal f di parete da via S. Giacomo (n.536) e ἃ quello da via del Je Corti (n S88), ricordo: 1 f di alto piede ad anello pertinent a forma non id. da via Crocetta Vivaro (n.230); 1 f di parete pertinent a forma non id. 6a via del Cigliolo (n. 438); rdi piede ad anello 1 fr. di parete pertinentia forme non id. da via dell Vite (n. 838); 1 fi. di orlo di coppa carenata, decorata a rotellatura su lobo centrale dell'oro e sul punto di congiunzione tra parete e carena, tipo Dragendor 2, δα via Stragonello (n. 1103); 1 rdi fondo su basso piede ad anello pertinente a coppetta non id. da via Torre di Presciano (n. 1241); | f di parete pertinente a forma aperta non id. da via ‘Appia antica (n. 1299); | fr. i fondo con piede ad anello pertinente a forma. aperta non id da via Appia antica(n. 1306); 1 fr di parete pertinente ἃ forma sperta non id, da Mercatora (n. 1385), 1 fr. di parete pertinente ἃ forma non id. da via Colle Rosso (o. 1468); 1f. di fondo pertinente forma aperta non id. con decorazione a cerchi concentrici da via di Carano (n. 1801); If di parete con traccia d decorazione a matrice pertinente a forma non id. da via ella Vite (n. 1683).1 fidi prete pertinente a forma non id. da via Isola di Ventotene (n. 1678). > Marti 1994: 118-120, specialmente 19, fig. 2; Rizzo 2003: 103105, specialmente 103 nota 105 relativamente agi tati giulio-claudi antrior al 64 d. C. della Meta Sudan calle are della via Nova-Clivo Palatino 8 delle pendici settentrionali del Palatino. 7^1 fi di parete da Terre Rosse (n. 21); | fr. di parete da Maschio Ariano (2.3); 1 f di parete da Donzeleta (n. 152}. 1 fr. di parete da via Nemi-lago (n. 177); 1 f di parcede Il Pratone (n. 217); 2 fre. di pareteda via Colle Vignato (n. 284) fr. di parete da C. le Angelo (n. 324); If. di parete da via Catalin (n. 416); 2 fr di paret da via Ceppeta inferiore (n. 422); 1 fr. di parete da via Ponte Veloce (n.455); 1 f. di parte da via 8.

‘Andrea (n. $23); 2 ἔπ: di parete da via dei Crocfisi (n. 830); 1 fr: di ansa da Colle One Alto (n.679); 2 fr di parete da M. Cagnolo (n. 885). 1 fr di parete da via delle Tre Armi (a. 890); fidi pareteda via Colle Carciano (n.91); 1 fr di ansa da via Montecagnoletto (n. 989); |f. di ansa da via Landi(n. 1008; | ft. di ansa da Colle Cicerchia (n. 1052); i. di parete da Crocetta(n. 1092); | fr. di parete da Crocetta(n. 1112); 1 f. di pareteda via Ponte Lauro (n. 1161); If. di ansa da Crocetta (n. 1223); 1 fr. di parete da via Tore di Presciano (n. 1235); 1f di parete da C. Parata (n. 1241); | fr. di parte 1 fr di attacco di ansa da Campetto dei Macellar (n 1319; fi ἃ ansa a nastro costolata da via Presciano (n. 1357); 1 ἔς. di ansa da vi Casale dei Monaci (n. 1372); If. di parete da Mercstora (n. 1385); 1 ς di parete da via Colle Piombo(n. 1410); fi. d parete da Presciano (n 1488}; 1 f. di parete da viaS. Tomao (n. 1531); | fe di parete da Presciano (n. 1571); fr. di fondo piato da via dei Tigli (n. 1618). 1 f di parce da via della Vite (n. 1633); 1 fr di prete da Lazzaria (n. 1668); 1 fr. di parete da via Torre di Lazzara (n, 1680); 1f di parete da via Maria SS. di Nazareth (s. 1696) 2^1 f di oro da Pelaggi (n. 1016); 1 fi. di oro da via di Paganico (n. 1031); 1f di orlo da C. Parata(n. 1241): 1 di olo da via Appia antica (n. 1306) 1 f di fondo piatto con piede ad anello da via Passo dei Cores (n. 1597), 771 fr. di orloe 1 fr di collo da via dei Basioni (n. 785) 1 f di ansa da via Paso dei Core (n 1686). 7" fr. di olo a fascia modanata da via Colle Vignato (n.254) 7 1f di orlo da M. Cagnolo (n. 834). "Relativamente si vini gallici e alla loro produzione, vd. Loustxusiwen 1998: 371-381; BRUN 1998.

Dressel 24

miae [97%

Dressel 28

imitaz.Gache [0025 002%

Gatcas [ours Gatiche [Tn 00%

[c]

10%

Fig. 50. Anfore:istogramma delle produzioni galliche.

298

palestinesi [TE]

0.09%

egiziane [^ goose 0,00% 002. 0,04% 0,06% 0,08% 0,10%

Fig. 51. Anfore: istogramma delle produzioni sirio-palestinesi. 7*1 fe di parete da via dei Crocefissi (n. 530); | fr. di parete da Crocetta(n. 1112); |f di parete da Santo Tomao (n. 1531); ft di pareteda via della Vite (n. 1610) | fd parete da via Troncavia (n.545); fidi parete da Crocetta (n. 1112) | fi i ansa da Crocetta (n. 1112) 7" | fic i orlo da M. Cavo (n. 4), 3 fr di parete da La Guardianona (n. 106); fidi parete da via Nemi-lago (n.177); 1 fi parete da via Crocetta Vivaro (n.230); | fi. i parete daM. dei Ferrari. 5. Bartolomeo (n.238); 1 fi di parete da via Fontana del Turano (a, 283); If. i parte da via Colle Vignato(n. 254); 2 fr i parete da via Colle Magisterno (n.264); 2 fr di parete da Acqua del Peschio (n.291); 1 fr. di paret da via Arcioni (n.321); 2 fr. di parete da C. le Angelo (n. 324); 1 f di parete da via Panamense (n. 334); | fr. i pareteda via Vigna Grande (n.370); ft. di ansa a nastro da via ‘Morice(n. 398); 1 fr. di ansada via Cataini (n.414); 1 fr. di parete da via Catalini (n.416); fr. di parete da via Colle Noce (n.460); 1 fr. di pareteda viaS. Andrea(n. 523). 3 fi. di parto da via dei Crocitiss (n. 530). 1 f di parete da via Ponte della Regina (n. 710); 6 fi. di parete da via dei Crociisi (n. 47) 1 fr: di parete da via Capitanclli (n. 756) 1 fr di parete da via Asciano (n. 766); 3 fr di parte da via dei Bastioni (n.785); fr. di parete da vi dei Pini Rili (n. 804); 1f. di parete da via Appia Vecchia (n. 5819); 1 fr di parte da via Appia vecchia (n. 835); 1 f di parete da Ve FI Kennedy (o. 875); 2 frr di parete da via S. Gennero (n. 888); 1 fr.di parete ddavia Colle Carciano (n. 911); 5 fi. di parete da via della Caranella (n. Φ12). 1 fc di parete da via dell'Olmo (n. 916); 2 fe. di parete da via Capitancelli n. 925); f di parete da via Capitancelli (n. 932); 4 fr. di parete da via Capitancelli (n 938); 2 fi. di parete e 1 f. di ansa anasto in arossato da via del Franco Belga (n. 944); 2 fre. di parete da via Font πὰ Acquavivola (n. 950); | fr di ansa a nastro e 3 fr di parete da via del Formello(n 962); 1 fe di parete da via Colle Stringa (n. 963); | f di parete da via Colle Stringa (n. 966); 2 fr. di pareteda via Colle Ottone Basso (n. 971); 1 fr di parete da via Vallevera (n. 993); 1 fr di ansa da via Stragonello (n. 997); f. di parete da via Montecagnolo (n. 1001); 4 frr. di parete da via Landi (o. 1004); 3 Πα. di pareteda via Paganico (n. 1076). | fr. di parete da Croceta (n 1092); 1 f di parete da via Swagonello(a. 1103); 5 frr. di parre da via Lago di Nemi (n. 106); 3 fr di parce da via Lago di Muti (n. 1114); 1 fri paNemi(n. 1107); 2 fi. di pareteda via Stradone rete da Stradone Muti I (n. 1115). 2 fi. d parete da via Font.na Parata (n. 1122); 3 frdi pareteda via Pontedi Mele (n. 1136); 2 rz. di parce da via Colle Scarano (t. 1137): 3 fr di parete da via Ponte Lauro (n. 1161); 2 fr. di paret da viaF na Parata (n. 1212). 3 frr di parete da via Vigne Nuove (n. 1215); 3 ft. di parete da Crocetta (n. 1222) 1 fe. di parete da via Appia ana (0. 1299); | fr. di parete da via Appia antca (n. 1396). 3 fr di parce da via Tempio di Diana (n. IBID; 1 fr di parete da via dei Cinque Archi/Nettonense (n. 1317);2 fr di parete da via Pedica (n. 1361); f. di pareteda via Casale dei Monaci (n. 1369); 2 frr di parte da via Appia antica (n. 1385) 1 f di parete da via Appia Nuova (n. 1392); 1 f di parete da via degli Aranci (t. 1407); 1 fr di parete da via dei Cinque Ar-

A partire dalla fine del I secolo a. C., nell'ambito di quelVintrecciarsi di interessi e modificarsi di situazioni che avranno il loro epilogo tra Π e III secolo d. C., risulta docu‘mentata anche la presenza di anfore provenienti dall'area orientale, in particolare egea e microasiatica. A parte i 4 fir. riferibili genericamente alla produzione sirio-palestinese? (0,09%), soltano 2 frr. (0,05), dei quali peraltro non ho potuto individuare il tipo, sembrerebbero provenire dall'Egitto"", mentre 1 (0,02%) risulterebbe riconducibile alla Late Roman 4” (Fig. 51). “Tra le anfore provenienti dalle isole e dai territori asiati bagnati dall’Egeo (area egeo-orientale), attestate da 381 fir. (Fig. 52), a parte i 171 frr?" (pari al 3,8%) genericamente riferibili solo all'area di produzione, il tipo più frequente, con 43 frr. risulterebbe l'anfora vinaria tardo-rodia Camulodunum 184” (0,97%), prodotta oltre che nell'isola in altri centri della Perea rodia tra l'età augusteae la fine del Il secolo d. C. Seguono con 33 fr." (0,75%) i contenitori monochi/Nettunense (n 1450); 1 f. di parete da via di Carano (n. 1454); τς di parete da via di Carano (n. 1456); 1 fr. di parete da Ten. ta Parata (n. 1470); 1 di parete da via del Grotton (n. 1484); fr. i pareteda Presciano (n. 1487) | fi. di parete da via CascllacciolCarano (n. 1491); 3 fi. dî paretee 1 f di ansa da via di Carano (n.1501); 1 fi. di parete da via della Vite (a. 1514); 2 fr. di parte da via degli Aranci (n. 1816): 2 fr di parete da via Selvanova I (n 1524); 2 fr di parete da via S. Tommaso (n. (530; 1 fr. di parete da via 8. Tomao (n. 1531); 1 ft di parete da via 8. Tomao (n. 1540): 1 fi di parete da via delle Mole (n. 1543); 1 f. di parte da via elle Mole (n. 1544); 1 f di parete da via delle Mole (n. 1546); 1 f di parete da via Cisterna Campoleone (n. 1585); 2 fi. di parete da via Passo dei Cores (n. 1594); δε di parete da Le Castella (n. 1606); 2 fr. di parete da via della Vite(n. 1609). 2 fr. i parete da via Virgili(n. 1612); 6 fre. i parete da via dei Tigh (o. 1618); 1 di parete da via dei Tigl (n. 1623); 2 fr. di parete da ia dei Tli(n. 1624) Ici parete da via della Vie (n. 1632) 4 fr. i pa rete da via Isla di Ventotene (2.1675); 1 f di ansa a astro da via Maria 85. di Nazaret (n. 1696). 7*1 fr di parete da La Guardianona (n. 106); 1 fi. di parete da via Nemi-lago(n. 177); 1f di parete da C. le Angelo (n.324); 1 fr di parceda via Collo Pipino (n. 420); f i parete da via S. Andrea (n. 529; 3fi. di parete da via dei Crocefisi (n.747); | f. di parete da via Piazzadi Mario (n. 168); 2 fr di parete da Colli dei Marmi (n. 810); 1 f di parete da M. Cagnolo (n. 835); If. di parete da via Montecagnolo (n 880). 1 fr di pare e da via Capitancelli (n. 925); 2 fr di pareteda via del Franco Belga (n 944); 1 ἔς di parete da via del Formello (n. 962); 1 fr. di parete da via Carbonara (n. 1058); 1 fe. di ansa da via dell'Unicalvia lago di Nemi (n. 1106); 1 ft di parte da via Ponte di Mele (n. 1136). 1 fr i pareteda via Ponte Lauro (t. 1061): 1 f. di pareteda via Landi (n. 1227); 1 f di parete da via della Fontanella (n. 1229); 1 fr. di parete da via del tempio di Diana (n. 1D; 1 fc di parete da via Nettnense/via dei Cinque Archi (n. 1315): 3 frr di parete da via degli Aranci (n. 1407); 1 f. di parce da via Colle Rosso (a. 1460); 1 f di parete da via Colle Rosso (n. 1468); 2 fi. di parte da via del Grottone(n. 1485); 4 fre di parete da via di Carano (n 1501): 1 f di paτοῖο da via delle Mole (n. 1507). fr.di parete da ia delle Mole (n. 1846); 1 f dirlo da Presciano (n. 172): | fr. di pareteda via Passo dei Coresi (n. 1594); 1 fc di parete da via dei Tigh (n. 1624); | ἐς di parete da via Vigllio (o. 1627); fr. di parete da via delle Querce (n. 1722) 7 | fi di parete da Acqua Donzella (n. 138); | f. di parete da Il Pratone (n.221); | fi di parete da M. Alto (n. 307); 1 f di parete da via Vigna Grande (n 370); | fr. di parete da MacchieLa Faiola (n. 386): 1 f di parete da via Morice (n. 398); f di pareteda via 5. Andrea (n.523); 2 fr. di parete da via dei Crocefisi (n. 747); 1 f di punale da via dei Bastion (n 785); fi. di paete da coli dei Marmi (n. 810); 1 f di oto e paree da via Casale Capitancelli (n. 820): f. di parete da via Montecapnoletto (n. 989); T fr di parete da via di Paganico (n. 1031; | fr. di parete da Crocetta (n. 1112); 1 f di parete da via elle Vigne Nuove (n. 1118; | f di pareteda via Ponte di Mele (n. 1136); 2 frr. di parte da via Ara di Stanga(n. 150); 1 fr. di fondo e 3 fr di parete da via Soleluna (n. 1197); f di fondo da via 299

ansati Agora F65-66 0 Late Roman 3, provenienti dalla regione di Sardi, dalla valle dell’ Hermos e del Meandro, presumibilmente da Efeso e dai dintorni, per i quali l'esiguità dei frr. non consente di definire l'attribuzione ad una delle

due forme. Pid scarse le attestazioni riferibili alle produzioni dell'arca egeo-microasiatica (con 9 frr. pari a 0,20%) dei quali a parte un fr. di Mau XXVILXXVIIP” (0,02%), tutti gli alti riconducibili a Dressel 2/5 (8 fri?" pari a 0,18%) e dell'area cretese, fra le quali, oltre ai 7 frr?" (pari a 0,16%) solo riconducibili alla produzione, appaiono documentate le Cretesi 4/Dressel 43 (2 fir.” pari 0,05%) e la Cretese Agora G. 197 (1 fr”! pari a 0,02%). A produzioni orientalisi riferiscono invece i 114 fr." non identificati (2,6%) e il fr. di puntale probabilmente riferibile a Camulodunum 189/Schone Mau XV, per il trasporto di frutta e datteri, da via Diomede (n. 658). Le attestazioni sembrerebbero indicare la prevalenza dei vini trasportati nelle anfore tardo-rodie, pur non potendosi escludere almeno in alcuni i casi un contenuto diverso”"*, principalmente del tipo τεθαλασσομένος, mescolato con acqua di mare, o γλυκύς. Tuttavia, anche se in quantità decisamente inferiori, & documentata l'importazione sia dei vini passiti cretesi, la cui qualità è ricordata da Clemente Alessandrino ed Eliano””, sia quella dei vini insulari di Kos” menzionati invece da Plinio (Plin. nat. XIV, 78-79), attraverso le Dressel 2-5, che, presumibilmente, quella, sporadica, dei vini ciprioti (Mau XXVILXXVIID. ‘Ad importazioni dall'Asia, molto probabilmente dalla regione di Efeso, di Smime e dalla valle dell’Hermos c del Meandro, rimandano poi i piccoli contenitori Agora F 65-66, utilizzati molto probabilmente per il trasporto di due vini, anch'essi ricordati da Plinio (Plin. nat. XIV, 74): quello di Efeso, con proprietà salutari quando mescolato con acqua di

Ginestre Ginnetti (n. 1268); 1 f di pareteda via del Bosco(n. 1267); 2 fr di parete da via di Carano (n. 1801); 1 fr. di parereda via delle Mole (n. 1544); If di parete da Quarto de due Fossi (n. 1586). If. di parte da via Passo dei Corcsi (n. 1894); 1 fr. di parete da Le Castella(n. 106), 2 fr. di parete da via dei Tigl (n. 1624). *1 fedi parte ca via Cinelli (n.972) 7" Lf diorlo da via dei Crocefisi (n. 747); i dirloe 1 di parceda Colli ei Marmi (n. 810); 1 f di puntale da via Vallevera (n. 885); 1 fi. di ansa a doppio bastoncello da via Vallever (n.989); fr. di ansa da via di Paganico (t 1076); 1 f di punta da via Tore di Lazzara (n. 1863) 1 fi. di ansa da Lazzacia (n. 1589) 7^ 1f di parete da via Landi (n. 1004); 1f. di parte da Spirito Santo (n. 1392); 1 f di parete da via delle Mole (a. 1507); | f. di punaleda Lazzaria(n. 1589). 1 f. di pareteda via della Vie (n. 1609); 1 fr. di parete da via dei Tigli(n. 1618); fr. di pacteda via dei Tigh(n. 1624). 7 1 fidi piccolo puntale a bottone da Coli dei Marmi(n 810)1 f di ansa a bastoncelo da via degli Aranci (o. 1407). 2 | fr di ansa da C. Bombeti (n. 1259) 7 1 ft di parete da Terre Rosse (n. 2;ft. di parte da Font. πὰ di S. Antonio(n. 155).1 fr di parete da Colle Magistero(n. 164) | 6 di pareteda Cle Magisterno(n.165); 1 fi. di parete da via delle Noci (n. 25)2 frc di parete da Acqua Palomba (n.256; 1f di prete da Colle Paocione (n.262; fi di parete da M. Alto(n. 307); fe i parceἀ via Contrada Comune (n.318); 2 fr di parete da via dei Castagnoli (n.337); ft. i parte da La Falla (n. 368); 1f di parce da La Faiola (n. 386); 1 di aree da via delle Azalee (n. ‘404); 2 fe di parce da via Colle Pipino (n. 420); 1 f di parete da via della Cava (n 497).2fr. di paete davia Papazzano (n. 539). fd parete da via "Ironcavia (n.545); 2 fi. di parete da via Appia Vecchia (n. 633) 1 fi di pare tedaM. Cagnolett (n.646); fr di parete da via Appia Vecchia (a. 679); 2 fr di aree da via Parri (n.719);fr di parete a ia Capiancelli 0.757): 2 fr di parete da via Piazza di Mario(n. 60); 1 f di parete da via Piazza di Mario (n. 763) 1 f di parete da via E. De Filippo (n.775): f di spalla con attacco d'ansae I f.dipaet da via dei Bastion (n.788); 1 fd ataccod'ansada via Colle di Marmi (n.807; f di parteda via S. Gennaro (n.830; 1 fr di parete da via S. Gennaro (n.833); 1 fr. di oro non id. e 1 rdi parete da

2 fi. di parete da via Appia Vecchia (n.844) 1 i paM. Cagnolo (0.838); rete conattacco d'ansa, 1 rdi parete in prossimità ellorloe 1 fd parete da via Villeve (n.8 9); 1f di ansa da via elle Tre Armi (8901 ς di pare teda via Cinelli (n.892); If i pareteda via Casale Capitanclli( 917); t. di parete da via Capitncelli (n. 920); 1 fidi parete da via del Formelltto(n. 961); | fr. di parete da C. Ie Ottone Basso (n.979); 5 frr. di parete da via Montecagnolo (n.987); ít di ansa nastro 4 i. di pareteda via Valleverta (0.989); 1 ἐς di parte da via Stragonello (n.997); fidi parete da via Landi (0.1003): 2 fre di parete da via Stradone Muti I n. 1010); rdi parteda C. (Orazi(n. 1014);1 fr di parete da via Colle Ottone Rasso (n. 1029); 3 fr. di pa reteda via Carbonara (n. 1058); 1 fi. di pareteda via Paganico (a. 1078); 1 fr. diansaanastroe 1 fr: di ansa bastoncelloda Crocetta (n. 1109); 2 di pare te da via Grote dell'Oro (n. 1158); 1 ἔς. di parete da via Castel Ginnett (n. 1162); 1 f di puntale da via Colle Zioni (n. 1187); 1 f di parete da via Soleluna(o. 1198); fc dirloninid. da via Sleluna (n. 1197); 1 fr di parete da via Tore di Presciano (n. 1235); If: di olo non id. da via dei Poztt(n. 1259); di parete da via del Bosco (n. 1267); | di pacte da via Vecchia di Napoli (n 1271); di pareteda via Vecchiadi Napoli (n. 1273); fed parete da via Vecchia di Napoli (n. 1274) 1 f di parte da via Appia antica (n. 1306); 1f dipareteda via Presciano(n. 1356). f di paretea via dei Fini (0.1381) fidi parete da via Spirito Santo (n.135);fd ansa da via Colle Piombo(t 1394); 3 fr di parte da via dell Ulivo Ginnett (n. 1402); fe d ansa da via dell'Ulivo Ginnett (n. 1409);fr. di prete da via SelvanovaI(n. 1411); 1 fe di parce da Ten. ta Parata (n. 1471); 1 fr di parete con attacco d'ansa da via del Grottone (n. 1485) 3 ἔπ. di parete da via delle Mole (n. 1507); fd parete da via della Vite (n. 1514); Ife i parete da via Virgilio(o. 1519); fidi parete da via Selvanova I (n. 1525); 2 fr: i parete da via Ponte di Mezzo (n. 1547); 2. di parete da via Appia Nuova(n 1644) 1. di ansa da via delle Mole (n. 1653) fr. i parete da via Passo ἀεὶ Core (n. 1688) 1 fidi pareteda Lazzaria (n. 1664); fi. di parte da via Cistema: Campoleone a. 1668); 1. di spalla a via delle Querce(n. 1719). DM SAELEY 1985: 56-58, 7" MaANGOU LERAT 1995: 23 T51, 24-25 T54, 157-158, specialmente 158, 7" TERNA 1986: 105-106 con elenco delle fonti.

Agorà F 65/66 [Ea] 075% ‘MauSem. XXVII 10,02% Dressel2/5 [10,18% Camilodurum 184 | oe Cretese4 10.05% Cretese 1

Fig. 52. Anfore: istogramma delle produzioni oriental.

300

Hatter70 [2] 0,52% Dressel 713 E] 027% Dressel 28 } 0.02% Dressel20 [0.51%

mare e defrutum e quello, del monte Tmolo, impiegato per tagliare altri vini Ma è soprattutto con le provincie spagnole che sembrerebbe avviarsi, e quindi svilupparsi, un intenso traffico commerciale (Fig. 53). Dopo le produzioni italiche quelle spagnole risultano, nel medesimo periodo, le più diffuse nel territorio con 549 ἔπι, dei quali 333” fr. pari al 7,5% solo ge-

Dressel 12 } 0,02% Dressel 14 D 025% Dressel 17 } 0,02% Beltran I [m anfore da garum 70,568 Baetiche 10259. Dressel 4 ἢ oa taraconensi | Pascual 1 (009% Leetana | 002% tarraconensi [TTI 3,94%

via Capitancll (n 753); f di ansa e 2 fi. i paese da via Poggio delle Coni (n.758); 2 fi. di paret da via Capitancelli (n.757); 3 fr. di parete da via Piazza di Mario (n. 160); fr di parete da via Piazza di Mario (n. 763); 1 1i di parete da via Piazza di Mario (n. 768): 1 f. di parete da via Vecchia di Napoli (o. 771) 2 fr. di parete da via dei Bastioni (n. 788) 1 di parete da via dei Pini iol (n.804); fre di parce da via Colle dei Marmi (n.809); 2 fr di parete da via Appia Vecchia (n. 810); 3 fr. di parete da via S. Gennaro (n. 830) 5 fr di parte da viaS. Gennaro (n. 833); 1 fr di parete da via ‘Appia Vecchia (n. R35); 1 f. di parete daM. Cagnolo (n. 837); 2 fr di parete da via dellaVite (n. 838); 4 fr. di parete da via Appia Vecchia (n. 844); 4 fir. di parte da via Vellevera (n. 879);2 Ir. di parete da via Montecagnolo (0.880)1 di ansa e 2 frr di parete da via Vallevert (n.883); 2 fr. di parete da via8. Gennaro(n. 886); | f. di parete da via S. Gennaro(n. 888) fr. di ansa da via delle Tre Armi (n. 889); | fr. di parete da via Caio Mari (n. 930); 2 fc di parete da via Capitancell (n. 932); 2 fir. di parete da via Capitancell (n. 938): 1f di parete da via del Franco Belga (n 44) ὅς di parete da via Colle Stringa (n.966);2fr di parete da via Colle Otone Basso (n. 971); 2 fr di parete da via Palaggi (n. 982); 5 rr. di parete da via Montecagnolo(n. 986); 1 f di parete da via Montecagnolo (n.987); 2 fr. di parete da via Vallever (p. 989) 1 fr. di parete da via Valleventa (n. 993); 7 Dressel 14 | oss, fre di parete da via Stragonello (n.998; | ft di ansae 3 fre di parete da via sous _} Stragonelto (n.997); 2 fr. i paete da via Landi (n. 1004): 1 fr. di parete da via Stradone Muti I (a. 1014; If di parete da Palaggi (n 1014); f di anAlmagro Sle 007% sue? fr di parete da via Colle Otone Basso (n. 1029); 2 fr. di preteda via Paganico(n. 1032); 2 τα: di paret da via Carbonara(n. 1058);1 f. di parete Insitane [0.61% da via dei Cinque Archi (a. 1064) fr. di ansa da via ἀεὶ Ficnli(. 1068); 1 fe di parete da via Paganico (n. 1076) | fr. di parete da via Lago di Nemi (n. Dressel i} 007% 1104); 1 f. di parete da via Lago di Nemi (n 1105); 1 ἄς di parte da via spagnole | Lago di Nemi (n. 1106) 1 fr di parete da via Lago di Nemi (o. 1107); 1 fr di Dressel mone! 24 loea parete da Crocett (n. 1109). 1f di parete da Crocetta (e 1111); 3 fr di pafete da Crocetta(n. 112); fr. di parete da via Stradone Muti (n. 114);1 fr di parte da via Appia antica (n. 1128). fr. di ansa e 2fr di parete da via spegnole à. TTT 1,50% Appia antica (n. 116); di ansa da via Grote dell'Oro (n. 188); 1f di parete da via Ponte Lauro (n. 161); fr di aree da via Ginestre Ginnett (n s ἃ 4 og 1163) 1 f di parte da via Ginestre Ginneti (n. 1164); 1 f. di parete da vi Castel Ginnett (n. 1166); 1 f. di prete da via Colle Perino (n. 1177); fr di Fig. 53. Anfore: istogramma delle produzioni spagnole. puntale e | fr di ansa da via Colle Zion (n. 1187); 1 f. di parete da via Fontana Parata (n. 1212); |f. di parete da via Stradone Muti (n. 1217);2 da Crocetta (n. 1222); 1 f. di parete da Crocetta(n 1223); fr 7 1 fr di parete da Terre Rosse (n. 21); 2 fr di parete da C.le della didi parete Fragola (n. 46); 1 fe. di parete da Donzelleta (n.152); 1 f. di parete da di parete da via Stradone Muti I (n. 1234); 1f di paret da via Torre di Muti I (n 1239) f di ‘Acqua del Nespolo (n. 162); 1f di pareteda C. le Magisteno (n. 164); 3 fi. Presciano(n. 1237) fr di parete da via Stradone Gi parete da C.le Magisterno (n. 168); f di parete da Pian di Cer (n.212); parete da via dei Fieili(n. 1253)fr. di parete da via Giannetta(n 1261); 1 1 ft di parete da TI Praton (n.214); 1 fr i parete da Pratone (n.217); If. di parete da via Vecchia di Napoli (n. 1263); |f di parete da via Colle Formica (n. 1280); 1 fr. i parete da via Appia antica (. 1299;2 i. di pare di parete da via delle Noci (n, 218; fr. di parte da C. e delle Vacche (n. di Diana (n. 1311) If di parete da via Nettnense/via dei 229); 1 fr. di parete da via Fontana Turano (n. 258); 2 fr. i parte da via te da via Tempio “Acqua Plomba (n.256; 1 fr di parete da Colle Paccione (n.262); fr. i pa- Cinque Archi (n. 1315); 1 fr. di parete con attacco d'ansa da vi Nettunense/viadei Cinque Archi (n. 1318; 4 fre. di parete da via Font. na rete ἀ Acqua del Peschio (n. 291); 4 fi. di pareteda via Crocetta Vivaro (n. 299); f di parete da via Contrada Comune (n. 316) 1 ft di parete da via Paria (a, 1349); 1 f di parete da La Parata (p. 1350); If. di pareteda via dei Castagnoli (n.337); 2 fr di parete da via del Marrone (n. MS); 2 ir. di ‘Tome di Presciano (n. 1352); 1 f. di parete da via Tore di Presciano (n. parete da C. le Tondo(n. 355); 3 fr. di parte da Suolo αἱ Pirro (n.364); 1 fr. 1383); | fr. di parete da via Presciano (n. 1356); 1 fr. di parete da vi i parete da Suolo di Piro(n. 365); di parete da Suolo αἱ Pirro (n. 366); Presciano (1. 1357);3 frs i parete da ia Presciano(n. 1359); 1 fr. di parete da via Pedica (n. 1361); fr di parete 1 fidi ansa e 6fr. di parete da La Faioa (n. 386). 1 f di fondo da F. so da via Pedica (n. 1360); | fi di parete dell'Acqua Lucia (n.393); fc diparteda via delle Azalee (n.404); 2 fi. di da via Torre di Presciano (n. 1362); 1 fr. di parete da via Colle Rosso (n. parete da via delle Orensie (n. 406): 1 fr. di paret da via di Cori (n. 415); 1 1368); τς di parete da via Casale dei Monaci (n. 1372); 2 fr di parete da fr di parere da via Ponte Veloce(n 55); 1f. di parete da via ella Pilara (n. via Appia Nuova (n. 1392). | fr. di parete da via Prolungo(n. 1398). 1 fr. di 469); i. di parete da via Cantina Sperimentale (0.513); i. di parete da parete da via Colle Piombo(n. 1394) 1 fr. i pareteda via Vecchia di Napoli via delle Corti (n.538); | fr. di parete da via Tore Fiscai n. 561,71); 3 fr. (n. 1406); 1 f di parce da via dell'Ulivo Ginnett (n. 1409); 3 fr di parete di via Madonna egli Angeli n.593); fr di parceda via Appia Vecchia (n da via dei Fendi n. 1422): 2 f. i ansae 1 f di parete da via di Carano (n. da via di Carano(2. 1486); 1f di ansa a nastro schiaccia 646); fr di ansa3 fr di parete da via Appia Vecchia (n.650); | fc di pare- 1454); 1 f di ansa te da via Ponte della Regina(a, 710);3 fr. di pareteda via E Parri (n.719); 3 toe 2 fr. di parete da via Colle Rosso (n. 1460); 1 f di parete con attacco con attacco d'ansa a doppio iii parete da via della Pallade (n.725); 1 f. di puntalee 1 fr. di parete da d'ansada Ten, ta Parata (0. 1469); 1 fr. di spalla 301

nericamente riferibili a produzioni spagnole, di cui 4? pertineti ad anfore da garum. Tra tipi individuati in questa produzione cospicuo il numero delle Dressel 2/4 (20 frr?" pari allo 0,47%), ai quali si aggiungono i 57" (0,11%) certamente di produzione tarraconese, e, presenti con 3 frr", le Dressel 1 (0,07%). Ben attestata all'interno del gruppo appare la produzione betica con 109 frr. pari al 2,47%, seguita dalla tarraconese, con 51 frr. pari all’ 1,1696e, con 32 frr. pari al 0,72%, da quella lusitana. Tra le betiche, a parte gli 11 frr2™ non idd. (0,25%), la maggior parte delle attestazioni con 25 frr. (0,56%) appaiono riferibili ad anfore genericamente utilizzate per il trasporto di gartn?”, mentre subito dopo, con 23 fr.” (0,51%), sono ben attestate le Dressel 20, utilizzate per il trasporto dell'olio betico tra l'età augu-

stea e il 260 d. C. circa e, ugualmente con 23 frr?" (0,51%) le Haltern 70, adibite al trasporto di sapa e defrutum e, forse, vino. Seguono con 12 fir. (0,27%) le anfore da garum Dressel 7/11-13”, la cui produzionee circolazione sembrerebbe estesa dall'età augustea fino alla fine del I secolo d. C. Poco attestate sembrerebbero le anfore da garum Dressel 14 delle quali sono presenti 11 fir.” (0,25%), mentre episodiche sarebbero, con 1 fr. (0,02%) ciascuna, le anfore da garum Dressel 12”, Dressel 17°" e Beltran P™, e quella adibita al trasporto probabilmente di vino, Dressel 28". Completano il quadro, le scarse attestazioni delle produzioni tarraconesi, le quali, oltre ai 5 frr. di Dressel 2/4, ricorrono con 4 frz."* (0,09%) riferibili alla Pascual 1 e 1 fr. di Laetana 1°, e 41 fr" (0,94%) solo riferibili alla produzio-

bastoncelloe3f di parete da Ten. ta Parata (a, 1471); 1 fr. di parete da via Castllaccio-Carano (n. 1491); 2 fre di parete da via Colle Rosso (n. 1498); Tfi di parete δὰ via di Carano (n. 1801); 1 f di parete da via Colle S. Maria (n. 1505); 6 fe. di parete d via delle Mole (a, 1807): 4 di parete da via S. Tommaso(a. 1530); 2 fr di parte da via S. Tomao(n. 1531); f di parete da via S. Tomao (n. 1540); 2 rr. di parete da via delle Mole (n. 1544).I fr. di pareteda via delle Mole (n. 1546); 1 di parete da via Colle S. Maria (n. 152); fedi parete da C. le Lazzari (n. 1889); i. di pareteda via Tore dî Lazzaia (n. 1564); 1 fr. di parete da via Castelaccio-Carano (n 1570); 1 1i di parete da Presciano(n. 1572); fr di ansa da Retarola(n. 1582); 1 fr di parete da via Cisterma-Campoleone (n. 154); f. di prete da via CistemaCampoleone (t. 1588); 1 rdi parete da via Torrdi Luzara(n 1887); 1 fr diansae| ft di puntale da via dei Cinque Archi (n. 1595); 3 fr di parete da via della Vite (n. 1608):1 fr. di parete da via dell Vite (n. 609); 2 fra di ραrete da via dei Tigi (n. 1618); 1 fr. di parte da via Vigilio (n. 1620); 9 fr. di parete da via dei Tig (n 1624); 2 fr di parete da via dci Tigli (n. 1628);1 f di parete da via Virgilio (n 1627): f di parte da via della Vite(n. 1639); 1 fi di parere da via Appia Nuova (n, 1644) 2 fr. di parceda via delle Mole (0.1653); fr di parete da Lazzari (n. 1668). 2 fr. di parce da Lazzari (n. 1664); 1 fr. i parete da via Cisterna-Campoleone(n 1668; 1 f. di pareteda Via azzaria(n. 1670); f di oro I ἔς di parete da via Retarola(n. 1678); 1 fr. di parete da via Tore di Lazzaria (n. 1680); 1 f di parte da via di Carano(n. 1687): fr: di ansa da via Cistera-Campoleone (n. 1689); fe. di pareteda via Cisterna-Campoleone (t 1691); 2 fr. di parceda via CisternaCampoleone (n. 1693); 2 fr. di pareteda via Maria SS. di Nazareth (n. 1696) 2 rdi prete da via Passo dei Cores n. 1700); 2 frs di parete da via Appia antica (n. 1709); | fr. di pareteda via delle Querce (n. 1722). | fi di parete da via Ceppeta superiore (n.401); 1 fr di ansa a nastro ingrossato da M. Cagnolo (n. 834); ft di ansa da Pelaggi (n. 1016); If di ansa da Prescian (n. 1874) 7" 1 f di ansa da Pian di Ceri (n. 212); 1 fr di ansa a bastoncello da ‘Acqua del Peschio n. 291); 1 fr. di ansa a doppio bastoncelloda via Acqua Palomba (n.319); f di ansada via Acqua Palomba (n. 320); 1 fr di ansa da via Contrada Comune (n. 342). 1 f di ansa da via Cole dei Marmi (n. 807}; | ft di ansa a doppio bastoncelloda Colle dei Marmi (n.810); 1 f. di orloe 1 fc di ansa a doppio bastoncelloda viaS. Gennaro(n. 833); forse 1 fi i ansa da Crocetta(n. 1092); 1 fr. di ansa a bastoncello da via Strdone Muti (n. 1114);1 di ansa a bastoncello da via Pont di Mele (n. 1136); 1 1i i ansa da via Torre di Prescian (n. 1237); 1 fr. di parete con attacco ansa da via Presciano(n. 1357); fi. di parete da via di Carano (n. 1501): 1 fr di orloe 1 fr di ansa da via Retarola(n. 1581); 1 fr di ansa e 1 f di puntale da via dei ili (o. 1624). 2 frs di ansa a doppio bastoncello da Crocetta (n. 1092); 1 di ansa dal Ε so dell'Acqua Lucia (n. 393); 1 fr di oro e 1 fr di ansa da via Retarola (n. 1581). 7 fi di parre da ian di Cos (n. 211);f di parete da Crocetta (n. 1092); 1 fc di parete da via dei Tigli (n. 1618) #1 fi di parete da via Nemi-ago (n. 177): 2 fi. di parete da via Ceppeta Inferiore (n.422); 1 f di parete da V.e ΕΠῚ Kennedy (n. 875); 1 di parete da via Custellacio/Carano (n. 1361); 3 fr. di parete da via Carano (0. 1807); 1 fr. di parete da via 8. Tommaso(n. 1530) 2 f di pareteda via delta Vite (n. 1704). 7*1 f di parete da Macchie La Faiola (n. 362) 1 f di olo da via F,

Part (o 719); 1 f di parete da via dei Bastioni (n. 785). If. di pareteda via Capitanceli (n. 938); 1 fi di parete con attacco d'ansa da via Ponte Lauro (t. 1161); 4 fr di parete da via di Carano (n. 1454); 1 f di ansa da ‘Ten. ta Parata(. 1469). fr di parete da via del Grouone (n. M82). 5 fi. pareteda Presciano(n. 1487); fidi ansa da via Virgilio(n. 1602); fr di parete con attacco d'ansae | fr. di pareteda via dei Tigli (n 1618);2 x. di parete da via dei Tigi (n. 1624); 1 fr. di parte da via Isola di Ventotene (n. 1675). 3 fr. di parete da via Tore di Lazzaria (n. 1680). 72 fs. di parete da via Colle Vignato (t. 254). 1 fr di parete da Il Pratone(n. 299); 1 fr. di orlo da via Diomede(n. 688); 1 f di parete da via Appia vecchia (n. 809) 1 fr. di parte da via Caio Mario (n 930); fidi an‘sada via del Formello (n.962; 1 f di ocloda via Stagonello (n. 998); 1 fi di parete da via Stradone Muir. 114); 2 frr. di parte da via Soleluna (n. 1195); 16. di ansa da Crocetta (n. 1223): rdi ansa daC. Parata(n. 1241); 1 parete da via Pratolungo. Via Colle Piombo (a. 1394) 3 fr. di parete da viadi Carano (n. 1454); fr. di parete da via Cole Rosso (n. 1498); 1 fr. di parete da Lazzaria (n. 1589); | fc di ansada via dei Tigli (n. 1618); 1 fi di asa e 1 fi di pareteda via dei Tig (n. 1624);1 fr. di parete da via Maria SS. di Nazareth (n 1690) 77 fis i parete da Mezzaraga(n. 7); 1 rdi parete con attacco d'ansa da Donzelltta (n.152); | fr. di parete da Font. na di δ. Antonio (n.155); 1 fidi ansa 1 fr di parete da via Nemi-lago (a. 177); frr di parce da via 5, Andrea (a. 523); | puntale da via Diomede (n. 658); | parete da via Capitancelli (a. 756): 1 f. di parete da via dei Bastion (n. 785); f di parete da via della Caranlla (n.912); | fr. di parete da vi Carbonara (n.951); 1 fr di ansa costolata da via di Paganico (n. 1076); 1 fr. di parete da via Fontana Parata(a. 1122) 1 fi. di pareteda via Appia antica(n. 1306); 1 fr. di spalla con attacco d'ansa da via Torre di Presciano (n. 1354) 1 f di perete da via egli Aranci(n. 1407); 1 f di parete con atacco di ansa da via del Grottone (n. 1485); 1 f i parce da viaS. Tomao (n. 1531); 1 fr di a rete da via Colle 8. Maria (n. 1552); 1 f di parete da Presciano (n. 1572); 1 fi di pareteda via Appia Nuova (n. 1644); 1 fr. di parete da via Passo dei Coresi (n. 1686); fidi parete da via Maria SS. di Nazareth (n. 1696). ῬῚ ft di ansa (7/1)da Font na del Turano (n. 248); | f di ansa (713)da via dei Loghi (n.361); | f di oro (7/11) da via Catalin (n. 416); 2 fr di oco (7/11)da via Ceppeta inferiore (n. 423); 1 fr. di ansa ricostolata (7/11)da via dell'Oimo (n. 916). 1 fr di olo,1 fi i ansae 1 f di parete (7113) da Crocetta (n. 1223); 1 t di oroe fr: di ansa (/13) da via Appia antica (n. 1306); f di oro (1/13) da Presciano (n. 1570). 1 fi. di olo da via delle Cor (n. 538). 1 f di oro da via Valleverta (n.883); 1 fi di orlo e 1 fr di ansa δα Peaggi(n. 1016): 2 fr di olo da via Appia antica (n. 1306): 1 fr di oclo da Spirito Santo (n. 1392); f di ansa da via Virgilio (n. 1519); f di oro da Lazzaria(n. 1589); 1 f. di ansa ed 1 f di parete da Prato di Maggio (n. 1595). 79 1 fi di oo da Crocetta (n. 1093) | fi di ansa da via Carano(n. 1507). 77 ἐς di clo da via Fontana Fiume (n. 357) 7» fr di piede ad anelloda via di Carano (t. 1501). 7*1 fr di puntale da via del Cigliolo (a. 400); |f. di puntale da via Diomede (n. 658) | fr. di ansa da via Montecagnolo (n.880); |f. di ansa da Colle Foto n. 1608). 71 puntale da via Diomede (n. 658). 201 ft di pareteda I Pratone (2. 223); 1 f di parete da Macchi la

302

ne, e, quelle ancora inferiori delle produzioni lusitane, di cui sono stati riconosciuti 27 frr?" (0,61%) riconducibili alla produzione, 2 fr. (0,05%) a Dresset 14 similis”e 3 (0,0796) a Almagro SIC"*. Ne risulterebbe che accanto al vino italico e, successivamente, a quello africano, abbia avuto un certo riscontro anche quello spagnolo, almeno in parte proveniente dal sud della Tarraconese, come sembrerebbero indiziare le Dressel 2/4. In ogni caso il mercato spagnolo si mostra particolarmente attivo sia nel commercio dell'olio betico, trasportato nelle Dressel 20, per il quale nell'età dei Severi, accanto alPusuale commercio privato, è documentato uno dei rari interventi statali”, che in quello delle salse di pesce, esportato nelle Dressel 7-13, nelle Dressel 14 c, in percentuali minori, nelle Dressel 17, che infine in quello del vino cotto e olive in vino cotto, esportato nelle Haltern 70 e nelle Dressel 28. Questi dati sembrano trovare una loro conferma passando all'analisi dei vecchi rinvenimenti dai quali sembrerebbe di poter desumere una presenza preponderante proprio di Dressel 20. Dunque può non ritenersi casuale che tra le anfore bollate note, accanto all'incisione “XX X" su ansa, presumibilmente un numerale su Dressel 20”, dallo scavo al bivio della via Appia Vecchia con la via provinciale per Lanuvio” (n. 862), si conoscano: il MIMOPSI, su ansa da

Colle de" Marmi” (n. 677), riferibile a quel M 1) Mopsi del quale sono noti bolli su ansa di Dressel 20, da SaintRomain-en-Gal, nella Rhone™, da Tharros, lungo il settore costiero occidentale della Sardegna” e da Londres” (oltre che, più indirettamente, a partire dalla metà del I secolo dal golfo de Fos alle Bouches del Reno lungo la costa francese"? e da Lattara in Francia”), anche se, comprendendo Pintera produzione localizzata nelle officine di La Catria, attestazioni vanno dall'epoca claudia fino alla metà del II secolo d. C."*; quello nella collezione Nardini, su ansa di anfora di T A Asia da “Colle Ottone” (n. 8975), riferibile al T. A(tilli) Asia(tici) del quale sono noti i bolli su Dressel 20 nel corso della seconda metà del I secolo d. C."*, da Lattara?", da Corinto” e da Augst™®, oltre che, con abbreviazioni differenti, anche da Angers™ e da Reze?" e da Cap de Creus lungo il settore nord-orientale delle coste iberiche” e dal Monte Testaccio a Roma”. ΤΙ quadro dei commerci si arricchisce prendendo in considerazione il graffito e il bollo su anfora di Q. Avil(ius) e di PPO CO, dai resti lungo il ato orientale della via Appia Vecchia all'altezza del bivio per Lanuvio (n. 632). Per quanto riguarda il bollo PPC, essorisulta attestato in un esemplare da Testaccio, a Roma”. Maggiori informazioni sembra possibile desumere per l’altro: l'Avilius del graffito lanuvino, edito da Crescenzi

Faiola (n.362); 1 fr. di pareteda Macchie la Faiola(n. 365); 1 f di paeteda con graft “In colon Campana” associati a ESCIMNIANO+ LIUNIMIvia S.Andrea (n.523); | fidi pareteda via Casale delle Cor (n. 758); If. di SUSSIP, PNNF e IUNIMELISSI, 329-330 n. 597, 352 Πρ. 67, con graffito ‘n νερὰ ἰὴ pede") ma anche su aficane (GARCIA BRosa, GARCIA parete da M. Cagrolo (n.835); 1f. di parete da M. Cagnolo (n.838) fr di parete da via Capitancelli (n.919); I pantale da via Colle Stringa (n.966); 1 MorciLo, Ozcánt Gi, ROVIRA GUARDIOLA 2001: 343 n. 619, 365 fig. 82, rdi parete da via Paganico(n, 1031); f di parete da via della Primavera con graffo “I vente-ln pole? (a. 1064); 1 f i parete da Crocetta (n. 1092); | f di parete da Crocetta (n. Liss Canonna 1966: 109 n 5 dallo "stato immediatamenteal di ad est del complesso più a sud" 1112); fr. di parte da via Colle Scarano(0. 1137);4 fr. di parete da Crocetta sopra del basoat stradale nella zona POCIL, X2, 8086, 542: CIL XV2,1, 3470; CaLLeNDaR 1965: 185n. (0.1222); Lf di paret da via Torre di Presciano (n. 1237)| ft. di pareteda via Stradone Muti I (n. 1239); 1 f di parete da via Appia antica n. 1299); 1 114; Emo, Mave 2004: 12 n. 636€. fi di parete da Cont.da Pedica (n. 1361); 1 fr di parete da via Colle S. ‘o Ere, Maver 2004: I 152 n. 6368. Francesco(n. 1447); fr di parete da via Colle Rosso (n. 1460); 1 di pare. Sorat 1987: 2 n. 0, 29 tuv. I BLanc Buon, Cit, HESNARD, 1998: 215 n. 1157 (M. L Mops; Enn, Mayer 2004: Il 152 te da via del Grottone(n. 1484); 4 fi. di parete da via di Carano (n. 1501); 2 Tons fi di parete da Santo Tomao (n. 1530); If. di parete da ia delle Mole (n. 2.6365.> Funan 1996: 121n. 125; Εταννε, Maver 2004: I, 152 9,636: 1543); 1 f di parete da via Colle S. Maria (n. 1582); | fr. di ansa nastro in2» Awaz, Liou 1984: 173 n. 168, 187 nota 28, 202 n. 1680-4, # rossat eI fr. i puntale da via ella Vie (n. 1608); fidi parete da via dei Tigh (o. 1618); 2 fe di pareteda via dei Tigh (n. 1624); | fr di parete da via (MIM, 1686 (MLM); BLanc Buon, Carne, Heswato, Teneasa 1958 216n. 1155. della Vite (n. 1633)1 f. di parete da via Appia Nuova(n. 1644), Papi, ROQUETTE 1989: 117 n.4 (MLL M.) BLanc BUON, Can, 7 | fd pareteda Pian di Ceri (n. 212); rdi parete da via delle Noci (0228); fd parete da via Acqua Palomba (n. 319); fr di parete ἀ via S. Hesnano, Tea 1998: 215n. 1156. P" Enn Maver 2004: I, 152n 635. Andrea (n.523); 1 f di parete da via Papazzano (n.539); 1 fr di parete da via "Non mi è stato possibile osservare il bollo. n ogni casoè possible Piazza di Mario (n.768); fr. di pacte da via Pdica dellOlmo (n. 798); 1 fc. 4 n. 1591, fi ei di ansa a nastro ingrossatoda viaS. Gennaron. 833) f di parete da M. riferire l'esemplare si bolli ENNE, Mover 204: Il, Cagnolo (t 834) 1 fr. di parete da M. Cagnolo (a. 880}; f di parete da via quali nomen compare abbreviato ala sol iniziale. della Caranlla (n. 912) 1 f di parete da C. le Ottone Basso (n. 379). 1 f di P" Feotnz ROQUETTE 1989 117 n.9 (TA. Asia): BLANC Buon pareteda via dell Unica. Via lago di Nemi (n 1106); | fi. di ansa tricostolata e Chang, Hesnano, Tenia 198: 196 n. 1084; Em, Maver 2004: I 1 fi di parete da via dell'Unica/ia lago di Nemi (n. 1107); 2 fr. di parete da din. 155. via Ponte Lauro (n. 1161); 1 f di parete da Crocetta(n. 1224). 1 di parete piso Wi 1983: 399n.16 Eres Maver 2004: I dàn. 159. da Santo Tomao (n. 1531); fr di aree da Le Casella (n. 1606); fors fr di Maso Kincuea 1987: 270n. 16a (1279). Ent, Maver 2004 pareteda via dei Tigh (n. 1623) 1 fz. di parete da ia Isola di Ventotene (n. [DNE 1675) 2 fr di parete da via Toredi Lazzari (n. 1680); 1 di pareteda vi 7" StAUDEAU 1988: 6. 280, pl 36 (T. A. [^ Cane, Gxconpis Ronin, Hisuaso, Tetra 195: 1161. 362 Maria SS. di Nazaretho. 1696): 1 f.di prete da via della Vie (n. 1705). ?= Provosr 1988: 54 (TATILIAS); CARRE, GaooAnms Roe, | fr. di ansa da via Montecagnolo (n. 880); ἔν. αἱ parete da via del Hessso, Teena 1995: 116 n. 363 le Mote (n. 1507). 77 Ipuntale da via Soleluna (n. 195); 1 puntale da Font na Cavignano 7° Iequoo 1989: 69an 9a(7 Aul Arc, 9b (A. Arist: Blanc BUION, CARRE, HESKARD, TeHeRNA198: 197 n. 1085. (0. 1499); πε di ansa a nastroda via dei Tigli (n, 1624) 7 Be Must 1999: 221 (TATILIASIATICI edit in CIL XV, 2717 P DE SALVO 1988: 333-334. 7" Esempi di numerali costitui da una triplice X sono noti, ad esem- 14) TAASIATICI, TATILIASIATICI) con datazione lea fviotianea, pio, al Monte Testaccio, a Roma, soprattuto su Dressel 20 (Casuiuseas 249.250, Calvo, Garcia Baosa, GARCIA MORCILLO, ROVIRA GUARDIOLA 1999: 66 n. 7*CIL XV, 3064 a; Cutttnpra 1965: 215 n. 1374 con 'ipoes che 11, 70 fig. 9, con grafo "In ventre- In pede"; GARCIA BROSA, GARCIA poss reir al sec. dC prossimo, come suggerito da Em, Mayer su ansa di ipo tardo (fine IL MorciLO, OzcARIz Gi, Rovira GuarpioLA 2001: 323 n. 559, 346 fig 61, 2004: 215 889, ilta bll P PO Cat) 303

Tripolitana T4 1 ‘TripolitanaIT [00556 4 Mau xxxv [30525

tipotitane [10.25% Africans I Africana Ta Africana IL Keay XXVI Keay XXXI | 0,02% Keay LXIL Keay XXV Dressel 24 | africane Spation africane Mana C2

Fig. 54. Anfore: istogramma delle produzioni africane.

ma osservato da Galieti, pur nell’incertezza della forma (Avilius? Avillius?), appartiene a quella gens?" impegnata nel commercio ben attestatain ambiente italico e nella zona irpina e alto daunia relativamente alla IL regio, oltre che in quella canosina”®. Non? improbabile che l'anfora provenga proprio da una delle officine canosine”!, Non può tralasciarsi inoltre di sottolineare come membri della medesima gens compaiano tra i negotiatores italici attivi a Delo a partire dalla prima metà dell II sec. a.C.: certamente un Aékuoc Αὐιλιος] ὃ trai sottoscrittori di una lista della fine del Il secolo a. C. del Santuario siriano”; un Δέκμίος Αὐγιλίος Μαάρκοϊι] Papafoc in un decreto di una associazione in suo onore”®; e soprattutto, un Q. vilius G. f. Lanuvinusattraverso un'iscrizione suun'altarecircolare, datato alla fine del II secolo a. C., dalla necropoli di Rhené"'e presumibilmente anche ilL Avil—J*.

Gia la sigillata italica, dapprima con la sua esplosione sui mercati italici ma anche su quelli costieri del Mediterraneo, in varii della Gallia, nella Britannia meridionale, sulla riva dx. del Danubio e nelle provincie alpine, e successivamente con una iniziale contrazioni delle esportazioni fino alla sua presenza esclusivamente sui mercati interni e quindi alla sua sostituzione con i prodotti africani, aveva permesso di rilevare come l'iniziale liederschip italiana venisse progressivamente soppiantata dai prodotti di altri mercati. Tuttavia sono le anfore ad esemplificare ancora meglio questo fenomeno di arretramento commerciale, che seppur con differenze cronologiche a seconda dei prodotti, investe l’intero mercato italiano”. AI verificarsi di questo generale declino, nonostante alcuni privilegi, în particolar modo fiscali goduti dall’Italia, è indubitabile che abbiano concorso più fenome-

I sec. d. C) di Dressel 20 dal Frejus (BRENTCHALOFF, LEQUEMENT 1978: 224), ""Scmazs 1904: 72, 337, 348; Casmen 1975: 142 n. 63 Specficatamente perla regio Il vd. Musca 1966: 129; Susi 1964: 452. 456; Russi 1976: 65 n. 1, n.1, 158-160; Tore 1973: 345 a propositodi un Avis di Larino ricordato da Cic. Cluent. XIII, 36. O Monzzio 1990: 57-58 (L Avil su ansa di contenitore non identifica to, di tipo anforico); CHELOTTI 1985: 116-119nn, 84-86 proposito di liber ti di P. Avilius, della liberta Avila Prima e di Avilla Ampliata. ‘n Monza 19908: 312.

© ID 2628, a, II, 33; cfr exnary, HAstNONA, Le DINAH, BOUSSAC 2002: 190. OID 1523, 15; cf. entm, Hasenour, Le Diassr, Boussac 2002: 190. > CouILLOUD 1974: 221 n.495 e tav. ft. 87; FERRARI, HASENORR, Dixi, Boussac 2002: 190. P Ferry, Hasenos®, Le DIvAHET, Boussac 2002: 222. > ANDREAU 1991: 369-373, 377-381 relativamente ad alcune delle cause del progressivo declino del commercio delle merci dell Italia 7" Alle diverse ripercussioni che questa situazione avrebbe potuto

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ni, forse, con una maggiore incidenza di uno rispetto agli altri a seconda delle merci e talora l'interrelazione tra loro (è il caso, ad esempio, delle merci come la ceramica con funzione del completamento del carico): dalla consistenza, localiz~ zazione e scelte della domanda al progressivo assottigliamento del numero di senatori e cavalieri, in primis per il ruolo di produttori, originari dell’Italia, e al contempo per l'incremento di quelli provenienti dalle provincie”, Se questo fenomeno, almeno per quanto riguarda il territorio veliterno, risulta avviato con le produzioni spagnole, è con quelle africane che conosce il suo apice. Infatti è soprattutto con le provincie africane, a partire dal IT secolo d. C., più di quanto possa ipotizzarsi con quelle spagnole, considerando il notevole numero di frr. di anfore di produzione africana riscontrati dalla ricognizione piuttosto uniformemente sul territorio (924 fr. pari al 20,77% circa), che sembrerebbe svilupparsi un intenso commercio, il quale presumibilmente conosce il suo apice tra il TV e gli inizi del V secolo” come documenta non soltanto il classico esempio ostiense ma anche, relativamente al vasellame fine e da fuoco, il numero dei relitti noti”, Tra le anfore di produzione africana 40, corrispondenti allo 0,89%, sono riferibili a produzione tripolitana"", alla quale si possono attribuire anchei 5 frr. di Mana C2, le altre (879 frr, pari al 19,77%) a produzioni africane (Fig.

54). Tra le tripolitane, a parte gli 11 frr. solo riconducibili alla produzione?" (0,25%), le più diffuse (23 fr?" pari a 0,51%) sembrerebbero le Mau XXXV, utilizzate, al pari delle poche Dressel 2/4 di produzione africana (4"" pari a 0,09%), per il trasporto del vino tripolitano, ricordato da Plinio (Plin. nat. XIV, 74), e documentate a Roma e a Ostia tra l'età tiberiana-claudia e la fine del II secolo d.C. Invece solo scarse attestazioni sembrerebbero riferibili ad anfore provenienti dalla stessa regione, quali la Tripolitana I (4 frr2™ pari a 0,09%) utilizzata per il trasporto dell'olio, la "Iripolitana Il (2 frz."* pari a 0,05%), per quello dell’olio e del garum, e a un gruppo di contenitori neo-punici, prodotti in Tunisia e in Tripoltania, riconducibili ai tipi Mana C (4 frz."* pari a 0,11%), invece utilizzati per il trasporto di garum, talora di hale Tra le numerosissime di produzione africana per le quali è stato possibile solo individuare la produzione (858 pari al 19,33%), risultano attestate le anfore olcarie Africana I e IA. G frc?" pari a 0,07%), I'Africana Il(2 frr? pari 0,05%), la Keay XXVI G fir.”” pari a 0,07%), adibita al trasporto di vino, miele garum c raramente lenticchie, l’anfora da garum Keay XXV (4 fir. pari a 0,09%) e quelle di età tardo-antica, Keay LXII (2 fir." 0,05%) per il trasporto del garum, la Keay XXXI (1 fc?" 0,02%) e lo spation di piccole dimensioni (2 frr?" 0,05%).

comportare può rifeisi, ad esempio, l'obbligo traianeo, a chi avesse voJuto far carriera, a investire un terzo del proprio patrimonio in proprietà fondiaria italicae il proposito dello stesso riportato da Plinio (Plin. Epist. 6,194), di obbligare i senatori ἃ risiedere in Italia come in paria e come all'albergo. 7" PaneLLA 1989a: 133 a proposito di "una vera e propria egemonia delle merci africane nel Mediterraneo" P" TORTORELLA 198. specialmente 370-372, 379 fig. 1, 380 fig. 2 29% 1 fr. di paete daM. Cagnolo (n. 880) 1 ft di oto non id. da va del le Vigne Nuove(n. 1215); fi di parete da via Fossodi Presciano (n. 1230); 1 fi di ansa a nastro ingrossato da via Appia antica (n. 1306); 1 f di orto di produzione tripoitana non id. da via Colle Rosso (n. 1368); tdi parete da via del Grottone (n. 1485); 1 f di or non id. da Presciano(n. 1488); 1 f di parete da via Colle Rosso (n. 1498); fr. i parete da via Appia Nuova (n. 1601); 1 f di parete da Via Kennedy (n. 1646). 7 /1 ἐς di parete da via Montecagnolo (n. 880); 1 fr di orlonon id, da via Vigne Nuove (n. 1215). 1 f. di parete da via Fosso di Presciano (n. 1230); 1 f di ansa a nastro ingrossato da via Appia antica (n. 1306): 1 fr. di orlo non id. d via Colle Rosso (1.1368) 2 fi. di parete da via del Grottone (n. 1485); 1 f di orlo non id. da Presciano (n. 1488); 1 f di parete da via Colle Rosso (n. 1498) f di parete da via Appia Nuova (n 1601); ἔς. di pareteda via Kennedy (n. 1646). 7" 1 f di orlo da Quarto Colonnella (n. 404); | f. di ansa da via Catalin’ (n.416); 1 f di ansa da via dei Croceisi (n. 530). 1 fr. di odo, 1 δὲ puntale c 8 di parete da via delle Cori (n. 737); |f. di ansa da via S. Gennaro (n. 833); fr. di ansa a doppio bastoncello da via della Caranella (0.912); 1 t di ansa a via Ponte di Mele (n. 1186). fi. di attacco d'ansa da via Colle Scarano (n. 1137) 1f di ansa da via Soleluna (n. 1195); 1 f di ansa a doppio bastoncelloda via Capanna Murata (n. 1206): If di ansa a doppio bastoncello da via Torre di Presciano (n. 362), 1 fr. di ansa da via

dei Fienili o. 1322) 1 f di punta da via di Carano (s 1801); 1 f di ansa ἃ doppio bastoncllo da via degli Aranci (n. 1516). 2 fr. di orloda via delle Noci (n. 218); 1 fr. di parete da vi Stragonello (n. 998); 1 fr. di ansa a doppio bastoncello da Quarto dei due Fossi (n. 1585). 7" 1 fi di attacco d'ansa da via Capitancelli(n. 938); 1 f. di puntate da via Grotte dell'Oro (n. 157); | fidi ero da via Appia antica(n. 1306) 1 fr. di oclo da via Isola di Ventotene(n. 1675) 71 fidi oroda via Colle Rosso (n. 165); 1f di orlo da via Colle Rosso(n. 1460) ταὶ f di oclo di Mana C2b da via della Pallade (n. 725); 1 fr di oro di Mana C2b da via Colle Rosso (n. 1368); 1 fr di orlo di Mana C2 da Crocetta(n. 1092); 1 fr di olo di Mana C2 da via Retarola(o. 1581). 71 f di orlo da via Nemi-lago (n. 177); 1 ft di puntale da via Diomede (n. 658); 1f di orlo di Africana IA da via Stragonell(n. 995) forse 3 fr. di parete da via dei Bastioni (n. 785) peri quali identificazione oscilla con lAfricana "Lf. di oro da via Capitancell (n. 925); | fr. di olo da via Passo dei Coresi (n. 1594). 7" | fi di orlo da via Landi (n. 1004); 1 f. di ansa da via Appia antica (o. 1306); 1 f di oro da via del Grottone (n. 1485) 7" | f di orlo ingrossato ἃ profilo triangolare con collo e anse da via Contrada Comune (n. 317); | ἔς. di collo, con parte dell'orlo e attacco delle ‘anse da via dei Bastoni (n. 785); 1 fr di orlo ingrossato a profilo triangolare da via dei Tig (n. 1624) 1 [di rl ingrossato a profilo triangolareda via Maria SS. di Nazareth (n. 1696). | ft diorloda Crocetta (n. 1224); fr di orlo da Presciano(n. 491). 2%: 1 fr. di orlo da via della Fontanella (o. 1229). > 1 puntale da M. Alo (n.307);1 fr. di rl da via dei Tigi (n. 1624). 305

CARTA ARCHEOLOGICA

1. LASTRICATO STRADALE m 775-675 s.Lm. M. Cavo

Salendo verso M. Cavo, nell'ultimo tratto conservato, la. viabilità antica (A) è tagliata dal passaggio della strada panoramica che raggiunge la sommità del monte (Fig. 55). Al di là dell'interruzione il basolato riprende, in migliore stato di conservazione rispetto ai tratti precedenti, e risale "spezzando" la pendenza con tratti in curva che accompagnano la morfologia naturale, per m 606 circa ispezionati, per proseguire per altri m 78 circa fino araggiungere la sostruzione a blocchi conservata sul lato a monte?", A partire dalla strada panoramica la via sale, con accentuata pendenza, rettilinea per m 34 circa, priva della crepidine su entrambi i lati nei primi m 7, che si conserva nei successivi m 3 circa e poi negli ultimi 9 circa sul lato nord-orientale. In questa sezione la strada, con basolato abbastanza ben connesso, con poligoni soprattutto di medie e, più raramente, di grandi dimensioni, solo episodicamente mancanti, è larga m 4,30 circa. Nei seguenti m 46 circa piega leggermente verso nord-est e presenta, a m 12 dall'inizio del tratto, una delle cunette oblique che caratterizzano il percorso, finalizzate sia a “spezzare” la pendenza che a far defluire le acque sul lato a valle. La crepidine è conservata su entrambi i lati solo a partire da m 36 circa dall'inizio del tratto dove la strada misura m 3,87 in larghezza. Il basolato, a parte piccoli sprofondamenti, soprattutto quasi in corrispondenza del margine sx., conserva la sezione originaria. La via piega in maniera leggermente più decisa verso ovest nei seguenti m 14 perdendo la crepidine sul lato a valle negli ultimi m 7. Nei seguenti m 21,50, la strada, che piega ancora verso nord-ovest, perde leggermente pendenza e risale, girando ancora a ovest per m 38,50. La crepidine, generalmente ben conservata sul lato a monte, con la presenza dei paracarri a distanze quasi regolari comprese tra m 4,50 e 2,90, diviene fortemente lacunosa sul ato a valle, per effetto del dilavamento della terra lungo il pendio (Fig. 56 a-b). La sede stradale, con poligoni ben connessi di medie e grandi dimensioni, largam 3,90 circa. La strada riprende una discreta pendenza nei seguenti m 52,50, procedendo rettilinea, con crepidine conservata solo sul lato a monte, con una larghezza media di m 4 circa. Al termine del tratto rettilineo la via piega bruscamente verso nord-est con una curva quasi a gomito per ‘un tratto di m 6,70 che termina in corrispondenza di una cu-

Fig. 55. Rocca di Papa - M. Cavo. Cd. via albana (n. 1).

netta obliqua, nel punto di maggiore pendenza all'ingresso della curva in discesa. La cunetta, ben conservata, è lunga m. 6,20 fino all'uscita sul lato a valle, dove la sede stradale, che tende ad allargarsi in prossimità della curva, raggiunge la larghezza di m 5,90 circa. Da questo punto la strada risale verso nord-est con andamento rettilineo per almeno m 176 nei quali corre entro scarpate di terra che lasciano vedere a tratti la crepidine su entrambi i lati, meglio conservata solo negli ultimi m 112, con una larghezza media di m 3,85 (Fig. 56 c-d). Am 116 dall'inizio del tratto è nuovamente visibile una cunetta obliqua, ben conservata, lunga m6,70 con passaggio per le acque ancora leggibile sul lato a valle, che “spezza” la crepidine con un varco di m 1,30. Il basolato è ben connesso, fatta eccezione per rari sprofondamenti. A partire da qui la strada piega verso nord, accentuando la pendenza, con un tratto che compie un'ampia curva per m 33,50 al termine del quale è ancora una cunetta obliqua, conservata per una lunghezza max. di m. 4. Le crepidini appaiono ben conservate su entrambi lati, con una larghezza della sede stradale di m 3,90. ΑἹ termine della curva la strada sale rettilinea verso nord/nord-ovest per m 50 circa oltre i quali piega leggermente verso est per m 24 lungo i quali le crepidini appaiono lacunose mentre il basolato resta ‘ben connesso, con una larghezza di m 3,92 circa (Fig. 56 e-f). TI tratto, in discreta pendenza, termina con una cunetta obliqua, mal conservata, all'altezza del punto in cui piega leggermente verso nord con un tratto di m 108 circa, caratterizzato.

7 La porzione di strada considerata corrisponde a quella compresa nella tavoletta IGM 1:25000F. I5OTISOdi Vellei nella levata del 1936, 307

lari (m 1, 54 max.), con marciapiede da m 0,70 circae sede stradale largam 3,79 (Fig. 59 c-d). 2. MATERIALE SPORADICO E BASOLI m 665 s.l.m. M. Cavo

Poco a sud-ovest del punto in cui la cd. via albana (A) incrocia la strada moderna che sale verso M. Cavo, a breve distanza dal lato meridionale di quest'ultima, si notano un blocco parallelepipedoin peperino (m 1,07x0,65x0,60), probabilmente scivolato dall'alto e relativo alla sostruzione della viabilità antica ed un basolo in selce. Poco a valle restano ancora un basolo in selce e un secondo blocco (m 0,72x0,45x0,45 max.). 3. Basou m 670 s.Lm. M. Cavo

In corrispondenza del punto in cui la strada che raggiunge la sommità di M. te Cavo incrocia la cd. via albana (A), quasi alla base della scarpata su cui corre la strada moderna, sul lato occidentale della via basolata, si notano almeno dodici basoli in selce, soprattuttodi grandi dimensioni.

E ipotizzabile che si riferiscano al tratto di viabilità anti-

Fig. 56. Rocca di Papa- M. Cavo. Cd. via albana: sezioni (n. 1).

ca mancante, distrutto probabilmente per il passaggio della strada per M. te Cavo. 4, AREA DI FRR. FITTILI m 623-611 s.Lm. SP. 217 Via dei Laghi - M. Cavo

dalla presenza di piccoli dossi per "spezzare" la pendenza, al termine del quale giraa ovest, per proseguire poi rettilinea fino a raggiungere la sostruzione in opera quadrata sul lato a monte (Fig. 57). È realizzata con blocchi di tufo disposti quasi esclusivamente nel senso della lunghezza fatta eccezione per pochi di testa. I blocchi con faccia vista a superficie scabrosa con refesso e giunti particolarmente curati hanno un'altezza compresa tra i 0,76/0,85 quelli del primo e terzo filare dal basso, 0,64 quelli del terzo, una lunghezza tra i 1,09/1,63

vata, inizialmente, per una lunghezza max. di m 21,20 ed un'altezza max. di m 3,42, pari a quattro ilari, più un quinto appena affiorante sul p.d.c. Alla base della sostruzione la sede stradale, con marciapiede dam 1,81, è larga m 3,40 max. (Fig. 59 a-b). Più avanti la sostruzione è conservata per soli due fi-

Lungo le pendici meridionali di M. te Cavo™, affiorano in media concentrazione, su mq. 7.500 circa, distribuiti per m. 150 circa su una fascia larga mediamente m 50, fir. di ceramica a impasto”. I materiali, presumibilmente scivolati dall’alto, affiorano su entrambi i lati di un sentieroche attraversa. il bosco salendo dalla via dei Laghi, fino a raggiungere la strada per Monte Cavo e iniziano a notarsi, seppure in presenza sporadica, già a poca distanza dal margine settentrionale della strada provinciale". In particolare nella zona più bassa, in associazione con la ceramica ad impasto, si nota anche la presenzadi alcuni fi. d sigillata italica, comune e anfore. 1 materiali, più numerosi, in gran parte di età orientalizzante, quindi arcaica, potrebbero mettersi in relazione con una fase d'uso dell’ abitato esistente sulla sommità, successiva a quella nota dell'età del Bronzo finale antico, medio e

7" Alla fine degli ann Setantadel Novecento, attorno alla sommità, si rinvennero in superficie materiali compresi tra la ine dell'età del Bronzo ed i primi due periodi dell'età del Ferro (DI GexNARO, PaccineeLLI 1978: 35-86): lungo il versante nord-orientale tracce di terrazzi con livelli di occupazione (Di GENNARO, PacciaRzzsI 1978: 85 fig. nn. 8-10), una cavità della tocca con riempimento di materiali Di Gennaro, PaccraRELLI 1978: 35 fig. 1 nn. 1-12) edalconi stati archeologici in rapporto con una presunta struttura di pietrame. 7] settore più occidentale del'affioramento, rilevato in occasione del taglio del bosco nel geanaio 2004, risolta parzialmente al di fuori di imiti dell'area pres in considerazione. 70] materiale risulta sparso per un lungo tratto ataversando un sen-

tiero che sale dalla via dei Laghi all'altezza del ristorante La Forest, ver50 la sommità di M.te Cavo. L'estensione del sito antico appare notevolmente ampliata rispetto ἃ quella che doveva essere la situazione originaper la concentrazione con cui si rinvengono i materiali sia per fatto che questi sono sparsi su una fascia delimitata a est dal bosco nont lato, che impedisce la ricognizionee quindi la valutazionedi una eventuale estensione del sito, e tagliata a nord dalla strada che sale verso Monte Cavo. Quest'ultima, forse, ha in arte intaccato l'area di affiora mento dal momento che la concentrazione dei fr. sembra aumentare propro nella scarpata immediatamente sottostante ἢ ato a valle della strada. La presenza del bosco sul lato opposto della strada moderna impedisce ‘nuovamente la ricognizione,

fino a2,15 per una profondità di 0,64/0,88 (Fig. 58). È conser-

308

Fig. 57. Rocca di Papa - M. Cavo. Cd. via albana: tratto a valle della sostruzione (n. 1).

Fig. 58. Rocca di Papa - M. Cavo. C. via albana: sostruzione sul lato a monte (n. 1).

avanzato”. Per quelli più recenti, analogamente a quanto ipotizzato per le lastre campana, alcune antefisse e bolli laterizi””, è forse possibile ipotizzare una qualche relazione con gli edifici esistenti sulla sommita, nel corso della prima-inizi media età imperiale.

mente privo della superficie esterna, l'altro con superficie esterna lisciata di epoca orientalizzante.

Impasto bruno — 1 fr. di orlo pertinente a forma chiusa probabilmente anforettà tipo Castel di Decima 1975, tomba 4, fig. 130, 13, attestato in contesti di fase IV A della cultura laziale”. — 1 fr. di orlo appiattito probabilmente riferibile ἃ forma aperta carenata, tazza di piccole dimensioni con vasca profonda, tipo Castel di Decima 1975, tomba 152, fig. 88, 14, riferibile alla fase IV A della cultura laziale?” — 1 fr di fondo a disco pertinentea forma chiusa non id., traccc di lisciatura sulla superficie esterna. — | fr di parete pertinente a forma chiusa non id. = 1 fr. di parete decorato sulla faccia esterna da cordone plastico poco rilevato, probabilmente nei pressi di un'ansa o di una bugna, superficie esterna lisciata, pertinente a forma non id., di età orientalizzante. = 1 fr di parete con carena pertinente a forma aperta non id. impasto sottile di epoca orientalizzante. — 2 fr. di parete pertinenti a forma chiusa con superfici sterne. lucidate, impasto sottile di epoca orientalizzante. = 2 fr di paretein impasto sottile di epoca orientalizzante pertinenti a forma aperta o în prossimità dell'orlo di una forma chiusa. Entrambe le superfici sono lucidate. 2 frr. di parete pertinenti a forma chiusa, di cui uno completa?" Sullabtato vd. DE Rosst 1876: 323-325; De Rossi 1878; Vet occis Rivabt 1978: 23; PAcciinszut, Guipi 1978: 85 fig. 1 πα. 7-12; ft. Di Gewono 1979: 151-152 a proposito dell presenzadi decorazioni lineari e di riempimenti punteggiati; PERON! 1979: 173 sulla presenza di una ciotola carenata a costolture oblique; CHIARUCCI 1996: tav. IL ra 67 lettera ZI, 9 tav. I a proposito dela documentazione di materiali delle fasi IV A-B. ANGLE, ROLFO 2005: 125 fig 2 n. 36, 126 fig. 3. 36, specialmente130. Per a sepoltura ole sepolture, in vicinanza dell'abitato vd. Giegow 1964: 275 fig. 168.35, 281-282; Cutantoc: 1996: τὰν. Il tra 6e 7n. 38. Sul santuario v CscamoRE 1993 con bibliografia precedente ( ieri menti agli interventi archeologici nell’area: indagini De Rossi intorno al 1870, saggi Giovannoni e Ricci tra il 1912-1914, scavo Lugli nel 1930) e proposta di datazione alle proorentlizzante perla nascita del culo (l-

Impasto rosso

~ 1 fr. di olo pertinente a ciotola confrontabile con esemplari di impasto riferibili αἱ tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito U, tav LIII, n. 195, attestato a Crustumerium in epoca arcaica”. 1 fr di parete decorata con cordone plastico digilto probabilmente pertinente a bacino di forma cilindrica presente a Satricum, Decima e a Fidene-sito 21. Questo tipo di decorazione, presente già nelle prime fasi dell'età del fer, continua ad essere attestata in piena età arcaica”. ~ 1 fi di oro pertinente a olla che peril profilo pub essere assimilato a esemplari atestati nel Lazio (S. Omobono, Castel di Decima, Lavinium, Antemnae) in età arcaica”. — 4 fe. di parete pertinenti a forme non idd. — 4 fr. di parte pertinenti a forme aperte non dd = 1 fr di attacco di ansa a maniglia a sezione sub-circolare pertinente a forma chiusa, probabilmente olla. Olle in impasto rosso. sono attestate nei centi lziali ed etruschi a patire dalla fase IV A della cultura lazale (Tav. X, 1). — fr di ansa a nastro probabilmente pertinente a forma chiusa non id (Fig, 60) — 5 fx di parete di grandi dimensioni pertinenti a forme non idd. — 1 fr di parete di grandi dimensioni pertinente a forma aperta non id — 1 fidi ansa a sezione sub-triangolare impostata verticalmente pertinente ἃ forma non id (Fig. 60, ). — 1 f di piede a tromba pertinente probabilmente a fornello non id.

Veta dei Tarquini proposta dalle font andrebbe invece riferito un intervento di rilievo nel culto forse la costruzione di un tempio) e, soprattutto, l'in-. portante recupero dell'elenco dei materiali rinvenuti negli scavi del 19121914, tra cui la fibula a sanguisuga H 34 ed il materiale proveniente dagli scavi del 1914, tra cui il grande piatto LI e una fibula a sanguisuga H 42 CrcaoRe 1996; PERONI 1996: 421 perla stipe presso la veta, con ceramiche in pare risalenti al Ferro. 7" CecaMORe 1993: 21.22, 35-38. »» Castel di Decima 1975: 338, 342 fig. 133, ‘© Castel di Decima 1975: 311,312Big, 94, ve Qui, Qui Gioui 1980: 142. Quiwia, Quai icu 1986: 125 nn. 34, av. XLV, 4. Qui, Quae Gic 1980: 128n. 4, tav. XLIX. 309

— 1 fir. di parete pertinenti a forme non id. Sigillata italica — 2 fr di fondo pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr dirlo di brocca assimilabile al tipo Duncan 1964, form. 30, fig. 13, 113, attestato in contesti datati tra il 65 c i 75 d.C. — 1 fr di orlo e collo di bottiglia con attacco di ansa tipo Pohl 1978, fig. 103, 630, attestato in contesti di età claudia. Anfore — 1 fr di orlo non id. di produzione egeo-orientale. 5. CISTERNA m 628 s.l.m. Macchie della Riguardata

Fig. 59. Rocca di Papa - M. Cavo. Cd. via albana, Sostruzionesul latoa monte: sezioni (n. 1). Impasto grezzo

~ 1 ft ἃ ro arrotondato con spigolo interno smussato, peri nente a olla di piccole dimensioni riferibile al tipo Carafa 1995, 318, attestato in Etruria a Pyrgi e nel Lazio a Castel di Decima e a Roma-pendici settentrionali del Palatino im stri daabii dal 5301520 al 5002. C® (Fig. 61,b) = 1 fe di oro indistinto con labbro piatto, spigolo interno smussato pertinente ἃ bacino confrontabile conil tipo Carafa 1995, 550, attestato a Rome-pendicisetencionali del Paltino in strati databili trail 6306520e 590 a.C — 1 fr. di parete decorato con cordone plastico digilato pertnente a bacino con vasca cilindrica. Forma presente a Satricum, Decima e a Fidenesito21. Questo tipo di decorazione già presente nelle prime fasi dell'età del ferro, continua ad essere atestaa in piena età arcaica"" (Fig. 61, a). ΠῚ fr. di oro pertinente a bacino tipo Attema 1993, pl. LXIX, 6, attestato ἃ Cisterna di Latina in contesti compresi ra l'età tardo arcaicae quella repubblicana” (Tav. X, 2) ~ 1 fe di oro pertinente a olla di piccole dimensioni riferibile al tipo Carafa 1995, 308, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili a tutta l'età arcaica c alto repubblica na” (Fig. 61,2. — 16 fi. di parete pertinenti a grandi contenitori (olle 0 pitho) non id 2 P^ > "" P" e 2 310

Canara 1995: 135ig. 137. Canara 1995: 200,205 fig Qui, Quiucr Οοι 1986: 125 no. 3. 4, tav. XLV, 4, ATENA 1993: , 201-203,dal ito 27:1, 344, 454 pl. LXIX,6. Cara 1995: 134-135 fig. DEAN 1964: 62,80, SaLustRI 1894: Luc 1923: 268 e tav t, G.

Circa m 550 a nord-ovest della SP. 217 via dei Laghi, all'altezza del km 12,200, m 14,50 dal lato occidentale delJa cd. via albana (A), su uno stretto pianoro in cui si allargano le pendici che scendono abbastanza ripidamente da Monte Cavo, sono visibili i resti di una cisterna" (Fig. 62). La struttura, realizzata a ridosso del declivio in opera ‘cementizia con scaglie di selce allettate con regolarità (Fig. 63), è a pianta rettangolare, orientata nord-sud, e misura m 9 in lunghezza per m 6 in larghezza. Internamente è suddivisa da un muro centrale, spesso m 0,60, in due navate longitudinali, coperte con volte a botte ribassate, ciascuna misurante m 2,70 în larghezza, comunicanti attraverso quattro aperture ad arco, larghe mediamente m 1,20 circa e poste a distanze regolari di m 1,10 circa"? I muri perimetrali esterni, appena leggibili sotto l'interro, misurano m 0,60 in spessore (Fig. 64). La struttura conserva interamente le volta di copertura solo nella metà settentrionale", per un'altezza max. di m 1,90 nella navata occidentale e m 1,70 in quella orientale (Fig. 65). Parzialmente mancante anche il lato breve meridionale, da cui ora è accessibile la struttura, conservato solo per m 0,50 all'angolo sud-orientale e per altri m 2,45 circa, dopo una lacuna di m 1,40, verso il centro. Sul lato di fondo della navata orientale™*, m 0,95 dall'angolo nord-orientale, resta, a m 1,50 dal p.d.c., un foro circolare all'altezza della volta, rivestito con un coppo e forse relativo al troppo pieno della cisterna. Il profilo delle volte, che hanno perso ogni rivestimento come il resto del vano, appare scabroso per la posa in opera delle scaglie di selce in modo tale da costituire un piano di presa migliore per lo strato d'intonaco. La struttura doveva, presumibilmente, assicurare l'approvvigionamento idrico agli ambienti con funzione termale tero che copre il fondo della struttura impedisce di valutare la Ice massima delle aperture 27 A partire dal muro di fondo settentrionale, la volta ἃ conservata per 7 440 nella navata occidentale c per m 4,10 in quella oriental. Nella parte restante della cisterna la volta crollata e no rest sol l'atacco, in entambe le navate, sa nei muri perimetrali esteri che in quello centrale. All'altezza dell'imposta ella volta sulla parete orientale esta 'impronta di una delle tavole er a sbadacciatura.

Fig. 60. Rocca di Papa - M. Cavo. Impasto rosso (n. 4)

Fig. 61. Roccadi Papa- M. Cavo. Impasto grezzo (n. 4)

lungo il declivio, attestati attualmenteda un'area di fr. fittili, m 70 circa a sud-ovest (n. 7).

1 materiali, unitamente alla cisterna poco a nord (n. 5) e ai bolli laterizi, sembrerebbero indiziare la presenza di un piccolo edificio termale sviluppatasi tra la prima e la media età imperiale.

6-7. AREA DI FR. FITTILI m s.m. 628 SP.217 Via dei Laghi - Mezzaraga 6. Vasche. Nel terreno boschivo in morbida pendenza verso sud, sul lato sx. della cd. via albana, a sud delle grotte dei Polverari (n. 5), nel 1893, si rinvennero, occasionalmente, “due vasche in muratura, di forma quasi semicircolare, parallele; l'una col fondo in mosaico, a quadretti di marmo bianco, inclinata a nord-ovest, l'altra con le pareti ed il pavimento rivestiti di lastre di marmo bianco e di portasanta”©, oltre ai bolli su bipedali®* Ex pr(aedis) Domitiae Lucillae ex fig(linis) Domit(ianis) minoribus op(us) dolliare) Aeli Alexandri, del 138; Ex fig(linis) Fab(ianis) Sei(ae) Isaur(icae) o(pus) d(oliare) ab L. Fad(io) Pass(aro)"* Serviano III et Varo co(n)s(ulibus), del 134°; Ex fig(linis) TurQ*" Sei(ae) Isaur(icae) o(pus) d(oliare) ab L. Fad(io) Pas(saro) Serviano III et Varo co(n)s(ulibus), del 134%". 7. Area di fr. fitti. Nell'area, su una superficie di circa 700 mq., sono presenti, in scarsa concentrazione, presumibilmente in relazione alla bassa visibilità offerta dal fondo, scaglie di peperino di piccole e medie dimensioni, pochi cubilia in peperino (cm 7,5x6,5), fr. di tegole ad impasto chiaτὸ di età romana, frr. di laterizi e tegole a impasto rosato e grigio di età romana, numerosi fr. di tubuli fittili parallelepipedi per riscaldamento, frr. di dolio a impasto chiaroe rari frr. di anfore (Fig. 62). πὸ SaustRi 1894: Asky 1910: 397; Loc: 1923: 268-269. ae SaLuSTRI 1894; Lucu 1923: 269 om Cli, CIL XV, 171: EX. PR. DOMITIAE LUCILLAE EX. FIG. OMIT MINORIB OP. DOL, AELI. ALE XANDRI con attestazioni: & Frascati; fore a Tuscolo ‘n 1) cognomen dell'oficinator secondo StEINBY 1974-15: 40-41 spe cialmente41 nota 1, potrebbe essre derivato da passere it signum essere n allsione αἱ nome. » Cf, CIL XV,1, 207: EX. FIG FAB SEL ISAUR © D AB FAD PASS SERVIANO Ill ET VARO COS; Steinay 1974-75: 100. "Secondo HELEN 1977: 120 il nome delle figinae dovrebbe essere lettoTufn}(neianis) con la motivazione che Sea [saurica era domina anche di queste linae. Cf Stemey, HELEN 1978: 195.

Anfore — ἄν di parete pertinente a Haltern 70, anfora betica per il tra sporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum forse vino", diffusa tra la metà del 1 sec. a.C. e la metà del I sec. dc». 8. AREA DI FRI. FITTILI m 638 s.l.m. M. Cavo - cd. via albana

Percorrendo la cd. via albana (A), a partire dalla via dei Laghi verso M. Cavo, quasi all'altezza del punto in cui il basolato, nel primo tratto lacunoso e in alcuni punti mancante, inza a conservarsi quasi integralmente (n. 9), a poca distanza dal lato orientale della strada, su una superficie di mq. 150 circa affiorano in bassa concentrazione” materiali ceramici ad impasto (Fig. 62), forse in relazione con l'area pocoa sud-ovest (n. 7). 9. LASTRICATO STRADALE m 640 s.l.m. M. Cavo

Circa m 47 dal tratto n. 10, si incontra, per gran parte in uno stato di conservazione e di visibilità ottimale, un lungo tratto del basolato (m 270) della cd. via albana (A)"® (Figg, "Cfr CILXV.L 674: EX. FIG TUR. SEL ISAUR. O. D. AB. L. FAD, PAS SERVIANO ΠῚ ET VARO COS con attestazioni: a Nemi, nel lago; Sraisay 1974-75: 10, Pr SEALEY 1985: 62-64, πο Lesempare pit antico è stato rinvenuto nl eto della Mandrague de Giens del 60-50C. (cusa 1986: 142). "Il sottobosco impedisce una buona visibilità del fondo. 7" In corrispondenza dell'iniziodel tato basolato su una superficie i. circa mg, 40, ho osservato a presenza di alcuni fr di ceramica a impasto, cui: | fr di orloin impasto bruno riferibile olla tipo Carafa, 38, atest to Roma-pendici settentrionali del Palatino in contest databili tra il 650630 il 530-520 a. C. (Cawara 1995: 29 ig, 31) 1 fr. di oro riferibilea tpo Ἐπεὶ 66.583 attestato n contesti cert di eth tando araica (Ex 1993: 311

62, 66). In questo tratto misura tra m 3,98 e 4,02 in larghezza, con basoli di medie e grandi dimensioni, ed è fornita su entrambi i lati, ogni 5,80/6 m circa, di paracarri. La strada, che si dirige verso nord/nord-ovest con un primo tratto rettilineo (m 59 circa), corre tra sponde di terra di altezza compresa tra m 0,40 e 0,80 circa (Fig. 67 c-d) A circa 72 dall'inizio del tratto, in corrispondenza di uno dei paracarri, al centro della pavimentazione, su uno dei b soli, è scolpito un simbolo fallico (Fig. 67, e-D""*. A circa m 90, all'altezza di un paracarro, è presente una cunetta obliqua, per favorire il deflusso laterale delle acque piovane sul lato a valle (Fig. 68). A partire da questo punto la strada prosegue ancora in salita priva della crepidine dx. e per una lunghezza di m 5 circa anche di metà della pavimentazione. Dopo aver piegato leggermente verso nord-est, m 168 circa dall'inizio del tratto, si dirige nuovamente verso nord, con una curva, quasi all'altezza della quale si trova un'altra cunetta per il deflusso delle acque, con caratteristiche in gran parte simili alla precedente, in corrispondenza di un paracarro. II sistema di deviare le acque che eventualmente vi si potevano incanalare con cunette traverse, si trova utilizzato, tra gli altri casi, anche nella via che allacciava Tuscolo alla via Latina (cd. via dei Sepolcri)"" e in una via a Fidenae", La strada prosegue ancora in salita per m 77, dove, all’altezza di un paracarro, al centro della pavimentazione mancano numerosi basoli. Poco dopo, ancora all’altezza di un paracarro, è visibile un’altra cunetta: a questa altezza, la strada iniziaa piegare verso ovest negli m 25 circa conservati. (Fig. 69) 10. LASTRICATO STRADALE E BASOLI m 645 s.l.m. M. Cavo

A pochi metri dal tratto conservato n. 11, lungo il medesimo sentiero, rimangono un basolo in selce sul margine sx. ed uno, poco più avanti, su quello opposto. Almeno altri otto basoli di grandi dimensioni rimangono sul ciglio dx., appena oltrepassato un sentiero che si diparte da questo medesimo lato. Proseguendo di pochi m verso nord-ovest, si conserva in opera un brevissimo tratto della crepidine dx. ed un unico basolo della strada che saliva verso M. Cavo, cd. via albana (A). 11. LASTRICATO STRADALE m 646 s.l.m. SP. 217 Via dei Lagl

Fig.62. Rocca di Papa - M. Cavo. Posizionamento(nn. , 67, 8,9, 11, 105-108)

Circa m 365 più a nord-ovest di alcuni basoli fuori posto (n. 104), lungo il medesimo sentiero, è visibile un tratto di basolato, relativo alla cd. via albana (A), per una lunghezza max. di m 4 circa e una larghezza max. di m 1,90 circa?" (Figg. 62, 70).

119 tv. 35) oa bordo di coperchio tipo Carafa, 517, atestato a Rome dici settentrionalidel Palatino in contesti databili tail 650-30 ed i 500 a C. (Canta 1995: 191 fig-192); 2 ft. di parete pertinent ἃ forme chiuse, impasto di colore marrone chiaro, superficie esterna lucidata 2 fr. di comune da fuoco pertinenti ἃ forme non id. P Segnalato da LuaLi 1957: 1,9697 n. 15 come l'unico caso in cui

“un fallo è scolpito in un secione nel senso della strada, nel punto di mag: gior pendenza”. >" Qui, Qui Grats 1991: 19 fig, 50, tav. f VIL Quai, Quraci GicLI 1986: 246 sito 140, tav... CXV-CKVII, 1 2”AL di soto dell'intero ἢ basolato dovrebbe conservari per almeno. altri 050 m circa

312

La strada, che presenta il caratteristico profilo "a schiena. d'asino", conserva ben tessuti grandi basoli di selce (Fig. 67, 2-b). Pochi metri più avanti, si conserva in opera un brevissimo tratto della crepidine dx. ed un basolo della pavimentazione. 12. AREA DI FRR. FITTILI m 572 s.l.m. Vivaro

La zona pedemontana alla base delle pendici settentrionali del Maschio di Ariano, prima di scendere su via Crocetta Vivaro, si allunga verso nord con un ampio pianoro il quale costituisce la prima propaggine dell'altura appena al di sotto dell’area boschiva. Verso nord-ovest il piede del massiccio scende con articolato pendio costituito da una serie di morbide alture successive, separate da selle, quasi tutte occupate da pascolo. Sulla sommità dell'altura più settentrionale, separata verso sud dall’altura contigua da una morbida sella (Fig. 71), affiorano pochissimi frr. di tegole e diverse scaglie di selce, la cui concentrazione aumenta considerevolmente lungo le prime pendici sud-occidentali*". Su una fascia larga m 20 circa, che si allunga sul fianco dell'altura per un'area di mq. 1.750 circa, si riconoscono oltre a scaglie di selce anche grandi, molti frr. di tegole e coppi, alcuni a impasto arcaico (Tav. I, 1-2), perlopiù a impasto chiaro (Tav. I, 3), meno rosato e rosso, di età romana, frr di sigillata italica, ceramica comune e anfore. L'area attesta una frequentazione forse in età arcaica e la presenza, a partire probabilmente dalla tarda età repubblicana, fino, presumibilmente alla prima metà del V secolo d.C., di un edif cio di tipo rustico-residenziale. Sigillata italica — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Pareti sottili ~ 1 fi di parete pertinentea forma non id. Sigillata africana — 1 fr. di orlo inclinato verso l'interno con solcatura interna. sotto l'orl, di piatto tipo Lamboglia 9b-Hayes 26, in produzione A5 databile dalla fine del I alla prima metà del II sec. d. C. Africana da cucina. = 1 fi di fondodi piatto/coperchio non id.

Fig. 64. Macchie della Riguardata. Cisterna: pianta e sezione (n. 5). = La maggiore presenza di materiali è in parte anche dovuta al a mi lore visibili dl terreno, qui frsato, mentre la sommità delaltura è la scitaa pascolo. "7^ Atlante I: 31-32, tav. XIV, 4. Hayes sposta leggermente la datazione del tipo tra seconda metà del I-inzi I sec d.C.

‘Comune da mensa e da dispensa. 2 fir. di catino pertinenti ma non congiunti dall'orlo pendenτ tipo Ostia II, 453°, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durantela prima parte del principato di Domiziano (80904€). ~ Ὶ fr di orlo sagomato di bacino tipo Ostia IV, 239, attestato in contesti di ΠῚ sec. d.C?" (Tav. X, 3). © Ostia I: 98, 260-261, tv. XXV. 30 Ostia IV: 54, αν. XXXIII, che presenta, rispetto al frin esame, traccia della decorazione sa interna che esterna

rosso bruno, databile alla tarda età del Bronzo. Un confronto, almeno relativamente alla forma, può essere istituito con un esemplare da Broglio di Trebisacce, settore D, strato la, riquadri N-O'**. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id., impasto bruno, superficie interna nera lucida, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole dimensioni, colore bruno. — 5 frr. di pareti pertinenti a forme non idd., inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, colore bruno con anima nera, superfici esterne non trattate. Evidente contatto con il fuoco. = 2 fr di parete pertinenti a forme non idd., impasto con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, colore rossiccio. — 2 frs di parete pertinenti a forme non idé., impasto con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, colore bruno con anima nera, superfici esternaed interna con tracce di steccatura. Fig. 65. Macchie della Riguardata. Cisterna: navata occidentale (n. 5). Comune da fuoco — 1 fr di orlo di tegame leggermente rientrante e ingrossato ti po Schola Praeconum |, fig. 6, 75, attestato in contesti di prima metà del V sec, d.C2™ ~ 1 f di orlo di olla tipo Oleese 2003, tav. XII, 5, attestato in contesti compresi trail IL e a finedel I sec. a.C.**. — 1 fi. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fi. di fondo di piccola olla non id. — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. Anfore — 4 fr di paretedi produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione non id.

Impasto grezzo — 3 frr. i parete pertinenti a forme non id = | fi di fondo pertinentead una forma chiusa non id. Impasto rosso — S frr di parete pertinenti ἃ forme chiuse non id. 14, AREA DI FRR, FITTILI m 584 s.l.m. SP. 18/e Via Crocetta Vivaro

Gran parte del settore compreso tra la via pedemontana”™ che si dirige verso nord-est costeggiando le pendici del massiccio dell’ Artemisio a ovest, e l’attuale via Crocetta Vivaro

13. AREADI FRR. FITTILIm 573 s.Lm. Vivaro

Su uno dei pianori, affacciati a sud e protetti dal sistema dell’ Artemisio, che occupano l'area quasi centrale del vasto pendio articolato in una serie di piccole alture successive, separate da morbide selle, con cui il sistema montuoso scende verso ovest fino a via Crocetta Vivaro®, affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 530 circa, fr. di impasto riferibili a materiale edilizio o doliare e ceramici” Laffioramento attesta una frequentazione dell'area tra il Bronzo recente e la prima età del Ferro e, successivamente, Ja presenza di una modesta struttura di età arcaica. Impasto protostorico — 1 fr di orlo svasato, con spigolo interno pertinente a olla, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole dimensioni, colore. rosa arancio, tracce di fuoco sulla superficie esterna ed interna, databile all’età del Bronzo recente, prima età del Ferro I fr è assimilabile ad un esemplare da Lanuvio-Colle S. Lorenzo™™, dal quale si differenzia per le dimensioni maggiori (Tav. X, 4). = 1 fr. di parete in prossimità dell'orlo con listello interno, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole dimensioni, colore © Schola Praeconum I: 58,65, 70, 73. s OLcESE 2003: 85. ?"L'areadell'ffiramento, che occupa il settore occidentale di un piccolo pianoro, è caratterizzata da terreno ferroso e rossasro tufaceo. "" Segnalano la presenza di un insediamento di età protostrica ARIET, MARTELLOTTA 1987: 208, 209 fig. 1, 4 "rr Cianucct 1980: 9, 8 tav ἢ, 7. 314

Fig. 66. Rocca di Papa- M. Cavo. Cd. via albana (n. 9). 2 Caropenzi, GIARDINO 1984: 45, 69, 70 tav. 9, 1, per i fr datato al Bronzo recente "La strada, presente nella cartografia IGM 1:25000 F. 150 Il 8.0. nella levata del 1936, coincide solo parzialmente, nlla prima pare ἃ pari re dall'incrociocon Ia via dei Laghi, con l’attuale via Crocetta Vivaro che ne ha sostituito il percorso, menire è per la maggior parte ridotta ad una

Fig. 67. Roccadi Papa - M. Cavo. Cd. via albana: sezioni (nn. 9, 11).

acest, quasi esclusivamente adibito a pascolo, è caratterizzato da pendio articolato in una serie di alture successive, separate da profonde vallecole, con cui si abbassa dal piede della montagna fino a via Crocetta Vivaro. In un terreno a nord-est della Fontana del Vivaro, in un’area di mq. 880 circa, nella quale il pendio si ferma in una piccola sella", affiorano in alta concentrazione, oltre a numerosissime scaglie di selce, sia piccole che grandi, frr. di tegole, rari a impasto chiarosabbioso (Tav. I, 4-5), perlopiù a impasto rosso e rosso-arancio di età tardo-arcaica/alto-repubblicana (Tav. I, 6), e diversi ‘aimpasto rosso di età romana (Tav. I, 7-11), mentre i materiali ceramici, fatta eccezione per diversi frr. di dolio a impasto rosso, tra cui alcuni di età arcaica, compaiono con minore frequenza, limitatamente alla classe della comune. L'affioramento attesta la presenza di una casa fattoria di età arcaica sulla quale sembra essersi sviluppata una modesta struttura a carattere rustico durante la media età imperiale. Impasto grezzo — 1 fr di ansa pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non id.

on un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id Comune da fuoco — 1 fr di orlo verticale a grossa mandorla pertinente a olla tipo Ostia II, 507, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C)**. — 1 f di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Ceramica rinascimentale = 1 fi. di vaso troncoconico dall'orlo ingrossato, assimilabileal tipo Crypta Balbi 3, tav. LXXVI, 850, con decorazione incisa a pettinea più linee ondulate*", verniciata di verde.

Africana

15. VLA m 575 slm. Vivaro Quasi alla base delle pendici nord-occidentali del Maschio di Ariano, dove la montagna si distende in una serie di alture che si allungano verso ovest fino all'antica via detta

πο L'afioramento si nota in un appezzamento con seminativo, che al momento della ricognizione offriva una visibilità limitata, P" Atlante I 212, tv. CIV, 6; cfr. AGUAROD OTAL 1991: 248-249, 308311 figg. 48-51,la quale distingue il ipo in più variant e nota ua’ evoluzione dell forma, che in epoca eilio-claudia ha pareti piutosto dite e orlo

quasi indistinto, mentre in seguito l'orlo ingrossato assum pico profilo triangolare le pareti sono curve 57 OstiaIl: 101, 260-261, tav. XXVIII 1 Crypta Balbi 3: 501, 510, 512, 514 n. 2 perla decorazione.

da cucina ~ 1 fr. di orlo di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e annerito, tipo Ostia I, 261°, attestato dall'epoca antonina,

315

il pendio a metà circa, al momento affiorano diverse scaglie di selce e rari fi. di materiale da costruzione di età romana. 16. CunicoLo m 630 s.m. Monte Artemisio - C. le del Favo

Fig, 69. Roccadi Papa- M. Cavo. Cd. via albana (n. 9).

Alla base della parete tufacea che costeggia il lato a monte del sentiero che dalle pendici sud-occidentali di Colle del Favo scende fino al Vivaro, si apre un cunicolo di captazione”. Lo speco che presenta un andamento leggermente sinuoso, ma uniformemente orientato verso sud, è attualmente percorribile per una lunghezza max. di m 39,20 fino ad un crollo della voltae delle pareti. L'ingresso, arretrato e protetto dalle pareti del colle soprastante appositamente scavate e al momento, parzialmente ostruito dall'interro, è largo m 1,05, con leggero sfaldamento alla base dell'angolo occidentale, e alto m 1,12. Immediatamente all’interno 'altezza raggiunge i m 1,30e la larghezza diviene di m 0,95. La sezione, con volta. tendenzialmente schiacciata nel primo tratto c più tondeggiante nella parte finale del percorso, è ben conservata con pochi sfaldamenti epresenta una larghezza media, su tuttoil percorso, di m 0,90/0,95 ed un'altezza di m 1,75 circa. Am 7,45 dall'ingresso sulla parete occidentale è scavata, a m 0,95 dal fondo attuale, una nicchia (m 0,60x,0,55x0,22). Una seconda nicchia simile (m 0,65x0,50x0,06) si trova anche sulla parete opposta, poco più avanti, a m 8,40 dall'ingresso, Ancora lungo il lato occidentale, a m 13,25 dall'ingresso, si diparte, con orientamento quasi ortogonale al ramo principale (nordest/sud-ovest), un secondo cunicolo, lungo m 2,25, largo m. 0,92, alto m 1,72 con sezione regolare, ben conservata, e volta tondeggiante, leggermente schiacciata verso il fondo. Sulla parete meridionale di questo ramo secondario ὃ tagliata una stretta canaletta in forte pendenza quasi dalla fine del cunicolo verso quello principale, nel quale doveva convogliare le acque captate*™, A m 29,20 dall'ingresso si apre un secondocunicolo laterale (m 0,80 circa), che sempre dalla parete occidentale si allontanacon andamento grossomodo regolare. 17. AREA DI FRR. FITTILI m 645 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Favo

di Lappeto, poco a est della Fontana del Vivaro, Ashby agli inizi del Novecento ricorda l'esistenza di una villa* (Fig. 72). Nel sito, che si articola in un ampio pianoro affacciatoa est, parzialmente occupato da edifici rustici" il quale spezza

Lungo il versante che dalla base delle pendici sud-orientali di Colle del Favo risale verso nord, fino ad un piccolo pianoro"", difronte all'ambiente in opera cementizia (n. 18), Si rinvengono, in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 550 circa, piccoli frr di tegole a impasto arcaico, rari a impasto rosa di età romana, pochi fr. di dolio a impasto rosso, rari frr. di ceramica a impasto, ceramica comune e anfore™ (Fig. 73). L'affioramento attesta una frequentazione dell'area durante l'età arcaica, forse riferibile alla presenza di una mode-

7 As 1910: tav. Γι: Lat 1962: tav 6. 7% Attualmente quas tta area pedemontana che scende, immediatamente al di sotto del bosco, con moderato pendio verso l’attuale via Crocetta Vivaro, ὃ occupatada pascolo. "La parete soprastante l'ingresso trasuda ancora acqua ed anche il fondo del cunicolo ne? parzialmente invaso

10% La canaletta è scavata "a scivolo” da m 0,70 dal fondo nella pate iniziale ἃ m 0,30 all'uscita su cunicolo principale. "Oltre il pianoro le pendici riprendono ἃ salire con pendenza più marF^ La ricognizione risulta ostacolata, in ogni stagione, da un fondo boschivo particolarmente fio.

Fig. 70. Rocca di Papa- M. Cavo. Cd. via albana (n. 11).

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sta casa/fattoria e, successivamente, in relazione con i resti poco a sud (n. 18), la presenza di una struttura che la genericità dei materiali permette solo di riferire all’età romana. Impasto grezzo. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Pareti sotili — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 6 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione tirenica. — 3 frr di parete di produzioni non idd. Invetriata - 1 f di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. 18. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA m 625 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Favo

Quasi alla base dell’altura di Colle del Favo, nel bosco lungo il versante sud-orientale, a nord-est della gola che consente di attraversare il sistema montuoso dell’ Artemisio e scendere verso il Vivaro, si conserva parte di una struttura (Figg. 73, 74). Si tratta di un vano a pianta apparentemente rettangolare (m 7,70 max.x 5,50), realizzato in opera cementizia con scapoli di selce disordinatamente allettati, con muri di spessore compreso tra m 0,45 e m 0,42, la cui altezza max. sull'interro attuale è di m 1,20 all'angolo sud-occidentale (Fig. 75). Dell'ambiente, orientato nord-sud e costruito a ridosso del pendio, restano parte del lato lungo occidentale, per m 1, 57 di lunghezza, a partire dall'angolo sud-occidentale”, illato meridionale, quasi per intero (m. 5,50), fatta eccezione per una lacuna di m 1,88%, e un tratto di m. 7,80 circa, conservato parzialmente”, a partire dall'angolo sud-orientale del muro che chiudeva i lato orientale.

Fig. 71. Vivaro, Veduta del pianoro da sud-ovest (n.12)

meno m 5,20 sopra il p.d.c. del sentiero attuale, è scavata una grossa nicchia rettangolare, coperta a calotta, profonda m 1,25 sul lato occidentale, meglio conservato, larga sul fondo m 1,54 ed alta, sopra il forte interro che ne ha invaso il fondo, m 2,18. 20. CunicoLo m 627 s.m. Monte Artemisio - C. le del Favo

Alla base della parete tufacea che costeggia il lato a monte del sentiero che dalle pendici sud-occidentali di Colle del Favo scende fino al Vivaro, si apre un cunicolo di captazione. Il cunicolo, arretrato e protetto dalle pareti del colle soprastante”, è scavato a sezione irregolare nello strato tenero del banco, con pareti sfaldate in più punti. L'ingresso è largo m 0,92 ed alto m 1,33. All'interno mantiene mediamente la larghezza di m 0,90 mentre l'altezza raggiunge i m. 1,50 circa. È perlustrabile per una lunghezza max. di m 40,40 oltre i quali è ostruito da un crollo. 21-22. STRUTTURE, AREA DI FRR. FITTILI E MATERIA! pico m 540 s.l.m. Monte Artemisio - "Terre rosse”

Sulla ripida parete tufacea che costeggia il lato a monte del sentiero che da Colle del Favo scende verso il Vivaro, al-

21. Strutture e area di fr. fttili. Lungo il sentiero che attraversa l'estremità nord-orientale del sistema montuoso dell’Artemisio, salendo da sud-est verso Colle del Favo, restano alcune strutture (Fig. 76). A breve distanza dal lato meridionale del sentiero, nel tratto in cui questo attraversa un'area quasi pianeggiante,

>" 1 muro, che probabilmente prosegue più avanti, ormai oblterato da un forte intero, si interrompe a ridosso di una ceppaia che ne dovrebbe aver determinato a distruzione almeno parziale "n L'assenza di gross frr. di crollo in prossimità di questa lacuna nel muro sembra suggerire chesu questo lato potese trovarsi l'accesso αἱ vano. La porzione di muro conservata oltre la lacuna, in prossimità dell'angolo sud-orienale, lunga m 0,95 circa, ha subito una discreta rotazione verso l'esterno per la spinta della erra e pera lesione del ato lungo settentrionale, © Dopoun primo tratto di m 1,15 circail muro, sottoposto alla spinta del terreno, ha subit una lesione ed è scivolato in avanti per un tratto di m.

1,85 circa, oltei quai ritorna sul suo asse originario per m 2,90e ne riesce, muovamente spinto in avanti, negli ultimi m 1.90 circa. A partire da questo punto dell parete resta olo un ampio crollo ribaltato a terra, lungo m 2,55 ced atom 125. "^ Il cunicolo è stato utilizzato come riserva d'acqua anche in cà post antica come dimostrano sia la regolarizzazione dellingresso con mazzette in mattoni e chiusura con portadi ferro, a a presenzadi un vascone di raccolta sul fondo, nel quale confluiscono le acque sia di una condotta laterale, proveniente da est, che quella di un tubo in piombo visibile sul fondo del cunicolo a partie però solo da m 34,40 dall'ingresso.

19. CAVITÀ (Ὁ) m 625 s.Lm. Monte Artemisio - C. le del Favo

317

Fig. 72. Vivaro. CartaT. Ashby (1910). Posizionamento delle ville (nn. 15, 30).

aperta verso est, si incontra un pozzo rettangolare (m 1,00x0,90), ancora parzialmente rivestito con laterizi spezzati di reimpiego e scaglie di selce, che scende per m 2,40 al di sotto del p.d.c. attuale ed immette in uno stretto ambiente ipogeo, le cui pareti appaiono realizzate con frr latetizi e di dolio di reimpiego e blocchetti di pietra di taglio irregolare messi in opera con poca calce (Fig. 77). Il vano si allunga per m 5,70 verso sud-ovest, con una larghezza che va restringendosi dai m 1,70 iniziali a m 1, per poi piegare quasi ad angolo retto verso ovest. A partire da questo punto l'interro sul fondo aumenta considerevolmente*^ rendendo possibile la perlustrazione per soli altri m 2,50. Nel punto in cui il vano piega resta un piccolo arco di scarico realizzato con fir. di laterizi, tegole e peperino. Subito alle spalle dell'arco è appena visibile un pozzo, probabilmente di areazione, circolare (diam. m 0,45 circa), completamente chiuso dalla terra. A poca distanza dal camino è visibile un secondo piccolo arco di scarico in blocchetti di peperino © frr di tegole e laterizi. Una seconda struttura è visibile m. 10,50 circa a sud del pozzo. Si tratta di un ambiente rettangolare (m 6,70x2,30) con muri realizzati con nucleo in opera cementizia e cortina con materiale di reimpiego (laterizi, tegole) e scaglie di calcare locale? (Fig. 78). Nel terreno circostante, su una superficie di mq. 650

Sigillata africana. — 2 frs di parete di forma non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia,

> L'altezza del vano diminuisce progressivamente verso l'intero da mama, PL muri sono visibili per un'altezza max. di m 140 circa su ato set tenrionale. Quasi del tuto mancant i ato breve orientale, mente quello meridionale è colto a era, integro, per più di met dell sus lunghezza.

»° Ricci 1985: 267. per il tipo 122. 551 rinvenimento, nel delle indagini realizzate a Cartagine, di un fr. di coppa in un contesto datatoal 15 d. C. indizierebbe un rialza mento nella cronologia di questa produzione (FREED 1998: 49 fig. 4, 52) Più di receate un fr. di boccalino i terra sigillata Africana A è sto rinve-

318

circa, affiorano in alta concentrazione, nonostante la bassa visibilità, frr. di tegole a impasto arcaico, a impasto rosato, meno a impasto rosso, di età romana, pochi frr. di ceramica a impasto, vernice nera, pareti sottili e sigillata africana, frr. di africana da cucina, ceramica comune e anfore. Impasto grezzo — 1 fr di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa (ol12?) non id. Vernice nera — 1 fr di oro pertinente a coppa non id. — 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Ceramica a pareti sottili = 2 fi. di orlo di boccalino ovoide o globulare tipo Ricci 1985, Ὧν. LXXXV,2", databile dal 60/70 d. C. alla fine del I sec. d. C. — 1 fi. di orlo di coppa non id.

Fig. 73. C. le del Favo. Posizionamento dell’affioramento n. 17 e della struttura n. 18, ‘Africana da cucina. — 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 332-Hayes 196, n.L'**, attestato all’età traianco-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. = 1 fr di fondo di casseruola non id. ~ 1 fi di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fidi olla all'orlo estrofiesso rivolto verso l'alto tipo Ostia III, 5055, atestato in contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C. — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. = 2 fi di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 2 fr di fondodi olla non idd. — 1 fe. di attacco di tesa pertinente a casseruola non id. — 6 fir di parete pertinenti, di cui due congiunti, di casseruola non id. con solcature esterne all'altezza della carena. Anfore — 1 fr di parete di produzione gallica. — 1 fr. di paretedi produzione spagnola. 1 fi di parete di produzione orientale.

22. Materiale sporadico. Nel corso di ricognizioni di superficie effettuate da volontari locali nell'area circostante le strutture, negli anni novanta del Novecento, sono state recuperate numerose lucerne (decorate a matrice con chismon, con decorazione e motivo raffigurante una maschera, tipo nuto a Roma negli stati neroniani della Meta Sudans (Rizzo 2003: 107110). P Atlante 212, tav. CIV, 3. Cfi AGUAROD Orat. 1991: 247-248, 305307 figg. 45 nn. 3.6, 46,47 mn. 1-3, a quale distingue il ipo in più varianti Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. P OstiaI: 251, 654.655, tav. LVII.

Firmlampen, a disco con decorazione a matrice raffigurante una Diana cacciatrice)? Laffioramento attesta la presenza di una moQesta casa/fattoria di età arcaica sulla quale nel corso della media età repubblicana si è sviluppata una struttura a carattere rustico, sostituta trail e il Il secolo d.C. da una struttura probabilmentedi tipo residenziale.

23-25. VILLA m. 445-425 sm. Monte Artemisio - C. le della Carmignana 23, Strutture in opera reticolata. Quasi alla base di uno ἀεὶ pianori in cui si articolano le pendici sud-orientali del C. le della Carmignana, che scendono nella parte più bassa ripidamente fino al Vallone, si conservano i resti di due ambienti in opera reticolatae a blocchetti, costruiti con funzione sostruttiva lungo la curva morfologica (Fig. 79). Il muro di fondo è visibile per un'altezza max. di m 1,20 circa e 11 m di lunghezza e uno spessore di m 0,70/0,75 (Figg. 80-81). È realizzato nella metà occidentale, con blocchetti di selce di taglio irregolare, posti in opera abbastanza ordinatamente, per piani di posa quasi regolari, mentre in quella órientale con blocchi di dimensioni maggiori e tessitura più irregolare. Il muro, che delimita sul lato occidentale il vano appoggiato a questa parte della struttura di fondo, è conservato per una lunghezza max. di m 0,80 e un'altezza di m 1,12. È realizzato con cubilia di medie dimensioni”, A m 4,60 circa si conserva un secondo muro, parallelo, che doveva delimitare i due vani, in 0541 materiali, che non mi € stato possibile osservare direttamente ma solo attraverso alcune fotografie esposte in occasione di una piccola mostra organizzata a Lariano, nel Settembre 2004, sono conservati in uno dei loca li del Municipio. x Non? escluso che questa sezione abbia subito un risarcimento in an 319

Fig. 74. C. le del Favo. Strutturain opera cementizia (n. 18)

opera reticolata a tessitura più regolare con cubilia di selce, conservato per un'altezza di m 0,48 circa e una lunghezza di m0,90. Gli scavi dei clandestini hanno presumibilmente provocato la distruzione di almeno un breve tratto di pavimento ἃ mosaico con tessere di piccole dimensioni, ed evidenziato numerosi frr. di intonaco dipinto, sia in rosso che in giallo, con cornice bianca (Fig. 82), ὁ fr. di cornici in stucco, riferi bili alla decorazione di questi ambienti (Fig. 83). 24. Cisterna. Circa 200m a nord-ovest degli ambienti sostruttivi (n. 23), verso il centro dell'altura, è conservata una cisterna sotterranea (Fig. 79). Due crolli verificatisi sulla volta, alle due estremità, presumibilmente in corrispondenza delle due aperture originarie”, permettono di accedere ad una delle navate di cui si componeva la struttura (Fig. 84), lunga m 28,90 circa e larga m 2,55/2,60 per un'altezza max. rilevabile, considerato l'interro, di m 1,80 e m 1,95 fino allo spiccato della volta di copertura (Fig. 85). Almeno una seconda navata parallela doveva completare la cisterna, come indicano i passaggi ad arco disposti lungo il lato sud-orientale a distanze abbastanza regolari, comprese tra m 2,30 e m 2,70 circa, ormai completamente ostruiti dall'interro (Fig. 86). Caratteristica della volta sono gli scapoli allettati ordinatamente nel senso della lunghezza, che formano una superficie scabrosa, particolarmente adatta per la presa del pesante. stratodi rivestimento in cocciopesto ancora conservato in più punti anche lungo le pareti 25. Materiale sporadico. Nel corso di ricognizioni di superficie effettuate sul colle, da volontari locali negli anni Novanta del Novecento, sono stati recuperati: il bollo, rettangolare, frammentario": C. L[- - ] antefisse, casseruole in ceramica comune, pentole in ceramica africana da cucina, un piatto in sigillata africana C e anfore. T resti lungo il versante sud-orientale (n. 23) dell'altura. delimitano wn impianto residenziale, presumibilmente con pars rustica, il cui approvvigionamento era assicurato dalla cisterna sotterranea (n. 24), esteso su una superficie ipotiz-

Fig. 75. C. le del Favo. Struttura in opera cementizia: pianta e sezione (n.18).

2 Quasi al cento, un castagno cresciutovi al di sopra, ha provocato apertura della volta con conseguente forte interro, cosicché attualmente la strtturaispezionabile risulta divisa in due pat. 254[1 insieme agli ati materiali, che non mi é stato possibile osservare direttamentema soltanto traverso una fotografia esposta in occasione

di una piccola mostra organizzata ἃ Lariano, nel Settembre 2004, é conservato in uno ei locali del Municipio > Verosimilmente l'acqua poteva essere utilizzata per scopi agricoli e anche pe il beveraggio degli animali.

320

10m

zabile di almeno mq. 15500. La sua frequentazione, è presumibilmente compresa almeno tra la metà del I secolo a. C. e. la media età imperiale, come sembrerebbero indicare le tecniche costruttiveed i materiali ceramici sporadici 26. CunicoLo m 411 sim Monte Artemisio - F. na del Vallone.

Alla base delle ripide pendici sud-orientali del C. le della Carmignana, che chiudono verso ovest la vallata compresa trail C. le della Carmignana e quello di S. Lucia a nord-est, m. 88 circa a nord della fontana moderna, si apre un cunicolo» (Fig. 87). Lo speco che procede con orientamento nordovest/sud-est, è lungo m 34,50. Presenta diverse diramazioni anche di lunghezza considerevole (la maggiore di m 19,20) a

mo tratto con orientamento est-ovest (m 5), nella parte restante piega verso nord. Lungo questo tratto, m 8,60 circa dall'ingresso, lo speco è fornito di un pozzetto di areazione (diam. m 0,25), ostruito dalla terra dopo m 1,50 circa. L'altezza media dello speco, chiuso con volta tondeggiante, oscilla tra i m 1,35 e i m 1,50 (Figg. 92-93), mentre la larghezza varia dai m 0,84 circa iniziali, ai m 0,48 all'altezza. del camino. Lungo le pareti, circa all'altezza dell'imposta. della volta, corrono incassi più o meno profondi*", da cui è captata l'acqua. 28. CANALETTA E CUNICOLI m 425 s.l.m. Monte Artemisio - Vallone Fig. 78. Monte Artemisio, “Terre rosse”. Struttura in opera cementizia(n. 21),

cia a nord-est, alle spalle della fontana moderna, resta un cunicolo, scavato nel banco (Fig. 90). L'ingresso è parzialmente ostruito peril crollo della parete soprastante”, mentre sul

fondo scorre acqua ancora captata dal cunicolo (Fig. 91). È

longo complessivamente m 17 circa nei quali, dopo un pri-

Alcuni cunicoli si trovano poco prima di addentrarsi nelJa Valle dell'Inferno, nella zona in morbido declivio verso sud-est, dove si apre, compresa tra il Vallonee le pendici settentrionali del C. le della Fragola (Fig. 94). Nella terrazza. immediatamente superiore a quella in cui sono scavati i cunicoli n. 29, m 25 circa ad ovest, rimane una canaletta ricavata nel banco a cielo aperto, orientata nord-ovest/sud-est, nella quale dovevano confluire le acque di due cunicoli af-

Fig. 79. Colle della Carmignana. Posizionamento (nn. 23-24).

1 L'accesso al cunicolo risulta particolarmente difficoltoso poiché il continuo cedimento dl terreno superiore ha quasi completamente oblierato l'apertura lasciandola libera per meno di m 0,80 di altezza. 322

> Questa incisione nl banco naturale si fa più o meno profonda a seconda della necessità di raggiungere la vena idrica. In prossimità delli gresso l'incasso diviene profondo addirittura m 0,50/0,60.

partire da quella a breve distanza dall’ingresso, forse relativa ἃ una doppia partenza sbagliata”* (Fig. 88). La larghezza media dello speco principale oscilla tra i m 0,78 della parte iniziale e i m 0,68/60 di quella restante, mentre i rami secondari hanno generalmente una larghezza media di m 0,55. La copertura è a volta tondeggiante, più larga nella parte iniziale, più stretta e schiacciata nella parte restante dello speco e T'altezza varia da un minimo di m 1,55 ad un max. di m 1,90 (Fig. 89). Le vene d'acque intercettate risultano ancora attive, come dimostra l’acqua che allaga la parte iniziale del cunicolo. Una prima diramazione, perlustrabile per m 1,80 circa, parte dalla parete occidentale con orientamento est-ovest a m 8 circa dall'ingresso*". Dopo altri m 19 dalla parete orientale dello speco principale parte un altro ramo secondario, più lungo, che con un percorso ad ampia curva di m 19,20 si dirige verso nord. Un'ultima diramazione, orientata est-ovest, è visibile poco più avanti, lungo la parete occidentale del cunicolo. Questa, ispezionabile per m 10 circa, oltre i quali il percorso è ostruito dall’interro, presenta pareti e volta molto sgrottate. 27. CunicoLo m 400 s.m. Monte Artemisio - F. na del Vallone Fig. 77. Monte Artemisio. "Terre rosse”. Ambiente ipogeo e struttura in opera cementizia: pianta (n. 21).

Alla base delle pendici sud-orientali del C. le della Carmignana, nella vallata compresa tra questo e il C. le di S. Lu-

πο L'uscitadi questo breve cunicolo èostnitadallinteo. Lungola parete sudoccidentale si legge una serie di incassi per lucerne, scavati ἃ m 0,60 ircadi istanza uno dal! alo eam 1,05 dialtezadal pd. attuale del fondo.

75 Non è perlustrabile in quanto completamente chiuso dal crollo della volt e dal conseguente interro. 32

Fig. 80. Colle della Carmignana. Ambienti sostrutiv (n. 23).

frontati, che procedono con percorso ortogonale a quello della canaletta, e quella sgorgante da alcuni tagli nella parete immediatamente a monte (Fig. 95). La canaletta, conservata per m 5,50, ha spallette laterali alte m 0,90 circa ed è larga m 0,35. I due cunicoli sono ispezionabili solo per brevi tratti essendo attualmente quasi per intero ripieni di terra: quello a sud-ovest della canaletta è largo m 0,58 ed alto dalY'interro fino alla copertura a volta, m 1,05%; quello nordorientale è largo m 0,60 ed ha un'altezza max. di m 0,90 (Figg. 96-97 e-f). 29. CunicoLI m 418 s.l.m. Monte Artemisio - Vallone

Scendendo da F. na Molara si incontra una prima coppia

di cunicoli, posti a distanza ravvicinata, prima dell'ingresso nella valle (Fig. 98). II primo è lungom 3,85, con un'altezza che va dai m 2,10 in prossimità dell'ingresso, ai m 1,60 nella parte terminale (Fig. 96). La copertura è a volta, piuttosto stretta, mentre la larghezza, che alla base è di soli m 0,43, aumenta fino a m 0,70 già a m 0,38 dal fondo, per effetto di due nette rientranze ricavate lungo le pareti laterali, per ridursi nuovamente ἃ m 0,50 circa verso la fine (Fig. 97 a-b). Sulla parete settentrionale, a m 1,30/1,50 dal fondo, sono visibili alcuni fori di captazione. L'ingresso al secondo cunicolo si apre lungo la stessa parete a soli m 3 circa dal primo. È lungo m 34,90 con orientamento est-ovest, simile al primo, fatta eccezione per gli ultimi m 5 circa, nei quali piega decisamente verso nord. Sul fondo dello speco è visibile la canaletta per lo scorrimento delle acque, per m 5 a partire dall'ingresso, oltre i quali è obliterata dall’interro. Nei primi m 1,50 circa di lunghezza lo speco presenta dimensioni considerevoli (alt. m 2,05; largh. m 1,20), che si riducono progressivamente lungo il percorso (alt. m 1,86/1,65; largh. m 0,73/0,50). La copertura è a volta irregolare, quasi piatta"" (Fig. 97 c-d). Lungo il lato meridionale, a metà circa del percorso, resta un incasso per lucerna a m 1,50 circa dal fondo. 30. VILLA m 665 s.l.m. Vivaro - Maschio di Ariano

A mezza costa lungo le pendici nord-occidentali del Maschio di Ariano, Ashby agli inizi del Novecento segnala l’esistenza di una villa". Nell'area grossomodo corrispondente, in uno stretto pianoro delimitato sui lati nord-ovest e sud-est da due sentieri che salgono verso la montagna due

Fig. 81. Colle della Carmignana. Ambienti sostruttivi: pianta e sezione (n. 23). »Lungo la parete occidentale, per il breve tratto ispezionabile (m 2 circa), è visibile il taglio, am 0,35 da terra, per una canaletta. 7" Le irregolarità della copertura sono dovute anche al fatto che in più

punti fo scavo ha incontrato affioramenti di basalto, particolarmente diffici ἰ da lavorare, 7 Asuy 1910: map. I; Logut 1962: us. 6. 323

aan Fig. 82. Colle della Carmignana. Intonaci (n. 28).

Fig. 83. Colle della Carmignana. Stucchi e intonaci (n. 23)

del sentiero, nel tratto più a valle, su una fascia di m 50 circa di lunghezza, si riconoscono, oltre a diversi cubilia in selce, frr. di tegolee coppi a impasto arcaico, e in minore quantità a impasto rosato di età romana, ma anche sporadici frr. di vernice nera, ceramica comune e sigillata africana”, L'affioramento sembra attestare la frequentazione dell’area in età arcaica e successivamente durante la media età repubblicana, e, ancora, nella media età imperiale. Vernice nera — 1 fr di fondo di balsamario non id.

Fig. 84. Colle della Carmignana. Cisterna: settore nord-orientale della navata (n. 24).

blocchi squadrati, in peperino, (m 0,50 x 0,44 x 047; 0,52x0,37x0,40) sono riutilizzati in corrispondenza dell'angolo sud-orientale in un muro a secco. Lungo il sentiero nord-occidentale, dove il fondo boschivo consente una seppur scarsa visibilità, affiorano pochissimi frr., generalmente di piccole dimensioni, di materiale edilizio a impasto arcaico e rosa di età romana, e di ceramica comune da fuoco. 31. MATERIALE SPORADICOm 480-473 s.l.m. Monte Artemisio - “Terre rosse”

Lungo il sentiero che partendo dalle pendici meridionali della zona detta “Terre rosse”, immediatamente a nord della Valle dell'Inferno, sale verso nord-ovest fino alla cima di Colle del Favo, è possibile notare un affioramento di materiali ceramici. Nella sezione della scarpata che costeggia il lato a monte 2 Appena affiorante dal pdc. rimane, forse, anche traccia di una strutura in opera cementzia con scagli di selce. II fito sottobosco non permette la ricognizione dell'areache costeggia il sentiero 324

Africana da cucina = 2 fi: di orlo di casseruola bifido ingrossato c arrotondato tipo Ostia ΠΙ, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del IT alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. — Ὶ fi. di parete di casseruola non id. 32. CunicoLO m 430 s.l.m. Monte Artemisio - V. dell’ Inferno

Circa m 160 a sud-ovest dai primi due cunicoli (n. 29), ancora fuori dalla valle, si trova un terzo speco lungo circa m 68, orientato nord-ovest/sud-est (Figg. 99-100). Il fondo interrato lascia vedere solo per un breve tratto, a m 16 circa dall'ingresso, la canaletta scavata nel banco (largh. m 0,10; prof. m 0,08). Lo speco largo all'ingresso m 0,75, dopo m I circa si allarga bruscamente fino a m 1,20 per poi riassumere minori dimensioni, comprese tra m 0,70e m 0,58. Anche l'altezza varia dai m 1,45 iniziali ai m 1,75 al centro ai m 1,55 finali, mentre la copertura, quasi piatta per oltre metà del percorso diviene a volta molto stretta nell'ultima parte, dove appare tagliata nello strato più tenero del banco (Fig. 101 a-b, c-d). A breve distanza dall'ingresso sulla parete orientale sono visibili due foἡ di captazione, a m 1,30 circadal fondo. Sulla parete opposta Atlante I: 218-219, tv. CVI, 6; cf. AGUAROD Ora. 1991: 281283, 335-341 fig. 75-81, la quale distingue il ipo in due variant principili Ae B.

Fig. 86, Colle della Carmignana. Cisterna: settore sud-occidentale della navata (n. 24)

Fig. 87. F.na del Vallone. Ingresso al cunicolo (n. 26)

sono invece distribuiti, nella parte centrale del cunicolo, almeno tre incassi per lacerne a distanze progressivamente più basse dal fondo (m 1,20; 1,0 ; 0,90) in considerazione dell'accentuata pendenza verso l'estemo del fondo”. Lungo la parete ad ovest dell'ingresso si notano tracce di lavorazione per. Ja realizzazione di un canale di drenaggio che corre per almeno m 3,50 alla base della parete e raccoglie anche le acque captate da un foro e da alcuni tagli praticati più in alto.

più stretta e profonda che si allunga verso ovest fino alle pendici orientali del Maschio di Ariano, denominata Valle dell'Inferno, caratterizzata da balze piuttosto ripide soprattutto sul lato settentrionale. Nel tratto iniziale della valle, a partire dall'ingresso a questa scendendo da nord-est, dalla Ἐ na Molara, si conserva una serie di cunicoli di captazione (drenaggio?), generalmente brevi, scavati nel banco affiorante lungo il costone settentrionale. 33. Cunicolo. Il primo, m 40 circaa sud-est del cunicolo n. 32, è lungo m 7,80ed orientato quasi nord-sud (Fig. 102). L'ingresso, con copertura a volta quasi piatta è largo m 1,20 ed alto m 1,60 mentre le dimensioni interne si riducono a m 1,05 per la larghezza e m 1,55 per l'altezza, con volta più arrotondata (Fig. 101 e-f. 34. Taglio di captazione. A m 21,50 dal cunicolo n. 33,

33-38. CUNICOLI E TAGLI DI CAPTAZIONE m 425-420 s.l.m. Monte Artemisio - V. dell'Inferno

A partire dalle pendici nord-occidentali del C.le della Fragola il Vallone sî chiude în una gola, progressivamente Quasi tuti i cunicoli ispezionati in questo settore della valle dellInfemo hanno la carateritica di essere scavati con una marcata pendenza verso l'esterno.

11 fondo dello speco è ancora periodicamente invaso dall'acqua. 325

Fig. 89. F. na del Vallone. Cunicolo: sezioni (n. 26).

Fig. 88. F na del Vallone. Cunicolo: pianta (n. 26).

lungo la parete si nota un taglio quadrangolare, profondo m 0,90, largo m 1,06 ed alto m 1,90, realizzato allo scopo di captare le vene e far sgorgare l'acqua lungo la parete . 35. Cunicolo. A m 30,30 dal n. 34 si incontra un altro cunicolo, lungo m 7,95, orientato est-ovest (Fig. 103). Nei primi m 0,90 circa di lunghezza è largo m 1 ed alto m 1,65, con volta di copertura irregolare, con piani di spiccato diseguali e quasi piatta. All'interno si restringe fino a m 0,90 ed anche l’altezza diviene di m 1,55 (Fig. 101 g-h). Le pareti e la volta appaiono sgrottate in più punti e piuttosto irrego7 crollo della parete d'ingresso ha anche aumentato notevolmente Je dimensioni di quest'ultimo che attualmente è largo m 1,40ed lom 1,75 326

lari. In prossimità dell'ingresso si notano due fori di captazione: uno lungo la parete settentrionale a m 1,45 dal fondo, l’altro quasi al centro della volta. 36. Tagli di captazione. A m 31,50 dal cunicolo n. 35 sulla parete è stata ricavata una grossa nicchia semicircolare, lunga m 3,50 circa e profonda m 3,00 ed alta m 1,30, sul cui fondo si leggono ancora alcuni tagli di captazione . 37. Cunicolo. Solo m 6,30 a sud-ovest dei tagli n. 36 si apreun altro cunicolo, lungo m 14,40 e orientato nord-ovest/ sud-est. In prossimità dell'ingressoil crollo parziale della parete nord-orientale ha causato un forte interro del fondo? (Fig. 104). Procedendo verso l'interno l'altezza del cunicolo aumenta da m 1,40 a m 1,90, mentre la larghezza diminuisce dai m 1,05 iniziali ai m 0,85 della parte terminale dove le pareti laterali appaiono meglio conservate (Fig. 101 i-l, m-n) La copertura è a volta quasi piatta. Lungo le pareti, a m 0,50 dal fondo, sono ricavati alcuni tagli per favorire la captazione delle acque. 38. Cunicolo. Un ultimo cunicolo è visibile a m 13,50 da quello n. 37 . È lungo m 12,10 ed orientato nord-ovest/sudest. L'ingresso, largo m 1,05 ed alto m 1,53, presenta lungo Ja parete nord-orientale delle irregolarità che corrispondono ai diversi affioramenti delle formazioni incontrate dallo scavo, alcune più, altre meno soggette ad usura (Fig. 105). Le dimensioni interne sono di m 0,85 circa in larghezza e m 1,72 di altezza (Fig. 101 o-p, 4:1). La copertura è a volta quasi piatta. A metà circa del percorso, sulla parete sud-occidentale, a m 1,25 dal fondo, è un incasso per lucerna. 39. TAGLIO DI CAPTAZIONE m 437 s.l.m. Monte Artemisio - C. le della Fragola

Lungo le pendici orientali di colle della Fragola, nel banco affiorante, si nota un taglio quadrangolare, profondo m 0,55, largo m 0,94 ed alto m 1,35, realizzato allo scopo di captare le vene e far sgorgare l’acqua lungo la parete.

Fig. 90. F. na del Vallone. Cunicolo (n. 27).

Fig. 91. F. na del Vallone. Ingressoal cunicolo (n. 27).

Fig. 93. F.na del Vallone. Cunicolo: sezioni(n. 27). 40. AREA DI FRR. FITTILI m 418 s.Lm. Monte Artemisio - Vallone

Fig. 92. F. na del Vallone. Cunicolo: pianta(n. 27).

Nell'area a nord-est del sentiero che attraversa la vallata compresa tra le pendici nord-orientali del Colle della Fragola e sud-occidentali del Colle di S. Lucia, nella zona denominata Vallone, affiorano in media concentrazione, su almeno mq. 600, numerose tessere di piccole dimensioni di. mosaico, fr. di lastrine in marmo, non pochi frr. di tubuli paralielepipedi fitli per il riscaldamentoe numerosi frr. anche di grandi dimensioni, di tegole a impasto rosso, alcuni riferibili a età repubblicana (Tav. I, 12), la maggior parte di età romana (Tav. I, 13), rari frr. di ceramica comune e di sigillata italica, tra cui uno con bollo in planta pedis". Dalla scarpata di terra, in sezione, fuoriesce un blocco in peperino (m 0,42x0,60x0,35 max.)

Nelle stessa zona, alla metà degli ami Novanta, il Gruppo Archeologico di Lariano individube scavò un acrtodi pavimento a mossco con tesere bianche di modia grandezza. È: probabileche il pavimento, successivamente ricoperto, si sato danneggiato dall periodiche operazo-

ni connesse ltagliodel bosco che in questa zona hanno comportato ache lo spianamento di alcuni setri A quest'area deve presumibilmente riferirsi la segnalazione del Nardini circa la presenza “in prossimith del Vallone .. di frammentidi anfore, marmi e tassel di musaico (Naxos 1934b: 175). 327

Fig. 94. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno: veduta da nord-ovest.

Gran parte dell'altura e delle pendici sono state interessate da operazioni connesse al taglio del bosco che hanno alterato l'originaria posizione delle aree di fr. fittli. I materiaIi, che attestato una frequentazione durante l'età del Bronzo recente e finale e l'età del Ferro e, successivamente, l’età orientalizzante, in considerazione della loro dislocazione topografica e della tipologia della gran parte dei materiali recuperati, potrebbero riferirsi all'abitato di Colle della Fragola, ubicato nel settore a monte di quello dove si troverebbe la corrispondente area di necropoli”. Tuttavia la probabile provenienza da questa medesima area di una olla miniaturistica (n. 42), sembrerebbe prospettare piuttosto un utilizzo funerario, analogamente a quanto recentemente ipotizzato per il settore più occidentale dell'altura.

Nell'area è ipotizzabile la presenza di un edificio a probabile carattere residenziale, fornito di ambienti termali in uso presumibilmente durante l'età repubblicana e successivamente nella media età imperiale. Le modificazione artificiali che hanno interessato il settore nell'ultimo decennio rendono difficoltosa la ricostruzione della superficie dell'impianto. Sigillata italica

— 2 fs di orlo vertical, pertinenti ma non combacianti,un fr. di fondo con bollo relativi a coppa emisferica con listello tipo Conspectus 342.2, databile dalla tarda cà tiberana all’età flavia. Bollo a impressione con cartiglio in planta pedis (Lungh. cm. 1,8; alt. em 0,4). Andamento del testo lineare (lungh. cm 0,8; al m 0,3) con direzione delle lettere progressiva e tecnica rilevata: C NR, C. Mumerius) R(estitutus ). I bollo è relativo l'officina del ceramista aretinoC. Numerius Restturus, databile tra la fine del le Ja prima metà del I sec. d.C." (Fig. 106, Tv X, 5) — 1 fi di parete pertinente a forma non id Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

41-42. MATERIALE SPORADICO m 402 s.Lm, Monte Artemisio - C. le della Fragola 41. Materiale sporadico. Lungo le pendici orientali di Colle della Fragola, dove il pendio si distende in ampi pianori, il recente scavo del terreno per l'allargamento di un sentiero usato per il taglio del bosco, che sale fino al Vallone, ha evidenziato in sezione nella scarpata, su una fascia di circa 30 m di lunghezza, numerosissimi fr. di ceramica a impasto”.

Fig. 95. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Canaletta (n. 28)

2 Conspectus 112, tv. 31.I tipo 34 corrisponde a Goudineau 38b; Pucci 37,3.69-11 P" Oxt, Cowronr 1968: 297 n. 151; xt, Coveosr, Kran 2000: 305 n, 1304. » La terra sembra scivolata a seguito del “taglio”, per cui l'affioramento dovrebbe allargarsi immediatamente al di sopra del punto del rinvenimento, dove perdl fito sottobosco impedisce, al momenta, la ricognizio» Riferimenti all'atto dell'età del Ferro, del quale sembrerebbe

@mancare ancora una ubicazione puntuale, sono in: DRAGO 2002-03: $0 speialmente nota 37 con indicazione della presenza di materiali conservati al Museo delle Navi, a Nemi; ANOLE 20039: 143, 145 fig. 7B n. 10; BrLaRpeLLI 2004: 123-124; ANGLE 2006: 18 fg. 1, 20, 24, Tra i materiali ceramici, attualmente esposti al Museo delle Navi di Nemi (BeLLUOCI, ‘Carat 2003: 191), ricordo: una coppa emisferica, un calice carenao, un ansa di kantharos, ooa stamnoide in bucchero databili αἱ VIT sec. a. C ote ad alcuni fi. sia in impasto bruno che rosso ed una fibula databili ra X e VII sc. a.C.

328

Fig. 97. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Canaletta e cunicoli iun. 28-29).

Fig. 96. Monte Artemisio. Valle dell"Inferno. Canaletta e cunicoli: pianta (nn. 28-29)

Fig. 98. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Ingresso ai cunicoli (n.29)

Impasto protostorico — 2 frr di orlo pertinenti ma non congiunti di impasto buccheroide, con ampio orlo svasato con foro passante, inizio di vasca carenatà a profilo convesso, forse riferibili a piatto su piede, databile alla IV fase laziale, assimilabile ad un esemplare da Osteria dell'Osa®. — 1 fi. di orlo svasato e leggermente ricurvo, golae carena pertinente a ciotola carenata; impasto bruno con rari inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, superfici ben lsciate, databile tra il Bronzo recente e la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con l'esemplare da Velletri-Monte dei Ferrari", meno puntualmente con l'esemplare da Rocca Priora-Colle della Mola" (Fig. 107, a, Tav. X,6). — 1fidi orlo aggettante e leggermente arrotondato, gola e carena pertinente ἃ ciotola carenata con vasca bassa; impasto bruno con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, superfici ben lisciate, databile tra il Bronzo recente e la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Velletr-Monte dci Ferrari®™ e da Rocca Priora-Colle della Mola*” (Fig. 107 b, Tav. x.7) = fi. di orlo appiattito e svasato con spigolo interno, pertinen-

te ἃ oll; impasto rosso nerastro, con inclusi micace e calcarei di piccole ¢ medie dimensioni, superfici con tracce di steccatura, datable a T periodo laziale (A 1). Un confronto può essere istituito con l'esemplare da Albano-Paluzzi*" (Fig, 108, b, Tav. X, 8). ~ 1 fr diorlo leggermente assottigliato ὁ svasato con spigolo i teo smussato, pertinente a oll; impasto rosso bruno con sfiammature, con inclusi micacci e calcare di piccole e medie dimensioni, databile tala fine dell'eà del Bronzo la prima età del Ferro (II periodo lazialeA 1). Un confronto può esser istituito con l'esemplare da Velletri Colle dl Vescovo?" e, meno puntualmente, con lesen lare da Ariccia-Monte Gentile. Galloro™ (Fig. 108, a, Tav. X, 9. — 1 fr. di orlo appiattito e svasato con spigolo interno smussato, pertinente a olla; impasto bruno, con inclusi micacei e calcare di piccole ὁ medie dimensioni, superficie lucida, databile lla prima eft del Ferro. Un confronto pud essere istituito con gli esemplari da Velletri-Monte dei Ferrari?" e Ariccia-Cava"® (Tav. XI, 1). — 1 f. di fondo pertinente a forma non id, di impasto rosso bruno con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, databile all'età del Ferro, — 2 fr. combacianti di fondo di impasto rosso bruno pertinente ad un vaso di forma chiusa, con inclusi micacei e calcare di piccole

Bieri SesmERI 1992: I, 350 tipo 170 c var. IT databile al IV periodo. laziale; ll tav. 106 » ANOLE, BOZZATO, MeNGARELLI, RoLFO 2004: 106 con fig. 12,n. 102,107, note 61-63 ‘> CHaucer 1978: 33 tav. IV. 4, 38, 109 tipo 1,132. "^ ANGLE, BOZZATO, MENGARELLI, ROLPO 2004: 100 fig.9,n. 157, 101. P Chuagucci 1978: 33 uv. ΤῊ, 3, 36, 109 tipo 1, 132.

"^ Curanucet 1978: 44, 45 av, VII, 6, 114 tipo 35, 136-143, speci mente 142. =» Draco TroccoLi, MERLO, Tn KORTENAR 2003: 151, 152 fig. 9. » Ciucci 1978: 96 tav. XXX, 3,97, 114 tipo 35, 14. 8 ANGLE, Bozzaro, MOLINARO, ZARATTI 2003: 42 con fig 9.1,da foa IX see, aC. ee Cutanucet 1978: 92 tav. XXVIII 1,93, 114 tipo 34, 140. 329

Fig. 99. Monte Artemisi, Vale dell Inferno, Cunicolo(n. 32) e medic dimensioni, superficie interna nera con tracce di steccatura, databili all'età del Ferro. Evident tracce di esposizioneal fuoco. = 1 fr di parte di impasto rosso bruno pertinente ad un vaso di forma chiusa, con inclus micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superficie interna nera con tracce di steccatura, databile all'età del Ferro. Evidenti tracce di esposizione al fuoco. = 1 fr di parete di impasto nerastro, con inclusi micacei e cal carci di piccole © medie dimensioni, superficie esterna nera con tracce di steccatura, databile all’età del Ferro. ~ 1 fi di carena arrotondata pertinente ad una ciotola; impasto nero lucido con inclusi micacei e calcari di piccole dimensioni, databile all’età del Ferro. Impasto bruno

~ 1 fd parete, con inclusi micacei e calcarei di piccolee medie dimensioni, superfici lsciate, pertinente a forma non id, databile tra la I-II fase lazialee l’orientalizzante antico. Evident tracce di esposizione al fuoco ~ 1 fr. di parete con inclusi micacei e calcare di piccole e medie dimensioni, decorazione a cordone plastico con impressioni digita, pertinent a forma non id. riferibile a età orienalizzante (Fi. 109, Tav. ΧΙ,2).

42. Materiale sporadico. In una collezione privata si conserva un'olla, che il proprietario assicura di aver rinvenuto in questa medesima area: — 1 olla frammentaria di forma cilindro-ovoide priva di orlo, fondo piano piuttosto stretto, cordone plastico a tacche alla base del collo, superficie interna finemente lucidata a stecca, forse oggetto miniaturstico, databile alla fase laziale II. Un confronto per la forma e la decorazione, può essere istituito con i dolia, di dimensioni © Canara 1995: 183,185fig. a BEFTELLI 1997: 160, tav. 80,2, dai lla Fase TAI 9 Burn Sestri, De Sass 1992: I, 229-230, 232 tipo Le, datato al la I fase laziale; I, tav. > CHARUCCI 1978: 43-4, 4 tav. VII, 1, tipo 37, 142, attestato nel IT periodo laziale. 330

na

Tmpasto grezzo — | fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 478, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 700 e il 500 a. C.** Fig. 100. Monte Artemisio. Valledell'Inferno. Cunicolo: pianta (n.32). maggiori, tipo Bettelli 1997, 4, attestati nella necropoli del Foro Romano e con gli esemplari da Osteria dell'Ose"*, AlbanoPaluzzi** e Lanuvio-Cimitero""; per il cordone un confronto è possibile con un fr da Ariccia- Valleariccia”® (Tav. XID. © Chnagtci 1978: 106 tav. XXXIV, 2, 107, 152, attestato nl I tra il periodo ILA 2e HB 1 s Cinagucci 1978: 89,90 tav. XXVII, 7, 129 tipo cordoni plastici IV, 144245.

43. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA E AREA DI FRR. FITTILI m 400 s.Lm. Monte Artemisio - C. le della Fragola

Lungo le pendici sud-orientali del Colle della Fragola, a poca distanza dal lato meridionale del sentiero che sale verso la sommità, appena affiorante dal sottobosco, è visibile per m 1,50 circa di lunghezza, un muro orientato nord-sud e costruito con scaglie di selce. Nell'area circostante, in particolare nella zona in piano immediatamente soprastante, su una superficie di mq. 400 circa affiorano in media concentrazione, malgrado la scarsa visibilità del fondo, alcuni fr. di tegole e coppi soprattutto a impasto arcaico, in minor numero a impasto rosato di età repubblicana e chiaro di età romana, un peso da telaio, frr. di dolio a impasto arcaico, alcuni di ceramica a impasto, a pareti sottili, comune da fuocoe rari fr. di anfore. 1 materiali attestatano la frequentazione dell'area forse durante l'età del Ferro e, successivamente, la presenza di una modesta casa/fattoria di età arcaica sulla quale, a partire dalla media età repubblicana fino probabilmente alla prima età imperiale, si è sviluppato un edificio a carattere rustico. Impasto protostorico = 1 ft di parete pertinente a forma non id. riferibile genericamente all'età del Ferro. Impasto grezzo — 1 fr di orlo pertinente a bacino tipo Carafa 1995, 565, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili trail 6001S90 e i1 550 a. C." (Tav. XI, 3). Ceramica a pareti sottili — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fi. di orlo di coperchio, simile all'esemplare rinvenuto a Velletri in località Casenuove in un contesto attribuito alla fine del TV, prima metà II sec. a. C."*. — 1 fr. di orlo pertinente a forma non id. — 2 frt di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di ansa di Dressel 1, anfora vinaria?" di produzione tirrenica??, diffusa tra il 145/135 e il 10. C. Opus doliare — 2 frr di parete di impasto arcaico. Instrumentum domesticum — 1 fr di peso da telaio di forma sub-parallelepipeda con foro passante orizzontale in impasto giallo-rosato riferibile a età repubblicana. P" Carra 1995: 207 fig. 208 2 MencaRELLI 2003: 77 fig. ὃ, 4. »Trai vini quello riportato nei rii icti risulta il Falerno, dal’ ager Falernus, insieme al Caecubus, dall'area Fondi, il Surrentinum, prodotto in area vesuviana, i vini di Formiae e quelli prodotti in area etrusca (Seavey 1985: 21-26; Tennsta 1986: 342-346). Oltre al vino è documen tato anche il trasporto dell'Anineum passum vetus (SEALEY 1985: 44) e

Fig. 101. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Cunicolo: sezioni (an. 32-33, 35, 37-38) 44. AREA DI FRR, FITTILI m 420 s.l.m. Monte Artemisio - C. le della Fragola

Quasi alla sommitàdi C. le della Fragola, dove il pendio del versante sud-orientale si ammorbidisce in un piccolo pianoro affacciato a sud, si nota un affioramento di materiali antichi. quello del Caroenum (CIL XV, 4547, databile agli anni centrali del I sec ac), 2m Areliers sono noti in Etruria (HESNARD, Rico, ARTHUR, PICON, cursus 1989), nel Lazio ad Astura e Fondi (Despat, Maza 1997), in Campania e in Calabria (Lusuanox Sita 1977; Tcusseua 1986: 47) ἈΞ TeHERNA 1986: 42-47, 126-127; MANACORDA 1989: 443 nota 2 Rizzo 2008: 144 nota 14. 331

dcs, D

ae.

Fig. 102. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Cunicolo (n. 38).

Fig. 103. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Cunicolo(n. 35).

Su un'area di mq. 900 circa si riconoscono in bassa concentrazione, scaglie di selce di piccole dimensioni, cubilia in selce (cm 4,5x5,5) frr. di tegole a impianto rosato di età romana, tessere di mosaico bianche di piccole dimensioni e frr. di tubuli in cotto, quasi assente, fatta eccezione per piccoli fir. di comune da mensa e da fuoco, il materiale ceramico» 1 materiali permettono solo un generico riferimento alla presenza di una struttura, forse a carattere residenziale, durante la prima età imperiale.

te la tarda età del Ferro e successivamente durante l'età orientalizzante e arcaica fino alla media età repubblicana.

45. AREA DI FRR. FITTILI m 393 s.l.m. Monte Artemisio - C. le della Fragola

Impasto bruno — 2 fre, di parete pertinenti a forme chiuse non idd., impasto rosso bruno con inclusi micacei e calcarei di medie dimensioni,superficie esterna lisciata a stecca, interno non sembra presentare linee di tornio. Probabilmente pertinente a fase di cultura laziale m. 1 fr. di parete pertinente a forma chiusa. Superficie esterna lisciata a stecca, l'interno presenta linee di tornio. Probabilmente pertinente afase di cultura laziale IVA. Impasto grezzo — 1 fs di parete pertinente a forma aperta non id.

Lungo il versante meridionale di Colle della Fragola, su un piccolo pianoro affacciato verso sud-est e protetto dalla montagna alle spalle, il quale costeggia il lato orientale del sentiero che sale verso la sommità, su un’area mq. 120 circa, affiorano in media concentrazione sporadici frr. di coppi di età arcaica, frr di ceramicadi impasto e rari frr. di comune da fuoco" L'affioramento attesta la frequentazione dell’area duran-

Comune da fuoco — 2r di orlo e 10 fi. di parete pertinenti ad un'unica olla tipo.

La visibilità è ostacolata sia dalla vegetazioneche dalle recenti operazioni connesse al taglio del bosco.

I fondo boschivo non permette una buona valutazione dellestensione e della consistenza del sito

332

Impasto rosso τ fr. di parete pertinente a forma aperta non id. Esterno ed interno rivestite da ingobbio e liscite, atribuibile alla fase di cultura Taziale IV.

— 3 fir. di pareto di forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia**. — 1 fi. di parete di forma non id, in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C. Africana da cucina. — 1 fr. di casseruola dall’orlo bifido arrotondato tipo Ostia II, 324, attestato dalla tarda età flavia alla metà del I sec. d. C. Ceramica comune da fuoco = 1 f di orlo di olla non id. = 1 fr di ansa a nastro non id. 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. 2 frs di parete pertinenti a forme non idd. Fig. 104. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Cunicolo (n. 37). Carta 1978, fig. 72, 42, attestata n contesti della seconda metà dell III sec. a.C.2 Il fr. sembra conservare tracce in ingobbio esterno sebbene difficilmente riconoscibile per le evidenti tracce di esposizione al fuoco.

Anfore — 2 fir di parete di produzione spagnola. — 3 fr. di parete di produzione non ida. Vetro — 1 fi di parete pertinente a froma non id.

46. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA E AREA DI FRR. FITTILI m457 51m. Monte Artemisio - C. le della Fragola

Quasi alla sommità del Colle della Fragola, nel settore sud-occidentale, rimangono alcune strutture murarie ed un pozzetto a sezione quadrangolare (m 0,95x0,80 circa), probabilmente relativo ad un cunicolo di captazione dell’acqua””. Circa m 19 a nord-ovest del pozzo affiora appena dall'intero un muro orientato nord-sud, in opera cementizia, spesso m 0.45 circa e conservato perm 1,80di lunghezza. Quasi sullallineamento del muro, m 14,30 circa a sud, resta un lacerto murario crollato e ribaltato a terra, sempre in opera cementizia. Nel terreno circostante, sparsi in media concentrazione su un’area di almeno mq. 800 circa, si notano diversi cubilia in peperino (cm 5x5,5), piccoli fr. di tegole e coppi a impasto chiaro di età romana, piccole tessere pavimentali di pasta vitrea, rari frr di ceramica a vernice rossa interna, sigillata africana e africana da cucina, più numerosi di comune da fuoco e anfore. L'affioramento unitamente alla struttura attesta la presenza di un edificio a carattere residenziale sviluppatosi forsea partire dalla tarda età repubblicana, sicuramente durante Ja prima età imperiale, fino ad almeno il IV secolo d.C. Vernice rossa interna — 1 fi. di parete pertinentea forma non id. Sigillata africana ~ 1 fr. di orlo di scodella αἱ tipo non id, in produzione A, databile partire all'età flavia"*. ve: Canta 1978 [1987]: 48,59 dal settore VI strato B2. 5 A detta dei conoscitori della zona i pozzo che risulta protetto da una recinzione metallica, dovrebbe avere una notevole profondità, non inferiore 23035 m.

Fig. 105. Monte Artemisio. Valle dell'Inferno. Cunicolo (n. 38). "Vd, 318-319 nota 3848. Vd, 318-319 nota 3848. 7 Atlante I 218218. 333

amm Fig. 106. Monte Artemisio. Vallone. Materiale ceramico (n. 40)

Fig. 107. Monte Artemisio. C. le della Fragola. Materiale ceramico (n. 41).

Ba Fig. 108. Monte Artemisio. C. le della Fragola. Materiale ceramico (41).

Fig. 109. Monte Artemisio. C. le della Fragola. Materiale ceramico (0.41),

475. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio - C. le della Fragola Nel 1898 è segnalato il rinvenimento, sul Colle della Fragola, di tegole, mattoncini di opera spicata e una fistula. plumbea".

Su una superficie di almeno mq. 700 circa, affiorano in concentrazione medio-bassa, condizionata dalla scarsa visibilità del fondo” frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana, scaglie di selce di medie dimensioni, cubilia in selce (cm 6x7), oltre a fr. soprattutto di ceramica comune con rari fr. di vernice nera. L'affioramento attesta la presenza di una modesta struttura a carattere rustico sviluppatasi durante la media età repubblicana e, successivamente, durante la prima e la media età imperiale.

48. AREA DI FR. FITTILI m 487 s.Lm. Monte Artemisio - "Colle Mozzo""

Salendo verso Colle Mozzo dalla F. na S. Antonio, circa ἃ metà della lingua pedemontana che si allunga verso est ἃ partire dalla base delle pendici del Maschio di Ariano, compresa tra Colle della Fragola a nord e l'altura di S. Antonio a. sud (n. 211), il pendio si allarga in una piccola terrazza, aperta verso est.

Vernice nera — 2 fi di parete pertinenti a forme non id.

2 Cascenzi 1981: 96, che riporta Ia segnatura della notizia nellArchivio Comunale di Velletri 7" La denominazione i Colle Mozzo allaltua a sudovesti C. e del Ja Fragola, assente sia nel F. 150 ISO dell IGM nella levata 1936, che nel Ja pit recente sezionen. 388060 (Lariano) della CTR del 1990, ἃ riportata

nel cabreo di Velletri del Nolli (BCV, G.B. Nelli, Cabreo di Velletri, av XIV). 7 La visibilità del sito e quindi la sua valutazioneè compromessa dal recente aglio del bosco in seguito al quale è rimasta sul terreno una notevo Je quantith di legname sparso.

334

Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di orlo di bacino tipo Ostia II, 452, attestato in contesti

datati i e flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.” — 1 fr di ansa pertinenteἃ lla non id. 1 fr di parete pertinente a forma non id. ‘Comune da fuoco — 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Pohl 1970, fig. 87, 261, attestato in contesti di età traianea™. — 1 fr di bordo pertinente a tegame tipo Curia I, fig. 249, n. 8 attestato in contesti di fine III inizi Il a. C." ~ 1 fr di ansa pertinente olla non id. — 3 fir di parete pertinenti a forme non idd

banchina con una sistemazioni a ciottoli e pietre piatte a formare un vespaio. Tra i materiali conservati: due anfore a spirali, cinque calici carenati su alto piede, un calice decorato ad archetti e quattro piatti d'impasto, e molti oggetti in bronzo dei quali rimangono pochi fer” e, soprattutto, un carro del quale rimanevano i cerchioni con i chiodi, in ferro, il mozzo centrale e un finemento equino; il corredo personale costituito da una punta di lancia in ferro, un'ascia in ferro e tre fibule a drago in argento. Se ne è proposta una datazione agli inizi del VII secolo a. C. e non oltre il primo ventennio del secolo.

49. AMBIENTE IPOGEO m 512 s.Lm. Monte Artemisio - Colle Mozzo

51. AREA DI FRR. FITTILI m 625-620 s.l.m. Monte Artemisio - "Colle Mozzo'

All’inizio delle ripide pendici settentrionali di Colle Mozzo che delimitano uno dei pianori in cui si articola la lingua pedemontana che si allunga verso est a partire dalla base delle pendici del Maschio di Ariano, compresa tra Colle della Fragola a nord e l’altura di S. Antonio (n. 155) a sud, m 300 circa a nord-ovest di un affioramento (n. 48), è possibile accedere, malgrado la presenza di un forte interro che in parte ostruisce l'ingresso, ad un piccolo ambiente ipogeo, scavato nel banco. L'ambiente, a pianta rettangolare, è lungo m. 3,50 circa e largo mediamente m 1,30 con una altezza max. di m 1,50 circa rilevabile in corrispondenza della parete meridionale. Lungo questa parete si apre una nicchia larga m 1,15 circa ed alta m 0,73, mentre un’altra, profonda m 0,55, larga m 1,13 sul fondo, si apre lungo il lato orientale, dove. Paltezza si abbassa ἃ m 1,37. La copertura, piatta al centro, chiude a volta al di sopra di entrambe le nicchie.

Superata la sommità di Colle Mozzo, procedendo verso nord-ovest lungo la lingua pedemontana che dalle pendici sud-orientali del Maschio di Ariano si allunga verso est, il pendio si spezza in un ampio pianoro affacciato a sud”. A partire dal margine sud-orientale della sterrata che raggiunge il Maschio di Ariano, inizia a notarsi un cospicuo affioramento di materiali antichi. Scendendo verso sud-est fino all'area in piano, su una superficie di mg. 3.200 circa, con un nucleo di alta presenza concentrato su mq. 800"", nel settore immediatamente sottostante la sterrata, si nota un'altissima concentrazione di scaglie di selce di medie dimensioni, grossi fi. di tegole e coppi, pochi riferibili a età arcaica (Tav. 1, 14), più numerosi a impasto rosso, più raramente chiaro e rosato (Tav. I, 15), di età romana, cubilia di selce di grandi dimensioni (cm 10x12), frr. di dolio a impasto rosso, frr. di vernice nera, sigillata sia italica che africana e africana da cucina, frr. di ceramica comune soprattutto da fuoco, oltre a qualche frr. di anfora. L'area è riferibile ad un insediamento di tipo rustico-resi denziale, esteso, anche in considerazione delle caratteris che morfologiche, presumibilmente su una superficie dî circa mq. 10.000. I materiali ne attestano l'utilizzo, forse, tra la fine del IV-fine del II secolo a.C. e successivamente tra la prima età imperiale e la fine del III secolo d. C., con un modesto nucleo precedente di età arcaica e tardo-arcaica.

50. Toma m 570 s.l.m. Monte Artemisio - Colle Mozzo

Nel settore occidentale dell'altura di Colle Mozzo, a seguito della segnalazione del rinvenimento di alcuni materiali, nel 1990 è stata scavata una tomba del tipo a “pseudo-camera”, costituita da una fossa rettangolare (m 3,70x4,20x0,50) con la copertura sostenuta da un palo centrale”. All’interno della fossa orientata in senso est-ovest, era una sorta di bassa > OstiaTI: 98, 260-261, tav. XXV. 2» Pot. 1970 dal settore IV strato A. mente all'attività 1307. 1993 con datazione al secondo quarto del VII sec. a. C. Anugr 1996: 29, 30 fi. 1.2 e specialmente 31 nota 1: CHARUCCI 1996: tav. Il, 58; ANGLE 20038: 144-146; ANGLE 2006: 18 fig. 1, 16, 27. Segnalazione del “totale stato di devastazione” del a tomba “praticatorecentemente da parte dei tombaroli locali” in Spat, Archivio pratiche, Velletri. Varie. RelazioneG. Manganello del 5 dicembre 1993. Ripulitura copertura della struttura e recupero, nelle vicinanze, di “cinque più alαἱ piccoli” fr. bronze, consegnati al Museo Civico di Velletri, furono effettuati dalla locale sezione del GAL nel 1994 (S2AL, Archivio prati che, Velletri. Varie. Relazioni G. Manganelio del 24, 27 e 30 maggio 1994) 2 Si tata di ori di una pater baccellat, un lebete con orlo perlato, un calderone con oro liscio e altri fr c piedi di tripod

>» La morfologia risulta fortemente compromessa dalla recente apertura di alcune stade sterrate utilizzate peril taglio del bosco. » Alcuni materiali, sopratutto scaglie di selce e fi. di tegole e coppî a impasto rosso si notano anche sul lato opposto della strada, ala base del Ja scarpaa che la delimita verso monte: è probabile che la strada abbia al meno in arte “tagliato” il io, lambendone il margine occidentale. La presenza di materiale è rilevabile sia nel bosco, evidenziata dl recente tagli, sia lungo i sentieri aper di recente per questa operazione. In particolare cuni materiali da costruzione si concentrano proprio lungo il margine di ‘uno di questi, il quale scende verso sud-est dalla strada principale. La maggiore parte del materiale ceramico di superficie appare comunque molto frammentato, mente alcuni fr: meglio conservati si vedono in sezione nelle scarpate che costeggiano i due sentieri principali che attraversano e cit‘coserivono l'area: quello che scende verso sud-est, che dovrebbe attaversare il ettore settentrionale dell'area, e quello più basso che risale da Colle Mozzo verso la strada, il uale sembra delimitane il margine meridionale 335

Impasto grezzo = 1 fr. di orlo pertinente a olla tipo Enei 1993, 56.342, attestato in ambito ceri in contesti di epoca tardo arcaica”. — 2 frr. pertinenti ma non congiunti di fondo piatto in impasto tardo arcaico. Vernice nera

— 1 fi di orlo di patera Morel 1994 tipo 2257a 1, prodotto in campana B, databile alla seconda metà det Π cc a C." (Tav.XI, 4). — 1 f di fondo ad anello pertinente a piatto non id., decorato da almeno quattro larghe solcature concentriche sul fondo, di produzione locale. ~ 1 fi di fondo ad anello pertinente a piatto non id, di produzione locale. ~ 1 fidi fondo a disco pertinente a piccola forma non id. ~ 1 fr di collo e parete i balsamario confrontabilecon a forma Morel 1994, 7111, databile lla prima metà del I sec. a. C^? (Tav. XL5. ~ 1 fe di parte pertinenteἃ forma non id. Ceramica a pareti sottili — 3 fir di parete pertinenti a forme non id. — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. Sigillata africana. — 1 fi di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3e=Hayes 14A, nn. 1, 4-5, in produzione ΑἹ, databile dalla fine del Il alla fine del II sec. d.C.» — 5 fi. di parete pertinenti a forme non idó., in produzione A, databile a partire dall'età flavia”, Africana da cucina — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287", attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.), e in contest di età traianeo-adrianca. — 4 fr. di anse a bastoncello pertinenti a forme non idd. = 1 fi. di parete con attacco di orlo pertinente a forma non id. = 3 fir. di fondo pertinentia forme non ida. — 7 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 2 fir. di parete di produzione tirreni — 2 fi. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione non id. 52. AREA DI FRR. FITTILI m 605-600 s.l.m. Monte Artemisio - “Colle Mozzo”

Superata la sommità di Colle Mozzo, procedendo verso nord-ovest, le pendici del colle si allargano in una serie di ampi pianori compresi tra Colle Vescovo a sud, il Maschio di Ariano a nord-ovest e la valle dell'Inferno a nord (Fig. 110). Su una dorsale distesa verso est, parallela a quella che ospita un consistente affioramento, circa m 250 a sud-ovest (n. 51), un pianoro interrompe il pendio scendendo acclive verso sud-este salendo più decisamente ad ovest fino a raggiungere la strada che sale verso il Maschio di Ariano. In dispersione a partire quasi dal ciglio della strada, su una superficie complessiva di mq. 7.500 circa, mentre una leggera, maggiore, concentrazione si registra a partire dal centro del pendio fin quasi al limite dell’area verso sud-est, su una superficie di mq. 35007", affiorano numerose scaglie di selce, cubilia in selce di dimensioni irregolari (sia grandi: em 10x9, che piccoli: cm 6x 7) e soprattutto materiali da co-

Ceramica comune — Mf dirlo di brocca tipo Olcese 2003, tav. XXVI, 3, attestato in contesti compresi ra l'età flavia e quella antonina™ — 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 2 fi. di parete pertinenti ἃ forme non id. Comune da fuoco

~ 1f di olla dallorlo a mandorla tipo Ostia IL 507^", attesta to in contesti datai all'età flavia, probabilmente durante Ja prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — 1 fr di oro di lla alloro estroflesso tipo Dyson 1976, fg 31, PD 35°, attestato in contesti del 110.30 a. C. — 1 fidi forma non id. (olla?) dallorto indistinto tipo Curia I fig. 249, 8°, attestato in contesti di fine IV inizioΠ sec. a.C. ~ 1 fe di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87, 270°, di produzione laziale-campana, attestato in contesti di ct raanea — 1 ff di coperchio dall’orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516= > Byer 1993: 119 tav. 35. > Monet. 1994: 155, pl. 41 7 Morti 1994: 401,pl. 2001 fr. è privo dello. 7 Atlante :32, tv. XVI, S. Hayes data il tipo alla metà del sec. d.C. 77 Vi. 318-319 nota 3848. Oucess 2003: 94. ‘OstaΠΕ 101, 260-261,tav. XXVIIL. = Dyson 1976: 93. 336

Fig. 110. Monte Artemisio. "Colle Mozzo” (n. 52). >» Curia 197; Curia I: 213 relativamente all'attività 1307, 268-269, ‘> Poi 1970: 179fg.-180 dal settore TV strato A4. Ostia Y: 101, 260-261, tav. XXVIII; Cana 1978 [I987]: 131 fi. 132; Pout 1978 [1987]: 403 fg, 407 dallo strato I dispersione del materiale, usata al aglio del bosco, risultasu vasta superficie ed anchela localizzazione della concentrazione, nell’area più bassa sembra viziata dlla naturale tendenza dei. civolaelungoil pendio. 353.

struzione, in particolare tegole e coppi ad impasto arcaico, rari a impasto chiaro tardo-arcaico/alto-repubblicano, pochissimi a impasto chiaro di età romana, frr di laterizio a impasto rosso, molte tessere di mosaico nere di medie dimensioni, oltre a frr. di dolia a impasto rosso, frr. di ceramica a impasto, di ceramica a pareti sottili, comune, africana da cucina e anfore. L'area sembra riferibile alla presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, presumibilmente, tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale si è impiantata una vilTa, estesa su almeno mq. 12.000 circa, in uso forse fino al IV secolod. C. Impasto grezzo — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. — 1 fi. di fondo a disco pertinente a forma non id. Internal ip ware = 1 fr. di orlo di olla assimilabile al tipo Murray Threipland 1970, fig. 31, 12, atestato in contesti compresi tra la seconda metà del VIe il Viprima metà del IV sec. aC. — 1 fi di parete pertinentea forma non id. Pareti sot — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. Sigillata africana 1 fr di estremità di tesa pertinente apiatto o scodella non id., in produzione non id. Africana da cucina

~ 1 fidi oro bifid e ingrossato di casseruola, con leggera scanalatura superiore e patina cenerognola estema, tipo Ostia IIl 267-Hayes 197, attestato tra la prima metà del IL e la fine del IVinizi V sec. d.C. — 3 fr di fondo di casseruola non id. ~ 1 fr di parete di piattofcoperchio non id. — 1 δα di parete carenata di casseruola non id. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fi di orlo di olla non id.

Anfore — 1 fi di parete di produzione tirrenica. — 1 f di parete di produzione africana. τ fr. di parete di produzione campana. 53. AREA DI FRR. FITTILI m 700-685 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio d' Ariano

Lungo le pendici orientali del Maschio dell’Artemisio, nell’area a monte del sentiero che, staccandosi dal lato nordoccidentale della strada che sale verso il Castello di Ariano, risale il versante fino a raggiungere nuovamente la strada carrabile, si rinvengono, sparsi in bassa concentrazione su una fascia di mq. 1.400 circa”, soprattutto tegole e coppi a impasto arcaico (Tav. I, 16) e rari a impasto rosso di età romana, frr di ceramica a impasto e pochi frr. di ceramica comune e anfore (Fig. 111). E probabile che i materiali, forse analogamente a quelli πη. 54-58 con ogni probabilità scivolati dall'alto, pur trovandosi sulla dorsale parallela, debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un'area soprastante”, sulle pendici sud-orientali del Maschio, attestato a partire dall’età arcaica fino, almeno, alla tarda età repubblicana. Impasto grezzo ~ 1 fr di parete pertinentea forma aperta non id. Impasto rosso — 1 fr. i parete pertinente a forma chiusa probabilmente olla di grandi dimensioni o a pithos. — 2 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Comune da mensa e da dispensa — 1 f di parete in impasto alto repubblicano pertinente a forma non id. = 1 fi di parete pertinente a forma non id. Comuneda fuoco — 4 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione gallica

Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di lla tipo Olcese 2003, tav. XII, 4, datato ta il Tac. e la fine del I sec. d.C. — 1 fi. di orlo di tegame tipo Pohl 1978, fig. 130, 75, attestato in contesti di età claudia”, = 1 fi. di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 8 fiv di parete pertinenti a forme non idd.

54. MATERIALE SPORADICO m 745 s.Lm. Monte Artemisio - Maschio d'Ariano

"Motiv Tunc AND 1970: 84 > Atlante I 218-219, tav. CVIL, 7. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compresotra a fine del Ie la metà del IL ec. d.C. AGUAROD OraL 1991: 281-283, 335-341 fig. 75.81, distingue il ipo indue varianti princ paliAc B. 7 Ocse 2008: 85. Il tipo è considerato una produzione della zona dei Coll Albani 2: Pout 1978 [1987): 343 fig, 347 dllo strato IV. L'esemplare imita i tegamidi produzione africana a patina cenerognola estera.

> La visibilitàè fortemente ridotta dalla presenza di fito bosco e di conseguenza risulta difficile la valutazione della consistenza del'ffiora7 La presenza del fto bosco, di ripidi affiorament di selcee di diver si sentieri che hanno creato iti nel pendio contribuisce al rinvenimentodei materiali în punti different; anch la ripidità delle parti del altura cla pre senza dell bale che delimitano le tete terrazze in cu i articola il pendio, possono aver contributo ala dispersione dei materiali su vasta area, in punti diversi, quasi “a raggera.

Lungo la sterrata che da Acqua Palomba sale verso il Maschio di Ariano, circa 400 m prima di raggiungere la

337

piazzola di sosta alle pendici dell’altura, il taglio artificiale della parete per la creazione di uno slargo, sul lato settentrionale della strada, ha evidenziato la presenza nella sezione esposta, m 9,50 circa al di sopra del piano stradale", oltre a frr. di tegole a impasto arcaico anche di alcuni frr. di ceramica comune da mensa e da fuoco” (Fig. 111).

Opus doliare — 7 fr. di parete in impasto arcaico.

coasud-ovest (n. 55) in diversi punti più a valle (nn. 53, 5658), debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un'area soprastante, sulle pendici sud-orientali del Maschio” attestato a partire dall'età arcaica fino ad, almeno, la. tarda età repubblicana.

Lungo le pendici sud-orientali del Maschio di Ariano, affacciate verso sud-est sulla stretta gola che le separa da quelle di Colle del Vescovo, quasi all'inizio del sentiero che sale attraverso il bosco verso sud-ovest fino all’ Acqua Donzella, staccandosi dal lato occidentale della strada che raggiunge il Maschio (Fig. 111), affiorano, in media concentrazione su una fascia di mq. 800 circa sia lungo il sentiero stesso che nella scarpata e lungo le pendici che lo costeggiano sul lato a monte", numerose scaglie di selce e tufo medio-grandi oltre a molti fr. di tegole e coppi a impasto arcaico, rarissimi a impasto chiaro riferibili a età alto repubblicana e romana, e pochi frr. di ceramica impasto, a vernice nera e comune da fuoco. È probabile che i materiali, insieme a quelli nn. 53-55, 57-88, debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un'area soprastante, sulle pendici sud-orientali del Maschio”, attestato a partire dall'età arcaica fino, ad almeno, Ja tarda età repubblicana.

È probabile che i materiali, insieme a quelli osservati po-

55. MATERIALE SPORADICO m 755 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio d' Ariano

Lungo il lato settentrionale della sterrata che da Acqua Palomba sale verso il Maschio di Ariano, poco prima di raggiungere la piazzola di sosta alle pendici dell’altura (Fig. 111), sono visibili in sezione, nella parete di terra, su una fascia che si allunga per almeno m 80 circa, a m 1,70-1,50 circa dal piano stradale, oltre a scaglie di tufo anche di grandi dimensioni, numerosi fir. di tegole e coppi a impasto ar co, tra cui alcune con aletta ad angolo stondato all'attacco della piastra (tipo Wikander 1 b) e tardo arcaico, più rari a impasto chiaro sabbioso tra cui una con traccia di pittura di colore rosso (?) e alcune tegole a impasto chiaro di età romana, oltre a fr. di dolio a impasto arcaico. Lo strato antropico soprastante, alto m 0,90 circe, raggiunge quasi il piano delle pendici che risalgono, su balze successive, fino a raggiungere il Maschio. È probabile che i materiali, insieme a quelli osservati po-

56. AREA DI FRR, FITTILI m 655-648 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Donzella

Impasto grezzo — 6 fr di parete pertinenti a forme non ida. Vernice nera — δ: di fondo pertinente a forma non id.

coa sud-ovest (n. 54) e in diversi punti più a valle (nn. 53, 5658), debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un’area soprastante, sulle pendici sud-orientali del Maschio”, attestato a partire dall'età arcaica fino, ad almeno, Ja tarda età repubblicana.

Comune da fuoco ~ 1 fr. di orlo indistinto di piatto/coperchio tipo Dyson 1976, fig. 23, V-D 70, attestato in contesti databili tra la seconda metà del Ti sec. e il 70-60 a.C." 2 frr. di parete pertinenti ἃ forme non idd.

Impasto grezzo — 1 fr. di parete pertinentea forma chiusa non id. — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa di grandi non id.

57. Areadi frr fitili m 688 s.Lm. Monte Artemisio - Acqua Donzella

Comune da fuoco — | fr. di parete in impasto alto repubblicano pertinente a forma aon id. ~ 1f di parete pertinentea forma non id.

Lungo le pendici meridionali del Maschio di Ariano, affacciate verso sud sul vallone che le separa da quelle del Colle del Vescovo, dirimpetto al costone occupato da una serie di ambienti scavati (nn. 126-137), circa m 12 al di sopra del sentiero che sale attraverso il bosco verso sud-ovest fino all'Acqua Donzella, staccandosi dal lato occidentale della strada per il Maschio (Fig. 111), si rinvengono, in alta concentrazionc?*, grossi frr. di tegole a impasto arcaico

La natura del rinvenimento suggerisce che i materiali vadano ri feriti ad un sito presente sullaltura immediatamente soprastante che, a causa della fita boscaglie che le ricopre, non risulta al momento perlustabile 7" La loro posizione non ne ha permesso un esame più di dettaglio. eiLa ripidità delle pareti dell altura e delle balze che delimitano le strette terrazze in cu si articolail pendio, possono aver contribu alla dispersione dei materiali su vasta area, in punt dives, quasi "a ragger

> Vd. nota 3931 7" Più difficile la ricognizione lungo le pendii immediatamente superior dove i fogliame ed il fto sottobosco non permettono una buona vi bita. 7" Vd. nota 3931 »» Dysox 1976: 71-7. P^ Occorre considerare che il fogliame ed il sottobosco impediscono una buona visibilità dell'area.

Impasto rosso — 2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd.

339

pasto rosso arcaico, sparsi in bassa concentrazione su mq. 250 circa. È probabile che i materiali, insieme a quelli nn. 53-57,

debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un'area. soprastante, sulle pendici sud-orientali del Maschio"", attestato a partire dall'età arcaica fino, ad almeno, la tarda età repubblicana.

Fig. 112. Monte Artemisio, Acqua Donzella. Cunicolo (n. 59). (Tav. I, 17) fir. di dolio e ceramica a impasto arcaico, oltre a diverse scaglie di selcee tufo, concentrati su una fascia di mq. 300 circa a mezza costa. È probabile che i materiali, insieme a quelli nn. 53-56, 58, debbano riferirsi ad un unico sito, da localizzare in un’area soprastante, sulle pendici sud-orientali del Maschio"", attestato a partire dall'età arcaica fino, ad almeno, la tarda età repubblicana. Impasto grezzo.

~ 1 fidi parete pertinente a forma non id. in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. — 1 fr di parete di spessore sottile, superficie esterna lisciata, pertinente a forma non id. Opus doliare — 7 frr di parete pertinenti a dolia o pithoi, in impasto rosso, superficie esterna ingobbiata. — 2fre di paretein impasto tardo arcaicoo alto repubblicano.

58. Area DI FRR. rrrriLt m 680 Lm. Monte Artemisio - Acqua Donzella Quasi alla base delle pendici meridionali del Maschio di Ariano, affacciate verso sud, sul vallone che le separa da quelle del Colle del Vescovo, dirimpetto al costone occupato da una serie di ambienti scavati (nn. 126-137), sul lato a monte del sentiero che sale attraverso il bosco verso sudovest fino all" Acqua Donzella staccandosi dal lato occidentale della strada per il Maschio (Fig. 111), si rinvengono, alcuni frr di tegole e coppi a impasto arcaico e numerosi a impasto chiaro-sabbioso insieme a pochi frr di ceramica a im77 Vd. 339 nota 3931 5» Vd. 339 nota 3931 P" Canara 1995: 186, 189 fig. "01 resi del castello sono riportati sia nella cart del Sani del 1760 (AS Disegni e Piante, coll. I, cat 125, n.20 (n.68 "delle cose notabili nelJa Tenuta di Lariano”) che in quelle del 1763 del Noli (Bc, Cabreo Noll, 340

Impasto rosso — 1 fr di orlo pertinente a coperchio attestato in impasto grez20 a Roma-pendici settentrionali del Palatino, tipo Carafa 1995, 488, in contesti databili trail 630-620e il 500 a.C”. 1 fr. di parete di spessore medio grande pertinente a forma chiusa (olla di grandi dimensioni o pithos), decorata con due lince incise orizzontali e parallele (Tav. XI, 6) — | fr di parete pertinentea forma chiusa non id. 59. Cuntcoto m 697 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Donzella

Immediatamente al di sotto della spianata occupata dalla fontana dell' Acqua Donzella, si apre l'ingresso ad un cunicolo antico, il quale ancora oggi raccoglie le acque provenienti dalla sorgentifere di montagna e drena per captazione a terrazza superiore al di sotto della quale si inoltra per un breve tratto (Fig. 111) I cunicolo è scavato nello strato inferiore dell'affioramento naturale, tufaceo, al di sotto del banco di selce (Fig. 112), lungo m 4,20. L'ingresso, con volta tonda, è alto m. 0,85 su un fondo invaso parzialmente sia dall'acqua che dal fogliame ed è realizzato con un dente sul lato meridionale, presumibilmente funzionale ad un sistema di chiusura, il quale ne restringe la larghezza alla base a m 0,52. All'interno lo speco, che presenta pareti ancora regolari e ben conservate, restringe progressivamente la sua larghezza da m 0,70 a 0,55. Nei primi m 1,60 circa procede verso ovest per piegare leggermente verso nord negli ultimi m 2,80. Sul fondo, la parete arrotondata capta ancora acqua, come pure la volta, in più punti. Esternamente la parete meridionale chiude ed agevola la raccolta delle acque mentre su quella orientale, diritta, è stato scavato un canaletto, lungo m 1,50 am 0,70 dal p.d.c. attuale, proprio per agevolare la captazione dell’acqua. 60-75. CASTELLO B MATERIALE SPORADICO m 898 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio d' Ariano

Sull'altura del Maschio di Lariano, în condizioni di visibilità e di conservazione precari, si conservano alcuni resti del castello di Lariano”, realizzato presumibilmente prima tav. 1, XIII "Mora Castellane” e letteraA, “Antico Castello del Lariano”) e del 1790 (Ase, Disegni e Piante, coll, cart. 125, n.23 (1 "antico e diruto Castello di Lariano”). Menzioni nella cartografia storica nella carta di I Mattei del 1674 (Bav, St geogr. 1,638, riprodotta in FRUTAZ 1972: avv. 134, 156:"L Arianod." in quelladi G. E Ameti del 1693 (Biasa, Roma XI 30. 18, 1:2: 435, riprodotta in Feuvaz 1972: tv. 176. "Ariano irato) in quel

del 1140"^, distrutto nel 1455, restaurato una prima volta nel 1368", nel 1434 e poi nel 1462 e quindi abbandonato nel 1463? (Figg. 111, 113). Il circuito murario attualmente rilevabile racchiude un'area di mq. 6500 circa, adattandosi alla morfologia e in parte sfruttando la balza naturale. 60. Mura. Sul versante sud-orientale rimane un tratto della linea più esterna delle fortificazioni, che conteneva la. rampa d'accesso al castello, per una lunghezza max. di m 30,50 circa, considerata una lacuna di circa m 2,90 in prossimità dell'estremità nord-orientale, un'altezza max. di m con blocchi di tufo giallo e grigio, da m 0,44x0,33; 0,37x0,33; 0,60x0,43; 0,26x0,34, larghi mediamente m 0,35/0,38 posti in opera di testa e di taglio, ad eccezione dei filari più bassi dove prevalgono quelli di tagli. 61. Mura. Ad una distanza compresa tra m 8,60 e m 9,20 a nord-ovest del tratto n. 60, con andamento quasi parallelo, rimane un tratto di circa m 34,70 di lunghezza del muro che recingeva il pianoro, sostruendo la rampa d'accesso, privo della cortina all'estremità sud-occidentale per m 4,60 circa, spesso m 1,65 e con un'altezza max. di m 3,60 (pari a 9 filari) a partire dal piano di piccato, con fondazione in scaglie di selce e tufo, visibile fino a un'altezza max di m 0,90 62. Mura. A circa m 4 dall'estremità nord-orientale del tratto n. 61e am 5,30 dall'estremità nord-orientale del tratto 1. 60, quasi in corrispondenza di un angolo del circuito murario, si conserva presumibilmente un ingresso al castello: è

costituito da un tratto di circa m 11,60, dei quali solo gli ultimi m 4,30 con cortina conservata, che chiude ad angolo retto salendo a ovest verso il pianoro. Le mura, impostate sul banco affiorane visibile all'estremità orientale, sono conservate per un'altezza max. di m 3 circa (pari a 9 filari), sono reali zate con blocchi di forma e dimensioni irregolari (m 0,54x0,15; 0,58x0,47; 0,47x0,27), alcuni dei quali sagomati a zanca ad ammorsare e raccordare piani sfalsati all’interno dello stesso filare. All’estermità orientale del muro si salda, quasi ad angolo retto, un tratto superstite del circuito esterno che prosegue peri primi m 7,30 con orientamento analogo ai nn. 60 e 61, per piegare nei seguenti m 8,60 quasi sull'asse nord-sud, abbracciando la curva di livello del pianoro (Fig. 114). In questo tratto le mura, impostate sul banco affiorante sul ciglio esterno del pianoro, sono conservate per un'altezza max. di m 6,30 circain prossimità dell'angolo. 63. Mura. Dopo una lacuna di 4,50 a nord del tratto n. 62 le mura conservano il punto in cui formando un angolo ottuso, si saldano, adattandosi, alla morfologia del pianoro. Dopo un pimo breve tratto superstite (m 1,45), orientato come il precedente, ne rimane un secondo che piega verso nord-ovest per m 5,60 circa, fino a raggiungere il banco affiorante che da questo punto chiude naturalmente l’area soprastante. Il muro, spesso m 1,60, è conservato per un'altezza max. di m 2,90 sopra il banco affiorante, realizzato con blocchi di tufo giallo e grigio di altezze variabili (m 0,52 x 0,30; 0,56 x 0,40; 0,39 x 0,50), posti in

Ja di G. Astolf del 1785 (Bav, St. geogr. S. 35, riprodot in Feuraz 1972: "avv. 202-203: "Castello dell Asano dirato”), in quella di Zuliani del 1783 (1784) (Ba, Mai. E. ΧΗ. 42, riprodota in FRUTAZ 1972: tav. 208: “Ariano dino") in quelladi B. Olivieridel 1802 (Biasa, Roma XL 30. I 17,51 rirodotta in FRUTAZ 1972: tav. 22: "C. Ariano irato), in quella di A. Lita del 1820 (BNCVE, 18 ΡΝ. 4 riprodota in FRUTAZ 1972: av. 236:“Ὁ lo di Ariano") in quella di G. E. Westphal del 1827 (Westra 1829: cara alle‘gate, riprodotta in FRUTAZ 1972: tav. 243,245: "C. del Ariano dic”) nella Pianta del Territorio di Rocca di Papa dell'Ecc.ma Casa Colonna coll'unione della parte i territoriodi ariano,del 1835 (Ast, Disegni e Piante, coll. 1 cart. 77 n, 189: "Castello inito"), nell IGM di Vienna del 1851 (Bv, RG. Geogr. S. 124G 16, riprodotta in FRUTAZ 1972: tav. 297: “Vecchio Castlo dell'Ariano”), nella Pianta Corografica delle Contrade comprendenti la Macchia detta La Fayola.. in Territorio di Rocca di Papa, del 1852 (ASR, Disegni e piante, coll. 1, car. 77 n. 191: “Ariano diruto”), nella Dimostrazione del moderno territorio di Roccadi Papa con la parte delerritoriodi Lariano unita al terrtoro di Velletri del XIX sec. (Ase, Disegni e Piante, coll.I,cart.77n. 187: "Castello druto di Lariano”) Riferimenti alla sua esistenza in BoRGIA 1723: 370 (*vesigi rimaste nel Monte di un Maschio, fabrcat di durissime Pietre riquadrae, e tutto massiccio di dentro... proviso di due conservedi coposissima acqua, lavorate con con grand'ariticio.."); ESCHINARDI 1750: 288; Ratti 1797: 111 nota2; Ni 1849: II, 122; Gr 1834: 74-76; Gri. 1846: 42-43 ricorda l'esistenza di un arco, probabilmente parte dell strutture della chiesa diS. Silvestro, delle mura più interne a blocchi retangolar senza cemento, dei quali fornisce anche un disegno, e della cisterna, riferiti αἱ tempio della Fortuna; Lanciant mss. 85/2: 94-96, specialmente 94, ricorda di aver esplorato altura nel 1889 senza aver rilevato “. ullum vestigium remotae antiqutati ." Lavcu mss. 65/259-260: 1041-v. Piccola memoria presentata. li 10 Thre 1811 concernente il famoso tempio di Diana Algidina nella quale G. Grognet membro dell'Accademia Archeologica del Campidoglio ricorda la necessità “pra di nulla intraprendere a scavare l'avere un esatto disegno del sito, e del Piano icnografico di esso tempio 1"; PROVENZANI 1840: 34; BAUCO 1851: 131-132, 148 ricorda la costruione “fabbricata di durissime pietre riquadrate, e tutto masso al di dentro era provistadi due conserve d'acqua assai copiosa lavorate con grande art

ficio; Desianow 1854: 211 ricorda genericamente “delle rovine”; Viscovmi 1876: 69; TOMASSETTI 1886: 411-413 specialmente 417 fig. (pianta del casell), 420 (pianta della cisterna e della chiesa); De LA BLANCERE 1889: 30; Croci 1907: 3 ricorda l'esistenza "di tre diversi recinti”: Texsencui 1910: 332, che ricorda “il suo più alto basamento, costruito in rettangoli di pietra locale"; erroneamente Luct. 1957: I, 156-157, sula base della deserizione del Nibby, ne proponeva ipoteticamente i riferimento “al castello fortificato di Algidum, oppure soltanto di terrazzamenti di coltivazioni, come sembrerebbe piuttosto dalla posizione a gradoni dei muri"; Nisper, Huppano 1970: 257, ricordano diversi resti di mura a blocchi squadrati; Da. Lungo 1996: I, 123; MENGARELL 20038: 173-174; Trowmerta in Draco Troccou, Mani, Tex Κοκτεναν, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 227 fg. 1n. 4, 232-235. P" Si ata della richiesta di intervento inviata dai monaci di S. Maria di Growtaferraa a Innocenzo I, contro Tolomeo dei Conti di Tuscolo, i qua Je manteneva illecitamente il possesso dell rocca (SorrREDIN 1879: 189; Stcaerr 1880: 65; ALmRANDI 1887: 1-3; Ken 1907: 44) Il Casimiro ri porta un documento nel quale é ricordato che i Castello nel 1193 passdnele mani di Alessandro ΠῚ (Casio 1744: 193 nota 1). Towssrn 1979a: 551, riportato da Τκομβεττα in DRACO "Taoccou, MERLO, TEX KORTENAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 234, specialmente 237 nota 40, 79 Dopo il 1434 “Ἢ cardinal Colonna postosi in animo di fortifica di ‘nuovo la Rocca di Larano .. nando un gran numero di Operay, i quali sostenuti da una buona Squadra di Soldati, atendessero a quel lavoro" (Cssouro 1744: 193 nota 1; Boras 1723: 361), Segue distruzioneda partedi Velletri, Brevedi Calisto II del 6 settembre 1455 con ἢ quale si impedisce di rifabbrcar la Fortezza o atri edifici (BoaGi 1723: 368). Nel 1462 il card. P. Colonna fece iniziare lavoridi restauro al Castello (BonGia 1723: 369). Dopo la morte del card. Istromento del 8 ottobre 1463 nel quale si 'onvenne che la Rocca con le sue fortificazioni sarebbe stata affatto demolita, e distrutta e rimossa indi ogni materia di nuovi Edifici .. (Borca 1723: 370-371; Batco 1851: 147) 7" Sul lato intemo del muro la corna risulta visibile per soli m 4,20 circa, in prossimità dell'estremità nord-orientale in quanto la struttura è appena affiorante dal p.c. del pianoro superiore

1,45 (pari a 4 filari) e uno spessore di m 1,50. È realizzata

34

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Fig. 113. Maschio d' Ariano. Castello: pianta (nn. 60-74).

opera a filari irregolari, caratterizzati da piani sfalsati (Fig. 115). 64. Mura. Le mura che contenevano il lato sud-occidentale del pianoro si conservano a partire dall'angolo sudorientale. Dopo una lacuna di m 6,40 circa, dall’estremità sud-occidentale del tratto n. 61, forse riferibile ad un passag342

gio aperto successivamente, il muro prosegue per m 10 circa. di cui i primi 5,70 circa con orientamento nord-est/sud-ovest, e nei restanti, con i quali si salda ad angolo quasi retto al muTo che sostruisce il lato sud-occidentale del pianoro, leggermente aperto verso sud, presumibilmente per effetto della. spinta del terreno nel punto in cui più alto è il dislivello ter-

Fig. 114. Maschio d'Ariano. Castello: mura (n. 62).

Fig. 115. Maschio d' Ariano. Castello: mura (n. 63).

razzato, arrivando a m 3,20 di altezza. Il lato sud-occidentale si conserva per m 5,40 di lunghezza ed un'altezza max. di m. 2,50 sul lato esterno, il cui spessore max. rilevabile all'estremità settentrionale è di m 1,60. La cortina è realizzata con blocchi di forma tendenzialmente parallelepipeda benché di dimensioni anche notevolmente diverse all’interno dello stesso filare, con ricorso a zeppe di selce trai giunti 65. Mura. Circa m 21,60 a ovest del tratton. 64 è conservata la parte centrale delle fortificazioni, per un tratto di m. 19,50, con cortina rilevabile solo sul lato esterno per uno spessore max. di m 0,50 circa. Le mura, a scarpa sul lato esterno, hanno un'altezza di m 2,40 circa (pari a 6 filari) in prossimità dell'estremità occidentale. Sono realizzate con blocchi di tufo giallo e grigio di dimensioni variabili posti in opera per filari abbastanza regolari facendo ricorso a zeppe di selce e tufo trai giunti e sui piani. 66. Mura. Dopo una lacuna di m 4,20 dal tratto n. 65, sempre sul lato meridionale del pianoro, rimane un settore. lungo circa m 10,50, con uno spessore rilevabile di m 1,50 all'estremità occidentale e di m 1,60 a quella orientale dove la. cortina con blocchetti angolari sembra suggerire la presenza. di un'apertura. Le mura sono conservate per un'altezza max., rilevabile al centro, di m 2,70 circa dal piano di spiccato costituito da un filare di blocchi di taglio, con filo aggettante impostato sul banco affiorante. I blocchi utilizzati appaiono di altezze diverse, accordati nello stesso filare da ammorsature realizzate lungo giunti 67. Mura. Circa m 6,25 a nord-ovest del tratto n. 66, all'altezza dell’ angolo sud-occidentale del pianoro tufaceo, si conservano due muri, lunghi m 3,30 e m 1,50, formanti un angolo, realizzati con blocchetti di lava leucitica di minori dimensioni, appena affioranti dall'interro. Nonostante le diverse caratteristiche costruttivee la posizione arretrata sia rispetto alla linea delle fortificazioni occidentali che a quelle

meridionali è plausibile riferirli alle mura del castello, che a questa altezza vanno a saldarsi al banco affiorante, sfruttandone la funzionalità costruttiva a partire da qui lungo gran parte del versante nord-occidentale. 68. Mura. Sul ciglio del pianoro, lungo il lato nord-occidentale, m 14,40 circa a nord del tratto n. 67, rimane un tratto di m 8,80, orientato est-ovest, spesso m 1,60 circa, conservato per un'altezza max. di m 0,60. La cortina è realizzata con blocchi di tufo giallo e grigio. 69. Muro di sostruzione. All'interno del circuito, ad una distanza compresa tra m 10,70 all'estremità settentrionale e m 13, 90 all'estremità meridionale dal tratto n. 61, si conserva, per una lunghezza max. di m 18,80, ed un'altezza di πὶ 2,70, un muro con andamento nord-est/sud-ovest, impostato sul banco affiorante, il quale andava probabilmente a saldarsi con il tratto n. 62, sostruendo sul lato a monte la rampa d'accesso al pianoro superiore”. Il muro è privo per gran parte della cortina a blocchi in tufo giallo e grigio, conservata solo per un tratto al piede, per un filare di altezza, fatta eccezione per un breve settore all'estremità meridionale dove è visibile per un max di 3 filari. 70. Mura. Un ridotto saggio di scavo realizzato nel 2004 circa m 26 a sud-ovest della cisterna (n. 71), a ridosso del lato sud-occidentale delle mura (n. 65), ha permesso di rilevare oltre a numerose tegole ad impasto chiaro sabbioso e a numerosissimi frr. in impasto lavorato, pochi resti di un edifi cio arcaico di funzione incerta" e il lato interno delle mura, evidenziando l'intero spessore di m 1,90 circa. 71. Cisterna. Sulla terrazza intermedia, raggiunta dalla rampa, nel settore centrale del pianoro, rimane una cisterna ipogea, a pianta rettangolare (m 6,50x9,70), orientata nord-est/sud-ovest, originariamente a due navate (m 2,45x8,60)"*, realizzata con i lati lunghi e quello di fondo settentrionale appoggiati al banco appositamente tagliato"

»° Circa m 0,70 dallestremità meridionale sul fronte esterno del muro, circa m 0,25 dal pdc. è visible un canale di deflusso delle acque meteoriche, argo m. 0,30 circa con una profondità max. rilevabile di m 090. P DaLaaLio, Draco TroccoLi, MERLO 2006.

7 Del muro centrale rimane esclusivamente l'impronta al cento del Jato breve settentrionale, larga m 0,50. 7 taglioè rilevabile su lato lungo orientale, in prossimità dell'angoJo sudorientale, e su quello breve meridionale, a causa del parzialeci della stratura. 343

Fig. 116. Maschio d'Ariano. Castello: cisterna (n. 71).

struttura, realizzata con blocchi in tufo giallo e grigio, da πὶ 0,37x0,30; 0,56x0,33; 0,43x0,31. La piccola struttura a pianta quadrangolare (m 2,50x1,60) che racchiude un vano semircolare (prof. max. m 1,25 circa), presumibilmente identificabile con una fornace o camino, sembra appoggiarsi sul lato occidentale ad un muro lungo m 3,75 e spesso m 0,48 circa e alto m 1,50, costruito con blocchi di altezze differenti, il quale a sua volta si sovrappone a una struttura retrostante, orientata est-ovest. Quest'ultima, conservata per una lunghezza di m 4,60 e un'altezza di m 1,20, è realizzata con cortina a blocchi irregolari, posti in opera abbastanza disordinatamente. Alle spalle di questo muro, sul ci glio del pianoro, con probabile funzione contenitiva della struttura, apparentemente realizzato in un intervento successivo, resta un muro a blocchetti, orientato nord-est/sudovest, lungo m 6,10 circa, conservato per un'altezza di m 131 74. Struttura. In prossimità dell'angolo sud-occidentale delle fortificazioni, poco all'interno del ciglio del pianoro, a m 2 circa dal tratto n. 67 e m 4 circa dal tratto n. 66, è visibile, affiorante per appena m 0,60 dal piano di calpestio attuale, una struttura a pianta rettangolare (m 7,45x4,90), orientata nord-ovest/sud-est, quasi parallelamente alla linea meridionale delle fortificazioni. I muri perimetrali, realizzati con blocchetti irregolari da m 0,40x0,32; 0,50x0,27; 0,23x0,18, sono larghi m 0,60. ΑἹ centro dei due brevi sono due lacune: mentre quella sul lato nord-occidentale è presumibile sia stata causata da un crollo della muratura, quella sul lato opposto, larga m 2,30”, sia per la posizione rispetto alla morfologia dell'area, che per le caratteristiche della cortina, può riferirsi alloriginario passaggio. 75. Materiale sporadico. Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un capitello in peperino proveniente dal castello di Lariano"".

(Fig. 116). La struttura, coperta con volta a botte quasi completamente crollata, è realizzata in opera cementizia con rivestimento idraulico interno specialmente conservato lungo i lati orientale e settentrionale e in prossimità degli angoli nord-orientale e nord-occidentale. 72. Struttura rettangolare. Sulla terrazza superiore, m 37 circa a nord della cisterna (n. 71), in prossimità dell'estremmità nord-orientale del pianoro, m 2,80 circa all'interno delJe mura n. 63, resta traccia, appena affiorante dall'interro, di una struttura a pianta rettangolare (m 9,30 max. x 5,90) di cui sono ben leggibili i due lati lunghi e quello di fondo settentrionale. Il vano, orientato nord-sud, appare realizzato con blocchetti di lava leucitica di medie dimensioni, appena affioranti dall'interro. 73. Struttura con camino. Circa m 10 a ovest della struttura n. 72, in prossimità dell’estremità settentrionale e nel punto più alto del pianoro, a breve distanza dall’area di vedetta, appositamente ricavata nel banco affiorante che abbraccia l'angolo settentrionale della terrazza, rimane una

Poco al di sotto del castello sulla sommità del Maschio (nn. 59-74), sul versante sud-orientale, restano le rovine della chiesa di S. Silvestro”® (Fig. 111). La chiesa, orientata est-ovest, occupa una stretta spianata tra le pendici della montagna, a nord, ed il pendio a sud. In maniera non mol-

"La larghezza originaria risulta alterata dl parziale crollo del muro sul lato occidentale > Caescenzi 1981: 170; Ceccarini 20018: 126n. 1279. "Teo 1644: 55 il quale ricorda come la prima si conservasse “nel Claustro nostro Convento"; Bona 1723: 3.4, ?* Lar: 107 (=BONADONNA Russo 1985: 84); DucHESNE 1892: 309 nota 57 ("On y voit tout prés de la premiere enceinte... une église qu l'on

it avoir poré le vocable de Saint Silvestre"); BoRGia 1723: 212 ricorda na chiesa di S. Silvesto edificata di piere grandi e quadre.” cr. Lisci ms. 85/2: 94-95; Lanciamt CVarLar 13046: 133 r, con schizzo planimetrico dellabiside della chiesa e il ricordo del rinvenimento di “Grossi scaglioni di marno bigio”; Croci 1907: 4; Tensexc 1910: 332; Det Lunco 1996: IL, 183; TRoMBETTA in Draco TROCCOL!, Meato, TEX KorreNAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 233-235.

344

76*. MATERIALE SPORADICO. Monte Artemisio - Maschio d’Ariano

ΤΙ Teoli ricorda il rinvenimento presso le rovine del castello di una testa di Giano bifronte e di un'altra a poca distanza” 77. Chiesa m. 857 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio d’ Ariano

117. Maschio d' Ariano. Chiesa di S. Silvestro: pianta e sezioni (n. 77).

to diversa da quanto rilevato dal Tomassetti”®, l'edificio appare a navata unica, la cui larghezza (m 6,70) resta testimoniata dai due muri perimetrali superstiti nella metà settentrionale dell’area, realizzati con cortina in blocchi di piccole e medie dimensioni: quello meridionale, conservato per m 0,74 in altezza sul p.d.c. e m 6,40 in lunghezza; quello settentrionale per m 10,80 circa in lunghezza e m 0,58 in altezza sul p.c. (Fig. 117). Lo spessore di entrambi i muri perimetrali è di m 0,92. La navata era chiusa sul fondo da un'ampia abside, rilevabile nella metà settentrionale, larga m 5,80 circa, profonda m 2,90, con uno spessore max. P" TOMASSETTI 1886: 411-429 specialmente 414-417. Lo sato di crollo quasi total el forte intero, aggravato dall accorto su tuta l'area dei material, non permettono una buona visibilità del monumento complicando quindi anche la ricostruzione delle sue caratteristiche planimetriche. Sul lato esterno risulta, al momento, completamente obliterato dal l'intero. Lungo questo muro, quasi l termine del tratto supersit a meth circa della lunghezza totale dell'ambiente, un blocco aggetta dal filo della parete di m 0.40 circ. E probabile che si ratti di un piastinoche scandiva

di m 0,65”. In corrispondenza dell'angolo sud-orientale, tra la navata e l'abside, resta l’unica porzione conservata în altezza, fino a un max. di m 2,70. È realizzata, come presu-

mibilmente l’intera struttura, con blocchi di peperino, di reimpiego, irregolari per lunghezza ed altezza””, disposti per filari paralleli facendo spesso ricorso, per regolarizzare il piano, a delle inzeppature di laterizi o scaglie di peperino ὁ marmo (Fig. 118). Come già rilevato da Lanciani, nel pilastro superstite il blocco ad angolo tra la navata e l'abside presenta delle modanature lisce, mentre in alto resta un blocco con tracce delinducil vano e nello stesso tempo concorteva lla stabilitàdella copertura a volta. In questo trato la cortina è conservata quasi esclusivamente sul lato "Le dimensioni dei blocchi variano da m 0,30x0,36x0,25 a 0,54x0,40x0,32, 0,62x0,50x0.28, 0,72x0.35x0,25, 0.73x0,60x0,54 e 0,84x0,32x0.28. 345

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Fig. 118. Maschio di Ariano. Chiesa di S. Silvestro: lato esternodel pilastro angolare in prossimità dell'abside (n. 77).

Fig. 119. Maschiodi Ariano. Chiesa di S. Silvestro in uno schizzo diR. Lanciani(n. 77).

l'originaria decorazione a dentelli, che doveva far parte della trabeazione su cui poggiava lo spiccato della copertura a volta?" (Figg. 119-120). Più difficile stabilire la lunghezza complessiva dell’edificio, probabilmente di poco maggiore αἱ m 20, dal momento che la situazione attuale permette solo di intuire dove poteva trovarsi il muro di fondo con l'ingresso, In prossimità di quello che doveva essere l'angolo sudoccidentale resta, sempre per un'altezza di poco superiore all'attuale livello del terreno, una struttura quadrangolare (m. 1,60x1,60 circa) al cui interno è ricavato un piccolo vano circolare (diam. m 0,70)”. All'interno del perimetro della chiesa numerosi sono i blocchi relativi al crollo della struttura, molti dei quali con traccia di modanature (Fig. 121). Esternamente, a m 2,80 dai lati settentrionale ed occidentale, corre un muro, parallelo, realizzato sempre con blocchi di reimpiego anche se di dimensioni minori e posti in opera con maggiore irregolarità, soprattutto in alcuni punti, forse da riferirsi ad interventi di restauro. Il muro, il cui spessore è di m 0,65, è rintracciabile

perm 16 circa, a partire dall'angolo nord-occidentale, lungo il lato settentrionale, e per appena m 3,70 lungo il lato breve occidentale. All'esterno del lato meridionale, all'altezza del pilastro superstite, affiora appena una struttura in cement Zio, forse con funzione sostruttiva"", della quale sono rilevabili il lato meridionale, conservato con cortina a blocchi per m 1,30 e quello orientale, che risale verso il pilastro per m 1,35. Ancora lungo questo lato, a m 5,50 dal pilastro, un muro, a blocchi irregolari e di piccole dimensioni, si appoggia al lato esterno della chiesa, sporgendo per m 1,70 circa. Difficile stabilirne l’esatta funzione, potendosi interpretare o come parte di un'ulteriore struttura sostruttiva o meglio, forse, come relativo alla divisione di ambienti annessi alla chiesa su questo lato. ΑἹ di sotto delle pendici lungo il lato meridionale della struttura, insieme a numerosi blocchi in peperino, si trova un altare a blocco con reliquiario. La tecnica costruttiva e la sua connessione con le strutture del soprastante castello ne suggeriscono la datazione nell'ambito del XIII secolo”,

0 LnciANI CVatLat. 13046: 133: Circa l'importanza αἱ fini della da tazione di questo tipo di decorazione vd. TROMBETTA in DRAGO ThocCOLI, Meno, Tex KoRrtian, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 235. > La supposta prossimità all'ingresso della piccola struttura, potrebbe far pensare ad un’acquasantiea, i che indurrebbe a collocarne una speculare su lato opposto. Contro questa ipotesi tai fato ch l'invas circolare si verrebbe a trovare, consideratoi livello atuale di calpestio, poco al di sopra dell'antico piano pavimentale. Si può supporre per quest struttura an-

che l'utilizzo come fonte battesimale. Ogni ipotesi resta comunque poco attendibile in mancanza di una conoscenza più approfondita che solo una maggiore pulizia del luogo potrebbe permettere. Questa ipotesi sembra suggerita anche dall’osservazione della morfologia del terreno che su questo lato scende con una discreta pendenza. 7" TRoNBETTÀ in Draco TroccoLi, MERLO, TEN KORTENAR, DALE (110, Tropea 2004: 234235.

346

Fig. 120. Maschio di Ariano. Chiesa di S. Silvestro: pilastro angolarein prossimità dell’abside (n. 77).

Fig. 122. Maschio d' Ariano. Ambienti rupestri (n. 78)

78. AMBIENTI RUPESTRI m 868-852 s.1.m. Monte Artemisio - Maschio d’ Ariano

max. di m 1,10 circa e un minimo di 0,50, a seconda anche dello stato di conservazione, risultano ormai di differenti altezze (m 0,70, 1,50, 2,30, 2,70, 4,35), generalmente rimanendo costante quella maggiore del lato di fondo settentrionale, appoggiato alla balza tufacea, progressivamente più alta procedendo dalle terrazze più basse a quelle soprastanti a nord (Fig. 126). Tra i dodici ambienti rilevati, corrispondenti al settore occidentale della prima c della seconda terrazza e all'inizio della terza, tutti presentano nicchie di verse dimensioni, generalmente a sezione quadrangolare”, ricavate lungo le pareti ad altezze diverse, alcune di forma semicircolare. Quasi tutti gli ambienti hanno inoltre piccoli fori circolari © rettangolari lungo le pareti, disposti ad altezze differenti, la cui valutazione è compromessa dal forte interro, forse riferibili ad alloggiamento per pali lignei

Lungo il versante sud-orientale del Maschio d'Ariano, nel settore in forte pendio, a partire da q. 868 fino a q. 852, sottostante il recinto del castello (nn. 60-75), rimangono numerossimi ambienti, in parte tagliati nel rapello affiorante (Figg. 111, 122), già rilevati in parte da Lanciani (Fig. 123). Tra la vegetazione che in diversi casi, a seguito anche di piccoli crolli, ne hanno alterato le dimensioni originarie, sono riconoscibili i vari ambienti, tutti aperti verso sud, disposti su terrazze quasi parallele. Il dislivello tra le tre terrazze, di circa m 1,90/2 circa, ad eccezione della prima, separata dalla balza superiore da un salto di circa m 3, è superato da strade che si incrociano quasi ortogonalmente (Fig. 124): più strette (iram 1,10e 1,40 circa) quelle nord-sud, spesso in forte pendenza (Fig. 125), generalmente più ampie (mediamente da m 1,60 a 4 circa ad eccezione di alcuni tratti in cui si stringono fino a 1,20 circa) quelle che percorrono le terrazza nel senso della lunghezza, est/ovest, a quota quasi costante, lungo le quali si aprono gli ambienti. Gli ambienti, a pianta irregolare, generalmente quadrangolare allungata, presentano dimensioni oscillanti tra m 6,30x8 circa, 4,70x6,60 circa e 3,30x5,20 circa. I muri perimetrali, di spessore abbastanza uniforme, compreso tra un "Pin spesso piccole (m 0,50x0,25x0,40), meno frequentemente grandi (m 09050,351030). "In un solo caso ho rilevato una grande nicchia ipogea iregolar-

È probabile che possa trattarsi di un villaggio rupestre rife-

ribileai secoli successivi al Mille”, cronologicamente posteriore a quello sottostante di Colle del Vescovo (nn. 126-137) 79-92. AMBIENTI IPOGEI m 820- 783 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio d'Ariano. Salendo lungo il versante sud-orientale del Maschio, a par-

tire dalla terrazza sottostante quelle occupate dagli ambienti

mente semicircolare ricavata alla base della parete di fondo (m 1701,50). ""Datnouo 2004: 233; Datuucuo 2005: 164. 347

Fig. 123. Maschio d'Ariano. Schizzo R. Lanciani degli ambienti rupestri (n. 78). rupestri (n. 78), s incontra una serie di ambienti ipogei scavati nel banco su terrazze successive, alcuni dei quali completamenti interrati o crollati, altri tuttora ispezionabili (Fig.111). 79. m 819 s.Lm. Sul lato orientale del sentiero che raggiunge il Castello d' Ariano si apre un ambiente, con accesso ad arco alto m 1,55, a camera singola, aperta verso sud-est, ἃ pianta rettangolare, lunga m 5,55 e larga dai m 2,80 dell'ingresso, ai m 2,98 sul fondo (Fig. 127). La volta, quasi piatta, raggiunge l'altezza max. di m 2,25 dal pd. attuale?" L'ingresso, ora parzialmente ostruito da un muro a secco, a scaglie di peperino, ἃ scandito da due piccole ante speculari, larghe m 0,60 circa. All'interno, sulla parete occidentale, all'angolo con l'ingresso, è scavata una nicchia larga m 1,10 e profonda m 0,60. Altri incassi, di dimensioni medie pari a m. 0,22 di larghezza, m 0,18/20 di altezza e m 0,18 di profondi: tà, sono distribuiti sulle pareti laterali. Un largo bancone è scavato sulla parete orientale, in prossimità dell'ingresso, a m 0,55/0,70 da terra, lungo m 2,90, alto m 0,80 e profondo m 0,40 circa. All'esterno della camera un forte avanzamento della parete tufacea, appositamente regolarizzato, crea una sorta di anticamera a cielo aperto, a pianta quasi quadrangolare, larga m 3,80 circa e lunga m 7. Sulla parete che delimita il lato orientale di questo vano è ricavata una nicchia, larga m 0,80, profonda m 0,55 ed alta m 1,55 circa, un piccolo incasso (m'0,20x0,24x0,12) è visibile a m 2,10 dal p.d.c. attuale all'altezza dell'angolo nord-orientale e un'ultima nicchia, mal conservata, si legge all'estremità della parete, m 1 Circa da terra (m 0,50x0,55x0,32). Nello spazio compreso tra 7 L'ambiente è scavato in uno strato di rapello particolarmente frabi Je risulta quindi particolarmente alteratodai facili sfaldamenti, sia nel profilo elle pareti che nel soffio Il fondo del vano risulta interrato© paria mente invaso da scagliedi banco. >! Questo ambiente occupa una delle ultime terrazze che salgono lun348

d' Ariano. Ambienti rupestri: strada (n. 78). ri ig. 124. Maschio

Fig. 125. Maschio d’ Ariano, Ambienti rupestri (n. 78).

i due lati dell’anticamera restano due blocchi parallelepipedi in tufo locale (m 0,80x0,45x0,35; 0,65x0,45x0,35), scivolati dall'alto e riferibili al crollo della soprastante chiesa medievale di S. Silvestro"? (n. 77). so le pendicidel Maschio fino all zona occupatadal complessodi ambien tia pianta quasi omologa, rettangolare, scavati s terrazze sovrapposte c separate da siet viottoli ortogonali (n. 78). Immediatamente al di sopra dell'ambiente, l'inerro lascia appena intravedere la presenza di un secondo vano a cielo aperto.

80. m 820 s.m. All'ambiente si accede attraverso un'apertura, preceduta da un vano con copertura piatta, largo m 2,15 circa, alto tra 2 e 1,85 m, sul quale rimangono incassi di forma e dimensioni differenti”, presumibilmente riferibili al sistema di chiusura, larga alla base m 1,05/1,10 circa ed alto tra 2,12 e 1,85, con volta arrotondata, profonda m 1,20 circa”. L'ambiente è costituito da un unico vano allungato, a pianta irregolarmente rettangolare arrotondata sul lato di fondo, lungo m 3,75 sul lato meridionale, m 3,98 su quello opposto e m 1,45 circa su quello di fondo. La camera, coperta con volta a botte, ha un'altezza di m 1,75 circa rilevabile al centro 81. m 821 s.l.m. Circa m 1,70/1,80 a nord del n. 82, si apre un secondo ambiente. L'accesso, aperto a est, in gran parte, specialmente nella metà di sx., ostruito da detriti e da blocchi parallelepipedi presumibilmente riferibili alla soprastante chiesa di 5. Silvestro?" (n. 77), misura m 2,30 in larghezza e m 1,20 circa in altezza. Sul lato settentrionale si conserva un'anta alta m 0,75 e larga m 0,80. L'ambienteè costituito da un'unica camera, coperta con volta ribassata, che sul lato di fondo si articola in due piccoli ambienti, dei quali, quello a nord può considerarsi una prosecuzione di quello principale. Il lato settentrionale, particolarmente sgrottato, è lungo m 7,70 circa; quello di fondo, arrotondato specialmente nella metà meridionale m 3,20 circa; quello che chiude il Jato sud m 1,70 circa, per un'altezza compresa tra i m 1,50 circa appena dentro l'ingresso, i 2 m circa quasi al centro e i m 1,70 in prossimità del lato di fondo. L'altro ambiente orientato nord-est/sud-ovest ha il lato orientale sgrottato che misura m 5,70 circa, quello di fondo m 2,10, l’altro m 1,80. Alcuni incassi di forma e dimensioni differenti rimangono lungo la parete dx. dell'ambiente di dx”. 82. m 821 s.Lm. Lungo la costa del monte, a nord-est del n. 79 e poco a sud del n. 81, un ampio ambiente a camera doppia si apre verso est. L'accesso alle camere è preceduto da una sorta di ingresso con copertura piatta, lungo m 3,70 ed alto m 2,10 in corrispondenza del battente meridionale", Sul lato settentrionale la parete per m 1,90 circa in lunghezza, con orientamento leggermente divergente rispetto alla sua prosecuzione all’interno, appare riferibile ad una sorta di ingresso, analogamente al tratto di m 0,70 circa sul lato opposto. È

ae

costituito da due camere sulle cui pareti si trovano incassi di forma e dimensioni differenti”: quella di sx., orientata nord-est/sud-ovest, è lunga m 3,50 sul lato sx, m 2 circa su

Fig. 126. Maschio d' Ariano. Ambienti rupestri: pianta del settore occidentale(n. 78)

> Sulla parete ἀκ. in corrispondenza dellestremità del lato, a m 1,20 da tera,é un incasso (m 0,5010,40:0,43) un altro, di iù ridotte dimension, si trova am 1,35 da terr, immediatamente accanto al primo. Sulla pare~ te opposta, un incasso allungato (m 0,35x0.12x0,13) si trovaἃ partire da m. 1,30 da terae à m 0.80 dall'estremità della parete; un altro, ancoradi forma allungata, ma di dimensioni minori è visibile poco ole il primo. in corispondenza della copertura. Un incasso (m 0,8010,600.37) si trova sul lato dx, ἃ parre dal l'estremità della parete,a m 0,35 da terra 5» Appena dopo l'ingresso, tao praticato un piccolo saggio di scavo (m 140x1 40%0 80 circa). 3» T blocchi maggiormente conservati che rimangono numerosi anche a intero, misurano: m 0,52x04210,60;04550,4301:0,6 max. x0.40x0.27. Un primo incasso a m 1,20 dall'ingesso e a m 0,30 da terra; un τος ‘condo 230 circa dal primo ea πὶ 0,55 da terra, Altri due, quasi sovrappoti si trova a circa m 2,35 dall'ingresso ea partire da m 1,35 da terra.

"due vani sono separari da un diaframma tufaceo che si assotiglia progressivamente verso l'esterno creando due ampi access. 57 Nella camera di sx, due incassi sono sulla parete di x: uno, di ridotte dimensioni, circa m 0,60 dal basso; un altr, appena riconoscibile,a m 1,10 dal primo e am 1,20da terra. Quasi specularmente, su ato opposto, è un nasso (m 1,4010,50x0,1500.20) forse relativo αἱ sitemadi chiusura, altri due si trovano 20,65 e ἃ m 0,80 dal primo e a 095 e 1,80 da terra, uno è al centro del latodi fondo, am 25 circa da tem. Più articolata la presenza nel Ja camera di dx un incasso allungato (m 1x0,17x0,15) lungo la pare sx. inca 1,90 m da tera; un altro ἃ m 1,60 dal primo c am 1,30 da terra; um ult mo, immediatamente dopo, di forma allungata (m 1x0,18x0,150.20), che da 1,40 da terra raggiunge i m 2,40. Quasi spocularmente sulla parete opposta rimangono te incassi a quote comprese ta 1,55 e 1,70 da terra, dei quali di forma allungata quello l'estremità dx. Alti tre sono, invece, a cca m0,85/ 0.90 da tera. Du incassi sono sul latodi fondo,quasi i corrispondenza delJe due estremità: uno a circa m 1,65 da tera l'alto a circa 1,15a tem. 349

Fig. 127. Maschio d' Ariano. Ambiente ipogeo: pianta (n. 79).

quello d., larga m 3,10 circa in corrispondenza del lato di fondo con angoli arrotondati”, con una altezza variabile tra i m 2,55 poco oltre l'ingresso, i 2,75 circa al centro; quella di dx., orientata est-ovest, a pianta rettangolare, è lunga sul lato dx. m 5,50 circa, m 3,60 circa su quello sx. e m 2,40 sul lato di fondo, a profilo irregolarmente arrotondato e sgrottato in altezza. L'altezza dai m 2,40 in prossimità dell'ingresso, raggiunge i m 2,80 quasi al centro, misura che conserva fino a m 1,50 circa dal lato di fondo dove con un piccolo salto di quota (nella volta) passa progressivamente da m 2,50 a 1,80 circa. 83. m 816 s.Lm. L'ambiente, a camera semplice, presenta un corridoio d'ingresso largo da m 0,95 a m 1,40, lungo m. 2,60 e altom 2 circa con copertura quasi piatta*" (Figg, 128129). Sulla parete occidentale del corridoio, prima che questo si allarghi nel vano principale, a m 1,15 da terra, ὃ scavata una nicchia, lunga m 0,70, profonda m 0,35/0,40 e alta m. 0,60 circa. L'ambiente, semicircolare sul fondo, è lungo m. 6:20 va progressivamente allargandosi dai m 3,40 iniziali a m 5,10. A partire dalla metà circa del lato occidentale, su quasi tutto illato di fondo è visibile un approfondimento che crea una sorta di ampio e lungo incasso, poco leggibile anche per l’interro che invade il vano (alt. max. m 0,95; prof. max. m 0,35). La volta, piatta al centro, è scavata nel rapello e raggiunge un'altezza max. di m 1,98, essendo il fondo del vano ricoperto dall’interro. All'esterno, sul lato occidentale, am 0,80 circa dall'ingresso, resta un’ampia nicchia, scavata ἃ m 1,50 dal p.d.c., lunga m 1,03, profonda m 0,50 e alta m. > La parete di fondo si present sgrottata, presumibilmente in maniera artificiale, a partie quasi da metà dell'altezza. 77^ A metà circa della lunghezza del corridoio, su etrambi i ati, si notano incassi speculari, da m 1,35 cica ἃ m 1,75 da terr, probabilmente da riferirsi αἱ sistemadi chiusura del vano. 350

0,80; sul lato opposto, a m 0,35 dall'ingresso, è ricavato invece un lungo bancone, a m 0,60/0,40 da terra, profondo m 0,35 circa, il quale occupa quasi tutta la parete, per m 2,80 circa di lunghezza, che separa questo ambiente da un secondo conservato poco ad est (n. 84). Sul fronte tufaceo, che tende ad abbassarsi verso ovest, a m 6,30 circa dall'ingresso, è leggibile un nicchione, largo m 2,45, altom 1,50 max., con copertura acalotta, e profondo m 1,60 circa. 84. m 816 s.l.m. L'ambiente, che si apre m 3 circa a est del n. 83, a pianta irregolarmente rettangolare con allargamento sul fondo, presenta un ampio ingresso (m 3,75) probabilmente creatosi in seguito al crollo di alcune parti delle pareti?" (Fig. 129). Sulla parete occidentale, a m 2,30 circa dall'apertura, resta un incasso quadrangolare ἃ m 0,90 dal p.d.c, forse riferibile alla chiusura del vano. La camera si allunga per m 9,50, con una larghezza media di m 3,60 circa, fatta eccezione per un allargamento nella parte terminale della parete orientale ed un'altezza max. di m 1,73. L'ambiente piega poi verso ovest, per una lunghezza di m 2,70, prima di allargarsi in due piccoli vani a profilo arrotondato: il primo, più piccolo, sulla parete occidentale, largo m 3.10 profondo m 1,40, il secondo sul lato orientale, largo m. 3,35 e profondo m 2,65. Sul fondo l’altezza raggiunge i m 1,98 per il decrescere dell'interro che invade la prima metà dell'ambiente. Lungo la parete occidentale, a m 1,10 circa dall'ingresso, è scavata una piccola nicchia a partire dal P.d.c. larga m 0,50, profonda m 0,80 e alta m 0,75. Alcuni incassi, ricavati tra m 0,60 e m 0,40 da terra, simili per dimensioni (m 0,20x0,18x0,12) restano ancora sulle pareti. 85. m 814 s.l.m. Lungo il sentiero che sale verso il castello di Ariano, sul lato a monte, restano due ambienti aper verso est (Fig. 130). A quello meridionale si accede attraverso un'apertura, larga m 1,42 e alta m 1,60, scandita da due ante sporgenti, larghe m 0,70 circa. ΑἹ di sopra di quella settentrionale resta un incasso circolare, relativo presumibi mente al sistema di chiusura, ricavato al di sotto di un appro-

Fig. 128. Maschio d' Ariano. Ambiente ipogeo (n. 83). 7° L'ipotesi trova conferma nella presenza di grosse scaglie di banco che ostuiscono parzialmente l’accesso al vano.

ye

state ricavate nicchie o piccoli incassi”. Sulla parete settentrionale, a m 1,30 circa dall'ingresso, è stato praticato un incasso semicircolare, presumibilmente riferibile allo sfiatatoio di un piccolo camino, il quale, largo a terra m 0,36 circa, prosegue fino alla volta di copertura c raggiunge l'esterno del vano con un'altezza di m 1,50 circa. 86. m. 814 s.Lm. L'ambiente adiacente si apre appena πὶ 2,10 ἃ nord. L'ingresso, alto m 1,14 immette in uno stretto e breve corridoio (m 1,22x1,20) sulle cui pareti laterali restano gli incassi per la chiusura?" (Fig. 132). E costituito da una Camera semplice, a pianta rettangolare, lunga m 6.35. La larghezza, irregolare, tende ad aumentare al centro, dai m 3 iniziali, a m 3,85, fino a i m 3,20 sul fondo. La volta di copertura, piatta al centro, raggiunge un'altezza max. di m 2,05 sul fondo del vano, mentre diminuisce verso l'esterno, da m 1,80 am 1,10 all'ingresso, per l'aumentare dell'interro sul fondo. Le pareti appaiono scavate con una certa irregolarità e non presentano lavorazioni fatta eccezione per due piccoli incassi quadrangolari (m 0,18x0,12x0,12; 0,22x0,20x0,15), visibili accanto all'ingresso, sul lato settentrionale, a m 0,60 da terra. 87. m 807 s.Lm. L'ambiente presenta due camere entrambe aperte verso sud-est, separate da un diaframma tufaceo appositamente modellato con due ante a creare un piccolo vano di passaggio (m 2x2,55 circa, alt. m 2,05) (Fig. 133). La camera occidentale, a pianta irregolarmente rettangolare, è lungam 6,10, larga m 2,10 nella meta nord-occidentale a partire dallo sperone tufaceo che separa i due ambienti, ed ha un'altezza max., verso il fondo del vano, di m 2,10 (Figg. 134135). L'ingresso, largo m 2,57, ad arco irregolare, è parzial-

Fig. 129. Maschio d'Ariano. Ambienti ipogei: pianta c sezione (nn. 83-84)

fondimento dell'arco ribassato della copertura, al centro dela quale resta anche un' impronta forse relativa ad una travatura centrale (Fig. 131). L'ambiente, a camera semplice, è lungo m 7,12 e tende ad allargarsi verso il fondo, dai m 2 circa iniziali a m 3,20 circa (Fig. 132). La parete di fondo è fortemente convessa. L'interro tende a diminuire all'interno del vano, la cui altezza va quindi dai m 1,65 all'ingresso ai m. 2,36 in prossimità della parete di fondo. La volta di copertura è piuttosto ribassata e tende ad appiattrsi al centro. La parete lunga meridionale appare scalpellata alla base quasi per l'intera lunghezza, per un'altezza di m 0,70/1,00 da terra e ‘una profondità di m 0,20/0,35. Lungo tutti i lati, in particolare quello meridionale e quello di fondo occidentale, sono

Fig. 130. Maschio d' Ariano. Ambienti ipogei (nn. 85-86).

7" Diverse nicchie ὁ incassi sono distribuiti soprattutto lungo la parete meridionale, a partie da una prima piccola nicchia semicircolare, am 0,55 da terra (m 0,38x0.27x0,15) ricavata sul ’ant in prossimità dell'ingresso, mentre lungo la parete si leggono: una nicchia quadrangolare, a πὶ 1,00 da terra (m 0513040305); una nicchia a profilo tondeggiante a m 1,30 da terra (m 0,98x0,45x0,18; una piccola nicchia quadrangolare a m 0,90 da terra (m 0,28x0,42x 0,20); una nicchia a profilo semicircolare m 1,46 da terra(m 0.28x0,300,16), oltread alti piccoli incassi a sezione quasi rettangolare, tra ui uno a “L rovesciata compreso tra m 0,40 e m 0,50 date ta Sulla parete di fondo, nella metà settentrionale, esta una doppia fila di incassi, sovrapposti in maniera sflsaa (cinque nella fila superiore a m 0,62 da tera, sei in quella inferiore, a m 0,25 da terra), quasi della stessa

grandezza, a sezione irregolarmente quadrangolare, mediamente larghi m 0,22, ati m 0,16 profondi m 0,15, posti adistanze quasi regolari tra loro (m0,18/0,25). n corrispondenza della parete di fondo, quasi αἱ centr della copertura, am 190 circa da tera, si legge un incasso regolarmente qua‘drangolare.Altri, anche se generalmente più piccoli, fata eccezione per un nicchia scavata quasi αἱ centro della parete,e in numero inferiore, sono visibili sulla parete settentrionale. 7" Sulla parete meridionale restano due piccoli incassi affincati orto gonaliente, di forma rettangolare con angoli arrotondati, a m 0.92 da terra; su quella opposta, a m 0,85 da tera, resta invece un incassoa "L rovesciata al disopra del quale un foro poco profondo, a sezione, interpretabile come incasso per un cardine, 351

Fig. 131. Maschio d'Ariano. Ambiente ipogeo: particolare dell'ingresso (n. 85).

Fig. 132. Maschio d' Ariano. Ambienti ipogei: pianta e sezione (nn. 8586).

mente ostruito dall'interroe da un accumulo di grosse scaglie di selce, presenti particolarmente sul lato meridionale", doveè stato realizzato uno stipite, largo m 0,60 e alto m 1 circa, sul quale restano due incassi circolari sovrapposti, probabilmente riferibili al sistema di chiusura. Nella metà sud-occidentale, a partire dall'ingresso fino all'apertura del vano di passaggio, l’ambiente assume una pianta quasi semicircolare, con una larghezza max. di m 3,85. A m 2,15 dall'ingresso è presente un allargamento nella parete occidentale in corrispondenza del quale è stata ricavata un'apertura alla sommità, probabilmente riferibile allo sfiatatoio per un camino,

mentre sulle pareti sono distribuiti numerosi incassi”. Caratteristiche planimetriche simili presenta la camera orientale, a pianta rettangolare con lato di fondo fortemente arrotondato verso l'angolo orientale e regolare su quello opposto, lunga m 5,20, larga da m 1,80 circa in prossimità dell’ingressoam 2,40 sul fondo, con un'altezza max., verso il centro del. vano, di m 1,98. L'ingresso, ad arco ribassato, largo m 1,50 ed alto m 1,40, presumibilmente munito di un battente sul lato occidentale, è parzialmente ostrüito dall'interro e da una macera in grosse scaglie di selce”. Numerosi anche in questo ambiente gli incassi distribuiti sulla pareti, presenti anche nel

2711 materiale è stato così accumulato aseguito dello scavo relizzato {all Associazione OPE, in accordo con la Soprintendenza Archeologicadel Lazio. Sul declivio antistante gli ambient afiorano sporadicamente fr. di dolio a impasto arcaico, mattoncini di opera spicata sia a impasto rosso che chiar fr di ceramica comine di età romana. 7" 1 numerosi incassi, di forme e dimensioni differenti, sono posti a varic ltezze dal fondo attuale. Almeno tre di piccole dimensioni, compresi ta. 7025 e 0,85 da terra sono ricavati nel a parete comprese tra lo stipite delingresso e l'apertura del camino; alti quindici circa, generalmentedi pic cole dimensioni e di forma sia quadrangolare che circolare, sono distibuti nella parte restante ella parete fino all'angolo nord-occidentale, tram 0,28 © LAO da terr, disposti pero più su due fiar sovrapposti: forse sei sono riconoscibili sulla paretedi fondo, la maggior parte di qualia m 0,9 da terra

(fatta eccezione per uno a m 0/75); cicasett, non ben conservati, i leggono Sull'ana che separa questa parte del vano dal corridoio, disposti quasi specularmente a quell su ato opposto occidentale, am 0,62 e m 095 dal p.c. Questa serie di incassi, eta unitamente a quell ul lato di fondoe d alcuni della parete di front, sembrano rimandare alla presenza di un piano, per appoggio di una struttura, probabilmente lignea. Alri due incassi restano nel tratto dela parete nord-orientale compreso tra l'ingressoe l'apertura del ino di passaggio: scavati ra m 0,38 e 0,48, oltre ad una nicchia posta all'altezza del corridoio (m0,58x0,3630,31). ‘0 La maceraè stata probabilmente realizzata per riparare vano in occasione dello scavo condotto dall'Associazione OPE, in accordo con la Soprintendenza Archeologica per il Lazio.

352

Fig. 133. Maschio d' Ariano. Ambiente ipogeo (n. 87).

poditre, circa m 8a nord e m6 più arretrata. L'ambien-te, a camera semplice aperta verso est, ha pianta rettangolare allun ta tendente ad allargarsi verso il fondo: la larghezza va dai πὶ 2,05 all’ingresso,ai m 3,60e la lunghezza?di m 7,70 circa.Le pareti presentano un profilo piuttosto irregolare, c non sembrano conservare alcuna traccia di incassi. L'ingresso risulta largo m 1,90 per un'altezza max. di m 0,75 a causa dell'interro, mentre all’interno, a volta piatta, laltezza raggiunge i m 2,05. 89. m 803 slm. Su uno stretto pianoro aperto verso est/sud-est restano tre ambienti ipogei a camera semplice. Quello più meridionale, aperto verso sud-est, è quasi completamente ostruito dall'interro che lascia libero l’accesso per soli m 0,40 di altezza (Fig. 136). La camera, a pianta quadrangolare, ha dimensioni inferiori rispetto a quelle degli ambienti adiacenti: la larghezza va dai m 1,65 dell'ingresso, αἱ m 2 circa sul fondo, la lunghezza è di m 2,20 (Fig. 137). La parete di fondo, arrotondata a profilo itregolare, presenta. una scalpellatura alla base che corre su tutta la lunghezza, profonda m 0,25 circa c alta m 0,48. L'altezza della volta di copertura aumenta verso il fondo della camera dai m 0,80 iniziali a m 1,45, a causa della diminuizione dell'interro. Sul ato meridionale restano due piccoli incassi di dimensioni simili (m 0,06x0,04x0,08). 90. m 804 s.m. Un secondo ambiente ipogeo è visibile m 7,80 circa a nord (Fig. 138). E costituito da un unico vano

piccolo ambiente di passaggio”. Le due camere, come l'ampio passaggio centrale, hanno volta quasi piatta, scavata nel rapello. Di fronte all'ingresso della camera occidentale, a m 1,90 circa, resta, appena affiorante dall'interro, un breve tratto di un muro in opera cementizia con scaglie di selce. 88. m. 807 s.m. Un solo ambiente è visibile sulla terrazza immediatamente superiore a quella che ospita il piccolo grup-

aperto verso est, a pianta ovoidale, con una larghezza che va. diminuendo verso il fondo, dai m 3,40 dell'ingresso ἃ m. 2,20 circa e una lunghezza max. di m 3,80 (Fig. 137). Sulla. parete di fondo del vano ὃ scavato un approfondimento con profilo ad arco, che si allarga fino alla metà circa del lato settentrionale, profondo m 0,45 max. ed alto m 0,38 max. La copertura, a calotta piuttosto ribassata, è alta m 1,35 in prossimità dell'ingresso e m 0,90 sul fondo”®. Su entrambi i lati, meridionale e settentrionale, restano almeno tre incassi di medie dimensioni, appena al di sopra dell'intero (m 0,25/0,20x0,15/0,10x0,12 circa). 91. m 804 s.l.m. Un terzo ambiente è visibile m 5,25 circa a nord, aperto verso nord-est (Fig. 139) e ha pianta rettangolare allungata tendente ad allargarsi verso il fondo con la larghezza che va dai m 2,50 in prossimità dell’ingresso ai m 3,90 e una lunghezza di m 5,60 (Fig. 137). Anche l'altezza del vano, chiuso con copertura a volta quasi piatta, aumenta verso il fondo, diminuendo l'entità delT'interro che copre il piano, e va dai m 1,65 iniziali a m 2,25 circa, L'accesso, largo m 2,35, alto m 1,72, è scandito da due piccoli incassi speculari (largh. m 0,22 e 0,36) ricavati all'altezza di due battenti, probabilmente relativi al si stema di chiusura. Tutte le pareti, in particolare quella settentrionale, presentano nicchie e incassi”. I lati meridiona-

om Almeno due incassi sono visibili sul tatto della parete nord-occi dentale compresotra l'angolo del vano e l'apertura del passaggio,ἃ m 0,35 0.75 da terr; laparee orientale ospita invece cinque piccoli incassi ἃ profilo iegolare e due nicchie di maggiori dimensioni poste a m0,75 da terra, quasi αἱ centro del lato (m 0,38x0.23x0,17: 0,5810,26020) oltre ad un lungo incasso in prossimità doil angolo nord-orientale che corre a m 110da terra per 0,76 circa. Alcuni debbono essere stati utilizzati per l'appoggio di lucerne per illuminare l'ambiente. 7" L'interro copre uniformemente il piano originario del vano. > Sulla parete meridionale, tam 1 e 1,37 da terra (la differente quota è determinata dalla diminuzione progressiva dellinterro verso interno del

vano) all'altezza dell'ingresso, ὃ stata ricavata una grossa nicchia a sezione rettangolare (m 1,73x0,50x0.20/030), Sulla parete di fondo, am 1,55 da ter12 in prossimitàdell angolo settentrionale, esta una piccola nicchia a sezione inegolarmente semicircolare (m 0,23x0,24x0,22). Lungo la parete set entionale restano invece, a partire dall'ingresso; una lunga nichia a sezione rettangolare, speculare a quella sulla parete opposta meridionale (m 1,52x0,46x0,20/0,35), scavata a m 110/140da tera, al di soto della quale un incassoa profilo quadrangolare, a m 0,50 da tera (m 0250.3730.16): una nicchia a sezione quadrangolare ma a profilo irregolarmente triangolare sulla fronte, scavataa m 1,10da terra (m 0,64x0,50x0,22), due incassi a sezione quadrangolare, scavatia m 090 e 1,02 da terra (m 022x0,1830,12).

Fig. 134, Maschi Ariano. Ambiente ipogeo: pianta (n. 87).

353

Fig. 136. Maschio d'Ariano. Ambiente ipogeo (n. 89).

Fig. 135. Maschio d'Ariano. Ambiente ipogeo: sezione (n. 87).

Fig. 137. Maschio d' Ariano. Ambienti ipogei: pianta (nn. 8-91).

le ed occidentale appaiono scavati con maggiore irregolarità; in particolare il lato di fondo occidentale, a profilo arrotondato, presenta un affioramento del banco, alla base, non regolarizzato. Sulla parete esterna, immediatamente a sx. dell'ingresso, è stata ricavata una nicchia, a sezione semicircolare (m 0,80x0,42x0,32) ora appena affiorante dall'interro che copre la parete tufacea. 92. m 783 s.Lm. L'ambiente, a camera singola, a pianta rettangolare, aperta verso sud, si trova ora m 2,85 circa al di sopra del p.d.c. del sentiero che sale verso il Maschio di Ariano. Dell'ampio ingresso, m 3,50 circa, parzialmente ostruito dall'interro, come pure un settore del vano, resta solo parte dell’anta orientale, scalpellata nel rapello (Fig. 140). La camera, larga m 3,75, è rilevabile per una lunghezza max. di m 5 sul lato orientale e raggiunge un' altezza max. di m 1,85 verso il fondo, dove l'interro diminuisce. Il soffitto è realizzato con volta fortemente ribassata, impostata su piani sfalsati con reni più tondeggianti e meglio conservate sul lato orientale. Lungo le pareti resta una serie di incas-

si”. Sulla fronte esterna, fortemente compromessa dal crollo di parti del banco tufaceo, restano labili tracce di una probabile decorazione frontonale. Lungo la balza tufacea, m. 3,80 circaa nord-est dell'ingresso, quasi alla stessa quota, è stata scavata una nicchia quadrangolare, poco profonda (m 0,60 circa), lunga m 1,90 e alta m 0,65 max."*, chiusa da una piccola calotta, caratterizzato dalla presenza, analogamente ad altri ambienti (n. 87), di un pronunciato arrotondamento del lato di fondo all'angolo nord-orientale.

2" Almeno tre si leggono lungo la parete orientale, a partire quasi dall'angolo settentrionale, di ui due minori regolarmente quadrangolari (m 0,12x0,10x0,11:0,18x0.20x0,14),ricavatiam0,38 60,45 dal pd. attua ‘uno di dimensioni maggiori (m0,75x1,05x0,52). Gli incassi sono sati rea: lizzati nello strato di rapllo più friabile, la cul scarsa consistenza e facii. alla sfaldamento ha anche contribuito ad aterarne l'originario profilo della parete. Sulla paretedi fondo, m 0,70 dall'angolo nord-orientale, è scavata m 1x0,47x0,20) alta da terra da m0,88 a 1,08, a profil irregolar, alterato dagli sfaldamentilcui piano inclinato segue lo strato del banco. Adi soto, su piani compresi tram 0,10 e 25daterra, si notano almeno 354

93. FONTE (CANALETTO D'IRRIGAZIONE?) m 799 s.l.m, Monte Artemisio - Maschio d’Ariano

Lungo il versante sud-orientale dell’altura, poco a valle degli ambienti ipogei n. 87, leggermente spostato aest (Fig. 111), si conserva un canaletto realizzato nel banco affiorante, tagliato a filo. Il condotto largo m 0,56 all'estremità nordorientale, m 0,38 a quella sud-orientale, inciso a quarto di tre incassi irregolarmente quadrangolari, tranne uno circolare (m. 0,18x0,16x0,28;0,23x0,25x0,17). Altri quatro incassi i forme dimensioni itregolar, similia precedenti, sono distribuiti lungo la parete a quot di verse, n prossimità dell'angolo nord-occidentale. Alcuni di questi doveva. no presumibilmente servire per l'appoggio delle lucerne perl illuminazione del vano. piano fortemente interrato, è ora rialzato di m 00 circa rispetto a quello del vano adiacente.

Fig. 138. Maschio d” Ariano. Ambiente ipogeo (n. 90).

cerchio, prosegue con percorso decrescente da nord-est verso sud-ovest per una lunghezza di circa m 5, fino ad una sorta di vasca di raccolta (Fig. 141), Si tratta di realizzazioni idrauliche dei quali esempi compresi cronologicamente tra l'età antica e quella moderna sono not anche in altri ambiti geografici™, presumibilmente in connessione con gli ambienti ipogei soprastanti. 94. AREA DI FRR. FITTILI m 785 s.Lm. Monte Artemisio - Maschio d' Ariano

Sul margine della vallata quasi pianeggiante che si allarga tra le pendici sud-occidentali del Maschio di Ariano e quelle nord-occidentali di Colle del Vescovo, si può riconoscere la presenza di materiale antico di superfici Su una fascia che si allunga alle pendici dell’altura del Maschio, nella scarpata e sul lato a monte del sentiero che attraversa la spianata addossato alle pendici del monte per poi risalirlo sul fianco occidentale”, affiorano in media concentrazione su mq. 600 circa, frr. di tegole in maggior percentuale a impasto arcaico, alcuni a impasto rosa e chia10, meno a impasto rosso, di età romana, fr. di dolio a impasto rosso, fr. di ceramica a impasto, fr. di ceramica comune e pochi fr. di anfore, oltre a un blocco squadrato in peperino (m 0,50x 0,45x0,30). 7" Ad esempio, al sistema di iigazione ottocentesca dei noccioletisono riferiti canaleti lungo il fosso di Fustignano, ne teritori di Corchiano (Qui Gi 1989: 126-127, 128 fgg. 5.6). 77 materiali sono res visibili dal taglio e dalla polizia effettuata per il passaggio del sentiero, mente il fito sottobosco impedisce l'indagine

Fig. 139. Maschio d' Ariano. Ambiente ipogeo (n.91) È ipotizzabile la presenza di una piccola fattoria/casa di

età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso del I sec. d.C. si è impiantato un edificio rustico in uso, forse, fino al IT sec.d. C. Impasto grezzo = 1 fr di tesa probabilmente riferibile a braciere tipo Nardi 1993b, fig. 658, tipo P 1.48, riferibile a età arcaica™ (Tav. XI, 7). — 1 fr. di parete pertinente a forma chiusa non id., probabilmente olla, decorato con cordone plastico tortile, orizzontale (Tav. xm). ~ 5 fiv di parete pertinenti a forme non id Impasto rosso — | fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa. = I fi. di orlo di brocca trilobata assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXVI, 3, attestato in contesti databili tra l'età flavia e Feta antonina”. — 1 fi di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 3 fr. di parete pertinenti a forme non itd. Comune da fuoco — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. dell'area soprastante e quindi una sua migliore definizione. La maggiore concentrazione si nota quasi all'inizio dell'arca interessata dal affioramento P" NARDI 1993b: 432. »"Otctst 2003: 94, 355

Fig. 140. Maschio d' Ariano. Ambiente ipogeo: pianta(n. 92).

Fig. 141. Maschio d' Ariano. Canaletto d'irrigazione (n. 93).

Anfore ~ 1 fi di parete di produzione tirrenica.

Nel 1999, nel corso di ricognizioni di superficie, è segnalato il rinvenimento di schegge di lavorazione e un nucleo di ossidiana lungo le pendici orientali del Maschio di Ariano, in corrispondenza di quota 900 s. m."^.

in opera quadrata con riquadri di opera reticolata, della quale furono individuati almeno cinque ambienti. Quelli maggiormente conservati, con il pavimento in opera spicata al di sotto del quale era un piano di bipedali sorretti da suspensurae in bessali, sembrano riferirsi ad ambienti termali? (Fig. 142). ‘Trai materiali recuperati, alcuni laterizi con i bolli” delle figlinae Domitianae minores: Ex fig(linis) Domi(tiae) Luc(illae) op(us) dolliare)/Aeli Alexsa(n}d{ri] posteriore al 138 d. Ce di L. Domiti del I sec. d. C2” ed un mattone quadrato delle suspensurae con il bollo M. luni Terti del 1 secolod. C."*.

96*. STRUTTURE IN OPERA QUADRATA E RETICOLATA Monte Artemisio

97-98*. MATERIALE SPORADICO (Deposito votivo) Monte Artemisio - Algido? Ariano?

Lungo il versante orientale “sulle pendici della catena dell’Artemisio, in vicinanza del monte Algido", a seguito di uno scavo clandestino, il Nardini, inviato sul posto, ricorda l'esistenza di resti antichi". Dalla sua descrizione e dal disegno delle strutture, realizzati dopo la pulizia dell’area, è possibile rilevare la presenza di resti di strutture

97. Materiale sporadico. Tra i materiali già presenti nella. collezione del Museo archeologico F. Nardini di Velletri figurano un cospicuo numero di votivi quasi esclusivamente. fittili, per la cui provenienza si oscilla ra l' Algido, l' AlgidoLariano e Lariano” Da Monte Algido-Lariano: un piede”; una maschera, forse un'antefissa""; un piede isolato‘ dona-

95". MATERIALE LITICO Monte Artemisio - Maschio di Ariano

κοῖς CIL XV,I, 173: EX FIG DOM LUC OP DOL AELI ALEX7° MANGANELLO 1999: 4, Genericamente rinvenuti nell’area della Catena dell'Artemisio” sono alcuni strumenti tic segnalati da BELLUCCI, SAND con attestazioni ne territoriodi Grottaferata e nel museo Borgiano. Cars, Doc 1996: 51 fig, 52; ANGLE 2003a: 139, 140 fig. TA n. 10 con Cfr CIL XV, 1121: L DOMITI con attestazioni da un sepolcro al IV miglio della via Appia, a Tuscol, nelle vicinanze di Frascati, nel trio provenienza “lungo la pendice occidentale del Maschio di Ariano; ANGUS 2006:18. rio di Grottaferrata e nelle vicinanze di Nemi, al tempio di Diana. Alti tre 7" Nazioni 1900; Acs, Diez. Gen. AABBAA, II vers. Il pare, b. 62, esemplari sono stati identificati da B. Marella, tra quelli provenienti dalasc. 1. RelazioneO. Nardinidel 23 dicembre 1898 nella quale ricordato. le catacombe di Grottaferrata (STEINBY 1987: 39 n. 51). > Ct CIL XV,1, 2332: MTUNI TERTI, attestato a Praeneste e nel ter il rinvenimento oltre che di blocchi parallelepiped di peperino, forse bipedali e due sesquipedali con bollo rettangolare M. IUNI TERTI,di “alcune ritorio in più esemplari codette a coda di rondine in piombo dell lunghezza di centimetri 10. . va»" Mis, QuILIC Gi 1983: 5 fig. LF, 19-22; Acs, Direz. Gen. AABri pezzi di lastra pure in piombo che presentavano le tracie del fuoco e BAIL vers. I part, b 69, fasc. 135. Relazione O. Nardini del 23 dicembre 1898; Forrvxari 19894: 91; Bouma 1996: 115-116n. 128. qualche pezzodi musaico bianco . " 2 Crscenci 1981: 169; Mrs, Qui Giri 1983: 21; Cocciama 7" Acs, Direz. Gen. AABBAA, III vers. Il parte b. 62, fase. 1 RelazioniO. Nardini del 6 maggio 1899 (ela quale € ricordato i rinveni- 20018: 77 n. 448. ‘mento di “molti fti ed oggetti di vetro in pezzi, due aghi crinati, un avan> Crescenzi 1981: 169; Meus, Quuict Gita 1983:21, specialmenteno20 di vasca in piombo, molti condotti in laterizio con sezione rettangolare ta 55 nella quale si rileva che qualora linerpretazione proposta trovasse una 1) e del 28 febbraio 1900. Disegno in Acs, Allegati grafici b. 2, f. 56; qualche conferma si taterebbc di “una testimonianza .. dell'esistenza di un Croci 1907: 7; PazeR WaGENER 1913: 425; CRESSEDI 1953: 77; CRESCENT edificio elativoal deposto, frsltempiostesso”; Gsocantni2001a:77n, 450. 1981: 69-70; DeL Ltco 1996: I 45, e Crescenzi 1981: 169; Meus, Quict Gioni 1983: 21; Ceca 7 Nagoii 1900; PELZER WAGENER 1913: 425. 20018: ΤΊ n. 463 356

Fig. 142. Monte Artemisio. Pianta delle strutture realizzata da O. Nardini (n. 96).

ti da Bucciarelli; da Lariano: un fr. di braccio*"'; una statua maschile nuda"; parte superiore di statua femminile”; un piede isolato™; una parte superiore di statua femminile; parte superiore di statua di attore comico**; suino con sul dorso bambino nudo”; una statua di Asklepios***; un fr. di animale in marmo 98. Materiale sporadico, Il Nardini nel 1898 vide alcuni materiali, tra cui quattro focaccine databili all’età arcaica, che ipotizzò potessero provenire dal settore nord-orientale delle pendici dell’ Artemisio, denominata Vallone Se ne è proposto il riferimento ad un deposito, di incerta localizzazione, anche se alcuni elementi sembrerebbero indiziare il settore settentrionale® dell' Artemisio, che per le caratteristiche tipologiche e le differenze tecniche dei materiali, non sembra privilegiare la sfera della salute, umana e animale come rilevabile per gli altri depositi veliterni®®. Crescenzi 1981: 169; Meus, Quici Gioui 1983: 21; Ceccau 20018: 0 n. 488 “Crescenzi 1981: 173; Meus, Quaci Gioui 1983: 22; Ceccarini 20012: 82 n. 37 con datazione αἱ sc. a. 1 se. d. C. m Caescenzi 1981: 173; Maus, Quici Grott 1983: 22; Ceccauni 200 S n. 539 con datazioneal ΠΕῚ sec. a. C. ar Carscenz 1981: 175; Mss, QuiLic GioLt 1983: 22; Ceccarini 2001a: 83 n. 543 con datazione αἱ ILI sec. a. C. “© Carscenzi 1981: 173; Mss, Quiict Gioui 1983: 22; Coceani ione al I I sec. a. C. 13; Mais, Quitict Grout 1983: 22; Ceccarini 20012: δὲ n. 621 con datazione al IL sec. a C. = Crescenzi 1981: 173; Maus, Quuuci Gioui 1983: 22; Ceccam 20019: 88 n. 622 con datazione al III sec. a. C. == Cruscaz 1981: 173; Meus, Quiucr Groui 1983: 22; Ceccaem 20012: 8 n.623 con datazione αἱ I sec. a. C. “Crescenzi 1981: 173; Ceccanua 2001a: 82 n. 535, Acs, Direz. Gen. AABBAA III vers. II pane, b. 69, fase. 135. RelazioneO. Nanni del 23 dicembre 1899, iporao da Meus, Qui Giovi 1983: 23, tav ILL. Presumibilmente un ulteriore rinvenimento relativo a *pareechie figurine votive in terracotta, di proporzioni minuscole”, forse disperse, € segnalato da Teasenchi 1910: 333, nl 1885, nel bosco di Lariano. 7" Mus, Quiic Goti 1983, 23, contra la eri di topografiche a par tire dalla seconda metà del Setecento sulla base delle testimonianze di Livio (Liv. XXI, 62, 1.8) e di Orazio (Horat, c. s. 69-72), rcercarono il

995, MATERIALE SPORADICO “Silva Ariana”

11 Cardinali ricorda il rinvenimento "prope Velitras in silva Ariani”, nel 1816, di una tegola con bollo Eupor(us?)/ L. DonitilLupi (sc. servus)®®. 100*. Mosaico Monte Artemisio

Nel 1900, in un terreno vignato alle pendici sud-orientali della catena del Artemisio, a circa m -2 dal p.d.c., si scopri un ambiente quadrato (m 3x3) con le pareti ricoperte di intonaco ed il pavimento a mosaico con tessere bianche e nere di piccole dimensioni". tempio sulle diverse cime dell'Artemisio (Chauey 1767: 158-165; Ninoy 1849: 1, 119-123; AnexEN 1843: 215; Gent 1846: 42-43; Lancia mss. 85/2: 97; ToMassern 1886: 411-413; De τὰ Bianca 1889: 30-31 ‘Ast 1910: 413-414; Touassern 1979a: 540-562), ipotizzano che il deposito potesse trovarsi piuttosto alle pendici dell Artemisio, nell'area del Vallone; Fosruvari 19892: 91, a proposito degli indizi sulla localizzazione. piuttosto nell'area Ariana (nn. 97, 102). ‘20 Ponruxr 19892:91 non esclude "un possibile riferimento a DianaFortuna" sulla base dellidentificazione proprioin Artemide due dei fr. ricordati dal Nardini (Mets, QuiLIC Οοι 1983: 23, tuv. II, 1). "CIL, X2, 8043,55: L. DOMITULUPVEUPOR; CIL XV.1, 2247,1; cfi CarpmaLi 1819: 54 n. 322, 72; CARDINAL 1823: 233 n. 195. © NARDIN 1900 con riproduzione grafica del mosaico. Esso era limito estemamente da una semplice riquadratura composta di un doppio ordine di ei angoli aterat all'interno del uale era un meandro a treccia, limitato da due liste nere. La decorazionesi componeva di un circolo centrale al quale erano tangenti quatro semicrcoli posti nei lat el quadrato. In corrispondenza degli angoli, tangenti αἱ senicerchi, erano quatro quarti di circolo. Sia semicircoli che i quai di cerchio erano delimitati dal meandro a treccia colle duel e lateral de tipo utilizzato peri circolo cente. ll'intemo del circolo cenrale, in uno spazio quadrato limitatoda motivi ornamentali, un cervo in corsa seguitoda un cane. Motivi ornamental rano anche alcun semicircli e alcuni ‘quart di centro;ft. Acs, Diez. Gea. ABBAA, IL ves Il pare,b. 6, fasc. 1. Relazione O. Nardini del 2I marzo 1900; Croct 1907: 8; Peczet WAGENER 1913:425: Curssept 1953: 77; Cesc 1981: 69-70; Det Lunco 1996: L 45. 357

103*. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio (7) Al Museo Nazionale delle Navi di Nevi è esposta una statua in marmo di Diana rinvenuta sul Monte Artemisioe", 104. Basoti m 645 s.Lm. 8Ρ. 217 Via dei Laghi

Fig. 143. SP. 217 via dei Laghi. La Guardianona (n. 106) E probabile si tratti di una struttura riferibile ad un impianto rustico-residenziale, che sulla base della decorazione musiva, può datarsi alla prima metà del I secolo d. C.** 101*. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio

Il Lanciani ricorda il rinvenimento a circa 3 km da Velletri, in direzione dell' Artemisio, tra i resti di una villa, della fistula plumbea con bollo*"* [Julia] Cleopatra [fecit].

A circa m 180 dal lato nord-orientale della via dei Laghi, appena superato il casale della Guardianona, lungo uno dei sentieri che attraversano il bosco di castagni, sono visibili alcuni basoli di grandi dimensioni in selce, fuori posto: due lungo la bassa scarpata sul lato orientale, uno su quella opposta, mentre almeno altri due a circa m 5 dal margine occidentale, poco più avanti. Sono riferibili alla cd. via albana, il tracciato che collegava il tempio su Monte Cavo alla via Appia, immediata mente a sud di Ariccia. 105-108. STRUTTURE MURARIE, MATERIALE SPORADICO E LASTRICATO STRADALE m 615-607 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - La Guardianona

II Ficoroni nella prima metà del Settecento ricorda di aver acquistato una maschera femminile in metallo “con alcune monete d'argento di Caracalla, ritrovate nella più alta Selva montuosa, detta l’Ariano .."9"

1I seicentesco C. le della Guardianona®, su un pianoro affacciato sul lato settentrionale della via dei Laghi, all’altezza del km 12,100, conserva i resti di alcune strutture che già il Lugli osservò e rilevò nel 1923 (Figg. 62, 143). 105. Materiale sporadico. Della statua e delle due colonne rinvenute occasionalmente, nel 1897, presso il lato sudest del casale, rimane un fr. di fusto di colonna in marmo venato. La statua, mancante della testa, rappresenta un personaggio femminile panneggiatof"". Contrariamente a quanto proposto dal Mariani che la riferiva al tipo della Pudicitia, ap-

= Blakene proponeva una datazione ora al sec. d. C. (BLAKE 1930: 123), ora nei primi anni del Il sec. d. C. (BLAKE 1936: 154 nota 3) Similitudini relativamente alla ripartizione geometrica «per cui cfr, ad esempio, il mosaico del triclinio della Casa del poeta tragico a Pompei. (BLAKE 1930: 117,pl Γι. 22,4: PARISE BADONI 1993: 528, 65) e quello dell cubiculum della casa di Achille a ΕἸ Jem, nell'Africa del nord (PaRRISCI 1984: 144-146 n. 20. on la treccia -riscontrabile in numerosi mosaici di sec. d. C., con gli elementi vegetali n comparti e con i crateri nei quarti di cerchio angolari, sono presenti con il mosaico dell'ambienteC dell'insula delle pareti gialle a Ostia, datato al 130d. C. (Brcorr 1961: 123 fig. 49, 124-125n. 228; Bicarri 19618: ταν. LXVIID. Il motivo del cervo inse auto dal cane € presente, seppurcon alcune differenze, d esempio, nel mosaico con scene di anfiteatro della villa di Dar Buc Ammera, in Tripolitania (Αὐμισεμμα 1926: 186, 187 fig. 110. “CL X.2, 8290; Lanciant 1879: 80:456 n. 217 cui dedit Di Tucci exceptam sic CLEOPATRA; CIL XV, 7873b; BRUUN 1991: 344 nota 29, anche sul numero esiguo di plumbarie testimoniate sulle fistulae. In particolarela ilia Cleopatra da Velletri costtuirebbe una delle due attestazioni et. Flavia Fortunata da Gabi in CIL XV, 7863) al di fuori dei contesti romano 7" Ficonon 1736: 82, av. ft. XXIV, 6; Bav, BorgLat. 817: 87. "" Guns, Dex Flacco 2000: 105, 21) casale ha di recente subito un'otima ristrutturazione, rispettosa

delle strutture antiche. Ringrazio gli attuali proprietari per avermi cortesemente permesso l'accesso lla proprietà. ^" Loou 1923: 268; Locu Appunti: fasc. Via Appia IL Albano, car Ageret mons albanus, f. Guardianona; Asuny 1910: 396-397: Towasserri 1979: 478. “© MARIANI 1897; Lucii 1923: 269, "La statua (at. cm 1,70 alt. plinto cm 10) € stante sulla gamba dx. mentrela sx, piegata, é poratadi lato. Di conseguenza l'anca si abbussa e 3l anco sx. i incurva. ἢ torso leggermente ruotato verso dx. Un ampio. e pesante imation 'avvolge quasi completamente: dl braccio sx. passa dietro il dorso, da cui saliva probabilmente a coprire la est, torna davanti il braccio dx.,sollevato e portato di lato, per risaie sula spalla sx. Restano scoperte solo la pare inferiore delle gambe, su cui i vede il Tungo chitone a pieghe soil. La figura solleva con la mano sx. un lembo dell'Aimarion fin sopra il ginocchio. Del tipo di frattura sembra possibile che la testa costituisse un tu'uno co resto della statuae non fosse lavoratoa pate. Riferimenti in: MARIANI 1897, con datazione “al Il al I seco1o dell'impero”; Lancia» CVatLat. 13045: 224v; RimwacK 1904: 197 n. 1; As 1910: 397; Kause 1968 [1975]: 248 A27 nota 447; Towasserri 19793: 478 ricorda come “si ced inuülmente per vari gioni la testa (AColonaa app. IV, 105 n. 5). e che fü poi venduta, con licenza delle au‘orth governative, sl'aniquario Augusto Cecchi il 13 dicembre 1898 (vi, 40, 1)"; Dont! 1998: 102 variante BS, 103 tav. 1, 107 ταν. II

102*. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio (2)

358

Fig. 144. SP.217 via dei Laghi. La Guardianona: pianta (n. 106).

Fig. 145. SP. 217 via dei Laghi. La Guardianona: particolare delinterno (n. 106)

partiene al tipo "Demetra/Cerere"*? diffuso solo in Italia, Africa nord-occidentale ed Asia Minore, in un ambito cronologico compreso tra l'età traianea e quella di Settimio Severo". Per l'esemplare da Monte Cavo, datato al 165 d. C. dal Kruse, non sembra possibile proporre, come in altri casi, un'identificazione con alcuna delle donne della famiglia imperiale. Considerata anche la dislocazione del rinvenimento -limitrofo ad un edificio sepolcrale ma anche prossimo ad un edificio termale-, si può pensare quindi ad un uso funerario senza tuttavia escludere quello celebrativo-propagandistico. 106. Strutture murarie e area di frr. fitili. Il casale è stato sopraelevato sulle strutture antiche di cui restano due vani comunicanti, orientati nord-est/sud-ovest, delimitati da muri spessi m 0,90 in opera laterizia piuttosto scadente, conservata generalmente per poca altezza, e nucleo con malta tenace e scapoli soprattutto in peperino (Fig. 144).

L'ambiente settentrionale, più piccolo, a pianta rettangolare (m 1,50x4,23) è coperto con volta a botte, alta m 2,22 dall'attuale p.d.c. (Fig. 145). Il muro che chiude il lato corto settentrionale del vano conserva la cortina laterizia per m 0,45 di altezza, fatta eccezione per l'angolo occider tale dove resta per m 0,90, mentre il resto della parete sembra aver subito ingenti restauri. La cortina è conservata per m 0,47 circa, tranne agli angoli dove raggiunge l'altezza di m 1,52. La muratura appare risarcita con scaglie di selce e peperino, ordinatamente allettate e diversi fr. di tegole e marmo ad inzeppare le lacune. Sulla parete meridionale la cortina resta per soli m 0,22, mentre all'angolo orientale della parete diviene alta m 1,46. Anche questa parete ha subito pesanti restauri con rifoderatura del nucleo in scaglie di selce c peperino, mentre originale deve considerarsi l'apertura a bocca di lupo che ancora si conserva quasi al centro della parete, a m 1,37 dal p.d.c. attuale, larga m 0,59 su questo lato e m 0,23 su quello esterno". AI centro

© Kruse 1968 [1975]: 3-40, 228-259: Livre 1976: 160-161 note 640-662; Brenner 1977: 163-167, figo. 728-745, avv. 123-125; WReDE 1981: 213-219; Dr ANGELI 1988; DonzeLL 1998: 89-107. “= DonzL11 1998: 89, specialmente 90 fig. 8,92 fig. 10, 109 nota 19. = rest dell'elevato stato risarcito con scaglie e blocchetti regola:

i di peperino. Sulla parete è stata, inoltre, aperta una finestra alla base del Ja quale sono sati reimpiegati due gross basoli in selce visibili anche ester Tl lato estemo della srutura è ora inglobato all'interno del'bitazione e costituisce una delle pareti di uno stretto coridoio-sotoscala. 359

Fig. 146. SP. 217 Via dei Laghi. La Guardianona: particolare dell'angolo estemo nord-orientale (n. 106). del lato occidentale si apre il passaggio, largo m 0,90, verso il vano adiacente. Questo sembra il muro meglio conservato con cortina alta m 1,45 sulla metà meridionale e m 0,75 su quella settentrionale ed elevato piuttosto scalpellato ma non rimaneggiato, con scapoli în peperino a vista. Anche le mazzette conservano parzialmente la cortina laterizia (m 0,15 quella meridionale, m 0,55 quella settentrionale), che invece resta quasi per l’intera altezza del muro, m 1,82 circa, sulla parete opposta, all'interno del secondo vano. Questo, a pianta quadrangolare la cui ampiezza, ricostruibile, è di m 4,23x4,24, è coperto con volta a crociera, alta m 2,26 dal p.d.c. attuale®. La parete settentrionale conserva cortina per soli m 0,40 di altezza ed appare fortemente rimaneggiata®. Diversi interventi si leggono anche sul muro meridionale, tagliato per l'apertura di un passaggio in età moderna. È ben conservato solo per m 1,64 circa di lunghezza con cortina che raggiunge Ja volta, mentre i successivi m 0,30 circa, fino alla porta sono stati completamente ricostruiti con pezzame vario, piuttosto disordinatamente. Meglio conservato l'esterno dei muri dove anche la cortina laterizia appare di migliore fattura. Proprio quello meridionale, ora inglobato all’interno del casale come muro di delimitazione di un corridoio, è lungo m 5,16 e conserva cortina laterizia per m 1,72 di altezza sul p.d.c. attuale mentre alla base è ancora visibile la piccola comice modanata, in laterizio, sporgente di m 0,04 circa, che doveva trovarsi poco al di sopra del p.d.c. originale. Il muro orien^ L'ambiente è stato limitato, sul lato occidental, daun muro modemo che ne ha ridottole dimensioni am 4 233,10. Mentre agi angoli nord e sudest si leggonogli attacchi della vota a crociera, a m 0,15 dal p.c attuale,ciò non è possibile da questo lato, dove la larghezza dell'ambiente è stata ridotta dalla costruzione diun muro moderno. L'atuale situazione non permettedi verificarein quale misura si conservi ancora il muro antic all'interno delle struture del casale. L'oiginaia ampiezza di questo ambienteè rcostrabile grazie alla conservazione, estemamente, solo dell'angolo nord-occidentale con l'atacco del muro che chiudeva la strutura sul lato occidentale. αὶ Anche su questa parete è stata aperta una finestra, αἱ dî otto della quale la parete è sata risrcitacon grosso pezzame sia di selce che di pepeTino, oltre a qualche fr di tegola. 360

tale visibile ormai esternamente al casale alla base del rialzamento seicentesco, è lungo m 6,06 e visibile per un'altezza max. di m 2,30 circa dal p.d.c. del giardino. Presenta una lacuna della cortina quasi al centro, larga m 1,88 circa e risarcita con scaglie di peperino ordinatamente allettate per un'altezza di m 0,85 circa!” La metà meridionale della parete conserva cortina per un'altezza di m 1,30 con zoccoletto modanato alla base al di sotto del quale si intravedono altri due filari di laterizi, mentre nella metà opposta l'altezza della cortina non supera i m 0,98 sempre con zoccoletto alla base (Fig. 146). Interamente conservato anche il Jato settentrionale, lungo m 8,35 e visibile per m 2,50 circa di altezza. Su questo muro sono state aperte due finestre che hanno comportato il parziale risarcimento della muratura alla loro base, mentre per il resto dell'elevato resta visibile il nucleo originario, con scapoli in peperino, sebbene scalpellato in più punti. La cortina laterizia è conservata per soli m 0,43 di altezza e alla base è visibile per tutta la lunghezza lo zoccoletto in laterizio con due filari sottostanti. Del muro che delimitava il Jato occidentale della struttura resta solo l'attacco, per una lunghezza max di m 0,68. La morfologia del terreno a est del casale, articolata in piccoli e morbidi dossi, sembra suggerire l'esistenza di altre. strutture, ormai interrate, peraltro già ricordate da Lugli Attualmente, m 37,40 circa a est del casale, appena affiorante sull'interro, s riconosce un muro in opera reticolata con cubilia in peperino (cm 7x7,5), con orientamento che ricalca quello delle strutture del casale. E visibile per una lunghezza

max. di m 6,90 circa oltre i quali si perde probabilmente al di sotto di un leggero rialzamento del terreno, per m 0,25 circa. di altezza” e per una larghezza max. di m 0,51. Un secondo maro in opera reticolata, diretto verso nord-est, ortogonale al primo, si vede m 4 circa a est: affiorante perm 1,80 di funghezza e m 0,32 di altezza, con cortina ben conservata. Nei pressi delle due strutture sono anche due cumuli di materiali da costruzione e ceramici, tra i quali alcuni di comune da mensa e anfore. Nel giardino dell'abitazione sono sparsi molti basoli in selce di grandi dimensioni, relativi alla pavimentazione delJa cd. via albana che salendo da sud-ovest raggiungeva il pianoro su cui sorge il casale per proseguire verso M. te Cavo*", mentre il terreno retrostante l’edificio, incolto da tempo, restituisce su mq. 500 circa, materiale fite.

Comune da mensa e da dispensa — 3 fir. di parete pertinenti a forme non idd.. ‘© Vista dall'esterno questa risrcitura sembrerebbe una tamponatura di un passaggio del quale non c'è però alcun riscontro sulla paete opposta del muro all'interno del vano più piccolo. ‘== All'estremità settentrionale la cortina conserva dei blocchetti angolari è probabile che da qui i diparisse un muro ortogonale a chiusura di un vano, ipotesi in pate suffragata anche dalle caratteristiche morfologichedel terreno in questo punto. “© La via doveva attraversare il pianoro fin quasi l'altezza dell le ristoro Il Guardianone”, sl retro del quale iniziava a salire verso nordovest fino aM. te Cavo.

Fig. 147. SP. 217 Via dei Laghi. La Guardianona: cd. via albana (n. 107.

Fig. 148. SP. 217 Via dei Laghi. La Guardianona: cd. via albana da sud-ovest(n. 107)

Anfore — 1 fr. di spalla di Dressel 2/4", anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del III sec. Cm, ~ 1 fi. di ansa di Haltem 70, di produzione betica, peril traspor-. todi defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vinot™, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. ace, ~ 1 fr. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria**, di produzione rodia c microasiatica", diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C. — 2 frs di paretedi produzione tirrenica. — 3 frs di parete di produzione egeo-orientale. — 4 fr di parete di produzione africana. — 3 frr. di parete di produzione campana. ~ 1 fi di parete di produzione vesuviana.

ghezza della sede stradale, è nuovamente visibile per m 1,60 di lunghezza, oltre i quali è probabilmente nascosto dall'interro per m 9,40 di lunghezza. La pavimentazione è nuovamente visibile, sempre ben connessa, per m 2,30, mentre, dopo una lacuna di circa m 1, nei successivi m 13,50 diviene visibile anche la crepidine sul lato settentrionale, con paracarri. Al termine di questo tratto la strada piega nuovamente leggermente a sx. e a questa altezza il basoJato ricompare conservato, quasi al centro della carreggiata, perm 1 di larghezzae 1 di lunghezza. Qui la strada attraversando un piccolo pianoro attenua la salita e l'altezza delle sponde si azzera quasi per rialzarsi nel tratto immediatamente successivo. La pavimentazione diviene nuovamente lacunosa per m 8,60 e nei successivi m 3,40 si conserva sempre al centro della carreggiata per m 2 circa di larghezza, prima di perdersi probabilmente sotto l'interro per un tratto di m 20,40. A partire da questo punto il basoato si conserva senza soluzione di continuità fino al casale. Con un primo tratto di m 30,90, lungo il quale, sebbene sporadicamente, sono visibili anche le due crepidini laterali e la carreggiata è larga m 3,20 circa, la strada piega appena verso dx., per riprendere il precedente orientamento nei successivi m 6,50 circa. A questa altezza la strada, con entrambe le crepidini laterali con paracarri, è larga m 3,12 circa. Le crepidini continuano ad essere visibili anche nei successivi m 8,80 e in questo tratto sul basolato si leggono ancora i segni del passaggio dei carri. Qui la strada, in forte salita, ormai a pochi metri dal pianoro sul quale è il casale, corre nuovamente tra sponde molto alte, comprese tra m 1,90 e m 1,55. Nei successivi m 7,10 la crepidine sul lato meridionale è completamente libera dall'interro, mentre su

107. Lastricato stradale. Il retro del casale ὃ ambito da un tratto dell'antica viabilità (A), per una lunghezza complessiva di m 196 circa, pavimentata con basoli in selce di grandi dimensioni ancora ben connessi unitamente alle crepidini laterali, conservate quasi per l’intera lunghezza, sebbene visibili solo a tratti ove liberate dall'intero e dotate di paracarri posti a distanza media di m 3,95 (Fig. 147). La strada sale verso nord-est, a partire dal lato settentrionale della via dei Laghi, all'altezza del km 12,100, a m 25 circa dal ciglio stradale (Fig. 148). In questo primo tratto la carreggiata, che corre incassata tra due scarpate di terra alte m 1,20 circa, è conservata per una larghezza max. di m 2,90/3,20 per m 10,30 di lunghezza, mentre nei m 7,20 successivi il basolato appare perduto. La strada piega poi leggermente a dx. e il basolato, sebbene non per l’intera lar^" TeeRNA 1986: 134-135; FREED 1989: 616-607; Panenia 1989: 183; MENCHELLI 1990-1991:169-182; ARTHUR, WiLLIAMs 1992: 250-260; MescueLti Pasquisucct 1995: 213; Montegelato 1997: 301; FREED 2000: 459-466. "PAMELA 1989: 142 figg. 5-6; HesaRD, RICO, ARTHUR, PICON, “Tetra 1989; Rizzo 2003: 145 tab. 26a con datazione al 70/60 a.C.ini zio I see dC. Perle produzioni vesuviane diffuse in uto il Mediterraneo n età augustea, mentre a partie da'età gilio-cludia fino al 79 d.C. sembrano concentrarsi verso Roma, vd. PANELLA 1981. ^" Star 1985: 62-64

= L'esemplare più antico? stato rinvenuto ne elit della Mandrague de Giens del 60-50 a.C. (Terna 1986: 142) “oP noto il trasporto di passum Rhodium, oltre ad vini noti dale fonti come “rodii" (Ewrenzut, Pico 1989: 225e fig. 1). “© Si ipotizzano più centi produttivi (EMPEREUR, Pico 1989: 224. 225; Mom-Kicme 1994: 349; Dessar, LequemeNT, Liou 1987; Ἐμρεκευκ, Tuna 1989; CarRERAS Monrorz 2000). Masris-Kitcitn 1994: 348.380; Rizzo 2003: 146 b. 26b, con datazione αἱ IT sec. C. 361

quello opposto è visibile solo sporadicamente. Le crepidini sembrano nascoste dal terreno scivolato dalle scarpate per m. 11,40 oltre i quali è nuovamente visibile per m 8,60 solo quella lungo il lato meridionale, con paracarri. La sede stradale a questa altezza è larga m 3,35 circa. Con un ultimo tratto, piuttosto ripido, lungo m 45,40, la strada raggiunge il pianoro per perdersi probabilmente al di sotto dell’interro del giardino dell'abitazione. Nel tratto terminale la carreggiata, compresa tra le due crepidini, è larga m 3,78 circa. 108. Materiale sporadico. Ai lati della strada, nel giardino dell'abitazione, sono stati appoggiati:

~ tro fx architettoniciin peperino, relativi presumibilmente ali vestimento di un monumento funerario, con modanature lice (m 0,58max.x0,52max.x0,30max.; 0,56max. x0,60x0;35max.; 0,93 max x0, 6010 40max.). ~ una cassa di sarcofago, lisca, conservata per l'intera lunghezza ma fraturata nella parte terminale (m 2,34x0,83x0,63 max.; incasso per deposizione arrotondato ai piedi, con cuscino, ungh. m 1,73, largh. m 0,56). La cassa, monolitica, di forma rettangolare bassa e allungata, ha pareti lisce non ben levigate, con una leggera picchettatura. Il Sarcofago che non offre elementi che ne consentano un inquadramento cronologico puntuale in considerazione del materiale impiegato, sembrerebbe riferibile all’età tardo-repubblicana, pur non mancando esempi in ctà imperiale, può essere almeno genericamente riferito a quest'ultima età sula base di esemplari, tipologicamente simili, ma in marmo, rinvenuti in contesti di scavo nel suburbio”. Nel giardino antistante il casale restano: — due fi. di fusto di colonnain marmo. — un occhio in peperino (alt. max. m 0,34; diam. m 0,34). — un fi. di fusto di colonna in marmo bianco, liscio, relativo al sommoscapo (alt. max. m 1,01; diam. sup. m 0,40 con incasso cenwale circolare), ~ unfr.difustodicolonna in granito osa, scanalato, molto rovimato con scanalature quasi completamente abrase (alt. max. m 0,43; diam. m0,38).

bana che saliva dal centro di Ariccia**. La pavimentazione della strada, che corre incassata tra sponde di terra la cui altezza varia da m 0,0 a m 1,50 circa, appare lacunosa nei primi m 4,50 circa oltre i quali ὃ nuovamente visibile per m 21 circa, sebbene per una larghezza max. di m 1, nel punto corrispondente quasi al centro della carreggiata. La sterrata che ricalca e in alcuni tratti nasconde tra interro e fogliame la pavimentazione stradale, prosegue verso nord-est per m 42,50 circa fino al punto in cui diviene nuovamente visibile il basolato, per un tratto di m 34,50 di lunghezza c m 0,70 circa di larghezza. Il basolato si perde poi al di sotto di un basso strato di interro nei successivi m 15 circa, al termine dei quaJi la strada piega leggermente verso nord. La pavimentazione affiora poi per altri 6 metri al termine dei quali, sulla scarpata che costeggia il lato nord-occidentale della strada, sono ammucchiati almeno venti grossi basoli in selce, forse riferibili al tratto successivo, mancante per almeno m 6,80. Dopo quest'ultima lacuna il basolato si conserva al centro della sterrata per m 1,20 circa di larghezza, in un tratto di m 22 il quale termina a m 80 circa dal ciglio della via dei Laghi. 110. Cunicoto m 603 s.Lm. F.te di Tempesta Sul lato occidentale della SP. 217 via dei Laghi, circa alaltezza del km. 13,300, un sentiero attraversa la stretta eripida sella che separa due piccole alture occupate da bosco per piegare, all'altezza della F. te di Tempesta, verso sud-est e scendere, costeggiando l'orlo del cratere, fino al sottostante Jago di Nemi. All'altezzadel punto in cui il sentiero esce dalla stretta gola, alle pendici nord-occidentali dell'altura che sale immediatamente alle spalle della F. te di Tempesta, è ancora parzialmente accessibile un cunicolo*" (Fig. 149), scavato

La struttura in opera laterizia deve ritenersi relativa a un. edificio sepolcrale, come sembra indiziare anche la presenza della cassa in peperino, raggiunto da un breve diverticolo che saliva verso sud-est dalla cd. via albana. 109. LASTRICATO STRADALE m 603 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi

Sul lato sud-occidentale della via dei Laghi, circa all’altezza del km. 12,200, a partire da m 230 dal margine della strada, è visibile in diversi tratti il basolato della cd. via al"A differenza di quanto noto per gli esemplari in marmo, generlmente riferiti all'età imperile (6 il caso, οἶσε che di alcuni del Museo Nazionale Romano (SAPELLI 1984) ad esempio: dei quattro scoperti nel 1931 a Frattocchie (PirmoGRANDE 1934: 221 fig. 1, 222 fig 2, 228-231) forse databili “al periodo compreso fra l'eà di Antonino Pio e gli inizi del I secolo d. C.”; dei quatro scoperti nel 1934 in località Monte S. Andrea, a Cesanodi Roma, riferiti alla metà del III sec. d. C. (Vicit 1935); di quello scoperto nel 1934 al XIV chilometro della via Nomentana (ANNIBALD! 1941: 187-193, 194 fig. 8) riferito all'età neroniana; di quello rinvenuto nei press di un diverticolo della via Tiburtina, all'altezza del km. 24,500 (Faccensa 1957: 120-121), risulta più com362

Fig. 149. E te di Tempesta. Ingresso al cunicolo (n. 110) plicato proporre una datazione di quelli in materiale locale (cf. ad esempio Raisi 1982, a proposito di una cassa di peperino al Museo Nazionale Romano). ‘20 tatto indagato corrisponde alla parte di vibili compresa nella cartografia IGM 1:25.000 F. 150 IL SO. di Velletri, a partire dal margine orientale dela tavoletta. 7" La vasca della fontana è realizzata con scaglie di selce, terzi di età romana e materiali vari, tra cui alcune lastrine di travertino spezzate, un fi d'ansaαἱ anfora eun elemento decorativo marmoreo medievale. Il cunicolo non più di dieci anni fa ancora adduceva acqua alla sottostante fonta

servato, almeno per i primi m 1,15. Dopo un tratto restaurato in età moderna", lo speco riprende le sue caratteristiche originali a m 3,30 circa dall'ingresso e prosegue con un andamento leggermente sinuoso. Il cunicolo, coperto qui da una volta, piatta, è alto tram 2,25, 2,10 e 1,98 e largo tra m 0,55, nei primi m 6,50, m 0,45, perun breve tratto, e m 0,65 circa in. prossimità di un pozzo di ispezione ἃ m 18 dall'ingresso. Quest'altimo, rettangolare (m 1,00x0,50), è aperto nella voltacon un taglio diagonale che parte a m 1,15 da terra sulla parete occidentale e termina sul lato opposto a m 2 circa da terra. È conservato per un’altezza max. di m 1,10. Lungo la parete orientale, a0,70/0,65 dal p.d.c., sono ancora rilevabili almeno quattro incassi per lucerna, a partire da m 7,10 dall'ingresso 111. CunicoLo m 600 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi- F. te di Tempesta Alle pendici sud-orientali della piccola altura che costeggia il lato occidentale del sentiero che si diparte dalla via dei Laghi, circa all'altezza del km. 13,300, si apre un cunicolo, solo parzialmente ispezionabile a causa dell'interro. All’ingresso è alto m 1,70 e largo fino a m 1,60 per il forte sgrotta‘mento della pareti. Nei primi m 12 circa di lunghezza, nei quali corre in direzione nord, presenta pareti e volta parzialmente crollate e fondo invaso da un cospicuo strato di interro. che ne riducono l'altezza, in alcuni punti finoa m 0,90/0,45, mentre la larghezza si mantiene sempre frai m 1,60 e im 1,80. Nel tratto successivo, nel quale piega leggermente verso ovest, il cunicolo pur conservando Ie caratteristiche originarie, con volta poco arcuatae larghezza mediadi m 0,65, non risulta al momento ricognibile a causa dell'interro.

Fig. 150. F te di Tempesta. Cunicolo: pianta (n. 110) nel tufo del piccolo colle che si affaccia sul sottostante lago di Nemi. Procede in direzione nord/nord-est, al momento percorribile per m 23,50 circa oltre i quali il consistente aumento dell'interro sul fondo e l'ingombro di grosse scaglie staccatesi dalle pareti e dalla volta impediscono il passaggio® (Figg. 150-151). L'ingresso, largo m 1,05 ed alto m. 1,45 sul p.d.c.,è parzialmente invaso da grossi blocchi di tufo staccatisi per il crollo della copertura ed appare allargato sul lato orientale lungo il quale, per m 2,50, la parete crollata è coperta dall'interro. Il lato opposto è, invece, meglio con-

Fig. 151. E te di Tempesta. Cunicolo: sezioni (n. 110)

© A complicare esplorazione dello speco concorre anche la presenza di un levante numerodi at, attirati dalle immondizie che vengono getateallingress, πο La pareteè sata restaurata a partie da m 0,90 da tera fino allalterzadella volta, con pezzame di ufo perun tratodi almenom 1,80, mentre

copertura è stata ‘rinforzata’ con una piccola volta in cemento per una lunghezza dim 2,10 circa. “πὶ primi te incass per lucerna sono posti a breve distanza l'uno dl l'alto (m 0,60 ra il primo ed il secondo, m 1,35 tail secondoed il terzo), mentre il quarto è visibile solo m 6,80 dopo i terzo. 363

114*. AMBIENTI IPOGEI SP. 217 Via dei Laghi - F. te di Tempesta

‘Verso il piano di F. te Tempesta, vicino ad uno stretto vallone, il Chiarucci ricorda l'esistenza di una ventina di grotte scavate nel banco, vicino alle quali raccolse un fr. di argilla concotta, presumibilmente riferibile all'intonaco di una capanna”. 15. CunicoLO m 595 s.l.m. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi Lungo il sentiero che scende da F. te di Tempesta verso il lago di Nemi, circa m 250 a sud-est della fonte, si incontra un bottino moderno, realizzato ai piedi della parete rocciosa che costeggia il lato a monte. La sistemazione moderna convoglia e sfrutta le acque di un antico cunicolo, ancora visibile alle sue spalle, entro uno stretto canalone, a m 15 circa dal sentiero. Il cunicolo, scavato nel banco è stato tamponato con un muro a soli m 2,50 dall'ingresso attuale. La parte conservata dello speco, che si dirige verso nordest, è larga m 0,85 ed alta m 2,25 con la volta di copertura piuttosto irregolare. Un primo tratto del cunicolo, lungo m 4,20 e largo m 0,95, corre invece privo di copertura tra due alte pareti, m 3,30 circa, appositamente regolarizzate.

Fig. 152. SP. 217 Via dci Laghi. Pontecchio. Posizionamento delle strutture (n. 117), dell’area di fr. (n. 116), dei materiali sporadici (n. 118) e della tagliata e sede stradale (n. 119).

112. MATERIALE SPORADICO m 580 s.l.m. SP.217 Via dei Laghi - F. te di Tempesta Nel 1977, nel canalone che si trova a breve distanza dalla fonte di F. te Tempesta, nel quale defluiscono le acque delle alture circostanti, prima di raggiungere il lago di Nemi, si rinvennero alcuni frr. in ceramica d'impasto protostorico, presumibilmente provenienti da un'area soprastante** (n 113).

113. MATERIALE SPORADICO m 627 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - F. te di Tempesta Nel 1978, sull’altura a est della fonte di F. te Tempesta, si rinvennero alcuni frr. di ceramica d'impasto sia liscia che decorata, riferibili al Bronzo Finale. L'esiguità dei rinvenimenti indizia una frequentazione dell’area della quale rimangono incerte le caratteristiche funzionali ^ ChunRvccI 1978: 24 tv. TA, 102, 154, 166; Lex 2000: 158 n. 2. ^ Cnanucci1978:24 av. A, 102, 154, 166; Lenzi 2000: 158.2. 364

116. AREA DI ΒΆΝ. FIrIILI m 630 s.Lm. SP. 217 Via dei Laghi - Pontecchio Nel terreno boschivo che dal lato sud-occidentale della via dei Laghi, circa all'altezza del km. 13,700, raggiunge la cresta del cratere del lago di Nemi, si nota un'area di frr. fittili (Fig. 152) Sparsi in media concentrazione su mq. 250 circa verso il margine nord-orientale della sommità di un piccolo pianoro, affacciato a sud-ovest sul lago sottostante, affiorano soprattutto cubilia in peperino, fr. di tegole, coppi a impasto chiaτὸ di età romana e mattoncini di opus spicatum a impasto rosato e rari materiali ceramici, riferibili perlopiù a cerami comune da mensa e da fuoco. L'area, forse unitamente ai materiali poco a sud (n. 118) calle strutture murarie m 90 circa a sud-ovest (n. 117), sembra riferibile ad una villa in uso almeno nella prima età imperiale, presumibilmente estesa su circa mq. 5900. 117. STRUTTURE MURARIE IN OPERA RETICOLATA E CEMENTIZIA m 628 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Pontecchio

Nel terreno boschivo che dal lato sud-occidentale della via dei Laghi, circa all'altezza del km. 13,700, raggiunge le pendici settentrionali del cratere del lago di Nemi, nel set"^ Cuuagucet 1978: 165-166 i quale non fornisce alcuna indicazione sulle caratteristiche planimetriche dele grote; Lenz: 2000: 158 n. 6

Fig. 153. SP. 217 Via dei Laghi. Pontecchio. Resti in opera reticolata (n. 17).

Fig. 154. SP. 217 Via dei Laghi. Pontecchio. Resti in opera reticoTata: muro orientale (n. 117)

tore occidentale di uno stretto pianoro che sovrasta da nord-est il lago sottostante, si conservano alcune strutture in opera cementizia e reticolata con blocchetti angolari (Fig. 152). Delle strutture rinvenute nel 1924, restano due muri in opera reticolata di cubilia di peperino (cm 7,5x8), paralleli, delimitanti un vano centrale în opera cementizia, quasi interamente coperto dall'interro (Fig. 153). II muro orientale, rilevabile per m 2,20 di lunghezza e m 0,25 di altezza, termina all'estremità meridionale con una mazzetta a blocchetti parallelepipedi (cm. 0,20x0,12/ 0,15x0,8) (Fig. 154). Il secondo muro, m 2,30 ad ovest, che si rileva per una lunghezza di m 2,95, appena affiorante dall'interro, conserva, all'estremità meridionale, l'angolo di chiusura del vano e parte del muro ortogonale che delimitava l’ambiente a sud. L'estremità opposta, settentrionale, del muro sembra conservare invece traccia dell'attacco di un muro semicircolare, convesso (abside ?), il quale presenta cortina su entrambi i lati, con un spessore di m 0,60 (Fig. 155). Nello spazio compreso tra i due muri resta, a partire dall'estremità meridionale del primo, un ambiente sotterraneo, realizzato in opera cementizia, appena affiorante in superficie e quasi ostruito dall'interro, lungo m 2,90 e largo m 1,75. L'altezza max. del vano, chiuso da una copertura a doppio spiovente, va dai m 0,70 in prossimità dell'ingresso αἱ m 1,20 sul fondo. Lungo il lato orientale, in prossimità dell’angolo meridionale, poco al di sopra dell'interro, resta un'apertura a cappuccina“®. Nell'area si rinvengono pochi frr. di ceramica comune da mensa e numerosi cubilia in peperino, fr. di laterizi, scaglie di selce e mattoncini di opus spicatum. A poca distanza dalle strutture resta anche un blocco in peperino squadrato (m 1,23x0,45x0,52). L'area, forse unitamente ai siti a brevissima distanza, sul medesimo pianoro (nn. 116, 118), deve riferirsi ad una villa

forse in uso almeno nella prima et mente estesasu circa mq. 5900.

Lungo il sentiero che scende dalla F. te di Tempesta verso il lago di Nemi, circa 500 m a sud-est della fonte, è riconoscibile il passaggio di una sede stradale tagliata nel banco**. Nei primi m 21,70 circa la sede stradale delimitata sul lato a monte da una parete alta tra m 1,20 e 1,80, si presenta in cattivo stato di conservazione, con il fondo reso accidentato dall'usura e dall'azione delle acque meteoriche, c una larghezza ridotta a m 2,70. Nei successivi m 22,50 circa lungoi quali il lato a monte è in parte risarcito, in parte sostit to da un muro moderno a blocchetti di peperino, la sede stradale inizia a divenire più larga (m 4,87) e con fondo più regolare. Nell'ultimo tratto, lungo il quale torna ad essere vis

^ Ne fü data notizia dal quotidiano “Il Messaggero”, il 5 novembre 1924, L'articolo riferiva di come "nel territorio denominato Pont propriet della principessa Eugenia Berry Ruspoli il Morosini “messo in luce degli avanzi caratersici di un antico fabricato “muri in galleria di costruzione”, forse criptoportci che dovevano perimetrae e sostrire l'area residenziale, dato che si suppone per essi che aves sero "un perimetro corrispondente al'ampiezza totale del terreno”. Inoltre si parlava anche di una “parte centrale del rudere” di “forma tondeggis

a parvenza di un antico tempio”, più facilmente leggibile come esedra o iide". Descrizione in Lexzi 2000: 158 n. 4. Un generico riferimento αἱ. esistenza di una “Villa”, in CwARLCCI 2000: 180 fig. 1 n. 37. ‘50 Questo vano, se corretta lettura dell presenza originaria di un’absidea partire dll'estremid del muro occidental, verrebbe ἃ trovarsi sul re"ro della stessa e potrebbe interpretars, considerata anche la presenza della cappoccina in basso, come conserva d'acqua per una fontana ornamentale. "Segnalazione in Lenz: 2000: 158 n.5

yeriale, presumibil-

118. MATERIALE SPORADICO m 626 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Pontecchio Sullo stretto pianoro che sovrasta a nord-est il cratere del lago di Nemi, all'altezza del km. 13,700 della via dei Laghi, tra la fitta vegetazione che ricopre l’area, sono visibili due blocchi parallelepipedi in tufo (m 1,10x045x0,51; 1,15x0,45x0,52). T resti, forse unitamente all'area di frr. fitili poco a nord (n. 117) ὁ alle strutture in opera reticolata e cementizia (n. 116), sono riferibili ad una villa in uso almeno dalla prima età imperiale, presumibilmente estesa su circa mq. 5900. 119. TAGLIATA E SEDE STRADALE m 585 s.l.m. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi

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Fig. 156. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi. Tagliata stradale (n. 119)

te semicircolare praticato alla base dell'alta balza rocciosa che costeggia il lato a monte, dal quale sgorga ancora acqua”. Poco distante da questo ma a circa m 1,80 dal p.d.c. attuale, nella parete naturale è ricavato un altro vano, di dimensioni notevolmente maggiori, in parte crollato ed in parte chiuso da una muratura in età moderna, forse identificabile con una grotta. È probabile che si tratti dei resti di una frequentazione

preistorica (o medievale?) con riparo e fontanile. Fig. 155. SP. 217 Via dei Laghi. Pontecchio. Resti in opera reticoIata: pianta(n. 117).

bile la tagliata sul lato a monte, alta da m 2,15 fino a m 5,40%! (Fig. 156), la strada che misura in larghezza m 4,85 conserva l'intera carreggiata con crepidine, alta tra 0,20 e 0,35 m circa, che delimita il lato a valle (Figg. 157-158). La via che acquista qui una discreta pendenza e conserva anche tracce di un duplice rudimentale sistema per lo smalti mento delle acque meteoriche, costituito da canali di deflusso ricavati nel banco. Similitudini sono riscontrabili con numerosi tracciati intagliata dell'Etruria ed in particolare, relativamente alle altezze della tagliata verso monte e verso valle, con alcuni tratt dî viabilità di Tuscania", Potrebbe riferirsi alla viabilità che dal lato occidentale della via Setina (B) forse proveniente dal santuario di monte Cavo, doveva raggiungere il santuario di Diana" (b2), 120. FovTE/GROTTA (Ὁ) m 575 s.Lm. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi

Lungo il sentiero che scende dalla F. te di Tempesta versoil lago di Nemi, è possibile notare un taglio irregolarmen© La sponda più ala, a monte, è realizzata con profilo a scarpa e due riseghe sovrapposte. II banco roccioso è particolarmente ricco di inclusi basaltci αἱ grosse e medie dimensioni In questo tatto lungo a crepidine è ancora riconoscibile a presenza di un paracarro, sempre ricavato nel banco natural. ‘© Qui, QUILIC Giatt 1970: 74-78 n.96.V, specialmente 75 fgg. 94 €96, 76 (strada, con una lrgh. max. dim 5,10, a valle di quella moderna 366

121. AMBIENTE IPOGEOm 565 s.l.m. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi Lungo il lato nord-orientale del sentiero che scende dalla F te di Tempesta verso il lago di Nemi, nel punto in cui il passaggio è quasi interrotto da un grosso crollo staccatosi dall'alta parete basaltica resta un ambiente ipogeo, scavato nello strato di peperino tenero che si trova alla base della parete. ambiente, a camera semplice, aperto verso sud, a pianta quasi quadrangolare, lunga m 3,05 e larga da m 2,45, rilevabili sul fondo, ai m 1,65 dell'apertura, scende ad una quota leggermente inferiore rispetto a quella del sentiero attuale (m -1,55 circa). L'altezza max. del vano, pari a m 1,68, è rilevabile solo in prossimità del lato di fondo settentrionaJe, mentre l'interro che va ad aumentare verso l'esterno, riduce l'altezza all'ingresso a soli m 0,85. Lungo le pareti occidentale ed orientale sono ricavate due nicchie: una rettangolare, di dimensioni minori (m 0,87x1,25x0,45/0,50), sul Jato occidentale, che si apre a soli m 0,56 dall'ingresso e all'interno della quale, sulla parete di fondo, a m 0,73 da terra, è ricavata una seconda piccola nicchia, anch'essa a sezione rettangolare (m 0,43x0,30x0,20); più grande l’altra, a profilo semicircolare (m 1,13 sulla fronte x 0,92 x 0,60/0,65), ricavata quasi al centro della parete orientale, a partire da m per Viterbo all'altezza del km 19,500),n.96. VII (strada, con una larghezza dim 480,di collegamento con a precedente) ^" Mosunco 1903: 316 che ne ipoizzava l'esistenza pur in assenza di resti riferibiliad essa; Lenzi 2000: 157, 177-178 fg. 4 “Lo scavo nella parete si trova m 10,50 circa all'interno dal lato a monte del sentier.

Fig. 158. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi. Tagliata stradale: sezioni(n. 119).

Fig. 157. SentieroF. te di Tempesta - Nemi. Tagliata stradale (n 119),

L'ingresso, largo m 3,10 appare piuttosto sgrottato ed il fondo delle due camere, parzialmente invaso dall'interro e da grossi blocchi staccatisi dall'alto, si trova ad una quota di poco inferiore a quella del sentiero attuale. Di maggiori dimensioni la camera nord-occidentale, con il lato di fondo nord-orientale a profilo convesso, lunga m 4,50 circae larga m 2,25 circa nei primi m 3 oltre i quali si restringe con una netta risega del lato sud-occidentale fino a m 1,92. L'altezza del vano nella parte interna, lasciata libera dal crollo e dall'interro, è di m 2,10 circa. La seconda camera, separata dalla prima da un diaframma tufaceo largo m 1,15 circa, è lunga m 3,50 max. e larga m 2,05 nella metà anteriore, che si riducono anche in questo con una risega sul lato sud-orientale a m 1,70 nella parte restante. Anche l'altezza oscilla tra i m 2,08 eim 1,90 rilevabili in prossimità del lato di fondo.

0,50 dal p.d.c. attuale. Una terza piccola nicchia, anch'essa semicircolare, è appena riconoscibile, sempre lungo la parete orientale in prossimità dell’ingresso, larga m 0,95 e profonda m 0,32 circa.

123. MATERIALE SPORADICO m 635 s.l.m. Pantanaccio - Via Colle dell’ Acero

irregolarmente rettangolare, con soffitto a volta quasi piatta cin gran parte alterata dai crolli, aperte verso sud.

Protetto ad est dall'altura di Colle dell’ Acero e a nord dalle propaggini dei Monti delle Faete si allunga un ampio pianoro in leggero declivio verso sud fino alla piana dei Pratoni del Vivaro. Nel terreno a prato, da anni incolto, nel settore più alto del pianoro, sul lato orientale del viale d'accesso alla proprietà di S. Maria dell'Acero, dove all'inizio degli anni Novanta del Novecento si recuperarono diversi frr di mateTale antico, sia ceramico che, soprattutto, da costruzione“, ἃ possibile notare la presenza di pochi frr. di tegole a impasto rosso e rosato di età romana (Tav. I, 18), rarissimi frr. ceramici di comune da mensa e di africana da cucina”.

‘$a, Archivio Pratiche. Velletri. Vari, Relazione G. Manganellodel 27 maggio 1992. Ricognizioni nel teritori di Velletri. 12. Loc. 8. Maria dell Acero-Pratoni dl Vivaro (16.09. 1991). Ho cercato invano, puravendo individuato la cassa nella quale avrebbero dovuto esere, di rintracciare i materiali recuperati nei magazzini del Museo Archeologico di Velletri. “© Questa part ἀεὶ pianoro è ἃ sua volta sezionata da una strada intera alla proprietàche lo taglia in senso est-ovest. fr, sempre con presenza

assolutamente sporadica considerata l'assoluta mancanza di visibilità del terreno, affiorano su entrambi i lai. Inolre l'area posta ἃ nord di questa strada È parzialmente occupata sia da un edificio che da una chiesetta di recente edificazione. In prossimità dell’edificio resta anche un blocco squa‘rato in peperino (m 0,80x0,58x0,46). Dal arca a sod del a strada, più ampia, a memoria di una delle Suore Apostoline che ora occupano la proprietà, fu rinvenuta una moneta “romar

122. AMBIENTE IPOGEO m 560 s.l.m. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi

Lungo il lato nord-orientale del sentiero che scende dalla E te di Tempesta verso il lago di Nemi, a m 26,50 da un primo ambiente scavato che costeggia lo stesso lato del sentiero (n. 121), se ne incontra un secondo, ugualmente ricavato nello strato tenero di peperino che si trova alla base dell'alta parete basaltica. È costituito da due ampie camere a pianta

367

L'esiguità della documentazione consente di ipotizzare la presenza nell'area di almeno un edificio senza poterne chiarire estensione e tipologia (villa rustica?), presumibilmente in relazione allo sfruttamento agricolo dei terreni circostanti, in un ambito cronologico che genericamente pub riferirsi all'età romana, forse almeno alla media eta imperiale. Africana da cucina = 1 fi di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia II, 267=Hayes 197°, attestato dalla prima metà del II alla fine del IV-inizi delV sec.d. C. Comune da mensa e da dispensa — 1 fi. di fondo di olla non id. 124, Toga m 598 s.Lm. Vivaro

Lo Stevenson, alla fine dell'Ottocento segnala la presenza in un'area presumibilmente corrispondente a quella a circa m 150 m dal margine nord-occidentale della via dei Laghi-Vivaro-via Latina, a circa km 3 ad est del bivio sulla SP. 217 via dei Laghi, di una tomba, forse protostoricat, 125. STRUTTURE MURARIE m 773 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Vescovo

Ricerche di superficie e saggi di scavo sono stati intrapresi sulla sommità dell'altura, non lontano dalla sorgente di Acqua Donzella, tra il 1999 e il 2002. Le ricognizioni hanno permesso il recupero di terrecotte architettoniche riferibili ad edifici arcaici oltre a frr. di impasto rosso e di bucchero databili tra VII e VI secolo a. C. Gli scavi successivi hanno rilevato la presenza dei resti di un edificio medievale costituito da due ambienti disposti ad “L” oltre ad un terzo piccolo ambiente quadrangolare lungo il lato ovest ed infine di un'ultima struttura, circolare, a breve distanza. Un saggio all’angolo nord-orientale dell'ambiente più meridionale ha rilevato la presenza di materiali databili tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro. Se ne è proposta una datazione, sulla base delle tecniche costruttive e dei materiali ceramici, tra il XIIe il XIV secolo dC “Atlante: 218-219, tav. CVIL 7; ft. AGUAROD OrAL 1991: 281-283, 35-341 figg. 75-81, la quale distingue tipo in due varianti principali Ae B. “> Stevenson CharLat. 10572: 34 v. riportato da AstiBy 1910: 404 nota LL ‘Daca Troccoui, Memo, Tav Korm 2003; DaLaucuo, Drago Troccou, MERLO,Te KORTENAR, TROMMETTA 2004: 135-139, spe cificatamente sulle tecniche costruttive; DRAGO TRocCOL 2002-03: 61-80; Draco Taoccou, Mento, Tex Kormexa®, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004. 227 fg. 1, 229-230. Gli ambienti sono stati oggetto di un intervento da parte della Soprintendenza Archeologica del Lazio, grazie al quale, con l'aiuto di vooctari dl Iuogo, sono stat parzialmente liberati dal interro eres acessi368

126-137. AMBIENTI IPOGEI m 708-624 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Vescovo

Poco prima della fontana della Donzelletta, sul lato occidentale della strada sterrata per il Maschio d' Ariano, che costeggia in questo punto le pendici nord-orientali di Colle del Vescovo, si diparte un sentiero che sale in direzione nordovest verso la fonte dell’ Acqua Donzella. Sul lato sud-occidentale è delimitato da una balza tufacea lungo la quale si apre una serie di ambienti, scavati, con ingresso rivolto verso nord** (Fig. 111). 126. m 624 s.Lm. Il primo ambiente, lungo il sentiero che sale dalle pendici nord-orientali di Colle del Vescovo verso Ja cima dell’ Artemisio, è visibile a m 85 dalla strada sterrata, Presumibilmente a camera semplice, non è ispezionabile in quanto quasi completamente invaso dall'intero. L'ingresso è largo m 0,55 e la lunghezza max., misurabile sul lato orientale, è di m 3,50. 127. m 625 s.l.m. Proseguendo lungo il sentiero, m 4,20 a ovest del primo ambiente (n. 126), un ampio ingresso (m 1,48), particolarmente sgrottato sul lato orientale, immette in un ambiente, costituito da un'unica camera, a pianta stretta e allungata” (Fig. 159). Il vano, lungo m 7,70 circa, è largo m 1,15, all'altezza dell'ingresso, per una forte sgrottatura della parete occidentale, mentre resta stretto m 0,82 per metà circa della lunghezza e tende ad allargarsi solo nella parte finale, da m 1,20 a m 1,82, terminando, sul lato di fondo meridionale, con una parete curva. Il fondo è rialzato dai residui dello sfaldamento di alcune parti della volta di copertura e delle pareti. L'altezza dell'intero aumenta verso il fondo del vano, la cui altezza max. di m 1,68 misurabile circa al centro, si riduce progressivamente fino a m 1,22. 128, m 625 s.l.m. Un piccolo ambiente si apre m 3,10 a ovest del n. 127^". L'ingresso, parzialmente ostruito dalla terra crollata dalla parete soprastante, è largo m 0,88 ed immette in un piccola vano, lungo m 1,50 e largo m 0,75 circa (Fig. 159). La volta di copertura, alta m 1,05, presenta un piano di imposta sfalsato, che si abbassa notevolmente sul lato orientale. 129. m 668 s.Lm. A partire dall'ambienten. 128 il sentiero sale verso nord-ovest per m 340. Solo a questa altezza è possibile vedere un altro ambiente, scavato nella parete‘ (Fig. 160). L'ingresso, largo m 1, immette in un piccolo vano, a pianta rettangolare, lungo m 1,52 sul lato orientale e m 1,76 su quello occidentale e largo m 1,10, con un'altezza max. di m 1,72 (Fig. 161). La copertura a volta e le pareti labili. Nell'occasione agli ambienti, interpretati come tombe, è stata anche attribuita una numerazione progressiva, a parre da quelli visibili lungo le pendici setensionli, contraddistinta dall sigla CV. © All'ambicnte, in occasione dei lavori di pulizia, promossi dalla Soprintendenza Archeologica, non è stata atribuita alcuta numerazione. 7 L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 20; cfr. DaLuuGLIO 2005: 160 fg. 1 n.7, 164 specialmenteig. 8 n. 20. ""L'ambiente è contraddistintodal n. CV 19; ff: Dataacuo 2005: 160fig. 1n. 7, 164 specialmente fig. n. 19. 5 L'ambiente è contraddistnto dal n. CV 18; cfe DaLMicLIO 2005: 160 fig. 1n. 6, 164 specialmentefig. 7n. 8,

Fig. 159. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piante e sezioni (nn. 127-128).

terali tendono a sfaldarsi, lasciando cadere sul fondo del vano piccole scaglie di tufo. 130. m 668 s.l.m. Accanto all'ambiente n. 129, m 2,20 a ovest, se ne apre un altro, con dimensioni e caratteristiche simili^*. L'ingresso, largo m 1,10 e apparentemente sgrottato sul lato occidentale, immette in una piccola camera irregoarmente rettangolare, lunga m 2 sul lato orientale e m 1,30 circa su quello occidentale, lungo il quale, a m 0,30 circa. dall'ingresso, si apre una nicchia, larga m 0,75 e profonda m 0,35 (Fig. 161). Il vano si allarga sul fondo, dai m 1, in pros-

simità dell’apertura, a m 1,35 del lato di fondo meridionale. Tanto le pareti laterali, quanto la volta di copertura, appaiono particolarmente sgrottate in più punti; scaglie del tufo sfaldato occupano, infatti, il fondo del vano, la cui altezza max. risulta di m 1,25 circa. 131. m 675 sLm. M 29,7 a ovest dell'ambiente n. 130, lungo la balza tufacea è nuovamente visibile un altro piccolo ambiente, a pianta rettangolare allungata* (Fig. 162), L'ingresso, parzialmente ostruito dalla terra, è largo m 1,12, mentre la larghezza della camera aumenta progressivamente

‘= L'ambiente è contraddistintodal n. CV 17; ef. Dacxuouio 2005: 160 fig. 1 n.6, 164 specialmenteBg. 8 n 17.

2 L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 16; cf. Darancuo 2005: 160 fig. 1 n.4, 163 specialmentefg. 5n. 16. 369

Fig. 160. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei (nn. 129-130).

Fig. 162. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei (nn. 131-133)

fino ai m 1,48 del lato di fondo meridionale e la lunghezza varia dai m 2,50 del lato orientale ai m 3,45 di quello occidentale (Fig. 163). Il fondo del vano è parzialmente interrato e rialzato dalle scaglie di tufo cadute per lo sfaldamento delle pareti e della volta di copertura, per cui l'altezza max. ri sulta di m 1,38 circa. 132. m 675 s.Lm. A m 4,30 dall'ambiente n. 131, se ne apre un altro (Figg. 162, 164) con breve corridoio iniziale, largo m 1,12 all’ingresso e lungo m 0,70 circa, allineato sulla prosecuzione della parete di fondo occidentale della camera (Fig. 163). Dal corridoio si accede al vano, a pianta rettangolare orientata est-ovest, lungo m 1,95 e largo m 1,52 circa. Il fondo del vano è parzialmente rialzato da un legge-

τὸ interro, che tende a salire lungo i lati, causato in gran parte dallo sfaldamento della volta e delle pareti. L'altezza max., misurabile al centro della camera, è di m 1,50 circa, mentre inferiore risulta quella del corridoio d'ingresso, alto m1,35 133. m 676 s.Lm. L'ambiente è visibile sulla prosecuzione verso ovest del fronte tufaceo, a m 4,20 dal n. 132% (Figg. 162, 165). L'ingresso, largo m 1,48, immette in un lungo corridoio (m 4,30x1,45 circa) che termina sul lato meridionale con una parete leggermente arrotondata (Fig. 163). Il vano d'accesso è alto m 1,60 in prossimità dell'i gresso e sale fino a m 1,85 circa verso il fondo. Sul lato orientale del corridoio, a m 2,50 circa dall'ingresso, è scavata un'ampia nicchia, irregolarmente quadrangolare, profonda da m 0,80 a m 0,50 e larga m 1,50, alta m 1,40 circa. Questo piccolo vano è coperto da una calotta quasi piatta, più bassa rispetto alla volta di copertura dell'ambiente principale. Sul fondo restano scaglie del tufo sfaldatosi dalle pareti e dalla volta. 134. m 690 s.1m. Il sentiero sale ancora verso nordovest, costeggiando sempre la balza tufacea sul lato meridionale, per m 47 circa (Fig. 166). A questa altezza è nuovamente visibile un ambiente‘ il cui ingresso, largo m 1 circa, immette in un lungo corridoio (m 5,60), che termina, sul lato di fondo meridionale, con una parete convessa (Fig. 167). Il corridoio, coperto da volta quasi piatta, è alto m 1,76 c largo da 1,12 a 0,90 m circa nell'ultima parte, a partire dallo stipite risultante dall'apertura di un vano laterale, dove è piuttosto sgrottato e piega leggermente verso est. A m 2,65 dall'ingresso, sul lato occidentale del corridoio si apre una camera disposta ortogonalmente rispetto a questo, a pianta quasi trapezoidale, larga m 1,05 all'imboccatura e m 2,40 sul lato di fondo occidentale. Irregolare anche la sua lunghezza, di m 2,20 sul lato meridionale, di m 2,85 su quello settentrionale; su questo lato, a m 1,25 circa dal fondo del vano, restano due piccoli incassi, per lucerna posti a

“L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 15. Vd. Draco Trocco, Mento, Tex KORTENAAR, DaLMIGLIO, TRONBETTA 2004: 227 fig. 1 n.3, 232; efr Datatatio 2005: 160 fig. 1 a. 4, 163 specialmente fig. 5n. 15. "^ L'ambiente ὃ contraddistinto dal n. CV 14. Vd, DRaco Troccou,

Meno, Tex Kogrexws, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 227 fig. |n. 3, 232; eft. Datanciso 2005: 160 fig. In. 4, 163 specialmentefig. 5 n. 14. "co L'anbiente è contraddistinto dal n. CV 13. Vd. Draco Taoccou, ‘Mento, Ten KogtENAAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 227 fig. 1 n. 3,231 fig. 7,232;eft: DaLviGuo 2005: 160 fg. 1 n.1, 161, 162 fig. 2. 13,

Fig. 161. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piantee sezioni (nn. 129-130).

370

Fig. 163. Nionte Artemisio. L. le del Vescovo. Ambient ipoger: piante è sezioni (nn. 131-135).

m 0,42 tra loro (m 0,30x0,20x0,18). La volta di copertura della camera è quasi piatta, mentre più regolare, anche se con piani di imposta sfalsati, più basso sul lato orientale, appare quella del corridoio. Un leggero interro copre il fondo della camera, la cui altezza max. è di m 1,84 circa; l'interro aumenta lungo il corridoio, in prossimità dell'ingresso alto m 1,54. 135. m 690 s.l.m. Salendo per m 9,30 verso ovest oltre l’ambiente n. 134, lungo il costone se ne apre un altro”, costituito da un'unica piccola camera, cui si accede da un breve corridoio (m 1,10), largo da m 0,96 all'ingresso a m. 0,88 e alto m 1,20, a causa dell’interro che ricopre il fondo (Figg. 166-167). Sia la volta di copertura che le pareti laterali, in particolare quella occidentale, tendono a sfaldarsi. La piccola camera, a pianta rettangolare, lunga m 1,58 e larga m 1,05, presenta, sulla parete di fondo meridionale, agli angoli, due piccolissime nicchie, profonde m 0,10 circa. Nel vano l’altezza aumenta fino a m 1,56 diminuendo l’interro sul fondo. 136. m 694 s.m. L'unico ambiente con una pianta cruciforme, piü articolato rispetto a quelli lungo la parete che costeggia il sentiero, è visibile m 13,90 a ovest dell'ambiente.

n. 135" (Fig. 168). L'ingresso, rialzato di m 1,55 circa rispetto al piano di calpestio esterno, largo m 1,05 ed alto m 1,70 circa, immette în un corridoio con copertura a volta quasi piatta, lungo m 3,25, al termine del quale si allargano, sui due lati, due vani speculari (Fig. 169). All'ingresso e sulJa parete orientale del corridoio restano tracce di incassi obliqui, forse relativi alla chiusura dell'ambiente. Sulla parete occidentale del corridoio, a m 0,25 dall'ingresso, si apre una nicchia semicircolare, larga m 0,90 circa, profonda m 0,50 e alta m 0,80 circa. Sulla parete di fondo meridionale, in asse con il corridoio, tra i due vani, è scavata un'ampia nicchia ad arcosolio, leggermente rialzata rispetto al piano della tomba (m 0,22), larga m 1,32, profondam 1,12 c alta m. 1,40. La camera occidentale è lunga m 2,50 c larga da m 1,87 am 1,95. Quasi al centro del lato di fondo occidentale è ricavata una grossa nicchia, rialzata dal fondo del vano di m 0,35, a profilo squadrato e larga m 1,50, con una profondità max. di m 0,70e alta m 1,30 circa (Fig. 170). Il vano, altom. 1,83, è coperto da volta quasi piatta. Sulla parete settentrionale si leggono due incassi irregolarmente arrotondati, posti a m 0,72 di distanzaa partire da m 0,40 dal lato del corridoio, entrambi m 1,05 al di sopra del p.d.c. del vano (m 0,30

“L'ambiente è contraddisinto dal n. CV 12; cfr. Dat o.10 2005: 160 fig. 1. 1, 161,162 fig. 2n. 12. 7" L'ambiente è contraddistinto dl n. CV 11: eft Mexcarzti 2003:

174-175 figg. 4-5: Draco Troccoui, MeLO, Tex KORTENAAR, DALMIGLIO, ‘TromBerta 2004: 227 fig. 1n.3,231 fig. 5,232: Datuior1o 2005: 160 fig. in. 1, 161, 162 fg. 2.1 3n

Fig. 164. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo (n. 132.

Fig. 165. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo (n. 133).

x0,20x 0,20; 0,27 x 0,18 x 0,20). Sulla parete opposta, meridionale, se ne legge uno quasi speculare al primo, a m 1 circa da terra (m 0,30 x 0,27 x 0,20), mentre un secondo è spostato ἃ m 1,20 circa di distanza, alto da terram 1,10 (m 0,28 x0,22 x 0,19). Anche nel vano orientale, lungo m 3,23 e largo da m 1,90 a m 2,30, sul lato di fondo orientale, è stata ri cavata una nicchia a profilo esterno irregolare, Ia quale occupa quasi per intero il lato di fondo, più alta rispetto al fondo del vano di m 0,35 circa, larga m 1,94, profonda m 0,48 ed alta m 1,32 circa. Sulla parete meridionale del vano restano due incassi, su piani sfalsati: il primo a m 1,50 dalla nicchia centrale, è ricavato m 1,12 dal p.d.c. del vano (m 0,18 x 0,26 x 0,13), il secondo, posto a m 0,43 di distanza, si trova. m 0,43 da terra (m 0,42 x 0,26 x 021). Altri due incassi si vedono sulla parete opposta, meridionale: il primo a m 1,28 dal lato del corridoio, m 1,05 da terra (m 0,22 x 0,15 x 0,13), il secondo, a m 1,18 di distanza, ricavato m 0,66 dal p.d.c., è quasi speculare a quello sulla parete opposta (m 0,33 x 0,18 x 0,16). L'ambiente, alto m 1,85, è coperto da volta arrotondata 137.m708s.Lm. L'ultimo ambiente visibile sul costone si trova m 37,50 a nord da quello a pianta cruciforme (n. 136), ormai in alto, a m 2,20 dal p.dc. attuale del sentiero che sale

verso la fonte dell” Acqua Donzella, nel tratto in cui il costone piega verso nord chiudendo la vallata che separale pendici di Colle del Vescovo da quelle del Maschio di Ariano. L'ingresso, ormai quasi completamente ostruito dall'interro, è largo m 1,05, per un'altezza max. di m 0,90. Questo imme! tein un corridoio, coperto con volta tonda, lungo m 2,70 e lar20 m 0,90/0,85, con un'altezza media di m 1,45. A circa m. 0,90 dall'ingresso sulla parete sx. sulla volta si legge ancora l’incasso per la chiusura della camera. Il corridoio termina in un vano, largo m 2,53 e profondo m 1,35, con lato di fondo leggermente arrotondato, che si allargasul lato nord-occidentale. ‘Ad una distanza di m. 15,60 a nord, è appena visibile un’altra camera sepolerale,m 2,75 circa al di sopra del p.d.c. attuale del sentiero. L'ingresso, quasi completamente interra10,2 visibile per appena m 0,25 di altezza. 1 diversi di ambienti rupestri esistenti lungo le pendici nord-orientali di Colle del Vescovo, in mancanza di dati di scavo, debbono, presumibilmente, interpretarsi come una serie di abitazioni e strutture ipogee accessorie, come indicano alcune caratteristiche planimetriche (presenza di una galleria centrale sulla quale “s’impostano e si dipartono i differenti vani”, di ampie nicchie nella parete di fondo della gal-

3n

Comune da fuoco — 1 fi. dirlo di casseruola tipo Ostia IV, 105, attestato in contesti di metà ΠῚ inizi V sec. d.C.*. Anfore — | fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro)**, o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. a.C. e la fine del IV sec. d.C.*". 139-148. AMBIENTI IPOGEI m 634-617 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Vescovo

Impasto grezzo — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

La sterrata per il Maschio d'Ariano, procedendo verso nord-ovest costeggia le pendici di Colle del Vescovo, addentrandosi leggermente lungo il costone settentrionale del colle, che forma uno stretto fondovalle, incontrando le pendici meridionali del Maschio di Ariano. Qui, alla base di Colle del Vescovo, si dispone una serie di ambienti ipogei, scavati nel banco, con ingresso rivolto verso nord, progressivamente più alto rispetto al fondo della gola che separa queste pendici da quelle del Maschio di Ariano” (Fig. 111). 139. m 617 s.Lm. Il primo ambiente®, visibile a m 11 dalla strada sterrata, si apre sul fondo della gola. L'ingresso, leggermente sgrottato, è largo m 1,35 ed immette in un lun80 e stretto corridoio (m 4,60 x 0,72) con volta quasi piatta ed un'altezza di m 1,65, il quale risulta decentrato verso il lato occidentale della camera sulla quale si apre (Fig. 171). Questa, a pianta irregolarmente rettangolare, ὃ larga m 1,75 sul lato orientale e m 2,68 su quello occidentale, con una lunghezza sul lato di fondo meridionale di m 3,28. La copertura a volta della camera ἃ piuttosto irregolare e decentrata secondo l’asse del corridoio, per cui la metà occidentale risulta alta m 1,50 circa mentre sul lato orientale si abbassa maggiormente, per un'altezza di m 1,10 circa. L'altezza max. della camera, al centro, raggiunge m 1,70. Le pareti della camera, in particolare quella che si allarga sul lato cidentale al termine del corridoio, tendono a sfaldarsi, come è rilevabile dai detriti visibili sul fondo. 140. m 620 s.l.m. Salendo lungo il costone settentrionale di Colle del Vescovo, m 17,5 circa ad ovest dell'ambiente n. 139, se ne apre un secondo*, il cui ingresso è a m 3 circa più în alto rispetto al fondovalle. L'ingresso, largo m 1,50 circa, risulta quasi totalmente ostruito dall'interro, che va invece diminuendo all’interno. L'ambiente, di dimensioni ridotte, è costituito da un'unica camera, lunga m 2,30, che va progressivamente stringendosi verso il fondo, fino a rag-

‘0 Ricordo, tra gli lii casi di S. Giuliano (Gunns2003: 149-156) Corviano (Dt Cauisro 2003: 203-205) e soprattuto, di Fosso Formicol presso Settebagni (DaLMIGLIO 2003, in particolare 49). ‘ MENGARELLE 2003: 175, 178-179 a proposito dell'ambiente n. 136, che riferisce nella fase originaria "sicuramente a una tomba a c mera”, con due successivi interventi, i primo forse di et romana, il secondo, forse di età medievale, nei quali non è improbabile che abbia conservato l'originario utilizzo “come sepoltura”; DaLMIGLIO 2004: 231 "^ OstiaIV: 33, 114, tav. XV. ‘Probabilmente prodotta ad Efeso, con successivi centri di imitaime (Lexatras 1997: 37}.

“= Difficile, in presenza di piccoli fr, riconoscere l'evoluzione del ti po (Rostssow 1959: tv. 41}. “Rizzo 2003: 146 tab. 26b con datazione 10-1 a C-1V sec. dC. "Gli ambienti sono stati oggetto di un intervento da parte della Soprintendenza Archeologica del Lazio, grazie al quale, con l'aiuto di volontar dl luogo, sono state parzialmente liberate dallinterro e rese accessibili. Nell'occasione agli ambient, interpretati come tombe, è stata anche attribuita una numerazione progressiva, a partire dall strada sterrata, contraddisinta dall sigla CV. “= L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 1. Vd. Deco Troc-cou, Meno, Tex KORTENAAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 232. ^" ambiente è contraddistinto dal n. CV 2.

Fig. 166. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei (nn 134-138).

leria centrale e dei vani laterali) rilevate, ad esempio, nella Tuscia". La presenza delle abitazioni, in relazione alla viabilitàe alla soprastante sorgente di Acqua Donzella, rimanda ad un insediamento di età medievale, precedente quello al di sotto del recinto del castello (n. 78). 138. AREA DI FRE. FITTILI m 697 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Donzella Quasi al termine del sentiero che dalla fonte dell’ Acqua Donzella scende fino a raggiungere le pendici settentrionali di Colle del Vescovo, incrociando il sentiero che le costeggia e lungo il quale si apre una serie di ambienti scavati (nn. 126-137), si rinvengono diversi frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, meno numerosi a impasto rosso di età romana, oltre a qualche frr. di mattoncino di opus spicatum, diversi fir. di dolio a impasto rosso e pochi fr. di ceramica a impasto e comune. I fim, spesso scivolati anche in mezzo al sentiero, sono sparsi in bassa concentrazione lungo il pendio, fino al punto in cui, più in basso, i due sentieri si incrociano, quasi davanti all'ambiente ipogeo con pianta cruciforme (n. 136), su una superficie non maggiore di mq. 150 circa, probabilmente in giacitura secondaria

373

Fig 197 Mune

orttilsk C Lede Veto

a engepi dito THATS)

Fig. 168. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo (n. 136) “è L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 3. Vd. Draco Troccou, Mento, Tex KORTENAAR, DALMILIO, TROMBETTA 2004: 232 374

giungere una larghezza, sulla parete meridionale, di m 0,80 (Fig. 172). La volta appare irregolare e piuttosto sgrottata, per un'altezza max., rilevabile dall'interro, di m 0,95 circa. 141, m 620 s.Lm. M 4,30 ad ovest dall'ambiente n. 140, ne è visibile un altro”, anch'esso m 3 circa più in alto rispetto al piars della gola L'ingresso, parzialtuette sgrotta tango τὰ 1, 10 eren, im curvi, fügu'in 2,50 perm 1,15 di larghezza, nel quale l'interro, maggiore all'imboccatura, permette di rilevare un'altezza max. di m 1,20 (Fig. 172). Il corridoio, decentrato, è allineato con il lato occidentale della camera a cui da accesso. Questa presenta una pianta rettangolare, irregolare, lunga m 3,80 sul lato orientalee m 4 su quello occidentale, con una larghezza del lato di fondo meridionale di m 2,50. L'interro va diminuendo, fino a scomparire, dall’ingresso verso l'interno della camera, per cui ne risulta rilevabile l'altezza di m 1,75. La volta di copertura è decentrata secondo l’asse del corridoio e si abbassa

maggiormente nella metà orientale della camera, che risulta. alta, mediamente, m 1,20 circa. 142. m 625 s.Lm. Ad una distanza di m. 8 ad ovest delL'ambiente n. 141, m 4 più in alto rispetto al fondo della valle, si apre l'ingresso di un altro ambiente? (Fig. 173). L'accesso, largo m 0,95, immette in un corridoio, decentrato rispetto alla camera finale e allineato con il lato di fondo orientale, alto da m 1,60 circa a m 1,65, il quale si allarga fino ἃ m 1,50 permettendo l'ingresso nel vano (Fig. 174). Qui un piccolo gradino (alt. m 0,30 circa) alza il piano pavimentale, a cui corrisponde un progressivo rialzamento della volta di copertura. La camera, a pianta rettangolare, è lunga m 3,90 sui due lati orientale e occidentale e si allarga, dai m 2 iniziali ai m 2,52 sul lato di fondo meridionale. La zona centrale della camera ὃ occupata da un interro, provocato dal forte sgrottamento della metà orientale della volta. 143. m 625 s.Lm. Proseguendo lungo le pendici settentrionali di Colle del Vescovo, m 3,60 ad ovest dell'ambiente

Fig. 170. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo: parete di fondo del vano occidentale (n. 136).

"9 L'ambiente è contraddistinto dl n. CV 4. Vd. Draco Troccou, Maio, Tr Κοκτέναλα, Datwttio, TROMBETTA 2004: 232; DALMIGLIO 2005: 160 fg. 1 n.2, 162 fig. 3.4. 35

Fig. 172. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piante e sezione (nn. 140-141).

Fig. 171. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo: pianta e sezione (n. 139).

n. 142, se ne vede un altro, m 4 circa al di sopra del fondovalle (Fig. 173). L'ingresso è largo m 1,15 ed immette in un breve corridoio (m 1,65), quasi centrato rispetto alla camera finale, con volta tendenzialmente piatta, leggermente interrato, per un'altezza max. rilevabile di m 1,50 circa (Fig. 174). Sulla parete orientale, a m 0,40 dall'ingresso, resta un piccolo incasso rettangolare che corre dal fondo fino all'imposta della volta. Sulla parete opposta del corridoio, a m 0,30 circa dall'ingresso, si apre una piccola nicchia, irrego“L'ambiente è contraddistinto dl n. CV 5. Vd. Draco Taoccou, ‘Mento, Tex KogTENAAR, Datancuo, TRoMBETTA 2004: 232; DALMIGLIO 2005: 160 fig. 1 n.2, 162g. 31.5 376

Jarmente rotonda, larga m 0,82 sull'apertura con una profonditt max. di m 0,50. Il corridoio immette in una camera, a pianta irregolarmente rettangolare, con i lati orientale (m 2,82)e occidentale (m 2,32) tondeggianti, per una larghezza max., al centro, di m 2,30 circa. Al termine della parete occidentale un “dente” restringe la larghezza del vano, che risulta, sulla parete di fondo meridionale, di m 1,75. L'altezza max. della camera è di m 1,60 circa. La volta, piuttosto regoare, risulta leggermente sgrottata nella metà orientale. 144. m 627 s.l.m. Un altro ambiente è visibile solo m 11,30 ad ovest del n. 143, nel punto in cui il costone settentrionale di Colle del Vescovo scende leggermente*": l'ingresso, largo m 2 circa e piuttosto sgottato, si trova m 2,50 sopra il fondo della valletta (Fig. 175). Subito dopo l'ingresso, il lato orientale si allarga con una piccola nicchia, largam. 0,90 e profonda m 0,45. L'ambiente presenta un'unica ampia camera, a pianta rettangolare, lunga m 4 circa sul lato orientale e m 3,50 su quello occidentale (Fig. 176). Sulla parete di fondo meridionale si allarga, dai m 2 iniziali, a m 2,32. La volta di copertura, piuttosto regolare, raggiunge ‘un’altezza max. di m 1,70. Il crollo della parete soprastante hha provocato l'ingombro della metà settentrionale del vano con grossi massi, che ostruiscono parzialmente anche l’ingresso. 145. m 628 s.Lm. A m 6, verso ovest, dall'ambiente n. 144, nel punto in cui le pendici settentrionali di Colle del Vescovo piegano leggermente verso sud, a m 3,20 circa dal ‘55 L'ambiente ὃ contraddistinto dal n. CV 6; cfr Αισαι 2005: 160 fig. In. 2,162 fig. 37.6

fondo, si apre un alto ambiente (Fig. 177). Un ampio ingresso, quasi squadrato ed allargato dallo sgrottamento del banco (m 2,90), permette l'accesso all'unica camera‘ a pianta irregolare (m 1,65 sul lato orientale, m 4,40 su quello meridionale e m 2,80 circa su quello occidentale), scandita, circa nel

mezzo, da un "dente" (largh. m 0,30) sporgente dalla parete di fondo meridionale (Fig. 178). La metà orientale di questa parete, lunga m 1,90 e leggermente convessa, è occupata da una stretta nicchia (m 0,22), a partire da m 0,85 dal fondo. La metà occidentale, lunga m 2,10 circa, appare anch'essa piuttosto convessa. Sul lato occidentale un “dente”, a m 1,20 dalla parete di fondo, restringe l'ampiezza del vano dai m 4,40 rilevabili sul lato di fondo meridionale a m 3,25. In questo primo tratto della parete occidentale è ricavato un incasso semicircolare (m 0,20 x 0,14 x 0,13). La volta di copertura, piuttosto piatta, tende a sfaldarsi, per cui sul fondo della camera restano piccole scaglie di tufo. L'altezza max. rilevabileal centro, dove l'interro tende a diminuire, è di m 1,60. 146. m 629 s.Lm. Seguendo il costone settentrionale di Colle del Vescovo, verso sud-ovest, m 3,10 circa dall'ambiente n. 145, se ne incontra un altro“, aperto a m 3 circa rispetto alla base della gola, con un ingresso reso particolarmente ampio (m 3,20 circa) dallo sgrottamento della parete (Fig. 179). L'ambiente, a camera semplice, presenta una pianta irregolarmente rettangolare, con una lunghezza ed una larghezza massime rispettivamente di m 3,75 e m 4,05 ed un'altezza max., dal fondo parzialmente interrato", di m 1,70 (Fig. 178). Sul lato orientale, a m 0,70 circa dalVingresso, un grosso “dente”, sporgente dalla parete per m 0,70 e lungo m 1, restringe la larghezza del vano fino a m 2,25, oltre il quale la camera si riallarga da m 3,25 fino a raggiungere la larghezza massima sul lato di fondo meridionale. Questo, interrotto, a metà circa della sua lunghezza, da un piccolo “dente” (m 0,15), presenta, all'estremità occidentaJe, una piccola nicchia (m 0,82 x 0,90 x 0,25) che si apre a m. 0,85 circa dal fondo. Un'altra nicchia, di maggiori dimensioni (m 1,20 x 0,82 x 0,20), si apre, all'altezza del piano di calpestio, lungo il lato occidentale, a m 0,50 dall'ingresso. 147. m 633 s.Lm. A m 9,60 verso ovest dall'ambiente n. 146, m 3,80 circa pid in alto rispetto al fondo della vallecola, neè visibile un altro. L'ingresso, piuttosto ben conservato, è largo m 0,70 e dà accesso ad un corridoio, lungo m 1,22, la cui larghezza aumenta fino ai m 1,05 finali, mentre l'altezza attuale non supera i m 0,80 a causa del forte interro che invade il fondo (Fig. 180). ἢ corridoio è decentrato e allineato sulla prosecuzione del lato occidentale della camera finale. Questa, a pianta quadrangolare, ha una lunghezza di m 1,65 sul lato orientale e di m 1,50 su quello occidentale e va ad allargarsi dai m 1,65 iniziali ai m 2,16 della parete di fondo meridionale. L'intero, che ostruisce parzialmente il corridoio, diminuisce all'interno della camera, fino ad un'altezza max. di m 1,50. La volta di copertura, piuttosto regolare, tende a sfaldarsi. 148. m 634 s.Lm. Procedendo ancora verso ovest, per m 2,40 circa dall'ambiente n. 147, lungo il costone settentrionale di Colle del Vescovo, è possibile rilevare la presenza di un ultimo ambiente, il cui ingresso, largo m 1,38, si apre am 3,60 circa dal fondo della vallecola^". L'ampio corridoio ini-

“L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 7; ef. DaAco TRoccou, Menvo, Tex Kosrexas, DaLsactio, TROMBETTA 2004: 232; DALMIGLIO 2005: 160g. 1 n.5, 163 fg. 6.7. “L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 8; eff. Draco Teoccou, Meno, Ten KORTENAAR, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004 227 fig. 1 n.3,232; DaLWIGLIO 2005: 160 fig. 1 n. 5, 163 fig.6 n. 8, 164. ‘> Parte dell'ingresso è infatti ingombrao dal crollo,

‘= L'interro sul fondo è provocato dal parziale saldamento della volta di copertura 57 L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 9: cfr. Danco Troccou, Mano, Tex Kosrevwe, Daunouo, TROMBETTA 2004: 227 fig. 1 n. 3, 232; Dat aati0 2005: 160 fig. In. 3, 163 fig. 4 n.9. ^ L'ambiente è contraddistinto dal n. CV 10. Vd. Deaco Troccou, Minto, Ten Koxrexnar, DALMIGLIO, TROMBETTA 2004: 227 fig. | n.3, DatstiaLio 2005: 160 fig. 1 n.3, 163 fig. 4. 10.

Fig. 173. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei (nn. 142-143).

ti

ui

1

————r

Fig. 174. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piantee sezioni (nn. 142-143).

377

Fig. 175. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo (0. 144)

(Fig. 180). L'interro, che ostruisce quasi completamente l'ingresso, praticabile solo per m 0,45 circa di altezza, diminui sce rapidamente lungo il corridoio, dove l'altezza raggiunge im 125. La piccola camera finale ὃ larga m 0,80 circa sul lato orientale e lunga m 2 so quello di fondo meridionale. Qui, all'estremità occidentale, a m 0,45 dal fondo, è ricavata una piccola nicchia (m 0,67 x 0,35 x 0,20). Alla base del lato occidentale, per tutta la sua lunghezza, sporgono grosse scaglie di peperino. La volta di copertura, abbastanza regolare, presenta un'altezza max. al centro della camera di m 1,55. I diversi ambienti rupestri esistenti lungo le pendici nordorientali di Colle del Vescovo, in mancanza di dati di scavo, debbono, presumibilmente, interpretarsi come una serie di abitazioni e strutture ipogee accessorie, come indicano alcune caratteri stiche planimetriche (esistenzadi una galleria centrale sulla quale *s'impostano e si dipartono i differenti vani”, presenza di ampie nicchie nella parete di fondo della galleria centrale e dei vani laterali), rilevate,ad esempio, nella Tuscia'. La presenza delle abitazioni, in relazione alla viabilità e alla soprastante sorgente di Acqua Donzella, rimandaad un insediamento di età medieva le, precedente quello al disotto del recinto del castello (n.78) 149-151. AMBIENTI IPOGEI m 543-535 s.l.m. Monte Artemisio - Donzelletta

ziale, lungo m 1,50 e disposto sul lato occidentale della camera, si restringe, a metà circa della lunghezza, fino a m 1,05

Nei pressi della fontana della Donzelletta, un sentiero scende verso nord-est fino a ricongiungersi al sentiero Bartoli, che dal paese di Lariano sale fino all'Artemisio. In questo punto il sentiero costeggia, sul lato sud-occidentale, un fossato chiuso tra ripide pareti. Lungo la balza sottostante il sentiero si aprono alcuni ambienti, scavati nel tufo, con ingresso rivolto a sudovest. Risalendo da sud-est verso nord ovest, se ne sono indi duati sci, dî cui solo tre, al momento, accessibili" a causa delT'interro, che li ha ormai invasi completamente. Degli altri sono riconoscibili solo gli ingressi, larghi da 0,85 a 0,95 m circa. 149. m 535 s.Lm. L'ingresso all'ambiente, largo m 0,85, si apre m 1,70 circa al di sopra del fondo della vallecola, costeggiata a nord-est, dal sentiero Bartoli ed è parzialmente ostruito dall'interro e dai residui del parziale sfaldamento della volta di copertura, per un'altezza max. di m 0,90. L'ambiente, a pianta cruciforme, è costituito da un corridoio, lungo ml e largo m 0,90 circa, al termine del quale si aprono due camere, coperte da un'unica volta a botte: più piccola e a pianta semicircolare quella occidentale (largh. m 1; prof. m 0,65), quasi rettangolare e di dimensioni maggiori quella orientale (lungh. m 1,70; largh. m 1,25). Lungo il corridoio T'interro diminuisce progressivamente fino a scomparire nei due vani laterali, la cui altezza max. è di m 1,40 circa. Il vano termina con una camera a pianta rettangolare allungata, che si apre sull’asse del corridoio d'accesso, larga m 1,05 e lunga m 1,65. Il pianodi quest'ultimo vano è rialzato con un gradino di m 0,35 circa, per cui l'altezza max. risulta di m 1,10. Prima di questo ambiente, m 3,60 a sud-est, è visibile un altro ingresso, largo m 0,75, obliterato dal terreno.

^" Ricodo, a gli αἰαῖ, i casi di 5. Giuliano (Guennuss 2003: 149-156), Corviano (Dt Casto 2003: 203-205) e sopratutto, di Fosso Formicola, presso Settebagni (Datatat1o 2003, in particolare 49). “5 MencaRzLLI 2003: 175, 178-179 aproposito dell'ambienten. 136, che riferisce nell fase originaria "sicuramente a una tomba a camera”, con

due successivi interventi, il primo forse di età romana, il secondo, forse di età medievale, nei quali non è improbabile che abbia conservato 'originario utilizzo "come sepoltura”; DaLusaLIO 2004: 231 “È stato possibile rilevare soltanto il secondo, partendo da sud-est, nel punto in cui a balza si abbassa, i terzoe il quinto,

Fig. 176. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo: pianta e sezione (n. 144).

378

Fig. 178. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piantee sezioni (nn. 145-146).

Fig. 177. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo (n. 145)

Fig. 179. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambiente ipogeo(n. 146).

150. m 538 s.Lm. A πὶ 6,20 verso nord-ovest dall'ambiente n. 149, sul costone tufaceo si apre un altro ingresso, largo m 0,95 circa, che immette in un corridoio, lungo m 3,15, con una larghezza max. di m 1 circa ed un'altezza di m. 1,40 (Fig. 181). Sulla parete di fondo del corridoio, tondeggiante sul lato occidentale, è scalpellata una stretta canaletta, che corre dall'angolo occidentale, a m 0,45 da terra, a quello orientale, a m 0,35 da terra. Lungo il lato occidentale del corridoio, a m 0,50 dal fondo, si apre una camera, a pianta irregolarmente rettangolare, larga da m 1 a m 1,25 e lunga m 1,65. All’interno del vano, coperto come il corridoio con volta quasi piatta, l'interro sale leggermente, rendendolo praticabile per un'altezza max. di m 1,25. 151. m 543 s.Lm.A m 6,10 dall'ambiente n. 150 è visibiJe un altro ingresso, largo m 0,85 circa, al momento, reso impraticabile dall'interro e dal taglio del bosco. Ancora m 7 a nord-ovest, lungo la parete è invece accessibile un altro ambiente, il cui ingresso, m 1,85 al di sopra del fondo della valJecola, irregolare per effetto del parziale sfaldamento del costone tufaceo, è largo m 1,25. L'ambiente è costituito da una camera, lunga m 3,50 circa e larga da m 1,25 in prossimità dell'ingresso, a m 0,75 sulla parete settentrionale di fondo,

sul cui lato occidentale, a metà circa della lunghezza, si apre un piccolo vano, quasi semicircolare, largo m 1,25, con una profondità max. di m 0,80. TI fondo dell'ambiente, coperto da una volta quasi piatta con un'altezza max. di m 1,40, è rialzato per la presenza di interro e di scaglie di tufo cadute per lo sfaldamento sia della volta che delle pareti. Un ultimo ingresso, completamente ostruito, è visibile m 7,50 a nordovest di questo ambiente. 152. AREA DI FRR. FITTILI m 560 s.m. Monte Artemisio - Donzelletta

Sul lato nord-orientale della sterrata che sale verso il Maschio costeggiando le pendici di Colle del Vescovo, poco prima di raggiungere la fontana della Donzelletta, si apre un pianoro affacciato verso sud-est dove si abbassa con pendio abbastanza moderato, almeno nella parte iniziale, fino al sottostante sentiero Bartoli, e precipita a est con pendici più ripidefino alla Font. na di S. Antonio. Nell'area in piano e lungo il crinale, su una superficie di mq. 2.000 circa, affiorano in alta concentrazione scaglie di 379

Comune da mensa c da dispensa.

— 1 fr di orlo di anforeta tipo Ostia Π, 401, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante Ta prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)°*. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non id. Comune da fuoco

~ 1 ft. di coperchio dall'olo a mandorla tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestatoin contesti di età traianea. ~ 1 f di orlo pertinente a lla ad orlo estroflesso ad estremità ingrossataa ¢ arrotondata tipo Dyson 1976, fig. 14, 16 IV 34, attestato in contesti databili alla metà del Il sec. a.C". ~ 1 fi i orlo di olla pertinente al tipo Dyson 1976, fig. 8, FG 22, attestato in contest databili intorno al 200 a.C, — 1 fr di presa pertinentea coperchio di tipo non id. — 2 f di fondo piatto pertinentia forme non idd. — 10fr di parete pertinenti a forme non idd. Fig. 180. Monte Artemisio. C. le del Vescovo. Ambienti ipogei: piante e sezioni (nn. 147-148).

Anfore — 1 fr di parete con attacco d'ansae 1 fr. di ansa di Dressel 1,

selce di medie e grandi dimensioni, molti fr. di tegole, anche di grandi dimensioni, e coppi a impasto arcaico e tardo arcaico (Tav. I, 19), alcuni riferibili al periodo alto repubblicano, pochi fr. di tegole a impasto chiaro-sabbioso e ancora meno a impasto rosato di età romana (Tav. I, 20), fr. di dolio ad impasto arcaico, rari frr. di ceramica a impasto, vernice nera, sigillata italica, diversi di ceramica comune e anfore. È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età ar-

caica sulla quale, presumibilmente tra la fine del III e l'inizio del Il secolo a. C., siè sviluppato, su un'area ricostrui le di almeno mq. 4500, un impianto rustico-residenziale, uti lizzato fino ad almeno il II secolo d.C.

Impasto grezzo — 1 fr di orlo pertinente a olla tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito U, tav. LII 129, attestato a Crustumerium c riferibile ad epoca. alto o medio repubblicana**, superfici lisciate. — 5 fr. di parete pertinenti a forme non idd., di cui uno con superficie esterna lucidata. Vernice nera — 1 fr. di orlo leggermente svasato di patera del tipo Morel 1994, 2276b 1, di produzione locale o regionale dell'Italia del nord, databile tra l'età augustea e l'età tiberiana*", ~ 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillat italica — 3 fir. di parete pertinenti a forme non idd. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id

Fig. 181. Monte Artemisio. Donzelletta. Ambiente ipogeo: pianta e sezione (n. 150).

La presenza di materiali è maggiore nella pare pù lta, prossima al Ja trad. 2 Qui, Quac: Gia 1980: 135n. 129, us. LI. 27 Mons 1994; 159,pl 43 “= Ostia: 95, 260-261, tav. XXIIL. “0 Casta 1978 [1987]: 131 fig-132 dallo stato IV.

^ Dyson 1976: 56. Per questo tipo è indicato un range cronologico compreso ra il Hei IT sec. aC. "v Dyson 1976:43. Exemplar simili, riferibili “al tardo terzo-secondose colo” C, sono ποῦ a Roma arca dei templi Gemelli), Minturn(in un depoito riferibile a un periodo di poco posteriore al 250 aC.) e Suri (Duncan 1965: 158 fg. 13 n. AOT, 165, riferibile alla seconda meth del IL sec. a.C).

380

οι

5

tom

Fig. 182. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Cunicolo: pianta (n. 153).

Fig. 183. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Cunicolo: sezioni (n. 153).

anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 145/135 e il 10 ace, — 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del I inizi det II sec. d.C. — 1 fr. di parete con attacco d'ansa pertinente a Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino", diffusa tra la metà del I sec. a.C.e la med del I sec. d.C. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. — 1 f di parete di produzione campana. — 1 fi di parete di produzione vesuviana. ~ 1 fr di parete di produzione gallica. = 1 f di paretedi produzione non id.

a doppio spiovente doveva misurare m 1 in larghezza ed ‘un’altezza superiore a 1,60 m; sul lato opposto per m 6 circa, dei quali i primi 2 con una larghezza di m 1,30 circa che si riduce fino ἃ m 0,65 circa nei successivi, mentre l'altezza media è di m 1,65. 154. CunicoLo m 535 s.m. Monte Artemisio - Font. na di 5. Antonio

Lungo il versante nord-orientale della stessa altura nella quale si apre un primo cunicolo (n. 154), circa m 20 più in alto, il taglio del bosco ne ha rilevato l'esistenza di un altro. 11 cunicolo al quale si accede da un varco creatosi nella parete meridionale dello speco, parzialmente ostruita dall’interro (alt. max. m 1 circa; largh. m 1,65), è orientato nord-est/sudovest, prosegue su entrambi i lati rispetto all’ accesso attuale (Figg. 182-183). I crollo parziale della volta e l'interro del fondo consentono però di rilevare soltanto parzialmente il percorso: verso nord-ovest per una lunghezza max. di m 4,60 circa, un'altezza compresa tra 1 ed 1,60 m ed una larghezza tra 1 e 1,50 m, mentre lo speco originario, con volta

Nella valletta compresa tra le pendici meridionali di Colle Mozzo e quelle occidentali dell altura sulla quale sono resti di strutture (n. 155), si conserva un cunicolo antico, il cui ingresso si apre alle spalle della fontana moderna che. ancora ne raccoglie le acque (Fig. 184). Lo speco, lungo m 22,20 circa, procede con andamento sinuoso con orientamento sud-est/nord-ovest. Nei primi m 6 circa il fondo è parzialmente invaso dall'acqua e la larghezza va progressivamente diminuendo dai m 0,87 iniziali a m 0,58 (Figg. 185-186). Anche la copertura, scavata a doppio spiovente, inizialmente alta m 2,10, si abbassa fino a m 1,80. A m 9,30 circa dall'ingresso un gradino realizzato sul fondo alza il piano dello speco di m 0,45. Da qui in avanti la larghezza del cunicolo oscilla tra m 0,65 e m 0,70 e l'altezza tra m. 1,70 e m 1,80, mentre la copertura incontra uno strato di pello, che tende a sfaldarsi facilmente, interrando in alcuni punti il fondo. A tratti, soprattutto a metà circa del percorso, sono leggibili ancora le linee guida dello scavo incise sulle pareti. A m 14,40 circa dall'ingresso ai lati del cunicolo principale si aprono due brevi rami di captazione, ortogonali: il primo, sul lato meridionale, con volta di copertura quasi piatta, alto m 1,66 e largo m 0,50, è lungo m 2,70; il secondo, sul lato opposto, settentrionale, alto m 1,40 e largo

^9 Va. 331 note 3891, 3892, 3893. ^0 Va. 361 nota 4032. et Nel Lazio, accanto all'Albanur e all'Apianun ricordati rispetti mente nei rli picti e in due iscrizioni da Roma, è possibile vi fosse il Caecubum consideratala presenza nell'area di produzione del vino dell'fficina di Canneto, presso Fondi/Terracina (ϑεαιεν 1985: 42443). Relativamente alla documentazione epigrafica sul trasporto anche di deftutum, Tralee (salsa a base di sale) l'olio campano vd. SEALEY 1985: 43-47. "9 Le prime attestazioni provengono dall'fficipa di Canneto, con anfore bollate da P. Veveius Papus, produtore anche di Dressel 1 provenienti

dal relitto della Mandrague de Giens, databili αἱ 60-50 2.C. Per quanto εἰς ‘guarda ἢ termine di questa produzione la maggior parte delle iscrizioni ‘enue riportano entro Ia prima ea flava, ftt eccezione per una pid tara, risalente al 146 d.C., accompagnata dai contesti ostiensi delle Terme del Nuotatore che assicurano una discreta presenza di Dressel 2/4 ancora nella prima metà del I ec. d.C. Pe le attestazioni più tarde, riferiil al ΠῚ sec. dC. và: Pasta 199: 42. "Stay 1985: 62-64 7 L'esemplare più antico è stato rinvenuto nel reli della Mandrague de Giens del 60-50 a.C. (Tcu 1986: 142)

Opus doliare = 3 fr di parete a impasto rosso di età romana, 153. CunicoLo m 530 s.l.m. Monte Artemisio - Font. na di S. Antonio

381

Fig. 184, Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Cunicolo (n. 154)

m 0,68, ὃ longo m 5,20. La volta tende a sgrottare interrando il fondo dello speco, alto m 1,77. Superato l'incrocio con i due bracci ortogonali il cunicolo prosegue piegando verso sud-ovest perm 7,30 circa, al termine dei quali, sulla parete di fondo, a m 0,65 da terra, è la sorgentifera (prof. m 0,20) per la captazione della vena d'acqua. 155. STRUTTURE MURARIE E AREA DI FRR. FITTILI m 525 s.l.m. Monte Artemisio - Font. na di S. Antonio

Lungo le pendici nord-occidentali della piccola altura che chiude ad est la stretta vallata alle pendici meridionali di Colle Mozzo, caratterizzata da pendio molto ripido sui versanti nord, sud e ovest, mentre si allunga verso est con una morbida dorsale che scende fino ad affacciarsi sulla vallata dell’ Acqua del Nespolo, rimangono alcune strutture (Figg. 187-188): parte del muro di sostruzione del lato orientale del pianoro (Fig. 189), l'angolo di quello che doveva chiudere il versante settentrionale (Fig. 190) e, in prossimità di questo, unl pilastro quadrangolare di contenimento. Del muro di sostruzione, visibile per una lunghezza max. di m 14,20 ed un'altezza max. di m 3,10 circa, si conserva il nucleo in scaglie di selce di piccole dimensioni, allettate per piani di posa abbastanza regolari, per uno spessore max. di m 0,90 circa (Fig. 191). pilastro (m3 x 3,10 circa), appoggiato al muro, è conservato per un'altezza max. di m 2,85 e appare realizzato con pezzame di dimensioni maggiori, irregolare, allettato ab-

ta

(0.154).

bastanza ordinatamente. È probabile che si tratti di una strut-

tura aggiunta in una fase successiva a contenere la spinta delle terre, Sul pianoro, soprattutto nel settore che si trova a sudest del muro di sostruzione, a partire da m 30 circa da questo, appenaaffioranti sul terreno, sono visibili numerosi cumuli di scaglie di selce. Resti di strutture si conservano anche verso l'estremità meridionale del pianoro, a circa m 35 dai resti della sostruzione. Sembra trattarsi di un ambiente rettangolare (m 9,50 max. x 3,50), suddiviso internamente in due vani (Fig. 192), dei quali, il primo, quello il cui perimetro è appena rilevabile, conserva pochi resti di rivestimento in cocciopesto all’angolo con il muro di divisione interno. All’interno del secondo am382

Fig. 186. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Cunicolo: sezioni (n. 154).

biente, maggiormente conservato, lungo il lato breve orientale, rimangono numerosi fr. di intonaco dipinto in rosso, verde, azzurro, con comici anche floreali (Fig. 193). A poca distanza dai resti di questa struttura, sono diverse tessere di pasta vitrea rossae verde e verso il centro del pianoro si trova. una notevole concentrazione di tesseredi mosaico neredi medie dimensioni di taglio abbastanza regolare. Poco a sud di questa struttura, sul gradino morfologico immediatamente sottostante, all'incirca coincidente con la curva di livello che delimita il pianoro superiore, rimangono due muri a L (m 3,80 x 11,70 circa). L'esiguità della struttura, di cui sembra conservarsi l'angolo settentrionale, impedisce. di stabilire se possa trattarsi di un terzo ambiente, e quindi di un impianto a terrazze che poteva occupare parte del declivio meridionale, pid dolce rispetto a quello occidentale, o pid semplicemente di parte del muro di sostruzione che doveva chiudere questo lato del pianoro. ‘Su tutto il pianoro, per una superficie di mg. 5.300 circa, sono riconoscibili in media concentrazione frr di tegole, non molti a impasto arcaico, tra cui alcuni con ingobbio nero esterno, per la maggior parte tegole e coppi a impasto rosato e fir. di tegole a impasto rosso di età romana (Tav. II, 1), oltre a lastrine di rivestimento in pavonazzetto (alt. cm 0,8), giallo antico (alt. em 0,6), cipollino (alt. cm 2,5), lunense (alt. cm 1,6) e fir. di vernice nera, sigillata africanae africana da cucina, ceamica comune e anfore. Molti materiali ceramici e da costruzione, insieme ad una notevole quantità di scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, cubilia in selce (cm 5,5 x 6) e. blocchetti parallelepipedi in selce, si trovano anche alla base del versante settentrionale dell'altura e in sezione nella scarpata e si rinvengono scivolati per lungo tratto lungo le pendici soprattutto orientali, I materiali da costrazione e la notevole quantità di selce sono sicuramente da riferirsi al muro che doveva contenere questo lato del pianoro, di cui alcuni tatti, almeno del nucleo, si intravedono nell'interro della scarpata”. Nel sito è individuabile una fattoria di età arcaica, sulla quale, come sembrerebbero indicare i materiali, presumibilmente all'inizio del I, forse già alla fine del II secolo a. C., si è

Sigillata africana το 1 f di fondo su basso piede ad anello, pertinente a forma non id, in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C. = 1 fi di fondo su basso piede ad anello con decorazione a due cerchi concentrici, pertinente a forma non id. di produzione A”, databile dalla fine del Π alla fine ΠῚ sec. d.C. — 1 f di fondo pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia".

Fig. 188. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Altura da nordovest (n. 155)

Fig. 189. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Murodi sostruzione sul lato occidentale (n. 155).

‘= Matera riferibili al sito sono scivolati dalle pendici dell'altra Iungol sentiero che scende verso sud-est verso la valle del Nespolo, per almeno 150 metr

"Un generico riferimento all'esistenza di una 1996: 54,55 0.8. ‘Vi. 18-319 nota 3848,

Fig. 187. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Posizionamento delle strutture (n. 155) e dell'ambiente ipogeo(n. 156). impiantata una villa", estesa complessivamente su una superficie di circa mg. 7000, in uso fino ad almeno il IV secolo d. C. Impasto grezzo = 2 fir. di fondo a disco pertinenti a forme chiuse non idd. — 3 fi di parete pertinenti a forme chiuse non idd.

383

— 6fr. di parete di casseruola non idd. di cui due con striature estem. ~ 1 fi. di carena di casseruola non id. — 1 fi di parete pertinente a forma non id. ‘Comune da mensa e da dispensa. ~ 1 fidi bottiglia all'orlo arrotondato leggermente estroflesso. assimilabile al tipo Ostia XII, fig. 21, 14°, attestatoin Italia centraJe e settentrionale, in Pannonia e nel Norico dal I sec. d.C. fino alla tarda età antonina (Tav. XIII, 2). — 1 fr. di brocchetta dall'orlo leggermente estroflesso tipo Ostia J, tav. XIV, 307 attestato in contesti della metà del III sec. aca. — | fe. di fondo ad anello di olla non id. = 1 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. Fig. 190. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Muro di sostruzione sul lato settentrionale (n. 155) — 4 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia” Africana da cucina — 1 fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e annerito con esterno polito a bande, tipo Ostia III, 332-Hayes 196, 7.177, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del Il sec. dC. — 2 frr di fondo di casseruola non ida,

Ceramica comune da fuoco = 1 fidi orlo di coperchio leggermente ingrossato e rialzato, po Dyson 1976, fig. 23, V-D71, attestato in contesti databili tra la fine del IT sec. a.C. eil 70-60 aC. — Mfr di ansa a nastro ingrossato pertinente a forma non id. = 2 frr di fondo piatto di olla non di. — 1 fr di fondo pertinentea forma non id. — 5 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fi di orlo di Dressel 2/4 di produzione campana, anfora vinaria databile dal 70/60 a. C. all’inizio del ΠῚ sec. d.C. — 1 fr di parete pertinente a Haltern 70, anfora betica peril ta sportodi defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e

Fig. 191. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Muro di sostruzione: pianta e sezione (n. 155). VA. 318-319 nota 3848. ^ Atlante I: 212, tv. CIV, 3. Cf. AGUAROD OTAL 1991: 247.248, 305307 fig. 45 nn. 3.6, 46,47 na 1-3, Ia quale disingue il tipo in più varianti Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. 384.

+ Pavia 2000: 83-84, #0 Ostia 91. 20 Dyson 1976: 78. “0° Và. 361 nota 4032,

12 LI

Fig. 192. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Strutturesul pianoro: pianta c sezione (n. 155). forse dc — — — —

vino*", diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. 1 fr. di ansa di produzione tirrenica. 1 fr. di ansa di produzione africana. 4 fr di parete di produzione tirrenica. 2 fr di parete di produzione orientale.

156. AMBIENTI TPOGEI m 474 s.l.m. Monte Artemisio - Font. na S. Antonio

Alla base delle ripide pendici settentrionali della piccola. altura su cui si rinvengono materiali e strutture antiche (n. 155), nel costone che raggiunge la stretta gola che la separa. 0 Seatey 1985: 62.64 ‘0 L'esemplare più antico? stro rinvenuto nel relio della Mondrague.

dal sistema montuoso antistante di Colle Mozzo, si aprono alcuni ambienti ipogei, scavati nel banco, con ingresso rivolτο ἃ nord (Fig. 187). Dei tre riconoscibili è attualmente ispezionabile solo il primo, a partire da ovest, a camera semplice, con pianta irregolarmente quadrangolare e una camera più stretta sul fondo (Fig. 194). L'ingresso, largo attualmentem 2,80, si apre m 1,30 circa al di sopra del fondo del canalone su cui è affacciata. L'ambiente principale, chiuso da soffitto a volta quasi piatta, è lungo m 2,60 e largo mediamente m 2,50, con un'altezza max. di m 1,10 sull’interro attuale (Fig. 195). La camera secondaria, a profilo tendenzialmente arrotondato, è larga all'ingresso m 1,54 e profonda m 1,30 circa, mentre la copertura, a calotta, si abbassa verso il lato di fondo meridionale. de Giens del 60-50 a.C. (Tewennta 1986: 142). 385

Fig. 193. Monte Artemisio. Font. nadi S. Antonio, Intonaco (n. 155).

Fig. 194. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Ambiente ipogeo (0. 156).

II secondo vano, di cui si legge solo l'ingresso, completamente ostruito dall’interro, si trova m 7 circa ad est, mentre il terzo, ugualmente interrato, ἃ visibile ancora m 34,30 ad est. Per essi ἃ probabile supporre almeno un originario uso come sepolture, forse anche legate al sito sulla sommità dell’altura (n. 155). 157-159. AMBIENTI IPOGEI m 485-480 s.l.m. Monte Artemisio - Colle Mozzo

Lungo le pendici meridionali di Colle Mozzo, prospettanti l'altura di Colle S. Antonio, al di sotto del sentiero che costeggia l’altura, sono visibili almeno cinque ambienti ipogei il cui accesso risulta in parte nascosto dall'interro e dalla vegetazione (Fig. 196). Procedendoda est verso ovest, dopo la prima, aperta verso sud-est, la quale risulta ingombra quasi per intero di terra, s'incontrano le restanti quattro, tutte aperte verso sud (Fig. 197). 157. m 480 s.Lm. Il vano, largo all'ingresso m 3,50 circa, è profondo 7,80 circa per un'altezza compresa tra 1,60, 1,45 nella parte centrale e 1,10 sul fondo. Caratteristiche risultano la parete di fondo a profilo semicircolare, il basso bancone (m 0,40 circa) che ancorasi osserva a partire dal lato sx. e fino a metà circa della parete di fondo, e una nicchia quasi all'estremità orientale della parete di fondo (largh. m 0,60; prof. 0,35 m circa). I terzo ambiente, che si trova a circa m 6 dal secondo, è costituito da un avancorpo scoperto, largo m 4,20 circa, sul quale si apre l'ingresso, largo m 3,10 circa, mentre l’interno risulta interamente ostruito dal terreno. 158. m 484 s.Lm. A circa m 11 si trova il quarto, costituito anche questo da un avancorpo scoperto largo m 5,50 e profondo m 1,30, sul quale si apre l'ingresso all’ambiente ipogeo. Questo ha una forma tendenzialmente rettangolare 386

Fig. 195. Monte Artemisio. Font. na di S. Antonio. Ambiente ipogeo: pianta (n. 156)

con lati da m 4,15 e 4,50 m, largo sul fondo m 3,10 circa, per un'altezza oscillante tra m 1,20 e 1,50 circa. 159. m 485 s.l.m. A m 4,70 circa dal n. 158 è l’ultimo ambiente, anch'esso costituito da una parte scoperta larga m 4,50 e profonda m 2 circa che immette nel vano ipogeo, di forma tendenzialmente rettangolare, largo tra m 3,20 e 3 m, profondo m 6 circa e alto tra m 1,80 e 2,10 circa.

160. AMBIENTE IPOGEO m 497 s.l.m. Monte Artemisio - Colle Mozzo

Lungo la stretta e profonda gola che separa Colle Mozzo a nord, dall'altura di F. na di S. Antonio immediatamente a sud, m 130 circa ad ovest da quest'ultima, è visibile un ambiente ipogeo, scavato a mezza costa, m 2,95 circa dal fondo della valletta. L'ingresso, aperto verso sud, ὃ largo m 1,82 ed alto solo m 045 a causa dell'interro che lo ostruisce quasi completamente. Un corridoio, lungo m 0,90 circa, con volta piatta, introduce nella camera a pianta quasi ovale, allungata. Questa ha una larghezza max., rilevabile al centro, di m 2,62 circa che si riduce a 1,20 in corrispondenza del lato di fondo a profilo curvo, ed è lunga m 5,30. L'altezza della copertura, a volta quasi piatta, oscilla tra m 1,72, al centro, em 0,98 sul lato di fondo settentrionale, anche per il variare dell’interro che invade il fondo. 161. AREA DI RR. FITTIL (7) m 467-453 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua del Nespolo A metà circa delle pendici che dall'alturadi Font. na di S. Antonio si allungano con pendenza moderata ed uniforme fino ad affacciarsi con un ripido costone sulla vallata dell’ Acqua del Nespolo, si nota presenza di materiale antico. Lungo il sentiero, su una superficie di mq. 4.000 circa distribuita su una fascia stretta e allungata, e in sezione nelle due scarpate laterali, per una lunghezza di m 170 circa, affiorano in concentrazione medio-alta, insieme a numerose scaglie di selce di medie dimensioni, moltissimi frr. di tegole, pochi a impasto arcaico, molti a impasto rosso e in minore misura rosa di età romana (Tav. II, 2), coppi a impasto rosso, grossi frr. di dolia a impasto rosso, alcuni di età arcaica, frr. di sigillata africana, ceramica comune da

Fig. 196. Monte Artemisio, Colle Mozzo. Ambienti ipogei (nn. 157-159).

fuoco e anfore. Nel bosco che si allarga sui due lati della strada, in particolar modo nella terrazza più ampia che costeggia il lato occidentale rimangono solo pochi frr. di materiali da costruzione!”

Fig. 197. Monte Artemisio. Colle Mozzo. Ambienti ipogei: pianta (nn. 157-159). “La ricognizione, ostacolata dalla pessima visibilità del fondo, ha avuto esto negativo non permettendo quindi i chiarire n pieno l'area di

appartenenza di una così consistente presenza di materiale. In ambiente montuoso e boschivo come quello inc si trova l'area spesso l'azione del387

È, forse, ipotizzabile la presenza di un impianto, in rela-

zione con quello a ovest (n. 155), in uso presumibilmente almeno dal I secolo a. C. fino al V secolo d. C., preceduto da una piccola fattoria di età arcaica. igillata africana — 1 fr. di orlo di coppa con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzioneA, databile tra il 150 e gli inizi delΠῚ sec. d C. = 1 fi. di orlo a breve tesa piana con solcatura esterna di scodella tipo Hayes 65, n. 1, n produzione D', databile tra la fine del IV e gli inizi del V sec. d.C. — 2 frr di parete pertinenti a forma non id., di produzione A, databili a partire dall'età flavia. — 1 fi di parete pertinente a forma non id. di produzione A/D, databile a partire dall'età severiana. Comune da fuoco — | fr di fondo pertinente a forma non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fi i orlo di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del II, inizi del III sec. aces, — 1 ft di puntale riferibile a anfora greco-italica di produzione tirrenica, diffusa ra il ΠῚ c i Il secolo a.C. ~ 1 fr di puntale di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione trrenica, diffusara il 145/135 eil 10 a. C.e*. ~ 1 puntale di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodottain area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del I sec. d.C, Opus doliare — 1 fr di orlo particolarmente frammentario confrontabile con Nardi 1993, fig. 539, tipo MI2l o M3.19 attestato a Caere-Vigna Parrocchiale in contesti databili a partire dal VIT see. a. C

apertura, affiorano in media concentrazione, soprattutto frr di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana (Tav. TI, 3), alcuni grossi frr di dolio a impasto arcaico e alcuni a impasto chiaro di età repubblicana, pochi fir. di ceramica a impasto, vernice nera e piccoli fir. di comune da fuoco e di anfora. lta incerta l'attribuzione funzionale dei materiali" peri quali è ipotizzabile i riferimento ad una sepoltura, pur non potendosi escludere quello ad una piccola struttura in uso dall’età arcaica forse fino alla prima/media età imperiale Impasto = 1 thos. — | — |

grezzo fr. di parete pertinente a olla di grandi dimensioni o a pifr di parete pertinente a forma chiusa non id. fr. di parete pertinente a forma non id. in impasto tardo ar-

Vernice nera — 2fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 2 frt di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 ir. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60 a. C. e la fine del IL, inizi del ΠῚ sec. d.C. ~ 1 fi di parete di produzione spagnola. Opus doliare = 1 ft di orlo confrontabile per la forma con bacini attestati a Crustumerium, tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito 1, tav. XXXI, 23 e per le dimensioni con bracieri, ad esempio Nardi 1993b, fig. 658, tipo P 1.49, con andamento dell’orlo decisamente più rivolto verso il basso, Entrambe le forme sono riferibili ad epoca

162. AREA DI FRR. FITTILI m 406 s.m. Monte Artemisio - Acqua del Nespolo Sul versante sud-occidentale di un'altura a nord-ovest del paese di Lariano, ai margini del pianoro affacciato sulla vallata dell’ Acqua del Nespolo verso cui il colle si abbassa con pendio ripido e scosceso, è presente un affioramento di materiali fittili Su un’area non maggiore di mq. 320 circa, ai lati e nella sezione di terra che costeggia una strada sterrata di recente

163. MATERIALE SPORADICO m 521 s.l.m. Monte Artemisio - C. le Magisterno

Je piogge aiutata dalla pendenza del terreno allontana molto i materiali dat sito di provenienza. In quest caso si potrebbe ipotizzare ee fr. siano sci volati fin qui dal sito, peraltro molto consistente, della Pescara, distant circa 500 m (n. 155). Osta a questa considerazione il fatto che per un lungo "ratto tra questo affioramentoei primi materiali sicuramente attribuibili ala Pescara, scivoli lungo le pendici sud-orental il fondo del sentiero e le scarpate lateral risultano prive di fr. ftii. Difficile sembra quindi giustifcare questo ito immaginando i materiali semplicemente civolti sin qui “50 Atlante 26, tav. XIV, 4. Hayes limita a diffusione cronologica del tipo lla seconda me del Ilse. d.C. ^^ Atlante: 82-83, tv. XXX,

7σε Va.VA. 318-319 3848, 361 nota nota 4032, 381 note 4104-4105, “0° VA. 331 note 3891, 3892, 3893. “=^» Va.Naor361 note 4032-4033. 1993: 354, 356. 40 Sul pianoro che si allarga sul lato settentrionale dell strada non ho rinvenuto alto materiale, pur considerata la scarsissima visibilità offerta dal bosco. ‘1 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, ^" Qui, Quia Giu 1980: 93 ^" Na 19930: 432.

388

Poco al di sotto dell'altura di Colle Magisterno, lungo le prime pendici ai lati e lungo il sentiero che raggiunge l’altura salendo da via di Colle Paccione, nel fondo boschivo, è presente un affioramento di fr. fili.

Su una fascia di m 100 circa di lunghezza fin quasi alla

spianata superiore, si notano in bassa concentrazione, soprattutto fr. di tegole e coppi a impasto arcaico e frr di tegole a impasto rosato di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, fi. di dolia, tra cui un orlo a impasto rosso, oltre a frr. di impasto, di ceramica comunee anfore. È probabile che i materiali, forse provenienti dal pianoro soprastante^", si riferiscano alla presenza di un edificio rustico in uso presumibilmente nella media età imperiale, preceduto da una casa/fattoria di età arcaica. Impasto grezzo — 2 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. = fi. di parete in impasto tardo arcaico pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco — 2 frt di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60 a. C. e la fine del Il, inizi del II sec. d.C. — 2 fr di parete di produzione tirrenica. 2 frr. di parete di produzioni non idd.

164. AREA DI FAR. FITTILL m 499 s.l.m. Monte Artemisio - C. le Magisterno

Fig. 198, Monte Artemisio, C. le Magisterno: pendici meridionali (a. 164),

inizi del V secolo d. C., probabilmente connessa alla presenza di un impianto rustico preceduto da una casa/fattoria, pur non potendosene escludere un ambito funerario. Impasto grezzo ~ 2 fr di orlo pertinenti a forme non idd. — 4 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. Sigillata italica — 1 fi. di piede a ad anello pertinente a forma non id. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd,

Le pendici meridionali con cui l'altra di Colle Magisterno si abbassa fino alla Sorgente del Fellone, nella parte pid alta coltivata a terrazze e in parte ad arativo, resti tuiscono materiale di superficie (Fig. 198). Su una superficie di mq. 780 circa, nella parte centrale dell’ appezzamento arato, ben esposto a sud, dove il pendio si abbassa in un leggero avvallamento, affiorano in alta concentrazione, frr di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico, più numerosi a impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, alcuni a impasto chiaro e rosato di età romana, cubilia in selce (em 6 x 7,5), scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, dolia a impasto rosso, pochi frr. di ceramica a impasto, vernice nera e sigillata italica, frr. di africana da cucina, comune e anfore. L'area, immediatamente a sud-est del sito sull'altura di Colle Magisterno (n. 165), al quale va riferita, attesta una frequentazione durante l'età arcaica, quella repubblicana e , successivamente, tra la prima età imperiale e la fine del IV-

Africana da cucina. — 1 fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.1^*, attestato. dall'età traianco-adrianca alla seconda metà del I sec. d.C. = 1 fi di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 302^", attestato dall'inizio del I alla seconda meta del II sec. d. C. = 1 fr di orlo di piatto/coperchio molto ingrossato e pendente tipo Ostia IV, 61", è attestato dalla fine del IV agli inizi del V sec. ac

^" L'area del pianoro, difficilmente ricognibile a causa del fitto sotto bosco, è stata in pare regolrizzaa nel settore sud-orientale per la costruzione di un bottino dell aquedotto dl Simbrivio. ‘2 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. ^ Atlante I 212, tv. CIV, 3. Cfr. AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305

307 Del 305

‘Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 2 frr di fondo pertinenti a forme non idé. — 7 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 3 fim di orlo dei quali due pertinenti e congiunti, di pentola fig. 45 nn. 3-6, 46,47 nn. 1-3 Ia qual distingue i tipo in più variant tipo si trovano imitazioni locali n ceramica comune da fuoco. % Alante I: 212-213,àv. CIV, I cf. AGUAROD OTAL 1991: 245-246, fig. 45 nn. 1-2, la quale distingue il ipo n più varianti 0% Alante I: 212, àv. CIV,9. 389

dall'orlo orizzontale tipo Pohl 1970, fig. 59, 289%, attestato in contesti di età claudia (Tav. XIII, 3). — 7 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore — 1 fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60a. C. e la fine del Il, inizi del ΠῚ sec, d.C.™ — 3 fr di parete di produzione tirrenica. = | fr. di parete di produzione spagnola. — 1 f di parete di produzione africana. — 1 fi di parete di produzione orientale. — 5 fir di paretedi produzione non id. 165. AREA DI FR. FITTILI m 535-528 Monte Artemisio - C. le Magisterno

s.Lm.

Su una modesta altura tagliata quasi alla base dei versanti sud ed est dal sentiero che scendendo da Acqua Palomba raggiunge Colle Magisterno e sale fino alla F. na di S. Antonio™, è un affioramento di materiali antichi. Su una superficie di mq. 1750 circa, quasi in piano, occupata da bosco, si riconoscono in alta concentrazione, nonostante la bassa visibilità, molte scaglie di selce, alcune anche di grandi dimensioni, e in minor numero, di calcare, numerosissimi cubilia in selce (cm 8 x 8), di taglio non perfettamente regolare, alcuni in calcare (cm 8,5 x 7), molte tegole e coppi a impasto arcaico (Tav. II, 4) e tardo-arcaico (Tav. IL, 5), rari fiv. di tegole a impasto chiaro-sabbioso e a impasto rosso di età alto-repubblicana, frr. di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana”, diversi di laterizi a taglio triangolare, ricavati da sesquipedale, in genere a impasto chiaro e rosato, oltre a mattoncini di opus spicatum a impasto chiaro, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni. Minore in percentuale la presenza di frr. ceramici: fr. di dolia, tra cui una parete a impasto chiaro con impronta di grappa di restauro antico, rari fir. di ceramica a impasto, di vernice nera e sigillata italica c africana, in maggiore percentuale frr. di ceramica comune e anfore". L'area è articolata in una serie di piccoli rialzamenti artificiali in corrispondenza dei quali la forte concentrazione di materiale suggerisce la presenza di strutture murarie forse solo parzialmente distrutte‘. In prossimità del margine sud-occidentale dell'area, in corrispondenza del netto salto di quota che delimita la terrazza "Pos. 1970: 109 fig, 125 dal settore IT strato B5 +9 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. "II pianoro, poco a sud-ovest di Colle Magistero, i allarga al piede. del sistema montuoso che ταῖς verso nord-ovest fino a Colle del Vescovoed è affacciato verso sud sulla gola che separa quest ultimo dalla dorsale che scende verso sud-est fno alla Valle del Nespolo. ‘4 Una di queste, a impasto rosso di διὰ ali repubblicana, presenta una impronta di dit, mentre un'altra, un cerchi anepigrafe impress al cento ‘5% Considerato l'intero edil sottobosco, i maggiori affioramenti di ceramica si notano in sezione lungo la scarpata dl sentiero che costeggia la base dll’altura. ^" In particolare se ne notano sia nl settore settentrionale che în queIo meridionale, quas al centro dell'area, lungo il margine sud-occidentale © Questo versante dell'altra scende con pendio articolato in due 390

più alta", una notevole concentrazione di scaglie di selce, tegole e cubilia, suggerisce la presenza di strutture, forse a carattere sostruttivo. Nell'area è individuabile la presenzadi una piccola fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è sviluppato un edificio a carattere residenziale, con probabile pars rustica, in uso anche nella prima e media età imperiale, in relazione con l'affioramento poco a est (n. 164). Impasto grezzo — 1 fi di parete pertinete a forma chiusa, olla di grandi dimensionio pithos, non id. Vernice nera — 2 fis di parete pertinenti a forme non id. ~ 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillata italica ~ 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana = 1 fr. di orlo di coppa con lobo liscio, tipo Lamboglia 1 fayes 8B, in produzione A?, databile al II sec. d.C.9. = 1 ft i orlo indistinto e affusolato di scodella tipo Lamboglia 40 bis-Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione Οὐ, databile alla prima metà del ΠῚ sec. d.C. Africana da cucina ~ 1 fi. di paretedi casseruola non id — 3 fi di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensae da dispensa ~ 1 fr. di brocca dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 101, 43845, attestato in contest di età traianea. = 1 fi. di orloa fascia di anforetta tipo OstiaI, 411, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)**. — 4 fir di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fi. di orlo di coperchio tipo Curia I, fig. 257, 124, attestato in contesti di età flavia — 1 fi di ansa a nastro costolata pertinente a olla ansata non id. strette terrazze successive e una seconda concentrazione di materiale si nota ugualmente alla base della terrazza più bassa. Un unico salto di quota sembra invece delimitare il lato meridionale, alla cui base si concentra Ia presenza di scaglie di selce, tegole e cubilia, Verso est l'altra si abbassa ‘con pendio più morbido e uniforme, tagliato quasi lla base dal sentieroche sale verso S. Antonio. ^ Atlante 26, av. XIV, 7. Atlante I: 65, tav. XXVIII, 10. La datazione è desunta da contesti presenti in Ostia I. Hayes precisa la datazione di questa produzione trail 230/40 il 32540. ‘2° Port 1970: 197-198 dal setor strato A4. s Ostia I: 95, 260-261, tav. XXIII “00 Curia I: 175 fig. 151, 190, 191 fig. 172, 193, 196 fig. 181, 197 fig. 183, 198 fg. 186; Curia TE 216 relativamente all’ativià 1141, 237, 271, 281,361.

— 1 fr. di fondo piatto con foro centrale, pertinente forma non id. di grandi dimensioni (vaso da fior 7). — 18 frr. di parete pertinenti a forme non id Anfore — | fr. di ansa di Ostia If, 522/523, detta anche ansa afiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africana*^, diffusa tra l'età tiberiano/claudia e la prima metà del II sec. d.C. — 2 frr di parete di produzione tirrenica. — 3 frr di paretedi produzione africana. — 3 frr di parete di produzione spagnola. ~ 1 fr di parete di produzione orientale. 1 fr. di ansa di produzione tirrenica. - 1 f di parete di produzione non id.

166. AREA DI FRE. FITTILL m 556-551 s.Lm.. Monte Artemisio - C. le Magisterno Sul versante sud-occidentale della lingua pedemontana che a partire dalla base del massiccio dell’ Artemisio si distende verso est fino alla dorsale di Colle Magisterno, nel terreno boschivo"! lungo le pendici sud-orientali di un pianoro stretto ed allungato", è un affioramento di materiali antichi. Sparsi in media concentrazione su una stretta fascia lungo le morbide pendici, su una superficie di mq. 1.100", si riconoscono, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, molti frr. di tegole e coppi ad impasto arcaico, rarissimi a impasto chiaro-sabbioso, alcuni frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età repubblicana e di età romana, numerosi fr. di dolio, anche di grandi dimensioni, ad impasto arcaico,frr. di ceramica a impasto, rari di sigillata italica, fr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. 1 materiali, oltre alla posizione e alla morfologia dell'area, sembrerebbero indicare la presenza di un impianto rustico, in uso almeno tra l'età tardo repubblicana e la media età imperiale, presumibilmente preceduto da una fattoria di età arcaica.

Comune da fuoco = 1 fi. di coperchio dall'orlo a mandorla tipo Carta fig. 131, 262%, attestato in contesti di età raianea. = 1 fr. di orlo a mandorla di olla tipo Dyson 1976, fig. 20, V-D 30, attestato in contesti databili tra la seconda metà del II sec. a. Ce il 70.60 a.C. — 10fi. di parete pertinenti a forme non id Anfore — 1 fi. di parete di produzione tirrenica. ~ 1 fi. di parete di produzione africane. — 2 fr di parete di produzione campana. Fitili non vascolari το 1 fi di lastrina di rivestimento in impasto arcaico. 167. LASTRICATO STRADALE m 556 s.l.m. Monte Artemisio - C. le del Vescovo

Sulle estreme pendici sud-orientali di Colle del Vescovo, in località Acqua Palomba, lo Stevenson segnala l’esistenza di una strada lastricata" la quale doveva raggiungere l’impianto nn. 169-170, che già il Nolli nel 1790 aveva riportato per una lunghezza di almenom 150" Non è improbabile che alla distruzione di almeno parte del suo percorso possano riferirisi i basoli nn. 171-174. 168. ΒΑΒΟΙῚ m 584 s.m. Monte Artemisio - Acqua Palomba Lungo il margine sud-occidentale del sentiero che, attraverso il bosco, raggiunge alcune strutture antiche (n. 170), in. località Acqua Palomba, m 150 circa a monte del muro di sostruzione in opera reticolata (n. 169), resta un basolo in selce, di medie dimensioni (Fig. 199). È presumibilmente riferibile alla viabilità riportata da

Impasto grezzo — Vf di presa di grosso coperchio non id — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Lanciani che staccandosi dalla via Ariana (D) saliva verso nord, fino presumibilmente alla zona della Valle dell'Inferno. (a4)

Sigillata italica = 1 fr di piede pertinente a coppetta non id.

169-170. VILLA m 575-558 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Palomba

Comune da mensa e da dispensa. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Dal lato occidentale della sterrata che raggiunge il Maschio d' Ariano, salgono le estreme propaggini sud-orien-

‘$i trata di contenitori di piccole dimensioni, provenienti dalla Tunisia e dalla Tripolitania (Ostia Il; 467-471). Recentemente, pur non po endosene escludere un'origine africana, se ne è proposta un'origine siciliana, in particolare da Naxos, 6 forse anche dal Brutium (WILSON 1990: 264 Laser GargArRO 1995: 14-19; Rizzo 2000: 99-101). “9 I recente aglio dl bosco ha agevolato la ricognizione dell’area. “IL sto esposto a est e protetto alle spalle dal Colle del Vescovo, si trova sul ao orientale della strada che sale verso il Maschio dî Ariano. “Le caratteristiche dell'ffioramento, presente lungo le pendici su ‘un area piuttosto stretta sembrerebbero indicare che possa ratarsi di materialirifeibili ad un sto da localizzare ul pianoro immediatamente soprastante.

‘92» Cara 131 fig 132 dallo stato IV. Dysox 1978 1976: [1987]: 73. Simile αἱ tipo anche la forma 38b di Su, tipi A91 e A92 (Duncan 1965: 157 fig. 12,163) Stevenson CWarLat. 15229: XIX. 37: LuoLi Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. ΑἸας strade, cart. Ager velitrmus,f. diverücolo. ^" Ast, Disegni e piante, col. I cart. 125, n.20 (n. 92 delle cose nota bili ella Tenutadi Lariano: “vestige di strada antica formata di Petr gros se^); Bev, Cabreo Noll tav. I, XVI lettera K “Residuo di Strada Antica fatta i Seli grossi”, XXI lettera A “Residuo di Strade Antica fata di Selci gros”. 391

Fig. 199. Monte Artemisio. Acqua Palomba. Posizionamento delle strutture (on. 169-170, 254) e dei basoli (nn. 168, 171-174,8).

tali dell'altura di Colle del Vescovo, la cui pendenza è spezzata dalla presenza di uno stretto pianoro (Fig. 199). 169. Muro di sostruzione in opera reticolata. Alle pendici meridionali del pianoro si trovano i resti di un muro di so-

struzione** (Fig. 200). La struttura, visibile per 13,80 circa di lunghezza, m 1,90 max. di altezza in corrispondenza delestremità occidentale, con uno spessore max. di m 0,35, orientata est-ovest, ὃ costruita in opera reticolata con cubilia.

^" Segnalazione in Spat, Archivio pratiche, Velletri. Vaie. Relazioni G. Manganello del 3 marzo e dell It maggio 1991 con il recupero di mate: ‘ali ceramici conservati nei magazzini del Museo Civico Archeologico F.

Nardini (Seat, Archivio pratiche. Velletri. Varie. Relazione G. Manganello del 27 maggio 1992: Ricognizioni nel territorio di Vellei. 9. Loc. "Valle Acqua Palombe/Mie Artemis)

392

Fig. 200. Monte Artemisio. Acqua Palomba. Muro di sostruzione (a. 169),

Fig. 201. Monte Artemisio. Acqua Palomba, Muro di sostrzione: pianta e sezione (n. 169)

di selce (cm 6,5 x 5)*" (Fig. 201). Ad essa si è appoggiato un secondo muro di contenimento, realizzato con grosse scaglie di selce, di taglio e misura irregolari, munito di contrafforti, dei quali è riconoscibile quello in corrispondenza dell'estremità occidentale del muro in opera reticolata. 170. Strutture in opera cementizia. Pochi resti di strutture in opera cementizia si conservano, insieme a pochi frr. di tegole ad impasto chiaro di età repubblicana, sulla spianata superiore, appena affioranti dal terreno, circa m 80 a nord del muro di sostruzione*™. Si tratta di resti frammentari che sembrano descrivere un ambiente rettangolare appena intuibile nei due angoli conservati alle estremità nord-est e sud-ovest (Fig. 202), per una lunghezza ricostruibile di m 12,75 circa, una larghezza di 4,90 circa e uno spessore max. di m 0,65 circa (Fig. 203). Nel punto in cui l’interro scende maggiormente, in prossimità dell'angolo nordorientale, probabilmente (er uno scavo clandestino, l'altezza max. della struttura è di m 1,50. Un secondo ambiente, con muri sempre in opera cementizia, privi di cortina, è appena riconoscibile a m 13,60 circa dall'estremità nord-orientale del primo, sul lato opposto, orientale, del sentiero che sale verso la sommità del colle"* Di questo resta, appena affiorante dal terreno per m 6 circa ed uno spessore max. di m 0,52, il lato nord-occidentale e traccia di quello ortogonale, che delimitava il lato nord-orientale, per m 4,20 circa di lunghezza. Le strutture sembrerebbero presupporre la presenza di un impianto residenziale, esteso su una superficie ricostrubile di almeno mq. 8600, in usoa partire dalla tarda età repubblicana fino alla prima età imperiale, presumibilmente raggiunto da un diverticolo della via Ariana (45).

171. Basout m 541 s.Lm. Monte Artemisio - Acqua Palomba

^ probabile che questo muro proseguisse verso ovest per almeno una settantina di metri, a recingere l’altra, come sembra indicare da un lato la morfologia e dall'alto la presenza lungo la scarpata di numerose sca glie e cubilia di selce.

ha ite ^" Le strutture sono state danneggiatenel 1999 da un incendio che resto la zona. o spessore tualmente rilevabileἀεὶ muri è di m 060 circa. ‘Proprio l'apertura ella strada, per il taglio del bosco, ha probabilmente compromesso ulteriormente la conservazione delle strutture

In prossimità del margine sud-occidentale del sentiero che, allontanandosi dalla strada sterrata che sale verso il Maschio di Ariano, attraversa il bosco în località Acqua Palomba fino a raggiungere alcune strutture in opera reticolata e cementizia (n. 169), m 80 circa a valle di quelle sulla spianata superiore (n. 170), si notano tre basoli in selce, di medie dimensioni (Fig. 199) Sono riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (d4), raggiungeva l'impianto nn. 169-170.

Fig. 202. Monte Artemisio. Acqua Palomba. Strutture in opera cementizia: angolo sud-occidentale (n. 170)

393

Fig. 204. Monte Artemisio. Acqua Palomba. Basoli(n. 173).

172. BasoLI m 544 s.Lm. Monte Artemisio - Acqua Palomba Sul lato sud-occidentale del sentiero che attraversa il bosco in località Acqua Palomba, fino a raggiungere alcune strutture in opera reticolata e cementizia (nn. 169-170), m 115 circa a valle di queste ultime, si nota un basolo in selce, di grandi dimensioni (Fig. 199) Sono riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla Viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 173. BasoLI m 543 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Palomba A circa m 15 dal lato sud-occidentale del sentiero che, allontanandosi dalla strada sterrata che sale verso il Maschio di Ariano, attraversa il bosco in località Acqua Palomba fino a raggiungere alcune strutture in opera reticolata e cementizia (nn. 169-170), si notano due basoli in selce di grandi dimensioni (Figg. 199, 204). Sono presumibilmente riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (04), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 174, BasoLi m 538 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua Palomba

Fig. 203. Monte Artemisio. Acqua Palomba. Strutture in opera cementizia: pianta (n. 170) 394

In prossimità del margine sud-occidentale del sentiero che, allontanandosi dalla strada sterrata che sale verso il Maschio di Ariano, attraversa il bosco in località Acqua Palomba fino a raggiungere alcune strutture în opera reticolata e cementizia (n. 169), m 90 circa a valle di quelle sulla spianata superiore (n. 170), si notano tre basoli in selce, di grandi dimensioni (Fig. 199). Sono presumibilmente riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170.

205. SP. 79/b Genzano- Lago. "Le Grotte”. Posizionamento della strutura (n. 176) del materiale sporadico (n. 179) e dell'arca di frr. tili (n. 178).

175*. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio - Acqua Palomba Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura una. statua egizia in basalto rappresentante una testa maschile proveniente da Acqua Palomba”! 176. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA m 343 s.l.m. SP. 79/b via Genzano/lago - Le Grotte Sul lato settentrionale della strada che staccandosi dalla via Genzano/lago perimetra il lago di Nemi, poche centinaia di metri a nord-est del Musco Archeologico delle Navi,

si conserva una struttura in opera cementizia a più ambienti (Figg. 205-206). Si tratta di quattro ambienti parzialmente ipogei, a pianta rettangolare coperti con volta a botte, orientati nord-sud ed adiacenti in senso longitudinale, ma non comunicanti tra loro, più un quinto disposto ortogonalmente alle spalle del complesso, adiacente ai lati brevi settentrionali (Fig. 207). Il più esterno dei quattro ambienti paralleli, partendo da ovest, è largo m 3,90 e rilevabile per una lunghezza max. di m 13,10 oltre i quali è invaso da un forte interro che giunge quasi alla volta di copertura. Quest'ultima non è a botte, come negli altri ambienti, ma presenta piani di spiccato differenti: compreso tra m 0,80 e m 0,60 sul p.d.c. lungo il lato occidentale, e m 1,30-1,45 su quello opposto orientale". Il secondo vano, adiacente al

1,25 sulla fronte edè ostruita dll'inerro a m 1,10 circa di profondità, E ts Crescenzi 1981: 169; Coca 20012: 139 n. 1502. « Devort 1980: 41; Devon 1987: 60, 70 fig, 164,C; Lexzi 2000: 172 alata a bocca di lupo così come la seconda, posta a m 1,20 di distanza, la n. 26. Diversamente da quanto affermato dall Autre, gli ambient risulta quale è conservata per una profondità max. di m 1,45 ed un'altezza di m. no ancora ispezionabili e conservano quasi tutte e oro caratteristiche co- 045. Questulima presenta ancora tracce di rivestimento sulle parti. La struttve, compreso il rivestimento idraulico con cordoli angolari, almeno terza apertura, a m 1.05, è larga m 1,20ed è quasi completamente ostrita dall'interro che ne lascia appena intuire il profilo semicircolaree la presenrelativamente αἱ due centrali. 9 Lungo ἢ lato occidentale, all'altezza dl piano di spiccato della vol- 22 i rivestimento sulle pareti. ta, rimangono tre aperture. La prima, ἃ m 2,75 circa dell'ingresso, larga m. 395

Il riconoscimento dell'ambiente retrostante i quattro, noti, sulla fronte, permettendo confronti con strutture di analoga planimetria, sembra orientare verso una sua interpretazione come cisterna. 177. AREA DI FRR. FITTILI m 356 Lm. SP. 32/c via Nemi - lago 11 lato orientale della SP. 32/c Nemi-lago costeggia alcuπὶ terreni a serre c a orto posti immediatamente a nord-ovest dell'area del Tempio di Diana (n. 180). In un appezzamento a orto quasi pianeggiante, affacciato Fig. 206. SP. 79/b Genzano- Lago. “Le Grotte”. Struttura in opera cementizia (n. 176).

Fig. 207. SP. 79/b Genzano- Lago. "Le Grotte" Struttura in opera cementizia: piantae sezione (n. 176).

"IH moro che separa due ambienti a uno spessore di m 0,90, o stesso atribulbile a quelli perimetrali estemi meridionale,orientale e seteatrionale. ΑἹ contrario, i muri che separano i successivi tre vani adiacenti hanno "uno spessore dim 0,60. ‘Sulla vola di copertura, nonostante 10 stato di calcare residuo si leggono ancora le impronte delle tavole per la centina (largh. m. 035/028) ‘Questo sistema, presente in ttt i vani, rendeva le vasche, almeno a partire dalla seconda, comunicanti tra oro, permettendo il passaggio dell'acqua da una all'altra. L'unico ambiente in cui sembra non esservi traccia di queste aperture è quello esterno occidentale. Questa considerazione unita all'osservazione della particolare volta di copertra, quasi a rampa, po"rebbe far supporre per esso una diversa funzione (sostrativa ). "^E stato possibile verificar l'esistenza di questo ulteriore ambiente proprio grazie alla conservazione su ati brevi settentrionali dl secondo e del quarto ambiente, di due aperture rettangoli, a bocca di lupo (m 0.65x0.90maxx max) rispettivamente a m 1,75 e 1,85 dal pdc. atua. L'altezza max. del piano di imposta della voltaè dim 1,40 sul pd.

mente altezza max. del vanoè di m 2.40 circa. Anche qui lungo le parti è conservato, seppure meno integralmente, il rivestimento. Questo ambiente, nel quale l'intero appare notevolmente maggiore rispetto a quello precedente, è usato come deposito di materiali La presenza di interro impedi sce anche di verificare la presenza o meno su lato breve meridionale dell'apertura verso il vano retrostante. ‘0° Lo spessore al momento rilevabile del muro è di m 0,85. © In questo caso l'altezza max. dell'imposta della vota raggiunge i m. 2,15 essendo minore l'intero interno. Parzialmente conservato anche qui i rivestimentoin cocciopesto, compreso il ordoloal'angolo sud-occidentale. Questo ambiente è quello che sembra ver subito maggiori rimaneggiamenti almeno per quanto riguarda lati meridionale ed oriental, lungo i quali è ‘tto infarti vestito con una muratura moderna a mattoncini. ΑἹ i sopradi esso, partire da metà circa della lunghezza, è stata realizzata una plata ‘cemento che ha ostruito un'apertura circolare posta sulla volta a m 10,70 circadallingresso. ‘ Al momento non è possible accedere al vanoe quindi rilevarecon precisione le dimensioni. i intuisce la presenza d rivestimento lungole pare

396

CL

OT

lato orientale, è largo m 2,88 e lungo m 14,289. L'altezza max. del piano di imposta della volta ἃ di m 1,80, mentre. l'altezza max. dell'ambiente è di m 2,90 circa". Le pareti conservano quasi integralmente il rivestimento in cocciopesto e agli angoli nord e sud-est restano ancora i cordol Lungo il piano di imposta della volta sono conservate su entrambi i lati, disposte specularmente, nove bocchette di piena, ora interrate, ricavate a m 1,10/1,15 di distanza tra loro e larghe mediamente m 0,45, Sul lato di fondo settentrionale, si apre una finestra rettangolare, che mette in comunicazione questo ambiente con quello retrostante, disposto ortogonalmente" (Fig. 208). Il terzo ambiente, rilevabile per una lunghezza max. di m 13,65, è largo m 3,05 e presenta volta di copertura leggermente ribassata". Inoltre, a differenza degli altri, conserva anche il muro che chiudeva il lato breve meridionale, per un'altezza max. di m 1,05 dal p.dc. attuale”. L'ultimo vano, all'estremità orientale della struttura, ripete esattamente le dimensioni (m 2,88 x 14,27) e le caratteristiche della volta rilevate nel secondo", compresa la presenza dell'apertura in alto, sul lato di fondo settentrionale che doveva permettere il passaggio dell’acqua dal vano retrostante, ortogonale (Fig. 209). Di quest'ultimo ambiente, al momento inaccessbile, è soltanto intuibile lo sviluppo in senso est-ovest, con pianta. rettangolare coperta con volta a botte che si allunga alle spalle almeno delle ultime tre vasche”.

Fig. 208. SP. 79/ Genzano- Lago. "Le Grotte”. Struttura in opera cementizia: interno del secondo vano (n. 176).

Fig. 209. SP. 79/b Genzano- Lago. "Le Grotte”. Struttura in opera cementizia: interno del quarto vano (n. 176),

verso il lago, delimitato verso nord da un'alta scarpata, che terrazza un terreno soprastante incolto, e sul lato orientale da una bassa macera che costituisce il limite verso l’area templare, affiorano in alta concentrazione, su una superficie di mg. 1.900 circa, scaglie di selce di piccole dimensioni, soprattutto frr. di tegole, rarissimi a impasto chiaro sabbioso, pochi a impasto rosso e chiaro di età repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, lastrine di rivestimento di marmo bianco (spess. cm 0,7), frr. generalmente di dimensioni ridotte, di sigillata italicae africana, ceramica comune e anfore", Pochi fi, soprattutto di materiale edilizio, in concentrazione bassissima, presumibilmente in relazione alla scarsa visibilità offerta dal terreno incolto, affiorano anche nella terrazza soprastante”, Altro materiale, soprattutto frr. di tegole e coppi a impasto chiaro, rosato, molto raramente rosso, di età romana c a impasto rosa di età imperiale, insieme a cubilia sia in selce (cm 0,5 x 0,6) che in peperino (cm 0,6 x 0,7) e scaglie di selce di medie e grandi dimensioni e frr. di anfore, affiorano nella scarpata con cui l’area incolta costeggia il lato orientale della provinciale che sale a Nemi. Sul ciglio della scarpata, contenuta in alcuni tratti da un muro a secco nel quale sono stati riutilizzati tego, coppi e cubilia, restano due blocchi in peperino (m 0,50 x. 0,44 x 0,42; 0,60 x 0,60 x 0,48). L'affioramento, che attesta una frequentazione dell’area tra l'età repubblicana e forse il IV secolo d.C., è riferibile alla vicina area templare (n. 180).

Comune da fuoco = 1 fi. di orlo con attacco d'ansa a nastro pertinente olla ansata assimilabile al tipo Ostia II, 186, attestato in contesti datati alla metà del ΠῚ soc. d.C." — 1 fr di orlo di piatto-coperchio tipo Dyson 1976, fig. 62, LS 94, attestato in contesti compresi tra a fine del Lela prima metà del IV sec dC», — 2 frr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore — 1 fr di ansae 1 fr di parete pertinenti al tipo Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino", diffusa tra Ia metà del I sec. a.C.e la metà del I sec. d.C/7. — 1 fi di orlo di Africana I, anfora olearia tunisina diffusa tra la seconda metà del I e gli inizi del V sec. d.C". — 1 fr. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augusteae la seconda metà del IT sec. d.C”, — 2 fi. di parete di produzione tirrenica. τ 1 fr. di parete di produzione egeo-orientale. = 1 fi di parete di produzione africana. — 1 fi. di parete di produzione betica. — 1 fr di parete di produzione gallica 178. AREA DI FRR. FITTILI m 345 s.l.m. SP. 32/c via Nemi - lago

Comune da mensa e da dispensa — 1 fidi orlo pertinente a piccolo bacino tipo Duncan 1964, form 51, fig. 16, 187, attestato in contesti datati trail 65 e il 75 dC”. f. di parete pertinente a forma chiusa probabilmente di età repubblicana.

In un terreno ortivo in morbido declivio verso il lago, che costeggia il lato occidentale dalla via Nemi-lago (Fig. 205), sono presenti in alta concentrazione, su una superficie di mq, 750 circa, molti fr. di tegole e coppi a impasto rosa di età romana, frr di ceramica comune e soprattutto di sigillata

"^ Non mi è stato concesso l'accesso alla proprietà. Tutta l'area a sud di questo appezzamento, occupata da serre, non è osservabile, seb. bene lungo il ciglio della strada continuino a notarsi fr. di materiale edilizio, Un modesto affioramento di materiali, tra cui fr. di anfore (al‘uni riferibili a Dressel 2/4 di produzione tirrenica) e di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, si notano anche nel terreno che costeggia illato opposto della strada provinciale, Ia quale taglia l'area an“= Anche in quest'area non mi è stato possible accedere.

20 Duncan 1964: 67,83. 00 Osta MI: 141, tav XXIX, «»Dyson 1976: 153 s» Seauey 1985: 62-64 ^m L'esemplare più antico è sat rinvenuto nel relitto della Mandrague de Giens del 60-50 a.C. (Teusanta 1986: 142). #11 fe trova un confronto puntuale con un'anfora proveniente da "i27pa inVd.Algeri in conte di I sec. d.C. sa 361a, note 4036,sti4037, 4038.

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italica e, in quantità minore, di sigillata africana e di anfore. Alcuni frr. di materiale edilizio e ceramico, tra cui maggiore appare la presenza di sigillata, affiorano anche in un piccolo appezzamento sul lato opposto della provinciale per Nemi, poco a sud-est. Laffioramento, che attesta la frequentazione dell’area tra la prima età imperiale, probabilmente già dalla tarda repubblica, ed almeno il IV secolo d.C., unitamente a quello individuato m 100 circa a nord (n. 177), deve considerarsi în relazione con la vicina area templare (n. 180). Sigillata italica — 1 fr. di orlo verticale a fascia di piatto tipo Conspectus 20.4.2, decorato ad appliques*™, prodotto nelle officine «tardo padane» e del centro Italia?" databile tra l'età claudiae l'età flavia (Tav. XIII, 4). — 1 fr di piede ad anello riferibile a piatto tipo Conspectus 10.1.1-2, databile tra la prima e la media età augustea =I fr di orlo assottigliato e leggermente convesso tipo Conspectus 15.1.2, databile in età augustea"! — Lf di orlo" pertinente a forma non id. — 2 fi. di fondo di piede ad anello con decorazione ἃ pettine pertinenti a forme non icd. — 16 fir. di parete pertinenti a forme non id, di cui uno con traccia di decorazione ad appliques: Sigillata africana — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia ~ 1 fidi parete pertinente a forma non id, in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C. Vernice rossa intema 1 fr. di paretedi tegame non id. Anfore — 1 fi. di fondo di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria! detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere”, diffusa trail 14/54 e la fine del I sec, d.C", — 1 fr. di parete di produzione adriatica. + Conspectus: 86, tav 18. tipo corrisponde a Goudineau 39c; Pucci 1017213035. ^" Pouerm Eccuesta 1997: 27-51 50.67. ^"! Conspectus 68, tv. 9. IL tipo corrisponde a Goudinesu 6; κεῖ 72> 379. 59 Conspectus 78, tav. 14. La forma corrisponde a Goudineau 29; 32a; Pucci^ 221-14; 2.1 Gli esemplari, molto frammentari, sono probabilmente attribuibili a ue coppe, ma non è possible definime i tipo. 155 Vd. 318-319 nota 3848, Queste anfore, come sembrerebbero suggerire le notizie sullesistenza di vari vitigni ( Hiriola (Plin. nat, XIV, 37) nella zona di Mevani, Ja radertina (Pin. nat. XIV, 36) presso Todi, la talpona, l'etesiaca e la conseminia(Plin. nat. XIV, 36) nella zona di Arezzo, la pariana (Pin. παι. XIV, 39) nell'ager pisanus e le vii apianae (Piin. na. XIV, 24) molto dif fuse in Etruria) è presumibile rasporassero diverse qualitàdi vini. ‘57 L'anfora a fondo piatto è sicuramente prodotta a Spell, in Umbria, e mell'ager pisanus e voloterranus settentrionale (TCHERNIA 1986: 255; Pavezza 1989: 143-146; Misc 1990.91: 170-171; Can 1994: 498; Μενομειτι 1995: 212-213; PANELLA 1992: 192 e nota 41; LAPDULA 1997: 127-128; Pasquivucc, DEL Rio, MENCHELLI 1998; Rizzo 2005: 149 nota 22) “La PAULA 1997: 128, 398

179. MATERIALE SPORADICOm 339 s.Lm. Nemi - Lago In una proprietà sul lato occidentale della strada circumlagunare che si diparte dalla SP. 79/b Genzano-lago verso gli Orti di S. Nicola^" restano un fr. di colonna liscia in peperino e un fr. di comicione in calcare (Fig. 205). 180. TEMPIO DI DIANAm 350 s.Lm. Nemi. Lago - Il Giardino Lungo il settore settentrionale della riva del lago di Nemi, nella località Il Giardino, sono i resti del santuario di Diana. Nuove indagini sono state intraprese a partire dal 1989 dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio*", dopo quelle avviate nella prima metà del Seicento e proseguite fino alla fine dell'Ottocento", con il successivo circostanziato intervento nel 1924°”, le quali consentirono il rinveni mento di numerosi materiali^. Del santuario, del quale sono variamente documentate fasi più antiche, tra cui quella di età arcaica, alla quale dovrebbe riferirsi il muro in opera cementizia individuato nella terrazza superiore (V)""*, visibile nella fase tardo-repubblicana con i restauri imperiali, rimangono (Fig. 210): la piattaforma delimitata sul lato sud-occidentale, prospicente il lago, da una fronte a nicchioni triangolari in opera incerta (C) e su quelli nord-orientale e sudorientale da sostruzioni a nicchioni semicircolari anch'essi in opera incerta (B); un secondo recinto intero a quello dei nicchioni semicicrcolari con caementa di selce e peperino con aperture, alcune delle quali tamponate in opera reticolata, lungo i lati nord-est e sud-est (QQ1); a m 5,70 dal muro QQ1 l'angolo di un portico con colonne in opera incerta e in opera mista (R)*" il basamento in opera quadrata di peperi noe il podio in conglomerato cementizio rivestito da diatoni e ortostati nei pressi del casale riferito al tempio di Diana, oltre a due muri in opera reticolata di cubilia di peperino riutilizzati in elevato nei muri perimetrali dello stesso casale‘ (K); sacelli dedicati ad altre divinità romane e orientali (M, ‘© La proprietà privata, senza numero civico, i rova subito dopo iln. 14, Non mi stato possibile né rilevare e dimensioni dei fr néfotografarli peril diniego dl proprietario Gui 1993; Gua 1995; Gan 2000; Grana 2002; Ger 20060. “0 Giuni 1993: 271-278 nota6. ^ Mosrunco 1931. ^" GuupaceR BILDE 2000; per i materiali marmorei a Copenhagen, Nottingham e Philadelphia, vd. Moerese 2000; KANEL 2000 relativamene alle decorazioni ftii dell varie fasi; Pourro 2003, perun gruppo di laste marmoree con raffgurazioni di armi c muse dil teatro. Presumibilmente provienente da “Nemi” ὁ un tre piedi conformati a busto femminile in bronzo di fine IV. sec. a. C. al Romisch-Germanisches di Magonza (Naso 2003: 88 n. 129, tav. f. 4, che ne ipoZentralmuseum "izza la realizzazione in una botega laziale) “i Grana 1993: 286-287 a proposito del rinvenimento di un votivo mi iaturstico nella terrazza inferiore; cfr. Gui 2000: 61,64 nota 40 per “la notizia del rinvenimento da parte di privati di votivi miniatritici anche sulla terrazza inferiore" Per la struttra,identificata lungo la prosecuzione del muro V (Gia 1993: 279 fig, 1,V; Gama 1997: 47 fig. 33), vd. Grunt 2000: 54 fig 1,61. 1% Gra 1993: 279 fig. 1, 282-285; Gana 2000: 53-60. 0% Guia 1993:279 fi. 1, 287-288; Gama 2000: 54 fig. 1 162.

181. MATERIALE LITICO E DEPOSITO VOTIVO m 328 s.l.m. Nemi. Lago - La Valle / Il Giardino

^

Nel 1875, nel corso di lavori agricoli in uno dei terreni nel settore perilacustre nord-orientale, in corrispondenza dei resti del santuario di Diana (propr. P. De Santis), si rinvenne, acirca - 0,15 m dal p.d.c., un centinaio tra materiali Ii amici (tra i quali miniaturistici) e di bronzo (fibule)™. Se ne proposto il riferimento ad un deposito votivo che attesta una frequentazione dell'area (per quanto riguarda miniaturistici, fibule ed altri oggetti di bronzo) alla fine del VIIVI secolo a.C. e (ciotola a v.n.) in età tardo-repubblicana. 182. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LrrICO πὶ 325 s.l.m. Nemi. Lago - La Valle Tra il 1878 e il 1879, nel corso di lavori agricoli în uno dei terreni vignati nei pressi del vestibolo del tempio di Diana (propr. F. De Angelis), si rinvennero alcuni materiali litici con i relativi scarti di lavorazione e ceramici in impasto e in bucchero™.

Fig. 210, Nemi. Lago - ἢ Giardino. Tempio di Diana: pianta(n. 180).

183. LASTRICATO STRADALE m 350 s.l.m. Nemi - Il Giardino

Nel corso degli scavi realizzati nel 1885 nell’area del tempio di Diana, si rinvenne un tratto della strada basolata, cd. livus Virbii, che provenendo dall’ Appia Antica raggiungeva il santuario nemorense (F)®. La strada, della quale si conservano diversi resti della pavimentazione e tagli nel banco affiorante“ lungo il percorso, in questo settore risultò larga m 6,10 fiancheggiata da portici in pilastri di peperino.

ambienti a, b, d, e", tra i quali uno certamente dedicato ad Iside"'*, bagni e abitazioni per i sacerdoti e i pellegrini (9. A queste strutture si devono aggiungere a nord del santuario i bagni (T) e, con orientamento leggermente divergente, un piccolo teatro (S). Sulla base anche dei diversi materiali variamente rinvemuti se ne é proposta una frequentazione almeno fino al IV secolo d. C." e una datazione della fase monumentale alla fine del IL o agli inizi del I secolo a. C.; la realizzazione delle celle donarie e del teatro al I secolo a. C.; delle statue di attori a decorazione dell’esedra semicircolare all’età giulioclaudia; dei restauri ad alcuni edifici e al portico intorno al santuario all’età adrianea.

184. LASTRICATO STRADALE m 347 s.l.m Nemi. Lago - Via del Tempio di Diana

Gui 1993: 279 fig. 1, 286: Giuni 2000: 60.61, 64 nota 33, 'Güx 1993: 277 nota 4; Boa: 2000: 125-126. ^" Rosstacn 1890: 186 a proposito del rinvenimento di monete di Probo e di Costantino. CUNAuOND 1878, senza indicazioni dei luoghi di rinvenimento; Narpoxt 1880: 53-54 il quale ricorda che il propietario del terreno raccolse “alcuni (scil materiali) soltanto, che dopo qualche mese consegnò al s. gnor Gaetano Cavatera,” che glieli ono; Gieeow 1964: 361, 362 ig. 215, 50, 363; Roux 1996: 61 specialmente nota 617; CrtaRucct 1996: ty. Il ft. n. 45; Lenzi 2000: 160 n. 9; MAnGANI 2004: 67, 80.5 inv. nn. 7103071166, per 37 pezzi quisi dal Museo Pigorini, come attesta elenco del Registro Cronologico delle Entrate, ma attualmente dispersi "Nano 1878, senza indicazioni dei luoghi di rinvenimento: NAgbONI 1880: 55-56 ricorda il rinvenimento, da parte di G. Pozzi, di “Tre cuspidi di freccia .. el tipo a mandorla ..; Due .. pete da fionda; Uno strumento di focaia di forma indeterminato, lavorato diligentemente con minatissime scheggiature; “Trenta pezzi di rifiuti della lavorazione, consi-

stent n frammentidi frecie, di coti scheggie ed in armi abbozzate Quattro ciotoline o tarzete di terracotta rossastra; Piatello di argilla nerastra; Vasetto i forma conica di colore rosso scuro; La metà di una ciotolettà; Oggetto di forma circolare piana, con contorno molto convesso Frammento di tazza arcaica. Fondodi una tazza .. i argilla fluviale cru da: Dodici frammenti, alcuni dei quali apparenent a vasi di bucchero, . ": Gienow 1964: 362 fig. 215 n. 50, 363; BOUNA 1996: 61 specialmente nota eim. ^ Lanciast 1885: 227, i quale ricorda chela strada al di sotto della pavimentazione scoperta ne presentava un'altra; UcrLLI 1950: 333 fig, 332; Lesa 2000: 171 n. 24, ^^ Un primo tatto rimane lungo il Ito a valle della SP. via di Diana a circa 1,300 km da Genzano (Lenzi 2000: 171n. 24, 172 fig, 36) un successivo a monte del Museo delle Navi (Lenz 2000: 171 n. 24, 172 n. 25, 173 ig. 39), un altro allinteno (Lasi 2000: 171-172) e all'estero di esso (Lenzi 2000: 171-172) dove misura m 245 tale cepidini. “© UceLLI 1950: 333 fig. 332.

A m 110 dal lato nord-occidentale di via del tempio di Diana, tagliata dalla strada che raggiunge i resti del tempio, I'Ucelli ricorda l'esistenza di un tratto di circa 15 m di strada basolata®™. Si tratta della viabilità, cd. clivus Virbii, della quale si conservano diversi resti ella pavimentazione e tagli

nel banco affiorante, che distaccatasi dall' Appia antica raggiungeva il santuario nemorense (F). 185. LASTRICATO STRADALE m 342 s.l.m. Nemi. Lago -Via del Tempio di Diana Ad una distanza di circa m 90 dal lato nord-occidentale di via del tempio di Diana e a m 25 circa dal lato sud-occidentale della strada che raggiunge i resti del tempio, circa m 17 dal precedente (n. 184), l’Ucelli ricorda l'esistenza di un tratto di circa m 35 di strada basolata separati da una breve lacuna (7/8 m circa). Si tratta della viabilità, cd. clivus Virbii, della quale si conservano diversi resti della pavimentazione e tagli nel banco affiorante, che distaccatasi dall’Appia antica raggiungeva il santuario nemorense 0G

186. LASTRICATO STRADALE m 335 s.l.m. Nemi. Lago - Via del Tempio di Diana

Ad una distanza di circa m 40 dal lato nord-occidentale di via del tempio di Diana e m 140 circa a sud- ovest della strada che raggiunge i resti del tempio, a circa m 90 dal tratto precedente (n. 185), 1᾿ Ucelli ricorda l'esistenza di un tratto di circa m 72 di strada basolata®™, Si tratta della viailit, cd. clivus Virbi, della quale si conservano diversi resti della pavimentazione e tagli nel banco affiorante, che distaccatasi dall’ Appia antica raggiungeva il santuario nemorense (F).

187. LASTRICATO STRADALE m 327 s.Lm. Via del Tempio di Diana A partire da una distanza max. di circa m 12 circa dal lato sud-orientale di via del tempio di Diana, a circa m 65 dal precedente (n. 186) e m 67 da quello conservato al Museo delle Navi, l’Ucelli ricorda l'esistenza di un tratto di strada basolata di circa m 110, interrotto da una breve lacuna quasi al centro*?, Si tratta della viabilità, cd. clivus Virbii, della quale si conservano diversi resti della pavimentazione e tagli nel banco affiorante, che distaccatasi dall' Appia antica raggiungeva il santuario nemorense (F). ‘© VCELLI 1950: 333 fi. 332. ‘© UCELLI 1950: 333 fig. 332 ©" UCELLI 1950: 333 fig. 332. Lenz 2000: 158-160n. 7 ‘Sempre alla base dell stessa parete, m 620 circa a nord dell'ingresso al cunicolo, si apre una piccola cavità, a piana regolarmente semicircolare, largam 1.20allapertura em 1,60 circa sul fondo, profondam 1,80. La copertura, calotta emisferica, ha un'altezza max. di m 0,80 sopra l'intero attuale. ‘I fondoè fortemente interrato, soprattutto in prossimità dll’imboc= catura anche per l'accumulo di immondizie. ^^" Proprio al termine dî questo primo tratto rettilineo, sul ato meridionale del cunicolo, è visible un ampio allargamento di forma quasi semicircolare, largo m 1 circa e profondom 1,10, per un'altezza dim 1,45. 400

188. CunicoLo m 491 s.Lm. Sentiero Nemi-lago

Sul lato a monte del sentiero che da Nemi scende verso il lago, a m 390 circa dalla cd. Portella, alle spalle di una fontana moderna ormai asciutta, si apre un cunicolo‘. A differenza dell'ingresso, restaurato con laterizi moderni, con una sezione rettangolare (largh. 0,65; alt. max. dall’interro 0,70), il cunicolo conserva in gran parte le caratteristiche origin rie”. Dopo un primo, breve, tratto (m 2,35) orientato quasi est-ovest, nel quale lo speco, chiuso da una volta a botte abbastanza regolare, scavata nello strato più tenero della formazione, è alto m 2,567" e largo alla base m 0,78, il cunicolo si biforca (Figg. 211-212). Il ramo principale prosegue. piegando verso nord-est, mentre un secondo speco procede ancora con il medesimo orientamento, ma ad una quota più alta di circa m 0,802" (Fig. 213). Il cunicolo principale procede con andamento sinuoso verso nord/nord-est per una lunghezza di m 23,50. Lungo il percorso le pareti laterali appaiono a profilo irregolare e piuttosto sgrottate, tanto che in alcuni tratti la larghezza dello speco alla base, che oscilla generalmente tra i m 0,82 i m 0,87, raggiunge i m 1,05, restringendosi poi più in alto (Fig. 214). La volta, tendenzialmente ἃ botte, appare sgrottata e irregolare in più punti. L'altezza media di questo primo cunicolo oscilla tra i m 2,43 nella parte inizialee i m 1,90°. Lungo la parete meridionale, a metà circa del percorso, è ancora riconoscibile un incasso per lucena. Sempre lungo questa parete, a partire dalla biforcazione, è intagliato a m 0,85 dal fondo attuale dello speco, uno stretto canale di captazione delle acque che vengono poi convogliate in una canaletta scavata sul fondo, larga mediamente m 0,15 e profonda m 0,10". In questo stesso canale terminano anche le acque captate dal secondo cunicolo pid alto, convogliate ugualmente in un piccolo incasso intagliato lungo il lato occidentale, sul fondo del secondo speco™. Quest'ultimo procede con percorso quasi rettilineo verso est/nord-est per m 26,70. Tanto le pareti, ricavate nello strato più compatto del peperino, quanto la volta a botte, scavata nello strato tenero del banco naturale, appaiono in buono stato di conservazione. L'altezza media dello speco varia da m 1,72 a m 1,83 in conseguenza della consistenza dell’ interro che a tratti invade il fondo;la larghezzaè compresa trai m 0,72 iniziali e i m 0,60 circa a metà circa del percorso. Lungo il lato settentrionale, m 4,10 circa dall'ingresso, si apre una nicchia (m 1x1,30x0,55), a m 0,20 dal fondo dello speco, mentre altre due, con caratteristiche simili, si trovano lungo il lato opposto, quasi al termine del percorso". La variazione dell'altezza dello speco dipende sia dallo strato di inerro presente sul fondo che dallo stato di conservazione della volta ‘© La piccola canalizzazione core alla base del lato dx, meridionale, dello speco per tutt la lunghezza ed è cbliteatadal'intero solo n alcuni, brevi, tati ‘I piccolo canale, largo m 0,08 e profondo m 0,10 circa, è visibile quasi per l'intera lunghezzadi questa seconda diramazione, solo in alcuni punt obliterato dall'intero. 75 La prima nicchia,a m 16,50 crea dallingresso, è larga m 1,20, profonda m 0,50 e alta m 075. La seconda, visiblea m 1,40 da quest ultima, è larga m0.60, profonda m 0,45 cè scavata m 0,15 al di sopra del fondo delJo speco, per un'altezza di m 0,75,

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LENNY SSS

Fig. 212. Sentiero Nemi-lago. Cunicolo: sezioni (n. 188). 189. CunicoLO m 487 s.m. Sentiero Nemi-Lago 1I sentiero che da Nemi scende verso il lago, m 80 circa dopo la fonte che conserva il cunicolo (n. 188), si divide in due percorsi. Prendendo il sentiero secondario che si allontana verso dx., dopo m 20 circa, ai piedi della balza che costeggia il lato a monte, è visibile l'ingresso ad un cunico1o9*. Al momento risulta ispezionabile per m 1,20 circa fino ad un muretto moderno. Lungo questo primo tratto il restauro sia delle pareti che della volta sembra aver obliterato le caratteristiche originarie". 190. AMBIENTE IPOGEO m 535 s.m. Sentiero F. te di Tempesta - Nemi Lungo il lato nord-orientale del sentiero che scende dalla E te di Tempesta verso il lago di Nemi, m 42,50 circa prima che incroci la strada che da Nemi scende verso il lago, è visibile un piccolo vano scavato nello strato di peperino tenero che si trova ai piedi della parete basaltica che costeggia il lato a monte del sentiero, È a pianta quasi semicircolare,

Fig. 211. Sentiero Nemi-lago. Cunicolo: pianta (n. 188).

largo m 1,30 all'ingresso, profondo m 1,60, coperto da una calotta emisferica con un'altezza max. di m 1,15 sull'interro. attuale.

921 "pesanti adattamenti moderni pero sfruttamento della falda impediscono la perlustrazione dello speco. Nell'area antistante è stata infatti costruita un'ampia vasca, ora priva di acqua. 97 Le pareti sono state rivestitecon malta idraulica, mentre sul fondo ai piedi dl lato sx, è stata realizzata una canaleta che faceva defluire all'esterno l'acqua raccolta ella vasca. Alle spalle del muro il cunicolo pro-

segue perm 10 circa al termine dei quali è stato costruito un vascone perla accolta dell'acqua, "Il vano scavato si trova alle palle dl muro moderno che protegge il ato a monte del sentiero, a m 220 circa di distanza. ‘TI fondo della piccola camera si trova ad una quota di poco superio re a quella del sentiero attuale. 401

5. Fig. 213, Sentiero Nemi-lago. Cunicolo (n. 188).

Fig. 214. Sentiero Nemi-lago. Cunicolo: ramo principale(n. 188).

191. AMBIENTE IPOGEO m 532 s.l.m. Sentiero E. te di Tempesta - Nemi

192, BANCHINE m 316 s.l.m. Nemi. Lago - Pantane

Lungo il lato nord-orientale del sentiero che scende dalla F.te di Tempesta verso il lago di Nemi, m 15 circa prima che incroci la strada che da Nemi scende verso il lago, è visibile un piccolo vano scavato nella parete naturale che costeggia il lato a monte”, costituita in questo punto esclusivamente dallo strato di tufo tenero. L'ambiente, che si apre m 3,50 circa al di sopra del p.d.c. attuale del sentiero, è a pianta quasi rettangolare, largo m 1,45 all'ingresso e m 1,35 sul fondo e profondo m 2,20 circa. L'altezza della volta di copertura varia dai m 1,15 in prossimità dell'ingresso ai m 1,30 sul fondo. All'ingresso restano, su entrambi i lati, m 0,85 circa dal p.c. attuale, due incassi quadrangolari (m 0,20x0,15x0,34; 0,18x 0,25x0,40) relativi presumibilmente al sistema di chiusura.

A seguito del prosciugamento del lago per il recupero degli scafi delle navi, nel corso degli anni Venti del Novecento, lungo il tratto di sponda immediatamente a est del Museo, in località Pantane, si rilevò l’esistenza di un tratto di banchina con caratteristiche analoghe a quelle osservate nelle Jocalità Licino® (nn. 308-309) e Orti di S. Nicola (n. 207). È ipotizzabile che le strutture, in opera cementizia, c i blocchi possano riferirsi ad opere di regolarizzazione e arginatura delle sponde connesse sia, forse, all'attracco che al passaggio di una viabilità circumiacustre. Relativamente all'interpretazione funzionale analogie possono riscontrarsi con il lago Albano, con le quali le strutture nemorensi sembrano avvicinarsi anche per quanto riguarda la loro possibile realizzazione în connessione con la villa imperiale (di Domiziano ad Albano, di Cesare a Nemi). La casistica si

‘La parete è costituita in questo punto da un'unica formazione in tufo tenero. Π vano è parzialmente nascostodal muro moderno che protegge illato a monte del sentierosi trova a m 5circa di distanza da questo. Jc 1950: 119, 125 fig, 132, 127; eft. Gina, Giza 1996: 54 fg. 36,0, 56: Lenza 2000: 167n. 18.

‘°° Mi riferisco alle banchine e ai diversi porticcioli in pare individuati da Lugli e ne corso degli ultimi due decenni del Novecento interessati da ricerche di Chiaruecie da indagini della Soprintendenza archeologica per il Lario: banchine in opera quadrata e porticcioli in loc. Cantone (Laut 1919: 176 fig. 49, 177-180, v. £ III; Cnarucci 19972; Geni 1995-96:

402

amplia prendendo in considerazione le tecniche costruttive utilizzate, nelle quali preponderante risulta l'impiego di materiali lignei, dalle semplici palificate alle casseforme più “evolute”, ampiamente attestate in ambiti lacustri e marini, soprattutto per quel che riguarda strutture portuali. 193. STRUTTURE IN OPERA CEMENTIZIA m 385 s.l.m. Nemi - Lago

Lungo il versante nord-orientale del cratere vulcanico di Nemi, tra il deposito idrico dell'attuale acquedotto e gli edifici delle antiche mole, è segnalata l’esistenza di due muri în ‘opera cementizia di scaglie di selce”. Le due strutture che seguono, regolarizzandolo, l'andamento delle pendici, si trovano a quote diverse: quella nei pressi del deposito misura m 16,50 in lunghezza per 2 in altezza; l’altra almeno 50 m circa in lunghezza per un'altezza di 2 m**. È possibile si tratti di sostruzioni a terrazzamenti "di cui non risulta chiara la funzione”. 194*. MATERIALE SPORADICO Nemi

Presumibilmente tra la prima metà ed il terzo quarto dell'Ottocento, in una zona ignota (“A Pino”) esterna al la20 di Nemi, si rinvennero due asce ad alette in bronzo, provenienti da un unico ripostiglio. Se ne € proposta una datazione ad un momento non molto avanzato del Bronzo medioc, 195. MATERIALE SPORADICO m 519 s.l.m. Nemi - Via Giulia All'interno del cortile del villino all'estremità meridionale di via Giulia sono visibili: un rocchio di colonna scanalato in marmo biancoe una base, anch'essa in marmo bianco™. 196. MATERIALE SPORADICO m 522 s.l.m. Nemi - P.zza Umberto I

All’angolo occidentale di Palazzo Ruspoli, si trova un rocchio di colonna in granito grigio, spezzata in due, provvista inferiormente di collarino (alt. max. m 2,52; diam. m 043) 190, 191 fg. 8) e Spiaggetta (Luci 1919: 182, tav. Γι. XII; CaiarveCi 1981: 196-197; CmaRucci 1988: 42 fig. 64 figg. 2-3, 65, 67-69; Gut 1995-96: 189), precedenti a realizzazione della villa domizianea; lo scalo. in loc. I Quadri, invece successivo (Lucts 1919: 166-172, tav. Γι. XII; Gums 1995-96: 187-189). "Lez 2001: 160 n. 10. τοι Secondo Lenzi 2001: 160, la struttura proseguirebbe verso sud per un'ottanina di metr, parzialmente obliterata dalla vegetazione. * Ricostruzione delle vicende successive alla scoperta, descrizione, ipotesi sul luogo de rinvenin

197. MATERIALE SPORADICO m 513 s.l.m. Nemi - Giardino pubblico “V. Fondi”

Sulla terrazza panoramica che sî trova nel giardino pubblico sono conservati: un capitello corinzio (Fig. 215); un fr. di rocchio di colonna in marmo bianco (alt. max. m 0,59; diam. m 0,64); un fr. di colonna in granito rosa (alt. max. m 0,37; diam. m 0,28). 198. ΒΟΜΙΤΌΚΙΟ m 405 s.l.m. Nemi - Le Mole

Lungo le pendici meridionali sottostanti il castello Ruspoli, all'estremità occidentale dell’abitato di Nemi, in corrispondenza di quota 450 s.l.m, si conserva l'accesso ad un ambiente “tagliato” nel banco, dedicato al culto dell’arcangelo Michele”. L'interno (m 8,05 max. x 8,55 max. x 2,45 max.) risulta suddiviso in una prima parte, anteriore, a pianta approssimativamente ellittica, riservata ai fedeli ed in una seconda (lungh. max. m 3,90; largh. max. 4,85), posteriore, alla quale si accede attraverso una piccola apertura tra due muretti, a pianta tricora, nella quale si svolgevano le funzioni (presbiterio). Quest’area conserva il ciborio marmoreo di stile romanico, nel quale sono riutilizzati quattro colonne marmoree con due capitelli corinzi e duc ionici oltre ad un fr. di sarcofago strigilato™, e l’altare a mensa sormontato da un affresco ottocentesco, în sostituzione del bassorilievo marmoreo raffigurante Varcangelo che uccide il drago”. Sulle absidi laterali dell’area presbiteriale e sulla parete dx. di quella assembleare Museum, in GIARDINO 1985; Caranci 1991-92: 239, 241 fig. 3, nn. 10. 1 ; Cinarucci 1996: tav. I, n. 11,6; Giant 1996: 53 La proprietà corrisponde αἱ civicon. 9. Non mi éstato possibileen"rare nella proprietà, per cui mi sono limitato ad osservare dall'esterno i ma vera ‘27 Gauier 1940 con bibliografia precedente; GALIETI 1948: 256-257, 261 72; Devon 1987: 159; Lenza 2000: 161-162 n. 11. ‘© Specificatamente GALIETI 1940: 2425 “© Descrizione in GaLiert 1940: 25-26 408

sono alcuni affreschi riferiti alla fine del XV secolo dc, Il luogo di culto nemorense, la cui attestazione più antica risalirebbe al 1183, ripropone caratteri connessi alla scelta del sito propri di altri luoghi di culto dedicati al santo (sostituzione di una divinità pagana", in una grotta, generalmente al di sotto della sommità di un'altura, presenza di una fonte), che hanno presumibilmente il loro modello, precedente il santuario garganico, in area orientale. 199. MATERIALE SPORADICOm 342 s.m. Nemi. Lago - Sonnemi Dalla proprietà G. De Santis, lungo il settore nord-orientale del lago, sottostante l'abitato di Nemi, è noto il rinvenimento, trail 1877 e il 1878, di alcuni materiali ceramici tra i quali diversi frr. di forme in bucchero™. 200*. MATERIALE SPORADICO Nemi. Lago - Sonnemi Nel 1878, in un terreno vignato (propr. G. Pozzi), lungo il settore perilacustre nord-orientale del lago, sottostante

202*. MATERIALE SPORADICO Nemi. Lago - Sonnemi/Gli Arcioni

Nel 1876 nei terreni al di sotto dell'abitato di Nemi, nel settore nord-orientale del lago, si rinvennero due pesi da rete di forma sfereoidale ed un "vasellino di argilla nerastrane, 203-204. NecRoPoLi m 360-350 s.l.m. Nemi. Lago - Orti di S. Nicola

203. Nel 1884, in uno dei terreni sulla sponda orientale del lago di Nemi e nella parete volcanica retrostante, a nordest della strada perilacustre, immediatamente a sud della cabina delle mole (propr. V. Pesoli), furono individuate alcune. grotte® (Fig. 216). Sul fondo delle grotte, di forma e dimensioni differenti, si rinvennero alcune sepolture coperte alla cappuccina con tegole con i bolli: Leg(ionis) Il P[arthicae};Ad Mercuri(um) Felice(m)*; Q. Lepidi Hilari | {ex} üglinis) C. As(ini) Polllionis]"*; Prilvata (sc. officina)“, quelli frammentari Ex pr(aedis) Faus{tinae - - -! [- - -]°°, E-JTE-

Jes.

Nel 1877, in occasione di alcuni lavori agricoli, lungo settore perilacustre nord-orientale, denominato Sonnemi, si rinvennero quasi in superficie, alcuni materiali litici e numerosi scarti di lavorazione oltre a due pesi da telaio e ad un'olla®.

In un caso si utilizzarono due frr. di un labrum marmoreo sul quale era raffigurato un fanciullo?^, raramente grosse lastre in marmo e peperino due delle quali inscritte (Fig. 217): Soglia di porta in peperino (m 1,90x0,60x0,20), riutilizzata, con iscrizione CIL XIV, 2224a°: Haro Dulcis anima; soglia di porta in marmo, riutilizzata (m 2x0,86x0,21), con iscrizione CIL XIV 2224b**: Onesimo b(ene)m(e-rent)i 1 ‘omnia bona meruit ipse dum viveret annis/nec quidem tale aliquis potest: andtingere filislergo gloriosa vita filiorum Gavisus | sex iubenis super cum unam sorore [-c. 3:71 in omibus bona videns celestia:regna | magna est pietas: Xpi redonare delietaliam si queris nomen capita versorum| require b(ene) m(erent)i p | usent. Al loro interno si recuperarono un vaso con piccola ansa

5" Sullabside ἀκ. ὁ rafigurata una Madonna in trono col BambinoeS. Sebastiano e nella nicchia adiacente, S. Michele; sullabside sx. li Crocifissione e sullo sfondo il lago di Nemi, Monte Cavo e Nemi; sulla paτοῖο dx dell'ingresso. Pietro eS. Bernardino da Siena "I Romitorio compare nella bolladi Lucio ΠῚ dl 2 aprile 1183 con la quale si conferma al monasterodi 8. Anastasi lle Tre Fontanedi Roma il possesso di Nemi e delle sue dipendenze (Rxrri 1795: 95 riportato da: LLanctast mss. 85/2: 30 e GaLisrt 1948: 256) ‘© Lecuenco 1933: 905-907. “ In ambito laiale ricordo, ad esempio, la cripta retrostante l'abside della chiesa di San Michele Arcangeload Arpino (BERANGER 1976-77), in Sabina la grotta lungo le pendici del Monte Tancia, ἃ circa 10 km da Rieti (Mara 1960: 269, 277-286; Ranozvcka Paousrn 1988, specialmente 99100, 110), in Abruzzo le grotte di Pescocostanzo, di Balsorano di Lama dei Peligni, di Lettomanoppello e di Civitella del Tronto (MANCINI 1994 in ALLA CasteLmANCII, MANCHI 1994: 54.549). Narni 1880: 55; Giztow 1964: 361, 362 fig 215 n. 51, 364. 5 NaRDOM 1880: 56; Οἴεκοιν 1964: 362 fig. 215n. 1, 368; Bou. 1996: 61 specialmente nota 61. “*Narooxt 1878: senza indicazioni dei luoghi di rinvenimento: Nasout 1880: 54-55 con elenco degli oggetti, senza indicazione della proprie. ©” Narpovi 1878: senza indicazione delle diverse provenienze; NarpoNI 1880: 54; Bouma 1996: 61 ‘© LaNciaNI 1884; Acs, Direz. Gen. AABBAA, Il vers. ser, b. 256,

fasc. 4459. RelazioneR. Lanciani ἀεὶ 29 giugno 1887 nella quale ipotizza che “dei due sepolcrei quello arcaico spetterà forse à servi c ministri del di Diana, ma ignoro assolutamente quale possa essere a origiSantuario e del sepolereto cristiano. Può darsi che una coloniadi agricoltori si sia stabilita fra gli avanzi del santuario abbandonato nel secolo V . "; Brawaser 1895, il quale avanza dei dubbi sul rinvenimento del vaso con cordone plastico digitato; Picoria 1896: 71; Lanciast CVrLar, 13045 20d; sulla "vascula manu formata (ipo laziale, età dl fero)" vd. anche Lanciast mss, 85/2: 28; Gienow 1964: 362 fig. 215 n. 52, 364-366; Guaivo 1985: 13. Cenni in DE ANGELIS D'Ossar 1943, specialmente 3743,47 fig. 3; Devo: 1987: 148, 150, 152, 156, 158 fig; Gua 1996: 54. fig. 34 g, 56: Lenzi 2000; 162 n. 12, 163 figg. 12-13, 164 fig. 14; Fosse 2003: 279-281, “© Laica1884: 238; CIL XIV2, 4090, 2; CILXV,I,8: LEG πΡί-- “1. 29 Laxciant 1884: 238; CILXV,1, 334, 2: AD MERCURI FELICE. Luscit 1884: 238; CIL XIV, 4090, 9; CIL XV,1, 2234,1 con att stazioni in area albana a Lanuvio: Q. LEPIDI. HILARIEX] F. C. AS. POL.; SrEINBY 1974-75: 36 specialmente nota 10. TLANCIAN! 1884: 238; CIL XV,1, 1546,4: PRUATAV;cfr. STuNBY 1986: 130, D con datazione lla fine del IIIV soc. d.C. 59 Lanciant 1884: 238; CIL XV, ^ Lancia 1884: 238; CILXV,1, 2275, 1: [-- ΠῚ δ Ad esso presumibilmente allude TOMASSETT 1979: 325. 9 Lanciani 1884: 238, 0 Lanciant 1884: 239,

l'abitato di Nemi, si rinvennero alcuni materiali ceramicie.

201". MATERIALE SPORADICO Nemi. Lago - Sonnemi

404

e cordone plastico digitato sotto l'orlo, tre armille in bronzo, un globulo di pasta vitra, quattro grani di ambra, una mezza sfera di piombo, tre orcioli fitli, un’ampolla vitrea e due luceme cristiane. Allo stato attuale sono visibili sei tombe a camera semplice, disposte su piani sfalsati progressivamente più bassi, da nord verso sud, che seguono l'andamento della parete naturale che scende verso la costa lacustre (Fig. 218). Altri ambienti, a pianta lineare, rettangolare, poco profondi, scavati

ad una quota superiore, sono visibili sul lato della balza fronteggiante il lago. La prima tomba, da nord, si apre sulla fronte tufacea con un’ampia arcata. È a pianta semicircolare, larga all'ingresso m 2,00 circa e m 2,30 sul fondo con le pareti laterali che misurano m 1,70 quella settentrionale e m 0,95 quella meridionale. L'altezza max. del vano, chiuso da copertura a calotta, è di m 1,25. Lungo il lato meridionale si apre uno stretto passaggio (largh. m 0,55; alt. m 0,75; lungh. m 1,10) che mette in comunicazione con la tomba immediatamente adiacente, La seconda tomba, a pianta rettangolare, ha un'apertura sulla fronte quasi quadrangolare, larga m 2,10 e alta m 1,40 circa. Sullo stipite settentrionale resta un incasso quadrangolare, a m 1,15 circa da terra, relativo al sistema di chiusura adottato nella fase di riutilizzo del vano. La tomba, profonda m 3,50, è alta m 1,70 circa e chiusa da una volta quasi piatta. Sul lato di fondo, lungo m 2,20, è scavato un bancone a m 0,70 di altezza dal p.d.c. attuale, profondo m 0,45. Lungo il lato meridionale, a m 2,15 circa dall'ingresso, uno stretto passaggio (largh. m 0,52/0,70; alt. m 1,25/1,50) immette nella camera adiacente. La terza tomba, a pianta rettangolare con lato di fondo arrotondato, ha un'apertura sulla fronte quasi quadrangolare, larga m 2,40 ed alta m 1,65 (Fig. 219). Lo stipite merijonale, scavato ad “L” conserva un incasso quadrangolare a m 0,70 da terra relativo alla chiusura del vano. Sullo stesso lato, all'ingresso, resta un incasso rettangolare, sempre a m 0,70 circa da terra, lungo m 0,80 e profondo m 0,20 che insieme al piccolo incasso a sezione circolare poco al di sopra di esso deve riferirsi sempre al sistema di chiusura. La tomba, profonda m 4,30, è alta m 1,60 cireae chiusa da una copertura piatta. Sul lato di fondo, lungo m 1,90 circa, è scavato un bancone, ἃ m 0,60 dal p.d.c. attuale, profondo m 0,35, che prosegue in parte anche sui lati. Lungo le pareti nord e sud resta una serie di incassi quadrangolari, tutti a m 1,15/1,00 circa da terra e disposti quasi specularmente sui due lati, da riferire con ogni probabilità alla sistemazione di una struttura lignea nella fase di riutilizzo del vano. La quarta tomba mantiene, a differenza delle precedenti, lo stesso piano della terza essendo il suo ingresso rialzato di m 0,60/1,00 rispetto al p.d. esterno (Fig. 220). L'apertura del vano sulla fronte, sempre a profilo quadrangolare pur se arrotondato, è larga m 2,35 e alta m 1,63. Anche qui lo stipite meridionale, scavato ad “L”, conserva un incasso quadrangolare a m 0,70 da terra. Il vano, a pianta quadrangolare con lato di fondo leggermente arrotondato, è alto m 1,30 e lungo m 1,70 sul lato settentrionale e m 2 circa su quello opposto meridionale. Sul lato di fondo, lungo m 2,05, è scavato un bancone a m 0,80 dal p.d.c. attuale, profondo m 0,25. La quinta tomba si apre sulla fronte con ingresso voltato, largo m 2,50 e alto m 1,50 circa. Il piano interno del vano si abbassa, seguendo l'andamento della parete naturale, di m 1,55 circa rispetto a quello della tomba precedente.

"1I piano dell'apertura è a “scivolo” e serve a raccordare i diversi piani delle tombe trovandosi quella adiacente più in basso rispetto alla prima. 77 Anche in questo caso il passaggio raccorda bruscamente due livelli

diversi trovandosi i piano della tomba adiacente m 0,70 circa più in basso rispetto alla seconda. 7 La quota della tomba scende cosicché i cervello della sua copertura si trova quas all'altezza del piano di quella precedente

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Fig. 216, Nemi. Lago - Ont di S. Nicola. Schizzo R. Lanciani delle "rote" (n.203) τ

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Fig. 217. Nemi Lago - Orti di S. Nicola. Miscellanea epigrafica R. Lanciani (n. 203).

405

Fig. 218. Nemi. Lago - Orti di S. Nicola. Veduta della necropolida sud (n. 203)

Fig. 219. Nemi. Lago - Ont di S. Nicola. Necropoli: ingressoad ‘una delle camere sepolcrali (n. 203).

Entrambi gli stipiti laterali sono scavati ad "L". La tomba, a pianta quadrangolare, è profonda m 3,00 e chiusa da una copertura a volta abbastanza tondeggiante, alta m 1,30 circa. Il lato di fondo è largo m 1,80. Lungo la parete meridionale si apre una seconda piccola camera: l’accesso è largo m 0,90 e alto m 1,15. La camera è profonda m 1,50 ed è attualmente comunicante con l'esterno attraverso una piccola apertura praticata secondariamente lungo il fronte. Di dimensioni notevolmente maggiori la sesta tomba, sempre a camera semplice, a pianta rettangolare, profonda m 13,30 e larga m 3,15 circa. L'ingresso sulla fronte tufacea, largo m 3,05 circa e alto m 2,15, presenta una sorta di anticamera ricavata nella parete a protezione dell’ accesso vero e proprio la quale, seguendo il profilo del banco naturale, diviene più profonda sul lato meridionale. L'altezza del vano, chiuso da un tetto quasi piatto, è di m 1,95 circa verso il fondo e di m 2,70 al centro. Sul lato di fondo, leggermente tondeggiante c largo m 3,15, resta un basso bancone ricavato nella parete, ormai quasi irriconoscibile, La parete settentrionale appare piuttosto irregolare e sgrottata in più punti. Meglio conservata quella meridionale lungo la quale resta una serie di incassi a sezione quadrangolare, disposti a distanza quasi regolari tra loro, a m 1,65 circa dal p.d.c. attuale, da riferire con ogni probabilità alla sistemazione di un solaio ligneo nella fase di riutilizzo del vano. 204. Materiale sporadico. Nel terreno antistante le grotte poste a quote più alte, rimane una lastra di marmo bianco,rovesciata (m 0,81x0,67 max.x0,10). Se ne èproposta una interpretazione come necropoli di V © VI secolo d.C., presumibilmente da riconnettersi alla presenza di un primo nucleo abitativo formatosi a seguito della donazione della massa Nemus alla basilica di Albano, preceduta da sepolture databili alla media-tarda età del Bronzo o alla prima età del Ferro.

205-206. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA, CHIESA DI S. NICOLA E MATERIALE SPORADICO m 332 s.l.m. Nemi. Lago- Orti di S. Nicola

‘© PIAZZA 1703:307; Gm 1948: 255-257;Devor 1987: 145, Gira ‘© 1996: 56; Lex 2000: 163n. 13, 165 fg. 18; Fossue 281-282. Devom 1980: 56-59; Devort 1987: 145-146, 148, 2003: 150 fg. 153-157 406

205. Chiesa di S. Nicola e strutture in opera reticolata. Lungo il lato occidentale della strada perilacustre, in località S. Nicola, poco a sud del complesso sepolerale sul lato opposto (nn. 203-204), si conservano alcune strutture murarie Una prima, orientata est-ovest, è visibile a m 50 circa dalla strada (Fig. 221). Il muro, riferibile ai resti della Chiesa di 5. Nicola attestata în documenti a partire dal 1130, è realizzato in opera listata riutilizzando perlopiù cubilia e laterizi, per una lunghezza di 10,70 ed un'altezza di m 3,50. A partire da m 29,30 circa a sud del muro rimangono, in gran parte obliterate dalla vegetazione infestante (Fig. 222): un muro in opera reticolata in cubilia di selce, orientato est-ovest, visibile per una lunghezza di m 3,60 ed un'altezza max. di m 2,20, con uno spessore di m 0,90 a cui si aggiunge, dopo una lacuna di m 1,90 circa, un piccolo tratto con medesime caratteristiche, lungo m 0,80 circa che chiude con cortina angolare all'estremità. Sul muro maggiore, all'estremità orientale, dove appare tagliato", resta l'impronta dell'appoggio di un muro ortogonale, di cui non è possibile rilevare lo spessore. Quasi completamente interrati i due ambienti voltati a pianta rettangolare (m. 1,50x3x0,70 circa; 2,90x2x1,70 circa), anch'essi in opera reticolata di selce, su uno dei quali rimane un tratto di pavimento in cocciopesto; altre strutture in reticolato di selce e laterizio, in cui sono stati ricavati cunicoli; una struttura in opera cementizia, orientata nord-sud, conservata per una lunghezza max. di m 4,45 e un'altezza di m. 1,50 circa. La struttura è realizzata a intercapedine con due muri (spess. m 0,40/0,30) separati da un interspazio ora compreso, a seguito della parziale rovina, tra m 0,28 e m 0,15, entrambi attraversati, quasi al centro della lunghezza da un canaletto obliquo. Sul lato occidentale esterno rimafigg: Gema 1996: 54 fig. 34, 56; Lenzi 2000: 162-164n. 13; Craver 2000: 180 fg. 1 n.43; Fosse 2003: 281 ‘© Lenz 2000: 165 fg, 17, dove il muro? rappresentato come finto.

207. BANCHINE m 315 s.l.m Nemi. Lago - Ori di S. Nicola

A seguito del prosciugamento del lago per il recupero degli scafi delle navi, nel corso degli anni Venti del Novecento, lungo il settore della sponda quasi al di sotto dell'abitato di Nemi, in località Orti di S. Nicola, si rilevò l'esistenza di un. tratto di banchina con caratteristiche analoghe a quelle osservate nelle località Licino (nn. 308-309) e Pantane (n. 192).

208. MateRIALE SPORADICO m 615 s.Lm. Nemi - Via Acquedotto fontana ig. 220. Nemi. Lago - Ort di S. Nicola. Necropoli: ingresso ad una delle camere sepolcrali (n. 203)

ne il rivestimento in cocciopesto; m 4,50 a ovest un muro, in opera laterizia con risarcimenti in blocchi di tufo, orientato nord-sud, lungo m 5,90, alto m 1,65 circa, a cui si salda per breve tratto, m 5,50 circa, un muro ortogonale che andava a cingere il ciglio meridionale del pianoro. Sul muτὸ orientato nord-sud rimane, in parte alterato dal crollo e tamponato con muratura a secco con materiali di risulta, un varco, a m 1,50 dall'estremità settentrionale, largo ora m 3,50 circa, testimoniato dalla presenza della mazzetta superstite sul lato orientale. Il tratto breve ortogonale conserva cortina solo nei primi m 1,80 circa, mentre per la parte restante è visibile, appena affiorante dal p.d.c. sulla sommità della bassa scarpata che delimita l’area, solo il nucleo in cementizio. Circa m 10,50 a est, avanzate di m 3,50, nella scarpata che chiude il lato meridionale, sono appena visibili alcune strutture con probabile funzione sostruttiva: un tratto di muτὸ in opera laterizia di m 1,25 circa che si salda, ad angolo ottuso con un secondo tratto che piega verso nord-est. Quest'ultimo conserva cortina nei primi m 1,80 e nucleo cementizio fino alle due absidi contrapposte, anch'esse in opera laterizia, larghe m 4,20 circa, con muri spessi m 0,90, separate da una parete curvilinea in cementizio appena leggibile, al cui margine occidentale, a livello del p.d.c. inferiore, è un" apertura, con piccolo arco di scarico in laterizio, forse riferibile a cunicolo. 206. Materiale sporadico. Il Devoti ricorda il rinvenimento nel corso di lavori agricoli nell'area delle strutture. murarie con bollo [Ex figlinis Tonneia)nis ab [Licinio Fellicem:® datato al 123 d.C. Se ne èproposta l'attribuzione ad un edificio termale che sulla base delle tecniche edilizie attestate, è presumibile sia stato impiantato nel corso del I secolo d.C., interessato da un consistente rifacimento in età adrianea, come documentato da un bollo delle figlinae Tonneaiane, e successivamente, risarcito in alcune parti. ‘© Devo 1980: 59 fig. in basso; Devort 1987: 154 fig in basso; cf CILXV, 635a.

Poco al di fuori del paese di Nemi, lungo via Acquedotto fontana, all'inizio del vialetto d'accesso ad un condominio!, sono conservati due rocchi di colonna in peperino con superficie piuttosto scabrosa (diam. m 0,38; alt. max. m 0,51; diam. m 0,45;alt. max. m 0,67). 209. MATERIALE SPORADICO m 605 s.l.m. Nemi - P. zza P. De Sanctis Intorno a P. zza P. De Sanctis, a sud-ovest del km 14,400 della via dei Laghi, restano diversi materiali antichi, varia-

Fig. 221. Nemi. Lago - Orti di S. Nicola. Posizionamento della neeropoli (n. 203), delle strutture(n. 205) e delle banchine (n. 207). ?Ucriu 1950: 119, 125 fig. 132, 127; eff: Devon 1987: 164 fg. sn Gina, Gizz 1996: 54 fig.34,u, 56; Lenzi 2000: 167n. 18 "II condominio corrisponde al civicon. 6. 407

! I

Fig. 222. Nemi. Lago - Orti di S. Nicola. Strutture: pianta(n. 205).

mente riutilizzati, mentre altri sono conservati nel cortile di una proprietà affacciata sulla piazza. Un'iscrizione su blocco di marmo, con campo epigrafico delimitato da una cornice. con modanatura semplice, mancante della parte terminale (m. 1,35 max.x0,63x0,42; campo epigrafico: lungh. max. m 1,27, alt. m 045; alt. lettere cm 5,8), è stata ricomposta da quattro

frammenti ed appoggiata su due blocchi parallelepipedi in peperino (m 1,06x0,62x0,35; 0,67x0,65x0,35)** (Fig. 223): L. Saulfeiu]s Eros! L . Saufeius. L . 1 . Alfexan}der L Saufeilus - - -Vaurifilces de] sacra . vi [alSaufeifa] L . 1 Bas [- --] SaufeilaAltri sette blocchi in peperino, tra cui alcuni quadrango-

‘291 blocco conserva gli incassi per ingrappatura sulla faccia superiore esu quell laterale conservata.

“L'iscrizione ὃ stata restaurata e ricomposta colmando le lacune con mattoni

408

0,58 x 0,42), un fr. probabilmente relativo ad un sarcofago della “legione partica” con grossa bugna, è sistemato davanti al locale (m 1,05x0,60max. x0,50) e al margine del giardino resta un ultimo rocchio di colonna in peperino con superficie grezza (diam. m 0,35; alt. m 0,58), oltre ad altri blocchi frammentari. 211. AREA PRR, FITTILI m 621 s.l.m. SP.217 Via dei Laghi - Pian di Cerri

Fig. 223. Nemi- P.zzaP. De Sanctis. Iscrizione (n. 209).

lari, forse relativi a fondazione, sono allineati sul lato opposto della piazza (m 0,84 x 0,68 x 0,37; 0,87 x 0,600.40; 0,95 x 0,600, 40; 0,89 x 0,60 x 0,40; 1,15 x 0,70 x 0,36; 1,30 x 0,60 x 0,36; 1,42 x 0,60 x 0,40). Oltre a questi restano anche una colonna liscia in marmo (breccia 7) quasi completa e τ compostada tre frr. (alt. max. m 2,24; diam. m 0,35) e un fr. di colonna in peperino con superficie non lisciata (alt. max. m 0,93; diam. m 0,56) L'iscrizione, riferita ad un sepolero sul lato dx. della via Tiburtina, è datata ai primi decenni del I secolo d.C.*. 210. MATERIALE SPORADICOm 620 s.Lm. SP. 217 Via dei Laghi

Nel giardino del ristorante “Monte Artemisio”, sul lato sud-occidentale della via dei Laghi*, sono conservati diversi materiali antichi? ΑἹ margini del giardino sono allineati quattro blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,82 max. x 0,73 x 0,30; 0,92 x 0,62 x 0,43; 1,16 x 0,60 x 0,56; 1,04 x 0,70 x 0,50) e una grossa soglia dello stesso materiale (m 1,25 x 0,95 x 0,48 con incasso per battente); altri quattro blocchi in peperino, di cui tre quadrangolari insieme a tre rocchi di colonna in peperino con superficie grezza (diam. 0,43; alt. m 0,48; diam. m 042, alt. m 0,62; diam. m 0,45, alt. m 0,66) rimangono sul retro di una tettotoia; due rocchi di colonna in peperino con superficie grezza si trovano davanti ad uno degli ingressi al locale (diam. m 0,45, alt. m 0,61; diam. m 0,45, alt. m 0,86); un rocchio di colonna in peperino è appoggiato in un'aiuola. (diam. m 0,48; alt. m 0,92); tre blocchi delimitano un finto colonnato (m 0,70 x 0,60 x 0,45; 1,10 x 0,60 x 0,45; 1,36 x S" PANCIERA 1970: 134-135 e tav. 1, LVI, 1, afferma che “i quatto frammenti furono trovai circa l'anno 1964 durante lavori per costruzioni edilizie al km 14,600 sulla dx. dell via Tiburtina provenendoda Ror poche decinedi metri dalla via, nell'areadi una cava di pozzolana”. “©La proprietà corrisponde al civico n. 253. ^» Secondo il ricordo degli abitanti della zona i frr. furono trasportati e sistematiqui dal primo proprietario, ing. De Sanctis il quale deteneva anche dei terrei nella valle del lago di Nemi, nelle immediate vicinanze

All'estremità sud-occidentale della vasta area pianeggiante denominata Pian di Cerri, alle falde dei Monti delle Faete, compreso tra via dei Corsi a nord, via delle Noci a sud e chiuso a est dal Colle dell’ Acero, nel settore arativo che costeggia il lato nord-orientale della via dei Laghi, all'altezza circa del km 15, è visibile un'area di fr. fili Su un’area di 1.500 mq. circa, presumibilmente “dilatata” dalle arature, affiorano, in bassa concentrazione, alcuni frr. generalmente di piccole dimensioni di tegole a impasto rosato di età romana, frr. di dolio a impasto rosso, rari frr. di vernice nera, sigillata africana, africana da fuoco, frr. di ceramica comune da mensa e da fuoco e poche anfore. 1 materiali, sembrerebbero indiziare un uso funerario dell'area, dall'età tardo repubblicana ad almeno la media età imperiale, forse in relazione con il sito a nord-est (n. 212). Vernice nera 1 fr di parete pertinente a forma non id. Ceramica a pareti soli 1 fr. di parete pertinente a forma non id, con decorazione a Sigillata africana

— 2 fi di prete pertinentἃ forme non id, di cui uno con decorazione a rotella, in produzione A, databile a parie dall'eà fla- 2 frr. di fondo pertinenti a forme non idd., in produzione A,

databile a partire dall'eà favia™:

Africana da cucina = 1 fr dirlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197%, attestato dalla prima metà del IT alla fine del IV.inizi del V sec. d.C. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di parete pertinente a bacino non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. dell'area del tempio di Diana, ove a tut'oggi esiste una proprietà De Sanctis ‘= Per questi non mi è stato possibile rilevare le dimensioni perla sca sa disponibilità del proprietario 5 Vd. 318-319 nota 384. ^^ Vd, 318-319 nota 3848 ^» Atlante 218219, tv, CVI, 7; cfr AGUAROD OraL 1991: 281-283, 35-341 figg. 75-81, la quale distingue tipo n due variant principali Ae B. 409

Comune da fuoco = | fr. di olla dall’orlo a tesa pendente tipo Curia II, fig. 256, 105%, attestato in contesti di età flavia. ~ 1 fr. di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, di produzione locale, confrontabile con i tipo Ostia III, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del IT sec. d C9. 5 fri di parete pertinente a forme non idd. Anfore ~ 1 fr di parete probabilmente riferibile a Dressel 1, anfora vinaria di imitazione di produzione spagnola, diffusa nella prima meτὰ del I sec. a C. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. 212. AREADI FRR. FITTILI m 638-633 s.l.m. Pian di Cerri

Sul lato meridionale di via dell' Acero, a est della SP. 217 via dei Laghi, si allarga un vasto pianoro che scende con attemuata pendenza verso sud fino a via delle Noci. Su parte di questo terreno, adibito a pascolo c a maneggio, affiorano, malgrado la non buona visibilità, fr. di materiale fitile antico™. Su una superficie massima di mq. 5.000 circa, su entrambi i lati del viale di accesso alla proprietà, che ha probabilmente sezionato l’area', i frr. sono sparsi in concentrazione. medio-bassa, che aumenta nel settore settentrionale più alto, prossimo a via dell’ Acero, in un settore di mq. 1.600 circa. Oltre a scaglie di selce e peperino si notano fr. di tegole a impasto soprattutto chiaro e rosato di età romana, rari a impasto arcaico e diversi fr. di comune da fuoco e da mensa, pochi di sigillata italica e vernice nera. Consistente è anche la presen7a di fr. di ceramicaa impasto limitatamente al settore centro-settentrionale dell'affioramento, per mq. 900 circa" I materiali attestano una frequentazione (struttura abitativa?) durante l'età del Ferro e orientalizzante e successivamente, nel corso dell'età arcaica l'impianto di una fattoria/casa sulla quale è ipotizzabile si sia sviluppata a partire dall'età repubblicana una struttura rustica in uso, almeno, fino al IL secolo d.C. Impasto protostorico 1 fr. di parete con attacco di ansa a sezione sub circolare pertinente a forma chiusa non id., superficie esterna lavorata a stecca, genericamente riferibile all’età del Ferro. A fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., impasto grossolano rossiccio con anima bruna, superficie esterna lisciata, genericamente riferibili all'età del Ferro. 2% Curia I: 216 relativamente allatività 1141, 237, 281, 360. “0 Atlante 1212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 fig. 45 nn, 3-6,46,47 an. 13. ^ CagaERAS Monroar 2000; Bei MiLLET 1998: 270 ‘area interessata dal’afioramento corrisponde al civico n. δ. 7 L'area sembra svilupparsi maggiormente nl settore a est del viale d'accesso, 7" ito si trovam 150 a nord-est dell’area di affioramenton. 211 con Ja quale potrebbe essere n relazione. Gran parte del terreno che separa le due aree è però adibito a maneggio e a pascolo per i cavalli e non permette quindi di verificare l'eventuale continuità o rapporto trai due siti FH Ceara 1995: 131 fig-132. 410

Impasto grezzo — 12 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Impasto rosso — 1 fr. di parete pertinente a olla decorata, all'altezza della spalla o nei pressi del fondo da cordone plastico. Questo tipo di decorazione si attesta sulle olle a patire dalla fase laziale IV A. — Mfr di presa a sezione sub-circolare o di rocchetto pertinente a forma non id. — 1 fr. di orlo pertinentea olla con corpo globulare ed orlo rienrante, tipo Carafa 1995, 298, forma attestata anche in impasto grezzo arcaico e presente ἃ Roma-pendici settentrionali; del Palatino in strati databili trail 530-520 e il 500 a.C. — 13 frr di parete pertinenti a forme non id. Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica = 1 fr di parete pertinentea forma non id. Ceramica comune da mensa e da dispensa — 2 fi di fondo ad anello di olla pertinenti a forme non idd. ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Ceramica comune da fuoco

— 1 fr. di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87, 26477 di produzione laziale-campana, attestato in contesti di e traianea. — | fr. di orlo di casseruola dall'orlo a tesa orizzontale tipo Settefinestre 1985, tav. 24, 15, attestato in contesti compresi tra ile la fine del Il sec. d.C. — 1 fr di olla dall’orlo appuntito e pendente tipo Settefinestre 1985, av. 29, 1%, attestato in contest di compresi trail Lela fine. del I sec. d.C. — 1 fi. di orlo a tesa di casseruola tipo Ostia II, 483-Olcese. 2003, tav. I, 7, attestato in contesti compresi tra l'età augustea e ‘Peta traianea, presente a Ostiain stratidi tà domiziancat?* — 1 fr di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, di produzione locale, confrontabile con il εἰς po Ostia ΠΙ 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d.C. — 4 fi. di parete pertinenti a forme non id. Anfore

— 1 fr di ansa di Dressel 2/49" anfora vinaria, di produzione spagnola, diffusa dalla tarda età augustea al I sec. d.C.®”, — 3 fim. di parete di produzione tirrenica. — 1 ft di parete di produzione spagnola. ~ 1 fr. di parete di produzione lusitana. ©» Pow 1970: 179 dal settore IV strato ΑΔ. © Seefinestre 1985: 96. πο Seefnestre 1985: 102. ‘© Ostia I: 100, 260-261,con datazione all'età flavia, prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C), tav. XXVII; OLCESE 2003: 74. “Atlante: 212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 figg. 45 n. 3-6, 46,47 on 1.3. 7 Vd. 961 nota 4032. “Nella Spagna tarraconese si continuò ad utilizzare tale contenitore almeno fino alla metà del I sec. d. C. (Mio 1988: 195, 205; Carreras Mostro, Bert Mitte 1998: 271; Testata 1986: 26)

213. AREA DI FRR. FITTILI m 626-624 s.l.m. Pian di Cerri

Pareti soil ~ 1 ft di parete pertinente a forma non id.

Nel settore sud-occidentale del vasto pianoro denominato Pian di Cerri, che da via dei Corsi scende con moderato. pendio verso sud fino a via delle Noci, delimitato a ovest della SP. 217 via dei Laghi e ad est da Colle dell' Acero, affiorano materiali antichi. ‘Su una superficie complessiva di mq. 2.000 circa, ma presenti in alta concentrazione su un’area ristretta di mq. 880%, si notano, oltre a numerose scaglie di selce, frr, generalmente di piccole dimensioni, di tegole e coppi a impasto arcaico, rari a impasto chiaro riferibili a età alto repubblicana, più numerosi a impasto rosato di età romana, cubilia in peperino (cm 6,5x7), frr di ceramicaa impasto, pochi di verice nera sigillata italica, sigillata africana, africana da fuoco, ceramica comune e pochi di anfore. T materiali sembrerebbero attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della tarda età repubblicana si è impiantata una struttura a carattere rustico-residenziale, in uso fino ad almeno il IV secolo d.C., forse in relazione con il sito a nord (n. 212).

Sigillata italica. — Mfr di fondo pertinente a forma non id.

Impasto grezzo ~ 1 fr di orlo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 509, attostato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 530/20 e il 475/450 a.C ~ 2 fir di parete pertinenti a forme chiuse non id. — 3 fiv. di parete pertinenti a forme aperte non idd. Impasto chiaro sabbioso

- 1 fr di bacino con orlo estroflesso e modanato tipo Clementini, Rossi Diana 1988, tipo EI, fig. 1, attestato a partire dalla prima metà del VI sec. al V sec. a.C.°®, confrontabile anche con ἢ tipo Murray Threipland 1970, fi. 17, 6, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il Viprima metà del IV sec. ico. ~ 1 fr di orlo dî bacino tipo Clementini, Rossi Diana 1988, tipo. E3, fig. , attestato a partir dalla seconda meta del VI sec. al V scc .C™, confrontabile con il tipo Nardi 19933, fig. 577,N. 8.1 attestato in Etruria meridionale e Latium Vetus in contesti databili dala prima metà del VI sec. a.C. ma diffuso soprattutto dalla seconda metà del secolo fino a tutto il V sec. a.C. 9".

Sigillata africana

— 1 ft di carena di coppa tipo Lamboglia la=Hayes 8A, n.1, in produzioneΑἰ, con decorazione impressa a rotella nel punto di congiunzione tra parete e carena, databile trail 90 e la prima metà del IT sec. dC, — 1 fr di parete immediatamente sotto l'orlo con lobo decorato a rotella riferibile a coppa tipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A", databile tra il 150 e gli inizi del III sec. ace” — 1 ft. fondo pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia®™. 1 fr. di parte pertinente a forma non id in produzione A, datable a partire dall'età flavia™” Africana da cucina

= 1 fi i orlo di piato/coperchio ingrossato e indistinto, tipo senza maggiore soto il regno di Settimio Severo, fino lla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — 3 frr di orlo di pitto/eoperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.1‘, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C — 1 fr. di piatoleoperchio all'orlo ingrossato tipo Ostia IV, 60, attestato dalla fine del IV agli inizi del V sec. d.C. — 1 f di orlo anneit indistinto con parete ad andamento leggermente sinuoso, esterno a patina cenerognola, pertinente a tegame tipo Ostia IL 309, attestato in tà flavis". — 3 fr di fondo di casseruola non id. — dis di fondo pertinenti a forme non dd = 2 fidi parete pertinenti a forme non id.

Ostia I, 261‘, attestato dall'epoca antonina, con un indice di pre-

Comune da mensae da dispensa = 1 ft di coperchio dall'orlo indistintoe dal profilo schiacciato tipo Ostia XIII, fig. 67, 168, attestato tra il 1 sec. a.C. e il sec. de. — 3 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd.

Vernice nera ~ 1 fi. di parete pertinentea forma non id.

Comune da fuoco — 1 fi. di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia II, 515°, attestato in contesti datti all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)

--— ramento inizia a notas a m 50 circa dal margine setentionale di via elle Noci ed aumenta nel punto in cui il terreno sale leggermente con un modesto dosso. 7" Ctr 1995: 191 fig-192. Cumin, Rossi Diana 1988: 52-54 © MURRAY THREIPLAND 1970: 79 2 Canevtia, Rossi Diana 1988: 52-54. ‘© Nabi 1993a: 377. Un fr dell sesso tipo ἃ attestato a Velletri inlocalità Acquavivolain un contesto datato tr la finc del V e la seconda met del IV sec. a.C. (MexcaRELLI 2003: 73 fg. 4,3 e nota 12). 9» Atlant I: 2627, tav. XIV, 3. v Atlant I 26-27, tv. XIV, 5. Hayes limita la diffusione cronologica del tipo alla seconda meth del I sec. dC. 57 Vd, 318-319 nota 3848,

“2” VA. 318-319 nota 3848. "Atlante 212, tav CIV, 6; cf. AGUAROD OTAL 1991: 248-249, 308311 figg. 48-51, la quale distingue il tipo n più varianti e nota un'evoluzione della forma, che in epoca giulio-caudia ha pareti piutosto dritte e orlo ‘quasi indistinto, mentre in seguito loro ingrossato assume il tipico profilo triangolare e le pareti sono curve. 5 Atlante 212, ta. CIV, 3. Cfr AGUAROO Orat. 1991: 247-248, 305307 fig. 45 nn. 3-6, 46, 47 nn 1-3, Ia quale distingue il tipo in più variant Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. ‘© Atlante 212, tav. CIV,S. ‘© Atlante: 217-218, tv. CVI, 14. c Pavouw 2000: 290. ‘© OstaIE: 101, 260-261, tav. XXVII 411

— 1 piede di sostegno di tegame tipo Dyson 1976, fig. 20, tipo V.D 21, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del ILe il 70-60 aC. — 1 fr di orlo di coperchio non id. — 3 fir di parete pertinenti a forme non id. Anfore = 1 fi di paretedi produzione campana. = 2 fr di parete di produzione africana. 214. Area di fr. fittili m 610-604 s.Lm. SP.217 Via dei Laghi - Il Pratone

Compresa tra via delle Noci a nord-ovest, via Crocetta Vivaro a sud-este via dei Laghi a sud-ovest si allarga un'ampia pianura che si articola in modestissime e morbide alture con le quali il terreno perde progressivamente quota dal Colle degli Impiccati fino alla spianata centrale, prima di alzarsi nel Colle delle Vacche che chiude l'area a nord-est (Fig. 224). Ormai alla base delle pendici nord-occidentali del Colle degli Impiccati, dove il terreno dal lato meridionale di via delle Noci si allarga in piano per rialzarsi leggermente verso est, affiorano frr. di materiale antico. Nel settore più settentrionale, prossimo a via delle Noci, su un'area di mq. 9.500 circa si notano, sparsiin bassa concentrazione, soprattutto molte scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, oltre adiversi cubilia, in selce (cm 735,5), frr. di tegole e coppi quasi esclusivamente a impasto rosato di età romana, rari a impasto chiaro sabbioso, la cui presenza è forse riferibile al vicino sito (n. 215), fr. di ceramica comune, anfore e sigillata. La concentrazione di materiale, soprattutto ceramico, oltre a molte tegole, scaglie di selce e cubilia, aumenta verso il margine orientale dell’area”, dove il terreno si alza allargandosi in un pianoro leggermente sopraelevato rispetto all'area circostante Nell'areaὃ ipotizzabile la presenza, presumibilmente, di una villa, in uso tra la prima e la media età imperiale. Sigillata italica

Pareti sotili

= 1 fi di oro di boccalino monoansato tipo Ricci 1985, tav LXXXVII, 1=Marabini 1973,pl 34, 307%, databile all’epoca tiberiana fino alla fin del Il sec. d.C. — 1 fr di orlo dritto con solcatura esterna pertinentea coppetta tipo Marabini 1973, pi. 30, 276, databile tra l'eà tiberiana e la prima età claudia"! = 1 fi. di parete pertinente a forma non id.

Africana da cucina — | fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.14, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del II sec. d.C. — 1 fr. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261% attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr di ansa a nastro pertinenti a forme non idd. ~ 1 fi di fondo piatto di olla non id. — 3 fin di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

— 1 fr di orlo a tesa di casseruola assimilabile al tipo Pohl 1978, fig. 110, 1601, atcstato in contest di età claudia. — 1 ft di oro ingrossato all'esterno e leggermente rientrante di lla tipo Dyson 1976, fig. 50, 22 1I 90, attestato in contesti della prima metà del scc. d.C., in particolare ta l'età di Caligolae l'ini Zio del regno di Claudio”. — 1 ft di attacco di tesa pertinente a casseruola non id. — | fi di ansa a nastro pertinenteἃ forma non id. — 4fr di parete pertinenti a forme non id. Anfore — [fr di ansa di produzione tirrenica. — 3 fir di paretedi produzione tirrenica. — 4 frz di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione spagnola. 215. AREADI FRR. FITTI E MATERIALE LITICO m610 s.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

— | fi di orlo percorso da scanalature interne, con parete convessa, pertinente a piato tipo Conspectus 4.6.1, databile dalla tarda età augustea all'età tiberiano-claudia®™., — | fi. di fascia verticale immediatamente soto Iolo con sotili modanature esterne genericamente riferibile a piatto tipo Conspectus 205, databile alla prima metà del I sec. d.C.. — 1 fr. di carena pertinente coppa con parete fortemente svasata non id — 2fr di parete pertinenti ἃ forme non id.

Alla base delle pendici settentrionali del C.le degli Impiccati, dove il terreno si abbassa articolato in morbidi dossi verso il centro della piana dei Pratoni del Vivaro, a poca distanza da un più consistente affioramento che lambisce in dispersione i margini nord-occidentali dell'area (n. 214), affiorano numerosi materiali antichi* (Fig. 224)

= Dyson 1976:71 “011 materiale sembra concentrarsi quasi a ridosso di una recinzione che separa il terreno dall’area adiacente, occupata da un'abitazione privata icon annessi, nella quale non mi è stato possibile accedere. ©" Conspectus: 58, tav. 4 ipo corrisponde a Goudineau 30; Pucci 6, 80113 ^ Conspectus 86, tav. 18. I tipo corrisponde a Pucci 10, 13.1429. ‘= Ricci 1985: 267-271 peri tipo V116; Makau 1973;202, form XLVIL 2" Masapins 1973: 288-289, form XXXVI Atlante: 212, tav. CIV, 3. Cfr AGUAROD Orat. 1991: 247-248, 305-

307 figg. 45 nn. 3-6, 46,47 an. 1-3, la quale distingue il ipo in più vacanti Del tipo si trovano imitazioni local in ceramica comune da fuoco. ‘© Atlante 212, tav. CIV, 6; cfr AGUAROD OrAL 1991: 248-249, 308. 311 figg. 48-51, la quale distingue il tipo in pi variant e nota un'evoluzio ne della forma, che in epoca gilio-laudia ha pareti piuttosto drite e oro ‘quasi indistinto, mentre in seguito l'orlo ingrossato assumeil tipico profilo triangolare e e pareti sono curve, ‘= Pom. 1978 [1987]: 288 fg. 289 dallo strato VI. © Dysox 1976:129. ‘= L'area si trova m 20 circa a sud-est di un sito di età romana (n. 214).

412

Fig. 224, SP. 217 via dei Laghi. Il Pratone. Posizionamento delle aree di frr. fiii (nn. 214-217, 219-224, 299-300).

Nel terreno arativo il quale consente una buona visibilità, su una superficie di mq. 320 circa, si notano in media concentrazione, scaglie di selce di piccole e medie dimensioni oltre a qualche ciottolo sempre in selce, soprattutto frr di ceramica a impasto, pochi di pareti sottili e comune da fuoco riferibili alla presenza del sito limitrofo (n. 214), general-

mente di piccole dimensioni. Si rinvengono anche due strumenti di industria litica sparsi nell'area e diversi scarti di fornace di medie e grandi dimensioni re a forme vascolari in ceramica comune che a coppi, completamente deformati, ipercott, relativi al o scarico di qualche figlina. È possibile ipotizzare in un'area frequentata già durante 413

T'età Paleolitica, un utilizzo per scopi funerari tra la fine delVeta del Bronzo e la prima età del Ferro, quindi durante l'età arcaica e în seguito la presenza di un piccolo impianto produttivo di coppi (e ceramica comune?), attivo nel corso dell'età tiberiana e claudia, probabilmente legato al sito immediatamente a nord (n. 214). Litici = 1 lama a dorso e troncatura con ritocco diretto su entrambi i lati, attribuibile al Paleolitico superiore. — 1 nucleo a lamelle, attribuibile al Paleolitico superiore. Impasto protostorico ~ 8 fr di parete, di cui due sicuramente riferibile a forme aperte, pertinenti a forme non idd. riferibili genericamente all'età del Bronzo finale-età del Ferro. Impasto grezzo 12 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Impasto rosso — 8 fe. di parete, di cui quattro sicuramente riferibili chiuse, pertinenti ἃ forme non id.

a forme

Pareti soil = 1 fi di orlo dritto con solcatura esterna pertinente a coppetta tipo Marabini 1973,pl. 30, 276, databile ta l'età tiberiana e la pri ma età claudia". Comune da fuoco — 1 fr. di orlo a tesa di casseruola assimilabile al tipo Pohl 1978, fig. 110, 1601, attestato in contesti di età claudia? = 1 fi di orlo ingrossato all'esterno e leggermente rientrante di olla tipo Dyson 1976, fig. 50, 22 Π 90, attestato in contesti della prima metà de I sec. d.C., in particolare tra l'età di Caligolae zio del regno di Claudio, ~ 1 fr. di attaccodi tesa pertinente a casseruolanon id. 216. AREADI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 610 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

Nel settore settentrionale dell’ampia pianura dei Pratoni del Vivaro, compresa tra via delle Noci a nord, via Crocetta Vivaro a sud e via dei Laghi a ovest il terreno scende con pendio articolato in morbide alture che sia abbassano progressivamente dal C.le degli Impiccati fino alla spianata centrale, prima di alzarsi nel C. le delle Vacche che chiude l’area a nord-est (Fig. 224) Lungo le pendici di uno dei dossi in cui il terreno si rialza, scendendo dal versante nord-orientale del C.le degli Impiccati verso la spianata, affiorano in alta concentrazione frr. di ceramica a impasto, generalmente di ridotte dimensio‘© Marat 1973: 288-289, form XXXVI. a Pont 1978 {1987}; 288-289. 2 Dysox 1976: 129. 595} terreno, per caratteristiche geologiche, particolarmente cretoso, quindi scuro e molle quando umido, non offrivaal momento della ricogrizione condizioni di massima visibilità. 414

ni, sparsi in media concentrazione su una superficie di mq. 600 circa, anche se maggiormente presenti in una fascia ristrettadi mq. 280 circa’, Nel terreno si notano, oltre a sporadici, piccoli, frr. di ceramica comune e qualche frr. di tegola di età romana, molti residui di carbone e diversi scarti di fornace relativi sia a forme vascolari in ceramica comune. che a coppi, completamente deformati, ipercotti, relativi allo scarico di qualche figlina*". Nel settore più basso, dove il terreno perde quasi pendenza e la presenza di ceramica diviene sporadica, in un’area di mq. 180 circa, si sono rinvemuti anche materiali litici (Fig. 225). Nell'area, periodicamente interessata da arature abbastanza profonde, alle quali va presumibilmente riferito il trascinamento da siti limitrofi sia dei materiali romani che degli scarti di fornace, è ipotizzabile: la presenza di un sito di età Paleolitica, in relazione con quello n. 215 e, tra la media età del Bronzo e l'età del Ferro, un utilizzo dell'area forse connesso alla presenza di una necropoli, protrattosi tra l'età orientalizzante e l'età arcai Litici — 1 nucleo a lamelle, attribuibile al Paleolitico superiore (Fig. 225,9). 1 lama a dorso, attribuibile al Paleolitico superiore (iniziale) (Fig. 225,0). — 1 porzione distale di lama con tracce di ritocco, attribuibile al Paleolitico superiore (Fig. 225, d). — 1 scheggia corticale di datazione incerta (Fig. 225, a). Impasto protostorico

— 1 fi i presa semicircolarea linguetta leggermente rivolta all’insù, con impressione digitale quasi centrale all estremita, impasto grossolano nerastro con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni e superfici rosso-brune, databile tra l'età del Bronzo medio-finale e la prima età del Ferro (I-II fase laziale). Un confronto è possibile con l'esemplare da Torre Paola" , meno puntualmente, con quello da Albano-Paluzzi (Tav. XII, 5). — 3 fr. di parete pertinenti a contenitori di medie c grandi di mensioni, impasto bruno, spesso, con superfici lscite, riferibili al la media età del Bronzo, prima età del Ferro. — 2 fr. di parete pertinenti a piccoli contenitori di forma non id, impasto nerastro semifine e pareti isciate, riferibili alla prima et del Ferro — 1 fr. di parete pertinente a contenitore di medie dimensioni non id., impasto semigrossolano, rosso-bruno con inclusi micac di medie dimensioni, steccato sulla superficie estera, riferibile alPeta del Fern. — 4 fir. di parete pertinenti a contenitori di grandi dimensioni di forma cilindro ovoide, impasti grossolani rosso-bruno, con anima grigia, con inclusi micacei di medie dimensioni, e superfici li sciate, riferibili all'età del Ferro. Impasto bruno — 1 fi. di parete con superficie esterna trattata a lucido, pertimente a forma chiusa non id., di impasto sottile. 2" Le scorie, informi, sono simili a quelle notate nel sito n.215. ^ Pascucci 19962: 68 fig.2 n. 5. ^ Chiagucci 1978: 52, 57 tav. XII, 4 e 4 is; 19 tipo 67 variante 1, 136-143, specialmente 139. 0° Cagara 1995: 188-189 fig.

Impasto grezzo — 1 fr di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 498, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino în strati databili tra il 700 e il 500 a.C." L'impasto dell'esemplare in questione sembra suggerire una datazione alla piena età arcaica. — 1 fr di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 488, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 630/20 e il 500 a.C-". Superfici liscia. — 5 frr di parete pertinenti a forme chiuse non id. Impasto rosso — 4 fr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Opus doliare — 1 f di parete in impasto rosso di età romana. 217. AREA DI FRR. FITTILI m 603 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

Compresa tra via delle Noci a nord-ovest, via Crocetta Vivaro a sud-est e via dei Laghi a sud-ovest si allarga un'ampia pianura articolata in modestissime e morbide alture le quali si abbassano progressivamente dal Colle degli Impiccati fino alla spianata centrale, prima di alzarsi nel Colle delle Vacche che chiude l’area a nord-est (Fig. 224). Lungo le pendici sud-orientali di uno dei dossi in cui si articola l’area, in particolar modo in una ristretta fascia arata, con buona visibilità, nel settore settentrionale, affiorano in alta concentrazione su uma superficie di mq, 1.500 circa, nella quale sembra rilevabile un nucleo di mq 600 circa, oltre a scaglie di selce di varie dimensioni, diversi frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e a impasto chiaro e rosato di età romana (Tav. II, 6), pochi frr. di laterizio a impasto chiaro, e cubilia, sia in selce che in calcare (cm 7x7; 7,5x8,5), frr. di impasto arcaico riferibili a opera doliare, rari frr. di ceramica a impasto e a pareti sottili, frr di sigillata italica e africana, ceramica comune e anfore. L'area si sviluppa in dispersione verso nord-est nella fascia di terreno adiacente, incolta, quindi poco visibile e nella proprietà limitrofa” per una superficie valutabile di almeno mq. 3000 circa. Nella porzione di terreno non coltivato si notano molte scaglie di selce, cubilia e diversi frr. di tegole e coppi. In prossimità del margine sud-orientale dell’area, lungo il confine con la zona a pascolo, che occupa il settore pianeggiante centrale, sono ammucchiati almeno quattro blocchi în peperino, parzialmente conservati! È ipotizzabile la frequentazione dell'area durante l'età

^ Carra 1995: 186, 189 fig ^" Materiali si rinvengono a partire dal limite di proprietà che separa un vasto appezzamento a coltivazione oniva da una zona adiacente al lato nord-orientale adibita anch'essa a coltivazione ortiva ‘9 L'area si sviluppa anche in queto terreno, a coltivazione ortva, dove altura si alza maggiormente. Non mi è sato possibile ricognire serupolosamente l'area in quanto occupata da coltivazione e ne ho porto valutare solo l'estensione. Quello in migliore sato di conservazione misura m 0,60 max x0,45/0,35x0,50 max. © Conspectus: 112, tav. 31. Il tipo corrisponde alle forme Goudineau

gie an Fig. 225. SP.217 Via dei Laghi. Il Pratone. Materiale ltico (n. 216).

orientalizzante e, successivamente, durante l'età arcaica, sulla quale, presumibilmente nella seconda metà del I secolo a.C. si è impiantata una struttura rustica, in uso fino alla seconda metà del TII secolo d. C. Impasto bruno 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id., con superficie esterna lisciata, riferibile a età orientalizzante. Impasto grezzo ~ 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Sigillata italica

- 1 fr di orlo verticale e listello di coppa emisferica, Conspectus 34.1.2, databile dall'et tardo tiberiana all’età flavia ed oltre”. — 1 fr di olo verticale e lisello di coppa emisferica, Conspectus. 34.— 1. con traccia della decorazione a volute, databile dall'età tardo tiberina all’età flavia ed oltre?" — 1 fr di parete di coppa con decorazione a matrice ad archi separati da file di perline, in sigillata tardo italica, assimilabile al tipo Dragendorff 29°, databile dall'età neroniana all'età flavia Pareti sottili — 1 fr di ansa pertinente a forma non id. Africana da cucina ~ 1 fr di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia Il, 302, attestato all'inizio del I alla seconda metà del I sec. d.C. — 1 fr. di orlo di casseruola non id. — 2 fr di fondo di casseruola non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme non ida. 38b; Pucci 37, 3-69-11, ‘© Conspectus: 112, tav 31. I tipo corrisponde alle forme Goudineat: 36b; Pucei37, 3.69.1} "II fr ὃ assimilabile al tipo 29 di Dragendorff (DRaGEXDOREF 1895) di produzione però tardo-iulica. Cr Rizzo 2003: 95-96 e Mepau 1992: 4142. Dalla zona di Velletri sono note diverse coppe dello stesso tipo la maggior parte delle quali proprio in sigillata ardoitalia cui numerose quelle riconducibili ale Dragendortt29: vd. 27-28 nota 61 ‘92 Atlante I: 212-213, tav CIV, 1; eff. AGUAROD OTAL 1991: 245-246, 305 fig. 45 nn, 1-2, a quale distingue i tipo in più varianti 415

Comune da mensa c da dispensa ~ 1 f di fondo grigio pertinentea forma non id. ~ 1 f di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco

— 1 fr di incensiere dall'orlo sagomato e decorato tipo Ostia I, 47205, attestato in contesti datati all'etàfl zante la prima pare del principato di Domi ΧΠΙ, 6). 2 1 fr di oro di olla tipo Curia IL fig. 256, 109, attestato in contest di età flavia! ~ 1 fi di orlo i pentola Pohl 1970, fig. 59, 90, attestato in contest di età claudia. — 1 fri parete pertinente ἃ forma non id. Anfore — Mfr di ansa di Ostia TI, 522/523, detta anche ansa a fiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africana, diffusatra l'età tiberiano/claudia e la prima metà del I sec. d.C. — 1 fr. di fondo del tipo Ostia I, 452/Ostia IV, 442° (detta di Forlimpopoli), anfora vinaria di produzione tirrenica”, diffusa dalla seconda metà del I fino alla seconda metà del III sec. d.C.9”. — 2 fi. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tr renica, diffusa trail 70/60 aC. e la fine del I, inizi del Il sec. d.C." — 3 frr. di paretedi produzione tirrenica. — 1 fi. di parete di produzione gallica. — 5 fim di parete di produzione spagnola. — 6 fe. di paretedi produzione africana. — 3 fr di paretedi produzioni non idd. 218. AREA DI FRR. ETTTILI m 606 s.l.m. II Pratone - Via delle Noci

Sulle ultime propaggini del pianoro che dal lato meridionale di via dell’ Acero si abbassa con moderata pendenza fino ad allargarsi nella piana del Vivaro, ben esposto verso sud e riparato verso est dal Colle delle Vacche, si trova un terreno, caratterizzato da buona visibilità, il quale restituisce un consistente affioramento di materiale fitile Nell'area, che si allarga su una superficie di mq. 1.600 circa, a partire dalla sommità di uno dei modesti dossi che caratterizzano la morfologia del pianoro, pochi metri a sud di via delle Noci", sono presenti in alta concentrazione, che tende leggermente ad aumentare nella parte centrale, più alta, pochi frr. di tegole a impasto arcaico, generalmente di piccole dimensioni, molti fr. di ceramica ad impasto, oltre a pochi fr. di ceramica comune e anfore. I materiali sembrerebbero attestare la presenza di un insediamento impiantato, presumimibilmente, nella fase finale = Ostia 1: 100, 260-261, tav. XXVI. © Curia Il: 216 relativamente all'ativia 1141, 237, 2 | 360. ‘Post 1970: 109 fig.110 dal settore strato B3. τα Vd. xxx nota 4148. ©" Ostia IV:372. ^I rinvenimento di fomaci a Forlimpopoli, Sant’Arcangelo di Romagna e Rimini, ha permesso di identificare nella zona l'areadi produzione del contenitore (ALDIN 1978: 236-245). ©99PANELLA 1989: 150. Vd 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, 416

dell'età del Bronzo e attivo fino all'età del Ferro, orientalizzante e arcaica, e successivamente forse una frequentazione rel corso della prima e media età imperiale, pur non potendosi escludere che gli scarsi materiali costituiscano un trascinamento dall'area asud-ovest (n. 217), Impasto protostorico

— 1 fr di orlo appiattito pertinente a forma chiusa di piccole dimension: impasto grossolano, inclusi micacei di piccole dimensioni, colore grigiastro, superficie non trattata, decorazione con piccole impressioni circolari sullrlo appiattito, databile tra a fine dell'età del Bronzoe la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Albano-Monte Savello" — 1 fi i parete con cordone plastico decorato a unghate per nentea grande contenitore di forma chiusa, impasto grossolano, inclusi calcare di piccole e medie dimensione, colore rosso bruno, superfici non trattata, databile tra la tarda età del Bronzo e l'età de Ferro. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Albano-Paluzzi®® (Fig. 226, Tav. XII, 7). = 1 fi. di parete con attacco di presa probabilmente alinguetta, impasto sabbioso con inclusi micace i piccole dimensioni, colore bruno rossiccio, databile tra l'età del Bronzo e la prima età del Ferro (I - ΠῚ fase laziale). Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Castel Gandolfo-ex Orti Torlonia?* e da Grottaferra*a-Colle dell’Asino™. ~ 1f di presa a linguetta di impasto grossolano, inclus micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, colore bruno rossiccio, superficie non tratata, databile all'età del Ferro. Evident traccedi esposizioni αἱ fuoco. Un confronto può essere istituito con l'esemplare da Lanuvio-Colle 8. Lorenzo?" (Tav. XII, 8). ~ 1 fr di fondo pertinente ad un grande contenitore, impasto grossolano con inclusi micacei calcarei di piccole dimensioni, colore rosso bruno con anima nera, genericamente riferibile all’età del Ferro (Tav. XII, 9) ~ 1 fr di parete, vicina a probable decorazione plastica o ad attaccodi ansa, pertinente ἃ forma non id, superficie interna lavorata a stecca, superficie estera liscita, riferibile alla prima età del Ferro. — 1 ft di ansa a nastro pertinente a forma non i, impasto di colore bruno, superfici lucide. ~ 19 fr di parete pertinent a forme chiuse non id. ~ 2 fr di parete pertinenti ἃ forme aperte non id. ~ 1 fedi base pertinente probabilmente a fornello. Impasto grezzo — 1 fi di orlo decorato con impressioni digital riferibile a forma chiusa confrontabile con l'olla tipo Carafa 1995, 30, attestato a Roma presso il Comizio e all'Equus Domitiani c in Etruria meridionale in contesti databili nella prima metà del VII sec. a.C." (Tav. XIII, 10) — 1 ἂν di orlo pertinentea olla tipo Carafa 1995, 45, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 730/20 eil 630/20 a.C.™ (Tav. XIII, 11). ~ 1 fi di orlo probabilmente pertinente aolla di forma globula59 L'appezzamento è compreso all'interno della propità distinta dal civicon. 16 i via delle Noc. “©: Cnanucct 1978: 67 tav. XVII, 6, 82, 112 po 21, 148-149. δ Chuanuoct 1978: 44 tav. VII, T; 129 motivo decorativo II, 136-143. ‘© Cuanvcct 1978: 86 αν. XXV,6; 88, 116 tipo 66, 150-152 2% Ante, Gui 1977: 31 fig. 2. 5,32. sr Chmaaucci 1980: 7, 8 ταν. I 4; riferibile al tipo 67 in CiaaRucct 1978: 119, 139, P CARAFA 1995: 28-29 fig. © Canara 1995: 32-3 fig

re confrontabile con il tipo Carafa 1995, 293, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 650 eil 630/20 a.C-0 (Tav. XIII, 12) — I fi. di parete pertinente a forma chiusa non id, probabilmente grande olla o pithos. 23 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Impasto rosso

~ 1 fie di parete pertinente a forma chiusa non id probabilmente grande ollao pitos, di età orienalizzane. — Lf. di ansa a nastro impostata verticalmente pertinente a forma non d, riferibile a età orientalizzante 30 fr di parce pertinenti a forme chiuse non id. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. ~ 1 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 frr. di orlo del tipo Dressel 2/4* anfora vinaria di produzione africana’, diffusa tra la fine del I a.C. e la fine del Finizio del IL sec. d.C. — 1 f di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirenica, diffusa tra il 70/60a.C. e a fineel I, inizi del II sec. .C.*. — [fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. — 2 frr di parete di produzione non id. Opus doliare — 2 fr di paret i

pasto arcaico.

219. AREA DI RR. FITTILI m 608 s.l.m. SP.217 Via dei Laghi - Il Pratone Nel settore sud-orientale della vasta piana dei Pratoni del Vivaro, compresa tra via delle Noci a nord, via Crocetta Vivaro a sud e via dei Laghi a ovest, alla base delle pendici orientali del C. le degli Impiccati (Fig. 224), affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 230 circa, fr generalmente piccoli, di ceramica a impasto, unitamente a rari fr. di ceramica comune e anfore. È ipotizzabile la presenza di un piccolo nucleo (di necropoli), databile tra la tarda età del Bronzo-prima età del Ferro e l'età orientalizzante, al quale va riferito anche il sito lungo le pendici del colle, poco a sud-ovest™ (n. 222) > Citra 1995: 130-131 fig. ^ Vd. 361 nota 4032. I centri di produzione sono stati localizzati lungo le coste della "Tunisia (Bes Lazio 1995: 129-131); PaveLLA 1989: 176, fig, 21 © Và. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. ^ Considerata la scars presenza di questo tipo di materiale, più che ad tua frequentazione successiva dell stesso luogo sembra lecito pensare ad una contaminazione del sito. L'areaè infati lavorata con mezzi meccanici di grossa portata che hanno probabilmente trascinato i materiale dal sio di

REN Fig. 226. Il Pratone. Via delle Noci. Impasto protostorico (n. 218). Impasto protostorico — 1 fr di presa a linguettaa sezione abbastanza squadrata, pertinente ad un contenitore di grandi dimensioni, impasto grossolano di colore marrone rossastro con inclusi micacei e calcare di dimensioni medio piccole, databile tra l'età del Bronzoe la prima età del Ferro (I-II fase laziale), Un confronto può essere istituito con un esemplare da Albano-Paluzzi®® (Tav. XIV, 1) — 5 frr. di pareti pertinenti a forme non idd., di impasto rossiccio con anima grigia; inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, tre dei quali con tracce di steccatura sulle superfici interne, databili alla tarda età del Bronzo/prima età del Ferro. — 2frr. di parete pertinenti a forme non idd., con superfici completamente fluitatee di difficile interpretazione. Impasto rosso τ fr di orlo probabilmente di calice riferibile per il profilo al ipo Carafa 1995, 282, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 600/590e il 550 a.C. — 10fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idi. Comune da fuoco — 1 fr di presa pertinente a coperchio non id Anfore — 1fr.diansaa nastro ingrossato ricostolatadi produzione non id.

220. AREA DI FRR. FITMILI πὶ 606 s.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone Tra via delle Noci a nord, via Crocetta Vivaro a sud e via dei Laghi a ovest si allarga la pianura dei Pratoni del Vivaro, verso cui il terreno scende con pendio articolato in morbide alture che si abbassano progressivamente dal 120 circa a est (n. 220) "L'attuale situazione che vede il terreno soggetto ad arature paral, non permetti valutare con certezza se questo sito sa da metere in direta relazione o meno coni precedente, La relativa distanza l'apparente assenza di materiale nello spazio che separa i due sit sembrano tuttavia indirz‘ate a considerare ques area singolarmente. ^ Ciunguecr 1978: 54,57 tav. XII, 11: 119 ipo 68, 136-143. ^ Canara 1995: 121 fig-122. 417

Colle degli Impiccati fino alla spianata centrale, prima di alzarsi nel Colle delle Vacche che chiude l'area a nord-est (Fig. 224). Lungo il pendio che scende dal versante orientale del Colle degli Impiccati, in un tratto in cui il terreno si alza in un piccolo dosso‘, affiorano in alta concentrazione, su un’area di mq. 850 circa, fr. di tegole a impasto rosato di età tardo arcaica/alto repubblicana, a impasto chiaro e rosato di età romana, qualche frr. di dolio a impasto arcaico, frr. di sigillata africana, ceramica comune da fuoco e anfore. In un settore ristretto, in prossimità del limite nordorientale dell’area, in prossimità delle pendici del dosso, su una superficie di mq. 200 circa, si riconoscono pochi fi. di tegole e coppi a impasto arcaico e di ceramica a impasto. IL sito di età romana, databile tra la tarda età repubblicana e l'inizio del II secolo d C., identificabile come struttura rustica, sembra insistere, almeno parzialmente, su un'area (di necropoli?) la cui frequentazione appare attestata già nelT'età del Ferro e in età arcaica. Impasto protostorico — 4 fi. di parete pertinenti a forme non id, genericamente ri feribili all’età del Ferro. Impasto grezzo — 1 fr di orlo pertinente probabilmente a coperchio con bordo piatto e vasca profonda o a sostegno confrontabile genericamente con il tipo Carafa 1995, 520, attestato a Roma-Comizio strato VIT e nel Lazio a Fidene sito 12 = 1 fr. di orlo scheggiato pertinente a forma non id. — 1 fr di piede ad anello pertinentea forma non id. = 9 fm di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Impasto rosso ~ 10 fir di parete pertinenti a forme non idd.. Sigillata africana — 1 ft i fondo ad anello pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia™. — 1 fi i parete pertinentea forma non id., in produzione A, databile a partire dall’età flavia?*. Africana da cucina

~ 1 ft di orlo indistinto di piatto/coperchio, tipo Ostia I, 18, attestato nella prima metà del II scc. d.C.

Comune da fuoco

~ 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e inistinto dalla parete, di produzione locale, trova confronto con il εἰς po Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del Π sec. d.C. — 2 fir. di orlo di casseruola dall'orlo a tesa orizzontale tipo Settefinestre 1985, tav. 24, 15° attestato in contesti di IT sec. d.C. — 1 fidi olla dall'orlo a mandorla tipo Olcese 2003, tav. VIII, 3, attestato in contesti compresi trail cc. a.C e la prima età augutex? (Tav. XIV, 2). — 2 fr. di pentola dall'orlo a tesa tipo Curia I, ig. 256, 102°, attestato in contesti di età flavia (Tav. XIV, 3). — 1 fi di fondo piatto di olla non id. — 9 fi. di parete pertinenti a forme non idé. Anfore ~ fi di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. aC. e la fine del IV sec. d.C.” — 2 frr di parete di produzione tirrenica. Opus doliare — 3 frt di parete in impasto arcaico. 221. AREADI FRR. FIT TILLm 607 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

Quasi al centro della piana dei Pratoni del Vivaro, compresa tra via delle Noci a nord, via Crocetta Vivaro a sud, via dei Laghi ad ovest ed il Colle delle Vacche a nord-est, in un terreno arativo che si abbassa moderatamente verso nordest, affiora un'area di fr. fiti (Fig. 224). Su una superficie di mq. 300 circa, in corrispondenza di un rialzamento del terreno*, m 130 circa a est di un sito attestato anche in età romana (n. 220), si riconoscono in alta concentrazione, rari frr. di coppi e tegole a impasto tardo-arcaico e piccoli frr. di tegola a impasto rosa di età romana, molti frr. di ceramica a impasto e rari di comune e africana da fuoco e anfore, probabilmente riferibili al sito n. 220. L'area appare interessata da una frequentazione, nel corso dell'età del Ferro (forse già nella fase recente dell'età del Bronzo) e dell'età orientalizzante e, quindi, durante l'età arcaica presumibilmente in relazione ad un nucleo funeario.

— 1 fr di oro di olla dall'orlo a fascia simile al tipo Curia Il, fig. 253, 65% attestatoin contesti di età flavia

Impasto protostorico = 1 ft di parete con attacco di ansa verticale a nastro pertinente di un vaso di forma chiusa di impasto grossolano di colore bruno con inclusi micacei e calcarei di medie e grandi dimensioni, databile tra il Bronzo recentee la prima età del Ferro. Un confronto, seb-

^7 L'affiramento interessa sia la spianata che le pendici con cui il ter eno riprende scendere verso l'ampia zona pianeggiante centrale. ‘8 Caraga 1995: 193-194, 195 fg. 27 Vd. 18:319 nota 3848. ‘= Vd, 318-319 nota 3848, © Atlante 212, av. CIV, 2. 29 Curia I: 216 relativamente ivi 1141, 237, 280,357.

9 Atlante 1212; AGUAROD OFAL 1991: 247-248, 305-307 figg. 45 mo. 3-6,46,47 nn. 13. © Settefinestre 1985: 96. 0» OLcist 2005: 81. La forma è tipica della fne della repubblica. ‘© Curia Il 216 relativamente allativià 1141, 237,281, 360 27 Vi. 373 note 4076, 4071, 4078. ‘© L'area si trova quasi ridosso della recinzioneche separa la proprie tà dal pianoro pascolo

Comune da mensa e da dispensa

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bene non puntuale, può essere istituito con un esemplare da Albano-Paluzzi*? (Tav. XIV, 4). — 4fr. di parete di impasto bruno con inclusi calcarei di piccole dimensioni pertinenti a forme non idd., realizzati con tecnica del colombino, databili genericamente all'età del Ferro. Impasto bruno = 2 fix. di parete pertinenti a forme non idd. databili alle fasi III-IV della cultura laziale. — 1 fr. di parete pertinente a forma chiusa databile alla fase laziale IV A. Impasto grezzo ~ 8 frr di parete, di cui uno pertinente a forma aperta, riferibili a età orientalizzante 1 fr di fondo pertinente a forma non id. Jropasto rosso — 4 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Africana da cucina

— 1f di oro di casseruola bifido ingrossatoe arrotondato tipo Ostia I, 267-Hayes 1979, attestato dalla prima metà dl Il alla Tine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr di brocca dall'orloa fascia tipo Pohl 1978, fig. 105, 841, attestato in contest di cà claudia" (Tav. XIV, 5). — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fr. di ansa di produzi Opus doliare — 3 frr i parete pertinenti a dolio o pithos in impasto rosso.

222. AREA DI FRR. FITTILI m 623-620 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - C. le degl'Impiccati Lungo le pendici sud-orientali del Colle degli Impiccati, nel settore occidentale della piana dei Pratoni del Vivaro, o» Conagtici 1978: 48, 57 tav XIIL13, 9 117-118 tipo 61, 136-143, 20 Arlante 218219, tv. CVI, δι cfr AGUAROD OTAL 1991: 281-283, 335-341 figg. 75-81, a qual distingue il tipo n due variant principali Ae B. ^» Pon 1978 [1987]: 270 fig. 271 dallo strato VI. ‘°° L'area, adibita a coltivazioni stagionali, ἃ sta ricognita una prima volta nel febbraio e nel marzo 2003 e nuovamente nel marzo e nell'aprile 2004, 5^ D materiale potrebbe essere stato trasportato dai lavori agricoli sebbene la percentuale presente sembra non escludere anche una sovrapposizione nell'areadi un insediamento di et romana. ^9" Non ho trovato confronti puntual per la decorazione, tuttavia la intassi risulta essere tipica di questo periodo ‘55 Damtant, MAGCHIAROLA 1995: 214 fi. 112 tpi 347-348, 215, data bili let del Bronzo medio 3.

compresa tra via delle Noci a nord, via dei Laghi a ovest e sia Crocetta Vivaro a sud, è presente un’area di fr. fitli (Fig. 224). Il terreno scende dal margine della via dei Laghi, la quale ha tagliato parzialmente l'altura, con pendio mort do verso nord-est, articolato in due modeste terrazze succe: sive oltre le quali il declivio si fa leggermente più deciso no a raggiungere la vasta pianura centrale. L’affioramento si concentra sulla seconda terrazza, su una superficie di mq 850 circa, anche se i materiali continuano a notarsi, in dispersione fin quasi alla base del pendio. Nel terreno, arativo che offre una buona visibilità, si notano in alta concentrazione, oltre a scaglie e, più raramente ciottoli in selce, frr. ceramici di impasto, quasi tutti di piccole dimensioni‘, tra cui alcuni con decorazione ad impressione. Presenti anche, seppure in bassa concentrazione, alcuni frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana e rari fr. di vernice nera, ceramica comune e anfore, forse riferibili al sito poco a sud (n. 224). Per l'arca sembra ipotizzabile tra l'età del Bronzo e l'età del Ferro, fino all’età orientalizzante, in relazione con i siti coevi a breve distanza nell’area centrale del pianoro, un u lizzo a scopi funerari, protrattosi presumibilmente anche in età arcaica, pur non potendosi escludere la presenza di una casa/fattoria, Impasto protostorico ~ 1 fr di orto leggermente svasatoe distinto e parete pertinente ad una tazza probabilmente carenata, con orlo lievemente svasatoe distinto, vasca a profilo appena convesso; attacco di presa 0 ansa probabilmente sopraelevata impostato sulla carena; impasto marrone nerastro con inclusi calcarei di piccole dimensioni e superficie bruno chiaro lisciata. Decorazione incisaa metope campite da puntini, delimitate da nastri rettilinei, e fasce parallele campite da una fila dî puntini delimitate da singole linee incise da tacche in alcuni casi da linee singole e tacche, databile alla media età del Bronzo*** Per la forma e la ripartizione del campo decorativo un confronto può essere istituito con alcuni esemplari da Monte S. Angelo, nel territorio del cratere del Gauro* (Bronzo medio iniziale) (Fig. 227, Tav. XIV,6). — 2 fr di ansa a nastro 0 ad ascia verticale a sezione quadrangolare pertinenti ma non congiunti, attribuibili al vaso decorato a meope; impasto marrone nerastro e superficie bruno chiaro lisiciata, con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, databile probabilmente alla media età del Bronzo (Bronzo medio iniziale) — 1 fr di parete leggermente convessa decorato con linea impressa orizzontale da cui si dipartono cinque linee oblique parallele, impasto semidepurato, superfici interna ed esterna lisciate, data^ Questo tipo di ansa è riscontrabile soprattuto in Italia meridionale nei contest del "Protoappenninico B" (Lo Porro 1963: 363). La presenza di tale facies, riferibilead un momento di transizione dal Bronzo antico ἃ quel10 iniziale del Bronzo medio, già da tempo è stata individuata anche nel Lazio dei Colli Albani (ChiaRUuoci 1980: 5-6). In questa fase sono stat riconosciuti un orizzonte più antico (fase 1) ed uno più recente (fase 2) (Peroni 1989: 40. fig. 7,50). In articolare nella fase 1 le ansead anello sono impotate sulla carena o comunquesul puntodi massima espansione del vaso, e le relative sopraelevazioni presentano forme "ad ascia” oa nastro”. Nella fase 2 invece le anse sono impostate alla carena all'orlo del vaso. L'intera facies protoappenninica è caratterizzata dal asenza del “classico” stile decoraivo ceramico inciso 0 intagliato che è propio del Bronzo medio, e ciò sembrerebbe contrastarecon 'atribuzione del fi. daC. le degl'Impiccati. Si pu munque ipotizzare che esso costituisca un'eccezione all'austerità del"

amu Fig. 227. SP. 217 Via dei Laghi. C. le degl'Impiccati. Impasto protostorico (n. 222).

[d d Fig. 228, SP. 217 Via dei Laghi. C. le degl'Impiccati. Impasto protostorico(n. 222).

bile alla prima età del Ferro. Relativamente al motivo decorativo un confronto pub essere istituito con esemplari da Albano-Colle dei Cappuccini®®. — 1 fi di orlo leggermente ingrossato e svasato formante uno spigolo interno, pertinente probabilmente uno scodellone; impasto piuttosto grossolano di colore rosso bruno, ricco di inclusi micacei di medic e grandi dimensioni, riferibile all'età del Bronzo. — 1 fr. di orlo indistinto e leggermente assottigliato di coperchio; impasto rossiccio con anima nera con inclusi grossolani, cvidenti tracce di sfiammature; databile dal Bronzo recente alla prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Velletri-Monte dei Ferrari®™ (Tav. XIV, 7). — 2 fi. di parete convessa di impasto grossolano, uno di colore rossastro con anima nera, l'altro di colore grigio giallastro, inclusi micacei di medie e piccole dimensioni, superfici esterna ed interna non trattate, decorazione impressa a cuppelle, databile dal Bronzo finale alla prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Broglio di Trebisacce™ c Velletri-Monte dei Ferrari 1 fidi parete di impasto con inclusi micacei e calcareid cole e medie dimensioni, di colore bruno rossiccio, superficie li sciata, decorazione a tratti obliqui incisi che compongono un motivo angolare, databile tra la tarda età del Bronzo e la prima età dell Ferro. Per il motivo decorativo un confronto può essere istituito con gli esemplari da Velletri-Monte dei Ferrari" e Albano-Colle dei Cappuccini!” (Fig. 228, a, Tav. XIV, 8) — 1 fi di orlo assottiliato e leggermene svasato e parete rientrante probabilmente pertinente ἃ tazza non id. impasto rosso-bruno con anima grigiastra, superfici interna ed esterna liscite; foro passante (diam. mm 3) ottenuto ante cocturam (7) alla base del labbro riferibile all’età del Ferro. ~ fs di orlo leggermente assottigliato c appiattito, piccola ri sega alla ase dell'orl, pertinente a forma aperta non id., impasto semifine sabbioso di colore nero, buccheroide, con anima marrone

grigiastra, inclusi sabbiosi millimetrci, superfici interna ed esterna Tucidate, decorazione a coppie di incisioni oblique e parallele alla base di una coppiadi linee orizzontali incise immediatamente sotto l'orlo, databile alla prima età del Ferro(1l fase laziale). Per il motivo decorativo un confronto può essere istituito con un esemplareda Albano-Colle dei Cappuccini” (Fig. 229, a, Tav. XIV, 9). = 1 fr di orlo (?)°° superiormente piano ed esternamente distinto a fascia; impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, superficie interna non trattaa con impronte digitali (non intenzionali), decorazione con fascio di linee orizzontapresumibilmente inciso a pettine alla base dell'oro, riferibile probabilmente all'età dl Ferro. ~ 1 fi i parete leggermente convessa, impasto semifine di colore bruno, inclusi sabbiosi e calcarei millimetrci, superfici interna ed esterna nere, lucidate, decorazione con quattro solcature orizzontali parallele, incise a pettine; databile tail Bronzo finale e la prima età del Ferro. Per il motivo decorativo un confronto può essere istituto con gli esemplari da Grottaferrata-Colle dell” Asino®™* ed Albano-Colle dei Cappuccini”, ~ 1 fr di parete, impasto semifine, buccheroide, superfici interma ed esterna nere lucide con tracce di steccatura sulla superficie esterna, databile allaprima età del Ferro (fase laziale ΠΑΠΙΒ). — 1 fi. di parete con carena pertinente a forma aperta non id. Ciotola carenata 7), impasto grossolano di colore bruno rossiccio con inclusi micacei di mediee grandi dimensioni, stracotto, superfici interna ed esterna steccate, riferibile genericamente all'età del Ferro. ~ 1 ft di parete ad andamento leggermente convesso pertinente a forma non id, impasto semifine sabbioso di colore rossastro, con inclusi calcarei e sabbiosi di piccole dimensioni, superficie esterna camoscio piuttosto liscita, decorazione a fasci di solcature ‘oblique contrapposte e intrecciate, databile tra la tarda età del Bronzo e la prima età dl Ferro 1 (fasi laziali I e IM). Per il motivo decorativo un confronto può essere istituito con gli esemplari

toappenninico”, introducendo alle articolate sintassi delle decorazioni appenniniche con una combinazione di elementi per aro piuttosto originale 5° Cuan 1978: 64, 65 tav. XVI, 9, 125 in impasto rosso, 6-66, 65 tav. XYI,19, 125 con superficie rossa lisca, 144, datao al I periodo laziale. 59 Anau, Bozzaro, MENGARELLI, ROLFO 2004: 108 con fig. 13 n. 5, ‘2° Bursa 1984a: 216 tav. 63,8, 217; 218 av. 64,7, 219. ^ ANGLE Bozzaro, MENGARELL, ROLEO 2004: 9 fig. 8 n. 146, 101. 9 ANGLE Bozzaro, Mounant, ZARATIN 2008: 42 fig. 9,2. e ChiaRveci 1978: 64,65 tav. XVI, 5; 125 motivo decorativo IV; 143.

‘© Non sembrerebbe trattarsi di un colino dal momento ce il foro sembra essere isolato " Cinagucci 1978: 64, 66; 65 tav. XVI, 19; 125 motivo decorativo VII 4. ‘© La frammentarietàdel pezzo edil cattivo stato di conservazione non permettono una sicura identificazione. ^ Ance, Gui 1977: 32; 33, ig. 3,1. “©” Cunaticr 1978: 64, 65 tav. XVI, 5; 125 motivo decorative IV, 143. 144, ‘9% Ad Osteria dell Osa il motivo tipo XXXII è ricorrente sui vasi bian-

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Fig. 229. SP. 217 Via dei Laghi. C. le degl’Impiccati. Impasto protostorico (p. 222).

Fig. 230. SP. 217 Via dei Laghi. C. le degl’Impiccati. Impasto protostorico (n. 222)

provenienti da Osteria dell'Osa” e da Albano-Colle dei Cappuccini® (Fig. 228, b, Tav, XY, 1). — 1 fr. di parete di impasto grossolano con inclusi micacei e sabbiosi di piccole e medie dimensione, di colore bruno giallastro con anima rossa e superficie camoscio lisciata, decorazione con due fasci obliqui di solcature contrapposte incise ἃ pettine; databiJe trail Bronzo 3 e la prima età del Ferro (Il fase laziale - fase ini ziale IIT. Per il motivo decorativo un confronto può essere istitu to con l'esemplare da Albano-Colle dei Cappuccini" (Tav. XV, 2). — 1 fr. di parete di impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensione, di colore bruno, argilla stracott, deorazione con due solcature parallele sulla superficie esterna, databile alla prima-media età del Ferro. Per il motivo decorativo un confronto può essere istituito con gli esemplari da Rocca di Papavia dei Laghi, da Albano-Colle dei Cappuccini®® e Osteria dell Osa (Fig. 229, b) ~ 1 presa a linguetta pertinente a grande contenitore, impasto rossastro, grossolano, inclusi micacci e calcari di medie e grandi dimensioni^*, databile alla prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Lanuvio-Colle San Lorenzo™, da Albano-Paluzzi?" e da Turania® (Fig. 230, a, Tav. XV, 3). — 1 presaa linguetta pertinente a contenitore da fuoco, impasto rossastro grossolano, inclusi micacei ecalcari di medie e grandi dimensioni, databile alla prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Albano-Paluzzi?" (Fig. 230, b, Tav. XY, 4) — 1 fr di orlo appiattito leggermente rientrante con spigolo in terno pertinente ad olla a botticella, impasto medio, sabbioso, inclusi calcarei millimetrii, colore bruno rossiccio, superficie bruno chiaro lisciata, databile alla tarda età del Bronzo. Un confronto può

essere istituto con gli esemplari da Broglio di Trebisacce, settore B, buca nello strato H™ e soprattutto, settore D, strato 1B, riquadro L^ e da Velletri-Monte dei Ferrari? (Tav. XY, 5). ~ 1 fr di orlo e parte di parete pertinente ad una scodella a profilo continuo, orlo leggermente rientrante, impasto grossolano, inclusi micacei di mediee grandi dimensioni, di colore marrone con superficie esterna e anima nera, superficie interna liscia, databile tra il Bronzo finale e la I-II fase laziale. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Ariccia-Valleariccia?^ e da Lanuvio. Colle$. Lorenzo? (Tav. XV, 6). — 1 fr di fondo piatto di vaso con pareti troncoconiche, impasto grossolano, inclusi di grandi dimensioni, colore bruno rossastro, databile tra la fine dell'età del Bronzo e l'età del Ferro (Tav xv». — | fr di fondo pertinente a forma chiusa non id., impasto grossolano, inclusi di grandi dimensioni, colore bruno rossastro — 1 fr di orlo appiattito con leggerissima risega al di soto, parete a profilo convesso e rientrante, probabilmente riferibile a olla impasto fine lucido, inclusi calcare e sabbiosi millimetrci, colore bruno-grigiastro e superfici grigie, lisciate, databile tra la tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro (I fase laziale). Un confronto può essere istituito con l'esemplare da Broglio di Trebisacce, sctore D, strato 1A 1, riquadro L^ e, soprattutto peril profilo della parete, diverso l'orlo, con l'esemplare da Velleti-Monte dei Ferrari, US 3 (Tav. XV, 8). — 1 fe. di orlo appiattito e leggermente ricurvo pertinente ἃ tazimpasto fine bruno lucido, inclusi micacei millimetri, superficie nera lisciata, decorazione con linea orizzontale incisa subito sotto l'orlo e coppia di linee orizzontale incise a pettine sul collo, databile all’età del Ferro (II fase laziale). Un confronto può essere

sati ad alto piede (Berti SesmeRi, De Sas 1992: I, 258-260; II, tav. 17, tipo 10). o" Bierri SesmeRi 1992: I ταν. 7, tipo XXXII ‘> Chiartcci 1978: 64, 65 tav. XVI, 1; 128 motivo decorativo XXIV; 143-144, 7" Chuanucet 1978: 64;65 tav. XVI,3, 125 motivo decorativoIV 143n. ‘= ομιλκύσαι 1978: 99, 100 tav. XXXII, 2; 125 motivo decorativo IV, 154. ‘20 CuaRucet 1978: 64, 65 tav. XVI, 11; 125 motivo decorativo IV, 143-144, ‘os she Boeri SestiRI 1992: IT, tav. 6, tipo I ‘5 Esistono linguette piuttosto simili, anche se generalmente i dimensioni maggiori, anche nei fomell “ἃ ferro di cavallo” del tipo ITA, noto dalla

fine del VIVinizi VI nella regione etrusco laziale (Scuesrax 1986: 112-113) ^" Ciau 1980: 7,8 tav. IT 4, dato all'età del Ferro. ‘© Cuanvccs 1978: 54, 57 tv. XII, 14: 119 tipo 67, 139, datato all'età del Bronzofeà del Fem. “0 BELARDELLI 1996: 40-41, fig. 2, 2 per una presa a lin ita da un contesto “verosimilmente nell'ambito della prima et del Fer Caanucer 1978: 54,57 tav. XII 14; 119 tipo 67, 139. πο CaroreRR, GIARDINO 1984: 44, 55 tav. 1, 14, 56 per il f daato al Bronzo medio eo recente. ‘9 Curorennt, GIARDINO 1984a: 55,71 ts. 46, 72 ^7 ANGLE, BOZZATO, MENGARELL, RoLEO 2004: 98 fig. 7, n. 147, 99-100. “> CitaRücc 1978: 87 tav. XXVI, 9:91; 111 ipo16; 149, Cinnucci 1980: 7; 8 ταν. I, | ^ CaroreRRa, GIARDINO 1934: 90,101 ταν. 19, 1. 421

istituito con gli esemplari da Albano-Via Virgilio?" da Albano-Via S. Francesco™, © da Osteria dell’Osa® per la decorazione un confronto è possibile con l'esemplare da Osteria dell’ Osa” (Tav. xV.9) — 1 fi. di orlo leggermente ingrossato all'esterno, pertinente a grossa scodella non id.; impasto bruno fine con inclusi micacei millimetrici, superficie esterna camoscio, interna nera, lucidate, databile tra la tarda ett del Bronzoe la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con l'esemplare da Velletri-Monte Ferrari, US 0*9 (Tav. XV, 10). — 1 fr. di presa a linguetta di impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, colore bruno rossiccio, databile tra la media età del Bronzo c la prima età del Ferro (III fase laziale). Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Castel Gandolfo-ex Orti Torionia"® e da Grottaferrata-Colle dell’Asino*® — | fr di parete pertinenteἃ forma non id, decorato con bugna circolare, impasto grossolano con inclusi micacei di piccole e medic dimensioni, colore bruno rossiccio, lucidato esternamente, databile alla tarda età del Bronzo. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Velletri-Monte dei Ferrari (Tav. XV, 11). — 1 f di orlo indistinto e leggermente assottigliato, pertinente a scodella a profilo continuo e ricurvo; impasto rossastro, con i clusi micacci di medie e grandi dimensioni, databile dal Bronzo finale alla I-II fase laziale. Un confronto è possibile con gli esemplari da Ariccia-Valleariccia"® e da Lanuvio-Colle S. Lorenzo (Tav. XVI, 1). — 1 ft di orlo assottiglia pertinente ad un vaso di forma aperta, di impasto rossiccio con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, realizzato con tecnica del colombino, databile all'età del Ferro. — | fr. di parete di impasto semifine con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, di colore nero, superficie esterna lucidata, riferibile alla tarda età del Bronzo, prima età del Ferro. ~ 1 fr di ansa “a nastro" pertinente a contenitore non id, riferi bile alla piena età del Bronzo. — 89 frr i parete di impasto, generalmente grossolano di coloTé rosso 0 rosso bruno con anima nera, spesso con inclusi micacei e pagliosi, i spessore medio o alto, molti dei quali con superfici steccate o lucidate, pertinenti a contenitori di medie e grandi dimension, databili τὰ a tarda età del Bronzo c la piena ed del Ferro. Impasto bruno — 2 frr. di parete con superficie esterna lucidata, pertinenti a forme chiuse non idd,, impasto sottile di età orientalizzante. 1 fr di parete con superficie esterna trattata a extralucido, pertinente a forma non id., impasto buccheroidedi età orientalizzante.

= 1 f di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 512, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili trail 530/520 ed il 500 a. — 3 fr di parete pertinenti a grandi contenitor i forma chiusa non idd. (grandi olle o pithoi) — 19 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Impasto rosso

= |fr. di orlo pertinente a forma aperta (tazza?) assimilabile al tipo Carafa 1995, 282, attestato in stratgraie comprese tra il 600 e il 5508 Com, ~ 1 fr. di parete decorata sulla superficie estema con cordone plastico orizzontale e parallelo, riferibile a forma chiusa non id, probabilmente olla o pithos. ~ | fi presa pertinente a forma non id. ~ 1fi di parete pertinente a forma chiusa non id, probabilmente olla. L'ingobbio esterno è andato completamente perduto ma dalla qualità dell'impasto e dal trattamento della superficie interna. si può riferire probabilmente all classe dell'impasto rosso. ~ 1 fr. di parete con cordone plastico o bugna o attacco di ansa. pertinentea forma chiusa non id. Vernice nera — 1 fi di orlo assottiliato di coppa emisferica non id, attribuibile all’atelier des petites estampilles. ‘Comune da mensa e da dispensa. — 3 fi. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 1 ft di orlo di coperchio a patina cenerognola tipo Carta 1978, fig. 131, 260-Olcese 2003, tav. XIX, 10,di produzione campana, datato rispettivamente in età traianea c tra il I e il I sec. irr 1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id 223. AREA DI FRR. FITTILI m 613 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

Impasto grezzo — 1 fi di breve tesa concava inclinata verso l'esterno attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in associazione ad una ciotola tipo Carafa 1995, 462, in strati databili ra il 500 e il 475/450 aC.

Nel settore occidentale dell’ampio appezzamento che si allarga tra via delle Noci a nord, via dei Laghi a ovest e via Crocetta Vivaro a sud, dove il terreno, a coltivazione ortiva, che dal margine di via dei Laghi scende con morbido decli vio verso nord-est si fa quasi pianeggiante, affiora un'area di fre fitili (Fig. 224). Diffusi in alta concentrazione su una superficie di mq. 1.100 circa", si notano soprattutto frr di ceramica a impasto e solo nel settore occidentale dell'area, dove il terreno inizia a riacquistare quota, affiorano diverse scaglie di selce

^ Ante, Bozzxro, MexcaRELLI, Rouro 2004: 103 fig. 10n. 219, “em Cantcar 1978: 11,73, 74, v XX,3; 113 tipo 27, 146-147. Citbiuccr 1987: 204, 205 fg. 3 > MagsHaLt, SaLvaped 1992: 1781, 437; Biermi Sesment 1992: I fig. 192, ‘© Bisrn SestiRi 1992: 1, 226 relativamente al motivo decorativo, a feito alle IV fase la + ANGLE, BOZZATO, MENGARELLI, ROLFO 2004: 100 fig. 9 n. 136, 101. s Cinaaccr 1978: 86 tav. XXV, 6; 88, 118 tipo 66, 150-152 «© AscLE, Gumi 1977: 31 fig. 25,32.

ve Ancur, BOZZATO, MoLINARO, ZaRxTINI 2003: 41 fg. 7,6. κα Cinxsccr 1978: 87 tav. XXVI, 9; 91; 11] tipo 16; 149 "CRUCE! 1980: 7; 8 tav. Π 1 “© CARAFA 1995: 177 ig. 179. ^ Canara 1995: 191 Bg. 192. © Canara 1995: 121 fig-122 “= Cara 1978 [1987]: 131 fi.132 dallo strato IV; Otcese 2005: 90. L'esemplare in esame appare di produzione campana. Per Ia produzione campana del ipo vd. voL 2000: 291-292 n. 170. "Il sito, che è compreso all interno dea proprietàal civicon. 142 di via dei Laghi, è di difficile individuazione malgrado l’artura al momento

104.

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miste a qualche ciottolo e pochi frr. di ceramica comune e di anfore, probabilmente scivolati dal sito soprastante (n. 224). 1 materiali sembrerebbero attestare la frequentazione dell’area durante l'età orientalizzante e la presenza di una fattoria/casa in uso almeno nel corso del VI secolo a.C.

Opus doliare — 1 fr di parete in impasto arcaico. — 1 fi di parete in impasto rosso di età romana.

Impasto bruno — | fi di spalla pertinente a forma chiusa non id, riferibile a età orientalizzante. — Vis di ansa a nastro pertinente a forma non id, riferibile a età orientalizzante. — 2 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., riferibili a età orientalizzante.

224. AREA DI RR. FITTILI m 619 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Il Pratone

Impasto grezzo — 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 502, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databi lira il 600/590 e it 500 a.C. — 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 509, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 530/520 e il 500 a.C A^. = 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 510, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatinoin strati databiJi tra ἢ 600/590 e il 530/520 a.C. — 1 fr. di orlo pertinente a olla riferibile probabilmente all'esemplare con vasca cilindrica tipo Carafa 1995, 421, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il ‘600/890 e il 500 a.C. = 1 fr di fondo pertinente forma chiusa di grandi dimensioni non id. = 1 fi di parete con attacco di ansa a nastro pertinente aforma chiusa in impasto tardo arcaico non id — 4 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 5 fir di parete pertinenti a forme non idd. Impasto rosso ~ 1 fi di orlo odi piede pertinente a forma non id — 1 fr. di parete con attacco di ansa pertinente a forma chiusa (olla?) non id. = 1 f di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa non id. — 13 frr di parete pertinentia forme chiuse non ida. Comune da mensa e da. spensa ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco. — 1 fi di orlo pertinente a forma non id. — 3 fr di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd.

Nel settore occidentale dell'ampio appezzamento che si allarga, quasi in piano, tra via delle Noci a nord, via dei Laghi a ovest e via Crocetta Vivaro a sud, sî rinviene una piccola area di frr. fitii. Il terreno, a coltivazione ortiva, scende con leggero declivio, quasi uniforme, verso nord-est, fino alla vasta pianura centrale oltre la quale risale verso i Colle delle Vacche*" (Fig. 224). Nel settore più alto, quasi a ridosso del lato nord-orientale della via dei Laghi, affiorano in bassa concentrazione su una superficie di mq. 250 circa, caratterizzata da buona visi bilità, soprattutto scaglie di selce e frr. di ridotte dimensioni di materiale edilizio, scarsa presenza di ceramica, quasi Iimitata alla classe della comune da fuoco, fatta eccezione per pochi fr. di sigillata africana e anfore, insieme ad alcuni frr di ceramica a impasto da riferire probabilmente all'area pocoa nord-ovest (n. 222). I materiali sembrebbero attestare una frequentazione delarea tra la fine della media età repubblicana e il II secolo .C., forse in relazione all'esistenza di un nucleo sepolcrale. Impasto bruno — 1 fr di parete pertinente a forma non id., impasto di colore scuro, superfici steccate. Impasto rosso ~ 2 frs di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Sigillata africana — 1 fr di fondo pertinente a forma non id., in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana. Comune da mensae da dispensa — 1 fr di orlo di olla tipo Duncan 1964, form 27, fig. 12, 103, attestatoin contesti di età flavin". — 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id.

Anfore — 1 fr di parete di produzione tarraconese = 1 fi di spalla con attacco d'ansa di produzione tirrenica.

Comune da fuoco = 1 fi di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale, trova confronto con il tipo Ostia ΠῚ 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del II sec. C.*. — fr di orlo di di clibano tipo Olcese 2003, tav. XVIIL 4, databile ta il IL sec. a.C. e eta augustea”.

della ricognizione garantisse una buona visibili, in quanto ripetuti lavori agricoli a cui la terra è frequentemente sottoposta, essendo sfruttata per coltivazioni a stretta rotazione, hanno sparso il materiale su una superficie piuttosto vasta, riducendolo inoltre in i. generalmente minuti. ® CARAFA 1995: 188-189 fig 20 Canara 1995: 191 fig-192. 20 Canara 1995: 191 fig-192. ^ Carra 1995: 166-167 fig

πε L'esiguità del f, con ingobbiatura su entrambe le superic, ne ren de difficile l'interpretazione. 4 L'arca interessata dellaffioramento è compresa all'interno della proprietà al civico n. 142 di via dei Laghi “Duncan 1964: 61, 79. "Atlante 212; AGUAROD OtAL 1991: 247-248, 305-307 figg 45 nn. 3-6, 46,47 m. L3 «5 OLCESE 2008: 88-89 423

= 1 fi. di orlo di coperchio non id. — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 8 fr. di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fi di ansa a nastro leggermente tricostolatadi anfora grecoitalica tarda,di produzione tirrenica, diffusa ra i Ile il Il sec. a.C. — 1 fr. di parete di prodazione non id. 225. AREA DI FRR. FITTILI m 612 s.Lm. Pian di Cerri - Via delle Noci

Nel settore meridionale dell'ampio pianoro che si estende tra il lato settentrionale di via delle Noci e via dell’ Acero si nota un ridotto affioramento di materiale ceramico antico. L'area, in lieve declivio verso sud-est fino a via delle No-ci, è caratterizzata da buona esposizione, sebbene chiusa a nord dai M. ti delle Faete, a sud dal massiccio dell’ Artemisio e in prossimità della morbida gola che separa i Colli dell' Acero e delle Vacche. Su una superficie di circa mq. 950, occupata da coltivazioni ortive, che offre una buona visibilità, sono sparsi in alta concentrazione frr. di impasto riferibili a materiale edilizio di età arcaica, rari frr. a impasto chiaro e rosato di età romana, qualche ciottolo in selce, diversi frr. di ceramica a impasto, più rari di ceramica comune e anfore. 1 materiali attestano la frequentazione dell’area a partire all'età orientalizzante e quindi la presenzadi una fattoria/casa di età arcaica", sulla quale, presumibilmente, nel corso della prima età imperiale si è impiantata una struttura rurale di ridotte dimensioni, in uso fino ad almeno il secolo d.C. Impasto bruno = 1 fr, di bordo pertinente a coperchio a vasca profonda tipo Carafa 1995, 75, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in stratigrafie comprese tra il 730/720 e il 530/520 aC“, — 1 fi. di piede pertinente a forma non id., impasto colore bruno, superfici lavorate a stecca. — [fr di parete pertinente a forma aperta non id., impasto colore bruno-nocciola, superficie interna steccata. Impasto rosso ~ 1 fr di orlo probabilmente pertinente a olla tipo Carafa 1995, 277, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 600/590 e il 500 2.0.4, — 1 fr. di orlo pertinente a ciotola con orlo estroflesso tipo Carafa 1995, 244, 0 a olla tipo Carafa 1995, 357, esemplari attestati a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili ta il 530/520e il 500 aC — 2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non id. 9 L'area dellafioramento appare dilatata dall'azione dei mezzi mec"I Ceara 1995:41 fg, 43. + Canara 1995: 119, 121 fig Cana 1995: 110 peril ipo 244; 148-149 fg. peril tipo 357 424

Jmpasto chiaro-sabbioso — 3 fr. di parete probabilmente pertinente a forme aperte (bacin0 0 mortaio) non idd. — 1 fr. di fondo a disco pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa

~ 1 fe di lla ipo Duncan 1964, form 59, fig. 17, 210%, attestato in contest datati tra il 65 ei 75 d.C. — 1 fi i parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco

~ ~ = —

1 fi di presa pertinente a coperchio non id | fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. 1 fr di parete con carena rilevata probabilmente riferibile a 5 fi. di parete pertinenti ἃ forme non id.

Anfore — 1 ft — ft ~ 1 fi — [fr

di parete di produzione di parete di produzione di parete di produzione di paretedi produzione

lusitana. orientale. tirrenica. vesuviana.

226. AREA DI FRR. FIITILI m 606 s.l.m. Pian di Cerri - Via delle Noci

Nel settore meridionale del pianoro che dal lato meridionale di via dell” Acero scende con leggera pendenza fino a via delle Noci, poco a nord-est del sito n. 225, affiorano frr di materiale antico". Su una superficie di mq. 150 circa, coltivata ad orto e caratterizzata da media visibilità, si notano, in bassa concentrazione, alcuni frr. di ceramica a impasto, generalmente di piccole dimensioni, con rarissimi frr. di laterizi a impasto rosa e chiaro di età romana e pochi frr. di ceramica comune e anfore, L'affioramento sembra attestare una frequentazione durante l'età arcaica e successivamente, forse, la presenza di una piccola area sepolcrale, che i materiali permettono di riferire genericamente all’età romana. Impasto grezzo — 4 frr di parete riferibili a forme chiuse non idd. Impasto rosso — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. Ceramica comune da fuoco ~ 6 fr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore — 1 fi di paretedi produzione tirrenica. — 1 fi di parete di produzione non id. ^ DUNCAN 1964: 69, 84, ^ Tuta l'area, sebbene ben esposta verso sud-est, è chiusa tra i M. delle Faete a nord il massiccio dell’Artemisio a sud, oltre ad essere posta a poca istanza dalla sella che separa i Coll dell’ Acero e elle Vacche, che costituisce un corridoio obbligato peril passaggio delle correnti i ria fredda.

227. AREA DI FRR. FITTILE m 610-607 s.l.m. C. le dell’ Acero

Lungo le pendici e, in parte, sulla sommità di una piccoJa altura, compresa tra il Colle dell’ Acero a nord e quello delle Vacche a sud, si rinvengono frr. di materiale da costruzione e ceramico, sparsi in concentrazione medio-bassa su una superficie di mq. 2.500 circa. Nel terreno arativo, che consente una buona visibilità, in particolare nel settore settentrionale dell’altura, affiorano poche scaglie di selce, frr di tegole e coppi a impasto chiaro di età romana e rari a impasto chiaro repubblicana, rari fr, di ridotte dimensioni, di vernice nera, comuneda fuoco e anfore. I materiali attestano una frequentazione, presumibilmente durante l’età repubblicana e successivamente nella media età imperiale. Vernice nera = 1 fi di orlo a tesa pertinente a forma non id. Africana da cucina

— 1 fe di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197°, attestato dalla prima metà del I alla fine del IV-inizi del V sec. dC. ‘Comune da fuoco. = 1 presa di coperchio non id. ~ 1 fi. di fondo piatto di olla non id. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 fir di parete di produzione tirrenica. — 3 fir di parete di produzioni non ida. 228. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 601 s.Lm. TI Pratone - SP. 18/c Via Crocetta Vivaro

A sud-est del colle delle Vacche, poco a nord di via Crocetta Vivaro, una modesta altura, prospetta a nord il massiccio dei M. ti delle Faete ed è chiusa a sud-est dal massiccio del!’ Artemisio. Nel settore nord-orientale della sommità, alle spalle di un vecchio edificio agricolo abbandonato e all’inizio del morbido pendio con cui l'altura scende verso nord"? (Fig. 231), su una superficie di mq. 1.200 circa, affiorano in media concentrazione oltre a scaglie di piccole dimensioni e ciottoli in selce, qualche fr. di argilla concotta con tracce di inclusi vegetali, fre. di ceramica a impasto, e più rari frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, rari a impasto chiaro-sabbioso, alcuni piccoli frr. di vicoite,frr di dolioa impasto arcaico, rari fr. di vernice nera, comune da fuoco e anfore“. Pochi metri a sud dell’area, quasi al centro della sommità, su © Atlante I: 218-219, tav CVI, 6; cfr. ACUAROD Orat. 1991: 281-283, 335434) figg 7581, la quale distingue ἢ tipo in due varianti pricipaliA e B. ‘1 versati nord ed est del colle, coltivati ad ratio, offrono una buona visibilità: visi rinvengono in dispersione diversi frr di materiale edilizio e ceamico, Pochi fi. sono anche lungo le pendici oriental, fin quasi lla base.

Fig. 231. SP. 18/ Via Crocetta Vivaro. Il Pratone. Pendici orientali dell'altura (n. 228).

una superficie di mq. 30 circa, si sono notati anche due strumenti di industria litica. Nell'area, frequentata nel corso del Paleolitico medio, tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro si è impiantato un insediamento în uso fino all’età orientalizzante. Successivamente è possibile sia stata realizzata una piccola casa/fattoria di età arcaica, che forse con alcune modifiche, ha continuato ad essere utilizzata almeno fino all'età repubblicana. Litici — porzione prossimale di scheggia predeterminata, databile al Paleolitico medio scheggia con cortice databile presumibilmente al Paleolitico medio. Impasto protostorico — 1 fi. di orlo diritto pertinente ad uno scodellone, impasto grossolano di colore rossiccio con inclusi micacei ecalcarei di piccole e medie dimensioni, decorazione a impressioni digitali sullor-. lo; databile tra il Bronzo finale e la prima età del Ferro. Un cor fronto, sebbene non puntuale, può essere istituito con un esemplare da Monte Savello-Albano*® (Tav. XVI, 2). 1 fr. di parete pertinente probabilmente a forma aperta non id., impasto colore marrone, entrambe le superfici presentano lisciatura, riferibile genericamente alla prima età del Ferro. Impasto bruno 1 fr. di parete pertinente a forma chiusa non id., superficie esterna lucidata, riferibile ad epoca orientalizzante. — | fe. di parete pertinente a forma aperta non id., colore marrone scuro, entrambe le superfici sono trattatea lucido. Impasto rosso ~ 10 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. ~ 1 fi. di parete probabilmente pertinente a forma aperta non id. #1 materiali mist a scaglie di piccole dimensioni e ciotoli in selce, si concentrano ai margini del pianoro n prossimità dela fascia non arata che circonda l'edificio. 2 Citantcocr 1978: 67 tav. XVII, 6,82, 112 ipo 21, 148-149. 425

Impasto grezzo — 20 fir. di pareti pertinenti a forme chiuse non idé.

Anfore — fi. di parete di produzione spagnola.

Impasto chiaro sabbioso — 1 fr di ansa a sezione circolare pertinente a forma non id.

Opus doliare — 1 fi. di parete in impasto arcaico.

Comuneda fuoco ~ 6frr di parete pertinenti a forme non id.

230. AREA DI FRR. FIrTILI πὶ 600 s.Lm. SP. 18/e Via Crocetta Vivaro

Vernice nera = 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

Quasi al centro dell'ampia pianura che si allarga verso est, compresa tra il Colle dell’ Acero a nord e il Colle delle Vacche a sud, nel settore più vicino alle pendici di quest'ultimo, su una superficie di mq. 2.800 circa, si riconoscono in concentrazione media, che sembra intensificarsi su mq 1.000 circa, in corrispondenza di un dosso artificiale che si abbassa verso sud-est fino a via Crocetta Vivaro, frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana, pochi, di ridotte dimensioni, a impasto arcaico e più rari a impasto chiaro-sabbioso, frr. di ceramica a impasto, a vernice nera, comune, sigillata, sia italica che africana e di anfore. In prossimità dell'area sono accatastate su un piccolo spazio risparmiato dall'aratura, grosse scaglie di peperino. I materiali sembrerebbero attestare la presenza di una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso delJa tarda età repubblicana, si è impiantata una villa in uso, successivamente, almeno tra il Il e il IV secolo d.C.

Comune da fuoco — 1 fr. di fondo piatto di olla. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2fr di parete di produzioni non idd. 229. AREADI FRR. FITTILI m 620-613 s.l.m. C. le delle Vacche

Nel settore orientale della sommità del Colle delle Vacche, che domina la vallata del Vivaro a nord-ovest e fronteggia il fianco occidentale dell’ Artemisio a sud-est, e sulle prime pendici orientali, affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 880 circa, frr. di ceramica a impasto, di ceramica comune e pochi di anfore, generalmente di piccole dimensioni*". I materiali sembrerebbero indicare la frequentazione dell’area, almeno a partire dall'età arcaica: anche in considerazione delle caratteristiche morfologiche dell’area, prima con una casa/fattoria e successivamente, almeno a partire dalla prima età imperiale con un edificio, presumibilmente a carattere rustico. Impasto grezzo. — 4 frr i parete pertinenti a forme chiuse non idd.

Impasto grezzo — Lf. di bordo riferibile probabilmente a coperchio non id. Sul bordo decorazione a tacche oblique di piccole dimensioni (Tav. XVI 3) — 1 fr di parete riferibile a forma non id. Vernice nera = 1 fr. di fondo con piede ad anello caratterizzato due linee concentriche incise pertinente probabilmente piatto non id. Questo tipo di solcatura è visibile sul tipo Bernardini 1986, tav. L, n. 659 in campana, tavv. LII, LIX B nn. 670, 672 e 679 in aretina a verni ce nera, riferibili ad un periodo compreso tra la fine del Il c Ia metà del Lsec. a.C.

Pareti sottili τ Mfr di parete pertinente a forma non id.

Sigillata italica ~ 1 fi. di orlo di coppa non id. — 1 fi di parete con traccia di decorazione a rilievo pertinente a forma non id.

Comune da mensa e da dispensa — 2 fre di parete pertinenti ἃ forme non idd.

Sigillata sud-gallica. — 1 fi. di alto piede ad anello pertinente a forma non id.

Comune da fuoco ~ 1 fi. di orlodi olla tipo Olcese 2003, tav. XIII, 4, datato trail HI sec. aC. cla fine del I sec. d.C. 5. — 4 fir di parete pertinenti a forme non ida,

Africana da cucina ~ 1 fi di orlo applicato, con scanalatura superiore e patina cenerognola estera, di casseruola tipo Ostia III, 267=Hayes 197, attestato tra la prima metà del Ie la fine del IV-inizi del V sec. d.C ^^^

+" L'affioramento è difficilmente riconoscibile per la bassissima vis bilità offerta dal bosco che occupa tutta l’area sommitale e gran parte delle pendici nord-oientali. =» Ocese 2003: 85. I tipo è considerato una produzione della zona dei Coli Albani

^ Brawanoni 1986: 187, I91, 192-193, tav. L, LII LIV. #0 Arlante I: 218-219, tav. CVII, 6. Hayes ne stringe la cronologia al periodo compreso ta la fine del Ile a metà del I sc. d.C; eff. AGUAROD Orat 1991: 281-283, 335-341 figg. 75-81 la quale distingue i tipo in due varianti principali Ae B.

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~ 1 f di orlo applicato, atrofizzato, con scanalatura superiore e patina cenerognola esterna, tipo Ostia Ill, 108, databile tra la fine del IV-inizi del V sec. d.C. 2 frs di orlo di casseruola non idd. = 1 fi. di parete di casseruola non id. ~ 1 fr. di parete di piatto/coperchio non id. ‘Comune da mensa e da dispensa. ~ 1 fi. di orlo di olla non id. — 1 fi di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 5 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — | fr di orlo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 158, 287, attestato in contesti di età adrianea. = 1 fr. di orlo di coperchio non id 1 fi di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 4 fre di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 fi. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione egeo-orientale. — fr. di parete di produzione africana. — 2 frr di parete di produzioni non ida. 231*. MATERIALE SPORADICO Monte Artemisio - M. dei Ferrari.

riabili, presentava un'altezza max. di m 2 circa ed una larghezza di 1,5 m circa. Tra i materiali rinvenuti frr. di piccoli dolii decorati con vari tipi di cordone plastico ed alcune scodelle riferibili alle fasi tarde dell'età del Bronzo“ Immediatamente a ridosso del muraglione un ulteriore saggio di scavo ha permesso di individuare, a -0,20 m dal p.d.c., la sistemazione di un piano o di un vespaio in frr. ceramici e piccole schegge di pietre (m1x1,5 circa), riferibile forse ad una struttura abitativa, databile tra un momento avanzato del Bronzoe la prima età del Ferro, Attualmente nell’area circostante si rinvengono diversi frr. di impasto, sparsi in media concentrazione su una superficie di mq. 100 circa‘. 233. Area di fr. fitli. Lungo le pendici sud-occidentali, affacciate sui Pratoni del Vivaro, a partire da m 40 circa al di sotto del ciglio del pianoro, scivolati dalla sommità, su una superficie max. di mq. 1.800 circa, affiorano in media concentrazione frr. di impasto", oltre ad alcuni frr. di tegola e coppo a impasto arcaico c un fr. di coppa di verni ce nera" Le diverse strutture (n. 234), in particolare il muraglione di recinzione (n. 232), unitamente agli affioramenti nn. 235236, si riferiscono ad un insediamento di altura che la maggior parte dei materiali, fatta eccezione per quelli di età arcaica e romana i quali indiziano una frequentazione dell’area almeno fino alla prima/media età repubblicana, permettono di ascrivere al Bronzo recente. Impasto protostorico

232. Muraglione, vespaio e area di frr. fitili. I sondaggi realizzati a partire dal 1999 lungo il margine sud-orientale dell’altura, dove già dagli anni Ottanta del Novecento era nota la presenza di frr. ad impasto riferibili al Bronzo medio 3*7, hanno evidenziato un muraglione di recinzione, rilevabile in superficie per un perimetro di oltre 800 m, per circa m 100 di lunghezza. La struttura in scheggioni di tufo e "pietrame” appoggiato direttamente al terreno, di dimensioni va-

— 1 fr di ansa orizzontale a maniglia, a sezione semicircolare, pertinente a forma non id. di impasto bruno rossiccio, superficie non trattata, databile alla prima eta del Ferro. Un confronto pub essere istituito con gli esemplari da Castel Galndolfo-ex ort Tortonia**®e da Albano-Paluzzi"^ (Tav. XVI, 4) — 1 fr di presa a linguetta forata, impostata orizzontalmente sulla carena, pertinente aciotola carenata di impasto bruno rossiccio, con rar inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, superfici levigatoe stcccate, databile tra il Bronzo finale © la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituto con gli esemplari da Velletri-Monte dei Ferrari da Albano-Paluzzi* (Tav. XVI, 5). — 1 fi di parete con cordone plastico con impressioni digitali pertinente a olla, in impasto rosso-bruno, grossolano con molti inclusi micacei e calcarei di mediee grandi dimensioni, superficie intema sciato, databile ala prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Broglio di Trebisacce, settore D, livello 5, riquadro V* e Velletri-Monte dei Ferrari, US 0*7. 1 ἐς di parete con cordone angolare rilevato, pertinente a forma non id, impasto rosa-arancio con anima nera, con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, databile tra l'età del

^ Atlante I: 218-219, tax. CVI,S. 20% ANGLE, BELARDELLI 2002: 73; ANGLE 2003a: 139-140; BeLaRDeit 2004: 119 fg. 2,1, 120-121, 121 fig. 4. = CHIARUCC 1996: 5-6 tav. Ln. 18; Ζακάττινι in ANGLE, BOZZaro, Mounano, ZaRATTIN 2003: 34 specialmente nota 4, ne ricorda la segnalazione da pate dell associazione OPE nel 1993; ANGLE 2006: 18-19. πάνου, BozzaTo, Mounaao, ZARATTII 2003; ANGLE 2003: 142; ‘Anau, BOZZATO, MENGARELLI, ROLEO 2004: 89.90; ANGLE, BELARDELLI, Berrerzi 2004: 203, 204 fig. 1 n. 10,205; ANGLE 2006: 18 fig. 1, 8,19,20 fig. 6 material. ‘Diversi affioramenti sono a distanze abbastanza ravvicinate, gra vitanti maggiormente vers i| settore nordorientale dell altoa (nn. 235n» 7" Un incendio, verificatosi durante l'estate del 2003, ha permesso il

riconoscimento di una notevole quantità di materiale antico, maggiore anche di quella notata, sebbene in condizioni di visibilità peggiori, su pianoτο superiore. 4] materiali i età romana si rinvengono nella zona più bassa delle pendici. "5 ChiuRucci 1978: 87 tav. XXVI,3, 88, 119 tipo 70, 150-152, attestato in contesti compresi ra la fine del periodo IA-iniz IB el periodo IB 1-B2. “9 ChiuRUCCI 1978: 52,53 tav. XI,7, 19 ipo 70, 142, datato al Il periodo laziale. ANGLE, BOZZATO, MOLINARO, ZARATTIN 2003: 41, 42 fig. 8,3, daaτ alla tarda età del Bronzo. πο Cinarucci 1978: 48, 53 tav. XI, 2, 11 tipo 18, 136-143. ^ CapoFERRI, GIARDINO 1984: 84 tav. 17, 1,85 peril fr. di dolio 2 ANGLE, BOZZATO, MENGARELLI, ROLFO 2004: 99 fig. 8 n. 187,102

Nel 2002, in una piccola sella, lungo le pendici occidentali del Monte dei Ferrari, a quota 900 m s.L.m., è stata recuperata un'ascia piatta in bronzo databile alla fine dell'EneoTitico*™, 232-233. STRUTTURE MURARIEE AREA DI FRR. FITTILI m 885-870 s.l.m Monte Artemisio - M. dei Ferrari.

427

Bronzo finale e la prima età del Ferro. Un confronto pub isituirsi

con un esemplare da Broglio di Trebisacce, settore D, livello di

contatto S/1* (Tav. XVI, 6). — 2 frr. di pareti rettilinee, pertinenti c congiunti, con cordone angolare a rilievo, riferibili a olla di grandi dimensioni, impasto rosso bruno con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superficie esterna bruna, lisciata, databile tra la media età del Bronzo e la prima età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Albano-Paluzzi", Roccapriora-Colle della Mola", Turania*®!, Torre Paola”, Broglio di Trebisacce, settore D, livello S, riquadro K* (Tav. XVI, 7). = 2 fir di pareti di impasto rossiccio con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni. — 4 fr di pareti di impasto bruno rossiccio con inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, superfici steccate. ~ 1 fr. di carena e parte di parete pertinente a ciotola o tazza, impasto grossolano con inclusi micacei di grandi dimensioni, colore bruno-rossiccio. — 15fr. di parete pertinenti a forme chiuse di medie dimensioni non idd., genericamente riferibili all'età del Ferro. Impasto bruno — ἦν di orlo estroflessoe ingrossato pertinentea olla tipo Carafa 1995, 38, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra 650-530/20 a.C.** (Tav. XVI, 8). Impasto grezzo

— |fr di ciotola tipo Carafa 1995, 448, forma attestata a Romapendici settentrionali del Palatino in contesti databili a il 700 e il 450.0. = 1 fe. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 379, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili rail 550 e il 500 a.C. * (Tav. XVII, 1). ~ 1 fr di orlo pertinente a bacino assimilabile al ipo Quilici, Quilici Gigli 1980, attestato a Crustumerium nel sito U, tav. XLVII, 44, forma documentata dalla fase orientalizzante e diffusissima in età ato repubblicana" (Tav. XVII, 2) 20 fr di parete pertinenti forme chiuse non idd. di medie e grandi dimensioni. Impasto rosso — 1 fi. di parete pertinentea forma chiusa non id. = 1 fi di parete pertinente a forma non id. Vernice nera — 1 fr di orlo arrotondato ed assottigliato e di vasca di coppa emisferica tipo Morel 1994, 2784c 1=Bernardini 1986, tav. XIII, i alla prima metà del II ‘Comune da fuoco. ~ 1 fr di parete con solcatura orizzontale pertinente a olla noni. ^" Bursa 1984: 210 tav. 53/4, 213. + Ceaanucer 1978: 56, 58,57 tav. XII, 1, 136-143. s Cinanucct 1978: 37 ta. VI, 2,38, 132-135. c" BexnDeLLI 1996: 40,41 fig. 2n. 1 «Pascucci 1996: 68 fig. 2,4. “© Burra 19842: 208 v. 61,8, 211. 9% Cat 1995: 20 fig,31 25 Canas 1995: 174, 17 fig. ^h Canara 1995: 154-155 fg 428

— 1 fi di parete con attacco di presa di coperchio non id = 1 fi. di parete pertinente a forme non id. Sparced — 4 mon id — 2 — 1

ware frs di parete pertinenti ma non congiunti pertinenti a forme fr di parete pertinenti a forme chiuse non idd.. fi di orlo pertinente a brocchetta non id.

Opus doliare — 9 frr di parete in impasto arcaico. — 2 fin di parete in impasto rosso di età romana. 234. STRUTTURE m 886 s.l.m. Monte Artemisio - M. dei Ferrari

Un saggio di scavo realizzato tra il 2001 e il 2002 lungo il versante nord-orientale del Monte dei Ferrari**, circa 150 πὶ a nord-estdi quello a contatto con il muraglione di recinzione (n.232), harilevato, a -0,40 m dal p.d.c., uno strato con mate~ riale disperso nel quale erano anse con protome a becco di papera e numerose tazze carenate, databili alle fasi recente, tardo c finale dell'età del Bronzo e, soprattutto, parti di due strutture in pietrame a secco: una, a pianta approssimativa mente "sub-ovale", in pietre di medie dimensioni con inzeppature di pietre più piccole; l’altra, costituita da un allinea: mento di pietre di medie e piccole dimensioni, orientato nord-sud“. 235. MATERIALE SPORADICO m 855 sm. Monte Artemisio - M. dei Ferrari

Lungoil sentiero che costeggiando le pendici sud-orientali del Monte dei Ferrari raggiunge il Maschio dell’ Artemisio, nelle sezioni scoperte che costeggiano entrambi i lati del sentiero, m 110 circa a est del muraglione di recinzione (n. 232) e circa m 80 a sud-ovest di un altro piccolo affioramento (n. 236), si nota la presenza di pochi frr. di tegole a impasto arcaico e di ceramica a impasto. È probabile che il materiale, il quale attesta una frequen-

tazione dell'area compresa tra la media età del Bronzo/prima età del Ferro, l'orientalizzante e l'età arcaica, provenga dalla piccola altura immediatamente a nord del sentiero‘.

Impasto protostorico — 1 fi. di parete probabilmente relativa olla medio-grande, a profilo cilindro ovoide, decorazione plastica a cordone liscio, impasto marrone con pochi inclusi micacei di piccole e medie dimenQuei Gioui 1980: 124-125. ^+ Quia, Moss 1994: 224, pl. 73; Benvanpmi 1986: 59-60. "IL saggio (m 8x3) € stavo realizzato in prossimità di un sentiero aperto dalla forestale negli anni Novantadel Novecento. “© ANGLE, Βοζέατο, MOLINARO, ZARATTIM 2008: 37 fg. 4, 3, 39-4041; ANGLE, BOZZATO, MENGARLLI, ROLFO 2004. "^ L'atur, al momento, non risulta ispezionabil a causa della ita vesetazion.

sioni, superficie esterna rosso-bruna, ben lisciata, databile al Bronzo medio/recente, inizio dell'età del Ferro. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Rocca Priora-Colle della Mola", da Turania*®' c da Torre Paola" (Tav. XVII, 3). 2 fit. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., superfici esterne lisciate, riferibili all'età del Ferro. Impasto grezzo — 1 f di parete pertinente a forma non id. Impasto rosso

~ 1 fr. di orlo pertinente a ciotola a vasca troncoconica a pareti rette simile all'esemplare rinvenuto negli strati databili tra il 630/20 il 600/590 a.C. presso il tempio del Divo Giulio-Roma, i po Carafa 1995, 238 (Tav. XVII, 4) ~ 2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd.

237. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALI LITICI m 812 s.l.m. Monte Artemisio - M. dei Ferrari.

Scendendo lungo le pendici nord-orientali del M. te dei Ferrari, ai margini del sentiero che corre in cresta costeggiando la sommità, m 300 circa a nord-est del muraglione di recinzione (n. 232) e rispettivamente m 100 e 170 circa a nord-est di altre due minori aree di affioramento (nn. 235236), si nota la presenza di ἔπ: di ceramica a impasto protostorico e arcaico, sparsi in alta concentrazione su mq. 180 circa. Da questa stessa area ἃ probabile provengano alcune schegge di selce‘ I materiali attestano la frequentazione dell'area tra la media/tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro e, successivamente, in età arcaica. Impasto protostorico

236. AREA DI FRR. TTL m 820 s.l.m. Monte Artemisio - M. dei Ferrari.

Lungo le pendici orientali del Maschio dei Ferrari,m 190 circa a nord-est del muraglione di recinzione (n. 232) e m 80 a nord-est di un secondo piccolo affioramento (n. 235), apertura di un sentiero ha evidenziato la presenza, nelle sezioni che costeggiano entrambi i lati e nel terreno circostante, di fir. di impasto, sparsi in media concentrazione su mq. 120 circa. 1 materiali attestato una frequentazione dell'area durante Peta del Bronzo, e successivamente, in età arcaica. Impasto protostorico — 6 fr di pareti di medio spessore, pertinenti a forme non idd. di impasto rosso-bruno con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni e superfici esterne lucidate, databili alla tarda età del Bronzo. — 1 fr. di parete di piccolo spessore con carena appena accenmata di impasto marrone con inclusi micacei e calcarei di piccole e medie dimensioni, superficie non trattata, databile all'età del Bronzo. — 1 fr di parete di piccolo spessore ad andamento convesso, di impasto di colore bruno, inclusi micacei c calcarei di piccole dimensioni, evidenti tracce di esposizione al fuoco, superficie lisciata, databile all’età del Bronzo. Impasto grezzo - 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. — 3 fr. di parete di spessore medio-grande di impasto tardo ar. caico pertinenti a forme chiuse non idd., probabilmente olle di grandi dimensioni o pithoi.

~ 1f di oro indistinto con attacco di ansa a nastro verticale; impasto rossiccio con anima nerastra e pochi inclusi micacei e calcare di piccole e medie dimensioni, superfici bruno rossastro, li ciae; databile trail Bronzo recente e finale. Un confronto può essere istituito con gli esemplari da Albano. Paluzzi?c da Velletri Monte dei Ferari*^ (Fig. 232, a) — 1 fi. di olo leggermente appiattito, svasato e ricurvo di olla presumibilmente a corpo ovoide: di impasto rosso con anima gri gia, inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, pertinente a forma non id. riferibile alla prima età del Ferro (Fig, 232, ). — 1 fedi parete di impasto molto grossolano di colore rosso, inclusi micace di grandi dimensioni, riferibile alla prima età del Ferro. — 5 fr. di pareti di impasto rossiccio; inclusi micacei e calcarei di piccole dimensioni, non tomiti, riferibili alla tarda età del Bronzo, inizio età del Ferro. ~ 1 fr. di parete ad andamento convesso, di impasto bruno nerastro con rai inclusi calcarei di piccole dimensioni e superficie estera nera ben lisciata (buccheroide), pertinente a di forma non id. riferibile alla tarda età del Bronzo, inizio cà del Ferro. - 1 fidi parete leggermente convessa pertinent ἃ grosso contenitore, impasto rosso-bruno con inclusi micacei e calcare di medie e grandi dimensioni, superficie intema ben liscita e tracce di steccatura sulla superficie interna, decorazione plastica con cordone liscioa sezione triangolare; databile ra Ta media età del Bronzo e l'inizio dell'età del Ferro. Un confronto può essere istituito con un esemplare da Albano-Paluzzi (Tay. XVII, 5) Impasto grezzo ~ fir. di orlo ingrossato e schiacciato inferiormente pertinente ad olla riferibile al tipo Carafa 1995, 399, presente a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili al 600/590-500 a.C. e il 530/20. 450 a.C." — 2 fim. di parete di spessore medio-grande riferibili a forme chiuse non idd. (ole di grandi dimensioni?)

Impasto rosso — 4 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., di cui uno con attacco di ansa impostata verticalmente (olle?).

Impasto rosso — 2 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. con superfici ingobbiate. — 1 fr. di gola e parete pertinente a forma chiusa non id.

^ Cuanucci 1978: 37, tav VI,2, 132- 5. ^ Bar ARDELLI 1996: 40,41 fig 2, | databile “verosimilmente ellambito della prima età del Ferro” "^ Pascucor 1996a: 68 fig. 2, 4 con riferimento al bronzo medio iniziale. A Canara 1995: 108-109 fig,

^*^ ace 2006: 18, spealmentefg. 1,4. = Ciaanucer 1978: 44, 45 tav. VII, 3, 114 tipo 33, 136-143. ^^ ANGLE, BOzzaro, MENGARELLI, ROLFO 2004: 103 (con fig. 10)n. 211. + Chuan 1978: 56,57 tv. XIN, 5, 129, 136-143. Canara 1995: 159ig. 161. 429

Comune da fuoco = | fi di orlo pertinente a anforetta tipo Pohl 1978, fig. 110, 1582, attestato in contest di età claudia” — 1 fi di parete con attacco d’ansa pertinente a olla ansata non id — 1 f di parete di carena di casseruola non id. — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — Vf di parete pertinente aforma non id. Anfore — 1 fr. di parete di produzione africana. ~ 1 fr. di parete di produzione egeo-orientale. Fig. 232. Monte Artemisio. M. dei Ferrari. Impasto protostorico (n. 237). 238. AREA DI FRR. FITTILI m 730-725 s..m. Monte Artemisio - M. dei Ferrari. S. Bartolomeo

ΑἹ centro del settore compreso tra la cime del Peschio e quella del Monte dei Ferrari, immediatamente a monte del sentiero che da via del Cigliolo sale verso la montagna passando per la fonte di S. Bartolomeo, si trova uno dei piccoli pianori che caratterizzano il sistema pedemontano, spezzandone la pendenza*". Lungo le pendici sud-orientali che dal pianoro scendono fino al sentiero sottostante affiorano in media concentrazione, su mq. 260 circa, fr. di tegole a impasto arcaico, tra cui alcune riferibili a periodo orientalizzante recente, e tardo arcaico, meno a impasto chiaro e rosso di età romana, fr. di lastre in marmo italico (spess. cm 4), qualche frr. di dolioa impasto arcaico, rari frr. di ceramica comune e anfore, presumibilmente scivolati dalla spianata soprastante. L'affioramento sembra attestare una frequentazione durante l'età arcaica e successivamente nella prima età imperiale, forse anche nel tardo impero.

239. VASCHETTA m 920 s.l.m. Monte Artemisio - M. Peschio

Appena sotto l'altura di Monte Peschio, lungo le pendici nord-occidentali, si conserva una vaschetta, irregolarmente quadrangolare (m 0,79/0,77x0,75/0,89), scavata nel banco naturale affiorante. La vaschetta, profonda non più di m 0,20 circa, si trova su un piccolo pianoro, a ridosso del ciglio lung0 il lato orientale (Fig. 233) È ipotizzabile, considerate sia le caratteristiche planime-

triche che l'ubicazione in un'area boschiva, che possa trattarsi di una vasca utilizzata per l'estrazione del tannino e quindi riconnettersi alla concia del cuoiame*”. 240. STRUTTURA A BLOCCHI E AREA DI FRR. FITTILI m936 slm. Monte Artemisio - M. Peschio

Comune da mensa e da dispensa — 2 frr. di orlo pertinenti acollo di forma chiusa, forse trilobata, a impasto piuttosto depurato con inclusi micacei e sporadici piccoli inclusi calcarei e sporadici augiti, acromo, superfici non lisciate micacee con leggera costolatura piuttosto alta che parte immediatamente sotto l'orlo. Colore marrone con anima grigia. Forme similiin contesti di VI-VII sec. d.C. — 1 fr. di ansa a nastro molto espanso pertinente a forma chiusa. non id.

Sulla sommità dell'altura immediatamente a sud-ovest della cima del M. te Peschio, sul lato nord-occidentale del sentiero che corre în cresta, resta un tratto di una struttura a blocchi, orientata nord-est/sud-ovest'**, La lunghezza max. conservata è di m 2,25, per un'altezza max. di m 0,35 circa e una larghezza rilevabile di 0,70 circa. La struttura è costituita da blocchi tendenzialmente squadrati, ben lisciati sulla faccia esterna, di lunghezza compresa tra m 0,48, 0,53 e 0,68 e profondi 0,45 m circa. Sul lato opposto della struttura, lungo le pendici nord-orientali si nota anche la presenza di un'area di fr. fitili, estesa in bassa concentrazione per mq. 200 circa, in cui si notano frr. di tegole a impasto arcaico e chiaro sabbioso, frr. di dolio e ceramica a impasto. La struttura individuata è da ritenersi in stretta connessione con quella individuata dal saggio di scavo realizzato nelle immediate vicinanze, circa m 50 a sud e m 30 a est (n. 241), I materiali attestatono la frequentazione dell’area sicuramente durante l'età arcaica.

^ Questa spianata dovrebbe corrispondere all'area in cui sorgeva l'abbazia di S. Bartolomeo (documenti dell XI sec. in Boact 1923: 180181): Teo 1644: 302, riportato da Lancia 85/2: 78, la ricorda “situata nelle flde della Faggioa, vicino dove stava un'altra chiesa col titolo di S Maria”; “Ruderi” sono ricordati in quest'area da Teasencar 1910: 335; CARAFFA 1981: 142-143 n. 109 con bibliografia precedente; uno scavo abusivo il quale "ha messo allo scoperto un'absidedi pietre squadrate e avanzi di laste di marmo colorato" riferite lla chiesa di S. Bartolomeo, ὦ cordato dal Nardini in quest'area nel terzo decennio del Novecento

(Goat, Archivio pratiche. Velletri. Relazione O. Nardini dell11 aprile 1930) ^ Pox 1978 [1987]: 286, 288 dallo strato I. + Analogie mi sembra esistano, d esempio, con alcune vaschette di Monte Gentile, nord, i Ariccia (Liz 2002: 117, 338, 39 fig. 382, 341 n. 71, 345 n, 81) ein un ambito meno circoscito con quelle riconosciute alle pendici del Monte Civitella ra Arezzo e Città di Castello (Citauct 1989). "Segnalazione da parte dellassociarione OPE nel quotidiano La "Torre del 10 maggio 2002: 14.

Impasto grezzo — 2frr di parete pertinente a forme aperte non idd.

430

Impasto grezzo — 4 frr di parete pertinenti a forme non id Impasto rosso — 3 frs di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd. Opus doliare = 5 fr di parete in impasto arcaico. 241. STRUTTURA MURARIA (?) m 924 s.l.m. Monte Artemisio - M. Peschio

Nell'area centrale della cresta dell’ Artemisio, fra le cime del Monte Peschio e il Monte dei Ferrari, a seguito di ricognizioni di superficie, nel 2002 è stato realizzato un piccolo saggio di scavo*il quale ha rilevato la presenza dei rest di una struttura in blocchi parallelepipedi di tufo e di diversi strati con materiali che dall’età protostorica raggiungono il basso medioevo. ΑἹ sito è strettamente connessa la struttura individuata circa m 50 a nord e 30 a ovest (n. 240). 242. AREA DI FRR. FITTILI m 895 s.l.m. Monte Artemisio - M. Peschio

Nel settore meridionale dell’altura immediatamente a sud-ovest della cima del M. te Peschio, in un'area che dal margine settentrionale del sentiero in cresta si allarga per vengono in concentrazione medio-alta, ad impasto misti a rari frr. di tegole a impasto arcaico e chiaro sabbioso. Poco distante dall'area di frr fittli resta una macina in vicoite. I materiali possono rifersi ad una frequentazione dell’area, forse da riconnettersi, come indicherebbe la presenza di alcune particolari tipologie (fornello), ad un insediamento di altura, della tarda età del Bronzo/prima età del Ferro con una fase anche di età arcaica. Impasto protostorico — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd., impasto rossiccio con anima grigia, inclusi micacei di medie dimensioni, superfici esterne lucidate, genericamente riferibili all’età del Ferro. — Liz di parete pertinente a forma non id., di impasto rossiccio con inclusi micacci e calcarei di piccole e medie dimensioni, superfici esterne nere lucidate, riferibile alla tarda età del Bronzo/prima età del Ferro, — 1 fr di parete pertinente a forma non id., di impasto bruno con inclusi micacei di piccole e medie dimensioni, superfici esterne lucidate, riferibile alla tarda età del Bronzo/prima età del Ferro. + Draco Troccoui 2002-03: 45 fig, 4, 46 fig. 5,47 fg. 6 48 igs 78, 57-63; Mento, Tex KorreNAR, DaLmicuio in Dauwictio, DRAGO "Taoccoui, Mento, Tex KorreNa, TRONBETTA 2004: 133-134, 135 fig. d; Meo in Draco Tocco, Meno, Tex Κοκῖενακ, Datwicuo, Ταομβεττα 2004: 227 fig. 1 n. 1, 228-229. Alla struttura identificata al limite dello scavo (m 4x10 circa), si appoggiava uno strato di tegole fram: mentare, i quale ne copriva altri contenenti fr. di ceramica di impasto in giacitura secondari.

Fig. 233. Monte Artemisio. M. Peschio. Vaschetta (n. 239). Impasto bruno — | fi di parete con superficie esterna steccata pertinentea forπιὰ chiusa non id. Impasto grezzo — 1 fr di orlo di olla assimilabile al tipo Carafa 1995, 377, presente a Roma-Pendici settentrionali del Palatino in strati databilitra il 530-475/50 a.C. Il tipo sembra essere attestato anche nei siti dell Etruria meridionale (Tav. XVII,6). — 4 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non idd — 12 fi. di parete riferibili a forme non idd. Impasto rosso 1 fr di diaframma di fornello di forma circolare, mobile, con breve orlo rialzato, in impasto rosso arcaico. Per le caratteristiche formali può essere riconducibile al tipo, più antico, 4 di Delpino 1969, a disco piatto con quattro o cinque fori ellettici sui margini, e a volte un piccolo foro circolare al centro datato all'età del Bronzo finale”. Corrispondente al tipo 1 variante C di Scheffer 1981, che ne rileva una ampia diffusione in Etruria e nel Lazio!” = 1 fi. di parete riferibile a pithos o olla di grandi dimensioni. — 10 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non ida. Opus doliare ~ 7 fr di parete di impasto arcaico. 243. AREA DI FRR. FITTILI m 869 s.l.m. Monte Artemisio - M. Peschio

Sull'altura immediatamente a nord-est della cima del M. te dei Ferrari, lungo il lato settentrionale del sentiero che correndo in cresta conduce al M. te Peschio, l'apertura di 1% Canara Î995: 154-185 fig, ^" DELRINO 1969: 313 fig. I n.4, 316, 323 lo dice attestato in un'area ssi limitata comprendente Ἵ monti della Tolfa c Ia contigua zona di S. Giovenale” n Scuerren 1981: 29 fig. 2, 30 fig.3, 34-35, 36 fig. 8, 36-43, 6667, 68-69 figg. 41a-41b conil confronto con esemplari raramente riferibili con certezza alla medesima variante, più spesso di incerta atribu 431

Fig. 234. Monte Artemisio. Sorg. te Boccatorta. Ingresso al cunicoo (n. 246).

una piccola sterrata ha evidenziato la presenza di materiale ceramico a impasto, sparso in concentrazione medio-bassa su un'area di mq. 100 circa. I materiali, presumibilmente scivolati dall'area soprastante a nord-est, attestano una frequentazione compresta tra T'età orientalizzante e l'età repubblicana. Impasto bruno = lft li parete con esterno lucidato a stecca, pertinente a forma non id. Impasto grezzo = α fr di fondo pertinente a forma non id, riferibile a età orienalizzante. — 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da mensa. — 2 frr di parete pertinentia forme non idd. in impasto riferibi lea età repubblicana. 244. STRUTTURA A BLOCCHI m 927 s.l.m. Monte Artemisio - M. Peschio

Proseguendo verso nord-est dopo la cima del Peschio, lungo il margine del sentiero di cresta che costeggia il lato settentrionale della dorsale, si incontra un tratto di struttura realizzata con blocchi irregolarmente squadrati, estratti sul posto. Il muro, orientato nord-est/sud-ovest è conservato per ‘un solo filare di altezzae per una lunghezza complessiva di m 2,43, composta da quattro blocchi lunghi m 0,33; 0,80; 0,63; 0,75 e larghi da m 0,45 a 0,73 a 0,80 ealti 0,40 circa.

sto, lavori connessi al taglio del bosco hanno evidenziato la presenza di materiale fittle antico. In un'area di 250 mq. circa“, che si allarga sul lato settentrionale di un sentiero, leggermente in declivio verso sud-est, si riconoscono in bassa concentrazione, oltre a scaglie di selce di medie dimensioni, quasi esclusivamente frr. di tegole e coppi ad impasto arcaico e tardo-arcaico, pochissimi a impasto rosato di età romana, frr. di dolia a impasto rosso, e pochissimi fr. di sigillata africana e di ceramica comune. 1 materiali sembrerebbero attestare una frequentazione in età arcaica e almeno durante il IV secolo d.C., che solo in maniera ipotetica è possibile riferire ad un ambito sepolcrale. Sigillata africana — 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione D, databile dal IVal VII sec. d.C. Comune da fuoco ~ 1 fr di parete di lla non id 1 fr. di parete pertinentea forma non id. 246. CunicoLO m 554 s.m. Monte Artemisio - Sorg. te Boccatorta.

Alle propaggini sud-orientali della cima del Peschio, poco a nord-est della Fontana Bocca d'Orto, si apre l’accesso ad un cunicolo (Fig. 234). L'ingresso attuale, risultato di una sistemazione moderna, immette in una piccola camera (m 4,20x2,25), il cui fondo è πὶ -1 circa dal piano di campagna. Da questo vano si dipartono due cunicoli con percorso quasi parallelo (Figg. 235-236). Il primo, sul lato orientale del vano*", si allontana con orientamento nord-sud ed è percorribile, nonostante il forte interro causato dal crollo della volta nei primi m 1,45, per m 1,80 oltre i quali incontra un pozzo di ispezione circolare (diam. m 0,95) e conservato per m 540 circa di altezza (Figg. 236 g-h, 237). Dal pozzo il cunicolo si biforca in due rami ortogonali che si dirigono in direzioni opposte: un primo speco, interrotto dopo solim 1,35, si dirige verso ovest, il secondo, lungo complessivamente m 7,90, prosegue invece verso nord-est. È largo m 0,42 circa e

Sulla lingua pedemontana che scende parallela a ovest di quella su cui sorge il C. le dei Guardiani, poco a sud di que-

alto mediamente m 1,60, con volta tendente al sesto acuto e presenta ancora acqua sul fondo nella parte terminale**. Di maggiore sviluppo lo speco principale che dal vano d’accesso prosegue rettilineo verso nord-ovest per m 4,50, fino ad ‘una tamponatura post-antica, con una larghezza che va diminuendo dai m 1,40 iniziali a m 0,75, mentre l'altezza resta di m 2,65 circa. In questo primo tratto la volta, scavata in una lingua di peperino più tenero, appare piuttosto larga e ribassata. Anche le pareti hanno un profilo abbastanza irregolare

"In particolare i fi. si notano nell'area nella qualeè stato asportato uno strato di terreno per l'apertura di un strada di servizio peri mezzi adi iti al taglio. "Il cunicolo, ancora ricco d'acqua e sfruttato a scopi agricoli, doveva servreallirigazione dei campi, ancora oggi sistemati a terrazze, che scendono dal mite meridionale del bosco. Riferimenti in: REMIDDI 1972: 44 n.

26il quale ricorda come i cunicoo “.. diventa presto impraticabile per im pedimento di terre franate"; Der Luxco 1996: I, 68. το L'ingresso appare parzialmente tagliato dal moderno muro a blocett che ha regolaizzat la parete. “Tm questa pate resta ben evidente lungo l'imposta dela volta, il se gno dell Linea guida.

245. AREA DI FRR. FITTILI m 685 s.l.m. Monte Artemisio - C. dei Guardiani

432

247. AREA DI FRR. FITTILI m 624 s.l.m. Monte Artemisio - Via Fontana del Turano

Quasi alla base del massiccio dell’ Artemisio, nel settore nord-orientale della dorsale pedemontana che scende verso sud-est, compresa tra la F. na del Turano e Acqua Palomba, il pendio frena leggermente per lasciare spazio ad una piccola area quasi pianeggiante, protetta da pendici scoscese sui due versanti, prospettante verso sud-est. Nel terreno boschivo affiorano in media concentrazione nonostante la bassa visibil tà, su un'area di mg. 800 circa’, oltre a scaglie di selce di medie dimensioni, molti fr. di tegole ad impasto arcaico e tardo-arcaico, alcuni a impasto chiaro di eta repubblicana e romana, cubilia di peperino (cm 9x8,5; 10x11), molti fr. di dolia a impasto rosso, mentre rarissimi sono i frr di ceramica comune da fuoco. Il materiale attesta la frequentazione dell’area in età arcaica (casa/fattoria ?) e la presenza di almeno un edificio rustico tra l'età repubblicana e la prima età imperiale ‘Comune da fuoco. — 1 fr. diorlo conattacco d'ansa pertinente a forma chiusa non id. — 1 fi. di parete pertinente a forma non id.

Fig. 235. Monte Artemisio. Sorg. te Boccatorta. Cunicolo: pianta (n. 246),

e su quella occidentale è scavato un canale che convoglia le acque captate sul fondo del cunicolo. Anche sulla parete opposta, orientale, corre un piccolo canale che termina in una. vaschetta di raccolta (m 1x0,40 circa), scavata sul fondo dello speco. Sempre su questa parete è ricavata una nicchia che incide la parete naturale favorendo la captazione di acqua. (Figg. 236 a-b, 238). Dopo questo primo tratto il cunicolo piega quasi ad angolo retto verso nord-est ed ὃ percorribile per m 13,70 oltre i quali risulta interrato'*". Nel punto in cui lo speco gira, un gradino rialza il piano del secondo tratto di m 1,10 circa, creando un piccolo salto per aumentare la velocità dell'acqua in prossimità dell'uscita. L’altezza diminuisce dai m 1,20 iniziali a m 0,80, fino a raggiungere, nel tratto finale, m 0,70 circa, mentre la larghezza oscilla tra m 0,60 e 0,80 (Fig. 236, «d, e-f). La copertura, a volta, non presenta sgrottamenti. Il canale destinato a raccogliere le acque, girando corre alla base della parete orientale nei primi m 9,50 circa, per poi spostarsi al centro dello speco e divenire più largo (m 0,20) e più profondo (m 0,35). +5 Un muro moderno a blocchetti contiene ora la parete settentrionale. nel punto n cui o speco gira. Un abitante del luogo assicura di aver percor50 questo secondo tratto per uma lunghezza di almeno m 100.

ig. 236. Monte Artemisio. Sorg, te Boccatorta. Cunicolo: sezioni (n. 246). "e area di fi. si estende si due lati ἀεὶ sentiero moderno che ora saJe verso la montagna sezionando il pianoro. 433

Fig. 237. Monte Artemisio. Sorg. te Boccatorta. Ingresso al cunico10 laterale (n. 246).

Fig. 238. Monte Artemisio. Sorg. te Boccatorta. Cunicolo(n. 246).

248. AREA DI FRR. PITTILI m 575-570 s.l.m. Monte Artemisio - Font. na del Turano

costruzione sembrerebbero indicare l'esistenza di un edificio che, sulla base del rinvenimento di contenitori, è possibile ipotizzare avesse carattere rustico, in uso, presumibilmente, trala fine del I secolo a.C., forse già dalle ultime fasi dell'età repubblicana, ed almeno il Il secolo d.C., preceduto forse da una casa/fattoria di età arcaica.

Alle falde del massiccio dell’ Artemisio, poco a nord-est della F. na del Turano“, è presente un’areadi fr. ftti. Tn un piccolo pianoro, su un’area di mq. 1.200 circa, separata quasi centralmente da una sterrata aperta in occasione dei lavori del taglio, affiorano, in bassa concentrazione“ molte scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, grossi frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo arcaico (Tav. II, 7), rari frr. di tegole a impasto chiaro sabbioso e tegole e coppi a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana 8 a impasto rosa di età repubblicana, diversi a impasto chiaro e rosato di età romana (Tav. II, 8), mattoncini chiari di opus spicatum, diversi frr. di dolia ad impasto rosso, tra cui alcuni di età arcaica, pochi frr. di comune da fuoco e soprattutto frr di anfore. La posizione e la preponderante presenza di materiale da ^ L'afioramento interessa i settore occidentale di una delle dorsali strette allungate che caratterizzano la bas della montagna, nel punto in ci. le curve i livello i allargano creando uno stretto pianoro, protetto ἃ nord e in morbido declivio verso su, chiuso a este a ovest da pendici scoscese 7 Mi è stato possible riconoscere l'afioramento in occasione del aglio del bosco, nell'inverno 2004. 434

Comune da fuoco — 3 fir di parete pertinente a forme non id. Anfore

~ 1 fe di ansa probabilmente pertinente a Dressel 7-11, anfora per pesce e garun di produzione betica^ diffusa tra la prima età augustea ela fine dl inizi dl IT sec. d.C, ~ 1 fi. i ansa di Ostia I, 521-Osti II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tail 14/54 e la fine del Il sec. d.C, "La visibilità del fondo è piuttosto compromessa di residui lasciati in occasione del recente tagli. 9 Marmi KiLcHER 1994: 399; BELTRAN Lions 1990: 222-224 + DeLL'ANICO 1990: 122-124; PANELLA 1992: 195, μον 398 note 4186, 4187, 4188.

nord-est del piazzale in cui si trova la fontana'® il quale

. procede per m 14,20 circa con andamento leggermente si-

nuoso in pendenza verso sud-est, fino a piegare decisamente verso ovest negli ultimi m 4,20 circa (Fig. 240). Le pareti appaiono scavate irregolarmente e lo speco presenta un'altezza compresa tra m 0,95 e 1,35 e una larghezza che varia da m 0,65 a 0,75 fino a raggiungere quasi un metro nella parte finale. Sul fondo, quasi al centro, corre una canaletta di raccolta delle acque, larga m 0,10/0,15 Al termine di questo primo tratto una stretta apertura ricavata poco al di sotto dell'imposta della volta, a m 0,40 dal fondo, permette il passaggio ad un secondo cunicolo, ortogonale, scavato ad una quota maggiore, le cui acque confluiscono, attraverso il passaggio, nella canaletta principale. Questo secondo cunicolo, che procede in lieve pendenza da nord a sud, è ispezionabile verso sud per soli m 7,30 circa, oltre i quali sembrerebbe piegare verso est, anche se un grosso interro ostruisce, al momento, il passaggio". Nella direzione opposta, verso nord, il cunicolo prosegue per m 4,90 sino ad incrociare una terza diramazione ortogonale. Lo speco mantiene un'altezza e una larghezza media rispettivamente di m 2 e m 0,75 circa. La volta di copertura è regolare, mentre la canaletta sul fondo si fa più larga (m 0,25 circa) e profonda (m 0,35/0,40) (Fig. 241) IL terzo cunicolo, orientato nord-ovest/sud-est, inizia πὶ 2,55 circa ad ovest dell'incrocio e scende verso est per m 3,50 circa prima di essere interrotto da un crollo. L’altezza della volta di copertura va dai m 1,68 iniziali ai m 1,28, compromessi dall'interro, e la larghezza è di m 0,65. Sul fondo è scavata una canaletta di raccolta delle acque che confluisce in quella dello speco principale.

Fig. 239. Monte Artemisio. Posizionamento della struttura e delVarea di fr fitili a via Fontana Marcaccio (nn. 250-251).

250-251. VILLA m 512-484 s.m. Monte Artemisio - Via Fontana Marcaccio

Alle pendici sud-orientali del Massiccio dell’ Artemisio, è una fontana moderna ancora alimentata da un sistema di cunicoli di captazione e drenaggio. L'unico al momento ricognibile è quello circa m 100 a

250. Struttura in opera cementizia. Al margine meridionale di uno stretto pianoro delimitato su entrambi i versanti da pendici piuttosto decise e posto quasi al centro della lingua pedemontana compresa tra la F. na del Turano a nord-est € quella di Boccatorta (Fig. 239), m 250 circa a nord-ovest dell’area di fr. fittili, si conserva una struttura in opera cementizia, realizzata con scaglie di selce di medie e piccole dimensioni allettate in maniera abbastanza disordinata‘ (Fig. 242). Si tratta di un ampio vano a pianta rettangolare, orientato quasi est-ovest, lungo m 26 circa e visibile per una larghezza max. di m 3,40 sul lato orientale (Fig. 243) L'altezza max. dei muri, il cui spessore oscilla tra m 0,40 e 0,43, ricostruibile quindi come almeno di m 0,45, è conservata all’angolo sud-occidentale, dove raggiunge i m 0,75, e all’angolo opposto, sud-orientale, dove è fuori terra per m 0,65. Al centro del lato lungo meridionale l'altezza della struttura diminuisce fino a scomparire, per un breve tratto di m 0,80 circa verso l'estremità orientale, dove è leggibile so-

©" Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. “ingresso è atwalmente “protetto”da una piccola camera quadrangolare in cemento che immette nello speco antico. 77 Nel punto in cui lo speco gira verso est si può osservare un discreto

allargamento sul lato occidentale, forse indizio di un iniziale tentativo di scavo in altra direzione, “La struttura è costruita parzialmente contro terra, con il lato lungo settentrionale a ridosso del pendioed ora completamente interrato.

— 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaia, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del Il, inizi del II sec. d.C 2 fr di parete di produzione vesuviana. — 2 fir. di parete di produzioni non ida. Opus doliare — 3 frr di parete in impasto arcaico. 249. CunicoLO m 587 s.Lm. Monte Artemisio - Font. na del Turano

435

Fig. 240. Monte Artemisio. Font. na del Turano. Cunicolo: pianta (n.249)

Fig. 242. Monte Artemisio. Via Fontana Marcaccio. Struttura in opera cementizia: angolo sud-occidentale (n. 250).

lo appena al di sotto del p.d.c. Sui lati brevi est ed ovest l'altezza dei muri va invece progressivamente a diminuire fino a scomparire entro terra. 251. Area di fi fitili. Lungo le pendici della stretta lingua pedemontana compresa tra la F. na del Turano a nord-est e quella di Boccatorta a nord-ovest è presente un'area di frr fitili^^. Nel tratto in cui la pendenza inizia ad addolcirsi fino ad aprirsi in uno stretto pianoro alla base di ripide pendici che scendono a partire dalla terrazza occupata da una struttura antica, si nota un’affioramento di frr. fittili, probabilmente scivolati dall’alto. Su una superficie di mq. 2.000 circa", il terreno restituisce in bassa concentrazione, oltre ἃ scaglie di selce di medie. e piccole dimensioni, soprattutto frr. di materiale da costruzione, tra cui frr. di tegole c coppi per la maggior parte a impasto arcaico, pochi a impasto chiaro-sabbioso, alcuni a impasto rosa e chiaro di età romana, mattoncini di opera spicata a impasto chiaro, numerosi frr. di dolia a impasto rosso, mentre sporadica è la presenza di materiale ceramico, tra cui

fi. di ceramica a impasto, ceramica comune e anfore, di pi cole dimensioni.

251 tagli del bosco nell'autunno 2003 ha permesso il riconoscimento del sto. “Poco materiale da costruzione e ceramico si trova anche lungo le ri pide pendici sud-occidentli. 1 fi. non si notano lungol ripido pendio mentre appaiono solo dove quest interrompe, forse per effetto ἀεὶ forte scivolamento.

"^I precario stato di conservazione, V'nterro che invade la struttura e a presenza di vegetazione infestante, impedisconodi notre alcune carateristiche peculiari, come ad esempio la presenza di rivestimento in cocciope to, che ne faciliterebberol'inerpretazione. P Cara 1995: 187, 189 fig

436

È possibile ipotizzare la presenza di una casa/fattoria di

età arcaica sulla quale, presumibilmente tra il e la seconda metà del II secolo d.C., si è sovrapposto un impianto rustico, esteso su almeno mq. 30.000, in relazione con la struttura in opera cementizia (n. 250) soprastante, forse una cistermae.

Impasto grezzo ~ 1 fi. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 497, forma attestata a Roma -pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 550/530 c il 475/450 a.C.*”. — 1 fr di orlo di coperchio non id. — 1 ft di parete pertinente a forma chiusa non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme non id Impasto chiaro sabbioso — 1 fi. di parete pertinente a forma non id.

10 Fig. 243, Monte Artemisio. Via Fontana Marcaccio. Struttura in opera cementizia: pianta (n. 280). Impasto rosso — 1 fr di parete pertinente a forma non id, di periodo tardo. Comune da fuoco

— 1 fi di oro di incensiere decorato a piccole tacche oblique parallele, tipo Settefinestre 1985, tav. 55, 4, attestato in contest della seconda metà dl I sec. d.C." ~ 1i dirlo di coperchio dallorlo a tesa rialzata tipo Osta II, 516=Cant 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287° atesato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano e in contest di età traiancoadrianea. — 5 fr. di parete pertinent a forme non ida Anfore ~ 1 fi di parete di produzione tirrenica. = 1 fe. di parete di produzione campana. — 1 fi. di parete di produzione africana. 252. AREA DI FRR. FITTILI m 560 s.Lm. Monte Artemisio - Via Fontana del Turano

peperino (cm 11x10,5) e selce (cm 8x6), oltre a blocchetti parallelepipedi in peperino (cm 17x11x8), molti frr di tegole e coppi di grandi dimensioni a impasto arcaico (Tav. II, 9), pochi a impasto chiaro di età repubblicana (Tav. II, 10) e, perlopiù, a impasto rosato di età romana, frr. di dolio ad impasto rosso, alcuni di età arcaica, mentre quasi sporadica è la presenza di ceramica, pareti sottili, comune e anfore. È possibile identificarvi una casa/fattoria di età arcaica,

sulla quale, presumibilmente almeno a partire dall'età tardo repubblicana si è impiantato un edificio rustico, in uso fino alla prima età imperiale. Anche in considerazione della morfologia del settore montano e della prossimità al sito n. 253 (m 140 a sud), sembra plausibile ipotizzarne una relazione con esso. Pareti sotili — 2 fi di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa c da dispensa. τ 1 fi. di parete pertinente a forma non id.

Quasi al centro di una delle lingue con cui il picde del massiccio dell’ Artemisio inizia ad abbassarsi verso sud-est, compresa tra la F. na del Turano e la dorsale di Acqua Palomba, malgrado la scarsa visibilità offerta dal fondo boschivo, si nota un'area di fi. fittli®. Su un'area di mq. 900 circa, attraversata quasi centralmente dal sentiero aperto per il taglio del bosco che sale. verso la montagna, si notano, in bassa concentrazione, soprattutto numerose scaglie di peperino e selce, cubilia in

Comune da fuoco — 1 fi di parete pertinente a forma non id.

‘5 Settefinestre 1985: 218; assimilabilable αἱ tipo OLcrse 1993: 226227, fig. 64,250, attestato in contesti di III sec. d.C. ‘o Osta T: 101, 260-261, tav. XXVII: CARTA 1978 [I987]: 131fig. 132 dallo stato V; Port 1978 [1937]: 403 fg. 407 dallo stato IL

‘21 sito, a nord-est di un alto affioramento posto sulla stessa dorsale colliare (n. 253), ne ripete anche le caratteristiche insediamemali, posizionandosi in uno dei pianori stretti ed allungati, sposti a sud-est.

Anfore — 1 ft di parete di produzione tirrenica. Opus doliare = 1 fi di parete in impasto arcaico.

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253. AREA DI FRR. FITTILI m 540-533 s.m. Monte Artemisio - Via Fontana del Turano

Nel settore meridionale della dorsale pedemontana, boschiva, che si allunga verso sud-est al di sotto del C. le dei Guardiani, compresa tra la ἘΞ na del Turano e Acqua Palomba, è presente un'area di fr. ftti Nel punto in cui la pendenza si azzera, la dorsale si al larga per un tratto in un morbido pianoro delimitato sui fianchi da pendici piuttosto scoscese, in particolare quelle sul versante orientale: su una superficie di mq. 1.800 circa, affiorano in alta concentrazione‘. oltre a poche scaglie di selce di piccole dimensioni, frr. generalmente pi coli di tegole e coppi, molti a impasto arcaico, più rari di tegole a impasto chiaro-sabbioso e chiaro e rosso di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera, frr. di sigillata, italica e africana, frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore! L'area, per tipo di affioramento e posizione, sembra riferibile ad un impianto rustico-residenziale in uso tra la fase finale della media età repubblicana e almeno gli inizi del V secolo d.C., forse anche il secolo successivo, preceduto da una casa/fattoria di età arcaica. Anche in considerazione della morfologia del settore montano e della prossimità al sito n. 252 (m 140 a nord), sembra plausibile ipotizzarne una relazione con esso. Impasto grezzo

~ 1 fi di bordo di coperchio tipo Carafa 1995, 480, atestato a Roma, pendici settentrionali del Palatinotra il 650 e 1 500°. Per l'impasto il ἔπ. sembrerebbe tardo (Tav. XVII, 7) — 1 fr di parete probabilmente pertinente a forma chiusa non id. If presenta due solcature orizzontali parallele aimpressione. — | fi basso piede a tromba, pertinente a forma non id — 4 fr. di parte pertinenti forme non idd. Internal White slip ware = 1 fi. di orlo di olla tipo Murray Threipland 1970, fig. 31, 15, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI il V/prima metà del IV sec. a.C. Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. ‘°° taglio abbastanza recente del bosco consente una media visib del fondo. ‘© [ material si rinvengono anche lungole pendici, sopratutto su quelle occidentali, più aclivi ‘5% CARAFA 1995: 184-185 fig. "Munt TuREDLAND 1970: 84 “9 Arlante I: 32, tav. XVI, 8. Hayes data il tipo alla metà del II sec. ac. ‘Atlante I: 65, tv. XXVIII, 10. La datazione è desunta da contest present in Ostia 1. Hayes precisa a datazione di questa produzione trail 23040ei1 254 C. "lante I: tav. XLVI. 438

— Lf. di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana — 1 fi. di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3a=Hayes 14A, nn. 1,4-5, in produzione A”, databile dala fine del IT lla fine Il sec, d.C. ~ 1 fi-di orlo indistinto e affusolato di scodella tipo Lamboglia 40 bis=Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione C?, databile alla prima metà del ΠῚ sec. d.C. — | fr. di parete di vaso a litello con decorazione interna a ro{ella pertinentea forma non id., in produzione D*, databile tra la fine del IV e la metà del VII sec. d.C." — 1 f di parete pertinente a forma non id, in produzione D, databile dal IV al VIL sec. d.C. Africana da cucina. = 1 fi. di parete carenata con attacco di fondo apodo con striature di casseruola non id, databile tra la fine del I e l’inizio del V sec. dC, 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 4 frr di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco ~ 1 fi. di bordo di coperchiodi tipo non id. — 1 fi. di orlo di casseruola tipo Luni I, fig. 3 gruppo 29, c CM 1911, forma attestata a partire dalla metà del I sec. d.C. con maggiore diffusione dal IT al V sec. d.C. = 1 fr. di orlo pertinente a coppa tipo Schuring 1986, fig. 5, 6935, attestata in contesti databili trail 380-400 e il V sec. d.C. — 1 fr di orlo di casseruola tipo Dyson 1976, fig. 43, 2211-11, attestato jn contesti databili alla prima metà del I sec. d.C., in particolare tra l'età di Caligola e l’inizio del regno di Claudio*". = Lfr.di orlo di olla tipo Settefinestre 1985, tav. 28, 21-Dyson. 1976, fig. 47, 2211 57, attestato in contesti compresi tra la prima metà del Le il VI sec. d.C. Lr di orlo diritto c a profilo continuo; potrebbe essere perti nente al tegame tipo Carta 1978, fig. 131, 286, attestato in contesti taianej*" — fi di bordo di coperchio tipo Curia I, fig. 260, 162, attesta1o in contesti di età flavia" — 1 fr. di orlo di casseruola tipo Curia II fig. 257, 114, attestato in contesti di età flavia!” — 1 fr di orlo di casseruola tipo Dyson 1976, fig. 42, 2211, databile tra la prima metà del I sec. d.C., in particolare tra l'età di Caligolae l'inizio del regno di Claudio' = Mfr di orloi olla tipo Duncan 1965, fig. 12, form 38 b, A89, databile tra la seconda metà del Heil I see. a.C. 9". ‘2 Atlante tav, CVI. “Luna I: 601, 620-621. ‘5 ScuuniG 1986: 174, 178, ^ Dyson 1976: 117. ^ Sttfinetre 1985: 102; Dvsow 1976: 124. ‘© Canta 1978 [1987]: 131 fig. 134 dallo stato IV. “Cura : 175 fig. 151, 176 figg. 152-153, 177 fig. 154, specialmente 179; CuriaIl: 216 relativamente all'atività 1171, 237,287, 364. ‘50 CuriaI: 216 relativamente all attività 1141, 237, 281, 360. " Dysox 1976: 116 S" Duncax 1965: 157, 165.

~ 1 fi. di bordo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 158, 295, attcstato in contesti databili in età adrianea", — 1 fr. di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 30, PD 17, attestato in contesti databili tra il 110 e il 30a C. — 2 fir. di fondoa disco pertinenti a forme non idd.. ~ 1 fr. di ansa a nastro pertinente a olla ansata non id. — 17 fr. i parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 —1 — 1 = 6

fi. di parete di produzione tirrenica. fr di parete di produzione africana. fi. di paretedi produzione egeo-orientale. fr di parete di produzioni non idd.

Instrumentum domesticum = 1 ft pertinentea peso da telaio in impasto tardo-arcaico.

254. AREA DI FRR, FITTILI E STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA m 531-520 sm Monte Artemisio - Via Colle Vignato AI termine della traversa occidentale di via Colle Vignato la strada entra nel bosco attraversando una stretta e profonda vallata compresa tra due lingue pedemontane che scendono a sud-ovest di Colle del Vescovo (Fig. 199). Sull'altura ad est del sentiero, su un pianoro stretto ed allungato, caratterizzato da modesta pendenza verso sud-est™, posto quasi a mezza costa, immediatamente al di sopra del quale il colle inizia a salire ripidamente verso la sommità”, è presente un'area di frr. fitli. Lungo il versante occidentale affiorano in media concentrazione, malgrado la bassa visibilità offerta dal fondo boschivo, scaglie di selce medie e grandi, molti cubilia sia in selce, di varie grandezze (cm 11,5x11; 1,5x7,5;5,5x5), che in peperino (cm. 8x 76 6x 6,5), moltissimi frr. di tegole e coppi di grandi dimensioni ad impasto arcaico (Tav. II, 11), rari a impasto rosa di età repubblicana (Tav. II, 12), diversi a impasto rosso e rosato (Tav. II, 13), pochi chiaro e arancio, di età romana, tessere di mosaico nere di piccole e medie dimensioni, pochi fr. di dolio edi ceramica a impasto, rari di africana da cucina, molti fr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco e di anfore. Gli stessi materiali notano sul pianoro soprastante, in media concentrazione, su una superficie di mq. 3.200. In particolare su tutta l’area altissima appare la concentrazione soprattutto di cubilia e materiale edilizio, mentre minore è quella dei materiali ceramici. Quasi al centro del pianoro resta traccia di un ambiente orientato nord-ovest/sud-est, in opera cementizia (Fig, 244). Si conservano, appena affioranti dal terreno, almeno parzialmente, tre muri perimetrali con uno spessore di m 0,55/0,58: per intero quello meridionale, lungo m 3,80, men“= Pow. 1978 [1987]: 403 fig. 407 dallo strato I ‘©: Dyson 1976: 90. 7 L'area immediatamente sottostante è ora interamente edificata. = L'area gode di una posizione particolarmente felice, aperta verso sud, e protetta alle spalle dall ripide pendici che raggiungono la sommi, mentre pendici ugualmente scoscese chiudono i fianchi est © ovest del pianoro. Proprio l'accentuata pendenza ha contribuito allo scivolamento, lungo il versante occidentale fino al sentiero di fondo.

Fig. 244. Monte Artemisio. Via Colle Vignato. Struttura in opera cementizia (n. 254).

tre quello occidentale è visibile perm 2,75 e quello orientale perm 2,405" (Fig, 245) La posizione, il consistente affioramento di materiali e la presenza di una struttura permettono di riferire l'area ad una. villa di medie dimensioni in uso, almeno, dalla tarda età repubblicana al ΠῚ secolo d.C., preceduta, presumibilmente, da una casa/fattoria di età arcaica. Impasto grezzo 4 fr. di parete pertinenti a forme non id. Sigillata italica = ἣν di fondo con decorazione e rotella e solcatura concentrica tipo Conspectus B 2.7, databile dall'età tiberiana all’età flavia, pertinente a piatto riferibile genericamente alla forma Conspectus 2169. — 1 fr. di parete riferibile a calice o coppa in sigillata tardo italica, decorataa matrice con fascia orizzontalea perline e sottostan te fascia in cui è appena riconoscibile un motivo a calici, assimilabile a Setefinestre 1985, tav. 40, 3, databile in età flavia?. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Africana da cucina — | fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa. — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. VII, 5, attestato in valle, di una notevole quantità di materiale file, da costruzione e ceκότα il pianoro è atraversao quasi centralmente da un sentiero che rasenta la srotura. 57 Nelle immediate vicinanze della sutura ho notato tracce di scavi Clandestini. τῷ Conspectus: 156, tav. 49; 88, av. 19. ce Senefnesire 1985: 149. 439

riferibile a imitazione di produzione gallica'?*, diffusa ta la tarda età augusteae la fine del I-prima metà del II sec. d.C. — 1 ft di paretedi produzione egeo-orientale. — 3 fi. di parete di produzione tirrenica. — 2 fi. di parete di produzione gallica — 2 frr. di parete di Dressel 209", anfora olearia prodotta in Betica", lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci*™, databile dall'età augustea fino alla fine del II sec. ac. — 2 fs di perte di produzioni non id. Opus doliare — 2 fir di parete in impasto arcaico. 255. AREA DI FRI. FITTILI m 498 s.l.m. Acqua Palomba - Via Fontana Turano

Fig. 245. Monte Artemisio. Via Colle Vignato. Struttura in opera cementizia: pianta e sezione (n. 254)

contesti databili tra il IV e il II sec. a.C, con attestatazioni anche nel He I sec. a C. ~ 1 fr di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia I, S15, at testato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima partedel principato di Domiziano (80-90 d.C.) = 1 fr di orlo a tesa di casseruola tipo Ostia II, 483=Olcese 2003, tav. I, 7, attestato in contesti compresi tra l'età augustea e Tet traianea, presente a Osti in strati di età domizianea — 1 fr. di orlo di olla di piccole dimensioni tipo Dyson 1976, fig. 20, V-D 30, attestato in contesti databili ra la seconda metà dell I sec. il 70-60 aC", ~ 1 ft di orlo pertinentea olletta con orlo estroflesso! non id. — 1 ft: di ansa tricostolata pertinente ἃ oll ansata non id. — fidi parete con attacco d’ansa pertinente. olla ansata non i. — 1f di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 21 fr di parete pertinent a forme non idd.

Dal lato settentrionale di via C. da Comune sale verso la montagna via F. na Turano, la quale prima di raggiungere la fonte attraversa un colle, chiuso alle spalle dalla montagna ed affacciato a sud-est”. In prossimità di un vecchio edificio, poco prima che la strada, raggiunta l’altura inizi ad inoltrarsi nel bosco, restano piccoli appezzamenti ancora coltivati, parte ad olivo parte a vigna. Nel settore sud-orientale della sommità, în un terreno ad olivi sul lato occidentale della strada, su una superficie di mq. 1.000 circa, con scarsa visibilità del fondo determinata dal tipo di terreno particolarmente fine e polveroso, si riconoscono diversi frr di dimensioni ridotte, di tegolead impasto rosso e rosso-arancio di età repubblicana e, in numero minore, a impasto chiaro e rosato di età romana, molte scaglie di selce di medie dimensioni, ammucchiate anche sui limiti del terreno e molte tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, rari frr di vernice nera, sigillata italica, pareti sottili, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. La posizione e il tipo di materiali affioranti sembrerebbeτὸ attestare la presenza di una villa, la quale doveva, presumibilmente, estendersi, verso ovest, in un'area al momento non perlustrabile, in uso almeno durante l'età tardo-repubblicana e, successivamente, durante la media età imperiale. Vernice nera — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore

= 1f di orloa fascia modanata di DreSsel 28, anfora probabilmente vinaria (vino cotto?) 9? di produzione beica, n questo caso

Pareti sottili — Vis di parete con attacco di ansa costolata ad andamento vercale pertinente a forma non id.

= Ovcest 2005: 79-80. "OstiaI: 101, 260261,tav. XXVII Ostia IL: 100, 260-261, con datazione all'età lava, prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C), v. XXVII; Otcess 2003: 14. ‘5 Dysox 1976: 73. Smile al tipo anche la forma 38bdi Sut tipi ADI e A92 (Duncan 1965: 137 fig 12, 165). ‘5% tipo risulta non id. causa dello stato di conservazione del ἐς. “© Pana 2002: 634 fig. 749, 7, Ia inserisce tale anfore della Retica con alti contenuti rispetto all'olio (vino cotto e olivein vino cotto, vino). ‘+L AUBENHIEIMER 1990; fi. risulta avere una pasta dissimile da quel la nota perla Betica,i profilo dell'oro ἃ più simile ἃ queo dell'anforatar-

raconese Oberaden 74, ma la pasta non è assolutamente tarraconese Potrebbe piuttosto trattarsi di un'imitazione gallica della Dressel 28. “© LAURENEEIMER 1990. 9 Mari KiLcH 1987; Ostia HL: 522.535; Beso Mier1998: 33-42, ‘©* Per Polio betico: Stab. I, 2, 6; Plin. nat, XV, ; Martial XI, 98, 1 ‘5% Towensaa 1986: 142 nota 44; Liou, Dovencu 1990. Queste anfore sono spesso forte i iscrizioni dipinte (Liou, Trans 1994; BLAzQusz. Reursar. RoogIGUEZ 1994) 9" L'altura? ormai quasi interamente occupata da edilizia residenziale, sia lungo le pendici meridionali che sulla sommità.

440

‘Africana da cucina.

~ 1 fr. di parete carenata con attacco di fondo apodo con striature di casseruola non id. databile tra a fine del I e l'inizio del V sec. d Cn. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di orlo pertinente ad anforetta tipo Pohl 1978, fig. 155, 146, attestato in contesti di età traianea* — 3 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fn. di bordo pertinente a coperchio tipo Carta 1978, fig. 82, 112, attestatotra a fine del Ie l’inizio del I sec. a.C. ^. L 1 fr. di parete nei pressi dell'orlo pertinente probabilmente a olla non id. — 7 fr di parete pertinenti a forme non idd. — 1 f di parete con soleature orizzontali e parallele pertinenti a casseruola non id. Anfore —1 — 1 — 1 — 1

fi fr fr fr.

di di di di

parete di parete di paretedi parete di

produzione produzione produzione produzione

vesuviana. spagnola. tirrenica. non id.

256. AREA DI FRR, HITTILI E MATERIALE SPORADICO m 487-483 s.Lm. Acqua Palomba - Via Acqua Palomba Sul lato occidentale di via Acqua Palomba, su una delle terrazze con cui le pendici sud-orientali dell’altura di Acqua Palomba scendono fino alla sorgente degli Arcioni, ora occupata da un'abitazione privata, restano diversi blocchi parallelepipedi in peperino. Di questi tre sono ancora interi (m. 1,20x0,46x0,45; 0,70x0,46x0,45; 1,00x0,46x0,45) e almeno altri sette frammentari. Nel giardino antistante l'abitazione si notano anche alcuni frr. di dolio, sia a impasto chiaro che rosso, di cui un orlo murato in una delle pareti dell’edificio, alcuni fr. di laterizio e piccoli frr di marmo tra cui uno di oppo", Nel terreno circostante e alle spalle dell'abitazione affiorano materiali antichi: sia lungo il pendio con cui la terrazza si abbassa verso sud, sia, con maggiore concentrazione, nell’area adibita a coltivazione ortiva, che si allunga sul lato a est e a nord dell'abitazione. Qui, su una superficie complessiva di mq. 4.600 circa, scandita in due terrazze successi-

P» Atlante: tav CVI “Pom 1978 [1987}: 391208 s Cama 1978 1987) 7274. ^o L'abitazione, corrispondente al civico n. 157, occupa l'area quasi centrale del terrazza. Prima della sua costruzione, risalente probabilmente agli ultimi anni del Novecento, li abitanti della zona ricordano l'esistenza nell ares in cui sorge a casa, di “molti mur ant chi”. Un vecchio tinello, all'interno di una proprietà limitrofa, alle pendici sud-occidentli della terrazza, sembra conservare part di mutura antica in blocchi di peperino È stato però possible osservare la costruzione solo dall'estero della proprietà per i deciso diniego del proprietario.

ve", sono presenti in alta concentrazione pochi frr di tegole e coppi a impasto arcaico, alcuni con ingobbiatura nera, frr. di tegole a impasto chiaroe rosato sia di età tardo-arcai ca/alto-repubblicana che di età romana, meno a impasto ros80, tessere di mosaico nere, piccole e grandi, frr. di dolia a impasto arcaico, sigillata, ceramica comune da mensa e da fuoco e anfore. Sul limite orientale dell" appezzamento, prossimo a via Acqua Palomba, restano anche due basoli in selce, riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l’impianto nn. 169-170. L'area sembra riferibile alla presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente a partire dalla fase finale dell'età tardo repubblicana si è impiantata, occupando almeno le due terrazze affacciate a sud-est, una villa, in uso fino alla fine del IV secolo d.C., forse anche nei due successivi Impasto grezzo. — 1 fi di parete decorataa solcature orizzontali e parallele, forse riconducibile ad una forma aperta, probabilmente un bacino. Bacini con solcature orizzontali e parallele sono attestate a Roma pendici settentrionali del Palatino tra il Ἱ il V sec. a.C. Perla fattura dell’impasto l'esemplare può essere ricondotto ad epoca tardo arcaica. — 10 fe. di parete pertinenti a forme non id. — 1 f di parete pertinente a forma chiusa non id. Sigillata africana

— 1 fr di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia JacHayes 14A, πη. 1, 4-5,in produzioneA”, databile dalla fine del IT ala fine Il sec. AC. ~ |fr di orlo a breve esa piana con solcatura esterna di scodella tipo Hayes 65, n. 1, in produzione D', databile tra a fine del IV e al inizi del V sec. d.C. ~ [fd oro leggermente ingrossato internamente i coppa, εἷς po variante Marin-Mascarell 1969, fig. 111, in produzioneA’, daabile tra fine IL e II sec. d.C. — 1 fr. di orloa tesa orizzontale di piat tipo Ostia I, 104, 106, in produzione Οἱ, databile nella prima meta del Il sec. d C. — 4 frr di parete pertinenti a forma non id., in produzione A, databile a parre dall'età flava. ~ Lf di parete pertinente a forma non id. in produzione D, databile dal IV al VII sec. d.C. ‘Africana da cucina = 1 fn. di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 302, attestato dall'inizio del I alla seconda metà del II sec. d.C. "La seconda quasi pianeggiante, è delimitata da una scarpatadi tera alta m 0,85 circa. 5° CARAFA 1995: 200-223 tipi 560.585, 588.500, 593.623. Atlante I: 32, tv. XVI, 8. Hayes data il tipo alla metà dl Π sec. ac. “50 Atlante I: 82-83, tav. XXXII, S ‘= Atlante 32, tav. XVI, 9. Hayes ata il tipo lla metà del I sec. d.C. e Lamboglia lo attribuisce all'età antonina. ‘5 Atlante I: 60, tav. XXVI, 3. #2 Và. 318-319 nota 3848. ‘Atlante I: 212-213, tv. CIV, 1: cfr. AGUAROO Orat 1991: 245-246, 305 fig. 45 nn. 1-2, a qual distingue il tipo in pid varianti 441

~ 1 fi di oro indistinto di piatt/coperchio, con ingobbio gialastro dcs. esterno, tipo Ostia I, 18, databile alla prima metà del ΠῚ sec. — 1 fr. di fondodi casseruola non id = 1 fr di parete di casseruola non id. Comune da mensa e da dispensa τ 1 fr di orlo di brocca tipo Pohl 1978, fig. 106, 875, attestato in contesti di età claudia, 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non id. Comune da fuoco

~ 1 fr. di oro di casseruola tipo Carta 1978, fig. 131, 276, ttestato in contesti di tà traianea", — 1 fr. di olo di lla tipo Duncan 1965, form 34b, fig. 10, f A60, attestato in contesti databili ra la metà del IL c la fine del I ec. a C.*. — 1 fr. di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. VIII, 3-Duncan. 1965, form 38 b fig. 12, A89, databile dal II sec. C. ad epoca augusta! ~ 1r di olla dall’orload anello superiormente arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1714C*, attestato in contest i età claudia — 1 fr. di tegame dall’orlo arrotondato tipo Dyson 1976, fig. 45, 2211-2958, attestato in contesti della metà del I sec. d.C., in particolare tra l'età di Caligolae l'inizio di quella di Claudio. — 1 fi di orlo di casseruola assimilabile a Olcese 1993, fig. 51, 153, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del IV € T VIII sec. d.C. — 1 fi. i presa di coperchio non id. — 2 rs. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fi di fondo ad anello di olla non id. — 1 fr di fondo piatto di olla non id. — 7 fr di parte pertinenti a forme non id. Anfore

τ — — — ~ — =

|fr di ansadi produzione tirrenica. ας i ansa di produzione non id. 3 fr. di parete di produzione tirrenica. 2 frs di parte di produzione spagnola. 4 fr di paretedi produzione africana. 2fr di paretdi produzione orientale. 2 fre di parete di produzioni non id.

Inverriata — 1 fi. di parete pertinentea forma non id.

viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 258. Basout m 457 s.Lm. Acqua Palomba - Via Acqua Palomba Nel giardino di una delle abitazioni sul lato occidentale di via Acqua Palomba, restano due basoli in selce, di grandi dimensioni, riferibili al diverticolo (d$) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 259. LASTRICATO STRADALE m 459 s.m. Acqua Palomba - Via Arcioni Sul lato occidentale di via Arcioni, a m 26 circa dalla strada, il taglio delle pendici che salgono fino all’altura di Acqua Palomba, ha evidenziato in sezione la presenza di un lastricato stradale“. Nella scarpata, m 1,80 circa al di sopra del p.d.c. ottenuto con lo sbancamento e m -0,60 circa dal d.c. superiore, sono visibili alcuni basoli in selce, probabilmente ancora in situ, per una larghezza di m 1,20 circa, mentre un altro si trova alla base della scarpata, sul margine occidentale. I resti sono riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 260. BasoLI m 450 s.l.m. Acqua Palomba - Via Arcioni

Nel giardino di una delle proprietà affacciate sul lato occidentale di via Arcioni*? sono conservati almeno venti grossi basoli in selce di cui uno con largo segno di carro‘, riferibili presumibilmente al diverticolo (45) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170.

257. BAsoL m 470 s.Lm. Acqua Palomba - Via Acqua Palomba Nel giardino di una delle abitazioni sul lato orientale di via Acqua Palomba restano almeno cinque grossi basoli în selce‘ riferibili al diverticolo (45) che staccandosi dalla

261. BasoLI m 405 s.m. Acqua Palomba - Via Arcioni

© Atlante 212, tav. CIV.2. Pon. 1978 [1987]: 273-274 DALLO STRATO VI 5459 Duncan Cam 1978 [1987]: 131fig. 133 dallo strato IV. 1965: = DUNCAN 1965: 155,163, 149, 157,165. "Po. 1978 [1987]: 291 fig. 294 dallo stato. ‘© Dyson 1976: 120 s OLcrse 1993: 238. L'esemplare presenta uno strato di argilla diluita in superficie distribuita a steceature. ‘So L'abitazione corrisponde al civico n. 70.

πο L'abitazione corrisponde al civico n. 81 "^ Le pendici sono state tagliate in senso est-ovest per regolarizzare i terrenoe guadagnare spazio a coltivazioni e nuove costruzioni, ricavando un'area quas in piano che ora si allarga lla base della scarpata. ποτα proprietà corrispondeal civico n. 143. ‘5411 proprietariodel fondo ricorda che basoli si rinvennero negli anni Sessantadel Novecento in occasione dello scassatoper l'impianto della vigna nel terrenoche costeggia il lato est i via Arcioni partir dall'incrocio ‘con via Acqua Palomba. 55A memoria del proprietario del fondo i basoli si rinvennero nello

442

Salendo lungo via Arcioni, nel punto in cui questa incontra via Acqua Palomba, si conserva una notevole quantità di basoli in selce di notevoli dimensioni": non meno di ses-

santaquattro, tra cui alcuni elementi di crepidine, sono riutilizzati per la costruzione di un muro di contenimento a secco, alla base della terrazza che costeggia il lato sx. ella strada privata che sale verso alcune proprietà dal lato settentrionale di via Arcioni* (Fig. 246). Altri quindici, più un elemento riferibile alla crepidine, sono invece almeno in parte utilizzati a contenimento della terra, nella cunetta sul lato opposto della strada privata. Almeno quattro basoli in selce sono visibili in sezione poco al di sotto del p.d.c. della terrazza a olivi che si affaccia sulla strada, nella scarpata che costeggia il lato a monte di via Arcioni, immediatamente a ovest del bivio con la strada privata, mentre alti tre grossi basoli sono appena visibili al di sotto del manto stradale, proprio all’inizio della strada privata. È probabile che i numerosi basoli siano riferibili al diverticolo (d5) che staccandosi dalla viabilità per la zona della Valle dell'Inferno (44), raggiungeva l'impianto nn. 169-170. 262. AREA DI FRR. FITTILI m 440 s.l.m. Acqua del Nespolo - “Colle Paccione”“Ὁ Tra Colle Magisterno a ovest eI’ Acquadel Nespolo a est si distende una lingua collinare che scende fino alla via Ariana. Salendo dalle pendici sud-occidentali, piuttosto scoscese, fino a raggiungere una delle terrazze in cui si articola questo ampio sistema collinare, si notano materiali antichi (Fig. 247). In dispersione su una superficie di mq. 3.400 circa, scivolati lungo le pendici, e con una concentrazione media sul pianoro e nelle prime pendici nord-orientali che si distendono più ampie e morbide, su una superficie di mq. 900 circa, affiorano oltre a scaglie di selce, perlopiù frr. di tegole e coppi a impasto arcaico (Tav. II, 14), rarissimi a impasto rosato di età romana, frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, pochi di ceramica comune e di anfore. I materiali ceramici sembrerebbero indiziare la presenza di una piccola fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, forse già a partire dall'età repubblicana si è impiantata una struttura rurale, in uso anche nella media età imperiale, forse raggiunta da un diverticolo (48) della via Ariana (D).

Fig. 246. Acqua Palom Via ba Arcioni. Basoli(n. 261). Sigillata africana

~ 2 fr di oro di coppacon lobo centrale decorato a rotella, ipo Lamboglia Ib=Hayes ΒΑ, nn. 3-4, 30, in produzione A, databile trail 150. gli inizi del HI sec. d.C. — 3 fr di parete pertinenti a forma non id, in produzione A, databile a partie dll'età flavia. Africana da cucina

— 1 fr di orlo di piato/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del ii del V sec. d.C. Vernice rossa interna — 1 fr ἃ fondo pertinente a forma non id. Comune da fuoco Anfore = | fr — 1 fr. —1 f = 2 fr

di parete di produzione di parete di produzione di parete di produzione di paretedi produzioni

tirrenica. spagnola. orientale. non i

Impasto grezzo — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. — 2 ἔπι di parete pertinenti a forma chiusa non id. in impasto tardo arcaico.

263. AREA DI FRR. FITTILI E STRUTTURE IN OPERA CEMENTIZIA m 385-375 s.m. Acqua del Nespolo - "Colle Paccione"

Pareti sotüli — Mfr di parete pertinente aforma non id.

Lungo le pendici sud-occidentali dell'ampio sistema pedemontano che dalla via Ariana sale fino all'Acqua del

scassato per l'impianto della vigna nel dopoguerra. Coperto dll'interro era ancora in situ il basolat, rgo poco più dim , ch dall'attuale incrocio ta. via Arcioni e via Acqua Palomba proseguiva verso nord spostato ad ovest rispetto alla via attuale, attraversando i terreni ormai edificati e quindi inolrandosi nel bosco, mentre verso sud-est scendeva verso la viaA percorso quasi perfettamente ricalcatodallatuale via Arcioni. "^ La strada conduce αἱ civici nn. 117-143. ποῖα denominazione di Colle Paccione al'atura a nord Nespolo, assente sia nelF. 15011 SO dell IGM nella levata 1936, che nelJa più recente sezione n. 388060 (Lariano) della CTR del 1990, è riporta

ta nel eabreo di Vellei del Noli (BCV, G.B. Noll, Cabreo di Veet, tav. XVID Atlante I: 26, tav XIV, 4. Hayes i i diffusione cronologica del tipo lia seconda meta del sec. d.C. ‘#8 Vd, 318-318 nota 3848, © Atlante I: 212, tav. CIV, 7; ft: AGUAROD OTAL 1991: 248-249, 308311 figg. 48-51, a quale distingue il io in più varianti e nota un’evoluzione della forma, che in epoca gilio-claudia ha parti piuttosto dite e orlo quasi indistinto, mentre in seguito oro ingrossato assume i tipico profilo teiangolae e Je pareti sono curve. 443

Fig. 247. Acqua del Nespolo. “Colle Paccionc". Posizionamento dell'area di frr. fitti (n. 262) e della struttura (n. 263).

Nespolo e all’altura di Colle Magisterno, quasi nella zona centrale, è possibile notare la presenza di un’area di fr fitili Fig. 247). Su una superficie di mq, 1.600 circa, lungo le pendici immediatamente al di sotto di una piccola terrazza, affacciata verso sud-est, affiorano in media concentrazione?" insieme a poche scaglie di selce, frr soprattutto di tegole a impasto rosato e chiaro di età romana, più raramente fr. di tegole e coppi a impasto arcaico e a impasto chiaro di età tardo-arcaicafalto repubblicana, oltre a fi. di dolia a impasto rosso e chiaro, e scarsa ceramica. Nell'areain piano soprastante, ai margini della terrazza, è visibile, anche se parzialmente interrata, una struttura a pianta rettangolare, orientata est-ovest, con muriin opera cemencon scaglie di selce, spessi m 0,45 (Fig. 248). A parte il lato orientale, presumibilmente obliterato dall'interro per l'intera lunghezza, degli altri rimangono alcuni tratti: quello meridionale, maggiormente conservato, per una lunghezza max. di m 10,45, con una lacuna di m 0,28 nella metà occidentale, ed un'altezza compresa tra m 0,30 all'estremità orientale e m 1,10 su quella opposta”; quello settentrionale per m 2,45, in prossimità dell'angolo nord-occidentale; di appenam I del muro che doveva chiudere il vano ad oveste".

caica sulla quale, si è impiantata una struttura rurale, che i materiali permettono solo di riferire genericamente all'età romana, presumibilmente raggiunta da un diverticolo (d8) della via Ariana (D).

7 La visibilità dell'area, boschiva, è piuttosto bassa. In prossimità dell'angolo sud-occidentale si trova un grosso fr. di muro crollato (lungh. max. m 0,55). “Al momento non è visibile, probabilmente nascosto dall'intero, i

muro orientale, per cui non è possibile definire con certezza le dimensioni del vano. “Canara 1995: 148-149 fig.

È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età ar-

444

Impasto grezzo

~ 1 fr di oro pertinente a olla tipo Carafa 1995, 357, forma at testata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 6001590ο i 475/450 a.C. — | fe. di pareto pertinente a forma chiusa non id. — |fr. di parete di impasto tardo arcaico pertinente a forma non id.

— 2 fim di parete pertinenti a forme non idd.

Impasto rosso = 1 ft di fondo ad anello rilevato pertinente a forma chiusa non. id. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore — 1 fr di parete di produzione tirrenica. τ 1 fr di parete di produzione africana.

264. AREA DI FRR, FITTILI m 396-392 s.l.m Font. na di Papa - Via Colle Magisterno Al di sopra di Fontana di Papa un sentiero carrabile sale fino alle pendici di Colle Magistemo percorrendo quasi al centro la dorsale pedemontana che precipita a ovest con pendici scoscese verso la sottostante Valle Scifella. Nel p mo tratto, prima di addentrarsi nel bosco, la strada attraversa uno stretto pianoro, parzialmente occupato da abitazioni e terreni coltivati, ben delimitato su tuttii versanti da ripide pendi Sul lato occidentale della strada, in un terreno a frutteto che sale moderatamente verso nord fino ad un netto salto di quota che funge da limite di proprietà, è presente materiale fittle** In media concentrazione su una superficie di mq, 2.700, che tende ad aumentare verso il settore settentrionale del terreno, in prossimità del salto di quota*™, sono presenti scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, fr. di tegole perlopiù ad impasto arcaico e soprattutto a impasto rosso tardo arcaico-alto repubblicano, tra cui anche coppi, meno a impasto chiaro e rosso di età romana, pochi fr. di ceramica a impasto arcaico e di sigillata italica, fi. di africana da cucina, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Diversi materiali, sia da costruzione che ceramici, continuano a notarsi anche più avanti, nella scarpata progressivamente più alta a partire dal frutteto, che costeggia il medesimo lato del sentiero, È ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria di età ar-

10m

caica e successivamente, a partire dalla tarda età repubblicana, di un impianto a carattere rustico/residenziale, esteso alla terrazza superiore, in uso anche tra la fine del Il-inizi del IV secolo d.C., forse raggiunto da un diverticolo (d8) della via Ariana (D).

Fig. 248. Acqua del Nespolo. “Colle Paccione”. Struttura in opera. pianta e sezione (n. 263).

Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente probabilmente a forma chiusa non id.

Sigillata africana. = 1 fi. di parete pertinente a forma non id., in produzione A’, databile dalla fine del I alla fine II sec. d.C.

Impasto rosso — 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id. Sigillata italica — 2 frr i parete pertinenti a forme non idd.

Africana da cucina — 1 fi. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia I, 261”, attestato dall'epoca antoninz, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del sec. V d.C. 2 fir di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e an-

7 L'arca è compresa tri civico. Ta valleeil civicon.9 a monte. La proprietà a valle, più picola, è occupata interamente dall abitazione privata con annesso giardino, non ricognibile, mentre in quella a monte che comprende anche terreni coltivati, con abitazione posta quasi al centro della sommità, non è stato permesso di accedere "In particolare la presenza di materiale aumenta proprio nella scarpata che delimita l'arca a monte ‘5 Alcuni materiali, sebbene in bassa concentrazione, si notano an:

che in una fascia limitata del terreno che costeggia a questa altezza il lato opposto della strada, la quale ha probabilmente sezionato il sito © Atlante I: 212, tav. CIV, 6 eff: AGUAROD OTAL. 1991: 248-249, 308-311 figg. 43-51, Ia quale distingue il tipo ἐπ pid varianti e nota un'evoluzione della forma, che n epoca giulio-claudia ha pareti piuttosto dritee orlo quasi indistinto, mentre in seguito lodo ingrossato assume il tipico profilo triangolare ele pareti sono curve. 445

merito con esterno polito a bande, tipo Ostia III, 332-Hayes 196, 1.1, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del Il sec. diC. — 2 fr. di parete di casseruola non id., con solcature esterne. Comune da mensa e da dispensa. ~ 1 fi di orlo pertinente a olla tipo Duncan 1964, form 26, attestata n contesti del 65-75 d.C. ~ 1 fr. di orlo di brocca o anforetta tipo Curia II fig. 262, 191, attestato n contesti di età flavia". 1 fr. di parete con attacco d'ansa pertinente a brocca o anforetta non id. — 15 fi. di parete pertinentia forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di bordo di piatto-coperchio tipo Ostia II, 520, attestato in contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C. ~ 1 f.diorlo probabilmente pertinente a olla non id. If. ἃ particolarmente mal conservato. = 2 fi. di fondo pertinenti ἃ forme chiuse non idd. — 12frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di ansa di Dressel 1, anfora vinaria,di produzione trrenica, diffusa trail 145/135 e il 10 a.C.*. — 2 fr. di parete di produzione campana. 2 fis di parete di produzione vesuviana. — 4 fir di paretedi produzione tirrenica. - 2 fi. di paretedi produzione africana. 2 fr. di parete di produzione egeo-orientale. 5 frr di paretedi produzioni non idd. 265. MATERIALE SPORADICO Lariano - Campo sportivo.

conserva probabilmente una cisterna" riutilizzata come abitazione recentemente ristrutturata, L'edificio a pianta rettangolare (m 5,90x18 ca.), orientato est-ovest, conserva i pilastri esterni solo sul lato settentrionale, dove si vedono ancora i tre centrali, per un'altezza max. di m 2,20 circa, rifoderati con filari a pezzame di peperino alternati a un filare di laterizi che regolarizza il piano di posa, mentre non sono più leggibili i due angolari. Sul lato breve orientale, fronte strada, quasi al centro della parete, resta un’ apertura, larga m 1,27, forse riferibile alla pianta originaria. Nel cortile antistante, al cui interno sono state realizzate due macere con grosse scaglie di selce e peperino, sopra alle quali restano quattro blocchi spezzati in peperino, si vedono accatastati numerosi frr. di tegole a impasto rosso e rosato di età romana, dolia a impasto rosso di età romana, anche di grandi dimensioni, e fi. di anfore. Il vecchio casaletto posto immediatamente di fronte, sul lato opposto della strada, riutilizza moltissimi cubilia in selce e peperino, oltre a fi. di tegolee ἀοία La posizione della struttura, che anche sulla base delle caratteristiche planimetriche sembra possibile interpretare come una cisterna, sembrerebbe presupporre l'esistenza di un impianto, riferibile almeno alla tarda età repubblicana-prima età imperiale, nell’area immediatamente a nord, che la recente, intensa, urbanizzazione della zona dovrebbe avere obliterato. Anfore — 1 fr di ansa di produzione africana. — 1 puntale di greco-italica di produzione tirrenica, diffusa tra il Me il sec: aC.

266. CISTERNA (7) E MATERIALE SPORADICO m 368 s.Lm. Quartoda Capo - ViaS. Marco papa Sul lato occidentale di via S. Marco papa, che dalla SS. 600 via Ariana, all'altezza del km 13,300 sale verso nord, si

267-271. VILLA (2) Lariano - “Cento Cappelle” 267. Materiale sporadico e strutture in opera mista. Nell'area sul lato sud-orientale della SP. 600 via Ariana, nel terreno vignato di P. Giuliani, nel 1872 si rinvennero tre statue di atleti, in marmo lunense, datate ad età traianea e traianeo-adrianea, resti dî strutture presumibilmente in opera mista, numerosi frr di materiali architettonici in marmo, frr. di lastre marmoree di rivestimento‘, oltre ad un laterizio dai praedia di Plotina datato ad età adrianea“: [Marci Valerli Prisc(i) ex praedi(is)/Plotinae Aug(ustae) vel Aug(usti) 268. Strutture in opera quadrata. Nel 1877 lo scasso per l'impianto del vigneto, permise la scoperta di alcuni resti di

‘5 Atlante: 212, uv. CIV, 3. Cfr AGUAROD Ora. 1991: 247-248, 305 307 figg 45 nn. 3-6, 46, 47 nn. 1-3, la quale distingue tipo in pid variant Del tipo si trovano imitazioni local in ceramica comune da fuoco. 2" Duncan 1964: 60,78 “8 Curia: 175 fig. 151. 176 fgg. 152-153, 177 fig. 154, specialmente 178; Curia I: 216 relativamente alle attività 573, 237, 202, 366. "58 Ostia Il: 253, 654-655, v. LIX. ‘© Và. 331 note 3891, 3892, 3803, "Gui 19800: 389; Quix 1981: 47-48, 52 fig. 5 n. 4; Draco ‘Troccoci 1989: 35; Ciuarvoci 1996: 4 etav. I, n. 17; ANGLE 2008: 141, specialmente 148 nota 22; ANGLE 2006: 19 nota12. ‘50 L'edificio comisponde al civico n. 7. Non mi ὃ stato possibile accedere all'inerno e verificare lo stato della sutura. 2" Corrispondente αἱ civico n. 2. © Viscon 1876, specialmente 69, per gli “avanzi di vecchie sut-

ure di opera lateriza e reticolata .. ¢tavv. ft, IX-XI; CaesseDi 1953: 104. Specificatamente sulle due statue in migliore stato di conservazi ne al Palazzo dei Conservatori, Galleria (909, 912) vd. StuART Jones 1926: 104 n.49, 106 n. 52, tav 37; Μύτημανν 1951: 118; von STEUBEN 1966; ARNOLD 1969: G. 1, tavv. 3d, 17a, 18b-c, 24a; G. 2, tav. 17b, 18s, 19¢; NEUDSCKER 1988: 245 nn. 75.1-2; RAUSA 1994: 197, tavy. £1 10-11 figg. 18-19 che le inserisce tra le copie romane da un originale della scuola di Policleto del 390 circaa. C., ipotizzando che “fossero disposte a pendant per decorare un ambiente non meglio precisabile ginnasio o palestra 7)". Sulla terza statua “dal significato incerto (un lottatore o un giocatore di palla) ... © verosimilmente valutabile come Neuschopfung" romana” νά, STUART Jones 1926: 107-108n. 54 tav. 37; RAUSA 1994: 197-198 nota 24. “ Visconti 1876: 70; CIL XXI, 702,14: M. VALERI. PRISC. EX. PREDI/ PLOTINAE. AUG; PELz5R WAGENER 1913: 425,

Negli anni Ottanta del Novecento, nel corso dei lavori per la realizzazione del campo sportivo, all'estremità nord‘occidentale di Lariano, si scoprirono alcuni frr. realtivi ad una ciotola d'impasto con pareti svasate € forma carenata con omphalos databile al Bronzo medio iniziale.

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strutture‘. Tra gli avanzi che si estendevano su una superficie di circa 4 ettari, è segnalata la presenza, lungo il ciglio orientale dell'altura, di un muro con probabile funzione sostruttiva in opera quadrata, fornito ogni m 2,30 di contrafforti (lungh. m 0,52). 269. Strutture in opera quadrata e materiale sporadico. Nel 1913, gli scassi per l'impianto del vigneto nella proprietà di A. Marcelli, rivelarono "grossi blocchi parallelepipedi . una specie di fogna sotterranea col piano formato di grossi lastroni di peperino, . . una statuina in marmo di bambino, mancante della testa, del braccio destro, della mano sinistra e della parte inferiore delle gambe. Misura metri 0,42 di alt. ed è fortemente danneggiata, . una base di colonna dorica in marmo bianco ... Il diametro della colonna è di metri 0,30; ‘una lucerna fitile con figurazioni poco visibili; tre monete di bronzo e cioé un dupondio di Domiziano, un sesterzio di Traiano ed un decummium di Roma autonoma (7)**. 270. Materiale sporadico. L’Angeloni ricorda il rinvenimento presso Cento Cappelle dell'iscrizione funeraria già CIL. X, 6571, Votre 1983: 47-48 n. 10, al Museo Archeologico di Velletri?" DGs) M(anibus) | M. Aurelius Ally]pus Aug(usti) lib(ertus) 1 procturator) Asiale] / a sac(ris) Kastrensibus) flecit) Aurteliae) Sozomene | con(iugi) bene) m(erenti) cun qa (1) vixit) ann(os) XXI m(enses) VI et! sibi et libertis) sue(r)stib(us) et alumnis sui(s)/ et liberis ibertabusquae item Iconsumaverunt Aureli Abpus Aug(ustorum duorum) | Ib(ertus) Alypianae Alypia-nus fili. 271. Materiale sporadico. Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di statua in marmo rappresentante un erote in sembianze di Ercole datata all'età imperiale, proveniente da Cento Cappelie**. Anche in considerazione della posizione e della ricchezza dei materiali rinvenuti, si è proposto di riferire i diversi resti di strutture ad una villa in uso certamente nel corso dell'età imperiale, presumibilmente con una fase precedente almeno di età repubblicana, come sembrerebbe indicare l’utilizzo dell'opera quadrata. 272*. MATERIALE SPORADICO “Piano di Lariano”

Almeno ipoteticamente, se ne può suggerire la provenienza dalla villa di Cento Cappelle (nn. 267-271) la quale si estende verso sud-est in un'area liminare a quella nella quale è genericamente indicato il rinvenimento. 273. STRADA LASTRICATA SS. 600 Via Ariana

Nel 1911, Stevenson osservò “prima di giungere nella frazione di Lariano, nell'ultimo svolto della strada proveniente da Velletri”, lungo il margine sx., resti di una strada lastricata (D). 274*. MATERIALE SPORADICO Lariano

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di lastra in marmo con iscrizione SOLIN 1983: 41-43 n. 6, con provenienza generica Lariano, al Museo Archeologico di Velletri”: [- Herennio ? — £} Orbiano sevitro equitum) 1 {Roman(orum) Xviro si}litibus liudicandis quaest(ori)) | [provinciae - - - ale ClaudiaE[- - | (filio) dulcissimo. 275". MATERIALE SPORADICO Lariano

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini è presente un peso da telaio con bollo ZOKPA, da “Lariano”, 276*. MATERIALE SPORADICO Lariano

‘Tra i materiali della collezione Nardini è presente un peo da telaio con bollo, graffito, G, da Lariano”. 277*. MATERIALE SPORADICO Lariano

JI Teoli ricorda il rinvenimento casuale nel “piano di Lariano” di una statua di porfido rappresentante Venere, “in piedi" con capelli lunghi fino sotto la cintura, alta9 palmi circa.

Tra i materiali della collezione Nardini è presente una tazza con bollo in planta pedis, da “Lariano”.

©» Corser 1878: Acs, Direz, Gen. AABBAA, Div. 1 (1860-90), b 153, fas. 323,4. Relazione Corsetti del 13 gennaio 1878; Prize WacenER 1913: 425; CresseDi 1953: 76; Caescenzi 1981: 69; Dat Lunco 1996: I, 85 il quae erroneamente ricorda la “presenzadi un basamento in calcestruzzo”. "Stat, Archivio Pratiche. Relazione O. Nardini del 31 dicembre 1913. © Lanciani mss, 8572: 73, ‘9 Crescenzi 1981: 100, 170; Ceccasis, Ceescenzt 1989: 135-136n. VI.IT: Ceccanin! 2001a: 52 n. 98. "Teo 164:99 7. ritrovata dal Capitan Francesco Giliberti... furi vamente. portata via"), ricordato da Lanctant mss. 852: 97. In considera» zione dell'utilizzo non ampio del porfido, peraltro generalmente per rivestienti della sua cars diffusione anche a Roma (LAZZARIN 2002; 227, 233235,264n. 12), adispetodell'indicazione del Teol, molto iù probabileche astatua fosse in un materiale on caratteristiche i colore assimilabili quelle del porfido: forsei| nero antico (Lazzain 2002: 265, 264 n. 48) 0 anche la

basanite pur conoscendosene prevalentemente statue dedicate alle famiglie imperiali (LAzzaRI 2002: 238,264n.4) soprattutto il bigio morato. ‘ STEVENSON ChotLar. 15229: XIX, 36; LUGLI Appunti: fasc. Via ‘Appia fino a Bovilla. Altre strade, cart Ager velitemus, f. Divertcolo “cinque poligonì al posto allineat in lunghezza, due altri al posto a poco intervallo di primi. Tut sono poggiati direttamente sulla tera e sono quasi del tuto coperti dalla fats) “= CRESCENZI 1981: 173; AE 1984: 45 n. 157; Ratesaer CHARLIER 1987: 214 n. 235 la quale ipotizza che la Claudia E[--] possa essere sposa, piuttosto che madre, del dedicatario; Caccaaust 2001a: 51 n 83; BOLOGNA 2004: 172. ‘5 Crscenzt 1981: 172; Grin 1989: 125, V33; CeocaRini 20018: 91 n.676. ‘5 CRescENZI 1981: 173; Chccgn 20012: 1 n. 67. + Caccanunt 2001a: 186n. 2546; per CaescENza 1981: 128 una " 447

278. AREA DI FRR, FITTILIm 352 s.m. Ὁ. Arcione - Via Colle Ottorino nord Un modesto appezzamento ortivo posto sulle prime pendici sud-orientali costituisce l’unica superficie ad uso agricolo, ricognibile, del colle che sale sul lato nord-occidentale della SS. 600 via Ariana dirimpetto a Colle Lenza, mentre quasi tutta l'area della sommità e le pendici orientali sono edificate ei settori settentrionale ed occidentali sono occupati da bosco. Nel terreno, che concede buona visibilità, su una superficie di mq. 850 circa, affiorano in bassa concentrazione scaglie di selce di piccole dimensioni, rari cubilia in selce (cm 515,5)e tesseredi mosaico di medie dimensioni a taglio regolare, piccoli fir. di materiale edilizio a impasto rosso e rosato di età romana, vernice nera e ceramica comune”. La posizione e i materiali sembrerebbero attestare la presenza di una villa, che la parzialità delle perlustrazioni non permette di definire in estensione, presumibilmente in uso, almeno dall'età tardo-repubblicana alla prima età imperiale.

280. Materiale sporadico. Nella scarpata che costeggia il lato a monte della strada che sale verso una proprietà che occupa l'estremità sud-orientale della sommità affiorano frr. di tegolee coppi a impasto arcaico, rari a impasto rosato di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, diversi a impasto rosa e r0sso di età romana, qualche fi. di ceramica a impasto e di dolio a impasto rosso". Nel giardino di una delle proprietà, quasi al limite orientale del pianoro, poco distante dall'area dei rinvenimenti, si conserva un capitello ionico in peperino, piuttosto abraso™,

279-280. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO m 357-335 s.l.m. C. le Lenza- Via Colle Ottorino sud

Sul lato orientale della SS. 600 via Ariana, quasi all’altezza del km. 4, si alza un piccolo colle, noto come Colle Lenza“, caratterizzato da pendici piuttosto ripide su tutti i lati“, in particolare quelli est e ovest, fatta eccezione per quello settentrionale che scende moderatamente, almeno nella parte iniziale. La sommità si allarga con un pianoro re~ ativamente esteso, ora interamente occupato da costruzioni moderne. 279. Strutture murarie, pavimenti e materiale sporadico. Nel settore sud-orientale della sommità, a poca distanza dal vecchio casale, durante lo scasso per l’impianto del vigneto (propr. Catesi), negli anni Quaranta del Novecento, furono rinvenuti considerevoli resti di strutture murarie, pavimenti e elementi architettonici! e una testa marmorea di Ottavia (2), datata intorno al 40 a.C., conservata al Museo Nazionale Romano“ (Fig. 249). ‘5 La propriet, ove non mi è stato possibile accede, corrisponde ai civici nn. 75. “La toponomastica attuale ha rinominato questa località come Colle Ottorino sud. “Sui ati sud e sud-est le pendici sono taglite e regolarizzte con scarpate successive, quasi verticali. Le due terrazze così oenute sono oc ‘supate da coltivazioni ortive e da oliveto “Circa venti anni fa tutt l'area, che negli anni Quaranta del Novecento, a parte l'unico casale esistente (che compare nell’IGM al 25,000E 15011 SO Velletri, nell levata del 1936, corispondente ora ain. civici 14 e 16i via Colle Ottorino sud), era destinata a coltivazioni, è sata oggettodi una lottizzazione abusiva, promossa dal vecchio proprietario Si. Fagiolo-Catesi “© MARELLA 1942: 31 ricorda *. numerosi blocchi iregolari da costruzione,che si rinvengono disposti per filari di muri essere bianche e nere di mossico marmoreo, affioranti qua e a..." oltre a material da costru. rione e “due stipiti di port” riutilizzati nelle murature dei due edifici presenti sull'atura, Le modalità e le caratteristiche del rinvenimento mi sono state gentilmente descritte da un'anziana signora che ancora vive nella zona © che era presente durante i lavori per il vigneto che misero in luce i est. 448



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Attualmente i pochi spazi liberi da costruzioni sono perlopiù lasciati incolti ‘adibita giardino, fata eccezione per un piccolo appezzamento ad orto e "n altro a vigneto. Proprio nell’area dove ora insiste piccolo oro, tra questa c il giardino di un'abiazione, dovettero verificarsi i rinvenimenti. Purtropponon mi à stato possibile controllare l'area peri diniego della proprietaria. Spat, Archivio Pratiche, Vellei. Relazione A.L. Pietrogrande del 23 novembre 1940; Cusscevz1 1981: 80-81. Per gli aspetti stilistici v. MARELLA 1942: 31-82; MARELLA 19422; FELLETTI May 1953: 80; Picciorm. Gioser 1979; Di Mino 1990; Bosco 1993: 31; Wines 1995: 68, 70 fig. 15, 210 nn, 226-227. In particolare per a capigliatura che ricorda quelJa dell'Otiavia fnese vd. PURCARO 1992-1993: 210. “La sada, che attualmente raggiunge l'abitazione corrispondente al civico n. 40 di via Colle Ottorino sud, taglia quasi perpendicolarmente il settore sud del colle Originariamente al coll saliva una sola strada, ancor esistente, che costeggia le pendici occidentali e giunge meno ripidamente fino al vecchio casale. = L'abitazione corrisponde al civico n. 10. Non mi è stato possibile controllare da vicino il pezzo perl diniego della proprietaria, la quale asserisce che il capitello non proviene da quest'area.

Nell'area sembra possibile ipotizzare una frequentazione articolata temporalmente in più momenti: se i pochi, nuovi, materiali sembrerebbero rimandare alla presenza, forse, di un insediamento di età orientalizzante e di una successiva casa/fattoria di età arcaica, quelli più vecchi attesterebbero l’esistenza di una villa in uso, forse, tra la tarda età repubblicana e almeno la prima età imperiale. Impasto grezzo — 2 fr di parete pertinentia forme non ida. Impasto rosso — 1 fi di parete pertinente a forma chiusa di ctà orientalizzante. 281*. MATERIALE SPORADICO "Colle Lenza”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un ir. di bulla con bollo in bronzo proveniente dalla propr. Starnoni a Colle Lenza, detto Colle Ottorino, sul lato orientale della via Ariana (Ὁ).

284*. MATERIALE SPORADICO Ὁ. Arcione.

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini figura un fr di lastra Campana con scena di vendemmia da Arcioni. Per il fr, conservato al Museo di Velletri, si è proposta una datazione tra la prima metà del I secolo a.C. e la metà del I secolod.C.*^, forse all'età augustea”. 285". MATERIALE SPORADICO Q. Arcione. Il Cardinali ricorda il rinvenimento ad Arcioni dell'iscrizione funeraria CIL X, 6574, al Museo Nazionale di Napoli (ILMN, n. 2582‘: C. Acili Marciani/ cent(urionis) princ(ipis) leg(ionis) | XIII Gem(inae) / Caralitano alumno bene) merenti)!C. AurirVelius) Onesim(us) [-c.Sleg [-€.7-} 286. AREA DI FRR, FrTTILI m 390 s.l.m, Q. Arcione - Via Arcioni

II Cardinali ricorda il rinvenimento nel 1815 nella vigna Angeloni, ad Arcioni, della tegola con bollo [L. Fllavi [Philippi

Sul lato orientale di via Arcioni, circa m 800 ἃ nord delT'incrocio con la via Ariana (D), in un terreno incolto che si abbassa con pendenza appena percettibile verso sud, nel tratto in cui la dorsale che scende dal piede del massiccio dell’ Artemisio spezza la sua pendenza in piccoli pianori", malgrado la bassa visibilità, si riconoscono in bassa concentrazione, su una superficie di 1.800 mq. circa, scaglie di selce di medie dimensioni, piccoli frr. di impasto arcaico e tardo arcaico riferibili a materiale edilizio, frr di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana e cubilia în selce (cm 6x5,5;7x7,5) Diversi fi. di tegole ad impasto rosso e chiaro di età romana, scaglie di selce di medie dimensioni e qualche cubilia, frr. di dolio a impasto arcaico e rosso di età romana, qualche piccolo frr di ceramica a impasto, comunee anfore, si notano in sezione nell’alta scarpata con cui l’area si alza. su via Arcioni. L'affioramento, del quale non risulta al momento determinabile con puntualità nè l'estensione nè la concentrazione, sembra attribuibile ad una casa/fattoria di età arcaica, forse con un precedente insediamento di età orientalizzante,

“© Cresces7t 1981: 171; Ckccarini 20018: 128n. 1350, con proveenza Colle Ottorino. “ Ho ricercato inutilmente, nonostante abbia interpellato anche le persone anziane del posto, dî rintracciare a proprie nella quale avvenne la scoperta. “=> Lastatuspianta sulla gamba dx. edha la sx leggermente scartatadi lato e fessa. Manca quasi del tutto îl braccio dx. forse aderentalla toga, il ix mancantedel polsoe della mano si stende lungoil fianco corrispondente. Indossa una tunica ὁ αἱ di sopra una toga particolarmente aderente che presumibilmente arriva fino alla caviglia. Riferimenti n: Saat, Archivio pratiche, Velletri. Relazione O. Nardini del 27 aprile 1911 (“Notizie delle scoperte fortuit di antichità avvenute nel tectoriodi Velletri dal | dicembre 1910 all'aprile 1911"); Carscexzt 1981: 99, 169; Cacca2001: 11; Ceccarini 2001: 47 n.23 che ne propone una datazione trail La. C. eil I see C.

‘we GOETTE 1990: 124-125 nn. 245-255. "CIL, X2, 8043, 59, ne riporta il rinvenimento “...a. 1815." [L. FILAVI[PHÜLIPPI; CILXV,1, 115423; cfr Crpisaui 1823: 230n, 180. “= CSCCARINI, CRESCENZI 1989: 109 n. VS; CeocARINI 20012: 182 n. 2489; Ciampi 2007:93,94,fg. 1.5. ‘© RACK 1999: 144 tb, 2, 184 n. 565, rappresentazioni di culi bacchic, scene con vendemmia, variante. s84CaRDINALL 1819: 13 n. 56, 18; CaRDINALL 1823: 100-102 n. 40; (Owes 1828: 11, 105 n. 3459. Aggiornamento in SOL 1983a: 23,35; NASTI 2000: 175 n.596 con datazione lla fine del inizi de ΠῚ sec d.C. = lotto, poco ἃ sud di via Torricelli, salvatos dalla completa edificazione dei terreni su entrambi i ati della strada, εἰ trova tra un edificio in costruzione e l'abitazioneall'angolo con via Torricelli In occasione di un ulteriore sopralluogo, nel luglio del 2005, ho verificato come nell'areasi stia res lizzando un grande edificio ad uso i civile abitazione

282*. MATERIALE SPORADICO Q. Arcione - Via Arcioni Nel 1911, Nardini ricorda il rinvenimento in un terreno vignato lungo via Arcioni (propr. G. Corsetti) di una statua di marmo, acefala, di un personaggio togato‘”, al Museo di Velletri. Per le caratteristiche, che è possibile rintracciare in esemplari del periodo, può riferirsi alla prima metà del I secolo d.C., forse alla tarda età claudia-neroniana**^, 283*. MATERIALE SPORADICO Q. Arcione

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Anfore — 1 ft di parete di produzione africana. Opus doliare 1 fr di orlo riferibilea forma chiusa confrontabile con il tipo Quilici, Quilici Gigli 1993, sito 378 di Ficulea, attestato anche ad Antemna e riferibile ad epoca medio republicana*'. — 1 ft di orlo particolarmente frammentario riferibile genericamente a forme attestate a Rome-pendici settentrionali del Palatino in età arcaica‘

287. MATERIALE SPORADICOm 388 s.l.m. Q.to Acqua Palomba- Via Acqua Palomba

KC 0

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Fig. 250. Acqua Palomba. Via Acqua Palomba. Ascia a cannone (0.287).

sulla quale, anche in considerazione della posizione e della morfologia dell’area, presumibilmente nel corso dell’età medio e tardo repubblicana, si è sviluppata una villa, in uso almeno fino al I secolo d.C.

Tra il 1996 e il 1997, lavori di sistemazione all'interno di una proprietà privata, nel settore sud-orientale della c. da Acqua Palomba, al termine di una traversa sul ato orientale di via Acqua Palomba, rivelarono la presenza di un'ascia a canmone in bronzo” con cordone liscio all'imboccatura, a sezione circolare all'esterno e due brevi sporgenze laterali all’attacco della lama trapezoidale (Fig, 250). L'esemplare, che la mancanza di informazioni sul rinvenimento non sembra, al momento, permettere di attribuire con certezza ad un ripostiglio o piuttosto ad una sepoltura, presumibilmente riferibile alla varietà B del tipo Cortona, diffusa in un ampio settore tirenico, compreso tra l’Etruria e la Campania, può essere riferito al pieno VIII sec. a.C., forse già alla prima metà del secolo‘ 288-289. Vita m 540-520 s.Lm. Q. to Tevola - Via Tevola

Comune da fuoco — 1 fs dirlo di olla tipo Olcese 2003, tav. X, 4, attestato tra la tarda età repubblicana e l'età flavia". — 2 fir di parete pertinenti a forme non id.

288. Cisterna. Nell'ultimo tratto i via Tevola, immediatamente prima che questa inizi ad inoltrarsi nel bosco verso Ja montagna, la strada si biforca e sale verso nord-ovest riducendosi presto ad un sentiero, Apoche decine di metri dall'inizio, su una stretta lingua in. moderata pendenza, quasi al limite del bosco, è visibile tra la vegetazione infestante, una struttura in opera cementizia, realizzata in ottimo conglomerato con scaglie di selce di medie dimensioni e malta molto tenace, abbastanza ben conservata malgrado l'interro che la invade fino circa l'attacco della volta (Figg. 251-252). La struttura, a pianta rettangolare (m. 10,32x3,78), è orientata quasi nord-sud e conservai lati lunghi este oveste quello di fondo settentrionale, mentre di quello meridionale, che ora fronteggia la strada, resta solo l'attacco all'angolo sud-occidentale“ (Fig. 253). La copertura con

" Ovcest 2003: 82.83. "QuiQuiuci Gi 1993: 310. “Caraga 1995: 227-231 tipi 630,637-638. = ManGaNELLO 2001: 9. Non avendo potuto osservare direttamente l'esemplare, sono stato costretto desumere e informazioni che presento dl disegno realizzato da G. Manganello che ringrazio anche perla segnalazione. A dettadi G. Manganellol'esemplare sarebbe stato rinvenuto dala proprie taria dell'abitazione, che ancora ne è in possesso, in occasione di lavori nel giardino intorno alla casal civico n. 90di via Acqua Palomba. “Presumibilmente le sporgenze risutano spezzate rispetto i loro forma originaria. “© CArANCI 1984: 143, 169-171, specialmente 170 e tav. 135 na,

3957-3959, 8B relativamente al tipo B ealla sua distribuzione. Ctr. Bierrt SesmeRI 1976: 315-316 n. 38 a proposito di un esemplare dal ripostiglio di Ardea e Ζαννονι 1888: av. XX, 26 per un altro dal ripostiglio di Bologna. L'esemplare veliteno presenta una lama leggermente più cort rispetto a quella el tipo Carancin: circostanza questa che forse può trovare giustifica zione inun suo utilizzo prolungato 7 La struttura si trova m 4,50 circa dal ciglio nord-occidentale della strada. ^5 La cisterna isulta oramai interrata anche all'esterno per iù della metà della sua lunghezza percui dificil rilevare lo spessoredei muri perime"rli fat a eccezione peril breve trato su lato meridionale, il quale misura m 040044.

Impasto grezzo — Mfr di parete pertinente a forma non id. Impasto rosso — 1 fi. di parete pertinente a forma chiusa, forse produzione withe on red, attestato dal secondo quarto alla fine del VII sec. a.C.

450

[fm iniziano a notarsi perun lungo tratto sulla scarpata che costeggia la strada'^* mentre affiorano in concentrazione medio alta, malgrado la scarsa visibilità nello spazio libero da bo500 e nella scarpata che costeggia ἢ lato a monte del sentiero ‘che attraversa la terrazza scendendo lungo le pendici orientali fino al fosso. Su un'ampiezza ricostruibile di almeno mq. 3.000 circa si riconoscono, in bassa concentrazione, oltre a scaglie di selce di medie dimensioni, soprattutto fi. di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico e a impasto chiaro-sabbioso, per lo più ad impasto rosso meno a impasto chiaro e rosato di età romana, laterizi a impasto rosato e rosso-arancio, tessere dii mosaico nere di piccole dimensioni, cubilia în selce (cm 7,5x7,5), rari frr di ceramica a impasto, frr. di sigillata italica, di ceramica comune e di anfore di piccole dimensioni". 1 materiali edilizi sembrerebbero attestare la presenza di una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso della prima età imperiale, è stato realizzato un impianto rustico, approvvigionato dalla cisterna poco a nordovest (n. 288) ed esteso su un'area ricostruibile di circa mq. 14.000, in uso forse fino alla fine del IV-inizi del V secolo d.C. Impasto grezzo — 2 fir. di parete pertinenti ἃ forme non ida. Sigillata italica — 1 fr di parete di coppa, assimilabile al tipo Dragendorfr 29, in sigillata tardo-italica, con decorazione a matrice su registri sovrapposti costituita da una rosetta separata da un filo di perline dal registro sottostante con motivo ad ovoli sormontati da archetti.

Fig. 251. Q. to Tevola. Via Tevola. Posizionamento della struttura (n. 288) e dell'areadi frr. fili n. 289).

volta a botte ad arco leggermente ribassato, ἃ conservata per una lunghezzadi m 4,40 a partire dal lato di fondo settentriomale e altezza max. della struttura non supera i m 1,45 a partire dall'interro*. Lo spessore della volta alle reni è di m 0,75/0,80 mentre in chiave diviene di m 0,27/0,30. Nella parte meglio conservata, verso il fondo, si leggono ancora sulle. paretie sulla volta tracce del rivestimento in cocciopesto. 289. Area di fr. fitili. Su uno dei pianori che caratterizzano le dorsali parallele con cui il massiccio dell Artemisio si abbassa verso sud-est, sul lato orientale di via Tevola, circam 150 a sud-est della cisterna, affiora una discreta quanti tà di materiale fittile antico™. “© Un abitante del luogo ricorda che la volta fu “sfondata”, almeno in pare, dai bombardamenti durante l'ultimo conflitto mondiale eche all'epoca. era praticabile per un'altezza di almeno m 2 circa. A memoria di un alto sigore del luogo dalla cisterna doveva partie un cunicoloil uale saliva verso ilboscofinoa raggiungere, forse, la fontanadi Boccatorta. “TI pianoro è quasi interamente occupato da bosco, fatta eccezione per un piccolo settore verso il margine meridionale, utilizzato perlo smistamentodel legname, dal quale si può godere di una vista che spazia dalla montagna fino al Circeo. L'area di fr, margin del settore più abitato, è sfuggita alla fita edificazione che ha mutato 'aspetto elle flde della montagna, endendo particolarmente dificil la letra ella zona caratterizzata, dove nonedificat, da piccolissimi spazi coltvat, nella maggior porte invece lasciati in-

colt o boschivi. Sl lato meridionale i pianoro terminaa ridosso di un'alta scarpata artificiale o quanto meno rettifica per la costruzione dl'abtazio^" L'affiramento si segue lungo la strada per circam 100, fino alla biforcazione rail vecchio sentiero che sale a ovest dentro il bosco e la strada di più recente apertura che piega in direzione est verso la sorgente di Boccatorta. In questo punto fi. si notanoanche sul lato opposto della strada, sul margine del bosco chela costeggia: è probabile quindi che a strada recentcabbia tagliato parzialmente il ito ^" Pochi fr. di materiali raggiungonoin dispersione le pendici merdiosud della cisterna 451

coppa carenata ipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn.3-4, 30, in produzione A^, databile trail 150 e gli inizi del II sec. d.C — ft. di parete pertinente ἃ forma non id. in produzioneA, databile a partire dall tà flavia — 1 x di parete pertinente a forma non id, in produzione D, databile dal IV αἱ VIL sec. d.C. Africana da cucina ~ 1 fi. di orlo rilevato all'interno di casseruola tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del Ie la fine del IVinizi del V sec. d.C.**, prodotta ἃ vernice esterna e interna tipoA. — 1 fi. di parete di casseruola non id. con scanalature esterne. Comune da mensa c da dispensa. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.. Comune da fuoco = 1 fi di fondo piatto pertinente a forma non id. — 4 frr. di parete pertinenti a forme non idd. di cui uno, forse, riferibile a età repubblicana. Anfore — 1 fr di parete di produzione campana. ~ 1 fr di parete di produzione tirrenica.

290. CunicoLO m 610 s.l.m. Monte Artemisio - Sorg. te Marcaccio

Let

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ci

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Fig. 253. Q. to Tevola. Via Tevola. Struttura in opera cementizia: pianta e sczione (n. 288). — 1 fr di orlo con impronta di presa pertinentea forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana. — 1 fr. di orlo con lobo liscio con doppia solcatura interna di “= Atlante 26, tv. XIV, S. 27 Vd, xxx nota 3848, Atlante :217, tav CVI, 10. Hayes introduce il tipo rale forme in siilta africana di produzioneA. La diffusion del tipo in ceramica a patina cenerognola e a vertice tipo A’, sembra esaurirsi verso la metà del II sec. &C.s οἷς AGUAROD Ora 1991: 269, 326-327 fig. 66.67, la quale distingue. iltipoin pit variant. 452

Alle spalle della fontana detta “Marcaccio”, alle falde sud-occidentali della cima del Peschio, lungo il massiccio dell Artemisio, si può accedere ad un cunicolo, scavato nel banco m 1,60 al di sopra del p.d.c. attuale. L'ingresso, alto m 1,40 circa e regolarizzato in età moderna per la sistemazione di una porta, immette in una piccola camera da cui si diramano tre cunicoli di captazione le cui acque sono tutt'ora convogliate nel canale scavato sul fondo della camera e raccolte dalla fontana moderna (Figg. 254-255). Gli spechi sono scavati con forte pendenza verso l'esterno per favorire lo scolo delle acque. Delle tre diramazioni quella posta immediatamente sulla dx. dell'ingresso è estremamente breve e termina dopo pochi metri sull'esterno, poco a dx. dell'ingresso principale“ La seconda corre per m 13,80 circa in direzione nord/nord-est con un'altezza che varia da m 1,55 in prossimità dell'ingresso a m 1,30 nella parte finale, dove il fondo risulta parzialmente interrato. Anche la sua larghezza va leggermente diminuendo, dai m 0,68 iniziali a i m 0,44 circa finali. La volta tende ad essere quasi piatta, con un'imposta alta e marcata. Sul fondo, ai lati, corrono due strette canalette per l’acqua‘, captata sia dalla parete di fondo sia da una sorgentifera ancora attiva, visibile lungo la parete occidenta-

B probabile che l'originario percorso di questo cunicolo si sato ta dito e ridotto dalla regolarizzazione della parete per l'apertura dell strada che dalla piazzola della fontana sale verso ἢ Peschi sino al Maschio di Ariano. 5 Longoilltooccidenle, nei primi 5,50 circa, lacanaletta presenta unrifacimento modemo incemento

una larghezza compresa tra m 0,60 e 0,44, presenta una coper. tura a volta nella parte iniziale, in prossimità dell'incrocio dei due rami, che diventa quasi piatta nel tratto finale. Sempre nella parte iniziale del cunicolo, lungo laparete nord-occidentale, è realizzato un sistema di captazione dell'acqua attraverso due canalette scavate su piani sovrapposti, che la convogliano nel canale scavato sul fondo dello speco*?. Sulla parete opposta restano, a m 1,15 da terra, ad una distanza di circa 0,45/0,50, alcuni incassi per le lucerne. Procedendo lungo questa prima diramazione, quasi all'altezza delle due canalette per la captazione dell'acqua, si incontra il secondo ramo, che procede verso sud con percorso piuttosto rettilineo, percorribile per una lunghezza di m 22 circa fino ad un consistente crollo. Il cunicolo, con fondo in pendenza verso l’uscita, incrocia nuovamente, dopo m 4 circa, l’anello del ramo principale e prosegue mantenendo caratteristiche simili (alt. m 1,68/1,55; largh. m 0,65/ 0,60), sino a scendere, nell'ultimo tratto, bruscamente di quota con un gradino di m 0,60, raggiungendo l'altezza di m 2,33. 291. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA E AREA DI FRR. FITTILI m 610-595 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua del Peschio

Sulle pendici della lingua collinare boschiva, a nord-est della fontana del Peschio, compresa tra questa e la dorsale di E na Marcaccio, a circa m 6,80 dal ciglio meridionale della strada di Marcaccio, sì conserva una struttura antica (Fig.

le, nella parte terminale del percorso. Su questo lato, a m 0,70 da terra, restano gli incassi per le lucerne, distribuiti con una certa regolarità, ogni m 0,45 circa. Di maggiore sviluppo il terzo cunicolo, che corre peri primi m 24,10 in direzione nord-ovest/sud-est, con andamento leggermente sinuoso. In questo tratto l'altezza varia da m 1,75 all'ingresso am 1,30 negli ultimi m circa, doveil fondosi alzaconun gradinodi m 0,35. La larghezza iniziale dello speco, m 0/75, si riduce fortemente nella parte centrale, m 0,42 circa, pertornare a m 0,60 nella parte finale. La volta, piatta, sfaldata nella parte iniziale, è meglio conservata e di forma più regolare procedendo versol'interno. Superato;l primo ratto linea re il cunicolo si biforca in due rami ortogonali al primo, compiendo in questo punto un ampio anello, che serve a collegare. due diverse diramazioni. Procedendo sulla dx., verso nord, lo speco avanza infatti perm 6,50 fino ad incontrare un primo ramo ortogonale, che sale verso nord-ovest. Questo, lungo m 20,50 circa, con un'altezza variabile tra m 1,80, 1,68 e 1,55 e ""Inquesotratodel cunicolo, ira all'altezza delle canale, lo scavo ha incontrato due nucle basaltic che sono stai risparmiati e sporgono quindi dalle paretiingombrando part del passaggio

NAS LA

Fig. 254. Monte Artemisio. Sorg. te Marcaccio. Cunicolo: pianta (a. 290),

Fig. 255. Monte Artemisio. Sorg. te Marcaccio. Cunicolo: sezioni (o. 290) “Proprioin prossimità dell'incrocio lo scavo ha nuovamente incontra to un nucleo basaltco, lascito sporgere all base della parete. 453

co nere e bianche, moltissimi frr. di tegole e coppi anche di grandi dimensioni, a impasto arcaico, di cui pochi con ingobbio nero estemo, e tardo-arcaico, pochi a impasto chiaro di età repubblicana, numerosi frr. di tegole ad impasto rosato di età romana, rarissimi a impasto rosso, una notevole quantitàdi fi. i dolia quasi esclusivamente a impasto rosso, sia di età arcaica che romana, su alcuni dei quali resta l'impronta di restauro, più rari chiari di età romana, oltre a rari ἔπ: di ceramica a impasto e vemice nera, frr. di sigillata italica, africana e orientale, africana da cucina, comune da mensa e da fuoco e anfore. 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di una piccola fattoria/casa di età arcaica, sulla quale durante l'età repubblicana si è sovrapposto un impianto rustico-residenziale, in uso anche dalla prima età imperiale fino alla prima metà del V secolo d.C. Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. - 2 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. Sulla superficie esterna solcatura orizzontale eseguita a crudo. Vernice nera — 1 fi di parete pertinente a forma non id, di produzione laziale (sud-estrusca). Pareti sottili — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd Sigillata italica ~ 1 f di parete con traccia di decorazione applicata a rosetta, pertinente a forma non id Sigillata africana

~ 2 frr di orlo di coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella tipo Lamboglia Ib=Hayes SA, un. 3, 30, in produzioneA, databile tail 150 l'inizio del ΠῚ d.C. ~ 1 fr. di parete di forma aperta non id. in produzione A, databile a patie dall'età flavia! ~ 1 fidi fondo con piede ad anello pertinente forma non id, in produzione non id. Africana da cucina.

256). I rest, in opera cementizia con scaglie di selce di piccole dimensioni appaiono costituiti da due muri ortogonali, di spessore compreso tra m 0,28 e 0,33, uno orientato nordest/sud-ovest visibile per almeno m 5,10 in lunghezza ed un'altezza max. di m 0,90 circa, l'alro rilevabile per almeno 3,20 appena affiorante da terra (Figg. 257-258). Immediatamente a sud-est della struttura nel terreno in accentuato declivio, che ne ha agevolato lo scivolamento, su un'area di circa mq. 2.600 si riconoscono, in media concentrazione, scaglie di selce di medie e più rare di piccole dimensioni, alcuni cubilia in selce (cm 8,5 x 9), piccole tessere di mosai2 Atlante E: 26, tav. XIV, 4. Hayes limita la diffusione dl tipo alla seconda met dl Il sec. d.C. 2 Vd ox nota 3848. ‘© Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Cfr. AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 454

— 2i di orto di piato/coperchio leggermente ingrossatoe inistinto dalla parete tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n.1, attestato dall'età traianeo-adrianea all seconda metà del Ilse. d.C. — 1 fr di orlo di casseruola tipo Osta I, 267=Hayes 197, polito a bande, attestato tra la prima metà del Tre a fine del IV-nizi del V sec. d.C." — 2 frc di fondi di casseruole non idd. solcati da striature concentriche, di cui uno con esterno polito a bande, l'altro con esterno ingobbiato. — 1 fr. di parce pertinente ἃ forma non id. ~ 1 fr. di parete di casseruola no Sigillata orientale ~ Mf di parete con traccia di decorazione a rotella pertinente a forma non id. 305-307 figg. 45 nn. 3.6, 46, 47 nn. 1-3, la quale distingue il tipo in più varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. “9% Atlante]: 218v. CVILT,

— 3 fi di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione vesuviana. 2 fir di paretedi produzioni non idd. Opus — — ~

doliare 6 fir. di parete in impasto arcaico. 4 fr di parete in impasto rosso di età romana. 1 fir. di parete in impasto chiaro di età romana.

292. CUNICOLI E MATERIALE SPORADICO m 590 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua del Peschio

Fig. 257. Monte Artemisio. Acqua del Peschio. Struttura in opera cementizia (n. 291). ‘Comune da mensa e da dispensa. 1 fr di fondo con piede ad anello ed attacco di parete perti nente a forma non id. = 1 ft di orlo pertinente a bottiglia tipo Ostia I, 323, attestato in contesti datati all metà del I sec. d.C.®®. — 3 fir di parete pertinenti a forme non id ‘Comune da fuoco

~ 1 fr di orlo pertinente a olla tipo Curia I, fig. 256, 103, attestato in contest di età flaviate, ~ 1 fr di oro di olla assimilabile αἱ tipo Schola Praeconum I, fig. 7, 90, attestato in contesti databili alla prima metà del V sec. ace, ~ 1 fr di orlo di olleta tipo Schuring 1986, fig, 6, 6598, atestato in contesti anterior a 399/400 d.C. in poi“. = 1r di orlo di olla (Ὁ) tipo Curia I, fig. 264, 219, attestato in contest di età dioclezianea*. ~ 1 fi di orloa mandorla di casseruola non id. — 11 fr di parete pertinenti forme non id. — 1 fi di parete con carena di produzione campana pertinentea forma non id. = 1 fe di fondo piatto con attacco di parete pertinente a forma non id.

Alle pendici sud-occidentali del Monte Peschio, lungo la. strada che sale verso Morice, nel punto in cui questa incontra l'odierna Fonte del Peschio, sono ancora visibili tre cunicoli, che si aprono sulla parete a quote diverse (Fig. 256). Del più occidentale è rilevabile solo l'ingresso, aperto quasi alla quota stradale, m 28 circa ad ovest della fontana moderna. Un secondo si apre invece più in alto, m 3,25 circa dal piano stradale attuale, in una profonda rientranza della parete (Figg. 259-260). Risulta ispezionabile per m 9,50, oltre i quali appare completamente interrato, con un'altezza che tende ad aumentare verso l'intero, dai m 1,52 dell'ingresso ai m 2,25, e una larghezza compresa tra m 0,44 e 0,56. La volta di copertura, scavata in una lingua del banco meno compatto rispetto a quello attraversato dalla parte centrale e inferiore dello speco, è in gran parte alterata nella forma. Lungo la parete orientale, a m 0,70 circa da terra, resta un incasso per lucerna. All'esterno, procedendo verso est, la parete tufacea, dopo un primo consistente sgrottamento, conserva, a m 1,20

)

“Ἢ

Anfore = 1 f di ansa a bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione spagnola”, diffusa dalla tarda età augustea al 1 sec. ac. — 1 fi. di orlo di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione trrenica, diffusa trail 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del IT sec. d.C. ^. — 1 fi di parete di produzione tarrconese. = 4 fir di parete di produzione tirrenica. = 2 fr di parete di produzione egeo-orientae.

Fig. 258. Monte Artemisio. Acqua del Peschio. Struttura in opera. ‘cementizia: pianta(n. 291).

"Ostia .91, tv XV. κα CuriaT 216 relativamente allativita L141,237, 281, 360 κα Schola Praeconum: 8,67, 72-73. πο Scuumovo 1986: 169-170, 179. “© Curia: 58 fig. 126, 169in articolare nota 520, Curia: 216 relat vamenteal'tivi 1254; 296, 368.

= Le condizioni del fr non permettono 'identificazione. s^ Vd. 361 noa 4032, 410 nota 4279. ^ Vd. 361 nota 4032, 381 note 1104-4105. πὸ 1 parziale crollo della volta di coperturaed un muro moderno a bloc chett di selce, costruito a protezione della parete tufacea, impediscono l'ispezione dello speco. 455

dale attuale, circa 18 m ad est della fontana moderna‘. Nell’area antistante, a fondo boschivo, e soprattutto sul lato opposto della strada, si rinvengono alcuni frr. di ceramica a impasto arcaico e di comune da fuoco. Impasto grezzo = 1 fr. di orlo pertinente a ciotola tipo Carafa 1995, 477, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili trail 530/520 e il 475/450 a.C. — 1 fidi parete pertinente a forma chiusa non id. Comune da fuoco — 1fi di orlo di coperchio non id. = 1 fr di parete pertinente a forma non id.

p

Fig. 259. Monte Artemisio. Acqua del Peschio. Cunicolo: pianta (79.

293. MATERIALE SPORADICO m 640 s.l.m. Monte Artemisio - Acqua del Peschio Lungo le pendici che dall’Acqua del Peschio salgono a nord-ovest verso l'Acqua dei Ferrari è presente materiale antico. Nella scarpata che costeggia il lato a monte, occidentale, del sentiero che sale verso nord-est, m -0,80 circa dal d.c. superiore, su una bassa striscia che si allunga per m 6 circa, si notano, oltre a ciottoli di medie dimensioni e poche scaglie di selce, alcuni frr. dî tegole a impasto arcaico (Tav. I, 15), rarissimi a impasto chiaro sabbioso, diversi fir. di dolio, alcuni molto grandi, a impasto arcaico, pochi fr. di ceramica comune da fuoco. 1 materiali potrebbero riferirsi ad una sepoltura sezionata dall’apertura del sentiero, pur non potendosene escludere la provenienza da un'area soprastante. Impasto grezzo — 3 fr di parete pertinenti ἃ forme chiuse non id. = 1 fr. di parete pertinentea forma non id. di età tardo arcaica.

Fig. 260. Monte Artcmisio. Acqua del Peschio. Cunicolo: sezioni (0.292),

circa da terra, un canale di captazione e raccolta, che risulta vi sibile solo in parte dal momento che la maggior parte del fronte naturale è stato regolarizzato e protetto dalla costruzione di un muro ἃ blocchetti di selce. Nei m 12 circa in cui la parete conserva traccia della canaletta si aprono due profondi incassi rettangolari, probabilmente destinati a raccogliere le acque. Il primo (m 0,85x0,80x1,40) non ha subito rimaneggiamenti, mentre il secondo (m 1,20x1,50) è riutilizzato ora come piccoJa camera di raccolta delle acque per la fontana modema*^, Del terzo cunicolo, più orientale ed anche più alto, è appena visibile l'ingresso, m 6 circa al di sopra del piano straLe pareti sono state regolarizateeilcanaleche corre su te latinterriappare allargato "^ Sial’altzzadellingresso, che la presenza di un ita vegetazioneinfestantene impediscono l'accesso. 456

Opus doliare — 2 fir. di parete in impasto arcaico. 294. Incassi m 810 s.Lm. Monte Artemisio - Maschio dell’ Artemisio

Sulla sommità del Maschio dell’ Artemisio si riconoscono alcuni piccolissimi vani, a profilo ogivale, scavati nella parete naturale, a non molta distanza dall'ambiente ipogeo in opera cementizia (n. 295). 1I primo, largo all’apertura m 1 circa ed alto m 1,23, ha una profondità max. di m 0,75 sul lato dx. e di m 0,35 su quello sx. e presenta un piccolo incasso in alto sulla parete sx. Una seconda apertura, larga m 1,55 ed alta m 1,80 circa, è profonda m 1,10 sul lato dx. e m 0,90 su quello opposto. “Canara 1995: 182.

Di maggiori dimensioni il terzo vano, largo all'ingresso m 1,10 ed alto m 1,05, profondo m 1,70, con profilo semicircolare e larghezza media di m 1,20, per un'altezza all'interno di m 1,10. 295. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA m 795 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio dell’ Artemisio

Lungo le pendici meridionali del Maschio dell’ Artemisio, poco al di sotto della cima, è appena visibile un ambiente ipogeo a pianta rettangolare (m 2,90x3,40), coperto con volta a botte, costruito in opera cementizia all'interno del versante montuoso ed orientato quasi est-ovest. L'accesso è attualmente reso possibile da un crollo della volta all'altezza. del lato corto orientale, che permette anche di rilevare lo spessore delle pareti, di m 0,60. All'interno dove l'altezza massima dall'interro è di m 1,65 circa, le pareti conservano in parte il rivestimento e gli angoli sono arrotondati (Fig. 261), mentre sulla volta resta l'impronta di un rivestimento in mattoncini messi a spina (7). Sui lati lunghi si vedono, all'altezza dell'imposta della volta, i fori da ponte utilizzati per la posa in opera della centina per la costruzione della volta (m 0,28x0,20) posti a distanze irregolari, ma speculari su entrambi i lati (m 0,45, 0,65, 0,80, 0,55). 296. AMBIENTE 1POGEO m 765 s.l.m. Monte Artemisio - Maschio del!’ Artemisio

Lungo la pendici sud-orientali del Maschio dell' Artemisio, al di sotto del p.d.c., si conserva un ambiente, scavato nel banco, a pianta rettangolare con lato di fondo arrotonda to e copertura a volta (m 9,80x1,90 max.). L'accesso è reso possibile da uno sprofondamento nella volta a m 4,20 dal lato breve su cui si apriva originariamente l'ingresso.

Fig. 261. Monte Artemisio. Maschio dell'Artemisio: struttura in opera cementizia: lato occidentale (n. 295).

mento sul Monte Spina, poco al di sotto della sommità, in corrispondenza di quota 695, di alcuni frr. di ceramica a impasto datati tra VIII e VII secolo a.C.**. I materiali sembrerebbero attestare la presenza di una frequentazione dell'area (abitato?) almeno a partire dall'età del Ferro (fasi laziali III-IVA-B). 299. AREA DI FRR. FrrTIL m 617 s.Lm. II Pratone - SP. 18/c-Via Crocetta Vivaro

Nel corso di ricognizioni di superficie effettuate nel corso degli anni Novanta del Novecento, è segnalato il rinveni-

In prossimità del margine meridionale del vasto pianoro, articolato in morbidi dossi, che si estende in leggera salita dal margine orientale della SP. 217 via dei Laghi, fino alle pendici del Colle delle Vacche, che chiude l’area a nord-est, compreso tra via Crocetta Vivaro a sud e via delle Noci a nord, si nota la presenzadi un affioramento di materiale antico (Fig. 224) Nell'area leggermente sopraelevata a partire quasi dal οἱ glio settentrionale di via Crocetta Vivaro, su mq. 5200 circa, sono sparsi in concentrazione medio-bassa, soprattutto fr. di tegole, rare a impasto arcaico, più numerose a impasto chiaτὸ e rosato di età romana, fr. di dolia a impasto rosso, fr. di sigillata italicae africana, ceramica comune e anfore. Limitatamente al settore nord-orientale dell’area, su una superficie non maggiore di mq. 700 circa, si rinvengono fr. dii ceramica a impasto. 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di un insediamento che dalla tarda età del Bronzo-prima età del Ferro si è protratto fino all’età orientalizzante, sul quale, in età arcaica si è, presumibilmente, impiantata una casa/fattoria. Soltanto con la prima età imperiale nell'area è stato realizzato un edificio rustico-residenziale, forse in uso fino ad almeno il IV secolo d.C.

^I sit, che occupa quasi l'estremità nord-occidentale delle prime pendici, è affacciato verso nord-ovest sulla spianata dei Praoni del Vivaro, protetto lle spalle dalla vetta del monte. ‘L'area, immersa nel fitto bosco, offre una visibilità molto bassa. Diversi i. di impasto sì rinvengono anche al centroe lungola sponda a mon-

te del sentiero che sale verso la cima, immediatamente a sud e poco più in asso, della errazza. "5 BELLUCC, Carni 2005: 189 fig. 1 2, 190, fanno riferimento allascopertadi "28 frammenti in massima parte databili tra VII VIL sec. a za posizionamento

297. AREA DI ΒΆΝ. FTTTILI m 790 s.Lm. Monte Artemisio - Maschio dell’ Artemisio

ΑἹ centro di una terrazza stretta ed allungata, poco al di sotto della cima sud-occidentale della dorsale del Maschio dell’ Artemisio*, su una superficie di mq. 400 circa, sono presenti in dispersione e in bassa concentrazione alcuni piccoli frr. di impasto riferibili a materiale edilizio e ceramico e opera doliare di età arcaica“ 298. MATERIALE SPORADICO M. Spina

457

Impasto protostorico — ] fr. di parete pertinente a forma chiusa non id. probabilmente decorato da bugna plastica, riferibile alla tarda eta del Bronzo -

prima età del Ferro. — 2 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., genericamente riferibili all'età del Ferro.

Anfore

— 1 fr. di parete di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci, diffusa dall’età augustea fino alla fine del III sec. d.C.*. — ] fr. di orlo e 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la

fine del II, inizi del ΠῚ sec. d.C. ^69! Impasto rosso — 1 fr. di orlo pertinente a ciotola confrontabile per la forma con il tipo Carafa 1995, 237, attestata a Roma-pendici settentriona-

li del Palatino in strati databili tra il 700 e il 530/520 a.C.'6*. — ] fr. di orlo pertinente a olla confrontabile con un esemplare

di impasto grezzo arcaico tipo Carafa 1995, 372, attestata a Roma-

— 1 fr. di ansa di produzione tirrenica. — 1 fr. di ansa di produzione non id.

— 1 fr. di puntale di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. — 4 frr. di parete di produzione spagnola. — 3 frr. di parete di produzione africana.

pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra 11 530 e i1 500

a.C. 165, — 2 frr. di fondo a disco pertinenti a forme chiuse non id. (olle 7) di età tardo orientalizzante. — ]4 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. di età tardo orientalizzante. Sigillata italica — 1 fr. di orlo distinto e leggermente ingrossato esternamente di

piatto tipo Conspectus 3.2.2.5. databile dal 40 al 120 d.C. — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id.

— 2 fm. di parete pertinenti a forme non idd.

300. MATERIALE SPORADICO m 620 s.l.m.

SP. 217 Via dei Laghi Nel giardino dell'abitazione sul lato nord-orientale della via dei Laghi, quasi all'altezza dell'incrocio con via Crocetta Vivaro* (Fig. 224), restano: un fr. di colonna scanalata in peperino, relativo all'imoscapo, con collarino liscio (alt. max. m 0,93; diam. m 0,50) e una base ionica semplice in marmo bian-

co, leggermente fratturata ad un angolo, con incasso quadrangolare per perno al centro (base m 0,56x0,50; alt. m 0,25)'*9.

Sigillata africana — 1 fr. di carena con decorazione a ovoli impressi nel punto di congiunzione tra parete e carena pertinente a coppa non id., in pro-

301. AREA DI FRR. FITTILI m 635-628 s.l.m.

duzione A, databile a partire dall’età flavia”.

SP. 217 Via dei Laghi

Africana da cucina

— 1 fr. di orlo bifido e ingrossato di casseruola, con scanalatura superiore e patina cenerognola esterna, tipo Ostia III, 267=Hayes 197, at-

Alle estreme propaggini nord-occidentali di monte Spina, in un terreno a pascolo che costeggiando il lato meridionale della via del Laghi scende con modesta pendenza

testato tra la prima metà del II e la fine del IV-inizi del V sec. d.C.*5*,

verso ovest‘, articolato in almeno tre modeste selle succes-

— 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — | fig. 22, — | — 1 — 1 — 1 — 3

fr. di bottiglia dall’orlo a fascia quasi piatta, tipo Ostia XIU, 194°, attestato in contesti di I sec. d.C. fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. fr. di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma non id. fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. fr. di orlo di coppa non id. frr. di parete pertinenti a forme non idd.

Comune da fuoco

— 1 fr. di fondo ad anello di olla non id. — 2 frr. di fondo pertinenti a forme non idd. — 7 frr. di parete pertinenti a forme non idd.

4654 CARAFA 1995: 108-109. “655 CARAFA 1995: 153, 155 fig. “655 Conspectus: 56, tav. 3. Il tipo corrisponde a Goudineau 43; Pucci

13,1-4; 19, 13-15. #57 Vd. 318-319 nota 3848. 4658 Atlante I: 218-219, tav. CVU, 6. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso tra la fine del II e la metà del III sec. d.C. AGUAROD OTAL

1991: 281-283, 335-341 figg. 75-81distingue il tipo in due varianti principali AeB. 4659 PAVOLINI 2000: 90-91.

‘660 Vd. 440 note 4536, 4537, 4538. ^5! Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. ‘62 La proprietà corrisponde al civico n. 142.

458

sive, affiorano materiali antichi (Figg. 262-263). Nel settore settentrionale dell’appezzamento, su un'area complessiva di mq. 3200 circa, in particolare intorno ad uno dei dossi centrali su una superficie di mq. 900 circa, sono presenti numerosissime scaglie di selce medie e grandi ^*^, e in media concentrazione pochi frr. di tegole a impasto arcaico (Tav. II, 16-17), frr. di tegole e coppi, pochi a impasto rosato e chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana (Tav. 11,

18), diversi a impasto chiaro e rosato di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio irregolare, frr. di dolia a impasto rosso di età romana, frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, ceramica comune e anfore*™.

Nell'area circostante gli edifici che occupano il pianoro immediatamente al di sopra dell'appezzamento, rimango-

“663 T] proprietario mi ha assicurato che i materiali provengono da una tenuta agricola di Pavona. 46 Il terreno si trova all'altezza dell’incrocio con via Crocetta Vivaro, all'interno di una proprietà privata adibita ad uso deposito per il legname ricavato dal taglio dell'adiacente macchia. Alla proprietà si accede dalla strada detta suolo di Pirro o della Cavalleria, ormai ridotta a sterrata, che prosegue fino al Cimitero di Nemi. “665 A] centro del terreno si trova un basolo in calcare di medie dimensioni, mentre lungo il bordo che costeggia, in basso, la sterrata che sale verso il casale sulla sommità del pianoro, sono accatastate alcune grosse scaglie di selce. 466 Il terreno, lasciato a pascolo, almeno una volta all’anno, generalmente tra agosto e settembre, viene fresato.

\ Fig. 262. Settore a ovest della SP. 217 via dei Laghi. Posizionamento della struttura (n. 304), delle areedi fr. fitti (nn. 301-302, 305) e del materiale sporadico(n. 303).

no, oltre a molti fir. di tegole ad impasto rosso di età romanae diversi frr, anche di grandi dimensioni, di anfore, alcune di produzione italica’, ammucchiati: alcuni blocchi in peperino parallelepipedi (m 1,22 x 0,53 x 0,25; 0,81max. x 0,60 x 0,23) e quadrangolari (m 0,46 x 0,52 x 0,36) con incasso rettangolare sulla faccia (cm 21,5 x 17,5 x 0,4), provenienti dall'area limitrofa alla struttura in opera cementi zia posta m 450 circa a sud-ovest (n. 304); un cippo (?) in peperino, con base più larga e grezza, con segni di lavorazione, sommità arrotondata e una sola faccia lisciata (m 0,37 0,33 x 0,85).

sviluppato un fine del IV-

ypianto rustico-residenziale in uso fino alla del V secolo d.C.

Impasto grezzo — | fr di piede a bassa tromba pertinente a forma non id. di piccole dimensioni, — 1 fr. di piede a disco rilevato pertinente a forma di piccole dimensioni o a pomello di coperchio non id.

caica sulla quale nel corso dell'età medio repubblicana, si è

Impasto chiaro sabbioso ~ 1 fr di orlo estroflesso e modanato, pertinente a bacino tipo Clementini, Rossi Diana 1988, tipo E3, fig. 1, attestato a partire dalla seconda metà del VI al V sec. a.C, confrontabile con il ti-

^en Per questo materiale mi è stata indicata una diversa provenienza, da ‘un’area non meglio precisata, dell’ Artemisio. "^ Gliaffituar del tereno mi hanno ferito che cippo stato rinvenuto nella boscaglia im ediatamente a monte dell'area del deposito del legna-

me, la quale trova poco più a ovest ripeto ll'afioramento. La situazione delsuolo on ha permesso irinvenire alcunaaltra traccia nel supposto luogo di provenienza. “CLEMENTI, Rossi Dana 1988: 52-54,

È ipotizzabile

la presenza di una fattoria/casa di età ar-

459

Dyson 1976, fig. 58, LS 38, attestato in contesti compresi tra la fi ne del Te la prima metà del IV sec. d.C. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. ~ 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 2 frt di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fi di ansa di produzione tirrenica. 2 fr. di paretedi produzione tirrenica. — 7 fir di parete di produzione africana. 2 fir. di ansa di produzione non id. = 1 fr di parete di produzione non id.

Fig. 263. SP. 217 Via dei Laghi. Veduta del declivio da sud-est (n. 301). po Nardi 1993s, fig. 577, N. 8.1 attestato in Etruria meridionale e Latium Vetus in contesti databili dalla prima metà del VI sec. a.C. ma diffuso soprattutto dalla seconda metà del secolo fino a tuto il V sec aC. Sigillata africana

— | fi i fondo decorato con cerchi concentrici dentellati ass milabil allo stampo Atlante, n. 23 ; ciato a figure geometriche a reticolato poco riconoscibi bili αἱ tipo Atlante I, stampo n. 33-Hayes stampo 71°, databilitra Ta fine del IV el'inizio del V sec. d.C. Tale decorazione è presente su piatti o scodelle prodotte in D' (Τὰν. XVII, 8). — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a parie dalletà flava" — 1 fr di orlo leggermente ingrossato pertinente a coperchio assimilabile al tipo Ostia I, 28, in produzione A/D, databile alla pri ma meta del ΠῚ sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa 1 fi di orlo di brocca tipo Olcese 2003, tav. XXIV, 3, attesta ton contesti compresi trail IV e il sec. a.C. — Mfr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 1 f di fondo con decorazione non id — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. Comune da fuoco — [fr ἀ orlo di tegame tipo Pohl 1978, fig. 111, 1717d, atestato in contesti di età claudia, per il quale un confronto è possibile anche con un fr. rinvenuto a Velletri in località Ponte della Regina in un contesto databile tra la fine del I sec. a C. e la metà Il d.C. (Tav. XVI, 9). — 1 fr. di coperchio dall'orlo indistinto tipo Pohl 1970, fig. 87, 2634”, attestato in contesti di età traianea. — | fr di orlo leggermente rientrante pertinente a tegame tipo Nato! 1993a:377.Untt: delostessotipobatestatoa Velletri ocalità Acquavivola in un contesto datato ta a fine del V e la seconda metà del. IV sec a C. (MENGARELLI 2003: 73 fig. 4, 3e nota 12) "5 Atlante I: 125, LVI (9,38. Atlante: 125. VT (), 55-56. ^ Vd, 318-319 nota 3848, 20 Atlante I 57-58, av. XXV,12. = Oucese 2003:93. 460

302. AREA DI FRI. FITTILI m 623 s.Lm. SP.217 Via dei Laghi

In un piccolo appezzamento ortivo all'estremità sudorientale della piana che si allarga ai piedi del versante settentrionale del sistema montuoso di M. Alto, affiora un'area. di frr fitili II terreno, caratterizzato da buona visibilità a seguito di un recente scasso, che costeggia il lato nord-occidentale della sterrata denominata Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), all'altezza dell'incrocio con la via dei Laghi (Fig. 262), restituisce in alta concentrazione, su una superficie di mq. 750 circa, diverse scaglie di selce di piccole dimensioni, rari frr di tegole a impasto arcaico, in percentuale maggiore frr. di tegole e coppi a impasto rosa e chiaro dî età romana, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, frr. di dolio a impasto rosso, sporadici frr. di ceramica a impasto e di sigillata italica, comune soprattutto da fuoco e anfore. I materiali, in considerazione dell'antichità del percorso ricalcato dalla strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), che si dirigeva verso la località C. Pozzi, a Nemi, sembrerebbero attestare la presenza di un nucleo di età arcaica e successivamente di età medio-tardo imperiale, analogamente a quanto riscontrato per il sito n. 301, forse in connessione all'esistenza di un’area sepolcrale. Impasto grezzo — 3 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Sigillata italica — 1 fr di parete pertinente a forma non id. ‘Africana da cucina.

~ 1 f di oio di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.1‘, attestato all’età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. += Poi 1978 [I987]: 291 ig. 294; Lucente, DE SANCTIS, SEBASTIAN, Det Grane 2003: 165.4, 12 "Pon 1970: 179. += Dysox 1976: 145. f proviene da uno strato databile fino al270 a.C. Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Cf AGUAROD Or, 1991: 247-248, 305307 figg. 45 nn. 3-6, 46,47 πα. 1.3. a qual distingue lipo in più varianti Deltipositovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco.

Comune da mensa e da dispensa.

~ | fr. di coppa dall’oro ἃ mandorla tipo Ostia IV, 419%, attestato in contest datati ta la fine del I e l'inizio del ΠΙ sec. d.C. ~ 6 fre di parete pertinenti a forme non id. ‘Comune da fuoco. ~ 2 fir di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia III, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del II sec. dC 4^. = 1 fr di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87, 270% di produzione laziale-campana, attestato in contesti di eta traianea, = 1 fr. di coperchio dall'orlo a tesa tipo Pohl 1970, fig. 87, 2734, attestato in contesti di età adrianes — | fr di orlo estroflesso e modanato all'esterno di casseruola assimilabile al tipo Schola Preaconum I, fig. 7, 82; Schola Praeconum II fig. 7, 35-39, attestato in contesti compresi tra il 430 eil 53040: — 1 fi di orlo di coperchio non id. — 1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. 1 fr di ansaa nastro bicostolata pertinente a forma non id. - | fr. di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma di grandi dimensioni non id. — [fr di ansa a sezione sub-circolare pertinentea forma non id. = 2 frr di ansa a bastoncello pertinenti a forme non idd, — 8 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd Anfore — 1 fr di ansa di — 2 fr di parete — 2 fi. di parete — 4 fr di parete

produzione non id. di produzione tirrenica. di produzione africana. di produzioni non ida.

303. MATERIALE SPORADICO Strada detta Suolo di Pirro e della Cavalleria - “Porte di ferro"

Fig. 264. SP. 217 Via dei Laghi. Suolo di Pirro o della Cavalleria, Cisterna: navata settentrionale (n. 304),

Vivaro, in prossimità del lato meridionale della sterrata detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), che scende verso ovest fino alla località C. Pozzi, a Nemi, sono visibili alcuni resti di strutture antiche‘ (Fig. 262). Sul margine orientale di un piccolo pianoro sono riconoscibili, affioranti dall’interro per un'altezzadi m 0,65 circa, alcuni. mari in opera cementizia a scagliedi selce relativi al lato lungo meridionale e a quello breve orientale di una piccola cisterna. La struttura, costruita conil lato lungo settentrionale contro terraeorientata est-ovest, a pianta rettangolare, divisa longitudinalmente in due navate coperte con volta a bote ribassata. Attualmente risulta quasi completamente invasa dalla terra caduta all’interno attraverso alcune fratture verificatesi sia sulla volta che lungoi lati meridionale e orientale. Resta parzialmente accessibile, da una grossa apertura della volta (m 1,70x0,75 circa) nella metà orientale, solo la navata settentrionale (Fig 264), mentre della seconda è visibile solo l'estremità orientale. È quindi rilevabile il perimetro interno (m 4,60x6,65), diviso in

Nel bosco che costeggia il lato occidentale della via dei Laghi, all'altezza dell'incrocio con la SP. 18/c via Crocetta

due vani, larghi m 1,85 e separati da un muro centrale largo m. 0,88 circa, nel quale si aprono due passaggi larghi m 2,45 a partire dalle due estremità occidentale e orientale. Lo spessore dei muri perimetrali esterni rilevabile solo nei due brevi tratti affioranti, èdim0,60circa. L'altezza max. di m 1,65 circa, rilevabile nella meta orientale della navata settentrionale, mentre a metà occidentale è quasi completamente invasa dalla terra caduta anche da una seconda lacuna della volta, di dimensioni inferiori (m 0,50x0,70) (Fig. 265). Le pareti, in particolarei lato lungo settentrionale e quello breve orientale, conservano la preparazione del rivestimento in cocciopesto. Sulla volta, in prossimità dell'angolo nord-orientale, resta il foro, circolare, perl'entrata dell’acqua.

“= Ostia V:355, tv. LI “Atlante 1212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 figg 45 πη. 3646,47mn. L3. “== Pont 1970: 179 ig. 180dal settore IV strato A4. © Por 1970: 179ig. 180dal settore IV strato Ad. s^ Schola Praeconum I: 58,67, 72-73; Schola Praeconum Il 176, 181183, “== Fiogana 1942a: 39-40; DRAGO Troccou 1989: 43 nota 22 tener

“probabilmentedi impastobruno.. i cronologia imprecisabile”. Ho perlusta10, pid volte Marea nella quale dovete verificar i rinvenimento, senza trovare traccia del pozzett ricordato dal Firina, presumibilmente interrato. “* Questi risultano ormai quasi completamente nascosti dalla vegetazione e dallintero. “© L'imposta della voltasi trova am 1,40 circa dal p.c. attuale, mentre l'altezza max. dell'apertura oriental, quella meglio rilevabile, che permette l'accessoaila seconda navata,è di m0,75 circa.

Lungoil lato settentrionale della sterrata che dalla via dei Laghi, all'altezza della la SP. 18/c via Crocetta Vivaro si di rigeva verso la località C. Pozzi, a Nemi (b5), in uno dei pozzi dell'acquedotto moderno (Fig. 262), nei primi decenni del Novecento, a circa -5/6 m dal p.d.c., si recuperarono in parete alcuni frr. di ceramica d'impasto protostorico*, 304. CISTERNA E CUNICOLO m 598 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi - Suolo di Pirro o della Cavalleria

461

nord la Macchia la Cavalleria, fino a M. te Alto, è possibile notare un affioramento di materiali ceramici (Fig. 262). Su uno stretto pianoro che si allarga sul lato settentrionale del sentiero, delimitato da un ripido pendio", affiorano in bassa concentrazione su un’area non maggiore di mq. 600, alcuπὶ frr di tegole a impasto arcaico e di ceramica a impasto”. 1 materiali sembrerebbero attestare la frequentazione dell’area sommitale, forse la presenza di un piccolo abitato, almeno nel corso dell'età orientalizzante, pur non potendosi escludere che possano rifersi al sito n. 306. Impasto bruno — 2 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., impasto colore bruno, superficie esterna lucidata, riferibili ad epoca orienta» zante. — 1 fi di parete di ridottissime dimensioni, impasto sottile con impressione digitale, riferibile a età orientalizzante. Impasto rosso ~ 6 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. 306. AREA DIFRR. FrrTILI m 677 s.m. ‘Macchia la Cavalleria - M. Alto 10m Fig. 265. SP. 217 Via dei Laghi. Suolo di Pirro o della Cavalleria. Cisterna: pianta e sezione (n. 304).

Pochi metri a nord-ovest della cisterna uno scavo abusivo ha rilevato la presenza, m -1,70 circa dal p.d.c. attuale, di un cunicolo scavato nel banco, che corre verso sud-est* per almeno 10m, fino ad un crollo della volta. Il cunicolo, chiuso da una volta a sesto molto rialzato, è alto all'uscita m 0,58 circa mentre proseguendo lungo il percorso raggiunge un'altezza max. di m 1,25, per una larghezza oscillante tra m 0,72 e m. 0,80. Nella parte terminale, in basso, la parete occidentale sembrerebbe conservare tracciadi un rivestimento idraulico.

Quasi all'estremità occidentale della sommità dell’ immediatamente a est di Monte Alto, dove questa i scendere, con pendio ancora appena percettibile, verso la sella che la separa da Monte Alto, si nota un affioramento di frr fili». Nell'area che si allarga su una stretta terrazza affacciata a nord sui Pratoni del Vivaro, su una superficie di mq. 1.200 circa‘, si notano in media concentrazione frr. di ceramica a impasto". 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di un abitato, che anche la localizzazione del rinvenimento rispetto alla morfologia confermerebbe, per tutta l'età del Ferro, certamente a partire dalla II e fino alla IVB delle fasi laziali. Presumibilmente nel corso dell'età arcaica nell'area venne, forse almeno in parte, a sovrapporsi una casa/fattoria di modeste dimensioni Impasto protostorico

~ 1 fi di parete pertinente a forma chiusa non id, impasto di colore bruno scuro, superficie estera steccata, decorazione con fascio orizzontale di quatto linee incise, parallele, databile alla pr ma ct del Ferro. Un confronto pub essere istituito con un esemplaSalendo lungo un sentiero boschivo che dalla SP. 217 via τὸ da Albano-Colle dei Cappuccini! — 2 fr. di parete pertinent a forme chiuse non idd., genericadei Laghi, all'altezza del bivio per la SP 18/c via Crocetta Vivaro, raggiunge la sommità della dorsale che chiude a mente riferibili all'età del Ferro.

305. ARA DI FRA. FITTILI m 663 s.l.m. Macchia la Cavalleria - M. Alto

^ Nessuna delle pareti della cavità conserva traccia della prosecuzione dello speco in alta direzione facendo supporreche lo scavo abbia intercetato, almenosu un ato, la parte terminale del condotto. ἀπ L'area si trova immediatamente αἱ di soto del primo pianoro che si incontra procedendo verso la sommità, dove le pendici, che salgono piuttosto ipidamente, divengono morbide fino a raggiungere la spianata superiore. "Le caratteristiche dellaffioramento sono fortemente condizionate dalla presenza del bosco che determina un fondo particolarmente sporco, con bassissima visibilità del terreno. 462

1 L'reasitrova lungo sentiero che alla va dei Laghi, all'altezza del bivio per via Croceta Vivaro, sale attraversando i colli che chiudono a nord l'area della Macchia della Cavalleria, finoa M.te Alto. “sito sembra sezionato dal recente passaggio di una strada apera per. iltaglodel bosco. La visibili ellarea è impedita dalla presenzadel bosco e sopratutto dal fogliame che ricopre fondo, per cui appare dificil definire conce tezza limit dell’area ela consistenza stessa dell'afioramento. = Carucci 1978:64,65tav. XVI, 12; 25 motivo decoraivo

~ 1 fi. di orlo arrotondato a spigolo interno rientrante pertinente a forma chiusa. Il fr, di impasto grossolano di colore rossiccio con inclusi micacei e calcarei di dimensioni medio-piccole, non sembra presentare lavorazione al tornioe potrebbe essere riferibile alla Lo alla II fase laziale. Per la forma, considerata l'esiguità dell fr. si può proporre l’identificazione con ollette tipo Bettelli 1997, 3 attestate a Roma Esquilino o orcioli tipo Bettelli 1997, 9 da Osteria dell’ Osa, Impasto grezzo

τι | fi di bordo pertinente ἃ coperchio tipo Carafa 1995, 479, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in stati databilitrail 675 eil 500 a.C. L'esemplare preso n esame presenta un impasto tardo arcaico. ~ 5 fidi prete pertinenti a forme non i. — 2 fr di parete pertinent a forme chiuse non idd. di impasto tardo arcaico o alto repubblicano. — 1 fr. di fondoa disco rilevato pertinente a olla non id. — | fi di parete pertinentea forma aperta non id. Impasto rosso — 1 fi di parete pertinente a forma aperta non id. Superfici terna ed esterna ingobbiata. — 2 fr di parete pertinenti a forme non id 307. AREA DI FRR. FITTILI m 629-627 s.Lm. M. Alto

Alla base delle pendici settentrionali di Monte Alto il pendio piuttosto ripido si distende in un'ampia terrazza, che, fatta eccezione per la prima parte caratterizzata da maggiore pendenza, scende quasi pianeggiante, affacciata verso nordest sui Pratoni del Vivaro. Su un’area di mq. 1.600 circa affiorano piccoli fir. di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, frr di ceramica a impasto, frr di sigillata italica, ceramica comune, soprattutto da fuoco e anfore"". Nella zona più alta dell'area, sia poco a monte che a valle del sentiero‘, i materiali affiorano in media concentrazione, che aumenta invece verso il basso, dove i fr. di tegolea impasto chiaro, sigillata italica, comune e anfore, sono stati probabilmente trasportati dalle piogge”. 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di una casalfattoria di età arcaica e, successivamente, di un edificio presumibilmente a carattere residenziale, impiantato sulle pendici dell'altura, a partire dall'età tardo repubblicana e du-

rante quelle primo e medio imperiale, forse con un prolungamento fino ad almeno il V secolo d.C. Impasto grezzo — 8 frr di parete pertinenti a forme chiuse non ida. — 1 fr. di parete probabilmente pertinente a sostegno o a fornello non id. Impasto rosso — 1 fr. di orlo probabilmente pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 253, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 530-520e il 500 a.C.™. Internal sleep ware — 1 fr. di orlo di olla assimilabile al tipo Murray Threipland 1970, fig. 31, 15, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C. Sigillata italica

— 1 fr di orlo leggermente esroflosso pertinente a coppa troncoconica tipo Conspectus 22.6.1", databile dalla tarda età augustea-fineall'inizio del Π sec. d.C. (Tav. XVII, 10). ~ | fr. di orl verticale con registro sottostante decorato a rolel1a, assimilabile a coppa troncoconica tipo Conspectus 22.1.2, databile trail 20 a.C. l'iniziodel Π sec. d.C. — 2 fre di parete pertinentia forme non id. ‘Comune da mensa e da dispensa. — 1 fi di fondo piatto di olla non id. 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

~ 1 fi di coperchio dall’orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516= Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287°, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 .C.), ein eà traianeo-adrianea. ~ | fi. di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con i tipo Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del IL sec. d.C, — 1 fi. di coperchio dall’orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131,262‘ di produzione localeo regionale, attestato in contesti di età traianea. — 1 fi. di coperchio dall’orlo arrotondato tipo Ostia II, 514°, attestato in contesti datti all'età flavia, probabilmente durante la prima pare del principato di Domiziano (80-90 d.C.)

In generale a visibilità el sit risulta piuttosto difficoltosa perla na2% BELLI 1997: 43,tav.5,5;49, av. tua stessa del luogoe er e operazioni connesse al tagli dl bosco. = Canara 1995: 183-184, 185 fi. P" Caraga 1995: 112-113 fig. “11 taglio del bosco, non recentissimo, ha favorito la rinascita di un 7 MURRAY TIRETPLAND 1970: 84. manto erboso ricca di rovi che ricopre il terreno ostacolando la ricognizione. δα Conspectus:90, tav. 20. La visibili migliora in prossimità dei margini di due sentier: più antico © Conspectus 90, tav. 20. tipo corrisponde a Goudincau 27. quello alto, che compare infati anche nella cartografia IGM 1:25.000F 150 “Ostia: 101,260-261,tav. XXVII: CARTA 1978 [1987]: 131 fig. 132 115.0. Velletri del 1936, più recente quello in bass, ai margini dell’area,che dallo stato IV: Post, 1978 [1987]: 403 fig 407dallo stratoIL èstato aperto er le operazioni connesse αἱ τα del bosco. 7 lant 212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 fig. 45 πα. =Considerate e condizioni del rinvenimento ret difficile localizzare conprecision l'area di provenienza dei materiali. Lalor presenza anche sul 3-6,46,47 nn. 13 “0° Cara 1978 {1987}: 131 fig 132 dallo strato IV. ato a monte del sentiero più alto sembrerebbe suggerire l'ipotesi che questi τα OstiaT: 101, 260-261, tav. XXVIII siano scivolati allato Tute le pendici soprastanti però, caratterizzate da pendio abbastanza ripido, non sono ricognibil in quanto taglio del bosco in attoal momentodel sopralluogo, lo impedisce. 463

— 1 fr. di olla dall'orlo a listello tipo Pohl 1970, fig. 86, 244c/d -Albintimilium £.21,67, attestato in contesti di età tra= 1 fr. di tegame dall'orlo piatto ed indistinto tipo Dyson 1976, fig. 29, PD 10, attestato in contesti databili trail 110 c il 30 ac^, ~ 1 piede pertinente a tegame su sostegno assimilabile al tipo Dyson 1976, fig. 31, PD 32, attestato in contesti compresi trail 110 eil 302. C". — 1 fr di orlo di coperchio non id. = fi. di fondo piatto non id. — 9fi di parete pertinenti a forme non idé. Anfore = 1 fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. a.C. e la fine del IV sec. dc ~ 1 puntale pertinente a spatheion di piccole dimensioni, di produzione africana, diffuso tra V e VII sec. d.C, — Lf di parete di produzione tirrenica. — | fr di parete di produzione orientale. — 2 fr. di paretedi produzioni non idd. Lucerne — 1 fr di spalla in ceramica comune.

308. BaNcHINE Nemi. Lago — “Licino” A seguito del prosciugamento del lago per il recupero degli scafi delle navi, nel corso degli anni Venti del Novecento, lungo il settore sud-orientale delle sponde, in località Licinio, si rilevò l’esistenza di un primo tratto di banchina con caratteristiche analoghe a quelle osservate nella località Pantane (n. 192) e Orti di S. Nicola?" (n. 207). 309. BANCHINE Nemi. Lago - "Licino"

A seguito del prosciugamento del lago per il recupero degli scafi delle navi, nel corso degli anni Venti del Novecento, lungo il settore sud-orientale delle sponde, in località Licinio, si rilevò l’esistenza di un ulteriore tratto di banchina”. La struttura, visibile per una lunghezza di 100 m circa, la quale sorreggeva una gettata in opera cementizia dello spessore di m 2,50 circa, era costituita da un doppio fi‘8 Lanmwogui 1950: 103; Pin 1970: 176 ig. 177 dal settore IV strato A4. ‘© Dyson 1976: 89. Peril tipo è suggerita una datazione compresa rail 1004.C.ci1504C. 2" Dysox 197692 "Vd, xxx note 4076, 4077, 4078. ‘00 PaveLLA 2002: 635 fig. 7153 n. I. 2 Un 1950: 119, 125 fig. 132, 27; cf. Devon 1987: 164 fig. n. 0: Grzzt Ga 1996: 54 fg. 34,0, 56. ‘o ini 1950: 119, 121 fig. 126, 25 fig. 132, specialmente 126, 127 fig. 134; ct. Devor 1987: 164 fig. sin,O; Guzzi, Giu 1996: 54 fig. 34,u, ‘56: Petit 1998: 314,316ig 49, 322 fig. 59; Lexz 2000: 167. 18. 464

lare di travi e tavole?" all'interno del quale era un riempimento in argilla. Addossate al secondo filare, a circa m 1 circa l'una dall'altra, erano delle travi con incassature laterali (m 0,24x0,13) nelle quali erano grosse tavole di quercia (cd. palizzata interna). Con orientamento trasversale alla palizata interna era una linea di circa 9 m di lunghezza costituita di travi (m 0,45x0,30) disposte “a scacchi”. I due elementi combacianti erano uniti tra loro per mezzo di listoni a doppia coda di rondine, mentre quelli prospicenti sono riuniti per mezzo di tavoloni a doppia coda di rondine. Sul lato a monte la linea trasversale era chiusa da un filare di travi, parallelo a quelli esterni. Un'ulteriore suddivisione, parallela alle altre, con tavole di quercia disposte orizzontalmente, incastrate fra doppi montanti di abete, era a poco più di 3 m dal secondo filare. 310. AnFA DI FRE. FITTILI m 613 s.l.m. C. le Nemese

Lungo il sentiero che dalla via dei Laghi, all'altezza del km. 19,400, raggiunge il Maschio dell’ Artemisio si incontra, quasi alle falde della montagna, una piccola terrazza delimitata verso sud da alta e ripida scarpata artificiate Nel terreno boschivo, su una superficie di mq. 700 nel settore piü vicino al sentiero, dove il fondo offre una migliore visibilità", sono presenti in bassa concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, cubilia in selce (cm 10,5x10), qualche tessera di mosaico nera di piccole dimensioni, soprattutto fr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio © opera doliare, fr. di tegole e coppi di età arcaica, meno ad impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, frr. di dolio ad impasto rosso e pochi frr. di ceramica comune da fuoco e anfore. L'affioramento sembra riferibile alla presenza di una casalfattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente, nel IT secolo a.C. si è impiantato un edificio rustico residenziale in uso forse fino alla prima età imperiale Comune da fuoco — 2 fir. di orlo pertinenti a due esemplari diversi di olla tipo Duncan 1965, form 34a, fig. 10, AS2, attestato in contesti databili trail IS/1001 a.C. Anfore — 1 fi. di paretedi produzione vesuviana. ^" Le prime (m 040x020), disant a loro m 0,50 circa e unite con avole di queria; le seconde (m 0,521025), parallele αἱ primo e distante circa 10,75, collegati con istoni a doppia codadi rondine “n A questa altezza, infatti il pendio scende piuttosto alive fino a quest'area quasi in piano, costeggiata dal sentiero e affacciata con ampio orizsoil ‘=sentiero risale il pendio. Duncanche 1965: 155, 163

311. CunicoLOm 598 s.l.m. Colle Bello

Sul versante sud-occidentale della lingua pedemontana che si allunga verso sud-est alle falde del Monte dei Ferrari, poco al di sopra della strada che attraversa longitudinalmente le pendici del Massiccio dell' Artemisio, delimitando a nord la dorsale di Colle Bello/Colle Moricone, è visibile l'ingresso di un cunicolo”. Lo speco, orientato approssimativamente sull'asse nordovest/sud-est, è scavato nel banco affiorante all'intemo di uno stretto canale di deflusso delle meteoriche, m 1 circa al di sotto del p.d.c. L'ingresso è quasi completamente ostruito dall'interro e presenta un'altezza max. di m 0,35 e una larghezza di m 0,45. Appare conservato per una lunghezza di almeno m 3,50 circa. 312. AREA DI FRR. FITTILI m 570 s.l.m. Colle Bello

Quasi al centro della dorsale pedemontana che dalle falde del Monte dei Ferrari si abbassa verso sud-est, nel settore orientale delimitato da pendici abbastanza morbide che raggiungono la sella posta tra questa dorsale e quella parallela di Morice, una modesta altura termina con uno stretto pianoτὸ affacciato verso sud-est e delimitato a ovest da un ripido salto dî quota Nell'area sommitale, su una piccola radura di mq. 250 circa, ai margini del bosco, affiorano in bassa concentrazione scaglie di selce, frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e rosso di età romana, pochi fr. di dolio di età arcaica, ed alcuni frr. di ceramica invetriata. È ipotizzabile la presenza di una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale è probabile si sia impiantata una struttura rustica che i materiali permettono di riferire, in maniera generica, all'età romana.

313. AREA DI FRR. FrrTILI m 518 s.Lm. Q.to Cigliolo - Via del Cigliolo Nella scarpata che costeggia il lato orientale di via del Cigliolo, circa m 630 dal punto in cui raggiunge la sterrata che corre lungo le pendici meridionali dell” Artemisio, su un tratto di m 25 circa, si riconoscono oltre a poche scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, alcuni frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, più rari a impasto chiaro di età romana e pochi frr. di ceramica comune da fuoco. Nel terreno ον Incorrispondenza dell'ingresso, nel fondo del canale, restano uni di paretedi vemice nera alcuni fi. ditegole ad impasto rosso di età tardo arcaicacao repubblicane. "L'area, compresa tra due edifici, corispondenti ai civic n. 240 e 242, consente una visibilità scarsa anche ἃ causa elle immondizie di mà terialdi isuta presenti ‘5 La proprietà corisponde attualmente al civicon. 329, Non mi stato possbile perlustrare con attenzione l'afioramento perla presenza dei proprietari che, tuttavia, ringrazio per avermi permesso accesso. Alcuni materiali, rinvenuti in occasione delle arature, tegole a

boschivo soprastante in un piccolo settore in morbido declivio verso sud-est, risparmiato dalle abitazioni, su una superficie di circa 150 mq., si notano in scarsa concentrazione pochi fr. di materiale edilizio ad impasto arcaico".

È ipotizzabile, anche sulla base delle caratteristiche mor-

fologiche e sulla posizione del sito, la presenza di una casalfattoria di età arcaica sulla quale, nel corso dell'età romana, si è sviluppato un impianto rustico. 314, AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 506 s.Lm. Q.to Cigliolo - Via Fontana Marcaccio Nel terreno retrostante il vecchio C. Cellucci, prima che via Fontana Marcaccio inizi a salire fino a raggiungere la sorgente, si nota un affioramento di materiale fittile antico?! L'area, occupata da vigneto nella metà settentrionalee da orto nella restante, si affaccia con modesta pendenza verso sud, a partire da un'iniziale fascia in piano posta alla base di un’alta balza che funge ora da limite di proprietà sul lato settentrionale e al di sopra della quale corre una sterrata. Su una superficie di mq. 3800 circa, si notano in alta concentrazione molti frr. di tegole ad impasto arcaico, alcune con ingobbio nero esterno, in minore quantità ad impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana e chiaro di età romana, dolia a impasto arcaico e rosso-arancio riferibili a età romana, fr. di sigillata italica e africana, frr. di ceramica comune e anfore, Nel giardino antistante l'abitazione sono conservati alcuni materiali rinvenuti durante i lavori agricoli nel terreno adiacente: un blocco parallelepipedo in peperino (m 1,15 x 0,2 x 0,45), un rocchio di colonna in peperino con incasso centrale quadrangolare (alt. max. m 042, diam. m 0,28) e una macina in vicoite quasi intera con base. Nell'area può essere individuata la presenza di una casalfattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente a partire almeno dall’età repubblicana, si ὃ sviluppata una vila con pars rustica, in uso fino, probabilmente, alla media età imperiale. 315. MATERIALE SPORADICO m 441 s.m. Q. to Tevola - Via Colle Pignatta

Dal lato meridionale di via del Marrone si allontana via Colle Pignatta fino a raggiungere via C. da Comune, attraversando una delle dorsali parallele che caratterizzano le pendici del massiccio dell’ Artemisio. Quasi all'inizio di via Colle Pignatta, sulla scarpata che costeggia il lato orientale a impadi et romana, grossi fr di dolio o rosato arco ea impasto impast sto rosso e di anfore, sono ancora conservati nei press del Casale. I pro prietaio ricorda che oltre al materiale ceramico, anni addietro, nl terreno ἦν rinvenuta una moneta di Antonino Pio, perduta, e che nel fare lo scassato peril rinnovo del vigneto, ll fine egli anni Settanta del Novecento, nella parte alta dell'appezzamento, quasi a ridosso della scarpata il terreno sprofondò in prossimitàdi quelo che doveva essere un pozzo di areazione di un cunicolo, la cui prosecuzione, verso nord, forse ino alla fontana Marcaccio, fu vista più o meno nello stesso periodo nella proprietà immediatamente adiacente. 465

della strada, per una lunghezza di m 15 circa, si notano in seione molti fir. di tegole e coppi sia a impasto arcaico che chiaro e rosato di età romana, frr di dolio a impasto arcaico, in minore quantità frr di ceramica comune sia da mensa che da fuoco e di anfore. AI di sopra della scarpata si apre una piccola terrazza, che spezza per breve tratto la pendenza, delimitata anche sul lato meridionale, dove gode di un vasto orizzonte, da un'alta scarpata che funge da limite di proprietà. Nell'area, quasi interamente occupata da due abitazioni con annessi, e nei ristretti spazi ad orto, affiorano frr. di materiale edilizio, qualche scaglie di selce e pochi frr. di comune da fuoco”. I materiali potrebbero attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, anche in considerazione della posizione rispetto alla morfologia, almeno, tra la prima e la media età imperiale si è sviluppato un impianto rustico.

L'affioramento, unitamente a quello lungo la scarpata sottostante (n. 317), da cui lo separa un'area edificata, attesta la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, si è impiantata una villa, che i materiali permettono di considerare in uso certamente nel corso della media età imperiale, forse già dalla fine della prima, fino almeno al IV secolo d.C.

Comune da fuoco ~ 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id.

Sigillata africana. = 1 f di orlo pertinente a forma non id., in produzione A/D, databile a partire dall'eà scveriana.

Anfore — 1 fi di ansa di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, iffusa trail 14/54 la fine del TI sec. d.C. — 1 fi. di parete di produzione tirrenica. Opus doliare — 2 fr di parete in impasto arcaico. 316. AREA DI FRR. FITTILI m 405 s.l.m. Q. to Comune - Via Contrada Comune

Nel settore meridionale della sommità dell'altura verso cui sale via Contrada Comune e lungo le prime pendici con cui il colle scende verso est fino alla sottostante via dei Castagnoli affiorano fr. di materiali antichi” Il terreno, adibito a coltivazione di fiori offre una buona visibilità ei frr si rinvengono sparsi in media concentrazione su una superficie di mq. 1.200 circa, benché la concentrazione tenda ad aumentare nel settore pianeggiante, più alto, limitatamentead una superficie di mq. 350 circa. Si rinvengono alcuni frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, frr. di tegole a impasto arcaico, alcuni con ingubbiatura nera, più numerosi a impasto rosato e rosso di età romana, fr. di ceramica a impasto, di sigillata africana, ceramica a pareti sottili, comune, soprattutto da fuoco, e. anfore. ‘© La proprietà corrisponde αἱ civicon. 6. Nonè tato possible accedere alla proprietà adiacente sul lato settentrionale, occupata da oliveto, la quale presenta continuità con e caratteristiche morfologiche dell'area in cuis individuatoi sito antico. © Vd. 308 note 4186, 4187,418 . ‘> L'arca ricade all'interno della proprietà al civicon. 124. I terreno coltivato, l'unico ricognibile, costeggia oral lato meridionale dell strada. privata che δὰ accesso a diverse proprietà. Tuto il settore settentrionale, sul lato opposto della strada, è occupato da abitazionidi recente edificazione: 466

Impasto grezzo — 5 fi di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 2 fir. di parete di spessore medio grande pertinenti a forma chiusa non id. Pareti sottili

1 fr. di orlo di boccalino monoansato tipo Ricci 1985, tv. LXXXVIII, 1, databile dall'epoca tiberiana fino alla fine del Il sec. dC.

‘Comune da mensa e da dispensa. — 3 fir di orlo di brocca trilobata non id. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 1 fi. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 5 fr. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco

— 1 fr di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Poh! 1970, fig. 87, 2709, di produzione laziale-campana, attestato in contesti di tà traianca. — 1 fr di coperchio dall’orlo rivolto verso l'lto tipo Pohl 1970, fig. 87, 2719, di produzione laziale-campana, attestato in contesti di età traianea, — 1 fr di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fi 131, 262° attestato in contesti di età raianea. ~ 1fr. di tegame dall'orlo estroflesso e arrotondato tipo Ostia I, 408”, attestato in contesti della metà del II sec. — | fr. di piatto/coperchio dall’orio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, di produzione locale confrontabile con il εἰς po Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fi ne del II sec, dC", ~ 1H di fondo pertinente a forma non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Anfore — 2 fir. di parete di produzione tirrenica. ~ 1 fi. di parete di produzione spagnola. ~ 1 fi. di parete di produzione africana. — 2 fir di parete di produzioni non idd. nonè quindi escluso che l'afforamento potesse interessare anche la parte del colle momento non cogniti. Ric 1985: 267-27 peril ipo I/16. "Pou 1970: 179g. 180. + Pos. 1970: 179-180. 7^ CARTA 1978 [1987]: 131-132 dallo strato IV. 0» Ostia: 94, tv. XIX. Atlante I 212; AGUAROD OY 1991: 247-248, 305-307 fig. 45 πη. 3-6, 46,47 nn 13.

317. MATERIALE SPORADICO m 400 s.l.m. Q. to Comune - Via Contrada Comune.

Lavori per la sistemazione dell'ingresso alla proprietà. che occupa una terrazza, aperta a sud-est, sul lato orientale, di via C. da Comune all'altezza dell'incrocio con via Colle Pignatta, hanno evidenziato la presenza di numerosi fr. di materiale fittile antico. L'alta scarpata che terrazza l’area soprastante costeggia la strada abbassandosi progressivamente fino ad azzerarsi quasi in prossimità della proprietà adiacente verso sud, Diversi fir. di tegole ad impasto rosso e più rari a impasto chiaro e rosato di età romana, in genere di grandi dimensioni, oltre a qualche frr. di dolio a impasto rosso e di comune da fuoco si vedono nella scarpata a dx. dell'ingresso per una lunghezza di m 40 circa, mentre in prossimità dell'ingresso, nella sezione di terra, si notano oltre a fr. di tegola, anche alcuni fre. di anfora®™ 1 materiali, considerata la loro posizione, sembrerebbero riferibili all'impianto rustico ipotizzato sul pianoro soprastante (n. 316). Comune da fuoco — 5 fir. di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fr. di orlo con collo e anse di Keay XXV, anfora cilindrica del basso impero, da garum di produzione africana, diffusa tra l'iniziodel IV secolo e il 450 circa d.C. Opus doliare ~ 3 frs di parete a impasto rosso di età romana.

318, AREA DI FR. FrrTILI m 415 s.m. Q. to Acqua Palomba - Via Contrada Comune Sul lato meridionale di via Contrada Comune, m 350 circa prima che la strada incroci via Acqua Palomba, si apre un’ampia terrazza affacciata con modesto pendio a sud-est e protetta a nord dal massiccio dell’ Artemisio. Gran parte dell’area è ora occupata da abitazioni fatta eccezione per il settore nord-orientale, dove rimane un vecchio edificio rustico abbandonato, il quale riutilizza nelle murature, oltre a scaglie di selce, anche fr. di anfore di produzione africana e fr. di tegole a impasto rosso e rosato ad alcuni frr di coppo. Intorno all'edificio resta un ampio appezzamento incolto nel quale, a partire dalla zona alle spalle, più alta, fino al confine con la proprietà adiacente verso sud, affiorano, ^ Questa proprietà, che rispondi al civico n 108, occupa la parte più bassa del pianoro ede interameoccupata nte da abitazione giardino. 7? Al momento del sopralluogo era in corso la costruzione di un mura gione in cemento a contenimento delle tere della scarpata. Per allg ‘mento dell'ingresso sono ovviamente state tagliate le parti lungoîl viale che sale verso le abitazioni fi. di maggiori dimension si sono notai, per quantomi è stato possible rilevare non essendo stato concesso l'accesso alla proprie soprastante, ormai comunque quasi interamente occupata da abitazioaie giardini, fata eccezione per una piccola parte ovi, propri nella parete o 4 terrasul ato dx. del viale, llalt quasiezza ellingrsso.

una superficie di mq. 1400 circa in media concentrazione, considerata la bassa visibilità offerta dal terreno, frr. di impasto riferibili a materiale edilizio di età arcaica e tardo arcaico, frr di tegole a impasto rosato e chiaro di età romana, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, frr. di dolio a impasto rosso, rari frr. di ceramica a impasto, fr. di sigillata italica, ceramica comune e anfore. L'affioramento è presente in dispersione su una superficie complessiva di almeno mg. 3.200 circa?" Tmateriali appaiono riferibili alla presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si è sviluppata una villa in uso almeno in età primo e medio imperiale. È possibile che l’area siestendesse ancora fin quasi al margine orientale della dorsale collinare, a comprendere i due affioramenti minori individuati a sud-est, lungo via Acqua Palomba (nn. 319-320), sviluppandosi su una superficie ricostruibile di almeno 32.000 mq. Impasto grezzo — 2 fr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Vernice nera — 1 fr. di fondo con attacco di basso piede ad anello pertinente a forma non id., di produzione locale. Pareti sotili = 1 fi di orlo di boccalino ovoide o globulare tipo Ricci 1985, tav. LXXXV, 21% databile dal 60/70 alla fine del Il sec. d.C. Sigillata italica 1 fr di orlo pendente, con gradino esterno e sottili solcature interne, di piatto tipo Conspectus 12.4.1." databile all'inizio del I sec. dC. — 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Ceramica comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo di olla non id. 1 fr. di ansa a nastro pertinentea forma non id. — | fr. di fondo pertinentea forma non id. — 7 frr di parete pertinenti a forme non idd. Ceramica comune da fuoco — 1 fr di coperchio dall'orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516= Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287‘, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (30-90 d.C.) inetà traianeo-adrianea. — 1 fi di orlo di coperchio non id. — 4 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

2 Rizzo, Capone, CostaGAFÀ, vrn, Pexniucci, Munzi 2004: 78 tb. 3. ‘0% fr si rinvengono fino ciglio della strada privata che deve aver tagliat ἢ ito dal momento che presenzadi materiale antico si nota anche sul Jato oppostosianel giardino annesso all'abitazioneal civico n.176, di fronte l'edificio abbandonato, ia nell'unico piccolo appezzamento coltivato, poco più asud, di fronteal civicon. 200. “Ricci 1985: 267 peril ipo 122 © Conspectus 72, tav. 13. I tipo corrisponde a Haltern U/ServiioTe. 7^ OstiaI: 101, 260-261,tav. XXVI CARTA I: 1978 [1987]: 131fig-132 dallo strato TV; Pout 1978 [1987]: 403g, 407 dallo stratoI 467

Anfore — 7 frr di parete di produzione africana. — 1 fi. di parete di produzione orientale. — 5 frr di pareti di produzioni non idd. Opus doliare = | fr di parete in impasto arcaico.

319. AREA DI FR. FITTILI πὶ 394 s.Lm. Q. to Acqua Palomba - Via Acqua Palomba Sul lato occidentale di via Acqua Palomba un piccolo appezzamento ad orto” restituisce, su mq. 600 circa, diversi frr. di tegole e coppi ad impasto rosso, rari fir. di anfore e scaglie di selce di medie e piccole dimensioni? Alcuni frr. di materiale antico si notano sul margine di questo terreno mentre lungo il muro di recinzione con cui costeggia via Acqua Palomba, in una piccola edicola sacra, è stato murato un rocchio di colonna in calcare (alt. max. m 0,77; diam. m 0,32). Il modesto affioramento potrebbe costituire le propaggini sud-orientali di un più vasto insediamento individuato immediatamente a nord-ovest, lungo via C. da Comune (nn. 318, 320) 320. AREADI FRR. FITTILI m 387 s.Lm. Q to Acqua Palomba - Via Acqua Palomba Lungo la scarpata che costeggia il lato orientale di via. Acqua Palomba, circa m 500 prima che questa incroci via C. da Comune, èpossibile notare presenza di scaglie di selce di medie dimensioni, molti frr di tegole e coppi a impasto arcaico, meno a impasto rosso di età repubblicana e a impasto rosato e rosso di età romana oltrea pochi frr. di mattonc ni di opus spicatum a impasto rosso. Alcuni frr. di ceramica comune e di anfore sono visibili lungo la recinzione della proprietà che occupa il terreno immediatamente soprastante, caratterizzato da leggero declivio verso est e verso sud. Il terreno, per la maggior parte incolto, nei circa mq. 800 utilizzati ad orto, restituisce in media concentrazione materiali dello stesso tipo. Il modesto affioramento deve intendersi connesso a quello immediatamente di fronte, sul lato opposto di via Acqua Palomba (n. 319), mentre entrambi, come sembrerebbe suggerire l'unitarictà morfologica, potrebbero costituire le propaggini sud-orientali di un più vasto insediamento individuato immediatamente a nord-ovest, lungo via C.da Comune (n. 318) ‘Esso è delimitato a nord da una srada privata che lo separada un vasto appezzamento ad oliveto, incolto, dove ἢ terreno sale con leggera pendenza fino a raggiungere un'area in piano che si allarga verso nord-ovest 27 L'areacorrisponde al civicon. 125. 7^ La proprietà, non accessibile e comunque con fondo non ricognibile, corrisponde civicon. 131 7" L'area corrisponde al civico n.100. Sul lato settentrionale una bassa scarpata con canneto, realizzata in epoca recente, separa i terreno dalla pro468

Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id. Anfore ~ 1 fi. di ansa a doppio bastoncello pertinente a Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione spagnola, diffusa dalla tarda età augustea al I sec. d.C. ~ 1 fr di fondo adiscodi produzione non id. — 1 fi di parete di produzione lusitana. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di paretedi produzione non id.

321. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 368-362 slm. Q. to Arcione - Via Arcioni ‘Su una terrazza quasi in piano, a coltivazione ortiva, che costeggia il lato occidentale di via Arcioni, m 350 circa dall'incrocio con la via Ariana (D), affiorano in bassa concentrazione, su mq. 5000 circa, qualche frr. di coppo a impasto rosso tardo arcaico-alto repubblicano, in numero maggiore frr. di laterizi e tegole a impasto rosato di età romanae chiaro di età imperiale, fr. di sigillata africana, di comune da mensa e da fuoco e anfore. La concentrazione aumenta leggermente verso il margine meridionale dell’area, in prossimità del confine con la proprietà adiacente, nel cui giardino sono conservati sei blocchi parallelepipedi di peperino (m 0,78x0,62x0,60; 0,68x0,58x0,82; 0,74x0,70x0,54), alcuni dei quali con incassi a coda di rondine (m 0,30x0,12x0,08) per il fissaggio (Fig. 266). Tutta l’area, ora suddivisa in tre diverse proprietà*^, costituisce morfologicamente una terrazza unitaria alla cui estremità meridionale, in prossimità di un deciso salto di quota, si rinvenne il sarcofago con le fatiche di Ercole (n. 322). È ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria di età ar-

caica, sulla quale presumibilmente nel corso della tarda età repubblicana si è sviluppata una villa, estesa su una superficie ricostruibile di almeno mq. 17000, in uso, successiva‘mente, almeno tra il Ie l'inizio del ΠῚ secolo d.C., alla quale debbono probabilmente riferirsi anche i materiali rinvenuti sul lato opposto di via Arcioni (n. 323). Impasto grezzo — 2frr di parete pertinenti a forme chiuse non id, Sigillata africana

— 3 fr. di orlo con lobo decorato a rotella di coppa emisferica tipo Lamboglia 22-Hayes 9A, in produzione A’, databile alla seconda metà del Il sec. d.C. prità adiacente, la quale occupa un'area di gran lunga più vasta ed anche orfologicamente più felice, estendendosi quasi in piano verso sud-est. L'area, a fondo incolto, non è risultata ricognibile perl diniego del proprie. tario. ‘59 Vd, 361 nota 4032, 410nota 4279. ‘Le proprietà corrispondono αἱ civici nn. 27-33 di via Arcioni ‘08 Alonte I: 21, tav. XIV, 9. Hayes precisa la cronologia del tipo tra il 10061160 coltredC.

‘Comune da mensa e da dispensa. — 1 fi. di orlo pertinente a forma aperta ("recipiente") con orlo a tesa tipo Ostia Il, 362, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C) — 1 fi. di fondo ad anello pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fr. di olla dall’orlo estroflesso e arrotondato tipo Duncan 1965, fig. 10, form 34a AS5°%, attestato in contesti databili tra il 150/100-1 aC. — 2.f di orlo di olla non ida — 4 fr di parete pertinenti a forme chiuse non idé. ~ 1 fr di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa (ol12?) non id. Anfore — 2 fre di parete di produzione tirrenica. — fr di parete di produzione africana. — 1 fi di paretedi produzione egeo-orientale.

Fig. 266. Q. to Arcione. Via Arcioni. Blocco con incasso(n. 321).

Nel 1955, presumibilmente in un terreno vignato lungo il lato occidentale di via Arcioni, a circa m 220 dall'incrocio con la via Ariana (D), eseguendosi lavori di scasso per l'impianto del vigneto, è segnalato il rinvenimento di un sarcofa80 marmoreo decorato con le imprese di Ercole e rappresentazioni dell’oltretomba"”. Il sarcofago (m 240 x 1,15 x 1,15), che al momento della scoperta conservava sette scheletri?*, è datato tra la fine del IT e quella del III sec. d.C. *. In considerazione della lacunosità delle informazioni sulla scoperta e soprattutto, della mai accertata esistenza della struttura funeraria nella quale si sarebbe dovuto trovare, è possibile che il sarcofago al momento della segnalazione non si trovasse in situ

322), tagliata ora a sud da via L. Galvani, nei pochi spazi ortivi risparmiati intorno all'abitazione affiorano, in alta concentr zione, pochi frr. di tegole ad impasto rosso di età romana, verse tessere da mosaico nere di medie dimensioni, pochi frr. di sigillata italicae africana, ceramica comune e anfore. Nel giardino sul retro dell'abitazione sono conservati un fir. di colonna in marmo bianco con scanalature a spigolo vivo (alt. m 1,15; diam. sup. m 0,20) caratterizzata da forte τὸ stremazione, e due tegole ad aletta intere a impasto rosso di età romana. La superficie ricognibile risulta limitata a mq. 480 circa mentre l'area interessata dall'occupazione antica doveva estendersi almeno su tutta la terrazza ora compresa nella proprietà e ancora in quella adiacente sul lato orientaJe", dove si nota la presenza sporadica di frr. di dolio, laterizi e anfore”. È ipotizzabile, anche in considerazione del fatto che la viabilità attuale non sembra ricalcare alcun tracciato antico, che i materiali presenti sul terreno, attestanti una frequenta» zione nel corso della media età imperiale, vadano considerati unitamente a quelli sul lato opposto di via Arcioni (n. 321).

323. AREA DI FRR. FrrTILL m 355 s.Lm. Q. to Arcione - Via Arcioni

Sigillata italica = 1 fi di parete pertinente a forma non id.

All’interno di una piccola proprietà sul lato nord-orientale di via Arcioni, quasi di fronte al sito in cui è segnalato il rinvenimento del sarcofago con le fatiche di Ercole (nn. 321-

Sigillata africana = 1 fi. di orlo a tesa piana di scodella tipo Ostia I, 29=Hayes 32, in produzione A/D, databile nella prima metà del TI sec. d.C.

7^ Ostia 0:92, 260-261,tav. XXL. 29 Duncax 1965: 155, 163 ‘0911 terreno corrisponde alla proprietàal civico n. 27. A memoria del proprietario accanto αἱ sarcofago furono rinvenute, sui due lati, due deposiioni su lastra marmorea coperte a cappuccina. A poca distanzadal sarcofago sirnve ro alte due sepolture ἃ cappuccina ©5%Riina 1989: 146-147. Spat, Archivio pratiche. elle. Relazione G. Iacopi del 25 gennaio 1957; BARTOCCNI 1957-59; Barocco 1958, con posizionamento zonale del rinvenimento (130 fg. 1). Indagini reslizzate nell'area del rinvenimento non ivelaron l'esistenza di alcuna struttura, facendo cos ritenere che il arcofago non fosse stato trovato nel luogo originario (ef n. 1718). Trai numeosi contribusu sarcofago, attualmente conservato nel locale Museo Civico

Archeologico di Velletri, vd. ANDREAE 1963: 1-87, tav. £t 1-29; Lavasxce. 1965; Biekuex 1966: 65: ANDREAE 1968.69: 146-147: CaprenLi 1985: 67-60; Giuni 1989aalla quale rimando pera bibliografia completa: ZaNKER, ENALD 2001: 29 abb. 21; CANDILO, LAURENTI, SANTAMARIA 2004; ANDREAE 2005; Bonanno AVRANTINOS 2005: 39-45; PensanenE, MESOLELLA 2005 con data zione “a pocodopoil 150 d.C”; GaLL1 2005; Caxpisio 205. 2" La proprietà corrisponde al civico. 14. Sa questo lato l'arca è occupata da un capannone per articoli da giardino. © Un grosso f. di oro i dolio, conservato pe circa tre quat del diametro, riferibile a questo sto, è murato nella recinzione dela proprietà adiacente sul ato nor, al civicon. 16. Atlante 56, tav. XXV, 5.

322. SARCOFAGO E SEPOLTURE Q to Arcione - Via Arcioni

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Comune da mensa e da dispensa.

Impasto grezzo — 2 frs di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 1 fî di coperchio di grandi dimensioni pertinente a forma non id.

Comune da fuoco — 1 fr di orlo di coperchio di coperchio arrotondato tipo Ostia II, 515775, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — [fr di lla dall’orloa tesa di tipo non id. — 4fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Vernice nera ~ 1 fi. di fondo con solcature concentriche e piede ad anello di coppa non id. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd..

~ 1 fr di olo pertinentea forma non id. — 4 fr. di fondo pertinenti a forme non id. — 3 fit. di prete pertinenti a forme non id.

Anfore — 2fre di paretedi produzione tirrenica. = 1 fr. di paretedi produzione non id.

Sigillata africana. — 1 fr di fondo con decorazione impressa a stampo costituita da cerchio concentricoo voluta, in produzione D', databile trail IV © la metà del VII scc. d.C. Ceramica comune da mensa e da dispensa

324. AREA DI FRR, FITTILI m 299 s.l.m. C. le Angelo In un ampio appezzamento a coltivazione ortiva, che occupa il fondovalle compreso tra le pendici sud-occidentali di Colle Angelo c l'altura di Font. na Quarantola, il terreno si abbassa con modestissima pendenza verso sud-ovest a partire da un'alta balza tufacea, tagliata e regolarizzata in età post-antica, fino ad allargarsi in piano nella zona più bassa. Su una superficie complessiva di mq. 2100 circa a partire dalla zona centrale in piano, dove i materiali affiorano con minore concentrazione, che diviene alta in un'area di mq. 7100 circa, circoscritta al settore nord-occidentale, si riconoscono oltre a scaglie di selce, soprattutto frr. di tegole a impasto arcaico, tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età tardo arcaica/alto repubblicana, rari frr di coppi a impasto arancio e rosso e tegole a impasto rosato (Tav. II, 19) di età romana, mattoncini di opus spicatum a impasto chiaro, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni di taglio regolare, alcuni fr. di ceramica a impasto, ceramica comune da mensae da fuoco, anfore e frr, di ridotte dimensioni, di vernice nera c sigillata sia italica che africana. Del materiale, tra cui scaglie in peperino, tegole a impasto arcaico e chiaro di età romana, frr. di dolio a impasto chiaro e rosso e alcuni fr. di anfore, è stato accatastato sul margine sud-orientale dell’appezzamento, prospiciente via Quarantola, al limite con il vicino castagneto.

~ Mi di orlo di olla assimilabile al tipo Ostia II, 260, atesato in contesti compresi tra la fine del Ie l'inizio del ΠῚ se. d.C, — 1 fi di orlo di brocca trlobata non id. ~ 1 fr di oro pertinente a forma nor — 7 fi. di parete pertinenti a forme non id. Ceramica comune da fuoco — 1 fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale trova confronto con il tipo Ostia Il, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del sec. d.C, — 1 fi di orlo di coperchio non id. — 1 fi. di fondo piatto di olla non i. — 6 fir di paretedi cui due pertinenti a forme chiuse non idd. Anfore — 1 fr i parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del II sce. d.C. — 2 fr di parete di produzione egeo-orientae. — 2 frr di parete di produzione tirrenica. = 4 fix di paretedi produzione africana. — 1 fi di parete di produzione gallica — 1 fi di paretedi produzione campana. Fittili non vascolari — 1 fr di lastra decorata a solcature parallele di impasto arcai-

È probabile che l’affioramento, insieme con quello lungo

le pendici (n. 325), si estendesse originariamente sul pianoro superiore, terrazzato dalla balza tufacea che chiude l’area, e debba riferirsi a una fattoria/casa di età arcaica sulla quale impiantata presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, una struttura rurale in uso anche nella media, forse già a partire dalla prima, età imperiale fino ad almeno il IV secolo d.C. ^ Ostia: 101,260.261, tav. XXVII 0 Ostia TI: 187,41,tav. XXXVI. ‘0 Atlante I 212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 fgg 45 n. 3-6,46,47nn. 1-3 79 Va. 361 note 4036, 4037, 4038 "La terrazza inferiore sale con pendenza morbida fino alla ripida balza tufacea che delimita ampio pianoro soprastanteil quale godedi un 410

325. AREA DI FRR. FITTILI m 311-307 s.l.m. C. le Angelo - Via Quarantola

Lungo le pendici, quasi completamente occupate dal bosco e articolate in due terrazze successive™, con cui Colle ottimo affaccio sia verso i sistema dell'Artemisio e la via Ariana a nord, sia verso i Lepini a es, e costituisce le estreme propaggini sud-orientali ellaltura di C.le Angelo. Fatta eccezione per il settore settentrionale occupato da una abitazione privata, tutta l'area del pianoro è incolta, quindi non ricognibile: tuttavia nei ari punti incu il ter eno si scopre pena affiorano piccolissimi fr. di impasto, riferibili a materiale da costru-

Angelo scende verso sud-est, lambendo via Quarantola, fino ad un piccolo fosso, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1.100 circa, soprattutto frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo arcaico, rarissimi a impasto chiaro-sabbioso e a impasto chiaro di età romana, frr. di dolia a impasto rosso, pochi frr. di comune, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni ed alcuni piccoli frr. di vernice. nera e sigillata italica”. Probabilmente i materiali, unitamente a quelli alla base della ripida balza (n. 324), si riferiscono ad una fattoria/casa di età arcaica, localizzabile sul pianoro immediatamente soprastante, sulla quale presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è impiantato una strattura rurale in uso fino ad almenoil IV secolo d.C.

no frr di materiale edilizio a impasto rosso di età romana, di africana da cucina e ceramica comune da fuoco. 1 materiali sembrerebbero indiziare la presenza, presumibilmente nell’area soprastante quella del rinvenimento, di un impianto rustico in uso almeno tra il Il e il V secolo d.C., al quale, può forse riferirsi anche l'affioramento a sudest(n.327) Africana da cucina

— 1e di olo di casseruola bifido ingrossatoe arrotondato tipo Ostia IH, 267-Hayes 197, attestato dalla prima metà del Il alla finc del IV-inizi del V sec. d.C. — 2 fe. di parete pertinenti ἃ forme non id.

Sigillata italica — 2 fr di parete pertinent forme non idd.

Comune da fuoco 1 fr. di orlo di casseruola tipo Schola Pracconum I, fig. 8, 110, attestato in contesti della prima metà del V sec. d.C“. — 1 fr. di orlo di incensiere decorato a piccole tacche oblique parallele, tipo Settefinestre 1985, tav. 55, 4, attestato in contesti della seconda metà del I sec. d.C." — 1 f di parete pertinente a forma non id.

‘Comune da mensa e da dispensa. = 1 fr. di ansa a nastro con costolatura centrale pertinente a brocca non id.

327. AREA DI FRR, FITTILI m 283-279 s.Lm.. «Quarantola»

Impasto grezzo — 1 fr. di parce pertinente a forma non id.

Comune da fuoco — 1 fi, di coperchio dall’orlo rialzato tipo Pohl 1970, fig. 87, 27494, di produzione laziale-campana, attestato in contesti di età ‘raianea, — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore = 1 fi di orlo di Dressel 2/4^* di piccole dimensioni, anfora vimaria di produzione campana, databile dal 70/60 a.C. all’inizio del III sec. d.C. 326. MATERIALE SPORADICO m 290 s.l.m. «Quarantola»

Lungo le ripide pendici, occupate da bosco, con cui l'altura immediatamente a nord-est di Font. na Quarantola scende lungo il versante nord-occidentale fino ad un piccolo fosso che scorre alla base, si notano alcuni fr. di materiale antico affiorare in sezione nelle pareti”. Poco al di sotto dell’ultima terrazza con cui l'altura si abbassa nel primo tratto prima di assumere pendio ripido e uniforme™ si riconosco-

Lungo le pendici sud-occidentali dell'altura immediata mente a nord-est di F. na Quarantola si allarga un piccolo pianoro erboso, il quale è affacciato con ripido pendio verso ovest su un piccolo fosso”, mentre a sud e ad est scende morbido fino ad una sterrata che attraversa la vallata verso nord-est. Le pendici affacciate verso il fosso e in parte il pianoro restituiscono in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 420 circa, soprattutto frr. di impasto arcaico riferibili a coppi o tegole, alcuni frr. di ceramica a impasto e di comune da fuoco, oltre a piccoli frr. di dolio a impasto arcaico", I materiali, forse unitamente a quelli a nord-ovest (n. 326), sembrerebbero attestare la presenza, presumibilmente sulla sommità non ricognibile, di una modesta casa/fattoria di età arcaica, sulla quale successivamente si è impiantata una struttura rurale, in uso almeno tra il Il e il V secolo d.C. Impasto grezzo = 6 fer. di parete di impasto tardo ar chiuse non idd.

pertinenti a forme

σα Schola Praeconum I 58,67,73-74. "Sulla lettura dell'area incide la scarsa visibilia del fondo boschivo. © Settefinstre 1985: 218; assimilbilbil al ipo OLCESE 1993: 226. "Post. 1970: 179fig- 180 dal settore IV strato AS. 227, fig. δά ει 250, attestato in contestii II sec. d.C. ‘= Vd, 361 nota 4032. ‘04 osso di ridottssima porata anche in inverno, incide la vallata che ‘0° Anche questa altura, come quella di ina Quarantola, è tagliata dll passaggio della ferrovia dismessa, ora ridota ad a strada, in alcuni punti separa quest altura da quella di F. na Quarantoa. Nel suo tt i notano frr. e olia serrata, che collegava Velletri a Colleferro. Lares i trovanel settore dellal- di materiale edilizio πο L'altra? tagliata dal passaggio, or ridotto ad una strada, della ferrotura posto nord della ferrovia. a Colleferro, L'area s trova nella parte a “Tutta l'area del pianoro soprastante risulta parcelzzata in diverse via dismessache collegava Velletri proprietàc edificata, quindi non ricognibile È perciò solo ipotizzabile che i sud ella ferrovia 7" L'entià dell'ffiramento è senza dubbio condizionata dalla scars materiali possano provenire dll altura soprastante. 99 Atlante: 218-219, tav. CVII, 6: cf. AGUAROD OTA. 1991: 281-283, sima visibili del fondo, incolto e adibito. pascolo. 335-341 figg. 75-81, la quae distingue il tipo in due variant principali A e B. E

Comune da fuoco — 4fi. di parete pertinenti a forme non id.

Anfore — 1 fr di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione tirrenica.

328. AREA DI FRR. FITTILIm 313-295 s.l.m. Font, na Quarantola

Invetriata — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 2fr di fondo pertinenti a forme non idd.

In un terreno che si allarga verso sud-ovest con pendio articolato in due terrazze, alla base della pendici occidentali dell’altura di Font. na Quarantola””, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 4000 circa con lid", frr., generalmente molto piccoli, di impasto riferibile a età arcaica e tardo arcaica, alcuni frr. di tegole e coppi a impasto tardo arcaico e pochi frr., alcuni riferibili a tegole, a impasto rosato e arancio di età romana, frr. di dolio a impasto rosso, frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera e di ceramica comune sia da mensa che da fuoco e di anfore”. Una leggera maggiore consistenza dell’affioramento si nota nella parte più bassa dell'appezzamento. È ipotizzabile che i materiali possano riferirsi ad una casalfattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si è sviluppata una struttura in uso anche tra la fine del Le il IV secolo d.C. Impasto grezzo — 2 fi. di parete pertinenti a forme non id. — 1 fi di parete di impasto tardo arcaico pertinente a forma non id. Vernice nera — 1 fr. di parete pertinente aforma non id. Comune da mensa e da dispensa — 6 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

= 1 fr di orlo di coperchio tipo Cama 1978, fig. 131, 260-Olcese 2003, tav. XIX, 10, datato rispettivamente in età traianea e trail eilIL see. dC, — | fi di oro di lla assimilabile αἱ tipo Dyson 1976, fig. 67, FC 27, attestato in contesti databili intornoal IV sec. d.C.”. — 1 fe di fondo pertinentea forma non id ~ 8 fr. di parete pertinenti a forme non dd. di cui uno di produzione campana. 7 terreno, part doliveto e parte ortivo e incolto, si rova immediatamente a sud del vecchio percorso della ferovia dismessa che collegava Velletri a Colleferro, al'altezza del puntoin cui questa, attraversata laltura 4i F na Quarantola, incrocia la moderna viabilità della contrada e prosegue versosud ormai ridota ad una terra. ‘= L'area scende verso ovest, a partire dal lato a valle della strada che raggiunge la sommità di F. na Quarantola, fino ad un piccolo fosso, in parte intubato,che la delimita su questo lat. ‘Tutta area sommitale del altura parcellizata in piccole proprietà equasi completamente edificata. * Carr 1978 [1987]: 1310 - 132 dallo strato LV; Oucest 20 3:90. ‘Dyson 1976: 165. Un esemplare simile proviene da contest di IV s00.d.C.di Lanuvio (Liss Catone 1966: 105, fig. 171.38), Luo Appunti: fasc. Via Appia fino a Bovillae. Altre stade, car 472

329. LASTRICATO STRADALE SS. 600 Via Ariana Nei primi anni del Novecento il Lugli” ricorda l'esistenza di un breve tratto di via basolata sul lato nord-occidentale della via Ariana (D), riportato anche dall” Astolfi”? e dal Nolli*™, presumibilmente nel settore compreso tra via Quarantola e Colle Angelo. 330. LASTRICATO STRADALE SS. 600 Via Ariana - Via Quarantola

Nei primi anni del Novecento il Lugli ricorda l’esistenza di un breve tratto di via basolata all'altezza del bivio tra via Ariana e via Quarantola"" (Fig. 267). È presumibile che piuttosto che alla via Ariana (D), vada riferito ad un suo diverticolo, în parte forse coincidente con via Quarantola (47). 331. MATERIALE SPORADICO “Colonnella”

II Cardinali ricorda il rinvenimento della tegola con bolJoCNA EW, nella vigna Frugotti a Colonnella®™. È possibile localizzare la proprietà, sulla base del riferimento ad essa nella carta dell’ Astolfi, nell'area attualmente incolta compresa tra il lato orientale della via Ariana (D) e quello occidentale di via Quarantola^". 332. Lastricato stradale. SS. 600 Via Ariana. Nel corso dello scavo della cunetta, realizzato nel 1899 lungo il lato meridionale della via Ariana, a circa 3 km da Ager velitenus, . diverticlo (“poligoni romani αἱ posto intramezzati con pezzi diselce, di moderno restauro”) 7" Bay, St geogr S. 35 riprodotta in Fruraz 1972: tav. 202 specialmente 203: "Le Pietre Lisci", lungo la "Via dell Ariana”, tra “Frugott”e “Graziosi”, © ast, Disegni e Piante, coll, cart 125 n.20, corrispondenteal n.6 . “ Luc Appunsi: fasc. Via Appia fino a Boville. Altre strade, car Ager velitemus, f. divertcoo (‘poligoni romani al posto intramezzati con pezzidi selce, di moderno restauro”). "CIL, X,2,8043,70; CILXV.1, 1971: C. NA. E[- -] con l'ipotesiche potesse trattarsi dello stessoC. Navidi CIL XV, 1315: cfr CARDINALI 1823: 233, 194:C.NA.EWL---}. 7 Non mi è stato possible accedere alla proprietà, corrispondente alc vicon. 1 i via Quarantola, che risulta da diversi anni abbandonata

e, Votre 1983: 46-47 n. 9° (Fig. 268): M. Olfas- --]/ Ma [=] Huvien- -1} Gemiln- --) | " 334. AREA DI FRR. FrrTILI m 326 s.Lm. Quarto Colonnella - Via Panamense

In un pianoro, sovrastato dal massiccio del!’ Artemisio e affacciato verso sud, che costeggia il lato orientale di via Panamense, poco prima che questa abbia termine, affiorano in bassa concentrazione frr. di materiale fittile antico”, Nel terreno, incolto, che scende verso sud con modes ma pendenza fino araggiungere una ripida scarpata alt. m2circa) con cui si affaccia sulla proprietà adiacente,su una superficie di mq. 2.000 circa, con visibilità medio-bassa, si riconoscono soprattuttofr. di materiale edilizio a impasto arcaico e chiaTo e rosso di età romana, qualche frr. di ceramica a impasto, frr di ceramica comune e anfore epiu raridi sigillata africana? 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di una casalfattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente tra la media e la tarda età imperiale, si è sviluppato un impianto rustico in uso almeno fino al IV-V secolo d.C. Feist

p lege

Fig. 267. SS. 600 Via Ariana. Via Quarantola. Resti di lastricato stradale in uno schizzo dî G. Lugli (n. 330) Velletri, nella località denominata "Pietre Liscie", presumibilmente all'altezza dell'attuale km. 16, poco a sud-ovest della traversa di via Redina Ricci, si rinvennero, a circa m -0,70 dal piano stradale, e con andamento analogo a quello della strada moderna, i resti di una via basolata per una lunghezza max. di m 20 circa”, riferibili alla via Ariana (D). 333. MATERIALE SPORADICO 88. 600 Via Ariana.

Il Nardini ricorda che in una delle pareti di un edificio lungo il lato meridionale della via Ariana (D), probabilmente corrispondente a quello ancora visibile all'altezza dell'at tuale km. 16400 poco a sud-ovest della traversa di via Redina Ricci®®, erano murati alcuni frr. di sculture a bassorilievo in marmo ed una iscrizione frammentaria, irreperibi5 Naeii 1899, il quale ricordache due tagl ella scarpata permisero di osservare, acirca m0,50, la presenza dell "crepidine della via antica riportatoda LANCIANImSs.85/2: 77; ft. ACS, Direz. Gen. AABBAA, II vers, II pare,b. 62, fasc. 1. Relazione O. Nardini del 19 agosto 1899; CaesseDi 1953: 90; cfr. As&, Camerale ἢ, tt. IV, b. 274, fasc. 2049. Relazione del 7 maggio 1839 (Richiesta dell'appaltatore della strada provinciale di Lariano perridurre în pietrisco circa m 2004 poligoni sconnessi esistenti n contrada Le Pietre Lisce); CRESCENZI 1081: 36-37, specialmente 36nota 89. Il trattoè riportato da Stevenson nella tavoletta di Velletri dell'IGM (STEVENSON CVartar.10587B:n.9) ‘© Non mi è stato possible acceder alla proprietà al civico n.232, no-

Fig. 268. SS. 600 Via Ariana. ApografoO. Nardini ell’iscrizione ‘Votre 1983: 46-47n.9 (n.333) nostante ripetuti tentativi, ella quale si conservaun edificio realizzato ascagliediselcee frc di materiale antico. ^ NagDik! 1899; cfe. CS, Diez. Gen. AABBAA,ΠῚ vers Il parte,b. 62, fasc. 1. Relazionedel 19 agosto 1899. “L'area ricade all'interno della proprietà al civico n. 15 di via Panamense. “area, un tempo a vigneto, nonè più soggetta da tempoad arature profonde. La proprietaria ricorda che ai tempi n cui fondo veniva lavorato dal suocero, durante i primi decenni del Novecento, questo ricordava che vi erano sti rinvenutidei “ruderi antici”. 473

Impasto grezzo — 1 fr di parete di forma chiusa non id. - 1 fr. di parete di forma aperta non id. Sigillata africana = 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id, in produzione D, databile dal IV al VII sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. — 1 fr di orlo pertinente a brocchetta probabilmente di età medievale. Comune da fuoco — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 4frr di paretedi produzione tirrenica. — 1 fr di parete produzione egeo-orientale. — 4frr di parete produzione africana. — 1 ft di parete di produzione adriatica. — 1 fi di parete di produzione non id.

335. AREA DI FRR. FITTILI m 342 s.l.m. Ὁ. to Comune - Via Acqua Palomba In un terreno a coltivazione ortiva che sale con morbida pendenza costeggiando il lato occidentale di via Acqua Palomba, nel tratto iniziale all'altezzadi via Ariana (D) si nota un affioramento di fr. fitli. Nel terreno, alle pendici di una delle terrazze in cui si articola la lingua collinare che scende dalla montagna”, sono presenti in media concentrazione su 1.800 mg. circa molte scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole ad impasto rossoe chiaro, frr. di dolio aimpasto rosso-arancioe pochi frr. di comune da fuoco. La parzialità dell’area ricognibile rispetto a quella che sembra plausibile ritenere occupata in antico non permette di avanzare ipotesi circa la destinazione del sito, generica mente riferibile alla presenza di una struttura (funeraria ?) di età romana?" 336-338. VILLA m 380-365 s.m. Q. to Comune - Via dei Castagnoli 336. Strutture murarie, tesoretto e area di frr. iti. Altermine di una traversa che si allontana dal lato orientale di via dei Castagnoli, resta ancora la vecchia proprietà R. ‘© La proprietà corrisponde al civico n. 1 di via Acqua Palomba © n. 163 della via Ariana. La pare più alta, quasi pianeggiante è ora occupata da abitazioni private con giardini, quindi non ricognibile. L'arca di maggiore interesse dovrebbe ricadere all’interno delle proprietà αἱ civici nn. 3 € 5, nei cui pochi appezzamenti coltivati intorno alle abitazioni si vedono affiorare piccoli fr iili e alle quali non è stato concesso di accedere. “La ricognizione ha incontrato probabilmente solo margine meridio‘nale del sto antico la cui pate più cospicue è probabile insstesse nell'area immediatamente soprastante. 474

Sambucci^" in cui, nel 1936, lavori agricoli nel terreno vignato nel quale erano resti di strutture antiche, rilevarono l’esistenza di un tesoretto costituito da 23 piccoli bronzi di Atalarico™. Attualmente il terreno, alle pendici di un pianoro che si alza immediatamente a nord e scende con morbida pendenza verso sud, restituisce, in bassa concentrazione su una superficie di mq. 2.800 circa, piccoli frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, frr. di tegole ad impasto chiaro e rosato di età romana, rari frr. di vernice nera e sigillata, pochi di ceramica comune e anfore. Impasto grezzo ~ 6 fr di pareti pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 2 fir. di parete pertinenti a forme non id. Africana da cucina — 1 fr di orlo di scodella tipo Hayes 181, n. 1, con ingobbio esterno biancastro, attestato in contesti di fine I-prima metà del Il sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. di probabile produzione egeo-orientale. Comune da fuoco — 4 fr. di parete pertinenti a forme non id

337. Area di frr. fittili. Nel settore settentrionale della C. da Quarto Comune un colle, in parte occupato da bosco, sale da via dei Castagnoli verso nord-est fino a raggiungere un'ampia spianata affacciata verso sud e protetta a nord dalle propaggini del massiccio dell’ Artemisio. I versante meridionale, occupato da oliveto e frutteto, si abbassa con pendio molto graduale, mentre leggermente più decise appaiono le pendici occidentali. Sulla sommità, occupata per la maggior parte da un oliveto di recente impianto, con buona visibilità, c attraversata al centro dal viale d'accesso all'abitazione che si trova al margine orientale della terrazza”, affiorano in media concentrazione poche scaglie di selce di piccole dimensioni, molti fr. di tegola, alcuni a impasto arcaico, alcuni a impasto rosa e chiaro di età repubblicana e frr. di tegole e coppi a impasto rosso di età romana, fr. di ceramica comune da fuoco e anfore, generalmente di piccole dimensioni, oltre ad alcuni frr. di sigillata italica e di ceramica a impasto. I materia‘= La proprietà corrisponde al civico n.76. La parte meridionaledel terreno è ora occupata da nuove abitazioni, mentre nel settore settentrionale si conserva la vecchia casa con un appezzamento ad oliv, ‘Sat, Archivio pratiche. Vellei. RelazioneO. Nardini del 22 aprile 1936; Crescenzi 1981: 102. © Atlante: 214-215, tav. CVI, πο a proprietà corrisponde al civico n. 102.

li si notano nei terreni su entrambi i lati del viale, su una su-

perficie complessiva di mg. 4000 circa”,

Impasto grezzo — 1 fr. di orlo pertinente a olla assimilabile al tipo Murray Threipland 1970, fig. 31,3, benchéil fr non sembri conservare traccia di vernice interna, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI eil V/prima metà del IV sec. a.C (Tav. XVII, 1). — 4 fr di parete pertinentia forme non idd., di cui uno di impasto tardo arcaico. — 1 fr. di fondoa disco, particolarmente abraso, di impasto tardoarcaico, pertinente a forma chiusa (olla ) non id. Sigillata italica 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana — 1f.di orlo inclinato verso l'interno con solcatura interna sotto l'rlo, di piatto tipo Lamboglia 9 b=Hayes 26, in produzione A’, databile dalla fine del IT agli inizi del ΠῚ sec. d.C. ~ Mfr di orlo indistinto di scodella non id, in produzione C, databile dalla prima metà del ΠῚ al V sec. d.C. e oltre. ~ 1 fi. di parete di produzione A, databile a partie dall'età flavia Africana da cucina ~ 1 ft. di orlodi piatto/coperchio non id = 1 fr. di fondo ad anello pertinente a forma non id. Comuneda mensa e da dispensa. — 1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id. — 4 fir i parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr, di coperchio dall'orio ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestato in contesti di età traianca. — 8 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore ~ [fr di parete di produzione spagnola. — 2 frr di parete di produzione africana. — 2 fir. di parete di produzione orientale. — | fi. di parete di produzione campana — 2 fi di parete di produzioni non idd.

abitativa che ha lasciato pochissimi spazi alla coltivazione, resta un piccolo appezzamento con vigneto di vecchio impianto nel quale affiorano în bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1.000 circa, numerosi frr. di tegole, pochi a impasto arcaico e tardo arcaico, diversi a impasto rosso di età romana, rarissimi frr. di ceramica a impasto, comune da fuoco e anfore’, L'affioramento n. 336, unitamente a quello sulla sommità del pianoro, immediatamente a nord dell'oliveto (n. 337), dal quale lo separa un’area irricognibile, come pure quello, di minore entità, presente in un piccolo appezzamento lungo Ja traversa che conduce alla proprietà Sambucci (n. 338), è probabile debba riferirsi ad una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, esteso su almeno 30.000 mq. L'impianto, utilizzato almeno fino al V secolo d.C,, è ipotizzabile fosse raggiunto da un diverticolo (d 9) della via Ariana (D). Impasto grezzo ~ 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fi di orlo ingrossato c leggermente rientrante di tegame ti po Martin 1991-92, abb. 7, fig 44, attestato in contesti di inizi V sec. dC, Anfore — 1 fr di parete di produzione africana, 339*. MATERIALE SPORADICO

Q to Comune

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di sarcofago in marmo con busto di vecchio proveniente dalla proprietà G. Balzani a Comune. 340. AREA DI FRR. FITTILI m 434 s.l.m. Q. to Tevola - Via Contrada Comune

338. Area di frr. fitili. Lungo una traversa di via dei Castagnoli, caratterizzata da una fitta presenza di edilizia

Una delle traverse che da via Contrada Comune risalgono verso nord, attraversando una delle lingue collinari parallele che caratterizzano le propaggini del massiccio dell’ Artemisio, raggiunge una proprietà alle cui spalle resta un piccolo terreno ad oliveto Nel terreno, in leggero declivio verso sud, chiuso alle spalle dalla montagna e aperto verso sud, su una superficie

50] materiali sembrano concentrarsi nel settore prossimo alla recinione dell'abitazione lasciando presupporre che gli edifici moderni insistano proprio sul sito antico. 7" MURRAY THREIPLAND 1970: 84. “0 Atlante 31-32, tov. XIV, 4. Hayes sposta leggermente la d deltipotra seconda metà del IL inii IT sec. d.C. 77 Vd.318-319 nota 3848. © Cana 1978 1987]: 131fig.-132 dallo strato IV. “La ricognizione dell'area, corrispondente αἱ civico n. 80, piuttosto

frammentaria e ristretta, è resa ulteriormente dificol del vigneto che dalla presenza di coltivazioni ortive longo uti ilari che im pedisconola visibili del fondo. 7 Maii 1991-92: 168,178. ‘° Crescenzi 1981: 171; Ceccau 20012: 46 n. 2; Bonanno. Ανβαντινος 2005: 48, “La proprietà corrisponde civico. 169. Quasi tuta asrada è ormai costeggiata da abitazioni che poco spazio hanno lasciato al bosco allacampugna.

Invetriata — | fr di ansa a nastro scanalata pertinente a forma non id. “τ Lr di parete con attacco di fondo pertinente a forma non id.

415

di mq. 2.000 circa con bassa visibilità del fondo per le caratteristiche stesse del terreno, particolarmente fine e polveroso, sono sparsi in bassa concentrazione frr. di tegole, rari di coppi, soprattutto a impasto arcaico e tardo arcaico, molto pochi ad impasto rosato e chiaro di età romana, frr. di ceramica comune, qualche frr. di ceramica a impasto, di vernice nera e sigillata africana e di ceramica comune da fuoco. È ipotizzabile, considerata l'esiguità del materiale, la presenza di una struttura rustico-residenziale attiva nelVeta repubblicana e in una successiva fase tardo imperia le, impiantata su una probabile casa/fattoria di età arcaica.

Comune da fuoco ~ 1 presa di coperchiodi grandi dimensioni non id. — 4 fr di parete pertinenti a forme non idi.

Comune da fuoco — 3 frt di parete pertinenti a forme non idd.

342. Area di frr. fitti. AI termine della traversa che da via Contrada Comune risale verso nord, fino a raggiungere il pianoroun tempo occupato dal C. le Remiddi, un terreno ad olivi sul lato orientale della strada restituisce materiale fitle antico. L'area si allarga quasi pianeggiante verso sud-est, favorita sia dall'esposizione che dalla presenza del massiccio dell’Artemisio che la protegge sul lato settentrionale. Su una superficie di mq. 1.500 circa affiorano in bassa concentra zione, probabilmente condizionata anche dalla scarsa visibilità offerta dal terreno, particolarmente fine e polveroso, fr. di tegole sia a impasto arcaico che chiaro e rosato di età romana, rari frr. di dolio a impasto arcaico, pochi fir. di ceramica a impasto grezzo e chiaro sabbioso, fr. di ceramica comune e soprattutto di anfore", L'affioramento, deve probabilmente essere letto unitamente a quello poco a sud (n. 341), da cui lo separa uno spazio ormai non ricognibile occupato da un'abitazione con annessi la quale insiste quasi sul centro del pianoro. È ipotizzabile, anche sulla base della morfologia dell’area, la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, almeno a partire dall'inizio del I, fino al III secolo d.C., si è sviluppato un impianto rustico.

341-342. VILLA m 412-384 s.l.m. Q. to Tevola - Via Contrada Comune.

Impasto grezzo — 1 fi di parete pertinente a forma non id.

Impasto grezzo — 3 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non id. Vernice nera — 2 fr di parete pertinenti a forme non idá. illata africana ~ 1 fr di orlo leggermente ingrossato di coppa tipo Lamboglia 58=Hayes 80B, in produzione D, databile tra la seconda metà del V e l'inizio del VI sec. d.C.

341. Area di fr. fittili, Da via Contrada Comune una strada laterale risale verso nord attraversando quasi centralmente una delle lingue collinari che caratterizzano il piede del massiccio dell’Artemisio fino a raggiungere un bel pianoro in corrispondenza di C. le Remiddi. Quasi a mezza costa, dove la pendenza inizia ad attenuarsi, recenti lavori per la sistemazione di un prefabbricato sul lato orientale della strada hanno evidenziato la presenza di materiali antichi. Lo spazio circostante il fabbricato, non maggiore a mq. 400 circa, è lasciato incolto e alcuni materiali si notano sparsi nel terreno, altri nelle sezioni dei tagli ancora visibili. Si riconoscono pochi fr. di tegole a impasto arcaico e rari a impasto rosato di età romana, piccoli fr. di africanada cucina, rari di sigillata africana e comune da fuoco*?,

Impasto chiaro sabbioso = 1 fr. di orlo appiattito pertinente a bacino tipo Ἐπεὶ 1993, 10.276, attestato in contest cerit in età tardo arcaica", assimilabile anche al tipo Carafa 1995, 660, attestato in stratigrafia compre se trail 500 e il 450 a.C. Comune da mensa e da dispensa — 3 fr di parete pertinenti a forme non id Comune da fuoco — 8 fir. di parete pertinenti a forme non idd..

Africana da cucina

— 1 fe di oro di piato/eoperchio leggermente ingrossato e distinto dalla parete tipo Ostia I, 332=Hayes 196, n.1° attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del IT sec. d.C.

Anfore — 1 fr di ansa pertinente ad anfora Dressel 2/4, di produzione spagnola, diffusa dalla tarda età augustea al I sec. d.C.**. — 1 fr di ansa di Ostia II, 522/523, detta anche ansa a fiorelli no, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africanna, diffusa tra l'età iberiano/claudia e la prima metà del I sec. ac. — 2 frr di parete di produzioni non idd.

lante: 104, av. XLVI, 3. = L'area èdistinta dal civico n. 129, Pochi fr di piccole dimensioni si notano anche sul lato opposto della strada, n una rstreta fascia del'oliveto =Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Ce. AGUAROD Out. 1991: 247-248, 305-307 figg. 45 nn. 3-6, 46;47 nn. 1-3, la quale distingue il ipo in pid varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco.

^ Sol lato oppostoella strada, all'altezzadella nuovaabitazione, im ne un vecchio tinello nella cui moratur sono ampiamente riutilizzati fr. di tegolead impasto osso. alcuni er. di doo impasto chiaro. Ever 1993: 120 tv. 36. © CARAFA 1995: 241 fig, 283 = Và. 361 nota 4032, 410 nota 4279. #9 Và.391 nota 148.

476

Opus doliare

~ 1 f di piede ad anello in impasto arcaico. 343-344. VILLA m 371-364 s.Lm. Q.to Comune - Via dei Castagnoli. 343. Materiale sporadicoe basoli. Dal lato occidentaledi Via dei Castagnoli una traversa, che un tempo la collegava a via C. da Comune, raggiunge un vecchio edificio rustico, posto quasi al centro di uno dei pianori che caratterizzano il pendio della lunga dorsale pedemontana che scende a partire dalla F. na Tevola. Nella muratura dell’edificio sono riutilizzati molti frr. di anfore, dolia, tegole a impasto rosso e rosato**^ e davanti è stato riutilizzato per pavimentare l’area antistante l’accesso un grosso basolo in selce mentre altri cinque, sempre di grandi dimensioni, di cui due relativi a crepidini, sono accatastati nel giardino dell'abitazione adiacente, recentemente restaurata. L'edificio occupa la parte più alta, quasi pianeggiante del pianoro, affacciato verso sud, per la maggior parte ormai edificato, fatta eccezione per un appezzamento a vigna all'inizio delle pendici meridionali, nel quale è presente un'area di fr. fittili (n. 344). I basoli debbono ritenersi relativi alla viabilità che si staccava dal lato settentrionale di via Lata, diretta a nord/nord-est, immediatamente a ovest del Cimitero Comunale di Velletri (41). 344. Area di frr. fittili. Sul lato occidentale di via dei Castagnoli, al termine della salita con cui raggiunge quasi la sommità di una delle alture in cui sia articola la lunga dorsale collinare che scende sotto alla F. na Tevola, all'altezza del punto in cui la strada piega decisamente verso est, un vigneto restituisce materiale fittle di superficie. Nel terreno*" che occupa le prime pendici immediatamente a sud del vecchio edificio rustico che insiste sul pianoro (n. 343), su mq. 1.800 circa, affiorano in media concentrazione scaglie di selce medio-piccole, cubilia in selce (cm. 7x7,5), fi. di tegole ad impasto rosso, rare ad impasto chiaro e frr. di ceramica comune, anfore e sigillata italica". L'affioramento, unitamente ai materiali riutilizzati (n. 343), può riferirsi alla presenza di un impianto rustico, preSumibilmente in uso tra la prima e la media età imperiale, ambito da un diverticolo (d1) della via Ariana (D), perpetuato dalla viabilità moderna. 345. AREA DI FRR. FITTILI m 432 s.l.m. Q to Tevola - Via del Marrone

bassa verso sud-est fino a raggiungere via C. da Comune. Nell'oliveto che costeggia sul lato orientale il primo tratto della traversa è presente un modesto affioramento di materiale ceramico". L'area, in leggero declivio verso sud, protetta alle spalle dall' Artemisio c aperta fino al litorale, restituisce, malgrado la bassa visibilità, su mq. 1.300 circa in media concentrazione", che aumenta leggermente nell'area più prossima alla strada, scaglie di selce di piccole dimensioni, diversi frr. di impasto riferibili a materiale edilizio o opera doliare di età arcaica e tardo arcaica, frr di tegole a impasto rosato, meno a impasto chiaro, di età romana, rari frr. di ceramica a impasto, a vernice nera e in sigillata italica, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. È ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria di età arcaica e, durante la media età repubblicana, di una struttura rurale, in uso anche nella media età imperiale, ricollegabile all'impianto rurale identificato a sud-est (n. 346), presumibilmente raggiunto da un diverticolo (d2) della viabilità perpetuata da via del Cigliolo/via Contrada Comune (dl). Impasto grezzo = 1 fn di parete pertinente a forma non id. Vernice nera — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana -2 fir. i parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa —2 fir. di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco — 1 fr di orlo pertinente a olla tipo Carta 1978, fig. 72, 41, attestata in contesti databili alla seconda metà del ΠῚ sec. a.C." = 1 fi. di orlo particolarmente frammentario probabilmente riconducibilea casseruola tipo Dyson 1976, fig. 55, LS 11, attestato in contesti compresi tra la fine del 1 e la prima metà del IV sec. acs = 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Pohl 1970, fig. 87, 261a, attestato in contesti di età traianes*”. —4 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Dal lato meridionale di via del Marrone una sterrata scende lungo le morbide pendici con cui la montagna si ab-

Anfore --2 frs di parete di produzione tirrenica. —2 fir di parete di produzione spagnole. —1 fr. di orlo pertinente ad anfora tipo Dressel 2/4, databile

L'edificio corrispondeal civicon. 5. ^" Tutte e adiacenze risultano iricognibii essendo oramai occupate da edilizi "II diniego del proprietario dl civicon. 37 mi ha impedito un più attento esame dei material affiorantii quali comunque sono evidentementeVi sibili anche dall'estero. Un abitante del luogo assicura che durante i lavori peril nuovo impianto dl vigneto, realizzatoin anni recenti, continuamente durante le fesature dl terreno, affiorano fr. i materiale antico, tra cui anche ft di blocchidi peperino. ‘= L'ingresto alla traversa contraddistino dal civico n.20. La strada che

ora scende rettilinea fno al pianoro con la successiva areadi fi. per poi spezzi attraverso le proprità potrebbe costine un residuo di un'antica viabli tà, attestata nella cartografia IGM F 150 Il SO da due trai spezzati compresi tea via del Marrone e via di C. da Comune, tt ora presenti su terreno. "IL terreno consente una bassa visibilità del fondo determinata proba bilmente dalle suo stesse caratteristiche, essendo particolarmente fine pol“5 Cata 1978 1987): 59 dal settore VII strato B2. “Dyson 1976: 141 ^" Poi. 1970: 179 dal ettore IV strato A4, am

tra il 70/60 a.C. e gli inizi del III d.C.,di produzione tirrenica". — 1 fr. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr di parete di produzione campana. 346. AREA DI FRR. FITTILI m 412-408 s.Lm. Ὁ. to Tevola - Via Contrada Comune

Dal lato meridionale di via del Marrone una strada attraversa una delle lingue pedemontane che caratterizzano la base del massiccio dell’ Artemisio, fino ad uscire su via Contrada Comune e, dopo un primo tratto in leggero declivio in prossimità del quale è un affioramento di materiali (n. 345), raggiunge un pianoro**. La metà meridionale dell'area‘ è occupata da una abitazione e da un vecchio tinello nella cui muratura si notano diversi frr. di tegole e pance di dolio. A partire dal margine del vigneto nel settore settentrionale del pianoro e soprattutto nell’area centrale, quasi pianeggiante, a coltivazione ortiva, su una superficie di mq. 3200 circa affiorano, in media concentrazione, scaglie di selce di medie dimensioni, fi. riferibili a materiale edilizio o opera doliare e fir. di tegole e coppi a impasto arcaico, meno numerosi fr. di tegole a impasto chiaro di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, rari ἔπ: di ceramica a impasto, fr di sigillata italica eafricana, ceramica comune e anfore. È identificabile una casa/fattoria di età arcaica, sulla qua-

le sembrerebbe svilupparsi, presumibilmente tra la tarda età repubblicana e la fine della media età imperiale, forse il IV-V secolo d.C., un impianto rustico-residenziale, al quale può riconnettersi anche l’area rilevata più a nord-ovest (n. 345), presumibilmente raggiunto da un diverticolo (2) della viabilità ripetuta da via del Cigliolo/via Contrada Comune (dI). Impasto grezzo --2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana — 1 fr di parete con tracciadi decorazione arilievo pertinente a forma non id. = 1 fr. di fondo con decorazione incisa a pettine pertinente a forma non id. Africana da cucina. — 1 fr di parete pertinente a forma non i. — 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo © Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105 ἀφ L'area ricade in una propriet il ci ingresso principale è al civico n 87di via C.da Comune. ^" L'area al piede della montagna, benefica di un ampio orizoate fino al Circeo ed è costiita da un settore settentrionale, in modesta pendenza verso sudest, occupato da vigneto, e da una pare quasi in piano delimiata a st da un piccolo salto di quota al di sotto ἀεὶ quale il terreno acquista maggiore pendenza fino αἱ fosso che incide la dorsale su quest ao. Il propria ro ricorda che la morfologia del ereno, compresa la bassa scarpata che er razza illato orientale del pianoro, non è mai stata modificata almeno da quando a sua famiglia ne è in possess, dai primi del Novecento. ^9 Atlante 218-219, av. CVIL,7; cf AGUAROD OTAL 1991: 281-283, 335-341 figg. 75-81, la quale distingue tipo n due variant principali Ac B. ? Atlante I: 212, ta. CIV, 7; fr. AGUAROD Or. 1991: 248-249,308. 311 fgg. 49-51, la quale distingue tipoin più varianti nota un'evoluzione 478

Ostia IIl, 267-Hayes 197%, attestato dalla prima metà del Il alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. = 1 f di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261‘, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi dell V sec. dC. —2 fin. di orlo pertinenti a forme non idé. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fi di orlo e attacco di ansa pertinente a brocchetta tipo Pohl 1978, fig. 136, 30, attestato in contesti di età claudia". — 4frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco —3 fir di bordo pertinenti a coperchio tipo Dyson 1976, fig. 23, ‘V-D 69, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del I cc. aC.eil 70/60 a.C", Anfore — 5 fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione africana. 347. AREA DI FRR. FITTILI E AMBIENTI RUPESTRI m 440-430 slm. E so del Peschio

In C. da Morice in una ristretta zona che si allunga con leggerissimo pendio verso sud-est nella sella che separa due alture, ai piedi del sistema montuoso del Peschio™, è presente un'area di frr. ftti Lungo il lato dx. del fosso del Peschio, poco a'sud del punto in cui prende corso, si notano in media concentrazione, su una superficie di mq. 690 circa, diversi frr di vernice nera, frr. di comune da mensa e da fuoco e di anfore, e, so prattutto nel settore più basso dell’area, di fronte ad alcu ambienti ipogei, fr. di tegole per la maggior parte a impasto chiaro, alcuni di età repubblicana, altri riferibili a età romana (Tav. II, 20), alcuni frr. di tegole e coppi di età arcaica e frr di dolia a impasto rosso. Almeno tre ambienti, affacciati a sud ed orientati nordovest/sud-est, sono stati scavati alla base della parete tufacea, quasi al limite della stretta terrazza che scende ripidamente verso il sottostante fosso del Peschio*™ (Fig. 269). Di dimensioni maggiori il primo da ovest, chiuso su due della forma, chein epoca giuli- claudia ha pareti piuttosto dite e oro quasi indistino, mentre in seguito l'orlo ingrossato assume i tipico profil triangolaree le pareti sono curve. “© Pou 1978 [1987]: 358 fig. 361 dallo strato IL = Dysox 197677. “L'area si trova tra l'altra occupata dal ristorante “Benito al Bosco" ed na chela fronteggia, leggermente più bassa, a nord-est. ‘L'area messa in luce nel corso de lavori, ll fine degli anni Settanta del Novecento, peril passaggio dell'acquedotto del Simbrivio, il maggiore degli ambienti scavati sono segnalati in Laune, Bans 1977. Vd.anche SBAL, Archivio Pratiche, Velletri fase. C.da Peschio. Relazione L. Mammucari del 22 novembre 1976; riu, Ciccorti, MANGANELLO 2000: 102-103, scheda n. B 17. Specificatamente per le strutture rupestri vd. Minus 112004:239.240.

Fig. 269.

0 del Peschio. Ambienti rupestri ianta (n. 347).

lati, ovest e nord, dalla parete naturale appositamente lavorata. Il lato occidentale, lungo m 9,30 circa, presenta diversi sfaldamenti e piccoli crolli, soprattutto nella metà meridionale*™, dove l'altezza scende fino a m 1,30, mentre in prossimità dell'angolo settentrionale si conserva per m 3,25. Su questa parete, m 1,36 sopra l'attuale p.d.c., falsato da un forte interro® che invade tutto il vano, resta una nicchia, poco distante dall'angolo settentrionale“. Proprio in corrispondenza di questo angolo, immediatamente al di sopra del p.d.c. attuale, è scavato un vano, a profilo irregolare che si allunga all’interno della parete naturale per m 2,15 verso ovest con una larghezza max. di m 1,34 ed un'altezza max., rilevabile quasi al centro, di m 1,90 circa. Il vano prosegue anche, seppure con profondità ed altezza progressivamente minori, sulla parete settentrionale, per m 1,80 circa di lunghezza. Questo lato, alto m 3,10 in prossimità dell'angolo e m 1,90 verso l'estremità orientale, conserva alcune nicchie, differenti per forma e dimensione, irregolarmente distribuite su tutta la parete. Alcune si intravedono anche al di sotto del forte interro che invade il fondo", Il lato orientale è costituito da un breve avanzamento, lungo

m 1,10 circa e alto m 1,15, articolato all'angolo in una stretta anta (Fig. 270). TI vano adiacente, più chiusoe arretrato rispetto al precedente, presenta pianta grossomodo quadrangolare. A ovest è chiuso da una parete lunga m 3,15 circa, conservata per un'altezza compresa tra m 0,90 e 2,10, rilevabili in pros tà dell'angolo settentrionale. Sul lato di fondo settentrionale, lungo m 4,25 e alto da m 2,10 a 0,80, sono ricavate sei nicchie, simili per forma, tendenzialmente rettangolari con copertura a calotta, e dimensioni, disposte ordinatamente su ‘una solo fila, ora a m 0,35/0,20 dall'interro, a distanze compresetram 0,53 e 0,37. La parete che chiude il lato orîentale, lunga m 3,27, è sagomata con uno spessore che aumenta dam0,60a I circa all’angolo settentrionale, ed è mediamentealta m 0,80/1,00 (Fig. 271). Del terzo vano resta parte della parete settentrionale, alta. dam 10,30, conservata per una lunghezza di m 2,30 oltre la. quale sembra nascosta dall'interro e dalla vegetazione d'alto fusto. Sulla parete occidentale, all'angolo, resta una nicchia di forma piuttosto irregolare, a m 0,20 dall'interro del fondo che in questo vano è ancora maggiore rispetto agli altri".

“Alla base della parete restano diverse scaglie i tut per o saldamentodelle part, siadi piccole ch di grandi dimensioni. “Uno scavo clandestino è stato praicao all'interno dell'ambiente, proprio in corrispondenza dell'angolo settentrionale. Dalla terra affiorano molte tegole, presumibilmente rinvenute in occasione dello scavo. “La nicchiasi trovaa m 1,70 all'angolo (m0,34x 0,28 0,14). = Una prima nicchia, cart, si vede am 2,20 dall'angolo setentrionale, m 1,05 di sopra ell'interro (m0,18 x 0.40 x 0,20). La seconda, did mensioni maggior dell tr, quadrangolare, si trova m 2,54 dall'angolo,m. 0.90a1di sopra dell'interro(m 0,70 x 0.52 x 0,32). Una terza si trova quasi al i sotto di questa, m 0,18 dallinerro, scavata a calotta (m 022 x 032 x 0,15). Proprio soto quest'ultima se ne inravede una, obliterata dall'intero che invade il fondo. Poco più avanti esta una quarta nicchia, a m 1,29 dil-

l'intero, quadrangolare (im 0,33 x 029 x 020) Immediatamenteal di sopra ne è visible una quinta, a calotta con fondo dirit o (m 0,48x0.31x0,18). Molto più bassa, a solo m 0,30 dall'interto è una sesta nicchia, rettangolare (m 0,30 x 020 x 0,16). La settima, a calotta con fondo diro, è scavata m (060 al di sopra dell'intero (m 021 x 023 x 0.24). Quasi altezza del angolo orientale si rova la penultima nicchia, rettangolare, m 0,30 αἱ di sopra dell'intero (m 021 x 0,17 x 0,18). L'ultimaè ricavata nella piccola "anta" che chiude l'angolo ocieaale, m 0,45 dal'intero (m 0.28 x 0,25 x 0,19) "Le nicchie, partendo da est, presentano le seguenti dimensioni: m 0250,39 022028 x 0,40 x 017;0,30x0,47x025;0,29 037 X021: 027x038x0,21:027x0,38x023. πο La icchiaèlargam,18,alta m0 20e profonda m 0,14 479

Fig. 270. F. so del Peschio. Ambienti rupestri: vano o 347),

ntale (n.

Poco al di sotto degli ambienti, lungo le pendici che scendono fino al fosso, oltre a diversi frr. di tegole, si nota. anche un blocco in peperino, scivolato dall'alto (m 0,48x0,42x0,45). Per gli ambienti ipogei si ἃ proposto, sulla base di confronti planimetrici con strutture di ambito calabrese e abruzzese, un riferimento ad un insediamento religioso, forse quello di S. Michele ricordato al Peschio. Per i materiali è possibile pensare ad una frequentazione compresa tra l'età arcaicae almeno la media età repubblicana. Impasto grezzo — 5 fr. di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd.. Vernice nera = 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non id. 2 fr .di orlo di coppa apode tipo Morel 1994 2121c 1, di produzione locale o regionale, databile alla prima metà del II sec. ace 2 frr. di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco = 1 fi di orlo di olla tipo assimilabile αἱ tipi Dyson 1976, fig. 9, FG 32-33, attestati in contesti databili intorno al 200 a.C.* = 1 fr. di piatto/coperchio tipo Olcese tav. XIX, 3, attestato in contesti compresi tra il ΠῚ e il sec. d.C. = 1 fr. di orlo pertinentea forma non id. — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirenica. “© Monet. 1994: 138, pl.31. =“ Dysov 1976: 44. La forma è diffusa anche nella seconda metà del IT sec. a. = OLcese 2003: 89 Una è visibile a dx. delingresso al primo ambiente, m 0,70 dal fondo attuale (τη 0,75x0,78x0.40). Trail primo e il secondo ne restano due, m 1,20 (m 046:0,581035) e 0,85 (m 0,71x0,78x0,40) dal fondo. 480

Fig. 271. F so del Peschio. Ambienti rupestri: vano centrale (n. 347). 348. AMBIENTI IPOGEI m 418 s.l.m. F so del Peschio

Alla base della ripida parete naturale che costeggia a est il ramo secondario del fosso del Peschio, poco a nord del punto in cui il corso d'acqua, che si origina quasi a questa altezza, si riunisce, si aprono verso est quattro ambienti ipogei, comunicanti tra loro attraverso un corridoio ortogonale lungo il quale sono ricavati dei vani laterali. Sulla fronte esterna restano ancora piccole nicchie laterali, tendenzialmente a calotta**, mentre almeno nei primi tre ambienti, immediatamente al di sopra degli ingressi sembrano rimanere tracce di lavorazione (Fig. 272). Il primo ingresso da sud, largo m 0,76 ed alto m 1,92 circa dall'interro attuale che invade il fondo", immette in un corridoio coperto da una volta piatta, largo mediamente m 0,80 e lungo m 3,52 (Fig. 273). Su entrambi i lati del corridoio, nella meta più vicina all'ingresso, sono state ricavate delle piccole nicchie“. Sul fondo, lungo il lato meridionale, si apre un vano a "L" rovesciata, con una larghezza max. di m 1,82 e una lunghezza max. di m 3,05. Sulla parete dirimpetto l’ingresso del vano è scavata una nicchia a m 0,62 dal fondo (m 0,36x0,40x0,26). Sul lato opposto il corridoio gira quasi ad angolo retto verso nordest per m 1,30, largo m 1,14 fino allo stretto passaggio (largh. m 040; alt. m 0,80) che mette in comunicazione questo ambiente con quello adiacente. Sull'esterno l'ingresso a questo è alto m 2 circa e largo m 0,72. Il corridoio, coperto a volta, dopo m 3,50 circa raggiunge il passaggio verso il primo ambiente, preceduto qui da uno stretto vano (m 1,10) a imbuto. In questo primo tratto entrambe le pareti presentano nicchie e su quella settentrionale, a metà L'ultima si trova in prossimità del terzo ingresso, m 1,20 dal fondo (m 0.60x0,6050,52). "Tati gli ambienti, fata eccezione per l'ultimo, presentano fondo inerrato. Le piene dl fosso hanno infatti trasportato all'interno, oltre a fango, et di vario genere. ^ Duesitrovano sulla parete settentrionale, m0,85 (m0,30x0,35x0,26) ‘em 090 2 0,57x0,56x0,36)dl fondo; una su quella opposta in posizione quasi centrale, m 0,85 dal fondo (m0,70x0,60x0,40)

circa della lunghezza, si apre un piccolo ambiente (m 0,95x1,50x1,20)*". Su questo lato il corridoio prosegue per una lunghezza complessiva di m 5,10 circa per poi curvare verso nord-est dove si sviluppa in un lungo e stretto. corridoio, largo m 1,10 circa, che si allunga per m 3,60, mettendo in comunicazione questo vano con i due successivi. Lungo questo ambiente di passaggio quasi all'altezza del corridoio del terzo ambiente si apre, a circa m 0,80 da terra, un piccolo vano a pianta semicircolare, largo m 1,20, profondo m 0,60 ed alto m 1,50 circa. L'ingresso al terzo ambiente dall'esterno è largo m 0,84 ed alto m 1,64. Il corridoio a cui si accede ha una lunghezza. max. di m 6,35, mentre larghezza ed altezza si riducono mediamente a m 0,70 e 1,20 circa verso il fondo. Le pareti conservano anche in questo caso piccole nicchie. Il corridoio incrocia il vano ortogonale, diretto verso nord-est, lungo m 5,70 circa e largo mediamente 0,95, il quale raggiunge il quarto ed ultimo ambiente. Sul lato settentrionale, a metà circa della lunghezza, rimane un ulteriore ambiente, parzialmente interrato, largo m 1,40, profondo m 0,75 per un'altezza max. di m 0,90. AI quarto ambiente, dall'esterno si accede attraverso un ingresso, largo m 0,85 ed alto m 1,70 circa, che immette in un corridoio coperto con volta piatta, lungo m 5,90 e largo mediamente m 0,70. ΑἹ termine del corridoio sul lato nordorientale si articola una serie di piccoli ambienti coperti con volta piatta comunicanti tra loro, quasi completamente ostruiti dall'interro. È possibile che gli ambienti, analogamente a quelli di Monte del Vescovo, siano stati utilizzati come abitazioni, forse in relazione all'eremo ipotizzato sulla terrazza superiore (n. 347) 349. AMBIENTI IPOGEI m 417 s.l.m. E. so del Peschio

Fig. 273.F. so del Peschio. Ambienti ipogei: pianta (n. 348). 032:quel a

© Quella sulla parte settentrionale, a m 0,70 da fondo, misura m 78 xl x sula parete opposta, am0.75 dal fondo, 0.83 x 098x033. "SP La paret settetrionzle ha due nicchie scavate nella prima metà del

Alla base della ripida parete naturale che costeggia ad ovest il ramo principale del fosso del Peschio, nel tratto iniziale del suo percorso, all'altezza della confluenza con quello secondario, proveniente da est, si nota la presenza di due vani scavati nel banco, adiacenti e comunicanti tra loro (Fig. 2714). Gli accessi, ad arco tondeggiante (m 0,68x1,32 quello settentrionale; m 1,20x1,75 l’altro), immettono in due stretti vani che si allungano verso ovest/sud-ovest entro la parete fino ad unirsi ad un corridoio ortogonale che li mette in comunicazione (Fig. 275). Il vano settentrionale, lungo m 2,65 diviene largo sul fondo m 0,72 ed alto m 1,35 sull’interro attuale. Sul fondo, alla base della parete settentrionale, è ricavata una nicchia tondeggiante, larga m 0,80 e profonda m 0,30 circa. Da qui il corridoio ortogonale, largo m 0,84 ed alto m 1,15 si allunga per m 2,60 circa fino ad uno stretto passaggio, quasi circolare che rialzando con un salto di quotail piano di m 0,20 circa immette nel vano adiacente. Questo, lungo m 3 circa e largo mediamente m 0,90, ha una piccola corridoio, a m 0,50 (m 044 x 0,50 x 0,18) e 035 (0,70 x 0,72 x 041) dal fondo. Quella opposta presenta ugualmente due nicchie, a m 0.35 (m 0,63 x (0,73 x 035) e m 040 (0,0 x 058 x 038) dal fondo. 481

Impasto protostorico = 1 fr pertinente a piastra di fornello tipo Delpino 1969, fig. 1 tipo 3, attestato in contesti della prima età del ferro — 1 fr di carena probabilmente pertinente a scodella tipo Bettlli 1997, 6B, attestato a Osteria dell'Osa in contesti databili alla fase laziale IIA24©, Jmpasto rosso — 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id. Vernice nera = 1 ft di orlo assottigliatoe leggermente inclinato verso l'iterno di coppa non id. Fig. 274. F. so del Peschio. Ambienti ipogei (n. 349)

nicchia ricavata sulla parete meridionale (m 0,32x0,36x 0,08), m 0,55 circa sopra l'interro attuale, quasi all'altezza del punto in cui gira per raggiungere, con un tratto di m 2,50 (largh. m 1,10; alt. m 1,25), l'apertura verso il vano adiacente. Sempre sulla parete meridionale, în prossimità dell’ingresso, è scavato uno stretto corridoio (m 0,62), orientato quasi nord-sud, lungo m 6 circa e ormai completamente interrato (alt. max. m 0,65 all'ingresso). Èpossibile che l'ambiente unitamente a quelli n. 348, in

maniera analoga a quelli di Monte del Vescovo, sia stato utilizzato come abitazione, forse in relazione all’eremo ipotizzato sulla terrazza superiore (n. 347). 350. AREA DI FRR. FITTILI m 430-415 s.l.m. E so del Peschio

In C. da Morice su una ripida terrazza affacciata sul fos50 del Peschio*", poco a nord del punto in cui il corso d'acqua prende corso riunendo due rami, affiorano in bassa concentrazione, sparsi su una superficie di circa mq, 4500, frr. di tegole, rari a impasto arcaico c chiaro-sabbioso, alcuni a impasto rosso e rosa di età romana, fr. di ceramica a impasto, vernice nera e comune“. In sezione, sia nella scarpata che delimita la terrazza più bassa che in quella che chiude la più alta, e lungo il sentiero che dal pianoro scende verso nord fino al fosso si nota la presenza di materiale ceramico, tra cui anche piccoli frr. di vernice nera. I materiali, presumibilmente provenienti dall'area immediatamente soprastante la ripida terrazza, dove si allarga un pianoro caratterizzato da modesto pendio‘, potrebbero riferirsi ad un piccolo abitato attestato almeno per la prima età del Ferro, sul quale, presumibilmente, tra la media e la tarda età repubblicana si è impiantata una modesta struttura rustica.

Fig. 275. so del Peschio. Ambienti ipogei: pianta (n. 349)

^ Alla base ella scarpata che delimita la terrazza passa i sentiero che costeggia la sponda dx. dl fosso, qui incassato in pareti molto alte ripide. ‘II sito appare ormai sconvolto e sparso su un'area molto più vastadi quella antica, probabilmente da localizzare nel settore più ato dela terra za, il quale gode di un'otima posizione, affaccito a est e protetto dalle montagne a nord, ormai occupato da abitazioni private di recente realizza

zione. La concentrazione del materiale tende infi ad aumentare in basso, dove è probabile sia scivolato, ‘5 L'arcasi trova alle pendici sud-orientatidell'ltura a cui sommità è occupata dal ristorante “Benito al Bosco”. ^" Deuriwo 1969: 313, 316. © BETTELLI 1997: ΤΊ,x 37.6.

482

— ἦς di parete pertinente a forma non id. ‘Comune da mensa e da dispensa. — 1 ft di orlo pertinente a forma non id. 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco

— 1 stato in 2 2

fi di orlo di coperchio tipo Olcese 2003, tav. XIX, 1, attecontesti compresi trail Le il sec. a C. ὁ“, frrdi fondo pertinenti a forme non id fir. di parete pertinenti a forme non ida.

Anfore ~ 1 fr di parete di produzione non id. Invetriata — 1 f. di fondo di olla non id. 351*. MATERIALE SPORADICO “Morice” Tl Guattani ricorda il rinvenimento a Morice dell'iscrizione funeraria CIL X, 6630, al Museo Nazionale di Napoli (ILMN, n. 2586)": Rutilia C. I. Nicel- - - | feci hoc moni‘mentum mihi et [- - -] 1 C. 1. Primo carissimo mihi [- - -] / nunquam acceperim [- -- et C. OctavioC. L. |- -- /delicio mec[- - ]:/hoc monumentum sive [sepulchrum est) | ad heredes meos nihil pertin{eat quos quasve] / relinquo nec ad heredes C. Olctavi Ὁ quos!

354. MATERIALE SPORADICO m 498 s.l.m. C. le Nemese - Via Formellonzi

Lungo le pendici di Colle Nemese prospettanti sulla sottostante via del Laghi, nel settore compreso tra una traversa di questa e via Formellonzi, soprattutto nel settore nord-occidentale sistemato a terrazze", si riconoscono in sezione su una fascia di almeno 50 m, pochi fi. di tegole ad impasto chiaro di età repubblicanae in numero leggermente maggiore a impasto rosato e rosso di età romana, insiemea pochi frr di ceramica comune e anfore" Anche în considerazioni delle caratteristiche morfologiche dell’area soprastante il rinvenimento dei pochi materiali, si può ipotizzare la presenza di un impianto rustico, almeno nel corso dell’età repubblicana. Anfore — 2 fr di parete di produzione tirrenica. 355. AREA DI FRR. FITTILI E STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZI m 588-575 s.l.m. C. le Tondo

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano un fr. di lastra Campana con figura femminile nuda” e due frr. di comice™ provenienti da Morice.

‘A metà circa delle pendici sud-orientali di Colle Tondo, che sovrasta il lato settentrionale della SP. 217 via dei Laghi, all'altezza del km. 19,00, inizia a notarsi presenza di materiale di superficie“ Lungo le pendici, a partire da questo punto, fin quasi alla sommità affiorano, in media concentrazione su una superficie di mq. 6000 circa, molti frr. di tegole e coppi, tra cui alcuni a impasto arcaico, rarissimi a impasto chiaro-sabbioso, alcuni a impasto rosso (Tav. III, 1) e rosato (Tav. III, 2) di età romana, rari a impasto chiaro riferibile a età imperiale (Tav. II, 3), numerosi cubilia in selce a taglio piuttosto irregolare (cm. 6x6,5 circa), qualche tessera da mosaico di grandi dimensioni, frr di dolio a impasto rosso, frr. di sigillata italica e africana, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Poco al di sotto della sommità, dove il pendio diviene più morbido e si articola in ampie terrazze delimitate da ripide scarpate, a circa m 20 dal lato occidentale del sentiero, è possibile notare lungo la scarpata che delimita la spianata con un ripido salto di quota (m 1,65 circa) un dosso artificiale del terreno, che si allunga verso nord-est/sud-ovest, assecondando la curva di livello naturale, per m 24 circa.

^ Ovcest 2003: 89. 29 GUATTANI 1787: 87; CARDINAL 1819: 16 n. 83, 22; Capvt 1823: 158-160, 97: CRESSEDI 1953: 118 n.57; CRESCENZI 1981: 37, che la ipotizza rinvenuta nei pressi della via per Vellei, nel tratto di Morice: Soci 1983a: 23, 38: Nasri 2000a: 176 n. 601 con datazione al sec. d. C. ‘8 NRDIN 1922a: 250, senz l'indicazione della proprietà nella quale si verific il rinvenimento m Crescenzi 1981: 174; Ceccarini 2001a: 65 n.285; Ciampi 2007 93, 93 fig. 1n.3. =Crescenzi 1981: 174; Ceccanint 2001a: 45 an, 1324-1325, 1328 che li inserisce rispettivamente tra le cartelle “parzialmente” e "completamente” ilegibili. “La pare restante delle pendii è ormai quasi completamente occu-

pata da scarichi di materiali di risulta e da nuove costruzioni. ^** Ho riconosciuto la presenza di pochi alc fr. di materiale edilizio proprio sulla spianata superiore, nei resi del muro di recinzione alla prorità αἱ civico n. 3 di via Formellonzi. Ho tentato invano di accedere sia Questa che lla contigua proprietà al civico n. 5. ‘© Un sentiero boschivo sale dalla Via dei Laghi, all'altezza della Clinica San Raffaele, fino alla sommità di Cole Tondo, atraversandone i versante sud-orientale ^** Ho riconosciuto, oltre a numerose scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, soprattutto fr. di tegole, sia a impasto arcaico che a impasto chiaro dî età tardo arcaice-alto repubblicana e ἃ impasto rosso di età romana, tessere di mossico nere, grandi, erai fr. ceramici. Un generico rferimento alla “Viladi Colle Tondo" è in Gian 1996: 53, 55 n. 5,

352*. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO “Morice” Il Nardini ricorda nel 1922 il rinvenimento di alcuni frr di una lastra in terracotta della Vittoria che sacrifica il toro ed altri frr. fitti, nell'area di alcune strutture antiche nella contrada Morice®“. 353", MATERIALE SPORADICO “Morice”

483

La morfologia del terreno e la notevole concentrazione sia alla sommità della scarpata, lungo il dosso, che alla base della stessa, di numerosi cubilia, blocchetti parallelepipedi in selce, scaglie di selce, tegole, frr. ceramici e frr. di dolio, suggeriscono la presenza di una struttura che doveva contenere il fronte sud-orientale della terrazza. Il muro, di cui si riconosce solo il nucleo in opera cementizia a scaglie di selce, è visibile, per breve tratto, poco a nord-ovest, tagliato e in parte inglobato nella costruzione della piattaforma e della recinzione di uno dei ripetitori installati sull’altura. Il muro continua ad intravedersi, nascosto dalla fitta vegetazione ed in parte dall'interro, anche al di Ia della recinzione, proseguendo verso ovest per m 17 circa di lunghezza. Si può ipotizzare la presenza, addossata al versante orientale, quasi alla sommità del colle, forse, di una casa/fattoria di età arcaica e, a partire dalla prima età imperiale, di un impianto residenziale con pars rustica, in uso almeno fino alla fine della media età imperiale. Sigillata italica ~ 1 fr di parete pertinente a forma non id

—2 fir. di parete di produzione spagnola. 2 fir. di parete di produzioni non idd.

356. MATERIALE SPORADICO m 530 sm. SP. 217 Via del Laghi - C. Fornace Il Cardinali ricorda il rinvenimento “presso la fornace Borgia", dell'iscrizione funeraria CIL X, 6606": D(is) M(anibus) | Fidia Tryphera | fecit Gaio Fidiolutili coniugi et 1 patrono bene melrenti vixit|- --| /---- - . Il toponimo presente nella cartografia settecentesca pub identificarsi con l’attuale C. Fornace, a sud della via dei Laghi, alle pendici del Monte Spina®®. 357. AREA DI FRR. FrrTILI m 520-510 s.Lm. C. Fornace - Via Fontana Fiume

Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirrenica.

Tutta l'area pedemontana al di sotto della SP. 217 via dei Laghi, coperta quasi per intero da un bosco di castagni, si articola in una serie di alture, separate da selle anche abbastanza profonde, aperte verso sud-est*^. Sulla sommità e lungo le prime pendici meridionali, particolarmente scoscese, del colle immediatamente a sudovest di C. Fornace, il recente taglio del bosco ha messo in evidenza, su una superficie di mq. 2.700 circa, la presenza di una notevole concentrazione di scaglie di selce e peperino di medie dimensioni, molti fr. di tegole e coppi di età arcaica, meno numerosi, di tegole a impasto rosso e chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana e tegole e coppi a impasto chiaro e rosa di età romana, frr. di lastre di rivestimento in terracotta, tessere di mosaico di piccole dimensioni nere, cubilia di selce (cm 8x8 circa), oltre a diversi frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera, frr. di sigillata italica, ceramica comune e anfore“. Sulla sommità, affacciata verso est su via Fontana Fiume e a sud sulla piana di Velletri, si notano anche cumuli di scaglie e cubilia oltre ad una soglia in peperino (m 1,20x0,$8max.x0,32; scanalatura a m 0,12 dal bordo sul lato lungo e a m 0,15 su quello opposto). Nell'area è ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si è impiantata una villa in uso almeno fino alJa prima metà del II secolo d.C., con un frequentazione forse anche nell’ VIII secolo d.C.

‘Atlante I: 212-213, tav. CIV, 1: cfr AGUAROD Orat. 1991: 245-246, 305 fig. 45 o. 1-2 a quale distingue il tipo in più varianti. “Atlante: 212, ty. CIV,6; εἴς. AGUAROD OTAL. 1991: 248-249, 308311 fgg. 48-51, la quale distingue il tipo in pid variant e nota ur'evoluzione della forma, che in epoca gilio-claudia ha pare piuttosto dite e orlo quas indisinto, mentre ín seguito l'or ingrossato assume i tipico profilo triangolare ele pareti sono curve. Pon. 1978 [1987]: 201 fig. 294 dallo strato VI. = CaroaLI 1823: 132-133 n. 68; Sot 1983a: 23 che avanza l'ipotesi che i luogo del rinvenimento possa essere connesso con la villa Borgia e quindi localizzars ella zona vicino porta Napoletana, 37. 7" Nella carta di Astolfi “Fornace Borgia” compare a sud della

della Faggiola”, compresa tra “Fonta della Spina" ad ovest e "Fonta dell Fiume® a est. Ancora agii inizi dell'Ottocento il Brocchi elencando gli affioramenti esistenti al Monte Artemisio e contorni di Vele, ricorda la "tera argllacea rosso-bruna”, che “serve perla fabbrica dei mattoni alle fornaci Borgia” (Baoccst 1817: 70-14 riportato da De ANGELIS D'Ossar 1940: 1). “© La maggior parte di queste non risultano, al momento, ricognibil in quanto occupate da fito bosco. "La maggiore concentrazione di materiale si nota lungo le pendici meridionali fino alla base del altura; in particolare un cumulo di materiale ceramico, edilizio e scaglie di selce, a metà circa del versante, potrebbero indiziae la presenza di un muro interrato.

Sigillata africana = 1 fr di parete carenata senza vernice esterna pertinente a forma non id, in produzione non id. Africana da cucina

~ 1 fidi orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia IL 302%, attestato dall'inizio del 1 alJa seconda metà del Il sec. d.C 1 fr di fondo di casseruola non = 1 fi. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261%, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del INeinizi del V see. dC. Comune da mensa e da dispensa — fr. di orlo pertinentea forma non id. — 1 fr di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fr. di scodella dall'orlo ingrossato e arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1710", attestato in contesti di età claudia. = 1 fi. di parete pertinentea forma non id.

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Impasto grezzo. = 1 ft. di ansa a sezione sub-ellitica pertinente a forma chiusa. non id. 7 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd, Vernice nera — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillat italica

— 1i di fondo di retina pertinente a forma non id. con bolloa impressione con cartigli in planta pedis. Andamento del testo lin are con direzione delle letere progressiva e tecnica rilevata: [P] DIELIOREI, P. Dielloreius). Il bollo, relativo all’officina dell'Italia centrale di P. Deloreius, è databile intorno al 50 a.C. (Fig. 276, Tav. XVIIL 2). ~ fr: di fondo ad anello di coppa non id. — 1 πὶ di parce pertinente ἃ forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fi di ansa a nastro a doppia scanalatura pertinente a forma chiusa non id. — 1 fr fondo piatto pertinente a forma chiusa non id. — 1 fr. di ansa a nastro di anforerta, riferibile per impastoe forma a ice, esemplari presenti in stratigrafie datate dall" VIII al XIII sec. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. ‘Comune da fuoco — 1 fi di coperchio dall'orlo a mandorla tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestato in contesti di età traianea, L3 frr di orlo di coperchio non idd. Anfore = ft. di orlo pertinente Beltran I, betica da garum, dal tardo I sec. a.C. all'inizio del I sec. d.C. — 1 f di ansa di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirenica, diffusa tra i 70/60 a.C. ela fine del I, inizi del ΠῚ sec. d.C. 2.1 fr. di ansa di produzione tirrenica. —2 ἔπι di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione africana. 2 fir. di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 1 fr di orlo in impasto rosso di età romana non id. 358. AREA DI FRR. FITTILI m 498-491 s.l.m. C. Corsetti - Via Colle Noce Lungo le pendici sud-occidentali, affacciate sul fosso dell’ Acqua Lucia, della dorsale collinare che dal C. Corsetti, Ox, CONFORT 1968: 180n. 590; Oxé, Covrosr, Kexsicx 2000: 211 2.729. “πὸ Cripta Balbi 3: 194-195. = Cata 1978 [1987]: 131 fig. 132 dallo strato IV. 79 Vd, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. καὶ materiali appaiono seivolati lungo il pendio occupato dal boscoe sparpagliat su una superficie notevolmente più vasta rispetto alla rele enδι del sito. I fondo particolarmente sporco impedisce una buona visione ell ace

Fig. 276. C. Fomace. Via Fontana Fiume. Area di frr. fitti. Materiale ceramico (n. 357).

immediatamente al di sotto della SP. 217 via dei Laghi, scende verso sud con pendici progressivamente più morbide, fino alla SS. 7 via Appia Nuova, affiorano materiali fitili®™. In particolare si rinvengono al di sotto di una terrazza che costeggia il lato occidentale di via Colle Noce, ormai interamente edificata, e sembrano concentrarsi nella zona immediatamente sottostante l’ultimo edificio, ancorain costruzione, sulla cui area probabilmente può identificarsi il nucleo dell’affioramento®. Su un'area di mg, 1.700 circa si notano, in bassa concentrazione, soprattutto frr. di tegole e coppi, diversi a impasto arcaico e a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubbl cana, pochi a impasto chiaro sabbioso e a impasto chiaro e rosato di età romana, diversi fr. di dolio a impasto rosso, frr di ceramica a impasto e comune. 1 materiali sembrerebbero riferibili ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale in un periodo che i materiaJi permettono di riferire solo genericamente all'età romana, potrebbe essersi impiantata una piccola struttura rustica. Impasto grezzo — 4 frr di parete pertinenti a forme chiuse non id. —3 ir. di parete pertinenti a olla di grandi dimensioni oa pithos = fr di fondo a disco pertinentea forma non id (olla?) Comune da fuoco = 1 ft di fondo piatto di olla non id — 9fr. di parete pertinenti a forme non idd. ^7 Un vecchio proprietario del fondo ricorda che dal terreno ora in parte occupato dall'edificio in costruzione, nella prima metà del Novecento, affioravano frr. di materiali ti antichi. La sommitàdi tutta la dorsale col fina, occupata dal vecchioC. Corset, adibita a tartufaia e recintata non risulta invece εἰ momento accessibile. Non è escluso che i fr sebbene rinvenuti piuttosto a valle possano essere scivolti da questa terrazza, icuramente la più ampia e ben esposta. 485

359. MATERIALE SPORADICO “Vigna Pellegrini” Il Cardinali ricorda il rinvenimento nella vigna Pellegrini, forse localizzabile in uno dei terreni attraversati dall’attuale via Colle Noce", di lucerne con bolli: L. Cae«(ilius) Sae(cularis), di C. Clo(dius) Suc(cessus?)® e di {1 Fabric(ius) Masc(ulus). 360*. LASTRICATO STRADALE "Colle Tondo"

Il Di Tucci, ricorda l'esistenza alla fine dell'Ottocento, di un tratto di strada lastricata con basoli di selce di grandi dimensioni, “al di sopra delle vigne Zioni e Graziosi ove è intersecata dalla moderna via del Fiume, precisamente nel tratto ove questa rade le falde del colle Tondo”, 361. AREA DI FRR. FrTTILI m 555-550 s.l.m. SP. 217 Via dei Laghi

Alle pendici sud-occidentali di una delle lingue collinari con cui il Monte Spina scende a sud-ovest della via del Laghi fino alle Macchie la Faiola, nel settore compreso tra il fosso di S. Lucia a ovest e il C. Fornace a est, si rinvengono alcuni materiali fitti”. Nel terreno boschivo, che offre una bassa visibilità, su una superficie di mq. 1.500 circa, affiorano in bassa concentrazione®", lungo le ultime pendici fino alla scarpata che costeggia il sentiero diretto alla Faiola‘™, diversi frr di tegole, alcuni a impasto rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana © a impasto chiaro e rosa di età romana, rari a impasto rosso di età romana, e alcuni fr. di ceramica a impasto, comune da fuoco e anfore. L'esiguità dell’affioramento permette di ipotizzare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente durante la prima età imperiale, potrebbe essersi impiantata una modesta struttura a carattere rustico, forse raggiunta dalla strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva verso nord-est fino alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). πο Non è improbabileche il luogo del rinvenimento possa identificar con la più antica proprietà Pellegrini esistente a Colle Noce (Ceccuuuxt 2005: 241) ‘CI, X2, 8053, 41e; cr CARDINALE 1823: 233 n. 192 (CABSAR) "CIL, X2, 8053, 53b; ef Canoimaui 1823: 233 n. 193 ^" CIL, X2, 8053, 7a: cfr CARDINALI 1823: 233 n. 19]. ^ Dr Tucci 1884: 22 nota 4 ipotizza che la denominazione di Colle Petrone possa ricercarsi proprio nell'esistenza in quella contrada di una. strada, “lastricata a grossi blocchi di lava che saliva direttamentea quella veta slpestre (scil. Punt dell Aremisio)" “=> altura, attraversata alla sommità dal passaggio della via dei Laghi, è affacciata a sud con pendici abbastanza decise. ‘0 È probabile che la scarsa concentrazione e l'arca di diffusione dei fir, siano il risultato del loro scivolamento dao, da un'area che lo stato dei luoghi non consente però di precisar. “© Dovrebbe trattarsi dello stesso sentiero che staccandosi dalla strada 486

Impasto grezzo — 1 fr. di parete di spessore medio grande probabilmente perti nente a olla di grandi dimensioni. = | fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco ~3 fir di parete pertinenti ἃ forma non idd. di cui uno di produzione campana. Anfore

— 1 fi di ansa del tipo Dressel 7/13 anfora per pescee salsa di pesce, di produzione spagnola (betica)**, Databile dalla prima età augustea alla seconda metà del I sec. d.C.” ~2 fir di parete di produzione tirrenica. -2 frr. di parete di produzioni non ida. 362. AREA DI FRR. FITTILI m 483-472 s.l.m. Macchie la Faiola

Sul pianoro e lungo le pendici nord-occidentali della piccola altura attraversata quasi alla base delle pendici meridionali dalla strada lastricata visibile in sezione (nn. 363, 392), si rinvengono in media concentrazione^", su mq. 2300 circa, diversi frr. di tegole a impasto arcaico, rari a impasto rosato di età repubblicana, e a impasto chiaroe rosso di età romana, dolia a impasto arcaico, frr. di ceramica a impasto, pochi fr. di vernice nera e sigillata, frr. di ceramica comune € anfore”. Materiale si rinviene anche, sporadicamente, lungo le ripide pendici che scendono verso nord-ovest, immediatamente al di sotto del pianoro‘, I materiali sembrerebbero attestare la frequentazione dell'area durante l'età orientalizzante e successivamente la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale in uso anche durante la meia età imperiale, probabilmente raggiunto dalla strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). Impasto grezzo — 1 fi di elemento pertinente a fornello tipo Nardi 1993c, fig. 660 tipo Id, attestato in età arcaica"! (Tav. XVII, 3). che collegavail Cimiterodi Nemi con la va de Laghi, proseguiva verso est attraversando la Macchia della Faioa per risalire nuovamente fino alla via dei Laghi. “© Mae KiLcuER 1994: 399. ^" Dat’ Amico 1990: 122-124; PANELLA 1992: 195. πα concentrazione diviene leggermente maggiore sul pianoro. Sol pianoro li ber ad alto fusto sono meno fiti che non lungo le pendici il che permette di osservare meglio le condizioni dellafioramento. 'Su questo versante l'arca si affaccia su un'altura, più basso, sulla qualeè presente un altro affioramento (n. 364). Considerata la pendenzaed i fato che il bosco èqui meno fito rispetto alle pendici opposte, è probabie, tenendo presente che materiali si rinvengono soprattutto lungo il sentieTo che sale finoαἱ pianoro, che esi siano stati trasportati dallacqua in seuit lle piogge. A NARDI 1993e: 439, 440. 442,

— 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Impasto rosso — 1 fr di orlo riferibile a scodella confrontabile con esemplari rinvenuti in area etrusca nell'ambito del VII sec. a. C, tipo Parise Badoni 2000, tav. LI, 3, scodella 345, Vernice nera — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata italica = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Africana da cucina

i orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.15, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del Π sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa ~ | fi di ansa a nastro pertinente a forma non id. = 1 fi di paretedi mortaio non id. — 1 fr di pareto pertinentea forma non id. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di olla non id. — 1 fidi orlo pertinente a forma non id. = 3 fr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore = 1 di ansa di produzione africana. -2 fre. di parete di produzione tirrenica. — fi di paretedi produzione tarraconese. = 1 fr di parete di betica da garum. Opus doliare 2 frr. di parete in impasto arcaico. 363. BASOLI m 498 s.l.m. Macchie la Faiola

Poco a nord-est della strada basolata visibile in sezione si notano almeno otto basoli di medie dimensioni in selce, fuori posto, concentrati lungo una direttrice che sembra ripetere L'orientamento della strada, poco al di sopra del sentiero, lungo un tratto pianeggiante sul versante orientale del colle. T basoli sono probabilmente riferibili alla viabilità che, allontanandosi dal lato nord-orientale della strada che scen‘== Pause Βαῦονι 2000: 10. ‘= Atlante 212, tv. CIV,3. Cfi AGUAROD Orat. 1991: 247-248, 305307 fig. 45 nn. 3-6,46,47 an. 1-3, la quale distingue i ipo in più varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. = L'atura è raggiungibile da un sentiero, che si diparte da quello prin cipal perla Faiola sperto negli ultimi anni per il taglio del bosco, che οἱ aversa quasi centralmente il pianoro fino a ricongiungersi con la strada che dal Cimitero di Nemi arriva fino alla via dci Laghi, al'ltezza del bivio per via Crocetta Vivaro,

Fig. 277. Macchie la Faiola. Suolo di Pirro o della Cavalleria (n. 364).

de verso la SS. 7 / via Appia Nuova (C), attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati proseguiva forse verso nord-est fino a ricongiungersi alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). 364. AREA DI FRR. FITTILI m 525-521 s.l.m. Macchie la Faiola - Suolo di Pirro o della Cavalleria

Dalla strada denominata Suolo di Pirro o della Cavalleria (b3), che dal cimitero di Nemi si dirige verso nord-est, un sentiero piega bruscamente verso sud fino alla macchia della Faiola, raggiungendo un ampio sistema di morbide alture che si allungano tra la Macchia la Cavalleria a nord fino alla localitàC. Pozzi, chiuse a sud e sud-ovest dalle alture di Monte gli Impiccati e di Monte Secco e a est dalle Macchie la Faiola. Sul pianoro e lungo le pendici sud-orientali dell’altura che occupa la parte più settentrionale di questo sistema“, la quale gode di un ottimo affaccio verso sud-ovest", mentre a est prospetta l'altura della Faiola (Fig. 277), affiorano in concentrazione medio-bassa su un'area di quasi mq. 8.000, la quale diviene alta nel settore nord-orientale, quasi pros: mo alla strada, su una superficie più circoscritta, di mq. 1.250 circa" diverse scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, cubilia in selce (cm 8x8,5), molti frr. di tegole c coppi, generalmente di piccole e medie dimensioni, pochi a impasto arcaico e chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana (Tav. II, 4), tra cui diversi riferibili a età imperiale, mattoncini di opus spicatum, e tessere di mosaico nere di piccole dimensioni a taglio regolare, fr. di dolio a impasto rosso sia di età arcaica che romana, fr. di ceramica a impasto, limitaSul versante sud-occidentale dove si abbassa sempre con pendici ‘ampie e morbide, i sito prospetta un'altura, di poco più bassa (n.365) “= taglio del bosco ha contribuito al riconoscimento del sito. Lavis bilia resta molto bassa poiché il taglio non è recente rispetto al momento della ricognizione ed il fondo appare quindi nuovamente molto sporco e quasi completamente coperto da un manto erboso. La visibilità aumenta in prossimità di alcune radure e dei due sentieri che ataversano atualmente i pianoro. 487

tamente al settore sud-orientale dell'area, rara vernice nera, sigillata italica e africana, ceramica comune e anfore. Laffioramento attesta la presenza, limitatamente al settore sud-orientale, di una casa/fattoria di età arcaica, presumibilmente con una precedente frequentazione di età orientalizzante (abitato?) forse in relazione con l'area a sud-est (n. 362), sulla quale probabilmente già nel corso dell'età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico in uso anche tra il Le almeno la fine del II secolo d.C., esteso su un’area di 8000 mq circa. Impasto grezzo ~2 frr di fondo a disco, di cui uno rilevato, pertinenti a forme chiuse (olle?) non idd. — 1 fr di piede ad anello pertinente a forma non id. — 1 ἧς di parete pertinente a forma chiusa non id.

— 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore

~2 fs di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vi nari, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60 a.C. ela fine del IL inizi del ΠΙ sec. d.C. ~ Lf. di ansadi produzione türrenica. —2 fr. i parete di produzione tirrenica —3 fr. di parete di produzione spagnola. ~ 1 ft di parete di produzione africana ~4 fr. di parete di produzioni non idd. 365. AREA DI FRR. FITTILI E STRUTTURE MURARIE m 536-524 slm. Macchie la Faiola - Suolo di Pirro o della Cavalleria

Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 59, LS 53, attestato in contesti compresi tra la fine del Lc il IV sec. d.C. = 1 fr di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 59, LS 48, attestato in contesti compresi tra la fine del Le il IV sec. d.C — 1 fr di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma non id. - 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. 1 fr. i fondo piatto di olla non id.

1I sentiero che dalla strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (bS) si dirige verso sud fino alla Macchia della Faiola, attraversa un ampio sistema di morbide alture che si allungano tra la Macchia la Cavalleria a nord fino alla località C. Pozzi, chiuse a sud e sud-ovest dalle alture di Monte Secco e del Monte gli Impiccati. In un ampio pianoro, che costeggia il lato occidentale del sentiero per la Faiola e si affaccia con pendio morbido e regolare verso sud-ovest, affiorano materiali fittli (Fig. 278). Su una superficie di mq. 10.000 circa che si allarga, a partire quasi dal lato occidentale del sentiero, sul pianoro e lungo le prime pendici sud-occidentali*”, si riconoscono, in media concentrazione, molti fr. di tegole e coppi, tra cui diversi a impasto arcaico e tardo arcaico, più rari a impasto chiaro sabbioso, numerosi a impasto rosato di età romana e chiaro riferibile a età imperiale (Tav. II, 5), cubilia in selce e in peperino (cm 6x6; 7x7,5), piccoli frr. di marmo bianco e tessere di mosaico piccole, nere, molti frr. di dolia sia a impasto arcaico che a impasto rosso di età romana, diversi fr di ceramica a impasto, rari di vernice nera, più numerosi di ceramica comune, di sigillata sia italica che africana e soprattutto di anfore. Il materiale sembra concentrarsi nel settore centrale ed orientale del pianoroe lungo le pendici est e sud-est, dove aumenta la presenza di quello arcaico™. Quasi sul limite orientale dell’area, a ridosso delle pendici che iniziano a scendere gradatamente verso il sentiero che conduce alla Faiola, si conservano i resti di una struttura in opera cementizia con scaglie di selce di piccole dimensioni, ordinatamente allettate. Ne rimangono soltanto due muri, ortogonali tra loro: quello occidentale visibile per una lunghezza max. di m 2,50 circa ed un'altezza max. di m 0,60 circa; quello settentrionale per m 320 circa di lunghezza e m 0,80 di altezza All'estremità del muro occidentale, si notano due frr. di una cassa (7) in peperino (m 0,25 max.x0,64x0,33 max.

Conspectus: 132, tv. 41 = Và. 318-319 nota 3848. = Ostia 1:91. πρόθυρον 1976: 147. If. proviene da stratigrafia compresa a a fine del e la metà del TIL sec d.C. " Dyson 1976: 147. ^ Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105.

^" L'area di affioramentoè da considerarsi, almeno in parte, dilatata dalle operazioni connesse al recente taglio del bosco, grazie αἱ quale la visibilità, sebbene non buona trattandosi comunque di macchia boschiva, è almeno permessa “Nel settore nord-orientale dl pianoro una particolare concentrazone di scaglie di selce e fr. di tegola di grandi dimensioni, unitamente ad un ralzamento del terreno, sembra denunciare la presenza di strutture.

Impasto rosso — 1 fi di parete probabilmente pertinente a forma aperta non id. decorato su una faccia con tre linee concentriche ottenute con pigmento di colore rosso, riferibile a età orientalizzante. Vernice nera — 1 fr di collo pertinente a forma non id. Sigillaa italica = 1 fi. di orlo orizzontale con estremità rialzata, solcato alT'esterno ed articolato all'interno di coppa assimilabile genericamente al tipo Conspectus 45.1‘, di produzione tardo italica e databile all’età flavia alla prima metà del II sec. d.C. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id —2 fir di fondo ad anello pertinenti a forme non idd. Sigillata africana = fi di fondo pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flaviat"* Comune da mensa e da dispensa = 1 fr. di orlo leggermente estroflesso con attacco di ansa pert nente a bottiglia tipo Ostia, tav. XIV, 312, attestato in contesti delTa metà del II sec. d.C, = | fr. di fondo a disco pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

488

Fig. 278. Macchie la Faiola. Suolo di Pirro o della Cavalleria. Posizionamento delle strutturee delle aree di fr. fttili (nn. 365, 386), della sorgente (n. 387), della cisterna (n. 388), dei basoli e del materiale sporadico (nn. 389-391).

largh. int. m 0,36; m 0,40 max.x 0,66 x 0,20 max.) (Figg. 279-280). Nel terreno sconvolto da scavi clandestini nei pressi delle strotture'" sono alcuni cubilia in peperino riferibili presumibilmente al rivestimento, frr. di tegole, pochi frr

di pance di dolii. Circa m 100 a nord delle strutture, quasi sul pianoro, rimane un blocco parallelepipedo in peperino (m 1,03 x 0,55 x 0,35), fornito di incassi quadrangolari lungo i due lati brevi (m 0,21 x 0,16).

Le strutture stesse sono state presumibilmente evidenziate da questi 489

—2 fir. di fondo a disco pertinenti a forma chiusa (olla?) non id. — | fi. di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa (olla?) non id — 1 fi. di parete decorato con leggere solcature parallele, orizzontali, pertinente a forma chiusa non id. =2 frr.di parete di spessore medio grande pertinente a forma chiusa (olla o pithos) non id. Impasto rosso = 1 fi di orlo pertinente a ciotola tipo Carafa 1995, 242, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra 3 600-590e il 550 a C." (Tav. XVII, 5). — 2 ἔπ: di parete pertinenti a forme non idd. Impasto chiaro sabbioso = 1 fr di orlo di mortaio tipo Olcese 2003, tav. XXXV, 8, attestato in contesti compresi tra la metà del VI e il IV sec. aC. Vernice nera = 1 fr. di coppa apode dall’orlo indistinto del tipo Morel 1994, 2121b 1, di produzione locale o regionale, databile alla metà del II acm, li parete pertinente a forma chiusa non id.

Fig. 279. Macchie la Faiola. Suolo di Pirro o della Cavalleria Struttura in opera cementizia(n. 365)

io, segnato da solcatura esterna immediatamente al di sotto, pertinente a coppa emisferica tipo Conspectus. 363.2, databile dall'età tiberiana alla fine del I sec. d.C.**. — 1 fi. di orlo as otiglito e estroflesso in sigillata tardo. pertinente a piatto assimilabile al tipo Conspectus 3.3.1, databile trail 20/40e il 100/150 d.C." --2 frr. di fondo ad anello pertinenti a forme non idd. — fir. di fondo pertinente a forma non id. --3 fr. di parete pertinenti a forme non ida.

E ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale nel corso, presumibilmente, dell'ultimo quarto del III secolo a.C. si è impiantata una villa, su un’area di circa 21.000 mq, in uso almeno fino al IV secolo d.C. Impasto grezzo ~ 1 fi. di parete decorata sulla superficie esterna con cordone plastico orizzontale molto rilevato, forse pertinente a bacino. L'esemplare frammentario può essere confrontato con il tipo Nardi 1993a, fig. 577, N. 8.1, a vasca larga e profonda con fondo piano e decorazione a cordone, presente in area etrusco-meridionale e laziale già dalla prima metà del VI sec. a.C., ma diffuso soprattutto a partire dalla seconda metà o fine del VI e per tuto il V sec. a.C. (Tav. XVIII, 4). = 1 fr di orlo pertinente a olla tipo Murray Threipland 1979, fig. 27, 11, confrontabile anche con il tipo Ἐπεὶ 1993, 16.135, attestatoin contesti ceriti di età tardo arcaica?". — 1 fr. di parete con una piccola porzione di orlo, il quale si può forse riferire, a causa della frammentarietà, ad una ciotola tipo Carafa 1995, 453, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili ta il 630/20e il 475/450 a.C. —9 frr di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd.. “= Naot 1993a: 377 x MuRRAY THREIPLAND 1970: 82; Eve 1993: "^ Canara 1995: 176-177 fig Canara 1995: 108 Πρ 10. 490

9 tay. 35,

Fig. 280. Macchie la Faiola. Suolo di Pirro o della Cavalleria. Struttura in opera cementizia: pianta (n. 365) “0 Oxcese 2003: 102. ^" Mone. 1994: 138,pl. 31 τα Conspectus 114, tav. 32. τὸ Conspectus: 56, tav. 3. Il tip corrisponde a Pucci 19,17.

Pareti sot = 1 fr. di orlo di boccalino monoansato tipo Ricci 1985, Iav. LXXXVIII, 1=Marabini 1973, pl. 34, 307°, databile dall'epoca tiberiana fino alla fine Il sec. d.C. —1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id. Sigillata africana — 2 frr di orlo pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia". = 1 fi. dirlo pertinente a forma non id. in produzione A/D, databile a partie dall’età severiana. — 2 fir di fondo ad anello pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. 3 frr di parete pertinenti a forme non id, in produzione A, di ui uno con con decorazione a rotella, databile a partire all'età lavia, —2 fr di parete pertinenti a forme non idd., di produzione A/D, databili a partire dall'età severiana. ‘Africana da cucina.

=1 fr di orlo rilevato internamente di casseruola. tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del IT e la fine del 1V-inizi del V sec. d.C. ~ |f di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia IH, 267-Hayes 197°”, attestato dalla prima metà del Il alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr. di brocca dall'orlo estroflesso con un gradino all'interno tipo Ostia XIII fig. 34, 56", attestato in contesti di ITI-V sec. d.C. 1 fr. i orlo di bottiglia non id. = 1 fr di orlo pertinentea forma non id. ~ 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 5 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

2 f di coperchio dall'orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516= Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287°", attestato in contesti di età ava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domizioano (80-90 d.C.), in età traianeo-adrianea. ~2 f di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia II, 515°, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la pri ma parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) Ricci 1985: 267-271; Maaapint 1973: 292, form LXVIL 79 Và, 318-319 nota 3848. 7 Và, 318-319 nota 3848, 77 Và, 318-319 nota 3848. Atlante I: 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce i tipo tra le forme in sigillata africana di produzione A. La diffusione del tipo in ceramica a ati na cenerognola ea vernice tipo A’, sembra esaurirsi verso la metà del I sec dC: οἷς Ασυκκοῦ Oral. 1991: 269, 326-327 fgg. 66-6, Ia uale distingue il po in pi variant m Allante I: 218-219, tav. CVIL 6; cfr. AGUAROD OTAL 1991: 281-283, 335-341 fgg. 75-81, la quale distingue il ipo n due varianti principali Ae D “00 PAvoux 2000: 134-135. ^" Ostia I: 101, 260-261, tav. XXVII: Carta 1978 [1987]: 131 fig 132 dall stato IV; Pom. 1978 [1987]:403 fig, 407 dallo strato ἢ. κϑ OstaI: 101, 260.261,tav. XXVII 0 Ostia TI 278, 64-655, tav. LXVIIL Cora 1978 [1987] 131-132.

~ Vf di orlo leggermente pendente di olla Ostia II, 630%, attestato in contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C. ~ 2 frr. di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131,262 attestato in contest di età traianca. ΞῚ fr di orlo di coperchio tipo Cara 1978, fig. 131, 260-Olcese 2003, tav. XIX, 10, datato rispettivamente in età traianea etra il Le il IT sec. d.C". ~ | fr di piatt[coperchio dall'orl leggermente ingrossatoe indistinto dalla parete, di produzione locale confrontabile con i tipo Ostia III, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec, dC. — 1 fr. di olla dall’orlo ingrossato ed arrotondato tipo Carta 1978, fig. 60, 16°, attestato in contesti della seconda metà del ΠῚ sec. aC. —1 fr di orlo estroflesso c leggermente pendente pertinente a olla tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 21, attestato in contesti databili tra 1275 e il 1502.C-#" V f di parete pertinentea forma chiusa non id το fi di orlo di olla biansata assimilabile al tipo Ostia I, 489, attestato in contesti datti all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) ~ 1 fr di orlodi tegame tipo Pohl 1978, fig. 111, 17174, attestato in contest di età claudia”. peril quale un confronto è possibile anche con un fr. rinvenuto a Velletri in località Ponte della Regina in un contesto databile tr la fine del I cc. a.C. e la metà del IL d.C. = fi di orloe paretedi incensiere assimilabile al tipo Ostia IL 471 ach, attestato in contesti datati all'età flavia probabilmente du rante la prima parte dl principato di Domiziano (80-90 d.C.) —3 τι di orlo di olla non i, - 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non i, — 1 fi di fondo di incensiere non id. — 6 fr. di fondo pertinenti a forme non idd, 13 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — |f di ansa di Ostia II, 522/523, detta anche ansa afiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota oafricana", diffusatra l'età tiberiano/claudiac la prima metà del II ec. d.C. τι fr di ansae fr di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del IH sec. dC. — 1 fr di ansa di produzione tirrenica. =2 frr. di paretedi produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. — 3 fir. di parete di produzione africana. — 2 fr di parete di produzione orientale. πο Cera 1978 [1987]: 131 fig.132 dall strato IV; Occest 2003: 90. ‘Atlante I: 212; AguaROD OTAL 1991: 247-248, 305-307 figg. 45 m. 3-6,46,47 nn. 13. ©” Cata 1978 [1987]: 48 fig 49 dllo sato VITBI. “e Dysox 1976: 25. La forma appare variamente diffusa attestata dal all'inizio del sec. a.C. Olle ovoid simili sono attestate ad Artena in conesi di IV-Isc, aC. (Quits 1968: 64-65, fig. 53, n.182); a Roma dall'area dei Templi Gemelli in contest ellinizi del IT sec a.C. (MexcANDO 1963-64: 62 tav VII, 10-11) a Suri in contes i fine I sec. a.C. (DUNCAN 1965: 158 fig. 13, A97: 165). 7" Ostia t: 100, 260-261,tav. XXVII. “© Poi. 1978 [1987]: 291, 294 dallo strato VI; Lucexre, DE Sacris, Semasmani, Dex. Graxpe 2003: 166 fig 4, 12. πὶ Ostia I: 100, 260-261,tav. XXVI A differenzadel tipo lf: presenta decorazione a intacche anche sull'orlo 77 Và. 291 nota 4148. = Và. 361 note 4032-4033, 491

~ 1 fr. di paretedi produzione vesuvia τὶ fr. di parete di produzione tarraconese. 2 frt di parete di produzioni non idd. Lucerne — 1 fr di disco di lucerna non id., con decorazione a rilievo, prodotte a partire dal IH sec. d.C., attestate ad Ostia dalla metà del IV secolo ἀκα 366. AREA FRR. FITTILI E STRUTTURE IN OPERA CEMENTIZIA m 564-540 s.Lm. C. De Santis - Suolo di Pirro o della Cavalleria

Risalendo, poco a est del Cimitero di Nemi, le estreme propaggini del sistema collinare che da Monte Alto si allunga verso sud-ovest, compreso tra la SP. 76/d Nemi-Genzano ad ovest e il sentiero detto Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), in un’area a bassa visibilità occupata da bosco, è possibile notare un affioramento di frr. itil Diversi frr. di tegole e coppi sia a impasto arcaico che chiaro di età romana, insieme a scaglie di selce e cubilia in peperino (cm 8 x 8,5), iniziano a notarsi lungo il pendio che scende verso il Suolo di Pirro dispersi in bassa concentrazione su una superficie di mq. 2.750 circa. La concentrazione del materiale, tra cui soprattutto frr. di tegole e coppi, pochi ἃ impasto arcaico, perlopiù a impasto chiaro e rosato di età romana, rari a impasto chiaro e rosso-arancio di età imperiale, qualche frr. di laterizio a impasto chiaro e scaglie di selce, con scarsa presenza di frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, africana da cucina, comune da fuoco e anfore, generalmente di piccole dimensioni, aumenta salendo verso nord-est, e diviene maggiore immediatamente prima che il pendio si interrompa in un ampio pianoro a sud-est di C. De Santis®. A questa altezza è possibile notare un cumulo di materiale (fr. di laterizi, dolia a impasto chiaro, scaglie di selce e cubilia in peperino) a ridosso di una lunga macera, realizzata sempre con materiale antico e grosse scaglie di selce, che corre con orientamento nord-est/sud-ovest lungo le pendici fino al pianoro soprastante, fungendo da limite di proprietà. Altri piccoli frr. di tegole, soprattutto a impasto chiaro di età romana e di ceramica., in bassissima concentrazione, si notano anche sul pianoro, affacciato a nord-ovest sul sottostante lago di Nemi e articolato in due terrazze successive: la prima, quasi pianeggiante c una seconda, rialzata su alta scarpata (m 1,20 circa), che sale con moderato pendio verso nord-est, entrambe delimitate lungo il lato nord-occidentale da una balza, che si abbassa progressivamente da σα Asti No 1982: 159-160 “5° Segnalazione αἱ "Ruderi pid modest con rest di pavimenti a mosaiia Ricca er ali 1927: 1. “La visibili dellafioramento ὃ fortemente condizionata dl fondo sporco lasciato dal taglio del bosco. “2 Quest'ultima, di proprietà della “Casa di Esercizi Spirituali Gesù e Ma‘a, occupata da alberi da fruto con fito manto crboso c quindi ton ricognibii. ‘0 All base dell scarpata, che funge ora da limit di proprietà con la “Casa di Esercizi Spirituali Gesù e Maria”, si allarga un pianoro che sale con moderato pendio verso nord-est, assecondando quindi il dislivello con Je terrazze soprastanti 492

sud-ovest (m 3,20 circa) verso nord-est (m 1,50 circa)”, per un fronte di m 100 circa. lla base della balza, nascoste da interro e vegetazione, restano tracce del muro di sostruzione antico, conservato nel solo nucleo in opera cementizia e visibile in diversi punti per brevi tratti, quasi nella parte centrale della scarpata, per 'un'altezza di m 0,30/0,50. In sezione, nell'interro, si notano diversi frr. di tegolee grossi fr di dolio a impasto rosso. Alcuni materiali sono scivolati dal pianoro fino alla base del pendio sud-orientale, più scosceso, e sono visibili sul lato settentrionale del sentiero che raggiunge la SP. 217 Via dei Laghi all'altezza dell'incrocio con la SP 18/c via Crocetta Vivaro. In sezione nella parete di terra, su un fronte di almeno m 35, si nota una discreta presenza di fi. di tegole a impasto sia chiaro che rosso e coppi, pochi di ceramica comune, oltre a numerose scaglie di selce medie e grandi. NelParea del pianoro sembra identificabile la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso della prima età imperiale, si è sviluppato un

impianto rustico in uso almeno fino al IV secolo d.C., forse esteso su un'area di non meno di 18.000 mq. Impasto grezzo — 1 fi di orlo pertinente a forma non id. = 1 fi di parete pertinente a forma non id.

Sigillata africana — 1 fr. di orlo verticale con gradino esterno di scodella tipo Hayes 61, n. 26, in produzione D', databile tra a fine del IV c gli inizi del V sec. dC... Africana da cucina

—1 fi. di orlodi piatt/coperchio ingrossato all'estremità e indisinto dalla parete tipo Ostia I, 302° attestato dall'inizio del LalJa seconda metà dl I see. d.C. 1o di casseruola ifido ingrossato e arrotondato tipo ayes 197°, attestato dalla prima metà del Il alla fine del IV-inizi del V sec. dC. Comune da fuoco — 1 fi di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingrossatoe indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del IT sec. d.C 97. —4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di orlo di produzione non id. ^ Atlante 1 83-84, tav. XXXIV, 7. Hayes precisa la datazione del tipo tra 325 e 450 circa dC. Atlante 212.213, uv. CIV, 1; cf. AGUAROD OTAL 1991: 245-246, 305 fig 45 o. 12, a quale distingue il tipoin pio varianti “Atlante 1: 218-219, tv. CVI, 7; οἷς AGUAROD OTAL 1991: 281-283, 335-341 fgg. 75-81, la quale distingue il ipo in due variant principali A e n. 7 Atlante: 212; AGUAROD Ora 1991: 247-248, 305-307 fgg. 45 n. 3-6,46,47 m. 1.3.

2 frr di ansa di produzione tirrenica. — 1 fi. di parete di produzione spagnola — 4 frr di parete di produzioni non idd. 367. Cunico1o m 510 s.Lm. Cimitero comunale di Nemi - Suolo di Pirro o della Cavalleria

Lungo il lato settentrionale della Strada detta suolo di Pirro o della Cavalleria (bS), a circa m 50 dalla SP. 76/4 da Nemi per Genzano, rimane un cunicolo”. In basso, nella balza naturale sezionata per il passaggio della strada, rimane l'ingresso di un cunicolo il quale sembra dirigersi verso sudovest/nord-est: in gran parte interrato, con volta tondeggiante, risulta largo m 0,45 circa per un'altezza max. di m 0,60 circa™, 368-369. VILLA m 493-484 s.l.m. C. Pozzi

368. Strutture murarie. Lungo il lato meridionale della SP. 76d, che da Nemi raggiunge il settore orientale dell'abitato di Genzano, poco a sud-ovest del Cimitero comunale di Nemi, nei pressi dell’altura sulla quale insiste Casale Pozzi, il Lanciani agli inizi del Novecento segnala l’esistenza di resti antichi ("rudera")**. 369. Materiale sporadico. Nella scarpata di terra che costeggia il lato orientale della strada che dal lato sud-orientale della SP. 76/d via Nemorense, sale verso il vecchio C. Pozzi, poco a sud del Cimitero comunale di Nemi, si riconoscono materiali fittli antichi. Per un tratto di circa m 40, nella sezione esposta della scarpata che si abbassa progressivamente fino a raggiungere il pianoro soprastante, da anni colto, a partire dall'inizio della strada fino ad un piccolo edificio che insiste sulla sommità, si notano, oltre ad alcune scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, diversi frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e a impasto chiaro e rosato di età romana, più rari a impasto chiaro di età tardo arcaica alto repubblicana, frr. di dolia ad impasto rosso di età romana, ed alcuni frr. di anfore. 1 materiali, forse unitamente a quelli di via Vigna Grande (n. 370), sembrerebbero attestare la presenza, sul pianoro, forse di una piccola casa/fattoria di età arcaica e successivamente di una villa, la cui area sembra ricostruibile su circa 25.000 mq., in uso tra la prima età imperiale e l'inizio del V secolo d.C.

πο Segnalazione in CRESCENZI 1981: 49-50 nota 103. ^" L'interro non mi ha permesso di ispezionare il cunicolo. Anziani abitanti del posto, mi hanno assicurato che allaltezza di questo cunicolo, sul lato opposto dela strada, se ne dipativa un altro il quale, con orienta mento coincidente con quello conservato, raggiungeva una vecchia cava che doveva trovas in corrispondenza all'incirca dell'ingresso alla proprietal civico n. 55 dell strada da Nemi per Genzano. 75 LANCIANI mss. 8572: 40c; cfr. ii 2001: 8 fig. 2. Non mi è sato possibile perlutrare ἢ terreno che dal diruto casale discende con morbida pendenza verso la strada provinciale.

Anfore = 1 fit. di orlo di Dressel 2/4**, anfora vinaria, databile tra il 70/60 a.C. e gli inizi del III sec. d.C., di produzione campana, di piccole dimensioni. Sembra visibile un segno ad "X" a incisione Successiva alla cottura, immediatamente sotto l'orlo. —1 fr di parete di produzione africana. Opus doliare — 1 fr. di fondo in impasto arcaico. 370. MATERIALE SPORADICO m 470 s.l.m. SP. 76/d Via Nemorense - Via Vigna Grande.

Nella scarpata che costeggia il lato meridionale della via Nemorense, per m 20 circa di lunghezza, fino al bivio con via Vigna Grande, la quale conduce ad un complesso residenziale, e sul lato settentrionale di quest'ultima per almeno m 30 circa, affiorano numerosi fr. di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico, perlopiù a impasto chiaro (Tav. II, 6) e rosato di età romana”, poche tessere di mosaico nere di pi cole dimensioni a taglio regolare, frr. di dolio a impasto rosso di età romana, e frr, generalmente di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto e ceramica a pareti sottili, fr. di sigillata africana, africana da cucina, comune e anfore. 1 materiali, considerata la loro presenza poco oltre le pendici dell'altura sulla quale si trova C. Pozzi, e l'impos: bilità di perlustrare l’area intermedia, potrebbero riferirsi alla piccola casa/fattoria di età arcaica e alla successiva villa in uso tra la prima età imperiale e l’inizio del V secolo d.C, ipotizzate sul ciglio della sommità (n. 369). Impasto grezzo — 1 fr di presa a bugna o di decorazione plastica a cordone molto rilevato con andamento orizzontale e parallelo pertinente a forma non id. Pareti sottili ~ | fi. di parete pertinentea forma non id. Sigillata africana — 1 fr. di fondo con piede ad anello pertinente a forma aperta non id., in produzione D, databile dal IV alla metà del VII sec. de. Comune da mensa e dispensa — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

9 Vd. 361 nota 4032. ^7 La gran parte delle tegole, oltre a quelle che ancora rimangono in molte delle aiuole all'interno del complesso residenziale, sono ammucchi te lungo la recinzionedel giardino che perimetra il parco giochi non lon no dalla strada da Nemi per Genzano. CortesementeM. Ercolani mi ha informato di come molt materiali romani oltre ad uno specodi acquedotto(?) siano stati rinvenuti in occasione dei lavori di scavo per la sistemazione di quest'area. L'esistenza di una “Vill” è supposta da Chtarueci 2000: 180 fig. In.Sl, 493

Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di olla tipo Pohl 1978, fig. 110, 1571, attestato in contesti databili all'età claudia. = 1 fr di orlo di tegame tipo Martin 1991-1992, abb. 7fig. 44, attestato in contesti databili all'inizio del V sec. d.C”. — 3 fi. di parete pertinenti a forme non idd. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. caratterizzato da due solcature all'esterno. ‘Africana da cucina. — ῖ ft di orlo estroflesso di casseruola non id. ~2 fir. di parete pertinenti ἃ forme aperte non idd. — 1 fi. di parete di casseruola non id. con scanalature interne e ingobbio giallo esterno. — τ fr di orlo annerito di casseruola con solcatura superiore ti po Ostia TII, 267=Hayes 197, a patina cenerognola all'esterno c politura a bande, attestato dalla prima metà del I alla fine del IV-inizi del V sec d.C... Anfore 1 fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del T sec. aC. e la fine del IV sec. d.C —2 fe. di parete di produzione africana, — 1 fi. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione nor 371. Acqueporro m 377 Nemi - Lago

s.Lm.

Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, nel terreno boschivo, è visibile uno sprofondamento della volta (m 0,45x0,30 circa), la quale si trova a circa m -1,90 dal p.d.c., di un cunicolo. Lo speco realizzato in scaglie di sele di piccole e medie dimensioni, risulta alto circa m 0,65/0,75 dalT'interro sul fondo, largo 0,55 alla base, con copertura a doppio spiovente originariamente rivestita in bipedali™. È riferibile all’ acquedotto, in opera listata, il quale corre in parte al di sotto del piano di calpestio in parte in elevato”, che, presumibilmente dalla sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l'area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio”. 372. AcqueDOTTO m 368 s.l.m. Nemi - Lago

Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, nel terreno boschivo, a circa m 18,50 verso nord-est da uno sprofondamento (n. 371), è visibile un pozzetto di ispezio“= Port. 1978 [1987]: 286 fig, 288 dallo strato VI. 7" Mari 1991-1992: 168, 178 0 Atlante: 218-219, tv. CVI, 6. ‘Ve, 373 note 4076,4077, 4078. Per un tratto di almeno m 6,50 circa sembra conservarsi verso nord este per 5.30 circa verso sud-ovest 494

ne (m 0,68x0,68) in opera listata in laterizi c blocchetti irregolari di selce, conservato per un'altezza massima di m 0,90 circa. Sui lati è visibile l'arrivo e la partenza dello speco, osservabile per un'altezza massima di 0,40/0,50 dall'interro. È riferibile all'acquedotto che, presumibilmente dalla

sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l’area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 373. Acqueporto m 361 s.l.m. Nemi - Lago

Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, a circa ma circa m 74,30 verso nord-est dal pozzetto n. 372, nel terreno boschivo, è uno sprofondamento in corrispondenza della volta di copertura (m 0,20x0,30 circa). Lo speco corre a circa m 0,30 al di sotto del piano di calpestio. È riferibile all’acquedotto che, presumibilmente dalla sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l'area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 374. AcqueDOTTO m 355 s.l.m. Nemi - Lago

Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, a circa m 15,50 verso nord-est dallo sprofondamento n. 373, è un pozzetto di ispezione, in gran parte interrato, cosicché l'arrivo e la partenza del cunicolo risulta visibile per un'altezza ridotta (m 0,40 circa). Lo speco che presenta pareti alterate, corre acirca m 1,70 dal piano di calpestio. È riferibile all'acquedotto che, presumibilmente dalla sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l’area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 375. AcqueDOTTO m 365 slm. Nemi - Lago Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, a circa ma circa m 31,50 verso est dal pozzetto n. 374, è un piccolo sprofondamento della volta, di un cunicolo. Lo speco corre. quasi immediatamente al di sotto del piano di calpestio. È riferibile all’acquedotto che, presumibilmente dalla sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l’area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 7 A causa dellinerro che, generalmente, ne ostuisce interno per gran parte dell'altezza, è possibile seguime il percorso n superficie atraverso sprofondament pia di rado, pozzetti i ispezione. “o Lenzi 2000: 166 n. 17 fig. 44 con ricostruzione del tracciato; Lir 2001, specificatamente peril tracciato da Monte Leone a Lanuvio

376. AcqueDOTTO m 379 s.l.m. Nemi - Lago

Lungo il versante sud-orientale del lago di Nemi, a circa m 25,40 verso sud-est dallo sprofondamento n. 375, è un piccolo sprofondamento della volta. A partire da qui, il cunicolo che si trova a m 0,50 circa dal piano di calpestio, va progressivamente rialzandosi, fino ad essere fuori terra per un'altezza di circa m 0,60 circa dopo m 8,50 circa. Prosegue con queste caratteristiche per altri m 12,80, dove il crollo del lato occidentale della copertura per circa m 2,10 permette di osservame l'interno. In particolare all'estremità meridionale di questo breve tratto, dove il cunicolo riprende il suo percorso verso nord-est, o speco risulta largo alla base m 0,45 con spesso rivestimento in cocciopesto sui due lati (m 0,03), un'altezza max. dall'interro di circa m 0,90 dei quali 0,60 relativi al doppio spiovente di copertura. Con queste caratteristiche il cunicolo prosegue verso est con un tratto di almeno 5,50 m circa. È riferibile all'acquedotto che, presumibilmente dalla sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l’area nella quale si trovava il Cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 377. AGQUEDOTTO m 406 s.l.m. Nemi - Lago A m 40,50 circa verso est dal tratto in elevato n. 376, è uno sprofondamento, sulla copertura del cunicolo, che si trova acirca m- 1,10 dal p.de. È riferibile all'acquedotto che, presumibilmente dalla

sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l’area nella quale si trovava il cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 378. ACQUEDOTTO m 444 s.l.m. Nemi - Lago

Circa m 65 a nord-est dal n. 377, è un piccolo sprofondamento nella copertura del cunicolo, a circa m 0,40 dal p.d.c

È riferibile all'acquedotto che, presumibilmente dalla

379. ACQUEDOTTO m 450 s.l.m. Nemi - Lago Circa m 22 a nord-est dal tratto n. 378, è un nuovo sprofondamento della volta. Lo speco, a circa m -0,70 dal p.d.c., che sembra proseguire verso nord per almeno 15 m, nel lato opposto risulta alto 1,10 dall'interro pari presumibilmente a 0,40/0,50 m e largo alla base m 0,65, fatta eccezione per un punto nel quale rimane il rivestimento sui due lai. È riferibile all’acquedotto che, presumibilmente dalla

sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l'area nella quale si trovava il cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio. 380. BANCHINE, PALIZZATE E MATERIALE SPORADICO m 313 s.l.m.

Nemi. Lago - “Spiaggetta”

A seguito del prosciugamento del lago per il recupero degli scafi delle navi, nel corso degli anni Venti del Novecento, lungo il settore di sponda sottostante il Cimitero comunale di Genzano, in località Spiaggetta, si rilevò l'esistenza di un tratto di banchina": La struttura visibile per una lunghezza di 90 m circa” era costituita da cassoni consecutivi formati da: due file parallele di travi di cerro, quercia e abete (m 3/3,70x0,30x0,20), distanti tra loro m 0,75 al cui interno vi era un riempimento în argilla. Ad una distanza compresa tra 18 € 20 m erano attraversate da una seconda fila di dimensioni analoghe, che andava a collegarsi ad una palificazione semplice posta a circa m 9 a monte, parallela alla prima. All'i terno dei cassoni era un riempimento in calcestruzzo dello spessore di m 1,20 circa, al centro del quale erano tre pali Attualmente, lungo la sponda, a partire da circa 6/7 m dal ciglio della strada perilacustre, su un fronte di 28/30 m circa, restano numerosi blocchi parallelepipedi in peperino”, alcuni con incassi per il sollevamento con ferrei forfices, forse provenienti dalla vicina cava e generalmente riferiti alla sostruzione di una viabilità perilacustre"" (Fig. 281). AlT'estremità occidentale della spiaggetta e soprattutto in acqua sono visibili, in precario stato di conservazione, i resti della palizzata lignea (Fig. 282). 381*. MATERIALE SPORADICO Nemi. Lago - "Il Porto”

sorgente delle Facciate di Nemi, raggiungeva l'area nella quale sî trovava il cimitero comunale di Genzano e da qui forse la via Appia antica e poi Lanuvio.

Nel 1876 nel settore meridionale del lago, si rinvenne un peso da rete ed un vasetto di forma conica”.

^" Ucriur 1950: 119, 121 fig. 125, 125 fig. 132, 125-126; Lucu Appunti: fase. Via Appia fino a Bovillae. Altre strade, cat. Ager veitemus, divericolo, il quale ricorda come giàagli inizi del Novecento Ἵ blocchi so20 .. quasi tutti fbori posto, art dentro l’acqua. In un solo punto resa un tratto di opera quadrata in piedi con uno speco di acquedotto”: cf MovrecCH 1929: tav. XI I dopo 92; Devort 1980: 61-65; CoxarLL 1981 103-104; Devon 1987: 162 figg, 164 fig. n. O, 165; Grutan 1990: 133135 relativamente agli aspetti cenci della realizzazione; Gun 1995-96: 193 fig. 11; Gz, Git 1996: 54fg. 34,0, 5 -56; Lenzi 2000: 167 n.18. P" UceLLI 1950: 126 ("Di le palizzata vi sono altri tratt affioranti per ‘una lunghezza dî circa 250 m). 20 Tra quell che mi è tao possibile osservare, in pate ricoperti da ve-

getazione infestante, quelli maggiormente conservati, misurano: m 1,04 x 00x 054; 0.62 x 070 x 0,68: 0.92 x 0,45 x 0,68; 1,07 x 0,55 x 0,78: 0,90 X043x 0,65; 0,58 x 0,58 045; 08 x 0,60 x 0,45; 130x 060 0,45; 0,86 X 038 x 0,68; 120 x 0,62 x 0,58; 0,96 x 0,54 x 045. ‘>= Circa 20 m a ovest i taglio della sponda per la realizzazione di un ricovero perla pesca ha rivelato su un fronte dim 10 circa, a presen2a di numerosi laterizi (cm 22,2 x 31,4) sia ad impasto rosato che chiaro e tegolead impasto chiaro c rosato di età romana, oltre a cubilia in selce (cm 06x 0; 0,7 x 0.7) grossi frr di marmo biancoe frr. di comune da fuoco. ^"NaxDONL 1878, senza indicazione delle diverse provenienze; ΝΆκρονι 1880: 54; Bouma 1996: 61 495

può proporre una qualche relazione con l'affioramento n. 386 (piccolo edificio rurale? Tombe?). 384. AREA DI ΒΆΝ. FITTILI m 490 s.l.m. M. gli Impiccati

Fig. 281. Nemi. Lago. "Spiaggetta". Sponde orientali: blocchi in peperino c pali lignei (n. 380).

382. MATERIALE SPORADICO m 487 s.l.m. M. gli Impiccati Lungo le pendici nord-occidentali del Monte gli Impiccati, a poca distanza dal sentiero che sale verso la sommità staccandosi da via dei Genzanesi, il terreno restituisce sporadicamente, su una ristretta area”, piccoli frr. di ceramica a impasto riferibili all’età del Ferro. 1 materiali, unitamente a quelli lungo le pendici nordorientali (n. 383), attestano una frequentazione dell’area almeno nel corso dell'età del Ferro, indiziando forse la presenza di un abitato, senza tuttavia poter escludere quella di un’area di necropoli

Nella sella tra le pendici nord-orientali del Monte gli Impiccati e la serie di piccole alture che salgono fino alla sterrata detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (bS), poco a sud-ovest del pianoro interessato dalla presenza di una considerevole area di fir. (n. 386), si nota una modesta area di affioramento’, Sui due lati di una delle sterrate che salgono verso M. gli Impiccati, in particolare sul versante nord-occidentale, su una superficie di mq. 450 circa, sono presenti in media concentrazione frr. di ceramica a impasto, insieme a sporadici frr. di comune da fuoco. 1 materiali sembrerebbero attestare una frequentazione dell'area nel corso dell'orientalizzantee in età arcaica, forse in connessione alla presenza di un abitato e successivamente di una casa/fattoria, in relazione al sito poco a est (n. 386). Impasto grezzo ~ 1 ft di orlo di olla assimilbile al tipo Carafa 1995, 334, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili ra il 700 e il 475-450 a.C. Sulla parete esterna, immediatamente sotto l'rlo, incisione riproducente un segno "X" (Tav. XVIII, 6). — 1 fr di orlo pertinente a ciotola tipo Carafa 1995, 466, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trai 600-590 e ἢ 550 a.C. = 1 fi. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 430, attestato a

383. AREA DIFRR, FITTILI m 519-510 s.m. M. gli Impiccati Poco al di sotto della sommità del Monte gli Impiccati, sul versante settentrionale dell'altura, in occasione del taglio del bosco*?", si rinvengono sparsi in bassissima concentrazione su una superficie di mq. 2.000 circa, rari frr, di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto riferibile all’età del Ferro e ceramica comune, oltre a frr. di tegole a impasto chiaro di età tardo arcaica/alto repubblicana e rosato di età romana. I materiali più antichi, unitamente a quelli lungo le pendici nordoccidentali (n. 382), attestano una frequentazione dell'area almeno nel corso dell'età del Ferro, indiziando forse la presenza di un abitato, senza tuttavia poter escludere quella di una necropoli. I materiali pid recenti, consideratala. loro esiguità e lo sparpagliamento in un'area estesa, risultano di difficile interpretazione e solo ipoteticamente se ne "La presenza di materiale iniziaa notans sulla scerpeta che delimita il lato a monte del sentieroche le, AI interno del bosco la visibilità dive ne bassissima, di conseguenza risulta difficile valutare a reale consistenza. del sitoc l'efetiva presenzadi materiale “La ricognizione dell'area ὃ sata effettuata una prima volta nell'inverno del 2004 e poi ella primavera del 2005. ‘I sito appare i difficile lettura e piuttosto sconvolto dai lavori con496

Fig. 282. Nemi. Lago. “Spiaggetta”. Sponde orientali: palizzata sommersa(n. 380). ness αἱ taglio del bosco in corso al momento del sopralluogo. “© Canara 1995; 139 fig, 140-141. Π fr sembra maggiormente simile alla descrizione deli "esemplari più recenti ne quali “Toro si fa più sva sato eil bordo pi ssotiliato", nonostante l'impasto sembri rferibile alla produzione più antica. “© CARAFA 1995: 180-181 fig

Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 550530 cil 475-450 a.C. (Tav. XVIII,7). = 1 fi. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 357, attestato in contesti romani e laziali compresi tra il 600/590 e il 475-450 ace, —4 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Impasto rosso ~ 1 fi di orlo estroflesso probabilmente pertinente a piatto a tesa leggermente concava riferiile al tipo Carafa 1995, 267, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 650 cil 500a.C.99. Comune da fuoco

~ 1 ft. di orl di lla estroflesso tipo Ostia I, 489, attestato in contesti datat all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) = | f di orlo di coperchio tipo Pohl 1970, fig 87, 261°, attestato in contesti αἱ età traianea. — 1 f i orl di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia IH, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec, GC. = 1 fi di orlo coperchio pertinente a forma non id. — 2 fir i parete pertinenti a forme non idd. 385. Cunicoto (?) m 488 s.l.m. M. gli Impiccati Lungo le pendici di Monte gli Impiccati che scendono abbastanza ripidamente verso nord-ovest, circa m 50 a sud dell'affioramento n. 384, ἃ presente uno sprofondamento, dal quale si intravede il passaggio di uno speco scavato nel banco, con volta stretta, m 3,50 circa al di sotto del p.d.c."*. 386. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 512-508 s.l.m. Macchie la Faiola

che attraversa il pianoro diretta verso sud-ovest™, si notano molti frr. di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico, perlopiü a impasto chiaro e rosato (Tav. III, 7), meno a impasto rosso, di età romana e imperiale, scaglie di selce e di peperino, tessere di mosaico nere, di medie dimensioni, la Cui presenza si concentra nel settore nord-orientale delarea, grossi frr. di dolio sia a impasto arcaico che a impasto rosso di età romana, rari frr. di vernice nera, più numerosi di sigillata italica, ceramica comune, sigillata africana © anfore, La concentrazione del materiale, soprattutto ceramico, generalmente bassa aumenta considerevolmente al centro del pianoro, nell’area pianeggiante più alta, su una superficie di mq. 1.850 circa, mentre in prossimità del margine sud-orientale sembra concentrarsi la presenza di piccoli fir. di ceramica arcaica, sporadicamente presenti comunque su tutta l’area dell'affioramento. Nella zona quasi centrale del pianoro restano anche due grossi basoli in selce ed un terzo è visibile quasi al margine sud-occidentale dell’area, probabilmente riferibili alla viabilità che, allontanandosi dal lato nord-orientale della strada che scende verso la SS. 7 / via Appia Nuova (C), attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati, proseguiva forse verso nord-est fino a ricongiunsi alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). Nell'area è ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, presumibilmente in relazione con l'affioramento n. 384, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è impiantata una struttura rurale forse ampliaasi in villa durante la prima e la media età imperiale, inizio IV secolo d.C. Impasto grezzo ~ 1 fr di orlo estroflesso di lla tipo Carafa 1995, 318, attestato in stratigrafie comprese trail 530 c il 500 a.C-° (Tav. XVIII, 8). — 4 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. — 3 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Vernice nera — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

Su un vasto pianoro che si allunga ai piedi del versante settentrionale di Monte Secco, ai margini dell'ampio sistema collinare che scende dalla Macchia la Cavalleria verso sud-ovest, il taglio del bosco ha evidenziato un notevole affioramento di materiali antichi** (Fig. 278), Sparsi in concentrazione medio-alta su una superficie complessiva di mq. 5.200, sul lato orientale di una sterrata

Sigillta italica — 1 fr di fondo pertinente a forma non id., con bollo a impressione entro cartiglio in planta pedis (lungh. cm. 3; alt. cm 0,8). Andamento del testo lineare (lungh. cm 0,6; alt. cm 0,5) con direzione delle lettere progressiva e tecnica rilevata. SEX M P. Sextius) M(urrius) Priscus ?) (Pisanus) Il bollo è relativo all'of-

> Caraga 1995: 168, 171 fig. “0° CARAFA 1995: 148-149 fig. “0% CARAFA 1995: 117 fig-118, “Osta Il: 100, 260-261,tav. XXVII. © Port, 1970: 179 dal settore IV strato A4. 0 Atlante 212 AGUAROO OTAL 1991: 247-248, 305-307 figg. 45 n. 3-6,46,47 nn. 13. “i Ilerreno deve essersi aperto in seguit ll sradicamento di un albero durante le operazioni di taglio del bosco. Le condizioni dello sprofonda mento non hanno permesso la discesa, percui mi sono limitato a osservare l'andamento e le caratteristiche dall'alto ^ area εἰ affaccia con pendio molt ripido sul profondo vallone che separa a est questa altura da quella della Faiola, mentre verso nord-ovest si

abbassa gradatamente, prospettando le altre vicine (n. 365), riparataa sud dalla vetta di M. te Secco. I taglio del bosco, ancora in atto al momento dell ricognizione, ha consentito una visibilità del fondo abbastanza buona. ^ La sterrata, corrispondente grossomodo ad un vecchia viabilità montana riportata nella cartografia IGM 1:25.000 F 150 IL SO Velletri, nelJa levata del 1936, sembra aver tagliato lare di affioramento dal momento che fi. ceramici, sebbene in minore concentrazione, continuano a rinvenirsi anche sul lato opposto della strada per una larghezza dim 15 circa, almemo nel settore meridionale el sito, L'area appare piuttosto sconvolta di laori del taglio, durante quali il trasporto di gross ronchi comporta spesso il trascinamento di material, che potrebbero quindi essere finiti in questo modo su lato opposto della strada. PA Canara 1995: 135 ig. 137. 497

Comune da mensa e da dispensa — 1 fr. di orlo di anforetta tipo Curia II, fig, 262, 191, attestato. in contesti di età flavia"”. = 1 fr. di orlo olla non id. = 1 δα di ansa bicostolata pertinente a forma non id. — 11 frr. di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco

Fig. 283. Macchie la Faiola. Area di frr itii. Materiale ceramico ( 386). ficina del ceramista pisano S. Murrius Priscus, databile trail 60 c il 150 d.C. (Fig. 283) — 1 ft. di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

Sig ta africana ~ 1 ft di ortodi coppa con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A, databile tra 51150 gli inizi ἀεὶ IT sec. d.C. "ὦ, = 1 f di orlo di coppa non id, in produzione A, databile ἃ partire dall'età avia. ~ Lf di oro pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dalletà flava? = 3 fr di parete pertinentia forme non idd. di produzione A, databili a partire dalletà flavia. — 1 fe di parete pertinentea forma non id, i produzione A/D, databile a patire dall'età severiana. Africana da cucina

=I fr di oro rilevato intemamente, di casseruola tipo Lamboglia 10A-Hayes 23 B, attestato tra la prima metà dl Ile la fine del IV-inizi del V sec. d.C, prodotta a vernice esterna e intena tipoA? orlo annerito. ~ If. di oro di pitto/coperchio leggermente ingrossatoe indistinto dalla paret tipo Ostia Il, 332=Hayes 196, n.1, attestato dall'età traianco-adrianea alla seconda metà del Il sec. d.C. — 1 ft di orlo di piatto/coperchio ingrossato alestremità e indi tinto dalla parete tipo Ostia II 302°, attestato dall'inizio del Talla seconda metà dl Il ec. d.C. — If. di fondo di casseruola non id. ^" Oxe, ComroRT 1968: 278.279 n. 1050, riferito a Murrius Priscus; Oxé, Conor, Kenicw 2000: 202-293n. 1213.12-16, 18-21 "5 Atlante I: 26, tax. XIV,4. Hayes limita la diffusione cronologica del tipo alla seconda metà dl I sec. d.C. “V4, 318-319 nota 3848, 2" VA. 318-319 nota 3848. 77 Vd. 318.319 nota 3&4. m Atlante E 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce il tipo tra le forme in del tipo in ceramica a patisigillata africana di produzioneA. La diffusione na cenerognola e a vernice tipo A’, sembra esaurirsi verso [a metà del I se. d.C: cfr AGuaROD Orat 1991: 269, 326327 fig. 66-67, Ia quale distingue iltipo in più varianti. ‘Atlante I: 212, tav CIV, 3. Cf. AGUAROD OTAL 1991: 247-248fig 45 n. 3-6, 46, 47 nn. 1-3, 305-307, la uale distingue i tipo in pi varianti. 498

= 1 fi di fondo di incensiere tipo Ostia II, 467%, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) (Tav. XVIII, 9) — 1 fi olla dalloro estoflesso tipo Ostia III, 80”, di produzione locale o regionale, attestato in contesti in contesti compresi nel secondo quarto del ΠῚ sc. d.C. = 1 fi di olo di casseruola all'oro a tesa assimilabile al tipo Pohl 1978, fig. 158, 234, attestato in contesti di età adrianea"”* (Tas, XVI, 10) —1 f di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia Il 5155, attestato in contesti datat le flavi, probabilmente durante la pri ma parte del principato di Domiziano (80-90 d.C. = 1f di plattolcoperchio dall'olo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia III, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del IL sec. dC. ~ 1 fi di oro di lla tipo Pohl 1970, fig. 59, 293, attestato in contesti di età claudia”. —3 frr di orlo non idi. —2 frs di pareti pertinentia forme chiuse non idd 1. di fondo piat di lla non id. 6 fr di parete pertinenti a forme non id, Anfore ~ 1 fr di ansa di produzione spagnola. — 1 fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. a.C. ela fine del IV sec. d.C. —4 frr. di parete di produzione tirrenica. — 6 frr di parete di produzione spagnola. — 4 frr. di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione orientale.

387. SORGENTE (DELLA PIGNATELLA) m 510 s.Lm. Macchie la Faiola Quasi all'estremità sud-orientale di uno dei canaloni che separano le diverse alture in cui si articola il vasto sistema morfologico che dal lato meridionale della strada detta Del tipo si trovano imitazioni local n ceramica comune da fuoco. “Atlante: 212-213, tav. CIV, 1; cf. AguaROD Or. 1991: 245-246 fig. 45 nn. 1-2, 305, la quale distingue il ipo in più variant 29 Curia I 216 relativamente al'ativit 573, 27, 292. © Ostia I : 99, 260-261, tav. XXVI. © sta I: 76, av XIX. 7" Poi. 1978 {1987}: 403 fig.404 dallo sro Il "OstiaI: 101, 260-261,tav. XXVIII "m Allonte 1:212; AGUAROD Orat 1991: 247-248, 305-307 fig. 45 n. 3-6, 46,47 m. 1:3. 2" Pou 1930: 109 fig, 125 dal settore II strato B3; cfr. anche OLCESE 1993: 324, fig. 90, 410, artstto in contesti compresi tra Γιὰ augustea e il see. dC. 7 Vd. 373 note 4076, 4077, 4078.

Suolo di Pirro o della Cavalleria (bS), scende fino alle pendici di Monte gli Impiccati e Monte Secco, sul lato meridionale del sentiero boschivo dalla Faiola per il Suolo di Pirro o della Cavalleria, si trova una sorgente ancora attiva (Fig. 278). Attraverso un profondo incasso nel banco, in parte risistemato in epoca moderna, l'acqua scende per percolazionem. 388. CISTERNA E MATERIALE SPORADICO m 505 s.l.m. Macchie la Faiola

Verso l'estremità sud-orientale della vasta area boschiva che scende, articolata in alture contigue separate da morbide selle o ripide e strette gole, dal lato meridionale della strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (05), fino alle pendici di Monte degli Impiccati e Monte Secco, sul lato meridionaJe del sentiero boschivo dalla Faiola per la strada proveniente dal Cimitero, si conserva, in cattivo stato di conservazione, una piccola cisterna (Fig. 278) La struttura, a pianta rettangolare (m 2,90x5,90), orientata nord-est/sud-ovest, con il lato lungo nord-occidentale addossato al terreno in declivio, è costituita da una sola camera coperta con volta a botte (Fig. 284). È realizzata in opera cementizia con scapoli di selce di medie dimensioni ed in misura minore di peperino, che impiega anche rari rr. di pance d’anfore. Esternamente si conservano quasi per Y'intera lunghezza il lato lungo sud-orientale e quello breve sud-occidentale, mentre risuita parzialmente crollato quello orientale. Lo spessore dei muri, rilevabile da alcune lacune, è di m 0,45 (Fig. 285). L'altezza max. all'intemo è di m 1,55 circa a partire dall’interro esistente sul fondo. In quanτὸ alla volta di copertura, un'unica lacuna, per una lunghezza di m 0,90 ed una larghezza di m 0,50 circa, si osserva, quasi al centro della struttura, probabilmente in corrispondenza dell'originaria apertura esistente per il suo approvvigionamento. All'interno, nei punti in cui maggiormente si abbassa l'intero, è visibile il cordolo che perimetrava la struttura sul fondo, e parzialmente conservato è anche l'originario rivestimento in cocciopesto, più evidente in corrispondenza degli angoli. Circa m 20 a nord-ovest della cisterna rimane un blocco parallelepipedoin peperino (m 0,68x0,40x0,40). 389. BasoLI m 499 s.l.m. Macchie la Faiola

Lungo le pendici del declivio che costeggia il lato meridionale del sentiero che dalla Faiola raggiunge la strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (28), restano tre grossi basoli in selce scivolati dall'alto, sparsi nel raggio di m 10 circa. I basoli sono probabilmente riferibili alla viabilità che, allontanandosi dal lato nord-orientale della strada che scen-

Fig. 285. Macchie la Faiola. Cisterna: pianta e sezione (n. 388).

“L'acqua è attualmente raccolta sul fondo da una tubatura che la fa giungere ad una dell abitazioni più vicine. 499

Fig. 286. Macchie la Faiola. Pendici sud-orientali del colle (n. 392.

Fig. 287. Macchiela Faiola. Lastricato stradale (n. 392).

de verso la SS. 7 / via Appia Nuova (C), attraversava centralmente la ella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino ἃ ricongiungersi alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2).

392. LASTRICATO STRADALE m 507 s.l.m. Macchie la Faiola

390. BasoLi m 500 s.l.m. Macchie la Faiola

Nel terreno boschivo che scende verso sud-ovest lungo il lato meridionale del sentiero che dalla Faiola raggiunge la strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), quasi ἃ mezza costa, restano alcuni basoli in selce, di medie dimensioni, forse in situ, per un tratto di m 3,80 (Fig. 278). Altri altri tre basoli si vedono scivolati pochi metri più a valle. I basoli sono presumibilmente riferibili alla viabilità che, allontanandosi dal lato nord-orientale della strada che scende verso la SS. 7 / via Appia Nuova (C), attraversava centralmente la sella compresa traM. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino a ricongiungersi alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). 391. BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 495 s.l.m. Macchie la Faiola.

Lungo le pendici del terreno boschivo sul lato meridionale del sentiero che dalla Faiola raggiunge la strada detta. Suolo di Pirro o della Cavalleria (b5), a poca distanza tra loτο, restano un basolo in selce e un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,50 x 0,35,0,25), e un basolo in selce accanto a due blocchi parallelepipedi in peperino, di cui uno con incasso superiore (m 0,61 x 0,42 x 0,34; 0,52 x 0,43 x 0,30) (Fig. 278) 1 basoli sono probabilmente riferibili alla viabilità che, allontanandosi dal lato nord-orientale della strada che scende verso la SS. 7 / via Appia Nuova (C), attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino a ricongiungersi alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). 500

Lungo le pendici sud-orientali di un'altura, sul lato meridionale del sentiero che dalla Faiola raggiunge la strada detta Suolo di Pirro o della Cavalleria (bS), sono visibili i resti di una strada basolata (Fig. 286). L'apertura di un sentiero, ha sezionato la sede stradale în basoli di medie dimensioni in selce che rimane in vista, ad un'altezza compresa tra i m. 2,30 e 3,10 circa al disopra dell'attuale piano della sterrata, per una lunghezza di m 12,50, con orientamento nordest/sud-ovest (Fig. 287). Altri basoli, presumibilmente dissotterrati in occasione di un'altra recente distruzione, sono ammonticchiati lungo il margine opposto del sentiero moderno (Fig. 288) I resti dovrebbero essere relativi al tratto terminale della viabilità che staccandosi dal lato settentrionale della via ripetuta dalla SS. 7 / via Appia Nuova (C) risaliva verso nord la dorsale di Colle degli Olmi (68), fino a ricongiungersi con la strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nordest fino alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). 393. AREA DI FRR. FITTILI m 436 s.l.m. Macchie la Faiola - F. so dell’ Acqua Lucia

Scendendo verso la SS. 7 via Appia Nuova dal versante orientale della Faiola, prospiciente il fosso dell” Acqua Lucia, si nota una piccola area di frr. fitili Su un'estensione di 600 mq. circa, che sembra allargarsi nella boscaglia a nord-est del sentiero, con una maggiore concentrazione in sezione nella scarpatella a monte del sentiero, affiorano oltre a fr. di tegolea impasto rosato e laterizi a impasto chiaro di età romana, frr. di ceramica a vernice nera, comune da fuoco e anfore. È ipotizzabile la presenza di un piccolo impianto rustico

in uso durante l'età medio repubblicana e, successivamente, almeno tra l’inizio del Le l’inizio del ΠῚ secolo d.C.

Vernice nera = 1 ft. di fondo su piedead anello di paterao "piatto da pesce" tipo Morel 1994, 1124c 1=Bernardini 1986, tav. I, 1, produzione

dell'Etruria meridionale e del Lazio dell'atlier des petites estampillee —3 fr di parete pertinen a forme non id Comune da fuoco τ 1 fr.di coperchio tipo Carta 1978, fig. 131, 255° attestato in contesti di età traianca.. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore

1 fc di ansa di Dressel 2/4, anfora vinaria di produzione tartaconese®, databile ta la tarda età augustea e l'età tiberianatrsianea — | f di parte di di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione. timenica, ace diffusa ra il 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del II sec. ~ 1f di fondo di produzione spagnola. 394-395. Viti.a m 440-430 s.Lm. C. le Giorgi - V. la Negroni 394. Struttura in opera cementizia. Sul lato occidentale di via Colle Giorgi, sul margine della dorsale che precipita con pendici piuttosto ripide fino al fosso di S. Anatolia, si trova la Casa Seminariale Don Orione la quale riutilizza le strutture della vecchia Villa Negroni”. Attualmente nelle cantine del vecchio edificio, recentemente ristrutturato, si può notare parte della copertura a volta ribassata di un ambiente ipogeo, reso inaccessibile da una tamponatura moderna, il quale si allunga all’esterno dell’edificio verso nord, fin quasi al centro del cortile”. 395. Strutture murarie e area di frr. fitii. Il Cardinali, nei primi decenni dell’ Ottocento, segnala nel terreno in declivio ad ovest della proprietà Negroni, l'esistenza di scarsi resti di strutture in opera reticolata riferibili ad una villa I terreni coltivati circostanti l'abitazione, in particolare il vigneto che occupa il versante occidentale del pianoro, il quale su questo Jato si abbassa leggermente fino ad una ripida ed alta scarp: ta, che terrazza questo lato, restituiscono sporadici frr. piccole dimensioni, soprattutto di materiale edilizio. Più consistente, considerata anche la scarsa visibilità del fondo, la presenza di materiali lungo il versante meridionale, occupato da oliveto, il quale scende con pendio uniforme. Si riconoscono, in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1000 circa, oltre a scaglie di selce, pochi frr. di impasto 7 Monti 1994: 86, pl. 3, che riferisce l’esemplae, morfologicamente pia simileal τς in esame, al I o piuttosto al ΠΙ͂ sec. aC.; BERNARDI 1986: 30, la quale riconduce il ft: lla produzione dell'telier 9 Ostia I: 99-101; Casa 1978 [1987]: 131 fig-132 dall strato IV; Poi. 1978 [1987]: 403 dallo strato I ‘Vd, 361 nota 4032, 79 MiO 1988: 195, 205; Betrná Lioni 1990: 20-222. Liou 1987. Sul'utilizzo nella Spagna tarraconese almeno fino alla metà delIL sec. d.C. vd, Mino 1988: 195, 205; CaraERAS Mowroar, BER: Mater 1998: 271; Tenmerua 1986: 261. 7 Va. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. 7 La proprietà corrisponde αἱ civico n. 48 di via Colle Giorgi. La "V. Ta Negroni” è riportata sia nel F. IGM 15011 SO nella levata del 1936che in. quella precedente del 1877.

Fig. 288. Macchie la Faiola. Basoli (n. 392)

arcaico, alcuni con ingobbio nero esterno, riferibili a materiale edilizio, diversi frr di tegole e coppi a impasto rosso di età romana, meno a impasto chiaro e rosato, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fr. di dolio a impasto rosso, anfore, ceramica comune e pochi di sigillata italica” I materiali sembrerebbero attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è impiantata una villa, estesa forse su 35.000 mq., in uso almeno durante la prima età imperiale Sigillata italica — | fr di piede a d anello pertinente a forma non id. = 1 fi di parete pertinente a forma non id. Ceramica comune da mensa e da dispensa — 2 fe. di parete pertinenti a forme non idi. Ceramica comune da fuoco — 3 frr di parete pertinenti a forme non idé. — fr. di fondo pertinente a forma non id — 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. Anfore = 1 fi. di ansa di Haltern 70, di produzione betica, peril trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino? diffusa tra la metà del I scc. a.C. e la metà del I sec. dc, — 5 frr di parete di produzione tirrenica. ^ Ora dalla cantina si può accedere al corridoio che conduceva ad un locale sotterraneo, utilizzato fino alla fine del Novecento come grotta ed ‘ora murato pochi metri depo il suo inizio in quanto resosi pericoloso in sequito a crolli. P" CARDINALI 1839: 147; Perzer WAGENER 1913: 412; cfr. Caessemi 1953:76. ‘I lato orientale dl pianoro occupato dalla villa ora terrazzato da un alto muro di contenimento alla base del quale core l'attuale via Colle Giorgi, a cui apertura in questo tratto ha forse comportato i tagli della morfologia originale. “7° SeaLey 1985: 62-64 2 L'esemplare più antico? stato rinvenuto nl τὰ ito della Mandrague de Giens del 60-50 a.C. (TewERsia 1986: 142) 501

τι 1 fit di paretedi produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione vesuviana. Opus doliare

~ 1 f di orlo pertinente probabilmente a loutherion non id. in impasto arcaico (Tav. XVIII, 11. 396*. MATERIALE SPORADICO C. le Giorgi

1I Volpi ricorda il rinvenimento nella proprietà di Benigni Giorgi, a Colle Giorgi, dell'iscrizione funeraria CIL X, 6607, irreperibile”: T. Flavius Philippus sibi et | Flaviae. Caenidi coniugi loco don(ato) | ollar(arum) INI ab Aleia Felicula itum aditum ambit(um) | ustrinae sacrifici causal397*. RESTI IN OPERA RETICOLATAE MATERIALE SPORADICO “Peschio”

Alcuni scavi realizzati nel 1794, in un terreno vignato (propr. P. Nardini), “passata la Colonnella”, forse al Peschio, rivelarono l’esistenza di resti di strutture în opera reticolata ed alcune sculture tra le quali un Ermafrodita dormiente, conservato al Louvre”. 398. AREA DI FRR. FITTILI m 445 s.l.m. Via Morice

1.100 mg. circa*", affiorano in alta concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, cubilia in selce (cm 6x6,5), fr. di tegole a impasto chiaro e rosato, pochi, tra cui qualche fr. di coppo, a impasto rosso, tutti di età romana, rari frr di ceramica a pareti sottili, fr. di sigillata italica, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Lungo il margine della proprietà, alla base della recinzione, restano anche due blocchi in peperino frammentari (m 0,64 max.x0,32x0,28 max; 0,48 max x0,3510,34 max.). L'affioramento che prosegue nel terreno adiacente verso sud è riferibile ad una villa presumibilmente in uso tra la prima età imperiale e, almeno, il IV-V secolo d.C. Sigillata italica — 1 f di orlo con attacco di parete pertinente a forma non id. — 5 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Pareti sottili — 1 fi di parete pertinente a forma non id. Sigillata afticana = 1 fr di fondo con piede atrofizzato di scodella, tipo Lamboglia40 bis=Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione Οὐ, databile alla prima metà del III sec. d.C. = 1 fidi orlo pertinente a forma non id. in produzione A/D, daabile a partire dall'età severiana. — 1 f di parete pertinente a forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. d.C. — | fr. di parete pertinente a forma non id, in produzione C, daabile dalla prima meta del IT al V sec. d.C. c oltre.

All'altezza del punto in cui via Morice, in prossimità del bivio per via Monte Moricone, spezza per breve tratto la pendenza attraversando uno stretto pianoro fiancheggiato sul lato orientale dal fosso del Peschio, si nota un'area di fr . fttil. Tn un piccolo appezzamento, sul lato orientale della strada, affacciato quasi in piano verso sud, su una superficie di

Africana da cucina. τι fr. di orlo bifido e ingrossatodi casseruola, con scanalatura superiore c patina cencrognola esterna, tipo Ostia III, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del Π alla fine del IV-inizi del V sec. acm — 1 fi. di fondo striato di casseruola non id. —1 fi di parete pertinentea forma non id.

^" Nella carta dell’Astolfi, del 1785, riportata una proprietà "Giorgi localizzabile sebbene non con precisione, all'altezza dell'attuale VillaNe groni (Bav, St geogr. S. 35, riprodotta in Fauraz 1972: I, tavi. 202-203). ‘= Voti 1727: 69; Muratoxt 1740a: 1345 n. 12 con coniugi per coiuδἰ αἱ centro della. 2, con sacrifici per sacrifici alla τ; 4; CARDINALI 1823: 134 n.70 che la dice "issoterata nel territorio di colle Marzio, ed esistente nell'antico palazzo Giorgi, ora Toruzi"; GABRIELLI 1922: 99 . murata lungo le scale dell’antico palazzo Giorgi, ora Berardi”. Aggiomamentoin Sou 19832: 23,37 “Notizia del rinvenimento in Ass, Camersle I, Antichità e Belle Aci, b. L1, fasc. 278: Relazione del 10 marzo 1795; cfr anche Ast, Camerale II Antichità e Belle Art, b. 11, fasc. 278. Relazione L. Coluzzi del 15 marzo 1795, entrambi riportati da Nocc 1997: 179-180; Fea 1795: 29 i qual ri conda il rinvenimento anche di "are d'un delfino con i rimanente dei piedini d'un utto o genio che la cavalcava.. un braccio d'una statua, alti coli frantumi di sculture antiche." CARDINALI 1839: 147-157, in paricol 1156 tav. tra 156-157; CLaRaC 1850: 182 n. 1553, senza indicazionedel la provenienza; Bauco 1851: 478; Lancia» mss. 852: 76; Tresmcut 1910: 335-336; Prrze® WaceNeR 1913: 413; cf. Carssepi 1953: 76; Crescenzi 1981: 69; BONADONNA Russo 1982: 373-374, In particolare sull'ermafrodita vd. Viscovri 1831: 59-63 specialmente 59 nota 2e αν. X circa il rimaneggiamento reso necessario dal notevole stato di corrosione. Genericamente rinvenuto, in teritori vlitemo lo riportano: FROKNER 1869: 347 n. 375 e De LackrRNat. 1979: 124; Dal monte Peschio,

NEUDECKER 1988: 245-246n 76. Rappresentazioni grafiche ne anno fomio: CARDINALI 1839: fig. tra 156-157; CLarac 1849: tav 308 n. 1553. Sul fr. di statua, disperso, di ros he cavalca delfino vd. NEUDEKHER 1988: 245, “o a concentrazionedel materiale aumentanl ettore meridionaledel terreno e forse in relazione ai recent laver di sistemazione i quali hanno comportato un abbassamentodel p.c. nell'area a ridosso dell'abitazione. La proprietà corrisponde al civicon. 44. "Non mi è stato possibile osservare direttamente questo terreno, corrispondente al civico n. 42, peri diniego del proprietario. Ne deriva una Iutazione parziale del sto, considerato anche che le proprietà ch sì incon"raro procedendo verso sud non appaiono ricognibil in quanto costituite solo da arcc agiardino o da incolto, come pure quella adiacente a nord, occupata dal ristorante Morice, oltre la quale il terreno riacquista maggiore pendenza. L'estensione maggiore del sito verso sud, suggerita anche dalla morfologia, sembra confermata anche dal riutilizzo di divers ὅπ. di tegole e dolia, nel muro di contenimento delle tere che costeggia il lato orientale. di via Morice prima di raggiungere l'area di frr. itil 5 Atlante I: 65, tav. XXVIII, 10, La datazione è desunta da contesti presenti n Ostia L Hayes precisa la datazione di questa produzione ta il 230/40 ei 3054.C. m Atlante I: 218-219, tav. CVI, 6. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso ra la fine del II e la metà del ΠῚ sec. d.C; AcuaKoD Orat 191: 281-283, 335341 figg. 75-81 distingue il tipo in due varianti principali Ae B.

502

Comune da mensa e da dispensa — ἄς di orlo pertinente a brocca tipo Carta 1978, fig. 147, 8, attestato in contesti databili tra il 117 e il 160 4.2%. = 1 fr. di orlo pertinente a forma non id. a causa dello stato di —5 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 57, LS 33, attestato in contesti databili tra la fine del Le la prima metà del IV sec. dcm, ~ 1 fr di orlo pertinente a bacino tipo Pohl 1978, fig. 158, 276, attestatoin contesti di età adrianea™. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. (coperchio ?), a causa dell'estrema frammentarietà. — 7 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fi. di ansa a nastro di produzione egeo-orientale. — 3 fr di parete di produzione tirrenica. = 1 fr. di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. .C. e la fine del IV sec. d.C. = 2 fr di parete di produzioni non idd. 399. LASTRICATO STRADALE m 415 s.l.m. Via Morice - V. la Antonelli

Sul lato occidentale di via Morice, circa m 350 a nord dell'incrocio con via Colle Giorgi, è visibile in sezione un tratto di strada basolata". La pavimentazione stradale, visibile m 1,75 al di sopra del piano stradale attuale, m 0,50 al di sotto del p.d.c. superiore, è costituita da quattro grossi basoJi in selce, per una larghezza di m 2,30 circa mentre nel terreno al di sotto sono presenti molte piccole scaglie di selce e qualche frr. di tegola ad impasto chiaro di età romana. (Fig. 289). Il tracciato sembra sezionato dalla viabilità attuale nel senso della larghezza quasi al termine dell'ampia curva con cui dopo un tratto quasi est-ovest riprende il suo percorso verso nord. È probabile che il lastricato sia riferibile alla via Setina (B), nel tratto con cui scende verso Velletri, lambendo sul lato occidentale villa Antonelli (n. 441),

Fig. 289. Via Morice. V la Antonelli. Lastricato stradale (n. 399).

Sul lato occidentale di via del Cigliolo, poco a nord dell'incrocio con via F. na Marcaccio, ormai alle falde del massiccio dell’ Artemisio, il pendio si ammorbidisce in una

piccola terrazza, occupata da vigna e olivi, la quale si affaccia a ovest sul fosso del Peschio e a sud sul centro di Velletri. L'area è delimitata lungo i margini meridionale ed occidentale da un'alta scarpata, mentre a nord sale verso la montagna. Su una superficie di mq. 1.500 circa, in prossimità del margine sud-orientale dell’area, caratterizzata da bassa bilità, accentuata anche dalla caratteristiche del terreno, affiorano in concentrazione medio-bassa piccoli frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, alcuni fir. di tegole e coppi di età arcaica, meno numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, pochi fr. di ceramica a impasto, rari di africana da cucina, comune da fuoco e anfore”, 1 materiali sembrerebbero riferibili ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente a partire almeno dalla tarda età repubblicana, si è sviluppato un piccolo impianto rustico, in uso fino ai primi decenni del V secolo d.C.

δα Cuir 1978 [1987]: 150 dall strato TI ‘= Dyson 1976: 144, La forma ripete itio Lamboglia 10 Ain africana da cucina (prima metà I, fine IV-inizio V sec. d.C). Un tipo simile è no to anche da Lanuvio, da un contest riferibile al ILIV sec. d.C. (Lisst Carona 1966: 105 fig. 17 n.35, 106). Pon 1978 [1987]: 403 fig, 407dallo stato IL = V4, 373 note 4076, 4077, 4078.

7 Risulta parzialmente nascosta dalla vegetazione e dal muro di conte ‘nimento delle terre costruito recentemente. 50 IH terreno ricade nella proprietà al civicon. 7. Alcuni fr ad impasto rosso εἰ notano anche in sezione nella scarpata meridionale che costg: gia la traversa, il cui tracciato non dovrebbe aver intaccato, almeno in tempi recenti, il sito essendo presente giù nella cartografia IGM F. Il 150 SO ella levata del 1936,

400. AREA DI FRR. FTTTILI m 400 s.l.m. Via del Cigliolo

503

Impasto grezzo ~2 fidi parete in impasto tardo arcaico pertinenti ἃ forme non ida, Africana da cucina = 1 ft di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V seo. dC. —3 fit. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e dispensa = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 f di orlo pertinente a olla di piccole dimensioni tipo Dyson 1976, fg. 14, 16 IV- 36 attestato in contesti databili alla metà delIT sec. aC. = 1 fr. di orlo e parete di casseruola tipo Schola Praeconum I, fig. 6, 73, attestato in contesti databili al 430/440 d.C. — 1 fi ansa a bastoncello pertinente a piccola olla non id. —4 fri di parete pertinenti a forme non idd. di cui una con leggera solcatura orizzontale, riferibile a età repubblicana. — 1 fr di carena probabilmente pertinente a casseruola non id. ~ 10 fer i parete pertinenti a forme non ida. Anfore - 1 fi. di puntale di Pascual 1, anfora vinaria di produzione tarraconese™", diffusa dalla fine del I sec. a.C. alla metà del I sec. dcc — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. 2 fir. di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 2 frr di parete a impasto rosso di età romana. 401. AREA DI FRR. FITTILI m 362 s.l.m. «Ceppeta» — Via Ceppeta superiore

600 circa, affiorano in bassa concentrazione fir. di tegole, più rari ad impasto rosato di età tardo arcaica/alto repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato, sporadici a impasto rosso di età romana, insieme a pochi frr. di dolio ad impasto rosso e rari fr. di ceramica a impasto e di comune. L'affioramento è forse riferibile ad una piccola casa/fattoria di età arcaica sulla quale presumibilmente nel corso delJa prima età imperiale si è impiantata una struttura rustica" Impasto grezzo — 2 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da mensa e da dispensa = 1 ft di fondo piatto pertinente a coppetta o balsamario non id.

Comune da fuoco — Mfr di parete pertinentea forma non id. Anfore — 1 fr di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione spagnola da garun. 402. MATERIALE LITICO m 333 s.l.m. SS. 600 Via Ariana

Nel 1989 nel corso di ricognizioni di superficie nell'area. attualmente pianeggiante? sul lato meridionale della via Ariana (D), poco prima del km. 17, attualmente occupatada un deposito di legname, si recuperarono alcuni strumenti litici tra i quali una punta di freccia e un raschiatoio riferibili presumibilmente al Paleolitico medio. 403. AREA DI FRR, FITTILI m 334 s.l.m. Quarto Colonnella - Via Colle Pipino

AI termine di via Ceppeta superiore, risparmiato dalla fitta edificazione delle aree circostanti, resta un piccolo appezzamento ad oliveto che scende con modesta pendenza verso sud, posto alla base delle pendici meridionali di un’altura? Nel settore quasi centrale, su una superficie di mq,

Sulla sommità dell’altura verso cui sale via Colle Pipino, sovrastata dal massiccio dell’ Artemisio immediatamente a nord e con ampia apertura a est verso i Lepini, si nota un affioramento di materiale fitile antico. Nel settore orientale della sommita®”, alle spalle di un vecchio edificio, su una superficie di mq. 800 circa, delimitata sui lati ovest e sud da via Colle Pipino, malgrado la di-

πα Atlante I: 212, àv. CI, 7; cfi AGUAROD OTAL 1991: 248-249, 308311 figg, 48-51, la quale distingue il tip in più varianti e nota un'evoluzione della forma, che in epoca giulio-ciaudia ba pareti piuttosto dite e orlo quasi indistinto, mentre in seguito l'orlo ingrossato assume il tipico profilo triangolare e Je pareti sono curve. © Dysow 1976: 56. La diffusione del tipo sembra riferibile αἱ II sec. aC. ^ Schola Praeconum I: 58, 65, 70, 73. κα Βειτκᾷν Loris 1990: 220-222; Papaós 1998, πο Cows 1S0LA 1985: 30-33. 20 Tutto ἢ versante meridionale di questa altura, atraversta da via C.da Comune, è occupato da vigneto con fondo incolto, L'area ἃ risultata comunque inaccessible peril diniego del proprietario. #0 | proprietari del fondo, corrispondente al civico n. 1, che ringrazio perla gentilezzae le informazioni fornitemi, ricorda che proprio nell'area.

in cui ancora si nota la presenza sporadica di materiale, negli anni Ottanta del Novecento durante lo scasso per l'espianto del vigneto, il terreno cedette inalcuni punti in corrispondenza del qualαἱ rinvennero moltisimi fr. di tegole, soprattuto rosse ©" La morfologia dell'area, compresa tra le pendici meridionali di Colle Pipino el propaggini sud-orienli del piede dell Artemisio, origina riamente in lieve pendenza verso sud-est, è stata regolaizzata da uno sbancomento pera sistemazione di un deposto di legnani. με MANGANELLO 1999: 3, con disegno di tre esemplari, “in occasione della messe a dimora di alcune piane da giardino in una proprietà priva ta... Diversamente, in occasione di una comunicazione orale, il medesimo mi riferiva di aver rinvenuto il materiale nell'area della falegname‘ La ricognizione dell'area circostante l'edificio e delle prime pendici ha dat esito negativo.

504

affiorano in bassa concentrazione oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, fr. di piccole dimensioni di tegole a impasto rosato di età romana, piccoli frr. di comune da fuocoe in maggior misura frr. di anfore. La concentrazione del materiale sembra aumentare leggermente verso il limite sud dell'area, in prossimità del margine stradale, L'affioramento sembrerebbero attestare la presenza di un piccolo impianto rustico che la genericità dei materiali permette di riferire solo indicativamente all'età romana. Comune da fuoco 2 ἔπ di parete pertinenti a forme non ida. Anfore -2 fir. di parete di produzione tirrenica. — 3 fri. di parete di produzione africana. =3 fri di parete di produzioni non idd. 404-406. VILLA m 312-306 s.m. Quarto Colonnella - Via delle Azalee/Via delle Ortensie

404. Area di fr. fttli e materiale sporadico. Sull'ampio pianoro protetto a nord dalla catena dell’ Artemisio e affacciato a sud dove termina a ridosso di un'alta scarpata”, m 150 circa a nord-est di un secondo affioramento da cui lo separano alcune proprietà non accessibili (n. 406), quasi al termine di via delle Azalce, si nota un'area di fr. fitti. Nel terreno impiantato ad olivi e alberi da frutta sul lato meridionale della strada”, limitato al settore coltivato, il quale offre una discreta visibilità, su un'area non maggiore di mq. 2.300 circa, affiorano in media concentrazione piccoJi frr di laterizi, rari di sigillata italica, africana e africana da cucina, comune e, soprattutto, di anfore. L'affioramento aumenta nel settore orientale della proprietà nonostante la scarsa visiblita*". Oltre a piccole scaglie di selce si riconoscono fir. di tegole e coppi prevalentementea impasto arcaico, meno a impasto chiaro e rosato di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio irregolare, rari frr. di ceramica a impasto, sigillata italica e africana, comune da fuoco e anfore. Nel giardino intorno l’abitazione rimangono: ~ un capitello corinzio in marmo bianco a grana fine (alt. m 0,49; diam. sup. m 0,40; inf. m 0,30) (Fig. 290). I capitello si presenta in cattivo stato di conservazione, con tutta la parte relativa. al càlato (con calici e foglie) fortemente erosa, con conseguente parziale appiattimento del rilievoe scheggiata, mentre la sommità con abaco e volute risulta scalpellata e lisciata appositamente in occasione di un riutilizzo come pestaio: all’interno infatti, alla sommità, ("IL terreno è compreso nella proprietà corrispondente αἱ civico n. 5. Sul lato opposto della strada, dove la spianata si allarga ancora verso sud prima di iniziare a scendere con moderato pendio, nel terreno a kiwi non ri cognibile, si notano alcuni frr. di materiale da costruzione e ceramico. È probabile che l'area sia stata sezionata dal passaggio dell viabilità moderna che travers il colle. "La scarpata risulta almeno in parte retificta per la costruzione di un'abitazione nell'area immediatamente sottostante. "La maggior parte dell'arca, soprattutto sul lato settentrionale della

delle Azalee. Capitello (n. 404), è stato ricavato un piccolo catino. Mancano i fiori e gli spigoli dell'abaco con le volute sottostanti e la parte superiore dei calici. Le foglie d'acanto della prima e della seconda corona sono leggermente appiattite e costituite da lobi ἃ fogliette dalle punto arrotondate; trai lobi le zone d'ombra sono rese da for di trapano verticali ed allungati; le costolature centrali, segnate da un leggero solco mediano e fiancheggiate da solchi di trapano netti e profondi, sono simmetricamente sottolineate come si comincia a rilevare nell'epoca flavia. — quattro blocchi quadrangolari in peperino (m 0,52 x 0,55 x 0,33; 0,54 x 0,54 x 0,34; 0,42 x 0,55 x 0,35; 0,34 x 0,55 x 0,34), Impasto grezzo — 2 frs. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. strada, è occupatada oliveto lasciata quasi incolta sebbene si ntino anche qui rari fr i ceramica comunee di tegole. “Il proprietario del fondo ricorda che il terreno una volta coltivato a vigneto ha restituto, durante i lavori agricoli soprattutto nel periodo pre cedente la guerra e immediatamente successivo, molto materiale antico, tea cui duo capitell uno conservato nel suo giardino, diversi "picco vasi”, presumibilmente sigilita e vernice nera ora dispersi, e molt frr. di tegole. αἱ civico n. 1. IL capitel è conservato all'interno della proprietà 505

Sigillata africana

cana, si è impiantata una villa, in uso anche tra il I e la fine del IT secolo d.C., la quale si estendeva su quasi tuto il settore orientale del pianoro, per mq. 50.000 circa.

Comune da fuoco — 5 frr di parete pertinentia forme chiuse non id,

Impasto grezzo 2 ὅτ di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 1 fi. di fondo e parete pertinente a forma aperta non id.

— 4 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partie dall'età flavia™.

Anfore = 1 fi di orlo di Schóne-Mau XXXV=Ostia II, 371, 604, anfoτὰ vinaria di produzione tripolitana??, diffusa tra il 14/54 d.C. e la fine del Il sec. d.C: —4 fr. di parete di produzione tirrenica. = ft di parete di produzione spagnola. —5 fr. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione orientale. — 4 fr. di parete di produzioni non idd.

405. Materiale sporadico. Dal terreno della proprietà. adiacente ad est, al termine della strada", proviene, come ho potuto accertare attraverso la documentazione archivistica, un'erma barbata, replica di un archetipo forse della giovinezza di Agorakritios, databile all'avanzato Il secolo d.C., edita con generica provenienza da Velletri 406. Area di frr. fittli. Quasi al termine di via delle Ortensie scende con minima pendenza verso il lato settentrionale della strada un ampio appezzamento occupato da kiwi, m 150 circa a sud-ovest dell'area sul pianoro da cui lo separano alcune proprietà non accessibili (n. 404). Nel terreno, che offre buona visibilità"”, affiorano, in bassa concentrazione, su una superficie di circa mg. 2800, corrispondente al settore quasi centrale, più vicino all'abitazione che occupa il margine nord-occidentale della proprietà", poche scaglie di selce di medie e piccole dimensioni e soprattutto piccoli fi. di tegole e coppi a impasto arcaico e frr di tegole a impasto rosato e rosso di età romana, qualche tessera di mosaico nera di medie dimensioni, piccoli fr. di dolia, di comune soprattutto da fuoco erari fi. di vernice nera. L'affioramento, unitamente a quello soprastante (n. 404), attesta la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso della media età repubbl == Vd.318:319 nota 3848, ‘Si colloca nell'entroterra di Leptis e forse a Zari, sull coste oc dentali della Tripolitania (Ostia I: 478-881) + Teun 1986: 248; documentate ad Ostia dalla metà del Illa metà del Il τος. d.C. (Panetta 1992:192-195), 7" SsaL, Archivio pratiche. Velletri, Relazionedl 31 dicembre 1934 e Atto di stima e ripartizione dl 4 maggio 1935; Acs, Direz. Gen. AABBAA, Div. IT 1934-40, categ. I scavi, b. 38, fasc. 654, Relazione del Soprintendente alle Antichità di Roma del 9 gennaio 1935. Descrizione delPerma conservata nel Museo Nazionale Romano in: Pazmnen 1953: 41 n. 61; AusRoG: 1995; De Massa, Fat, Toro 2001: 803 Scheda 6840 inv. 2003060 (“Terme di Diocleziano Velletri Ema di marmo italico di piccole dimensioni, barbata. Seconda metà II d. C.”). L'erma proviene dalla proprietà del Sig. Dario Maone. L'area, chesi trova immediatamente ad est del terreno che si ἃ potuto indagare, è ancora di propriet della stessa famiglia, corrispondente al civicon. 13, e la notizia del rinvenimento coincide con il ricordo dell'anziano proprietario del fondo ricognito il quale riferisce proprio di un "busto di Giove" rinvenuto durante lo scasso per i vigneto ntormo agli anni Trent del Novecento nel terreno confinate con l suo cori spondente appunto alla proprietà Maone. All'interno dî questa propietà il terrenoè lasciato incolto ma fr. di anfore, tegole a impasto rosso e cerami506

Impasto rosso = 1 fi di bordo riferibile a coperchio tipo Carafa 1995, 253, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino în contesti databili trail 530/520e il 500 a.C. Vernice nera — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana

~ 1 fe di parete pertinente a forma non id, in produzioneA, databile a partie dll’età flavia*. Comune da fuoco

~ 1978, τ ~ —

1 ft. di casseruola dall'orlo a listello orizzontale tipo Carta fig. 131, 275, attestato in contest di età traianea. 1r di orlo di coperchio non i. 1 f di ansa a nastro pertinente a forma non id 7 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore — 1 f di parete di produzione tirrenica. -2 fi. di parete di produzione spagnola. 2 fr. di pareti di produzioni non idd 407*. MATERIALE SPORADICO Quarto Colonnella

Il Cardinali ricorda il rinvenimento, nel 1764, "in vinea. Nardini” a Colonnella, del sarcofago in marmo greco con iscrizione funeraria, datata all’inizio del IIL secolo d.C., CIL X, 6569 e IG XIV, 911, ai Musei Vaticani, cort. ottagono ca da fuoco si notano sia nei pochi spazi più puliti sia nella scarpatella che costeggia la strada. Altro materiale dovrebbe essere stato rinvenuto nel terreno immediatamentea sud del fondo ispezionato, delimitato ora su questo lato da un'alta scarpata. L'area sottostante, un tempo a vigneto, è sta successivamente venduta ed è ora occupata da una serie di villini. 20 terreno è ben rcognibile sopratutto nella parte centrale del pianoτο, fio al margine stradale, dove l'impianto a wi è stato recentemente rinnovato, mente la parte restante presenta una visibilità meno buona. Il proprietaiodel fondo ricorda infatti ch il terreno non è stato più soggetto a lavorazioni profonde da almeno quaranta anni Le caratteristiche dellaffora‘mento sembrano infatti giustifiabili con gli innumerevoli assaggi soper ciali dei mezzi meccanici. 277 La proprietà corrisponde al civico n.9. = Cagara 1995: 112-113 fig. = Vd. 318.319 nota 3848, 191 Cara 1978 [1987]: 131 fig. 133 dallo stratoI κα Zaun 1765, specialmente 7: "...i fundo, qui dicitur Columella. procul a Velitris pls minus I, poss milibus, dum altis ad Vinea ferenda. humus effoderetur, proxime elapsis mensibus Urna Sepulchralis egesta", con tav. ft; CHAUPY 1769: 380-381; Fea 1795: 228; Piazza 1797: Caromati 1823: 175-178; Onsuit 1828: I, 217 n. 946; WINCKELMANN

(inv. 983): Sex. Vario Marcello ! proc(uratori) aquar(um) (centenario) procuratori) provinciae) Britanniae) (ducenario) procuratori) rationis | privat(ae) (trecenario) vice praeflectorum) praetorio) et urbi functo I clarissimo) viro) praef(ecto) aerari militaris leg(ato) leg(ionis) II Aug(ustae) ? praesidi provinc(iae) Numidiae | Julia Soaemias Bassiana c(larissima) lemina) cum filis | marito et patri amantissimo.

408*. MATERIALE SPORADICO Quarto Colonnella

Il Lugli ricorda in rinvenimento, nel 1912, in un terreno vignato alla Colonnella, di una fistula acquaria con il boilo [- Intius Epity{nchanus] fectit}™. 409. AREA pi FRR. FITTILI m 300 s.l.m. Quasto Colonnella - Via Colonnella I

Sul lato orientale di via Colonnella I, quasi al termine della strada, si allarga un piccolo pianoro tagliato al margine sud-orientale dal passaggio della ferrovia, dismessa, per Artena. Nel settore orientale del terreno, occupato in parte da vigneto in parte da orto, quasi a ridosso dell'alta scarpata artificiale creata dal passaggio della linea ferroviaria, affiorano, su una superficie di mq. 900 circa, rarissimi frr di impasto rosso riferibili a materiale da costruzione di età romanae sporadici frr. di comune da fuoco e anfore. L'area sembra ipoteticamente riferibile alla presenza di una piccola struttura rustica, che i materiali permettono di riferire solo genericamente all'età romana. Comune da fuoco — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 1 fr. di paretedi produzione africana. — 1 fr di parete di produzione tirrenica.

Colonnelli?*, presumibilmente corrispondente al C. le Tredici riportato, tra C. le Favale a sud e Quarantola a nord, immediatamente a est della ferrovia per Ontanese, nella Carta di P. Spinetti del secondo decennio del Novecento? 411-412. VILLA m 294-290 s.l.m. Colle Ulisse

411. Strutture murarie. Π Teoli ricorda la presenzadi "rovine” sulla sommità dell altura’. 412. Materiale sporadico. Nel giardino del!’abitazione privata che occupa la parte centrale dell’ampia spianata superiore®™, aperta verso sud, si notano: alcuni blocchi paralJelepipedi in peperino, con tracce di lavorazione a gradina, riutilizzati per una fioriera; alcuni blocchi che conservano tracce di incassi per la posa in opera (m 0,45x0,31x0,36; 0,48x0,38x0,42; 0,47x0,48x0,42); un fr. modanato in travertino, probabilmente riferibile ad un gocciolatoio, a sezione circolare (alt m 0,25; largh. max. m 0,52; lunghezza max., sul profilo esterno, m 0,65), nel quale, metà circa dell'altezza, tra due serie di modanature lisce a listelli e tondini, corre uno stretto canale (largh. m 0,05) bordato verso l’esterno da un listello. È possibile, anche sulla base della propizia posizione, che sull’altura dove genericamente viene ipotizzata la presenza di una villa di Nerva, possa ubicarsi un impianto rustico-residenziale, esteso su almeno 16.000 mq,, riferibile almeno alla media età imperiale, nonostante l'esiguità dei materiali non offra che labili indizi. Non è improbabile tuttavia che i materiali vadano considerati unitamente all'affioramento n. 413 e che dunque l'area sia stata occupata durante l'età arcaica da una casa/fattoria. 413. AREADI FRR. FITTILI m 276 s.l.m. Colle Ulisse - Via Colle Ulisse.

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un unguentario in vetro proveniente dalla proprietà D. Tredici a

Quasi sulla sommità di Colle Ulisse, nel settore sudorientale del vasto pianoro con cui si abbassa verso sud prima di precipitare con pendici piuttosto ripide a ridosso della SP. 79/a via di Cori, rimane una consistente area ancora coltivata e vigna e, nella parte orientale più bassa, a serre™, Sul margine sud-occidentale del vigneto, nella parte più altaa ridosso delle abitazioni che occupano la parte restante del pianoro, affiorano in bassa concentrazione, su un'area

1833: 113, con alcuni error di lettura aller. 2 Pre per Bri. e alla r4 dove omette II dopo leg. quale afferma che in occasione dell sa ispezione al sarcofago,“in una vigna, tre miglia οἴκοι al di à di Velletri”, invenne “una bell testa di Commodo” che donòal sin. Cardinale; Fia 1836: 194-195 con corruzione del Juogo del rinvenimento (‘alla Cannella”); BaUco 1851: 479; Tensengui 1910: 318-319 ricorda che “il terreno dove fu rinvenuta l'urna, quelli adiacenti, sono sparsi ovunque di avanzi fondamentali di costruzioni romane .."; CORBIER 1974: 437-438 n. 1, 438-448; BONXDONNA RUSSO 1982: 367; Sou 1983a: 34; Piernanceti 1988: 151 n. 7 (983); Det. LUNGO 1996: 1,175; Pur, Seno 2001: 192; Bonanno AveASTINOS 2005: 47 20 Lour Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. Alte strade, car. Ager velitemus, f. Fistula aquaria, ricorda come “Molta parte della fistula rimasta sotter essendosi rota nell'atto dellestrazione; Sou 1983: 53 n. 19. oltre a dirlo proveniente da Lariano, non vede la N prima di (~~~ jiu; Βαυυν 1991: 335; Ceca 20012: 59 n. 197

7» Crescenza 1981: 171; Ceccuna 20014: 120 n. 1080 7 BAN, St geogr S.7, riprodottain PRUTAZ 1972: ΤΠ, 1av . 425-426. 2 Accenni generici, a pate Trout 1644: 109, quale ricorda "esstenza di “rovine” nella proprietà del Monsignor D. Laurenzi, riportato da Lawciasi mss. 85/2: 76, sono in: Destanowy 1854: 215; Piazza 1703: 21: Borgia 1723: 84-85; Bauco 1851" 473; CresseDi 1953: 77; Carscmzi 1981:67. * Abitanti della zona riferiscono che al disoto di questa abitazione si conserva ancora una grande struttura voltata. Questa “piscina” dovrebbe trovars circa m Bal di soto dell attual pd c. da essa dovrebbero dipartirsi più cunicoli diretti verso mont. L'accesso a questa struttura, ora impedito alla costruzione dun muro,era possibile all disces alla grota stema alla asa, ncora oggi utilizzata da proprietari i quali non ne hanno permesso ispezione. 7" vasto vigneto che si adagia sul versante sud-orientale del colle appartiene ala proprietà Picea,

410. MATERIALE SPORADICO Quarto Colonnella

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non maggiore di mq. 500 circa, scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di tegole ad impasto arcaico, più rari a impasto arancio di età repubblicana, qualche frr. di dolio a impasto arcaico e pochi di comune. Alcuni frr. si riconoscono anche all’interno della proprietà adiacente, nel terreno incolto circostante l'abitazione”, È possibile, in considerazione della morfologia del terreno e dell’impossibilità di perlustrare in maniera estensiva l’intera spianata, che l’affioramento debba intendersi connesso ai materiali sporadici n. 412, e dunque riferirsi ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppata una villa, forse in uso, almeno nel corso della media ctà imperiale. Comune da fuoco

— 1f di oro di tegame indistinto e rientrante, tipo Dyson 1976, fig. 59, LS 46, attestato in contesti cosani databili trala fine del Le la prima metà del IV sec. d C.*. — 5 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Opus doliare 3 fi di parere in impasto arcaico. 414-416. VILLA m 288- 285 s.Lm. SP. 79/a Via di Cori - Via Catalini

414. Area di frr. fili. Sul lato meridionale della via di Cori, prima del tratto in discesa con cui raggiunge l’incrocio con via della Caranella, un vigneto occupa l'estremità nordorientale della dorsale percorsa da via Catalini, che lo delimita sul lato occidentale", Nel settore retrostante un vecchio tinello, quasi al centro. dell'area in piano, prima che il terreno inizi a scendere dolcemente verso sud-est e verso nord, su una superficie di mq. 1200 circa, affiorano in media concentrazione"? scaglie di selce di medie dimensioni, pochi fir. di tegole ad impasto arcaico e a impasto chiaro sabbioso, rari a impasto rosato di età romana, tessere di mosaico nere piccole, pochi fr. di ceramica a impasto e a vernice rossa interna, diversi di sigillata italica, fi. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Alcuni frr. di dolio a impasto rosso e qualche fir. di tegola a impasto chiaro sono stati riutilizzati nella muratura del vecchio edificio e pochi fr. di laterizio si notano anche nei muretti laterali al viale d'accesso alla proprictà.

Sigillat italica 2 frr di parete pertinenti a forme non id. igillata africana

=1 fi. di orlo di coppa con lobo liscio, tipo Lamboglia 1 c=Hayes 8B, in produzione A’, databile αἱ I sec. d.C. —2 frr. di orlo piatto tipo Lamboglia 9 g'cHayes 27, n. 7, in. produzione AY, databile tra la fine del I e la prima meth II sec. Co — 1f di parete con decorazione a rotella di coppa, assimilabile αἱ tipo Lamboglia 12°, in produzioneA, databile tra fine LIT d.C. = 2 fr. di fondo su anello di coppa non id., in produzioneA, databile a partire dall'età flavis — 1f di parete di coppa non id. con soleatura interna, n produzione A, databile a partire dall'età flavia™”. ~ 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione A, alla seconda metà del IL fino all'inizio del ΠῚ sec. d.C. ‘Africana da cucina. —4 frr di parete carenata con attacco di fondo apodo con striature di casseruola non id., databile tra la fine del I l’inizio del V sec dC. = 1 fr di parete con striature di casseruola non id, databile tra la fine del ILe l'inizio del V sec. d.C.**. — | fi di fondo su basso piede con scanalature esterne pertinentea forma non id. Vernice rossa interna — 1 ft di parete pertinente a tegame non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 f di piede ad anello pertinente a forma non id. = 1 ft di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — | fi di orlo di lla ipo Ostia IV, 425, forma attestata in contesti compresi trala fine del IL e l'inizio del HI sec. ἃ Ὁ κα, = i ft di fondo a disco pertinente a forma non id. 7 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore | = 1 —1 = 1

ft. ft. fr ft

di di di di

ansa di produzione egeo-orientale. parete di produzione tirrenica. parete di produzione africana. paretedi produzione non id.

Impasto grezzo —4 fer di parete pertinenti a forme non id

Opus doliare — 1f di parete in impasto arcaico, —2 ft di parete in impasto rosso di età romana.

2" Non mi è stato possibile perlustar il terreno peri iniego del proprietaio. È probabile, a quanto ho potuto notare, che l'arca vera e propria Si estendesse αἱ dil del vigneto, nel settore occidentale del pianoro atraversato da una sterrata che dalla sottostante via di Cori raggiunge le abi zioni. Il pianoro in ogni caso concede scasisimi spazi ricogniile essendo, ove non occupato da abitazioni, lasciato per 0 più incolto. ‘© Dyson 1976: 146. 5% La proprietà corrisponde al civicon, 110 della via di Cod. ^*^ La concentrazione tende ad aumentare nella fascia più prossima a via Catalin,

250 Atlante E26, tav. XIV, 7. ‘o Atlante: 31:32, tav. XVI, 6. tipo? attestato in contesti presenti in Ostia Ve I 20 Atlante I 26-27, ta. XIV. L'esiuità del fr non permette precsazioni sal tipo, catabile quindi complessivamente tra la fine del eil I sec. d.C. 7" Vd. 318-319 nota 3848. 77 Vi. 318-319 nota 3848 δα Atlante ταν, CVI, πη Atlante I: tax, CVE, 2Ostia IV: 356-357,tav. LIL

508

Lucerne — fr di disco di lucerna di produzione africana non id., con traccia di decorazione a matrice con cerchietti?". Il tipo è databile wail Veil VII sec. d.C.

415. Materiale sporadico. Sul lato meridionale della via di Cori, all'altezza del punto in cui questa incrocia via Catalini, resta un'ampia proprietà occupata da oliveto con fondo incolto* e delimitata sul lato meridionale da via della Neccia est. In sezione nella scarpata progressivamente più alta che delimita la proprietà sui lati est e sud e nella ristretta fascia visibile dall'esterno, dove il terreno consente una leggera visibilità, affiorano in media concentrazione oltre a poche scaglie di selce, sporadici frr. di impasto riferibili a materiale edilizio o opera doliare di età arcaica, piccoli frr. di tegole e coppi a impasto chiaro, pochi rosato e rosso, di età romana, rari fr. di sigillata italica, pochi di ceramica comune da fuoco e anfore. La presenza di materiale tende a diminuire proseguendo lungo il margine sud, su via della Neccia est, fino a scomparire definitivamente. Impasto grezzo — 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana 1 fr. di oro indistintoe affusolato di scodella tipo Lamboglia 40 bis-Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione C^ databile alla prima metà del ΠῚ soc. d.C. Comune da fuoco — 1 fr. di parete pertinente a forma non i. Anfore = 1 fr. di parete di produzione spagnole. — 1f di parete di produzione africana

416, Areadi fr. iti. In un terreno pianeggiante, compreso trail lato occidentale di via Catalini, pochi metri prima dell'uscita su via di Cori, ed una traversa privata che si allontana verso sud, si nota la presenza di materiale fittle antico”. In alta concentrazione su una superficie di mq. 1400 circa, si riconoscono fir. di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico, sporadici a impasto chiaro-sabbioso, più numerosi a impasto chiaroe rosa di età repubblicana e rosa di età romana, oltre a

numerosi frr, anche di grandi dimensioni, di dolio a impasto rosso, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, pochi fr. di ceramica a impasto e di sigillata italica, frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Molti frr, anche di grandi dimensioni, di tegole e coppi ad impasto arcaico, dolia ad impasto rosso e chiaro, anfore e ceramica da fuoco, oltre a molte scaglie di selce di medie dimensioni, si notano anche nella cunetta che costeggia via Catalini, fino al margine della recinzione della proprietà attigua". Pochi frr. di materiale da costruzione affiorano anche nel piccolo orto all’interno di una proprietà sul lato opposto della traversa privata. L'affioramento, unitamente a quelli all'altezza dell'incrocio con la via di Cori (n. 415) e nel vigneto di fronte, sul lato opposto di via Catalini*" (n. 414), attestano la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale nel corso dell'età medio repubblicana si è sviluppata una struttura che tra la prima età imperiale e almeno l’inizio del V secolo d.C. sembra assumere le caratteristiche di un edificio rustico-residenziale di una certa estensione (almeno 25000 mq.) Impasto grezzo = 1 fr. di orlo di bacino assimilabile al ipo Carafa 1995, 624, attestato in stratigrafie comprese tra il 530 e il 500 a.C, rispetto al quale presenta profilo interno più arrotondato™. — 3 fiv di parete pertinenti probabilmente a forme chiuse non idd. Pareti sotili = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa —2 fr. di parete pertinenti a forme non ida Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo pertinentea olla tipo Dyson 1976, fig. 4, CF 42, attestato in contesti databili tra i 275 c il 150 aC. 1 fr. di orlo pertinente a olla tipo Duncan 1965, form 33, fig. 10, A51, attestato in contesti databili ta il 150/100e I1 aC. — 7 fir di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — | fr di orlo pertinente a Dressel 7-11, anfora per pesce e garum di produzione betica”®, diffusa tra la prima età augustea e la fine del Linizi del I sec, d.C, Π ὅς, potrebbe essere riferibile ad una Dressel 9? Ia pasta presenta caratteristiche dissimili da quella betica

probabile che la traversa abbia sezionato il sito anche in considerazionedet ^ L'esigui del fi non permette ulterior precisazioni "La propriet confponde αἰ civicon. 108, ove non mi è sato poss fatto che il tracciato compare nella cartografía GM F 150 SO, nella levata de} 1936 ma non in quella del 1877. die acoder. "= Sembra ipotizzabile che via Catalini possa aver sezionat i sit i © Atlante 65, tu XXVII, 10. La dazione è desunta de cons presenti in Osta Hayes precisa a datazione di questa produzione tm i quale occuperebbe l'intero pianoro, Una conferma sembrerebbe venire dal fatto che il tracciato di via Caalini risulta presente nella levata del 1936 350401132540 “L'area, in posizione pon patiolrmente eminente prima che via del IGM F. 15011 SO ma non in quella del 1877. 7" Cirta 1995: 220 Catalin inizi la sua discesa verso sudest in ἃ ragziongee via dela > Dyson 1976: 28. Carella, gode di una buona apertura vers es. 20° Duncan 1965: 155, 163, “fr si notano sul margin di ia Catalin peron ato di m 80 circa, 7 MARTIN KILcHER 1994: 399; BELTRAN Luonis 1990: 222-224 a parte dal inrocio con a ravers privata, fin uno ἢ muro di recinzio ^ Deut! Autco 1990: 122-124; Panetta 1992: 195. ne dell'abitazione distinta dal civico. 28, a quale dovrebbe quindi insiste 10 Tipo MARTIN-KILcHER 1994: n 4064, tav. 224, gruppo 10. τὸ quoto meno su settore meridionale dllaforamento 77 La proprietà, all'inizio cella riversa, corrisponde αἱ civico n. 10. È 509

— Mfr di ansa di Ostia II, 521-Osti II, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 e la fine del I see. d.C. — 1 fr. di ansa a doppio bastoncello pertinente a Dressel 2/4, anfora vinaria, databile tra il 70/60 a.C. e gli inizi del III d.C., di produzione campana. ~ 1 fr. di ansa di Schóne-Mau XXXV=Ostia III, 371, 604, anfora vinaria di produzione tripolitana, diffusa tra il 14/54 d.C. e la fine del II sec. d.C. — 1 fi. di puntale di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del ΠῚ sec dcs, — 3 frr di parete di produzione tirrenica. — 1 fi. di parete di produzione gallica. — 1 fr di parete di produzione egeo-orientale. — 11 fir di parete di produzioni non idd.

417. BasoLo m 295 sm. SP. 79/a via di Cori - Via dei Biancospini Nel giardino di un'abitazione sul lato settentrionale della via di Cori, lungo via dei Biancospini, è conservato in un’aiuola un basolo in selce di medie dimensioni”, presumibilmente riferibile alla via antica per Corî (E). 418. AREA DI FRE. FITTILI m 306-304 s.Lm. Quarto Colonnella - Via Redina Ricci

Sul lato occidentale di via Redina Ricci, m 200 circa prima che questa incroci la SP. 79/a via di Cori, rimane un appezzamento di terreno, diviso in due proprietà, parte lasciato incolto, parte occupato da orto e da vigna®®. L'area, che costeggia la strada su alta scarpata, si abbassa verso sud con due terrazze separate da un salto di quota di m 1,50 circa che funge ora da limite di proprietà. Tn entrambi gli appezzamenti, i quali offrono un grado di visibilità abbastanza buono, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie complessivadi mq. 2600 circa, piccoli frr. di tegola per la maggior parte a impasto arcaico, più rari ἃ impasto rosato e chiaro di tardo-arcaica/alto-repubblicana, diversi a impasto arancio, rosa e rosso di età romana, frr. di ceramica a impasto, rari e, generalmente di ridotte dimensioni, di sigillata africana c di ceramica comune. È ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente tra il Te il IL secolo d.C. si è impiantata una struttura rustica Impasto grezzo —3 frr di parete pertinenti forme chiuse non idd. — 1 fr di parete di spessore medio pertinente a forma non id. Vd, 398 note 4186, 4187, 418. * Và. 361 nota 4032. 3 Và, S06 note 5024, 5025. πο Và, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, κα La proprietà corrisponde al civico n. 14, # Le proprietà corrispondono ai civici nn. 32 e 28. 77 Vd. 318-319 nota 3848, ‘0 Pavoux 2000: 83. 510

Jmpasto rosso τι δ di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana τι fr di fondoad anello pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia. Comune da mensa e da dispensa = 1 fs di bottiglia dall'orlo estroflesso con incavo interno tipo Ostia XIII, fig. 21, 12%, attestato in età adrianea. — 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id — 5 fir di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fi di parete di produzione africana. ~ 1 ft di parete di produzione tirrenica. Invetriata: — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. = M fr. di parete pertinentea forma non id.

419. AREADI FRR. FrrTILI πὶ 309 s.l.m. Quarto Colonnella - SP. 79/a Via di Cori Una traversa si inoltra dal lato settentrionale della via di Cori fino a lambire le ultime propaggini delle pendici orientali di Colle Pipino. Nel piccolo appezzamento ad olivi, il cui tipo di terreno offre bassa visibilità, che costeggia la scarpata sul lato occidentale della traversa, affiorano in bassa concentrazione su mq. 450 circa, pochi fir. di tegole e coppi sia a impasto rosso di età tardo arcaica-alto repubblicana, che pochi a impasto chiaro di età repubblicana e rosato di età romana, poche tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fr. di dolio a impasto rosso, rari frr. di vernice nera e sigillata italica, ceramica comune e anfore!??. L'area, di cui resta difficile stabilire estensione e consistenza per l'esiguità degli spazi ricognibili, attesta un presenza compresa tra l'età arcaica, quella medio repubblicana e forse almeno primo imperiale ed è presumibilmente riferibile al sito nel settore meridionale del pianoro di Colle Pipino®” (n. 420), del quale potrebbe costituire un'estremità, dilatata dai lavori agricoli. 7" L'arca immediatamente soprastante, occupata in parte da oliveto a fondo incolto in parteda giardino di abitazione, non è risultata accessibile "Che area possa estendersi più verso ovest che non sulle pendicicc cupate da vigneto che dal lato orientale della strada si abbassano verso il fosso sottostante sembra indicato dal fatto che nel vigneto, ad esclusione di pochife nella fascia che costeggia la strada, non sembrano affiorare fi. di. materiale antico.

Vernice nera — fr di orlo di coppa Morel 1994 2784 b-Bernardini 1986, tav. XII, 129, di produzione regionale dell’ateliers des petites estampilles, databile trail 300 e il 270 a.C. Comune da fuoco = 1. di parete pertinentea forma non id. Anfore — 1 ft di parete di produzione vesuviana. — | fi di parete di produzione tirrenica.

Sigillata africana

~ fe di orlo con lobo decorato a rotella di coppa emisfericaipo Lamboglia 2a=Hayes 9A, in produzioneΑ', databile alla secon da metà del I sec. dC. = 1 fr. di oro indistinto di coppa tipo Lamboglia 3a=Hayes 14A, m. 1, 4-5, in produzione A’, databile dalla fine del I alla fine IM scc dC. ~ 1 fr: di orlo con lobo decorato a rotella di coppa emisferica tipo Lamboglia 2a=Hayes 9A, in produzione A’, databile nella seconda metà del Π sec. d,C.**. — 2 fir di parete pertinenti a forme non idd., i produzioneA, databile a partire dall'età flavia™". ‘Africana da cucina.

420-421. VILLA m 316-310 s.Lm. Quarto Colonnella - Via Colle Pipino. SP. 79/a via di Cori. 420. Area di fi. fittli e basolo. ΑἹ termine di via Colle Pipino si raggiunge la sommità di un'altura, posta alle pendici dell’ Artemisio, il cui settore sud-orientale è occupato da un vecchio vigneto, in leggero declivio verso sud e verso est, dove l'altura è delimitata alla base da una ripida scarpata, mentre il versante occidentale raggiunge con pendici più ripide un piccolo fosso". Su una superficie di mq. 2600 circa, con caratteristiche di buona visibilità, nel settore meridionale dell'appezzamento a vigna dove il terreno è quasi in piano, affiorano in media concentrazione scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, frr. generalmente piccoli, di materiale edilizio per la maggior parte a impasto arcaico, meno a impasto rosso di età romana, poche tessere di mosaico nere di medie di mensioni, fir. di ceramica a impasto, pochi frr. di sigillata. italica e africana, africana da cucina, ceramica comune e anfore Nel giardino dell'abitazione che occupa la sommità della terrazza, un blocco parallelepipedo in peperino (m 1,25x0,50x0,38) è stato riutilizzato nel muretto di un'aiuola. insieme ad un grosso basolo in selce”.

— 1 f di oro di casseruola bifido deformatoe atofizzato tipo Ostia IH, 108*, atestato dalla fine del IV inizi del V sec. d.C. ~ 1f di oro di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe indi stint dalla parete tipo Ostia ΠῚ, 332, attestato dallet traianeoadrianca alla seconda metà delI sec. d.C". — If. di orlo di piato/coperchio dall'ori indistinto dalla parete abbastanza spessa tipo Ostia I, 18%, attestato nella prima metà del IN scc. dC. —2 fir. di orlo di piato/eoperchio ingrossatoe indistinto, tipo Ostia I, 261°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Setimio Severo, fino alla fine del TV-inizi del V sec. d.C. ~ V f di piatto/coperchio non id. Comune da mensa e da dispensa. — 8fre di parete pertinent a forme non idd. Comune da fuoco — 11 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Impasto grezzo = 1 fi di fondo pertinente a forma non id — 8 frr di parete pertinenti a forme vascolari di medie dimensioni non idd.

Anfore τι fr di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del Π sec. d.C.9*. ~ 1 fr. di ansa di Ostia II, 521-Ostia ΠΙ, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tail 14/54 e la fine del Il sec. d.C. — 3 fir di parete di produzione africana. ~ 1 fidi parete di produzione tirrenica. - 2 fr di parete di produzione orientale. ~ 1 ft di paretedi produzione vesuviana.

Sigillata italica — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

421. Area di frr. fitli. Dal lato settentrionale della via di Cori una traversa risale le pendici meridionali di Colle

77 MOREL 1994: 224, pl 73; BERNARDINI 1986: 59. 1 terreno èraggiungibile anche da una traversa che sale dalla soto stante via di Cor #0 La letra del sito appare probabilmente falsata dall'annosi della vigna e dl fatto che su questo terreno si presente, da quasi setanta ani, lo stesso tipo di coltivazione. 7"I proprietario del fondo ricorda che circa cinquanta anni fa nel ter reno erano stati ammucchiai almeno quattro blocchi simili ll’unico supe ito, rinvenuti in occasione di scass peri vigneto. "e Atlante I: 27, tav. XIV, 9. Hayes procis la cronologia del tipo ra il 100 cil 1600 ote dC. 5" Atlante I: 32, av. XVI, 8. Hayes data ἢ tipo lla met del Ise. d.C. 0 Atlante I: 27, av. XIV, 10. Hayes data il tipo al 100/160 d.C. c oltre,

7 Và 318319001364. irte 218219, tx CVI 8 dante 1212, tv. CIV, 3: AUAROD OTA 1991: 28148 fig 45 346,46, 47a 13. "e Alte 31. CI 2 nt 212 s CIV 6 efe ACUAROD OTA. 1991: 248-249, ig. 4851, 30831, la quae distingue ipo 1 più variam ot n voz. ne dla forma che in poca giulio ludia ha pared putosto dite e odo quasi init, mene i seguito Tol agrosato assume pico profü angola ee pareti sono cuv e V. 361 nte 4036, 403,408. V4 398 μας 4186, 4187,18 511

Pipino, caratterizzate da una modestissima pendenza inizialeche si accentua nell'ultimo tratt. Tn un piccolo appezzamento, quasi al termine della traversa, recentemente liberato dal vigneto, affiorano in bassa concentrazione su una superficie di mg. 800 circa, caratterizzata da bassa visibilità determinata dalle caratteristiche stesse del terreno, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, piccoli τ. di impasto rosato e rosso di età romana riferibili a materiale edilizio, frr. di dolio a impasto arcaico, frr. di anfore e rari frr. i sigillata italica, sempre di piccole mensioni**, Nell'area sul lato settentrionale di via di Cori (n. 420), presumibilmente nel settore centrale dell'altura, fino al margine meridionale del pianoro"" (n. 421), è ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, nel corso del I secolo d. C. si è sviluppato un impianto rustico/residenziale, in uso almeno fino al IV secolo d. C. ed esteso su almeno 56.000 mq. Il collegamento con la via di Cori, che forse delimitava la proprietà sul lato meridionale, era presumibilmente assicurato da un diverticolo (e3) che si staccava dalla via di Cori (E). Sigillat italica — | fr di fascia immediatamente sotto l'orlo, probabilmente riferibile a piatto, non id. Comune da fuoco — 4 fir. di parete pertinentia forme non idd.

gole a impasto rosato e fr. di coppi a impasto chiaro di età romana, molti fre. di dolio a impasto rosso di età romana e più rari di età arcaica, fr. di ceramica a impasto, vernice nera, comune e anfore”. Impasto grezzo = fr di orlo di ciotola tipo Carafa 1995, 454, attestato in stratigrafie comprese trail 550 e il 450 a.C. — 1 fr. di orlo di coperchio tipo Carafa 1995, 506, attestato in stratigrafie comprese trail 600 e il 450 a.C. 3 fir di parete pertinenti ἃ forme non idd. οὶ fi. di parete pertinente a forma chiusa non id. = 1 fi di parete pertinente a forma aperta di età orientalizzante, con interno trattato a stecca. — 4 fir. pertinenti e combacianti pertinenti a forma non id. Impasto rosso = 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 253, at testato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 301520c il 500 a. C." (Tav. XIX, 1). — 1 fi. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 251, forma attestata a Roma -pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 5504530 e il 520 a. C™. External withe sleep ware = 1 fi di orlo di olla tipo Murray Threipland 1970, fig. 32,4 attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C,

Opus doliare — 2 fr di parete in impasto arcaico.

Vernice nera = 1 fr di fondo pertinente a forma non id. con petites estampilles con bollo a palmetta di difficile lettura a causa del sigillo particolarmente stanco, assimilabile al tipo Bernardini 1986, tav. LVIII, 117, di produzione etrusco-laziale, databile agli inizi del ΠῚ sec. a.C. —4 frr di parete pertinenti a forme non idd., di cui una pertinente all'atelier des petites estampilies.

422-423. VILLA (7) m 335-320 s.l.m. Q. to Ceppeta - SS. 600 Via Ariana. Via Ceppeta inferiore

‘Comune da mensae da dispensa. = 1 fi di parete carenata pertinente a forma chiusa non id., di produzione repubblicana.

Anfore = 2 fi di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione africana,

Comune da fuoco

422. Area di frr. fitili. A partire dal 1989, nel corso dei lavori di sistemazione del giardino di uno degli edifici abitativi nella contrada Ceppeta, lungo il lato orientale della via Ariana (D), all'altezza del km 17,100, sono stati recuperati, su un'area di mq. 1200 circa, alcuni frr. di tegole a impasto arcaico, numerosi di tegole e coppi a impasto rosso, fi. di te-

— fr di orlo di coppa assimilabile al tipo Dyson 1976, fig. 10, FG 62, atestato in contesti databili intorno al 200 a C." = 1 f di oro di tegame tipo Dyson 1976, fig. 59, LS 53, atestato in contesti compresi ra la fine del Ie il IV sec. dC. ~ Ife di orlo a piccola tesa con gradino interno per appoggio

2" Qualche fr. di tegola ad impasto rossoè visibile anche sulla cuneta che costeggia illato opposto dell strada. 77 L'area che separa i due sii è occupata da abitazioni private con an nessi quindi non ricognibile. La mancanza di continuità nell'osservazione del terreno impedisce di stabilire se si trai di un'area di semplice dispersione, come sembrerebbe indicare anche la bassa concentrazione del materiale, oppure di un'occupazione di minore entità connessa comunque al sito soprastante 7" Debbo ala cortesiadel Sig. Giorgio Manganello a segnalazione dei rinvenimenti. Riferimenti in: Saal, Archivio pratiche. Velletri Relazione G. Manganello del 19 Gennaio 1989 relativamente ai "lavori di scavo nel terreno .. il confine tra il proprio orto la strada provinciale Ariana .— Stia, Ciccormi, MANGANELLO 2001: 104-105 schedaB 18. I materiali re-

cupera nel 1988, nel 1991, nel 1992 e nel 2004, nella propr G. Manganell, αἱ civico n. 184 della ia Ariana, sono conservati nel Museo Civico archeologico Nardini di Vellei. "Cata 1995: 176-177 fig. ID tipo è conffontabile anche con Murray Τηκειριανρ 1970: 109 fig. 24, 20-23. Caraga 1995: 190-1 se Cagara 1995: 7" Caraga 1995: 112-113fg πε Μύκκαν Tits AND 1970: 84, = BeavaRDIN 1986: 202. =" Dyson 1976: 76. P" Dyson 1976: 147. f proviene da una stratigrafia compresa tra la. fine del Le Ta meth del IL scc. d.C.

512

del coperchio pertinente a casseruola, assimilabile al tipo Martin. 1991.92, abb. 5 fig. 41, attestato in contesti di inizi V sec. ac. — I fr di parete carenata riferibile a casseruola non id. — 2frr di parete pertinenti a forme non idd.

426*. MATERIALE SPORADICO Q.to Ceppeta ‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di "orcio verniciato" proveniente da Ceppeta®®.

Anfore

— 2 fr di orlo pertinenti e combaciant di Dressel 7-11, anfora per pesce e garum di produzione betica”, diffusa tra la prima età augusteae la fine del Linizi del Π sec. d.C — 2 fi. di parete di produzione africana. —4 fi di parete di produzione tirrenica. 2 frr. di parete di produzione betica. — 2fr di parete di produzione gallica. 423. Materiale sporadico. Lungo la scarpata di terra che. oltre a delimitare sul lato sud-orientale la proprietà Monte Sperelli, costeggia il lato settentrionale di via Ceppeta inferiore, nel corso di alcuni lavori intrapresi nel 1993, si sono rinvenuti numerosissimi fr. di materiale ceramico a vernice nera c in ceramica comune” 1 materiali, unitamente a quelli rinvenuti nell'area poco a nord-ovest (n. 422), sembrerebbero attestare, forse una frequentazione durante l'età orientalizzante, quindi la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale nel corso della media età repubblicana si è sviluppato un insediamento rustico in uso anche tra la prima e la media età imperiale e almeno il V secolo d. C. 424. MATERIALE SPORADICO m 327 s.l.m. Quarto Colonnella - Villa Palliccia

Secondo la testimonianza del Teoli una statua di Ercole, priva della testa, si rinvenne a “Colonnella poco dopo Villa Palliccia”"®, Non è improbabile che la statua vada riferito all’insediamento rustico nn. 422-423, il quale forse si estendeva verso ovest a lambire l’area di villa Palliccia.

427*. MATERIALE SPORADICO Ὁ. to Ceppeta

II Cardinali ricorda il rinvenimento, nel 1815, nella vigna Cardinali a Ceppeta, della tegola con bollo Vinci) Pan(tagathi) Sul(picianum sc. opuslVa(- - "®. 428. AREA DI FRR. FITTILI m 338-330 s.Lm. Q. to Ceppeta - SS. 600 Via Ariana In uno dei terreni liberi da costruzioni che costeggiano il lato sud-orientale della via Ariana all'altezza del km. 17,700, affacciato con morbido pendio verso sud-est e delimitato sul lato settentrionale da via Ceppeta inferiore"", si nota un affioramento di fr. di materiale antico. Nel settore più alto, prospiciente la via Ariana, nel terre no, in parte ortivo, in parte ad oliveto, circostante la vecchia abitazione, la quale occupa la parte centrale del pianoro, su una superficie complessiva di mq. 2000 circa, si riconoscono, in bassa concentrazione, scaglie di selce alcune delle quali ammaltate, frr. di tegole, generalmente di piccole dimensioni, a impasto chiaro e rosato di età romana, piccoli frr. di dolio a impasto rosso, pochi frr di vernice nera, frr. di ceramica comune e anfore”, L'affioramento attesta una frequentazione almeno tra la tarda età repubblicana e la media età imperiale, forse in rela» zione alla presenza di un'area funeraria. Vernice nera = 1 fi di orlo di piatto non id. — 1 f di parete pertinentea forma non id.

425*. MATERIALE SPORADICO Q to Ceppeta Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano un “orciuolo ad una sola ansa in argilla” ed un “orciuolo in argilla” provenienti da Ceppeta, donati da D. Cantalini?®*,

Comune da mensa e da dispensa — 1 fr ἃ coppetta dall'orlo indistinto tipo Ostia IL, 582^, attestato in contesti datati αἱ terzo quarto del I sec. d.C. = 1 fr. di coperchio dall'orlo indistinto e dal profilo schiacciato tipo Ostia XIII, fig. 67, 168°, attestato dal 1 sec. a.C. fino al I sec. de. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

s Mat 1991-92: 168, 176. »" Mari KILCHER 1994: 399; BELTRAN LORIS 1990: 222-224. sm Ῥεια Amico 1990: 122-124; Panta 1992: 195, ‘ve Debbo la segnalazione alla cortesia di G. Manganello. I materiali che iniziavano ad affiorare nella scarpata all'altezza del n. civico 9, si concentravano nel tratto più a nord-est, di circa m 50/60. Attualmente I scarpata di tera risulta in un primo tratto obliterata da on alto muro modemo di contenimento e successivamente coperta, quasi in ogni stagione dell’anno, dalla vegetazione infestante che consente un'osservazione solo parziale. 2 Teou 1644: 94 (*.. la qual conserva ta latre antichitàil Cavalier Teocrito Michelet”) riportato da LAxciANI mss. 85/2: 76; BORGIA 1723:

39: Vous 1727: 47; Crescenzi 1981: 80, La vecchia Villa Pallicia che ‘compare anche nel F. 150 II SO dell'IGM alla scala 1:25.000 nella levata del 1936, si trova al civico n. 86 della via Ariana. sm Caescenzi 1981: 170; Ceccarini 20012: 123 nn. 1230-1231 γα Crescent 1981: 102, 170; Ceccanm 20010: 186n. 2544 1 IL, X,2, 8043,90: VIN PAN SULIVA: cfr Carpa 1823: 230 n. 181; CTL XV,1, 65129. "n sito corrisponde al civicon. 82. om Attualmente l'area, una vota adibita a vigneto, risulta poco lavorata ‘edi conseguenza il terreno non offre na buona visibilità. 5 OstiaIM: 266, 654.655, tav. LXIV. P Pavou 2000: 290. 513

Comune da fuoco — 1 fr di olla dall’orlo a mandorla tipo Ostia Il, 507°", attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — 1 fr. di coperchio dall’orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516=Carta 1978, fig. 131, 256 = Pohl 1978, fig. 158, 287%, attestato a partire dall'età domizianea e in età traianeo-adrianea. Anfore = 1 fi. di orlo di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tireni ca, diffusa tra il 145/135 e il 10 a. C" (Tav. XIX,2). - 1 fr. di ansa di produzione ürrenica. ~ 1 fi. di fondo di produzione tirrenica. — 2 fr. di parete di produzioni non ida. 429. MATERIALE SPORADICO m 353 s.l.m. C. Schmid - SS. 600 Via Ariana

Nel giardino antistante il vecchio C.le Schmid, sul lato settentrionale della SS. 600 via Ariana", all'altezza del km 17,800, resta un cippo in calcare con iscrizione sepolcrale (m 1,15x0,45x0,25, con campo iscritto largo m 0,30 circa), con dedica agli Dei Mani entro stretto campo rettangolare delimitato da una piccola comice modanata, decorato con modanature liscia alla base e in alto e con patera ed urceus a bassorilievo sui lati? A poca distanza dall'iscrizione, nel giardino è visibile anche un rocchio di colonna liscia in granito grigio (alt. m 1,35; diam. 0,30), mentre un altro simile è conservato all'estremità orientale del parco (alt. m 1,20; diam. 0,35)". 430. MATERIALE SPORADICOm 322 s.l.m. SS. 600 Via Ariana

Nel 1989, gli sterri per la realizzazione del Palazzetto dello sport nell'arca compresa tra la via Ariana e la SP. 79/a via di Cori, rilevarono Ia presenza di un fr. di dolio o di olla. in ceramica d'impasto non tornita?". 431. AREA DI FRR. AITTILI m 331 s.l.m. SS. 600 Via Ariana - Via del Boschetto

Sul lato settentrionale della via Ariana, nel punto in cui questa incrocia la SP. 79/a via di Cori, un'alta scarpata delimita la terrazza soprastante affacciata a sud-est. I settore nord-

‘occidentale dell'area, compreso tra la via Ariana e via del Boschetto, è stato interessato dall'ampliamento del Cimitero cittadino, mentre la zona più bassa, quasi pianeggiante, che si affaccia sulla viabilità principale, è occupata da abitazioni c, per lungo tratto verso via del Boschetto, lasciata incolta In un piccolo appezzamento ad orto, ai margini sud-occi dentali della terrazza", immediatamente soprastante la via Ariana, su una superficie di mg. 1.300 circa, sono present seppure in bassa concentrazione su un terreno a scarsa vis bilità, oltre a rare scaglie di selce, frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rosati di età repubblicana e chiari di età romana, e rarissimi frr. di comune, generalmente di piccole dimensioni. L'esiguità del rinvenimento mentre non sembra consentire una sua interpretazione funzionale, permette di inquadrare, forse approssimativamente, la frequentazione dell'area in un'età compresa tra quella arcaica e almeno quella repubblicana. 432-433. MATERIALE SPORADICO m 365 s.l.m. Via Contrada Comune

432. Materiale sporadico. A circa m 250 dal bivio tra via del Cigliolo e via Contrada Comune, sopra al Cimitero comunale di Velletri, una traversa sale dal lato settentrionale di via Contrada Comune correndo profondamente incassata tra alte scarpate. Fatta eccezione perun primo breve tratto, in cui le terre sono contenute da un muraglione, è possibile notare nella parete che costeggia la strada sul lato orientale, per una lunghezza di m 100 circa, una notevole quantità di grossi frr. di tegole e coppi per la maggior parte a impasto arcaico (Tav. III, 8), alcune con ingobbio nero esterno, meno a impasto tardo-arcaico, rari a impasto rosato e chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, diversi a impasto chiaro e rosatodi età repubblicana e rari a impasto chiaro di età romana (Tav. III, 9), molte scaglie di selce di medie dimensioni, qualche fr. di conglomerato cementizio, grossi fr. di dolio sia a impasto oso che chiaro, oltre ad alcuni piccoli frr di ceramica comune ed anfore. Molti materiali sono visibili nella sezione esposta, molti altri, per effetto dello sgrottamento della parete, sono scivolati lungo il ciglio stradale. La concentrazione dei materiali aumenta salendo verso nord, dove la scarpata tende progressivamente ad abbassarsi, fino ad azzerarsi quasi presso l'ingresso secondario della proprietà che occupa la terrazza soprastante affacciata verso sud”, Poco prima di raggiungere l'ingresso secondario re-

sta I: 10, 260-261, tav. XXVII Ariana che costeggia i parco. Per entrambi quindi fornisco misure appros^ Ostia TI: 101, 260-261,tav. XXVII; Carta 1978 [1987]: 131 fig.- simative. 132 dallo stato IV; Pout. 1978 [1987]: 403 fig, 407 dall strato I 7" Segnalazione dl rinvenimento da pare della sezione velitena del1 Vd.331 note 3891, 3892, 3893 Tarcheoclub in MANGANELLO 2001: 9 che ne proponeva il riferimento a a La proprietà corrisponde attualmente al civico n. 17. “una sepoltura a pozzetto databile all VIII sec. a C." ^" Non mi èstato possible fotografare il pezzo né esaminare l'icri"TL terreno è compreso nella proprietà al civico n. 4 di via del zione, molto abrasa quindi non immediatamente leggibile, peril deciso di- Boschetto, niego del proprietario. Allo stesso modo non è stato concesso di visitare i 1% La scarpata errsza su questo lato un terreno occupato da abiazioterreni immediatamente circostanti casale edi resto del giardino. Il custo- ‘ne on giardino, affacciatoa meridione dove haaccesso sulla viabilità rinde ricorda comunque la presenza di molti est antichi nei terreni cicostan- ips. La proprietà corrisponde al civico n.43 di via C.da Comune. L'arca ti, tafogati nel orso degl ani. è risultata inaccessibilee comunque utt il pianoro delimitato dalla scarpa ‘ Ho potuto osservare entrambi solo da lontano, in particolare quello ta in cu affiorano i materiali è lasciato incolto. visibile dall’estemo della proprie, salendo lungo una traversa della via 514

sta traccia in sezione nella scarpata, m 0,80 dal piano stradal'interno del Cimitero comunale, “un cumolo di marmi arlee m-1 circa dal p.d.c. superiore, di una struttura a blocchet- * chitettonici con fregi splendidi”. i di selce (cm 25x12) orientata est-ovest, presumibilmente tagliata dalla strada attuale. Quasi a questa altezza, a partire da m 20 circa prima della struttura affiorante, i materiali si 436%. MATERIALE SPORADICO notano anche nella scarpata che costeggia il lato opposto del- Velletri - Via Lata. Cimitero Comunale (?) la strada. Anche qui affiorano molti fr. di tegole sia rosse che chiare e poco materiale ceramico mentre sono presenti in ‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. maggior numero grosse scaglie di selce e peperino”. Pochi di lucerna monolicne decorata con cinghiale, da via Lata?" frr. di materiale edilizio si notano anche nella bassa scarpata che costeggia il lato meridionale della proprietà, in prossimiτὰ dell'ingresso principale su via Contrada Comune. MATERIALE SPORADICO m 336 s.l.m. 433. Materiale sporadico. Da quest'area dovrebbero prove- 437. Velletri - Via Lata nire anche alcuni materiali riportati nel Catalogo Nardini “da vigna Ciancia" e "dono di M. Ciancia""", generalmente ricor"Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini figura un fr. dati da una località alle falde meridionali dell’ Artemi-sio, com- di lastra marmorea con iscrizione SOLIN 1983: 78 n. 58, irrepresa tra Villa Negroni e Fontana Tegola": due piombi da biperibile?", donata da R. Ridolfi nel 1920, proveniente da un lancia con staffe di ferro”; una testa fttile di Giove solo ipotefabbricato dell’antico convento su via Lata davanti al ticamente riferibile ad una statuetta relativa a dono votivo"™. Cimitero comunale: [------/{---]uxori [---]/-È ipotizzabile, in considerazione della posizione, estensione e consistenza dell’affioramento, la presenza di una casalfattoria di età arcaica e successivamente di una villa, di cui i materiali indicano solo genericamente fasi di vita com- 438, MATERIALE SPORADICO m 351 s.l.m. prese tra l'età repubblicana e quella almeno medio imperia Via del Cigliolo le, ricostruibile su un'estensione di 12.000 mq. circa. Sulla scarpata e nella fascia di terreno liminare al lato occidentale di via del Cigliolo, poco a nord del Cimitero comunale di Velletri", a seguito di lavori per la sistemazione e 4345. MATERIALE SPORADICO l'allargamento della strada sono affiorati, su una lunghezza Q. to Cigliolo di m 40 circa, numerosi frr. di tegole a impasto arcaico e a ‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano impasto rosato di età romana (Tav. II, 10), pochi fr. di ceradue pesi da telaio”, uno con stampo con K"*; e un altro a mica a impasto, frr. di sigillata italica, africana, ceramica coprisma’, un fr. di anfora ed uno di boccale” dal Cigliolo. mune, soprattutto da fuoco, e anfore. È ipotizzabile che i materiali, forse provenienti dall'area

ΤΙ Tomassetti, ricorda come, presumibilmente nel primo decennio del Novecento, vennero variamente riutilizzati al-

soprastante si riferiscano ad una piccola fattoria/casa di età arcaica sulla quale, presumibilmente, nel corso dei primi anni del I secolo d. C. si è impiantata una struttura rustico-residenziale in uso almeno fino alla fine del Il secolo d. C. e localizzabile, presumibilmente, sulla terrazza immediatamente soprastante la scarpata?".

10 La traversa di via C.da Comune sembrerebbe da queste osservazioni aver tagliato il sto antico il quale doveva occupare quindi anche parte dell'area soprastante il ato occidentale ella strada. Purtroppo anche questa zona, occupata da un'abitazione privata, è risultata inaccessibile non permettendo di chiarire l'estensione reale dellaffioramento su questo lato o se esso sia piuttosto interpretabile come area α se stante, sebbene a viabilità in questione risulti abbastanza antica ricorrendo anche nella cartografia IGM È 150 1 80 nella levata del 1936 5% La proprietà Cianca, che corrisponde oral civico n.41 è quella delimitata dal muro di contenimento nl primo trato dell traversa, l'unica per a quale non quindi possibile osservare a sezione dell scarpata. L'arca soprastante è interamente occupata da abitazione iantin e non consent paz icognibili. 7" Maus, Quiici Grou 1983: 5 fig. 1, Ε, 24; Fogrunati 1989: 89 e tay, 1. LXXVIIL 6; Bouma 1996: 117n. 132. Sulla pertinenza tu alto che automaticatr terecotte votive (soprattutto maschere e statuette) e deposi votivi e arco di culo e piuttosto la oro presenza in contest funerari, sia in Etruria che nel Lazo, vd. Meus, QuiICI Gut 1983: 6 nota 17. 5 CRescenat 1981: 171, da “vigna Ciancia”; Ceocagini 20010: 125 n. 1268-1269. Crescent 1981: 171, “dono di M. Ciancia”: Meus, QuiLIE Gioi 1983: 24; Ceccanma 20012: 130. 1378.

»* Meus, Qua Gi 1983: 24, specialmente nota 50, erroneamentein eludono tra i pesi da elio ili anche ἢ n. 674 del Calogo, sa in CaescENzI 1981: 177 che in Ceccasunt 2001a riportato come proveniente da “Lariano”. Crescenzi 1981: 171; Metis, Quia Giri 1983: 24 nota 59; Ceccarini 20018: 91 n.672. 7 Caescenza 1981: 171, “dono di O. Nain"; Cecca 20012: 91 n.673 em Crescena 1981: 171: Meus, QuiLic! Gioi 1983: 24 nota 60; Csocaain 20012: 192 nn. 2640-2641 P" Toxtasserti 1979: 415(^. di quali due soli pezzi possono vedersi ora salvati da un'intelligente persona in Civita Lavinia"), CRESCENZ! 1981: 178 con provenienza "cimiterodi via Lata"; Gm 1989: 124n. V31; Ceocaguni 2001a: 149n. 1643. ^» CsceNZI 1981: 178 che lo include tra i materiali con provenienza “Velletri”; AE 1984: 48 n. 174; Csccagma 20012: 122n. 1222. = Sulla Chiesae il Convento di S. Maria in via Lata “a prospettodel "moderno civico Cimitero”, abbandonatoa seguito del terremoto del 1806, vd. THOU 1644: 304 riporato da LANCIANI mss, 8572: 81; TeRsENGH 1910: 337.339; CARAFA 1981: 189 n. 277 con bibliografia precedente. 7L'arca II ratto , è attualmente, compreso irai civici mn. 9 e 13. occupata da vecchi sa di mezzi meccanici, quindi non ispezionabile.

435*. MATERIALE SPORADICO Velletri - Via Lata. Cimitero Comunale

515

Impasto grezzo —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. —1 fr. di parete pertinente a forma chiusa di grandi dimensioni nonid. Impasto rosso — 1 fr. di fondo ad anello pertinente a olla non id. Pareti sottili — 1 fr di parete pertinentea forma non id. ata italica

—2 fir pertinent congiunti di fondo su piede ad anello pe nenti ma non congiunti riferibili a piatto tipo Conspecus"", 124.1, databile all'inizio del see. d.C. Bollo a impressione entro cartiglio in planta pedis (em. 1,6). Andamento del testo lineare con direzione delle lettere progressiva e tecnica rilevata: M PER, M. Per(ennius) I bollo relativo llofficina del ceramista aretino M. Perennius, databile ta 120a. C. ei 20 d.C. — 1 fr di parete pertinenteἃ forma non id.

— 2 fr. di parete di produzione vesuviana. — 2 frr di parete di produzioni non idd. 439. LASTRICATO STRADALE m 348 s.m. Via del Cigliolo

Il Nardini segnala il rinvenimento, presumibilmente nel 1938, di un tratto di strada basolata, a circa -0,20 m dal p.d.c,, nel primo tratto della via del Cigliolo?", la quale si staccava dal lato settentrionale di via Lata, diretta a nord/nord-est, immediatamente a ovest del cimitero comunale di Velletri, ricalcalcando il tracciato di un diverticolo (d1) della via Ariana (D). 440. MATERIALE SPORADICO m 376 s.m. Velletri - Cappuc. ni - Via O. Nardini

Sigillata sud-gallica — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

Nel corso di lavori comunali, realizzati nel 1991, sul colle dei Cappuccini”, presumibilmente all'estremità occidentale di via O. Nardini, si rinvennero alcuni materiali da costruzionee ceramici di età romana".

Sigillata africana — 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana.

441. VILLA m 400 s.l.m. Vila Antonelli - Via Morice

Ceramica comune da mensa e da dispensa τὶ fr. di brocca dall'orlo sottile cd estroflesso con un leggero incavo interno e ansa a nastro di tipo non id. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. = 1 fr di parete pertinente a forma chiusa di grandi dimensioni non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

Nei terreni a nord degli edifici all’interno di villa Antonelli, compresi tra via Colle Giorgi e via Morice, il Lanciani segnala l'esistenzadi una villa", Per l'impianto, l'osservazione delle caratteristiche morfologiche dell'area e la presenza presumibilmente di una delimitazione artficiale sul lato orientale (tracciato B) suggeriscono uno sviluppo su circa 28.000 mq.

Ceramica comune da fuoco 1 δ: di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia ΠΙ, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d, C."* —1 fr. di orlo di coperchio a estremità rialzata a profilo triangolare tipo Pohl 1970, fig. 87, 274, attestato in contesti di età traia-

442. MATERIALE SPORADICO m 400 s.l.m V. la Antonelli - Via Morice

Anfore — 4 frr di parete di produzione tirrenica.

Il Muratori ricorda la presenza a Velletri all'interno della collezione degli Antonelli di alcune iscrizioni, forse di origine urbana: quella frammentaria CILX, 6560 su base rotonda "in qua pes humanus cernitur", irreperibile”: Q. C. cius INliclep]horus ht cult vi; quella frammentaria CIL X, 6602. su coperchio di urna rotonda, irreperibile: Ossa / Corneliae L. 1. 1-

μὴ Conspectus: 56, tav. 3. I tipo corrisponde a Goudineau 34; Pucci 13, 1419, 13-15 Atlante 212; AGUAROD TAL 1991: 247-248 fig. 45 nn. 3-6, 46, 41013. Pon 1970: 79 fg -180dal settore IV strato A4. "Narona 1939b; Spat, Archivio pratiche. Vellei. Relazioni O. Nardini del 2Ottobre 1920 edel 26Settembre 1930 ella quae afferma di ver. aotocizzatola distrazione del basoato "avendo cura di fre uncsattoilivo”. 1» Sul conventovd. Tent 1644: 2-203. © Spat, Archivio Pratiche, Velletri. Varie. RelazioneG. Manganello del 27 maggio 1992 con "Elenco dell ricognizioni eseguite da questa sede dai “Gruppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992"

C‘Ricognizioni nella periferia della citi: m. 5. Zona arca colle dei Cappuccini). Ho invano cercato nel magazzino del locale Museo i materislirecoperati nella circostanza. A detta di G. Manganello, il rinvenimentoavvenuto quasi all'angolodi vis O. Nardini con via dei Cappuccini, riguardò “Poche tegole e alcuni fr. di paretidi ceramica di et romana" Basa, Roma XI 65, riprodotta in Li 2001: ὃ fig. I. L'accesso ala proprietà è possibile dal civico n. d via Morice. Non mi è stato possibile perlustrare i terreni circostanti i copidi fabbrica esistenti all'interno della proprietà, anche se, a deta dell'Avv. Antonelli, nell’area non rimane alcun "resto di antichità. 8 Sous 19834: 33. s^ CaonaLi 1823: 125n. 60; Sou 1983: 37.

3 fi. di parete pertinenti a forme non idd.

516

443. MATERIALE SPORADICO m 400 s.m. ‘Vila Antonelli - via Morice

447. MATERIALE SPORADICO m 400 s.l.m . V. la Antonelli - Via Morice

Il Cardinali ricorda "Velitris apud comitem Ioh. Car. Antonellium” delV iscrizione forse di origine urbana CIL X, 6578, irreperibile'™*: D(is) M(anibus)/ L. Tridonio Marlcello militi) coh(ortis) | VIII praetoriae) (centuriae) Messiani | militavit) ann(os) III vix(it) | ann(os) XXX bene melrenti fecit her(es) | Papiria Ticino.

Lo Stevenson ricorda la presenza “in hortis comitum Antonelli” dell'iscrizione funeraria frammentaria, forse di origine urbana, SOLIN 1983: 78 n. 56, irreperibile: [D(is)] M(anibus) 1 { - - - Jus quae | [vixit annis - - - et lan]uario {fillio) | [- - - benemer]entibus q(ui) | [vixit annis - - - posteris) [g](ue) suorum | - - -fecli.

444, MATERIALE SPORADICO m 400 s.m. V. la Antonelli - Via Mori

448. MATERIALE SPORADICO m 397 s.m. Ὁ le Giorgi - Via Colle Giorgi

7I Cardinali ricorda la presenza all'interno della proprietà suburbana Antonelli delle iscrizioni funerarie, forse di origine urbana, CIL X, 6605, irreperibile"*: Dis Man(ibus) / Felicis vixit annis V m(ensis) III Felix et lanuaria filii) p(osuerunt); CIL X, 6613, irreperibile"*: D(is) M(anibus) S(acrum) 1 Lucillae Adiectae I Sex. Lucanius Secundus | coniugi b(ene) m(erenti fecit.

Sulla facciata principale di uno degli edifici lungo il lato occidentale di via Colle Giorgi”, poco a nord dell'incrocio con via Morice, sono stati sistemati diversi fr. architettonici in marmo?

445. MATERIALE SPORADICO m 400 s.l.m V. la Antonelli. Via Morice

11 Cardinali ricorda la presenza, a Velletri "in villa comitum Antonelli”, dell'iscrizione funeraria CIL X, 6627, irreperibile?!: D(is) M(anibus) s(acrum)IRel-c.6-1us Pompei fili) vixit | annis IIH mens(ibus) VI dies X parenltes infelicissimi fecerunt | hic) situs) fes. 446. MATERIALE SPORADICO m 400 s.l.m V. la Antonelli - Via Morice

— 4 fm. di cornice con modanatura liscia. — 2 fr. di cornice con fascia liscia decorata con roselline a bassorilievo. — 1 fr. di cornice in marmo venato grigio con fascia decorata con motivo vegetale a rilievo. — 1 fr. di lesena scanalata in marmo venato grigio. = | fi. piccolodi lastra con iscrizione (?).

449. MATERIALE SPORADICO m 365 s.m. C. le Giorgi - V. le Roma Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fi. di bassorilievo in marmo con un vaso da cui nasce una palma baccellata" proveniente dalla proprietà Greco alle pendici sud-orientali di Colle Giorgi”

Lo Stevenson ricorda la presenza all’interno della proprietà suburbana Antonelli: del fr. marmoreo con iscrizione SoLIN 1983: 65 n. 39, forse di origine urbana, irreperibile, Dis) M(anibus)! C. lulli ~~~ FOL---1/-li quello SoLIN 1983: 66 n. 41, irreperibile: Julio Tal - - - ] / filio be[nemerenti) I parent(es fecerunt].

450-451. VILLA m 390 s.l.m. C. le Petrone - SP. 217 Via dei Laghi

a Murarort 1740: 860n. 1 all'inizio della. 2 riporta l'iniziale del praenomen I; CARDISAL 1823: 162 n. 100; De Ruocco 1892: 201 n. 1671; CesseDi 1953: 120n. 70; Sou 1983: 35. 50 CarpinaLi 1819: L4 n. 66,20; CaRDINALI 1823: 131 n. 67; Soun 19832:3. SM CARDINAL 1819: 15 o. 76, 21; CARDINALL 1823: 147 n. 82; Crescenzi 1981: 37 la ritiene probabilmente rinvenuta presso Vil Antonelli, insieme alla CILX, 6627; Sou 1983a: 37. CARDINAL 1819: 29 n. 153, 37; CARDINAL! 1823: 157 n. 96; Crescenzi 1981: 37 la ritiene probabilmente rinvenuta presso Vi Antonelli, insieme alla CIL X, 6613; Sot 1983: 38. 7 La proprietà corrisponde al civico n.1. Non avendo avuto la possi ato a rilevare le caratteristiche pi evident di diversi material 5^ La proprietà occupa la terza immediatamente inferiore a quella su cu sorge Vill Antonelli (o. 441), dalla quale probabile che il materiae architettonico provenga.

Crescenzi 1981: 178 con provenienza “colle Petrone o ponte Rosso”: Ceccarini 20012: 55 n. 130. 7" La vecchia proprietà Grecco si estendeva, a memoria deli atus eredi nc settore compreso tra l'inizio di ia Lata, sul lato settentrionale,e i ato orientale del primo tatto dela ia dei Lagh Un settore, a nord-estdi Ponte Rosso, alle fade dell lingua pedemontana, corrispondente al civico ‘n. 140, è ancora di proprietà della famiglia, mentre la maggior parte dell’area è stata oggettodi edificazione. "L'ingresso principale lla villa e al parco, ora sudéiviso in proprietà divers, è distinto dal civico n.26 della via dei Laghi ^» Basa, Roma XI 65, con posizionamento della villa in corispondenza del a proprietà V. Zioni su base IGM 1:25.000 nella levata del 1876. L'area, suddivisa tra gli rodi della famiglia e in piccola parte occupata da alcune nuove abitazioni, non ἃ attualmente ricognibil in quanto occupata da olivero a fondo incolto. Ringrazio i proprietari della tenuta perle indicazioni frnitemi: in particolare l'avv. Blasi ricorda che nella zona non fu mat rinvenuta alcuna struttura o alti materiali antichi che potessero suggerire

450. Strutture murarie (7). All'intemo dell’antica villa Zioni?*, sul lato settentrionale della via dei Laghi, quasi all'altezza del km 21, Lanciani agli inizi del Novecento ricorda l'esistenza di una villa".

517

451. Materiale sporadico. Nel giardino di uno degli edifici della proprietà si conserva un sarcofago in calcare con superfici esterne non rifinite, incassi superiori per coperchio e cuscino sepolcrale con piccolo incavo centrale all'interno. Accanto al sarcofago sono anche due piccoli cippi sempre in calcare, anepigrafi, con piccola cornice a modanatura semplice. Nell'abitazione immediatamente sottostante, all'interno del parco della villa, restano un’anfora quasi intera e un mortaio in calcare” In mancanza di elementi probanti, a testimoniare la presenza di un impianto residenziale (?) rimane quasi esclusivamente la segnalazione del Lanciani.

Comune da mensa e da dispensa τὶ fr. di parete pertinente a forma non id.

452*. MATERIALE SPORADICO C. le Petrone

454. MATERIALE SPORADICO m 391 s.l.m. Via Ponte Veloce

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figurano alcuni provenienti da colle Petrone: un fr. di base circolare con decorazione in marmo”; un fr. di antefissa con Pan che suona la siringa?"; un fr. di lastra Campana con Vittoria inginocchiata’™,

Lungo via Ponte Veloce, immediatamente prima del trat to con cui la strada scende nella valletta che separa la lingua collinare abbracciata alla base del versante orientale dal fosso di Ponte Veloce, per risalire sulla dorsale successiva a ovest, sale una stretta terrazza, aperta a mezzogiorno e forte mente rialzata sui lati sud, est e ovest, la quale spezza il delivio con cui la lingua collinare si abbassa verso sud. Lavori relativi alla costruzione di un edificio, al margine meridionale dell'area, hanno permesso di notare nel cavo di fondazione la presenza di fr. di tegole a impasto arcaico e di dolia a impasto arcaico oltre a molte scaglie di selce”. Anche nell’alto muraglione di contenimento del lato meridionale della terrazza, il quale costeggia via di Ponte Veloce, sono stat riutilizzati pochi fir. di tegole ad impasto arcaico e rosato riferibile a età tardo arcaica-alto repubblicana. T materiali, soprattutto in considerazione dell'area del rinvenimento, sembrerebbero indiziare la presenza almeno di una casa/fattoria di età arcaica.

453. MATERIALE SPORADICO m 395 s.l.m. C. le Petrone - Via Colle Petrone

Nel settore sud-occidentale di Colle Petrone, immediatamente prima che le pendici inizino ad abbassarsi precipitosamente verso il fosso di Ponte Veloce, le ultime propaggini dell'altura restituiscono, malgrado la ormai quasi completa edificazione della sommità, materiali fittili antichi. Nella scarpata che delimita l'area della sommità, attraversata dall’attuale via Colle Petrone, sui lati meridionale ed occidentaJe, affiorano in media concentrazione, oltre a scaglie di selce, frr di tegole ad impasto arcaico, rari a impasto chiaro sabbioso, e pochi a impasto rosato e chiaro di età romana, fir. di dolio a impasto arcaico, piccoli fr. di parete di ceramica comune e di anfore. Il tipo di affioramento permette di ipotizzare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica e successivamente, in considerazione anche della posizione, di almeno un edificio ruico, che la genericità dei materiali pemette solo di riferire all'età romana, forse esteso su 21.000 mq. l'esistenza nell'areadi una di età romana, come accadde invece nel fondo di Coll Zion ^ Non è stato possibile misurare i sarcofago, comunque abbastanza grande, lungo circa m 2 largo esternamente circa m 0,70e alto m 0,80, con vano deposizionale profondo m 045 circa ‘5 ] sarcofago è custodito nell proprietà distinta dal civico n. 30, mentre anfora e pestaio sono nel giardino dell'abitazione immediatamente sottostante. Fuorché l'anfora, probabilmente proveniente da Terracina, il resto del materiale proviene, come ricorda l'Avv. Basi, da ‘una vasta tenuta un tempo della famiglia Zion, a Colle Zionin un'area prossima alla via Appia antica, probabilmente coincidente con siti n. 1187-1190. Sempre da quest'area provenivano due statue trafugate e so1o in parte successivamente rinvenute, un tempo ornemento del parco dell villa. sw Cunscena 1981: 178 con provenienza “colle Petrone o ponte Rosso"; Csccaxma 2001: 48 n.3 , 518

Anfore — 1 fr di parete di produzione tirenica. Opus doliare = 1 fr. di orlo con labbro svasato verso il basso tipo Carafa 1995, 630, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 6001590e il 550 a. C.", — 1 fr. di parete in impasto arcaico.

455. AREA DI FRR. FITTILI m 395-389 s.l.m. Via Ponte Veloce

Nel settore meridionale della dorsale pedemontana che scende al di sotto di Colle Tondo, immediatamente ad est di Colle Caldaro, si nota un'area di fr. finiti”. In un terreno ad olivi che si abbassa con morbido declivio sia verso sud che verso ovest, dove è perimetrato da un # Crescenzi 1981: 178 con provenienza “colle Petrone o ponte Rosso"; Ceccarini 2001a: 61 n.235. "Crescenzi 1981: 178 con provenienza “colle Petrone o ponte Rosso”: Ceccarint 2001a: 68 n.317; Cai 2007: 93,94 fig. 1 n.6, 1 1 materialesi nota lungo tutta a scarpata che costeggia la strada a partire dal ponto in cui, raggiunta la sommid, inzia a riscendere verso ovest. L'area soprastante, terazzata dala scarpata, corrisponde αἱ civico n. 63 e non permette alcun tipo di indagine essendo completamente adibita & giardino ed annessi. Alcuni fr. di materiale edilizio sono appoggiati anche lungo il muro di recinzione della proprietà, ugualmente non ricognibie,immediatamente ad st di questa, la quae occupa la zona centrale dell altura. P" Cagara 1995: 227 fig. 229. ^ Non è stato possibile accedere e quindi osservare con maggiore cura l'area, che ricade all'interno del civico n. 48. 79 L'area è compresa in un settore nel quae risultano prevalent le 20ne edificate e quelle incole,

piccolo fosso, posto alle pendici sud-occidentali di una terrazza aperta a sud e delimitata da alta scarpata su tutti i lati", su una superficie di mq. 2000 circa, affiorano in bassa concentrazione’! scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di tegole a impasto prevalentemente arcaico, diversi di età tardo-arcaica/alto repubblicana, tra cui alcuni frr. di coppo, pochi frr. di tegole e coppi a impasto rosato e chiaro, meno a impasto rosso, di età romanae chiaro di età imperiale, oltre a pochi laterizi chiari a taglio triangolare, tessere di mosaico nere sia piccole che di media grandezza, fr. dî dolio a impasto arcaico, pochi fir. di ceramica comune, africana da cucina e di anfore. 1 materiali sembrerebbero riferibili ad una casa/fattoria di età arcaica le cui fasi di vita raggiungono l'età tardo arcaicaalto repubblicana, e successivamente ad una struttura rustica

—1 fr. di parete in impasto arcaico. τι fr di parete in impasto tardo arcaico, Fitili non vascolari —3 frr pertinenti a base di fornello non id. di età tardo-arcaica ὁ alto repubblicana. 456. BASOLI m 370 s.l.m. C. le Caldaro - Via Colle Caldara

Nel giardino di un'abitazione lungo una traversa sul lato orientale di via Colle Caldara sono conservati dieci basoli in selce di grosse dimensioni, di cui tre riferibili al margine stradale”.

in uso almeno nella media età imperiale. È probabile che l'af-

fioramento costituisca le estreme propaggini di un sito da ubicarsi nell'areapiù alta, al momento non ispezionabile.

Africana da cucina — 1 fr di parete di casseruola di tipo non id. in ceramica africana polita a bande. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 ft. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — frr di parete pertinenti a forme non idd. — 2 frr di fondo forse pertinenti acasseruola non id., per la presenza delle scanalature esterne. — 2 frr di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. = 2 fr di fondo piatto pertinente forse a tegame non id. Anfore ~2 — 4 — 1 = 1 = 1 — 1

frr di parete di produzione vesuviana. fr. di parete di produzione tirrenica. ἄν di parete di produzione spagnola. fi di parete di produzione gallica. fr di paretedi produzione africana. fr. di parete di produzione non id.

Opus doliare = 1 fr. di parete in impasto tardo arcaico probabilmente perti nente a braciere non id. 20 1 terreno ricade nella proprietà αἱ civico n. 63. La morfologia del l'area soprastante appare leggermente modificata, almeno nel settore nordoccidentale dove è recente ia costruzione di una nuova abitazione, corri spondente al civico n.47, con sistemazione delle adiacenze e realizzazione di un muraglionedi contenimento lungo il ato occidentale, che forse ha ne. cessitato la parziale rettifica dl perimetrodel pianoro su questo lato, Nella parte restante del pianoro insiste un vecchio edificio circondato da area a Parco in stato quasi di abbandono, al momento non ricognibil 7" La concentrazione del materiale tende leggermente ad aumentare nel settore più alto del terreno a ridosso della scarpata che delimita l'area soprastante. In particolare sul margine meridionale dl terreno, nel settore più alto, sono state accatastate diverse scaglie di selce, qualche fr. di tegoJa ad impasto chiaro e piccoli acer di massetto pavimentale. 7" basoli i trovano all'interno della proprietà distinta dal civico n 52. I proprietario assicura che dovrebbero provenire da un vigneto poco a sud dell'incrocio di via Piazza di Mario con via dell'Olmo.

457. VILLA m 430 s.Lm. C. le Caldaro - Via della Mortella

Nel settore sud-orientale del sistema collinare di Colle Caldaro, attraversato trasversalmente da via della Mortella, agli inizi del Novecento, Lanciani segnala l'esistenza di una villa, lambita presumibilmente dal diverticolo"* (B^). L'area corrisponde a due terrazze sovrapposte, affacciate verso sudest, che salgono dal lato settentrionale di via della Mortella”® 458-459, VILLA m 448-430 s.l.m. C. le Colonna - Via Colle Caldara. Via della Mortella.

458. Area di frr fitii. Dal lato occidentale di via Colle Caldara si allontana una strada che attraversa il settore settentrionale di Colle Colonna, nel punto in cui questo si abbassa verso sud con modesta pendenza fino ad un morbido pianoro, delimitato sui lati ovest e sud da alta scarpata. Nel settore settentrionale dell'area", nel terreno retrostante un vecchio edificio nella cui muratura sono riutilizzati ampiamente fir. di tegole a impasto rosso e rosato e fi. di dolia ad impasto chiaro e rosso di età romana e cubilia in selce (cm 6,5x6), affiorano in media concentrazione nonostante la bassa visibilità, su una superficie di mq. 1.400 circa: scaglie di selce e molti fr. di tegole e coppi, tra cui sporadici a impasto arcaico e chiaro riferibili a età tardo arcaica» Basa, Roma XI 65, con posizionamento. 1 l confronto con la cartografia fornita da Lanciani, su base IGM, ha permesso di individuare l'area corrispondente llincirca ala superficieocSupata da due propricà private su lato settentrionale di via della Mortlla ai civici nn. 53, 90, che si distendono sulla terrazza inferiore, mentre quella superioreè part incolta e invasa da vegetazione, parte occupata da una terza proprietà. In nessuna di queste, malgrado ripetuti tentativi, mi è stato concesso di accedere. wT ettore meridionale dellatura è per la maggior parte occupato da abitazioni, mentre le pendici sul versante occidentale, piuttosto scoscese, sono ἃ bosco con fondo sporco. Ua abitante della zona, proprietario di un'abitazione poco sud del vecchio edificio, lungo il morbido declivio con cui l'alura s abbassa, ricorda che nel sistemare l'area intorno ll abzione perimpiantare il prato notò che affioravano moltissimi frr i tegole pasto chiaro e rosato, oltre a scaglie di selce. 519

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alto repubblicana, numerosi a impasto chiaro e rosa di età romana, qualche mattoncino di opera spicata a impasto giallo, oltre a rari e piccoli frr. di comune da fuoco”. Nella proprietà adiacente a nord-est, leggermente rialzata rispetto a questa, la quale occupa la parte più eminente dell'altura, resta un vecchio edificio nella cui muratura sono ugualmente presenti diversi materiali di reimpiego”, 459. Materiale sporadico. Poco a sud-est del superamento del fosso di Minella, il lato a monte di via della Mortella è costeggiato da alta scarpata che delimita le pendici occidentali di un ampio pianoro. Tn sezione nel terreno e scivolati dal ripido pendio si riconoscono molti fr, anche di grandi dimensioni, di tegole a impasto rosato e coppi a impasto chiaro di età romanae frr. di ceramica comune e anfore, oltre a numerose scaglie di selce di medie dimensioni!” L'affioramento, unitamente ai materiali rinvenuti alla base del versante sud-occidentale sulla scarpata che costeggia Via della Mortella (n. 459), è probabilmente riferibile ad una modesta casa/fattoria di età arcaica o tardo arcaica, sulla quale nel corso almeno della prima età imperiale si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, che doveva allargarsi su tutto il pianoro su una superficie complessiva di non meno di 40.000 mq, 460. AREA DI FRI. FITTILI m 427 s.l.m. Via Colle Noce

Fig. 291. SS. 7 Via Appia Nuova. Cunicoli: pianta(n. 461).

Lungo via Colle Noce, circa m 50 ad ovest dell’incrocio con via della Mortella, un vecchio edificio occupa un modesto pianoro alle pendici sud-orientali della dorsale collinare, immediatamente prima che questa inizi a scendere con pendenza accentuata fino alla sottostante SS. 7 Appia Nuova'®. Nel terreno circostante l’edificio, recentemente interessato da sbancamenti per allargare e spianare l’area, su mq. 600 circa, affiorano scaglie di selce di medie dimensioni e frr. di tegole a impasto arcaico e chiaro di età romana. Un numero maggiore di materiali soprattutto da costruzione affora nella fascia di terreno sul margine settentrionale della proprietà risparmiata dall’abbassamento di livell steggia il margine stradale®”. Qui sono presei concentrazione grossi fr. di tegole a impasto arcaico e tardo arcaico-alto repubblicano (Tav. III, 11), alcuni a impasto chiaro sabbioso (Tav. III, 12), pochi fir. di tegole a impasto chiaro di età romana, qualche laterizio a taglio triangolare a impasto chiaro e rosato, in minor numero ad impasto rosso, cubilia in peperino (cm 6,5x7,5; 9x10,5) frr. di anfore e piccoli frr. di ceramica comune?"

^^ La proprietà corrisponde al civico n. 123. L'area retrostante il vecchio edificio, pianeggiante, gode di unabellissima esposizione, sovrastata a ποιὰ dal Monte Spina ed aperta verso sud. 7" La proprietà corrisponde al civico n. 133, L'arca soprastante non è ricognibile in quanto le pendici, peraltro molto ripide, sono occupate da bosco a fondo molto sporco mentre i etto re occidentale del pinoro, terrazzato dall'alta scarpata, è parte incolto, par te occupatoda un'abitazione ancora in costruzione, con accessoal civicon. 105 di via Colle Caldara 7" L'edificio, distintodal civico n. 10, insiste nel ettore meridionale di Colle Noce dove e curve di livello si allargano e la pendenza, inizialmente accentuata, si distende in appezzamenti quasi pianeggianti. LÌ terreno anti

stante l'edificio, che riprende a scendere verso sud, ἃ occupato da oliveto incolto e a fondo particolarmente sporco. © Lo sbancamento deve avere, in gran part, asportato anche lo stato archeologico, il che giustifica la maggiore concentrazione di materiale risconrat nell'unica fascia risparmiata. Un abitante della zona ricorda les stenza di “muri antichi? poco a ovest del sit, in un'area ugualmente quasi pianeggiante e leggermente rialzata, nella quale insiste ancora un vecchio edificio nella cui muratura si vedono f di tepole chiare ἃ rosate edolia ad impasto rosso. Non è stato però possibile indagare l'arca, sulla qua si trovano ora una nuova abitazione appoggiata al vecchio edificio e altre due in costruzione, perl diniego del proprietario. (VIL forte abbassamentodi livello ἀεὶ terreno ha scoperto le fondazio-

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1 materiali sembrerebbero suggerire la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, anche in considerazione della posizione dell’affioramento può, forse, ipotizzarsi lo sviluppo di un impianto rustico, presumibilmente durante l'età primo e medio imperiale. Comune da fuoco

~ 1 ft di orlo di coperchio assimilabile al tipo Ostia IL 513, at testato in contesti datat all’età flavia, probabilmente durant la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)"". Anfore 2 frr di parete di produzione egeo-orientale. ~ 1 fr. di parete di produzione africana. 1 fi di parete di produzione tirrenica. ~2 fir di parete di produzioni non idd. Opus doliare ~ 1 f di bordoo piede in impasto arcaico pertinente probabilment a braciere non id. 461. CUNICOLI m 383 s.Lm. 88. 7 Via Appia Nuova

All'interno dell'area occupata da una falegnameria, lungo il lato settentrionale di via Appia Nuova poco a est del km 35, alle pendici meridionali del bosco della Faiola?”, lungo una balza tufacea, si aprono diversi cunicoli, che captavano le acque dalla vena di montagna soprastante” (Fig. 291) L'ingresso al primo cunicolo, quello meglio ispezionabiJe", si apre quasi all'estremità sud-orientale dello sperone roccioso?, m 1,20 circa al di sopra del p.d.c. attuale”! (Fig, 292). È largo m 0,46 alla base, con canaletta centrale sul fon-

do, ed alto m 1,57 circa fino alla volta tondeggiate (Fig. 293, 2-b). Nei primi m 4,80, nei quali procede verso sud-est, la sezione conserva in gran parte le caratteristiche originarie con una larghezza che tende a restringersi leggermente fino a m 0,40. Prima di piegare bruscamente verso nord-ovest lo speco si allarga in una sorta di piccola camera con pareti irregolari e sgrottate, larga m 2 circa e lunga m 1,70 circa, il cui lato meridionale è ormai aperto verso l'esterno, probabilmente in seguito al crollo della parete. Da qui lo speco si allunga con percorso rettilineo per m 7 circa con una larghezza che dai m 0,55 circa iniziali si riduce a m 0,40 ed un'altezza compresa tra m 1,35 e 1,65 e volta tondeggiante. La sezione diviene assolutamente irregolare, in parte per lo sgrottamento in parte per le lingue basaltiche, risparmiate dallo scavo, che in diversi punti attraversano il bancoed invadono parzialmente anche il fondo dello speco (Fig. 293, c-d). Per

Fig. 293. SS. Via Appia Nuova. Cunicoli: sezioni(n. 461).

ni del vecchio edificio nelle quali si vedono reimpiegati, come pure nella muratura dell'elevato, moli fr. di tegole ad impasto rosato, chiaro e rosso, fir di dolio a impasto rosso e chiaro, ra cui alcun orli, qualche fr. i anfora 7" Ostia Il: 101, 260-261,tav. XXVIII i L'accesso all'area è l civico n. 168 di via Appia Nuova. » Fatta eccezione per il primo, che immette nel cunicolo principale, gli altri spechi sono stati evidenziat dall'ampio taglio delle parete, che i ha

sezionati, effettuato per regolarizzare la balza che rasi allunga verso nordvest per guadagnare terreno. 77 Lcunicoli sultano, al momento, percorribili per lunghezze differenti causa del loro stato di conservazione. FII banco carro cui è scavato è ricco i gross inclusi che ne dimintiscono la coerenza. 27" Da questo speco sgorga ancora poca acqua, ncanalata ed usata dal 1a falegnameria. 52

Fig. 294. SS. 7 Via Appia Nuova. Cunicolo (n. 461).

Fig. 295. 88. 7 Via Appia Nuova. Cunicolo(n. 461).

m 2,60 circa il percorso piega leggermente verso nord, riassumendo una sezione pitt regolare con una larghezza media. di m 046, prima di girare nuovamente verso ovest per m 4,50 circa lungo i quali conserva la sezione originaria, con larghezza compresa tra m 0,50 e m 0,55 ed altezza di m 1,55 circa. L'ultimo tratto ispezionabile?", lungo m 6,20 circa, assume un orientamento vicino all'asse nord-sud e presenta. sezione leggermente sgrottata, soprattutto lungo la parete. orientale, mentre sul lato opposto, quasi all'inizio del tratto, fuoriesce dalla parete una lingua basaltica. A m 23 circa dall'ingresso a questo cunicolo, lungo la parete sezionata, m 0,85 circa sopra al p.d.c. attuale, si apre un secondo speco (Fig. 294). Questo, largo all'ingresso m. 0,46 ed alto m 1,68, con sezione abbastanza regolare e volta tondeggiante, sembra procedere decisamente verso est, sebbene sia ispezionabile per soli m 0,90 di lunghezza oltre i quali è completamente interrato”. Una terza apertura si nota ancora m 16,50 più a nord,

lungo la parete, m 3,25 circa al di sopra del p.d.c. attuale (Fig. 295). Questa, larga m 0,58 ed alta m 1,33 sopra l'interτὸ che rialza il fondo, immette in un cunicolo che si dirige, nei primi m 5,30 verso nord?" (Fig. 293, e-f). In questo primo tratto presenta volta tondeggiante sebbene piuttosto irregolare e sezione abbastanza ben conservata, larga m 0,55/0,43, fatta eccezione per primi metri all'ingresso della parete occidentale, che appare irregolare e sgrottata in più punti. Sul lato orientale, a m 2,50 circa dall'ingresso, alla base della parete è scavata una piccola nicchia, larga m 1,10 e profonda m 0,30. TI cunicolo prosegue per m 6,30 piegando verso ovest, con caratteristiche simili al tratto precedente fino a terminare in una vasta camera a pianta allungata, il cui ingresso, alto m 1,60e largo m 1,10, si apre lungo la parete a m 2,50 dal p.d.c. esterno. La camera, lunga complessiva mente m 5 si articola in una serie di nicchie laterali. Le prime due, speculari, si aprono a m 0,60 circa dall'ingresso, larghe m 0,80 e profonde m 0,40 circa. Al termine di un picco-

In seguito l'ispezione è resa impossible da crollo e dallinterro che anno invaso i fondo dello pco. 5 B probabile che questo sia in relazione con il cunicolo precedente con i quale, procedendo in questa direzione, andrebbe ad incontrarsi. Non è anzi escluso che possa trattasi non di un ramo secondario ma

proprio dello steso cunicolo, tag io in questo punto dallo sbancamento. © Anche questo cunicolo potrebbe essere in relazione, o semplice» mente una parte, di quell lungo la parete, ici taglio ha toto continuitàe reso difficile comprendere le relazioni tra di essi.

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4644! bos

Fig. 296. 58. 7 Via Appia Nuova. Canale di drenaggio (n. 461).

o “corridoio”, lungo m 1,35, largo 1,05 ed alto m 1,45, il ato occidentale si allarga in un piccolo vano, tondeggiante, largo all'ingresso m 0,85 e profondo m 1,85 circa, mentre il lato di fondo settentrionale si allarga in una profonda nicchia, larga m 1,25 all’ingressoe profonda m 1 circa. Anche la balza tufacea che costeggia l'ingresso su via Appia Nuova e tutto il perimetro sud-occidentale dell’area occupata dalla falegnameria è stata oggetto di regolarizzazioni che hanno probabilmente “tagliato” altri cunicoli. In particolare proprio nella parte prossima all’ingresso si può notare in sezione, per un'altezza di 5,70 dal p.d.c. attuale, un canale completamente interrato, largo m 0,60, per il drenaggio delle acque dalla terrazza superiore (Fig. 296).

Fig. 297. C. le degli Olmi. Posizionamento della struttura e dell'areadi fr. fi (n. 464) e dei basoli (nn. 463, 465). ma metà del Seicento, di un'urna sepolcrale di marmo bianco fornita del coperchio! 463. BasoI m 468 s.l.m. C. le degli Olmi

Il Teoli ricorda il rinvenimento alle falde della Faiola, vicino alla fonte di Acqua Lucia”, presumibilmente nella pri-

A circa m 65 dal margine occidentale del sentiero che dalla SS. 7 via Appia Nuova" sale attraverso il bosco di Colle degli Olmi fino alla Faiola e a m 125 circa a monte. del muro in opera reticolata (n. 464), sono visibili cinque. grossi basoli in selce?" (Fig. 297). Sono riferibili alla viabilità che, staccandosi dal lato settentrionale della via ripetuta dalla SS. 7 Appia Nuova (C), risaliva verso nord la dorsale di Colle degli Olmi (c3), fino a ricongiungersi con Ja strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino alla via dei Laghi all'altezza della Spina (2).

"La “Fontana d'Acqua Lucia” è riporats nella carta del 1785 dell Astolf (Bav, St. geogr. S. 5, riprodotta in Fauraz. 1972: I ave 202203), così come in quella del 1763 del Nolli (ΒΟΥ, Cabreo Nolli, tav. I VII, E "Fontana d’ Acqua Lucia"). ‘98 Teou 1644: 108-109(*.. e hora la coserva Cammillo Ativeriy") riportato da Lanciaxi mss. 85/2: 38.

5 Si tata di un sentiero che partendo all'altezza della curva, in pros. simitd del km. 33, vicino all'ingresso alla falegnameria Tl, raggiunge quello che procede verso nord fno alle Macchie La Faiola, riportato anche nel E150 I SOsonodell'IGM in scala 125000, nella levata del 1936. 7" I basoi ammucchiati quasi sul margine occidentale del pianoτὸ che costeggia sentiero, ad una quota leggermente rialzata.

462. MATERIALE SPORADICO “Fonte di Acqua Lucia”

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interi (m 1,10x0,45x0,50; 0,90x0,45x0,50) e uno spezzato in peperino. Pochi metri più avanti, lungo il margine occidentale del sentiero, rimangono resti della preparazione di un pavimento, per una lunghezza max. di m 3,80 circa ed una larghezza di m 0,70, delimitato sul lato occidentale da un muro in opera reticolata conservato per m 0,15 circa di altezza al di sopra del piano di spiccato e per uno spessore max. di m 0,35 (Fig. 298). Nel bosco, m 5 circa dalle strutture, sono un fr di rocchio di colonna liscia, in peperino (alt. max. m 1,18; diam. m 0,58), e numerosi cubilia di selce (cm 5x4,3). I materiali sembrano attestare la presenza di una villa, presumibilmente in uso tra la la fine della prima e la tarda età imperiale. Sigillata italica — | fr di parete di coppa emisferica riferibile al tipo Conspectus 364, databile dall'età tiberiana alla fine del I sec. d.C”. 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata afticana. — 1 fr i fondo di scodella non id., în produzione A”, databile dalla fine del IT alla fine del ΠῚ sec. d.C. Africana da cucina — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Fig. 298. C. le degli Olmi. Struttura in opera reticolata: piantae sezione (n. 464).

Comune da mensae da dispensa — 3 fe. di parete pertinentia forme non idd.

464. STRUTTURA IN OPERA RETICOLATA E AREA DI FRR. FITTILI m462454 sm. C. le degli Olmi

Comune da fuoco

Nel bosco di castagni lungo il lato settentrionale della SS. 7 via Appia Nuova, all'altezza del Km. 33,500, si conservano alcuni resti antichi". Circa m 220 dalla statale lun20 il sentiero che sale fino alla Faiola, nella scarpata che lo costeggia sul lato occidentale, si notano alcuni materiali ceramici e da costruzione la cui concentrazione aumenta procedendo verso nord (Fig. 297). Scivolati lungo le pendici, in bassa concentrazione, su un’area di almeno 1.800 mq. affiorano frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato (Tav. III, 13) di età romana, lastrine di rivestimento di marmo imettio (cm 1,7), tessere di mosaico bianche di piccole e medie dimensioni e nere di piccole dimensioni, frr. di dolio a impasto rosso, ceramica comune sigillata siaitalica che africanae africana da cuciNel punto in cui l'affioramento di materiali diviene leggermente più consistente, tenuto conto del basso grado di visibilità consentito dal fondo boschivo, sul margine orientale del sentiero, sono visibili anche due blocchi parallellepipedi 2" Snai, Archivio Pratiche. Velletri. Varie, Relazione U. Barbieri del 31 ottobre 1984 nella qualesi fa riferimento ad uno scavo clandestino e alla presenza nei pressi dei rest di un muro in opera incerta; Sri, Ciccorn, ManoaNELLO 2001: 156-159 scheda BAT; Ciccorn, MANGANELLO, Smuxr 2008: 186. 524

— 1 fr di tegame assimilabile al tipo Broise, Scheid 1987, fig. 220b, 224, attestato in contesti compresi tra il IV c la prima metà del VI sec. d.C: (Tav. XIX, 3) — 2 frs di parete pertinent ἃ forme non id 465. BasoL1 m 456 sm. C. le degli Olmi A m 50 circa dal margine occidentale del sentiero che, attraversando Colle degli Olmi sale fino al bosco della Faiola e a m 75 circa a valle rispetto alle strutture in opera reticolata (n. 464), sono visibili due basoli in selce, di medic dimensioni (Fig. 297). I basoli, che si trovano quasi al centro del pianoro che costeggia il sentiero, sono riferibili ad una viabilità che, staccandosi dal lato settentrionale delJa via ripetuta dalla SS 7 Appia Nuova (C), risaliva verso nord la dorsale di Colle degli Olmi (c3), fino a ricongiungersi con la strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino alla via dei Laghi all’altezza della Spina (c2). 2% Conspecuts 114, tav, 32. 2 Bros, Sci 1987: 172-173, 182,263.

466. MATERIALE SPORADICO m 450 s.l.m. C. le degli Olmi

A circa m 50 dal margine occidentale del sentiero che salendo dalla SS. 7 via Appia Nuova attraversa Colle degli Olmi fino al bosco della Faiola, resta un blocco parallelepipedo in peperino (m 1,35x0,60x0,60, con incasso rettangolaTe m 028x0,42), m 160 circa a valle delle strutture in opera reticolata (n. 464). Il blocco potrebbe riferirsi allaffioramento n. 464, dalla cui area è presumibilmente scivolato, piuttosto che alla sostruzione della strada che doveva attraversare Colle degli Olmi, diretta verso nord (c3). 467. MATERIALE SPORADICO πὶ 451 s.m. C. le degli Olmi

A circa m 30 dal margine occidentale del sentiero che saendo dalla SS. 7 via Appia Nuova attraversa Colle degli Olmi fino al bosco della Faiola, resta un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,60x0,40x0,40), m 200 circa a valle delle strutture in opera reticolata (n. 464). Il blocco potrebbe riferirsi riferirsi all'affioramento n. 464, dalla cui area è presumibilmente scivolato, piuttosto che alla sostruzione della strada che doveva attraversare Colle degli Olmi, diretta verso nord (c3) 468. BasoLo m 443 s.l.m. C. le degli Olmi

In prossimità del margine occidentale del sentiero che dalla SS. 7 via Appia Nuova sale attraverso il bosco di Colle degli Olmi fino alla Faiola, m 250 circa a valle elle strutture in opera reticolata (n. 464), resta un basolo in selce, di medie dimensioni È riferibile ad una viabilità che, staccandosi dal lato settentrionale della va ripetuta dalla SS. 7 Appia Nuova (C),risaliva verso nord la dorsale di Colle degli Olmi (c3) fino aricongiungersi con la strada che attraversava centralmente la sella compresa tra M. Secco e M. gli Impiccati e proseguiva forse verso nord-est fino alla via dei Laghi all'altezza della Spina (c2). 469. MATERIALE SPORADICO m 450 s.m. M. Secco - Via della Pilara

Fig. 299. Macchie la Faiola. Posi jonamento della cisterna (n. 470)

diversi frr. di impasto, relativi a materiale da costruzione sia a impasto arcaico, presenti in minore quantità, che a impasto chiaro e rosato di età romana, un mattoncino di opus spicaTum a impasto rosso, alcune tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, pochi frr. di impasto, piccoli frr. di ceramica comune e di anfore e frr. di grossi contenitori, probabilmente scivolati dalla zona soprastante^". I materiali sembrano attestare, in un’area non individuabile con precisione, la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale tra la tarda repubblica e la prima età imperiale si è presumibilmente sviluppato un edificio rustico. Impasto grezzo — 3 fin di parete pertinenti a forme non id.

Salendo su via della Pilara dalla SS. 7 Appia Nuova si raggiungono le pendici nord-orientali di Monte Secco. Lungo i due sentieri diretti verso la Faiola, che tagliano le pendici con un dislivello tra l'uno e l'altro di m 25, le basse scarpate che costeggiano il lato a monte mostrano in sezione

Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di lla tipo Olcese 2003, tav. XIII, 5, attestato tra ALII sec. a.C. e la fine del I sec. d.C". — fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 2 ἔτι di fondo piatto pertinenti a forme non idd. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

+" In questo setore della montagna il sottobosco appare particolar. mente ricco di rovi esterpaglie, risultato di un taglio non molto recente. Ho ricognito vastamente l'area soprastante, fino ad un ampio pianoro che interrompe il pendio affacciandosi verso sud-est. Le pessime condizioni

di visibilità del fondo non hanno permesso di individuare l'eventuale si to di provenienza del materiale rinvenuto sporadicamente lungo le pendi v" Occess 2003: 85, 525

m 1,95, presenta quasi al centro una lacuna di m 1 circa (Fig. 301). Della copertura con volta a botte, restano appena le reni sui due lati. A m 1,10 dall'angolo nord-occidentale, è l'ingresso ad un cunicolo, scavato nello stesso affioramento tufaceo a ridosso del quale è costruita la cisterna". TI cunicolo, che procede rettilineo verso nord per m 5,10 circa prima di piegare bruscamente verso est con un piccolo salto di quota nel fondo, è largo all'ingresso m 0,95 ed alto m 1,40 circa con volta tondeggiante ed è scavato con una accentuata pendenza verso l'esterno"". A m 2,80 circa dall'ingresso si intravede sulla parete dx. la partenza di un cunicolo secondario presumibilmente con andamento ortogonale al primo?” Fig. 300. Macchie la Faiola. Cisterna (n. 470). Anfore —1 ft di parete di produzione spagnola. — 2 fir di parete di produzione tirrenica,

471-472. VILLA m 390-385 s.l.m. «Pilara»

471. Villa. Lungo il lato settentrionale della via Appia Nuova, all'altezza del km 34, sulle prime pendici della lin-

Invetriata ~ 1 fr di fondo pertinente a forma non id Opus doliare

— 1 fr di dolio dallorlo estroflesso e labbro decorato all’esterno da solcature ipo Carafa 1995, 636°, databile ἃ partie dal VI see. aC (Tav. XIX, 4). 470. CISTERNA E CUNICOLO m 430 s.l.m. Macchie la Faiola

All'estremità sud-occidentale del sistema collinare che dalla Macchia della Faiola si allunga fino alla SS. 7 via Appia Nuova, resta una cisterna costruita a ridosso delle pendici di una piccola altura, affacciata ad ovest sul fosso della Pilara, il quale scorre nella stretta vallata che separa le Macchie della Faiola da Monte Secco (Fig. 299). La cisterna, orientata est-ovest, presumibilmente a pianta rettangolare, è realizzata in opera cementizia con scaglie di selce regolarmente allettate c presenta uno spessore medio dei muἡ di m 0,55/0,60. Attualmente l'interro che la invade fin oltre l'imposta della volta consente di ispezionare solo la metà circa occidentale dell'ambiente, il quale presenta all'interno pareti lisciate?^ (Fig. 300). TI lato lungo settentrionale, costruito a ridosso delle pendici e appoggiato al banco affiorante, è visibile per una lunghezza max. di m 1,50, mentre quello opposto resta fuori terra per m 8,60 circa di lunghezza e per un'altezza di 1,90 circa. Il lato breve occidentale, lungo m 4,80 circae visibile per un'altezza max. di

Fig. 301. Macchie la Faiola. Cistema e cunicolo: pianta e sezione (0.470).

5 Canara 1995: 230. 551 dolia con orlo estrofless e labbro solcato sono tra iù diffusi in ambito laziale (CARAFA 1995: 231). 2 Non sembrano perbconservasi tracce di rivestimento in cocciopesto. 5 L'ingresso allo specoè ormai completamente oblitratoda una tam ponatur in cemento addossata ala parete naturale al centro della quale, m. 0,55 sopra il pc. attuale, è stata risparmiata una finestra (m 0.480,30) che permette di osservare le caratteristiche del primo tato

27"In prossimità dell'ingresso, per m 1 circa, la parete orientale è stat risarcita in eth post-atica. Procedendo verso l'intero la larghezza dello speco diminuisce fino ἃ m 0,72 circa in prossimità del’ angoto con cui pie22 verso es, L'osservazione del defluss delle acque che ancora invadono per diversi centimeti il fondo permette di ipotizzare che si tratt di un ramo late rale anche se non ὃ escluso che possa trattarsi semplicemente di una nicchia

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gua collinare compresa tra i fossi di S. Martinella e della Pilara, il Lanciani agli inizi del Novecento segnala l’esi stenza di una villa”. L'area in cui sono posizionati i resti sembrerebbe corrispondere in parte a quella erosa da una cava di selce”, in parte al settore edificato immediatamente soprastante, mentre l'estremità sud-orientale sembrerebbe essere stata tagliata dal passaggio della strada statale. 472. Materiale sporadico. Sul lato meridionale della SS. 7 Appia Nuova, nell’area antistante i resti ricordati da Lanciani, sono riutilizzati in un muretto di recinzione, oltre ad alcuni frr. di tegola a impasto chiaro di età romana, due frs. di orlo di dolio, un fr. inferiore sx. di cippo in peperino (m 0,28 max.x0,30 max x0,40)*". 473. CisTERNA m 398 s.l.m. «Pilara»

Sul lato settentrionale della SS. 7 Appia Nuova, poco ἃ nord della villa n. 471 alla quale doveva assicurare l’approvvigionamento idrico, Lanciani, agli inizi del Novecento segnala l'esistenza di una cisterna ("Piscina")*". L'area nella quale è posizionata la struttura sembrerebbe corrispondere al settore occidentale di quella in gran parte erosa da una cava di selce, sul lato settentrionale della statale”. 474*. MATERIALE SPORADICO M. Secco

1I Piazza ricorda il rinvenimento nel 1777 de "la bella testa di Augusto, ... le iscrizioni, colonne rotte ed altri marmi scelti” a Montesecco™. La testa, tradizionalmnte identifica» ta con quella su statua di togato al Louvre (n. 563"), anche sulla base di alcune discrepanze sia stilistiche che cronologiche rilevabili in Fea e Bernouille, potrebbe, invece, riferirsi ad un altro esemplare.

475. DIVERTICOLO m 410-400 s.l.m. M. Canino - via Montecanino

Dal lato sx. della via Appia antica, quasi all'altezza del XIX miliario, come indicato da Lanciani, si distaccava un breve diverticolo in direzione dell'impianto residenziale sul versante occidentale di M. te Canino®": La strada anti liva verso nord-est con percorso spostato pochi metri a nord rispetto all'attuale via Monte Canino. 476-478. VILLA E TOMBE m 415-410 s.l.m. M. Canino

476. Strutture murarie, tomba e materiale sporadico. Nel settore sud-orientale del pianoro, articolato in due vaste terrazze prospettanti sulla via Appia antica, che caratterizza la sommità dell’altura immediatamente a ovest di Monte Canino, il Guattani ricorda la realizzazione di alcuni scavi agli inizi dell'Ottocento? che rilevarono la presenza: di un lungo fronte a nicchie “alternativamente curve e quadrate” nella terrazza inferiore; di resti di altre strutture nella terrazza superiore, alcune delle quali in opera reticolata. Nel corso degli scavi Vescovali, Castellani si rinvennero "nell'angolo del fabricato il più remoto della via che guarda verso Genzano ... una stanza nobile tutta incrostata di mischy, con comicette di rosso antico, e pavimento di lastre di verde antico contornato da una fascia di marmo. All’interno si recuperò una statua "al naturale dell’Esculapio giovane”, acefala e mancante di parte del braccio dx." e nell'angolo opposto una tomba della quale rimaneva: parte del recinto in opera quadrata e “un sepolcro composto da due soli pezzi di peperino di enorme grandezza, ... incastrati l’un con l’altro con taglio verticale", superiormente centinatialti circa 11 palmi, larghi c spessi 5 e un quarto?*. A circa 30 palmi dalla statua si rinvenne un calidario a pianta ottagonale “ in opera laterizia coi consueti tegoloni nel pavimento, e tubi quadrati nelle pareti...”. Sui mattoni quadrati e triangolari della cortina erano i bolli di Aur(eli) Thall(i) ex figl(inis) Marciantis)"", L.

2» Lanciani (Basa, Roma XI. 65.8.) indica un vasto edificio cui do 7 Basa, Roma XI. 65.8; Lanciani mis, 85/2: 40r; Lin 2001: ὃ fgg. veva condurre il divertcolo, posto su lato dx, dello stess. TI diverticolo 7" Nell'area della cava, riportata anche nel F. 150 II SO dell'IGM in sembra corrispondere con maggiore precisione a quello che ora è solascala 125.000 nella levata del 1936 ("Cave"), immediatamente a nord di mente un breve vile d'accesso ad una proprietà che costeggia la strada statale, perfettamente parallelo all'atuale via di Monte Canino, la quale, “Font.na Pilara da alcuni anni εἰ è impiantato un depositodi legnami. 7 Non mi stato possibile prlustrare i terreno, proprietà del istoran- pochi metri a sud, sale fino a raggiungere il sto in cui si conservano delle stature spostate quindi sul lato sx. della strada moderna (Litta 2001 te "La Rosa dei Vent”, limitrofo al muretto di recinzione 9 Basa, Roma XI. 65.8; Lanciant mss. 8572: 40; L12001: 8 figg Siig. 1). “> GuaTTANI 1817: 137-142 perl rinvenimentodi: ari rocchi di colonna lisce di bigio, di granito rosso, “di marmo greco semplice” e scanalate di = Vd. nota 5200. alabastro fiorito di peperino “una manina ed una coscia di figuradi palmi. P" PIAZZA 1197; WincKEL MANN 1832: 691 nota 37 (“alta testa di que rca”: moli ornatini di palombino incoricat di porfido e serpentino, rapsto imperatore d'eccelente scultura, ma giovane e senzacorona, fu nel me desimo territori ritrovata con altre antichità nella contrada di Monte Secco presentant piccole maschere ed alt ornamenti graffito”; un'antefissa fit a quatro miglia dalla cità, la qual testa ora conservasi nel Musco Pio le “adornadi un vaso e due delfinett” cf Lit 2001:43. 7" GUATTANI 1817: 137-138 ricorda che la statua si trovava dopo il suo Clementino"); Fra: 1836: 194, secondo il quale essa “ora adora il Museo Pio Clementino”; Bauco 1851: 479 il quale ricorda il rinvenimento di un rinvenimento nel “Cimeliarco del Si. Ignazio Vescovali situato .. in piaza Roma. busto di Augusto: BERNOULLE 1886: 37 not 1 a proposito del fatto che Fea zadi S. Carlo al Corso”, attribuisce all esta "ati giovanili, che non si adatta esattamente alla te> GUATTANI 1817: 141-142 ricorda che i "due massi formavano intesta dell statua parigina”; cf. GUATTANI 1787: 8611 quale ricorda i rinveni- riormente un vacuo cilindrico del diametro di un palmo e un terzo, ov'é da mento della iscrizione Hoc monumentum / testamento | fier iussit hs credere che fo già il pilo delle ceneri." =» Guxria 1817: 142; CIL XVI, 326, 3: AUR THALL EX FIGL ICCCC | arbitratu | Hermetis et Plegusae lib; CARDINALI 1839: tav. tra 168-169, 170-171; LANciani mss. 8572: 74; Crescenzi 1981: 80. MARCIAN, 527

Bruttidi Augustalislopus doliar(e)*®, Serviano HI co(n)s(ul) Sal(arese sc. opus) ex pr(aedis) L. C(aecili) Iuven(tiani)"", Ex fig(linis) DomitiaelDomitiani Sulpicianu(m sc. opus)?" circa 123, M. Valeri Prisci opus doliare"", C. Naevi C. 1. Alexandri); C. Naevi C. 1. Apolloni?*, oltre a quello frammentario [ - - - Jomitiae®". 477. Strutture in opera incerta, reticolata, listata e mista. Delle strutture ricordate dal Guattani attualmente è riconoscibile, in corrispondenza dell'estremità settentrionale della proprietà, solo il muro a nicchie in opera reticolata di peperino con successivi interventi in opera laterizia™, il quale sostruisce il fianco della terrazza superiore. La struttura che regolarizza la fronte corre per m 84 circa in direzione estovest, conservata per un'altezza max. di m 2 circa?" (Fig, 302). A partire dall'estremità occidentale si conserva un primo tratto, di 4 m circa, in opera reticolata, al quale ne segue un altro, di 2 m circa in opera listata. AI termine di un successivo tratto di m 3,30 circa, nel quale l’interro non consente, al momento, di rilevare le caratteristiche”, è riconosci le, la partenza di un muro ortogonale che doveva delimitare il lato occidentale della terrazza superiore. Dopo un tratto di m 5,65 in opera incerta, il muro prosegue per m 30 circa in opera reticolata?" con un fronte arretrato su cui si aprono

nicchie alternativamente quadrate e semicircolari, di uguale larghezza (m 1,10 circa), poste a distanza regolare (m 2,80)*. Queste conservano evidenti tracce di calcare sulle pareti e la loro base ha un piano di malta lisciata”". Dopo un rifacimento il muro prosegue nuovamente con una parete rettilineae non più a nicchie, in opera incerta, con un'altezza max. di m 1,50 circa, con evidenti tracce di rivestimento in cocciopesto. Più avanti, si stacca dal fronte un muro ortogonale in opera incerta, conservato per m 1,90, al quale si appoggia una struttura a base semicircolare con elevato troncoconico in laterizio, appoggiata su un lato anche alla fronte della sostruzione, la cui cortina diviene, a partire da qui fino alla fine, in opera mista®®. All'estremità orientale della sostruzione si stacca un secondo muro ortogonale, forse un contrafforte, in opera incerta, largo m 0,90, lungo m 1 circa, con blocchetti angolari. All’angolo tra questo muro e il fronte, su entrambi i lat, è un rivestimento in cocciopesto, relativo alla creazione in epoca successiva, di una piccola vasca appoggiata ala fronte", Sulla terrazza superiore, nella parte più orientale, si legge appena tra la vegetazione, per una lunghezza di m 9,50 circa, un muro con andamento nord-sud, anch'esso in opera incerta™. Alti resti sono visibili lungo le pendici orientali della terrazza, lungo via dei Peschi®, dove appena sporgenti dalla sezione scoperta dell'alta scarpata che delimita il pianoro soprastante, è visibile una serie di muri con andamento estovest, paralleli al fronte soprastante, ma con caratteristiche costruttive e dimensioni differenti. Quello più meridionale, a blocchetti parallelepipedi, fatta eccezione per il filare immediatamente sopra la fondazione in cui sono grandi blocchi squadrati, è visibile 8 m circa più a nord rispetto all'estremità orientale del fronte, conservato per un'altezza di m 1,90 circa, con piano di spiccato a m 0,90 al di sopra della strada. Il muro seguente, in grosse scaglie di selce allettate disordinatamente, è visibile ἃ m 1,70, con pianodi spiccato a m 0,85 da terra, conservato per un'altezza di m 2,10 circa?” Il terzo muro, a blocchetti abbastanza regolari di peperino e in sca-

^ GUATTANI 1817: 142; CIL XV.I, 3776, 18: L. BRUTTIDI AUGUSTALISIOPUS DOLIAR. Attestazioni sono note in ambito laziale "prope Ciampinum” ea "Tibure vel in agro Tiburtino”. 5 GUATTANI 1819: 143; CILXV,1, 515,8: SERVIANO TIL COSI SAL EX PR LC IUVEN. Attestazioni relativamente all'area tuscolana e abana Si hanno, οἶσε che in agro veliterna”, a Tuscolo 5% GUATTANI 1817: 143; CIL XV, $50, 17: E) TIG DOMITIANAE/DOMITIANI SULPICIANU. 7" Quarta 1817: 143; CIL XVI, 1367, 4: M. VALERL PRISCI/ OPUS DOLIARE. ‘3 Guartant 1817: 142; CIL XIV, 4090, 53; CIL XV,1, 1320, 3: C. NAEVI.C. L. ALEXANDR; C. NAEVI. C. L. APOLLONI; Stray 1974. 75:61. 75 Quarta» 1817: 143; CIL XVI, 1818: [- - -]DOMITIAE. 1 Logi 1962: av. 6; Lexi 2000: 164-166n. 15, la quale ricorda an. che l'esistenza “circa 130 metri a Sud del precednte e con andamento quasi parallelo ad sso, . di un altro fronte murario (lungh, m 80 circa) realizza ton cementizio privo di paramento e, rtogonalmente a questo, una struttuτὰ in reticolato visibile solo per pochi metri a causa del parziale interro" Lua 2001: 42-46 n.6, 7571 primi 29 m circa si trovano nella proprietà al civico n. 4 di via Monte Canino, mente la parte orientale, restante, si trova nel giardino di un’altra proprietà, il cui accessoè dala stada per Nemi 7 A parie da questo punto, questo muro pur avendo il medesimo orientamento ἀεὶ precedente, tuttavia ne diverge di alcun gradi verso sud. ‘5 A patre da questo puntoa lettura ὃ complicata dalla presenza di un

interro maggiore e da un crollo verificatosi, forse, già n στὰ pot-antica, come sembra indicare l'esistenza di una ricuciura nell parete. "7 L'angolo formato dall'arretramento del fronte presenta blocchetti ‘angolari. ἢ filo originario del muro prosegue in basso e funge da zoccolo alle nicchie. =! Non ho notato traccia αἱ cocciopesto né i fori per l'uscita e raccolta dell'acqua. ?" La cortina, conservata per maggiore altezza, presenta ue fasce in laterizio: una, di cu si vedono due fiar, all'altezza del piano di campagna; altra, a m 125, che conserva cinque filari, 75 Alla base del lato occidentale del muro ortogonale sembra essere stata creata una vaschetta, larga m 0,58 con terzi appoggiati alla fronte in ‘pera incer, rivestita sia internamente che esternamente di cocciopesto. © Altre strutture fors si trovano in quest'area: tuttavia la presenza quasi ovunque, al momento, di un fitto roveto ne impedisce l'osservazione. 75 La strada, che si stacca da via dei Genzanesi, taglia le pendici sudorientali della terrazza, correndo m 3,60 circa a i soto del pd. su cui si trova il lungo fronte soctrtivo. Questi mari, con diverse quote di spiccatodal momento che s'impostano sul anco tnfaceo la ui altezza va diminuendo da std a ποτὰ, appaiono posti ἃ pettine, presumibilmentecon funzione di controspinta al muro che recingevail pianoro su questo lato, 797 Anche il nucleo, anch'esso a scaglie di selce, ἃ più disomogeneoe la maltapi grossolana, con inclusi di maggiori dimensioni, e meno tenace. Perl assoluta diversità i tecnica costruttiva e material utilizzato sembra apaytenee ad un intervento posteriore, fors resosi necessario a seguito di cedimenti.

Fig. 302. M. Canino. Fronte sostruttivo(n. 477).

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glie di selce, è conservato per un'altezza max. di m 2,30 a partireda m 0,65 dal piano stradale. Il quarto, in opera listata, è posto a m 4,20 dal precedente e parte a livello del piano stradale, conservato per un'altezza max. di m 1,807. Lo spessore dei muri è compreso tra i m 0,72, di quello a scaglie di selce, e i m 0,78, di quello in opera listata. Nel terreno, in prossimità del muro in listato si vedono numerosi frr di laterizi e tegole, alcuni fr. di intonaco rosso con banda azzurra e alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni. Numerosi i materiali antichi che si trovano nel giardino della proprietà al cui interno rimane il fronte a nicchie: due fusti monolitici di colonne lisce, in marmo (alt. m 0,90, diam. m 0,32; alt. m 1, diam. m 0,35); una cassa in peperino quadrangolare (m 0,75/0,77x0,67x0,08), sulla quale sono rappresentate scene di vendemmia 478. Materiale sporadico. Due casse rettangolari in peperino, riutilizzate come fioriere, si trovano nel giardino della casa vicina, a sud-est delle strutture. Sulla fronte hanno tre eroti e due maschere, sui due lati brevi due cani alati, mentre non banno decorazione sull'altro lato lungo. Le strutture esistenti debbono riferirsi, unitamente ai resti ricordati dal Guattani nel declivio soprastante, alla sostruzione di una villa estesa su almeno 48.000 mg, fino alla via Appia antica, e raggiunta dal diverticolo ricordato da Lanciani (n. 475). Sulla base delle tecniche costruttive variamente note e dei bolli laterizi se ne può ipotizzare un utilizzo, forse limitatamente ad alcune fasi, tra l'età tardo repubblicana ed almeno la metà del II secolo d. C., con un prolungamento almeno fino all'inizio del IV secolo, come sembrano testimoniare alcuni rifacimenti al muro di sostruzione. 479. MATERIALE SPORADICO m 395 s.l.m. M. Canino

Nel 1876, nel corso dello scasso per l'impianto di una. vigna, a circa - 0,80 m dal p.d.c., in un terreno (propr. N. Brunelli) sul lato settentrionale della via Appia Nuova, all'altezza del km. 32, si rinvenne una scodella in impasto riferita al II periodo Laziale forse indizio di un abita105». "Un breve tratto di muro in opera reicolata, con blocchetti in corr spondenzadell'angolo meridionale, crollo alla terrazza superiore, è isibile, quasi alla base della scarpata, all'altezza del fronte soprastante "= NarDONI 1877: 176 (* scodella a fondo conico di terra cotta. di colorrossastr .. con una sola ansa in forma di anell . ornata da tre prot beranze simmetricamente disposte μοὶ giro el labbro"); Gatien 1933: 140; Gissow 1964: 376,377fig. 224 n. 61, 379.380; Draco Taoccott 1989: 37, 46 e tav. LXXVIIIΓι. n. 7; Ciagbcet 1996: tav. Il δι. n. 48; Stain, Ciccorm, MANGANELLO 2001: 16 fig. 1 ἜΡΟΝ XIV, 2141 che ne riporta la duplice tradizione circa i inveni mento: secondo Nardoni "Rep. mense Sept. a. 1877 a Thoma Scariolo ne sua vigna in vocabolo Monte Canino presso Civita Lavinia": per Fioresi 1884: 44 scoperta “nelle vicinanze di Marino”; cfr. TOMASSETTI 1979: 290. 5 NarDiNI 1910, il quale ne ricorda il rinvenimento, assieme ad un cippo niliario non scritto cilindrico (atm 1,10; diam. m 0,60) a circa4 m ‘sud dello “zoccolo in marmo che misura m. 0880,76 ed è altom. 0,60"; Gauem 191 : 139; Asiv 1916-17: 12 con erroneo riferimento al XVIII

480*. MATERIALE SPORADICO M. Canino

In un terreno vignato, presumibilmente a Monte Canino, nel 1877, si rinvenne l'iscrizione funeraria CIL XIV, 21415: ον ον ον {τς- Jrio C.f. Florentino| | - - - vilxit ann(is) VIIII m(ensis) X d(iebus) VII { - - - tia Flora fiia) dulcis | et sibi fecit | lib(ertis)liber|tabusque posterisque eorum | Q. f. Donato. 481. MiuiARIO m 390 s.l.m. M. Cagnoletto - V. le Unione Sovi

ica

Lungo il lato nord-orientale di V. le Unione Sovietica, a breve distanza dal ciglio meridionale di via Appia Nuova, alV'altezza del km 31,800, è conservato il XIX miliario della via Appia antica, relativo ad un restauro di Nerva. Il cippo rinvenuto nel 1910 nel corso dei lavori per la realizzazione della via Appia Nuova tra Genzano e Velletri, si presenta in stato di conservazione precario, risultando il testo dell'iscrizione per la gran parte illeggibile?” 482. PAVIMENTO IN OPERA SPICATA m 392 s.m. M. Cagnoletto - SS. 7 Via Appia Nuova Tn una delle proprietà affacciate sulla via Appia antica”, nel tratto in cui, lungo la via Appia Nuova, all’altezza del bivio per Lanuvio, se ne conserva il basolato (n. 485), è visibile una struttura a pianta rettangolare in opera cementizia, pavimentato superiormente in opera spicata (7,10x4,50 m)" Risulta difficile ipotizzare la funzione dei resti considerata la loro esiguità e l'assenza di elementi caratterizzanti 483. MATERIALE SPORADICO m 392 s.l.m. M. Cagnoletto - Via Clerici All'ingresso del complesso residenziale “Montecagnoletto", all'altezza del bivio tra la SS. 7 via Appia Nuova e la. strada per Lanuvio, all'inizio di via Clerici®™, è sistemato un fr. di colonna in peperino (alt. max. m 0,35; diam. m 0,40). miliario; GALIEn 1933: 144, 146 fig. 4; Gauien 1946-48: 121: Cresseot 1949: 86; Towasserri 1979: 290 nota a; Quuact Giai 1985: 74 cata3 n. 22, 1 3; Escu 1988: 16 fg. 2a n. 1, 18; Qui icr 1989: 77, 78 fig. 40; Esci 1997: 7 con posizionamento (fig. n. 7). 57 La proprietàha l'ingresso principale su ia Appia antica n. 8 e quel 10 secondario su via Boccioni, L'attuale proprietaria mi ha assicurato che poco più avanti, sul retro della casa al n. 36, una volta adibito ad orto, anni fa scavando per un pozzo si? rinvenuto un pavimento a mosaico biancoe “$i trata presumibilmente di quanto rimane dei "grandi resti edilizi in calcestruzzo” ricordati da Quiict 1989: 77; Cmagucci 2000: 180 fig. 1 n.52. Genzano, Montecagnoletto, relativamente lla presenza di una villa νὰ InoeGNERI 2001: 262 fig, 2, 1: 2671a quae ne propone identificazione con la “piscina” riportata nell'aa da LANCIANI mss. 85/2: 40r; Lt 2001 46 n. 7. La struttura che si trova al centr del giardino della propric, è delimitarada muri in opera cementizia "rat" all'altezzadel pianodi spiccato e ifoderati in epoca modera. 71D fe si trova quasi davant al civico n.2 529

485. LASTRICATO STRADALE m 395-378 sn. M. Cagnoletto - Via Appia antica.

Nella mappa della tenuta di San Gennaro del 1661, in corrispondenza dell'area sommitale della piccola altura sul lato dx. della via Appia antica, a sud-ovest del XIX miliario. della via, occupata dal Residence "Monte Cagnoletto”, ὃ riportata la presenza di una struttura fornita di un'apertura”.

Sul lato meridionale della SS. 7 via Appia Nuova, a partire dal bivio per Lanuvio fin quasi all’attraversamento del fosso delle Ferrovie si conserva per una lunghezza di m 280 circa, in stato di conservazione non uniforme, il basolato della via Appia antica” (Fig. 303). Nei primi m 14 circa la sede stradale ὃ conservata per una larghezza parziale compresa tra m 1,60 e m 3,40 (Fig. 304, a-b). Il basolato appare piuttosto sconnesso e lacunoso in pit punti, soprattutto lungo il lato sx. Nei successivi m 30,10 circa la pavimentazione, seppure con alcune lacune*", appare meglio conservata, per una larghezza media di m 3/3,20. A questa altezza rimane anche, inglobata nel muro di recinzione di un'abitazione moderna che costeggia il lato dx. della strada, la sostruzione antica, in opera quadrata di peperino®", Di questa è visibile un blocco che fuoriesce per una lunghezza max. di m 0,45 dalla parete. moderna (alt. m 0,53, largh. m 0,45), mentre pochi altri (m. 0,73x0,44x0,50), insieme ad alcuni basoli, sono accatastati alla base del muro, al lato della strada. Nei successivi m 28,70 della sostruzione inizia a vedersi la fondazione, a blocchi di peperino più rozzi, posti tendenzialmente di taglio, fatta eccezione per pochi di testa, che sporge alla base del muro fino ad un max. di m 0,20 per un'altezza di m 0,15 dal p.d.c. attuale", Sul basolato, in migliore stato di conservazione e visibile per 3 circa di larghe: za, restano evidenti i solchi dei carri (Fig. 304, c-d). A partire da questo punto della sostruzione è visibile per m 5,60 di lunghezza il primo filare con blocchi posti in opeτὰ di testa (largh. m 0,50; 0,53; 0,54; alt. m 0,54), i quali sporgono alla base del muro di recinzione moderno™® per m 0,30/0,35. Dopo una lacuna di circa m 7,90 in corrispondenza dell'accesso ad una proprietà la sostruzione è nuovamente visibile, per due filari, per una lunghezza complessiva di m 13,60, sporgente alla base del muro per m 0,75/0,90, per un'altezza di m 0,85 sul p.d.c. moderno (Figg. 305, a-b, 306). 1 blocchi del secondo filare, di testa, conservano traccia di bugnato rustico (lungh. m 0,52; 0,62, alt. m 0,53). La sede stradale appare piuttosto ben conservata, con una larghezza compresa tra m 3,20 e 3,60, fatta eccezione per poche lacune nella pavimentazione soprattutto lungo il lato sx., mentre a dx. sono visibili la crepidine con i paracarri c il marciapiede, largo m 1,15 circa, anche se interrato (Fig. 305, cd ed. Nei successivi m 23,90 della sostruzione a blocchi è vis bile solo il primo filare, di taglio, sporgente alla base del muTo per m 0,32 circa, mentre i blocchi di quello superiore sono nella maggior parte rasati, alcuni mancanti e sostituiti

1 Ast, Catasto alessandrino, Presidenza delle strade, 4334/32, n. C. Il tracciato antico si allontana progressivamente dal lato della stada statale a parre da via F. Clerici finoa via MontecagnoletoIL Cenni in Dc Cuaupy 1769: 382; Lanciani CVarLat. 13045: 249v; COLBURN 1914: 28: CRESSEDI 1949: 90-91; SAL, Archivio pratiche. Vellei. Varie Relazione L. Pietrogrande del 29 Gennaio 1966; Caescenzi 1981: 38; Qunci Gicts 1985: 74 fig. 3 n. 22, 113; Escu 1988: 16fig. 2a punto 2, 19-20; Quruic 1989: 77, 78 figg. 39, 41; Esca 1997: 7 fig. 4b punto 7; Lui 2001: 29. Descrizione e documentazione grafica e fotografica degli

‘anni Sessanta del Novecento in Qui 1990: 51-52 fig. 13 sezioni 17-19, 53 figg 14-15. 57] soli mancanti sono stat sostituiti da pezzature d'asfalto. ?" Lanciani CVarLar. 13045: 247v, 249v. (sezione) 2» L'orientamento divergente dell strada antica rispettoal muro di re cinzione moderno fa si che nel primo ratto a sostuzionesia completamente inglobata all'intero del muro e quindi non visibile esteramente, per poi sporgere progressivamente da un minimo di m 0,10 circa a m 045. ‘11 cancello corrisponde al civico n. 18.

Fig. 303. M. Cagnoletto. Via Appia antica (n. 485).

Fig. 304. M. Cagnoletto. Via Appia antica: sezioni (n. 485).

4845. STRUTTURA MURARIA M. Cagnoletto

530

Fig. 305. M. Cagnoletto. Via Appia antica: sezioni (n. 485).

dine lungo il lato dx. e la presenza della pavimentazione, in + parte nascosta dal manto di asfalto, sembrerebbero indiziare l’esistenza di una piazzola. La sostruzione lungo il lato dx. continua ad essere conservata, appena sporgente alla base del muro moderno, per m 1,15, per un solo filare di altezza per poi scomparire perm 11,60 oltre i quali ricompare per un tratto di m 3 con un'altezza di appenam 0,15 sul p.d.c. Il basolato, largo da m 3,40 a m 3,60, è ben conservato, con crepidine e marciapiede lungo il lato dx., largo da m 1,20 am 1,35 circa (Fig. 305, g-h). Dopo una lacuna di m 4,25, la sostruzione, con blocchi di taglio (lungh. m 1,65; 1,12; alt. m 0,53), sporge di nuovo alla base del muro per m 12,90 con un'altezza che va ad aumentare dai m 0,35 circa iniziali ἃ m 0,95 nel tratto centrale ai m 0,80 finali. Da questo punto fino all’altezza di via G. Segantini, la sostruzione, lacunosa per m 4,90, 2 visibile solo per un tratto di m 2,05 con un'altezza max. di m 0,70 (Fig. 307). In corrispondenza di via Segantini, per m 4,50, la sede stradale perde di pendenza per riacquistarla immediatamente nei successivi m 64,50 al termine dei quali è nuovamente smorzata da un breve tratto quasi in piano™', In questo secondo tratto in discesa il basolato appare ben conservato, fatta eccezione per un'ampia lacuna (lungh. m 3,20, largh. m 1,35) quasi al termine del tratto, con evidenti segni di carro e solo leggermente sconnesso in alcuni punti. La sede stradale, obliterata in parte dall'interro, è larga m 2,60/2,80 circa e corre tra sponde di terra piuttosto alte su entrambi i lati (Fig. 308, a-b). A m 42,50 dall'inizio di questo secondo tratto in discesa Ta recente pulizia del margine stradale sx. ha evidenziato per una lunghezza di m 19,80, la crepidine laterale con i paTacarri ed il marciapiede, largo m 1,60 circa (Figg. 308 c-d, 309). Lungo questo lato, a m 13,10 dall'inizio, si ha un'interruzione della crepidine per m 3,05, segnalata anche da due paracarri, e la tessitura del basolato sembra proseguire al di sotto dell'interro, ortogonalmente alla sede stradale” Con l'ultimo tratto in discesa, m 50,30, la strada raggiunge il fosso delle Ferrovie che supera ormai in piano. Lungo questo ultimo tratto la crepidine sx., nei punti in cui è conservata, è inglobata nel marciapiede moderno. A m 9 dall’inizio di questo ultimo tratto la sede stradale, ben conservata tranne piccole lacune e pavimentata con basoli di grosse dimensioni, è visibile per l’intera larghezza (m 4,90 circa), priva della crepidine dx. (Fig. 308, e-f, g-h).

dalla muratura moderna, i pochi integri sporgenti dal muro. per m 0,45 circa. Al termine di questo tratto la sostruzione è conservata per un’altezza max. di m 0,95 sul p.d.c. attuale. Il basolato, largo mediamente m 3,15, appare piuttosto sconnessoe con diversi elementi nella metà sx., frantumati A questa altezza ha inizio un tratto con marcata pendenza che scende fino all'incrocio con via G. Segantini, m 163 circa dall'inizio del basolato, dove l'interruzione della crepi-

486. Toma (?) m 379 s.l.m. M. Cagnoletto - Via Appia antica

= Queste successive interruzioni della pendenza necessaria a superare i dislivello erano indispensabili sia per evitare l'eccessiva piena delle acque di scolo, sia per facilitare a salita. δεLa pulizia è stata occasionat dall ricostruzione di un muro di contenimento di una delle proprietà che costeggiano la strada.

© Questi elementi fanno ipotizzare la presenza ia questo punto di un ingressoo piazzola, forse in corrispondenza di un sepolero. "^ La struttura, in parte nascosta dalla vegetazione in part inglobata in un muro di contenimento moderno, è visibile accantoal cancello dl civico ndi.

Sul lato dx. della via Appia antica, nel tratto che da Montecagnoletto scende fino al fosso delle Ferrovie, m 65 circa prima della fine del basolato, è appena visibile quasi alla base della scarpata, m 2,70 circa dal margine stradale, un nucleo cementizio™. La struttura antica, conservata per

531

Fig. 306. M. Cagnoletto. Via Appia antica: sostruzione in opera. quadrata del lato a monte (n. 485).

Fig. 307. M. Cagnoletto. Via Appia antica all'altezza di via G. Segantini (. 485).

una lunghezza max. di m 2,65 ed un'altezza di m 2,15 dal d.c. attuale, potrebbe riferirsi ad un monumento sepolcrale. Alla base, nel muro di recinzione moderno che in parte Ja oblitera, è riutilizzata una lastra in peperino (m 1,05 max x0,70x0.18).

minata “Fornace” nella mappa catastale del territorio di Velletri, sono visibili i resti di una tomba? (Fig. 310). A circa m 4,50 dal margine stradale, m 2,40 circa al di sopra del piano della viabilità attuale, rimane, in precario stato di conservazione sia esternamente”, che ancora più all'interno?" ‘un monumento funerario a pianta presumibilmente circolare in opera cementizia con scaglie di selce di medie dimensioni Internamente è a pianta quadrata con lati da m 3,15. Sui lat est ed ovest, a circa m 0,60 dal piano interno, rimangono due nicchie meglio conservate nella parte orientale (largh. m 3,60, prof. m 1,80). La parete meridionale presenta all'estremità orientale una tamponatura realizzata con blocchetti irregolari, che chiude un varco largo m 6 circa?". Una seconda tamponatura si trova sulla parete di fondo, settentrionale, ar-

487. Ponte m 377 s.l.m. M. Cagnoletto - «Fosso delle Ferrovie» All’attraversamento del fosso delle Ferrovie?", alla fine della discesa con la quale la via Appia lambisce le pendici di Monte Cagnoletto, è episodicamente ricordata l'esistenza di ‘un ponte antico. L'unica notizia sull'esistenza di un ponte antico, forse già scomparso nel 19107*, è fornita nel 1905 dal Lanciani, il quale, oltre a riportame l'esistenza nella carta archeologica del territorio lanuvino (“pons”), potè rilevare come: “...l’arco è moderno ma le sostruzioni antiche..." 7I ponte attuale, restaurato nel 1780, nell'ambito dei lavori alla via decisi da Pio VI™*, non dovrebbe conservare resti dî quello più antico.

488. Toma m 375 slm. Via Appia antica

gam 4,40. È coperto con una volta a botte, sulla quale riman-

gono alcune tracce dell'originario intonaco. ΑἹ rivestimento esterno si riferiscono presumibilmente, oltre ai pochi blocchi di tufo, che rimangono accanto ad esso, due frr. a profilo circolare riutilizzati in una proprietà poco più a sud (n. 491). 489-491. ViLLA m 372 s.m. “Casale delle Fornaci” - Via Appia antica

Circa m 150 a sud-est del ponte sul fosso delle Ferrovie. (n. 487), sul lato sx. della via Appia antica, nell'area deno-

Lungo il lato sx. della via Appia antica, all'altezza del punto nel quale la via antica inizia la discesa verso S. Gennaro, si conserva il vecchio casale delle Fornaci (Fig. 310).

511 corso d'acqua presenta sponde particolarmente alte, scoscese ed invase da vegetazione spontanea, cosicché risulta particolarmente diffcol{oso raggiungere il fondo. s" TOMASSETTI 1910: 260 secondo cui “l'antico ponte sopra ἢ fosso det o ora delle fornaci è completamente rifatto ed è anche fatiscente”. 97 Laxciana mss. 8502 40. per cui cfr. Liza 2001:8, 7 Laxciani CVatLat, 13045: 247v; CoLuRN 1914: 28 il quale ricorda l'esistenza di fondazioni antiche del ponte; cr LItLI 2001: 30; Luz 2006: 28,29 fig. 1,40. ‘Asn, Presidenza strade, b.263, fasc. 29 ("Misure e stime dei lavori nella consolare di Napoli": 249), riporato da ϑτεμρος 1966: 241 SPA parte un acquarello del Labruzi, alla fine del Settecento

Lassuzz, Carr. 14931:39; cf Asbi 190: 400); accenialla se estenza sono i: Laica Cla. 13065: 247v; Coco 1914: 28 cher ora l'essenza di una chia peril sarcofago c per tto une; TOMASSETT 1960: 260, εἶς anche Csm 1949: 91; Quia 1989: 79; Qua 1990 53 fi. 15 Li 2001: 4647 n.8, 5. Al'eserno, sia sula sommità che nomo, in paricosre nel tto pregio lastrda, lari boat quasiperincodalla vegetazione, he, lc renderne difficoltosa visione, contribuisce ll sua disrzine. “Peggiore a situazione alinern, dal momento che appar riii 2ato come deposito per ogni gener di materia "probabil che si a del origina sceso aa tomba, sul ato fione sad L'accesso è or assicurato da un'apertura nel lato orientale

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Fig. 309. M. Cagnoletto. Via Appia antica: marciapiede sx. da sud (0.485),

Fig. 308. M. Cagnoletto. Via Appia antica: sezioni(n. 485).

Fig. 310. Via Appia antica. SS. 7 via Appia nuova. Posizionamento delle strutture (nn. 489).

489. Strutture murarie, Nella carta della prima metà del Seicento, del Parasacchi, lungo il lato sx. della via Appia antica, in corrispondenza delle "fabriche . Antiche . in . su . 1 colle”, nell'area occupata dal casale delle Fornaci, a circa 200 m a sud del ponte sul fosso omonimo, è riportata una struttura priva di leggenda. 490. Materiale sporadico e muro in opera reticolata. Nel 1971, nel corso di lavori di ristrutturazione al casale con lo sbanco del terreno circostante, si rinvennero almeno alcuni

blocchi parallelepipedi in peperino, altri a profilo circolare, modanati riutilizzati sul lato esterno del muro di recinzione lungo via Appia antica, due basi attiche in marmo e un muro in opera reticolata per una lunghezza max. di m 10 circa dal quale se dipartivano degli altri”. 491. Strutture in opera laterizia. Attualmente, rimangono almeno due stipiti laterizi ed il muro fra essi compreso bili sulla fronte del casale lungo la strada, incorporati guito della recente ristrutturazione del vecchio edificio".

Bav, CVatLat. 9898, carta5 (La via Appia antica dale Frattocchie a "Tre Ponti), Cfr. Bv, CWeiLer. 9898, carta 3 (La via Appia antica da Civitlavinea fino a Terracina). Successivamente, nella prima. metà dell'Ottocento, il Fea accenna all'esistenza di “grandiose rovine” (PEA 1836: 194; cf. Tomassern 1979: 307) Spat, Archivio pratiche. Velletri. Rinvenimenti. Relazione E. CCerlesi del 2) maggio 1971 conallegate alcune fotografie tra cui una va a] muro in opera reticolata. In occasione del sopralluogo alla costruzio» ne,il Cerlesi ricorda di aver osservato che all'interno dei locali al piano terra erano raccolti: ". pezzidi tubazioni in piombo. alcune colonne di pepeino... un tondo di marmo bianco scanalato lungo ἢ perimetro con bocche di uscita, del diametro di 2 metri. una serie di blocchî di marmo bianco

(i circa un metro per 60 cm) alcuni con fiori ricavati a rilievo." cfr. Stat, Archivio pratiche. Velletri Rinvenimenti RelazioneE. Ceres del 3 giugno 1971 nella quale si accenna all'esistenzadi “un trato di strada romana in situ” e “sul ato destro del fronte della costruzione, ... murature perimetrti di non definibile entità e conservazione, ma chiaramente appartenenti ad una grande tomba che dovrebbe svilupparsi in terreno di alto proprieario .". Alcune fotografie scatate da L. Quilici all'inizio degli anni Sessanta del Novecento mostrano casale in rovina, con gi imponenti esi di strutture in opera lateriza, tale quali i vedono gli stipiti di grandi finestre in buono stato di conservazione (QuiLic 1989: 79, fg. 42; Li 2001 49 fig. 64), 5% L'attuale proprietario, ig. Fioretti, mi ha ripetutamente impedito di 533

492. CISTERNA m 390 s.l.m. SS. 7 Via Appia Nuova

Fig. 311. Forn. ce Rosi - Via Terme di Caligola. Struttura in opera cementizia (n. 495)

Sul lato meridionale della via Appia Nuova, circa al km 32,500, nell’area denominata “Fornace” nella mappa catastale del territorio di Velletri, si conserva, in parte riutilizzata in una costruzione più recente, una cisterna a pianta rettangolare in opera laterizia?" (Fig. 310). Nel giardino antistante l’edificio moderno?" sono visibili i due lati brevi. Quello occidentale è conservato per una lunghezza di m 12, un'altezza di m 5,20 ed uno spessore max. di m2,50. Sul lato interno, che è anche quello in migliore stato di conservazione, con parte della cortina in opera laterizia, rimangono tracce del rivestimento in cocciopesto. Sulla fronte esterna, priva di cortina, si apre un nicchione conservato per una larghezza di m 3,60 ed una profondità di m 0,807". Del lato breve orientale resta un tratto lungo πὶ 7,50 circa, sul cui lato esterno si conserva una nicchia larga m2,807*. Sul lato interno, il muro conserva parte della cortina lateriziae, quasi all'estremità meridionale, la traccia di un muro ortogonale che per lo spessore (m 0,60), dovrebbe riferirsi alla divisione interna. Dei due lati lunghi rimane, quasi perl’intera lunghezza ricostruibile di m 24, solamente quello settentrionale, sul quale si è appoggiato uno dei lati dell’edificio moderno. È parzialmente visibile dall’ Appia il lato esterno, con nucleo in scaglie di tufo, mentre di quello interno, a nicchie semicircolari, ne rimane visibile con l'originario profilo un breve tratto all'interno di due vani dell'edificio moderno! Considerata la posizione è presumibile che la struttura assicurasse l’approvvigionamento idrico alla villa ipotizzata, nell’area sottostante, al casale delle Fornaci (n. 491).

Alcuni blocchi, presumibilmente relativi al rivestimento del sepolero poco a nord (n. 488), sono inseriti nel muro di recinzione del casale, nel quale sono stati anche riutilizzati tre grossi frr. di basamento, con modanature lisce, in peperino, a profilo arrotondato. Sulla base dei vecchi rinvenimenti e dei resti di strutture è ipotizzabile l'esistenza di una villa, estesa su 14.000 mq., che le tecniche costruttive variamente note permettono di riferire ad un arco cronologico compreso tra la prima e la media età imperiale.

493. LASTRICATO STRADALE Forn. ce Rosi - Via Panoramica. Via Terme di Caligola

accedere all'edificio e dunque di rilevare le strutture antiche superstiti. Sui resti vd. Liz 2001: 47 fg. 8, 48-49 n. 10. 7 La mappa e il broliardo del catasto gregoriano, ricordano lesistenτα, durante i primi decenni dellOtocento di ruderi antichi ia corrispondenza della particella n. 40, identificabile con lare nella quale si trovano i resii (Ask, Catasto Gregoriano, an. prov. Frosinone, mappa n. 276). La stuttura è riporta nella carta archeologica del territorio lanuvino (LANCIANI miss. 8512: 40c). Informazioni possono desumersi da un acquarello del Labruzzi della fne del Settecento, nel quale compaiono il Jato breve occi dentale, parte di quello lungo meridionale, ancora visibili, e soprattutto quello lungo settentrionale, ora solo parzialmente conservato, nel quale si aprono almeno tre nicchie (LABRUZ21 CVatLat. 14931: 38: cfr. ASBHY 1903: 400-401). Riferimenti all'esistenza della struttura in: LaNctant C¥arLat 13045: 247v. Cotum 1914: 28; Towasserm 1979: 260; Lat 2001: 47 fig. 58, 89-51 n. 11.

79 L'attuale proprietario, ricorda, fino a qualche decina di anni fa, l'esistenza di alcuni muri, lungo il declivio, circa m 50 a sud-ovest dell’edificio moderno. 77 In età postantica stato creato un varco, proprio al cento, che tutLora è utilizzato per accedere al corile antstante l'abitazione. ΒΞ All'interno dello spessore del muro, quasi all spalle dell nicchia, è stato ricavato un locale per contatori dell'acqua, a cui si accede da una porta aperta ul lato interno della parete verso il core. 7^ Rimangono visibili due nicchie, mentre il Colburn ne ricorda quat tro (Cousunni 1914: 28) ed Ashby addiritura cinque (Assur 1903: 400401) 7 LANCIANI CVatLat 13045: 249v, anche a proposito del “selciato intatto in molti punti". Ho cercato invano resi della viabilità, la cui di struzione deve probabilmente attribuirsi alla costruzione dela strada statale,

534

Alcuni tratti di lastricato stradale sono segnalati da Lanciani sul lato sx. della via Appia antica, a est del XIX miglio, poco oltreil km. 32 della via Appia Nuova, presumibilmente lungo il percorso ricalcato dalle attuali vie Panoramica e via Terme di Caligola®®. I resti sono forse riferibili al diverticolo della via Appia antica per la cd. villa di Caligola (nn. 494-496).

494-496. VILLA m 465-460 s.m. Forn. ce Rosi - Via Terme di Caligola

1 diversi resti di strutture debbono riferirsi, presumibilmente, ad una grande villa che sulla base delle tecniche costruttive utilizzate può essere riferita almeno alla prima età imperiale.

494. Strutture in opera reticolata c piscine. Poco prima di raggiungere la sommità dell'altura compresa tra le pendici sud-orientali di Monte Canino c quelle meridionali di Monte Secco, sulla terrazza che si allarga sul lato sud-orientale di via Terme di Caligola e prospettante la SS. 7 via Appia Nuova, il Lanciani, all’inizio del Novecento, ricorda l'esistenza di numerose strutture antiche?" A parte alcuni resti “di reticolato con spigoli di moellons ... ed archi laterizi ..", al centro riconosceva l’esistenza di una piscina “incassata nel monte”, rettangolare ad un'unica navata (m 16x8), con muri da m 1. Un'altra piscina era “addossata alla sostruzione che guarda il sud-ovest. Vi è un arco d’ingresso doni angolari di signino . " 495. Area di fr. fitili e strutture in opera cementizia. Attualmente sul pianoro, nel terreno incolto, affiorano in media concentrazione su un'area di almeno 1800 mq., fr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. di sigillata italica e ceramica comune da fuoco e da mensa? Sul limite meridionale della spianata, addossato al ripido costone, in parte interrato, rimane un ambiente voltato, largo m 2,30 ed alto 2 m circa, riferibile alla sostruzione con piscine, ricordatadal Lanciani. È costruito in scaglie di selce e rivestito internamente di cocciopesto. Sul lato sud della struttura è stata affiancata un’altra parete, in scaglie di selce con attacco di copertura a volta, forse il proseguimento del fronte sostruito™ (Fig. 311). 496. Strutture in opera reticolata. Circa m 36 a nord e 15 m ad est dell'ambiente in opera cementizia, sul limite del pianoro, è visibile in sezione la traccia di un muro di cui resta il nucleo in scaglie di selce, addossato alla paretee tagliato dalla cava ormai spenta, che ha distrutto una parte della costa e con essa sicuramente anche alcune delle strutture. In posizione poco più arretrata, rimane un breve tratto di muratura in opera reticolata per una lungh, max. di m 0,95 ed un’alt. max. di m 0,50 circa, riutilizzata in una vecchia costruzione, abbandonata.

Circa m 400 oltre il km 33 della via Appia Nuova, sulle morbide pendici che scendono dal lato meridionale della strada, regolarizzate în ampie terrazze delimitate lungo il fianco orientale dal fosso di S. Martinella, con orizzonte verso la pianura pontina e protette alle spalle dall'altura di M.te Secco®, si conservano scarsi resti della villa in opera poligonale ricordata da Lanciani™ (Fig. 312) Lungo la scarpata, ora irregolare, con cui si abbassa verso sud-est resta una notevole quantità di lacerti di muro in opera cementizia con scaglie di selce di medie e piccole dimensioni ben allettate e malta tenace (spess. m 0,38/0,55), alcuni relativi ad alzato, alti a volta di copertura, diversi ancora con preparazione per intonaco o massetto pavimentale lisciato® (Fig. 313). Nel terreno, con bassa visibilità, affiorano anche alcuni materiali, tra cui frr. di ceramica comune, tubuli in terracotta, tra cui uno quasi intero conservato in due frr. combacianti (lungh. max. cm 31,5; diam. cm 13,5; diam. interno cm 8), diverse tessere di mosaico nere di medie dimensioni, frr. di lastrine di marmi (bianco spess. cm 1,3), diversi fr. di intonaco rosso e alcuni fir. di vicoite probabilmente relativi a macine. Nella terrazza inferiore, al di sotto della scarpata, il terreno si caratterizza per numerosi, piccoli rialzamenti, arificiali, che sembrano tradire la presenza di strutture". Soprattutto nel settore nord-occidentale si notano diversi grossi frr. di strutture murarie, alcune sempre con massetto pavimentale, insieme ad una grossa lastra in peperino, forse una soglia (m 1,53x0,78x0,22). Una maggiore presenza di fr. di materiale ceramico e da costruzione, soprattutto molti frr. di tegole a impasto rosa di

‘© Come sembrano indicare la leggenda e i loro posizionamento εἰς spetto al tracciato dell'Appia antica e ad altre struture a cui interpreazione appare certa, possono identificarsi proprio con questa illa le “fabriche ‘Antiche in. su. coll”, riportate dal Parasachi, in una cara dell'Appia, della prima metà del Seicento (BAV, CBarbLar. 9898, cara 5 (La via ‘Appia antica dalle Frattochiea Tre Ponti. Cf. anche BAV, CBarbLat. ‘9598, carta 3 (La via Appia antica de Civitalavinea a Terracina), nella quale le medesime strutture vengono ricordate come “Anticaglie). Tra le rappresentazioni cartografiche di età successiva, ne ricordano l'esistenza: la carta dell'Astofi (Bav, St geogr. S. 35, rprodotta in Fautxz 1972: Il, tav 202-203, "Rovine della Villa dellIm.e Caligola"); la Carta topografica dello Stato Pontificio,del 1851 (BAV,R. G. geogr. 5. 124, G. 16, riprodotta in Favraz 1972: II, avv. 280,297, "Rov(ine) della villadi Caligola”, in corrispondenza della sommità del monte, in PRUTAZ 1972: II tav. 297). Il perimetro rettangolare di una villa restituisce Lancian sia sulla tavoletta IGM (Basa, Roma XI. 65. 8) che nella carta archeologica del territorio l muvino (LANCIANI mss. 85/2: 40r). Sostruzioni a pettine riporta Rosa Veline: tav. RI. Riferimenti in: LANCIANI CVatLat. 13045: 247v, 249v, il Quale notò che la spianata superiore non doveva essere stata fabbricata 4 Parlando coni contadino che si occupava della coltivazione di queste terr, ho saputo che ancora alla fine degli anni Ottanta del Novecento, nell'area attualmente occupata alla spianata, esisteva un grande ambiente

rettangolare, rivestito all intemo con cocciopesto, del quale non rimane più nulla ^ Gat 1996: 54,55 n. 1 con generico accenno alla presenza di una "vila": Lua 2001: 51-53 n. 12. In un secondo sopralluogo, nel 2004, ho constatoche sull'area, or mai recintata e non più perlstrabile, sono stati eseguiti lavori di istemazione con parziale spianamento. 7" La sua distruzione deve riers causata in pare all'apertura della strada statale che deve averne tagliato il settore settentrionale, e Soprattutto all'apertura del fronte di cava, ormai abbandonato, che si sviluppa immediatamente al di soto dell strada infine, su pare dell'area orientale perti nente la villa dovrebbero anche insistere alcune nuove abitazioni che occupano le pendici regolaizzate sul ao sud di via della Cava 5 Basa, Roma XI. 65.8; LANCIANI mss, 88/2: 40; cf. Li 2001: 8 figg 12,9, 1. "In quest'area sembra concentrarsi il maggior numero di stature, evidentemente distrute durante lavori della cava. PHIL fronte di cava che circonda l'area della vila fero di cavalo, svi Toppandosi su ai et, nord e oves, deve aver tendenzialmente distrutto soprattutto le strutture più ἃ ridosso delle pareti, quindi quelle del settore nord-orientale. L'area centrale potrebbe quindi esser stata maggiormente risparmiata dai lavori dei mezzi meccanici.

497. AREA DI FRR. FITTILI m 405-395 s.l.m. 88. 7 Via Appia Nuova - Via della Cava

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‘moniata dai diversi resti di muro in opera cementizia scivolati lungo la scarpata che ora scende verso ἢ terreno sottostante. L'attuale morfologia, per quanto alterata sia dal passaggio della via Appia Nuova, sia dalla cava, suggerisce la presenza di un villa, presumibilmente con pars rustica, articola-

Fig. 312. SS. 7 Via Appia Nuova. Via della Cava. Area vista da sud (0.497),

Fig. 313. SS. 7 Via Appia Nuova. Via della Cava. Resti di strutture lungo le pendici meridionali (a. 497).

età romana (Tav. TI, 14) e a impasto chiaro (Tav. III, 15-16) e marrone di età imperiale, rari coppi a impasto rosso di età romana, laterizi a taglio triangolare a impasto chiaro c rosato, cubilia in peperino (cm 8x8,5; 7x9), quarti di laterizi rotondi a impasto rosso per colonna, frr. di intonaco rosa e rosso, fi. di lastrine di rivestimento in cipollino (spess. cm 1,2) e in marmo lunense (spess. cm 1,3) e comici in giallo antico,fr. di doJio sia a impasto rosso che chiaro, fi. di sigillata africana, comune e anfore, si rinvengono nel settore più occidentale della terrazza inferiore ormai in piano, prossimo al margine di via della Cava?" Proprio sul ciglio della strada affiora appena dal d.c. un muro in opera cementizia, presumibilmente orientato nord-ovest/sud-est, rilevabile per una lunghezza max. di m. 0,70, con uno spessore di m 0,40 circa. La terrazza si affaccia con una ripida parete tufacea su un ampio appezzamento quasi pianeggiante che scende fino al fosso di S. Martinella, quasi all’altezza di una sua biforcazione che abbraccia appunto i due versanti del pianoro occupato dai resti antichi. Questo fronte sembra sfruttare il banco naturale nella metà orientale, mentre deve aver supplito alla sua mancanza nella parte residua con muri di terrazzamento la cui esistenza sembra testi-

Fig. 314. «La Pilara». Posizionamento delle strutture (n. 500) e dei basoli (nn. 502-503, 606-607)

1 L'affioramentodel materiale stato facilitatoda un recente abbassamento del terreno per creare una spianata centrale in pate usata per scarico 536

to su due terrazze che scendono verso sud-est, con un fronte attualmente rilevabile per almeno m 100 ed una lunghezza complessiva ora apprezzabile per un max. di m 160 circa. Della prima, in parte tagliata dalla strada statale, in parte occupata da abitazioni e dal passaggio di via della Cava è leggibile solo la parte immediatamente a sud della strada, per una lunghezza di m 37 circa a partire dal fronte di cava settentrionale. Se ne può proporre un utilizzo che sulla base della tecnica costruttiva ricordata dal Lanciani e dei materiali riconosciuti va presumibilmente dal III, più probabilmente il I secolo a. C., e iL ΠῚ secolo d. C. L'impianto che la comprendeva, in considerazione delle delimitazioni naturali lungo i versanti est, sud e ovest e, presumibilmente, di quella artificiale a nord (tracciato C), è probabile si estendesse su circa 100.000 mq.

su alcune delle quali era il bollo B. C. ASELLI RUFI AEMILIAN” 499-501. Vita m 375 s.Lm. «La Pilara»

11 Liber Consilare di Velletri del 1560, riporta la notizia del rinvenimento, nel corso di alcuni scavi, "in loco vulgo dicto la Pilara della Fagiola” di numerose fistule plumbee,

Quasi al centro del settore occidentale della lingua coll nare che scende verso sud dalle pendici di M. Secco, compresa trai fossi della Pilara e di S. Martinella, fino alla loro confluenza, si allarga una terrazza?" in posizione eminente sull’area circostante, affacciata a sud verso il Castello di S. Gennaro e la sottostante via Appia antica (Fig. 314) 499. Strutture murarie. Al centro della spianata, leggermente spostata verso il margine orientale, dove Lanciani ricorda l’esistenza di una villa delimitata lungo i lati sud, est e ovest da un muro di sostruzione (“villa magna”)””, negli anni Cinquanta del Novecento è segnalato, in occasione dello scasso per l'impianto del vigneto, il rinvenimento di strutture e materiali" 500. Strutture in opera reticolata, materiali sporadici e basoli. Attualmente, alcune strutture antiche sono visibili nei pressi della casa colonica abbandonata, che almeno in parte vi insiste, al centro del pianoro™” (Fig. 188). Nel muro esterno di uno degli edifici, sul lato sud della casa si conserva parzialmente una struttura: a partire dall'angolo orientale dell’edificio è visibile, per m 11,50 circa e per un'altezza compresa tra m 0,80 e 0,50, un muro in opera reticolata che corre in direzione est-ovest, mentre un altro, ortogonale, rimane per una lunghezza max. di m 0,50 all'est mità settentrionale. Un altro tratto di muro in opera reticolata, riutilizzato nella costruzione di un pozzo, per un'altezza max. di m 0,60 cirea, si trova a m 2,20 dal primo muro in reticolato e sembra avere un andamento parallelo. Dei muri di sostruzione ricordati da Lanciani c visibili in parte ancora in una foto aerea del 19817", rimane un breve tratto di quello meridionale, per m 0,85 circa”. Numerosi i materiali che rimangono intorno alla casa: diversi blocchi squadrati in peperino, di varie dimensioni (più ricorrenti quelli da m 1,30x0,50x0,30); quattro frr. in peperino, di cui tre reimpicgati come gradini esterni, riferibili ad una grossa canaletta di scolo; sul lato occidentale, un fr. di blocco con decorazione a modanatura liscia (gola rovescia, listello, grande gola diritta, tondello finale), e un fr. di tronco di colonna (alt. max. m 0,60; diam. m 0,45), oltre a rari frr. di marmo, di tegole e la-

"Atlante 1:32, tav. XVI, 8. Hayes data tipo alla metà del I ec. d.C. 77 Và, 318-319 nota 3848. πε Ostia I: 96, av. XXIV. fr, confronabil peril profilo dell'ado ela. decorazione immediatamente sottostante a piccolo cordone, differisce per l'andamento della parete, iù verticale. = Bev, Liber Consiliare del 1559-1560: 96, ricordato da PROVENZANI 1840: 24 511 versante orientale, che degrada con leggero pendio verso ἢ fosso della Pilar, che al contario del fosso di S. Marinella, presenta in questo "rato sponde molto incassae e ripide, ὃ coltivato ad oliveto, fata eccezione perla striscia in prossimità della spianata superiore, nella quale ὃ un vie neto di vecchio impianto dove affiorano rai fr di ridet dimensioni, di tegole, laterizi e ceramica comune, I versante orientale che scende dolcemente verso il fosso di S. Martinela, è parzialmente coltivato a vigna di vecchio impianto nella pate superior e lascito ἃ prato vers il basso.

7" Basa, Roma ΧΙ. 65. 8; Lancia»mss. 85 401. = Nel 1956 lo scasso permise il rinvenimento di “alcuni frammentidi antiche costruzioni .. frammenti di colonne di marmo, paralllepipedì di peperino, frammenti di tegole alcune con bollo semplice costituito da un cerchiettoὁ frammenti di mosaico in bianco e nero” (Stal, Archivio prati che. Velletri. RelazioneT. Nardini del 29 settembre 1956) 2 Giuni 1996: 54,5 n. 12; Liz 2001: 82-83 n 26, ne Aereofototeca,F. 150 (158), st. L, volo Sara del 02-01-1981, neg. 657 nella quale compare, la traccia del muraglione In particolare, in prosi ‘mith degli olivi che ancora delimitano l'altra sulla quale insiste la casa, sembra di poter riconoscere i lat st sud e parzialmente quello ovest. 79 I muro dovrebbe essere stato distrutto tra gli ann Settanta e gli anni Ottanta del Novecento: è possibile ricostruime i tracciato osservando sul terreno il dosso che stabilisce un piccolo salto dî quota, aldilà del quale il pianoro scende dolcemente.

Sigillata africana — 2 frr. di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3acHayes 14A, nn. 1, 4-5, in produzione A”, databile dalla fine del Π lla fine II sec d.C 2 fr di fondo pertinenti ma non combacianti di forma non id, a partire dall'età flavis, ‘Comune da mensa e da dispensa. ποῖ fi di orlo di bacino assimilabile al tipo Ostia I, 444, attestato in contestidi metaΠῚ sec. d.C." τὶ fr di fondo piattodi olla non id ~3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 frt di paretedi produzione tirrenica. = 1 fr di parete di produzione africana, = 1 ft di parete di produzione orientale. 4085. MATERIALE SPORADICO “Pilara de la Fayola”

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501. Materiale sporadico. Una fistula plumbea (lungh. max. m 0,90; diam. m 0,25) con iscrizione (alt. lett. cm 0,7) proveniente dall'area della villa è conservata da un abitante della zona (Fig. 315): + + liae Calligones. I pochi resti esistenti e soprattutto le indicazioni di Lanciani, restituiscono una grande villa, di età primo e medio imperiale, raggiunta da un diverticolo che si allontana verso nord dal lato sx. della via Appia antica (G), all'altezza. del Castello di S. Gennaro (g10) 502. BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 376 s.m. La Pilara

Lungo il ciglio occidentale della sterrata che dall' Appia. Vecchia, all'altezza del Castello di S. Gennaro, sale verso la Pilara, proprio al margine della proprietà nella quale sono conservati i resti della villa (nn. 499-501), resta un cumulo di materiale da costruzione nel quale spicca la presenza di almeno dieci basoli in selce (Fig. 314). Qualche altro basolo è visibile, sempre lungo lo stesso lato della strada pochi metri più a nord, insieme a due grossi frr. di conglomerato cementizio. Ibasoli sono riferibili al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica (G), all'altezza del Castello di S. Gennaro, raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10) 503. BASOLI m 370 s.Lm. La Pilara

Lungo il sentiero che all'altezza del Castello di S. Gennaro si stacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, rimangono almeno otto basoli in selce, accatastati sul ciglio occidentale (Fig. 314), riferibili al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica (G), all'altezza del Castello di S. Gennaro, raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10). Fig. 316. Colli de’ Marmi. Via della Faiola. Posizionamento della cisterna (n. 504) e del materiale sporadico (n. 505).

504. CisteRNA m 363 s.m. Colli de’ Marmi - Via della Faiola

terizi tagliati a triangolo®; nel pozzo, a rinforzo della copertura, sono diversi bessali. Nella macera che fiancheggia la strada sterrata che attraversa il pianoro sono molti cubilia. sia in selce che in peperino (cm 6x8) e grandi frr. di nucleo cementizio oltre a numerosi basoli in selce? al limite occidentale della proprietà,

Lungo il lato occidentaledi via della Faiola, che si diparte tra il km 33 e il 34 della SS. 7 via Appia Nuova ed attraversa Colle dei Marmi con percorso nord-sud, ἃ visibile un vecchio casale, il quale si è impiantato su una cisterna” (Fig. 316). TI casale, a pianta rettangolare, largo m 4,40 e lungo m 19, ha rispettato le dimensioni originarie e le princi-

7" A detta del proprietario, fino a pochi anni f, restavano ammucchiati anche molti cubilia di peperino. ‘TL proprietario del terreno mi ha assicurato che nel 1974 facendo lo scasso per l'impianto del vigneto, sul versante meridionale, rinvenne ἢ basolato che correva parallel allatale strada interpoderale per poi piegare più a sud verso est 7" Lungo i margini della serata è sta individuata vna sepoltura alla cappuceina, a non moltissima distanza dalla case, durante lo scavo per la costruzione della cabina dell'Enel nel corso degli anni Ottanta del Novecento, distrutta nella stessa occasione. Altre sepolture, lla cappueci

na, racconta di aver trovato il proprietario nel 1974, facendo lo scassato nel terreno immediatamente à sud dell'area occupata dalle strutture. ‘casale, a civico n. 28, ristrutturatotra i 1995 eil 1996, itiliz nel piano inferiore, intra cisterna, la quale risulta riportata nella carta del 1760 del Noll (Ask, Disegni e Piante, coll I cart. 125,n. 20, n. 39: “Muri i acqua antichi?) La strutur, prospttante sulla strada con il lato breve occidentale, si trova su una terrazza leggermente rialzata, rispetto allatuaJe piano stradale, cd il suo livello originari è testimoniato dala risega di fondazione visibile su tutt i lat, fuori tera er m 0,90, tranne quello meridionale dove è coperta dal pavimento moderno del portico della cesa.

538

012 L 1

5 1

10

20m ἢ

Fig. 317. Colli de’ Marmi. Via della Faiola. Cisterna: pianta e sezione (n. 504).

pali caratteristiche strutturali della cisterna, di cui sono visibili i muri in opera reticolata, con cubilia di peperino (em 8x10), conservati per un'altezza max. di m 2,20 sopra la risega di fondazione sul lato meridionale, e di m 2,70 circa su. quello settentrionale" (Fig. 317). Sul lato lungo settentrionale rimangono tutti i pilastri esterni, originariamente sette su ogni lato, posti a m 1,60/1,50 l'uno dall'altro, variamente conservati in altezza?" (Fig. 318), e larghi m 0,72/0,75, e. poderosi contrafforti angolari larghi m 1,20 e lunghi m 3,50. La maggior parte dei pilastri sulla parete meridionale, che ha subito di recente rimaneggiamenti più consistenti, è completamente rasatae ne resta solamente la traccia sulla parete? (Fig. 319). Dei pilastri sui lati brevi, meglio conservati sono quelli sul lato orientale, dove restano i due grossi pilastri angolari, più uno centrale di dimensioni minori (m 2,30x0,75). Anche il lato occidentale ha subito delle modificazioni. Non è più leggibile il pilastro centrale, mentre dei due angolari resta solo quello meridionale, parzialmente inglobato nelle

murature moderne. Uno dei pilastri angolari, quello all’angol sud-ovest, conserva parte della cortina della fronte, con blocchetti angolari, mentre tutti gli altri sono stati tagliati. Presumibilmente al rialzamento delle murature del casale, deve attribuirsi la distruzione della copertura originaria della struttura antica". La struttura doveva assicurare l’approvvigionamento idrico ad un impianto rustico (-residenziale?), al quale forse vanno riferiti i materiali n. 505, presumibilmente ubicabile nei terreni in declivio verso sud, i quali risultano ormai quasi interamente edificati

^ Lo spessore è dificilmente deducibile considerata la muratura moderna che ha foderato internamente l'edificio. * Di uno solo, l'estremità nord-occidentale, si conserva l'intera lunghezza, pari am 1,48, "primo è stato parzialmente distrutto per addossarvi la spalleta di

un fono a legna, mente il secondoil erzo sono sati completamente rasati perla costruzione di un portico. "La cisterna, a navata unica, doveva essere coperta con una volta a botte, dela ci imposta l'intonaco moderno e a risistemazione interna, hanno cancellto ogni racc

505. MATERIALE sPORADICO m 360 s.l.m. Colli de' Marmi - Via della Faiola Nel muro di recinzione di una delle abitazioni che costeggiano il lato orientale di via della Faiola, poco a sud del-

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-1 Geminus [ - - - / praetor / g(uaestor) III! (-) Vaedes Fortunae. Qui il materiale continua a rinvenirsi ormai in dispersione. Fr. cera micie di materiale edilizio si notano anche lungo la cuneta che costeggia una traversasul margine settentrionaledl terreno a quale forse ha anche in parte tagliatoἢ sito antico. Il proprietario dell'abitazione di fronte ricorda infati che anche nel Suo terreno, in occasione di lavori per la costruzione della casa, si rinvennero “grossi peperini” c diverso materiale ceramico. Sempre a sua memoria molto materiale, sopratutto anfore, forono rinvemute dal vecchio proprietario del fondo negli anni Cinquanta del Novecento, durante lo scavodi un pozzo romano. Pochi fr, soprattuttod tegole c scaglie di selce, οἶσε a pochi fr. di anfore, si notano anche nella cunetta che costeggia la traversa lungo il limite opposto, meridionale, della proprietà e

nel vigneto che si abbassa leggermente verso sud, compreso nella proprietà al civico n.41 ‘Rizzo 2005: 96, tab. 12. 7 Ostia I: 194, tav. XXXVI ‘Atlant : 26, uv. XIV,6. 7m Atlante: 26, tav. XIV,6. 0 Atlante 33, tav. XVI, 16. 2» Vd. 318-319 nota 3848 Atlante 212, ta. CIV, 2. |» Atlante: 218-219, v. CVI,6; cfe AGUAROD Orat 1991: 281.283, figg. 75-81, 335-341, la quale distingue tipo in due varianti principatiAe B. * Atlante: tav CVIL on Osta NI: 160, 438, tav. XXXI. πε Ostia I: 95, 260-261, tav. XXII 549

= 1 fz di attacco d'ansa a bastoncello pertinentea forma chiusa ansata non id. — 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. ~ 1 fr di fondo con piccolo piede ad anello pertinente a forma non id. — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

— 1 fc di oro di tegame tipo Dyson 1976, fig. 29, PD 14, atte stato in contesti databili trail 110c il 30 a.C. = 1 fr di orlo leggermente rientrante pertinente a tegame tipo Martin V sec. dco, 1991-92, abb. 7 fig. 44, attestato in contesti di inizio — fr. di oclo di olla tipo CuriaI, fig. 256, 107, attestato in contesti di cà Mavia®®, = 1 fr. di orlo pertinente a olletta a stretta imboccatura tipo Martin dco, 1991-92, abb. 6 fig. 30, attestato in contesti di inizio V sec. — 1 fr. di orlo indistinto e rientrante pertinente a tegame tipo Dyson 1976, fig. 58, LS 43, attestato in contesti compresi tra la fine del Le la prima metà del IV sec. d.C". τ’ ft di orlo arrotondato pertinente a forma non id. a causa delV'estrema frammentarietà. —3 fr di ansa costolata pertinente a olla ansata non id. — 1 f ἃ fondo a disco pertinente a forma non id. — 22 frr. di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fr di puntale pertinente a Dressel 2/4, anfora vinaria, databile tra il 70/60 a.C. e gli inizi del III sec. d.C., di produzione campana. —1 fr di ansa di Schóne-Mau XXXV=Ostia III, 371, 604, anfora vinaria di produzione tripolitana, databile trail 14/54 d.C. e la fine del II sec. d,C."*. = 1 fr di parete di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del Π sec. d.C. — 1 fr. di ansa di produzione africana. = 10 fr di parere di produzione tirrenica. — 2 fr di parete di produzione gallica. — 11 frr. di parete di produzione africana. —3 fr di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr. di paretedi produzione siro-palestinese. — 12 fi. di parete di produzioni non idd.

Saettoni, una strada sterrata si inoltra verso nord costeggiando la base di un colle, addentrandosi per poco nella vallata compresa tra questo, Colle Barberetti a nord e Colle Catalino aest. Sul lato occidentale della strada, in una ristretta fascia pianeggiante alla base dell'ultima ripida balza che delimita il colle soprastante, su mq. 400 circa, affiorano, in bassa concentrazione”, frr di tegola a impasto arcaico (Tav. II, 17), în minore quantità ad impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana e sporadici a impasto chiaro di età romana, frr. di dolio a impasto arcaico, qualche frr. di ceramica a impasto e di comune da fuoco. Alcuni materiali si vedono anche in sezione nella scarapata su cui si rialza l'area, L'affioramento, in considerazione della sua posizione, presumibilmente riferibile al sito sulla sommità del colle (n. 530) forse unitamente a quello poco a nord (n. 532), sembrerebbe attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, durante la media età repubblicana si ἃ sviluppato un modesto edificio. Impasto grezzo τ 1 fi di fondo piatto di olla non id. in impasto tardo arcaico. — 3 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo con estremità ingrossato di piccola olla tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 25, attestato in contesti compresi tra il 275 eil 1504.0", 532. AREA DI FRA. FITTILI m 217 s.l.m. Q.toi Crocifissi - Via dei Crocefissi

Sul lato settentrionale di via dei Crocefissi, quasi al termine del tratto in discesa con cui attraversa la Costa de”

Una traversa che si allontana verso nord-est da via dei Crocefissi, quasi alla base della discesa con cui la strada attraversa la Costa de" Saettoni, raggiunge una proprietà occupata da due abitazioni di recente edificazioni quasi all'ingresso della vallata che si allunga tra Colle Barberetti e Colle Catalino®. Nel terreno pianeggiante, chiuso a ovest dalla ripida scarpata del colle antistante, soprattutto nell'unico piccolo spazio adibito a orto, su una superficie di 250 mq. circa, affiorano in media concentrazione pochi frr. di tegola a impasto arcaico e chiaro di età romana ed alcuni frr. di ceramica a impasto, comune e anfore. Materiale fittile dello stesso tipo si nota anche nel terreno leggermente fresato in prossimità di un piccolo scavo per la realizzazione di una canalizzazione, nell’area antistante le abitazioni. L'affioramento, in considerazione della sua posizione

7" Dyson 1976: 89. Il tipo sembra diffuso tra la fine del II sec. a.C. e la prima metà del 1.C. ® MARTI 1991-92: 168,178, © CuriaIl: 216 relativamenteall'attività 1141, 237, 281, 360. Magn 1991-92: 168, 177. © Dyson 1976: 146, 7 Vd, 361 nota 4032, 7 Vd. S06 note 5024, 5025. © Và, 398 note 4186, 4187, 4188.

terreno, recentemente liberato dalle sere c incolto, offre bassa visibila. 2" Dyson 1976: 26. La forma, variamente attestata ἃ Sutri (DUNCAN 1965: 155, fig. 10 forma31; 163) ead Artena (Quai 1968: 6165, fip.53, 182), è riferibile αἱ ΠΠI sc. a.C. 5» La traversa, che costeggia la base delle pendici oriental di un colle interessato dalla presenza del sto n.530, si addentra appena nell vallata che si allunga verso nord-est, costeggiando tuto il sistema collinare di Colle Catalin

Opus doliare — 4 frr di parete in impasto arcaico. — 5 fir di parete in impasto chiaro di età romana. 531. AREA DI FRR. FITTILI m 220 s.l.m. Q to i Crocifissi - Via dei Crocefissi

550

presumibilmente riferibile al sito sulla sommità del colle (n. 530), forse unitamente a quello n. 531, sembrerebbe attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, in un periodo che i materiali permettono di riferire generica» mente all’età romana, sî è impiantato un edificio probabilmente a carattere rustico. Impasto grezzo = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa = 1 presa di coperchio non id. Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinente a forma non id. οὶ fr. di fondo a disco pertinente a forma non id. Anfore τ 1 fr. di parete di produzione tirrenica. 5335. MATERIALE SPORADICO Ὁ toi Crocifissi — "Crocefissi"

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un blocco di tufo con iscrizione dalla proprietà A. Pulicati a Crocefissi™.

534. AREA DI FRR. FITTILI m 272 s.Lm. Q. to della Mensa Vescovile - Via S. Angelo All’interno di un vigneto risparmiato dalla fitta edificazione che caratterizza entrambi i lati di via S. Angelo, il quaJe occupa un pianoro affacciato a sud sul lato orientale della strada, m 250 circa prima che la strada incroci il percorso della vecchia ferrovia per Colleferro, affiorano in bassa concentrazione nella fascia di terreno prossima alla recinzione che costeggia la strada, su una superficie max. di mq. 800 circa™, soprattutto scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole ad impasto rosso e frr. di ceramica comune da fuoco? La mancanza di materiali datanti e la genericità delle informazioni sull'affioramento non sembrerebbero permettere, al momento, una loro interpretazione, indicando tuttavia una frequentazione dell’area, almeno presumibilmente nel corso dell'età romana. ‘>= CsceNzi 1981: 171; Cecca 20012: 191 n. 2618. "La proprietà corrisponde al civico n. 16. Non mi è stato possibile 0smaggiore accuratezza l'estensione dell'areae le caratteristiche non avendo potuto accedere al fondo. ‘> Ho notato, appoggiati sul muretto di recinzione alcune scaglie i sel ced piccole dimensioni e alcuni fr di materiale edilizio ad impasto rosso. P Bav, BorgLat 271: SI riportato da NOCCA 199Te: 178 materiali n. 7. "ID terreno appartiene alla proprietà al civicon 26 2" L'area ricognita si trova αὶ margine meridionale di un pid vasto ape orto che si allunga su viaS. Giacomo dal lato meripezzamento ἃ vigna

535*. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO Q. to della Mensa Vescovile

Nel 1716 nel corso di scavi fortuiti nella vigna Guarenghi, confinante con la Tenuta della Mensa Vescovile, dove in precedenza "si ritrovò una statuetta a sedere, la quale sostiene con una mano un libro, o cartella che sia, che posa sopra il ginocchio, o in altra parte vicina, tenendo intorno avvoltato un panno, quale però è un poco rotto”, portarono alla scoperta “di diversi pezzi di muri e belli marmi bianchi, e coloriti 536. AREA DI FRI. FITTILI m 273 s.l.m. Ὁ. to della Mensa Vescovile - Via S. Giacomo

Sul lato orientale di via S. Giacomo si trova un piccolo appezzamento ad oliveto, che tende ad abbassarsi lievemente verso sud, il quale fa parte della dorsale collinare che da via della Neccia est scende con declivio moderatissimo fino ad affacciarsi su via delle Corti™. Su un'area non superiore a mg. 250 circa limitata al settore settentrionale dell’appezzamento e caratterizzata da bassa visibilità per le caratteristiche stesse del terreno, particolarmente fine e polveroso, affiorano poche scaglie di selce medie e piccole, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fr. di tegole, a impasto chiaro di età romana, rari di sigillata italica e sud-galtica e di comune da fuoco". T materiali attestano una frequentazione dell'area presumibilmente nel corso dell'età primo e medio imperiale, forse da riferirsi all'esistenza di un impianto residenziale del quale si sono individuate le estreme propaggi Sigillata sud-gallica = 1 fr. di parete con decorazione impressa a matrice con divisorio verticale costituito da elemento arboreo a foglie allungate, rife ribile all’età claudio-neroniana?*, 537. Basoto m 267 s.l.m. Q. to della Mensa Vescovile - Via S. Giacomo

Nel giardino di una proprietà al termine di via S. Giacomo è appoggiato un grosso basolo in selce*”. È probabile che possa ferirsi la breve diverticolo che si dipartiva dal lato settentrionale della viabilità ripetuta dalla sottostante via delle Quattro Vasche ora via delle Corti-via Crocefissi, per raggiungere l'impianto immediatamente a sud n. 538 (2). dionale di via della Neccia est. Non mi è sto possible accedere all'area peril diniego del propricario sebbene le condizioni dell’affioramento ‘Seino supporre che i materiali presenti costituiscano l'estremo margine di ‘un’areaαἱ maggiore consistenza forse individuabile nel terreno adiacente a nord, ‘= OswaLo, PRICE 1920: 90, pl VIT, 4 perla decorazione databile in età claudia e neronian, attestata su coppa Dragendortt 30. 7" La proprietà, che corrisponde al civico n. 24, si trova sull stessa stema morfologico, m 150 circa a nord, di un'area di consistente affiora mento accessibile da via delle Corti n.535) 551

538. AREADI FRR. FITTILI m 263 s.l.m. Q. to della Mensa vescovile - Via delle Corti

Dal lato settentrionale di via delle Corti™, all'altezza. dell'incrocio con via della Caranella, una strada sale diritta fino alla sommità di un'altura su cui insiste un vecchio casaJe". TI colle beneficia di una esposizione particolarmente felice: sovrastato dalla catena dell’ Artemisio verso nord gode di un'ottima vista sul centro veliterno, mentre verso sudovest spazia fino al litorale. Le pendici meridionali si abbassano con pendenza molto moderata che si accentua leggermente sul versante occidentale, il quale è lambito alla base dal corso dall’alto corso del fosso di Cisterna. Tutta l’area in piano retrostante il vecchio casale, su una superficie di mq. 2000 circa, restituisce in concentrazione medio-alta, malgrado la media visibilità del terreno, diversi frr di tegole e coppi, pochi a impasto arcaico, alcuni dei quali con ingobbio nero esterno, soprattutto a impasto rosato e chiaro di età romana, pochi riferibili a età imperiale, frr. di lastrine di marmo imettio (spess. cm 1,6) e serpentino (spess. cm 1,1), cubilia in selce (cm 5,5x4,5) e scaglie di medie dimensioni, alcune delle quali ancora ammaltate, oltre a diversi frr. di intonaco rosso scuro. Notevolissima la quantità di tessere di medie e piccole dimensioni nere c piccole bianche in marmo, concentrate nel settore centrale dell'appezzamento in prossimità del limite con l'area non coltivata. Tra i materiali ceramici si notano pochi frr. di ceramica a impasto, frr di vernice nera, sigillata italica e africana, africana da cucina e soprattutto di ceramica comune e anfore". Nell'area deve individuarsi una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, durante la media età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, con una fase d'uso maggiormente attestata tra la prima età imperiale e l’inizio del V secolo d. C., esteso su quasi tutto il pianoro”, raggiunta forse da un diverticolo (e2) della viablità ripetuta da via Papazzano/via delle Corti/via Crocifissi (61). Impasto grezzo 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non id.

= 1 f di alto piede ad anello pertinente a piatto non id. = 1 fi. di parete con traccia di decorazione a matrice pertinente a forma non id. = 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Sigillata sud-gallica

~ 1 fr di parete con decorazione impressa a matrice a ghirlande orizzontali di foglie di quercia, forse riferibile a coppa emisferica tipo Dragendorff 29 o 37° Sigillata africana

— fr. i parete pertinente a forma non id, di produzione A, databile a partire dall'età flavia*®. — If. i parete pertinente a forma aperta non id. in produzione ΑΙ, databile trala fino del Le la metà del IL sec. d.C. Africana da cucina — Hi di fondo constristure esterne pertinente a casseruola non id.

Comune da mensa e da dispensa = | fi di fondo ad anello pertinentea forma non id. —5 fr di parete pertinentia forme non id Comune da fuoco = 1 fr. di orlo di coperchio a tesa leggermente rialzata, tipo Martin 1991-92, abb. fig. 36, attestato in contest di inizio V sec. acm, = 1 fr. di orlo di tegame tipo Olcesc 2003, tav. XV, 3, attestato in contesti datati tra il Te il IL sec. d.C. — 1 fr di fondo di olla non id. 7 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore = | fr. di orlo di Dressel 14-Beltràn IV A? anfora impiegata peril trasporto di conserve di pesce, di produzione betica**, diffusa dall'età augustea/tiberiana alla fine del II sec. d.C." = 1 fr di ansa di produzione non id. — 3 fir di parete di produzione tirrenica. ~4 fi. di parete di produzione spagnola. — 6 fir di parete di produzione africana.

Sigillata africana —1 fr. di fondo con piede ad anello di coppa non id, riferibile al tipo Conspectus B 3.19. In particolare il po sembra riferibile a coppa emisferica con listllo tipo 34.1, attestata dalla tarda età tiboriana all’età flavia

539. AREA DI PRR. FITTILI m 273 s.l.m. Ὁ. to della Mensa Vescovile - Via Papazzano

L'attuale viabilità corrisponde alla vecchia via delle Quattro Vasche 7a quale prosegue il vecchio percorso al di Id del bivio con via della Caranella con il nome di via di Crocifsi κα La proprietà ὃ distinta dal civico n.4. La strada, ora in acciottlato di selce e già presente nella cartografia IGM nella levata 1936, potrebbe calcare un diverticolo che staccandosi dalla viabilità anch'essa antica, corrispondente a via delle Quattro Vasche raggiungeva il sito. δὰ La concentrazione maggiore si nota nel settore cs della spianata, in prossimità del limite di proprietà che separa quest'area da quella adiacente, incolta, nella quale probabilmente i allaga i sito antico. L'ipotesi sembra confermata dalla presenza ancora sulla scarpata con cui l'altra si affaccia verso est, costeggiata da via S. Angelo, i fr. di tegole sia ad impasto rosso che chiaro e di ceramica comune, oltre a scaglie d selce

πο L'attuale proprietario ricorda che agi inzi del Novecento la nonna aveva rinvenuto nel terreno delle “bamboline” di “coccio” e altri materiali antichi 50 Conspectus: 160, av. 50. 2 Osvato, Price 1920: pl. 19,4 relativamente al motivo. Vd. 318-319 nota 3848, 20 Maris 1991-92: 168, 176. s OLcase 2003: 8687. P" L'esemplare è assimilabile a Ostia II 207: 627; PaRKeR 1977: 38; Maser 1990: 29-35; Faso, CARVALHO 1990: 41-47; ÉrtENNE Mu 19931994: 208 P BELTRAN LLORIS 1990: 224. κα Deut’ Auico 1990: 124-125.

552

Sul lato meridionale di via Papazzano, nel tratto in cui si allontana verso nord-est all'altezza dell'incrocio con via del-

le Corti e via Troncavia, in un terreno ad olivi quasi pianeggiante e affacciato a sud-est, delimitato a sud da una scarpata con cui costeggia via Neccia est, si nota un’area di fr. fittili. Su una superficie di mq. 2100 circa affiorano in media concentrazione, leggermente maggiore in prossimità del margine orientale del terreno lungo il confine con la proprietà adiacente”, scaglie di selce di piccole dimensioni, alcuni cubilia in selce (cm 6,5x5,5), frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare"^", fr. di tegole © coppi ad impasto chiaro di età repubblicana, a impasto rosato di età romanae rari laterizi a impasto rosato, frr. di ceramica a impasto, di vernice nera, pareti sottili, sigillata italica, c africana da cucina, più numerosi di ceramica comune e anfore. I materiali sembrerebbero indiziare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, in età repubblicana si è sviluppata una struttura rustico-residenziale în uso anche durante la primae la media età imperiale, tra il Le almeno il V secolo d. C. Impasto grezzo — 1 fr. di parete pertinente a grossa olla non id. — 1 ft di parete con basso cordone liscio applicato pertinente a forma non id.

Comune grigia — 1 fr. di parete con larghe costolature interne pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idé. Comune da fuoco

~ Lit di oro indistinto e leggermente rientrante di tegame tipo Dyson 1976, fig. 58, LS 41, attestato in contesti compresi tra la fine del Le la prima metà del IV sec. d.C." — 2 fr di carena pertinenti a forme non idd. ~4 fiv di parete pertinenti a forme non id. Anfore - 1 ansa a bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di prodizione campana, diffusa trail 70/60 a.C. egli inizi del ΠῚ sec. d.C. -2 frr di parete di produzione campana. 2 frr. di parete di produzione orientale. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fi. di paretedi produzione lusitana. ~ 1 fr di parete di produzione africana.

Impasto rosso —3 frr di parete pertinenti a forme aperte non idd.

540. BasoLI m 285 s.Lm. Ὁ. to della Mensa Vescovile - Via Papazzano

Vernice nera — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Tn prossimità della recinzione di una proprietà lungo una traversa sul lato orientale di via Papazzano restano due basoli in selce di medie dimensioni” È probabile che debbano riferirsi alla viabilità che si allontanava verso est dalla via di Cori (E), ripetuta da via delle Quattro Vasche ora via delle Corti-via Crocifissi (el).

Pareti sottili — Mfr di parete con decorazione alla barbotine, presumibilmente pertinente a coppa, assimilabile alla produzione imitante i gemmata potoria, databile ta la fine de I gli inizi del ΠῚ sec. d.C." Sigillata africana — 1 f di parete con tracciadi decorazione arilievo pertinente a forma non id. — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Africana da cucina

~ 1 fi di orlo di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingros sato e annerito con politura a bande esterna, tipo Ostia I, 261, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — 3 frr. di parete di cui una costolata internamente con patina cenerognola esterna, pertinenti ἃ casseruole non id. ea ricognibile è limitata all'appezzamento ad olivi compreso nell proprietàαἱ civico n. 4 di via Papazzano mentre nella proprietà di cene, che si affaccia su via della Necca est, occupata da frutteto, non è stato permesso l'accesso. Considerata a dispersione dei fi. è ipotizzabile che 3l sito si llagasse su questo lato. > Accanto allingresso della vecchia rotta dellabitazione sono acca"asta frr. di dimensioni maggiori di tegolead impasto ross e diverse scaglie di selce 5 Rizzo 2003: 62, tav. VIII, PS. II 3. tipo è presente in un contesto rinvenuto a Roma, sul Palatino presso Vigna Barberini (Rizzo 2003: 31).

541. LASTRICATO STRADALE E BASOLI m 296 s.m. Ὁ. to Papazzano - Via Papazzano

Nel corso dei lavori del 1890, per la realizzazione del doppio binario della ferrovia Velletri-Ontanese, appena oltrepassato il ponte su via Papazzano, ex via delle Quattro Vasche, lo Stevenson ricorda il rinvenimento di una via lastricata e di alcuni basoli in selce fuori posto”. È probabile che debbano riferirsi alla viabilità che si allontanava verso est dalla via di Corî (E), ripetuta da via delle Quattro Vasche ora via delle Corti-via Crocifissi (el). #0 Atlante: 212, av, CIV, 7; cfi AGUAROD OTAL 1991: 248-249, fig. 48-51, 308-311,la quale distingue il ipo in più varianti e nota u'evoluzione della forma, che in epoca gilio-claudia ha pareti piuttosto dite e orlo ‘quasi indistinto, mente in seguito l'orlo ingrossato assume il tipico profilo triangolare e Je pareti sono curve "Dyson 1976: 146, Il tipo sembra diffuso tra Il e ΠῚ sec. dC. (Dyson: 145). 9 Vd. 361 nota 4032. ** La proprietà corrisponde αἱ civico n.97. STEVENSON CVouLat. 10564: 52 v. 553

542. AREA DI FRR. FITTILI m 284-277 s.l.m. Ὁ. to Papazzano - Via Papazzano Sul lato sud-occidentale di via Papazzano si allarga verso sud-ovest un pianoro, affacciato sul centro veliterno e aperto verso est, il quale si abbassa con modesta pendenza verso sud*®. Nel terreno, a partire dall'oliveto che costeggia il fronte. stradale fino alla proprietà adiacente sul lato meridionale occupata parte da oliveto parte da vigneto, per una superficie. complessivadi mq. 4000 circa, affiorano in bassa concentrazione, condizionata forse dalla bassa visibilità del terreno almeno su parte dell'area, oltre a poche scaglie di selce, piccoJi frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, tegole a impasto chiaro e rosato di età repubblicana e romana e coppi e tegole a impasto rosso di età romana, frr. i dolio, pochi a impasto arcaico, diversi a impasto chiaro e rosso, pochi frr. di ceramica a impasto, frr. di comune e di anfore. Il materiale sembra rinvenirsi in condizioni leggermente migliori nel terreno prossimo al vecchio casale che occupa il margine occidentaJe della proprietà” L'affioramento, insieme presumibilmente a quello n. 543, da cui lo separa un’area non ricognibile, forse riferibile ad un sito nei terreni in posizione più elevata a sud-ovest, sembrerebbe indiziare una frequentazione di età orientali zante d'incerta tipologia (abitato? necropoli?) protrattasi no all'età arcaica, e quindi la presenza, nel corso dell'età repubblicana, di un edificio dî tipo rurale, in uso anche tra la prima età imperiale e la fine del II secolo d. C. Impasto bruno — 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Impasto rosso Lf di parete pertinente a forma chiusa non id, riferibile a età orientalizzante. Sigillata africana

Anfore — 2 fi. di ansa di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. 3 fr di parete di produzioni non idd.

543. AREA DI FR. FITTILI m 260 s.l.m. Q. to Papazzano - Via Papazzano Circa m 250 dopo il ponte con cui via Papazzano superava la vecchia ferrovia per Artena una traversa sul lato occi dentale della strada raggiunge la sommità di una piccola altura aperta ἃ sud, caratterizzata sia a sud che a ovest da pendici acclivi che terminano a ridosso di un più deciso salto di quota. A partire dalla sommità e lungo le prime pendici occidentali, dove insiste il vigneto di più vecchio impianto, su una superficie complessiva di mq. 1000 circa, affiorano, in bassa concentrazione, poche scaglie di selce di piccole dimensioni e frr. generalmente piccoli, a impasto rosso di età romana e rari a impasto rosa di età imperiale, riferibili a materiale edilizio, alcuni fir. di sigillata africana, ceramica comune da fuoco e anfore? L'affioramento, insieme presumibilmente a quello n. 542, da cui lo separa un’area non ricognibile, sembrerebbe indiziare la presenza nell'area più elevata, nel corso dell'età repubblicana, di un edificio di tipo rurale, in uso anche tra la prima età imperiale e la fine del II secolo d. C. ‘Africana da cucina. = 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 332- Hayes 196, n.1, atte stato dall'edàtraianco-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. ‘Comune da fuoco. 4 fi i parete pertinenti a forme non idd.

~ 1 fr diorlo appena ingrossatoe parete verticale di piatto, assimilabile al tipo Conspectus 213.9, databile ta la tarda età augustea e la prima metà el I sec. d.C.

Anfore — 1 fr di parete di produzione africana.

Comune da mensa e da dispensa — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

5445. MATERIALE SPORADICO Q.to Papazzano Nella contrada Papazzano, ad est di Velletri, si rinvenne, presumibilmente negli ultimi anni dell'Ottocento, un'iscri-

Comune da fuoco - 1 fr di orlo pertinente a forma non id, riferibile a età alto repubblicana. = 1 fr. di fondo piatto di lla non id. —9 fr. di parete pertinenti a forme non idd. ^ L'arca è compresa ra a travers che conduce ai ivci nn. 20.22 38, 7" IL sito appare evidentemente sconvoltodai ripetuti lavori agricoli e i materiali risultano particolarmente sparpagliati cosicché rimane difficile stabilime con precisione l'area i pertinenza. 279 Conspectus: 88, tav. 19. ipo corrisponde a Pucci 9, 10-14. 79 La parte nordoccidentale del pianoro è occupata da un'abitazione privata con annessi, corrispondente al civico n. 30, mentre la parte restante. comprese le pendici occidentali quelle meridionali sono coltivate ἃ vigneτο, in parte dî nuovo impianto. 554

zione, successivamente muratain una delle pareti di un casales, P Presenza di materiale filesi nota anche a ridosso della recinzione dell'abitazione che occupa pate dell'area. Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Cfr. AGUAROD OTAL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46, 47 nn. 1-3, 305-307, la qual distingue il ipo in più varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. Acs, Direz Gen AABBAA, IIl vers, Il parte, b. 62, fasc. 1. Relazione O. Nardinidel 31 luglio 1898.

545. AREA DI FRR. FITTILI m 261 s.m.

Q to Papazzano - Via Troncavia

Lungo il Jato settentrionale di via Troncavia, in un appezzamento pianeggiante che costeggia la strada, immediatamente a ovest del fosso di Valle Troncavia, affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 280 circa, frr. di tegole a impasto rosato di età romana, frr. i sigillata africana, ceramica comune e anfore'. 1 materiali sono forse riferibili ad un'area di sepoltura lungo la viabilità antica, in uso tra la fine del Le almeno il V secolo d.C.

ficato, delimitato sul margine orientale da una ripida scarpata con cui precipita verso il fosso che attraversa via Troncavia. In quest'area, utilizzata per lo scarico delle terre provenienti probabilmente dall'edificazione di un vicino palazzo rimangono diversi cumuli di terra in alcuni dei quali sono presenti alcuni frr. di tegolae dolio di età arcaica". 548-550, AREA DI FRR. FITTILI, TOMBE E MATERIALE SPORADIcom 295-290 sm. Ὁ. to Papazzano - Via F. Pari. C. Barbi

ΑἹ termine di via E. De Nicola? resta uno spazio inedi-

Lungo il lato settentrionale di via F. Parri, all'altezza delT'incrocio con via Melvin Jones, si conserva il vecchio C. le Barbi con parte della proprietà originaria". 548, Tombe. Nel 1910 è documentata la scoperta, ai lati del viale di accesso principale, di almeno otto tombe “formate da tegole e canali protette da mattoni bipedali con bollo..."a parte una, "in muratura di grossi quadri”, posti in due pianciti su lastree frr. di lastre di marmo**. 549, Tomba. Nel 1934, lungo il medesimo viale si scoprì una tomba alla cappuccina in bipedali e tegole, all’interno della quale si conservavano resti della deposizione** 550. Materiale sporadicoe area di fr. fitti. Attualmente, nei pochi filari di vigna che costeggiano il viale, su mq. 400 circa, affiorano in concentrazione medio-bassa fr. di tegole di piccole dimensioni ad impasto chiaro, rosatoe rosso, oltre a pochi frr. di ceramica comune da fuoco e rari di sigillata africana. Sulle pareti degli edifici addossati al casale sono murati alcuni materiali antichi: diverse lastre decorative di terracotta, alcune con bassorilievi, altre con decorazione a dentelli alternati a roselline, sempre a rilievo, un fr. di cassa di sarcofago strigilato in marmo, un'iscrizione funeraria con dedica agli Dei Mani, su lastra di travertino mal squadrata e diverse piccole lastre di marmo con decorazioni a rilievo con putti e ghirlande. Nei muri che delimitano le aiuole si riconoscono: un fr. di capitello corinzio, un fr. di base ionica semplice in marmo e diversi frr minori e quasi informi di marmo'**. Sul retro degli edifici, nel settore nord-orientale della proprietà resta un'area a prato di almeno 2.500 mq. nella quale affiorano, in bassa concentrazione, considerata anche la scarsa visibilità del terreno, diversi frr. di piccole dimensioni, di tegole ad impasto rosso e chiaro, ceramica comune da fuoco e da mensa e piccolissimi frr di sigillata italica, oltre a qualche tessera di mosaico nera piccola, a taglio regolare*", L'affioramento, forse unitamente ai materiali rinvenuti ai margini del quartiere 167 (n. 547), può riferirsi ad un edifi-

7" Ho potuto osservare la presenza dei materiali seguito dei lavori, realizati fra ottobreeil novembre 2002, perla costruzionei un depuratore 7" Atlante: 98-99, av. XLV,4. 5 Atlante I: 25-26, ta. XIV, 1 + La proprietà, appartenuta ai Ginnett, corrisponde el civicon. 7. s Questa costituisce una delle viabilità che gravitano intorno αἱ tiere di espansione ex 167 di Velletri, nell'area sud-orientale del territorio peri-urbano. P" Resta incerta a provenienza della terra scaricata qui che solo ipoteticamente ho ritenuto proveniente dalla vicina zona di edificazione. Che d meno parte dell'area interessata dal edificazione del quartiere della 167 potesse esseredi interesse archeologico sembra confermato anche dalla ri Sognizione del sito della vigna Barbi (on. 548-550).

2? I cancello corrisponde al civicon.7 di viaF. Pari. "SaL, Archivio Pratiche, Velletri, Territorio. Relazione O. Nardini del 28 ottobre 1910. 55 Nagpis 19344, il quale ricorda che “uno dei tegoli port bollo lino” "Non stato possibile esaminare con maggiore cura il materiale che, a etia dell'atuale proprietario del casale non proviene dall'area circos te ma sarcbbe stato rinvenuto in zone diverse a Roma. * Il proprietario, do. Anzalone ricorda che da bambino in questa area affioravano notevoli quantità di mateile file anticodi varo genere, tra cut moltissime piccole tessere di mosaico e che lafforamento s estendeva verso nord nell’ area ora occupata dalla nova edificazione del quartiere di edilizia popole 167, proprio alle spalle della propriet, nei terreni un tempo dei Babi

Sigillata africana. = | fr di orlo leggermente pendente di scodella tipo Lamboglia 60-Hayes 103A, n. 2, in produzione D*, databile tra la fine del V e la metà del VI scc. d.C. (Tav. XIX, 5). = 1 fr di orlo di coppa emisferica assimilabile al tipo Lamboglia7 a=Hayes 7A, in produzione A’, databile tra l'età flavia cil I sec. dC. (Tav. XIX, 6). Comune da mensae da dispensa — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = | fr di tesa estroflessae leggermente pendente di tegame di tipo non id, Anfore τι 1 fi. di parete di produzione egiziana. — 1 fr di parete di produzione orientale. - 1 fr. di paretedi produzione non id.

546. MATERIALE SPORADICO m 291 s.l.m Q. to Papazzano - Via Troncavia Sul lato settentrionale di via Troncavia, quasi all'altezza dell'incrocio con via Contrada S. Antonio, una strada raggiunge un antico casale, nel cui cortile restano tre basoli in selce, presumibilmente riferibili alla viabilità ripetuta da via E Parri/via Troncavia (o1), e una colonna in marmo con scanalature (alt, max. m 0,68; diam. m 0,26). 547. MATERIALE SPORADICO m 284 s.l.m. Q. to Papazzano - ViaE. De Nicola

555

cio rustico-residenziale, presumibilmente in uso tra la prima. e la media età imperiale, forse con una precedente fase di età arcaica, con sepolture nell'area prospettante sulla via antica di Troncavia (01). 551. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 315 slm. Velletri - Via Madre Teresa di Calcutta

Ormai alla base delle pendici orientali del colle veliterπο, quasi al dî sotto del Parco Ginnetti, è visibile un'area di affioramento di materiali fitli antichi, probabilmente evidenziata dai recenti movimenti del terreno per l'apertura di via Madre Teresa di Calcutta Su una superficie di mq. 800 circa, a partire dal lato meridionale della nuova strada”, sono presenti in media concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, molti frr. di tegole e soprattutto coppi a impasto arcaico, sporadici a impasto chiaro riferibili a età tardo arcaica-alto repubblicana, pochi a impasto chiaro di età romana, pochi fir. di dolio a impasto arcaico, frr. di ceramica a impasto, ceramica comune e anfore, oltre ad un blocco parallelepipedo di peperino (m0,83x0,53x0,38). La posizione dell'affioramento permette almeno ipoteticamente di riferirlo ad un’area sepolcrale di età arcaica e for se di media età imperiale mentre non è improbabile che blocco possa ascriversi al circuito murario. Impasto grezzo — 3 frt di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. Impasto rosso — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

Comune da mensa e da dispensa —2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = fi. di fondo piatto pertinente a forma non id. — ft di parete pertinentea forma non id. Anfore

— 1 fr. di ansa leggermente costolata di produzione campana, probabilmente riferibile a Dressel 21-22 (cadus)"^, anfora impiegata per il trasporto di frutta di produzione campana™", diffusa tra l'inizio del Le la prima metà del I ec. d. C.*. Sparced ware — 1 f di orlo pertinente a forma non id. 552. CunicoLO m 310 s.Lm. Velletri - Via Madre Teresa di Calcutta.

I lavori compiuti tra il 2002 e il 2003 per l'apertura. della nuova strada di raccordo dal Vile dei Volsci per T'Ospedale Civile cittadino (Via Madre Teresa di Calcutta) hanno evidenziato la presenza di un cunicolo scavato nel banco. Dal taglio delle pendici orientali del colle su cui sorge il centro di Velletri, al di sotto del Parco Ginnetti, è emerso in sezione, poco al di sopra del piano stradale, uno speco, probabilmente di drenaggio, che sembra dirigersi verso sud-est con accentuata pendenza"^. Il cunicolo si presenta a sezione ovoidale con tetto a volta stretta, largo alla base m 0,50/0,60 circa ed alto m 1,80%. 553, MATERIALE SPORADICO Velletri - Palazzo Ginnetti

Africana da cucina — 1 fi di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia I, 261°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del Vsec. d.C.

Nel Palazzo Ginnett di Velletri* ancora il Tersenghi ricorda riutilizzate quattro colonne di marmo provenienti dalla cattedrale di S. Clemente“.

πα Morfologicamente la terrazza prosegue tagliata da Vie dei Volsci per terminare al di sopra del Vallone la Regina, su alta scarpata. È probabiJe che l'area costituisca soltanto la parte marginale del sito. L'area in questione inoltre per ani è stata usata come discarica anche di immondiziege tate nella scarpata al di sotto del Parco Ginneti. Resta quindiun ragionevole dubbio che possa anche trattarsi di materiali in giacitura non primaria, sebbene i centi lavori dovrebbero aver asportato tutti li strati moderni ed evidenziato suolo originario dell'arca. "Atlante 212, tav. CIV, 7; cfi. AGUAROD OraL 1991: 248-249, fig. 48.51, 308-311, la qual distingue i tipo in iù varianti e nota un'evoluzione della forma, che in epoca gilio-laudia ha pareti piuttosto dritte e orlo ‘quasi indistinto, mentre in seguito l'orlo ingrossato assume il tipico profilo triangolare ele pareti sono curve. P Corrisponde a Osta I, 625; PAxeLLA 1973: 496-497. ^ Si ipotizza un'imitazione di questo contenitore in ambito spagnolo visto l'elevato numero di esemplari rinvenuti a Belo (PesAveNTO MATTIOLI. 1990-46). κα Ava 2000. »© Ringrazio G. Manganello per avermi prontamente segnalato il rn-

venimento. L'apertura della strada ha intero il percorso dello seco non rintracciabile più a valle, ma probabilmente ditto verso il sotostante Vallone la Regina #4 Atuaimene il cunicolo è sato coperto dal muro di contenimento elle ere Tung ἢ ato a mont dell strada. Non è sato possibile indagare i so percorso in quanto completamente interrato fata eccezione per un breve tato iniziale. = Immagini del Palazzo sono in Savo 1995: 58-65 nn. 50:57, speci mente 620.54. "Trou 1644: 309, descrivendo la. Chiesa afferma esserci “dei Colonne antiche, grandi, i Marmo, e Pario per pat. I Borga ricorda come ne 1656, in occasione della demolizione dell chiesa, e colonne in marmoe în porfido, cone dell quali ine, furono acquistate da Gineti per il loro palazzo: Vou 1727: uv. Il, BCV, Misc. Veit IX, 21,14: “Texsesci 1910: 130(* a piede del grande scalone, sono ancora quao colon, quisi nate. senate, con capillo corinzioa due ordini di fglie acquatiche, base plinto, sebbene non di porfido ma di marmo banco), 253 C. sopra sono rimasti del simulacridi aue sentori, ute ift appena riconoscibili); ASHBY 1913: 426; ANGLE, Gi 1999: 11.

556

554. MATERIALE SPORADICO Velletri - Palazzo Ginnetti

Lo Zoega ricorda la presenza nel Palazzo Ginetti, a Velletri, di un gruppo în marmo bianco rappresentante Mitra" con l'iscrizione votiva CIL X, 6559 al Museo del Louvre: Q. Fulvius Zoticus d(onum) d(at) d(edicat ?), acquistato dai Ginnetti 555. MATERIALE SPORADICO Velletri - Palazzo Ginnetti

Lo Zoega ricorda la presenza a Velletri "in domo Ginetti”, oltre forse al sarcofago tuscolano con iscrizione CIL X, 6608, moderna*^, dell'iscrizione frammentaria CIL. X, 6632, irreperibile”: J matri | 556. MATERIALE SPORADICO. Velletri - Palazzo Ginnetti

1I Volpi ricorda la presenza “in Ginettorum aedibus" dell'iscrizione frammentaria funeraria CIL X, 6631, irreperibiJe": Dis) M(anibus) | Ulpiae Pomipeiae coniugi | karissi‘mae ble)/ne meren{ti} | C. Mod[-c. 4:1} 557. AREA DI FRR. FITTILI Velletri - Via A. Gramsci

Nel piccolo terreno prospicente una delle proprietà lungo il Jato est di via A. Gramsci, nel corso degli anni Ottanta del Novecento, si recuperarono numerosi frz di materiale da costruzione sia a impasto chiaro che rosato di età romana oltre ad alcuni fir. ceramici, tra i quali fondi e pareti di vernice nera". 558. MATERIALE SPORADICO Velletri - Via Orti Ginnetti

città, lungo il lato occidentale di via Orti Ginnetti, si recuperarono alcuni fr. in ceramica d'impasto non tornita ed uno di bucchero™ È possibile si riferiscano ai corredi di due sepolture databili all’età del Ferro. Impasto protostorico — 1 fr di rocchetto con base espansa sulla quale è incisa una. 7X". Lrocchetti, documentati indifferentemente sia in abitati che in complessi votivi e funerari, con varianti relativamente alla forma e alla tecnica di realizzazione, risultano ascrivibili ad un arco cronologico dilatato, a partire dalla fine dell’età del Bronzo®®. Un confronto, per l'incisione, può istituirsi, ad esempio, con un rocchetto di Sorgente della Nova, databile al Bronzo finale®©, mentre un esemplare in “impasto primitivo” è noto dallo scavo dell'area B di S. Giovenale®, altri due esemplari sono noti ad Aquarossa datati tra il Bronzo iniziale e quello recente? , Impasto grezzo — 1 piede di kantharos in bucchero, presumibilmente assimilabile al tipo Rasmussen 3e (Ramage 5D), trai più diffusi in Etruria centrale e meridionale e nel Lazio, sia nella variante con alto piede che in quella con piede basso e medio. Databile tra l’ultimo quarto. del VI e il terzo quarto del VI sec. a. C** 559*. MATERIALE SPORADICO Velletri - Via Orti Ginnetti

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figura no due provenienti da via Orti Ginnetti: un fr. fittile con gallinaceo relativo a dono votivo*”; un fr. di ansa a nastro con decorazione in buechero™, 560*. MATERIALE SPORADICO Velletri - Castellaccio. La Cava

Nel 1984, nel corso di lavori di scavo connessi alla realizzazione di un parcheggio per auto nella zona sud-est della

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di statua femminile in marmo tipo Musa con rotolo proveniente da Velletri, località Castellaccio/La Cava, datata aletd imperiale”

s" WexcxeR 1817: 148 n. 9; Fosen 1869: 503 n. $72; Cowon 1896: 248-249 n.90; CReSSEDI 1953: 106; CHARDONNEAUX 1963: 184 fig, 1850. 1026. se CresseDi 1953: 121 n. 84; Ψεμμιλβεκεν 1956: 112 mo. 208-209; Docsoox 1975: 10 n. 29; Sou 1983a: 38. # Sou 1983a: 37 con bibliografía. x Sou 1983a: 38, 58 Voti 1727: 67; Muratori 1740x: 1423 n. 2, legge be, invece del ble) del CIL, lla fine della r 4; CARpisati 1823: 172-173 n. 107; Sou 1983: 38; ANGUISSOLA 2008: 54, nota 67. 77: Da alcuni ani il terreno utilizzato come orto risulta incolto, così da renderne vana la perlustrazione. 55 1 recuperodi materiali, nea pact di terr sezionata, è segnato in ‘Saat, Vellei vari. Relazione G. Manganelldel 27 maggio 1992 con elenco elle ricognizioni eseguite dalla sede velterna dei Gruppi archeologici d'a dal febbraio 1984al maggio 1992 (a. 5) 1 materiali recuperati in ricognizioni dal GAL sono attualmente conservati nei magazzini del Museo Civico Archeologico F. Nardini d Vellei; MANGANELLO 2001: 9. Mi è tto possibile da G. Manganello. prenderne visione attraverso disegni realizzati

«Cic per l'ambito laziale Οἴμοι 1966: 309 fig. 90 nn. 12-13, 310; Bierm sesti 1980: 84 n. 12. Esemplari da Ficana in Rasutuss BRANDT 1996: 270 fig. 162 nn. 2582-2616, 271, da Saricum in ATTEMA et li 1987 172. 546,278, 5 Gaiman 1981:433n. 75, 434 tav. 125 che rispetto all'esemplareveiterno, risulta "di color nero, superfice lisciata ἃ stecca, impasto medio”. 7" BEnORENN, BERGRENN 1981: 43 n. 18,pl. 36 27 Wenpr, LUNDGREN 1994: 77 nn 115 e 131,92, 182pl. 1 . κα RASMUSSEN 1979: 104-106, tave. 31 n. 167, 2n. 172. 2 Crescenai 1981: 178; Mis, Quici Grout 1983: 28 nota 72 ne ‘ipotizzano la pertinenza ad un contesto funerario propendendo per "un'intexpretazione come offerta funeraria”; C5ccARINI 2001a: 97 n. 757. ^ Cuescivz 1981: 178; CECCARIN! 2001: 97 n. 870. Crescenzi 1981: 170; Ceccarini 2001a: 149 n. 1632 con prove‘enza dalla località La Cava; CeccAmum, Caescenz 1989: I31 n. VITla, portano con provenienza "Arten, contrada La Cava Velletri, colle Giorgio L'unica località con questo nome risulta quella, ricordata anche nel F 150 It SO dellIGM in scala I: 25.000, nella levata del 1936 ("Cava"), oltre che in 557

Fig. 322. Velletri. Fotografia aerea zenitale (n. 561).

Le propizie caratteristiche morfologiche dell’area, con Ja presenza di una modesta dorsale collinare costituita da due differenti alture, accresciute dall'esistenza anche di due corsi d'acqua, lungo le pendici occidentali (fosso di S. Anatolia) e

orientali (Vallone la Regina), è presumibile abbiano rivestito un ruolo non secondario nella scelta del sito (che con progressivi ampliamenti verrà occupato dalla città di età romana), anche in considerazione dell'importanza quasi generalizzata nella scelta insediamentale nel corso dell'età preistoriche e protostoriche per la difendibilità (Figg. 322-323).

dettaglio, in una restituzione topografia dell'area realizzata nell'Archivio Vescovile di Vellei (Paton, CccaRIni 2003: 107 fig. 7, “Cavadi pie ti") attiva fino agli anni Cinquanta del Novecento come cava di selce, sot-

tostante l'abitato, a est di via degli Ort Ginnet e a ovest i viale dei Volsci 4 partro quasi dall'estremità settentrionale dei Giardini lungo viale Marconi.

561. VELLETRI: AREA URBANA

558

Fig. 323. Velletri. Carta archeologica(n. 561). 559

Le attestazioni pià antiche si riferiscono ai numeros ci rinvenuti negli anni Trenta del Novecento all'estremità occidentale di via Lello da Velletri e a sud-ovest della Chiesa. di S. Michele Arcangelo, poco al di sotto del settore più elevato dell'abitato (n. 561, 30). Allo stesso ambito cronologico va riferita a più recente segnalazione di altri materiali li tici quasi in corrispondenza dell'incrocio tra le vie di Ponente e di Fontana della Rosa, alle pendici nord-occidentali del centro (n. 511) Successivamente, materiali ceramici certamente dell'età del Ferro provengono dall'area del cd. Tempio volsco (n. 561, 57), lungo le pendici meridionali dell’altura, ai quali vanno aggiunti quelli scoperti più di recente "nell'area della Cattedrale di S. Clemente" (n. 561, 107), mentre rinvenimenti occasionali, per i quali è stato proposto un orizzonte cronologico di VIII secolo a. C., sono segnalati in più punti a partire dall'arca più eminente, prossima a P.zza Cesare Oîtaviano Augusto, intorno alla quale, in particolare nel settore a ovest, si concentra il maggior numero di attestazioni (nn. 561, 24, 25, 31, 33, 34, 42, 48). Se evidentemente queste ultime, proprio per le caratteristiche del rinvenimento e la generalità delle informazioni, al momento, non sembrerebbero indiziare se non una frequentazione dell’area, maggiori elementi forniscono i primi. Infatti la presenza, tra la fase recente della prima età del Ferro e l'orientalizzante antico, di materiali ceramici riferibili a nuclei d'abitato, sui quali nel corso dell’età arcaica si svilupperanno due distinte aree templari, successivamente monumentalizzate”®, sembrerebbe riproporre anche nel centro veliterno, come ipotizzato già dal Gierow a proposito delle Stimmate, quel modello insediamentale noto, oltre che a Roma", in altri centri sia laziali (Satricum*, Ardea") che etruschi (Tarquinia^) Nuove attestazioni sono documentate nel settore sud-occidentale, a ridosso della Torre Fiscari (n. 561, 71) e quasi alla base delle pendici sud-occidentali dell’altura, a via dei Bastioni (n. 785). Seppure nella loro sporadicità, la localizzazione sembra particolarmente interessante per la ricostruzione delle fasi più antiche del centro dal momento che per le prime, databili alla fase IV A laziale, può forse presupporsi uno scivolamento dall’area sommitale o piuttosto, considerando la distanza tra il piede dell'altura e l’area del rinvenimento, un ulteriore nucleo; per le seconde invece, datate alla fase ΠΑ laziale, nel terreno in declivio verso sud, delimitato dal fosso di S. Anatolia, a breve distanza dalla sua biforcazione, sembrerebbe possibile ipotizzare il riferimento ad un’area funeraria. Per VIII secolo è stata ipotizzata l'esistenza di un abitato esteso su tutto il crinale, su una superficie di circa 29 ha, che manterrà anche in età arcaica”, nonostante la quasi totalità delle attestazioni si concentrino nell’area più eminente

e in quella sottostante a sud fino alla zona di Porta Napoletana, su 16,60 ha. L'abitato più esteso risulterebbe così maggiore rispetto ai centri laziali coevi di Lanuvium (27,5 ha), Anzio (24,5 ha), Tuscolo (23 ha) ed inferiore invece a quelli di Pratica di Mare (39 ha), Satricum (40 ha) ed Ardea (42 ha), prescindendo dalle megalopoli di Gabii (55 ha) e Roma (95 ha) e, soprattutto, da quelle etrusche di Orvieto (85 ha), Vulci (90 ha), Tarquinia (120 ha), Cerveteri (160 ha) e Veio (175 ha). Alla documentazione relativa, anche se con gradi di attendibilità differenti, all’abitato, o meglio a nuclei di abitato, occorre aggiungere quella, forse maggiore, riguardante le aree sepolcrali, individuate in aree limitrofe al centro di età romana: innanzittutto quella più estesa, scoperta casualmente alla fine dell'Ottocento nell'area a nord-est della Stazione Ferroviaria, costituita da tombe a fossa o a pozzetto (nn. 705-706), alla quale si può forse riconnettere anche il più recente rinvenimento casuale (n. 700); quella di Vigna Lazzarini (n. 708*); quelle dell’età del Ferro nell'area di Colle Palazzo (la tomba a circa 500 m a sud di porta Napoletana, lungo il lato orientale di V.le Oberdan riferita alla II fase laziale, n. 773 e, presumibilmente, la tomba nell’area del Campo sportivo comunale, n. 774); forse i materiali sporadici riferiti al Bronzo finale avanzato e all'età del Ferro da via Colle Palazzo-via E. De Filippo (n. 776); la tomba da via Lata (n. 512), datata al X secolo a. C.; quella da Via Orti Ginnetti (n. 558); infine quelle indiziate da un orciolo con decorazione incisa a meandri e metope attribuita alla fase Ib, lungo il Fosso di S. Anatolia (n. 685) e da un orlo di boccale monoansato riferibili alla fase IT A della cultura lae, oltre a un fr. di parete, riferibile all'età del Ferro, da via dei Bastioni (n. 785) quasi alla base del versante sud-o dentale dell’altura. Non è improbabile che i diversi nuclei abitati, presumibilmente ciascuno con la rispettiva area sepolcrale, soltanto con le fasi iniziali o avanzate della prima età del Ferro, a seguito di quel processo di selezione e concentrazione ampiamente documentato nell'intera regione, si siano “coagulati” dando cosi vita al primitivo centro urbano. Pur nell'incertez22, determinata in gran parte da una documentazione ancora frammentaria, un elemento a favore di questa ricostruzione sembrerebbe potersi rintracciare, oltre che nella richiamata presenza di capanne d'abitato nel corso della seconda metà dell'VIII secolo a. C, anche nella notizia di Dionigi di Alicarnasso sulla presenza di un circuito murario nel VII secolo a. C., al tempo di Anco Marcio. Mancano per esso informazioni, tuttavia ὃ plausibile che, analogamente a quanto noto per altri centri laziali nel medesimo ambito cronologiCo, fosse costituito almeno inizialmente da una sistemazione ad aggere, nei punti in cui la morfologia del sito non rispondeva in maniera adeguata ai criteri di difendibilità**. Ora

^^ Gui 1980: 151; Gurpt 2000 a: 330; GUI 2003: 55-56. ^ ALBERTONI 2000. Per la scoperta di una capanna al'intemo del primitivo sacellum e delle fasi Successive del santuario di Marer Matua, vd. HeLLDRINO 1982: Μάλβκαντ Keen 1987; HeLLorinG 1987: 285. se Carscenzi, TORTORICI 1988 perle capanne della prima età del Ferro su Colle delle Noce, al disottoi un'arca sacra di età arcaica. A proposito dellindividuazione nell'area nea quae tra l'età del Bronzo finale l'età arc i a sono documentate diverse pratiche cultuali

di una capanna di VIII sec. a. C., vd: Bown Jovino 2000; Locaretti 2001 = Gunni 1985: 228, 229 fig. 11.5n. 37 perla fase Idi VII sec. a.C, 236 fig. 11.9, 237 perla fase IV; Gum 2004: 124; ad una ricostruzionepiù ‘cauta, secondo cui l'abitatodi VII sec. a. C. avrebbe incluso almeno la parte di colle oocupata dalle timate, εἰ orienta DRACO TroccoLi 1989: 46 in particolare nota 46; D: Geo, Guri 2000: 105 a proposito de'nsicuTo valore storicodi tali sula. ?" Ricordo, ad esempio: contemporaneo sistema difensivo suppo-

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considerando come l'abitato riferibile a questo periodo dovrebbe ricalcare quello di VIII secolo a. C. (ed estendersi su una superficie di circa 29 ha), delimitato sul lato occidentale da pendici particolarmente ripide e comunque abbastanza acclivi anche sui lati settentrionale ed orientale, è possibile che il recinto proteggesse almeno il versante meridionale, dal quale secondo il racconto di Dionigi, sarebbero usciti gli anziani tra i Veliterni per richiedere di sospendere l’attacco romano. Le motivazioni strategiche che presumibilmente favori Tono la nascita del centro, dovettero progressivamente accresceme l'importanza nel corso dell'età arcaica”, certamente fino al V secolo a. C., come traspare in maniera evidente anche dalla sua centralità nelle vicende storiche del periodo, con l'acquisizione della leadership nel numero dei Popoli che si scontrarono con le esigenze di conquista romana. Questa raggiunta importanza non potè non avere i suoi riflessi sul centro urbano, "grande e popoloso" secondo la. definizione di Dionigi di Alicarnasso, almeno fino all'assedio e quindi la conquista del 494 a. C.: nel medesimo anno la deduzione di una colonia segna presumibilmente l'avvio da parte romana del tentativo di controllo sul centro, ribadito dall’invio di nuovi coloni nel 492 a. C. e poi nel 403 a. C., e proseguito con gli scontri del 385, del 382-381, del 380, del 371, del 354 e del 340 a. C. Pur non avendo ancora un quadro esauriente dell'abitato nel corso dell VI-IV secolo a. C., alcuni elementi concorrono in maniera determinante a suggerircene i caratteri, oltre ad alcuni materiali dei quali è noto il generico rinvenimento “a Velletri" tra cui forse, anche se se ne è proposta una provenienza dall' Algido, un bronzetto tardo-arcaico conservato al Museo di Dresda (n. 561, 147) il circuito murario abbattuto nel 338 a. C., l’edificio templare sottostante la Chiesa delle SS. Stimmate (nn. 56-57) e, presumibilmente, quello nell’area della cattedrale di S. Clemente (n. 561, 115). Per quanto riguarda gli edifici templari, se del secondo sembra potersene supporre una fase riferibile ad età arcaica sulla base esclusivamente di alcuni materiali, differente la situzione conoscitiva dell'altro. Di esso infatti risulta nota sia la celebre decorazione fittile di stile ionico, di produzione veiente, simile a quella del tempio arcaico di S. Omobono, con gli otto, forse nove, motivi, rinvenuta dal Mancini negli scavi degli anni Venti del Novecento, che la pianta, del tipo tuscanico ad alae. Nonostante l’abitato risultasse già naturalmene munito, è variamente documentata l’esistenza di mura successive a quelle ipotizzate di VII secolo a. C., alla cui distruzione dovette contribuire in maniera decisiva, la ricostruzione delle fortificazioni promossa nel 1527 dal Pubblico Consiglio di Velletri, la quale comportò preliminarmente la demolizione degli “Edifici inutili", e delle “Case vicine". I pochi resti riferiti alle mura noti da vecchi rinvenimenti, perlopiù di difficile lettura oltre che di ubicazione approssimativa, per i quali si è generalmente supposta la presenza di due circuiti -

uno a recinzione dell'area di Castello, l'altro a perimetrare l’area a sud fino all'altezza di Porta Napoletana-, è più probabile che possano riferirsi al recinto dell'acropoli e l’altro, esteso a tuttoil crinale, compreso tra Porta Napoletana a sud. e Porta Romana a nord. Se i resti lungo via Andrea Velletrano (n. 561, 7), quelli al di sotto della chiesa di S. Giuseppe (n. 561, 6), e forse quelli lungo via della Torre Fiscari (n. 561, 5) sono generalmente riferiti al circuito dell'arx, per quelli al dî sotto della chiesa di S. Michele Arcangelo (n. 561, 36) sembra più proabile una loro connessione al cd. Tempio di Sango localizzato immediatamente a sud, al di sotto dell'odierno Tempietto del Sangue (n. 561, 37), pur non potendosene escludere, una funzione sostruttiva. Forse, una analoga funzione, in relazione ad una delle viabilità che seguendo le curve di livello ascendevano l'altura veliterna, può ipotizzarsi anche per il tratto lungo via della Torre, forse orientato est-ovest, e dunque che il recinto non chiudesse a sud lungo la linea grossomodo coincidente con Corso della Repubblica, via della Trinità, V.lo Fico, via delle Murelle, via della Torre Fiscari, via S. Francesco. Ipotetica, infatti, in mancanza di dati certi, appare la ricostruzione della linea meridionale del circuito dell'arx, il qua le è probabile, sfruttando la naturale configurazione, seguisse l'andamento delle curve di livello abbracciando a est il ciglio sul lato a monte di via Collicello, lungo l’isoipsa dei 370, per scendere lungo via Borgia fino a quota 348 s.Ld.m., lungo la balza naturale che chiude a sud Pzza Cesare Ottaviano Augusto, e riallargarsi verso sud-ovest, sfruttando la pendenza di via S. Pietro-via Albrizzi fino a quota 335 includendo la terrazza su cui sorge il tempio delle Stimmate per risalire verso nord su una linea forse in parte coincidente

sto, ad Ardea, sul ato nord-orientale dellAcropoli e quello duplice ai lai delingresso all'estremità dl versante orientale di Casalazzara (MORSELLI, Tortorici 1983: 32,33 fig. 18 nn 1, 136, 154, 9n. 1,63 fig. 44); quelli di Satricum (Castacnout 1963: 505-518; MAASKANT KizsoRink 1987: 69; Qui Giai 1990: 230-231: Grade 1992: 2-6, 15-16, 46; Qui 1994b: 149-150; Gabe 1999: 3445, in particolare 41-42), Crustumerium (Qua, Quae! Giai 1980: 68-70, 282), Gabii (Quiuci 1990: 160), Anzio (Guibi 1980: 41 figg. 2-3, 42: Guarrou 1981: 85-86; ChiaRuCCI

1985: 17-25; De Rossi 1987a: 19-25; Cunxnucci 1989: 34, 42-47; Gui 1994; 269; Quruic 1994: 150) e Aricia (Li 2002: 54-57) » GUATTOLI 1977: 23,25. BORGIA 1723: 408. ^" Lissi CARONA 19668: 1118 27 Vit. V, 2: “Conlocanda autem oppida sunt non quadrata nec procurrentibus angulis, ed circitonibus uti hostis ex pluribus Locis conspiciatur" (Fior 1990: 28, 137 peril commento).

con quella del circuito esterno. È probabile che le mura, av-

vicinandosi alla curva di livello dei 360 m, seguendo grosso modo il percorso di via dei Lauri, ascendessero il dislivello in un breve tratto per poi andare a raggiungere la curva dei 370 m poco ad ovest di via del Paradiso. Da qui potevano proseguire aderendo alla curva di livello dei 370 m prima perpetuata da via dei Lauri e poi da via Andrea Velletrano, come sembrerebbe indicare anche la maglia urbana- caratterizzata nell’area attraversata dalla via dall'esistenzadi isolati di forma ed orientamenti differenti- forse fino all'altezza di via del Comune, dove presumibilmente incrociava l’asse di penetrazione urbana, in prosecuzione della via Setina, ri petuto da Corso della Repubblica, almeno nel tatto a partire da Porta Romana. Da questo punto è ipotizzabile che il cir cuito, riscendesse verso sud-est. Pur con la cautela che impongono indicazioni nella maggior parte vaghe, e avvalendosi dei suggerimenti che sembrerebbero fornire i caratteri morfologici dell'area", peraltro rispondenti in pieno a quelli ritenuti migliori dalla trattatistica della prima età augustea per l'impianto di città””, per

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gran parte di esso più agevole sembrerebbe la ricostruzione del circuito esterno. Un ausilio in tale senso appare fornito anche dall’osservazione dei pochi resti conservati del recinto cinquecentesco, in precario stato di conservazione già nei primi decenni del secolo successivo"", il quale probabilmente subì un allargamento verso ovest, come sembrano suggerire le tre torri superstiti con brevi tratti di mura (nn. 561, 1, 2, in particolare 3) Le mura antiche dall’altezza di Porta Napoletana, da dove si dipartivano importanti assi di penetrazione del settore meridionale del territorio quali la Mactorina e la cd. Selciatella-Lazzaria, posizionandosi sull'isoipsa dei 320 m si dirigevano presumibilmente verso nord-ovest, come sembrerebbero indiziare i resti lungo via Furio (n. 561, 4), in maniera abbastanza lineare, forse coincidente con le mura medievali, in parte conservate sul lato nord-orientale di via Fontana delle Fosse (nn. 561, 1-2). Proseguivano ancora verso nord, forse allontanandosi progressivamente dal lato dx. di via di Ponente, e raggiungendo cosi almeno l'isoipsa dei 330, se non addirittura avvicinandosi a quella dei m 340, all'incirca all'altezza del complesso di S. Francesco incluso soltanto in minima parte. Quindi, con un tratto nel quale andavaad intercettare prima Fisoipsa dei m 340 e poi quella dei m 350, piegava leggermente a ovest, fino a raggiungere l'incrocio tra vicolo S. Francesco e via dei Lauri, da dove, proseguiva verso nord, seguendo inizialmente la curva di livello dei 350 m, rispetto alla quale correva tenendosi sul lato a monte dell'ultima. strada (n. 561, 6). A questa altezza è presumibile che il circuito seguisse la linea di quello a recinzione dell'area di Castello almeno finoa via Paradiso, oppure che, allargandosi alla balza sottostante proseguisse sull'isoipsa dei 350 intercettando via della Libertà lungo la quale risaliva fino a raggiungere quella dei 360 all'altezza di via Paolina-v.lo delle Fratte. Da qui è probabile che il circuito, appoggiato al ciglio lungo il quale corre via Paolina, ne seguisse la naturale pendenza verso nord-nord/est fino all'altezza di p. zza Trento e Trieste da dove piegando a est verso via del Melo e quindi v.lo S. Lucia, a quota 357, raggiungeva in discesa Porta Romana a quota 343 circa. A partire da questa, come sembrerebbero confermare i resti all'altezza di villa Ginnetti (n. 561, 9) e poi quelli lungo viale Regina Margherita, presso via S. Tecla (n. 561, 8), le mura dovevano ridiscendere verso sud seguendo la linea di via Menotti Garibaldi-v.le Regina Margherita con percorso piuttosto lineare appoggiato all'isoipsa dei 340 almeno fino all’altezza di P. zza Metabo. A questo punto, il circuito ὃ possibile che, piegando abbastanza decisamente verso sud con tratto che dagli iniziali 340 m doveva raggiungere i 320 all'altezza di via S. Martino, corresse in maniera lineare lungo vle Regina Margherita, fino all'estremità settentrionale di Piazza XX Settembre. Da qui, aderendo alla curva di livello dei 320 m doveva attraversare la piazza, forse tenendosi sul lato settentrionale, e quindi proseguire lungo il lato settentrionale di via delle Mura fino a Porta Napoletana: con un tratto inizia#0 TeoLi 1644: 266. 2" Lucu 1957: 1, 303-304. κυ Morse, TogtoRII 1982: 32, 53.62 n. 1 562

le ancora verso sud in prosecuzione della linea ipotizzata, i fine con uno quasi est-ovest. Circa la loro cronologia, alcuni indizi possono forse desumersi oltre che dalla tecnica, anche dai diversi materiali. utilizzati: (il tufo e il peperino) il tufo in blocchi da 1,20x0,50x0,40 m disposti presumibilmente per filari alternati di testa e di taglio, al di sotto della chiesa di S. Giuseppe (n. 561, 6) e lungo viale Regina Margherita, all'altezza di via. 8. Tecla (n. 561, 8); il peperino in blocchi all'estremità occidentale di via Furio (n. 561, 4) e lungo via A. Velletrano (n. 561, 7). A questi vanno poi aggiunte le indicazioni ancora. meno puntuali sul tratto lungo via della Torre a "blocchi grossolanamente squadrati, disposti presumibilmente per filari alternati di testa e di taglio” (n. 561, 5) e su quelli, lungo il versante orientale dell’abitato “in grandi blocchi rozzamente squadrati” (n. 561, 9). Da quanto riportato, considerando come l'utilizzo di diversi materiali e tecniche potrebbe non corrispondere all'esistenza di un intero circuito con queste caratteristiche ma anche al restauro di alcuni tratti, un qualche indizio cronologico, con la cautela necessaria, può forse ricercarsi, come detto, nei materiali. Se infatti il tufo appare utilizzato almeno fin dall'età arcaica, il peperino compare a Roma in costruzioni impegnative, soltanto a partire dalla metà del I secolo a. C. (l'Aqua Marcia è del 144 a. C), mentre in ambito laziale inizia ad esserlo verso la fine dello stesso secolo?” Dal momento che la tecnica per filari alternati di testa e di taglio risulta documentata, ad esempio, nelle mura di Ardea, addossatesi presumibilmente al primitivo aggere sull’Acropoli, nel corso del IV secolo a. C-*° (anche se essa appare documentata in un ambito viciniore, ad esempio, ad Ariccia nell'ambito del III secolo a. C-), si potrebbe ipotizzare una datazione a questo ambito cronologico per i tratti in blocchi di tufo ed una più recente, di fine II/I secolo a. C. per quella in peperino. A questo proposito suggestiva la possibilità di rintracciare un pendant tra quanto desunto dalla documentazione archeologica e i cenni delle fonti letterarie. Prescindendo dalle mura di Anco Marcio, di VII secolo a. C., non è improbabile che i tratti in tufo, peraltro riconosciuti in passato per breve altezza e comunque in fondazione, possano riferirsi al circuito abbattuto nel 338 a. C., mentre quelle in peperino possano essere quelle stesse ricordate esistenti da Suetonio al tempo di Augusto. Nel corso dell'età arcaica l'abitato è dunque ipotizzabile che si estendesse su 29 ha a comprendere l’area sommitale (9,50 ha), come sembrerebbero indicare i materiali sporadici, perlopiù da costruzione, rinvenuti occasionalmente alla fine del Novecento a via Collicello (nn. 561, 23-24), via del Comune (n. 561, 25), vicolo della Croce (n. 561, 32) c via Lello da Velletri (n. 561, 34), ai quali devono aggiungersi quelli nell’area a sud, lungo vicolo Fiscari e via Furio (nn. 561, 69, 71), in ipotetico continuum con la fase precedente e, forse, nel settore sud-orientale, tra V. le Regina Margherita e Via Bonese (n. 561, 74). A questa medesima età può soprattutto riferirsi il tempio ipotizzato nell'area dell'arx, ll'estre"Luca 2002: 62, 66, 144-145 n.9, 152-154 figg. 86-90, 159-161 n. 16, 165-166 figa 107-109.

mità nord-occidentale di piazza Cesare Ottaviano Augusto, nell'area delle Chiese di S. Michele e del Sangue, nonostante i resti noti in passato al di sotto di esse appaiono piuttosto inquadrarsi cronologicamente in una fase piü recente, di età repubblicana (nn. 561, 36, 37). Con il 338 a. C., il centro viene annesso a Roma, come ricordato da Livio, con modalità estremamente "pesanti" che ebbero i loro riflessi proprio sulla città, privata del suo circuito murario, abbattuto, e della sua popolazione, deportata a Roma. A partire da questo momento dovette iniziare un profondo, radicale, processo di romanizzazione, del quale sfortunatamente è possibile cogliere soltanto qualche tratto L'esiguità dei resti della città romana, rilevata già nel Settecento®”, oltre al verificarsi naturale del fenomeno del consumo della pianificazione, deve ritenersi in relazione con alcuni lavori di più ampio respiro, intrapresi su vaste aree cittadine come quelli del 1612 alla Piazza superiore ed inferiore"? che ne hanno evidentemente provocato l'alterazione delle quote originarie, e quelli del 1527 lungo il vecchio circuito murario che comportarono anche "lo scavo di fosse” e l'apertura di nuove strade”*”. Nonostante questa povertà che, forse già aggravata dalle distruzioni belliche, anche l'impossibilità di un controllo delle numerose ricostruzioni e ristrutturazioni verificatesi all’interno del centro urbano dagli anni Sessanta-Settanta del Novecento ha accresciuto, sembrano emergere alcuni elementi Presumibilmente l'età segna un generale riassetto, con l'avvio di una programmazione urbana che sembrerebbe trovare il suo compimento soltanto in piena età imperiale. Gli interventi più immediati anche per la loro valenza ideologi ca, dovrebbero aver riguardato: nel settore meridionale, l’area forense, forse la basilica e il tempio presso la Cattedrale di S. Clemente e, solo successivamente, l'anfiteatroe il contiguo edificio in opera laterizia nel quale viene general‘mente identificato un teatro. Parte integrante del nuovo piano regolatore dovette senza dubbio essere la viabilità. Adeguando la maglia urbana ai caratteri naturali del sito, la viabilità principale doveva presumibilmente svolgersi lungo l’asse longitudinale dell'altura perpetuato, in prosecuzione di quel grande vettore costituito dalla via Mactorina, da corso Vittorio Emanuele/Corso della Repubblica-Piazza Mazzinivia Borgia-via del Comune. Come sembra potersi desumere dai resti di strutture in opera reticolata e quadrata, oltre ad alcuni pavimenti a mosaico, ricordati sia nell’area dell'acropoli che in quella sottostante (nn. 561, 39, 40*, 70, 81, 86, 87, 88, 89, 91, 93, 95, 109, 115, 121*), tra l'età repubblicana e i primi anni dell'età imperiale sembrerebbe registrarsi una significativa attività edilizia, della quale beneficio anche il territorio. Nelle arce. in declivio limitrofe all'abitato, specialmente in quelle occidentali e sud-orientali, nelle fasi precedenti utilizzate per le

sepolture, vengono realizzati impianti residenziali di particolare ricchezza (ad esempio nn. 695-699, 785) Oltre a notizie di rinvenimenti riferibili a sepolture, co‘me quella lungo via Paolina (n. 561, 16) nei primi anni del Novecento, di datazione non ben circoscritta, e quelle settecentesche relative forse alla presenza di un tempio presso la Chiesa di S. Giovanni in Plagis (n. 561, 22), scoperte occasionali in anni recenti hanno arricchito le attestazioni riconducibili al periodo, nell'area dell’acropoli, in particolare nel settore a sud-ovest di questa (nn. 561, 24, 25, 34, 42, 49, 50), in aggiunta a quanto già noto da notiz e più antiche (nn. 561, 28), mentre nuove attestazioni si registrano ancora solo per il settore a sud-ovest (nn. 561, 69, 71). In particolare nell’area dell'acropoli si ha notizia di resti 'eribili genericamente all'età i quali riguardano: i "bellissimi vestigi di antichità” ricordati dal Landi sull’altura, tra cui Ja struttura a nicchie in opera reticolata scoperta nella seconda metà del Cinquecento al di sotto del Palazzo municipale (n. 561,39); i pavimenti a mosaico scoperti presumibilmente nel Seicento (n. 561, 40); il trattodi cunicolo rivestito in cocciopesto in prossimità del tempietto del Sangue (n. 561, 38), che rimanderebbe ad un sistema di fognature e di canalizzazioni delle acque. Tuttavia la struttura di maggiore interesse esistente in quest'area risulta senz'altro il cd. Tempio del Sango a cui è riferita la struttura voltata della quale si ha notiia al di sotto della Chiesa di S. Maria del Sangue (n. 561, 37) e, forse, anche quella in opera quadrata parzialmente riutili zata dalla Chiesa di S. Michele Arcangelo (n. 561, 36) La presenza di un tempio sull’altura attualmente occupata nel settore centro meridionale dal Palazzo Comunale e su quello opposto dal Vescovato, ipotizzata già dal Nardini, è più che probabile, soprattutto in considerazione dei resti variamente noti (nn. 561, 35, 36, 37, 38, 39), senza tuttavia tralasciare la posizione e le caratteristiche morfologiche, evidentemente propizie. Meno agevole è forse determinarne la localizzazione puntuale e quindi la divinità alla quale era dedicato. Tra i resti noti quelli che con più probabilità possono riferirsi all'edificio templare supposto sono quelli ricordati al di sotto delle chiese di S. Michele e di S. Maria del Sangue, quindi nel settore occidentale della sommità L'edificio sarebbe dunque in questo settore dell'altura, prospettante su Velletri ma presumibilmente visibile anche da Monte Cavo, forse proprio nell’area della chiesa di S. Michele, come sembrerebbero suggerire i non pochi casi per i quali è documentata in maniera certa la presenza di edifici templari nell'area di chiese e santuari di culto intitolati al santo, Dai pochi elementi noti desumibili dai diversi rinvenimenti, potrebbe forse ipotizzarsi che si trattasse di un edificio realizzato in opera quadrata, forse con colonne dî ‘ordine dorico volendo riferirvi le due basi in peperino rinvemute in Piazza Cesare Ottaviano Augusto (n. 561, 38), del tipo ampiamente documentato per l’area laziale. Per quanto riguarda la divinità al quale l’edificio poteva essere dedica-

^" Ninoy 1819: 200; Disianpi 1854: 215. » Borgia 1723: 474-475. + Borca 1723: 408. τα Ricordo, ad esempio, in ambito laziale il tempio di Cice, in ambito: extra urbano quello del santuario etrusco, presso la sorgente Sillene a

Chianciano Terme (PAOLUCCI 1988: 58 nn. 64-65, 108, tav. XVI. 1, pres mibilmente il tempietto di Excole sottostante le altre di Castel Giubileo, presso il santuario micaelico al VII miglio della Salaria (Vr in Di Genwano eralii2000-2001:483-506; MALIZIA in Di Gennaroet alli 2000. 2001: 531-535 specialmente 533-534) 563

to, analogamente all’altro supposto mellama della ancora indagabili che per quelle, ancora meno, per le quali Cattedrale, mancano elementi puntuali dal momento che ri- viene indicato o è ripetuto dalle sovrapposizioni più recenti sulta ipotetica la loro identificazione in Apollinis et Sanci et La loro osservazione evidenzia infatti come esse si pongano Herculis aedes ricordati da Livio, a proposito dei prodigia. tutte parallele o ortogonali, indicando una coerente occupa ionc dello spazio. In particolare paralleli tra loro, sebbene del 207 a. C. Tuttavia considerare che i resti sull'arx e così in tecniche costruttive differenti, forse riferibili a fasi coquelli nell'area della cattedrale e quelli alle Stimmate vadastruttive diverse, quasi a racchiudere uno spazio longitudi no riferiti ad altri templi rispetto a quelli riportati da Livio, ne porterebbe il numero ben al di sopra di quello general- nale (corrispondente all'attuale P. zza C. Micara m 48x17 mente documentato per centri laziali coevi: quindi è proba- circa) appaiono le strutture sia în opera reticolata (nn. 561, bile, pur non potendone proporre alcuna identificazione, che 87, 88, 89) che quadrata (n. 561, 86) poste lungo i portici che racchiudono a est e ovest la piazzetta. Ugualmente paralleli la dedica dei primi vada ricercata tra questi ultimi. Relativamente alle divinità ricordate non è privo di rilevanza tra loro, e ortogonali ai primi, sebbene posti a distanze magcome strutture templari dedicate ad Ercole siano frequente- giori e non sul medesimo allineamento, quindi più difficilmente documentate in ambito laziale: è il caso, ad esempio, mente riferibili ad una precisa struttura, appaiono anche gli della Herculis aedes ricordata da Livio ad Ardea per la cui altri muri in opera reticolata, sia quello a nord-est dell'absiidentificazione sono stati proposti i resti sulla Civitavec- de (n. 561, 93) che quello all'interno della navata centrale. chia, ma anche dei resti sulla sommità dell'altura sulla qua- della Cattedrale (n. 561, 95). Forse possono riferirsi alla mele si trova Cori attribuiti generalmente ad Ercole"; natural- desima struttura (tempio ?) i muri, di cui non viene però mente del templum Herculis Victoris"? e di quello rotondo menzionata la tecnica costruttiva, al di sotto del Palazzo sull'acropoli** oltre che di quello di Hercules Saxanus**, a dell'Episcopio (n. 561, 108), sul medesimo orientamento dei muri in opera quadrata, delimitanti il deposito votivo in Tibur. Forse una migliore conoscenza si ha del settore sotto- prossimità dell'ingresso della Cattedrale (n. 561, 115) e, forstante la cd. acropoli, in particolare dell'area corrispondente se, quelli in opera quadrata e reticolata, purtroppo non punalle attuali Piazza Caduti sul Lavoro e Piazzetta C. Micara, tualmente posizionabili (n. 561, 109). È probabile, sempre sulla base esclusivamente di notizie di rinvenimenti, con tutdove si concentra il numero maggiore di indicazioni sull’esi stenza di resti antichi, e dove peraltro si conservano i monu- te le incertezze che ne derivano, la presenza di edifici, (forse menti più imponenti della città: la cisterna sul lato settentrio- domus ubicate în area periforense) immediatamente a nordnale della Cattedrale di S. Clemente (n. 561, 90) e quella più est di P. zza Micara, come sembrerebbe indicare il rinvenidecentrata, a nord-est, sul lato meridionale di via Metabo (n. mento negli anni Venti del Novecento, sebbene in punti di561, 92). Qui viene generalmente ubicata l’area forense con versi, anche presumibilmente abbastanza distanti tra loro, di almeno due degli edifici più rilevanti della citt: la basilica e due pavimenti a mosaico in situ: uno a Vicolo Gagliardi (n. un tempio. A favore dell'ubicazione dell’area forense in cor- 561, 81) e l’altro a sud “nel cortile adiacente alla sagrestia” spondenza di Piazza Caduti sul Lavoro, sembrano esservi della Cattedrale (n. 561, 91), i quali, per posizione, appaiono le indicazioni, presumibilmente desunte da età precedenti, ipoteticamente riferibili a due edifici. Ora richiamando quanto noto in ambito laziale sulle due con le quali l'area era denominata nel medioevo (“forum Sancti Jacobi”), ma anche le caratteristiche morfologiche tipologie, ovvero basiliche e templi, può rilevarsi come la con un’ampia spianata di forma rettangolare non rilevabile loro contiguità con affaccio sul foro trovi similitudini, ad in nessun altro punto della città, fatta eccezione per l’area esempio, con il caso di Ardea, dove peraltro la basilica predell’arx (Piazza Cesare Ottaviano Augusto) di dimensioni senta al centro del lato lungo nord-orientale una cisterna”, leggermente inferiori, rispetto alla quale si pone perfetta- soluzione ipoteticamente prospettabile, forse con una divermente parallela, oltre che la ipotizzata presenza lungo i lati o sa disposizione, anche per Velletri Le due cisterne note nell’area, tipologicamente simili, comunque in area liminare, di edifici dichiaratamente “forensi”. Più difficoltoso, seppur con differenze connesse alla essendo entrambe ipogee, e poste sul medesimo orientamendiversa documentazione esistente, si prospetta il tentativo di to, solo leggermente sfalsate, anche se planimetricamente puntualizzare all’interno dell’area delimitata, l'ubicazione differenti, costituita l'una da una unica navata (n. 561, 90), dei diversi edifici, essendo in possesso per essi di pochi ele- l’altra da due, trovano forse entrambe giustificazione negli menti e mancando indicazioni riguardanti le caratteristiche edifici esistenti tra il Seminario e la Cattedrale. Tuttavia se il rimento per quella di maggiori dimensioni, a nord-est planimetriche e costruttive. Richiamando brevemente le strutture di cui si ha notizia nell'area, per le quali malaugu- dell'abside della cattedrale (n. 561, 92) sembrerebbe assai ratamente mancano spesso informazioni su spessori, quote e generico, mancando strutture nelle vicinanze che ne possano orientamenti, in prima analisi un dato facilmente verificabi- suggerire în maniera plausibile il rapporto, maggiori elele riguarda proprio questi ultimi, sia per le poche strutture menti possono rintracciarsi per l'altra. La sua posizione nel2" Liv, XXXII, 9, 2 (Mivso 2003: 13) sul quale vd. MorseLu, Totrouuc: 1982: 52 n. 74. Sullidentificazione del tempio nei res sulla Civitavecchia, sulla base del rinvenimento in quell'area di un'iscrizione rata su una ciotola ἃ v n. vd. Morse, ToRroRIct 1982: 52 n. 75,91 n. s. μα BRANDIZZI Virruca 1968: 77.96n. 67. 14 1970: 164-201n. 103.

se GuutiaM 1970: 119-126, specialmente 123-125, 132-143 n. 75. s Gru 1970: 28 a proposito di CIL XIV, 3543 la quale ricorda il restauro poco dopoil 79 d. C. de tempio, con una nicchia e la cucina, da parte di δ. Sulpicius Trophimus. 55° CRESSEDI 1953: 46. »" MorseLLI, TORTORII 1983: 39,42 specialmente fig. 22, 88 fig. 80, 91.97 in. 87-8.

l’area nella quale dovrebbero trovarsi sia la basilica che un tempio, seppur in mancanza di un riferimento certo, trova. ampia giustificazione con entrambi gli edifici Seppur con la cautela che la documentazione impone, alPesistenza di una basilica, per la quale come detto mancano indicazioni riguardanti anche le caratteristiche planimetriche e costruttive, viene ricondotta l'iscrizione frammentaria CIL X, 6588 (n. 561, 845), presumibilmente di età repubblicana. Invece, ad un edificio templare possono riferirsi presumibilmente i resti rinvenuti a più riprese nell’area del Seminario Vescovile, come indiziato dai votivi di cui si ha notizia agli inizi del Settecento (n. 561, 106) e da quelli rinvenuti negli anni Novanta del Novecento (n. 561, 107) nella stessa area e, presumibilmente, dall'iscrizione CIL X, 6582 (n. 561, 112), nella quale si ricorda il restauro di porte (adit{um -- -}/fori [---1/ valv[as - - ) e, soprattutto, dalla favissa quasi al centro del porticato che dall'ingresso alla cattedrale di S. Clemente, lungo corso Vittorio Emanuele, raggiunge il Seminario Vescovile e la Chiesa (n. 561, 110), oltre che dal deposito votivo, recentemente rinvenuto durante i lavori di restauro del Seminario arcivescovile (n. 561, 115). Considerando come riferibili all'edificio templare le. strutture note sotto l'Episcopio (nn. 561, 108-109) c quelle all'interno del Seminario Arcivescovile (n. 561, 115), si può forse almeno ipotizzare una sua disposizione nord-sud e forse il suo affaccio sul lato meridionale della piazza. Volendo tentare una delimitazione cronologica seppure sommaria dell’edificio, prescindendo dai resti nn. 561, 108, 109 (per la vaghezza delle informazioni sulle caratteristiche dei primi e sulla posizione dei secondi), è necessario riferirsi agli altri all’interno del Seminario Arcivescovile. Da essi, sulla base delle tecniche costruttive e dei diversi materiali utilizzati, sembrerebbe emergere l’esistenza di una duplice fase: una prima, presumibilmente, di età tardo arcaica-alto repubblicana, forse di IV secolo a. C., ed una riferibile almeno alla prima età imperiale. Forse relativi al colonnato e alla decorazione risultano il fr. di fusto di colonna scanalato in peperino ed il "fr. di lastrone scorniciato in marmo” rinvenuti negli anni Venti del Novecento nei pressi della favissa (n. 561, 110) e almeno parte delle colonne e dei capitelli riutilizzate nella cappella sotterraneadi S. Eleuterio (n. 561, 103): tuttavia se il primo potrebbe riferirsi alla ipotizzata prima fase dell’edificio, per tutti gli altri sembrerebbe possibile avanzare un riferimento alla fase di età imperiale (o più probabilmente ad una, non altrimenti documentata, di età tardo imperiale). Ubicati almeno in maniera approssimativa i due edifici, risulta forse possibile definire meglio l'area forense: la fron-

te del lato breve occidentale, forse corrispondente a quella che ancora delimita la piazza, sembra suggerita dall’edificio .in opera laterizia nel quale viene tradizionalmente identificato il teatro (nn. 561, 79-80); quella lunga settentrionale, presumibilmente perpetuata dall’avanzamento degli edifici moderni all'angolo nord-orientale della piazza; quindi quela meridionale costituita dagli edifici sul lato occidentale di Corso Vittorio Emanuele/Corso della Repubblica, allineati conii fronte del complesso dell'Episcopio sul lato opposto e poi ancora da un breve tratto, anche in considerazione della mutata morfologia, fino all'altezza dei resti al di sotto del porticato (n. 561, 87); infine quella breve orientale, forse no all'angolo formato dai resti sotto al porticato ipoteticamente sul'allineamento del fronte dell'isolato compreso tra vicolo Gagliardi e via Metabo, a racchiudere un’area di circa mq. 2510 con lati da circa m 97,7x25,7 (circa 330x87 piedi). Senza ubicazione rimangono sia il tempio (?) di Mitra chei luoghi di culto ipotizzabili sulla base delle attestazione sia a Serapide™ che forse ad Iside come sembrerebbe alludere la statua acefala solo ipoteticamente identificabile con la dez* oltre che l'antefissa con busto femminile e volute e le lastre acquisite recentemente dal Museo di Velletri (n 508%). Tuttavia la lacunosità della documentazione dispor bile non sembrerrebbe consentire, al momento, di escludere la possibilità che piuttosto di due diverse strutture dedicate alle due divinità egizie, in ogni caso di non grandi dimensioni*, potesse trattarsi di un'unica struttura dedicata a entrambe o addiririttura di un luogo di culto dedicato ad un'altra divinità nel quale si trovava il sigillo di Serapide e la statua di Iside". In ogni caso al di là della possibilità di accertare l'esistenza di un luogo di culto dedicato insieme o di diversi luoghi di culto dedicati separatamente a Iside c Serapide e quindi proporne una localizzazione, può risultare di un qualche interesse rilevare l'attestazione, certa, dei loro culti a Velletri. Infatti questo dato, se da un lato documenta l'importanza degli assi stradali, in questo caso I’ Appia, anche per la penetrazione dei culti egiziani"", dall'altro potrebbe costituire un'ulteriore testimonianza dei rapporti commerciali esistenti tra Velletri c l'Egitto e quindi indiziare la possibilità che i culti siano stati introdotti da quei mercanti greco-orientali, i negotiatores italici ampiamente attestati a Delo -ativi nell’import-export soprattutto nei port di Pozzuoli ed Ostia —, a partire dal II secolo a. C., come sembrerebbe testimoniare, specificatamente per Serapide, IG XIV, 2412, 1455 (n. 561, 1465). Anzi un'ulteriore testimonianza della relazione esistente tra cult isiaci e commercio sembrerebbe potersi desumere dall'analisi della dislocazio-

= MALAISE 19722: 380 inserisce Vlirae ra i "sti isiaci probabili » CECCARINI, CRESCENZI 19892: 136 n. Ἱ 18,1 quali basano latribuzione sullidentiicazione dell "oggetto" aderente al lato sx della stata “Probabilmente con una situa, attributo proprio di side" (conrra mi sembra. siano il fatto chela satu, acefaa, sembra avere la tesa lavorata aparte caratterstica questa che generalmente non si riscontra nell statue di culto e che pur volendo ipotizzare coreta l'attribuzione generica alla den, invece sembrerebbe indicare riferimento piuttosto ad un alto personaggio (sacer dotessa?). Inoltre richiamano a conferma dell'esistenzadi un luogo di culto dedicato al culto egiziano l'esistenza di una antfisa velitena con rappresentazione di Iside (CRESCEN21 1981: 179; CEcCARII, CRESCENZ 1989: 116 n. 129, tav. XXXIV fit; Crocarna, Crescenzi 19892: 136 n. VILIS:

Ceccanixi 20018: 63 n.256). Sullaspettodi side come divini dell fertili sostituzione dell più antiche divinità romane, vd. Lt Gray 1986: 285. sm MALAISE 1972a: 239-243 a proposito della documentazione archeo. logica, prescindendo da Roma, sui due templi, specialmente 243 per l'osservazione che "nei grand centi, ad Iside e Serapide, erano dedicati templi separati, cosa che non avveniva nei centri minor”. e MALAISE 1978: 674. 7 MALAE 19724: 349-350, quale inserisce irae, train centi ni qualsono presenti attestazioni di ulti isa, "non troppo lontani da una strada. 5 Marat 19722: 163-165 sulla partecipazione αἱ culti di Serapide di persone d'origine greco-orenale; LE GAY 1986: 285-286 il qual ricorda accantoallaspeto dele divinità egnto al fertili, quello connessoal commercio. 565

ne delle attestazioni, dalle quali, come rilevato dal Malaise, emerge una concentrazione oltre che nel settore nord-orientale dell'Italia, lungo le coste del Lazio e della Campania. In qualche modo possono forse riferirsi a questa penetrazione i Testi in basalto, come la statua egizia da Acqua Palomba (n. lella quale & nota l'esistenza attraverso il catalogo

Riguardo la documentazione archeologica nella prima età imperiale sono attestate fasi di vita del tempio alle Stimmate (n. 561, 53-57) e di quello nell'area di S. Clemente: se nel caso del primo materiali differenti ne indicano una frequentazione almeno agli inizi del I secolod. C., per l'ultimo il recente rinvenimento di parte di una struttura in opera quadrata, ne indizia un intervento ascrivibile per caResti dî domus in questo periodo risultano documentati da ratteristiche costruttive alla prima età imperiale. alcuni mosaici sia n area periforense — almeno quello a riquaAll'età imperiale, almeno relativamente alle fasi delle dri geometrici a vicolo Gagliardi (n. 561, 81) e quello simile a quali sembra rintracciabile una documentazione, sembrerebsud (n. 561, 93), prescindendo da quello a via S. Crispino (n. be riferibile l'anfiteatro (nn. 561, 62, 63, 64, 65-68). Le ri561, 76) forse tipologicamente ascivibile al periodo (a tessere cerche degli anni Trenta del Novecento del Nardini, conferbianche con fasce di tessere nere), se non fosse per i resti dei mando l'ipotesi del Volpi, ne hanno permesso l'ubicazione muri perimetrali in opera laterizia —, che, forse, nell'area più nell'areaa sud-ovest di Piazza Mazzini, nel terreno in leggeeminente, da alcuni fr. a tessere di piccole dimensioni bian- το declivio verso sud, in gran parte inglobato negli edifici che e nere, decorato da piccole figure geometriche a Pzza prospettanti sulla piazza, il cui fronte, seguito da Corso della Cesare Ottaviano Augusto (n. 561, 38) e, forse, dalle limitrofe Repubblica/via S. Francesco, ne ripete la curvatura. Se il listrutture a nicchie in opera reticolata (n. 561, 39). mite nord-orientale con il caratteristico profilo elissoidale riUn'importante fase per il centro deve presupporsi tra i sulta ancora conservato, quello occidentale interno, almeno decenni finali del I secolo a. C. e almenoil 1 d. C. Se per la in parte rilevabile nella mappa del Catasto Gregoriano del fase più antica il richiamo ad Augusto può giovarsi degli ac- 1810, dove sono riportate particelle inedificate (perlopiù cenni delle fonti letterarie e più indirettamente della docu- piccoli giardini interni), non può rintracciarsi sul terreno a mentazione archeologica, per quelle successive prezioso si seguito della realizzazione di nuovi corpi di fabbrica (Fig. rivela il corpus epigrafico, nonostante la provenienza delle 324). Allo stesso modo sembrerebbero essere state obliterate diverse attestazioni da un ambito extraurbano. Così, ad le diverse strutture rilevate dal Nardini, delle quali permane esempio, all'età di Claudio va riferito il M. Julius M. f. Vol. l'impossibilità a qualunque tipo di controllo autoptico. Romulus, forse proveniente dalla Gallia Narbonense, del Mancano elementi utili per definirne, se non in via indicatiquale è stato ipotizzato un coinvolgimento nell'amministra- va le dimensioni. L'osservazione della topografia dell'isolazione della città (patrono? benefattore?) (n. 1295). toe il posizionamento dei resti attribuiti ad esso permettono

Fig. 324. Velletri. Zona dell'anfiteatro nella mappa del Catasto Gregoriano (n.561) 566

solo di ipotizzarne, in maniera dissimile dal Nardini*", sulla base del tentativo di reduplicazione dell'unico quadrante ri costruibile con una discreta veridicità, uno sviluppo con as da m 102x88 circa (mq. 7000 circa). Di un teatro, è stata ipotizzata l'esistenza sul lato occidentale di Piazza Caduti sul Lavoro (n. 561, 79-80), dove ἃ partire dal Settecento è segnalato un Teatro della Passione, il quale ne avrebbe riutilizzato alcune strutture laterizie. La reale esistenza di un edificio teatrale potrebbe trovare riscontro ampiamente sia nelle norme vitruviane che suggerivano la sua collocazione accanto all’area forense sia anche nelle necessarie esigenze di funzionalità richieste dal centro urbano, con la sua relazione con una viabilità di scorrimento, tanto meglio se proseguita da un grande asse di penetrazione territoriale (via Mactorina). Problemi invece incontra la sua presenza in considerazione di quella certa dell'anfiteatro, peraltro in aree contermini: innanzitutto risultando troppo esiguo lo spazio tra l'anfiteatro e l’area forense per l'installazione anche di un piccolo edificio teatrale, senza contare i problemi di deflusso che avrebbe comportato la loro estrema vicinanza, cosicché ne risulta ancora incerta la tipologia architettonica pur essendovi elementi che sembrerebbero prospettarne il riferimento ad un ninfeo. Ad alcune domus, presumibilmente alla medesima, possono forse riferirsi gli ambienti in opera laterizia pavimentati in opera spicata e a mosaico ricordati negli anni Trenta del Novecento in piazza Caduti sul Lavoro nell’area antistante il cd. teatro della Passione (nn. 561, 77-78), come anche, con siderata la liminarietà dei rinvenimenti, seppure a quote leggermente differenti il pavimento a mosaico con i muri absidati di via S. Crispino (n. 561, 76). Ugualmente indicativi, rinviando anche agli ornamenti degli edifici privati veliterni, sono alcuni frr. marmorei, più raramente, bronzei e fittili rinvenuti a partire dall'Ottocenton, ‘Ad una attività edilizia della quale non sembra possibile al momento determinare topograficamente gli interventi, nè tanto meno specificare la cronologia, ma che comunque può ritenersi florida, in pendant con quanto rilevato per l'ambito territoriale, rimandano i bolli laterizi, frammentari, ricordati dal Catalogo Nardini. Una conferma indiretta in tale senso sembra d’altra parte fornita dalla presenza, nella seconda metà del IT secolo d. C., di curatores, tra le cui funzioni, come noto, compare quella, connessa all'amministrazione del suolo pubblico, di soprintendente sull'edilizia sia pubblica che privata, da realizzarsi nel centro urbano c nel territorio: presumibilmente negli anni appena successivi il 184 ἃ C., di Q. Hedius Rufus Lollianus Gentianus, cur(ator)

c(ivitatium) splend(idissimarum) Puteolanor(um) et Veli ternor(um), forse originario di Pollentia e, nella seconda metà del secolo, di M. Fabius M. f. Magnus Valerianus, curator) r(ei) publicae) Velitrensium, per il quale è stata ipotizzata una provenienza dall’area alpina sud-occidentale. Alla rilevata concentrazione di resti nel settore circostante Piazza Caduti sul Lavoro e ἃ nord-ovest di P. zza Cesare Ottaviano Augusto fa riscontro una estrema povertà di attestazione per il settore del centro a nord di via del Paradiso-via Andrea Velletrano-Piazza Metabo, nel quale il Cressedi ipotizzava si fosse estesa la città nel corso dell'età tardo repubblicana-primo imperiale. Nonostante risultino note soltanto poche strutture mentre la maggior parte delle notizie riguardano materiali mobili, peraltro non sempre in situ, è plausibi le che la città fosse estesa anche lungo questo versante, c da restituire una forma allungata a comprendere l'altura nella sua interezza secondo una consuetudine variamente attestata, ad esempio, in ambito laziale. A parte i resti di strutture, peraltro mancanti di indicazioni riguardanti le caratteristiche. costruttive che ne possano indirizzare almeno la datazione, segnalati tra la Chiesa e la Torre di S. Maria del Trivio (n. 561, 19) e al di sotto della chiesa di S. Salvatore (n. 561, 17), le iscrizioni e i materiali di altro tipo, di provenienza ignota entrati a far parte di piccole collezioni private (nn. 561, 11 13-14), si ha notizia: di iscrizioni funerarie, recuperate nell'area della Chiesa di S. Lucia (n. 561, 12) e di quella di S. Salvatore(n. 561, 18), forse in relazione con la consuetudine di raccogliere i documenti epigrafici negli edifici di culto e negli ambienti ad esse annessi, e lungo via Lanuvina (n. 561, 15), di una tomba in via Paolina (n. 561, 16). ‘Anche nella tarda età imperiale nel corso della quale viene generalmente datato un decadimento dei centri urbani, Velletri sembra mantenere în vita almeno alcune strutture di una certa importanza: nella seconda metà del IV secolo, età alla quale va presumibilmente datata un'iscrizione onoraria imperiale nella quale è Franciscus Maximus (n. 561, 125), Lollius Cyrus provvede al restauro dell'anfiteatro (n. 561, 113), mentre agli inizi del V secolo la documentazione epigrafica informa sulla presenza di un patrono, il L. Marius L. f. Qui. Maximus Perpetuus Aurelianus di CIL X, 6567 (n 802").

sei Le due ipotesi ricostrutive proposte da Nardini prevedevano una struttura più ampia, con sviluppo est-ovest, la cui elissi abbracciava tutto l'arco di via 8. Francesco-via del Melangolo, per ma. 10000 circa, o una minore, a sviluppo longitudinale, nord-sud. appoggiata a est sull'arco offer to dalla fronte degl edifici affacciati su C. so V. Emanuele, di circa 6290 P Si ttt: dl f della parte superiore di un ostegno cilindrico in portasanta, dei du fi. di una vasca in marmo bianco di forma ellittica, esterna mente baccellata ed internamente sigla: di alcuni fr di intonaco dipinto a fasce ross, gialle © nere; e el fr della parte superiore di una stata

femminile, mancante sia della testa che delle braccia, forse un'Artemide danzatrice, presumibilmente, databile ta l'età claudia ὁ quella adrianea a viaS. Crispino (n.561, 76) di un fr. di lastra Campana con viicci da V.le Regina Margherita (n. S61, 8) forse, delle “due superbe teste, alcuni moniti un torso, .. una statua di bronzo minore del vero" che if Cardinali ricorda rinvenute "in Vellei" nel 1825 (n S61, 118) “Pauli. Sent 1 la, 29-30 [D. 39, 2, 46] (ecxet, Kucauee 1911: 17) “Ad curatoris re publicae oficium spectat, t dirae domus a dominus ex tmuantur. Domum sumpiu publico exrucam, si dominus ad tempus pecuniam impensam cum usuris restituere noluerit, ure eam res publica distrahi"

1, TORRE MURARIA P. zza Caduti sul Lavoro

Una delle torri del circuito murario medievale che, provenendo da Porta Napoletana, iniziava ad abbracciare la balza su cui sorge il centro velitemo dirigendosi verso nord-

567

tolo rona

lP

Fig. 325. Velletri. P.z a Cadutisul lavoro. Torre muraria (n. 1).

Fig. 326, Velletri. P.zza Caduti sul lavoro. Torre muraria pianta (n. 1).

ovest, è interamente conservata?" compresa all'interno di due proprietà, tra via delle Fosse e Piazza Caduti sul Lavoro. Alla torre, che domina il settore immediatamente a ovest. di Velletri, e alle mura si sono appoggiati edifici abitativi, che ora lasciano scoperto solo il lato meridionale, visibile esternamente anche dai giardini di Pzza Caduti sul lavoro (Fig. 325). Su questo lato è visibile l'attacco delle mura, provenienti da sud, con uno spessore max. rilevabile di m 0,65 circa. La torre a pianta circolare, si sviluppa per circa tre quarti di cerchio, larga internamente m 3,40 e profonda m.

parti più alte, frc. di marmo e di materiale edilizio. Cunei esclusivamente di tufo a taglio regolare sono impiegati per Ja ghiera della volta di copertura, ad arco piuttosto ribassato. Lo stato di conservazione della torre appare piuttosto precario sia perla perdita di gran parte della calce negli interstizi, che causa continui piccoli crolli, sia per la presenza di una importante lesione che corre quasi centralmente, a partire dal p.d.c. attuale, percorrendo tutta la parete fino a metà circa della volta. È conservata per un'altezza max., a partire dall'attuale p.dc. esterno*", di m 5,35. Della balaustra con merli superiori rimane un breve tratto nella metà meridionale, con un'altezza max. di m 0,85 circa. Sulla fronte esterna si legge la mazzetta settentrionale della finestra central, il cui profilo originario, a bocca di lupo, risulta alterato dai crolli in particolare verso l'interno sul lato occidentale ed alla base. La finestra, che si apre a m 1,85 circa dal p.d.c., originariamente alta m 1,85, misura ora m 2,15, per una larghezza di m 0,90. Altre bocche di lupo si trovano, quasi spe-

2,65, con uno spessore dei muri dim 1,15 circa (Fig. 326). È

realizzata con scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, a taglio abbastanza irregolare, fatta eccezione in corrispondenza delle due mazzette esterne dove sono impiegate pietre generalmente squadrate e di dimensioni maggiori, in opera per piani quasi orizzontali. Raramente presenti nella muratura sono anche scaglie di tufo, quasi esclusivamente nella

#11 perimetro risulta riportato, l'estremità sudorientale dello spazio inedificato lungo il lato occidentale di Corso Vittorio Emanuele, sia ne mappa relativa al centro urbano del Catasto Gregoriano, del 1820 (Ast, Catasto Gregoriano, ant. prov. Frosinone, mappa n. 265), che nella Carta ‘opografica della cità di Velli, del 1872 (Ast, coll. Disegni e piante, coll, cart 125, n. 19) che nella mappa urbana del foglio catastale in scala 1:1.000 del Comune di Velletri, in corrispondenza della particella n. 1543. piano utile dela tore e î suo interno sono visibili all'interno del civico n. 472 di Corso della Repubblica, nel giardino di una abitazione privata, mente all'esterno per tutta l'altezza con cui raggiunge i piano sottostante, corrispondente alla balza su cu si sviluppa il cento cittadino, è vi bile all'interno di un magazzino, al civico n. 10 di via delle Fosse. L'estemo 568

della torre ἃ parzialmente visibile, oltre che dal basso nel piazzate del maGazzino, ove alla base della fronte principale sono state addossate delle strutture rimovibili, che non permettono al momento di rilevare l'ampiez22, anche dl giardinodi via Caduti ul Lavoro, ove lungo il muro che delimita la proprietàal cui interno si trova la torre appoggiandosi Ito orientale della struttura i apre un accesso #7 I piano di calpestio interno appare rialzato, rispetto a quello dell’area antistante, di m 0,25 circa. La pavimentazione à cemento realizza ta sia sul piano interno che nell'area esterna antistante non permette di εἰς. conoscere i livello originari, i quale però sembrerebbe corrispondere al piano rialzato interno, attestato dall'apertura a questo livello delle fe-

culari, ai lati della finestra centrale: una sulla metà settentrionale, a m 3,25 dal p.d.c., alta m 1 circa, larga da m 0,70 ἃ 0,10 circa, coperta da un archetto ribassato realizzato con scaglie di selce tagliate a cuneo; l’altra sulla metà meridionale, a m 3,20 dal p.d.c,. larga da m 0,85 a 0,15 circa, alta m. 1,07, coperta anch'essa da un archetto quasi piatto. Una seconda serie di aperture si distribuisce lungo il perimetro della torre a livello dell’attuale p.d.c. interno, in corrispondenza delle aperture superiori. Quella centrale, a profilo a bocca di lupo, è larga da m 0,48 a 0,25 circa, alta m 0,82e tamponata a m | circadi profondità: ella silla metà settentrionale, tamponata a m 1,05 circa di profondità, è lar ga da m 0,85 20,32, alta m 1,05 e si apre a m 0,70 dalla mazzetta esterna; di quella speculare sul lato meridionale, completamente tamponata, resta solo l’impronta, meglio conservata in prossimità del margine dx., per una larghezza di m 0,60 ed un'altezza di m 1 circa. Tutte sono chiuse da archetti ribassati realizzati con cunei in selce a taglio abbastanza regolare. La parete interna conserva anche, a m 2,50 circa dal p.d.c., quattro fori da ponte, distribuiti lungo il perimetro, mentre al di sotto di questi, m 1,95 circa dal p.d.c., sono leggibili almeno sette incassi realizzati, presumibilmente, in età post-antica per un riutilizzo della struttura. 2. TORRE MURARIA Via di Ponente.

Una torre del circuito murario medievale è ancora visibile in discreto stato di conservazione”, lungo il lato nordorientale della via di Ponente, m 170 circa a nord-ovest di Porta Napoletana (Fig. 327). Fig. 328. Velletri. Via di Ponente. Torre muraria: lato orientale(n. 2)

Fig. 327. Velletri. Via di Ponente. Torre muraria (n.2).

La struttura, costruita a ridosso del declivio a dominio del settore meridionale del territorio, è a pianta quadrangolare con perimetro esterno di m 5,75x5,75 e intemo di m 5,1054,4079. È realizzata con scaglie di selce di taglio irregolare, generalmente di dimensioni minori nella parte più alta dell'elevato, erare scaglie di tufo con sporadici fr. laterizi, mentre agli angoli sono impiegate scaglie di dimensioni maggiori e taglio regolare, quasi parallelepipedo. Presenta un profilo accentuatamente a scarpa alla base, soprattutto sul lato meridionale che raggiunge la base del salto di quota naturale, contenendo negli ultimi m 2,20 circa di altezza la scarpata (Fig. 328). Su questo lato è anche rilevabile l'altezza max. del monumento, pari a m 9,70 circa. Dei merli che

#5 La tore che si trova a poca distanza dal ciglio stradale (m 2 circa) ole ad essere in gran pate ricoperta da vegetazione infestante che ne obli tera almeno in parte la vista, ala base risulta interrata e circondata da immondizie di ogni ipo. Sul precario stato di conservazione dell struttura vd Sat, Archivio pratiche, Velletri. Vaie. Relazione di Ε. Cioc del 26 setTembre 1970, nella quale si richiedeva un suo restauro “oppure autorizza zione .. al a demolizione di quanto rimane”. Il perimetro risulta riportato, ‘addossato alla linca degli edifici sul ciglio della scarpata, sia nella mappa relativa al centro urbano del catasto Gregoriano, del 1820 (As, Catasto Gregoriano, ant. prov. Frosinone, mappa n. 265) che nella Carta topografi ca dell cità di Velletri, del 1872 (ASR, coll Disegni e pant, coll. , cart.

125, n. 19) che nella mappa urbana del foglio catastale in scala 1:1.000 del ‘comune di Velletri, in corrispondenza della particella n. 1537. Il vano interno della tore è accessibile salendo di almeno m 430 la scarpata sul lato occidentale del monumento. Qui la lacuna del muro l'abbassamento del p.d c. permettonodi verificaresia lospessore delle murature (om 0,65), che la larghezza della risega (m 0.25) e l'altezza della fonda: zione sporgente sul p.dc.atuae (m 1,10). Dalle quote relative così dedotte risulta ch il piano pavimentale doveva trovarsi m 5,40 circaal di sopra della base della scarpata contenuta dl lato meridionale. 7 La base del monumento su questo lato sporge di m 0,70 circa rispet to al perimetro superiore 569

to meridionale resta una grossa e irregolare apertura, probabilmente in corrispondenza di una originaria finestra (Fig. 330). Meglio conservata è la stretta feritoia a bocca di lupo sul lato orientale, in prossimità dell'angolo sud-est. L'apertura, larga m 0,60 verso l'interno diviene di m 0,12 circa all'esterno, mentre δ᾽ alta m 0,70 a partire da m 0,95 circa dalla risega di fondazione". Lungo questo lato dovette essere aperto, e quindi richiuso, un passaggio, come sembra testimoniare un taglio ed un risarcimento, sia nella. muratura che nella fondazione, che a partire da m 2,60 circa dall’angolo sud-orientale prosegue fino all'appoggio con le abitazioni moderne, per un'altezza di m 3,10 circa dal p.dc.

Fig. 329. Velletri. Viadi Ponente. Torre muraria: pianta (n. 2).

coronavano la sommità ne restano due sul lato occidentale (quello angolare sud-occidentale e quello immediatamente vicino) e due sul lato orientale (quello angolare sud-orientale e quello immediatamente vicino)". I lati sud ed est, meglio conservati, sono rispettivamente di m 5,85x6,45 circa®™ (Fig. 329), mentre il lato occidentale che doveva chiudere verso le mura probabilmente in corrispondenza di un loro arretramento, conforme alla linea morfologica naturale, & conservato per poco pitt della metà della lunghezza (m. 4 circa). L'alzato vero e proprio della torre parte immediatamente al di sopra del muro a scarpa meridionale? mentre Iun20 lati orientale ed occidentale, m 0,90 circa al di sopra, il perimetro si restringe ulteriormente con una risega di m 0,10 circa***, Sul lato occidentale, in prossimità dell’angolo sud-ovest, si conserva, m 1 circa al di sopra della risega di fondazione, una stretta finestra originariamente a bocca di lupo, speculare ad una seconda apertura visibile sulla parete opposta, rimaneggiata soprattutto sul lato meridionale, larga ora m 0,45, alta m 0,70 circa”. Al centro del la-

Fig. 330. Velletri. Via di Ponente. Torre muraria: lato meridionale (n.2)

501 medi sono alti m 040 circa, posi a distanza di m 0,60 Illo di fondo settentrionale è inglobato dale costruzioni che si somo appoggiate per cui non definibile con certezza la lunghezza dell'edifi cio antico. 7 Sulla cortina esterna di questo to restano,m 1,40 circa dagli an gol, dae fori quadrangoi, forse relativi al ponteggio. ‘se Questa soluzione costrutiva, con una base progressivamente più larga, ha l'evidente scopo di rendere più solida la struttura, che

doveva sopportare oltre al suo peso a he la spinta provocata dalla κα Sopra la finestra il muro conserva l'impronta del basso (m 0,08 circa) architrave in legno che proteggeva 'apert ‘5 L'aperturaè ormai più simile ad un grosso “squarcio” della muratura probabilmente provocato dai bombardamenti del secondo conflit mondiale. 7 Anche questa, come la precedente, conserva l'impronta del basso (0.08 circa) architrave in legno che proteggeva l'apertura.

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Fig. 331. Velletri. Via di Ponente. Torre muraria (n. 3)

Fig. 332. Velletri. Via di Ponente. Torre muraria (n. 3).

3. TORRE MURARIA Via di Ponente

All’interno di una proprietà sul lato a valle di Via di Ponente” si conserva una delle torri del circuito murario medievale" (Fig. 331). La struttura, posta probabilmente in corrispondenza del punto in cui le mura provenienti da sud-est giravano costeggiando il gradino morfologico per chiudere il perimetro verso nord-ovest, gode di un ampissimo e felice affaccio verso sud/sud-ovest sulla pianura pontina. Attualmente versa in stato di conservazione piuttosto precario, da un lato a causa delle numerose lesioni che la interessano, dall'altro a scguito del progressivo scalzamento del terreno alla base il quale ne ha provocato una pronunciata pendenza verso l'esterno (8% circa) (Fig. 332). Sul lato orientale della torre resta un breve tratto delle mura che provengono da sud-est, conservate per una lunghezza complessiva di m 2,30 di cui

solo i primi m 1,15 integri, per uno spessore max. rilevabile di m 0,80 circa. Latorrea pianta circolare, si sviluppa per circa tre quarti di cerchio, larga internamentem 3,08 e profonda m 2,68, con uno spessore dei muri di m 1 circa (Fig. 333). E conservata per un'altezza max. di m 5,10, a partire dal piano di fondazione, ri spettato quasi dall'attuale p.d.c, Superiormente, e solo in corrispondenza della metà occidentale, rimane parte della balaustra (alt. m 0,95 circa) che originariamente coronava la torre. Per la. sua realizzazione sono state impiegate scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, allettate con una certa regolarità, mentre in corrispondenza delle due mazzette esterne sono scaglie più grandi, a taglio quasi squadrato, e messe in opera a filari regolari (Fig. 334). Internamente l'attacco della volta è ben leggibile a m4 di altezza dal p.d.c. All'esterno la risega di fondazione sporge per m 0,15 circa creando un "cordolo" che corTe intorno al perimetro, al di sotto del quale la torre raggiunge la base della scarpata in m 2,50 circa con una fondazione sem-

‘Si tratta del condominio corrispondente al civico n. 48, ἃ strutturaè riportata con lunghi tratti delle mura sui due lati, sia nella mappa urbana del Catasto Gregoriano, del 1820 (Ast, Catasto Gregoriano, ant. prov. Frosinone, mappa n. 265) che nella Cari topografica della città di Vellei, del 1872 (ASR, Coll. Disegni e piane, crt. I, n. 125, n. 9), a delimitareuna vasta ara ortiva. " La calotta di copertura evidenzia delle lesioni laterali che l'han-

no trasformata in un sistema a crociera, mentre un'altra lesione centrale corre ἢ rischio di provocare un crollo All’interno il muro dell'eleva to presenta diverse lesioni, di cui una più importante, leggibile anche esternamente, si apre sulla metà occidentale. Inoltre i cannoneggiamenti dell'ultimo conflitto mondiale hanno parzialmente alterato la fronte, in corrispondenza della finestra principale, con profilo a bocca di lupo. 5n

corrispondenzadi Porta Furia?*, di un breve tratto di un struttura in opera quadrata di peperino, riferibile alle mura? 5. MURA Via della Torre

Nel 1879, eseguendosi alcuni lavori di scavo in uno degli edifici lungo via della Torre, nel settore occidentale della città, a circa m 1 dal p.d.c., si scoprì, per una lunghezza superiore a 50 m, una struttura in opera quadrata di blocchi grossolanamente squadrati, disposti presumibilmente per filari alternati di testa e di taglio?"

Fig. 333. Velletri. Viadi Ponente. Torre muraria: pianta (n. 3).

pre circolare costruita a scarpa. Nella metà orientale il muro di fondazione, qui alto m 2,90 fino alla base della scarpata, a partire da m 0,80 al di sotto della risega, chiude divenendo lineare. Sulla fronte esterna resta la mazzetta occidentale ella fi nestra principale con profilo a bocca di lupo, a m 2,20 dal pdc, conservata per l'altezza originaria, m 1,65, e per una profondità di m 0,55. Altre bocche di lupo si trovano, quasi speculari, i lati della torre: quella occidentale, a m 2,40 dal p.d.c., alta m 1,14 e coperta da un archetto ribassato realizzato con scaglie di selce tagliate a cuneo, è larga m 0,46 e profonda m 0,50 fino ad una tamponatura che l'ha obliterata; quella orientale, am2,15 dal p.d.c.è larga m 0,44, alta m 0,88, coperta anch'essa da una piattabanda realizzata con tre grosse scaglie di selce lisciate, e conserva all'interno, a m 0,60di profondita, un muretto che la chiude parzialmente. Quasi in corrispondenza delle due finestre, a livello dell’attuale p.d.c., si aprono due archetti di scarico: quello occidentale, a m 0,86 dall’ingresso, è largo m 0,75 ed alto m 0,40; quello sul lato opposto, a m 0,65 dall'ingresso, ἃ largo m 0,65 ed alto m 0,35. Entrambe le ghiere sono realizzate con scaglie di selce piuttosto piatte. Tn prossimità dell'ingresso il muro conserva in alto due fori da ponte (m 0,15x0,15) sul lato occidentale, a m 2,90 dal p.d.c, e uno sul lato orientale, a m 3 circa dal p.d.c.

6. STRUTTURA IN OPERA QUADRATA Via S. Giuseppe - Chiesa di S. Giuseppe 11 Bauco ricorda come i lati meridionale ed orientale della Chiesa di S. Giuseppe?" avessero riutilizzato muri in opea quadrata di blocchi di tufo, presumibilmente per filari alternati di testa e di taglio, riferiti al circuito dell’arx®". 7. MATERIALE SPORADICO ViaA. Velletrano

Nei muri delle abitazioni lungo il lato meridionale di via Andrea Velletrano il Cressedi ricorda riutilizzati numerosi blocchi parallelepipedi in peperino, riferiti alle vicine muταῦ».

4. Mura Via Furio 11 Tersenghi ricorda l’esistenza, al termine di via Furio in

#0 È probabileche in questo tatto, forse a seguito di un parle cdi ment, la Struttura abbia subito un rifacimento già in antico, che ne ha modicato originario profilo, ""Teou 1644: 270 pe i nome dela porta“ forse cosi da Furio Camillo." 3 TERSENGRI 1910: 100,i qul ricorda. grani poligoni regolari i pepeino sovrapposti l'uno all'altro senza cemento... nella maniera identica a quelli. ella decarcia di Castello." Sty Tce 1880: 169;fe LANCIAN ms. 852 71; Nanow 1930: 3132; Nap 19398: 97; CRESSEDI 1953: 47-48, sm

Fig. 334, Vellei Vai Ponente. Torre muraria (n.3) Bauco 1851: 151 5 Croci 1907: 13; Tesstxoim 1910: 55-56, il quale ricorda come sia la ricostruzione del 1615 che quella della seconda metà dell'Ottocento rispetarono i resti antichi fatta eccezione per i blocchi maggiormente rovinati che vennero riutilizzati per la sopraelevazione della chiesa; cfr. Petzen WacENER 1913: 403; Gasmistui 1922: 58; Cressepi 1953: 48. ©» ChtsseDi 1953: 48 che li localizza rai numer civici 19 ¢23. Si ra ta del settore dell strada occupato attualmente da due divers edifici

8. MURA E MATERIALI SPORADICI V. Ie Regina Margherita

12. MATERIALE SPORADICO P.zza S. Lucia - Chiesa di S. Lucia

Nel corso dei lavori di scavo intrapresi a partire dal 1935, perla distribuzione dell'acqua del Simbrivio e la realizzazione delle fognature, all'interno della città, lungo viale Regina Margherita", presso via S. Tecla, si scoprirono: a circa -1 m. dal p.d.c., per una lunghezza max. di m 7, una struttura in opera quadrata, orientata nord-ovest, con blocchi di tufo da 1,20x0,50x0,40 m, in gran parte fuori posto, disposti presumibilmente per filari alternati di testa e di taglio; “un fr. di fregio decorativo in terra cotta” corrispondente ad un fr. di lastra Campana con viticci ricordato nel Catalogo Nardini, “un vasetto a vernice nera e alcuni frr di anfore”.

II Teoli ricorda il rinvenimento a Velletri, trai ruderi della chiesa di S. Lucia, dell'iscrizione funeraria CIL X, 6600, irreperibile**: Dis (Manibus] / Claudiae SI - - - |! quae vixit. aînn---)/ Aureliae Rufl - --] karissimae [~~~] Saturni. [---1/ merenti | - - - Yque sue [et libertis libVertabus.

9. Mura Villa Ginnetti

Nel corso degli scavi intrapresi dal Comune di Velletri nel 1879, "nella parte dell’antica villa Ginnetti che fu espropriata”, sul “ciglio del moderno fossato”, si scoprirono resti delle mura, in grandi blocchi rozzamente squadrati, per un'altezza max. di tre filari™. 10. MATERIALE SPORADICO Via Menotti Garibaldi All'estremità settentrionale di via Menotti Garibaldi, all'altezza della biforcazione con Corso della Repubblica, sono riutilizzati due frr. di colonna in marmo bianco a fusto liscio con alto collarino scanalato alla base (alt. m 0,61 circa; diam. inf. m 0,35) 11. MATERIALE SPORADICO Corso della Repubblica

II Teoli ricorda la presenza in casa di G. Basso, a Velletri, presumibilmente in corrispondenza dell'edificio sul lato orientale all'estremità settentrionale di Corso della Repubblica?" della "cassetta sepolcrale” con iscrizione CIL X, 6611, irreperibile®: Gelliae | Quintae | piae. "La trincea, larga 1,20 m circa e scavata fino a 240 m fu aperta “quasi al cento dela sede stradl 5» Cagscenz 1981: 178 che lo include tra i materiali con provenienza “Velletri”; Ceccarint 20014: 190 n. 2604; Ciau 2007: 93,94 fig 1 n.7. 2 NARDINI 19393: 95; cfi CRESSEDI 1953: 48-49. 47. 170; Cassep Toccr 1880: 75" DrL'edificio dovrebbe corrisponde1953: re: a quello ricordato nella cara del Lauro del 1639 (LAURO 1639: 135) ln. 74 (Csadel Dot. Bassopur")non potendosi escluderchee possa trattarsi di quelloal n.59 "C. del Cote Basso"). 1823: 138 n. 73; SoLIw 1983a: 37. 5 Troui 1644: 104; CaRDINALt == THOU 1644: 102; CarpivaLi 1823: 118-11n.9St Aggiornamento in Sous 19834: 22 che rilevando come la chiesa i trovi αἱ di fuor dela ct tà antica, ipotizza che “la sepoltura alla quale appartene l'iscrizione pots anche essere nel sito", 36. a quello ricordato nella car del 7" L'edificio dovrebbe corrispondere

13. MATERIALE SPORADICO Via S. Lucia

Il Teoli ricorda l'esistenza nell’abitazione di T. Micheletti, a Velletri, presumibilmente lungo il lato orientale di via S. Lucia", di una testa di Giano bifronte"® e dell'iscrizione funeraria CIL X, 6585, irreperibile": Varronius Nicia [ - - - / mag(ister) quing(ennalis) conleg(i) fablrum] 1 tignuariorum lustlri - - - | vixit ann(os) XCHI. 14*. MATERIALE SPORADICO Velletri

Il Cardinali ricorda la presenza, all'interno del cortile di palazzo Micheletti a Velletri, del cippo con iscrizione funeraria CIL X, 6614, irreperibile: D(is) M(anibus) / Seine | Lucillae|| --- elius//[ -- - Τί --- Jrus/ aug(usti) lib(ertus) | coniugi | dulcissime et incompalrabili benelmer(enti) fecr) que vixit annos XXXV. 15. MATERIALE SPORADICO Via Lanuvina

Nel corso degli anni Venti del Novecento, in un appartamento di uno degli edifici lungo via Lanuvina (propr. D. Maone), si rinvenne la lastra di giallo antico con iscrizione Votre 1983: 75 n. 49 al Museo di Velletri: Titedia Apicula | invisa nulli mater / Colpi et matertera Themidis. Se neè proposta una datazione al Il secolo d. C.* 16. ToMBA. Via Paolina

Nei primi anni del Novecento, nel corso di lavori di scavo al di sotto di uno degli edifici lungo il lato orientale di Lauro,del 1639 (LAURO 1639: 135), ln. 54 (Ὁ, del Cav. Michelet"), pur mon potendosi escludere che possa trattasi di quello αἱ n. 51 (C. dell (sic) Cav. Michelet"), ""Teou 1644: 55. "Trou 1644: 104; Bong 1723: 43; Voum 1727: 74-75; ‘Muratont 1739: 518 n. 5 restituisce il lust alla fine della τ. 3 con lustri, legge annos per ann alla τ, 4; Caromati 1823: 166168 n. 103: WatrzING 1899: 464n. 1173; CaesseDi 1953: 118 n. 52; Sou 1983a: 35, che erroneamente, seguendo Crssseot 1953: 43 nota 4, riferisce questa iscrizione piuttosto che quella CIL X, 6582, ad un tempio presso la cattedrale di S. Clemente; MENNELLA, APICELLA 2000: 69 n. 48 (atestazioni nel Waltzing) S" CARDINAL 1819: 30 n. 157, 37; CARDINAL! 1823: 148 n. 83: Sou 1983a: 37. 7" Naxpia 1926: 426; AE 1984: 48 n. 175, 573

via Paolina, poco a nord dell'incrocio con via C. Meda, si rinvenne un sarcofago in peperino (2x0,82 m), rozzamente eseguito, provvisto del coperchio*" e contenente oltre ad una piccola ciotola, un piccolo kantharos c due frr. discoidali in bronzo forse appartenenti ad uno specchio, databili al I secolo a. C., due ollette ovoidali per la cui interpretazione si oscilla tra l'età del Ferro e quella medio repubblicana. 17. STRUTTURA MURARIA P.zza S. Salvatore - Chiesadi S. Salvatore

periore (alt. max. m 1,72; diam. πὶ 0,43), caratterizzato da una accentuataentasi (Fig. 335). 21. MATERIALE SPORADICO Via di Ponente/Via S. Giovanni Vecchio - Chiesa di S. Giovanni in Plagis Il Teoli ricorda l'esistenza nella chiesa di S. Giovanni in Plagis*", nell'area sul lato est di via di Ponente, immediatamente a nord dell'incrocio con via S. Giovanni Vecchio,

AI di sotto della chiesa di S. Salvatore", in corrispondenza della tribuna, il Tersenghi ricorda l'esistenza di un ambiente, al quale sembra si accedesse attraverso un cunicoJo che raggiungeva la piazzetta antistante*" 18. MATERIALE SPORADICO P.zza S. Salvatore - Chiesa di S. Salvatore Nel 1853, nel corso di alcuni lavori alla chiesa di S. Salvatore, si rinvenne la base con l'iscrizione funeraria CIL. X, 6584, al Museo archeologicodi Velletri**: D(is) M(anibus) I (Dulio Hieraci ! (dlecuriali | - - - ) Il optimol{Pomponius Musa! (julia) Magrilla | [he)redes. 19. STRUTTURA MURARIA P.zza Cairoli - Torre del Trivio Nel corso degli scavi per la realizzazione della rete idrica, nel 1935 Nardini ricorda il rinvenimento presso la chiesa di S. Maria del Trivio e la torre del Trivio, di un muro, immediatamente distrutto?*, 20. MATERIALE SPORADICO Via E. Fondi

All'angolo tra via E. Fondi (ex via del Teatro) e via della Barcacciaè visibile, inserito nel muro di un palazzo, un frr. di sommoscapo di colonna in granito rosa, con collarino su-

Fig. 335. Velletri. Via E. Fondi. Materiale sporadico (n. 20).

2 NAgDIN 1903, a proposito de rinvenimento ln. civico 104 non più presente nella numerazione attuale che passa da 102a 106; SeAL, Archivio Pratiche, Velletri. fasc. s. n. Relazione O. Nardini del 26 aprile 1903; Prize Wacrntn 1913: 405-406; Carssen: 1953: 15, 66con riferimentoad età “preromana”; Gitzow. 1964: 378 fig. 225, 64, 385-386; Cresci 1981:97; Draco TRoccoLt 1989:35 nota 31, ipotizza che e due allt fossero in impasto grezzo: CHIARUCCI 1996a: Tav In, 53; Briapgiua 2004: 118 fig. 1,3, 118-119 la quale ipotizza che due vas in impasto“. .fos ero s estem al Sarcofago stesso ed estranei alla deposizione del I sec. a. C^ AoLs 2006:21 fg. 9, 9,27 con status quaestionis. Specificatamente peril di di Kantharos ricordato nel Catalogo Nardini, vd. Carscriz 1981: 178; Cocca 2001a: 83 n. 580. 7" Notizie sulla chiesa in Teou 1644: 327; LaNctaNtmss. 8572: 82. s Teseo 1910: 20 (“Esiste una camera murata, di antichissima costruzione la quale a mezzo di un corridoio va ἃ perdesisoterraneamente nella deta piazza della chieica, e serve oggi come grotta alla famiglia

Censi.); CRESSEDI 1953: 64 che inserisce il rinvenimento ta quell “che non si possono assegnare ad alcun monumento conosciuto”; οἷς. BAUCO 1851: 145, il quale ricorda come in occasione della rovina della volta, nel 1851,".. i conosciuto, chela chiesa mancavadi fondamenti”. 2 Stevenson ClaiLat. 10564: ὅτ. ("La seguente iscrizione fu discovert in una muraglia antica, incastonatovi a formar spigolodi pora. É incisa. in uncippo di marmo, avente ai lati scolpitauna pater): ANGELONI 1853, specialmente 251, secondo cui s sarebbe ratto di "un cippo sepoleal, topalmi quatro stchitetonci, largo te. Has" franchi la atea. li gira tormo una cornice, d ἃ sormontato da un attico δὰ cu pare potesse stare busto, od alo"; Gangut 1922-08; Ceessepr 1953: 118n. 54. Aggiormamento in Sou 1983a: 22; cfr CRESCENZI, CACCARINI 20012: 48 n. 36. 2 Nani 19392: 98; presumibilmente CRESSED! 1953: 64 ehe inse sce rinvenimento tra quell “che non si possono assegnare ad alcun monu77 Per la chiesa che risulta riportata frequentemente nella cartografia

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di un piccolo sarcofago con l'iscrizione CIL X, 6594, irreperibile**: Dis / Manibus / Aemiliae Secundae. 22. Dirosrro vorivo (?) S. Giovanni Vecchio

Nel secondo decennio del Settecento, in un terreno vignato (prop. B. Giorgi), che si trovava vicino alla chiesa di S. Giovanni in Plagis si recuperarono votivi fitili anatomici busti e teste fittili, presumibilmente riferibili a un deposi 10°”, di un tempio®®, 23. MATERIALE SPORADICO Via Collicello

Presumibilmente tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento, nel corso di lavori comunali all'interno dell'edificio (ex ECA) all'inizio di via Collicello, sul lato nordorientale, si sono rinvenute numerose tegole e coppi, soprattutto ad impasto chiaro di età repubblicana, pid rari ad impasto rosso di età tardo arcaica, pochi frr. ad impasto arancio di. età tardo arcaica/alto repubblicana, oltre ad un fr. di dolio ad impasto rosso di età romana” 24. MATERIALE SPORADICO Via Collicello

Gli scavi intrapresi nel 1984 per larealizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo via Collicello**, hanno rilevato la presenza di frr. in ceramica d'impasto non tornita dell'età del ferro (“parete di ciotola o di un vaso di forma globulare”) e di alti di età arcaica (“orlo di grande olla; orlo di coperchio; orlo di ciotola”). Se ne è proposta una datazione tra la prima e la seconda metà dell’ VIII e la metà-fine del IV, fine del ΠῚ secolo a. C.**. 25. MATERIALE SPORADICO P. zza del Comune. Via del Comune

Comune e via del Comune, hanno rilevato la presenza di fr. in ceramica d'impasto non tornita tra cui una parete di un grande fornello e due pareti di olla, oltre a due frr. di una grande olla a vernice rossa. Se ne è proposta una datazione, rispettivamente, tra la primae la seconda metà del VII e tra la fine del IV e la fine del ΠῚ secolo a. C.»* 26-28. MATERIALE SPORADICO Chiesa di S. Lorenzo dei Frati Minori

26. Materiale sporadico. Il Teoli ricorda riutilizzata nel pavimento della chiesa di S. Lorenzo dei Frati Minori", l'iscrizione funeraria CIL X, 6618, irreperibile”: [Octavi]a C. 1. Urbana | Q. Ammio Q. 1. Optato | viro suo | C. Octavio Sp. [6] Antiati f. Octaviae C. I. Fortunatae | fecit | sibi posterique suis. 27. Materiale sporadico. Il Ricchi ricorda che nei primi anni del Settecento, negli scavi delle fondazioni della nuova chiesa, si rinvenne la base con iscrizione onoraria CIL X, 6576, irreperibile®: Q. Graio Q. f. | Quir. Iamo | praeftec10) fabr(um) | Uvir(o) et / Volusiae ] Maximae | cura Attici lib. 28. Materiale sporadico. Nel 1721 demolendosi l'altare maggiore della chiesa, si rinvenne la lastra marmorea con orante, pastori e scene bibliche su due registri?^. Il rilievo, per la cui interpretazione si oscilla tra la lastra forse in opera sulla fronte di una tomba in muratura e il lato frontale di un sarcofago, sulla base delle caratteristiche tettoniche ed iconografiche, è stato ipotizzato possa riferirsi a maestranze locali attive nei primissimi anni del IV secolo d. C. 29. MATERIALE SPORADICO P.zza. Galli

Gli scavi intrapresi nel 1991 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, tra Pzza del

II Guarnieri ricorda la presenza presso il Convento dei Frati Francescani Minori Osservanti dell’iscrizione funeraria CIL X, 6593, irreperibile?": C. Iulius D. 1. Philomus | tector | Marcia C. I. Crysai | uxsor.

storica (Lauro 1639: 135 n. 5; BLasy 1704: tav. LXMI n. 5 "S. Gio. in Papi, Archiconfratemita.”; Asa, Disegni e piante, coll. I, car. 125,n. 19: "S. Giovanni n Plagis”) vd: STEVENSON 1899: 94 per la bolladi Alessandro JI dell giugno 1065 nella qualeè ricordata la chiesa; LANCIANI 8572: 80; Τεκσενααι 1910: 286-291 perle vicende storiche. Attualmente ne restano pochi1% restiTotinell'area l'edificio dea Coop. 1644: antistante 102 (*. Cassetasepolerale di marmo .") ne ricorda a presenza nel lato ἀκ. del'ngresso della chiesa; Votet 1727: 68 ricordadi aver visto quest’ urna ín una casa privata; CARDINALI 1823: 102-103n. 41 C. ne ho fate replicate ricerche senza averla potuta rinvenire”) 7? Bay, BorgLat 277: 58x riportato in Nocca 1997e: 179 (materiali n.7) "2° Toti 1644: 934, a proposito dell’esistenza di un presunto tempio di Ercole, nei presi della vicina fontana Cacattera. * materi recuperati sono attualmente conservati al Museo civico archeologicoF. Nardini di Velletri, nelle cassette XXIX e XXX, con 'indi cazione del luogo, ma prive dell’anno, del rinvenimento. ‘© MancawLO 1993: 10, 1 fig. sito ΑἹ (localizzazione) Non ho potuto prendere visione dei materiali relativi alle schede nn. 2425, 31-34, 42, 48-51, conservati al Museo archeologico O. Nardini di

Vellei: ho desunto i dti anche relativi lle loro datazioni dal contibuto di Manganell sui rinvenimenti nel centro (MaNGANELLO 1993), P" Mancanento 1993: 10 figg 1-2, 11 fg. sito A (localizzazione). 20 Vd. nota 5543 7" Sulla chiesa vd. Teoui 1644: 344 riportato da Lanciast 85/2: 80. 29 Teou 1644: 101, "poco distante dall'Altare maggiore”; BORGIA 1723: 45; γοιρι 1727: 98; MuravoRt 1740": 1425n.7 all'inizio della 1 omete la di [Octaviae legge O. invecedi C. al centrodella 4 L.invece di C. 1; CagoinaLi 1823: 106n. 44; Caspio 1744: 442; genericamente Bauco 1851: 148, ricorda “moltissime memorie in marmo”. “Riccia 1713: 196; BoRGia 1723: 43 riportatoda LANCIANI mss. 852: 80; Vout 1727: 74; Munavont 1740: 705 n. 3 legge[--- mo alla fine della 1.2: Casto 1744: 424; Carpivati 1823: 9405 n. 33 (.. ta. vicino ale scale minori, affiss n una delle part del chiostro"); Bauco 1851: 461 s" Caspio 1744: 424; CagsseDi 1953: 96-97 e tav. XI A; GIORDANI 1972: 173-186; CResceNZI 1981: 178; GIORDANI 1989: 150-152; DRESKEN Wan.ano 1998: 83-84 n. 242 av. 80,2; Fiocchi NcoLA! 2001: 138, 140 fi. 4; Ceccaruni 2001a: 57 n. 171; Biscovm. 2008: 57,71 fig. 3031. s Cressi 1953: 33, 120 n. 72; SOLIN 1983a: 36. 575

30. MATERIALE LITICcO Vicolo della Croce - Via Lello da Velletri Nel 1932, in un piccolo terreno ortivo che fiancheggiava l’ultimo tratto di vicolo della Croce, si rinvennero diversi materiali litici di selce (raschiatoi, punte di freccia, frr. di coltello e asce?) riferibili ad un periodo compreso tra il Paleolitico e Neolitico™. 31. MATERIALE SPORADICO Vicolo della Croce - Via S. Silvestro

Gli scavi intrapresi nel 1984 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, tra vicolo Croce e via S. Silvestro™, hanno rilevato la presenza di frr. in ceramica d'impasto non tornita ("piede a tromba di un grande va50”) Se ne è proposta una datazione tra la seconda metà dell’ VIII e i primi del VII secolo a. C."*. 32. MATERIALE SPORADICO Vicolo della Croce

Gli scavi intrapresi nel 1990 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo vicolo Croce**, hanno rilevato la presenza di due frr di tegole in impasto arcaico, delle quali una corrispondente al tipo Wikander 1 B. Se ne ὃ proposta una datazione dalla seconda metà alla fine del VI secolo a. C.**.

senza di alcuni frr. in ceramica d ipasto non tomita (“pare te e orlo di una ciotola”). ‘Se ne è proposta una datazione compresa tra la prima e la seconda metà dell’ VIII secolo a.C.®. 34. MATERIALE SPORADICO Via Lello da Velletri

Gli scavi intrapresi nel 1984 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, all'inizio di via Lello da Velletri, hanno rilevato la presenza di alcuni frr. in ceramica d'impasto non tornita (“parete di un grande vaso o di una ciotola") oltre ad uno di tegola di età arcalca” Se ne è proposta una datazione compresa tra la prima e la seconda metà dell’ VIII e la metà -fine del IV, fine del III secolo a. C.**. 35. MATERIALE SPORADICO P.zza Cesare Ottaviano Augusto

Nel catalogo Nardini sono riportati quattro “vasetti” “a corpo piriforme, bocca con orlo rilevato”, forse miniaturistici, rinvenuti in P.zza Cesare Ottaviano Augusto”,

Gli scavi intrapresi nel 1990 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo via Lello da Velletri, poco a ovest del sito n. 34°, hanno rilevato la pre-

36. STRUTTURA IN OPERA QUADRATA P. zza Cesare Ottaviano Augusto - Chiesa di S. Michele Arcangelo Il Di Tucci ricorda, come prima della ricostruzione del 1834, un ambiente al di sotto della Chiesa di S. Michele Arcangelo, all’estremiti occidentale di Pzza Cesare Ottaviano Augusto, riutilizzasse parzialmente una struttura in opera quadrata, presumibilmente orientata nord-sud, per Ja cui interpretazione si oscilla tra il circuito dell'abitato e quello dell’arx, benché più probabilmente riferibile a quest'ultima®.

7 Nanpiv 1932, con riproduzione fotografica degli oggetti; CRescENZI 1981: 178; Deco TRoccou 1989: 34, 42; Ceocarn 2001a: 45 con elenco dei materiali desunto dallinveatario 1918, 93-95 an. 7 Stara, Ciccorn, MANGANELLO 2001: 18-19 scheda AL. Attualmente ultimo tratto del vicolo della Croce che limita a sud il giardino dell’antico convento dei frati di S. Lorenzo (ora destinato a Scuole pubbliche). chein antico proseuiva in linea reta fino a ricongiungersi con a viadi 5. Giuseppe, stato ‘orporato al giardino delle Scuole cosicchè fa un gomito per raggiungere via Lello da Velit. I terreno nel quale ἃ segnalatala scoperta è riportato con il n. 1793 nella mappa relativa a Vellei del catasto Gregoriano del 1820 (Ask, Catasto Gregoriano,ant, Prov. Frosinone, n. 265). 79 Μαναλνειο 1993: 10,11 fig. sto M (localizzazione), 12 fig. 4 159 Và. $75 nota 5543. 2 Saal, Archivio Pratiche, Velletri. Varie. RelazioneG. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco dele ricognizioni eseguite da questa sede dei “Greppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentro la cità. 1. area dell'antica acropoli. Materiali di recupero in occasione di scavi “SIP” (anni 1990.91). Sito 3. vicolo Croce); MawoaxrLO 1993: 11 fi. sito G (localizzazione). 55 Vd. 515 nota 5543. 5 Snai, Archivio Pratiche, Velletri. Varie. RelazioneG. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei

“Gruppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentro la città. 1. area dell'antica acropoli. Materiali di recupero in occasiondî scavi “SIP” (anni 1990-91). Sit 1. Inizio via Lello da Vellei e via Crispi Sito2. Via Lello da Velletri); MANGANELLO 1993: 10 figg. 1-2,11 fig. sito F (localizzazione) 57 Và, 575 nota 5543. Saat, Archivio Pratiche, Vellei. Varie. Relazione G. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei Gruppi archeologici d'Italia” dil febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentr la citt. 1. area dell'antica acropoli. Materialidi ecupero in occasion di scai “SIP” (anni 1990.91). Sito 1. Inizio via Lelloda Vel etri e via E Crispi. Sito2. Via Lello da Velletri); MANGANELLO 1993: 10 fige. 1-2, Il fig. siti CCI, (localizzazione) 77 Vd.STS nota 5545 secRescevzi 1981: 178 con provenienza “Velletri. Palazzo Comunale"; Csccasint 200 a: 168nn. 2292-2204; contra l'ipotesi che possano rifersi ad un terzo tempio MELIS, QuILII Gio 1983: 25 nota 63; Buna 1996: 114, 26b. 27" Bauco 1851: 147 genericamente ricorda la chiesa “innalzata sopra gli avanzi del tempio del falso nume Sango”; Di Tucci 1884: 21 nota 1; "Tesstxon 1910: 45-46; Prize WaceneR 1913: 403; NarDII 19392: 95; Cressi 1953: 62.

33. MATERIALE SPORADICO Via Lello da Velletri

576

37. STRUTTURA MURARIA P. zza C. Ottaviano Augusto - Chiesa di Santa Maria del Sangue Sotto la sagrestia della bramantesca Chiesa di Santa Maria del Sangue (cd. Tempietto del Sangue), all'estremità occidentale di P. zza Cesare Ottaviano Augusto, il Nardini ricorda l'esistenza di un grande ambiente coperto a volta da riferirsi, presumibilmente, alle sostruzione del Tempio di Sango”.

P. zza Cesare Ottaviano Augusto

Gli scavi intrapresi nel 1984 per la realizzazione della re-

Nel corso dei lavori di scavo intrapresi a partire dal 1935,

per la distribuzione dell'acqua del Simbrivio e la realizzadelle fognature,

Lungo il lato meridionale di via B. Teoli?*, nel muro di recinzione di una torretta, è riutilizzato un rocchio di colonna in peperino, scanalato (alt. max. m 0,81; diam. m 0,42). In alto, sul lato sud-occidentale dell’edificio a blocchetti di selce, è murato un fr. di lastra a bassorilievo, in marmo bianco.

42. MATERIALE SPORADICO Via B. Teoli

38. CUNICOLO E MATERIALE SPORADICO

zione

41. MATERIALE SPORADICO Via B. Teoli

all'interno

della

città, nel tratto di

piazza compreso tra la fontana del Palazzo del Comune e il Tempietto del Sangue, si scopri, tra i - 0,90 e - 1,05 m?9, un tratto di cunicolo*™. All’interno dello speco rivestito in coc-

te telefonica,

nel centro

storico

di Velletri,

lungo

via B.

Teoli?9, hanno rilevato la presenza di frr. in ceramica d'impasto non tornita (parete ed orlo di ciotola”) oltre ad uno di dolio di età repubblicana. Se ne è proposta una datazione tra la seconda metà dell’ VIII e i primi del VII secolo a. C. e tra la seconda metà del III e la prima metà del II secolo a. ΟΝ

ciopesto, si rinvennero numerose ossa presumibilmente rife-

ribili a sepolture della vicina chiesa. Nel terreno si recuperarono: alcuni frr. di pavimento a mosaico a tessere di piccole dimensioni bianche e nere, decorato da piccole figure geometriche;

due basi di colonna

d'ordine dorico in peperino (diam. sup. m 0,42); un fr. di laterizio con bollo dei Praedia Liciniana corrispondente al fr.

di bipedale con bollo ricordato nel Catalogo Nardini®®,

43. MATERIALE SPORADICO Via C. Cardinali

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di acroterio angolare con testa di barbaro in marmo relativo a sarcofago recuperato nella casa Magni in via C. Cardinali, angolo via Teoli*”’.

39. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA P.zza Cesare Ottaviano Augusto - Palazzo Municipale

44. MATERIALE SPORADICO

Corso della Repubblica Il Borgia ricorda che, nel 1575, in occasione della costruzione del nuovo Palazzo Municipale, nel settore meridionale

dell’altura (“Castello”), si individuarono fatte ... di Selci riquadrati5,

“alcune

nicchie

Il Volpi ricorda la presenza, all’interno della casa di G. Toruzzi, a Velletri dell’iscrizione funeraria, frammentaria, CIL X, 6625, irreperibile??: - - - - - - /com / matri dullcissi-

mae | Primus et | Artemidolrus fili fe/cerunt. 40*. PAVIMENTI A MOSAICO “Castello”

45. MATERIALE SPORADICO

Corso della Repubblica - Chiesa di S. Martino Ii Landi ricorda nella seconda meta del Cinquecento, la presenza nel settore della città denominato Castello, di “bel-

lissimi vestigi di antichità"

A?

e il rinvenimento di "pavimenti

di pietre minute, a modo di lavor

musaico ^",

Il Cardinali ricorda il rinvenimento, a Velletri, nelle vicinanze della chiesa di S. Martino, di due iscrizioni: nel 1773, presumibilmente all’interno dell’edificio (“ad aedem ..."), di

55? NARDINI 1939a: 94; CRESSEDI 1953: 63.

accedere alla proprietà per cui mi sono limitato ad osservare il fr. dal-

558 La trincea, larga m 0,80 circa, incontrò un terreno “formato quasi

l'esterno. 559 Spat, Archivio Pratiche, Velletri. Varie. Relazione G. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei

esclusivamente di lapilli vulcanici”, fatta eccezione per il settore nel quale fu individuato il cunicolo, nel quale s'incontró terra di riporto.

534 NARDINI 1939a: 94; cfr. CRESSEDI 1953: 62-63; STRINI, CICCOTTI, MANGANELLO 2001: 38-39 schedaA 8.

5:5 CRESCENZI 1981: 178 che lo include tra i materiali con provenienza “Velletri”; CECCARINI 2001a: 190 n. 2603 su "bipedale". 556 BORGIA 1723: 451 che ipotizza possa trattarsi dei resti di un edificio

termale; PROVENZANI 1840: 21 riporta la notizia in maniera generica.

“Gruppi

archeologici

d’Italia”

dal

febbraio

1984

a

maggio

1992.

Ricognizioni dentro la città. 1. area dell'antica acropoli. Materiali di recupero in occasione di scavi “SIP” (anni 1990-91). Sito 4. Via B. Teoli); MANGANELLO 1993: 10, 11 fig. sito L (localizzazione), 12 fig. 3.

53? Vg. 575 nota 5543. 5! CRESCENZI

1981:

179; CECCARINI, CRESCENZI

1989:

133 n. V. 11,

59 ANDI: 17 (=BONADONNA Russo 1985: 14) riportato da TERSENGHI 1910: 36-37 che rileva come ai suoi tempi non rimasse alcun resto, fatta ec-

tav. f.t. LI; CECCARINI 2001a: 49 n. 44 con provenienza “Velletri. incerta"; BONANNO AVRANTINOS 2005: 47.

cezione per “... avanzi di torri e ... case medievali”. 556 [ 3 proprietà corrisponde al civico n. 13. Non mi è stato possibile

156 n. 94 che già non la ritrova in casa Toruzzi.

55? Vorpr 1727: 67-68; MuRATORI

1740a: 1273 n. 7; CARDINALI

1823:

577

quella funeraria CIL X, 6622 al Museo Vaticano": [D(is)] M(anibus | [.- - Jo Phryxo I .- -- OJnomasteni/ | - - -ja/ i ; nel 1780, non lontano ("prope ecclesiam. ..7), di quella votiva CIL X, 6557, irreperibile*: - [Magist}ri Lar(um) M(atri) d(eum) lldaeae - - - 11 [fecilsse Velit d(ono) d(edit) ((sestertios)) [ - - - 1! - - - dono) dedit) (sestertios) [ - - 14 46. MATERIALE SPORADICO Corso della Repubblica

Il Teoli ricorda l'esistenza a Velletri in casa di S. Gregna?”: di due iscrizioni: quella CIL X, 6555, perduta?” M. Ofasius | Firmus Marus | Cornelius Mari f. | Clu. Cossinus | praefectus fabrum | tribunus militum / legGonis) XIIII Gemin(ae) Victric(is) | curator lusus iuven(um) | Hvir patronus colon(iae) | Fortunis Antiatibus | donum) d(edit); quella frammentaria CIL X, 6617, irriperibile"": Ji - ] Marcelli - --/ [---] genium [- --/ E -- ] Valeri Te 47. MATERIALE SPORADICO Via S. Martino

Il Muratori ricorda il rinvenimento "in vico Sancti Martini", della stele in travertino con iscrizione funeraria CIL X, 6629, Votre 1983: 73 n. 46°, al Museo archeologico di Velletri: P. Ruriliu(s) P. 1. | Antiochus | Rutilia P. 11 Aristonice | in fronte) p(edes) XII in a(gro) p(edes) XX. 48. MATERIALE SPORADICO Via della Stamperia

Stamperia”, hanno rilevato la presenza di frr. in ceramica d'impasto non tornita ("parete ed orlo di una grande ciotoda"). Se ne è proposta una datazione tra la seconda metà dell’ VII ei primi del VII secolo a. C."*. 49. MATERIALE SPORADICO Via delle SS. Stimmate

Gli scavi intrapresi nel 1995 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo via delle SS. Stimmate*", hanno rilevato la presenza di un fr. di ceramica d'impasto (“bacino?’). Se ne è proposta una datazione tra la fine del II e gli inizi del I secolo a. C. 50. MATERIALE SPORADICO Via di S. Valle

Gli scavi intrapresi nel 1990 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo via S. Valle®®, hanno rilevato la presenza di frr. di materiale ceramico di età romana ("piede rialzato e fondo di grande vaso; piede e parete di olla") Se ne è proposta una datazionetra la fine del III-gli ini del ILe la metà del I secolo a. C.™. 51. MATERIALE SPORADICO Via delle SS. Stimmate

Gli scavi intrapresi nel 1984 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lungo via delia

Gli scavi intrapresi tra il 1990 e il 1993 per la realizzazione della rete telefonica, nel centro storico di Velletri, lun80 via delle SS. Stimmate"", hanno rilevato la presenza di

2 CaRDINALL 1823: 174n. 110 (*.. scoperto nella muova fabbrica del collegio dis. Martino... pass nel musco dei Borgia. Aggiornamento n Sou 1983a: 22,37. “Sul rinvenimentovd. CARDINALI 1819: 46 n. 274, 51; CaRDINALL 1823: 61 m. 23; Caessepi 1953: 121 n. 82; Sou 19838: 22, 33; VenmasEREN 1977: 152 n. 465,147 fig. 10. ΒΡῈ Palazzo è ricordato nella Caria topografica della città di Vellei del 1872 al n. 40 (Ask, Disegni e piante, coll. I cat 125, n. I9); Tesenoni 1910: 196 pr la ricostruzione dei possessoridel palazzo(^... dei Beneventi, giù Gaetani-Gregna, ora Caprara-De Bonis ."). Toi 1644: 103; Borgia 1723: 42-43; Vou 1727: 72; MURATOR! 1740: 614n.3 con Otasius per Ofesus alla. 1, con iv. per cl. all'inizio dellaτ᾿ 4, con Geminai cir. per Gemin(ae) Vctri(s) alla τ. 6; CARDINALI 1823: av. ea 12-13, 1323n. S ORL 1828: I, 523-524 n. 1740; Bavco 1851: 460; Ganga 1922: 9-10Ia ricorda esistente "nel piano secondo della scala del palazzo git Benvenuti, ora Caprara-De Bonis, di fronte a la chiesa di S. Martino"; Ceessept 1953: 117 n. 45; Souw 1983a: 31-32; ‘TorToRELta 1988: 43; JaczYmowska 1978: 6 nota, specialmente 52,111; Ginester 1991: 131, 223 n. 36,296; Fora 1996, 76-77, 96 tab. 8, 104 7 Teou 1644: 103C. gross frammentodi Colonna, nella quale si veggono intagliate mote parole, ma tanto corrose, consumate, che non si possono leggere." CARDINALI 1819: 105; CaRDINALL 1823: 29-31n. 13. 77 MURATORI 17408: 1599n.2; CARDINALI 1823: 160n. 98. A proposito della provenienza Mommsen la dice "Velitis in vico s. Martino”; Crescenzi 1981: 178 che lo include ta i materiali con provenienza

“Velletri”: Gasrastts 1922: 97; Sou 1983a: 22, 38 con aggiornamento; Cocca 2001a: 48 n. 29 5” Stat, Archivio Pratiche, Velltr. Varie. RelazioneG. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei “Gruppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992 Ricognizioni dentro la cità 1. area dell'antica acropoli. Materiali ἀ recupero in occasione di scavi “SIP” (anni 1990-91). Sito E. via della Stamperia); MANGANELLO 1993: 10, 1 fg. sito 2 (localizzazione) 9 Vd. 575 nota 5543. P" Stt, Archivio Pratiche, Vellei, Vari, Relazione G. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei "Gruppi archeologici alia” dal febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentro la cità. 1. area dell'antica acropoli. Material di recupero in occasione ἃ cavi "SIP" (anni 1990.91). Sito7. Inizio via dell SS. Stimmate, vicino area t voco); MANGANELLO 1993: 1 fig. sito (localizzazione) #8 Vd. 575 nota 5543. 79 Stat, Archivio Pratiche, Vellei. Varie. RelazioneG. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei “Gruppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentro la cità. 1. arca dell'antica acropoli Materiali di recupero in occasione di scavi “SIP” (anni 1990.91). Sito 6. via di S. Valle): ManaaneLLO 1993; 1 fg. sito O (localizzazione). 27 Vd. 575 not 5545. 2" Stat, Archivio Pratiche, Vellri. Varie. Relazione G. Manganello del 27 maggio 1992 (Elenco delle ricognizioni eseguite da questa sede dei

578

un fr. in bucchero (“coperchio miniaturistico”) e due fer. di ceramica comune (“olla e ciotola”). Se ne èproposta una datazione rispettivamente tra la metà-la fine del VIT e gli inizi del VI secolo a. C., e il XI-XIV secolo d.C. 52. MATERIALE SPORADICO Via della Neve (?)- Chiesa di S. Maria della Neve (?)

Nel 1784 è variamente segnalato, in un'area che oscilla tra la chiesa di S. Maria della Neve (nn. 53-57), genericamente la citt e il territorio, il rinvenimento di due pezzi di aes grave, uno con aquila e petaso con la leggenda ROMANOM, l'altro con spada e fodero, datati tra il 312 e il 266 a. C." e della laminetta volsca, conservata al Museo Nazionale di Napoli (MAN, IGMN 2522)".

S. Francesco, si trovano i resti della chiesa di S. Maria della. Neve detta anche delle Stimmate di S. Francesco, edificata sopra le strutture di un tempio. . 53. Materiale sporadico. Il Metello ricorda la presenza, presso l’altare di S. Mariade la Neve, dell'iscrizione funeraria CIL X, 6626, irreperibile”: M. Quinctilius | Phoebus | extestamen-t0 fieri iussit sibi et Quinctiliae Danae | uxori suae bene de se | meritae et | Quinctiliae Probae I filiae | quae vixit annis X | et posteris quo / que suis | eius monumenti iuris esse permisit. 54. Materiale sporadico. Nel 1784 costruendosi il muro meridionale dell'oratorio annesso alla chiesa si rinvennero alcune terrecotte?" (alcune delle quali della. collezione Borgia del Museo Archeologico di Napoli?)

Nell'area sud-ovest della città, a est dell'ex convento di

55. Materiale sporadico. Il Guattani ricorda la presenza nel Museo Borgiano di un piede fittile trovato in Velletri nel 1785, presumibilmente nel deposito votivos. 56. Strutture in opera quadrata, cementizia, e favisse. Alcuni saggi di scavo realizzati nel 1910 dal Mancini?", individuarono, oltre a numerosi materiali di vario tipo ricordati nel Catalogo Nardini”, come

‘Gruppi archeologici d'Italia” dal febbraio 1984 a maggio 1992. Ricognizioni dentro la cit. 1. ara dell'antica acropoli. Materiali di rocudi cavi "SIP" (anni 1990-91). Sito 7 Inizio via delle SS. in occasione pero Stimmate, vicino area t vlsco}; MANGANELLO 1993: 11 fig. sito Q (localizzazione, 12 fig. 5. 59 Va. 575 nota 5543 5 CARLONI 1785: xvixv ‘5 HAERERLIN 1910: 64,80, IL tav. 26,3, 32,2. S" Fen 1795: 228-229; Lanza 1825: 530-533 (^. trovata in Velletri, 1): CARDINALI 1823: 34-34, tav I, con generica provenieza “in Velletri" Fa 1836: 195 (^. ne territorio fu trovata una lamina di bronzo in lingua. volsca,e due antichissimi assi rettangolari); BAvco 1851:6(*.. seavata in questo teritori nell’anno 1784 .”); Texsencut 1930: 15 (“Coreva l'anno 1784 allorché nella Chiesa dedicata a S. Maria ella Neve . si iavenne . una lamina in bronzo scritta in lingua volsca.."; MANCHI 1915: 68 con provenienza dalla Chiesa di S. Maria della Neve; MoRANDI 1982: 151-153n.42; Meus, QuuLici Giai 1983: 28 la ipotizzano "riposta con gli cx votoo le terrecote in disuso”: FORTUNATI 1986: 8; Rix 1993: 37-49; Caistorani 1992: 14specialmente nota 3; De Cao 1994: 353; Lurpino 2001: 99.100n. IL7. La tavola datata al Π ec. aC. di Conway 1897: 267268 n. 252 primadel 250 a. C. da VETTER 1953: 156-158n. 222 iùrecentemente è collocata agli inizi del IT sec, a. C. da Caisrora»a 1992: 14 (cfr. Rx 1992: 39 che ne riferisce come terminus post quem la ine del IT sec. a. Ci Rix 2002: 66) 5" MerELLO CVatLar, 6038: 121%. riporta il nome volgare della chiesa (i santa Valle: cf. Bauco 1851: 151); Teo 1644: 101-102; CARDINAL 1823: 157 n.95; LANCIANImss. 85/2: 81 ‘n CARLONI 1795: xoc con riferimento a traccie di una vasca e di roti muri con intonaco rosso"; Fea 1795: 228-229, 5" Eil caso, ad esempio, del'anefissa file in formadi testa femminile (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, n. 21205), recentemente identificat da Ουξκαῖνι, Lureivo, MANCINI 2001: 160, 163. Sulle laste, delle quali alcuni fr. minori sono presso il Museo Gregoriano Etrusco (Forunan 1989: 58 nota8; ForrUNamt 1993: 255) e nel Museo Nazionale Danesedi Copenhagen (Rus 1941: 70-73 fig. 8; FoRrunan 1993: 255) vd. ‘ANDREN 1974: 3.4; Cusscexz 1981: 106-115; Fonruvan 1986: 3 CCrastorant 1987: 98-99, 102-103 figg. 12-17, 106-109, 118; Forruati 1990: 199-205; Forrux 1993; BRUtN 1993. 7" GUATTAM 1785: 30, tv. IT, AsHRY 1914: 427; cr. Meus, Quiet Grou 1983: 26 specialmente nota 67, ta. I, Γι. 2 Mancist 1915, specialmente 69-74 per i rinvenimento di rest del tempio; Spat, Archivio pratiche. Velleri RelazioneG. Mancini del 20 aprile

1920; cf. Caesseni 1953: 6-61: CoLONNA 1984: 401-405 con ricostruzione di due fasi costruttive: la prima relativa ad un oikos senza decorazione file, la seconda, databile 530 a. circa, ad un tempio tuscanico ad alae. 7 Manchi 1915: 86-88; Shat, Archivio pratiche. Vellrr. Relazione A. Pasqui del 7 maggio 1915 con allegato “Elenco sommario deli oggetti archeologici rinvenuti durante gli scavi governativi eseguiti in Velletri, res50 la chiesa delle SS. Stimmate dal giorno 17 marzo a tutto il 4 giugno 1910"; Meus, Quiuct Gicts 1983: 25-26. Delle terrecottesi rinvennero un'arula decorata con maschera scenica (Czsceva 1981: 126; ForrunaTi 1989: 80 n. IL20, tav. XVII (t; Ceccsia 2001a: 145n. 1584), alcuni rocchetti (Crescenzi 1981: 157; FogruNan 1989: 67 specialmente nota $1; Ceccarna 20010: 90 nn. 655-658, 661-665, 91 n. 666) e fusarole (Crescenzi 1981: 14; FortunaT 1989: 86; Ceccarini 2001a: 90 nn. 659660) delle quali una a forma di pera in bucchero (Caescenzi 1981: 144; Fortuna 1989: 67 nota 82; Coecarin 20018: 130n. 1377), due pesi da te laio a forma di prisma (FORTUNST 1989: 67 specialmente nota 80; Crescenzi 1981: 178 che include il n. 680 ta i materiali con provenienza “Velletri”: CeccARI 20012: 91 n. 680, 92 n. 681 con datazione al IV sec. a. C). Al nucleo dei votivi vanno poi aggiunti ilf. di astra in marmo con testadi Sileno (FORTUNATI 1989: 65 nota 53; Ceccarini 20012: 46 n. 15); un fr di pentola (Fosrunz: 1989: 86; Ceccant 2001a: 60 n. 217); un fr di astra Campana con frego a ovoli (Fosruxm 1989: 65 nota 52; Ceca 2001a: 67 n. 305; Ciawi 2007: 94 Πρ. 1 n. 0, 9); un f di kiats privo di ansa (FORTUNATI 1989: 66 nota 67; CeccaRist 20012: 74 n. 396) un f di ansa ad “occhioni” e un f. di fondo di anfora (Forzuxam 1989: 86; Ceccarini 20012: 82 nn. 523-529); un f di lixa f. n con iscrizione (FORTUNArL 1989: 66 ota 69 con datazione αἱ VI sec. a.C; CECCARINI 2001: n. 569) un fr. di kiix (FoRTUNAT 1989: 66 nota 7) con datazione al VI sec. a. C; Ceccana 20010: 85 n. 588). un kyathos in bucchero (FoRTUNATY 1989: 66 nota 67; Ceccanins 2001a: 86 n. 600); una coppa (Forruam 1989: 66 nota 74; Ceccns 20012: 86 n. 601); un fr di azza miniaturisica (Forruxin 1989 79-80n ILI8 con datazioneal VII sec a. C; CECCARINI 2001: 86n. 602); un f di ciotola ἃ v. (FoRTUNAT 1989: 86 con datazione αἱ III sc. ἃ. C; Ceca 2001a: 89 n. 648); un fi di tazzaἃ v. τι (Forruvam 1989: 86; Ceccanist 2000: 97 n. 750), un kyathos privo di decorazione (Forrusam 1989: 86; Ceccuiuvi 20014: 106 n. 871); una coppa con piede (Foruxam 1989: 66 nota74; Ceccari 2001a: 106n. 74); un'olla a corpo ovale (CeccaRin! 20018: 106 n. 875 con datazioneal VI sec); un vaso a forma di orco (FORTUNATI 1989: 66 nota 63; CtccuRum 2001a: 111 n.956);tre fi, di scodella (Cecca 2001a: 115 an. 1009-1010, 116 a. 1011); un f. e ‘una scodella intra verniciata ἐπ teraglia (Ceccams 2001a: 116 nn. 1014,

53-57. TEMPIO CD. vOLSCO Via della Neve - Chiesa di S. Maria della Neve

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può rilevarsi anche dalla pianta del Gatti, i resti di muri differenti sia per orientamento che per caratteristiche tecniche (Fig. 336). Nel settore meridionale del complesso si rinvennero quattro favisse, di cui tre già in precedenza esplorate: una (2), quasi al centro dell'ambiente sottostante all oratorio annesso alla chiesa (A), scavata nel tufo e intonacata con calce dipinta in rosso (alt. m 2,10; diam. 2,75); una seconda (b) all’estemo dell’angolo sud-occidentale dell’oratorio, a -2,88 m dal pavimento della sacrestia (alt. m 3,50; diam. 2,10) con pareti retiline a sezione quadrata di m 0,86 di lato, al cui interno erano alcuni resti di antefisse, un’arula, il rivestimento fittile di un pozzo circolare con pedarole; una terza (c), tra la prima e la seconda, in corrispondenza del muro meridionale dell'oratorio (alt. m 7,91; diam. 2,23) rivestita internamente. con intonaco dipinto in rosso, dalla quale, a circa m -1,40 πὶ: dal piano superiore, internamente sporgeva uno stato di terra cotto dal fuoco. Una quarta favissa (0), si rinvenne all'angolo di via delle Neve, adiacente alla chiesa (diam. 1,83; alt. 3,65)

All'esterno della chiesa, tra questa e la Provveditoria, a pochissima profondità dal piano stradale, si rinvenne un muro con direzione sud-est/nord-ovest in grandi blocchi di tufo per una lunghezza di m 5 circa ed uno spessore di m 0,75 (d), al quale, in corrispondenza dell'estremità nordorientale, si saldava un muro con orientamento nordest/sud-ovest, largo m 0,45, individuato per una lunghezza max. di m 4. In prosecuzione di quest'ultimo, a m -1,04 dal pavimento della chiesa, si rinvenne un muro in blocchi di tufo dello spessore di m 0,45 (g), per m 2,90 circa di lunghezza, fino al muro che delimita la navata centrale della chiesa. Un ulteriore tratto del muro di circa m 1,90, si scopf, a circa m -1,90 în corrispondenza del muro settentrionale della navata centrale (g). A sud-ovest del muro d, di spessore maggiore, e paralleJo ad esso, a m 4 dall'angolo nord-orientale, si rinvenne un muro realizzato con blocchi squadrati di tufo (e), largo m. 0,35, per una lunghezza di m 2,70. In prosecuzione di questo, quasi in corrispondenzadel muro settentrionale della navata centrale, a circa m -1,90, si scopri un ulteriore tratto di

1013); due boccali in teragia (Ceccarm 20012: 116nn. 1017-1018); un ft dicrlodi vaso (Fosrunan 1989: 86; Ceccanna 2001: 139n, 1498); un fr. di ansa di vaso (FORTUNATI 1989: 80; Ceccaamw: 20012: 139n. 1499): x ansa ἃ forma bicome di lucerna in bucchero (ForruNAT 1989: 86; CEOCARINT 20010: 144 n. 1568); una testa femminile fiti relativa a dono voivo, forse ‘una antefisa arcaica (Meus, Quiici Gio 1983: 26 nota 66; CeocaRi 20010: 144 n. 1571); un f di ansadi vaso (FORTUNA 1989: 86; CeocaR 2001a: 145 n. 1575 con datazione all'età etrusca; un fr: di ansa in aria verniciata (Forum 1989: 80; Ceccaama 2001a: 145 n. 1576); un f di pato. (Forre 1989: 66 nota 63; CECCARINI 20018: 145 n. 1577); due fr di fondodi vaso (Ceccanixi 200 a: 145 na. 1579-1580); un f. di coppaa v.n. con palmette e rosette (Foaruv 1989: 66 nota 73; Crecaum 2001: 145 n. 1585); te frr di coppa a va. con decorazione a rosette (CECCARIN. 2001: 146 πα. 1586-1588), un fr di vaso decorato con cordoni e discheti (Fosruxam 1989: 86; Ceccuiuxi 2001a: 146n. 1589); una ciotola con decorazioni a palmete e rosete (Forum 1989: 86; Czccati 20012: 146n. 1592 di tipo etrusco-campano); un fr di ciotola in argilla verniciata (Fornari 1989: 86; C5ocaRiNt 2001a: 46 n. 153 di ipo etrusco-campa0); un f di orlo di ciotola (FoRrunart 1989: 86; Ceccarma 2001a: 146n. 1594); un fr di oio di vaso (FogruNATI 1989: 86; Crocari 2001a: 146n. 1595); un f di ol di vaso con ansa decorato (FORTUNAT: 1989: 66 nota 63; Ceccau 200a: 146 n. 1597); un fr di coperchio di anfora (Formati 1989: 66 nota 65; Ceccarini 2001a: M6. 1598); quarantadue fre. di klix in. argilla rossa con animali in vari atteggiamenti (Found 1989: 66 nta 70; Ceccarua 20018: 154 n. 1707); un f di kylix con figura maschile nuda c iscrizione (FoRTUNAT 1989: 66 noa 69; Ckacanini 2001a: 154 n. 1708 con datazione al V sec. a. CJ: 230 fr. di ceramica di varie epoche (Formunvm 1989: 86; Caccagma 2014: 155 n. 1710); ue fs di vaso av. n. con ansa (Fosrunac 1989: 86; Ceccama 20012: 155 nn. 1711-1712); due fr di cio{olaa v. n. (FORTUNATI 1989: 86; Ceccanint 2001: 155 mn. 1713-1714di tio etrusco-campana); n fr. di vaso con ansa in bucchero (FORTUNATI 1989: 86; Ceccagn 20018: 155n 1719); un f di vaso con ansa (Fogrunani 1989: 386; Ceccanin 2001a: 155 n. 1720). una ciotola a v.n.(FogtunT 1989: 86; Csccari 2001a: 156 n. 1731 di tipo etrusco-campana); un fr. di ciotola ad una ansa (Forum 1989: 86; Coca 2001a: 1565. 1733 di età etrusca); ‘un f di ciotola (Crccauna 2001a: 156a, 1734); un fr di vaso in bucchero (Fosruvam 1989: 86; Ceocam 20018: 156n. 736); un fr. di ciotola a van. (Fosruxam 1989: 86; Caccanunt 2001: 157 n. 141 di ipo etrusco-carpana); un fe di scodella (rccarma 2001a: 157 n. 1750 di età etrusco-campana); un alabastron (FORTUNATI 1989: 6, 68; Ceccanm 2001a: 64 n. 561 di VILVI sec. a. C); una ciotola in impasto rosso (Forruxam 1989: 86; Ceccarma 20012: 86 n.595); ua f. αἱ lucema a vn. con manico ad anello (Fosrunam 1989: 66 nota 76; Coca 20018: 88 n. 628); un f di luce ava. con recipiente a forma di cono (Fortatr 1989: 66 nota 76; Ceccanivr 2001a: 89 n. 643 con datazione al I sec. a. C); un f di lix a. con sci zioneE. PA (Fotrunva 1989- 66 noa 69; Ceccamma 200a: 97 n.151); aru-

a decorata con maschera scenica relativa a dono votivo (FORTUNAT 1989: 80 1.11.20, av. XVILÉt; Ceccsana 2001: 145n. 1584); calco in gesso con fr con Dioniso (Ceccarant 20018: 192 n. 2648); calo in gesso con sileno barato (Foravxan 1989: 86; Cocca 20012: 126 n. 285); un f. di kiatos in bucchero (Fosruvam 1989: 66 nota 67; Ceccari 20012: 130 n. 1379); cinque fr. i antefisefili con testa di Sileno e di Menade (Cencasux 20012: 137 no. 1468-1472); un f di staa file con testa di Menade (Ceca 20012: 137 n. 1473); due fm. di acrori fili con parte di cavallo Fort 1989: 78n. 1.17; Ceccxsus 20019: 137 nn. 1474-1475); quatro frr. di acroteri Stili con cavallo (CrccarmI 20012: 137 nn. 1476-1479); un {i diacrotero file con calare (CCCARIN 20018: 138n. 1480; Forrunati 1989: 64 nota 41); due fr: i lastra di vestimento fti con istello dentelJi (Ceccarini 20019: 138 πη. 1481, 1483); un i di votive fite con tetto di tempio (Fomrunart 1989: 86; Ceccarini 20012: 138 n. 1482); fr. di elemento architettonico file non id. (Cecca 2001a: 138 n. 1484); fr: di sima con maschere di tigre (Csccanuni 20019: 138 n. 1485); fi. di acroero file con pieghe dî vestito (Fortuna 1989: 86 nota 41; Ceccasuv 2001s: 138n, 1486); 2 fr. di fascia superiore colorata (CECCARII 20018: 138 nn. 14871488);fi di toro dipint a squame (Ceccaeit 2001a: 138 n. 1489); fr dito το pinto (Caccaama 20012: 138 n. 1490}. f di tegola con protome di tigre (Ceccari 20012: 138 n. 1491); fr. di comice con protome di tigre (Caccasint 2001a: 138 n. 1492) f di elemento architettonico file con decorazione a squame dipinte (Coca 20012: 139 n. 1494); ft. di tegola (Caccnana 20012: 139 n. 1495); la serie di laste di rivestimento ftl Csccasma 20012: 131 n. 1402, 132 nn, 1405-1408, 1411-1417, 133 nn, 1418-1428, 134 πα. 1429-1440, 135 nn. 1441-1452, 136 nn. 1454-1466, 137 ‘. 1467, 144 nn. 1568-1565), tale quali si conservano: un f. di astra di rivestimento fitile con tracce di colore con cavalli della tiga in corsa (Foszoxam 1989: 15-76n. IL9, tav. τι. XV; Coca20010: 131 n. 1396); ‘un f di lastra di rivestimento fite con biga con cavalli (RoRTUNATT 1989: 76n. ILIO, v. f1. XV; Caocanist 2001a: 131 n. 1397) fr dilatadi rivesmento fitile con personaggio seduto (FoRrUNAT 1989: 75 n. 1.8, tav. £1 XIV: Ceccuana 20014: 131 n. 1401); fr. di lastradi rivestimento file con processione © altre figure (Foerumm 1989: 71-72 n. IL4b; CeccaRint 20019: 131 a. 1403); fr di lastra di rivestimento fite con biga e igi Foeoxam 1989-70 n L1, tav. £t. XII Ceccauma 20012: 131n. 1404 un fr i astra di rivestimento fitilecon figura virile e cane (FoRTUNAT 1989: 73. IL; Ceccanost 2001a: 132 n. 1409); un fr di latadi rivestimento file con corpo anteriore lla riga (FoRruna 1989: 73; Cecea 2001 132n. 1410); f di lastra di rivestimento ftile con la parte superione di figure (Forrunari 1989: 70n. IL9; Csccasvi 20018: 135 n. 1453); fr file di mamo che singe i braccio di un'altra figura relativo a elemento architettonico (Forruvari 1989: 65 nota 48; Ceccarit 2001a: 145 n. 1588 con datazione aL ITscc. C);δ: di asa di rivestimento dipinta (Ceccoui 20019: 139 ‘n. 1493); f. di astra di rivestimento con decorazione a squame dipinte Csccnsma 2001a: 139n. 1497)

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Fig. 336. Velletri. Chiesa di S. Maria della Neve. Tempiocd. volsco: pianta (nn. 56-57).

circa m 6,70 di lunghezza (e), dal quale sul lato occidentale, a circa m 6 dal muro nord-occidentale (g), in corrispondenza dell'ingresso della chiesa, si dipartiva in direzione sudovest, un muro con le medesime caratteristiche costruttive e dimensionali. Parallello al muro e si scopri a m 0,45 dal lato orientale, un muro in piccoli parallelepipedì di tufo (spess. m 0,24), per una lunghezza max. di m 5,50 circa (n).

Circa m 3,70 a ovest del muro gd, a m -1,84 dal pavimento della Provviditoria, dall'altare laterale fino all'angolo nord-ovest della navata centrale, si rinvenne un muro (h), orientato nord-est/sud-ovest, a blocchi di selce dello spessore di m 0,55, per una lunghezza max. ricostruibile di m 6,30. ‘Ad sud-ovest dei muri gd, in corrispondenza dell’angolo sud-ovest della navata, a circa m -3,30 dal pavimento, si rin581

venno due muri, entrambi orientati sud-est/nord-ovest, realizzati in blocchi di grandi dimensioni di tufo giallo: quello più sud-occidentale (4), largo m 0,75, individuato per una lunghezza max. di m 3, l'altro (D, a m 0,90 dal primo, largo m 0,35, per una lunghezza max. di m 7,30 circa, fino quasi alla favissa a. Circa m 6,10 a ovest del muro h, a circa m -1 dal pavimento della sagrestia della chiesa, si rinvenne un muro (1) in opera cementizia di scaglie di selce, ad andamento curvilineo, lungo m 5 e largo m 0,80. 57. Le indagini intraprese dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio nel 1989 hanno permesso il rinvenimento: nell’ angolo sud-est dell'ambiente E di alcuni ex-voto anatomici in gesso presumibilmente ottocenteschi, e due piedi fiti con caratteristiche analoghe a quelle note per altri esemplari veliterni*”; tra il muro di fondo occidentale dell'ambiente A e il muro k, uno strato contenente anche alcuni frr. d'impasto protostorici riferibili alla fase IV A del Ferro laziale”; due piedi fittili; frr. di materiale ceramico. Si è proposto che il materiale ceramico protostorico possa riferirsi forse ad un insediamento abitativo o piuttosto, anche sulla base della scoperta nel corso degli scavi del 1915 di un vasetto miniaturistico di ΠῚ fase™, ad un luogo di culto precedente la fase di età tardo orientalizzante; i muri Κ, 1, al momento dello scavo riferiti ad un primitivo tempio tuscanico di modeste dimensioni, costituito da una cella rettangolare con pronao sulla fronte, e forse anche quello h, seppure non presenti un orientamento perfettamente coincidente con i primi due, possano riferirsi al temenos che circondava un edificio ad oikos, con cella unica e pronao, di età tardoorientalizzante o alto-arcaica. Per i muri e, g, n, con orienta‘mento di pochi gradi divergente rispetto a quello degli altri, inizialmente identificati in un tempio con caratteristiche simili al precedente ma di dimensioni maggiori, al quale dovrebbero anche riferirsi le tre favisse scoperte nel settore meridionale dell'arca (a, b, c), costituircbbero piuttosto la monumentalizzazione arcaica del tempio del tipo tuscanico ad alae con fronte di m 11,80, del 530 a.C.; ad un intervento decorativo degli inizi del V secolo a. C. rimanderebbero um'antefissa con maschera silenica e una con gruppo di Sileno e Menade. Per quanto riguarda gli altri muri identificati (d, f, b), le recenti indagini condotte dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio hanno permesso di precisare come: il muro ^" Gumi 1992; Guns 19979: 975; ANOLE 2007: 170-171 relativamente l'indagine del 2005 nella navata centrale 5 Giani 1992: 572-573, tv. Γι. XCVIl per i "piedi calzai da sandali di foggia romana e mani, leggermente less o giunte, on fori per fissione, presumibilmente ottocenteschie i “due piedi di terracotta, uno nudo, 'aito con base costituita dalla suola”, di et roman ‘9% Guna 1992: 573 fig. 37, 574, ricorda un fornello con decorazione stescata, una olla d'impasto ovoide con bugne sotto loro, una psside con carena decorata da bugne appuntite, lle con oro a solcare concentriche, due piedi a tromba steccati pertinenti a scodelle-coperchis ANGLE 2006: 2324,26 fig. 15. 2" Cress 1953: av TI Fortunam 19892: 79-80 IIS 181 uv XVII. Guna 1992: 573-574,uv. ft XCVIL. "Maca 1915: 75 specialmente fig. 2; FORTUNATI 1989: 64-65, av. LXXIV, 6, 82n. 50; Ceccalun 20012: 139 n. 150]. ᾿Ξ κτυνατι 1989: 86 nn. 1304-1305, 1307-1309, 1314 (per (Ceccanost 2001: 45 "completamente ilegbi). 582

h, realizzato a secco con blocchi di selce di grandi dimensioni, possa verosimilmente riferirsi al recinto del temenos del tempio nella fase tardo-orientalizzante; l'estremità del muro k, conservato per un filare di altezza (m 0,60), per una lunghezza max. di m 1,50 ed una larghezza di m 0,50, poggiasse su un filare aggettante di blocchi squadrati di tufo giallo posti di testa, forse riferibili alla fondazione"; il muτὸ m, costituito di un unico blocco di reimpiego, sia non antico. Interventi successivi, nel IV-III secolo a.C., sono limitati, sulla base della documentazione disponibile, alla decorazione, sostituita almeno in parte come sembrano indiziare una maschera gorgonica (acroterio centrale?) e frr. coroplastici*. Ad una frequentazione dell'edificio almeno fino agli inizi del I secolo d. C. sembrerebbero invece rimandare il rinvenimento più recente di terra sigillata italica" e dell'iscrizione CIL X, 6626. Infine, il rinvenimento di due piedi in terracotta, andandosi ad unire a quelli avutisi in passato (una mano, forse un piede, un'arula, un modellino architettonico di tempio, rocchetti, fuseruole e pesi da telaio)", appare un ulteriore indizio per l'attribuzione di caratteristiche salutari alla divinità acui il tempio era dedicato 58. MATERIALE SPORADICO Via S. Francesco Nella prima metà dell'Ottocento è ricordata la presenza a Velletri "in monasterio Franciscanorum" dell'iscrizione frammentaria CIL X, 6566, attualmente al Museo archeologicodi Velletri*% [. - ] M/[--- ]+io Galerio | Maximo! [fllamini claudiali| - - -Ἰ g(uaestori) kandid(ato) X vir I{ -- s)]tlitib(us) iudic(andis) !{- - - mus ser(vus) ark(arius) et!

59. MATERIALE SPORADICO Via di Ponente

Tata Nardini ricorda il rinvenimento, presumibilmente nel 1917, nell’area sud-occidentale della città, nei pressi della Caserma di S. Francesco", di una statuina arcaica in bronzo “depositata al Museo Nazionale Romano”. °° A questi materiali può forse aggiungersi una testa votiva, rintracciata da Colonna al Museo Nazionale di Napoli, esposta assieme alle terrecotte borgiane (CoLonna 1984: 404 nota 34). © METELLO CVatLat. 9120: 320v. lla. 1 riporta {~~ om, all'inzio della 2 non legge [- - Jo, al inizio della. 3 legge [la}mini, all'inizio della. 5 [-- liib.; Caessepi 1953: 119 n.62; Sou 1983a: 33-34. μα Savo 1995: 34 n.26 ricorda come il convento dopo il 1873 fa adiito a caserma e dedicato a Garibaldi Swat, Archivio pratiche, Vellei, fasc. Velletri, Relazione Tata Nardini del febbraio 1920 nella quale si ricorda come “... Verso la fine del 1917 si presentò ἃ me un artigiano pregandomi di esaminare una statuina in Bronzo .. trovata in mezzo ad un muro in un orto nei pressi della Caserma Garibaldi in Velletri”. In realtà i sopralluogo effettuato dal Nardini sul posto non rilevò “. nessun antico muro né alcun scavo . ”. Nella successiva relazione del 18 febbraio 1933 Tata Nardini ricorda di aver fatto aquistare la statuina dal Comune peril Museo di Vell, in quel momento depositata al Musco Nazionale Romano.

60. MATERIALE SPORADICO Chiesa di S. Antonio Lo Stevenson ricorda l'esistenza dietro il chiostro della chiesa di S. Antonio, dell'iscrizione frammentaria CIL X,

6587, irreperibile": [- - -Jic pr. non. iun. | [Mum]mio Sisenna | - - - Yo Paeto cos | 61. MATERIALE SPORADICO Chiesadi S. Antonio

PRAT

Ai lati e sopra l'ingresso della chiesa medievale sono riutilizzati materiali antichi” (fig. 337). Negli stipiti si riconoscono quattro fr. di cornici: in quello di dx. il primo dal basso (m 2,06x0,46), mancante per gran parte del margine sx. (m 1,42x0,36), di dimensioni nettamente maggiori dell'altro (m 0,64x0,46); nello stipite sx. ugualmente quello in basso maggiore (m 2,080.46) rispetto a quello in ako (m 0,63x0,46) (Fig. 338). Al di sopra di questi sono due frr, ricomposti, di architrave in marmo (m_2,06x0,46x0,40; 0,25x0,46x0,40). 1 due fir. di architrave, di dimensioni maggiori, a differenza dei due minori non antichi”, presentano stringenti analogie con i cornicioni con mensole in marmo bianco riutilizzati ai lati del quarto ninfeo del secondo piano della villa di Domiziano a Castel Gandolfo”. 62. STRUTTURA MURARIA ViaS. Francesco

II Nardini, nel 1929, ricorda l'esistenza in uno degli edifici all’interno dell'isolato compreso tra via delle Murelle e P. zza Mazzini, lungo il lato settentrionale di via S. France-sco, di un grande ambiente sotterraneo" Se ne è proposta la dipendenza con l'anfiteatro. 63. CunicoLO P.zza Mazzini

Nel corso dello scavo per la realizzazione della rete idrica, nel 1935, sul lato orientale di P. zza Mazzini, si rinvenne, a circa m -0,30 dal p.d.c., un cunicolo che con andamento arcato dopo un primo tratto orientato quasi nord-sud piegava verso sud-ovest. Il cunicolo realizzato in opera cementizia, argo m 0,80 ed alto m 1,80, aveva il fondo a circa -2,10 m. dal p.d.c.**. Se ne è proposta la relazione con l'anfiteatro. 5 Sou 1983a: 36. ee Tensewant 1910: 112: TOMASSETTI 1910: 435; GaonurzLt 1924: 36: Immagini ole ἃ quella in ICCD, Fotoreca Velletri n. 4842, ne hanno forni» to: aspi 19270: 20; CRESSEDI 1953: 64, tav. £t Via. P Trai numerosi esempi di utilizzo di fr di imitazione accanto a quel li antichi i riutilizzo ricordo i caso della porta di S. Ranier a Pisa. 7 LANCIANI 1886a sul loro rinvenimento all'interno della cavea del teatro; Luci 1918: 35-36 specialmentefig. 30; Luc 1920: 17. 2 NARDINI 1930: 34 tav. I , 35-36; Cesstor 1953: 51 fig.4. "5 NARDI 19392: 97-98. Sul lato occidentale, a metà circa del'allez-

ig, 337. Velletri. Chiesa di S. Antonio. Materiale sporadico (n. 61). 64. STRUTTURE MURARIE P.zza Mazzini

Nel corso dei lavori per la realizzazione della rete idr intrapresi a partire dai 1935 nel centro della città, il Nardini ricorda il rinvenimento sul lato ovest di Piazza Mazzini di brevi tratti di muri disposti ortogonalmente per cui propone l'attribuzione all'anfiteatro*". 65-68. ANFITEATRO P.zza Mazzini - Via Furio - Vicolo Fiscari - Via S. Francesco

65. Strutture, Nei primi decenni del Settecento il Volpi, ricorda l'esistenza di resti presumibilmente in opera quadrata con fornici nei pressi della torre Fiscari^" 2a, sporgevano dei modiglion n pietraἃ sezione irregolarmente quadrata. A questo cunicolo, potrebbe forse riferisi come già supposto da Bonaponwa Russo 1985: 13 nota 26, un'indicazione del Laxpr: 17. 0 NARDINI 19392: 97; CRESSEDI 1953: 64 che inserisce il rinveniment0 tra quelli “che non si possono assegnare ad alcun monumento conosciutn | Veni 1727: 51 (* «a tum .. saxa praegrandia cum antiqui frnices vestigiis ac ruderibus Unde eo loci Ampbitheatrum antiquitus extrctum liuido apparet Saxa autem quae ibi totaque vicinia passim dispersa videntur molis satis indicant magnitudinem") 583

maggiori (m 9,7/10,10x1,45/3,00), a pianta. trapezoidale, l’altro minore, ad una quota più bassa*", a pianta quadrangolare (m 2.25245). L'anfiteatro, nel terreno il declivio verso sud (e in area periforense), come supposto dal Nardini, e come indica ancora il profilo ellittico degli edifici tra Pzza Mazzini, via 5. Francesco e via del Merangolo, avrebbe avuto l’asse maggiore in direzione nord-sud a est del vicolo Fiscari, misurando dunque m 100x79 circa, oppure l’asse maggiore in direzione est-ovest, poco a nord di via Furio estendendosi quindi a ovest fino a via del Melangolo, misurando quindi m 125x117 circa'®. 69. MATERIALE SPORADICO Vicolo Fiscari

Lavori stradali intrapresi nel gennaio 2005 per la realizzazione di nuovi impianti nel tratto di vicolo Fiscari prossimo a via Furio, hanno rilevato la presenza di alcuni frr, generalmente di ridotte dimensioni, di tegole di età arcaica, più numerosi di tegole ad impasto rosa ed arancio di età tardo arcaica-alto repubblicana e chiari di età repubblicana, di fr. sporadici di ceramica a impasto, di dolia ad impasto rosso, rari di vernice nera e anfore"®!, 1 materiali attestano la frequentazione dell'area in un periodo compreso tra l'età arcaica ed almeno la tarda età repubblicana.

Fig. 338. Velletri. Chiesa di S. Antonio. Particolare dello stipite sx. (0.60).

66-68. Strutture in opera cementizia. Il Nardini nel corso di ricognizioni effettuate nel 1928 nelle cantine dell'isolato compreso tra p. zza Mazzini, via S. Francesco, vicolo Fiscari e via Furio, verificò l'esistenza di alcuni resti, riferibili all'anfitcatro^* (Fig. 339). Al di sotto di uno degli edifici lungo il lato meridionale di via S. Francesco rilevò alcuni ambienti delimitati da muri di considerevole spessoTe'** (n. 66); al di sotto dell’edificio lungo il lato orientale di vicolo Fiscari, un ambiente sotterraneo, del quale si conservava la copertura a volta” (n. 67); e soprattutto al di sotto dell’edificio in piazza Mazzini, immediatamente a est di via S. Francesco, due ambienti coperti con volta a botte. e delimitati da muri di spessore considerevole” (n. 68) (Fig. 340): dei due quello più settentrionale, di dimensioni 2 Naro 1930, specialmente 30 αν. I, 33-36 » Nanpa 1930: 33, 34 tv. IL b (proprietà Blasi, antica Osteria dei "Tre Mori; Carssent 1953: 52. 20 Nap 1930. 35, 34 v. IL c (proprietà Baccelli; Casse 1953: 52. πα Naro 1930: 33, 3435; CRESSEDI 1953: 52. #0 Naot 1930: 34.45, che non poté verificare s l'ambiente fosse visi bile nella piana originari, Io ricorda “posto adun livello pid basso dal qua Jesi accede discendendo te alti gradini”; Casse 1953: 50 ig 351 fg. 4, 584

Fig. 339. Velletri. P.zza Mazzini. Anfiteatro: pianta O. Nardini dei resti (nn. 66-68) "^ CaesseDi 1953: 50-52; Gotviy 1988: 251, 257, 28, che rilevando Ja scarsità di elementi disponibili ne ritiene molto approssimativa le misure ricostruttivedi m 125x117, proponendone in maniera dubitativa la costru» zione all'età di Claudio in reazione con la deduzione di una coloniadi veterani; Tost 2005: 100-101. ‘5 Lo scavo, che ho potuto osservare soltanto nelle fas finali, dovrebbe aver raggiunto i m-0,70/0,80 circa dal piano stradale,

Pints

su una fascia alta m 1,20 circa, sono presenti pochi fr. di laterizi a impasto chiaro, un fr. di lastra di rivestimento di età arcaica, alcuni frr di ceramica a impasto e frr. di vernice nera, comune e anfore. I materiali attestano una frequentazione dell’area già in età orientalizzante e successivamente dall'età arcaica ad almeno la tarda età repubblicana. Impasto bruno — 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id., con superfici interne © esterne steccate, probabilmente riferibile alla fuse IV A della cultura laziale.

Probie

lengitudinale

Impasto grezzo τὶ fr di parete pertinentea forma aperta non id.

Fig. 340. Velletri. P.zza Mazzini. Anfiteatro: piantaO. Nardini degli ambienti n. 68,

Vernice nera — 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id. di produzione locale.

Impasto grezzo ~ 1 fi. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 431, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino, in strati databili tra il 530/520 e il 500 a.C.#®,

Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di parete pertinentea forma non id. in impasto riferibile a età alto-medio repubblicana.

Vernice nera — 2 fr. di parete di coppa non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione africana,

Comune da fuoco = fi, di orlo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 23, V-D 70, attestato in contesti databili tra la seconda metà del II sec. e il 70-60 ac, —5 fr. di parete pertinenti a forme non idd., di cui 1 riferibile a età alto-repubblicana.

70. STRUTTURA MURARIA Vicolo Fiscari

Anfore ~ 1 fi. di parete di produzione africana. = 1 fr di parete di produzione spagnola.

Nel corso dei lavori per la realizzazione della rete idrica, intrapresi a partire dal 1935 lungo vicolo Fiscari, il Nardini ricorda il rinvenimento di un tratto di muro a blocchi irregolari col paramento a giunto incerto*".

Fittli non vascolari — ft di lastra di rivestimento in impasto arcaico o tardo-orientalizzante con superficie esterna ingobbiata.

71. MATERIALE SPORADICO Via Furio - Torre Fiscari

72. MATERIALE SPORADICO Via Furio

L'apertura di un piccolo scavo nel cortile retrostante la torre Fiscari*®, a m 10,30 circa dal fronte di via Furio e a m. 1,65 dal lato orientale della struttura ha evidenziato la presenza, m -0,50 circa da un interro post antico, di un fronte di fondazione a scaglie di tufo, realizzata contro terra, con arco schiacciato verso l'estremità settentrionale del cavo, seguita per un'altezza max. di m 2,15 circa dal p.d.c. esterno. Nella sezione di terra esposta sul lato opposto, orientale, rispetto. alla fondazione, a partire da m 0,70 circa dal p.d.c. esterno,

Sulla parete dell’edificio che costeggia il lato occidentale della traversa lungo via Furio a breve distanza da corso della Repubblica, è murato un fr riferibile, presumibilmente, alla fronte principale di un sarcofago “a colonnette”. Rimane la testa di un personaggio maschile, nel quale può forse identificarsi ἢ] defunto e sul lato dx. la parte superiore dii un capitello con soprastante trabeazione e un frontoncino** (Fig. 341).

= Cutara 1995: 160, 171 fg © NARDI 19392: 98 4] cavo (m 1,708075) è stato realizzato in relazionead alcun inter venti i restauro alla torre intrapresidal proprietario. 7 Dysow 1976: 71-8.

= L'attribuzione, è resa problematica dl fatto che, il fr. murato, non sembrerebbe avere alcon collegamento ta le pati che fo compongono. L'siguitàdl fr. consente soltanto ipoteicamente di includerio nel tipo a fi_Bure maschili in piedidi WiscRrz 1965: 83-99, non di riferilo con cerez2a dl tipoB ol C o anche al Ge all'H di KOCH, SICHTERMANN 1982: 77-78. 585

Fig. 341. Velletri Via Furio. Materiale sporadico (n. 72).

Lavoro, per circa 10 m di lunghezza e per una larghezza max. di m 0,80, si scopri, tra -1 e -1,50 m dal p.dc., un tratto di pavimento a mosaico a tessere bianche con fasce di tessere nere. Esso risultava delimitato lungo il lato meridionale da due muri absidati ricoperti da intonaco, L’allargamento dello scavo verso ovest permise di rilevare l’esistenza dell’estradosso di una grande volta, la quale presumibilmente costituiva la copertura di una cisterna e di una tomba in bipedali e tegole”. Si recuperarono anche, oltre a diversi frr. di anfore: un fr. della parte superiore di un sostegno cilindrico in portasanta; due frr. di una vasca in marmo bianco di forma ellittica, estemamente baccellata ed internamente strigilata; alcuni frr. di intonaco dipinto a fasce rosse, gialle e nere; un fr. della parte superiore di una statua femminile, mancante sia della testa che delle braccia, forse un’ Artemide danzatrice, presumibilmente, databile tra l'età claudia e quella adrianea"

73. MATERIALE SPORADICO Viale Regina Margherita

77. STRUTTURE IN OPERA LATERIZIA E CEMENTIZIA P. zza Caduti sul lavoro

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano un’anfora verniciata e un fr. di ansa di vaso, dal villino Gallinelli lungo v. le Regina Margherita".

Saggi di scavo intrapresi nel 1928 all’ angolo nord-ovest della P. z a gia Umberto I, attuale Caduti sul Lavoro, sul lato prospicente il teatro della Passione (nn. 79-80), rivelarono, a circa m -0,70 dal p.d.c., l'esistenza di un tratto di pavimento in opera spicata’, "e poco appresso quelli di un pavimento a musaico” delimitati da un muro in opera laterizia orientato nord-sud e a circa m 12 a sud di un altro di dimensioni maggiori, presumibilmente in opera cementizia*®. Si tratta di resti generalmente riferiti ad una domus.

74. MATERIALE SPORADICO Viale Regina Margherita Nel 1978, nel corso di lavori alla rete idrica nel settore sud-orientale dell'abitato lungo il tratto di V. le Regina Margherita all'altezza di via Bonese, sono stati rinvenuti alcuni frr. di dolia.

78. PAVIMENTO IN OPERA SPICATA P.zza Caduti sul lavoro

Il Nardini ricorda l'esistenza di un cunicolo al di sotto. del palazzo già Erzen lungo il lato orientale di C. so della Repubblica già C. so Vittorio Emanuele™.

Sul lato occidentale della P. zza già Umberto I, attuale Caduti sul Lavoro, nell’area antistante il teatro della Passione (nn. 79-80), nel corso dei lavori per la realizzazione della rete idrica, nel 1935, a circa m -0,50 dal p.d.c., si rinvenne un tratto di pavimento in opera spicata’: Si tratta di resti generalmente riferiti ad una domus.

76. STRUTTURE MURARIE, TOMBA E MATERIALE SPORADICO ViaS. Crispino

79-80. TEATRO (7) P.zza Caduti sul Lavoro

Nel corso dei lavori per la realizzazione della rete idrica, nel 1935, a partire dall'inizio della strada su P. zza Caduti sul

79. Materiale sporadico. Il Seroux D'Angicourt ricorda il rinvenimento nel 1782, presumibilmente nel corso di uno

#9 CesceNza 1981: 178; Ceci 20010: 189 nn. 2599-2600, =] materiali recuperati dal GAL nell'aprile 1978 sono attualmente conservati αἱ Museo archeologicoF. Nardini di Velletri. © Nani 1930: 34 ταν. I, f, 35; CRESSED! 1953: 1 fig. 4 F" Naro 19392: 96-97; cfr CRESSED! 1953: 46. Si trata del f i statua nella quale si è riconosciuta una danzatrice per il tipico corto chitone detto kaathskos (Crccagm, Carscexzi 1989: 129 n. VLD Il fr, unitamente a quelli del Museo Nazionale Romano, di Berlino c di Benevento costituisce una replica forse da un originale bron 220, realizato in ambiente dorico?) intorno alla metà delV sec. a.C.

"In occasione di lavori per la posa in opera di utenze pubbliche realizzati nell'inverno del 2006, in un setore presumibilmente coincidente & quello del rinvenimento, ne è stata nuovamente rilevata la presenza, segnaata anche dalle cronache locali MENGARELLI, MAOLA 2007, in particolare 183-185. Nat 19288: 43, relativamente ala scoperta fortuita dei resti a successivi saggi di scavo intrapresi dall Associazione velitenadi archeologia storiaed art; Stat, Archivio pratiche. Velletri. Relazione O. Nardini del 26 settembre 1928; ft. NARDIN 1939a: 96; CRESSEDI 1953: 55. 7" NagDiNI 19393: 96; cfr CREsSEDI 1953: 55.

75. CunicoLo C. so della Repubblica

586

scavo realizzato nell'area del teatro della Passione, di un capitello corinzio*", 80. Strutture in opera laterizia. Lungo il lato ovest di Piazza Umberto I, è nota fino al XVIII secolo l'esistenza del medievale cd. Teatro della Passione^*. Da una descrizione del secondo decennio del Settecento*" e, soprattutto, da un'incisione precedente la sua distruzione" se ne è dedotto ipoteticamente il riutilizzo di rest riferibili ad una frons pulpiti con quattro nicchie curvilinee e la scenae frons costituita da un'alta esedra semicircolare al centro e due archi ai lati inframmezzati da due archi minori. Tuttavia, anche in considerazione della presenza nelle immediate vicinanze di un anfiteatro, risulta problematico il riferimento ad un edificio teatrale, cosicché anche se in maniera ipotetica, sulla base delle caratteristiche planimetriche e della tecnica costruttiva utilizzata, che rimanda al floruit della tipologia architettonica, si può avanzare l'ipotesi che possa trattarsi di un ninfeo"”, Se ne è proposta una datazione, sulla base delle componenti architettoniche rilevabili (comice laterizia al piedritto di tutti gli archi minori, colonne su plinto davanti a due di questi) e del rinvenimento del capitello, al ΠῚ secolo d. C.**, 81. PAVIMENTO A MOSAICO. Vicolo Gagliardi

83. MATERIALE SPORADICO Via Metabo

Lungo il lato meridionale di via Metabo a circa 15 ma sud-est della traversa che raggiunge la cisterna n. 561, 92, si trova un blocco quadrangolare, frammentario su uno dei lati, in calcare (m 0,45x0,51x0,27)*^. 84*. MATERIALE SPORADICO P. zza Caduti sul Lavoro

11 Carloni ricorda la scoperta da parte del Lanzi, alla fine del Settecento, di un primo fr. di iscrizione în peperino, riutilizzata nel muro di un edificio in P.zza Caduti sul Lavoro (exP. zza S. Giacomo), al quale aggiunge un secondo fr. CIL X, 6588, irreperibile™: -..- -/[---]SMfI -—- 1/L---faciu?]ndam [curavit --- | --- Jo ad basilicam . 85. MATERIALE SPORADICO Corso della Repubblica - P. zza Caduti sul Lavoro.

Lo Stevenson ricorda il rinvenimento in via Metabo di un fr. di lastra marmorea con iscrizione di dubbia autenticità, Sou 1983: 81 n. 64 irreperibile: -I[--- MIDA ~~ Me

Lo Stevenson ricorda il rinvenimento presumibilmente nel 1873 "in hortis archipresbyterii ... inter cathedralem et cauponam q. d. la Campana”*“, nel settore nord-occidentale dell'isolato compreso tra il lato orientale di Corso della Repubblica (ex Corso Vittorio Emanuele) e P. zza Caduti sul Lavoro (Fig. 342), della "colummella" in marmo caristio con l'iscrizione frammentaria CIL X, 6580/1, irreperibile”: Honjori - --) / M M Avi[- - -) I Primitiv{---]/hoi{---1/ M. Ubpius[~~~ ]/ lecs - - - et Sabi -- -)/ Sever - -17 Mp -- VL Marif ---] lanualrius] | Hirt - --)I P. Aeliuls τον} Heliodorus]/ M. Ulpius | - - -/ -- - τς dell'iscrizione CIL X, 6583, irreperibile: C. Ful - --]/ Pel - -1/ aditlum---]/fori{---1/valvlas---1/ ; della lastra di marmo numidico con iscrizione frammentaria CIL X, 6621 irreperibile": [ - --]L. Paetinus Agriplp -

+ SEROUX D'ANGICOURT 1826: 349 (*lcapitello che oval io stesso sul luogo ., dietro indagini fare in mia presenza Ty Sexoux p°ANGiCoURT 1828: 170 av. LY,4. 2 L'edificio localizzabile sul lato occidentale della piazza, restarato nel 1497 e nel 1509 (apre 1907: 115; GanreLLI 1910; Tenscucnr 1924: 7-80), venne distrutto nel 1765 a causa delle precarie condizioni di conservazione (BORGIA 1780: 230-240; Bauco 1851: 476: Tenstvcut 1910: 156; Τεκβενοηι 1928: 37; Nocca 1989: 147, specialmente 172 nota). ‘30 Mascots 1984: 55-59 riportato da Nocca 1989: 173-174 special mente 174 nota8, In precedenza la struttura vene riportata, anche sein maera fantasiosa, sia nella pianta prospettica seicentesca del Lauro (LAURO 1639: 135 n.99) che in quella settecentesca del Mortier (BLALU 1704: tav LXIILo. 40) so L'incisione realizzata daG. A. Antolini nel 1780 (Tesstxonr 1910: difronte a 156: Ghtarzz11 1910: 2; Nocca 1989: 176fig. 1)futrata da und segnoche il Comune di Velletri impose alla confratemita i rilevare, in occasione della demolizione della struttura © che St. Borgia commissionò a P. Piazza (Nocca: 1989: 172 specialmente nota 2). Un'ulteriore ocumentazioegraica, comprendente un prospetto e pianta del monumento, venne reali γαῖα sulla base dell'incisione dell Antolini, da J L. B. Seroux d'Angicourt (ϑεμουχ D'ANGICOURT 1826: 348-349 specialmente 349 nota 1; SEROUX 'AxcicouRT 1828:93 tv. LV.1-4riportatada Nocca 1989: 177 fig.) "Tale ipotesi sembrebbe inoltre non contrastare con la posizione che

verrebbe ad assumere nell'ambito urbano, su uno dei ti di fondo dell'area forense e lungo a principale viabilità di accesso αἱ centroda sud. ‘© Cresent 1953: 53-55; Congeu 1984: 252; JourrROY 1986: 150. 151 con datazione all'inizio del TIT sec. a. C; Cinxxucc: 1988: 95; De ύσαιεκο 1994; Pisani SARTORIO 2002: 124 n. 183; Tost 2003: 101 P" Nano 1926: 424 fig In, 426; CResseDt 1953: 44 fig. 2um; cfr. νοι, Gas 1999: 119. = Luc Appunti fasc. Via Appia finoa Boville. Altre strada, car Ager velitemus: iscrizione. ID blocco ὃ stato murato a terra all'altezza del civico n. 44, Caton 1785: 201a. 7; Cagomati 1823: 58. 20: --]S.M. MC lidam[--- Vr--- Jo ad basil ---}/------; Bauco 1851 481-482; Bav, BorgLat. 867: 159 ("Borgia St. Notizie su una Iscrizione di V. osservata nel 1784 dal Lanzi"); Tensescun 1910: 121-122 i quale ricodail f ancora esistente anchese capovolto c imbiancato "in quel muro che fa angolo fra a piazzadi S. Clementee la via Métabo: GapmIELLI 1922: $253: CRESSEDI 1953: 45, 122 n. 91; Soun 1983: 36. Per la localizzazione del vecchio albergo detto “della Campana corrispondente all'atuale civico n. 10 di P. zza Caduti sul Lavoro, vd. Nocca 20022. "^ SrevENSON CVurLar. 10564: 26; Cussseor 1953: 117n. 47; Soun 19838: 35. 0 STEVENSON ClarLar. 10564: 26

II Nardini ricorda la scoperta, durante gli anni Venti del Novecento, in una delle abitazioni sul lato settentrionale di vicolo Gagliardi, ad una profondità compresa trai -2 ei -3 m dal p.c, di un pavimento a mosaico con scomparti geometrici” 82. MATERIALE SPORADICO Via Metabo

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86. STRUTTURA IN OPERA QUADRATA P. zza C. Micara

Negli anni Ottanta dell'Ottocento Stevenson ricorda la. presenza, di resti in opera quadrata per una lunghezza di circa m 5, inglobati quasi al centro del lato porticato orientale. della piazzetta C. Micara (ex via Fabio Filzi) (Fig. 342). 87. STRUTTURAIN OPERA RETICOLATA P. zza C. Micara

Negli anni Ottanta dell'Ottocento tevenson ricorda la presenza di resti in opera reticolata per una lunghezza di circam 8, inglobati all'angolo del lato porticato orientale della piazzetta C. Micara (ex via Fabio Filzi) con via Metabo*^ (Fig. 342). 88. STRUTTURA IN OPERA RETICOLATA P.zza C. Micara

Negli anni Ottanta dell'Ottocento tevenson ricorda la presenza di resti in opera reticolata per una lunghezza di cir ca m 23, inglobati quasi al centro del lato porticato occidentale della piazzetta C. Micara’® (ex via Fabio Filzi) (Fig. 342)

Fig. 343. Velletri. P. zza C. Micara. Cisterna: apertura post-antica sul lato settentrionale (n. 90)

89. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA E PAVIMENTI A MOSAICO P.zza C. Micara

cisterna ipogea" alla quale si accede attraverso un'apertura larga m 1,30, ricavata lungo il muro perimetrale settentrionale (Figg. 342-343). La struttura, orientata est-ovest, è a pianta rettangolare, ad una sola navata, coperta con volta a botte. È lunga m 15,70 circa e larga dai 3,75 m sul lato breve

L'Angeloni ricorda che nel 1856 realizzandosi alcuni scavi sul "lato dx. della chiesa” di S. Clemente, nell’area delle Canoniche, si rinvennero strutture in opera reticolata con "strati di mosaico decorativo” (Fig. 342). 90. CISTERNA P.zzaC. Micara All'estremità di P. zza C. Micara, quasi in corrispondenza dell’ingresso alla cattedrale di S. Clemente, si conserva una x Stevenson CVatLat. 10564: 26 con posizionamento dei resti (‘ho esplorato le case ala dell piazze... nb grandi massi quadrati di ufa adoperati come materiali e tratt dal luogo --. Ἢ Acs, Direz. Gen. AABBAA, IL vers, Il ser b. 459, asc. 5027. Relazione dellarch. Direttore del R. Ufficio per la conservazionedei Monumenti delle province di Roma det 29 luglio 1892; Nar 1926: 424 fig. 1e, 425; Chrsstpt 1953: 44 fp. 2, 45; Giana 2006: 34 specialmente fig. 19, 1, Atualmente, blocchi in opera quadrata, forse di rutilizz0, sono visibili el muro settentrionale che chiude illato orientale del portico per un'altezza max. di m 290 circa, sporgenti di circa m 0,50 rispetto al muro retrostante. I blocchi di tufo e peperino da m. 05, 091, 1,00¢ 1,61 in lunghezza per 0,38 in altezza sono posti di taglio e di esta con frequenti inzeppature di selce e di materiale da costruzione mo‘demo, secondo piani abbastanza regolari. Ad ess εἰ riferisce CoGorm 2006 a: 0 in particolare nota 13e fig. 47. "se STEVENSON CViLat. 10564: 26 r. con posizionamento dei resi: “ho esplorato le case allati della piazzetta. I muri sono tat fondati sul reicolato ... In b grandi massi quadrati di ufa adoperati come materiali © ratti dal logo"; TeRseNout 1910: 124; Naxow 1926: 424 Bg. 1d, 425; Narpint 19282: 43 forse erroneamente ricorda una “grandiosa parete for

occidentale ai m 3,85 al centro, con uno spessore di m 1,10. È

realizzata in opera cementizia, con scaglie di selce di piccole dimensioni. Visibile solo la metà occidentale", per una lunghezza max. di m 8,85 a partire dal lato di fondo, fino al varco aperto lungo il muro settentrionale (Fig. 344). All’interno della zona ispezionabile l'interro, che tende a salire sul lato di fondo fin quasi all'altezza della volta, permette di rilevare un'altezza max. di m 5,35 circa. Uno sfiatatoio si apre verso l'estremità occidentale del vano, all'altezza del cervello della volta (πὶ 0,90x0,70), mentre una seconda apertura, irregolare mata da grossi blocchi squadrati di peperino nel lato nord dl fabbricato d'angolo tra p.zza S. Clementee via Metabo" con relmpiegata l'iscrizione CIL X, 6588; ChesseDi 1953: 44 fig. 2, 45: Gini 2006: 34, specialmente fig. 19.1 # Stevenson ClarLar. 10564: 26. con posizionamento dei resi "ho. esplorato le case allari dela piazzetta. I muri sono tutt fondati su etiola10.5 Tensencni 1910: 124; Nazi 1926: 424 fg.Lc, 425; CRessept 1953: 44 fig. 2,45; Αναιε, Gant 1999: 110 tav I riportano l'esistenzadi ‘una struttura in opera reticolata per Minera lunghezza del portico; Gui 2006: 34, specialmente fg. 19,1 soi ANGELONI 1856: 331 riferiti al "pavimento a camere tecmalisecondo la configurazione e la materia che gli avanzi dinotano”. ‘SS NARDINI 1926: 424 fig 1 a, 425. Successivamente accenni sono in CaessEDI 1953: 44, fig. 2, 45; ANGLE, Gi 1999: 119; Giuni 2006: 39, 34 fig. 19, 3a. L'accesso alla struttura è ora possibile scendendo da una botola, ‘aperta sul pavimento all'estremitàdel portico che circonda la piazzetta ant stante la chiesa ‘9 Al momento ἃ olo parzialmente ispezionabile in quanto pare della struttura è stata riutilizzata come vano caldaia. 589

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Fig. 344. Velletri. P.zzaC. Micara. Cisterna: pianta e sezione (n. 90).

(m 1,50x0,80 circa), visibile a m 1,10 dalla prima, sembra relativa ad un intervento post-antico (Fig. 345).

Venti del Novecento, ad una profondità compresa tra i2 e i -3 m dal pdc, di un pavimento a mosaico con scomparti geometrici** (Fig. 342).

91. PAVIMENTO A MOSAICO Cattedraledi S. Clemente.

92. CISTERNA Via Metabo

1I Nardini ricorda la scoperta, nel cortile adiacente alla. sagrestia della cattedrale di S. Clemente, durante gli anni

Poco a nord della cisterna al di sotto della Cattedrale (n. 90), nel giardino di una proprietà alle spalle dell'abside, al-

30 Napa 1926: 424 fg. Lm, 426; cf. Anate, Gut 1999: 19; Ger 2006: 34 590

ΑἹ termine del vicolo, lungo il lato occidentale, è conservato un fr. di colonna liscia in granito rosa (alt. max. m 0,30; diam. m 0,29). 93. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA Cattedrale di S. Clemente

Fig. 345. Velletri. P. zza C. Micara. Cisterna: settore occidentale (n. 90)

l'estremità del vicolo sul lato meridionale di via Metabo, resta una cisterna sotterranca^* (Fig. 342). La struttura, il cui piano si trova m -2,20 circa al di sotto del p.dc. attuale, è orientata est-ovest, ha pianta rettangolare con lati irregolari: m 15,32e 15,41 i due lunghi meridionale e settentrionale, m 7,24 e 7,30 quelli brevi occidentale ed orientale* (Fig 346). L'accesso alla struttura, è possibile attraverso un varco, realizzato presumibilmente in età moderna, sulla volta lungo il lato breve orientale. All’interno è suddivisa in due navate, coperte con volta a botte, larghe m 3 circa e alte m 2,55, da cinque pilastri quadrangolari di dimensioni differenti (m 1x1,25/0,90x1,15) e due semipilastri appoggiati ai

Sondaggi realizzati dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio, nel 1997, all’esterno del settore settentrionale dell abside della cattedrale, hanno rilevato l'esistenzadi due muri in opera reticolata: quello orientato nord-sud presumibilmente per una lunghezza max. di m 4,80 circa ed uno spessore di m 0,60 circa; l'altro, ortogonale, per una lunghezza di m 0,50 circa ed uno spessore di 0,45 m circa" (Fig. 342). 94-103. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA E MATERIALE SPORADICO Cattedrale di S. Clemente

glie di selce di medie e piccole dimensioni e conserva sulle pareti, fino all'altezza dell'imposta della volta, un rivestimento riferibile ad età post-antica. Sul fondo, invaso dall'acqua per almeno m 0,30, rimangono lacerti del cordolo di cocciopesto lungo le pareti. Nella navata meridionale al centro della volta si apre uno sfiatatoio e sempre lungo la stessa navata, verso l'estremità occidentale, nelle reni della volta sono ricavati due canali, uno circolare, che conserva ancora al suo interno un tubulo in terracotta (diam. m 0,25) e uno rettangolare (m 0,16x0,09). Un secondo foro circolare (diam. m 0,10) è visibile sulla volta all'estremità orientale della navata settentrionale.

94. Materiale sporadico. Alcuni verbali comunali ricordano che nell’altare maggiore, ricostruito nel 1679 dal card. E Barberini, vennero riutilizzati marmi provenienti da alcuni cavi intrapresi nel 1674 nell'area della Mola della strada” 95. Struttura în opera reticolata. Nel corso dei lavori di restauro intrapresi nel 1953*, al di sotto del pavimento, nella navata centrale, si rinvenne un muro in opera reticolata: la struttura, orientata nordest-sudovest e con uno spessore di m 0,60, venne rintracciata per una lunghezza di m 10,40 circa a partire dal quarto pilastro di dx. Quasi in corrispondenza dell’estremità meridionale del muro e a brevissima distanza dalla fronte orientale, si rilevò la presenza anche di due basi di colonne”, 96. Materiale sporadico. A sx. dell'ingresso principale alla chiesa è il battistero con il fonte battesimale, il quale riutilizza un piccolo sarcofago in marmo bianco, forse proveniente dalla c.da S. Pietro! sulla fronte, tra grappoli d'uva e pampini intrecciati, sono Amore e Psiche in atto di reggere un cuore e ai ati, ritratti di due bambini; sul verso una targa anepigrafe e ai lati due ritratti infantili» 97. Materiale sporadico. Il Dessau e lo Stevenson ricor-

»° Corrisponde al civico n.22. = PELZER WaGENER 1913: 404 la ricorda posta a m -3 circa dal pdc, con dimensioni di m 20x7 circa; Nago 1926: 424 fig 1 b, 425: CsseDi 1953: 45 specialmente nota6. Cfr. anche ANGLE, Gius 1999: 119; Gana 2006: 33 che la dice “attualmente non. accessible”. Essendo la struttura integra e completamente costruita ento terra non è possibile verificare lo spessore dei muri perimetrali 7 ANGLE, Gus 1999: 110 tav IL dal a quale,in mancanza della scala metrica, ho desunto le dimensioni delle stature, 119; Grist 2006: 33-34 (con posizionamento alla fig. 19, 36), specialmente 35 figg. 20-21. °° GABRIELLI 1918: 31-32 con stralci di verbali: CoGOTTI 20062: 121 specialmente nota 173. 19 ERCOLANI 1988: 23 #0 Cocorn 2006a: 50 ricorda la presenza di “. ulteriori tratti di muratura in opera reticolaa, in corrispondenza dell'antico altare dedicato a S. Giovanni Evangelista”, lungo ἢ ato meridionale della cattedrale (Cocorm 2006: 88 figg. 106-107 per a posizione e dedicazione degli altari nel 1536 enel 1636).

κα Un posizionamento dell struttura, da dove ho desunto le sue dimensioni, è in ERCOLANI 1988: 10-11. Sullesistenza della struttura vd. OHINI 2006: 34 nota 27: specificatamente Cocormi 20062: 49 fig. 46 (particolare ella piantaG. Zander con posizionamento "dei rinvenimenti emersi al'nterno della chiesa”), 50 in particolare nota 14, 51 figg. 48-49. ^ ERCOLANI 1988: 10 fig; pubblicata da CoGOTTI 20068: 51 fig. 50. ‘0 Tensenoit 1910: 141. #4 BCV, LX4. 4: 130; genericamente Teoti 1644: 324; Gas 1907: 27: GapmisLis 1924: 21-22; CRESSEDI 1953: 107 c tav. Xil quale afferma che nella targa sul verso fosse originariamente presente "I'scrizione, poi abrasa per incastonarvi una croce di marmo colorato”; Crescenzi 1981: 85; KOCH, SIckrERMANN 1982: 278, fig. 297: EncoLani 1988: 15 a proposito dell accenno alla sua esistenza nel resoconto della visita pastorale effettuata nel 1595 da L. Boido per delega del card. A. Gesualdo, 28-29 con riproduzione fotografica: STROSZECH 1998: 18 nota 29: Bonanno ἀνκάντινος 2005: 52, 53 fig. 18; Cocorn 2006s: 89 fig. 109; Carntano 2006: 221, 222 fig. 320, 223 figg. 321-322. Immagini in ICCD, Fototeca, Velletri, nn. 38849-38851.

lati brevi (Fig. 347). È realizzata in opera cementizia di sca-

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Fig. 346. Velletri. Via Metabo. Cisterna: pianta e sezione (n. 92).

dano la presenza nel pavimento della cripta della chiesa, dell'iscrizione frammentaria CIL X, 6633 irreperibile: ; al 'interno della cripta di quella CIL JEM[JE-- nei 1. Pa[-e.6ntis! Fpt98. Materiale sporadico. II Metello ricorda la presenza. nell’altare di S. Ludovico, dell'iscrizione funeraria CIL X, 6592, irreperibile: D(is) M(anibus) / Iuliano marito | optimo de se ben(e) m(erenti) | Onomaste coniux | fecit vixit) ann(is) XLI d(iebus) VII actori et | agricolae optimo.

99. Materiale sporadico. Il Teoli ricorda l'esistenza nel pavimento della chiesa: dell'iscrizione frammentaria CIL X, 6563, irreperibile™*: ------/[---]nepoti[---]/[---]abnepoti [---1/{---Ji Parthici - --]/dell'iscrizione funeraria CIL X, 6577, al Museo archeologico di Velletri*: D(is) M(anibus) / C. Iuli Malchi [Beretani Aug. Aellia Iulia coiux | et heredes huius | b(ene) m(erenti) f(ecerunt); dell'iscrizione funeraria, frammentaria, CIL X, 6601, irreperibile D(is) M(anibus) / Cl. Victorinae | Ti. Cl. Philetus /lib(ertus) bene merenti] n

© MereLLo ClatLar. 6038: 121v; Cagpivata 1823: 47 n. 80; Oa 1828: I, 247 n. 4141; ILS 7451; Sou 1983a: 36. "Teou 1644: 100; CaRDINaLt 1823: 0899. n. 36; CaesseDi 1953: 116. 39; Scc 19838: 33.

Teo. 164: 100; Boncis 1723: 9; Vouri 1727: 76-77; MuratoRI 1740: ΜΟΟΙ͂Ι n. 2; Canoinati 1823: 144-145n. 78; Batco 1851: 21 n. 21; cfi BAV, BorgLat. 836: 10. "Teo 1644: 100; CARDINALI 1823: LI9 n. 56.

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100. Materiale sporadico. Il Metello ricorda la presenza alinterno della chiesa della "capsa marmorea" con iscrizione CIL X, 6599, irreperibile*: D(is) M(anibus) / Claudiae Actes. 101. Materiale sporadico. Il Metello riporta la notizia dell'esistenza nell'atrio della cattedrale dell'iscrizione funeraria CIL X, 6572, irreperibile”: Claudia Elpis! sibi et/ ΤΙ. Claudio | Scythopolitano | alumno karissimo ! lictori| rium. decuriarum | et | ΤΙ. Claudio | Carpophoro. 102. Materiale sporadico. Il Metello ricorda il rinvenimento "in choro ecclesiae S. Clementis", nel settore all'incirca corrispondente all'ambiente immediatamente a nord dell'abside, dell'iscrizione frammentaria CIL X, 6570, irreperibile™: τ [=== ] Vergilialnus - - - 4 [- - - XIvir stlitib(us) iuldic(andis)) | - - - - -103. Materiale sporadico. Nella cappella sotterranea di S. Eleuterio costituita da un ambiente rettangolare suddiviso in cinque navatelle e dall'abside*", pavimentata con frr. marmorei di vario tipo, tra cui parte di un pavimento a mosaico atessere bianche e nere di piccole dimensioni*", sono riutilizzati diversi materiali architettonici di età antica?” — nella prima navatella da sx. fr di fusto di colonna in granito gigio, liscia (al. m 1,64; diam. sup. m 0,26; diam. inf. m 0,29), con soprastante capitello foglie lisce in marmo bianco (alt. m0,25; diam. m 0,28; lato m 0,36). Alla baseεἰ imposta un tondino; la decorazionedelli zona centrale è costituitada quatro foglie larghe e piat. I ati dell'abaco, quadrangolare, sono modanat da un istello liscio.

— nella prima navatella da sx. frdi fusto di colonna scanalata, in marmo bianco (alt. m 1,53; diam. m 0,35) con soprastante capitello composito liscio in marmo bianco (alt. m 0,30; lato abaco mm 0,32; diam. inf. m 0,22). Nella zona inferiore si dispone una corona di alte foglie congiunte tra loro per un breve tratto alla base; esse si staccano dal Kalathos soltanto nella parte superiore, incurvandosi leggermente; le foglie angolari sostengono le volute le quali sono congiunte alla zona superiore delle facce mediante una sagoma di raccordo; su questa il contorno della voluta è indivi duato da una leggera sporgenza della stessa. Un collarino convesso separa l’orlo del Kalathos dall’echino. Il centro dei lati delT'abaco, era ornato da una sagoma sporgente e squadrata, estrema schematizzazione del fiore. Nell'ambito della vasta classe di capitelli composti lisci, l'esemplare può includersi nel tipo di quelli caratterizzati dll'uguaglianza nella forma e nelle dimensioni de Je foglie della corona che ne decora la parte inferiore. Confront sembrano possibili, oltre che con esemplari romani, datati tra il 380e il 445 d. C. e al Museo Nazionale Romano"?* anche con alcuni ostiensi riferibili ad un arco cronologico compreso tra gli ultimi decenni del III e la prima metà del IV secolo d. C^". È ipotizzabile una datazione nell'ambito del IV, senza tuttavia escludere, sulla base del poco rilievo della foglia centrale, i primi decenni del V secolo d. C. — nella seconda navatella ri fusto di colonna scanalata e superiormente rudentata, in marmo bianco, rovesciata (alt. m 1,46; diam. inf. m 0,50; diam. sup. m 0,48), con soprastante base attica in marmo bianco (lai abacom 0,49; alt abaco m 0,06; al. totale m 0.18). — nella seconda navatella ft. di fusto di colonna in granito rosso, liscia (alt. m 1,66; diam. inf. m 0,29; diam. sup. m 0,25), con sottostante capitello corinzio rovesciato (alt. m 0,32). — nella terza navatellafr. di fusto di colonna in granito rosso, liscia (alt. m 1,34; diam. inf. m 0,36; diam. sup. m 0,33), con soprastante base attica rovesciata (lati abaco m 0,23; alt. abaco m 0,03; alt totale m 0,16); interposto elemento marmoreo, molto abraso, di diametro maggiore dl fusto. — nella terza navatlla fr. di fusto di colonna liscia, in marmo bianco (alt. m 1,44; diam. inf. m 0,28; diam. sup. m 0,24) con soprastante capitello composito liscio (alt. m 0,32). Nella zona inferiore si dispone una corona di otto foglie appuntite; quelle centrali di ogni faccia aderiscono completamente alla superficie del kalathos, mentre quelle angolari si incurvano in alto per sostenere le voJute; queste formano corpo unico con la sagoma di congiunzione con la zona superiore delle facce. Un collarino convesso separa la zona superiore delle facce dall'echino; questo, molto appiattito, si prolunga assottigliandosi nella parte superiore delle volute, le qualisi uniscono tra loro mediante un piccolo canale al di sott dei lati dell'abaco. Una sagoma sporgente è quadrata ha preso il posto del consueto fiore dell'abaco. L'esemplare si inserisce nell’ambito del gruppo caratterizzato dal completo appiattimento della foglia cen-

# MertLLO CVurLar 6038: 1211: Caessei 1953: 29, 121n. 74 e Lis Canons 1966: 118, con erroneo riferimento alla liberta di Nerone; SoLv 19834: 36. so Mereto CVatLat. 6038: 121; Campani 1823: 117-118n. 53; Chess: 1953: 65, 118n.55; Sou 1983a: 34. 0 MereLLO CVarLat, 6038: 1211: CRESSEDI 1953: 65, 120 n. 65; Soun 19833: 34; CALDELLI 2005: 113 CON DATAZIONE "ANTERIORE ALLA METÀ DIL. Diss Cr ^5 Sulle fasi costrutive della cappella a partire dalla sua costruzione nel XII sec. vd. ERCOLANI 1988: 12, 47-48; Russo 1999; Cocorr 2006a: 54-63. In particolare sua riscoperta del sepolero delle reliquie dei santi Ponziano ed Eleuterio vd. Narra 1940. 5 NagDINI 1940: 10: Russo 1999: 30. x Riferimenti generici in Ninnv 1849: II, 465; Bauco 1851: 133; Tenstxcin 1910: 149: Nanos 1940: 9; Cressex 1953: 43e tav. VI, b; ‘Tomassern 1979: 438; EXCOLANI 1988: 15 a proposito dell'accenno

sua sistenza nel resoconto dela vista pastorale ffetuata nel 1595 da L. Bodo per delega del card.A. Gesualdo, 47-48; Russo 1999: 29-31 e aw. Τὰ VEXV con descrizione,ruttavia mancante delle dimension e confronti; Giuna 2006: 34 che ne ipotizza la provenienza “verosimilmente dagli scavi realizzati per innalzare la cattedrale di S. Clemente”. Immagini in ICCD, Fovoteca, Velletri, nn. 4786, 4786C, 4787, 4787C, 56378, 56378E, 56383, 56838, 56834. 57 HERMANN 1974: 217-218nn. 168-1698-b, 172 5 Maii 1982; Lun 1984: 523.525, 554. » Pexsanent 1975: 126 nn. 490, 494, 129n. 507, tav. Γι. XLVIIIXLIX, datati rispettivamente al secondo trentennio del IV sec. d. C. agli imi decenni del ILinizi del IV sec. ἃ. C. e alla prima meta del IV sec d.C. "5n Narini 1940 relativamente al rinvenimento del capitello, nel 1934, nel corso dei lavori i risamento alla cappella. 5° Ad esempio Lum 1984: 513-514.

Fig. 347. Velletri. Via Metabo. Cisterna (n. 92).

593

rale delle facce sulla superficie del kalathos. Confronti sono possibili, oltre che con alcuni esemplari al Museo Nazionale Romano’, con alcuni da Roma datati tra la metà del IV e la metà del V*** e da Ostia, riferiti ad un ambito di IV-primi decenni del V secolo d. C.*'. È ipotizzabile una datazione tra la seconda metà del IVei primi decenni del V secolo d. C. — nella quarta navatlla f. di fusto di colonna in granito rosso lisci (alt. m 148; diam inf. m 032; diam. sup. m 0,27) con sovrapposto capitello corinzio di tipo asiatico (alt m 0,42). Nella part inferioredel capitello si impostano due corone di foglie d’acanto, con lobi percorsi da un solco netto e costituiti da fogliette piccole e arrotondate. — nella quarta navatell fr di fusto di colonna liscia in cipollino (alt. m 1,37; diam. m 0,35) con soprastante base in marmo bianco e capitello corinzio (at. cm 0,38). Mancano gi spigoli dell’abaco con Te volute sottostanti © pare dci calici, Spezzati le punte delle foglie delle due corone. Il capitello presenta in basso due corone sovrapposte di foglie d'acanto dalla piatta costolatura centrale fianchegiata da solchi che si aprono superiormente; i obi sono formati da fogliette separate da solchi sottili ed hanno le punte arrotondate; sulle foglie sono quattro fori a forma di goccia. Confront sulla base delle caratteristiche tipologiche e stilistiche sono possibili con esemplari ostiensi di età tardo-augustea c giulio claudia"? di Aquileia della prima metà del [ secolo d. C."*.

della Cattedrale; quasi al centro del lato meridionale del vano, a brevissima distanza da esso, un pozzo circolare largo all'imboccatura m 0,70 (diam. max. m 1,30) in schegge di pietrame e ciottoli, intonacato internamente, forse connesso alla realizzazione del Seminario e del chiostro antistante la. Cattedrale". 106. MATERIALE SPORADICO Cattedrale di S. Clemente

Trail 1712e il 1713 è ricordato il rinvenimento di “alcune teste di Creta, o siano idoletti” nel giardinodel Seminario Vescovile! (Fig, 342). 107. MATERIALE SPORADICO Cattedrale di S. Clemente

1 materiali, eterogenei e inquadrabili cronologicamente tra il e il V secolo d. C., potrebbero almeno in parte essere appartenuti all'impianto della cattedrale precedente la sua distruzione nel 1656.

In occasione dei lavori di restauro e sistemazione del giardino interno del Seminario, negli anni Novanta del Novecento, oltre ad alcuni piccoli frammenti dî votivi fittili sparsi su tutta l'area, nel settore nord-orientale, si sono rinvenute due olle d'impasto non tornito con cordone con pressioni a tacche sotto l'orlo che trovano confronti tra la tarda età del bronzo e la prima età del ferro"?

104. ToMBE Cattedrale di S. Clemente.

108. STRUTTURE MURARIE Corso della Repubblica - Episcopio

Nel corso dei lavori al complesso episcopale, in occasione del Giubileo del 2000, sul lato orientale del chiostro, tra l'ingresso della Cattedrale e quello del Seminario, si sono rinvenute tredici sepolture ad inumazione, in gran parte paallele tra loro, realizzate in muratura con l'impiego anche di frr. marmorei di decorazione architettonica e di sculture"

Il Nardini ricorda il rinvenimento di due strutture murarie ortogonali al di sotto del palazzo dell’Episcopio, su Corso della Repubblica (ex Corso Vittorio Emanuele): una, con orientamento nord-est/sud-ovest, di circa 10 m di lunghezza, circa m 28 a nord dell’ingresso, l'altra di m 6 circa, corrispondente al muro perimetrale, a partire dall'angolo nord-orientale“ (Fig. 342).

105. STRUTTURA CIRCOLARE Cattedrale di S. Clemente

Nel corso dei lavori realizzati nel 2002 in uno degli ambienti lungo il lato orientale del portico del Seminario, è stata rilevata la presenza di alcune strutture: a contatto con la parete orientale due blocchi di peperino, posti tra loro ad una distanza di m 1, relativi presumibilmente all'antico ingresso © Henacaxo 1974: 189 nn. 67 e 69, 195-196n.90, 199 n. 100,202. 108, 210-211m. 141 e 145, 213-214n. 1494, 215 an. 157 e 1592-5. ^ PensapeNE 1973: 123 -124. nn, 473, 476,126 n. 489, 128-129mn. 501, 503-508. ‘© PevsaneNE 1973: 56 n. 215 dei primi decenni dl sec. d. C,48 n. 219 della pma metà del 1 sec. d. C, 61. n. 230 degli ultimi decenni del I see. 4.C. © Cavani MANASS 1978: 62 n. 29, tv. Γι. 1. ‘ Gunna 2006: 34-36 specialmente 35 fig. 22 (pianta) pr le tombe che in alcuni casi (tombe 4, 8, 9) "perle dimension ridote, sono atribuibili a bambini”; Cocorri 006b: 211,212fg. 298 in particolare peril “frammento di astra bassorilievo, rappresentante una menade che danza fra ue ert”. 594

109. STRUTTURE IN OPERA QUADRATA E RETICOLATA Corso della Repubblica - Episcopio 1I Borgia ricorda come nel 1778, in prossimità dell'ingresso al palazzo dell'Episcopio, si rinvennero casualmente resti di una struttura in opera quadratae di un’altra in opera reticolata™ (Fig. 342). = Gira 2006: 34 fig. 3 a (errato posizionamento dell'area di scavo), 36,37 figg. 23-25, » Bis BorgLat 277: 8%. a proposito del rinvenimento “nl cavare la Gotta": Nocca 1997c: 178-179, © BexaRDetts 2004: 118 fig. 19, 119; ANGLE 2006: 22-23 con localiz~ zazione alla fig. 12 del rinvenimento “în una lenedi terreno, di colore fortemente giallastro . ",25 fig. 14, Naso 1926: 424 fig. 1, 425; ft. CesseDi 1953: 44 fig. 2 hi, 45: ANoLe, Giuni 1999: 110 tav IL ΚΡ Boscia 1780: 211, ricorda il rinvenimento "cum ampliandis esser aditus, qui ducitad cavaedium adiacentis episcopi di est sia "ex ingentibus lapidibus. quadratae structurae" che "reticulatis operis"; PELZER Naoexen 1913: 404.

110. DEPOSITO VOTIVO E MATERIALE SPORADICO Cattedrale di S. Clemente

113. MATERIALE SPORADICO Curia

Negli anni Venti del Novecento, nel corso di uno scavo per la realizzazione di una fogna quasi al centro del porticato che dall'ingresso alla Cattedrale di S. Clemente, lungo corso Vittorio Emanuele, raggiunge il Seminario vescovile e la Chiesa, si rinvennero: a circa m -2 dal p.d.c. un pozzetto cilindrico scavato nel terreno al cui interno erano numerosi ex voto fitüli relativi a teste, mezzeteste, maschere, braccia, mani, gambe, piedi, mammelle, fall, statue, torsi suini e pesi da telaio” c, circa 5 m a sud, un tronco di coJonna scanalato in peperino (alt. max. m 0,82; diam. m 0,50) ed un ft. di lastrone scorniciato in marmo*" (Fig. 342).

1I Bauco ricorda che nel 1575 nel corso degli scavi reaJizzati per la ricostruzione dell’edificio della Curia Nova si rinvenne l'iscrizione CIL X, 6565, ILS, 5632, al Museo archeologico di Velletri* relativa ad un restauro alle porte principali e alle entrate dell'anfiteatro, realizzato da Lollius Lollianus Cyrus nel 364-365 d. C. (Fig. 342).

111. MATERIALE SPORADICO Seminario Vescovile 1I Carloni ricorda che in occasione della rifondazione di un muro del Seminario, nel 1783, si scoprirono *... pezzi . ed alcuni vassellini coloriti .." (Fig. 342).

114. MATERIALE SPORADICO Curia.

Ii Volpi ricorda l'esistenza nella Curia dell'iscrizione, funeraria, frammentaria CIL X, 6573, al Museo archeologico di Velletri": τα [τ τ - 14 cubiculo prod - - - Va drum(ento) accensus patro[no - - - ) || - - - ] et sibi Claudiae A[- -- / Claudiae Atticillae [. --]/ posteris eorum p(edes) in fronite - --]/------. Fig. 342). 115. STRUTTURE IN OPERA QUADRATA ED FX VOTO Cattedrale di S. Clemente.

I Teoli ricorda il rinvenimento nel 1644 "in fundamentis. novae domus episcopalis", corrispondente agli edifici prospettanti P.zza Caduti sul Lavoro, compresi tra questa e il lato orientale di Corso della Repubblica (ex Corso Vittorio Emanuele), dell'iscrizione CIL X, 6582? irreperibile: M Durmius| - -- -- sacrifici lavationemque - - -- - - (Fig. 342).

Nel corso dei lavori di restauro del Seminario arcivescovile di S. Clemente, intrapresi nel 1997, in uno dei vani cantina è stato rintracciato un deposito votivo (Fig. 342). Il successivo scavo ha rilevato come il deposito, costituito prevaJentemente da votivi oltre che da ceramica a vernice nera, tegole, intonaci, monete e alcuni materiali in bronzo”, fosse delimitato sui lati est e nord da muri in opera quadrata”. Il primo, orientato nord-sud, è conservato per una lunghezza di circa m 4,70 ed un'altezza di circa m 5 pari a undici fila-

F^ Narni 1926: 424 fig. 1. A, 425; cft. CRESSEDI 1953: 43, 4 fig. 2.A; Crescesz 1981: 101, Specificatamente peri votivi, Metis, Quitict Gio 1983: 26-30, specialmente 26-28 nota 71; Forruvam 1989: 93; Bouma 1996: 114, 126c; ANGLE, Gi 1999: tav. Il; Crccwuw 20018: 140-143 na, 1513-1550, 1552-1558, 144 nn, 1560, 1562-1563. Dalla cap pella di San Geraldo nella Catedrale proverrebbe anche i n. 1665 secondo Crescenzi 1981: 178, mentre genericamente da “Velletri” lo riporta Cecca 2001a: 151 e con provenienza ignota Meus, Quitict Gictt 1983: 44 nota 90; ad essi vanno aggiunti i materiali provenienti da "San Clemente”: due li relativi a dono votivo (Cescenzi 1981: 178; Meus, Qui Gicui 1983: 28 nota ΤΙ; Ceca 20012: 184 nn. 25122513), un fi. di pare up. di figura femminile in marmo relativa a statua (Carscenzi 1981: 178: Csccarint2001a: 170 n. 2319), unf di pianacolo gotico (CaesceNzi 1981: 178; CkocaRIni 20018: 54 n. 124) * Nago 1926: 424 fig. 1.B, 425, ricorda come negli stati superiori, acirca m-0,40 dal pdc o scavo avesse incontrato “uno strato di detriti di ossa umane provenienti certamente dagli spurghi delle sepolture della Chiesa"; Gana 2006: 34. "" CARLONI 1785: xix nota. = Teou 1644: 308; Vous 1727: 37, ipora all'inizio della τ. 2 conservata sacrifici, CARDINALI 1823: 31-33 n. 14; Bauco 1851: 481 nota 1: Pavzse Waorsti 1913: 404; Narva 1926: 424; Cessept 1953: 122n. 85; Sou 19831: 35, "Lax: 16; TEOL 1644: 82-83; FABRE 1702: 629n. 248; Borgia 1723: 103; Voc 1727: 50-52: Cuaury 1769: 380 nota e; CARDINAL 1823: 44-45n. 17; ORELLI 1828: 1 444 n. 2538; CARDINALI 1831; Bauco 1851: 462-463, 416477; De Ruccirao 1895: 461; Prizes. WaoeneR 1913: 405; (Gaarastts 1922: 51-52; NARDINI 1930: 50-51; HARMAND 1957: 428 notaSi

Sou 1983: 33; Jourraov 1986: 168-169, 171, 339; Votre 1989: 155 n. VIT. e tav. Γι LXIL2; Fora 1991: 194-198 e tav Il, I; Fora 1996: 18, spe clalmente 89, 96tab. 8, 97 tab. 3, 105 etav f. t XXVIII, 1; Caco 2004: 130, 132 peril caso non comune del ricordo da pare del'evergea (Lollia Cyrus) degli antenati (il nonno omonimo, il padre Lollius Claudius, il bisnoano Messius Gorgos), 134, 144 n. 3 " Von 1727: 68 alla fine della 2 conservata patron; alla τ. 4: Claudia Mariilla e; alla t 5 posteris eorum p. in fronte; MURATORI 1740: 769 n 3, all'inizio delat. conservata restituisce rum per afrum, allafi ne della stessa r. patron invece del patro[no] del CIL, alla r. 4, Claudia Maticilla e per Claudiae Aticillae; CANALI 1823: [15n. 52; CRESSEDI 1953: 117 n 49; Sou 19832: 34-35, # ANGLE, Gun 1999: 114-119, specialmente 118-119 per "un braccio sinistro con mano che stringe un disco, appartenente ad una statua" Giani 2006: 38-39 per il "nucleo originale dela stipe”, 39-45 sui materiali (tra i Quali,all'interno di quel in bronzo, compare "un lingottoin bronzo"). 79 Ance, Gum 1999; Guna 2003: 97, a proposito dei due muri, “uno antico, altro post antico"; Gast 2004: 48-49; Giant 2006: 34 fig. 19,3 36.37, 38 fig. 26,39 figg. 27-28 e per a datazione al periodo imperiale del muro nord-sud ela descrizione di quello et ovest, La struttura è preceduta, all'estremità settentrionale, da un tratto di. circa m 1,10 nel quale appaiono riutilizzati a partire da un piano più alto (m. 750.80 circa), alcuni blocchi di ufo lionato. All’estrno, il muro aralle10 che delimit il vanoa est dell scalinata, utilizza blocchi antichi sulla fronte occidentale: per una larghezza di m 4,50 a parire dall stipite de port d'ingresso ed un'altezzadi m 2,10 sono stati impiegati blocchi di material e dimension differenti, con frequenti inzeppature di laterizi modern, in tufo quelli del flare inferiore, post di taglio e lunghi m 0,70, 1,28 e 1,32

112. MATERIALE SPORADICO P. zza Caduti sul Lavoro

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ri dei quali i primi cinque dal basso aggettanti, presumi bilmente riferibili alla fondazione, rispetto a quelli soprastanti. I blocchi di tufo lionato in fondazione, che misurano tram 0,32 0,53 in larghezza per un'altezza di 0,35, sembrano di fattura più rozza e risultano disposti generalmente testa fatta eccezione per il quinto filare nel quale sono di taglio e misurano tra m 0,50 e 0,74 e fino a 1,46. I blocchi riferibili presumibilmente all'alzato, forse lisciati sulla faccia a vista e con giunti a spigolo vivo, di lunghezza compresa tra m 1,30 e 1,45/1,47, sembrano disposti generalmente di taglio con pochi di testa”. Il secondo muro, est-ovest, al quale si appoggia il primo, è lungo almeno m 4,157" per un'altezza max. di m 1,55, pari a tre filari. I blocchi di tufo lionato, presumibilmente disposti di taglio, sono di lunghezza compresa tra m 0,80 e 1,05/1,06 e fino a 1,26 per un'altezza tra m. 0,48/0,51 e 0,54: presentano spesso giunti obliqui a spigolo vivo, altezze diseguali lungo un medesimo filare" e talora incassi per il sollevamento con i ferrei forfi ces", Le indagini hanno rilevato la presenza anche di alcune tombe di età post-antica: tre, nel settore settentrionale delarea, costituite da fosse terragne perimetrate da pochi filari di scaglie di tufo posti in opera “a secco"; una, parallela al muro nord-sud, interamente terragna™. È stato ipotizzato, anche în considerazione della frammentarietà degli esemplari oltre che sulla base della presenza anche di frr. di impasto lucidato c non tornito databili all’ VIII secolo a. C. e di frr. di bucchero e ceramica depurata e dipinta riferibili al VII e al VI secolo a. C.%, che i votivi siano stati rinvenuti non nella loro collocazione originaria. Il nucleo più cospicuo dei materiali di produzione locale, a parte pochi esemplari tra cui un orlo di fiaschetta con iscrizione etrusca”, è confrontabile con analoghi esemplari da Lavinium e da Veio, i quali risultano databili al IV-II secolo a. C., anche se con una maggiore attestazione nel corso del III secolo a. C., e potrebbe riferirsi ad un luogo di culto forse legato ad una divinità salutare.

116. Materiale sporadico Cattedrale di S. Clemente 1I Doni riporta la notizia del rinvenimento nel 1743 nelVorto della chiesa dell'iscrizione funeraria CIL X, 6609 al Museo Nazionale Romano (inv. 52039)": Flaviae onice | ὃ ann(is) XVI d(iebus) XXVII I Epimachus | aug lib. et | Domitia Eutychis | parentes | infelicissimi | et sibi posterisque suis. (Fig. 342)

per un'altezza max. rilevabile di m 0,25 circa; di peperino grigio quelli dei fila superior, talvolta aspigoli vii, post di tagli e solo episodicamente di testa da m 0,60/0,90e m 1,28 in lunghezzae m 0,41/0,44 in altezza per una larghezzadi m 042/043. 7" In conispondenza delletrmità di questo Ito tato impiantatoun ascensore che non facilita l'osservazione delle strutture antiche 7" Dei se ilari in alzato, cheè posible osservare con difficoltà a causa della cabina ascensore, i quatto superiori presentano inzeppature in late iz cubilia in selce. Nell'ultimo filare in lt, è un blocco parallelepipedo (m 1,18x0,60) in peperino isciato e con giunti a spigolo vivo. AL di sopra sono alti blocchi di tufo lionao, di riutilizzo, un blocco frammentario di peperino (m 0,56 max.x0,50), οἶσε a diversi materiali pot-antichi ta ig iun fr di altorilievo paleocristiano. 9° Aate, Gra 1999: 113 affermano che il moro è conservato “per una lunghezza di circa 5 m" c "che altre parti dello stesso muro sono vi bili nee adiacenti canine, tagliati da corridoi e scale” 7 L'espediente rilevato, ad esempio, nell ampliamento delle mura di Aciccia, a dx della via Appia antica (Li: 2002- 160)? utilizzato, con i ne di renderepiù solida la struttura in corrispondenza del primo blocco. sremitax. nel filare superiore il secondo nel filare centrale, Per gli espedienti utilizzati generalmente per il sollevamento ed il trasporto dei blocchi vd. Anat 1990: 49-53. In particolare sui ferre for ces vd. GIULIANI 1990: 198fig. 83, 202.

Ance, Guia 1999: 111-112 specialmente tav TIL-IV: Gua 2006: 38 con omissionedell'indicazione delle tombe (Tb) 2 e 4, la qual rileva come "essendo state parzialmente sconvolie . non contenevano materiali che ne permetessero un preciso inquadramento cronologico”. 77" ANGLE, Ghini 1999: 114 secondo le quali i materiali andrebbero considerati “estranei” al deposito e piuttosto indicherebbero una frequentazione dell'area precedente l'impianto monumentale; ANGLE 2006: 23, παρα la fiaschetta in ceramica acroma depurata con 1 pressa circolamente nel'imboccatura(putna : ceizra : acil τε fiasca o va50 opera di Ceizra), la sesta di una serie rinvenuta a Bolsena, Poggio Moscini e a Cerveteri, è stata ipotizzata una fabbricazione volsiniese (Gant 2004: 48,49 figg. 15-16; Gua 2006: 44, 45 fg. 42) 7" MereLLO CVarLat. 6038: 121, Dont 1731: 371 n. 76 alar. 2 legge ilnomen oniae, lar. 3dopo Aug. legge; CaRDIVAL1 1823: 133 n. 69 senza provenienza; DE Marta, Fat, Toto 2001: 803 Scheda 6842 inv. 52089 Terme di Diocleziano (Velletri lastra marmo Funerara, di forma rettangolare. Tubella epigrafica ribassata e incorniciata da modanature. ΑἹ di sopra fregio contre erotiche sostengono ghirlande”) πὸ Napa 1926: 424 fg. f, 425; ANGLE, Git 1999: 110 tv. IT 7" NARDI 1926: 424 fig I, 8, 425. "e Cuescex 1981: 178 con provenienza “via del Comune - via delle ^ Ceccarini 20018: 118 n. 1046, con provenienza "via del

596

117. STRUTTURE MURARIE Via delle Mura.

ΤΙ Nardini ricorda la presenza, inglobate nelle mura medicvali, ad est di Porta Napoletana, durante gli anni Venti del Novecento, di resti di strutture antiche per una lunghezza di circa m 15%, 118. STRUTTURE MURARIE Via delle Mura

11 Nardini ricorda la presenza, inglobate nelle mura medicvali, a ovest di Porta Napoletana, durante gli anni Venti del Novecento, di resti di strutture antiche, per una lunghezza di almeno m 257^. 119*. MATERIALE SPORADICO Via del Comune (?) - Via delle Murelle (?)

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di grande pilastro in peperino”, per la cui provenienza si oscilla tra via del Comune e via delle Murelle 120*. MATERIALE SPORADICO Velletri - “Granaro Borgia” Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un

architrave in peperino con iscrizione AGMINA. N." proveniente dal granaio Borgia

255. MATERIALE SPORADICO Velletri

121*. STRUTTURA MURARIA E PAVIMENTO A MOSAICO Velletri

Tra i materiali della collezione Nardini figurano quattro fit. di architrave in peperino con iscrizione provenienti da Velletri™, peri quali SoLIN 1983: 41 n. 5 ha proposto la pertinenza ad un unico monumento: [ - - - pontilfic[i maximo - - - ] Franelisco maximo - - - MI -

Nei primi anni del Novecento, uno scavo effettuato all'interno di una delle torri delle mura medievali, rivelò a circa m -2 dal p.d.c., l’esistenza di una struttura (in opera reticolata? opera quadrata) muraria e al di sotto quella di un pavimento a mosaico?"

126*. MATERIALE SPORADICO Velletri

122*. MATERIALE SPORADICO Velletri

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fi. di fistula aquaria con bollo SoL.Iv 1983: 54 n. 22, irreperibile proveniente da Velletri”: [ - - - Jorus.

ΤΙ Cardinali ricorda il rinvenimento “in Velletri”, nel 1825, “di due superbe teste, alcuni monili, un torso, ... una statua di bronzo minore del vero'

127*. MATERIALE SPORADICO Velletri

123*. MATERIALE SPORADICO Velletri

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di laterizio con bollo C. AC - - ). Apol forse di I secolo”

Il Rostowzew ricorda la provenienza da Velletri di tre tesserae plumbec?* municipito o -ibus) Veliter(no o -is) feliciter V. Luvenalibus) Vliter(nis)feliciten. Tuvenal(ibus) Veliternis) feliciter) | Arun(tio) Digno fe

128", MATERIALE SPORADICO Velletri

Kiciter). Sodali(bus) Veliter(nis) feliciter). feliciter).

Gem[i]no cura(tori)

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di lucerna fittile con bollo FABRICA GAP”, presumibilmente da intendersi come [L.] Fabric(ius) Agat(), 1295. Mat Velletri

IALE SPORADICO

‘Tra i materiali di generica provenienza da Velletri figura Viscrizione Voure 1983: 61-62 n. 33, in una collezione privata a Capri?*: a) [L.] Careius C. f. Stellatina). b) L. Careius) LC. f.

"Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza "Velletri figura un fr. di fondo di lucerna fit tile con bollo Muntrfpt™, con ogni probabilità [1.1 Mun(atis) TIA) relprlus}®"

" Cresc 1981: 125, 178; Ceccanbu 2001: 14; Ceccanmt 2001a: 118. 1043, Spat, Archivio pratiche. Vellei Scoperte di anvichità. RelazioneO. Nardini del 26 aprile 1905 a proposito della scoperta “ . in un orto del Principe Ginntt e precisamente entro l'area di un torrone medievale facente pare della cinta della cità... Non sembra possibile individuare l'area dall momento che lungo i settore orientale della cità dove sono tadizionalmente noti il Giardino c gli rt Ginneti, non èdocumentata la presenza nè di tor ἡ né di trat delle mura medieval. L'unico settore nl qualeè, invece, nota anche atraverso la cartografia (Ast, Disegni e piane, ol. I, car. 125, n. 19 Carta topografica dell cità di Velletr dl 1872) l'esistenza di ont, perime irati da reti delle mura con torrioni risulta quello all'altezza dell'antica Porta Fura a sud del Convento di S, Francesco, dove pero il broglardo del catasto Gregoriano, del 1820, riporta nomi di proprietari differenti 0 Cic 1825: 318, ne ricorda l'immediata dispersione. "«CIL X, 6555 nel commento soltanto a) e 6) con lettura sbagliata Rostowzew 1903: 107-108 an. 864-866 con lettura Gemino in c)e bi

biografia precedente; RostowzEW 1905: 8 specialmente 80, 83 not τι Π, 9. Mancini 1928: 39 con lettura Gerano in e); Sou 1983: 54: 5n 23: GINESTET 1991: 147, 274 n. 864-866. πα TuviavpEn 1962: 134-135 n. 12, pl V con tura errata dl praenomon del nomen si all'inizio dia) C. Aelius per L. Careus che di b) L. Gar per. Carles]; MORETTI 1964: 327 specialmente 328-329 n. 12 il quale ne propone la provenienza veltema ed il rapporto con CIL X, 6598: AE 19 46n. 165. "n Crescenzi 1981: 177; CeccaRINt 2001: 55 nn. 135-138 con prove enza “Vell, incer Ceccnunt 2001a: 59n. ‘Cnescenzt 1981: 177: BRuux 1991 Cutscenzi 1981: 177: CeocaRINi 20018: 49 n. 51 su mattone: C A APOL; fr CIL XV,1, 2304. Crescenzi 1981: 177; CeceaRin! 2001: 115 n. 999. ‘CRESCENT 1981: 178; CECCARIN! 2001a: 144 n. 1570. CIL XV.L, 6565. 597

1305. MATERIALE SPORADICO Velletri

136*. MATERIALE SPORADICO Velletri

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generi ca provenienza “Velletri” figura un fr. di mattone con bollo Apron(iano) et Paet(ino) - - - - -- τας

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di laterizio con bollo C. AB?

131*. MATERIALE SPORADICO Velletri

1375. MATERIALE SPORADICO Velletri

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza "Velletri" figura un fr. di orlo di dolio con bollo [- -- Jus Tigel - --]7^.

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza "Velletri" figura un fr. di laterizio con bollo CUS MELICF"".

1325. MATERIALE SPORADICO Velletri

138*. MATERIALE SPORADICO Velletri

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di laterizio con bollo VIBIAN™,

Trai materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr di cornice in marmo con iscrizione SoLIN 1983: 77 n. 54 con generica provenienza “Velletri” irreperibile"": L. Oll(ius? 1/[c.3-] Livfius -a) oppure [ - -- Hus [---/-

133%. MATERIALE SPORADICO Velletri

1395, MATERIALE SPORADICO Velletri

‘Trai materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di laterizio con bollo VI. ASC"*.

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza "Velletri" figura un fr. di laterizio con bollo COS HERCUI”", forse il CIL XV, 1, 1530: Apro(niano) et Pae(tino) co(n)sulibus Hercul(ani), del 1237".

134*, MATERIALE SPORADICO Velletri

1405. MATERIALE SPORADICO "Velitris"

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza "Velletri" figura un fr. di laterizio con bollo URBAN?" 135%. MATERIALE SPORADICO Velletri

L’Amaduzzi ricorda il rinvenimento a Velletri ("Velitris"), nel 1779, dell'iscrizione frammentaria, CIL X, 6628 irrepcibi. le: C. Roscius Salvius | C. Roscius Hermollgenes Rosclia Salvia | |. - ]s Daphnus | | - - Flaustilla / | - - Prima. 141*. MATERIALE SPORADICO Velletri

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri” figura un fr. di laterizio con bol1o [Clallistus, Coccei Nervae".

11 Marini ricorda il rinvenimento a Velletri del cippo con iscrizione funeraria CIL X, 6595 -ILS 8069 al Museo Va-

© Crescent 1981: 178; Chocartni 20012: 145 a, 1581. Crescent 1981: 178: Ceccarini 2001a: 118n, 1056. Crescenzi 1981: 178; Ceca 2001a: 119n. 1061 9° Crescenzi 1981: 178; Ceccarini 2001: 119 n. 1063. 7 Crescenzi 1981: 178; Coecara 20012: 119n. 1070 5 Gaescenzi 1981; 178; Ceccarini 2001a: 120 n. 1072: ALLISTUS COCCEI NERVAE; eff. CIL XV, 2314 da Prueneste "rep. in vinca Bonanni”,con la proposta del Dressel di identificare Cocceius Nerva in M. Cocciuus Nerva, padre dell'imperatore; BLOCH 1967: 25 dellIndices; Serata 1977: 33. Crescent 1981: 178; Ceccuiu 20012: 120n. 1073: CAB. 9 Crescent 1981: 178; Coca 2001: 150 n. 1650. ‘= Grescen 1981: 177; CeccaRINt 2001a: 60 n. 212. sv Crescenzi 1981: 173 che lo inclode ta i materiali da "Località

ignota’: Ceccatant 2001a: 120 n. 1078 ({ --- ]COS HERCULI) lo riporta ra quelli del “depositoO. Nardini". 7 Tra boli noi il CILXV,I, 1530, è quello che mostra maggiori anaogie con quello vliterno,che presentala forma HERCUI secondo Ceceanint 20018: 120 n. 1078. I bollo, del quale è noto un esemplare nella collezione Borgia (CIL XV, 1530, 2: APRO ET PAE COSHERCUL), è riferito dal Dresselαἱ M. Vinicius Herculanus attestato in CIL XVI, 1529, rinvenuto tra gli lt, nella proprietà Cell. n vocabolo Crocette Monte Giove”. 7" MARINI CVatLar.9120: 367 τ: Mani1795: , 36; CARDINAL 1823: 96-97 n. 34 che identica il supporto come “base”; ORgLLI 1828: I, 50 n. 1527; AMBLUNG 1908: tv. 4; Caessept 1953: 122n.80; Witoc 1981: 77 A 101, 18748; Sou 1983a: 36; BaouwrR 1989: 57 n, 47, 234 sulla ara formulazione dea Bona rispetto alla usuale Bona dea (cir. CEBENLAC 1973: 521 nota 2), 276, 306, uv. ft. I: MicuerTi 2001: 247.

598

ticano, cortile ottagono: Anto/niae / Quinti) fliliae) | deae | Bonae | Piae.

1475. MATERIALE SPORADICO Velletri

1425. MATERIALE SPORADICO Velletri

Genericamente rinvenuto “a Velletri nel 1878”, anche se se ne è proposta una provenienza dall' Algido, è un bronzetto tardo-arcaico conservato al Museo di Dresda”.

Il Clarac ricorda la scoperta a Velletri, nel 1826, di una statuetta di marmo, presumibilmente raffigurante la Bona Dea, databile alla seconda metà del II secolo a. co 1435. MATERIALE SPORADICO Velletri Il Mommsen riporta l’esistenza a Velletri dell’uma con iscrizione CIL X, 6603 irreperibile: Ossa / Decimiale] C. er M. Sesti | L. Stulavis. 144*. MATERIALE SPORADICO Velletri Il Mommsen ricorda il rinvenimento a Velletri dell'iscrizione funeraria CIL X, 6619, irreperibile: Onomaste | vixit) an(nis) XI. 145*. MATERIALE SPORADICO Velletri

IL Metello ricorda l'esistenza a Velletri dell'iscrizione funeraria CIL X, 6575, irreperibile”: Memoriae / C. Alpini Resltituti fr(umentarii) | leg(ionis) XXII Pr(imigeniae) et 1 Firmini Adlventi lib. | M. Firminilus Frontin(us) | fr(umentarius) leg(ionis) VITI Aug(ustae) 1465. MATERIALE SPORADICO Velletri

Il Marini ricorda il rinvenimento a Velletri del sigillo con iscrizione IG XIV, 2412, 14°: ‘Huérep[e] φιλεῖ σε Σέραπιίίς). P" CLARAC 1850: 20:21 n. 1186 che la interpreta come una Igea seduta facente part della velitema collezione Latini; Reivaci 1897; 294 pl. 557; GnertxuaGE 1937: 208 n. 11, 242; BrouweR 1989: 57.58 n. 49; Miciern 2001: 247. > MereLLo ClorLat. 6038: 121; contra l'origine veliterna HULSEN (CIL VI, 32873) e Sou 1983a: 35, * Manist CVatZat. 9110: 163n. 108: Cia 1823: 181n. 115; Marais 1972: 101, carta 12 fa, i quale riporta tra e attestazione velteme anche la IG XIV, 2413,1 su amuleto (Méya τὸ ὄνομα τοῦ Zápamc (sic) a deta del Kaibel "Velitris in museo Borgiano . ”. 7 RucHARDSON 1983: 158. n. 24, fig. 359 A: Meus, Quae Grout 1983: 25 nota63, le quali,sulla base della data del rinvenimento, ipotizza

148", MATERIALE SPORADICO Velletri Il Cardinali ricorda il rinvenimento a Velletri del lateres bollato, successivamente nella collezione Antonelli™:

Serv(iano) III cos ex pr(aedis)/CI(audi) Max(imi) ofificina)

Eginati) Felicis?)

149*. MATERIALE SPORADICO Velletri 1I Cardinali ricorda il rinvenimento a Velletri del lateres bollato, successivamente nella collezione Cardinali”: ARISTIPFUFANE. 562*. MATERIALE SPORADICO Velletri

It Lanciani ricorda il rinvenimento, forse, a Velletri della fistula aquaria con bollo”: C. Iuli(us) Superstes. 151*. MATERIALE SPORADICO “Prope Velitras"

II Cardinali ricordail rinvenimento “prope Velitras" delT'iscrizione funeraria CIL X, 6579, ai Musei Vaticani, galleria lapidariz?*: [D(is)] M(anibus)/ L. VettioL. f. | Optato Tro. Aquis Statiellis evoc(ato) Aug(usti) | L. Vettius Hermes et L. Vettius Chresimus | liberti patrono | bene) merenti) 563". MATERIALE SPORADICO Velletri (Prope?) Una testa di Augusto rinvenuta, presubilmente nel Settecento, nei dintomi di Velletri, del tipo Prima Porta, databile alla tarda età augustea, su una statua di togato da no una connessione con le frequent scoperte avvenute in diverse località dell Algido. "CIL, X.2, 8043,33: SERV III COS EX PP [. CL MAX OF EG FE Gos CARbINALI 823: 228 n. 166: CIL XV, 250.4 ‘# CIL X2, 8043, 39: ARISTIPFUFANE; CapiNALI 1819: 54 n. 321; (CanpinaLt 1823: 230n.182: CIL XV,1, 2230. * CIL X, 6590; CIL XV, 7838; cir Ckesseo1 1953: 84, 123 n. 94; Sou 19838: 36. Makin CVatLat, 9120: 3181; Carpinati 1819: 16 n. 85, 22: κρίναι 1823: 171-172. 106; OgeLLI 1828: I, 419 n. 4927; Cresent 1953: 120 n. ΤΊ; Sou 1983: 35. 599

Palazzo Giustiniani, a Venezia ἃ conservata al Museo del Louvre (MA 1212). 5645. MATERIALE SPORADICO Velletri

Da una località imprecisata presso Velletri, proviene una spada, riferita al tipo Terni, riferibile ad una fase antica della prima età del ferro”, conservata al Museo Archeologico Nazionale dell’ Umbria, a Perugia. 565*. MATERIALE SPORADICO "Presso Velletri"

II Le Blant, ricorda il rinvenimento “presso Velletri” di una lastrina circolare in bronzo con iscrizione”: Asellus. selrvus Praeiecti | officialis praefeciti annonis foras | mulru exivi tene me | quia fugi reducime ad flora | ad tosorles. 566. AREA DI FRR. FITTILI m 345-340 s.l.m. C.le S. Giovanni - V. la Ciceroni

In una vasta area in moderata pendenza verso sud-est, al margine sud-orientale della sommità di Colle S. Giovanni, il quale si allunga verso sud dalla SS. 7 via Appia Nuova, compreso tra fossi di P. te Veloce e S. Anatolia, è un affioramento di materiali antichi”, Nel terreno, occupato da un vigneto di vecchio impianto, si nota la presenza, in bassa concentrazione, di pochi frr di impasto e frr. di dimensioni ridotte di comune da mensa e di anfore, sparsi sporadicamente su una superficie di almeno mq. 3000 circa, limitata al settore sud-orientale della proprietà”. Presumibilmente L'affioramento costituisce un settore liminare del sito individuato sulla sommità di Colle S. Giovanni (n. 567), da cui lo separa una vasta area edificata e non ricognibile, anche se non può escludersi che possa riferirsi ad una piccola struttura a carattere rurale di età romana, in relazione con quello. Pe Viscowm 1819: 228-200 ("La testa ... scavata nel teritorio Velitemo”); Visconm, CLARAC 1820: 60 n. 113 con generica provenienza nei dintoni di Velletri: CLARAC 1851: 195 n. 2332; BERNOLLLI 1886: 36-37 n. 58; Monti 1938: 56-57; Catsstp: 1953: 105, tv. XILb; Chzscragr 1981:80; De Kersausow 1986: 86-87 n. 37; Boscnnc 1993: 170 n. 151, 207 fig. 2 n. 85,213 fg. 8, ῶνν. 87, 149,2. Raffipurazioni in CLARAC 1849: tay. 275; REINACi 1897: 139 pi. 275. BIANCO PERONI 1970: 92, tav. 37, 250; Dkaco 1989: 35-36; BetarDeLL 2004: 119, 121 fig. 4,7; Ancue 2006: 27. Le BLANT 1891; HULSEN 1891: 341-343; DE Rossi, Gern 1893: 186-189 n. 38 con indicazione del rinvenimento “wel territorio di Veet" area, corrispondente al civico n. 17 di via ColleS. Giovanni, ὃ occupata da un complessodi edifici sort atomo al casale rsalente alla fine el 1600, originariamente proprietà Gianett. L'area centrale della sommità, quasi in piano, domina a sud-estil centro di Velletri. TL sito appare allo stato atale di difiile lettura per le continue areture: lo scasso dl vigneto risale infatti al dopoguerra. Inoltre in occasione del conflit. 600

567. MATERIALE SPORADICO m 356 s.Lmn. C.le. Giovanni - Via Colle S. Giovanni

Lungo il lato occidentale di via Colle S. Giovanni, nel tratto in cui costeggia la vecchia proprietà S. Michele”, sono visibili in sezione nella bassa scarpata che delimita la proprietà” molti fr. di tegole e coppi ad impasto arcaico, in quantità leggermente inferiore, solamente riferibili a tegole, a impasto chiaro e rosato di età romana, rari a impasto rosso, insieme a scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di dolio a impasto rosso, per la maggior parte di età arcaica, frr. di anfore, e ceramica comune, soprattutto da fuoco. 1 materiali, unitamente all'affioramento a est, lungo il morbido declivio (n. 566), potrebbero attestare, anche in considerazione dell’area del rinvenimento, la presenza forse di una piccola casa/fattoria di età arcaica sulla quale nel corso della media età imperiale si è sviluppato un impianto rustico (-residenziale?). Comune da fuoco = 1 fr di orlo a tesa di casseruola tipo Ostia II, 483-Olcesc. 2003, tav. I, 7, attestato in contesti compresi tra l'età augustea e l'età traianca, presentea Ostia in stati di età domizianea”™”. Anfore — 1 fr. di ansa a doppio bastoncello pertinente a Dressel 2M?" databile tra il 70/60 a.C. e gi inizi del II d.C., di produzione campana. Opus doliare — [fr di parete di impasto rosso di età romana. 568. MATERIALE SPORADICO m 357 s.l.m. V. la Marconi

Nel muraglione che recinge una vasta proprietà, la quale occupa la sommità del ripido colle compreso tra i fossi Paganica e Ponte Veloce, tagliato alle pendici settentrionali dal passaggio della SS. 7 via Appia Nuova? sono stati riutilizzati almeno sei grossi orli di dolio sia a impasto chiaro © La proprietà, corrispondente all'attuale civico n.4, è interamente occupata da terreno incolto o a giardino e da due edifici oltre alla villa più antica. Non mi è stato possibile accedere all'interno del parco della

La proprietà delimitata dll scarpata occupa la sommità del colle, aperta ἃ sud © ad st, il quale si allnga verso sud, compreso tai oss di Ponte Velocea ovestS, Anatolia st, cantterzzto da delivio morbido ella pate pù alta, salvo precipitare su ati st e ovest con ripide pendici. La presenza di materiale si nota lungo tuto il margine della propietà e per "reve tratto fr in minore concentrazione sono visbl pi a sud di questa, dove il colle inizia a perdere quot, su lato opposto dell strada, dl mo. mento che i muri di contenimento delle proprietà non permettono più 'sservazion della scarpata occidentale 2" Osti I: 100, 260-261, con datazione all'età avia, prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C), tv. XXVII: OLcESE 2003: 4 55 Vd. ox nota 4032. La proprietà, non accessibile, corrispondente alla vecchia Vila Marconi, indicata neil IGM F 1501] 80 Velletri, iade ai civici nn. 2923.

Fig. 348. Madonna degli Angeli. Posizionamento del materiale sporadico (nn. 507, 568) e delle suture (an. 869, 582-589).

che rosso di età romana, oltre a diverse pance di grandi dimensioni, tegole a impasto chiaro di età romana, un fr. di marmo a profilo circolare strigilato (puteale o vera di poz20), un piccolo fr architettonico in marmo con tracciadi decorazione a bassorilevo con rosetta e foglia d'acantoe un fr. di lastra con decorazione a bassorilievo con putto che regge una ghirlanda sormontata da una maschera scenica (Fig. 348). È possibile che i materiali possano riferirsi ad un edificio a carattere specificatamente rustico în connessione con il complesso di S. Cesareo (nn. 570-586), pur non potendosene escludere una diversa provenienza. >= Narpini 1954c: 16-17, tav. ft, dal quale ho desunto le dimensioni, riporta anche la notizia circa il rinvenimento occasionale, nella stessa arca, da parte dei proprietari (Sig ri Bologna), “di una costruzio-

569. STRUTTURE MURARIEm 352 s.m. “Madonna degli Angeli” - "S. Cesareo” Nell'area pianeggiante soprastante il muro che delimitava a nord l'impianto di S. Cesareo (nn. 570-586), a partire da m. 50 circa a nord-est, Nardini negli anni Trenta del Novecento, segnala la presenza di materiali antichi riutilizzati nelle costruzioni moderne e di “muri rettilinei”: due orientati estovest, lunghi m 16 e m 3,50, con uno spessore di m 0,90; un terzo, m 20 circa a nord-est, orientato nord-est/sud-ovest, lungo m 10, spesso m 0,60, di cui fu individuata, poco a est, Ja prosecuzione perm 3 circa?" (Figg. 348-349) ne in cocciopisto e mosaico ... a qualche metro di profondità": Vicur 1941: 31; Chesstp! 1953: 82. Attualmente l'area corrisponde ai civici m. 42-40. 601

In località S. Cesareo, sul lato occidentale di via Madonna degli Angeli, poco resta del complesso residenzia-

le, nel quale è identificata la villa di Ottaviano Augusto” (Fig. 348). Il sito variamente indagato almeno a partire dalla seconda metà del Cinquecento”, costituì un luogo privilegiato per le ricerche anche nel corso dei secoli successivi. Nei primi anni del Novecento™, se ne occuparono diversi studiosi, tra cui Lanciani e D. Battisti che realizzarono rispettivamente alcuni disegni?" (Fig. 350) e una pianta delle strutture supestiti®™, mentre scavi sistematici, preceduti da alcuni sterri?*, furono condotti, seppure in settori limitati, nel 1909 e nel 1930, prima a cura di Gatti? e successivamente di Lugli”, quindi nel 1940 del Vighi"". Numerosi i materiali rinvenuti” anche in virtù di scavi occasionali. Attualmente sono scarsi i resti superstiti o visibili nell'arca, a seguito di obliterazioni e distruzioni perpetrate almeno a partire dagli anni Trenta del Novecento"? (Fig. 351). 570. Materiale sporadico. Il Teoli ricorda il rinvenimento di alcune monete dall'area della villa cd. di Augusto, a S. Cesareo: due, con Giano bifronte sul recto e una pruadi nave sul verso, in possesso di A. de Prosperi”; delle altre con l'effigie di Augusto”. 571. Materiale sporadico. Il Cardinali ricorda il rinvenimento, nel 1780, a S. Cesareo di una testa laureata di Augusto” e di un busto di Annibale”. 572. Materiale sporadico. Il Cardinali ricorda il rinvenimento nella proprietà Cella, a Madonna degli Angeli, in località S. Cesareo delle tegole con bolli di: [Apron](iano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/|Eutlychis®®, Apron(iano) et Paet(ino)

79 Sull'esitenza nei presi di Velletri dell'impianto residenziale e sul1a controversa questione della nascitadi Augusto vd. Sue, Aug. 1; 6:94, Dio. Cass. XLV. I. L'identificazione proposta dal LAvDr: 19 Rosso 1985: 15) viene accettata da TOL 1644: 109 e Bavco 1851: 79 ma, ad esempio, non da Borgia 1723: 57, 472, da Voun 1727: 117 e da Conti 1923: 56, che oscillaronofra S. Cesarco ed Ulubrae. Res strutture ricordano: TEoLt 1644: 97; Bauco 1851: 72. Nella cartografia rica riferimenti sono nella cart dell Astlfi (Bv, St. geogr. S. 35, riprodotta in Ραυτα 1972: I avy. 202-203: "Grotedi S. Cesareo”) πὸ Autorizzazione allo scavo concessa i| 23 agosto [369 a B. Del Giudice (Bav, BorgLat. 873: 153). 75 Per gli scavi realizzati nel 1909 nell'area del balneum, dal propretario del terreno nel quale si conservano i resti antichi, vd. GATTI 1910; ‘Acs, Dire. Gen. AABBAA, Div. I (1908-24), b. 177, fasc. 462. Relazione del 21 agosto 1909; Saar, Archivio pratiche. Velleti, Relazione O. Nardini del 26 dicembre 1913. Del 1913 è la pulizia ἀεὶ settore a sud-est della cisterna con i rinvenimento degli scalini e del sottostante ambiente circolare con “e pareti la volta. ricoperte da intonaco dipinto ad encausto a vari colori." (SBAL, Archivio pratiche. Velleri. Relazione O. Nardini del 26 dicembre 1913). Nel 1914, successivi scavi, non vennero autorizzati perché "non olffirebbero risulti di grande importanza . " (Acs, Direz. Gen. AABBAA, Div. I (1908-24), b. 177, fasc. 462. Relazione del Diretoe degli Scavi di Roma, del Lazio antico del 30 mag: gio 1914). Descrizioni ne hanno fornito: TeRSENGH 1910: 296-302; Penzer WaceveR 1913: 413-418. 79 Lanciana CharLar. 13045: 251. ("Velle Villa di S. Cesareo delavv. Pieromarcti, 5 giugno 1905"). Nella circostanza oltre a rilevare la presenza di alcune strutture ("Conserva dito ἢ criptopotco frontale") e ἃ ilevare le caateristiche costrutive di pane del complesso "Lori antichi sono ret. di selce senza mattoni"), not la presenza i diversi materiali ("Lapide murata. alta m trav. servita pare per soglia”, Colonne di granito") tra i quali ας boli laterizi(- - - )ONE/POMPU( - -- J(- --)NNIVER( RAETRE; COS/P. VIT EX PRRI QUINTI. ‘ Pianta topograficadi alcuni muri vecchi esistenti nel terreno vignato di Velletri contrada Madonna degli Angeli vocaboloS. Cesareo, eseguita da D. Battisti ne aprile 1906, allegata a Velletri Recent scoperte avvenute nella antca villa creduta di Cesare Augusto n contrada S. Cesareo (Stat. Archivio pratiche. Vellei RelazioneO. Nardini del 26 dicembre 1913)

7 Uno “scavo allo scopo di met re allo scoperto una parte deli avanzi di antiche costruzioni romane .. fi eaizzato nel 1905 nell'area del tepidario (SAL, Archivio pratiche. Vellei. Scoperte dî antichità. Relazione O. Nardini del 6 apre 1905). P"Garn 1910 con resoconto dei materiali rinvenuti; cfr. NaRDmt 19346: 10-11 7 Luci 1930; Luau 1931; ef. Narpina 19346. Vien 1941, P STEVENSON ClatLat 10564: 52 v, nel 1884 vi osservò una "Metadi ‘una mola coll lettere MS", mentre in occasione di una seconda rcognizione, nel 1891, rilevava come "La vigna ora non presenta nessun rudere matr ‘ume massi di tufo che indicano fabbriche otte, facilmente in reazione colJe fabbriche che si trovano soo e vigne del lato opposto.” ct. TERSENGHI 1910: 299; Lucus 1930: 21 e Lucu 1931: 27 nei quali i fa riferimento ad “un frammento di una lastra i travertino”: SouN 1983: 89 n. 72 7 StaL, Archivio pratiche. Vellei, RelazioneO. Nardini del 22 apri Je 1936; Sea, Archivio pratiche. Velletri. Vari. RelazioneM. L. Veloccia Rinaldi del27 dicembre 1980, a proposito dell'esistenza di “numerose costruzion più o meno recenti ia nell immediate vicinanze che addirittura al Gi sopra dei resti murari antichi”: cfr. CesceNzI 1981: 68. Le distrazioni delle strutture, causate dall'intensificars indiscriminato dell ativià di ediΜαῖα residenziale, obbliga a rifarsi lla documentazione grafica realizzata dai due autor all'inizio del secolo scorso, per comprendere le caratteristi che planimetrichee l'estensione complessiva della villa, Un aiuto in tal seaso viene anche dalla morfologia dei terreni, sui qual restano sporadiche traocedi struttre. Sui resti supestii vd. Gis 2001. "Teo 1644: 57. ne Teou 1644: 97; Boncia 1723: 57; Bavco 1851: 72. P WovcxELMANN 1832: 691 nota 37 ("Una, cl. testa, di Augusto, in. marmo bianco, parimenti con corona civica, fü trovata con alta testa di Annibale, omata di galea, e dell finta barba, e che similmente conservasi nel musco Borgiano a Vell, in uno scavo a un miglio e mezzo dalla deta cità nella contrada di Son Cesale, o San Cesareo . "); CARDINALI 1839: tav tra 168-169, 169; Bavco 1851: 72, 479; BeRaouL 1886: 37 nota 1; CRescENZL 1981: 80; Bowaponna Russo 1982: 368-369; NeunextmR 1988: 247. P Campinas 1839: 168-170, tav, tra 168-169. CL X2, 804322: cf. Caepio 1823: 229 n. 173 ; CIL XV, 1131,4: [APRON] ET PAE COS/[EUTIYCHIS; Sremov 1974-75: 78.

Fig. 349. “Madonna degli Angeli”. (n. 569)

"S. Cesareo”. Strutture murarie

Se ne è proposto, anche recentemente, il riferimento all'impianto di S. Cesareo (nn. 570-588) o ad un edificio collegato ad esso. 570-589. Via m 350-345 s.l.m. “Madonna degli Angeli” - "S. Cesareo"

602

j

VELLETRI, VILLA DI 3 o CESARIO delle ta =

Fig. 350. "Madonna degli Angeli”. "S. Cesareo”. Schizzo R. Lanciani dell'esedra occidentale (n. 589).

co(n)s(ulibus) Pomp(oni?) Vitalis) ex pr(aedisyAnni Veri Quint(anensesc. opus)": [ - - -Ἰ Apron(iano) et Plae}tino) co(n)stulibus) Primi (2); [---]Apro(niano) elt -—- VI - 1 meae| - - "; Q. Pompei Mammeian(iyQ. P(ompei) M(ammeiani)”": [Ap}ron(iano) et [Paetin](o) co(n)s(ulibus)! [Plo{(m}p(oni?) Viiralis) ex priaedis)) (An]ni Vieri

Quinranense sc. opus); [Apr(oniano) et} Pae(tino) co(n)s(ulibus)I{A. G(abini) S(uccessi) S(alarense) sc. opus) d(e)] Riglinis) Iuliani) Fo()"", Paer(ino) et A]pro(niano) co(n)s(ulibus)/lex fis(linis) Claudii) Liviani)) Sul(picianum se. opus)". 573. Materiale sporadico. Dalla ricognizioni nell'area delle strutture nel 1905, provengono i bolli"*: Q. Opti) lust(î) op(us) dolliare) de Licini) Dom(tiae) L(ucillae) Petino et Apronia(no) co(n)s(ulibus", del 1237*; Apron(iano) et Paetino co(n)s(ulibus) Succes(si) d(e) QCuintianensibus) del 1237”; Apron(iano) et Paetin(o) co(n)s(ulibus) Pomplonii) Vit(alis) ex pr(aedis) [M.] Anni Veri. Quini(anense), del 123"; Apr(oniano) et Paet(ino) co(n)s(ulibus) A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) d(e) fliglinis) luliani), del 123"; Claudi) Herodoti) Sulipicianum)", della fine dell'età traianea o dell'inizio di quella adrianea?”; Glab(rione) et Torg(uato) co(n)s(ulibus) a pil(a) Her(culis) Ti. Claudi) Hilari del 124"; Apron(iano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus) Onesimi"*, del 123°. 574. Tomba. Agli inizi del Novecento il Tersenghi riporta la notizia del rinvenimento e della distruzione di una tomba contenente la deposizione e del riutilizzo dei “bolli impressi sui tanti tegoli trovati”. 575. Materiale sporadico. Il Gatti ricorda il rinvenimento nel corso degli scavi del 1910: del fr. di cippodi marmo bianco con iscrizione VoL» 1983: 76 n. 517», al Museo archeologico

di Velletri: ------/[---Jia/[---banal{---]fec(i/------?; delfr. di cippo con iscrizione VoLpE 1983:77n. 55": - - - /{ ---]M[---]/[---]offilio---]/-----~;delle tegole con bolli

di” Q. Oppi Verecundi dolliare) de) L. Dom(itiae) Lucill(ae) Aprontiano) et Petino co(n)s(ulibus)",del 1237".C. Calpetani Hermetis) d(oliare) ex fig(linis) Cae(saris) nostri) Paetino et Aproniano co(n)s(ulibus) del 123”, Ex pr(aedis) Aug(usti) n(ostri) op(us) dolliare) fis(linis) Oce(anis) maioribus) Her(metiani) et Urbici"" dell'età di Marco Aurelio o forse Commodo""; Apr(oniano) et Pae(tino) c(onsulibus)A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) d(e) [fKiglinis) Kuliani) VO del 123,

neCIL, XJ, 8043, 26: APRON ET PAET COS/POMP VIT EX di Grottaferrata: al Sassone, presso Marino, alla villa di Q. Voconio PRIAMNI VERI QUINT, cr. Carpisati 1823: 229 n. 177; CIL XV, Pollione; a Vell, Troncavia, proprietà De Santis. 0 Stay 1974-75: 90, 454042, © Cfr CILXVII, 1230: GLAB ET TORQ COS A PIL. HER TI CL HI"CHL X.2, 8043, 27; CIL XV.1,1992:[- --] APRON ETPI{--- JD LARI con attestazioni al Museo Borgiano di Velletri per l'inegrazione a PRIMI per CaRDINA 1823: 229n. 172. 7" CIL X2, 8043, 29; cf. Caroai 1823: 229 n. 175; CIL XV, pili) Hertculis) vd. Buocn 1947: 72 n. 328; 5τεινοὺ 1974-75: 71, 72. 7 Cfi CIL XV.1, 1339: APRON ET PAET COS ONESIMI; Srenav 2019: (- -] APROEIT ---- VL- --|IMEAEL1974-15: 78,79 nota5. 7"CIL, X2, 8043, 74; cft. CARDINAL 1823: 229 n. 171; CIL XVJ, ‘Bock 1947: 206, 1372: Q. POMPEI MAMMEIAN, Q. P. M.; STEINBY 1974-75: 6-61. ^" TERsENGI 1910: 299. "PCIL X2, 8043, 26; CIL XV, 45ic 42: [APJRON ET P" Gara 1910: 18. IPAETINICOS /{P]O IM] P VIIT EX PRY {ANINI V[EJRI QUINT) »"Garr 1910: 189. "CIL X 8043, 23; ft: CARDINAL! 1823: 220 n. 174: CILXV.1, 49262: = Garm 1910: 190 [APR ET] PAE. COSTA. G. 5.5. D.JE.L FO. Cfi- CIL XV, 273: Q. OPPI VERECUNDI DOL D. L. DOM LU7" CIL X2, 8043, 19; ft: CARDINALI 1823: 229 n. 176; CIL XV,5592. CILL ©"APRON ET PETINO COS. A:IPAET ET AJPR COS/[EX FIG. CL. LIB] SULL. Srey 1974-75: 90, > Srey 1974.75: 53. 7" Pei Wagener 1913: 418 not | 9» Cf. CILXV,, 319: C CALPETANI HERMETI D EX FIG CAEN © Ct; CILXV,1,272: Q OP. IUST. OP DOL DE LIC DOML PETINO PAETINO ET APRONIANO COS con attestazioni nel teritorio di ET. APRONIA COS con attestazioni a Tuscolo (ona alla vill Mut-Bassi e Grottaferrata: Sranay 1974-75: 65; eft. CIL XV.I, 904b nel quale Hermes, io in un luogo non definito) e presso Marino. compare con il proprio nome al genitive "Srey 197475: 53. "Cfi. CIL XV.l, 370: EX. PR AUG. N. OP. DOL. FIG. OCE MA 7"Cfr CIL XV. 447: APRON ET PAE COS SUCCES. D. Q. HER. TE. URBICI con attestazioni ἃ Sassone nei presi di Marino nella vil "Cfr. CIL XV, 454c: APRON ET PAETIN oppure PAET COS τὰ diQ. Voconio Pollione POMP VIT EX PRO ANNI VERI QUINT con attestazioni: forse a Tuscolo: "> Steminv 1974-75: 70. a Velletri, aS. Cesareo, presso a vilacd di Augusto. "Cfr. CIL XV, 493: APR. ET. PAE. C. A. G. 8. 5. D. [1] L Vi Sremov 1974-75: 84 7" Cfi CIL XVI, 494a. 7" Cfi CIL XV.I, 580b: CL. HER. SUL con attestazioni: nel territorio "Ci. CIL XV. 525a con attestazioni presso Marino. 603

100m ] Fig. 351. “Madonna degli Angeli”, "S. Cesareo”. Le strutture superstiti (nn. 582-589) nella pianta degli scavi degli anni Trenta del Novecento.

Sal(arese) ex pr(aedis) Tre(bicia Tertulla)”” dei primi anni di Adriano”; Ex fliglinis) Domit(iae) Dom(itiani) Sulp(icianum scil. opus) Paetin(o) et Apron(iano) co(n)s(ulibus), del 123%, Apr(oniano) et --- - Jr ex figlinis) Cl(audi) Liv(iani) Sul(piciamumy"*, del 1239", Paetin(o) et Apron(iano) co(n)s(ulibus) M. Vinic(i) Pantag(athi) Sulp(icianum), del 123", Apro(niano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus) M. Fab(i) Licymni, del 123°, Pae(tino) et Apron(iano) co(n)s(ulibus) Zosim(us) (M.] Anni Veri, del 123% Op(us) d(oliare)

Doryphori) Domit(iae) P. f. Lucill(ae) Paet(ino) et Apro(niano) co(n)s(ulibus), del 123° oltre a Apr(oniano) et Paet(ino) consulibus) A. G(abini) S(uccessi) S(alarese) d(e) füglinis) Iuliani) HO, del 123°, Apr(oniano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus) ex fig(linis) Cl(audi) Livia[ni] del 123*", A Gelli Kari ex p(raedis) Sab(inis?) R Apr(oniano) et Paet(ino) co(n)s(ulibus) del 123%. 576. Materiale sporadico. Del 1913 ὃ il rinvenimentodi una testa, in marmo bianco, di Afrodite cd. Doidalsas, spez-

9 βτεῖνων 1974-75: 84 9 Cfi CILXV,1, 549a-b: EX F DOMIT DOM SULP PAETIN oppure PAET ET APRON COS con attestazioni: preso i sepolcro sul lato opposto della chiesa di S. Maria de la Stella, nl ratto della via Appia ta Albano e. Ariccia; nei pressi di Marino; a Tuscolo; nel teritori di Grottaferrata; al sepolcro della vila di Q. Voconio Pollione, al Sassone; a Nem; Sremav 1974-75: 90. "Cli CILXVJ, 559b: APRET.... REX FCLLIB SUL. = Sreniny 1974-75: 90, °° Cli CIL XV,1, 563d: PAETIN ET APRON COS M VINIC PANTG SULP con attestazioni ad Albano nelle vicinanze dela porta Romana a sx. della via Appia.

Cf CIL XVI, 801: APRO ET PAE COS M FAB LICYMNI; Sromev 1974-75: 78-79 con datazione ai primi annidi Adriano. "Cli. CIL XV, 806b: PAE ET APRON COS ZOSIM ANNI VERI; Sraav 1974-15: 4445,45 nota 3,79. °C. CIL XV.1, 1083: OP. D DORYPHOR, DOMIT P F LUCULL. PAET. ET. APRO. COS; Srewsy 1974-75: 52. 7 Brocu 1947: 35 n. 131; Ct CIL XV,1, 490-494 con atestazioni in area albans, nel territorio di Lanuvio "n vinea D. Sorbini non longe a illa Amtonina” e a Grottaferrata. °° Ci, CIL XV,1, 932: APR ET PAE Cos EX F CL LIVIAni; τεῖνον 194.75: 89.90, # Cfi Gir 1891 dagli ster ai prati di Castello a Roma: 30b; BLOCH 1947-41 n. 151: Sten 1974-75: 82,85, 104.

604

Fig. 352. "Madonna degli Angeli "S. Cesareo”. Muro in opera reticolata (B) (n. 582).

Fig. 353. “Madonna degli Angeli” del corridoio (C) (n. 583).

zata all'altezza del collo, copia romana datata verso la metà del II secolo d. C., conservata al Museo archeologico di Velletrivo. 577. Materiale sporadico. Nei primi anni del secondo decennio del Novecento Pelzer Wagener, osservò il riutilizzo di alcuni fi di iscrizioni in una delle case coloniche esistenti nell’area. Del 1937 è il recupero c quindi il trasporto al locale Museo da parte del Nardini dei frr. di una iscrizione riutilizzati in uno degli edifici sorti abusivamente nell'area", 578. Lastricato stradale. Il Nardini ricorda che nel 1926, nel corso dei lavori di scasso per l'impianto del vigneto, presso il ninfeo, si scopri, "un piano lastricato con i consueti poligoni di lava basaltina"*", 579. Materiale sporadico. Nelle ricerche del 1930 il Lugli osservò all'interno del ninfeo un mattone quadrato bollato C. VILLIC. REST, più probabilmente C. Villi Cres(centis) [Sulp(icianum)] "* 580. Materiale sporadico. Dagli scavi degli anni 19371938, provengonoi bolli®"*: Q. Oppi lusti, datato tra il 120 e il 129", Apron(iano) et Paetin(o) co(m)s(ulibus)Pomoni?) Vitalis) ex príaedisyAnni Veri Quint(anense)®"; Apron(iano) et Paet(ino) co(n)s(ulibus)/Pomp(oni?) Vit(alis) ex príaedisyAnni Veri Quint(anense)"". Sal(arese) ex

pr(aedis) Tre(bicia Tertulla)" dei primi anni di Adriano" e Apron(iano) et Pae(tino) co(n)s(ulibus)/Apronis, del 1235. 581. Materiale sporadico. Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano un fr. di pavimento a mosaico a tasselli bianchi; un fr. di pavimento a mosaico con tessere bianche e nere; un fr. di cornice fittile; un fr. di antefissa con testa femminile; un fr. di cornice con maschera scenica”* provenienti da S. Cesareo. 582-584. Strutture in opera reticolata e cementizia. 582. Del lungo corridoio che sostruiva il lato settentrionale (A-BC-H), verso estremità orientale, restano la parete di fondo e l'attacco del lato breve orientale di un piccolo ambiente (B) rettangolare in opera reticolata, lungo m 5,25, coperto con volta a crociera. Il muro è conservato per un'altezza max. sull'attuale p.d.c. di m 0,50 circa, con uno spessore di m 0,60 (Fig. 352). Nulla è più visibile, invece, del muro che doveva chiudere l’ambiente e il corridoio sul lato meridionaJe, 583. Immediatamente a ovest dell'ambiente il muro di fondo del corridoio è nuovamente visibile per m 4,90 di lunghezza, prima di essere inglobato in una costruzione moderna. La parte conservata, în muratura con scaglie di selce allettate ordinatamente (Fig. 353), dovrebbe, con ogni probabilità, riferirsi alla fondazione del muro, divenuta a vista, forse, per un livellamento del terreno, in relazione ai cam-

20 Cocca, Crescenzi 19899: 133 n. VI.12, tv. ft XLIX. ss» Praz WAGEN 1913: 417-418; =" Shat, Archivio pratiche, Vellei RelazioneO. Nardini del 21 maggio 1937: " .. Dalla demolizione dello spigolo del fabbricato sono stai recuperati 12 frammenti di un grande blocco di calcare .Lo spessore supera i venti em e sula superficie piana si vedono incise lettere d ella forma del Sec. [o alcune ben conservae, alte gore. Alcune di esse sono alt più di 10 cm. alte sono più piccole. ui Narn 1926: 426, n Lucia 1930: 12. un Cfr CIL XV, 593, con attestazioni in ambito geografico non lona ‘no: a Tuscolo (1 Tosculi rep. in effos. a. 1859 facis in villa q.d. Tiberi, maltis ex; 12 Tusculi loco accuratius non indicato), nell agro tuscolano (13 in agro Cryptoferratensi, 3 ex), nelle vicinanze di Genzano (14 prope Genzanum rep. in loco cui nomen le due Tor inter paietinasturrs olla ‘sae, Sex) e nell'agro lanuvino (15 ager Lanuvinus: in fundo cui nome est Son Lorenzo in effossonibus factis a Lumleyo). 29 Vici 1941: 29 specialmente nota 18.

‘Cf CILXV, 1, 1344: Q. OPPL IUSTI; STRINBY 1974-75: 47, 54. |n Cfr CIL XV,I, 4542: APRON ET PAETIN COS POMP VIT EX PRO ANNI VERI QUINT. Cf CIL XVJ, 454b: APRON ET PAET COS POMP VIT EX PRO ANNI VERIQUINT. # Cf CIL XV. 5250. so Srenay 1974.75: 84 # Cfr CIL XVI, 827: APRON ET PAE COS APRONIS; Steniay 1974-75: 78. n Caescen 1981: 125, 139, 152, 176; CEOCARINI 20012:45 relativa 66 n. 293; CeccasuN 2005; data la quasi corispondenza delle misure attualmente riportate nella planimetria degli scavi, che il lungo muτὸ delimitate il fronte dl coridoo sa rcalcao in questo punto dal muretto moderno che delimita la strada privata d'accesso, mentre più avanti, pro cadendo verso ovest, coincida parzialmentecon la linea delle nuove costru

. Cesareo”. Muro di fondo

605

Fig. 354. “Madonna degli Angeli. "S. Cesareo”, Muro di fondo del corridoio(C) (n. 584).

Fig. 355. "Madonna degli Angeli”. "S. Cesareo”. Muro orientale del vano con esedra (D) (n. 585).

biamenti occorsi nella sistemazione della terrazza inferiore. 584. Altre tracce del muro di fondo del corridoio sono visi Ji, per brevi tratti estemamente, sulla fronte della casa moderma, mentre un altro muro, ortogonale al primo, che doveva delimitare uno degli ambienti della terrazza superiore, è visibile all'interno del vano adibito a garage (Fig. 354). Questo presenta le medesime caratteristiche del precedente, essendo realizzato, fino a m 2,30 circa di altezza in scaglie di selce e nei successivi m 0,70 circa in opera reticolata. Nulla è più visibile dell'esedra che doveva aprirsi circa al centro del lungo fronte (D), interrompendolo. 585. Muri in opera mista. Resta qualche tratto dei muri che delimitavano il vano rettangolare all’interno del quale era ospitata l'esedra D. Appena sporgente dalla parete della casa moderna che lo ha inglobato, si legge, per l'intera lunghezza, di m 3,10 circa per un'altezza max. di m 1,05, il muro che chiudeva il lato orientale del piccolo vano (Fig. 355). Della. cortina in opera mista si conservano i primi cinque filari in laterizio, mentre nella parte superiore, per m 0,70, resta l'impronta dei cubilia, Per un'altezza max. di m 1,90, si conserva anche il muro di fondo settentrionale, che attraverso un passaggio, doveva immettere in una sorta di anticamera da cui si poteva accedere alla retrostante cisterna (E). Il muro è ancora visibile, ai due lati dell'apertura, perm 1,80 e 1,90. 586. Cisterna. L'unico edificio, tra quelli che occupavano la terrazza settentrionale, interamente conservato, è un'ampia cisterna (E), sotterranea, costruita in corrsispondenza dell'area centrale™. A questa, si poteva accedere dal lungo corridoio che sostruiva il lato meridionale, attraverso il passaggio retrostante l’esedra maggiore (D). La costruzione, a pianta rettangolare (m 15,15x12,95), è realizzata in scaglie di selce. Il vano è diviso longitudinalmente in tre navate, larghe m 3,70 circa, comunicanti attraverso cinque aperture, con bassi archi ogivali impostati su quattro pilastri quadrangolari

(m 0,90x0,90 circa). Le volte a botte che coprono le navate sono a sesto piuttosto ribassato, per un'altezza max., dall'attuale p.d.c. di m 2,25; in quella centrale restano tracce del foτὸ di areazione, e forse di approvvigionamento, ormai chiuso. Quasi completamente scomparso il rivestimento in cocciopesto, sostituito in più punti da intonaco moderno. Degli altri edifici che dovevano occupare la terrazza superiore (G-G'-F-F) non resta traccia essendo l'area ormai completamente occupata da nuove abitazioni”. Solo la morfologia del terreno, con un leggero cambio di quota, e l’attuale limite di proprietà, rimandano alla presenza del muro (FFF) che delimitava a nord l'area del complesso residenziale. 587. Muro in opera cementizia. Immediatamente a ovest del vano occupato dall'esedra affiora dall'interro per m 0,50 max., per una lunghezza di m 5,50, il nucleo cementizio, del ‘muro che chiudeva il lato meridionale del corridoio. 588. Muro in opera mista. Persa anche la seconda esedra (D. di dimensioni minori rispetto alla prima, che, poco più avanti, spezzava la linearità del fronte. Questa, identificata come ninfeo, doveva trovarsi ad un livello rialzato rispetto alla terrazza inferiore, come dimostra la presenza di una scalinata, sul fianco occidentale, della quale rimane un breve tratto di muro (m 6,20), relativo al lato settentrionale del corridoio. Il muro che la chiudeva, in opera mista, conservato per un'altezza max. di m 2,10, ha cortina in opera reticolata nei primi m 0,72, mentre della cintura laterizia conserva solo il primo filare, per poi limitarsi al nucleo cementizio (Fig. 356). A partire da questo punto nulla è più visibile del lungo fronte terrazzato, che doveva chiudere, all'angolo nord-occidentale, con una piccola esedra (M')"*, 589. Muro di sostruzione, Poco resta anche del fronte che doveva delimitare il lato occidentale della terrazza inferiore". Originariamente l'esedra (M), sostenuta all'esterno da cinque contrafforti in opera vittata, ospitava cinque nic-

Attualmente è adibito ἃ cantina delle abitazioni che le si sono sovrappose. ^" Alcune di queste si sono impostate sopra alle strutture antiche, mentre è probabile, almeno per gi edifici che occupavano il settore occideotale dell terrazza, che linterro conservi ancora le loro tracce. "E probabile che pate delle strutture siano ancora, purso rase, con-

servate αἱ di sotto dell'intero, considerata anche l'intensa edificazione di questa zona. "Il forte salto di quota e la presenza di parte della grande cscdra, scandita da nicchie, indicano comunque inequivoeabilmente il punto in cui questo si allungava.

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Fig. 356. "Madonna degli Angeli”. "S. Cesareo”. Muro in opera mista (D (n. 588).

Fig. 357. "Madonna degli Angeli”. "S. Cesareo”. Esedra sul lato occidentale: contrafforti (M) (n. 589).

chie, due rettangolari, in opera vit ata come i contrafforti esterni, ed una centrale semicircolare, in opera reticolata Di queste è ancora riconoscibile quella centrale e parte delJe due laterali, mentre restano almeno tre dei contrafforti esterni (Fig. 357) dei quali è conservato per intero solo quello centrale, per un'altezza max. dal p.d.c. esterno di m 2,10 circa. Il contrafforte è costruito a cuneo, per meglio assolvere alla sua funzione e misura m 1,20 di lunghezza e m 1,35 € 0,95 di larghezza, rispettivamente sul fronte esterno e all'attacco con il muro dell'esedra. Lungo uno dei tratti di muro superstite trai pilastri restano tracce dell’intonaco. Nulla è più visibile nella terrazza inferiore delle altre strutture riportate nella planimetria dello scavo (L-O-N-N'2), né del criptoportico (S) che chiudeva il lato meridionale della villa, limite indicato ora solo dalla morfologia del terreno. In particolare per il gruppo di strutture indicate all'anolo sud-occidentale (O-N-N'-Z), è possibile ipotizzare siano state obliterate dalla costruzione modema che ha occupa to questa porzione del terreno", Diversamente per gli edifici che occupavano l'estremità nord-orientale (R-P-Q-U), identificati come complesso termale, cospicue tracce dei quali dovrebbero conservarsi ancora all'interno della casa colonica che insiste proprio in questo settore". Del fronte porticato a pilastri (T), che doveva fronteggiare il limite della terrazza superiore, almeno nel settore nord-orientale, sopravvive solo il ricordo nell'attuale limite di proprietà, lun0 la strada d'accesso”. A sud-est dell'estremità del muro M, è ricordata la presenza di una serie di strutture (O, N). In opera reticolata erano alcuni ambienti, con pavimenti a mosaico, tra i quali, al

centro uno quadrato, con resti di pavimento a mosaico. Su di essi, era poi un edificio a più absidi in blocchetti di tufo e selce, interpretato come battistero®", La villa, presumibilmente raggiunta da un diverticolo (8) della via Appia Vecchia/via di Rioli (D, doveva occupare due terrazze, per un'estensione complessiva valutabi le intorno ad almeno 40.000 mq.: una superiore più stretta, nella zona settentrionale, ormai completamente occupata da abitazioni, e nella quale era situato il complesso abitativo vero e proprio, l’altra, sottostante, più ampia destinata a giardino o viridario, probabilmente circondata da portici e abbellita da fontane e ninfei e, forse, verso il margine sudorientale, da un edificio termale. Particolare cura sembra essere stata destinata al lungo fronte settentrionale che sostruiva la terrazza superiore e, affacciandosi su quella inferiore, fungeva anche da quinta scenografica. La villa fu oggetto di diversi interventi, in una arco di vita testimoniato dalle diverse tecniche costruttive osservate in fase di scavo © ormai solo parzialmente rilevabili, che va dal I secolo aC. al Vd.C.

Al Ny Carisberg di Copenaghen si trova una testa di sovrano ellenistico, copia di età tardo repubblicana o augustea, di provenienza veliterna, per la quale si è ipotizzata l'identificazione con l'Annibale da S. Cesareo ricordato dal Cardinali? (n. 571).

II proprietario ha assicurato che al momento della costruzione del ‘nuovoedificio nonha rinvenuto alcuna struttura antica e che nullaè ora vibile né nel suo giardino né nelle su cantine. 2" Per quest, purtroppo, l'assoluto diniego da parte del proprietario, ha impedito che ne potessi osservare l'effettivo stato di conservazione. La larghezza della strada privata con cul ora si accede al complesso corrisponde all'incirca allo spazio che originariamente separava ἢ corridoio, che sostruiva la terrazza superiore, dal portico, con pilastri ornati da semicolonne in opera mista rinvenuti in questo settore, che doveva, forse, circondare l'arca del giardino.

" Lucii 1930: 18-21, 25-28; Vice 1941: 27-28, 31 fig. 12, 32-33; Giornani 1989: 150; Ristow 1998:205 . 876; Fioccni Nicot 1999: 475 nota 80; Fioccst Nicou, Getic 2001: 352-455; Froccan Nicotr 2001: 149-150. " Povrstx 1951, 316 n. 46 "Acquiredvia Munich in 1902 and said to have from Vellewi"; POULSEN 1954: 4849 n. 20 e tav. XVI ft; Crescenzi 1981: 80; NEUDECKER 1988: 247; JORANSEN 1992: 64 n. 23 che ne propone I'identificazione con Alessandro il Grande; contra CRESSEDI 1953, 105 e CkesceNzi 1981: 80, che lo ritengono "originale greco proveniente dall'Asia Minore”

590*. MATERIALE SPORADICO “5. Cesareo” (2)

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591*. MATERIALE SPORADICO “S. Cesareo” (7)

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di elemento architettonico fitile con fiore di loto tra palmette forse proveniente da S. Cesareo. 592*. MATERIALE SPORADICO “Madonna degli Angeli” ‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura una maschera in marmo rappresentante una faccia di donna con gote rigonfie proveniente da Madonna degli Angeli™. 593. BASOLI E AREA DI FRR. FITTILI m 307 s.l.m. Via Madonna degli Angeli

Ai margini di un vigneto che costeggia illato occidentale di via Madonna degli Angeli, all'altezza del punto in cui questa curva decisamente verso ovest per salire fino al sito di S. Cesareo (nn. 570-589), sono accatast sei basol n selce di medie dimensioni. Un alto, di dimensioni maggiori, ὃ appoggiato nel giardino dell'abitazione sul lato opposto della srada**, Nel vigneto i vecchio impianto, che occupa il terrenoin piano affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di mq 1.900 circa, piccoli fr. αἱ impasto riferibili a materiale edilizio di cà arcaica, rarissimi a impasto chiaro-sabbioso e a impasto chiaro e rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana e a impasto chiaro di età romana, oltre a rare tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fi. di ceramica a impasto, ceramica comune e anfore. È probabile che i basoli debbano riferirsi ad un diverticolo che dalla viaαἱ Rioli (1) saliva verso nord, fino a raggiungere la villa di S. Cesareo (nn. 570-581) (8). Laffioramento sembra attestare una frequentazione in età arcaica, e in età romana, forse medio imperiale, presumibilmente in relazione alla presenza di un’area sepolcrale.

Anfore 3 fir. di parete di produzione spagnola. — 1 fi di parete di produzione africana. 594. Via m 338 slm. Colli Rioli - Via Colle Ottone Alto

A sud della SS. 7 via Appia Nuova, compreso tra la via Appia Vecchia a ovest e il fosso di Paganica a est, verso il quale si affaccia terrazzato da ripida scarpata, che lo chiude anche sul lato meridionale, è ancora riconoscibile la morfologia dell’ampio pianoro sul quale, in prossimità del margi ne sud-orientale, Lanciani segnala l’esistenza di una vil las 595. MATERIALE SPORADICO m 340 s.l.m. Colle Ottone alto - SP. 95/a Via Appia Vecchia

Nel giardino di un'abitazione sul lato sud-orientale della SP. 95/a via Appia Vecchia si conservano: un rocchio di coJonnain peperino, con superficie scabrosa, relativo a sommo 0 imoscapo (alt. m 0,52; diam. m 0,38), con alto collarino (cm 5,5 circa) e incasso superiore centrale, quadrangolare, per grappa; un fr. di blocco di travertino molto consunto e fratturato (m 0,58 max. x0,45x0,40)"". È ipotizzabile che provenganodal terreno vignato lungo via Colle Ottone a Colle Ottone Basso, appartenente ai medesimi. proprietari, nel quale è presente un’area di fr" (n. 1029). 596. MATERIALE SPORADICO m 347 s.l.m. Via Colle dei Marmi

Comune da fuoco — 8 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Sul lato occidentale di via Colle dei Marmi una traversa raggiunge un pianoro affacciato verso sud e occupato per Ja maggior parte, almeno nella zona più alta, da civili abitazioni. Quasi al termine della strada, dove il terreno inizia ad abbassarsi molto moderatamente verso sud, resta un vecchio edificio abbandonato il quale riutilizza, almeno”, quattro blocchi squadrati in peperino in corrispondenza degli angoli, oltre a due grossi basoli in selce, un orlo di dolio ‘a impasto chiaro, frr. di dolio a impasto rosso e tegole a impasto chiaro. Nel giardino della casa adiacente al vecchio edificio si vedono almeno sette blocchi parallelepipedi in

= Chescenzt 1981: 173; CsccarnI 20012: 61 n.230 con indicazione di provenienza “incerto”. 5: Crescenzi 1981: 149, 174; CsccaRint 2001a: 55 n. 129; CeocaRINt 2005: 243, specialmente nota 18, 51) primo gruppo εἰ trova all'interno della proprietà αἱ civico n.134, l'alto nell'abitazione al civicon. 51. Entrambe appartengonoad un unico proprietario il quale ricorda che i basoli furono rinvenuti negli anni Sessanta del Novecento, durante Io scasso per i vigneto su lato orientale della strada. Basa, Roma XI, 65. 8; LuoLI 1962: 6. L'area, che gode di un ampio affacio, immediatamente sotostant il colle sul qual si rova la vila di S. Cesareo (nn. 570-589), è quasi completamente occupata da edilizia privata residenziale, che ne impedisce la ricognizione In particolare nel settore in-

teressato dalla presenza della villa insistono doe proprietà private, corr spondenti civici nn. 6872 e risullate non accessibili, una delle quali di re cente edificazione. πο L'abitazione corrisponde al civico n. 51. 2 A detta del proprietari i diversi materiali, sarebbero stat rinvenuti intorno agli anni Sessanta del Novecento nella proprietà di Colle Ottone, dove si trova un piccolo edificio rustico per il rimessaggio degli atrezzi agricoli, e trasportati in quella dove si trova la sua abitazione dove ancora rimangono. L'affermazione sembrerebbe confermata dal fatto che, nel δες. reno vignato circostante abitazione, non ho notato l’esistenza di alcun materiale antico. ‘ Su] lato occidentale si è addossata all'edificio una costruzione moderma

Impasto grezzo —4 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 5 frr di parete pertinenti a forme non id,

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peperino*^. È presumibile che i basoli si riferiscano ad un

diverticolo (i2) che salendo verso nord dalla via di Rioli (1) raggiungeva l'area. 1 materiali potrebbero indiziare, anche sulla base delle propizie caratteristiche morfologiche dell'area, la presenza di almeno un edificio, forse a carattere rustico, nonostante impossibilità di perlustrare gran parte dei terreni a monte e ampi settori circostanti il rinvenimento precludano la pos bilità di definirne con certezza ubicazionee limiti 597. CISTERNA m 353 s.l.m. “Colli delli Marmi”

Nel cabreo di Velletri del Nolli del 1763, in corrispondenza di una proprietà ubicabile sul lato occidentale di via colle dei Marmi, poco a ovest dei materiali n. 596, ὃ riportata l'esistenzadi una "Conserva d'acqua antica". È possibile, anche in considerazione della sua posizione, che la struttura possa essere messa in relazione con i materiali n. 596. 598. STRUTTURE IN OPERA QUADRATA, PAVIMENTO IN OPERA SPICATA E BASOLO m 334 s.l.m. “Colle Lucci” - Via Colle dei Marmi

Negli anni Trenta del Novecento, l'esecuzione di alcuni scassi per l'impianto del vigneto, portarono alla scoperta di resti di strutture nella contrada denominata Colle Lucci", compresa tra il fosso Minella a est e il fosso delle Tre Armi ad ovest?*. Nella circostanza, oltre a parte di un pavimento in opera spicata™, sull’ampio pianoro superiore, anche ora occupato da un vigneto*", si rinvennero due muri di sostruzione in opera quadrata: uno a delimitare superiormente la terrazza lungo il lato orientale, visibile per un'altezza max. di m2 circa, un secondo, dal quale se ne dipartivano degli altri, ortogonali, alla base della terrazza lungo il lato meridionale, per una lunghezza di circa m 30°, "Non mi è stat possibile accedere alla proprietà e quindi prendere visio πε ἀεὶ est. Albani el luogo assicurano che ell ristrutturazione di un vecchio casale su ato settentrionale dell traversa, αἱ civicon. 57 immediatamenteso[κα al vecchio edifici, sono stai rinvenuti “rossi muri in opera cemeatiia” L'attuale proprietario non mi ha permesso di verificr l'informazione. 5" Ash, Disegni e Piante, cll. I cart 125,n. 20, num. 20; BCV, G.B. Noli, Cabreo di Velleitav. I I, h o SulF 150 ILSO dell'IGM in scala 125000 nell levata del 1936la Tocalité non è indicata con alcun toponimoe si allunga parallela alla zona denominata Colle dei Marmi, mentre in quella precedente, del 1877, è denominata "Calle Catalano”. Attualmente l’area è compresa nella contrada di Colle dei Marmi, delimitata ἃ ovest e nord-ovest da via Colle dei Marmi ‘ead est da via Ponte Minello. Un iferimento a questa denominazione è presente nella carta di G. Astol del 1785 circa, nella quale si accenna anche al'esitnza di strutture antiche nell'area (BAV,st. geogr. S. 35, riprodotto in Βαυταῦ 1972: tav. 203 "Casino Lucci con rovine”) "^ NARDINI 1933: delimita la contrada indicando che essa è come Ottone; cfr. CRESSED! 1953: 84: STRINI, presa tra i colli Cascone Ciccorm, ManganELLO 2001: 100-101, scheda B 16, con errata ubicazione del sito ^ Secondo il Nardini, al di sotto del pavimento in opera spicata se ne sarebbe trovato uno più anco in coeciopesto

Resti di queste sostruzioni sono ancora visibili, per un breve tratto, alla base della terrazza meridionale. Qui si conserva, a m 23,70 circa dall'angolo sud-orientale della terraza, un muro in opera quadrata, con blocchi parallelepipedi peperino lunghi m 1,12 e 0,92, alti m 0,42 e larghi m 0,35, per una lunghezza max. di m 3,30 e un'altezza di m 1,05, pari atre. filari?^ (Fig. 358). Nulla sembra conservarsi invece della sostruzione che conteneva il fianco orientale della terrazza, affacciato sul fosso Minella*^. Un basolo resta accanto ad un piccolo edificio moderno che occupa l'area immediatamente. a ridosso dell'angolo sud-orientale della terrazza, nel terreno ad olivi che scende con moderata pendenza fino ad una ripida scarpata con cui si affaccia sulla sottostante via Ponte Minello. È ipotizzabile l'esistenza di un impianto rustico-reside ziale esteso su almeno 59.500 mq., che sulla base della tecnica costruttiva utilizzata sembra possibile riferire, almeno reJativamente ad una delle fasi, alla media età repubblicana, raggiunto da un diverticolo (13) che saliva dal lato settentrionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (D, all'altezza. del Ponte Minella, al quale debbono riferirsi i basoli. 599. Basou m 322 s.m. “Colle Lucci” - Via Ponte Minello

Davanti ad un vecchio edificio rustico sul lato occidentale di via Ponte Minello?" sono accatastati sette basoli in selce di medie dimensioni (Fig. 359). Altri due si vedono riutilizzati nella muratura della parete orientale dell’edificio e almeno sei, di cui quattro di piccole dimensioni, sono visibili, sempre all'altezza dello stesso edificio, parzialmente coperti dall'asfalto, al margine della sede stradale attuale di via Ponte Minello, che dalla SP. 95/ via Appia Vecchia sale verso il colle proprio all'altezza del fosso Minella. 1 basoli devono con ogni probabilità riferirsi al divertico10 (13) che saliva dal lato settentrionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (D, all'altezza del Ponte Minella fino all'impianto n. 598°. La proprieà, corrispondente al n. 53 di via Colle dei Marmi, si estende su un'area di circa otto ettari, occupando gran parte dellampio pianoro che si allunga verso sud-est affacciandosi sul fosso Minella. La villa doveva occupare l'ampio pianoro superiore, terrazzato sui lati sud e ested ora occupatoda un vigneto. Nella zona più eminente, quasi al margine settentrionale del pianoro, sorge oggi l’edificio padronale. Non mi è stato concesso permesso di perlustrarené il terreno né l'area circostante l'abitazione. 7 Nello scasso NARDIN 1933: 193, ricorda ἢ rinvenimento di “un pez20 di conduttura di piombo ., un antefissa di terracotta esibente la solita palmetta sorgente da una foglia di canto con due delfini αἱ lat, qualche frammento i vaso di rozzo impasto”. "In questo punto l'altezza della scarpata di terrè di m 2,80 circa. La sostruzone antica sembra sostituia, sia verso ovest che verso est, da un muro a pezzame di selce. ‘8 Su questo Tato i salto di quota che separa la terrazza superiore da quella inferiore diminuisce progressivamente verso nord fino ad azzerars, 2 L'abitazione corrisponde al civico n. 49, Tracce del basolato, diretto verso nord, sono state rinvenuteall'intemo di una proprietà, m 300 circa a sud, in occasione di lavori. La strada besolata, visible perm 5 circa di lunghezza, era larga rale crepidini m 3 609

Fig. 358. “Colle Lucci”. Via Colle dei Marmi. Muro di sostruzione (n. 598),

Fig. 359. “Colle Lucci” - Via Ponte Minello, Basoli (n. 599).

600. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA E PAVIMENTI A MOSAICO m344 sm. "Colle dei Marmi"

602. Strutture in opera quadrata e reticolata. Sul lato

occidentale di via Colle dei Marmi, quasi al margine di un pianoro esposto a sud, prima che la dorsale collinare attraversata dalla strada ricominci a scende verso la SP. 95/a via Appia Vecchia si conserva il vecchio casale Risi", Nulla sembra rimanere in vista delle strutture rinvenute nel 1888 in occasione di alcuni scavi abusivi eseguiti dal colono del fondo, D. Allegri. Oltrea diversi in materiali di vario tipo, si scopri e venne distrutta, a circa 40 m a nord del vecchio casale e a qualche metro di profondità, una struttura in opera quadrata con i blocchi legati da grappe e perni®**. Dal sopralluogo effettuato si notò la presenza anche di muri in opera reticolata, conservati per altezze differenti, nel terreno intorno al vecchio casolare ed inoltre come lo stesso vi fosse stato fondato inglobando anche un ambiente voltato. 603. Strutture in opera reticolata e materiali sporadici. Nella stessa area, nel 1921, alcuni scavi occasionali rilevarono oltre ad alcune strutture in opera reticolata, due fistulae. acquarie: un fr. con bollo SoLIN 1983: 52 n. 15, A. Brutt(i) Asclepiani [Ti.] Claudi) Eutrlopi]""; wn fr. con bollo SouN 1983:52 n. 16, Leliorum*. 1 materiali e, soprattutto, le strutture rinvenute in passato sembrerebbero indiziare la presenza nell'area di una villa, che? presumibilmente riferibile, sulla base delle differenti tecniche costruttive note, almeno relativamente ad alcune fasi, ad un arco cronologico compreso tra l'età medio repubblicana e la prima età imperiale, forse raggiunta da un diverticolo (12) della via Appia Vecchia/via di Rioli a

7" Bay, CVatLat. 9024: 219r; Bav, BorgLar, 824: 57v, anche a proposito di altre strutture esistenti nella contrada prima del 1782. ‘Boy.G. B. Noll, Cabreo di Velletri,tav. XI dove, in corrispondenza del limite oriental, ono indicate le proprietà Colonnesi e Prosper. 2 Bav, BorgLar. 824: 50v. Bey, G. B. Noli, Cabreo di Velletri, tav. XI dove, in corispondenza del limite oriental, sono indicate le proprietà Colonne e Prosper si ‘IL casale è distinto dal civico n. 96. La proprietà risulta inaccessibile e in abbandono. Un abitante ἀεὶ luogo ricorda "doe grosse colonne antiche n marmo”, al ingresso del casale e ora scomparse pù altri pezzi di minore entità murati in facciata e probabilmente, alcuni dolia, Tutto il materiale risulta trafugato. L'arca circostante non è ricognbile in quanto n gran par te incolta o edificata. Resta ancora la casa colonica in cu si scoprirono i

muri antichi, purtroppo come i est della proprietà, al momento, non accessibile. 7" ACS, Direz. Gen. AABBAA, II vers, 1 serie, b. 258, fasc. 478, Relazioni del 27 giugno e del 13 agosto 1888 con resoconto anche dei ma terial un "torso i stata accfla e riva degli arti di marmo greco, di proporzioni minori del ero; due grappe di ferro; un cuneo in ferro; un pezzettinodi pavimento a musaico atasselli di ordinario lavoro; due piccoli frantum d'un vas figulino .. due pezzi di lapide in marmo ... dove vedasi scolpita qualche lettera"; cfr CEGcARIN 2001: 17,20 2 Cescenzi 1981: 143, 171; AE 1984: 45 n. 158; Ceccanint 2001 35: CsccaRia 20018: 120n. 1074; BRUUN 2003: 491 not 17. #* Cescenza 1981: 143, 171; AE 1984: 45 n. 159; Ceccanint 20010: 120 n. 1075; Βκυυν 2003: 491 nota 17.

II Venuti ricorda, nel 1740, l'esistenza di resti di strutture in opera reticolata con pavimenti a mosaico nel terreno gnato di prop. Colonnesi, a Colle dei Marmi", localizzabile presumibilmente nell’area compresa tra l'estremità settentrionale di via ponte Minello e quella meridionale di una traversa di via Colle dei Marmi". È possibile che le strutture unitamente a quelle n. 601, possano riferirsi all'impianto n. 598. 601. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA m 344 s.l.m. “Colle dei Marmi”

Negli ultimi decenni del Settecento è segnalata l'esistenza: di resti di strutture in opera reticolata nella proprietà Prosperi a Colle dei Marmi", localizzabile presumibilmente nell’area compresa tra l'estremità settentrionale di via ponte Minello e quella meridionale di una traversa di via Colle dei Marmi®*. È possibile che le strutture unitamente a quelle n. 600 possano riferirsi all'impianto n. 598. 602-603. VILLA m 327 s.l.m. “Casale Risi” - Via Colle dei Marmi

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604. AREA DI FRR. FrrriL m 329 s.l.m. Colli de’ Marmi - Via della Faiola.

Alla base di un piccolo vigneto che costeggia il lato orientale di via della Faiola, affacciato con leggero pendio sul fosso delle Tre Armi, si nota la presenza di materiale antico di superficie. In un piccolo appezzamento incolto, alla base della terrazza, dove il terreno diviene quasi pianeggiante prima di precipitare con alta e ripida scarpata verso il fosso sottostante, affiorano in alta concentrazione, su una superficie di mq. 700 circa, soprattutto frr. minuti di materialeda costruzione, riferibile in gran parte a tegole a impasto chiaro e rosso di età romana, e frr. di ridotte dimensioni di africana da cucina, comune da mensa e da fuoco e anforet.

Fig. 360. «La Pilara». Vasche (n. 605).

È ipotizzabile che l'affioramento possa riferirsi ad un

edificio rustico, in uso presumibilmente trail e la fine del Il secolo d. C.

605. Cava E vascHe m 315 s.l.m. «La Pilara»

Africana da cucina

Anfore = 1 fi di parete di produzione tirrenica. —3 fir di parete di produzioni non idd.

All'estremità nord-orientale de La Pilara, sul lato meridionale della SS. 7 via Appia Nuova, all'altezza del km. 34,500, si allunga uno stretto affioramento del banco naturale che crea un pianoro digradante verso sud, compreso tra il fosso della Pilara, che scorre alla base delle ripide pendici che caratterizzano il versante orientale, e un ramo secondario dello stesso fosso, che separa questa altura da quella maggiore di Villa Magna” (nn. 499-501). Il pianoro, che scende verso sud, fino alla confluenza dei due fossi con pendenza progressivamente maggiore, è caratterizzato da frequenti affioramenti, più o meno consistenti, del banco naturale. Molti di questi affioramenti appaiono scavati e modellati per la raccolta e îl convogliamento delle acque lungo le pendici in particolare quelle orientali e meridionali®®, Scendendo da nord verso sud, dove il pendio inizia a divenire più sensibile, proprio a ridosso del ciglio orientale dell’altura, si conserva un primo sistema di vasche comunicanti, scavate su due livelli che finiscono per riversare le acque in eccesso lungo le pendici orientali**” (Fig. 360). La vasca più alta, irregolarmente quadrangolare (m 2,2052, 16x0,50max. dall'interro) appare rifornita sia dall’acqua piovana che da una seriedi piccolissimi canali incisi nel banco alle spalle che fanno defluire l'acqua al suo interno™. Questa riversa l'acqua nella vasca sottostante (m 1,88x0,68x0,90) attraverso un foro posto quasi al centro del-

10» L'arca, a causa del terreno incolt, presenta scars visibilità. # Atlante I: 212, tav. CIV,3. Cft. AGUAROD OTAL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46,47 nn. 1-3, 305-307, la quale distingue il tipo in più varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. ‘Atlante I: 212-213, tv. CIV, I 4i AGUAROD OrAL 1991: 245-246 fig. 45 nn. 1-2, 305, la qual distingue tipo in più varianti. Pavoni 2000: 81. ‘© Por. 1970: 179 dal settore IV strato A4. a OstiaI: 101, 260-261, av. XXVIII; Cs 1978 [1987]: 131 fig. 132 dallo stato TV; Pout. 1978 [1987]: 403 fig. 407 dallo strato I 29 Entrambi i fianchi dell'altura sono affacciati su ripide pareti alla

base delle quali αἱ allarga una fascia in piano che costeggia i corsi d'ac-. ‘° rece di lavorazione del bancoi leggono anche sula pare pia ta del pianoro, dove in alcun affioramenti sembrano scavati piccoli canal di scolo, mentre vei e propri sistemi di raccolta, con vasche, conveglismento e deflusso sono realizzati nella parte meridionale del pianoro, dove inizia ascendere con maggiore pendenza. © Questo primo sistemadi vasche è anche l'unico che non raccoglie le acque per deflusso probabilmente proprio perché posto nella zona più alta e con pendenza meno accentuata. ‘è Lateralmente a quest, appena percettibile nell'intero, sembra rile» vabile una seconda vasca all sesso livello.

— 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n. 1, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del II sec. de. — 1 fi dirlo di piatto[coperchio ingrossato allestremitàc indistinto alla parete tipo Ostia II, 302°, attestato dall'inizio del I alla seconda metà del If cc. d. C. ‘Comune da mensa e da dispensa

= f di bottiglia dall'oro estroflesso ed arrotondato tipo Ostia XIII fig. 19, 7°, è attestato dall'inizio dell'età imperiale. — Lf. di ansa a nastro pertinente aforma non id. — 2fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — | fr. di coperchio dall’orlo indistinto tipo Pohl 1970, fig. 87, 262, attestato in contesti di età traianea. — | fr. di coperchio dall'orlo a tesa rialzata tipo Ostia II, 516 = Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287%, attestato a partire dall'età domizianea e in età traianeo-adrianea. — 6 fr. di parete pertinenti a forme non ida.

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con il lato orientale tondeggiante, condizionato dalla morfologia dell’affioramento. Poco a sud di questa, sempre lungo il versante orientale del pianoro, ormai in discreta pendenza, restano, in stato di conservazione abbastanza precario, due vasche, articolate su due livelli, ricavate in un affioramento meno consistente. Entrambe presentano il lato occidentale quasi completamente mancante, Quella più alta (m 2,12x2,25x0,85max. dall'intero), che sembra raccogliere acqua anche per deflusso dal terreno, si riversa in quella inferiore (m 1,02x1,05x0,60max. dall'interro) attraverso un foro nella parete meridionale (Fig. 362). Più complessi e ricavati su affioramenti più vasti, i due sistemi di raccolta che si conservano all'estremità meridionale delle pendici, lungo entrambi i versanti. Quello a ridosso del ciglio occidentale è scavato su una lingua di peperino affiorante per una lunghezza di almeno quindici metri (Fig. 363). Nella parte più alta dell'affioramento si riconoscono due vasche affiancate, quasi completamente interrate (m 1,70x0,85 quella occidentale, m 1,60x1,20 quella orientale), che fanno defluire l'ac-

Fig. 361. «La Pilara». Vasche: pianta e sezione (n. 605).

la parete orientale (Fig. 361). Dalla seconda vasca, sempre attraverso un foro posto al centro della parete orientale, l'acqua scivola lungo il banco ancora affiorante fin quasi alla base delle pendici. Ad un livello intermedio, sul lato settentrionale, il banco appare appositamente tagliato a scivolo per Ja raccolta del "troppo pieno” che doveva confluire in una vasca più grande (m 2,70x0,85), posta immediatamente più în basso e ricavata all'estremità dell'affioramento, con orientamento ortogonale rispetto alle due principali", Diversi metri a sud di queste, ancora in prossimità del ciglio orientale del pianoro, un affioramento presenta un sistema di vasche parallele articolate su due livelli. La prima vasca (m 2,02x2,12x0,40max. dall'interro) immette acqua in quella inferiore (m 1,95x0,60x0,5Smax. dall'interro) attraverso un incasso ricavato quasi al centro del lato orientale. Esternamente, ai lati dello scolo dell'acqua, sulla parete sono ricavati due piccoli incassi circolari paralleli®", Adiacente al lato meridionale della prima vasca, più alta, ve ne è una seconda (m 1,78x2,10x0,32max. dall'interro) che riversa ugualmente l’acqua in una vasca sottostante attraverso un incasso ricavato sul lato orientale. La vasca inferiore è caratterizzata da un profilo irregolare (m 1,40x1,80x0,40),

Fig. 363. «La Pilara». Vasche(n. 605)

P" Di questa vasca manca il lato lungo settentrionale, la cui chiusura era forse affidata ad una paratia n legno essendo stata scavata sul fianco dell’affioramento. Questa soluzione sembra suggerita dalla presenza, sul fondo della vasca di raccolta del “troppo pieno" imme-

diatamente superiore, di un sottile incasso che corre su tua la Tunghezza. 7* È probabile che questi siano da ceris δά un eventuale sistema di chiusura del passaggio dell'acqua per conservarla nell vasca più alta.

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qua raccolta in un canale stretto e poco profondo, il quale scende fino alle vasche maggiori poste quasi al termine delVaffioramento. A metà circa della distanza è appena leggibile una piccoJa vasca (m 0,50x0,60), posta quasi sul ciglio della lingua di peperino, comunicante con il canale. Nella parte terminale. dell'affioramento stato ricavato un sistema di vasche articolato su tre livelli principali. Su quello più alto è riconoscibile una vasca, completamente interrata (m 2,10x2,30) che raccoglieva le acque anche per deflusso dal pendio retrostante, per riversarle in una seconda vasca (m 2x1,35x0,40 max.) posta al livello inferiore, attraverso un incasso quasi al centro del lato meridionale. Ad un livello intermedio ὃ scavata una piccola vasca laterale (m 1x0,90x0,25), adibita probabilmente alla raccolta del "troppo pieno”. Da qui l’acqua defluiva lungo la superficie del banco în un profondo canale trasversale da cui si dipartono altri due canali, ortogonali al primo, che scendono verso sud portando l’acqua fin quasi alla base dell'affioramento dove è raccolta in due piccole vasche ora appena riconoscibili. Alla quota di partenza dei canali, sul fianco orientale del banco è scavata una vasca, ortogonale alle altre (m 2,40x0,90 max.x0,93) in cui confluiva l’acqua in eccesso dalla vasca posta al secondo livello attraverso un incasso con canale. Sul versante opposto si riconosce una vasca (m 1,70x1,45x0,40 max.) aperta sul lato settentrionale da dove raccoglieva le acque provenienti dal pendio soprastante, per riversare in quella sottostante attra‘verso un incasso ricavato sul lato meridionale. Da questa, iregolarmente rettangolare (m 1,55x0,82/1,08x0,60max.) e con il lato orientale ora quasi completamente crollato, l'acqua scivolava lungo il banco fino alla base, raccolta in un canale di deflusso*". Immediatamente al di sotto di questo ultimo affioramento, il fronte che terrazza il pianoro sul lato orientale conserva tracce di lavorazione di cava”. Il fronte di estrazione è riconoscibile per una lunghezza max. di m 14, da sud verso nord, con un'altezza progressivamente maggiore: da m 1 circa all'estremità meridionale fino a m 4,35 circa. All'estremità settentrionale la parete diviene più regolare: tracce di lavorazione si leggono sporadicamente per altri m 6 circa di lunghezza prima di perdersi completamente”. Per quanto riguarda le vasche può rilevarsi come si tratti di una tipologia frequentemente segnalata soprattutto în Etruria e nella contigua regione a sud del Tevere per la quale

“si propongono varie destinazioni, con datazioni che oscillano tra l'età antica e quella medievale", È ipotizzabile, considerando le analogie riscontrabili ad esempio con quelle di Tuscania^" e di Norchia**, dalle quali in ogni caso si differenzia per una sua maggiore articolazione planimetrica, che si tratti di un sistema di raccolta c decantazione delle acque, forse anche in relazione con la sottostante cava.

7" Forse anche in questo caso l'acqua che scendeva dal canale doveva essere contenuta in una vasca dell quale però non sembra conservarsi rac27 Sul fronte di lapillo vulcanico, ricco di inclusioni di medie e piccole dimensioni di sele, si leggono ancora in alcuni punti tracce di lavorazione con tacche per l'estrazione. Più avanti la parete è in gran perte coperta da intero quindi non ben leggibile, Sembra comunque acquistare un andamento irregolare poco compatibile con un fronte di cava. La ricognizione sia del pianoro che delle f sce che si allunganoi fanchi, lungo i due corsi d'acqua, on ha risconti "o presenza di alcun tipo di materiale antico. "e Accanto a quello proposto sono not impianti riferiti alla spremitura dell'uva (ad esempio, nel territorio di Lugnano in Teverina per cui vd. Gasrenovi 2003: 130-131 nn, 25-26, 155-158 nn. 45-46; relativamente al e delle oliper l'ambito basso medievale vd. CoRTONES! 988: 90-91) Lazio ve ma anchealla macerazioneeal pestaggio di specie arboree finalizzate

l'estrazione del tannino (cd. “pestarole”) ad esempio ad Ariccia (Litt 2002: 117,338, 339 fig.382, 341 n. 77,345n.81) ma anche in contesti meo prossimi (Ciusucr 1989 relativamente a esemplari riconosciuti sulle pendici del Monte Civitella, tra Arezzo e Ci i Castello) forse, nel caso di vasche singole, all'abbeverata degli animali (PermoSELLI 1974: 67 nota 67 relativamente al viterbese) 0» Quitict Giai 1970: 122 n.270 riguardo le due vaschette a scivolo a ica 400 m dal a confluenza di due fossi a valle di Castel Broco. = GIULIANI 1966: 10 figg. 11-12, 11 a proposito di un sistema di va schett, in elazione alla via Clodia, in prossimità della ort all'angolo nororientale dell acropoli di Norcia, 77 A partie da questo ponto il fosso di S. Martinella prosegue lungo i versante occidentale dell altura. Attualmente, il corso d'acqua, i cui contruto idrico appare modesto anche durante la stagione invernale, scorre incasato tra sponde sempre più profonde e ripide man mano che s risale. Su tutta altra, come ai tempi del Lanciani esiste una fita macchia boschiva.

606. BasoLi m 358 sLm. «La Pilar»

Poco a sud dell'area in cui si conservanoi resti della vilJa (on. 499-501), nel terreno a vigna e frutteto che dal lato orientale del sentiero che dal Castello di S. Gennaro risale la collina della Pilara scende verso il fosso delia Pilara, a m 50 circa dal ciglio stradale, restano tre basoli in selce di medie dimensioni. Sono riferibili ad un diverticolo che dall’Appia antica, all'altezza del Castello di S. Gennaro, saliva verso nord fino a raggiungere il sito nn. 499-501 607. BASOLI m 643 s.m. «La Pilara»

Lungo il ciglio orientale del sentiero che all'altezza del Castello di S. Gennaro si stacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, sulla sommità della colina, sono accatastati alcuni basoli in selce, riferibili al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica (G), all'altezza. del Castello di S. Gennaro, raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10). 608-610. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO m 327-324 sm. "S. Martinella"

Acirca 400 m a nord del castello di S. Gennaro (n. 815), si raggiungono le pendici di un'altura di forma allungata, lambita sul versante occidentale dal fosso di S. Martinella e su quello opposto dal fosso di S. Gennaro”. Sulle due pic-

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denza dell’angolo occidentale, che è presumibilmente crollato. È costituito da una doppia fila di blocchi, per una larghezza pari a m 0,75 circa, dei quali affiora in altezza un solo filare, fatta eccezione per l'angolo orientale, dove invece ne rimangono due (Fig. 365). Pochissimo sembra conservarsi dei lati est e ovest: di quello orientale alcuni blocchi în prossimità dell'angolo con il lato settentrionale; del lato opposto, il blocco all’angolo sud-occidentale. Si rinvengono frr. di marmo, una soglia in peperino (m 0,58x0,45x0,15, con foro per cardine) e qualcuno di laterizio. Numero: blocchi squadrati, tra cui uno angolare a zanca (m 0,74x0,42x0,36), che si vedono lungo la pendice occidentale, verso il fosso, e soprattutto in basso, nella striscia di terreno, in leggero declivio, che si trova tra la base dell'altura e la sponda del fosso. Invece sembra non esservi alcuna traccia delle “lastre di marmo” e della “colonna scanalata di peperino di gran diametro", viste dal Lanciani. 609. Struttura muraria. Un recente scavo clandestino presso l'angolo meridionale ha rimesso in luce alcuni ambienti di età medievale e diversi frr. ceramici dello stesso periodo" (Fig. 366). È probabile, come sembrerebbe indicare anche l'accidentata morfologia dell'altura, che l’ascesa avvenisse in corrispondenza della sella che tutt'ora divide le due alture. Per quanto riguarda la sua prosecuzione al di sotto dell'altura, e dunque il suo collegamento con l'arteria principale, è probabile che essa corresse tra la sponda del fosso e le pendici dell'altura. Qui infatti nonostante la vegetazione abbia presumibilmente contribuito almeno in parte a modificare il profilo di questo settore, a qualche metro di distanza dall'attuale piede dell'altura, si nota una stretta e lunga spianata, larga in media 3 m, tagliata nel banco affiorante, rialzata verso il fosso su un gradino morfologico. Fig. 364. "S. Martinella”. Posizionamento delle strutture (an, 608-610),

cole alture, divise da una sella”, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento sono note alcune strutture, che ancora si conservano” (Fig. 364). 608. Struttura in opera quadrata. Sul pianoro settentrionale, prospiciente il fosso di S. Gennaro, il Lanciani ricorda la presenza dei lati nord ed est di una "torre in muri antichi”, a pianta quadrata, realizzata in opera quadrata. Allo stato attuale, nonostante numerosi smottamenti del terreno ne abbiano almeno in parte modificato l'originaria forma, provocando il crollo di parte della struttura, in particolare in corrispondenza del lato ovest"*, rimangono in parte i lati est, ovest e nord di una struttura di 7,50 m di lato, realizzata in opera quadrata con blocchi di peperino (m 0,50x0,35x0,30)". TI lato nord si conserva quasi per l'intera. lunghezza, fatta eccezione per l'ultimo tratto in corrispon-

Fig. 365. "S. Martinella”. Altura settentrionale (n. 608): angolo orientale.

Quello meridionaleè di dimensioni maggiori leggermente più elevat, rispetto a quello settentrionale, che tuttavia presenta pendici pù ripide. 9" De Rossi 1871: 276 per gli “gli avanzi e e traccie di un recinto a grandi massi parallelepiped di peperino”: Lancia» CVarLat. 13045: 247: Lawciano,mss. 85/2: 56; Lia 2001: 81-83 n.26, 84 figg. 185-186 con do‘cumentazione grafica.

7" Un contributo alla distruzione della struttura sembra averlo offerto l'apparato radical degli alberi presenti 2 Sulla superficie superiore di ciascun blocco si notano scalpellature ad incasso perl'alloggiamento del flare superiore 7 Ho potuto notare lo scavo nel corso di un ulteriore sopralluogo, nell'autunno 2004.

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La scarsa conservazione delle strutture e soprattutto Y'esiguità dei materiali ceramici non sembrerebbe consentire una interpretazione funzionale certa, pur indiziando una frequentazione delle due piccole alture almeno a partire dalla media età repubblicana e fino alla fase iniziale di quella medio imperiale e, successivamente, nel corso dell'età medi vale. Comune da mensa e da dispensa = 1 fi di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco

— 2 fre di orlo pertinenti ma non congiunti di olla tipo Ostia IL, 485%, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte dl principato di Domiziano (80-90 d.C.) 6 fr di parete pertinenti a forme non id. Invetriata = 1 fi di parete di forum ware. Opus doliare ~ 1 fi di parete in impasto rosso di ctà romana. 611. MATERIALE SPORADICO (VILLA) m 373-350 s.l.m. SS. 7 Via Appia Nuova

610. Struttura in opera quadrata e materiale sporadico. Sull'altura meridionale, di maggiori dimensioni, il Lanciani riportava la presenza di una struttura, forse un “Tempio”, del quale rimanevano: nel punto più alto, in corrispondenza del ciglio del lato est, una fila di blocchi con orientamento nordsud; un solo blocco di quello nord; all'interno, spostato verso sud, un'apertura circolare nel terreno, che ipotizzava potesse riferirsi ad una “cisterna”. Al momento si osserva il lato orientale, affiorante per un solo filare"", c quello settentrionale, per almeno 3 m, di una struttura in opera quadrata con blocchi di peperino. Nelle immediate vicinanze e soprattutto lungo le pendici, sono visibili numerosi blocchi, oltre ad alcuni frr. di marmo, pochi frr di tegole a impasto rosato di età romana, pochi cubilia in calcare (cm 8,5x10) ed un unico fr. di dolio a impasto rosso, pochi frr. di ceramica comune da fuoco e grossi contenitori.

Quasi all'altezza del km 33 della via Appia Nuova, sulla. terrazza che dal lato meridionale della strada statale scende. con morbido pendio verso sud, dove gode di un'ampia vedi ta, mentre alle spalle, verso nord, è protetta dall'altura di Mit e Secco, è ricordata da Lanciani l’esistenza di una villa in opera poligonale" Alla base del versante orientale della terrazza scorre un ramo secondario del fosso di S. Martinella che la separa** da una piccola altura posta poco a nord-est, anch'essa interessata dalla presenza di resti antichi (n. 497), mentre sul versante opposto, occidentale, nella sella che separa la terrazza dalle alture vicine doveva correre la via dall’ Appia antica per le pendici settentrionali di Monte Secco e Monte gli Impiccati, ormai ridotto ad un fossato. Nel settore meridionale, più basso, il margine orientale della terrazza è stato parzialmente tagliato dalla coltivazione di un grande fronte di cava, ancora oggi attiva*”, mentre la maggior parte del terreno nella parte più alta è lasciato incolto. Nei pochi spazi in cui il terreno offre una seppur bassa visibilità affiorano, in bassa concentrazione, frr. di tegole a impasto arcaico, fr. di tegole e coppo a impasto rosato di età romana, piccoli fr. di ceramica a impasto, rari a vernice nera e fre di ceramica comune soprattutto da fuoco e anfore.

7^] blocchi sono grandi mediamente m 03010251030. Su entrambe le tue, con difficoltà si noa la presenza delle tute antiche a causa dell'alto lettoi fogliame presente sul terreno e dei numerosi tronchi d'albero caduti 7 Ostia Il: 100, 260-261,tav. XXVII © BASA, Roma XI. 65.8; LAncIANI ms. 85/2: 40r; cfr. Lui 2001: 8 figs St2,13.questo lato la terrazza prospett il sito di Villa Magna (nn. 499501).

© L'attività della cava condiziona fortemente la visibilità di tutta la parte inferiore, utilizzata per lo scarico delle terre residue. ‘== Quasi al centro del settore sommitale, pianeggiante, insiste un vecchio casale corrispondente al civico n. 245 della 58. 7 via Appia Nuova In tun rapido sopralluogo nella propietà concessomi dal proprietario non ho ri levato la presenza di resi antichi. Abitanti ella zona ricordano che in pas sato nell’area, quando i terreno veniva coltivato, i rinvenivano numerosis. simi "cocci romani”.

Fig. 366. "S. Martinella". Altura settentrionale (n. 609): scavo clandestino.

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I materiali sembrano attestare l'esistenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, nel corso dell'età repubblicana, si è impiantato un edificio forse a carattere residenziale, trasformatosi in villa in uso almeno fino alla fine della seconda metà del I secolo d. C., il quale doveva occupare area compresa tra la terrazza immediatamente sottostante l’attuale margine stradale e la cava, su una lunghezza ricostruibile di m 180/190 circa ed una larghezza di m 90/100. circa, sostruito da muri in opera poligonale. E ipotizzabile, in considerazione delle caratteristiche morfologiche e delle delimitazioni naturali lungo i versanti est e ovest, che l'impianto si estendesse su almeno 58.000 mq.

la SP. 95/a via Appia Vecchia all'altezza del Castello di S. Gennaro, resta visibile in sezione, nella scarpata che costeggia la strada moderna, un tratto di muro in opera cementi Zia". La struttura, parzialmente obliterata dall’interro, è visibile per una lunghezza di m 4,50 ed un'altezza compresa tra m 0,55 e 0,907" (Fig. 367). Al margine del vigneto, immediatamente al di sopra del muro, è appoggiato un blocco in peperino (m 0,68x0,60x0,30). Considerata la liminarità alla via anticaè plausibile ritenere che possa trattarsi di un edificio sepolcrale.

Impasto grezzo — 3 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. = 1 fi. di gola pertinente probabilmentea olla non

614. AREA DI FRR. FITTILIm 347 s.l.m. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia antica

Vernice nera = 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo pertinente a forma non id. = 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco = 1 fi. di orlo di coperchio leggermente rialzato con solcatura interna appena percettibile, assimilabile al tipo Curia II, fig. 263, 204, attestato in contest di età flavia”, 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 8 fri di parete pertinenti a forme non idd,

612. Cava m 337-310 s.Lm. «Fosso delle Ferrovie» - Via Appia antica

In un terreno vignato che costeggia, rialzato su alta scarpata, il lato sx. di via Appia antica, immediatamente al di sopra dei resti in opera cementizia (n. 613), è un affioramento di materiali antichi. Su una superficie di mg. 900 circa, la cui ampiezza è condizionata anche dalla parziale visibilità del fondo, occupato in parte da vigna non coltivata, in parte in corso di edificazione, si notano in media concentrazione piccoli frr. di tegole ad impasto arcaico e tardo-arcaico e pochi frr. anche di coppi, a impasto rosso di età romana, oltre a pochi frr. di ceramica comune, vernice nera, sigillata africana e anfore, generalmente di piccole dimensioni. I materiali sembrerebbero attestare una frequentazione nel corso dell'età arcaica e successivamente di quelle repubblicana e medio imperiale. Pur non potendosi escludere il riferimento alla vicina struttura in opera cementizia (n. 613), non è improbabile che l’affioramento possa considerarsi come uno scivolamento dalle pendici non indagabili immediatamente a nord-est.

Lungo la sponda sx. del fosso delle Ferrovie, a partire da 150 m circa dal ponte cd. delle Fornaci (n. 487), rimangono tracce di un fronte di cava organizzato in due terrazze, Quella inferiore, che si trova ad una distanza compresa tra 15/20 m circa dalla sponda del fosso, si sviluppa in direzione nord-sud per circa m 300". La fronte superiore, risulta arretrata di circa m 15,50 rispetto a quella inferiore, per un'altez2a di m 5,50,6 m. Su questa sono ben rilevabili le tracce di lavorazione in particolare nel settore più settentrionale, per una lunghezza di m 22 circa, dove restano anche, in basso, gli incassi laterali per i perni per l'estrazione di alcuni blocchi.

613. Toma (Ὁ) m 345 s.Lm. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia antica Circa m 3 circa dal margine sx. di via Appia antica, nel tratto che dal bivio per Lanuvio scende fino all'incrocio con.

Fig. 367. “Discesa di S. Gennaro”. Via Appia antica. Tomba (7) (n. 613).

»Curia Y 176 fig. 153, I77 fig. 154, specialmente 178; CuriaI: 216 reluivamenteal'atività 573; 237, 293, 367. πο Notizia dell'esistenza in Cuauccr 1983: 50; descrizione in Lia 2001: # 47-48 .9. probabilmente Da qui nmolto provengono i blocchi utilizzati per la sostruzone della via Appia, nel trato soprastante (n.617), come ind presenza nel banco di nclsi di selce.

La struttura, tagliata probabilmente per l'apertura di una sterrata che staccandosi dalla viabilità principale raggiunge la terazza a vigna che costeggia la strada si trova di front alla proprietà αἱ civico n. 73, "11 piano stradale attuale scende da m 0,75ἃ m 1,80 rispetto al piano della struttura.

616

Impasto grezzo = 1 fr di parete pertinentea forma non id.

617. SOSTRUZIONE STRADALE m 334 s.l.m. "Discesa di S. Gennaro" - Via Appia antica.

Impasto chiaro sabbioso ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id.

Lungo il lato sx. di via Appia antica nel tratto in discesa che conduce al bivio con la SP. 95/a via Appia Vecchia, rimane parte del muro di sostruzione, costruito in opera quadrata per filaτ di testa e di taglio, alternati con irregolariti*" (Fig. 368). È conservato per una lunghezza max. di m 14,50 circa, in parte per due filari, pari a m 1,03 di altezza (Fig. 369 a-b), e nel tratto terminale per tre filari, pari a m 1,58° (Fig. 369 c-d). I

Vernice nera — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. ‘Africana da cucina. = 1 fr. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia 1, 261°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. dC. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Anfore = 1 ft. di parete di produzione africana. Opus doliare = 2 fr di parete di impasto arcaico. 615. MATERIALE SPORADICO m 346 s.m. “Discesa di S. Gennaro" - Via Appia antica

Lungo il viale d’ingresso di una delle proprietà sul lato dx. della via Appia antica, nel tratto della discesa di S. Gennaro, quasi all'altezza dei resti in opera cementizia sul lato opposto (n. 613), sono allineati almeno quindici blocchi parallelepipedi in peperino di grandi dimensioni, mentre altri sono visibili davanti all’abitabizione e nel giardino, probabilmente riferibili alla sostruzione della via Appia?.

tnt

616. MATERIALE sPORADICO m 337 s.l.m. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia antica Almeno tre blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,80x0,42x0,42; 0,60x0,60x0,36), riferibili alla sostruzione della via Appia antica, sono accatastati all'interno di una delle proprietà lungo il lato dx. della via Appia, lungo la discesa di S. Gennaro™™.

Fig. 369. “Discesadi S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione: sezioni (n. 617)

Atlante: 212, tav. CIV, 6; cfi AGUAROD Orat. 1991: 248-249, fig. 48.51, 308-311,a quale distingue il tipo in più varianti e nota un'evoluzi ne della forma, che in epoca giuli-claudia ha pareti piuttosto dritte e orlo quasi indistinto, mentre inseguito ero ingrossato assume i tipico profilo triangolare ele pareti sono curve. 59^ | blocchi, che non mi è stato possibile misurare né documentare fo tograficamente, sono all'interno dela proprietà αἱ civico n. 31 =H] materiale è conservato all'interno della proprietà distinta dal civi con. 34

71 muro è visible all'altezza el civico n. 79. Qui la sede stradale moderna, delimitata sl lato opposto da un muro moderno di recinzione, è larga m 4,45 circa, Cenno in Crescent 1981: 39; Quai 1989: 79, 80 fig. 43; Esc 1997: 7 fig 4b punto 8, 8. Descrizionedel tratto con ricostruzione dello stato prima che la via fosse allargata ed asfaltata in QuIIC 1990: 51 fig. 13 sezione 19, 52,5 fig 16. Un tratto di dimensioni più modeste (lungh. max. m 0,80: alt. max. 00), sil quale εἰ ἃ appoggiato il muro di recinzione moderno, si trovaa circa 6 m pita nord, 617

blocchi, di lunghezza (m 0,83; 0,98; 1,14; 1,36; 1,42) e larghezza (m 0,44; 0,50) variabili e di altezza quasi costante, compresa tra m 0,50 e 0,52, presentano in alcuni casi anathyrosis 618. SOSTRUZIONE STRADALE m 353 s.l.m. M. Cagnoletto - Via Montecagnoletto 2°

Dei Mani scritta per esteso e le caratteristiche paleografiche sembrerebbero indicare una datazione tra la seconda metà del Le la prima metà del II secolo d. C... L'iscrizione potrebbe essere connessa al passaggio del diverticolo, al quale debbono riferirsi anche i blocchi rinvenuti poco a nord-est (n. 618) e i basoli in un proprietà attigua (n. 620).

620. MATERIALE SPORADICOm 363 s.Lm. M. Cagnoletto - Via A. Modigliani

Nella scarpata che costeggia il lato a monte di via Montecagnoletto 2°, che dalla via Appia antica sale verso M. Cagnoletto per uscire sulla SP. 95/a via Appia Vecchia all'altezza della Cantina S. Tommaso, si conserva parte della sostruzione stradale. La struttura, in opera quadrata con blocchi parallelepipedi in peperino (m 1,15x0,50x0,45; 1,05x0,50x0,35; 0,94x0,50x0,35), è visibile per m 5,60 circa di lunghezza e m. 0,70 di altezza per un massimo di due flari*”. E riferibile al diverticolo che dall' Appia antica all'altezza del cd. Ponte delle Fornaci (n. 487) lambiva il versante orientale di Montecagnoletto per scendere fino alla villa presso C. le lacobini (n. 989).

In una proprietà lungo il lato settentrionale di via A. Modigliani sono conservati numerosi basoli n selce: almeno sette, alcuni dei quali di grandi dimensioni, a pavimentazione dell'ingresso; uno appoggiato accanto al cancello. gresso; altri due riutilizzati nel muro di contenimento del giardino, insieme a un orlo di dolio a impasto rosso; un ultimo basolo, di grandi dimensioni, è appoggiato nel giardino". I basoli si riferiscono alla viabilità che dal lato dx. dell’ Appia antica (G), all'altezza del cd. ponte delle Fornaci raggiungeva almeno C. le lacobini (n. 989) (gó).

619. MATERIALE SPORADICO m 351 s.l.m. M. Cagnoletto - via G. De Chirico

621". SEPOLCRETO M. Cagnoletto

Nel giardino di un'abitazione sul versante orientale di Montecagnoletto, lungo il lato settentrionale di via De Chirico, restano: sei grossi basoli in selce riutilizzati nella pavimentazione dell'ingresso; due blocchi parallelepipedi in peperino, riferibili alla viabilità che dal lato dx. della via Appia antica (G), all'altezza del ponte delle Fornaci raggiungeva almeno C. le Iacobini (n. 989) (g6); una piccola ara funeraria in marmo con basee sommità decorate con modamatura semplice e urceus © patera laterali, iscrizione entro comice liscia quasi illeggibile, forse abrasa già in antico (m (0,48x0,46x0,73)™": Dis Manibus | Sac{rum Ὁ] | posuit [---1/-Alla r.2 le prime due lettere di un nome non è certo che si riferiscano ad un gentilizio, nel qual caso la conseguente mancanza del praenomen suggerirebbe l'appartenenza più probabile ad una donna, o ad un cognomen. Alla. 3 il posuit iniziale poteva essere seguito dall'indicazione della/e personale per le quali fu realizzato il sepolcro. L'adprecatio agli

Il Nardoni segnala l'esistenza nel 1871, a Monte Cagnoletto, dei resti di una costruzione ipogea, in opera reticolata ricoperta da un intonaco giallo, probabilmente un sepolereto: all'interno, nonostante fosse già stato depredata, si recuperarono sarcofagi fittili di lunghezza compresa tra I e 1,30 m, contenenti scheletri ed una maschera fittile raffigurante un personaggio barbato”®.

Nel terreno (prop. V. Fagiuolo) attiguo a quello nel quale si rinvenne l'erma?" n. 623, a Monte Cagnoletto, Seratrice nell'ultimo decennio dell'Ottocento segnala l'esistenza di almeno un ambiente rettangolare (9x4 m) in opera cementizia con caementa di selce"*, forse riferibile alla sostruzione di una villa. Almeno ipoteticamente se ne può proporre un

‘= Benché ben connessa la struttura potrebbe non trovarsi nella pos zione originaria ed essere scivolata iù a valle o addirittura trattasi di un riutilizzo di materiali per contenre i fianco dl colle. Il divericolo antico doveva correre, stando a quanto riportato anche nei tracciati minori della tavoler IGM 1:25.000F 15011 SO. αἱ Velletri, leggermente spostato più in alto, nella terrazza immediatamente soprastane, nell'area compresa ta lx strada modernae la proprietà in cui si conserva il monumento funerario (n. 619), #1) monumento è conservato nella proprietà al civico n. LI di via O. De Chirico, quasi ullao occidentale dell'antica viabilità. "Ci. adla quales esempio trova relativamente al porto di Ostia TimaspEm 1952: 26-27 n. AIL, 39-40 n. A27,51-52 b. A4S, 59 n. A53, 74 n. A76, 77-78 n ‘A82, 8I n. AST, 94 n. A109, 117-118 n. ALAS, 128-129 n. A168, 140 n. ‘A186, 143 n. 191, 145-146 η. A195, 149-150n. A200, 180. ASI, 181 n. ‘A252, 268-269 n. BSS, 310-311 n. Β153. °° La proprietà corrisponde αἱ civico n. 4, ex 100.

7*1 basoli provengono dalla distruzione della pavimentazione della strada che saliva verso Montecagnoletto, avvenuta all'inizio degli anni Ottanta del Novecento in occasione della costruzione di un tratto di acquedotto a servizio della lottizzazione che si è sviluppata sul coll, παιΝακρονι 1872; cf. COLBURN 1914: 26-27; TOMASSETT 1979: 306 ‘Nella Mappa del Catasto Gregoriano del 1819 è riportata una propricà Domenico Fagioli nell'area di recente edificata, sulla sommità del coll, affacciata su via Montecagnoletto2°, la quale potrebbe corrispondere ἃ quella del rinvenimento (ASR, Catasto Gregoriano, ant. prov. Agro Romano, n. 123, pa. n. 10). 7" Seramice 1891 ricorda l'esistenza, su uno dei muri dell'ambiente. conservato, delle eni d una volta, presumibilmente riferibile ad un altro ambiente; Acs, Direz. Gen. AABBAA, II vers ec, b.256, fasc. 4459. Relazioni V. Seratrce del 21 febbraioe, soprattutto, del 4 marzo 1891: cfr. Consuny 1914: 27; Lat 2001: 12, 13 fig. 5,

618

6225". STRUTTURE IN OPERA CEMENTIZIA M. Cagnoletto

625". MATERIALE SPORADICO M. Cagnoletto Jl Nardoni nei primi anni Ottanta dell’ Ottocento segnala il rinvenimento in un terreno denominato “La Fumarola” (propr. T. Tosi), a Monte Cagnoletto, di un fr. di statua femminile con iscrizione alla base”: B(ona) D(eae) Dominae. Theocritiania(e) {~~~ ]taxiarches masstiliensium) d(onum) dedin). 626*. MATERIALE SPORADICO M. Cagnoletto Fig. 370. M. Cagnoletto. Erma bifronte (n. 623).

Il Dressel ricorda il rinvenimento nel 1876 a Monte Cagnoletto della tegola con bollo di C. Rabiri TiblurtinilVictoriae, della fine I-inizi Il secolo d. C."

inquadramento cronologico tra la seconda metà del I e il Il secolo d. C.

627". CISTERNA M. Cagnoletto

623". MATERIALE SPORADICO M. Cagnoletto Nell'ultimo decennio dell'Ottocento, in un terreno vignato (prop. T. Bianchi), a Monte Cagnoletto”, si rinvenne casualmente un'erma bifronte rappresentante Bacco barbato™ (Fig. 370). Le caratteristiche del volto riferibili ad un personaggio (Dioniso?) maturo, potrebbero rimandare sul lato opposto alla presenza di uno (Dioniso?) giovane, imberbe.

Il Lanciani agli inizi del Novecento segnala a monte della cisterna n. 628, l'esistenza di una ulteriore cisterna. La struttura orientata quasi est-ovest, a pianta rettangolare (m. 18x4), ad un unica navata, è realizzata in opera cementizia” (Fig. 371)

624. STRUTTURE MURARIE πὶ 397 s.m. M. Cagnoletto Sull’area sommitale di M.te Cagnoletto, nella proprietà di A. Bianchi, affacciata a sud-est verso il fosso delle Ferrovie, Lanciani segnala l'esistena di strutture murarie riferite ipoteticamente "a un santuario piuttosto che a una villa”

Fig. 371. M. Cagnoletto. Cisterna n. 627 in uno schizzo di R. Lanciani.

7" Nella Mappa del Catasto Gregoriano del 1819 è riportata una propriedG. Bianchi nell'areadi recente edificata, sulla sommità dl coll, affacciata su via Montecagnoletto 2°, la quale potrebbe corisponderea quela del rinvenimento, nonostante non risulti contigua alla proprietà Fagioli (ask, Catasto Gregoriano, an. prov. Agro Romano, n. 123, par. n. 25). P SERATRICE 1891 che riporta una larghezza dim 40e una altezza di m 1,80, non conispondenti a quelle nella relazione del rinvenimento; ACS, Direz. Gen. AABBAA, Il vers. I. set, b. 256, fasc. 4459. Relazioni V da un ladel 21 febbraio 1891: . .L teste Seratice del 4 marzo sopratutto to molto corose e dallaltro latodi bea mediocre conservazione, Nei due fianchi cavi, delle imperniature come in basso e mi s dice gran pero lla base. profili sono deteriorati assai. Iblocco misura sui 40cm. per forsem?,20 dito. Una parte dl suddetto iterato... fr TomasSETTI 1910: 279-280 specialmente 280 fg. 56; Cotpu 1914: 27 nota3; Lis 2001: 12. Come può desumersi dalla fotografia nel documento d'archivio i due busti, forse privi delle spalle, sono impostati su un pilastro parallelepipedo. Una delle due facce, sembrerebbe avere naso scheggiatola superficie consumata Il viso barbato, sembrerebbe carattrizzarsi perun ovale sfinato ei capelli che spariscono al cento ella front, aderire αἱ ratio e scendere in una massa compatta che potrebbero rimandare ἃ ciocche incise leggermente. Π viso

sembrerebbe presentare una front non ampia, tempie delicate, gli occi incaval e abbra forse errate e sottili τὸ LanciaNi CVatLat. 13045: 248r, 250r. e BASA, Roma XI. 658 ri portati in Lis 2001: 8 fig. 2, 12; Luo 1962: tav. 6 con il riportodi una “villa”. Nonostante i numerosi sopralluoghi non mi è stato ossiilerinveire traccia di alcuna srutura, dal momento che l'area interessata fin dagli anni Ottanta del Novecento dalla costruzione del complesso residenziale "Monte Cagnoletto”, è stata di recente ulteriormente occupata dallediicazione di nuovi edifici residenziali, per la cui realizzazione è stata in parte anche modificata la morfologia delle pendici sud-orienai 77 Vd. i contributo "Simulacro della dea Bona con epigrae scoperto nel territorio di Civita Lavinia" edito in Civiltà Canola 34, 1883s. XII vol IV: 211-214; cfr. Manucom 1879; Towassemm 1910: 217, 259; "Towasserm 1979: 306; Lia 2001: 19. P" CILXY,I, 1397, 2: CRABIRI TIB/URTINUVICTORIAE, con atte. stazioni, in area albana “in ruderibus templi Lanuvini" "Law CVarlar 13085: 248 con pianta (riprodotta in ‘Buonocore 2001: 210) ricorda che “quivi vicino si è sprofondato i terreno, dando accesso à grotte spicconate nl asso del monte”: cf. ii 2001: 12, DBfüp.T. 619

628. CISTERNA m 370 s.l.m. M. Cagnoletto I Lanciani agli inizi del Novecento segnala lungo le pendici sud-orientali dell'altura l'esistenza di una cisterna in opera incerta con ammorsature a blocchetti. La struttura, orientata presumibilmente quasi nord-sud, a pianta rettangolare con lati ricostruibili da m 15,30 e 27,30, era costituita da tre navate, ciascuna fornita dî sette aperture larghe m 2,50”. 629*. CISTERNA M. Cagnoletto All’inizio degli anni Ottanta del Novecento il Lanciani ricorda il rinvenimento, nel corso di lavori agricoli, lungo le pendici sud-orientali di Monte Cagnoletto, di una cisternain opera reticolata. La struttura, a pianta rettangolare, era suddivisa in tre navate lunghe 22 m e larghe 3,40, ciascuna provvista di sette aperture larghe m 2,40”. Presumibilmente, malgrado alcune discrepanze circa le misure, si tratta delle medesima struttura ricordata da Nardoni, negli anni Settanta dell’ Ottocento, in opera reticolata con cubilia in peperino, quasi completamente interrata, forse costituita da tre navate, comunicanti attraverso sette aperture di m 2,30 circa di larghezza, per una lunghezza e larghezza ricostruibili rispettivamente di m 23,40x14,10 ed un'altezza max. di m 5,70 circa”,

ovest si abbassa con moderato pendio occupato da un vecchio vigneto?” Su una superficie di almeno 1400 mq. si riconoscono, în media concentrazione, oltre a piccole scaglie di selce, frr. generalmente di ridotte dimensioni, di tegole a impasto sia chiaro che rosso di età romana, frr. di comune e di anfore. L'area centrale della sommità è occupata da un'abitazione con annessi nel cui giardino si riconoscono almeno un blocco in peperino e un rocchio di colonna sempre in peperino con superficie scabrosa. Un piccolo locale adibito a rimessa, sul lato settentrionale della casa, verso il margine del giardino, ingloba una struttura in opera cementizia con grosse scaglie di selce ben allettate (Fig. 372). Di questaè visibile dalPesterno solo il muro settentrionale per m 4,90 circa di lunghezza ed un'altezza max. sul p.d.c., su questo lato piuttosto rialzato, di m 0,65 circa", L'area è probabilmente riferibile ad un impianto residenziale in uso almeno tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale. 632-633. VILLA m 338 s.Lm. M. Cagnoletto - SP. 95/a Via Appia Vecchia 632. Strutture in opera quadrata e reticolata. Nel 1933, nel corso di lavori stradali intrapresi sul ciglio orientale della via Appia Vecchia, circa m 60 prima del bivio sul lato opposto con la SP. 96/a via Laviniense, a circa m -0,70 dal p.d.c, si rinvenne una statuetta marmorea raffigurante Ercole". Le successi-

6305. MATERIALE SPORADICO M. Cagnoletto All'inizio degli anni Settanta dell'Ottocento il Nardoni ricorda il rinvenimento lungo le pendici orientali di Monte Cagnoletto, a circa m 88,50 dai resti in opera reticolata n. 621, nei pressi di numerosi blocchi parallelepipedi in peperino riferibili al diverticolo dall Appia, di un cippo terminale in marmo bianco rappresentante Giano bicipite (alt. m 1,75)”.

631. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIAE AREA DI FRR. FITTILI m371 sm M. Cagnoletto - Via Montecagnoletto Alle pendici meridionali di Monte Cagnoletto, quasi al termine della via omonima, si raggiunge una terrazza, delimitata ad est da un'alta scarpata mentre verso sud e verso

Fig. 372. M. Cagnoletto.Via Montecagnoletto: struttura in opera cementizia (n.631)

P" Lanctast C¥atLat, 13045; 248r. con pianta e sezione (riprodottein Buonocore 2001: 210)a posiziona “sotto la 8. dell legendaLa Scort del F 15011 SO (Velle) dell TGM nella levata del 1877; cfr. Litt: 2001 14 fig. 8. Ho ricognit più volte la zona, la quale risulta da alcuni anni intensamente urbanizzata, senza trovare traccia della struttura antica: non è tuttavia improbabile che, come documentato in situazioni analoghe, possa essere stata riutilizzata in una delle costruzioni moderne. Ho prefeto considerare separatamente questa struttura da quella n. 629, malgrado Je similitudini sia del loro posizionamento, che planimetiche, sulla base della diversa tecnica costruttiva (opera incerta con ammorsature a blocchett). 7" LANCIANI 1889, con erronea indicazione “Monte Cagnolo”, ricorda come nel casale Batistelli, che confinava con la cisterna, “si riconoscono

molti avanzi costruiti con mass i pietra sperone” e come “Il suolo ciconvicino abbandona di frantumi di terecote figurate, specialmente di fregi ad altorilievo, e di antefise”; RoHDEN 1911: 18 relativamente alle lastre; cir. ‘Counune 1914: 27. "Nano 1871. P NaRDON 1871: 213; cf. σοιϑυαν 1914: 27 nota9. 77 L'area gode di un'ottima apertura sia versosud che versoest Segnalazione in INGEGNERI 2001: 262 fig. 2, 5:267 Per il decisodi ‘nego del proprietario non è stato possibile accedere αἱ fondo, che corr sponde al civicon. 17, e quindi prendere visione della srutura e dellafiotamento di materiali. "La statua, priva della porzione terminale della gamba dx. confi nella raccolta del Museo Nazionale Romano.

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ve indagine realizzate dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio individuarono a partire da m -0,50 dal p.d.c"*: un pilastrino di erma, una lucerna “monolicne di colore chiaro con figura di ippocampo”, un fr. di antefissa con testa di medusa e due palmette, il graffito e il bollo su anfora di Q. Avil(ius) e di P. PO CO”; un muro in opera quadrata, di blocchi posti di taglio, orientato quasi nord-sud, per una lunghezza max. di m 7,70, il quale proseguiva presumibilmente verso sud, al di sotto della strada", All'estremità settentrionale del muro in opera quadrata si dipartiva ortogonalmente ‘un muro doppio per il riscaldamento, costituito da una parete esterna in opera reticolata, individuata per una lunghezza max. di m 14 e per un'altezza di m 3 circa, e da una interna. in opera cementizia, delimitante tre ambienti. Quello esterno orientale (m 5,40x4,15), chiuso successivamente sul lato meridionale da un muro con doppio filare di blocchi posti di taglio, conservava il pavimento a mosaico di tessere piccole bianche in corrispondenza del lato settentrionale. In prossi‘ita del lato opposto si rinvenne a circa -1,15 m dal piano del mosaico e a -1 m circa dalla via Appia Vecchia un pozzetto circolare (alt. m 0,10; diam. m 0,60), al cui interno erano otto lucerne a v.n. L'ambiente centrale (m 4,90x3,50), forse l'ipocausto, conservava in gran parte le suspensurae con il piano pavimentale in mosaico di piccole tessere, bianche e nere. Del terzo ambiente, occidentale, si scoprì per soli m 2 di lunghezza il lato settentrionale, in opera a sacco. 633. Area di fir. fttili basoli. Sul lato orientale della via Appia Vecchia, quasi all'altezza di via dei Pantanacci, nella scarpata che costeggia la strada e nel terreno compreso tra questa ed una proprietà privata™, su una superficie di mq. 900 circa, affiorano in alta concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, tegole a impasto chiaro e rosato di età romana e imperiale, molte tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio abbastanza regolare, cubilia in selce e peperino (cm 6x6,5) fr. di vernice nera, sigillata africana e africana da cucina, ceramica comune e anfore. Altri materiali si rinvengono sulla scarpata sottostante ed in un piccolo lotto incolto, sempre sul lato orientale della provinciale, compreso tra l’area dell'affioramento a est e una strada privata che sale verso monte Cagnoletto a ovest. Oltre ad almeno quattro basoli in selce, si notano scaglie di selce, frr di tegole a impasto arcaico, diverse a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. ceramici di ridotte dimensioni e una lastra in peperino appoggiata al margine nord-occidentale dell'area (m 0,68x0,45x0,20). I basoli sono riferibili alla viabilità che, dal lato dx. della via Appia antica (G), poco a nord del XIX miliario, raggiungeva Lanuvio (gl). 1 materiali si riferiscono ad un impianto rustico-residenziale fornito di un ambiente termale, esteso su almeno 14.000 mq., in uso, considerate anche le tecniche costruttive, = CrescENZI 1978: 16-19. Crescenzi 1978: 19, 7" Un sondaggio, sul ciglio meridionale della strada rilevò la presenza di una strutura di analoghe dimensioni ma in opera cementizia rivestita in intonaco, dalla quale si distaccava verso est un muro ortogonale individua” to peruna lunghezza max. di m2. 7 'area è occupata da una Autocarrozzera αἱ civicon. 49 della via Appia Vecchia. Atlante I 104, tav. XLVI, 1 "Atlante 212, tav. CIV, 7; cr AGUAROO Orat 1991: 248-249, figg 48-51, 308-311, la quale distingue il tipo in più varianti e nota un'evoluzio»

probabilmente dalla media età repubblicana, con una fase maggiormente attestata compresa tra il IT gli inizi del V secolo d. C., al quale devono riconnettersi presumibilmente anche le strutture in opera cementizia rilevate nel corso degli anni Trenta del Novecento sull'altura a nord-est (n. 634) e i materiali sporadici sulle pendici (n. 636) Impasto chiaro sabbioso — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Vernice nera — 3 τι di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana τα fr. di orlo di coppa con orlo leggermente ingrossato, parete con andamento rettilineo e leggera carenatura. Il fr. presenta orlo caratterizzato da patina bianco-grigiastra similmente alla ceramica africana a orlo annerito. L'argilla appare finemente granulosa e la verniceè all'esterno spessa e semibrillante e all'interno, dove presenta profonde linee di tornio, opaca. I fr. è assimilabile lla forma Hayes 80A, prodotto in D, databile tra il 360/440 e il 500 d.C.?*. = 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non id., in produzione A’, databile dalla fine del I alla fine II sec. d.C. Africana da cucina — 1 fr. di orlo di platto/coperchio annerito e esterno polito a bande, tipo Ostia I, 261, attestato dall’epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alJa fine del IV-inizi del V sec. d.C. — 1 fr. di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia I, 18, con orlo con ingobbio gialloc esterno polito a strisce, attestato nella prima metà del II sec. d.C. 2 fir di orlo rilevato internamente e parete di casseruola tipo Lamboglia 10A-Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del IL e la fine del IV-inizi del V sec. d.C.^, prodotta a vernice esternae interna tipo A?. Uno dei fr. ὃ ricoperto all'interno da una vernice tipo A? semibrillante, mentre l'orlo presenta una fascia ἃ patina cenero‘gnola e la parete è polita a bande. — 1 ft di parete con striature esterne pertinente a casseruola non id. Comune da mensa e dispensa — | fr di fondo a toro pertinente aforma chiusa, brocca o anforetta, con due solcature orizzontali all'attacco della pancia e ingobbio esterno color crema, assimilabileαἱ tipo Martin 1991-92, abb. 4 fig. 18, attestato in contesti di inizi V sec. d.C.9*. ‘Comune da fuoco. = 1 fr di orlo indistinto di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1832, attestato in contesti di età claudia”. ne dell forma, che in epoca giulio-claudia ha pareti piuttosto dite e orlo ‘quasi indistinto, mentre in seguito l'or ingrossato assume i tipico profilo triangolare e Je pareti sono curve. 9 Atlante: 212, tv. CIV, 2 0 Atlante 217, tav. CVI, 10. Hayes introducei tipo tra le forme in sigillata africana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramica a pati na cenerognola ea vernice tipoA*, sembra esaurirsi verso la metà el I se. dC τοῖς AGuAROD OrAL 1991: 269 fig. 66-67, 326-327, a uale distingue iL Spo in più variant. "n° Matri 1991.92: 167, 175. 7" Port. 1978 [1987]: 298 dallo strato VI. 621

634-636. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO m 354-340 sm. E. ta S. Lorenzo - SP. 95/a Via Appia Vecchia 634. Struttura in opera incerta, reticolata e laterizia. A circa m 100 dal lato nord-orientale della via Appia Vecchia, poco prima di raggiungere il bivio per Lanuvio, all’intemo di una piccola proprietà privata resta una struttura in opera

cementizia, presumibilmente una cisterna, riutilizzata come casale (Fig. 373). Dall'esterno è visibile un ampio vano quadrangolare risarcito in più punti con muratura post-antica?". Uno scavo realizzato dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio negli anni Trenta del Novecento rinvenne una struttura a pianta quadrangolare (m 7,20x7,90), originariamente in opera reticolata, conservata per un'altezza max. di m 4,50 circa sul lato occidentale”. Le indagini rivelarono in relazione con la cisterna la presenza di altre strutture”. In corrispondenza dell'angolo sx. del lato meridionale della cisterna un breve settore di un portico originariamente con piastri quadrati ai quali si addossavano, forse alternativamente, semicolonne in opera laterizia e paraste, successivamente. tamponate con un muro in opera incerta. Al centro del lato meridionale della cisterna, i resti di una scala e sul lato orientale di questa, un basso corridoio coperto a volta il quale terminavaad est a fianco di un'apertura che dava accesso ad un ambiente rettangolare (m 1,57x5,57x1,87 max.), fornito di una nicchia sul lato di fondo (m 1,05x0,57). Questo vano, realizzato sul lato settentrionale sezionando il banco naturale, e quindi rivestendolo in opera reticolata, aveva il pavimento “a coccipisto levigato”. All’interno erano stati s stemati, oltre a tre fr. di colonnine marmoree e ad oggetti sia in ferro che in bronzo": un trapezoforo intero ed uno fram‘mentario costituito da un sostegno a testa di animale fantastico, conservati al Museo Nazionale Romano""; un trapezoforo in marmo bianco costituito da due grifi appaiati e riuniti per le ali; un piccolo cane, privo della testa c delle zampe; una meridiana di angolo; due rocchi di colonne. Sul lato Ovest era accessibile da una scala (largh. m 1,10). Circa 5 m. ἃ nord della cisterna un muro di sostruzione (spess. m 1,60), individuato per una lunghezza max. di m 14,40, presumibilmente con cortina in opera reticolata soltanto sul lato interno meridionale Sul lato occidentale della cisterna, a circa m -1,15 dal p.d.c., è stato identificato un vano (m 6,75 max.x2,10 max.) pavimentato con un mosaico a tessere bianchee nere. 635. Strutture. Sul lato nordorientale della sterrata che conduce alla cisterna n. 634, le indagini della Soprintendenza archeologica, nel 1933, rilevarono™': una scala di cinque gradini rivestiti con lastre di peperino; al di sotto uno speco (alt. m 0,40; largh. 0,25) con copertura alla cappuccina, in bipedali. 636. Materiale sporadico. Nel piccolo appezzamento incolto ma libero da costruzioni, lungo le pendici nord-occi dentali dell’altura occupata dalla struttura n. 634, si nota la presenza di fr. di materiale da costruzione antico. Nel terre-

7" Dyson 1976: 148. La forma sembra tipica dl IT sec. d.C. 27" Corrisponde a Ostia IT, 625; PANELLA 1973: 496-497. Si ipotizza un'imitzione di questo contenitore in ambito spagnolo visto l'elevato numero di esemplari rinvenuti a Belo (PEsAveNTO MATTIOLI 1992: 46). 57 AURIEMMA 2000. 7 Và. 331 note 3891, 3892, 389. 7" Segnalazione in INGEGNERI 2001: 262 fig. 2, 6,267. Non mi ὃ stato possible ispezionare e quindi rilevare il monumento peri decis diniego del proprietario del piccolo fondo, "ne| Galiet afferma che tracce del rivestimento in opera reticolata ri manevano sia all'interno che all'esterno, nella parto infeire e che a sruttura aveva il “piano costituito da uno spess strato di cocciopesto ..conser-

yato quasi per intero ‘a m 090 più elevato di quello degli adiacenti ambien antichi (Gatien Appunti Oliveto di Pietro D'Onofrio. Montecagnoletto; Crescenzi 1978: 21) 2 Gun Appunti; Crescent 1978: 21-28 2 Caescuzi 1978: 23-24. Specificatamente per il fr di cane vd. Ἰνοξονικαι 2001: 266-267 nota 39. 7" De Marta, Fr, Tono 2001: 260 schede nn. 1822-1823. 5} Galieti ricorda che a nord del muro si invennero lucerne bollate da T. Aelius Charitonis (fe. CIL XV, 6273 a) e. Caecilius Saeculars (cf. CIL XV, 6350 a, "fondi di vase vir”, la cociea di un cucchiaino in vetwo e “testi abbondanti di incrostazioni calcaree” (GALIETI Appunti Cresce 1978: 24) se Curscixa 1978: 17 fig4, 19.21

Fig. 373. Ε τὰ S. Lorenzo. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Struttura in ‘opera cementizia (n. 684).

- 1 fe di oro di piccola lla, tipo Dyson 1976, fig. 60 LS 60, attestato in contesti compresi tr la fine del Ie Ia prima metà del IV sec dC. ~ 1 fi. di piede di incensiere non id. ~ ifi. di fondo piatto pertinente ἃ forma non id. ~ 1 fi. di parete pertinente a olla globulare costolata non id. ~ If. di parete pertinente a forma non id. Anfore

= 1 fi ἀ orlo di Dressel 21-22 (cadus)?", anfora impiegata per il trasporto di fruta di produzione campana”, diffusa tra l'inizio del Le la prima metà del Il sec. d. C-?. — 1f di orloe 1 fr. di parete di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 145/135 e il 10a. C." --2 fr. di paretedi produzione tirrenica ~2 frr di parete di produzione orientale. τι fr di parete di produzione africana. —2 f di parete di produzioni non idd.

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no, coperto da un fitto manto erboso che offre una bassissima visibilità si riconoscono, oltre a qualche scaglia di selce, diversi frr. di tegole ad impasto rosso di età romana. Nel terreno sono appoggiati anche un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,60x0,63x0,58) e un rocchio di colonna liscia in peperino (alt. max. m 0,43, diam m. 0,28), mentre un secondo blocco in peperino si trova sul ciglio dx. della strada privata che raggiunge il terreno (m 0,60x0,65x0,60) L'area, come l'affioramento più consistente lungo il margine della provinciale (n. 633) e la struttura in opera cementizia soprastante (n. 634), devono riferirsi ad un impianto rustico-residenziale in uso almeno tra la media età repubblicanae l'inizio del V secolo d. C.

639. Strutture in opera quadrata, reticolata e vittata e strada basolata. Nel corso del 1950 a seguito di lavori di ampliamento delia sede stradale lungo il lato orientale della via. Laviniense, nel tratto compreso tra il bivio con via Appia.

Vecchia e la curva seguente il bivio, sul lato opposto, con via Tempio di Giunone, si rinvennero numerosi basoli ancora in situ, e alcuni resti di strutture in tecniche costruttive (opera quadrata, reticolata, vittata) e orientamenti differenti”. AI momento l'interro e soprattutto la vegetazione infestante consentono l'osservazione esclusivamente di un muro in opera quadrata sul lato orientale della provinciale per Lanuvio, quasi di fronte al bivio con via Tempio di Giunone"*. La struttura, che si trova acirca m 0,50 dal margine stradale e a m 0,80 rispetto al piano di esso, risulta visibile per una lunghezza max. di m 0,85 ed un'altezza max. di m 1,15. Dei tre filari rilevabili, nel primo i blocchi sono posti di taglio (lungh. max. m 0,90x0,50), negli altri due di testa (m 0,50x0,45). I basoli sono riferibili alla viabilità che, dal lato dx. della via Appia antica (G), poco a nord del XIX miliario, raggiungeva Lanuvio (gU. 640. Strutture. Nell'area del pianoro prossima al lato orientale della via Laviniense, prima che le pendici inizino a precipitare con accentuata pendenza, lo scavo intrapreso dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio nel 1991 e nel 1993, ha rivelato l'esistenza di parte di un vasto impianto residenziale, già parzialmente distrutto. Nonostante lo stato di abbandono dell'area non renda agevole la lettura puntuale dei resti antichi, possibile riconoscere almeno la zona residenziale gravitante su un vasto atrio e quella rustica che si trova sul lato settentrionale” 641, Strutture in opera reticolata. Nell'area, già interessata da lavori agricoli in profondità, come ricorda Lanciani”®, e di recente da lavori edilizi, che costeggiail lato orientale della via Laviniense, 100 m circa dal bivio con la SP. 95/a via Appia Vecchia, le indagini intraprese dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio nei primi anni Novanta del Novecento hanno rilevato la presenza di alcune strutture. Si tratta di sei ambienti quadrangolari, non più visibili, parzialmente realizzati in opera reticolata, con pavimenti a mosaico”, 642. Materiale sporadico. Lavori edilizi intrapresi lungo il versante sud-orientale del colle”, immediatamente al di sopra della vallata di C. da Vagnere, nel terreno ai piedi del pianoro, in prossimità di un cantiere relativo alla costruzione di un vasto edificio”, hanno rilevato la presenza di numerosi blocchi di peperino e abbondantissimi frr. ceramici, soprattutto di vernice nera, sigillata italica e anfore. 643. Struttura in opera cementizia. Lungo la scarpata soprastante il lato occidentale di via Diomede, che scende ve so est dal lato meridionale della via Appia Vecchia, in pross

"Gau 1933: 156 fig. 7,158; GaLien Appunti ricorda che “a conta to della crepdine a sud, esisteva un muro asacco" c che procedendo “si ebero indizi tali da far sospettare l'esistenza dela via ad una profondità sempre minore fino a m 0,90." Citatucct 1983: 218 nn. 77-776. 7 GALIET 1933: 156; Lisst Cagna 1966: 115, con errata indicazione della lunghezza 7" Degli scavi, ancora inediti, rimane la documentazione grafica realizzata da A. Bonscrini (Lisst CARONA 1966: 112 fig. 25 zona a, 113 fig 26, 115-116). 2° Si tratta presumibilmente del muro indicato dalla Lissi Caronna con ila. all'interno del settore a (Lassi CaRonNA 1966: 112 fig. 25 zonaa) > Guna 1995: 483-492, 494 fig. 1,3 (posizionamento su base c 1o) 495-498 figg. 2-9, per o scavo intrapreso a causa dellimpiantarsi di un cantiere edilizio in corrispondenza dell'area dei rinventi effetuati dalla Lassi CaRONNA 1966; LIL! 2001: 58 n. 5.

7 LANCIANI CVatLat. 13045: 250. per l'esistenza di muri di operare colat nell'area sostuia verso estda un “muraglione” e, soprattutto, per i divers tipi di pavimento Cpav. di triangolidi broccaello, . mosaici rustici 4i porfido, .. mosaico fine a line nere, .. altro mosaico a fondo bianco e pietruzze molti colori ala Veneziana”) P^ Gini 1995: 492-494 specialmente 494 fig. 1, 4 (posizionamentosu ‘base catastale), 499 fg. 10(pianta); iti 2001: 58-59 n. 16a con erronea. attibuzione ad un complesso differente. 7 L'area gode di un vastissimo affaccio verso sud-est, lungo Valle d'Oro, fino a Valle Fara. La morfologia dell'area, in particolare l'estremità ‘orientale del pianoro, appare profondamente modificaa dagli sbancameni. 7" La costruzione dell’edificio, ll falde del 'area occupata alla villa antica in stato di fermo per diversi nni, è stata ultimata tra i) 2004 ei 2005. " Seivolato tra la tera ho riconosciuto anche un tato non piccolo di pavimento in opera spicata

6375. LASTRICATO STRADALE M. Cagnoletto

ΤΙ Galieti ricorda il rinvenimento, nel 1933, all'interno di un terreno (propr. P. D'Onofrio) nel versante meridionale di Monte Cagnoletto, a circa -1,60 m dal p.d.c., di un breve tratto di strada basolata (1 m circa), larga tra le crepidini m. 3,70, orientata nord-est/sud-ovest. 638. LASTRICATO STRADALE m 345 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense

II Galieti ricorda che nel 1906, eseguendosi lo scavo per l'impianto di alcuni alberi sul lato occidentale della via Laviniense, a circa 46 m a nord della viadi S. Lorenzo, s'individuarono i resti della via basolata per una lunghezza di m 1,30 circa”. Il lastricato è presumibilmente riferibile alla viabilità che, dal lato dx. della via Appia antica (G), poco a nord del XIX miliario, raggiungeva Lanuvio (g1). 639-643. Vita m 350-325 s.Lm. SP. 96/a Via Laviniense - Via Diomede

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Fig. 374. SP. 96/a Via Laviniense. Via Diomede. Muro di sostruzione (n. 643).

mità dell'incrocio con la via Laviniense, è visibile un muro che doveva sostruire ἢ lato nord-orientale del pianoro su cui insistono gli ambienti nn. 640-641 (Fig. 374). La struttura, orientata nord-ovest/sud-est, è conservata per m 16 di lunghezza e per un'altezza max. di m 4 che raggiunge quasi la sommità del pianoro, con uno spessore rilevabile di m 1,15 circa. È realizzata in opera cementizia con scaglie di selce più grandi alla base e più piccole alla sommità, allettate per piani orizzontali ben riconoscibili. Sulla fronte è conservato il condotto di deflusso delle acque meteoriche, a m 2,80 da terra”. Più a nord, sempre sul lato occidentale di via di Diomede, poco sopra la strada, rimangono altri tratti del fronte, crollati, alcuni dei quali con rivestimento in opera incerta con blocchetti angolari. L'impianto, presumibilmente esteso su una superficie di circa 26.000 mq., in considerazione delle diverse tecniche costruttive e dei materiali notati, sembra riferibile ad un periodo compreso almeno tra la media età repubblicana e la media età imperiale. 644-647. VILLA m 355-345 s.Lm.. M. Cagnoletto

vo (n. 647), riutilizza ampiamente nella muratura cubilia, sia in selce che in peperino, tegole a impasto sia rosso che chiaro di età romana e laterizi a impasto chiaro. Nel giardino antistante rimangono tre basoli in selce di medie dimensioni, due blocchi in peperino quadrangolari di grandi dimensioni spezzati e due grosse canalette in peperino. 645. Materiale sporadico. Nella bassa scarpata che costeggia il lato a monte dell'ultimo tratto della traversa che dal lato settentrionale della via Appia Vecchia raggiunge una terrazza alle pendici meridionali di Monte Cagnoletto, affiorano numerosi materiali antichi, perlopiù da costruzione. Nella sezione esposta, su una fascia di almeno m 100 che delimita i lati sud e est dell'area pianeggiante soprastante? si notano, oltre a un basolo in selce di medie dimensioni, scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, cubilia in peperino (cm 7x8), fri di tegole a impasto rosso riferibili a età repubblicana e a impasto rosato e chiaro e coppi a impasto chiaro di età romana, pochi ἔπ: di anfore e piccoli fr. di comune da mensa. Comune da mensa — 3 frr di parete pertinenti a forme non id. Anfore

1 fi i parete di produzione africana — 1 fr. di parete di produzione tirrenica 646. Area di fr. fitili. I1 lato settentrionale della SP. 95/a via Appia Vecchia, quasi all'altezza del bivio con la SP. 96/a Via Laviniense, è costeggiato da un colle ottimamente esposto verso sud-est e aperto fino alla pianura pontina eal litorale”, sul quale il Lanciani segnala l’esistenzadi una villa”. Nel settore sud-orientale del colle, occupato da vigneto?” in concentrazione medio-bassa, su una superficie di mq. 4.000 circa, a partire dal margine orientale della sommità, terrazzato da un'alta scarpata con cui si affaccia sulla proprietà sottostante (n. 648), fin quasi al limite occidentale delJa proprietà e lungo le pendici che scendono sulla strada provinciale, affiorano scaglie di selce di piccole dimensioni, diversi frr, generalmente di piccole dimensioni, di tegole, soprattutto a impasto arcaico, rari a impasto rosa di età repubblicana, altri a impasto chiaro e rosato di età romana, diversi frr. di ceramica a impasto, vernice nera, sigillata italica, comune, soprattutto da fuoco, e anfore.

644. Materiale sporadico. Al termine di una traversa che. dal lato settentrionale della SP. 95/a via Appia Vecchia sale fino ad una delle terrazze che caratterizzano le pendici meri dionali di Monte Cagnoletto, si raggiunge un piccolo edificio rustico in ristrutturazione, il quale dovrebbe sfruttare fonda: menta antiche, come già rilevato nella mappa del Catasto Gregoriano del 1819 e successivamente dal Lanciani?". Il casaletto, che sorge al margine orientale della terrazza aperta a sud-est, la quale conserva in parte l'antico fronte sostrutti-

Impasto grezzo — | fr di orlo pertinentea olla tipo Carafa 1995, 400, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 550530e il 450 a.C. ~ 1 fr di orlo riferibile a olla tipo Carafa 1995, 396, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 550 c il 75450 a...

7? Litt 2001: 59 n. 16b. 7" Ast, Catasto Gregoriano, an. prov. Agro Romano, n. 123, particella n. 41 "Rudero antico”; Lit 2001: 12fig. 4; InoeowRI 2001: 262 fig. 2, 7; 267. Anche LaNCIAN! CVatLar. 13045: 248v. riportato in Lait 2001: 14 fig. 9, ricorda il "casale fabbricato su muri ret". La proprietà recintata e non abita risulta inaccessibile da tempo per cui non mi è stàto possibile verificare la presenza di strutture antiche in fondazione. L'area circostante la proprietà risulta irricognibile a causa dl fondo incolto.

o Quest'ultima è risultata inaccessibile e comunque incolta da diverso tempo. 75 La proprietà corrisponde al civico n. 77 di via Appia Vecchia. 7 αναιανι, mss 852: 40r; Cfr Liss 2001: 8 fig. 2. 7 Quasi ti la sommità dell'altraè occupata da edilizia resdenziaJe, fatta eccezione perl margine sud-orientale del pianoro e le pendici che scendono verso la provinciale 55 Canara 1995: 159 fg. 161 Canara 1995: 159 fig. 160

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— 3 frr. di parete pertinenti a forme non idd. το fr di fondo a disco pertinente a forma cl sa non id. (olla?) Impasto rosso — 3 frr. di parete con spessore medio-grande e andamento al‘quanto rettilineo pertinenti a forme non idd. — 5 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica. — 2 frt di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa. 8 fr di parete pertinenti ἃ forme non id Comune da fuoco — 1 fi di olla biconica dall'orlo estroflesso tipo Ostia II, 489, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C). — 2 fim: di coperchio dall'orlo a tesa rialzata tipo Ostia Il, 516-Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287^, attestatoa partire all’età domizianea e in età traianeo-adrianea. —3 frr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del IT sec. d. C9. = | ft diorlo i lla di piccole dimensioni tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 17, attestato in contesti compresi tra il 275 e il 150 a.C. Il fi. presenta superficie ingobbiata e lisciata sll'orlo. = 1 fi. di ansaa sezione sub-circolare pertinente a forma non id. — 5 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. = 1 fr. di fondo a dico pertinente a forma chiusa non id. (olla? — 12 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore —3 το 1 — 1 —3

fi di parete di produzione tirrenica. fr. di parete di produzione spagnola fr di parete di produzione orientale. fi di parete di produzioni non idd.

Fig. 375. M. Cagnoletto. Murodi sostruzione (n. 647).

alcune parti, evidentemente ruotate per la spinta del terreno retrostante (Fig. 375). Le due strutture larghe circa m 2,50, affiorano dal terreno per un'altezza massima di m 1,80 circa. Sono ormai prive di cortina, tranne quella meridionale che conserva una fascia di cinque laterizi alla base mentre presentano tracce di calcare sulle pareti interne. A m 1,20 da terra hanno entrambe un foro di uscita di una conduttura”. Circa m 50 a ovest dalle strutture in alto sulla scarpata, quasi al di sotto del casaletto (n. 644), si conservavano almeno ri del muro di sostruzione a blocchi in peperino"". È ipotizzabile che, presumibilmente nella terrazza occupata al margine orientale dal casaletto (n. 644) e quasi per intero nell'area restante da costruzioni moderne, su una superfice ricostruibile di circa 21.000 mg, vi fosse un edificio rustico-residenziale sostruito sul versante sud-orientale da un muro a nicchie di opera laterizia e quadrata (n. 647). L'affioramento immediatamente al di sotto della vasta terrazza a sud-ovest (n. 646) e i materiali nelle vicinanze (n. 645) sembrano indiziare un utilizzo dell'impianto nella media età repubblicana e, successivamente, tra la prima età imperiale e la fine del II secolo d. C. e, in precedenza, nel corso dell'età arcaica, la presenza di una casa/fattoria, forse limitatamente al settore sud-occidentale dell'arca. I basoli sono, forse, riferibili ad un diverticolo (g2) che dal lato orientale della strada per Lanuvio (gl) doveva raggiungere l'impianto.

647. Muri dî sostruzione. Circam 95 circa a nord-ovest dei muri in opera cementizia n. 648, nell'area di proprietà di un consorzio residenziale, a ridosso della ripida parete che delimita il fronte sud-orientale della spianata superiore, si conserva un muro a nicchie semicircolari” e a blocchi, già rilevato da Lanciani"", Delle prime se ne conservano due quasi per intero, mentre di una terza rimangono solamente

648-651. Vira m 344-325 s.m. M. Cagnoletto - SP. 95/a Via Appia Vecchia

F^ OstiaI: 100, 260-261, tav. XXVII. osi Ostia I: 101, 260-261,av. XXVIII; Cera 1978 [1987]: 131 fg 132 dallo trato TV; Post 1978 [1987]: 403 fig. 407 dall strato I Atlante I: 212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3.6, 46, 47.13. ‘0 Dysox 1976: 24. I ratamento della superficie dell tradizione arcica del tipo, simile anche alla forma 20, 4-13 da Suri, in contesti di seconda metà de II inizi del scc. a.C. (DUNCAN 1965: 138» 139, 150-151 fg. 6, 160). 7I res si trovano, forse insieme ad. all’interno della proprietà

ἀεὶ Sigri Galfré, i quali mi hanno impedito ripetutamente l'accesso. Descrizione con documentazione grafica in Liu 2001: 69 fig. 137, 204, 72. 7 Lxcust VatLar.13045:248¢, riportato in 112001: 12, 14fig.9. 7^ Questo elemento potrebbe iniziare che potesse trattarsi di due fonne. © La parziale pulizia della sezione, nell’inverno del 2002, mi ha permesso di ilevane l'esistenza ^" Entrambe le terrazze, comprese tra i 330 e 340 m, in particolare quella superiore più ampia allungata, godono di uno stupendo e largo oz zonte verso st sui epinî ea sud-ovest fino al litorale.

648. Strutture e materiale sporadico. ἢ lato settentrionale della via Appia Vecchia, all'altezza del km 2,5, ὃ costeggiato da un'alta scarpata che delimita la prima delle due terrazze che si allungano verso nord-est, leggermente sfalsate™,

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sulle quali rimangono i resti di alcune strutture”. Il pianoro inferiore, di dimensioni minori, conserva a partire da m 26 circa dal margine della strada, un grosso muro di contenimento dell’area soprastante”. La struttura, che si adatta alla morfologia della terrazza allungandosi verso nord-est, è conservata per un'altezza max. di m 5,30 ed una lunghezza max. di m 38 circa, priva di cortina, con nucleo in scaglie di selce. A m 18,30 dall'estremità meridionale sul fronte del muro si vede l'uscita di un condotto con copertura a doppio spiovente in bipedali, che riunisce due rami ortogonali: uno proveniente da nord-est, l'altro da ovest”. Al di là dell'uscita del condotto, il muro di sostruzione avanza il fronte per m 5,50 circa, con un tratto di m 3,50 circa, oltre il quale rientra per m 2,80 circa, formando un dente conservato per un'altezza max. di m 2,10, di cui m 1,50 al di sopra della risega di fondazione". TI fronte è conservato su questo filo leggermente avanzato, che rispetta probabilmente la morfologia naturale, per altri m 15 circa. Dopo una lacuna di m 12 circa, del muro ortogonale che doveva chiudere il lato settentrionale di questa terrazza, resta, per breve tratto, il nucleo in scaglie di selce, a partire dall’angolo nord-orientale perm 13,50 circa, conservato per un'altezza max. di m 0,50. Non? visibile il lato meridionale che doveva affacciarsi sulla sottostante strada provinciale, che Lanciani descrive "a nicchioni""", Alla base del muro di terrazzamento il terreno, occupato

da un vecchio vigneto, si allarga in piano verso sud-est, per m 65 circa prima di iniziare a scendere con moderato pendio verso la sottostante strada provinciale”. Tra i materiali che si rinvengono sparsi in media concentrazione sul terreno, oltre a frr. di tegole a impasto chiaro di età romana, frr. di ceramica comune e anfore, resta anche un blocco angolare in peperino. 649. Muro in opera reticolata. Della terrazza superiore che si allunga verso nord, arretrata di m 6,50 circa rispetto al fronte orientale di quella sottostante, si conserva un tratto. della sostruzione del lato orientale. A m 6 dal punto nel quale doveva iniziare, indicato anche dalla morfologia attuale, πὸ rimane una prima parte per una lunghezza di m 3,50 circa, con il nucleo a grosse scaglie di selce e tufo””. In migliore stato di conservazione ἃ la prosecuzione del muro verso nord”. Dopo una lacuna di circa m 4,50, la struttura, appoggiata alla balza naturale che prosegue verso nord-est, è nuovamente visibile, per m 3,30 di lunghezza e 1,40 di altezza, con la cortina in opera reticolata di cubilia in selce (cm 7x9), Nella parete, a m 0,50 circa sopra il piano di campagna, è inserito un tubulo in cotto (diam. cm 7,5) che doveva garantire il deflusso delle acque (Fig. 376). Appoggiato a questo si conserva un altro muro, anch'esso in opera reticolata, con andamento ortogonale, al di Tà del quale il fronte prosegue in direzione nord per un tratto di m 12 circa di lunghezza, conservato per quasi l’intera altezza, privo della cortina”. 650. Area di frr. fitli e strutture in opera cementizia. Il pianoro, largo m 115 circa e lungo m 140 circa raggiunge a nord l'area di un consorzio di abitazioni”, mentre il settore meridionale, occupato al margine da un'abitazione privata di recente edificazione, è coltivato a vite e orto. Su una superficie di mg. 3.500 circa, affiorano în alta concentrazione diverse scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole, rari a impasto arcaico, più numerosi a impasto rosa e chiaro di età romana, dolia a impasto tardo arcaico, pochi frr. di ceramica a impasto e di vernice nera, frr. di sigillata africana, ceramica comune e anfore. Lungo il limite di proprietà del vigneto, quasi al centro della terrazza, si leggono ancora chiaramente le creste di due Junghi muri, in opera cementizia, quasi completamente interrati", i quali corrono paralleli, con andamento est-ovest, ἃ m.

#01 sto compare tra quell immediatamente ἃ ud del'atura di Mte Cagnoletto sli cata archeologica del tmtorio lanuvino, del Lancant (LANCIA mas. 8572: 0x riportato in Lia 2001: 8 ig. 2). Su rest νὰ Luza 001: 69-72 n.20. 5» La sommità occupata da un'abitazione privata con annessi con accessoalcivcon. 83 di via Appia Vecchia. 7^ Il racio proveniente da ovest appare dfunzionalizzatocon la cosauzione di un muretto in laterizi che ne ostísce il passaggio. I to esterno nord dl condotto si appoggia ad un muro del quale si legge, per breve trato, la cortina lterizia. 7A differenza del nucleo noto fin a questo punto, la struttura appa re realizzata oltre che con cage d ele anche con scapol di peperino, > LANCIANI ClazLat 13045: 248 τρί store immediatamente ad est del vigneto è occupato da abiazion private: L'accesso sit è possibiledal viale che conduc ad una αἱ queste dalla va Appia Vecchia n. 103. ‘I propietario el Fondo mi ha assicurato che il muro ha subito un crollo durante l'inverno 1996.

7" Poco oltre il primo tato conservato, la ostruzione è stata “tagliata” dal passaggio di uno stradllo che sale αἱ pianoro. Qui all'interno del teremo coltivatoa vigna, delimitato a nord dalla canina sociale "Tommaso"© a sud della strada, si rinvengono numerosi i. i lateiz, tegole e molti cubiἴα, 7" B probabile che, originariamente, il muro proseguisse in altezza per. almeno m 2,50 fino a raggiungere la sommità del pianoro soprastante (m 3/0 ‘ecirca) Quest'ultima parte si trova all'interno della proprieà della Cantina Sociale “Tommaso”, dove però ne risulta difficile la lettura ἃ causa di un fit 10 roveto che lo ricopre 2?" Questo, che in parte occupa l'estremità settentrionale della terrazza, 2 risultato inaccessibile, mentre quasi la metà settentrionale, prossima al consorzio, è incolta e invasa da ftt vegetazione P Quest, che sono anche ricoperti da un ito roveto, i trovano m 45 circa a nord dell'inizio del muro di contenimento orientale della terrazza. Νὰ anche Incecwsri 2001: 262 fig. 2, 8; 267, la quale individua solo una delle due strtture.

Fig. 376. M. Cagnoletto. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Muroin opeτα reticolata (n. 649).

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16,50 circa di distanza uno dall'altro. I due muri attraversa no trasversalmente tutta l'ampiezza della terrazza, per una lunghezza rilevabile di almeno m 110, fino alla base della ripida balza alla cui sommità si allarga un altro pianoro, forse interessato dalla presenza di un altro insediamento (nn. 644-647). Impasto grezzo — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera

~ 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana — 1 fr di orlo pertinente a forma non id.,in produzione A, databile a partire dall'età lavia”®. — | fr. di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fr. di orlo di olla con attacco d'ansa tipo Olcese 2003, tav. XXI, 5, attestato nella prima età imperiale”. — 1 fr. di ansa a nastro pertinente a forma non id. = 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. = | fr. di fondo piatto di lla. ~ 12 f di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

~ 1 fe di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515°, at testato in contesti datati l'età flavia, probabilmente durante la pri mma parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.). ~ 1 fr. di oro di tegame tipo Olcese 2003, tav. XY, 3, attestato in contesti compresi tail Le il I sec. d.C. — 1 f di ansa a bastoncello pertinenteἃ forma non id. — 1 f di fondo piatto di olla. = 22 ἔπι di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fr di orlo non id, di produzione africana. = 1 fr. di ansa a fascia di produzione africana.

—4 fim. di parete di produzione africana. ^ — 1 fi. di ansa di produzione tirrenica. — 1 fr di ansa di produzione spagnola. — 3 fi di parete di produzione tirrenica. — 3 frr di parete di produzione spagnola. — | fi. di ansa di produzione non id. — 1 fi di parete di produzione non id. Opus doliare — 1 fr di parete in impasto arcaico. = | fi di paretein impasto tardo arcaicoo alto repubblicano.

651. Struttura muraria. La mappa del Catasto Gregoriano del 1819 riporta, in corrispondenza dell'estremità orientale della terrazza, in prosecuzione del tratto în opera reticolata n. 649, l'esistenza di una struttura rettilinea con probabile funzione sostruttiva*". Nelle strutture, come già supposto dal Lanciani, è ident ficabile un impianto rustico residenziale, disposto su terrazze, su un'area di circa 20.000 mq., che anche sulla base dei materiali ceramici appare in uso presumibilmente già in età repubblicana e, successivamente, dalla prima età imperiale fino ad almeno il IT secolo d.C. I materiali genericamente riferibili all'età arcaica, forse, piuttosto che ad una precedente frequentazione dell’area, possono ritenersi correlati a quelli più numerosi individuati a nord-ovest (n. 646), dei quali presumibilmente costituiscono la dilatazione artificiale di uno dei margini. 652". STRUTTURAE MATERIALE SPORADICO M. Cagnoletto

Dall'altura di monte Cagnoletto, nel corso di diverse indagini realizzate da G. Hamilton trail 1773 eil 1774, è presumibile che provengano numerose sculture”. Del 1774è la notizia del rinvenimento da parte di Hamilton di “una camera sotterranea murata” nella quale “furono trovate ... undici antiche ragguardevoli Statue quasi tutte intiere ...”. Oltre a quelle perdute, a quelle di più problematica identificazione"

positi a Genzano; sopratutto, sulla spesa intrapresa dai Musei Vaticani 7" Il proprietario di una abitazione posta proprio soto lla terrazza as sicura che quando, di tanto in tanto, viene tagliato il roveto, due muri sono peril sopralluogo di Visconti e Sibilla i “marmi colà trovati” e ai "luoghi ben visibili in uta la loro lunghezza, appena afficant da tera Lo spazio degli scavi" (Ast, Camerale IT Antihit e belle ar, b 17, fasc. s.n. Nota αὶ due muri nonè al momento indagabie come pure, per almeno 15:20m. del denaro oborsato da Giambattista Visconti Commissario delle Antichità circa, tuta l'area lte il secondo muro dove sembrerebbe potersi ipoizz perla compra e trasporto de" Monumenti acquistati pe’ Musei Pontificyed re, anche se sulla base di labilissime trace, Ia presenza di un terzo muro p altre incombenze, dalli 20 novembre 1773 atutti li 14 marzo 1776). ^" Sul problema dell'atribuzione delle sculture lanuvine ai diversi rallelo αἱ primi. Tuta la zona è comunque ricca di cubilia e immediatamen te al di soto della costa, si rinvengono numerosi blocchi squadrati in pepe- complessi residenziali vd. NEUDECKER 1988: 161-164 il quale identifica nella zona due impianti residenziali: quello cd. di Antonino Pio e quellodi rino (1 0,45x0,4540,35; 09050,451030) Monte Cagnolo (contra VERMEUE 1977: 68.69, che invece ritiene che la 77 Vd, 318-319 nota 3845. villacd. di Antonino Pio e quelladi Monte Cagnolo costituiscano un unico 1 Vd. 318-319 nota 3848, impianto). Relativamente allidentiicazione del Monte Cagnolo ricordato o Oucise 2003: 93. da Hamilton come luogo delle scoperte con Monte Cagnoletto vd. 0 OstiaTI: 101, 260-261,av XXVI. Incensi 2001. »OLckst 2005: 86-57 "asx, Catasto Gregoriano, ant. prov. Agro Romano, mappan. 123, 7" Diario Ordinario del 19 Febbraio 1774; Alla medesima struttura è nell particella 42. “Rudero antico”; La 2001: 12 fg. 4. probabile sì riferisca Sum 1901: 313-314, 7" Nella ettra del 16 gennaio 1774 a Lord Shelburne, Hamilton, dopo 7 Una prima autorizzazione all'aperturadi una "cava di tavolozza” in un terreno di proprietà del Collegiodi San Bonaventura è del 26 novembre aver descrito i sito dello scavo, elena le sculture rinvenute (MICHARLIS, 1773, una seconda da inraprendersi in un terreno presso Civita Lavinia di ‘Sumit 1889: 70: "pars of several very fine Candelabri ., two groups of proprietà del duca Cesari del 21 gennaio 1774 (Ask, Camerale Il, ‘greyhounds... another dog scratching his ear and ἃ bitch n the same atiua Satyr playing on the part of Presidenza delle strade, 67). Per un protars delle ricerche finoal 1777 pro de, an Actaeon with two dogs, a small igure, of Victory... a Mitras pende PIETRANGEL! 1958: 112 nota 6, sula base delle notizie: sul a Visita very fine vase, . a Faun, a Paris, a female fatta da Visconti e Sibilia ai marmi rinvenuti a Monte Cagnolo Novo e de- cz. Ἰνσξονεαι 2001: 263 specialmente nota 18,268 nota 44), 627

e a quelle per le quali, pur mancando una documentazione specifica, è stata ipotizzata una provenienza lanuvina””, è cospicuo il numero delle opere attribuibili alle ricerche su Monte Cagnoletto. ΑἹ British Museum si conservano: due statue di Pan”; un gruppo di Atteone”; un Dioniso fanciul10; due gruppi di Vittorie tauroctone?"; un’erma del cd. Mida; un cratere”; una coppia di levrieri"". Ai Musei Vaticani: una coppia di levrieri®® e un cane levriero. Se ne è proposta una datazione in un arco cronologico che va dalla fine del I secolo a. C. alla metà del II secolo ac. 653. LASTRICATO STRADALE m 347 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense

Nel 1915, nel corso degli scavi per la realizzazione della. tranvia lanuvina, nel punto cui essa attraversavala via Appia Vecchia, immediatamente ἃ nord-est del bivio con la via Laviniense, furono individuati i resti di una via basolata per una larghezza di m 2°. 654-657. VILLA E ACQUEDOTTO m 319-305 s.l.m. SP. 95/a Via Appia Vecchia - Via Diomede

Fig. 377. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Via Diomede. Muro di sostruzione (n. 654),

na, presenta un nucleo in scaglie di selce, realizzato per piani di gettata regolari (m 0,60). A questo è stata successivamente appoggiata una fodera anch'essa in scaglie di selce, poste in opera per piani orizzontali. Lungo questo tratto resta l'uscita di due condotti per il deflusso delle acque, uno a m 2,10 circa da terra, realizzato con tegole alla cappuccina, l’altro più in basso, a m 0,80. Il muro piega poi ad angolo retto verso sud, per m 1,82, con un tratto in opera reticolata con ammorsature angolari a blocchetti, conservato per un'altezza max. di m 1,95, a cui il fronte a scaglie di selce sembra appoggiarsi. L'ultimo tratto del fronte riprende l'originario orientamento est-ovest, per una lunghezza di m

7,709”. È realizzato con cortina in opera incerta a grossi e ir-

Nel terreno in declivio compreso tra la via Appia Vecchia e via Diomede, nel settore all'estremità di quest'ultima, sistemato a terrazze, si conservano alcune strutture, riferite già dal Lanciani ad una villae 654. Muro di sostruzione. Un primo muro, orientato estovest e caratterizzato da un andamento a linea spezzata, per una lunghezza complessiva di 18,80 m ed uno spessore di m. 1,20, è visibile alla base del declivio, sul ciglio settentrionale di via Diomede, a contenimento della terrazza superiore? (Fig. 377). In questo sono evidenti vari interventi costruttivi. In particolare il tratto orientale, conservato per un'altezza max. di m 2,50 ed una lunghezza di m 10,90, privo di corti-

regolari cubilia in selce, conservato per un'altezza di m 1,65. A partire da qui, prosegue privo di cortina per m 1,30. L’estremità occidentale termina con blocchi angolari (m 0,400,20). 655. Ambiente voltato. Sulla terrazza superiore, 25 m. circa a nord-est del muraglione di contenimento, si conserva uno dei “due o tre grottoni” ricordati da Lanciani®, i quali, forse, dovevano fungere da sostruzione all'edificio principaIe, Si tratta di un ambiente voltato (4,10x6,30 m circa), costruito a ridosso della balza della terrazza, con parete di fondo in opera incerta, con grossi scapoli in selce, presumibilmente in origine rivestita con lastre marmoree, e pareti la-

P" Si tratta di un cratere (Sum 1904: 394-395 n. 2501), una Sfinge Sri 1904: 85 n. 1719; Jecxavs in JeCKINS, Βισναμινι 1997: 274 n. 21, 275 fig, con bibliografia), un'aquila (Sore 1904: 219 n. 2135) e dei busti i Eracle (Summa 1904: 93 n. 1731), Sofocle rm 1904: 133n. 1832)e forse (ft. Chracas ἀεὶ 9 aprile 1774), Sabina (Piernancati 1989: 112 n. 9 (634); Frrrscug, Zaven 1983: I, 10 n. 107 I, taf. 12; BIGNAMDI 199899). 7" Sum 1904: 61-62 πο. 1666-1667;c Incest 2001: 268, tav. ft. XLIVLXLY. 7 Suri 1904 24-25 n. 1568; cfe Incensi 2001: 268, tav f XLVI. 7 Sum 1904: 47 n. 1625; cr. Iucecneni 2001: 268, tav. £t. XLVII «Sum 1904: 75-76no. 1699-1700; cfr Ioscvwea 2001: 268, tav. fa XLVIILXLIX. Sutri 1904: 98-99 n. 1745,cfr INGEONIER 2001: 268, av tL. 2" Suma 1904: 393-394n. 2500; οἷς INGEGNIERI 2001: 268, tav. f. LI. 97 Sym 1904: 218n. 2131; NEUDECKER 1988: 162 n. 21.2: Jecxmsin Jens, Βισναμινὶ 1997: 259 n. 205 con bibliografia; cfr. INGHONIERE 2001: 268, avv. Γι LILLIT © Hec 1963: 78-79n. 105; Ριστκανσειι 1988: 195n. 158 (430); NeupeckER 1988: 162 n. 21.1; Bici in Jess, BIONAMDAT 1997 258-259 n. 204 con bibliografia, 9 Massi 1792: 36 n. 4 senza indicazione della provenienza; AMELUNG 1908: 364 n. 169; PurraaNonts 1988: 195 n. 157 (429)

‘== Gauem 1915: 173 ubica il rinvenimento "avanti l'oliveto Frezza": «fr. Βενρινειιι 1921: 361; Gauism 1933: 156; List Caronna 1966: 94; Chiarveci 1983: 218 n. 77 bis. ‘= Si trata della strada che dal lato meridionale della via Appia Vecchia scende verso es fino a raggiungere il fondovalle compreso tra la dorsale di C.da Vagnere e le estreme pendici di Monte Cagnoleto. κα ito compare ta quelli immediatamente a sud dell'altura di M.te Cagnoletto sia nella carta archeologica del territorio lanuvino, che nel a tavoletta IGM con gli appunti di Lanciani (Laxciaw: mss. 85/2: 40c. © BASA, Roma XI. 65. 8, riportati in Litt 2001: 8 figg 1-2. Sui resi vd. Lit 2001: 666 9.19. ^ B ciò che resa del muraglione αἱ sostegno ricordato da LaNCtANt Vea. 13045: 250. 7 Sul lato breve orientato nord-sud,è visibile, a m 0,70 da tera lar sega di fondazione 77 Nel punto in cu il fronte piega nuovamentead angolo reto, per ri prendere l'originario orientamento est-ovest, il breve tato in opera reticoata sembra a sua vola appoggiarsi, almeno per primi 0,90 m da terra, αἱ muro in opera incerta che corre ortogonalmente, mentre superiormente i due muri sono ammorsati 9 LancianI Cala. 13045: 250 L'ambiente si trova si piedi di un declivio piuttosto ripido, sistematoa terrazze, che scende a partir dalla soprastante via Appia Vecchia.

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terali su cui rimangono tracce della decorazione a stucco e intonaco affrescato con motivi vegetali! (Fig. 378) L'ambiente è fornito di una vaschetta, grossomodo rettangolare, posta tra la parete di fondo e quella orientale, delimitata da muretti appena affioranti dall'interro e internamente rivestiti in cocciopesto?". 656. Sostruzione in opera quasi reticolata. Circa 20 m ad est dall'ambiente voltato n. 655, ugualmente appoggiato alla parete della terrazza, è ancora visibile per 13,50 m di lunghezza e 4 di altezza, un muro di contenimento, che presenta una fodera in scaglie di selce sovrapposta ad una cortina in opera quasi reticolata, simile a quella della sostruzione inferiore, lungo la strada. 657. Acquedotto. Sulla terrazza più alta rimangono due tratti, paralleli, orientati est-ovest, e posti su quote leggermente sfalsate, dell'acquedotto che doveva rifornire gli ambienti sottostanti. Quello che corre ad una quota più bassa di m 5 circa, lungo m 26 circa, parzialmente interrato e visibile solo in sezione, fatta eccezione per il breve tratto nel quale si conserva il paramento in opera incerta della spalletta, è presumibilmente în parte costruito ed in parte ricavato nel banco affiorante. Meglio conservato lo speco superiore, riconoscibile complessivamente per 60 m di lunghezza all’interno della parete della terrazza, di cui parzialmente fuori terra ed indagabili solo i primi 6 e gli ultimi 17 m. Gli spioventi della cappuccina sono asimmetrici e l'altezza rilevabile dello speco è di m 0,75 per una larghezza di m 0,55. Nell'area è ipotizzabile la presenza di una villa su terrazze, su un’area di circa 20.000 mq., alla quale può presumibilmente riconnettersi anche l'affioramento n. 658, separato da arce non ricognibili, che sulla base delle diverse tecniche costruttive sembrerebbe possibile riferire ad un arco cronologico compreso almeno tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale. L'ipotesi che al medesimo impianto possa riferirsi anche l'affioramento n. 658, potrebbe indiziare una fase di età arcaica, relativa ad una casa/fatoria, precedente l'impianto della villa, e lo spostamento almeno all'inizio del V secolo d. C.della fine della frequentazione del complesso.

Fig. 378. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Via Diomede. Ambiente voltato(n. 655).

Alla base delle pendici meridionali, tagliate a terrazze®®*, del colle compreso tra il lato occidentale di via Valleverta e

via Diomede, resta una spianata larga m 35 circa, affacciata verso sud con un'alta scarpata contenuta da una macera moderma Tutta l'area, per mq. 900 circa, è incolta, ma nei pochi spazi liberi dal manto erboso affiorano in alta concentrazione frr. di tegole a impasto tardo arcaico e rosato di età romana, frr. di astrine di rivestimento di marmo bianco (spess. cm 0,8)e pavonazzetto (cm 0,6), ceramica comune e soprattutto grossi frr di anfore. Sul margine orientale dell’area, dove il terreno sale verso la terrazza superiore”, sono accatastate: tre grosse lastre in selce, grossolanamente squadrate, relative probabilmente alla pavimentazione di piazzole, oltre a due basoli di medie dimensioni, in selce, un fr di colonna liscia in peperino (diam. m 0,41; alt. max. m 0,60), un blocco squadrato in peperino (m. 1,02x0,45x0,45), una basetta, frammentaria su un lato, sempre. in peperino, liscia nella parte superiore e decorata con modanature lisce (toro, gola, tondino, listello) alla base (alt. m 0,38: lungh. max. m 0,53; largh. m 0,25; largh. alla base m 0,38). La seconda terrazza, più alta e occupatada oliveto, si allarga per mq. 1200 circa e restituisce in media concentrazione, malgrado la bassa visibilitàdel terreno, pochi fi. di ceramica a impasto, perlopiù frr. di comune, soprattutto da fuoco, e di anfore, Nel giardino dell'abitazione al termine di via Diomede sono appoggiati”: una grossa soglia in peperino con incassi per battente; un fr. della stessa con incassi per i cardini (m 1,72max.x0,45x0,35); un blocco in peperino

20 La decorazione risulta n gran corsa e ricoperta da uno spesso stra to di calcare causato dall infiltrazioni dell'acqua che scende dal pianoro soprastante. In particolare su entrambi ati lunghi si conserva la modanatuta in stucco che corre lungo il piano d'imposta della volta. Sul lato occidentale, immediatamente al disotto della modanatura è leggibile una striscia in colore rosso, mentre sopra restano trace di celeste. All'altezza delle reni della volta restano due stil linee ross su fondo bianco che corrono paral elc cm 10di distanza una dall'altra, Sul fondo dell stanza, nei due angoli a contatto con la parete di fondo, resa la traccia della decorazione. intonaco conserva, infatti, al disotto del pino d'imposta, su entrambi i a ti, una comice ross, verticale, larga circa 5 cm, che doveva chiudere i due panneli. L'intonacosi ferma circa 10 em prima e non raggiunge a paretedi fondo: sù questa infatti non ne esta alcuna traccia. È probabile che fosse rivestita in lastre di marmo come lasciano supporre sia lo spazio rimasto, sia Ja presenza di divers for, quasi circolari e piuttosto profondi, che dovevamo forse alloggiare i perni perl fissaggi. =" L'intero impedisce di verificarelo sviluppo in profondità della vasca.

‘© La morfologia originariaha subito forti modificazioni sia nella parte settentrionale più ata, nella quale sono state ricavate stet terrazze per la coltivazione di fori, ia n basso dove è stata costruita un'abitazione priv L'area, al terminedi via Diomede, ea sud-est dell'impianto residenziale di cui si conservano diverse strutture (an. 684.657), che prospetta a sud la sottostante Valle d'Oro esi apre fino lla pianura pontinaè chiusaa este a ovest dalle alture di Valleverta e Lanuvio. "2^ Lungo le pendici che scendono verso la terazza inferiore, sul margine orientale dell'arca, a metà altezza, è stata realizzata una vasca per la accolta delle acque accanto ala quae restano i materiali TI perimetro di questa terrazza è stato parzialmente modificato, ver so l'estremità occidental, in seguito alla realizzazione dell'abitazione pri vata che sorge immediatamente al di sotto, occupando l’area della errazza più bassa, quella raggiunta da via Diomede. Questo setore non è, al momento, indagabil. "^^ Si rata di materiali rinvenuti durante i lavori per la costruzione di ‘una rimessa adiacente l'abitazione

658. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 288 slm. «Valle d'Oro» - Via Diomede.

629

Fig. 379. «Valle d'Oro». Via Diomede. Impasto grezzo (n. 658). quadrangolare, di fondazione (m 0,74x0,73x0,45) e uno sempre quadrangolare di dimensioni minori (m 0,60x0,52x0,36). 1 basoli e le lastre în selce sono presumibilmente riferibili alla viabilità che dal lato dx. dell’ Appia antica (G), all'altezza del cd. ponte delle Fornaci raggiungeva almeno C. le Iacobini (n. 989) (g6), benché non possa

escludersi la loro appartenenza alla viabilità (g11) che dalla via Appia antica, all'altezza del Castello di S. Gennaro, raggiungeva la strada per Lanuvio (g1) L'ffioramento, forse da riconnettersi al sito a nord-est (nn. 654-657), attesta la frequentazione dell'area in età arcaica e e successivamente la presenzadi un edificio a carattere rusticoresidenziale in uso trail Π a.C. ed almeno il V secolo d.C. Impasto grezzo — 1 fr. di lla o brocca non id. dall'orlo indistinto con ansa impostata sull'orlo, in impasto tardo arcaico. L'ansa presenta, superiormente, in prossimità dell'attacco dell'orlo, una profonda impressione digitale (Fig. 379, Tav. XX, 1).

Comune da fuoco = 1 fix di tegame dall’orlo a mandorla assimilabile al tipo Bragantini 1996, fig. 1, 2-3* di produzione laziale-campana, databile al II sec. a.C. 1996: (Tav. XX, 2). — 1 fi di orlo di tegame con listello decorato a ditate del tipo Ostia TII, 234, attestato in contesti datati al secondo quarto del IIT sec. dC. —1 fr di orlo di olla assimilabile al tipo Olcese 1993, fig. 34, 33, attestato în contesti compresi tra l'età neroniana e il Il sec. ace. = 1 fi. di olla dallorlo estroflesso tipo Settefinestre 1985, tav. 28, 2 attestato in contesti di Π sec. d. C. —2 frr di ansa a nastro pertinenti a forme non idd. — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Anfore ~ 1 fr. di orlo di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci®, diffusa dall'età augustea fino alla fine del ΠῚ sec. d C. — 1 fi di orlo di Lamboglia 2° anfora vinaria" di produzione adriatica, diffusa tra l'ultimo quarto delIL e la fine del I sec. a.C. fino al I sec. d.C. (Tav. XXXIV, 4) = 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del II, inizi del ΠῚ sec. d.C. — 1 puntale di Haltern 70, anfora betica peril trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino™, diffusa tra la metà del1 sec. aC. e la metà del I sec. d.C. — 1 puntale di Dressel 1B di produzione tirrenica diffus età tardo repubblicana. — 1 puntale di Pascual 1, anfora vinaria di produzione tarraconese^? diffusa dalla fine del I sec. a.C. alla metà del I sec. d.C.

Ceramica comune da mensa e da dispensa = Lf. dirlo di vaso a lstello tipo Olcese 1993, fig. 83, 364, at testato in contesti compresi trail TV e l'VIII sec. d.C.9". —2 fr. di ansa a nastro pertinenti a forme non idd.

= 1 fr. di puntale probabilmente riferibile a Africana I, anfora olearia tunisina diffusa tra la seconda metà del II e gli inizi del V see. dC. ~ 1 puntale probabilmente riferibile a Laetana I, di produzione tarraconese databile dalla metà del I sec. a.C. alla metà del I sec. ac. 1 fr di puntale probabilmente riferibile a Camulodunum 189/-

#0 Ovcsse 1993:310. ἢ ς inesame è privo della decorazione impressa. ‘= Baacavia! 1996:176 I tipo trova confronto in Goupineav 1970: tav. I, 1-2, confermandone cod l'attestazione in area campana, e in Aguaroo Ora. 1991: 64 - 67. © Ostia II: 172, tav. XXXI. = Qucese 1993: 198-199. © Setefinesire 1985: 100. 75 Vd. 40 note 4536, 4537, 4538 ^ L'orloinesameappartene alla fase iù antica dell'evoluzione del tipo. κει Cipaiavo, Cons 1989: 80-85, specialmente 84 fg. 14 (elenco delle aree di distribuzione), 97-99; Foxtava 1991; Bruno 1991: 262-266; TowoLo 1991: 17, 217, nota 20; Cipatano 1992: 40-41; Cimiano 1994: 208 fg. 3 (carta ἀεὶ luoghi di produzione), 213-216; Bruno 1995: 15-38. ‘= Uno dei vini trasportati potrebbe essere il famoso prerzianum prodotto nel territorio di Harria (BRUNO, SttscoLA 1995: 86), ma anche quelli prodotti dai vitigni palmensis, itiola (o irila) e bananica ricordati da Colum. I, 1,25 e 28 e Pin. na. XIV.4, 37, 39 e 67 (ci le più tarde testi monianze di Alessandro di Trlls II 325, 327 e 421 a proposito del vino palmense in PUSCIMANN 1879: 325, 327, 421). ‘© Nel Picenum impianti produttivi sono sui riconosciuti, forse, a Vallugola (Mepas 1989), a Cesano dî Senigallia (CIANO 1994: 207, 209, note 16-18), a Fermoin loc. FossoS. Biagio (BRECCIAROL! TABORELL 1984:

88; Ciano 1994: 207 fig. 3), a Potenza Picena (ΤΌΜΕκνι 1986: 54:55; Carano 1994: 207 fg. 3) ed in area abruzzese a Cologna Marina (CIPRIANO, Canne 1989: 81: Carsuaso 1994: 207 fig. 3). Perle produzioni press fume Locavaz nel territorio di Aquileiavd. Masei11 Scorn 1980; Mase.tt Scorr 1982; per quello di Piacenzavd. MARINI CALVANt 1990: 76; per quell ipotetico di Cesenatico vd. Cimiano, Carne 1989: 82; per quello in località Torre delle Oche, a Maranello, nel territorio di Modena vd. Giorpar 1990: 150-162: per quelli n territorio di Brindisi di Apani, Giancola, La Rosa e Marmorelle vd. PALAZZO 1989: specialmente 550 fig. 1.1 (Apani; Mawcosp. 1991, specialmente 44 fig. (Giancola; PALAZZO 1992: tav. XLVIILI (La Rosa); MANACORDA 1994: 47 (Giancola), 7-9 (Marmorell),910 (Apani). Non sono escluse produzioni sulle coste dalmate ed albanesi Coon 1989: 311-322) e produzioni in ambito tirenico (TCHERNA 1986: 54, nota 40; EurezUs, Messa 1987: 3-34 BRUNO, SrRECOLA 1995: 8). 7 Il ipo è ancora ben attestato in contesti di pieno I sec, d.C. (BrecciAROL TABORELL! 1984: 72; BRUNO 1995: 30). ‘Ve. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. © Statey 1985: 62-64, = L'esemplar più antico è stato rinvenuto nel elio della Mandrague de Giens del 60-50 C. (Tcu 1986: 142) ^" BetreáN Lzouis 1990: 220-222; Pupnós 1998. | Comas 1 SOLA 1985: 30:3,

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‘Schone Mau X V^", anfora peril trasporto di fruta e date di produzione orientale", diffusa tra a fine del sec. a.C. il see. d.C.9*. — 1 fidi parete di produzione tirrenica. — 2 frr. di parete di produzione africana. —2 fiv. di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 1 f di parete di impasto arcaico. 659. Basou m 316 s.m. SP. 95/a Via Appia Vecchia.

Lungo il lato meridionale della via Appia Vecchia, quasi all'altezza del km. 2,500, presso una casa in costruzione, sono visibili almeno venti basoli in selce fuori posto™ (Fig, 380), presumibilmente riferibili alla viabilità che dal lato dx. dell’ Appia antica (G), all'altezza del cd. ponte delle Fornaci raggiungeva almeno C. le lacobini (n. 989) (86), benché non possa escludersi la loro appartenenza alla viabilità (gl) che dalla via Appia antica, all'altezza del Castello di S. Gennaro, raggiungeva la strada per Lanuvio (gl).

Fig. 380. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Basoli (n. 659).

Sul lato settentrionale della via Appia Vecchia, all'altezza dell'ampia curva con cui la strada piega decisamente verso sud-est, nell’area del vecchio C. Galli, rimangono i rei di alcune strutture antiche™, già in parte riportate nella mappa del catasto alessandrino, del 1654". Il pianoro, poco ἃ nord-ovest del punto in cui l'Appia antica, scendendo al-

Paltezza di C. Bocale, si immetteva per un tratto sul percorso dell’attuale provinciale,è protetto alle spalle dall'alturadi Monte Cagnoletto, e aperto verso sud-est dove precipita con pendici ripide fino al fosso delle Ferrovie. 661. Strutture in opera incerta e materiale sporadico. Alla base del fronte occidentale dell’edificio moderno che insiste sul Casale Galli è visibile, per una lunghezza di m 12 e per un'altezza di m 0,40 circa”, un muro nord-ovest/sud-est in opera incerta. A circa9 ma partire dall'estremità meridionale rimane un'apertura (largh. m 0,80) con ammorsature in blocchetti parallelepipedi in corrispondenza degli stipiti®®. Diversi i materiali di vario tipo visibili all’interno della proprietà: vicino all'abitazione numerosi blocchi ed alcune lastre di travertino; sul pianoro almeno due pezzi di canaletta, un tronco sezionato di colonna e un blocco di calcare (m 0,46x0,80x0,60) 662. Sostruzioni in opera quasi reticolata. Lungo il versante sud-orientale si conservano resti dei muri di contenimento, disposti su due terrazze, realizzati in opera quasi reticolata? (Fig. 381). Il fronte inferiore, conservato per una lunghezza max. di m 12 circa e per un'altezza di m 1,80, ha. uno spessore di m 1,20 e tre grossi contrafforti (m 1,20x1,45), disposti a distanze quasi regolari, ogni m 2,30 circa, Della sostruzione che conteneva il lato orientale a questa quota inferiore, seguendo il gradino morfologico na-

‘> Seausy 1985: 87.89 © Peacock, WiLLiAMs 1986: 109. Non & escluso chesi rai di un'anfora vinaria, οἶσε a trasporto di fichi od alti generi alimentari qual salsamenta (Vienna 1995: 65-67) ‘© La produzione viene ipoteticamente riportata in base alle cartier stiche delle pate all'arca siro-palestineseo fenicia (Viraro 1995: 63). inizi idel ine dela[sec aC. degl contoest dell in at “© Iltipoè e attest sec d.C., ebbene la circolazione del tipo appaia maggiormente attestatatra del sec. d C. (Peacock, WittiaMs 1986: 109-110)e metànd 3l 40e la seco la prima sembri interromperstal aseconda metà del se. d C. e, al più tari metà del I cc. (Vira 1995: 59-61: MART-KILCHER 1994: 434-436) ‘© rinvenimento dei basoli appare dovuto proprio allo scasso eseguito perla recente costruzione. Il cantiere è però recintato e non è stato possibile verificare 'esatto numero dei basoli nè Ja presenza di altro eventuale materiale. oO Lanciasa CVatLat. 13045: 248-248; Basa, Roma ΧΙ. 65. 8 e Lancia mss. 85/2: 40r con posizionameno; Lit 2001: fig. 1-2, 13. ‘© La proprietà corrisponde al civico n.93. ‘91 sito compare tra quelli a su ellaturadi M.te Cagnoletosia nel-

Ja carta archeologicadel territorio lanuvino, che nea tavoletta IGM con pli appunti di Lanciani (LANCIA»I mss. 85/2: 40r. e Basa, Roma Xl. 65.8, riportati in Lii 2001: 8 figg. 1-2). Su resti vd. Cutanucct 2000: 180 fig. 1 0.5 ; Lit 2001: 72-74 n. 21 ^ Ast, Catasto Alessandrino, Presidenza delle Strade, 4334/32, n. C. ^" Lo spessore, ἃ rilevabile solo parzialmente (i 0,35/0,45), dal momento che la casa moderna, appoggiandovisi, ne ha inglobata la fronte in"SII proprietario, ricorda di aver osservato, αἱ di sotto della pavimentazione realizzata recentemente, che il muro. proseguiva per almeno 20 m verso sud-est, per poi piegare ad angolo reto seguendo l'andamento dell fronte dell'edificio modern, °° Scoperti casualmente nei lavori di sistemazione della scarpata, ese uiti di recent, essi appaiono in buono stato di conservazione avendo il proprietario provveduto alla costruzione sulle diverse murature di grezzi Poulet δὲ malta pietrame a protezione delle crest. "^^ Sul tratt i parte più scopertosi vedono chiaramente, oltre ai fori da ponte, i diversi piani di lavoro della tessitura della cortina (m 0,60 cir co)

660. STRUTTURA IN OPERA MISTA m 330 s.m. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Lungo il lato settentrionale della via Appia Vecchia, all'altezza del km 2, a sud-ovest di casale Galli, Lanciani segnala agli inizi del Novecento l’esistenza di un ambiente in opera reticolata e cinture laterizie, datato al Il secolo d. C.*^*. 661-664. VILLA m 309-305 s.l.m. C. Galli - SP. 95/a Via Appia Vecchia

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Fig. 381. C. Galli. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Sostruzioni in opera ‘quasi reticolata (n. 662).

turale, rimane, all'angolo sud-orientale, una fondazione semicircolare, realizzata contro terra, la cui forma meglio garantiva il contenimento del terreno. Il fronte superiore si imposta arretrato di m 2,80 circa, rispetto quello più basso e con andamento parallelo est-ovest. È conservato per una

lunghezza di 6 m circa ed un'altezza di m 1,30, ma ha uno spessore minore (m 0,90) e contrafforti più piccoli (m 0,90x0,90) rispetto a quello inferiore. Il lato orientale della sostruzione superiore è conservato per m 4 di lunghezza, con due contrafforti di cui uno angolare. Sia i pilastri inferiori che questi, presentano agli angoli ammorsature a blocchetti parallelepipedi 663. Ambienti ipogei. Lungo il versante orientale del pianoro, alla base della parete tufacea, ἃ accessibile una tomba scavata nel banco, aperta a est^. Sul lato sx. dell'ingresso sembra rimanere traccia di un incasso, forse per la chiusura. Presenta un ambiente centrale a pianta rettangolare, alto m 2circa, largo m 1,40 e lungo m 2, con due piccoli incassi sui lati lunghi, presumibilmente per le lucerne, ai lati del quale si aprono due altri ambienti: di forma stretta e allungata (m 3,30x1,20) quello meridionale, a pianta irregolare con una grossa nicchia sul lato occidentale (m 3,80x3,60) l’altro. Una seconda tomba, di dimensioni maggiori, è visibile alla base del costone che delimita la terrazza antistante a quella su cui restano le strutture, a sud-est delle sostruzioni, la quale presenta una pianta più regolare, a croce greca, per una lunghezza ed una larghezza max. rispettivamente di m 5,60 e 5,20 ed un'altezza max. di m 3,65. circa nel vano d’ingresso. 664. Area di fr. fttili. Nel terreno vignato che dalla base del pianoro scende con pendici abbastanza decise fino al fosso delle Ferrovie, su una superficie di mq. 1500 circa, affiorano in alta concentrazione scaglie di selce, fr. di tegole a impasto rosso di età repubblicana, chiaro e rosso di età romana, numerosi frr. di intonaco, di cui uno a fondo bianco ^ Riuilizzaa in parte come conserva per l'acqua e come rimessa per animat,è parzialmente crollata sulla fronte ^^" L'edificio antico doveva occupare anche l'area del pianoro antistante, ora a prato, com indicherebbe il rinvenimento occasionale di alcuni fr di pavimento ἃ piécoe essere bianchee nere. Il proprietario mi ha inoltre ifeito ch, alcuni anni fa, eseguendogli seri pera costruzione della casa, Sirinvennero alcuni lacerti pavimental, presumibilmente în situ 632

con linea rossa e un altro verde, fr. di ceramica comune da mensa e da fuoco, di ceramica a vernice nera, fra cui alcuni becchi di lucema e vari fondi bollati: uno con un Ercole, uno con un orante, altri a petites estampilles, e più scarsi di sigillata italica. I resti di strutture sono riferibili ad un impianto rusticoresidenziale, forse esteso su una superficie di almeno 18.000 mq. che doveva occupare il pianoro nel cui settore nord-occidentale insiste ora l'abitazione moderna! Le diverse tecniche costruttive, unitamente ai materiali rinvenuti, sembrerebbero indicare un utilizzo dell'impianto almeno tra la prima metà del ΠῚ secolo a. C. e il primo quarto del I secolo d. c 665. MATERIALE SPORADICO m 310 s.m. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia a ica Nel cortile di un'abitazione sulla terrazza che costeggia il lato dx. della via Appia antica lungo la discesa di S. Gennaro, si conservano due blocchi frammentari in peperino (m 0,62 max. x0,53x0,53; 0,70 max. x0,53x0,41)™. 666. MATERIALE SPORADICO m 309 s.l.m. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia antica

Nel giardino di un'abitazione sulla terrazza che costeggia il lato dx. della via Appia antica, quasi al termine della discesa di S. Gennaro"", si riconoscono: una meta di macina in vicoite, intera; due frr. di colonna in peperino con superficie scabrosa (diam. m 0,38; alt. max. m 0,47; diam. m 0,22; alt. max. m 0,31); un fr. di colonna liscia in marmo (diam. m 0,28; alt. max. m 0,15); un fr. di rilievo su lastra di marmo con panneggio. 667. SOSTRUZIONE STRADALE m 306 s.l.m. “Discesa di S. Gennaro” - Via Appia antica

Lungo la discesa della via Appia antica che raggiunge la SP. 95/a via Appia Vecchia all'altezza del Castello di S. Gennaro, restano alcuni tratti delle sostruzioni che contenevano a monte e a valle l'antica viabilità". Sul lato dx. è conservato per m 220 circa di lunghezza, in condizioni di visibilità non sempre ottimali, il muro di contenimento in opera quadrata di peperino: nei primi m 9,60 di lunghezza è visibile per un solo filare in altezza, mentre nei successivi m 72,40 restano due filari con blocchi posti alternando due di taglio e uno di testa (lungh. m 1,17; 1,42; 1,75; 1,94, alt. compresa ‘ La proprietà corrisponde al civicon. 40 © La proprietà corrisponde al civicon. 42. "e" Cenno in Cousun 1914: 28; QuICI 1989: 79; Escu 1997-7 fig. 4b. punto 9, 8. Descrizione con documentazione grafica in Quitict 1990: 5I fig. 13 sezioni 20:21,52, 53 fig 17.

Fig. 382. “Discesa di S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione (n. 667),

Fig. 383. “Discesa di S. Gennaro" Via Appia antica. Sostruzione (n. 667).

tram 0,52 e 0,55, largh. da m 0,39 a 0,52) (Fig. 382). Alcuni blocchi conservano in facciata l'incasso per i ferrei forfices. La sostruzione prosegue per m 5,65 conservata per tre filari di altezza: del terzo restano tre grossi blocchi di taglio (lungh. m 1,89; 1,93; 1,82, alt. m 0,55) (Fig. 383). Nei successivi m 33,25 restano nuovamente solo due filari, per un'altezza max. sul piano stradale moderno di m 0,58%", Per m 64,50 circa la sostruzione continua ad essere visibile con discontinuità al di sotto della scarpata, che ogni tanto Ja oblitera completamente, per m 0,30/0,45 di altezza, in particolar modo negli ultimi m 25. Dopo una lacuna di m 30 circa ricompare nuovamente, ormai quasi alla fine della discesa, sul ciglio stradale, per m 0,20 di altezza e m 3,70 di lunghezza.

(Fig. 384). La struttura appare da qui in avanti meglio conservata: un primo setto, appoggiato al muro qui alto m 2,35 circa“, è conservato per m 2,10 circa di lunghezza e m 2,20 di altezza (pari ἃ 5 filari), sull'interro che in parte ha rialzato il piano originale. I blocchi sono posti alternativamente di testae di taglio (lungh. m 0,90; 1,18; 1,30; alt. m. 0,50; 0,53; largh. m 0,48; 0,55). Nei successivi m 25,40 si conserva il muro mentre i setti, cinque, sono appena affioranti dall'interro, conservati per una lunghezza media di m 2 circa (Fig. 385). A partire da questo punto per m 40 circa di lunghezza la sostruzione appare ben conservata: restano complessivamente 12 setti, posti tra loro a intervalli irregolari, compresi tra m 2,55 e 3,57, e variamente conservati sia in altezza, da un minimo di m 0,92 pari a due filari, a un massimo di m 2,66 pari a cinque filari** (Fig. 386), sia in lunghezza, da un minimo di m 1 a un massimo di m 2,58*. I setti, composti da un unico filare di blocchi sovrapposti, in genere, alternativamente di testa e di taglio, hanno una larghezza che oscilla tra m 0,54/0,58 e 0,65 (Fig. 387). Su alcuni dei blocchi resta l'incasso peril sollevamento con i ferrei forfices. Tra il primo ed il secondo setto, nel tratto meglio conservato, è ancora visibile nella scarpata di terra l'uscita di un canale di scolo delle acque, ora quasi completamente interrato, largo m 0,50, con spallette a blocchetti irregolari di tufo e coperto, almeno nella parte visibile, da un grosso blocco in peperino (m 1,12x0,60x0,45 max.) (Fig. 388). Dopo il dodicesimo setto conservato la sostruzione prosegue per m 36,60 con il solo muraglione in opera incerta, la cui altezza diminuisce da m 2,55 a m 0,70, accompagnando la discesa del piano stradale.

668. SOSTRUZIONE STRADALE m 305 s.Lm. "Discesa di S. Gennaro" - Via Appia antica. Sul lato sx. della via Appia antica, a partire da m 46,50 dalla sostruzione in opera quadrata n. 667, la strada è contemuta verso valle da un muro di altezza variabile in grossa. opera incerta, con scapoli in peperino, più raramente in selce, sostenuto da setti a blocchi parallelepipedi di peperino (lungh. m 1,68; 1,30; 1,18; 0,90, largh. m 0,48; 0,55; 0,74, alt. m 0,50; 0,53; 0,55), Nei prim m 57,10 il muraglione è completamente obliterato dall'interro della scarpata e sono appena visibili alcuni setti, peraltro compromessi dalla vegetazione infestante ^" Lungo questo tratto un vecchio ingresso costruito in muratura ha sfruttato, sopratutto all base, almeno cinque basol interi insieme ad ali spezzati 99 Lanciana CharLaz. 13045: 247v. (pianta del “muro di opera incerta a grossi prismi") edito da BuonocoRE 2001: 209; Carscewz 1981: 39; Carssepr 1949: 92 fi. 3, 93, 94 fi 5. ‘Tutt etti risultano ormai distaccati dal muro di contenimento. "Tn il primoe il secondo setto la distanza è di m 2,87: ail secondo. eil terzo di m 3,5; trail terzo e il quarto di m 2,72, tra il quartoe il quinto dim 3,10; trail quinto e il sesto di m 3,57:tai sestoἃ ἢ settimdim 2.90; teal settimo e l'ottavo di m 2,55; ta l'ottavo e il nono di m 3,00; trail nonocil decimo di m 3,10; tra il decimo e l'undicesimo di m 3,24; tra uni cesimo e il dodicesimo di m 2,95.

Il primo setto è conservato per un'altezza dim 1,38, paia te filari; il secondo m 1,85, pari a quatto fil il terzom 0,92, paria due filari; i quarto m 105, pari a due filari: i quinto m 1,52, pari a tre filari il esto m 2,65, pri cinque filari; settimo m 1,50, pari ἃ tre fieri; l'ottavo m 2,62, pari à cinque filari; il nono m 1,20, pari a tre filari; il decimo m 225, pari a cinque filari; l'undicesimo m 2,67, pari a cingue filari; il dodicesimo m 1,82, pari a quattro filari. 1 primo setto è lungo m 2,58; il secondom 1,84;il terzo m 2,15; i quarto m 1,95; ἢ quinto m 2,10; i sesto m 1,95; i settimo m 1,65; l'ottavo m 1,78il nono m 1,00; il decimom 1,38 l'undicesimo m 1,80; il ddicesimom 196. 633

Fig. 384. ‘Discesa di S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione (n. 668). Contrafforti di tecnica e, forse, anche di dimensioni ana-

loghe, sono presenti oltre che in opere stradali riferite generalmente alla seconda metà del II o all’inizio del I secolo a. C.**', più specificatamente lungo la via Appia nel tratto superiore della valle di S. Andrea, al valico di Itri, tra Fondi e

Fig. 385. “Discesa di S. Gennaro". Via Appia antica. Sostruzione (n. 668).

sovrapposti: arrotondato quello superiore (diam. 0,25; prof. m 0,20) a m 0,65 circa dalla base, trapezoidale,

a coda di

rondine quello inferiore (Fig. 389).

Formia, datati subito dopo la meta del II secolo a. C.*.

671. BASOLI m 307 s.l.m. «La Pilara»

669. MATERIALE SPORADICO m 316 s.l.m. Via Castello di S. Gennaro

Lungo il lato orientale del sentiero che all'altezza del Castello di S.Gennaro si stacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, sulla sommità del colle

Nel giardino di un’abitazione quasi al termine di via Castello di S. Gennaro sono accatastati sei blocchi in peperino di cui solo due ancora perfettamente squadrati, mentre gli altri risultano frammentari, È, forse, possibile riferire il materiale alla villa indivi-

duata da Lanciani sulla sommità del colle che sale verso nord (n. 611).

affacciato ad ovest sul fosso di S. Martinella, si notano tre

basoli in selce, di medie dimensioni fuori posto, riferibili al

diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica all'altezza del Castello di S. Gennaro raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10).

672. BASOLI m 294 s.l.m. «La Pilara»

670. MATERIALE SPORADICO m 324 s.l.m. «La Pilara»

Ai lati del sentiero che all’altezza del Castello di S. Gennaro si stacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, raggiunta la sommità del colle compre-

so tra il fosso di S. Martinella ad ovest e quello della Pilara ad est^*. sono visibili due elementi in calcare di forma quasi trapezoidale con angoli arrotondati alla sommità (m ἡ 1,15x0,56x0,70).

I due blocchi hanno

sulla fronte due fori

$5 Ricordo, ad esempio, lungo la via Salaria il viadotto del Diavolo, datato alla seconda metà del II sec. a. C. (QuILICI 1993: 99-100; QUILICI 1994a, specialmente 120-122, 124, 125 figg. 5-6); il texrazzamento di Taverna Piccinini a Mozzano di Ascoli Piceno, nella vallata del Tronto

(Conta 1982: 166-171 n. 68 con ipotesi di datazione all'età augustea); lungo la via Flaminia, il terrazzamento presso Nocera Umbra, per il quale tuttavia la datazione oscilla tra la seconda metà del II sec. a. C. (QuiLici 19942: 124; QuiLicr 2002a: 136 nota 82) e l'età adrianea (Bonomi Ponzi 1993: 159-160); quello di Pontericcioli (QuILici 1984-86: 66; Luni 1984-86: 157); quello alle Capannacce di Valtopina per il quale si oscilla ugualmente tra la seconda metà del II sec. a. C. (QUILICI 2002a: 136 nota 82) e l'età adrianea (BONOMI Ponzi 1993: 160; CAMERIERI 1997: 53, 55).

634

Accatastati sul lato orientale del del Castello di S. Gennaro si stacca Vecchia dirigendosi verso la Pilara, colle affacciato ad ovest sul fosso di

sentiero che all'altezza dalla SP. 95/a via Appia quasi sulla sommità del S. Martinella, si notano

almeno quattro basoli in selce, di medie dimensioni, riferibi-

li al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica all’altezza del Castello di S. Gennaro raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10).

658 Si tratta di sei contrafforti (m 0,90/1,00/1,10x1,75/1,90), dei quali

solo tre appoggiati al muro retrostante anch'esso in opera quadrata con blocchi da m 0,60, 0,90, 1,00, 1,10 in larghezza, 100, 1,10, 1,30, 1,80 in lunghezza e 0,60, 0,70, 0,80, 0,90 in altezza, posti a 3, 3,30 di distanza tra

loro (QuiLIcI 2002a: 131 figg. 33-34, 132 fig. 35, 133, 136, 138). $5? Non mi è stato possibile accedere alla proprietà e quindi rilevare le dimensioni dei blocchi. $99 A questa altezza il sentiero si allarga nella strada sterrata che attraversa la sommità della dorsale fino a raggiungere la SS. 7 via Appia Nuova, all’altezza del km. 33,500.

673. BasoLi m 285 s.Lm. «La Pilar»

Lungo il sentiero che all'altezza del Castello di S. Gennaro si stacca dalla SP. 96/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, m 350 circa a nord del Castello, sul cri male occidentale del colle, affacciato sul fosso di S. Martinella, rimangono otto basoli in selce, di medie dimensioni fuori posto, riferibili al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica all'altezza del Castello di S. Gennaro raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (g10). 674. AREA DI FRR. FITTILI m 294 s.l.m. Colli de’ Marmi - Via della Faiola

Al termine di via della Faiola, al centro dell'ampio pianoro quasi completamente occupato da edilizia residenziale con cui il colle si affaccia verso ovest sul fosso della Pilara, si nota una piccola area nella quale affiorano frr. di materiali antichi. Il terreno, a coltivazione ortiva, offre una buona visibilità e restituisce, in alta concentrazione, su una superficie di ma. 350 circa, oltre a pochi e piccoli frr. di impasto arcaico e alcuni a impasto chiaro di età romana relativi a materiale da costruzione, frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera, comune da fuocoe anfore. I fr. si notano in dispersione verso sud, dove il terreno si abbassa con pendenza quasi impercettibile, su una superficie complessiva di mq. 800 circa. L'affioramento potrebbe riferirsi alla presenza di una casa/fattoria in uso in età arcaica, sulla quale forse nel corso della fase finale dell'età medio repubblicana si è impiantata una piccola struttura rustica, attiva probabilmente non oltre Ta fine del I secolo a.C. Impasto grezzo. = 1 fr di orlo di coperchio tipo Carafa 1995, 499, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino în strati databili tra il 6001590c it 500 a. C.**, — 2 frr di fondoa disco pertinenti a forma chiusa (olla) non id. — 20 fir di parete pertinenti a forme non idd. — 2 frr. di parete di spessore medio pertinenti a forma chiusa non id. Vernice nera —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa.

~3 frr pertinentia ansa impostata orizzontalmente sull oro, in. impasto chiaro, molto simile al chiaro sabbioso, riferibili a bacino tipo Oleese 2003, tav. XXXVIII 1, attestato in contesti di età medio e tardo repubblicana"®. L'area si trova all'altezza del civico n. 122. = Canara 1995: 188-189 fig. ^ OLCESE 2003: 104. ἢ tipo sembra rilevari maggiori similitudini con i bacini rinvenuti a Gravisca (Gort Pica 2001: 29-35, ipo A, tav 1-3,in contest di prima metà VIV c.a C).

Fig. 386. "Discesa (n. 668),

S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione

Comune da fuoco = 1 fr di orlo di oll tipo Dyson 1976, fig. 9, FG 36, attestato in contesti databili intorno al 200 a.C. = 1 fi. di orlodi lla tipo Carta 1978, fig. 72,41 attestato in contesti di seconda metà del II sec. a.C. = 1 fr di orlo di olla tipo Dyson 1976, fig. 9, FG 31, attestato in contesti databili intorno al 200 a.C. = 1 fr. di orlo di coperchio non id. — 1 fr. di orlo di forma aperta non id. — 5 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore 2 frr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60a. C. e la fine del Il, inizi del ΠῚ sec. d.C — 1 fr parete di produzione non id. Opus doliare το fr. di orlo ripiegato verso l'estemo, particolarmente frammentario, forse confrontabile con il tipo Carafa 1995, 638, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili ta il 500 εἰ 475450 a. CA", © 25 ^ 20

Dyson 1976: 44 Dyson 1976: 44 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, Canara 1995: 230 fig. 231. 635

Fig. 387. “Discesa di S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione (n. 668)

Fig. 388. “Discesa di S. Gennaro”. Via Appia antica. Sostruzione (n. 668).

675". MATERIALE SPORADICO Colli de’ Marmi Tra i bolli della collezione Ashby*^*, è presente il laterizio con bollo [L] Manli Flusci], databile al I secolo d.C. proveniente da Colle dei Marmi", forse dal sito a monte det Castello di S. Gennaro (n. 813).

forse come già suggerito dal Dressel, il C. Calpetani Musophilis della fine del 1 secolo d. C." dell'iscrizione su “manico di vaso”, in realtà anfora, MIMOPSI®™.

676". MATERIALE SPORADICO Colli de’ Marmi

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano un fr. di tegola bollata e un fr. di lastra Campana con colonnina e festoni provenienti da Colle dei Marmi. 677*. MATERIALE SPORADICO Colli de’ Marmi

678. MATERIALS SPORADICO m 321 s.l.m. Colli de’ Marmi — Via Colle dei Marmi

Nel giardino di un'abitazione poco all'interno di via Colle dei Marmi, sul lato occidentale, è conservato un blocco squadrato in peperino (m 0,60x0,45x0,45)^*. 679. AREA DI FRR. FrrTILI m 325 s.m. C. le Ottone Alto - SP. 95/a Via Appia Vecchia

Nel 1744 a Colle dei Marmi si rinvennero: una fistula acquaria con iscrizione CIL X, 6589": Claudiae Aug. L. Actes; presumibilmente alcuni laterizi e tegole, con bolli di Ex fig(linis) Caes(aris) n(ostri) C. Calp(etani) [Mne}st{eris] JKano et Camerinolco(n)s(ulibus)®", C. Caplati Musonir*",

Sul lato occidentale della via Appia Vecchia, all'altezza. del km. 6, resta un piccolo appezzamento a vigna e frutteto”, delimitato a sud dalla strada privata che dà accesso ad una rie di abitazioni e a nordda un'alta scarpata su cui si affaccia il pianoro soprastante‘. Nel settore a orto e frutteto retrostante quello a vigna che costeggia la provinciale", sono presenti in media concentrazione, su una superficie di mq. 800 circa,

‘= AnpersoN 1991: 12.16. ‘ANDERSON 1991: 89 n. 187 da ""Colli dei Marini, behind S Gennaro", località non meglio posizionabili, Ie quali "niether .. occurs in Ashby's publications, or elsewhere in his unpublished material; cfr. CIL. XV, 1264: L. MANLI FUSCI con attestazioni a Marino. © Crescenzi 1981: 171; CaccaRint 2001a: 60 n. 209 provenientegenericamenteda Velletri, 66 n. 301; Ciampi 2007: 94 fig, 1 n. 12, 95-96, 101 scheda n.6, © CIL XV2, 7835; Laciant 1879-80: 456 n. 214; cfr. STEVENSON (CVatLat. 10564: 53 re Bav. CVarLar. 7935: 31r. con Ac M. [. αἱ postodi Actes; CresseDi 1953: 29, 84, 123 n. 93 con lettura sbagliata Aenilesl; Soux 19853: 36. © Bav CVatLat. 7935: 31r,EX FIG. CAES. N. C.CAEMP (..VKANO ET CAMEREN (..) COS su tegola; CIL X 2, 8043, 35: EX FIG CAES NC CALP [MNEJSTIERI/KANO ET CAMERINO/COS; CILXY,I, ΓΝ #0 Bay CVatLat. 7935: 31r, C CAPLATIMUSONII su lero; CIL, X2, 8043, 44: C. CAPLATIMUSONII; CIL XVJ, 1892. ‘n Ch CILXV,1,907.

*" CIL, X. 2, 8056, 542; CILXV21, 3470; CALLENDER 1965: 185 n. 1145 Επιεννε, MAver:2004: 1, 152 n. 636. = La proprietà corrispondeal civico n. 112. È probabile che il materiale provenga dal sito non molto distante, ove si conserva parte della sosroina in opera quadrata (n.598) ‘La proprietà, una delle poche ancora coltivate, corrisponde al civico n.60. © La scarpata sembra essere stata almeno in parte retificata. Non è stato possible ricognire l’area soprastante, le cui caratteristiche morfologiche e posizione sembravano suggerire la possibile presenza di un'area di frr, anche in riferimento a questa sottostante di minore enti, in quanto in completo abbandono, incolta e usata anche come scarico di materiali E comungue probabile che l'afioramento di fi. si estendesse anche verso sud, nell'area ora occupata dalle abitazioni comprese tai civici 70 e 66. Pochi fi di piccole dimensionidi anfore e ceramica comune si notano infatti anche nella scarpata di tera antistantil muro di recinzione del civicon. 70, lungo la SP.95/a via Appia Vecchia 77 Sporadii fr. di tegola a impasto rosso, anfore e ceramica comune si notano anche in questo terreno.

636

fir. di tegole a impasto chiaro di età romana, di sigillata africama, africana da cucina, comune da fuoco e anfore”, Laffioramento sembra potersi riconnettere, anche in considerazione della propizie caratteristiche naturali delParea, ad almeno una struttura rustica, forse sviluppata nei terreni a nord, che i materiali sembrerebbero riferire ad un ambito cronologico di età medio imperiale. Sigillat africana ~ 1 fi parete pertinente a forma non id., in produzione non id. Africana da cucina = 1 fi. di oro di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito, tipo OstiaI, 261, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da fuoco = 1 fr. di coperchio dall” orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig 131, 262, attestato in contesti di età traianca. Anfore — 1 fr di ansa di produzione gallica — 1 f di parete di produzione orientale. — 2 fr. di parete di produzione africana. 680. AREA DI FRR. FITTILI m 305 s.l.m. C. le di S. Eurosia - SP. 8/f Via di Rioli

Fig. 389. "La Pilara”. Materiale sporadico(n. 670).

Sul versante occidentale del colle attraversato dalla strada che da via Rioli sale verso nord all'altezza dei resti della cappella medievale di S. Burosia!®, quasi alla sommità delaltura în una fascia piuttosto stretta, di mq. 1100 circa, che si allunga verso ovest sul margine settentrionale dell'appezzamento fino al confine con la proprietà adiacente’, affiorano in bassa concentrazione piccoli frr. di materiale da cotrazione, tra cui rari di tegole a impasto arcaico, più numerosi a impasto chiaro di età romana, poche tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio regolare, fr. di dolio a impasto arcaico e rosso di età romana, frr di ceramica a impasto e ceramica comune. È possibile che l’affioramento debba considerarsi in connessione con quello sul pianoro a nord (n. 681), da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili, c riconnettersi alla presenza di una casa/fattoria di età arcaicae, successivamente, di un impianto rustico in uso tra la media e la tarda età repubblicana e, poi, tra la media e la tarda età imperiale

ida.

Impasto grezzo ~ 1 fi di parete pertinentea forma non id.

La strada che dalla via di Rioli sale verso nord, all'altezza dei resti della cappella medievale di S. Eurosia, raggiunge.

‘= Non mi è stato possibile l'accesso al fondo e quindi un esame più accurato del materiale afforante ‘Atlante I 212, tav. CIV, 7; cf. AGUAROD OTAL 1991: 248-249, fg . 48-51, 308-311, la quale distingue il tipo in più varianti e nota un’ evoluzio ne dell forma, che n epoca gilio-claudia ha pareti piutost dite e orlo ‘quasi indistinto, mentre ín seguito l'oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare e le pareti sono curve. A Cara 1978 [1987]: 131-132 allo strato IV

© L'edificio è riportato ne] F. 15011 SO dell'IGM in scala 1:25.000 sia nella levata del 1936 che in quella del 1877 (S. Furia") ^^^ Le pendici scendono su questo versante con pendenza abbastanza de cis fino al fosso di Mele che nel suo primo tratto costeggia delimita questa dorsale collinare. Fors l'affioramento si estendeδὰ questo lato, ipotesi αἱ momento non verificabile, presentando ἢ terreno fondo incolto con alto manto erboso. Anche l'area rcognit, con fondo poco pulito, οὔτε basca visibilità 5 Oucest 2003: 89.

~ 2 fre di parete in impasto tardo arcaico pertinent a forme non.

Comune da mensa e da dispensa. 2 fir di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di coperchio tipo Olcese 2003, tav. XIX, 2, attestato in contesti compresi tra il Ie il I sec. a C. — 1 fi. di fondo piatto pertinente a forma non id. -- 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Opus doliare = 2 fi. di parete in impasto arcaico. = | fi di parete in impasto rosso di età romana. 681. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 320 s.l.m. C. le di S. Eurosia - SP. 8/f Via di Rioli

637

un bel pianoro, aperto verso sud, dove si abbassa con pendenza molto modesta e verso est, le cui pendici occidentali, più ripide, sono incise alla base dal corso iniziale del fosso di Mele. La zona centrale del pianoro è occupata da un vecchio edificio", il quale riutilizza nella muratura a scaglie di selce diversi frr. di tegola a impasto rosato e chiaro di età romana, frr. di coppo e di dolio sia a impasto chiaro che rosso. Nell'area immediatamente antistante il casale resta un gros50 basolo in selce. ILterreno alle spalle dell” abitazione, dove il pianoro si alza fino a raggiungere una ripida scarpata che lo separa dalla proprietà adiacente sul lato settentrionale, ὃ occupato da oliveto e lasciato incolto. Malgrado la scarsa visibilità si riconoscono in bassa concentrazione, su una superficie di mq, 2300 circa a partire dall'area in piano fino alle prime pendici occidentali, oltre a scaglie di selce di piccole e medie mensioni, diversi frr, generalmente di piccole dimensioni, di tegole a impasto rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana (Tav. TI, 18) e chiaro e rosato di età romana, fi. di dolio a impasto rosso, pochi fr. di ceramica a impasto, piccoli frr. di sigillata italica e di sigillata africana, pochi di ceramica comune e diversi di anfore”. È ipotizzabile che nell’area, raggiunta da un diverticolo della via di Rioli (1), a cui è probabile si riferisca il basolo (17), si trovasse un impianto rustico, al quale presumibilmente deve riconnettersi anche l'affioramento lungo le pendici a sud (n. 680), da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili, in uso nel corso della media e tarda. età imperiale, forse già a partire dalla tarda età repubblicana. Non è improbabile che in precedenza, nel corso deleta arcaica, parte dell'area fosse occupata da una casa/ fattoria.

Comune da mensae da dispensa 9 fr. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 3 frr di parete pertinentia forme non idd. Anfore — 3 fr. di parete di produzione tirrenica. —2 fr. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione non id. 682. CunicoLO m 285 s.l.m. Colli Rioli - SP. 8/ Viadi Rioli

Alla base della ripida parete tufacea su cui si alza un’ampia terrazza affacciata a sud sulla via di Rioli e di gradante ad est con ripida pendenza sul fosso di Paganica, è visibile l'ingresso di un cunicolo", Lo speco, alto m 1,30 circa dal p.d.c. attuale e largo m 0,48 circa alla base, è ora completamente interrato, fatta eccezione per pochi centimetri al di sotto della volta. Il cunicolo, scavato in un tufo piuttosto friabile, sembra dirigersi verso sud con percorso rettilineo. 683. MATERIALE SPORADICO m 298 s.Lm. Via Madonna degli Angeli

Sigillata africana — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databili a partire dall'età flavia”. — 1 fr di fondo ad anello con unica solcatura concentrica perti nente a forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. dC. — 1 fr di parete con decorazione a pettine riferibile ἃ piatto o coppa non id., in produzione ΓΡ, databile dalla fine del V al VII sec. d.C.

Nel primo tratto di via Madonna degli Angeli, a partire dall'incrocio con la SP. 8/f via di Rioli, la strada raggiunge e attraversa un ampio pianoro sovrastato a est dal colle su cui sorge Velletri, ben esposto a sud-est dove si abbassa piuttosto ripidamente fino al fosso di Ponte Veloce. Nella scarpata che costeggia il lato orientale della strada, lungo la recinzione di una proprietà che occupa il settore sud-orientale del pianoro'^", compresa tra via Madonna degli Angeli e il fosso, affiorano in alta concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, tegole ἃ impasto arcaico (Tav. III, 19), a impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana (Tavv. III, 20; IV, 1) e a impasto rosa di età romana, oltre a diversi frr, anche di grandi dimensioni, di dolia a impasto arcaico e pochi a impasto chiaro di età romana, oltre a pochi frr. di ceramica comune. I materiali sembrerebbero indiziare la presenza di almeno una casa/fattoria di età arcaica, della quale rimangono certe sia l’esatta ubicazione che l'estensione.

‘© Una parte del vecchio casale è in ristrutturazione. La proprie, al termine della strada che una volta doveva risalire tuta la dorsale colinare per riunirsi lla SP. 95/a via Appia Vecchia, corrispondeal civico n.222. ^ Materiale si nota anche in sezione lungo il margine orientale del l'appezzamento, delimitato da una bassa scarpata, artificiale, che separa Tarea dalla parte centrale del pianoro, Questo settore risulta, al momento, non ricognibile in quanto invaso dalla vegetazione. == Vd. 318-319 nota 3848 ‘© Non mi èstato possibile ispezionare i cunicolo visibile sl lato el l'ingresso alla proprietà al civicon. 96, m 4,50 circa dal margine occidente Je ella strada vicinale che vi conduce. La propric occupa il pianoro supe

riore, che non è stato possibile ricognire în quanto recintata e non abitata. Gran part del pianoro è ora occupato da una casa in costruzione, La presenza dello speco sembra essere stata evidenziata da un recente aglio della parete, evidentemente rettifiatasu questo lato ^77 11 materiale si nota a partire al limite della proprietà e in sezione nella scarpata. L'area interna, che non mi è stato possible ricognire, è in parte occupata da un capannone di recente edificazione. Un operaio ricorda che durante i lavori nell'area del pianoro afioravano moltissimi fr: di ma teriale antico sia da costruzione che ceramico. Non è sato possibile indaga re neanche il settore occidentale del pianoro, sul lato opposto della strada. "La proprietà corrisponde al civicon. 68.

Impasto grezzo forme non idd., in impasto tardo Sigillata africana — 1 fr. di parete pertinente a forma non id.

638

Comune da fuoco — 3 frr di parete pertinenti ἃ forme non ida.

685". MATERIALE SPORADICO E so di S. Anatolia (2)

Opus doliare = 1 fr di orlo di dolio, arrotondato tipo Carafa 1995, 630, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databil tra il 600/590 e 11550 a.C. 1 fr di parete a impasto arcaico. — 1 fr di parete a impasto chiaro di età romana.

Del 1990 è la segnalazione del rinvenimento, presumibilmente lungo il fosso di S. Anatolia, di un vaso biconico con ricca decorazione metopale, databile alla fase IIB lazi lee riferibile ad un nucleo sepolcrale‘

684. AREA DI FR FITTILI m 280 s.l.m. Via S. Nicola

Nella zona a sud-ovest della città, sul lato settentrionale dii via Fontana delle Fosse appena oltrepassato il fosso di S. Anatolia, il Fiorina nel 1940, ricorda l'esistenza: di una cisterna circolare della quale rilevò le fondazioni in grandi blocchi squadrati; una favissa al cui interno erano numerosi ex voto fittli, nei pressi della chiesa di S. Anatolia; una grotta interrata, forse un cimitero, costituito da una galleria centrale più ampia ramificata in più parti, con nicchie sui due lati chiuse da scaglioni di pozzolana all’interno delle quali erano resti di ossa".

Nel settore orientale, adibito ad orto, di un ampio appezzamento che si allarga tra la SP. 8/f via di Rioli a nord, via S. Nicola a ovest e il corso del fosso di ponte Veloce ad est, verso il quale il terreno si abbassa quasi impercettibilmente, affiorano frr. di materiale fittile antico!” Tn bassa concentrazione, su un'area di mq. 400 circa. immediatamente alle spalle dell'abitazione che si trova. nel settore più alto della proprietà, si riconoscono frr., generalmente di ridotte dimensioni, di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, frr. di tegole a impasto chiaro di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio irregolare e frr. di ceramica comune. L'affioramento sembrerebbe indiziare la presenza nell'area, forse in corrispondenza del settore sul quale insiste l'edificio moderno, di una piccola casa/fattoria di età arcaica, e successivamente di una piccola struttura rustica che le genericità dei materiali non consentono di datare. Impasto grezzo 3 fri di parete pertinentia forme non idd..

686. CISTERNA E EX VOTO FITTILI m 278 s.l.m. Via Fontana delle Fosse - Via S. Anatolia

687. MATERIALE SPORADICO m 287 s.l.m. SP. 8/f Via di Rioli - Chiesa di S. Nicola

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figurano due dischi ft i per suspensurae‘” provenienti dalla chiesa di S. Nicola*", sul lato dx. della via di Rioli, presso il lavatoio pubblico delle Fosse. 688. MATERIALE SPORADICO m 292 s.l.m. Velletri - Via Fontana delle Fosse

Invetriata - 1 fr. di orlo pertinente a forma non id.

Nelle terre di scarico, provenienti probabilmente dai lavori per la costruzione di una nuova palazzina lungo via Fontana delle Fosse, sono presenti diversi frr di materiale fittile antico. L'area occupata dal nuovo edificio, posta alle pendici occidentali del paese di Velletri, è affacciata con pendenza abbastanza ripida verso sud-ovest sul fosso di S. Anatolia. Si riconoscono frr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o forme vascolari, diversi frr. di tegole e coppi di età arcaica, pochi frr. di tegole ad impasto rosato e rosso di età romana, scaglie di selce di piccole dimensioni, fre di sigillata italica, ceramica comune e anfore.

9" Canara 1995: 227 fig-229. ^"^ La proprietà corrisponde al civicon. 1 ^"^ Segnalazione ella scoperta "n oci sconosciuta” del vaso, mancante di orlo e di ansa in MaNGANELLO 1994, specialmente 13-14; ANGLE 2003, che lo dice rinvenuto lungo i fosso di S. Anatolia; Ber axoeti 2004: 118 fig. 1,8, 120; ANave 2006: 1$ fig. 1, 13,21 fig. 9,10, 24-25, 26 fg, 17. " Fia 1942: 38: Scueper Graziosi 1913: 228 not 2. Fosruvm 19892: 92-03 e tav. £. 1. LXXVI, 1 ; Bouma 1996: 115, 124: Fiocchi Nicotat 2001: 140, 142 ig. 6. Chiscexz1981: 178; CECcARINI 20018: 64 nn. 274-275; Visciorri 2003: 145 nota 21 con erroneo riferimento ἃ "la Fossa". © La chiesa èricordata nel F. 150 II SO del'IGM in scala 125.000 nella levata del 1877 (S. Nicola”)

2 Le tere si trovano sl retro del camere, ai margini nord-ocidentali i un'area anch essa interessata da lavori che hanno evidenziato la presenza 4 un sito anco(n. 785). Nonsat possibile acertae la provenienza dei cumuli di tera tra cus invengono fr. i material antico Quest nn sembrano però attribuibili ag sbancament effettuati negli anni Novanta del Novecento nei reni adiacenti, soo vi dei Bastioni, per l'apertura di una trad dl momentche si trat i terreno no sedimentato come quello che copre lare in questione. È quindi plausibile ferio a lavori ili in cor 50 nell iù immediate vicinanze, tanto più che i entire in questione ha un acceso proprio su questa dient inerchsa. "Lo scrco ha parzialmente mutato a morfologia dell'area colnandoin pat pendio e creando un neto salt di quoa con cui ora l'areaαἱ affaccia sul terreno sottostante.

Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

639

La mancanza di indicazioni puntuali sulla provenienza dei materiali, databili în tà arcaica e in quella medio repubblicana e poi in quella almeno primo imperiale, non consente di fornire ipotesi plausibili sul contesto di riferimento. Vernice nera ~ 1 fr. di orloa tesa, con margine inferiore distinto e pendente, di patera assimilabile alla serie Morel 1994, 1124, prodotta in Etruria meridionale e nel Lazio dall’atelier des petites estampilless. Sigillata africana — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fx di orlo pertinente a tegame tipo Pohl 1978, fig. 138, 74, attestato in contesti di età claudia"! — 1 ft di parete pertinente a forma non id. Anfore — Mfr di parete di produzione campana. — ft di parete di produzione africana. 689. AREA DI FR. FrTTILI m 323 s.l.m. Velletri - Viale Oberdan

Nei lavori di sterro per la realizzazione del distributore di carburante lungo il lato occidentale di viale Oberdan a sud di porta Napoletana, si recuperarono numerosi frr di ceramica a vernice nera, alcuni di invetriata medievale. 1 materiali sono ricollegabili alla frequentazione dell’area, forse in relazione alla presenza di un edificio di funzione incerta (tomba?), almeno durante la media e la tarda età repubblicana e successivamente in età medievale. Vernice nera — 1 fr di fondo di patera non id. — | fi di piede e parete di coppa non id. — fr di orlo e di parete di patera tipo Morel 1994, 1131b 1, prodotto in area etruschizzante, databile presumibilmente intorno al 200a. C.*6. — 2 piedi di balsamario assimilabili al tipo Morel 1994, 7111c 1, prodotto nell’area etruschizzante e nell’ Apulia meridionale, databile presumibilmente al IT sec. a.C. = 1 piededi coppa non id. πὶ piede di coppa non id. = 1 piede di coppa non id. = 1 f di piede di coppa non id. = 1 fr. di piede di patera assimilabile alla serie Morel 1994, 1315, prodotta in area etrschizzante, databile tra 250 e il 150 a.C. ‘© “οι = ‘= ^ 640

Mots 1994: 86pl 3; Bees1986: 30. Pon 1978: 362-363, dallo stato ILL Monet. 1994: 87,pl. 4. Moret 1994: 401, pl. 200; BERNARDINI 1986: 153-154. Monet 1994: 104-105, pl. 13.

— 1 f di piede di coppetta non id. — 1 fi. di piede di coppa non i = 1 piede di coppa non id. =3 fir di beccuccio di lucerna non idd. ~ 1 f di ansa di brocca assimilabile al tipo Morel 1994, 34517 1, di produzione B-oide, databile tail 75 c il 65 a. C.^". = 1 piede fondo su piede ad anello di coppa non id., con stampiglio centrale non leggibile, riferibile alla produzione dell’atelier des petites estampilles. Invetriata medievale — 1 fr. di parete di forma chiusa invetriata marrone. — Lf. di parete di forma aperta, fondo bianco e striscia azzurra. = 1 fr. di parete di forma aperta, dipinta di giallo c azzurro su fondo bianco. = 1 fr. di parete di forma aperta, dipinta su fondo bianco. Luceme — 1 fr di spalla di lucerna non id. in vernice nera. Instrumentum domesticum — 1 peso da telaio con foro passante. 690. STRUTTURA IN OPERA QUADRATA m 319 s.l.m. Velletri - Via Martiri delle Fosse Ardeatine

Nel 1982, nel corso di alcuni sterri per la realizzazione dell’edificio della Scuola Media Statale "M. de Rossi”, all'estremità della terrazza compresa tra il lato meridionale di via M. Pieroni e quello orientale di via Martiri delle Fosse Ardeatine, si rinvennero numerosi fr. fitili riferibili nella maggior parte dei casi a materiale da costruzione, due blocchi “di tufo giallognolo” (m 0,57x0,56x0,26; 0,41 max. x0,42 ‘max.x0,24)ed almeno un ambiente in opera quadrata”, È ipotizzabile nell'area la presenza di un un impianto reidenziale (?) che sulla base della tecnica costruttiva dei resti rinvenuti sembrererebbe possibile riferire almeno ad un ambito cronologicodi età repubblicana. 691. MATERIALE SPORADICO m 314 s.l.m. Velletri - Via U. Mattoccia

Nel 1982, in occasione degli sterri per la realizzazione dell’edificio dell'asilo nido “Peter Pan”, lungo il lato settentrionale di via U. Mattoccia, si osservò in sezione la presen7a di un dolio in argilla poco depurata di colore rossastro e un oggetto in bronzo e si recuperarono, oltre ἃ frr. di tegole c coppi: una fuseruola tronco-conica a sette facce di argilla. bruno-rossiccia, un fr. di orlo di dolio in argilla chiara con cordone parallelo all’orlo impresso, un fr. di fondo di piccola ciotola in vernice nera, un fr. di olletta in argilla brunorossicciat, Moni. 1994: 263, pl. 94. Sat, Archivio Pratiche, Velletri, fasc. Varie. Relazione U. Barbier del 18 dicembre 1984; Sta, Cccorn, MANGANELLO 2001: 78-79 scheda BG, ‘" Spat, Archivio pratiche, Velletri, fasc. Varie. Relazione U. Barbie del 12 dicembre 1984; Stia, CCCOTTI, MANGANELLO 2001: 46-47 scheda

692. MATERIALE SPORADICO m 312 s.l.m. Velletri - Via U. Mattoccia

Nel 1985 nel corso degli sterri per la realizzazione di un edificio all'estremità occidentale della strada privata che si diparte dal lato meridionale di via U. Mattoccia*"*, i rinvennero materiali da costruzione di età romana e alcuni fir. di ceramica a vernice nera", riferibili ad una frequentazione dell’area almeno nella media età repubblicana.

costruzione di età medievale per la quale si riutilizzarono blocchi di leucite forse da riferirsi ad una strada. 695-699. ViLLAm 304-298 s.l.m. Velletri - V. le Marconi

Nel 2002, gli sterri intrapresi per la realizzazione dell’edificio sede dell’INAIL, lungo il lato meridionale di V. le Marconi, hanno rilevato l'esistenza: di una sepoltura ad incinerazione, scavata nel terreno, contenente olle con coperchio e piatti ἃ vernice nera databili al ΠῚ secolo a. C.; di una

695. Muri in opera reticolata e pavimento a mosaico. A partire dal 1862 l'ampliamento degli ster nell’area della stazione ferroviaria?" rivelarono l'esistenza di alcuni muri in opera reticolata, di parte di un pavimento a mosaico con fondo biancoe al centro presumibilmente una coda di delfino™. 696. Strutture murarie. Nel 1909, nel corso dei lavori per la realizzazione dei giardini pubblici che ora costeggiano il lato settentrionale di v. le Marconi, si scoprirono i resti di alcune strutture?"*, Un successivo scavo permise di recuperare, oltre al bollo?" C. Naevi Primi, datato al secolo a. C. numerosi materiali (fr. scultorei, ceramiche, lucerne, strumentazione medica, ed iscrizioni), passati a far parte della collezione del Museo archeologico"", tra cui un fr. di lastra in marmo con iscrizione Sou 1983: 78 n. 57 al Museo di ἰρρί- --1-Velletri: -. una lastra di marmo bianco con iscrizione funeraria Sou 1983: 60 n. 31 irreperibile ": D(is) M(anibus) / Caeciliae. Albinae | coiuc(i) incomparabili |. q(uae) v(ixit) ann(os) [XX]VI m(enses) V des) / XII L. Herennius | Dionysius et Caecilia) Vitalis | fecerunt; un f. di lastra di marmo bianco con iscrizione SoLIN 1983: 75 n. 50 irreperibile"': [---]L. Bisellli -- -) 1 [-- -JOM [---]/------unfr di Jastra di marmo bianco con iscrizione SOLIN 1983: 79 n. 60, al Museo archeologico di Velletri =I benemelrenti ---]/ qui bixit [annis - -- mensiblus ---]. Dalla descrizione e, soprattutto, dalla pianta del Pelzer Wagener si deduce l'esistenza di alcuni ambienti, orientati

Al); ff Stat, Archivio pratiche, Vellei. Varie. RelazioneM. L. Veloccia Rinaldi del 1 dicembre 1980 nella quale si fa riferimento a saggi di scavo effettuati dalla Soprintendenza Archeologica pe il Lazio, dei quali non ho rinvenuto documentazione nell archivio. “α L'edificio corisponde αἱ civicon. 486. ^ Debbo la segnalazione del rinvenimento alla cortesia di G. Manganell, che mi ha anche permesso di visionare i disegno dl ὅς, ^» Casscanzi 1981: ISl, 174; Crocarimi 20012: 166 n. 2276; PaLosbt, CeccaRINi 2003: 108 nota 36, 114. ^ MENGARELLI, ROSINI 2002: 144; Patom®i, CoecaRIN 2003: 115. ^"! Si rtt dell'area, riportata in una pianta del 1662 cdita da PaLon, ‘Ceccanma 2003: 102 fig. 2), ancora nedificata nel corso degli anni Setanta dell'Ottocento (Carta topografica dell città di Velleri del 1872, n ASR, Disegni e piante, coll. Ica 125, n. I9) compresa a illato est della vecchia via del Metabo e ἃ sud dall strada perpetuate allatae v. le Marconi #0 Ass, Legazione di Velletri, b. 426, fasc. Antichità Belle Ani e Scavi. Relazione del 15 aprile 1862 ‘Se Acs, Archivio Gat, fase. 22. Veer. 1909 (scavi del Metabo) Villa Perzen Wacexen 1913: 406-412, 413-414, ig. 8-9; CRESCENZI 1981 70,98 perla domandadel comune perla licenzadi scavo vd. ACS, Dir. Gen. ‘AABBAA, Div. I (1908-24), , 22, fase 471. Relazionedel 12 giugno 1909; ‘fe. CaesstDi 1953: 77-79; Casscexa 1981: 98; PaLoms), Cocakint 2003. Una semplice menzione ὃ in Lissi CaRONNA 1966: 119 e Grunt 1997: 976, Immagini sono in ICCD, Fototeca, Velletri, n. 4834-4844. 0 Petze® Wagen 1913: 412. “κοῖς CILXV,, 1334: C. NAEVI PRIMI: Sremspy 1974-75: 67. ^" Cxccani 2001: 36, 38-39 figg. Ceccan 20018: 46 n. 4 49 n. 55:50nn. 63, 70;51 nn. 73, 75; 80:52 πη. 88, 92; 53 πη. 106, 111:54 mn.

115, 118, 121-122; 59 mn. 200,202; 60 πα. 208 e 213; 61 nn. 228-229, 233 234; 62 πα. 236, 238-239, 241, 45, 247; 63 n. 257. 74n. 399; 81 nn. 500, 502, 507.508, 513, 516-518; 83 n. 538; 85 n. 581: 87 n. 608: 88 nn. 629635; 89 nn. 636-637, 649.651; 90 n. 653;91 n. 668; 106 n. 879; 107 na, 352-884, 887-892, $98; 108 nn. 899-910; 109 nn. 912-920, 922-927; 110 nn. 928-944; 112nn. 957-963, 965-969; 113 nn. 970-979; 116 n. 1012; 117 rin, 1033-1040; 121 nn. 1085-1092; 123 nn. 1237, 1242; 124 nn. 1253, 1255; 125 an. 1262 (Fiocchi NicoLAL 2001: 140 nota 12), 1264-1265, 1270; 126 nn. 1272-1275: 127 n. 1293, 45 nn. 1297-1299, 1310, 1317; 128 nn. 1352-1353, 1356-1361; 129 nn. 1362-1373:144 nn. 1567, 1569, 1572; 145 rn, 1573-1574; 146 n. 1596; 147n. 1614; 148 nn. 1615-1622; 155 n. 1709, 1717; 156 on. 1725, 1728-1729; 157 mn. 1739, 1742; 160 nn. 1783-1784, 1791, 1793-1795; 161 nn. 1796-1798, 1801; 190 nn. 2609- 2616; 191 na. PALOMB, CECCARINI 2003: 109-113: tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un peso da telaio fitte con siglaX provenienteda via Metabo che Crescenzi 1981: 178 include trai materiali con provenienza "Velletri", mentre Coccuu 20019: 92n. 695 e Ceccamna, PALOMBI 2003: L2 inserisconotra gli strumenti di lavoro domestico provenienti dalfa cd villa della stazione. A questi vanno aggiunti, oltread alcun iscrizioni, i materiali ricordati con provenienza "Metabo" da Crescenzi 1981: 174 nn, 880-881, 1301 (cfr Cocca 2001a: 45). e Caescenzi 1981: 179 la inserisce ta i materiali con provenienza “Velletri località incerta)”; CECCARINI2001a: 46 n. 9. “5 Guoait 1922: 98; CRescenzi 1981: 146, 174; AE 1984: 46 n. 163; Ceccosu 2001a: 47 n. 20. Crescenzi 198]: 174; CECCARINI 20012: 47 n. 17. ^ BoLoaNa 2004: 1173.

Vernice nera οὶ fr. di fondo con due bolli a palmetta a rilievo contrapposti, assimilabile a Morel 1969, pl. 9, 108, pertinentea forma non id, di produzione dell'atelier de petites estampilles. 693*. TomBa Velletri. Porta Metabo - Villino Mezzacapo Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un’olla rinvenuta insieme ad un medio bronzo di Antonino Pio all'interno di una tomba coperta con tegole nello scavo delle fondazioni del villino Mezzacapo a Porta Metabo", 694. TOMBA E MATERIALI SPORADICI m 309 s.l.m. Velletri -V. le Marconi

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arco cronologico compreso almeno*™ tra la media età repubblicana e la media imperiale. 700. MATERIALE SPORADICO m 299 s.l.m. Velletri - V. le G. Marconi

Fig. 390. Velletri. V. le Marconi. C da Villa della Stazione: schizzo misurato E. Gatti (n. 697).

Lavori di risistemazione intrapresi tra il 1991 e il 1993 nei giardini pubblici lungo il lato settentrionale di V. le Marconi hanno permesso il recupero di alcuni materiali ceramici. Nel 1991, all'estremità orientale dei giardini pubblici, in prossimità dell'incrocio con V. le dei Volsci, la realizzazione di un piccolo parcheggio, rilev la presenza di un fr. di dolio con presa piena in ceramica d'impasto, lisciato ternamente ἃ stecca, riferito ad una sepoltura a pozzetto databile all’ VIII secolo a. C.**. Nel 1993, a breve distanza dal sito del precedente rinvenimento, si recuperò un fr. di un grande vaso (olla?) in ceramica d'impasto, lisciato a stecca sia all'esterno che all’interno.

nord-sud, estesi su una superficie di circa 300 mq., suddivisi da un muro a blocchi di tufo di grandi dimensioni (lungh. m 1,70/2; alt. 0,43/0,50): quelli ad est, con muri in opera reticolata avevano pavimenti a mosaico (H, M"? e in marmo (G). Tra questi l'ambiente N, coperto a volta, con muro di fondo settentrionale con nicchia centrale, era delimitato lati est e ovest da muri terminanti con una nicchia, e rivestito în lastre di marmo". Gli ambienti ad ovest erano costituiti da muri in opera incerta e mista. L'ambiente B il cui piano pavimentale era a circa m 0,60 da quello immediatamente a sud, presentava il rivestimento parietale d'intonaco dipintor, 697. Strutture in opera incerta. Circa 30 m ad ovest il Pelzer Wagener ricorda il rinvenimento di altri ambienti, con il medesimo orientamento, con muri in opera incerta e pavimenti a mosaico", tra cui quello di dimensioni maggiori absidata (Fig. 390). 698. Cisterna. Al medesimo edificio sembra possibile riferire la cisterna sotterranea (8,50x1,30x1,75 m), provvista di due pozzi circolari scoperta nel 1858*^ (Figg. 391-393). 699. Cisterna. Nel 1921 si scoprì, presumibilmente nell’area a nord-ovest del villino Maferri, l'esistenza di un poz20 scavato nel terreno per una profondità di 16,80 m circa, provvisto di pedarole e rivestito per i primi 5 m circa dall'alto con dolii, interpretato come silos per derrate®!. Le diverse strutture sono riferibili a un impianto rusticoresidenziale che in base alle tecniche costruttive utilizzate e ai diversi materiali recuperati sembra possibile riferire ad un

Fig. 391. Velletri. V. le Marconi. C.da Villa della Stazione. Cisterna (n. 698): piantaR. Lanciani

“Ὁ Originariamente i due ambient costituivano un unico vano, interpretto sula base del motivo decorative del mosaico come triclinio. ‘© Allinterpreazione di sacello proposta da. PrLzzm WacENER 1913: 408, recentemente si è aggiunta quella di ninfeo in PALOMBI, CECCARII 2003: 106 nota 28. " Praz WAGENER 1913: 406.412. © Prizee Wacenex 1913: 411-414, specialmente figg. 69; PALOMEI, ‘Ceccanist 200: 105. ‘© ASR, Ministero Lavori Pubblici, Industria, Aericoltuc e Belle Arti, sez. , tt 1, Ὁ. 403, Velletri, Rinvenimento di un cunicolo presso la SS.FF. (1858-59); Lancaana 1880:31, tav. IL ig. 3a; LaNetant CVarLar 13045: 252. riprodotto da BuoNocost 2001: 218; Ὀχεύει 1953: 79.

7 Nanprt 1922c; Patowsi, CECCARINI 2003: 107, 115. oli, colle gati senza l'ausilio di alcun legante misuravano 0,60 di larghezza alla bocca, 1m alla pancia ed erano ati 0.95 m. All'interno del pozzo si recuperarono osso di animale bovinoed un quadrante di Caligola”. © Ad“qualche una frequentazione precedente dell'area rimanderebbero il "bombilios fusiforme in argilla con tracce di colore rosso datato al IL soc. a. C7" (Crsscenza 1981: 128, 174; Ceccoama 2001a: 81 n. 507)e il “Frammento di orcio con decorazioni geometriche sull'orlo” (CRESCENZI 1981: 151, 174; Ceca 20012: 190 n. 2616) ricordati da Paton, (Cece 2003: 10. ^ Segnalazione del rinvenimento da parte del G. A. Latino in MancaNELLO 2001: 9 con interpretazione.

642

* cheggio della Stazione Ferroviaria, il terreno in declivio ver-

Fig. 392. Velletri. V. le Marconi. C. da Villa della Stazione. Cisterna (n. 698): sezione R. Lanciani. 701. TomBa m 300 s.l.m. Velletri - V. le Marconi

Nel corso di lavori di sterro intrapresi nel 1922 per la realizzazione di un nuovo edificio lungo il lato settentrionale di V. le Marconi, all'estremità nord-orientale dei giardini pubblici (prop. O. Maferri)*™, si rinvennero diversi materialida costruzione e ceramici tra cui: un cippo funerario con l'iscrizione Voure 1983: 71-72 n. 44 databile alla seconda metà del TI secolo d.C. al Museo Archeologico di Velletri? D(is) M(anibus) | Neviae Paratae | Phaenia ( laste filia et | Flavius | Faenianus | nepos | matri benemerenti. a circa m 1,80 dal p.d.c., una tomba che un successivo scavo poté pre cisare essere costituita da un sarcofago fitile rotto in pezzi (m 2x0,46x0,32), disposto al contrario?" al cui interno, insieme ai resti delle ossa, si rinvenne il corredo costituito da alcuni frr di bronzo; due impugnature di spade della quali rimanevano l’ossatura in ferro e le borchie di bronzo; due coppe su piede*^*; resti carbonizzati di una pignae di alcuni pinoli. Il sarcofago, era appoggiato all'estremità orientale ad un pozzetto rivestito di intonaco (diam. m 0,80; alt. 1,50), sul cui fondo si rinvennero tre anfore"! 702. AREA DIFRR. FrrTILI m 275 s.l.m. Velletri - Via A. Fanfani

so nord-est dove è delimitato dal fosso della Regina, sebbene a oliveto con fondo incolto, restituisce in media concentrazione su una superficie di 1.200 mq. circa molti frr. di tegole a impasto rosso e più rari a impasto chiaro di età romanat”, L'affioramento attesta una frequentazione dell'arca in età romana che forse, pur mancando elementi specifici, sulla base della contiguita con la zona a nord della Stazione, nella. quale è nota l'esistenza di una necropoli, può riconnettersi a questa, della quale costituirebbe uno dei 703-704. NECROPOLI m 290-285 s.l.m. Velletri - Via della Stazione

Gli sterri intrapresi dal Comune di Velletri tra il 1874 e il 1879 per l'ampliamento della vecchia via della Stazione, nell’area compresa tra le attuali viale Marconi e via Ponte della Regina, nei terreni già facenti parte della villa Ginnetti®!, rivelarono l'esistenza di numerose tombe di età romana, riferite alla necropoli della città. 703. Tombe. I lavori del 1874 individuarono numerose tombe, anche sovrapposte, sia del tipo alla cappuccina, co‘sine unta ten C

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In una delle proprietà nell’area sottostante il nuovo par-

Fig. 393. Velletri. V. le Marconi. C. da Villa della Stazione. Cistema (n. 698): sezioni R. Lanciani.

τ L'edificio, riportato in una vecchia “Restituzione topografica dell'area” edita da PALMI, CEcCARINI 2003: 107 fig. 7, e ancora esistente si trova poco oltre l'incrocio con vile dei Volsci, llinizi del lato ord-occidentaledi viale Marconi, in corrispondenza del civico n.3 ^ Nagpint [922c. Si trattava di qualche blocco parallelepipedo in peperino di inerte del cippo funerario che nella pare superior, in corrispondenza degli angoli, presentava quattro antefise; le due sull fonte al centro con un piccolo bust di donna in una nicchia. Sui fianchi ἀεὶ cippo ariTievoun urceus ed una patera; AE 1984: 47 n. 171: Voure 1989: 157 VILS; Ceccarini 2001a: 127 n. 1320; BotooNa 2004. 173 50 Nagpint 1922a, ricorda la scopertadi blocchi parallelepiped in peperino, di tubuli fil, di “un calice di rozzo impastoe di rozza fattura”, di ‘frammenti di una larga coppa pure di rozzo impasto, di una piccola coppa ἃ vernice nera lucente e varie lucerne in pezzi”; CRESSED! 1953: 15, 65; Draco Troccou 1989: 35 nota 31 la ritiene un caso di “cremazione direta” ela riferisce ad età imperiale; Ceccarini 20012: 124 n. 1257; PALOMB!, Ceccanunt 2003: 108 nota 36. * Caccani 2001: 4 ricorda che ai nn. 1312, 1339-1340 si legge soJo la provenienza villino Mafersi, Metabo"; Paiowni, Ceca 2003: 114

ricordano come, frs, sia possibile riferire al sito il n. 1275 del Catalogo (Crccanna 2001a: 126) “pertinente un bicchiere di rozza fattura e di impasto grossolano a forma di troncodi cono, datato dal Nardiniαἱ VI-VI sec. a C" ‘© Crescenzi 1981: 139, 174; Draco TRoccoLi 1989: 35 nota 31: Csecagini 2001: 125 n. 1266. 5 Crescent 1981: 155, 174; CeccaRint 2001: 125n. 1267. ‘© Solo una delle anfore era provvista di un coperchio ile. 6” 1 terreno, all'iniziodel Novecento di proprietà di O. Maferri, è ancora oggi della stessa famiglia. Un'anziana signora ricorda che in occasione dell'impianto del oliveto che ancora resta nel settore orientale, quasi al margine della propriet, negli anni Trenta del Novecento, si rinvennero al ‘une sepolture alla cappuccina. Purtroppo la superficie ricognibile è ora estremamente limitata sia perlo stato dei terrei si perché gran pate del l'arca, a partire dalla Stazione Ferroviaria, ἃ stata inglobata nel nuovo parcheggio. Ho notato la maggior pare dei fr ngo ἢ viale che dà accesso al la propriet ein part nell'oliveto annesso all'abitazione. "8T tracciato della via della Stazione? riportata in una “Restituzione topografica dell'area” ne Archivio Vescovile di Velletri, edita da PALOMBI, Céccasa 2003: 107 fig. 7. 643

perte con tegole, sia del tipo più rozzo in pietra". Lo scavo restituì numerose monete permettendo di riferire le più recenti all’età di Adriano e di Antonino Pio, mentre le più antiche al terzo consolato di Agrippa. 704. Tombe. Numerose altre tombe, presumibilmente già manomesse come sembrava indicare la presenza all’esterno di una grandissima quantità di materiali ceramici frammentati, nella maggior parte a venice nera e sigillata, si rinvennero nelle esplorazioni del 1879", 705-706. Tome m 280 s.Lm. Via Ponte della Regina 7705. Materiale sporadico. Nel 1870, presumibilmente nell'area immediatamente sottostante, a nord-est della stazione ferroviaria, nelle vicinanze del Ponte della Regina, si recuperarono due piccoli vasi in bronzo ed un anello in oro, confluiti sul mercato antiquario, e un paalstab di bronzo, acquistato dal Di Tucci", 706. Nei lavori di scavo intrapresi nel 1879 dal Comune di Velletri, nella medesima zona, si rinvennero: materiali ceramici, un mattone bollato e un pozzo, scavato nel terreno, profondo 3 m circa, e provvisto sul fondo di due bracci, lunghi almeno 10 m, all’interno dei quali erano delle ossa. I rinvenimenti! sono verosimilmente riferibili alle tombe della necropoli protostorica nell’area a nord-est della stazione ferroviaria.

dolio sempre a impasto rosso di età romana e rar fr di anfore, tra cui alcuni di produzione tirrenica??. Non è improbabile che i materiali debbano riconnettersi all'area funeraria esistente nell'area. 708*. ToMBE “Ponte della Regina”

Nel corso di lavori di scasso per l'impianto del vigneto nella proprietà già Lazzarini, “all'imbocco della via di Napoli, presso il ponte della Regina”, lungo l'attuale via ponte della Regina, si rinvennero alcuni materiali, ricordati nel Catalogo Nardini, parte conservati (una fibulaad arco ingrossato?^; quattro punte di lancia", un puntale di lancia allungato®), parte dispersi (cinque fibule ad arco ingrossa10%, tre frr. di un’altra fibula", una punta di lancia“ e un piccolo oggetto sagomato, forse un utensile?!) È stata ipotizzata la presenza di più tombe, sia maschili che femminili, comprese tra l’inizio dell VIII e i primi decenni del VII secolo a. C.

707. MATERIALE SPORADICO m 277 s.l.m. Via Ponte della Regina.

709. MATERIALE SPORADICO Via Ponte della Regina Nel 1882 si rinvenne, presso il “Casino Corsetti”, presumibilmente nel terreno vignato sul lato settentrionale di via Ponte della Regina, una statua marmorea mancante della testa e delle braccia alla cui base era l'iscrizione funeraria irreperibile: D(is) M(anibus) / T. FI. Caralitano p(rimo) p(iluo) ΕἸ. Evagria marito pientissimo.

Nelle terre derivanti dai lavori per la realizzazione del nodo di scambio della stazione ferroviaria, in particolare dall’apertura dello svincolo per il parcheggio sul lato sudorientale di via Ponte della Regina, nel tratto antistante il vecchio casale ormai in abbandono, si rinvengono pochi frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio, più numero. si di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. di

710. AREA DI FRR. FITTILI m 278 s.l.m. Via Ponte della Regina Superato il ponte sul Vallone la Regina una strada sterrata si allontana verso sud, costeggiando da un lato il fosso, dall'altro i terreni della vecchia vigna Pace.

^?" Di Τύρα 1880: 169, icorda la scoperta “sulle costole d'uno scheletro dell'ordine superficiale di una tessera d’argento, mista a molto rame in lega non compenetataed imperfetta.” ‘© Di Tocca 1880: 170, per altre due tombe, nl cu corredo si recupe no quattro monete d'oro delle quali una con leggenda greca, rinvenute nello scavo per l'impianto αἱ due alberi, ^ Di Tucci 1880: 168-169, il quale ricorda che gli oggetti rinvenuti nel 1870 "furono comperati da un orafo, e spediti a Roma”; ANGLE 2006: 18 fig. 1, 15,21 fig. 9, 4,25, la quale ipotizza che “questi oggetti (cil. la spirale in oroe i due vaset in bronzo) porrebero essere attribuiti a sepolture orientalizzanti o arcaiche”. “ Di Tccr 1880: 169170, per altre due tombe, nl cui cormdo si re ‘cuperarono quattro monete d'oro delle quali una con legenda greca, rinvemuta nello scavo per l'impianto di due alberi. 9 L'area αἰ trova a nord-est della proprietà Maferi, on la quale in parte confina (n.702) v Cirsce 1981: 178; DRACO TROCCOLI 1989: tav. LXXVI. n.13; Ance 2006: 18 fig. 1, 14,21 fig 9 5,25. Dalle ricerche condotte sul posto l'unica proprietà Lazzarini che mi è stato possibile rintrcciare, ancorain possesso ella stess famiglia tt'ora coltivata a vigna, corrispondeal civico n. 42 di via Vecchia Napoli, ull sponda opposta del Vallone la Regina, m 500 circa a sudest rispettoαἱ posizionamento riportato in bibliografia.

^ Crescenzi 1981: 142, 178; Draco Taoccoui 1989: 38, 48 n. Ll; Coconut 2001a: 168 n. 2300. v CRESCENZI 1981: 156, 178; DRAG TROCCOL! 1989: 38, 48-29 na. 1, 2-5; Ceocanunt 20012: 170 nn. 2321- 2323, 2325. 7" Draco TRoccott 1989: 38, 49-50 n. ,7; CeccaRI 20018: 168 n. 2298, 170 n. 2324. 5" Drago Troccou 1989: 38; Ceca: 20012: 168 πη. 22992304. ^ Draco Troccou 1989: 38; CkocaRi 20019: 170 nn. 2327. 2329. ‘> Draco TroccoLi 1989: 38; CeocaRini 2001a: 168 n. 297, 6% Dango Teoccous 1989: 38; Csccanint 2001a: 170 n. 2326. * Un “Casino Corsetti” con vasta proprietà vignata, è riportato immediatamente ἃ est del onte sul Vallone la Regina, sul ato settentrionale della via omonima, nella Carta topografica della cità di Velletri del 1872 (Asa, Disegnie piante, col I, cut. 125, n. 19). © DI Tucci 1882; EE 8: 158n. 644; cfr STEVENSON CVarLar. 13045: 34 1-34 v, 52 vs TeRSENOM 1910: 252-253 con indicazione del luogo di rinvenimento (*. limit a ponente della vigna Corsetti, ora dei fratelli Sinibaldi." e descriione della statua ("una statua acefala di un milite ro‘mano, Primipilus con calzar e clamide . "); ASHBY: 1913: 428; CRESSEDE 1953: 65; SoLm 1983a: 38-9,

644

Sul lato occidentale, in un appezzamento incolto™, affiorano in bassa concentrazione forse in relazione alla scarsa visibilità del terreno, su una superficie di mq. 700 circa", fn: di tegole a impasto arcaico, meno di tegole e coppi a impasto chiaro di età romana e alcuni frr. di anfore. Alcuni frr di tegola ad impasto chiaro e frr. di dolio ad impasto rosso sono stati riutilizzati anche nella muratura del vecchio edificio rustico? È probabile

che il materiale, riferibile ad una frequenta-

zione in età arcaica e successivamente almeno tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale, sia da riferire all'area. di necropoli nota nella zona. Anfore ~ V fc di parete di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 145/135 e il 10 a.C". — 1 fr. di paretedi produzione spagnola. = 1 fr di parete di produzione egeo-orientae. ~ | fr di parete di produzione non id.

111. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA, STRADA BASOLATA F TOMBE m 278 s.l.m. Via Ponte della Regina. Nel corso di lavori per la sistemazione del terreno antistante la casa d'abitazione in una delle proprietà lungo il lato settentrionale di via Ponte della Regina, immediatamente a est del ponte sul Vallone la Regina", nel 1993, sono stati individuati: resti di strutture in opera reticolata di selce con alcuni brevi tratti di piano pavimentale in cocciopesto; una strada basolata larga m 3,20 incluse le crepidini e i marciapiedi in terra battuta ed inghiaiata; sepolture a fossa con resti scheletrici?, Le strutture, anche sulla base dei materiali ceramici*™®, appaiono riferibili ad un impianto frequentato tra la tarda età repubblicana e l'età antonina, lambito presumibilmente da una viabilità che si dirigeva verso est^" (01). AI IV secolo d. C. dovrebbero invece riferirsi, a seguito di una rifunzionalizzazione dell'area, le sepolture. #0 La propriet corispondeαἱ civico n. 16 00 La presenza di materiale si riconosce soprattutto negli spazi pros mi al viale d'accessoalla proprietà, "^ A memoria dell'unico discendente dei vecchi proprietari della Vigna Pace, il quale possiede ancora un piccolo appezzamento poco a sud dell’ fioramento, sul lato opposto dell trade, negli anni precedenti ὁ immediatamente successivi il secondo conflto mondiale, in occasione di ogni movimento del terreno su tutta l'area circostante affiravano continuamente sepolture alla cappuccina o in sarcofagi, olte a anfore e suppellettile varia. ‘© Và, 361 note 3891, 3892, 3893. ‘Si tratta della atuae proprietà Conte, probabilmente n parte corr spondente alla proprietà Corsetti (n. 709). | lavori hanno riguardato uno sbancamento su una superficie di circa 650 mq. e per una profondità media di circa 2m. ‘6 Stai, Ciccorn, MANGANELLO 2001: 152-153 scheda B40, 154155 fgg, 23-24; Lucere, De Sancris, Det. Granpe 2003: 162-163 per la situazione precedente lo scavo, 163-167, secondo i quali a strada sembra svilupparsi in direzione della vicina località Troncavia ^ Lucarrs, DE SaNcTS, DEL Geanbe 2003: 166 fig. 4, 167 fig. 5, 168-169.

712. STRUTTURE IDRAULICHE m 276 s.l.m. Ponte della Regina

Nel corso di lavori per la realizzazione di un collettore, tra il 2000 e il 2002, all'altezza del ponte della Regina, sono state individuate e quindi scavate: a m -2,68 dal p.d.c."^, due vasche, delle quali una, rilevata per una lunghezza max. di m 3,65, presenta muri în opera cementizia gettata contro terra, l'altra (m 2,75x0,80), con le pareti tagliate nel terreno, entrambe rivestite in cocciopesto; una canaletta (lungh. superiore ai 3 m; alt. m 1 circa) con spallette in opeτὰ incerta e piano in tegole, orientata da nord-ovest a sudest Se ne è proposta una interpretazione come un sistema idraulico riferibile all'età repubblicana. 713. MATERIALE SPORADICO m 279 s.l.m. Via Piazza di Mario

Sul lato nord-orientale di via Piazza di Mario, quasi all'altezza dell'incrocio con via Ponte della Regina e via Ferruccio Parti, all'estremità meridionale dell’area attualmente occupata da un distributore di carburante, nel 1986, venne casualmente recuperato un fr. di sigillata italica, attestante una frequentazione dell’area almeno nella prima età imperiale? È plausibile il riferimento, unitamente all'affioramento

n. 715, al non lontano sito n. 719, anche in considerazione dell'impossibilità a perlustrare l’area interposta.

Sigillata italica = 1 fondo pertinente a forma non id. con bollo a impressione con cartiglio rettangolare in planta pedis (cm 1,4): DCIVA AVIL. Andamento dl testo lineare con direzione delle lettere progressivae tecnica rilevata. I bollo come risulta comprensibile alla seconda risa relativo all'oficina di Avilius, mentre non sembrerebbe rilevabile il nome dello schiavo alla prima riga: tuttavia proprio in considerazione di questa disposizione, della forma del cartiglio c delJa legatura di A e V, non è improbabile che possa ricercarsi tra An eros, Apolonius"*, Clarus®®, Eros, Philem(o, Philog(enesf"",

Non è escluso, anche in considerazionedel fatto che non ne risulta notoil reciso orientamento, che possa piuttosto ratarsidi un segmento della via che raggiunge la biforcazione con via Piazzo di Mario, in quanto è presubile che in questo ratto corese con orientamento simil aquello rilevato. "^" Guns 2003: 95; Paton, Ceca 2003: 115, 1 La canaleta presentava il medesimo piano di spiccato dell vasche. ^ Debbo la segnalazione della scoperta a G. Manganello che mi ha. gentilmento concesso anche il disegno del fr n° OxE, Conrorr 1968: 101 n. 236; Oxt, Covroer, KexmicK 2000: 153-154 n.372 con datazione al 10 d.C. ‘n Oxé, CONFORT 1968: 101-102 nn. 235, 238; Oxé, Cowromr, Keavnick 2000: 154 n.374 con datazione tra i 20 il 40 aC. "^ Ox, ConroRT 1968: 102n. 239; Oxt, Conror KENRICKt,2000: 154 n.375 con datazione all'età augustea. ^^ Oxe, CONFORT 1968: 102 n. 241; Οχέ, Conor, Kexuck 2000: 154 n.37 con datazione tra il 10.C. ei 104C. "^ Oxt, Conrorr. 1968: 102-103 n. 244; Oxt, Confort, Kexicx 2000: 155 n.383 con datazione al 152. “n OxE, CoNFoRT 1968: 103n. 245: Ox8, Covrosr, Κενειςκ 2000; 155 1.384 con datazione al 10.C. 645

Stabilo", Tertius", forse Phil()® e Satius, e all'incirca in età augustea,

quindi datarsi

714. Basout m 278 s.Lm. Via Piazza di Mario

Sul lato nord-orientale di via Piazza di Mario, nell’aiuola all'estremità meridionale dell'area attualmente occupata. da un distributore di carburante, sono stati riutilizzati alm no cinque basoli in selce di medie dimensioni”, relativi presumibilmente alla via Vecchia di Napoli (O), nel tratto a nord della biforcazione con via di Piazza di Mario (05). 715. AREA DI FRR FITTILI m 279 s.l.m. Via Piazza di Mario

Nella striscia di terreno olivato sul lato settentrionale di via Piazza di Mario, ai margini del parcheggio per auto del parco giochi, su una superficie complessivadi cira mq. 350 circa" si riconoscono in media concentrazione, oltre a numerose scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, rari frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare e frr. di tegole a impasto tardo arcaico, frr. di tegole ad impasto chiaro di età romana, fr. di ceramica a impasto, comune e anfore. 1 materiali, compresi tra l'età arcaica e quella tardo repubblicana, unitamente al n. 713, sono presumibilmente da riferirsi al non lontano sito n. 719, anche in considerazione dell'impossibilità a perlustrare l’area interposta. Impasto grezzo —2 fm. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa τι fi di fondo con attaccodi parete pertinente a forma non id. = Mfr di parete in impasto alto repubblicano pertinente ἃ forma nonid. 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di olla tipo Dyson 1976, fig. 32, PD 43, attestato in contesti databili tra il 110 il 30a C.*7. ~2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

716. AREA DI FRR, FITMILI m 273 s.l.m. Via Vecchia di Napoli Sul lato occidentale di via Vecchia di Napoli, poco oltre il bivio con via Piazza di Mario, una piccola proprietà in parte occupata da orto, in parte da vigna, restituisce materiale fitile di superficie. Nell'orto sul retro dell'abitazione unitamente. a diverse scaglie di selce medio-piccole, affiorano pochi fr, generalmente piccoli, di tegole e coppi a impasto arcaico?. Nel settore prossimo alla via Vecchia di Napoli, occupato da pochi filari di vecchia vigna, su una superficie di mq. 900 circa, si riconoscono in media concentrazione, frr. di impasto arcaico e sporadici a impasto rosa di età repubblicana riferibili a materiali edilizi, diverse tessere di mosaico nere sia di medie che di piccole dimensioni a taglio regolare, qualche fir. di dolio a impasto arcaico, piccoli fr. di ceramica a vernice nera, in minore quantità di sigillata, di ceramica comune, soprattutto da fuoco, pochi frr. di anfore. Sulla fronte dell'abitazione moderna è murato un fr. di iscrizione su marmo, rinvenuta nel terreno intorno (largh. max. cm 23,5; alt. max. cm 27; alt. lettere cm 3,1) Lc2-Jan

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L'affioramento, forse unitamente al n. 717, dal quale lo separano proprietà non accessibili, attesta una frequentazione dell'area anche in età arcaica (casa/fattoria?), sembra riferibile ad un edificio probabilmente a carattere residenziale in uso nell” età repubblicanae successivamente tra il Le il Il secolo d.C., forse con annessa area sepolcrale. Vernice nera —4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica = 1 fr di orlo pertinentea forma non id. — 2 frr di parete pertinentia forme non idd. Comune da mensae da dispensa = 1 fr di orlo di coperchio non id. — | fr. di parete pertinente a forma non id.

Anfore — 1 fr di parete di produzione africana.

Comune da fuoco —1 ft. di orlo di coperchio tipo Curia I, fig. 257, 124, attestato in contesti di età flavia”, — 1 f di orlo di tegame tipo Olcese 2003, tav. XV, 3, attestato in contesti datati tra il Le iL IL sec. d.C — fr di orlo di coperchio non id.

+ Oxt, Cowrorr 1968: 101 n.234; Ox Cours: Κενμικκ 2000; 155 con dazione mi Sil aC. 27 0x6, Conor, Krxstc 2000 156 n.390 con datazione al 15 a. x Consort 1968 102n. 24; Oxt, Conon, Krxvaci 2000 155 2.381 con datazione fors ale august. * Ox, Conor 1968: 103 n 247; Oxt, Conor Kein 2000 156 7:388 eon datazione t 20e Ia. "9E positi che | materiali sian stat invent propio in occasione det recente ampliamento dll read sevizi ang lat nord renaleαἱ Via Piazza di Mario 2° L'area è accesible daa traversa che si dip dl lato occidentale

altezza dell'incrocio con via Ponte della Regina. Fr. di material cdilizio possono riconoscersi si nell'area del parcheggio, sia soprattutto, nella scarpata di tera che si affaccia su via Piazza di Mario "^" Dysox 1976:94. Ilüpo ova confrontocon la forma 38a e b da Sutri, attestata nella metà del I ec. aC. (DUNCAN 1965: 157 fg. 12, 164-165). © La proprietà corrisponde al civicon. 16. A memoria della proprieta ria nel metter a dimora un albero da fruta ancora esistente, circa quaranta ami fa, fu rinvenuta, circa m -2 dal pdc, una struttura circolare realizzata a scaglie ciottoli tomba?) * Curia I: 216 relativamente al'tività 1141, 237,281 “i OLCESE 2003: 86-87

1 387

646

— 16 fi. di parere pertinenti a forme non idd. = 1 f di fondo pertinente a forma non id. Anfore = 1 fi. di parete di produzione tirrenica. — 3 frr di parete di produzioni non idd. 717. MATERIALE SPORADICO m 268 s.l.m. Via Vecchia di Napoli

Lavori agricoli condotti nel 2002 in un piccolo appezzamento di terreno inedificato all'interno di una vasta proprieτὰ che dal lato occidentale di via Vecchia di Napoli si abbassa fino al Vallone la Regina hanno evidenziato la presenza, m -1,5 circa dal p.d.c.™, di diversi fr. di ceramica a vernice. nera, tra cui un fr. di coppetta, di comune da fuoco e di anfora di produzione orientale, oltre a frr. di tegole e impasto chiaro e rosato di età romana”! 1 pochi materiali, unitamente all’affioramento n. 716, nell'impossibilità di ricognire le proprietà interposte, sembrerebbero riferibili ad una frequentazione dell'area almeno tra l'età repubblicana e la prima età imperiale, presumibilmente in relazione alla presenza di un impianto residenziale. 718%. CALCARA Via Vecchia di Napoli A breve distanza dall'inizio di via Vecchia Napoli, è stata recentemente segnalata la presenza di una calcara in muratura nella quale si è recuperata una piccola erma in marmo bianco rappresentante una divinità femminile, di Il secolo d.C. Nelle vicinanze si sono scoperti due bipedali con il bollo di Cneo Domizio Arignoto™, datato alla fine del I secolo d.C. 719. AREA DI FRR. FITTILI m 280 s.l.m. Via E Parri

Sul lato meridionale di via Troncavia, poco a sud-est del vecchio Casale Barbi (nn. 548-550), si conserva un antico tinello con casale abbandonato, al margine di un vasto appezzamento che si allarga verso ovest e si abbassa leggermente ^" La proprietà corrisponde al civico n. 24. L'area oggetto dei lavori costituisce quasi il margine occidentale di un pianoro ben sposto, prospettante via Vecchia di Napoli, atualmente perla maggior parte occupato dall'abitazione e dagli annessi della proprietà adiacente. ‘© Ringrazio a proprietariadl fond, per avermi messo al corrente del rinvenimentoe per avermi permessodi visionare il materiale raccolto nell'occasione. "© MENGARELLI, ROSINI 2002, senza indicazione dl lato della strada e 1a trascrizione dei boli (ef. CIL XY, 1094 con attestazioni in area albana mell"ager Tusculanus: in vinea collegii Tusculani soc. Tesu, ad vium Tüsculanam pracsentem, post decimum ab urbe lapidem"). ad ari terreni confinanti alla f= ^? La proprietà, già appartenuta insieme miglia Salimei, è attualmente in parte occupata dal vigneto di proprietà del nuovo Istituto di Istruzione Superiore “Novelli, in pat dal nuovo edificio scolastico stesso. L'ex proprietario ricorda come, ne primi anni Quarantadel Novecento,el treno circostante i casale si rinvenissero frequentemente fr architet onic in marmo, "rrt" marmor, ole a fr di materiale file.

verso sud. II sito, in particolare il pianoro su cui sorge il casale settecentesco, gode di una buonissima esposizione verso este si trova compreso tra due antiche viabilità: quelle ripetute da via di Troncavia a nord e via Piazza di Mario a sud-ovest Nel terreno circostante il casale si notano pochi fr. di tegole e coppi a impasto arcaico e chiari di età romana, mentre alcuni, insieme a pochi frr. di dolio a impasto arcaico, sono riutilizzati nella vera del pozzo verso il margine sud-orientale della proprietà. Nel vigneto sono sparsi in dispersione su vasta superficie diversi frr. di tegole a impasto prevalentemente rosso e ceramica comune mentre una notevole concentrazione di materiale si trova al margine meridionale del pi noro nell’area immediatamente retrostante il vecchio casale. Su una fascia di mq. 2500 circa, incolta e utilizzata anche per lo scarico di materiali di risulta”! i riconoscono, in alta concentrazione, diversi fr. di tegole e coppi a impasto arca co (Tav. IV, 2), alcuni dei quali con ingobbio nero sulla superficie esterna, rari frr. di coppi a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, molti frr. di tegole a impasto chiaro (Tav. IV, 3) e rosato, più raramente rosso, di età romana, schegge di marmo bianco, molte tessere di mosaico nere sia di piccole che di medie dimensioni, grossi fr. di dolio sia ad impasto arcaico che chiaro riferibile a età tardo arcaica/alto repubblicanae rosso di età romana, alcuni fr. di ceramica a impasto, frr di vernice nera, sigillata italica, af cana da cucina, ceramica comune e anfore. Oltre al materiale fittilesull'area restano anche, almeno, cinque grossi basoli in selce interi più alcuni spezzati rela vi alla viabilità che presumibilmente lambiva la villa provenendo da oves?" (o1). L'affioramento, al quale possono forse riferirsi i nn. 713, 715, attesta la presenza nell'area di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, nel corso dell'età repubblicana, si ὃ sviluppato un vasto impianto residenziale, con pars rustica, uso fino all'inizio del V secolo d. C.", presumibilmente esteso su un'area di circa 70.000 mq. Impasto grezzo 4 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non id. Impasto rosso = 1 fi di parete pertinente a forma chiusa non id. "^ Questa ara pianeggiante è separata dal vigneto da una bassa scarpata quasi sicuramente arifciale. ‘Considerato il gradodi visibilità, basso, o sto in cui si trova ' fioramento risulta difficile stabilite s i| materiale, per quanto in concentra» zione piuttosto elevata e presente anche in sezione nel taglio della scarpata, provenga anche, in parte, all'area dello scavo per la costruzione dell'diticio scolastico 9 Un notevole cumulo di basoli è visibile accatastato nell'area adiacente, di pertinenza del nuovo edificio scolastico. Considerata la quantità e a presenza quasi esclusivamente di basoli interi non è escluso che gli terri in occasione dei lavori perla nuova costruzione abbiano incontrato un trattodi viabilità ancora în sim. ‘La valutazione dell'estensione dl ito, compreso tra due importanti viabilità, è probabilmente falsata dai pesant lavori che hanno coinvolto la maggior parte del terreno, sia per la costruzione del vasto edificio scolasti co, sia peril nuovo impianto del vigneto. 647

Impasto chiaro-sabbioso — 1 fr. di orlo pertinente a bacino riferibile al tipo Nardi 1993a, fig. 578 tipo N. 9.8, forma diffusa nel Latium Verus ed in Etruria meridionale nell'ambito del VI sec. o fra la metà del VI e la metà del V sec. a. σα", Sia all'interno che all'esterno tracce di pittura color arancio. —2 fr di piede ad anello pertinenti e congiunti di forma non id. Vernice nera — 1 fr di alto e stretto piede pertinente a forma non id. —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica = 1 fr di orlo diritto e modanato pertinente a piatto tipo Conspectus 4.7.1, databile in età tiberiano-claudia"» —2 frr di parete, di cui uno con traccia di moti a rilievo, pertinenti a forme non idd. Pareti sottili — 1 fr. di orlo c parete di boccalino in mettalic glazed, tipo Marabini 1973, pl. 51, 475, attestato in età tiberiano-claudia*". Africana da cucina. τι fi di tegame dall'orlo privo dell'alloggiamento per il coperchio e indistinto dalla parete tipo Lamboglia 10B=Hayes 234°", con esterno polito a bande e interno ricoperto da vernice tipo A*,attestato dalla fine del I alla prima metà del III, meno frequentemente alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. = fr di orlo rilevato internamente di casseruola tipo Lamboglia 10A-Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del IL e la fine del IV-inizi del V sec. d.C, prodotta a vernice esterna e inera tipo ΑἹ. τ΄ fr di olo bifido c ingrossato di casseruola, con scanalatura superiore e patina cenerognola estera, tipo Ostia II, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del Iela fine del 1V-inizi del V sec.

1978, fig. 108, 14136, attestato in contesti del sec. d.C., compresi tra Peta claudia e l'età domizianea. = 1 fi di orlo atesa di mortaio tipo Ostia IV, 96-Olcese 2003, tav. XXXIX, 5, attestato in contesto datati tra la metà del ΠῚ l’iniZio del V sec. d.C., con massima diffusione del tipo tra I e I sec. ace”, — 1 fr di orlo di anforetta tipo Dyson 1976, fig. 51, 2211 114, attestato n contesti compresi tra la prima metà del I sec. d.C., in particolare tra l'età di Caligola e l'inizio di quella di Claudio = 1 fi. di orlodi bacino tipo Duncan 1964, fig. 16, form 51, 190, attestato in contesti datati ra il 65 e il 75 d.C". = | fi. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 1 fr. di ansa a nastro scanalata pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. 7 fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

—1 fi di piato/coperchiodallorl leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia II 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del Isc. d. C^. ~ | fe. di orlo pertinente a tegame tipo Osta II 509, attestato in contesti datat all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80.90 d.C. — If. di orlo di coperchio tipo Ostia I, 511, atesatoin contesti datti all’età flava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C). —1 fr di orlodi coperchio tipo Curia I, fig. 257, 127, attestato in contest αἱ età flavia™ — 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. XII, 4, datato tra i TT sec. a.C. e la fine del I sec. d.C. ~ 1 fr di orlo pertinente a forma non id. - 1f di ansa a nastro pertinentea forma non id. τα τ di coperchio con presa non id. 2 fi. di parete pertinenti e non combacianti riferibili a olla 17 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd.

‘Comune da mensa c da dispensa. 1 fir di brocca o olla con orlo a fascia tipo Ostia I, 36

Anfore = 1 fr. di orlo di produzione betica da garum non id. — 1 puntale di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60a. C. e la fine del II, inizi del ΠῚ sec. ace. — 1 fr di parete di produzione adriatica forse riferibile a Dressel 64%, anfora vinaria di produzione adriatica, databile dalla seconda metà del I see. a. C. al sec. d. C=.

#0 NARDI 19938: 379 © Conspectus: 58, tav. 4. D tipo è simile a Pucci 65. 0% Marani 1975: 312. ‘= Atlante 207, uv. CVI, 12; ft: AGUAROD Ori. 1991: 269 figg 667, la qual distingue po in più variant. #0 Arne E 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce il ipo tra e forme in sigillata africana di produzioneA. La diffusion del tipo in ceramica a patina cenerognola ea verice tipoA? sembra esaurirsi verso la metà del I sec. dC: cfr. AGUAROD OTAL 1991: 269 gg. 66-67, 326-327, la quale distingue. ‘ipo in più vacanti *" Atlante I: 218-219, tav. CVII, 6, Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso ra Ja fine del TT e la metà dl II sec. d.C.; eft. AGUAROD Onu. 1991: 281-283, ig. 75-81, 335-341 la quale distingue ἢ tipo in due varianti principali A e B. ‘Atlante 212, ta. CIV, 6; cfe AGUAROD Or. 1991: 248-249, fig. 48-51, 308-311, là qual distingue ἢ ipo ín più variante noa u'evoluzione della forma, che n epoca giulo-claudia ha pareti piuttosto dete e orlo

quasi indistino, mentre in seguito l'oro ingrossato assume il tipico profilo triangolare cle pareti sono curve “ Pos 1978 [1987]: 278-279 dallo stato VI; Ostia Il 93, 260-261 con datazione alletà Nava, probabilmente durante la prima parte del pinpato di Domiziano (80-90 d.C), av. XXI. #1 Ocsse 2003: 105; Ostia IV: 32, tav. XIV. * Dyson 1976: 133. 9 Duncan 1964: © Atlante I: 212; AGUAROD Orat. 1991: 247-248 fgg. 45 nn. 3-6, 46, 47 nn. 13. © Osta Il: 101, 260-261, tav. XXVII. 9 Osta IL: 101, 260-261,tav. XXVII. © Curia E: 216 relativamente allatività 1141, 237,281, 361 ‘© OLcess 2003: 85. tipo è considerato una produzione della zona dei Colli Albani ‘8 Và. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. Tenuta 1986: 129-133 © Panta 1989: 147,

— 1 fr di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261%: attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C.

648

-2 3 2 —5 ~1

fin di parete di produzione orientale. fri di parete di produzione spagnola. fir. di parete di produzione tirrenica. frr di parete di produzione africana fir di parete di produzione non id

Opus doliare = 1 fr. di orlo in impasto chiaro augitico pertinente a dolio o grosso bacino non id, riferibile a età tardo-arcaica/alto repubblica— 1 fr di parete in impasto arcaico, 2 fir di parete di impasto tardo arcaico. 2 fri di orlo non id. in impasto rosso di età romana. 720. MATERIALE SPORADICO. Velletri - "in vinea Salimei”

L' Amadutio ricordail rinvenimento "prope Velitras ... in vinea Salimei” dell’iscrizione CIL X, 6616, al Museo Nazionale di Napoli (ILMN, n. 2578): Have Manlia / Anthusa | Bene sit tibi qui legis | et tibi qui praeteris | mihi qui hoc loco monument(um) | feci et meis. Pur essendo ricordata dal Bauco una proprietà di Antonio Salimei, nell'area della cd. villa di Augusto a 8. Cesarco?", non può escludersi cheil luogo del rinvenimento possa piuttosto coincidere, anche in considerazione dell'avverbio “prope”, con un'altra proprietà ancora della famiglia, sul lato meridionale di viaF. Patri (n. 719). 721. BASOLI m 269 s.l.m. Via Piazza di Mario - Via Sette Ville

Sul retro di un vecchio casale quasi all'inizio di via Sette. ville", la quale si allontana dal lato orientale di via Piazza di Mario, sono murati e riutilizzati come sedile due grossi basoli in selce relativi alla viabilità in gran parte perpetuata da via Piazza di Mario (o5), che raggiungeva a sud-est almeno l'impianto nn. 929-930.

Fig. 394. C. le Lucia - Via Sette Ville. Material litico (n. 722).

alcuni riconducibili al produzione tirrenica®". Nell'arca affiorano anche due strumenti di industria litica, che attestatano una frequentazione dell’area durante il Paleolitico. L'esiguità dei materiali ceramici invece, genericamente ascrivibili all’età romana, non permette di proporre alcuna attribuzione funzionale certa. Litici — 2 schegge levalloisiane, attribuibili al Paleolitico MedioMusteriano (Fig. 394), 723-727. ViLLa (Ὁ) m 266 s.l.m. V. Troncavia - Via della Pallade

Nel settore centrale di un'area in piano raggiunta al termine da via delle Sette Ville, aperta verso sud-est, malgrado la bassa visibilità concessa dal fondo incolto, su una superfi cie di mq. 1200 circa si riconoscono frr. di piccole dimensioni di materiale edilizio a impasto chiaro e rosato di età romana e pochi fir. di ceramica comune da fuoco e anfore, tra cui

A sud-est di via Troncavia, attraversato quasi centralmente da via della Pallade, si alza un morbido colle, colivato a vigneto, abbracciato sui versanti sud-ovest e sud-est da due modesti corsi d’acqua. 723. Strutture in opera reticolata e materiale sporadico. I1 Piazza ricorda il rinvenimento nel 1797, nel settore meridionale del terreno (propr. De Santis) in declivio verso sudovest (tra m -1,50 e -2,70 circa dal p.d.c.), di due muri in opera reticolata di selce perpendicolari tra loro i quali delimitavano un'area con un pavimento “di coccio pesto, senza alcun indizio di musaico od altro abbellimento”; di una statua della Pallade, nel vigneto poco a est®"; di quattro tronchi di colonna, due in travertino e due in peperino, lisci, fatta eccezione per uno in peperino, scanalato; di numerosi laterizi e fir. di marmi diversi (serpentino, giallo antico). A breve distanza dalle strutture rilevate dallo scavo il Piazza

= Marani CVatLat. 9127: 2251; cf. CARpivaLI 1823: 150-152n. 86; (One.41 1828: I, 331 n. 4735; BuecieER 1921: 72 n. 127. Aggiornamento in Nastt 20008: 176n.599 con datazione al I sec. d.C. ‘59 Bauco 1851: 472: Tensencat 1910: 297 (". fondo che fu pria de Pardi, poscia dei Prosperi, quindi dei Cella e Salimei e presentemente dei Pietromarchi ." ‘5 I casolare corrisponde al civico n. 4 9 L'area è dlimitaa sul margine meridionale da una seri di proprie-

tà private che affacciano su via Piazza di Marioe da un piccolo vigneto ove continuano ad affiorare, sporadicamente, fr. di materiale antico 9° Ceccaguna, Paro 1999: 136 . 1, tavn. 1, tav. Mn. 1 9" Piazza 1797 (=Nocea 1997b: 121), il quale accenna alla presenza nell'area scavata di “un bel pezzo di muro di mattone caduto dato”; con alcune discrepanze BeLLOTTI 1797: 150-152, secondo cui la statua si rinvenne “caduta boccone su un pavimento d’ordinario musaico”; CaRDWALE 1939: 113-125, specialmente 113-114; Bavco 1851: 478.

722. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 264 s.l.m. C. le Lucia - Via Sette Ville

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Fig. 395. V. Troncavia. Via della Pallade. Struttura in opera cementizia (n. 725).

ricorda l'esistenza di “avanzi informi di muri antichi"e, murati nel casale De Santis, quattro gocciolatoi fitili a protome leonina, parte di un mosaico a tessere bianche e nere, alcuni frr. di tegole con i bolli Cl(audi) Her(- - -) Sul(picianum sc. opus), Cos(- - -) Amb(- - -) Sul(picianum sc. opus), dell’inizio del IT secolo d. C. e C. Villi(us) Cres(cens) Sul(picianum sc. opus)®”, e, appoggiato davanti al casale un capitello angolare di colonna ionica scanalata, in peperino. Nel corso delle indagini intraprese nella medesima area dello scavo della fine del Settecento il Nardini nel 1905°* rinvenne un fr. di lampada polylichnis in marmo?", un fr. di antefissa o lastra campana con rappresentazione di Gorgone? e, presumibilmente, un fr. di antefissa®, confluiti nella sua collezione al Museo archeologico di Velletri 724. Cisterna. Il Pelzer Wagener agli inizi del Novecento ricorda, nel settore settentrionale dell'area, prossimo al lato sud-orientale di via Troncavia, l'esistenza di una cisterna a pianta rettangolare (m 12 x 13,40), costituita da quattro navate, larghe m 2,90 collegate da tre aperture larghe m 2,90 circa? 725. Strutture in opera cementizia, materiali sporadici e area di frr. fittili.Sull'estremità orientale dell'altura, lungo il lato meridionale di via della Pallade, poco a nord-est di un edificio moderno, rimangono oltre a numerosi cubilia di sel©* CIL, X2, 8043, 47; CIL XV, 580 bll; eft. Pazza 1797: 8; Carpiati 1823: 281n. 186: CL HER SUL. © CIL X, 2, 8043, 49; CIL XVI, 583 b32: COS AMB SULL: cfi Piazza 1797: 8; CARDINALI 1823: 230 n. 184, ‘5° Smav 1974-75: 90, 9 CIL, X2, 8043, 89; CIL XV, 593, 16: C VIL CRES SUL: cf Piazza 1797: 8; CARDINAL! 1823: 231 n. 185, δα Dopo uno scavo inrapreso nel 1805, ricerche si ebbero nel 1905 (Acs, Direz. Gen. AABBAA, Il vers. b. 62 fasc. 127: NARDINI 1909: 28) "Naspes 1909; Crescenzi 1981: 97, 177: Csccarmt 19970; CencanDi 1997c: 18, 19,21 nota 24; Ceccarma 20010: 64 na, 269,273. © Cuescex 1981: 177: Ceocania, CRESCENZ 1989: 114 n. IV. 24; Cencarin 1997e: 18-19, 20 fig. 10; PaLoMBI 1997: 29; C8ccaRII 2001a: 650.288, τῶι Crescent 1981: 177; Caccansnt 2001: 0 n.220 con provenienza "Vellei" © Pruzer WaGenen 193. 425, ‘© Pavowt 1997: 29-30, 33 Ia uale riporta a testimonianza del proprietaio circ il rinvenimento “durante i lavori della vigna, di un pavimen650

ce (cm 5,5 x 6,5; 7 x 6) accatastati, appena affioranti dal terreno, i resti di due muri in opera cementizia di scaglie di selce: uno, con orientamento nord-sud, visibile per una lunghezza max. di m 3,10 circa ed uno spessore max. di m 0,50 circa; l'altro, orientato est-ovest, rispettivamente di m 1,55 e 0,38 circa (Fig. 395). Nel terreno immediatamentea sud-este lungo le pendici sud-orientali®, coltivate a vigna, su una superficie rilevabile di mq. 2800 circa, si notano in media concentrazione molte scaglie di selce, fr. di tegole a impasto rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato, raramente rosso, di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, oltre a frr. di dolio a impasto arcaico, di vernice nera, sigillata italica, comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Alcuni materiali affiorano ancora nel fondovalle immediatamente sottostante? Vernice nera — 1 fi di parete pertinente a forma non id. Sigillata italica — 2 frr di parete pertinentia forme non idd. — 1 fi di parete con decorazione impressa a rotella, pertinente a forma non id. = 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa —4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fr. di coperchio dall’orlo a tesa rialzata tipo Ostia Il, 516=Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287, attestato a partire dall'età domizianea e in età traianeo-adrianea. = 1 fr di coperchio dall'orlo ingrossato e rialzato tipo Carta, fig. 131, 261°, attestatoin contestidi età traianca. = 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non 8 frc di parete pertinenti a forme non ida. Anfore = | fr di orlo di Mariá C2b=Dressel 18, anfora da garum, probabilmente adibita anche al trasporto di came, vino, olio e olive, "o molto duro in occiopesto, situato lungo il declivio” e sul esistenza "al a base del primo salto di quota del pendio .. di un lungo muro avente la stessa direzione .."; CECCARINL, PALOu 1999: 130, 136, tavw ft. Inn. 3830,1. ©* Ceccarma, Paton! 1999: 136 n. 5, tv. Ln. 5, tav. In. S. Da alcu-. ni anni il vigneto risulta abbandonato, per cui ne risulta difficoltosa la per usrazine. 77 Al termine di una traversa che si allontana verso sud-ovestda via Casale delle Cori, si raggiunge una sre vallata, incisa da un piccolo fos50, posta lla base delle pendici sud-orentli del colle. L'area, delimitata da πὰ scarpata artificiale aa m 2 circa nella quale in sezione si notano fr. di materiale fite antico, restituisce in bassa concentrazione materiale fitile antico riferibili allo scivolamento dell'ffioramento individuato sulla sommia. © Osta I: 101, 260-261, tav. XXVIII; Carra 1978 (1987]: 131 fig 32 dallo strato IV; Pout. 1978 [1987]: 403 fg, 407 dall strato I 7 Canta 1978 [1987]: 131-132 dallo stato IV. δα GueRRERO Avuso 1986: 175. © MARA 1951: 203-210.

prodotta in Tunisia e Tripolitania™, diffusa dal 125 al 50/30 Ham — 1 fr di ansa di produzione tirrenica. — 5 fir di parete di produzione tirrenica. 3 frr di parete di produzione spagnola. ~3 fir. di parete di produzione africana. — 9 fir di parete di produzioni non idd. Invetriata ~ 1 fr di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma non id.

728-729. MATERIALE SPORADICO m 274 s.l.m. V. Troncavia

728. Materiale sporadico. Nel terreno compreso tra il lato sud-orientale di via Troncavia e quello settentrionale di via della Pallade (propr. L. Lucci) ricordato il rinvenimento, oltre a frr. di tegole, anfore e dolia, anche di frr. di marmo, tra i quali uno relativo ad una iscrizione?". Nei pressi dell'altro edificio moderno, prossimo a via Troncavia, sono diversi basoli in selce™, riferibili, presumibilmente, o al diverticolo (02) che doveva raggiungere l'impianto sul colle soprastante (nn. 723-727), o alla prosecuzione del diverticolo proveniente da via Ponte della Regina fino all'incrocio con via Papazzano (01). 729. Materiale sporadico. Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di statua in marmo rappresentante una testa di giovane?" proveniente dalla medesima proprietà. 1 materiali unitamente a quelli provenienti dalla vecchia. proprietà Tomassini devono riferisi all'impianto rustico-residenziale sulla terrazza poco a est (nn. 723-727).

726. Strutture murarie e area di frr. fittili. Nel terreno pianeggiante che si trova all'estremità di via della Pallade (propr. Zanotti), è segnalata la presenza di un'area di frr. fittili con tessere bianche di piccole dimensioni e numerosi frr di tegole, © scarsi resti di una struttura?" All'estremità meridionale del terreno, lungo la scarpata che delimita la proprietà, sul lato settentrionale di via della Pallade, a circa m - 0,95 circa dal p.d.c. superiore e a m. 0,50 a 0,57 da quello inferiore, sono visibili in sezione i resti di un muro in scaglie di selce e di un pavimento in cocciopesto fuori posto: il primo conservato per un'altez. za max. di m 0,30 ed una lunghezza max. di m 1,30; il secondo per una lunghezza max. di m 3,40. Alcuni frr. marmorei (fr. di blocco di cornice, fr. di ghirlanda e fr. di sarcofago strigilato) sono murati sulle pareti dell'edificio al centro della proprietà. 727. Basoli. Lungo via della Pallade, quasi nel tratto terminale, sono stati riutilizzati alcuni basoli in selce di medie dimensioni*, riferibili al diverticolo che doveva raggiungere l'impianto (02). Le numerose strutture, rinvenute in diversi punti della. terrazza (nn. 723-726), e la grande quantità di materiali di vario tipo recuperati dalla fine del Settecento a partire dalJa statua di Pallade per la quale è stato ipotizzato un'origimaria pertinenza ad un santuario locale®”, sembrerebbero riferibili ad un vasto impianto residenziale con pars rustica, esteso su circa 66.000 mq., in uso, presumibilmente, almeno dalla tarda età repubblicana fino alla media età imperiale.

‘Tra il 1815 e il 1817 è segnalata la scoperta di diversi materiali nella proprietà Tomassini, a nord del luogo della scoperta della Pallade (n. 723) a Troncavia. 730. Materiale sporadico. Il Cardinali ricordail rinvenimento nel 1815, delle tegole con i bolli (Ex fig(linis) Ari, Antonini [Caeponianja (sc. tegula) Servian(oy{I et Varo] co(n)s(ulibusy™, Ex figlina Sex(ti) Quing(---)°" e Aplrlo(niano) et Pae(tino) co(m)sulibusyP. Decimkii) EXplityn(chaniy™. 731. Materiale sporadico. II Cardinali ricorda il rinveni mento nel 1815 della fistula aquaria con V iscrizione CIL X, 6591, irreperibile®: L. Titius Zosimuls fecti)] e di una lastra campana raffigurante un kantharos tra due grifi con il bollodi C. Culchius?^, attestato in un esemplare presumibilmente con raffigurazione analoga al Museo Gregoriano?"

© Peril tipo è attestata la produzione in officine del 'Africa nordsoci dentale (Ponsich 1968). Più tarde appaiono le officine rinvenute in Tripolitania (Ramon Tosets 1995: 211-212) ‘© ARKUDA 1998: 208-209, © Pow 1997: 30; Cocaina, PALOMB! 1999: 129-130, 132, 136, ave ‘©ft Paro: Tn. 10-17,I 1997: 30; CrocaRiI, PALOMBE 1999: 136, tavw f. n. 9, D ^ Ceccanis, PALOMB! 1999: 131, specialmente 135 nota 38. ‘© Ceccarini, PaLowat 1999: 129, 133 peri materiali recuperati dalla distruzione di un vecchio tinello, nel quale erano riutilizzati, 135 nota 30 a proposito delle segnalazioni da parte del proprietario dei rinvenimenti al Museo Civico “al quale consegnò, rai diversi materiali, anche un frammentodi iscrizione”, 136 n. 21, tav. I; CEOCARINE PALOMBL 1999: 130, 136. 24, tav. ft. riportano anche la notizia vta dal proprietario secondo la quale “Presso la casa è un pozzo “le cui parti. ono costruite con una muratura che ha le medesime caratteristichede blocco in scaglie di selce e ‘malta rinvenuto nell proprietà Catese ‘© Crccagna, aromi 1999: 129-120, 133, 136, tav. 1. Ln. 19,2135.

© Chisckxz 1981: 177; Ceccarini 1997e: 21 nota 24; Ceca 20019: 170 a, 2320. CIL, X2, 8043, 32: eft. Canpinati 1823: 230 n. 178; CIL XV, 1, 92 85 con indicazione dell'esistenza di un altro esemplare "Velitris in mus. Borgia’: (EX. FIG. ARRI] | ANTO[NINIVICAEPONIAN]A SERVIANIIIIET. VARO.] COS. © CIL X, 2, 8043, 77; CIL XV, 2272, 2: EX FIGLINA SEX QUIN; Canpisati 1819: 41 n. 211,48; CARDINAL! 1823: 230n 183. "CIL X2, 8043, 21: APIRIO ET PAE COS/P DECIM(PJITYN: CIL. XV,1, 974, 5 cft CARDINAL 1823: 230n. 179, δαὶ CaRDIVALE 1819: 26 n. 119, 35; CaRoinaLt 1823: 62 n. 24; Lawciani 1879-80: 456. 216; CIL XV, 7869; Cresent 1953: 123 n.95: Sou 1983a: 36, con datazione alla metà del sc. d. C. “© CIL, X2, 8056, 118: C. CULCHIUS / NICRIUS FEC con scena fi gurata rappresentante Gryps cum sistrolvas ansatum/erys cum sito: ft Carpisa 1819: 25 n. 107, 34: Canpinati 1823: 232 n. 189; TORTORELLA 1981b: 224,227 n. 12,233. ©° CILXV, 2556; Buoct 1947: 111 n. 567; Roues 1911: 20: Robur 1901: 112

730-732*. MATERIALE SPORADICO V. Troncavia

651

732. Materiale sporadico. Il Cardinali ricorda il rinveni‘mento nel 1817 di un busto di Tiberio®, 1 materiali unitamente a quelli nella proprietà a nordovest devono riferisi all'impianto rustico-residenziale sulla terrazza poco a est (nn. 723-726) 733. BasoLi V. Troncavia - Via della Pallade

Lungo via della Pallade, sono stat riutilizzati alcuni basoli in selce di medie dimensioni, riferibili al diverticolo che doveva raggiungere l'impianto (02). 734*. MATERIALE SPORADICO Troncavia (?) Il Cardinali ricorda il rinvenimento, presumibilmente, a Troncavia, di un bottino di monete“.

735. AREA DI FRR, FITTILE πὶ 258 s.l.m. V. gne le Corti - Via Casale delle Corti Sul lato occidentale di via Casale delle Corti, m 250 a sud del bivio con via delle Corti?" si allargaun piccolo pianoro delimitato a ovest da pendici abbastanza decise che raggiungono un piccolo corso d'acqua che incide lo stretto fondovalle che lo separa dall’antistante colle di Troncavia (nn. 723-727). Nell'area immediatamente prospiciente la strada, occupata da un piccolo oliveto, un tempo vigneto?", affiorano in bassissima concentrazione, su una superficie di mq. 800 circa, piccoli fir. di impasto rosso di età romana relativi a materiale edilizio e di comune da mensa e da fuoco. L'esiguità dell'affioramento, pur attestando una frequentazione dell'area in un generico ambito cronologico di età romana, non sembrerebbe, al momento, consentire alcuna interpretazione funzionale.

iscrizione funeraria SOLIN 1983: 59-60n. 30, irreperibile: D. Caecilius [ D. |. Helenus | ex viso | D. Caecilio | Acasto | patrono pio.

737. AREA DI FRR, FrrTILL m 257 s.m. V. gne le Corti - Via delle Corti Sul lato meridionale di via delle Corti**, poco a est di C.le de Lazzaro, si apre un ampio pianoro, occupato da vigneto che si distende verso sud-ovest con pendenza quasi impercettibile. Nel terreno, caratterizzato da media visibilità, affiorano in concentrazione medio-bassa, materiali fitli antichi, limitatamente al settore nord-occidentale, su una superficie di mq. 1900 circa®™. Si riconoscono, oltre a diverse scaglie di selce di piccole dimensioni e cubilia in selce (cm 6 x 6,5), piccoli frr. di tegole e coppi, rari a impasto arcaico e chiaro di età repubblicana, più numerosi a impasto rosso di età romana e pochi a impasto chiaro e rosa di età romana e a impasto chiarodi età imperiale, oltre a pochi frr. di ceramica a impasto, di sigillata africana, di comune, soprattutto da fuoco, e anfore. 1 materiali sembrerebbe attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della tarda età repubblicana, forse nel Il secolo a. C. si è impiantata una struttura rustica in uso probabilmente fino al II secolo d. C. Impasto grezzo — 5 fir di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana ~ | fi di orlo pertinente a forma non id. in produzioneA, databile a partie dall'età flavia. Comune da mensae da dispensa 12 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

Lo Stevenson ricorda nella vigna di Monsignor de Lazzaro, a Le Corti®, l'esistenza della stele di traverino con

~ 1f di olla dallorlo arrotondatoe leggermente estroflessotipo Duncan 1965, fig. 10 form 34a, AS2°" attestato in contesti compresi tra il 150/100e il 1 a.C. = 1 fr. di scodella dall'orlo ingrossato e arrotondato tipo Pohl 1978, fig. 111, 1710**, attestato in contest αἱ cà claudia. — 13 fir. di parete pertineat a forme non id.

^ CanpovaLt 1839: 172-176, specialmente 175; Bauco 1851: 479; Parzen WaceNaR 1913: 425; Casse 1953: 105. 5° Ceccan, Pour 1999: 136, wv £L In. 29, IL e CarpinaLI 1825: 313-316. ‘50 Questa viabilità corrisponde a quella indicata con il nomedi via delle Quattro Vasche nella tavoletta [GM in scala 1:25.000 F 150 If SO nella vata del 1936. ‘59 La proprietà è compresa all'interno del civico n. 16. ^^ I| proprietario del fondo ricorda che in occasione dello scasso per l'impianto del vigneto, immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, invenne proprio in ques arca, circa m 2,50 dal p.c. attuale,una struttura, presumibilmente un massetto pavimentale, immediatamente ricoperta. Nel medesimo periodo lo scavo perla realizzazione di un pozzo “romano” quasi sul margine nord-occidentale ella spianata ul retro del abitazone attuale, occasionò la scoperta, a più di m -10 dal pd. attuale, di un trattodi strada

basolata con andamento circa est-ovest, ortogonale a quell dell’attuale via Casale delle Corti, la quale sembrava dirigersi verso il tratto basolatoconservato su via Pizza di Mario (n.770) ‘5° Non mi è stato concesso l'accesso al casale, da alcuni anni isrutturato, al civicon. , per verificare l'eventuale presenza di altro materiale a tico. La proprietà risulta ancora delimitatada via delle Core da via Casale delle Coni ^ SrevENGON CVorLar. 10564: 53 v; CARDINAL 1819: 2 n. 1 , 7; Lawciana mss. 85/2: 73; inserta tra le urbane da Henzen CIL VI, 13743. ‘© La viabilià corisponde quela indicta sulF. 50 I SO dell'IGM in scala 1:25,00, ella levata del 1936 con i nome di via delle Quattro Vasche. Il terreno ricade nella proprietà al civico n. 4 di via delle Corti 7 Vd. 318-319 nota 3848, = Duncan 1964: 155, 163 Post. 1978 [1987]:291 fg, 294 dallo stato VI.

736. MATERIALE SPORADICO m. 264 s.l.m. V. gne le Corti- C. De Lazzaro

652

Anfore = 1 fr. di orlo, 1 puntale e 8 frr. di parete di Schóne-Man XXXV-Ostia II, 371, 604, anfora vinaria di produzione tripolitana, databile trail 14/54 d.C. e la fine del II sec. d.C". — 1 ft di parete di produzione africana, ~2 fir di parete di produzioni non idd. 738%, MATERIALE SPORADICO “Le Conti”

"Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di pilastro in marmo decorato su entrambi i lati proveniente dalla propr. Candidi, già Galletti, a Le Corti". 739*. MATERIALE SPORADICO “Le Coni”

Negli ultimi anni dell'Ottocento, nella C. da le Corti (propr. Colonnelli), si rinvenne una piccola urna in marmo bianco, decorata“. Sulla fronte sono due rami di alloro tra i quali è la tabula per l'iscrizione, al di sotto delJa quale un vaso a due manici con quattro uccelli sui due lati

feribili ad età eneolitica, presumibilmente provenienti da una tomba?

743. MATERIALE SPORADICO m 250 s.Lm. V. gne le Corti - Via della Caranella. Nel muro di recinzione di un'abitazione lungo il lato occidentale di via della Caranella, poco prima che questa incroci via delle Corti, oltre a frr. di tegola a impasto chiaro di età romana e un fr. di ansa a bastoncello pertinente a Dressel 2/4 di produzione tirrenica, sono murati* = un fr. di sarcofago in marmo con strigliature (cm 18,5 x 15,5 max). — un fr. di lastra marmorea con attacco di decorazione a foglia (cm. 20,5 x 6,8 max.) — un fr. di lastra forse pertinente a sarcofago (cm 20,5 x 6,7 max). — un fr. di cornice con modanature lisce (cm 11,6 x 11,5 max). 744. AREA DI FRA. FITTILI m 251 s.Lm. V. gne le Corti - Via della Caranella

Nei primi decenni del Novecento, nella proprietà di E. Pecorari a Le Corti, si rinvennero quattro cuspidi di selce ri-

Un piccolo appezzamento recentemente liberato da vigneto e delimitato sui lati ovest e nord da via della Caranella, quasi all'altezza del punto in cui questa incrocia via delle Corti e via dei Crocefissi, restituisce materiale di superficic. Nel terreno pianeggiante alla base delle pendici nord-occidentali della dorsale collinare attraversata da via dei Crocefissi, poco a sud-ovest del sito su cui insiste ancora il vecchio C. Cori (n. 748), su un’areadi mq. 2300 circa, affiorano in media concentrazione scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, oltre a ciottoli, tessere di mosaico nere piccole e medie, soprattutto frr. di tegole, tra cui diverse a impasto tardo arcaico, rari a impasto rosso riferibili ad epoca repubblicana, più mumerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, alcuni di età imperiale, rari fr di sigillata italica, pochi di ceramica comune e di anfore™. L'affioramento, forse in connessione con quello a C. Cori (n. 745), dal quale è separato da un'area non perlustrabile, c con l'altro a est (n. 746), può riferirsi ad un impianto rustico in uso, presumibilmente, dalla tarda età repubbl na/prima età imperiale, almeno fino alla fine del I, inizio Il secolo d. C., svilippatosi su una modesta casa/fattoria di età arcaica che presumibilmente occupava solo un settore limitato dell'area, la cui estensione sembra ricostruibile su circa 62.000 mq.

55 Va. xxx note 5024, 5025. «© Crescenzi 1981: 154, 173; Ceocaam 2001: 48 n 35. ©" Narni 1895, priva di indicazioni della proprietà nella quale avvenne la scoperta; cf. ACS, Diez. Gen. AABBAA, Π vers. I arte, b.62, fasc. |. RelazioneO. Nardini del 23 dicembre 1898 con allegata fotografia: CresstDi 1953: 94; CaesceNZi 1981: 166, 173 con provenienza dalla vigna Colonzelli CeccaRINi 20012: 47 n. 26, © Carscexz 1981: 173: Crccaria 20018: 147n. 1609 κα Crescenzi 1981: 160, 173; CsccaRDa 22010: 190n. 2601. Caascmzi 1981: 131, 173, 179 con provenienza “Velleti località incerta’; CeccaRint 20011: 95 n.731

κα RELLINI 1923: 106; Axons. 1924: 162, 187; Nanpa 1932: 47 fig. 2; Crescenzi 1981: 140, 173; DRAGO Tocco: 1989: 34, 42 e uv. LANVIN ft n. 14; Ceccam 20010: 130 nn. 1386-1387, 146 n. 1627; Stai, Ciccorn, MANGANELLO 2001: 21 fig. 3, 22-23 scheda A2; ANGLE 2003a: 141; ANGLE 2006: 17 18 fig, 1 n.2, 19 fig. 2. 5: Non mi è stato possibile risalire alla provenienza del materiale che potrebbe forse riferirsi, considerata la prossimità, all'area di fr. poco a nord-est (n. 744). 7 L'area corrisponde al civico n. 232, ‘© Alcuni fi. si notano anche in una ristretta fascia del vigneto sul lato ‘opposto del viale d'accesso alla proprie.

740*. MATERIALE SPORADICO "Le Corti

Tra i materiali provenienti dalla C. da le Corti (propr. Cascapera), nel Catalogo Nardini figurano una statuetta in bronzo rappresentante una figura maschile nuda” c un fr. senza manico di uno specchio in bronzo*". 741*. MATERIALE SPORADICO "Le Corti"

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un cammeo decorato con busto di Athena, dalla proprietà Cavicchia a Le Corti®®.

742*. MATERIALE LITICO "Le Corti"

653

Pareti sottili — 1 fidi orlo e parete con larga costolatura orizzontalee 1 fi. di parete pertinenti ma non congiunti riferibili a coppetta non id. prodotta in metalic glazed. Comune da mensa e da dispensa. —4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore — 1 fr di ansa di Ostia I, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media c bassa valle del Tevere, diffu sa trail 14/54 e la fine del I sec. d.C-2®. 5 fir. di parete di produzione africana. -3 frr. di parete di produzione tirrenica. 745. AREA DI FRI. HITTILIm 254 s.l.m. C. Cori - Via della Caranella. Via dei Crocefissi

Via dei Crocefissi®™, risalendo la dorsale della Costa de’ Saettoni a partire dal bivio con via della Caranella, raggiunge la sommità di un’altura ben esposta verso sudest Nel vasto pianoro che si allarga sul lato orientale di via dei Crocefissi, in parte occupato dal casale Cori e dagli edifici annessi, mentre la maggior parte del terreno circostante è adibito a coltivazione ortiva, su una superficie di mq. 3500 circa che si estende su entrambi i lati della sterrata che raggiunge il pianoro, caratterizzata da bassa visibilitt™, affiorano in media concentrazione scaglie di selce di piccole dimensioni, frr di tegole e coppi a impasto rosso di età romana e di ceramica comune, sigillata italica e africana e anfoL'affioramento, forse in connessione con quello sottostante (n. 744), dal quale è separato da un'area non perlustrabile, e con l'altro a est (n. 746), può riferirsi ad un impianto rustico in uso, presumibilmente, dalla tarda età repubblicana/prima età imperiale, almeno fino alla fine del I, inizio II secolo d. C., svilippatosi su una modesta casa/fattoria di età arcaica.

746. AREA DI FRA. FITTILI m 254 s.m. Via dei Crocefissi

In un piccolo oliveto sul lato meridionale di via dei Crocefissi, all'inizio del tratto quasi in piano con cui raggiunta la sommità attraversa altura prima di iniziare a discendere lungo la Costa de’ Saettoni, affiorano frr. fitli antichie Su una superficie di mq. 900 circa, m 200 ad est dell'affioramento al margine occidentale del pianoro, nell’area circostante il vecchio C. Cori?" (n. 745), sono presenti in bassa concentrazione scaglie di selce di piccole dimensioni, alcune tessere di mosaico nere piccole, frr. generalmente piccoli di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, di tegole a impasto rosso tardo arcaico-alto repubblicano e di età romana, oltre a pochi frr. di comune da fuoco. È ipotizzabile che i materiali di età arcaica vadano riferiti ad una fattoria/casa, localizzabile forse, proprio in quest'area, mentre quelli di età più recente debbano ritenersi in connessione con gli affioramenti nn. 744-745, del quale potrebbe costituire un “trascinamento”. Impasto grezzo — 2 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Comune da fuoco — 3 frr. di parete pertinenti ἃ forme non idd. — 1 fr di parete carenata con costolatura esterna pertinente a casseruola non id. 747. AREA DI FRR. FITTILI m 246 s.l.m. Costa de” Saettoni - Via dei Crocefissi

Sul lato meridionale di via dei Crocefissi, nel tratto immediatamente precedente la ripida discesa con cui la strada ridiscende la Costa de’ Saettoni fino all'incrocio con via Fossatello, una sterrata raggiunge la sommitàdi un colle, occupato da un vigneto di vecchio impianto®”. Sul retro del casale che occupa quasi il centro del pianoro™, in particolaTe verso l'estremità orientale dell’area, immediatamente pri ma che il colle inizi ad abbassarsi repentinamente, è presente un’area di fr ΠΕ. Su mq. 2500 circa affiorano in alta concentrazione, malgrado la media visibilità del fondo, oltre a scaglie di selce di

90 Vd. 398 note 4186, 4187, 4188, © ἢ terreno circonda l'abitazione distinta dal civico n.26. e Questa strada, che unitamentea via Papazzano e via delle Corti ripo‘9 Lo spazio tra le due aree è quasi interamente occupatoda abitazioni te l'antica viabilità detta via delle Quattro Vasche, la quale si staccava dalla e pelle piccole are ricognibili non sembrano notarsi materiali i superficie. via di Cor verso es, compare ancora nella tavoletta IGM in scala 1:25000 ‘ La proprietà corrisponde al civico n.36. I terreno occupa lestremiT. 15011 5.0, nella levata dl 1936. tà orientale della dorsale attraversata da via Crocefisi e ἢ sito, dominato e 591] grado di visibilitàè determinato dalla cospicua presenza di serre protetto a nord dall'Artemisio, gode di un'ottima esposizione sia verso est, nel settore a est dell tera e da fit prato spontaneo nel settore a ovest. dove i pianoro precipita con pendici progressivamente pù ripide, ia verso ‘© L'area, che non mi è stato possibile perlustrar, si trova di fronte al ud, aperto fino al litorale. vecchio casale Coil cui vecchio proprietario, Sig. Salim, mi ha gentlmen ‘© Nel vigneto confinate con questo sui lati sud e ovest, proprio sul ete forato alcune informazioni su rinvenimenti di materiali tili avvenuti nel "ro el casal, ormai non ricognible perché quasi in abbandono, a memoria tempo duran i diversi lavori agricoli n particolare nell'area antistante il ca- ἃ un abitante del luogo fu rinvenuta, all'incirca negli anni Quaranta del sale e ne terreno ora incolto che i trova sul ato opposto dell serata. In Novecento, una grossa lastra di marmo di coperturadi una sepoltura. Dal εἰς. questo terreno, ancoradi sua propcet ra le alte cose ricorda i rinvenimen- cordo non È chiaro ses trattasse di un sarcofago e se la lastra fosse iscritta το, circa mS dal pdc, in occasione dello scavo di un pozzo, di un trattdi ‘ meno, né è possibile ricostruire il punto esato del rinvenimento, la cui lastricato stradale, largo m 3 circa, i quale procedeva da ovest verso est. area ricade ora nella proprietà al civico n. 34. 654

medie e piccole dimensioni, molti frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, meno numerosi a impasto chiaro di età romana, tessere di mosaico nere medie e piccole, numerosi fre, di ridotte dimensioni, di dolio a impasto arcaico, pochi frr. di ceramica a impasto, moltissimi frr. di sigillata italica. € africana, di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e di anfore. Alcuni frr. di materiale soprattutto edilizio si notano, ormai in dispersione anche sul versante nord, quasi incolto, dove il colle si affaccia con media pendenza su via. dei Crocefissi. Èipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale a partire dalla media età repubblicana si è impiantata una struttura residenziale, con pars rustica in uso almeno fino alla fine del IV secolo d.C., presumibilmente estesa su circa 40.000 mq “τ. A questa sono probabilmente riferibili i materiali rinvenuti in dispersione poco a sud (n. 755). Impasto grezzo = 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — 1 fr di fondo su piede ad anello pertinentea forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. in sigilata tardo-itaTica ~2 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Sigillata africana = 1 fi orlodi coppa carenata con decorazione a rotlla sul lobo e doppia solcatura interna, tipo Lamboglia | a=Hayes SA, n.1, in produzione A’, databile trai 90 d.C. e la metà del TI see. d.C 9*. — 1 fr. di orlo di coppa con lobo liscio tipo Lamboglia 1 Hayes 8B, in produzione A’, databile al II sec. d.C”. ~ 1 fr. di orlo indistinto affusolato di scodella assimilabile al t po Lamboglia 40 bis=Hayes 50 A, nn.1-45, in produzione Οὐ, databile alla prima meta del ΠῚ sec. d.C”. = 1 fi. di orlo leggermente ingrossato internamente di coppa ti po variante Martin-Mascarell 1969, fig. 11,1, in produzione A’, da. tabile tra la fine del IL e il II sec. d.C. ~ | fr di orlo indistinto di coppa tipo Ostia I, 57, in produzione A^ databile alla prima metà del ΠῚ sec. d.C." = | fr. di orlo di coppa non id., in produzione A, databile a partire dall'età flaviae = 1 fi di fondo ad anello pertinente a forma aperta non id. in produzione non id. = 2 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia” © Non è da escludere in considerazione delle caratteristiche morfoloiche e della diversa delimitazione suggerita dalla presenza di vecchie strade imerpoderai, che lestensione raggiungesse i 65.000 mq, circa. * Atlante I: 26-27, tav. XIV,3. n Atlante I: 26, tay. XIV,7. © Atlante I: 65, tiv. XXVIII, 10. La datazione è desunta da contesti present in Ostia L Hayes precisa la datazione di questa produzione tra i 230/40 €i1 305 d.C. m Atlante 1:32, uv. XVI, 9. Hayes data il tipo lla metà de sec. d.C. e Lamboglia lo attribuisce all'età antonina ^" Il profilo del f. si avvicina più alla Variante Hayes 178, n. 11 Atlante [: 34, av. XVII, 10. Hayes data il tipo a patire dalla seconda mett dell sec. C. 9 nota 3848. 9 nota 3848. 50 Atlante I: 212, τὰν. CIV, 3, Cl, AGUAROD OTAL 1991: 247.248

— 3 fir. di parete pertinente a forma non id., in produzione A', databile tra la fine del I e la metà del Π sec. d.C. 2 fir di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A/D, databile a patire dall'età severiana. = 5 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A?, databile dalla fine del I alla fine II sec. d.C. — V f di fondo pertinente a forma non id, in produzione non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzioni non id. Africana da cucina — 1 fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e annerito con esterno polito a bande, tipo Ostia III, 332=Hayes 196, 7197, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del IL sec. dC. = 2 fir. di orlo rilevato internamente di casseruola tipo Lamboglia 10A-Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del Ile la fine del IV-inizi del V sec. d.C: prodotta a vernice esterna e interna tipoA, — 2 frr. di orlo ingrossato c applicato, pertinenti e combacianti, di casseruola, con scanalatura superiore c patina cenerognola esterna, tipo Ostia I, 267-Hayes 197, attestato dalla prima metà del II alla fine del IV-inizi del V sec. d.C.**. = 1 fi. di orlo rettilineo e leggermente sfuggente all'interno di scodella, tipo Ostia IV, 1, con ingobbio interno, databile tra la fine del IV egli inizi del V sec. d. C.**. — 1 fi di prete pertinente a forma non id. con ingobbio esterno. = 1 fi di fondo di casseruola con striature esternee ingobbi terno con vernice tipo A’. —4 fi. di casseruola pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di orlo pertinente a brocca tipo Pohl 1978, fig. 106, 884, attestata in contesti di età claudia". = 1 ft di orlo di coppetta assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXXII, 5, attestato in contesti di I sec. d.C., simile al tipo Ostia Il, 581 attestatoin contesti datati al terzo quarto del I sec. d.C." = 1 fr di parete con attacco d'ansa a nastro, pertinente a forma chiusa, brocca o anforetta non id. — | fr di parete con attacco d'ansa a nastro, pertinente a forma chiusa non id. τ 1 fi. di presa pertinente a coperchio o piatto-coperchio non id. — 3 fr. di parete pertinente a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fr di orlo pertinente a casseruola tipo Pohl 1970, fig. 86, 2444, attestato n contesti di età traianea™. fi. 45 nn. 3.6. 46, 47 nn. 1-3, 305-307, Ia quale distingue il tipo in più varianti. Del po si trovano imitazioni Locali in ceramica comune da fuo© Atlante: 217, tav. CVI, 10. Hayes introduceil ipo ra le forme in sigillata africana di produzione A. La diffusione del tipo in ceramica ἃ pat na cenerogno ea venice tipo A’, sembra esaurirsi verso la metà del I se. d.C. cfr AguaROD Ora. 1991: 269 fgg. 66-67, 326-327, la quale distingue iltipo in pid varianti ‘50 Atlnte I: 218-219, tav. CVII, 6, Hayes ne restringe a cronologia αἱ periodo compreso tal fine del I la metà del ΠῚ sec d.C. AGUAROD OTAL 1991:281-283, figg. 75-81, 335-341 a quale distingue il ipo in doe varianti principali Ae B. * Atlante I: 215, uv. CVI. “© Pon. 1978 [1987]: 273-274 dallo stato VI. s Oucese 2003: 99; Ostia II: 266, 654-655, tav. LXIV. © Pon. 1970: 176-177 dal setore IV, strato A4. 655

nat, diffusa tra l'età tiberiano/claudia e la prima metà del II sec. ac. —3 fir. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodiae microasiatica, diffusa tra l’età augustea e la seconda metà del I sec. d.C.®. — fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di paretedi produzione campana. = 1 fr di parete di produzione vesuviana. 2 fr di parete di produzione africana. — 6 fr di parete di produzione egeo-orientale. — 8frr di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 1 fi di parete in impasto arcaico

Fig. 396. Quoi Crocifiss. Via Colle Caalini. Materiale ico (n. 748) ~ 1 fe di orlo a grossa mandoria pertinente a olla tipo Dyson 1976, fig. 21, V.D 32 Duncan 1965, fig. 12, form 38b, ΑΒΘ, atestato in contesti databili rispettivamente ra Ja seconda metà del I1 sec. a. C. eil 70/60a.C. e la metà del He la fine del I sec. aC. — Lf. di oro pertinente a tegame tipo Ostia I, 386, attestato in contesti datati alla metà del II sec. d.C. — If. di oro di piccola lla tipo Dyson 1976, fig. 60,LS 60, at testato in contesti databili tra a fine del e la prima metà del IV scc ace. ~ 1 f di oro di tegame tipo Carta 1978, fig. 83, 123, attestato in contest di fine Ilinizi I sec. a.C”. = 1 f di bordo di coperchio tipo Carta 1978, fig. 94, 108, for ma attestata nei contesti di tà claudia ~ 1 fe di orlo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 4, CF 59, attestato n contesti databili tra il 275 eil 150 a.C. ~ 1 fi di orlo a tesa assimilabile al tipo Broise, Scheid 1987, fig. 220b, 221 oppure 120, generalmente in contesti databili dal 340 dC. in poie*. — 1 fr di parete con attacco d'orlo pertinente a ollao casseruola non id. = 1 fr di ansa pertinente a olla ansata non ~ If. di fondo a disco pertinente a forma non id. ~ Lf. di fondo piatto pertinente ἃ forma non id. ~ 1 fi di piede modanato pertinente a forma non id. 17 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Ceramica post-antica — 1 fr di parete pertinente a forma non id. — 1 fr di parete in ceramica da cucina con tracce di vetrina alinterno, forse riferibile al tipo Vetralla. 748. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 240 s.l.m. Ὁ τοὶ Crocifissi - Via Colle Catalini

Anfore = 2 fir. di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. aC. e la fine del IV sec. d.C. = 1 fr. di orlo di Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente a Kose in arca egeo-microasiatica! tra a fine del sec. a.C. egli inizi del I sec. d.C. — 1 fi. di parete di Ostia II, 522/523, detta anche ansa ἃ fiorelliπο, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africa-

Sul colle quasi all'estremità sud-occidentale del sistema denominato Colle Catalino, il quale si allunga a partire da via dei Crocefissi verso nord fino alla SP. 79/a via di Cori, in uno dei pochi terreni risparmiati dalla fitta edificazione, è presente un'area di frr. fittili"". Sul retro di un tinello, quasi al centro della sommità, tagliata da via colle Catalini, un piccolo appezzamento parte con vecchio vigneto, parte a orto occupa il margine del pianoro e le prime pendici occidentali, caratterizzate in basso da ripida pendenza®®, Nel terreno, con bassa visibilità, su una superficie di mq. 1000 circa, affiorano in media concentrazione oltre a scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di impasto riferibili a materiale edilizio o forme vascolari e diversi di tegole di età arcaica e tardo arcaica, sporadici a impasto chiaro sabbioso, in minor numero a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. di ceramica a impasto, rari di vernice nera e ceramica comune, soprattutto da fuoco. La maggiore concentrazione di materiale si registra nel settore nord-occidentale dell’appezzamento®%, mentre in prossimità del margine sud-orientale, sono presenti anche due materiali liti Nell'area, frequentata fin dal Paleolitico medio, sembra ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale sî è impiantato un edificio rustico in uso almeno tra la media e la tarda età repubblicana.

© Dysox 1976: 73; DUNCAN 1965: 157, 164-165 © Ostia: 94, av. XIX ‘= Dysow 1976: 148. La forma sembra tipica del Il se. d.C. δὴ Carta 1978 [1987]: 75-76 dall strato VI. πε Cara 1978 [1987]: 90, 92 dal settoreV, strato I. © Dysow 1976:31.. ‘© Boise, Scu 1987: 173, 177, 182,263. ©" Và. 373 note 4076, 4071, 4078. © Eurensum, Heswaro 1987: 22-23; Euptnsun, Pico 1989: 225 nota 12; Carnaas Mosror 2000.

© VA. 391 nota 4148, μα Vd. 361 note 4036, 4037, 4038. ^ Isto beneficia di una bella posizione, aperto su tre versanti, sebbene ora meno apprezzabile per la presenza di abitazioni piuttosto ravvi“ La proprietà corrispondeal civico n. 145. ^» Laffioramento sembra proseguire anche nella proprietà adiacente sul ato settentrionale, non icognibile inquanto quasi completamente oceupata da giardino all'interno della qual, nella vera del pozzo, sono stati ríuilizati alcuni fr. di dolioa impasto rosso.

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Litici = 1 nucleo levallois a lame, attribuibile al Paleolitico medioMusteriano (Fig. 396, a, x) = 1 fi. di raschiatoio, a patina pesante, attribuibile al Paleolitico medio (Fig. 396, b, x) Impasto grezzo

~ 1 fi. di orlo pertinente ἃ olla tipo Enci 1993, 32.368 attestata in contest certi di età tardo arcaica™: ~3 frr di parete decorata a cordone plastico digilato pertinente a bacino con vasca cilindrica. Forma presente a Satricum, Decima e a Fidene-sito 21. Questo tipo di decorazione, presente già nelle prime fasi dell'età del ferro, continua ad essere attestata in piena età arcaica™. — 1 fi. di parete con cordone plastico digilato probabilmente riferibileἃ pithoso olla di grandi dimensioni non id. (Tav. XX, 3). ~2 frr. di fondo a disco pertinenti ἃ forme chiuse non idd. — 6 fi. di parete pertinenti a forme non id Vernice nera. ~ 1 fi di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco. 4 fer di parete pertinentia forme non idd. Anfore = 1 ft di parete di produzione africana. Ceramica vetralla — 2 fir di parete pertinenti e congiunti di forma non idd. 749. AREA DI FRR. FITTILI m 221 s.l.m. Via Catalini

cidentali (n. 750), sembrerebbe indiziare la presenza, presumibilmente nell'area sommitale, di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso dell'età repubblicana, si è impiantata una struttura a carattere rustico-residenziale. 750. AREA DI FRR. FITTILE m 216 s.m. Via Fossatello

Sul lato orientale di via Fossatello, prima che questa incroci via dei Crocefissi, nello stretto fondovalle compreso tra la Costa de” Saettoni e il Colle Monachelle, si allunga un vecchio vigneto, delimitato su quasi tutto il perimetro da un'alta balza, che regolarizza la sommità soprastante™” (n. 749). Su una superficie non maggiore di mq. 800 circa caratterizzata da media visibilità, affiorano in media concentrazione, a partire da metà delle pendici, moltissimi frr, generalmente piccoli, di impasto arcaico riferibile a materiale edilizio o opera doliare, pochi fr. di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. di lastre in marmo bianco, diverse tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, pochissimi frr. di ceramica a impasto, frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e rarissimi di anfore. La concentrazione del materiale tende ad aumentare verso l'estremità settentrionale dell’appezzamento, a ridosso della recinzione che separa il terreno dal giardino dell'abitazione attigua”. L'affioramento, unitamente a quello sulla sommità (n. 749), sembrerebbe indiziare la presenza, presumibilmente nell'area sommitale, di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale nel corso forse della tarda età repubblicana si è impiantata una struttura a carattere rustico-residenziale, estesa. su almeno 29.000 mq. Impasto grezzo. — 1 fi di parete decorata da cordone plastico pertinente a forma non id. = 1 fr di fondo a disco pertinentea forma chiusa non id.

Sul lato meridionale di via Catalini, appena superato il bivio con via Fossatello, sale ripidamente una sterrata che conduce alla sommità di una piccola altura caratterizzata da ripide pendici, terminanti in alte scarpate su quasi tutti i versanti. Dalla sommità del colle, affacciato a ovest sulla Costa de’ Saettoni si gode di un ampio orizzonte verso sud-est. Nell'oliveto che si allarga sul lato orientale della sterrata, ormai al termine della stessa, il quale offre una bassissima visibilità essendo lasciato incolto”, su una superficie di mq. 700 circa, si nota una bassa concentrazione di materiale fitile antico, per lo più riferibile a fi. di tegole ad impasto arcaico, pochi ad impasto chiaro di età romana e rari a frr di comune da fuoco. L'affioramento, unitamente a quello lungo le pendici oc-

Comune da fuoco 1 fr. di orlo pertinente a olla di piccole dimensioni tipo Dyson. 1976, fig. 20, V-D 27, attestato in contesti databili tra la seconda metà del II sec. a.C. e il 70/60 a. C. — 1 fr di fondo pertinente a forma chiusa non id. — 11 fr di parete pertinenti a forme non idd.

© Eyer 1995: 119 tav. 35 1 Quuc, Quac Grau 1986: 125 nn. 3-4, tav XLV, fig. 4 ©» L’appezzamento è compreso nella proprietà al civico n. 56. Pochissimi fr. di impasto rosso, relativi a dolioe a tegole, sono anche nell piccolo appezzamento incolto sul lato opposto dell strada, poco a nord delT'oliveto In generale pochi sono gli spazi ricognibli nell'area dl pianoro, occupato da divers abitazioni e lo stato dei terreni, estremamente frazionati soprattutto poco puliti, non consente una buona lettura dell'arca. ‘5° È probabile che n alcuni settor, come in quello immediatamente al disopra del vigneto, la scarpata sa stata regolizzat artificialmente

‘= Nella part più alt, a ridosso dell'alta scarpata, non affiorano materiali. Questa fascia potrebbe però essere stata alterata dal taglio della scarpata di cu si riconoscono le tracce nel terreno (scaglie di banso. ^ L'abitazione corrisponde al civicon. 7. L'lta concentrazionedi materiale a ridosso del limite di proprietà sembrerebbe indicare che 'afioramento potesse originariamente proseguire anche allintemo dell'areaora a giardino. "Dyson 1976: 72. Il tipo è assimilabile lle forme 34b, A59 e 35, A64 di Suri (Duncan 1965: 155 fig, 10, 163)

Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fc di parete pertinente a forma non id.

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Anfore 2 fir di parete di produzione non idd. 751. BASOLO m 213 s.m. Costa de’ Saettoni - Via Fossatello

Sul lato di un vecchio edificio rustico quasi alla base delle pendici con cui la dorsale della Costa de’ Saettoni scende verso est fino alla valletta attraversata da via Fossatello®", è appoggiato un grosso basolo in selce il cui taglio e spessore sembrano suggerire possa trattarsi di un elemento di pavimentazione di piazzole. È presumibile che il basolo possa riferirsi alle viabilità, a nord e a sud, di via delle Quattro vasche (e1) o di via di Fossatello (09), 0 a un diverticolo che, attraversando il fondovalle compreso tra la Costa de” Saettoni e il Colle delle Monachelle, metteva in comunicazione i due traccia-

Sigillata italica. 2 frr di parete pertinentia forme non idd. Comune da fuoco. = 1 fr. di coperchio dall'orlo svasato e assottigliato tipo Pohl 1978, fig. 158, 2969", attestato in contesti di età adrianea. — 1 fr. di orlo di coperchio non id. = 1 fi. di fondo di incensiere tipo Ostia II, 467%, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 4 fi di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 10 fir di parete di produzione tirrenica. — 7 frt di parete di produzione africana. — 3 frr di paretedi produzioni non id.

753, AREA DI FRR. FITTILI m 202-197 s.l.m. Via Capitancelli

Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

All'altezza del punto in cui via Capitancelli piega bruscamente verso sud e incrocia via Fossatello, all'inizio dello stretto fondovalle attraversato da via Fossatello, compresa tra la Costa de’ Saettoni e il Colle Monachelle, si nota un'area di fr. fiti. Alla base delle pendici occidentali del sistema collinare di Colle Monachelle, nel terreno che scende in pendio abbastanza deciso a partire da un'alta scarpata per poi distendersi quasi in piano lungo via Fossatello, proprio all'incrocio tra via Capitancelli e via Fossatello®", affiorano, oltre a poche scaglie di selce medio-piccole, numerosi frr di tegole e coppi, sia a impasto arcaico, alcune con ingobbio nero esterno, rari a impasto chiaro di età alto repubblicana, molti a impasto chiaro e rosato di età romana, pochi fr. di lastrina. di marmo insulare (spess. cm 1,8), fi. di dolio a impasto arcaico e più numerosi rosso di età romana, diversi frr. di anfore. Laffioramento prosegue anche nel terreno, parte ad veto parte a orto, immediatamente adiacente all'area, sul lato orientale?" il quale risale con pendenza progressivamente più accentuata le pendici. Su una superficie di mq. 1700 circa, concentrati nella parte più bassa, si riconoscono in media concentrazione fir. di tegola soprattutto ad impasto arcaico e rosato di età romana, scaglie di selce, fi. di dolio a impasto rosso di età romana, rari frr. di vernice nera e di comune, più numerosi di anfore. È possibile che i materiali, forse scivolati dall'altura soprastante, siano riferibili, probabilmente insieme a quelli a nord sul lato opposto di via Fossatello (n. 752), ad una fattoria/casa di età arcaica sulla quale probabilmente durante

© La proprietà corrisponde al civicon. 54. ‘©2 Non mi è stato possible ricognire l'area del vigneto pet il diniego del proprietario del fondo. ou 1978 [1987]: 403 fg, 407 dallo strato I © Ostia: 9, 260-261, tav. XXVI. ‘© Ho notato la presenza di materiai lungo il perimetro esterno del

T'arca di una casa in costruzione. Non mi è stato posible accedereal can"iere, per cui mi sono limitato ad osservare la presenza di materiali sia nel terreno intorno all'edificio in costruzione che lungo il margine della sterrata che sale verso colle. "^ Sia l'area con labitazione in costruzione che i terreni agricoli sono compresi nella proprietà αἱ civicon. 53 di via Capitancell

752. AREA DI FRA. FITTILI m 200 s.l.m. Costa de” Saettoni - Via Fossatello

Lungo via Fossatello, nella stretta vallata alla base delle pendici orientali della Costa de” Saettoni, in un modesto appezzamento che costeggia il lato occidentale della strada, si nota un discreto affioramento di materiali antichi. L'area, non maggiore di mq. 400, è tagliata sul lato settentrionale e verso monte, dove le pendici occupate da vigneto iniziano a risalire?", da un canale di scolo artificiale. Tra il materiale, presente in alta concentrazione, si riconoscono diversi fir. di tegole e coppi a impasto arcaico, sporadici a impasto chiaro sabbioso, pochi a impasto rosato di età repubblicana e più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, frr di dolio a impasto arcaico, pochi frr di ceramica a impasto, frr. di vernice nera e di sigillata italica, molti di comune da fuoco e anfore. L'affioramento, sembrerebbe rimandare ad una frequentazione nel corso dell'età arcaicae successivamente di quella repubblicana e medio imperiale, forse in relazione ad un utilizzo sepolcrale dell’area. Impasto grezzo 4 frr di parete pertinenti a forme non idd.

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l'età repubblicana si deve essere impiantato una struttura re- menti a vigneto affacciati con modestissimo declivio verso sidenziale con pars rustica, in uso successivamente almeno τ sud-est. Nel settore più orientale dell’area, in un terreno accessinella prima fase della media età imperiale. bile da via Poggio delle Corti", affiorano, in bassa concenVernice nera trazione su una fascia di mq. 1300 circa, piccoli fr. di tegole e coppi a impasto rosso e rosato di età romana, frr. di dolio a — 1 fr di parete pertinente a forma non id. impasto arancio e rosso, rari fr. di ceramica comune e di anfore, mentre rilevanteè la presenza di scaglie di selce di meComune da mensa e da dispensa die e piccole dimensioni. 5 fi. di parete pertinentia forme non idd.

Ἐ probabile che l'affioramento costituisca uno spargi-

Anfore — 1 fi di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del ΠῚ sec, d.C". — 1 fr di ansa di produzione non id. — | fi di puntale di produzione spagnola. — 2 fr. di parete di produzione tirrenica. —1 fr. di parete di produzione spagnola. ~ 1 fi di parete di produzione africana.

‘mento dei materiali provenienti dal sito soprastante (n. 747), benché non possa escludersi che forse unitamente a quello a sud-est (n. 754), da cui lo separa un’area non ricognibile, possa riferirsi ad un sito, per il quale risulterebbero attestate fasi di età arcaica (casa/fattoria ?) e solo genericamente di età romana (struttura rustica ?), localizzabile nell'area centrale del pianoro circostante il vecchio casale".

754. AREA DI FRR, FITTILI m 232 s.l.m. Costa de’ Saettoni - Via Capitancelli

Anfore - 1 fr di ansa di produzione spagnola. — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. — 2 frr di parete di produzione spagnola.

Quasi al margine nord-orientale di un vasto vigneto che si adagia su un pianoro ben esposto verso sud-est ed articolato in due terrazze successive, su un'arca non maggiore di mq. 300, nel settore più eminente in prossimità del vecchio casale che occupa il centro del pianoro, a ridosso del confine con la proprietà adiacente, non coltivata?", affiorano in bassa concentrazione, malgrado la bassa visibilità del fondo, frr di impasto arcaico riferibili a materiale da costruzione o opera doliare, frr. di tegole a impasto chiaro di età romana, piccoli frr. di comune da fuoco e di anfore tra cui alcuni di produzione campana. È ipotizzabile che l'affioramento, forse unitamente a quello a nord-ovest (n. 755), da cui lo separa un’area non ricognibile, possa riferirsi ad un sito, per il quale risulterebbeτὸ attestate fasi di età arcaica (casa/fattoria ?) e solo genericamente di età romana (struttura rustica 7), localizzabile nell’area centrale del pianoro circostante il vecchio casale. 755. AREA DI FRR, FITTILL m 242 s.l.m. Costa de’ Saettoni - Via Poggio delle Corti ΑἹ centro della morbida dorsale collinare compresa tra via Crocefissi a nord e via Capitancelli a sud, quasi al margine del pianoro che precipita con pendenza decisa verso est fino a scendere su via Fossatello, rimangono vasti appezza57 Vd. 361 note 4032-4033, ‘5 Laffioramento si trova all'interno della propriet αἱ civico n. 37. ©” Non mi è stato possibile ricognire la proprietà interposta a ovest, nella quale à compreso l'antico casale, ricordato nel F. 150 IT SO del IGM 1: 25000 sia nella levata del 1936 che in quella del 1871. ‘5 La proprietà corisponde αἱ civicon. 44 = Non mi stato possibile ricognie la proprietà interposta a sud-est, nella quale à compreso l'antico casale, ricordato nel F. 150 I SO dell'IGM 1:25000 sia nella levata del 1936 che in quella del 1877

Comune da fuoco — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Opus doliare ~2 fr di parete in impasto rosso di età romana. 2 frr di parete in impasto arancio di età romana. 756. AREA DI FRR. FITTILI m 239 s.l.m. Costa de’ Saettoni - Via Capitancelli

Poco a nord-est della terrazza interessata dalla presenza di un'area di fr. fitili (n. 757), sul lato settentrionale di via Capitancelli, il colle sale ancora fino a raggiungere un pianoro, delimitato a nord da via Poggio delle Corti al di à della quale il terreno continua a salire verso nord. Nel vigneto a ovest del casale”, adagiato sulla modestissima pendenza con cui il terreno si affaccia verso sud, si notano in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 2000 circa, frr. di tegole di età arcaica, frr. di impasto arcaico riferibili a dolia, rari frr. ad impasto rosat età repubblicana e chiaro di età romana sempre relativi tegole, pochi frr. di ceramica a impasto e di sigillata africana, più numerosi di comune, soprattutto da fuoco, e di anfore. L'affioramento sembrerebbero indiziare la presenza di un nucleo riferibile a una fattoria/casa di età arcaica sulla 7 D proprietario ricorda che in occasione della rstruturazione del vecchio edificio, risalente al 1796, contrariamente alla muratura im elevato le fondazioni erano realizzate in un'opera a sacco con scaglie di selce molto tenace. La descrizione potrebbe far pensare che il vecchio edificio abbia riutilizzato come fondazioni preesistenze antiche ‘© La proprietà corrisponde al civicoει 5. 659

quale nel corso dell'età repubblicana dovrebbe essersi sviTuppato un impianto rustico-residenziale in uso fino alla media età imperiale, in connessione con l'area a sud-ovest (n. 78). Impasto grezzo — 3 fr di pareti pertinenti a forme non idd. Sigillata africana = 1 fi di parete pertinente a forma non id., in produzione non id. Comune da mensae da dispensa ΟῚ fr. di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco = |f di orlo di coperchio dall'orlo a tesa rialzata tipo Ostia Il, 516=Carta 1978, fig. 131, 256-Pohl 1978, fig. 158, 287%, attestato a partire dall'età domizianea e in età trajaneo-adrianea. — 3 fi. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr di orto di olla non id. Anfore — 1 fr di parete di Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum c sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino®®, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. dco, = 1 ft di parete di produzione africana. = 1 fi. di parete di produzione tirrenica. τι 1 fr di parete di produzione egeo-ocientale.

757. AREA DI FRR. FrTTILI m 234 Lm. Costa de’ Saettoni - Via Capitancelli Sul lato settentrionale di via Capitancelli sale una modesta altura la quale gode di un'ottima esposizione su tutti i versanti, protetta a nord dalla catena dell’ Artemisio®”. Nel settore meridionale del pianoro e in parte lungo le pendici orientali, su circa mq. 1800, sono presenti in alta concentrazione molti fr. di grosse dimensioni di tegole, meno a impasto arcaico, più numerosi di tegole e coppi a impasto rosso di età alto repubblicana, qualche frr. di tegola a impasto chiaro sabbioso, diversi fi. di tegole e coppi a impasto chiaro e arancio riferibili a età tardo arcaica-alto repubblicana e a impasto chiaro e rosato di età romana, alcune ancora ammaltate, diversi frr. di lastrine di rivestimento di marmo italico (spess. cm 1,3), rosso antico (?) e scaglie di marmo Osta I: 101, 260-261, tav. XXVIII; CARTA 1978 [1987]: 131 fig132 dallo strato IV: Pom. 1978 [1987]; 403 fig. 407 dall strato IL. © Spy 1985: 62-64 = L'esemplare più antico è stato rinvenutonel relitto ella Mandrague de Giens del 60-50 .C. (Tents 1986: 142). ‘I sito è ora raggiungibileda una traversa corrispondente al civico n. che sale da via Capitancell L'osservazione della viabilità più anca conservata nell levata del 1936 dell'IGM F. 150 Il SO, farebbe supporre che accesso al sito potesse essere garantito da un divertcolo che staccandosi con percorso retilineo verso sud da via delle Quattro Vasche (ora via delle 660

bianco, molti cubilia in selce (cm 7,5 x 5,5), scaglie di selce di medie e grandi dimensioni e ciottoli, frr. di dolio a impasto arcaico, chiaro riferibile a età alto repubblicanae rosso di età romana. Tra la ceramica, presente in minore quantità e concentrata nel settore meridionale dell'appezzamento, si riconoscono pochi frr. di ceramica a impasto e di vernice nera, piccoli di sigillata, molti di ceramica comune e anfore. Nel settore centrale, pianeggiante, sono concentrati materiali edilizi misti a tracce di cementizio, probabile residuo di muratura. Le caratteristiche dell'affioramento, determinate anche dal recente scasso del terreno, sembrerebbero indiziare la presenza di un nucleo riferibile a una fattoria/casa di età arcaica sulla quale nel corso dell’età repubblicana dovrebbe essersi sviluppato un impianto rustico-residenziale in uso successivamente almeno durante Ja media età imperiale, probabilmente localizzabile, anche in considerazione della posizione più eminente, malgrado la minore consistenza, nel settore m 130 circa a nord-est (n. 756). Impasto grezzo — 2 frr. di parete pertinenti alla stessa forma chiusa, probabilmente un'olla cilindro-ovoide riferibile genericamente al tipo Carafa 1995, 393, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 5501520 e il 475450 a. Ὁ. “5. L'esemplare presenta un impasto tardo arcaico. Impasto chiaro sabbioso = 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Vernice nera — 1 fr. di parete ad andamento convesso di coppa emisferica non id. — 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Africana da cucina — 2 frr di parete di piatto/coperchio non id. Comune da mensae da dispensa = 1 fr. di brocca o bottiglia dall'orlo leggermente arrotondato tipo Curia II fig. 262, 185, attestato in contesti di età flavia. — 1 fr. di fondo ad anello pertinente a forma non id. —4 frr di parete pertinenti ἃ forme non ida. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di coperchio non id. — 7 fi. di parete di cui due pertinenti e combacianti, riferibili a forme non idd. Coni-via dei Crocefiss) raggiungeva l'area, perpetuato ora da via Poggio delle Corte nella part terminale da un limitedi proprietà. ‘= Sul ato sud, fino a via Capitanelli,e su quello occidentale l'appezzamento confina con un vigneto ormai n abbandono quindi non ricognibile store settentrionale della sommità è stato recentemente occupato dala costruzione di un'abitazione mentre parte di quello meridionale e le penici orientali, caratterizzate da modesta pendenza, offrono una buona visibiΜιὰ essendo state recentemente liberate dal vigneto. © Cutara 1995: 160. 2 CuriaI: 216 relativamente allatività 573, 237, 292, 366.

Anfore — 1 orlo del tipo Ostia IV, 279-280 (anfora detta di Empoli)", anfora vinaria prodotta nel Lazio ed in Etruria", diffusa dalla fine delH sec. d.C. fino al V sec. d.C. 1 fr. di ansa di produzione non id. = 2 frr. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, dif usa tra il 70/60 a. C. e la fine del II inizi del ΠῚ sec. dcs. —5 frr di parete di produzione tirrenica. - 2 fr di parete di produzione spagnola. — 6 frr. di parete di produzione africana. — 2 frr. di parete di produzione orientale. — 3 fr. di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 2 frr di orlo pertinenti e combacianti di dolio in impasto rosso di età romana. — 3 fi. di parete in impasto arcaico.

Fig. 397. V. gne le Corti, Via Casale delle Corti. Materiale ltico (n. 758)

758. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 242 s.l.m. V. gne le Corti - Via Casale delle Corti

pato un edificio a carattere rustico, in uso fino ad almeno la. metà del I secolo d. C.

Sul lato occidentale di via Casale delle Corti sale una modesta altura, la cui sommità è parzialmente occupata da una vecchia abitazione e per la maggior parte lasciata incolta, Un vigneto si distende invece sia sulle pendici meridionali, che si abbassano con pendio molto morbido, sia su quelle orientali, che raggiungono via Casale delle Corti®™. Tutto il versante sud-occidentale, parzialmente occupato da abitazioni o lasciato incolto, è invece caratterizzato da pendio più deciso con il quale raggiunge il fosso di Valle Troncavia. ‘Su una superficie di mq. 3900 circa, dal settore orientale della sommità, a vigneto, alle pendici orientali e meridionali sino all'area în piano prossima a via Casale delle Corti, è presente, in bassa concentrazione, un affioramento di materiale fitile. Oltre a poche scaglie di selce di medie e pi cole dimensioni, si notano piccoli fr. di impasto arcaico feribili a materiale edilizio o opera doliare e frr. di tegole di età arcaica, raramente a impasto chiaro sabbioso, alcune a impasto rosso di età repubblicanae poche a impasto chiaro e rosa di età romana, qualche tessera di mosaico nera di medie dimensioni, frr. di dolio a impasto rosato di età romana, rari frr. di ceramica a impasto, di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Lungo le pendici meridionali, su una superficie di mq. 90 circa si notano alcuni materiali litici. Nell'area, presumibilmente sommitale, circostante la vecchia abitazione, frequentata già nel Paleolitico medio, nel corso dell’età arcaica si è impiantata una casa/fattoria sulla quale a partire dalla metà del II secolo a. C. si è svilup= ManacoRDa 1984: 23-28; Manaconna 1987: 43-48, 5 MencHELLI 1990-1991: 172. 2 Vd. 361 nota 4032, 381 nore 4104-4105. ‘© L'arca, in ottima posizione, sovrastata ad ovest dal colle della cità di Vellei e con vista aperta sui Lepini, ricade al interno della proprietà al civico n. 42.

Litici — 1 scheggia con tallone a faccette,attibuibile al Paleolitico medio-Musteriano (Fig. 397) — 1 raschiatoio trasversale convesso, tallone su cortice di ciottolo, atribuibile al Musteriano. Impasto grezzo — 3 fin di parete pertinenti a forme non idé. Comune da mensae da dispensa 1 fr. di orlo pertinente a anforetta non id. = 1 fi di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo estroflesso, ingrossato all'esterno, dal profilo interno leggermente concavo, pertinente a olla tipo Duncan 1965, form 38b, fig. 12, A92 attestata in contesti databili trail 150-100 e lace. = | fr di bordodi coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1841, attestato in contest di età claudia, 9 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fr di parete di produzione tarraconese. — 2 fm. di parete di produzione tirrenica. —3 frr di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 3 frr di parete in impasto rosso-arancio riferibile a età repubblicana, Su questo versante la parte prospiciente la strada, ormai in piano, è lasciata incolta e occupata nell'area centrale da un'abitazione con annessi, corrispondente al civico n. 44 © Dencax 1965: 157, 165 *" Pou. 1978 [1987]: 298-299 dao strato VI, 661

stono vigneti, e verso nord-ovest dove è quasi interamente occupato da abitazioni private, Nell'area della sommità, in un vecchio vigneto, su mq. 1900 circa, affiorano in concentrazione medio-alta, malgrado lo stato del terreno, diversi frr. di impasto arcaico riferi li a materiale edilizio o opera doliare, pochi frr. di coppi a impasto chiaro e tegole a impasto rosato di età romana, rari fir. di vernice nera, sigillata italica e, soprattutto, comune da fuoco e anfore, generalmente di piccole dimensioni". È ipotizzabile la presenza nell’area di una casa/fattoria di

età arcaica, sulla quale nel corso dell'età repubblicana si è sviluppato un piccolo impianto rustico, con una successiva fase di età flavia anche se in uso, forse, fino alla prima metà del I secolo d. C. Fig. 398. Via della Cerasa Marina: lastricato stradale (n. 759) 759. LASTRICATO STRADALE m 240 s.l.m. Via della Cerasa Marina

L'attuale via della Cerasa Marina, che si diparte dal lato nord-orientale di via Piazza di Mario, termina a ridosso di un piccolo corso d’acqua”, che corre da nord-ovest verso sudest. Nel letto del fosso, con orientamento quasi perpendicolare rispetto ad esso, m 20 circa a monte del punto in cui termina la via, è conservato un tratto di lastricato stradale (Fig. 398). Attualmente il basolato, che si trova m -2,75/3,00 dal p.d.c. superiore (Fig. 399), è visibile per una lunghezza max. di m 1,85 circa ed una larghezza max. di m 2,10, a partire dalla crepidine conservata sul lato settentrionale®”. La pavimentazione è realizzata con leggera schiena d'asino, utilizzando basoli di selce generalmente medio piccoli, piü raramente anche molto grandi?

Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. = 1 fr. di parete con solcatura orizzontale pertinente a forma non id. Vernice nera = 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Sigillata italica = 1 fr. di parete pertinentea forma non id. — 1 fr di fondo pertinentea forma non id.

E probabile che si tratti di un segmento della viabilità che

allontanandosi verso est dalla strada ripetuta da via Piazza di Mario (o5) raggiungeva almeno la villa nn. 917-920 (09). 760. AREA DI FRR. FrTTILI m 253 s.m. Via Piazza di Mario

Da via Piazza di Mario sale verso nord-est una strada sterrata che raggiunge la sommità di un'altura, la quale scende con moderata pendenza verso est fino ad affacciarsi su via della Cerasa Marina con un'alta scarpata". Un vecchio casale, al termine della strada, occupa quasi l'estremità orientale del pianoro, il quale si allarga verso sud, dove insi-

ig. 399. Via della Cerasa Marina: lastricato stradale: sezione (n. 759)

© fosso attuale risulta indicato nel F. 150 11 SO delPICM in scala 1:25:000, nella levata dl 1936, come una sterrata che da via Troncavia scendeva fino lla via di Fosstllo. ^ La meth lacunosa laci vedere in sezione il rudi sottostante, per uaaltezza max di m 023, realizzato con piccole scaglie di ele e piccoli ciotoli, fr i quali si noano rari fr di ceramica comune da fuoco. Anche nel fondo del fosso ed in sezione nella parte bassa delle sponde, immediate. mene intornoala strada, si notano diversi fr dî tegola impasto ross, fi. di dolio e i ceramica comune. ‘I basoli di minor dimensioni i trovano verso ἢ cento della arr sita. È fors ipotizzabile, vista anche la tessitura di alcuni dei bali più piccoli centrali. ch la strada abbia subito de risarcimenti. Considera n-

che la “schiena d'asino” a larghezza complessiva della strada doveva raggiungere almeno i te meti *" Anche questa viabilità ripete, almeno in pare, il percorso di un di o confermare il rinvenimento di un tratto del basato vertcol come sembra nel fosso su cui termina la strada (n.759) °° In questo setore del pianoro, in prossimità di una delle poche coe, dai sopralluoghi, il rinvenimento struzion pid vecchi è noto e confermato di sepolture (nn. 761-762) 551 materiali si rinvengono in dispersione anche nel vigneto a sudvest il quale occupa part dl pianoro ele pendici che scendono fino a via iazzadi Maro ed è separato da quest area da una piccol fascia incoltaa che mon lascia constatare la continuità dellaffioramento.

662

‘Comune da mensa e da dispensa. = 1 fi di bottiglia dall’orlo arrotondato leggermente estroflesso tipo Ostia XIII fig. 21, 14, attestato dal I sec. d.C. fino alla tarda età antonina, = 1 fr di orlo pertinente a forma non id. 9 fir. di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco — 1 fr. di coperchio dall'orlo leggermente rialzato ed appuntito tipo Ostia III, 521°, attestato in contesti datati al terzo quarto del I sec. dC. — 1 fr di fondo di incensiere tipo Ostia II 467°, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) = 1 fi. di orlo modanato all'esterno pertinente casseruola tipo Curia I, fig. 260, 161, attestato in contest di età flavia®”. —3 fir di fondo ad anello pertinenti a forme non idd. — 17 ἔτ di parete pertinenti ἃ forme non ida. Anfore 1 —3 —2 —2 ~6

fri fir frr fr. fri.

di di di di di

parete parete parete parete parete

di di di di di

produzione produzione produzione produzione produzioni

tirenica. spagnola. africana. orientale. non idd.

761-762. ΤΟΜΒΕ m 257 s.Lm. “S. Anna" - Via Piazza di Mario

763. MATERIALE SPORADICO m 246 s.l.m. Via Piazza di Mario

Quasi a partire dal punto in cui via Piazza di Mario, una volta superato l'incrocio con via della Cerasa Marina, inizia a risalire, fino a raggiungere ia scuola elementare che si trova sul lato nord-orientale, è possibile notare in sezione nella scarpata che costeggia questo lato della strada, oltre a diverse scaglie di selce di medie dimensioni, frr, soprattutto di tegole e coppi a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana edi età romana, rari frr. di mattoncini di opera spicata a impasto chiaro, qualche fr. di marmo, frr. di anfore e dolia a impasto rosso. La presenza di materiale aumenta finoa divenire alta in prossimità della scuola, ormai sulla sommità dell'altura®', Nel cortile dell'abitazione retrostante la scuola è conservato un fr. di colonna liscia in cipollino, spezzato quasi a metà delle circonferenza (diam. m 0,23; alt. max . m 0,62). L'affioramento, unitamente alla felice posizione naturale, sembrerebbero indiziare la presenza nell'area, almeno di una struttura rustica, che l'esiguità dei materiali consente di riferire, forse, ad un generico ambito cronologico di età repubblicana-imperiale. Anfore — 3 fir. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione spagnola. — fre di parete di produzione africana. — 1 fr. di paretedi produzione orientale. — 1 fr di parete di produzione non id.

761. Tomba. Nel 1909, eseguendosi lavori di scasso per l'impianto della vigna, in uno dei terreni sull'altura lungo il Jato occidentale di via di Piazza di Mario (prop. Pocci)"*, si rinvenne, a circa - 0,80 m, una fossa contenente una cassa di piombo (m 1,85 x 0,45 x 0,40) con deposizione femminile e quattro bipedali*^. 762. Materiale sporadico. Nel terreno immediatamente circostante, risparmiato dal giardino dell'abitazione, affiorano fir. di tegola quasi esclusivamente a impasto chiaro di età romana, più rari a impasto rosso e lastrine di rivestimento in marmo bianco riferibili presumibilmente a delle sepolture alla cappuccina™.

Nel giardino di un'abitazione sul lato occidentale di via Piazza di Mario, all'altezza dell'incrocio con via Colle Carciano, sono conservati almeno dieci basoli în selce di grosse dimensioni, oltre ad alcuni elementi della crepidine®®. 1 basoli devono riferirsi alla viabilità, in gran parte perpetuata da via Piazza di Mario (05), che raggiungeva a sudest almeno l'impianto nn. 929-930.

0% avout 2000: 83:84, 0° Ostia I: 253, 654-655, tav. LIX. © Ostia: 99, 260-261, tav. XXVI. © Curia E 216 relativamente all'ativia 141, 237, 287,368 "^ Ringrazio il proprietario dell'abitazione al civico n. 25 il quale ancora ricorda il punto esatto in cui fu rinvenuta la cassa di piombo con le spoglie di "una donna pagana”. Gentilmente mi sono state fornite notizie sulla presenza nell'area, ormai adibita a cortile dell'abitazione, di “muri antichi”, distrutti moltissimi anni fa, quando il terreno circostanteera utilizzato per scopi agricoli. L'area è adiacente al terreno, tut oggi di proprietà dei Sigg. Pocci, nel quale furono rinvenute diverse tombe alla cappiccine 9” NaRDINI 1909, ricorda che attorno allo “scheletrodi donna coi pie di rivoli a est la testa appoggiata ad un embrice post di traverso... si rinvenne una moneta forse riferibile all’imperatore Aureliano; cfr, SBAL, Archivio Pratiche, Velletri, fac s. n. RelazioneO. Nardini del 24 gennaio 1911 © Pochi fr. i tegola si notano anche ne piccolo vigneto rimasto sl fronte strada itorno alla proprietà Poi, adiacente l’area in cui fu rinvenutoil sarcofago. A memoria di chi ricorda rinvenimentodel sarcofago pro-

‘rio qui, ella stessa occasione furono rinvenute diverse sepolture alla cap puccina. L'arca dovrebbe corrispondere con esattezza ἃ quella ora occupata dalla rimessa dell'abitazionedei Sigg. Pocci l civicon. 17. Purtroppo non mi è stato possibile veriticae la notizia sia per la scarsa ricognibilià dll'area sia peril diniegodel proprietario. ‘4 L'area dl pianoro è occupata parte dall scuola, parte da un'abitazione privata di recente costruzione posta sl rero dell'edificio scolastico e parte, immediatamente al di sopra della scarpeta in cui i nota 'affiramento, lasciata incolta, mentre nel settore settentrionale è ancora presente vi neto. Non mi è stato possible ricognire questa parte del pianoro, per quan: to abbastanza distante dal punto in cui i materiali affiorano in sezione, per il deciso diniego del proprietari. I recente taglio dl terreno per l'aperturadi "un accesso che conduce alla proprietà retrostante la scuola permette invece di notare presenza in alta concentrazione di materiale non slo nella scarpa ta che costeggia via Piazza di Mario, ma soprattutto nella sezione di terra su lato sx. del viale che conduce alla proprietà. "7 La proprietà corrisponde a civicon. 38. A memoria di un abitante del Iuogo nell'area occupata dl giardino, in occasione di lavori d sistemazione, sirinvenne la sede stradale antica integra, larga poco meno di m 3 circa, con crepidini laterali. La strada venne in part disruta in parte interrata.

764. BasoLI m 245 s.Lm. Colle Carciano - Via Piazza di Mario

663

765. AREA DI FRA. FITTILI m 249 s.l.m. Colle Carciano - Via Colle Carciano

Sul lato settentrionale di via Colle Carciano, a pochi metri dall'incrocio con via Piazza di Mario, un terreno occupato parte da frutteto e parte da vigneto sale quasi impercettibilmente verso nord alla base di un'alta scarpata artificiale che lo delimita sul lato occidentale. Nel vigneto, di impianto abbastanza recente, alla base delle pendici nord-orientali dell'altura maggiore di Colle Carciano®, m 120 circa a est dell’affioramento n. 766, affiorano in concentrazione medio-bassa, su una superficie di mq. 900, oltrea scaglie di selce generalmente piccole, frr. di piccole dimensioni di impasto tardo-arcaico riferibili a materiale edilizio, in percentuale nettamente inferiore a impasto chiaro e rosato di età repubblicana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, piccoli fir. di dolio a impasto rosso, rari fir. di ceramica a impasto, vernice nera, africana da cucina e anfore, più numerosi di comune da fuoco. Nonostante diverse aree interposte non ricognibili, l'affioramento sembra riferibile, forse unitamente a quello a ovest. (n. 766), a una piccola casa/fattoriadi età arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, localizzabile presumibilmente sul ciglio meridionale del pianoro poco a sud (n. 767). L'impianto, în uso almeno a partire dalla tarda età repubblicanae successivamente in quella medio imperiale fino alla fine del IV secolo d. C., presumibilmente era raggiunto da un diverticolo (o6) della via Piazza di Mario (05). Impasto grezzo — 1 f di parete pertinentea forma non id. Vernice nera 1 fr di prete pertinentea forma non id. Africana da cucina οὶ fr di parete carenata pertinente acasseruola non id. Comune da fuoco = | fr di orlo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 23, V-D 71, at testato in contesti compresi tra la seconda metà del IT sec. a. C. c il 70/60 a.C. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 1 ft di parete di produzione tirrenica. 766. AREA DI FRR. FITTILI m 247 s.l.m. Colle Carciano - Via Arciano

via Arciano, in un piccolo appezzamento ortivo che si allunga quasi pianeggiante sul retro di un'abitazione, m 130 circa a ovest del n. 844, affiorano frr. di materiali antichi®™. Su una superficie di mq. 800 circa, caratterizzata da media visibilità e concentrazione medio-bassa, si riconoscono frr. generalmente piccoli, soprattutto di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, tra cui qualche frr. di coppo, fatta eccezione per pochi frr. ad impasto rosato di età romana, qualche tessera di mosaico nera sia di piccole che di grandi dimensioni, pochi frr di ceramica a impasto, sigillata africana, più numerosi di comune e anfore. Nonostante diverse aree interposte non ricognibili, l’affioramento sembra riferibile, forse unitamente a quello alla base delle pendici settentrionali (n. 765), a una piccola casa/fattoria tà arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto rusticoresidenziale, localizzabile presumibilmente sul ciglio meridionale del pianoro poco a sud (n. 767), in uso almeno a partire dalla tarda età repubblicana e, successivamente, in quella medio imperiale fino alla fine del IV secolo d.C. Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. lata africana = 1 fr di orlo di scodella tipo Lamboglia53 bis=Hayes 61, nn. 29-30, 33, in produzione D', databile tra la fine del IV e gli inizi del V sec d.C. ‘Comune da mensae da dispensa. — 1 fr di olla dal’orlo a fascia tipo Curia I, fig. 252, 47°, attestatoin contesti i età flavia. = 5 fi di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = fr di pentola dall'orlo a tesa pendente tipo Cura I, fig. 256, 10568, attestato in contesti di età flavia. = i fi di ansa a nastro con solcatura centrale pertinente a forma non id. — 6 fr di parete pertinenti a forme non idd.. Anfore — 1 fi di parete di produzione tirrenica. — 4 fi di parete di produzione africana. ~ 1 fr di parete di produzione egeo-orientale. 767. AREA DI FRR. FITTILI m 239-236 s.l.m. Colle Carciano - Via Colle Carciano. Via Arciano

AI termine di una sterrata che si allontana verso est da

Salendo da via Piazza di Mario per via Colle Carciano si raggiunge la sommità di una delle alture più eminenti della dorsale che si allunga verso sud, compresa tra via Piazza di Mario a est e via Arciano a ovest?".

^" Le pendici soprastanti sono state regolaizzae confort agli e sbancamenti in occasione dell'edificazione dell'area, negli anni Settanta dell Novecento. Tuta l'area soprasant risulta ormai non ricognibile in quanto occupata da villini privat © Dyson 1976: 78. 5 La proprietà corrispondeal civicon. 21

9% Aante I 83. 8, tav. XXXIV, 8. Hayes precisa la datazione del ipo a 325 e450 circa dC. © Curia It: 216 relativamente al ative 1141, 237, 279 ©" CuriaIE 216 relativamente al ativta 1141, 237,281, 360 99 Nel settore sud-orienale dl pianoro, dal qual εἰ gode di un'orima apertura verso est e sul cento di Velletri, che lo sovrasta a nord-ovest, insi-

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Le pendici meridionali ed occidentali sono occupate da un annoso vigneto nel quale sono sparsi, în bassa concentrazione, su una superficie di almeno mq. 3900 circa, lungo le pendici meridionali che si abbassano con pendenza modestissima, scaglie di selce medio-piccole fr. di impasto sia arcai co che rosato di età romana, riferibili a materiale edilizio o opera doliare, frr. di tegole di età arcaica e a impasto rosa di età romana, qualche tessera di mosaico nera di grandi dimensioni, rari fr, generalmentedi piccolissime dimensioni, dii gillata italica e di comune da fuoco. Una leggera maggiore presenza di materiali si nota sulla sommità, nel piccolo settore del vigneto che occupa il pianoro sul lato orientale del casale, il quale insiste sull'area centrale, probabilmente obliterando la parte più consistente dell'affioramento. Nonostante diverse aree interposte non ricognibili, i materiali sembrano riferibili, forse unitamente a quelli alla base delle pendici settentrionali (n. 765) e a nord-ovest (n. 766), a una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, in uso almeno a partire dalla tarda età repubblicana e successivamente in quella medio imperiale fino alla fine del IV secolo d. C. È ipotizzabile che l'impianto fosse raggiunto da un diverticolo, corrispondente all'attuale via Arciano, che si distaccava dalla via Piazza di Mario m 250 circa a sud-est dall'incrocio con via Vecchia di Napoli. Sieillata italica. 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco = 9 frr di parete pertinenti a forme non idd. 768. AREA DI FRR. FITTILI m 254 s.l.m. Colle Carciano - Via Piazza di Mario

Su un’area pianeggiante, leggermente eminente e aperta verso sud-est**, al termine di una traversa che si allontana verso sud-ovest da via Piazza di Mario all'altezza del tratto basolato n. 770, affiorano rari fr. di materiale antico”, Inun piccolo settore, verso il margine orientale dell’area, in cui restano pochi filari di vecchia vigna, su una superficie di mq. 500 circa, sono presenti in bassa concentrazione, frr. di impasto arcaico, riferibili a materiale edilizio o opera doliare, meno a impasto rosso e rosato di età romana, riferibili ἃ materiale da costruzione, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni a taglio regolare, pochissimi frr di ceramica comune e anfore. L'esigua presenza di materiale, pur considerando la scarste un vecchio casale con annessi i quale corrisponde al civico n.34 di via Colle Caciano. ‘0011 cento del pianoro è occupatoda una serie di edifici i vecchia co struzione alla base di uno dei quali, ella parte di muratura ἃ scaglie di selce lasciata a vista, si notano anche alcuni fr. di tegole a impasto rosso e coppi a impasto rosato, di età roman. ‘ La proprietà corrisponde al civico n. 18. "^ Un ostacolo ad una localizzazione puntuale è costituito dal fat che tutta arca circostante è occupata da abitzon anche di recente edificazio» ne con annessi giardini nelle quali non è stato possibile l'accesso

sa visibilità dell’area, potrebbe indiziare il riferimento ad un sito di maggiore consistenza, presumibilmente, nelle immediate vicinanze, del quale sembra attestata almeno una fase compresa tra la fine della prima età imperiale e l’inizio di quella medio imperiale®, forse con una precedente frequentazione di età arcaica. ‘Comune da mensa e da dispensa. — 1 f di piede ad anello pertinente a forma non id. 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 1 f di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C». = 1 fr. di paretedi produzione spagnola. = 1 fr di parete di produzione lusitana. 7695. MATERIALE SPORADICO Colle Carciano (?)

Una lastra marmorea con un rilievo rappresentante il sacrificio mitraico del toro, rinvenuta nel territorio di Velletri, forse a Colle Carciano, è conservata al Museo del Louvre?"*, 770. LASTRICATO STRADALE m 260 s.l.m. Via Piazza di Mario

A circa m 700 m a sud dell'incrocio con via ponte della Regina, all’altezza di via delle Pietre Liscie, su via Piazza di Mario, rimane un tratto di strada basolata®* (Fig. 400). Lungo la via moderna è visibile, per m 17,90 di lunghezza e una larghezza max. di m 2,15 a partire dal limite sud-occi dentale, priva della crepidine, una via lastricata con basoli di selce di medie e grandi dimensioni (Fig. 401). TH lastricato deve riferirsi alla viabilità, in gran parte perpetuata da via Piazza di Mario (05), che raggiungeva a sudest almeno l'impianto nn. 929-930.

771. AREA DI ERR, FITTILI m 266 s.Lm. Via Arciano - Via Vecchia di Napoli Quasi all'inizio di via Arciano un appezzamento a vigneto, compreso tra questa e via Vecchia di Napoli a ovest, scende moderatamente verso sud a partire dall'area in piano più alta occupata da un vecchio casale™, Pochi frr. di materiale 59 Va. 361 note 4036, 4037, 4038. ‘4 CtaRBoNNEAUx 1963: 185 n. 1024 la riporta come genericamente provenant de Velletri; Caescenzi 1981: 84-85 la ricorda invece rinvenuta “nel 1902, in località Colle Carciano, lungo la via Piazza di Mario" 5% PELZER WacENER 1913: 402 n. 5; Chtsstbt 1953: 93; Crescenzi 1981:37 e specialmente49 nota 102 ‘Sè T terreno corrisponde alle proprietà αἱ civici 2 e 4 di via Arciano. Queste proprietà, attalment divise da una bassa scarpata terazzatacon un terrapieno moderno che dlimita i vigneto verso sud, un tempo costiivano un unico appezzamento. 665

ne principale resta un blocco parallelepipedo in peperino (m. 0,45 x 040 x 0,35), È ipotizzabile la presenza di un edificio rustico-residen-

ziale in uso nell’età repubblicana e tra la prima età imperiale e almeno gli inizi del IV secolo d. C., esteso su un'area di almeno 20.000 mq., compresa tra via Vecchia di Napoli (0) e via Piazza di Mario (o5). Vernice nera — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

Fig. 400. Via Piazzadi Mario. Lastricato stradale (n. 770)

Africana da cucina = 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III 267-Hayes 197%, attestato dalla prima metà del Il alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. Comune da mensa c da dispensa. —2 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1f di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato c indistinto dalla parete, di produzione locale, confrontabile con il tipo Ostia ΠΙ 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d. C.9".. ~3 frr. di fondo pertinenti a forme non idd. 10fr. di parete pertinenti ἃ forme non id

Fig. 401. Via Piazza di Mario. Lastricato stradale: sezione(n. 770).

Anfore 1 —2 — 1 —4 3

fr. di ansa di produzione africana. frr. di parete di produzione tirrenica. fr di parete di produzione spagnola. fr. di parete di produzione africana. frr. di parete di produzioni non idd.

da costruzione, di ceramica comune e di anfore, generalmente piccoli, si riconoscono nell'area antistante la vecchia. abitazione, nel vigneto che occupa parte dell'area in piano. L'affioramento, che interessa una superficie complessiva. di mq. 3600 circa, si concentra nella parte più bassa del terreno, in parte a vigna in parte ortivo, posto sul lato meridionale del viale d'accesso, dove inizia a scendere con modesta pendenza fino alla scarpata, che funge da limite di proprietà”. Qui affiorano in alta concentrazione, malgrado la media visibilità del fondo, frr. di tegole e coppi, pochi a impasto chiaro riferibili a età repubblicana e diversi a impasto rosato di età romana, diverse tessere di mosaico nere di medie mensioni, oltre ad alcuni cubilia in selce (em 9 x 7; 5,5 x 5), frr. di dolio a impasto arcaico, rari frr. di vernice nera, africa na da cucina, diversi di comune, soprattutto da fuoco, e anfore®. Davanti ad un piccolo edificio annesso all'abitazio-

Nel 1749, a 445 mcirca a sud di porta Napoletana (propr. Gagliardi), nelle immediate vicinanze delle vie S. Caterina e Acquavivola, nella zona attualmente dei campi sportivi, si rinvenne un cimitero sotterraneo, immediatamente distrutto, costituito da una galleria con loculi coperti da tegole. Tra i materiali si recuperarono: le tegole con i bolli Ex pr(aedis) Domitiae LucillaelL. Atini(iy Ti(- - -Y e Ex fig(linis) Isidae Quadratae*; l'iscrizione CIL X, 6635/36 al Museo

‘© Non mi è stato possibile ricognire [area immediatamente sotosante e quindi stabilire lefftiva estensione del 'area, per il diniego del proprietaio di questa parte ἀεὶ terreno. Proprio vers il margine dell'appezza‘mento, quasia ridosso della scarpata, aumenta la presenza di scaglie di selce, alcune delle quali ammaltat. ‘© Non mi è sato possibile osservare con molta cura i materiale di su. perfcie a causa della scarsa disponibilità del proprietari. "^ Atlante I 218-219, v. CVIL 6; ft. AGUAROD Ora 1991: 281-283, ‘igg. 75-81, 335-341, la quae distingue il tipo in due varianti principaliAe D © Atlante: 212; AGUAROD Orat, 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46, 470.13. δὴ Sul rinvenimento nella proprietà Filippi, lavorata a colonia dal

Matiddi, ft il generico accennodi De Rosst 1873: 107; Scene 1901: ‘Acs, Direz. Gen. AABBAA, Div. I (1908-24), b. 2, fasc. 470. Relazioni dell11 e 31 agosto e del 3 ottobre 1912; TensENGHI 1910: 328329; Scanner GrazzosI 1913; CRESSEDI 1953: 95-96, BELARDINI 1992; iocos Nicotat 2001: 137-138, 139 fig, 1,2, 141 fig. 2. Specifiatamente sulle caratteristiche della galleria cimiteriale vd. PACENTISI 1751: 36-39 e Βειλμοινι 1992: 188, 189 fig. 2, con riferimento ad un documento in un manoscritto Borgia alla Bev. CIL X2, 8043, 5: EX. PR. DOMITIAE LUCILLAE/LATINUTII; CILXV.I,1091: Ριλσεντινι 1751: 38: Astiay 1913: 428; δτεινν 1974-75: 53 per l'impossibilità “ancora”,di datazione. © CIL, X2, 8043, 97: EX FIG. ISIDAE QUADRATAE: CIL XV. 1886; εἴς Pacer 1752: 38

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772. CATACOMBA m 295 s.l.m. "Colle Palazzo" - Villa Stazio

archeologico di Velletri": Ve ne ges tus pre viter in pa cae. dom dor mit. 773. TOMBA m 298 s.Lm. "Colle Palazzo" - V. le Oberdan

Tra il 1910 c il 1911, nel corso di lavori di scasso, in un terreno vignato a circa 500 m a sud di porta Napoletana, lungo il lato orientale di V. le Oberdan (propr. Di Stazio), si rinvennero a circa -0,70 m dal p.d.c., al di sotto di un cumulo di sassi, tre vasi d'impasto, perduti” riferibili ad una sepoltura assegnabile al I periodo laziale avanzato. 774. MATERIALE SPORADICO m 295 s.l.m. “Colle Palazzo” - Via del Campo Sportivo Nel 1934, nel corso dei lavori per la realizzazione del campo sportivo, nell’area compresa tra via Colle Palazzo e via del Campo Sportivo, si rinvenne una fibula ad arco leggermente ingrossato, riferibile presumibilmente ad un corredo funerario assegnabile al Il periodo laziale avanzato.

775. STRUTTURE IPOGEE E MATERIALE SPORADICO m 290 s.l.m “Colle Palazzo” - Via E. De Filippo. Via Colle Palazzo Sul lato occidentale di via E. de Filippo, all'altezza del punto in cui piega bruscamente verso sud, un vecchio casaletto insiste su quello che resta della terrazza con cui il colle si affacciava verso sud-est, tagliata e ridimensionata dai recenti lavori di lottizzazione e edificazione dell’area!” AI di sotto del vecchio edificio corre un complesso di gallerie, articolate in nicchie che si aprono specularmene sulle pareti e adibite alla conservazione del vino, le quali presumibilmente intercettano alcuni cunicoli antichi?" Quattro di questi, sono ancora visibili e solo minimamente accessibili e si dipartono dalle gallerie principali, diretti so sud-est, lungo il pendio con cui il colle si abbassa fino al vallone della Regina. Le gallerie si articolano in due livelli 1% CanpiaLi 1823: 209-212 n. 141 (*. nel muro della chiesa della Trinità dove sta affissa, poco al di sopra si legge la seguente memoria: Tabula marmorea sepulchrlis extracta ec coemeterio veterum Christi fidelium prope vilam Borgiam extra portam inferiorem civitatis An. Jun. MDCCL ..); TeRsenoit 1910: 191; Sciverpen Gaaziost 1913: 229-231: Disi. 1925: 1149; Sou 1983: 38; Fioccit NicoLar 2001: 137-138, 141 ig 3; BCV,ms. 36 int 22, nf; cft Nocca 2001c: 31, materiali n.3. ‘Seal, Archivio pratiche. Velletri. RelazioneO. Nardini del 27 apri le 1911 (“Notizie dell scoperte forte di antichità avvenute nel territorio di Velletri dal | dicembre 1910 all'aprile 1911"); Crescenzi 1981: 99; Draco 1989: 33-34, in particolare nta 21,45 specialmente nota 109, 242 tav. LAXVIII, 15; BELARDELLI 2004: 118 fig. 1,4 119; ANGLE 2006: 18 fig. 1, 12,21 fig.9,8,27. Specificatamente per “rammento di orco" c il “frammento di ola" vd. CRESCENZ! 1981: 151, 171; Cecca 20012: 106 nn. 867, 869 con generica provenienza “Colle Palazzo”. Una discrepanza sembrerebbe sussistere per il frammento di oreio” che Caescenzi 1981 171 e Ceccarini 20018: 106 n. 868 riportano con generica provenienza "Colle Palazzo”, mentre DRAGO Troccou: 1989: 45 nota 109 riporta come rinvenuto alla ‘vigna Capuano aColle Palazzo”, La presenza nel catalogo Nardini di un secondo “orcio”, secondo Draco Tkoccou! 1989: 45 nota

un primo cunicolo, recentemente invaso completamente dall’acqua e quindi non più ispezionabile®’”, si allontana verso est a partire quasi dall'ingresso della galleria al primo livello, mentre altri tre partono da quella a livello inferiore. In particolare il primo, raggiungibile scendendo ancora m 2. ca sotto alla quota di calpestio della galleria inferiore, è ormai completamente invaso dall’interro penetrato attraverso alcuni sprofondamenti della volta. Ugualmente non ispezionabile il cunicolo seguente, m 1,50 asud di questo, alla stessa quota di calpestio della galleria. Dell'ultimo, a sud, è appena visibile, quasi alla quota di calpestio della galleria, l'ingresso. La galleria inferiore conserva anche, quasi al marg ne settentrionale un pozzetto quadrangolare (m 0,78 x 0,94), che si diparte sullo speco a m 1,65 da terra, con un'altezza pozzetto, nel fondo della galleria si rinvengono diversi fi. di tegole a impasto sia rosso che chiaro di età romana, scaglie di selce e qualche piccolo frr. di ceramica comune. Nella scarpata che terrazza l’area su cui sorge il casale, affacciandosi sul lato occidentale di via E. De Filippo, si rinvengono materiali fitili antichi, soprattutto frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo-arcaico e fr. di tegolee coppi a impasto rosato di età romana?" Neli’ area sembra individuabile una frequentazione di età arcaica a cui sembra esserne seguita una che i materiali peremettono di riferire solo genericamente all'età romana, meglio definita probabilmente dai rinvenimenti nella zona limitrofa (n. 776). Comune da mensae da dispensa — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fi di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. — 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id. Anfore — 1 fr di parete di produzione orientale. — 1 fr di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione tirrenica. 109 proveniente anch'esso dalla “vigna già Capuano a Colle Palazzo” (contra Crescenzi 1981: 171; Ceccarini 2001a: 107n. 893 con prove. Rienza "Colle Palazzo), sarebbe l'Indzio della presenza di una secondase poltura. 9 Crescenzi 1981: 142, 178; Draco Taoccoui 1989: 45, specialmente nota tav. LXXVI, 16; Coccuumi 2001: 169 n. 2317; PetaReLL 2004: 118 fig. 1,5, 119; ANGLE 2006: 21 fig. 9, 7,27. ^" La proprietà della sg. ra B. Gazzabin, che ringrazio per avermi permesso l'spezione, al civico n. 7 di via Colle Palazzo, èadiacente all'area scavata nellinvemo 2004 (n.776) © Segnalazionein MENGARELLI 2005: 185 fig, 2,9 189 nota 19. ‘© Nel piazzale antistante la recente costruzione, corrispondente allot ΔΟΡῚ. immediatamente al di otto della terrazza su ui sorge il casale, è sato ricavato un tombino di raccolta delle acque. È probabile che 'allagamento del cunicolo, che sembrerebbe dirigersi proprio verso la costruzione, sia dovuta ad un crollo dal quale s inflirano le acque incanalae dal tombino. TI pozzetto è individuabile, nl giardino sul retro dell'abitazione, da uno sfattoio, 551 materiali sí notano soprattutto in prossimità del punto più alto, quasi in corrispondenza dell'ingresso al loto FI occupato da una palazzina 667

laterizi anche bollati" scaglie di tufo e cubilia; una sepoltura con fossa a gradoni, rivestita internamente da tegole alla cappuccina; un ambiente delimitato sul lato meridionale da un muro a blocchetti di leucite disposti per piani irregola ri e rari fr. di laterizi, fr. di tufo, comici e listelli marmorei e cubilia, sul lato settentrionale da un muro realizzato con l’impiego dei medesimi materiali disposti in maniera più regolare, datato tra il IV e il VI secolo d.C. Tra i diversi materiali, sono stati rinvenuti anche alcuni frr ceramici sporadici in impasto datati al Bronzo finale avanzato e alla prima età del Ferro? La limitatezza dell'area esplorata non ha permesso di definire se si trattasse di una fattoria o di un insediamento più ampio impiantatosi in età tardoantica sulle strutture di una. villa di età imperiale, la cui esistenza è stata ipotizzata sulla base dell'ampio reimpiego nelle murature di materiali databili tra il I secolo a.C. e il II] d.C. 777. CunicoLI m 293 s.l.m. “Colle Palazzo" - Via Colle Palazzo. Via del Campo sportivo

Nel 2005, è stata segnalata la presenza presumibilmente, nell’area compresa tra via del Campo sportivo e via Colle Palazzo di alcuni cunicoli di drenaggio", che unitamente a quelli (n. 775) recentemente rilevati ad est della scavo della Soprintendenza archeologica per il Lazio (n. 776), deve ritenersi in relazione all'impianto residenziale ipotizzato nell'area. 7785. MATERIALE SPORADICO “Colle Palazzo” Fig. 402. V. le Oberdan. “Vigna Borgia". SchizzoP. Di Tucci della. struttura n opera quadrata (n. 780).

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura una mensola in marmo decorata con il volto di Giove Ammone proveniente dalla proprietà Vagnozzi a Colle Palazzo",

776. STRUTTURE MURARIE, TOMBA E MATERIALI SPORADICI m. 290-285 s.Lm. “Colle Palazzo” Via Colle Palazzo. Via E. De Filippo

Tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, nel corso degli sterri connessi alla realizzazione della nuova Caserma dei Vigili del Fuoco, tra via Colle Palazzo e via E. De Filippo, sono state individuate alcune strutture, che un successivo scavo ha permesso di rilevare?" Si tratta di: una serie di accumuli costituiti da materiali lapidei, da costruzione e ceramici in connessione con depressioni del terreno; alcune fosse dal profilo a campana di dimensioni diverse; una struttura muraria, forse di terrazzamento, realizzata in blocchi di leucite posti a doppia cortina,

Fig. 403. V.le Oberdan. "Casino Borgia”. Sarcofago(n. 781).

‘= MeNgaRELL! 2005: 184 fig. LD, 189. 0 MeoARs.tt 2005: 186 nota 11 ἃ proposito dei “laterizi bollati, genericamente databili lla media età imperial ." dei quai“. non rimane. luo che a forma e tracce di alcune lettere” ‘0% MENGARELL! 2005: 183 nota 5; ANGLE, Rotro 2005: 126 fig. 3 n. 3,

131 specialmente nota 27; Ance 2006: 18 fig. 1, 12,21 (con posizionamento all fig 9, 8). ‘88 MENGARELLI 2005: 184 fig. 1, D, 189 ^ Casscexa 1981: 149, 171; Ceca 20010: 64 n.265 senz indi cazione della proprietà.

668

781. MATERIALE SPORADICO m 312 s.l.m. V. le Oberdan. "Casino Borgia Nel giardino interno dell’edificio noto come Casino Borgia, sul lato orientale di V. le Oberdan, a circa 200 m da Porta Napoletana™ sono conservati alcuni materiali anticl tra cui:

Fig. 404. V. le Oberdan. "Casino Borgi 781).

Fr. di colonna e base. (n.

779*. MATERIALE SPORADICO “Colle Palazzo” (?)

— un sarcofago in peperino, con lisciatura del bordo superioree facce sbozzate(m 2,30 x 0,82x 0,63; deposizione m 2,04 x 0,61 x 041)" (Fig. 403) un fr. di colonna licia in calcare (alt. max. m 040; diam 0,61) (Fig. 404). ~ base in calcare, fraturata in quattro pezzi, decorata con modonatur lisce, dall'alto verso il bass: stell, gola rovescia, iste lo, tondino, gola diria, listello (largh sup. m 0,93 x 0.85; largh inf. m 0,59 x 056;alt m 28). — fr di colonnina liscia in marmo bianco con collarino (alt. max. m 0,74; diam. 0,22; lt. collarino m 0,025) ~ fe di colonna liscia in peperino (al. max. m 0,66; diam. m 0,53). Sopraè stato appoggiato un grosso disco convesso in vicoie. (diam. m 1,19), forse una macina, con incasso centrale ἃ farfalla Congh. m 042; largh al centro m 0,22) e stiature scalpllao a ragicra sulla superficie. — fr di colonna liscia in peperino (alt, max. m 0,36; diam 0,58) — fi di base ara?) (m 0,42 x 0,58 x 0,28max.) con modanatura superiore composta da istello, fascia ad stragali e doppio tondino, fascia con kyma lesbico continuoe listello icio.

In un documento, presumibilmente, del Seicento è ricordato il rinvenimento nell'area a sud di Porta Napoletana di una testa di marmo “ch'ha scolpiti tutta la faccia, ma sopra e di dietro è liscia . in mezzo del capo è un foro tondo ... coperto con lastra di Piombo con ... intagliate a’ carattere quasi stampatello le parole . ": LE/OFERNE/M.P". 780. STRUTTURA IN OPERA QUADRATA m 315 s.l.m. V. le Oberdan. "Vigna Borgia"

Nel corso di alcuni sterri realizzati nel 1885, in un terreno vignato sul lato orientale di V. le Oberdan, a circa 100 m da pora Napoletana, originariante appartenuto al C. Borgia" (propr. G. Gabrielli), a -2 m circa dal p.d. c., si scoprirono i resti di due muri ortogonali in opera quadrata, riferiti generalmente alle mura?" (Fig. 402). Più probabilmente doveva trattarsi di un edificio posto all'esterno del circuito difensivo,

Fig. 405. V. le Oberdan. "Casino Borgia”. Iscrizione. (n. 781).

^" BCV, MiscVell, VII, 17 n. 14: "Fuori la Porta nominata da Basso è stata ritrovata una tetadi Marmo .. alta oto dita comprese due dita di coll: larga da capo cinquedita; grossa quatro ita; in mezzo del capo è tun foro tondo e profondo te dit in circ, largo nella superficie quasi mez20. . € parve coperto con lastra di Piombo [che] racchiudeva un sic) ampolladi vetro ..; ef: Nocca 1997c: 177n. 5. 7 Una proprietà Borgia lungo il lato est della “Strada Nuova Romana”, latuale viale Oberdan, a breve distanza dalle mura medieval, è riportata nella cart dell'Astolfi del 1785 (Bv, St geogr. S. 35, iprodotain Pruaz 1972: I, tav. 202-208: "Villa Borgia") Il casino compare in una rappresentazione dell'area, del XVII o del XVIII sec. riportata dal Lugli (Lucu Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. Altre strade, can. Aer veli termus, arca cimiteriale cristina "Idea del Territorio Universale della cità di

Velletri"). Alledificio era annesso un ampio terreno vignato come riportato nella mappa del Catasto Gregoriano del 1819 (Ask, Catasto Gregoriano, ant, prov. Frosinone, n.269, particelle n, 1784-1785), tre che da un documen o del 1815 dell'Archivio Notarile di Vellri edito da PaLows 2001: 84, © Acs, Direz. Gen. AABBAA, Ill vers, II pare, b. 62, fasc. 1. Relazione P. Di Tucci del 22 febbraio 1895 (* . luogo ove è avvenuto il rinvenimento è l'antica vigna dei Borgia"); Di Tuoci 1885: 47; Βεζεκ ‘Wacee 1913: 403; ScunerneR Graziosi 1913: 226 nota 2 con riferimento alla necropoli; CRESSEDI 1953: 47 conira l'dentificezione nelle mura; ‘Fowassern 1979: 415. ‘© PaLons 2001: 84-87 sulle vicende del Casino al civico n. 49, ‘0 Attualmente è visibile quasi al cento del giardino riutilizzato come foriera 669

— fr. di colonnina liscia in marmo bianco con collarino (al. max. m 0,72; diam 16,5; alt collarino m 0,03). — fr di colonna liscia in granito rosa (alt. max. m 0,54; diam. m. 032) — lastra in marmo bianco con iscrizione, murata sul lato orientale della casa (m 0,50 x 0.40) (Fig. 405): D(is) M(anibus) / LL?) Saturnio: Herlmer() patri- L'Satulrnius Hermes: belne: merenti fecit

Non mi sembra possa rintracciarsi l'originaria provenienza dei materiali fatta eccezione per l'iscrizione, rinvenuta a Le Castella nel 1900 e successivamente ritenuta irreperibile (n. 1638) 782*. MATERIALE SPORADICO Via del Mattatoio

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di bipedale con bollo dei praedia Liciniana, da via del Mattatoio™, 783. AREA DI FRR. FrrTILI m 308 s.l.m. Via V. Marandola

Quasi al termine di via V. Marandola, subito prima che questa raggiunga V. le Oberdan, circa m 270 a sud di P.ta Napoletana, resta una stretta striscia di terreno inedificata, che costeggia il lato settentrionale della via. L'area, antistante un grosso condominio!”, si allunga per una superficie di mq. 450 circa in leggero declivio verso sud. Malgrado la sua inaccessibilità si notano in superficie molti frr. di tegola, alcuni a impasto arcaico e a impasto chiaro di età tardo arcaica/alto repubblicana, più numerosi a impasto rosso di età romana, scaglie di selce di piccole dimensioni e diversi frr, generalmente piccoli, di comune da fuoco™, Le caratteristiche dell’affioramento (delimitato arüficialmente e costituito da materiali databili solo in maniera generica) pur precludendo la possibilità di una sua plausibile interpretazione sembrerebbero attestare una frequentazione dell’area, presumibilmente, nel corso dell’età arcaica e della successiva età romana. 784. MATERIALE SPORADICO m 300 s.l.m. V. le Oberdan

La pulizia della scarpata che delimita il parco di Villa Donata, sul lato occidentale di v. le Oberdan, circa m 450 a δ Caescenzi 1981: 128, 149, 178: Ceccarini 20019: 167 n. 2287 su bipedale © IL condominio corrisponde al civico n. 1 di via dei Cavalieri di Vittorio Veneto, ove non mi è stato possibile accedere. ‘© Diversi fc sono scivoati fuori dall recinzione lungo cigliodi via Marandola. La presenza di ἔτ. ὃ ben evidente anche dall'esterno, malgrado l'area sia parzialmente invasa anche da immondizie, Resta più difcle stalie se materiali si trovino n situ, se a terr sia quell istante dai avori di costruzione del palazzo, peraltro non recentissimi o se si rat addrttura di terreno di riporto. ‘ La proprietà corrisponde ora αἱ civic in. 150-152. L'area del parco, peraltro con fondo sporco, non èrisulta accessibile. Il materiale si nota sia n sezione nella bassa scarpata, che scivolato lungo il bordo dell recinzione. 670

sud di P. ta Napoletana, ha evidenziato la presenzadi una discreta quantità di frr. di tegole perlopiù a impasto tardo arcaico, rari a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana e impasto rosato di età romana, oltre a scaglie di selce, frr. di ceramica a impasto chiaro sabbioso, diversi piccoli fr. di comune da fuoco e più rari di anfore®. L'esiguità dell'affioramento, riferibile ad una frequentazione dell’area in età arcaica e successivamente romana, unitamente all'impossibilità di perlustrare estesamente il settore retrostante il luogo del rinvenimento, sembrerebbero impedire una sua interpretazione funzionale attendibile. Tuttavia la relativa vicinanza all’affioramento di via Marandola (n. 783), anche in considerazione delle carattest che morfologiche dell’area, in declivio verso sud, forse, potrebbero indiziare una loro interrelazione. Impesto chiaro-sabbioso — Mfr di orlo e parete decorata con cordone plastico orizzontale pertinentea bacino tipo Quilici, Quilici Gigli 1993,da Ficulea, sito 192, tav. LXXIV, 12 diffuso già nel VI e soprattutto nel V sec. d.C.**, assimilabile anche al tipo Enei 1993, 16.361, attestato in contest certi in età tardo arcaica®"(Tav. XX, 4) Comune da fuoco 2 fi di parete pertinenti a forme non id Anfore = 1 fr di parete di produzione non id. 785. AREA DI FRR. FITTILI m 287 s.l.m. Via dei Bastioni

Immediatamente al di fuori del paese di Velletri, lungo il versante sud-occidentale”, rimane una vasta area inedifica ta ed incolta, delimitata sul lato occidentale da via dei Bastioni e su quello meridionale da una zona intensamente edificata, la quale gode di una vasta apertura da nord, verso l’Artemisio, verso sud fino al litorale“ (Fig. 406). Nel terreno in leggero declivio verso sud-ovest, benché la visibilità sia piuttosto ridotta*, affiorano in alta concentrazione, su una superficie di mq. 8000 circa, molte scaglie di selce di medie e grandi dimensioni oltre ad alcuni blocchi di peperino spezzati, cubilia in selce (cm 6 x 5,5), molte tessere di mosaico nere di medie e grandi dimensioni, fr. di vicoite, lastrine di rivestimento in serpentino (spess. cm 1,3), molti frr di tegole c coppi a impasto arcaico e tardo-arcaico (Tav. IV, 4), 2» Quia, Quac Grau 1993: 205-206, "Ev 1993: 120 ta. 36. ©” L'area appartiene morfologicamente alle pendici sud-occidentai del colle su cui sorge il centro citadin il quale scende in questo settore con pendenza abbastanza modesta, almeno nella prima pare, fino al fosso dell'Acqua Lucia proprio all'altezza del punto in cui si riunisce coni fosso di Ponte Veloce a formare il fosso di Farina. © L'arca è stata interessata negli anni Novanta del Novecento da lavori, incompiuti, per l'apertura di una viabilità che hanno tagliato longitudinalmente isto. +L'arca è invasa da erbacce ed udlizzata anche perlo scarico di im mondizi i vaio genere.

Fig. 406. Via dei Bastioni. Area di frr. fili (n. 785).

meno a impasto chiaro sabbioso e arancio (Tav. IV, 5) di età tardo arcaica-alto repubblicana, diversi frr. di tegole e coppi a impasto rosae chiaro (Tav. IV, 6) di età romana, rari frr. di tbli fiti a impasto rosso, fi di dolio a impasto rosso di età romana, alcuni frr. di ceramica a impasto, pochissimi a impasto chiaro-sabbioso, pochi di vernice nera e sigillata italica, in quantità maggiore di sigillata africana e africana da fuoco, di Ceramica comune, soprattutto da fuoco, e moltissimi di anfore. La maggiore concentrazione di materiale si nota a partire dal ciglio sud-occidentale della strada mai aperta, che taglia. quasi centralmente l'area, nel settore meridionale della terrazza la quale si affaccia ora verso ovest su alta scarpata arüficiale creata anche a seguito dei lavori di edificazione della parte sottostante? Pochi materiali si notano anche in sezione nella scarpata che costeggia il lato a monte di via dei Bastioni, di fronte al lotto inutilizzato, al di sotto della zona edificata nell'ultimo trentennio, la quale risulta ora irricognibile. È ipotizzabile la frequentazione dell'area durante l'età del Ferro (abitato? area funeraria?) e quindi in età orientalizzante, e nel corso del VI secolo a. C. la presenza una casa/fattoria in uso fino alla metà del V secolo a. C. e successivamente, presumibilmente nel corso del II secolo a. C., una villa utilizzata fino ad almeno tatto ἢ IV secolo d. C. Impasto protostorico ~ | fr. di olo appiattito pertinentea boccale monoansato realizzato a mano, impasto poco depurato, superfici steccate, riferibile a ^ Verso il margine sud-occidentale i fi: si notano fin lungo la recinzione dei palazzi che sorgono immediatamente al di sotto dell’area. ‘= Βιεττι SeSTieR 1985: 162.

fuse di cultura laziale IIA confrontabile con il tipo Bietti Sestieri 1985, fig. 131, 94. (Tav. XX, 5). — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. di impasto bruno sottile con superficie esterna lisciata, decorata con bugna plastica. Realizzato a mano con probabile aiuto del tornio ento, genericamente riferibile all'età del Ferro. Impasto grezzo ~ 1 fi. di parete pertinente a forma chiusa decorato con bugna plastica di piccole dimensioni. I! ft, probabilmente pertinente ad olla non id., trova un confronto generico, considerata la sua esigui tà, con un esemplare da Sairicum pertinente ad un'olla cilindro ovoide, forma databile dall'età del ferro a età arcaica^. = I fr di orlo pertinente aolla, tipo Carafa 1995, 377, presente ‘a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 530-4754450 a.C. Il tipo sembra essere attestato anche nei siti dell'Etruria meridionale®® (Tav. XX, 6). = 2 fi: pertinenti e congiunti di coperchio con orl ἃ litllo ester no arrotondato. Vasca profonda e pareti rette confrontabile con Carafa 1995, 517, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino dal 650-630 al 500 a. C., oltre che a Crustumeriun?® (Tav. XX, 7). — 3 frt. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr. di parete carenata pertinentea forma non id. - 1 fr. di fondo a disco pertinente a olla non id. di grandi dimensoni. Impasto rosso = fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. 20 MansianT Κιξιβκινκἢ, 1992: 89-90, 195 n. 1917, 307 fig. i CARAFA 1995: 154-155fig κα Canara 1995: 191 fig, 193. 6n

~ fi di parete pertinente a pithos non id, riferibile a età orientalizzante. — 1 fr di parete di impasto rosso ingobbiato pertinente a forma non id, riferibile a età orientalizzante. — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. ingobbiata esternamente, riferibile a età orientalizzante. — 1 fi. di parete pertinente a forma aperta non id. ingobbiata e steccata esternamente, riferibile a età orientalizzante. — 1 fi. di fondo a disco e di parete pertinente a forma chiusa (ol127) non id. Impasto chiaro-sabbioso lo a fascia piena e parete pertinente a bacino tipo Gigli 193, da Ficulea, sito 192, tav. LXXIV, 14, dif fuso forse già nel VI e soprattutto nel V sec. a.C.^*, confrontabile con il tipo Lambrecths 1989, fig. 53, 550, attestato in contesti di IV sec. aC (Tav. XXI, 1) Vernice nera — 1 fx di orlo e parete di patera tipo Morel 1994, 2812b1 gruppo di Nikia-Ion, produzione essenzialmente della Catalogna, databile verso la seconda metà del IL 0 inizi del I sec. a.C. — 1 fr di orlo indistintoe leggermente rientrante di coppa emisferica tipo Morel 1994, 2783 h-Bernardini 1986, tav. VIII, 107, prodottain Italia centrale dall'atelier des petites estampilles. — 1 fr. di fondo ad anello pertinente a forma chiusa non id. — 1 fidi fondo a disco con piccolo toro pertinente a forma non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillat italica. —4 frr di parete pertinenti a forme non idd. — | fr di parete sigillata tardo-italica con decorazione a rilievo. (colonnette ?) pertinente a forma non id. Paret sottili —3 frr di parete pertinentia forme non idd. Sigillata africana. = 1 fr. di orlo di coppa con lobo liscio tipo Lamboglia 1 c-Hayes 8B, in produzione A”, databile αἱ ΠῚ sec. d.C — 2 fir. pertinenti ma non congiunti di orlo indistinto e affusolato con parete svasata di scodella, tipo Lamboglia 40 bis=Hayes SOA, nn. 1-45, in produzione C', databile alla prima metà del IIT sec. d.C. —1 ft di fondo con piede atrofizzato di scodella tipo Lamboglia 40 biscHayes 50 A, nn. 1-45, in produzione C^, databile alla prima metà del II sec. d.C. = 1 fr. di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3a=Hayes t Qui, QuILICI Grout 1993: 205-206. + Lausezcrus 1989: 201-202. = Morti 1994: 227, pl. 75. 2" Monti 1994: 223,pl 72; ReananDI 1986: 53. Atlante I: 26, tav. XIV, 7. ^ Atlante: 65, ta XXVIII, 10. Hayes data ipo trail 290/40 ei 325 d.C. ^ Atlante: 65, tav. XXVIIL 10. Hayes data i tipo wail 23040e il 32540. 2 Atlante I: 32, tav. XVI,8. Hayes detail ipo alla med del Ise. d.C. Atlante I: 119-120,tav. LIV,7. ‘Atlante T: 217, tv. CVE, 10. Hayes introduce i tipo tra e forme in sigillata africana di produzione A. La diffusione del tipo m ceramica ἃ pati ma cencrognola ca vernice tipoA, sembra esaurirsi verso la metàdel sec. 672

14A, nn. 1, 4-5, in produzione A*, databile dalla fine del I alla fine del I sec. d.C. = 1 fr di orlo a tesa, a sezione triangolare leggermente ingrossato e pendente verso il basso con due scanalature sulla superficie superiore, di piatto tipo Hayes 60, n. 3, in produzione D', databile tra la metà ela fine del IV sec. d.C. — 2 fiv. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione databile dalla fine del IT alla fine II sec. d.C. Africana da cucina. = 1 ft. di oro rilevato internamente con patina cenererognola e parete polita a bande all'esterno e ingobbio interno, di casseruola tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestatotra la prima metà del Il © la fine del IV-inizi del V sec. d.C. = fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e annecon ingobbio esterno, tipo Ostia III, 332-Hayes 196, n. 1**, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del II sec. d.C. — 4 fir. di parete striata esternamente di casseruola non idd. Comune da mensae da dispensa — 1 fr. di orlo ingrossato pertinentea brocca tipo Pohl 1978, fig, 106, 886, attestato in contesti di età claudia". — 1 fi di parete decorata da una leggera solcatura esterna, perti nente a forma non id. probabilmente di età repubblicana. — |f. di piede ad anello pertinente a forma non id. — 1 fr di piede ad anello di catino non id. - 1 fi: di ansa a bastoncello a sezione sub- circolare pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro insellata pertinente a forma non id. — 1 δ: di parete pertinente a forma chiusa non id. — 13 fir di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 ft di bordo ingrossatoa profilo triangolare pertinentea coperchio tipo Carta 1978, fig. 131, 254, attestato in contesti di età troianea*". — 1 fr di orlo di olla leggermente estroflesso e modanato alT'esterno tipo Dyson 1976, fig. 3, CF35 attestato n contesti databilitrail 275 eil 150a C." — I fr di bordo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1835, attestato in contest di età claudia". = 1 fr. di orlo ingrossato esternamente pertinente a olla tipo Duncan 1965, form 388, fig. 12, A 86, attestato in contesti databil trail 150/100 e 1" 1 ac. — 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. XIII, 5, datato tra il II scc. a.C. e la fine del sec. d C. —1 fr. di orlo pertinente a olla di grandi dimensioni tipo Dyson. 1976, fig. 9, FG 42, databile intorno al 200 a.C. — 1 fr di fondo piatto di oa non id — 1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id. dC: cf AguaRoD Ora: 1991: 269 figg. 66-67, 326-327, la quale distingue iltipo in più varianti. ^ Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Cfi AGUAROD Orat 1991: 247-248 fig. 45 na, 3-6,46, 47 nn. 13, 305-307, la quae distingue ἢ tipo n più varianti Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. 4° Pon 1978 [1987]: 273-274 dallo strato VI. 4 Canta 1978 [1987]: 131-132 dall strato IV. 9 Dyson 1976: 27. ^" Pout. 1978 [1987]: 298-299 dallo strato VI. o Duncan 1965: 157, 164. e Ouest 2003: 85, ^ Dysow 1976: 45,

— = — —

4 frr di fondo appiattito pertinenti a forme non idd. 1 fr di ansa a nastro pertinentea forma non id. 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. 90 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore = fr, di orloe 1 fr. di collo pertinenti a Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione gallica, databile dalla fine del I sec. a.C. alla fine del I sec. d.C — 1 fr. di ansa a doppio bastoncello pertinente a Dressel 2/4 anfora vinaria, di produzione campana, databile tra il 70/60 a.C. e gli inizi del ΠῚ sec. d.C. = 1 ft. di collo, con parte dell'orlo e attacco delle anse di Keay XXV, anfora cilindrica del basso impero, da garum di produzione africana, diffusa tra l'inizio del IV sec. e il 450 circa d.C." — f di parete pertinentead Haltern 70, anfora betica peril trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino”, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec ace, = 1 fr di puntale di Agora F 65/66, anfora monoansata ell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. a.C. e la fine del IV sec. ace ~ 1 fr di ansa di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 145/135 e il 10 a, C^, = 1 puntale assimilabile a Dressel 6A“, anfora vinaria di produzione adriatica, databile dalla seconda metà del I sec. a. C. al I sec. d.C. = 3 fm. di parete di produzione nord-africana, pertinenti Africana Lo Africana II, anfore olearie tunisine diffuse tra la prima e la media età imperiale. = | ἄν di puntalee 1 fi di parete di produzione vesuviana, assimilabile a Dressel 1, databiledal 145/135 al 10 a. C. = 1 fr di spalla con attacco d'ansa di produzione orientale. — 6 fr. di parete di produzione tirrenica. — | fr. di parete di produzione orientale. — 3 fi. i parete di produzione africana. — 2 frr di parete di produzione spagnola. — 3 fir di parete di produzione egeo-orientale. = 1 fr. di parete di produzione vesuviana, — 1 fr. di parete pertinentea anfora betica da garum. — 4 fir di parete di produzione tirrenica. ~ 10 fi. di parete di produzioni non idd.

786. AREA DIFRR. FITTILI m 253 s.l.m. Via delle Fosse

Ai piedi di Colle S. Giovani si alza sul lato meridionale della SP. 8/f via di Rioli una modesta altura, stretta nella confluenza tra i fossi di S. Anatolia e Ponte Veloce, e dominata a est dal centro di Velletri. La sommità è occupata da un'antica torre di guardia dei Borgia”, mentre parte delle pendici meridionali, fatta eccezione per la zona più bassa, è occupata da edilizia privata con ristretti spazi a coltura. Nel terreno ad oliveto che si allarga alla base delle pendici, quasi in piano tra i due fossi, affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 1800 circa, con un nucleo di maggiore presenza nel settore più basso, delimitato dal fosso di S. Anatolia, nella parte orientale del versante”, oltre a scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, molti frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, diversi di tegole e coppi a impasto arcaico, pochi di impasto chiaro sabbioso riferibili a materiaJe edilizio o forme vascolari e, in percentuale inferiore, frr. di materiale edilizio a impasto perlopiù rosso, pochi chiaro e rosato, di età romana, frr. di dolio arcaico, fr. di cerami ca a impasto, di comune da fuoco e anfore, pochi di verni ce nera. L'affioramento appare riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso del ΠῚ s colo a. C. si è impiantato un edificio rustico in uso probabil mente fino alla fine del I secolo a.C. Impasto grezzo. = 1 fr. di orlo pertinente a bacino tipo Ἐπεὶ 1993, 21.583, atte stato in ambito cerit in età arcaica^" = | fr di orlo pertinente a forma non id. (bacino?) Vernice nera = 1 fr di parete pertinente a forma non id. = 1 fi. di orlo pertinente a forma non id.

ΟῚ fr di orlo di casseruola da fuoco invetriata tipo Vetralla

Comune da fuoco τὶ fr. di bordodi coperchio tipo Olcese 2003, tav. XIX, 3, attestato in contesti compresi trail IT e i I sec. a.C. = 1 f di bordo di coperchio tipo Carta 1978, fig. 68, 47, attestato in contesti databili alla seconda metà del ΠῚ sec. a.C ^ — | fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. = 14 fri di parete pertinenti a forme non idd.

Vd, 361 nota 4032. ^» Tow 1986: 146, 246; Luvsmmname 1989: 118-123; Βεκπιλυιτ 1991; Besruccen 1992: 131-134; Bexruavtr 1997; RAscALOU 2000. © Laurxummita 1985: 316. #9 Và. 361 nota 4032. ^ Rizzo, Caron, COSTANTINI, Gar, PENTIRICCL, Muxz 2004: 78 tab. 6 SeaLey 1985, pp. 62-6. 1% L'esemplare pit antico stato rinvenuto nel relitto della Mandrague de Giens del 60-50 aC. (Tct 1986. 142). ^" Vd. 373 note 4076, 4077, 4078. ^: Vd, 331 note 3891, 3892, 3893. 10 Teena 1986: 129-133,

00 PANELLA 1989: 147. © La torre, recentemente restaurata riadattata ad abitazione privata, ἃ riportata nella Carta topografica della città di Vellri, del 1872 (ASR, Disegni e piante, coll. I, ca. 125,n. 19: “Torretta") ‘= L'affioramento sembra concentrarsi proprio alla base delle pendici mentre risalendo i fr. compaiono sempre pit sporadicamente. Non sembra quindi un'area di scivolamento da riferire alla sommità sebbene limpossibilità, peri diniego del proprietari, di visitare il piccolo appezzamento a vigna immediatamente al di sotto della tore e separato da questo Terreno da un'area occupata da abitazione con annessi, non permetta di escludert. * Ext 1993: 117 tax. 33. = LCESE 2005: 89. μα Cats 1978 [1987]: 56, 60 dal settore VII, strato B2.

Invetriata medievale — 1 fi di ansa probabilmente pertinente a brocca in sparsed wa-

673

789. BasoLi m 289 s.Lmi. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli

All’interno di una proprietà sul Tato settentrionale della via di Rioli, quasi all'altezza dell'incrocio per via S. Eurosia sono accatastati, alla base della balza tufacea immediatamente alle spalle dell'abitazione, almeno diciotto grossi basoli in selce“ (Fig. 407). 1 basoli devono riferirsi al tracciato della cd. via di Rioli, dall’Appia antica (G) a est del castello di S. Gennaro, per Velletri (D.

Fig. 407. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli. Basoli (n. 789). Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di paretedi produzione africana. — fr. di parete di produzione non id. Opus doliare — 3 fr. di parete in impasto arcaico. 787. BasoLi m 310 s.Lm. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli

All'interno del giardino di una proprietà, sul lato ovest della strada vicinale che si stacca dalla via di Rioli salendo verso nord, sono accatastati circa quattordici basoli in selce di grandi e medie dimensioni, ed almeno un elemento riferibile alla crepidine, anch'esso in selce. I basoli devono riferirsi al tracciato della cd. via di Rioli, dall’ Appia antica (G) a est del castello di S. Gennaro, per Velletri Q). 788. BasoLi m 304 s.Lm. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli

Nel giardino di una proprietà sulla terrazza che costeggia il lato settentrionale della via di Rioli, sono conservati sei grossi basoli in selce? 1 basoli devono riferirsi al tracciato della cd. via di Rioli, dall’Appia antica (G) a est del castello di S. Gennaro, per Velletri (D. 9 A detta del proprietario al civico n. 12, sono sati trovai în sit a breve distanza da lato settentrionale della provinciale, nel 2001 nel corso dei lavori di rifacimento della stadadi accesso. "^ La proprietà corrisponde al civico n. 142. ^^ La proprietà corrisponde al civico n. 184. area pianeggiante, anti stante l'abitazione, che costeggia la strada, adibita a pascolo. Alle spalle si alza immediatamente la paetetufacea, tagliata e regolarizzata, È probabile che i basoli provengano all'area in piano, per bonificarlae renderla quindi 674

790. AREA DI FRR. FITTILI m 285-283 s.Lm. Colli Rioli - Via Redina Pennacchi

Sul lato nord-occidentale di via Redina Pennacchi, nel tratto compreso tra la SP. 8/f via di Rioli e l’attraversamento della ferrovia Roma-Napoli, un’alta scarpata delimita sui Iati est e sud una terrazza aperta a sud-est, immediatamente al di sopra del fosso di Paganica®, Nella sezione esposta che costeggia la strada affiorano diversi frr. di tegole sia a impasto arcaico che rosato di età romana, ed alcuni piccoli frr. di anfore, Nel terreno ad orto immediatamente al di sopra della scarpata”, su una superficie di mq. 2000 circa sono presenti, in concentrazione medio-alta, frr di tegole a impasto arcaico, più rari a impasto chiaro e rosato di età repubblicana, più numerosi, tra cui anche frr. di coppo, a impasto rosa echiaro di età romana, poche scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, moltissime tessere di mosaico nere di piccole e medie dimensioni, frr. di dolio e ceramica a impasto, frr. di sigillata africana, comune da fuoco e anfore. L'affioramento all'estremità orientale del sistema collinare sul quale è la cisterna con i resti nella vecchia villa Marinetti (nn. 791-797), è presumibilmente riferibile alla medesima casa/fattoria di età arcaicae al successivo impianto residenziale di età repubblicana/tardo-imperiale. Impasto grezzo -2 frr di parete pertinenti ἃ forme chiuse non idd. = 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id. Sigillata africana = | fi. di parete pertinente a forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C. — 1 fr. i parete pertinente a forma non id, in produzione non id. Comune da fuoco — 1 fr di ansa costolata pertinente olla ansata non id idoneaal pascolo. Proprio da qui dovrebbero venie i basoli fat trasportare a Castro Ginnett (n. 1403). ^*^ L'arca della ter az a, al cui centro resta un vecchio edificio, è ora occupata da diverse abitazioni private sorte di recente. Non è sato possibiJe avvicinarmi all'edificio e constatare l'eventuale riutilizzo di materiali o Ja presenza di tati di muratura antica. ‘i tratta dell'unico settore al momento rcognibile

= 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. XIII, 4, datato tra il ILsec. a.C. e la fine del Lec. d.C. — 11 frr. di parete pertinenti forme non idd. Anfore = 1 fr di ansa a bastoncello del tipo Dressel 2/4, anfora vinaria, databile rail 70/60 a.C. egli inizi del ΠῚ sec. d.C." di produzione campana. — 1 fr. di spalla con attacco di ansa di Dressel 1, anfora vinaria. di produzione campana, diffusa ra il 145/135 e il 10 ἃ. C^". ~3 fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di paretedi produzione africana. — ft di parete di produzione non id

breve orientale. Questo lato è visibile all'esterno per m 1,60 circa di altezza in prossimità dell'angolo sud-orientale, nel punto in cui un'apertura moderna consente l'accesso al momumento. Sempre lungo questo lato, quasi all'angolo opposto, nord-orientale, il muro, maggiormente interrato e visibile per soli m 1 di altezza, presenta un'altra lacuna. Oltre al varco in prossimità dell'angolo sud-orientale, esiste un'altra. apertura al centro della navata settentrionale, sul lato occidentale (Fig. 410). Il rifacimento degli stipiti e la sua tampomatura con un muro moderno non consentono di stabilire con certezza se si tratti o meno di un accesso originale". Funzionali all'approvvigionamento della cisterna oltre che

Ceramica Vetralla — 1 fr di ansa a nastro pertinente forma non id. Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico.

791-797. VILLA m 294-285 s.l.m. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli. Via Pedica dell’Olmo. Via delle Querce. 791. Cisterna. Lungo il lato meridionale della via di Rioli, m 200 circa ad est del bivio per la Stazione di S. Eurosia, m 100 circa dalla strada", resta una grande cisterna" (Fig. 408). Nonostante, attualmente, risulti quasi interamente copertada rovi lungo i lati occidentale e meridionale, il suo stato di conservazione, seppure nel complesso discreto, è minacciato dagli apparati radicali degli alberi, che hanno provocato, in almeno quattro punti, lesioni nella volta e, conseguentemente, la caduta di grandi quantità di terra all’interno*®. La cisterna, a pianta rettangolare (m 35,50 x 17,70 circa) è costruita sul declivio del terreno, così da avere illato lungo settentrionale e quello breve occidentale al di sotto del piano di campagna. L'altezza max. di m 3,90 circa, rilevabile al momento, non deve essere di molto inferiore a quella anti-

cai, È suddivisa longitudinalmente in quattro navate, larghe m 3,60 circa quelle centrali e m 3,40 le due esterne, comunicanti attraverso tredici aperture ad arcata, larghe m 1,40/1,60, scandite su ogni navata da dodici pilastri quadrangolari larghi tram 1,15 x 1,15 em 1,30x 1,50e due semipilastri* (Fig. 409). La costruzione, in opera cementizia di scaglie di selce, posata per gettate regolari, appare ora priva anche internamente di rivestimento. Lo spessore dei muri risulta di m 0,90 sul lato lungo meridionale e di m 0,60 su quello

Fig. 408. Colli Rioli - SP. 8/f Via di Rioli. Via Pi l'Olmo. Via delle Querce: posizionamento dei basali (n. 788), delle strutture (nn. 791, 793), del materiale sporadico c delle arcc di fr. (nn. 798-799). (nn. 795-797-800)

^ OLcrss 2003: 85. ipo è considerato una produzione della zona dei Colli Albani Vd, 361 aoa 4032. 10 TeweRxa 1986: 42-47, 126-127; MaxaCORDA 1989: 443 nota 2: Rizz0 2003: 144 nota 14 ‘Si trova nell'unico oto inedificao. nel quale à un oliveto, oltre che qualche pianta di frutto, ottenuto dallo smembramento della vecchia proprie Marinetti, "^^ Teo 1644: 113 © rovinosi edifici .."; Perzer Wacentn 1913: 418419; Nus 1929:9; Chess 1953: 84: οἷς SbaL, Archivio pratiche. ellti. RelazioneB. Marineti sd: Devon 1978: 21, 24 fi. I8; Stat, Ciccorn, Mancato2001: 86-87 scheda B9; Las 2003: 13 fig 3. 5, 133-136.

“© Una parte della struttura antica, all'estremità nord-orientale, ricade ora soto i giardino dll abitazione realizzata nell'atiguo lotto di teτὶ Supponendo un colmo d'acqua fino all'imposta della volt, per un'altezza max. di m 2 risulta una capacità di m' 1260 circa di acqua. *© Le dimensioni de pilas,che varianoda m 1,15 x 1,15, 120 x 1,50, 1,15x 140, 135x 125, 130% 1,50, aumentano leggermente nel fa centrale. ‘TL fatto che alcuni dei proprietari degli alti oti vicini mi abbiano parlato di alcune grote incontrate in occasioni dell scavo per la realizzazione delle fondazioni delle costruzioni potrebbe far pensare che la cisterna, anche considerando la sua disposizione rispetto lla morfologia del terreno, fosse alimentata da una serie di cunicoli. 675

Bnoupagaudu

DOCCE ee SP. 8/f Via di Rioli. Via Pedica dell'Olmo. Via delle Querce. Cisterna: piantae sezioni (p. 791).

Fig. 410. Colli Rioli - SP. &/f Viadi Rioli. Via Pedica dell’Olmo. Via delle Querce. Cisterna, navata settentrionale (n. 791). ‘I contadino, che si occupa ancora della proprietà Marinetti, ricorda che n più occasioni, fresundo ἢ terreno nel punto in cui confina cn Ja prorità inci si trova la cisterna, ha rinvenuto tracce di “muri antichi”. ^ Seat, Archivo pratiche, Vellei, fasc. Vincoli archeologici. Relazione B. Marinetti. d: “Nei lavor di scasso eseguiti per esigenze agricole (cm 8090) sono affiora grandiose pite e tronchi di colonna di epoca romana”. 676

alla sua manutenzione, sono le due aperture chiuse in epoca moderna, sul cervello della volta, lungo la navata settentrionale, quasi alle due estremità. Nel terreno circostante sono presenti fir. di tegole c coppi a impasto chiaro e rosso di età romana, oltre a qualche frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco". 792. Materiale sporadico. In occasione di lavori di scaso, compiuti intorno agli anni Sessanta del Novecento, presumibilmente nei terreni circostanti la cisterna (n. 791), si rivennero alcuni rocchi di colonna e forse, alcuni blocchi parallelepipedi di peperino". 793. Muro di terrazzamento. Nel giardino di un’abitazione sul lato meridionale di via delle Querce, quasi all'estremità sud-orientale della terrazza inferiore, aperta verso sud-est, che dalla via di Rioli scende dolcemente verso sud“, rimane un breve tratto di muro in opera cementizia. «Praz WaaneR 1913: 418, ne ricorda la conservazione per m 3,50. di altezza; ux, Ciccorrt, MANGANELLO 2001: 87 scheda B9. Ringrazio V. Ciccoti, proprietario del villino, corrispondente al civico n. 13 nel cui giardino si conserva la strata anica, per avermi concesso di rilevare le dimensioni e e caratteristiche costruttive.

La struttura, che corre sul ciglio del pianoro, è conservata gole c coppi a impasto arcaico e chiaroe rosato di età romana, per m 2,30 in lunghezza, per un'altezza max. di m 1,50 cir- «fir. di dolia a impasto arcaico, e fi. di ceramica comune. ca Nel terreno affiorano in media concentrazione, a partire 794. Muro di sostruzione. TI Pelzer Wagener, ricorda la dall'area a ridosso della scarpata, su una superficie complespresenza sul ciglio della terrazza superiore, di un breve trat- siva di mq. 3800 circa, oltre ad un maggior numero di scato di muro di sostruzione in opera incerta". glie di selce, anche di grandi dimensioni, fr. di impasto rife795. Materiale sporadico. Sul lato est dell'ingresso alla ribili a materiali edilizio o opera doliare e di tegole e coppi di proprietà immediatamente a nord della cisterna, si trova un età arcaica, rari fr. di tegole a impasto chiaro sabbioso, in occhio di colonna in granito rosa (alt. max. 0,60; diam. m numero maggiore fr. di tegole e coppi a impasto chiaro, ros0,35)". so e rosato di età romana, frr. di ceramica a impasto, di ver796. Materiale sporadico. Nel 1982, nel corso di lavori di nice nera, rari di sigillata italica, africana e africana da cuciscavo, a circa 200 m a sud-est del muro di terrazzamento su na, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. L'affioramento, unitamente a quello sul lato opposto delvia delle Querce (n. 793), sirinvennero numerosi frr. di doliie, la strada (n. 799), è riferibile all'impianto residenziale sul797. Materiale sporadico. Nel giardino della vecchia Paltura soprastante (nn. 791-797). Villa Marinetti, all'estremità sud-orientale dell’altura, lamImpasto grezzo bita sul lato orientale da via S. Eurosia, si conservano di versi materiali antichi: alcuni blocchi in peperino squadrati fr di orlo pertinente presumibilmente c alla, assimilabile al riutilizzati in uno dei vialetti sul lato meridionale altri αἱ tipo~ 1 Attema 1993, tav. LXXXVI,2, attestato a Torrecchia Nuova blocchi frammentati sul retro dell’edificio principale; un ele- tra l'età arcaica e tardo-arcaica* (Tav. XXI, 2). mento in calcare riferibile ad una grossa lastra di rivestimen— 4 frr di parete pertinenti a forme chiuse non id. to; appoggiato all’angolo orientale dell’edificio principale 1 fr. di parete decorato con cordone plastico a sezione subun blocco in calcare trapezoidale (alt. m 0,58; largh. sup. m triangolare arrotondata con andamento orizzontale pertinente a for0,32 x 0,28; largh. inf. m 0,40 x 0,32 con incasso semicirco- ma non id. lare sulla faccia superiore). È ipotizzabile la presenza sulla sommità dell'altura di

una casa/fattoria di età arcaica e successivamente di un'ampia villa, fornita di cisterna, che attraverso l'adeguamento alla morfologia, era presumibilmente articolata su due terrazze di dimensioni differenti, entrambe sostruite verso sud e verso est da muri di terrazzamento (nn. 793-794). Sulla base delle diverse strutture variamente documentatee, soprattutto, dei materiali rinvenuti alla base delle pendici sud-orientali sembrerebbe possibile il riferimento ad un ambito cronologico compreso almeno tra l'età medio repubblicana e certamente il IV, forse il V secolo d.C., esteso su un'area di circa 64.000 mq, 798. AREA DI FRR. FrrTILI m 275-270 s.l.m. SP. 8/f Via di Rioli - Via Pedica dellOlmo

Impasto rosso — 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id.

Vernice nera — 1 fr. di orlo di coppa emisferica tipo Morel 1994, 2783h jemardini 1986, tav. VIII, 106, di produzione regionale dell'ateiers des petites estampilles®. 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. Sigillata italica — 1 fr di parete pertinentea forma aperta non id. Sigillata africana. — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non id, in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C.

Dal lato meridionale della via di Rioli scende verso sudovest via Pedica dell’ Olmo la quale raggiunge una piccola vallata compresa tra altura sulla quale si trova la cistema n. 791 ed un poggio antistante, meno eminente. Sul lato occidentale della strada, nel punto in cui questa piega decisamente verso sud, il terreno coltivato ad orto scende verso ovest fino a una ripida scarpata, mentre a nord è delimitato da un alto muro, modemo, che sostruisce la terrazza soprastente, dove si trovno i resti del muro di terrazzamento (n. 793). Alla base del muro ed in sezione nella parete esposta, si riconoscono molti fr. di te-

‘Africana da cucina. —2 frr di parete pertinenti a forme non ida.

^ Panzer WioNER 1913: 418. ^ La proprietè αἱ civicon.59 di via Rio * Sms, Ciccorri, MANGANELLO 2001: 87 scheda BO. ** L'accesso alla proprietà è al civico n. 1 di via8. Eursia. e Non ὃ stato possibile accede all'interno della villa, dove viene in vece ricordata l'esistenza di un mosaico. I blocchi superstiti misurano: m 1,32 x 046x035max; 108 x 045 x 0.37 max; 079 max. x 043 x 044,

icon un incasso (alt. m 0,02): 042 max. x 0,52 x 045: 0,68 max. x 045 x 037 ** Arma 1993: 1, 204-206; specialmente II, 360,472. 0 Morti 1994: 223,pl. 72; Breunpnu 1986: 53. ^" Po. 1978 [1987]: 286, 288 dallo strato VI

Comune da mensa e da dispensa = 10 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — | fr di orlo pertinente a olla ansata tipo Pohl 1978, fig. 110, 1577, attestato in contesti di età claudia.

on

gole sia a impasto arcaico che chiaro di età romana, fr. di vernice nera, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. L'affioramento, unitamente a quello n. 798, è riferibile all'impianto residenziale sullaltura soprastante (nn. 791-797). Impasto grezzo — 1 fr di parete di forma aperta non id. con risega sulla parete esterna. — 2 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera = 1 f di orlo pendente non id.

Fig. 411. Colli Rol Via Pedica dell Olmo. Antefiss (n. 800). = 1 fri bordo di coperchio tipo Ostia I, 514, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C... = | fi. di orlo i olla tipo Duncan 1965, form 38b, fig. 12, A95, attestato in contesti databili trail 150/100 e il 1 a.C. — | fr. di orlo ingrossato e leggermente estroflesso pertinente probabilmente a olla non id. — 1 fr di piccola ansa pertinente aolletta ansata non id. = 1 fr. di fondo a disco pertinente a olla non id. — 20 frr di parete pertinentia forme non idd. Anfore — 1 fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del IL, inizi del II sec, d.C. - fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione lusitana. — 5 frr di parete di produzioni non id. Opus doliare — 2 frr di parete di impasto arcaico.

Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di coperchio tipo Osta Il 513, attestato in conteiuati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80.90 d.C.)*®. — 18 fiv. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 4 frr. di parete di produzione tirrenica —5 fr di parete di produzioni non idd. 800. MATERIALE SPORADICO m 271 s.l.m. Colli Rioli - Via Pedica dell’Olmo

Nei pressi di un'abitazione al termine di via Pedica dell’Olmo si conservano due blocchi squadrati in peperino (m 0,60 x 0,50 x 0,45; 0,58 x 0,50 x 0,43), mentre un'antefissa fttile (cm 18 x 15) è murata in una delle pareti sul lato estemo®” (Fig. 411). 1 materiali sono presumibilmente da riferire all'impianto rustico-residenziale di età repubblicana/tardo-imperiale attestato nel colle immediatamente a nord-ovest (nn. 791-797, 798-799)

Nel terreno quasi in piano e occupato da vigneto, a nord dî via Pedica dell’Olmo, la quale la divide dall'affioramento sul lato opposto (n. 798), si notano in media concentrazione su un’area di mq. 1000 circa“, oltre a poche scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr, generalmente piccoli, di te-

Fittili non vascolari — Mis di antefissa con maschera con alto onkos. Argilia nocciola chiara con numerosi inclusi, Si conserva esclusivamente la parte centrale con un'abrasione in corrispondenza del naso. Alt. cm 18; largh. cm 154". Similitudini sono ravvisabili, oltre che in altri generi artistici a partire dalla pittura, con alcuni esemplari al Museo Nazionale Romano (n gran parte provenienti da Castelporziano e, soprattutto, dal Tevere)", altri a Copenhagen*”, uno al Museo Civico archeologico del teatro romano a Verona^*, in particolare

© OstaV: 101, 260-261, tav. XXVIII ^ Duncan 1965: 157, 165. © Và, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. "^I vignetoè piuttosto vecchio e lo stato archeologico risulta partico. larmente consunto. "Osta I: 101, 260-261, tav. XXVIII «L'abitazione corrisponde αἱ civico n.8 ^" La sistemazione attuale de f non consente presumibilmente ilevare con precisione, oltre naturalmente allo spessore, lunghezza ed altezza. Ben rilevabile la maschera teatrale che presenta un'alta parrucca a trecci

ne vertical che scendono a coprire la fronte e le orecchie, lungo le got. Gli occhi sono spalaneat,con e pupille,incavate, sotolineate da un'incisione, il naso presumibilmente piutosto largo e la bocca aperta. + Pusat 1983 in Pensanene, Sanzi Di Mio 1983: 300-302 mn. 928-933 ipo 228,1 (antefisse con palmetta a nove lobi con spirali volte all'interno tranne i due inferiori e maschera con alto onkos; PENSABENE, Siszi DI Maso 1983: tav. CXLI n. 928. 4 Barrressrem 1941: 99 nn, 943-044; Mi&LSCK 1971: 41 n.67. αι STRAZZULLA 1987: 392 n. 4760 ταν. IV riferibile al tipo IX A 1, ipotizza che possa essere stato ricavato " direttamente da una matrice im-

799. AREA DI FR. FITTILI m 275 s.Lm. SP. 8/f Via di Rioli - Via Pedica dell’Olmo

678

con quello al Museo archeologico di Velletri, da Le Macere, Artena'** e con un altro nell'area della villa in Toc. Convento delle Monache, nell'agro tuscolano*. Databile in età augustea-prima età giulio-claudia. 8015. MATERIALE SPORADICO Colli Rioli

Nel corso di lavori agricoli realizzati nella proprietà Cedroni, lungo la SP. 8/f via di Rioli, nel 1987, è stato recuperato il bollo, circolare, frammentario”: 802". MATERIALE SPORADICO Cd. RisoLI Il Teoli ricorda il rinvenimento nella cd. Risoli, anteriormente alla seconda metà del Seicento, dell’iscrizione frammentaria CIL X, 6567, irreperibile”. Il Cardinali ricorda il rinvenimento delle rr. 8-11 nella vigna di V. Petrini a le Quattro Vasche*”: L. Malrio] / L. fil- - - / MaxLimo] / Aure-

[liano] 1 fetifali] / bis cotls(uli] / pro co(n)fs(uli)) 1 Asilae] / pro cols - - -] / Afri[cae] / urlbils p[raeftecto)] / patrono]. 803". MATERIALE SPORADICO “Rioli”

II Teoli ricorda il rinvenimento a Rioli di un sarcofago di marmo decorato a bassorilievo"™. 804. AREA DI FRR. FITTILI m 290 s.l.m. C.le di S. Eurosia - Via dei Pini Rioli

In bassa concentrazione su una superficie di mq. 1000 circa a partire dalla zona più alta fino al termine della proprietà“, si riconoscono piccoli frr. pertinenti a materiale edilizio o forme vascolari a impasto arcaico, rari a impasto chiaro di età repubblicana e rarissimi a impasto chiaro-sabbioso, oltre a frr. di comune da fuocoe anfore. L’affioramento, anche in considerazioni delle propizie caratteristiche morfologiche dell’area, sembrerebbe indiziare la presenza, nell'area sommitale immediatamente a nord, di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale presumibilmente nel corso della media età repubblicana si è sviluppata una piccola struttura rustica in uso almeno fino alla fine dell'età tardo-repubblicana, forse in quella primo-imperiale. Impasto grezzo — fr di orlo pertinente a ciotola tipo Carafa 1995, 468, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in stratigrafie comprese trail 500 e il 450 a.C." — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 7 frr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore — 1 = 1 = 1 —1

fr. di fr. di fr. di fr di

parte di produzione spagnola. parete di produzione vesuviana. parete di produzione tirrenica. parete di produzione egeo-orientale

805. BASOLI m 286 s.l.m. C. le Ottone Basso

Quasi al termine di via dei Pini Rioli un vigneto si estende sulla terrazza affacciata a sud-est che costeggia il lato orientale della strada. Nel settore occidentale del terreno, prossimo alla strada, il quale scende con modestissima pendenza verso sud ed ἃ delimitato ad est da una scarpata che funge ora da limite di proprietà, affiorano frr. di materiale fitile

Nel prato antistante una vecchia costruzione abbandonata, m 20 circa dal lato occidentale di via Cinelli, poco a sud dell'incrocio con la SP. 8/f via di Rioli, via Colle Ottone e la SP. 95/a via Appia Vecchia, sono accatastati quattro basoli in selce di medie dimensioni. Sono presumibilmente riferibili al tracciato (15) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (1) all'altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (id), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla via Appia antica (G)

porta”. AI medesimo modello, seppure con alcune varianti che le avvcinano più o meno ai prototipi urbani, sono gli esemplari da Este, Padova, Montegrotto, Vicenza ed Asolo (STRAZZULLA 1993: 370-371 nn. 457-458 ti po IX B 1,281 nn. 350-351 tipo IX E 1, 295 n. 367 tipo IX C 1,333n. 414 tipo tipo IX E 3, 383an. 470.471 tipoIX D 1) © CtccARIN, Crescenzi 1989: 107 specialmente 112-113 n. IV.19 e tav. 1 XXXI: cl. CeocaRini 2001: 36; Ceccaama 20012: 62 n. 237. Vax 2003: 300 n. 651, 306 fig. 309 n.9. #0 1 ἔς, che non mi è stato possibile osservare direttamente ma soltante attraverso un calco gentilmente fornitomi daG. Manganello, è conservato nel Magazzino del Museo archeologico di Vele. "^ Toi 164: 101 (“Nella nostra Chiesa di S. Francesco, vi sta seguente Frammento di Marmo scornicciato”); Cariati 1823: 98-99 n. 35; Borcist 1856: 8 n. 5; De Ruocieno 1892: 180 n. 1507; Caessepi 1953: 119n.63: SOUN 1983a:3

+ CarDisaLI 1823: 98.99 n. 38. "Teo 164: 101 (^. Cassa di Marmo fino di bassorilievo, e dentro un'armatura di Corazza d'isquistssime tempra ... hora la conserva il Tenente Gioseppe Cacciarell"). 7 L'arca, occupata immediatamente al di sopra del vigneto da una see di abitazioni che costeggiano la strada, a sud confinacon un altro vigne» 0 che occupa e estreme propaggini dl pianoro. Quest'ultimo settore non è stato ricognito per l'impossibilitàd accedereal fondo: non è quindi escluso. che l'afioramento prosegua anche in quest'area. = Tota lara del pianoroè occupata da proprietà private, al momeno, non sccesibili La morfologia dell are, delimitata da una scarpata art ficiale sul versante occidentale, suggerisce ipoteticamente l'estensione del n Canara 1995: 180-181 fig. κα vecchio edificio corisponde al civico n.6. 679

Sigillata italica ~ 1 fi. di orlo leggermente convesso decorato a rotella, di coppa. troncoconica tipo Conspectus 22.2.1, databile trail 20 aC. e la fine dell'età augustea. = 1 fi. di parete pertinente a forma non id.

Fig. 412. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Materiale litico (n. 806). 806. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 263 s.l.m. SP. 95/a Via Appia Vecchia Immediatamente al di sotto di una piccola altura, in un terreno in parte ad olivi in parte ad arativo che dal lato meri dionale della Appia Vecchia si abbassa con modesta pendenza verso sud, delimitato a est dal corso del fosso Minella, affiorano materiali fittli antichi Nel settore prossimo al fosso, si riconoscono in media concentrazione, su una superficie di mq. 450 circa, frr. di tegole, rare a impasto arcaico, diverse a impasto rosso e chiaro età romana, ceramica comune sia da mensa che da fuoco, pochi frr. di anfore e rari fr. di sigillata italica e africana”. Verso il margine nord-orientale dell’area, su una superficie di mq. 35 circa, sono presenti alcuni materiali litci L'affioramento sembrebbe attestare una frequentazione dell’area nel Paleolitico medio, e successivamente, nel corso dell’età arcaica, l'impianto di una casa/fattoria, sulla quale nella prima età imperiale si è sviluppata una struttura rust co-residenziale in uso fino alla prima metà del II secolo d. C. Livici = 1 incavo clatoniano su scheggia a tallone faccettato, attribuibile al Paleolitico medio-Musteriano (Fig. 412). ΟῚ raschiatoio convesso, patina pesante e alterazioni postdeposizionali atribuibile probabilmente al Musteriano. Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. — 1 f di piede di fornello non id. in impasto tardo arcaico.

Probabilmente l'altra, sula i sommità insisto un'abitazione corrispondente αἱ civico n. 116, è stata modificata rilficialmente con tagli 5 iamen come suggerisce a visione anopica e come sembra conferma te anche a tura ell cave δὲ vello sia sll cartografia IGM 1:2,000 È. ISDIISO ella vata del 1936, sa sul eeoftoprammetico di Genza6,7, 200, rilievo 1994 77 Malgrado a buona visti del fondo i materiale? scarsamente del reso dell'art, fta ecezione perla som presente T aca La noperstzione à ato poti aocedere © cone rii terea occupata dal giardino dell'abitazione, ha dto cito negativo, escludendo l'ipotesi che potesse tari di materiale asino δὰ ur rea di maggiore consistenza. È probabil che l'eventuale rettifica dell'oografa origina sin compromesso la leggibiià del ito, 680

‘Comune da fuoco — 1 fi di orlo di olla a breve tesa a profilo interno rientrante, ti po Dyson 1976, fig. 48, 211-68, attestato in contesti della prima metà del I sec. d.C., in particolare tra età di Caligola e l'inizio det principato di Claudio", — 1 fr. di orlo indistinto pertinentea tegame tipo Pohl 1978, fig. 130,74, attestato in contesti di età claudia”. — 1 f di orlo di coperchio tipo Pohl 1978, fig. 158, 287, atestato in contesti di età adrianea", ~ 1 fi di olo di coperchio non id. — 3 fi di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione africana. = 1 fi di parete di produzione tirrenica. 807. AREA DI FRR, FITTILI m 286 s.Lmn. Via Colle dei Marmi

Quasi al termine di via Colle dei Marmi, m 120 circa prima del bivio con la SP. 95/a via Appia Vecchia, un vigneto che occupa le pendici sud-orientali, caratterizzate da leggerissima pendenza, di una modesta altura sul lato occidentale della strada, restituisce materiale fitile antico”. L’affioramento, parzialmente separato da quello n. 809%, è sparso in media concentrazione su una superficie di mq. 2100 mq. circa benché l’area di maggiore presenza di materiale sia limitata a mq. 900 nel settore nord-orientale del terreno, prossimo a via Colle dei Marmi. Oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni e piccoli frr. di tegole a impasto arcaico e a impasto rosso di età romana si riconoscono anche piccoli frr di lastrine di marmo bianco, frr di ceramica a impasto, rari di vernice nera, africana da fuoco, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. L'affioramento, presumibilmente uno scivolamento verso est di quello sul pianoro (n. 809), sembrebbe riferibile alla casa/fattoria di età arcaica e alla successiva struttura rusticoresidenziale sviluppatasi a partire dalla media età repubblicana, e quindi in età primo e medio imperiale, lambita forse da un diverticolo (12) della via Appia Vecchia/via di Rioli (D ^^ Conspectus:0, tav. 20. Il tipo 22.13 corrisponde genericamente a Goudineas 27. = Dyson 1976: 125. ‘= Pon. 1978 [1987]: 343, 347 dallo stato IV. ^^ Pon 1978 [1987]: 403, 407 dall strato I "^ L'area è compresa tra il ivi peri civici nn. 142-174 e il civico n. 184. L'atura che sie nel. 150 TSO dell IGM in scala 125.000, nella leva ta del 1936 che nella cartografia più recente risulta priva di denominazione (ad esempio Carta tecnica regionale in scala 1:10.000, sezione 388090, 1990), nel F. 150 I SO dell’IGM in scala 1:25 000 nella levatadel 1877,fa pare della dorsale di “Colle Catalano”. ‘© Non ho avuto il permesso di perlustrare la proprietàαἱ civico n. 174, compresa tra la via Appia Vecchia, la traversa su lato occidentale di via Colle dei Marmi ei vigneto nel quale è 'fforamenton. 809

Impasto grezzo — 6 frr di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Sigillata italica = 1 fr di orlo con solcature interne pertinente a forma non id. = 1 f di orlo pertinentea forma non id. — 2 fi. di parete pertinentia forme non idd. Africana da cucina 2 fir di orto di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia TII, 267=Hayes 197^", attestato dalla prima metà del I alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. τι fr. di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato con una ampio spazio tra il labbro e la parete tipo Ostia II, 324% attestato dalla tarda età flavia alla metà del IT sec. d. C. = | fr dirlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia ΠῚ, 332=Hayes 196, n.1%, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. = 1 f di orlo di piatto/coperchio indistinto dalla parete abbastanza spessa tipo Ostia I, 18, artestato nella prima metà del IIL soc. dC. — 1 fr orlo rilevato internamente di casseruola tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestato tra la prima meta del I e la fine del IVinizi del V sec. d.C. = 1 fir. di carena con scanalature esterne di casseruola non id.

— 1 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di ansa di Dressel 2/4 anfora vinaria, di produzione spagnola, diffusa dalla tarda età augustea αἱ sec. d. C." ~ 1 fr di attacco d'ansa di produzione orientale = 10 fi. di parete di produzione africana. —1 fi. di pareto di produzione tirrenica.

808. VILLA SP. 95/a Via Appia Vecchia. Sul lato settentrionale della via Appia Vecchia, ad ovest del ponte delle Tre Armi, il Lanciani segnala l'esistenza di una “villa”. 809. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 280-270 slm. SP. 95/a Via Appia Vecchia - Via Colle dei Marmi

= 1 f di orl di coperchio arrotondato tipo Ostia II, 5154, attestato in contesti datati all'età flavia, probebilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C) — 1 fi. di coperchio dell'oro a tesa tipo Carta 1978, fi. 131, 25447, attestato in contest i età raianea. - 1 fr di oro di lla po Olcese 2003, tav. XII,4, datato tra i sec. aC. e la fine del soc. d C". —1 fr di orlo di coperchio non id.

Alle pendici di una piccola altura che sale dal lato settentrionale di una traversa di via Colle dei Marmi*® si allarga un’ampia terrazza, affacciata a sud sulla sottostante via Appia Vecchia con un'alta e ripida scarpata". L'area è occupata al margine occidentale da un piccolo vigneto di vecchio impianto, da una zona centrale incolta prospiciente un vecchio edificio rustico abbandonato e per la maggior parte, nel settore orientale, da un vigneto recentemente impiantato, per una superficie complessivadi mq. 7200 circa", dei quali 4000 circa interessati dall'affioramento. Nel vecchio vigneto si riconoscono in media concentrazione soprattutto frr. di impasto di età arcaica riferibili a materiale edilizio e di ceramica comune da fuoco, oltre a fir. di vernice nera. ΑἹ di là dell’area incolta, lasciata a prato, nella quale affiorano sporadicamente frr. di dolio a impasto rosso e di ceramica comune da fuoco", nel vigneto di nuovo impianto riprendono ad affiorare in concentrazione medio-alta scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, diversi frr. di impasto riferibili a materiale edilizio di età arcaica, molti frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e

"e Atlnte I: 218-219, tav. CVII, 6-7; cfr. AGUAROO OrAL 199: 281 288, figg. 75-81, 335-341, la qual distingue il ipo in due variant rincipaliàeBi "ot Atlante 218-219. > Atlante I: 212, tx. CIV, 3. Cfr AGUAROD Orat. 1991: 247-248 fig. 45 n. 3-6, 46, 47 nn. 1-3, 05307, la quale distingue i tipo in pid variant Del ipo si trovano imitazioni local in ceramica comune da fuoco. Atlante 212, tav. CIV, 2 em Atlante 217, av. CVE, 1 . Hayes introduce il tipo rale forme ini gilla africana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramica a patina ‘cenerognola c ἃ vernice tipo A’, sembra esaurirsi verso la metà del II sec. dC cfi AavaRoD OraL 1991: 269 fgg. 6-67, 326-327, la qual distingue. iltipo in pit variant * OstiaIl: 101, 260-261,av. XXVII ^ Casta 1978 [1987]: 31 fig-132 dallo strato IV. “sn OLcese 2005: 85. I tipo à considerato una produzione della zona dei Coll Abani

"Vd, 361 nota 4032. κα Vd. 10 nota 4279. ‘50 LANCIANI ms .85/2: 40: riportato in Lit 2001: 8 fig. 2,9. Non mi è stato possibile perlustrare la sommità dellatura, occupata da un impianto. di fios, per il dihiego del proprietario. La ricognizione del versante occi dentale, più scosceso, non ha fomit riscontri considerata la bassissima visibilià del fondo, incolto da tempo. ‘© La strada, che si sacca dl lato occidentale di via Colle dei Marmi pochi metri prima che questa raggiunga via Appia Vecchia, conduce ai civi ci 142-172. © La terrazza, protettaa nord dalle ultime propaggini det’ Artemisio, godedi un ampio affaccio verso sud-est fino all piana poatina ed al orale 7 L'arca è raggiungibile sia da via Colle dei Marmi, che da via Lungarina, che direttamente dalla via Appia Vecchia. ‘0 Divers fi. di tegole edi dolio sono state iterate nell ultima par te della sterata che conduce all'edificio rustico all’atezza del civico 121.

Comune da mensa e da dispensa. 9 fr di parete pertinenti ἃ forme non id Comune da fuoco

681

ἘΣ

[em

Fig. 413. Colli de’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Posizionamento della villa (nn. 810-812)e delle aree di frr. (nn. 830-831).

tardo arcaico, meno numerosi a impasto chiaro, rosato e arancio, raramente rossi, di età romana, molti frr. di dolio a impasto rosso, alcuni riferibili a età arcaica, frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera e sigillata italica, ceramica. comune, soprattutto da fuoco, e anfore e, quasi al centro dell’area, si nota anche la presenza di alcuni materiali litici®™.

È ipotizzabile una frequentazione dell’area nel Paleoli-

tico superiore, successivamente in età arcaica la realizzazione di una casa/fattoria sulla quale nel corso della media età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, in uso, considerando anche i materiali rinvenuti nell'area. a est (n. 807), tra la prima e la media età imperiale L'impianto, presumibilmente delimitato a sud dalla via di Rioli (T) c a est dal tracciato i2, doveva estendersi su almeno 26.500 mq. Litici — 1 scheggia di ravvivamento di nucleo a lamelle, attribuibileal Paleolitico superiore.

Fig. 414. Colli de’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Ambientein ‘opera reticolat (n. 810). ‘© L'afioramento termina quasi a ridosso di un vecchio edificio che occupala zona più alta del pianoro, mentre nel vigneto che prosegue sul r= tro dell’edificio finoal margine di via Coll dei Mari, i fr αἱ notano solo in dispersione. Accanto ἃ questo sono accatasate molte scagliedi selcee di vers fr di tegola e dolio. Nella strada imbrecciata che dalla via Appia 682

Impasto grezzo — | ft. di orlo pertinente a olla tipo Ἐπεὶ 1993, 74.367, attestato in contesti certi in epoca tardo arcaica”. — 1 fr di parete decorata con cordone plastico a digilature perti nente probabilmente a pithos (Tav. XXI, 3). — 13 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non id. —3 fin. di fondo a disco pertinenti a forme chiuse non id. (ole), dii cui due di impasto tardo arcaico. Vecchia sale verso la proprietà sono riuilizzati a colmare i vuoti, molt fr. di tegole a impasto rosso diet arcaica laterizi, di pancedi dolio a impasto rosso oltre ad un grosso orlo a impasto chiaro. © Ener 1993: 119 tav. 35,

20

Impasto rosso — 1 fr di parete pertinente a forma non id. con tracce di ingubbiatura. Vernice nera — 1 fi. di fondo pertinente a coppetta carenata non id. con palmetta in negativo isolataal centro del fondo, tipo Bernardini 1986, tav. VIII, 102, di produzione etrusco-laziale, databile al ΠῚ sec. ace fr. di parete pertinenti a forme non id. Sigillata italica - Mfr di orlo di coppanon i Ceramica comune da mensa e da dispensa — 1 ansa a nastro pertinente a forma non id. — 21 frr i parete pertinenti a forme non icd. Ceramica comune da fuoco = | ft. di coperchio dall'orlo a mandorla tipo Pohl 1970, fig. 87, 261^", attestato in contesti di età traianea. — 1 fr di orlo pertinentea forma non id. -2 frr i fondo piatto pertinenti a forme non idd. — 10 frr. di parete pertinenti a forme non idd. * BeRNARDINI 1986: 201. Il tipo è presente su una coppetta di Bernardini (BernaRDII 1986: 137, tav. XXXVIII 459), sere 2736 di Morel (Mori. 1994: 214, pl 68, probabilmente riferibile a forma 2736 c 1).

30m J

Anfore — 1 fr di orlo di produzione africana non id. = 1 fi di parete di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci, diffusa all’età augustea fino alla fne del I sec. d. C. 8 fri di parete di produzione tirrenica. 7 frr. di parete di produzione spagnola. 3 frs di parete di produzione africana. τ 8 fi i parete di produzioni non idd.

810-812. Vitta s.l.m. 278-260 Colli de” Marmi - SP. 95/a Via Appia Vecchia 810. Strutture in opera reticolata, area di fr. fitili, basoli e materiale sporadico. Sul lato settentrionale della via Appia Vecchia, subito dopo il bivio con via di S. Gennaro, una sterrata sale verso nord-est fino a raggiungere l'estremità meridionale della dorsale di Colle dei Marmi, che qui si allunga in un ampio pianoro, articolato in almeno due morbide terrazze prospettanti a sud-ovest la via Appia antica. Una ripida e stretta vallata incisa dal fosso della Pilara separa la lingua collinare da quella che scende parallelaa ovest, su cui sorge il Castello di S. Gennaro (n. 815), mentre sul versante sudorientale si abbassa con pendici abbastanza decise fino al ^^" Po 1970: 179 dal settore IV strato AA. 5 Vd. 440 note 4536, 4537, 4538, 683

fosso delle Tre Armi*". L'area delle due terrazze è occupata da alcune abitazioni private nei cui giardini è visibile molto materiale antico, sia fittile che architettonico", oltre a pochi resti di strutture?" (Fig. 413). Davanti al primo degli edifici che si incontrano salendo da via Appia Vecchia, all'incirca nella zona centrale del pianoro inferiore, spostato verso il margine orientale, si conserva parte di un ambiente rettangolare (m 2,60 x 6,40 max.), orientato con il lato lungo nord-sud (Figg. 414-415) Restano la parete orientale e quella settentrionale, con cortina in opera reticolata con cubilia in peperino (cm 7 x 8)°%, conservate per un'altezza max. di m 0,60 circa. All'estremità occidentale la parete nord presenta un risarcimento con una base modanata e un blocchetto di marmo. Si conserva anche il pavimento a mosaico realizzato con tessere di piccole dimensioni bianche e nere con fascia nera che corre sui lati nord ed est (largh. cm 28 cm) mentre il centro è a tessere bianche. All'estremità sud-orientale del giardino della villa sono visibili altri due muri in opera reticolata, i quali dovevano delimitare un altro ambiente rettangolare, ortogonale al primo, con il lato lungo disposto est-ovest. Mentre il lato orientale, è conservato per m 2,20 circa in lunghezza e un'altezza max. di m 0,80, a partire dalla risega di fondazione, si legge, appena affiorante dal terreno, quello lungo meridionale, conservato per m 6,10 circa” ed un'altezza di m 0,50. Molti i materiali conservati intorno all'edificio moderno:

sul retro due rocchi di colonna liscia in peperino (diam. m 0,35; alt. max. m 0,92 e 0,78); almeno quindici blocchi squadrati di peperino di diverse dimensioni, su alcuni dei quali è l’incavo per la grappa, variamente sistemati nel giardino (m 1 x 0,60 x 0,25; 0,58 x 0,40 x 0.40; 0,80 x 0,60 x 0,42); sul lato nord-orientale, circa venti basoli in selce riutilizzati in un vialetto che conduce ad un piccolo spiazzo su cui sono altri quattro blocchi di peperino di dimensioni maggiori (m 1,40 x 0,60 x 0,50), mentre circa sette basoli in selce sono appoggiati vicino all'ingresso dell'abitazione. Altri materiali, rinvenuti fortuitamente, sono conservati dal vecchio proprietario dell'abitazione tra cui, oltre ad alcune tegole interea impasto chiaro di età imperiale: — unfi di fistula plumbea. Entrambi i lati presentano una rottura irregolare. La laminadi piomboè ripiegata con una rastremazione in corrispondenza della inea di saldatura; il foro di scorrimento è a sezione ovale. Lungh. cm 24; diam. cm 5,5; alt leterecm 26. Bollo parzialmente conservato: Ti. Claudi Liberallis cen coh V pr] * (Fig. 416). ~ un bollo laterizio semilonato, con pigna tra due palmette al centro, databile intorno al 120 d.C: [Nepotis Cn. Domi] Trophtini) sc. servi — un fr di bollo laterizio lunato, riferibile alla gens Domitia: Ld predl- - M - -Jomin (---] Fig. 417). — un fr. di bollo laterizio lunato databile agli anni successivi al 132 à C/9: [C. Comilini ProcluliV[ex prie(dis) Domütiae) Tuciflae Fig, 418). = un bollo laterizio rettangolare databile al 123 d.C. Apr(oniano) et Pae(tino) c(onsules)/A. G(abini) S(uccessi) S(alarense sc. opus) de) figlinis) Kuliani)DO (Fig. 419) — una meridiana di marmo (m 0,27; largh m 0,37). — un f di orlo di dolio con te belli a osanga contenenti spighe ii grano più un bollo rettangolare (m 0,12 x 0,03) sempre con spiga centrale; — un’ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60 a. C. e a fine del I, inizi del I sec. d.C.

416. Colli de' Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Fistula plumbea (n. 810)

Nel terreno immediatamente a sud degli ambienti, sul margine sud-orientale del pianoro e lungo le prime pendici, nell'unico spazio che consente una media visibilità, si nota un’area di fr. fittili. Su una superficie di mq. 2200 circa affiorano in alta concentrazione, molti fr. di materiale edilizio, pochi di tegole a impasto arcaico, per lo più di tegole e coppi a impasto chiaro e rosso di età romana, laterizi a taglio triangolare, tessere di mosaico nere di piccole e medie di-

κ La proprietà corrisponde al civico n. 121 della SP. 95/a via Appia Vecchia. La morfologia dell'area ἃ sta leggermente modificata in seguito all'espanto del vigneto che occupava quasi interamente a sommità e le pendici el a sistemazione a giardino di gran pate del terreno circostante le tre abitazioni che ora occupano ἢ pianoro. ‘I terreni circostanti sono soggetti ad un'unica aratura annuale e la maggior parte del pinoro risulta quindi non ricognibile. Uno dei proprieta ri del fondo,Sig. G. Larini, che ringrazio per la cortesia, ricorda che n occasione delle rare arature eseguite dopo l'espianto del vigneto dal terreno continua ad affiorare una grandissima quantità di materiale antico. ‘5° Segnalazione di una villain Chiagucci 2000: 180 fg. 1 n.57. "^" Intorno sono moltissimi i cubilia reimpiegati perla delimitazione di aiuole gradini dl giardino muro sembra proseguire verso ovest dietro ad un muretto modermoche taglia la statura.

9 A memoria dei proprietari durante i lavori agricoli el terreno immediatamcnte a est degli ambienti ancor visibili, molti anni fa emersero altre strutture murarie. È probabile che i muri ancora visibili facessero parte di un unico ambiente. I piano pavimentale testimoniato dal mosaico e quello dato dall risega di fondazione, sembrano infatti corrispondere. ‘5% Una grande aiuola sula fronte della casaè realizzata con blocchi di impiego (m 0.65 x 0,36 x 0.40; 0,45 x 035 x 0,40) © Cfr CIL XV, 7432, fistula ritrovataa S. Paolo; fr anche Los. bell ud. VI, 262 (TuacKERAY 1928: 452-453) peril centurione Λιβεράλιος. © Chi CIL XV, 1118 a con attestazioni nel Museo Borgiano. Velletri e poi a Napoli. ‘5 Cf. CILXY, 1051 con attestazioni in arca albanaa Frascati «© Cfr. CIL XV, 490, atestato nell'ager Lanwvinus, "in vinea D. Sorbini non longe a vila Antonina”. “Va. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105.

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mensioni, lastrine in marmo lunense probabilmente relative a opus sectile, poche tessere in pasta vitrea (verdie cobalto), schegge di marmo bianco, residui di cortine murarie, pezzi di massetto pavimentale e di nuclei di muratura, fr. di ceramica a impasto grezzo, rari a impasto chiaro-sabbioso, pochi frr di sigillata, pareti sottili, e alcuni relativi a lucerne, frr. di ceramica comune e molti di anfore, oltre a piccoli frr. di intonaco rosso" All'estremità sud-orientale del pianoro, leggermente ad est rispetto alla strada attuale e con orientamento più spostato sull'asse nord-sud, dove anche in passato se ne sono rinvenuti numerosi, sono visibili alcuni basoli in selce di medie dimensioni. Impasto grezzo — 1 fr. di orlo ingrossato pertinente a bacino con vasca profonda. confrontabile con un esemplare rinvenuto a Satricum in strati databili dalla seconda metà del VII alla prima metà del VI sec. a. ce ~ 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id. Vernice nera

~ 1 fi di oro affusolato e parete svasata di patera tipo Morel 1994, 22764 1, di produzione locale o regionale del alia del nord, databile tra l'età augustea c l'età tiberiana". —3 fi. di parete pertinent a forme non idd,, di cui uno con forte carenatura

Fig. 417. Collide’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Bollo lateri zio (n.810).

Pareti sottili = 1 fr di parete presso l'orlo pertinente a coppetta non id. Sigillata africana ~ fr. orlo con decorazione a rotella sul lobo e doppia solcatura interna, di coppa carenata tipo Lamboglia la-Hayes 8A, n.1, in produzione A', databile tra il 90 c la prima metà del II sec. acs, — 1 fr. di carenadi coppa tipo Lamboglia la=Mayes 8A, n.1, în produzione A’, con decorazione impressa a rotella nel punto di congiunzione tra parete e carena, databile tra il 90 c la prima metà del Il sec. d.C. ~ 1 fr. di orlo di coppa con lobo liscio, tipo Lamboglia 1 yes 8B, in produzione A’, databile al II sec. d.C.™. = 1 fr. di tesa profilata di scodella a pareti ricurve, tipo Fallico 1971, fig. 30 A149, in produzione D', databile tra la fine del IV e gli inizi del V sec. AC." — 1 fx di orlo indistinto c affusolato di scodella tipo Lamboglia 40 bis=Hayes 50A, nn. 1-45, in produzione Οὐ, databile alla prima metà del ΠῚ sec. d C5. —2 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'eà flavia". ~ 1 fi di parete pertinente a forma non id. in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C.

Fig. 418. Colli de’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Bollo lateri zio (n. 810),

#5 Uno degli attuali proprietari ricorda che, soprattuto negli anni passati i materiali che emergevano in occasione dei lavori agricoli venivano spesso fati scivolare verso il fondo dl terreno. Una prima ricognizione, effettuata quando l'area ἀεὶ pianoro risultava incolta, ha permesso il rinvenimento quasi alla base dello stesso versante, di ceramica comune, sigillata. italica e fr. di materiale edilizio ta cui una tegola in marmo ammaltata, Sparsi in bassa concentrazione e scivolati lungo la scarpata che delimita le pendici 1 Maaskaw KLEMRINK 1992: 90-91, 198 n. 1962, 311 fig.

‘© Moret 1994: 159,pl. 43 ‘© Atlante T: 26-27, tav. XIV, 3. (© Atlante: 26-27, tav XIV, 3. © Atlante: 26-27, tav XIN, 7. ‘Atlante: 82-83, uv XXXIL2. Hayes data ipotra i1320-400/420dC. ‘0% Arlane I: 65, tav. XXVIII, 10. La datazione è desunta da contesti presenti in Ostia I, Hayes precisa la datazione di questa produzione tail 23040ei325 dC. 7 Vd; 318-319 nota 3848. 685

Fig. 419. Collide’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Bollo laterizio (n. 810)

Fig. 420. Colli de’ Marmi. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Basoli (n. 812).

‘Africana da cucina. — fr di olo bifido e ingrossato di casseruola, con scanalatura superiore e patina cenerognola esterna, tipo Ostia III, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del IL alla fine del IV-inizi del V sec. ace. —2 fr. di parete di casseruola non idd.

~ 1 fr di ansa a doppio bastoncello, fr. di spalla con attacco di ansa e 1 fr. di parete, di Dressel 2/4, anfora vinaria di produzione campana, databile ra il 70/60 aC. e gli inizi delΠῚ sec. d.C. — 1 fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria di produzione spagnola, diffusa ra la tarda eta augustea e il I sec. dC. —3 frr, probabilmente pertinent ad un solo esemplare, di ansa a doppio bistoncello 1 ft di puntaedi Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa ra il 70/60 a. C. Ia fino del I, ini zi del Il sec. d.C. = 1 fr di piccolo puntale a bottone riferibile forse a Dressel, 43=Cretese 4, anfora vinaria di produzione cretese, diffusa tra Ted überianae la seconda meth del I sec. d C. — 2 fr di parce di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 145/135e il 10ἃ. 6.55. — 2 fi. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodiae microasiatica, diffusa ra l'età augustea e la seconda metà del IT sec. dC. — If. di parte di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o vallo del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tala fine del 1sec. a.C. e a fine del IV sec. d C". = Mf di ansa di produzione africana. — Vf di ansadi Dressel 1 di produzione non id. ~ τς di parte di Dressel 1, anfora vinaria di produzione campana, diffuse trail 145/135eil 10a, CA. — 5 fr. di parete di produzione tirenica. fs di parete di produzione spagnola ~ 1 fi. di parte di produzione campana. — 1 fr di parete di produzione africana. ~ ὅς di parete di produzione vesuviana. ~ 1 fr di parcedi produzione egeo-orientale.

Comune da mensa e da dispensa. = 1 fr di orlo di olla con orlo a tesa leggermente pendente tipo Duncan 1964, fig. 11 form 26, 95 attestata in contesti databili tra 16561175 d.C. — 1 fr di ansa tricostolata pertinente probabilmente ad anforetta non id. — 1 fr. di fondo adisco pertinente a forma chiusa probabilmente riferibile ad epoca repubblicana, in impasto estremamente depuratoe micaceo, con traccedi sovraddipintura rosso-bruna. — 1 f di collo pertinente a forma chiusa, brocca o anforetta, non id. — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd.. Comune da fuoco — | fr. di orlo di casseruola con orlo a tesa con estremità sago‘mata tipo Ostia TI, 96, databile tra a fine del Ie l'inizio del II sec. ac. ~2 frr di parete pertinente a grande olla non id. —2 ἔτι di fondo a disco con attacco parete, pertinenti a forma id — 1 fi di parete pertinente a forma non id. Anfore τ Lf dirlo e 1 di paretedi Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente a Kos e in area egeo-microasiatica™ tra la fine del I see. a.C. e gli inizi del I sec. d.C. ^ Alone I: 218-219, v. CVII, 7. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso tra la fine del I e la metà del ΠῚ τος. d.C. AGUAROD OTAL 1991: 281-283, figg. 75-81, 335-341 Ta quale distingueil ipo in due variantiprincipali A eB. © Duncan 1964: 60, 78. © Ostia WI: 81, tav. XX. 7 Eureatun, Heswanp 1987: 22-23; RumeruR, Pico 1989: 225 no1212; Cangas Monro 2000. © Và. 361 nota 4032. ‘= Vd. 361 nota 4032, 410 nota 4279. 686

Lucerno — 1 fr di presa verticale pertinente a lucerna non id, n sigillata italica. 50 V4. 361 nota 4052, 381 note 4104-4105, ^ ManaNoou LERAT 1995: 40-44 (atelier d’Héraklion), 53-55 (atelier de Dermatos), 55-57 (atelier de Tsoutsoures-et), 57 (atelier de ‘Tsoutsouros-ouest), 57-58 (atelier de Matas), 84-89. 155 PANELLA 1986: 619-620, ^ Vd. 331 note 3891, 3892, 3893. ‘Va 361 note 4036, 4037, 4038. ^ Vd. 373 note 4076, 4077, 4078. ^^ TCHERNA 1986: 42-47, 126-127; MANACORDA 1989: 443 nota 2; Rizzo 2003: 144 nota 14

Instrumentum domesticum — 1 fr. pertinente ad un peso da telaio in impasto chiaro sabbioso di forma tronco-piramidale.

811. Materiale sporadico. A nord-ovest delle strutture in opera reticolata e dell'affioramento n. 810, nel giardino di una delle abitazioni che occupa il settore nord-occidentale del pianoro, in posizione elevata e ben esposta", restano: almeno otto grossi basoli in selce; sette blocchi squadrati in peperino (m 138 x 0,65 x 0,37; 116 x 075 x 0,7; 0,92 x 0,60 x 0,30; 84 x 0,62 x 0,25; 0,70 max. x 0,60 x 0,30; 0,66 max. x 0,60 x 0,38); una lastra in peperino(m 0,98 max. x 0,58 x 0,25) appoggiata su due frr. di comice in peperino decorata con modanatura liscia con canaletta per scolo dell'acqua (m 0,66 x 0,50 x 0,30); molti cubilia in peperino (em 6 x 7,5) e laterizi a taglio triangolare; diversi orli di dolio sia a impasto chiaro che rosso, fi. di lastrine di rivestimento di marmo c tegole a impasto chiaro di età romana. 812. Materiale sporadico. Intorno all'abitazione che occupa il settore nordorientale dell’estremità meridionale della dorsale collinare di Colle dei Marmi, sono conservati almeno quaranta basoli in selce^* (Fig. 420), mentre nel tratto finale del viale che conduce all'abitazione, sui due lati, sono allineati almeno quindici blocchi parallelepipedi in peperiπο, oltre a due lastre (m 0,80 x 0,60 x 021; 0,88 x 0.60 x 0,21) e due frr. di canaletta, sempre in peperino. Di questi al-

meno quattro sono integri, la maggior parte frammentari (m 0,58 x 0,40 x 040; 0,50 ma x . x 0,35 ma x . x 0,45 max; 0,80 x 06x 042; 0,62 x 0,46 x 0, 40). I resti individuati nel sito n. 810 unitamente a quelli nelle proprietà vicine (nn. 811-812), sono riferibili ad un vasto impianto residenziale, esteso forse su mq. 75.000 circa, in uso tra l'età presumibilmente medio repubblicana e la fine del IV, inizi V secolo d. C., il quale doveva occupare il settore sud-orientale del pianoro, preceduto, nel corso dell’ etd arcaica da una fattoria/casa. II collegamento al complesso di età romana era assicurato da un diverticolo (i1) che si allontanava dal lato settentrionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (D. 813. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 279 slm. Castellaccio

Circa m 50 a nord del lato settentrionale del recinto del castello di S. Gennaro, su un pianoro stretto ed allungato che si alza sul lato orientale del sentiero che si distacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia all'altezza del castello e si dirige verso la Pilara, affacciato a est sul fosso della Pilara e separato dall'altura su cui sorge il castello da una stretta e ripida selJa, si nota un affioramento di materiale fitile (Fig. 421).

Fig. 421. Castellaccio, Area i fr iili (n. 813) ‘Il terreno intorno alla cas, al civico n.121, si abbassa dolcemente sul lato sud-occidentale mentre verso nord-est il pianoro i allarga leggermente sopraelevato, probabilmente a seguito della sistemazione dell'area occupata dall'edificio. A memoria dl proprietari, Sig. Latini,qui dovrebbe trovarsi il cento del sito antico dal momento che l'edificio moderno i

siste su un vecchio casale i quale, secondo vecchi racconti, sfruttava in fondazione muri di età romana. ‘58 Molti di questi sono stati riutilizzati a delimitazione di alcune iuole, pochi sono appoggiati sul retro dell'abitazione atri sono allineati da687

L'area, occupata da oliveto a fondo incolto, restituisce in alta concentrazione su una superficie di mg. 1200 circa, verso l'estremità sud-orientale"^, oltre a scaglie di selce di medie dimensioni, fr i tegole, spesso ammaltate, ad impasto sia rosato (Tav. IV, 7) che chiaro di età romanae imperiale, coppi a impasto chiaro, laterizi a taglio triangolare, cubilia in peperino (cm 6,5 x 7), due frr. di lastrine da rivestimento in marmo oltre a f di ceramica comune da fuoco ed alcuni frr. di dolio ‘aimpasto chiaro. Sul limite del pianoro è un grosso cumulo di scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, anche ammaltate, diversi materiali edilizi, un. di dolio a impasto rosso e un elemento squadrato, trapezoidale, in peperino con incasso quadrangolare e canaletto laterale (base di torchio 7) (m 0,60 x 0,43/0,24 x 0,20; incasso m 0,10 x 0,08 x 0,05). I materiali sembrerebbero attestare la presenza di una struttura rustico-residenziale, presumibilmente in connessione con i resti al castello di Gennaro (n. 815), in uso nel corso almeno della prima età imperiale. 814. Bsout m 263 s.l.m. Castellaccio

Lungo il sentiero che all'altezza del castello di S. Gennaro si stacca dalla SP. 95/a via Appia Vecchia dirigendosi verso la Pilara, a m 50 circa dall'inizio rimangono almeno quattro basoli in selce appoggiati sulla scarpata orientale, riferibili al diverticolo che dal lato sx. della via Appia antica, all'altezza del Castello di S. Gennaro, raggiungeva a nord la villa nn. 499-501 (610).

815. CASTELLO DI S. GENNARO, STRUTTURE IN OPERA CEMENTIZIA E RETICOLATA m 252 s.l.m. Castellaccio - SP. 95/a Via Appia Vecchia Sul lato settentrionale della via Appia Vecchia, poco a nord-ovest del bivio con via S.Gennaro, verso la Passatora di Cisterna, una altura si alza repentinamente dal margine stradale, allargandosi in un'ampia terrazza, al margine meridionale della lingua collinare compresa tra i fossi della Pilara e di S. Martinella, Sulla sommità, affacciata in antico sul lato sx. della via Appia antica, rimangono le rovine del castello duecentesco di S. Gennaro®. Nonostante Ja vegetazione e il totale stato di abbandono, rimane quasi per intero il recinto medievale realizzato a blocchetti parallelepipedi di peperino, con le caratteristiche torri quadrangolari, poste a distanza regolare (Fig. 422). A parte i restauri più tardi di alcune parti, in un settore del lato occidentale sono stati riutilizzati numerosi blocchi squadrati di peperino Sul lato opposto, il terreno incolto che dalla base delle mura castellane scende verso il fosso di S. Gennaro, restituisce in media concentrazione, su un'area di mq. 1400, fr. di tegole a impasto chiaro di età romana, soprattutto laterizi, pochi fr. di ceramica comune, più numerosi di sigillata italicat, All'interno del circuito murario sono alcuni resti di strutture di età romana: nel settore meridionale si conserva, parzialmente visibile anche dalla strada sottostante, il fronte di una massiccia platea in opera cementizia, con grosse scaglie di selce ben allettate, larga m 18, lunga almeno 11 m*"ed alta 5,30 m circa, con piani di posa rego-

+ Attualmente l'area è adibita a pascolo ovino coffe quindi una scar- feriti acquarello del Labruzzi (Lannuzat CVarLat. 14931: 49; cf. Asi sa visibili, ma il proprietario del fondo assicura che arando ha più volte 1903: 402 n 49) e successivamente, la stampa del Rossini (Rosstw 1839: 5, rinvenutodei mur, ‘ay. XXXI. Resti dei due ambienti in opera reticolata riporta Rosa Veline: oltre a quelle dell Ashby (Toncuerr 20080), ‘50 Teou 1644: 37; De CHaury 1769: 379; Nibey 1819: 199-200; Ὧν RI Immagini fotografiche ‘Westra 1829: 28; MURRAY 1873: 414; Cousum1914: 29; SUVESTRELLE sono in Gier 1933: 145 fg, 3. 1914: 137; Carssepi 1949: 95-06; Carssept 1953: 96; Towassern 1979: ‘© Ne rimangono quatro ilar in elevato per un altezzadi circa m 2e 359-360; Coste 1990: 134-135, specialmente 133 fig. 3; DEL LuNco 1996 peruna lunghezza i circam 3,50. Alti blocchi, evidentemente rotlati, so1, 128; Const 2000: 84. scheda LI; ATTI, Prewtrico 20010: 278 fig, o visibili lungo la scarpata ai piedi delle mura, so questo medesimo lato 279,281, 282.283. Nella cartografia storica ma anche in quella pid recente, del casello ‘Trai vari fr. notati, speso dî piccole dimensioni e non riconducibi‘enni alla sua esistenza sono: nella tav. 42 del tala, del Magini,del 1604 (1620) in Βαυτας 1972: II tav. 54 e tra quelle successive: ella cata dello ia una forma precisa, ricardo un fondo di coppa di sigillata italica con deJansson-De Hondt, dl 1638 (*S. Genaro sic), n Ῥαυτα 1972: II, tav. 77; corazione a petine databile tra il 30 e i 120 d. C. (Arlane Ita. XIX, 7). ‘© Genericameme Vote 1732: XVI, 8, 10 ricorda la presenza di in nella mappa del Catasto Alessandrino, del 1661 (Ask, Catasto Alessandrino, Presidenza delle strade, 4334/35: "Chsteacio; in quella dell'Ameti del genti rudero, nell'area denominata "S. Gennaro”; Nîney Appunti: 88, ri corda la presenza di “rovinedi emplectoni scagliedi selce forsedi conser 1693 CS. Gennaro del Collegio di S. Bonaventura") in PRUTAZ 1972: I tav. 176; quella del Matt, del 1674 (S. Gennaro”) in FRUTAZ 1972: Il, ta. 156; va anticadi acqua”; LANCIAnI mss 85/2: 57, i qual riteneva i trattasse di in quelladel Mejer del 1678 (1685), "8. Gennaro”) in Faraz 1972: I tav. ὡ pagum vicumque magis villam, uti ex numero semitarum campestrium 159; in quelladel Cingolani, del 1692 (°C. S. Gennaro,de’ signori Mui”) in Silie sratarum quae inc inde a via Appia”; CoLsum 1914: 29, ricorda un ῬαυταΣ 1972: I, tav. 162; nel cabreoi Velletri del Noli (nC, Cabreo Noll, cubo in opera cementizia e srutture in opera reticolata; Escn 1997: 8: Esc tavi I, XI, in quella dell Astlf del 1785 (Bav, St geogr. S. 35, in FRUTAZ 1988: 20; Chesstpt 1949: 95-96; Cressi 1952, specialmente 288 fig. 1; 1972: TI, tav. 202-203: "Castello di S. Gennaro diruta"; in quella del aL Lungo 1996: I, 128; Gia 1996: 54, 55 fig. sa. 13; Cic 2000: Catasto Gregoriano,del 1819 (Ase, Catasto Gregoriano, ant. Prov. Agro 180 fig. 1 n.56; ATTI, PaEMUTICO 20010: 278 fig, 282; Lu 2001: 79Romano, mappa n. 123, par n. 223 "Casa ad uso ella vigna”); in quelladel. 81 n.24. Trace delle sruttare sono visibili anche in alcune fotografie seree Gell, dei 1846 (°C. S. Gennarello"); nella Carta topografica di Roma e (ad esempio, Aereofototeca, F. 150, st. 1, volo Ina del 1977, neg. 92628. Comarca,del 1863 ("Castel S. Gennaro”) in Fauraz 1972: I, ta. 326; nel Tutzvia fr Aereofototeca, F 150 (158), str. 32, volo Eta (Saf) del 1959, E. 15011 SO delP IGM in scala 1:25.000, οἷα nella levata del 1877 (“Cast lo neg. 40893). Ho pototo ispezionare l'intero del castello ne 2000, ma in 8. Gennaro”) che n quella del 1936 (“Castellaccio”); nella cara tecnica re- maniera sbrigativa, dal momento che e persone che al momento e riuilizgionale in scala 1:10 000, sezione n. 388090 (“Castellaccio”). Nella prima zavano indebitamente alcuni part nonse ne sono mostrate particolarmente metà del Seicento i Parasacchi riporta con accuratezza l'intero perimetro del castello ("casteaco devastato") (Bav, CBarbLat. 9898 cana 5; cfr. ‘© Sopra a platea si sono appoggiate alcune costruzioni abusive, che Fraz 1972: IL àv, 82. Tutaviavd. anche Bis, CBarbLar. 9898, cara 3 in hanno certamente contribuito alla distrazione di quelle antiche e che, coFraz 1972: Π av. 80, nel quale, oltre αἱ catello(“Castelaco”), è riportato munque, impediscono la visione dell struttura il tracciato dl “Fosso di S. Genaro". Cf Esca 1988: 16 fg. 2a n.3,20). A ‘Soprattutto il forte intero, ma anche la vegetazione, impediscono di questo medesimo ambito, anche se cronologicamente successivi vanno ri stabilire se esso prosegua. 688

Fig. 422. Castellaccio. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Castello: lato settentrionale del recinto (n. 815)

Fig. 423. Castellaccio, SP. 95/a Via Appia Vecchia. Castello: platea in opera cementizia (n. 815).

lari (m 0,35 circa) (Fig. 423). Appoggiati al lato orientale della platea sono due ambienti voltati, paralleli, orientati nord-sud: sono realizzati in opera reticolata di cubilia di peperino e risultano larghi m 3,80, alti m 4,50 circa sul p.d.c attuale, per una lunghezza max. di m 12 circa ed uno spessore rilevabile dei muri di m 0,75*”. Nell'ambiente occidentale, la parete direttamente a contatto con la platea presenta una grossa apertura, che per l'irregolarità dei lati appare ricavata successivamente. Il varco lascia vedere il fronte orientale della fondazione e l'esterno del muro perimetrale dell'ambiente voltato, il quale sembra avere cortina anche sul lato addossato alla platea™. La parete orientale del secondo ambiente, presenta invece un'apertura verso l'esterno. Circa l'interpretazione dei due ambienti, la loro prosecuzione oltre il fronte della plateaed i fatto che si sviluppino a livello della fondazione, sembrerebbe suggerire che possa trattarsi di un criptoportico che la perimetrava. D'altra parte l'assolta assenza di qualsiasi traccia di cocciopesto sembra escludere l'ipotesi che possa trattarsi di una cisterna a due navate Non può escludersi che si tratti di due semplici ambienti di servizio riferibili ad un edificio residenziale attivo almeno tra la prima e la media età imperiale.

8175. MATERIALE SPORADICO Castellaccio (?) - Fonte (7)

816*. MATERIALE SPORADICO "S. Gennaro” - “Castellaccio” (7)

Il Tomassetti ricorda il rinvenimento nell’area di S. Gennaro o in quella immediatamente a nord-ovest (Sublanuvium), di “due leoni di peperino acefali”, esistenti vicino al villino Sforza, sull'altura di S. Lorenzo, a nord di Lanuvio®®, 818%. MATERIALE SPORADICO "S. Gennarello”

ΤΙ Fabretti ricorda il rinvenimento a S. Gennarello, dell'iscrizione onoraria, CIL. XIV, 2120, irreperibile": C. Sulpicio Victori I patri ee qq rr (i.e. equitum Romanorum) homini innocentissimo patrono / municipii s(enatus) p(opulusque) Ianuvinus) ob in | parem obsequium et | erga se inmensam mulnificentiam eius eques Itrem ponendam cenlsuerunt dedicarumq(ue) | ob cius dedicationem / viritim divisit decurilonibus et augustalib(us) / et curis n(ummos) XXII et curie | mulierum epulum | duplum dedit. 8195. MATERIALE SPORADICO “8. Gennaro"

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un busto in bronzo rappresentante un giovane con capigliatura a riccioli forse proveniente dal castello di S. Gennaro".

II De Rossi ricorda il rinvenimento, nel 1860, di un semisse con testa galeata c testa nuda nel corso dei lavori per la realizzazione della ferrovia tra Genzano e Lanuvio, presumibilmente a S. Gennaro".

κα Entrambi, nonostante rovina, sembrano proseguire ote il fronte della platea. ^ Attualmente sono utilizzati come magazzini per attrezzi ^» Questo dato indizierebbe che la platea sia stata addossata agli amient voltati, in un secondo momento. ‘6 Crescenzi 1981: 131, 173; CECCARIN 2001: 190n. 2605 senza al cuna indicazione di provenienza. ""Touasstrm 1979: 356.

^ Faber 1702: 659n. 497; Voter 1732: 88-89: Towsssern 1979: 359; Donan 1971, a proposito della scoperta di un f. dell'scrizione CIL. XIV, 2120 nel giardino della sede della "Domus Marae”, sull vi Aurelia ‘a Roma; Gascon! 1997: 174: AMODIO 1998: 239 nota 50; PASQUALIN! 2005: 259-262, 271-274; GRANINO Cece 2005: 78 n. 65. ‘so De Rossi 1871: 262-263, specialmente 266-270, av. faU n. 1: ‘Tomassern 1979: 358. 689

820*. MATERIALE LITICO “8. Gennaro

823. STRUTTURE MURARIE E ACQUEDOTTO m 261 s.Lm. Fonte - SP. 95/a Via Appia Vecchia

Il De Rossi ricorda il rinvenimento, nel 1870, lungo le ‘sponde del fosso di S. Gennaro, a poca distanza dall'altura di 5. Martinella, di materiali litici®®.

Lungo il lato settentrionale della via Appia Vecchia, poco a nord-ovest del castello di S. Gennaro (n. 815), in gran parte inglobate in un casale, di cui è documentata l’esistenza nei primi anni del Seicento™, si conservano alcune strutture antiche. Numerose sono le testimonianze sull'esistenza di questi resti, in relazione alla ricca presenza d'acqua nell’area, sia nella cartografia storica"? che nella letteratura scientifica’, a partire dal Seicento. Attualmente l'elemento meglio identificabile è uno speco con copertura a cappuccina, probabilmente relativo ad acquedotto, con spallette costruite inferiormente in opera laterizia (dal piano attuale per m 0,50 circa di altezza) e superior‘mente in opera listata, con blocchetti di peperino, per un'altezza complessiva da terra di m 1,35 circa”. Il condotto che corre in direzione nord-ovest/sud-est, prosegue al di sotto dell’edificio modemo per m 3,50 circa, interrotto da una tamponatura. Sulla fronte la cappuccina è protetta da un arco di scarico in bipedali. Sul lato esterno, prospiciente la strada, il condotto è chiuso da un muro*” con cortina realizzata con blocchetti di peperino in basso, specchiature in laterizio e opera listata nella parte superiore, per un'altezza complessiva di m 3,15 circa. Del muro è visibile anche parte della fondazione, fuori terra per m 0,55, con risega in blocchetti di peperino di taglio irregolare”, Sulla parete si conserva l'attacco di un secondo muro, ortogonale, in opera listata, che prosegue verso la strada per 1 m circa. A partire da questo punto Je murature antiche hanno subito un "taglio" per l'apertura di

821". MATERIA “8. Gennaro”

SPORADICO

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figurano alcuni provenienti da S. Gennaro: un fr. di antefissa con figura femminile; un fr. di antefissa con palmetta; un castone per anello in pasta vitrea con ritratto dell’imperatore Druso. 822". MATERIALE SPORADICO "S. Gennaro”

Negli ultimi anni dell'Ottocento, eseguendosi alcuni lavori agricoli in una delle proprietà liminari alla via Appia antica, presso il castello di S. Gennaro, si rinvenne un coperchio di sarcofago in peperino (m 1,60 x 0,70 x 0,65). Su uno dei lati era una rozza targa con l'iscrizione sepolcrale? D(is) M(anibus) | Flaviae Alum/nae bene merenti | quae vixit annis / INI mensibus VII Flavius Maximus | et Caninius Paculus | fecerunt.

^ De Rossi 1871: 274-277 e tav. U £t.an. 4-5, 8 ricorda come nella Infine, in maniera più generic, la mappa del Catasto Gregoriano della pristesa areail Di Tucci avesse rinvenuto, in precedenza, ^ resi della lavora- ma meth dell'Ottocento, riporta l'esistenza lungo la via Appia antica, di una zione antica della focaya,.. un frammentino di bronzo, .. qualche pezzo di. “casa” chiamata “Osteria vecchia detta di S. Gennaro” (Ask, Catasto evidente es rude efinalmente frecce e nuclei neoitc”. Di questo nucleo di Gregoriano, ant. prov. Agro Romano, mappan. 123, part. 94, propr di De strumenti, dei quali nella bibliografia successiva sembra essersi persa la lo- Vecchi Monsignor Fabio). Un ambiente allungato con un'abside è riportato calizzazione puntuale, tre esemplari sono descritti da Pza 1905: 11-12, 13 da Rosa Veline: tav. RI,un ambiente allungato, nella tavoletta IGM con apfig. 4 (= De Rosst 1871: tav. U. (1 an. 7-8), unoda Count 1906: 222 che pontidi Lanciani (Basa, Roma XI. 65. 8) e un ambiente quadratocon l'inne ricorda la presenza al Museo preistorico Pigorini, identificando ἢ luogo Aicazione “Mutatio Sublanuviun nella carta archeologica del territorio ladel rinvenimento "nelle vicinanze del fosso di S. Gennaro” e da GALEN: muvino, da Lanciani (LANCIANI mss. 85/2: 40c). 1933: 140; Deco Tocco 1989: 34 nota 22 ne riporta rinvenimentoal Nu Appunti: 88, ne identifica i est con le “rovine di una chiesa le "sponde del fosso di S. Gennaro"; ANGLE 20039: 137 nota 9; ANGLE ‘che perla costruzione sembra del sec. VII..." WEsrPiAL 1829: 78, ricorda» val'esistenza di “est i una vecchia condotta d'acqua di altre opere mura 2006: 18 con posizionamento all fig. 1 n. 1, 19 fig.3. δα Crescenzi 1981: 124 per laneo, 125 relativamente all'antefiss, rie”. LANCIAME mss 85/2: 57r, riteneva che i esti antichi dovessero riferirsi 176; Csccamuna 2001a: 185 nn. 2531-2532, 187n. 2561 ad una mutatio, databile al I sec. d.C, anche se l’unica struttura alla quale ἐπα BERNAREI 1891, il quale ricorda che "il monumento fü trasportato fa riferimentoè "Ductus qui amplam copiam aquae et hodie loco suppeditt antiguum es”. Rilevava come ess in età più recente furono riutilizzati nella cass el proprietario di Genzano”; EE IX, 390 n. 634; Covpume 1914: 29 nota 2, Tomassern 1979: 358; Arrenn, PREMUTICO 2001b: 280. nell'edificio di una chiese, "cuius apsis adhue cernitur in latere orientali” *** Coste 1969: 89 n. 411; LIL 2001: 75-79 n. 23. Cocsus 1914: 28-29; NARDI 1929: 12, menziona l’esistenza di un cuni^7 In quest struttura può, d esempio, identificarsi l'edificio, privodi colo; STEVENSON: CVatLat. 10564: 49v. (con schizzo planimetricodei resti leggenda, poco prima del casello di 5. Gennaro lungo il'margine sx. “Ruderea S. Gennaro"),ch ispezionò l'area nel 1883, ritenevache sì tat"el Appia antica, che compare in una cartadel Parasacchi, nea prima me- asse di “un bagno, forse pera stazione”, dal momento che ivi presso è una τὰ del Seicento (Bav, C RarbLar. 9898, cata 5 riprodotto in FRUTAZ 1972: sorgente perenne di ottima acqua che cal sull va da quei ruderi e cer 82). I casale, quale sembrerebbe riutilizzare resti antichi,e Ja fon- mente i fin condotta”: QuILICI 1989: 80 fig. 45,81 ne propone lidentii tana sono riportati nella mappa del Catasto Alessandrino del 1661 (Ast, cazionein una taberna; CORSI 2000: 84 sched LI; Litt 2001: 79-81 n.24. Catasto Alessandrino, Presidenza delle strade, 4334/35: “Fontana d: κα L'odierna propritara dell'edificio, mi ha più volte impedito l'acConcha accanto lla strada Appia continua con i Cas. S. Gennaro”). Nella cesso sia allintermo del vecchio casale, ristrutturato nei primi anni del secomappa del Noli, del 1760, sono indicati “Muracci di S. Gennaro”: un trat- Jo, che al giardino retrostante, nel quale rimangono alcuni muri antichi to di muro a profilo semicircolare con contaffort esteri, che è verosimile ‘Il nucleoè in scaglie di peperino con l'inserimento di qualchesea identificare coni resi, inglobati nell'esremità orientale del casale (Ast, polo di selce. Disegnie piane, coll. ar, 125 n. 20). Lo stesso elemento, riutilizzato in ‘5 Lo spiccato, per un'altezza complessiva di m 3,70, ha un blocchetto una struttura successiva che ne lasciava inalterata la forma, come indicano di travertino c poi diciassette filari i laterzi per un'altezza di αι 0,88, quinJe cinture terzi visibili sulla parete, è rappresentato in un acquarello del 4i opera itta per m 0,80 e un filare di bipedal, sopra ancora opera listata Labruzzi (Lvavza, CWazLar. 14931: 48; cft. Ast 1903: 401-402n. 48). con doppia fascia di laterizi perm 1,40 circa. 690

una porta. A m 2,40 si ritrova nuovamente il muro orientato nord-ovestsud-est, in opera listata, per un'altezza di m 2,20, che costituisce la prosecuzione del primo tratto. Su di esso in parte è leggibile la traccia di un muro ortogonale, parallelo a quello precedente, insieme al quale sembra delimitare un vano largo m 3,80 circa. A m 2,80 il muro in opera listata ser bra terminare e ad esso si appoggia un lungo fronte (m 14 ci ca), conservato quasi solo a livello di fondazione (Fig. 424). Questo tratto, che si sviluppa con orientamento parallelo alla strada, ha risega in bipedali, il cui piano va progressivamente salendo, procedendo da nord a sud (da m 0,70 a 1,50 circa dall’attuale p.d.c). Quasi al centro della struttura resta un breve tratto di muro in opera listata, impostato immediatamente al di sopra della risegadi fondazione, a m 1,50 da terra, che si diparte ortogonalmente verso nord-est e sembra proseguire al di sotto della scarpata. Il muro doveva delimitare un vano del quale resta un lacerto del massetto pavimentale. Poco più avanti, nella fondazione, a m 1,30 da terra, resta l'uscita di una conduttura (m 0,20 x 0,40), protetta da un piccolo arco di scarico, realizzato con bessali. All’estremita nord-occidentaleresta, infine, la traccia di una piccola abside, forse una fontana. Altri due muri!”, sono visibili all’interno del giardino dell'abitazione, immediatamente a nord-ovest del taglio modemo della muratura". Non è improbabile, come variamente supposto, pur risultando impossibile rilevare nella loro interezza le strutture supestititi, che in esse possa identificarsi la statio di Sublanu-vium (almeno relativamente alla fase d'uso di età medio imperiale) riportata in quest'area dalle fonti itinerarie. 824. Toma m 266 s.l.m. 58. Gennaro"

Nel 1901, nel corso di lavori agricoli, realizzati in uno dei terreni (propr. A. lacobini) limitrofi al lato sx. di via Appia antica, all'altezza del punto in cui essa si congiunge alla SP. 95/a via Appia Vecchia, a ovest del castello di S. Gennaro, si rinvennero alcuni blocchi parallelepipedi su uno dei quali era l'iscrizione funeraria”: Memfolriae bonae ἢ Julio Silbano | Aurelia Thiofilla] / coniugi incompalrabili con quo v(i)x(it) m(ensem) 11 b(ene) merenti) fle)c(it) Se ne è proposta l'attribuzione ad un edificio sepolcrale che l'iscrizione permette di riferire al III secolo d. C. © La loro esistenza è documentata anche da alcune fotografie aeree del 1959 (Aereoforoteca, F. 150, st. 32, volo Eta (Sa) neg. 40893) e del 1977 (Aereofototeca, F. 150, t. volo ira del 1977, neg. 92628) 27 Non mi stato concesso di accedere alla proprietà in cui sono compresi muri, Per quelloche mi è stato possible vedere dallestemo del muraglione di recinzione, il muro maggiormente conservato in altezza e lun ‘ghezza, corre parallelo al muro csterno in opera sata, ad una distanza di 56 m. L'altro, ortogonale, fa angolo con i muro esterno in prossimità della sua interazione, per un breve tratto. "7 Narpist 1901, ricorda che l'iscrizione er all'interno di una tabella rettangolare (0,45 x 0,35 m) posta su. un blocco, spezzato a metà (1,30 x 0.70 x 0,60 m) all'interno della proprietà diA. lacobini; CerssrDi 1949: 94; Chessepi 1953: 67; Votre 1983: 65 n. 40 inde AE 1984: 47. 170.

Fig. 424. Fonte. SP. 95/a Via Appia Vecchia. Fronte parallelo alla via Appia Vecchia (n. 823).

825". ToMBA SP. 95/a Via Appia Vecchia Nel 1933, a circa 4 m presumibilmente dal lato meridionale di via Appia Vecchia, in un terreno vignato che si estendeva nel tratto nel quale essa risulta coincidente con la via Appia antica (propr. P. Incelli)®, i rinvenne fortuitamente a circa m -1,60 dal p.d.c., una struttura, a pianta rettangolare (m 2,75 x 2,25), conservata per l'altezza di qualche metro, al cui interno rimanevano: quattro formae in parallelepipedi di peperino chiuse con lastre dello stesso materiale (0,63 x 0,55 x 0,20), contenenti ciascuna uno scheletro; due bipedali con i bolli! Ex pr(aedis) Aiacianis op(us) dol(iare) ex ofificina) Calipetani?) Primir(vi), della fine dell’età di Adriano*", Ex pr(aedis) Domitiae Lucillae ex fig(linis) Domiti(ianis) minorib(us) op(us) dol(iare) Aeli Alexandri, del 138°, Vital(is) Aug(usti) n(ostri) libert(i), presumibilmente della fine del II secolo”. 1I Galieti che ne curò lo scavo ne propose il riferimento ad una tomba, datata anche sulla base dei due bolli su bipedali, alla fine del IT secolo d. C. 826. Ponte SP. 95/a Via Appia Vecchia - F. so S. Gennaro.

Del ponte, che permetteva alla via Appia l'attraversamento del corso d'acqua immediatamente a sud-est del punto in cui essa raggiunge la via Appia Vecchia, rimane una de-

‘5 Cxescmat 1978: 15-16 Per quanto abba ricercato il nome del vecchio proprietari, anche richiedendo informazioni sul posto, non mi è stato possibile rirovane traccia. *» Crssczi 1978: 16. © Cfi CIL XVII, 10: EX. PR. AIACIANIS. OP DOL EX. OR. CAL. PRIMIT, τειχῶν 1974-75: 25, specialmente nota Sper la datazione (solo peril ipo la formula d il signum "Cf: CIL XVI, 171: EX. PR. DOMITIAE LUCILLAE EX. FIG. DOMIT MINORIB OP. DOL. AELI. ALE XANDRI con attestazini: a Frascati fore a Tuscolo ‘© Ci CIL XV, 1531: VITAL AUG N LIBERT. 691

scrizione ed una sezione realizzate nel 1914 in occasione di alcuni lavori stradali, nel corso dei quali si dovette provvedere a "tagliare all'estradosso i conci in pietra della volta”. Dal disegno il ponte risulta largo all'imposta della volta 3,90, con volta a tutto sesto la cui sommità d'intradosso è a m 1,90 circa dall'imposta. La ghiera è realizzata con conci cuneiformi, larghi m 0,50 e 0,30 c alti m 0,60 circa. II ponte attuale, restaurato nel 1780, nell'ambito dei lavori alla via intrapresi da Pio VIS", non conserva resti di quello antico. 827. BasoLt m 243 s.l.m. Q. to S. Gennaro - F. so della Pilara

Sul fondo del fosso della Pilara, m 80 circa a valle del ponte sulla SP. 95/a via Appia Vecchia, si notano almeno quattro basoli in selce di medie dimensioni, scivolati lungo la sponda sx", probabilmente riferibili alla vicina via Appia antica (G) o, in via pii ipotetica, alla supposta viabilità che doveva raggiungere la via Laviniense (811). 828. BasoLt m 243 s.l.m. Q. to S. Gennaro - F. so della Pilara

Nel fondo del fosso della Pilara, pochi metri prima che questo confluisca con il fosso S. Martinella a formare il fosso S. Gennaro, rimangono un grosso basolo in selce e un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,60 x 0,50 x 0,35), probabilmente riferibili al passaggio della via Appia antica. (G) o, in via più ipotetica, alla supposta viabilità che doveva raggiungere la via Laviniense (gll). 829. PONTE m 247 sm. SP. 95/a Via Appia Vecchia - F. so S. Martinella All'attraversamento di questo fosso*?, come proposto dall’Asbhy, presumibilmente si riferisce un disegno acquarellato del Labruzzi**. In esso è riportato un ponte lungo m. 16,60, ma largo soltanto 1,60 m all’imposta della volta. Da quanto può dedursi risulta conservato per circa 1 filari di altezza ed i blocchi disposti di testa, hanno la superficie esterma a parete rustica con refesso.

via Appia Vecchia, in prossimità dell'incrocio con quest'ultima, delimitato per un tratto sul lato orientale dalla recinzione di una piccola proprietà con casa di abitazione?" è un affioramento di materali fili. Su una superficie di mq. 600 circa, affiorano, in concentrazione medio-alta, frr. di ceramica comune, sigillata italica, africana da cucina e anfore, oltre ad una notevole quantità di scaglie di selce. Nonostante l’area dell’affioramento -quasi al centro della forchetta perimetrata dalle due viabilità modeme- e la massiccia presenza di scaglie di selce, sembrerebbero alludere al passaggio della via Appia antica, è assai probabile che i materiali debbano piuttosto riferirsi αἱ sito sull'altura, a ovest (n. 831), attivo a partire dalla tarda età repubblicana fino ad almeno il IV secolo d.C. Sigillata italica — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana — 1 fi di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3acHayes 14A, nn.1, 4-5, in produzione A?, databile dalla fine del I alla fine del II sec. d.C. = Lf. di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia™. — ἦς di parete pertinente a forma non id., in produ ne D, databile dal IV al VII sec. d. C. ‘Africana da cucina — 1 f di orlo di piatto/coperchio dall'orlo annerito non id. τι 1 fr di parete e fondo di tegame non id. con solcature esterne non id. Comune da mensa e da dispensa — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — Mfr di parete pertinente a forma non id. Anfore —3 fir. di parete di produzione africana. — 3 fi. di parete di produzione spagnola. 2 frr di parete di produzione tirrenica. = 1 fr. di parete di produzione orientale. 2 fir. di parete di produzione non id.

830. AREA DI FRR. FITTILI m 248 s.l.m. Colli de’ Marmi - Via S. Gennaro. SP. 95/a Via Appia Vecchia

831. AREA DI FRR. FITTILI m 258 s.l.m. Colli de’ Marmi - SP. 95/a Via Appia Vecchia

In una striscia di terreno incolto che si allunga tra il lato nord-orientale di via S. Gennaro e il lato meridionale della

Una modesta altura si alza sulle ultime propaggini meridionali della lingua collinare di Colle dei Marmi, la quale

‘© CoususN 1914: 28 nota5; Carscenzi 1981: 39-40, tav. I fi; Lut 2006:20 fig. 1,30. τ Ast, Presidenza stade, b. 268, asc. 29 ("Misure e stime dei lavori nella consolare di Napoli" 249), riportato da StERROS 1966: 241. “© IH fosso core in questo tratto tra sponde particolarmente incassate, ricche di vegetazione e invase da rift © Liz 2006: 28-30.

^ Lapruzzi CVatLar. 14931: 47, per cui vd. AsBHY 1903: 401 n 47; fe, Li 2001: 30 ‘ Non mi è stato consentito di ispezionarea proprietà, con accessoal civico n.36di via Appia Vecchia. *9 Atlante 32, tav. XVI, 8. Hayes datail tipo alla metà del I sec. ac © Vd. 318-319 nota 3848,

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scende compresa tra ripide pendici abbracciate dai fossi delJa Pilara e delle Tre Armi, costeggiando il lato meridionale della via Appia Vecchia all'altezza del km. 4, m 250 circa prima che questa raggiunga il Ponte delle Tre Armi. Il terreno a oliveto e vigna, che sale con modesta pendenza fino alla sommità su cui resta un vecchio edificio rustico (n. 832), restituisce in media concentrazione, su una superficie di mg. 2000 circa, numerosi fr. di tegole e coppi a impasto rosato e arancio di età romana e frr di materiale edilizio a impasto chiaro di età imperiale, cubilia in peperino (cm 5 x 6), scaglie di selce e tessere di mosaico nere di grandi dimensioni, mentre più rari appaiono i frr. di sigillata italica, ceramica comune e anfore"

via S. Gennaro, m 250 circa a sud dell'incrocio con la via Appia Vecchia, a sud-est dell'affioramento che si allarga alle pendici (n. 831), sono accatastati due grossi basoli in selce, relativi alla pavimentazione della via Appia antica, e quattro blocchi squadrati in peperino (m 0,55 max. x 0,38 x 0,35; 0,70x 0,25 x 0,30; 0,70 x 0,38 x 0,25), dei quali uno a “Zanca” (m 0,58 max. x 0,27 x 0,30), forse riferibili alla sostruzione della via Appia antica.

co residenziale in uso tra la tarda età repubblicana e la media età imperiale finoad almeno il IV secolo d.C., considerando anche i materiali dall’area a nord-ovest (n. 830).

Sulla sommità dell'ampio colle che scende verso sud a partire dalla confluenza dei fossi della Pilara e S. Martinella, che si riuniscono a formare il fosso di S. Gennaro il quale corre alla base del fianco occidentale dell'altura, fino al bivio per la Passatora di Cisterna, si nota un affioramento di materiali fitili. Il colle, che gode di un'ottima vista verso sud-est ed è protetto a nord dal massiccio dell’ Artemisio, è affacciato a est sulla via Appia antica, la quale correva ai piedi del colle in questo primo tratto per allontanarsene progressivamente verso sud, e a nord-ovest prospetta l'altura su cui sorge il Castello di S. Gennaro (n. 815). A partire dal ciglio della spianata superiore?" fino a metà circa delle morbide pendici sud-orientali, occupate da vigneio, nel settore a sud del viale d'accesso alla proprietà che taglia quasi centralmente i colle, affiorano in media concentrazione, su un'area di mq. 2500 circa, scaglie di selce, una notevole quantità di fir., generalmente piccoli, di tegole a impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto repubblicana e a impasto rosato di età romana, più rari a impasto chiaro di età imperiale e coppi a impasto rosato di età romana, cubilia in selce (cm 6,5 x 6,5), tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fr. di lastrine di rivestimento in marmo bianco (spess. cm 1,1), piccoli frr. di sigillata italica e, soprattutto, frr. di ceramica comune, anforee di dolioa impasto rossoe chiaro. Quasi sulla sommita, sul retro dell'area occupata dagli edifici, si nota una seconda ristretta area con grossa concentrazione di materiale edilizio e scaglie di selce oltre a tracce di malta tritata, che sembra suggerire la presenza di una struttura. Materiali, con frequenza più bassa e relativi soprattutto a fi. di laterizi ed anfore si riconoscono anche nel vigneto che occupa parte del settore settentrionale delle pendici orientali, sul lato opposto del viale d'accesso. Nel muro che costeggia il viale sono stati riutilizzati molti basoli in selce di grandi dimensioni, alcuni anche spezzati, grossi frr. di pance e orli di dolio a impasto chiaro, puntali di anfore di produzione africana, frr. di fondo piatto

È ipotizzabile la presenza nell’area di un impianto rusti-

Sigillata italica — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa = 1f di orlo c attacco di ansa pertinente a brocchetta tipo Pohl 1978, fig. 136, 30, attestato in età claudia". — 5 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr. di bordo pertinente a coperchio tipo Carta 1978, fig. 82, 112, attestato tra la fine del I e l'inizio del I sec. a.C. ΠῚ fr. di orlo a breve tesa pertinente a olla tipo Pohl 1978, fig. 158, 234, attestato in contesti di età adrianea*”. 5 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore = 1 fi di orlo di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del II, inizi del III sec. dc. — 2 fr di parete di produzione africana. — 2 frr di parete di produzione non ida. Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico. 832. MATERIALE SPORADICO m 254 s.Lm. Colli de’ Marmi - Via S. Gennaro

Nel cortile di un edificio rustico posto su una piccola altura raggiungibile dalla sterrata che sale dal lato orientale di ‘5 1 proprietario del fondo ricorda che, facendo lo scasso del terreno alla metà degli anni Sessanta del Novecento, incontrò diversi muri in opera reticolata. ‘ Pow. 1978 [1987]: 358, 361 dallo strato II. ‘00 CARTA 1978 {1987}: 72, 74 dallo strato VI. ‘© Pox. 1978 [1987]: 403-404 dallo stratoIL ‘© Va. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. καὶ Attualmente l'ingresso alla proprietà dell'Agriturismo Agropolis che insiste sull sommità del colle si trovaal civico n. 2 di viaS. Gennaro.

833. AREA DI FRR, FITTILI, MATERIALE SPORADICO E BASOLI m 265-256 s.Lm. Ὁ to S. Gennaro - Via S. Gennaro

© Verso ovest la spianata superiore, è terazzata da un'alta balza tufacea, tagliata arificialmente probabilmente gi in età antica. Su questo versante il piede del colle si allarga quasi in piano fino al fosso di S. Gennaro. Il colle scende invece con pendio più accentusto verso nordpiù morbido verso sudest ‘ TI pianoro superiore non è ricognibile essendo occupato da una serie (un campetto da cal da impianti sportivi di efi nel settore settentrionale, cio, piscina, campetto da gol) giardino nella parte restante, 693

Fig. 425. Q. to S. Gennaro. Via S. Gennaro, Frr.di cornice fitile (n. 833).

Fig. 426. Q. to S. Gennaro. Via S. Gennaro, Fr. di lastra fitile (n. 833).

riferibili ad anforette, un fr. di macina in vicoite (alt. m 0,32) alcuni blocchi parallelepipedi in peperino, di cui uno con incasso per grappa a coda di rondine (m 0,82 x 0,50; 0,76 x 0,45)". Sette grossi basoli in selce sono appoggiati lateralmente al vecchio edificio sul retro del caseggiato maggiore”, Nei muretti che delimitano due aiuole accanto al caseggiato maggiore sono murati anche alcuni fr. di lastre fitἀπ: — un fi. con piccola figura maschile a rilievo (alt. max. cm 12,7; largh, max. em 9,5). — due fr di cornice ancora con tracce di colore rosso in superficie (lungh, max. cm 15,5; alt. max. cm 7,4; lungh. max. cm 12; alt. max. em 7,8) (Fig. 425). — un fr. in cui si riconosce parte dell'avambraccio sx. di una fiaura femminile più grande accanto alla quale resta la pare inferiore di una figura minore, maschile, a rilievo (lungh. max. cm 12, alt. max. cm 19,3). — un fr con volto maschile ἃ rilievo (alt. max. cm 12,5; lungh. max, em 14,3) (Fig. 426).

— un fi. di lastra Campana di coronamento,fratturata in più parti ma ricomposta (lungh. em 40; lt. cm 21,2). Manca parte della comice superiore e in pit punti del motivo centrale. Argilla bei ge con piccoli inclusi neri Tracce di colore giallo inferiormente. Si tratta del motivo a doppia spirale singola con elemento centrale Il motivo che presenta similitudine con due esemplari del Palazzo dei Conservatori, ἃ Roma, e con uno di Dresda*^ (Fig. 428). Alcuni frr. marmorei sono invece murati all'interno del! cortile del caseggiato:

Due lastre fittili, quasi integre, sono murate al di sopra delle aiuole nella parete meridionale del caseggiato:

— un fr di lastra Campana di coronamento con scena bacchica. Manca parte del lato sx. e gran parte dell comice superiore (di coronamento). Scheggiati l'angolo inferiore ἀχ n più punt il Jato dx. e in almeno due punti l'estremità inferiore sx. (lungh. max. cm 26,3; a max. cm 32). Argilla beige con pochi inclusi di piccole dimensioni. La lastra ha un coronamento costituito da paemette. La scena figurata rappresenta all'estremità dx. un busto bacchico confrontabile con un esemplare del Musco Kircheriano, a Romi", e a sx. un sileno che sorregge con le bracci, sulla testa, una cosa (Fig. 427) © La profondità non è rilevabile dal momento che risultano quasi per intero inseriti nel muro. = Questo edifici, che occupa il setore centrale della sommità ed è spostato leggermente più in basso, versoil margine occidentale della cetra. za, sula i pi antico fra tuti quelli che insistono sull'area. ‘© Corrispondeal motivo di Rauci 1999: beilage 9 nn. 3,6 7 Roripex 1911: 3032 specialmente 31 fig. 60. ^^ Corrisp a RAUCH 1999: beilage 4,2 onde 694

— un piccolo busto togato, acefalo, su aretta con volute laterali, in marmo insulare (lt. max. cm 32; prof. max. cm 7,5), mancante dell’estremita dx. (Fig. 429). Si conserva parte del busto, ad eccezione di un cospicua parte del lao s, su cartiglio liscio a sua volta poggiante su peduccio mentre risulta perduta la tesa. Π busto consiste in un paludamentum con ampie pieghe anche profonde che sembrerebbe possibile riferire ad un arco cronologico compreso tra il secondo e l'otavo decennio del I ec. d. C., forse al periodo antoniniano. — un piede calzato con sandalo (lungh, cm 16) su base ovale (argh, cm 20 x 25), tronco allaltezza della caviglia, in marmo pario. Q. — un fr. di gamba, tronco dall'ltezza della caviglia fino a metà coscia (alt. max. cm 21) in marmo pario (2). È ipotizzabile che sul colle sorgesse un impianto resi-

denziale, con parte rustica o produttiva, in uso presumibilmente dalla tarda età repubblicana almeno fino alla fine del II secolo d. C., servito da un diverticolo (h1) che collegava T'impianto con la sottostante viabilità (H). La proprietà, naturalmente delimitata a nord e a ovest (fosso di S. Gennaro) e dal tracciato H a est, è probabile si estendesse su circa 97.000 mq.

μοι Roupen 1911: 226-227 specialmente 227 fig. 459; Raucit 1999: beilage9 n.6. 7 Rosbex 1911a: vy. 112, XLI, 23. 0 L'attuale proprietario ricorda ch ghi fo riferito dal fattore che conduceva la proprietà che all’epoca in cui questa era in possesso del Senatore Tupini vi furono notevoli rinvenimenti, tr cui “una grossa statua (più di due mett) αἱ Cicerone" diverse “teste marmoree”. Tutto il materiale di pregio fu portato via dal proprietario al momento della vendita della proprietà, la quale è stata più volte alienata prima di giungere agli attuali proprietari

Fig. 427. Q to S. Gennaro.ViaS. Gennaro. Fr. di lastra fittile (n 833).

Fig. 428. Q. to S. Gennaro. ViaS. Gennaro. Comice fitile (n. 833).

Sigitlata africana. —3 fir. di parete di cui uno con decorazionea rotella, pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia. 2 frr di fondo pertinenti a forme non idd., in produzioneA, databile a patire dall'età flavia'.

834. AREA DI FRR. FITTILE m 252 s.l.m. M. Cagnolo - SP. 95/a Via Appia Vecchia. Via della Vite

Ceramica a vernice rossa interna — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di ansa a nastro pertinenti a forme non idd. — 9 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. = 1 fr. di fondo piatto pertinente aforma non id. — 1 fr. di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Anfore = 1 fr. di orlo e 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/440 anfora vinaria, di produzione spagnola", diffusa dalla tarda età augustea al | sec. d. C... “πὶ fi di orlo scheggiato probabilmente riferibile a Dressel 1A, anfora vinaria di produzione tirrenica, diffusa dalla seconda metà del IT al primo quarto delI sec. .C.*®. = | fr di ansa di Schóne-Mau XXXV-OstiaII, 371, 604, anfora vinaria di produzione tripolitana, databile tra il 14/54 d.C. e la ne del I soc. d.C. — 1 fi. di ansa a nastro ingrossato di produzione lusitana. — 7 fir. di parete di produzione tirrenica. 1 fr di parete di produzione orientale. — 5 fir di parete di produzione spagnola. = 10 frr di parete di produzione africana, = Va. 318-319 nota 3848, © Vd, 318-319 nota 3848. Vd. 361 nota 4032. 0 Lesemplare in esame è di produzione tarraconese (Min 1988). ^ Và, 410 nota 4279. ^ TcHERNIA 1986: 42-47, 126-127; Manaconba 1989: 443 nota 2; Rizzo 2003: 144 nota 14.

Alla base delle pendici settentrionali di Monte Cagnolo, un piccolo appezzamento ad oliveto si allunga sul lato meridionale della via Appia Vecchia, poco a sud di un altro affioramento (n. 835), compreso tra questa, via della Vite ad est e il fosso delle Ferrovie a sud-ovest, incidendo la stretta sella che separa Monte Cagnolo dalla dorsale di S. Marinella. Nel terreno, in leggero declivio verso sud-est, affiorano in concentrazione medio-alta, su una superficie di mq. 1800 mq. circa, a partire dal margine lungo via della Vite, soprattutto frr. di tegole ad impasto chiaro e laterizi ad impasto chiaro e rosato di età romana, insieme a scaglie di selce di medie dimensioni e fi. di vernice nera, sigillata italica, ceramica comune. Nell'area prossima al fosso, su una superfi ridotta di mq. 800 circa si concentrano frr. generalmente di piccole dimensioni, di ceramica a impasto arcaico e vernice nera. L'affioramento, sul lato meridionale della via Appia antica (G), compreso tra questa, il corso del fosso e la viabilità per Montecagnolo (g9), sembrerebbe indiziare una cospicua frequentazione durante l'età arcaica e medio repubblicana, forse in relazione ad un’area sepolcrale, in uso presumibilmente ancora tra il e il II secolo d.C. Tmpasto grezzo — 1 fi. di bordo leggermente ingrossato indistinto pertinente a coperchio con pareti rete tipo Carafa 1995, 488, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 630e il 500 i Cans. 1 fr, di bordo arrotondato e vasca schiacciata di ciotola tipo Carafa 1995, 453, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 630 e il 500a. C.*. — 1 ft. di orlo estroflesso leggermente arrotondato, labbro oblin Va 506 note S024, 5025. ^ L'area costituisce l'estremità sud-occidentale del sistema collinare di S. Marinella tagliato dal passaggiodella SP. 95/a via Appia Vecchia, i Quale scende verso sud a partie dl ato meridionale della SS. 7 via Appi Nuova, compreso tra il fosso di S. Marinella eun suo affluente di d. κα Cara 1995: 186, 189 fig. ^ Canara 1995: 176-177 fig. 695

Impasto rosso = 1 fi di orlo ingrossato esternamente con spigolo esterno cor frontabile con esemplare di impasto grezzo attestato a Cures Sabi e riferibile ad età arcaica, tipo Zifferero 1996, tav. 31, 19. ~ | fr di orlo particolarmente frammentario pertinente probabilmente a forma aperta di grandi dimensioni (bacino?) non id. — 1 fr di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. — 4 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 3 fi. di parete pertinenti a forme aperte non idd. Vernice nera — 1 fr. di vasca di patera riferibile alla serie Morel 1994, 1323”, prodotta nel Lazio e in Etruria meridionale dall'ateliers des petites estampilles e produzioni vicine. — 6fr. di parete pertinenti a forme non idd. Africana da cucina = fr di fondo apodo, striato, di casseruola non id. Comune da mensa e da dispensa 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

Fig. 429. Q. to S. Gennaro, Via S. Gennaro. Busto marmoreo (n 833). quo arrotondato, di olla tipo Carafa 1995, 357, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino in strati databili dal tra il 600 e il 450a. Cet — 1 fr di orlo esternamente arrotondato, con spigolo esterno vivo di olla tipo Enei 1993, 54.332, attestato a Cerveteri in epoca tardo-arcaica*". = 1 fr di orlo estroflesso e ingrossato esternamente con labbro appiattito e inclinato di olla tipo Carafa 1995, 379, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 5501530 e il 500 a. C. = | fr i orlo leggermente schiacciato e labbro estroflesso di olla tipo Carafa 1995, 340, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino in strati databili dal tra il 600 e il 500 a. C". -- 2 frr. di fondo a disco pertinenti a forme chiuse non idd. — 13 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non itd. — 3 frr di parete pertinenti a forme aperte non idd. Canara 1995: 148-149 fig ^" χει 193: 119 uv. 35. ‘Canara 1995: 154-155. "n Camara 1995: 142-143, κα Ζιερενεκο 1996: 193, 195 dalla US 49. 2% Monet 1994: 106, pl 14; Βεκνακυινι 1986: 37. = Dysow 1976: 41 «0 Dyson 1976: 24. I trattamento della superficie dell'oro attestala tradizione areaca del tipo, simile anche alla forma. 20, 4-13da Sutri, 696

— 1 fe di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fg. 8, FG 15, attesta. to in contesti databili intorno al 200 aC. ~ 1 fi. di orlo di piccola olla tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 17,attestato in contest databili tra il 27Se il 150 a. CI presenta Superficie ingobbiatac licia sll'oio. —1 fr di bordo di coperchi tipo Curia I, fig. 263, 204, attestato in contest di eta flavia! ~ 1f. di bordo pertinente a forma non id. (tegame ?) tipo Curia IL fig. 249, 8 attestatoin cones di fne iniziΠ sec.a. C. — 1 f di olo pertinente ἃ tegame tipo Ostia I, 508, atesato in contesti datati all'età Πανία, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80.90 d.C." — 6 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore

~ 1 fr. di olo di Gallia 5 anfora vinaria di produzione gallica’, diffusa tra a seconda metà del Le gli inizi del I sec. d.C. 1M di ansa di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del II, inizi del II sec. ace. 1 f di ansa a nastro ingrossatodi produzione non id. = 1 fr di ansa a nastro ingrossato pertinente probabilmente a anfora da garum spagnola. ~ I fc di parete di produzione tirrenia. ~ If di parete di produzione campana. ~ πε di parete di produzione lusitana. -2 frr. di parete di produzione africana. ~ | f di parete di produzione non id, contest di seconda meth del II inizi I sec. aC. (Dunca 1965: 138-139; 150151 fig 6, 160) © Curia Π: 216 relativamente © Curia E 213 relativamente tività 1307, 26, 353. ^ Ostia: 101, 260-261, tav. XXVIII ^ Laupswisivin 1990: 100. 2% Lumen 1989; Bizruwutr 1991 “2 Vd, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105.

835. AREA DI FRR, FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 264 slm M. Cagnolo - SP. 95/a Via Appia Vecchia Un oliveto posto alla base delle pendici settentrionali di Monte Cagnolo, ai piedi di un'alta scarpata, costeggia il margine meridionale della via Appia Vecchia quasi all'altezza del km 4,500, abbassandosi dolcemente verso sud-est, delimitato a ovest dal fosso delle Ferrovie. Poco a nord dell'affioramento n. 834, sparsi in bassa concentrazione su una superficiedi mq. 1600, a partire quasi dal margine del corso d'acqua, affiorano materiali fittili antichi. Una leggera maggiore concentrazione di frr. di materiale izio, rari a impasto arcaico e chiaro sabbioso, perlopiù a impasto chiaro e rosato di età romana, fr., generalmente piccoli, di ceramica comune, sigillata africana e soprattutto anfore, si registra nel settore settentrionale, più alto, del terreno, mentre in basso, in prossimità del fosso che corre abbastanza incassato, su mq. 1100 circa, si riscontra una presenza quasi esclusiva di piccoli fr. di ceramica a impasto. Quasi al centro dell’area, lungo il ciglio della via Appia Vecchia, resta un blocco in peperino (m 0,50 x 0,50 x 0,52). Laffioramento, sul lato meridionale della via Appia antica (G), compreso tra questa, il corso del fosso e la viabilità per Montecagnolo (g9), sembrerebbe indiziare la presenza di un’area sepolcrale, utilizzata presumibilmente fin dall'età arcaica, anche se in maniera più intensa tra il I e l'inizio del VI secolo d.C. Impasto grezzo — 8 fi. dî parete pertinenti a forme non idd. Africana da cucina — Mfr di orlo applicato di casseruola, con scanalatura superiore * patina cenerognola esterna, tipo Ostia II, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del Π alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e annerito con esterno polito a bande, tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.1 attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del IT sec. dC. 1 fi di fondo apodo striato di casseruola non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

particolare tra l'età di Caligola e l’inizio del principato di Claudio’ — | fr. di orlo di casseruola tipo Schola Praeconum II fig.7, 32, forma attestata in contesti del 520-530 d.C.^*. — 1 ἔτι di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 5 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C. — 4 fr. di parete di produzione tirrenica. = 1 fr di parete di produzione campana. — 1 fr di parete di produzione vesuviana. = 1 fr. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr di parete di produzione spagnole. — 1 fr. di parete di produzione tarraconese. — 2 frr di parete di produzione gallica. — 3 fr. di parete di produzioni non idd.

836. Basout m 287 s.l.m. M. Cagnolo - Via della Vite Nel giardino di una delle abitazioni che costeggiano il lato occidentale di via della Vite, al termine del tratto con cui sale verso la sommità di Monte Cagnolo®*, sono variamente riutilizzati almeno dieci basoli in selce di medie e grandi mensioni insieme ad alcuni elementi, sempre in selce, relativi al marciapiede™. 1 basoli debbono probabilmente riferirsi alla viabilità che, staccandosi dall’Appia antica (G) poco a nord di Sublanuvium lambiva M. te Cagnolo per dirigersi verso sud, almeno fino all’affioramento n. 1001 (39).

Comune da mensa e da dispensa = 1 fr. di brocca o olla con orlo a fascia tipo Osta II, 367=Pohl 1978, fig. 108, 1413%, attestato in contesti del I sec. d.C., tra l'età claudia e l'età domizianea. = 1 fr. di orlo di coppa tipo Dyson 1976, fig. 51, 2211-105, forma attestata in contesti databili alla prima metà del I sec. d.C., in

837. AREA DI FRR. FITTILI m 274 s.l.m. M. Cagnolo Nel terreno coltivato a frutteto e a vigneto quasi alla base delle pendici sud-occidentali di M. te Cagnolo, dove la pendenza si azzera quasi completamente, affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 1300, oltre a diverse scaglie di selce, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni piccoli frr. di impasto soprattutto arcaico, alcuni riferibili a materiale da costruzione, frr. di tegole a impasto chiaro, più raramente a impasto rosso, di età romana, e pochi frr. di ceramica comune e anfore?

© Atlante I: 218-219, tav. CVII, 6, Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso ra la fine del Il ela meth del I sec. d C. G. AcUAROD Orat 1991: 281-283, fig. 75-81, 335-341 distingue il ipo in due varianti principali A c B. °° Atlante I: 212, uv. CIV,3. Cfi AGUAROO Orat. 1991: 247-248 fig. 45 nn. 3-6, 46, 47 nn. 13, 305-307, la quale distinguei ἔρο i pit variant Del tipo s trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. #° Pou. 1978 [1987] dallo strato VI: 278 fig.-279 dalla strato VI; Ostia 1:93, 260-261,tv. XXL. oo Dysow 1976 : 131 τοὶ Schola Praeconum Il: 179, 182-183, 185.

©» Vd, 361 note 406, 4037, 4038. ^^" La proprietà corrisponde al civicon. 14. "^^ 1 proprietario assicura che basli sono stai rinvenuti in occasione dello scassato per l'impianto della vigna nel terreno sottostante l'abitaziono, che scende verso sud-ovest delimitato dall'attuale via di Montecagnolo. Alti due basol si vedono sul ciglio del terreno, ne press dell'abitazione, mentre un altro appoggiato sull scarpata con cui il terreno costeggia via Montecagnolo. ‘L'area è affacciata a sud-ovest sulla sotostante via Monte Cagnolo ed è tagliata μά est da via della Vite. "^ La ricognizione della sommità, solo parzialmente occupata da abita. 697

L'affioramento, sul lato occidentale del diverticolo che scendeva dalla via Appia lambendo la villadi Montecagnolo, attesta una frequentazione nel corso dell'età arcaicae almeno della media età imperiale, di incerta attribuzione funzionale (area sepolcrale?) Impasto grezzo = 1 fr. di orlo arrotondato probabilmente pertinente a tegame a vasca bassa confrontabile con il tipo Carafa 1995, 527, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino, in strati databili tra il 530120 e il 500 a. C. — 4 fr. di parete pertinenti a forme chiuse nor Ceramica comune da mensa e da dispensa 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Ceramica comune da fuoco — 1 fr di orlo di tegame tipo Pohl 1970, fig. 86, 25 1, attestato in contesti di età traîaneat®” - 1 fi. di orlo pertinentea forma non id. — 2 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. — 5 fr di parete pertinentia forme non idd. Anfore 1 fr di parete pertinente ad anfora Dressel 2/4, anfora vinasia prodotta trail 70/60 a.C. e l’inizio del I sec. d.C., di produzione campana. fr di paretedi produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. — 3 fr di parete di produzione africana. — 2 fr. di parete di produzioni non ida. 838-840, VILLAm 295- 273 s.l.m. M. Cagnolo - Via della Vite

si trovano un blocco in peperino (m 0,64 x 0,35 x 0,43) e un basolo in selce di grandi dimensioni. Altri due basoli, insieme a grossi spezzoni di selce affiorano in sezione nella bassa scarpata che delimita il margine sud-orientale del vigneto. 1 basoli sono probabilmente riferibili alla viabilità che, staccandosi dall’Appia antica (G) poco a nord di Sublanuvium lambiva M. te Cagnolo per dirigersi verso sud, almeno fino all'affioramento n. 1001 (89). Impasto grezzo — 4 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillat italica = 1 fr. di orlo distinto ed estroflesso di coppa carenata tipo Conspectus 21.2.2, databile in età tiberiano-neroniana'^, — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata sud-gallica — 1 fr di piede ad anello pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Pareti sot — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Sigillata africana — 1 fr. di parete pertinente a forma non id., in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana. — 1 fi di parete pertinente a forma non id. in produzione C, databile dalla prima metà del ΠῚ al V sec. d.C. e oltre. Africana da cucina ~ 1 fr di orlo di piatto/eoperchio dall'orlo leggermente ingrossato c annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia 261, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto il regno di Settimio Severo, fino alla fine del TV-inizi del V sec. ac. — 1 fi. di paretedi casseruola con striature con vernice sia interna che esterna. non id — 1 fi di carena di casseruola con patina cenerognola non id.

838. Area di frr. fittili. Quasi al centro dell’altura di Monte Cagnolo, su una terrazza esposta a sud-est, al margine orientale della sommità affacciata sulla sottostante via Appia antica, quasi di fronte al ponte di S. Gennaro, si nota. un'area di frr. itil Nel settore meridionale di un vigneto! caratterizzato da buona visibilità, su mq. 3200 circa affiorano in media concentrazione, scaglie di selce, fr, generalmente di dimensioni ridotte, di materiale edilizio a impasto arcaico, più numerosi a impasto chiaro di età romana, cubilia in selce (cm 5 x 6,57 x 8) e in peperino (cm 4 x 4; 5 x 5), moltissime tessere di mosaico nere di medie dimensioni, a taglio regolare, pochi di grandi dimensioni, più irregolari, molti fr. di sigillata italica, meno di africana e africana da cucina, comune da fuoco e anfore. Presso un piccolo edificio adibito a rimessa, quasi al centro dell'appezzamento, nel settore più eminente,

Comune da mensae da dispensa — 1 fr di orlo di anforetta tipo Ostia I, 316, attestato in contesti della metà del IL sec. d.C. — 1 fr. di orlo pertinente a forma non id —4 fim di parete pertinenti a formenor

zioni, non ha dato alcun riscontro all'ipotesi che i fir. potessero essere sci volati dall'alto e che dovessero quindi riferirsi ad un'area di maggiore con"9 Canara 1995: 195 fig.-196, ^ Pom. 1970: 176,178 dal ettore IV, strato A4. ^ Va. 361 nota 4032. La proprietà corrisponde al civico.

‘© Conspectus: 100, av. 25. Il po corrisponde a Pucci 29, 11-12. ‘ Atlante: 212, tav. CIN,7; cf. AGUAROD OTAL 1991: 248.249, ig. 48-51, 308-311, la uale distingue il ipo in più varianti e nota ur'evoluzione della forma, che in epoca gilio-claudia ha pareti piuttosto dite e orlo Quasi indisinto, mente in seguito l'or ingrossato assume ἢ tipico profilo ‘wiangolae e Je pareti sono cure, * Ostia 91, tav XV.

698

‘Comune da fuoco — 1 pomello di coperchio non id — 1 fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. 14 fr. di parete pertinenti a forme non idd..

Anfore — 1 ft di orlo non id. di produzione orientale. — 1 ft. di parete con attacco d'ansa di Dressel 6A*^, anfora vinaria di produzione adriatica, databile dalla seconda metà del I sec. a. C.all sec. dC. — 7 frr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione campana. ~ 1 fr. di parete di produzione tarraconese. — 2 ἔτ. di parete di produzione spagnola. — 1 fr di parete di produzione orientale.

839. Area di frr. fitili. Nel settore meridionale di Monte Cagnolo, lungo le pendici sud-occidentali che scendono morbide fino alla sottostante via omonima, su un'area di mq, 3100 circa, sono sparsi in media concentrazione, malgrado la bassa visibilità del terreno, parte incolto, parte ortivo*?, scaglie di selce, frr di tegole a impasto rosso e chiaro di età romana, cubilia in selce (cm 7 x 8) e in peperino (cm 5 x 5), alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio regolare, rar fr. di sigillata italica, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Molto materiale da costruzione, frr di tegole, cubilia, tessere di mosaico e scaglie di selce, si ammucchiano sulla bassa scarpata che costeggia il lato a monte di via Montecagnolo. 840. Materiale sporadico. In prossimità del margine sudorientale della sommità di Monte Cagnolo, in particolare nell'unico lotto inedificato all'estremità del complesso di abitazioni che ora occupa la terrazza superiore“, si notano numerosi cubilia in peperino e materiali da costruzione di età romana“. All'interno di due proprietà restano anche due blocchi di grandi dimensioni in peperino*”. Gli affioramenti, în particolare quello al centro della sommità (n. 838), possono riferisi alla villa, affacciata a nord-est. sulla via Appia antica, segnalata già da Lanciani*". L'impianto dovette essere in uso presumibilmente a partire dai primi decenni del I fino alla fine del II, probabilmente almeno inizio del V secolo d.C., preceduta, forse, da una fattoria di età arcaica, che doveva occupare un settore limitato dell'area. L'impianto, naturalmente delimitato a est (fosso di S. Gennaro), si estendeva, presumibilmente, verso ovest fino al tracciato g9, su mq. 66.000 circa. κα Teena 1986: 120-135. ‘= PaNELLA 1989: 147, #0 Le arce, recintate c inaccessibili, corrispondono alla zona più ala delle pendici, a patire dal margine del a sommità, occupata quasi interamente da vecchi e nuovi edifici. L'area è accessibile da civico n.21 di via Monrecagnolo. ^^ Le persone del luogo parlano di “grotte antiche" presenti nell'unico loto inediicato. Atwalmente non è stato possibile individuare strutture affiorant, mente materiali di superficie, quasi esclusivamente riferibili a materiale da costruzione affiorano nel lotto inedificatae incolto. ‘© A segnalazioni nell'archivio della Soprintendenza archeologica per il Lazio circa rinvenimento sutura, di fe. di materiale da costruzione ceramico, nel corso del Novecento, fa riferimento INoronteRi 2001: 265 nota 26. © Ho tentato più vlt, inutimente, di accedere all proprietà. © Basa, Roma XI. 65.8: Lanciaxi mss. 8572: 40c; Lit 2001: 8 fig. 12,9. ^ Betanti 1896; EE IX, 389n. 630; ILLunavart 1994: 668 n.5

841%. MATERIALE SPORADICO M. Cagnolo

Il Bernabei ricorda il rinvenimento, a Monte Cagnolo, forse nell'area della villa nn. 838-840, di una fistula aquaria (lungh. max. m 0,25; diam. int. 0,38/0,27), sulla quale era l'iscrizione CIL XV, 7854: [- - -lidi Telesphori**. 8425. MATERIALE SPORADICO M. Cagnolo Da Monte Cagnolo, nel corso del Novecento, proviene

un sarcofago di marmo con coperchio a doppio spiovente e piccola croce incisa su un lato, al Museo delle Terme (inv. n. 156247)".

843", MATERIALE LITICO M. Cagnolo

Nel 1876, in un terreno a Monte Cagnolo (propr. V. Bianchi), si rinvennero, a circa m -0,75 dal p.d.c., numerosissimi strumenti litici tra i quali molte frecce di varia forma, ma anche punte di giavellotti, di coltelli e di punteruoli, oltre a schegge di lavorazione e nuclei. 844, AREA DI FR. FITTILI m 275-270 s.l.m. M. Cagnolo - SP. 95/a Via Appia Vecchia Alla base delle pendici nord-occidentali di una delle alture con cui M. Cagnolo si abbassa verso la via Appia ‘Vecchia, nel settore quasi pianeggiante del vigneto, su una superficie di mq. 2500 mq. circa, si notano in alta concentrazione, oltre a scaglie di selce medio-piccole, tessere di mosaico piccole, bianche e nere, e medie nere, frr. di materiale edilizio e opera doliare a impasto arcaico, più numerosi frr. di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, fr. di ceramica a impasto, vernice nera e sigillata italica, comune, soprattutto da fuoco, e anfore, L'affioramento potrebbe riferirsi ad una piccola casa/fat© De Μάννα, Fi, Tono 2001: 213 scheda 1231. ‘+ Nagponi 1876. Il proprietario del terreno,V. Bianchi, nel qualsi verified la scoperta, delle "alcune migliaia di manufat.. centodiei rac colse c donò al signor Leone Nardoni . ": cfr. NaRDOM 1880: 57, ANTOMIELLE 1924: 187; AnroweLLi 1927: 173; genericacamente DRAGO “TRoccoLi 1989: 34 nota22. "^^ IL collsi alza su lato meridionale della strada provinciale con alta scarpata quasi di ront al vecchioC. le Bocale mentre scende verso nordovest con pendio piuttosto morbido, protetto dalle cime di M.te Secco e M.te Canino, e risale ἃ sud versoM. te Cagnolo. Il ettore occidentale della sommità è perla maggior parte occupato da abitazioni,con accesso al civico n.20, raggiunte da una strada privata che ne atravers il margine ocidentale, mente a pate restante è adibita a vigneto. 5 L'area si trova sul lato noré-orental dela strada privata che atraversa il colle. Non è escluso che l'affioramento possa allargarsi anche nel vigneto che costeggia illato opposto della strada di fronte all'area di fr. Purtroppo non mi è stato possibile accedereal fondo. 699

toria di età arcaica, che doveva occupare le pendici meridionali dell’altura, sulla quale nel corso della media età repubblicana, forse il ΠῚ secolo a. C., si è impiantato un edificio a carattere rustico-residenziale, in uso almeno fino alla fine del I secolo d. C. Impasto grezzo = 1 fi. di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. — 8 fi. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. = 6 fr di parete pertinenti a forme non idd. in impasto tardo arcaico. τι 1 fi di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa non id. in impasto tardo arcaico, — | fr di piede ad anello pertinente a forma non id. in impasto tardo arcaico. — 1 fi. di fondo o di carena pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete decorata a cordone plastico fortemente abraso pertinente probabilmente a bacino con vasca cilindrica non id. Vernice nera — 1 f di orlo di coppa tipo Morel 1994, 2133a 1 indistinto, di produzione locale, databile alla metà del I sec. a.C.4*, — 1 fr di orlo coppa apode indistinto tipo Morel 1994, 2121b 1, di produzione locale o regionale, databile alla prima metà del Il see. a C. — 1 fr di orlo pertinentea forma non id Sigillata italica — 1 ft di orlo pendente, con gradino esternoc sottili solcature interne, di piatto tipo Conspectus 12.4.1., databile all'inizio det I sec. d.C. — 1 fr di orlo pertinentea forma non id. ~ | f di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa. — 2 fr. di coperchio dall'orlo rialzato e dal profilo piatto tipo. Ostia XIII, fig. 172, attestato dalla prima metà del I sec. d.C. fino all'epoca severiana™" τι fi. di fondo piatto pertinente a forma non id. — 3 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di olla tipo Dyson 1976, fig. 4, CF 42, attestato in contesti databili trail 275 e il 150 a. C^. — 1 fr pertinente a bordo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 4, CF 58, attestato in contesti databili trail 275 e i 150 a. C.. οὶ fi di orlo di piatto/coperchio tipo Dyson 1976, fig. 23, V-D 770, attestato in contesti databili tra la seconda metà del II sec. a. C. eil 70/60a. Cs — | ft. di ansa a sezione sub-circolare con andamento verticale pertinente a forma non id, —2 frr di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia I, 515, at^ Monat. 1994: 139,pl. 31. ^ Moret. 1994: 138,pl. 3I “τ Conspectus; 72 tav. 13.1 po corrisponde a Haltem 1/Serviio c. ^ Pavouxi 2000: 293, ^ Pavouini 2000: 292-293. Dysox 1976: 28. 700

testato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.). = 1 f i orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia III, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d. C. ~ 1 fr di lla dall’orlo ingrossatoa listello sporgente tipo Carta 1978, fig. 82, 101”, attestato in contesti di fine Π- inizio del I sec. aC. = 1 fr. di orlo di olla non id. = 1 ft di orlo di coperchio non id. — 11 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore —4 —4 —3 —2

fir. di fr. di frr di frr di

parete parete parete parete

di di di di

produzione produzione produzione produzione

spagnola. africana. tirrenica. orientale.

845. BasoLI m 281 s.l.m. SP. 95/a Via Appia Vecchia

Lungo la strada privata che risale dal lato meridionale della SP. 95/a via Appia Vecchia, all'altezza del km. 3, verso le pendici sud-occidentali di M. Cagnolo, a ovest dell'affioramento n. 844, sono visibili quattro basoli in selce, di medie dimensioni. 1 basoli sono presumibilmente riferibili alla viabilità che dal lato dx. dell' Appia antica (G) all'altezza del cd. ponte delle Fornaci, raggiungeva almeno C. le Iacobini (n. 989) (86), benché non possa escludersi la loro appartenenza alla viabilità per M. Cagnolo, secondo l'ipotesi del Lugli (g9") o ancora alla viabilità che dalla via Appia antica raggiungeva quella per Lanuvio (gll). 846, LASTRICATO STRADALE m 291 s.l.m. SP.95/A Via Appia Vecchia - Via Montecagnolo.

Una fila di basoli, per una lunghezza max. di m 2,10 circa, presumibilmente in situ, è visibile lungo la scarpata che costeggia il lato meridionale della via Appia Vecchia, appena superato il bivio per via Montecagnolo, circa m 0,80 al sopra del piano stradale. 7I basolato è presumibilmente riferibile alla viabilità che dal lato dx. dell’ Appia antica (G), all'altezza del cd. ponte delle Fornaci, raggiungeva almeno C. le lacobini (n. 989) (86), benché a questa altezza appare comunemente riportato con percorso spostato a ovest, e quindi non possa escludersi la sua appartenenza alla supposta viabilità che dalla via Appia antica, raggiungeva quella per Lanuvio (29). ‘© Dysox 1976: 31. "Dyson 1976: 7. ‘© OstaI: 101, 260-261,tav. XXVIII ‘dante I: 212; AcuaROD Orat. 1991: 241-248 fgg. 45 nn. 410.13. ‘© Cata 1978 [1987]: 72, Τά dall strato VI.

847. BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 292 s.l.m. Via Valleverta

Nel muro di recinzione che contiene sui lati nord ed ovest una terrazza occupata da vigneto, sul lato occidentale di via Valleverta ed affacciata sulla sottostante Valle d'Oro, sono stati riutilizzati, insieme a un blocco parallelepipedo in. peperino (m 0,82 x 0,62 x 0,50), almeno 35 grossi basoli in selce, tra cui alcuni elementi relativi alla crepidine, più molti spezzati (Fig. 430). Nel giardino dell'abitazione al centro della proprietà è visibile un fr. di colonna (alt. m 1,70 circa), in peperino semilavorata con scanalature all’imoscapo“. 1 basoli si riferiscono alla viabilità che dal lato dx. dell’ Appia antica (G), all'altezza del cd. ponte delle Fornaci, raggiungeva almenoC. le lacobini (n. 989) (g6) 848. AREA DI FRR, FITTILI m 248 s.l.m. Valle d'Oro - Via Scommiato

Al termine di via Scommiato si raggiunge una piccola vigna adagiata sulle pendici orientali di una delle alture con cui la vallata risale fino ai colli intorno al Cimitero di Lanuvio. Nel vigneto caratterizzato da buona visibilità, affiorano su una superficie di mq. 2700 circa, in concentrazione mediobassa, la quale tende ad aumentare nel settore più alto delle pendici, a ridosso della recinzione dell’edificio moderno che occupa la sommità, oltre a piccole scaglie di selce, frr. di tegole a impasto arcaico, a impasto chiaro-sabbioso, a impasto rosato e rosso di età romana, oltre ἃ tessere di mosaico nere di medie dimensioni, pochi fi. di vernice nera, sigillata aft na, africana da fuoco, ceramica comune e molti fi. di anfore. L'affioramento, anche in considerazione dei caratteri morfologici dell’area interposta non ricognibile, deve presumibilmente riferirsi alla villa sulla spianata all'estremità meridionale di via Vagnere (n. 849), in uso, forse, a partire dal III secolo a. C. fino alla tarda età repubblicana e, successivamente, dalla seconda metà del I secolo d.C. fino ad almeno i IV secolo d. C., presumibilmente preceduta da una casa/fattoria di età arcaica. Impasto grezzo — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera = 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata italica = 1 fr. di parete pertinentea forma non id. ^^^ La proprietà corrisponde al civico 12. ^ L'area si trovaal di soto della proprietàαἱ civico n.25, la quae occupa la pate centrale del pianoro. La sommità dellatura, affacciaa a est sula vallata e prospettnte la dorsale collinare di Valleverta, ὃ occupata da due abitazioni privatedi recente edificazione con annessi e quindi non indagabile. Le pendici sono state tagliate, quasi a metà altezza, per la realizza zione della strada d'accesso ad una delle abitazioni 20 Atlante I 3 , tav. XVII,4. Hayes data il tipo tral fine del Ie lin zio del II se. d.C.

Fig. 430. Via Valleverta. Basoli. (n. 847). Sigillata africana = 1 f di orlo indistintoe smussato all'interno di coppa carenaτὰ tipo Lamboglia 3b*= Hayes 14C, in produzione A?, databile alla prima metà del ΠῚ sec. d.C. — | fr. di fondo pertinentea forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavin = | fi. di fondo pertinente a forma non id., in produzione D, daabile dal IV al VII sec. d. C. — | fi. di parete pertinente a forma non id. in produzione A, databile a partire dall'età flavia”, Africana da cucina — 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267=Hayes 197%, attestato dalla prima metà del Il alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. ‘Comune da mensae da dispensa. — | fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 8 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 2 frr. di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e tinto dalla parete,di produzione locale, confrontabile con il po Ostia III 332, prodotto in Africa proconsolare a partie dala fine del I sec. d. C^ = 1 fr. di orlo di ola tipo Olcese 2003, tav. XIII, 5, attestato in. contesti compresi tra il IL © a fine del I sec. a C. = 1 presa di coperchio non i — 1 fr. di fondo di olla non id. — | fr. di parete pertinenteἃ olla di et alto repubblicana non id. — | fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fr di ansaa bastoncello pertinente a forma non id τι 1 fr di fondo pertinentea forma non id. — 11 frr di parete pertinentia forme non idd. ^ Vd. 318-319 nota 3848, ^7 Vd. 318-319 nota 3848. #0 Atlante 1: 218-219, tv. CVIL, 7; cfr. AGUAROD OTAL 1991: 281.283, fgg. 75-81, 335-341, la quale distingue il tipo n due varianti principaliA c 5. ‘© Atlante I: 212; AGUAROD OrAL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46, 47 on. 13. ‘© OLcese 2003: 85 701

Anfore — 1 fr di orlo e 3 frr. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa trail 70/60 a C. e l'inizio del IIT see. dC — 1 fi di parete pertinente a Dressel 2/4” anfora vinaria di produzione campana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del I sec. d.C. — 1 fr di orlo non id. di produzione tirrenica. 2 fir. di ansa di produzione tirrenica. — 5 frr di parete di produzione tirrenica. —4 frr di parete di produzione africana. — 5 frr di parete di produzioni non idd. 849. AREA DI FRR. IITTILI E MATERIALE SPORADICO m 280-275 slm. «Vagnere» - Via Vagnere

l'impianto nn. 850-853, alla quale presumibilmente, in considerazione delle caratteristiche morfologiche della zona e nonostantee la presenza di un’area intermedia edificata, sono da riconnettersi anche i materiali di via Scommiato (n. 848). L'impianto, presumibilmente preceduto da una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla base dei materiali rilevati, sembrerebbe în uso, forse, a partire dal ΠῚ secolo a. C. fino alla tarda età repubblicanae, successivamente, dalla seconda metà del I fino ad almeno il IV secolo d. C. Vernice nera — 1 fi di fondo con piede ad anello di forma non id. il cui profi Jo rettilineo forse rimanda ai piedi “a facce rettilinee”, più in parti colare a quelli che presentano una gola poco profonda nel punto di raccordo tra vasca e piede stesso, tipo Morel 1994, 213 a, gruppo di Nikia-Ion, databile alla metà del ΠΙ sec. a.C. Vernice rossa interna 2 frr di parete di tegame non idd.

Quasi al termine della strada che dal Cimitero di Lanuvio scende allaC. da Vagnere, sul lato meridionale, si allarga un bel pianoro esposto a sud-est, sovrastato da una terrazza che ospita diversi resti antichi (n. 850). Nel terreno che scende moderatamente verso sud e verso est dove è terrazzato da un'alta scarpata che funge ora da confine con la proprietà sottostante”il Lanciani ricorda l'esistenza di una villa”, Intorno al vecchio edificio che occupa il margine sudorientale dell’area" si trovano: nove grossi blocchi parallelepipedi in peperino (m 1,25 x 0,60 x 0,46; 0,92 x 0,60 x 0,42; 0,82 x 0,58 x 0,42; 0,75 x 0,58 x 0,45) più uno spezzato utilizzato come base per una lastra in peperino (m 1,15 x 0,85 x 0,25); un fr. di colonna scanalata in peperino (diam. πὶ 0,62; alt. max. m 0,38); diversi cumuli di scaglie di selce e materiale sia da costruzione che ceramico, tra cui frr. di dolio a impasto rosso, molte tegole a impasto rosato di età romana, diversi frr di anfore, fr. di comune soprattutto da fuocoe di vernice nera. Nel terreno circostante, coltivato ad orto, su una superficie di almeno mq. 5500 circa, affiorano in alta concentrazione, fr. di tegole a impasto chiaro di età romana, frr. di ceramica comune, vernice nera, sigillata italica e anfore. È. ipotizzabile, come già supposto dal Lanciani, che l’affioramento vada riferito ad una villa che si sviluppava nella terrazza immediatamente sottostante a quella occupata dal-

850. Il Lanciani ricorda il rinvenimento, presumibilmente nei primi anni del Novecento, “prope Civita L. in vocabulo Vagnere”, di dieci fistulae aquaria con bollo*®: C. Sabuci Perpetui. 851. Sostruzioni in opera incerta e basoli. Quasi al termi ne della strada che dal lato orientale della SP. 96/a via Laviniense scende, costeggiandoil Cimitero di Lanuvio, verso Vagnere, ai piedi del versante nord-orientale del colle lanuvino, si conservano cospicui resti di strutture in opera incerta! (Fig. 431). La parte maggiormente conservata è costituita dai muri di sostruzione che perimetrano il pianoro, in. particolare quello sul lato nord in opera incerta molto accurata che delimita il gradino morfologico della terrazza superiores A partire quasi dal margine sud-orientale della strada il

= Và. 361 nore 4032-4033. ©" Vd, 361 nota 4032. © Nonmi è stato posible indagare il terreno compreso all'interno di quest'ultima. ‘© BASA, Roma XI. 65.8: LANCIAN mss. 85/2: 40r; ef. Ln. 2001: 8 fig 12, 13. L'indicazione topografica fornita dal Lanciani ne suppone un maggiore sviluppo verso nord-ovest. Purtroppo del sito mi è sato possible ricognire, peraltro piuttosto supericialmente data la poca disponibilità det roprietrio, solo l’area prossima all'abitazione, su imite sud-orientale del "^" Nel settore occidentale, leggermente rialzato, è in corso di relizzazione un'abitazione privata. * More. 1994: 463 pl. 232. κα Lanciant mss 85/2: 48; EE IX: 389 n. 629; Vacuueni 1907: 128; auowvari 1994: 666-667 n. 4, secondo la quale potrebbero provenire del ‘gruppo delle dieci, le tre nella collezione Gorga (PIETRANOELI 1951: 23 nn. 3032; Iiwanan 1994: 668 n 4a); Brun 2003: 491 nota 17. Uno dei proprieai dell'area in cui attualmente si conservano le strutture, il sig Costantini, conferma di aver trovato durante li scavi perla costruzione del-

Ja casa, grosse tubature in piombo, riutlizzate per la fabbricazione di p ni per cartucce. “9 LaNcIANt ClitLar, 13045: 250 τι con schizzo dell'ingombro della "Grande platea o terrazza circond. da costruzioni” C. 312"); Basa, Roma. ΧΙ. 65. e Lancranimss. 85/2: 40r, per la tavoletta IGM con appunti del Lanciani e la carta archeologica del territorio lanuvino, del Lanciani, enambe con riporto di una “vil a”; GALIENI 1926: 410; TOMASSETTI 1979: 341 notaa; Giai 1995: 483,494 fig 1 (ubicazione delle strutture su cartografia 1:2000); Det Lunoo 1996: I 47; Li 2001: 15 fg, 10; 61-66 n. 18; Αττεννι 2002: 24, τᾶν. t. n.4, con erroneo ripeto delle strutturenn. 81: 853. Sullarea del sito antico attualmente insistono cinque proprietà diverse, oggetto di recente decretodi vincolo da pate della Soprintendenza arebeologica del Lazio. Alcune informazioni su queste strutture possono destumersi dall analisi delle vecchie fotografie aree: in particolare, un'immagine del 1944, precedente la costrazione delle abitazioni che atoslmente insistono sull'areac in part sulle stature antiche, mostra chiaramente l'andamento dei muri ed in particolare quello del luto settentrionale (Aercofototeca, F. 150, st. 1, del 7-02- 1944, neg.88577) ^^ sso funge ora da limite di proprietà

702

Anfore = 1 puntale di anfora greco-italica databile tra i ΠῚ e il I sec. a. c 850-853. VILLAE BASOLL m 301-297 s.Lm. «Vagnere» - Via Vagnere

Fig. 431. «Vagnere». Via Vagnere. Veduta area della villa (nn. 851-853).

muro, spesso m 0,60, prosegue per m 33,80 con orientamento est-ovest per poi piegare ad angolo retto con un breve tratto (m4 circa) orientato nord-sud, che crea un dente, seguendo l'andamento della curvadi livello, raggiungendo l'angolo. nord-orientale del recinto dopo m 18 circa". Di questo lungo fronte il massimo sviluppo in altezza, fino a m 3,80, è apprezzabile sul lato esterno per la quota inferiore del p.d.c.*, mentre su quello interno, risulta affiorante per non più di m. 1,90 da terra, danneggiato anche dalla creazione di incassi per l’appoggio di strutture moderne. Per quasi tutta la sua lunghezza, a partire da m 27 circa dall'estremità occidentale, il muro è scandito, ad una distanza media di m 2,10 circa, da pilastri esterni, larghi m 0,90, realizzati in opera incerta con ‘ammorsature angolari in blocchetti. Sempre su questa fronte, nel secondo tratto, a m 4, 10 dall'angolo, al muro originario si addossa una seconda muratura, anch'essa in opera incerta, che porta, verosimilmente, lo spessore complessivo del muro

a m 1,60 circa“. All'estremità orientale il muro addossato, più largo, si interrompe, mentre quello retrostante ricompare piegando ad angolo retto in direzione nord-sud, a chiudere il versante orientale del pianorof^* Tl muro che contiene il lato orientale della terrazza, nei primi 35 m circa, anch'essi con cortina in opera incerta, salYo tarde risarciture, si trova in discreto stato di conservazione. La parte restante, la quale ricade in un terreno digradante verso sud-est, coltivato ad oliveto, è lunga m 35 circa. Presenta caratteristiche diverse, apparendo piuttosto come un poderoso fronte di sostruzione, realizzato con scaglie di selce, allettate per piani di gettata regolari (alt. m 0,50 circa), attualmente privo di cortina, con uno spessore max. rilevabile di m 1,20. Procedendo verso sud, altri muri simili per. spessore, rivestiti sempre in opera incerta e paralleli a quest'ultimo, sembrano innestarsi ortogonalmente sul fronte‘. Nella parte terminale del muro e nell'angolo sud-orientale

“= A circa 30 m dall'inizio sulla strada, in prossimità dell'angolo, la muratura mostra un risarcimento realizzato in età pos-atica come sembre» rebbe indicare la irregolare tessitura a blocchetti appena sbozzat. Questo tratto di muro, ul qual si notano i foi da pont, si trova nel giardino della casa di Sig ri Costantini. + Questa sort di “raddoppiamento”, dovrebbe essere contemporaneo, anche per tecnica utilizzata, lledificazione del moro, anche se nel primis: simo tato la muratura esterna sembra appoggiata sulla cortina del muro retrostante. Immediatamente al di soto del dente formato dall appoggio tra e due murature, un approfondimento del terreno permette di osservare che entrambe scendono ancora con cortina per almeno m 1,10. In questo punto a parte alta del muro ha subito un forte rimaneggiamento con ricostruzione in blocchi sovrapposti senza legant, mentre in basso, resa una traccia semicircolare (diam. m 0,35 crea, fors di un discendente.

“to queto pono c per almenoisueessiv 8m cic, è possibile veri icaro spessore originari di m 0,60 cies, sulla crest dcl mur ^ Qui, tuto ἢ terreno è cosparso di fi. di materiali da costruzione mente a circa m 30 a vale i vovano sparsi cuni bloehi parallelepiped in peperino. Tuttavia a causa della presenzadi un fto roveto fronte non è del ut visibile. ‘È probabile che la cesura tra e doe murature ia da individuare nel breve tatto di muro con andamento ortogonale est-ovest in opera incerta e con spessore di 060, visibile, in sezione in lt sulla arte, am 43,50 rca dall'angolo nord orientale. "^E probabileche in questi mur vadano riconosciuti li “speroni dile gamento inter, riporati da Luciani CVarkat. 13045: 250c, inde in L12001: 62 fig 112. 703

sono risparmiati all’interno del nucleo fori quadrangolari (m. 0,25 x 0,20) posti tutti sullo stesso piano di gettata, a circa m. 2 da terra“. Del muro, che doveva sostruire il lato meridionale del pianoro, ancora conservato per un lungo tratto nel 1977, restano un breve tratto in prossimità dell'angolo ed un altro 20 m circa più avanti, entrambi poco conservati in altezza. Nella fascia di terreno ai piedi del muro settentrionale sono conservati: un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,90 x 0,45 x 0,35); un basolo in selce di medie dimensioni, una lesena in marmo bianco, scanalata (m 0,85 x 0,21 x 0,25) Ammonticchiati, vicino al muro orientale, in prossimità del confine di proprietà, restano molti laterizi tagliati a triangolo e frr. di lastrine di marmo, tra le quali alcune di verde antico e pavonazzetto, un fr. di lesena (m 0,75 x 0,30 x 0,10), un fr. di astra di rivestimento (0,18 x 0,19 x 0,03) ed alcuni frr. di pavimento a mosaico con tessere di piccole dimensioni, bianche e nere. Accanto alla casa rimane un altro rocchio di colonna in peperino (alt. m 0,70; diam. m 0,42). 852. Strutture in opera incerta. Sul pianoro superiore delimitato dai muri di sostruzione, rimangono altre murature, in parte inglobate ed in parte riutilizzate in alcuni edifici. Nel settore sud-occidentale del pianoro, un vecchio edificio, si è impostato su alcuni muri in opera incerta, dello spessore di m 0,60. Due di questi, visibili all’esterno, sui lati ovest e sud dell’edificio, sono conservati per un'altezza di m 1,80 e, insieme ad un terzo muro visibile all’interno della casa, delimitano un ambiente largo m 8,80, orientato nord-sud. Quest'ultimo muro, sul quale restano tracce dell'attacco di una volta a botte, costituisce il lato occidentale di un lungo criptoportico che a partire da qui, corre sotto due diverse proprietà, con una larghezza di m 4,30 circa. Dopo i primi 13 m in cui resta solo questa parete, il criptoportico conserva quasi intatta la copertura con volta a botte e lucernai centrali ed entrambe le pareti laterali, sulle quali resta ancora, per molti tratti, l'intonaco di rivestimento". Sulla parete orientale si aprono, a distanze regolari, finestre a bocca di lupo. Attualmente l'altezza massima è di m 3,20 e l'attacco della volta è a m 1,40 dal p.d.c. Vicino alla casa di abitazione rimangono due frr. di rocchio di colonna in peperino uno (diam. m 0,50, alt. m 0,55; diam. m 0,35,alt. m 0,45) con incasso centrale per grappa. 853. Strutture in opera cementizia. All'altezza dell'angolo nord-orientale della sostruzione, al di sotto dell’area del

pianoro, circa 11 m pià ad est, sono parzialmente visibili alinterno della cantina adiacente alla casa di abitazione moderna altre strutture, con andamento nord-sud. Si tratta di due muri paralleli il cui piano di fondazione, direttamente appoggiato sul banco naturale, si trova a m -2,40 dal piano di calpestio attuale. Il primo si conserva in alzato per un max. di m 1,60 e ha uno spessore di m 0,70 circa il secondo, a m 4 di distanza‘, ha uno spessore di m 0,80 compresa la ri sega. Alla fine degli anni Novanta del Novecento, durante. lavori di scavo nel piazzale antistante la casa, ὃ stato possibile rinvenire la prosecuzione verso nord dei due muri, i quali perimetrano una vasca, scoperta solo parzialmente, rivestita di cocciopesto con cordoli angolari". È possibile che le diverse strutture esistenti sul pianoro,

come supposto anche da Lanciani, possano riferirsi ad un impianto residenziale, forse fornito di pars termale, esteso su almeno 14.500 mg., in uso tra l'età tardo repubblicana e almeno la prima età imperiale e raggiunto presumibilmente da un diverticolo della via Laviniense (gl) a cui può riferirsi il basolo (g3). 8.545. STRUTTURE MURARIE E MATERIALE SPORADICO Lanuvio

Il Ratti ricorda il rinvenimento nella proprietà Frezza, “alla distanza di questo castello (scil. di Civita Lavinia) un mezzo miglio circa verso levante”, in occasione di lavori agricoli, nel 1816, all'interno di un ambiente termale, dell'iscrizione del collegium salutare Dianae et Antinoi CIL. XIV, 2112 (ILS, 7212)^ e, nelle immediate vicinanze, di quella onoraria CIL XIV, 2098": Tio Caesari] | Vesplasiano Augusto) / s(enatus) p(opulus)g(ue) Ianivinus]. ‘Anche in considerazione del riferimento ad ambienti termali è, forse, possibile localizzare il rinvenimento nell'area. delle strutture in opera incerta di Vagnere (nn. 850-853), le quali si trovano a circa 750 m ad est di Lanuvio, corrispondenti al mezzo miglio ricordato da Ratti, sebbene spostate leggermente a nord. Tuttavia non può escludersi il rinvenimento, pur non essendo nota la presenza di ambienti termali, piuttosto nell’area dell'impianto ricordato da Lanciani alla Conicella (nn. 873-874), e in quello dell'affioramento n. 849, anch'essi posti all'incirca alla stessa distanza e non spostati verso nord.

^^ Proprio all'angolo una gross lacuna nel nucleo, permette di osscrκα Questo secondo muro ha la sega αἱ fondazione ἃ m 1,60 dal piano vare come quest fori appaiano tuti collegati alinerno da un condotto, di tufo. Difficile comprendere tale dislivello el piano di spiceto in uno probabilmente destinato al deflusso dell’acqua, che prosegue anche tl mu. Spazio così esiguo. I propietario assicura che i due muri proseguono per ro ortogonale ch risale la collina chiudendo ἢ ato sud, almeno 5 m cica în lunghezza al di sot del piazzale anita la cas ole ice di ave visto a ridosso del muro più orientale un piccolo am‘= AereootoecaF. 130, st. 1, volo Ia del 1977, neg, 92627. che si "T materiali ono stati variamente recuperati dal proprietario nel cor biente voltato, largo 2 m eirca ed alto I mica da tera. È probi sodei lavori agricoli nel terreno costae. "rati un pasagzio di servizio la cui posizione a ridosso della fondazione "È sato possibile ispezonareil vano, ora utilizzato come gota perla. del muro potrebbe anche spiegare lo falsamento el iano di quest'ultimo, conservazione del vino, peri primi 15 mcirca,fino ad un muro moderno che “24 piano dell vasca εἰ trova ἃ m-125 dal pe. Rar 1797: 5-6 ricorda a presenza di “tubi in terracotta. αἱ quali Jo divide dalla prosecuzione in un ara proprcià. Parlando con gli etuali proprietari del vecchio edificio ormai n ovina che ha riutilizzato nei muri communicavasi iq calore da un vicino forno in pare ancora esistente” © di perimetrali e strutture in opera incerta, e della costruzionepiù recente, imon meno considerevoli avanzi de mari i quella camera”; Moschini piantata sul trato che conserva a copertura, ho appreso che quest ultima fu 1839;EE IX, 1903: 381; Rizzo 1908: 52; ϑμαιυνοου 1966: 67-70 n. 165; Svuotata della terra che la riempiva nel cono degli. anni ‘50 e ‘60 del Cinanucei 1983: 81-82 n. F ft Jourssov 1986: 116, 20-121, 127, 36; Novecento cf. Bosw 1989: 256257. Fucosm 2001: 175-176 Gravavo "^ La καρ, che iva a m0,50 dl pianodi tfo, visibile soo sul Cucons 2005: 80-5 n 6 Ino ovest sul ato opposto invece restano trace di intonaco. TU Towissrm 1883: 346. 704

855". MATERIALE SPORADICO «Vagnere»

1I Galieti ricorda che nel 1953, a Vagnere, si rinvennero due iscrizioni sepolcrali: quella, datata a partire dalla metà del I secolo d. C., di Q. Hortensius Nereus: D(is) M(anibus) | Q. Hortensi Nerei | lictor(is) malter flilio) b(ene)m(erenti)}; quella, frammentaria, di poco successiva al 117 d. C,di un giovane cavaliere®®: - τ τ τ [τ τ τ +44] praef(ecto) | iuventutis eq(uo) p(ublico) | allect(o) in (quinque) dec(urias) | ab Divo Traiano | hic ob honorem togae vi rilis | senatui Augusti | et curialibus | epulum dedit | v(ixit) a(nnos) XVI mensem) VIII dies) VI. 856-857. Vitia m 335 s.Lm. «Vagnere» - Via Vagnere

856. Strutture in opera reticolata e materiale sporadico. Agli inizi del Novecento il Lanciani segnala in corrispondenza del terreno in declivio sul lato sud-orientale della SP. 96/a via Laviniense all'altezza del parcheggio a nord di via Vagnere, l'esistenza di "muro reticol(ato) pavi(mento) di triangoli di broccatello, mosaico bianco, vasi aretini fini, mosaici rustici di porfido, bellissimi affreschi, vasi campani, marmi vari, olii, cocciopist., mosaico fine e linee nere". 857. Strutture in opera reticolata. Sul lato settentrionale. della strada che dal lato orientale della via Laviniense scende, costeggiando il Cimitero di Lanuvio, verso la vallata di C. da Vagnere (via Vagnere), αἱ piedi del versante nord-orientale del colle lanuvino, a circa m 150 dalla provinciale, s'incontrano alcune strutture murarie®™. Un muro di terrazzamento, orientato quasi est-ovest, che contiene il fianco del pianoro soprastante, è conservato per m 22 circa di lunghezza e un'altezza max. di m 2,30?" All'estremità occidentale gli si appoggia un secondo muro, ortogonale, in opera reticolata (spess. m 0,60 circa), conservato per un'altezza max. di m 3,20 dal p.d.c., il quale sembra proseguire verso nord entro terra; ad esso si addossa una piccola vasca, di forma presumibilmente rettangolare (m 2,72 x 2,85 max. x 1,55 max.) con muri in opera reticolata (spess. m 0,60) (Fig. 432) All'interno, sia le pareti che il fondo, conservano il rivestimento in cocciopesto, con spessi cordoli perimetrali. Lo stesso rivestimento si ritrova anche esternamente, nei muri occidentale e settentrionale. Nell" ultimo tratto del muro cui si addossa la vasca, resta l'attacco di un muro in opera reticolata (lungh. max. m 0,55), ortogonale, il quale ne costituisce, forse, il lato meridionale”. ^" uvarum 1994: 667n. 1. sulla scorta degli appunti diA. Gali σα Inuuvart 1994: 667 n. 2 inde AE 1994: 345; Pasquatini 2005: 262, in particolare nota 5 nella quale è proposta, per la r. 7 del testo, l'espunzione della Idi AUGUSTI, con il conseguente scioglimento dell'abbreviazione in Augusa(alibus), 264 fig. 4. LANcIANI CVatLat. 13045: 250 τι con schizzo dell'ingombro (*A. 330"); Basa, Roma XL 65. 8e Lanctant mss. 85/2: 4, con riporto delli ‘gombro di una ‘Gust 1995: 483, 494 fig. 1,2; Lil 2001: 15 fig. 10; 60-61 n. I7; Acrex 2002: 17,19 figg 14-15, 20, 23, av. ft n.2. = Del fronte, rimane parte dl nucleo, dopo il recente crollo che ne ha distrutto gran pare dell'aato e per inter la corn.

Fig. 432. «Vagnere». Via Vagnere. Vasca (n. 857).

E ipotizzabile, anche sulla base degli appunti del Lanciani, la presenza di un impianto residenziale esteso su 14.000. mg., ἃ cui forse è riferibile anche la cisterna n. 861, lambito presumibilmente da un diverticolo che dalla via Laviniense

(g1) doveva raggiungere l'impianto nn. 850-853 (g3), che le

tecniche costruttive documentate dai resti supestiti permettono di riferire almeno alla prima età imperiale.

858. STRUTTURE IN OPERA INCERTA E MISTA E BASOLI m 315 slm. «Vagnere» - Via Vagnere

Sul lato meridionale di via Vagnere, circa m 60 a sud delle strutture sul lato opposto della strada (n. 857), restano due muri di terrazzamento sovrapposti che contengono il terreno a valle della strada attuale”. Quello inferiore è costituito da un fronte in opera incerta lungo m 27 circa, conservato per un'altezza max. di m 2,70, il quale si sviluppa con andamento est-ovest, caratterizzato dalla presenza di contrafforti da m 0,65 di spessore, posti ad intervalli quasi regolari di circa m 2,5%. All'estremità orientale, a m 4 di distanza dal fronte, rimane un breve tratto di muro in opera incerta con scapoli di travertino (spess. m 0,45), conservato per m 1,90 di altezza e per m 2.20 di lunghezza. A questo, sul lato settentrionale è stato addossato un muretto (spess. m 0,45), anch'esso in. opera incerta, ma rivestito da intonaco. Tra le due strutture sono conservati almeno sei basoli in selce, di medie dimensioni, ed un fr. di rocchio di colonna scanalata in travertino (alt. m 0,88; diam. m 0,50). Immediatamente al di sopra del muro a contrafforti, circa 2 m più arretrato, è conservato, per m 13 di lunghezza ed | circa di altezza”, un altro muro © Se ne dedurrebbe una lunghezza ricosruibile dim 4 circa. * Guus 1995: 483-494 fig. 12, che tuttavia riporta graficamente solo il muro di terrazzamento più alto; Lin 2001: 60-61 n. 17b; ATTEN! 2001 2021, av. ft n.3. ‘© A questo muro nella parte occidentale era addossata una costruzione di modeste dimensioni, sostituita ta a ine del 2003e il 2004 da un'abitazione privata. La forte spinta dl terreno retrostante ha causato un pronunciao sbilanciamento del muro αἱ contenimento ‘© E visible parzialmente la fondazione ἃ scaglie di selce, affiorante dal tereno per m 040 circa i altezza, la quale presenta la risega marcata da un piano di laterizi 705

della testa, “di grandezza naturale, con panneggio sopra la. spalla sinistra, ove una cavità ovale indica, che vi era incastrata una borchia di metallo o di pietra preziosa”; un fr. di trabeazione marmorea; nel 1884, un fr. di lastra marmorea, riutilizzata in una struttura antica, con iscrizione funeraria frammentaria IG XIV, 2140 (Fig. 434). 8605. MATERIALE SPORADICO SP. 96/a Via Laviniense

Fig. 433. «Vagnere». Via Vagnere, Muro di sostruzione (n. 858).

contenimento, parallelo a quello sottostante (Fig. 433). Dell’alzato si conservano, a partire dal basso, i primi due filari di blocchetti parallelepipedi in peperino, un filare di laterizi, e tre di cubilia di selce (cm 8 x 10). 1 basoli sono forse riferibili al diverticolo immediatamente a monte delle sostruzioni, il quale dalla viabilità per Lanuvio (gl) doveva raggiungere l'impianto nn. 850-853

(g3). È ipotizzabile, anche sulla base degli appunti del

Lanciani, che le strutture, unitamente a quelle n. 869, cost tuiscano le sostruzioni del lato a valle di un impianto residenziale^", forse di non grandi dimensioni, che si sviluppava nella terrazza soprastante, al quale vanno riferiti anche i rinvenimenti nn. 867-868. Le tecniche costruttive documentate dai resti supestiti ne permettono il riferimento ad un arco cronologico compreso almeno tra l'età tardo-repubblicana e la media, età imperiale.

Nel 1862 Henzen ricorda il rinvenimento, in un terrenoa circa m 75/90 dalla strada che dalla consolare conduce a Lanuvio?", dell'iscrizione CIL XIV, 21017": Imp(eratori) Caes(ari) L. Septimio Severo Pio Pertinaci Aug(usto) et Imp(eratori) Caes(ari) M. Aurelio Antonino Pio Felici Aug(usto) | Senat(us) populusq(ue) lanivinus | in locum balnearum quae per vetustatem in usu esse desierant thermas ex quantitatibus quae | ex indulgentia dominorum I nostri

us oo: ᾿βιονανιθιεπωιν, YCAYDOPEVA ACTA. TATEPQNTIATEPAT MOIEXEYATO Aolcor, PENGPETTATE BON

859%. MATERIALE SPORADICO “S. Pietro” - Via Vagnere (7)

Lo Strutt e il Tomassetti ricordano che nei primi anni Ottanta dell’ Ottocento, in un terreno (propr. C. Rossi) nella contrada S. Pietro, corrispondente presumibilmente a quello sul lato settentrionale di via Vagnere?", si rinvennero casualmente”: nel 1883° una testa marmorea, "ritratto grande al vero di donna giovane, coi capelli increspati e annodati tro", restaurata in antico™; un fr. di busto marmoreo, privo ‘Non mi è stato possibile ricognie la proprietà immediatamente αἱ dî sotto di quella in cui si trovano le strutture in quanto non abitata e recintata. Abitanti del luogo ricordano rinvenimenti anche in quell sea ‘La mappa del Catasto Gregoriano del 1819 ricorda lungo il lato se tentional della "Strada vicinale. dea di S. Pietro”, Iatuale via Vagnere, immediatamente dopo il gomito a nord a presenza di un terreno di propriet di un Raimondo Rossi, forse un antenato di Clemente Rossi (ASR, Catasto Gregoriano, ant, prov. Comarca, n.9, part n. 679). Diversamente, un anziano abitante del luogo ricorda l’esistenza i epoca pid recente, di una proprietà Rossi sul lao meridionale della strada nel ato retilinco, immediatamente. sottostante cimitero Comunale, 'incica corrispondente asit n. 888. 5 Genericamente Towssern 1979: 341. 9" StRUTT 1883: 88: genericamente GauiEri 1926: 410, specialmente nota δὴ La testa, con “una piccolissima serostatura sul naso”, presentava. “un perno di fero ella rotura del coll”. 706

Fig. 434. "S. Pietro”. Via Vagnere (7). Apografo R. Lanciani (n. 859) 7" Towsserri 1834: 47-448 nota I conta oltre al'iscizione i invenimento di "due teste d'imperatrici, un aureo di Vespasiano, altre scolture decorative”: Laxciani 1886; Acs, Direz. Gen. AABBAA,I vers, ser b. 256, fasc. 4459, RelazioneR. Lanciani dellI1 gennaio 1886; generica. mente Gum 1926: 410, specialmente nota 1. L'indicazione del rinvenimento risulta ambigua dal momento ch il riferimento alla "consolare" rimanderebbe all’ Appia antica, mente la “stra da che... conduce a Lanuvio”, sembrerebbe identificabile con l'attuale via Laviniense, che si diparte dalla via Appia Vecchia. Seal contrario si ritenesse la “consolare” la via Appia Vecchia e "la strada che ... conduce à Lanuvio” la via Laviiense, i rinvenimento risulterebbe in ogni caso diff cilmente posizionabile mancando l'indicazione sia del lao della strada che Ta distanza del terreno rispetto al 'in zio della laviniense. Hrxzex 1862; ILS 5686; Cousu 1914: 30; JourFROY 1986: 148. 149 con datazione trai [99 ei 208 4.C., 336

pricipum honorariarum summarum sacerdotiorum adquisitae sunt item ex usuris | C kalendari ampliatis locis et cellis a fundamentis ex struxit et dedicavit 861. CISTERNA m 340 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense

Anche sulla base dei materiali ceramici, la Lissi Caronna propose per le strutture, riferite ad un edificio residenziale (nn. 863-864), una fase di vita compresa almeno tra la prima età imperiale e la prima metà del IV secolo d.C. 863. STRUTTURE IN OPERA INCERTA, VITTATA E MISTA m 341 slm SP. 96/a Via Laviniense

Lungo il lato sud-orientale della via Laviniense, all'interno del giardino di una proprietà immediatamente a est del Cimitero Comunale’, segnalata l'esistenza di una citerna". L'infrastruttura ipogea, interamente scavata nel banco, risulta costituita da due ambienti a bottiglia con l'apertura superiore posta a circa 1 m dal p.d.c. superiore (alt. m 5,50/6), collegati attraverso un breve cunicolo. Lungo l’ambiente orientale(?) rimane per un breve tratto, fino ad una tamponatura moderna, un altro cunicolo, presumibilmente con funzione di alimentazione; un ulteriore cunicolo, si diparte dall'altro ambiente, procedendo brevemente fino ad un pozzetto di ispezione. Se ne è proposto il riferimento all'impianto nell'area a est del Cimitero Comunale di Lanuvio (n. 856).

Nel corso del 1950 a seguito di lavori di ampliamento della sede stradale lungo il lato nord-occidentale della via Laviniense, nel tratto in curvaa nord del Cimitero Comunale di Lanuvio, si rinvennero a partire dal piano stradale, per un'altezza max. di m 3 m circa e per una lunghezza max. di m 3 circa, appena sporgenti dalla scarpata, alcuni muri in opera incerta, mista, vittata e mista con resti di intonaco dipinto” Le strutture, analogamente a quelle individuate di fronte al cimitero (n. 864) e a quelle più prossime al bivio con T'Appia Vecchia (n. 862), devono riferisi a impianti residenziali.

862. LASTRICATO STRADALE, STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA E VITTATA m 344 s.Lm. SP. 95/a Via Appia Vecchia - SP. 96/a Via Laviniense

864. STRUTTURE IN OPERA QUADRATA E RETICOLATA E LASTRICATO STRADALE m 339 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense

Nel 1964, a seguito di rinvenimenti verificatisi negli sterri per la realizzazione di un nuovo edificio nell'arca compresa tra il lato sud-occidentale della via Appia Vecchia e la via Laviniense, all'altezza dell’attuale incrocio, furono intrapresi alcuni scavi”. Le indagini rivelarono l'esistenza: di un tratto di più m 40 di strada basolata, orientata nord-sud, larga m 4,25 con crepidini in blocchi dî peperino; i muri nord (lungh. max. m 8) ed ovest (lungh. max. m 10,50) di una costruzione con piazzale antistante in lastre di peperino; strutture muarie in opera reticolata con interventi in opera vittata (due vani centrali, un corridoio, un ambiente ed un piccolo ambiente antistante uno dei vani centrali, rivestito in signino); altre strutture tra il muro nord della casa ed il limite ovest dello scavo. Tra il numerosissimo materiale si rinvennero: i bolli su mattone, A. Ati(i) Diplhi]I() datato al I secolo d. C2 e, L. Tarquiti (Ero-nis?); quello su patera di aretina, P. Corn? e l'incisione su ansa di anfora, "XX X"™

Nel corso del 1950 a seguito di lavori di ampliamento della sede stradale lungo il lato nord-occidentale della via Laviniense, nel tratto compreso tra il parcheggio adiacente al Cimitero Comunale e lo stesso, rivelarono l’esistenza di resti in opera quadrata e reticolata e di un tratto basolato, gia rilevato dal Galieti™, quasi in corrispondenza del bivio con via M. Dionigi*". A differenza delle altre strutture, nonostante l'interro, nella scarpata a monte della strada è ancora visibile in sezione, a circa m 2,50 dal piano della strada, un piccolo tratto del basolato riferibile all'antica circumlavinîense. Sempre sulla scarpata, immediatamente al lato delT'antica sede stradale sono riconoscibili i resti di una probabile sepoltura a cappuccina™, TI basolato è riferibile alla viabilità che, dal lato dx. della via Appia antica (G), poco a nord del XIX miliario, raggiungeva Lanuvio (gl). Le strutture, affacciate sulla viabilità per Lanuvium, co-

© Si tratta della prop. Assandri al civico n.8 ©” Descrizione sfortunatamente sommaria ella srutua, al a quale per nulla supplice la documentazione grafica, priva sia della scala di rap presentazione che dell'orintamento, in ATTENNI 2002: 21, 22-23 figg. 18 2etav. ft n. 14. © Lisst Canonna 1966; cfr. Cuaucci 1983: 206 n. 70, 214-215 tav XXXLXOUL 217 fig. 106; Arran! 2002: tav. (t. n.8 Lissi CARONNA 1966: 108n. 23, dallazona a sud della casa; cfr CIL, XV.1,2239: A. ATIDIPL con attestazioni ad Albano, 55 Lisst Canosa 1966: 111 n. 25 dallo "stato immediatamente αἱ di sopra del basolato stradale nella zona ad est del complesso più a sud"; cfr CIL XVI, 1464, attestato in area albana “in agro Cryptoferrtensi", con l'ipotesi del Dress ch il personaggio potesse essere il medesimo di CIL. XV, 1465. ® Lissi Carona 1966: 106n. 13 dal vanod; cfr. CIL XV.21, 5116h,

P^ Lassi CARONA 1966: 109 n. 5 dallo “strato immediatamente al di sopra del basolato stradale nella zona ad st del complesso più a sud” 75 Lisst CARONNA 1966: 112fig. 25 zona b, 114 fig. 27 relativamente αἱ due muri in opera mista “con particolare dll’imonaco dipinto” all'estremità settentrionale dell'area, 115-116; ATTENNI 2002: tav. fe. n πὶ ‘5% Il Gali ricorda come negli anni Trenta del Novecento, lungo il aτο nord-occidentale della via modera ea circa 3 m circa dal piano stradali i conservasse un trato di strada osolaa per m 20 circa di lunghezza e per 1 mai larghezza (GALIETI 1933: 156). 7? Lisst CARONNA 1966: 112 fig. 25 zona c, 114 fig. 2 15. Arena 2002: v. fa. πη. 7, 12, θὲ Cutasucci 1983: 219-220 n 80, 220 n. 81, 221 tav. XXXIII ff Arre» 2002: 23, specialmente noa 13,1] qual ritiene che la tegola possa piuttosto riferirsi ad una fogna. 707

di Lanuvio, nel 2000, si ἃ rinvenuta parte di una struttura in opera reticolata con pavimento a mosaico con tessere di piccole dimensioni bianche e nere™. Sulla parete si conservava parte della decorazione pittorica in terzo stile, costituita da uno zoccolo di colore giallo con linee rosse sovradipinte. Se ne è proposto il riferimento alla prima età imperiale, 865-866. SOSTRUZIONE STRADALE E LASTRICATO STRADALEm. in connessione con le strutture nn. 856-857, mentre, sia le 341 slm. indicazioni del Lanciani che la morfologia dell'area indi SP. 96/a Via Laviniense rebbero piuttosto una loro relazione con i "tre grottoni ant 865. Sostruzione stradale. Lungo la via Laviniense, poco chi” rilevati ugualmente nel Cimitero, allinizio i resti nn. 858 e 869. a nord del Cimitero Comunale, nella scarpata che costeggia dell’ Ottocento (n. 868) e con il margine stradale nord-occidentale, sono visibili due muri in opera reticolata””. Un primo tratto è conservato per una lunghezza max. di m 4,20 ed un'altezza compresa tra i m. 868. STRUTTURE MURARIE m 342 s.m. 2,70 all'estremità orientale e i m 0,60 in quella occidentale. SP. 96/a Via Laviniense - Cimitero Comunale La struttura conserva il nucleo in opera cementizia di scapoli di selce e specialmente di peperino, disposti per piani di In occasione dei lavori di scavo intrapresi, nel 1819, in posa da m 0,60 circa; dell'originario rivestimento in opera. un terreno sul lato orientale della via Laviniense, per la reareticolata con cubilia di peperino abbastanza regolari nelle lizzazione del Cimitero Comunale di Lanuvio, si rinvennero dimensioni (cm 0,65 x 0,67), rimane un breve tratto (m “tre antichi grottoni”, presumibilmente riutilizzati per alcu1,40), quasi al centro, per circa m 0,60 in altezza a partire da terra. A circa m 1,30 dall'estremità orientale e a circa m 1,50 ne Èsepolture. che queste strutture unitamente a quelle in da terra, nel nucleo si conserva un foro circolare (diam. cm opera ipotizzabile, reticolata recentemente individuate all'interno del 07), peril deflusso delle acque piovane. Cimitero Comunale (n. 867), possano riferirsi ad un ulterioUn secondo tratto, è visibile, a circa m 8,30 ad ovest del re impianto residenziale rispetto a quello esempio a est precedente e a circa m 1,30 dal margine della strada”. Il (an. 856-857), sostruito sul lato a valle dal admuro a contrafmuro sembra conservato per una lunghezza max. di m 5,30 forti ricordato dal Lanciani (n. 869) e da quello n. 858. circa ed un'altezza di circa m 2 fatta eccezione per l'estremità orientale, dove invece è di soli 0,20 m^". Della struttura che sul lato a monte risulta costruita contro terra, si conserva soltanto il nucleo, per uno spessore max. di m 0,60. A circa 869. STRUTTURA MURARIA m 336 s.l.m. m 0,65 dal piano di terra, pid in alto di circa m 0,60 rispetto. SP. 96/a Via Laviniense - Cimitero Comunale a quello stradale, sono visibili due fori (diam. cm 0,7) per il Lungo le pendici a sud-est del Cimitero Comunale, il deflusso delle acque piovane: uno a 2,50 circa dall’estremità orientale, l'altro a circa 1 m dal primo. Altri due fori, di ca- Lanciani riporta, in uno schizzo dei resti esistenti nell'area, ratteristiche e dimensioni analoghe, si trovano a quote diffe- un tratto di un muro con funzione sostruttiva fornito di almeno tre contrafforti” (Fig. 435). renti: uno, a circam 0,20 da terra ed un altro a 1,30. È possibile possa trattarsi della delimitazione verso valle 866. Lastricato stradale. II Galieti ricorda come ancora esistente, negli anni Trenta del Novecento, un tratto di strada. di un ulteriore impianto residenziale, rispetto a quello ad basolata per l'intera larghezza comprese le crepidini per una esempio a est (nn. 856-857), al quale andrebbero riferiti sia i lunghezza di 4 m circa, poco a nord-est del Cimitero Comu- “tre grottoni” (n. 868) che la struttura in opera reticolata (n. nale, all'altezza della sostruzione in opera reticolata™. 867) individuati nell’area del Cimitero all’inizio I due tratti di muro in opera reticolata dovevano sostruire dell'Ottocento e in anni recenti, e il muro di sostruzione n. sul lato a monte la strada che, dal lato dx. della via Appia antica 858. (G), pocoa nord del XIX miliario, raggiungeva Lanuvio (gl). me le altre a nord-est (nn. 862-863), devono riferirsi a impianti abitativi in uso almeno tra la media età repubblicana e la prima età imperiale.

867. STRUTTURE IN OPERA RETICOLATA m 342 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense - Cimitero Comunale

870-871. MATERIALE SPORADICO m 340-335 s.l.m. SP. 96/a Via Laviniense - Cimitero Comunale

Nel corso dei lavori per la realizzazione di una tomba moderna nel settore sud-occidentale del Cimitero Comunale

870. Materiale sporadico. Il Gierow segnala la prove nienza dall'area del Cimitero di Lanuvio di alcuni materi fittili ed una fibula bronzea databili alla tarda età del ferro,

© Ne ricordano l’esistenza: Nisby 1819: 187; CousunN 1914: 30, che erroneamente i riferisce ad una fontana; Gatsen 1933: 156; Οπικκυσοι 1983: 219. 77 GALIENI 1933: 156, lo ricorda conservato per m 25 in lunghezza 3,50 n altezza. La proprietà corrisponde al civico 47. È tuttavia probabile che esso prosegua al di soto dell'interro presente all'estremità dx Si trova poco dopo iln. civico 47.

^ GALIET 1933: 156, lo ricorda conservato per circa 20min lunghez2a ed linaltezza © GaLEET 1933: 156; Lassi Canova 1966: 115, © Arre 2002: 16 fig. 11,24, tv. Lt n. I5. © Asa, Buon Governo, . Il b. 1151. Relazione del 7 luglio 1819; edi ta in Αττεννι 2002: 17, 85-86 allegatoI 7" Lancia CVatLat. 13045: 250 1, riprodotto in Buonocone 2001 214 cfr Liz 2001: 12, 15 fg. 10.

708

facenti parte della collezione Nardoni presso il Museo Pigorini di Roma della quale risulta incerta la definizione del contesto (funerario? abitativo?) 871. Materiale sporadico. Nel 1978 nel corso di lavori agricoli, in un terreno “nelle immediate vicinanze del Cimitero Comunale”, si rinvennero numerosi frr. di cerami ca a impasto”, riferiti ad un contesto funerario databile alVeta del Ferro. È, forse, possibile localizzare le scoperte a Vagnere, nei terreni circostanti le sostruzioni in opera incerta nn. 850-853. 872. LASTRICATO STRADALE m 280 s.l.m. “Conicella” - Via Conicella

Il Galieti ricorda l'esistenza di un breve tratto (lungh. max. m 1) di una strada basolata conservata per una larghezza max. di m 0,75, orientata nord-ovest/sud-est, su via Conicella circa m 70 a nord del criptoportico n. 873°”. Il basolato è riferibile alla viabilità che dalla via Laviniense (gl), quasi all'ingresso del centro di Lanuvio, raggiunge almeno la villa nn. 877-878 e forse prosegue fino all'area n. 1103 (g4). 873-874. STRUTTURE MURARIE E AREA DI FRR. FITTILI (VILLA 7) m 278 s.l.m.

“Conicella” - Via Conicella

Sul lato meridionale di via Conicella è un pianoro, terrazzato da alta scarpata sul margine nord-orientale e affacciato a sud-est, dove scende con pendio abbastanza morbido, fino al sottostante v. le f.lli Kennedy, su Valle d'Oro, con orizzonte aperto fino al litorale. Nell’area il Lanciani agli inizi del Novecento segnala l'esistenza di una villa”. 873. Struttura muraria. In un'area corrispondente a quella indicata da Lanciani, all'interno di una proprietà che occupa il settore nord-occidentale del pianoro, a ovest dell'abitazione, resta un piccolo edificio rustico che sembra riutilizzare alcune strutture antiche”. Si tratta, forse, del criptoportico osservato nel 1925 da Galieti, del quale si conservava not il lato est, per una lunghezza max. di m 11, riutilizzato da un’edificio rustico; il lato nord per l'intera lunghezza di m. 28,80 e la larghezza di m 2,60, con una finestra sulla parete di fondo, in alto; quello ovest, per una lunghezza max. di m. 5,80, completamente interrato”. La costruzione, realizzata in opera incerta, conservava quasi per intero l'intonaco di rivestimento. ‘0 Gishow 1964: 370 fig. 215 n.58, 373; CHIARUCes 1978: 24 tav. TA; Cimaruoci 1996: tav. IL £t n. 51. σα CiaRucci 1978: 24 tax. IA, 104-108, 152-153 che identifica l'area "ui piedi eal ato di una notevole costruzione romana" in un terreno posto in declivio- con quella delle scoperte del Gierow. ©» Gausert 1926: 411. La strada che nella tavoleta IGM in scala 1 25000F, 15011 SO, nella levata del 1936, viene riportata a tratteggio, nella mappa del Catasto Gregoriano della prima metà dell'Ouocen (ASR, Catasto Gregoriano ant. prov. Comarca, n. 9) compare come viabilità di maggiore importanza ("Strada vicinale dtt della Conicella") 5° La sada ha tagliato le pendici dell'altra quasi alla base

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batte va m or resect ans SISI Fig. 435. SP. 96/a Via Laviniense. SchizzoR. Lanciani dei resti nell'area a sud-est del Cimitero Comunale (n. 869).

874. Area di frr. fitili. La restante parte del pianoro, verso ovest, a oliveto, pur consentendo una bassa visibilità del terreno, restituisce in concentrazione medio-bassa, su una superficie di mq. 1300 circa, frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, più numerosi a impasto chiaro di età romana, diversi cubilia in peperino (cm 4 x 5,5), molti dei quali affiorano anche nella bassa scarpata che delimita il terreno, oltre a grossi fr. di dolia a impasto rosso e frr. di ceramica comune, Lungo le pendici meridionali, antistanti la nuova abitazione ed occupate da vigneto e oliveto, affiorano materiali ceramici ed edilizi. L'affioramento, unitamente a quello alla base delle pendici, sul lato meridionale di V. le ἘΠῚ. Kennedy (n. 875), sembra confermare la presenza di un impianto residenziale, probabilmente con pars rustica, esteso su almeno 18.000 ma. e in uso a partire dalla tarda età repubblicana fino ad almeno la prima metà del ΠῚ secolo d. C., preceduto da una casa/fattoria di età arcaica, presumibilmente raggiunto da un diverticolo (84). Impasto grezzo = 1 fr di orlo pertinentea forma aperta non id. — 3 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 1 fi. di orlo pertinente a forma non id. —fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 6 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~3 fim i parete di produzione tirrenica 0% BASA Roma XI. 65. 8; Lancian mss. 85/2: 40r cf. L12001: $ fig. 2.9. 5 Non è sao possibile accedere alla proprietà, del sig. Santini pri va del n. civico, che scende fino v. e fi Kennedy, con accesso la. 1, nella quale sembrerebbe conservarsi la struttura antica, orientata nord: sad, πο Gauism 1926: 409-411; Towssern 1979: 341 nota a; Det. Lunco 1996-1, 47 specialmente nota7. TH materiale antico affiora considerevolmente anche in sezione nella scarpata che costeggia via Conicel, insieme a grosse scaglie di selee di versi cubilia in peperino (cm 6,5x6) 709

— 1 fr di parete di produzione campana — 2 frr di parete di produzione africana Opus doliare = 1 fi di orlo di dolio assimilabile al tipo Maaskant Kleibrink 1992, 1903, da Satricum, databile tra il VI e l'inizio del V sec. aces, 875. AREA DI FRR. FITTILI m 262 s.m. Lanuvio - V. le f.lli Kennedy

Tn on piccolo vigneto che dal lato meridionale di v. le fli Kennedy si abbassa verso sud fino ad un'alta e ripida scarpata con cui si affaccia sulla vallata sottostante, si nota un’area di fr. fittli. A partire dal margine stradale, su una superfici di almeno mq. 1000 circa, affiorano in media concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, piccoli frr di tegole, più numerosi a impasto rosato e rosso, meno a impasto chiaro, di età romana, rari frr. di sigillata africana e africana da cucina, comune da fuoco e anfore I materiali, presumibilmente da considerarsi scivolati dal sito immediatamente soprastante (nn. 873-874), dal quale riulta ormai separato dal tracciato moderno di ve fli Kennedy, che ha tagliato le pendici dell'altura?* attestatano la presenza di un impianto residenziale, probabilmente con. pars rustica, in uso a partie dalla tarda età repubblicana fino ad almeno la prima metà del ΠῚ secolo d. C., preceduto da una casa/fattoria di età arcaica.

testato in contest compresi tra la fine del T la prima metà del IV seo, dC, ~ | fi. di ansa costolata pertinente aolla ansata non id. = 1 fi di fondo piatto pertinente probabilmente a olla non id. = 1 fi di parete presso il fondo pertinente a forma aperta non id. — 6 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore —5 —1 ~| τ =1 — —3

fr di parete di produzione tirrenica. fi di parete di produzione campana. f di parete di produzione vesuviana. fr di parete di produzione betica. fi di parete di produzione africana. fr di parete di produzione egeo-orientale. frr di parete di produzioni non idd.

876. Vita m 270 s.Lm. «Nagnere» - Via Conicella

Agli inizi del Novecento Lanciani segnala l’esistenza di una villa?" in corrispondenza dell'area al margine meridionale di Vagnere, sulla sommità di un'altura aperta verso sud e raggiunta da via Conicella che ne attraversa le pendici sudoccidentali”, sulla quale attualmente insiste una grossa proprietà privata con abitazione ed annessi. 877-878. AREA DI FRR, FITTILI E BASOLI m 235-230 s.l.m. Via Valle Fiara

Comune da fuoco ~ 1 fi di bordo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 62, LS 93, at-

Sul lato orientale di via Valle Fiara, subito prima che questa sorpassi la ferrovia Roma-Velleri, la sommità dell'altura si allarga in un ampio pianoro, sovrastato dal centro di Lanuvio e sezionato nel settore meridionale dal passaggio della ferrovia, il quale gode di un ampio orizzonte verso sudest, dove scende articolato in due terrazze” (Fig. 436). 877. Strutture in opera quadrata. Nel 1880, nei lavori di realizzazione della linea ferroviaria Roma- Velletri all'altezza del Km 34, lungo il lato sx. appena oltrepassato il Ponte di Valle Fiara, si scoprirono alcune strutture i cui materiali vennero immediatamente riutilizzati în una costruzione moderna sul lato opposto®*. I resti, in opera quadrata con blocchi da m 1,10 x 0,50, erano costituiti da un muro, parallelo alla ferrovia, evidenziato per una lunghezza max. di m 50 circa, ὁ da un altro, ortogonale, visibile per un breve tratto, che dipartendosi dall'estremità meridionale, proseguiva al di sotto della scarpata di terra. 878. Area di frr. fittili. L'area sembra corrispondere al pianoro, incolto, lambito dalla ferrovia, che restituisce mate-

(08 MAASKANT Koran 1992: 89-90, 194, 306 fig. ‘1 vigneto si trova immediatamente prima del civico n. 2. La presenτὰ dif. in superficie decresce allontanandosi dal margine stradale. ©" La mancata ricognizione delle pendici immediatamente superior, che ricadono all'interno della proprietà al civico n. 1 la medesima nella quale si conservano reti i strutture, non consentedi valutare con certe22a la continuitàfra le due are, che appaiono quanto menon stretta rela^ ArlanteT: 31-32, tav. XVI, 5, 97 Và, 318-319 nota 3848.

© Dyson 1976: 152. πο Lancianams. 85/2: 40r; fe Lit 2001: 8fig. 2,9. © La proprietà, alla quale non mi è stato possibile accedere, coincide. conil civico n. 15 αἱ via Conicella, ‘ La morfologia originari dela terrazza inferiore, separata da un piccolo salto di quota (m 0.90 circa), è stata fortemente modificata da un taglio delle pendici nella metà settentrionale, ao scopo di guadagnare maggiore spazio alle coltivazioni © Acs, Direz. Gen. AABBAA, II vers, I ser, b. 265, fasc. 4459. RelazioneA. Strutt del 16 aprile 1883; cf Lii 2001: 13.

Sigillata africana

— 1 ft. di fondo con doppia solcatura interna di piatto tipo Lamboglia 9a-Hayes 27, n. 1-2, in produzioneΑἹ", databile tra la fine del Ile la prima metà del Il sec. d.C. = ἐς di fondo di scodella non id, ἐπ produzioneA, databile a partire all’età avia® ~ If. di parete pertinente a forma aperta non id, in produzione non id. Africana da cucina — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Produzione polita a bande. Comune da mensae da dispensa — 2 fir. di parete pertinentia forme non idd.

no

Fig. 436. Valle Fara. Veduta del pianoro da nord-ovest (n. 87-878). riale antico di superficie, sparso in bassa concentrazione, condizionata dalla scarsa visibilità del fondo, su un’area di almeno 7000 mq. Nei ristrettissimi spazi riservati a orto o nei quali il terreno consente un minimo di visibilità, soprattutto al centro del pianoro e nell'area più a ridosso di via Valle Fiara, affiorano in alta concentrazione”, oltre a frr. di tegole, rari a impasto arcaico, alcuni a impasto chiaroe rosa di età repubblicana, la maggior parte a impasto rosato di età romanae chiari e rosati di tà imperiale, scaglie di selce medie e piccole, scapoli in peperino di opera incerta, frr. di lastrine di rivestimento in marmo, frr. di dolio a impasto rosso, piccoli fr. di sigillata italica e vernice nera, ceramica comune da mensa e da fuoco e anfore. Nella terrazza inferiore un modesto affioramento di materiali fitili si nota nella parte meridionale, a ridosso della scarpata che si affaccia sulla ferrovia, dove il terreno, occupato da un vecchio vigneto, conserva ancora la morfologia originaria, con modesto pendio che scende verso sud-est fino ad un piccolo salto di quota. Sul ciglio dell’oliveto che occupa il settore della terrazza rettificato restano sei basoli in selce di medie dimensioni riferibili alla viabilità che dalla via Laviniense (gl) raggiunge almeno questo impianto e forse prosegue fino all'area n. 1103 (gd) Sulla terrazza è ipotizzabile la presenza di un impianto rustico-residenziale in uso presumibilmente almeno in epoca tardo repubblicana e quindi nella prima età imperiale fino #5 L'arca appare rica di materiale archeologico che in occasione di ‘una eventuale aratura dovrebbe affiorare in altissima concentrazione, considerata la sua visibili por in condizioni di terreno a visibilità quasi null.

al IT secolo d. C., forse preceduto da una casa/fattoria di età arcaic Impasto grezzo = f di parete di spessore medio pertinente a forma chiusa non. id. in impasto tardo arcaico, Vernice nera — 1 fr di orlo di coppa non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sipillata italica. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. 1 fr. di fondo di aretina pertinente a forma non id., con bollo a impressione con cartiglio rettangolare in planta pedis (lungh. max. cm 0,5;alt. cm 0,5). Andamento del testo lineare (lungh. cm 0,2: lt. m 0,3) con direzione delle lettere progressiva e tecnica rilevata: [P] DELIORIFIII, [P.] Dellorleli(us). Il bollo, relativo all’officina dell’Italia centrale di P. Deloreius, è databile intorno al 50 a. C."*. Comune da mensa e da dispensa 9 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco. — 1 fr. di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, 2629", attestato in contesti di età traianea. ‘Ox, Cosrosr 1968: 180n. 590; Oxt, Cosrorr, Kewmicx 2000: 211 n.79. 5 Cata 1978 [1987]: 131-132 dallo strato I. ni

Fig. 437. Valleverta, Veduta dell'ltura da est(n. 879).

Sulla sommità di una delle alture che formano la dorsale collinare attraversata da via Valleverta, nel settore prossimo

al margine orientale della strada, si nota un consistente affioramento di materiale antico’ Il pianoro interessato dall'affioramento prospetta ad ovest il centro di Lanuvio e gode di un ampio affaccio a sud-est dove si abbassa con pendio abbastanza morbido fino al fosso di Valle Verta, il quale si origina quasi a questa altezza?" incidendo la sella tra questa dorsale. collinaree quella parallela di M. te Cagnolo (Fig. 437). L'area, che offre un'ottima visibilità a seguito di un recente scasso del terreno per l'impianto del vigneto, appare circoscritta al settore meridionale della sommità, su una superficie complessiva di mq. 2500, con un'alta concentrazione di materiale limitata a mq. 1400 circa. Si rinvengono oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, numerosi frr. di tegole e coppi, tra cui rari fi. di tegole a impasto arcaico e chiarosabbioso, alcuni a impasto chiaro di età tardo -arcaica/alto-repubblicana, in percentuale maggiore frr. di tegole e coppi a impasto chiaro di età romana, alcune riferibile a età imperiale, laterizi a impasto rosso, tagliati a triangolo e bessali®™, frr. di dolio a impasto rosso, diversi frr. di ceramica a impasto, rari di vernice nera, frr. di sigillata italica, africana e africana da cucina, molti frr di comune da fuoco e di anfore. Nella scarpata artificiale che delimita il sito sul lato settentrionale sono visibili in sezione due basoli in selce di

© Po 1978 (19871: 403, 406 dall strato I 2 Vd.361 nota 4032, 381 nore 4104-4105. “ L'area corrisponde al civico n.9. 7" In questo primo tratt il foso risulta inubato. δα Quasi αἱ centro dell'area si nota un punto di massima concentrazio. ne di scaglie dî selce e materiale edilizio οἶσε ἃ trace di malta trita, che sembrano indizire la presenza di una struttura muraria. Pochi metri ἃ nord jl treno, come ricorda il proprietario, cede continuamente in uno stesso

punto creando una sorta di ampia depressione, in parte ancora visibile al momento dell ricognizione, che viene continuamente riempita. ‘°° Il settore settentrionale di questa altura, non accessibile, in parte occupato da un vecchio edificio n rovina, è sopraelevato rispetto all'area dell'ffioramento e non è coltivato. Non è escluso che il sito si allarghi anche in questo settore, considerato che le pendici meridionali e, soprat tutto, orientali sono state sezionate per allargare la superficie in iano col tivabie.

~ 1 fr. di tegame dall'orlo piatto obliquo verso l'interno con gradino per l'alloggiamento del coperchio, tipo Pohl 1978, fig. 158, 253°, attestatoin contesti αἱ età adrianea. 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 14 frr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore 1 fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del IL, inizi del I sec, d.C.5*. — 4 fir. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. 2 fri di parete di produzione adriatica. Opus doliare — Mfr di parete in impasto arcaico. 879. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 265-260 s.l.m. Via Valleverta

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medie dimensioni, relativi alla viabilità che, staccandosi dal lato dx. della via Appia antica (G) all'altezza del Ponte delle Fornaci, raggiungeva Casale Iacobini (n. 989) (g6). L'affioramento, unitamente a quello alla base delle pendici orientali (n. 880) e ai materiali nella proprietà a est (n. 881), sembra riferibile ad una fattoria/casa di età arcaica, probabilmente con una precedente frequentazione in età orientalizzante, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età medio repubblicana si è sviluppato un impianto rustico, esteso su circa 19,000 mq., in uso, forse, fino alla prima metà del V secolo d.C. Impasto grezzo — 10 fr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 2 fir. di fondo a disco rilevato pertinenti a forma chiusa (ol1a?) non id. —3 frt di fondo a disco pertinenti a forma chiusa (olla?) non id. Vernice nera 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica = 1 fr di orlo verticale a fascia con sottili modanature di piatto tipo Conspectus 20.4.2, decorato ad appliques, prodotto nelle officine «arezzo», databile tra l'età claudia e l'età flavia. — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr di parete con carena rilevata probabilmente relativa a piatto con orlo a fascia non id. 1 fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata orientale = 1 f di oro pertinente a forma non id, in produzione B, databile dal 20 a.C. al 150 d.C. Sigillata africana τ fr di oro pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dll’età flavia» =| fe. di parete pertinente a forma non id, in produzioneA, databile a partire dall'età flavia”. Africana da cucina = 1 fi. di orlo scheggiato di casseruola con esterno biancastro non id. = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fi di olla dall’orlo pendente tipo Pohl 1978, fig. 158, 2340, attestato in contesti di età adrianea. = 1 fr. di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig δαὶ Conspectus: 86, tav. 18. I tipo corrisponde a Pucci 10,17 -21.3033: Goudineas 39c. 5° POLETTI ECCLESIA 1997: 27-51, 59-87. 7^ Vd, 318-319 nota 3848. 7 Và, 318319 nota 3848 ‘0 Poi 1978 (1987]: 403-404 dall stratoIL © Po 1970: 179-180dal settore IV, stratoAd. © Atlante 1 212; AGUAROD Orat 1991: 247-248 figg, 45 nn. 3.6, 46, 47 nn. 13. 57» Vd 361 nota 4032, 381 note 4104-4105.

87, 270° di produzione laziale-campana, attestato in contesti di eta traianea. 1 fr di piatto/coperchio dall’orlo leggermente ingrossatoe i distinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia INT 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d. C2™, 2 fir. di fondo pertinenti a forme non id. — 9 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore —2 fir. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del H, inizi del ΠῚ sec. d.C. — 3 fi di parete di produzione campana. — 1 fr. di ansadi produzione tirrenica. — 4 frr. di parete di produzione tirrenica. — 4 ἔπι di parete di produzione spagnola. — 3 fir. di parete di produzione africana. Opus doliare = 1 fr di orlo di dolio tipo Carafa 1995, 627, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili a il 7301720e il 550 a. C^? (Tav. XXI,4). = 1 fr di parete in impasto arcaico,

880. AREA DI FRR, FITTILI E MATERIALE LITICO m 260 s.l.m. M. Cagnolo - Via Montecagnolo Nel vecchio vigneto a partire quasi dal margine sud-occidentale di via Montecagnolo™, fino al fondovalle inciso parzialmente dal fosso di Valle Verta, si trova un'area di fi. itl Su una superficie complessiva di almeno mq. 3500 circa, con una concentrazione progressivamente maggiore verso l’area centrale del fondovalle, recentemente scassata™, affiorano, oltre ascaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole a impasto arcaico e tardo arcaico, diversi a impasto chiaro e rosato, più raramente rosso, di età romana e imperiale, frr. di dolio a impasto arcaico, frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, ceramica comune, soprattutto da fuoco e anfore. Nel settore centrale del fondovalle sono presenti anche materiali litici, i quali attestano la frequentazione dell'area durante il Paleolitico. L'affioramento, sebbene separato da un modesto corso d’acqua intubato, sembra riferibile al sito soprastante a ovest (n. 879), in considerazione della sua posizione, alla base delle pendici orientali dell'altura lambita da via Valleverta, il cui taglio potrebbe giustificare l'assenza di materiali di superficie lungo il declivio e la loro notevole presenza nuovamente in basso, anche al di là del corso d'acqua in questo punto non più leggibile in superficie”. Unitamente a quelli CARAFA 1995: 227-228, © Lrappezzamento si trova immediatamente a nord dell'Azienda vinicola “Cavalieri”, all'altezza delle proprietà corrispondenti ai civici nn. 10, 12. Non mi è stato possibile ricognire con attenzione l'area a vigna l'orto adiacente perl diniego del propceario. ‘o L'area appartiene all Azienda vinicola Cavalier”. © È probabile che i materiali iano stati trascinati di lavori di regola rizzazione delle pendici c in seguito alla chiusura superficiale del corso d'acqua, anche αἱ di à di quastultimo. 713

Comune da fuoco = 1 fi di orlo pertinentea tegame tipo Schola Praeconum I, fig. 6,73, attestatoin contesti del 430-440 d.C 7. — 1 fr. di orlodi tegame simile al tipo Carta 1978, fig. 129, 268, attestato in contesti di età traianea!. = 1 fr di orlo di coperchio tipo Osta II, 514, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — 1 fr di parete pertinente probabilmente a incensiere, del quale rimane il cordone plastico che sottolinea l'attacco con la carena. — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. — 13 fr di parete pertinenti a forme non idd.

BEE Fig. 438, M. Cagnolo. Via Montecagnolo. Materiale itico(n. 880).

dell’arean. 879 i materiali attestano la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età medio repubblicana si è sviluppata una struttura rustica in uso fino, forse, alla prima metà del V secolo ac. Litici = 1 coltello a dorso naturale, databile al Paleolitico medioMusteriano (Fig. 438). — I scheggia oltrepassata di attribuzione cronologica incerta Impasto grezzo

1 fi di bacino con vasca di notevole spessore con orlo a marsni arrotondati inclinato leggermente verso l'intero. Nonostante Ja parte esterna dell'oro sia particolarmente abrasa sembra possibiJe mettere in relazione l'esemplare con un tipo attestato a Cerveteri-Vigna Parrocchiale, Nardi 19930, fig. 575 tipo N. 4b.7, con vasca emisferica,di impasto, riferibile all’età arcaica”. — δ: di olo e parete pertinente a bacino non id. con orlo appiatto e inclinato verso l'esterno, sulla prete esterna, al di sotto dell'oio presenta una risega. Vasca emisferica. Particolarmente frammentario. —1 fr. di piccolo fondo piatto pertinente a forma non id ~ 1f di parce pertinente ἃ formanon id.

Anfore —1 fr di orlo di produzione greco.italica con orlo simile a quelJo delle anfore del relitto de La Ciotat, databile tra il 200 e il 140 ace, — 1 fr di ansa di Pascual 1, anfora vinariadi produzione tarraconese?", diffusa dalla fine del I sec. a.C. alla metà del I sec. ace, — 1 fr di ansa di Dressel 14 similis, anfora da garum di produzione lusitana, diffusa tra l'epoca tiberiano/claudia e la prima metà del T sec. d.C. 1 fr. di fondo piatto di Ostia II, $21-Ostia IH, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54e la fine del Π sec. d.C.™ — Vf di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C". — 1 fr di fondo piatto di produzione non id. — 1 fr di parete di produzione lusitana. ~2 fr di parete di produzione spagnola. 2 fin. di parete di produzione africana. — 1f. di parete di produzione tripolitana τι 1 fr di parete di produzione trrenice. —4 frr. di parete di produzioni non idd.

881. MATERIALE SPORADICO m 256 s.l.m. M. Cagnolo - Via Montecagnolo

Comune da mensa e da dispensa — 3 frr. di parete pertinenti ἃ forme non idd., 1 dei quali probabilmente pertinente a forma aperta (coppa?).

Nel giardino di una proprietà sul lato sud-occidentale di via Montecagnolo” è conservato un grosso blocco in peperino di opera quadrata (m 1,45 x 0,60 x 0,46). Accanto all'abitazione sono anche accatastati almeno sei basoli in selce, più altri spezzati, presumibilmente relativi alla viabilità che staccandosi dalla via Appia antica quasi all'altezza della statio di Sublanuvium, risaliva Monte Cagnolo proseguendo verso sud (g9), una macina in vicoite e diversi frr di tegole ad impasto chiaro di età romana, provenienti dall'affioramento sul colle dirimpetto a ovest (n.879)

D Nast 1993a: 372, © Atlante 1:26, ax. XIV, S. Hayes limita la diffusione cronologica del tipo alla seconda metà del Π sec. d.C. © Schola Praeconum I: 8, 65,70, 73. 27 Cana 1978 [1987]: 128, 133 dallo strato IV. πο Tenta 1986: 315. 7 Βειτκάν Lions 1990: 220-222; Papas 1998,

σῷ Gomas I SoLa 1985: 30 55 Ostia I: 515-522: Maver, Scis, TAVARES Da SILVA 1996: 16, Lores, Maver 1990: 296-299: 296; Maver 1990: 28-30; " Và, 398 note 4186, 4187, 4188. 9 Và. 361 note 4036, 4037, 4038, © La proprietà corrisponde al zienda vinicola “Cavalier”, via di Montecagnolon. 14

Sigillata africana. ~ 1 fr. di orlodi coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib-Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A, databiletra il 150e gli inizi del HI sec. d.C."

na

882. AREA DI FRR. FrrTILL m 266 s.Lm. Via Valleverta

Sul lato occidentale di via Valleverta, quasi sulla sommiτὰ di una delle alture che formano la dorsale collinare attraversata dalla strada, si nota un modesto affioramento di materiale antico. Sulle ultime propaggini del pianoro e sulle prime pendici che scendono abbastanza decisamente verso ovest fino alla sottostante Valle d'Oro, sparsi in media concentrazione?" su una superficie di mq. 600 circa, insieme a scaglie e ciottoli in selce di dimensioni medio-piccole, si riconoscono soprattutto piccoli frr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio e opera doliare, sporadici a impasto chiaro di età alto repubblicana, di più ridotte dimensioni, a impasto rosa e chiaro di età romana, frr. di ceramica a impasto, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Laffioramento, che attesta una frequentazione dell’area durante l'età arcaîcae successivamente tra il Le la seconda metà del Il secolo d.C., può forse essere considerato in relazione con il sito m 220 circa a sud-ovest (n. 883), del quale potrebbe costituire un nucleo secondario, pur non potendosene escludere il riferimento al sito sul lato opposto della strada (n. 879). Impasto grezzo — 5 fir. di parete pertinentia forme non idd. ‘Africana da cucina. — 1 fr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 332=Hayes 196, n. 1°, attestato all’età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. 1 fr. di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia IL, 302°, attestato dall'inizio del I alla seconda metà del IT sec. d. C.

Valleverta si abbassa verso ovest prima di precipitare con pendici ben più ripide fino alla sottostante Valle d'Oro, nota un’area di affioramento di materiali antichi? Tn parte nel terreno libero e recentemente scassato che costeggia il lato meridionale del viale e in parte nel terreno utilizzato ad orto alle spalle dell’attuale casa padronale, posta nella zona più bassa del pianoro, ormai pianeggiante, quasi a ridosso del limite sud-occidentale delle proprietà”, sono presenti, in alta concentrazione su una superficie di mq. 2200 circa, con una maggiore concentrazione rilevabile nell’area centrale ortiva, oltre a poche scaglie di selce, frr di tegole e coppi a impasto arcaico, più raramente fr. di tegole pasto chiaro tardo arcaico-alto repubblicano e a impasto chiaro di età repubblicana e pochi frr. a impasto rosa e grigio età romana, cubilia in selce (cm 6,5 x 7,5), fir. di dolio a impasto rosso, fir. di ceramica a impasto, sigillata italica e africana, pochi di africana da cucina, frr. di comune, soprattutto da fuoco, e molti di anfore. Sul lato settentrionale del viale, quasi di fronte ad uno degli edifici, restano due basoli in selce. L'affioramento, forse in relazione con quello a nord-est (n. 882), da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili, sembra riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente tra la tarda età repubblicanae la prima età imperiale, si è sviluppato un impianto rustico, in uso almeno fino alla fine del II secolo d. C. I basoli potrebbero riferirsi alla via principale, che dal lato dx. della via Appia antica (G) all'altezza del Ponte delle Fornaci scendeva verso sud fino almeno a C. le Iacobini (n. 989) (g6), o al collegamento tra questa e l'impianto rustico, forse perpetuato dalla sterrata che permette di raggiungere gli edifici moderni nella proprietà da via Valleverta.

883. AREA DI FRR, FITTILI E BASOLI m 256-252 s.l.m. Valle d'Oro - Via Valleverta

Impasto grezzo 1 fi di orlo particolarmente frammentario probabilmente riferibile a ciotola tipo Carafa 1995, 474, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 550.530 e il 4754500098 = 1 ft i parete e tesa probabilmente pertinenti a piatto. Π fr. non presenta labbro, ma l'andamento della parete sembra suggerire una vasca profonda e un orlo alungatesa. Questa forma attestata in impasto rosso già da fasi antiche in Etruria meridionale e Latium verus, isulta documentata anche in epoca più tarda (5301520 eil 500. C.)™. — 1 fr. di parete e collo pertinenti a forma chiusa non id. in impasto tardo arcaico. —9 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 2:π di fondo a disco pertinenti ἃ forma chiusa (olla) non id. — 2 frr. di parete di spessore medio-grande pertinenti a forme chiuse non idd.

Quasi alla base del morbido pendio, ben esposto verso sud-est, con cui la dorsale collinare attraversata da via

Sigillata italica — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

#0 1 tereno permette una discreta visibilità, limitata però all'anno tà del vigneto. ‘0 Alante I: 212, av. CIV,3. Cf AGUAROO Orat. 1991: 247-248 fig. 45 nn, 3-6, 46,47nn. 1-3, 305-307, la qual distingueil tipo in più varianti Del tipo si trovano imitazioni locali n ceramica comuneda fuoco. © Atlante E 212-213, tv. CIV, I; eff: AGUAROO OTAL 1991: 245-246 fig. 45 na. 1-2, 305, la quale distingue il tipo in più variant,

P" I terreno è compreso all'interno di una proprietà, al civico n. 2 sulata non ricognibile, nella quale sono tre diverse abitazioni, distribuite fungo ἢ pianoro nell'area a nord del viale d'accesso. 7" Entrambe le ee offrono una buona visibilità PH CARA 1995: 181 fig-182. © Cfi CARAFA 1995: 117 Πρ. 118 tipo 267.

Comune da mensa e da dispensa 1 ft di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco 9 frr di parete pertinenti a forme non ida, Anfore —4 fir. di parete di produzione tirrenica. ~ 1 fi di paretedi produzione africana, —4 frr di parete di produzioni non idd.

715

Sigillata africana — | fi. di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'eà flavia”

della ferrovia Roma-Napoli, resta un grosso basolo in selce, riferibile alla viabilità che staccandosi dal lato dx. della via Appia antica (G), all'altezza del Ponte delle Fornaci, scendeva verso sud fino almeno a C. le lacobini (n. 989) (g6).

Africana da cucina — 1 fi. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e annerito con ingobbio esterno, tipo Ostia II, 02", attestato dall'inizio del I alla seconda metà del II sec. d. C. — 1 fr di fondo di casseruola non id.

885. AREA DI FRE. FITTILI m 236 s.l.m. Via Valleverta

Comune da mensa e da dispensa 2 fir di parete pertinenti a forme non idd.. ‘Comune da fuoco

= 1 fr di orlo di coperchio tipo Cana 1978, fig. 131, 260-Olcese 2003, av. XIX, 10, datato rispettivamente in etd taieneae trail Teil I sec. d.C. ~ 1 fi di piattoeoperchio dall'orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo (Ostia ΠῚ 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del sec. d. C". — If. i attacco di orlo a tesa mancante dell’estremità pertinentea casseruola di tipo non id. — 2 fr. di fondo pertinenti a forme non idd. = 10 f di parete percinenti a forme non id. Anfore ~ 1 fi. di orlo di Dressel 14-Beltràn IV A^" anfora impiegata per il trasporto di conserve di pesce, di produzione betica®” diffusa dall'età augusteatiberiana alla fine del IVIII sec. d.C. —1 fr di parte di Dressel LA, anfora vinaria di produzione tirenica, diffusa dalla seconda metà del I al primo quarto del scc. a.C. = 1 fr. di fondo privo del puntale di produzione africana. —4 frr di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione campana. 2 frr di parete di produzione vesuviana. — 1 fr. di parete con attacco d'ansadi produzione orientale. οὶ fr. di parete di produzione orientale. — 1 fr. di ansa di produzione tirrenica. τι fr di ansa di produzione spagnola. — 1 fr parete in prossimità dell’orlo di produzione orientale. τι fr. di puntale di produzione tirrenica. — 18 frr di parete di produzione tirrenica. — 2 frr di parete di produzione spagnola. — 5 fir di parete di produzioni non idd. = 1 fr di ansa di produzione non id,

In un vecchio vigneto sulle pendici che dal lato orientale di via Valleverta scendono verso sud, interrotte dal passaggio della ferrovia Roma-Velletr, e verso est fino al fosso di Valleverta, si nota un'area di fr. ftii. A partire dalla sommità di uno dei dossi in cui si articola Ja morfologia dell'area e lungo le pendici con cui questo si abbassa moderatamente verso sud, nell'area prossima al fos50, affiorano in media concentrazione su una superficie di mq. 1250 circa? oltre a ciottoli e scaglie di selce di piccole dimensioni, ἔπι, generalmente piccoli di tegole, pochi a impasto arcaico e tardo-arcaico, più numerosi a impasto rosa di età romana e pochi a impasto chiaro di età imperiale, frr. di dolio a impasto rosso di età romana, frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, comune da fuoco e anfore. L'affioramento attesta una frequentazione nel corso dell'età arcaicae successivamente tra il I secolo a.C. e, almeno, il IV secolo d.C., forse in connessione con il sito poco a sudovest, nei pressi di C. le Tacobini (n. 989), dal quale lo separa ἢ tracciato della ferrovia. Impasto grezzo 8 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Impasto rosso

— 2 fedi parete pertinentia forma chiusa non id. — 1 fr di parete di spessore medio grande riferibile a forma chiusa non id. (lla di grandi dimension o pithos). Impasto chiaro-sabbioso 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

884. BasoLo m 255 s.l.m. Via Valleverta

Sigillata africana ~ | fi di parete pertinente a forma non id, in produzione A, datat a partire dall'età flavia, — V f di parete pertinentea forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C.

Appoggiato al muro di recinzione di un vigneto che costeggia il lato orientale di via Velleverta, poco prima del ponte

Ceramica comune da mensa e da dispensa — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd.

7 VA. 318-319 nota 3848, © Atlante: 212-213, tv. CIV, 1; οἷς. AGUAROD Or. 1991: 245-246 8.45 nn. 1-2, 305, a quale distingue il tipo in più variant © Cama 1978 [1987]: 131 i.-132 dallo strato IV; OLcrst 2008: 90. ‘om Atlante V: 212; AGUAROD OTAL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46, 47 on. 13. ©" L'esemplare ἃ assimilabile a Ostia ΠῚ 207: 627; Pans 1977: 38; Mower 1990: 29-35; FAntAO, CaRvaLio 1990: 41-47; ἔτιεννε Maer 1993-1994: 204

© BuxrRAN Luons 1990: 224. μα DELL AMi00 1990: 124-125. ^ Τομεανια 1986: 42-47, 126-127; MANACORDA. 1989: 443 nota 2; Rizzo 2003: 144 nota 14. κα terreno corrisponde αἱ civicon. 21 ‘Tl terreno corrisponde al civico n. 23 #0 I terreno al momento delle ricognizione offriva una discreta viii li, ^ Vd. 318-319 nota 3848,

716

Ceramica comune da fuoco — 1 fr di orlo indistinto e piatto di tegame tipo Osta II, 510, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.). = 1 fr di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia IL 515%" attestato in contesti datati all’età Navia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) = 1 fr di orlo di coperchio non id. = 1 ft di fondo pertinente a forma non id = 10 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 puntale di Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente a Kos e in arca egeo-microasiatica""tra a fine del I sec. a.C. egli inizi del II sec. dC. ~ | fr. di parete di produzione vesuviana. — 2frr di parete di produzione tirrenica.

nericamente all’età romana, si è sviluppata una struttura rustica. Non può tuttavia escludersi, in considerazione dell'impossibilità di ricognire un ampio settore interposto, che i materiali, possano riferirsi al sito sull'altura a nord" (n. 833). Impasto grezzo —1 fi di orlo pertinente a olla tipo Enei 1993, 44.367, attestato in contesti cerit in età tardo arcaica*". = 8 fir di parete pertinenti a forme non idd. = 4 fir. di parete di spessore medio-grande pertinenti a forme vascolari di grandi dimensioni non idd. = 1 fi. di ansa a sezione sub-circolare pertinentea forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 4 fi i parete pertinenti a forme non idd.

Opus doliare — 1 fr. di parete pertinente a forma non id., probabilmente in corrispondenza del collo, in impasto arcaico.

Comune da fuoco = 2 fz. di orlo di coperchio non idd. — 10 frc di parete pertinenti a forme non idd.

886, AREA DI FRR. FrrTIL m 254 s.Lm. Q. to S. Gennaro - Via S. Gennaro

Anfore —3 =2 —2 —2

frt fi. fr. frr

di di di di

parete parete parete parete

di di di di

produzione produzione produzione produzioni

tirrenica. africana. spagnola. non idd.

Sul lato occidentale di via S. Gennaro, appena superato il ponte della ferrovia Roma-Velletr, sale con pendio abbastanza deciso una modesta altura la cui sommità gode di un'ottima esposizione verso sud e si abbassa verso ovest, articolata in una serie di terrazze progressivamente più ripide, fino al fosso di S. Gennaro. Del pianoro superiore resta libero solo un piccolo settore al margine occidentale”, occupato da un vecchio vigneto che si adagia sulle pendici sud-occidentali, delimitate da una bassa scarpata. In quest'area di circa di 1600 mq. circa", affiorano in media concentrazione a partire dalla sommità fin lungo le pendici meridionali, oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, piccoli frr. di materiale edilizio per la maggior parte a impasto arcaico e tardo-arcaico, rari a impasto chiaro-sabbioso, pochissimi a impasto rosa e arancio di età romana, diversi frr di ceramica a impasto, ceramica comune da fuoco e anfore e rari fr. di sigillata africana, gencralmente di dimensioni particolarmente ridotte. Pochi frr. dello stesso materiale si rinvengono anche sul versante opposto del colle, lungo le pendici orientali che scendono fino a via 8. Gennaro, a partire dal limite della recinzione di una delle abitazioni. L'affioramento sembra riferibile alla presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, successivamente, în un periodo che i matriali permettono di riferire solo ge-

Sul lato orientale di via S. Gennaro, appena oltrepassata. la ferrovia Roma-Velletri, in un terreno ortivo compreso tra questa e il fosso delle Tre Armi a est, all'altezza del punto in cui la via Appia antica doveva superare il fosso", affiorao materiali antichi. Nell'area in piano, alla base delle pendici orientali delaltura che sale sul lato opposto dela strada, su una superficie di mq. 600 circa soprattutto a ridosso della scarpata sottostante la linea ferroviaria, si rinvengono in bassa concentrazione, oltre a numerose scaglie di selce di medie dimensioni e pochi cubilia in peperino (cm 5 x 6), piccoli fir. di vernice nera e ceramica comune e anfore.

^ Ostia I: 101, 260-261,tav. XXVII ‘= Osta Il: 101, 260-261,av. XXVII "^ Buren, HESwARD 1987: 22-23; Ewexeur, PicoN 1989: 225 noCanas Mono 2000 ‘© L'arca è compresa nella proprietà corrispondente al civicon 6. 7 Quasi tutta l'area sommitale è occupata da edilizi residenziale st L'arca dovrebbe corrispondere αἱ margin del sito antico il ui centro è probabile coincida con il ettore ἀεὶ pianoro ora occupata dle abitazioni. ‘La proprietà nella quale si trova 'affioramento risulta infatti delim

tata a nord dal passaggio della ferrovia Roma Velletri, su lato opposto di quest’ultima, da un'altra proprie, che non è risultata perlustrabile, confinante a sua volta con quella nella quale si nota l'affiramenton. 833. 20 Bet 1993: 119 tav 35, κα La proprietà corrisponde al civico n. 7. "I propricario del fondo assicura che al di sottodella scarpata, nea zona più vicina al corso del foso, in occasione della pulizia della scarpata appare un muro, al momento non rilevabile, di cui si conserva il nucleo in ‘opera cementiza.

887. AREA DI FRR, FITTILI m 240 s.l.m. Q. to S.Gennaro - Via S. Gennaro

È possibile che l’affioramento attesti la presenza, presu-

mibilmente tra l'età repubblicana e quella primo imperiale, di una piccola struttura rustica, pur non potendosene escludere il riferimento ad un ambito sepolcrale, anche in considerazione alla prossimità al tracciato perpetuato da via S. Gennaro-via Landi.

nT

τὶ frr. di coppo a impasto chiaro sabbioso e a impasto rosso di etàalto-medio repubblicana, pochi fi. αἱ tegole a impasto rosato e rosso di età romana, dolia ad impasto rosso, rari frr. di ceramica a impasto chiaro sabbioso, di vernice nera e sigillata italica, fr. di comune da fuoco e anfore. Una maggiore concentrazione si rileva in un piccolo settore della sommità, sul retro del casale, verso il margine settentrionale dell’area, su un’area di mq. 800 circa coltivata ad orto. La superficie complessiva dell'area che si allarga intorno al casale, sembra distendersi su tutto il settore occidentale della sommità, per mq. 8800 circa. ‘Accanto al casale sono conservati un blocco parallelepipedoin peperino (m 1,15 x 0,50 x 0,47), una lastra in peperino (m 1,53 x 0,15 x 0,58) con cornice modanata (gola, lstelJo) e un pilastrino in calcare con scanalature vuote nei tre quarti inferiori, piene nella parte superiore c estremità decorate con modanature lisce (m 1,07 x 0,32 x 0,17) (Fig. 439). Lungoil viale d'accesso, nei pressi dell'abitazione, sono appoggiati due basoli in selce, probabilmente riferibili alla sottostante viabilità che allontandosi dal lato dx. di via Appia antica (G), all'altezza del bivio con via S. Gennaro, giungeva a sud almeno al Casalaccio (n. 1220) e quindi forse, proseguiva verso sud-ovest fino a ricongiungersi alla via di Astura (11), al diverticolo che doveva raggiungere l'impianto (h2) È ipotizzabile la presenza di una piccola fattoria/casa di

Fig. 439.Q. to S. Gennaro. ViaS. Gennaro. Pilastrino(n. 888). Anfore = | ft. di ansa e 1 puntale pertinente a Dressel 2/4 anfora vinaria di produzione campana, diffusa trail 70/60 a.C. l’inizio del IIT see. d Cn — [fr di parete di produzione non id. 888. AREA DI FRR. FITTILI, BASOLI E MATERIALE SPORADICO πὶ 250-248 s.Lm. Q. to S. Gennaro - Via S. Gennaro

età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della media età repubblicana si è sviluppata una struttura rustico-residenziale in uso successivamente tra il [e l'inizio del V secolo d.C. Impasto chiaro sabbioso ~2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 1 fi di parete pertinente a forma non id. — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. Sigillata italica = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco

Su una delle alture che caratterizzano la dorsale collinare allungata verso sud-est a partire dalla confluenza dei fossi di S. Martinella e della Pilara fino alla Passatora di Cisterna, si nota un'area di frr. itii", Lungo la prima parte delle pendici occidentali affiorano in bassa concentrazione la quale tende leggermente ad aumentare in una ristretta fascia del vigneto che sale fino al pianoro, sul lato meridionale del casale, su una superficie complessiva di mq. 3800 circa, molti fr. di tegole e frr. di impasto riferibili a materiale edilizio o opera doliare di età arcaica, ra-

~ 1f di oro di tegame tipo Ostia IL, 509, attestato in contesti datati all’età flava, probabilmente durante la prima parte del prinipato di Domiziano (80-00 d.C = 1 f di bordo di coperchio tipo Martin 1991-92, abb. 6 fig. 34, attestato in contest di inizioV see. d.C. ~ | ft di orlo pertinenteἃ forma non id. — 7 fr. di parete pertinenti a forme non id,

^ Vd. nota 4032. 4 Il colle, che gode di un ampio orizzonte sia sul centro di Lanuvio a ovest, si sula pianura pontina a sud-ovest, fino al litorale, si affaccia a est sulla sottostante via S. Gennaro con pendici abbastanza morbide e scende più ripidamente verso nord fino ad un stretta vallata che lo separa dl cole di fronte (n. 886). Isto interessato dallaffioramento corrisponde grossomodo all'area occupata da un antico casale

che insiste nel settore sud-occidentale della sommità, corrispondente al civicon. 21 ‘Alla base di questo versante, le coi pendici sono occupate da vigneto di vecchio impianto, scorre i fosso di S. Gennaro che delimita tutt la dorsale collinare. 2 Ostia I: 101, 260-261,tav. XXVII Mais 1991-92: 168, 17.

118

Anfore 2 frr di parete di produzione vesuviana. — 2 ἔτι di parete di produzione egeo-orientale.

= 1 fr di parete di produzione spagnola. = 1 fi di parete di produzione non id. Opus doliare 2 fr di parete a impasto rosso di età romana. S89. AREA DI PRR, FITTILI m 272 sm. Via delle Tre Armi

Sul lato meridionale di via Appia Vecchia, all'altezza di via delle Tre Armi, un'altura, abbracciata a sud, scende con pendenza abbastanza decisa, dalla confluenza del fosso Minellae del fosso delle Tre Armi, e chiusa a est da pendici ripide, tagliate in parte da un'alta scarpata, la quale doveva godere verso sud-ovest di un buon affaccio sulla via Appia antica, che ne lambiva le pendici sud-occidentali, caratterizzate da pendenza meno accentuata. Nel settore nord-occidentale del pianoro, il terreno! τος centemente scassato, restituisce su un'area di mq, 500 circa, in media concentrazione, fi. di tegole e coppi soprattutto a impasto arcaico, alcuni a impasto chiaro tardo-arcaico/altorepubblicano (Tav. IV, 8), pochi frr di tegole a impasto chiaτὸ di età romana, fr. di dolio a impasto arcaico, molti fr. di ceramica a impasto grezzo, meno a impasto chiaro sabbioso, rari di comune da fuoco e anfore", È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa in uso dal-

Veta arcaica a quella alto repubblicana, forse preceduta da una frequentazione di almeno VII secolo a.C., sulla quale, come sembrerebbero attestare i materiali, nel corso dell'età romana si è, forse, sviluppata una piccola struttura rustica, presumibilmente in relazione con l'impianto n. 890.

Fig. 440. Via delle Tre Armi. Impasto grezzo (n. 889) — 1 fr di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione non id. Opus doliare — 1 ft. di orlo estremamente frammentato in impasto arcaico non id. — 1 fr di parete in impasto rosso riferibile a età alto repubblicaE — 1 fr. di parete in impasto arcaico. 890. AREA FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 263 s.l.m. Via Ponte delle Tre Armi

Anfore = 1 fr di ansa di produzione spagnola

Circa m 300 a est del punto in cui l'Appia antica doveva superare il fosso delle Tre Armi sale un piccolo colle la cui sommità, terrazzata sui lati meridionale ed orientale da un netto salto di quota, è aperta verso sud-est" Lungo le pendici occidentali le quali scendono con pendio morbido fino a raggiungere via di P. te Tre Armi, în particolare nel settore più alto", è presente un consistente affioramento di materiali antichi. Su una superficie di mq. 3800 circa si riconoscono in alta concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole e medie dimensioni molti frr. di tegole e coppi ad impasto rosato, meno a impasto chiaro, di età romanae rari a impasto arancio riferibili a età imperiale, diversi fi. di lastrine di marmo sia bianco che pavonazzetto (spess. cm 1,1) di opus sectile fn. di intonaco rosso, tra cui uno con banda gialla con steccatura centrale, fir. di sigillata italica e africana, frr. di comuneda mensa e da fuoco, molti frr. di anfore e frr. di dolio a impasto rosso. Lungo il margine meridionale del terreno che costeggiail viale d'accesso alla proprietà, oltre ad almeno nove blocchi parallelepipedi in peperino (m 145/1,20/0,90 x 0,60/0,62 x

"^ Si trova acica 200m ad est, lungo via Tre Armi, da bivio dalla via Appia Vecchia. ‘© La relativa scarsa presenza di materiale romano potrebbe indicare che questo nonsi trova in situ ma è riferibile all'area individuatam 150 circoa sud-est (n.890) ® D'ALESSIO 2001: 205. ^ Bx 1993: 120 av. 36,

‘© La proprietà corrisponde al civico n. 4 κα La zona più bassa di queste pendici, dove l’affioramento perde consistenza fino ad azzerarsi, ha subito negli ultimi anni un riporto di tera, αἱ finedi correggere l'originale morfologia dell'altra, la quale, detta del proprietario, su questo versante si abbassava fino a formare un ἂν vallamento nel quale rstagnavano solitamente le acque con danno perle coltivazioni

Impasto grezzo

— 10 fr. i parete pertinenti a forme non idd. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. probabilmente chiusa, con applicata sulla superficie esterna la resa, sulla cui faccia inferiore è presente un'impressione digitale sub-circolare confrontabile con l'esemplare su bacinoin D'Alessio 2001, tav. 42, 175, dall'area sudoccidentale del Palatino attestato a Roma dallorientlizzante antico e per tuto il VIT sec. a. C^? (Fig. 440, Tav. XXI,5). Impasto chiaro-sabbioso — 1 fr. di orlo pertinente a bacino a vasca cilindrica, decorato sotto l'orlo da cordone plastico orizzontale riferibile al tipo Enei 17.135, attestato in contesti erii n età tardo-arcaica?", Comune da fuoco — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

7

Ceramica comune da fuoco — 1 fr i orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia II, 515%, at testato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Demiziano (80-90 d.C.) = 1 fr di tegame dall’orlo piatto obliquo verso l'interno con gradino per l'alloggiamento del coperchio, tipo Pohl 1978, fig. 158, 253, attestato in contesti di età adrianea. — 1 fr di casseruola dall'orlo estroflesso dal labbro sagomato con breve listello, tipo Dyson 1976, fig. 65, FC 13, attestato in contesti di IV sec. d.C. circa". --2 fir di fondo piatto pertinenti a forme non idd. —4 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd.

Fig. 441. C. le Ottone Basso. C. Rigoni. Via Cinelli. Basoli (n. 891),

0,45), mentre due sono appoggiati nei pressi dell'abitazione. (m 0,60x 0,62 x 0,44), sono accatastati molti materiali, in particolare scaglie di selce e peperino, frr. di tegole e di anfore, e una grossa meta in vicoite. L'area, forse in relazione con l'affioramento poco a nord-ovest (n. 889), sembra riferibile ad un impianto residenziale con pars rustica, esteso su almeno 51.500 ma., in uso presumibilmente dalla prima età imperiale al IV secolo d.C. Sigillata italica. — 1 fr di oro distinto, leggermente ingrossato esternamente, di piatto tipo Conspectus 3.2.2." databile tra il 40 e il 120 d.C. = 1 fr. di orlo convesso, con fascia sottostante decorata a rotella, di coppa campaniforme tipo Conspectus 15.1.1:**, databile tra l'inizio del I sec. a.C. e la fine dell'età augustea. = 1 fi. di orlo pertinente a forma non id Sigillata africana τ 1f di orlodi coppa con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib-Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A, databile tra il 150 gli inizi del ΠῚ sec. 4...

Anfore = 1 fi di ansa di produzione tirrenica. = 1 fr. di ansa di produzione africana, — 1 fr. di ansa di produzione orientale. — 1 puntaledi produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. = 1 fi. di parete di produzione gallica. — 5 fidi parete di produzione africana. ~2 fri di parete di produzioni non idd. 891. MATERIALE SPORADICO C. le Ottone Basso. C. Rigoni - Via Cinelli

Lungo il viale che dal lato occidentale di via Cinelli conduce a Casale Rigoni, attualmente abbandonato”, restano almeno dieci basoli in selce (Fig. 441), mentre in prossimità del casale sono un blocco (m 0,38 max. x 0,42 x 0,40) e una soglia in peperino frammentata (m 0,58 max. x 0,43 x 0,25). 1 basoli ed il blocco sono presumibilmente riferibili al tracciato (i5) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (1) all'altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (id), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla via Appia antica (G). 892. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 260 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Cinelli

Ceramica comune da mensa e da dispensa — 1 fr di brocca dall’orlo svasato con listello leggermente pendente tipo Pohl 1978, fig. 105, 873%, attestato in contesti di età claudia. = fi. di orlo di coppa pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 1 fr di fondo piatto di olla non id. = 1 fr. di fondo di piatto non id. ~ 1 fr di fondo ad anello pertinentea forma non id. ~2 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Lungo il lato nord-occidentale di via Cinelli, sul piccolo dosso che costeggia la strada, affacciato ad ovest sul fosso Minella, affiorano materiali antichi". Nel vigneto che scende verso nord-ovest, a partire dal lato settentrionale dell’edificio che occupa il settore centrale della piccola altura, su un'area di mq. 550 circa, la quale raggiunge in estensione i mq. 1.800 circa, affiorano in concentrazione medio-bassa numerose scaglie di selce, alcuni frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio, frr. di tegole ad impasto chiaro di età romana, numerosi fr. di dolio a im-

0 Conspectus: 56, tv. 3.1] ἄρο corisponde a Goudinesu 43; Pucci 19, 34016. “πὶ Conspectus: 78 τῶν. 14. La forma 15 corrisponde a Goudineau 29; 30a; Pucci 22, 1-4; 231. ‘© Atlante I: 26, tav. XIV, 4. Hayes limita la diffusione cronologica del tipo lla seconda metà del I see. dC. ‘© Pou. 1978 [1987]: 270, 272-273 dallo strato VI. * Osta I: 101, 260-261,tav. XXVIII

‘© Posa 1978 [1987]: 403 fig, 406 dallo stato I. =» Dysow 1976: 163. Alcuni fe provenienti da Lanuvio da un contesto di IV sec. dC. presentano un orlo molt simile (Lsst CARONNA 1966: 107 fig. 19m, 11, 108 fig. 21 n.5, 111-113) ‘© La proprietà corrisponde al civico n. 32. ‘© L'area interessata dai rinvenimenti corrisponde a quella su cul in tono le proprietà distintedai civici n. 16, 18 20.

720

pasto arcaico e rosso di età romana, rari frr. di sigillata itai ca, africana e africana da cucina, frr. di ceramica comune e anfore. Lungo il versante occidentale l'area si affaccia verso il fosso con una terrazza, regolarizzata e contenuta, per m 35 circa di lunghezza, da un muro, orientato quasi nord-sud, che riutilizza grosse scaglie di selce, materiali fitili antichi, soprattutto tegole, e un grosso blocco in selce (lungh. πὶ 0,80; alt. 0,45)" (Fig. 442). Quasi all'estremità settentrionale nel muro si apre un'esedra realizzata a blocchetti parallelepipedi in selce (lungh. m 0,80; alt. m 0,45)”. Sui lati del vecchio edificio rustico che occupa il settore settentrionale. del pianoro restano sei basoli in selce di medie e grandi dimensioni e un blocco in peperino (m 0,75 x 0,50 x 0,45), presumibilmente riferibili al tracciato (15) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (I) all'altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (id), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla. via Appia antica (G). L'affioramento, anche in considerazione delle propizie caratteristiche naturali dell'arca, sembrerebbe riferibile ad una struttura eminentemente rustica, estesa su almeno 25.000 mq., in uso, presumibilmente, tra i I e, almeno, il IV secolo d.C., forse preceduta da una modesta casa/fattoria di arcaica. Sigillata italica = 1 fr di fondo con traccia di decorazione a rotella non id Sigillata africana 1 fr di fondo pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia® — | fr. di parete pertinente a forma non id. in produzione D, databile dal IV al VII sec. d. C. Africana da cucina. = 1 fr di carena di casseruola non id. a patina cenerognola. esterna.

Fig. 442.C. le Ottone Basso. Via Cinelli Arca di fr. fitti (n.892) scarpata lungo il margine occidentale della terrazza. 893. BASOLI m 264 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Cinelli

Sul ciglio nord-occidentale di via Cinelli, immediata mente a sud del ponte della ferrovia Roma-Napoli, restano due basoli in selce di grandi dimensioni, insieme a un cumulodi scaglie di selce di piccole e medie dimensioni. Altri due basoli di grandi dimensioni si trovano all’interno del giardi no dell'abitazione che costeggia la strada‘. 1 basoli sono presumibilmente riferibili al tracciato (15) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (1) all'altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (id), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla via Appia antica (G)

Anfore = 1 fx di orlo di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusatra il 70/60 a.C. e l’inizio del II scc. d.C. ^. = 1 fr di ansa di produzione tirrenica. = 1 fr di parete di produzione orientale. — 1 f di parete di produzione non id.

894-895. CISTERNA, STRUTTURE, PAVIMENTI A MOSAICO E MATERIALE SPORADICO m 278 s.l.m. C. le Ottone Basso. C. Filippi - Via Colle Ottone Basso 394. Cisterna, strutture c pavimenti a mosaico. Il Volpi ricorda l’esistenza a colle Ottone di pavimenti a mosaico e di una cisterna rettangolare a tre navate (m 31 x 9 circa), noti a partire dalla prima metà del Seicento come resti della villa di Ottone, che un incendio verificatosi nella prima metà del XIX secolo, ha distrutto. 895. Il vecchio casale Filippi, lungo il lato occidentale di via Colle Ottone Basso", occupa il settore più ampio e eminente del morbido pianoro, tagliato dalla ferrovia RomaVelletri, che scende verso sud allargandosi in due lingue tra i

^^ Alla base del muro resta anche un fr di colonna in marmo scanalata (alt m 0,18; diam. m 025). 797 Questa struttura, rimaneggiata in quasi tuta la sua lunghezza, do vrebbe riferirsi all'oiginario muro di sostuzione che delimitava cidentale della terrazza occupata dllinsediamento. © Và. 318-319 nota 3848. ^" Posi 1970: 179 fig.-180 dal ettore TV stato Ad. ^ Vd. 361 note 4032-4033. ^ L'abitazione èdistinta dal civico n. 26. ^ Tuoi 1644: 96.97 ricordato da Laxciani mss. 85/2: 74; PIAZZA 1703: 21; Ricca 1713: 185; Vost 1727: 60 relativamente αἱ est di mosaici,

60-61 e tav. IX perla cisterna; Penta 1745: 91; Petz Wagener 1913. 419; Sicta in 1824: 41; Boncta 1723: 81; DESIARDIN 1854: 215; TERSENGHE 1910: 311, ricorda come ancora visibili “le fondazioni a fior di tera che si trovano fuori dei locali ricostruiti .."; CRESSEDI 1949: 96; Caesseni 1953:84, Lucu 1962: tav. 6 il quale riporta la presenza di una vila con cistema; CaesceNzI 1981:67; DeL Lunco 1996: I, 141 La proprietà si trova al civico n. 70. Il Casale risulta riportato non solo nel F 150 Il SO dell IGM in scala 1:25,000 sia nella levata del 1936 (CC. Filippi")che in quella del 1877 ΟὟ: Filippi), ma anche nella cata dell Astolt del 1785 (Bav, St. geogr. S. 35, riprodotta in Βκυτα 1972: Il, tavi. 202-208 , “Filippi”

Comune da fuoco — 1 fr. di coperchio dall'orlo arrotondato tipo Pohl 1970, fig. 87, 270, di produzione campana, attestato in contesti di et traia— 3 fi di parete pertinenti a forme non idd.

7

Sulle pareti, all'interno di uno degli ambienti del casale recentemente restaurato, sono murati — 1 antefissa a profilo ogivale. Argilla rossa con inclusi di cotto, Mancante parte della base e scheggiata superiormente all'estremità dx. Alt. cm 11; largh. max. cm 8. Sulla base è un calice vegetale sopra il quale è una palmetta a sete lobi privi di nucleo; da ciascun lato i due inferiori sono rivolti verso l'interno, i due successivi verso l'esterno. — 1 antefissa a profilo presumibilmente ogivale. Argilla rosata con pochi inclusi di piccole dimensioni di cotto. Scheggiata in senso obliquo la base a dx. e per interoil bordo. Alt, cm 12; largh. max. cm 6. La palmetta è a sette lobi corposi, ricurvi verso l'intero, i quali fuoriescono da un una fogliadi acanto. Il lobo centraleè rigido. La baseè decorata da una coppia di volute a doppio ricciolo. Il bordo inferiore è, presumibilmente, segnato da un istllo rilevato. — Vf di rilievo in calcare (m 0,23 max. x 0,12 max.) iscrizionesu lapide di marmo: Martino . Hippi | MDCCLXXX. = 1 fi. di colonnina composita in marmo bianco (alt. m 0,17; diam. max. 0,14).

Fig. 443. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr inferiore di statua panneggiata (n. 895).

fossi di Mele e di Minella fino alla via Appia antica, Il casale oltre a riutilizzare nelle murature tegole ad impasto chiaro e pance di dolio, di età romana, conserva numerosissimi materiali antichi, provenienti dai lavori agricoli effettuati in passato all'interno della vasta proprietà, in gran parte coltivata a vigna. Nell'area compresa tra l'ingresso dalla strada e il casale restano, più frequentemente appoggiati, ma anche riutilizzati lungo il lato interno del muro di recinzione**: — fr. di cornice (?) in marmo (m 0, 44 x 0,24 x 0,30). ~ | fr. di massetto pavimentale con mosaico a tessere di piccole dimensioni, bianche. - 1 fr. di orloe 2 frr di pancedi dolio ad impasto chiaro di — 2 puntali di anfora di tipo non id. — 1 fr di rilievo funerario raffigurante personaggio femminile, in marmo bianco (m 0,48 x 0,32 x 0,67). Rimane la parte inferiore con la gamba sx. piegata e scartata di lato; indossa la stola e su di essa la palla (Fig. 443). Similitudini sono rintracciabili, ad esempio: con la stele funeraria con due figure femminili al Museo Nazionale Romano, databile all'età augustea e forse ricollegabile ad un originale di IV secolo a. C.*^; con una statua femminile funeraria acefala al Musco Nazionale Romano®*, = 1 rocchio di colonna liscia in granito grigio (alt. max. m 1,42; diam. m 0,26), frammentata, con base di tipo ionico singola in marmo mancante di parte del plinto e il toro scheggiato (Fig. 444), — 1 elemento d’acquedotto in calcare bianco (m 0,45 x 0,44; diam. interno 0,23). τὶ blocco parallelepipedo in peperino (m 1,26 x 0,60 x 0,26). ^*^ CaesceNzi 1981: 73 nota 46 ricorda riutilizzati sui muri perimetrali esteri, "una mensola marmorea... una mensola marmorea altomedievale ‘un iscrizione medievale del 1082, dedicata a Sant Anastasia”. 722

Fig. 444. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr di colonnae capitello (n. 895). ^^ Nista 1984; Kockst. 1993: 222, tv. ft 132a. ^" BONAMONE 1985

ae Fig. 445. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr di iscrizione (n. 895).

à

3

Be ai s Fig. 446. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso Fr. di iscrizione(n. 895).

~ 1 fr di parte superiore della nuca con ciocche di capelli, in marmo bianco, riferibili a busto o statua (m 0,15 x 0,13). ~ 1 fi. di cornice in marmo (cm 22 x 16). ~ Lf di lastra n marmo con iscrizione, forse databile nell'ambito del I sec. d. C. (m 0,16 max. x 0,18; alt lettere: 42; Je T 5,4) (Fig. 445): Τ- -- - Ockavia[s --- I -- -IFACTI= 1 fr di lastra in marmo bianco con iscrizione (m 0,28 max. x 0,19 max; alt. lettere cm 4) (Fig. 446): zen E 22M - 11 -- Commodi AV— 1 fi --tribustcia) potestate) ---1! di cornice in marmo bianco (m 0,27 max. x 0,25 max.) = fic di rilievo (2) in marmo bianco (m 0,21 max. x 0,12 max.) 1 fidi iscrizione su lastra (7) in marmo bianco (m 0,16 max. x0,10 max.; lt lettere: cm 3,4): AL TUL =I > 1 fr. di lastra di sarcofago in marmo bianco (m 0,23 max. x 021 max). — 1 fr di lastra di sarcofago i marmo bianco (m 0,25 max. x 0,18 max.) — 1 fi di lastra di sarcofago in marmo bianco (m 0,20 max. x 0,10 max). — 1 fr di mensola (2) in marmo bianco (m 0,28 max. x 0,15 1 fc di sarcofago in marmo bianco (m0,24 max. x 0,12 max.), presumibilmente riferibile allestremità sx. (coperchio?) delimita to inferiormente da un tondino”, È conservata la parte inferiore di ‘una testa giovanile forse girata di tre quarti verso sx. con acconciatura. Quasi all'estremità dx. rimaneun listello che presumibilmente lo separava dal fregio centrale. = 1 rdi comice (?) in marmo bianco (m 0,30 max. x 025 max). V di comice (2) in marmo bianco (m 021 max. x 0,17 max.) ~ 1 fi di comice (7) in marmo bianco (m 0.27 max. x 0,26 max.).

1f di comicein marmo bianco (m 0,27 max. x 023 max. x09). ~ | f di comice in marmo bianco (m 0,24 max. x 0,18 max. x 06) ~ 1 f di massetto pavimentale con mosaico a essere di medie dimensioni bianche. — 1 fc di massetto pavimentale con mosaico a tessere piccole, di taglio irregolare, bianche con cornice. = 1 ft di massetto pavimentale con mosaico a tessere piccole, di taglio irregolare, a crocette n bianco e nero. = 1r di ansa di anfora di tipo non id. = 1 orlo con attacco ansa di anfora di Dressel 2/4 di produzione tisenica. ~ 1 fe di punta di anfora forse spathrion ~ 1 fr. di piede sx. (Fig. 47). Rimangono le dita; intero cavo; base che funge da suola. Argilla rosso bruna abbastanza porosa Esternamente stampo ritoccato a stecca, Alt. cm 2,5; lungh. cm 3,8; largh, cm 4,2; spess. suola: cm 1,1/14. Presenta scheggiature e abrasioni. L'alluce, largo, risulta di lunghezza inferiore rispetto alle. falangi mediane. Unghie indicate ~ | fi i piede sx. Finito alla caviglia; interno cavo; base che funge da suola, Argilla rosso bruna abbastanza porosa. Esterna-

=> Potrebbe trattarsi, ad esempio, relativamente alla suddivisione ‘un coperchio del tipo con eroti cavalcani delfini e ma-

schera acroteriale al Museo Nazionale Romano (BALDASSARRI 1988: 1920n.19)

= ft di rilievo (2) in marmo bianco (m 0,20 max. x 0,18 max. x 0,6 max). — 1 fr di cornice in marmo bianco (m 0,24 max. x 0,10 x 0,18 max.) — 1 fr di lastra di sarcofago (Ὁ) in marmo bianco (m 0,25 max. x0,11 max.) — 1 fi. di capitello (?) in marmo bianco (alt. m 0,27 max.; diam. max. 0,23). All’interno di alcuni degli ambienti, sono variamente conservati:

73

Fig. 447. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Votivo anatomico (n. 895)

Fig. 448. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Votivo anatomico (n. 895).

mente stampo ritoecato a stecca. Alt. cm 2,4; lungh. cm 4,1; largh. em45. ~ | fr. di gamba (7) isolata (7) (Fig. 448). Interno cavo. Argilla rosso bruna abbastanza porosa. Alt. cm 14,3; diam. max. cm 39. Rimane, presumibilmente, il ginocchio. L'esiguità del fr. non permette di distinguere se fosse il dx. o il sx. = 1 piccola maschera in terracotta (Fig. 449).

impostano verticalmente i sottili caulicoli sottolineati, tanto inferiormente quanto negli alti bordi, da un unico solco centrale. Confronti, sulla base degli clementi tipologici e stilistici sono possibili con esemplari osiens del IT se. d. C. e di Villa Adriana", caratterizzati da fori effeti chiaroscurali dovuti al largo uso del trapano. Databile in età adrianea-antoniniana. = Vis di colonna licia in marmo con doppio collarino superiore (alt. max. m 1,61; diam. m 0,26) con capitello corinzio in marmo bianco (Fig. 450). Manca la part inferiore comprendente la prima corona di foglie e superiormente l'abaco con le sottostanti volutee parte dei calici. Spezzate le punte dello foglie. Le foglie d'acanto presentano un'unica costolatura centrale sporgente con scanalatura mediana che i allarga verso alto; ai suoi lati seguono direttamente, senza la mediazione di alte più strettcostolatur, lobi morbidi are fogliete. Confronti sembrano possibili, considerando i precario stato di conservazione del fr. con esemplari ostiensi compresi τὰ gli ultimi decenni del I sec. d. C. eL'età tardo adrianeae di villa Adriana. ~ 1 fr di architrave in marmo con decorazione a bassorilievo (120,85 max. x 042 x 0,11 max.) altomedievale. La decorazioneè costituita da cerchi a nastri di tre vimini collegati fra loro dallintrecciarsi dei nastri stessi. Esternamente, negli spazi intermedi, estremità avvoltea spirale. All'interno i dischi sono riempiti da το: se a nove petali e bottone centrale (Fig. 451). ΟῚ fr di rocchio di colonna in peperino scanalato (alt. max. m 047; diam. m 0,33) — 1 f di rocchio di colonna in peperino scanalato (lt. max. m. 0,38; diam. m 0,33) — 1 fr. di iscrizione su peperino (m 0,47 max. x 0,34 max. x 0,12; campo epigrafco: m staccato da 0,43 0,43 max. x 0,25 max.; alt letere 4,6:3,5 cm) (Fig. 452): cun I- M coîuci (- -] fecit m

Nel giardino intorno al casale, sono: = 1 fr di rocchio di colonna scanalata in calcare (alt. max. m. 0,26; diam. 0,42), riutilizzato come fiorera. — 20 basoli interi di selce, di grandi dimensioni, riutilizzati per la pavimentazione di un vialetto. 1 fr di capitello corinzio (alt. m 0,26; diam. inf. 0,26; diam. sup. 0,42). = 1 blocco di marmo bianco (m 0,73 x 0,51 x 0,25). = 1 blocco parallelepipedo in peperino (m 1,36 max. x 0,29 max. x 0,30 max) — 1 lastra in peperino rotta in due parti (m 0,88 max. x 0,44 x 020). = 1 base di colonna in peperino (m 0,62 x 0,62 x 0,28). — 1 fr di colonna in peperino nella parte inferiore liscia (alt. m. 0,11; diam. m 046) e in quella superiore scanalata (alt. m 0,90; diam. m 0,42), con soprastante capitello corinzio (alt. m. 0,38; diam. m 0,47) in marmo bianco. Superficie molto corrosa con conseguente appiattimento del rilievo. Mancano fiori gli spigoli delabaco con le volute sottostanti e la parte superiore dei calici; spezzate le punte delle foglie. Le foglie d'acanto delle due corone poste nella parte inferiore presentano, presumibilmente, la larga costolatura mediana, che in quella della corona superiore è leggermente solcata al centro, affiancata in alto e in basso da larghi e profondi solchi di trapano; questi divergono, allargandosi leggermente nel tratto superiore a sottolineare il centro dei lobi laterali delle foglie. Tra i lobi le zone d'ombra sono costituite da grossi fori a forma di goccia ottenuti col trapano. Tra le foglie della seconda corona si κα Prxsanene 1973: 63 n. 241 (traianeo),64 n. 249 (adriano), 65 n. 251 (secondo terzo venticimuennio del I sec. d. C), 66 n. 259 (antoninian0); Henturxra 1970: 162-163, v. 58,2. 7A

= 1 fi. di imoscapo di colonna in marmo scanalata con doppio collarino inferiore (alt. max. m 0,67; diam. 0,33). — 1 fr di balaustra(7) in calcare (m 0,59 max. x 0,26 max. x 022 max). πο PexsaneNE 1973: 61 n. 230 (ultimi decenni del I sec. d. C), 68 n. 267 (tardo adrianea), av. BA.

896%. MATERIALE SPORADICO “Colle Ottone”

Tra i materiali, che Nardini ricorda recuperati da Leone Filippi "in giro per i suoi terreni”, a Colle Ottone, nel 1934, figurano un fr. di lastra di sarcofago e un bronzetto “forse raffigurante una donna velata con a fianco un bambino nudo",

Fig. 449. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Applique ? (n. 895). = Vi di lastra di sarcofago con strigilature in marmo bianco (m. - 1 fr. di cornicione in marmo bianco (m 0,45 max. x 0,19 max. x045). — fr di base di statua in marmo (alt. max. m 0,28; base: 0,27 max. x 027 max. x 0,8),

0,36 max. x 0,30 x 0,7).

1 materiali eterogenei sia relativamente alla tipologia che alla datazione possono, almeno in parte, riferirsi alla cd. vi

la di Ottone, forse unitamente a quelli a sud (n. 971). È ipo-

tizzabile che l'impianto fosse raggiunto dal diverticolo (16) che si staccava dalla via di collegamento (5) tra l'Appia antica e la via Appia Vecchia/via di Rioli (1). Tuttavia in considerazione del fatto che originariamente la proprietà Filippi si estendeva a comprendere la gran parte dei terreni della contrada, coltivati da coloni, è presumibile che i rinvenimenti verificatisi nei diversi terreni siano confluiti nelJa maggior parte dei casi proprio nel casale. Solo per i materiali fitili di evidente carattere votivo può ragionevolmente ipotizzarsi una connessione con il modellino fitile scoperto alla fine dell’ Ottocento nella medesima contrada (n. 1125)

Fig. 450. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr di colonna e capitello (n. 895).

"Dei materiali che il Nardini ricorda recuperati da Leone Filippi “in i to peri soi terreni”, sfortunatamente non risulta nto i luogo del rinvenimento ma rimane almeno una descrizione: sul frammento di lstrone in pietra sperone .. si vedono scolpiti a sinistra una parte della figura di un guerriero con gamble, eda destra un avambraccio con una mano aperta... misura circa m 0,90 x 090... La testa (cil. dellidolo di bronzo) è modellata abbastanza. i capelli il rimanente della figura è rappre bene compreso i vel che coopre senato a un tronco di cono con un accennodel eno e dorso liscio. La figura vuota nell'interno e presenta la sbavatura dell fusione È ala circa m 0,70 ed ha una patina bruna” (Seat, Archivio Pratiche. Velletri, RelazioneO. Nardini del3 dicembre 1934). È probabile che ssi iano andati dispersi oppure siano confluiti in una collezione privata: non mi risulta che rimangano a casale pp dove si conservano numerosi materiali i vario tio (n.895), né tantomenosiano conflit nella ollzionale del Museo archeologico di Velletri, dall momento che la loro descrizione non mi sembra coincida con alcuno di quelli (Crescenzi 1981: 158 peri sarcofagi,161 relativamemtelle statuettedi bron-

20) Escludendo quelli di provenienza non velitema (Ceccanit 2001a: 49 n. ‘43,57. 175, rispettivamente da Arena eda Roma), diversitàsi nella rappresentazione che nel luogo di invenimentosi hanno con fr di sarcofagi con ες stadi sole, da P zza di Mario (Ceccanunt 2001: 6n. 1), con imago clipeta e figure funerarie di provenienza incerta (CSCCARINI 2001: 50 n. 66), con tiroi provenienza incerta (CECCARINI 20012: 51 n.85) on scene pastraJidalchiosrodiS Lorenzo a Velle (Crocasuxi 2001a:57 n.171), Tralesta tetto in bronzo, infarti, escludendo le daedi Heracles con pelle di leone, elle quali una di provenienza ignotae laada P.za di Mario (Cccas 2003 96 nn, 741-742), quella αἱ leada P. za di Mario (Cocca 2001a: 96 n. 743), l'altradi un discobolo dalla Mercator (CHCCARIN!20012: 96 n. 74), quella i figura maschile armata d provenienza ignota (Ceccanast 20012: 96 1, 46), quell di un genieto di provenienza ignota (Cecca 2001a: 96 n. ‘TAD, quelladi efebo, anch'essa di provenienza ignota (Ceccari 2001a: 97 7.748), rimane quella di Venere, peraltro proveniente da S. Maria dell Orto (Cscciuisi 20018: 961.745). 125

Fig. 451.C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr. di architrave (n. 895). 897%. MATERIALE SPORADICO “Colle Ottone”

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini figurano alcuni materiali donati da L. Filippi, presumibilmente provenient da Colle Ottone: un fr di astra di rivestimento fittle con colonne e viticci?^'; un'ansa di anfora con bollo di T. A. Asia*®.

occidentale di via S. Nicola, m 500 circa a nord dell'incrocio con via di Paganico, si raggiunge una proprietà nella quale affiorano frr. di materiale antico*". Nel terreno pianeggiante, ad olivi, che costeggia il lato meridionale della sterrata, m 1,20 circa più basso, su una superficie di mq. 420 circa a ridosso della strada sterrata, che in dispersione raggiunge i mq. 1600 circa, si rinvengono numerosissime scaglie di selce, di medie e grandi dimensioni, molte anche accatastate lungo i bordi del campo, pochi frr., generalmente di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto, vernice nera, sigillata italica e ceramica comune. Lungo il limite settentrionale del terreπο, immediatamente al di sotto della strada che ne sfrutta ancora le funzioni sostruttive, rimane parte di un muro che si allunga verso sud-est: nonostante il precario stato di conservazione è possibile rilevame il nucleo in opera cementizia ed in alcuni tratti la cortina in opera reticolata in cubilia di selce di grandi dimensioni (cm 7 x 8) per una lunghezza di m 26,30 circa®”. Verso il limite nord-orientale del terreno, a ridosso della struttura muraria, si riconoscono appenain sezione, oltre a numerosi basoli in selce di piccole dimensioni fuori posto, una strada lastricata, il cui percorso quasi est-ovest è parzialmente ricalcato

898. MATERIALE SPORADICO m 277 s.Lm. C. le Ottone Basso

Nel 1985, in una proprietà a colle Ottone Basso, si rinvennero una borchietta ed un'ansa frammentaria di vaso in bronzo © una fuseruola in ceramica d'impasto,riferiti ad una sepoltura femminile databile alla fase finale dell'età del Ferro (VII secolo a C), 899*. MATERIALE SPORADICO “Colle Ottone”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini è presente un fr. di laterizio con bollo e un fr. di mattone con bollo i scritto" provenienti dalla proprietà Rosati già Pietromarchi a Colle Ottone. 900. AREA DI FRR. FITTILI, LASTRICATO STRADALE E MATERIALE Lrrco m 260 s.l.m. ViaS. Nicola Percorrendo una strada sterrata che si allontana dal lato.

Fig. 452. C. le Ottone Basso. C. Filippi. Via Colle Ottone Basso. Fr di iscrizione (n. 895)

© Cesc 1981: 171; Ceccau 20010: 149 n. 1642. ‘© Carscoxzt 1981: 128, 171; Ceccarini 20014: 150 n. 1648 riportato ‘come "dono C. Filippi”. Proviene dai terreni, una volta, annessi αἱ casale ‘4° MANGANELLO200: 8 fig sn. in beso fuseruoa) 9 con indicazione del rinvenimento"in una proprietà privata”. Da G. Manganelloho appre 50 che i materiali dovrebbero provenire dalla Vecchia proprietà Rossetti. 2 Caescenza 1981: 128, 171; CsccanDa 20012: 150 n. 1649, 165 n. 1851, La proprietà si trovaal civico n. 4 di via S. Nicola. L'affioramento si nota ne settore sud-orientaledi uno ἀεὶ pianor in cui si articola Ia dorsa-

le collinare atraversata da via S. Nicol, delimitata alle pendici occidentali ed orientali, rispettivamente, dal corsodl foso di Paganicae di Farina. ‘© I terreno offre una scars visibili essendo fresao solo occasionalmente, A detta dell'attuale proprietario fino agli anni Sessanta del Novecento durante lavori agricoli afiorava una notevole quantità di mate ral tile antico. ^57] precario stato di conservazione della struttura, causata anche dai ripeti lavori agricoli nell’area sottostante, anno più volte provocato il cedimento parziale della strada. Il proprietario dl fondo ricorda ἃ ale proposito anche un recente intervento del comune che ha sostituito l'antica stuttura con un muro di contenimento in cemento.

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dalla sterrata moderna, In prossimità del margine orientale dell'area si nota la presenza anche di materiale litico. Nell'area, presumibilmente frequentata già nel Paleolitico medio, è ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria in età arcaica sulla quale si è sviluppata in età tardo repubblicana una struttura, forse a carattere residenziale in uso fino ai primi decenni del I secolo d. C., raggiunta forse da un divertico1o dell’asse presumibilmente ripetuto da via S. Nicola (m1). Per l'impianto, la presenza di una delimitazione naturale sul lato occidentale e, forse, di quelle artificiali sui lati est, nord (tracciato m 1) e sud (tracciato M), suggerisce un'estensione di mq. 176.500 circa. Litici = 1 raschiatoio (?) con tallone faccettato, attribuibile al Paleolitico medio. Impasto grezzo — 6 fr di parete pertinenti a forme non idd. Impasto chiaro sabbioso = 1 fr. di pancia con attacco d'ansa a maniglia impostata orizzontalmente pertinente a olla biansata, assimilabile genericamente ‘a Murray Threipland 1970, tipo I fig. 22, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il Viprima metà del IV sec. ace, Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — 1 fr di fascia liscia priva dell'orlo con traccia di decorazione applicata pertinente a piatto tipo Conspectus 20.4.2, databile alla prima metà del I sec. d.C., particolarmente in età claudia, = 1 fr di parete pertinente a forma non id.

Suppellettile = 1 fi di cannello di pipa in argilla depurata. Si intravede volto di uomo con barba", Prodotte trail XVI e il XIX sec. 901. MATERIALE SPORADICO m 265 s.l.m. Via S. Nicola

Di fronte all'ingresso di un vecchio casale raggiunto da una sterrata che si allontana dal lato occidentale di via S. Nicola, è sistemato un fr. relativo probabilmente al sommoscapo di una colonna scanalata in peperino, con superficie piuttosto erosa (alt. max. m 0,28; diam. m 0,44) 902. CISTERNA IN OPERA RETICOLATA, STRUTTURE MURARIE, SEPOLCRETO E STRADA LASTRICATA m 280 s.l.m. “Vigna Fantozzi” - Via Salvo D'Acquisto

Fino ai decenni finali del Settecento, in una delle proprietà lungoi lato occidentale di via Salvo D' Acquisto (ex vigna Fantozzi), presumibilmente corrispondente al settore nordorientale dell'area occupata dalla Scuola Allievi Marescialli Carabinieri, è segnalata l’esistenza di resti di una cisterna, presumibilmente, in opera reticolata, nei pressi della quale uno scavo rivelò delle ossa, "un piedistallo piccolo, riguadrato di marmo bianco con un buco in mezzo ..."*, mentre ancora agli inizi del Novecento sembra si conservasse almeno un ambiente riutilizzato come sepolereto® ed un muro di terrazzamento. II Lugli ricorda il rinvenimento di un tratto di strada lastricata, presumibilmente la via Mactorina (L), "dentro o presso” la medesima proprietà Fantozzi, oltre a due frr. di bassorilievi in marmo” (Fig. 453).

Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di orlo pertinenti a forme non idd.

903. STRUTTURE MURARIE, PAVIMENTI A MOSAICO E LASTRICA~ TOSTRADALE m 278 s.l.m. “Vigna Zara" - Via Salvo D' Acquisto

Comune da fuoco τι fi di orlo a mandorla di tegame tipo Dyson 1976, fig. 2 PD 15, attestato in contesti databili trail 110 c il 30 a.C. = 1 πα di parete pertinente a forma non id.

A circa m 100 dal lato occidentale di via Salvo D'Acquisto e a circa 750 da Porta Napoletana, all’interno della vigna Zara", corrispondente al settore meridionale dell’area occupata dalla Scuola Allievi Marescialli Carabinieri,

^ La strada sembra passare poco spostata verso sud rispetto lla str rata moderna, invadendo quindi pate del terreno, e più in basso di almeno m |. Il proprietario el fondo ricorda ἀ aver rinvenuto spesso, lavorando il terreno, basoli stradali alcuni dei qual infatti sono tuttora ammonticchiai lungo i bordi del campo. È molto probabile che la notevole quantit di selce presente nell'area sia da attribuirsi l a distrazione del rudus strada. "7 Moni THREIPLAND 1970: 80. ^ Conspectus: 6, tav, 18. La forma 204 è atesata a Ostia in livelli Domizianci tipo corrisponde a Goudineau 39c; Pucci 10,17-21.3033. “αι Dysow 1976: 90. “5 Crypta Balbi 3:561. ^^^ L'abitazione corrisponde al civicon. 34. ^ Lau Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. Alte strade, car Ager velitemus, £ Scopent di arenari a S. Maria dell'Orto; Teesincui 1910: 329 con riferimento alla presenza di “moltissimi tasselleti di marmo

bianco serviti per mossico .' SCHNEIDER GRAZIOI 1913: 242. Una proprietà Fantozzi, una ristretta porzione di quella molt più estesa nella quale sono segnalate le scoperte, si trova lungo illato ovest di via di Paganico, al civicon.6. Perlustrando la proprietà nel gennaiodel 2008 ho potuto osscr vare esclusivamente la presenza di alcuni blocchi parallelepiped di peperi no, evidentemente fuori posto, riuilizati in un muretto di sostruzione del giardino, ‘29 Scwneroe Gaaziost 1913: 254; Chrssepi 1953: 79, ^*^ Sciivabea GRAZIOS 1913: 249, a proposito det riutilizzo dei basoli nel muro di recinzione lungo la strada, 254 relativamente ai bassorilievi: Lugu Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. Altre strade, cart Ager veli» ternus: divericolo 23 agosto 1911 (vigna Zara). "^^ Allintemo della proprietà è variamente nota l'esistenza di statue, presumibilmentedi provenienza romana (LuoLi Appunti; “Nella vigna v'& tn busto (Caracalla giovane ?) I naso è di riporto. Viene da Roma. Altra status (busto) femmininile con testa riportata (modera?) 727

marmorei® e nei primi anni del Novecento, a circa -1,30 m dal p.d.c., di un tratto di strada basolata™, riferibile al tracciato della via Mactorina(L) (Fig. 455). 904. STRUTTURE MURARIE m 283 s.l.m. Crocifisso - V. le Oberdan

Nel 1947, nel corso degli scavi perla realizzazione di alcuni edifici lungo il lato orientale di v. le Oberdan, poco ἃ nord della chiesa del Crocifisso, si rinvennero resti di strutture identificate come tombe", 905. STRUTTURA IN OPERA LISTATA m 282 s.l.m. Crocifisso - V. le Oberdan

Lungo il lato orientale di v.le Oberdan, alle spalle dell’edificio dell'Istituto Tecnico Industriale “G. Vallauri”, si conserva, riutilizzato in un casale abbandonato da diversi anni”, un muro riferibile al convento di S. Maria dell’ Orto™. La struttura, visibile per una lunghezza max. di m 9,70 per un'altezza di m 3,10 circa, risulta realizzata con basse specchiature in cubilia di selce (cm 6 x 7,5) messi in opera obliqui

Fig. 453. "Vigna Fantozzi”. Via Salvo D'Acquisto SchizzoG. Lugli dei frr. marmorei (n. 902).

Lugli ricorda: la presenza di resti di strutture murarie e di pavimenti a mosaico presumibilmente riferibili ad una villa, in parte utilizzate da un sepolcreto, al cui interno si praticò uno scavo (Fig. 454); il rinvenimento di due frr. di bassorilievi 728

σαὶ Scunsnpen Graziosi 1913: 254. (^I primo, di mediocre spessore, rappresenta un personaggio palato che sorregge con la mano e stringe ver: soil peto una colomba. Il lavoro presenta quattro o cinque for oenuti col trapano ... L'altro frammento, di esecuzione più accurata, rappresenta un delfino nuotante sulle onde, con trace però di lavoro a trapano”), ipotizza possano riferirsi a due sarcofagi cristiani. πο Scu Graziosi 1913: 227 fig, 249; Luca Appunti, fase. Via Appia fino a Bovillae. Altre strada, car. Agerveltemus: “Sepolcreto nella vigna Zara; avanzi nella vigna Zara. Velletri Vigna Zara”, nel quale viene εἷς. cordato il rinvenimento di un pavimento a mosaico sotto al pozzo e di un muro, subito distrutto, in corrispondenzadel limite setentionae della proprit; divertcolo 23 agosto 1911 (vigna Zara) ‘Segnalazione del rinvenimento "nello scavare le fondamenta del ter. 20 palazzo per gli sfollt" in Sat, Archivio pratiche. Velleti. Rinvenimenti. Relazione C. Barbetta del 26 giugno 1947; cfr. Smau, Ciccorn, MancanELLO 2001: 80-81 scheda B7. "^ Si tata della proprietà αἱ civico n. 57, per gran parte del Novecento dei Sig. ri D'Andrea c recentemente acquistata da L. Mammucari, la quale originariamente αἱ estendeva verso sud a comprendere l'area nella quale si trova il Liceo Ginnasio "A. Mancinelli e verso nordest nell'area ora dell'Istituto Tecnico Industriale “Ὁ. Vallauri”. La struttura antica superstite risulta visible sul lato setentrionale del viale d'acceso alla proprietà Mammucarisu quello esterno, lungo i viale d'acceso all'Istituto Tecnico Industriale. “Sulla chiesa eil conventovd. Borcia 1723: 221 con riferimento ad ‘un documento del 1136 nel quale sono ricordati alcuni terreni in un luogo chiamato criptaδ. Mariae de Orto, 256-257 a proposito di un restauro nel 1257, 280-281, 390 per a ricostruzionedella chiesa nel 1495; TeRseNGH 1910: 321.325, ScuvripeR Graziosi 1913: 240-241; CARAFFA 1981: 189n. 278 con bibliografia precedente; Rocctti 2002: 149-152. I complesso compare a breve istanza da porta Napoletana, sul ato orientale dell'attuale. e Oberdan nelle piante prospettichedel Lauro, del 1631 (LAURO 1631: 135 n. 10) e del Morte del 1724 (MormeR 1724: tav. LXIIDe in una rappresentazione dell'arca, del XVII o del XVIII sec. riportata dal Lugli (Luzi Appunti: fasc. Via Appia fino a Boville. Altre strade, cart. Aer vlitemus, area cimiteriale cristiana "Idea del Territorio Universale della cità di Velletri”). Riferimenti alla sua esistenza sono present: nel F. 150 II SO dell'IGM in scala 1:25.000, sia nella levata del 1936 ("Crocifisi" che in quella del 1877 ("Crocifss^): nella carta dell'Astofi del 1785 (Bv, St riprodotta in Feuraz 1972: IL üwv. 202-203, "BV.

EROR.

eyed.

Piante prete ells rta rient

terreno in prossimità del margine occidentale della strada. L'affioramento, che attesta una presenza compresa almeno tra la tarda età repubblicanae la prima età imperiale, si ricollega probabilmente alle presenze note nell’area soprastante di Colle Palazzo (nn. 775-776). Sigillat italica — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco = 1 fi di orlo di olla tipo Duncan 1965, fig. 10, form 32, A50, attestato in contesti databili ra la metà del II e la fine del I sec. acm, —1 fi. di parete riferibile a età repubblicana, pertinente a forma non id.

908. MATERIALE SPORADICO m 246 s.m. R. ne Acqua Vivola - Via Fontana Acqua Vivola

Fig. 454. “Vigna Zara”. Via Salvo D'Acquisto, Pianta dello scavo in uno schizzo di G. Lugli (n. 903)

e paralleli, alternate a cinture laterizie generalmente di due filari, più raramente di uno e di tre (Fig. 456), le quali inquadrano specchiature più alte di blocchetti di selce.

Lungo la bassa scarpata che costeggia la cunetta sul lato settentrionale di via Fontana Acquavivola, quasi a partire dall'incrocio con via Circonvallazione Appia, si nota la presenza di alcuni frr. di tegola a impasto rosato di età romana e piccoli frr. di comune. In considerazione delle caratteristiche morfologiche dell’area, in accentuato declivio verso est e della loro esiguità, è possibile che i materiali costituiscano piuttosto l'estremità verso valle dello scivolamento da un sito soprastante (nn. 909-910), pur non potendosene escludere la provenienza dal

906*. STRUTTURE MURARIE Crocifisso - V. le Oberdan

Secondo la testimonianza del Teoli, una villa, della quale rimanevano resti di “belli edifici antichi”, doveva trovarsi nei pressi del convento di S. Maria dell'Orto, a sud di Porta Napoletana", 907. MATERIALE SPORADICO m 265 s.m. Via Circonvallazione Appia Nella scarpata che costeggia il lato settentrionale del viale che dà accesso ad una proprietà privata posta quasi sulla sommità di una modesta altura compresa tra Colle Palazzo e la Circonvallazione Appia, si notano frr. di materiale fittile antico. Pochi fr. di impasto rosso, alcuni riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rari a forme vascolari, rarissimi frr di sigillata italica, affiorano anche in un ristretta fascia di "Trou 1644:99; eft: Lusci mss 85/2: 76,81; Bav, BorgLar. 824: 3s "^^ La proprietà corrisponde al civico n. 48. Le pendici salgono doleemente fino ad un piccolo pianoro occupato da un edificio abbandonato ed

Fig. 455. “Vigna Zara”. Via Salvo D'Acquisto. Resti della via Mactorina in uno schizzo di G. Lugli (n. 903). ormai “minacciato” alle spalle dalla lotizzazione del settore meridionaldi Colle Palazzo. ‘© DuncAN 1965: 155,163. 729

Carafa 1995, 504, presente a Roma, pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 600/590e il 550 a.C.*™. — 10fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fr di orlo estroflesso pertinente a forma non id. (anforetta?) tipo Curia II fig. 259, 150, attestato in contesti di età flavia^". — 1 f. di parete pertinente a forma non id.

Fig. 456. Crocifisso. V. le Oberdan. Strutturan. 905.

terreno ad olivi che costeggia questo lato della strada salendo leggermente verso nord-est*™.

909-910. ViLLA (Ὁ) m 243-230 s.l.m. R. ne Acqua Vivola - Via Circonvallazione. Via Fontana Acquavivola 909. Area di ἔπ: ftii. Una sterrata scende dal lato orientale di via Circonvallazione, all'altezza del km 2 fino a raggiungere una terrazza, affacciata verso sud-est. Il terreno, occupato per la maggior parte da un vecchio vigneto, si abbassa quasi impercettibilmente verso sud dove è delimitato da un’ alta scarpata che funge ora anche da limite di proprietà e separa l’area da un secondo affioramento (n. 910), αἱ di sotto della quale inizia ad abbassarsi con pendenza più accentuata”. Nel vigneto, che consente una buona visibilità, si riconoscono in media concentrazione, su una superficie di mq, 2300 circa, nel settore sud-occidentale della terrazza, oltre a scaglie di selce medio-piccole, molti frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare e pertinenti a tegole e coppi, pochissimi frr di tegole a impasto chiaro sabbioso e rari a impasto chiaro e rosso di età romana, qualche tessera di mosaico nera di medie dimensioni, frr., generalmente di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore.

Comune da fuoco ~ 1 fr. di orloa collarino, pertinentea olletta tipo Ostia Il, 494, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principatodi Domiziano (80-90 d.C.)®. — 1 f didi orlo di coperchio tipo Osta I, 513, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del. principato di Domiziano (80-90 d.C.) = 1 fr. di bordodi coperchio tipo Pohl 1978, fig. 112, 1841, attestato in contesti di età claudia. —1 fr. di ansa oppure di parete pertinente a forma non id. = 19 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di fondo pertinente probabilmente a Ostia II, 522/523, detta anche ansa a fiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africana", diffusa tra l'età tiberiano/claudia e a prima metà del II sec. d.C. — [fr di parete di produzione campana. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. — fr. di parete di produzione non id.

Impasto grezzo — 1 fi, di bordo piatto e verticale pertinente a coperchio tipo

910. Area di frr. fittii. Sul lato settentrionale di via Fontana Acquavivola, all'altezza della curva con cui questa piega bruscamente verso ovest per raggiungere via Circonvallazione, un ampio colle si alza verso nord-est, articolato in due terrazze successive“. Lungo le pendici meridionali, occupate da vigna e kiwi, in particolare nella zona a vigneto, affiorano in bassissima concentrazione, sparsi su una superficie di mq. 4000 circa, rare scaglie di selce mediopiccole e alcuni cubilia in selce (cm 7 x 6), pochi frr. di impasto pertinenti a materiale edilizio o forme vascolari di età arcaica e rarissimi frr. di tegole di età tardo arcaica-alto repubblicana e alcuni frr. di ceramica comune da fuoco". Pochi frr. si notano anche nel pianoro, sul lato orientale del vecchio edificio rustico che in parte lo occupa. La concentrazione maggiore, che rimane comunque bassa, si riscontra lungo le pendici immediatamente sopra via Fontana Acquavivola®*. Alcuni frr di tegole ad impasto arcaicoe frr

‘0% terreno è compreso all'interno della proprietà al civico n. 1. ter reno, non ricognibile peril diniego del proprietario al par di quello sul lato settensionale di via Circovallzione, ton è comunque più lavorato da tempo. Che possa trattarsi di materiale i diversa provenienza, come ipotizzato dal proprietario del fondo, sembra contraddetto dal fatio che, sebbene in quantità sempre limitata, fr. di tegole e di comune continuano ad affiorare lungoJa scarpata anche a distanza di anni ‘4 Il terreno è compreso all'interno della proprietà al civico n. 33. attuale taglio dell scarpata appare accentuato da recenti lavori che hanno leggermente modificato la morfologia originaria. P" Canara 1995: 190-191 fg © CuriaI: 216 relativamente all'attività 1171, 237, 286, 363. κα Osta Π: 100, 260-261, tav. XXVII “Osta Il: 101, 260-261, tav. XXVIII

© Pow 1978 [1987]: 298-299 dallo strato VI. 9 V. 391 note 4148. ‘= L'altra gode di un buon affaccio verso sud edal pianoro che i allarga a meta circa del versante, nel settore est del coll detimitaodal corso del Vallone la Regina. orizzonte aggiunge la catena dei Lepinie a pianoa pontina. Le pendici dell'altra risultano ora tagliate, quasi all'altezza del punto in ut iniziano ad acquistare maggiore pendenza alt. max. m 2,80 irca), dal passaggio di una sterrata recentemente ampliata sistemata a quaJe fange anche da limite di propietà. ‘4 La proprietà corisponde al civicon. 7. ^*^ La valutazione dellentità del sito ia pacte falsata anche dalla bassissima visibilità del terreno poichéαὶ vigneto viene lavorato solamente una volta l'anno c successivamente si procede esclusivamente αἱ taglio periodi co dell'erba lasciata peraltro ai filari

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di comune da fuoco si notano infatti in sezione e nel terreno di risulta del recente taglio praticato per l'apertura della strada privata che dal lato settentrionale di via Fontana Acquavivola sale costeggiando il vigneto. In considerazione dei caratteri naturali dell’area, in declivio verso sud, è probabile che l'affioramento costituisca lo spargimento di quello immediatamente soprastante (n. 909), unitamente al quale attesta la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, a partire dalla seconda metà del I secolo a.C., si è impiantata una struttura rustica in uso almeno fino all’inizio del IT secolo d.C. Impasto grezzo — 1 i di parete pertinentea forma non id.

Comune da fuoco — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — | fi. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fi di parete di produzione gallica. 2 frr. di parete di produzione tirrenica. 912. AREA DI FRR. FITTILI, BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 227 slm. Colle Carciano - Via della Caranella

Comune da mensa c da dispensa. — 1 f di parete pertinentea forma non id.

Un colle costeggia con alta scarpata il lato occidentale di via Piazza di Mario in prossimità dell'incrocio con via della Caranella e si allunga poi sul lato settentrionale di quest'ultima verso la quale scende con moderata pendenza”. Circa 300 m a sud-ovest dell’incrocio, in un vigneto che occupa parte della sommità e le pendici orientali e meridionali, affiorano materiali antichi". La parte centrale del pianoro è occupata da alcuni edifici, nel cui cortile sono conservati tre basoli in selce di grosse dimensioni e un blocco parellelepipedo in peperino (m 1,15 x0,52 x 0,35). fre. affiorano sia nel vigneto che si estende nel settore orientale della sommità, sebbene in minore concentrazione su un’area di mq. 1000 circa, sia sul lato opposto del viale d'accesso, nel vigneto che scende lungo le penici sud-occidentali, per una superficie di mq. 2100 circa. In concentrazione medio-alta nella fascia più bassa, prossima a via della Caranella*", si riconoscono, oltre a scaglie di selce perlopiù di piccole dimensioni, fr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rari a impasto chiaro riferibili a età repubblicana e, di ridotte dimensioni, rosa di età romana, frr. di ceramica a impasto, vernice nera, sigillata italica e africana, africana da cucina, comune, soprattutto da fuoco, e più numerosi di anfore”. I basoli potrebbero riferirsi al passaggio, a nord-est, della viabilità ripetuta da via Piazza di Mario (05), sebbene non possa escludersi l'esistenzadi un diverticolo che da questa raggiungeva il sito (07). Nell'area, su cui insiste un vecchio edificio rustico, ὃ riconoscibile la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, tra la media e la tarda età repubblicana si circa 48.000 mq, in uso almeno fino alla seconda metà del I secolod. C., attestato probabilmente anche dall’affioramento a nord-ovest (n. 911), da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili

0° Duncax 1965: 155, 163. ‘== Dysow 1976: 100. ‘= Più di un abitante della zona mi ha riferito che qui sono state rinvemute delle “pete scritte". Purtroppo il proprietario del fondo non ha voluto fornire conferma di tale rinvenimento. “e Nella cartografia IGM 1:25,000 F. 15011 SO di Velletri nella levata del 1936, l'area è caratterizzata da una scarpata che segue le curve i live Jo dell'orogrfia originaria e forse pub riconnetters all'esistenza di un terrazzamento. Attualmente sul terreno queste caratteristiche sembrano con servarsi meglio nel ettore nord-orientale, mentre la fascia che costeggia via della Caranella sembra aver subito maggiori modifiche, volte ad ammorbi dire il etto salt di quota indicato dalla cartografia,

^" La proprietàha l'accesso in corrispondenza de civico n. 13. Sul laτο opposto i va dela Caranella, nella proprietà al civicon. 14, rimane un vecchio edificio, nel quale appaiono rutilizzat, oltre a numerose scaglie di selce di differenti dimensioni, anche alcuni ἔπ. di tegole a impasto chiaro e di dolia a impasto rosso di et romana. ‘© sio risulta particolarmente sconvolto dalle innumerevoli araturesuperficiali cui sottoposto il terreno e i materiali antichi ridot in fr. molto piccoli. L'area infa? sempre stata adibita a vigneto, almeno sin dai primi del Novecento e l'inpianto attuale è esso stesso vecchiodi quasi rena ani ‘5 Considerati lo stato di conservazione c la posizione del materiale è molto probabile che αὶ rati di fr. civolaci dalla sommità immediatamente soprastante, ora occupata dalle abitazioni

Comune da fuoco = 1 fi. di orlo pertinente ad olla tipo Duncan 1965, form 34b, fig. 10, tipo AI, attestatoin contesti databili ra il 150\100 e I'L a. Ces. = 1 fr di bordo pertinente a coperchio tipo Dyson 1976, fig. 35, PD 90, attestato in contesti databili tra il 110 e il 30 aC. —5 fir. di parete pertinenti a forme non idd. 911. AREA Dt FRR. FIFTILI m 229 s.Lm. Colle Carciano - Via Colle Carciano

Una traversa di via Colle Carciano scende verso sud-est. fino ad una valletta, occupata parte da serre parte da oliveto, chiusa a sud-est da un colle e compresa tra due alture che la. stringono ad est e ad ovest. Nel terreno, che sia per tipo di coltivazione che per caratteristiche proprie non consente una. buona visibilità, affiorano in bassa concentrazione, soprattutto nel settore centrale a ridosso delle serre, su una superfi cie di mq. 600 circa, diversi frr. di impasto rosso riferibili a materiale edilizio o forme vascolari, alcuni a tegole e coppi, frr. di tegole a impasto rosato di età romana, scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, oltre a fi, di ridotte dimensioni, soprattutto di anfore e rari di ceramica comune”. In considerazione della localizzazione dell'affioramento, alla base delle pendici nord-occidentali, rettificate artficialmente, dell'altura occupata da un sito (n. 912) da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili, è possibile ipotizzare che i materiali si riferiscano ad un’area di sepoltura ad esso connessa.

73

Impasto grezzo — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd.

913*. MATERIALE SPORADICO “Pietre Lisce” - Via Piazza di Mario (?)

Vernice nera 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd.

Ἡ Nardini ricorda il rinvenimento fortuito in uno dei terreni “in contrada Pietre Lisce” (propr. Cayola), presumibilmente lungo via Piazza di Mario all'altezza del tratto basola1o (n. 770), nel 1939, di una lastra di ardesia, rotta in due, nella quale era un bassorilievo, di dubbia autenticità”,

Sigillata italica — 4 frt di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana. 2 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavi —2 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A’, databile dalla finc del I alla fine II sec. d.C. Africana da cucina. = 1 fx di parete pertinentea forma non id. — 1 fr di parete a patina cenerognola pertinente a forma non id. Comune da mensa c da dispensa. = 1 fr di orlo estroflesso e indistinto di casseruola tipo Ostia II, 361, attestato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 deve. = 1 fr di orlo di coperchio non i το 1 fi di fondo ad anello pertinente a forma non id. — 9 fre di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di pentola a tesa pendente tipo Curia II, ig. 256, 105%, attestatoin contesti di età flavi = i f. di orlo di coperchio tipo Olcese 2003, tav. XIX, 2, attestato in contesti compresi tail Ie il I sec. aC — 1 fi. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 17 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore -1 fr di ansa a doppio bastoncello di Schüne-Mau XXXV-Ostia II, 371, 604, anfora vinaria di produzione tripolitana, databile tra il 14/54 d.C. ela fine delI scc. d.C. — 1 ft di parete di Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino®, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. acum, 6 fir. di parete di produzione tirrenica. — 6 fr. di parete di produzione africana. — 5 fri di parete di produzione egeo-orientale. οὶ fr. di paretodi produzione lusitana. = 1 fr. di parete di produzione non id. #0 Vd, 318-319 nota 3848 "9^ Osta I: 92, 260-261, tav. XX. τ Curia TE 216 relativamente allatività 1141, 237, 281, 360 n Oucest 2003: 89. ^ Va. 506 note 5024, 5025. ‘© Sete 1985: 62-64 = L'escmplarepit antico ὃ stato rinvenuto nel elit della Mandrague de Giens del 60-50 a.C. (TcHERNIA 1986: 142). ‘= NARDINI 1939: 91-92. Sulla pat superiore della lastra, forse partedi un fregio decorativo, lle due estremità, erano due fori, peril fissaggio. La raffigurazione comprendevauna figura maschile nuda con capelli e barba 732

914. AREA DI FRR. FITTILI m 220 s.l.m. Vigne Capitan Celli - Via Piazza di Mario Superato l'incrocio con via della Caranella, via Piazza di Mario, risale fino a raggiungere la sommità di un'altura che attraversa quasi centralmente?” Sulla sommità del colle, che scende verso nord con pendici abbastanza decise mentre si allarga a est e a sud con declivio appena percettibile, nel vigneto sul lato orientale della strada, si rinvengono in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1500 circa, piccoli frr di tegole, pochi a impasto arcaico e rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana, perlopiù a impasto rosso di età romana, scaglie di selce di medie dimensioni, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, fir. di ceramica a impasto, piccoli fi. di vernice nerae sigillata italica, fr. di ceramica comune e anfore”®. La maggiore concentrazione del materiale, che in dispersione raggiunge la metà delle pendici settentrionali, si nota alle spalle del vecchio tinello che occupa l'area quasi centrale del pianoτοῖν", il quale riutilizza nella muratura molti fr. di tegole e coppi ad impasto rosso, alcuni ad impasto chiaro e frr. anche grandi di doliaad impasto rosso, In considerazione anche delle propizie caratteristiche naturali dell’area, è ipotizzabile la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, forse preceduta da una frequentazione in ctà orientalizzante della quale l'esiguità dei materiali non sembra consentire la determinazione del contesto. Successivamente, nel corso presumibilmente dell'età repubblicana e, almeno, della prima imperiale, è possibile ipotizzare che nell’arca si sia impiantata una struttura rustica. Impasto grezzo — 3 frr. di parete pertinenti a forme non. = 1 fi di parete pertinente a forma non i riferibile a età orientalizzante, Vernice nera — 2 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. lunghe, avente nella mano de forse nellasx. un pane. Di fronte è una figura femminile inginocchiata intenta d utilizzare una macina a mano per frumen‘= La zona abbastanza eminente godedi un bll'afacco sul centro di Vellei e sul massiccio dell'Artemisio, ed allarga il suo orizzonte verso sud-ovest fino alla pianura pontina. "Toto il materiale è ridoto in fi. spesso piccolissimi, come frequentemente accade quando Vafforamento si verifica in terreni da decenni oc‘cupai da vigne non soggette rinnovamento, la ci continua fresatura usura inesorbilmente lo strato archeologico di superficie "= La proprietà corrisponde al civico n. 103.

Sigillat italica 2 frt di parete pertinenti a forme non idd.. Comune da mensa c da dispensa. 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo probabilmente pertinente a tegame non id. ~ 11 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = 4 fir. di parete di produzione tirrenica. = 1 fr. di parete di produzione non id. 915. AREA DI FR. FITMILI m 218 s.l.m. Vigne Capitan Celli - Via dell'Olmo

In un terreno quasi pianeggiante, compreso tra via della Caranella a nord e via dell’Olmo a est affiorano frr. di materiale antico”. Su una superficie di mq. 1000 circa, nella zona ad orto che offre una maggiore visibilità, si notano in medio-bassa concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni e fr. di tegole ad impasto arcaico e rosso di età romana, qualche fr. di dolio a impasto rosso e frr. di ceramica comune da fuo-

È probabile che l’area, non eminente e abbastanza ben

protetta, fosse interessata, unitamente a quella sul lato opposto di via dell’Olmo (n. 916) dalla presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso della prima età imperiale, si è sviluppato un impianto rustico in uso almeno fino al ΠῚ secolo d.C. 916. AREA DI FRR. FITMLI m 216 s.l.m. Vigne Capitan Celli - Via dell’Olmo

chiaro e rosato di età romana, mentre rarissima è la presenza di frr. di ceramica comune e anfore. Pochi frr, in dispersione, si notano anche nel terreno sul lato opposto della sterrauan. L'affioramento, unitamente a quello sul lato opposto di via dell’Olmo (n. 915), sembrerebbe riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente tra la fine della prima e l'inzio della media età imperiale, si è sviluppato un impianto rustico in uso almeno fino al III secolo dC. Impasto grezzo -3 fr di parete pertinente a forme non idd. Africana da cucina = 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia I, 261^", attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore nel corso del principato di Settimio Severo, fino alla fine del TV-inizi del V sec. ac. Comune da fuoco — 1 fi di manico a sezione circolare pertinente a padella non id. — 3 fir di parete pertinenti a forme non idd. Anfore

— 1 πα di ansa tricostolata di Dressel 7-11, anfora per pesce e garum di produzione beta”, diffusa tra la prima età augusteae la fine del Finizi delI sec. d.C." —1 fr di partedi produzione vesuviana. = 1 fr di paretedi produzione egeo-orientale. —2 fr di parete di produzione africana τ 1f di parete di produzione tirrenica. Ceramica vetralla — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.

In un terreno a vigna che sale leggermente verso nord-est dal lato orientale di via dell’Olmo, delimitato sul lato meridionale da un strada sterrata che costeggia con scarpata progressivamente più alta, e a nord da proprietà private, si nota la presenza di materiale fitile antico? Su una superficie di mq. 1600 circa affiorano in media concentrazione poche scaglie di selce di piccole dimensioni, molti fr. di piccole dimensioni di tegole soprattutto a impasto arcaico, in percentuale nettamente inferiore a impasto

917-921. ViLLA m 228-218 s.Lm. Vigne Capitan Celli - Via Casale Capitancelli. Via Capitancelli 917. Area di frr. fittili. Sul lato orientale di via Casale Capitancelli, alla base delle pendici occidentali dell'altura attraversata da via Capitancelli la cui sommità è interessata dalla presenza di strutture murarie (n. 918), si trova un vigneto. A partire dalla bassa scarpata artificiale che funge ora da

^] materiale è sparso sino lla recinzione che elimitail ato meridiomale dell proprietà αἱ civico n. 210 di via della Caranella. "L'arca adiacente, nella quale è presumibile possa allargarsi 'fforamento, è occupata da un'abitazione privata con giardino, non ricognibile. "e" La proprietà corrisponde al civico n.7. Quest settore dell’area pianeggiante attraversata da via dell'Olo e delimitata a ποτὰ οὶ dl Vallone Ta Regina,le ui dimensioni e la cui profondità sono andate aumentando notevolmente nel coro degli ultimi trent anni è stato occupato di recente da une abitazioni private con annessi la cui presenza riduce considerevolmente l'arca ricognibile. κα Tuta l'area, pianeggiante, si allunga immediatamente al di sotto

dellatura su cui sorge il Casale Capitan Cell, da cui a separa il fosso or ‘mai non valiabile, mente fino agli anni Cinquanta del Novecento le due aree erano in comunicazione attraverso una viabilità minore, come ripora10 anche nella tavoletta IGM 1: 25.000F 150If SO, nella levata del 1936. πο Atlante I: 212, tav. CIV, 6; cfr. AGUAROD OTAL 1991: 248-249, fig. 48-51, 308-311, a uale distingue il tipo in più variante nota un'evoluzione dell forma, che in epoca giolio-claudia ha pareti piuttosto dre e orlo quas indistinto, mentre in seguito l'oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare cle pareti sono curve. 9 Mamris-Kicciten 994: 399; BELTRAN LLoRIS 1990: 222-224, ^ DELL’ Aico 1990: 122-124; Panta 1992: 195 133

limite di proprietà e da cui iniziano a salire le pendici, su una fascia non più ampia di m 15 circa, e poi in concentrazione media nell'appezzamento confinante, incolto, il quale si allarga in piano alla base delle pendici meridionali dell’altura, su una superficie di mq. 1400 circa, affiorano oltre a scaglie e cubilia în selce (cm. 6 x 7), fr. di tegole a impasto arcaico, a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana e sporadici a impasto rosa di età repubblicana, frr. di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni a taglio irregolare, pochi fr. di dolio a impasto arcaico, di sigillata italica e africana, di africana da cucina e di comune e diversi frr di anfore, generalmente di piccole dimensioni. Sigillata italica — 1 fi di fondo pertinente a forma non id. Sigillata africana — 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia" Africana da cucina — 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197^", attestato dalla prima metà del Π alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. —1 fr di olo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e in stinto dalla parete tipo Ostia II, 302°”, attestato dall'inizio del Lalla seconda metà del I sec. d. C. ‘Comune da mensa e da dispensa. — 8 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. ‘Comune da fuoco. — 8 fin di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore — 1 fi. di ansa di produzione africana. = 1 fi di ansa di produzione non id. — 3 frr di paretedi produzione tirrenica. —3 fir. di parete di produzione africana. — 1 fi. di paretedi produzione orientale. —2 frr di paretedi produzioni non idd.

Capitan Celli. Lungo il viale d'accesso all'abitazione sono allineati almeno tre grossi blocchi parallelepipedi in peperino e un fr. di cornice decorata con modanature lisce dello stesso materiale. L'abitazione sembra riutilizzare strutture in opera cementizia! almeno sul lato occidentale e, presumibilmente per un'altezza maggiore, su quello meridionaleno, 919. Area di frr. fitti. Sul lato meridionale di via Capitancelli, m 200 circa a est dell'incrocio con via Casale. Capitancelli, un vigneto occupa la parte nord-occidentale del pianoro su cui insiste la proprietà in cui restano strutture murarie (n.918) Nel terreno che costeggia la strada affiorano in media concentrazione, su almeno mq. 100^", ἔπ: di tegole e coppi a impasto arcaico e meno a impasto rosso di età romana, rari a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, cubi: lia in selce e tessere di mosaico nere piccole, oltre a pochi frr. di sigillata italica, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. Comune da mensa e da dispensa — 4 fr. di parete pertinenti forme non idd. Comune da fuoco 5 fir. di parete pertinenti a forme non id Anfore — 1 ἄν di parete di produzione africana. = 1 fr. di produzione tarraconese. = 1 fr di parete di produzione non id.

918. Struttura in opera cementizia e materiale sporadico. Lungo il lato meridionale di via Capitancelli si apre l'acces50 ad una proprietà?" che occupa l'estremità meridionale di un ampio pianoro delimitato da pendici abbastanza decise verso sud e verso ovest, poco ad est dell'antico casale di

920. Area di frr. fittli, Sul lato settentrionale di via Capitancelli, m 200 circa a est dell’incrocio con via Casale Capitancelli un ampio vigneto occupa parte del pianoro che si alza leggermente verso nord™, ‘Su una superficie complessiva di mq. 3000 circa è presente, con concentrazioni differenti, un'area di frr. fitili. I terreno, in una fascia limitata ai primi m 20 circa a partire. dal margine stradale, restituisce soprattutto scaglie di selce, cubilia e piccoli fr. di tegole ad impasto rosso, oltre a pochi fir. di comune. La concentrazione del materiale tende ad aumentare nel settore orientale della proprietà sempre lungo il margine del terreno che costeggia via Capitancelli, occupato da oliveto e direttamente annesso all'abitazione. Qui, su una fascia lunga m 150 circa a partire dal margine occidentale del vigneto in corrispondenza di una strada sterrata che sale verso nord, si notano, in media concentrazione, scaglie di

#0 Vd, 318-319 nota 3848, #0 Atlante 218-219, tax. VII 6; ff. AGUAROD OTAL 1991: 281-283, fig. 75-81, 335-341, la quale distingueil ipo in due varianti principaliA e B © Atlante I 212-213, tav. CIV, L σῆς, AGUAROD OraL 1991: 245-246 fig. 45 nn. 1-2, 305, la qual distingue tipo in più varianti ^75 La proprietà corrispondente αἱ civico n. 14, gode di un notevole a faccio verso este verso sud, ‘5% Non mi è stato possibile prendere visione diretta del materiale nédi quanto altro conservato nella proprietà peril cortese diniego del proprietario. “Ὁ Mi è stato possibile osservare le strutture soltanto dalla base delle pendici occidental e meridionali dell'ura, all'esterno del perimetro della

proprietà. La presenza dî structure murarie antiche di una cera consistenza, sulle quali i casale (riportato ne F. 150Il SO delP IGM in scala 1:25.00 sia nella levata del 1936 che in quella del 1877) è stato sopraelevato, è nota e confermata da molte delle persone che abitano in zon. ‘ Mi è sembratoche il muro forse conservato per un'altezza di alme‘no 3 m abbia superiormente l'attaccodi una volta leggermente aggettante ^?" L'area compresa nella proprietà al civicon. 12, confinante a sud-est con affioramento n.918, è stata rcognita sol nella parte prossima αἱ margine stadale, per la scarsa disponibilità del proprietario. ‘Il terreno è compreso nella propietà αἱ civico n. 19, ove non mi è stato permesso di osservare con maggiore attenzione il materiale affiorae,

734

selce di medie dimensioni, frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, fr. di tegole, pochi a impasto arcaico, alcuni, tra cui anche coppi, a impasto rosso e a impasto rosa di età romana, rari fr. di sigillata italica, ceramica comune e anfore. All'altezza dell'inizio della sterrata, sulla scarpata che delimita il fronte stradale del vigneto, è appoggiato un breve tratto di una struttura în opera cementizia, recuperato nei lavori agricoli?

considerazione della ridotta distanza e delle caratteristiche morfologiche dell'area, in declivio verso sud" (n. 917), sembrerebbe riferibile ad un impianto residenziale con pars rustica, esteso forse su circa mq. 45.000, in uso probabilmente a partire dall'età tardo repubblicana fino a quella medio imperiale, preceduta, almeno nel settore occidentale dell’area, da una casa/fattoria di età arcaica.

Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di parete pertinenti a forme non id.

922. AREA DI FR. FITTILI m 204 s.l.m. Vigne Capitan Celli - Via Capitancelli

Comune da fuoco — 1 fr. di orlo pertinentea forma non id. — 3 fi di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fn. di fondo pertinente a forma non id.

ΑἹ termine di una lunga traversa che si allontana verso sud-ovest da via Capitancelli, in una delle poche aree ricognibili®, un vecchio vigneto, posto alla base di un'alta scarpata che lo separa sul lato occidentale dalla proprietà soprastante, restituisce frr. di materiale antico”. Nel terreno, esposto con modestissima pendenza verso est e caratterizzato da bassa visibilità, su una superficie di mq. 900 circa, affioranoin bassa concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, frr. di impasto arcaico e di impasto chiaro e rosato di età romana, riferibili a materiale da costruzione e rari frr. di comune da fuoco, tendenzialmente concentrati nel settore prossimo alla scarpata. L'affioramento potrebbe, forse, indiziare la presenza nelJe vicinanze, presumibilmente nell'area soprastante, di un edificio di tipo rustico che l'esiguità dei materiali permette. di riferire all'età arcaicae genericamente a quella romana".

Anfore

— 1 fe di orlo e parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del 1 see. a.C. e la fine del IV sec áce. ~ If di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria,di produzione tir renica, ace, diffusa ta il 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del TI sec. ~ 1 fe. di ansa di produzione africana ~ | fc di puntale di produzione africana. ~ 2 fr. di pareto di produzione tirrenica — 1 f di parete di produzione africana —1 fi di parete di produzione orientale, — 1 fi di parete di produzione nor

923. AREA DI FRR. FITTILIm 196 s.m. Via Capitancelli

921. Area di frr. fittli. Sul lato meridionale di via Capitancelii all’interno di una proprietà delimitata verso est da una traversa della viabilità principale e a ovest dalla proprietà in cui si conservano strutture antiche (n. 918), rimane un settore di terreno libero da abitazioni e adibito ad oliveto ove affiora materiale fitile di superficie””*. Nell'area quasi in piano che costituisce le estreme propaggini del pianoro affacciato verso sud, su una superficie di mq. 2000 circa, si notano, in media concentrazione, soprattutto scaglie di selce di medie dimensioni, fr. d tegole ad impasto rosso, dolia ad impasto rosso, frr. di comune, soprattutto da fuoco, e pochi frr. di sigillata italica. L'affioramento, unitamente a quelli sulla sommità delValtura (nn. 918-920), c a quello alla base delle pendici sud e ovest dove i materiali possono ritenersi scivolati anche in

Lungo via Capitancelli, all'altezza della curva con cui la strada piega decisamente verso sud per risalire verso i colli di Malatesta, alcuni terreni ormai in piano occupano la base delle pendici. In un vigneto in prossimità della curva e delimitato a est e a nord dalla strada affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq. 3200 circa, con un settore sud-orientaJe di mq. 1500 circa, prossimo all'abitazione, a leggera maggiore concentrazione, frr. di tegole soprattutto a impasto arcaico, meno a impasto chiaro e rosato di età romana, scaglie di selce medio-piccole, pochi frr. di dolio a impasto arcaico, fir. di vernice nera e sigillata italica e africana, generalmente di piccole dimensioni, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e diversi frr. di anfore",

Il proprietario dl fondo ricorda che proprio in occasione di lavori per l'ampliamento della sede stradale, alla metà degli anni Novanta del Novocento, taglio della scarpata che costeggia il vigneto evidenziò la presenza di un moro in opera cementizia i quale attraversava l’attuale vbi "à diretto verso sud fino al terreno sul lato opposto della strada dove la sua presenza è ancora rilevabile da un ralzamento dl terreno. Invece sul lato del vigneto ἢ punto in cui si trovava la sutura antica è segnalaro da una lacun del muro di recinzione a blocchetti, sostitito in questo trato da una macera a grosse scaglie di peperino. ^ Và 373 note 4076, 4077, 4078. ^ Và. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. ‘© Non mi è stato permesso di accedere lla proprietà, al civico n. 16. ‘= Queste are di fir. sono ora separate in conseguenza della suddivi-

sione in diverse proprietà e alla presenza di abitazioni con giardini o di vi ili moderne individuate sula sommità dell'aura, nell'area circostante l'abitazione ove si conservano le strutture murarie. © Noo mi è stato possibile osservare molti dei terreni disposti lungo questa traversa, in parte perché occupati da abitazioni con annessi, in parte perl scarsa disponibilità de proprietari dei fondi, #0 La proprietà corrisponde al civicon. 46, L'area immediatamente soprastante, da cui è presumibile provenganoi fi osservati, è in parte occupata da un tendone a kiwi ormai abbandoto. Non è stato comunque possibile accedere cquindi osservare in estensione uta la vasta terrazza superiore, facciata a sud e adest occupatada frutteto ed orto I terreno ricade all'interno della proprietà n. 84,

L'area sembra riferibile ad una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, forse, nel corso della tarda età repubblicana si è impiantato una struttura rurale in uso anche tra il Le almeno il ΠῚ secolo d.C. Vernice nera — 2 fi. di parete pertinenti a forme aperte non id. Sigillata italica ~ 1 fr di orlo articolato pertinente a forma non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana = 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partir all'età flavis Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di orlo di coppetta assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXXI,5, attestato in contesti i I sec. d.C. — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

Malatesta e scende sul versante opposto, occidentale, con pendenza abbastanza marcata fino al fosso di Fossatello, si notano materiali antichi di superficie. Nel settore sud-occidentale della sommità, occupato per la maggior parte da oliveto quasi incolto, che permette un basso grado di osservazione, parte da vigneto^", su una superficie di mq. 2300 circa, affiorano in concentrazione media soprattutto frr. di tegole numerose a impasto rosso, più rare a impasto chiaro e rosato di età romana, molti fr. di dolio a impasto rosso, meno presente è invece la ceramica con frr. di anfora e comune, rari di sigillata africana”. Rari fr. di tegole e anfore si notano in dispersione anche lungo le prime pendici occidentali. Nell'area è individuabile un impianto rustico in uso, presumibilmente, almeno nel corso della media età imperiale. Sigillata africana = 1 fi di orlo di piatto tipo Ostia I, 86, in produzioneA', le alla prima metà del ΠῚ sec. d.C". Comune da mensa e da dispensa — 5 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd.

= 1 ft di orlo pertinente a piatto-coperchio tipo Dyson 1976, fig. 60, LS 55, attestato in contesti databili tra la fine del Ie la pri ma meta del IV sec. d. C^". = 1 fc di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. XIII, 4, datato trail IE sec. a.C. e a fine del I se. d.C. —2 frc di fondo pertinenti a forme non id. — 12fr. di parete pertinenti a forme non idd.

‘Comune da fuoco

Anfore — 1 fc di ansa a doppio bastoncello e 2 frr. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del Il, inizi del II sec. d.C.^*. = 1 fi di orlo di produzione non id. — 10 fr di parete di produzione tirrenica. — 6 frr. di parete di produzione africana. — fr di parete di produzione campana. 2 frr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione non id.

Anfore -2 fi. di parete di produzione tirrenica. -- 2 fi. di parete di produzione africana. — 1 fi. di parete di produzione non id.

~ 1 fr di oro a collarino, pertinente a olletta tipo Ostia II, 494, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante Ja prima parte del principato di Domiziano (80-00 d.C. — 1i. di ansa a nastro pertinente a forma non id ~9 fr. di parete pertinenti ἃ forme non id

925. AREA DI FRR. FITTILI m 190-188 s.l.m. Malatesta - Via Capitancelli

ΑἹ termine del tratto in cui via Capitancelli risale verso le colline di Malatesta, sulla sommità di una piccola altura tagliata quasi centralmente dal passaggio della strada, la quale gode di una buona esposizione a sud-est verso il Casale di

ΑἹ termine del tratto con cui via Capitancelli procede rettilinea verso sud prima di girare verso via Malatesta resta un vasto pianoro ancora interamente occupato solo da vigneti che si adagiano sulle morbidissime pendici con cui l’area si abbassa verso ovest fino a V. Fossatello e verso est su via Malatesta”, Nella vigna che occupa il settore occidentale del pianoro, sparsi in bassa concentrazione su una superficie molto vasta di circa 8000 mq. affiorano materiali antichi”. Si notano, oltre a scaglie di selce medio-piccole e ciottoli, soprattutto

© Vd. 318-319 nota 3848. © OuCESE 2008: 99. ^ Dysow 1976: 147-148. Itipo imita forme simili n sigillata africana, diffusetail MeV sec. dC. "^ OLcess 2003: 85. I ipo è considerato una produzione della zona dei Coli Abani "^ Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. ‘0%I terreno è compreso a le proprietà ai civici nn. 10-112. ^ L'area ὃ ricordata da quasi tutti gi abitanti della zona dall'attuale proprietario come molto ricca di materiali antichi, soprattutto da costruzio-

ne e anforacei, che furono rinvenuti in paricolare nell'area centrale, ora occupatadalloliveto, in occasione dei lavori perl messa a dimora dell piane, nell'immediato secondo dopoguerra 20 Atlante I: 35-36, av. XVII 18. ^ Ostia I: 100, 260-261, tv. XXVII © L'arca spazia a sud-ovest, dove si abbassa progressivamente in un'ampia vallata per poi risalire verso colledi Casale Malatesta, fino li torale e gode di una vasta spertra su tutti versanti. 591} vigneto, sul lato occidentale della serata che attraversa longitudinalmente tutt l'area, rientra nella proprietà contraddistinta dal civico n.81

924. AREA DI ΓΝ, FrrTILI m 197 s.Lm. Malatesta - Via Capitancelli

736

molti fr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rari frr. di tegole a impasto chiaro sabbioso, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età tardo arcaicaalto repubblicana e a impasto rosato di età romana, qualche scheggia di marmo bianco a grana grossa, tessere di mosaico nere di medie e piccole dimensioni, Più scarsa è la ceramica la quale sembra concentrarsi nel settore sudoccidentale del vigneto”, con pochi fr., generalmente di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto e molti di dolio a impasto arcaico e, meno, rosso di età romana, frr. di vernice nera, sigillata italica e diversi di ceramica comune e anfore. È possibile identificare nell'affioramento una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è sviluppato un impianto rustico in uso successivamente almeno nella media età imperiale, ubicabile al margine settentrionale del pianoro Impasto grezzo — 4 fr di parete pertinentia forme non id. = 1 ft di parete pertinente ἃ forma chiusa non id. di impasto tar do arcaico o alto repubblicano. Vernice nera — 1 fr di fondo ad anello pertinente a forma non id. Sigillata italica — 4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 7 fr. di parete pertinenti a forme non id. Comune da fuoco — 2 fre di parete pertinenti a forme non idd. Anfore το ῖ ft. di orlo probabilmente pertinente a Africana II, prodotta in Africa settentrionale tra il 160/160-350 d.C, — 1 fr. di spalla con attacco di ansa di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. c l'inizio del TII sec. d.C. ^9. = | fi di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augusteae la seconda metà del I sec, d.C. 1 fr di ansa a nastro ingrossato di produzione africana, — 3 frr di parete di produzione campana. — 7 fr. di parete di produzione tirrenica. 2 frr di paretedi produzione egeo-orientale. = 1 fr di parete di produzione vesuviana. — 1 fr di parete di produzione africana. —3 frr. di parete di produzioni non ida.

Come spesso accade nel caso di vecchi vigneti o di aree a lungo occcupate da questa coltivazione con reimplanti ed araure frequenti, o strato gico appare particolarmente sconvolto. Pochi fr. fit archeolodi superfice lisi notano quasi ala base delle pendici occidentali, ne terreno vignato al civico n.95. 7 RIZZO, CAPONE, COSTANTINI, Garà, PENTIRICCY, MuNzt 2004: 78 tab. 3 con datazioneal 160/190-1V sec. d.C. cir CARIGNANI 1986: 273, 274 fig.

Fig. 457. Malatesta. Via Capitancelli. Materiale litico (n. 926). 926. MATERIALE Lmco m 178 s.Lm. Malatesta - Via Capitancelli

La sterrata che prosegue rettilinea verso sud da via Capitancelli, all'altezza dell'incrocio con via Malatesta e il colle Malatesta, attraversa il vasto pianoro affacciato a sudest sul Casale Malatesta, interamente occupato da vigneti e caratterizzato da morbidissime pendici sia sul versante orientale verso il fosso di Fossatello che su quello occidentale. Nel settore meridionale del pianoro, a non molta distanza da un affioramento di frr. fittli (n. 925), si notano alcuni strumenti litici sparsi dai lavori agricoli su una superficie di mq. 150 circa (Fig. 457). Litici = 1 bulino su scheggia atallone liscio, attribuibile al Paleolitico medio (Fig. 457, a). = 1 porzione distale di punta ritoccata, attribuibile al Paleolitico medio (Fig. 457, b) — 1 scheggia con cortice, di attribuzione cronologica incerta (Fig. 457,0) — 1 scheggia di attribuzione cronologica incerta (Fig. 457, d) 927*. MATERIALE SPORADICO “Fossatello” Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figurano alcuni dalla proprietà D'Andrea a Fossatello: un boccale in terraglia; un boccale con decorazioni geometriche; cinque boccali; una fiasca. Se ne avanza una datazione al XVI-XVII secolo! 1 per a distribuzione del tipo; RIZZO 2003: 179 tab. 304 con datazione al 150/200-350 d.C. 0 Va. 361 note 4032-4033. # Vd, 361 note 4036, 4037, 4038. ^ Crescenzi 1981: 128, 172; Ceccarini 20010: 116 nn. 1019-1023, 117 nn. 1027-1028, 1030 con generica provenienza da “Velletri”, 117 n. 1032. 737

929. Materiale sporadico. Il Teoli ricorda il rinvenimento

nel 1642, nell’area della cd. villa di Mario a Piazza di Mario, alla quale, secondo la testimonianza di numerosi autori avrebbe rimandato anche il nome della contrada (“platea Marii")^": oltre che di colonne, delle statue “di Bacco assettato sopra d'un Utre, con il Tirso alla destra, e un Lucertolone alla sinistra; . di Leda in piede con Giove convertito in Cigno nel seno; . d'Esculapio, . con sembianze di Donna, che tiene nel braccio destro un Serpe, che beve una tazza sostenuta con la man sinistra®™; le tre Gratie abbracciate insieme”. Degli inizi del Novecento è il rinvenimento di "balaustri di argento e di marmo”. 930. Area di fr. fitili e basoli. In un terreno occupato da vigneto che si estende nel settore sud-orientale dell'ampio pianoro attraversato da via Caio Mario, affa to con moderata pendenza verso sud-est, alle cui pendici scorre un ramo del fosso di Cisterna (V. Fossatello), affiora un'area di fre fiti. Attualmente l'area interessata dall'affioramento si estende quasi in piano per circa mq. 7600, comprendendo la zona centrale, leggermente più alta, del pianoro**", ed è delimitata a nord da via Caio Mario, a est e sud-est da una scarpata^* e a ovest da una strada sterrata, senza uscita, che staccandosi dal lato meridionale di via Caio Mario si. dirige rettilinea per m 150 circa verso sud. La maggiore. concentrazione di materiale si riscontra su una superficie. di mq. 3500 circa, nell'area fronte strada, antistante l'abitazione moderna, mentre verso sud e verso est la presenza. di materiale va diminuendo in dispersione". Oltre a pochi frr. di tegole a impasto rosso e frr. di tegole e coppi a impasto chiaro (tra cui una con bollo anepigrafe a cerchi concentrici impressi) di età romana, si rinviene numerosissimo materiale ceramico: grossi frr. di dolio a impasto rosso, frr. di sigillata italica e africana, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Molte scaglie di selcee materiale edilizio vario (fr. di te~ gole, laterizi, coppi, oltre a grossi fi. di orl di dolio e pance d’anfora), tra cui un lacerto di cementizio, uno, più piccolo di massetto pavimentale e un blocco in peperino frammentario (m 0,43 max. x 0,52 max. x 0,45), sono ammucchiati lungoil margine del vigneto che costeggia il lato meridionale di via. Caio Mario”. Lungo il lato orientale della sterrata senza uscita sono appoggiati almeno quattro basoli di medie

‘© Probabilmente il taglio della scarpata deve riconnettersi l'apertura della strada sterrata che corre al disopra 77 terreni ricadono nelle proprietà αἱ civici πα. 150e 152. ‘=I fi. si rinvengono fino αἱ confine con la proprietà adiacente sul lato occidentale, lasciata incolta e quindi non rcognibile. ‘0 Nella vera del pozzo sul margine del terreno sono stati eimpiegati alcuni fi. i tegola ad impasto ross. © Nous 1727: 65; Rauco 1851: 474 ^ Gaspari 1980: 81 n. 188; cf. BONADONNA Russo 1982: 368; GALLOTTDA 1998: 90 μι 256 (“Una statua antica rstaurata d'una Leda con un cigno in grembo mezza nuda e con a mano manca alzata ene un panno. per coprirsi. Alta palmi 6 inca") relativamente alla presenza della tra αἱ interno dell'inventario della collezione Giustiniani relizzato rel 1638, © Gattorm 1998: 86 n. 146, oppure 265 n.90, oppure 100n. 706 ‘oppure 101 n. 717, oppure 102 an. 749, 770, oppure 115 n. 1711 ‘9 Trout 1644: 98-99 ricordato da LANCIANI mss. 85/2: 73; BAvCO 1851479 i quale ricorda soltanto il rinvenimento della Leda; elativamenteala Leda, CARDINALI 1839: 157-167, specialmente τὰν, ra 156-157, 166.

σα Circa ἢ rinvenimento, in prop. Toruzz,νά. Lucui Appuni fasc. Via Appia fino a Bovilae. Altre strade, car. Ager velitemus, Velletri Bibl Com. le. Ales. Borgia Appunti storici LX 4 p. 37 "Otavio e Carlo Toruzzi in P.zza Maro trovò statue, e balaustrate d'argentoe di marmo che donò αἱ card. Barberini Camerlengo”; cfr. Tesstnowr 1910: 314. In quest'area insistera un'abitazione privata, corrispondente alc vicon.42, ‘5% La scarpata, alta δα m 1a m 1,65 circa, funge anche da limite di propen. ‘© Moltissime scaglie di selce insieme ad alcuni lateri e tegole sono. anche accatastati lungo a recinzione, sol rero dell'abitazione moderna. “ἘΠ sto, comunemente indicato come villa di Mario, corrisponde a quello chiamato "la casettccia” dagli abitanti del luogo a ricordo di antichi "mori che avrebbero dovuto trovarsi al posto dell'abitazione ristrutturata negli ultimi anni del Novecento. Da quest'area, sempre a ricordo di alcuni anZiani abitanti, provenivano anche molte fistulae plumbee che furono utiliz zate, ancor prima delle seconda guerre mondiale, per realizzare pallini per le cartucce,

928. AREA DI FR. HITTILI m 197-195 s.Lm. Malatesta - Via Capitancelli

Non appena superato il ponticello sul fosso di Fossatello, sul lato settentrionale di via Capitancelli, il terreno inizia ad alzarsi con moderata pendenza fino ad un'alta scarpata che spezza le pendicie, Nei terreni che costeggiano il viale che dalla strada principale dà accesso a due proprietà affiorano fir. fittli antichi”: nel vigneto ad ovest, sparsi su una superficie di mq. 3200 circa, in bassa concentrazione oltre a scaglie di selce medie e piccole, fi. di tegole, la maggior parte a impasto arcaico, tra cui alcune con aletta stondata all'attacco della piastra (tipo Wikander 1 b), poche a impasto rosato di età repubblicana, diverse a impasto chiaro di età romana, qualche frr di dolio a impasto arcaico, fr. di ceramica comune ed anfore"; nel terreno sul lato opposto, in minore concentrazione in dispersione su un'area di mq. 1000 circa, frr. di impasto simili a quelli già notati, riferibili a materiale edilizio, e pochi frr. ceramici! L'affioramento è riferibile ad una frequentazione di età arcaica (casa/fattoria ?) e successivamente, in un periodo che la genericità dei materiali permette di ipotizzare tra l'età repubblicana e, forse, la prima età imperiale, alla presenza di una modesta struttura rustica. Comune da mensae da dispensa

~ | fe di ansa a nastro pertinente a forma non id ~ 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 6 fi. di parete pertinent a forme non dd Comune da fuoco — 7 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 fr di parete di produzione tir 2 fir di parete di produzione africana. 2 frr di parete di produzioni non idd. 929-930. Vitam 185-181 s.Lm. Malatesta - Via Caio Mario

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mensioni in selce’”, riferibili alla via detta di Piazza di Mario che scendeva verso sud-est fino a raggiungere il sito (05). Nell'area è individuabile la presenza di un edificio a carattere residenziale con pars rustica, per il quale è ipotizzabiJc un'estensione di circa 50.000 mq., in uso dall'età tardo repubblicana almeno alla fine della media età imperiale.

— = ~ -2

2 frr di ansa a nastro pertinenti a forme non idd. 1 fr. di fondo piattodi olla non id | f di fondo ad anellodi olla non id. frr di parete pertinenti ἃ forme non idd.

Comune da fuoco

— 1 fr di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, 262 attestato in contest di età traanea = fr. di oro di olla tipo Dyson 1976, fig. 22, V-D 47, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del Il sec. aC. e il 60 ace, ~ 1 ft di piatt/coperchio di imitazione africana tipo Dyson Sigillata africana 1976, fig 62, LS 94, attestato in contesti compresi ta la fine delle — Hf di orlo inclinato verso interno con solcatura interna sot- Ja prima metà del IV sec. d.C. to loro, di piatto tipo Lamboglia 9b=Hayes 26, in produzione A^, ~ 1 ft di orlo di lla tipo Olcese 2003, tav. XII, 4, datato trail databile dalla fine del I all prima metà el II sec. d. C." see. a.C. la fine del Iseo. d.C. =1 fr di or indistinto di piattoscodella tipo Lamboglia = 1 fi di fondo piatto di lla non id 3e'=Hayes 16, n. 1, in produzione A’, databile alla prima metà del frs di fondo ad anello di olla non id. ΜΙ sec d Cm — 1f di fondo pertinente a forma non id. ~ πα di fondo pertinente a forma non id, in produzione non id. —4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. - 3 fr di parete, di cui uno decorato con lobo lisci, pertinent a forme non idd, in produzione A, databile a patire dall'età fla- Anfore via. = Mfr di orlo di Dressel 21-22 (cadus)*", anfora impiegata per ~ 2 frr di parete pertinentia forme non id. in produzione A/D, il trasporto di frutta di produzione campane”, diffusa tra l'inizio databile ἃ partir dall'età severiana. Sigillata italica — | fi, di parete decorata alla barbotine (foglia?). — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Comune da mensa e da dispensa = 1 fr. di orlo di brocca trilobata assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XXVI, 3, attestata in contesti databili tra l'età flavia e Peta antonina 1 fr. di orlo di forma aperta non id.

del 1ela prima metà del II sec. d. C... — 1 fr. di ansa di Dressel 6, anfora vinaria® di produzione adriatica, diffusa dalla seconda metà del I sec. a. C. alla seconda metà del I scc, d. C2", — 2 fr. di ansae 1 fr di spalla di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a. C. e la fine del II inizi del II sec. d.C." — 1 fr di ansa di produzione africana. — 2frr di ansa di produzioni non ida. — 2 fr di parete del tipo Agorà F65-66*", anfora vinaria monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa ta a fine del I sec.a.C. e la fine del IV sec. ace = 1 fr. di parete di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci”, diffusa dall’erà augustea fino alla fine del ΠῚ sec. ἃ. Ὁ, — 1 fr di parete di produzione spagnola. —4 frr di parete di produzione africana. — 1 fi. di parete di produzione non id.

#9 Qualche basolo spaccato, almeno uno interoe diversi fr, sono anche riutilizzati nella muratura del vecchio edificio rustico in disuso che si trova al margine meridionale della proprietà lungo la strada serata. nte Ia datazione ‘8 Arlante 31-32, tav. XIV, 4. Hayes sposta leggerme del tipo ra seconda metà de liii I sec. d.C. © Allare I: 32-33, av. XVI, 1 . Hayes anticipa la datazione del tipo alla seconda metà de I sec. d.C. nota 3848 99 Vd. 318-319 ^ Atlane I: 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce il tipo tra le forme in a pati sigillata aficana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramica nola ipo A, sembra esaurirsi verso la metà del I sec. e a vemice na cenerog dC fe AGUAROD OTAL 1991: 269 fgg. 66-67, 326-327, la quale distingue il tipo in più variant κε Atlante 212-213, tav. CIV, 1; cfr AGUAROD Orat 1991: 245-246 fig. 45 nn. 1-2, 305, a quie distingue il tipo in più variant ‘0 Atlante I: 212, tav. CIV, 3. Cf. AGUAROD OTAL 1991: 247-248 figa. 45 n. 3-6, 46, 47 nn. 1.3, 305-307, Ia quale distingue il tipo in più variant Del posi trovano imitazioni local in ceramica comune da fuoco.

v OLCESE 2003: 94. ^ CARTA 1978 [1987]: 31-132 dallo stato IV. ^ Dyson 1976: 75, Dyson 1976: 153. ‘> OLCESE 2003: 85. I tipoè considerato una produzione ella zona dei Colli Albani © Corrisponde a Osta Il, 625; Panetta 1973: 496-497. ‘2 Si ipotizza un'imitazione di questo contenitore in ambito spagnolo visto elevato numero di esemplari rinvenutia Belo (Pesavento MATmoLI 1992: 46). #0 AURIEMMA 2000. © Ole al vino è noto anche il trasporto di mulsum (Tewernia 1986: 129-133) e di salse di pesce (ScuINDUER KAUDELKA 2000) ‘© Pawan 1989: 147; TEHERNIA 1986: 127. ^ Va. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, ^ Il tipo corrisponde a Osti II, 368 (Ostia Il: 460. 462). © Vp, 378 NOTE 4076, 4077, 4078. Vd. 440 note 4536, 4537, 4538,

Africana da cucina. -2 fir, di orlo rilevato internamente di casseruola tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestatotra la prima meta del Il e la fine del IV-inizi del V sec. d.C., prodotta a vernice esterna c interna tipoA. = 1 ft di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia I, 302^, attestato dall'inizio del LalJa seconda metà del Il sec. . C. = 2 frr di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia Il, 332=Hayes 196, n. 1°, attestato dall'età raianeo-adrianea alla seconda metà del IT sec. d.C. ΟῚ fi di parete pertinente a forma non id.

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931*. MATERIALE SPORADICO “Piazza di Mario”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figurano alcuni provenienti da Piazza di Mario: un fr. di sarcofago in marmo con testa di sole’; una statuetta in argento con figura maschile di Arpocrate; una statuetta in bronzo con Eracle in atto di combattere; una statuetta in bronzo con figura maschile nuda; una lucerna in bronzo monolicne priva del disco centrale; un fr. di lucerna in bronzo monolicne; un fr. di amuleto in bronzo con fallo?" 932-934. Vica m 203-200 s.Lm. Vigne Capitan Celli - Via Capitancelli. Via Casale Capitancelli 932. Area di frr. fitt. Sul lato settentrionale di via Capitancelli, poco a est del superamento di un ramo del fosso delle Castella, sale, con morbide pendici coltivate a vigneto, una modesta altura la cui sommità è quasi completamente occupata da abitazioni private. Nel vigneto che costeggia il lato orientale del viale d'accesso alle proprietà", affiorano in media concentrazione, su una superficie di mq, 2.500 circa sebbene l’area di maggiore concentrazione sia individuabile nel settore nord-occidentale del terreno, prossimo all'abitazione soprastante, su mq. 800 circa, scaglie di selce di piccole dimensioni, un gran numero di frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare tra cui alcuni di tegole'e coppi, meno numerosi di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana, alcuni frr. di dolio a impasto arcaico e a impasto rosso, rari frr. di sigillata italica, frr. di ceramica comune e anfore. Impasto grezzo — 4 fr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — fr di parete pertinente a forma non id. = 1 fi di orlo pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 f di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. — 3 frr di orlo con parete non idd. — 1 fr di parete con attaccodi fondo pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 12 fi di parete pertinenti a forme non idd. e Curscexa 1981: 158, 175; Ceccuum 2001s: 46 n. 1; BRENNECKE 1970: 244 n. 246; Bonanno AVRANTINOS 2005: 48 la quale To scambia con ‘ft di sarcofago con figura femminile ricordato nella noa 46 ala pag. 47. ‘© Crescenzi 1981: 161, 175; Ceccama 2001a: 96 πη. 740, 742-743, 97. 752 riferita al sec. a.C sec. d. C, 98 n. 772, 112 n. 964 77 La proprietà corrisponde al civico n. 136. 201 proprietariodel vecchio tinell ricorda che perla sua costruzionefu adoperato “tutto quello che si trovava ἢ intorno”. In particolare ricorda che proprio nell’area ora incolta durante lavori agricoli furono rinvenute molti fir. di tegolee laterizi, otrea scaglie di selce e materiale ceramico vari. ^ L'areadi maggior interesse è probabilmente da loclizzarsi proprio 740

Anfore — 4 fr. di parete di produzione tirrenica. — 2 frr di parete di produzione spagnola. = 1 fi di parete di produzione campana. = 1 fr. di parete di produzione egeo orientale. — 10 fr di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico.

933. Area di fr. fittli e materiale sporadico. Un vecchio edificio rustico sul lato orientale di via Casale Capitancelli poco a nord del bivio con via Capitancelli, riutilizza nella muratura diversi fir. di materiale fitile antico, mentre sul lato occidentale del vecchio edificio, nel terreno vignato che raggiunge la strada, si riconoscono frr. di tegole a impasto rosato e frr. di coppo a impasto rosso di età romana e grossi frr. di dolio a impasto rosso di età romana. Nel terreno per gran parte incoltoe in parte a orto che si abbassa con morbido pendio verso sud-est, partire dal vecchio tinello fino ad un viale privato che consente l'accesso all’ abitazione moderna da via Capitancelli, su una superficie di mq. 750 circa, sono presenti in bassa concentrazione, fr di tegole a impasto arcaico e tegole e dolia ad impasto rosso di età romana. Alcuni frz di ridotte dimensioni, di comune da fuocoeanfore, oltre a scaglie di selce medio piccole, si notano in una ristretta area coltivata, all'estremità orientale della proprietà, lungo il viale che sale da via Capitancelli, dirimpetto ad un vigneto nel quale è presente un affioramento?" (n.932). 934. Area di fr. fit li. In un terreno pianeggiante, coltivato ad orto, compreso tra il lato meridionale di via Capitancelli e un ramo del fosso delle Castella, nel punto în cui questa incrocia via Caio Mario, si nota la presenza di scarso materiale di superficie’. Su un'area di mq. 1500 circa, a bassa visibilità, sono presenti in bassissima concentrazione piccoli fr. a impasto arcaico e rosato di età romana riferibili a materiale edilizio e pochi frr. di ceramica africana da cucina, comune da fuoco e anfore. È ipotizzabile, in considerazione della prossimità agli affioramenti poco a nord, sul lato opposto della strada moderna (nn. 932-933), della delimitazione naturale, certa, sul lato occidentale, che ne esclude il riferimento ad altr sii, e della probabilità che la via antica passasse immediatamente a sud dell’area (05), che possa considerarsi una dispersione dei primi due. ‘Tali affioramenti appaiono riferibili alla presenza di una casa/fattoría di età arcaica, e in un periodo presumibilmente compreso, considerata la genericità dei materiali, tra la prima e la media età imperiale, di un impianto rustico, esteso su circa 25.000 mq. ella parte ora incolta che occupa i settore pù alto e le prime pendici orien tali, esattamente di fronte αἱ vigneto che si estende ormai in piano ad es. κα L'appezzamento corrisponde al civico n. 147. L'area, confrontando l'attuale morfologia coni rilievo cartografico riportato sulla tavoletta IGM 1:25.00 F1501 SO, nella levata del 1936, sembra aver subito un parziale livellamento, ‘La lettura unitaria del sit risulta ora compromessa, oltre che dalla parcellizzazione delle proprietà, dalla presenza della viabilità privata che taglia il margine orientale dell’area dall’ampia zona incolta el settore occidentle.

Africana da cucina. = 1 fr di parete pertinentea forma non id.

Impasto grezzo = 1 fr di parete pertinente a forma non id.

‘Comune da fuoco. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr di orlo spezzatodi olla ansata non id.

Comune da fuoco = 1 fr di orlo pertinente a tegame tipo Ostia II, 509, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80.90 d.C.) — 3 fir di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore = 1 fi. di parete di produzione campana. 935. BASOLOm 193 s.Lm. Malatesta - Via Caio Mario

Appoggiato nel cortile di un vecchio edificio rustico, sul Jato sud-occidentale di via Caio Mario, resta un basolo în selce di medie dimensioni”, probabilmente riferibile alla viabilità detta di Piazza di Mario che dalla via Vecchia di Napoli (Ὁ) scendeva verso sud-est fino a raggiungere il sito (nn. 929-930) (05). 936-938. VILLA m 200-198 s.Lm. Malatesta - Via Capitancelli 936. Area di frr. fitili. Dal lato meridionale di via Capitancelli, circa m 400 prima che questa incroci via Piazza di Mario, una strada sterrata raggiunge il margine. meridionale di un pianoro, delimitato a est dal fosso di Cisterna e leggermente digradante verso sud dove gode di un orizzonte piuttosto ampio. Al termine della sterrata, in ‘una proprietà parte con vecchio vigneto parte a ortof^*,affiorano in bassa concentrazione su una superficie di mg. 1.000 circa nel settore nord-orientale dell'appezzamento piccole scaglie di selce frr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio e scarsa ceramica comune. 937. Area di fr. fittili. All'altezza di una traversa che si allontana verso sud da via Capitancelli, un piccolo appezzamento pianeggiante occupato da vigneto e delimitato sul lato orientale dal corso del fosso di Cisterna, restituisce, in media concentrazione, su una superficie di mq. 800 circa limitata al settore meridionale del terreno, prossimo al muro di recinzione dell'abitazione adiacente, scaglie di selce medio-piccole, piccoli frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rari frr di tegole a impasto rosato di età romana, rari frr. di ceramica a impasto, ceramica comune da fuoco e anfore. © 11 basolo è conservato nella proprietà al civico n. 14. Negli anni Cinquanta del Novecento un altro basolo, poi spezzato e riutilizzato per co struzione fu invenuro nello scasso perl vigneto nella proprietà al civico n. 16, sullo stesso lato della strada, poco più a sud-est. A dettadi un'abitante del luogo alti asoli dovrebbero trovarsi ne fondo del fosso, © La proprietà corrisponde al civico n. 157. 7 Ostia Il: 101, 260-261, tav. XXVII 001 terreno è compreso, Su lati est ed ovest, tra due proprietà private, in ona delle quali in corso la costruzione di un'abitazione. 97 fi. δά impasto chiaro sembrano concentrati particolarmente in un

Anfore — 1 fn di parete di produzione vesuviana, — fi. di parete di produzione tirrenica. τ 1 fr. di parete di produzione africana.

938. Area di fr. fttli. In un vigneto che dal lato meridionale di via Capitancelli, a circa m 100 dal ponticello sul fosso di Cisterna, scende con pendenza appena percettibile verso sud”, affiora, su 8000 mq. circa, con maggiore concentrazione nel settore centrale, su mq. 3500 circa, un'alta concentrazione di fr. di tegole e coppi, molti a impasto arcaico, rari a impasto chiaro sabbioso, a impasto rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana e rosso di età alto-medio repubblicana, numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, pochi a impasto rosa di età imperiale, poche scaglie di selce di medie dimensioni?” fr. di dolio a impasto arcaico e rosso di età romana, oltre a molti frr. ceramici, sia di impasto che di vernice nera e sigillata italica e africana, africana da fuoco, comune e anfore. Nell'area, unitamente agli affioramenti poco ad ovest (n. 937) e a sud (n. 936), come suggeriscono le caratteristiche morfologiche e l'omogeneità dei materiali, è identificabile ‘una fattoria/casa di età arcaica. Su di essa, durante la media età repubblicana, si è sovrapposta probabilmente una struttura residenziale con pars rustica, meglio attestata nella successiva fase d'uso di età medio imperiale”, estesa su almeno 30.000 mq. Impasto grezzo = 1 fr di orlo pertinentea olla tipo Carafa 1995, 301, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino tra il 675-650 a. C. e il 530/520e il 500 a. C. = 11 fr di parete pertinenti a forme non ida. — 3 fr di parete pertinente a forme non idd. in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. Vernice nera = 1 fi di fondo pertinentea forma non id. = 2 fr. di parete pertinenti a forme non id. settore ristretto del vigneto verso sud-est mentre nell’area prossimaal limi te meridionale dell'arca si rinvengono nuovamente quasi solo ad impasto rosso. Le scaglie di selce si rinvengono soprattutto nel settore meridionale del terreno, dove diminuisce fortemente la presenza di materiale ceramico rispetto a quello edilizio ee L'arca, che si sviluppa tutta a sud di via Capitancelli,risltaframmentata in diverse propriet, con aree di affioramento non contigue, separate oda arce incolte o da lt edificati non ricognibil P Canara 1995: 131 fig. 133. 7a

Sigillat italica. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. = 6 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana — 1 fr. di orlo di coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella tipo Lamboglia 1b=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A, databile trail 150 e gli inizi del ΠῚ sec. d.C. = 1 f di orlo indistinto di scodella tipo Hayes 31, nn. 1, 4, in produzione A/D, databile alla prima metà del ΠΙ sec, d.C."*. ‘Africana da cucina. 2 frr di fondo di casseruola non idd. 2 frz di parete pertinenti a forme non idd. ‘Comune da mensae da dispensa. τὶ fr. di coperchio con presa non id. = 2 frr di ansa a nastro pertinenti a forme non idd. = 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — | fr. di fondo piatto pertinente a forma non id. — 10 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr. di coperchio dall'orlo leggermente rialzato tipo Pohl 1970, fig. 87, 260°, attestato in contesti di età traianea. = I fr di casseruola dall'orlo alistello orizzontale con profonda solcatura centrale tipo Carta 1987, fig. 131, 276^", attestato in contesti di età traianea. = fr. di orlo di coperchio non id. —2 frr di ansa a bastoncello pertinenti a forme non idd. —1 ft di fondo piatto di olla non id. — 11 frr. di parete pertinenti a forme non idd.

Opus dotiare = 1 fr di paretein impasto arcaico. οὶ f di parete pertinente a dolio o olla di grandi dimensioni in impasto rosso. 939*. MATERIALE SPORADICO “Malatesta”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un orcio decorato proveniente da Malatesta”. 940. AREA DI FRR, FITTILI m 204 s.l.m. Vigne Capitan Celli - Via Piazza di Mario In una proprietà sul lato orientate di via Piazza di Mario, quasi in prossimità dell'incrocio con via Capitancelli, si nota la presenza di materiale fittile antico”. Nel vigneto, almeno in una fascia allungata di 250 mq.*®, vicina alla strada, restano fir. di tegola ad impasto rosso di età romana e fr. di ceramica comune da fuoco. L'impossibiltà a perlustrare l'area non consente di determinare le caratteristiche dell'affioramento. 941. AREA DI FRR. FrrTILI m 210 s.l.m. Via Piazza di Mario

~ f di ansa di Ostia I, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 e a fine del I sec. d.C, — fe di attacco d'ansa probabilmente riferibile a Tripolitana I, anfora olearia di produzione tripolitana diffusa tra la metà del ἢ e la metà del Π sec. d.C.™®, = | fi di ansa a nastro ingrossato di produzione africana. 4 fir di parete di produzione egeo-orientae. —11 ἔπι di parete di produzione africana. — 10fr. di parete di produzione tirrenica. — | f di parete di produzione betica da garum. 4 fr di parete produzione vesuviana. ~ 1 f di parete di produzione campana. 2 fr. di parete di produzione spagnola. — 2 fr. di parete di produzioni non idd.

Dal lato occidentale di via Piazza di Mario, poco a sud dell'incrocio con via dell'Olmo, una strada sale fino a raggiungere la sommità di un'altura affacciata a sud-ovest, dove scende con pendici piuttosto ripide fino al fosso delle Castella, verso Colle Calcagno. In una ristretta area del settore nord-orientale della sommità, per mq. 1200 circa’, dove il terreno seppure incolto consente una modesta visibilità, sono presenti in bassa concentrazione piccoli frr. di impasto tardo-arcaico e chiaro di età repubblicana riferibili a materiale edilizio, piccoli frr. di ceramica a impasto, rari di vernice nera, fr. di ceramica co‘mune soprattutto da fuoco e anfore”, Pochi frr. di impasto rosso e rare scaglie di selce piccole si notano anche nel vigneto che confina verso sud con l'area ricognita?"* Laffioramento sembrerebbe indiziare la presenza nelT'area di almeno un edificio rustico in uso presumibilmente

‘Atlante I: 26, tav. XIV, Hayes limita a diffusione cronologica del tipo alla seconda meta dl Ise. d.C. ^ Atlante E S, tav. XXIV, 6. Il tipo corrisponde al Lamboglia 40 bis, in produzione Cl, ‘© Pou. 1970: 178-179dal setae IV strato A4. 7 CARTA 1978 [1987): 131-133 dall strato IV. om Va. 398 note 4186, 4187, 4188. Peri recenti ritrovament di numerosi esemplari contenenti ia garum. che pesce salato vd: ARTENA 1997: 141-142; Den ussu, WILKINS 2000. 7" Esportata soprattuto tra la fin dl e gli inizi del I sc. d.C., conti mua forse ad essere prodotta fin lla fne ello stesso (presente nel relittodi Grado del 120/150 d.C. e in quello di Capo Plaia, datato al 180/192 d.C.) AuRiEMMA 1997. "e Caescenz 1981: 151, 173; Crccam 20012: 185 n. 2528 senzalcura indicazione di provenienza

πο Il terreno è compreso rel civico n. 137. Fr di tegole e doli a impasto rosso si notano anche nella cuneta antistante Ia cabina elettrica posta al margine della recinzione della proprietà 7? Non mi ὃ stato possibile accedere e quindi verificare l'entità ellaffioramento. Ho potuto invece rilevare la presenzadi materiale file in una fascia di almeno m 50 in lunghezza per5 di larghezza 7* Gran parte del pianoro risulta irricognibil essendo in parte incolto, in parte edificato. "L'area corrisponde alla proprietà n. 174. "IH terreno tendead abbussars ievemente verso sud, mentre a ridos50 del margine settentrionale, dove l'arc s ala, i terreno è occupato da abitazioni private con annessi. Non è quindi possibile stabilire l'effettiva estensione dell'area su questo lato, dove si rileva comunque a presenza di alcuni fe. di tegola ad impasto rosso e comune nella scarpatella che coste gia la strada le proprietà.

Anfore

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tra l'età tardo arcaicae quella medio repubblicana e, successivamente, tra la prima e l’inizio della media età imperiale. Impasto grezzo 2 fi di parete pertinenti a forme non idd., in impasto tardo arcaico. Vernice nera — 1 fi di orlo di coppa tipo Morel 1994, 2621c 1, di produzione del Lazio e dell'Etruria meridionale, databile alla prima metà del TIL sec. a C7. Africana da cucina ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da mensae da dispensa = 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 6 fr di parete pertinenti a forme non ida. Anfore = Mfr di ansa di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria. detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 e la fine del I sec. d.C

942. AREA DI FRR. FITTILE m 224 s.l.m. «Colle Calcagno» - Via della Caranella Sul lato meridionale di via della Caranella, poco a sudovest dell'incrocio con via Piazza di Mario, si affaccia un pianoro aperto verso sud-est e delimitato sui lati nord, est e sud, da un'alta scarpata che segue e accentua la curva di livello naturale. In una delle poche aree ricognibili e non occupate da edilizia privata, all'estremità sud-orientale del pianoro, nel terreno occupato da oliveto incolto che consente un basso grado di visibilità, su una superficie di mq. 1750 circa, affiorano in bassa concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, diversi frr. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, alcuni di tegole, pochi fir. di tegole a impasto rosato di età repubblicana e chiaro di età romana, pochi frr di ceramica a impasto, di ceramica comune e anfore. ΑἹ margine settentrionale della proprietà resta un vecchio nello nella cui muraturasi notano reimpiegati diversifr. di tegola, soprattutto a impasto rosso, pochi a impasto chiaro, frr. di dolio a impasto rosato e qualche frr. di marmo™.

senza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale almeno nel corso della media età repubblicana si può essere sviluppato un impianto probabilmente a carattere rustico, esteso su una superficie ricostruibile di circa 36.000 mq." Impasto grezzo — 1 fr di parete di medio grandi dimensioni pertinentea grande forma chiusa (olla?) non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 fn di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fr di orlo estroflesso e ingrossato estemamente pertinente a olla di piccole dimensioni tipo Dyson 1976, fig. 8, FG 21, attestato in contesti databili intorno al 200a. C." — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Anfore = fr di parete di produzione non id.

943. AREA DI FRR, FITTILI m 228 s.l.m. Via Vecchia di Napoli Nel settore sud-orientale dell'ampio pianoro compreso tra il lato occidentale di via Vecchia di Napoli e quello settentrionale di via della Caranella, su cui si affaccia con alta scarpata, è presente un affioramento di materiali antichi?" Nel terreno, coltivato ad oliveto, su una superficie non superiore a mq. 200 circa, prossima alla sterrata d'accesso, affiorano in bassa concentrazione oltre a scaglie di selce di medie dimensioni, frr. di impasto arcaico e tardo-arcaico, riferibili a materiale edilizio, rari a impasto chiaro e rosato di età romana, e rare tessere di mosaico nere di piccole dimensioni.

È ipotizzabile che l’affioramento, riferibile ad una fre-

quentazione di età arcaica e forse primo imperiale, anche în considerazione delle sue caratteristiche, nonostante si trovi circa 200 m a sud e spostato di circa 250 m a est, possa riferirsi al sito n. 944, da cui lo separano alcune proprietà non ricognibili. Tuttavia l'ipotesi del passaggio su un asse rettilineo, che attraverserebbe quest'area, della viabilità ripetuta dalla via Vecchia di Napoli costringerebbe a considerare separatamente l'affioramento e a riferirlo ad un contesto funerario.

944. AREA DI FRR. FITTILI m 232-229 s.m. R. ne Acqua Vivola - Via del Franco Belga

che morfologiche dell'area, che l'affioramento attesti la pre-

Èipotizzabile, anche in considerazione delle caratterist

Al termine di via del Franco Belga, sul lato occidentale di via Vecchia di Napoli, si raggiunge una proprietà che oc-

© Monti. 1994: 1993,pl. 60. 7 Vd. 398 note 4186, 2187, 4188, 7" La propricà corrisponde al civicon. 156. "Non è stato possibile ispezionare in estensione l'area ín quantop cellizzata n piccole proprietà private con scarsi spazi lasciati alla coltivazione e spesso non accessibili. In particolare il casolare sul lato meridionale di via della Carenell, al margine centro sctentrional dl pianoro, ove non

mi stato possibile entrar, sembra riutilizzare nella muratura materiali antichi. Un abitante della zona ricorda il rinvenimento di materiali antichi nei terreni a questo circostanti. > Dysox 1976: 43 Il profilo dell'oro è simile a quell ella forma 39, n.A97 rinvenuto a Sutri in contest della ine del Il sec. a.C. (DUNCAN 1965: 158 fig. 13,165). 7° La proprietà corisponde al civico n. 112 143

cupa la parte meridionale di un vasto pianoro” allungato verso sud a partire dall’area della Vigna Argenti”. I terreno, che dal margine del pianoro inizia ad abbassarsi con modestissima pendenza, affacciato a sud, è delimitato sul margine orientale da un'alta scarpata, in parte accentuata dalla temazione dell'area sottostante occupata da abitazioni pi ate. Apartire dal settore occidentale, occupato da un vigneto di vecchio impianto, in maniera sporadica”, e poi in concentrazione maggiore nel settore orientale del terreno, adibito ad oliveto e caratterizzato anche da una migliore visibilità del fondo, fino a divenire media salendo verso il pianoro in parte occupato dall'abitazione padronale, in parte da vigneto, si riconoscono: piccole scaglie di selce, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, oltre afi. di tegole e coppi perlopiù a impasto arcaico e a impasto rosato di età romana, pochi a impasto chiaro e rosso, alcuni a impasto chiaro di età repubblicana, frr. di dolia di età arcaica, piccoli fi. di ceramica a impasto, frr di vernice nera, sigillata italica e africana, ceramica comune e anfore. La maggiore concentrazione di materiale si nota quasi al limite settentrionale della proprietà, nella zona pianeggiante più alta, in particolare sul lato orientale del viale d'accesso all'abitazione”. Oltre a scaglie di selce medio-piccole si riconoscono fir. di tegole, sigillata italica, anfore e comune. L'affioramento si allarga complessivamente su un'area di mq. 5000 mq. circa, mentre frr di impasto grezzo riferibili a materiale edilizioo vascolare e frr. di comune da fuoco si notano anche nella bassa scarpata che delimita il pianoro lungo il lato orientale di via del Franco Belga, poco prima di raggiungere la proprietà. Accanto all'abitazione è conservato un blocco paralJelepipedo in peperino (m 0,70 x 0,40 x 0,36). L'affioramento, a cui forse si riferiscono anche quelli a sud (n. 945) e sud-est (n. 943), sembra attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della media età repubblicana, si è sviluppato un impianto rustico in uso nuovamente tra il I e, almeno, la prima metà del III secolo d. C.

po Lamboglia 2a-Hayes 9A, in produzioneA’, databile alla seconda metà del IL sec. d.C" — 1 fe di fondo ad anello di coppa non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia”, = 1 fr. di parete pertinente a forma non id, in produzione A?, databile dalla fine del I lla fine ΠΙ sec. d.C. Africana da cucina = 1 fr di orlo annerito e indistinto di piatto/coperchio, con ingobbio esterno, tipo Ostia I, 18, attestato nella prima metà del III sec dC. — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da mensa e da dispensa 1 fr di piede ad anello pertinente a forma non id. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di bordo di coperchio tipo Ostia II, 514, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)"*. = 1 fi. di bordo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 10, FG 50, attestato in contesti databili intorno al 200 a.C. ~ 1 fr di orlo o piuttostodi bordo di coperchio pertinentea forma non id. a causa dell'estrema frammentarietà — 17 fiv. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr. di orlo opiede pertinente a forma non id. Anfore

— 2 fr. di parete di Camulodunum 184, anfora viari, di produzione rodia e microasitica, diffusa tr l'età augustea e a seconda metà dl I sec. dC ~3 fr. di parete di produzione tirrenica. ~ ἔν di parete di produzione campana. ~ 1 di paretedi produzione spagnole. ~2 fr. di parete di produzione cgco-orientale. — 1 fr di ansa a nastro ingrossato di produzione egeo-orientale. —4 fr di parete di produzioni non id.

Impasto grezzo — 1 fs. di parete decoratada cordone applicato verticale, probaImente pertinente a pithos di età tardo-orientalizzante. — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

Opus doliare ~2 fir di parete in impasto arcaico.

Vernice nera — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

945. AREA DI FRE. FITTILI m 223 s.l.m. R. ne Acqua Vivola - Via della Caranella

Sigillsa africana ~ 1 fi. di orlo con lobo decoratoa rotella di coppa emisferica εἰς

Sul lato settentrionale di via della Caranella, quasi all’altezza dell'incrocio con via C. da La Chiusa, un piccolo vineto occupa la base del versante orientale di un'altura”.

7 La proprietà corrisponde al civico n. 3. "Ho cercato inutilmentedi acceder alla VecchiaV. gna Argenti, al civ con. 6di via Vechia di Napoli: ho comunque notato sulla scapaell su ato ‘orientale, de viale d'ingresso la presenzadi alcuni fi. i tegole impasto arci co ea impasto chiaro di età repubblicana, oltre a frs di delia a impesto rosso. 7" Afforano fc informi di impasto attribuibili a tegole e coppi ad impasto arcaico, in percentuale inferiore a impasto chiaro e rosato di tà romana, piccoli fr di comune da fuoco. La zona dl pianoro, adiacente su questo ato, è compresa in un'altra proprietà e lasciata per la maggior pate incolta ove non occupata dal abi tazionee dal giardino.

"0 Atlante 1:27, tav. XIV, 8. Hayes precisa la cronologia del tipo tr il 100 ei! 160 dC. e ore. 7 Va. 318-319 nota 3848, " Atlante 212, tav. CIV, 2. "o Ostia I: 101, 260-261,av. XXVII 7 Dysow 1976: 39,46. 7 Va. 361 note 4036, 4037, 4038. © Si tata di una delle diverse aree inserite in propricà private per le quali non mi ἃ stato consensio l'accesso.

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Le pendici sono delimitate alla base da un corso d’acqua verso cui si allungano ormai in piano mentre appaiono separate dal pianoro superiore da un tratto a ripida pendenza, lasciato incolto, il quale crea un salto di quota repentino. Nel terreno affiorano in bassa concentrazione, sparsi su un’area di mq. 1000 circa, diversi fr. di tegola ad impasto arcaico, in percentuale nettamente inferiore ad impasto chiaτὸ di età repubblicana e sporadici a impasto rosato di età romana, diversi fr. di dolio a impasto arcaico, pochi frr. di materiale ceramico tra cui si riconoscono anfore c, soprattutto, comune da fuoco. Laffioramento potrebbe riferirsi ad un utilizzo sepolerale dell’area, presumibilmente în relazione con il sito n. 944, in età arcaica e poi tra l'età repubblicana e quella medio-imperiale. ‘Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo pertinentea forma non id. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 5 fi di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 2 fre di parete di produzione tirrenica. — fi. di parete di produzione africana. Opus doliare — frr di parete in impasto arcaico. — 2 frr di parete in impasto rosso di età romana. 946. AREA DI FRR. FIFTILI m 205 s.l.m. Via Contrada la Chiusa

II lato orientale di via Contrada Ia Chiusa è raggiunto dalle pendici di una delle alture che si alzano verso est fino a via Vecchia di Napoli. Su un appezzamento ad olivi prossimo al margine stradale ed ormai in piano, delimitato sul lato settentrionale da una scarpata la cui altezza diminuisce risalendo le pendici verso est, affiorano in bassa concentrazione, sparsi su una superficie di mq. 1500 circa, scaglie di selce di medie dimensioni, molti fr. di impasto riferibili a materiale edilizio o forme vascolari, oltre a diversi fr. di tegole e coppi di età arcaica, pochi fir. di tegole a impasto chiaro di età romana, rari frr. di comune da fuoco e anfore. L'affioramento sembrerebbe indiziare la presenza, presumibilmente nell’area sommitale ad est, del quale potrebbe costituire uno “scivolamento”, di una struttura che l'esiguità "0 La sommità atraversata da via Vecchia di Napoli, occupata da abi tazioni private, non risulta ricognibil. In realt il materiale sembra affiorae limitatamente al settore del terreno più vicino a via Contrada la Chiusa, mentre alcuni fi. di tegola ad impasto rosso sono anche nella scarpata, qua si sicuramente artificiale e che ora funge da limit di proprietà sul lato nord del terreno.

dei materiali non consente di riferire con certezza ad alcuna tipologia funzionale, permettendone un inquadramento cronologico solo generico all’età arcaica (casa/fattoria?) e ad una successiva “età romana” (struttura rustica?) Comune da fuoco — 1 fi. di ansa a nastro bicostolata pertinente a olla ansata non ia, — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore ~ 1 f di parete di produzione non id. 947. AREA DI FRR. FrrTILI m 221 s.l.m. Via del Sorbo

Dal lato orientale di via del Sorbo una strada sterrata raggiunge un’altura ormai quasi interamente occupata, sia sulla sommità che lungo le pendici occidentali, da edilizia privata. Sulla sommità, aperta sia verso est che verso sud, in una piccola particella di terreno inedificata compresa tra due proprietà sul lato settentrionale della strada", su un’area di mq. 1400, a bassa visibilità, affiorano in media concentrazione, che tende a divenire alta nei punti in cui il manto erbosoè più rado, scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, pochi a impasto rossastro di età tardo arcaica/alto repubblicana e a impasto rosatoe chiaro di età romana, tessere di mosaico nere di pi cole dimensioni, frr. generalmente di piccole dimensioni, di vernice nera, sigillata africana, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Nell'areaè individuabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale in età repubblicana si è impiantato un edificio rustico-residenziale, in uso anche tra la seconda metà del e la fine del III secolo d. C., che presumibilmente doveva estendersi su entrambi i lati nei settori attualmente edificati. Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana ~ 1 fi di parete pertinente a forma non id., in produzione A, di tabile a partire dall'età flavia”. Africana da cucina = 1 fr di orlo bifidoe ingrossato di casseruola, con scanalatura superiore e patina cenerognola esterna, tipo Ostia II, 267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del I alla fine del IV-inizi del V sec. à». 7 L'area è compresa tr civici n. 5e 7. 79 Và, 318-319 nota 3848. © Atlante I 218219, tav. CVI, 7. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso ta la fine del I e ia metà dl Il sec. LC. Cfr. AGUAROD (Ora. 1991: 281-283, figg. 75-81, 335-341 la quale distingue il ipo n due varianti principali Ae B. 745

— 1 fr. di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossatoe annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia I, 26°, attestato dall’epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi delV sec. d.C. — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 fi di orlo estroflesso e indistinto di casseruola tipo Ostia I, 361, attestato in contesti datti all’età lavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)"". — 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco

~ fr di orlo indistinto e rientrante di tegame tipo Dyson 1976, fig. 58, LS 43, attestato in contesti databili tra la fine del Le la prima metà del IV sec. d.C."*. ~ 1 fr di tesa pertinente a forma non id. ~6 frc di parete pertinenti a forme non id Anfore —2 ~| 3 2

fir di parete di produzione tirrenica. fr. i parete di produzione campana. fit. di parete di produzione africana. fr di parete di produzioni non idd.

Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico. 948. FoRNACE m 215 s.l.m. R. ne Acqua Vivola

dell’altura che culmina all'altezza dell'inerocio con via Fontana Acquavivola e via Carbonara. Nel terreno, che scende moderatamente verso est fino al fosso™, affiorano sparsi in bassissima concentrazione su una superficie di mq. 1600 circa quasi esclusivamente frr. di impasto arcaico e tardo arcaico, riferibili a tegole o forme vascolari di grandi dimensioni e rarissimi fr. di tegole a impasto rosato di età romana, scaglie di selce di medie dimensioni, pochi frr di ceramica a impasto, di comune da fuoco e rarissimi di anfore, generalmente di piccole dimensioni. L'affioramento, presumibilmente uno scivolamento dal sito sull'altura a ovest (nn. 950, 951, 952), da cui lo separa un settore non ricognibile, sembrebbe indiziare una frequentazione dell'area nel corso dell'età arcaica e successivamente in età “romana” Impasto grezzo — 5 fi di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirrenica.

950. AREA DI PRR. rirTILIm 218-215 s.l.m. Acqua Vivola - Via Fontana Acquavivola

Sul lato meridionale di via della Caranella, in prossimità del punto in cui la strada scavalca il Vallone la Regina, resta un piccolo appezzamento in piano, alle pendici sud-orientali

Lungo le pendici orientali dell'altura (nn. 951-952), nel terreno che si abbassa dal lato orientale di via Fontana Acquavivola con pendio acclive fino al sottostante Vallone la Regina", si notano fr. di materiale antico. ‘Su una superficiedi mq. 1300 circa, limitatamente al scttore meridionale della proprietà, su una fascia che costeggia il confine con la proprietà adiacente”, il terreno, che offre una media visibilità, restituisce in bassa concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, fi. di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, rari frr. a impasto chiaro di materiale ediliziodi età romana, rari di vernice nera, fr. di ceramica comune e anfore, generalmente di ridotte dimensioni. L'affioramento, probabilmente in relazione con quello di maggiore consistenza, sul lato opposto di via Fontana Acquavivola (n. 951), e forse anche a quello poco a sudovest (n. 952), sembrerebbe attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, forse nel corso dell'età repubblicana e successivamente tra le età primo e medio imperiale, si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, esteso su almeno 23.000 mg.

77 Atlante 212, uv. CIV, 6; ct. AGUAROD OTAL 1991: 248-249, fi. 48-51, 08-311, a quale distingue il tipo in più variate nota ua’ evoluzione della forma, che in epoca giulio-claudia ha pareti piuttosto drittee orlo quasi indistinto, mentre in seguito oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare cJ pareti sono curve. πῶ Ostia Π: 92, 260-261, tav. XX. 7 Dsow 1976: 139, 146 79 MeNGARELL! 20031: 71-72, 73 fig. 4, 1; Gini 2003: 95.96. © I terreno è diviso tra due proprietà ed in parte occupato daortoe da

un vecchio vigneto, in parte da oliveto con superficiale lavorazione del fondo e conseguente bassa visibilità. 7" La proprietà ricade all'interno dl civico n. 13. I terreno si tva all'altezza del punto in cui, sul lato opposto ἀεὶ fosso nel 2000 è stato effet tato uno scavo dalla Soprintendenza Archeologica per i Lazio (n. 948) 7" n questa proprietà ricade un antico casale, recentemente ristruttura το, che occupa la spianata superiore mentre lungo le pendici ἃ stato creato un forte strato di riporto di terra per la sistemazione del giardinoe la messa a dimora di alcune piane. L'area risulta al momento, non ricognibil.

Nel corso di lavori pubblici, realizzati nei primi anni del 2000, nella località Acquavivola, nelle immediate vicinanze del Vallone la Regina, è stato rinvenuto un piano di argilla combusta con fir. di ceramica di impasto, tra i quali uno riferibile ad una olla a corpo ovoidale ed orlo svasato attestato in contesti di fine VI ed il V secolo a. C., e laterizi, insieme a frustoli di carbone”, Se ne è proposta una interpretazione come residuo di un piano di cottura per la produzione di ceramiche e laterizi. 949. AREA DI FRR. FITTILI m 208 s.l.m. Via della Caranella

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Vernice nera —1 fi di fondo pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Comune da fuoco ~ 1 fr di orto di coperchio tipo Carta 1978, fig. 131, 264, attestato in contesti di età traianea. —1 fr. di parete pertinentea forma non id. di imitazione africa— 4fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore — 2 frr di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr. di parete di produzione campana. — 2 fir. di parete di produzione africana. = 1 fi. di parete di produzione tirrenica.

Anfore ~ 1 fi. di parete di Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e Ia metà del I sec. d.C". 1 fr di parete di produzione non id.

Opus doliare —3 fir di parete in impasto arcaico.

Opus doliare — 2 fr di parete in impasto arcaico.

951. AREA DI FRR. FITTILI m 226 s.l.m. R. ne Acqua Vivola - Via Carbonara

952. AREA DI FRR, FITTILI πὶ 225 s.l.m. Via Carbonara

La sommità del piccolo colle che scende con morbido declivio a est fino al Vallone la Regina c a ovest verso un ramo secondario dello stesso, è attraversata centralmente da via Fontana Acquavivola, all'altezza dell'incrocio con via della Caranella. In un terreno a kiwi che occupa il settore del pianoro sul lato occidentale di via Fontana Acquavivola e le prime pendici occidentali?" su una superficie di almeno mq. 2900, si notano in bassa concentrazione, dovuta anche alla scarsa vi sibilità del fondo, frr di tegole e coppi, pochi a impasto tardo arcaico, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, frr. di ceramica a pareti sottili, sigillata africana, africana da cucina, ceramica comune e anfore. I materiali sembrerebbero attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale successivamente, forse nel corso dell'età repubblicana e tra le età primo e medio imperiale, si è sviluppato un impianto rustico-residenziale esteso su quasi tutto il settore centro-meridionale della sommità come suggeriscono gli affioramenti lungo le pendici orientali, sul lato opposto di via Fontana Acquavivola (n. 950) e nel settore sud-orientale della sommità, sul lato meridionale di via della Caranella (n. 952).

In un piccolo appezzamento ortivo all'interno di una proprietà compresa tra illato orientale di via Carbonara e quello meridionale di via della Caranella, nel settore meridionale della sommità del colle”, affiorano in bassa concentrazione, su mq. 400 circa, fr. di materiale edilizio a impasto chi τὸ e rosato e frr. di ceramica comune e anfore. È ipotizzabile che l'affioramento possa ritenersi connesso aquelli sul lato opposto della strada (nn. 950-951), 953. STRUTTURE MURARIE E CUNICOLI m 210 s.l.m. “Case Nuove”

Africana da cui “τ fi. di parete di casseruola con solcature interne, patina cenerognola esternae ingobbio all’interno, non id.

Nel corso di lavori pubblici, realizzati nei primi anni del 2000, nella località Case Nuove, lungo il margine orientale del Vallone la Regina, si sono rinvenute alcune strutture realizzate con schegge di dimensioni differenti di pietra locale, ciottoli fluviali e rari fi. laterizi nelle paretic blocchi di dimensioni maggiori in corrispondenza degli angoli e delle entrate (cdd. ambienti A, B, D)"^. Le due strutture in stato di conservazione migliore (A e B), a pianta rettangolare c suddivise internamente, presentano l'entrata rivolta verso il fosso. Particolarità costruttive mostra uno dei due ambienti (A): le murature sono realizzate con due cortine in materiali analoghi a quelli delle altre strutture ma di dimensioni maggiori, tra le quali è un nucleo in schegge di pietra del tipo di quella utilizzata per le cortine, rari frr. laterizi e di tufo. Tre piccole buche individuate all’interno dell'ambiente lungo la parete occidentale sono, forse, da riconnettersi ad una struttura che doveva sostenere alcuni degli oggetti rinvenuti. Gli ambienti, riferibili a magazzini e alla pars abitativa, devono riconnettersi ad un insediamento attivo tra la fine del IV e la prima metà del III secolo a. C.

7 La proprietà corrisponde al civico n. 14. I terreno, ove non è mi è stato concesso di accedere, è compreso tra via F. na Acquavivola e il lato settentrionale di via della Caranlla. 7» Vd.318-319 nota 3848 7" Stuev 1985: 62-64

* L'esemplare più antico è stato rinvenuto nel relito della Mandrague de Giens del 60-50 aC. (TEHERNIA 1986: 142). "L'area è compresa nel civicon. di via Carbonara, ove non mi è st to possibile accedere. P" MenGARELLI 2003a: 74-80; Gia 20 s.

Pareti sottili = 1 fi di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana. -- 2 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età Flavia.

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In relazione all'insediamento, con lo scopo di attenuare il processo di erosione delle sponde del fosso, sono il cunicolo lungo la sponda occidentale e l'altro, su quella opposta. 954. MATERIALE SPORADICO m 210 s.l.m “Carbonara”

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un fr. di termine in marmo con testa di Dioniso barbato proveniente dalla propr. Bonanni a Carbonara, forse corrispondente ai terreni lungo il lato occidentale di via Carbonara, m 350 circa a sud dell'incrocio con via Caranella”®.

costiuiscano piuttosto lo “scivolamento” da un sito soprastante. Impasto grezzo — 1 fr dirlo pertinente a bacino di forma troncoconica a pareti rettilinee con bordo segnato da una solcatura tipo Carafa 1995, 544, attestato a Roma, pendici settentrionali del Palatino tra il ‘600/590 e il 530/520 a.C — 1 fr di parete pertinente a forma chiusa non id ~ 1 fi di parete pertinente a forma aperta non id. ~ 1 fi. di parete pertinente a forma non id. Impasto rosso τὶ fr. di ansa a maniglia pertinente a olla** non id.

955. AREA DI FRR. FrrTILI m 226 s.l.m. Font. na S.M. dell'Orto - P. le S. Maria dell’ Orto

Comune da fuoco — 4 fir. di parete pertinenti a forme non idd.

Nell'area recentemente sistemata a giardino circostante l'antica fonte di S. Maria dell'Orto si riconosce un affiora mento di materiale fitile antico. I fr. sono presenti in media concentrazione, considerata anche la bassa visibilità dell’areaei recenti lavori di ristrutturazione,in modo particolaτὸ nel settore meridionale dei giardini e in quello retrostante la fonte dove si allarga un’area di circa 1000 mq. quasi in piano posta ad un livello più alto rispetto al piazzale antistante™®, Si riconoscono frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, rari a impasto chiaro-sabbioso e pochi a impasto rosato di età tardo-arcaica/alto-repubblicana e chiaro di età repubblicana e chiaro e rosso di età romana, fi. di dolia ad impasto rosso, alcuni riferibili a età arcaica, frr di ceramica a impasto e rari frr. di ceramica comune e anfore. Diversi frr. di tegole, perlopiù a impasto arcaico e chiaro di età repubblicana, si notano anche nella proprietà adiacente sul lato occidentale che raggiunge via Paganico, c molti frr. sempre di materiale edilizio, oltre a scaglie di selce, sono visibili nel piccolo spazio ad orto all’interno della proprietà alla base della scarpata che delimita il lato meridionale dei giardi ni?“ Laffioramento può forse riferirsi alla presenza nell'area, in pronunciato declivio verso sud, di una casa/fattoriadi età arcaica e successivamente, probabilmente a partire dall'età repubblicana, di almeno una struttura rustica che l’esiguità dei materiali non permette di definire né relativamente alT'estensione né alla cronologia. L'impossibilit di perlustrare le arce circostanti, quasi per intero edificate, in particolaτὸ l’altura a nord, non consente di escludere che i materiali

Anfore — fi di parete di produzione tirrenica.

L'area della vecchia Vigna Mammucheri, nell'area a sud di via Paganico, risulta ormai quasi completamente edificata, fatta eccezione per ridottissimi spazi a vigna compresi in due proprietà private al termine di via Vigna Mammucheri, quasi alla base delle pendici orientali dell'altura, delimitate da alta scarpata con la quale si affacciano sul sottostante fosso di Farina”®®, Nel terreno risparmiato intorno alla cabina Enel, lungo via E. Muti, e nella scarpatella che delimita a est l'area, sono presenti tegole ad impasto chiaro e rosato di età romana, insieme a scaglie di selce di medie dimensioni, tra cui alcune. ammaltate, oltre a frr. di dolio ad impasto rosso e piccoli fr. di ceramica comune. Pochi frr di materiale fitile c qualche scaglie di selce si notano anche nel piccolo oliveto all’inter-

7" Crescent 1981: 162, 169; CeccaRint 200a: 140 n. 1506; CCaccanni 2001: 20 fig. πὸ Da informazioni accolte sul posto ho rintracciato nell'area della con"rada un'unica proprietà Bonan i, peraltro acquisita e immediatamente scassata per l'impianto della vigna proprio negli anni della scoperta dellerma, Attualmente risulta suddivisa in più loti corrispondenti i civici n. 4-12. © Entrambi questi settori sono quelli meno interessati dalla sistemazione recente dell'area. Pochissimi fi. affiorano anche davanti lla fonte e nella zona prossima alla vecchia chiesetta. 7" Entrambe queste proprietà non sono risultate accessibili. P Canara 1995: 201, 203 fig.

> Classe ceramica incerta a causa dell'assenza dell'ingobbio eventualmente non conservato, "e Crescmn 1981: 161, 176; CsccaRI 20010: 96 n.145, 7" Ritengo più probabile a provenienza da quest arca piuttosto che da quella della chiesadi S. M. dell'Oro, dal momento che esse nella cartogra fia di fine Ottocento-primi decenni del Novecento vengono riportate come 5.M. del 'Orto e Crocifissi(F. 15011 SO dell IGM, in scala 1:25.000, levata del 1877: "Crocifissi^: F. 150 IL SO dell'IGM, in scala 1:25.000, levata del 1936: "Font na SM. Dell Oro", "Crocfisi) 7" La sommità del colle godedi un bellissimo orizzonte, aperto ἃ sud est, sovrastata dal centro di Velletri

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9565. MATERIALE SPORADICO "Santa Maria dell’Orto”

‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura una statuetta in bronzo di Venere?? proveniente da Santa Maria dell'Orto, forse dall'area dell’affioramento n. 955°*, 957. MATERIALE SPORADICO m 224 s.Lm. Vigna Mammucheri - Via Vigna Mammucheri

no della proprietà posta di fronte alla scarpata, sul Jato opposto della strada”, Considerato il carattere sporadico dei materiali e l'impossibilità di indagare l'area circostante, è possibile soltanto supporre la presenza forse di uno o più edifici, presumibilmente a carattere rustico, nel corso dell'età romana. 958. MATERIALE SPORADICO m 241 s.l.m. Via di Paganico All’interno di due proprietà adiacenti che si affacciano sul lato nord-occidentale di via di Paganico con scarpata progressivamente meno alta si nota la presenza di materiale fittile antico. Diversi fi di tegole a impasto arcaicoe chiari e rosati di età romana, oltre a qualche piccolo ἔπ: di anfora e scaglie di selce affiorano nel terreno recentemente fresato alle spalle del muro di contenimento che recinge una prima proprietà" e altri materiali dello stesso tipo si notano nello spazio ad orto della proprietà adiacente a sud-ovest". Il margine settentrionale di quest’ultima proprietà è delimitato inoltre da un vecchio muro che riutilizza diversi frr di tegole ad impasto chiaro e pance di dolio ad impasto rosso. 1 materiali, unitamente a quelli nella proprietà immediatamente adiacente (n. 959) e a quelli sul lato opposto della strada (n. 960), restituiscono probabilmente l'estensione di un insediamento di età arcaica e poi “romana” che doveva occupare lo stretto pianoro soprastante, in declivio verso sud-ovest sul fosso di Paganica, ormai frammentato in diverse proprietà”, su un fronte ricostruibile di m 120 circa di lunghezza.

mana, molte scaglie di selce, alcuni frr. di dolia a impasto rosso e chiaro e piccoli ἔπ: di ceramica comune e anfore. 1 materiali, unitamente a quelli nella proprietà adiacente (n. 958) e quelli sul lato opposto della strada (n. 960), restituiscono probabilmente l'estensione di un insediamento di età arcaica e poi “romana” che doveva occupare lo stretto pianoro soprastante, în declivio verso sud-ovest sul fosso di Paganica, ormai frammentato in diverse proprietà”, su un fronte ricostruibile di m 120 circa di lunghezza. 960. MATERIALE SPORADICO m 234 s.l.m. Via di Paganico

Sul lato sud-orientale di via di Paganico, poco a sud-ovest dell'incrocio con via del Formello, all'ingresso di una proprietà, resta un blocco in calcare (m 0,80 x 0,60 x 0,43)", mentre lungo il margine della stessa si riconoscono alcuni frr di tegola ad impasto rosato e rosso di età romana", E probabile che i materiali, unitamente ai due sul lato opposto della strada (nn. 958-959), vadano riferiti ad un insediamento di età arcaicae poi “romana” che doveva occupare lo stretto pianoro soprastante, in declivio verso sud-ovest sul fosso di Paganica, ormai frammentato in diverse proprietà, su un fronte ricostruibile di m 120 circa di lunghezza 961. AREA DI FRE. FITTILI m 251 s.l.m. Via del Formelletto

Lungo via di Paganico, poco a sud-ovest del bivio con via del Formello, la scarpata che costeggiail lato nord-occidentale della strada restituisce in media concentrazione materiale fittle antico, affiorante nella sezione scoperta? Nella scarpata che terrazza lo stretto pianoro che scende verso sud-ovest ed è delimitato a ovest da un netto salto di quota con il quale si affaccia sul fosso di Paganica, affiorano soprattutto frr. di tegole a impasto arcaico, alcune a impasto chiaro di età repubblicana e poche a impasto rosa di età ro-

Compresa tra i fossi di Civitana e di Paganica si allunga una dorsale collinare caratterizzata da alture progressivamente più basse e tagliata dal passaggio della ferrovia Roma-Napoli. Immediatamente al di sotto dell'altura settentrionale, la cui sommità è ormai fittamente edificata, via del Formelletto, salendo da via del Formello, raggiunge un piccolo vigneto, stretto trail lato orientale della strada e le proprietà private adiacenti a est e a sud. Lungo le prime pendici meridionali, le quali scendono con pendenza appena accennata, su una superficie di mq. 1300 circa, a media visibilità, sono presenti in bassa concentrazione frr. di piccole dimensioni riferibili a materiale edilizio, pochi a impasto arcaico e a impasto chiaro di età repubblicana, più numerosi a impasto rosso c chiaro di età romana, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni a taglio regolare, frr. di ceramica a impasto, pareti sottili, sigillata africana e africana da cucina, comune e anfore”.

πο Non è stato possibile accedere ala proprietà che corrisponde al civi con. 3 di via di Vigna Mammucheri 79 Questa corrisponde al civico n. 206 ed è adiacente al a proprietà n. 204 nella quale affiorano fi. di materiale da costruzione (n. 959). A questa proprietà corrisponde anche l'oliveto che occupa le pendici sud occidental del pianoro al quale però non mi èstato concesso di accedere. 777 La proprietà corrisponde αἱ civici an. 208-210. 10 Pochi fit affiorano ancora più a sud-ovest nella bassa scarpata che costeggia il lato settentrionale di via Paganico, all'altezza del civico n. 216. ve L'area soprastante è ormai quasi interamente occupata da abitazioni private fatta eccezione perun piccolo appezzamento a vigna, nella part più alta, accessibile dal civico n.202, c un oliveto che si distende più a sud ad abbassarsi con più decisione, a sua volta acovest, dove ἢ terreno inizia

cessibile dal civico n. 204, Non mi è stato permesso l'accesso alla vigna mentre nel parco della proprietà al civico n. 204 ho notato, malgrado la scarsissima visibilità dell'area, fr. i tegole ad impasto chiaro, fr. di dolio a impasto rosso e piccoli fi: di ceramica comune da fuoco 7 Và. nota 7053, 7 Il cancello a cui è appoggiato il Blocco corrisponde al civicon. 71. 7 Per quanto l'arc all'interno della proprie risulti da tempo incolta mon mi è stato possibile accedervi verificare se eventualmente ifr. di materale da costrzione notti lungo Ia recinzione sino invece da riferirsi ad un sito diverso. "^ L'affiramento sembra proseguire anche nell proprietà attigua sul Jato oriental, αἱ civicon. 10. A questa appartiene anche l’oiveto che occupa il margine meridionale del pianoro soprastante. L'area è risultata inaccossibile

959. MATERIALE SPORADICO m 232 s.m. Via di Paganico

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Laffioramento sia per posizione che per densità sembra potersi considerare come un" area di dispersione, forse legata ‘ad una presenza sul pianoro soprastante™, anche se l'esiguiτὰ di settori perlustrabili non consente un’adeguata lettura. I materiali sembrerebbero indiziare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso dell'età repubblicana/prima età imperiale si è sviluppata una struttura rustica, verosimilmente in uso fino alla media età imperiale. Impasto grezzo τι fr di presa a linguetta pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Pareti sottili — 1 fi di ansa costolata a nastro pertinente a coppetta non id. Sigillata africana — 1 fr. dî parete pertinente a forma non id., in produzione non id. Africana da cucina — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — ft di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco

— 5 fr. di parete pertinenti ἃ forme non id, di cui uno di prodione repubblicane. Anfore —1 —2 —2 — 1 3

fr di ansa a nastro ingrossato di produzione africana. fr. di parete di produzione campana. frr di parete di produzione tirrenica. fr di parete di produzione orientale. fr. di parete di produzione africana.

dionale del pianoro attraversato dalla viabilità moderna, su mq. 3000 circa, sono presenti in media concentrazione, particolarmente nel settore settentrionale, su mq. 1000 circa, scaglie di selce di medie dimensioni, cubilia in selce generalmente spezzati, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, pochi frr. di impasto riferibili a materiale edilizio o opera doliare e di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo arcaico tra cui alcune con listello stondato all’attacco della piastra (tipo Wikander 1 b), rari a impasto chiaro sabbioso e chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, diversi frr. di tegole a impasto rosso e chiaro di età romana e rosato di età imperiale, frr di dolio ad impasto rosso, rari a impasto arcaico, frr. di sigillata africana, ceramica comune e, soprattutto, anfore. Un vecchio tinello poco a sud dell'area, lungo le morbide pendici del pianoro, riutilizza molti frr. di materiale antico, tra cui frr. di tegole ad impasto chiaro e grossi frr. di orlo e di pance di dolio ad impasto chiaro e rosso”. L'affioramento, sembrerebbe indiziare la presenza di una villa, probabilmente con pars rustica, in uso presumibilmente durante la media età repubblicana e la fase centrale delT'età medio imperiale, forse preceduta da una fattoria/casa di età arcaica. Sigillata africana — | fr. di parete presso l'orlo di coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella e doppia solcatura interna, tipo Lamboglia 1 a-Hayes 8A, n.1, in produzione A, databile tra il 90 d.C. e la metà del IT sec. d.C, — 1 fr. di parete pertinente a forma non id., produzioneA, databile a partire dall'età flavia”. Comune da mensa e da dispensa. — 6 fir. di parete pertinenti a forme non dé. — 1 fr di parete con attacco d'ansa pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 8 frr di parete pertinenti a forme non idd., 2 probabilmente pertinenti a produzione alto/medio-repubblicana.

Sul lato occidentale di via del Formello, dopo la doppia curva con cui inizia a risalire verso nord fino a raggiungere il pianoro ampio ed allungato di Colle Stringa, in uno dei terreni ancora inedificati coltivato a oliveto", affiorano frr. di materiale antico Nel terreno quasi pianeggiante al centro del settore meri-

Anfore — 1 fr. di ansa di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, Jungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci diffusa dall'età augustea fino alla fine del II sec. d. C. — 1 fr diansae 1 fr di parete di Ostia I, 521-Osti II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media c bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 ela ine del Il sec. d.C." — 1 f di fondo con piccolo piede ad anello di produzione non id. — 1 fr. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produ-

7^ Sia. 150Il SO del IGM, in scala 125.000 nell levata del 1936 che quello del 1877, riportano a nord dellaffiramento, in corrispondenza di quota 265 ΕἸ πὶ, una unica costruzione, raggiunta da una via che si distaccavadal lato meridionale ella via di Formello, nella quale non improabilesi trovi i nucleo del sito antico πο L'area corrisponde al civicon. 157 alturasi affaccia con pendici abbastanza ripide, articolate in due terrazze, verso est sul fsso di Civitana, mea "rea ovest aggiunge il fosso di Mele con pendenza leggermente più moderata. “e La presenza di materiale si nota già lungo il ciglio ella recinzione che costeggia la strada e nella cuntta dove sono molti fr. di materiale edi-

lizio e ceramico. Il terreno immediatamente di fronte è incolto e non con sente una suficiente visibilità. Non mi è stato possibile accedere all'area per verificare se isto potesse estendersi in questa direzione, sebbene lun0 cigli dl terreno non sembrino affiorare materiali, terreni immediatamente a nord ea sud sono invece edifiat I inello corrisponde al civico n.127. 79 Atlante I: 26.27, tav. XIV, 3. 7" Và. 318-319 nota 3848. ™ Vd, 140 note 4536, 4537, 4538, 7 Và. 398 note 4186, 4187, 418.

962. AREA DI FRR. FITTILI m 255 s.m. C. le Stringa - Via del Formello

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zione rodia e microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C."9, — | fr di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. i paretedi produzione vesuviana. —1 fr. di ansa a nastro di produzione egeo-orientale. — 3 fri di parete di produzione egeo-orientale, fr di parete di produzione africana. —9 fr. di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico. 3 fir di parete in impasto rosso di età romana. 963-966. VILLA m 235-214 s.l.m. C. le Stringa - Via della Chiesola. Via Colle Stringa

963. Area di fr. fitili. La dorsale di Colle Stringa scende verso sud, compresa tra i fo»si di Civitana e di Mele, articoata in due alture maggiori, di cui la meridionale con sommità più stretta e circoscritta. Via Colle Stringa, costeggiando fosso di Civitana, corre alla base delle pendici orientali di quest’ultima”, sulla cui sommità è individuabile un sito antico (nn. 964-965, 966) Nel primo tratto il lato occidentale della strada è accompagnato da un oliveto che occupa le pendici del colle, caratterizzate da discreta pendenza, a partire dall'alta scarpata che terrazza il lato orientale del pianoro superiore (Fig. 458). Su una superficie di mq. 1500 circa” si rinvengono, in media concentrazione malgrado la buona visibilità offerta dal fondo, diversi frr. di tegole ad impasto arcaico e, in quantità nettamente inferiore e in fr. più piccoli, ad impasto chiaro tardo-arcaico/alto-repubblicano e a impasto rosato di età romana, tessere di mosaico nere piccole, frr. di dolio ad impasto rosso, ceramica comune, anfore e rari, generalmente di ridotte dimensioni, di sigillata italica, Materiale affiora in discreta quantità anche nella sezione esposta delle scarpata con cui il terreno si alza al di sopra della strada, evidentemente tagliata per il suo allargamento. Impasto grezzo — 6 fr. di parete pertinenti a fime non idd. ΟῚ fr di parete pertinente a forma chiusa non id. Sigillata italica — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non id. Comune da fuoco — 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id. Anfore — 1 fr di parete di produzione egeo-orientale. 2 fir. di parete di produzione campana. — 2 fr. di parete di produzione adriatica. 7 VA. 361 note 4036, 4037, 4038. 7 Immediatamente αἱ di sopra della scarpata, sul ciglio del pianoro, si conserva un'antica torretta, parzialmente rsistemata che non è però stato possibile osservare da vicino

Fig. 458. C. le Stringa. Via della Chiesola. Via Colle Stringa. Posizionamento della villa (nn. 963-966). Opus doliare — 5 fim di parete in impasto arcaico. Fitili non vascolari — 1 fr. di fusaiuola non id. probabilmente di età romana.

964. Area di frr. fitili. Quasi al centro dell'altura meridionale della dorsale di Colle Stringa, all'altezza del punto in cui via della Chiesola, che Ia attraversa salendo da via del Formello, compie una doppia curva, un terreno sul lato occidentale della strada restituisce materiale fittile di superficie (Fig. 458). Nel terreno incolto, il quale costituisce il margine occidentale del pianoro che qui inizia ad abbassarsi fino al fosso di Mele con pendio abbastanza acclive, a partire dal margine stradale, si notano, sparsi in bassa concentrazione su un’area di mq. 600, malgrado il bassissimo grado di visibilità, diverse scaglie di selce, frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, frr. di tegole a impasto chiaro di età repubblicana c a impasto rosa, arancio e rosso (con ingubbiatura nera in superficie) di età romana, frr. di dolia a impasto rosso, frr di ceramica comune e rari di vernice nera. τ ILterreno confina a sud con una proprietà privata edificata ed inaccessibile la quale occupa le medesime pendici. Non ἃ esclusoche frr. siamo presenti anche in questo settore 751

edifici moderni che le sono state addossate"", è a pianta rettangolare (m 3,30 x 4,65), orientata quasi nord-sud, con muTi di spessore oscillante tra m 0,50 e 0,53 (Fig. 459). È conservata per un'altezza max. di m 4 circa rilevabili all'angolo sud-orientale ed il piano di calpestio esterno risulta attualmente piü basso di quello interno di m 0,55 circa, lasciando parzialmente scoperta la fondazione, appena visibile solo sul lato settentrionale, immediatamente al di sotto dell'apertura. che si apre su questo lato. L'accesso originario, di cui restail profilo ad arco, risulta ora largo m 1,25 ed alto m 1,92". È

coperta con volta a botte a sesto leggermente rialzato, la quale presenta una profonda lesione al centro dell'arco ed un risarcimento moderno nella metà settentrionale (Fig. 460). All'interno, dove conserva l'originario pavimento con rivestimento in cocciopesto con cordoli angolari” e il parziale rivestimento delle pareti e della volta, a partire da m 1,20 circa dal piano di calpestio interno, ha un'altezza max. di m 3 circa con imposta della volta a m 2,30 circa. In alto, ἃ ri-

Fig. 459. C. le Stringa. Via della Chiesola. Via Colle Stringa. Cisterna: lato settentrionale (n. 965) Vernice nera

— 1 fd parete pertinente a forma aperta non id. probabilmente dell'ateier des petite estampilles Comune da mensa e da dispensa —3 fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 6 frr. di parete pertinenti a forme non idd. Opus doliare — 2 fr. di parete in impasto rosso di età romana.

965. Cisterna. Sulla sommità del colle compreso nella dorsale di Colle Stringa, all’interno di una proprietà privata, si conserva una piccola cisterna in opera cementizia”” (Fig. 458). Il pianoro, ben circoscritto è caratterizzato sul versante settentrionale da decisa pendenzae si affaccia ad est, delimitato nel settore settentrionale da alta scarpata e pendici abbastanza ripide, verso il fosso di Civitana, mentre ad ovest scende con pendio più acclive sul fosso di Mele. La struttura, parzialmente obliterata sui lati est e ovest da

Fig. 460. C. le Stringa. Via della Chicsola. Via Colle Stringa. Cisterna: piantae sezione (n. 965).

77 La cisterna ricade nella proprietà αἱ civico n. 17. "IL ato occidentale è coperto, per più di metà altezzae per l'intera lunghezza da un ricovero per animali con relativa tti, mentze al ato opposto, occidentale, stato appoggiato un piccolo ambientein muratura, adiito a rimessa, che copre la struttura antica per quasi l'intera altezza. I lao

meridionale, infine,è solo parzialmente copertoda una roulote parcheggia» ta a ridosso. "La porta è regolarizzaa da stipiti in cemento 1 La struttura ὃ ora usata come magazzino e quasi completamente pie ma i materiale vari.

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dosso del lato di fondo meridionale, si apre sulla volta il condotto di adduzione per l'acqua. Tracce di rivestimento in cocciopesto sono anche sulla parete esterna meridionale, che sembra anche quella meglio conservata oltre che più visibile, fatta eccezione per la parte più alta dove il cementizio ha subito maggiore rovina. Nella parte restante della parete si leggono ancora le fasce delie diverse gettate (Fig. 461). 966. Area di fr. fittli. ΑἹ margine del pianoro c lungo le prime pendici orientali dell’altura meridionale compresa nella dorsale collinare di Colle Stringa, in un terreno ad arativo profondo affiorano in media concentrazione frr. di materiale antico (Fig. 458). L'appezzamento, chiuso su tutti i lati tra proprietà edificate, comprende una parte quasi pianeggiante più alta, che costituisce l'estremità sud-orientale della sommità del colle, e scende con pendio acclive fino alla sottostante via Colle Stringa e quindi fino al fosso di Civitana. Su una superficie di mq. 2500 circa in media concentrazione, che diviene alta su mq. 1000 circa nella fascia pianeggiante a ridosso di una proprietà privata che occupa il margi ne meridionale del pianoro, sono presenti, oltre a scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, fir. di tegole, meno a impasto arcaico, di piccole dimensioni, rari a impasto rosato di età repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, rari fre. di sigillata italica, frr. di ceramica comune e anfore. 1 materiali scendono anche lungo quasi tutte le pendici in dispersione. L'affioramento, unitamente a quelli nn. 963-964 da cui 1o separano alcuni settori non ricognibili, attesta l'esistenza, nel settore meridionale del pianoro, di una casa/fattoria di età arcaica. Su di essa, a partire dalla media età repubblica ma, si è impiantata una villa, il cui approvvigionamento idi co era assicurato dalla cisterna quasi al centro del pianoro (n. 965) ad una quota di poco maggiore, in uso almeno fino alla. prima fase dell'età medio imperiale. L'impianto, compreso tra i fossi di Mele e di Civitana, occupava presumibilmente un’area valutabile intorno ad almeno 79.000 mq. Impasto grezzo — 2 fir. di parete pertinenti a forme chiuse non idd., probabilmente riferibilia olle di medio-grandi dimensioni. — 2 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. ~ 1 fr di parete a spessore medio pertinente a forma non id. — 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 59, LS 52, databile tra la fine del I e la prima metà del IV sec. d.C" = 1 fi di orlo di coperchio tipo Pohl 1970, fig. 59, 309 attestato in contest di età claudia”, = 1 fi di orlo di coperchio non id. οὶ fr di parete pertinentea forma non id. Anfore — 1 puntale frammentato di produzione tarraconese. ‘Dyson 1976: 147. 1 Poit 1970: 109, 126 da settore I, stato B3.

Fig. 461. C. le Stringa. Via della Chiesola. Via Colle Stringa. Cisterna: lato meridionale (n. 968). 2 fir. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr di parete di produzione spagnola. — 2 fr. di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 πὶ di parete di produzione non id. Fittli non vascolari — 1 fr di tubulo in impasto chiaro. 967. AREA DI ΒΆΝ. FITTILI m 235-232 s.m. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

Nel settore orientale della dorsale collinare attraversata da via Colle Ottone Basso, m 850 circa a nord dell'incrocio con via Appia antica, all'interno di almeno tre diverse proprietà”” che occupano il ciglio del pianoro digradante ad est sul fosso di Mele, si nota un’area di fr. fitti Su una superficie di mq. 1900 lungo le pendici in declivio verso il fosso, coltivate a kiwi, affiorano in bassa concentrazione, soprattutto frr. di tegole a impasto rosa di età romana e numerose scaglie di selce, alcune delle quali ammal77 La sommità del pianoro è occupata da tre abitazioni moderne, di cui una in costruzione, a civicon. 121, iù un vecchio edificio rustico. 153

tate, Sulla sommità, nei pressi di uno degli edifici moderni tuttora in costruzione il terreno appare cosparso di materiali. ceramici e scaglie di selce di medie e grandi dimensioni?" Le scaglie si concentrano su una striscia che dalla sommità del pianoro si allunga in direzione nord-sud fino alla strada che da accesso alle proprietà, per una lunghezza complessiva di m 50 circa ed una larghezza di m 4/57". Nell'area della sommità, solo parzialmente ricognibile, è individuabile la presenza di un impianto rustico, esteso su circa 20.000 mq. e in uso almeno nel corso della media età imperiale. Comune da mensa e da dispensa ~ 1 fi di ansa a nastro pertinentea forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 fr. di orlo di coperchio a patina cenerognola tipo Carta 1978, fig. 131, 260-Olcese 2003, tav. XIX, 10,di produzione campana, datato rispettivamente in età traianea c tra il I c il Π sec. dem. - 1 fi i orlo di coperchio non id. | fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 2frr di parete pertinenti a forme non idd.

970. AREA DI FRR. FITTILI m 234 s.l.m. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

Sul margine occidentale della dorsale collinare attraversata da via Colle Ottone Basso, m 800 circa a nord dell'incrocio con via Appia antica, sul colle affacciato ad ovest sul fosso di Ponte Scuro si nota un'area di fr. fiti. Nel terreno coltivato a vigna, lungo le pendici che scendono verso il fos50, su una superficie di mq. 400 circa affiorano, in media concentrazione, numerosi fr. di laterizi e tegole sia a impasto che rosso di età romana, di ridotte dimensioni, misti a scarso materiale ceramico. Numerosissime scaglie di selce sono accatastate sul margine del terreno, lungo il ciglio della strada che conduce alla proprietà. Nell'area è ipotizzabile una frequentazione durante l'età romana, non meglio definibile. 971. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA E AREA DI FRR. FITTILI m254slm. C. le Ottone Basso - Via Colle Ottone Basso

Nel giardino di una delle proprietà sul lato orientale di via. Colle Ottone Basso, m 900 circa ἃ nord dell'incrocio con T Appia antica, restano due blocchi frammentati in peperino, lisciati e con modanatura alla base (m 0,87max. x 045 x 0,65), riferibili αἱ sito poco a sud (n. 967).

ΑἹ margine meridionale dell'ampio pianoro che scende verso sud, a partire da C. Filippi, con declivio appena accentuato nella metà settentrionale, dove è attraversato dalla ferrovia Roma-Velletri, un vigneto che si adagia sulle prime pendici con cui il pianoro si abbassa fino alla sella che separa questa dorsale da quella parallela attraversata da via Cinelli, restituisce materiale fittile". Su un’area di mg. 2000 circa affiorano, in alta concentrazione, specialmente nel settore settentrionale a ridosso del margine della strada ferrata, soprattutto frr. di tegole a impasto chiaro e rosato, più rari a impasto rosso di età romana, a impasto chiaro e rosato di età repubblicana, mattoncini di opera spicata chiari, molti fr. di dolio a impasto rosso, pochi a impasto chiaro, frr. di sigillata italica, e in maggiore percentuale di sigillata africana c africana da fuoco, diversi di comune, soprattutto da mensa e molti di anfore. Sul margine del terreno, appena al di sotto del ciglio del pianoro, lungo la ferrovia, resta un tratto di muro in opera cementizia a scaglie di selce, con andamento a "S" rovesciata, appena affiorante dal terreno: risulta spesso m 0,57 circa e conservato per una lunghezza di m 1,05 nel primo tratto est-ovest il quale piega ad angolo retto verso sud per m 1,25 per girare verso est con un tratto di almeno m 0,90. Molti fir. di materiale edilizio, tra cui tegole rosate e rosse romane e cubilia in selce, e dolia a impasto rosso affiorano anche nella scarpata che delimita il lato settentrionale del pianoro, scendendo fino alla ferro-

In particolare la concentrazione delle scagliedi selce anmenta sul li mite occidentale della proprietà, in corrispondenza di un gradino morfologico con cui questa si affaccia su via Colle Ottone Basso. Ia questo settore non mi è stato permesso l'accesso. La disposizione dell'affioramento ed il fatto che esso si allunghi in prossimità di un ripido gradino morfologico apparentemente artificiale, cosi come compare anche nella cartografia IGM 1:25.000 nella levata del 1936, sembrerebbe suggerire la presenza dî un muro di terrazzamento sul lato ia cu la piccola altura si affaccia su via di Colle Ottone. Il proprietario dell'abitazione all'estremità nord-occidentale del pianoro assicura che, in occasione dell'impianto della coltivazione di kiwi che occupa l'area prospi-

ciente via Colle Ottone Basso, si sono rinvenuti numerosi cubilia, molt fr. tlie lacert di cementizio. τ CARTA 1978 [1987]: 131 fig-132 dallo strato IV; Otcess 2003: 90. L'esempiare in esame appare di produzione campana. Per la produzione campana del tipo vd. Pavot 2000: 291-292n. 170. "0° La proprietà, al civico n. 109, si trova all'estemid settentrionale dell'area interessata dalla presenza di materiale antico di superficie (n. 967), per cui è probabileche i blocchi sano riferibili a medesimo sit. τῷ La proprietà comisponde civico n.86 ed è tagliata sul lato ettentrionale dal passaggio delle ferrovia, che probabilmente ha n pare obliteratoil sito antico, confina sudconla proprietà Tognazzi, al momentonon icognible.

Anfore — | fr di paretedi produzione africana. — 1 fr di parete di produzione non id. 968. BasoLo m 229 s.l.m. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

Sul margine orientale di via Colle Ottone Basso, m 800 circa a nord dell'incrocio con via Appia antica, resta un basolo in selce, di grandi dimensioni. 969. MATERIALE SPORADICO m 245 s.l.m. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

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via” Nella proprietà che occupa l'area del pianoro immediatamente soprastante, il vecchio tinello, insieme a resti di vecchie murature lasciate come sedili, riutilizza fr. di tegole, dolia, e molti cubilia sia in selce (cm8 x 9) che in peperino (cm 6 x 6,5) mentreun lacerto di pavimento in opera spi cata con mattoncini chiari, dello stesso tipo di quelli affioTanti nel vigneto, è murato in prossimità dell’ingresso alla proprietà". ipotizzabile, in considerazione della non grande distanza esistente con casale Filippi, dei caratteri morfologici dell’area, dell'impossibilità a perlustrare i terreni interposti e della presenza del tracciato della ferrovia, che l'affioramento debba considerarsi unitariamente al sito di casale Filippi (nn. 894-895). I materiali sembrerebbero attestare l’esistenza di un impianto rustico-residenziale, in uso durante l'età repubblicana e successivamente tra la prima età imperiale e almeno il IV secolo d. C., forse preceduto da una fase di età tardo arcaica/alto repubblicana. Impasto chiaro sabbioso — 1 fi. di orlo leggermente estroflesso con cordolo liscio immediatamente sottostante, probabilmente pertinente ἃ bacino non id. (Tav. XXI, 6). Sigillata italica 1 fr: di orlo verticale pertinente a coppa emisferica con listello e decorazione applicata a volute sulla fascia, tipo Conspectus. 34.1.1, databile dalla prima età tiberiana fino all’età flavia”. — 1 fr di orlo assottigliato pertinente a coppa emisferica tipo Conspectus 36.3.1., databile dall'età tiberiana alla fine del 1 sec. acm Sigillata africana — 1 fr di orlo indistinto di scodella tipo Hayes 27, n. 11, 27/31, in produzione A/D, databile nella prima metà del II sec. d.C." — 1 fr. di parete con carena rilevata a sezione triangolare perti nente a forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. ac. Africana da cucina — 1 fr di parete pertinente a forma non id. = 1 fr. di parete di casseruola non id. con striature orizzontali a patina cenerognola, — 1 fr di oro rilevato internamente di casseruola, polita a bande all’esternoe ingobbiata all'interno, tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del I e la fine del IV-inizi del V sec. d.C™. 77 Alcuni fr. si vedono anche nella scarpata sul lato opposto, seteninna 70 Aricordo dellatuale proprietaria, queso, insieme agli ari materia i murati, furono rinvenuti, in occasione dell casso per l'impianto della vi gna nel secondo dopoguerra, nell'area del pianoro, ora occupata dalam pliamentodel vecchio edificio d'abitazione, costruito negli anni Ottantadel Novecento. 79 Conspectus: 112, tav. 31. La forma corrisponde genericamente a Gouineau 38 b; Pucci 37,3.69-11 πὸ Conspectus 114, tv. 32. 79 Aulante I: 54, tav, XXIV, 5. Hayes precisa la datazione del tipo al l'età Severiana o poco prima. "Atlante 1:217, tav. CVI, 1 . Hayes introduce i tip ra le forme in si silla africana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramic

= Ostia senza V soc. = rola,

1 fi. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e annerito, tipo I, 261°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di premaggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del TV-inizi del dC. 1 fr. di orlo di casseruola tipo Ostia II, 108, a patina ceneroattestato dalla fine del IV- inizi del V sec. d.C."*.

Comune da fuoco — 2 fi. di parete, di cui uno costolato all'esterno pertinenti a casseruole non idd. Anfore

~ 1 puntale di Dressel 24, anfora vinaria, databile tra il 70/60 C. e gli inizi del II see. d.C, di produzione campana. = 1 f di parete con attacco d'ansa di Dressel 24, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tai 7060 a.C. e inizio del MI sec. d Cm. — | fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, i produzione tirrenica, diffusa tra i 70/60 a. C. e a fine del IL inizi del ΠῚ sec. d.C." ~ 1 fi. di collo con spalla di produzione campana. --2 fr di parete di produzione spagnola. ~ 4 πε di parcedi produzione irenica 2 fi. di parete di produzione africana. 2 frr di parete di produzione egeo-orientale. 972. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 255 slm. C. le Ottone Basso - Via Cinelli

Nei pressi di un vecchio edificio rustico su un basso pie noro che dal lato sud-orientale di via Cinelli si affaccia verso sud-est, restano alcuni materiali antichi”. Sul lato delingresso è appoggiato un blocco parallelepipedo in peper πο, frammentato in due parti (m 0,60 x 0,60 x 0,26), mentre sul retro ὃ accatastato un grosso cumulo di scaglie di selce, oltre a frr. di tegole a impasto rosato c chiaro di età romana, dolia a impasto rosso, tre basoli in selce e un fr. di blocco in peperino, presumibilmente riferibili al tracciato (i5) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (1) all’altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (d), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla via Appia antica (G). Nel terreno vignato che dalla casa scende con leggero pendio verso sud-est affiorano in concentrazione medio-alta su una superficie di mq. 550 circa, frr, generalmente di dotte dimensioni, di tegole a impasto chiaro e rosso (Tav. IV, cenerognolae a vernice tipo A, sembra esaurirsi verso la metà del Il se. 1C. cfr. AGuaon Ora. 1991: 269 fgg. 66-67, 326-327, la qual distingue ‘ipo in più varianti τοι Atlante I: 212, tav. CIV, 7; cfr. AGUAROD Ora. 1991: 248-249, ig. 48-51, 308-311, la quale distingue i tipo in pt varianti e ποία un'evoluzione dela forma, che in epoca giulio-claudia ha pareti piuttosto dritte c orlo quasi indistinto, mentre in seguito l'oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare e e pareti sono curve. "© Adlante 1: 218, tav. CVI, 8, 79 Va. 361 nota 4032. 7" Vi. 361 note 4032-4033, 77 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. 7" La proprietà corrisponde al civicon. 157 755

9) di età romana, dolia a impasto rosso, fr. di sigillata itali ca, comune da mensa e anfore. L'area sembra riferibile alla presenza di un edificio rustico, al quale sono plausibilmente da riconnettersi alcuni dei materiali a C. Rigoni (n. 891), in uso almeno tra la prima età imperiale e il IT secolo d. C. Sigillata italica — 1 fr. di orlo diritto con gradino esterno di coppa carenata Conspectus 26.1.27", con decorazione a rilievo applicato rappresentante una doppia spirale, databile alla prima metà del I sec. d.C. (Tav. XXI, 1). — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete del tipo Mau XXVIL-XXVIIP*" anfora vinaria, di produzione egeo-microasiatica”, databile tra il 50/80 e la fine delI sec. d.C. = 1 fr. di parete di produzione tirrenica. = 1 fr. di parete di produzione non id. Opus doliare —3 fr di parete in impasto rosso di età romana. 973. BASOLI m 241 s.Lm. C. le Ottone Basso - Via Cinelli

All'interno di una proprietà sul lato occidentale di via Cinelli”, nel settore più prossimo al fosso Minella che funge da confine sul lato nord-occidentale, restano almeno dieci basoli in selce fuori posto, relativi alla via Appia antica il cui percorso, quasi a questa altezza, risulta obliterato da uno degli edifici di recente costruzione. Circa m 7,30 più avanti, ormai sulla sponda del fosso, m -1,30 dal p.d.c., restano ancora due basoli in selce di grandi dimensioni in situ. Pochi metri più a sud, lungo la scarpata è visibile un blocco di opera quadrata in peperino forse riferibile alle spalle del ponte con cui la strada doveva attraversare in questo punto il corso d'acqua. Seguendo per pochi metri il corso del fosso si vedono ancora sei basoli in selce di grandi dimensioni scivolati lungo le sponde. I basoli sono riferibili al passaggio poco a sud-ovest della via Appia antica (G), o, forse anche al tracciato (15) che dal lato meridionale della viabilità ripetuta dalla via di Rioli (ᾧ all'altezza della prosecuzione sul lato opposto della strada per Colle Ottone Alto (id), scendeva verso sud-ovest fino, forse, alla via Appia antica. mm Conspectus: 98, tav. 24.1 tipo corrisponde a Goudineau 20b; 4la; Pucci 29,1 79 Ostia M: 474-476. PANELLA 1986: 622. Recentemente ὃ stato identificato un centro di produzione ad Anemurium in Cilicia (LEMAtTRE 2000: 467-476). 156

974. Basoi m 244 s.l.m. C. le Ottone Basso.

Nel tratto compreso trail lato orientale di via Cinelli"* e l'incrocio di via Appia antica con via dei Palaggi rimangono resti della via antica (G). Ne ὃ riconoscibile esclusivamente. il margine dx., coincidente con un limite di proprietà segnaJato per gran parte della sua lunghezza da una scarpata di terra sopraelevata tra m 0,70 e 1,60 circa, lungo la quale rimangono materiali variamente riutilizzati. In particolare, a partire da via Cinelli, dopo un primo tratto di circa m 41,80, nel quale sono soltanto alcuni basoli spezzati e scaglie di selce, sono riconoscibili almeno trentacinque basoli in selce, anche di grandi dimensioni scivolati lungo la scarpata in un tratto di circa m 96. 975. MATERIALE SPORADICO m 243 s.l.m. C. le Ottone Basso

A circa m 138 dal lato meridionale di via Cinelli", la scarpata di terra (alt. m 1,60/1,75), che si allunga verso sudest tra diverse proprietà, costituisce il margine dx. della via Appia, che correva sulla terrazza superiore (G). Per una lunghezza di circa m 42,30 questa è contenuta da un muro a secco nel quale sono impiegati numerosissimi basoli in selce in gran parte di grandi dimensioni, molti dei quali spezzati, al cuni frammenti di blocchi parallelepipedi in peperino rif bili alla sostruzione della via, e diversi materiali antichi da costruzione, soprattutto tegole sia a impasto chiaro che rosso di età romana (Fig. 462). 976. MATERIALE SPORADICO m 242 s.l.m. C. le Ottone Basso

Nel terreno che dal lato meridionale di via Cinelli si allarga verso sud-est fino a via Palaggi, m 180,50 circa dal lato meridionale della prima, un gradino morfologico, attraversando varie proprietà segnala il percorso della via Appia antica (G). Da questo punto, per m 49 circa di lunghezza, lungo la scarpata di terra (alt. m 1,60/1,00 circa), restano almeno quaranta basoli in selce, di grandi dimensioni, interi e diversi spezzati, oltre ad alcuni blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,80 x 0,54 x 0,33) riferibili alla sostruzione del margine sud-occidentale della strada antica, che correva sulla terrazza superiore. Nel terreno si notano anche scaglie di selce di piccole dimensioni ed alcuni materiali da costruzione di età romana.

rate alle edificazioni moderna, ini ridionale di via Cinelli, all'altezza del civico n.4. 77 Vd. nota 7098.

Fig. 462. C. le Ottone Basso. Via Appia antica. Materiale sporadico (n.975)

Fig. 463. C. le Ottone Basso. Via Appia antica. Materiale sporadico (n.977)

977. MATERIALE SPORADICO m 241 s.l.m. C. le Ottone Basso

979. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 243 s.l.m. C. le Ottone Basso

Nel terreno che si allontana dal margine meridionale di via Cinelli, m 230 circa da questo, la scarpata di terra (alt. m. 1,00/0,80), che sopraeleva la terrazza su cui correva la via Appia (G) è sostruita con un muro a secco che riutilizza molti basoli in selce, perlopiù di grandi dimensioni, interi e spezzati, e pochi blocchi frammentati di peperino riferibili presumibilmente alla sostruzione della strada. In un primo tratto, di m 68,80 circa, frazionato all'interno di diverse proprietà, è realizzato con scaglie di selce e basoli perlopiù spezzati, raramente interi. Nel tratto successivo, lungo m 50 circa, il muro alto m 1,15 è realizzato quasi esclusivamente con basoli in selce, interi, sia di grandi che di medie dimensioni”! (Fig. 463).

In un appezzamento ortivo che occupa parte della terrazza sostenuta dalla scarpata che segna il percorso della via Appia antica?" (G), nel tratto compreso tra il lato sud-orientale di via Cinelli e l'incrocio con via Palaggi, è presente un cumulo di almeno quaranta basoli in selce, quasi esclusivamente di grandi dimensioni, recentemente smossi"* (Fig. 464). Nel terreno circostante, il quale offre una buona vi Tita, su un'area di mg. 350 circa, affiorano in alta concentraione frr. in genere abbastanza piccoli di tegole a impasto chiaro di età romana e frr. di sigillata italica, africana da cucina, ceramica comune e anfore. Nell'area è ipotizzabile la presenza di una piccola area sepolcrale utilizzata, presumibilmente, tra l’inizio del I e la onda metà del II secolo d.C.

978. BASoLI m 233 s.l.m. C. le Ottone Basso

Sieillata italica. 1 fidi orloa fascia verticale con sottili modanature esterne di piatto tipo Conspectus 20.5, databile alla prima metà del I sec. ens — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Degli ultimi m 128 con i quali la scarpata di terra, che coincide con il margine sud-occidentale della via Appia (G), allontanandosi dal lato meridionale di via Cinelli verso sudest, raggiunge via dei Palaggi, restano tracce della viabilità antica solo negli ultimi m 74". In questo tratto sul ciglio e all'interno della cunetta, che ora funge da limite di proprietà, restano almeno quaranta basoli in selce anche di grandi dimensioni"*.

Africana da cucina. = 1 fr. di piatto/coperchio dall'orlo ingrossato all'estremità c indistinto dalla parete tipo OstiaII 302", attestato dall'inizio del I alla seconda metà del Π sec. d. C.

7 I| muro è realizzato quasi interamente con basoli interi, messi in opera ordinatamente, in particolare nella parte bassa, quai tuti con la superfici scia contro terra. 7" Nei primi m 54 res solo il gradino morfologico che si abbassa progressivamente da m 0,80. 0,60. "9 La strada sterrata pate all'altezza del civico n. 97 di via Appia ant ca ed entra nel territorio comunale i Vlleti Da qui la via Appia antica, in crociando via Palaggi, coincide con una strata che scende fino αἱ fosso di Ponte Scuro. τῷ La striscia coltivata ad orto è compresa tra una proprietà a kiwi ed n vigneto, immediatamente al di sopra dell'ultimo tratto della scarpata

contenuta da um muro a secco che riuilizza basoli della via Appia (n. m 7 La presenza di una le concentrazione di basli lascia supporre che in alcuni punti il terreno possa conservare ancora la pavimentazione della via Appia, ora rilevabile solo seguendo il gradino morfologico che sopra leva la terazza attraversata dlla strada antica. "= Conspectus: 86, ta. 18. I tip corrisponde a Pucci 10, 13.14.29. = Allante I: 212-213, tav. CIV, 1: cfr. AGUAROD Ora. 1991: 245-246 fig. 45 πη. 1-2, 305, la quale distingue il ipo in più varianti 1 OLCESE 2003: 85. I tipo considerato una produzione della zona dei Colli Albani

Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. XIII, datato tra il Il sec. a.C. e la fine del I sec. d.C."9.

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Fig. 464. C. le Ottone Basso. Via Appia antica. Arca di fr. fitili e basoli (n.979). Anfore — 1 fi. di parete di produzione orientale. — 1 πε di paretedi produzione lusitana. — | fr di paretedi produzione campana. —2 frr. di parete di produzione tirrenica. 980. AREA DI FRR. FITTILIm 238 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Cinelli

presumibilmente dall'età repubblicana si è impiantata una struttura rustico-residenziale in uso fino alla fine del III secolo d. C., compresa tra il lato dx. della via Appia antica e quello settentrionale di via Pelaggi e fosso Minnella a ovest. Tuttavia, in considerazione della vicinanza al tracciato antico, non può escludersi che possa trattarsi di un’area sepolcrale connessa al sito a sud-ovest (nn. 981-982). Vernice nera 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.

n una striscia di terreno ortivo pianeggiante, compresa. tra un vecchio vigneto ad est ed un oliveto ad ovest”, immediatamente al di sotto della scarpata di terra che, allontanandosi dal lato sud-orientale di via Cinelli verso sud-est, segna il passaggio della via Appia antica"", affiorano materiali antichi. Il terreno, che offre una buona visibilità, restituisce in a tissima concentrazione, su un'area di mq. 650 circa a parte pochissimi frr, generalmente piccoli, di tegole a impasto arcaico e rosso di età romana, rare tessere di mosaico nere di medie dimensioni, alcuni fr. di dolio a impasto arcaico, rari frr di vernice nera, pareti sottili sigillata italica, più numerosi di sigillata africana, comune e anfore. È ipotizzabile che l’affioramento possa riferirsi forse ad una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale a partire

Pareti sottili — 1 fi di parete pertinente a forma non id.

1 È probabile che l'affioramento si allaghi anche in queste are che non risultano facilmente ricognibil, in particolar nell'appezzamento ad dove il terreno non viene mai feseto, dallafioramento si uova immediatamente al di sotto del primo trato contenuto con muro a secco che riuilizza i basoli

dell'antica viabilità (n. 975), a circa m 145 dil lato meridionale di via Cinelli. 7" Adante I: 32, tav. XVI,8. Hayes data i tipo alla metà del I sec ac. 7" Vd. 318-319 nota 3848,

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Sigillat italica — 1 fi di fondo con decorazione a rotella pertinente a forma non id. = 1 fi. di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete pertinentea forma non id.

Sigillata africana — 2 fre di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3a-Hayes 14A, nn. 1, 4-5, in produzione A^, databile dalla fine dei II alla fine ΠΙ scc, d.C", — fr. di parete pertinente a forma non id. in produzione A, databile a partire dall'età flavia”!

— 1 fr di parete pertinente a forma non id., in produzione A/D, databile ἃ partire dall'età severiana. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr. di bottiglia dall'orlo a fascia, tipo Ostia XIII, fig. 22, 197%, attestatoin contesti compresi trail e i Il sec. d.C. — 1 fr. di brocca dall'orlo ad anello tipo Pohl 1978, fig. 106, 8897, attestato in contesti dela prima metà del I sec. d.C. | fr di orlo di coperchio non id. — 1 fi. di orlo pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa pertinente a forma non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non id. Comune da fuoco — 1 fr. di tegame dall'orlo a mandorla del tipo Bragantini 1996, fig. 1, 2-9" di produzione laziale-campana, databile alla fine dell ILsec dC. το fr di orlo di coperchio non id. 2 frr di ansa a bastoncello pertinenti a forme non idd. = 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 2 fm. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60a. C. e la fine del IL, inizi del II sec. d.C." = 2 fr. di ansa di produzione tirrenica. Opus doliare — 1 fr di parete in impasto arcaico. — 1 fr di parete in impasto rosso di età romana. Luceme — 1 fr di disco di produzione africana.

981. AREA DI FRI. FITTILI m 223-221 s.Lm. C. le Ottone Basso - Via Cinelli. Via Palaggi

È ipotizzabile che l'affioramento, forse unitamente a

quello a sud, dal quale ora è separato dal passaggio di via Pelaggi (n. 982), possa riferirsi ad una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente, tra la media e la tarda età repubblicana si è impiantata una grande struttura rustico-residenziale in uso fino alla fine del IV-inizi del V secolo d. C. L'impianto, esteso su circa 36.000 mq., era presumibilmente raggiunto da un diverticolo dell’ Appia (812). Sigillata africana — | fi di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall’età flavia". Africana da cucina — 1 fr di orlo di piatto/coperchio dall'orlo indistinto dalla parete abbastanza spessa tipo Ostia I, 18", attestato nella prima metà del I sec. d.C. = 1 fr. di orlo bifido particolarmente schiacciato e atrofizzato, con scanalatura superiore, esterno polito a bande, di casseruola assimilabile al tipo Osti III, 108, attestato dalla fine del IV-inizi del V sec. dC. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di ansa anastro pertinente a forma non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — fr di parete pertinente a forma non id. Anfore — 2 fr. di parete di produzione africana. — 2 frr di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico.

Sulle pendici sud-orientali della piccola altura sul lato ‘occidentale di via Cinelli che scende verso sud costeggiando la strada e verso ovest il fosso di Minella, si nota un'area di fir. fitli. Nel terreno coltivato ad orto e soprattutto sulla sommità del pianoro, occupato da oliveto, affiorano in media conce trazione, su una superficie di mq. 1800 circa, molte scaglie di selce, frr. di tegole a impasto arcaico e a impasto chiaro e rosato di età romana, fir. di dolia a impasto arcaico, fr. di sigillata africana e africana da cucina, ceramica comune e anfore. Intorno al vecchio edificio rurale, che insiste quasi al centro dell’altura, e lungoi lati della sterrata che dà accesso alla proprietà restano numerosi cubilia in selce (cm 6 x 7)".

982. AREA DI FRI. FITTILI m 221 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Palaggi

nè Pavotini 2000: 90.91. © Post 1978 (1987]: 273-275 dallo strato VI nie Βαλάλντινι 1996: 176. Il tipo trova confronto in GOUDINEAL 1970: tav. I, 1-2, confermandone così l'atstazione in arca campana, e in ‘AauAROD Ora. 1991: 64 - 67. 1 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, n L'area si trova quasi all'altezza dellinerocio ta via Cinelli e via Palaggi.

"0 Va. 318:nota 313848, 9 " Atlante: 212. Atlante I: 218-219, tv. CVE, & [area si trova poco a nord dell'incrocio con via Cinelli 7" L'altra scende verso sud articolata in due dossi successivi fino ad ‘una larga sella che la separa dal colle che si alza parallelo, mentre a nord spazia fino alla catena dell'Artemisio ead st sale leggermente fino al colle

Quasi all'estremità occidentale del vasto sistema collinare che si allunga costeggiando il lato meridionale di via Palaggi, compreso tra questa e via Vigne Nuove a sud, si nota un modesto affioramento di materiale antico” Sulla sommità di un’altura occupata da un vigneto di vecchio impianto”, che consente una visibilità media, affiorano, in media concentrazione, su una superficie di 2.900 mq. circa, circoscritta all'area in piano sommitale, diverse scaglie di selce di piccole e medie dimensioni e alcuni cubilia (cm 6,5 x 7), sempre in selce, pochi fr. di tegole e coppi

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a impasto arcaico, alcuni a impasto chiaro e rosato di età tardo atcaica-alto repubblicana e a impasto rosato e arancio di età romana, fr. di dolio a impasto rosso, rari di vernice nera e sigillata sia italica che africana, ceramica comune e, soprattutto, anfore?", È ipotizzabile che l'affioramento, forse unitamente a quello a nord, dal quale ora è separato dal passaggio di via Pelaggi (n. 981), possa riferirsi ad una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, presumibilmente, tra la media e la tarda età repubblicana si è impiantata una grande struttura rustico-residenziale in uso fino alla fine del IV-inizi del V secolo d. C. L'impianto, esteso su circa 36.000 mq,, era presumibilmente raggiunto da un diverticolo dell’ Appia (g12). Impasto grezzo — 4 fr di parete pertinenti a forme non idd., di cui uno di impasto tando arcaico. = 1 fr. pertinente a materiale edilizio o a forma vascolare non id.

983. MATERIALE SPORADICO m 230 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Palaggi Nel giardino di una delle proprietà lungo il lato settentrionale di via Palaggi”!, sistemato lungo il viale d'ingresso, è visibile un blocco parallelepipedo in peperino. 984. Basti m 230 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Palaggi

Nella cunetta stradale che costeggia il lato settentrionale di via Palaggi restano tre basoli in selce”™, mentre un altro si trova circa m 15 a est, sulla scarpata che sale lungo il medesimo lato della strada. 1 basoli sono riferibili al diverticolo che dal lato dx. della via Appia antica raggiungeva almeno l'impianto nn. 981982.

Vernice nera — 1 fr di piede pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinentea forma non id.

985. AREA DI FRR. ITTILI, BASOLI E MATERIALE LITICO m 240 slm. Via Montecagnolo

Sigillata italica — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Su un ampio pianoro che costeggia il lato orientale di via Montecagnolo, affacciato a est sul fosso di S. Gennaro, si notano alcuni materiali di superficie. L'area, in parte occupata da un vecchio edificio rustico in parte da vigneto”! restituisce in bassa concentrazione frr. di materiale edilizio, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, frr. di dolia, anfore e ceramica comune. Sul limite della proprietà che costeggia la strada restano anche due basoli in selce di medie dimensioni. L'affioramento prosegue anche nel terreno adiacente, anch'esso occupato da vigneto, dove il pianoro inizia ad abbassarsi verso sud e scende con pendio più deciso verso il f so". Su un'area di mq. 950 circa si riconoscono, in bassa concentrazione, piccoli fr. di materiale da costruzione sia a impasto rosso che rosato di età romana, alcune tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fir. di comune da mensa da fuoco e anfore. Nel settore meridionale dell'area, su una superficie di mq. 90 circa, affiorano anche due strumenti di industria litica (Fig. 465). Nell'area, nella quale risulta documentata una frequentazione già nel Paleolitico medio, è ipotizzabile l’esistenza di almeno una struttura rustica che i materiali consenteno di ferire almeno alla media età imperiale, lambita dalla viabi tà che, staccandosi dall’Appia antica (G) poco a nord di Sublanuvium lambiva M.te Cagnolo per dirigersi verso sud, almeno fino all’affioramento n. 1001 (g9).

Sigillata italica —2 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a patire dall'eà flavia™. Africana da cucina = 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197° attestato dalla prima metà del If alla fine del IV-inizi del V sec. d. C. = 1 fr di orlo bifido a patina biancastra esterna, leggermente atrofizzato, con scanalatura superiore, di casseruola tipo Ostia III, 108, attestato dalla fine del IV- inizi del V sec. d.C." — 1 fr. di orlo di casseruola non id. = 1 fr. di fondo di casseruola non id. Ceramica comune da fuoco — 1 f. di fondo pertinente a forma non id. — 15 fi. di parete pertinenti a forme non idé. Anfore

~ 3 fr. di parete di produzione tirrenica. — 2 fr di parete di produzione spagnola ~ 2 fr di parete di produzione africana. —2 fr di parete di produzioni non id. — If di orlo di produzione non id.

> Sporadic fr di materiali files rinvengono anche lungo le pendii meridionali e occidentali. 79 Vd. 318-319 nota 3848 70 Atlante 218-219, tv. CVI, 6; cfr AGUAROD OraL 1991: 281-283, figg.75-81,335-341, Ia quale distingue il ipoin due varianti principali Ae B. "? Atlante I: 218-219,ta. CVI, 8. = Non mi è stato concesso l'acesso all proprietà, al civico n. 15, per cui mi sono limitatoad osservare il blocco dall'estero. 760

7 1 basoli s incontrano quasi all'altezza del civico n. 13 di via dei Palaggi 7 edificio occupa il settore del terreno prossimo a via Montecagnolo. L'area circostante l'edificio non è coltivata e offre quindi scarsissima visibilità. © Questi appezzamenti sono separati da una stretta striscia incolta con liv che funge da limite di proprietà e nella quale è, αἱ momento, impossiike rilevare la presenzadi afforamento di materiale

Litici = 1 scheggia di ciottolo con cortice, databile forse al Paleolitico medio (Fig. 465, a). = 1 punta levallois-musteriana con ritocchi laterali diretti, databile al Paleolitico medio (Fig. 465, b). —3 scheggedi ciottolo, di attribuzione cronologica incerta ( 465,6, d, 0) Africana da cucina — 1 fr di parete pertinente a forma non id.



a

b

c

Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo di olla a tesa non id. = 1 fr di fondo piatto di olla non id. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 fi. di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione non id.

986. AREA DI FRR. FITMLI m 230 sin. Via Montecagnolo L'appezzamento coltivato ad arativo che costeggia il lato orientale di via Montecagnolo, poco prima che questa incroci via Mennone, restituisce materiali antichi di superficie. Il terreno costituisce il settore orientale della sommità del colle attraversato da via Montecagnolo, il quale si abbassa su questo versante con due terrazze fino al fosso di S. Gennaro, mentre su quello opposto, dal quale gode di un ottimo affaccio sul centro di Lanuvio, precipita con pendici decisamente più ripide fino al fosso di Valleverta ed è protetto a nord dalJe alture di M.te Canino e M.te Secco. Su una superficie di 3600 mq,, tagliata quasi centralmente da un viale di servizio", affiorano in bassa concentrazione, che aumenta leggermente nel terreno che costeggia il lato meridionale del viale, oltre a scaglie di selce di medie c piccole dimensioni, fr. di tegole a impasto arcaico e pochi a impasto chiaro-sabbioso, generalmente abbastanza piccoli, e soprattutto a impasto chiaro e rosato, più raramente rosso, di età romana, frr. di dolio a impasto rosso, alcuni riferibili a età arcaica, fr. di ceramica a impasto la cui presenza si concentra soprattutto nel settore a nord del viale, frr. di sigillata italica, di comune da fuoco e anfore. L'affioramento sembrerebbe attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, forse tra il [e almeno il IL secolo d.C. si è impiantata una struttura rustico-residenLa realizzazione di questa strada di servizio ha comportato anche la rettifica della originale morfologia dell’area che doveva abbassarsi a partie dal pianoro superiore, ora ad ovest di via M. te Cagnolo, sia verso est che verso sud, ed ha creoun netto sato di quota tra la zona a nord del viale e quella sul lato opposto. Egr 1993: 117 tav. 38.

ziale, forse unitamente con quella sul lato opposto della strada attuale (n. 987) lambite a est dal tracciato g9. Impasto grezzo — fi. di orlo pertinente a bacino tipo Enei 1993, 16.293, attestato in contesti certi in età arcaica” ~ | fr di orlo probabilmente pertinente a olla tipo Carafa 1995, 520, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 530-520 e il 500 a.C." τὶ fr. di orlo pertinente aolla tipo Enei 1993, 54. 332, attestato in contesti certi di età tardo arcaica™. = 1 fr di orto pertinente a olla tipo Ἐπεὶ 1993, 56.342, attestato in contesti certi di età tardo arcaica"* —1 fi. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 396, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 550 cil 4502.7. — 4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr. di parete, forse orlo privo di labbro, pertinente a forma chiusa non id. — fr di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa (olla) non id. Impasto rosso = 1 fi di fondo adisco pertinente a forma chiusa (olla) con trac ce di ingubbiatura esterna. Sigillata italica = 4 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fi di parete pertinente a forma chiusa non id. ed arrotondato ti — | fidi lla dall’orlo leggermente sporgente po Curia I, fig. 259, 156", attestato in contest di età flavia. = 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. P" Canapa 1995: 196, 199 fig. 7" Byer 1993: 119 tav. 35. Byer 1993: 119 v. 35, 1 Cana 1995: 159 ig. 160. 7 Curia 1: 216 relativamente all'attività 1171, 237,287, 363. 761

Anfore = 1 frdi ansadi Dressel 2/4, anfora vinaría, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. c l'inizio del ΠῚ scc. d.C ~ 1 fr di orlo non id., di produzione africana. — 5 frr di parete di produzione spagnola. 987. AREA DI FRR. FITTILI m 230 s.l.m. Valleverta - Via Montecagnolo

Sul lato occidentale di via Montecagnolo all'altezza dell’affioramento sul lato opposto della strada (n. 986), nel settore più alto del pianoro, dal quale si gode di un ottimo affaccio sul centro di Lanuvio, delimitato sul margine sud-occidentale da pendici abbastanza scoscese che raggiungono il fosso di Valleverta’™, su una superficie di mq. 2000 circa, affiorano in alta concentrazione scaglie di selce, anche di grandi dimensioni, frr. di tegole a impasto arcaico e a impasto chiaro e rosato di età romana, tracce di cementizio distrutto dai lavori agricoli, tessere di mosaico nere di piccole e medie dimensioni, pochi fir. di vernice nera, fi. di sigillata italicae africana, di comune da mensa e da fuoco e numerosi di anfoL'affioramento, forse unitamente a quello sul lato opposto della strada (n. 986), attesta l'esistenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, presumibilmente attivo già durante l'età repubblicana fino ad almeno la media età imperiale, lambito a est dal tracciato g9. Impasto grezzo

— 1 fi di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 484, ttestato a Roma-pendici settencionali del Palatino, in strati databili trai 5301520e il 500a. C2". ~ 1 fi di oro pertinente a olla tipo Enei 1993, 2.367, attestata in contesti ceri di età tardo arcaica"™. ~ 1f di orlo particolarmente consunto, non id. ~ fi diansa sezione sub-circolarea maniglia pertinente a olla. —4 τ di parce pertinente a forme chiuse non idd Vernice nera — 3 fr di parete pertinenti a forme non id. Sigillata italica. — 1 fi di orlo con scalino interno di coppa genericamente assimilabile al tipo Conspectus 32, databile dall'età tiberiana alla seconda metà del 1 sec, d.C." —4 frr di parete pertinenti a forme non idd. 1 Và. 361 note 4032-4033, 70% Questo settore corrisponde αἱ civico n. 46. Tuto il terreno in cui afFiorano i fr appartiene comunque alla medesima proprietà. "7 CARAFA 1995: 184-185 fig. "© Exil 1993: 119 tav. 35. n Canspectus: 108, tav. 29. 7 Atlane I: 218-219, tav. CVI, 6; cf AGUAROD OTAL 1991: 281-283, figg, 75-81, 535-341, a quale distingue il ipo in due varían principali A e B. 79 Atlante I 212-213, tav. CIV, I; cfr. AGUAROD Oral. 1991: 245-246 fig. 45nn. 1-2, 305, la quale distingue il ipo in più varianti 762

Africana da cucina — 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197"*, attestato dalla prima metà del II alla fine del IV-inizi del V sec.d. C. = 1 fr di piatto/coperchio dall'orlo ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 302", attestato dall'inizio del I alla seconda metà del IT sec. d C. = 1 fi di fondo di piatto/coperchio non id. = 1 ft di parete di casseruola non id. = 1 fi di parete di piatto/coperchio non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di orlo di brocca trilobata non id. — 15 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia II 515" at testato in contesti datati all'età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — fr di coperchio dall'orlo a tesa tipo Carta 1978, fig. 131, 254”, attestato in contesti di età traianea. — 1 fr. di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 131, 262" attestato in contesti αἱ età traianea. 1 fr di pentola dall'orlo a tesa pendente tipo Cura I, fig. 256, 10579, attestato in contesti di età flavia. — 1 fr di orlodi olla non id. — 2 fim. di orlo pertinenti a forme non idd. — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 3 frr di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa trail 70/60 a.C. e l'inizio del II sec. d.C." — 1 fi. di ansa di produzione tirrenica. — 1 fi di ansa di produzione spagnola. τι fidi ansa di produzione africana, — 5 frr. di parete di produzione africana. — 5 frr di paretedi produzione orientale. — 8 frr di parete di produzioni non idd. 988. AREA DI FRR. FITTI m 221-219 s.l.m. V. Verta - Via Memnone

Quasi alla base delle pendici sud-orientali di un colle coltivato a vigneto, lungo via Memnone in prossimità dell'incrocio con via Montecagnolo, si nota un consistente affioramento di materiali antichi”. Sono presenti in dispersione su una superficie di mq. 2700 circa, mentre un'alta concentrazione si registra nella parte bassa prossima alla strada, su una superficie di mq. 950 ™ OstiaIl: 101, 260-261,tav. XXVIII 7 CATA 1978 [1987]: 131 fig-132 dallo strato IV. P CARTA 1978 [1987]: 131 fig-132 allo stratoIV. 2° Curia Il: 216 relativamente all'attività 1171, 237, 281, 360. 7^ Vd. 361 note 4032-4033. I colle raggiunge i lato settentrionale della strada con pendio ini zialmente abbastanza deciso che diviene quasi impercettibile nella pate più bassa

circa, oltre a poche scaglie di selce, frr. di tegole a impasto arcaico e pochi di tegole e coppi a impasto chiaro riferibili a età tardo arcaica-alto repubblicana, alcuni a impasto rosato e chiaro di età romana, frr. di dolia a impasto rosso, frr, generalmente di piccole dimensioni”, di ceramica a impasto, pochi di sigillata italica, ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. affioramento, forse unitamente a quello m 150 a nord, sul pianoro (nn. 986-987), da cui lo separa una proprietà non accessibile, attesta l'esistenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto rustico-residenziale, presumibilmente attivo in tarda età repubblicana e tra il Teil II secolo d.C., lambito dall'antica via di Montecagnolo.

Anfore — 1 fr di ansa a nastro ingrossato con costolatura centrale di produzione africana. — 4 fir. di parete di produzione tirrenica. ft di paretedi produzione africana. — 4 fir. di parete di produzioni non id. 989. AREA DI FRR. FITTILI E. MATERIALE SPORADICO m 240 slm, V. Verta - Via Valleverta

Ceramica comune da fuoco — 1 fr di olla dall'orlo a mandorla tipo Ostia IL 507”, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) - 1 fr. di coperchio dall'orlo svasato e assottigliao tipo Pohl 1978, fig. 158, 296°, attestato in età adrianea. 1 fi. di coperchio dall'orlo leggermente svasato tipo Pohl 1978, fig. 158, 292°, attestato in età adrianea. = 1 fr. di ollacasseruola dall'orlo arrotondato tipo Duncan 1965, fig. 12, form 38, A86™, attestato in contesti compresi tra il 130/100 e il 1 aC. — 1 ft di orlo di coperchio non id. = Lf. di ansa a sezione sub-ellitica pertinente a olla ansata non ia,

Immediatamente a sud del ponte sulla ferrovia RomaVelletri, via Valleverta raggiunge la sommità di una modesta altura la quale scende con pendici inizialmente ripide, che si distendono verso est fino al fosso di Valleverta, e delimitata sul versante meridionale da un'alta e ripida balza con cui precipita nel pianoro sottostante. Il settore sud-orientale del pianoro, confinante a ovest con un ampio vigneto compreso nella ex-proprietà Tacobini"", è occupato da una vecchia proprietà””, nella quale Lanciani segnala la presenza di una villa”. Nel settore più alto, verso îl margine nord-orientale della proprietà la fresatura di parte della superficie ha permesso di notare, su un'area di mq. 1400 circa, un'alta concentrazione di materiale da costruzione e ceramico. Si riconoscono, oltre a numerose scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, fin. di tegole, pochi a impasto arcaico, più numerosi a impasto chiaro di età romana, laterizi a taglio triangolare a impasto chiaro, mattoncini di opera spicata a impasto chiaro, una notevole quantità di tessere di mosaico nere di medie dimensioni concentrate nel settore nord-occidentale dell’area, a dosso del limite con la proprietà adiacente. Molti anche i frr ceramici affioranti tra cui sigillata italica e africana, ceramica comune, anfore, e, in minore quantità, vernice nera. Al margine nord-occidentale della proprietà, quasi a ridosso della recinzione lungo via Valleverta, sono accatastati due lastre in peperino (m 0,62 x 0,43 x 0,20; 0,74 x 045 x 0,21) e tre basoli in selce di medie dimensioni, uno spezzato, riferibili alla viabilità che dal lato dx. della via Appia antica (G), al’altezza del Ponte delle Fornaci, scendeva varso sud fino a raggiungere almeno questo impianto (86). I materiali attestano la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale si è impiantata una villa, in uso probabilmente dalla tarda età repubblicana alla prima fase di quella tardo imperiale, estesa su un'area ricostruibile di almeno 42.000 mq.

7001] materiale si presenta spesso ridotto in schegge quas iciconoscibi i a seguito delle frequenti arature. o Extr 1993: 119 tav. 35. 8 CARAFA 1995: 159 fig-160. 7 CARAFA 1995: 158-159 fig. 7 Osta I: 101, 260-261, tav. XXVIII " Por 1978 [1987]: 405 fig, 407 dallo strato IL "Poli. 1978 [1987]: 403 fig, 407 dallo stat I 7 DUNCAN 1964: 157, 164. Divers abitanti della zona ricordano che all'interno della proprietà indicata nella vecchia cartografia IGM 125 000 F. 150 II SO nella levata

del 1936, come C. le lacobini, almeno fino agli anni Cinquanta del Novecento, si conservavano muri in opera cementiza, forse con cortine in opera reticolata. Purtroppo non mi è tao possibile verificare le informazioni né indagare l'area per il deciso diniego dell'attuale proprietario. La propret occupa quasi l metà occidentale el pianoro mentre il casale si trova. Sulle prime pendici occidentali. 7? La proprietà ὃ accessibile al civico n. 25. Non mi è stato possibile verificare l'eventuale presenza al suo interno o negli edifici al margine orientale dl pianoro di murature antiche superstiti. La vill è segnalata su base cartografia dedotta e semplificata, in scala 1:25 000 in Lanciantmss 85/2: 40r; cfr. List 2001: 8 fig. 2.

Impasto grezzo ~ 1 f i orlo pertinente a olla tipo Ἐπεὶ 1993, 36.40, attestato in contesti certi in età tardo arcaica” =I ft. di orlo ingrossato e arrotondato riferibile a olla tipo Carafa 1995, 396, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in stati databili tra il 550 e il 475-450 a.C."*, L'esemplare presenta un impasto molto tardo, — 1 fr. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 391, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 530520 eil 500,07". —4 frr di parete pertinente a forme chiuse non id. — 4frr. di fondo adisco pertinenti a forme chiuse non idd. (olle. Sigillata italica τι fr di parete pertinente a forma non id. Ceramica comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo di mortaio non id. — 1 fr. i ansa a bastoncello pertinente a forma non id. = 10 fi. di parete pertinenti a forme non idd.

163

Impasto grezzo

— ἃ di orlo ingrossato a sezione quadrata, di bacino tipo Nardi 19930, ipo 5, tav. 576, 5.1, attestato in contest di VII-VI see. aC (Tav. XI, 2) Lf di parete forse pertinente a forma aperta non id. ~ 1 fix di parete probabilmente pertinente ἃ olla non id. in impasto tardo arcaico o ceramica da fuoco alto- repubblicana. Impasto rosso — 1 fi. di orlo ingrossato e arrotondato verso l'esterno pertinente a ciotola, confrontabile con l'esemplare di Satricum Maaskant KtETBRINK 1992, 2770, rinvenuto in strati con materiale d'età orientalizzante™ (Tav. XXII, 3). Vernice nera — Mfr di parete pertinentea forma non id. Pareti sottili — 1 fr. di boccalino a collarino tipo Marabini 1973, pl. 46, 4327, attestato in contesti databili tra la scconda metà del I e gli Sigillata africana

= 2 fir. di orlo affusolato e parete leggermente inclinata, di piatto tipo Hayes 31, nn. 2-6, in produzione A’, databile alla prima meτὰ del IN sec, d.C, = 1 fi. di orlo indistinto di coppa carenata tipo Lamboglia 3b?=Hayes 14C, in produzione A”, databile alla prima metà II sec. acm ~ 1 fr di orlo indistinto di coppa tipo Lamboglia 3a-Hayes 14A, nn. 1, 4-5, in produzione A”, databile dalla fine del I lla fine del I scc. dC. — 5 fir. di fondo ad anello di scodelle non id, in produzione A, databile a partire dall'età favia”®. — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non i., in produzione ΑἹ, databile dalla fine del Π alla fine II ec. d.C. ~ 1 fr di parete pertinente a forma non id, in produzione A, datable a partire dall'età flavia" — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd., in produzione C, databile dalla prima metà dl II al V sec. d.C. c oltre.

267=Hayes 197, attestato dalla prima metà del II alla fine del IVinizi del V see. dC" = 2 fi. di oro di piatto/coperchio ingrossato e annerito, con esterno polito a bande, tipo Ostia I, 261”, attestato all'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sot Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — 2 fir di fondo apodo con scalino all'attacco della parce di casseruola tipo Lamboglia 10A-Hayes 23 B, attestato tra la prima metà del ILe la fine del [V-inzi del V scc. d.C." prodotta ἃ vernice estera e interna tipo A. — 5 fr di pareti di casseruola non dd. A πε di fondo di casseruola non id Comune da mensa e dispensa ~ 1 fi. di ansa bicostolata pertinente a forma chiusa, probabilmente anforetta o bottiglia non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco = 1 fi. di orlo di olla tipo Ostia II, 504%, attestato in contesti datati all’età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) = | fi. di orlo di tegame tipo Scatozza Horicht 1996, fig. 6,6”, attestato in contesti flavi, simile ai tipi Ostia II, 306-309" 1 fr. di parete di incensiere non id. — 1 fidi parete probabilmentedi ollao anforetta non id, — 8 frr di parete pertinenti a forme non id. Anfore

Africana da cucina — 3 fim. di orlo bifido e ingrossato di casseruola, con scanal ra superiore e patina cenerognola estera, tipo Ostia IIl,

— 1 fc di spalla di Dressel 1, anfora vinaria di produzione tire nica, diffusa tra il 145/135 e il 10 a. C."* ~ 1 fc di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 70/60 a. C. e la fine del Il, inizi del I sec. d.C" — Ife di ansa di Dressel 1, nfora vinaria di produzione campana, diffusa tra il 145/135e il 10a. C2" — fi di parete di di Dressel I, anfora vinaria di produzione vesuviana, = | fi. di parete di Agora F 65/66, anfora monoanssta dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del sec. a.C. e la fine del IV sec. d.C" = 1 fi. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente ἃ Kos e in area egeo-microasiatica" tra a fine del 1 sec. aC. e gli inizi del Π ec. d.C. —1 fi di ansa a nastro di produzione orientale. = 1 fi di ansa di produzione gallica.

n Nat 1993: 374-375. © MAASKANT Kimmi: 1992: 92, 249, 368 fg. 79 Marais 1973: 307. 2 Atlante 35-36, tav. XVIII 1. I tipo corrispondeal Lamboglia40 bis, in produzione C^, C. 29 Atlante I 33, tav. XVII, 3. Hayes tail tipo ra la fine del Te lin zio del I sec d.C. τα Atlante 32, tav. XVI,8. Hayes. data i tipo alla metà del IL se. ac. Vd, 318-319 nota 3848. 7* Và. 318-319 nota 3848 Atlante 1218-219, av. CVI, 6. Hayes ne restringe la cronologia al periodo compreso tra la fine el Ie la πιστὰdel IT ec. d.C. AGUAROD OAL 1991: 281-283, fig. 75-81, 335-341 la quale distingue ἢ ipo in due varianti principali Ae B. "tr Atlant E: 212, uv. CIV, 7; cfr, AGUAROD OTAL 1991: 248-249, fig. 48-51, 308-311, la uale distingue il ipo in pit varianti e nota un’ evoluaione della forma, che in epoca gilio-claudia ha pareti piuttosto dite e orlo

‘quasi indistinto, mentre in seguito l'oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare e le pareti sono curve. 7" Atlante I: 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce i tipo tale formein sigillata africana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramica ἃ patima cenerognola ea vernice tipo A, sembra esaurirsi verso la metà del I sec dC fe AGuAROO Oral 1991: 269 figg. 66-67, 326-327, Ia quale distingue it tipo in più variant. 77 OstiaI: 101, 260-261,tav. XXVIII ?" Scarozza HORICKT 1996: 142 150 relativamente alla forma 3d per due esemplari con an d'inventario 1337, 2745. Osta I: 85, tav. XVII 331, note 3891, 3892, 3893, 2777Vd.Và. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105, 7 Tousen 1986: 42-47, 126-127; MANACORDA 1989: 443 nota 2: Rizzo 2003: 144 nota 14 77 Va. 373 note 4076, 4077, 4078 7» Rare, HesnarD 1987: 22-23; EMPEREUR, PICON 1989: 225 nota 12; Conus MONFORT 2000.

764

— — = — — = — —

1 fr di ansa di produzione non id. 5 fr. di parete di produzione tirrenica. 1 fr. di puntale di produzione tirrenica. 7 fi. di parete di produzione campana. 2 fm. di pareti di produzione spagnola. 10 fi. di parete di produzione africana. 4 fr. di parete di produzione orientale. 2.fr. di parete di produzioni non icd.

Opus doliare — 2 frr di parete in impasto arcaico.

990. LASTRICATO STRADALE m 240 s.l.m. Via Montecagnolo All'interno del terreno sul lato orientale di via Montecagnolo, a m 20 dal ponte della ferrovia, il Galieti ricorda la. presenza di un tratto di strada basolata “con orientamento da est ad ovest”, visibile per una lunghezza di m 3,50 ed una larghezza pari ad un unico filare di basoli™™. Il lastricato è presumibilmente riferibile alla viabilità che, staccandosi dall'Appia antica (G) poco a nord di Sublanuvium lambiva M. te Cagnolo per dirigersi verso sud, almeno fino all'affioramento n. 1001 (89). 991. MATERIALE SPORADICO m 220 s.Lm. V. Fiara - Via Valle Fiara

Nel giardino di una proprietà sul lato orientale di via. Valle Fiara, la quale insiste su un pianoro allungato con moderato pendio verso sud e alle pendici dell'altura interessata dalla presenza di un affioramento di fr. fitili (nn. 877878). sono conservati: almeno sei grossi blocchi parallelepipedi in peperino™', di cui due con incassi per ferrei forfices (m 1,24x0,60x0,48; 0,91x0,53x0,46; 0,85x0,56x0,45; 0,62x0,52x0,42; 0,55x0,50x0,44); un fr. di imoscapo con collarino di colonna liscia in marmo (diam. m 0,35; alt. m. 0,98); un fr. di colonna scanalata in peperino, piuttosto abrasa. (diam. m 0,52; alt. m 0,63); un fr di cornice con modanature lisce, inserita in un muretto di delimitazione del giardino"? 992. AREA DLFRK. FrrTILL m 205 s.l.m. V. Fiara - Via Valle Fiara Sul lato meridionale di una traversa che prosegue verso. sud-ovest da via Valle Fiara, immediatamente a sud-est del n Gau 1933: 157-158; Gum, Appunti. 7" I due di maggiori dimensioni sono utilizzati come base per una sta tua sacra al di sopradi una fontana "A detta del proprietari i materiali sono stati rinvenuti nel terreno in occasione della recente costruzione dell'abitazione. La ricognizione del vi neto che circonda l'abitazione ha resituito solo poco materiale, estrema‘mente frammentario, relativo a tegole e ceramica comune. Resta il dubbio che il materiale possa essere atributo al sio a nord, sull altura all'altezza. dellatraversamento della ferrovia, in occasione della cui costruzione foro80 demolite strutture in opera quadrata (n.877) τῷ Gran parte della sommità è attualmente occupata da civili abitazio‘ni, mentre le pendici risultano suddivise in alcuni appezzamenti vignati

centro di Lanuvio, sale un'altura, delimitata alla base delle pendici meridionali dal fosso del Bottino e aperta sulla catena dei Lepini”, Nel settore settentrionale della sommità, su mq. 1000 circa, alle spalle di un'abitazione in costruzione, nel terreno a vigna che offre buona visibilità affiorano in bassa concentrazione frr. di piccole dimensioni, spesso informi, di tegole a impasto arcaico, rari a impasto chiaro di età repubblicana, frr. di ceramica a impasto, di africana da cucina e comune, soprattutto da mensa" Alcuni frr di tegole a impasto arcaico e di ceramica comune da fuoco, di maggiori dimensioni, si notano in sezione nella parete del cavo di fondazione ancora solo parzialmente visibile”. 1 materiali sembrerebbero attestare la presenzadi una casalfattoria di età arcaica, sulla quale forse, almeno nel corso della media età imperiale, siè impiantata una struttura rustica. Impasto grezzo — 3 fi di parete pertinentia forme non idd. Africana da cucina —4 fi di parete pertinentia forme non idd. Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo di anforetta non id. — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 2 fm di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — |f. di parete pertinente a forma non id. 993. AREA DI FRI. FITTILI m 193-190 s.l.m. V. Fiara - Via Valleverta

Alla base delle pendici meridionali del vasto colle, compreso tra la ferrovia Roma-Napoli a nord e via Valleverta a sud, affiora un'area di fr. fittli a bassa concentrazione c apparentemente limitata alla fascia prossima al lato settentrionale della strada", La maggior parte del colle, compresa. area dell'affioramento, è occupata da un vecchio vigneto in ‘abbandono il cui fondo non permette una buona visibilità. Quasi all'altezza del punto in cui via Valleverta incrocia via Memnone, lungo le pendici che salgono verso est, su quasi mq. 3200, si riconoscono, in bassa concentrazione, diverse scaglie di selce di medie dimensioni e ra i ciottoli, poche tessere di mosaico nere sia grandi che piccole a taglio re? Pochi fc, iferibili soprattutto a tegole a impasto rosso e ceramica comune, si notano sporadicamente anche lungo il versante nord-orientale del cole = Tl centro el pianoro che si allarga verso sud alle spalledell edificio in costruzione, è parcellizzato in diverse proprietà con giardino. Considerata l'entità del rinvenimento e la presenza del materiale in sezione nel cavo di fondazione è probabile che il nucleo ell’afioramento si trovi ver sola zona edificata. 7" L'altura scende con pendenza abbastanza acclive verso sud mentre il versante occidentale precipita con maggiore decisione fino allo stretto fondovalle inciso dal corso de fosso di Valle Fira. 765

golare, frr. di materiale edilizio, alcuni riferibili ἃ tegole, alcune ad impasto arcaico, pit rare a impasto chiaro-sabbioso, diverse a impasto chiaro, tra cui poche di età tardo arcaicaalto repubblicana, e rosato di età romana, piccoli frr. di dolio ad impasto arcaico e pochissimi fr. di ceramica a impasto, sigillata italica, comune, quasi esclusivamente da fuoco, più numerosi di africana da cucina e di anfore. I materiali sembrerebbero indicare la presenza, di una fattoria/casa di età arcaica e successivamente, presumibilmente nel corso della media, forse già dalla prima, età imperiale, di un impianto rustico, in uso almeno fino alla fine della media età imperiale. Non è escluso, considerate le diverse aree frapposte non accessibili, che i materiali costituiscano una dispersione dell’area individuata nel settore soprastante a est (nn. 994.995). Impasto grezzo. — 3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — 1 fr di parete pertinente a forma aperta non id. Africana da cucina — 1 fr. di orlo di casseruola bifido ingrossatoe arrotondato tipo Ostia III, 267=Hayes 197°, attestato dalla prima metà del II alla fine det IV.inizi delV sec. d.C. — | δ: di parete di casseruola non id. con scanalatura concentri che all'esterno ingobbiata all’internoe all’esterno. — 1 fr i parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco —4 fir di parete pertinenti a forme non idd.

tazione sul lato orientale della strada, che occupa quasi il centro della sommità della prima altura, verso il margine. orientale, il quale gode dell’affaccio migliore verso est e verso sud’, sono accatastati: tre frr. di canaletta in peperino (m 1,15x0,55x0,21, bordo m 0,15; 0,70x0,55x0,22, bordom. 0,15; 0,65x0,55x0,20, bordo m 0,15); due frr. di ansa d'anfoτὰ di produzione italica; un fr. di orlo di forma aperta di comune da mensa, unfr. di orlodi dolioa impasto rosso e alcuni fir. di tegole. Nel terreno retrostante l'abitazione, affacciato verso sud su una ripida balza tufacea che scende fino al fosso sottostante, sono sparsi in bassa concentrazione, su una superficie. di mq. 750 circa, alcuni fi. di tegole, pochi a impasto arcaico, alcuni a impasto rosato tardo-arcaico/alto-repubblicanoe frr. di ceramica comune da fuoco, insieme a rari frr. di ceramica di impasto?". L'affioramento, presumibilmente unitamente a quello di maggiore consistenza a sud-ovest (n. 995), da cui lo separa un’area edificata non ricognibile, è ipotizzabile sia riferibile ad una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, forse già a partire dalla tarda età repubblicana/inizio della prima età imperiale si è impiantata una struttura rustica, in uso almeno finoal IV secolo d.C., estesa su circa 28.500 mq Impasto grezzo — frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — fr di olla dall’orlo a mandorla tipo Ostia II, 507”, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) = 1 fr. di orlo di coperchio non id. — 4 fr. di parete pertinentia forme non idd.

Anfore — fr di parete di produzione africana, = 1 fr di parete di produzione egeo-orientale.. = 1 fr di parete di produzione spagnola.

Opus doliare 20m parete in impasto arcaico.

Opus doliare — 6 fir. di parete in impasto arcaico.

995, AREA DI FRR. FITTILI m 205-203 s.l.m. Via Stragonello

Immediatamente a sud di Valle Fiara si sviluppa una lingua collinare, costituita da quattro alture che si abbassano progressivamente verso sud-ovest", Nel giardino di un'abi-

Nel settore meridionale della sommità della prima altura compresa nel sistema che si sviluppa verso sud-ovest immediatamente a sud di Valle Fiara, delimitato alla base delle pendici orientali, dal corso del fosso dell’Unica/della Crocetta e sul versante opposto dal fosso di Fontana Torta, si nota un affioramento di fr. fittli. 1 materiali, a m 150 circa a sud-ovest dall’ affioramento 1. 994, si riconoscono in media concentrazione, su due terreni, separati da una fascia incolta che restituisce pochissimo

7" L'area è compresa nella proprietà αἱ civico n.32. Non è stato poss bile ricognie estensivamente il colle, in particolare i ettore più alto nord orientale. La scarsa consistenza dell'afioramento sembrerebbe suggerire che i materiali debbano intendersi scivolati alla sommità, ora occupata da diversi corpi di fabbrica, tra cui un antico casolare, sebbene risalendo le pendici verso nord-est a loro presenza tenda a diminuire 7 Atlante I 218-219, tav. CVI, 7; cf. AcuAROD Ox. 1991: 281-283 ‘gg, 75-81, 335-341, la quale distingue il tipo in due varianti principali Ae B. 1 Questa dorsale è delimitata alla base delle pendici orientali, affac-

cite sul sistema collinare dominato dall'atura di Villa Crocetta, dal corso del fosso dell'Unica/della Crocetta (nn. 1098-1099) e sul versante opposto dal fosso di Fontana Torta, enrambi i quali abbracciano a sud l'ultimo col le confiuendo a formare il fosso di Ponte Loreto "La proprietà corrisponde al civico n. 1. 7 I proprietariomi ha assicurato che To stato superficiale del terreno ha subito delle alterazioni in tempi recen, finalizzati alla regolarizzazione dell'area coltivabile, con parzale asportazione ein alcuni cas tipor di tera. ? Ostia T: 99, 101, 260-261, tav. XXVIIL

994. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 207 slm. Valle Fiara - Via Valleverta

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materiale, per una superficie complessiva di mq. 3000 circa", Una concentrazione maggiore si nota, su un'area di mq. 1800 circa, nella parte settentrionale più alta e pianeggiante, dove si raggiunge il centro dell'area e dove migliore diviene anche la visibilità. Il terreno occupato da vigneto e orto, restituisce pochi frr. di materiale edilizio a impasto arcaico, rari a impasto chiaro di età repubblicana e più numerosi a impasto rosa e chiaro di età romana, scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, fr. di dolio a impasto rosso, ra1i frr. di ceramica a impasto, frr. di sigillata sia italica che africana, di ceramica comune e, soprattutto, di anfore. L'affioramento, presumibilmente unitamente a quello di minore consistenza nell’area quasi centrale della stessa sommita™ (n. 994), è ipotizzabile sia riferibile ad una fattoria/casa di età arcaica, preceduta da una frequentazione durante l'ultima fase dell'orientalizzante e l'età arcaica, sulla quale, forse già a partire dalla tarda età repubblicana/ini zio della prima età imperiale si è impiantata una struttura rustica, in uso almeno fino al IV secolo d.C., estesa su circa 28.500 mq. Impasto grezzo = 1 fi. di parete pertinentea forma chiusa non id. = 4 frr di parete con spessore medio grande pertinenti a forme non idd, Impasto rosso = 1 fi di orlo a tesa a estremità pendente tipo Carafa 1995, 196, attestato in contesti riferibili al periodo orientalizzante recente (strato VIII scavi Squarciapino - Comizio)””. Sigillata italica — 2 fi di fondo pertinenti a forme non idd. — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Africana da cucina — 1 fr di orlo di casseruola bifido ingrossatoe arrotondato tipo layes 197"*, attestato dalla prima metà del II alla = 1 fi di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia III, 332=Hayes 196, n.1”; attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. — 1 fi. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 61°, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — i fr di orlo piatto/coperchio ricurvo pendente tipo Ostia I 262", attestato dall'epoca antonina, più frequentemente a partire all’età severiana, fino alla fine del IV-inizio del V sec. d.C. Ceramica comune da mensa e da dispensa = 1 fi di orlo pertinentea forma non id τ 5 fi di parete pertinentia forme non idd. Ceramica comune da fuoco = 1 fr. di orlo di olla tipo Pohl 1978, fig. 158, 219, attestato in contesti di età adrianea?* = 1 fr di orlo di di clibano tipo Olcese 2003, tav. XVIII, 4, databile tra il II sec. a.C. e l'età augustea”. = 1 fr. di orlo di casseruola dall'orlo a tesa estroflesso tipo Olcese 2003, av. IV, 3, attestato in contesti compresi trail Le la med del scc. d.C. 1 fr di orlo di coperchio leggermente ingrossato erilevato, po Ostia II, 514, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 cy. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. — 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 7 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Sigillata africana = 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. = 1 fr. di fondo pertinente a forma non id., in produzione D, databile dal IV al VII sec. d.C. = 2 frr. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. = 2 frr di parete pertinenti a frome non idd., in produzione D, databiledal IV al VII scc. d.C.

Anfore — 1 fr di orlo del tipo Africana TA=Ostia IV, 432-433", anfora olearia prodotta in Tunisia settentrionale e centrale? diffusa dalla ‘meta del Il fino alla fine del II sec. d.C. = 1 fi. di orlo di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalguivir dove sono state trovate delle fornaci? diffusa dall'età augustea fino alla fine del I sce. d.C. 14 fr. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del III sec. dco. — 1 fr di parete del tipo Dressel 2/47", anfora vinaria di produ-

πὶ loramento, diviso in una parte a oliveto, un appezzamentoincolto centrale e una pare ἃ vigna, si sviluppa verso nord-est a partire da m. 80 circa dal margine stradale, all'altezza del civico n. 18. L'area, sul lato orientale di via Stragonello, si affaccia ad est con pendio abbastanza deciso verso colle dirimpetto, su cui si trova villa Crocetta (on. 998.999), ea sud è aperta finoal litorale pontino, i impossibilità di indagare l'area compresa tra i due sit, occupata da edilizia abitativa con annessi, impedisce di accertare se possa trattarsi di tun sito unico 0 di due 7" CaRAFA 1995: 95 fig. 96. I1 ἔς, come quello del confronto, presenta superfici non sciare. P"Va,Và, 318-319 312-319 nota 3848, nota 3848. 1 Atlante 218-219, tav CVIL, 7; cf. AGUAROD Orat 1991: 281-283 fig. 75-81, 335-341,la quell distingue l ipo in due varianti principaliAe 5. 2 Atlant 1 212, tav. CIV, 3 ff: AGUAROD Ort. 1991: 247-248 figg

45 n. 3-6,46,47 nn. 1-3, 305301, Ia quale distinguei po in più varianti Del ἔρο οἱ trovano imitazioni localiin ceramica comune da fuoco. Atlante 212, tav. CIV, 6: cfr AGUAROD Orat. 1991: 248-249 figg, 48-51, 308-311, la quale distingue il tipo in pi varianti e ota un'evoluzione della forma, che in epoca giulio-laudia ha pareti piuttosto rit c orlo quis indistinto, mentre in seguito l'oro ingrossato assume i tipico profilo triangolare ele pareti sono curve. ^ Atlante 213, v. CV,3. "=: Pos 1978 [1987]: 402-403 dallo stato IL 7" OLCESE 2003: 8-89. 7? OLcts 2003: 76-77. πὸ Ostia V: 99, 101, 260-261, tav. XXVII 7» Ostia TV: 367-368, tav. LI. 7" TCHERNIA 1986: 142 nota 44; Lov, DoMERGUE1990. = Vd. 40 note 4536, 4537, 4538. 7 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. 7 Vd.361 nota 4032. 367

zione africana” diffusa ta a fine del La.C. e la fine det Π sec. dC. —9 fri di parete di produzione tirrenica. — 7 frr di parete di produzione spagnola. = 11 fre di parete di produzione africana. — 4 fri di produzione vesuviana. — 6 fri di parete di produzioni non idd. 996*. MATERIALE SPORADICO “Valle Fiara"

Da un terreno (propr. A. Soldi) in Valle Fiara provengono i belli su terra sigillata: Villi(us), in planta pedise A. Titi(us) Figu(lusy**. 997. AREA DI PRR, FITTILIm 192 s.Lm. Via Stragonello Sul lato occidentale di via Stragonello si articola un morbido sistema collinare, che scende verso sud abbracciato dalla confluenza del fosso di Ponte Loreto con il fosso del Bottino, il quale incide tutto il versante occidentale del colle. Sul pianoro più alto di questo sistema, con ampio affaccio verso sud-ovest, si nota un affioramento di materiali antichi, a partire immediatamente dal ciglio stradale”. Nell'arca ricognibile™™, di mq. 1300, limitataad una lunga fascia prossima al margine settentrionale del terreno, a ridosso delle recinzioni delle abitazioni private che occupano la parte restante del pianoro, affiorano in media concentrazione, oltre a scaglie di selce di piccole dimensioni, frr. soprattutto di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo-arcaico, in minore quantità fr. di tegole a impasto chiaro e rosato di età tardo-arcaica/alto repubblicana c rosato di età romana, rare tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, frr. di dolio a impasto rosso, frr di ceramica a impasto, sigillata italica, ceramica comune e molti di anfore. Nell'area è individuabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica e tardo arcaica, sulla quale, nel corso della media età repubblicana, si è sviluppato un edificio a carattere rustico, in uso anche almeno nel II secolo d.C. Impasto grezzo — 1f di parete pertinente a forma chiusa non id. — 6 fr. di parete, di cui uno in impasto tardo arcaico, pertinenti a forme non idd. 7 γᾷ 417 nota 4341 = Gatien 1915: 173 7" IL terreno si trova immediatamente a sud del civico n. 20. Diversi ‘materialfr di tegole a impasto chiro, ceramica comune e anfore i noan0 in sezione nella bassa scarpata che costeggia la strada, immediatamente al di sotto dl terreno. "Tn utt la parte centrale dl pianoro il terreno è incolto e invaso da un manto erboso che impedisce di valutare l'effettiva estensione dell'area e Sopratuttose essa prosegua vers il centro dl terreno incolto 0 se invece vada ad interesar il settore su cu insistono le abitazioni 75 Citar. 1995: 249 fig-250. 7" Pon. 1970: 198,203dal settore I statoAJ. 7" Dyson 1976: 26. La forma, variamente attestata a Sutri (DUNCAN 1965: 155, fig. 10 forma 31; 163) ead Artena (QUILCI 1968: 64-65, fig. 53, 182), èriferibile al ΠΙ- Π sec. a.C. 768

Impasto chiaro sabbioso — fr di orlo di bacino tipo Carafa 1995, 679, forma attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 550 e il 530/20 a.C." τοὶ fi. di parete pertinente a forma aperta non id. Sigillat italica. 1 f di fondo pertinentea coppa non id. — 4 fir. di parete pertinenti a forme non idd, Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di brocca dall'orlo piattoe leggermente estroflesso assimilabile αἱ tipo Pohl 1970, fig. 101, 510, da cui differisce peril pro filo esterno e superiore dell'orlo, attestata in contesti di età tra nea?* (Tav. XXII, 4). = 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fc di orlo estroflesso, ingrossato esternamente di piccola olla tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 25, attestato in contesti compresitra 275 eil 1503.7, = | f di orlo di coperchio non id. -- frr di parete pertinenti a forme non idd., di cui cinque riferibili ἃ età repubblicana. Anfore =1 =1 = —6 —3 —2 —1 —8

fi. di ansa di produzione tirrenica. fi. di ansa di produzione spagnola. fi. di ansa di produzione egeo-orientale. fi. di parete produzione tirrenica. fi. di parete di produzione spagnola. fi. di parete di produzione africana. fi. di parete di produzione orientale. frr di parete di produzioni non idd.

998-999. MATERIALE sPORADICO m 209 s.l.m. Villa Crocetta - Casale Strutt

998. Materiale sporadico. Il Dressel” ricorda il rinvenimento in anni antecedenti il 1891, nei pressi di casale Strutt, delle tegole con bolli L. Lurius Proculus fec(ity"^, Coss(- - -) Amb(- - -) Sulp(icianum)?® dell'inizio del II secolo d.C? e Ex fig(linis) M. Herenni Pollionis dol(iare) L. Sessi Successi, dell'età di Adriano™, oltre a quello frammentario su dolio, [- - -]LIT. F™. 7 Gan 1988: 67 con trascrizione dei boli rinvenuti (COSS AMB SULP (di età adrianea), EX FIG M. HERENNI POLLIONI DOL L. SESSI SUCCESSI, I. LURIUS PROCULUS FEC). 7 CIL XV, 1253 d25: L. LURIUS. PROCULUS FEC; Sreuv 194-15: 51 nota S. CML XV,1, 583 a1. δι 5τεινβν 1974-75: 90. 7 CILXV.1, 1180 4: EX. FIG. M. HERENNI POLLIONIS DOL/L. SESSI. SUCCESSI = In CIL XIV, 4093, 13, "in labro doli, Civita Lavinia apud A. CILXV.1,2518:[-- JLIT.F.è detta“. in agro Lanuvino rep." contra LANCUNI CVatLat. 13045: 245r. che ricordadi aver osservato lf αἱ vecchio casale Sut, a coll delle Crocette.

Fig. 466, Villa Crocetta. Via della Sorgente. Altura da sud-est (n. 1000).

1000. Vitta m 210-205 s.l.m. Villa Crocetta - Via della Sorgente Sull'alturapiù eminente della dorsale collinare compresa tra il fosso della Crocetta a est, il cui ramo minore corre ancora cunicolato (nn. 1098-1099), e il fosso di Valle Verta ad ovest, è il casale “Strutt”, L’altura che si allarga verso nord in un’ampia spianata, scende con pendio abbastanza deciso e uniforme sia sul versante orientale che su quello settentrionale dove raggiunge via di Montecagnolo™, mentre verso sud si articola in due terrazze successive, di cui la.

seconda, più alta, compie un salto di quota maggiore (Figg 466-467). A parte alcune più recenti segnalazioni”, risulta preziosa la documentazione offerta da Colburn’, agli inizi del Novecento, e soprattutto da Lanciani, negli ultimi decenni del secolo precedente”. Quest'ultimo visitando la proprietà realizzò uno schizzo delle strutture visibili, notando come in esse fosse impiegata in alcune parti l'opera quadrata, in altre quella reticolata e quella laterizia ed inoltre come si conservassero ancora pavimenti a “Musaico bianco” e in "cocciopisto e rombi bianchi". Attualmente si pud osservare come, confrontando con il rilievo del Lanciani e con i pochi tratti ancora visibili, l'edificio ottocentesco principale riutilizzi e ripeta in gran parteil perimetro di uno dei corpi in opera quadrata della struttuταῦθ (Fig. 468). Un primo filare di blocchi parallelepipedi in peperino è ancora visibile alla base del lato settentrionale del casale, per un'altezza max. di m 0,50 dal p.d.c. attuale e m.

= Murra 1899: 506; Cousue 1914: 379; Gatistt 1932: 19 nota cfi Genow 1964: 370 fig. 219 n. 60, 374-375; Conanvcct 1996: v. In. 52 La Crocetta”). Più specificatamentevd. Hout. 19792: 162 n. 634 e tav. frd. "= I casale, Ottocentesco, indicato sulla cartografia IGM 1:25000 F. 1581 NO Le Castella nella jevara del 1936, ma anche nella carta tecaica regionale in scala 1:10.000 del 1990 (sezione 388090 Lanuvio), con il nome di “Villa Crocetta”, mentre compare come "Cas. o Stru nella carta topografica dello Stato Pontificioe del Gran Ducato di Toscana, del 1851 in Fauraz 1972: Il, tave. 280, R. G. geogr S. 124, 6.16, riprodotta (Bs, 297) e come "L'Inglese" nel F. 158 1 NO delP IGM del 1877 in scala 12500. 7 La morfologia del pianoro suggerisce che l'area occupata in antico si estendesse verso nord, dove il terreno sale in modo quasi impercettibile. Questo latoè oggi occupato da una piscina.

77 GALIETI 1988: 65-67, in particolare 67 (schizzo delle strutture); Gina 1996: 54, 55 fig. n. 161 specialmente Lies 2001: 13-15; Viscrorn 2004: 248 fig. 4. S" CoLSURN 1914: 379. 7 LaNciast CVarLat. 13045: 243v-243r. il quale ricorda il rinveni"mento anche di “Tazze aretine”, “Lucerne del 2 secolo”, "Lucerna cristiana” “Collo di dolio: LUTE", “Stipie e mostre porte marmo”, “Bolli”; Lawciant mas. 85/2: 47. 7 1 restauro dell'edificio avvenuto negli ultimi anni ha obiterato le strutture antiche su cui poggia la villa. Ringrazio la proprietaria del casale, ora adibito ad agriturismo “Il giardino di Giupy”, per aver permesso, ricor dando quanto visto ne lavori i ristrutturazione dell’edificio, una conferma ἃ quanto riporto nel disegno del Lanciani, smentendo definitivamente il dubbio, avanzato dal Gale che i blocchi in peperino su cui sorge led cio non fossero in situ

999. Materiale sporadico. I Murray ricorda nelle vici nanze di Villa Crocetta (nn. 998-999), il rinvenimento tra i resti di strutture romane, di anfore di grandi dimensioni, di una macina, oltre a frr. di materiali ceramici, uno scarabeo, databile tra [ΠῚ e la metà del VIT secolo a.C.™,

769

Fig. 467. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Posizionamento della villa (n. 1000).

Fig. 468. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Pianta delle strutture (n. 1000)

5,50 di lunghezza”®", I blocchi, lunghi m 0,98, 1,15 e 1,61 per un'altezza max. di m 0,47, appaiono sovrapposti di taglio a filari sfalsati” ed hanno traccia di anathirosys sulla fronte (Fig. 469). Ancora blocchi per un filare di altezza sono visibili all'angolo sud-orientale, perm 2,85 di lunghezza, alla base della parete orientale e per m 2,65 alla base di quelJa meridionale. Sul retro del casale, m 13 circa a sud, restano diversi ambienti con elevato in opera reticolata con cubilia. in selce (em 6,5x6) (Fig. 470). Scendendo nel giardino, m 2,70 circa al di sotto del piano pavimentale attuale del casale, si pub accedere, da un ingresso situato ad est (Fig. 471), in un ambiente seminterrato costituito da un lungo corridoio (lungh. max. m 10,11; largh. m 1,43), orientato est-ovest, il quale immette in un ambiente rettangolare (m 6,30x3,52

max.) che si allarga verso nord”. Del corridoio si conserva la parete meridionale, con fondazione in scaglie di selce (alt. m 0,51 sul p.d.c. attuale)" ed elevato per m 1,07 nei primi m 6,50 circa e m 1,27 nell'ultimo tratto, all'interno dell'ambiente (Fig. 472). Il muro occidentale dell'ambiente, lungo m 6,30 ed alto m 1,85, conserva ugualmente la fondazione a vista, con risega max. di m 0,27, il cui piano di imposta si va alzando rispetto al p.d.c. interno dall'angolo sud-ovest (m 0,50) a quello nord-ovest (m 0,98)"*. Presso l'angolo sud-occidentale i due muri terminano con specchiatura a blocchetti, mentre all'angolo nord-ovest i blocchetti sono presenti solo sulla parete settentrionale”. Quest'ultima, lunga m 3,52, si conserva in elevato per m 1,35 al di sopra della fondazione visibile per m 1 sul p.d.c. attuale, appena

7 I blocchi sono stati lasciti a vista dopo i recenti restauri 7? Uno dei blocchi del primo flare in basso, appena visible, è tagliato appositamente con incasso per l'appoggio del blocco del flare supedore. 7 Si tratta del vano interpretato come cella vitara o magazzino da Gnurm 1988: 65 fg, 66. La fondazione, rasta nei primi m 20 circ di lunghezza del muτοι sporge successivamente con una risega di m 0,10. 77 Sull'eevatoin opera reticolata è possibile notare, m 0,70 circa al di

sopra ella risega i fondazione, un taglio con reucitura e rifacimento della cortina. 79% Su questo lato la fondazione doveva evidentemente assecondare la morfologia del terreno, il ui livello sale fino a raggiungere il piano su cui sorge i casale ottocentesco. 7" Benché la fondazione appaia unitaria all'angolo sud-occidentale Ja parete lunga meridionale sembra appoggiata a quella occidentale, mentre all'angolo nord-ovest la parete nord sembra appoggiarsi ἃ quella occidentale.

770

sporgente dal filo del muro. At centro della parete, m 0,78 al di sopra della risega di fondazione, è leggibile una tamponatura (largh. m 1,50), probabilmente antica, realizzata con reticolato più rozzo e mazzette e base di spiccato a blocchetti (Fig. 473). Della parete orientale resta solo la fondazione, sporgente m 0,15 dal filo del muro attuale, lungo m 4,85, e visibile per un'altezza che, diminuendo dall'angolo nordorientale (m 0,90) a quello sud-orientale (m 0,75), ripete specularmente quanto notato sul lato opposto”. Sembra invece relativo alla struttura originaria un piccolo tratto, a blocchetti, all'angolo sud-orientale del muro (lungh. m 0,40; alt. m 0,65), che prosegue per m 1 circa sulla parete settentrionale del corridoio. Un ultimo tratto di muro in opera reticolata ὃ visibile per m 2,45 di lunghezza e m 0,20/0,60 di altezza, su fondazione alta m 0,45 dal p.d.c. attuale, immediatamente al di fuori dell'ambiente, sul lato settentrionale delT'ingresso?", Immediatamente a sud di questo ambiente restano anche alcune strutture relative a fasi di uso di età post-antica. Tarda è la realizzazione di un nicchione semicircolare, costruito con materiale di risulta, tra cui blocchi spezzati di peperino alle estremità, largo m 1,80 ed alto m 1,50 sull’interro, che în questo punto rialza il piano di m 0,75 rispetto a quello del vano seminterrato. In basso, quasi al centro della struttura

affiora per soli m 0,30 un muro in opera reticolata, spesso m 0,45, che si allunga per m 1,20 verso est. Il nicchione è appoggiato ad un piccolo ambiente quadrangolare (m 2,91x2,19), ora quasi interamente interrato, chiuso a sud da un'abside”®. II vano ha subito evidenti rimaneggiamenti e della fase originaria in opera reticolata resta solamente il muro occidentale con parte dell'abside, per un'altezza max. di m 0,95. ἢ ato settentrionale è chiuso infatti da un muro in pezzame, altom 1,45, lungo m 2,27 e spesso m 0,38, a sua volta sovrapposto ad un muretto (m 0,20) in opera listata, sporgente m 0,17 dal filo del muro. Queste murature tarde sembrano tamponare lo spazio compreso tra due pilastri (m 0,90x0,60), con cortina a blocchetti e qualche inzeppatura in laterizio™. Anche il muro che chiude il lato orientale del vano, conservato per m 0,66 di altezza, pur ripetendo probabilmente la planimetria iniziale, appare di realizzazione tarda, con cubilia in opera a 90° a file parallele e fi. di laterizi e tegole. All'angolo nord-orientale, appoggiata al pilastro, si è sovrapposta a questo muro una seconda struttura realizzata con materiale di risulta, alta m 0,58 e spessa m 0,30 circa”. Immediatamente a ovest di questo ambiente restano due vani rettangolari, inglobati da un edificio moderno annesso al casale. Tra l’ambiente absidato e i due rettangolari resta uno spazio largo m 1,10 e lungo attualmente m 1,92, chiuso a nord da un muro in opera reticolata, conservato per un'altezza max. di m 1,45, con tracce della pittura della decorazione parietale, per un'altezza di m 0,40 sulla parete occidentale e m 0,25 su quella orientale” (Fig. 474). Del primo ambiente rettangolare (m 4,95x3,20) è visibile il muro orientale, in comune con il piccolo vano esterno, conservato per un'altezza di m 1,35 dal piano pavimentale moderno, alla cui base è appena visibile l’attacco della fondazione. La cortina presenta un taglio con rifacimento a m 0,74 circa dalla fondazione”. Il muro che chiude il lato settentrionale, in comune con il corridoio seminterrato, è conservato per un'altezza di m 1,27 con fondazione emergente dal piano pavimentale moderno di m 0,10, e presenta lo stesso rifacimento della cortina a m 0,75 dal piano della fondazione. Si all'angolo nord-orientale che a quello nord-occidentale sono presenti blocchetti. Del lato occidentale resta un breve tratto, all'angolo nord-occidentale, lungo m 0,92 ed alto m 0,68 con fondazione visibile per m 0,10 circa di altezza, ed un secondo, all'angolo sud-occidentale, lungo m 1,20 e conserva-

= Questa parete si appoggia a quella settentrionale, ripetendo, forse, Ja situazione originale, come sembra confermare l'osservazione della fon dazione, Da informazioni avute dalla proprietaria, è accertato che il muro prosegue verso nord, in direzione dell'edificio principal, al quale va con ‘ogni probabilità ricongiungersi. Non risulta rilevabile lo spessore di questi muri, che è probabile sia di m 0,60 in analogia con quel rilevabili. "Jn questo ambiente si conserva ancora, nascosto dal fort intero, i mosaico pavimentale a tessere bianche ricordato sia da CoLaum 1914: 379 che da Galie e Lanciani 77^ IH muro ha subit una risrcitua a blocchetti sulla cortina interna, nel punto in cuii i? appoggiato il muretto che chiude ora vano a sud, mpostandosi sulla corda dell'abside. Il muro, ealizato presumibilmente inetà postantca, in un momento in cui l'abside era già venuta a mancare e su questo lato era stato ricavato l'igress l’ambiente, à largo m 0,27, mal conservato e appena affiorante sullinterro. ‘3A questi pilastri si appoggiano tanto le murature tarde quanto il moτὸ occidentale in reticolato, che sembra appositamente tagliato e presenta

un restauro della cortina, a blocchet, propri al angolo nor-occidentale. È probabile quindi che su questo lao l'ambiente originario prvedesse un'apertura o comunque una divers aicolione "20A questa sutra ed al muro sottostante si appoggia nicchione, ce appare quindi a realizzazione più ada τὰ i esi vb, ἘΜ L'ambiente, delimitato dat muri esteri dell'ambiente sbsidao e dei dc vani rettangolari, ra forse originariamente un corridoio di passgo, chiuso probabilmente già in ed antico, come sembra sogerie il rap. Porto di semplice appoggio rilevabile rail muro nord he chiud vanoe i {ue muri terii. i forte nero ll spalle el muro setentionae imped sce ulteriori chiarimenti. La cortina del muro orientale presenta un'aler. azar reticolato e bloccheti Il mur occidentale, invece, inglobato dil l'edificio modern, è visibile per un'altezza max dim 142 ed una lnghez2a di m 1,38, mente negli ulmi m Ὁ. 3 resta olo la fondazione, appena Sporgent al di sot del muro moderno. 7" Questo muro sembra appoggiarsi alla parie setentrionale, la quaea sua volta si appoggia muro occidentale el vano anche e e fondazion, sebbene poco visibili, sembrino continue su tti lati

Fig. 469. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Restiin opera quadrata (o. 1000).

Tm

Fig. 470, Villa Crocetta. Via della Sorgente. Pianta delle strutture (n. 1000).

to per un'altezza di m 0,42. Pid rimaneggiato il muro meridionale, in comune ad entrambi gli ambienti, lungo complessivamente m circa”, di cui sono visibili: un tratto lungo m 3,90, all'esterno dell’edificio che lo ha inglobato, sporgente dal muro moderno m 0,10 e alto m 0,68 max. dal p.d.c. (Fig. 475), e m 3,93 circa all'interno, per un'altezza max. di m 1,45. Il secondo ambiente (m 3,63x3,94) conserva per tutta la lunghezza siail lato settentrionale, per un’altezza di πὶ 0,60 (con fondazione emergente dal piano pavimentale moderno per m 0,15), con blocchetti angolari”, sia quello occidentale, visibile per un'altezza max. di m 0,80, con blocchetti angolari”. Di quest'ultimo è visibile anche la

cortina esterna, per m 4,80 circa e per un'altezza max. di m. 0,455». Circa m 4,94 ἃ nord di queste strutture resta traccia dell'ambiente "cruciforme"" ricordato dal Galieti. Il vano è chiuso a ovest da un'abside in opera reticolata di cui resta meno della metà settentrionale, per una lunghezza di m 1,80 circa ed un'altezza di m 0,65", mentre a nord si sviluppa con una. nicchia rettangolare di cui restano: la mazzetta in laterizio visibile per m 0,60 di altezza"? il muro occidentale in reticolato e fasce di laterizi”, lungo m 1,40 e rilevabile per m 0,60 sul p.d.c. modemo e parte del muro settentrionale, in laterizi, conservato per m 0,80 max. di lunghezza e m 0,81 di altezza.

Su questo lato, in prossimità dell'angolo sud-orientale, si apre lat tole accesso agli ambienti "0 Questo muro sembra appoggiarsi a quello occidentale, mente all'angolo opposto, nord-orientale non èpossibile verificar i rapporto tra le strutture per un Breve ratto sostituite dal muro moderno. ^ Questa parete presentare larghe lesioni con danneggiamento della "7 Lungo questo lato il piano esterno sale progressivamente. 7 Rispetto al rilievo eseguito dal Lanciani il disegno proposto da Galeri risulta impreciso in alcuni punti, in particolare ella proposta di iquesto ultimo ambiente. Attualmente la sua ricostruzione

planimetria res difficile dalla laconosià della suturae dl forte rala"nent del piano di calpestio rispetto ἃ quello antico. "La larghezza ticostibie del abide eradi m 3,10. = La cortina presenta evident ace di restauro modo. 1 La cosina in reticolato è visibile in basso, appena sporgente dal piano pavimentale moderna ΜῈ probabile che sl ato orientale il vano si apoggiasse al muro dell'ambiente seminerato Attualmente lo spazi a quest ambient ὃ occupa dell sc che permet l'accesso all'abitazione che αἱ ὃ sviluppata al di sopra delle strutture antiche ripetendone esatsmente il perimetro in elevate,

Comune da fuoco — 1 fi. di orlo di tegame tipo Curia II, fig. 249, 9, attestato in contesti di fine ÎIl-inizio Il sec. a.C-?". Anfore ~ 1 fr di parete di produzione vesuviana, — 1 fr. di parete di di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 145/135e il 10 aC” = 1 fr di parete di produzione egeo-orientale. 1002*. MATERIALE SPORADICO “Li Muti” Fig. 471. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Ingresso all’ambiente seminterrato (n. 1000)

Presumibilmente nei primi decenni della seconda metà dell'Ottocento, nel fosso di S. Gennaro, forse acirca 1,5 km a sud del Ponte di S. Gennaro, si rinvenne l'iscrizione frammen-4{-.1 Umennia [---M--

Le strutture rilevabili, unitamente alle vecchie notizie sul rinvenimento di diversi materiali a partire da quelli bollati, sembrerebbero rimandare alla presenza di una villa, per la quale è ipotizzabile un'estensione di circa 41.000 mq,, in uso almeno dalla fase finale della media età repubblicana, alla prima metà del Il secolo d.C. 1001. AREA DI FRR, FITTILI m 225 s.l.m. Via Montecagnolo Sul lato meridionale di via Memnone, all'altezza dell'incrocio con via Montecagnolo, il terreno si alza leggermente ἃ formare un piccolo pianoro recentemente occupato, nel settore centrale, da una civile abitazione” L'area più alta, retrostante la costruzione, restituisce in bassissima concentrazione su una superficie di mq. 1200 circa, frr, generalmente di piccole dimensioni, di impasto rosso tardo arcaico-alto repubblicano e rari a impasto chiaro-sabbioso e a impasto rosso di età romana, riferibili a materiale edilizio, pochi frr. di ceramica a impasto, comunee anfore? Nonostante l'esiguità dell'affioramento, nell'area sembra ipotizzabile, anche in considerazione delle propizie c ratteristiche morfologiche, la presenza di un edificio a carattere rustico, probabilmente di non grande estensione, in uso almeno dall'età arcaica a quella tardo repubblicana. Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr. di parete pertinentea forma non id.

Fig. 472. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Ambiente semintérrato: corridoio (n. 1000).

7 La proprietà corrisponde al civico n.45 πε L'affioramento appare, per consistenza e per caratteristiche dei ma tera, di difiile letra. it è stato recemtemente sconvolto dallo scavo per la costruzione della casa e quindi dal relativo riporto di terra per sistemare l'area. 77 Curia I: tività 1307, 269,353. = Và. 331 note 3891, 3892, 3893, ΞΡ La localizzazione del rinvenimento riportata dal Nardoni, ("n un

osso nel tenimento detto Li Muti territorio di V, a mano sx. dell'Appia Nuova perci viene da Genzano, a fianco del ponte diS. Gennaro e fungi da questo circa un chilometro e mezzo ... Hic locus a Lanuvio aliquanto minus disare videtur quam a Velitris?) presenta puni di riferimento tutt'altro che et, a patire dal "enimento detto Li Muti" che si trova a dx. e non a sx. del Ponte di 5. Gennaro, Tuttavia è probabile, dal momento che i settore denominato Muti si trova ἃ sud dell Appia e non à nord, che visa stato un errore e che quindi occorra considerare la distanza ricordata al ponte (". 713

Fig. 473. Villa Crocetta, Via della Sorgente. Ambiente seminterrato: parete settentrionale (n. 1000). pw

Fig. 475. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Ambienti in opera reti colata: muro meridionale (n. 1000)

presenza di una casa/fattoria di età arcaica e, presumibilmente, di una struttura rustica in uso almeno nella media età imperiale. Impasto grezzo ~ 1 fr di parete pertinentea forma non id. Africana da cucina — 1 fi di parete con ingobbio esterno pertinente a forma non id.

Fig. 474. Villa Crocetta. Via della Sorgente. Ambiente absidato: esterno (n. 1000).

Comune da fuoco — 1 fr di fondo a disco pertinentea forma non id. Anfore — 1 fi di parete di produzione orientale, — 1 fi di parete di produzione africana.

1003. AREADI FRR. FITTILI m 205s...m. Via Memnone - Via Landi

1004. STRUTTURA IN OPERA CEMENTIZIA E AREA DI FRR. FITTILI m 206 s.m. Via Landi

Compresa tra il lato occidentale di via Landi e via Memnone, poco a sud della Passatora di Cisterna, sale una piccola altura, in gran parte incolta”, sistemata a terrazze nel settore orientale. Diversi fr. di materiali, tra cui di tegole ad impasto arcaico e chiaro di età romana, oltre a scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, affiorano nella scarpata che costeggia la strada. Quasi alla base delle pendici sud-orientali, in una strisci di terreno ad arativo, su una superficie di mq. 1900 circa, si riconoscono, in bassa concentrazione, soprattutto frr. di piccole dimensioni di tegole e coppi a impasto arcaico c più τὰς ri a impasto chiaro di età romana, rari frr. di ceramica a impasto, africana da cucina, comune e anfore. La genericità dei materiali, probabilmente riferibili a un sito da localizzare sul pianoro soprastante, sembrano attestare la

Sul lato occidentale di via Landi, circa m 750 a sud della. Passatora di Cisterna, si alza una piccola altura le cui pendici occidentali scendono ripidamente fino al fosso di Presciano. Nel settore orientale della sommità un vecchio edificio în rovina riutilizza alcuni cubilia in selce e pochi frr. di tegole a impasto sia arcaico che chiaro di età romana"" (Fig. 476) Alla base del lato breve orientale del rudere affiora appena dal terreno (m 0,10 max.) un muro in opera cementizia privo del rivestimento, largo m 0,46 circa, che prosegue per m 0,90 circa orientato est-ovest. Nel terreno circostante e lungo quasi tutte le pendici con cui il colle si affaccia su via Landi, affiorano in media concentrazione su un’area di mq. 2200, mentre sul pianoro intornoal vecchio edificio la concentrazione diviene alta su almeno mq. 500, soprattutto scaglie di selce e frr. di impasto riferibili a

circa un chilometro ὁ mezzo ..") verso sud. Segnalo che l'area nella quale potrebbe essersi rinvenuta l'iscrizione si troverebbe ad est della via dall Appia antica per Villa Crocetta (on. 998-999) e a sud-est dellaffioramento n. 1001.

o Tutta l'arca, compresa tra le proprietà corrispondenti αἱ civici nn, 4 66, nonè risultata accessibile. 7" La proprietà corrisponde al civicon. 16.

TA

Fig. 476. Via Landi. Area di fr fitili (n. 1004),

materiale edilizio o opera doliare e di tegole a impasto arcai co e tardo arcaico, diversi frr. di tegole a impasto rosato e chiaro di età romana, qualche frr di tubulo in terracotta, oltre a diversi cubilia in selce (cm 8x7), frr. di dolio a impasto rosso e chiaro, pochi fr. di ceramica a impasto, sigillata africana e africana da cucina, ceramica comune e, soprattutto, anfore. È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente verso la fine della prima età imperiale si è impiantata una struttura rustico-residen: Ie, in uso fino agli inizi del V secolo d.C.

‘Comune da fuoco — 1 fr di ansa pertinente a olla ansata non id. — 6 fir di parete pertinenti a forme non idd. Anfore

Africana da cucina = 1 fr. di casseruola polita a bande, attestato dalla prima metà del I fino alla fine del IV- inizi del V sec. d.C." ~ 1 ft. di fondo piano di tegame non id.

1 fi diorlodi Keay XXVI, detto anche sparheion, anfora adibita alirasporto di vino, miele, garum c, raramente lenticchie”, di produzione africana? diffusa dalla rima metà del IV αἱ VII sec d.C. — 1 fi di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2, anfora vinari di produzione campana, diffusa trail 70/60 a.C. egi inizi del IT sec dC. — 1 fe di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodota in area vesuviana, diffusa rail 7060 a.C. e l'inizio del III sec. d.C. la cui dimensione fa pensare a una sottomisura — 1 fe di parete di Ostia I, 522/523, detta anche ansaa fiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africana”, diffusa tra l'età tberia-no/claudiae la prima metà del I sec. d.C. ~ If. di ansa di produzione gallica. — 5 fr di parete di produzione tirrenica ~ lf. di parete dî produzione campana — 2 fr. di parete di produzione spagnola = 2 fer. di parete di produzione africana, = 1 fe di parete di produzione cretese. 4 fr. di parete di produzione egeo-orientale. = τ fr. di fondo con piede ad anello di produzione non id 3 fr di parete di produzioni non id.

Comune da mensa e da dispensa — 7 fr di parete pertinenti a forme non idd.

Opus doliare — 1 fr di parete in impasto chiaro di età romana. — 2 frr di parete in impasto rosso di età romana.

Atlante I: 218, tav. CVE, 6. 7 MawaconDa 1977: 220 PANEL 2002: 635 fig. 752 n. 17, la inserisce tra le anfore della Mauretania Caesarensis di media e tarda età imperiale

πῶ Keay 1984: 219; Rizzo, CAvous, CostamaI, GAFÀ, PENMRICCI, Munzi 2004: 78 ab. 3 con datazione inizio IV-450 d.C. 7 Vd. 361 nota 4032. 1 Vd. 361 note 4032-4033, 7 Vd. 391 note 4148.

Impasto rosso — fr di parete decorata con una solcatura largae poco profonda con andamento orizzontale, pertinente a forma chiusa non id. “= 2 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. Sigillata africana. ~ fr di parete pertinente a forma non id., in produzione non id.

T5

1008. Basou m 217 s.Lm. «Pelaggi» Sul margine del vigneto che costeggia il lato meridionale di una sterrata che si dirige verso ovest, staccandosi dal lato dx. di via Appia antica, m 550 circa a nord-ovest di C. le Orazi, sono accatasti tre basoli in selce di grandi dimensioni più uno spezzato, riferibili ad un diverticolo che si staccava verso ovest dalla via Appia antica con andamento parallelo a Via Palaggi (813). 1009. BasoLt m 215 s.Lm. «Pelaggi» Fig. 477. «Pelaggi». Materiale sporadico (n. 1005). 1005. MATERIALE SPORADICO E BASOLI m 226 s.l.m. «Pelaggi»

Nei pressi di un vecchio edificio in ristrutturazione sul lato meridionale di via Palaggi™, m 150 circa ad est dell'incrocio con via Cinelli, appoggiati in prossimità dell'ingresso, sulla bassa scarpata che separa la proprietà dalla strada, restano numerosi blocchi parallelepipedi di peperino (m 0,62x0,34x0,28), di cui almeno dieci di grandi dimensioni (m 1,76x0,93x0,42; 1,80x0,90x0,42), oltre a quattro basoli in selce di medie dimensioni (Fig. 477). I materiali sono probabilmente da riferire al vicino sito n. 982, mentre i basoli sono presumibilmente attribuibili al di verticolo che dal lato dx. della via Appia antica (G) raggiungeva almeno l'impianto nn. 981-982 (g12) 1006. BasoLi m 219 s.l.m. «Pelaggi»

Nel terreno che costeggia il ato settentrionale della sterrata che si allontana verso ovest dalla via Appia antica, m 380 circa ἃ nord-ovest di C. Orazi, restano due basoli in selce di medie dimensioni, forse riferibili ad un diverticolo che. si staccava verso ovest dalla via Appia antica con andamento parallelo a via Palaggi (g13).

Ai lati di un vecchio edificio abbandonato che occupa la sommità di un'altura affacciata sul lato settentrionale di via Vigne Nuove, nel tratto compreso tra il I ed il Il Stradone Muti?" sono accatastati almeno quindici basoli in selce di grandi dimensioni, forse riferibili alla viabilità che si allontanava verso sud da un diverticolo della via Appia antica finoa raggiungere almeno il C. Parata (n. 1241) (415). 1010. AREA DI FRR. FITTILI m 207 s.Lm. Ten. ta S. Gennaro - Via II Stradone Muti

Lungo le pendici nord-orientali della piccola altura, che costeggiando via Il Stradone Muti, a m 80 circa dall'incrocio con via delle Vigne Nuove, sale verso ovest dove è attraversata da via I Stradone Muti, per poi scendere verso il foso di S. Gennaro, si notano materiali antichi di superficie. Il terreno arativo restituisce, su un'area di mq. 1000 circa in bassa concentrazione, scaglie di selce di medie dimensioni, alcune ancora ammaltate, frr. di tegole a impasto rosato di età tardo-arcaica/alto repubblicana e a impasto chiaro di età romana. Una leggera maggiore presenza di materiale si ha nel settore sud-orientale dell'appezzamento, lungo il confine con la proprietà adiacente non perlustrabile"" (n. 1011) dove affiorano, oltre a frr. di materiale edilizio, frr. di dolia: sia a impasto rosso che chiaroe rari frr. di ceramica comune. È ipotizzabile che l'affioramento, unitamente a quello poco a sud (n. 1011), possa riferirsi ad una struttura rustica, forse ubicata nel settore intermedio in uso tra l'età repubblicana e un periodo che la genericità dei materiali permette di riferire all'età romana.

1007. BasoLo m 216 sm «Pelapgi»

Comune da mensa e da dispensa 3 frc di parete pertinenti a forme non idd.

Nel terreno che costeggia il lato settentrionale della sterrata che si allontana verso ovest dalla via Appia antica, m 300 circa a nord-ovest di C. Orazi, resta un basolo in selce di medie dimensioni, forse riferibile ad un diverticolo che si staccava verso ovest dalla via Appia antica con andamento parallelo a via Palaggi (g13).

Anfore 2 fr di parete di produzione orientale.

7" La proprietà corrisponde al civico n. 4. "L'edificio corrisponde al civico n. 5 di via delle Vigne Nuove. Un 716

Opus doliare — 3 fr di parete in impasto rosso di età romana. —3 fi. di parete in impasto chiaro di età romana. altro basoo si trova sul lato opposto della strada, llaltzza della proprietà abbandonata.

1011. AREA DI FRR. FrTTILI m 206 s.m. Ten. ta S. Gennaro - Via II Stradone Muti

Quasi alla base delle pendici sud-orientali ella piccola altura che costeggiando il lato occidentale di via del Il Stradone Muti sale verso ovest fino a via del I Stradone Muti, a m 150 circa dall'incrocio con via delle Vigne Nuove, in un terreno coltivato a vigna, delimitato a sud da via dei Vigneti”, su una superficie di mg. 500 circa”, affiorano in bassa concentrazione frr di tegole e coppi a impasto chiaro repubblicano e fir. di tegole a impasto chiaro e rosso di età romana, oltre a pochi frr di dolio a impasto rosso, ceramica comune e anfore. È ipotizzabile che l’affioramento, unitamente a quello poco a nord (n. 1010), possa riferirsi ad una struttura rustica, forse ubicata nel settore intermedio non perlustrabile, in uso tra l'età repubblicana c un periodo che la genericità dei materiali permette di riferire all’età romana. Comune da fuoco — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Fig. 478. «Pelaggi». Ingresso del cunicolo a nord di via Vigne Nuove (n. 1013)

Uno dei rami affluenti di dx. del fosso di Mele corre in cunicolo nella parte alta del suo percorso, scendendo dalla località Pelaggi verso sud-est fino a via delle Vigne Nuove con un tratto di 400 m circa. Le prime tracce compaiono m 350 circa a ovest della via Appia antica, lungo il lato meridionale di una sterrata che si stacca dall'antica via, dove si

nota un ampio sprofondamento, apertosi in corrispondenza di uno dei pozzi dello speco”. Da qui il cunicolo, scavato nel banco, prosegue verso sudest per m 30 circa, “riutilizzato” peril passaggio di una tubatura. moderna in cemento. A questo tratto conservato si può accedere da un secondo sprofondamento, apertosi sempre in corrispondenza di uno dei pozzi, regolarizzato con un tubo in cemento”. I cunicolo scende verso sud per m 19,50 circa, con un'altezza media di m 2,10 ed una larghezza che oscilla tra m 0,52 e 0,66, al termine dei quali con un dente di m 0,50 si sposta sulla sx., deviando il percorso verso sud-est. In questo secondo tratto, longo m 18,90, ha un'altezza di m 2,20 circa ed una larghezza compresa tram 0,45 e0,50, con copertura a volta stretta. Un tero pozzo, anch'esso regolarizzato con un tubo in cemento, indica il passaggiodel cunicolo m 81 circa più a sud”. Il cunicolo sembra proseguire decisamente verso sud per altri m 82 circa, fino ad un pozzo circolare parzialmente interrato. Un ultimo ampio sprofondamento, prima che il cunicolo attraversi via delle Vigne Nuove, è visibile m 21 a sud, sul Jato settentrionale della strada, pochi metri ad ovest del punto in cui questa supera con un ponticello un piccolo fosso. L'apertura creatasi nel terreno permette anche in questo caso l'accesso al cunicolo. Lo speco si trova m -2,80 circa dal piano stradale attuale e corre quasi alla base del piccolo colle che sale a nord di via Vigne Nuove. L'accesso attuale è largo alla base m 3,30 ed alto m 1,90 circa con volta tendenzialmente arrotondata, sebbene sia questa che le pareti risultino piuttosto alterate?" (Fig. 478).

7 1 terreno confina su questo lato con la proprietà distinta dal civico 7.2, la quale occupa i ettore centrale della sommità della piccola altra. Nonè improbabileche ἢ sito antico occupasse l'area su cui ora insite labiazione moderna. Infart lungo la scarpata che costeggia il lato occidental di via delI Stradone Muti, nel tratto αἱ di soto della proprietà, affioranodivers fr. di tegole laterizi "= terreno confina a nord con a propietà distinta dal civico n. 2. 7" Alcuni materiai affiorano anche in sezione nella scarpata che co steggiail ato opposto di via del Il Stradone Muti, sia all’atezza del vigne o che, leggermente più avanti, nel frutteto che costeggia la strada scendendo dolcemente verso st I materiali, piuttosto sporadici, si concentrano in tuna sreta fascia vicina al margine stradale: è probabile quindi ch la strada moderna abbia almeno n part tagliato il sito antico 7 L'abitazione corisponde αἱ civico n. 7.

‘apertura, lungam 22,50 ed ampia m 5 circa, è segnalata sul tereno dalla ita vegetazione che la ricopre. Sia la presenzadi vegetazione infestante che la notevole ripdit delle pareti, al momento, impediscono la di scesa all interno del cunicolo, che, a memoria dei proprietari del fondo, dovrebbe correre in questo punto m circa dal p.c "© Questa seconda apertura, che ricade al'ierno della proprietà di Casale Orazi, è sata messa in sicurezza e regoarizzata con un tubo in ce mento, che sporge dal pianoel terreno. I! proprietario ricorda che in questo punto il fondo del cunicolo corrἃ m 5 circa dal pe 7" Anche questo pozzo si trova all'interno della proprietà di Casale Orazi, m 120 circa ad ovest del cas T9 Tlcunicolo stato recentemente interessato da lavori di sistemazio. ne che ne hanno intubato ἢ percorso da questo punto verso nord, sfruttando la sezione antca.

Anfore — fr di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. — 1 fr. di parete di produzione non id. 1012. MATERIALE SPORADICO m 205 s.l.m. «Pelaggi»

All'interno del giardino di un’abitazione sul lato settentrionale di via Vigne Nuove, lungo le pendici sud-orientali della piccola altura che costeggia la strada”, nel tratto compreso tra il I ed il II Stradone Muti, sono appoggiati due blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,90x0,45x0,45). 1013. Cunicoro m 215-198 s.l.m. «Pelaggi» - Fosso di Mele

m

Lo speco prosegue verso sud sottopassando via delle Vigne Nuove: a m 6 dall'ingresso un ramo secondario si apre sul lato occidentale dirigendosi verso sud-ovest. Quest'ultimo che all'ingresso misura m 1,50 circa alla base per un'altezza di m 1,90 (Fig. 479) ed è lungo complessivamente m 36,70, prosegue con un'altezza media di m. 1,30 ed una larghezza compresa tra m 0,97 e m 0,85. La volta è piuttosto piatta con curvatura quasi quadrata e conserva concrezioni calcaree, mentre il profilo delle pareti è piuttosto irregolare, fatta eccezione per il tratto finale dove la sezione risulta maggiormente conservata (Fig. 480, a-b). L'interro che invade uniformemente il fondo a metà circa della lunghezza aumenta riducendo l'altezza praticabile a m 0,65 circa. Subito dopo la partenza del cunicolo laterale lo speco principale conserva un pozzetto di ispezione rettangolare (m 1,30x0,50), alto m 1 circa dal cervello della volta al p.d.c. esterno”, Il cunicolo prosegue con orientamento nord-sud per m 39,60 fino ad un ampio sprofondamento (lungh. m 2,80; largh. m 1,90 circa), presumibilmente în corrispondenza di un originario pozzetto di areazione (Fig. 481). In questo tratto la sezione originaria appare parzialmente conservata: il cunicolo, alto m 1,75, presenta una larghezza media alla base di m 0,85 che

Fig. 479. «Pelaggi». Cunicolo laterale (n. 1013). 7 Il pozzetto è stato recentemente richiuso. I neto salto di quota nella volta può essere attribuito all'incontro. tra due cantieri alla necessità di superareun livello nei banco naturaleeccessivamente difficile da lavorare. 7" All'altezzadi questo sprofondamento il fondo del cunicolo, che al718

Fig. 480. «Pelaggi». Cunicolo: sezioni (n. 1013).

va ad aumentare, per effetto dell'erosione, a metà circa dell'altezza fino a m 1,40, mentre le spalle e la volta, quasi piatta, presentano generalmente le caratteristiche origimarie, con una larghezza di m 0,70 circa e profilo squadrato (Fig. 480, c-d). Superato lo sprofondamento il cunicolo prosegue ancora. piegando leggermente verso sud-est per m 23 circa con sezione piuttosto alterata ed irregolare (alt. m 3,30 circa; largh. media m 3,20), fondo e pareti fortemente interrati (Fig. 482). Al termine di questo tratto, il cunicolo assume un'altezza di m 1,60 c una larghezza di m 1 circa fino ad un netto gradino nella volta che ne abbassa l’altezza fino a m 1,257» (Fig. 483). A pattire da questo punto il profilo della volta diviene tondeggiante e conserva le medesime caratteristiche nei successivi m 18,80 con i qualî raggiunge un altro ampio sprofondamento (m 2,20x1,70 circa) probabilmente aperosi anch'esso in corrispondenza di uno dei pozzetti?". A questa altezza, sul lato orientale dello speco, si apre un altro ramo secondario che si allontana verso nord-est, ispezionabile per una lunghezza di m 17,10 fino ad un interro. La sezione conservata, a volta tondeggiante e profilo piuttosto irregolare, è larga alla base m 2,40 con un'altezza m 1,40 circa. Il cunicolo principale prosegue diretto verso sud, ispezionabile per altri m 37 circa nei quali, l’acqua, proveniente sia dallo sprofondamento che dal ramo laterale, ha eroso profondamente la base dello speco approfondendone il livello in alcuni punti fino a m 2,60: la sezione originaria si conserva quindi in alto, alta m 2,40 e larga m 0,45/0,50 con volta strettae tondeggiante (Fig. 484). Circa m 24 più a sud un nuovo sprofondamento del terreπο, al momento inaccessibile in quanto invaso da vegetazione infestante, indica la prosecuzione del cunicolo, il quale, l'ingressosu via delle Vigne Nuove era am 2,80 dal p.c superior, si trova ben m 6,50al di soto. Questo per effettonon de fort pendenza dello speco, che scende comunque leggermente verso sud, quanto piuttosto per l'aumento del livello elle ace atraversae.

Fig. 481. «Pelaggi». Cunicolo (n. 1013).

Fig. 482. «Pelaggi». Cunicolo(n. 1013)

incanalando le acque del ramo orientale del fosso di Mele, doveva proseguire nel cunicolo individuato a sud-est, sul lato orientale di via delle Vigne Nuove, terminando nel fosso dii Mele (nn. 1085, 1121).

la base del colle costeggiando il margine settentrionale di via delle Vigne Nuove"? e soprattutto nel terreno ad olivi che scende con leggero pendio verso sud-est, Sul retro del casa le sono accatastati almeno sette grossi basoli in selce (Fig. 485) e altrettanti ne restano lungo la scarpata che delimita la proprietà sul lato nord-occidentale”. I basoli sono forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud fino ai Coll di Cicerone da un diverticolo (g13) della via Appia antica (G), poco a nord-ovest di C. le Orazi (g16). 1 materiali sembrerebbero attestare la presenza di una casalfattoria di età arcaica e in età medio repubblicana di una struttura a carattere rustico-residenziale con un'ultima fase compresa tra la prima età imperiale e almeno la fine del IV secolo d.C., durante la quale l'impianto raggiunge forse estensione di mq. 56.000.

1014. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 218-216 s.L.m, «Pelaggi» - C. Orazi

Nel terreno vignato che, dalla sommità del colle occupata dal Casale Orazi, scende con leggero pendio verso il margine settentrionale di via delle Vigne Nuove, e soprattutto nel settore a est del casale, su un'area di mq. 2200 circa, affiorano in media concentrazione, frr. di tegole a impasto arcaico, a impasto chiaro tardo-arcaico/alto-repubblicano (Tav. IV, 14), fr. di tegole e coppi a impasto chiaro di età romana (Tav. IV, 11) e fr. di tegole a impasto rosso di età romana (Tav. IV, 12), cubilia in selce (em 6,5x7,5), frr. di dolio sia a impasto rosso, tra cui rari di età arcaica che, in quantità minore, a impasto chiaro, rari fr. di ceramicaa impasto, vernice nera, comune, soprattutto da fuoco, e anfore. I materiali, seppure in minore concentrazione continuano ad affiorare anche nel frutteto confinante, che raggiunge δα La diversa consistenza dellaffioramento quasi alla base del colle è dovuta, presumibilmente, anche αἱ diverso tipo di uilizzo agricolo del suo10 che consente una minore visibilità. "= L'attuale propietario ricordadi averne trovati diversi iù accatast

Impasto grezzo = 2 fir. di parete pertinentia forme non idd. Vernice nera 1 fr di coppa dall'orloa sezione triangolare tipo Morel 1994, 25386 1, prodotto in Etruria, databile intorno al terzo quarto del ΠῚ sec. aC? intorno alla casa, mentre altri ne rinvenne nell scasso del terreno, ora a vi gna, che scende verso via delle Vigne Nuove, nel settore più prossimo alla strada. More. 1994: 181,pl 54; Βεκνακοινὶ 1986: 132 Te

Fig. 483. «Pelaggi». Cunicolo(n. 1013).

Fig. 484, «Pelaggi». Cunicolo (n. 1013).

Comune da mensa e da dispensa. = 1f di orlo pertinente a forma non id.

Opus — — =

Comune da fuoco = 1 fr. di orlo di tegame con listllo assimilabile all'esemplare rinvenuto a Velletri, nel sito di Colle Palazzo, in stratigrafia comprese trail IVe il VI sec. d.C." confrontabile, meno puntualmente, con il fr. proveniente dal Celio, Basilica Hilariana, Pacetti 2005, tav. X, 72, attestato in contesti di fine VI-inizi VII sec. d.C. (Tav. XXIL, 5). ~ 6 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore

— 1 fidi puntale di Dressel 24, anfora vinaria, di produzione tirrenica, aco», diffusa tra il 70/60 a.C. e a fine de I, inizi del II sc. — 1 fr di ansa di produzione africana. —1 fi di parete di produzione spagnola. ~ 1f di parete di produzione tirenica. 3 fr. di paretedi produzione africana. ~ ὅς di paretedi produzione orientale. ~ Lf di parte di produzione non id. δ 7» 77 7" 780

MenaRELLI 2005: 185 fig. 3 n. 4, 188. Pacer 2005: 454-455. Vd, 361 nota 4032,381 note 4104-4105. La proprietà si trova al civico n. 17.

doliare 1 fr di orlo non id. in impasto rosso di età romana. 1 fr, di parete in impasto rosso di età romana. 1 fr. di parete in impasto arcaico.

1015. BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 210 s.l.m. «Pelaggi»

Lungo il viale sterrato che staccandosi dal lato orientale li via delle Vigne Nuove conduce a una proprietà, immediatamente al di sotto di C. le Orazi”, prima che la strada curvi verso sud, restano almeno quattro basoli in selce, mentre alcuni altri, tra cui uno spezzato, sono nella cunetta a lato della strada, forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud fino ai Colli di Cicerone da un diverticolo (g13) della via Appia antica (G), poco a nord-ovest di C. le Orazi (816). Sul margine dx. del viale rimane un cumulo di scaglie di selce e materiale antico, soprattutto da costruzione, tra cui un blocco parallelepipedo in peperino (m 1,20x0,54x0,35), oltre a fir. di pance di dolio e frr. di ceramica comune, probabilmente riferibili all’arca soprastante” (n. 1014). 7 I proprietario el fondo riconda che, durante lo scasso del terreno, furono rinvenuti due blocchi parallelepipedi di dimensioni analoghe, uno dei quali trasportato altrove da un contadino della zona, e una “statuina” ora dispersa.

interna, di piatto tipo Conspectus 3.1.2, databile tra il 30/40 e il 1004C. — fx. di parete pertinente a forma non id.

Fig. 485. «Pelaggi». C. Orazi. Basoli (n. 1014). 1016. AREA DI FRR. FITTILI E BASOLI m 221-217 s.l.m. «Pelaggi»

Lungo le pendici sud-orientali fin quasi alla sommità dell’ altura affacciata sul lato settentrionale della sterrata che si allontana verso ovest dalla via Appia antica, m 150 circa a nord-ovest di Casale Orazi, si nota un'affioramento di frr fit ‘Su un'area di mq, 1600 circa, che a partire quasi dal margine della sterrata si allunga fino alla sommità dell'altura (Fig. 486), sono presenti in media concentrazione frr. di tegole a impasto arcaico, a impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, fr. di tegole a impasto rosso di età romana e coppi di grandi dimensioni ad impasto chiaro di età imperiale, e scaglie di selce di medie e grandi dimensioni insieme a numerosi cubilia in selce (cm 6x5), e frr. di lastrine in marmo insulare (spess. cm 1,8), frr. di dolia a impasto rosso, ceramica comune, oltre ad alcuni frr. di sigillata e di anfore. Quasi al centro del colle, spostati leggermente verso nord rispetto all’affioramento, restano anche due grossi basoli in selce, forse riferibili ad un diverticolo che si staccava verso ovest dalla via Appia antica con andamento parallelo a. via Palaggi (g13). L'affioramento sembrerebbe riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, tra l'età medio e tardo repubblicana, si è sviluppato un impianto residenziale con pars rustiδὰ in uso almeno fino alla fine del II secolo d.C., esteso su un'area di almeno 16.500 mq., presumibilmente raggiunto da un diverticolo della via Appia antica (513). Sigillata italica 1 fr di orlo distinto e leggermente estroflesso, con solcatura 7 Conspectus: 6, tav. 3. I tipo corisponde a Goudineau 34; Pucci. 15,14: 19, 13:15. τ Rizzo 2003: 52, 60. È possibileun confronto anche con una coppa rinvenuta a Monte Gelato in un contesto del 170-190 d.C. (Montegelato 1997: 341, fg. 226.92). "Carta 1978 [1987]: 72, 74 dallo strato VI. 7» Osta IE 101, 260-261, av, XXVII 7 QuerSE 2005: 8. 7" L'esemplare simile a Osta IL 207: 627; Pasi 1971:38; MAT 1990; 29:35; Fao, Ciao 1990-41-47; ἔτεινε, MAE 1993-1994: 01

Pareti sottili = 1 fi. di coppa dall'orlo a fascia sagomato, la parete presenta una decorazione incisa a pettine, costituita da linee verticali, tipo Rizzo 2003, tav. XIII, 38”, di probabile produzione locale. I ipo è attestato a Roma in un cotesto databile intorno al 100-150 d.C. (Tav. XXII, 6). Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di fondo di anforetta non id. — ἄς di fondo di olla non id. - 2 fi di parete pertinenti a forme chiuse non idd. — 1 fi di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fi. di orlo ingrossato di bacino assimilabile al tipo Carta 1978, fig. 82, 104, da cui differisce per il profilo maggiormente arrotondato, attestato in contesti di fine I-inizio I sec. a.C." (Tav. XXIL 7). τ fr. di orlo di coperchio arrotondato tipo Ostia I 515°”, attestato in contesti datati in età Πανία, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.) — | f di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con il tipo Ostia III 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d.C. = 1 ft. di presa di coperchio assimilabile al tipo Olcese 2003, tav. XIX, 3, attestato in contesti compresi tra la fine del IV il sec. aC (Tay XXII, 8). = 1 fi. di fondo di casseruola non id. 1 fr. di parete pertinentea forma non id. Anfore = 1 fr di orlo e 1 fr di ansa (Tav. XXII, 10) di Dressel 14= Beltran IV A, anfora impiegata peril trasportodi conserve di pesce, di produzione betica”, diffusa dall'età augusteatiberiana alla finc del IVIM sec. d.C.” 1 fr. dirlo di Gallica4, anfora vinaria prodotta quasi esclusivamente nella Gallia narbonese™, diffusa a partire dall'età augustcoftiberiana al ΠῚ sec. d.C. "*. 2 fir. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, prodotta in area vesuviana, diffusa tra il 70/60 a.C. e l'inizio del MI sec. .C.™. = 1 fr. di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del I, inizi del II sec. d.C.* — 1 fr. di ansa di anfora da garum, di produzione spagnola (Tavy. XXII, 9) — 1 fr di ansa di produzione non id 7" BELTRAN LLORIS 1990: 224. 7" DaLL Antico 1990: 124-125, 7" Questo tipo di anfora fu imitato nella penisola iberica ιλύμενηιξιμει 1985: 390-392; Rizzo 2003: 150). 7" LAURENHEMER 1989: 132-135; LAUBENHEDMER 1990: 101 ἀιαυμενμειμεν 1998; Rascatou 2000. 77 Vd. 361 note 4032-4033. 7» Vd, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. 781

Fig. 486. «Pelaggi». Area di frr. fitili: pendici sud-orientali (n. 1016), Opus doliare — 1 fr di fondo in impasto arcaico. — 2 frr. di parete in impasto arcaico. 1017. BasoLI m 218 «Pelaggi»

s.Lm.

Sul margine di un vigneto che costeggiail lato meridionaledi una sterrata che si dirige verso ovest, staccandosi dal lato dx. di via Appia antica, m 120 circaa nord di C. Orazi, sono accatastati tre basoli in selce di medie dimensioni, forse riferibili a un diverticolo che si staccava verso ovest dalla via Appia antica con andamento parallelo a via Palaggi (g13). 1018. ΒΑΒΟΙῚ m 225 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Palaggi All'altezza del punto in cui l'Appia antica (G suo percorso ben riconoscibile nella sterrata che scende per m 650 circa verso l’attraversamento di un ramo del fosso di Mele (Ponte Scuro), si notano, appoggiati in prossimità dell'ingresso di un'abitazione”, alcuni basoli in selce. Pochi basoli sono scivolati nella cunetta che costeggia il lato sx. della strada, all'interno della recinzione, mentre almeno sei 7" L'ingresso corrisponde al n.97 di via Appia antic, 782

di grandi dimensioni sono stati riutilizzati per la realizzazione di una stradina in cemento che costeggia il margine sudorientale della proprietà. Altri sette basoli sono appoggiati sul bordo di questa stradina, m 40 circa dal ciglio della via Appia, e ancora altri due sono seminterrati nella scarpata che funge da limite di proprietà, poco più a valle.

1019. LASTRICATO STRADALE C. le Ottone Basso - Via Appia Antica Lungo il margine sx. della sterrata che scende fino all'attraversamento di un ramo del fosso di Mele (fosso di Ponte Scuro), ricalcando in gran parte il tracciato della via Appia (G) (largh. m 2,70) di cui riutilizza alcuni basoli”® (Fig. 487), m 550 circa a nord del fosso (Ponte Scuro) è visibile a m-0,30 circa, il basolato per una lunghezza di m 1,25 ed una larghezza max. di m 0,50. 1020. BasoLi m 224 s.l.m. C. le Ottone Basso - Via Appia Antica Ai lati dell'ingresso ad una delle proprietà sul lato sx. di via Appia antica (G), nel tratto che scende verso un ramo del fosso di Mele (fosso di Ponte Scuro), sono accatastati almeno venti basoli in selce, soprattutto di grandi dimensioni, in°° Nell serrata sono riutilizzati alcuni basli in scce, si interi che spezzati

Fig. 487. C. le Ottone Basso. Via Appia Antica (n. 1019)

Fig. 488. «Pelaggi». Basoli (n. 1022).

teri, e un blocco parallelepipedo in peperino (m 0,75x0,60x 048

1023. LASTRICATO STRADALEm 212 s.l.m. C. le Ottone Basso - Ponte Scuro

1021. BASOLI m 216 s.l.m. «Pelaggi»

Lungo la sterrata che conduce ad una delle proprietà sul lato dx. di via Appia antica (Ὁ), m 190 circa a nord dell’attraversamento di un ramo del fosso di Mele (Ponte Scuro), sono accatastati almeno sei basoli in selce. Altri quindici restano in prossimità della casa in costruzione". 1022. BASOLI E AREA DI FRR. FITTILI m 205-199 s.l.m. «Pelaggi»

All'ingresso della proprietà sulla piccola altura che si affaccia sul lato dx. di via Appia antica, m 80 circa a nordovest dell'atraversamento di un ramo del fosso di Mele (Ponte Scuro), sono appoggiati tre basoli in selce di grandi dimensioni (Fig. 488). Il terreno, in forte pendio verso sudest, occupato da vigneto e compreso tra il lato orientale del Viale d'accesso all'abitazione e la via Appia antica, restituisce, in concentrazione medio-bassa, a partire da metà circa dell'altura fino quasi al margine della via antica, per una superficie complessiva di mq. 700 circa, numerose scaglie di selce, alcune ancora ammaltate, e piccoli fr. di tegole e laterizi™. I basoli sono riferibili al lastricato della sottostante via Appia antica (6). L'esiguità dell’affioramento, in considerazione della sua posizione al margine della viabilità antica, permette solo in via ipotetica di supporre la presenza diun piccolo edificio forse a carattere sepolcrale, sebbene non possa escludersi, considerate le aree interposte non accessibili, che i materiali costituiscano la dispersione del sito individuato aest (n. 1014). "La proprietà corrisponde al civico n.99 di via Appia antica. 7 La proprietà corrispondeαἱ civico n. 6 di via Appia antica. 1 D proprietario del fondo riferisce che in occasione delle aratue incontra ancora le erste di muri antici, 7" I blocchi della sotruzionesi trovano a m 2,70 dal margine orienta-

Lungo la sterrata (largh. m 3 circa), che ricalca in gran parte il percorso della via Appia antica (G), m 200 circa a nord dell'attraversamento di un ramo del fosso di Mele (fosso di Ponte Scuro), resti del lastricato stradale per una lunghezza max. di m 0,70 sono visibili in sezione, sul margine sx. a circa m - 0,75 dal p.d.c. Altri basoli in selce di grandi dimensioni si trovano a dx. della cunetta lungo la quale defluiscono le acque meteoriche. 1024. SOSTRUZIONE STRADALE E BASOLI m 211 C. le Ottone Basso - Ponte Seuro

Sul Jato nord-orientale della sterrata (largh. m 3,40 circa), m 36 circa a sud del tratto n. 1023, rimangono resti della sostruzione che doveva delimitare il lato sx. della via Appia antica (G). È visibile per m 13,20 di lunghezza ed un

solo flare in altezza, con blocchi parallelepipedi di peperino di lunghezza compresa tra m 0,85 e 1,20, posti di taglio (Fig. 489 a-b). Alcuni basoli in selce perlopiù di medio-grandi dimensioni sono scivolati alla base della scarpata (alt. m 1,20 circa) che separa i resti della sostruzione dalla sterrata moderma, la quale, in questo punto, si sovrappone parzialmente alla Via Appia". 1025. SOSTRUZIONE STRADALE E BASOLI m 210 s.l.m. C. le Ottone Basso - Ponte Scuro

Circa m 30 a sud del tratto n. 1024, sul lato sx. della sterrata che ripete il percorso della via Appia antica (G) rimanc un tratto di circa m 2,50 circa di sostruzione della via ledella sterrata Sul lato oppostodella strada livello del terreno atiguo si alza notevolmente con una rida scarpata, αἱ di soto dell quale dovrebbe trovarsi i] margine occidentale della strada antica 7" In questo tato l'inerro della scarpata aumenta notevolmente, per cui non è escluso che i blocchi si trovino ancora al di soto di esso. 783

delimitava il lato dx. e ampie porzioni del lastricato. In questo tratto la strada è delimitata da muraglioni di contenimento su entrambi i lati, anche se antico risulta soltanto quello sul lato dx., per una larghezza complessiva di m 6,60 circa?" Questo muro che sostruisce la strada a monte, in opera quadrata di peperino, ὃ conservato per m 16,80 di lunghezza, per riapparire appena affiorante, trai rovi e l'interro, m 5 più avanti, verso il fosso (Fig. 491). È visibile per un unico filare di altezza, con blocchi posti di taglio, di lunghezza variabile, da m 0,75 a 1,22 fino a 64 e alti m 0,56 circa, fatta eccezione per il primo, posto di testa ad ammorsare verso l’interno. ΑἹ di sopra della sostruzione, m 3 circa all'interno, resta la sede della via antica, lungo la quale appaiono sporadici tratti di basolato, il più cospicuo dei quali è largo m 3 circa e lungo m 2,20. Il muro sul lato opposto, verso valle, è stato ricostruito in un'età più recente in una grossa opera incerta di selce, a secco, presumibilmente riutilizzando anche basoli stradali. È alto m 1,30/1,60 ed è visibile per m 25 circa di lunghezza a partire dal margine orientale della strada moderna dalla quale si allontana progressivamente seguendo l'orientamento della viabilità antica” (Fig. 489 e-f). 1027. SOSTRUZIONE E LASTRICATO STRADALE m 197 slm. C. le Ottone Basso - Ponte Scuro

tl aca do

τ

Fig. 489. C. le Ottone Basso. Ponte Scuro. Via Appia antica: sezioπὶ (nn. 1024-1027).

Appia” (Figg. 489 c-d, 490). E visibile per un unico filare di altezza con blocchi posti di testa di larghezza compresa tra m 0,36 e 0,54 fino a 0,60, di altezza oscillante tra m 0,55 € 0,60”. Alcuni basoli in selce fuori posto si notano lungo la scarpata.

In prossimità dell'attraversamento di un ramo del fosso di Mele (fosso di Ponte Scuro), al termine del muraglione a scapoli di selce che lo ha sostituito nel tratto precedente (n. 1026), si conserva un tratto del muro che conteneva la via Appia (G) sul lato sx. È visibile per m 12,70 di lunghezza ed un'altezza max. di m 2 circa, per quattro filari di altezza, posti alternativamente di testa e di taglio?" (Figg. 489 gh, 492). La lunghezza dei blocchi varia da m 0,94 a 1,32 fino a 1,44, mentre la larghezza oscilla tra m 0,48 e 0,56 c l'altezza. tra m 0,56 e 0,60. In questo tratto, m 1,70 circa al di sopra. della sostruzione a blocchi e m 2,50 circa all'interno, una stretta terrazza costituisce la traccia dell'antica sede stradale, della quale restano anche alcuni brevi tratti del basolato, per una larghezza di m 3,50 ed una lunghezza di 3,20 circa.

1026. SOSTRUZIONE E LASTRICATO STRADALE m 198 s.l.m. C. le Ottone Basso - Ponte Scuro

1028. AREA DI FRR. FITTILI m 226 s.l.m. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso.

Circa m 88 a sud del tratto n. 1025, dopo che la sterrata attuale si discosta dalla via antica (G) spostandosi leggermente a ovest", rimangono resti della sostruzione che ne

Lungo il lato occidentale di via Colle Ottone Basso, m 400 circa a nord dell'incrocio con via Appia antica, il recente scavo per la costruzione di un nuovo edificio”, a circa m 30 dal ci-

P Qui la strada sterrata è largam 3,50 ei blocchi della sostruzionesi trovano a m 4,20 circa dal soo margine orientale. A partire da qui la carrareccia si allontana dall'asse della via antica, piegando leggermente verso ovest. Basol fori posto continuanoa notarsi lung la scarpata. 7 L'ultimo blocco visibile fuoriesce dl filo ε permettedi notare, sl a faccia superiore, l'incasso per facilitare la sistemazione del flne succes sivo, I blocchi presentano gli angoli smussati, 7" Nei primi m 29,50 di questo tato rovi e interro coprono qualunque traccia lungo la scarpata orientale della sterata a quale, a partire di questo punto, piega verso ovest e inizi ad allontanarsi dall'asse della strada antica, atreversandola, sino ad incontrare, sempre lungo il suo margine orientale, m 59 circa più avanti, a ostruzione che delimitava ormail lato occidentale della Via Appia. A questa altezza a sterrata costeg

gia ul lato occidentale la viabilità antica, che prosegue invece diritta in direzione del fosso. 7" Escu 1988: 16 fg. 2a punto4, 21; Esci 1997: 9, 10 fig. 1a punto 12. Stimando l'ampiezza della sede carrabile lasricata nell misura consueta dim 4 I0 circ, restanom xxx disponibil per i marciapiedi 7? Longo questo tato la distanza ta il muro a scapoli di selce, che dovrebbe proseguire andamento della sostruzione antica su questo lato,e Ta sterrata aumenta da m 420 iniziali i m 7,50 circa verso la fine, nel punto incui, sul suo margine orientale appare ormai la sosruzione del lato occidentale della vía antca. ἜΜ Nel terreno sottostante il muro di sosruzionee sulla scarpata che scendeαἱ osso sottostante si vedono alcuni baslirotolai 7 La dorsale collinare attraversata da via Colle Ottone Basso a questa

784

Fig. 490. C. le Ottone Basso. Ponte Scuro. Via Appia antica: sostruzione (n. 1025).

Fig. 491. C. le Ottone Basso. Ponte Scuro. Via Appia antica: sostruzione (n. 1026)

glio della strada, ha permesso di notare la presenza di frr. di laterizi da colonna a un quarto di cerchio a impasto chiaro, tegole a impasto chiaro di età romana e scaglie di selce ammaltate. Nel vigneto immediatamente a nord, nell’area più eminente che si allunga costeggiando via Colle Ottone Basso, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di mq 950 circa, soprattutto frr. di tegole a impasto arcaico e rosato di età romana, alcuni laterizi a un quarto di cerchio per colonne oltre a pochi frr., generalmente di piccole dimensioni, di ceramica a impasto e ceramica comune?" È ipotizzabile che l'affioramento, unitamente a quello sul lato opposto della strada (n. 1029), possa riferirsi ad una piccola fattoria/casa di età arcaica sulla quale presumibilmente durante l'età repubblicana si è sviluppato un impianto in uso successivamente fino, forse, all'inizo del III secolo d.C., esteso tra il fosso di Mele e la via Appia antica, su una superficie ricostruibile di almeno mq. 33.000.

via Colle Ottone Basso, abbracciata dal fosso di Mele alla base del versante orientale e da un suo affluente lungo quello occidentale, caratterizzato da pendici più decise, si trova un un vecchio casolare?" di fronte al quale restano quattro blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,98x0,58x0,50; 1,16x0,50x0,58; 0,58x0,50x0,54)"" (Fig. 493). Nel vigneto compreso tra il lato meridionale del casolare e la strada, in particolare nella fascia antistante l’edificio, che scende con moderata pendenza verso est fino al fosso sottostante, sparsi su mq. 2100 circa, affiorano, in media concentrazione, scaglie di selce, pochi frr. di piccole dimensioni di materiale edilizio a impasto arcaico e a impasto chiaro di età repubblicana, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, diversi frr. di dolio a impasto arcaico, frr. di sigillata africana, africana da cucina, comune da fuoco e anfore. T materiali, unitamente a quelli sul lato opposto della strada (n. 1028), sembrerebbero attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, presumibilmente durante l'età repubblicana si ὃ impiantata una struttura rusticoresidenziale, in uso successivamente tra il Le l'inizio del ΠῚ secolo d.C., esteso tra il fosso di Mele e la via Appia antica, su una superficie ricostruibile di almeno mq. 33.000.

Impasto grezzo

— 1 fi. di lla dall’orlo estroflesso del tipo Carafa 1995, 371, di produzione locale”, attestato a Roma a S. Omobono in stratigrafie del 530/520-500 a.C. (Tav. XXI, 1). Comune da mensa e da dispensa — 2 frr di parete pertinenti a forme non ida. Comune da fuoco = 1 ft di fondo di olla non id. 1029. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 225 slm Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

Impasto grezzo — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana = 1 ft di orlo di coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A', databile tra il 150e gli inizi del ΠῚ sec. d.C"

Sul lato orientale della dorsale collinare attraversata da

Africana da cucina ~ | ft. di orlo di piatto[coperchio ingrossato all'estremitàe indi-

altezza si affaccia ad ovest sulla sottostante via Appia antica ed è delimitata ‘base del versante orientale dl fosso di Mele. La proprietà corrisponde al civico π. 34. I proprietario ricorda che i lavori per l'inpianto della vigna, proprio in questo settore dell’area, misero in luce fondazioni di muri ed anche un lacerto di pavimento a mosaico a tessere bianche e nere. 7" CARAFA 1995: 153, 155 fi. 7" L'edificio corrisponde al civico n. 173.

© I proprietario ricorda che i blocchi attualmente sistemati sul lato del vecchio edificio provengono dallo scasso per l'impianto della vigna luno le pendici nord-orentli © che nella medesima occasione si rinvennero anche molte scaglie di selce e moltissimo materiale da costruzione antico, ‘ea cui "colonne di muro”, e fr. di ceramica. Nel giardino dell'abitazione del proprietario del fondo, sulla SP. 95/a via Appia Vecchia, sono conscrvati alcuni materiali a cul provenienza da quest'area non è però confermata (0.595). 785

Fig. 492. C. le Ottone Bas o. Ponte Scuro. Via Appia antica: sostruzione (n. 1027).

Fig. 493. Colle Ottone. Via Colle Ottone Basso. Blocchi (n. 1029)

stinto dalla parete tipo Ostia II, 302", attestato dall'inizio del Lalla seconda metà del II sce. d.C.

notano almeno tre basoli in selce di grandi dimensioni, riferibili al vicino percorso della via Appia antica (G)

Comune da mensa e da dispensa —4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco ~ 1 fr di orlo di = 1 fr di orlo di — 1 fr. di orlo di — 2 fr. di parete

piatto/coperchio di imitazione africana non id. tegame non id. coperchio non id. pertinenti a forme non idd.

Anfore το 1 fr. di ansa di produzione spagnola. — 1 fr. di ansa di produzione africana. — 3 fir. di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del II, inizi del ΠῚ sec. dicm — 2 fir di parete di produzione spagnola. —2 frr di parete di produzione africana, — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione orientale. — 3 fir di parete di produzioni non idd. Opus doliare —3 frr di parete in impasto rosso di età romana. 1030. ΒΑΒΟΙῚ m 219 s.Lm. Colle Ottone - Via Colle Ottone Basso

Sul margine occidentale di via Colle Ottone Basso, altezza del punto nel quale la strada piega decisamente ad est per riprendere dopo un breve tratto l'orientamento nord-sud, si Atlante I 26, tav XIV, 4. Hayes limit a diffusione cronologicadel tipo alla seconda meth del Il ec. dC. 7 Adlante I: 212-213, tav CIV, 1; cf. AGUAROD Or. 1991: 245-246 fig. 45 on. 1-2, 305, la quale distingueil ipo in più varianti 7" Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. © La proprietà corrisponde al civico n.312. 7 La proprietà, dove è possibile possa localizza il ito antico, è occopta da un frutteto a fondo incolto, raggiungibile da via di Formello, il 786

1031. AREA Di PRR, FTTTILI m 218-208 s.Lm. Via di Paganico II sistema allungato di Colle Stringa scende verso sud, compreso tra i fossi di Mele e di Civitana, articolato in due alture progressivamente più basse. Quasi alla base del versante sud-orientale del colle meridionale, in un vigneto sulle ripide pendici orientali, poco al di sopra di F. na Paganica”, affiora un'area di frr. fittili, su una superficie di mq. 2300 circa in media concentrazione, maggiore nella zona più alta quasi in piano, in prossimità di una bassa scarpata artificiale al di sopra della quale si allarga un ampio pianoro”. L'affioramento restituisce scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, molti fr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, fr. di te, alcuni a impasto rosso, in percentuale leggermente inferiore frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana, tessere di mosaico nere di piccole e medie dimensioni, frr. di dolio e di ceramica a impasto, rari fr di sigillata africana, africana da cucina e comune da fuoco, diversi di anfore". L'affioramento, anche in considerazione delle caratteristiche morfologiche, sembra interpretabile come un'area di dispersione e scivolamento, forse addirittura riferibile alla. villa nn. 963-966, o dal pianoro immediatamente soprastante, presumibilmente occupato da una casa/fattoria di età arcaica e successivamente, nel corso della media età imperiale da un edificio a carattere rustico, in uso fino alla fine del IV, inizi del V secolo d.C. ‘quale? risultato inaccessibile. A questa altezza, nella proprietà adiacente sul Jato meridionale, adibita a giardino, la morfologia conserva traccia di un morbido salto di quota artificiale nella cui scarpata, in sezione, affiora una notevole quantità d scaglie di selce medie e grandi. 7 Diverso materiale, sopratutto da costruzione e scaglie dî selce, è scivolato anche più in basso, in un terreno immediatamente a sud, separato. da aree occupate da abitazioni.

Impasto grezzo — | fr di coperchio con presa a pomo piatto. Il tipo compare a partire dallaΠῚ fase laziale, anche se le caratteristiche dell'impasto ne consentono un'attribuzione ad età arcaica come suggerisce il confronto con l'esemplare da Crustumerium, Quilici, Quilici Gigli 1980, sito Z, tav. LVI, 4° (Tav. XXIII,2). — 6 frr. di parete pertinenti a forme non idd. a forma chiusa (olla) di piccoa disco pertinente — 1 fi. di fondo Je dimensioni non id. — 3 fr di parete di medio spessore pertinentia forme di mediograndi dimensioni (olla) non idd. Impasto rosso — 1 fr di parete di impasto rosso pertinente a forma chiusa non id. Sieillata africana — 1 fr di tesa profilata di scodella a pareti ricurve, tipo Fallico 1971, fig. 30, A149, in produzione D', databile ta fine IV einizi V sec. d C77. 2 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd., in produzione A/D, databile a partire dall'età Severiana.

1032. AREA DI FRR. FITTILI m 217 s.l.m. Font. na Paganica - Via di Paganico

Quasi alla base del versante sud-orientale del colle occupato da Casale Marforio, abbracciato dalla confluenza tra i fossi di Paganica e di Civitana, su una bella terrazza occupata da vigneto, aperta a sud e delimitata sul versante orientale da alta scarpata artificiale, mentre verso ovest scende con pendio più acclive™, è un affioramento di fr fitti. In corrispondenza del margine sud-orientale dell'area, si riconoscono, sparsi in bassa concentrazione su una superficie di mq. 1300 circa, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole a impasto arcaico e tardo arcaico, meno a impasto chiaro di età romana, oltre a pochi fi. di ceramica comune ed anfore”. Materiale antico, tra cui pance di dolioad impasto sia arcaico che chiaro di età romana e fr. di tegola ad impasto arcaico sono riutilizzati anche nel vecchio tinello che insiste sul margine meridionale del pianoro. Considerata l'esiguità del terreno ricognibile e la consistenza dell'affioramento è presumibile che l’area individuata sia marginale al sito antico che forse si allarga verso nord, occupando il settore del pianoro su cui insiste il C. Marforio™. È ipotizzabile che possa trattarsi di una piccola casa/fat-

Africana da cucina — 1 fi. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia 1, 261° attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. dC. — 1 fi di parete presso il fondo e solcato da scanalature orizzontali pertinente a casseruola non id.

toria di età arcaica sulla quale almeno a partire dalla tarda età repubblicana si è impiantata una struttura rustica della quale i materiali notati non sembrerebbero consentire una definizione cronologica delle fasi.

Comune da fuoco — 1 ft di parete pertinente a forma non id.

Comune da fuoco — 1 fi di fondo pertinente a forma non id. — 3 frr di parete pertinenti ἃ forme non id

Anfore

~ 1 ft di oro di Gallica 4, anfora vinaria prodotta quasi esclusi vamente nella Gallia Narbonese™ diffusa a partire dall’età augustcoftberiana al I sec. d.C." ~ 1 fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'A: Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del T sec. aC. e la fine del IV sec. d.C ~ 1f di parete di produzione vesuviana. ~ fr di parete di produzione tarraconese. = | fr di parete di produzione tirrenica — 1 fe di parete di produzione non id. Opus doliare — 2 fir di pare

impasto arcaico,

»» Quia, Quia Grout 1980: 154, 77 Atlante I: 82-83, tav. XXXII, 2. Hayes data i tipo trail 32040014204.C. ‘9 Arlant 212, tav. CIV, 7; ft: AGUAROD OTAL 1991: 248-249 figg. 48:51, 308-311, la quale distingue il tipo in pid variant e nota un'evoluzione della forma, che in epoca giulioclaudia ha pareti piuttosto dritte e orlo quasi indisint, mentre in seguito l'oro ingrossato assumei tipico profilo triangolare ele parti sono curve 7" Questo tipo di anfora fu imitato nella penisola iberica (LavnenaizimeR 1985: 390-392; Rizzo 2003: 150). 7" LAURENHEIMER 1989: 132-135; LAURENHEIER 1990: 101: LaupenHEER 1998; RAscaLoU 2000.

Comune da mensae da dispensa — 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore = 1 puntale 1 f di paretedi di Dressel I, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa ta il 145/135 e il 10 a.C." — | fi. di parete di produzione tirrenica 2 fir. di parete di produzione spagnola. 1033. MATERIALE sPORADICOm 211 s.l.m. Via dello Speziale

Sulla sommità di un colle a sud-est di Fina Paganica, il quale beneficia di un'ottima esposizione, in corrispondenza di una proprietà che insiste nel settore nord-orientale del pia1 VA. 373 note 4076, 4077, 4078. 1% La proprietà corrisponde al civico n.250. Nel settore centrale, più alto, un edificio di recente costruzione mentre i ereno circostante risulta incolto 77 Qualchefi. i anfora si nota anche in sezione nell'alta scarpata che costeggia ἢ lato a monte dell strada che da via di Paganico raggiunge la proprietà, immediatamente al di sotto del vigneto. 7» area circostante il vigneto risulta irrcognibile in quanto occupata in parte da abitazioni, in part incolta. Il settore settentrionale adiacente, che ricade in un'altra proprietà raggiungibile da via di Formello è invece risultato inaccessible. Ἢ Vd. 331 note 3891, 3892, 3893. 787

noro, intorno ad un antico casale recentemente ristrutturato, si nota un affioramento di frr. fitili”*. Nel terreno a giardino circostante l'abitazione, che consente una bassissima visibilità, si notano rare scaglie di selce di medie dimensioni, alcuni frr. di tegole a impasto arcaico e chiaro di età romana, oltre a rarissimi e piccoli fr. di anfore. Molti fr di tegole a impasto arcaico, a impasto rosa e chiaτὸ di età tardo arcaica-alto repubblicana e, in minore quantità, a impasto rosa di età romana, oltre a numerosi frr. anche di grandi dimensioni di dolia a impasto rosso di età romana, scaglie di selce e qualche frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, affiorano lungo il bordo della recinzione con cui la proprietà costeggia la strada”. Malgrado la relativa esiguità dei resti, presumibilmente in relazione al grado di visibilità dell’area, sia la posizione che l’esistenza nel sito di un vecchio casale nel punto meglio esposto™™, sembrerebbero indicare la presenza di una piccola casa/fattoria di età arcaica e successivamente, almeno di un impianto rustico.

conservati nel giardino e almeno altri dieci interi piü alcuni spezzati riutilizzati nella muratura del vecchio edificio™. 1035-1036. MATERIALE SPORADICO E AREA DI FRR. FITTILI m. 220 s.m. "S. Pietro”

AI termine di una strada che sî inoltra verso ovest da via Nettunense/via dei Cinque Archi si raggiunge una proprietà privata, delimitata sul lato occidentale da una strada interpoderale, che corre leggermente sopraelevata rispetto al piano del terreno, con andamento vicino all'asse nord-sud"", ricalcando presumibilmente il passaggio della via Mactorina (L): ad essa dovrebbero riferirsi i quattro grossi basoli in selce

1035. Materiale sporadico, Sul lato occidentale della SP. 87/0 via Nettunense/via dei Cinque Archi, poco a nord della biforcazione con la SP. 97/ via dei Fienili, è un bel pianoro, abbastanza eminente ed interessato dal passaggio della via. Mactorina, la quale doveva lambirne il margine occidentale (n. 1034). L'arca corrisponde alle vecchie proprietà Zaottini e Latini nelle quali il Catalogo Nardini ricorda il rinvenimen10%, alla fine degli anni Venti del Novecento, oltre ad un fr. di trapezoforo con grifo e foglie di acanto", di numerosi frr. di lastre campana: due con colonne e capitelli”; una con palmetta? una con rosette e palmette™*; una con figura femminile; due confoglie e volute intrecciate”; una con colonna atortiglione e capitello”; una con decorazione architettonical; una con palmetta nascente da due volute”; una con palmetta”:"; una con piedi nudi e foglie di acanto”; una con braccio nudo femminile che suona la lira”; una con foglia di acanto, una con viticcio, una con foglie, una con figura maschile nuda coperta da un drappo, una con calice, una con viiccie rosette”; una con maschera femminile, una con colonnina spirale, una con orlo a palmetta, una con piedi nudi?*. 1036. Area di frr. fitli. Nel terreno vignato all’interno della vecchia proprietà Latini”, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di 800 mg. circa, oltre a rarissime

D La propriet corrisponde al civicon. 52A. 7" Un abitante del logo ricorda che negli anni Cinquanta del Novecento nel fre Io scassato per l'impianto del vigneto, nel terreno immediatamente a Std del casale, i rinvenne un pavimento a mosaico a piccole tessere bianche e nere. L'area dovrebbe grosso modo corrispondere alla parte della proprietà di recente alienata e ora occupata da una nuova abitazione. La ricognizione del settore meridionaledel pianoro e delle pendici settentrionali non ha foritoalun riscontro mentre non è stato possibile indagare né l'olivero che scende verSoest, sul rero ἀεὶ casale, nl vigneto che occupa le pendici occidentali. 77 Sulle pareti estere del casale quasi interamente coperte da intonaco, sono stati murati alcuni fr. di anfoca, tra cui anse di Dressel 2/4, qualche fr di comune da dispensa e di tegola a impasto chiaro di tà romana, i quali per, ἃ detta dell atuale proprietario, provengonoda lta località (Vascucce) 77" La proprietà, al civico n. 76, nota anche per atri rinvenimenti (n. 1035) risulta ancora oggi degli eredi Zaotni 7 La proprietariadel fondo, che ringrazio per aver consentito 'acces50, ricorda che lavorando il terreno a ridosso della strada attuale spesso venivano “cavati i basolî dell'antico selciato, ad una quota leggermente inferore rispetto allattuale piano della strada. Trace del percorso antico sono state completamente obliterate dal recent allargamento delle sede stradale, che correva leggermente spostata ad ovest e daasfaltatur ° Part del terreno in cui si ebbero rinvenimenti è ancora oggi di po pret egli ered Zaotn, mente i terrenidi proprietà Latini, che occupavano il ettore settentrionale dl pianoro risultano suddivisi in almeno tre diversi propretri (icca, Filipponi e Leon) e risultano molto più edificati rispet alla proprietà Zaotini, corrispondente l civico. 76 di via dei Cinque Archi che ha ‘quasi mantenuto l'assetto originario. Secondoi ricordo dell tal proprietaria del fondo Zaotini, i materia i invennero perlo più nel fondo Latini, el se{ore settentrionalede pianoro, trae tuali proprietà Poca e Filippini. δ Crescenzi 1981: 165, 176; Ceccanin! 2001: 51 n. 76. © Crescenzi 1981: 176 dalla proprietà Latini; CECCARIN, CRESCENA 1989: 105; Ceccarini 2001: 31; Ceccarini 20018: 147 nn. 1599-1600; Cum 2007: 83,94 fig. 1 n. 2,96

7 Casscenz:1981: 176 dalla proprietà Latini; Ceccarini, Caescenzi 1989: 105; Crccari 2001: 31; Ceocarini 2001a: 147 n. 1601; Clams 2007: 93,94 fig. 1 n. 2,96. "© Crscenzi 1981: 176 dalla proprietà Latini; Ceccanna, Crescenzi 1989: 105; Coccuu 2001: 31; Ceccagna 20019: 147 n. 1602; Ciani 2007: 93,94 fig. 1 n. 2,96. " Crescenzi 1981: 176 dalla propietà Latini Csccantst 2001: 31: Csecarma 20018: 147 n. 1606. "> Crescenzi 1981: 176 dalla proprietà Latini; Cencaria, Caescenzi 1989: 105; Ceccwu 2001: 31; Cnccarma 20012: 147 nn, 1607-1608; Cum 2007: 93,94 fig. 1 n. 2,96. 7 Caescenzi 1981: 176 dalla proprietà Zaotini, già Bisema; Ceccaum, Crescenzi 1989: 105; occasu 2001: 31; Ceccamma 20012: 151 n. 1669; Cum 2007: 93,94 fig. 1 n. 2,96. "Crescenzi 1981: 176 dalla proprietà Zaotini, gà Bisema; Ceccasim, CRESCenzt 1989: 110 n. IV.11; Ceccanint 2001: 31; Ceccarini 2001a: 1515. 1670; Clam 2007: 93,94 fig. 1 . 2,96. © Crescenzi 1981: 176 dalla proprietà Zaotini, già Bisem: Ceca, Crescenzi 1989: 105; Ceccasum 2001: 31; Ceccasu 20012: 152. 1671; Conan 2007: 93, 94 fig. 1 n. 2,96. 7" CRESCENZI 1981: 176 dalla propre Biserna; Ceccaumu, Cresci 1989: 105; Csccarma 2001: 31; σξοσαμινι 20012: 186 n. 2551; Clase 2007: 93,94 fig. 1 n. 2,96. ^ Chssceva 1981: 176 dalla proprietà Biserna; Ceccammm, Crescenzi 1989: 105; Ceccarini 2001: 31; Cccanist 2001a: 186n. 2552. 7" Cesscenzt 1981: 176 dalla proprie Bisema; Ceccamw, (Casco 1989: 105; Cacca 2001: 31; Ceccarini 20018: 186 n. 2553. "Css 1981: 176 dalla proprietà Bisema; Ceccasux, CRESCENA 1989: 105; Cacca2001: 31; Ceccaaa 200La: 186 nn. 2554-2559. 1 Cisscenzi 1981: 176 dalla proprietà Bisema; Ceccanust 2001: 31; CsccaRn 2001a: 191 nn. 2624, 2626-2628; Cin 2007: 93,94 fig. 1 n.2, 96, 100-101 Scheda n. 5. ™ La proprietà, l'unica risultata ricognible, è posta sul Ito occiden-

1034. Basout m 219 s.l.m. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

788

della via Mactorina (L) il cui basolato appare in sezione pocoa sud (n. 1066), 1039. Cunicoti “La Chiusa”

Fig. 494. "S. Pietro”. Materiale sporadico: apografo (n. 1027).

scaglie di selce, pochi fr. di impasto rosso riferibili a matereriale edilizio e opera doliare di età romana e alcuni frr. di ceramica comune. Se la datazione delle diverse lastre può ragionevolmente riferirsi all’ambito cronologico nel quale viene generalmente compresa la loro produzione (seconda metà I secolo a.C. - I secolo d.C.) più problematica risulta la loro contestualizzazione, mancando al proposito elementi probanti 1037*. MATERIALE SPORADICO "S. Pietro”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini figura una. lastra marmorea (m 0,75x1,15) con iscrizione sepolcrale Votre 1983: 64-65 n. 38, rinvenuta “in un fossato adiacente Ja via Appia antica, a sud di Velletri”, al Museo archeologico di Velletri? (Fig. 494): Deciriae L. f. Tertiae! Q. Trebonio Q.f. I Candido filio. 1038. MATERIALE SPORADICO m 217 s.l.m. SP. 87/ Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

Nella scarpata che costeggia il lato occidentale di via Nettunense/via dei Cinque Archi, circam 150 a nord del vio con la SP. 97/ via dei Fienili, affiorano in alta concentrazione su un tratto di circa 70 m, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole ad impasto chiaro e rosato di età romana, oltre a rari frr. di comune da fuoco™. È probabile che il materiale possa riferirsi al passaggio tale cella sterrata che dovrebbe ripetere il percorso della visbilità antica. "> NARDI 1900; Acs, Diez Gen. AABBAA, I vers I parte, b. 62, fasc. 1, Relazione O. Nardini del 28 febbrsio 1900 con calco © schizzo del: Tiscizone; AE 1984: 47 n. 169; Crocarna 20012: 51 n.72; cfr. esca 1981: 176 per l'assenza dell'inserzione ta i material rovenenti da S. Petro. 79I materiali si notano lungo a scarpata compresa tra le proprietà n. 366 84, L'arca immediatamente soprastante, occupata da abitazioni private con annessi, non risulta ricognibil. 7» MexcARELLI 20032: 71 fig. 1,3, 72:74; Giu 2003: 96. 7" La sommità del colle, ormai occupata da diverse abitazioni, è terrazzata lungo i ati sud ed ovest, mentre a est ὃ traversata dalla via Vecchia di Napoli.

Nel corso di lavori pubblici, realizzati nei primi anni del 2000, nella località La Chiusa, è stata individuata una serie di cunicoli tra i quali uno scavato nel tufo e copertoda tegole disposte a doppio spiovente e chiuse al colmo da copp. Se ne è proposta una datazione, sulla base dei materiali ceramici, tra la fine del V e la seconda metà del IV secolo ac. 1040. AREA DI FRR. FITTILI m 199-195 s.l.m. Via Vecchia di Napoli - Via Quarto del Campo Dal lato settentrionale di via Quarto del Campo, m 150 circa dall'incrocio con via Vecchia di Napoli, il terreno sale verso nord raggiungendo un'ampia spianata, delimitata a ovest da ripida scarpata”. Lungo le pendici meridionali, occupate da vigneto, affiorano, in scarsa concentrazione, su una superficie complessiva di mq. 2100 circa”, anche se il nucleo nel quale la concentrazione diviene media è limitato a 900 mq. circa nel settore nord-occidentale™, numerose scaglie di selce e frr. di impasto riconducibili a materiale da costruzione, pochi di età arcaica, diversi di età tardo-arcaica, rari a impasto chiaro di etd tardo-arcaica/alto-repubblicana c a impasto chiaro di età romana, più raramente a dolia a impasto rosso, oltre a pochi frr. di ceramica a impasto, sigillata italica e africana, diversi di comune da fuoco e molti di anfore. L'affioramento sembrerebbe attestare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso della prima età imperiale si è sviluppato un impianto rustico in uso fino ad almeno il I secolo d.C., esteso su circa 31.000 mq. Impasto grezzo — 2 fi. di parete pertinenti a forme non id. Sigillata italica — 1 fr di carena pertinente a coppa carenata non id. 1% Il vigneto è di vecchio impianto per cui i materiali oltre ad essere dispersi su una superficie molto maggiore rispetto a quell originaria, sono per più in pessimo stat e ridot in piccoli frammenti. o terrenoa vigna diviso a meta dal passaggio di una serata che da 1a strada inbassosale verso la terrazza superiore entrando nella proprieta cui appartiene il vigneto, accessibile dal civico n. 164 i via Vecchiadi Napoli. I fi di materiale anticosi trovano con notevole minore concentrazione anche nel settore el terreno ad est della sterrata. Non? stato invece possibile iconirela seppur esigua parte di terreno ancora liberae adibita vigneto che si trova nel ettore occidentale della spianata su cui sorge l'abitazione, llinterno della proprietà perl diniego dl proprietario. È probabile che la parte più cospicua dell insediameato antico insita proprio in quest'area 789

Sigillata africana — 1 fr. di parete pertinentea forma non id, in produzione A, databile a partie dall'età flavia”,

Opus doliare ~ 6 fr di parete in impasto arcaico,

‘Comune da fuoco. — 1 fi. di scodella dall'orlo ingrossato e arrotondato tipo Pohl 1978 fig. 111, 1710™, attestatoin contestidi età claudia. — 1 fr. di oro pertinente a forma non id. — | fr di ansa a nastro tricostolata pertinente a forma non id. = 1 fr. di presa di coperchio non id. — 3 frr. di parete pertinentia forme non idd.

1042. AREADI FRR. FITTILI m 195 sm. Via Vecchia di Napoli - Via Colle Cicerchia

Anfore — 2 fr. di parete di produzione tirrenica. — 8 frr di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione non id. 1041. AREA DI FRE. FITTILI m 205 s.l.m. Via Vecchiadi Napoli

Un appezzamento ad olivi si allarga in piano dal lato orientale di via Vecchia di Napoli fino a via del Fiorino finlandese, che ne delimita il lato settentrionale, affacciato a sud-est su un ripido pendio con cui scende verso un ramo del fosso della Castella. Su una superficie di mq. 750 circa, in concentrazione bassa che diviene media su mg. 300 circa limitatamente al settore nord-occidentale del terreno?" affiorano alcuni frr. di materiale da costruzione a impasto arcaico, più raramente a impasto rosato di età repubblicana, oltre a frr di ceramica a impasto, pochi di vernice nera, alcuni di ceramica comune. Non è improbabile che i materiali di età arcaica e medio repubblicana, anche in considerazione della loro prossimità ad una viabilità antica (O), possano riferirsi ad un'area sepolcrale. Impasto grezzo —1 fr di orlo di coperchio non id. — 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera = 1 fi di orlo a produzione laziale metà del II sec. a — 1 fr. di fondo

breve tesa di piatto tipo Morel 1994, 2233i 1, di o dell'Etruria meridionale, databile alla seconda. C. pertinente a forma non id.

Tutta la terrazza affacciata a sud-est, occupata da vigneto, che da via Vecchia di Napoli scende, costeggiando il lato settentrionale di via Colle Cicerchia, fino al ramo di dx. del fosso delle Castella”, restituisce, in concentrazione mediobassa, su un'area complessiva di mq. 2300 circa, materiale antico di superficie, generalmente di ridotte dimensioni”**. Una maggiore concentrazione di frr. di tegole a impasto rosso di età romana, qualche frr. di dolio a impasto rosso insieme a diversi fir. di ceramica comune e rari di sigillata africana e anfore, è rilevabile su una superficie di mg. 1400ci ca, sulla sommità della terrazza, nel settore meridionale, bero da costruzioni. È ipotizzabile l’esistenza di un edificio, probabilmente di tipo rurale, ubicabile immediatamente a nord-ovest, nel settore centrale del pianoro maggiormente edificato, in uso almeno tra la metà del Ie l’inizio del IT secolo d.C. L'impiantoche lo comprendeva, in considerazione della morfologia dell'area, poteva forse svilupparsi su circa 50.000 mq. Sigillata africana — 1 fi. di parete pertinente a forma non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. — 1 fe di parete pertinentea forma non id, in produzione A/D, databile a partire all’età severiana. Comune da mensa e da dispensa —4 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fi. di orlo estroflesso e leggermente ingrossato all'esterno. pertinenteἃ olla tipo Settefinestre 1985, fig. 30, 2, attestato in contesti compresi trai Le la fine del II sec. d.C.™, 1 fidi orlo pertinente a forma non id. 2 fir. di fondo pertinenti ma non congiunti di olla non id. — 11 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fi di parete di produzione non id.

Comune da fuoco = 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 5 frr. di parete pertinenti a forme non idd.

Invetriata 1 fr di orlo indistinto con scanalatura all'esterno di ceramica da fuoco pertinente a forma non id.

79 Vd. 318-319 nota 3848 2 Pon 1978 [1987]: 291, 294 dallo strato VI. 7^ Alla proprietà si può accedere dal civico n. 2 i via del Fiorinofil dese. Il terreno presenta una scarsissima visibilià essendo incolto. Inoltre oliver delimitato ad est da un taglio artificiale con conseguente abbassamento dl p.c. nella metà sudorientale del pianoro ove è quindi impossibile valutare La presenza di materiale e quindi la rele ampiezza dellafioramento. "Monet 1994: 150, pl. 36.

7 I terreno scende fino a raggiungere in piano via Colle Cicerchia nel punto in cui questa gira bruscamente verso nord c supera il fosso. "4 I vignetoè di vecchio impianto e quindi il materiale presenta le caratteristche solitamente riscontrate in questi cas. fi. risultano sparsi su. un'area piuttosto vasa, ridotti in fr. minutssim, spesso riconoscibili olo dalle caratteristiche degli impasti. 79 Vd, 318-319 nota 3848. 7" Settefinestre 1985: 104.

790

partire da m 1,40 circa dal fondo, con una larghezza di m 0,70 volta arrotondata (Fig. 497, a-b). Il cunicolo prosegue verso sud per m 500 circa, vari mente conservato”: fino a sottopassare la via Vecchia Napoli, poco a nord-ovest di C. le Favalli. L'uscita dello speco infatti visibile a m 6 circa dal margine meridionale delJa strada”, m -6,80 circa dal p.d.c. Qui la sezione dello speco, largo alla base m 1,20 ed alto m 3,80 circa, appare particolarmente irregolare, alterata sia dai crolli del banco che dall'erosione dell'acqua". Risalendo all'interno del cunicolo, a m 10 circa dalT'uscita oltre via Vecchia di Napoli si possono notare meglio conservate alcune caratteristiche originarie. Sebbene ancora molto alterato alla base, per una larghezza di m 2 circa, lo speco conserva, a partire da m 0,80 circa dal fondo, la sezione integra, con una larghezza di m 0,80 circa e volta arrotondata, per un'altezza di m 1,60. 1044, CunicoLom 166-163 s.l.m. Fosso delle Castella - Via Grotte della Cicerchia

Fig. 495. Fosso delle Castella Via Grotte della Cicerchia. Cunicolo: ingresso (n. 1043)

A partire dall'uscita in cunicolo del tratto n. 1043 il fosso delle Castella prosegue a cielo aperto verso sud, abbracciando le pendici occidentali di Colle Cicerchia, per rientrare in cunicolo m 300 circa a sud-ovest di Casale Favalli L'ingresso si intercetta nel fondovalle dell'altura stretta ed allungata attraversata da via Grotte della Cicerchia"". Qui il fosso prima di entrare in cunicolo corre tra sponde molto alte, m 10,20 circa, e particolarmente scoscese”. L'ingresso

1043. CunicoLo m 180-169 s.l.m. Fosso delle Castella - Via Grotte della Cicerchia

Parte dell'alto corso del fosso delle Castella corre ancora in cunicolo incidendo il fondovalle che separa le alture attraversate da via Ara di Stanga a ovest e la zona di Colle Cicerchia e C. le Favalli a est?" L'ingresso si intercetta a m 15 dal lato settentrionale di via Colle Cicerchia””. Qui la sezione, alterata dall’erosione per il passaggio dell'acqua e dai crolli, presenta una larghezza alla base di m 4,10 ed un'altezza di m 2,20 circa con volta piatta che segue la linea della faglia del banco (Fig. 495). Lo speco prosegue verso sud-est per m 16 circa fino ad un pozzo di areazione rettangolare ormai chiuso (Fig. 496). A questa altezza il cunicolo, parzialmente sgrottato, è largo alla base m 1,80 circa e conserva la sezione originaria solo a ignalazione in QuiLic Giai 1983: 115 fig 1 È visibile all'altezza del civico n.3. » Gran parte del percorso, che sottopase le vie del Franco francese e del Marco tedesco prima di raggiungere via Vecchia di Napoli, è tato obli terato dalla recente urbanizzazione dell'area. " È visibile all'altezza del civico n.214. All'uscita il fondo dl fosso, ora privo d'acqua per gran pare dell'anno, è invaso da immondizie di ogni tipo, mentre sl lato orientale, a m 5 circa dall'ingresso del cunicolo, uno scarico stradale vi fa defi le acque. 7» Latera anata dll alto infatti, invadendo la metà occidental dello speco a fattosi che l'acqua erodesse con maggiore forzaa parere opposta.

Fig. 496. Fosso delle Castella. Via Grotte della Cicerchia. Cunicolo (0. 1043). "IL colle gode di una posizione particolarmente felice, eminente su l'area quasi pianeggiante circostante, posto al a confluenza dei due rami principali del fosso delle Castella con un'ampia apertura verso sud-est. Proprio la felice posizione ha contribuito al realizzarsi di nuove costruzioni che impediscono in gran parte la ricognizione del area, fatta eccezione per ristrttssime strisce di terreno sulle quali solo sporadicamente ho notato qualche frr. di materiale edilizio antico. 77 II fondo del fosso fortemente inciso dal pas io dell'acqua, che ora invece scorre in scarsissima quantità anche nella st male 791

1046. CunicoLo m 180-173 s.l.m. Fosso di Cisterna - Via Lupacchiotti

Fig. 497. Fosso delle Castella. Via Grote della Cicerchia Cunicolo: sezioni (nn. 1043, 1154).

dello speco, con pareti assolutamente irregolari, non sembra conservare nulla delle caratteristiche originarie, per una larghezza alla base di m 2,40 circa ed un'altezza di m 6,10, con volta piatta alla sommità, larga m 0,80, c reni che scendono a doppio spiovente per m 1,20 circa. Il cunicolo si presenta profondamente alterato, fatta eccezione in parte per la volta di copertura (Fig. 498), sia nel profilo che nelle dimensione quasi per l’intero percorso, largo alla base m 2,40 ed alto m 2,30 circa. Sulla sponda dx., a m 4,20 dal fondo del fosso, a poca distanza dall'ingresso del cunicolo si apre un secondo ramo cunicolato, largo alla base m 0,60 e libero dall’interro per soli m 0,70 di altezza fino alla volta arrotondata, il quale sembra provenire da nord. A m 38 circa dall'ingresso la volta è parzialmente sprofondata, probabilmente in corrispondenza di uno dei pozzi di areazione"". II cunicolo prosegue per m 35 circa verso sud-est conservando queste caratteristiche, per poi piegare verso sud fino a raggiungere la confluenza con il ramo di sx. del fosso (nn. 1154-1155).

Un breve affluente di sx. del fosso di Cisterna, che scende da nord-est verso sud-ovest nella valletta di Fossatello andando a confluire nel corso principale poco a sud di via Lupacchiotti™, corre in cunicolo almeno nel tratto finale, prossimo alla confluenza. L'ingresso del cunicolo è visibile a poca distanza dal lato nord-orientale di via Lupacchiotti, all'altezza del ponticello con cui la strada scavalca il fosso, che corre m -10 circa dal p.d.c.™" (Fig. 499). La sezione dello speco in prossimità delT'ingresso risulta alterata dall'erosione: la larghezza alla base raggiunge i m 4,20 per un'altezza di m 4,80. Un primo pozzetto circolare (diam. m 1,60) è conservato a m 12,70 dall'ingresso (Fig. 500). I1 cunicolo, conservato per altri m. 80 circa di lunghezza, nel tratto finale sottopassa via Castel Ginnetti, per uscire a cielo aperto m 24 circa prima della confluenza nel fosso di Cistema. Lungo il suo percorso il profilo dello speco riacquista almeno in parte le caratteristi che originarie, con un'altezza max. di m 3,50 e volta a doppio spiovente, ed una larghezza alla base di m 0,80 circa?" In prossimità dell’uscita la sezione appare piuttosto alterata dall'erosione fin quasi all'altezza della volta (per m 1,60 sul Jato meridionale e per m 1,90 circa su quello opposto), che invece conserva il suo profilo originario a doppio spiovente (Fig. 501). L'altezza max. dello speco, che all'uscita si trova quasi m -10 dal p.d.c., è di m 3,50 mentre alla baseè largo m. 2,60 circa”. Circa m 3 prima di riunirsi al fosso di Cisterna il fondo presenta un brusco salto di quota di m 1,50 circa. II fosso in cui esce il cunicolo presenta anch'esso pareti molto alte, fino a m -9 dal p.dc., e ripide, invase, così come il fondo, da crolli di terra e materiali di scarico. 1047. MATERIALE LmicO m 176 s.m. «Lupacchiotti»

Nel corso di recenti ricognizioni di superficie sono stati individuati alcuni materiali litici riferibili al Paleolitico Medio nella località Lupacchiotti/Malatesta™.

1045. BasoLI m 190 s.l.m. Colle d'Oro - Via Grotte dell'Oro

1048. AREA DI FRR. FITTILI m 182 s.l.m. «Lupacchiotti» - Via Casale Malatesta

Appoggiati lungo il ciglio settentrionale di via Grotte dell’Oro restano tre basoli in selce di medie dimensioni”, forse riferibili alla viabilità che dal lato sud-occidentale di via Piazza di Mario (o5), scendeva attraverso Colle d'Oro (o8).

Tn un piccolo appezzamento vignato raggiungibile dalla strada vicinale che si allontana dal lato meridionale del viale di Casale Malatesta verso sud-ovest, su una superficie di mq. 250 circa, affiorano in bassa concentrazione frr. di late-

7" Altri pozzi i areazione sono ricordati dagli abitanti del luogo come esistenti nei terreni retrostanti gli edifici lungo ἢ lato occidentale di via Growe della Cicerchia, in particolar all'altezza dei civici nn. 30 e 33. 7 basol si trovano immediatamente all'esterno della recinzione del a proprietà al civicon. 2}. 7 Segnalazione in Juosow, KAHANE 1963: 82 fig.5. ^ Nel febbraio 2003 la sponda nord-occidentale è stata interessatada ingenti lavor di consolidamento che hanno contribuito all ulteriore alte zione del cunicolo in corrispondenza dell'ingresso.

7 D fondo è stato approfondito i almeno m 0,30 circa erosione dell'acqua. 7" Nell'ultimo tratt le pareti sembrano presentare una orta di ivesimento, anche forse per frenarne lo sfaldamento. 7" RoLro 2003: 10 fig. 1,2, 11, 13 fig. 14 segnala i rinvenimento di "scarso materiale archeologico" per un totale di 19 materiali tici (14 strumenti; 3 débitage, 2 nuclei) in un'area, d difficile ubicazione considerato il posizionamento a grande scala, insieme ad altre “oggetto di ulteriori prossime ricerche"

792

Fig. 498, Fosso delle Castella. Via Grotte della Cicerchia. Cunicolo (n. 1044).

Fig. 499. Fosso di Cisterna. Via Lupacchiotti. Cunicolo: ingresso (n. 1046)

rii e tegole a impasto chiaro e fr. di ceramica comune di di mensioni molto ridotte. L'esiguità dell'affioramento non ne permette un riferimento πὸ tipologico πὲ cronologico.

est fino ad un taglio artificiale del banco affiorante, su una superficie di mq. 110 circa, si notano due elementi litici.

1049*. MATERIALE SPORADICO Malatesta

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura una ceramica con residui di colore rosso proveniente da Malatesta™,

Litiei = 1 mucleo su calotta di ciottolo, distacchi centripeti (?), patina pesante, atribuibile probabilmente al Musteriano. = 1 Scheggia con patina pesante, tallone liscio, attribuibile probabilmente al Musteriano (fig. 502) 1051. Basou m 195 s.l.m. «Colle Cicerchia» - Via del Marco Tedesco

Inun terreno vignato che costeggiando il lato settentrionale di via del Franco Francese scende con leggero pendio verso

Nella strada sterrata che sale fino alla proprietà che occupa la sommità dell’ampio colle affacciato sul lato orientale di via Vecchia di Napoli e compreso tra due rami del fosso delle Castella, sono riutilizzati due basoli in selce, mentre uno è appoggiato sul lato dell'ingresso alla proprietà” 1 basoli sono, forse, riferibili al passaggio della viabilità ripetuta dalla via Vecchiadi Napoli (O), o anche ad un breve

© Cruscenat 1981: 174; Ceccarini 20018: 185 n. 2528. om In tuta la superficie occupata dal vigneto, di mg, 3000 circa, non. ho rinvenuto alto Si rat comunque di un impianto piuttosto vecchio, fato

che rende particolarmente difficoltosa la valutazione del sio ed il rinveni mento di material, sottoposto a innumerevoli passaggi dei mezzi agricoli 7" La proprietà corrisponde al civico n. 7.

1050. MATERIALE LITICO m 185 s.Lm. Via Vecchia di Napoli - Via del Franco Francese.

793

Fig. 500. Fossodi Cisterna. Via Lupacchiotti. Cunicolo (n. 1046).

501. Fosso di Cisterna. Via Lupacchiotti. Cunicolo in prossimità dell'uscita(n. 1046)

diverticolo che doveva raggiungere l'impianto nn. 10521053 (o4).

tere rustico, esteso su circa 37.000 mq,, in uso probabilmente a partire dalla prima età imperiale fino ad almeno la metà del Il secolo d.C., forse raggiunto da un diverticolo della via Vecchia di Napoli (04),

1052. AREA DI FRR. FrrTILUm 194 s.l.m «Colle Cicerchia»

Nel settore sud-orientale della sommità del colle compreso tra due rami del fosso delle Castella, che sale dal lato orientale di via Vecchia di Napoli allungandosi verso nord, il terreno, occupato da un vigneto, si allarga in piano prima di iniziare a scendere verso sud-est™. Su una superficie di mq. 2800 circa”, m 90 circa a nordovest dall'affioramento n. 1053, da cui lo separa una proprictà non ricognibile, affiorano in media concentrazione, oltre a scaglie di selce, cubilia in selce (cm 6,5x6,5), fim. di tegole a impasto rosa, chiaro e rosso di età romana, tessere di mosaico nere, di medie dimensioni, rari frr. di ceramica a impasto, frr di ceramica comune, sigillata africanae anfore. L'affioramento attesta, unitamente a quello al margine del pianoro (n. 1053), la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppato un impianto forse a carat7" Al coll si sale da una sterrata all'altezza del civico n.212 di via Vecchia di Napoli 7" La discreta concentrazione di materiale ancora valutabile, malgrado si tratti di un vigneto di vecchio impianto, facilitaa anche dalla pulizia del fondo, depone a favore dell'ipotesiche ἢ sito doveva essere in originedi notevole consistenza. 794

Impasto grezzo = 1 fr di olla dall'orlo estroflesso e arrotondato, tipo Carafa 1995, 428”. attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 630/620 e il 500 a.C. = 1 fi di orlo di olla tipo Carafa 1995, 324, attestato a Romapendici settentrionali del Palatino in strati databili tr il 5301520e il 500a.c™ 2 fre di parete pertinentia forme non id. Sigillata africana — | fi di fondo pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia” Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di fondo pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro liscia pertinente a forma non id. — 4 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. >= Canara 1995: 167 ig-168. ? Ciara 1995: 138-139 fig. 77 Vd. 318-319 nota 3848,

L'affioramento, unitamente a quello sul pianoro (n. 1052), suggerisce la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale siè sviluppato un impianto forse a carattere rustico, esteso su circa 37.000 mg,, in uso probabilmente a partire dalla prima età imperiale fino ad almeno la metà del II secolo d.C., forse raggiunto da un diverticolo della via Vecchia di Napoli (04). Liüci

BRE

- 1 scheggia debordante con tallone faccettatoo diedro, patina pesante, attribuibile al Musteriano (Fig. 503). Impasto grezzo — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. in impasto tardo arcaico.

Fig. 502. Via Vecchia di Napoli. Via del Franco Francese. Materiale litico (n. 1050).

Comune da mensa e da dispensa — 5 frr di parete pertinenti a forme non idé.

Comune da fuoco = | fr di orlo indistintoe piatto di tegame tipo Ostia II, 510”, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.). ~ 1 fi di orlo di casseruola dall’orlo a tesa estroflesso tipo Olcese 2003, tav. IV, 3, attestato in contesti compresi tra il Te la metà del II sec. d.C. = 1 fr. di orlo di coperchio non id. = 1 fr dirlo pertinente a forma non id. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd.

Comune da fuoco = 1 fr. di orlo di coperchio a tesa rialzata tipo Osta II, 514, attestato in contesti datati n età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C.)™. = 1 fr. di orlo di olla non id. — 3 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

Anfore = 1. di ansa di produzione tirrenica. = 1 fr. di ansa di produzione gallica. — 2 fi di parete di produzione tirrenica. — 2 fir di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione non id.

Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. — 3 fr. di parete di produzione africana. — 2 fr. di parete di produzione non idd. Invetriata = 1 fr. di ansa pertinente a forma non id. assimilabile a Crypta Balbi 3 invetriate con vetrina poco lucida e granulosa con

1053. AREA DI FRR, FITTILI E MATERIALE LITICO m 180 s.l.m. «Colle Cicerchia»

All'estremità sud-orientale della sommità dell'ampio colle compreso tra due rami del fosso delle Castella, che sale dal lato orientale di via Vecchia di Napoli allungandosi verso nord, m 90 circa a sud-est dell'affioramento n. 1052, da cui lo separa una proprietà non ricognibile, nel terreno occupato da vigneto che inizia a scendere verso il fosso, si rinvengono alcuni frr di materiale antico. Su una superficie di mq. 1300 circa affiorano in bassa concentrazione soprattutto frr. di impasto arcaico riferibile a materiale edilizio o opera doliare, più rari a impasto chiaro di età romana, oltre a qualche frr di ceramica a impasto, comune e anfore”. Quasi al centro dell'area si nota anche una scheggia litica, la cui presenza, che attesta una frequentazione dell’area nel corso del Paleolitico, è da considerare probabilmente in relazione con il sito poco a nord-est (n. 1054). > OstiaI: 101, 260-261, tav. XXVIII > OLCESE 2003: 76-77 ῬΡῚ materiali raggiungono in dispersione le pendici meridionali fin

Fig. 503. «Colle Cicerchia». Materiale itico (n. 1053). quasi alla base, altezza del bivio ra via Vecchia di Napoli e via Grot di Colle Cicerchia. 7 OstaIL: 101, 260-261,tav. XXVII 795

È ipotizzabile, anche in considerazione delle caratteristiche morfologiche dell’area che l'affioramento, debba considerarsi unitamente a quello sulla sommità a sudovest (n. 1056), da cui lo separa una proprietà non ricognibile. 1056. AREA DI FRA. FITTILI m 195 s.l.m. Via Ara di Stanga

Bn Fig. 504. «Colle Cicerchia». Via Vecchia di Napoli. Materiale litico (n. 1054). decorazione in giallo, produzione 3 attestata dal XVI al XIX 1054. MATERIALE LITico πὶ 192 s.Lm. «Colle Cicerchia» - Via Vecchia di Napoli

ΑἹ margine occidentale della sommità dell'ampio colle compreso tra due rami del fosso delle Castella, che sale dal lato orientale di via Vecchia di Napoli allungandosi verso nord, subito prima che il terreno inizi a scendere verso ovest, si notano due materiali litici sparsi su una superficie di mq, 90 circa™, i quali attestano la frequentazione dell'area durante il Paleolitico. 1 ΟῚ scheggia predeterminata con patina pesante, forse centripeta, tallone liscio, attribuibile probabilmente al Musteriano (Fig. 504, a). — 1 scheggia con patina pesante, centripeta, tallone liscio, atti buibile probabilmente al Musteriano (Fig. 504).

1055. AREADI FRR. FITTILI m 180 s.Lm. Via Vecchia di Napoli

In un vigneto sul lato orientale di via Ara di Stanga, m. 300 circa a sud dell'incrocio con via Vecchia di Napoli, affiorano materiali antichi. Π terreno tende leggermente a salire dal lato della strada verso est, creando un piccolo dosso nel settore centrale, dove si concentra la presenza di materiale, per poi scendere con leggera pendenza fino al deciso salto di quota artificiale che delimita la terrazza, affacciato su questo lato su via Vecchia di Napoli Nel settore settentrionale dell'area, in prossimità del limite di proprietà con un oliveto adiacente, su una superficie di mq. 900 circa”, sono presenti rari fr. di materiale ediliio a impasto arcaico, oltre a pochi frr. di ceramica ἃ impasto, vernice nera e comune da fuoco, È presumibile che l'affioramento, unitamente a quello

quasi alla base delle pendici nord-orientali (n. 1055), da cui lo separa un terreno non ricognibile, debba riferirsi ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale si è sviluppata, presumibilmente almeno nella media età repubblicana, una struttura rustica Impasto grezzo — 2 fr. di parete pertinentia forme non idd. Vernice nera — 1 fr di tesa leggermente pendente pertinente a forma non id., di produzione locale. —2 fr. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. —2 frr di parete pertinentia forme non idd..

Sul lato occidentale della via Vecchia di Napoli, a nord di Casale Favalli, in un terreno coltivato a kiwi, che sale con accentuata pendenza verso ovest, su una superficie di mq. 400 circa"" sono riconoscibili, in bassa concentrazione, frr. di tegole a impasto chiaro di età romana, frr. di ceramica comune da fuoco e, più rari, di anfora.

1057. MATERIALE Lco m 197 s.Lm. Via Ara di Stanga

7" Crypta Balbi 3 1985: 488-492. °™ L'area si trova a poca distanza dallaffioramento n. 1053, sal limite opposto dela spiana 7" L'area attualmente perlustrabile risulta ass limitata a causa della presenza di diverse costruzioni sorte di recente che hanno occupato soprattutto la sommità dell altar,

>In quest'ultimo la ricognizione ha avuto esito negativo anche se va considerato che il terreno non è lavorato e non permette quindi ‘un'adeguata visibilità. Anche nel vigneto [a valutazione dell'affioramento parzialmente compromessa dal fatto che, essendo di vecchio impian to, i materiali risultano ormai quasi completamente distrutti dai lavori agricoli

796

In un piccolo appezzamento ad olivi e frutteto che dal lato occidentale di via Ara di Stanga scende leggermente. verso est fino al limite di una proprietà privata, delimitato ἃ sud da via della Peseta, si rinvengono alcuni materia-

li litici su una superficie di mq. 450 circa, i quali attestatno la frequentazione dell'area durante il Palcolitico (Fig. 505). Litici = 1 probabile nucleo su calotta di ciottolo, riutilizzato successivamente come raschiatoio su una delle superfici di preparazione, attribuibile al Musteriano (Fig. 505,a). ~ 1 scheggia con pseudo ritocchi vari, di attribuzionecronologica incerta (Fig. 505, b) 1058. AREA DI FRR. FIFTILI m 202-200 s.Lm.. «Carbonara» - Via Carbonara

Nel terreno vignato che dal lato orientale di via Carbonara scende moderatamente verso sud, affacciato ad est con pendici acclivi verso il fosso della Regina, si rinvengono materiali antichi”. I terreno è delimitato sul lato sudorientale da una bassa scarpata che funge da limite di proprietà nella quale affiorano grosse scaglie di selce e frr. di nucleo di opera cementizia. Su una superficie di mq. 1700 circa, nella fascia prossi ma a via Carbonara, affiorano in alta concentrazione, con un incremento lungo il confine con la proprietà adiacente sul lato ποτά", dove sono ammucchiate molte scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di tegole e coppi, rari a impasto arcaico, soprattutto a impasto chiaro, più raramente rosato c rosso, di età romana, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, frr. di dolio e ceramica a impasto, sigillata africana, africana da cucina, comune e anfore. È ipotizzabile che l'affioramento, esteso nell'area a nord non perlustrabile, sia riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, presumibilmente tra la fine del Il e gli inizi del I secolo a.C., si è sviluppata una struttura rustico-residenziale in uso fino alla seconda metà del II secolo 4c. Impasto grezzo = 1 ft di parete pertinentea forma non id. Pareti sottili = 1 ft di orlo indistinto e estrofiesso di boccalino tipo Marabini 1973, pl. 4, 42, attestato in contesti cosani della prima metà del I see. aC. Sigillata africana τα fr. di parete pertinente a forma non id. con decorazione a rotella, in produzione A, databile a partire dall'età flavia™. 79 L'area si trova all'altezza del civicon. 99. Non mi è stato permesso l’accesso all proprietà, nella quale è pre sumibie si tov il nucleo dellaffioramento "9 Manin 1973: 265. Vd. 318-319 nota 384. n. CIV, 3; fz, AGUAROD Ora 1991: 207-248 fige. 45 mn 3-6,46,47 in. 1-3, 305-307, Ia quale distingue i tipo i pi variant Del tipo si trovano imitazioni loc in ceramica comune da fuoco.

Fig. 505. Via Ara di Stanga, Materiale ltico (n. 1057). Africana da cucina. = fi di orlo di piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete tipo Ostia ΠῚ, 332=Hayes 196, n.1°®, attestato dall'età traianco-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa c da dispensa — 1 fr di orlo a bassa fascia modanata di brocca assimilabile al tipo Duncan 1964, form 36, fig. 14, 154, attestato în contesti del 65-75 4.07 = | fr di coperchio dall’orlo indistinto tipo Ostia XIII, fig. 68, 171, attestato dalla tarda età repubblicana fino alla fine del Π scc. ác, — 1f. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 ft di orlo pendente di olla assimilabile al tipo Carta 1978, fig. 82, 101, attestato in contesti di fine I inizio I sec. a.C." = 1 fr. di orlo ingrossato con scanalature centrale di tegame tipo. Pohl 1978, fig. 158, 245, attestato in età adrianea™ = 1 fr. di orlo di coperchio non id. — 3 fir. di parete pertinentia forme non id Anfore = 1 fi di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l’età augustea e la seconda ‘meta del Π ec. d.C. 2 frr di parete di produzione spagnola. = 1 fr di paretedi produzione africana. 3 fi di paretedi produzione orientale. — 1 fi. di paretedi produzione non id. Opus doliare = 1 fr. di orlo pertinente a dolio confrontabile con esemplare ve Duncan 1964: 64,81. Un odo simile anche in Oucese 1993: 285286, fig. 73,316, datato tra l'età augusta il sec. d.C © Pivou 2000: 292-293, 2 Casta 1978 [1987]. 72, 74 dallo strato VI 1° Poi 1978 [1987]: 403, 405 dallo strato IL | V. 361 note 4036, 4037, 4038, 797

Quilici, Quilici Gigli 1986, attestato a Fidenae nel sio 31, tav. Γι. XLVII, 8 (anche se con orlo leggermente più ingrossato) forma diffusa in epoca arcaica, anche tarda” (Tav. XXII, 3). ~ 3 fr di paretein impasto arcaico. Invetriata = 1 fr di piede a disco pertinente a forma non id, in ceramica decorata a macchie sotto vetrina trasparente”. L'invetriatura e la decorazione sono presenti solo all’interno (Tav. XXIII, 4)

1059. AREA DI FRR. FITTILI m 205 s.Lm. Villa d'Avach - SS. 7 Via Appia Nuova All'altezza del km 43,500 della via Appia Nuova, la strada costeggia sul lato occidentale la vecchia tenuta di Villa d'Avach che occupa una piccola altura delimitata a ovest dal fosso di Farina” All'esterno della proprietà”, sul lato settentrionale, un piccolo appezzamento con oliveto quasi incolto, ormai alla base delle pendici settentrionali, restituisce, sparsi în bassissima concentrazione su un’area di mq. 550 circa a partire dalla recinzione che separa l'appezzamento dalla vecchia proprietà, oltre a molte scaglie di selce medio-piccole, fr. di tegole e coppi a impasto arcaico, rari ad impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto repubblicana e pochissimi a impasto rosato di età romana, frr. di dolio a impasto chiaro. 1 materiali, plausibilmente riferibili al settore più eminente immediatamente a sud, sembrerebbero indiziare una frequentazione dell’area almerio tra l'età arcaica e quella repubblicana, forse in relazione alla presenza di una casa/fattoria e successivamente di una struttura rustica. 1060. AREADI FRR. FITTILI m 198-186 s.m. SS. 7 Via Appia Nuova - Via Ponte Massorano

Sul lato orientale della via Appia Nuova si affaccia un colle, ben esposto a sud-est, le cui pendici sono abbracciate dalla confluenza tra il fosso delle Mole e un suo affluente. In tutto il settore sud-orientale del colle ἃ individuabile un’area di frr. fitli che si allarga in bassa concentrazione, su una superficie complessiva di mq. 6500 circa. Una maggiore presenza di materiale si nota a metà circa. del pendio che scende verso sud-est, su una superficie di mq. n Quiua, Quiucr Grcu 1986: 134, 2 Crypta Balbi3:471, 496 proposito della produzione 5. La produzione si colloca ra il XVII e il XX see. © La proprietà ha un accesso al civico n.100. Non mi ἃ stato possibile perlustrare l'area più eminente compresa. nella proprietà, risultando abbandonata da lcuni anni. 7 La visibilità del terreno è quasi mula, essendo incolto da molto tempo. +B probabile che il tagli sia relativo all'antca sistemazione del si to, forse organizzato in terrazze. Nel vigneto continuanoad affiorare, seppure con scarsa concentrazione ed in pessimo stato di conservazione, mate798

2.000 circa, dove affiorano in media concentrazione, scaglie di selce, molti frr. riferibili a tegole e coppi a impasto arcaico, più rari a impasto chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, in percentuale leggermente inferiore frr. di tegole e coppi a impasto rosa di età romana, raramente riferibili a età imperiale, frr. di dolio a impasto rosso, pochi frr. di ceramica a impasto di piccole dimensioni, frr. di vernice ne7a, sigillata italica, ceramica comune e pochi di anfore”. Il materiale continua ad affiorare, anche se sporadicamente, lungo questo versante del colle fino a un'alta scarpata al di sotto della quale il terreno, occupato da vigneto, scende con leggerissimo pendio fino al Vallone la Regina" Diversi materiali, soprattutto scaglie di selce di medie e grandi dimensioni e fr. di laterizi e tegole, sono accatastati anche sul retro del vecchio edificio rustico”, in rovina, che occupa la sommità. Nell'area sembra localizzabile una fattoria/casa di età arcaica sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico, esteso su tutto il settore sud-orientale del colle, in uso, almeno fino alla prima età imperiale, presumibilmente anche nella fase iniziale delJa media. Impasto grezzo — 3 fi. di parete pertinentia forme non idd. Vernice nera 2 frr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Sigillat italica = 1 fr di fondo di coppa carenata con orlo dritto riferibile ai tipi Conspectus 26.1.2 0 26.2.1, con bollo frammentario illeggibile in planta pedis, databile alla prima metà delI sec. d.C. —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr. di orlo di mortaio non id. — 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da fuoco ~ I fr di orto di coperchio non id. — 1 fr. di fondo di olla non id. — 6 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fr di paretedi produzione tirrenica. 2 fr. di parete di produzione africana. riali antichi, soprattuto nel settore immediatamente ἃ ridosso della scarpa ta. Qui, benchéla visibilità del terreno sia miglior rispetto all'area soprastante, la presenza e lo stato di conservazione dei materiali antichi sono condizionati dal fatto che il vigneto è di vecchio impianto e quindi i terre» no è stato interessato da innumerevoli lavori agricoli 7" L'area dell'afRoramento corrisponde illa proprietàal civico n.4, la quale occupa i settore meridionale della sommità, insistendo con ogni proBabiltà sull'area occupata dall'antico insediamento: nel settore nord del cole non ho notato infatti affioramenti di materiale 0 Conspectus: tav. 24,99. tipi corrispondono a Goudineas 205; 418; Pucci 29,1 e Pucci 29, 2-4.

1061. MoLE m 186 s.l.m. «S. Pietro» - F. sso di Farina

Sulla sponda orientale del fosso di Farina’, m 1.100 circa a sud della Fonte di S. Maria dell'Orto, sono visibili due grossi murî, obliqui fra loro, realizzati con scaglie di selce di medic e grandi dimensioni, di forma e taglio irregolare messe in opera con malta per piani abbastanza regolari. II primo muro, parallelo al corso del fosso, è conservato per una lunghezza max. di m 2,80 circa ed un'altezza di m 2,65 mentre lo spessore max. rilevabile dall'interro è di m 0,85. L'altro muro che si innesta obliquamente al termine di questo e sbarra il flusso delle acque entrando, ormai per poco, nel letto del fosso, è conservato per una lunghezza max. di m 3,50 ed un'altezza di m 2,80, con uno spessore è di m 1,05. Si tratta di una struttura relativa ad un molino ad acqua medievale. 1062. MATERIALE SPORADICO m 206 s.l.m. «S. Pietro» - SP. 97/b Via dei Fienili

In una proprietà al termine di una traversa che dal lato orientale di via dei Fienili raggiunge quasi il fosso di Farina, poco oltre l'incrocio con la via Nettunense/via dei Cinque archi”, sono conservati: = 1 ft di cippo (con iscrizione ?) in marmo con base a modanatura liscia e piccola parte dello specchio centrale liscio; alt. max. m. 0,27 lungh. max. alla base m 0,43; largh. alla base m 0,21 largh. della lastra superiorem 0,09" — 1 un f di rilievo funerario murato sulla facciata dell’edificio principale, all'altezza del secondo piano. Scheggiato all'angolo superiore sx. le teste sono abrase e presentano delle scheggiature. Il rilievoè diviso in due campi figurativi delimitati da colonnina tortile arilievo con capitello e cornice liscia superiore, in cui sono rappresentati, ad altorilievo, due busti: quello sx., femminile, leggermente rivolto verso dx.; quello dx., frontale, di un uomo. 1 busti comprendono solo una parte del torace (nudo?)"®, a differenza della gran parte dei rilievi funerari dello stesso genere, nei quali le figure appaiono tagliate in vita (Fig. 506)

Fig. 506. «S. Pietro». SP. 97/b Via dei Fienili. Rilievo funerario (n. 1062) — una mensola modanata superiormente con foglia d'acanto sul piede e rosetta laterale. ~ 1 fr di piccole dimensioni di iscrizione (Fig. 507): — 13 frr di antefissa in terracotta di piccole dimensioni con decorazioni a bassorilievo (Fig. 508). — 1 fr. di colonnina scanalata con collarino superiore. — 1 fr di comicetta con modanatura liscia

ΑἹ lato dell’ingresso dell’edificio secondario resta un fr. di rocchio di colonna liscia molto rovinata. Sulla parete meridionale dell'edificio secondario sono murati”: — due teste di leone da fontana in marmo. — fr di bassorilievo in marmo rappresentante tre puttin legati da ghirlande (Fig. 509). — 1 tubuloin terracotta, 1063. Basoto m 216 s.Lm. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

Sulla fronte dell’edificio secondario, accanto all'ingresso sono murati diversi frr di piccole dimensioni: τι fs. di capitello di lesena. — 1 fr di cornicetta con kyma ionico.

Ai margini di un vigneto raggiungibile dalla strada sterrata che si allontana dal lato orientale di via dei Cinque Archi, m 60 circa a nord dell'incrocio con la SP. 97/ via dei Fienili, è appoggiato un basolo in selce, relativo ad uno dei margini forse della via Mactorina (LY.

1 Attualmente il leto del fosso core incassato entro sponde ripide a τι 5.50 circa dal p.c. Siale pareti che il letto sono invasi da rifiuti e vegetazione infestante che,al momento, non permettono la discesa 7 La proprietà corrisponde αἱ civici an. 11-13 7" 1 fi è sistemato al di sopra di un muretto in mattoni l'inizio della gradinata che scende verso il terreno retrostante la casa 7* Cfr, ad esempio, il rilievo funerario di Anteros e Myrsine, del Museo Nazionale Romano (PICCIOTTI GIoRNETT 19819) "^ Cli. ad esempio, tra quell al Museo Nazionale Romano, i rilievo funerario dei Rabiri e di Usia Prima (Picciorti GionxerTi 1981): quello con quatro figure (Prcciorm Gioserm 19812); quello a tre nicchie con cinque figure (Picciorri Grossern 1981; quello con tre rtrati ed uno

non compiuto (PICCIOTTI GIORNETTI 19816); quello con quatro figure (Picciorm Groexern 19810); quello con tre figure: cd. rilievo Mattei (Picciorm Giosern 1981) 79 Nei divers tentativi di accesso la proprietàè risultata disabit per cui non mi è stato possibile informarmi direttamente sulla provenienτὰ dei materiali che a deta dei vicini sarebbero stati trasportati da Roma. Nei terreni circostanti il pianoro su cui sorge la casa, sia lungo le pendici settentrionali che lungo quelle orientali che scendono verso il fosso di Farina, la ricognizione non ha evidenziato la presenza di alcun materiale antico, 7 Il basoloè appoggiato in prossimità dell'ingresso αἱ proprietà al civico n. 35, 799

Fig. 507. «5. Pietro». SP. 97/b Via dei Fieni 1062).

Fr. di iscrizione (n.

Fig. 508. «S. Pietro». SP. 97/0 Via dei Fienili. Fr. di antefissa (n. 1062).

1064. AREADI FR. FITTILI m 217 s.l.m. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

1065. AREA DI FRR. FITTILI m 212 s.l.m. «S. Pietro» - Via della Primavera

Una traversa sul lato orientale di via Nettunense/via dei Cinque Archi, m 60 circa a nord dell'incrocio con la SP. 97/b Via dei Fienili, costeggia un vigneto che dal lato settentrionale della traversa si allarga verso nord, alzandosi lievemente, delimitato sui lati nord e est da una balza che, tagliando la. naturale morfologia del terreno appare il risultato di una sistemazione artificiale dell'area”. In bassa concentrazione, nel settore centrale dove il terreno tende ad alzarsi, su una superficie di mq. 800 circa, affiorano scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, fr. di materiale edilizio a impasto rosso e chiaro di età romana, rari frr. di comune e di anfore, generalmente di ridotte di mensioni. Due vecchi pilastri di cancellata posti αἱ ati dell'ingresso della traversa riutilizzano nella muratura molti frr. di tegole ad impasto rosso e rosato e alcuni fr. di materiali antichi si vedono anche in un tratto di vecchio muro poco più avanti, all'angolo tra via dei Fienili e via della Primavera.

L'area circostante una vecchia proprietà sul lato meridionale di via della Primavera restituisce frr. fittli"”. Il terreno quasi pianeggiante tende ad abbassarsi lievemente verso sud, fino ad un vigneto che delimita l'area su questo lato, nel quale i frr. continuano ad affiorare sporadicamente, in di spersione per pochi metri, e verso est dove era originariamente delimitato da una balza con la quale si affacciava sul fosso di Farina. Diversi frr. anche di grandi dimensioni, di tegole ad impasto rosso, meno rosato, di età romana e a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana, si notano già nell’area antistante e sul lato orientale dell'edificio malgrado la scarsa visibilità del fondo”. La concentrazione diviene media nell’area retrostante l'abitazione, coltivata ad orto, su una superficie di mq. 1100 circa, dove affiorano, insieme a pochissime scaglie di selce di piccole dimensioni e rari ciottoli, ancora alcuni fir. di tegole ad impasto arcaico, meno di età tardo-arcaica, più, tra cui anche coppi, di età romana, in quantità maggiore frr di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana, molti fir. di piccole dimensioni riferibili a dolia. a impasto rosso, rari frr. di ceramica a impasto chiaro-sabbioso e a pareti sottili, frr. di africana da cucina, ceramica comune e anfore”, È probabile che l'affioramento, unitamente a quello poco a nord-est (n. 1064), dal quale lo separano alcune proprietà non ricognibili"*, attesti, forse, la presenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale nell'età repubblicana si è sviluppato un piccolo edificio rustico, utilizzato anche nella seconda metà del I secolo d.C.

È probabile che l'affioramento, unitamente a quello poco

a sud-ovest (n. 1065), dal quale lo separano alcune proprietà non ricognibili, attesti la presenza, forse, di una casa/fattoria. di età arcaica sulla quale nell’età repubblicana si è sviluppato un piccolo edificio rustico, utilizzato anche nella seconda metà del I secolo d.C. Comune da fuoco — 6 fr. di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fr di parete di produzione spagnola. Mfr di parete di produzione africana. 79 La proprietà corrisponde αἱ civicon. 31 27 La proprietà corrisponde al civico n. 2. 154 I terreno, adibito a giardino con annosi pini, da tempo incolto. 7" Alcuni fr di material αἱ notano anche all'esterno della proprietà, nel piccolo orto che la costeggia su lato orientalec in dispersione nel vecchio vigneto adiacente, mentre un grosso fr di pancia di dolio ad impasto 800

Impasto chiaro-sabbioso = 1 fr di orlo estroflesso pertinente a olla tipo Murray chiaroe diverse scagliedi selce sono accatastate sul ciglo dell strada di fronte all'ingresso dela proprietà. 7° Le due are risultano separate oramai da una potevole parcellizzazione delle proprietà con conseguente edificazione e parziale mutamento della morfologia. 79 MURRAY TinstrLAND 1970: 79.

ig. 509. «S. Pietro». SP. 97/b Via dei Fienili. Fr. di bassorilievo (n. 1062).

Fig. 510. SP. 87/0 Via Nettunense/ stradale (n. 1066)

‘Threipland 1970, fig. 19, 7, forma attestata in contesti compresi tra Ja seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. a.C." La pasta piuttosto compatta e l'assenza d'ingobbio farebbero pensare a un esemplare tardo all'interno della produzione.

1066. LASTRICATO STRADALE E MATERIALE SPORADICO m 215 slm. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

Vernice nera — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Pareti sottili — 1 ἄν di parete pertinente a forma non id. Africana da cucina τι fr. di parete pertinente a casseruola non id. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da mensa e da dispensa. = 1 fr. di orlo pertinentea forma non id — 1 fr. di parete con attacco d'ansa pertinente a forma chiusa, probabilmente bottiglia, non id. — 1 f di parete con attacco di presa di coperchio non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di olla tipo Ostia II, 486, attestato in contesti datati in età flavia, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C ^. ~ 1 fr di piede a tromba probabilmente pertinente a incensiere non id. = 1 fr di fondo piatto pertinente a forma non id. — 9 frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 frr di parete di produzione tirrenica. = 1 fr di parete di produzione tarraconese. — fr. di parete di produzione africana. n Ostia I: 100, 260-261,tav. XXVII 10 L'arca utlizzata come rimessa dell locale azienda per la raccolta delle immondizie

dei Cinque Archi. Lastricato

All'interno di una proprietà", quasi in prossimità dell'ingresso sul lato occidentale di via Nettunense/via dei Cinque Archi, sono visibili in sezione nella scarpata che costeggia il lato settentrionale del viale d'accesso, m -0,95 dal p.dc., un tratto di circa m 0,75 circa di una strada lastricata per una lunghezza max. di m 1,15 circa (Fig. 510). Nella. scarpata, ma anche nel terreno circostante, si riconoscono alcuni frr. di tegole a impasto arcaico e chiaro di età romana, fir. di dolia a impasto rosso, fr. di ceramica comune e di anfore. 1 basoli, presumibilmente in situ'^' si riferiscono alla via Mactorina (1), la quale doveva attraversare questa proprietà dirigendosi verso sud. Impasto grezzo —2 fr di parete pertinenti a forme non idd. in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. Comune da mensa e da dispensa — 1 fi di orlo pertinentea forma non id. — 1 fr di ansa abastoncello pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 fr di orlo ingrossato ad estremità leggermente rialzata di coperchio non id., assimilabile al tipo Pohl 1978, fig. 158, 292, attestato in contest di età adrianea”*. — 5 frr. di parete pertinenti a forme chiuse non id. Anfore = 1 fi di ansa di produzione tirrenica. — Mfr di parete di produzione africana. "possibile chela pavimentazione stradale possa essere stata serio. mata per l'apertura del viale d'accesso al deposito = Pon. 1978 [1987]: 403, 407 dall strato Il 801

Opus doliare τ 1 fr di parete in impasto rosso di età romana.

te al settore prossimo a questa, c nel vigneto che occupa il settore settentrionale della proprietà.

1067. MATERIALE SPORADICO m 215 s.Lm. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi

caica sulla quale presumibilmente nel corso dell'età tardo arcaica-alto repubblicana si è sviluppato un impianto, compreso tra la via Mactorina (L) e via dei Fienili (N), in un'area. di almeno 21.000 mq, in uso presumibilmente tra ille il I secolo d.C.

All'interno di una proprietà sul lato occidentale di via Nettunense/via dei Cinque Archi, all'altezza dell'incrocio con la SP. 97/ via dei Fienili, sono conservati alcuni materiali antichi”. Riutilizzati nel muro di recinzione sul lato settentrionale sono visibili: un fr. di puntale d'anfora, un fr. di orlo di dolio, un fr. di lesena in marmo, scanalata e un fr. di colonnina in rosa antico. Alla base del muro sono appoggiati: un fr. di coJonna liscia in serpentino (diam. m 0,25) e una base di colonna in marmo, del tipo ionico semplice, fratturata quasi a metà. Nella fontana esistente nel giardino è riutilizzata una piccola statua in marmo di figura femminile che regge un una piccola brocca nella mano sx. da cui sgorgava acqua. La statua, acefala, spezzata all'altezza della coscia con braccia parzialmente fratturate era in origine adibita alla decorazione di un ninfeo/fontana, come indicano i due fori, per l'entrata e l'uscita dell'acqua, nel busto immediatamente al di sotto del seno. Nella vera del pozzo sono ancora murati: un fr. di colonnina scanalata in marmo, un elemento ad edicola in marmo con bassorilievo animale. 1068. AREADI FRR. FITTILI m 212 s.l.m. SP. 87/b Via Nettunensc/Via dei Cinque Archi - SP. 97/b Via dei Fienili

Nella proprietà estesa su una terrazza aperta verso sud, delimitata sui lati est e ovest da via Nettunense/via dei Cinque Archi e via dei Fienili a partire dalla loro biforcazione, sul lato sud da una bassa scarpata che scende verso il vigneto e sul lato occidentale da un'alta scarpata sulla sottostante via dei Cinque Archi", è un affioramento di fr. itl. Verso l'estremità sud-orientale della terrazza, nel punto in cui il terreno si alza maggiormente”, su una superficie di mq. 2900 circa, affiorano in concentrazione medio bassa, oltre a scaglie di selce, frr. di materiale da costruzione soprattutto a impasto arcaico, e in minore percentuale fr. di tegole a impasto chiaro di età imperiale, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, anche fr. di ceramica a impasto, africana da fuoco, comune e anfore. Alcuni fr. si notano, in dispersione, anche nel vigneto adiacente al margine meridionale della proprietà, al di sotto della bassa scarpata, limitatamen7" Resta putroppo ignota la provenienzadci materiali, visibili allintr o della proprietà al civico n.98, peri quali non è stato possibile realizzare eppure una documentazione fotografia peril diniego del proprietario. "" La proprietà corrisponde al civico n. 2 di via dei Fini. "In questo settore la visibilità de terreno è compromessa dalla presenza di un vecchio vigneto in abbandono. "Atlante 212, ^ Atlante I: 212-213, tav. CIV, 1; efr AGUAROD OTAL 1991: 245-246 fig. 45 nn. 1-2, 305, a quale distingue il tipo i pit varianti 802

B ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età ar-

Impasto grezzo — 5 fir. di parete pertinenti a forme non idd. Africana da cucina — 1 fi. di orlo di piatto/coperchio indistinto dalla parete abbastanza spessa tipo Ostia I, 18, attestato nella prima metà del IIT sec. dC. = 2 frr di orlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremità e indistinto dalla parete tipo Ostia II, 302”, attestato dall'inizio del I alla seconda metà del Π sec. d.C. = 1 fr di piatto[coperchio non id. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di olla tipo Curia I, fig. 256, 108", attestato in contesti di tà flavia. — 7 fir di parete pertinenti a forme non idd. Anfore 2 fir. di ansa di produzione tirrenica. — 1 fr. di ansa di produzione spagnola. — 2 frr di parete di produzione tirrenica. —1 fr di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione non id. 1 fr. di ansa di produzione non id. Opus doliare — 5 fi di parete in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. Luceme — 1 f di spalla in ceramica comune non id.

1069. AREA DI FRR, FITTILIE BASOLI m 213 s.l.m. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi Sul margine occidentale di un vigneto che costeggia il lato occidentale di via dei Cinque Archi, immediatamente a sud dell'incrocio con la SP. 97/b via dei Fienili"* sono accatastati almeno venti basoli in selce in gran parte di grandi dimensioni, interi, alcuni dei qual riferibili ai margini della carreggiata, più diversi altri spezzati” (Fig. 511). Diversi basoli, 7" CuriaIE 216 relativamenteallatività 1141, 237, 281, 360 > Ilerreno corrisponde al civicon. 118. © Da informazioni raccolte sul luogo ho appreso che il basolato della Maciorina era ancora ben conservato a m 0.60 circa dal pd. fino agli anno Ottanta del Novecento, quando venne distuto in occasione dello scasso per l'impianto del vigneto che occupa oggi terreno. I tato osservato allora conservava integri due margin coreva verso nord-est. Molti basoli venneroin quella ocasione scavati, mentre alti furono interrati almeno m -2 dl pc per evitareche danneggiassero i mezzi agricoli durante lavori periodici.

perlopiù spezzati, sono riutilizzati anche nella muratura del vecchio edificio verso il limite occidentale della proprietà”. Nel settore settentrionale del terreno pianeggiante, su una superficie di mq. 1400 circa affiorano, in bassa concentrazione, fir, generalmente di dimensioni ridottissime, di materiale edilizio a impasto rosso di età romana, rar di sigillata italica e dî ceramica comune. 1 basoli sono relativi alla pavimentazione della via Mactorina (L). Problematico appare proporre un'interpretazione per l'affioramento a causa della sua esiguità (tomba?)

che ne permette soltanto un generico riferimento all'età “ro‘mana’

1070. Basotim 210 s.Lm. SP. 87/b Via Nettunense/Via dei Cinque Archi Tn un terreno affacciato con una ripida scarpata sul lato occidentale della via Nettunense/via dei Cinque Archi restano almeno quattro basoli în selce interi più alcuni spezzati”, riferibili alla pavimentazione della via Mactorina (L), che procedeva da nord, nord-est verso sud presumibilmente ad una quota superiore rispetto a quella dell’attuale strada provinciale 1071. BAsoto m 213 s.l.m. Viadi Paganico Sul ciglio meridionale di una lunga traversa che si allontana da via di Paganico verso ovest fino a raggiungere il fosso di Mele, è appoggiato un basolo in selce di medie dimensioni, parzialmente scheggiato, riferibile al diverticolo che dal lato dx. della via Appia antica raggiungeva almeno l’impianto nn. 1072-1075 (418). 1072. AREA DI FRR. FrTTILI m 214 s.m. Via di Paganico Dal lato occidentale di via di Paganico si allontana una strada che raggiunge il fosso di Mele. Quasi al termine della traversa sul lato meridionale resta un vasto appezzamento che occupa la maggior parte di un pianoro, aperto a sud-est e in modesto declivio verso il fosso”, Nel terreno incolto da tempo si notano in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1300 circa, scaglie di selce di medie dimensioni e soprattutto nel settore sud-occidentale, frr. di materiale edilizio a impasto chiaro di età tardo arcaica/alto repubblicana, più numerosi e di dimensioni maggiori, a impasto chiaro e rosso di età romana, frr. di dolio a "^ Stando alla descrizione del rinvenimento a strada doveva passare quasi immediatamente davanti i vecchio edificio = Tbasoli si trovano all’interno della proprietà dl civico n. 126, poco ἃ sud di quelli n. 1069, ammucchiti all'estremità occidentale del terreno, Jungo un gradino morfologico che funge da limite di proprietà e che forse ricorda il passaggio della strada antica

Fig. 511. SP. 87/b Via Nettunense/Viadei Cinque Archi. Basoli (n. 1068).

impasto rosso e rari frr. di anfore, mentre nel vecchio edi cio quasi al centro dell'area sono riutilizzati molti materiali antichi tra cui pance di dolio ad impasto chiaroe frr. di tegole ad impasto chiaro e rosso di età romana. È ipotizzabile che l'affioramento unitamente a quello a

sud (n. 1075), ai resti della “vigna Capoccio” (n. 1074) c ai materiali sporadici n. 1073, possa riferirsi, forse, ad una casalfattoriadi età arcaica, sulla quale, nel corso dell'età almeno tardo repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale (2), esteso su circa 60.000 mq. e in uso almeno no alla prima età imperiale, forse raggiunto da un diverticolo della via Appia antica (g18). Anfore — 1 fr. di parete pertinentea Dressel I, anfora vinaria, di produzione campana, databile trai 145/135e il 10 a.C."^. = 1 fr. di parete di produzione tirenica. Opus doliare — 5 frr di parete in impasto rosso di età romana.

1073. MATERIALE SPORADICO m 211 s.Lm. Via di Paganico Sul lato occidentale dî via di Paganico un vecchio muretto di recinzione di una proprietà riutilizza moltissimi frr. di dolio ad impasto rosso e chiaro oltre a frr. di tegole e coppi sia a impasto arcaico che chiaro di età romana’, Diversi frr dello stesso materiale, oltre ad alcuni frr. di anfora, affiorano anche nel terreno retrostante, a vigna, c lungo la cunetta stradale, È ipotizzabile che i materiali unitamente all'affioramen™* La proprietà corrisponde al civicon. 356, 1 TeHERNIA 1986: 42-47, 126-127; MANAcORDA 1989: 443 nota 2; Ri220 2005: 144 nota 14. 7" La proprietà corrisponde al civico n. 36. 803

to a nord-ovest sul pianoro (n. 1072), a quello a sud (n. 1075) e αἱ resti della “vigna Capoccio" (n. 1074), possano riferirsi, forse, ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso dell'età almeno tardo repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale (?), esteso su circa 60.000 mq. e in uso almeno fino alla prima età imperiale, forse raggiunto da un diverticolo della via Appia antica (18)

nord sul pianoro (n. 1072) e ai resti della “vigna Capoccio” (n. 1074) eai materiali sporadici n. 1073, possa riferirsi, forse, ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso dell'età almeno tardo repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale (?), esteso su circa 60.000 mq. e in uso almeno fino alle prime fasi della media età imperiale, presumibilmente raggiunto da un diverticolo della via Appia antica (g18).

1074. STRUTTURE MURARIE E LASTRICATO STRADALE m 210 slm “Vigna Capoccio”

Sigillata italica — 1 fr. di parete di coppa emisferica genericamente riferibile al tipo Conspectus 36, databile dalla prima età augustea alla fine del T sec dco

Nell'area sul lato occidentale della via di Paganico, attualmente occupata da edifici moderni di vario tipo, a nord dell’affioramento n. 1075 e a sud di quello n. 1072, la De la Blanchère alla fine dell'Ottocento, ricorda la presenza di un terreno (“vigna Capoccio”), nel quale si trovavano, oltre a numerosi materiali, resti di strutture e “un bel sentiero lastricato”, che doveva andare ad incrociare I’ Appia. antica all'altezza del superamento del fosso di Mele, identificabile con il diverticolo che dal lato dx. della via Appia antica raggiungeva almeno l'impianto nn. 10721075 (818) È possibile che i resti, unitamente agli affioramenti nn.

1075 e 1072 e ai materiali sporadici n. 1073, possano riferirsi forse, ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso dell'età almeno tardo repubblicana si è sviluppato un impianto rustico-residenziale (7), esteso su circa 60.000 mq. e in uso almeno fino alla prima ctà imperiale. 1075. AREA DI FRR. FITTILI m 206 s.l.m. Via di Paganico

Comune da mensa e da dispensa — fr di parete pertinente a forma non id. — 1 fr di ansa a nastro scanalata pertinentea forma non id. — 1 fr. di fondo su basso piede di forma chiusa non id. ~ 1 fr. di fondo piatto pertinentea forma non id. Comune da fuoco ~2 fr di parete pertinentia forme chiuse non idd.. Anfore = 1 fi di puntale di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del II, inizi del ΠῚ sec. ace — 1 ft di parete di produzione tirrenica. 1 fr di paretedi produzione orientale. Opus doliare = 1 iz di parete di pithos in impasto rosso riferibile a oriental ‘zante recente. 1076. AREA DI FAR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 210 slm. Colle Scarano - Via di Paganico

In un appezzamento ad oliveto che costeggia il Jato occidentale di via Paganico e scende in leggero pendio a sud verso la via Appia antica e a ovest fino al fosso di Mele, si nota un affioramento di materiale antico. Su una superficie di mq. 900 circa’ si riconoscono în media concentrazione, oltre a scaglie di selce, rari frr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio, frr. di coppi e tegole a impasto rosato di età repubblicana e rosso di età romana, anche frr di dolio a impasto arcaico, sigillata italica, ceramica comune e anfore. È ipotizzabile che l'affioramento unitamente a quello a

All'angolo tra via di Paganico e la strada privata sono appoggiate tre lastre, di cui due frammentarie, di peperino” (m 0,45 max.x0,45x0,20; 0,32 max.x0,53x0,20; 0,60x0,54x 0,20). Nel vecchio casale alle spalle della proprietà, lungo la. strada privata sulla sommità dell'altura, sono stati riutilizzati molti fi. di tegole e coppi ad impasto chiaro, pance di dolio sia ad impasto chiaro che rosso oltre ad almeno venti basoli in selce più altri frammentari, mentre un grosso basolo è ap-

7" DE La BLancuise 1888: 61; De La BLANCHERE 1889: 10; Asia 1903:402; TomtassErm 1979: 444.445; Mucct 1975:41. Cenni ll'essten 22 di ruderi "R") sono nella carta dell'Astolfi del 1785 (Bav, St. geogr S 35, riprodotta in Favraz 1972: I, tavv. 202-205). Abitanti del luogo mi hanno ulteriormente confermato che l'arca corrisponde alla vecchia Vigna Capoccio. Della strada ricordata dall'autrice nulla resa visibile. Sul pianoro dove alla fine degli anni Novanta del Novecento, è stato espiantato lvi gneto, sono sati costruiti diversi capannoni, mentre le immediate pendici sono state occupate da alcune abitazioni private. Abitanti dl luogo assicuano che durante gli scassi per lavori sono emersi grossi basli in selce ‘Ancora oggi, nelle terre di risulta de cavi di fondazione si vedono diversi fedi materiale edilizio. Laffioramento® stato notato nell'unico spazio an-

cora coltivato corrispondente alle pendici immediatamente sottostanti il pianoro(nn 1072, 1074) 79 I materiali sono presenti in superficie anche nel terreno vignato adiacente anche se con concentrazione sempre minor. 29 Conspectus 115, tav. 32. tipo corrisponde a Goudineau 21; Pucci 31,12 31,3-431,5 7 Và. 361 nota 4032, 381 4104-4105, %© Il materiale è sparso in media concentrazione anche nl terreno, a iwi eolivo, adiacente alla proprietà su ato meridionale; su una superficie di ma. 2.500 circa. Si riconoscono fr i materiale edilizio, scaglie di selce ὁ fr. di ceramica comune, sigillata italica e anfore. Anche il terreno, rica dendo nella medesima propriet, è risultato inaccessibile.

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poggiato davantiall’ingresso"™. Frr. di materiale antico sono visibili anche nella muratura dell’antico edificio sul lato opposto della strada”. Lungo il bordo della recinzione di una proprietà sul lato sud-orientale di via di Paganico, m 450 circa prima che questa incroci la via Appia antica, si notano molti fre. di materiale fittile antico”. Dal terreno al di sotto della recinzione e nell’area immediatamente adiacente a sud, su mq. 1.000 circa, affiorano molti fr. di tegole a impasto arcaico, di cui alcune con listello stondato all'attacco della piastra (tipo Wikander 1 b), e a impasto tardo arcaico, rari a impasto chiaro sabbioso, diversi frr. di materiale edilizio a impasto rosato, pochi a impasto chiaro e rosso, di età romana, tra cui pochi fr. di coppi, diverse scaglie di selce di medie dimensioni, tessere di mosaico nere di piccole dimensioni, pochissimi fr. di ceramica a impasto, alcuni frr. di dolio a impasto arcaico, frr di ceramica comune e di anfore”. I basoli sono presumibilmente riferibili alla Selciatella-Lazzaria (M), la quale correva a est della proprietà, piuttosto che al divert colo che dal lato dx. della via Appia antica raggiungeva almeno l'impianto nn. 1072-1075 (g18) È ipotizzabile che l’affioramento possa riferirsi ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, nel corso della media età repubblicana, forse tra il 275 e il 150 a.C, si è svi luppato un impianto rustico, esteso nel settore sud-est del pianoro, in uso almeno fino alla fase iniziale della media età imperiale. Impasto rosso — 1 fr di parete pertinentea forma chiusa non id. Comune da fuoco = 1 fr. di bordo di coperchio tipo Dyson 1976, fig. 4, CF 59, at testato in contesti databili tra i 275 e il 150 a.C." = | fi di piede a disco pertinente probabilmente a forma chiusa. non id. — 8 fr. di parete pertinenti a forme non idd.

— 1 fr di parete di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 145/135 e il 10a.C/®. — 1 fr di parete di produzione tirrenica. — 5 fr. di parete di produzione vesuviana. --2 fr. di parete di produzione campana. —1 fr. di parete di produzione spagnola. — 3 frr. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr di orlo di produzione non id. —3 fir di parete di produzioni non idd. Opus doliare τ 2 fr di parete in impasto arcaico. — 1 fr di paretein impasto rosso di età romana.

1077. BasoLI E BLOCCHI m 210 s.Lm. Via di Paganico All’interno del giardino di una delle proprietà sul lato occidentale di via di Paganico” si notano due blocchi parallelepipedi in peperinoe tre grandi basoli in selce. Thasoli sono presumibilmente riferibili al diverticolo che dal lato dx. della via Appia antica raggiungeva almeno l'impianto nn. 1072-1075 (g18) 1078. BasoLi m 190 s.l.m. Colle Ottone - Fosso di Mele. “Ponte Scuro”

Nel fondo di un ramo del fosso di Mele, all'altezza delV'attraversamento della via Appia antica (G), in località Ponte Scuro, restano otto basoli in selce di grandi c medie dimensioni. 1079. Basout m 199 s.Lm. Colle Ottone

Anfore = 1 fr di ansa costolata pertinentead anfora Haltern 70, anfora betica peril trasporto di defrutum e sapa, ma anchedi olive conservate nel defrutum c forse vino™, diffusa tra la metà del I sec. a.C. e Ta metà del I sec. dC. = 1 fr. i ansa di Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente a Kos e in area egeo-microasiatica” tra a ine del 1 sec. a.C. e gli inizi del II sec. d.C.

Sul lato sx. dî via Appia antica, appena superato un ramo del fosso di Mele, in località Ponte Scuro, nel terreno soprastante la sterrata attuale, in un disegno dei primi decenni dell'Ottocento, è segnalata la presenza del lastricato della via Appia antica” (G). Attualmente nella terrazza che costeggia il lato orientale della strada moderna, circa m 1,5 al di sopra della carrareccia, sulla scarpata che delimita il lato sx. della stretta spiana-

7" L'edificio, raggiungibile dalla ravers privata che taglia il pianoro, corrispondeai civici nn. 145-151. Annesso al casaleè un'ampia area peria piccole scaglie di selce che riutiliza ugualmente mada un muro metrata teriale antico, Non mi è stato possibile accedere all'interno per il diniego del proprietario. A memoria di un abitante del luogo nell'area doveva tro» Anche in questo caso non mi è stato possibile visitare la proprietà, che corrisponde αἱ civici πα. 125-127. "^ La traversaè quella che conduce αἱ civici 125-155. La proprietà oc pa il margine sud-orientale di una modesta altura, che scende con pendio acclive vers sud fino alla via antica, delimitatasul at setentrionale da una Strada privata che attraversa a sommità del pianoro, il quale gode di un'ampiù aperta vero est dove con pedi scs gangs il foa di FT| materiale si segue su tuo il bordo della proprietà privata in cul

non è stato possibile accedere, ai civic nn. 157-159. L'area interna è comunque in parte occupata all'abitazione, in parte adibita a giardino. 7" Dysox 1976: 31 7" Seaty 1985: 62-64 9 L'esemplare più antico è stato rinvenuto nel relitto della Mandra: que de Giens ἀεὶ 60-50 aC. (TeneRnaa 1986: 142) 7" EMPEREUR, HESNARD 1987: 22.23; EMPEREUR, ICON 1989: 225 no. ta 12; CarazRAS Mowroat 2000. © Vd, 331 note 3891, 3892, 3893, © La proprietà, nel a uale non mi ἃ stato permesso l'accesso, cori spondeαἱ civico n. 376. Ase, Disegni e piante, coll. cart 125 n. 26 "Pianta Del Poderein Contrada Paganico nel Territorio di Velletri spettante al Nobil Uomo si. sterile non piantato per esserCav. Paolo Filip n. F "Montone incolto, vi una Strada") 805

1081. BasoLi m 209 s.Lm. Colle Ottone.

Nella muratura del piccolo edificio (medievale?) a m 50 circa dal lato dx. di via Appia antica” (G), nel tratto iniziale della discesa con cui la strada raggiunge il Ponte di Mele, sono stati riutilizzati insieme a scaglie di selce, tegole a impasto chiaro e rosso di età romana e laterizi, diversi basoli in selce. Altri otto basoli sono accatastati in prossimità dell'ingresso dell'edificio. Anche la sterrata che dall’ Appia conduce al rudere ha riutilizzato sui due lat, per m 25 circa di lunghezza numerosissimi basoli in selce, soprattuttodi grandi dimensioni. Fig. 512. Colle Ottone. Via Appia antica (n. 1080)

1082. Basott m 210 s.l.m. «Pelaggi» - Via delle Vigne Nuove

ta, sono visibili, in sezione, alcuni basoli in selce (lungh. max. m 0,70 circa).

Diversi basoli in selce, alcuni dei quali spezzati, sono appoggiati lungo il lato settentrionale del viale d'accesso ad

1080. LASTRICATO STRADALE m 211-186 s.Lmn. Colle Ottone - Via Appia antica. Acirca m 21,70 dal bivio tra il tratto di via Appia antica proveniente dalla località Ponte Scuro e via Colle Ottone. Basso, lungo la strada oramai asfaltata che scende verso il ponte di Mele, appaiono in maniera discontinua resti di basolato della via Appia” (G) (Fig. 512). A partire dal limite sud-occidentale, riconoscibile dalla presenza nei primi m 38 circa della crepidine, si conserva metà circa della carreggiata basolata” (Fig. 513 a-b). Un primo tratto affiora per m 113 circa, con una larghezza variabile, a partire dal lato sud-occidentale, di m 2,20 nei primi 15 m circa, che si restringe fino a m 1,60" (Fig. 513 c-d, e-D I basoli conservano in pid punti i solchi del passaggio dei carr. Scendendo verso il ponte, dopo una lacuna ormai coperta dall'asfalto, di m 95, il lastricato riaffiora per m 12 circa, visibile inizialmente per una larghezza di m 1,80, sempre a partire dal margine sud-occidentale” (Fig. 513 g-h), per poi restringersi fino a m 1,10 circa (Fig. 513 i.) prima di scomparire completamente. Dopo una seconda lacuna di m 85,20 circa, il basolato riappare per m 7,20, ormai in prossimità del Ponte di Mele. Del lastricato è visibile, in questo punto, il tratto corrispondente all'incirca alla parte centrale della sede stradale antica, perun'ampiezza di m 2,20 circa. I basoli appaiono piuttosto. sconnessi™ (Fig. 513 men).

Fig. 513. Colle Ottone. Via Appia antica: sezioni (n. 1080).

δα Cenni in Css: 1949: 9697; Bsc 197: 10 ig. Ia punto 13. Documentazione fotografica precedente vast obierazioni del basoato in Quota 1989: 82 fig. 47,83 fig 48 Quasi 1990: 51,53 fig. 1. 7^ Non esta traccia dei macipid lateral, forse conservati soto al a scarpata lungo il lato sud-occidentale, dta la presenza su questo ato el 1a crepidine, mentre è probabile sano andati completamente disti lungo ἢ margine opposto, i perl sistemazione del bordo stradale con canalete di cemento, sia pera larghezza della caregiata moderna, che dovrebbe, in alcuni punt, aver superato, invadendo quindi i marcispiedi, quella del [ας sticato antico. Dei marciapiedi non appariva nulla nemmeno anni addietro, quando pure il basolato era quasi completamente visibile, prima che lastra: da venisse asfaltata.

1° La sede stradale moderna tende ad allargarsi, procedendo dal bivio di Colle Ottone verso il Ponte di Mele, da m 445 iniziali am 5. = Non è pi visibile in questo rato la ceegidine, mentre resta traccia, sl "asticat, el limite ortogonale. La sede carrabile moderna? largam 455, ” In questo punto, n prossimità dell'incrocio con via di Paganico, la carreggiata moderna si allarga fino a m 5,50 circa. 7"L'edificio corrisponde al civicon. 2 di via Appia antica. Almeno sei basoli, più diversi scheggioni si notano nella prete setentzionale I terreno circostante, lasciato incoltoda anni non consentche una scarsa visibi lid. In occasionedi un ulteriore sopralluogo, nel marzo del 2005, ho verificato come la proprietà ia stata recintata e, in corrispondenza del vecchio rudere, siano stati intrapresi lavori edilizi.

806

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____________#

un'abitazione sul lato orientale di via delle Vigne Nuove, immediatamente a sud di Casale Orazi, poco a sud della curva con cui la strada piega bruscamente verso sud”. I basoli sono forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud da un diverticolo (g13) della via Appia antica, poco a nord-ovest di C. le Orazi (g16).

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è

1083. BasoLI m 207 s.Lm. Via delle Vigne Nuove Lungo il lato occidentale di via delle Vigne Nuove, a m 90 circa dal punto in cui la strada piega bruscamente verso sud, restano due basoli in selce di medie dimensioni, accatastati nel terreno a m 20 circa dal ciglio stradale. 1 basoli sono forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud fino ai Colli di Cicerone da un diverticolo (g13) della via Appia antica, poco a nord-ovest di C. le Orazi (816).

1084. BasoLI m 206 s.l.m. Via delle Vigne Nuove Almeno sei basoli in selce di grandi dimensioni e tre blocchi parallelepipedi in peperino (m 1,40x0,35x0,40; 1,17 max x0,56:0,28; 0,58 max.x0,55x0,20) sono riutilizzati come limite di proprietà nel vigneto che costeggia il lato occidentale di via delle Vigne Nuove, immediatamente a nord. dell'incrocio con via Ovidio. 1 basoli sono forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud fino ai Colli di Cicerone da un diverticolo (g13) della via Appia antica, poco a nord-ovest di C. le Orazi (g16. 1085. CunicoLo m 191-188 s.l.m. Fosso di Mele - «Vigne Nuove»

Lungo una diramazione dell’affluente di dx. del fosso di Mele, in corrispondenza della confluenza con un ramo minore, la quale attualmente scorre a cielo aperto a non molta distanza dal lato orientale di via delle Vigne Nuove, tra un tratto cunicolato esistente a monte (n. 1013) e a valle (n. 1121), la mappa del catasto Gregoriano del 1819 segnala l'esistenza di un ulteriore tratto di circa m 120 lungoil quale si aprivano almeno tre pozzetti”.

mmm Fig. 514. Via Il Stradone Muti. Materiale litico (n. 1086),

reno vignato che tende leggermente a salire verso nord, mentre ad est scende con leggero pendio fino al fosso di Presciano, si rinvengono, su un'area non maggiore di mq. 30 circa a pochi metri dal margine stradale, alcuni elementi di industria litica”. Lit

— 1 scheggia con vai ii di itocchi, in particolare pietra focaiarpresa da selce antica, di attribuzione cronologica incerta (Fig. 514). — 1 scheggiacon vari ii di ritocchi, in particolare pietra foca rpresa da selce antica, d attribuzione cronologica incerta (Fig. 514, c). — 1 scheggia molto patinata con intaccaure postdeposizionai, di attribuzione cronologica incerta (Fig. 514, ). 1087. MATERIALE SPORADICO m 205 s.l.m. Via I Stradone Muti

AI margine settentrionale della dorsale attraversata da via I Stradone Muti, all'altezza del punto in cui la strada piega verso est, un muro di recinzione di recente costruzione, sul lato occidentale della strada, riutilizza diversi frr. archi tettonici e materiali antichi?™:

1086. MateRIALE Lrrico m 206 s.l.m. Via II Stradone Muti Lungo il lato orientale di via II Stradone Muti, in un ter-

= un bollo laterizio circolare” (Fig. 515): [L. Venuleio Ajprontiano) Q. Artic(uleio) Paetino) co(rystulibusyex fil nis) M. Anni VrilSalareseyP. ΡΌΒΟ. — un fr in marmo bianco informe. un basolo in selce di medie dimensioni. — un fr. di lastra in peperino con modanatura liscia alla base (alt. max. m 0,48; largh, max. m 0,32). ~ 3 fr di colonna scanalata in peperino (due all'esterno una all'interno del muro di recinzione) (alt. max. m 0,21, diam. max. m. 0,12; at max. m 0,32, diam. max. m 0,27; alt. max. m 0,27, diam. max. m 0,28) — 1 fi di base ionica semplice con attacco di colonna liscia in peperino (alt. max. m 0,21; diam, max. m 0,15)

7" DL viale dà accesso all'abitazione al civico n. 19. ve» Ast, Catasto Gregoriano, ant Prov. Agro Romano, n. 123 (Monte Cagnolo) 1 terreno si trova circam 30 prima del civico n. 12 sul lato opposto della strada.

77^ La proprietà, priva ancora di n. civico, si trova di fronte al n. 17. % Cfr CIL XV, 478; efr STENBY 1974.75: 83, contra Brocn 1947: 160, 180-181, 208, ritiene poco probabile che PPB siano da considerarecome iniziali di un officinato. 807

tra i fossi di S. Gennaro e Presciano si chiude abbassandosi nella sella che la separa dall'altura immediatamente successiva a sud, si nota un ambiente ipogeo. Rimane l'ingresso, alto m 1,30 sul p.d.c. e largo m 0,60, sul lato meridionale della terrazza, m 14 circa ad ovest della strada, che immette in un vano scavato nel banco, a pianta approssimativamente oruciforme””. 1 precario stato di conservazione, soprattutto dell'interno, non consente di escludere che possa trattarsi di una struttura realizzata in età post-antica. 1090. MATERIALE SPORADICO m 186 s.Lm. Via Landi

Fig. 515. Via] Stradone Muti. Bollo laterizio (n. 1087) Altro materiale è accatastato intorno all'edificio ancora in costruzione all'interno del muro di recinzione tra cui: un blocco in peperino (m 0,60max.x0,37x0,50); una lastra in peperino (m 0,78x0,60x0,30) c almeno quattro basoli in selce’, presumibilmente riferibili a una viabilità che staccandosi dall'estremità occidentale di un diverticolo della via Appia antica, in località Palaggi (g13), raggiungeva a sud l'impianto n. 1234 (g14). 1088. AREA DI FR. ΤΙΣ m 191 s.l.m Via Landi

In un terreno coltivato a vigna che scende moderatamente verso il fosso di S. Gennaro, lungo il lato orientale di via Landi, m 750 circa a sud della Passatora di Cisterna", nel tratto in cui la lingua collinare si chiude stretta tra i fosso di 8. Gennaro e quello di Presciano, su un'area di mq. 800 circa, affiorano, in bassa concentrazione, scaglie di selce di piccole dimensioni, frr generalmente di ridotte dimensioni, di tegole a impasto chiaro di età romana e ceramica comu-

Nella scarpata che costeggia il lato occidentale di via Landi, alla base del versante orientale di una delle alture che caratterizzano la stretta dorsale compresa tra i fossi di S. Gennaro e di Presciano, sono presenti, oltre a poche scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, soprattutto frr. di tegole ad impasto arcaico, chiaro e, in quantità inferiore, rosato di età romana, in un tratto di m 80 circa in cui la sezione è esposta”, Nell'area immediatamente soprastante, parte incolta, parte con vecchio vigneto e occupata quasi centralmente da un edificio in costruzione, si notano diversi frr. ad impasto rosso, riferibili a materiale da costruzione, e pochi frr. di ceramica comune da fuoco. Il materiale sembra attestare la presenza di un edificio rustico solo genericamente riferibile all'età romana, da localizzare nel settore nord-est del colle soprastante’ 1091. AREA DI FRR. FrrTIL m 182 s.l.m. Via Landi

1089, AMBIENTE IPOGEO (?) m 185 s.l.m. Via Landi

In un piccolo appezzamento ad oliveto quasi pianeggiante, che si estende tra lato orientale di via Landi, e il fosso di S. Gennaro, affiorano piccoli frr. di materiale edilizio, raramente a impasto arcaico, in percentuale maggiore a impasto rosa e chiaro di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, ceramica comune da fuoco e rari fr. di vernice nera e sigillata italica”. Il materiale è presente, considerata la buona visibilità del terreno, in alta concentrazione nel settore settentrionale dell’appezzamento, su una superficie di mq. 700 circa. L'area, sembra riferibile ad una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana, si è sviluppata una struttura a carattere rustico in uso fino al I secolo d.C.

ΑἹ di sotto della piccola terrazza con cui, costeggiando il lato occidentale di via Landi, la lingua collinare compresa

Impasto grezzo τι fi. di orlo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 421, attestato a

>I materiale è stato recuperato in occasione ello cavo per la costruzionedel nuovo edificio. Vicini ricordano che dallo scavo e dal aea in che prima dei lavori ediliz, ono stati “cavati molt altri mate- La proprietà occupa un^otima posizione, sulla sommità della. dorsale che sovrasta via S. Gennaro, ampiamente aperta verso sud. 19 terrenosi trova i front al civico n. 18. 7" Lungo il margine del terreno sono ammucchiat fre di materiale edilizio e ceramico. 7" L'ambientesi trova poco a nord del civico n. 18. P" La scarpata delimit a proprietà al civico n. 32.

2% B stato possibile ricognire settore sud del pianoro, compreso nela proprietà n. 34, nel quae non si è notata presenza di un nucleo consistente di affioramento, fata eccezione per pochi fr. i impasto rosso sporadici, mentre è stato impossibile visitare l'area immediatamente soprastante,oc: cupata da due abitazioni. si trova all'altezza del civico n.40. Il proprieta è L'appezzamento ro del fondo ricorda che facendo lo scasso del terreno, m -1,50 circa dat pdc. attuale, rinvenne una “conduttura”, realizzata con cubilia in selce, che atraversava ortogonalmente il terreno facendo deuire l'acqua nel fosso.

ne”. È possibile che l'affioramento, anche in considerazi

ne della sua prossimità ad una viabilità (H), indizi l'esistenza di un’area sepolcrale che la genericità dei materiali consente di riferire all’età romana.

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Fig. 516. Crocetta. Altura a est di Villa Crocetta (n. 1092).

Tutto il settore nord-orientale della sommità dell'ampio colle che chiude la dorsale compresa trai fossi di Presciano e della Crocetta, affacciato a nord-ovest verso Villa Crocetta e Lanuvio con vista che spazia dalla catena dell’ Artemisio alla pianura pontina, è interessato dalla presenza di un'area di frr. fitli** 11 colle, che ad ovest scende con pendio abbastanza deciso verso il fosso dell’ Unica, poco a nord del trat to cunicolato (nn. 1098-1099), sul versante orientale si abbassa fino al fosso di Presciano con due terrazze successive,

di cui la prima più alta e decisa e la seconda con cui raggiunge ormai in piano il fosso, leggermente più acclivi le pendici nord e, soprattutto, sud. Il materiale è presente in alta concentrazione, su una superficie di mq. 5000 circa, a partire dal margine orientale della sterrata che attraversa l’altura, su tutto il pianoro (Fig. 516) con un nucleo di maggiore presenza individuabile su mq. 2100 circa, in corrispondenza di un leggero dosso centrale” Pos 1978 [1987]: 403, 406 dall strato I 27 Vd.361 nota 4032, 381 note 4104-4105. καὶ pianoro, con vista sul centro di Lanuvio, è delimitato da pendici piuttosto decise con le quali i ffaccia sul sottostante fosso di S. Gennaro. 7" Eyer 1993: 119 tav. 35.

Sigillata africana — 1 fr di parete pertinentea forma non id. in produzione A/D, databile a partire dall'età Severiana. Africana da cucina = 2 frr di orlo di piatto/coperchio dall'orlo ingrossato e indistinto, ipo Ostia I, 2617*, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. — | fr di orlo indistinto di piatto/coperchio, con ingobbio, tipo Ostia I, 18, attestato nella prima metà del ΠῚ sec. d.C." = I fz di orlo di casseruola dall'orlo bifido ingrossato e arrotondato, a patina cenerognola, tipo Ostia III, 267=Hayes 197°, attestato dalla prima metà del I alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. ‘Comune da mensa e da dispensa. = 1 fi di orlo di coppa tipo Ostia IV, 230, attestato in contest di Ill sec. d.C, — 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 1 fr. di piattolcoperchio di imitazione africana tipo Dyson. 1976, fig. 62, LS 94, attestato in contesti compresi ra la ine del Le. la prima metà del IV scc. d.C. — 7 fr. di parete pertinente a forme non idd., di cui tre riferibili a età alto repubblicana. Anfore — 1 fr di parete di produzione betica, probabilmente pertinente ἃ Dressel 20, anfora olcaria prodotta in Betica, lungo la valle det Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci"^, diffusa daletà augustea fino alla fine del II sec. d.C. ~ 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a Dressel 2/4 di piccole dimensioni, di produzione spagnola, anfora vinaria, diffusa dalla tarda età augustea al I sec. d.C. — 1 fi. di parete di Ostia Il, 522/523, detta anche ansa a fiorelino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliot o africana”, di fusa tra l'età tiberiano/claudia ela prima metà el TI sec. d.C. 2 fr di parete di produzione egeo-orientale. —4 fr. di parete di produzione tirrenica. = 1 fr. di paretedi produzione spagnola. — 3 fir di parete di produzione africana. — 1 fi. di parete di produzione vesuviana. — 1 fr di parete di produzione non id.

orientale del pianoro, compreso tra due proprietà private, restituisce materiali fiti di superficie". 1I fondo, incolto, presenta una visibilità medio-bassa che consente comunque di rilevare la presenza, in media concentrazione, di fi. fitili sparsi su una superficie di mq. 1300 a partire dal margine stradale, dove la concentrazione è leggermente maggiore, fin quasi al limite del pianoro, limitatamente al settore settentrionale dell'appezzamento. Affiorano scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di tegole e coppi a impasto arcaico, a impasto chiaro e rosato di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, pochi a impasto rosso riferibili a età alto repubblicana e più numerosi a impasto chiaro di età romana, piccoli frr. di ceramica a impasto, sigillata africana, africana da cucina, comune da fuoco e anfore. L'affioramento, unitamente a quello sul lato opposto della strada (n. 1114), per una superficie complessiva di almeno 35.000 mq. sembrerebbe attestare la presenza di una casalfattoria di età arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della prima età imperiale si è sviluppato un impianto rustico (-residenziale?) in uso almeno fino alla fine del III, inizio del IV secolo d.C., raggiunto dal tracciato g14. Impasto grezzo — 1 f di orlo pertinente a forma non id. Sigillata africana — 1 fi di orlo con lobo liscio di coppa carenata tipo Lamboglia 1e=Hayes 8B, in produzione A", databile al II sec. d.C. Africana da cucina — 1 fr di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco — 3 fi di parete pertinenti a forme non idd. τοὶ π di fondo a disco pertinente a forma non id. Anfore — 2 fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 fr. di parete di produzione africana. = 1 fr. di parete di produzione egeo-orientae. 1116. AREA DL FRR, FrrTILIm 191-189 s.Lm. Ten. ta S. Gennaro - Via delle Vigne Nuove.

Sulla sommità di una delle alture attraversate da via I Stradone Muti, un vecchio vigneto che occupa il settore

Nel terreno vignato che da via II Stradone Muti, 1 km. circa a sud dell’incrocio con via delle Vigne Nuove, sale con leggero declivio per poi scendere verso est fino al fosso di Presciano, si rinvengono materiali antichi. Su una superficie di mq. 3.000 cirea™, affiorano in me-

τ Atlante: 212, tav. CIV, 6; ft. AGUAROO Orat. 1991: 248-249 fig. 48-51, 308-311,a qual distingue ἢ ipo n più varianti e nota un'evoluzione della forma, che in epoca gilio-claudia ha pareti piuttosto dritte e orlo quasi indistinto, mentre in seguito loro ingrossato assume il tipico profilo triangolare e le pareti sono curve. "ante I: 212, tav. CIV, 2. ne Atlante: 218-219, tav. CVI, 6; cf AGUAROD Orat. 1991: 281-283 fige. 75-81, 335-341, a quale distingue tipo n due varianti principali Ae B. Osa IV: 52, tav. XXII

oe Dysox 1976: 153. 29 Và, 404 note 4536, 4537, 4538 Vd, 391 nota 4148, ? Dl vigneto termina verso est ridosso delle decise pendici con cui il colle si abbassa su questo lato fino al ramo s. del fosso di S. Gennaro. Atlante Y: 26, tav. XIV, 7. » L'are dell'affiramento è dlimitata ad ovest da via del Il Stradone Mui, nord da una serrata che funge da limite di proprietà e ad est dal fossodi Presciano.

1115. AREA DI FRR. FITTILIm 195 s.Lm. Ten. ta S. Gennaro - Via I Stradone Muti

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dia concentrazione frr. di tegole a impasto arcaico, rosso di età romana, a impasto chiaro di età repubblicana, cubilia in selce (cm 7x7,5), numerose scagliedi selce di medie dimensioni, minore la presenza di fr. ceramici tra cui, vernice nera, vernice rossa interna, sigillata sia italica che africana, ceramica comune e anfore. L'affioramento sembrerebbe indiziare la presenza, forse di una piccola casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, almeno dall'età medio repubblicana si è sviluppato un impianto rustico in uso fino alla fase finale dell'età medio imperiale. Vernice nera — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Vernice rossa interna 3 fi di parete pertinenti a tegami non idd. Sigillata italica = 1 ft di fondo pertinente a forma non id. —2 fre. di parete pertinenti a forme non idd. Africana da cucina — 1 fr. di fondo di casseruola con solcature esterne e vernice. non id, Comune da mensa e da dispensa. = 1 fr. di brocca dall'orlo modanato tipo Pohl 1970, fig. 59, 95%, atestato in contesti di età claudia (Tav. XXVI, 3). Comune da fuoco = 1 fi. di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta 1978, fig. 60, 20, attestato in contesti della seconda metà del II sec. a.C." = | fr di ola dall'orlo ingrossato ἃ listllo sporgente tipo Carta, fig. 82, 101°, attestato in contest di fine II inizio I sec. aC. =I fr. di orlo di coperchio non id. —1 fr. di orlo di piatto/coperchio di imitazione africana non id. — 1 fr. di parete di tegame non id. — 1 fidi parete pertinente a forma non id. Anfore τ fr di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del Il, inizi del II sec. d.C, — 2 fr. i fondodi produzione africana. — 1 fr di parete di produzione africana, Opus doliare =4 fir parete in impasto arcaico. 1117. Basoutm 194 s.l.m. Via delle Vigne Nuove Sei basoli in selce di grandi dimensioni sono appoggiati "Pou 1970: 109,111 dal settore strato B3, πὶ CARTA 1978 [1987]: 48-49 dal settore VIE strato BI. κα Casta 1978 [1987]: 62, 72, 74 dallo stato VI. 27 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. 828

sul margine occidentale di via delle Vigne Nuove, forse riferibili ad una viabilità che si staccava verso sud fino ai Colli di Cicerone da un diverticolo (g13) della via Appia antica, poco a nord-ovest di C. le Orazi (g16) 1118. AREA DI FRR. FITTILI m 198 s.l.m. «Colle di Cicerone» - Via delle Vigne Nuove

Nella sella, in declivio verso via delle Vigne nuove, che separa i due colli affacciati sul lato orientale della strada e delimitati lungo le pendici orientali da un ramo affluente di dx. del fosso di Mele, affiorano materiali antichi In un terreno recentemente impiantato a vigna, su un’area di mq. 900 circa, sono presenti în bassa concentrazione frr, generalmente di ridotte dimensioni, di tegole a impasto chiaro e rosato di età romana e imperiale e di coppi a impasto rosso di età romana, molti fir. di dolio, ceramica comune e anfore. ‘Laffioramento, unitamente a quello sulla sommità a sudest (n. 1119) da cui lo separa un’area non perlustrabile, sembrerebbe indiziare la presenza di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale, probabilmente nel corso della media età imperiale, forse già dalle ultime fasi della prima, si è impiantata una struttura forse a carattere residenziale, con pars rustica. In considerazione della presenza delle delimitazioni naturali e artificiali, è possibile che l'impianto, raggiunto da un diverticolo (g16), si estendesse su circa 90.000 mq. Comune da fuoco = fi. di orlo di olla assimilabile al tipo Olcese 1993, fig. 34, 33, attestato in contesti compresi tra l'età neroniana e il Il sec. acm — 1 fr di orlo di olla non id. —3 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore ~ 1 fr di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell'Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. a.C. e la fine del IV sec. d.C". — 1 fr di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione non id. Opus doliare — 6 ir. di parete in impasto rosso di età romana. Invetriata — 1 fr di parete di ceramica invetriata all'interno”. 1119. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALI SPORADICI m 200 slm. «Colle di Cicerone» - Via delle Vigne Nuove Di fronte ad un vecchio edificio abbandonato nel settore "e OLcESE 1993: 198-199. 1 VA. 373 note 4076, 4077, 4078. 30 Ceramica prodotta dal XVI3 XIX see. per cui vd. Crypta Balbi 3 1985:471-496,

sud-orientale della sommità di uno dei colli affacciati sul lato orientale di via delle Vigne Nuove, digradante ad est versoun affluente di dx. del fosso di Mele, sono accatastati due blocchi parallelepipedi in peperino (m 0,85x0,40x0,30; 0,71 max x048x0,25). Nel terreno vignato che costeggia il lato settentrionale del viale che sale da via delle Vigne Nuove””, affiorano in media concentrazione”, su un'area che dalla sommità si allarga lungo le pendici sud-orientali del colle per mq. 1200 circa”, scaglie di selce, frr di tegole a impasto arcaico e rosato di età romana, molti frr di dolio a impasto rosso, tra cui diversi di età arcaica, fi. di sigillata sia italica che africana, pareti sottili, ceramica comune e anfore. L'affioramento, unitamente a quello quasi alla base delle pendici nord-occidentali (n. 1118) da cui lo separa un’area non perlustrata, sembrerebbe indiziare la presenza di una casalfattoria di età arcaica, sulla quale, forse nel corso della media età imperiale, forse già dalle ultime fasi della prima, si è impiantata una struttura presumibilmente a carattere residenziale, con pars rustica. In considerazione della presenza delle delimitazioni naturali e artificiali, è possibile che l'impianto, raggiunto da un diverticolo (g16), si estendesse su circa 90.000 mq,

Comune da fuoco

~ 1 fr di orlo di lla tipo Curi I, fig. 256, 107 attestato in contesti di eta avia, — 4fir. di parete pertinenti a forme non idd, Opus doliare — 4 frr. di parete in impasto arcaico. — 2 frr di parete in impasto rosso di età romana.

1120, MATERIALE LrriCO m 181-162 s.m. «Colle di Cicerone» - Via delle Vigne Nuove Nel corso di ricognizioni di superficie, tra il 1997 e il 1998, sulla sommità e lungo le prime pendici orientali delaltura, delimitata a nord dalla sterrata che si diparte dal lato occidentale di via delle Vigne Nuove e raggiunge il fosso di Presciano, sono stati raccolti numerosi pezzi di industria litica, costituiti sia da nuclei e schegge non ritoccate che da strumenti, riferiti alla facies dell'industria Musteriana denominata Pontiniano Laziale"*.

Comune da mensa e da dispensa — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd.

1121. Cunicoto m 175-146 sm. «Vigne Nuove» - Via delle Vigne Nuove. Fosso di Mele Il tratto cunicolato, tuttora affluente di sx. del fosso di Mele, che inizia, a monte, a nord-est di C. Orazi” (nn. 1013, 1085), doveva scendere verso sud-est fino ad oltrepassare nuovamente l'attuale via delle Vigne Nuove, all'altezza. di una piccola centrale per lo sfruttamento delle acque™, tratto in cui risulta intubato a seguito della realizzazione di una zona residenziale”. Superata la strada il cunicolo corre costeggiandone il lato orientale per almeno 245 m circa al centro della valletta in direzione sud-est, segnalato in superficie da alcuni tombini in cemento che hanno messo in sicurezza gli originari sfiatatoi”*. TI cunicolo inizia ad essere visibile in corrispondenza di un breve sprofondamento (lungh. m 4,50 circa), nel quale corre a cielo aperto entro pareti verticali”. A partire da questo punto si conserva lo speco antico almeno per m 26,50 cir-

7 Si trova immediatamente di fronte all'edificio che occupa este mit meridionale della spianata superiore. 7 1 materiali di superficie sono riconoscibili nell'unica striscia di terreno fresato, mentre l'arca intorno all'edificio cil terreno che si allarga vez so i centro ell'lura, a nord del vigneto, essendo incolti, non permettono alcuna visibilità. "Il propritaio del fondo ricorda che nel 1987, durante lo scasso per l'impianto dell vigna, quasi ala base delle pendici oricntaliἀεὶ colle, versoil fosso, rinvenne rest di muri presumibilmente in opera quadrata È probabile quindi che il sio si estendesse su gran parte del cole. e Atlante I 26, tav. XIV, 4. Hayes limit a diffusione cronologica det tipo alla seconda metà del IL sec d.C. "Curia IL: 216 reltivamentaall'ativia 1141, 237, 281, 360. ™ Roo, BOZZATO 1999, relativamente al rinvenimento, nella zona. “ra le quote 181 e 162 1m. .. osteggiato ad ovest da filari d'uva e ad est dal a via, senza nome, che inizia all'altezza del numero 64 di Via delle Vigne Nuove..." di 13 nuclei, 16 schegge non ritoccate, 2 schegge Levallois tipiche e atipiche, 2 punte musteriane, 4 raschiatoi semplici rit, 6 raschiatoi semplici convessi, raschiroio semplice concavo, 1 raschatoio doppio deito-concavo, raschiatoio doppio biconvesso, I raschiatoio convergente

convesso, 1 raschatoiodéjeés, 3 raschiatoi trasversali convessi, raschia toio trasversale concavo, | raschiaoio sa faccia piana, 1 raschiatioa rtocco bifacciale, 2 grattato atipici, 2 bulini tipici, 2 punterul tipici e atipii, 1 3 πανί, 3 strumenti den5 coltelli a dorso naturale, a dorso tipico, coltello ticolt, I scheggia ritoccata su facia piana, 3 schegge a ritocco ero "spes50”, | scheggia a ritoco aemo “spesso”, 4 schegge a ritocco ento "sole", 1 scheggia a ritocco bifacciale”. posizionamento indicativo in ROLFO 2003. 10fig. 1,8. "uo Quit Gia 1983: 115 fg. Lr, 128, ne Questa corrisponde al civico n 50 di via del e Vigne Nuove. © Tl percorso soterrancoè testimoniato dalla presenza di tombini in cemento per la raccolta delle acque. "x Non mi è stato possibile accedere αἱ fondo, occupato da un noceto di recente impianto e quindi misurare i numero esatto e la distanza reciproca dei tombini ‘n Da qu il cunicolo, fatta eccezione per un breve trato verso la fine del percorso in cui attraversa una zona ortiva ma ridotto ormai a fossatello, attraversa i terreni delle Cantine Covareli, i cui proprietario non ha con‘esso l'accesso per l'ispezione. Del cunicolo riporto quindi solo i dati che ho potuto rilevare da una osservazione esterna, dalla strada.

Sigillat italica 2 frr di fondo pertinenti a forme non idd. = 1 f. di parete pertinente a forma non id. Pareti sottili — 1 fr di ansa pertinente a forma nonid. ~ [fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana = 1 fr. di orlo di coppa carenata con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib-Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A, databile trail 150e gli inizi del II sec. d.C."

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ca, con i quali raggiunge un secondo ampio sprofondamento, lungo m 24 circa, nel quale l'acqua scorre entro ripide pareti, prima di rientrare in cunicolo per altri m 29,50 circa. Nei successivi m 11 ricompare a cielo aperto entro pareti molto incassate, e rientra in cunicolo per m 23 circa prima di un lungo tratto, di m 69,50 circa, in cui prosegue a cielo aperto. Il percorso si fa nuovamente sotterraneo in cunicolo nei successivi m 77,80 fino a raggiungere un'abitazione la cui costruzione ne ha parzialmente obliterato il passaggio". In questo tratto nel terreno che costeggia via delle Vigne Nuove è visibile, m 52 circa a nord della costruzione moderna, uno sprofondamento, probabilmente riferibile alla presenza di un pozzetto di areazione” A partire dall'abitazione per m 227 circa il cunicolo è stato intubato e incide Ja base delle pendici sud-orientali dell'ampio colle vignato””, attraversando una zona ortiva nella quale è osservabile per m 117 circa ridotto ad un piccolo fos50, oltre i quali rientra per breve tratto în cunicolo (m 38 circa) e inizia a piegare verso est. Negli ultimi m 119 circa il fosso è stato sistemato in tubi fino all’attraversamento di via Fontana Parata, sul cui lato orientale confluisce nel fosso di Mele. 1122. AREA DI FRR, FITTILIπὶ 192 s.l.m. Via Fontana Parata

Sul lato occidentale di via Fontana Parata, m 250 circa a sud-ovest dell'incrocio con la via Appia antica, su una ristretta area prossima al margine stradale, alla base delle pendici di una modesta altura, che si alza a partire dalla strada con pendio acclive, occupato su questo versante da vigneto, affiora un’area di frr. fili". 80 una fascia di larghezza non superiore a m I5 circa, per una superficie complessiva di mq. 800 circa, affiorano in media concentrazione, scaglie di selce di medie e grandi di mensioni, alcune ancora ammaltate, frr. di tegole, pochi a impasto chiaro e rosato di età romana, fr. di dolio a impasto rosso, frr. di sigillata africana, ceramica comune e anfore. L'affioramento, forse unitamente a quello alle pendici nord-orientali lambite dalla via Appia antica (n. 1123), sembrerebbe indiziare la presenza, sull'area sommitale nella quasi totalità non indagabile, forse, di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale nel corso della prima età imperiale sembrerebbe essersi impiantato un edificio a carattere rustico-residenziale, in uso almeno fino al IV secolo d.C. Sigillata africana — 1 fr dî orlo di coppa con lobo liscio, tipo Lamboglia Je= Hayes 8B, in produzione A?, databile al II ec. d.C." — 1 fr. di parete pertinente a forma aperta non id, in produzione. D, databile dal IV al VII sec. d.C. > L'abitazione, sempre di proprietà Covareli, corrisponde al civico ‘n.41 di via delle Vigne Nuove, “© Un abitante della zona ricorda che proprio in corispondenza del punto in cu insiste la casa il cunicolo antico era ben conservato ed esisteva una “Forma”, da cui veniva atinta l'acqua 7" Anche quest'area è di proprietà dell'azienda vinicola Covarel, Ti terreno è compreso all'interno della propricà al civico n. 28. 830

Comune da fuoco —5 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore — 1 fi di parete pertinentea tipo Haltern 70, anfora betica per il trasporto di defrutum e sapa, ma anche olive conservate nel defrutum e forse vino", diffusa tra la metà del I sec. a.C. e la metà sec dc. ~ 1 fi. di parete probabilmente pertinente a Ostia Il, 522/523, detta anche ansa a fiorellino, anfora probabilmente vinaria di produzione siceliota o africana", diffusa tra l'età tiberianolclaudia e la prima metà del I sec. d.C. — 2 fir di parete di produzione egeo-orientale. 2 fir di paretedi produzione tirrenica. — 1 fi. di parete di produzione vesuviana. = 1 ft di parete di produzione africana. 2 fr di parete di produzioni non idd.

1123. AREA DI FRR. FITTILI m 193 s.l.m. Ponte di Mele - Via Appia antica In una piccola vigna sul lato dx. della via Appia antica, immediatamente prima che questa superi îl fosso di Mele con l'omonimo ponte (n. 1128), su una fascia stretta e allungata di circa 1100 mg, affiorano moltissime scaglie di selce medio-piccole oltre a frr. di impasto rosso di età tardo-arcáicalalto-repubblicana, e in minore quantità a impasto rosa e chiaro di età romana, riferibili a materiale da costruzione, unitamente a frr. di ceramica a impasto, comune e anfore di piccole dimensioni. L'affioramento, forse unitamente a quello alle pendici sud-occidentali lungo via Fontana Parata (n. 1122), sembrerebbe indiziare la presenza, sull’area sommitale nella quasi totalità non indagabile, forse, di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale nel corso della prima età imperiale sembrerebbe essersi impiantato un edificio a carattere rustico-residenziale, in uso almeno fino al IV secolo d.C. Impasto grezzo — 1 fr. di fondo a disco pertinente a forma non id. Impasto rosso fr di parete pertinentea olla non id. Comune da mensae da dispensa ~ | fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco

~ 1 fi. di ori di tegame tipo Dyson 1976, fig. 29, PD 15, atestato in contesti compresi rail 110 eil 30 a.C. ™ Atlante I: 26, tav. XIV, 6. 7^ Stacy 1985: 62.64 7 L'esemplare più antico è stato rinvenuto nel relito della Mandragui de Giens del 60-50 a.C. (Tcu 1986: 142) 79 Vd. 391 nota 4148, P Dysox 1976:90. La forma sembra tipica della prima met del sec. ac.

— frr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fi. di parete con attacco d'ansa di Ostia II, 521-Ostia IIl 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del Il sec. cm — 1 fr. di ansa a doppio bastoncelloe 1 fr di orlo di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa ta il 70/60 a.C. e la fine del T, inizi del ΠῚ sec. d.C. = 1 fr di fondo di produzione vesuviana. -2 fi. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione spagnola. — 1 fr. di parete di paretedi produzione tirrenica. 1124-1125*. STRUTTURA MURARIA E MATERIALE SPORADICO Colle Ottone.

1124. Materiale sporadico. II Teoli ricorda il rinvenimento nel 1643, nella proprietà Toruzzi, presumibilmente li nare a quella delle altre scoperte, di un'urna cineraria di porfido rosso, contenente oltre alle ceneri, due anelli d'oro, la. quale era appoggiata "ad una pietra" con l'iscrizione CIL X, 6553, irreperibile”: Apollini sacrum e di una lucerna con bollo di Communis”®. 1125. Struttura muraria e materiale sporadico. In un terreno vignato a circa 200 m dalla via Appia antica “poco a nord del ponte detto di Miele” (propr. A. Sciotti), i lavori di scasso intrapresi negli ultimi decenni dell'Ottocento, permisero il rinvenimento di “un'immensa costruzione romana di forma oblunga” provvista di ambienti sotterranei Circa 30 m a nord, nello scavo di una grotta venne scoperto un modellino architettonico fittile, conservato nel Museo di Villa Giulia a Roma, riferito ad un tempio piuttosto che ad un edificio domestico e databile al VI o al V secolo a.C 1 materiali potrebbero riferirsi al deposito di un santuaκα Vd. 398 note 4186, 4187, 418. 7 Vd. 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. Toon 1644: 105, 107-108(".. due anelli doo, uno ben grossocon ‘una comiol, nella qosle sta intagliato Apolline n pied; appoggiato ad una colonna con la cetra in mano, l'altro pid piccolo col rilievo del a testa del fanciullo . "); Bong 1723: 41; Voun 1727: 40-41; Caspivati 1823: 4-5 n. 3; TERSENGHT 1910: 311; Chesser 1953: 32, 121 n. 79; Fogrunam 1989: 90; Sou 1983a: 31 7" CIL, X2, 8053, Sc; eft. Tsoui 1644: 108; Vout 1727: 41; (Canpinats 1823: 229 n. 169, 7" Acs, Direz. Gen. AABBAA, IIl vers, Il part, b. 69, fas. 135. Relazione O. Nardini del 31 luglio 1898; Acs, Direz. Gen. AABBAA, IIL vers. Il parte, δ. 62, fasc. 1. Relazione del 4 ottobre [898; cfr. Cascina 1981: 166, 171; Meus, Qui σι 1983: 2-4, 5 fig. 1, A; Formam 19890: 89.90 e ta. f. t. LXXVIII 17; Ceccouui 2001a: 60 n. 219 (calco in esso dell'una). Descrizionein STACCIOLI 1968: 41-43n. 32 vv, XXXVIII XXXIX, con bibliografia precedente; SrAccioa 1985: 58 fig. 32: Sracciout 1989-90-89 nota 2,91 fig. 1,94 con proposta i giustificare le dimensioni" reali" della pora sulla fronte con a necessità di rendere visibile a stauina postaall'inerno e andata perdutae l'ipotesi "ce i ia voluto riprodurre proprio tn tempio ἃ due celle; cfr. CoL ova 1986: 492-493 il quale o riferisce a un. tempio tuscanicoa te celle “ridote due per motivi di spazio 7" MELIS, QUILCI GigLi 1983: 6; FoxruNatt 19892: 90 nota 12; Bouma 1996: 115". 127. Crescenzi 1981: 127, 173; Cacca 20012: 147 n. 1612.

rio, da ubicarsi nelle vicinanze e databile presumibilmente al VII secolo a.C.” 1126*. MATERIALE SPORADICO “Colle Ottone” (?)

"Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un bassorilievo in marmo decorato con testa femminile fra rami e foglie, di provenienza incerta, che sulla base della notizia della sua donazione da parte di A. Sciotti, è forse possibile. ipotizzare recuperato a Colle Ottone”. 1127*. MATERIALE SPORADICO “Colle Ottone” (?)

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini con generica provenienza “Velletri”, figura un fr. di antefissa con delfini, proveniente da Velletri, che sulla base della notizia della ‘sua donazione da parte di A. Sciotti, è forse possibile ipotizzare recuperato a Colle Ottone” 1128. PONTE m 185 s.Lm. Via Appia antica - Fosso di Mele I ponte antico all'attraversamento del fosso di Mele ri sulta ancora visibile ed in discreto stato di conservazione”, a dispetto dell’improrio uso del greto del fosso come discarica di materiali di ogni tipo, gettati lungo le sponde"* (Fig. 521). Il ponte, costituito da una rifasciatura del lato a monte della lingua basaltica che affiora in quel punto e da una parte in galleria realizzata in un tufo poco coerente", è ad un unico arco, a tutto sesto, con una luce di m 3,68 in corrispondenza della fronte a monte e di m 3,44 in quella a valle. 7 CRiscENZ 1981: MO a ricorda sotto la voce "Delfino" ma la omette soto7» "Antefise fili", 178; Csccarin 20012: 116 n. 1054. Menzioni nella cartografia storica sono nella carta di G. Astolfidel 1785 (Fauraz 1972: tav. 203: "Ponte del Miele”). Laneuzzi CVatLat 14931: 136 ne evidenziain primo piano l'arco a blocchi, appoggiato al ban(co affiorante che ne ripete la curvatura; cr. Asti 1903: 402-403 n. 3; Croci 1907: 13; Tensenaati 1910: 302-303 con datazione ad età medievale Pizen WacENER 1913: 420 ricorda come * .. fosse formato da un unico ar= Nani 1939: 91, che ricorda anche il rinvenimentodi un altro lterizio “non facilmente leggibile”, ne riporta la trascrizione VIN SULP, che trova corrispondenza generica in CIL XV, 562-565; CRESCENZ1 1981: 175; CsccarDa 20018: 165 n. 1852. πὶ Crescenzi 1981: 161, 175; Cecca 20010: 165 n. 1853. "TL fondo corrisponde al civico n. 42 di via Fontana della Parata. L'affioramentosi estende anche nella proprietà adiacente sul ato sud, cori spondente al civico n. 4, icu proprietario ricorda che anche dopo l'ultima guerra il padre rinvenne più volte delle monete che consegnò all'Ing. Nardini.

1209. Basoui «Ponte di Mele» - Via Ponte di Mele

Accatastati all'interno di una proprietà sul lato orientale di via Ponte di Mele” restano cinque basoli in selce (Fig. 557), riferibili alla viabilità cd. Selciatella Lazzaria da Velletri per la via di Astura (M). 1210. Basout m 175 s.m. «Ponte di Mele» - Via Ponte di Mele

Due basoli in selce più uno spezzato sono cementati nella soglia d’ingresso ad una proprietà sul lato occidentale di via Ponte di Mele” (Fig. 557), riferibili alla viabilità cd. Selciatella Lazzaria da Velletri per la via di Astura (M). 1211-1212. AREA DI FRR, FITTILL E BASOLI m 191-186 s.l.m. Via F. naParata.

874

Impasto grezzo = 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Impasto chiaro sabbioso — Mf di parete pertinente a forma non id. Vernice nera — 1 fi. dî parete pertinente coppa emisferica non id., di produzione locale. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica = 1 f di parete pertinente a forma non id. Sigillata africana — 1 fr. di orlo inclinato con gradino interno, di scodella tipo Hayes 61, n. 13, in produzione D', databile ta la fine del IV e gli inizi del V sec. d.C), = 1 fr. di fondo pertinente a forma non , in produzione A, databile a partire dall'età flavia”. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id., in produzioneA, databile a partire dall'età flavia”. τι fr di parete pertinente a forma non id. in produzioneA?, databile dalla fine del I alla fine II sec. d.C. = 1 fr di parete pertinente a forma non id. in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana. Comune da fuoco = 1 fr. di olla dall'orlo arrotondato leggermente estrofleso tipo Curia II, fig. 256, 109°, attestato in contesti di età flavia. — 1 fi di orlo con attacco di piccola presa immediatamente al di sotto, di pisside (7) assimilabile al tipo Pohl 1978, fig. 111, 1718, attestaton contest di età claudia””. = 1 fr di fondo a disco pertinente a forma non id, probabilmente attribuibile a età alto repubblicana. = 1 fr. di fondo piatto di olla non id. — 1 fr di ansa a nastro pertinente a forma non id. - 14 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore = Lf. di ansa Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa trail 145/135eil 10a.C". — 1 fr di puntale di produzione africana. = 5 fi. di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione spagnola. —2 frr. di parete di produzione egeo-orientale. — 1 fr. di parete di produzione vesuviana. —4 frr. di parete di produzione tirrenica. — 5 frr. di parete di produzioni non idd. 7m Atlante: 83-84, tv, XXXIV, 2. Hayes precisa la datazione del ipo 11a 325 450 circa dC. 7" Vd. 318-319 nota 3848 77 Vd. 318-319 nota 3848 2 CuriaI: 216 relativamente all'ativià 1141, 237,281 » Pon 1978 [1987]: 291, 295 dallo strato VI. 7 Vd. 331 note 3891, 3892, 3803,

Opus doliare — 3 fi. di parete in impasto arcaico. — 2 fir. di parete in impasto rosso di età romana.

1213. MATERIALE SPORADICO “Fontana di Lupo” ‘Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, ne figurano alcuni proveniente da Fontana di Lupo: una base in marmo con tre delfini?"; un fr. di pilastro in marmo decorato con testa di caprone™®; un fr. di colonna in marmo scanalato anteriormente?" 1214. AREA DI FRR. FirTILm 190-186 s.l.m. «Vigne Nuove» - Via delle Vigne Nuove

In un piccolo vigneto che occupa la sommità di una modesta altura affacciata a est su via delle Vigne Nuove”, verso cui scende con pendio abbastanza deciso, fino a raggiungere il fosso di Mele nel tratto cunicolato (n. 1121), nell’area compresa tra la sterrata che dalla viabilità principale sale verso l'altura e una zona parte incolta parte occupata da abitazioni private, si nota un'area di frr. fittili Su mq. 1600 circa circoscritti al margine sud-orientale della sommità e alle prime pendici, affiorano in bassa concentrazione scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, fir. di materiale edilizio a impasto arcaico e a impasto chiaro di età romana, frr. di dolio a impasto rosso e frr. di vicoite, pochi frr. di ceramica comune da fuocoe anfore. L'area sembra riferibile alla presenza di una piccola struttura durante l'età arcaica e di un modesto edificio a carattere eminentemente rustico, che la genericità dei materiali permette di riferire solo all’età romana, probabilmente in relazione con i sito sull’altura immediatamente a sud-ovest, da cui lo separa una morbida sella (nn. 1215-1216). 1215. AREA DI FR. PITTI πὶ 185-177 s.Lm. «Vigne Nuove» - Via delle Vigne Nuove Sulla sommità di una delle alture poste a ovest di via Vigne Nuove e aperte a sud-est, lungo la dorsale che scende parallela al fosso di Presciano, separata da una morbida selJa da un'altura parallela affacciata su via delle Vigne Nuove (n. 1214), si nota un'area di fr. fiti In un vecchio vigneto compreso tra due fasce incolte e non ricognibili una delle quali separa l'area da un affioramento m 100 circa a nord-ovest (n. 1216), si riconoscono in. o Cuesceez 1981: 172; Ceccoaa 2001a: 189n. 2595; Vincrornt 2003: 14. 7" Cuvscenas 1981: 154, 172; Ceccarini 20012: 189 n. 2596; Vixciorn 2003: 42. 7" CrescENZI 1981: 172; Ceccarini 2001a: 189 n. 2597; Vinciorm 2005: 42. 77 Una morbida sella separa l'altra da una sommità parallel, immediatamente ἃ sud-ovest su col presente un tro affioramento (n 1215). 875

media concentrazione su mg. 2300, con vasta area di dispersione che si allarga lungo le pendici occidentali per mq. 4000 circa, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, rari ciottoli, molti frr. di materiale da costruzione e opera doiare a impasto arcaico, meno a impasto chiaro e rosato riferibile a età tardo arcaica/alto repubblicana, molti a impasto chiaro di età romana, rari frr. di dolio a impasto rosso di età romana, diversi frr. di vernice nera, rari fi. di sigillata italica più numerosi di sigillata africana, frr. di ceramica comune, soprattutto da fuoco, e anfore. L'affioramento, unitamente a quello poco a nord-ovest (n. 1216), sembra riferibile ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale nel corso almeno dell'età tardo-repubblicana sembra essersi sviluppato un impianto a carattere residenziale con pars rustica, con una successiva fase di età medio imperiale fino ad almeno l’inizio del IV secolo d.C. I caratteri naturali dell’area e la sopravvivenza di strade interpoderali ne suggeriscono un'estensione di circa mq. 40.000. Vernice nera — 1 fr. di tesa pendente probabilmente riferibile a patera non id. — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillat italica — 1 fr di orlo di coppetta non id. Sigillata africana — 1 f di orlo di coppa tipo Lamboglia 3b'=Hayes 14 B, n. 8,in produzione A, databile alla prima metà del II sec. d.C." — 1 fr di parete pertinente a forma non id. in produzione A/D, datatbile a partire dall'età severiana. ‘Africana da cucina. = 1 fr. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia 1, 261”, attestato dall'epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V sec. dC. — | fi di parete con vernice interna e esterna pertinente a forma. nonid. Comune da mensa a da dispensa ~ 1 f di orlo di bacino non id. — 12fe. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco

~ 1 ft di oro di tegame tipo Ostia II, 498, attestato in contesti taiin età flava, probabilmente durante la prima parte del principato di Domiziano (80-90 d.C. ~ 1 fi. di orlo di olla tipo Settfinestre 1985, tav 30, 1, attestato in contest compresi ra ἢ ΠῚ il VI sec. (C7 79 Atlante I: 33, tav. XVI, 16. ‘Atlante 212, tav. CIV, 6; fr AGuaROD Ora. 1991: 248-249 fgg, 48.51, 305.311, la quale distingue il ipo in pid variante nota un evoluzione della forma, che in epoca giulio-laudia ha preti piuttosto dite e orlo quasi indistinto, mentre in seguito Mori ingrossato assume i tipico profilo triangolare e e pareti sono curve. 7° Ostia Il 101, 260-261, tv. XXVI Sertefinesire 1985: 104 7" Vd, 331 note 3891, 3892, 3893, 77 Vd. 398 note 4186, 4187, 4188, 876

— 12 fr di parete pertinenti a forme non idd. —2 frr di fondo pertinenti a forme non idd. Anfore — 1f di parete di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirenica, diffusa trail 145/135 e il 10 aC”, — | fr. di parete di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa tra il 14/54 e la fine del I sec. d.C". — 1 fr di orlo non id. di produzione tripolitana. — 6 fr. di parete di produzione africana. —3 frr di parete di produzione egeo-orientale. — 6 frr di parete di produzione tirrenica. 1216. AREA DI RR. FITTILI m 182 s.l.m. Landi ne Nuove»

Sul versante occidentale di una delle alture che costeggiano il lato occidentale di via delle Vigne Nuove, compresa tra l'affluente cunicolato del fosso di Mele (nn. 1013, 1121) ad este il fosso di Presciano a ovest, in una striscia di terreno incolto verso il margine sud-occidentale del pianoro?", m. 100 circa a nord-ovest di un maggiore affioramento da cui lo. separa un'area incolta (n. 1215), si notano materiali ftii. ‘Su una superficie di mq. 350 circa, a ridosso della bassa scarpata artificiale che delimita a sud-est il terreno”, malgrado la bassa visibilità, si riconoscono in media concentrazione, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, frr. di tegole a impasto arcaico, tra cui alcune di età arcaica, frr. di ceramica a impasto, vernice nera e ceramica comune” Laffioramento, unitamente a quello poco a sud-est (n. 1215), sembra riferibile alla presenza, di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale nel corso almeno dell'età tardo-repubblicana sembra essersi sviluppato un impianto a carattere residenziale con pars rustica, con una successiva fase di età medio imperiale, fino ad almeno l’inizio del IV secolo A.C. I caratteri naturali dell’area e la sopravvivenza di strade interpoderali ne suggeriscono un'estensione di circa mq. 40.000. Impasto grezzo — 1 fr. di orlo pertinente Carafa 1995, 477, attestato Palatino in strati databili tra il 3 fr di parete pertinenti

a ciotola con vasca emisferica tipo a Roma-pendici settentrionali del 5301520 e il 47550 a.C”. a forme non idd.

Vernice nera — 1 fr di parete pertinente a forma non id. "© La visibilità del terreno e quindi l'esatta valutazione della consi stenza del sito è compromessa dalla mancata aratura del terreno e dalla pre senza di un fitto manto erboso. 7» Tutta l'area della sommità, che si allarga al di sopra della bassa scarpata artificiale non è, al momento, perlustrabie in quanto per la maggior parte invasa da cespugli 7" La presenza di materiale diminuisce progressivamente lungo le pendici che raggiungono il fosso della Parata, OP CARAPA 1995: 182, 185 fig

Ceramica comune da fuoco —2 frr di parete pertinenti a forme non idd. 1217-1218. VILLA m 183-175 s.Lm. Ten. ta S. Gennaro - Via I Stradone Muti

1217. Area di frr. fitili. Alla base di un’ alta scarpata, forse artificiale, che delimita sul versante nord-orientale una delle alture attraversate da via I Stradone Muti, un terreno incolto scende con modesta pendenza verso est fino al fosso che incide il fondovalle. L'area, sebbene a bassa visibilità, restituisce in media concentrazione, soprattutto nel settore meridionale, su una superficie di mq. 2000 circa, molte scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, moltissimi frr. di impasto arcaico riferibile a materiale edilizio, soprattutto a tegole, o opera doliare, rarissimi frr. di materiale edilizio in impasto chiaro sabbioso e rari a impasto chiaro e rosato di età romana, poche tessere nere di medie dimensioni, molti fr. di ceramica a impasto, comune da fuoco e rari di anfore. L'affioramento presenta un'area di spargimento nella sella di mq. 3800 circa. Impasto grezzo το 1 ft di ansa ἃ sezione sub-circolare pertinente a forma non id. — 5 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fi. di ansa a doppio bastoncello pertinente a anforetta non id. Comune da fuoco — 1 fi. di orlo a mandorla estroflesso di olla tipo Dyson 1976, fig. 32, PD 41, attestato in contesti compresi tra il 110 e il 30 aC. | fr. di orto estroflesso di olla tipo Dyson 1976, fig. 3, CF 40-Duncan 1965, form 36A, fig. 11, A68, attestato in contesti compresi rispettivamente ta il 275 e il 150 a.C. e tra la metà del Ile la fine del I sec. aC — 1 ft. di orlo di coperchio a tesa rialzata tipo Carta 1978, fig. 131, 255, attestatoin contesti di età traianea”™. 1.1 ft di orlo di coperchio tipo Carta 1978, fig. 131, 256, attestato in contesti di età traianea”™. — 11 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr. di parete di produzione spagnola. = 2 fr di parete di produzione tirrenica. —1 fr. di parete di produzione vesuviana,

1218. Area di fr. fttili e basoli. Nel giardino di una proprietà sul lato orientale di via I Stradone Muti, sulla sommi 7" DysoN 1976: 93 2 Dysox 1976: 28; Duncan 1965: 156, 164, e Cara 1978 [1987]: 131-132 dallo strato IV. 7° Cara 1978 [1987]: 131-132 dallo strato IV. "La proprietà corrisponde al civicon. 69. L'sforamento si nota a; dosso della proprietà adiacente αὶ nord, non ispezionabile. Materiali n di-

τὰ di una delle alture attraversate dalla strada, sono appogiati quattro basoli in selce di medie dimensioni. Nel piccoJo vigneto antistante, su una superficie di mq. 1500 circa, affiorano in bassissima concentrazione soprattutto scaglie di selce di medie dimensioni, alcuni ciottoli, qualche fir. di tegola a impasto arcaico e impasto rosso e chiaro di età romana, rari fr. di ceramica a impasto, africana da cucina, comune e anfore”. I basoli sono presumibilmente riferibili a una viabilità che staccandosi dall'estremità occidentale di un diverticolo della via Appia antica, in località Palaggi (813), raggiungeva a sud l'impianto n. 1234 (g14). La morfologia del sito e la posizione dell’affioramento suggeriscono di riferire i materiali, analogamente a quelli alla base delle pendici nord-orientali (n. 1217), da cui lo separa un terreno non ricognibile, ad una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale tra la media e la tarda età repubblicana si è sviluppato un impianto rustico in uso anche nella media età imperiale, ubicabile nel settore nord-orientale della sommità. Impasto grezzo 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd.. Africana da cucina — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd.. Comune da mensa — 1 fr di parete riferibile a età repubblicana. Comune da fuoco — 1 fr. di orlo di tegame tipo Dyson 1976, fig. 29, PD 14, attestato in contesti databili ta il 110 e il 30 aC?” = 6 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 frr di parete di produzione tirrenica. Opus doliare — 3 frr di parete in impasto rosso di età romana. 1219. AREA DI FRR, FITTILIm 163 s.Lm. Landi - Via I Stradone Muti

Quasi alla base delle pendici nord-orientali di una delle alture attraversate da via I Stradone Muti, abbracciata dalla confluenza del fosso di S. Gennaro con un suo affluente di sx, in un terreno sul lato orientale della strada, compreso tra una proprietà privata a nord e un vecchio vigneto a sud, in morbido declivio verso il fosso, è presente un’area di fr. ft vili. spersione affiorano anche lungo le aclivi pendicisud-orentli, finoal fosso sottostante. 7 Dyson 1976: 89 tipo sembra diffuso tra la fne del TI sec. aC. e Ta prima meta del Lá. 2" La proprietàè compresa nel civico n. 79, 877

Nel settore prossimo al margine stradale, ad arativo, su una superficie di mq. 1.100 circa, affiorano, in media concentrazione, oltre a poche scaglie di selce di medie dimensioni, soprattutto fr. di impasto di età tardo arcaica o alto repubblicana riferibili a materiale edilizio o forme vascolari, c fir. di tegole e coppi, alcuni di età tardo arcaico e a impasto chiaro tardo arcaico-alto repubblicano, diversi a impasto chiaro di età repubblicana e, în percentuale inferiore, a impasto rosato, meno chiaro e rosso, di età romana, fr. di dolio di età arcaica, diversi frr. di ceramica a impasto, rari frr di ceramica comune e anfore! L'affioramento sembrerebbe attestare la presenza, presumibilmente sul ciglio del pianoro immediatamente a sudovest, di una casa/fattoria di età arcaica, sulla quale nel corso dell’età medio repubblicana si è impiantata una struttura a carattere eminentemente rustico in uso anche nella seconda metà del I secolo d.C. Impasto grezzo — L fr di orlo estroflesso, labbro verticale e arrotondato con spigolo esterno vivo pertinente a olla tipo Carafa 1995, 372, attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 5301520 e il 500 a.C. = 1 fr di orlo leggermente rientrante e bordo piatto e inclinato verso l'esterno riferibile al bacino tipo Carafa 1995, 607, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 5301520 e il 500 a C. 2 frr di fondo riferibili ad età tardo repubblicana o alto arcaica pertinenti a forme chiuse non idd. — frr di parete pertinenti a forme non idd. riferibili ad età tardo arcaica o alto repubblicana.

Fig. 564. Casalaccio. Via Landi (n. 1220). Opus doliare = 1 fi di piede probabilmente pertinente a fornello tipo Murray Threipland 1970, fig. 30, 5, attestato in contesti compresi tra la seconda metà del VI e il V/prima metà del IV sec. aC. 1220. AREA DI FRR. FITTILI E STRUTTURA IN OPERA INCERTA m. 172 81m. Casalaccio - Via Landi

Anfore — 1 fr. di parete di produzione tirrenica. —2 fr. di parete di produzioni non idd.

Lungo il lato occidentale via Landi, ormai in prossimità dell'omonimo centro abitato, nei terreni adiacenti i ruderi del ed. Casalaccio (Fig. 564), si nota un affioramento di materiali antichi", Sulla sommità dell'altura che costeggia la strada, delimitata da pendici piuttosto decise sia a ovest, dove si affaccia sul fosso di Presciano e sulle alture prospicienti del Colle della Crocetta, che aest, sul lato opposto di via Landi, dove scende verso il fosso di S. Gennaro, su una superficie di mq. 1500 circa separata dal viale che accede alla proprietà, si riconoscono, in bassa concentrazione, frr i tegole e coppi a impasto arancio di età tardo arcaica/alto repubblicana, e a impasto rosso e chiaro di età romana, laterizi e pochi frr. di ceramica comune. Appoggiati alla fronte della casa che riutilizza nella muratura soprattutto fr. di tegolee dolia a impasto rosso, si trovano alcuni blocchi parallelepipedi in peperino (m 1,28 x 0,40 x 0,35 con incasso centrale; 1,10 x 0,52 x 0,30 max. con incasso centrale e accenno di anatyrosis sulla fronte; 0,80 max. x 0,45 x 0,38 max.). All’interno della rimessa, sul retro del casale, si conserva per m 1,20 di lunghezza e m 0,90 circa di altezza dal p.d.c.

= L'area, piuttosto limitatae addossata al margine stradale, potrebbe anche aver occupato la zona quas pineggiane alla base del coll, nel a Ja che lo separa dll’altura immediatamente a nor, ra tagliata dalla strada, Effetivamente ifr raggiungono il margine del terreno verso la strada mentre non si trovano quasi più scendendo verso il basso, malgrado la pendenza del terreno L'osservazionedel terreno sul lato opposto dela strada, di fronteall'aflioramento nonè stato possibile inquanto l'arca risulta incolta e con vegetazione abbastanza fit. L'osservazione superficiale non ha comunque. rivelato presenza di fr. di materiale antico. e Canara 1995: 153, 155 fi. n° Canara 1995: 218,221 fig

© Mone. 1994: 179, pl 53, Berovanpi 1986: 129-130, ove riporta la datazione nell'ambito del ΠῚ sec. a.C. 7 Duncan 1964: 61, 78, s Μύκμαν Τμασιριάνο 1970: 83. ‘= La proprietà corrisponde al civicon. 48. Un riferimento sllesstenτὰ di una "Vila... di cui resta la platea in opera quadratadi tufo c peperin0", è in Grit 1996: 54, 55 n. 17; ft. Det LunGo 1996: 1,109 nota 5, il quale inserisce tr i cas “αν natura incerta. le rovine” segnalate dal topo"imo. In occasione di un ulteriore sopralluogo nella primavera del 2004, ho verificato come sul vecchio casale sia sorta un'imponente costruzione ad so abiativo che ne ha obliterato i resti antichi

Vernice nera — 1 fr. di orlo ingrossato “a mandorla” di coppa del tipo Morel 1994, 2534c 1, databile al 200 o prima metà del Il sec. a.C., di produzionc locale o regionale"". Comune da mensa e da dispensa — 1 f di orlo di olletta tipo Duncan 1964, form 26, fig. 11, 100, attestata in contesti databili al 65-75 d.C." Comune da fuoco τ fr. di fondo a disco pertinente ἃ olla non id. — 6 fi. di parete pertinenti a forme non idd,

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‘una muratura in opera incerta, inglobata nella parete dx. della struttura post-antica, accanto alla quale si nota anche un Ir. architettonico in peperino con modanatura liscia composta da gola diritta, tondino, gola rovescia, tondino e listello (alt. m 0,35; lungh. max. m 0,54). È ipotizzabile la presenza almeno a partire dall'età tardo arcaica di un impianto, esteso forse su circa 68.000 mq,, in uso certamente fino alla tarda età repubblicana. 1221. AREA DI ΒΆΝ. FITTILIm 146 s.Lm. Crocetta

Alle pendici sud-orientali della dorsale collinare di Colle Crocetta, affacciate verso il colle del Casalaccio, posto immediatamente ad est, al di la del fosso di Presciano che scorre tra le due alture, è segnalata la presenza di un'area di frr. finilie". ‘Su una piccola terrazza quasi in piano, ricavata lungo il pendio del colle, in prossimità di un'ansa del sottostante fos50, il terreno attualmente incolto restituisce solo scaglie di selce e qualche piccolo fir. di ceramica comune. 1222. AREA DI FRR. FITTILI m 159 s.l.m. Crocetta

casa/fattoria di età arcaica, sulla quale a partire presumibilmente dall'età tardo repubblicana, si è siluppato un impianto rustico, in uso almeno fino alla fine del IV secolo dC. Impasto grezzo — 1 fr di bacino a pareti concave, labbro ingrossato, prominente sia all'esterno che all'interno, superiormente appiattito, confrontabile con il tipo Quilici, Quilici Gigli 1980, sito U, tav. XLVII, 41, da Crustumerium, attestato dall'età tardo-orientalizzante e diffusissimo in cà alto repubblicana” (Tav. XXVIII, 5). = 1 fr di orlo estroflesso con labbro proteso verso l'esterno confrontabile con esemplari rinvenuti a Tarquinia e a Roma-pendici settentrionali del Palatino, tipo Carafa 1995, 300, attestato in strati dal 600\590 al 550, del 5301520, e dal 500 al 475\450 acm, — 2 frr. di ansa a nastro pertinenti a forme chiuse non idd. = | fr. di parete pertinente a forma chiusa non id. Sigillata italica. — | fr di piede ad anello pertinente a forma aperta non id. Pareti sotili = 1 ft di orlo di boccalino tipo Ricci 1985, tav. LXXXVI, 6, attestato in contesti ostiensi dall'età flavia fino a tutto il II sec. ace,

Nel settore sud-occidentale del pianoro tagliato dalla sterrata che attraversa verso nord tutto il sistema collinare disteso tra i fossi della Crocetta e di Presciano, sovrastato dal centro di Lanuvio a nord-ovest ed aperto con ampio orizzonte verso sud-est, è presente un'area di frr. fiuilim, Nel terreno, occupato da un oliveto a fondo incolto che consente una bassa visibilità, i fr. si notano in media concentrazione, a partire dal margine stradale fino alle pendici che scendono abbastanza decise fino al fosso della Crocetta. Su una superficie complessiva di mq. 2800 di cui 1700 relativi all'area pianeggiante, affiorano in media concentrazione scaglie di selce di medie dimensioni, rare grandi, pochi ciottoli, cubilia in selce*®, fr. di tegole e coppi a impasto arcaico di cui alcune con aletta stondata all'attacco della piastra (tipo Wikander 1 b), poche a impasto tardo arcaico e a impasto chiaro di tardo arcaica-alto repubblicana, diversi frr. di tegole, raramente coppi, a impasto chiaro e rosato (Tav. V, 3) di età romana, alcuni frr. di materiale edilizio, tra cui alcuni di laterizio, a impasto rosa di età imperiale, frr. di dolio ad impasto arcaico e rosso di età romana, schegge di vicoite, alcuni frr. di ceramica a impasto, rari di sigillata italica, pareti sottili e africana da cucina, più numerosi di comune €, soprattutto, anfore. possibile identificare nell’affioramento una

Africana da cucina — 1 fi dirlo di piatto/coperchio ingrossato all'estremitàe indi stinto dalla parete, annerito, tipo Ostia I, 3029, attestato dall’ zio del Lalla seconda metà det I sec. d.C. τὶ fr di orlo pertinente ἃ piatto coperchio tipo Ostia IV, 60, attestato dalla fine del IV- inizi del V sec. d.C."

77 ATTEMA, νὰν QORTIERSSEN 1997-98: 417 fg. 4. us Pochi fi affiorano anche nel terreno sul ato opposto dell sterrata in una ridotta fascia a ridosso di essa 77 Molte scaglie di selce e cubili (cm 9,518, 8,5x7;9,5x7) sono accatastati lango il bordo stradale. Quasi, Quizes Giou 1980: 124 Canara 1995: 131 fig.-13. δ Ricci 1985: 271 peril ipo W117,

9" Atlante Y: 212-213, tv. CIV, 1; cfr AGUAROD OTAL 1991: 245-246 Bg. 45 no. 1.2, 305, la quale distingue i tipo in pid variant. Atlante 212, tv. CIV, 8. ne OLcese 2003: 80-81 wi Dyson 1976: 56. Per questo tipo? indicto un range cronologico compresoiai IL e it Il sec. a.C. 7" EMpEREUIR, HESNARD 1987: 22-23; Eurenzum, Pico 1989: 225 nota 12; CarRERAS Mosroar 2000.

Comune da mensa e da dispensa — 5 fi. di parete pertinenti a forme non id. Comune da fuoco — 1 fr di orlo di olla tipo Olcese 2003, tav. VIII, 3, attestato in contesti compresi tra il I sec. a.C. e l'età augustea" 1 fr di orlodi olla tipo Dyson 1976, fig. 14, 16 IV 36, attestacontesti della metà del IL sec. a.C. —4 frr. di parete pertinenti a forme non id. Anfore = 1 fr. di ansa di Dressel 2/5, anfora vinaria, prodotta probabilmente a Kos e in area egeo-microasiatica*"tra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C. = 1 f di ansa a doppio bastoncello di Dressel 2/4, anfora vina-

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Fig. 565. Crocetta. Area di fr ftl (n. 1223) ria, di produzione tirrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del Il, inizi del ΠῚ see. d.C." — 4 fr. di parete di produzione tarraconese. 2 frr di parete di produzione africana. 3 frr di parete di produzione tirrenica. 3 fi: di parete di produzione egeo-orientae. — 3 fir di parete di produzione vesuviana. = 1 fi. di parete di produzione campana. = 1 fi di parete di produzione adriatica 2 frr di parete di produzione spagnola. — 6 frr di parete di produzioni non idd. Opus doliare — 1 fr di parete in impasto arcaico. 1223. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 151150 sm. Crocetta

Il settore sud-occidentale del vasto pianoro che si allunga verso sud, scendendo da Colle Crocetta, affacciato a sudovest sull'antica via di Astura, all'altezza di Ponte Loreto, si allarga in piano verso ovest per poi scendere, con pendici abbastanza morbide fino al fosso omonimo, che incide il fon1% Vd, 361 nota 4032, 381 note 4104-4105. °° Verso nord pianoro prosegue pianeggiante nell'oiveto adiacente, al momento non icognibie, nel quae forse continua ad allargarsi laffora" La distribuzione e le caratteristiche dell'affiamento sezibrerebbero suggerire che la pars rustica dell'impianto che doveva occupare 880

dovalle che separa questa dorsale da quella di Colle Cavaliere, mentre a sud si abbassa con pendio quasi impercettibile"". La recente aratura dell'area deila terrazza ha evidenziato una notevolissima concentrazione di materiale, sparso su una superficie di mq. 6000 circa e concentrato su un'area di mq. 2900, nella zona più eminente (Fig. 565). Oltre a scaglie di selce anchedi grandi dimensioni, alcune ancora ammaltate, si riconoscono alcuni frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, meno a impasto chiaro-sabbioso, tegole a impasto chiaro e rosato (Tav. V, 4) di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, alcuni frr. di tegole a impasto ros o di età repubblicana e molti fir. di tegole e coppi a impasto chiaro (Tav. V, 5) e rosato di età romana, alcuni fr. di coppo a impasto rosso di età romana e tegole a impasto chiaro e rosa (Tav. V, 6) di età imperiale, oltre a molti cubilia in selce (cm 4,5 x 5) e calcare (cm 5 x 5x 5,5), mattoncini di opus spicatum a impasto ros so, tessere di mosaico nere di medie dimensioni, fr. di lastrine di rivestimento in cipollino (spess. cm 1,1), fr. di tubuli in terracotta, frr di dolio sia a impasto arcaico che chiaro, tra cui uno con l'impronta di due grappe a farfalla, relativa ad un restauro antico, molti frr. di anfore anche di grandi dimensioni, di ceramica comune, moltissimi fi. di sigillata sia italica che africana e, più rari, di vernice nera", Lungo il l'area, si trovasse nel settore settentrionale, dove in maggior numero afioano fr di anfore, ceramica comune e mattoncini dî opus spicatum, mentre a parte residenziale poteva allargarsi verso sud, dove il terreno restituisce sopramittoτα: di sigil a, venice nera, comune da mensa, oltre a molte tessere di mosaico nere di medie dimensioni

margine dell'area arata, nel terreno lasciato a pascolo sono ammucchiati due blocchi parallelepipedi di peperino (m 0,10 x 0,60 x 0,20; 0,48 max. x 0,60 x 0,30) eun fr. di lastrina di rivestimento parietale in cipollino™ (Fig. 566). 1 materiali attestano una frequentazione di età arcaica (casa-fattoria?) e, successivamente, almeno a partire dalla tarda, forse già dalla media, età repubblicana si è sviluppata una struttura rustico-residenziale in uso almeno fino al IV secolo d.C., estesa su almeno 42.000 mq, Vernice nera = 1 fr di paretedi coppa non id. — 2frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata italica — 1 fr di orlo verticale a fascia con sottili modanature, di piatto tipo Conspectus 20.4.1°, databile alla metà del I sec. d.C. — 1 fi di parete di coppa con tracciadi decorazione a matrice, di cui sono riconoscibili solo due file di perline, assimilabile al tipo Dragendoréf29, in sigillata tardo-italica. — 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 1 fr. di fascia con sottili modanature riferibile genericamente a piatto tipo Conspectus 19, databile tra la tarda età augustea c l'età tiberiana™. — 1 f di fondo con traccia di decorazione a rotella pertinente a forma non id. — 2 frr di fondo pertinenti a forme aperte non idd. οὶ fi di piccolo piede ad anello pertinentea forma non id. — ft di parete pertinente a coppa con sottili solcature non id. — 7 frr di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana — 1 fr. di orlo di coppa con lobo centrale decorato a rotella, tipo Lamboglia Ib=Hayes 8A, nn. 3-4, 30, in produzione A", databile trail 150 gli inizi del II sec. d.C — | fs di orlo a tesa di scodella non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia! — 1 fi. di fondo pertinente a forma non id., in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana, —7 fer. di parete pertinenti a forme non idd., in produzione A, databili a partire dall'età flavia”.

Fig. 566. Crocetta, Area di fr. fitili (n. 1223). — | fr. di casseruola dall'orlo bifido arrotondato tipo Ostia III, 324%, attestato dalla tarda eth flavia alla metà del II sec. d.C. = 1 fr. di orlo di casseruola bifido ingrossato c arrotondato tipo Ostia III, 267=Hayes 197°”, attestato dalla prima metà del II alla fine del IV-inizi delV sec. d.C. ~ 1 fr. di orlo di casseruola tipo Lamboglia 10A=Hayes 23 B, attestato tra a prima metà del II e la fine del IV-inizi del V sec. 4.6.5, prodottaa vernice esterna c interna tipo A". = 1 ft di oclo piatto arrotondato del tipo Aguarod Otal 1991, fig 2, 1%" di produzione locale, databile al 120-110 a.C. ~ 1 fr di orlo di piatto/coperchio non id -- 2 frr di fondo di casseruola non idd. ‘Comune da mensae da dispensa. = 1 fr di parete di catino non id. ~ 1 fr. di fondo di incensiere non id. — 2 fi di parete pertinentia forme non idd.

Africana da cucina — | fr tegame di tegame dall’orlo privo dell'alloggiamento per il coperchio e indistinto dalla parete tipo Lamboglia 10B=Hayes 23A*7, attestato dalla fine del I alla prima metà del III, meno frequentemente alla fine del IV-inizi del V sec. d.C.

Comune da fuoco = 1 fi. di orlo di olla dall'orlo ingrossato tipo Carta, fig. 94, 104%, attestato in contesti di età claudia. = 1 fr. di olla dall’orlo ingrossato ed appuntito esternamente tipo Curia II, fig. 256, 109*", attestato in contesti di età Navia. — 1 fr. di pentola dall'orlo pendente tipo Pohl 1978, fig. 158, 234?" attestato in contesti di età adrianea. -1 fr di olla dall’orlo inclinato verso l'estemo tipo Settefinestre 1985 tav. 29, 23%, attestato in contesti compresi tra l'età giulio-claudiae l'età Severiana. —1 fr di brocca dall’orlo a fascia svasato tipo Pohl 1978, fig. 158, 2715, attestato in contesti di età adrianea.

7" L'atoale proprietario del fondo mi ha riferito che intorno alla metà degli anni Novanta del Novecento, nel corso di lavori agricoli, sono stati rinvenuti "un bronzeto" ed una moneta rafigurane Faustina. πα Conspectus: 86, tav. 18. Il tipo corrisponde alle forme Goudineau 39e; Pucci 1017-21 3033, 1° Conspectus 84, v. 7 "e Atlant I 26, tav XIV, 4. Hayes limita a diffusione cronologicadel tipo ll seconda meth del I ec. dC. 75 Vd. 318-319 nota 384. = Vd, 318-319 nota 3848 9 Atlante: 217, tv. CVI, 12; ff: AGUAROD Orat. 1991: 269 figg. 667, la quale distingue il tipo in pid vacanti "9 Alante I: 218, av. CVI, S

"© Atlante 218.219, us. VII, 7; fr AGuAROD Orat 1991: 281-283 fine. 75-81, 335-341, Ia quale distingue i ipo in due varianti principali Ae B. " Atlante I: 217, tav. CVI, 10. Hayes introduce il tipo tra e forme in sigilla africana di produzioneA. La diffusione del tipo in ceramica a pati ma cenerognola e à vertice tipo A", sembra esaurirsi verso la metà del I sec. dC. cfr Ασυλοῦ OrAL 1991: 269 fig. 66-67, 326-327, la qual distingue jl tipo in più varianti n AGuAROD OTAL 1991: 63-67. = Canta 1978 [1987]: 90,92 dall stratoV. τὸ CuriaI: 216 relativamente all'atività 1141, 237, 281, 360. 20 Pon 1978 [1987]: 403-404 dall strato T ^ Settefinstre 1985: 104 ^ Pos. 1978 [1987]: 403, 406 dallo strato IL 881

— 1 fr di coperchio dall’orlo arrotondato leggermente rialzato tipo Coletti, Pavolini 1997, fig. 7, 198%, atestato in contesti datairai 110/100 aC. e it 1507200 d.C ~ 1 f di coperchio dall’orlo leggermente rialzato ed appuntito tipo Ostia II, 521**, attstato n contest datatial terzo quarto del I sec. dC. — 1 fr di scodella dell'oro ἃ listello tipo tipo Pohl 1978, fig. 111, 1719 attestato in contesti di età claudia 2 fi. di oro di lla non id. —1 fr di orlo di casseruola non id. — 2 fi di ansa a bastoncelo pertinente a forme non id, ~2 fr di ansa a nastro pertinente a forma non δα. = 2 fr. di fondo pertinenti a forme non idd. ~ 2 fr di parete pertinenti a forme non id. Anfore — 1 fr di ansa di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaοἶα, diffusa all'età augustea fino alla fine del TI sec. d.C. 2.2 frr. di orlo, 10 frr. di ansa a doppio bastoncello e 3 frr. di puntale di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzione tirrenica, dif fusa trail 70/60 a.C. e a fine delI, inizi del II sec. d.C." — 1 ft. di orlo e 1 fr. di ansa, fr. di parete del tipo Dressel 7/13 anfora per pesce e salsa di pesce di produzione betica™*, databile dalla prima età augustea alla seconda metà del I soc. ἃ Ὁ 55, — 2 frr. di ansadi Ostia IL, 521-Ostia TII, 369-370, anfora vinaria detta di Spello, prodotta nella media e bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 © la fine del Π sec. d.C. — 1 fr di ansa, 1 f. di puntale, fr. di parete di Dressel 1, anfora vinaria, di produzione tirrenica, diffusa ta il 145/135 e il 10 ace, — 1 fr. di ansa di Dressel 6, anfora vinaria" di produzione adriatica, diffusa dalla seconda metà del I sec. a.C. alla seconda metà del I sec. dC." — Mfr di ansadi Keay LII, anfora vinaria? prodotta sulla costa tirrenica della Calabria e sulla costa orientale della Sicilia, diffusa dai primi del IV al VII sec. d.C. = 1 fr di orlo di produzione non id. —2 frr di ansadi produzione tirenica. = 1 fr. di ansadi produzione gallica. — 5 fr. di ansa di produzione non idd. οὶ fr. di parete di produzione tirrenica. — 1 δ: di parete di produzione spagnola. —5 fi. di parete di produzione africana, — 1 fr di parete di produzione non id. Opus doliare τὶ fr di orl in impasto rosso di età romana non id. — 2 frr di parete in impasto arcaico. "=" CoLermi, PAvoLINI 1996: 405. καὶ Osta ΤΠ: 253, 654-655, tv. LIX. ‘Pont. 1978 [1987]: 291, 295 dall strato VI. PO Vd. 40 note 4536, 4537, 4538. 7" Và. 361 nota 4032, xxx note 4104-4105. 7 Marts KiLCiER 1994: 399, ‘© Dat’ Antico 1990: 122-124; Pausa 1992: 195. Vd, 440 note 4186, 4187, 4188 7 Và. 331 note 3891, 3892, 3803, P" Oltre αἱ vino è noto anche il trasportodi mulsum (FCHERMIA 1986: 129.133) e di salsedi pesce (SCHINDLER KAUDELKA 2000). 77 Panna 1989: 147; Terna1986: 127. 7^ Kray 1984: 267-268. ‘© L'originaria produzione in ambito orientale, proposta inizialmente. 882

1224. AREA DI FRR. FITTILI m 149 s.l.m. Crocetta

Nel settore meridionale del vasto pianoro che caratterizza la dorsale collinare che da Colle Crocetta scende verso sud-ovest, compresa tra il fosso di Presciano, che incide il fianco orientale alla base di pendici abbastanza decise, e quello di Ponte Loreto a ovest, raggiunto invece da un pendio più acclive, si rinvengono materiali fitili antichi** I terreno, lungo il lato orientale della sterrata che attraversa l’area, soggetto ad arature profonde, consente una media visibilità ed il materiale appare sparso in concentrazione bassa che tende leggermente ad aumentare nel settore nordorientale dell'affioramento, su una superficie di mq. 1200 circa, quasi al centro di un'altura che sale m 220 circa a nord del sito n. 1225, da cui la separa una morbida ed ampia sel12*". Oltre a diverse scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, sono presenti soprattutto frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, rari a impasto chiaro sabbioso, alcuni a impasto rosato tardo-arcaico/alto-repubblicano e a impasto chiaro repubblicano, rari ἃ impasto chiaro di età romana, frr di dolia a impasto arcaico, mentre molto scarsa è la presenza di frr. ceramici, esclusivamente riferibili a comune da fuoco e anfore. È ipotizzabile la presenza, forse di un piccolo edificio di

età arcaica, in relazione con la fattoria poco a sud (n. 1225), e successivamente di una piccola struttura rustica presumi bilmente in uso almeno nella tarda età imperiale, forse in relazione al sito n. 1223.

Comune da fuoco — 8 fir. di parete pertinenti a forme non idd. — fr di fondoa disco pertinente a forma chiusa di piccole dimensioni non id. Anfore — 1 fr di orlo di Keay LXII, anfora di produzione africana, adibita probabilmente al trasportodel garum, diffusatra il VIe il VII ace, — 1 f di paretedi produzione lusitana, ~2 fir di paretedi produzione tirrenica. ~ | f. di parete di produzione non id. Opus doliare — 7 fir. di paretein impasto arcaico. da Keay, è stata smentita dal ritrovamento di fornaci in Calabria ein Sicilia (Anproxico 1991; GaseeRET, DI GIOVANNI 1991), ‘oe L'attuale via Astura, che da via di Presciano conduce alla Cooperativa Agricola "Casale del Cavaliere", ricalca il percorso di un sentiero che atraversa la lunga dorsale collinare fino a raggiungere il vecchio C.le Strutt (Villa Crocetta) dopo aver superato il fosso i Crocetta l'at za del tratto cunicolato (an. 1098-1099), forse ripetendo un antico percorso. ^" Un secondo sopralluogo, compiuto a distanza di tempo, con terreno lasciato incolto, mi ha permesso di notare che i materiali erano evidentemente scivolti seguendo il pendio che si abbassa verso sud-ovest e si trovavano sparpaglat in basa concentrazione, per evidente effetto de lavori agricoli, su una superficie molto più vasta, di mg. 5000 circa. 2997 Keay 1984: 309-350; PAnrLLA 1986: 257-262; Freep 1995; 155179, fig. 3, 188, 190-191; Box, Pibu 1995: 100, 101fig. 3, 102-103

1225. AREA DI FRR. FITTILI m 144 s.l.m. Crocetta

Nel settore meridionale della dorsale collinare che da Colle Crocetta scende verso sud-ovest, compresa tra il fosso di Presciano, che incide il fianco orientale alla base di pendi ci abbastanza decise, c quello di Ponte Loreto a ovest, raggiunto invece da un pendio più acclive, si nota un’area di fr. fit. Sul lato orientale della sterrata verso il margine sudorientale del morbido pianoro che si alza m 200 circa a sud del sito n. 1224, affiorano, in alta concentrazione, su un'area. di mq. 700 circa che raggiunge in dispersione i mq. 1600 circa, moltissimi frr. di tegole e coppi, anche di grandi dimensioni, a impasto arcaico (Tav. V, 7), rari a impasto chiaro sabbioso, molti a impasto chiaro e rosato (Tav. V, 8) di età tardo arcaico-alto repubblicana, tra cui una con opaion®’, in percentuale inferiore a impasto chiaro e rosato di età romana, diversi frr. di dolio a impasto rosso di età arcaica, frr. di ceramica a impasto, pochi frr. di comune e anfore la cui presenza ἃ limitata al margine occidentale dell’affioramento prossimo alla strada. T materiali, fatta eccezione per quelli, quantitativamente inferiori, di età romana, riferibili presumibilmente al vicino sito n. 1224, sembrano attestare la presenza di una fattoria/casa di età arcaica per la quale è ipotizzabile una pertinenza di circa 24.000 mq. Impasto grezzo ~ | fi. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 506, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databi tra il 6001590 e il 475450 aC ~ | fr di orlo pertinente a bacino riferibile al tipo Carafa 1995, 587, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 5308520 e il 500 aC. (Tav. XXVIII,6). — 1 f di parete decorato con cordone plastico digilato pertinentea forma chiusa non id. (olla ?) (Tav. XXVIII, 7). ~ 1 fr. di parete decorata con cordone plastico liscio a sezione quadrangolare pertinente a forma chiusa non id. (Tav. XXVIII, 8). — | ἧς di bacino decorato con cordone plastico immediatamente sotto l'orlo confrontabile con il tipo Enei, 1993, 16.361, attestato in contesti ceriti di epoca tardo arcaica" ~ 1 fc di parete decorata da cordone plastico a sezione quadrangolare pertinentea forma chiusa non id. = 21 frr di parete pertinenti a forme chiuse non idd. —2 fir. di fondo pertinente a forme chiuse non idd. οὶ fr. di presa pertinente a coperchio non id. — 2 frr di impasto tardo arcaico pertinenti a forme non idd. — 3 frr. di parete con spessore medio-grande, di impasto tardo arcaico, pertinenti a forme non idd. Impasto rosso — fr di parete pertinente a forma chiusa non id. 75 Esemplare con apertura rotonda (circolare) circondata da un bordo rialzato, alto cm 1,8 e spesso cm 0,7, del quale si conserva un fr. di ridote dimensioni. Confrontabile con il tipo II di Wikander (WucaNDER 1983: 92, 9" Cagara 1995: 190-191 fig. = Canara 1995: 212, 214-215 fig. 0° Exit 1993: 120 av. 36.

Impasto chiaro sabbioso — 1 fr di orlo pertinente a bacino riferibile al tipo Carafa 1995, 662, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 500 e il 475-450 a.C. Opus doliare — 1 fr di orlo assimilabile al tipo Quilici, Quilici Gigli 1978, tavv XLVILXLVIIL 11, forma attestata ad Antennae c Veio in età arcaica (Tav. XXIX, 1). — 8 fr. di parete in impasto arcaico. 1226. AREA DI FRR. FITTILIm 155 s.l.m. Crocetta

In una modesta area del vasto pianoro che caratterizza il settore meridionale di Colle Crocetta, sul lato orientale della sterrata che attraversa tutta la dorsale collinare per uscire sulla strada comunale Cavaliere-Malcavallo poco prima di Ponte Loreto, affiorano materiali di superficie*". L'area, coltivata ad arativo, scende ad est verso il fosso di Presciano con pendio tagliato da una terrazza al di sotto della quale il terreno raggiunge il fosso quasi in piano. Su una superficie di mq. 850 circa, a partire quasi dal margine stradale, oltre a scaglie e ciottoli in selce di medie dimensioni affiorano, in media concentrazione, frr. generalmente di piccole dimensioni,di tegole e coppi a impasto arcaicoe tardo-arcaico, in minor numero a impasto chiaro di età tardoarcaica/alto-repubblicana, frr. di ceramica a impasto, ceramica comune, anfore e dolio a impasto rosso. L'affioramento sembrerebbe indiziare la presenza, forse, di una piccola casa/fattoria di età arcaica sulla quale, forse giù in età repubblicana, sicuramente tra la prima e la media età imperiale, si è sviluppata una struttura a carattere rustico. Impasto grezzo — 1 f di bacino dall’orlo leggermente ingrossato e dalla vasca emisferica tipo Carafa 1995, 566", attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 600/590e il 500 a.C. = 1 fi di fondo pertiriente a forma non id. — 1 fz. di parete pertinentea forma non id. Comune da mensae da dispensa — 1 f di parete pertinentea forma non id. Comune da fuoco = 1 fr. di coperchio dall'orlo ingrossato tipo Carta, fig. 131, 262%, attestato in contesti di età traianea. — | fi di coperchio dall’orlo indistinto tipo Pohl 1978, fig. 112, 183279, attestato in contesti di età claudia. — 1 fr. di fondo pertinente a forma non id. 4fr. di parete pertinenti a forme non id. 9" CARAFA 1995: 243-244 fg. = Qui, Quiuc Grout 1978: 125. ‘=> L'area si trova m 80 circaa nord del casale del Cavaliere, ora adibiF^ CARAFA 1995: 207 fig-208. Cura 1978 [1987]: 131-132 dall strato IV. ‘== Pom. 1978 [1987]: 298 dallosraoVI. 883

Anfore =1 —2 —1 —

fr. di fondo di produzione tirrenica. fm. di parete di produzione tirrenica. fr di parete di produzione africana. fr di parete di produzione non id.

Opus doliare — 1 fi. di parete in impasto tardo arcaico. 1227. AREA DI FRE. FITTILI m 157 slim. Via Landi

Nel settore settentrionale del vasto e morbido sistema, articolato in modeste alture, compreso tra i fossi di S. Gennaro ad est e di Presciano ad ovest e attraversato da via Landi, è presente un'area di fi. fitili®®. Sulla sommità di un crinale che si alza con pendio accl ve dal lato occidentale di via Landi per poi scendere più decisamente verso ovest sul fosso dî Presciano™, su una superficie di mq. 3200 circa, si riconoscono, in bassa concentrazione, scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, frr di impasto arcaico riferibili a materiale edilizio o opera doliare, frr. di materiale edilizio a impasto chiaro e rosato di età romana, piccoli frr. di dolio sia a impasto arcaico che ἃ impasto rosso di età romana, fr. di ceramica comune e anfore. Scaglie di selce e rari fr di materiale edilizio si riconoscono nel terreno ad olivi che occupa il settore meridionale dell’altura e le prime pendici con cui questa inizia a scendere verso sud, limitatamente alla fascia più vicina al vigneto™®. È probabile, in considerazione delle caratteristiche mor-

fologiche dell’area (in declivio verso sud) e della presenza di ampi settori interposti non perlustrabili (soprattutto urbanizzati), che l'affioramento, attestante la frequentazione dell’area forse durante l'età arcaica e almeno nella media età imperiale, possa riferirsi al sito del Casalaccio, a nord (n. 1220). Comune da mensa e da dispensa — 4 frr di parete pertinente a forma non idd. Comune da fuoco = 1 fi di orlo di coperchio leggermente ingrossato superiormente tipo Carta 1978, fig. 131, 262, attestato in contest di età ra— 5 fm. di parete pertinenti a forme non idd. = 1 fr di parete pertinentea grossa olla non id. Anfore = fi. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodiae microasiatica, diffusa tra l'età augustea e la seconda metà del I sec. d.C". πο La proprietà corrisponde al civicon. 141 "^ Poco materiale, evidentemente scivolato dalla sommità, si rinviene nel vigneto sulle pendici, quasi a partire dal margine di via Landi. Sul latsettentrionale la proprietàin pate confinantecon alcune paJazzine di recente costruzione, in parte con un altro terreno, a momento non accessibile, nel quale non sembra comunque che affioramento prosegua. 884

2 fr di parete di produzione africana. = 2 fir di parete di produzione tirrenica. — 1 fi di parete di produzione non id. Opus doliare — 1 fr. di parete in impasto arcaico. — 2.fr. di parete in impasto rosso di età romana. 1228. AREA DI FRR. FITMILI m 154 s.Lm. Contr. da Pedica - Via Pedica

Immediatamente a sud del centro abitato di Landi, sul lato occidentale di via Pedica si apre un vasto pianoro, attraversato dalla strada sul margine orientale, il quale precipita poi con pendici abbastanza decise a ovest verso il fosso di Presciano, fronteggiando il sistema collinare del Colle delle Crocette. In uno dei terreni a vigna che occupano l'area centrale del pianoro, compreso tra via dei Melograni a nord e via dei Kiwi a sud, affiorano in media concentrazione, su mq. 400 circa frr. di piccole dimensioni di laterizi, tegole, coppi e ceramica comune L'affioramento, in considerazione della sua esiguità e della presenza di ampie zone circostanti interessate da recente urbanizzazione, non sembra permettere al momento una definizione funzionale e cronologica. 1229. AREA DI FRR. FITTILIm 144 s.l.m. Contr. da Pedica - Via della Fontanella

Sul lato occidentale di via Pedica una strada raggiunge un vasto pianoro che si allarga compreso tra il fosso Presciano e quello Casal Perfetto, verso il quale scende con pendici ripide solo nel tratto finale. AI margine occidentale dell'area, dove il terreno inizia. ad abbassarsi dolcemente verso il fosso di Presciano, su mq. 300 circa, affiorano in bassa concentrazione numerosi frr. di materiale edilizio a impasto rosato di età romana, frr. di dolioa impasto rosso, rari di vernice nera e sigillata italica, ceramica comune e anfore. È ipotizzabile che l’affioramento, probabilmente insieme a quello n. 1230, in considerazione delle caratteristiche morfologiche dell'area e dei settori interposti non ricognibiJi, sia riferibile ad un edificio rustico, in uso durante l'età epubblicana fino ad almeno la prima età imperiale e successivamente în età tardo imperiale, forse preceduto da una casafattoria di età arcaica. Vernice nera 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. P^ CHA 1978 [1987]: 131-132 dallo strato IV. 77 Và. 361 note 4036, 4037, 4038. καὶ L'arca di fm. si estende anche nel terreno ἃ nord di via dei Mclograni La zona centrale dell'area ἃ parzialmente occupata da una casa in costruzione,

Comune da fuoco 5 fir. di parete pertinenti a forme non idó. Anfore = 1 fr. di parete di Camulodunum 184, anfora vinaria, di produzione rodia e microasiatica, diffusa tra l'et augustea e la seconda metà del I sec. d.C."*. — 1 fi di orlo di produzione africana probabilmente riferibile a Keay XXXI, databile dall'inizio del IV alla meta-fine del V sec. ác. — 1 ft di parete di produzione campana. 1230. AREA DI FAR. FITTILI m 139 s.Lm. Contr. da Pedica - Via Fosso di Presciano

Lungo il lato settentrionale di via Fosso di Presciano, nel settore più eminente, aperto verso est, immediatamente prima che il pianoro attraversato dalla strada inizi a scendere verso il fosso Presciano, affiorano in media concentrazione, su un'area di mq. 450 circa, caratterizzata da media visibilità, numerosi frr. di tegole a impasto arcaico, oltre a frr, di ridotte dimensioni, di ceramica a impasto, ceramica comune e. anfore. È ipotizzabile che l'affioramento sia riferibile alla presenza di una fattoria/casa di età arcaica, e successivamente, forse insieme a quello a nord n. 1229 di cui potrebbe costituire una dispersione in considerazione delle caratteristiche morfologiche dell'area e delle aree interposte non ricognibili, ad un edificio rustico, in uso probabilmente anche durante l'età repubblicanae in età primo e tardo imperiale. Impasto grezzo: = 4 frt di parete pertinenti ἃ forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 2 fr di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione tripolitana — 2 fr. di parete di produzioni non idd. 1231. AREA DI FRR. FrTTILI m 144 s.l.m. Contr. da Pedica - Via Landi

Su una delle alture sul lato occidentale di via Landi, in un terreno a vigna compreso tra via Landi e il lato settentrionale di via dei Meli, il quale occupa le acclivi pendici orientali che salgono fino ad un piccolo pianoro occupato quasi centralmente da un'abitazione", affiorano sparsi in bassa concentrazione su mq. 2700 circa, soprattutto frr. di materiale da = Va. 361 note 4036, 4037, 4038. L'orlo è scarsamente conservato. πὶ Kear 1984: 89 fig. 29, 1:229 wo La proprietà corrisponde al civico n.2 di via dei Meli ‘> Non mi è stato possibile accedere alla proprietà e valutare con magsore precision l'entità la tipologia dei material

costruzione ad impasto rosso ed arancio, alcuni dei quali ri feribili a tegole, scaglie di selce di piccole e medie dimensioni alcune anche ammaltate, mentre sporadicaè la presenza di materiale ceramico, ridotto in frr. di piccole dimensioni. Maggiore la presenza di frr. ceramici, comune, anfore e sigillata italica, generalmente piccoli, nel settore del pianoro sul lato occidentale della costruzione moderna"". È ipotizzabile che il sito antico, al quale va forse riferito il n. 1232, presumibilmente esteso all'area centrale, possa riferirsi ad un impianto rustico, forse in uso almeno nella prima età imperiale. 1232. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 137 slm. Contr. da Pedica - SP. 99/0 Via Castellaccio-Carano/Via Pedica

Lungo il lato occidentale di via Pedica, a sud del centro. abitato di Landi, in un terreno coltivato ad oliveto compreso tra due abitazioni private™™, su una superficie di mq. 800 circa, affiorano molti frr. di tegole e coppi a impasto chiaro e rosato di età romana e ceramica comune". Nel giardino dell'abitazione adiacente al margine settentrionale dell'appezzamento sono conservati un fr. di colonna liscia in peperino e una basetta in marmo con modanatura ionica semplice. È possibile che l'affioramento possa essere in connessione con quello n. 1231, dal quale lo separano alcune proprietà non ricognibili. 1233. AREA DI FR. FITTILI m 144 s.l.m. Landi - Via I Stradone Muti

Alle pendici dell'ultimo colle raggiunto da via I Stradone Muti, in corrispondenza della confluenza tra il fosso di S. Gennaro e un suo affluente di sx., il terreno si rialza in una modesta e circoscritta altura, caratterizzata da pendici piuttosto ripide sia sul versante occidentale, dove raggiunge il fosso, sia su quello settentrionale, con le quali fronteggia il colle soprastante creando un stretta sella, mentre pendici decisamente più morbide, occupate da vigneti e kiwi, la accompagnano sia a sud che a est. Nel settore nord-orientale della sommità, coltivata ad arativo, è presente una ridottissima area di frr., non più ampia di mq. 80 circa, nella quale i materiali affiorano in alta concentrazione’. Sono presenti unicamente frr. ad impasto rosso per la maggior parte riferibili a dolio, mentre rarissimi sono i frr attribuibili a forme ceramiche a impasto arcaico e generalmente molto piccoli. Il sito, per la limitatezza dell'affioramento ed il tipo di materiale, sembra riferibile ad una sepoltura forse di età tardo arcaica. è L'area è compresa ra civici n. 22-24 = Non mi è stato possibile accedere al terreno e quindi verificare con maggiore precisione le caratteristiche del materiale presente, > L'area è posta al margine della zona più alta, dove ἢ terreno inizia appena ad abbassarsi. 885

Impasto grezzo

~ 1 fr di parete decorata da cordone plastico orizzontale pert nente a forma non id. = 1 fi di parete in impasto tardo arcaico pertinente a forma chiusa non id. ~ 1 fi. di parte pertinente a forma non id. Opus doliare ~ 17 fi. di parete in impasto tardo arcaico o alto repubblicano. 1234. AREA DI FRR. FITTILI m 140-138 s.l.m. Landi - Via I Stradone Muti

AI termine di via I Stradone Muti, nella sella compresa tra le pendici settentrionali di un’altura abbracciata dalla confluenza del fosso di S. Gennaro con un suo affluente di sx. (n. 1233) e il colle antistante e nel vigneto che occupa la base delle pendici orientali di quest’ultimo*”, dove il terreno ormai quasi pianeggiante raggiunge il ramo sx. del fosso, sono presenti materiali fitili®™. 1 primi frr. si notano in una limitata fascia a ridosso della recinzione che separa la sella dall’oliveto che occupa le pendici meridionali del colle, scivolati in concentrazione progressivamente minore lungo la ripida pendenza con cui il terreno raggiunge ad ovest il fosso di S. Gennaro. In questo settore affiorano, su una fascia stretta e allungata di mq. 340 circa, oltre a poche scaglie di selce di medie dimensioni con alcuni ciottoli, soprattutto fir. di impasto rosso, piccoli, riferibili a materiale da costruzione di età arcaica, più raramente rosato di età tardo arcaica-alto repubblicana. La presenza di materiale tende ad aumentare risalendo lungo la sella verso est*P, nel vigneto sottostante il colle Qui, su una superficie ricognibile! di mg. 850 circa, nella fascia immediatamente sottostante il margine sud-orientale della sommità, affiorano in media concentrazione frr. molto piccoli di materiale edilizio ad impasto rosso, meno riferibili a età arcaica, per la maggior parte di età romana, frr. a impasto chiaro di età tardo arcaica-alto repubblicana e a impasto chiaro e rosato di età romana, diversi frr. di ceramica a impasto, pochi di vernice nera, ceramica comune e anfore. È presumibile che i materiali sianoda riferire ad una ca-

sa/fattoria di età arcaica sulla quale, nel corso almeno della tarda età repubblicana si è sovrapposto un edificio a carattere eminentemente rustico in uso almeno fino ai primi decenni del I secolo d.C., il quale doveva occupare il settore sudorientale della sommità, a nord, forse raggiunto da un diver-

i due corsi d’acqua fino alla loro confluenza, su una superficie di mq. 60.000 circa, comprendendo anche l'area n. 1233, Impasto grezzo = 1 fi di orlo di bacino assimilabile al tipo Carafa 1995, 681, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databilira il 530e il 450 aC, da cui differisce leggermente per il labbro più pronunciato verso l'esterno* (Tav. XXIX, 2). — 1 fr di orlo pertinentea bacino non id. (Tav. XXIX, 3). — Lf. di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 506, at testato a Roma -pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra il 600/590e il 475/450 a.C, — 1 fr di bordo pertinente a coperchio tipo Carafa 1995, 499, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili tra ἢ 600/590 e il 500 .Ὁ κα, — 1 fr. di ansa a maniglia pertinentea forma non id. — 12 fir di parete pertinenti a forme non idd. Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme aperte non idd. —1 fr. di parete pertinentea forma aperta non id. Comune da mensa e da dispensa — 2 fir. di parete pertinenti a forme non idd.. Comune da fuoco —1 fi. di orlo di olla tipo Dyson 1976, fig. 14, 16 IV 35, attestao in contesti della metà del IT sec. a.C." — 1 fi. di orlo di coperchio tipo Pohl 1970, fig. 59, 309, attestato in contest di età claudia". —3 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 1 fr di parete di produzione spagnola. — fr di parete di produzione vesuviana. ~ 1 fr dî parete di produzione tirrenica. Opus doliare —4 fir di parete in impasto arcaico. — | fr. pertinente a piede o tesa di fornello, in impasto arcaico, non id. 1235. AREADI FRR. FITTILL m 164 s.l.m. Landi - Via Torre di Presciano

ticolo (g14). È presumibile che l'impianto si sviluppasse tra

Quasi al centro della sommità del colle, coltivato a vigneto, che costeggia il lato occidentale di via Torre di Presciano, parzialmente occupata da una vecchia abitazione”, su una

7 Questo versante sembra aver subito alcun rettifiche a seguito della costruzione di abitazioni sulla sommit le quali hanno comportato la re lizzazione di muri di contenimento dell terre con parziale taglio delle pendici. La sommità occupata da abitazioni private non risulta ricogibile eil terreno lungo il versante meridionale è occupato da un oliveto a fondo incolto. 77 Le due arce di dispersione sono attualmente “separate” da uno stra dello campestre nel cui fondo continuano ἃ notarsi piccoli ir. tli "I vigneto è compreso tra un impianto di kiwi a sud, che non permette una buona visibilàe nel quale non sembra allargarsi l'afioramento, © na proprietà privata a nord, non accesible.

?" Canara 1995: 251 fig 252. Canara 1995: 190-191 fig 95 CARAFA 1995: 188-189 Πρ, μαι Dysox 1976: 56. Pec il ipo è proposto un range cronologico compreso a iI eil I sec. a.C. ‘55 Pout. 1970: 109, 126 dal settre I strato B3. ‘ L'arca sae lievemente verso nord, mente scende sui versanti occ dentale ed orientale con pendici abbastanza decise. In particolare il ettore orientale, ove si concentra affioramento, quasi nella zona antistante l'abiazione, scende acclive fino sd un piccolo dosso al di soto del quale le pendici acquistano maggiore pendenza.

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superficie non maggiore ἃ mq. 850 circa, caratterizzata da buona visibilità, sul lato orientale della sterrata che attraversa la sommità salendo fino all'abitazione”, affiorano grosse scaglie di selce e peperino, oltre a scaglie di medie e piccole dimensioni, poche tessere di mosaico nere di piccole dimensioni a taglio irregolare e, in concentrazione medio-bassa, frr di tegole e coppi a impasto chiaro e rosso, raramente rosato, di età romana, rari frr, piccoli, di dolio ad impasto rosso, pochi frr. di sigillata africana, africana da cucina, comune e anfore. L'area è riferibile alla presenza di un modesto edificio di tipo rurale, di età medio imperiale, probabilmente collegato ad un ampliamento del sito immediatamente a nord (n. 1237) durante questa fase. Sigillata africana. — 1 fr. di parete pertinente a forma non id., in produzione non ia Africana da cucina — 1 fi di orlo bifido, con scanalatura superiore, esterno polito a bande, di casseruola tipo Ostia II, 324, attesato tra la tarda età flaviae la metàdel Π sec. d.C." — 1 fr di orlo di casseruola non id.

1 materiali sembrerebbero indicare Ia presenza di un nucleo (sepoltura ?) di età arcaica, forse in relazione con l'area. a nord (n. 1237). Impasto grezzo — 1 fr di orlo pertinente a olla con corpo cilindrico tipo Carafa 1995, 425, attestata a Roma-pendici settentrionali del Palatino in strati databili trail 5508530 e il 47SVISO a.C. - 8 fr. pertinenti a forme non idd. Impasto rosso = 1 fi. di ansa a bastoncello a sezione sub-circolare pertinente a forma non id. — 1 f di fondo a disco rilevato pertinente a forma chiusa non id. 1237. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 167 s.l.m. Landi - Via Torre di Presciano

Sul lato occidentale di via Torre di Presciano, all'altezza. del punto in cui piega quasi ad angolo retto verso sud, sovrapponendosi in parte al corso di un piccolo fosso intuba107", sale una morbida dorsale collinare la quale gode di un ampio orizzonte e di ottima esposizione. Nel vigneto che occupa il settore settentrionale della dorsale, su una piccola area, non superiore a mq. 200 circa, în corrispondenza di un modesto rialzamento artificiale del terreno, a metà delle pendici sud-orientali del colle, sono presenti soprattutto frr. di dimensioni abbastanza ridotte di tegole a impasto arcaico e ceramica a impasto.

Quasi alla sommità di un colle affacciato a sud-est verso il C. le della Parata, raggiungibile salendo verso nord-ovest da via Torre di Presciano, all'altezza del punto in cui piega decisamente verso est per raggiungere il C. le della Parata, si nota presenza di materiale antico. Il settore orientale del pianoro, incolto, non offre una buona visibilità, fatta eccezione per una ristretta fascia ad arativo, delimitata a nord dalle recinzioni delle abitazioni private che hanno recentemente occupato parte della sommità. Su una superficie di mq. 1500 affiorano in bassa concentrazione numerosi fr. di tegole a impasto arcaico e chiaro di età tardo arcaica/alto repubblicana, meno a impasto rosa e chiaro, più raramente rosso, di età romana, frr di ceramica a impasto, sigillata africana, africana da cucina, comune e anfore. La concentrazione di fir. tende ad aumentare lungo le pendici nord-orientali occupate da vigneto, su un’area complessivadi mq. 3700, che si allunga fino alla base delle pendici nella fascia che costeggia la strada. Su tutta l'area, in particolare lungo le pendici dove si ritrova la maggior parte del materiale, trascinato dalle acque meteoriche e maggiormente visibile per il tipo di coltivazione del terreno, affiorano scaglie di selce e ciottoli di medie dimensioni, molti fr. di tegole a impasto arcaico, în percentuale minore a impasto chiaro e rosato di età romana, oltre a diversi frr. di ceramica ἃ impasto arcaica, concentrati a partire dalle prime pendici fino alla fascia più bassa, frr. di ceramica comune, dolia e anfore. AI margine orientale dell'area, su una superficie non maggiore a mq. 40 circa, si rinvengono anche uno strumento di industria litica! L'affioramento sembra riferibile almeno ad una frequentazione nel corso del Paleolitico e successivamente, in età arcaica, alla presenza di una casa/fattoria, probabilmente in relazione con l’area n. 1236. Su di essa durante la media età

= Pochi fr, soprattuto di coppi tegole e qualche scagliadi selce, si notano anche nel vigneto sul ato opposto della sterrata i quale occupa il margine occidentale del pianoro esi distende su tute le pendici. 9" Atlante 218219, tv. CVI, 5. ‘La sistemazione e parzale chiusura del fosso che incide il fondo valle tra questa dorsale e quella parallela compresa ra iC. le dela Parata e la Torre di Presciano è causa del frequente impaludamento dell'area alle

pendii del cole, a patre dal punto in cu va di Presciano lascia il corso del fosso piega verso est "== Cara 1995: 166-167 fig, 168. »" Nell'aea, nel corso di ricognizioni realizzate tail 1999 e il 2000, si rinvennero numerosissimi pezzi di industria tia atribuibili, perla maggior parte,al Musteriano su ciottlo (Roo, Giaccio 2000: 9, 10 tav. I, A, 13, tav I, 14, specialmente 16-26, 33-35)

Comune da mensae da dispensa —3 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco — 2 fi. di parete pertinenti a forme non idd. Anfore — 2 frr di parete di produzione africane. — 1 fr di parete di produzione gallica. = 1 fr. di parete di produzione orientale. 1236. AREA DI FRR. FITMILI m 158 s.Lm. Landi - Via Torre di Presciano

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196, n. 1°, attestato dall'età traianeo-adrianea alla seconda metà del I sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di orlo pertinente a forma non id. — 1 fi di fondo piatto pertinente a forma non id. — 1 fi di fondo piatto pertinente a forma non id. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id,

a Fig. 567. Landi. Via Torre di Presciano. Materiale litco (n. 1237) repubblicana si è sviluppato un impianto eminentemente a carattere rustico, in uso successivamente tra la prima età imperiale e almeno la fine del II secolo d.C., con il quale deve ritenersi in relazione l’affioramentoa sud (n. 1235). Litici -1 scheggia oltrepassata, attribuibile al Paleolitico medio/Paleolitico superiore (Fig. 567). Impasto grezzo

— 6 fr. di parete di spessore medio pertinenti a forme chiuse non idd. (lle di grandi dimensioni o pithoi) — 2 fir di fondo a disco riferibili ἃ forme chiuse non idd. ~ 8 fr di parete pertinent a forme non id. Impasto chiaro sabbioso

= 1 ft di orto a fascia piena e parete pertinente a bacino tipo Olcese 2003, tav, XXXV, 9", databile dalla metà del VI al V sec. a.C., con ampie attestazioni anche in contesti di IV-II sec. aC., confrontabil con il tipo Lambrecths 1989, fig. 53, 550, attestato in contesti di IV sec. a.C. — | f di parete pertinenteἃ forma non id.

Comune da fuoco. 1 fr. di orlo a tesa di casseruola tipo Ostia II, 483-Olcese 2003, tav. I, 7, attestato in contesti compresi tra l'età augustea e T'età traianea, presente a Ostia in strati di età domizianea* (Tav. XXIX, 4). — 1 f di orlo pertinente a olla di piccole dimensioni tipo Dyson 1976, fig. 2, CF 22, attestato in contesti databili tra il 275 e 150 ac, 4 frr di parete pertinenti a forme non idd. —3 fr di orlo pertinentia forme non idd, Anfore — 1 κα di ansa del tipo Dressel 2/4" anfora vinaria, di produzione spagnola", databile tra la tarda età augustea e il I sec. ace. — 1f di parete di produzione tarraconese. —2 frr. di parete di produzione africana. — 1 fr di parete di produzione spagnola. Opus doliare = 1 fr. di orlo particolarmente frammentario il quale potrebbe essere riferito al tipo Carafa 1995, 637, attestato a Roma-pendici settentrionali del Palatino in contesti databili tra il 500 e il 475450 aC. — 6 frr di parete in impasto arcaico. 1238. MATERIALE LrriCO m 172 s.l.m. Landi - Via dei Limoni. Via II Stradone Muti

‘Africana da cucina. — 1 f di orlo αἱ piatto/coperchio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, con ingobbio esterno, tipo Ostia III, 332=Hayes

In un appezzamento occupato da un vecchio vigneto che costeggia il lato meridionale di via dei Limoni, m 100 circa prima che questa raggiunga via Il Stradone Muti, quasi alla sommità dell'altura verso cui sale la strada dopo aver superato un ramo secondario del fosso di S. Gennaro, si nota la presenza di alcuni strumenti di industria litica sparsi su mq, 45 circa. Nella stessa area affiorano anche pochissimi fr. di impasto relativi a materiale da costruzione di età romana e riferibili al sito che insiste nel settore centrale dell’altura, poco a sudest (n. 1239).

© OLcess 2003: 101-102. © Laveprecris 1989: 201-202. © Arlant I 25, av. XII, 18. La forma èprodotta in A^, AeA? I fr. ha perso la vernice esterna. ‘5 Atlante I: 212, àv. CIV, 3: cfr. AGUAROD Ora. 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46,47 nn. 1-3, 305-307, la quale distingue il ipo in più varianti. Del tipo si trovano imitazioni locali in ceramica comune da fuoco. "Ostia I: 100, 260-261 con datazione all'età flavia, probabilmente

durante la prima parte del principato di Domiziano (80.90 d.C), tav. XXVII Otcese 2003: 74, 77 Dysow 1976: 25. Il tipo è riferibile al I sec. a.C. Tipi simili sono ποῦ, oltre che a Roma (area dei Templi Gemelli), a Suri (DUNCAN 1965 15 fig 10, forma 31), anche ad Artena (QuILICI 1968: 64-65 fig. 53 182). πε Và. 361 nota 4032. "= L'esemplare in esame è di produzione tarraconese (Mino 1988) Vd. 410, nota 4279. " CARAFA 1995: 230-231,

Sigillata africana = 1 fr di orlo a tesa di scodella Lamboglia 23-Hayes 6B, in produzione A, databile alla seconda metà del II sec. d.C. — | fr di parete pertinente a forme non id., in produzione A/D, databile a partire dall'età severiana.

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Litici — I raschiatoio con tallone diedro, attribuibile al Paleolitico medio. = | scheggia predeterminata, atribuibile al Paleolitico medio. = 1 raschiatoio convesso su scheggia spezzata attribuibile al Paleolitico medio-Musteriano.

Opus doliare ~ 1f di orto in impasto rosso di età romana — 2 fr. di parete in impasto rosso di età romana.

1239. AREA DI FRR. FITTILπὶ 171-170 s.Lm. Landi - Via II Stradone Muti

Sul lato orientale di via II Stradone Muti, poco a nord del bivio con via Torre di Presciano, sono ammucchiati lungo il margine di una proprietà almeno sette basoli in selce di medie dimensioni insieme ad alcuni spezzati. Altri basoli sono accatastati vicino al vecchio edificio rustico abbandonato, sul lato opposto della strada, il quale ne riutilizza nella muratura anche alcuni, spezzati. 1 basoli sono, forse, riferibili alla viabilità che si allontanava verso sud da un diverticolo della via Appia antica (G) fino a raggiungere almeno il C. Parata (n. 1241) (g15).

In un ampio pianoro occupato da vigneto e compreso tra via dei Noccioli a ovest e via Il Stradone Muti a est, prospettante l'altura dei Casali della Parata a sud, si nota un affioramento di materiale antico. Sparsi una superficie di mq. 3300 circa, nella quale è individuabile un settore di mq. 900 circa in cui la concentrazione aumenta leggermente", si notano, in bassa concentrazione soprattutto frr. di tegole a impasto arcaico (Tav. V, 9), più rari a impasto rosato (Tav. V, 10) di età tardo arcaica-alto repubblicana e a impasto rosato di età romana, molte scaglie di selce di piccole, medie e grandi dimensioni, cubilia in selce (cm 6 x 7,5), mentre scarsi sono i fr , generalmente di ridotte dimensioni, di ceramica comune e di anfore"", Diversi materiali, tra cui scaglie di selce di medie e grandi dimensioni, moltissimi cubilia in selce (cm 9 x 8,5; 8,5 x 7; 6X7; 6x 7,5) e alcuni frr. di tegole a impasto arcaicoe rarissimi frr. di ceramica comune e dolio a impasto rosso di età romana, sono stati ammucchiati, in seguito ai lavori agricoli, al margine del terreno, sulla scarpata che costeggia i lato occidentale di via II Stradone Muti". Laffioramento sembrerebbe riferibile all'esistenza di una casa/fattoria di età arcaica sulla quale, nel corso almeno della prima età imperiale, si dovrebbe essere impiantata una struttura a carattere rustico. Ceramica comune da mensa e da dispensa = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco — 1 ft di orlo di coperchio non id. — 8 frr di parete pertinente a forme non id. Anfore = 1 ft di paretedi produzione tarraconese. 2 fir. di parete di produzione spagnola.

1240. BasoLi m 167 s.l.m. Landi - Via II Stradone Muti

1241. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 164 slm. C. Parata - Via Torre di Presciano

Compreso tra il fosso della Parata, che scorre alla base del ripido versante orientale e via Torre di Presciano che attraversa il fondovalle alla base del morbido versante opposto, si alza il colle su cui sorge il C. le della Parata, affacciato a sud", Nel settore nord-orientale della sommità, in particolare ai margini del terreno arativo, lungo la recinzione con la proprietà limitrofa", affiorano in alta concentrazione, scaglie di selce di medie dimensioni, alcuni frr. di tegole a impasto arcaico e a impasto rosa di età tardo arcaica-alto repubblicana, diversi di tegole e coppi a impasto chiaro (Tav. V, 11-12) e rosato (Tav. V, 13) di età romana, laterizi e cubilia in selce (cm 7 x 6,5), diversi fr. di dolio a impasto rosso, minore la presenza di ceramica con frr. di vernice nera, pareti sottili, igillata italica, ceramica comune e anfore. L'affioramento occupa una superficie complessiva di mq. 1600 circa con un'area di maggiore concentrazione limitata a mq. 480. T materiali sono presenti in media concentrazione anche lungo le prime pendici occidentali, dove affiorano soprattutto scaglie di selce, anchedi grandi dimensioni, fr. di tegole, coppi e laterizi a impasto chiaro e frr. di tegole a impasto rosaarancio e chiaro (Tav. V, 14) riferibili a età tardo arcaica-alto repubblicana, oltre a malta frantumata. Lungo il margine

ue IL terreno offre una buona visibilità sebbene le frequenti arature nella tavoletta IGM 1:25000 F 158 INO, nella levata del 1936, ha sfruttato sembrino aver compromesso una buona leggibilità de sito. Nei vecchio vi- in pare il corso del fosso, cheè stato intubato. La chiusura del corso d'ac‘gno e arature, frequentissime e superficiali, hanno ridotto il materiale in qua però all'origineel frequente impaludamento dei terreni post in prossimità del gomito con cui la strada scendendo dalla alture di Presciano gira piccoli fr contribuendo a spargerlosu una superficie piuttosto ampia. "4 Vicino al piccolo edificio usato come rimessa per attrezzi, centro verso nord per raggiungere la zona di Landi Attualmente Ia sommità del colle non è rcognibile in quanto ocudel terreno, sono accatastate numerose scaglie di selce, cubilia (cm 8,5x7)e pata dall'Agriturismo "I Casali della Parata”, con edifici e annessi tegole. © L'area doveva estendersi anche in questa proprietà che occupa 1 materiali sono distribuiti su una fascia lunga m 20 circa ἃ ridosso della bassa scarpata al di sopra della qual si trovai vigneto all'altezza del l'estremità settentrionale del pianoro e le pendici che scendono per poco prima di risalire nuovamente attraversate da via IT Stradone civico n.39. μα La strada si sovrappone in parte al corso di un ramo del fosso Mui. In questo settore, al momento, non è possibile la ricognizione in Caraccio di Cecalasino. La viabilità, che presumibilmente non corrisponde quanto occupato in parte da ricovero per animali, in parte lasciato ad a nessun antico percorso, come sembrerebbe stiestare anche la sua assenza erba medica. 889

stradale, all'incrocio tra via Torre di Presciano e via Il Stradone Muti, sono appoggiati alcuni frr. di blocchi in peperino, squadrati. Dei due meglio conservati uno (m 0,55 ‘max. x 0,38 x 0,45) conserva sul lato di testa un incasso rettangolare, mentre l’altro (m 0,50 max. x 0,35 x 0,25) termina con una modanatura. È ipotizzabile la presenza, nell’area centrale del pianoro, immediatamente a sud, di una casa/fattoria di età arcaica sulJa quale, a partire almeno dalla prima età imperiale, si ὃ sviluppato un impianto eminentemente rustico in uso probabilmente fino all’inizio del TII secolo 4.C., presumibilmente raggiunto da un diverticolo (415). In considerazione dei caratteri morfologici è possibile che l'impianto, delimitato a est da un corso d'acqua, si sviluppasse su un'area di circa 100.000 ma. Impasto grezzo — 2 fir. di parete in impasto tardo arcaico pertinenti a forme non iad, ~ 1 fi. di parete decorata da cordone plastico a fascia con andamento orizzontale pertinente a forma non id. (Tav. XXIX, 5). Pareti sottili = 1 fr di orlo indistinto e leggermente rientrante di coppa tipo Marabini 1973,pl. 30, 276, databile in età tiberiano-claudia'™, Sigillata italica — 1 fi orlo verticale ἃ fascia con due soleature parallele, di piatto tipo Conspectus 19.2.1", databile dalla tarda età augustea all'età tiberiana (Tav. XXIX,6). — | fr di parete pertinente a forma non id. Sigillata sud-gallica. — 1 fi di fondo su basso piede ad anello pertinente a coppetta non id. Comune da mensa e da dispensa

~3 fr di ansa anasto pertinenti a forme non id — 1f di fondo ad anello di olla non id. 2r pertinenti e combaciani di fondo piatto pertinenti a ba cino non id. ~ 2 fr di parete pertinenti ἃ forme non id. Comune da fuoco

— 1f di piattofcoperchio dll’orio leggermente ingrossato e indistinto dalla parete di produzione locale confrontabile con i ipo Ostia II, 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del I sec. d.C" — ἦς di ola dll oro arrotondato c pendente tipo Settefinestre 1985, tav. 29, 1°, attestato in contesti compresi tra ile Il sec. dC. =I fr di olla dallorlo leggermente estrofesso tipo Settefiβαμάμαμινι 1973: 288-289. 0° Conspectus: 84, tv. 17 tipo corrisponde a Goudineau 28; Pucci 914689. ‘Atlante 212; AGUAROD OtaL 1991: 247-248 figg. 45 nn. 3-6, 46, a 13. δὴ Serefinestre 1985: 104. κα Serefinestre 1985: 104; i tipo ὃ confrontailecon Port 1970: 125, fig. 59,94, attestato in età claudia, 890

nestre 1985, av. 30,2" attestato in contesti compresi ra i Le il Il see. dC. ~ 1 f di oro pertinenteἃ forma non id. 2 fr. di ansa a bastoncello pertinenti a forme non id. — 7 fi. di paret pertinent a forme non id. Anfore — 1 fr. di orlo di Gallica 4, anfora vinaria prodotta quasi esclusivamente nella Gallia Narbonesc"", diffusa a partire dall'età augusteoltiberiana al Il sec. d.C." — 1 fr. di ansa di Dressel 20, anfora olearia prodotta in Betica, lungo la valle del Quadalquivir dove sono state trovate delle fornaci", diffusa dall'età augustea fino alla fine del IIT sec. d.C. ~ 1 f di parete di Dressel 2/4, anfora vinaria, di produzionetrrenica, diffusa tra il 70/60 a.C. e la fine del II inizi del ΠῚ sec. act, ~ 1 fi di parete di Ostia II, 521-Ostia II, 369-370, anfora vinaia detta di Spello, prodotta nella media c bassa valle del Tevere, diffusa trail 14/54 e la fine del IL sec. d.C", = 1 fi di orlo scheggiato di produzione tirrenica — 1 fi di ansa di produzione tirrenica. — 5 fir. di parete di produzione tirrenica. —1 fi di parete di produzione gallica. —5 fir di parete di produzione africana.

1242. AREADI FRR. FITTILI m 175 s.l.m. «Vigne Nuove» - Via delle Vigne Nuove Nel settore meridionale della dorsale collinare che si alza sul lato orientale di via delle Vigne Nuove per abbassarsi a ovest con pendenza abbastanza decisa fino al fosso della Parata, sul limite sud-occidentale della sommità, affacciato sul fosso, si nota un’area di fr. ftt Nel settore incolto, su un'area di mq. 600 circa, affiorano in alta concentrazione", molte scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, frr. di tegole, alcune a impasto chiaro tardo arcaico/alto repubblicano, per lo più a impasto arancio e rosso (Tav. V, 15) di età romana, poche a impasto rosato, oltre a frr. di dolio a impasto rosso e chiaro di età romana e rari fiv. di vernice nera, ceramica comune, africana da cucina e anfore. È ipotizzabile che l’affioramento possa riferirsi ad una modesta casa/fattoria di età tardo arcaica, sulla quale, forse giù a partire dall'età repubblicana sembrerebbe essersi sovrapposto un impianto presumibilmente rustico in uso successivamente almeno tra la metà del I secoloa.C e il Il d.C. Vernice nera — 1 fi di parete pertinente a forma non id. — 1 f di carena pertinente a piatto non id. % Questo tipo di anfora fu imitato mella penisola iberica (ἀυβενειμιει 1985: 390-392; Rizzo 2003: 150). i LavsenaeneR 1989: 132-135; Lacum 1990: 101 LLaunenaenaer 1998; RASCALOU 2000. 1 Vd. 440 note 4536, 4537, 4538. 11 La concentrazione diminuisce scendendo lungo le pendici occidentali.

Africana da cucina. — 1 is di orlo i casseruola dall'orlo bifido ingrossato e arrotondato tipo Ostia III, 267-Hayes 197", attestato dalla prima metà del T alla fine del IV-inizi del V sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa — | fi. di bacino dall'orloa tesa tipo Settefinestre 1985, tav. 54, 217, attestatoin contesti compresi tra la metà del I sec. a.C. e il Il sec. dC. (Tav. XXIX, 7). — 5 fi di parete di mortaio non idd. Comune da fuoco 1 fr. di coperchio dall'orlo a mandorla tipo Carta fig. 131, 262, attestato in contesti di età traianca. — i fi di parete pertinente a forma non id. Anfore = 1 fr di paretedi produzione tirrenica Opus doliare — 1 fr di orlo non id. in impasto rosso di età romana. — 2 fre di parete in impasto chiaro di età romana. 1243. MATERIALE LITICOm 173 s.l.m. «Vigne Nuove»

Lungo il versante orientale di una delle alture sul lato orientale di via delle Vigne Nuove recenti ricognizioni hanno individuato la presenza di numerosi materiali ltici atribuibili al Musteriano su ciottolo"?. 1244, AREA DI FRR. FITTILI m 159 s.l.m. Via Fontana Parata.

Poco a sud del ponte sul fosso di Mele, illato orientale di via Fontana Parata è fiancheggiato da una morbida altura, che scende dolcemente verso est fino al fosso di Mele. Il terreno recentemente scassato restituisce, nel settore più eminente e in un'area piuttosto limitata di 70 mq. circa, in scarsa concentrazione, oltre a numerose scaglie e ciottoli di selce di medie dimensioni, frr di tegole a impasto giallo e rosato di età tardo-arcaica/alto-repubblicana e a impasto chiaro di età repubblicana, e pochi frr. di ceramica a impasto. Èpossibile che l’affioramento possa riferirsi ad un ambito sepolcrale, lambito sul lato occidentale dalla via Fontana Parata e delimitato alla base delle pendici meridionali e 1 Atlante I: 218-219, tav. CVIL, 7; cfr AGUAROD Oat 1991: 281-283 figg. 75-81, 35-341, la quale distingueil ipoin due varianti principali Ae B. 1 Settefinestre 1985: 216. ? Casta 1978 [1987]: 131-132 dallo strato IV. = Rotro, GIACCIO 2000:9, 10 av. I, B, 9, 12-14, specialmente 27-35. "© La sommità è occupata ds un vecchio edificio e due nuove cosiruzioni, corispondenti al civico n. 110. Quasi tutto il celle, ove non occupato da costruzioni, è lasciato incolto, ad eccezione di un'area a pescheto inaccessibile, nel sttore meridionale della sommità.

orientali dal fosso di Mele, in uso nel corso dell'età arcaica, forse tardo-arcaica, e alto repubblicana. Impasto grezzo —4 fr. di parete pertinenti a forme chiuse non idd.

1245. AREA DI FRR. FITTILIm 170-165 s.l.m. Via Appia antica Sul lato dx. di via Appia antica, poco oltre l'attraversamento del fosso di Civitana, si allunga una stretta dorsale, compresa tra questo e il fosso di Sole Luna, articolata in alture separate da ampie selle. A partire dal margine settentrionale del pianoro, su cui insiste un vecchio edificio rustico, e lungo le pendici del colle affacciato sulla viabilità antica, su un'area di mq. 1400 circa occupata da oliveto sterpato che concede bassissima visibili18", affiorano in bassa concentrazione, scaglie di selce di medie dimensioni, fr. di tegole a impasto rosso e rosato, in minore quantità chiaro, di età romana, fr. di sigillata africana, africana da cucina, ceramica comune da fuoco e anfore. Laffioramento sembrerebbe attestare una frequentazione dell’area, che, forse, anche in consierazione della sua favorevole posizine, è plausibile riferire alla presenza di un edificio a cararattere rustico-residenziale ubicabile sulla sommità, almeno dalla seconda metà del III secolo a.C. alla fine del II, inizio del IV secolo d.C. Sigillata africana — 1 fr di parete riferibile a coppa non id, in produzione A, databile a partire dall'età flavia"* Africana da cucina — 1 fr. di orlo di piatto/coperchio ingrossato e indistinto, tipo Ostia I, 261°, attestato dall’epoca antonina, con un indice di presenza maggiore sotto Settimio Severo, fino alla fine del IV-inizi del V see. dC. Comune da fuoco ~ 1 fi di orlo di tegame pseudo-bifido tipo Pohl 1978, fig. 138, 43, di produzione campana, attestato in contest di età claudia" — | fr. di orlo di olla tipo Carta 1978, fig. 72, 41, attestato în contesti della seconda metà del II sec. aC” — 1 fr. i ansa a nastro ingrossato pertinentea forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore — 3 fim di parete di produzione tirrenica. = 1 fi di parete di produzione africana 1 Và. 318-319 nota 3848. 1 Atlante 212, tav. CIV,6; cfr. AGUAROD Otat 1991: 248-249 fig. 48-51,308-311, la quale distingue il ipo in più varianti e nota un'evoluzio. ne della forma, che in epoca gilio-claudia ha paeti piuttosto drite e orlo quasi indistinto, mentre în seguito l'orlo ingrossato assume i tipico profilo triangolareεἰς parti sono curve. * Po 1978 [1987]: 362-363 dallo stat I. Cata 1978 [1987]: 59 dallo strato VII strato B2. 891

Fig. 568. Via Appia antica al Fosso Sole Luna(n. 1247).

1246. BasoLo m 155 s.Lm. Via Appia antica - Fosso Sole Luna Sul margine dx. della via Appia antica, poco prima del ponticello sul fosso di Sole Luna, restano un grosso basolo in selce e una discreta quantità di scaglie di selce!" 1247. LASTRICATO STRADALE E BASOLI m 156 s.Lm. Via Appia antica - Fosso Sole Luna

fosso di Sole Luna e la via Vecchia di Carano, rimangono almeno otto basoli in selce di grandi dimensioni fuori posto" 1249. LASTRICATO STRADALE E BASOLO m 164 s.Lm. Via Appia antica.

Nella cunetta che costeggia il lato sx. della via Appia antica, m 30 circa prima dell'incrocio con via Sole Luna, affio-

Nella scarpata che costeggia il margine sx. della sterrata che ricalca il percorso della via Appia, poco dopo il superamento del fosso di Sole Luna (Fig. 568), sono riconoscibili in sezione resti del lastricato stradale. La pavimentazione, conservata per m 2,80 di lunghezza si trova m 0,50 sopra del pad. dell'attuale viabilità e m -0,30 circa dal p.d.c. del terreno che costeggiala strada (Fig. 569). Poco più in prossimiτὰ del fosso, all'interno della cunetta, restano due basoli in selce di grandi dimensioni. 1248, Basouim 157 s.Ln Via Appia antica - Via Vecchia di Carano

Alla base della scarpata che contiene il lato dx. della via Appia antica, nel tratto compreso tra il ponticello sul

un Fig. 569. Via Appia antica. Fosso Sole Luna: lastricato stradale (n. 1247).

"1 material si trova all'altezza della sterrata che salo verso il civico n.108,

"5 Forse ad ssi va feria Ia menzione in Carssox 1949: 98.

892

dini lo sono a tratti: di quella sul margine occidentale rimangono i primi m 4 e, dopo m 19,50, altri m 6,40 circa; dell'altra, sul lato opposto, m 15,40 circa, oltre i quali il limite delJa sede stradale si perde all'interno di un giardino privato". Al centro della carreggiata, m 8,30 circa dall'inizio del tratto, si conserva anche un elemento basaltico, quadrato, per Pattraversamento pedonale. 1252. Basoti m 168 s.Lm. «Campetto Macellari» - SP. 87/5 Via Nettunense/Via dei Cinque Archi Fig. 570. Via Appia antica: lastricato stradale sul lato dx. (n. 1249).

ra un tratto del lastricato stradale. Il basolato, visibile per m. 2,80 circa di lunghezza e m 0,45 max. di larghezza, si trova m -0,30 dall'attuale piano stradale (Fig. 570). Poco distante, sempre all'interno della cunetta, resta un basolo in selce fuori posto.

Nel giardino di un'abitazione sul lato orientale della via. Nettunense/via dei Cinque Archi, m 170 circa a nord dell’incrocio con la via Appia antica, sono conservati molti basoli in selce variamente reimpiegati: circa venti, di grandi dimensioni, in un'aiuola, altri quindici circa, tra cui diversi relativi alla crepidine, insieme ad altri spezzati, in un muretto,

1250. BASOL E MATERIALE SPORADICO m 164 s.l.m Via Appia antica - Via Soleluna Nel terreno incolto in declivio verso sud-ovest sul lato dx. della Via Appia Antica, quasi all'altezza dell'incrocio con via Soleluna, restano numerosi basoli in selce: almeno cinque, di grandi dimensioni, oltre a numerosissime scaglie di selce e fr. di tegole e coppi a impasto rosso di età romana, accatastati a circa 30 m da via Appia Antica; non meno di quindici di grandi e medie dimensioni insieme a elementi di crepidine, scaglie di selce e materiali edilizi di età romana, a breve distanza dai primi, in corrispondenza di un piccolo edificio abbandonato. In prossimità di questo, nel terreno colto da anni che consente una scarsa visibilità si notano scaglie di selcee fr. di materiali edilizi di epoca romana. Non è improbabile, in considerazione della liminarità al la viabilità, che i materiali possano riferirsi alla presenza di un edificio sepolcrale.

Fig. 571. Via Soleluna. Via Appia antica (n. 1251).

1251. LASTRICATO STRADALE m 165 s.l.m. Via Soleluna - Via Appia antica Appena superato l'incrocio con via Soleluna rimane, in precario stato di conservazione e lacunosa in più punti, quasi l'intera sede carrabile basolata (Fig. 571), allettata su un rudus in gran di scaglie di selce, larga m 3,95, insieme alle due crepidini laterali" (Fig. 572). In questo primo tratto la pavimentazione è visibile per m 32,70 circa, mentre le crepi-

Fig. 572. Via Soleluna. Via Appia antica: sezione(n. 1251).

‘0 Non vi è traccia invece dei marciapiedi,lasticati con busoli più piccoli e larghi m 2, visibili fino αἱ secondo decennio del Novecento: Cnoci 1907: 13; Prizt& Wacewen 1913: 404-405;QuiLici Grout 1983: 15; Quutict 1989: 84-85; Quiuici 1990: SI fig. 13 sezione 22, 52; Stima, Ciccorni, MANGANELLO 2001: 132-133 Scheda B32. Sul lato occidentale, in prossimità dellincrocio con via Soleluna, il blocco del-

ta crepidine è, in parte, inglobato in un pianodi cemento, realizzatoper l'accesso all'abitazione privata prospiciente la strada. Cenni in CREssEDI 1949: 98. 77 A partire da questo punto la strada moderna, ormai non più asfaltata, si discosta leggermente dall'asse antico, allargandosi verso sud-ovest 893

altri ancora nella muratura della vecchia abitazione recentemente ristrutturata! 1 basoli vanno riferiti alla via Mactorina (L) che poco a sud incrociava la via Appia (G).

Anfore —1 —1 — 1 — 1

1253. AREA DI FRR. FrTTILI m 167 s.l.m. SP. 97/b Via dei Fienili

Opus doliare — 3 frr di parete in impasto rosso di età romana. = 1 fr. di fondo in impasto rosso di età romana.

Lungo la scarpata che costeggia il lato occidentale di via dei Fienili, all'altezza di un piccolo pianoro su cui ora insistono alcune costruzioni moderne", nel terreno ad olivi soprastante la scarpata e delimitato sul lato settentrionale da via delle Colombare, e in sezione nella bassa scarpata che separa sul lato meridionale l'appezzamento dall'area adiacente completamente edificata, si nota un'area di frr fili Su un'area di mg. 950 circa affiorano in bassa concentrazione fr. di tegole a impasto arcaico e tardo arcaico/alto repubblicano, generalmente di piccole dimensioni, diversi, tra cui anche coppi, a impasto rosato e chiaro di età romana, più rari a impasto rosso, frr dolia ad impasto rosso di età romana, numerose scaglie di selce di medie e grandi dimensioni e cubilia nello stesso materiale (cm 5 x 5,5; 7 x 6), oltre a fit, generalmente piccoli, di africana da cucina, ceramica comune e anfore! È ipotizzabile che l'affioramento possa riferirsi alla pre-

senza di una struttura in uso forse in età tardo arcaica/alto repubblicana e successivamente, a partire probabilmente almeno dalla fine della prima età imperiale fino al TI fine del TV secolo d.C., a quella di un impianto eminentemente rustico.

fr fr. fr fi

di di di di

parete parete parete parete

di di di di

produzione produzione produzione produzione

spagnola. africana. tirrenica. non id.

1254. BASOLI E MATERIALE SPORADICO m 167 s.l.m. SP. 97/b Via dei Fienili

Nella cunetta sul margine orientale di via dei Fienili, ‘quasi all'altezza di via delle Colombare, restano due basoli in selce. Nel terreno a kiwi che costeggia la strada su questo lato, su una superficie di 180 mq. circa affiorano in bassa concentrazione soprattutto scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, fr. di ridotte dimensioni di tegole ad impasto rosso di età romana, e pochi frr. di comune edi anfore! È probabile che almeno i basoli siano riferibili alla via dei Fienili (N). Per quanto riguarda gli altri materiali essi vanno riferiti alla presenza di un edificio del quale, al momento, non sembra possibile determinare né la funzione né la posizione. 1255. AREA DI FR. FrrTILIm 168-165 s.Lm. Ulica - SS. 7 Via Appia Nuova

Comune da fuoco = 1 fi di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia I, 403, attestato in contesti databili al 240-250 d.C." τ fr di ansa costolata pertinente a olletta ansata non id. — 1 fr di orlodi coperchio non id. —4 fm. di parete pertinenti a forme non idd.

Sul lato occidentale della via Appia Nuova, all'altezza del km. 45,300, si allunga verso sud un colle sulla cui sommità, verso il margine meridionale, si trova il vecchio C. le Bombetti (Fig. 573). Lungo le pendici sud-orientali, che scendono abbastanza decise fino al fosso delle Mole, occupate per la maggior parte da vigneto, si nota un'area di fr. fici Su una superficie di mq. 2300 circa nel settore settentrionale delle pendici, probabilmente al margine dell'affioramento, considerata la leggera maggiore concentrazione rilevata procedendo verso la sommità dell'altura e soprattutto verso sud", affiorano in bassa concentrazione, scaglie di selce di medie e piccole dimensioni, soprattutto frr di materiale edilizio, pochi sia a impasto tardo arcaico che a impasto chiaro e rosato di età tardo arcaica/alto repubblicana, più numerosi a impasto chiaro e rosato di età romana, cubilia in selce (cm 4,5 x 5), fr. di dolio a impasto tardo arcaico, spo-

bitazione corrisponde al civico n. 156. Il proprietario, che ha gentilmente concesso l’accesso, ricorda che nel terreno antistante l'abitazione che scende verso la via Nettunense/via dei Cinque Archi, in occasione dello scasso per l'impianto del vigneto, negli anni Sessanta del Novecento, εἰ invennero moltissimi basoli, sopratutto nel srtre più alto, prossimo all'abitazione 7" Gli edifici che occupano i pianoro sul to occidentale di via dei Fienli un'abitazione privata e un'officina meccanica, corrispondono ai civici nn. 54 e 56. ?* La concentrazione maggiore di materiale si nota lungo il margine

meridionale della proprietà, ridosso de settore edificatopercui è posibi le ipotizzare che il nucleo dell'affiramento si trovi proprio in questa parte del pianoro. ? Árlante 212, tav. CIV, δ. "Atlante 22:223, CVITI, 13, ? Ostia 1:94, tav, XIX, 15" Non è stato possibile esaminarecon maggiore accuratezza i materiali poiché la proprietà è risultata inaccessibile 5" Non i è stato possibile completare la ricognizione del 'area peri de«so diniego del proprietario del fondo adiacente i vecchio C. le Bombett.

Africana da cucina = 1 fr. di orlo di piatto/coperchio tipo Ostia IV, 60, attestato tra la fine del IV e gli inizi del V sec. d.C. — 1 fr di orlo di casseruola tipo Ostia I, 268, attestato nella prima metà del ΠῚ sec, d.C." — fr di orlo di piatto/coperchio non id. Comune da mensa e da dispensa — Mfr di presa di coperchio non id.

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Fig. 573. Ulica.C. Bombetti. SS. 7 Via Appia Nuova (n. 1258).

radici fi. di sigillata sia africana che orientale, piccoli frr di ceramica comune e anfore. Considerata la morfologia del sito e Ja maggiore concentrazione rilevata nel settore meridionale è probabile che il materiale sia da riferirsi ad un impianto a carattere eminentemente rustico, localizzabile nel settore sud-orientale della sommità, in uso durante l'età tardo arcaica/alto repubblicana e successivamente tra la prima età imperiale e almeno la prima fase dell’ etd medio imperiale. Sigillata orientale = | fr di parete pertinentea forma non id. Comune da mensa e da dispensa = 1 fr di parete pertinente aforma non id. Comune da fuoco = 1 fn di fondo con piede ad anello pertinente a forma non id. — [fr di parete pertinente aforma non id. Anfore = 1 fr di ansa di Cretese 1=Agora G 197, anfora vinaria di produzione cretese, databile tail Ie la fine del ΠῚ sec. d.C" ~ 1 fr di parete di produzione campana. Corrispondeαἱ tipo Osta TI, 373/Ostia IV, 260-261 sii MARANGOU LLERAT 1995: 68-77. Più frequentemente Ostia in contest tardo-antonini (PANELLA 1986: 620,622) n CaesceNz 1981: 139, 177; Csccarin 20010: 59 n.203. μα L'accesso al terreno è possibile dal civico n. 5 di via di Colle Formica

Opus doliare = 2 fir di parete in impasto tardo arcaico. 1256*. MATERIALE SPORADICO “Ulica”

Tra i materiali ricordati nel Catalogo Nardini, figura un coppo proveniente da Ulica?^. 1257. AREA DI FRR, FITTILI m 154 s.Lm. Colle Perino - Via Colle Formica

In un terreno vignato compreso tra via Colle Formica a este il fosso delle Mole a ovest", alla base di un'altura che sale verso nord-est, affiorano in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 750 circa, fr. di tegole a impasto rosato di età repubblicana e romana insieme a pochissimi frr. di dolio e ceramica comune da mensa. Lungo il bordo del terreno, nella cunetta che costeggia via dei Pozzetti, sono accatastati in più punti scaglie di selce, fr. di laterizi a quarto di cerchio per colonne e frr. di comune e di dolio”. È ipotizzabile che l'affioramento, forse unitamente a "^ La sommità di questa piccola altura non risulta ricogibil. È probabi che l'areadi maggiore interesse archeologico ricada proprio in que sta zona, i cu il terreno con scarsi affioramenti costituisce solo le estreme propaggini. 895

quentazione di età arcaica (casa/fattoria?), ubicabile sulla sommità, che i materiali consenteno di riferire solo in maniera generica all'età romana. Comune da mensa e da dispensa. — 1 fr di ansa a bastoncello pertinente a forma non id. — 2 fri di parete pertinenti a forme non idd. Comune da fuoco —2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Opus doliare — 4 frr di parete in impasto arcaico. Fig. 574, Colle Perino. Via dei Pozzetti. Materiale sporadico (n. 1258).

quello lungo le pendici orientali (n. 1258), considerando la morfologia e le vaste aree interposte non indagabili, possa riferirsi ad una struttura rustica, ubicabile sulla sommità, che la genericità dei materiali consente di riferire latamente alVeta romana, Comune da mensa e da dispensa. —1 fr. di orlo di coperchio non id. — 1 fr di parete con foro circolare pertinente a forma non id. 3 fn di parete di mortaio non idd. Opus doliare — 4 frr di parete in impasto rosso di età romana. 1258. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE SPORADICO m 160 slm. Colle Perino - Via dei Pozzetti

1259. AREA DI FRR. FITTILI m 150 s.l.m. Via dei Pozzetti

Lungo le prime pendici settentrionali dell'altura che dal lato meridionale di via dei Pozzetti sale verso sud-est, abbracciata a sud dalla confluenza di due rami del fosso delle Castella, si nota un affioramento di materiali antichi. In prossimità del ramo orientale che corre per lungo tratto in cunicolo (n. 1149), il terreno arativo restituisce, su una superficie di mq. 600 circa, in media concentrazione, che tende ad aumentare nel settore più eminente dell’area, scaglie di selce, di cui molte ammaltate, pochi frr. di tegole a impasto arcaico e tardo arcaico, più numerosi di tegole e coppi a impasto rosa (Tav. V, 16) e rosso di età romana e alcuni frr. di tubuli in terracotta, frr. di dolio a impasto rosso tra cui alcuni di età arcaica, oltre a frr. di sigillata africana, ceramica comune da fuoco e anfore. 1 materiali sembrerebbero indiziare la presenza di una piccola fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso della tarda età repubblicana-primo imperiaJe si è impiantato un edificio rustico, forse in uso fino al IIT secolo d.C.

Sul lato occidentale della sterrata che raggiunge Ia piccola altura affacciata su via dei Pozzetti, quasi in prossimità dell'ingresso alla proprietà che ne occupa la sommità", resta un grosso blocco in travertino con cavità quadrangolare sulla faccia superiore, forse relativo ad un torchio (m 0,98 x 0,77 x 0,50; incavo centrale: m 0,45 x 0,32 x 0,4) (Fig. 574). Le pendici sud-orientali dell'altura che scendono fino a via dei Pozzett, coltivate in parte a vigna, in parte a frutteto, restituiscono in bassa concentrazione, su una superficie di mq. 1000 circa, frr. di tegole a impasto chiaro di età repubblicana e di età romana, di ridotte dimensioni, fr. di dolia a impasto arcaico e ceramica comune? È ipotizzabile che l’affioramento, forse unitamente a quello alla base delle pendici occidentali (n. 1257), conside rando la morfologia e le vaste aree interposte non indagabili, possa riferirsi ad una struttura rustica, preceduta da una fre-

Comune da mensa = 1 fr di orlo Olcese 2003, tav. (Tav. XXX, 1). ‘Comune da fuoco. — 1 fi di presa

7^ TI cancello corrispondeαἱ civico n. 1 1 È probabile che l'area di maggiore interesse archeologico ricada proprio sulla sommità dellaitua, ora occupate dal abitazione ein parte da ‘un impianto di iwi, non ricognibile. La scarsa visibilità delle pendici non

mi ha consentito di valutare con maggiore esattezza l'entità dell'affira1 Vd.318:319 nota 3848, "^ OuCESE 2008: 105.

896

Impasto grezzo — 1 fi di fondo a disco pertinente a forma chiusa non id. (lla?) Sigillata africana. = 1 fr. di fondo di piattofscodella non id, in produzioneA, databile a partire dall'eà flavia, e da dispensa. a breve tesa di bacino confrontabile con il tipo XL, 2, attestato in contesti di II sec. d.C. di tegame non id.

Anfore — 1 fr di orlo di produzione orientale non id. = 1 fi di paretedi Dressel 1, anfora vinaria, di produzione trrenica, diffusa tra il 145/135e ἢ 10 6." Opus τι = —

doliare fi. di braciere in impasto arcaico. 1 fi. di parete in impasto arcaico. 2 fr. di parete in impasto rosso di età romana.

1260. AREA DI FRR. FITTILI E MATERIALE LITICO m 154 s.m. «Prato Lungo» - Via Pratolungo

In un piccolo appezzamento in piano, coltivato ad arativo, compreso trail lato occidentale di via Pratolungo, via del Fiorino a nord e una proprietà privata a ovest", si rinvengono, in bassa concentrazione, su mq. 680 circa, alcune schegge litiche, oltre a rari frr. di impasto arcaico di piccole di mensioni relativi a materiali edilizi e forme vascolari, frr. di ceramica comune da fuoco e anfore". L'affioramento sembrerebbe attestare una frequentazione forse già in età preistorica, quindi nel corso dell’ eta arcaica e medio repubblicana, presumibilmente in relazione alla presenza di un insediamento (casa/fattoria? impianto rustico?) sulla sommità dell'altura immediatamente a nord-est, in gran parte non ricognibile. — 1 scheggia di selce bianca, tallone non riconoscibile, pseudo ritocchi vari,di attribuzione cronologica incerta. = 1 scheggia che conserva porzione di cortice, alterazioni ter moplastiche robuste, di atribuzione cronologica incerta. Impasto grezzo — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Comune da fuoco = 1 ft di parete pertinentea forma non id. Anfore = 1 fr. di ansa a bastone schiacciato di anfora greco italica" di produzione campana, diffusa tra il ΠῚ e il Il see. a.C.

verso il fosso delle Castella, si trova l’ultima delle proprietà raggiungibili da via Giannetta. Il pendio è scandito in due terrazze sovrapposte dove, a partire dalla più bassa, il terreno restituisce materiali di superficie di ridotte dimensioni. Su una superficie complessivadi mq. 3600 circa che dall'altezza della spianata superiore scende fino alla strada e prosegue nel piccolo appezzamento che lambisce il bordo del fosso sul lato opposto", sono sparsi, in bassa concentrazione, considerata anche la scarsa visibilità del terreno, soprattutto frr. di impasto attribuibili a materiale da costruzione, alcuni riferibili con sicurezza a tegole o coppi a impasto chiaro e rosa di età tardo-arcaica/alto-repubblicana, più rari a impasto rosso di età romana, frr. di dolio a impasto rosso, pochi frr. di ceramica di impasto, comune e anfora. L'affioramento unitamente a quello sulle pendici orienta li (n. 1262) e forse a quello lungo le pendici meridionali (n. 1263), in considerazione delle zone interposte non perlustrabili, sembrerebbe indiziare la presenza, sulla sommità a est, di una fattoria/casa di età arcaica/tardo arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della prima età imperiale si è sviuppata una struttura rustica, in uso almeno fino alla prima metà del ΠῚ secolo d.C. Impasto grezzo. — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 1 fr di coppa dall'orlo a mandorla tipo Ostia IV, 419, attestato n contesti datati tra la fine del IL c l’inizio del II sec. d.C. Comune da fuoco = 1 fr di orlo ingrossato all'esterno di olla di piccole dimensioni tipo Pohl 1970, fig. 59, 292, attestato in contest di età claudia". —3 fir. di parete pertinenti ἃ forme non idd. Anfore — 1 — 1 = | -1

fr fr fr fi

di di di di

orlo di produzione tirrenica. ansa di produzione tirrenica. parete di produzione spagnola. parete di produzione africana.

Opus doliare

— 3 fin. di parete in impasto arcaico.

1261. AREA DI FRR. FITTILIm 155-148 s.l.m. Tenuta di Castel Ginnetti - Via Giannetta

1262. AREA DI FRR, FITTIL E MATERIALE LITICO m 160 s.Lm. Tenuta di Castel Ginnetti - Via Vecchia di Napoli

Lungo le pendici occidentali della dorsale collinare attraversata da via Vecchia di Napoli, che scende su questo lato

Nel terreno vignato che, costeggiando il lato occidentale di via Vecchia di Napoli, sale leggermente verso nord fino

‘0 Và, 331 note 3891, 3892, 3803. La proprietà corisponde αἱ civicon. 8 di " Ho notato rari fr informi di impastoe una tessera da mosaico nera di grandi dimensioni anche nel terreno prospiciente compreso tra il lato oriental di via Pratolungo e via de Escudo. 75 VANDERMERSCH 1994: 61-87; VANDERMESCH 2001 per individua. zione di una produzione in ambito romano repubblicano, parallela sia rel

vamente lla cronologia IV-II sec. a.C.) che alla morfologia a quella delle MGS IIl Ve VI; OLCESE 2004 in particolare peril centro produtivo di Ischia; Macc 2004; 99-101 a proposito dell classificazione dela terminologia. 75 L'affioramento prosegue sul lato occidentale della strada che corre sul fondovalle. “αι OstiaIV- 355, tav. LIL 10 Port 1970: 109, 125 dal settore I strato B3. 897

alia proprietà di Casale Clorinda e verso ovest fino ad una strada vicinale che taglia la sommità del colle, si nota un affioramento di frr. fiti. In una fascia stretta ed allungata che, a partire quasi dal margine stradale, si allarga verso ovest e verso nord su una superficie di mq. 1850 circa, affiorano, in bassa concentrazione, fatta eccezione per un ristretto settore più vicino alla strada dove la percentuale delle presenze tende ad aumentaτοῖο, oltre a molte scaglie di selce di piccole e medie dimensioni, pochi frr. di tegole a impasto rosso di età romana, piccoli frr di ceramica comune da fuoco e anfore. Quasi al centro dell'area si è notato anche uno strumento litico. Laffioramento unitamente a quello sulle pendici occidentali (n. 1261) e forse a quello lungo le pendici meridionali (n. 1263), sembrerebbe indiziare la presenza, sulla sommiτὰ a est, di una fattoria/casa di età arcaica/tardo arcaica, sulla quale presumibilmente nel corso della prima età imperiale si è sviluppata una struttura rustica, in uso almeno fino alla prima metà del III secolo d.C. Litici — 1 scheggia di prepar Paleolitico medio.

ne per il nucleo, attribuibile al

Africana da cucina — 1 fr di orlo annerito e indistinto di piatto/coperchio, con ingobbio esterno, tipo Ostia I, 18, attestato nella prima metà del ΠῚ sec. dC", = | fi di orlo annerito, leggermente assottigtiato, di scodella ti po Ostia I, 14, attestato nella prima metà del III sec. d.C. Comune da mensa e da dispensa

— V fc di ansa a nastro pertinent a forma non id. ~ 9 frr di parete pertinenti ἃ forme non id. Comune da fuoco = | fi di piatto/coperchio dall'orlo leggermente ingrossato e indistinto dalla parete, di produzione locale, confrontabile con il tipo. Ostia II 332, prodotto in Africa proconsolare a partire dalla fine del II sec. dC", — 5 frr di parete pertinenti a forme non idd.. Anfore 2 fr di parete di produzione tirrenica, — 2 fi. i parete di produzione africana. 1263. AREA DI FRR. FITTILI m 158 s.l.m. Tenuta di Castel Ginnetti - Via Vecchia di Napoli

Lungo le pendici sud-orientali, occupate da un vigneto, di uno dei colli affacciati sul lato occidentale di via Vecchia di Napoli, compreso tra il fosso delle Castella a ovest e un ‘| materiali compaiono su una superficie piuttosto ampia, ma la oro costante, scarsa, concentrazione induce a supporre che essi siano sati disriPoit sull'arco, attualmente valutabile, di ripetuti lavori agricoli * Atlante 212, tav. CIV,2. 898

suo affluente a est, 1 km. circa a nord di Casale Ginnetti, si notano materiali antichi. Fino a metà circa delle pendici sud-orientali, su un'estensione di mq. 900 circa, affiorano in bassa concentrazione, frr. di tegole e coppi a impasto arcaico e tardo-arcé co, pochi a impasto rosato di età tardo-arcaica/alto-repubbl cana, frr. di lastrine in marmo bianco, piccoli frr. di dolio a impasto rosso, tra cui alcuni di età arcaica, pochissimi frr di vernice nera, ceramica comune e anfore. I materiali, che attestano una fase di età arcaica ed una. successiva compresa presumibilmente, tra l'età repubblicana e quella flavia, potrebbero costituire, considerate le aree interposte non accessibili e la naturale pendenza del terreno, uno spargimento del sito nn. 1261-1262. Vernice nera — 2 frr di parete pertinenti a forme non idd. Comune da mensa e da dispensa — 1 ft. di orlo a fascetta di anforetta tipo Curia I, fig. 252, 45, attestato in contesti di età flavia", Comune da fuoco — 1 fidi parete pertinente a forma non id. Anfore — 1 fi. di parete di produzione spagnola. ~ 1 fir di parete di produzione africana. 1264. CunicoLo m 139-134 s.l.m. Fosso di Cisterna - Tenuta di Castel Ginnetti. Via Ginestra Ginnetti

Un modesto corso d’acqua, affluente di sx. di un ramo del fosso di Cisterna, incide, con percorso quasi nord-sud, la valletta tra le due lingue quasi pianeggianti che si allungano a nord-est del Casale Ginnetti, fatta eccezione per il tratto terminale ove in parte corre in cunicolo, e con il quale, piegando a sud-ovest per m 97 circa si riunisce al fosso principale". Nel tratto più orientale di questa parte del percorso le acque corrono a ciclo aperto tra sponde incassate, di altezza maggiore quella a monte, m 3,20, leggermente più bassa quella opposta, m 2,50. L'ingresso del cunicolo, che si intercetta lungo via Ginestra Ginnetti", si trova m -4,80 circa dal p.d.c. Si ri conosce la parte alta dello speco, all'altezza dell'attacco della volta, arrotondata, per un'altezza max. di m 0,40 (Fig. 575). Da qui il cunicolo prosegue con percorso abbastanza sinuoso verso sud-ovest fino alla confluenza con il fosso, dove è nuovamente ispezionabile. Nell'ultimo tratto lo speco dopo aver assunto un andamento quasi nord-sud, piega ad angolo retto verso ovest riprendendo l’asse estovest. Immediatamente prima di curvare, il fondo, costantes Atlante: 215, CVI,2. ‘Atlante 212: AGUAROD OrAL 1991: 247-248 figg. 45 n. 3-6, 46, 4700153 "9 Curia I: 216 relativamente al tivià 141, 237, 280, 356.

Su un'area di mq. 1500 circa, lungo le pendici che raggiungono il margine della strada si riconoscono in bassa concentrazione soprattutto frr. di tegole e coppi a impasto arcaico, frr. di tegole a impasto rosso e chiaro di età romana, frr. di dolia a impasto rosso di età romana, pochi frr. di ceramica a impasto, di ceramica comune e anfore", L’affioramento, che attesta la frequentazione dell’area nel corso dell'età arcaica e, successivamente, almeno di quella medio imperiale, considerate le proprietà interposte non ricognibili, è probabile possa riferirsi al sito a nord (n. 1165). Impasto grezzo — 5 frr di parete pertinenti a forme non id. Comune da fuoco — 1 fr di parete pertinente a forma non id.

Fig. 575. Fossodi Cisterna. Tenuta di Castel Ginnetii Via Ginestra Ginnetti. Cunicolo: ingresso (n. 1264)

temente in pendenza verso il fosso per tutto il percorso, compie un brusco salto di quota di m 0,60 circa"^ (Fig. 576). Il cunicolo prosegue per m 4,10 circa con altezza di m 2,10, volta a doppio spiovente leggermente tondeggiante, c larghezza di m 0,50 circa (Fig. 577 a-b). Nei successivi m 3,20 circa, nei quali si conservano solo le sponde scavate nel banco, per un'altezza di 1,20 circa c una larghezza alla base di m 0,50, il fondo del cunicolo compie un secondo brusco salto di quota, scendendo di m 0,50 circa in m 1,60. Da qui prosegue per m 3 circa fino al fosso, ormai a cielo aperto. 1265. AREA DI FR. FITTILI m 160 s.Lm. Tenuta di Castel Ginnetti - Via Ginestra Ginnetti

Sul margine sud-orientale della sommità e lungo le pendici meridionali del colle allungato, abbracciato a sud da due rami del fosso di Cisterna, il quale sale dal lato orienta: le di via Ginestra Ginnetti, si nota la presenza di un affioramento di materiali antichi

Peri Fig. 576. Fosso di Cisterna. Tenuta di Castel Ginnetti. Via Ginestra Ginnett. Cunicolo(n. 1264).

ui Segnalazione in JuosoN, KAHANE 1963: 82 fg. 5. wi Lo speco è a malapena visibile ἃ causa della vegetazione infesan teche ha ricoperto le sponde e de cumulodi immondizie riversate sul fondo.

μὴ I passaggio con forza dell'acqua in questo punto ha fortemente erosoil fondo, ΤΡ terreno ricade nella proprietàαἱ civico n.3 899

Fig. 577. Fosso di Cisterna, Tenuta di Castel Ginnetti. Via Ginestra Ginnetti. Cunicolo: sezioni (nn. 1264, 1266). Anfore

~ If di fondo di Agora F 65/66, anfora monoansata dell Asia. Minore (regione di Sardi 0 valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tala fine del I sec. a.C. e la fine del IV sec. d.C.

Quasi in corrispondenza della sommità dell’altura settentrionale, coltivata a vigneto, e lungo le pendici che si affacciano su via del Bosco, in un'area di almeno mq. 2000 circa, che raggiunge in dispersione i mq. 3500 circa, affiorano in bassa concentrazione fir. di tegole a impasto arcaico, alcune con ingubbiatura nera (Tav. V, 17), e tardo-arcaico, frr. di tegole a impasto chiaro di età repubblicana e frr. di coppi e tegole a impasto rosso di età romana, fi. di vernice nera, sigillata italica e africana, ceramica comunee anfore. Nel giardino dell'abitazione che occupa la sommità delaltura meridionale! restano almeno due blocchi di peperino squadrati, di analoghe dimensioni (m 0,85 x 0,60 x 0,38; 0,70 x 0,51 x 0,35), mentre altri tre blocchi si vedono quasi alla base delle pendici occidentali del colle, in prossimità del fosso (m 0,60x 0,51 x 0,36)". È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età arcaica, sulla quale, presumibilmente nel corso dell'età repubblicana si ἃ impiantata una struttura rustico-residenziale, in uso anche tra la prima e la media età imperiale.

— 1 fr. di parete di produzione non id.

1266. CunicoLO m 137-129 s.l.m. Fosso di Cisterna - Tenuta di Castel Ginnetti. Via Ginestra Ginnetti

Un breve cunicolo, già ricordato nella mappa del Catasto Gregoriano del 1819, scendendo da nord-est verso sudovest, drena le acque della valletta lungo il lato orientale del fosso di Cisterna, in cui si getta circa m 700 a nord-est di Castel Ginnetti™, Linizio dello speco si incontra lungo via della Ginestra, m 10 circa dal lato occidentale della strada (Fig. 578), mentre. T'uscita è visibile m 210 circa a sud-ovest, in prossimità della confluenza con il fosso di Cisterna, m 2,50 circa dal lato occidentale di via Ginestra Ginnetti. La sezione dello speco nella parte terminale è ora fortemente alterata e raggiunge una larghezza di m 6,20 circa per un'altezza di m 1,60. Nulla resta del profilo originario, ricavato nel banco tufaceo, completamente eroso dal passaggio dell'acqua. In questo punto il cunicolo corre profondamente incassato, a m -6,80 circa dal p.d.c. Circa m. 2 prima della sua uscita la larghezza alla base, seppure molto serottata, si riduce a m 4,20, per un’altezza di m 1,70, mentre del profilo originario resta solo la parte terminale della volta tondeggiante, conservata per m 0,35 circa (Fig. 577 c-d). 1267. AREA DI FRR. FITTILI m 153 s.Lm. Tenuta di Castel Ginnetti - Via del Bosco

Sul lato orientale del fosso di Cisterna, un colle, articolato. in due piccole alture, costeggia il lato settentrionale di via del Bosco, caratterizzato da una buona esposizione verso est".

Fig. 578. Fosso di Cisterna. Tenutadi Castel Ginnetti. Via Ginestra Ginnetti. Cunicolo (n. 1266).

μη V, 373 note 4076, 4077, 4078 1 Ask, Catasto Gregoriano, an. prov. Frosinone, n. 270 (Malatesta) Segnalazione in Junson, KananE 1963: 82 fig, 5. o Laffioramento si estende in gran pare all'esterno del limite orientale del F. 158 I NO dell'IGM in scala 1:25.000 nella levata del 1936.

‘= L'abitazione è accessibile dl civico n. 1 di via del Mandoro, La parte restante della sommità è occupata da un impianto di kiwi con fondo particolarmente sporco, ove non mi è stato possibile accedere. "Alcuni blocchi parallelepiped furono rinvenuti, a detta del proprie taro, in occasione dello scasso per l'impianto dl vigneto e fati scivolare nel fosso.

900

Fig. 579. Fossodi Cisterna. Tenuta di Castel Ginnetti. Via del Bosco. Cunicolo (n. 1268). Vernice nera = 1 fr di orlo pertinente a forma non id. = 1 fr. di parete pertinente a forma non id. Sigillata italica τι fr di parete con listello di coppa emisferica ad orlo verticale genericamente riferibile al tipo Conspectus 34, databile dall'età tardo-tiberiana a quella flaviaed oltre!” — 2 fr. di parete pertinenti a forme non idd. Sigillata africana 1 fr. di parete pertinente a forma non id., in produzione A, databile a partire dall'età flavia” Comune da fuoco — 1 fr. di orlo pertinente a forma non id. — 1 fr di parete pertinente a forma non id. Anfore — 1 fr. di parete di Agora F 65/66, anfora monoansata dell’ Asia Minore (regione di Sardi o valle del Meandro), o Late Roman 3, diffusa tra la fine del I sec. aC. e la finedel IV sec. d.C.*”. — 2 frr di parete di produzione africana. — 1 fr. di parete di produzione orientale. = 1 ft di parete di produzione non id. "esemplare scheggiato interamente e dunque risulta difficile icostrvime il profilo 9 Conspectus: 11, tav. 31. Il tipo corrisponde a Goudineau 38b; Pocci 97-69-11

1268. CunicoLOm 134-129 s.l.m. Fosso di Cisterna - Tenuta di Castel Ginnetti. Via del Bosco

Un breve affluente di dx. del fosso di Cisterna corre ancora oggi quasi interamente în cunicolo, per una lunghezza totale di m 100 circa". Il cunicolo, che si dirige da ovest verso sud-est, incidendo la valletta compresa tra l'altura di Castel Ginnetti ed il colle immediatamente a nord, in numerosi tratti presenta una notevole inclinazione del fondo verso il fosso, particolarmente accentuata în corrispondenza dell'uscita. Fatta eccezione per ἢ tratto iniziale nel quale è stato intubato per alcuni metri, nei m 26 successivi resta il corso a cielo aperto, le cui pareti particolarmente ripide ed incassate ricordano anche in questo tratto l'originario passaggio in cunicolo (Fig. 579) . Di questo si conserva un primo tratto per m 20 circa di lunghezza. L'ingresso, piuttosto alterato, è alto m 2,90, dei quali m 0,60 circa invasi dall'acqua, e si trova m. -4,50 dal p.d.c. Nei primi m 4,20 del percorso le pareti forte mente erose e sgrottate, per un'altezza variabile tra m 0,80 e 1,80, fanno raggiungere allo speco una larghezza alla base di m 1,60 circa (Fig. 580 a-b). Proseguendo l'altezza della volta, a doppio spiovente arrotondato, si abbassa con un dente ed il cunicolo prosegue con profilo più regolare, alto mediamente m 1,80 e largo alla base m 0,50. A questo primo tratto conservato segue uno sprofondamento per m 8,30 nei quali prosegue a cielo aperto per rien#1 Va. 318-319 nota 3848, 11 Vd. 373 note 4076, 4077, 4078. 2 Segnalazione in JUDSON, KAHANE 1963: 82 fg. 5, 901

piano verso sud-est, dove il terreno si alza leggermente prima di scendere definitivamente verso il fosso di Cisterna. A seguito dello scasso per l'impianto della vigna affiorano in media concentrazione, su un'area di mq. 1600, con un nucleo maggiormente attestato su mg. 450 circa, fr. di tegolee coppi a impasto chiaro e rosa di età tardo arcaica/alto repubblicana e, meno, a impasto chiaro di età repubblicana, mot frr. di dolio a impasto tardo arcaico, frr di vernice nera, ceramica comune e pochi frr. di ceramica di impasto. Quasi all'estremità nord-orientale dell’area, su un settore di mq. 50 circa, si osserva una notevole concentrazione di fr. di tegole, laterizi e scaglie di selce, mentre nel terreno affioτὰ molta malta™. È ipotizzabile la presenza di una fattoria/casa di età ar-

Fig. 580. Fosso di Cisterna. Tenuta di Castel Ginnetti. Via del Bosco. Cunicolo: sezioni (n. 1268).

caica, sulla quale presumibilmente nel corso della metà del III secolo a.C. si è sviluppato un impianto rustico, in uso, forse, anche nel corso dell'età flavia. In considerazione dei

trare nuovamente in cunicolo per m 20,50 circa. In questo secondo tratto lo speco assume una larghezza variabile tra m. 0,60 c m 0,50 e un'altezza di m 2,10 circa con volta arrotondata" (Fig. 580 c-d). Nella parte terminale, m 6,50 circa prima dell'interruzione di questo tratto, la forza di caduta dell’acqua è accentuata da un salto di quota di m 0,60 ricavato sul fondo dello speco, mentre negli ultimi metri la pendenza del fondo aumenta ancora superando in m 3,50 circa un dislivello di m 0,60. In questo punto il cunicolo, che corre m -2,70 dal p.d.c, è largo alla base m 0,54 e alto m 2,06 e salendo le pareti appaiono piuttosto sgrottate per il passaggio dell'acqua, almeno nei primi m 0,70 mentre mantengono un profilo più regolare nella parte restante dell’altezza. In prossimit