Testi di Cancelleria. Il re e i funzionari, Vol. II: (Archivio L. 2875) 3447114754, 9783447114752

This volume concludes the publication of the chancery documents found in the Royal Palace G of Ebla. The texts have been

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Title Pages
Sommario
Introduzione
Elenco delle abbreviazioni
Elenco dei testi
Elenco dei luoghi di ritrovamento
Sommario dei testi
English Abstract
TESTI
INDICI
Nomi di persona
Nomi di luogo
Nomi di divinità
Glossario
Interpretazioni proposte
Elenco delle illustrazioni
TAVOLE
Recommend Papers

Testi di Cancelleria. Il re e i funzionari, Vol. II: (Archivio L. 2875)
 3447114754, 9783447114752

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e

Administrative Texts: Allotments of Clothing for the Palace Personnel (Archive L. 2769). With the collaboration of Gabriella Spada ALFONSO ARCHI

HARRASSOWITZ VERLAG

© 2020, Otto Harrassowitz GmbH & Co. KG, Wiesbaden ISBN Print: 978-3-447-11475-2 ISBN E-Book: 978-3-447-39031-6

Archivi Reali di Ebla Testi XVIII On behalf of the Università degli Studi di Roma „La Sapienza“ edited by Paolo Matthiae, Frances Pinnock, and Alfonso Archi

M A I S Scientific Committee Paolo Matthiae, Alfonso Archi, Giorgio Buccellati, Pelio Fronzaroli, Horst Klengel †

2020

Harrassowitz Verlag . Wiesbaden

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Amalia Catagnoti, Pelio Fronzaroli

Testi di Cancelleria Il re e i funzionari, Vol. II (Archivio L. 2875)

2020

Harrassowitz Verlag . Wiesbaden

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Bibliografische Information der Deutschen Nationalbibliothek Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detaillierte bibliografische Daten sind im Internet über http://dnb.dnb.de abrufbar. Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche Nationalbibliografie; detailed bibliographic data are available in the Internet at http://dnb.dnb.de.

For further information about our publishing program consult our website http://www.harrassowitz-verlag.de © Otto Harrassowitz GmbH & Co. KG, Wiesbaden 2020 This work, including all of its parts, is protected by copyright. Any use beyond the limits of copyright law without the permission of the publisher is forbidden and subject to penalty. This applies particularly to reproductions, translations, microfilms and storage and processing in electronic systems. Printed on permanent/durable paper. Printing and binding: Memminger MedienCentrum AG Printed in Germany ISSN 1828-3039 ISBN 978-3-447-11475-2 e-ISBN 978-3-447-39031-6

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In memoria dei funzionari dell’Antichità e dei Musei caduti nella difesa del patrimonio culturale della Siria

‫في ذكرى استشهاد موظفي اآلثار والمتاحف‬ ‫الذين ض ّحوا بأرواحهم في سبيل الدفاع عن التراث الثقافي في سوريا‬

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Sommario

Introduzione............................................................................................................................. IX Elenco delle abbreviazioni....................................................................................................... XI Elenco dei testi......................................................................................................................... XV Elenco dei luoghi di ritrovamento........................................................................................... XVI Sommario dei testi................................................................................................................... XIX English abstract........................................................................................................................ XXI Testi.......................................................................................................................................... 1 Indici........................................................................................................................................ 115 1. Nomi di persona.................................................................................................................. 117 2. Nomi di luogo..................................................................................................................... 119 3. Nomi di divinità.................................................................................................................. 121 4. Glossario............................................................................................................................. 123 5. Interpretazioni proposte...................................................................................................... 153 Elenco delle illustrazioni......................................................................................................... 155 Tavole....................................................................................................................................... 157

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Introduzione

Con il presente volume, che fa seguito ad ARET XIII (2003) e ARET XVI (2010), si conclude l’edizione dei testi di cancelleria rinvenuti nel Palazzo G nelle campagne di scavo del 1975 e 1976 (accordi con regni e comunità tribali, lettere del re e dei funzionari, relazioni, dossiers, documenti relativi all’assegnazione di beni fondiari, raccolte di episodi esemplificativi di procedure legali e amministrative). A eccezione del testo 21, i testi raccolti in questo volume provengono tutti dalla sala d’archivio L.2875. Databili agli anni immediatamente precedenti la distruzione del Palazzo G, essi appartengono alla tipologia delle lettere e sono relativi all’amministrazione dello stato eblaita. Il testo 21, pubblicato in appendice, è ricostruito da 25 frammenti provenienti dalla sala L.2769. Esso contiene una serie di episodi esemplari che illustrano procedure legali relative alla gestione di terreni agricoli, ai viaggi dei giudici itineranti e dei sovrintendenti dei mercati, e agli adempimenti dopo la morte di un uomo. Interpretazioni preliminari di singoli paragrafi e contributi nei lavori nostri e di altri studiosi sono citati nei commenti ai testi. Il testo 9, già edito precedentemente da P. Fronzaroli nel 1997, viene riproposto in questo volume sia per completezza della documentazione tematica offerta sia perché le maggiori conoscenze permettono alcune interpretazioni migliorative. Su base paleografica le lettere possono essere ricondotte almeno a due scribi diversi. Le lettere 9, 12, 14, 16, 17, 19, 20, caratterizzate dalla forma insolita dei segni du e an, e limitatamente a du anche la lettera 18 (dove an non è attestato), tutte presumibilmente attribuibili allo stesso scriba, sono state inviate dal ministro Yibbiʾ-Ḏikir mentre si trovava lontano da Ebla. La sola eccezione è rappresentata dalla lettera 1, inviata dal re mentre si trovava al Palazzo e probabilmente dettata dal re Yiṯġar-Damu allo stesso scriba venuto a Ebla per ordine del ministro. Tutte le altre lettere e il testo 21 mostrano le forme grafiche abituali della scuola eblaita. Le lettere 2-8, 10-11, 13 e 15, tutte probabilmente provenienti dal ministro a eccezione della lettera 2 proveniente dal re, sono state studiate da Amalia Catagnoti, che ne ha curato l’interpretazione, il commento e la schedatura per gli indici. Le lettere 9, 12, 14, 16-17, 18-19 e 20, provenienti dal ministro, la lettera 1 proveniente dal re e la raccolta di episodi esemplari di procedure legali (testo 21) sono stati studiati da Pelio Fronzaroli, che ne ha curato l’interpretazione, il commento e la schedatura per gli indici. Le copie delle tavolette, eseguite da A. Catagnoti, sono quelle che erano state completate entro l’ottobre del 2010. Le fotografie delle tavolette sono del dott. Maurizio Necci e la preparazione delle tavole della dott.ssa Valentina Oselini. Al termine di questo lavoro gli autori tengono a ringraziare quanti ne hanno facilitato la realizzazione e in modo particolare Paolo Matthiae, Direttore della Missione Archeologica Italiana in Siria, per lunghi anni ricco di ospitalità e di consiglio, Frances Pinnock, co-direttore della Missione, per l’assistenza nella preparazione all’edizione, Stefania Mazzoni che ci ha ospitati a Saraqeb nella casa della Missione di Tell Afis negli ultimi anni e Alfonso Archi che ha facilitato il nostro lavoro al Museo di Idlib e ha eseguito il restauro delle tavolette. Siamo grati inoltre ai funzionari della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei della Repubblica Araba di Siria, al dott. Tammam Fakouch e al dott. Bassam Jamous che si sono succeduti nella carica di Direttore Generale; al dott. Michel Al-Maqdissi, Direttore del Servizio degli Scavi Archeologici; inoltre ai signori Abdo Asfari e Fajar Haj Mohammed, che si sono succeduti nella carica di Direttore del Museo Archeologico di Idlib. Firenze, 25 ottobre 2018 Amalia Catagnoti

Pelio Fronzaroli

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Elenco delle abbreviazioni

AfO AfO, Beih. AHw AoF Archi, Ebla and Its Archives ARES ARET AsiAnA AuOr BaE CAD Catagnoti, Grammatica CDA Civil, Farmer’s Instructions CRRA Debt DLU DRS Durand, Documents épistolaires Ebla 1975-1985 Eblaitica ESL Felli, Dopo la morte Fs Black Fs de Meyer Fs Fronzaroli Fs Garelli

Archiv für Orientforschung. Archiv für Orientforschung. Beiheft. W. von Soden, Akkadisches Handwörterbuch, Wiesbaden 1965-1981. Altorientalische Forschungen. A. Archi, Ebla and Its Archives. Texts, History, and Society, SANER 7, Boston – Berlin 2015. Archivi Reali di Ebla - Studi, Roma 1988 sgg. Archivi Reali di Ebla - Testi, Roma 1981 sgg. AsiAnA. Journal of Ancient Near Eastern Cultures 1, 2019. Aula Orientalis. L. Cagni (a cura di), Il bilinguismo a Ebla, Atti del Convegno Internazionale (Napoli, 19-22 aprile 1982), Napoli 1984. The Chicago Assyrian Dictionary, Chicago 1965-. A. Catagnoti, La grammatica della lingua di Ebla (= QuSem 29), Firenze 2012. G. Black – A. George – N. Postgate, A Concise Dictionary of Akkadian2, Wiesbaden 2000. M. Civil, The Farmer’s Instructions, Barcelona 1994. Compte(s) rendu(s) de la ... Rencontre Assyriologique Internationale. M. Hudson - M. Van De Mieroop (eds.), Debt and Economic Renewal in the Ancient Near East, Bethesda, Maryland, 2002. G. del Olmo Lete - J. Sanmartín, Diccionario de la lengua ugarítica, I-II, Barcelona 1996-2000. D. Cohen, Dictionnaire des racines sémitiques, 1-2, La Haye 1970-76; (avec la collaboration de F. Bron et A. Lonnet), 3-, Leuven 1993-. J.-M. Durand, Les documents épistolaires du palais de Mari, I-III, Paris 19971998-2000. L. Cagni (a cura di), Ebla 1975-1985: dieci anni di studi linguistici e filologici. Atti del Convegno Internazionale (Napoli, 9-11 ottobre 1985), Napoli 1987. C. H. Gordon - G. A. Rendsburg - N. H. Winter (eds.), Eblaitica: Essays on the Ebla Archives and Eblaite Language, Winona Lake 1987-. Ebla Sign List (Archi, Eblaitica 1 [1987], pp. 93-99). C. Felli, Dopo la morte. Pratiche funerarie nella valle del medio Eufrate fra la fine del III e la prima meta del II millennio a.C. (= Studi di Archeologia Siriana), Firenze 2015. H. Baker – E. Robson – G. Zolómy (eds.), Your Praise is Sweet: A Memorial Volume for Jeremy Black from Students. Collegues and Friends, London 2010. H. Gasche - M. Tanret - C. Janssen - A. Degraeve (éd.), Cinquante-deux reflexions sur le Proche-Orient Ancien, offert en hommage à Léon de Meyer (= MHEOP II), Leuven 1994. P. Marrassini (ed.). Semitic and Assyriological Studies, Presented to Pelio Fronzaroli by Pupils and Colleagues, Wiesbaden 2003. D. Charpin - F. Joannès (éd.), Marchands, diplomates et empereurs, Études sur la civilisation mésopotamienne offertes à Paul Garelli, Paris 1991.

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Elenco delle abbreviazioni

XII

Fs Gordon Fs Kupper Fs Leslau Fs Matthiae Fs Mayer Fs Özgüç Fs Parise Fs Pettinato Fs Renger Fs Scandone Fs Segert Fs Wilcke Fs Wilhelm Funerary Rituals Gordon, UT Grammatical Case Gs Cagni Gs Jacobsen Gs Marrassini Hasselbach, Sargonic Akkadian HIMA Idea of Writing JAOS JCS JNES

M. Lubetski – C. Gottlieb – S. Keller (eds.), Boundaries of the Ancient Near Eastern World, A Tribute to Cyrus H. Gordon, Sheffield 1998. O. Tunca (ed.), De la Babylonie à la Syrie en passant par Mari. Mélanges offerts à Monsieur J.R. Kupper à l’occasion de son 70e anniversaire, Liège 1990. A. S. Kaye (ed.), Semitic Studies. In honor of Wolf Leslau, Wiesbaden 1991. M.G. Biga – D. Charpin – J.-M. Durand (eds.), Recueil d’études historiques, philologiques et épigraphiques en l’honneur de Paolo Matthiae (= RA 106107), Paris 2013. M.G. Biga - M. Liverani (a cura di), ana turri gimilli, studi dedicati al Padre Werner R. Mayer da amici e allievi (= VO - Quaderni V), Roma 2010. K. Emre - B. Hrouda - M. Mellink - N. Özgüç (eds.), Anatolia and the Ancient Near East. Studies in Honor of Tahsin Özgüç, Ankara 1989. E. Ascalone – L. Peyronel (edd.), Studi italiani di metrologia ed economia del Vicino Oriente antico dedicati a Nicola Parise (= Studia Asiana – 7), Roma 2011. H. Waetzoldt (hrsg.), Von Sumer nach Ebla und zurück. Festschrift Giovanni Pettinato zum 27. September 1999 gevidmet von Freunden, Kollegen und Schülern, Heidelberg 2004. B. Böck – E. Cancik-Kirschbaum – T. Richter (hrsg.), Munuscula Mesopotamica. Festschrift für Johannes Renger, Münster 1999. A. Vacca - S. Pizzimenti - M. G. Micale (edd.), A Oriente del Delta. Scritti sull’Egitto e il Vicino Oriente antico in onore di Gabriella Scandone Matthiae, CMAO XVIII, Roma 2018. E. M. Cook (ed.), Sopher Mahir. Northwest Semitic Studies presented to Stanislav Segert (= Maarav 5-6), Santa Monica, California 1990. W. Sallaberger - K. Volk - Annette Zgoll (hrsg.), Literatur, Politikund Recht. Festschrift für Claus Wilcke, Wiesbaden 2003. J. C. Fincke (hrsg.), Festschrift für Gernot Wilhelm anlässlich seines 65. Geburtstages am 28. Januar 2010, Dresden 2010. P. Pfälzner – H. Niehr – E. Parnicka – A. Wissing (eds.), (Re-)Constructing Funerary Rituals in the Ancient Near East (= Qaṭna Studien Supplementa, 1), Wiesbaden 2012. C.H. Gordon, Ugaritic Textbook, Roma1965. M. Fruyt – M. Mazoyer – D. Pardee (eds.), Grammatical Case in the Languages of the Middle East and Europe (= Studies in Ancient Oiental Civilization), Chicago 2011. S. Graziani (a cura di), Studi sul Vicino Oriente Antico, dedicati alla memoria di Luigi Cagni, Napoli 2000. I. Abusch (ed.), Riches Hidden in Secret Places. Ancient Near Eastern Studies in Memory of Thornhild Jacobsen, Winona Lake, IN 2002. A. Bausi - A. Gori - G. Lusini (eds.), Linguistic, Oriental and Ethiopian Studies in Memory of Paolo Marrassini, Wiesbaden, 2014. R. Hasselbach, Sargonic Akkadian, Wiesbaden 2005. Revue Internationale d’Histoire Militaire Ancienne. A. de Voogt – J.F. Quack, The Idea of Writing, Leiden 2012. Journal of American Oriental Society. Journal of Cuneiform Studies. Journal of Near Eastern Studies.

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Elenco delle abbreviazioni

Krebernik, PE LAK LdE Lingue morte MARI MEE MesZL Mangiare divinamente MisEb NABU Prosopography of Ebla PSD QDLF QuSem RA RGTC Religionsgeschichtliche Beziehungen RSF RSP SEb SEL SMS Soden, GAG3 Soden – Röllig, Syllabar StEbl Textile Terminologies Tonietti, Sistema preposizionale VO WGE WO ZA

XIII

M. Krebemik, Die Personennamen der Ebla-Texte: Eine Zwischenbilanz, Berlin 1988. A. Deimel, Die Inschriften von Fara. Liste der Archaischen Keilschriftzeichen, Leipzig 1922. L. Cagni (a cura di), La lingua di Ebla, Atti del Convegno Intemazionale (Napoli, 21-23 aprile 1980), Napoli 1981. U. Rapallo - G. Garbugino (a cura di), Grammatica e lessico delle lingue ‘morte’, Genova 1998. Mari. Annales de Recherches Interdisciplinaires. Materiali Epigrafici di Ebla, Napoli 1979 sgg. R. Borger. Mesopotamisches Zeichenlexikon (= AOAT 305), Münster 2003. L. Milano (ed.), Mangiare divinamente. Pratiche e simbologie alimentari nell’antico Oriente (= Eothen 20), Firenze 2012. Miscellanea Eblaitica, Firenze 1988- (= QuSem 15 sgg.). Nouvelles Assyriologiques Brèves et Utilitaires. The Prosopography of Ebla = http://www.sagas.unifi.it/vp-337-archive.html Å. W. Sjöberg (ed.), The Sumerian Dictionary of the University Museum of the University of Pennsylvania, Philadelphia 1984-. Quaderni del Dipartimento di Linguistica, Università degli Studi di Firenze, Firenze. Quaderni di Semitistica, Firenze 1971 sgg. Revue d’Assyriologie et d’Archeologie Orientale. Répertoire Géographique des Textes Cunéiformes (= BTAVO, Reihe B), Wiesbaden 1974 sgg. B. Janowski - K. Koch - G. Wilhelm (Hg.), Religionsgeschichtliche Beziehungen zwischen Kleinasien, Nordsyrien und dem Alten Testament, Göttingen 1993. Rivista di studi fenici. Y. Rosengarten, Répertoire commenté des signes présargoniques sumériens de Lagaš, Paris 1967. Studi Eblaiti. Studi Epigrafici e Linguistici sul Vicino Oriente Antico. Syro-Mesopotamian Studies. W. von Soden, Grundriss der akkadischen Grammatik3, Roma 1995. W. von Soden – W. Röllig, Das Akkadische Syllabar4, Roma 1991. Studia Eblaitica. C. Michel – M.-L. Nosch, Textile Terminologies (Ancient Textiles Series Vol. 8), Barnsley 2010. M.V. Tonietti, Aspetti del sistema preposizionale dell’eblaita, Venezia 2013. Vicino Oriente. H. Waetzoldt - H. Hauptmann (hrsg.), Wirtschaft und Gesellschaft von Ebla, Akten der Internationalen Tagung Heidelberg 4.-7. November 1986 (= HSAO 2), Heidelberg 1988. Die Welt des Orients. Zeitschrift für Assyriologie und Vorderasiatische Archäologie.

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Elenco delle abbreviazioni

XIV

A, B, C, D, A2 fonti della lista lessicale bilingue eblaita (A. Archi, CRRA XXX/1983, Leiden 1986, p. 83) bd. bordo comm. commento estr. estratto L. lemma LL lista lessicale bilingue ND nome divino NL nome di luogo NP nome di persona s.gl. senza glossa labx surx šudux tukux zax

lam/lam×kur erim ŠUDU (ESL 60, B) x Ḫúb zax(LAK384)

Ḫa-labx giš-surx giš ba-tukux sa.zaxki

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Elenco dei testi

Testo 1

Nr. Inv. TM 76.G.196

mm. 83 × 73 × 28

2

76.G.88

57 × 54 × 24

3

76.G.169+175+199

103 × 101 × 34

4

76.G.181+234+236+237

129 × 121 × 31

5

76.G.247

71 × 67 × 20

6

76.G.248

52 × 48 × 23

7

76.G.250+251+271

93 × 87 × 30

8

76.G.269

67 × 65 × 20

9

76.G.86

72 × 71 × 26

10

76.G.204+212+216+1063

62 × 90 × 22

11

76.G.283

53 × 51 × 28

12

76.G.899

58 × 57 × 27

13

76.G.233

79 × 85 × 30

14

76.G.87

49 × 45 × 20

15

76.G.153+344

108 × 86 × 21

16

76.G.190

69 × 78 × 28

17

76.G.235

77 × 77 × 29

18

76.G.191+245+270

83 × 80 × 29

19

76.G.278

110 × 77 × 23

20

76.G.111+117+249+1311

85 × 72 × 24

21

75.G.3520+4320+5679+11084+11086+11161+11167+11168+ 11521+11577+11582+12605+15655N+15810+15839+15868+ 15877+15890+15917+15961+16304+16317+16719+17220+ 18124

205 × 195 × 19

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Elenco dei luoghi di ritrovamento

Testo Nr.

Nr. inv. TM

Quadrato

Locus 2875 Settore G

1

76.G.196

Di V 3 i + Dl V 3 iv

Banchetta inferiore nord, davanti a M.2873

8

2

76.G.88

Di V 3 i

Contro la parete est di M.2873, si trova sul pavimento, nel settore che si è conservato nonostante la rottura di 20cm (Nord-Sud).

8

3

76.G.169 76.G.175 76.G.199

Di V 3 i Di V 3 i Di V 3 i

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta davanti a M.2873

8

4

76.G.181

Di V 3 i

8

76.G.234

Di V 3 i

76.G.236

Di V 3 i

76.G.237

Di V 3 i

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta davanti a M.2873 Pavimento davanti alla banchetta rialzata di fronte a M.2873 Pavimento davanti alla banchetta rialzata di fronte a M.2873 Pavimento davanti alla banchetta rialzata di fronte a M.2873

5

76.247

Di V 3 i

Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

8

6

76.248

Di V 3 i

Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

8

7

76.250 76.251 76.271

Di V 3 i

Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

8

8

76.269

Di V 3 i

Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

8

9

76.86

Di V 3 i

Banchetta superiore, davanti a M.2873

8

10

76.204 76.212 76.216 76.1063

Di V 3 i + Dl V 3 iv

Banchetta inferiore nord, davanti a M.2873

8

11

76.283

Di V 3 i

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta di fronte a M.2873

8

12

76.89

Di V 3 i

Contro la parete est di M.2873, si trova sul pavimento, nel settore che si è conservato nonostante la rottura di 20cm (Nord-Sud).

8

13

76.233

Di V 3 i

Contro la parete est di M.2873 nel breve settore conservato dalla rottura a nord verso sud per 20 cm. Sul pavimento.

8

14

76.87

Di V 3 i

Banchetta superiore sud, davanti a M.2873

8

15

76.153

Di V 3 i

8

76.344

Di V 3 i

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta di fronte a M.2873 Setacciatura

16

76.190

Di V 3 i + Dl V 3 iv

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta di fronte a M.2873

8

17

76.235

Di V 3 I

Sul pavimento davanti alla banchetta rialzata di fronte a M.2873

8

18

76.191

Di V 3 i

8

76.245 76.270

Di V 3 i Di V 3 i

Fossa accanto all’angolo formato dalla banchetta di fronte a M.2873 Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873 Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

76.278

Di V 3 i

Banchetta inferiore sud, davanti a M.2873

8

19

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Livello

Elenco dei luoghi di ritrovamento Testo Nr.

Nr. inv. TM

Quadrato

Locus 2769 Settore G

20

76.111 76.117 76.249 76.1311

Di V 3 i Di V 3 i + Dl V 3 iv Di V 3 i Di V 3 i

Sul pavimento davanti a M.2872 Angolo tra M.2751 e M.2872 Dalla banchetta inferiore sud, davanti a M.2873 Setacciatura

21

75.3520 75.4320 75.5679 75.11084 75.11086 75.11161 75.11167 75.11168 75.11521 75.11577 75.11582 75.12605 75.15652N 75.15810 75.15839 75.15868 75.15877 75.15890 75.15917 75.15961 75.16304 75.16317 75.16719 75.17220 75.18124

DlV4iii

Pavimento di fronte al muro Nord, Sett. A Parete nord, Ab Parete nord, A, ovest Parete Nord, pavimento Parete Nord, pavimento Parete Est Parete Nord, settore B, pavimento Parete Nord, pavimento Parete Nord, pavimento Parete Est, Settore A Parete Est, Settore D, angolo con M2773 Parete Nord, Settore Aa-c

DiV4ii DiV4ii

Archivio L.2875 e L.2769

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XVII Livello 8

2 (col. 3) 1 2 1 2 2

XVIII

Elenco dei luoghi di ritrovamento

Archivio L.2769

Nel prelievo delle tavolette sono stati distinti, dall’alto in basso, i livelli 1, 2, e 3. Gli spazi antistanti le pareti Nord ed Est sono stati suddivisi rispettivamente nei settori « a », « b », « c », « d », e « A », « B », « C », «D» secondo lo schema che qui si presenta.

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Sommario dei testi

Lettera del re a destinatario ignoto Lettera del re e di Ṭubuḫ-Hadda a Yibbiʾ-Ḏikir Lettera di Yibbiʾ-Ḏikir al re Lettere di Yibbiʾ-Ḏikir al re e a Ṭubuḫ-Hadda Lettera di Yibbiʾ-Ḏikir al re e agli Anziani Lettere di Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda Lettere di Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda e a Gīl-Tīr Lettera di Yibbiʾ-Ḏikir a Ruḥṣī-Malik Lettera di Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda Lettera di Yibbiʾ-Ḏikir a destinatario ignoto Lettere a Ṭubuḫ-Hadda Lettera senza formula introduttiva Lettere con formula introduttiva in lacuna Appendice Procedure legali

1.

TM.76.G.196 pp. 3-8

2.

TM.76.G.88 pp. 9-11

3.

TM.76.G.169+ pp. 12-19

4.

TM.76.G.181+ pp. 20-30

5.

TM.76.G.247 pp. 31-33

6. 7.

TM.76.G.248 pp. 34-35 TM.76.G.250+ pp. 36-43

8.

TM.76.G.269 pp. 44-47

9.

TM.76.G.86 pp. 48-54

10.

TM.76.G.204+ pp. 55-57

11.

TM.76.G.283 pp. 58-59

12. 13.

TM.76.G.89 pp. 60-62 TM.76.G.233 pp. 63-67

14.

TM.76.G.87 pp. 68-71

15. 16. 17. 18. 19. 20.

TM.76.G.153+344 TM.76.G.190 TM.76.G.235 TM.76.G.191+245+270 TM.76.G.278 TM.76.G.111+

21.

TM 75.G.3520+ pp. 98-114

pp. pp. pp. pp. pp. pp.

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72-76 77-80 81-84 85-90 91-94 95-97

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English Abstract

With this volume, which follows on from ARET XIII (2003) and ARET XVI (2010), we conclude the publication of the chancery texts that were found in Palace G during the 1975 and 1976 excavations. Apart from text 21, the texts included in this volume all come from Room L.2875. They can be dated to the years that immediately preceded the destruction of Palace G and belong to the category of letters. Text 9, which was previously published by P. Fronzaroli in 1997, is republished in this volume with some improved interpretations. Text 21, which is published in the Appendix and has been reconstructed from 25 fragments found in Room L.2769, contains a series of exemplary episodes that illustrate legal procedures. Based on palaeography, the letters can be traced back to at least two different scribes. Texts 1, 9, 12, 14, 16, 17, 19 and 20, which are all characterized by the unusual shape of the DU and AN signs, together with text 18, which also has the unusual DU (AN does not appear in it), may all presumably be attributed to the same scribe. They were sent by minister Yibbiʾ-Ḏikir when he was far from Ebla, with the exception of text 1, which was sent by the king YiṯġarDamu. All the other letters and text 21 show the customary graphic forms of the Eblaite school. Text 1: Letter from the king in which he communicates events connected with the treaty with Armi, which was drawn up after Ebla’s victory, and instructions concerning the territories that were occupied by the Eblaite army in the Mari region. The letter, which displays the unusual shapes of the DU and AN signs that are typical of one of YibbiʾḎikir’s scribes, was probably dictated by the king, who was in the Palace, to the same scribe who had come to Ebla by order of the minister. Text 2: Letter from the king and Tubuh-Hadda to Yibbiʾ-Ḏikir concerning the arrival of silver and the presence of swarms of locusts. The king has instructed Ṭubuḫ-Hadda to assign silver to the chosen troops and the dependents who were resident in the city. Text 3: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to the king. The minister has provided supplies for the caravans. The king of Kiš has sent supplies. The Eblaite caravans have left, some heading for Gašur, others for Ebla. The presence of seminomadic people from Armi in the service of Ebla, collecting wool, cereals and wood, indicates a date after the Armi treaty. Text 4: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to the king, followed by two letters to his son Ṭubuḫ-Hadda. The minister informs the king of measures taken in relation to plots of land belonging to residents from Mari, of the supply of barley that was obtained thanks to the cooperation of the king of Nagar, and of the purchase of flour that was paid for with the silver borrowed from the temple of Ḫalabīyt. Addressing his son Ṭubuḫ-Hadda, Yibbiʾ-Ḏikir recommends that he take care of the food provisions for the dependents and guests, and that he give explanations for the problems that have arisen. Presence of semi-nomadic people from Armi at the disposal of Ebla. Text 5: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to the king and the elders. Problems with the transportation of flour from Nagar to Ebla. Text 6: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to Ṭubuḫ-Hadda. The minister, who is evidently far from Ebla, orders his son to send him edible oils, an ointment (the use of which is not clear) and a mixture that was probably used to make a kind of beer. Text 7: Letters from Yibbiʾ-Ḏikir to Ṭubuḫ-Hadda. The first letter contains regulations connected to cultic obligations, specifying the procedures of oracular interrogation. The second letter contains instructions on the regulation of the price of rations distributed by the Palace to travellers and on the distribution of rations to the people of the city. Text 8: Letters from Yibbiʾ-Ḏikir to Ṭubuḫ-Hadda and Gīl-Tīr. In the first letter the minister gives instructions for the delivery of oil to the people of a caravan travelling to Ilwiyilum; in the letter to the head of the couriers, Gīl-Tīr, the minister orders that delivery be taken of the sheep that will arrive at Ebla with the same caravan with which the bearer of the tablet is travelling. Text 9: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to Ruḥṣī-Malik. The omens taken by the minister for a military campaign led by Ruḥṣī-Malik were bad, perhaps because the general did not have the statue of Hadda-Baʿl walk beside him at the head of the troops. Ruḥṣī-Malik will have to have the omens repeated and make a lamentation to the god. The minister also asks for clarification concerning the supplies provided by the administration for the military campaign. Text 10: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to Ṭubuḫ-Hadda. In the letter, which is only partially preserved, the minister reports that he will provide the barley that is necessary for the semi-nomadic people from Armi for the period in which they will have to reside with him. The letter ends with the order to inform the elders. Text 11: Letter from Yibbiʾ-Ḏikir to unknown recipient. The minister reports that he has consigned the share of barley for the children of Yingahum of Aruru (or perhaps for his dependents) and that he has sent one of them to Nagar to have a person who was detained there released. Text 12: Letters to Ṭubuḫ-Hadda. The first letter, which is to be attributed to the minister, orders that, if the women of Yibbiʾ-Ḏikir are left without flour, the flour that had been consigned for the fattening of the sheep should be given

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XXII

English Abstract

to them. Two brief messages from officials of the minister follow, relating to the delivery (of flour) to two of Yibbiʾ-Ḏikir’s sisters. Text 13: Letters to the king (?) and Ṭubuḫ-Hadda. The first letter, which was probably sent by the minister following a previous order from the king, refers to the work on the canals and the harvest carried out by the seminomadic auxiliaries. A brief message for Tubuh-Hadda follows, concerning the delivery of silver for a village. Text 14: Letter without introductory formula. The issues addressed suggest that this letter was dictated by the minister for his son Ṭubuḫ-Hadda. The minister orders that the rations for the workers that are with him be consigned, including farmed animals. The minister then orders a careful evaluation of the envoy who will have to deliver the sheep with which the missing animals must be replaced, in order to verify whether he is suitable. Text 15: Letter with incomplete introduction. The letter, which is only partially preserved, refers to the people and servants of Wari, the region to the north-east of Ebla. Later it refers to the caravans of the families of seminomadic people that must bring supplies of flour. The final part is related to cultic obligations. Text 16: Letter with incomplete introduction. The letter, which should probably be attributed to Yibbiʾ-Ḏikir, concerns a delivery of flour to the kings. The assigned flour was brought by the people of the Haddu clan, which seems to indicate that the narrated events refer to the left bank of the Euphrates, upstream from the city of Mari. The minister then reports that he has used the silver obtained from (military?) operations to set up a caravan that will carry gold of good and poor quality (presumably to Ebla). Text 17: Letter with incomplete introduction. The letter, which is to be attributed to the minister, was addressed to Ṭubuḫ-Hadda, who is later mentioned as the recipient. The minister asks for clarifications concerning the provisions supplied by the administration for the military campaign in the territory of Duru, which was not undertaken because the omens were unfavourable, and concerning other consignments. Reference to the diplomatic mission that was travelling to Armi for the oath of alliance allows us to date the tablet to a time shortly after Ebla’s victory. Text 18: Letter with incomplete introduction. The letter, which is to be attributed to the minister and was presumably addressed to Ṭubuḫ-Hadda, concerns the consignment of a convoy that will carry wood and supplies to Ebla, the offer of oil from Gasur and various other cultic obligations, the maintenance of the canals, and some commitments made by Armi following the alliance treaty. The letter ends with a request for information about some consignments. Text 19: Letter with incomplete introduction. The letter (only a small part of which is preserved) is addressed to Ṭubuḫ-Hadda. Written by one of Yibbiʾ-Ḏikir’s scribes, it relates to supplies of cereals and a consignment of sheep. Text 20: Letter with incomplete introduction. The letter (only a small part of which is preserved) was written by one of Yibbiʾ-Ḏikir’s scribes. It is addressed to Ṭubuḫ-Hadda, who is later mentioned as the recipient. It concerns barley supplies that have been received and sent. Text 21: Collection of legal procedures. The text, which is very incomplete, contains a series of exemplary episodes that illustrate legal procedures relating to the managing of properties, to the journeys made by itinerant judges and by superintendents of merchants, and to the fulfilment of obligations following the death of a man.

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TESTI

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1 (Tavv. I, XVII)

r. I. 1. [en-ma] ˹en˺

(1)

(2)

3. àga-ús dub 5. é su-wa-ti

(3)

àga-ús 7. inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub] 9. [é su]-wa-[ti] [ì-ti] II. 1. [wa] [al6-tuš] 3. inim-˹di˺ inim-di dub 5. é su-wa-ti (4) ap 7. a nu ˹an˺-[gál] 9. wa ˹x˺ [ ] 11. [( )] III. 1. [é]-2 igi.du 3. kam4 -mu lú Ar-miki 5. è igi!(ba)-tùm 7. a-a wa 9. in [ ] 11. [wa] IV. 1. in

(5)

Sá-bùki 3. è (6) wa 5. u5(má.Ḫu) è-ma (7) 7. wa maškim-e-˹gi4˺ 9. [è] [kam4 -mu] V. 1. lú igi-tùm a-a 3. nídba ì-giš (8) 5. ap k[ú](k[a.gar]) 7. an-g[ál] k[ú](k[a.gar]) (c. 3 cas. in lac.) v. I. (c. 3 cas. in lac.) 1’. g[a-lu] [in] 3’. ur[uki-uruki] Ar-[miki] 5’. til (9) wa 7’. an-ne II. 1. ˹an˺-[na] in 3. Za-bur-lumki è{-2} 5. na-se11-2 è-2 7. in

(1) [Così] (dice) il re: (2) Per quanto riguarda i soldati (vi è) la tavoletta di questa casa. (3) I soldati secondo le disposizioni della [tavoletta di qu]es[ta casa sono arrivati e vi si trattengono] secondo le disposizioni della tavoletta di questa casa. (4) E inoltre, (se) non vi è acqua e [... nelle] due [case], abbi cura di fare uscire le famiglie di Armi per arginare le acque. (5) E da [NL e] da Sá-bùki fa(lli) uscire. (6) E fa uscire un messaggero. (7) E invia(lo) [a far uscire le famiglie] che arginano le acque secondo (il giuramento del)l’offerta dell’olio. (8) E inoltre, per quanto riguarda il ci[bo] dispo[nibile], il ci[bo … dai] gra[nai nei] vil[laggi], (quando) Ar[mi] fu sconfitta. (9) E ora [io] da Sapurrum ho fatto uscire due persone che facessero uscire da Tarḫatum l’uscita disponibile.

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[1]

4

Dar-ḫa-timki 9. è an-gál (10) III. 1. [wa] du11-ga-sù 3. lú Ar-miki in 5. si.si-sù è (11) 7. wa nu du-du 9. ir11-ir11 wa 11. [a]l6-tuš IV. 1. [ ] wa 3. an-na

(12)

e11 5. kú ir11-ir11 7. še in 9. Ga-sùr ki (13) ap 11. [ ] [ ] V. [ ] 1’. ˹ki˺-sù wa 3’. ˹šu˺-ba4-[t]i [ ]ki 5’. [wa] igi.du 7’. a Ma-ríki [...

(10) [E] secondo il suo ordine, quello (del re) di Armi, dai recinti sarebbe dovuta uscire. (11) E i servi non sono andati e rimangono [...]. (12) E io ho fatto scendere come cibo per i servi orzo in Gasur. (13) E inoltre, [(quando) …] il suo territorio e avrai conquistato NL, abbi cura dell’acqua (nella regione) di Mari [(…)].

Commento In questo testo, attribuito al re dalla formula introduttiva, la scarsità di pronomi personali (soltanto an-na «io», v. IV 3; probabile anche in v. II 1) e la mancanza di forme verbali in grafia fonetica rende difficile stabilire se gli avvenimenti descritti debbano essere intesi come eventi riferiti o come disposizioni da attuare. È possibile che il re in parte ricordi in parte dia disposizioni su diversi argomenti. Il testo potrebbe quindi essere identificato come un memorandum delle disposizioni date dal re in relazione al trattato con Armi e in relazione ai territori occupati dall’esercito eblaita nella regione di Mari. Il paragrafo finale sembra riferito a un alto funzionario che si trova lontano da Ebla, probabilmente Yibbiʾ-Ḏikir. La citazione del nome di Mari alla fine della lettera fa pensare che il ministro si trovasse nel territorio mariota subito dopo la campagna vittoriosa di Ebla contro questa città. Dopo la formula introduttiva, la sezione 2 riferisce l’arrivo dei soldati inviati da Armi a Ebla in osservanza del trattato di pace. La sezione 3 dà disposizioni sull’impiego delle famiglie di seminomadi di Armi per la manutenzione dei canali. L’unico nome di luogo conservato in questo paragrafo (Sá-bùki, r. IV 2), dopo un altro nome di luogo in rottura, potrebbe riferirsi all’area mariota. Nella sezione 4, dedicata a problemi di approvvigionamento, sono conservati due nomi di luogo che appartengono a una regione a nord di Ebla: Sapurrum (Za-bur-lumki, v. II 3) e Tarḫatum (Darḫa-timki, v. II 8). Se il testo è correttamente interpretato, il re di Armi avrebbe dovuto consegnare buoi e pecore agli inviati di Ebla in quest’area. Alla fine della sezione il re di Ebla fa inviare orzo ai servi che hanno dovuto interrompere il loro viaggio e si sono fermati a Gasur (v. IV 9).

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[1]

5

L’ultima sezione del testo (5), quasi interamente perduta, sembra contenere raccomandazioni finali del re al ministro perché abbia cura dei canali nel territorio mariota occupato dall’esercito eblaita. La ripetuta menzione di Armi (per una cui possibile identificazione con Samsat, si veda di recente Archi, JCS 63 [2011], pp. 5-34) fornisce indicazioni circa la datazione del testo. Le truppe ausiliarie (kam4 -mu) di Armi sono a disposizione del re di Ebla in conseguenza di un patto di alleanza (r. V 3-4), evidentemente successivo a una vittoria di Ebla. Le attività dei soldati àga-ús, certamente anch’essi messi a disposizione da Armi, sono regolate da un documento conservato nel Palazzo al quale il re si riferisce per tre volte (r. I 4-5, 8-9, II 4-5). La sconfitta di Armi è esplicitamente ricordata più avanti (v. I 4’-5’). Il re di Armi dovrà consegnare animali dai suoi allevamenti a inviati eblaiti (v. III 1-6). Queste notizie concordano con quanto risulta dai testi amministrativi circa la guerra conclusasi con la vittoria di Ebla, che deve essere avvenuta nel 14° anno del ministro Yibbiʾ-Ḏikir, subito dopo la vittoria di Ebla contro Mari, e nella quale ebbe una parte importante il figlio del ministro Ruḥṣī-Malik (Archi, JCS 63 [2011], pp. 17-19). La tavoletta del trattato con Armi (dub / nídba / ì-giš) non è stata rirovata ma le clausole che doveva contenere si ricavano da questo testo. La presenza di soldati di Armi a disposizione di Ebla è confermata dal testo prescrittivo di ARET XIII 16 // 17. L’impiego delle truppe ausiliarie di Armi è ricordato esplicitamente nei testi 3 (r. IV 9-10, VI 2-3), 4 (r. II 4-5) del presente volume, e sarà probabilmente da supporre anche in altri testi dove la provenienza da Armi non è indicata (come, per esempio, nel testo 18, dove subito dopo l’impiego dei kam4 -mu nella manutenzione dei canali (v. I 5, II 5) vengono ricordati impegni assunti da Armi). Se il ministro si trovava ancora nell’area di Mari quando il re gli aveva rivolto le raccomandazioni citate nell’ultimo paragrafo, le due località che necessitavano di manutenzione dei canali potrebbero trovarsi in quell’area (come potrebbe far pensare la menzione, in un testo amministrativo, di un prigioniero mariota che viene da Sá-bùki). Per quanto riguarda i problemi di approvvigionamento, sembrerebbe che orzo venisse trasferito dalle regioni settentrionali verso sud. Per quanto riguarda la grafia si noteranno la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, come nelle lettere 9, 12, 14, 16, 17, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato). Tutte queste lettere, presumibilmente attribuibili allo stesso scriba, sono state inviate dal ministro mentre si trovava lontano da Ebla. La sola eccezione è rappresentata da questa lettera inviata dal re mentre si trovava al Palazzo (é suwa-ti, r. I 9, II 5). Possiamo quindi supporre che lo scriba del ministro fosse stato inviato a Ebla con richieste di informnazioni e che il re gli abbia dettato questa lettera da riportare al ministro. Per la grafia insolita del segno an, non registrata in LAK, si veda RSP 80, p. 20 e p. 101. Per quanto riguarda la redazione del testo, si noterà che la congiunzione ap è usata rigorosamente per introdurre nuovi argomenti (r. II 6, V 5, v. IV 10). Per un’interpretazione preliminare del paragrafo (4), si veda Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 108, e NABU 1999/47, dove igi-kéš è corretto in igi-tùm. 1. Formula introduttiva (§ 1). 2. Arrivo dei soldati di Armi a Ebla (§§ 2-3). (2) àga-ús: Per questo sumerogramma, che indicava i soldati (di mestiere), si veda ARET XVI. p. 44 (7), s.v.; per una diversa interpretazione, cf. Bonechi, HIMA 3 (2016), pp.19-28: «high-ranking militairy leader». Nei testi epistolari questi soldati compaiono accanto alle truppe scelte eblaite (zàús) e alle truppe ausiliarie (kam4 -mu). Quando la loro provenienza è precisata, il sumerogramma è sempre riferito a soldati di Armi: àga-ús-ma / Ar-miki (ARET XVI 4 r. IV 8-9); àga-ú[s] / ˹Ar˺*[miki]* (ARET XVI 6 v. II’ 4-5). In questo testo la loro provenienza non è precisata ma il re si riferisce per tre volte a disposizioni a loro riguardo contenute in un documento del Palazzo (dub / é su-wa-ti, r. I 4-5; anche, r. I 8-9, II 4-5), ciò che non avrebbe senso se si trattasse di sudditi eblaiti.

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6

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Poiché più avanti il re si riferisce a proposito dei kam4 -mu di Armi a un patto di alleanza si dovrà supporre che anche questi soldati siano stati messi a disposizione di Ebla da Armi. Si ricorderanno i due testi paralleli, che contengono prescrizioni cultuali in relazione all’impiego di uomini di Armi (ARET XIII 16-17). Il sumerogramma compare anche nel testo 15 (v. III 8) senza ulteriori precisazioni. é su-wa-ti: Per l’impiego di é «casa» con il significato di centro decisionale, si veda é-ne «la nostra (du.) casa» (ARET XVI 20 r. IV’ 5’) con riferimento all’amministrazione eblaita; per l’impiego del suffisso del duale per indicare l’amministrazione dello stato eblaita nella sua totalità, Fronzaroli, Fs Mayer, p. 134. Si veda anche é-na-a (ARET XIII 9 v. X 12, 15, 18, 21, 24) con riferimento all’amministrazione di Hama e Abatum. (3) In considerazione dello stile eccessivamente ripetitivo di questo testo, la lacuna di r. I 8-9 può essere integrata come: ˹lú˺ [dub] / [é su]-wa-[ti]. Nella lacuna di r. I 10-II 2 come ipotesi di lavoro si può proporre: [ì-ti] / [wa] / [al6-tuš] «sono arrivati e vi si trattengono»; gli stessi sumerogrammi sono impiegati con riferimento ai soldati di Armi nei due testi paralleli di ARET XIII 16 r. I 1-7 // 17 r. I 1-7. 3. Disposizioni circa l’impiego delle famiglie di Armi nella manutenzione dei canali (§§ 4-7). (4) La lacuna di r. III 1 non sembra consentire di integrare [na-se11]-2 o altro nome di professione idoneo al contesto. Come ipotesi di lavoro si può suggerire: [é]-2 «le due case», che potrebbe riferirsi alle unità produttive delle due località citate subito dopo. a: Qui (come in v. V 7’) lo scriba impiega la grafia singola del sumerogramma per indicare la disponibilità di acqua per le coltivazioni mentre impiega la grafia reduplicata più avanti, dove si riferisce alle acque dei canali (r. III 7, V 2). igi.du: Le quattro fonti della lista lessicale bilingue interpretano concordemente il sumerogramma come un participio (mu-da-mu-um, A, C; mu-da-mu-mu, B; mu-ʾà-da-mu, D). La grafia accurata della fonte D, la più antica, permette di interpretare la glossa come un participio t/1 /muhtammu(m)/, confrontabile con l’ar. hamma «preoccuparsi, avere cura» (Conti, MisEb 3, p. 184). igi!(ba)-tùm: Per il significato «arginare, indigare» di igi-tùm, con riferimento alla manutenzione dei canali, si veda Fronzaroli, NABU 1999/47; ARET XIII, p. 269, s.v.; ARET XVI, p. 238, s.v. (5) In r. III 11 l’integrazione [wa] è suggerita dal contesto. in: In r. III 9, IV 1 (e anche in v. II 2, 7, III 4) si noterà l’impiego della preposizione in con il verbo di movimento è, dove si aspetterebbe una preposizione che esprima il moto da luogo. Un valore ablativo di in è ora attestato anche ad indicare il tempo (Catagnoti, StEb 5, in preparazione). Precedentemente per l’impiego di in per indicare il moto da luogo si veda Tonietti (Sistema preposizionale, p. 107 sg.). Sá-bùki: L’unica altra citazione di questo toponimo proviene da un testo amministrativo citato da Archi (MARI 4 [1985], p. 77) che registra la consegna di un tessuto a un prigioniero mariota che va a Ḫal-sumki provenendo da Sá-bùki (1 íb-IIItúg gùn / lú×éš / Ma-ríki / lú / si-in / Ḫal-sumki / du.du / mi-nu / Sá-bùki, TM.75.G.2400 v. II 13-21). Ḫal-sumki è certamente da collocare nella regione settentrionale per la presenza del ba-da-lum ma l’uomo poteva essere stato fatto prigioniero nell’area di Mari e provenire da quella. (6) u5(má.Ḫ u): Nel presente contesto il termine sembra indicare un messaggero (per i significati proposti per questo sumerogramma, ARET XIII, p. 303, s.v., anche Milano, Fs Fronzaroli, p. 412).

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(7) In r. IV 9-10 l’integrazione [è] / [kam4 -mu] è suggerita dalla formula parallela in r. III 3-7. L’impiego dei seminomadi per i lavori di manutenzione dei canali è qui giustificato con il riferimento agli impegni presi da Armi nella cerimonia dell’offerta dell’olio. nídba / ì-giš: L’offerta dell’olio che sancì il nuovo patto di alleanza dopo la vittoria di Ebla è ricordata anche in una lettera a Ṭubuḫ-Hadda, nella quale il re chiede quanto abbia dato il re di Armi per l’olio dell’offerta (ì-giš nídba / áš-da / Ar-miki, ARET XVI 8 r. III 9-IV 2). 4. Prelievo di approvvigionamenti dopo la sconfitta di Armi (§§ 8-12). (8) In r. V 6, 8 sarebbe possibile integrare in[im-di] «disposizioni» ma, poiché questa sezione sembra riferirsi a problemi di approvvigionamento, è preferibile proporre k[ú](k[a.gar]) «cibo», scritto con i due elementi in successione come in v. IV 5. La lunga lacuna dopo r. V 8 non è integrabile. È possibile che qui il re facesse riferimento a orzo prelevato dai granai nei villaggi (g[alu] / [in] / ur[uki-uruki], v. I 1’-3’) durante la vittoriosa campagna militare contro Armi. L’impiego logografico di questa grafia fonetica per il nome del «granaio» ricorre due volte in una lettera del re a Ṭubuḫ-Hadda (ga-lu, ARET XVI 10 r. VII 6, v. II 11). In v. I 4’ l’integrazione Ar-[miki] è richiesta dal contesto che si riferisce a una sconfitta. (9) L’integrazione ˹an˺-[na], /ʾanʾa/, «io» in v. II 1 è congetturale; lo stesso pronome si ritrova in v. IV 3. In v. II 4 il segno numerico, difficilmente giustificabile, sarà dovuto a errore dello scriba che ha anticipato anche in questa casella il segno numerico richiesto nelle due caselle seguenti (na-se11-2 / è-2). an-ne: Questa particella interpretabile come /hanni/ (var. ʾa5-ne) sembra avere lo stesso significato di an-na (var. a-na), /hanna/, «ora, davvero». Precedentemente era stata tradotta «ecco» (ARET XI, p. 139, s.v.). in: Per il valore di moto da luogo si veda sopra il commento a (5), s.v. Za-bur-lumki: Nome di luogo probabilmente interpretabile come /sapurrum/, da confrontare con il bab. supurru(m) «recinto per le pecore». Sapurrum, ricordato anche nel testo 17 (v. I 2), è indicato come uno dei paesi «nelle mani del re di Ebla» (Za-bur-rúm(neki), TM.75.G.2136 r. III 2) da localizzare nella regione a nord di Karkemish (Archi, Fs Özguç, pp. 11-14) (ARES II, p. 476 sg.; RGTC 12/1, p. 326). Dar-ḫa-timki: Nome di luogo interpretabile come /tarḫ-at-um/ «argine» (cf. acc. tarāḫu «arginare», taraḫḫu(m) «argine»); per altri toponimi appartenenti al lessico idrografico di Ebla, si veda Bonechi, CRRA XLIV/1997, II, Padova 1999, pp. 97-101. Si noterà la grafia accurata che indica il genitivo dopo la preposizione in. Questo centro è probabilmente da collocare al limite della sfera di influenza di Ebla in direzione di Armi (RGTC 12/1, p. 96; così anche Archi, JCS 63 [2011], p. 27: «Darhadu/Darhati bordered with Armi … and probably with Du-lu»). (10) In v. III 1 l’integrazione [wa] è suggerita dal contesto. in: Per l’impiego della preposizione in con il verbo di movimento è si veda il commento a (5), s.v. si.si-sù: La grafia si con riferimento al re si ritrova in un testo che raccoglie episodi relativi a procedure amministrative, dove è stato inteso come un’indicazione topografica: ap / en / si-in / si / «gišgal»-sù «e anche al re per il Corno della sua residenza» (ARET XVI 1 r. IX 5-9); ap / ti-la / nu inim / si-in / si / en / ḫi-mu-túm-sù «e neppure (vi) fu ordine che vivi al Corno del re li consegnasse» (ARET XVI 1 r. IX 25-X 6). Ambedue i passi si riferiscono alla consegna di animali domestici; è quindi probabile che anche nel nostro testo pecore e buoi dovessero essere prelevati dalle stalle o dai recinti del re di Armi. (11) In v. IV 1 era probabilmente indicata la località dove erano in attesa i servi, della quale non abbiamo alcun indizio certo.

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(12) Ga-sùr ki: Per una possibile identificazione di questo toponimo con la città dallo stesso nome a est del Tigri, si veda ora l’accurato esame della documentazione in Archi, Orientalia 85 (2016), pp. 35-39; precedentemente per Ga-sùr ki dei testi di Ebla era stata generalmente accettata una localizzazione sul Medio Baliḫ (Bonechi, WO 22 [1991]; Milano – Rova, Gs Cagni, p. 725). 5. Raccomandazioni finali circa l’irrigazione nei territori marioti occupati (§ 13). (13) Lo stato di conservazione non consente un’interpretazione sicura di questo paragrafo. In v. V 1’, possibile ˹ki˺-sù «il suo territorio»; in v. V 3’ forse ˹šu˺-ba4-[t]i. È forse possibile che qui il re raccomandi di avere cura del sistema dei canali nei territori occupati dall’esercito eblaita nella regione di Mari. In questa ipotesi il testo avrebbe potuto iniziare con due proposizioni circostanziali coordinate seguite dalla proposizione principale introdotta da [wa] in v. V 5’. a: Si noterà che lo scriba usa qui (come in r. II 7) la grafia singola del sumerogramma per indicare la disponibilità di acqua per le coltivazioni mentre impiega la grafia reduplicata quando si riferisce alle acque dei canali (r. III 7, V 2).

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2 (Tavv. II, XVIII)

(1) r. I. 1. en-ma en 3. wa Du-bù-ḫu-dʾÀ-da 5. si-in II. 1. I-bí-Zi-kir (2) ne-li-ig-ma 3. wa-˹da˺?-iš bar6:kù 5. dʾÀ-da III. 1. in 1 gígir 3. Ar-sa-daki wa 5. ama-ug5!(ezen×an)-ga v. I. 1. ana wa 3. gi4 na-se11 na-se11 5. wa bù-su-gu 7. na-se11 na-se11

(3) II. 1. wa inim-di inim-di 3. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da wa 5. an-na wa 7. ì-na-sum (4) 2 mi-at 33 ma-na 5 bar6:kù 9. zà-ús (5) III. 1. 2 mi 20 ma-na tar 5 bar6:kù al6-tuš 3. uruki (6) 33 ma-na šú+ša bar6:kù 5. ʾÀ-zib a b

Un piccolo cuneo obliquo da non considerare. Due piccoli cunei orizzontali da non considerare.

(1) Così (dicono) il re e Ṭubuḫ-Hadda a Yibbiʾ-Ḏikir: (2) Siamo andati a prendere conoscenza dell’argento di Hadda in un carro di Aršata e delle locuste del cielo e del ritorno della gente e del bisogno della gente. (3) E io dunque ho dato (queste) disposizioni per Ṭubuḫ-Hadda: (4) 233 mine e 5 sicli di argento per (le razioni) delle truppe scelte, (5) 220 mine e 35 sicli di argento per (le razioni) dei (dipendenti) residenti (in città), (6) 33 mine e 20 sicli di argento per Ḥaḏī.

Commento La formula introduttiva associa Ṭubuḫ-Hadda al re come mittenti della lettera, e nella sezione 2 viene usata una forma verbale della prima persona plurale, ma la lettera è dettata dal re come risulta più avanti dall’uso di an-na «io» (v. II 5). Quando la lettera è stata scritta il re e ṬubuḫHadda si trovavano a Ebla (cf. al6-tuš / uruki, v. III 2-3). Come appare anche da altre lettere del re (ARET XVI 8-11) il figlio del ministro aveva nell’ultimo periodo degli Archivi funzioni ufficiali, che includevano anche la gestione dell’argento custodito nel Quartiere amministrativo (ARET XVI 8 e 9). La lettera è indirizzata a Yibbiʾ-Ḏikir, che doveva trovarsi lontano da Ebla, ma il testo non offre indizi per una sua localizzazione. Se l’argento di Hadda che viene ispezionato (r. II 4-5) è, come sembra probabile, lo stesso a cui si riferisce il re in una lettera a Ṭubuḥ-Hadda (ARET XVI 8 r. IV 8-9), anche la presente lettera

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dovrebbe essere stata scritta subito dopo la campagna vittoriosa contro Armi. In tal caso YibbiʾḎikir si sarebbe trovato ancora in territorio mariota. Come risulta dalle disposizioni registrate nella sezione 3, il re deve provvedere alle truppe scelte (zà-ús), ai dipendenti residenti in città (al6-tuš / uruki) e al funzionario ʾÀ-zi (e ai suoi dipendenti), del quale resta da precisare la posizione. Non è chiaro se il ritorno in città debba riferirsi solo alle truppe scelte o anche ai residenti, né se la presenza di sciami di locuste abbia relazione con i bisogni del personale. Neppure è detto esplicitamente se l’argento assegnato sia quello arrivato con un carro e proveniente da offerte a Hadda. Per quanto riguarda la grafia si noterà ama-ug5!(ezen×an)-ga (r. III 5), variante di amaug5(ezen×úš)-ga conservato in due fonti della lista lessicale bilingue (A, B) e, con grafia simile, nella lista monolingue di animali (ama-ug5(ezen×úš)-um, MEE 4, 116, v. II 3). 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). 2. Disponibilità di argento e problemi di approvvigionamento (§ 2). (2) ne-li-ig: Questa grafia può essere interpretata come la prima persona plurale del preterito di *hlk «andare», /nillik/. Forme comparabili sono attestate in accadico sargonico (Hasselbach, Sargonic Akkadian, p. 118 sg.). L’eblaita possedeva un prefisso na- per la prima persona duale del preterito (Catagnoti, Grammatica, p. 126 e n. 488) che qui, dove sarebbe richiesto, non sembra usato. Tuttavia, si potrebbe supporre che il plurale includa anche altri funzionari minori che hanno accompagnato il re nella verifica. Più dificilmente la vocale attestata nel prefisso potrebbe essere effetto di armonia vocalica ([nillik] per /nallik/) in sillaba chiusa con vocale accentata (per l’armonia vocalica di a con i, Catagnoti, Grammatica, p. 52). wa-˹da˺?-iš: Grafia interpretabile come l’infinito di *wdʿ «conoscere» con suffisso del terminativo, /wadāʿ-iš/ «per prendere conoscenza». bar6:kù / dʾÀ-da: L’argento di Hadda è ricordato anche in un’altra lettera del re a Ṭubuḫ-Hadda, dove questo tributo sembra essere stato inviato dal re di Armi in occasione del giuramento di alleanza dopo la campagna vittoriosa di Ebla del 14° anno di Yibbiʾ-Ḏikir (ARET XVI r. III 7-IV 9). Ar-sa-daki: Questa grafia può essere confrontata con quella di Ar-si-duki (ARET II 27 v. I 6; TM.75.G.1451 r. II 2, edito da Archi in SEb IV [1981], p. 6), un centro ricordato in relazione a attività agricole. La stessa grafia della nostra lettera ricorre nel nome personale Ar-sa-du (ARET XII 953 r. II 3’-5’, anche III 4’; TM.75.G.2250 r. IX 7, citato in Archi – Biga, JCS 55 [2003], p. 38; TM.76.G.693 r. VII 4’, citato da Archi, SEb VII [1984], p. 66). Nel nostro contesto si tratterà probabilmente di un piccolo centro agricolo che aveva fornito il carro per il trasporto dell’argento. Per una ipotesi sul significato del nome, Pagan, ARES III, p. 91 sg. (*ʾrš «desiderare»). ama-ug5!(ezen×an)-ga: In due fonti della lista lessicale bilingue il sumerogramma amaug5(ezen×úš)-ga ha la glossa gi-ba-um (A, B), confrontabile con l’ar. ğābiʾ «sciame di locuste» (Sjöberg, WO 27 [1996], p. 23); forme simili con valore di collettivo sono note anche all’ebraico e all’aramaico (DRS, p. 93 sg., s.v. GBʾ/W/Y). Una grafia simile del sumerogramma si ritrova anche nella lista monolingue di animali (ama-ug5(ezen×úš)-um, MEE 4, 116, v. II 3); la variante della nostra lettera sarà dovuta a imprecisione dello scriba. Il sumerogramma ama-u9-ga attestato nel rendiconto amministrativo ARET IX 35 (v. I 4), che indica un prodotto alimentare preparato con farina di Triticum dicoccum, è da tenere distinto da quello discusso qui riferibile a un nome di animale. bù-su-gu: Questa grafia andrà interpretata come lo stato costrutto dell’accusativo /pušuq/ «strettezza, bisogno». Si confronterà la grafia variante bù-su-ga (ARET XVI 3 r. III 13), che rende la stessa forma. (Catagnoti, Grammatica, p. 115)

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3. Assegnazione di argento per le razioni di alcune categorie di personale (§§ 3-6). Anche se l’interpretazione letterale dei paragrafi (4)-(6) è chiara, con i dati disponibili non è possibile stabilire a quanto ammontassero le razioni per i diversi tipi di personale indicati né quale fosse il numero delle persone interessate. Per quanto riguarda l’equivalenza dell’argento assegnato con i cereali destinati al consumo, è possibile che 1 siclo corrispondesse a 2 kubār di cereali, come risulta da ARET VII 82 (r. II 1-2, dove nel commento sono erroneamente indicati 2 sicli per 1 kubār, p. 115). Se la redazione dei paragrafi (4) e (5) del nostro testo dovesse essere considerata come strettamente parallela alla redazione meno concisa di ARET XVI 12 (3 mi-at 33 ma-na šu+ša bar6:kù / še-ba / 2 li zà-ús-10, r. II 11-III 1; 5 mi-at ma-na bar6:kù / še-ba / 6 li [gu]ruš-˹5˺ / al6tuš / uruki, r. I 5-II 1), la cifra 5 che segue l’indicazione dell’assegnazione (v. II 8, III 1) potrebbe riferirsi alla spesa in sicli per ogni singolo uomo. Oltre a zà-ús-10 e [gu]ruš-˹5˺ citati sopra, si confronteranno guruš-3, guruš-6 (ARET I, p. 286, s.vv.), dam-1, dam-3, dam-tur-1 (ARET I, p. 278, s. vv.). (3) La sintassi di v. II 1-7 non è chiara. L’interpretazione proposta suppone che inim-di inimdi sia retto da ì-na-sum e che il soggetto del verbo sia il re (an-na «io»): «e io dunque ho dato le disposizioni per Ṭubuḫ-Hadda». Sarebbe anche possibile supporre che ì-na-sum si riferisca direttamente alle cifre che seguono: «e quanto alle disposizioni per Ṭubuḫ-Hadda io dunque ho dato 233 mine etc.». inim-di inim-di: Il sumerogramma per «disposizioni, ordini», scritto di norma in grafia reduplicata, ricorre nei testi di cancelleria con ì-na-sum «dare», du11-ga «ordinare», níg-gú-du «disporre», e altri verbi nel significato «mettere per iscritto in una tavoletta» (ARET XVI, p. 84, commento al testo 10 [18]). (4) La cifra indicata corrisponde a 13985 sicli. Se la cifra 5 indicasse l’assegnazione pro capite avremmo invece 13980 sicli per 2780 zà-ús, che avrebbero ricevuto ciascuno 5 sicli pari a 10 kubār di cereali. Una simile quantità potrebbe forse riferirsi a un’assegnazione per 10 mesi. La stessa quantità (1 kubār al mese per uomo) è assegnata, in ARET II 17 (r. I 1-5), ai servi ir11-ir11. gú-bar: Questa grafia, che indicava l’unità di misura più alta, può essere interpretata come un aggettivo sostantivato in stato assoluto, /kubār/, dal sem. *kbr «essere spesso, pesante» (Catagnoti, Grammatica, p. 117 e n. 454). (5) La cifra indicata corrisponde a 13235 sicli. Se la cifra 5 indicasse l’assegnazione pro capite avremmo invece 13230 sicli per 2646 al6-tuš, che avrebbero ricevuto ciascuno 5 sicli pari a 10 kubār di cereali. (6) ʾÀ-zi: Forma ipocoristica di un nome personale riconducibile al verbo *ḥḏy «vedere» (Pagan, ARES III, p. 120 sg.). Da questo alto funzionario della corte (cf. ARET I 10 r. I 9) dovevano dipendere alcune centinaia di unità di personale (400 se l’assegnazione di 2000 sicli è per 1 kubār di cereali al mese, 800 se è per una razione di ½ kubār).

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3 (Tavv. III, XIX)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in en (2) 5. guruš-guruš igi-du8 7. wa ninda 9. wa-ad ninda 11. ì-na-sum ba-ga-mi-iš 13. guruš-guruš (3) II. 1. ap du11-ga-ma 3. ˹al6˺ níg-kas4-ga 5. wa níg-kas4 7. kam4-mu šè 9. áš-da-ga wa 11. ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš 13. [udu-udu] III. 1. kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù 3. a-ne a-ne wa 5. da-ba-gu (cancell.) 7. A-a-su wa 9. Wa-a-du

(4) ap 11. aḫ-la IV. 1. du11-ga a-{[x]}-ru12-sù 3. wa ar-za ki 5. kalam-timki kalam-tim šeš-mu šeš-mu-sù (5) 7. ap du-du 9. kam4-mu lú Ar-miki V. 1. si-in ki 3. Na-gàr ki wa 5. šu-du7 ˹a˺-la-ga 7. wa a-la-ga ki 9. Kiš šu-du7-ma 11. kam4-mu (6) ap VI. 1. nu du-du kam4-mu 3. lú Ar-miki si-in 5. ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki 7. [wa] ˹e11˺ 9. ˹Kiš˺ki ˹wa˺ 11. ˹kalam˺-tim kalam-tim

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir al re: (2) Per quanto riguarda gli uomini io ho consegnato integralmente (le provviste) e a ciascuno degli uomini ho dato il cibo per la tosatura. (3) E poi, ho dato ordini per la tua campagna (militare?) e per la campagna delle famiglie che sono presso di te e per la carovana per la tosatura [delle pecore] dei paesi suoi alleati faccia a faccia, e per l’immagazzinamento (della lana?) di NL1 e NL2. (4) E poi, da ultimo ho dato ordini per i suoi granai e per le conifere dei paesi suoi alleati. (5) E poi, le famiglie di Armi dovevano andare verso il territorio di Nagar e avevano completato l’equipaggiamento della carovana e (anche) avevano completato l’equipaggiamento della carovana di Kish le famiglie. (6) E invece le famiglie di Armi non sono andate verso il territorio di Nagar [perché] sono scesi Kish e i paesi suoi alleati e sono scesi Nagar e i paesi suoi alleati.

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v. I. 1. šeš-mu-sù wa 3. Na-gàr ki wa 5. ˹kalam˺-tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù 7. wa e11-e11 (7) 9. wa an-na 11. gú e11 13. ina II. 1. ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma 3. [k]am4-mu lú Ar-miki 5. ma-na si-in 7. Ga-su-luki ma-na 9. si-in Ib-laki (8) 11. ap III. 1. Kiški A-˹ḫa˺-na-lum 3. si-in Ma-ríki 5. ì-ti (9) ap 7. lugal ú-ma×gánatenû-dam 9. e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu] 11. [si]-˹in˺ en 13. du-da-bí-na

13

(10) wa 15. rí-péš zé-ga 17. kalam-timki IV. 1. á-daḫ (11) en-ma 3. I-bí-Zi-kir (12) in-na 5. bar6:kù šè 7. šu mu-tak4 šeb 9. níg-sa10(nindaךe.za) še-ba 11. guruš-guruš 1 iti 13. si-mi ì-ti 15. si-in Na-gàr ki (13) 17. wa maš 19. bar6:kù V. 1. [si-i]n [Na-gàr ki] 3. kú ir11-ir11 (14) 5. ap bar6:kù 7. du11-ga du-du 9. áš-da ir11-ir11 11. 1 ḫa-za-nuc nu du-du

(7) Ed io quanto ai carichi faccio scendere dai prodotti, beni disponibili, le famiglie di Armi chi verso Gasur chi verso Ebla. (8) E poi, (la carovana) di Kish è arrivata a Aḫanalum in direzione di Mari. (9) E dunque, il re (di Kish) ha fatto scendere i prodotti nel mese X verso il re (di Ebla) come nostra (du.) provvista (10) e largamente secondo il tuo desiderio egli ha aiutato il (nostro) paese. (11) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: (12) Di certo l’argento consegnato per l’orzo per comprare le razioni degli uomini, prezzo per un mese, è arrivato a Nagar. (13) E la metà dell’argento per [Nagar] (era) per il cibo dei servi. (14) E invece, (mentre) io avevo ordinato che l’argento andasse insieme ai servi, il rappresentante non (lo) fece andare.

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(15) 13. ap 1 ku-tu 15. ninda nu ì-ti VI. 1. w[a] [ì-na-sum] 3. A-rí-lu wa 5. níg-sa10(nindaךe.za) túg-túg guruš-guruš 7. bí-sù (16)

wa 9. en-ma I-bí-Zi-kir

(17) 11. ša kin5-ak 13. àr-ʾà-ru12 VII. 1. du11-ga ba-wa 3. kin5-a[k] ì-dí[m] 5. 1 uruki (cancellato) (anep.)d Segue un segno cancellato. Segue un segno cancellato. c Su cancellatura. d Quattro linee oblique sul bordo sinistro. a

b

(15) E poi, (poiché) un agente fiduciario non era arrivato per il cibo, [(lo) ha dato] Arilu e anche il prezzo delle vesti degli uomini, sua disponibilità. (16) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: (17) Per quanto riguarda la fabbricazione di catene, ho ordinato di fabbricar(le) qui (per) i costruttori della città.

Commento La lettera indirizzata dal ministro al re si articola in quattro parti. Nella prima il ministro comunica le disposizioni prese per la campagna (militare?) del re e per quella delle famiglie di personale ausiliario che sono con lui, e per i viaggi destinati a procurare lana, cereali e bestiame (§§ 2-4). Nella seconda riferisce i movimenti delle carovane che portano prodotti a Ebla (§§ 5-10). Nella terza, che è separata dalle precedenti mediante la ripetizione della formula introduttiva (§ 11), informa circa le difficoltà incontrate nel trasferimento di argento a Nagar (§§12-15). Nella quarta, anch’essa separata dalla ripetizione della formula introduttiva (§ 16), comunica di avere dato disposizioni per la fabbricazione di catene (§ 17). Il ministro invia il personale ausiliario a effettuare la tosatura delle greggi «dei paesi suoi alleati» e a prendere possesso del contenuto dei «suoi granai» e del legname delle conifere «dei paesi suoi alleati» ma non precisa a quale paese si riferisca. Neppure è precisato contro chi è rivolta la campagna del re, se pure si tratta di una vera campagna militare. La presenza delle truppe ausiliarie di Armi a disposizione di Ebla (come appare dai §§ 5-7) suggerisce che la lettera debba essere datata dopo la sconfitta di Armi. Si confronterà il testo 1, dove le truppe ausiliarie di Armi sono dette essere a disposizione di Ebla in conseguenza del patto di alleanza (nídba / ì-giš, 1 r. V 3-4). Nagar e Kish, che forniscono approvvigionamenti a Ebla (§§ 5-10), avevano fatto parte della coalizione che condusse la guerra contro Armi ed erano stati alleati di Ebla anche nella guerra contro Mari (Archi, JCS 63 [2011], p. 18 sg.). Il riferimento al legname di conifere «dei paesi suoi alleati» (r. IV 3-6) fa pensare alle regioni montagnose settentrionali. Se il paese a cui si riferisce il pronome suffisso –sù (§§ 3-4) è Armi, il prelievo di lana, cereali e legname potrebbe essere conseguente al trattato di pace. Il ministro potrebbe trovarsi ancora nel territorio mariota, come al tempo della redazione del testo 1, mentre la lettera sarebbe stata inviata a Ebla. Per quanto riguarda la grafia, si noterà la resa non accurata della prima consonante in ˹a˺-[la]-gi (r. II 11), a-la-ga (r. V 6, 8), da *hlk; la scelta del segno per indicare la sillaba chiusa di /ʿayn/ in

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a-ne a-ne (r. III 3); l’impiego del segno -gu per /-ku/ in da-ba-gu (r. III 5), da *tbk; l’assimilazione in [biššu] per /biṯ-šu/, indicata da bí-sù (v. VI 7), di contro a bí-šu- per /bīṯ-u(m)/ (v. II 2); la resa accurata della particella /paw/ «qui» (ba-wa, v. VII 2). Per quanto riguarda l’impiego dei logogrammi, si noterà il sumerogramma ú-ma×gánatenû-dam (v. II 1, III 8), fin qui attestato a Ebla solo nella fonte D della lista lessicale bilingue; il logogramma semitico šè, /ṯi/, usato per tutte le forme del pronome determinativo-relativo (r. II 8, v. IV 6). Per quanto riguarda la lingua, si noterà /halāk-/ «carovana» (˹a˺-[la]-gi, r. II 11; a-la-ga, r. V 6, 8); il nome di funzione ḫa-za-nu (v. V 11) fin qui non attestato nei testi degli Archivi. La congiunzione ap «e poi, e inoltre» è impiegata, come spesso nelle lettere, per introdurre nuovi argomenti e anche per connettere proposizioni appartenenti allo stesso argomento come nella sezione 5; soltanto in r. V 12 e in v. V 5 essa può avere il significato contestuale «e invece». Per un’interpretazione preliminare dei paragrafi (3), (5), (6), (7), si veda Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 107 sg. 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). 2. Disposizioni relative a viaggi e a una campagna (militare?) (§§ 2-4). (2) igi-du8: Nei testi di cancelleria questo sumerogramma ha il significato «consegnare integralmente» (ARET XIII, p. 268, s.v.; ARET XVI, p. 237, s.v.). Lo stesso significato è noto alla fonte più antica della lista lessicale bilingue, dove il sumerogramma ha la glossa sa-lu-mu (D; A, B senza glossa), interpretabile come una forma di infinito 0/2, /šallum-u/ «consegnare integralmente». Lo stesso significato è attestato per questa forma a partire dal paleoaccadico (CAD, Š, I, p. 226). wa-ad: Per il significato dell’avverbio /waḥad/ «singolarmente», si veda ARET XVI, p. 74, s.v. ba-ga-mi-iš: Grafia interpretabile come /baqām-iš/ «per la tosatura». Un derivato di *bqm «strappare la lana» è attestato con riferimento alla tosatura anche in ARET XVI 9 (bù-gu-ma, v. II 1). (3) In r. II 11 l’integrazione è congetturale. Nella lacuna di r. II 13 l’integrazione [udu-udu] è suggerita dal contesto. šè: Il genitivo maschile singolare /ṯi/ è impiegato a Ebla come logogramma per il pronoime determinativo-relativo (ARET XVI, p. 268, s.v., con bibliografia). Per la trascrizione della consonante iniziale del pronome determinativo-relativo (precedentemente interpretato come /ḏ/), si veda Catagnoti, Grammatica, p. 84 sg. ˹a˺-[la]-gi: Grafia interpretabile come una forma di genitivo singolare in stato costrutto /halāk-i/, dipendente dalla preposizione ˹al6˺ (r. II 3). La resa non accurata della prima consonante di *hlk «andare» si trova anche, in questo stesso testo, altre due volte (a-la-ga, r. V 6, 8). ˹ba˺-[g]a-mi-iš: I nomi forniti del suffisso -iš possono avere sia la funzione di reggente nello stato di annessione (Catagnoti, Grammatica, p. 113) sia, più raramente, essere retti da una preposizione o da un altro nome in stato costrutto. Oltre alla presente attestazione, si ricorderà in a-bar-rí-iš ti-ʾà-ma-dím «sull’altro lato del mare» (recensione semitica di un inno mesopotamico, ARET V 6 r. VII 3). a-ne a-ne: Grafia interpretabile come due forme di stato assoluto /ʿayn ʿayn/ «faccia a faccia» (cf. ebr. ʿyn bʿyn, Num. 14, 14). La scelta del secondo segno per indicare la sillaba chiusa (secondo il modello CvCv per CvC) può essere stata determinata dal secondo elemento del dittongo. Se la «tosatura» si riferisce a razzie nel contesto di operazioni militari, questa espressione avverbiale può significare che gli alleati del nemico dovevano essere attaccati frontalmente. da-ba-gu: Questa grafia, interpretabile come /tabāk-u/ o anche /tabk-u/, continua l’elenco dei provvedimenti presi dal ministro (du11-ga-ma, r. II 2). L’impiego del segno -gu per /-ku/ può indicare un prestito dall’accadico, dove tabāku è attestato più tardi con il significato di «ammucchiare,

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immagazzinare» e tabku con quello di «provviste (di grano)». Si noterà l’impiego come logogramma semitico. Nella casella seguente la cancellatura sembra indicare l’incertezza dello scriba. A-a-su / wa / Wa-a-du: Nonostante la mancanza del determinativo, A-a-su e Wa-a-du sono probabilmente da interpretare come nomi di luogo confrontabili con A-a-suki (ARES II, p. 82, s.v.; RGTC 12/1, p. 3, s.v. Aʾaš) e Wa-a-duki (ARET XII 120 r. II’ 7’), appartenente al piccolo regno di Dal-la-zu-gur ki. (4) aḫ-la: Grafia variante dell’avverbio a-ḫa-ra-am (ARET XVI 11 v. I 9), interpretabile come [ʾaḫr-am] per /ʾaḫir-am/ «da ultimo». Lo stesso avverbio si ritrova nel testo 4 (a-aḫ-la, r. III 1). a-{[x]}-ru12-sù: Grafia riconducibile al nome del mulino ʾarūm (*ʾariy-), ben attestato anche nelle lettere (Fronzaroli, Fs Scandone, pp. 265-267). ar-za: La stessa grafia, interpretabile come /ʾarz-a(m)/ si ritrova in una lettera del re con riferimento a legname di conifere frutto di una spedizione militare (ARET XVI 13 r. III’ 3, e p. 101, comm. a (2). s.v.). Nel presente contesto, dove si aspetterebbe una forma di stato costrutto, la grafia è impiegata come un logogramma semitico. 3. La carovana di Armi incontra le carovane di Kish e di Nagar (§§ 5-10). (5) šu-du7: Questo sumerogramma, che in accadico ha come equivalente šuklulu «perfetto, completo», è attestato in un documento che contiene norme destinate a proteggere residenti e viaggiatori di Ebla e di Mari nelle aree di confine (ARET XVI 30 r. III 5, e p. 191, comm. a (6), s.v.), nel significato di «completare» una somma dovuta. Nel nostro contesto il sumerogramma può avere il significato di «equipaggiare completamente» la carovana, confrontabile con il significato «fully equipped» attestato in sumerico con riferimento a carri (Civil, JAOS 68 [1968], p. 7). Per l’interpretazione della glossa da-ḫa-lum (= šu-du7, A, B, C, D), si può pensare a /tamḫar-um/ nel senso tecnico di «accettazione di un’obbligazione», si veda ARET XVI, p. 191 (6), s.v. šu-du7. ˹a˺-la-ga, a-la-ga / Kiški: Queste grafie, interpretabili come /halāk-a(m)/ «viaggio», /halāk/ «viaggio (st. costr.)», possono essere confrontate con ˹a˺-[la]-gi (r. II 11). Nel presente contesto questo vocabolo sembra avere il significato «carovana» da confrontare con l’acc. alaktu. (6) In r. VI 7 l’integrazione [wa] è congetturale. Nei testi di cancelleria, oltre a introdurre la proposizione principale dopo una proposizione circostanziale e a introdurre l’apodosi del periodo ipotetico, la congiunzione wa può introdurre raramente una proposizione subordinata (ARET XVI, p. 281, s.v. wa, 6). e11: Nella lista lessicale bilingue (B, A2) questo sumerogramma non è glossato. Nella tradizione mesopotamica esso corrspondeva sia a elû(m) «salire» sia a warādu(m) «scendere». Nel presente contesto esso è stato interpretato come «scendere» (r. VI 8, v. I 8; 12, e anche in v. III 9). Per un’attestazione di *wrd nei testi di cancelleria, si veda ˹u6˺-li-˹da6˺-[am6], /yurid-am/ «egli scese» (4 r. II 2). (7) an-na: Questa grafia, oltre al frequente impiego per il pronome di prima persona singolare, è usata nei testi di cancelleria anche per rendere la particella /hanna/, «ora, davvero» (ARET XVI, p. 216, s.v.). Nel presente contesto sembra preferibile la prima interpretazione. gú: il significato «carico» di questo sumerogramma è attestato anche in ARET XVI 7 (r. VI 2, e p. 62, comm. a (10), s.v. maškim-e-gi gú). e11: Per il significato «scendere» del sumerogramma, si veda il commento a (6). in: Per l’impiego di questa preposizione con valore partitivo nei testi di cancelleria, si vedano ARET XIII, p. 270, s.v. in, 3; ARET XVI, p. 238, s.v. in, 2. ú-ma×gánatenû-dam: Questo sumerogramma, attestato fin qui nei testi di cancelleria soltanto in questa lettera, trova riscontro nella fonte più antica della lista bilingue (ú-ma×gánatenû-dam = ša-ba-lum, D), dove compare in corrispondenza di ú-ma×gánatenû della lista monolingue sumerica

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(TM.75.G.2422+ r. VIII 26; anche, TM.75.G.2049 r. I 6, edito in MEE 15, 30). Nelle altre fonti della bilingue il sumerogramma non è registrato in nessuna delle due varianti. Il segno ma×gánatenû compare in alcuni testi amministrativi nella grafia giš-ma×gánatenû (p. es., ARET I 10 v. X 10 = MEE 2, 17), interpretabile come giš-ḫašḫur «melo». Lo stesso segno compare nei nomi dell’XI (iti ma×gánatenû-sag) e del XII mese (iti ma×gánatenû-úgur) a Ebla e a Mari. La nostra lettera e la fonte D della lista bilingue, a differenza dalle altre attestazioni, impiegano il determinativo ú e aggiungono il segno dam. Quest’ultimo elemento che completa il sumerogramma suggerisce che la grafia eblaita corrisponda al più tardo [aB] ma-dam (= acc. ḫiṣbum, ṭuḫḫudu) «produzione (abbondante), prodotti», spesso usato per indicare i prodotti tipici di un paese. La glossa ša-ba-lum conservata dalla fonte D può essere interpretata come /šabal-um/ «spighe (di cereali)», direttamente confrontabile con il collettivo ar. šabal (stessa vocalizzazione anche nel ge. sabl); per l’impiego irregolare dei segni della serie ša per *š etimologico nella fonte D, si veda Conti, MisEb 3, p. 11. bí-šu-ma: Grafia interpretabile come /bīṯ-u(m)/ «disponibilità, beni disponibili», qui usata come logogramma semitico. Si confronterà nel testo 13 la forma dell’accusativo (bí-ša-ma, 13 r. III 10); si vedano anche bí-˹šu˺-ma (ARET XIII 21 r. IV 5), bí-šè-su (ARET XVI 12 r. V 14). Per l’attestazione di *bṯy nella lista lessicale bilingue, si veda il commento in ARET XIII, p. 213, s.v. Ga-su-luki: Grafia variante di Ga-sùr ki, per il quale si veda il commento al testo 1 (12), s.v. (8) A-˹ḫa˺-na-lum: Nome di luogo riferibile a un regno siriano minore (A-ḫa-na-lumki, ARET IV 18 v. I 6) (ARES II, p. 101 sg.; RGTC 12/1, p. 29). Per la mancanza del determinativo, si confronteranno in questa stessa lettera A-a-su / wa / Wa-a-du (r. III 7-9). (9) lugal: Titolo attribuito dagli scribi di Ebla ai sovrani degli stati mesopotamici (Archi, MARI 5 [1987], pp. 37-52). Per l’impiego di questo termine nei testi di cancelleria con riferimento al re di Kish, si veda ARET XVI 8 (lugal / Kiški / wa / en / Na-gàr ki, r. II 8-III 3; anche, 15 v.? V 1-2). du-da-bí-na: Grafia interpretabile come un nome verbale tn/2 da *wbl «portare», con pronome suffisso della prima persona duale, /tutabbil-nay(n)/ «nostra (du.) provvista»; lo stesso nome verbale è attestato anche nella grafia du-da-bí-nu nei testi 17 r. III 9 e 19 r. I 8. Si confronterà du-da-bí-dusù (ARET XVI 1 r. II 6, 16, e p. 13, comm. a (3), s.v.), /tutabbil-t-/ «sostentamento». Per l’impiego del suffisso del duale per indicare l’amministrazione dello stato eblaita nella sua totalità, si veda quanto osservato nel commento al testo 1 (2), s.v. é su-wa-ti. (10) rí-péš: Come ipotesi di lavoro, nel presente contesto, questa grafia potrebbe essere interpretata come uno stato assoluto con valore avverbiale da *ripš-u(m) «larghezza». 4. Richiamo della formula introduttiva (§ 11). 5. Problemi nel trasferimento di argento a Nagar (§§ 12-15). (12) in-na: Per l’interiezione /hinna/ «di certo!», si vedano le attestazioni in ARET XIII, p. 272, s.v.; ARET XVI, p. 241, s.v. šè: Per l’impiego del genitivo maschile singolare /ṯi/ come logogramma semitico per il pronome determinativo-relativo, si veda il commento a (3). si-mi: Grafia interpretabile come un genitivo-accusativo plurale /šiʾmī/ «prezzo», confrontabile con l’acc. šīmū. Nei testi di cancelleria è impiegato raramente invece del sumerogramma níg-sa10 (ARET XIII 8 r. II 8; ARET XVI 2 v. VI 8). (13) L’integrazione di v. V 1-2 è congetturale, nell’ipotesi che venga ripreso qui quanto detto alla fine del paragrafo precedente.

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(14) áš-da: La preposizione di valore comitativo sembra indicare che l’argento avrebbe dovuto viaggiare con la carovana dei servi verso il ministro. 1 ḫa-za-nu: Questa grafia, confrontabile con l’acc. ḫazannu(m), documenta per la prima volta a Ebla un nome di funzione finora attestato a partire dal periodo di Ur III. Poiché nei testi di Ebla questo termine non è mai attestato altrove, è possibile che si tratti di un vocabolo straniero che veniva impiegato dalle cancellerie dei regni orientali (Nagar, Mari?). Nei testi di Mari paleobabilonese ḫazannum indica il rappresentante presso un re locale di un potere esterno al quale è subordinato (Charpin, MARI 7 [1993], p. 167; Marti, CRRA LIII/2007, II, Moscow & St. Petersburg 2010, pp. 153-170). (15) L’integrazione [ì-na-sum] della lacuna di v. VI 2 è suggerita dal contesto, secondo il quale A-rí-lu, un capocarovaniere di Armi, sarebbe intervenuto con le proprie disponibilità in aiuto degli eblaiti. Questa procedura ricorda quanto risulta da una lettera paleobabilonese di Mari nella quale Asqudum comunica al re che in mancanza di argento lo prenderà in prestito dai mercanti che incontrerà (ARM XXVI 22, 33-42). 1 ku-tu: Grafia interpretabile come un logogramma semitico, /kuttuʾ-u(m)/ «(agente) fiduciario» (Milano, Fs Fronzaroli, p. 421 sg.); si vedano le attestazioni in ARET XVI, p. 248, s.v. nu ì-ti: Il mancato arrivo dell’agente fiduciario lascia gli eblaiti senza argento per il cibo e per le vesti dei dipendenti. Si confronteranno le disposizioni per Tirūt che, in caso di mancato arrivo degli agenti fiduciari, dovrà andare ad abitare con i suoi due figli oppure nella casa del re (ARET XVI 27 v. I 7-II 7). A-rí-lu: Nome di una persona di Armi (var. A-ra-lu), ricordata nei testi amministrativi (Archi, JCS 63 [2011], p. 22, s.v.). In uno di questi testi compare in un elenco di quattro persone di Armi definite globalmente ma-za-lum-sù (ARET IV 6 v. I 3). Per quanto questo nome di professione sia stato spesso tradotto «corriere, messaggero» (MEE 7, p. 32, con bibliografia; Archi, Fs Gordon, pp. 389-391; di recente, ARET XV, 1, p. 41 sg.: «messaggero, viaggiatore»), l’etimologia da *ʾzl «andare via» suggerisce che il vocabolo indichi piuttosto un «(capo)carovaniere». Questa interpretazione è confortata sia dalle equivalenze della lista lessicale bilingue che glossa kas4 con wa-ba-lu (A, B), da *wbl «portare», e kas4-kas4 con du-da-zi-lu-um/lum (A, B), da *ʾzl «andare via», sia dai significati contestuali di kas4-kas4 nei testi di cancelleria «viaggiatori, carovana» (ARET XIII, p. 275). Con la stessa interpretazione è coerente la notizia di un altro testo amministrativo, secondo il quale A-rí-lu avrebe ricevuto un bracciale d’argento decorato in oro per avere condotto alcuni agenti fiduciari in un viaggio (MEE 12, 36 r. XIV 9-27; ḫi-mu-tum / ku-tu ku-tu, r. XIV 23-24); per il significato «condurre, portare» di ḫi-mu-tum, riferito a esseri animati, si veda Tonietti, Subartu IV/2 (1998), p. 87. bí-sù: Grafia interpretabile come [bīššu] per /bīṯ-šu/ «sua disponibilità», da considerare in apposizione a quanto precede. A-rí-lu avrebbe anticipato l’argento necessario con le proprie disponibilità. Per la grafia si confronterà bí-šu-ma (v. II 2; anche ARET XIII 21 r. IV 5) e bí-šèsu (ARET XVI 12 r. V 14); per l’assimilazione dell’interdentale alla fricativa, si veda Catagnoti. Grammatica, p. 65. 6. Richiamo della formula introduttiva (§ 16). 7. Fabbricazione di catene (§ 17). (17) ša: Per introdurre il complemento di relazione lo scriba ha usato correttamente l’accusativo singolare del pronome determinativo-relativo /ṯa/; per l’impiego del genitivo šè, /ṯi/, come logogramma semitico (r. II 8, v. IV 6), si veda il commento a (3). àr-ʾà-ru12: Interpretabile come /ḥarḥar-u(m)/ «catena», questa grafia è qui usata logograficamente senza indicazione della desinenza richiesta dal contesto. Lo stesso vocabolo si ritrova nella redazione più antica del rituale della regalità, dove indica una catena con pendenti, probabilmente

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in oro come quella della regina, che è offerta alla dea ʿAṯtar ([àr]-ʾà-˹ar˺-[sù], ARET XI 1 v. VI 4 // ka-dù-gíd, 2 v. XVII 12). In un testo amministrativo sei catene grandi di bronzo, del peso di due mine ciascuna, sono la dotazione di un ariete da assedio (6 àr-ʾà-ru12 maḫ / lú gu4-sidili, TM.75.G.1730 r. XX 16-17, cf. MEE 7, 34). In un altro testo amministrativo trenta catene di bronzo, del peso di una mina ciascuna, sono destinate alla manutenzione (šu-ra «controllare, ispezionare») dei pozzi della montagna (30 àr-ʾà-ru12 1 ma-na / šu-ra pù-pù / si-in / kurki, ARET VIII 539 r. VI 9-12, vedi MEE 5, 19). Alla manutenzione di pozzi sono probabilmente destinate anche dieci catene di bronzo, del peso di due mine ciascuna date a un tempio della dea Išḫara, che sono elencate subito prima di sei attrezzi, indicati dal sumerogramma ur, destinati allo stesso uso (10 àr-ʾà-ru12 2 ma-na zabar lú dšára-ra / Zu-ra-muki, TM.75.G.2546 r. I 1-3, citato in Archi, AfO 44-45 [1997-98], p. 114). Lo stesso vocabolo è conservato anche in un estratto della lista lessicale bilingue (ḫar-ḫar urudu / àr-ʾà-lum, b). In accadico lo stesso vocabolo è attestato come ḫarḫa(r)ru(m). Per la lettura della grafia fonetica e per il significato, si vedano Krebernik, ZA 73 (1983), p. 45; Fronzaroli, SEL 12 [1995], p. 63; Sjöberg, Fs Pettinato, p. 278; per una diversa opinione, Pettinato, MEE 5, p. 330, comm. a v. VI 9: ḫar-ʾà-ru12 «piccone»; Archi, AfO 44-45 [1997-98], p. 114: ḫarʾà-ru12 «pick, pickaxe». ba-wa: Grafia accurata per la particella /paw/ «qui» (varr. ba, ba-a). Per l’interpretazione, si veda Fronzaroli, SEL 22 (1985), pp. 25-35; per le attestazioni, ARET XIII, p. 248, s.v. ba; ARET XVI, p. 221, s.v. ba.

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4 (Tavv. IV, XX)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in en (2) 5. inim-d[i] inim-[di] lú 7. ki-k[i] al6-[tuš] 9. Ma-ríki ga-wu-nu 11. wa-a-da-ma wa 13. da-ba-ga ba-ga 15. ˹giš˺ ba-tukux-ma II. 1. ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] 3. in kam4 -mu 5. lú Ar-miki al6-tuš 7. [ba]-wa (3) [d]u11-ga 9. [an-d]a i-[ba-a] 11. a nu i-ba-íl (4) 13. wa en-ma 15. I-bí-Zi-kir III. 1. a-aḫ-la ì-ti

(5)

3. si-in Na-gàr ki 5. kalam-timki kalam-timki inim-di 7. giš ba-tukux wa 9. kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15 11. wa a-ru12 -ga 13. en Na-gàr ki 15. I-bí-Zi-kir IV. 1. kalam-timki kalam-[timki] [... (c. 7-8 cas. in lac.) (6) ...] 1’. Ḫa-˹a˺-la-bí-duki nídba (7) 3’. wa en-ma 5’. I-bí-Zi-kir (8) si-in V. 1. kalam-˹tim˺ki kalam-[tim]ki [du11-g]a 3. [zíd] [í]l 5. [si-i]n [sa].za xki (9) 7. [w]a [šu] mu-tak4 9. [zíd] [1 an-zamx] ˹kù-gi˺

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir al re: (2) «Le disposizioni relative ai terreni dei resi[denti] di Mari sono state stabilite uno per uno (dopoché) tu molto ti eri lamentato al sentire che un residente era sceso fra le famiglie di Armi che si trattengono [q]ui. (3) (Quando) [t]u hai ordinato, egli e[ntra]? Davvero non ha il potere di dispor(ne)». (4) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: (5) «Da ultimo, (quando) sono arrivato nella regione di Nagar (e) ho fatto udire le disposizioni relative ai paesi, ed (erano) di mietere (l’orzo de)i paesi, per i tuoi mulini il re di Nagar (e) Yibbiʾ-Ḏikir i paesi [... (6) ...] in Ḫalabīytu(m) ho offerto». (7) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: (8) «Ai paesi [ha ordina]to di [porta]re [farina p]er il [Pal]azzo. (9) E (quando) hanno consegnato [la farina], ha ricevuto [1 tazza] d’oro per il peso della farina e ha ricevuto 1 siclo d’argento ogni kubār di farina, e secondo il vostro desiderio (la farina) davvero entrerà.

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11. 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti 13. wa 1 gín-dilmun bar6:kù 15. 20!(2) níg-sagšu zíd VI. 1. šu ba4-[ti] ˹wa˺ 3. zé ˹gú˺-˹nu˺ 5. a ku4-ra (10) 7. ì-na-sum bar6:kù 9. bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir 11. šu ba4-ti in 13. ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu 15. dingir nídba (11)

17. wa VII. 1. [áš-za] ˹si˺-[in] 3. dingir bar6:kù 5. [š]e-sag×Ḫ a-mul! (˹an˺.an.an.an) wa 7. 1 giš-pa suḫuš 9. wa si-za-ù 11. wa al6-gál 13. é dingir 15. ˹ì˺-ti

(12)

21

(13) v. I. 1. [wa] [en-ma] 3. ˹I˺-[bí]-Zi-kir ˹si˺-in 5. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (14) a-ne-ne 7. ugula-ugula wa 9. ábba-ábba wa 11. guruš-guruš wa 13. du11-ga in[im-di] in[im-di]-sù 15. [wa] [zé] II. 1. gú-[nu] a 3. ku4-˹ra˺ (15) wa 5. en-ma I-b[í]-Z[i-kir] (16) 7. lú kin5-ak 9. su-wa-ti kin5-ak 11. wa i-maa-ì-du 13. ninda 1 uru ki (17) 15. wa en-ma 17. I-bí-Zi-kir si-in III. 1. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da

(10) (Quando), per dare l’argento, io ho preso l’argento degli dèi, nel prenderlo ho offerto una pecora alla dea. (11) E [mi sono rivolto] al[la] dea per l’argento in prestito e per un (contenitore d’oro) con il fondo (decorato) a viticci. (12) E al rivolgermi, è stato disponibile (l’argento) quando sono arrivato al tempio della dea». (13) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda: (14) «Dedica ogni cura ai sovrintendenti e agli anziani e agli uomini e dai disposizioni per loro (quando) secondo il vostro [desiderio] (la farina) davvero entrerà!». (15) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: (16) «Fai ciò che è di quel fatto e sarà abbondante il pane della città!». (17) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda:

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(18) dumu-nita 3. Íl-wi-i-lumki al6-tuš 5. áš-da-ga wa 7. la-˹am6˺-[sù] wa 9. ma-ti-ma mu-túm 11. é en 13. al6-tuš udu 15. sa6 (19) wa 17. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (20) IV. 1. inim-di inim-di-ga lú 3. níg-gú-du maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškim-e ˹gi4˺-ga 5. è si-in 7. na-se11 na-se11 inim-di inim-di –ga 9. è (21) ap 11. gabab-ma I-bí-Zi-kir 13. giš-ba-tukux V. 1. inim-di inim-di na-se11 na-se11 3. giš-˹ba˺-tukux wa 5. ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e gi4-ga

ma-gi-lu 7. wa-ad-ma (22) ap 9. 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš 11. maškim-e-gi4 bar-ʾà-ti 13. A-rí-mi VI. 1. wa ug7 3. inim-di inim-di {x} ac 5. nu ì-ti (23) ap 7. i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam 9. Na-ḫiki wa 11. A-mu-rúmki wa 13. du-du 4 maškim-e-gi4 15. ù-ma 5 maškim-e-gi4 VII. 1. kurki lú 3. du-du ʾa5 -dè 5. a nu-da-na-ba-ḫu (24) 7. wa si-in 9. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (25) 2 maškim-ga 11. šu mu-tak4 1 dub

(18) «Per quanto riguarda la persona di Ilwīyilum che risiede presso di te e il suo cibo, è scarso l’apporto per i residenti nella casa del re quanto a buone pecore». (19) E (così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (20) «Le tue disposizioni che sono state disposte i tuoi inviati facciano uscire, verso la gente le tue disposizioni facciano uscire. (21) E poi davanti a Yibbiʾ-Ḏikir fa udire che la gente ha udito le disposizioni e hanno acconsentito ai tuoi inviati uno per uno! (22) E dunque, perché hai inviato due tuoi inviati in mezzo (alla gente di) Arimi, sicché (quando) sono morti, le disposizioni davvero non sono arrivate? (23) E dunque, (quando) noi razzieremo l’orzo a Naḫu e Amurum, vadano 4 o 5 (tuoi) inviati sulla Montagna dove andiamo quando saccheggiamo». (24) E (così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (25) «Interroga i tuoi due delegati (ai quali) era stata consegnata una tavoletta di questa casa!

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Su ma un cuneo verticale non significativo. gaba verticale.

13. é su-wa-ti al6-èn-tar

a

(26) 15. ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma wa 17. nu du-dud

d

b

Su cancellatura. Quattro linee orizzontali sul bordo sinistro della tavoletta.

c

(26) Io avevo piena autorità su loro due e non sono andati».

Commento Il recto della tavoletta contiene una lettera del ministro al re (r. I 1-VII 15) mentre il verso contiene due lettere del ministro al proprio figlio, Ṭubuḫ-Hadda (v. I 1-II 14 e v. II 15-VII 17). Nella lettera rivolta al re il ministro riferisce sui provvedimenti presi in relazione a terreni di residenti marioti; sull’approvvigionamento di orzo procurato con la collaborazione del re di Nagar; sull’acquisto di farina pagata con l’argento degli dèi ottenuto come prestito a Ḫalabīytu(m), dove si trovava un tempio di ʿAṯtar. Nelle lettere al figlio Yibbiʾ-Ḏikir raccomanda di avere cura della dotazione alimentare dei dipendenti e degli ospiti; di assicurarsi che le disposizioni dell’amministrazione siano fatte conoscere e siano eseguite; di dare chiarimenti su problemi verificatisi. Il ministro si trova ancora sul Medio Eufrate, come mostrano i provvedimenti relativi ai residenti di Mari (r. I 8-9) e il prestito ottenuto dal tempio di Ḫalabīytu(m) (r. IV 1’-2’, VI 7-VII 15). Dalla stessa area il ministro può avere inviato truppe a razziare orzo in direzione di Na-ḫiki (v. VI 9). La presenza di famiglie di seminomadi di Armi a disposizione di Ebla (r. II 4-9) richiede una datazione posteriore alla guerra di Ebla contro Armi e al successivo trattato di pace con Armi. Per quanto riguarda i sumerogrammi, si noterà la grafia singola di inim-di (r. III 6), che nei testi di cancelleria compare di norma reduplicato. Per quanto riguarda la grafia si noteranno le frequenti forme corsive dei segni en (r. III 12, 13, v. II 16), in (r. III 3, IV 6’, v. IV 6, VII 8), kù (r. VI 8, 9, VII 4); l’impiego di ʾa5-dè (v. VII 4) come variante della congiunzione a-ti(-ma) (var. a-dè) /ʿadē/ «finché; mentre»; la resa del pronome suffisso duale /-šumay(n)/ mediante un complemento fonetico che precisa il valore del logogramma semitico -sù (ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma, v. VII 15). Per quanto riguarda la fonetica si noterà la resa non accurata di /ḥ/ in posizione intervocalica in la-˹am6˺- (v. III 7) per /laḥam-/ e in wa-ad- (v. V 7) per /waḥad-/, e l’impiego del sillabogramma a anziché ʾà nella variante analitica wa-a-da- (r. I 11). Per quanto riguarda la lingua si noterà l’infinito paronomastico in accusativo in da-ba-ga / baga (r. I 13-14); l’uso di un infinito con valore di verbo finito (si-za-ù, r. VII 10). La sintassi molto articolata e le frequenti ripetizioni sembrano rispecchiare una lingua molto vicina al parlato. Si noterà in particolare la costruzione con domanda e risposta alla fine del secondo paragrafo (r. II 8-12). Per quanto riguarda la redazione è interessante osservare che nella lettera al re ogni nuovo argomento è introdotto da wa / en-ma / I-bí-Zi-kir (r. II 13-15, IV 3’-5’). Nelle lettere a Ṭubuḫ-Hadda lo scriba è meno sistematico. Nella prima lettera wa / en-ma / I-b[í]-Z[i-kir] (v. II 4-6) introduce una proposizione che conferma quanto detto nel paragrafo precedente; nella seconda wa / si-in / Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (v. VII 16-18, VII 7-9) introduce nuovi argomenti. La congiunzione ap «e poi»,

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impiegata spesso nelle lettere per introdurre nuovi argomenti, è usata solo nella seconda lettera a Ṭubuḫ-Hadda: due volte per introdurre casi particolari nelle disposizioni relative ai mesaggeri (v. V 8, VI 6), in un altro passo per indicare successione in relazione a ordini da eseguire (v. IV 10). La congiunzione wa è impiegata per introdurre una proposizione circostanziale (r. I 12), e probabilmente anche in v. I 15, contro la norma scribale che introduce con wa la proposizione principale e solo raramente una subordinata. L’interpretazione preliminare di r. II 3-6 (Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 108) è ora da correggere in base alla collazione di r. II 7 ([ba]-wa). 1. Formula introduttiva della lettera al re (§ 1). 2. Disposizioni relative ai terreni riservati alle famiglie di Armi (§§ 2-3). (2) Un residente mariota era entrato nel terreno assegnato dal re di Ebla alle famiglie dei seminomadi di Armi. Dopo le forti proteste del re, il ministro assicura che le disposizioni reali sono state applicate verificando i singoli casi. Si noterà che lo scriba, per rendere il testo più esplicito, ha introdotto la proposizione circostanziale con la congiunzione wa (r. I 12), contro la norma seguita dagli scribi, che introducono con wa la proposizione principale e solo raramente una subordinata (Fronzaroli, Amurru 1 [1996], p. 131, 2.1 e 2.2; ARET XIII, p. 307, s.v., e p. 310, s.v. wa-a; ARET XVI, p. 276, s.v.). L’integrazione di r. I 8 è suggerita dal contesto; l’integrazione di r. II 7 è congetturale. ga-wu-nu: Grafia interpretabile come /kawwun-ū/ «sono stabiliti, sono fissati» (cf. ass. kaʾʾun), stativo 0/2 di *kwn «stare». wa-a-da-ma: Grafia variante di wa-ad (anche, wa-ʾa5-da, ARET XVI 15 v. IV 3) per /waḥad/ «singolarmente, da solo». La grafia meno analitica è usata più avanti anche in questo stesso testo (wa-ad-ma, v. V 7). da-ba-ga: Grafia interpretabile come /tabkay/ «tu ti eri lamentato», da *bky «piangere; lamentarsi»; la grafia consentirebbe anche una forma di presente /tabakkay/. ba-ga: Oltre all’infinito paronomastico terminante con la desinenza -um del locativo, l’eblaita conosceva anche l’infinito paronomastico in accusativo (ARET XVI 11 v. V 9-10, e p. 91, comm. a (12), s.v. ra-ba-ša-ga / a-ra-ba-ša-ga). Questa grafia può quindi essere interpretata come [bakā(m)], per /bakāy-a(m)/. ˹u9˺-li-˹da˺-[am6]: Grafia interpretabile come una forma di preterito con il suffisso del ventivo /yurid-am/ «egli scese», da *wrd «scendere». Lo stesso verbo è reso di solito, anche nei testi di cancelleria, con il sumerogramma e11. in: La preposizione in sembra impiegata qui per indicare un moto a luogo. Per l’impiego di questa preposizione con i verbi di movimento dove si attenderebbe una preposizione indicante il moto da luogo, si veda il commento a 1 (9). [ba]-wa: La stessa grafia per la particella /paw/ «qui» si ritrova nel testo 3 (v. VII 2). (3) Per r. II 8-9 si confronterà ARET XVI 4 r. II 5-7 (al6-tuš / en / du11-ga). In r. II 10 l’integrazione i-[ba-a] è proposta come ipotesi di lavoro; sulla tavoletta dopo i- si vedono tracce del segno ba. i-[ba-a]: Questa grafia, interpretabile come /yibāʾ/ «egli entra», da *bwʾ «venire, entrare», può essere confrontata con ti-ba-a (ARET XIII 1 r. VII 6) e a-˹ba˺-[a] (ARET XIII 1 v. VIII 15). a: Questa grafia può essere interpretata come la particella asseverativa /la/, usata volentieri dallo scriba di questa tavoletta (r. VI 5, v. II 2, VI 4, VII 5). i-ba-íl: Grafia interpretabile come /yibaʿʿil/ (meno probabile /yibʿil/), da *bʿl «avere autorità». Per il significato nel presente contesto, si confronterà in paleoassiro «avere il potere di disporre» (CAD, B, p. 201, c).

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3. Richiamo della formula introduttiva (§ 4). 4. Acquisto di orzo nell’area fra l’Eufrate e Nagar (§ 5). (5) Questo paragrafo inizia con due proposizioni circostanziali semplicemente giustapposte (r. III 2-4 e 5-7). La proposizione di r. III 8-10 che specifica quali fossero le disposizioni è introdotta dalla congiunzione wa. La seconda congiunzione wa introduce la proposizione principale. a-aḫ-la: Per l’avverbio /ʾaḫra(m)/ «da ultimo», si veda il commento al testo 3 (4). Non è possibile stabilire se la grafia inattesa voglia precisare la consonante iniziale oppure la lettura aḫ- del segno a Ḫ. inim-di: Nei testi di cancelleria (ARET XVI, p. 241, s.v.), e anche in questo stesso testo, il sumerogramma appare di norma reduplicato. Per un’altra attestazione di grafia singola si veda il testo 9 (v. IV 4). bu15: Il contesto, che ricorda subito dopo i granai, richiede che pad sia interpretato con riferimento al raccolto dei cereali (per bu15, PSD 2, B, pp. 162-166, s.v. bu: «sradicare, strappare con violenza»; MesZL, p. 195). Nel presente testo e nel testo 13 il sumerogramma fa sicuramente riferimento alla mietitura; nel testo 13 seguita dalla legatura dei covoni (wa / bu15 / ne-a-ti / wa / kéš-da / ne-[a-ti], r. V 4-v. I 1). Lo stesso significato ha il sumerogramma nei paragrafi di ambito giuridico del testo 21, dove si trova anche riferito a un’azione rituale compiuta dalle figlie di Ebla (r. IV 2-8). Nel testo di ARET XIII 19 e in alcuni testi amministrativi, relativi a una spedizione di Yibrium a Kakmium (citati in Bonechi, WO 30 [1999], p. 30), al-bu15 sembra fare riferimento a razzie. Nella fonte D della lista lessicale bilingue al-pad!(gar) ha la glossa ar-ša-lu, per la cui interpretazione come /ʾarḏalu(m)/ «personale (di bassa condizione)», si veda Conti, MisEb 3, p. 84 e n. 95, con bibliografia; una variante della stessa glossa, ar-ša-um, ha nell’estratto i il sumerogramma al6-tar-šè. Nei testi amministrativi di ARET XII e ARET XV al-tar / še-gur10 è stato interpretato come «il personale che provvede alla mietitura» (ARET XII); «i mietitori del raccolto» (ARET XV). a-ru12-ga: Grafia interpretabile come un nominativo plurale seguito dal pronome suffisso, [ʾarūka] per /ʾariy-ū-ka/ «i tuoi mulini», confrontabile con a-rí-a (ARET XIII 9 v. III 17, e p. 109, comm. a (25), s.v. a-rí-a-ma). La grafia a-rí (ARET XIII 9 v. VII 24), che era stata interpretata nell’edizione come una forma di plurale, potrebbe essere una forma di genitivo singolare [ʾarī] per /ʾariy-i/. Lo stesso nome si ritrova nel testo 16 (a-rí ma-da, v. III 5, 6) e nel testo 19 (a-rí-a-tim, r. III 11; a-˹rí˺˹ma˺, r. V 3). Per il significato di ʾarūm come «luogo dove vengono macinati i cereali, mulino», si veda Fronzaroli, Fs Scandone, pp. 265-267. Nel presente contesto la lacuna dopo r. IV 1 non permette di decidere se a-ru12-ga sia il soggetto della frase oppure una grafia logografica per un accusativo di relazione. 5. Un’offerta a Ḫalabīytu(m) (§ 6). La permanenza del ministro a Ḫalabīytu(m) è documentata anche in una lettera del re (ARET XVI 4 r. IV 15, V 5). (6) Ḫa-˹a˺-la-bí-duki: Grafia inconsueta per Ḫa-la-bí-duki (var. Ḫa-a-bí-duki, Ḫa-a-bí-idx(ni)ki). Il toponimo, formato con il suffisso di appartenenza -īy-tu(m) a partire dallo stesso tema di Ḫalabki (sem. ḫalb- «altura; foresta»), è stato identificato con la moderna Ḫalabīye (RGTC 12/1, p. 172, con bibliografia), situata sull’Eufrate a c. 85 km. a valle di Tuttul. Vi si trovava un tempio di ʿAṯtar, ricordato anche in un testo di assegnazione di tessuti in occasione della campagna contro Mari (TM.75.G.2277 v. X 17-21, citato in Archi - Biga, JCS 55 [2003], p. 37; anche, TM.75.G.2328 r. XIII 6-11, citato in Archi, MARI 7 [1993], p. 75). La stessa località è ricordata anche nel testo 18 ([Ḫa]-a-[bí]-du[ki], r. II 1). nídba: L’offerta di una pecora è ricordata in questo testo anche più avanti (r. VI 14-16),

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6. Richiamo della formula introduttiva (§ 7). 7. Acquisto di farina e pagamento con l’argento del tempio (§§ 8-12). (8) Il testo del paragrafo permette di considerare il verbo [í]l sia come dipendente da [du11-g]a («ho ordinato di trasportare» sia come dipendente da [zíd] («farina da trasportare»). In ambedue i casi non è probabile che il personale dei paesi abbia trasportato la farina fino a Ebla. Probabilmente sarà stata consegnata presso il ministro, dove fu pesata e pagata come mostra il paragrafo seguente. La parte conservata dei segni consente di proporre [du11-g]a (r. V 2) e [í]l (r. V 4). L’integrazione [zíd] «farina» nella lacuna di r. V 3 è suggerita dal contenuto del paragrafo successivo. [zíd]: Il significato del sumerogramma è dato nella lista lessicale bilingue dalla glossa ì-ša-balu-um (B; var. ì-ša-ba-lum, A2), /ʾiṯbār-um/ «macinare finemente; farina», da confrontare con il sem. *ṯbr «rompere» (Fronzaroli, Fs Leslau, I, p. 467 [13] e [14]). (9) Il testo di questo paragrafo contiene un errore dello scriba. L’equivalenza indicata in r. V 14-15 (1 gín-dilmun bar6:kù / 2 níg-sagšu zíd «1 siclo d’argento ogni 2 níg-sagšu di farina») non è compatibile con quanto sappiamo da altri testi. In una registrazione di assegnazioni a un sovrintendente del Palazzo 1 siclo d’argento equivale a 2 kubār (= 40 níg-sagšu) di orzo (ARET VII 82 r. II 2, dove nel commento sono erroneamente indicati 2 sicli per 1 kubār, p. 115). Nel testo 7 (v. II 1-2) 1 siclo d’argento è il prezzo di 1 kubār (= 20 níg-sagšu) di farina di prima qualità destinata a viaggiatori di passaggio da Ebla. È possibile quindi che il ministro abbia pagato la farina al prezzo più alto (facendo comunque ricadere la spesa sul tesoro del tempio della città occupata) e che lo scriba abbia erroneamente scritto 2 invece di 20: 20!(2) níg-sagšu zíd. Per quanto riguarda le unità di misura per aridi, è noto che a Ebla esistevano due sistemi di equivalenze (1 gú-bar = 20 níg-sagšu oppure 1 gú-bar = 24 níg-sagšu). Il primo di questi sistemi era quello usato quasi esclusivamente a Ebla al tempo del nostro testo (Milano, ARET IX, p. 349 sg.). L’integrazione [zíd] nella lacuna di r. V 9 è suggerita dal contesto. L’oggetto d’oro consegnato «per il peso della farina» (r. V 10) è certamente da identificare con il vaso prezioso decorato a viticci sul fondo, che il ministro si procura richiedendolo al tempio come risulta dal paragrafo (11). L’integrazione [1 an-zamx] nella lacuna di r. V 10 è proposta, come ipotesi di lavoro, in base al confronto con un testo amministrativo che registra: 1 an-zamx giš-pa kù-gi / tar kù-gi «una tazza, (decorata) a viticci d’oro, di 30 (sicli) d’oro» (ARET VII 16 r. IX 1-2 = MEE 2, 43); si vedano anche due registrazioni di un an-zamx di 30 sicli d’oro destinato al re di Raḥaq (ARET XV, 1, 10 v. IV 8-10; ARET XV, 2, 56 v. VI 12-15) e una registrazione di un an-zamx d’oro del re di Ebla (ARET XV, 1, 20 v. VII 14-15). Nel presente contesto è probabile che il prezioso dono fosse destinato al re di Nagar, ricordato precedentemente per l’aiuto dato al ministro nel procurare la farina richiesta (r. III 11-IV1). La formula ˹wa˺ / zé- / ˹gú˺-˹nu˺ / a / ku4-ra (r. VI 2-6), ripetuta alla fine di un paragrafo anche più avanti (v. I 15-II 3), può essere interpretata come «e secondo il vostro desiderio davvero entrerà». Essa indica che beni e prodotti richiesti dal re e da Ṭubuḫ-Hadda arriveranno certamente al Palazzo. zíd: Per questa lettura del segno šè, si veda sopra il commento a (8). gá!(lagab)×lá: Il significato della grafia gá×lá corrispondente al sum. ki-lá «peso» è stato proposto, in base ai contesti nei quali compare nei testi amministrativi, da Pettinato, MEE 2, p. 98, comm. a v. IX 2. Per un’attestazione in un testo di cancelleria, si veda ARET XIII 2 v. I 3, (anche, r. III 1 in lacuna). Qui esso sembra riferirsi alla soddisfacente quantità di farina ottenuta con l’aiuto del re di Nagar, per la quale il sovrano fu compensato con una preziosa tazza d’oro. zé- / ˹gú˺-˹nu˺: Nei testi di cancelleria la grafia zé è impiegata frequentemente con il significato di «espressione (della bocca), desiderio espresso». Occasionalmente ha il significato di «uscita (di prodotti)» (ARET XVI 11 v. IV 6), altrimenti indicata sempre con il sumerogramma è. ku4-ra: Per l’impiego di questa grafia in un testo di cancelleria, si veda ARET XVI 26 r. IV 5, v. II 5, e p. 158, comm. a (8). L’equivalente eblaita poteva essere il verbo sem. *ʿrb «entrare».

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Nel presente contesto si confronterà l’impiego di acc. erēbu nel significato «entrare (tasse, beni)» (CAD, E, p. 285 sg.). (10) Per pagare la farina il ministro chiede in prestito al tempio l’argento. Il testo non precisa dove si trovasse il tempio ma è probabile che si tratti ancora del tempio di ʿAṯtar in Ḫalabīytu(m), ricordato subito sopra (r. IV 1’). ì-na-sum: Nel presente contesto il sumerogramma può corrispondere a un infinito fornito della desinenza terminativa -iš, /nadān-iš/. (11) Oltre all’argento il ministro chiede al tempio anche un vaso d’oro. Nella lacuna di r. VII 1 è probabile che vi fosse una forma di preterito del verbo *šsy «gridare» ([áš-za], /ʾašsay/), usato più avanti nel paragrafo successivo (si-za-ù, r. VII 10). In accadico lo stesso verbo costruito con la preposizione ana o con il dativo significa «rivolgersi a qualcuno» (CAD, Š, II, p. 153); in paleoassiro significa «chiedere un prestito» (CAD, Š, II, p. 159). [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an.an.an): Nei testi di cancelleria il sumerogramma è impiegato per indicare prodotti lasciati temporaneamente a disposizione dei villaggi (ARET XVI 1 r. I 6, e p. 12, comm. a (1), s.v.); con riferimento al prestito di argento da parte di altri re (ARET XVI 9 r. III 6) e in relazione al noleggio di bestie da soma, lasciate temporaneamente a disposizione di mercanti (ARET XVI 30 r. V 20, VI 2, 4). Nei testi amministrativi il sumerogramma indicava «ciò che è dovuto; debito» e solo molto raramente il «debito con interesse» (Archi, Debt, pp. 95-108). 1 giš-pa: Gli impieghi che questo sumerogramma poteva avere nei testi amministrativi sono stati discussi da ultimo da Waetzoldt (MEE 12, p. 360 sg., con bibliografia), che distingue tre significati: una parte dei finimenti degli equidi, un tipo di ornamento a viticci in oggetti di oreficeria, e forse anche un alimento. Nel presente contesto è probabile che il sumerogramma indicasse l’ornamento di un oggetto non indicato dallo scriba perché evidente dal contesto. La precisazione suḫuš «(sul) fondo» fa preferire un contenitore. Gli oggetti che portavano questo tipo di decorazione, ricordati nei testi amministrativi, erano sempre prodotti preziosi lavorati in oro. Il confronto con 1 an-zamx giš-pa kù-gi / tar kù-gi «una tazza, (decorata) a viticci d’oro, di 30 (sicli) d’oro» (ARET VII 16 r. IX 1-2 = MEE 2, 43) suggerisce che anche nel nostro testo potesse trattarsi di una tazza an-zamx. suḫuš: Uno degli equivalenti accadici di questo sumerogramma, išdu «base; fondazione», riferito a cointenitori ha il significato di «fondo» (CAD, I, p. 238, 3 a). Questo significato si adatta all’ipotesi di un contenitore in metallo prezioso con una decorazione a viticci sul fondo, da confrontare con la registrazione amministrativa citata sopra, s.v. 1 giš-pa. Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma ha la glossa i-ti-gú-um (A), i-ti-gu-um (B), interpretato come /ḥid(i)qum/ «saddle; litter» da Sjöberg, Fs Wilcke, p. 263 e n. 28. (12) si-za-ù: Apparentemente una forma di infinito 0/1 di *šsy «gridare; chiamare» con indebolimento di a pretonica e indicazione non accurata della 3/y, [šəsāʾ-u(m)] per /šasāy-u(m)/. Nel contesto questo infinito può avere il valore di un verbo finito, un uso fin qui non attestato a Ebla (in neoassiro, isolatamente, Soden, GAG3, p. 252, § 150 l). Alternativamente questa grafia potrebbe essere interpretata come un infinito con suffisso del locativo. 8. Formula introduttiva della prima lettera a Ṭubuḫ-Hadda (§ 13). 9. Raccomandazioni circa la dotazione alimentare del personale (§ 14). (14) Il ministro ripete in v. I 15-II 3 la formula di r. VI 2-6. La lacuna di v. I 15-16 può quindi essere integrata come [wa / zé-]. Nel presente contesto la congiunzione wa (v. I 15) può introdurre una proposizione circostanziale, come all’inizio di questa stessa lettera (r. I 12, commento a [2]). a-ne-ne: Questo sumerogramma, attestato anche in altre lettere della cancelleria eblaita (ARET XVI 11 r. III 6; 19 r. II 4), equivale a forme verbali 0/2 del sem. *ʾdm «occuparsi di», 0/2 «dedicare ogni cura» (ARET XVI, p. 89, s.v.).

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10. Richiamo della formula introduttiva (§ 15). 11. Raccomandazione di seguire le disposizioni (§ 16). (16) Ciò che Ṭubuḫ-Hadda deve fare, è avere la massima cura circa l’assegnazione delle dotazioni alimentari al personale dipendente, secondo le disposizioni ricordate nel paragrafo precedente: se vengono eseguite le disposizini date, il pane per la città sarà abbondante. kin5-ak / su-wa-ti: Per l’impiego del sumerogramma in funzione nominale, si confronterà gišba-tukux / kin5-ak / su-wa-ti «fa(gli) ascoltare quel fatto» (ARET XVI 26 r. IV 8- v. I 1). i-ma-ì-du: Grafia interpretabile come /yimaʾʾid/ «sarà abbondante», da *mʾd «essere numeroso, abbondante». L’impiego di un segno -Cu per indicare la consonante finale di una forma compare sia nei testi di cancelleria sia in alcuni testi letterari; per alcune attestazioni, si veda ARET XIII, p. 112 (42); anche, ARET XVI 1 r. II 14 (˹nu˺-na-i-˹du˺ /nunahhid/ «noi segnalammo»), v. II 6 (gilu /qīl/ «egli resta silenzioso»), v. X 9 ([lu]-[d]a-gú-nu /lu-yitqun/ «possa egli essere sicuro»); 8 r. V 2 (nu-sa-ḫa-ra-lu /nušḫarrar/ «noi siamo silenziosi»); 10 r. IV 4 (a-ti-gu /ʿatiq/ «antico»), v. II 3 (ne-da-ma-ru12 /nītamar/ «noi abbiamo veduto»). 12. Formula introduttiva della seconda lettera a Ṭubuḫ-Hadda (§ 17). 13. Scarsità di cibo per i residenti nella casa del re (§ 18). (18) Il ministro lamenta che sia a una persona di Ilwīyilum sia agli altri residenti nella casa del re non vengono fornite buone pecore. Per ospiti e messaggeri mantenuti dall’amministrazione palatina, si veda ARET XVI 12 r. II 2-6, e p. 96, comm. a (3); ARET IX, p. 335, § 3.1.4; per rifugiati politici accolti a Ebla dal re, si veda ARET XIII 6. dumu-nita: Questo sumerogramma è usato nei testi di Ebla con il significato di «figlio; dipendente». Davanti a un nome di luogo, esso può indicare gli abitanti dell’insediamento o gli appartenenti a un gruppo tribale. Íl-wi-i-lumki: Questa grafia è direttamente confrontabile con ˹Íl˺-wi-luki del testo 8 (r. II 5). Allo stesso toponimo nei testi di cancelleria possono riferirsi, con L-Reduktion, le grafie Íl-wi-iumki (ARET XIII 13 r. IV 5) e anche Íl-wi-niki (ARET XIII 4 r. II 12); altre varianti si trovano nei testi amministrativi (ARES II, p. 304; RGTC 12/1, p. 199). L’attestazione più antica, Íl-wi-niki, che può essere interpretata come /ʾIlwīy-ʾil/ (ricordando l’uso di -ni per /-ʾil/ come secondo elemento di nomi personali), è coerente con le grafie che terminano in -lu, -lum. Il toponimo può essere interpretato come /ʾIlwīy-ʾil-u(m)/ «Fortezza eccelsa», da /ʾilwīy ʾilim/. Il primo elemento del nesso è interpretabile come un derivato di *lwy «circondare», *lawīy- «insediamento fortificato, fortezza» (cf. acc. lawûm «to wall a city», CAD, L, p. 72, 2 d), con caduta della vocale pretonica e conseguente protesi nella prima sillaba. Il secondo elemento, /ʾil/ «dio», ha probabilmente qui valore elativo secondo un uso attestato in ugaritico (Gordon, UT, p.113 sg., § 13.22) e noto a Ebla nella glossa li-sa-ne-lu-um /lišān ʾilim/ «lingua divina» (= ka.nu-maḫ «labbro eccelso», A*; var. li-sa-ne-lum, B*), per la cui interpretazione, si veda Fronzaroli, VO 7 (1988), p. 15. Si noterà la nominalizzazione del nesso sia nella glossa sia nelle grafie del toponimo. Per quanto riguarda la sua localizzazione è indicativa la citazione di Íl-wi-niki nella lettera di Ḥenna-Dagan (ARET XIII 4 r. II 12), sicuramente riferita a un centro situabile nella regione del Medio Eufrate sulla via verso Emar (Milano – Rova, Gs Cagni, p. 725, n. 27). la-˹am6˺-[sù]: Questa grafia rende lo stato costrutto del sem. *laḥm- «cibo» davanti a suffisso pronominale, /laḥam-šu/. La resa non accurata di /ḥ/ in posizione intervocalica è usata in questo stesso testo anche in wa-ad-ma (v. V 7), per /waḥad-ma/. ma-ti-ma: Grafia interpretabile come lo stativo /maṭiy-ma/, da *mṭy «essere scarso; essere carente». Questo verbo è attestato anche in un altro testo di cancelleria (am6 -da-ga, ARET XVI 9 r. I 8; a-i-mu-du, r. IV 6). La stessa forma compare anche nel testo 6 (r. II 2).

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14. Richiamo della formula introduttiva (§ 19). 15. Disposizioni relative agli inviati (§§ 20-23). (20) níg-gú-du: Per questo sumerogramma, usato dagli scribi nei testi di cancelleria (6 v. I 5, II 1, 4; 9 v. IV 9; 10 v. II’ 1; 16 v. III 3, 7; ARET XIII, p. 289, s.v.; ARET XVI, p. 258, s.v.) e anche nei testi amministrativi (p. es., ARET IV, p. 316, s.v.; ARET VIII 521 r. I 6, VII 21; 524 r. VII 21; 527 v. X 20’; 540 v. I 4, XI 5’), è stato proposto su base contestuale il significato «destinare, disporre» (Fronzaroli, MisEb 4, p. 16 [12], che considera u9 -si-ma-am6 come un possibile equivalente fonetico); lo stesso significato è stato proposto anche da Pettinato in base al confronto con il sum. gú-gar «porre sulla nuca» nel senso di «caricarsi (di un onere)» (MEE 5, 1 r. I 6 e passim: «ha disposto; a disposizione», e p. 15, comm. a r. I 5-6, dove propone di leggere níg-gú-du come níggú-túm/-gub). Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma, conservato nelle fonti A, C, D, non è glossato. (21) ma-gi-lu: Grafia interpretabile come lo stativo /magir-ū/, da *mgr «acconsentire». Il plurale può riferirsi alla gente che ha udito le disposizioni ed ha accolto gli ordini portati dagli inviati. Più difficilmente il plurale potrebbe riferirsi ai messaggeri. (22) La grafia mi-iš (v. V 10) può forse essere considerata un errore dello scriba, per mi-ne-iš, /mīn-iš/ «perché?». bar-ʾà-ti: Questa preposizione, ben documentata nei testi di cancelleria (ARET XIII, p. 163 (66), s.v.; ARET XVI, p. 222, s.v.), può essere confrontata con l’accadico sargonico su copie paleobabilonesi in ba-ri-ti «fra, dentro». La grafia eblaita, interpretabile come /barḥat-i/, trova riscontro nell’ar. barāḥ «spazio vuoto; intervallo». A-rí-mi: Se, come è stato sostenuto da alcuni (Bonechi, RGTC 12/1, p. 51; Archi, Fs Finet, p. 17), esistevano due località di questo nome, il nostro insediamento potrebbe essere identificato con la località settentrionale citata insieme ad Abarsal. Questa ipotesi è favorita da quanto segue subito dopo nella lettera, dove il testo sembra riferirsi alla regione dell’Alto Baliḫ. Il toponimo è forse interpretabile come Arimmu in base alla variante A-rí-ma-muki (ARET II 26 IV 2). Per quanto riguarda l’assenza del determinativo, si confronteranno nel testo 3 A-a-su / wa / Wa-a-du (r. III 7-9), A-˹ḫa˺-na-lum (3 v. III 2). (23) Le due forme verbali della prima persona plurale (ne-ḫa-˹ba˺-dam, v. VI 8; nu-da-na-ba-ḫu, v. VII 6) si riferiscono certamente al ministro e alle sue truppe; si confronterà l’uso del pronome suffisso di prima persona plurale -nu con lo stesso significato in un’altra lettera di Yibbiʾ-Ḏikir mentre si trovava in territorio mariota (ARET XVI 2 r. I 8). Nelle lettere la prima persona singolare indica colui che detta la lettera, la prima persona plurale indica l’amministrazione specifica (la città di Ebla, la spedizione militare del ministro), e la prima persona duale indica l’amministrazione dello stato eblaita, rappresentata dal re e dal ministro (Fronzaroli, Fs Mayer, pp. 132 e 134). i-ti: Grafia interpretabile come una forma di genitivo-accusativo plurale /ḥiṭṭ-ī/, da *ḥiṭṭ-um «cereali; orzo», per le cui attestazioni in eblaita si veda ARET XVI 2 v. IV 5; 19 r. III 10, IV 6; ARET XIII 1 v. X 15; e p. 24, comm. a (53), s.v. [ab]-dar-i-tum; e, in questo stesso volume, 10 r. II 5. ne-ḫa-˹ba˺-dam: Grafia interpretabile come una forma di presente con suffisso del ventivo /niḫabbat-am/ «noi razzieremo», da *ḫbt «rubare, saccheggiare». Na-ḫiki: Toponimo di rara attestazione, var. Na-ḫi-umki (ARES II, p. 395; RGTC 12/1, p. 254). In ARET I 5 è ricordato insieme a Tuttul (duki, A-šuki, Zu-mu-na-anki, Na-ḫiki, Du-du-luki, Zu-wati-ru12ki, r. X 7-12) mentre in TM.75.G.1249 compare insieme a città del nord (Sa-nab-zu-gúmki, Na-ḫiki, Ir-i-ibki, Ḫa-ra-anki, Zu-mu-na-anki, v. IV’ 29’-V’ 1’). Poiché Zu-mu-na-anki e Na-ḫiki sono gli unici toponimi menzionati in entrambe le liste, è forse possibile supporre che i due centri si

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trovassero lungo la direttrice che andava da Tuttul all’Alto Baliḫ (Milano – Rova, Gs Cagni, p. 726 e n. 32). A-mu-rúmki: Toponimo di rara attestazione, di cui non è certa l’identità con l’altrettanto raro A-mu-ríki (ARES II, p. 107; RGTC 12/1, p. 41). Per una eventuale relazione con il più tardo Amurru, si vedano le riserve di Gelb a proposito di A-mu-ríki (Ebla 1975-1985, p. 62). kurki: Questo sumerogramma, che significa «montagna; steppa», come nome di luogo indicava la regione fra Mari e l’Alto Ḫabur occidentale (Milano, Fs Fronzaroli, p. 423; Archi - Biga, JCS 55 [2003], p. 22, n. 59). ʾa5-dè: Questa grafia, fin qui non attestata altrove, può essere interpretata come una variante di a-ti(-ma) (var. a-dè) /ʿadē/ «finché; mentre». La stessa grafia è usata anche occasionalmente (ARET XI 3 v. III 10) come variante di an-ne, /hanni/ «ora, davvero», ma il contesto e la forma verbale terminante in -u fanno preferire qui la congiunzione subordinativa. L’impiego di ʾa5 per l’occlusiva glottale e per le fricative glottale e faringali sembra dovuto a una moda proveniente da un altro sistema grafico. Se l’interpretazione proposta è corretta, si noterà che questa grafia ricorda il trattato di Abarsal, l’unico altro testo che impiega la congiunzione ʿadē (ma nella grafia a-dè). nu-da-na-ba-ḫu: Grafia interpretabile come una forma di presente tn/2, seguita dalla marca del subordinativo, /nuttanabbaḫ-u/, da *nbḫ «saccheggiare». La grafia retrodata al III millennio a.C. un verbo finora attestato marginalmente solo in babilonese standard (nābiʾu, nāpiʾ/ḫu «saccheggiatore», CAD, N, I, p. 24 e p. 25). L’impiego del tema tn/2 può indicare qui un’azione abituale. 16. Richiamo della formula introduttiva (§ 24). 17. Richiesta di chiarimenti sul mancato viaggio di due delegati (§§ 25-26). (25) In questo paragrafo si noterà la proposizione relativa asindetica dipendente da 2 maškimga (v. VII 11-13). šu mu-tak4: Nei testi di cancelleria questo sumerogramma è usato sia nel suo significato di base «consegnare» sia nel significato contestuale «mettere per iscritto (in una tavoletta)» (ARET XVI 14 v. V’ 4 e 11 v. I 6). In questa seconda accezione gli scribi lo usano spesso, anche senza riferimento specifico alla tavoletta, per «disporre (una decisione)» (ARET XIII, p. 300, s.v.; ARET XVI, p. 270, s.v.) e, più raramente, per «riferire (una notizia)» (ARET XIII 20 r. III 10). 1 dub / é su-wa-ti: La stessa formula è impiegata nel testo 1 (r. I 4-5, 8-9, II 4-5 e comm. a (2), s.v. é su-wa-ti) con riferimento a decisioni dell’amministrazione eblaita messe per iscritto in una tavoletta. al6-èn-tar: Per l’impiego di questo sumerogramma in un testo di cancelleria, si veda ARET XVI 19 v. III 9, e p. 121 sg., comm. a (6), s.v.). Nella lista lessicale bilingue questo sumerogramma è glossato con un derivato del verbo semitico *šʾl «interrogare, domandare» (sá-ul-du-um, A; varr. sá-ul-tum, B; [s]á-u[l- ], C), /šaʾul-t-um/ oppure /šaʾūl-t-um/, per la cui interpretazione si veda Krebernik, ZA 73 (1983), p. 36 (987). Nel presente contesto sembra usato come un logogramma generico per il verbo semitico. (26) ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma: Questa grafia rende accuratamente una forma di preterito 0/2 di *wkl, seguita dal suffisso del ventivo e dal suffisso pronominale di terza persona duale, [ʾuwakkilaššumay(n)] per /ʾuwakkil-am-šumay(n)/. Si noterà la grafia logografica del pronome suffisso, precisata dal complemento fonetico (-sùma), invece della grafia fonetica abituale (-su-ma). In paleobabilonese il tema 0/2 di *wkl significa «esercitare piena autorità» (CAD, U and W, p. 400, s.v. wakālu), un significato coerente con il presente contesto; per una diversa interpretazione, si veda AHw, p. 1456, s.v.: «als waklum einsetzen»; CDA2, p. 432, s.v.: «to appoint as overseer»).

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5 (Tavv. V, XXI)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in en 5. wa ábba-ábba (2) 7. gi-lu-ma II. 1. kalam-timki kalam-timki na-gú-zu-ma 3. íl zíd 5. si-˹in˺ sa.za xki (3) 7. ap III. 1. giš-tak4:gál kaskal 3. Sá-ù-mu Na-gàr ki

7. kaskal Sá-ù-mu-ma (5) v. I. 1. wa du11-ga-sù 3. ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa 5. [igi]-igi-ma [a]l6 7. [m]u-túm zíd II. 1. si-in [Ib]-˹la?˺ki 3. [... (resto della col. in lac.) III. 1.

(6) ...] 10 m[a]-na [... (resto della col. in lac.)

(4) 5. ap za-gi-lum (1) (2) (3) (4) (5)

Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir al re e agli Anziani: «I granai dei paesi sono stati aperti (per) il trasporto di farina verso il Palazzo. E infatti doveva aprire la strada Šaʾūm di Nagar e invece colui che chiude la strada è (proprio) Šaʾūm. E quanto al suo ordine (del re di Ebla) 10 mine d’oro [che erano state prov]viste a carico della consegna di farina verso Ebla [...]. (6) […] 10 mine […]».

Commento Nelle lettere che sono state trovate nel vestibolo L.2875 compaiono diverse volte gli Anziani (ábba-ábba, 4 v. I 9; 5 r. I 6; 7 r. III 8; 10 v. IV’ 1), che non sono invece mai ricordati nelle lettere conservate nell’Archivio Centrale. Questa tuttavia è l’unica lettera dove gli Anziani sono citati, insieme al re, nella formula introduttiva. Per quanto riguarda la redazione del testo, si noterà il passaggio alla terza persona singolare per indicare il re, destinatario della lettera (v. I 2). Il rapporto di successione espresso dalla congiunzione ap «e poi», ha prima valore esplicativo («e infatti», r. II 7) mentre indica contrapposizione nel paragrafo successivo («e invece», r. III 5). L’interpretazione preliminare del paragrafo (2) (Fronzaroli, MARI 5 [1987], p. 268) è ora da correggere in base a una migliore conoscenza degli impieghi della L-Reduktion (Fronzaroli, Fs Scandone, p. 261). Pettinato (AuOr 13 [1995], pp. 84-86), che riteneva sa-ù-mu una forma verbale

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(«ho intrapreso»), aveva pensato che questa lettera si riferisse a una campagna militare contro Nagar. 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). (1) ábba-ábba: Questo sumerogramma indicava gli Anziani che assistevano il re nell’amministrazione dello stato e partecipavano alle campagne militari. Per il loro numero e le modalità del loro servizio, che non sono precisabili, si vedano i testi citati da Archi, WGE, p. 136; e le considerazioni di Biga, Textile Terminologies, p. 148. Per quanto riguarda le razioni degli Anziani negli anni successivi alle vittorie eblaite contro Mari e Armi, si veda Milano (ARET IX, p. 333 sg.). 2. Šaʾūm di Nagar ha chiuso la strada verso Ebla (§§ 2-4). (2) gi-lu-ma: Grafia interpretabile come [kǝrūma] per /karū-ma/ «luogo di stoccaggio dei cereali, silo, granaio», con indebolimento di /a/ pretonica. La glossa gi-lu-um (= šà-tar-sur, A, B) andrà certamente considerata come una variante della glossa ig-la-um che la fonte D attribuisce al sumerogramma immediatamente precedente (šà-tar-ki; senza glossa in A, B). Per il significato di šà-tar-ki nei testi degli Archivi, si veda ora Fronzaroli, Fs Scandone, pp. 260-265 (precedentemente, Catagnoti, NABU 2004/63). Due lettere dell’ultimo periodo conoscono una seconda variante, ga-lu (ARET XVI 10 r. VII 6, v. II 11; e, in questo stesso volume, testo 15 r. VI 1’), attestata anche in un estratto della lista lessicale bilingue, ga-ru12-um (= gur7, g), probabilmente di influenza mariota (acc. karû). All’interpretazione /girrū-ma/, proposta precedentemente (Fronzaroli, MARI 5 [1987], p.268; Catagnoti, Grammatica, p. 116), osta la consuetudine degli scribi di rendere sempre /rr/ con i sillabogrammi della serie RA (Peust, ZA 104 [2014], p. 136 sg.). na-gú-zu-ma: Grafia interpretabile come una forma di stativo n/1, /nakkus-ū-ma/ «sono stati aperti», da *nks «tagliare»; per il significato «cut open» di questo verbo con riferimento a gur7, in testi mediobabilonesi, si veda CAD, K, p. 227; cf. N, I, p. 174 e p. 179. íl: Per i diversi significati di questo sumerogramma nei testi di cancelleria si veda ARET XIII, p. 269, s.v. Una delle fonti della lista lessicale bilingue ne attesta l’equivalenza con il sem. *nšʾ «sollevare; trasportare» (igi-íl = na-si-ni a-na-a, A2). Il primo elemento della glossa è stato trascritto come uno stato costrutto in ARET XIII (na-si-ì, p. 269, s.v. íl) e in ARET XVI (p. 238, s.v. íl), supponendo un’interpretazione /našiʾ ʿayn-ay(n)/ «con gli occhi (du.) sollevati»); la grafia na-si-ni potrebbe essere anche interpretata come na-si-idx, /našīt ʿayn-ay(n)/ «sollevamento degli occhi (du.)», come proposto da Brugnatelli (WGE, p. 177). (3) Sá-ù-mu / Na-gàr: Questo personaggio è probabilmente da identificare con il notabile di Nagar che si unì all’esercito eblaita a Terqa durante la guerra contro Mari (Sá-ù-um / Na-gàr ki, TM.75.G.2277 v. VIII 21-26, Archi - Biga, JCS 55 [2003], p. 16). Per una possibile interpretazione dell’antroponimo come /Šaʾūm/ «Comprato», si veda Pagan, ARES III, p. 172; questo nome, che era stato portato in un’epoca più antica anche da un re di Mari (ARET XIII 4 r. II 13, IV 2), doveva riferirsi probabilmente a un intervento divino. (4) za-gi-lum: Grafia probabilmente interpretabile come un participio, /sākir-um/ «colui che chiude». La forma del nominativo con mimazione suggerisce che l’equivalente eblaita di kaskal fosse qui inteso all’accusativo. Il verbo *skr «chiudere» è attestato anche in ARET XVI (na-zi-gala-am6, 5 r. V 4; za-gi-ir, 27 v. VI 2).

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3. Rendiconto delle somme disposte per la farina (§§ 5-6). (5) Se il pronome suffisso in v. I 2 può riferirsi, come sembra possibile, al re di Ebla, il ministro darebbe conto in questo paragrafo e nel successivo delle somme che erano state disposte per l’acquisto e il trasporto della farina. L’integrazione di v. II 2 è possibile ma non certa. du11-ga-sù: È probabile che il pronome suffisso si riferisca qui al re di Ebla. Il passaggio dalla seconda alla terza persona può essere stato suggerito dal carattere amministrativo del paragrafo e forse anche dal fatto che la lettera è indirizzata non solo al re ma anche agli Anziani. Si confronterà il passaggio dalla prima alla terza persona in due lettere del ministro, dove questi viene indicato per nome (4 v. IV 12; 6 v. I 4), e in una lettera del re, dove la sua approvazione è espressa con un verbo alla terza persona (ARET XVI 7 r. V 1). Per altre attestazioni del passaggio dalla terza alla seconda persona e dalla terza alla prima persona in uno stesso documento, si veda ARET XVI, p. 61, comm. a (9). [igi]-igi-ma: Il sumerogramma può equivalere a una forma verbale di una proposizione relativa asindetica. Per il significato «provvedere; provviste» del sumerogramma, si veda ARET XI, p. 153, s.v. (var. igi, testo 1); ARET XIII, p. 268. s.v. igi (2); ARET XVI, p. 237, s.v. (var. 2 igi, testo 16).

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6 (Tavv. VI, XXII)

(1) r. I. 1. en-ma I-b[í]-Zi-[kir] 3. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da

v. I. 1. 3. 5. 7. II. 1. 3.

(2) II. 1. ì-giš dùg ma-ti-ma 3. 5.

(3) 2 maškim-e-gi du-du ˹lu˺ š[u mu]-˹tak4˺

wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du wa giš ni-mi níg-gú-du wa ninda-si-ga níg-gú-du (anep.)

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda: (2) «L’olio buono è scarso. (3) Fa andare due inviati e possano consegnare sia gli oli per il consumo di Yibbiʾ-Ḏikir disposti sia l’olio chiaro disposto sia il pane di cereali germinati disposto».

Commento Yibbiʾ-Ḏikir, lontano da Ebla, chiede a Ṭubuḫ-Hadda di inviare gli oli alimentari, un unguento di cui non è certo l’uso, e un composto che serviva probabilmente a preparare un tipo di birra. Per quanto riguarda la grafia, si noterà la mancanza del primo segno in giš e l’abbreviazione ni-mi (v. I 7), e la particella del precativo lu in casella propria (r. II 5), se non altrimenti spiegabile. Queste particolarità potrebbero essere dovute a una redazione affrettata, coerente con il carattere strettamente pratico di questo breve messaggio. Per quanto riguarda la redazione del testo si noterà l’impiego della congiunzione wa ripetuta (v. I 1, 6, II 2) nel significato di «sia … sia». 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). 2. Disposizioni per l’invio di oli al ministro (§§ 2-3). (2) ì-giš dùg: Nei testi di cancelleria l’olio buono (dùg) è contrapposto all’olio cattivo (ḫul) (ARET XIII 5 v. XII 2-15; ARET XVI 1 v. V 24-VI 11) ma nei testi amministrativi ì-giš dùg indicava l’olio (d’oliva) della migliore qualità che veniva fornito anche alla regina (ARET X 68 = TM.75.G.544, citato in Archi, Fs Garelli, p. 220). La lista lessicale bilingue ha la glossa sa-ma-nu da-bù (= ì-dùg, A; [sa-ma]-nu [da]-bù, B), /šamn-u(m) ṭāb-u(m)/ «olio dolce» contrapposto a ì-giš [m]ar-ru12-um (= ì-šeš, B; A gl. in rottura) «olio amaro», per i quali si potrebbe pensare all’olio di prima spremitura e all’olio di sansa. ma-ti-ma: La stessa forma di stativo di *mṭy «essere scarso; essere carente» è usata anche nel testo 4 (v. III 9).

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(3) L’integrazione ì-giš ì-[giš] in v. I 2 è suggerita in base al contesto. In v. I 7 la grafia incompleta per giš, richiesta da ni-mi, è un evidente errore dello scriba. ˹lu˺: La particella del precativo è scritta qui in una casella propria di contro alle forme di precativo solitamente contratte davanti al prefisso yi- nei testi di cancelleria eblaiti (Catagnoti, Grammatica, p. 133 sg.). Ciò potrebbe essere una delle peculiarità dello scriba di questa tavoletta ma è forse possibile pensare a una forma di preterito della terza persona duale con prefisso ti-, da confrontare con quella che appare in un’altra lettera tarda (ti-na-ḫu-zu, ARET XVI 10 v. I 7) níg-gú-du: Per questo sumerogramma si veda il commento al testo 4 (20). giš ni-mi: Questa grafia può essere interpretata come una variante di ì-giš ne-mi-lum, un unguento che risulta fornito al re (ARET X 68 = TM.75.G.544, citato in Archi, Fs Garelli, p. 220) e a Yibbiʾ-Ḏikir in occasione di un viaggio a Kish (ARET IX 94 r. IV 4-v. I 1). Per quanto riguarda l’abbreviazione ni-mi, si confronteranno grafie come ʾà, ʾà-da per ʾà-da-um-túg (p. es., ARET XII, p. 512), a per aktum-túg (ARET XII, p. 513), gú, gú-li per gú-li-lum (p. es., ARET XII, p. 544). La grafia ne-mi-lum (var. ni-mi), può essere interpretata come [nimīr-um] per /nawī-r-um/ «olio chiaro», con armonia vocalica di /a/ pretonica; la resa di /w/ intervocalica con -m- in derivati di *nwr «splendere» è documentata a Ebla nelle grafie di nomi personali (ARES III. p. 152). In accadico il tema con vocale lunga caratterizza l’aggettivo verbale sostantivato (Soden, GAG3, p. 74 i). ninda-si-ga: Ricordato nei testi amministrativi fra i preparati a base di farina, questo sumerogramma è citato insieme a ninda-bappir «pane di birra» in ARET II 17 (r. III 7). Ciò suggerisce che esso sia un tipo particolare di pane di birra (Archi, AoF 13 [1986], p. 203, s.v.: «Brot aus gekeimtem Korn»; Milano, ARET IX, p. 400, s.v.: «pane di cereali germinati (?)»).

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7 (Tavv. VII, XXIII)

(1) r. I. 1. ˹en˺-[m]a [I]-bí-[Z]i-kir 3. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (2) 5. in igi!(ba)-šè-dua 7. maškim-ma[škim] [-su-nu]b II. 1. [a]l6-gír-[š]um zi-ga 3. in 1 uruki 5. wa A-a-Da-muc 7. lú-kar-sù wa 9. Wa-gú-zúd [á]-˹nu˺-[gi4] 11. [-su-ma] III. 1. wa naga-di 3. al6-gír-šum (3) ap 5. I-ti 3 7. in ábba-ábba 9. al6-gír-šum wa 11. á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 13. wa-ʾà-tum IV. 1. ne-na-sa-nu si-la-ga (4) 3. wa al6 é-time

5. wa bad 7. a ug7 9. wa bad-ga 11. ḫul!(ba+ur) a 13. nu ḫul!(ba+ur) V. 1. wa al6 3. é a-mu 5. a nu níg-éš-nu-éš 7. gi-a-du (5) wa 9. en-ma I-bí-Zi-k[ir] 11. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (6) VI. 1. 1 na-se11 Ma-ríki 3. è mi-nu 5. sa.za xki si-in 7. Ar-miki wa 9. [è] [1 na-se11] 11. wa-˹ʾà˺-t[um] v. I. 1. m[aškim-e-gi(4) maškim-e-gi(4)] [ninda-gur4] 3. [-su-nu] ga-[da-m]a 5. al6-èn-tar (-)ne-a-ti

(1) [Co]sì (dice) [Yi]bbiʾ-[Ḏ]ikir a Ṭubuḫ-Hadda: (2) «Per il più alto in rango dei [loro] delegati per il sacrificio preleva nella città e, quanto a Ay-Damu, il suo commerciante, e a Wakuṣu, per il [loro per]˹do˺[no] fa sacrificare un’(offerta) di purificazione! (3) E invece, (quando) Yiddin per tre degli Anziani sacrificherà e per il perdono della persona che viaggia da sola, noi preleveremo dalla mia parte del tuo invio. (4) E (quando sarai) sul(la terrazza del) tempio, dedicherai la vittima e la tua dedica (avrà esito) sfavorevole oppure non sfavorevole (quando) sulla Casa-del-Padre davvero non sarà tracciato un segno di bruciatura». (5) E così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda: (6) «(Quando) una persona di Mari esce dal Palazzo (di Ebla) diretta a Armi e [(quando) esce] un messaggero che viaggia da solo, [gli inviati le loro razioni di cibo] ugualmente chiedono a noi.

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(7) 7. wa du11-ga 9. še si-in II. 1. 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag 3. šu ba4-ti in 5. sa.za xki (8)

ap 7. bar6:kù wa-ad 9. ì-na-sum na-se11 na-se11 11. wa III. 1. ì-g[iš] wa-˹ad˺ 3. wa udu-udu 5. wa-da-ma in 7. 1 uruki (9) ap 9. še 1 dumu 11. in 1 uruki wa 13. na-se11 na-se11 al6-tuš 15. é IV. 1. ir11 a-zàr-da 3. ʾà-wa wa 5. ugula uru ugula uru-ga igi-sig 7. ká-ká sa.za xki 9. 1 udu [a-zàr]-da 11. [ʾà-w]af

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(10) [1 n]a-se11 13. [ku4]-ra V. 1. ma-na 1 na-se11 3. ub-da-di an-da 5. a-zàr-da-ma ʾà-wa (11) 7. wa Gàr-da-bí 9. [bad] 1 ˹gi˺-šum 11. {x} al6 é-tim (12) 13. wa VI. 1. [si]-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (13) 3. mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik 5. tak4 in 7. 1 uruki ap 9. tak4 al6 11. [ne-a-ti] [tak4] 13. Ù-ti ù-ma 15. Na-ga-um La stessa grafia di ba per igi anche in r. IV 11, 13: ḫul!(ba+ur). Più difficilmente lacuna di due caselle. c Scritto a-da-mu-a. d Più difficilmente wa-gú-[x]-ka. e Segue É cancellato. f Possibile anche solo [w]a. a

b

(7) E tu ordina orzo al prezzo di 1 siclo d’argento per 1 (kubār) di farina di prima qualità ricevuta nel Palazzo! (8) E inoltre dà alla gente l’argento singolarmente, e l’olio singolarmente e le pecore singolarmente nella città. (9) E inoltre orzo per ogni dipendente nella città e per la gente che risiede nella Casa dei servi secondo la pressione esistente, e per i tuoi sovrintendenti dei villaggi, sotto la custodia delle Porte del Palazzo, 1 pecora [secondo la pressio]ne [esisten]te. (10) (Quando) una persona entra (alla tua presenza) in relazione all’approvvigionamento, a quella persona tu devi prestare assistenza, secondo la pressione esistente. (11) E per Qarid-ʾAbī [dedicherai] una vittima sul(la terrazza del) tempio». (12) E (così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (13) «Perché per Ruḥṣī-Malik è stato disposto in città e invece è stata disposta a carico di [noi la disposizione] per ʿŪdī e Naghum?».

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Commento Questa tavoletta contiene due lettere di Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda. Nella prima lettera, che contiene disposizioni relative ad adempimenti cultuali, il ministro ha cura di precisarne gli aspetti amministrativi. Nel paragrafo (2) viene ordinato che Ṭubuḫ-Hadda prelevi il costo dei sacrifici in città (zi-ga / in / 1 uruki, r. II 2-4). Nel paragrafo (3), per i sacrifici che si terranno presso il ministro, sarà invece la spedizione a provvedere sui fondi inviati da Ebla (ne-na-sa-nu / si-laga, r. IV 1-2). Il paragrafo (4), interamente dedicato alle procedure dell’interrogazione oracolare, sembra concludersi con l’augurio (o con l’ordine?) che l’osservazione delle viscere abbia esito non sfavorevole, se è possibile interpretare il verbo negato (nu níg-éš-nu-éš, r. V 6) come un proibitivo o un vetitivo. La seconda lettera contiene disposizioni relative al prezzo da praticare quando il Palazzo fornisce razioni a viaggiatori di passaggio, e alle distribuzioni di razioni al personale della città. Una breve postilla chiede perché sono stati tenuti criteri diversi nell’ordinare le provviste per due viaggi di alti funzionari eblaiti. Dalle due lettere appare chiaro che il ministro si trova ancora lontano da Ebla e diversi indizi suggeriscono che fosse ancora in territorio mariota. Per quanto riguarda i sumerogrammi si noteranno bad (r. IV 6, 10), confrontabile con al6-bad (ARET XI 1 v. VIII 15, IX 5 // *krb, 2 v. VII 22, VIII 4), le due grafie abbreviate al6-gír (al6-gír é, r. IV 4, v. V 12), per al6-gír-šum (r. III 3, 9) e tak4 nel significato «disposizione; disporre (una disposizione)» (v. VI 5, 9, 12), per šu mu-tak4. Per quanto riguarda la resa fonetica si noterà la grafia accurata wa-ʾà-tum per /waḥdum/ «persona singola» (r. III 13, VI 11), di contro a wa-tum (ARET XIII 5 v. I 14); lo scriba non ha invece ritenuto necessario indicare esplicitamente la consonante faringale nella grafia dell’avverbio /waḥad/ «singolarmente, da solo» (wa-ad, v. II 8, III 2; var. wada-ma, v. III 5), per il quale le grafie analitiche restano eccezionali (wa-ʾa5-da, ARET XVI 15 v. IV 3; wa-a-da-ma, ARET XVIII 4 r. 11). Per quanto riguarda la lingua si noterà il pronome suffisso del genitivo-accusativo plurale (-ne-a-ti), impiegato con il verbo al6-èn-tar (v. I 5-6) e il pronome indipendente corrispondente probabilmente con la preposizione al6 (v. VI 10-11). La congiunzione ap è usata nel significato «e inoltre» (v. II 6, III 8) per introdurre nuovi argomenti, e nel significato «e invece» (r. III 4, v. VI 8) per indicare contrapposizione fra due enunciati. 1. Formula introduttiva della prima lettera a Ṭubuḫ-Hadda (§ 1). 2. Disposizioni relative ad adempimenti cultuali (§§ 2-4). (2) Le integrazioni [-su-nu] in r. I 8 e [-su-ma] in r. II 11 sono congetturali. L’impiego di una casella propria per i pronomi suffissi fa preferire nelle due lacune le integrazioni in grafia fonetica al logogramma semitico [-sù], usato invece in r. II 7 (lú-kar-sù). L’integrazione di r. II 10 ([á]-˹nu˺[gi4]) è suggerita dalla posizione nella casella del segno ˹nu˺, corrispondente a quella di r. III 11. in: Il contesto richiede che la preposizione abbia qui valore finale, attestato nelle lettere anche altrove (ARET XVI, p. 238, s.v.; in particolare, si veda 3 r. III 9-11: in / kam4 -mu / uru-bar «per le famiglie dei villaggi»). L’esistenza di un valore finale della preposizione in è messa in dubbio da Tonietti, Sistema preposizionale, pp. 47-49. igi!(ba)-šè-du: Nella lista lessicale bilingue questo sumerogramma ha le glosse ba-li-lu-um (A; var. ba-li-lum, B), /pālil-um/ «colui che va avanti», e a-me-lum (D), /ʾāmir-um/ «guida» (Conti, MisEb 3, p. 184, con bibliografia). Nel presente contesto sembra indicare il più alto in rango. zi-ga: Per il significato «prelevare» in relazione a un atto di culto, in un testo di cancelleria, si veda ARET XVI 17 r. IV 2, e p. 115, comm. a (4). A-a-da-mu: Questa grafia (e la sua variante A-Da-mu) è interpretabile come un nome personale, /ʾAy-Damu/ «Dov’è-Damu?» (ARES III, p. 255 sg.). A-Da-mu è citato con altri due NP come lúkar Ḫa-zu-wa-anki (75.2333 v. XI 4-6, citato in Archi, QuSem 13 [1984], p. 246) ma il testo è stato datato dubitativamente a Yibrium 3 (Archi – Biga, JCS 55 [2003], p. 8) e sembra quindi troppo

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antico (c. 30 anni prima) per proporre l’dentità col nostro NP, tuttavia anche ḪI-da-ar, re mariota dell’ultimo periodo, era già attivo nello stesso documento. Wa-gú-zú: Nome personale, interpretabile come /Wakuṣ-u/. Come ipotesi di lavoro questa grafia può essere confrontata con quella di A-gú-zu / Sal-baki / maškim / ʾÀ-zi (ARET VIII 524 r. IV 1720), citato in un testo databile agli ultimi anni degli Archivi. Poiché ambedue le grafie sembrano comparire solo in due testi dello stesso periodo, esse potrebbero riferirsi alla stessa persona. La localizzazione di Sal-baki non è certa (Bonechi, RGTC 12/1, p. 287, con bibliografia). Se questa grafia può essere considerata una variante di Sal-ba-duki, potrebbe trattarsi di un centro da situare sull’Eufrate a monte di Mari (Milano – Rova, Gs Cagni, p. 725), coerente con la permanenza di Yibbiʾ-Ḏikir nel territorio mariota. Per quanto riguarda il significato del nome personale si confronterà il bab. akṣu, ekṣu, wakṣu «pericoloso, terribile». [á]-nu˺-[gi4]: Nella lista lesssicale bilingue questo sumerogramma ha la glossa na-ba-sa-ru12-um (A, B; D, in rottura), interpretabile come /napšar-um/ «liberazione», da *mapšar-. Poiché in eblaita la m- iniziale non passava a n- in presenza di una consonante labiale (Catagnoti, Grammatica, p. 123, n. 469), avremmo qui un termine tecnico di provenienza orientale (cf. stand. bab., n. ass. napšuru, napšaru «perdono»). naga-di: Questo sumerogramma ha la glossa ba-sa-lum (A2; B, senza glossa), per la cui interpretazione come /pašār-um/ «sciogliere» si veda ARET XVI, p. 114 sg. In accadico questo verbo ha, in contesti di esorcismo, il significato di «liberare (una persona), dissolvere (una maledizione, un peccato, etc.)» (CAD, P, p. 237 sgg.). (3) Poiché la lettera appare scritta dal ministro quando si trovava lontano da Ebla, probabilmente ancora in territorio mariota, gli Anziani cui si riferisce il paragrafo dovrebbero essere quelli della città dove il ministro risiedeva quando la lettera fu scritta. Il messaggero che viaggia da solo potrebbe essere egualmente una persona mariota. Si confronteranno più avanti, nel paragrafo (7), le disposizioni per i viaggiatori provenienti da Mari. I-ti: Nome personale interpretabile come Yiddin. Fra i diversi personaggi che hanno portato questo nome quello ricordato qui può essere identificato con I-ti (ARET XVI 17 v. I 4) che adempie funzioni cultuali secondo le disposizioni ricevute dal ministro. Nella stessa lettera di Yibbiʾ-Ḏikir al re ricorrono anche i termini nag[a-di] (r. III 3’) e [zi]-ga (r. IV 2). In ARET XVI 17 la località dove sarebbe avvenuto il culto era stata integrata come [Ar]-˹ga˺ki, supponendo una relazione con il culto di ʾÀ-da-bal. Tenendo presente quanto ora sappiamo sulla permanenza di Yibbiʾ-Ḏikir in territorio mariota dopo la vittoria, il toponimo può essere integrato come [Tir5]-˹ga˺ki. Alle funzioni cultuali dello stesso personaggio si riferisce anche una lettera del re (ARET XVI 7 v. III 15). wa-ʾà-tum: Grafia confrontabile con wa-tum (ARET XIII 5 v. I 14, e p. 65 (15), s.v.), /waḥd-um/ «persona singola». Poiché in r. VI 11 compare in relazione a disposizioni per l’approvvigionamento di viaggiatori è possibile che indicasse il messaggero che viaggia da solo, come più tardi wēdum a Mari amorrea (B. Lafont, CRRA XXXVIII/1991, Paris 1992, p. 171, n. 24). ne-na-sa-nu: Questa grafia può essere interpretata come una forma di presente di *nšʾ «sollevare; portare», [ninaššannu] per /ninaššiʾ-am-nu/ «noi porteremo via a me». Nel contesto questo significato, a prima vista strano, significa semplicemente «noi preleveremo dalla mia parte (del tuo invio)» in contrapposizione con quanto disposto nel paragrafo precedente («preleva nella città»). La prima persona plurale del verbo (come già osservato nel testo 4, v. VI 8, VII 6, e comm. a [23]) si riferisce nelle lettere del re e del ministro alla struttura organizzativa specifica, qui alla spedizione militare di Yibbiʾ-Ḏikir. (4) La descrizione dell’interrogazione oracolare delle viscere è parallela a quella del testo 9 (14)-(15). Il paragrafo si conclude con una proposizione subordinata, dove il verbo negato (nu nígéš-nu-éš, r. V 6) è parallelo a una negazione immediatamente precedente (nu ḫul, r. IV 13). Come ipotesi di lavoro si può proporre che la proposizione subordinata si riferisca a un segno osservabile nelle viscere, la cui assenza corrisponderebbe a un oracolo non sfavorevole.

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al6 é-tim: Questa grafia, interpretabile come /ʿal bayt-im/ «sopra il tempio», precisa che il rito dell’extispicio avveniva sulla terrazza del tempio. Si confronterà al6 / ùr / é / dku-ra «sulla terrazza del tempio di kura» (ARET I 15 r. VII 11-14), per la cui lettura e interpretazione si veda Bonechi, MisEb 2, p. 137. La parte superiore di un edificio è ricordata anche in una glossa della lista lessicale bilingue (LL ùr / za-ra ba-tim, [za-r]a ba-tum) per la cui interpretazione come /ṣaraḥ bayt-im/ si veda Conti, Lingue morte, p. 13. bad: Questa grafia può essere confrontata con al6-bad, cui equivalgono nei testi del culto regale forme di *krb «benedire»: ig-da-ra-ab (ARET XI 1 v. VIII 15) // al6-bad (2 v. VII 22); ti-ig-dara-ab (1 v. IX 5) // al6-bad (2 v. VIII 4). Il significato richiesto dal presente contesto, dedicare la vittima nel corso di un’interrogazione oracolare, è ben attestato in accadico (CAD, K, p. 198). a: Nella sequenza bad / a / ug7 questa grafia non può essere interpretata come /ʾaw/ «oppure». Neppure è pensabile una grafia per la preposizione /ʿal/ scritta sempre in questa lettera con il segno al6. Se non si tratta di un errore dello scriba, si dovrà pensare alla particella asseverativa /la/ «davvero». a: In r. IV 12 questa grafia rende la congiunzione disgiuntiva /ʾaw/ «o, oppure», impiegata in alcune lettere (ARET XVI 4 r. V 16, VI 1; 8 r. IV 7, V 1; 12 v. IV 3; in questo stesso volume anche nei testi 12 r. III 3; 14 r. I 3) invece della forma contratta seguita dalla particella enfatizzante, ù-ma /ʾūma/ (ù /ʾū/ si trova soltanto nel trattato di Abarsal, ARET XIII 5 r. VI 9, 10, v. VIII 7). wa: In r. IV 5 questa congiunzione può introdurre una proposizione subordinata; per la stessa funzione nei testi di cancelleria, si veda ARET XVI, p. 281, 6).] é / a-mu: Nell’interpretazione proposta qui, la «Casa-del-Padre» potrebbe essere la parte delle viscere indicata come é.gal «Palazzo» nei testi babilonesi di osservazioni oracolari (CAD, E, p. 60 sg.). níg-éš-nu-éš: Questo sumerogramma, che nei testi amministrativi veniva usato nel senso di «confezionare (un prodotto)» (Archi, SMS 5/2 [1993], p. 23, obv. I 2 e p. 37, s.v. níg-šè-nu-šè), significa nel testo 9 (v. IV 7) «fissare per iscritto (in una tavoletta)» (Fronzaroli, MisEb 4, p. 18, s.v.). Nel presente contesto può riferirsi a un segno osservato nelle viscere della vittima durante l’interrogazione oracolare. gi-a-du: Questa grafia, che nell’ipotesi proposta indicherebbe il segno osservabile sopra la Casa-del-Padre, può essere nterpretata come /kīy-at-um/ «bruciatura», dal sem. *kwy «bruciare». Questo vocabolo è conservato nella fonte più antica della lista lessicale bilingue come glossa di izisi-ga, gi-a-tum (D; var. ga-wa-tum, A, B, C); per l’interpretazione, si veda Conti, MisEb 3, p. 204. Questo segno, simile a una macchia di bruciatura, può essere confrontato con i segni che venivano osservati sopra le diverse parti delle viscere nei testi babilonesi (CAD, E, p. 348 c; U. p. 292 sg.) e in particolare con i caratteri che predicono morte, come l’oscurità e le macchie nere (Jeyes, CRRA XXVI/1979, Copenhagen 1980, p. 111 sg.). 3. Formula introduttiva della seconda lettera a Ṭubuḫ-Hadda (§ 5). 4. Disposizioni relative alla fornitura di razioni ai viaggiatori (§§ 6-7). Questa sezione contiene disposizioni relative all’approvvigionamento di viaggiatori marioti che fanno tappa a Ebla. Si confronteranno le disposizioni per il comandante di un castello, contenute nei paragrafi (25)-(27) e (29) del trattato di Abarsal (ARET XIII 5), e la descrizione degli approvvigionamenti che venivano consegnati ai mercanti di Ebla a Mari, nei paragrafi (2)-(4) di ARET XIII 15. (6) La lacuna di r. VI 9-v. I 3 non permette un’integrazione completa asssolutamente certa. Quella data qui, come ipotesi di lavoro, è proposta su base contestuale. In v. I 1 il segno p[a], visibile all’inizio della casella, suggerisce m[aškim](p[a.kaskal.du]) e quindi nel contesto m[aškim]-egi(4). In v. I 3 l’impiego di una casella propria per il pronome suffisso rende probabile l’integrazione

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[-su-nu], invece di [-sù]; si confronteranno i pronomi suffissi in casella propria in r. I 8, II 11. In v. I 4 l’integrazione ga-[da-m]a (possibile anche ga-[dam-m]a ma meno probabile) è congetturale. [1 na-se11] / wa-˹ʾà˺-t[um]: Si confronterà la stessa grafia in r. III 12-13. [ninda-gur4]: Si confronterà l’impiego di questo sumerogramma, in contesti analoghi, in ARET XIII 15 r. II 18, III 9, 12. ga-[da-m]a: Grafia interpretabile come /qātam-ma/ «egualmente». Per un’altra possibile attestazione di questo avverbio in un testo di cancelleria, si veda ARET XIII 14 v. I 6 e comm. a (40). al6-èn-tar: Per questo sumerogramma in altri testi di cancelleria e nella lista lessicale bilingue, si veda il testo 4 v. VII 14, e comm. a (25). (-)ne-a-ti: Pronome dell’accusativo della prima persona plurale, /(-)niāti/. Poiché nei testi eblaiti i pronomi suffissi plurisillabici sono scritti spesso in casella propria, non è possibile decidere, in base alla grafia, se il pronome debba essere considerato come un pronome indipendente o come un pronome suffisso (Fronzaroli, StEbl 3 [2017], p. 86). (7) Il ministro dispone il prezzo della farina da fornire ai viaggiatori. La farina di prima qualità deve essere venduta al prezzo di 1 siclo d’argento al kubār. Si confronterà il testo 4 (r. V 14-15), dove 1 siclo d’argento è il prezzo di 2 kubār di farina. L’integrazione [1 ˹še˺-[zíd] sag] in v. II 2 è suggerita dalle attestazioni simili in paleobabilonese e a Ebla, per le quali si veda sotto, s.v. si-in: Si noterà l’impiego di questa preposizione per indicare il prezzo. Il significato «fino (al valore di)» viene espresso di norma, anche nei testi di cancelleria dalla preposizione a-dè (Tonietti, Sistema preposizionale, p. 39 sg.). Nel testo 4 (r. V 14-15) per indicare il costo della farina non sono impiegate preposizioni. 1 ˹še˺-[zíd] sag: Il sumerogramma sag «di prima qualità» riferito a farina ricorda l’uso di zíd. sag in paleobabilonese (CAD, R, p. 289, s.v. rēšu, 7; T, p. 76, s.v. takkasû, 1). A Ebla si confronterà še-zíd-gu sag (ARET IX 9 r. I 2). L’unità di misura non precisata è certamente il kubār (gú-bar); si confrontera ARET VII 82 (r. II 1-2) dove 1 siclo d’argento equivale a 2 kubār di orzo. 5. Disposizioni relative alla distribuzione di razioni al personale della città (§§ 8-10). (8) In questo paragrafo compare due volte l’avverbio wa-ad (v. II 8, III 2) e la sua variante wa-da-ma (v. III 5). Anche qui, come nelle altre lettere di Yibbiʾ-Ḏikir, questo avverbio sembra sottolineare la cura che deve essere posta nel consegnare le razioni a ciascuno degli interessati. (9) In questo paragrafo che continua le disposizioni relative alle razioni del personale, ricorre due volte la formula a-zàr-da / ʾà-wa, interpretabile come /wasart-a(m) hawā(m)/ «secondo la pressione esistente», o anche «secondo la pressione mutante, secondo come cambia la pressione». Questa formula, poi ripresa anche nel paragrafo successivo, può significare che la distribuzione deve avvenire in relazione alle pressanti richieste della gente. Si confronteranno le lettere del re dove compaiono forme di *rbṯ per indicare la rivendicazione di beni venuti a mancare a un’unità amministrativa in seguito a disposizioni dell’autorità (ARET XVI, p. 260, s.v. ra-ba-ša-; anche, p. 224, s.v. dar-ba-šu «rivendicazione, ricorso»). Il verbo è confrontabile con l’a.ass. rabāšum (CAD, R, p. 13 sg.: «to substantiate a claim»; CDA, p. 293: «to raise objections, protest»?). La situazione che poteva crearsi per la mancata disponibilità di approvvigionamenti è descritta nel passo seguente: wa / da-ra-ba-šu / na-se11 na-se11 / ma-da a ma-da-ma / áš-du-nu «e la protesta della gente è sempre più grande presso di noi» (ARET XVI 2 v. V 5-9). 1 tur: Se tur non è una grafia abbreviata per dumu, da interpretare come un termine generico per indicare i dipendenti del re risiedenti a Ebla (cf. 4 v. III 2, e comm. a [18]), il sumerogramma, letto tur, dovrà essere interpretato come l’equivalente di un vocabolo semitico per «ragazzo, servo». In ARET XVI 26 (v. V 6) il contesto, relativo a un compenso per la nutrice alla

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quale viene affidato il figlio di una sacerdotessa, richiede la lettura tur «bambino». Non vi sono invece indizi che fossero previste razioni per i bambini piccoli. a-zàr-da: Questa grafia può essere interpretata come /wasart-a(m)/ «pressione (esercitata su una persona)», da *wsr «premere, fare pressione», attestato in ARET XVI 7 (ù-zu-ra-am6!(Ḫ al) [ʾusram] per /ʾusir-am/«io richiesi pressantemente», r. II 12). Il verbo può essere confrontato con acc. esēru «premere per un pagamento dovuto»; ug. wsr, ebr. ysr «istruire». ʾà-wa: Grafia interpretabile come un aggettivo verbale in accusativo, [hawā(m)] per /hawiya(m)/, dal sem. *hwy «essere, divenire». ugula uru ugula uru: Il significato del termine ugula uru(ki), viene suggerito da una registrazione di un testo amministrativo, secondo il quale cinque corredi di tessuti sono assegnati ai sovrintendenti di cinque villaggi che dipendono dalla Porta di Yiḏki-Parṣu (ugula-ugula / uruki-uruki / ká / Iš11-gibar-zú, MEE 7, 48 r. X 9-12), un personaggio probabilmente da identificare con il lugal ricordato altrove (Archi, VO 12 [2000], p. 44). Nei testi di cancelleria questo termine compare anche nel testo 14 (ugula uru, r. III 8), dove qualifica un nome personale, e in ARET XIII 14 (ugula uruki, r. XII 2’), dove si riferisce a un sovrintendente di Emar che interviene sulle modalità di pagamento dei diritti di pascolo. Nella lista lessicale bilingue ugula uru è glossato zu-ḫa-lu-um (A, var. zu-ḫa-lum, d) per la quale si veda Bonechi, QDLF 16, p. 85. igi-sig: Per l’impiego di questo sumerogramma (var. me-sig) e per il significato «attendente, custode» della glossa na-zi-bù(-um) (B, A2), si veda Fronzaroli, MisEb 4, p. 4, § 1.3, e p. 13 (4), s.v. Nel testo 9 (v. V 6) il sumerogramma è impiegato in funzione verbale. Nel presente contesto il sumerogramma sembra essere in relazione con il rapporto di subordinazione amministrativa dei villaggi rispetto alle Porte, forse da intendere come «(sotto la) sorveglianza delle Porte, a cura delle Porte». ká-ká: Per la struttura e la funzione delle Porte, si confronterà Archi, Fs Owen, p. 26 sg. (10) [ku4]-ra: L’impiego di ku4-ra «entrare», nel significato contestuale di «entrare alla presenza (di un dio, di una autorità)», è attestato in ARET XVI 26 (r. IV 5, v. II 5, e p. 158, comm. a [8]). ma-na: Grafia interpretabile come un complemento di relazione in accusativo, /mawn-a(m)/ «provviste». Si confronterà ma-na (ARET XVI, p. 252, s.v.), ma-na-a /mawn-nay(n)/ «le nostre (du.) provviste» (ARET XIII 9 v. VII 21; ARET XVI 10 v. IV 15), mu-nu /mūn/, st. costr. (ARET XVI 1 v. VI 3’, VII 6). ub-da-di: Nella lista lessicale bilingue questo sumerogramma ha le glosse du-uš-da-ì-zu-um (A), du-uš-da-ì-zu (C), du-uš-ti-ì-zu-um (c, i). Secondo Kienast (BaE, p. 252) il sumerogramma potrebbe essere confrontato con ub-da-gub (= i-na [šaḫāti] uzuzzu, MSL 13, 205, 136 (Izi), su collazione di Civil). La formula della lista mesopotamica è ben attestata in paleoassiro nel significato idiomatico «stare al fianco di qualcuno; prestare assistenza» (CAD, Š, I, p. 83, 2 a; AHw, p. 1129, 1 a). Per quanto riguarda le glosse eblaite, Kienast aveva pensato alla possibilità di una forma a prefisso š- derivata dallo stesso verbo uzuzzum attestato in accadico. Più semplicemente, se il verbo accadico risale a una radice di 2/w, come proposto da Huehnergard (Gs Jacobsen, p. 161 sgg.), esse possono essere interpretate come il nome d’azione della forma t/2 di *zwz «stare», /tuztaʾʾiz-um/ per *tuztawwizum, da confrontare con le forme assire dei verbi di 2/w. La vocalizzazione in -ti-, attestata nei due estratti c, i, potrebbe forse essere dovuta ad armonia vocalica. (11) Il testo di questo paragrafo, forse inserito qui in quanto dispone l’assegnazione di una pecora per il sacrificio, è parallelo alla parte iniziale del paragrafo (4). In particolare, bad / a / ug7 «dedicherai la vittima» (r. IV 6-8) suggerisce l’integrazione [bad] / 1 ˹gi˺-šum (v. V 9-10). Gàr-da-bí: Grafia difficilmente interpretabile. Come ipotesi di lavoro si può pensare a un nome personale [Qardabī] per /Qarid-ʾAbī/ «Mio Padre è valoroso»; da confrontare con alcuni derivati nei nomi personali eblaiti, si veda ARES III, p. 158, s.v. qrd. bad: Per il significato «dedicare (la vittima nel corso di un’interrogazione oracolare)», si veda il commento al paragrafo (4).

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1 ˹gi˺-šum: Grafia confrontabile con la glossa gu-šum /guwšum/ «uccisione mediante ferita da taglio» (= al6-gír-šum, A, C; var. gu-wu-šum B), che anticipa a.bab. Elam gu-šum, gu-ú-šum (Fronzaroli, MisEb 4, p. 14 sg.); la grafia fonetica si ritrova nel testo 9 (gú-šum, r. III 9). Nel presente testo il numerale che precede ˹gi˺-šum /gīšum/ suggerisce il significato «vittima (uccisa mediante ferita da taglio)». al6 é-tim: Per questa grafia, si veda il commento al paragrafo (4), s.v. 6. Richiamo della formula introduttiva (§ 12). 7. Richiesta di chiarimenti relativi all’approvvigionamento di due spedizioni (§ 13). Il ministro vuol sapere perché egli ha dovuto provvedere alla spedizione di ʿŪdī e Naghum mentre alla spedizione di Ruḥṣī-Malik ha provveduto direttamente Ṭubuḫ-Hadda a Ebla. Una lettera del re a Yibbiʾ-Ḏikir permette di conoscere le circostanze alle quali si riferisce la richiesta del ministro. Quando Naghum e ʿŪdī erano scesi verso Mari con un contingente di truppe scelte il re aveva ordinato insistentemente al ministro di fornire loro buone provviste (ARET XVI 5 r. II 2-III 1, V 6-v. III 5). Non sappiamo invece a quale spedizione di Ruḥṣī-Malik si riferisca il ministro, anche se è possibile che si tratti della partecipazione alla campagna contro Armi. Per quanto non sia certo che il testo 9 di questo stesso volume si riferisca alla campagna di Armi, si noterà che in quella lettera il ministro chiede a Ruḥṣī-Malik che cosa aveva disposto Ṭubuḫ-Hadda per la sua spedizione (9 v. I 4-II 2). (13) L’integrazione [ne-a-ti] nella lacuna di v. VI 11 è suggerita dal contesto. Si ricorderà che la prima persona plurale indica nelle lettere del re e del ministro la struttura organizzativa specifica, qui la spedizione di Yibbiʾ-Ḏikir. Ru12-zi-Ma-lik: Nome personale interpretabile come /Ruḥṣ-ī-Malik/ «Il re è il mio aiuto» (Bonechi, MARI 8 [1997], p. 505 sg.); per *rḥṣ «andare in aiuto», si veda Conti, MisEb 3, p. 155 sgg. Precedentemente, con lo stesso significato ma con diversa derivazione, questa grafia era stata interpretata come /Rūṣ-ī-Malik/ (Hecker, LdE, p. 167 e n. 16; Fronzaroli, SEb 5 [1982], p. 96 e n. 7; van Huyssteen, SEb 7 [1984], p. 227-230; Krebernik, PE, p. 84, s.v. EN-zu). Per questo personaggio, certamente da identificare con il figlio secondogenito del ministro, a cui è diretta la lettera del testo 9, si veda Fronzaroli, MisEb 4, p. 2 e n. 5. tak4: Il contesto del paragrafo richiede il significato «disporre, disposizione», sicuramente attestato nei testi di cancelleria (ARET XIII 12 r. III 10; ARET XVI 12 r. I 1). Come tale esso corrisponde a šu mu-tak4 nel significato «disporre (una decisione)», di cui può essere considerato un’abbreviazione. In altri contesti lo stesso sumerogramma ha il significato «resto» (ARET XI 3 v. IV 1; ARET XIII, p. 301, s.v., 1; ARET XVI, p. 271, s.v.), così corrispondendo a ka-tak4 delle liste lessicali, il cui equivalente semitico è indicato dalle glosse come /riḫtum/ (*rí-ḫa-du, D, rí-ḫa-tum, A2) e /ʾaḫīrum/ (a-ḫi-lum, g). [ne-a-ti]: Pronome indipendente del genitivo della prima persona plurale, /niāti/. Ù-ti: Per questo personaggio, figlio di Yibrium e fratello del ministro, e per l’interpretazione del suo nome, si veda ARET XVI, p. 50, s.v. ù-ma: Il contesto e la lettera del re di ARET XVI 5 richiedono la congiunzione coordinativa /ʾuma/ «e anche», da *wa-ma. La stessa grafia indica anche la congiunzione disgiuntiva /ʾūma/ «o, oppure», da *ʾaw-ma. Na-ga-um: Per una possibile identificazione di questo personaggio con un funzionario di alto livello e per l’interpretazione del nome, si veda ARET XVI, p. 49, s.v.

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8 (Tavv. VIII, XXIV)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in Du-bù-˹ḫu˺-˹ d˺ʾÀ-[d]a (2) 5. [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ II. 1. lú é ga-ma-tim 3. ì-na-sum si-in 5. ˹Íl˺-wi-luki šu mu-tak4 7. zíd-zíd A-rí-me (3) III. 1. ˹wa˺ du11-˹ga˺ 3. an-˹da˺ na-se11 na-se11 5. ì-giš ì-giš lú 7. šu mu-tak4 ì-ti 9. an-da-nu wa IV. 1. šu-du8 na-se11 na-se11 3. ap ì-giš

(4)

5. 7.

maškim lú àga-ús (anep.)

(5) v. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in Ki-Ti-ir (6) 5. udu-udu mete 7. áš-ti II. 1. kas4 lú 3. du-du wa 5. ì-na-sum udu-udu (7) 7. ap an-da 9. Al6 -la udu-˹udu˺ 11. ˹in˺ III. 1. ˹Ib˺-laki šu-du8 (anep.) IV. (anep.)a a

Quattro linee orizzontali dal bordo sinistro.

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda: (2) «Dà [l’olio] alla gente della Casa delle farine (che va) verso Ilwīyilu(m) per consegnare le farine di Arimi. (3) E tu ordina alla gente l’olio che era stato disposto per iscritto (quando) voi siete arrivati, e lo prenda in consegna la gente. (4) E anche l’olio per il delegato dei soldati». (5) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Gīl-Tīr: (6) «Quelle stesse pecore (che arrivano) con il corriere che viene, egli (le) dà (quelle) pecore. (7) E dunque tu prendi in consegna le pecore di Arra in Ebla».

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Commento Il recto della tavoletta contiene una lettera del ministro al figlio Ṭubuḫ-Hadda (r. I 1-IV 7) mentre il verso contiene una lettera del ministro al capo dei corrieri Gīl-Tīr (v. I 1-III 2). Nella lettera indirizzata al figlio il ministro dà disposizioni relative alla consegna di olio al personale di una carovana che va a Ilwīyilu(m); nella lettera al capo dei corrieri il ministro gli ordina di prendere in consegna le pecore che arriveranno a Ebla con la stessa carovana con la quale viaggia il latore della tavoletta. Il contesto delle due lettere mostra che il ministro era lontano da Ebla. La menzione di un delegato dei soldati (maškim / lú / àga-ús, r. IV 5-7), se si riferisse al contingente militare di Armi ricordato in altre lettere, potrebbe collocare la redazione delle due lettere in un momento successivo alla sconfitta di Armi, rendendo così probabile che il ministro si trovasse ancora in territorio mariota. Il parallelo con il testo 6, dove il ministro chiede al figlio che gli venga mandato olio alimentare e un unguento, suggerisce che Ṭubuḫ-Hadda si trovasse al Palazzo e che anche l’olio richiesto in questa lettera debba venire da Ebla. Il capo dei corrieri Gīl-Tīr si trovava a Ebla (v. II 11-III 1). Per quanto riguarda la grafia si noterà l’indicazione accurata di /l/ nel nome di luogo ˹Íl˺-wi-luki (r. II 5), /ʾIlwīy-ʾil-u(m)/ «Fortezza eccellente» di contro alle grafie con L-Reduktion impiegate anche in testi di cancelleria, per le quali si veda il commento al paragrafo (2), s.v.; a errore dello scriba o a resa di una pronuncia veloce andrà invece attribuita la grafia ga-ma-tim ( r. II 2) probabilmente da interpretare come [qamātim] per /qamḥ-āt-im/. Per quanto riguarda la lingua si noterà la sintassi abbastanza contorta dei paragrafi (2) e (6) che riflette probabilmente una redazione vicina al parlato. Negli stessi paragrafi si noterà anche l’omissione di un verbo, per la quale si veda il commento ivi. 1. Formula introduttiva della lettera a Ṭubuḫ-Hadda (§ 1). 2. Disposizioni relative alla consegna di olio al personale di una carovana (§§ 2-4). L’interpretazione di questa sezione è resa particolarmente difficile dalla sintassi molto libera, che pare riflettere le incertezze e i ripensamenti del parlato. Le disposizioni del ministro riguardano la consegna di olio al personale di una carovana che sta per iniziare un viaggio per il trasporto di farina. Poiché è verosimile che l’olio da inviare dovesse venire da Ebla, anche la Casa delle farine citata dal ministro (é ga-ma-tim, r. II 2) dovrebbe trovarsi a Ebla. Essa quindi non sembra potere essere identificata con il magazzino (ga-lu, ARET XVI 10 r. VII 6, v. II 11) dove si recano, secondo una lettera del re, le carovane a prendere la farina da portare in città. Se questa ipotesi è corretta, la stessa carovana che sarebbe partita da Ebla per andare a prendere le farine di Arimi, avrebbe dovuto portare verso l’Eufrate (si-in / ˹Íl˺-wi-luki, r. II 4-5) l’olio richiesto dal ministro. (2) L’integrazione della prima casella del paragrafo è suggerita dal contesto; per la ripetizione del sumerogramma si confronterà ì-giš ì-giš (r. III 4-5). L’interpretazione del paragrafo dipende dal significato del sumerogramma ì-na-sum; su base contestuale si può proporre che esso si riferisca all’olio (probabilmente un imperativo, «dà»). Si potrebbe anche pensare che (2)+(3) costituiscano un solo paragrafo: «Quanto all’olio da dare alla gente…, tu ordina l’olio che era stato disposto …». Se l’interpretazione proposta è corretta, si noterà la mancanza di un verbo riferito a na-[se11] na˹se11˺ davanti a ˹Íl˺-wi-luki, o per lo meno di un pronome determinativo-relativo («la gente ... che va a Ilwīyilu(m)»). é ga-ma-tim: Il contesto suggerisce che la grafia fonetica debba essere interpretata come una forma del sem. *qamḥ- «farina», probabilmente [qamātim] per /qamḥ-āt-im/. Poiché in eblaita /ḥ/ era conservata in tutte le posizioni, questa grafia andrà attribuita a errore dello scriba o a resa di una pronuncia veloce. L’impiego di una forma di plurale è parallelo al sumerogramma zíd-zíd (r. II 7). La lista lessicale bilingue conserva il verbo corrispondente: ga-ma-u9 (= mu11, D; varr. ga-

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ma-u9 -um = mu-é, i; ga-ma-um = mu-é, c), /qamāḥ-u(m)/ «macinare» (Conti, MisEb 3, p. 92, con bibliografia). ˹Íl˺-wi-luki: Per l’interpretazione del toponimo e per la sua localizzazione si veda il commento al testo 4 (18), s.v. Íl-wi-i-lumki. A-rí-me: Per la localizzazione di questo toponimo si veda il commento al testo 4 (22), s.v. A-rími. (3) Il ministro precisa che l’olio da inviare con la carovana era stato già richiesto per iscritto «quando voi (an-da-nu) siete arrivati». Il pronome plurale può riferirsi al re e a Ṭubuḫ-Hadda; forse in relazione al viaggio cui si allude nel testo 2 (ne-li-ig-ma, 2 r. II 2). La lettera precedente con la richiesta di olio dovrebbe essere quella del testo 6. šu mu-tak4: Per il significato «disporre per iscritto (in una tavoletta); disporre (una decisione)», si veda il commento al testo 4 (25). (4) L’olio richiesto nella lettera del testo 6 era destinato al ministro, e forse ai suoi collaboratori di alto rango. Una richiesta separata per il delegato dei soldati può essere dovuta o a una sua autonomia amministrativa o al fatto che queste truppe si trovassero lontano dalla località dove risiedeva il ministro. àga-ús: Per questo sumerogramma, che sembra avere indicato i soldati di mestiere, si veda il commento al testo 1 (2). 3. Formula introduttiva della lettera a Gīl-Tīr (§ 5). (5) Ki-Ti-ir: I testi amministrativi conservano numerose attestazioni di questa grafia (var. GiTi-ir). Uno dei personaggi che hanno portato questo nome sembra essere stato, insieme a Ḫa-ra-ì, il capo dei corrieri (kas4-kas4) che collegavano il Palazzo di Ebla con gli altri centri della Siria (Prosopography of Ebla, G, s.v. Gi-ti-ir/Ki-ti-ir, Oth [2], e commento ivi). Con questo funzionario è certamente da identificare il destinatario della lettera del ministro. La carovana con cui viaggia il corriere (kas4, v. II 1) accompagna un gregge di pecore che il capo dei corrieri dovrà prendere in consegna. Non è invece possibile stabilire se l’identico antroponimo citato in ARET XVI 4 (Ki-Tiir, r. VI 12) si riferisca allo stesso funzionario. Per l’interpretazione dell’antroponimo come /Gīl-Tīr/ «Esultanza del cortigiano», cf. Pagan, ARES III, p. 343 e p. 116, con bibliografia. 4. Disposizioni relative all’arrivo a Ebla di un gregge di pecore (§§ 6-7). (6) Anche in questo paragrafo, come nel paragrafo (2), lo scriba sembra avere sottinteso un verbo. Se, come è probabile, l’inciso lú du-du (v. II 2-3) si riferisce al corriere, si aspetterebbe una frase come «quelle stesse pecore che arrivano con il corriere che viene». Sarebbe anche possibile intendere «quelle stesse pecore che vengono insieme al corriere» ma è certamente più frequente che il pronome determinativo-relativo, qui indicato dal sumerogramma lú, si riferisca al vocabolo immediatamente precedente. mete(te+me): Questo sumerogramma è noto alla lista lessicale bilingue (te.me = ra-ma-nuum, B; varr. ra-ma-núm, d; a-a-mu-mu, C; s.gl., A; gl. in lac., g). La glossa di B e di uno degli estratti, confrontabile con l’acc. ramanum «stesso», è adeguata al nostro contesto dove lo scriba ha omesso di indicare il pronome suffisso, in corrispondenza di *ramanišu; per la seconda glossa, interpretabile come /ʾayyammu/, da confrontare con l’acc. ayyumma «qualcuno, qualcosa», si veda Sjöberg, Fs Renger, p. 539, s.v. Il sumerogramma mete nel significato «stesso» si trova anche nel testo 12 (r. II 8) e nel testo 21 (r. V 2). Per l’impiego del sumerogramma in alcuni testi amministrativi eblaiti, si veda Sjöberg, Fs Renger, p. 539, n. 39.

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ì-na-sum: Il sumerogramma non è in grado di precisare la persona del verbo semitico corrispondente («io (le) do», «egli (le) dà»?). Il contesto suggerisce che il verbo si riferisca in ambedue i casi al ministro. (7) La presenza del nome personale Al6 -la in questo paragrafo suggerisce di riconsiderarne le attestazioni nelle lettere edite in ARET XVI. Nei testi degli Archivi questa grafia (e le sue varianti, Al6 -ra, Ar-ra, A-ra) è attestata piuttosto raramente. È dunque possibile che quando si trova nelle lettere, essa sia riferita alla stessa persona. La grafia compare in una lettera del re al ministro in relazione all’invio di truppe in sostituzione (Al6 -la / tí-ni-˹da˺-am6 / ˹ne˺-si-˹in˺, ARET XVI 7 v. I 4). L’estrema concisione di questo breve testo ne rende difficile l’interpretazione. Si può supporre che il re intenda dire che per quanto riguarda le truppe in sostituzione l’amministrazione a Ebla è d’accordo con Arra. Il testo non precisa di quali truppe si tratti (uomini di Ebla, truppe scelte, truppe ausiliarie seminomadi, soldati di mestiere di Armi) né a quale servizio siano destinate (carovane, lavori ai canali, imprese militari o altro). La stessa grafia compare di nuovo in una lettera del re a Ṭubuḫ-Hadda. Il re lamenta che Ṭubuḫ-Hadda abbia dato disposizioni non buone a Arra circa il viaggio verso il Palazzo (ARET XVI 10 r. VI 13-VII 2). Poco più avanti, dopo avere dato disposizioni per le carovane delle famiglie di seminomadi che vanno a prendere la farina dal magazzino, il re precisa che Arra (questa volta scritto con la variante A-ra) deve essere indirizzato verso il Palazzo (ARET XVI 10 v. III 2-6). Dal contesto appare chiaro che Arra si trova insieme a una delle due carovane che sono andate a prendere la farina ed è quindi possibile che anche in ARET XVI 7 le truppe in sostituzione che vi sono ricordate fossero costituite da uomini delle famiglie di seminomadi. In questa lettera Arra potrebbe quindi essere il responsabie delle pecore che viaggiano con la carovana, probabilmente anche in questo caso composta da uomini delle famiglie. Meno probabile sembra che Arra sia il nome del corriere e che il corriere stesso sia il responsabile della carovana e dei beni che questa trasporta o accompagna. Al6 -la: Poiché nei testi epistolari eblaiti il nome dipendente, anche senza pronome determinativo, può precedere il nome a cui si riferisce (ARET XVI, p. 11), è possibile che qui Al6 -la debba essere considerato come dipendente da udu-udu («le pecore di Arra»). Per una proposta di interpretazione dell’antroponimo, si veda Bonechi, MARI 8 (1997), pp. 502-507.

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9 (Tavv. IX, XXV)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir 3. si-in Ru12 -zi-Ma-lik 5. nídba nídba II. 1. áš-ti wa 3. ḫul

(2)

(3)

(4)

wa 5. ní-ti alan x(kíd.alam) 7. -gaa igi-sig 9. alanx(kíd.alam) a 11. níg-te III. 1. na-se11b šu-du8 (5) 3. wa Ìr-am6 -Ma-lik 5. nídba-ma nídba

7. wa igi-gar 9. gú-šum ˹ug7˺ 11. áš-dag IV. 1. igi-gar

(6)

(7) wa 3, ní-ti an-da 5. áš-ti-ga nu du-da (8) 7. w[a] D[u]-b[í] 9. ˹wa˺ V. 1. Ìr-am6 -Ma-lik nídba 3. w[a] igi-[gar] 5. ḫ[ul] [ù-ma] 7. [igi-gar] [sa6]

(9)

(10) v. I. 1. [wa] [si-in] 3. [Ru12-zi]-M[a-lik] (11) an-n[a] 5. mi-nu-m[a] níg-kas4 7. ˹nu˺ ì-na-sum mi-na II. 1. š[eš]-m[u] níg-[éš-nu-éš] (12) 3. ap an-da 5. nu níg-kas4

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a Ruḥṣī-Malik: (2) «L’offerta è stata offerta presso di me (3) e (il presagio) è stato cattivo. (4) E io temo che il custode della statua davvero abbia trattenuto la tua statua per il desiderio della gente. (5) E (infatti) Yirʾam-Malik ha offerto l’offerta (6) e, (quando) ha osservato la vittima, ha osservato morte presso di te. (7) E io temo che tu non abbia fatto camminare (la statua) accanto a te. (8) E Ṭūbī e Yirʾam-Malik hanno fatto l’offerta (9) e hanno osservato (un presagio) cat[tivo o (un presagio) buono]». (10) [E (così dice) a Ruḥṣī]-M[alik]: (11) «Davvero non fu dato niente per la spedizione militare, che cosa aveva disposto (tuo) fratello? (12) Ma poi tu non hai fatto la spedizione militare.

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(13) Ba-ga 7. ʾà-ra-lu dingir ʾà-rí-ra-gú-nu 9. šeš-mu gú-wa-si (14) III. 1. wa igi-gar 3. nídba-nídba wa 5. du11-ga ḫul 7. ù-˹ma˺ du11-ga 9. sa6

(15)

(16) wa 11. maškim-e-gi IV. 1. si-rí

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(17) wa 3. ga-a inim-di 5. si-in dub 7. níg-éš-nu-éš (18) wa 9. níg-gú-du si-rí (19) 11. wa V. 1. si-in dʾA5-da-bal!(kul) 3. ér(igi:a) wa 5. alan x(kíd.alam) igi-sig 7. a dab6 -su-a-a a

Davanti a ga un segno cancellato. Davanti a na un segno cancellato.

b

(13) B., colui che versa per voi la libazione del dio, è (come) un fratello per te. (14) Ed egli osserverà le offerte (15) e dirà: (i presagi) sono cattivi oppure dirà (i presagi) sono buoni. (16) E tu invia i presagi! (17) E fissa in una tavoletta tutte le disposizioni! (18) E disponi secondo i presagi! (19) E (quando) fai la lamentazione a Hadda-Baʿl, abbi cura della statua davvero quanto alle mie offerte (du.) di carni cotte!».

Commento Il ministro, probabilmente lontano da Ebla, ha avuto dal divinatore Yirʾam-Malik un presagio di morte. Il testo non precisa a chi si riferisca il presagio ma più avanti è fatto esplicito riferimento a una spedizione militare che avrebbe dovuto essere condotta da Ruḥṣī-Malik. Il ministro teme che il presagio nefasto sia dovuto a una mancanza del figlio nei confronti di Hadda-Baʿl. Il ministro teme che la statua del dio sia stata trattenuta mentre avrebbe dovuto essere fatta camminare accanto al figlio. Queste indicazioni contenute nella lettera potrebbero avere due interpretazioni diverse. La statua doveva essere condotta in un rito di circumambulazione a Ebla o in un altro centro del culto del dio e il custode della statua non l’aveva fatta uscire forse preoccupato per una situazione di guerra. Alternativamente, la statua avrebbe dovuto marciare accanto a Ruḥṣī-Malik (áš-ti-ga, r. IV 5) alla testa delle truppe, come più tardi avveniva in età amorrea secondo i testi di Mari (Durand, Documents épistolaires, II, p. 286 sg.). In favore di questa seconda ipotesi si noterà che la statua del dio è indicata dal ministro nella lettera al figlio come «la tua statua» (alanx/-ga, r. II 6-7). Dopo un richiamo alla formula introduttiva, il ministro chiede chiarimenti circa le assegnazioni che erano state disposte da Ṭubuḫ-Hadda per la campagna militare che Ruḥṣī-Malik non aveva fatto. A questo stesso episodio possono ricondursi anche il riferimento alle assegnazioni disposte

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a Ebla per Ruḥṣī-Malik (7 v. VI 3-7) e l’ordine del ministro di non assegnare razioni per la gente di Ruḥṣī-Malik che le ha già ricevute (14 v. I 3-6). Infine, il ministro raccomanda al figlio, di far ripetere l’osservazione delle viscere al divinatore Baga, che sarà stato presente presso di lui. Ruḥṣī-Malik dovrà informare subito dell’esito il padre per iscritto. La lettera si conclude con la raccomandazione di fare una lamentazione e offerte di carni al dio. Se questa interpretazione è corretta, questi adempimenti cultuali, per quanto aggiunti alla fine della lettera, avrebbero dovuto probabilmente essere fatti prima della presa dei presagi, per placare il dio offeso. La richiesta di presagi prima di un’operazione militare è ricordata anche in una lettera con formula introduttiva in lacuna ma certamente diretta dal ministro a Ṭubuḫ-Hadda. Il ministro chiede chiarimenti in relazione alle assegnazioni disposte per una campagna militare nell’area di Dūru che non era stata fatta a causa dell’esito sfavorevole di un’interrogazione oracolare (17 r. II 1-III 7). In considerazione del fatto che le lettere edite in questo volume provengono tutte dallo stesso ambiente (L.2875) e si riferiscono agli ultimi anni prima della fine della città, è possibile che la campagna militare nell’area di Dūru sia la stessa alla quale si riferisce questa lettera (v. II 3-5). Secondo alcuni documenti amministrativi Ruḥṣī-Malik sembra avere guidato il contingente eblaita nella campagna contro Armi e, dopo vittoriose battaglie contro Irkutu e Manilum, avere risieduto in Armi (Archi, JCS 63 [2011], p. 199). Per quanto riguarda la grafia si noteranno la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale (r. IV 6, v. II 5) e la grafia insolita del segno an, come nei testi 1, 12 14, 16, 17, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato); l’uso di a per /la/ (ga-a, v. IV 3; dab6-su-a-a, v. V 8) e lu per /ru/ (v. II 7), proprio dei testi più recenti; l’impiego di a per rendere la preposizione /ʿal/ (r. II 10), anch’esso proprio dei testi di datazione tarda. Per quanto riguarda i sumerogrammi si noterà du-da (r. IV 6) fin qui non attestato altrove nei testi degli Archivi; inim-di (v. IV 4), di regola ripetuto per indicare il plurale. Per quanto riguarda la redazione del testo si noterà che lo scriba utilizza, secondo la norma, la congiunzione wa (v. V 4) per introdurre la proposizione principale dopo la proposizione subordinata. Insolito è invece l’impiego della forma breve del pronome di seconda persona singolare (áš-dag, r. III 11). Di questo testo è stata data un’edizione preliminare da Fronzaroli (MisEb 4 [1997], pp. 1-22), che ne ha dato anche un commento, una parte del quale è ripreso qui per l’utilità del lettore. Contributi e proposte di interpretazione sono stati dati da Archi (Fs Wilhelm, p. 45 sg.) e da Milano-Tonietti (Mangiare divinamente, p. 41 sg.). .

1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). (1) Ru12-zi-Ma-lik: Per questo personaggio, figlio secondogenito del ministro, e per l’interpretazione del suo nome, si veda il commento al testo 7 (13), s.v. 2. Disposizioni relative ad adempimenti cultuali (§§ 2-9). (2) nídba: Come nota Archi (Fs Wilhelm, p. 45 sg.) questo sumerogramma, che era stato tradotto «sacrificare; sacrificio» da Fronzaroli (MisEb 4 [1997], r. I 5 e passim), ha nei testi eblaiti lo stesso significato del sumerico e dell’acc. nindabû, «offrire; offerta». áš-ti: Grafia interpretabile come la forma contratta [waštē] della preposizione /waštay/, con pronome suffisso della prima persona singolare [waštī]. La grafia áš-ti «presso di me» alterna con áš-da-a, /waštayya/ (si veda, in particolare, lú áš-ti, testo 14 r. I 2 // lú áš-da-a, ARET XVI 12 r. IV 3). (3) Questo paragrafo può essere interpretato come riferito al risultato dell’extispicio, come conferma anche il contesto più esplicito del paragrafo (16). (4) ní-ti: La glossa ba-a-ḫu-um (A2) può essere interpretata come /palāḫ-um/ «temere» (così già J. Krecher, WO 18 [1987], p. 17). Lo stesso verbo semitico è usato in accadico come equivalente di

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ni-te (AHw, p. 812 sg.). Nel presente contesto il verbo ha il significato di «essere preoccupato». Per un possibile impiego del sumerogramma con il significato «sudditi», si veda ARET XVI, p. 259, s.v. alanx(kíd.alam): Nella «Sign-list» TM.75.G.1907+12680 il nome del segno kíd.alam è indicato come la-ʾà-núm (v. VI 16); ciò fa supporre che a Ebla il segno composto venisse considerato anche equivalente al semplice alan (Archi, Eblaitica 1 [1987], p. 95: alanx). Nella lista lessicale bilingue la glossa šè-tum (= kíd.alam, B; A2 senza glossa) può essere interpretata come /šēd-um/, equivalente di tradizione «accadica» dell’eblaita /šaʿd-um/ «spirito protettore» (ARET XI, p. 51 e p. 166, s.v. sa-du; cf. acc. šēdu). Nei due rituali regali questo vocabolo è riferito a due statuette dello spirito protettore del re e dello spirito protettore della regina; meno probabile sembra che le due statuette fossero immagini del re e della regina in funzione di ex-voto (come proposto da Archi, Funerary Rituals, p. 8 e n. 16). igi-sig: La lista lessicale bilingue offre per questo sumerogramma la glossa na-zi-bù(-um) (A, B), interpretabile come un participio 0/1 del verbo semitico *nṣb «stare eretto». Questo verbo è usato a Ebla specialmente con il significato di «stare in attesa, avere cura» (cf. ARET XI 1 v. IV 22, e p. 41, s.v. na-na-za-ab). L’impiego di igi-sig in alcuni contesti amministrativi del periodo finale del Palazzo G (ARET IX, p. 390, s.v. igi-si11: igi-sig / é en; igi-sig é / dku-ra, etc.) suggerisce che il participio abbia il valore di un nome di funzione, «attendente; custode». Questa interpretazione è coerente con la citazione del nome di professione lú igi-sig (scritto lú me.sig) nella lista ED Lú E 154. Per le grafie di nomi di professione sumerici che compaiono nelle fonti della lista lessicale bilingue senza lú premesso, si veda Bonechi, QDLF 16 (2006), p. 81 e 83. Per la grafia me.sig di questo nome di funzione nei testi amministrativi più antichi, si veda Fronzaroli, MisEb 4, p. 4, § 1.3. Sull’uso del sumerogramma, si veda ora Catagnoti, AsiAnA 1 (in stampa). a: Questa grafia può essere interpretata come la particella asseverativa /la/. La precedente interpretazione come la grafia variante per la preposizione /ʿal/ attestata in alcuni testi tardi (Fronzaroli, MisEb 4 [1997], p. 14), non può essere mantenuta perché questo scriba, caraterizzato dalle forme insolite dei segni du e an, rende sempre la preposizione con la grafia al6. níg-te: Questo sumerogramma è glossato soltanto in un estratto (= te-rí-iš-tum, f; anche A, B, C, p, s, senza glossa). La glossa può essere interpretata come un derivato di *ʾrš «desiderare»; la funzione del sillabogramma te resta da valutare. šu-du8: Nei testi letterari questo sumerogramma ha il suo significato originario, «prendere, trattenere» (Krebernik, QuSem 18 [1992], p. 140, s.v.: «to catch, hold»); lo stesso significato si ritrova nei testi narrativi e in quelli epistolari (come, per esempio, in ARET XVI 22 v. III 1-4). (5) Ìr-am6 -Ma-lik: Questo personaggio, sebbene qui non qualificato, è certamente da identificare con il lú máš «divinatore», ben attestato nei testi amministrativi (Archi, Fs Wilhelm, p. 46 e p. 48). Il nome è interpretabile come /Yirʾam-Malik/ «il re ha amato». (6) igi-gar: La glossa ba-la-um, /barāy-um/ «ispezionare» (A; var. ma-da-u9, D) corrisponde al termine tecnico attestato più tardi a Mari e in Mesopotamia per l’osservazione delle viscere (barû); per la lettura del sumerogramma come variante di igi-kár e per le difficoltà poste dalla glossa della fonte D, si veda Conti, MisEb 3, p. 86 sg. (con bibliografia). gú-šum: Questa grafia è confrontabile con l’a.bab. di Elam gūšum che si trova attestato in contesti relativi a sacrifici di pecore (AHw, p. 300; CAD, G, p. 144). L’esistenza di questo vocabolo a Ebla è confermata dalla glossa di al6-gír-šum (= gu-šum, A, C; var. gu-wu-šum, B), /guwš-um/ «uccisione mediante ferita da taglio; sgozzatura». Per la grafia del sumerogramma si veda Civil, BaE, p. 83; per l’interpretazione della glossa, Fronzaroli, SEb 7 (1984), p. 19 sg. In un testo elamita questa tecnica di macellazione è contrapposta a quella espressa dal verbo ḫatāpu (MDP 10, 6 r. 3), che forse indicava l’uccisione a colpi di mazza o bastone (cf. ug. ḥtp, Xella, RSF 6 [1978], p. 135). L’interpretazione di gu-(wu-)šum proposta da Pettinato (LdE, p. 251: sem. kwš, acc. kâšu) non si adatta al presente contesto; per le sue difficoltà formali si veda già Hecker, BaE, p. 214, n. 60. Le due grafie della glossa anticipano le due grafie paleobabilonesi, gu-šum, gu-ú-šum. L’uso del segno gu- (usato di norma a Ebla per rendere /qu/) caratterizza la glossa come un «accadogramma»; nel testo della nostra lettera la grafia è invece normalizzata secondo l’uso eblaita (gú-). La

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conservazione di questo termine tecnico della macellazione rituale nelle due aree periferiche, eblaita ed elamitica, sottolinea la sua arcaicità. Il vocabolo può forse essere ricondotto al verbo semitico continuato nell’acc. gêšu «squarciare». Nel presente contesto gú-šum sembra riferirsi alla vittima, con passaggio dall’astratto al concreto. Si veda anche, con lo stesso significato, 1 ˹gi˺-šum (testo 7 v. V 10). ˹ug7˺: Questa esplicita previsione di morte può essere confrontata con gli analoghi presagi della tradizione paleobabilonese (Jeyes, CRRA XXVI/1979, Copenhagen 1980, p. 108 sg.). áš-dag: Grafia interpretabile come la preposizione /waštay/ seguita dalla forma breve del pronome suffisso di seconda persona /-ka/. Si confronterà áš-da-ga con valore comitativo, per esempio nei seguenti contesti: níg-kas4 / kam4 -mu / šè / áš-da-ga «per la campagna militare delle famiglie che sono presso di te» (testo 3, r. II 6-9); bar6:kù / áš-da-ga «l’argento (è) presso di te» (ARET XVI 12 v. II 8-9). Per l’esistenza di forme brevi dei pronomi suffissi a Ebla, si confronti ‑(i)š (ARET XI, p. 154, s.v.). (7) du-da: Questa grafia può forse essere interpretata come equivalente a du-du-a (cf. Civil, JNES 23 [1964], p. 5, commento a l. 4, che propone che du-da equivalga a du-du-a suggerendo di tradurre du-da «(if my mother) is up» contrapposto a ku-ku-ba «(if she) is sleeping»). Per il significato causativo del sumerogramma du-du si vedano gli indici dei volumi ARET XIII e ARET XVI s.v. du e in questo stesso volume s.v. du. Il sumerogramma du-du-a è attestato a Ebla nella formula di datazione diš / mu / ug7 / du-du-a / Ar-miki (ARET X 2 = TM.75.G.410 v. IV 5-8), forse interpretabile come «anno in cui la morte camminò in Armi» (Archi, JCS 63 [2011], p. 26, non interpreta du.du.a: «year of the destruction ... of Armi»). Precedentemente il segno nella casella di v. IV 6 era stato letto be (MEE 1, p. XXXI e p. 22 [151]: «anno (in cui) Dagan andò (in processione) nelle città (del regno)»; cf. anche Archi, Fs Kupper, p. 197, n. 4: «L’année (où) (le dieu) be de Tuttul (fut amené) à Armi». (8) La revisione del testo al Museo di Idlib ha permesso di precisare meglio la lettura di r. IV 8 come D[u]-b[í]. Questa grafia può essere interpretata come il nome personale /ṭūb-ī/, ipocoristico del tipo onomastico /ṭūb-ī-ND/ «ND è il mio bene». Il contesto suggerisce che sia da identificare con il lú máš-máš «divinatore», attestato nei testi amministrativi (Archi, Fs Wilhelm, p. 48). (9) L’integrazione, proposta su analogia della sezione (16), è richiesta dal testo conservato in r. V 4-5. 3. Richiamo della formula introduttiva (§ 10). (10) L’integrazione è congetturale. Un identico richiamo della formula introduttiva compare diverse volte nelle lettere raccolte in questo stesso volume (wa / si-in / NP: 4 v. III 16-18, VII 7-9; 7 v. V 13-VI 2; si-in / NP: 12 r. I 1-2; 13 v. III 3-4; 17 r. IV 4-5; 20 r. IV’ 2’-3’). 4. Richiesta di chiarimenti relativi all’approvvigionamento di una spedizione (§§ 11-12). (11) L’integrazione níg-[éš-nu-éš] «fissare per iscritto (in una tavoletta)» (v. II 2) è congetturale; il sumerogramma si ritrova più avanti (dub / níg-éš-nu-éš, v. IV 6-7) in un contesto simile. Sarebbe anche possibile proporre níg-[gú-du] «destinare, disporre», senza un sostanziale cambiamento del significato contestuale. š[eš]-m[u]: Il ministro si riferisce qui a Ṭubuḫ-Hadda, il fratello maggiore di Ruḥṣī-Malik, che aveva importanti funzioni amministrative nel periodo finale degli Archivi. níg-[éš-nu-éš]: Nel presente contesto questo sumerogramma sembra avere il significato di «fissare per iscritto (in una tavoletta)». Il sumerogramma è impiegato anche nel testo 7 (r. V 6) con riferimento a un segno «scritto» nelle viscere della vittima, osservato durante un’interrogazione oracolare. Nei testi amministrativi il sumerogramma ha il significato di «confezione, confezionato» riferito a prodotti che vengono spediti (Archi, SMS 5/2 [1993], p. 23, obv. I 2, e p. 37, s.v. níg-šè-nušè). La lista lessicale bilingue interpreta invece il sumerogramma come un nome: su-mu-tum (A;

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var. níg-éš -nu-éš (ki) = [ḫ]u-da-mu, D; cf. giš-éš-nu-éš = su-ma-tum, D; var. ù-nu-nu, A, C). Tutte queste glosse possono essere ricondotte a vocaboli per «cavezza» o «briglia». In particolare suma-tum (var. su-mu-tum) è direttamente confrontabile con l’acc. šummannu (= saman) che indicava una corda, e in particolare una cavezza (Krebernik, ZA 73 [1983], p. 2; Conti, MisEb 3, p. 66 e p. 140). !

!

5. Nuove disposizioni relative ad adempimenti cultuali (§§ 13-19). (13) Ba-ga: Il personaggio, cui è riferito questo nome, forse una forma ipocoristica, non è identificabile. ʾà-ra-lu dingir: Questa casella è probabilmente interpretabile come /harār ʾil-i/ «la libazione del dio». Le grafie ʾà-ra-lu e ʾà-rí-ra- (nella casella seguente) ricordano la glossa ʾà-ra-tum (= é-pap, a; var. àr-ra-tum, b). Sia questa glossa sia l’acc. arūtu «tubo (d’argilla, attraverso il quale vengono fatte le libazioni al defunto)», con cui è stata confrontata (Civil, AuOr 5 [1987], p. 33; Pettinato, WGE, p. 312 sg.), erano rimasti fin qui senza etimologia (per l’interpretazione dell’acc. arūtu, cf. Fronzaroli, MisEb 4, p.16, n. 42). Le grafie eblaite possono essere derivate dal verbo *hrr, che in diverse lingue semitiche ha il significato di «scorrere; gocciolare» (DRS, p. 459, s.v. HRR, 5; cf. anche p. 451, s.v. HRHR 1). L’acc. arūtu potrebbe derivare dallo stesso verbo, per semplificazione della geminata in *harr-ūt- oppure a partire da una variante *hrw/y. L’acc. arūru «sbocco di canale», attestato marginalmente nel I millennio a.C. potrebbe essere di provenienza occidentale. Per quanto riguarda il significato dei vocaboli eblaiti avremmo dunque /harr-at-um/ «tubo (d’argilla, attraverso il quale vengono fatte le libazioni al defunto)», /harār-um/ «libazione», /hārir-um/ «il gocciolante; colui che versa (la libazione)». Per quanto riguarda la glossa sa-ʾà-bù (= é-pap, A2; var. [s]a*-u9 -[b]ù*-um, D), si veda Fronzaroli, MisEb 4, p. 17, n. 43. ʾà-rí-ra-gú-nu: Grafia interpretabile come /hārir-kunu/ «colui che versa per voi». gú-wa-si: Forma del dativo del pronome personale indipendente della seconda persona, /kuwaši(m)/ (Fronzaroli, SEb 5 [1982], p. 95). (15) ù-˹ma˺: Particella disgiuntiva, «oppure» (Fronzaroli, SEb 7 [1984], p. 10. s.v.). (16) I presagi cui fanno riferimento questo paragrafo e i successivi sono relativi alla campagna militare di Ruḥṣī-Malik (v. II 3-5), come nota anche Archi (Fs Wilhelm, p. 41). Milano-Tonietti (Mangiare divinamente, p. 41) suggeriscono invece che questo paragrafo e i successivi facciano riferimento ai presagi relativi all’uscita della statua per un rito di circumambulazione. maškim-e-gi: Questo sumerogramma (var. maškim-e-gi4), quando è impiegato con valore verbale, ha il significato di «inviare» (Fronzaroli, MARI 5 [1987], p. 269). Per altre attestazioni nelle lettere della cancelleria eblaita, si veda, oltre ai testi 13 (r. IV 6) e 17 (r. III 1, 4, v. III 1) in questo stesso volume, ARET XIII, p. 282, s.v.; ARET XVI, p. 253, s.v. si-rí: Questa grafia secondo quanto propone Tonietti (Fs Milano, p. 91 sg.) può essere ricondotta al sem. *šiʾr- «carne» (acc. šīru, ug. šir, ebr. šəʾēr), che a parire dal paleobabilonese può indicare la parte delle viscere esaminata nella divinazione e anche il segno ominoso «scritto» nelle viscere stesse (CAD, Š, III, p. 121). Nel presente contesto la grafia può essere interpretata come una forma di genitivo-accusativo plurale /šiʾr-ī/ «i presagi». La stessa grafia si ritrova per il genitivo plurale in ARET XVI 27 v. III 4. (17) ga-a: Il contesto suggerisce per questa grafia una forma di stato costrutto dell’accusativo di *kal- «totalità». Si noterà l’uso di a per /la/ (L-Reduktion), parallela all’impiego di lu per /ru/ (v. II 7). inim-di: Si noterà la grafia di questo sumerogramma, che nelle lettere della cancelleria eblaita è di regola ripetuto per indicare il plurale (p. es., ARET XVI, p. 241, s.v.).

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níg-éš-nu-éš: Per questo sumerogramma, probabilmente usato anche in v. II 2, si veda il commento al paragrafo (11), s.v. (18) níg-gú-du: Per il significato «destinare, disporre» di questo sumerogramma, si veda il commento al testo 4 (20). (19) dʾA5-da-bal!(kul): La grafia dni-da-kul rende nei testi più recenti il nome divino dni-dabal; il segno kul in sostituzione di bal è una grafia semplificata che si ritrova anche nei toponimi (ARES II, p. 19, n. 13 [con bibliografia]). L’interpretazione Hadda-baʿl della grafia del nome divino è stata proposta come ipotesi di lavoro da Fronzaroli (MARI 8 [1997], p. 288 sg.); per alcune obiezioni, v. Archi (Ebla and Its Archives, p. 620). L’uso del segno bal per rendere /baʿl/ può provenire da una tradizione scribale diversa da quella eblaita che impiegava invece per questo vocabolo il segno bad (grafia abbreviata di bax(bad)-al6, per la quale si veda Archi, ARET I, p. 311; il valore baʾ di bad è riconosciuto in Soden – Röllig, Syllabar, p. 5*). ér(igi:a): Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma è considerato equivalente al sem. *bky «piangere» (= ba-ga-um, VE 717 D), Krebernik, ZA 73 (1983), p. 27; in relazione a una lamentazione funebre, si veda ARET I 11 v. IX 17. igi-sig: La proposta di intendere «E colloca la statua (di Hadda-baʿl) davanti alla mia offerta di carni!» (Milano – Tonietti, Mangiare divinamente, p. 42) è difficilmente condivisibile. Nei testi degli Archivi igi-sig indica un nome di funzione mentre il verbo eblaita che vi corrisponde nella lista lessicale bilingue è impiegato con il valore di «stare in attesa; avere cura» (si veda sopra il commento al paragrafo (4), s.v.). a: Per questa grafia, interpretabile come la particella asseverativa /la/, si veda il commento al paragrafo (4), s.v. dab6 -su-a-a: Come già proposto (Fronzaroli, MisEb 4 [1997], p. 12 e commento a p. 19), questa grafia può essere interpretata come una forma di *tabšūlum «offerta di carni cotte», dal sem. *bšl «essere cotto». La grafia indica una desinenza del genitivo-accusativo duale seguita dal suffisso pronominale -ya, /tabšūlay-ya/. Per il significato contestuale, si confronteranno asa. bs1l «offrire un sacrificio», asa. mbs1l «luogo dove si cuoce, altare»; ar. bed. sir. busla «dono» (DRS, p. 89, s.v.). I testi amministrativi documentano consegne di «carne» (uzu) quasi esclusivamente in occasione della processione di Hadda-Baʿl a Luban (Archi, Fs de Meyer, pp. 323-325).

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10 (Tavv. X, XXVI)

(1) r. I. 1. en-ma [I]-bí-Zi-kir 3. si-ina [Du-bù]-ḫ[u-dʾÀ-da] (2) 5. nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ruki] na-[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] II. 1. gi4 si-in 3. Ib-laki (3) ap 5. i-ti ù-ga-na-ma 7. [a]l6-tuš [ka]m4-[mu] (c. 4 cas. in lac.) (4) III. 1. wa maškim-e-gi4-kum 3. inim-di inim-di na-se11 na-se11 5. sa6 (5) wa 7. gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki 9. al6 IV. (c. 7 cas. in lac.) [...

(6) ...] 1’. a[l6] du-[du] 3’. i[r11]-i[r11] [… v. (c. 3 col. in lac.) (7) …] I’. 1. d[u-ga]-lu[(-sù)] 1 gí[gir] [… (resto della col. in lac.) (8) …] II’. 1. níg-gú-du (9) wa 3. ir11-[ir11] níg-kaskal níg-kaskal 5. inb Ma-ríki [… (resto della col. in lac.) III’ (anep. nella parte conservata) IV’ 1. a b

(10) ˹ábba˺-ábba ì-zu (anep. nella parte conservata)

Il segno in in grafia corsiva. Grafia corsiva.

(1) Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir a [Ṭubuḫ-Hadda]: (2) «Il re non ha inviato nessuno in città per fare tornare le famiglie di Armi a Ebla. (3) E quindi io assegnerò cereali per fare abitare le famiglie [di Armi …]. (4) E io ti invierò buone disposizioni per la gente. (5) E i granai dei paesi su […]. (6) [...] sul viaggio dei servi. (7) […] … 1 car[ro …] (8) […] ho disposto. (9) E quanto ai servi le dotazioni di viaggio nella regione di Mari […]». (10) «Informa gli Anziani!»

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Commento Di questa tavoletta sono conservate quattro colonne sul lato sinistro del recto e le corrispondenti quattro colonne nel verso. Il nome del destinatario della lettera, quasi interamente in lacuna, è identificabile dalle tracce rimaste e dallo spazio disponibile come Ṭubuḫ-Hadda. Nella parte conservata del recto il ministro informa che non avendo ricevuto disposizioni circa il ritorno delle famiglie di Armi a Ebla, provvederà l’orzo necessario per il periodo in cui dovranno risiedere presso di lui. Annuncia anche buone notizie, forse relative alle carovane dirette a Ebla ma la lacuna non permette di verificare questa ipotesi. Nel verso solo due delle colonne parzialmente conservate contenevano testo. La penultima colonna è anepigrafa nella parte conservata; l’ultima colonna è interpretabile come l’ordine di informare gli Anziani. Per un’interpretazione preliminare del paragrafo (3), superata dalle accresciute conoscenze, si veda Fronzaroli, Subartu IV/2 (1998), p. 108. 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). (1) L’integrazione nella lacuna di r. I 4 è suggerita dallo spazio disponibile. 2. Provvedimenti presi per l’approvvigionamento delle famiglie di Armi che rimangono nella regione di Mari occupata dal ministro (§§ 2-3). (2) u[ruki]: La città cui si riferisce il ministro è probabilmente quella in cui risiedeva quando fu scritta la lettera. Il verbo eblaita corispondente a maški[m]-e-g[i4] (r. I 5) sarebbe quindi costruito con il doppio accusativo. Più difficilmente, per quanto possibile nella sintassi dei testi di cancelleria, si potrebbe intendere «non ha inviato un funzionario della città (Ebla)». (3) i-ti: Nel presente contesto questa grafia può essere interpretata come /ḥiṭṭ-ī/, da *ḥiṭṭ-um «cereali; orzo», per le cui attestazioni nei testi di cancelleria si veda il commento al testo 4 (23), s.v. ù-ga-na-ma: Grafia interpretabile come una forma di presente 0/2 con suffisso del ventivo e particella enfatizzante, /ʾukān-am-ma/, da *kwn «stare». Il contesto richiede che la forma 0/2 abbia qui il significato di «assegnare», attestato più tardi in paleobabilonese. 3. Invio di buone disposizioni (§ 4). 4. Testo non integrabile (§§ 5-9). Le ampie lacune lungo la rottura della tavoletta e la perdita delle colonne contenute nel suo lato destro non permettono alcuna ipotesi certa sul testo mancante. La divisione in paragrafi è proposta solo come ipotesi di lavoro. L’integrazione d[u-ga]-lu[(-sù)] (v. I’ 1) è congetturale. Nei frammenti conservati del verso è possibile che il ministro comunicasse le disposizioni prese circa l’invio di carovane di servi verso Ebla (v. II’ 1), le cui provviste di viaggio sarebbero state fornite dal ministro stesso nella regione di Mari (v. II’ 2-6). (5) gi-lu-ma: Grafia interpretabile come [kǝrūma] per /karū-ma/ «luogo di stoccaggio dei cereali, silos, granaio», per la quale si veda il commento al testo 5 (2), s.v. (7) d[u-ga]-lu[(-sù)]: Se l’integrazione è corretta, questa grafia può essere interpretata come «affidamento, nomina», si veda il commento a 14 (7).

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5. Ordine di informare gli Anziani (§ 10). L’ordine del ministro di informare gli Anziani del contenuto della lettera ricorda il testo 5, dove gli Anziani sono citati, insieme al re, come destinatari nella formula introduttiva. (10) ì-zu: Nel presente contesto l’equivalente semitico del sumerogramma potrebbe essere una forma di causativo di *wdʿ «conoscere», da confrontare con ù-sa-ti-am6 (ARET XIII 19 r. III 7; anche, lu-sa-ti-am6, r. III 11); per la costruzione con l’accusativo, si veda ARET XIII 19 r. III 1113. Nella lista lessicale bilingue questo sumerogramma è registrato solo nella fonte B, che non ne fornisce la glossa.

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11 (Tavv. XI, XXVII)

(1) r. I. 1. en-ma I-bí-Zi-kir

(5) wa 5. du-du ˹x˺-gi-ka 7. dumu-nita En-ga-um II. 1. si-in Na-gàr ki 3. ˹gi4˺ dumu-nita 5. Si-ti-La-˹ù˺ Kak-m[i-umki] 7. é ir11 9. šu-˹du8˺ a

(2) 3. [n ma-na] šu+ša [bar6:kù] dumu-nita [dumu]?-˹nita˺? 5. En-ga-um A-ru12 -luki II. 1. šuku (3) wa 3. ˹še˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ 5. ˹dumu˺-˹nita˺ dumu-nita En-ga-um 7. A-ru12 -luki

a Quattro linee orizzontali sul bordo sinistro della tavoletta

(4) v. I. 1. wa šu ba4-ti-ma 3. še (1) (2) (3) (4) (5)

Così (dice) Yibbiʾ-Ḏikir: «[n mine] 20 (sicli) [d’argento] (sono) l’assegnazione per i figli di Yingahum di Aruru. E io ho dato l’orzo ai figli di Yingahum di Aruru. Ed essi hanno ricevuto l’orzo. E io ho fatto andare NP, il figlio di Yingahum, a Nagar a far tornare il figlio di Šitī-Raʿu di Kakmium trattenuto presso la casa dei servi».

Commento L’assenza di pronomi personali e di forme verbali in grafia fonetica rende difficile decidere se il testo contenga ordini da eseguire oppure la comunicazione di quanto già attuato dal ministro. Il fatto che la lettera sia priva di indicazione del destinatario favorisce la seconda interpretazione. Nella prima parte della lettera il ministro comunica di avere consegnato l’orzo spettante ai figli (o forse ai dipendenti) di Yingahum di Aruru e ne precisa il controvalore, purtroppo in una casella quasi interamente perduta. La seconda parte, di difficile lettura per il cattivo stato di conservazione della tavoletta, potrebbe riferirsi all’invio di uno dei figli (o dei dipendenti?) di Yingahum a Nagar per far rilasciare una persona che vi era trattenuta. 1. Formula introduttiva della lettera (§ 1). 2. Assegnazione di orzo ai figli di Yingahum (§§ 2-4). (2) L’unico segno conservato in r. I 3 (šu+ša «20 sicli») assicura che in questa casella era indicata la somma di argento da assegnare. La lacuna non è integrabile né è possibile offrire ipotesi

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di lavoro poiché dal testo non risulta né il numero delle persone destinatarie dell’assegnazione né a quanto tempo questa avrebbe dovuto provvedere. Nonostante che per altri testi sia stato escluso che le razioni (še-ba) di argento assegnate a funzionari potessero essere il controvalore di cereali (Milano, ARET IX, p. 307), nel presente contesto, dove è impiegato il sumerogramma šuku «assegnazione di cibo», ciò sembra probabile. šu+ša: Questa grafia che rendeva a Ebla il sumerico šušana «un terzo (di mina)» è stata riconosciuta da Krecher (BaE, p. 149), che ha anche interpretato la glossa eblaita ì-si-lu (D; var. ì-sa-lu, A), /ʿišrū/ «venti». En-ga-um: Nome personale interpretabile come /Yingah-um/, ipocoristico del tipo onomastico /Yingah-ND/ «ND risplendé»; confrontabile con A-ga-um (14 r. III 3). Alla stessa radice può riportarsi anche il nome personale Na-ga-um (ARET XVI, p. 49 [3], s.v.). Il nome En-ga-um (varr. En-ga-u4, En-ga-u9) è stato portato da diversi personaggi ricordati nei testi amministrativi ma non vi sono elementi sufficienti per identificare quello citato in questa lettera. A-ru12-luki: Toponimo ricordato nei testi amministrativi (varr. A-lu-luki, A-lu-ru12ki; A-lu-ur ki), riferibile a due centri da situare nella regione di Ebla (ARES II, p. 115; RGTC 12/1, p. 57 sg.). I due centri, distinti da an-ki «di sotto» e an-šè «di sopra», compaiono anche nei testi che registrano le assegnazioni alimentari degli ultimi anni degli Archivi (Milano, ARET IX, p. 193 sg.). 3. Invio di un figlio di Yingahum a Nagar (§ 5). (5) Lo stato di conservazione della tavoletta non consente una lettura sicura di v. I 6 e v. II 3. In v. III 9 è forse possibile integrare šu-˹du8˺. L’interpretazione di questo paragrafo è proposta solo come ipotesi di lavoro. ˹x˺-gi-ka: Il contesto sembra richiedere qui un nome personale. Il primo segno non è integrabile; ka può avere i valori fonetici zú, bu14. Si-ti-La-ù: Nome personale, non attestato altrove, interpretabile come /Šitī-Raʿu(m)/ «Bevi, amico!». Per le attestazioni del primo elemento del nome, che compare in diversi composti fra cui Si-ti-Da-mu, Si-ti-Li-im, si veda ARES III, p. 178 e p. 364; per il secondo elemento, Krebernik, PE, p. 6, s.v. la-ù; Pagan, ARES III, p. 231. Kak-m[i-umki]: Importante regno siriano collocabile a ovest dell’Eufrate, a nord dell’area eblaita verso l’attuale frontiera siro-turca (Bonechi, RGTC 12/1, p. 144 sg; Milano – Rova, Gs Cagni, p. 729 sg.; di recente Archi, Orientalia 85 (2016), p. 14, n. 12; Bonechi, Syria Suppl. IV (2016), p. 81). é / ir11: Nel testo 7 i due sumerogrammi indicano un edificio dove risiedevano i servi: na-se11 nase11 / al6-tuš / é / ir11 «la gente che risiede nella casa dei servi» (7 v. III 15-IV 1). Lo stesso significato è adeguato al presente contesto. Precedentemente é / ir11 era stato interpretato come «la casa del funzionario-ir11» (ARET XVI 22 v. V 15-16); si veda anche níg-du8 / ir11 / Ma-ríki «riscatto di un servo di Mari» (ARET XVI 22 v. I 4-6), precedentemente interpretato come «riscatto (versato a) un funzionario-ir11 di Mari». šu-˹du8˺: Per l’impiego di questo sumerogramma con riferimento a persone trattenute in schiavitù, si veda: géme ir11 / šu-du8 «la serva (o) il servo catturati» (ARET XIII 5 v. X 2-3; anche, ARET III 882 II 1’-6’); in generale, sul riscatto dei prigionieri, Catagnoti, Fs Matthiae, I, pp. 45-63.

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12 (Tavv. XII, XXVIII)

(1) r. I. 1. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (2) 3. su-ma ninda 5. ba-su-ga wa 7. še-mar-tukux dam-dam II. 1. lú I-bí-Zi-kir wa 3. gurušda zíd 5. dam-dam ḫi-mu-túm (3) 7. ap ninda mete 9. ninda III. 1. dam-dam al6-tuš 3. a du-du 5. wa kú 7. áš-da-ga v. I. 1. gar (anep.)

(4) 3. en-ma A-bu 5. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (5) II. 1. igi-du8 wa 3. Da-na-núm lu-ma 5. igi-du8! (6) en-ma 7. Šè-ma-dku-ra si-in 9. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (7) III. 1. igi-du8 wa 3. Da-na-núm lu-ma 5. igi-du8 wa 7. Ti-ḫir-Ma-lik lu-ma igi-du8

(1) (Così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (2) «Se il pane è scarso e le donne di Yibbiʾ-Ḏikir hanno fame, l’ingrassatore dovrà consegnare la farina (per l’ingrasso delle pecore) alle donne. (3) E poi lo stesso pane poni come pane per le donne che risiedono o vengono a mangiare presso di te». (4) Così (dice) Abu a Ṭubuḫ-Hadda: (5) «Quando consegni (le provviste), possa tu consegna(le) (anche) a Danānum». (6) Così (dice) Š. a Ṭubuḫ-Hadda: (7) «Quando consegni (le provviste), possa tu consegna(le) (anche) a Danānum e a Taḫir-Malik».

Commento La tavoletta contiene tre brevi lettere indirizzate a Ṭubuḫ-Hadda. La prima lettera, priva del nome del mittente, è probabilmente da attribuire al ministro, che si preoccupa per l’approvvigionamento delle sue donne. Se le donne di Yibbiʾ-Ḏikir sono rimaste senza farina, si dovrà consegnare loro la farina assegnata per le pecore che vengono ingrassate. E lo stesso si dovrà fare per le donne che risiedono presso Ṭubuḫ-Hadda o che fanno capo a lui per il cibo. A questa lettera seguono due brevi messaggi di funzionari da ritenere al seguito del mittente della prima lettera, relativi alla consegna (di provviste, probabilmente ancora di farina) a due sorelle di Yibbiʾ-Ḏikir. Il testo è caratterizzato dalla presenza di sumerogrammi non attestati altrove nei testi di cancelleria (gurušda, r. II 3) o molto rari (mete, r. II 8; še-mar-tukux, r. I 7).

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Per quanto riguarda la grafia si noteranno la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, come nei testi 1, 9, 14, 16, 17, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato); la resa della consonante finale in basu-ga /pašuq/ (r. I 5) e la grafia Ti-ḫir-Ma-lik (v. III 7), che può riflettere la pronuncia veloce della lingua parlata del nome personale Da-ḫir-Ma-lik. Per quanto riguarda la lingua si noterà l’impiego della congiunzione disgiuntiva a /ʾaw/ (r. III 3), invece dalla forma contratta ù-ma; il precativo reso dalla particella lu-ma scritta in casella propria davanti a un sumerogramma interpretabile come una forma di preterito (v. II 4, III 4); l’uso dell’ipocoristico Da-na-núm /Dan(n)-ān-um/ (v. II 3, III 3) formato con il suffisso del diminutivo, per il nome Da-na-lugal (var. Da-na-sar). I due messaggi contenuti nel verso della tavoletta erano stati interpretati da Pettinato in una pubblicazione di carattere divulgativo come «un avvertimento delicato e quasi amichevole, se non si conoscesse la carica ricoperta da Dubuhu-Ada, per cui il contenuto diventa altamente politico» (Ebla. Un impero inciso nell’argilla, Milano 1979, p. 98 e, per la traduzione dei due testi, p. 99 e p. 120; anche in Ebla. Nuovi orizzonti della storia, Milano 1986, p. 401: «Apri gli occhi e guardati, ti prego, da Danalum»). La lettera contenuta nel recto della tavoletta e l’identificazione dei nomi personali suggeriscono un’interpretazione più coerente con il corpus dei testi conservati nella sala d’archivio L.2875. 1. Formula introduttiva della prima lettera (§ 1). 2. Assegnazione di farina alle donne di Yibbiʾ-Ḏikir (§§ 2-3). (2) ba-su-ga: Grafia interpretabile come /pašuq/ «esso è scarso», una forma di stativo da *pšq «essere stretto, difficile», attestato anche altrove nei testi di cancelleria (ARET XIII 9 r. X 10; 16 r. III 9 // 17 r. III 7; ARET XVI 3 r. III 13; 4 r. VIII 5, v. I 3). Qui, come in poche altre attestazioni, la consonante finale dello stativo è indicata da un segno -Ca. Per i diversi modi di rendere una sillaba chiusa, si veda Catagnoti, Grammatica, p. 9 sg.; per la resa nella terza persona maschile singolare dello stativo, Catagnoti, Grammatica, p. 123 sg. e n. 477. še-mar-tukux: Nei testi di cancelleria questo sumerogramma è attestato solo qui e nel testo 14 (r. I 8). Nella lista lessicale bilingue è conservato in un estratto (= ʾa5-ma-zu-um, e); un secondo estratto ha la grafia še-mar-in-nu-tuku, seguita dalla stessa glossa e dalla resa sillabica del sumerogramma (= a-ma-zu-um su-mar-in-nab-dutuku, f); infine due fonti della lista lessicale bilingue hanno la grafia še-mar-in-nu-tukux (= a-b[a?- ], A2; s.gl., B). La glossa eblaita dei due estratti è stata interpretata da Krecher (BaE, p. 141) come corrispondente all’acc. emēṣum «avere fame»; per l’interpretazione della grafia sillabica sumerica, si veda Civil, BaE, p. 78, 3.3; di recente, anche Bonechi, QDLF 17 (2007), p. 200, 203. La glossa di A2 potrebbe essere stata una forma da ricondurre a un verbo eblaita corrispondente all’acc. barûm «essere affamato». gurušda: Questo sumerogramma (LAK 535) era ben noto agli scribi eblaiti come nome di professione, sia dalla ED lu E List dove è attestato in quattro fonti (MEE 3, 6-11, p. 39, l. 93) sia dalla ED Names and Profession List dove è impiegato tre volte (MEE 3, 43 r. III 1, v. II’ 9’, v. III’ 7’). Esso è conservato anche in tre fonti della lista lessicale bilingue (= ma-sa-du-um, A; ma-a-suum, B; *ma-sa-[du-um], C), dove le due glosse eblaite non sono state fin qui identificate (Sjöberg, Fs Renger, p. 539, s.v.). Nella tradizione lessicale accadica il sumerogramma era considerato equivalente a mārû «ingrassatore (di ovini e di volatili)» (CAD, M, I, p. 316). Questo significato è adeguato al contesto; le glosse potrebbero anche riferirsi a una diversa lettura del segno ku7. (3) ninda mete(te+me): Per il sumerogramma mete nel significato «stesso», attestato anche in 8 v. I 6 e in 21 r. V 2, si veda il commento a 8 (6), s.v. a: Per la forma etimologica della congiunzione disgiuntiva, /ʾaw/, si veda il commento al testo 7 (4).

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3. Formula introduttiva della seconda lettera (§ 4). (4) A-bu: Nome personale (var. A-bù) probabilmente interpretabile come un ipocoristico del tipo onomastico /ʾAbu-ND/. Il funzionario che ha dettato questa breve lettera potrebbe essere lo stesso che compare al sesto posto in due liste parallele di maškim di Yibbiʾ-Ḏikir (A-bù, ARET I 5 v. V 11; VIII 531 v. VIII 32). Lo stesso nome compare in una lista di consegne occasionali di argento, dove sembra attestato anche il nome del mittente della terza lettera: 15 ma-na bar6:kù / A-bu (TM.75.G.1711 = MEE 7, 30 r. IV 2-3), 10 ma-na bar6:kù / Šè-ma-dku-ra (30 r. IV 6-7). Nella stessa lista compare anche il nome di Ki-Ti-ir, per il quale si veda il testo 8 v. I 4 e comm. a (5). 4. Invito a consegnare provviste a Danānum (§ 5). (5) wa: In v. II 2, come più avanti in v. III 2, la congiunzione introduce la proposizione principale dopo la proposizione circostanziale (Fronzaroli, Amurru 1 [1996], p. 131, 2.1). igi-du8: Per il significato «consegnare; consegna» che questo sumerogramma sembra avere nei testi di cancelleria, si veda il commento al testo 3 (2), s.v. Per l’impiego senza complemento dell’oggetto (v. II 1, III 1), si confronterà il testo 3 («ho consegnato (le provviste)», r. I 6). lu-ma: Si noterà l’impiego della particella precativa, seguita dalla particella enfatizzante ‑ma, scritta in casella propria e anteposta al verbo. Da-na-núm: La grafia Da-na-lum compare anche nella terza lettera insieme a quella di una figlia di Yibriyum e sorella di Yibbiʾ-Ḏikir. È quindi probabile che questa grafia indichi un nome femminile riferibile a una donna della famiglia del ministro. Come ipotesi di lavoro essa può essere interpretata come un ipocoristico costruito con il suffisso -ān- di valore diminutivo, /Dan(n)-ānum/, da ricondurre al nome della figlia di Yibriyum, Da-na-lugal (ARET I 3 v. VI 12; var. Dana-sar, Archi, Fs Black, p. 5). Nei testi degli Archivi questo nome non è attestato per nessun’altra persona. 5. Formula introduttiva della terza lettera (§ 6). (6) Šè-ma-dku-ra: Nome personale di difficile interpretazione, anche per l’incertezza degli scribi nel rendere la prima sillaba (Fronzaroli, ARES I, p. 11, § 3.3.3; Krebernik, PE, p. 106, s.v. si-ma; Pagan, ARES III, p. 197, s.v.). Nei testi amministrativi Šè-ma-dku-ra è citato per primo nelle liste parallele dei maškim di Yibbiʾ-Ḏikir (ARET IV I r. II 6; varr. Zi-ma-dku-ra, ARET VIII 531 v. VIII 27; Šu-ma-dku-ra, ARET I 5 v. V 6). Lo stesso personaggio, qualificato come sovrintendente dei beni di Yibbiʾ-Ḏikir (Šè-ma-dku-ra / ugula zax / I-bí-Zi-kir, ARET VII 109 r. I 3-II 1) riceve un bicchiere (zi-bar) di 5 sicli d’argento per la cerimonia dell’offerta dell’olio che sancì la pace con Mari; lo stesso dipendente del ministro compare in un rendiconto mensile di consegne di tessuti (Si-ma-dku-ra / maškim / I-bí-Zi-kir, TM.75.G.2277 r. X 1-3, anche r. XII 5-9, citato in Archi – Biga, JCS 55 [2003], p. 18 sg.). È possibile ma non certo che anche il personaggio che compare in una lista di consegne d’argento nella grafia Šè-ma-dku-ra (per il quale si veda sopra il commento al paragrafo [4]), sia lo stesso maškim del ministro. 6. Invito a consegnare provviste a Danānum e a Taḫir-Malik (§ 7). (7) Ti-ḫir-Ma-lik: Grafia variante di Da-ḫir-Ma-lik, nome di una figlia del ministro Yibriyum, quindi sorella di Yibbiʾ-Ḏikir, della quale sono ricordate le nozze in un testo amministrativo (ARET I 11 v. III 12-IV 6; per altre attestazioni, ARES I, p. 242). Non è certo che la grafia Da-ḫiir-Ma-lik (ARET III 91 III 2-3) si riferisca alla stessa persona. Questo nome, interpretabile come /Taḫir-Malik/ «Il Re ha scelto» (Pagan, ARES III, p. 130 sg., con bibliografia), nei testi degli Archivi è portato anche da una ne-di (Ti-ḫir-Ma-lik, ARET XII 490 v. V’ 4’-5’).

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13 (Tavv. XIII, XXIX)

r. I. 1. 3.

(1)

a du11-ga [á]-˹daḫ˺ da-mu da-mu

(2) 5. wa íl 7. zíd ba-[šè-am6] 9. s[a6] si-in II. 1. guruš-guruš gál-tak4 3. wa ti-la-ba-šu 5. guruš-guruš ˹tak4˺ 7. nu sa6 (3) zé 9. -gú-nu gál-tak4 11. a III. 1. mu-du giš ba-tukux 3. kam4-mu wa 5 šu-du8 kaskal (4) 7. wa a 9. gál-˹tak4˺ bí-ša-ma 11. Sal-mi-na

IV. 1. wa kam4-mu-sù 3. ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne (5) wa 5. ar-ḫi-iš maškim-e-gi4 7. Ù-ša kam4 -mu 9. šu mu-nígin V. 1. […]-tum (6) wa 3. gi4 wa 5. bu15 (-)ne-a-ti 7. wa kéš-da v. I. 1. (-)˹ne˺-[a-ti] (7) (resto della col. in lac.) II. 1. ga-nu-˹si˺-[(x)] (lac. di c. 5 cas.) 1’. [ ] [ ] (8) 3’. w[a] kin5-ak 5’. sa6 III. 1. zé (spazio anepigrafo) (9) 3. si-ina Du-bù-ḫu-dʾÀ-da

(1) «Per quanto riguarda le acque ho ordinato che venga in aiuto la gente del clan. (2) E portino la farina buona disponibile per gli uomini che aprono (le acque), perché gli uomini avanzano ricorso per la disposizione non buona. (3) (Quando), secondo il vostro desiderio, le famiglie hanno ascoltato (l’ordine) di venire ad aprire le acque, si sono messe in viaggio. (4) E hanno aperto le acque secondo la disponibilità Šarmina e le sue famiglie per il nostro canale. (5) E rapidamente ho inviato Uṯaʿ a far tornare indietro le famiglie […]. (6) E quando sono tornate, hanno mietuto (l’orzo) per noi e hanno legato (i covoni) per n[oi]. (7) […] (8) E ho fatto cose buone secondo il (vostro) desiderio». (9) (Così dice) a Ṭubuḫ-Hadda:

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(10) IV. 1. tar bar6:kùb Ì-lum-bal 3. ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum 5. wa du-du 7. áš-da-su-ma (canc. dallo scriba)

(anep.) V. (anep.)c Il segno in in grafia corsiva. Il segno kug in grafia corsiva. c Tre cunei obliqui sul bordo sinistro. a

b

(10) «Dà 30 sicli d’argento a Ilum-bal e Apul-Il, e vadano presso di lui!».

Commento La tavoletta contiene una lettera, forse rivolta al re, alla quale lo scriba ha aggiunto un breve messaggio per Ṭubuḫ-Hadda. In ambedue i casi il mittente potrebbe essere Yibbiʾ-Ḏikir. Si confronterà il testo 4 che contiene nel recto della tavoletta una lettera del ministro al re, alla quale seguono nel verso istruzioni dello stesso ministro a Ṭubuḫ-Hadda. Il documento potrebbe essere stato scritto dallo stesso scriba del testo 4, dove compare due volte la formula zé- / gú-nu «secondo il vostro desiderio» (r. VI 3-4, v. I 16-II 1) usata anche qui nella prima lettera (r. II 8-9). La mancanza di forme verbali in grafia fonetica rende difficile stabilire se gli avvenimenti descritti debbano essere intesi come eventi riferiti o come disposizioni da attuare. L’interpretazione proposta è suggerita dall’ipotesi che la lettera sia inviata dal ministro al re. In questa ipotesi potrebbe trattarsi di una risposta a un’ordine precedente del re relativo ai lavori dei canali, da confrontare con i paragrafi (3)-(7) del testo 1. Come nel testo 1, questi lavori dovrebbero riferirsi all’area mariota occupata dagli eblaiti agli ordini del ministro. Per quanto riguarda la lingua si noterà l’impiego del pretisso ti- per la terza persona plurale (tila-ba-šu, r. II 4), non comune nei testi di attestazione tarda. Per un’interpretazione preliminare dei paragrafi (1) e (3)-(5), Fronzaroli, Subartu IV/2 (1998), p. 111 e p. 108 sg. 1. Il ministro ha ordinato che venga in aiuto la gente del clan e porti buona farina per gli uomini impegnati nei lavori dei canali (§ 1-2). (1) [á]-˹daḫ˺: L’integrazione è suggerita dal contesto. Lo stesso sumerogramma è riferito alla gente del clan nel testo 18 r. V 3-9. da-mu da-mu: Come risulta dai testi 13 (1), 16 (3), 18 (9) la grafia logografica da-mu da-mu designa personale distaccato su richiesta dell’amministrazione eblaita da un’organizzazione sociale articolata in «famiglie», kam4 -mu (Fronzaroli, Subartu IV, 2 [1998], p. 111 sg.). La ripetizione del logogramma semitico può indicare «la gente del da-mu», in analogia con la ripetizione dei nomi di luogo che è stata interpretata come equivalente a una forma di plurale di un aggettivo di appartenenza (Edzard, ARET II, p. 66; Gelb, LdE, p. 18; Krecher, ARES I, p. 180 sg.; di recente, Archi, JCS 63 [2011], p. 28 sg.). Questo significato è confermato dalla grafia Da-muki, che in ARET XIII 11 sembra indicare un’entità politica (Da-muki, v. V 13; na-se11 na-se11 / Da-muki, v. VII 2, 10). Priva del determinativo posposto, la grafia da-mu compare anche nel testo 15 (v. II 6), dove la lacuna che segue non permette di precisare il significato contestuale. Questo gruppo tribale articolato in famiglie può essere convenzionalmente designato come «clan». Quando non dipende direttamente dal Palazzo di Ebla è riferito nei testi alla città (da-mu da-mu / ʾÀ-du, 16 r. III 4-5), o alla confederazione tribale (Ib-al6ki, ARET XIII 11 v. VI 11-VII 2), dalla quale dipende. Gli scribi di Ebla conoscevano anche l’equivalente mariota di questo vocabolo (li-im, che compare anche

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in alcuni nomi personali eblaiti) ma non lo usavano con riferimento all’organizzazione sociale dei seminomadi dipendenti da Ebla. Nei testi degli Archivi li-im compare soltanto in ARET XIII 1 (li-im li-im, v. IV 14), un testo redatto a Mari e copiato da uno scriba eblaita come modello ortografico, e forse anche in parte stilistico. (2) La mancanza di farina o forse l’assegnazione di farina non buona ha suscitato le proteste degli uomini addetti ai lavori dei canali. Il ministro ordina che venga portata la farina buona disponibile. L’integrazione ba-[šè-am6] in r. I 8 è suggerita dal contesto. ba-[šè-am6]: Grafia interpretabile come /bāṯiy-am/, confrontabile con l’acc. bašium, bāšûm «disponibile, rimanente». gál-tak4: Questo sumerogramma può essere considerato una variante di giš-gál-tak4 conservato in due fonti della lista lessicale bilingue (= ba-da-um, B, A2). La glossa è interpretabile come /patāḥum/ «aprire». Nella stessa lista è registrato anche gál-tak4 (B, A2, s.g.). La lettura di giš-gáltak4 e l’interpretazione della glossa risalgono a Krecher (BaE, p. 142); precedentemente la variante eblaita del segno tak4 era stata letta «dúb» (in MEE 4, p. 231, 1240’: ik-túb; 1241’: giš-ik-túb). Per altre attestazioni di gál-tak4 nei testi di cancelleria, si vedano il testo 20 (r. II’ 2’), ARET XVI 14 (r. II’ 1’), e anche ARET XIII 15 (gál-tak4!(la), v. VI 19, 21). wa: La congiunzione introduce qui una proposizione subordinata. Si confronterà ARET XVI 1 r. VI 19 e p. 16 comm. a (17); per altre attestazioni, ibidem, p. 281, s.v. wa, 6. ti-la-ba-šu: Grafia interpretabile come una forma di presente /tirabbaṯū/ «essi presentano ricorso». Cf. dar-ba-šu / na-se11 na-se11 «il ricorso della gente» (ARET XVI 11 v. V 7-8). Si noterà il prefisso ti-, non comune nei testi di attestazione tarda (cf. Catagnoti, Grammatica, p. 127). tak4: Se il sumerogramma ha in questo contesto il significato di «disposizione», avremmo qui una formula equivalente a inim-di inim-di-ma / nu sa6 «disposizioni non buone» (ARET XVI 10 r. VII 1-2). Il significato «disposizione; disporre» di tak4, è documentato nel testo 7 v. VI 5, 9, 12 e in ARET XIII 12 r. III 10; ARET XVI 12 r. I 2; si veda anche il commento a 7 (13), s.v. 2. Gli ausiliari seminomadi hanno ricevuto l’ordine e sono venuti a lavorare ai canali (§ 3-4). (3) Il ministro sottolinea la prontezza con la quale le famiglie, appena udito l’ordine, si sono messe in viaggio. Si confronteranno le raccomandazioni del ministro contenute nei paragrafi (20)(21) del testo 4: Ṭubuḫ-Hadda deve scrivere al padre («fa udire!», v. IV 13) che la gente ha udito le disposizioni e uno per uno hanno acconsentito agli inviati. zé- / gú-nu: La stessa formula «secondo il vostro desiderio» si trova anche nel testo 4 (r. VI 3-4, v. I 16-II 1), dove il pronome suffisso del plurale si riferisce, come qui, a una struttura amministrativa specifica (il Palazzo di Ebla). Si confronterà l’impiego della prima persona plurale (Fronzaroli, Fs Mayer, p. 134). šu-du8 / kaskal: Nei testi di cancelleria, come nei testi amministrativi, il sumerogramma šu-du8 è usato con il significato «prendere possesso; prendere in consegna» (ARET XIII, p. 299, s.v.; ARET XVI, p. 269, s.v.; anche in questo stesso volume, testo 8 r. IV 1, v. III 2). La formula idiomatica šu-du8 / kaskal ha qui il significato «prendere la strada, iniziare un viaggio», confrontabile con il paleoaccadico ḫa-ra-nam a-ḫu-z[a-a]m «io ho iniziato il viaggio» (OAIC 53: 8-9). (4) bí-ša-ma: Grafia interpretabile come /bīṯ-am-ma/ «disponibilità», un nome attestato anche nel testo 3 (v. II 2, VI 7). Sal-mi-na: Nome personale che non sembra attestato altrove. Il nome potrebbe essere identificato con šarminum «cipresso» (šar-mi-na, ARET XI 1 r. VIII 2 // giš-šu-me, 2 r. IX 15; cf. LL giš-šume = šè-rí-mi-nu, A; ša-mi-nu, D). Nei testi eblaiti i nomi personali derivati da nomi di piante sono attestati sia come nomi femminili sia come nomi maschili. Si vedano, per esempio, il nome femminile Ar-za-du (ARES I, p. 250, s.v.), da confrontare con il nome della conifera ar-za-tum (= giš-nun-sal, D), /ʾarzatum/, e il nome maschile Bu-du-du (ARET III 508 r. I 2), da confrontare

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con bu-du-du (= giš-eš22, D), /buṭumtu(m)/ «terebinto». Alternativamente si potrebbe ricordare il sargonico Sar-me-ni (MAD 3, p. 179), di interpretazione dubbia. Il secondo elemento era stato interpretato da Gelb come menyum «amore»; nomi personali terminanti in –me-na sono attestati nel periodo di Ur III. ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne: La grafia ˹ḫu˺-lu-˹du˺- può essere interpretata come [ḫurūtne(n)] per /ḫirūtnay(n)/ confrontabile con i vocaboli babilonesi ḫirūtum «lavoro di scavo» e ḫirītum «fosso, canale». Poiché talora gli scribi impiegano grafie fonetiche come logogrammi semitici, la grafia potrebbe anche essere interpretata come un plurale. Si noterà la vocalizzazione della prima sillaba dovuta ad armonia vocalica e la forma contratta del pronome suffisso di prima persona duale. 3. Il ministro ha fatto tornare le famiglie per i lavori di mietitura (§ 5-6). (5) Ù-ša: Nome personale interpretabile come /ʾUṯaʿ/ da *wuṯaʿ «aiuto», da confrontare con *yṯʿ «aiutare» impiegato nell’onomastica semitica nordoccidentale (Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 109, s.v.). Questo nome è un ipocoristico del tipo onomastico Ù-ša-ND, attestato in Ù-ša-Il (ARET III 12 IV 4), Ù-ša-lu (ARET I 13 r. XIII 10), Ù-ša-ni (ARET XII 405 I’ 1’). Un personaggio di questo nome è ricordato come messaggero (kas4) di Du-luki che riceve tessuti in A-ma-duki in un testo amministrativo dell’ultimo periodo (ARET VIII 532 v. VI 2). (6) L’integrazione di v. I 1 è congetturale. bu15(pad): Per l’impiego di questo sumerogramma con riferimento alla mietitura, si veda il testo 4 (r. III 10, e comm. al paragrafo 5, s.v.). (-)ne-a-ti: Pronome dell’accusativo della prima persona plurale, /(-)niāti/, per il quale si veda il commento al testo 7 (6). L’impiego di un pronome dell’accusativo in dipendenza da bu15 e da kéš-da indica che i verbi semitici equivalenti ai due sumerogrammi erano costruiti con il doppio accusativo. In ambedue i contesti lo scriba ha lasciato sottinteso il secondo accusativo («orzo» e «covoni»). kéš-da: Nella lista lessicale bilingue questo sumerogramma può essere confrontato con al6kešda (= gi-zi-lu-um, A, B; var. gi-zi-lum a-ti wa-ba-lum, e). La glossa dell’estratto precisa uno dei significati possibili di /kiṣrum/ «legame», come «fascio per trasportare». 4. Testo non integrabile (§ 7). 5. Raccomandazione conclusiva (§ 8). (8) La lunga lacuna che precede non consente un’interpretazione certa delle parole con cui terminava la lettera. L’interpretazione proposta è data come ipotesi di lavoro. kin5-ak: Per l’impiego di questo sumerogramma sia in funzione nominale sia in funzione verbale, si veda anche il testo 4 v. II 7-10. zé: Questa grafia può essere una forma abbreviata per la formula zé-gú-nu «secondo il vostro desiderio», usata anche nel paragrafo (3). 6. Formula introduttiva (§ 9). 7. Disposizioni per un viaggio (§ 10). Ì-lum-bal: Un viaggio di Ilum-bal è ricordato anche in una lettera del re, probabilmente diretta a Ṭubuḫ-Hadda (ARET XVI 11 r. VI 7, v. I 5, III 8). Lo stesso nome compare nei testi amministrativi riferito a diversi personaggi, senza che sia possibile identificare quello attestato nelle lettere né stabilirne la funzione. Mentre per il nome divino dʾÀ-da-bal resta possibile l’interpretazione proposta da Fronzaroli, per la quale si veda sopra il commento al testo 9 (19),

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di una grafia proveniente da un altro sistema grafico, per quanto riguarda i nomi personali eblaiti conteneti l’elemento bal, non essedondosi finora trovati riscontri prosopografici con gli elementi bad o ba-al6, sarà invece preferibile un confronto con i nomi attestati in paleoaccadico tra i quali compare anche bala-ì-lum. Per alcune interpretazioni precendenti del nome, si veda ARET XVI 11, p. 90, comm. a (7), s.v. ʾA5-bù-ul-ni: Nome personale interpretabile come /ʾApul-ʾIl/ «Ascolta, o dio!», da *ʾpl «ascoltare». Nei testi amministrativi questo nome è riferito a diversi personaggi fra cui un danzatore ne-di. Precedentemente questa grafia era stata interpretata come contenente una forma di preterito (Gelb, LdE, p. 27: Ì-pù-ul-ni /Jiʾpulni/ «He has answered me»; dubitativamente, anche Krebernik, PE, p. 102: NI-bù-ul cf. i-bù-ul?; Pagan, ARES III, p. 328: ì?(NI)-bù-ul- yiʾpul-). Poiché a Ebla il prefisso /yi-/ è sempre scritto i-, è preferibile leggere qui la forma dell’imperativo (per i nomi personali costruiti con un imperativo seguito da un nome divino, si veda Fronzaroli, ARES I, p. 10, § 3.3.3). áš-da-su-ma: La grafia può essere interpretata sia come terminante con il suffisso del singolare seguito dalla particella enfatizzante /-šu-ma/ sia come terminante con il suffisso del duale /-šumay(n)/. Nel primo caso Ṭubuḫ-Hadda dovrebbe fornire ai due funzionari che devono raggiungere il ministro l’argento per il viaggio. Alternativamente sarebbe Ṭubuḫ-Hadda a dovere andare dai due funzionari, ciò che sembra meno probabile. L’alternanza nello stesso documento della grafia logografica -sù (qui in r. IV 2) con la grafia fonetica -su è attestata anche altrove (ARET XIII 1; ARET XVI 12 e 24).

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14 (Tavv. XIV, XXX)

(1) r. I. 1. guruš-guruš lú áš-ti 3. a ir11-ir11 5. du11-ga še-ba (2) 7. ir11-ir11 še-mar-tukux 9. lú zé sa6 II. 1. lú še-ba ì-na-sum 3. wa è 5. ti-la wa 7. udu al6-tuš

(3)

(4) 9. ap lú nu an-˹gál˺ 11. ˹udu˺ ˹du˺-[ga] III. 1. wa 1 dumu-nita 3. A-ga-um wa-si-ru12 5. wa a 7. ʾÀ-da-ša

(5)

ugula uru 9. Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba v. I. 1. [na-s]e11 ḫi-mu-túm 3. a-u9 -ne nu a-záḫ 5. al6 Ru12 -zi-Ma-lik (6) 7. 1 dumu-nita II. 1. zé du11-ga 3. a-mu šu-du8 (7) 5. su-ma du-ga-lu-su-ma 7. wa wa-si-lu-zu 9. a gi-ni-ma 11. lú maškim-e-gi4 III. 1. du-ga udu-ma 3. wa du-du 5. ap a 7. du-ga-lu wa 9. šu-du8 (anep.)

(8)

(1) (2) (3) (4) (5)

Per gli uomini che (sono) con me o per i servi ordina le razioni! Per i servi che hanno fame, secondo la (mia) richiesta, cose buone delle razioni dà! E fai uscire le pecore da vita e le pecore per (il consumo de)gli abitanti (della città)! E poi, quanto alle pecore non disponibili, tu verificherai che il figlio di Yaggahum sia obbediente. E (quando) davvero a Ḥadaṯ, il sovrintendente, a Kūn-Daban (e) a Ḫaba egli consegnerà (le razioni) per la gente, non dovrà sostituire quelle che non mancano a carico di Ruḥṣī-Malik. (6) Secondo la (mia) richiesta, ordinerai che il figlio per il padre (le) prenda in consegna. (7) Se per la sua posizione e la sua obbedienza egli è davvero affidabile come inviato, tu stabilirai le pecore e (lo) farai andare. (8) E dunque, (se) davvero (vi è) affidamento, egli (le) prenderà in consegna.

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Commento Gli argomenti trattati e le abitudini scribali rendono verosimile che anche questa lettera, priva di formula introduttiva, sia stata dettata dal ministro per il figlio Ṭubuḫ-Hadda. La lettera è divisa in due parti dalla congiunzione ap di r. II 9. Nella prima parte il ministro dispone che vengano assegnate le razioni per il personale che si trova presso di lui, anche ricorrendo agli animali da allevamento insieme a quelli destinati al consumo. Nella seconda parte il ministro ordina al figlio di verificare con cura l’adeguatezza dell’inviato che dovrà andare a consegnare le pecore con le quali andranno sostituite quelle mancanti. La lettera conferma, come è reso evidente anche da quelle precedenti, una difficile situazione alimentare. I servi, come le donne di Yibbiʾ-Ḏikir nel testo 12 (r. I 7-II 1), hanno fame. Per provvedere sarà necessario ricorrere agli animali da allevamento, come nel testo 12 si ricorreva alla farina destinata all’ingrasso degli animali per fornire farina alle donne. Il ministro avrebbe potuto essere ancora lontano da Ebla, probabilmente nei territori marioti occupati. Il testo è caratterizzato dalle grafie insolite dei segni du e an, che si ritrovano nei testi 1, 9, 12, 16, 17, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato); dalla presenza di due sumerogrammi isolati o estremamente rari nei testi di cancelleria: a-záḫ (v. I 4), attestato nelle liste lessicali, e še-mar-tukux (r. I 8), impiegato soltanto qui e nel testo 12 (r. I 7). Vi compaiono inoltre grafie fonetiche fin qui non attestate: wa-si-ru12 (r. III 4) e wa-si-lu-zu (v. II 8), riconducibili a *wšr «essere remissivo, obbediente», impiegato per indicare l’attenzione posta da un subordinato nell’eseguire gli ordini dell’amministrazione, da confrontare con il bab. ašru, un termine letterario che sottolinea l’umiltà dei sovrani di fronte agli dèi; du-ga-lu (v. III 7) e du-ga-lu-su-ma (v. II 6), riconducibili a *wkl «affidare», attestato in wa-gi-lu (var. wa-ki-lu-, ARET XVI, p. 282, s.v.) «sovrintendente» e in ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma (4 v. VII 15). La formula zé (ka) «espressione (della bocca)» non ha il significato frequente di «desiderio» ma quello autorevole di «richiesta, comando» (r. I 9, v. II 1), come nei testi 4 e 13. 1. Disposizioni relative all’invio di razioni per il personale di Yibbiʾ-Ḏikir (§§ 1-3). (1) Le due forme verbali della seconda persona singolare (/tukā(n)/, r. II 12, v. III 1) suggeriscono di interpretare anche i primi tre paragrafi, dove il verbo è espresso da sumerogrammi, come disposizioni rivolte al destinatario della lettera. a: Per la forma etimologica della congiunzione disgiuntiva, /ʾaw/, si veda il commento al testo 7 (4). (2) še-mar-tukux: Per questo sumerogramma si veda il commento al testo 12 (2), s.v. (3) Nel testo 12 il ministro, in una lettera al figlio, aveva disposto che per le razioni delle donne «che hanno fame» si ricorresse alla farina immagazzinata per l’ingrasso delle pecore (r. II 3-6). In questo paragrafo, in una simile situazione di bisogno, il ministro dispone di ricorrere alle pecore da allevamento oltre a quelle destinate al consumo. ti-la: Nei testi amministrativi i bovini e gli ovini «da vita» costituivano una categoria separata, forse perché destinati alla riproduzione o da non macellare subito in quanto non sufficientemente ingrassati (Archi, SEb 7 [1984], p. 52; per udu ti-la, p. 78, s.v.). al6-tuš: Per l’impiego del sumerogramma per indicare gli abitanti di una località, si veda al6-tuš / uruki (2 v. III 2-3; anche, ARET XVI 3 r. III 2-3; 4 r. I 6-7; e passim). 2. Disposizioni relative alle pecore non disponibili (§§ 4-8). (4) L’interpretazione di questo paragrafo è proposta nell’ipotesi che il figlio di Yaggahum sia lo stesso personaggio ricordato più avanti (1 dumu-nita, v. I 7). Le pecore non disponibili (nu an-˹gál˺, r. II 10) presso il ministro e ora fatte uscire (è, r. II 4) dagli ovili di Ebla, dovranno essere affidate

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a un inviato per portarle nei territori marioti occupati dove presumibilmente si trova ancora il ministro. Ṭubuḫ-Hadda dovrà verificare se il figlio di Yaggahum è adeguato a questo compito. L’integrazione di r. II 12 (du-[ga]) è congetturale, la stessa grafia si trova anche in v. III 1. du-[ga]: Questa grafia è interpretabile come una forma di *kwn «essere stabile», /tukān/ «tu stabilirai, verificherai», attestata anche in da-ga-ma (ARET V 4 r. II 1), [takāmma] per /tukān-ma/; allo stesso verbo si riporta anche ti-gi (ARET V 4 r. II 7), [tikī(n)] per /tukīn/. wa: La congiunzione coordinativa sembra introdurre qui una proposizione subordinata. A-ga-um: Nome personale interpretabile come /Yaggah-um/, ipocoristico del tipo onomastico /Yaggah-ND/ «ND risplendette» (ARES III, p. 146 con bibliografia). Il prefisso /ya-/, frequente nell’onomastica delle tribù meridionali, veniva spesso registrato dagli scribi secondo la grammatica eblaita (i-, /yi-/): si confronterà il nome del principe ibʿaliota I-ga-Li-im solo eccezionalmente scritto A-ga-Li-im (A-ga-Li-im / ugula Ibʿal[ki], ARET III 14 v. I 1-2). Per altri nomi personali riconducibili allo stesso verbo, si veda il commento a 11 (2), s.v. En-ga-um. wa-si-ru12: Grafia interpretabile come lo stativo 0/1 di *wšr «essere remissivo, obbediente» con marca subordinativa. Il significato contestuale di questo verbo è chiarito dal paragrafo (7), dove è precisato che il destinatario della lettera deve verificare se questa persona è affidabile per il compito che le viene assegnato. (5) Le razioni per la gente devono essere consegnate a tre personaggi, che si trovano probabilmente insieme a Yibbiʾ-Ḏikir. Invece non si devono consegnare razioni in sostituzione sul conto di Ruḥṣī-Malik, al quale evidentemente non mancavano e che probabilmente non si trovava nell’area mariota insieme al ministro. ʾÀ-da-ša: Questo nome personale, interpretabile come /Ḥadaṯ/ «Nuovo», è stato portato da diversi personaggi, fra cui un funzionario che compare in un elenco di sovrintendenti delle Porte (ʾÀ-daš, ARET IX 66 v. V 15; anche p. 209, commento alla lista di v. V 4-VI 8). Il personaggio citato nel nostro testo è qualificato come ugula uru (per il cui significato si veda il commento al testo 7 [9]). Kùn-Da-ba-an: Nome personale interpretabile come /Kūn-Daban/ «Sii verace, o Daban!», che compare anche, insieme a Gīr-Malik e a altri personaggi rilevanti, in una lettera di contesto militare forse da datare ai primi anni di Yibbiʾ-Ḏikir (ARET XVI 16 r. III 3). Un personaggio di questo nome è noto come uno dei lugal attivo negli ultimi tre anni dello stesso ministro (Archi, VO 12 [2000], p. 58). Ḫa-ba: Nome personale di un figlio del re, appartenente al gruppo più antico (Archi, ARES I, p. 223 e p. 226). Il testo ARET VIII 523 r. IX 9-10 mostra che egli era ancora attivo negli ultimi anni degli Archivi. ḫi-mu-túm: Nei testi di cancelleria il verbo eblaita corrispondente a questo sumerogramma è costruito con il doppio accusativo (p. es., ARET XI, p. 152, s.v. ḫi-mu-du). a-u9 -ne: Grafia interpretabile come /ʾay yuʿni/ «egli non dovrà sostituire» (in accadico la forma dello 0/2 non è attestata). L’impiego di *ʿny «cambiare» nel significato contestuale di «sostituire» compare anche in ARET XIII 1 (a-˹ni˺ / ne-sa-a, v. I 7-8, e comm. a [39]). Per altre attestazioni di vetitivo, costruito anche a Ebla con /ʾay/ davanti al preterito, si veda Catagnoti, Grammatica, p. 134. a-záḫ(Ḫ a.a): Negli altri testi di cancelleria il sumerogramma compare sempre nella grafia zàḫ(a×Ḫ a) con il significato «fuggire, mancare» (ARET XIII, p. 311, s.v.; ARET XVI, p. 282, s.v.). Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma compare invece, come nel presente testo, in tutte le fonti con il prefisso verbale a- (a-záḫ = a-ba-tum, A, B; a-bu16 -du, D; C, s.gl.; sem. *ʾbd/t «essere perduto, errare, fuggire»). (6) Il figlio di Yaggahum dovrà andare a prendere in consegna le pecore per il padre. Il testo non consente di chiarire perché Yaggahum dovesse essere sostituito dal figlio in questa occasione.

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(7) du-ga-lu-su-ma: Grafia interpretabile come /tūkāl-šu-ma/ «il suo affidamento/la sua nomina», dal sem. *wkl «affidare». Per l’uso di sillabogrammi -Cu per indicare una forma di stato costrutto terminante in consonante, si veda Catagnoti, Grammatica, p. 115. La radice *wkl è attestata in eblaita, oltre che nel derivato wakilum «sovrintendente» (ARET XVI, p. 282, s.v. wagi-lu), anche in ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma «io avevo piena autorità su loro due» una forma di preterito 0/2 per la quale si veda il commento al testo 4 (26). wa-si-lu-zu: Grafia interpretabile come l’astratto /waširūt-/ «obbedienza» (da confrontare con il bab. wašrum «umile, obbediente») seguito dal pronome suffisso di terza persona singolare /-šu/. Per l’incontro di una dentale occlusiva con la sibilante fricativa del pronome suffisso, registrato dagli scribi come un’affricata [ts], si veda Catagnoti, Grammatica, p. 65. gi-ni: Come ipotesi di lavoro questa grafia può essere interpretata come lo stativo di *kwn «essere stabile». lú maškim-e-gi4: Considerata la libertà sintattica osservabile nei testi di cancelleria, questa grafia potrebbe anche riferirsi a udu-ma (v. III 2, «per l’inviato stabilisci le pecore») ma ciò sembra meno probabile. (8) Il conciso paragrafo finale riassume le disposizioni dei paragrafi precedenti. La congiunzione ap sembra avere qui il valore «e dunque».

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15 (Tavv. XXXI)

(1) r. I. (lac. non precisabile) …] 1’. [ -d]u [ ] ˹x˺ 3. [ i]n [( ) a]l6 5. áš-da-ma [… (2) II. (lac. non precisabile) …] 1’. ˹éren˺-[ki-gar] Uri 3’. na-s[e11] na-s[e11] wa 5’. Uri ir11-ir11

[…

(3) III. (lac. non precisabile) …] 1’. áš-d[a] A-˹zi˺?-[lu] 3’. -tur in [… (4) IV. (lac. non precisabile) …] 1’. wa-˹x˺-[x] wa [… (5) V. (lac. non precisabile) …] 1’. Iš-da-má-A-da

[ ] [… (6) VI. (lac. non precisabile) …] 1’. ga-˹lu˺ si-in 3’. iti kur6 kam4 -mu-ma v. I. 1. du-du du8-sùa 3. gaba-r[u] wa 5. tar.˹tar˺ [... (c. 7 cas. in lac.) …] II. 1. Ib-laki (7) wa 3. e11 si-in 5. Ga-sùr ki [D]a-muki 7. [ ] [... (c. 6 cas. in lac.) (8) …] III. 1. kú kam4-mu 3. uruki a-ti 5. še-gu[r10] wa 7. zi-[ga] àga-ú[s] 9. bí-[su]-m[a]

(1) […] presso […] (2) […] in schiera la gente di Wari e i servi di Wari […] (3) […] presso Azi[lu] piccolo in […] (4) […] (5) […] Yištamaʿ-ʾAd […] (6) [… presso] il magazzino per il mese XII, le famiglie vadano a ricevere (la farina) per la cottura del pane e … […] Ebla. (7) E fai scendere verso Gasur il clan […]. (8) […] cibo per le famiglie della città fino alla mietitura e le fa[miglie …] hanno prelevato per i soldati secondo la sua disponibilità.

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k[am4 -mu] 11. [ ] [ ] IV. 1. (anep.) (9) ap 3. bar6:kù dingir-dingir 5. en-núm zà-me 7. wa túg-zi:zi-a 9. 2 šu-sù (10) wa 11. ér V. 1. gá×gi4-˹gi4˺ ì-na-sum (11) 3. wa nídba-ma

73



5.

7. 9.

nídba (12) wa šu ba4-ti bar6:kù dingir-dingir sikil

(13) 11. [w]a [dingir-ding]ir(?) VI. 1. kú-sù sa6 3. kú al6 5. ˹x˺-a-lu [ ]-[d]a-˹x˺ 7. [ ] [ ] (resto della col. in lac.) a

gaba verticale.

(9) E inoltre, (quando) fu assegnato l’argento degli dèi come dono grazioso, furono abbigliate le loro mani (10) e le donne recluse recitarono il compianto (11) e fu offerta l’offerta (12) e io ricevei/ricevettero l’argento degli dèi puro/gli dèi puri (13) e […] il loro cibo buono mangiai/mangiarono davanti a […].

Commento Questo documento è conservato solo in parte. Nel recto l’intera parte superiore è perduta. Il verso è conservato meglio ma è perduta più della metà delle prime due colonne. Nella parte conservata non vi sono indizi che permettano di accertare se il testo avesse una formula introduttiva. Ciò rende difficile stabilire chi sia il mittente del documento. La mancanza di forme verbali in grafia fonetica rende dubbio il significato delle frasi conservate che potrebbero essere intese sia come disposizioni sia come rendiconti di fatti già avvenuti. Il testo conservato è diviso in due parti da una casella anepigrafa (v. IV 1). Nella colonna II del recto il testo sembra fare riferimento alla gente e ai servi di Wari, quindi probabilmente alla situazione nella regione a nordest di Ebla. Le colonne meglio conservate (r. VI-v. III) sono relative alle carovane delle famiglie di seminomadi che devono portare approvvigionamenti di cereali in città. La seconda parte del testo è relativa ad adempimenti cultuali. Per quanto riguarda la grafia si noteranno alcune particolarità nell’impiego dei sumerogrammi. Lo scriba usa túg-zi:zi-a (v. IV 8) nel significato «abbigliare», confrontabile con il valore di túgzi:zi nel rituale della regalità (ARET XI, p. 172, s.v.). Il sumerogramma ér (v. IV 11) è scritto a.igi mentre negli altri due testi di cancelleria dove compare (9 v. V 3; ARET XIII 14 r. II 3, IV 10, V 9), è sempre scritto igi.a come nelle fonti della lista lessicale bilingue (A, B, C, D) che lo colloca nella sezione igi. Ancora più peculiare appare la grafia gá×gi4-gi4 (v. V 1) usata come variante di gá×géme-gi4, attestata nelle fonti della lista lessicale bilingue (A, B, C) e usata correttamente nel rituale della regalità (ARET XI 2 v. I 21).

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Per quanto riguarda la lingua si noterà che lo scriba impiega, invece di a-ti-ma «fino a», la grafia a-ti (v. III 4), usata nella lettera di Ḥenna-Dagan e in altri testi di origine o di influenza della scuola di Mari e quindi da ritenere un carattere mariota (Fronzaroli, Gs Marrassini, p. 433). La congiunzione ap è usata per introdurre la seconda parte della lettera (v. IV 2). 1. Testo non integrabile (§§ 1-5). Le ampie lacune non permettono nessuna ipotesi sul contenuto delle prime cinque colonne del recto. Nella colonna II è menzionata la regione di Wari, ricordata anche nel trattato di Abarsal e probabilmente riferibile all’area a nordest di Ebla. (2) In r. II 1’ le tracce del primo segno rendono possibile leggere ˹éren˺. L’interpretazione delle poche caselle conservate è data qui come ipotesi di lavoro. ˹éren˺-[ki-gar]: Se questa lettura è accettabile, il sumerogramma potrebbe essere confrontato con il sem. *ṣbʾ (ge. maṣbəʾit «esercito») e con l’acc. ummānum che indicavano gruppi di uomini (contingenti di operai e gruppi di soldati). Nei testi di cancelleria, si veda ù-ma-nu «schiera» (ARET XVI 7 v. V 13), maš-bí-tum «esercito» (ARET XIII 13 r. VI 10); nella lista lessicale bilingue éren-ki-gar (= ù-ma-núm, c, i; maš-bí-tum, D; var. ki-éren-gar = maš-ba-tum, d, g). Uri / na-s[e11] na-s[e11]: Per il sumerogramma Uri(ki) impiegato per indicare un’area geografica, si veda ARET XIII 5 (in / Uri, r. XI 13-14, e p. 63, comm. a (30), s.v.). Per il nome dipendente (anche senza pronome determinativo) anteposto al nome a cui si riferisce, si veda ARET XVI, p. 13, commento a (3), s.v. dingir-ma / na-se11 na-se11 / kú-sù. (3) Il contesto troppo breve e la grafia di r. III 2’ conservata solo in parte non consentono di proporre un’interpretazione. A-˹zi˺?-[lu]: L’unico toponimo confrontabile è A-zi-lumki / tur (MEE 10, 3 v. V 8-9). -tur: I testi amministrativi conoscono alcuni nomi geografici qualificati da -maḫ «maggiore» e -tur «minore»; il qualificativo è quasi sempre scritto nella stessa casella del nome. (5) Iš-da-má-A-da: Nome personale non attestato altrove, interpretabile come «Il Padre ha udito» (ARES III, p. 339; anche, Krebernik, PE, p. 71, s.v. a-du). Lo stesso tipo onomastico si ritrova nell’ipocoristico Iš-da-má. È invece da tenere separato il nome personale femminile Iš-dama-dku-ra, variante di Uš-du-dku-ra, Uš-tum-dku-ra (ARET IX, p. 364, s.v., e p. 369, s.vv.), per la cui interpretazione, cf. ARES III, p. 258. 2. Viaggi delle famiglie per l’approvvigionamento di cerali (§§ 6-8). (6) La menzione del magazzino dei cereali (ga-lu, r. VI 1’) suggerisce che il paragrafo si riferisca a un viaggio delle famiglie come quello descritto in ARET XVI 10 (12-16). Per la scarsità di orzo nei mesi che precedono la mietitura, si veda ARET XVI, p. 28, commento a (7). ga-˹lu˺: Questa grafia potrebbe essere interpretata anche come /kal-u(m)/ «totalità» (ARET XVI, p. 232, s.v.) ma il contesto fa preferire /karūm/ «magazzino (dei cereali)», per il quale si veda il commento al testo 5 (2), s.v. gi-lu-ma, in questo stesso volume. du8-sù: Il contesto suggerisce che questo sumerogramma vada confrontato con níg-du8-du8 (= a-ba-um, w), la cui glossa è interpretabile come /ʾapāy-um/ «cuocere (il pane)». Il sumerogramma è usato nei testi amministrativi (ARET IX, p. 399, s.v.), dove compaiono anche le grafie fonetiche seguenti: a-bí-a-tum, a-bí-tum «fornaie» (ARET IX, p. 377, s.vv.); ni-bí-tum «cottura (del pane)» (ARET IX, p. 399, s.v.). Il pronome suffisso è probabilmente riferito al soggetto della proposizione (kam4 -mu-ma, r. VI 4’). Si noterà il segno gaba verticale di contro a gaba orizzontale nella casella seguente (gaba-r[u], v. I 3).

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tar-˹tar˺: In un estratto della lista lessicale bilingue questo sumerogramma ha la glossa gada-tum (= tar.tar, j), riconducibile al sem. occ. *gdd «recidere; fare a pezzi» (MEE 12, p. 72, con bibliografia; ARET XIII, p. 266, s.v. e p. 177). Nei testi amministrativi riferito a tessili e a oggetti di legno o metallo è stato tradotto «in pezzi». Nel contesto in rottura di v. I 5 non vi sono elementi per decidere se tar.tar si riferisca ancora all’orzo del magazzino o faccia parte di una nuova frase. (7) Questo paragrafo sembra riferirsi a un viaggio del clan dei seminomadi a Gasur, ma la lacuna non permette di precisare se si riferisse all’approvigionamento della loro carovana. Per una possibile localizzazione di Gasur si veda il commento al testo 1 (12). [D]a-muki: Per il significato «clan» di questa grafia, si veda il commento al testo 13 (1), s.v. damu da-mu. (8) L’integrazione di v. III 9 (bí-[su]-m[a]) è congetturale; in v. III 10 l’inizio del segno gàm è nettamente conservato. Il paragrafo continua a trattare il tema degli approvvigionamenti. Le famiglie della città sono ricordate anche in una lettera del re (kam4 -mu / uruki, ARET XVI 10 r. II 8-9), che menziona la disponibilità di argento per le provviste del mese XI per le famiglie. Apparentemente la carovana delle famiglie che è andata a prendere la farina per le famiglie della città ha prelevato anche le provviste per i soldati. a-ti: Nella lettera di Ḥenna-Dagan e in alcuni altri pochi testi di provenienza o di influenza mariota questa grafia è stata considerata un carattere mariota della preposizione e della congiunzione (Fronzaroli, Gs Marrassini, p. 433; cf. Catagnoti, Grammatica, p. 95 e p.101). bí-[su]-m[a[: Grafia interpretabile come [biššu] per /biṯ-šu/ «la sua disponibilità», qui probabilmente da considerare come una forma di accusativo. Per altre attestazioni e per l’assimilazione dell’interdentale alla fricativa, si veda il commento al testo 3 (15), s.v. bí-sù. 3. Consegna dell’argento degli dèi (§§ 9-13). Il testo della seconda parte della lettera è ben conservato fino alla rottura a metà della colonna VI. Esso è costituito di brevi frasi coordinate dalla preposizione wa. L’argento degli dèi è ricordato in una lettera del ministro (4 r. VI 9-10), che riferisce di averlo ottenuto in prestito da un tempio, probabilmente a Ḫalabīytu(m), mentre da una lettera del re risulta che la gente doveva dare il «bronzo degli dèi» (ARET XVI 10 r. III 3-4). Nel nostro testo non è chiaro se l’argento sia stato offerto al tempio oppure sia stato ricevuto dal mittente della lettera. L’interpretazione proposta è data come ipotesi di lavoro. (9) Nel rituale della regalità le statue divine vengono velate al termine dei riti e le mani non vengono abbigliate a chi deve partecipare al banchetto. Qui è possibile che le mani delle statue siano coperte durante la lamentazione e vengano scoperte successivamente quando devono partecipare al consumo dell’offerta, anche se ciò non viene detto esplicitamente. en-núm: Questa grafia è confrontabile con la glossa en-nu (= níg-é-gul-gul, D; var. níg-é-gulgul-lum = ʾà-na-núm, f), interpretata come /ḥenn-u(m)/ «dono grazioso; beni a disposizione di qualcuno» sulla base delle attestazioni del sumerogramma nei testi amministrativi (Conti, MisEb 3, p. 70, con bibliografia; Archi, SMS 5/2 [1993], p. 6 sg.). zà-me: Nei testi amministrativi il sumerogramma ha il significato «assegnare, attribuire» (Archi, Eblaitica 1 [1987], p. 116, n. 8), che sembra confermato dalla glossa della lista lessicale bilingue (= wa-ti-um, A2, *wdʿ «conoscere», 0/2). Nel rituale della regalità il sumerogramma ha il significato «eseguire, compiere (un rito)» (ARET XI 2 v. VII 18; 3 v. IV 16, comm. p. 79, s.v. // du-ti-ù, 1 v. VIII 11, comm. p. 45 s.v.). túg-zi:zi-a: Lo scriba ha usato il sumerogramma con il valore che ha túg-zi:zi nel rituale della regalità, dove è attestato più volte nei testi 2 e 3 con il significato «abbigliare», riferito anche in modo specifico alle mani e alla testa (ARET XI, p. 172, s.v.). Nella lista lessicale bilingue invece

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il sumerogramma túg-zi:zi-a ha la glossa ga-ba-zu-um /kabās-um/ il cui significato «calpestare; follare», non è idoneo al nostro contesto. (10) ér: La fonte D della lista lessicale bilingue fa corrispondere a questo sumerogramma la glossa ba-ga-um, interpretata come l’infinito del sem. *bky «piangere» (Krebernik, ZA 73 [1983], p. 27). Nei testi di cancelleria il sumerogramma compare in un contesto cultuale nel testo 9 (v. V 3) e con riferimento al lamento che si svolgeva davanti al corpo del defunto nel corso dei riti funebri in ARET XIII 14 (r. II 3, IV 10, V 9). Sullo svolgimento del rito in contesto funerario, quale risulta dai testi amministrativi, si veda Archi, Qaṭna Studien Supplementa, 1, p. 22 sg. gá×gi4-˹gi4˺: Questo sumerogramma può essere considerato equivalente a gá×géme-gi4, confrontabile con le varianti gá×géme-gi, gá×gi+sal attestate in una delle fonti della lista lessicale monolingue éš-bar-kin5 (MEE 15, 80 r. II 2 e 26 v. V 23). Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma ha la glossa ʾa5-za-lu-um (= gá×géme-gi4, A, B; var. ʾa5-za-lu[m], C), interpretabile come l’infinito del sem. *ʾsr «legare, incatenare», acc. ʾasārum «rinchiudere». Nel rituale della regalità più recente gá×géme-gi4 è usato con valore verbale (ARET XI 2 v. I 21). Nel presente contesto il sumerogramma può indicare la donna o le donne che recitano la lamentazione. Non vi sono elementi per decidere se il termine sia riferito a personale femminile del tempio o a vere e proprie schiave prigioniere. (13) La parte finale del segno in v. V 12 non consente di proporre un’integrazione sicura; neppure è possibile integrare il testo della casella di v. VI 5.

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16 (Tavv. XV, XXXII)

r. I. 1’. II. 1. 3. 5. 7.

(1) (c. 8 cas. in lac.) [ ]-x [ ]-x-su [ ]-in [ ] [ ]-x [ ] [ -g]i-a [ -t]u [ ]-ma [ì]-na-sum-[s]ù

˹wa˺ 9. a-da-wa lú zé-sù

(2)

(3) III. 1. wa en-en 3. ì-na-sum lú da-mu da-mu 5. ʾÀ-du íl 7. zíd wa 9. níg-kas4 ˹al6˺ IV. 1. zag wa 3. zà-me bar6:kù

(4)

(5)

(6) 5. wa ti-da-ba-gu-ne

7. a-a-ga (7) v. I. 1. wa du11-ga 3. giš ba-tukux (8) wa 5. bar.an bar.an níg-sa10 7. in bar6:kù (9) 9. wa ḫi-mu-túm II. 1. si-ra-ga am6 -du-da-ma 3. kaskal (10) w[a] 5. (cancellato) ḫi-mu-túm 7. si-ra-ga kù-gi sa6 9. wa kù-gi ḫul (11) III. 1. wa bar6:kù 3. níg-gú-du in 5. a-rí ma-da a-rí ma-da 7. níg-gú-du-maa in 9. na-se11 na-se11 [s]a6

(1) […] ho dato loro. (2) E ho discusso le loro richieste. (3) E per i re ho dato ciò che la gente del clan di Haddu ha portato quanto a farina. (4) E ho condotto una spedizione sul confine. (5) E hanno consegnato l’argento (6) e lo versano a noi (du.) per il viaggio. (7) E hanno udito l’ordine. (8) E ho comprato i muli con (una parte del)l’argento. (9) E, dopo averlo misurato, ho consegnato il tuo invio per il viaggio. (10) E ho consegnato come tuo invio l’oro di buona qualità e l’oro di cattiva qualità (11) E (dopoché) l’argento da destinare al mulino del paese al mulino del paese ho destinato, per la gente cose buone [ho fatto uscire] ...

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11. IV. 1. 3.

[ [ [ [ [

]x ] ]-rí-[ ]-ma ] ]-[d]u

a

[ -m]a (resto della col. in lac.)

Un cuneo verticale da non considerare.

Commento La perdita dell’intera colonna I non consente di conoscere se il testo avesse una formula introduttiva. Nella parte conservata non compaiono nomi personali, tuttavia il riferimento al clan di Haddu (r. III 4-5) sembra mostrare che gli eventi narrati si riferiscano alla riva sinistra dell’Eufrate a monte della città di Mari. È quindi probabile che il mittente della lettera sia anche qui il ministro Yibbiʾ-Ḏikir e che la lettera debba essere stata scritta durante l’ultima campagna militare contro Mari o subito dopo. Si ricorderà, a questo proposito, che il re di Haddu era stato insieme ai re di Kish e di Nagar uno dei tre maggiori alleati di Ebla durante la campagna contro Mari, come risulta dai testi amministrativi che documentano attività diplomatica durante la campagna e doni importanti inviati agli alleati dopo la vittoria (Archi – Biga, JCS 55 [2003], pp. 14-16 e pp. 18, 25). Nella prima sezione il ministro riferisce che, dopo avere discusso le richieste, ha fornito farina ai re. La lunga lacuna iniziale non consente di sapere chi fossero i richiedenti ma l’impiego del pronome di terza persona (lú zé-sù, r. II 10) esclude che possa trattarsi sia dell’amministrazione dello stato eblaita nella sua totalità, indicata dal suffisso di prima persona duale (ti-da-ba-gu-ne, r. IV 6), sia del destinatario della lettera, indicato dal pronome di seconda persona singolare (sira-ga, v. II 1, 7). La farina assegnata è stata portata dalla gente del clan di Haddu, citato qui per la prima volta nei testi di cancelleria. Nella seconda sezione il ministro riferisce di avere condotto spedizioni nella regione di confine e di avere ottenuto (in seguito a queste spedizioni?) argento. Con questo stesso argento egli ha comprato i muli per allestire una carovana che trasporterà, presumibilmente a Ebla, oro di buona e cattiva qualità. È da supporre che la stessa carovana trasportasse anche altri beni ma ciò non si ricava dal testo conservato. Per quanto riguarda la grafia, si noterà la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, che si ritrovano nei testi 1, 9, 12, 14, 17, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato). Si noterà anche la mancanza del determinativo nel nome di luogo ʾÀ-du (r. III 5), come nei testi 3 e 4. Per quanto riguarda le grafie fonetiche, si noterà l’indicazione accurata di /r/ in si-ra-ga per /šīr-ka/ (v. II 1, 7; la stessa grafia anche in ˹si˺-˹ra˺-[ga], 17 v. II 7, e in si-ra-sù, 20 r. II’ 3’) di contro alle frequenti grafie con si-la-, come nel testo 7 (r. IV 2) e in ARET XVI, p. 264, s.v. Non accurata è invece l’indicazione della prima consonante in a-a-ga (r. IV 7) per /halāk-a(m)/; insolito è l’impiego di gu per /ku/ (r. IV 6), invece di gú. Per quanto riguarda la lingua si noterà la struttura costituita da brevi proposizioni coordinate dalla congiunzione wa. Data l’incertezza dell’interpretazione è stata preferita qui una traduzione alla lettera. Tuttavia, è possibile che in alcuni casi la congiunzione wa introduca la proposizione principale dopo una proposizione circostanziale come, per esempio, in r. III 1: «E, (dopo) aver discusso le loro richieste, per i re ho dato ciò che …» (§§ 2-3). 1. Testo non integrabile (§ 1). 2. Assegnazione di farina (§§ 2-3). (2) a-da-wa: Questa grafia è interpretabile come un preterito della prima persona singolare t/1, /ʾātwaw/, da *hww «parlare», confrontabile con a.ass. e a.bab. atwū «discutere».

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zé-sù: Per il significato di zé come «espressione (della bocca), desiderio, ordine» nei testi di cancelleria, si veda il commento al testo 4 (9), s.v. zé-˹gú˺-˹nu˺. Per un’interpretazione del segno zé come un sumerogramma («withdrawal») in questo passo, cf. Archi, SMS 5/2, p. 7, che però non cita r. II 8 (˹wa˺). (3) da-mu da-mu: Per il significato di questa grafia logografica come «la gente del clan», si veda il commento al testo 13 (1). ʾÀ-du: Per la città di Haddu, che si trovava al confine tra le zone di influenza di Ebla e di Mari nella regione a nord dell’Eufrate, si veda ARET XIII 19, un testo che documenta le trattative fra un inviato di Mari e il re di Haddu. Per una localizzazione di questa città a nord di Tuttul, si veda Milano – Rova, Gs Cagni, p. 726; a una possibile identificazione con Tell Malhat ed-Derū, 70 chilometri a nord di Dēr ez-Zor, pensano invece Archi – Biga, JCS 55 (2003), p. 14, n. 44 (per una discussione delle proposte precedenti, Bonechi, RGTC 12/1, p. 24). Per la mancanza del determinativo in questo nome di luogo, si confrontino, ad esempio, A-a-su / wa / Wa-a-du (3 r. III 7-9), A-˹ḫa˺-na-lum (3 v. III 2), A-rí-mi (4 v. V 13). (5) zà-me: Per questo sumerogramma impiegato nel significato di «assegnare, attribuire», si veda anche il testo 15 (v. IV 6 e comm. a [9]). 3. Consegna di argento e suo impiego per una carovana (§§ 6-11). (6) ti-da-ba-gu-ne: Grafia interpretabile come una forma di presente da *tbk «versare», /titabbakū-nē(n)/ «essi versano a noi». Si noterà l’impiego insolito del sillabogramma -gu- per /-ku-/. Per l’impiego del prefisso ti- in sostituzione di yi-, si veda Catagnoti, Grammatica, p. 126 sg.; per la forma contratta del suffisso -nayn di prima persona duale, Fronzaroli, Fs Mayer, pp. 132-134. a-a-ga: Grafia interpretabile come /halāk-a(m)/ «viaggio»; per la L-Reduktion, si confronti a-agu (ARET XVI 2 v. I 4’ e comm. a [11]). (7) giš ba-tukux: Per questo sumerogramma impiegato nel senso di «udire (l’ordine di un’autorità superiore)», si veda anche inim-di / giš ba-tukux (4 r. III 6-7), giš ba-tukux (13 r. III 2). (8) in: Il valore partitivo di questa preposizione è ben attestato; per un’ampia documentazione, di recente si veda Tonietti, Sistema preposizionale, p. 77 sg. (9) si-ra-ga: Grafia interpretabile come /šīr-ka/ «il tuo invio». L’indicazione accurata di /r/ non è frequente; di solito gli scribi preferiscono grafie con L-Reduktion (si-la-), come nel testo 7 (r. IV 2) e in ARET XVI, p. 264, s.v. Per una resa accurata di /r/, si veda ˹si˺-˹ra˺-[ga] (17 v. II 7) e, in un diverso vocabolo, si-rí /šiʾr-ī/ «il mio presagio» (9 v. IV 1, 10). am6 -du-da-ma: Grafia interpretabile come una forma di preterito con suffisso del ventivo dal sem. *mdd «misurare», /ʾamdud-am-ma/ «io ho misurato». Nel contesto questo verbo può indicare che il ministro ha controllato le merci da inviare con la carovana. Per la conservazione di /m/ preconsonantica in eblaita, si veda Catagnoti, Grammatica, p. 66 sg. (10) kù-gi sa6: Per l’oro di buona qualità, si confronterà ARET VII 69 dove l’oro di valore equivalente a 4 volte l’argento (r. I 1) è contabilizzato separatamente dall’oro di cattiva qualità (kùgi ḫul, r. II 1), che aveva un valore pari a 2 ½. Nei testi di cancelleria si veda ARET XVI 23 v. III 7-9, dove il re precisa che il cambio deve essere fatto a 2 ½. Sulle diverse qualità dell’oro, si veda Archi, MARI 5 (1987), p. 50.

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(11) La rottura che interrompe il testo a partire da v. III 11 non consente una piena comprensione di questo paragrafo. La citazione di un mulino suggerisce che Yibbiʾ-Ḏikir si riferisca all’argento con cui è stata pagata la farina portata dagli uomini del clan di Haddu, ricordata nel paragrafo (3). níg-gú-du: Per il significato «destinare, disporre» del sumerogramma, si veda il commento al testo 4 (20). a-rí ma-da: Dipendente dalla preposizione in (v. III 4-5), il primo elemento di questa grafia può essere interpretato come lo stato costrutto del genitivo singolare [ʾarī] per /ʾariy-i/, da ʾarūm «luogo dove vengono macinati i cereali, mulino», per le cui attestazioni e significato si veda il commento al testo 4 (5). In v. III 6 la stessa grafia può essere interpretata come lo stato costrutto dell’accusativo singolare [ʾarī] per /ʾariy/, in funzione di complemento di relazione. Il sumerogramma ma-da «paese» non è usato di norma dagli scribi che preferiscono kalam-timki. Nei testi di cancelleria compare soltanto in un altro testo, non privo di influenze esterne (dingir ma-da «il dio del paese», ARET XIII 14 r. IX 4). sa6: La rottura che segue immediatamente questo sumerogramma non consente un’ipotesi certa sul suo significato contestuale. Due ipotesi sono possibili. Il sumerogramma potrebbe indicare il complemento oggetto di un verbo perduto nella lacuna, in un contesto da confrontare con sa6 / è / ˹si˺-ma «ho fatto uscire cose buone» (18 r. I 10-12). Meno probabilmente, in funzione di aggettivo esso potrebbe riferirsi a na-se11 na-se11. Nei testi di cancelleria il sumerogramma sa6 «buono» si trova riferito alle condizioni degli uomini destinati a una spedizione militare: guruš-guruš-ga / sa6 «i tuoi uomini in buone condizioni» (ARET XIII 19 v. II 3-4, contrapposto a guruš-guruš-ga / ḫul «i tuoi uomini in cattive condizioni», v. II 9-10); guruš-g[uruš] / s[a6] (ARET XVI 15 v. II 3-4); zà-ús-ma / in / Ib-laki / sa6-ma «le truppe scelte a Ebla sono in buone condizioni» (ARET XVI 19 v. III 13-IV 3).

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17 (Tavv. XXXIII)

(1) r. I. 1. [níg-kas4] [si-in] 3. [Du-lu]ki [du11]-ga 5. [ba]d [u]g7 7. [áš-ti]-ga (anep.) 9. [k]ú [du11]-ga 11. ug7 wa 13. sa.za xki (2) II. 1. wa [níg-ka]s4 3. ˹dím˺ [si]-in 5. Du-luki ḫul 7. a nu níg-kas4 9. me-na níg-kas4 11. šu mu-tak4 (-)ne-a-si III. 1. maškim-e-gi4 in 3. I-lum ki maškim-e-gi4 5. igi-gar kam4 -mu 7. a-a (3) wa 9. du-da-bí-nu a

11. dím IV. 1. wa šuku 3. sa.za xki (4) si-in 5. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da (5) bad 7. ug7 [... (c. 4 cas. in lac.) v. I. 1. [ ] Za-bur-˹lum˺ki (6) 3. ap kam4 -mu 5. [š]u mu-nígin a 7. I-lum ki si-in 9. A-bar ki II. 1. igi-gar na-se11 na-se11 3. è in 5. uru ki (7) ap 7. ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum 9. kam4 -mu e11 11. du11-ga III. 1. maškim-e-gi4

(1) «[(Quando) in relazione alla campagna militare verso Dūru io avevo ordi]nato di dedicare una vittima [presso di] te, (anep.) quanto al consumo io avevo dato disposizioni per la vittima e per (l’offerta di cibo) al Palazzo. (2) E (quando, poiché) in relazione alla campagna militare il culto offerto per Dūru era stato sfavorevole, davvero egli non fece la campagna militare, che cosa (delle provviste) della campagna militare hai consegnato a noi perché (le) mandassimo in Ilum per inviare le famiglie a ispezionare le acque? (3) E quanto alla nostra provvista, davvero, per il culto e per l’offerta di cibo al Palazzo?». (4) (Così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (5) «È stata dedicata una vittima [e la dedica non è davvero stata sfavorevole per] Sapurrum. (6) E poi, (quando) le famiglie sono tornate a Ilum, (dirette) verso Abar per ispezionare (le acque), tu hai fatto uscire (provviste) per la gente (che si trovava) in città. (7) E dunque, il tuo invio che non hai dato, ordina che sia inviato quando le famiglie scenderanno.

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(8) wa 3. mi-ne-iš na-se11 na-˹se11˺ 5. in uru ki 7. è wa 9. [w]a-dar

(9)

IV. 1. maškim-e-gi [ma]škim-[e-g]i 3. [s]i-in [A]r-miki 5. [níd]ba [ì]-giš 7. [ ] [ ]

(8) E, perché per la gente (che si trovava) in città hai fatto uscire (provviste)? (9) E in aggiunta per gli inviati, inviati ad Armi per l’offerta dell’olio, [davvero hai fatto uscire]!».

Commento Il testo è composto da due parti. La seconda parte inizia con una formula introduttiva abbreviata che nomina solo il destinatario (si-in / Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. IV 4-5). La lettera inizialmente ritenuta con formula introduttiva in lacuna era invece priva di formula introduttiuva, come i testi 13 e 14. Il contenuto del paragrafo (2), che ricorda una protesta simile del ministro rivolta al figlio in relazione al finanziamento delle campagne militari (7 v. VI 3-15), suggerisce comunque che anche la prima parte della lettera sia inidirizzata a Ṭubuḫ-Hadda. Si noterà che il mittente della lettera impiega pronomi della prima persona plurale (ne-a-si, r. II 12; du-da-bí-nu, r. III 9), ciò che, come sappiamo, si riferisce a una struttura amministrativa specifica quindi qui probabilmente alla campagna militare del ministro nel territorio mariota. Alla Mesopotamia settentrionale si riferiscono i toponimi Du-luki (r. II 5) e Za-bur-˹lum˺ki (v. I 2, anche 1 v. II 3); la localizzazione di I-lumki (r. III 3, v. I 7) e A-bar ki (v. I 9; anche 18 v. I 8) non è certa. Il riferimento all’ambasceria che si reca ad Armi per il giuramento di alleanza (v. IV 1-6), permette di datare la tavoletta a un momento di poco successivo alla vittoria di Ebla. Come risulta anche dai testi amministrativi, la campagna contro Armi fu condotta da Ruḥṣī-Malik e dagli alleati di Ebla mentre il ministro si trovava in territorio mariota dopo la vittoria su Mari. Per la datazione è pertinente anche una lettera del re, dove è menzionato sia l’arrivo a Ebla del re di Nagar di ritorno da Armi sia la cerimonia dell’offerta dell’olio che sancì l’alleanza con la città vinta (ARET XVI 8 r. III 1-6, III 8-IV 6, e p. 69, comm. a [3]). Per quanto riguarda il contenuto del trattato con Armi, si veda il commento al testo 1. Per quanto riguarda la grafia, si noterà la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, che si ritrovano nei testi 1, 9, 12, 14, 16, 19, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato). Per quanto riguarda la lingua, si noterà la serie di proposizioni giustapposte in r. II 1-III 7. La congiunzione wa è usata regolarmente per coordinare proposizioni dello stesso livello; ap introduce un nuovo argomento. Per un’interpretazione preliminare di parte del paragrafo (2) e dei paragrafi (6) e (7), si veda Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 109. 1. Ricorso per approvvigionamenti disponibili non assegnati (§§ 1-3). (1) Nonostante le ampie lacune il contenuto di questo paragrafo è facilmente riconoscibile. Esso si riferisce a un’osservazione delle viscere ([ba]d / [u]g7, r. I 5-6) in relazione a una località della quale rimane solo il determinativo ([...]ki, r. I 3). Le due caselle finali, strettamente corrispondenti al contenuto del paragrafo (3) (ug7 / wa / sa.zaxki, r. I 11-13 // dím / wa / šuku / sa.zaxki, r. III 11-

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IV 3), suggeriscono che i paragrafi (1)-(3) si riferiscano allo stesso rito. La casella anepigrafa (r. I 8), che separa la proposizione subordinata dalla proposizione principale, sembra dovuta a un’incertezza dello scriba; per un caso simile si veda il testo 21 (r. X 11’). Le integrazioni proposte sono ovviamente un’ipotesi di lavoro. [ba]d / [u]g7: La stessa formula per «dedicare una vittima» si ritrova nel testo 7 (r. IV 6-8). Per il significato del sumerogramma bad e per il suo equivalente eblaita, si veda il commento al testo 7 (4). (2) La spedizione militare nell’area di Dūru non è stata effettuata a causa di un’interrogazione oracolare sfavorevole. Il ministro ritiene che almeno una parte delle provviste resesi disponibili avrebbero dovuto essere inviate a lui. Questo lungo paragrafo è costituito da due proposizioni circostanziali giustapposte, la prima delle quali (r. II 2-6) è subordinata alla seguente (r. II 7-8), alle quali segue la proposizione principale giustapposta (r. II 9-12) a sua volta seguita da altre due proposizioni giustapposte (III 1-3 e 4-7), forse di valore finale. dím: La forma breve del sumerogramma ì-dím è impiegata di norma nei testi di cancelleria (ARET XI 1; XIII 5, 9, 21), ad eccezione di un testo in cui Yibbiʾ-Ḏikir detta i doveri di Mari in conseguenza del patto di alleanza con Ebla (ARET XVI 20). La forma lunga è usata anche nella lettera del re di Manuwat al re di Mari (ARET XIII 10). Per quanto riguarda il significato, il sumerogramma è impiegato con il valore primario di «fare, costruire» soltanto in ARET XI 1 e XIII 9; in tutte le altre attestazioni ha il significato di «adempiere (doveri religiosi), offrire il culto». si-in: La preposizione che precede il toponimo potrebbe indicare che l’interrogazione oracolare che ebbe esito sfavorevole, si riferiva a operazioni militari nell’area di Dūru. Tuttavia, è improbabile che queste operazioni militari fossero dirette contro questo regno, uno fra i più antichi alleati di Ebla ricordato, insieme a nirar, Kakmium e Arḫadu, fra quelli che ricevettero doni dopo la guerra con Mari (Archi, JCS 55 [2003], p. 25). È quindi probabile che la spedizione fosse stata prevista nell’ambito della campagna contro Armi, che come sappiamo aveva spinto le sue truppe fino a Harran (ARET VIII 522 § 15) e che l’andamento della guerra non abbia poi reso necessarie queste operazioni. Du-luki: Per le indicazioni toponomastiche e onomastiche che, nei testi amministrativi, suggeriscono la localizzazione di Dūru a nord dell’area eblaita e rendono improbabile un’identificazione con Biblo (Gub-luki, come ancora proposto da Biga, in Biga – Roccati, Acc. Sc. Torino, Atti Sc. Mor. 146 [2012], p. 28 sg.), si veda di recente Archi, JCS 63 (2011), p. 24 e n. 28; Or 85 (2016), pp. 2-4. A questi dati dovrà aggiungersi la tavoletta del trattato di alleanza (ARET XIII 21, e comm. a p. 211), che non contiene alcun indizio di un’eventuale localizzazione sulle rive del Mediterraneo. Particolarmente significativi sono anche due testi in cui Du-luki compare citato insieme a Kakmium (per la cui localizzazione a ovest dell’Eufrate, a nord dell’area eblaita verso l’attuale frontiera siro-turca, si veda il commento al testo 11 (5), s.v.): 2 sal-túg / Kak-mi-umki / wa / Du-luki / ud-du11-ga / sim-mušen (ARET I 14 r. VII 6-11); En-na-Il Du-luki níg-mul-an Ib-rí-um ì-giš nídba lú uruki-uruki Kak-mi-umki (TM.75.G.1881 r. V, cit. in ARES II, p. 326). me-na: Grafia variante di mi-na, forma dell’accusativo del pronome interrogativo del genere inanimato. (-)ne-a-si: Pronome del dativo della prima persona plurale, /(-)niāši(m)/. Poiché nei testi eblaiti i pronomi suffissi plurisillabici sono scritti spesso in casella propria, non è possibile decidere, in base alla grafia, se il pronome debba essere considerato come un pronome indipendente o come un pronome suffisso (Fronzaroli, StEbl 3 [2017], p. 85 sg.). I-lumki: Il contesto di questo paragrafo e quello del paragrafo (6) mostrano che questo centro si trovava nell’area dove le famiglie a disposizione di Ebla venivano impiegate nella manutenzione dei canali. La citazione di Dūru e Sapurrum, in questo stesso testo, suggerisce una localizzazione a nord di Ebla in direzione di Armi (per una localizzazione sulla rotta commerciale fra Ebla e Armi, si veda già Bonechi, RGTC 12/1, p. 199). In un testo amministrativo sono citati quattro ka-dib di

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I-lumki che tornano da Armi (ARET IV 3 r. VI 6-11); in un altro testo amministrativo quattro kadib di I-lumki vanno in viaggio (ARET VIII 522 r. XII 12-17). igi-gar: Per il significato «ispezionare; ispezione» delle glosse di questo sumerogramma (ba-laum, A2; var. ma-da-u9, D), si veda il commento al testo 9 (6). (3) In questo paragrafo il ministro ricorda che in occasione del culto per Dūru era stato provveduto, come risulta dal paragrafo (1), anche all’agnello per l’extispicio e ai cibi per l’offerta. In r. III 10 il sillabogramma a sarà probabilmente da intendere come la particella /la/ di valore asseverativo; la stessa particella compare anche in r. II 7. du-da-bí-nu: La stessa grafia compare anche in 19 r. I 8, in testo corrotto. Si confronterà duda-bí-na (3 v. III 13, e comm. a [9]) e, per il significato della forma /tūtabbil-/, ARET XVI, p. 13, comm. a (3), s.v. du-da-bí-du-sù. šuku: Nel presente contesto, relativo a offerte cultuali, il segno pad può essere letto šuku equivalente all’acc. kurummatum «porzione di cibo». La stessa grafia ricorre ripetutamente con riferimento a offerte cultuali in ARET XIII 16 // 17. Nella lista lessicale bilingue gú-ru12-ma-du /kurummat-u(m)/ compare come glossa di ninda-gur4 nella fonte D, mentre pad non è glossato in nessuna delle fonti. 2. Formula introduttiva (§ 4). 3. Un’interrogazione oracolare per Sapurrum (§ 5). (5) La lacuna di circa 5 caselle non permette una sicura comprensione di questo paragrafo. Poiché Sapurrum, come risulta anche dal testo 1, sembra da localizzare nell’area di Karkemiš, l’interrogazione oracolare dovrebbe essere stata fatta nel corso della campagna contro Armi. Come ipotesi di lavoro, la lacuna potrebbe essere integrata come wa / bad / a / nu ḫul / si-in «e la dedica non è davvero stata sfavorevole per (Sapurrum)». bad / ug7: Per il significato «dedicare la vittima» nel corso di un’interrogazione oracolare, si veda il testo 7 (r. IV 6-8, e comm. a [4], s.v.). Za-bur-˹lum˺ki: Lo stesso toponimo, probabilmente da interpretare Sapurrum, è ricordato nel testo 1 (v. II 3 e comm. a [9]), in relazione a consegne successive alla sconfitta di Armi. 4. Ordine di provvedere all’invio e ricorso contro le assegnazioni fatte in città (§§ 6-9). (6) [š]u mu-nígin: Nei testi di ARET XVI il verbo semitico equivalente a questo sumrerogramma è costruito con l’accusativo. A-bar ki: Da questo passo risulta che A-bar ki si trovava nell’area di I-lumki; per altre attestazioni di questa località, si veda ARET XVI 7 v. V 2, e p. 65, comm. a (22). (9) L’integrazione [w]a-dar (v. III 9) è congetturale e giustificata dallo spazio disponibile; forse possibile, ma meno probabile nel contesto, anche [la] [w]a-dar. Nelle ultime due caselle, come ipotesi di lavoro, la lacuna potrebbe essere integrata come a / è «davvero hai fatto uscire». [w]a-dar: Grafia interpretabile come /watar/ «in aggiunta», un avverbio indicato dal sumerogramma diri nei testi amministrativi; per i testi di cancelleria, si veda ARET XIII, p. 252, s.v. diri, 2; anche, ARET XVI, p. 224 sg. Un’integrazione [la] [w]a-dar, /lā watar/ «non più; basta così!» (CAD, M, I, p. 405), forse possibile nello spazio disponibile nella lacuna, sembra meno idonea al contesto. I messaggeri per il giuramento di alleanza saranno partiti da Ebla, dove si trovava Ṭubuḫ-Hadda. maškim-e-gi: Soltanto in ARET XVI 7 lo scriba alterna, come in questo testo, maškim-e-gi4 con maškim-e-gi. Di solito gli scribi usano nello stesso testo solo una delle due varianti (ARET XVI, p. 253, s.v. maškim-e-gi4).

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18 (Tavv. XXXIV)

(1) r. I. 1. en-m[a] [I-bí-Zi-kir] (2) 3. [du11-ga] [ar]-za 5. [l]ú ḫi-mu-túm (3) wa 7. igi-gar igi-igi 9. kaskal sa6 11. è ˹si˺-ma II. 1. [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma (4) 3. wa maškim-e-gi4 5. gabaa {x} i[r11]-i[r11] 7. wa gaba-ru 9. an-na wa 11. ì-giš III. 1. Ga-sùr ki [ní]dba 3. ˹in˺ ì-giš 5. ì-giš

(5)

(6)

en 7. mu-ti mi-nu 9. al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺ (7) 11. wa ì-giš 13. sá-˹dug4˺b si-gi-ma (8) am IV. 1. nídba si-in 3. en zé 5. al6[-tuš]c tu-ra 7. ku-tu la-ḫa kù-gi 9. sìla-da al6-du11-ga 11. ì-na-sum a 13. dag-la al6-du11-ga V. 1. dum[u-nita] ˹ku˺-˹tu˺ (9) 3. wa da-mu [d]a-mu 5. [ḫ]i-mu-˹túm˺ w[a] 7. á-˹daḫ˺ si-in 9. sa.za xki

(1) Così (dice) [NP]: (2) «[Ho dato disposizioni] per quanto riguarda le conifere da consegnare. (3) E, (quando) ho ispezionato le provviste per la carovana, ho fatto uscire cose buone (e) verso [Ḫa]la[bīy]t sono andate. (4) E ho inviato prima i servi. (5) E davvero (li) hanno incontrati. (6) E, (quando) Gasur ha offerto l’olio in occasione (dell’offerta) dell’olio, l’olio del re (di Gasur) che era disponibile è stato dato (per) una parte di quello desiderato. (7) E per quanto riguarda l’olio dell’offerta periodica, (è stato dato) allo stesso modo. (8) (Quando) è stato offerto un toro per il re secondo l’ordine mentre si trovava malato, (per conto del)l’agente fiduciario una giaretta d’oro, vaso della capacità di un sila, secondo il desiderio (lo) ha dato, davvero di buona qualità secondo il desiderio, il figlio dell’agente fiduciario. (9) E la gente del clan doveva inviare aiuti al Palazzo.

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(10)

ap v. I. 1. a nu-gú-su-da-su 3. si-in sa.za xki 5. kam4 -˹mu˺ mu-[du] 7. a-˹ti˺-ma A-bar ki (11) 9. wa [2] uruki 11. Zi-ti-ir ki II. 1. ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki 3 ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki 5. kam4 -mu igi-tùm 7. a -sù (12) 9. ap a-u9-ne 11. giš-ba-tukux Ar-miki III. 1. ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) 3. si-˹in˺ [ká-ká]

5. [sa.z]a xki [a]l6 7. [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig 9. wa ˹ka˺-˹dib˺ 11. maškim-e-gi4 IV. 1. si-in ʾÀ-maki 3. (anep.) (13) a 5. Zi-mi-[na]-ma-lik ˹áš˺-dag 7. mi-n[a] ˹wa˺-˹ti˺ 9. [maškim]-e-g[i4] ar-[za] V. 1. [w]a si-in 3. gaba-túg wa 5. Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita] 7. [Ì-lum-ba]l [šu mu-nigin] 9. sa.za xki Scritto verticalmente. Scritto di.˹ka˺/˹sag˺. c Per la grafia cf. v. III 6; forse al6-[tuš]; non c’è spazio per –du11-ga (ma cf. r. IV 14).

a

b

(10) E dunque, (quando) per (i lavori del)le acque noi la inviammo in aiuto del Palazzo, le famiglie vennero fino a Abar. (11) E nei [due] centri di Sidir e Ṣalpaʾu Dādī (nell’area) di Nagar fece arginare alle famiglie le loro acque. (12) E poi, davvero Armi non dovrà sottrarsi alle (disposizioni) udite, di riunirli i dispersi del paese (e indirizzarli) verso [le Porte] del Palazzo davanti a Wašdayma-Ilu, il custode, e di inviare gli esorcisti a Hama. (13) Davvero, a Simin-Malik presso di te quale cosa disponibile hai inviato per il legname di conifere? E per il pettorale? E a Ruḥṣī-Malik, il fi[glio di Ilum-bal, (quando)? è tornato] al Palazzo?».

Commento Il testo della lettera, che aveva nella formula introduttiva solo il nome del mittente (ora in lacuna), si articola in cinque parti. La prima dà notizie di una carovana che porterà, presumibilmente a Ebla, legname e provviste (2). Seguono informazioni circa l’offerta dell’olio di Gasur e altri adempimenti cultuali (3). A questo punto il mittente dà notizia dell’intervento di contingenti di seminomadi per la manutenzione dei canali nell’area di Nagar (4). Poiché subito dopo vengono ricordati alcuni impegni assunti da Armi (5), probabilmente in seguito al rinnovato trattato di alleanza, è possibile che, per quanto non sia detto esplicitamente, queste truppe ausiliarie siano i kam4 -mu / lú Ar-miki ricordati anche in altre lettere (testo 1, 3, 4). La lettera si chiude, dopo una casella anepigrafa, con una richiesta di informazioni relative ad alcune assegnazioni da ritenere disposte dal Palazzo. Questa sezione finale ricorda richieste analoghe di Yibbiʾ-Ḏikir a Ṭubuḫ-Hadda, come quelle

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che concludono il testo 7 (v. VI 3-15). La lettera quindi deve essere stata scritta da un’autorità superiore, probabilmente il ministro stesso, che trovandosi ancora in territorio mariota forse non lontano da Terqa, poteva essere bene informato anche di quanto avveniva nell’area del Medio Baliḫ (Sidir, Ṣalpaʾu). Per quanto riguarda la grafia, si noterà la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale, come nei testi 1, 9, 12, 16, 17, 19, 20, tutti da attribuire al ministro e quindi forse allo stesso scriba (il segno an in questa tavoletta non è attestato). Per quanto riguarda i sumerogrammi, si noteranno le grafie sá-dug4 (r. III 13) per sá-du11-ga «consegna regolare», e sìlada (r. IV 9) per sìla-bàn-da «vaso della capacità di un sila». Per quanto riguarda le grafie fonetiche, si noterànno si-gi-ma (r. III 14) per si-gi-su-ma /šikin-šu-ma/ «secondo quanto stabilito per lui»; na-bur-ru12 (v. III 2) forse per *naparrur-ū «(gli uomini) dispersi». La grafia fonetica a-u9-ne (v. II 10) si ritrova soltanto in un’altra lettera del ministro al figlio Ṭubuḫ-Hadda (14 v. I 3). Per un’interpretazione preliminare dei paragrafi (9), (10), (11) si veda Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 112 e p. 110, e NABU 1999/47, dove igi-kéš è corretto in igi-tùm. 1. Formula introduttiva alla lettera (§ 1). 2. Invio di una carovana (§ 2-5). Questa sezione si riferisce a conifere che, provenendo probabilmente dalle regioni montagnose del nord, dovevano essere inviate a Ebla. Il ministro che sta preparando una carovana di provviste da mandare al Palazzo, dispone che la sua carovana vada incontro ai portatori delle conifere, apparentemente per proseguire insieme verso Ebla. (2) L’integrazione [du11-ga] (r. I 3), proposta come ipotesi di lavoro, è congetturale. Lo spazio disponibile non consente di integrare maškim-e-gi4. [ar]-za: Per questa grafia da interpretare come un accusativo /ʾarz-a(m)/ «(legname di) conifere», si veda anche il testo 3 (r. IV 4, e comm. a [4]) e, per il trasporto di legname di conifere con una carovana di servi, ARET XVI 13 (r. II’ 6-III’ 9) e anche ARET XIII 21 (r. III 8-IV 5), nell’interpretazione di Catagnoti, Gs Marrassini, p. 228 e n. 13. (3) L’integrazione [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] (r. II 1) è suggerita dal contesto. La stessa grafia con L-Reduktion è impiegata in ARET XVI 4 r. IV 15, V 5. ˹si˺-ma: Grafia interpretabile come la preposizione /šin/ seguita dall’enclitica /-ma/, per la quale si veda ARET XVI 29 r. I 5, e p. 184, comm. a (2). [Ḫa]-a-[bí]-du[ki]: Per questo toponimo si veda il commento al testo 4 (6), s.v. Ḫa-˹a˺-la-bí-duki. (4) gaba: Questa grafia, probabilmente equivalente a /maḫar/ (Edzard, SEb 4 [1981], p. 53), è ben attestata con funzione di preposizione di valore locativo («davanti a») o temporale («prima di»). Il presente contesto sembra invece richiedere che la grafia abbia funzione avverbiale di valore temporale. (5) an-na: Nel presente contesto questa grafia può essere interpretata come la particella /hanna/ «ora, davvero», per le cui attestazioni nelle grafie an-na (var. a-na) si veda Catagnoti, Grammatica, p. 103. 3. Adempimenti cultuali (§§ 6-8). (6) La sintassi contorta di questo paragrafo ne rende l’interpretazione difficile. In r. III 8 la preposizione mi-nu sembra indicare che l’olio disponibile ha coperto solo una parte della quantità richiesta, «(una parte) del desiderio». Mentre negli altri testi dove la preposizione ha valore partitivo

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la parte considerata viene indicata (tak4 / mi-nu / ir-me «quanto avanza dall’irme», ARET XIII 9 r. VI 11-13; mi-nu / làl-sù / níg-á-ga-ii «la metà del suo miele», ARET XIII 21 r. II 8-10), qui è lasciata inespressa. Ga-sùr ki: Nome di luogo, per la cui localizzazione, si veda il commento al testo 1 (12), s.v. mu-ti: Per il significato «essere disponibile» di questo sumerogramma, si veda ARET XVI, p. 255, s.v., e p. 15, comm. a (9). mi-nu: Il valore partitivo che la preposizione sembra avere nel presente contesto si ritrova nei testi di cancelleria anche altrove (ARET XIII, p. 283 sg.); come osserva Tonietti (Sistema preposizionale, p. 87), la funzione di isolare un membro di un’unità sintattica sembra limitata alla lingua del trattato di Abarsal. (7) sá-˹dug4˺: Grafia breve per sá-du11-ga, per il cui significato si veda di recente Catagnoti, Gs Marrassini, p. 228, n. 13. si-gi-ma: Questa grafia, nota anche da un testo amministrativo (ARET XII, p. 577, s.v.), può essere considerata una formula abbreviata per si-gi-su-ma «secondo quanto stabilito per lui, allo stesso modo» (o forse meglio come un avverbio espresso dalla forma dello stato assoluto, /šikin/), che rimanda a una prescrizione parallela a quella precedente (ARET XIII, p. 293, s.v.; ARET XVI, p. 262, s.v.). (8) Per quanto lo scriba, scrivendo sul bordo della tavoletta, abbia trascurato di indicare la separazione della casella, il segno am andrà considerato come un sumerogramma distinto da quanto precede; per l’inclusione di due grafie indipendenti nella stessa casella alla fine di una colonna, si confronterà ARET XIII 9 v. VII 24. L’integrazione al6-[tuš] (r. IV 5) è congetturale. La costruzione della parte finale del paragrafo (ku-tu … ì-[n]a-sum … dumu-[nita] ˹ku˺-˹tu˺ «per conto dell’agente fiduciario … (lo) ha dato … il figlio dell’agente fiduciario») ricorda il testo 14 (1 dumunita … a-mu šu-du8 «il figlio … per conto del padre (lo) prenda in consegna». Nei due contesti l’assenza di una preposizione suggerisce che il logogramma semitico ku-tu e il sumerogramma a-mu rapppresentino forme eblaite in accusativo di relazione. tu-ra: Per questo sumerogramma, si confronti nei testi amministrativi la formula in u4 / tu-ra «quando fu malato» (ARET I 17 r. VIII 7-8; ARET IV 21 r. III 4-5; anche ARET IX, p. 407, s.v.) ku-tu: Grafia interpretabile come un logogramma semitico, per il quale si veda il commento al testo 3 (15). la-ḫa; Grafia eblaita per la-ḫa-an, un recipiente usato come standard di capacità per liquidi (= 30 sìla, ARET IX, p. 394). Nel nostro testo è apparentemente usata per indicare una giaretta della capacità di un sila. sìla-da: Grafia abbreviata del sumerogramma sìla-bàn-da «vaso della capacità di un sila». dag-la: Grafia interpretabile come [takla(m)] per /takil-a(m)/ «degno di fiducia; di buona qualità». In eblaita la vocale breve postonica è di norma conservata; la sincope indicata dalla grafia può registrare qui la realizzazione della lingua parlata. Questo aggettivo, qui riferito al vaso d’oro, ha riscontro nell’acc. taklum, dove può essere riferito a persone e a beni. 4. Ordine alle famiglie di venire in aiuto al Palazzo (§§ 9-11). (9) da-mu da-mu: Per il significato di questa grafia logografica come «la gente del clan», si veda il commento al testo 13 (1). [ḫ]i-mu-˹túm˺ / w[a] / á-˹daḫ˺: Si noterà la costruzione in endiadi. Il sumerogramma ḫi-mu-túm ha qui il significato di «inviare (personale)», ben attestato nei testi di cancelleria (p. es., ARET XVI 3 r. III 6-7). (10) L’integrazione mu-[du] (v. I 6) è congetturale.

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nu-gú-su-da-su: Grafia interpretabile come una forma 0/2 di ventivo con pronome suffisso da *kšd «inviare», [nukuššudamšu] per /nukaššid-am-šu/ «noi lo inviammo». Il pronome suffisso di terza persona singolare, indicato dalla grafia fonetica può riferirsi a un nome collettivo («la gente del clan»). mu-[du]: Per le attestazioni di questo sumerogramma con il significato «venire; entrare» nei testi di cancelleria, si veda ARET XI, p. 161, s.v.; ARET XIII, p. 284, s.v. A-bar ki: Località ricordata anche nel testo 17 (v. I 9 e comm. a [6]). (11) L’integrazione [2] uruki (v. I 10) è congetturale. È possibile che gli avvenimenti riferiti in questo paragrafo siano da porre in relazione con quanto detto nel paragrafo precedente. Le due località potevano essere sotto il controllo di Ebla. Dādī era probabilmente un funzionario eblaita che si trovava nell’area di Nagar. Zi-ti-ir ki: Nome di luogo (varr. Zi-ti-ru12ki, Zi-ti-luki), probabilmente interpretabile come /Sidir(-u)/, riconducibile a *sdr «disporre in ordine» (bab. sadīru «gruppo (ordinato), sezione»). Il contesto suggerisce che si trovasse non lontano dal secondo centro citato subito dopo. Sal-ba-˹a˺ki: Nome di luogo con desinenza dell’accusativo (cf. Sal-ba-ù), forse localizzabile sul Medio Baliḫ (Astour, WGE, p. 154) e identificabile con Zalpaḫ dei testi paleobabilonesi (secondo ARES II, p. 424; per la localizzazione di Zalpaḫ, RGTC 3, p.259). Il nome può forse essere interpretato come /Ṣalpa-ʾu/, da ricondurre al sem. *ṣlp «tagliare in diagonale». ˹Da˺-[t]i: Nome personale maschile portato da funzionari eblaiti ricordati nei testi amministrativi (Krebernik, PE, p. 183, s.v.) e, in un testo di cancelleria, da un inviato di Martu che va a Ebla a prestare il giuramento di alleanza (ARET XIII 20 v. VII 5). Il nome è probabilmente interpretabile come /Dād-ī/, ipocoristico di /Dād-ī-ND/ «ND è il mio amato» (cf. [D]a-dí-Da-nu, ARET XIII 12 r. I 6). 5. Adempimenti di Armi (§ 12). (12) L’integrazione ké[š-da-sù] (v. III 1) è congetturale e coerente con lo spazio disponibile. L’integrazione [ká-ká] (v. III 4) è congetturale. a-u9-ne: Grafia attestata altrove soltanto in 14 v. I 3, dove è stata interpretata come /ʾay yuʿni/ «egli non dovrà sostituire», da *ʿny «voltare, cambiare». In questo paragrafo è possibile la stessa interpretazione con il significato contestuale «egli non dovrà sottrarsi». giš-ba-tukux: Questo sumerogramma per «udire, ascoltare» è impiegato per indicare l’accoglienza dovuta dagli alleati alle disposizioni del Palazzo, come risulta dalla formulazione più esplicita del testo 4 (inim-di inim-di / na-se11 na-se11 / giš-˹ba˺-tukux «la gente ha udito le disposizioni (e hanno acconsentito ai tuoi inviati uno per uno)», v. V 1-3). ké[š-da-sù]: Il sumerogramma può corrispondere a una forma verbale di kaṣārum «legare; riunire». L’impiego di un pronome suffisso riferito a quanto segue nella stessa frase è noto anche in altri testi di cancelleria (p. es., XIII 6 v. IV 3’, V 4). na-bur-ru12 ma-tim!(mun): Il primo elemento del nesso può essere interpretato come /napurr-ū/, una forma non paradigmatica di *prr, n/1, «essere disperso, separato», costruita su una variante *pwr. Sarebbe possibile anche pensare a una derivazione da *naparrur-ū, con aplologia e armonia vocalica. [Áš]-da-ma-i-lu: Nome personale, attestato anche come Áš-da-ma-ni (MEE 7, 14 v. III 7). La grafia è interpretabile come /Waštay-ma-ʾIl/ «Presso il (mio) dio» (Fronzaroli, ARES I, p. 11), per altre possibili interpretazioni del tipo onomastico Áš-da-ma-ND, cf. Pagan, ARES III, p. 289. ˹ka˺-˹dib˺: Per questo sumerogramma e per le sue attestazioni in alcuni testi amministrativi e in un testo di cancelleria, si veda ARET XVI, p. 32 (21). Poiché nei testi amministrativi questi personaggi non compaiono mai da soli, è possibile che il sumerogramma corrisponda qui a una forma semitica di plurale. Per la mancata ripetizione di un sumerogramma, di solito ripetuto, si veda ga-a / inim-di «tutte le disposizioni» (9 v. IV 4).

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ʾÀ-maki: Nome di luogo per la cui localizzazione si veda il commento ad ARET XIII 9 (p. 104). 6. Richiesta di informazioni circa alcune assegnazioni (§ 13). (13) L’estrema concisione di questo paragrafo rende difficile l’interpretazione. Come ipotesi di lavoro si può proporre che il pronome interrogativo in accusativo dipenda da [maškim]-e-g[i4] e che le tre domande si riferiscano ad assegnazioni fatte da Ṭubuḫ-Hadda. L’integrazione ar-[za] (v. IV 10) è congetturale; per [šu mu-nigin] (v. V 8) si confronterà sa.zaxki / šu mu-nigin (ARET XVI 4 r. II 16-III 1; 10 r. I 7-8), šu mu-nigin / sa.zaxki (ARET XVI 24 r. V 4-5). Zi-mi-[na]-ma-lik: Il nome Simin-Malik compare nei testi amministrativi riferito a soprintendenti e altri personaggi. Non vi sono elementi per identificare con sicurezza quello citato in questa lettera ma, nei limiti della documentazione disponibile, si ricorderà Simin-Malik figlio di ḤennaIl di Ḏibbat (Zi-ba-da), forse un mercante, che secondo due testi amministrativi paralleli ricevette una placca (dib) d’oro per avere risieduto per qualche tempo nell’area mariota durante la campagna militare eblaita (TM.75.G.2426 e TM.75.G.2335, cit. in Archi - Biga, JCS 53 [2003], p. 23). Per il primo elemento di questo nome personale si confronti Zi-mi-na-ni (ARET XVI 25 r. V 10 e p. 152, comm. a (8) con bibliografia). ˹áš˺-dag: La stessa grafia con la forma breve del pronome suffisso di seconda persona è impiegata nel testo 9 (r. III 11). wa-ti: Grafia forse interpretabile come una forma di stato assoluto, /wadiʿ/ «in disponibilità» da *wdʿ «conoscere», confrontabile con wa-ti-um /wadiʿ-um/ «presente, disponibile» (LL = zà-me, A2). Per il significato di zà-me nei testi di cancelleria, si veda ARET XI, p. 177, s.v.; ARET XIII, p. 311, s.v.; ARET XVI, p. 282, s.v.; per i testi amministrativi, si veda Archi, Eblaitica 1 (1987), p. 116, n. 8. gaba-túg: Nei testi amministrativi questo sumerogramma è stato interpretato come «pettorale in tessuto» (p. es., ARET XII, p. 533, s.v.). Esistevano anche pettorali in oro, come quello che il re donò a Yibbiʾ-Ḏikir dopo la vittoria su Mari (1 gaba kù-gi, TM.74.G.102 r. I 2, citato in Archi Biga, JCS 53 [2003], p. 19). Ru12-zi-Ma-lik: Il testo precisa che il nome personale non si riferisce qui al figlio del ministro ma al figlio di Ilum-bal, un personaggio ricordato anche in una lettera del re (ARET XVI 11 r. VI 7, v. I 5, III 8). Il figlio di Ilum-bal si ritrova in TM.75.G.2240 r. II 10-III 9 (citato in Archi, Fs Kupper, p. 205). Per l’interpretazione del nome si veda il commento al testo 7 (13), s.v.

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19 (Tavv. XXXV)

(1) r. I. 1. [ ] [ ]-i [ ]-ud-ud 3. [ ]-du [ ]x [ ]x [ ]-ga 5. [ ]x [ ]-da [ ]-a 7. ra-bù (2) du-da-bí-nu II. 1. [še] [ù-ma] 3. [n li]-˹im˺ ù-ma 5. 4 li-im zíd mu-túm 7. mi-na a 9. diri(a.si) še III. 1. [e11(-ma)] [an-d]a (3) 3. wa al6-gál 5. šu mu-nígin uru ki (4) 7. ap kaskal 9. ša-ti du-du 11. a-rí-a-tim IV. 1. [ ] ˹udu˺-˹udu˺ 3. Mar-tuki du-bù

(5) 5. wa igi-du8 7. kur ʾà-na 9. udu-udu du-ba-ù 11. ʾà-na kaskal 13. ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 V. 1. [(-)si-na-ad] (6) wa 3. a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du 5. gaba-ru-ma zà-ús 7. wa ì-na-sum 9. bar6:kù wa 11. šu ba4-ti zíd VI. (c. 7 cas. in lac.) 1’. níg-[sa10] (7) wa 3’. ì-na-sum nu sa6 (8) 5’. wa v. I. 1. a níg-sa10 [... (lac. non precisabile)

(1) «[…]. (2) Quanto alla nostra provvista di orzo, sia che l’apporto sia di [n] (kubār) sia che sia di 4000 (kubār) di farina, che cosa davvero come supplemento dell’orzo [tu farai scendere]? (3) E sarà disponibile al ritorno in città? (4) E poi, alla carovana che va ai mulini […] tu porterai le pecore di Martu. (5) E, (dopo) la consegna integrale (delle pecore) sulla montagna, davvero porterete le pecore davvero alla carovana [le] consegnerete. (6) E (quando) le truppe scelte entreranno nel mulino per comprare e dare l’argento e prendere la farina, […] il prezzo. (7) E diedero (farina ?) non buona. (8) E davvero il prezzo […].

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II. 1.

(9) …] útul-útul zabar [ ] túg? [... (lac. non precisabile)

(10) III. 1. wa lú 3. [ ]-da [... (lac. non precisabile) (11) …] IV 1. bar6-kù níg-gú-˹x˺ 3. ma-[ ]

[... (lac. non precisabile) (12) …] V. 1. an-da-ma ti-la 3. wa [... (lac. non precisabile) VI. 1.

(13) …] šeš-mu-ga wa [... (lac. non precisabile)

(9) […] paioli di bronzo […]. (10) E ciò che […]. (11) […] l’argento disposto (?) … […]. (12) […] tu le pecore da vita e [le pecore per il consumo ...]. (13) […] tuo fratello e […]».

Commento Nella parte superiore del recto è perduta, per tutta la larghezza della tavoletta, almeno una casella; inoltre, le due colonne esterne (I, V) sono perdute per due terzi. Del verso sono conservate soltanto le due o tre caselle iniziali delle colonne. La presenza delle forme insolite dei segni du e an, proprie di uno scriba del ministro, rende probabile che questa lettera sia da attribuire a YibbiʾḎikir. Il testo conservato non consente di decidere a chi fosse indirizzata la lettera; è possibile che anche in questo caso si trattasse di Ṭubuḫ-Hadda. Per quanto riguarda la grafia, come già osservato sopra, si noterà la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, che si ritrovano nei testi 1, 9, 12, 14, 16, 17, 20 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato), tutti da attribuire al ministro e quindi probabilmente allo stesso scriba. Per quanto riguarda le grafie fonetiche, si noterà du-bù (r. IV 4), interpretabile come la seconda persona del presente 0/1 con L-Reduktion e armonia vocalica [tubbu(l)] per /tubbal/ «tu porterai». Per quanto riguarda la lingua, si noterà il nome dipendente anteposto, senza pronome determinativo, al nome da cui dipende (a-˹rí˺-˹ma˺ / m[u]-du, r. V 3-4) «del mulino all’entrare». 1. Testo non integrabile (§ 1). (1) ra-bù: Grafia interpretabile come [rabū] per /rabiy-u(m)/ «grande», che in ARET XVI 7 qualifica un nome personale (Dur-Da-rúm / ra-bù, r. V 5-6), oppure come una forma di *rby «aumentare», con caduta di /y/ e contrazione delle vocali (infinito 0/1, terza persona maschile plurale dello stativo).

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2. Provvista di cereali (§§ 2-3). (2) È possibile che alcune delle caselle che precedono du-da-bí-nu appartenessero a questo paragrafo ma lo stato di conservazione della tavoletta non consente di accertarlo. L’interpretazione delle caselle r. II 1-3 e r. III 1-2 è congetturale. du-da-bí-nu: La stessa grafia compare anche nel testo 17 (r. III 9), dove è stata interpretata come /tūtabbil-nu/ «la nostra provvista». [e11(-ma)]: Per l’impiego del sumerogramma e11 nel significato «fare scendere» con riferimento a prodotti alimentari, si vedano i testi 1 v. IV 4 e 3 v. III 9, e anche ARET XVI 1 r. II 3, 15. diri(a.si): Per il significato «eccedenza (contabile), supplemento» di questo sumerogramma, si veda ARET IX, p. 382, s.v. 3. Consegna di pecore (§§ 4-5). (4) ša-ti: Il pronome relativo femminile fa supporre che il sumerogramma kaskal sia considerato dallo scriba come equivalente a un nome femminile, forse halaktum qui nel significato di «carovana». Nella lista lessicale bilingue si confronterà la glossa a-a-ga-du /halaktum/ «viaggio» (= di, D; varr. ʾa5-a-ga-tum, B; cf. ʾa5-ga-du-um /halkatum/, A; a-la-ag-[tum] /halaktum/ «sciame», v). a-rí-a-tim: Grafia interpretabile come un plurale femminile /ʾariyātim/. Per le attestazioni e il significato di ʾarūm «luogo dove si macinano i cereali, mulino», si veda il commento al testo 4 (5). du-bù: Grafia interpretabile come la seconda persona del presente 0/1 di *wbl «portare», con L-Reduktion e armonia vocalica, [tubbul] per /tubbal/ «tu porterai». La stessa forma, con L-Reduktion ma senza armonia vocalica, è attestata in ARET XVI 4 (du-ba, r. V 2). (5) In r. V 1 l’integrazione di un pronome suffisso femminile dell’accusativo, riferito a udu-udu (r. IV 9), è congetturale; possibile anche un pronome maschile [-su-nu]. Per la grafia in casella propria di un pronome suffisso, qui resa necessaria anche dalla mancanza di spazio alla fine della colonna IV, si confronterà ARET XIII 4 v. V 2. du-ba-ù: Grafia interpretabile come una forma di presente di *wbl «portare», /tubbal-ū/ «voi porterete». ʾà-na: Si noterà la grafia accurata della particella /hanna/ «ora, davvero», scritta altrove an-na (var. a-na); cf. anche ʾà-na-ma «così» (per le attestazioni, Catagnoti, Grammatica, p. 103). [(-)si-na-ad]: Pronome dell’accusativo della terza persona plurale femminile, /(-)šināt/, attestato in ARET XIII 4 v. V 2. Poiché nei testi eblaiti i pronomi suffissi plurisillabici sono scritti spesso in casella propria, non è possibile decidere, in base alla grafia, se il pronome debba essere considerato come un pronome indipendente o come un pronome suffisso (Fronzaroli, StEbl 3 [2017], p. 86). 4. Acquisto di farina (§§ 6-8). (6) La lunga lacuna all’inizio della colonna VI non permette una comprensione completa del paragrafo. Poiché il testo più avanti sembra riferirsi a problemi relativi all’acquisto, è probabile che la parte conservata di questo paragrafo debba essere interpretata come una frase circostanziale. a-˹rí˺-˹ma˺: Questa grafia può essere interpretata come una forma di genitivo singolare dipendente da m[u]-du: «del mulino all’entrare». Per la costruzione di un nome dipendente, anche senza pronome determinativo, anteposto al nome da cui dipende, si veda quanto osservato in ARET XIII, p. 11. Per le attestazioni e il significato di ʾarūm «luogo dove si macinano i cereali, mulino», si veda il commento al testo 4 (5). gaba-ru-ma: Poiché gli scribi non indicavano sempre dopo i sumerogrammi la desinenza -iš (come, per es., nel testo 4 r. VI 7, e comm. a (10), s.v.), qui gaba-ru può equivalere all’ebl. /maḫār-iš/

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«per comprare». Si confronterà, con identico significato, la grafia ʾà-na / gaba-ru (ARET XIII 5 bd. inf. I 1-2, 7-8, e p. 74, comm. a (3’), s.v.). 5. Testo non integrabile (§§ 9-13). (9) útul-útul: Per la lettura del segno Ḫi×maš e per il significato «paiolo», si veda Bonechi, Fs Fronzaroli, p. 84 e p. 86 sg.

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20 (Tavv. XVI, XXXVI)

r. I’. 1’. 3’. II’.

(1’) (lac. non precisabile) …] ˹si-in˺ maškim-e-gi4 maškim-e-gi4-ma inim-di inim-di [… (lac. non precisabile)

(2’) …] 1’. [nu-u9]-nu ˹gál˺-˹tak4˺ 3’. si-ra-sù šu ba4-ti 5’. Gú-la-bal!(kul)ki giš.pa III’. [… (lac. non precisabile) ...] 1’. šu ba4-ti in 3’. še igi-sig 5’. uruki 7’. IV’. 1’.

(3’)

(4’) wa ì-na-sum [… (lac. non precisabile) ...] ˹ir11-ir11˺

(5’) si-in 3’. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da ap 5’. an-da

(6’)

wa 7’. an-na V’. [… (lac. non precisabile) ...] 1’. še-ba na-se11 na-se11 (7’) 3’. wa nu ì-ti 5’. 5 li-˹im˺ še gú-bar si-in 7’. iti v. I. 1. lú d A-dam-ma (8’) wa 3. še-ma igi-sig 5. uru ki igi-sig 7. uruki níg-éš-nu-éš (9’) 9. wa du11-ga [... (lac. non precisabile) …] II. 1. en-ma an-na 3. gabaa en 5. an-gá[l] š[e] 7. še gabab (lac. non precisabile) …] III. 1. n[a]-se11 ˹na˺-se11 ˹še˺-ba

(1’) «[…] all’inviato ho inviato disposizioni […]. (2’) [… rinviate]mi, (quando la strada) sarà aperta, il suo invio ricevuto a Gurrabal … […]. (3’) […] ho ricevuto dall’orzo custodito in città. (4’) E ho dato […] i servi». (5’) (Così dice) a Ṭubuḫ-Hadda: (6’) «E dunque, tu e io […] le razioni per i dipendenti. (7’) E non sono arrivati 5000 kubār di orzo per il mese I. (8’) E l’orzo custodito in città il custode (dell’orzo) della città deve fissar(lo) per iscritto (in una tavoletta). (9’) E ordina [che …] così ho detto io davanti al re, quanto alla disponibilità di orzo, l’orzo davanti […] le razioni per i dipendenti.

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(10’) 3. wa [x] 5. [x]-du [x(-x)] [... (lac. non precisabile) …] IV. 1. maš x-x

(11’)

[… (lac. non precisabile) V. 1. a b

(12’) …] ˹du˺ [… (lac. non precisabile)

gaba verticale. gaba verticale.

(10’) E […]. (11’) […] metà […]. (12’) […] viaggio […]»

Commento Il frammento manca delle prime colonne e della parte superiore. La parte conservata non permette la piena comprensione del documento. La divisione in paragrafi e l’interpretazione sono proposte come ipotesi di lavoro. Il richiamo alla formula introduttiva (r. IV 2’-3’) indica che la lettera, o per lo meno una parte di essa, era diretta a Ṭubuḫ-Hadda. Poiché lo scriba impiega le forme insolite dei segni du e an, proprie delle lettere dettate dal ministro, è estremamente probabile che anche questa lettera sia da attribuire a Yibbiʾ-Ḏikir. Per quanto riguarda la grafia, come già osservato sopra, si noterà la forma del segno du con il secondo cuneo inferiore quasi orizzontale e la grafia insolita del segno an, che si ritrovano nei testi 1, 9, 12, 14, 16, 17, 19 e, limitatamente a du, anche in 18 (dove an non è attestato), tutti da attribuire al ministro e quindi probabilmente allo stesso scriba. Per quanto riguarda le grafie fonetiche, si noterà l’indicazione accurata di /r/ in si-ra-sù (r. II’ 3’), presente anche nei testi 16 e 17. 1’. Disposizioni relative a orzo ricevuto e inviato (§§ 1’-4’). (2’) L’integrazione [nu-u9]-nu (r. II’ 1’), consentita dallo spazio disponibile nella rottura, è suggerita da una frase simile in ARET XVI 14 (gál-tak4 / nu-u9 -nu / si-la-su, «[(Quando) la strada] sarà aperta, rinviatemi il suo invio», r. II’ 1’-3’). [nu-u9]-nu: Per l’interpretazione di questa grafia come un imperativo 0/2 di *nḥy «volgersi» con pronome suffisso dell’accusativo della prima persona singolare, /nuḥḥū-nu/, si veda il commento in ARET XVI 3 (8), dove deve essere corretto il significato attribuito al pronome suffisso. ˹gál˺-˹tak4˺: Per altre attestazioni di questa grafia abbreviata di giš-gál-tak4 «aprire», si veda il commento al testo 13 (2). si-ra-sù: Grafia interpretabile come /šīr-šu/ «il suo invio». Per l’indicazione accurata di /r/, osservabile anche in si-ra-ga (16 v. II 1, 7) e in ˹si˺-˹ra˺-[ga] (17 v. II 7), si veda il commento al testo 16 (9). Gú-la-bal!(kul)ki: Per questo nome di luogo, che compare anche in due testi di cancelleria (Gúra-bal!(kul)ki, ARET XIII 7; Gú-ra-ra-bal!(kul)ki, ARET XIII 8), probabilmente databili alla fine del regno di Yirkab-Damu, si veda il commento in ARET XIII 7 (1). giš.pa: Il significato di questo sumerogramma nel presente contesto non sembra precisabile. Nel testo 4 il sumerogramma è impiegato nel significato “viticci” nella descrizione dell’ornamento

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di un contenitore («(un contenitore d’oro) con il fondo (decorato) a viticci», r. VII 7-8); per gli impieghi nei testi amministrativi, si veda il commento a 4 (11). (3’) in: Per il valore partitivo di questa preposizione, si veda il commento al testo 16 (8). 2’. Richiamo della formula introduttiva (§ 5’). 3’. Disposizioni relative all’invio di orzo per le razioni dei dipendenti (§§ 6’-9’). (8’) níg-éš-nu-éš: Per il significato «fissare per iscritto (in una tavoletta)» di questo sumerogramma, si veda il commento al testo 9 (11). (9’) en-ma: Per le attestazioni di questa grafia nel significato «dichiarazione, risposta», si veda ARET XIII, p. 259, s.v. en-ma, 2 (sempre en-ma-sù). 4’. Testo non integrabile (§§ 10’-12’).

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21 (Tavv. XXXVII-XXXVIII)

(1) r. I. 1. še 1 mu 3. wa ì-giš 5. 1 mu [giš]-sur x (2) 7. ap še 9. [w]a ˹ì˺-giš 11. ba-ra-u9 na-i-ì 13. ˹gu4˺-gu4 udu-udu [… (c. 7 cas. in lac.)

(5) 1’. ˹wa˺? kú 3’. a-«ur4» a-«ur4» III. 1. Ib-laki bù-šu-ma 3. zé-sù du-du 5. níg-sa10 níg-sa10 áš-du 7. [bad] [gu4-gu4] 9. [udu-udu] uzu [… c. 9 cas. in lac.)

(3) …] 1’. gu4-gu4 udu-udu 3’. lú bad 5’. še II. 1. šu ba4-ti giš-sur x 3. bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du 5. dama-ra [s]ag-˹sù˺ 7. [ ]

(6) …] 1’. bad-˹sù˺ šu-du8-ma IV. 1. máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) 3. [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e gi(4)] din[gir-dingir] 5. Ib-laki [dumu]-mí [dumu-mí] 7. Ib-laki al-bu15 9. dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam timki] 11. šu [mu]-tak4

(4) a[p]? 9. áš-du-ma dama-[ra] 11. s[ag]-[sù] [… (c. 9 cas. in lac.)

(7) 13. su-ma gu4 15. [ ]-˹x˺ (c. 3 cas. in lac.) 1’. ˹x˺-[ ] è

(1) L’orzo di un anno e l’olio di un anno erano stati pattuiti (con giuramento). (2) E quindi, quanto all’orzo e all’olio l’ispezione del contraccambio di buoi e pecore [...]. (3) [...] i buoi e le pecore che il padrone dell’orzo avrebbe ricevuto secondo il patto come pagamento dal mese III come sua proprietà […]. (4) E quindi, dal mese III come [sua] proprietà […]. (5) E i collettori consumarono i beni di Ebla secondo la loro richiesta, (quando) andarono a comprare dal [padrone dei buoi e delle pecore] la carne […]. (6) […] il suo padrone consegnò il suo dovuto, (quando) le spighe per gli inviati (del tempio) degli dèi di Ebla le figlie di Ebla mieterono (e) i figli dei paesi consegnarono. (7) Se un bue […] fece uscire i suoi propri b[eni]

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V. 1. bù-[šu-ma] mete(te+˹me˺) (8) 3. wa šu-˹du8˺-s[ù] 5. [ ] [ ] 7. [ ] udu-udu (9) 9. wa mi-zi-ti 11. gaba al-bu15 13. é dím!(ur) 15. giš-sur x 1 du6ki 17. [in-na-sum] [1 udu-sù] 19. [a-dè] [1 du] 21. [1 gu4-sù] [a-dè] 23. [1 d]u (10) wa VI. 1. [in] [sikil] 3. [šeš-II-ib šeš-II-ib] [in-na-sum] 5. [zíd da-ba] [1 ḫi-lum] 7. ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) 9. é dʾA5-da-bal!(kul) 11. al-bu15 ki 13. ša-du áš-da 15. u4-zal u4-zal

99

17. 19.

in u4 [ḫúl] [en] [ì-na-sum]

(11) ˹wa˺ 21. gána-kešda-ki-sù al-bu15 VII. 1. [áš-da] [u4-zal u4-za]l 3. ˹ú˺-šim in-na-sum 5. giš-sur x (12) [wa] 7. ki ma-wi-tum 9. áš-da u4-zal u4-zal 11. al-bu15 ki 13. ša-du in 15. sikil šeš-II-ib šeš-II-ib 17. al6-bal!(kul) zíd da-ba 19. 1 ḫi-lum dím 21. giš-sur x «ur4»-«ur4» VIII. 1. [é] (13) [wa] 3. dumu-nit[a] ga-bí-rúm 5. ti-la gána-kešda-ki 7. a-mu-sù al-bu15 9. 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù

(8) e li prese […] le pecore. (9) E (quando), per la «purificazione» che precede la mietitura, nel tempio viene offerto il culto, secondo il patto nella campagna [egli avrebbe dato per ogni sua pecora una zampa, per ogni suo bue una zam]pa. (10) E [in occasione della purificazione degli accoliti egli avrebbe dato farina profumata con una misura di resina] per la benedizione, secondo la promessa, al tempio di Hadda-Baʿl, (quando) sarebbe stato mietuto il terreno che per la durata dei (suoi) giorni nel giorno [della (sua) festa il re aveva dato] (11) e (che, quando) i suoi campi sarebbero stati mietuti, [per] la durata dei (suoi) giorni, sarebbero stati dati in pascolo secondo il patto. (12) [E] il terreno del morto per la durata dei (suoi) giorni fu mietuto, il terreno per il quale, in occasione della purificazione degli accoliti, egli aveva provveduto abbondantemente la farina profumata con una misura di resina per il culto, secondo il patto, per i collettori [del tempio]. (13) [E,] (quando) un figlio di un proprietario ancora in vita, mieté un campo di suo padre, uno dei suoi figli si arrabbiò.

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11. šà-gig [du-d]u (14) (c. 5 cas. in lac.) 1’. [ki] ša-du 3’. in u4 ḫúl IX. 1. [a-mu-sù] [ì-na-sum] 3. du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] 5. é-bar 7. 9. 11.

(15) wa [al-bu15] ki nu zu áš-da šeš-sù níg-á-gá-II

(16) 13. ap [al-bu15] 15. [áš-da] [u4-zal u4-zal] 17. wa ú-šim 19. in-na-sum in u4 21. ḫúl giš-sur x 23. ga-bí-rúm X. 1. [dumu-nita-sù] [ì-na-sum] (17) [(c. 8 cas. in lac.) …] 1’. áš-du bad 3’. še

bù-šu-ma 5’. [al-bu15] [ki] 7’. [ša-du] [giš]-sur x 9’. [dumu-nita dumu-nita-sù] [in-n]a-sum (18) 11’. (anep.) [dum]u-nita [dum]u-nita 13’. -sù [giš]-sur x XI. 1. [in-na-sum] ša-nu-ma 3. dumu-nita dumu-nita-sù ˹x˺ (c. 12 cas. in lac.) 1’. 3’. 5’. 7’. XII. 1.

(19) …] ki ga--rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum -˹sù˺

(20) wa 3. in-na-sum lú 5. nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a xki 7. ˹en˺ [in u4] 9. [ḫúl] [ki] 11. [ì-na-sum] [bù-šu-ma] 13. ki Ib-laki

(14) […] il terreno che nel giorno della (sua) festa [suo padre aveva dato] al fi[glio] men[tre] era dispo[nibile] una proprietà terriera. (15) Ed [egli mieté] il terreno che, senza che egli (lo) sapesse, era la parte assegnata a suo fratello, (16) e quindi [che egli (suo fratello) avrebbe dovuto mietere per la durata dei (suoi) giorni] e dare in pascolo, nel giorno della (sua) festa secondo il patto il proprietario [a suo figlio aveva dato]. (17) [… furono dati (?)] dal padrone dell’orzo i prodotti [della mietitura del campo che] secondo il patto, [ai suoi figli] avrebbe dovuto dare. (18) (E poiché) ai suoi figli secondo il patto (li) avrebbe dovuti dare, i suoi figli furono adirati […]. (19) […] (quando) il terreno del proprietario (lo) avrebbe mietuto suo figlio, egli avrebbe dato a lui [una pecora], un bue, un asino e bue da ingrasso. (20) Ed egli avrebbe dato ciò che (il padre) aveva promesso, al Palazzo, (quando) il re [nel giorno della (sua) festa il terreno (gli) aveva dato, (cioè) i beni] del terreno di Ebla a colui che viaggia come corriere verso i paesi.

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15. [l]ú si-in 17. kal[am]-tim[ki] kalam tim[ki] a-a-sa-am6 (21) 19. wa ug7 21. ˹bù˺-[šu-ma] XIII. 1. g[a]-˹bí˺-rúm in ki 3. Ib-la ba-ru12 -ù (22) 5. ap ki 7. a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] 9. du6ki-du6ki Ib-laki 11. lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum] 13. [al-bu15] [šu ba4-ti] 15. [giš-sur x] [áš-du] 17. [bad] [še] 19. [1 niga:gu4] 1 bar.an 21. 1 gu4 1 udu 23. níg-sa10 -sù (23) [ ] v. I . 1. [ ] [ ] 3. ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 5. [ ] [ ] 7. ga[ba] níg-mu-[sá]

101

9. sag-s[ù] šu-du8 11. [ ] ˹x˺-ga?(-x) 13. ˹x˺-i-x [ ] 15. [ ] áš-du 17. dama-ra ˹bù˺-[šu-ma] (resto della col. in lac.) II. 1. 3. 5.

(24) …] ˹x˺-˹x˺ [ ] 2 di-˹ku5˺ ʾà-ba-du ugula ká

(25) [wa] 7. 2 di-ku5 ʾà-ba-ad 9. al6 ki Ib-la 11. ˹kú˺ (26) [wa] 13. [zé-sù]ma kú 15. ug7 lú 17. ʾà-ba-tim (resto della col. in lac.) (27) …] III. 1. ˹d˺˹ku˺-˹ra˺ giš-sur x 3. 2 di-ku5 šu ba4-ti-sù

(21) E quando morì, i b[eni] del proprietario in Ebla furono ispezionati. (22) E poi, (quando) il terreno controllato fu mietuto nelle campagne di Ebla, colui che (il terreno) controllato [aveva mietuto ricevé secondo il patto dal padrone dell’orzo un bue da ingrasso,] un mulo, un bue, una pecora come suo prezzo. (23) […] come doni di nozze colui che aveva mietuto [(diede, il padre)] prima delle nozze come sua proprietà prese […] dal mese III i beni [… (24) [… furono disponibili] per i due giudici le razioni del sovrintendente della Porta. (25) [E] i due giudici la razione a carico di Ebla consumarono. (26) [E, (quando), mentre secondo la loro richiesta] consumavano, (i due giudici) morirono, ciò che della razione […]. (27) [… quanto nel tempio di] kura era stato pattuito, i due giudici lo ricevettero.

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(28) 5. kaskal[-x] lam7:ki lam7:ki 7. ba-ru12 -ad giš-érin-(níg?-)˹á˺-[(lá)] 9. [lam7:ki] lam7:ki ba-ru12 -ad 11. ìr-ra-tum (resto della col. in lac.) IV. 1. 3. 5.

(29) …] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ zi-kam4 nu šu ba4-ti giš-ru giš-ru dingir-dingir è

(30) 7. wa du-du 9. ˹du6˺ki [Ib-laki] 11. zé-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki (resto della col. in lac.) (31) …] V. 1. [a]-˹mu˺-˹sù˺ ù 3. ama-gal-sù ù 5. šeš-sù in 7. Ib-˹la˺˹ki˺ [ ] 9. [ ] (32) wa 11. ug7 1 na-se11

13. [ ]-˹x˺ (resto della col. in lac.) (33) …] VI. 1. [ ] ug7 3. sá-du11-ga é zíd 5. ba-ru12 -ù šu ba4-ti 7. du-du (resto della col. in lac.) VII. 1. 3. 5. 7.

(34) …] [ ] nídba nídba i-mu 1 šu ug7 dumu-nita dumu-nita [ ]x (resto della col. in lac.)

VIII. 1’.

(35) [ ] [ ]x (resto della col. in lac.)



(interamente in lac.)

IX-XI

XII. (anepigrafa nella parte conservata) (36) XIII. 1. ʾà-ba-du [(tracce)] (resto della col. in lac.)

(28) Nei (loro) viaggi ai mercati il braccio della bilancia è ispezionato, ai mercati il peso falso è ispezionato […]. (29) […] il sovrintendente del mercato non prese (posto sul)la chiatta piccola (quando) gli archi degli dèi furono fatti uscire. (30) E (quando) andò nella campagna [di Ebla], secondo la sua richiesta il sovrintendente del mercato […]. (31) […] suo padre, sua madre e suo fratello in Ebla […]. (32) E (quando) morì uno dei […]. (33) […] (quando) per il morto le consegne regolari della Casa delle farine, dopo essere state controllate, furono ricevute, essi andarono […]. (34) […] (quando) fu offerta l’offerta per quello che era morto, nella mano del morto i figli [...]. (35) […]. (36) […] razioni […].

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Commento Questa eccezionale tavoletta con le sue 26 colonne di circa 22 caselle per colonna conteneva uno dei testi di cancelleria più estesi. Ricostruita a partire da 25 frammenti, essa ci è giunta, purtroppo, largamente incompleta. Nel recto, la faccia meglio conservata, rimangono lacune importanti. Nel verso sono conservate parzialmente le prime sette colonne, mentre le altre cinque sono completamente perdute. Nel documento non compaiono nomi di persona né nomi di luogo, eccetto Ib-laki (r. III 1, IV 5, 7, XII 14, XIII 3, 10, v. II 10, [IV 10]) e i paesi che ne dipendono (kalam-timki kalam-timki, r. IV 10, XII 17). Le due uniche forme verbali coniugate sono interpretabili come forme della terza persona singolare (a-a-sa-am6, r. XII 18; i-mu, v. VII 4). Gli unici nomi di funzione sono a-«ur4» «collettore» (r. II 3’; var. «ur4», r. VII 22) e di-ku5 «giudice» (v. II 7, III 3,); vi compare inoltre ga-bí-rúm «proprietario (di beni fondiari)» (r. VIII 4, IX 23, XI 1’, XIII 1), attestato altrove, nei testi di cancelleria, solo in ARET XVI 25 (2 ga-bí-ra; ga-bí-ra-a, r. IV 12 e passim). Il documento è caratterizzato dalla presenza di un termine tecnico appartenente all’ambito giuridico, giš-sur x «pattuire; patto» (r. I 6, II 2, V 15, VII 5, 21, IX 22, X 8’, 15’, XIII 15, v. III 2); con riferimento a beni specifici i contraenti sono indicati semplicemento come bad «padrone» (bad še, r. I 4’-5’ e passim). Il logogramma 1 na-se11 è usato con il significato «uno, un uomo» (1 na-se11 / dumunita dumu-nita-sù, r. VIII 9-10; ug7 / 1 na-se11, […]-˹x˺, v. V 11-13). Al controllo della correttezza nell’esecuzione dei patti stabiliti e nella gestione dei mercati appartiene ba-ra-u9 «ispezionare» (r. I 11; anche, ba-ru12-ad, v. III 7, 10; ba-ru12-ù, r. XIII 4, v. VI 5) e a-mi-ra-tum «controllata» (r. XIII 7, 12). Nei limiti della sua conservazione molto frammentaria, questo testo sembra costituito da una raccolta di episodi esemplari, senza che sia possibile stabilirne l’origine. Nella prima parte gli episodi raccolti sono relativi alla gestione di proprietà fondiarie (cessione di prodotti agricoli in cambio di animali di allevamento; assegnazione e gestione di terreni agricoli, anche con obbligo di forniture di prodotti ai templi degli dèi). A partire dalla colonna II del verso l’attenzione si sposta sulle attività dei giudici itineranti (fornitura delle loro razioni; ispezione delle bilance e dei pesi nei mercati; controlli delle consegne nella Casa delle farine). Niente è conservato delle colonne VIII-XII del verso. Dell’ultima colonna rimane solo una casella (ʾà-ba-du «razioni», v. XIII 1). Per quanto riguarda la tipologia del documento questo testo può essere confrontato soltanto con ARET XVI 1 ma, mentre quello raccoglie episodi verosimili non privi di particolari pittoreschi, il nostro testo ha una redazione più sobria e maggiormente centrata sugli aspetti giuridici. L’impegno solenne dei proprietari, sancito da giuramento, che caratterizza gli episodi raccolti in questo testo, trova riscontro in documenti relativi all’assegnazione e successione di beni fondiari, che dopo avere ricevuto l’approvazione del re venivano conservati nell’Archivio Centrale. Il giuramento è esplicitamente ricordato nel documento che registra i beni attribuiti ai figli di Gia-Li-im (ARET VII 154 v. VI 1-8; cf. anche ARET XIII 12 r. I 5-II 2, dove l’oggetto dell’accordo giurato fra I-rí-ig-ni e il villaggio di Muru non è precisato). Il giudizio del re è menzionato in ARET XVI 28 (v. II 1-2), mentre in un caso particolarmente rilevante, le assegnazioni per tre figli di Yibrium, è il re stesso a giurare (ARET XVI 27 r. IV 18-V 4, v. IV 5-13, VI 14-VII 1). Per quanto riguarda i sumerogrammi si noterà al6-bal!(kul) (r. VII 17), non attestato altrove nei testi di cancelleria; é-bar (r. IX 5), hapax apparentemente usato con significato diverso da quello del sum. é-bar-ra; nundum(ka.nu) (r. VI 8, XII 6) e šudux (r. VI 7), non attestati altrove nei testi di cancelleria. Per il pronome determinativo-relativo, lo scriba impiega sia la grafia fonetica ša-du (r. VI 13, VII 13, VIII 2’) sia il sumerogramma lú (r. I 3’, XII 4, 15, XIII 11, v. II 16). Per quanto riguarda le grafie fonetiche, si noterà la registrazione dell’armonia vocalica in nai-ì (r. I 12), con uso improprio di –ì; a-a-sa-am6 (r. XII 18), con uso improprio di -sa-. Si noterà anche ba-ra-u9 (r. I 11) in funzione di stato costrutto; ma-wi-tum (r. VII 8) e ga-bí-rúm (r. VIII 4, XI 1’, XIII 1) usati come logogrammi, dove si aspetterebbe indicato il genitivo singolare; lo stesso avviene per bù-šu-ma (r. III 2), dove si aspetterebbe una forma di accusativo (in r. X 4’ il

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testo lacunoso non permette di verificare), e per a-mi-ra-tum (r. XIII 7, 12). La flessione è invece indicata in ʾà-ba-du (v. II 4, XIII 1; ʾà-ba-ad, v. II 8; ʾà-ba-tim, v. II 17), dove si noterà anche la mancata registrazione di /r/ davanti a consonante, *habart-um. Per quanto riguarda la struttura del testo, si noterà il largo impiego della congiunzione coordinativa wa e l’uso della grafia logografica ù per coordinare elementi dello stesso livello all’interno di una proposizione (v. V 2, 4), un arcaismo grafico che ricorda ARET XI 1. La congiunzione ap non sembra usata per segnalare il passaggio a un nuovo episodio (come avviene in ARET XVI 1) ma solo con il significato narrativo di «e poi» (r. I 7, II 8, IX 13, XIII 5). Si noteranno le proposizioni giustapposte dove la proposizione principale segue direttamente la proposizione circostanziale, come nei paragrafi (9) e (11) oppure la proposizione circostanziale segue direttamente la proposizione principale, come nei paragrafi (5) e (6). 1. Cessione di orzo e olio contro buoi e pecore (§§ 1-6). (1) giš-sur x: Nei testi di cancelleria questo sumerogramma aveva il significato «alleanza, patto; legarsi in un patto» (ARET XIII, p. 263. s.v.; ARET XVI, p. 234, s.v.). (2) Il testo in rottura non permette di conoscere a chi fosse affidato il compito di verificare l’adeguatezza dei beni dati in contraccambio. Più avanti, si riportano allo stesso verbo usato qui grafie impiegate con riferimento ai giudici itineranti (ba-ru12-ad, v. III 7, 10; ba-ru12-ù, v. VI 5). ba-ra-u9: La convenzione scribale che rende possibile l’uso di sillabogrammi –Cu per indicare una forma terminante in consonante (Catagnoti, Gammatica, p. 9 sg.), permette di interpretare questa grafia come /barāy/, stato costrutto del nome verbale /barāy-um/ «ispezionare; ispezione». na-i-ì: Grafia interpretabile come un genitivo costrutto /naḥīy-i/ «ritorno, contraccambio», da *nḥy «tornare indietro», nel contesto con riferimento a beni che vengono rinviati in sostituzione di quelli consegnati. L’impiego di -ì per /yi/ non corrisponde alla norma. (3) In questo paragrafo viene indicato il mese III (dama-ra) come data a partire dalla quale avrebbero dovuto essere consegnati i beni pattuiti. L’integrazione [s]ag-˹sù˺ (r. II 6) è confermata dalla grafia di v. I 9. bar6:˹kù˺: Nel presente contesto il sumerogramma per «argento» sembra avere il significato di «pagamento»; l’argento era il modo abituale di esprimere il valore di un bene e di provvedere al suo pagamento. ˹áš˺-du: Lo scriba distingue costantemente il valore ablativo espresso da questa preposizione (áš-du(-ma) / dama-ra, r. II 4-5, 9-10, v. I 16-17; áš-du / [bad] / [gu4-gu4] / [udu-udu], r. III 6-9; áš-du / bad / še, r. X 1’-3’) dal valore comitativo espresso dalla preposizione áš-da (áš-da / u4-zal u4-zal, r. VI 14-15, VII 9-10; áš-da / šeš-sù, r. IX 10-11). Per il valore temporale della preposizione áš-du, si confronterà áš-du-ma / u4 «a partire da questo giorno» (ARET XIII 7 r. II 4-5; anche, áš-du / u4-u4, ARET XVI 29 v. I 6-7); per l’indicazione dell’agente di un verbo passivo, si veda áš-du-nu / še / ì-na-sum (ARET XVI 11 v. V 3-5). Per un’ampia discussione sull’uso delle due preposizioni, di recente si veda Tonietti, Sistema preposizionale, pp. 57-65. d ama-ra: Indicare questo mese, che segue immediatamente il mese della mietitura (še-gur10ku5), è coerente con l’oggetto dell’accordo. Per i mesi citati nelle lettere del re, preoccupato per la scarsità di orzo negli ultimi mesi prima della mietitura, si veda ARET XVI, p. 28, comm. a 2 (7). [s]ag-˹sù˺: Il sumerogramma, che indica a che titolo il padrone dell’orzo avrebbe ricevuto gli animali pattuiti, sembra avere qui il significato di «proprietà». La stessa grafia compare in r. II 11 e in v. I 9. (4) Testo non integrabile. Per s[ag]-[sù] (r. II 11) si veda quanto osservato al paragrafo precedente.

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(5) In questo paragrafo e nel successivo viene precisato che lo scambio di beni non esime dall’osservanza degli obblighi verso Ebla e verso i templi degli dèi. Il proprietario di buoi e pecore avrebbe comunque dovuto mantenere i suoi impegni abituali con i collettori. L’integrazione [bad / udu-udu / gu4-gu4] (r. III 7-9) è congetturale e suggerita dal contesto. a-«ur4» a-«ur4»: Nel nostro contesto questo personale deve essere mantenuto dai proprietari dei terreni dove si recano, come avviene per i corrieri (20) (anche, per i giudici (25)). È difficile precisare quale significato questo sumerogramma possa avere in questo contesto. Precedentemente si confronterà D’Agostino (MEE 7, p. 68, comm. a v. I 2, con bibliografia) che aveva pensato potesse trattarsi di una forma completa del sumerogramma ur4; Bonechi (CRRA XLIV/1997, Padova 1999, p. 99) propone invece che la grafia a-ur4 indicasse “personnes capables de ‘recueillir l’eau’ soit des expertes en hydraulique”. bù-šu-ma: Grafia interpretabile come /būṯu-ma/ «beni mobili; proprietà», qui usata come un logogramma, dove si aspetterebbe una forma di accusativo. Per quanto riguarda la costruzione Ib-laki bù-šu-ma si ricorderà che la sintassi eblaita pemette che il nome dipendente, anche senza pronome determinativo, preceda il nome a cui si riferisce. (6) Questo paragrafo precisa che il proprietario dei prodotti agricoli avrebbe dovuto consegnare quanto dovuto agli inviati del tempio degli dèi di Ebla. Viene sottolineato che la consegna doveva avvenire al tempo della mietitura, quindi probabilmente prima dello scambio dei beni previsto per il mese successivo. La consegna di orzo al tempio è ricordata in un testo narrativo di origine mariota (ARET XIII 1), dove lo stesso re di Mari è tenuto a consegnare l’orzo. Per la consegna di orzo al tempio da parte di un villaggio, si veda ARET XVI 1 (r. III 6-20). šu-du8 / máš-sù: Questo sumerogramma, che significa «consegnare (quanto dovuto)» e, in particolari contesti, anche «sostituire», è scritto con i due elementi nella stessa casella in ARET XIII 18, con i due elementi invertiti e scritti in caselle separate in ARET XIII 5, 7 e in ARET XVI 1. Per un possibile significato "to take an omen (extispicy)” in alcuni testi amministrativi si veda Archi Fs Wilhelm, pp. 50 ss. sù sugx(pa.si[kil]): La fonte B della lista lessicale bilingue ha in corrispondenza del sumerogramma la glossa sa-ba-tum (= sùsugx(pa.sikil), B; var. sù!(muš)sugx(pa.sikil), gl. in lac., A2), interpretabile come /šabal-t-um/ «spiga matura (dei cereali)» (Fronzaroli, MisEb 1, p. 20); per la lettura e il significato del sumerogramma, Bauer, Altor. Notizen 19 (1982), p. 6 sg. Il testo di questo paragrafo conferma l’interpretazione di (dam) sùsugx, conservato in due testi amministrativi di Ebla, come «donne delle spighe» (Conti, Fs Fronzaroli, pp. 133-135). [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e‑gi(4)]: Nei testi amministrativi i funzionari che raccolgono i beni dovuti al tempio degli dèi sono indicati dal sumerogramma «ur4» (NP « ur4» / é dingir-dingirdingir, ARET I 5 v. XI 21-22; NP «ur4» / lú é dingir-dingir-dingir, ARET VIII 539 v. VIII 3’-4’; cf. anche NP1 / NP2 / NP3 / lú [dingir]-dingir, ARET III 530 II 4-7). Lo stesso sumerogramma è impiegato più avanti in questo testo con riferimento ai funzionari del tempio di Hadda-Baʿl (r. VII 22). Il tempio degli dèi a cui si allude in questo paragrafo e nei testi amministrativi sarà probabilmente da identificare con il «tempio degli dèi del re» ricordato nei due testi più recenti del culto reale (é / dingir-dingir en, ARET XI 2 bd. s. 2-3; é dingir-dingir-dingir / en, ARET XI 3 v. VII 5-6). al-bu15: Il contesto richiede che il sumerogramma faccia riferimento alla mietitura, come nei testi 4 (r. III 10) e 13 (r. V 5). Per la sua lettura e i suoi impieghi nei testi di cancelleria, si veda il commento al testo 4 (5). 2. Testo non integrabile (§§ 7-8). (7-8) L’integrazione bù-[šu-ma] (r. V 1) è congetturale. La stessa grafia si trova anche in r. III 2, dove sembra usata come logogramma, e in r. X 4’.

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mete(te+˹me˺): Per questo sumerogramma nel significato «stesso», attestato anche in 8 v. I 6 e in 12 r. II 8, si veda il commento a 8 (6), s.v. 3. Rispetto degli impegni assunti dai proprietari di beni fondiari (§§ 9-12). (9) Questo paragrafo considerava un adempimento, in relazione al culto, che doveva avvenire prima della mietitura, anche se non è possibile stabilire a quale spargimento di sangue si riferisse la purificazione assolutoria indicata (mi-zi-ti, r. V 10). Per quanto riguarda il tempo nel quale si doveva svolgere il culto, si ricorderà che nel trattato di Abarsal le clausole relative al rito da compiere quando sia stato versato sangue sono datate al mese che precede la mietitura, mese I (iti i-si, ARET XIII 5, v. VII 8). L’integrazione della lacuna alla fine del paragrafo (r. V 17-22) è suggerita dal sumerogramma du (r. V 23) che ricorda le formule di assegnazione di animali in ARET XIII 20 (r. II 1’-6’) e 21 (v. II 8-III 7). mi-zi-ti: Questa grafia può essere interpretata come uno stato costrutto femminile singolare, /misīḥti/. Lo stesso vocabolo è attestato come mi-zi-tum «purificazione (richiesta quando è stato versato sangue)» in due testi di cancelleria (ARET XVI 1 v. IX 12; 30 r. VII 16). Per l’interpretazione come /misīḥ-t-um/, da *msḥ «lavare» e per il confronto con l’a.bab. di Elam mesītum, si veda ARET XVI, p. 22 (47), s.v. La collazione del frammento permette ora di correggere la citazione data in ARET XVI, p. 23 (mi-zi-ti / še, TM.75.G.11084+ r. VII 3’-4’). dím!(ur): Per l’impiego della forma breve del sumerogramma ì-dím nei testi di cancelleria, si veda il commento al testo 17 (2). Per il significato «adempiere (doveri religiosi); offrire il culto», si veda il testo 17 r. II 3, e anche ARET XIII, p. 268, s.v. ì-dím; ARET XVI, p. 237, s.v. ì-dím. du6ki: Questa grafia può essere confrontata con il sumerico du6 che indicava ogni tipo di elevazione e compariva spesso nei nomi di campi (Civil, Farmer’s Instructions, p. 68). Per la comprensione del significato che gli scribi eblaiti davano a questo sumerogramma è fondamentale un testo amministrativo (TM.75.G.1700, edito da Archi, AfO, Beih. 19 [1982], p. 182). Questo testo registra ingenti quantità di argento, pecore, buoi e orzo pertinenti a du6ki (r. I 1-III 2) accanto a quantità di orzo pertinenti ai villaggi dei sobborghi, uru-bar (v. I 1-2). Il sumerogramma du6, che già di per sé è un termine topografico descrittivo di una modalità del terreno («elevazione, altura»), seguito dal determinativo ki sembra quindi riferirsi alla campagna che si estendeva al di là dell’area immediatamente vicina alla città. Questo significato è coerente con l’impiego del sumerogramma in ARET XVI 27. Nell’intento di riconoscere il figlio naturale come erede legittimo al trono di Ebla, il re Yirkab-Damu assegna a Yiṯġar-Damu un medaglione di alto valore simbolico (cf. Durand, MARI 6 [1990], pp. 145-146) e insieme tutte le sue campagne (du6-du6-du6ki-sù, v. VII 7). In questo pragrafo il sumerogramma, prededuto da un segno numerico (1 du6ki), sembra indicare una singola proprietà situata nella campagna. Più avanti il sumerogramma compare anche nel pragrafo (22) con riferimento a un campo che viene mietuto nelle campagne di Ebla (du6kidu6ki / Ib-laki, r. XIII 9-10) e nel paragrafo (30) con riferimento a un viaggio del sovrintendente del mercato (du6ki / [Ib-laki], v. IV 9-10). Due fonti della lista lessicale bilingue conservano sia du6 (= gi-tum, B, A2) sia du6ki (= gú-tum, B, A2). La prima delle due glosse può corrispondere all’acc. kīdum «esterno, aperta campagna»; la seconda, apparentemente solo una variante della glossa precedente, sembra confermarne il significato. [a-dè]: Questa grafia, variante della preposizione a-ti(-ma), introduce nei testi di carattere economico l’equivalenza in oro di una quantità di argento. Nell’integrazione della lacuna alla fine del paragrafo la stessa grafia è proposta come ipotesi di lavoro sulla base delle formule di assegnazione di animali in ARET XIII 21 v. II 8, III 3; cf. anche ARET XIII 20 r. II 1’. (10) Il sumerogramma ˹šudux˺ «preghiera, dedica, benedizione» (r. VI 7) e il riferimento al tempio di Hadda-Baʿl rendono probabile che nella lacuna all’inizio del paragrafo (r. VI 1-6) fosse ricordata la prescrizione della consegna al tempio di farina profumata. L’integrazione proposta è ovviamente un’ipotesi di lavoro. Nella seconda parte del paragrafo è precisato che la farina

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profumata sarebbe stata consegnata ogni anno quando sarebbe stato mietuto il terreno che era stato assegnato «in occasione della (sua) festa sino alla fine dei (suoi) giorni» (ki / ša-du / áš-da / u4-zal u4-zal / in u4 / [ḫúl]). La stessa formula, che ritorna anche più avanti ([ki] / ša-du / in u4 / ḫúl, r. VIII 1’-4’; áš-da / u4-zal u4-zal, r. VII 9-10; in u4 / ḫúl, r. IX 20-21), si ritrova in un documento che registra l’assegnazione di beni fondiari a un personaggio della corte: in u4 / ḫúl-sù / áš-da / u4-zal u4-zal-sù (ARET XVI 28 v. I 3-6). Il proprietario del terreno al quale si riferisce questo paragrafo potrebbe essere il morto ricordato nel paragrafo successivo (ma-wi-tum, r. VII 8). L’integrazione [en / ì-na-sum] (r. VI 18-19) è congetturale. ˹šudux˺: Il grafema, simile a LAK 672 ma caratterizzato da due cunei orizzontali interni e «barbigli», è identificabile con il segno 60 della lista di segni eblaita (= su-du-u9–um, ESL 60, B). I due successivi editori della lista hanno ricavato dal nome semitizzato del grafema il valore sudu (*sudu, Pettinato, MEE 3, p. 204; sudux, Archi, Eblaitica 1 [1987], p. 95) ma senza proporne un’identificazione. Tenendo presente le peculiarità del testo nella resa delle sibilanti (Krispijn, Idea of Writing, p. 209), su-du- può forse essere confrontato con šu-du//kaךu (Proto-Ea 329; Sb I 266; šùdu, MesZL 33). Nella presente attestazione, la prima dove il segno 60 compaia in un testo corrente, šudux può dunque essere una grafia variante di šùdu «preghiera, dedica, benedizione». Nelle tre fonti della lista lessicale bilingue che lo includono, il segno 60 è glossato dalla parola semitica per «sangue» (= da-mu, A, B, C; sa-rí-a-du, m), evidentemente considerando il segno 60 come una variante del segno 61 che ha nella lista di segni il valore ušx «sangue» (munšub = ù-sum, ESL 61, B). nundum(ka.nu): Per ka.nu che equivaleva a Ebla a nundum(ka×nun) «labbro», si veda Fronzaroli, VO 7 (1988), p. 15. Nella lista lessicale bilingue ka.nu (A, B, C) non è glossato ma l’equivalente semitico, šaptum era noto agli scribi da un testo di scongiuro conservato in due copie (sa-ba-sù, sa-ba-du-na-a, sa-ba-du-na, ARET V 19 v. II 4-6 // TM.75.G.1601 r. III 4-5, IV 2), per la cui interpretazione si veda Krebernik, VO 10 [1996], p. 18 sg. Nel presente contesto il sumerogramma potrebbe avere il significato di «espressione, parola», attestato per šaptum anche a Mari paleobabilonese. Poiché sia qui sia più avanti (ka.nu-sù, r. XII 5) il sumerogramma compare in relazione a obblighi assunti dal proprietario di un terreno, è possibile che nundum si riferisca alla parola data al momento di accettarli. ša-du: Lo scriba impiega sia la grafia fonetica (anche in r. VII 13, VIII 2’) sia il sumerogramma lú (r. I 3’, XII 4, XIII 11, v. II 16), senza differenza di significato. Nelle tre attestazioni la grafia fonetica indica la forma dell’accusativo femminile singolare. u4-zal u4-zal: La formula áš-da / u4-zal u4-zal si ritrova in un documento relativo all’assegnazione di beni fondiari (ARET XVI 28 v. I 5-6, e p. 181, comm. a (2) s.v. u4-zal u4-zal-sù), dove è stata interpretata come «a partire dal momento in cui i (suoi) giorni sarebbero stati compiuti». Tuttavia il fatto che nel nostro testo lo scriba distingua accuratamente la preposizione comitativa áš-da dalla preposizione ablativa áš-du suggerisce che sia qui sia in ARET XVI 28 debba preferirsi la precedente interpretazione di Fronzaroli («per la durata dei suoi giorni», SEb 5 [1980], p. 41 sg.). Si confronteranno le pertinenti osservazioni di Tonietti (Sistema preposizionale, p. 61), che arriva alla stessa interpretazione («presso (tutti) i suoi giorni» e metaforicamente «per la durata dei suoi giorni») sulla base dell’esame dell’impiego delle due preposizioni nei testi di cancelleria. (11) Questo paragrafo precisa che dopo la mietitura i campi avrebbero dovuto essere destinati al pascolo. Anche qui, come nel paragrafo (9), la proposizione principale segue direttamente la proposizione circostanziale. Le due proposizioni sono giustapposte anche quando la proposizione principale precede la proposizione circostanziale, come nei paragrafi (5) e (6). gána-kešda-ki-sù: Nei testi amministrativi il sumerogramma gána-kešda-ki indica un campo coltivato (Archi, Fs Garelli, p. 211). Questo significato è confermato dal contesto di questo paragrafo e del paragrafo (13). ˹ú˺-šim: La fonte D della lista lessicale bilingue fa corrispondere a questo sumerogramma la glossa ˹mar-a˺-tum (= ú-šim!(šim×ni), D; var. ú-šim, A, B, C, s.gl.), /marʿay-t-um/ «pascolo»; per la

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lettura della glosssa si veda Conti, MisEb 3 (1990), p. 113. Per l’impiego del sumerogramma con il significato «(terreno da) pascolo» in un testo di cancelleria, si veda ARET XIII 20 r. III 3; ARET XVI 1 v. V 7. La stessa prescrizione si ritrova più avanti (ú-šim / in-na-sum, r. IX 18-19). in-na-sum: Questa grafia impiegata dagli scribi in corrispondenza di forme eblaite di presente, indica un’azione che sarebbe dovuta avvenire negli anni successivi all’assegnazione della proprietà fondiaria. La stessa grafia si ritrova anche più avanti (r. IX 19, XI 8’, XII 3). (12) Questo paragrafo attesta che fino alla morte dell’assegnatario il terreno aveva continuato a essere mietuto e farina profumata era stata consegnata per il culto del tempio. La grafia ma-witum sembra essere contrapposta a ti-la impiegata nel paragrafo successivo, relativo alla mietitura di un campo da parte del figlio di un proprietario avvenuta mentre il padre era ancora in vita. L’integrazione [é] (r. VIII 1) è congetturale. ma-wi-tum: Il contesto richiede che questa grafia sia interpretata come l’aggettivo verbale di *mwt «morire», continuato in paleoassiro con contrazione del dittongo come mētum (bab. mītum). Il confronto con il paragrafo seguente mostra che il vocabolo si riferisce al proprietario del terreno. Si noterà che questa grafia non indica il caso genitivo richiesto dal contesto; lo stesso avviene nel paragrafo seguente per ga-bí-rúm (r. VIII 4). ša-du: Per l’impiego della grafia fonetica del pronome determinativo-relativo in questo testo, si veda il paragrafo (10), s.v. šeš-II-ib šeš-II-ib: Per la grafia, le attestazioni e le funzioni di questi membri di una confraternita religiosa, si veda Fronzaroli, MisEb 4, pp. 6-8, con bibliografia; Archi, Eblaitica 4 (2002), pp. 2355. al6-bal!(kul): Il presente contesto conferma il confronto con s.bab. šuparzuḫu «rendere abbondante, provvedere abbondantemente» cautamente proposto da Krebernik (ZA 73 [1983], p. 25, 640a) per le glosse di questo sumerogramma (LL al6-bal!(kul) / na-bar-su-um, A, B, *naparšuḥum «essere abbondante»; a-bal / ma-wu mu-da-bar-si-ù-tum, A). Il contesto richiede che qui il sumerogramma indichi una forma di causativo. zíd da-ba: Per il significato dell’aggettivo da-ba, si confronterà la glossa sa-ma-nu da-bù «olio dolce» (testo 6, comm. a (2), s.v. ì-giš dùg). Qui «farina buona» potrebbe indicare una farina resa profumata, probabilmente con la resina ricordata subito dopo, destinata a essere bruciata nel rito. Per l’impiego di farina profumata nei rituali, si ricorderà l’ebl. maṣḫatum (Fronzaroli, Fs Matthiae, I, p. 172, s.v. ˹ma˺-[za]-[ḫ]a-[t]um), attestata anche in accadico a partire dal periodo paleobabilonese. 1 ḫi-lum: La stessa grafia è conservata in due fonti della lista lessicale bilingue (= ḫi-lu A2, B), confrontabile con l’acc. ḫīlum «resina» (= a.kal). «ur4»-«ur4»: In ARET XVI 27 (p. 171, comm. a (12), s.v.) «ur4» (variante di ur4) qualifica i nomi personali dei «sostituti» (wa-a-ad-tarx-su-nu, r. III 9) dei proprietari di beni fondiari, quindi funzionari addetti a raccogliere i prodotti o l’argento, dovuti a vario titolo come apporto. I funzionari addetti a raccogliere i beni per il tempio degli dèi sono indicati come «inviati» nel paragrafo (6) ([maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] / din[gir-dingir] / Ib-laki, r. IV 3-5) ma nei testi amministrativi è usato sia «ur4» / lú dingir-dingir-dingir (ARET VIII 539 v. VIII 3’-4’) sia «ur4» / dingir-dingir-dingir (ARET I 5 v. XI 21-22). 4. Rivendicazione di un’assegnazione di proprietà (§§ 13-16). Quando un padre aveva assegnato una proprietà terriera a uno dei fgli poteva accadere che da parte dei fratelli sorgessero contestazioni. Questa sezione prescrive che quando l’assegnazione è avvenuta secondo le formalità legali del giuramento (davanti agli dèi e alle autorità del Palazzo) i fratelli non possono vantare alcun diritto. (13) Il figlio di un proprietario mieté un campo, mentre il padre era ancora in vita (§ 13), senza sapere che il padre aveva assegnato quel terreno a uno dei suoi fratelli (§§ 14-16). Nella lacuna

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del paragrafo (14) è possibile che il fratello assegnatario, adirato, si rivolgesse al Palazzo per farsi confermare il diritto di proprietà. Si confronterà il giudizio dato dal re e dal Palazzo in un caso simile (ARET XVI 28). L’espressione idiomatica šà-gig / [du-d]u (r. VIII 11-12) come più avanti l’impiego di *ḏny, «adirarsi» (r. XI 2), nei contesti giuridici non indicano sempicemente uno stato emotivo ma una richiesta di giustizia presso un’autorità superiore. Si confronterà ARET XVI 1 (r. VI 8, 18), dove il sumerogramma šà-dab, equivalente a *ḏny, è riferito a un sovrintendente che porta un caso di omicidio davanti al giudice e al giudice stesso che decide provvedimenti adeguati. La precisazione relativa al padre ancora in vita potrebbe significare che l’assegnatario poteva usufruire dei beni assegnati ma che la proprietà rimaneva del padre fino alla sua morte. La prescrizione ricorda quanto verrà più tardi disposto nel Codice di Hammurabi (§ 165). Le integrazioni [wa] (r. VIII 2) e [du-d]u (r. VIII 12) sono congetturali. ga-bí-rum: Questa grafia indica in questo testo i proprietari, per disposizione o per ratifica del re, di beni fondiari. Lo stesso termine ricorre in una richiesta di chiarimenti relativa ai passaggi di proprietà di un terreno da pascolo (ARET XVI 25: ga-bí-ra, r. I 1; ga-bí-ra-a, r. IV 12, V 7, VI 5; e comm., p. 151, s.v.) e, nella forma del femminile, in due testi amministrativi e in una glossa della lista lessicale bilingue (ga-bir5-du/tum, ARET I 13 r. V 16; ARET IV 23 v. I 14; LL ḫa-ḫalum = [ga]-bir5-[tu]m, A; var. ga-bar-tum, B, C, D). Le due parole possono essere interpretate come /gabīrum/ “signore, proprietario”, /gabīratum/ “signora”, e trovano riscontro nell’area nordoccidentale (Sjöberg, Fs Pettinato, p. 267, che confronta la glossa eblaita con ebr., aram. gəbīrā “signora”). Precedentemente le attestazioni eblaite erano state ricondotte a *kbr “grande” (Conti, MisEb 3, p. 186, con bibliografia; ARET XVI, p. 151) ma la proposta di Sjöberg sembra più adeguata dal punto di vista semantico. šà-gig: In accadico questo sumerogramma (var. šà-ḫul-gig) corrispondeva a lumun libbi «dolore, angoscia; rabbia» (CAD, L, p. 250 sg.). Nella lista lessicale bilingue eblaita compare solo la forma lunga, šà-ḫul-gig (= ba-rí-ù da-du, A, B; ba-rí-um / da-du, D; ba-rí-um da-du, C). Il primo elemento della glossa è interpretabile facilmente come /bariḥum/ «cattivo», attestato anche in altre glosse (ḫul = ba-rí-um, D; inim-ḫul = sa-ga-ru12/lu ba-rí-ù-tum, c, i). In considerazione dei significati attestati per ar. barḥ «difficulty, distress, affliction» (Lane, Lexicon, p. 181 sgg.; per altre lingue occidentali, DRS, p. 83, s.v. BRḤ, 4), l’aggettivo eblaita potrebbe da solo rendere conto del significato del sumerogramma. Per il secondo elemento, che è stato di solito ricondotto al sem. *dwd «amore», si veda di recente Sjöberg, Fs Pettinato, p. 265, che connette l’ebl. da-du all’aram. *dwd «trouble, confusion». La grafia eblaita, scritta in tutte le quattro fonti della lista lessicale senza mimazione, sembra volere indicare un plurale, /dawdū/ (cf. acc. dādū «love-making», ebr. dōdīm «carezze»). Nel nostro contesto il sumerogramma potrebbe avere il significato di «rabbia, ira» attestato in accadico per lumun libbi a partire dal paleoassiro e paleobabilonese. [du-d]u: Se l’integrazione proposta è corretta, avremmo qui una espressione idiomatica con una forma di *hlk «andare» davanti a un astratto, «divenire irato», da confrontare con espressioni simili in accadico. (14) L’integrazione [a-mu-sù / ì-na-sum] (r. IX 1-2) è congetturale; l’integrazione ʾa5-[dè] sa[gdu8] (r. IX 4) è suggerita dall’impiego di sag-du8 in un contesto simile di ARET XVI 29 (sag-du8 / wa / ì-na-sum-kum, r. II 2-4). ša-du: Per l’impiego della grafia fonetica del pronome determinativo-relativo in questo testo, si veda il paragrafo (10), s.v. sag-du8: Nei testi di cancelleria questo sumerogramma compare soltanto nel presente testo e in ARET XVI 29 (r. II 2). L’interpretazione proposta per i due passi trova riscontro nelle formule di donazione reali ugaritiche e ittite (Fonzaroli, SEb 1 [1979], p. 6 sg. e n. 10). Nella lista lessicale bilingue il sumerogramma ha le glosse gú-ra-zu-um (A, C, i) e gu-rí-šu (D), di difficile interpretazione (di recente, Sjöberg, Fs Pettinato, p. 259 sg.). é-bar: Lo scriba eblaita sembra avere usato qui il sumerogramma nel senso di é uru-bar «fattoria, proprietà terriera (nelle vicinanze della città)»; si confronterà il testo ARET XVI 29, dove il re dopo

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avere assegnato a Inkar una proprietà (é, r. II 5) per la durata di dieci anni, precisa che per dieci anni la sua dimora sarà la campagna («gišgal»-ga / uru-bar, v. I 4-5; al6-tuš / uru-bar, v. II 3-4). Nei testi sumerici é-bar-ra ha il significato di «outside of the house, corridor» (PSD B, p. 98, 3.2.2), mentre nel testo bilingue di un proverbio di età paleobabilonese è stato interpretato come «shelter, outhouse» (ta-bi-ni bi-ti-ka, UET 6/2 385). (15) L’integrazione [al-bu15] (r. IX 7) è congetturale. nu zu: Questa grafia, conservata anche in un estratto della lista lessicale bilingue (z, s.gl.), può essere interpretata come il sumerogramma zu equivalente al sem. *wdʿ «conoscere», preceduto dal prefisso negativo. Nei testi di cancelleria si confronterà ì-zu (10 v. IV’ 2 e comm. a (10); ARET XVI 5 r. III 9; 9 r. I 9; e p. 50, comm. a (5), s.v. ì-zu-ma). níg-á-gá-II: Per l’impiego di questo sumerogramma nel significato di «(assegnazione pari alla) metà» di un bene inizialmente unitario, si veda ARET XIII, p. 288, s.v.; ARET XVI, p. 258, s.v.; ARET IX, p. 398 sg.; per le attestazioni nei documenti che stabiliscono la successione ereditaria di beni fondiari, si veda ARET XIII, p. 205, s.v. á-gá-II. 5. Rivendicazione di prodotti agricoli (§§ 17-18). Nonostante le ampie lacune, il testo conservato permette di riconoscere il contenuto dei due paragrafi. Essi dovevano riferirsi alla rivendicazione di prodotti agricoli (bù-šu-ma, r. X 4’) che il padre avrebbe dovuto mettere a disposizione dei figli e che aveva invece impiegato in altro modo. Si noterà che qui il proprietario è chiamato «padrone dell’orzo» (bad / še, r. X 2’-3’, cf. r. I 4’-5’) e non ga-bí-rúm come nei contesti che si riferiscono alla proprietà immobiliare (r. VIII 4, IX 23, XIII 1). Il verbo *ḏny «adirarsi» (come šà-gig / [du-d]u, r. VIII 11-12) implica il ricorso a un’autorità superiore. (17) La rottura all’inizio del paragrafo non permette di conoscere a chi fossero stati dati i prodotti della mietitura. Le integrazioni proposte (r. X 5’-7’, 9’-10’) sono ovviamente ipotesi di lavoro. áš-du: Nel presente contesto la preposizione sembra avere la funzione di indicare l’agente di un verbo passivo che il testo in rottura non permette di individuare; si veda sopra il commento al paragrafo (3), s.v. (18) Non è chiara la funzione della casella anepigrafa (r. X 11’). Si potrebbe proporre che lo scriba fosse incerto sulla scelta di una congiunzione (wa oppure ap?). Comunque si ha qui l’inizio di un nuovo paragrafo. ša-nu-ma: Grafia interpretabile come una forma di stativo /ḏanū/ «essi sono adirati», da *ḏaniy-ū; la caduta di /y/ davanti ai suffissi vocalici e la conseguente contrazione del dittongo è sempre indicata nei testi di cancelleria. Il verbo è registrato nelle fonti della lista lessicale bilingue (šà-dab = ša-na-u4, D; var. še-na-um, A, B). Per il significato del verbo nei contesti giuridici, si veda il commento al paragrafo (13). 6. Assunzione di impegni inerenti alla proprietà di un padre da parte di un figlio (§§ 19-20). Questa sezione considera il caso del figlio di un proprietario che miete i terreni di suo padre. Ma, a differenza dal caso considerato nei paragrafi (13-16), qui il figlio miete i terreni per comando del padre che dovrà ricompensarlo con bestiame. In cambio il figlio si assumerà l’impegno gravante sulla proprietà nei confronti del Palazzo, l’assistenza ai messageri. (20) La presenza di nundum(ka.nu)-sù (r. XII 5), confrontabile con l’impiego dello stesso sumerogramma in r. VI 8, conferma che questa formula si riferiva a un impegno assunto dal proprietario di un terreno, qui nei confronti del Palazzo. Poiché la preposizione si-in (r. XII 16)

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richiede un verbo di movimento, si può proporre che a-a-sa-am6 (r. XII 18) sia da ricondurre a una forma di *lsm «viaggiare rapidamente; servire come corriere», con uso improprio di -sa-. L’integrazione della lacuna che divide il paragrafo (r. XII 8-12) è proposta come ipotesi di lavoro. a-a-sa-am6: Se l’ipotesi di una registrazione impropria della sibilante è corretta, la grafia può essere interpretata come [laylassam] per /la yilassum/ «egli corre; egli esercita la funzione di corriere», da *lsm con registrazione dell’armonia vocalica. Per quanto le norme scribali permettano anche di interpretare la proclitica come la particella negativa /lā/, il contesto fa preferire la particella asseverativa. 7. Disposizioni per la morte di un proprietario (§§ 21-22). Alla morte di un proprietario i suoi beni mobili furono ispezionati e il terreno, dopo essere stato controllato, fu mietuto e colui che l’aveva mietuto fu ricompensato con bestiame, come nel paragrafo (19). L’elenco degli animali ricevuti corrisponde, in ordine inverso e con un asino (bar. an) al posto di un mulo (igi.nita), all’elenco di r. XI 4’-7’. L’integrazione [1 niga:gu4] (r. XIII 19) è suggerita dal parallelismo dei due elenchi. L’integrazione della lacuna in r. XIII 13-18 è proposta a titolo di ipotesi. (21) ˹bù˺-[šu-ma]: Nel presente contesto questo nome si riferirà probabilmente a tutti i beni mobili del proprietario defunto, non solo ai prodotti agricoli. ba-ru12-ù: Questa grafia, attestata anche più avanti (v. VI 5), può essere interpretata come una forma di stativo 0/2 (non attestato in accadico), da *bry «osservare», /barruy-ū/ «essi sono ispezionati». Allo stesso verbo si riportano ba-ra-u9 (r. I 11), ba-ru12-ad (v. III 7, 10). (22) a-mi-ra-tum: Grafia interpretabile come un aggettivo femminile, derivato da *ʾmr «vedere», /ʾamir-t-um/, riferito all’equivalente eblaita di ki (r. XIII 6). Il nostro testo sembra distinguere l’ispezione di beni, prodotti e oggetti, indicata da forme riconducibili a *bry (r. I 11, XIII 4, v. III 7, 10, v. VI 5) dal controllo dei terreni destinati alla coltivazione. In accadico si confronterà amrum «controllato, scelto» e amīrtum «ispezione, controllo, scelta». Si noterà che, come avviene anche per ma-wi-tum (r. VII 8) e ga-bí-rúm (r. VIII 4, XI 1’, XIII 1), la grafia è usata come un logogramma. du6ki-du6ki: Per il significato del sumerogramma du6ki nei testi eblaiti, si veda il commento al paragrafo (9), s.v. 8. Consegna di doni di nozze (§ 23). La parte conservata della prima colonna del verso riferisce la consegna di doni di nozze, presumibilmente al padre della sposa. Poiché l’associazione di idee da cui dipende il susseguirsi degli argomenti trattati sembra spesso suggerita da singoli vocaboli, è probabile che i doni consegnati dal mietitore (al-bu15, v. I 4) fossero lo stesso bestiame ricevuto da un mietitore nel paragrafo precedente. (23) níg-mu-sá: Questa grafia corrisponde al sum. níg-mí-ús-sa che indicava un dono dato dallo sposo o dal suo agente all’agente della sposa. Nei testi eblaiti era usato anche nel significato di «nozze» ([…] ˹bar.an˺ udu /níg-sá:mu / ma-lik-tum / Ib-laki / níg-ba / ma-ḫa-ra «[…], muli, pecore sono i doni ricevuti per le nozze della regina di Ebla» (ARET XI 1 b. sin. 1’-6’; in u4 / níg-mu-sá gišbur-ni «nel giorno delle nozze (secondo il rito dell’unzione) con il recipiente bur-ni», ARET XI 2 r. I 2’’-3’’). È quindi possibile che il sumerogramma venga usato anche nello stesso paragrafo sia nel significato «dono di nozze» (v. I 3) sia nel significato «nozze» (v. I 8). Nelle liste mesopotamiche il sumerogramma equivaleva all’acc. terḫatum «dono di nozze». Nella lista lessicale bilingue eblaita il sumerogramma è presente nelle fonti C e D senza glossa ma un derivato di *trḫ è conservato

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in ARET XVI 2 (da-ḫa-ma / nu gál / nig-sa10 / nu gál «(Quanto all’argento …) per un matrimonio non ce n’è, per un acquisto qualsiasi non ce n’è», v. IV 11-14). La grafia da-ḫa-ma può essere interpretata come una forma di accusativo di un nome verbale, /tarḫ-am-ma/, con omissione di /r/ preconsonantica. La stessa radice si ritrova in ugaritico dove *trḫ «sposarsi» è ben attestato nelle forme verbali e in alcuni derivati (DLU, II, p. 474). sag-s[ù]: Per il significato «proprietà» del sumerogramma sag, si veda il commento al paragrafo (3), s.v. 9. Mantenimento e funzioni dei giudici itineranti (§§ 24-28). Tutta la colonna II e la parte conservata della colonna III erano dedicate alle attività dei giudici itineranti. Come risulta dai paragrafi (24-25), quando due giudici fossero stati convocati dal sovrintendente di una Porta, questi avrebbe dovuto fornire loro le razioni di cibo che sarebbero, dunque, state a carico dell’amministrazione eblaita. L’amministrazione era molto attenta alle provviste non consumate, come risulta anche da alcune lettere di questo stesso volume (testo 9 [11], testo 17 [2]). Quindi, nonostante la lacuna abbia interrotto il paragrafo (26), certamente in caso di morte la parte non consumata delle razioni avrebbe dovuto essere restituita. Quando invece due giudici si recano presso una proprietà terriera su richiesta del proprietario, questi dovrà fornire il mantenimento secondo l’impegno preso al momento del giuramento nel tempio di kura (paragrafo [27]). La parte conservata di questa sezione termina con l’ispezione delle bilance e dei pesi dei mercati (paragrafo [28]). (24) ʾà-ba-du: Grafia riconducibile a *ḥabartum «razione (di cereali)», da confrontare nei testi di cancelleria con ʾà-ba-du (ARET XVI 21 r. IV 9; anche, a-bar «approvvigionamento», ARET XIII 6 v. IV 2’). Nel presente paragrafo, e in ARET XVI 21, ʾà-ba-du sembra avere la funzione di reggente nello stato di annessione (in v. XIII 1 il testo lacunoso non permette nessuna ipotesi). Poiché lo scriba, nei paragrafi immediatamente successivi, indica correttamente le forme flesse (ʾà-ba-ad, v. II 8; ʾà-ba-tim, v. II 17), questa grafia andrà forse interpretata come lo stato costrutto del nominativo plurale, [ḥabātu] per /ḥab(a)r-āt-u/. Se l’interpretazione proposta è corretta, l’eblaita avrebbe conservato una forma del nominativo costrutto femminile plurale più antica di quella già attestata in accadico sargonico (Hasselbach, Sargonic Akkadian, p. 184: -āt). Per la mancata registrazione di /r/ davanti a consonante in ʾà-ba-ad, /ḥabart/, e in ʾà-ba-tim, /ḥabartim/, si confronterà Conti, MisEb 3, p. 32 sg. (con bibliografia); per la mancata registrazione di /r/ davanti a vocale in ʾà-ba-du, /ḥab(a)rātu/, forse dovuta a resa di una pronuncia veloce, si confronterà gama-tim, [qamātim] per /qamḥātim/ (8 r. II 2). (26) La parte finale del paragrafo, perduta nella lacuna, prevedeva certamente che in caso di morte dei giudici la parte non consumata delle razioni dovesse essere restituita. L’integrazione [zésù]ma (v. II 13) è suggerita dalla formula parallela in v. IV 11 (riferito a kú, anche in r. III 3). (27) Dopo una lacuna di circa 8 caselle il testo riprende precisando che ciò che fu ricevuto dai due giudici era conforme a quanto era stato pattuito con giuramento nel tempio di kura. Questo paragrafo, dunque, non si riferisce più alle razioni consegnate dal sovrintendente di una Porta ma a quanto i giudici ricevettero da un proprietario per funzioni relative alla gestione di terreni o bestiame. Si confronterà, nel paragrafo (2), l’impiego del termine giuridico «ispezione» (ba-ra-u9, r. I 11), riferito ai beni da contraccambiare in esecuzione di un patto giurato. giš-sur x: Il sumerogramma equivale qui a una forma verbale eblaita; si confronterà lo stesso impiego per una forma verbale in r. I 6. (28) ba-ru12-ad: Grafia interpretabile come una forma di stativo 0/2 (non attestato in accadico), da *bry «osservare», /barruy-at/ «è ispezionata», accordata con ìr-ra-tum e con l’equivalente

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eblaita del sumerogramma giš-érin-(níg -)˹á˺-[(lá)] (v. III 8). Lo stesso verbo compare in ba-ra-u9 (r. I 11) e in ba-ru12-ù (r. XIII 4, v. VI 5). giš-érin-(níg?-)˹á˺-[(lá)]: Questo sumerogramma è confrontabile con giš-níg-á-lá delle fonti mesopotamiche, che indicava il «braccio (della bilancia)» (Hh VI 118 sg.; Nabnitu VII 67); la lista lessicale bilingue eblaita conserva soltanto giš-érin (A, B, C, D, senza glossa). Per i tipi di bilancia in uso a Ebla al tempo degli Archivi, si veda Peyronel, Fs Parise, pp. 109-111. ìr-ra-tum: L’interpretazione di questa grafia è difficile. Come ipotesi di lavoro si può proporre che essa possa essere ricondotta a *ġirratum «inganno, peso ingannevole» da confrontare con l’ar. ġarra “ingannare”. In ARET XIII 15 (v. III 11; ìr-ra-ti-, v. IV 12, 17), dove il vocabolo compare nelle parole di due personaggi marioti rivolte a un mercante eblaita, Fronzaroli (Gs Marrassini, p. 435) aveva pensato che questa grafia potesse rendere un vocabolo della lingua di Mari ma questa ipotesi non è forse necessaria potendosi trattare semplicemente di una resa non accurata di /ġ/, con ìr- invece di ir-. Nell’edizione di ARET XIII 15 era stato proposto dubitativamente di ricondurre ìr-ra-tum all’acc. werrum “forte” («(peso) forte») ma il significato non è adeguato al contesto, dato che il siclo eblaita era meno pesante di quello mesopotamico usato a Mari. Successivamente Sallaberger (Kaskal 5 [2008], p. 104 sg.) ha esaminato la possibilità di ricondurre ìr-ra-tum all’acc. errum “ring”, tuttavia i dati archeologici non favoriscono questa interpretazione; i pesi da 1, 2, 3, 5 mine di 472 grammi trovati a Ebla hanno forma semiovoidale o ovoidale e quelli per i valori inferiori forma cilindrica o conica (Archi, Eblaitica 1 [1987], p. 53). ?

10. Mantenimento e funzioni del sovrintendente del mercato (§§ 29-30). La parte conservata della colonna IV si riferisce al sovrintendente del mercato. Poiché i diversi argomenti sembrano susseguirsi per associazione di idee, spesso suggerite da singoli vocaboli, è possibile che la sezione relativa al sovrintendente del mercato iniziasse subito dopo l’ultimo paragrafo conservato della colonna III dove i mercati (lam7:ki lam7:ki) sono citati due volte (v. III 6, 9). Dei due paragrafi conservati, il primo si riferisce all’attraversamento dell’Eufrate. Il secondo a viaggi nella campagna di Ebla. (29) L’espressione idiomatica zi-kam4 / šu ba4-ti, interpretabile come «prendere (posto sul)la (chiatta) piccola» trova preciso riscontro in ARET XIII 5 (r. VI 2-3), dove è riferita al sovrintendente del mercato di Abarsal. Più oscura è la precisazione che segue, relativa agli archi degli dèi. Come ipotesi di lavoro si può forse proporre che il sovrintendente, che viaggiava di solito sulla chiatta piccola, doveva viaggiare invece sul traghetto grande quando su questo erano trasportate merci preziose. zi-kam4: Per questa grafia che indicava forse una chiatta piccola (/sīq-am/ «(traghetto) stretto») contrapposta al traghettto grande (addir(gisal:a)-má-gal, ARET XIII 5 v. V 16), si veda il commento in ARET XIII, p. 67, s.v. giš-ru giš-ru: Nei testi rituali della regalità 4 ru.ru giš-ildag4-kìm (ARET XI 1 r. IV 8 // 4 giš. ru, XI 2 r. VI 20) sono donati dalla regina al tempio di kura; nei testi amministrativi lo stesso sumerogramma indicava un oggetto donato a divinità maschili. Nella lista lessicale bilingue sono attestati sia giš-ru.ru (= mar-ba-a, A, B, C, D) sia giš-ru (= ma-du-um, A; wa-ru12-um, g). A Mari paleobabilonese giš.ru corrisponde a tilpānum «arco (composto)» (CAD, T, pp. 414-416). La grafia mar-ba-a attestata concordemente nelle fonti della lista lessicale bilingue indica un duale (Fronzaroli, Fs Segert, p. 113) e potrebbe quindi riferirsi alla forma di due archi sovrapposti propria dell’arco composto. Il vocabolo è stato confrontato con l’ebr. rōbe(h) «arciere» (Sjöberg, Fs Pettinato, p. 262). Per le glosse e i significati di giš-ru, si vedano Waetzoldt, MEE 12, p. 110 sg.; Civil, ARES IV, p. 146 sg. (379). (30) La formula zé-sù-ma, impiegata altrove in questo stesso testo per indicare la richiesta di razioni da parte di funzionari in viaggio (r. III 3, v. II 13), suggerisce che questo paragrafo si

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riferisse a una situazione simile. Quando il sovrintendente del mercato si recava nella campagna di Ebla avrebbe ricevuto su sua richiesta le razioni di cibo. La lacuna non permette di sapere quali occasioni motivassero questo viaggio del sovrintendente né chi fosse tenuto a fornire le razioni. Si confronteranno le disposizioni previste nel paragrafo (5) per i collettori di Ebla e nel paragrafo (20) per i messaggeri, in ambedue i casi a carico di proprietari terrieri. L’integrazione (du6ki / [Ib-laki], v. IV 9-10) è suggerita dalla sequenza simile in r. XIII 9-10. du6ki: Per il significato di questo sumeogramma nei testi eblaiti, si veda il commento al paragrafo (9), s.v. 11. Adempimenti dopo la morte di un uomo (§§ 31-34). Le parti conservate delle colonne V-VII sembrano riferirsi agli adempimenti spettanti ai familiari di un morto. Le ampie lacune che separano le parti conservate non permettono di accertare se i quattro paragrafi appartengano a uno stesso evento o se, come sembra più probabile, a eventi diversi riferibili a situazioni specifiche, i riti funebri periodici (§ 33) e la sepoltura (§ 34). La posizione sociale del morto non è precisata ma anche qui, come in tutto questo testo, si sarà trattato di un proprietario. (31) In mancanza di una forma verbale non è possibile sapere a chi si riferissero i termini di parentela elencati. Si noterà l’impiego della grafia logografica ù per coordinare elementi dello stesso livello, arcaismo grafico che ricorda ARET XI 1. (32) 1 na-se11: Per l’impiego di questa grafia nel significato «uno dei …», si confronti 1 na-se11 / dumu-nita dumu-nita-sù (r. VIII 9-10). (33) Il riferimento a consegne regolari (sá-du11-ga, v. VI 3) indica che questo paragrafo si riferiva a offerte funebri periodiche, analoghe al kispum mesopotamico. sá-du11-ga: Sumerogramma attestato, in grafia abbreviata, anche nel testo 18 (sá-˹dug4˺, r. III 13, e comm. a [7]). é zíd: Grafia sumerografica equivalente alla grafia parzialmente fonetica é ga-ma-tim (8 r. II 2, e comm. a [2]), per la quale si veda Fronzaroli Fs Scandone, p. 267. ba-ru12-ù: Per l’interpretazione di questa grafia, si veda il commento al paragrafo (21), s.v. (34) Il riferimento a un oggetto, presumibilmente una coppa, che i figli pongono vicino alla mano del morto indica che questo paragrafo si riferiva al rito della sepoltura. L’interpretazione è confermata dai ritrovamenti archeologici relativi alla valle del medio Eufrate fra la fine del III millennio e la prima metà del II millennio a.C., i quali mostrano che «le coppe … sono talvolta poste vicino al viso del defunto o in prossimità di una mano» (Felli, Dopo la morte, p. 145 sg.). Fra i doni per la cerimonia funeraria di Yibriyum sono citati anche una coppa e un bicchiere (giš-šú, níg-bànda) ma non è certo che la qualificazione che segue si riferisca a una deposizione accanto alle mani del defunto (lú 2 šu Ib-rí-um, TM.75.G.1923+ r. VIII 22-24, cit. in Archi, Funerary Rituals, p. 21). i-mu: La stessa grafia incompleta per /yimūt/ oppure /yimūt-ū/ si ritrova nel Trattato di Abarsal (ARET XIII 5 r. XI 12: ug7 / i-mu «davvero morirono»). 12 Testo non integrabile (§§ 35-36). (36) ʾà-ba-du: Per questa grafia si veda il commento al paragrafo (24).

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INDICI

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Nomi di persona A-bu     12 v. I 4: en-ma A. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da. ʾA5 -bù-ul-ni     13 v. IV 3: tar bar6:kù Ì-lum-bal ʾA5. ì-na-sum wa du-du áš-da-su-ma. *A-Da-mu  (var. A-a-Da-mu, testo 7)     7 r. II 6: wa A. lú-kar-sù wa Wa-gú-zú [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] wa nagadi al6-gír-šum. ʾÀ-da-ša     14 r. III 7: wa a ʾÀ. ugula-uru Kùn-Da-baan Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik. A-ga-um     14 r. III 3: ap lú nu an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga] wa 1 dumu-nita A. wa-si-ru12. Al6-la     8 v. II 9: ap an-da A. udu-˹udu˺ ˹in˺ ˹Ib˺-laki šu-du8. A-rí-lu     3 v. VI 3: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-nasum] A. wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù. [Áš]-da-ma-i-lu     18 v. III 7: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 A. igi-sig. ʾÀ-zi     2 v. III 5: 33 ma-na šú+ša bar6:kù ʾÀ. Ba-ga  9 v. II 6: B. ʾà-ra-lu dingir ʾà-rí-ra-gú-nu šešmu gú-wa-si. Da-na-núm     12 v. II 3: igi-du8 wa D. lu-ma igi-du8!, v. III 3: igi-du8 wa D. lu-ma igi-du8 wa Ti-ḫir-Ma-lik lu-ma igi-du8. ˹Da˺-[t]i     18 v. II 3: wa [2] uruki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Sal-ba˹a˺ki D. Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm a-sù. D[u]-b[í]     9 r. IV 8: w[a] D. ˹wa˺ Ìr-am6-Ma-lik nídba. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da     2 r. I 4: en-ma en wa D. si-in I-bíZi-kir, v. II 3: wa inim-di inim-di D. wa an-na wa ì-na-sum; 4 v. I 5: [wa en-ma] ˹I˺-[bí]-Zi-kir ˹si˺-in D., v. III 1: wa en-ma I-bí-Zi-kir si-in D., v. III 18: wa si-in D., v. VII 9: wa si-in D.; 6 r. I 4: en-ma I-b[í]Zi-[kir] si-in D.; 7 r. I 4: ˹en˺-[m]a [I]-bí-[Z]i-kir si-in D., r. V 12: wa en-ma I-bí-Zi-k[ir] si-in D., v. VI 2: wa [si]-in D.; 8 r. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in D.; 10 r. I 4: en-ma [I]-bí-Zi-kir si-in D.; 12 r. I 2: si-in D., v. I 6: en-ma A-bu si-in D., v. II 9: en-ma Šè-ma-dku-ra si-in D.; 13 v. III 4: si-in D.; 17 r. IV 5: si-in D.; 20 r. IV’ 3’: si-in D. En-ga-um     11 r. I 5: [n ma-na] šu+ša [bar6:kù] dumunita [dumu]?-˹nita˺? E. A-ru12 -luki šuku, r. II 6: wa ˹še˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ ˹dumu˺-˹nita˺ dumu-nita E. A-ru12 -luki, v. I 8: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita E. si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu˹du8˺. Gàr-da-bí  7 v. V 8: wa G. [bad] 1 ˹gi˺-šum {x} al6 é-tim. Ḫa-ba     14 r. III 10: wa a ʾÀ-da-ša ugula-uru KùnDa-ba-an Ḫ. [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik. I-bí-Zi-kir     2 r. II 1: en-ma en wa Du-bù-ḫu-dʾÀ-da si-in I.; 3 r. I 2: en-ma I. si-in en, v. IV 3: en-ma I.,

v. VI 10: wa en-ma I.; 4 r. I 2: en-ma I. si-in en, r. II 15: wa en-ma I., r. III 15: wa a-ru12 -ga en Na-gàr ki I. kalam-timki kalam-[timki ...], r. IV 5’: wa en-ma I., v. I 3: [wa en-ma] I. ˹si˺-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. II 6: wa en-ma I., v. II 17: wa en-ma I. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. IV 12: ap gaba-ma I. giš-ba-tukux inim-di inimdi na-se11 na-se11 giš-˹ba˺-tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu wa-ad-ma; 5 r. I 2: en-ma I. si-in en wa ábba-ábba; 6 r. I 2: en-ma I. si-in Dubù-ḫu-dʾÀ-da, v. I 4: 2 maškim-e-gi du-du ˹lu˺ š[umu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] kú I. níg-gú-du; 7 r. I 2: ˹en˺-[m]a I. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. V 10: wa en-ma I. si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 8 r. I 2: en-ma I. si-in Dubù-˹ḫu˺-˹ d˺ʾÀ-[d]a, v. I 2: en-ma I. si-in Ki-Ti-ir; 9 r. I 2: en-ma I. si-in Ru12 -zi-Ma-lik; 10 r. I 2: en-ma I. si-in [Du-bù]-ḫ[u-dʾÀ-da]; 11 r. I 2: en-ma I.; 12 r. II 1: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I. wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm; 18 r. I 2: en-m[a I.]. Ì-lum-bal     13 v. IV 2: tar bar6:kù Ì. ʾA5 -bù-ul-ni ì-nasum wa du-du áš-da-su-ma; 18 v. V 7: [w]a si-in gaba-túg wa Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita] I. [šu munígin] sa.za xki. Ìr-am6 -Ma-lik     9 r. III 4: wa Ì. nídba-ma nídba, r. V 2: ˹wa˺ Ì. nídba. Iš-da-má-A-da     15 r. V 1’: […] I. […]. I-ti     7 r. III 5: ap I. 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga. Ki-Ti-ir     8 v. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in K. Kùn-Da-ba-an     14 r. III 9: wa a ʾÀ-da-ša ugula-uru K. Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik, Na-ga-um     7 v. VI 15: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma N. Ru12 -zi-Ma-lik     7 v. VI 4: mi-ne-iš R. tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um; 9 r. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in R., v. I 3: [wa si-in] R.; 14 v. I 6: wa a ʾÀ-da-ša ugula-uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 R.; 18 v. V 5: [w]a si-in gaba-túg wa R. ˹dumu˺-[nita] [Ì-lum-ba]l [šu mu-nígin] sa.za xki. Sal-mi-na     13 r. III 11: wa a gál-˹tak4˺ bí-ša-ma S. wa kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne. Sá-ù-mu     5 r. III 3: ap giš-tak4:gál kaskal S. Na-gàr ki, r. III 8: ap za-gi-lum kaskal S.-ma. Si-ti-La-˹ù˺     11 v. II 5: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita S. Kak-m[iumki] é ir11 šu-˹du8˺. Šè-ma-dku-ra     12 v. II 7: en-ma Š. si-in Du-bù-ḫud ʾÀ-da. Ti-ḫir-Ma-lik     12 v. III 7: igi-du8 wa Da-na-núm luma igi-du8 wa T. lu-ma igi-du8.

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Nomi di persona

Ù-ša     13 r. IV 7: wa ar-ḫi-iš maškim-e-gi4 Ù. kam4 mu šu mu-nígin […]-tum. Ù-ti     7 v. VI 13: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù. ù-ma Na-ga-um. Wa-gú-zú     7 r. II 9: wa A-a-Da-mu lú-kar-sù wa W. [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] wa naga-di al6-gír-šum.

Zi-mi-[na]-Ma-lik     18 v. IV 5: a Z. ˹áš˺-dag mi-n[a] ˹wa˺-˹ti˺ [maškim]-e-g[i4] ar-[za]. ˹x˺-gi-ka     11 v. I 6: wa du-du x. dumu-nita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[iumki] é ir11 šu-˹du8˺.

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Nomi di luogo

A-a-su     3 r. III 7: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A. wa Wa-a-du. A-bar ki     17 v. I 9: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A. igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki; 18 v. I 8: ap a nu-gú-su-da-su si-in sa.za xki kam4 -˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A. ʾÀ-du     16 r. III 5: wa en-en ì-na-sum lú da-mu da-mu ʾÀ. íl zíd. A-ḫa-na-lum     3 v. III 2: ap Kiški A. si-in Ma-ríki ì-ti. ʾÀ-maki     18 v. IV 2: wa ˹ka˺-˹dib˺ maškim-e-gi4 si-in ʾÀ. A-mu-rúmki     4 v. VI 11: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A. wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-egi4 kurki lú du-du ʾa5 -dè a nu-da-na-ba-ḫu. A-rí-mi  (var. A-rí-me, testo 8)     4 v. V 13: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-e-gi4 bar-ʾà-ti A. wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti; 8 r. II 8: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim ì-na-sum siin ˹Íl˺-wi-luki šu mu-tak4 zíd-zíd A. Ar-miki     1 r. III 4: igi.du kam4 -mu lú A. è igi!(ba)-tùm a-a, v. I 4’: ap k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] ur[u ki-uru ki] A. til, v. III 3: [wa] du11-ga-sù lú A. in si.si-sù è; 3 r. IV 10: ap du-du kam4-mu lú A. si-in ki Na-gàr ki, r. VI 3: ap nu du-du kam4-mu lú A. si-in ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. II 4: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma [k]am4-mu lú A. ma-na si-in Ga-su-luki ma-na si-in Ib-laki; 4 r. II 5: wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú A. al6-tuš [ba]-wa; 7 r. VI 7: 1 na-se11 Ma-ríki è mi-nu sa.za xki si-in A. wa [è 1 na-se11] wa-˹ʾà˺-t[um]; 10 r. I 10: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na-[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A. gi4 si-in Iblaki; 17 v. IV 4: wa [w]a-dar maškim-e-gi [ma]škim[e-g]i [s]i-in A. [níd]ba [ì]-giš […]; 18 v. II 12: ap a-u9-ne giš-ba-tukux A. ké[š-da-sù] na-bur-ru12 matim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-ilu igi-sig. Ar-sa-daki     2 r. III 3: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù d ʾÀ-da in 1 gígir A. wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. A-ru12 -luki     11 r. I 6: [n ma-na] šu+ša [bar6:kù] dumunita [dumu]?-˹nita˺? En-ga-um A. šuku, r. II 7: wa ˹še˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ ˹dumu˺-˹nita˺ dumu-nita En-ga-um A. A-˹zi˺?-[lu]-tur     15 r. III 2’-3’:[…] áš-d[a] A. in […]. Dar-ḫa-timki     1 v. II 8: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-burlumki è{-2} na-se11-2 è-2 in D. è an-gál. Du-luki     17 r. I 3: [níg-kas4 si-in D.]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa sa.za xki, r. II 5: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in D. ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si.

Ga-sùr ki  (var. Ga-su-luki, testo 3)     1 v. IV 9: wa anna e11 kú ir11-ir11 še in G.; 3 v. II 7: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki ma-na si-in G. ma-na si-in Ib-laki; 15 v. II 5: wa e11 si-in G. [D]a-muki […]; 18 r. III 1: wa ì-giš G. [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺. Gú-la-bal!(kul)ki     20 r. II’ 5’: [… nu-u9]-nu ˹gál˺˹tak4˺ si-ra-sù šu ba4-ti G. giš-pa […]. Ḫa-la-bí-duki  (var. Ḫa-˹a˺-la-bí-duki, testo 4; [Ḫa]-a[bí]-du[ki], testo 18)     4 r. IV 1’: Ḫ. nídba; 18 r. II 1: wa igi-gar igi-igi kaskal sa6 è ˹si˺-ma Ḫ. [du]-du-ma. Ib-laki     3 v. II 10: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenûdam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki ma-na si-in Gasu-luki ma-na si-in I.; 5 v. II 2: wa du11-ga-sù ˹10˺ mana [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm zíd si-in I. [...]; 8 v. III 1: ap an-da Al6 -la udu-˹udu˺ ˹in˺ I. šu-du8; 10 r. II 3: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na-[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 si-in I.; 15 v. II 1: [...] I.; 21 r. III 1: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» I. bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], r. IV 5, 7: […] bad-˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù sù sugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] din[gir-dingir] I. [dumu]-mí [dumu-mí] I. al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4, r. XII 14: wa in-na-sum lú nundum(ka. nu)-sù [sa.z]a xki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki I. [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6, r. XIII 3: wa ug7 ˹bù˺-[šu-ma] g[a]-˹bí˺-rúm in I. baru12 -ù, r. XIII 10: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6kidu6ki I. lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x ášdu bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 sù, v. II 10: [wa] 2 di-ku5 ʾà-ba-ad al6 I..˹kú˺, v. IV 10: wa du-du ˹du6˺ki [I.] zé-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki, v. V 7: [… a]-˹mu˺-˹sù˺ ù ama-gal-sù ù šeš-sù in I. […]. I-lum ki     17 r. III 3: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-asi maškim-e-gi4 in I. maškim-e-gi4 igi-gar kam4 -mu a-a, v. I 7: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I. si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki. Íl-wi-i-lumki   (var. ˹Íl˺-wi-luki, testo 8)     4 v. III 3: dumu-nita Í. al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš udu sa6; 8 r. II 5: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim ì-na-sum siin Í. šu mu-tak4 zíd-zíd A-rí-me. Kak-m[i-umki]     11 v. II 6: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumunita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la˹ù˺ K. é ir11 šu-˹du8˺. Kiški     3 r. V 9: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa šu-du7 ˹a˺-la-ga wa a-la-ga K. šu-du7ma kam4-mu, r. VI 9: [wa] ˹e11˺ K. ˹wa˺ ˹kalam˺-tim kalam-tim šeš-mu-sù wa Na-gàr ki wa ˹kalam˺-tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù wa e11-e11, v. III 1: ap K. A-˹ḫa˺-na-lum si-in Ma-ríki ì-ti.

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Nomi di luogo

Ma-ríki     1 v. V 8’: ap […] ˹ki˺-sù wa ˹šu˺ ba4-[t]i […]ki [wa] igi.du a M.; 3 v. III 4: ap Kiški A-˹ḫa˺-nalum si-in M. ì-ti; 4 r. I 9: inim-d[i] inim-[di] lú ki-k[i] al6-[tuš] M. ga-wu-nu wa-a-da-ma; 7 r. VI 2: 1 nase11 M. è mi-nu sa.za xki si-in Ar-miki wa [è 1 na-se11] wa-˹ʾà˺-t[um]; 10 v. II’ 6: wa ir11-[ir11] níg-kaskal nígkaskal in M. […]. Mar-tuki     19 r. IV 3: ap kaskal ša-ti du-du a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ M. du-bù. Na-gàr ki     3 r. V 3: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki N., r. VI 6, v. I 3: ap nu du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ˹ki˺ N. [wa] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ ˹kalam˺-tim kalamtim šeš-mu-sù wa N. wa ˹kalam˺-tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù wa e11-e11, v. IV 16: in-na bar6:kù šè šu mutak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in N., v. V 2: wa maš bar6:kù [si-i]n [N.] kú ir11-ir11; 4 r. III 4, 14: a-aḫ-la ì-ti si-in N. kalam-timki kalam-timki inim-di giš ba-tukux wa kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15 wa a-ru12 -ga en N. I-bí-Zi-kir kalam-timki kalam[timki ...]; 5 r. III 4: ap giš-tak4:gál kaskal Sá-ù-mu N.; 11 v. II 2: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-ga-um si-in N. ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu-˹du8˺; 18 v. II 4: wa [2] uru ki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Salba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i N. kam4 -mu igi-tùm a-sù.

Na-ḫiki     4 v. VI 9: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam N. wa A-murúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki lú du-du ʾa5 -dè a nu-da-na-ba-ḫu. Sá-bùki      1 r. IV 2: wa in [... wa] in S. è. Sal-ba-˹a˺ki     18 v. II 2: wa [2] uru ki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ S. ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm a-sù. Uri     15 r. II 2’, 5’: […] ˹éren˺-[ki-gar] U. na-s[e11] nas[e11] wa U. ir11-ir11 […]. Wa-a-du     3 r. III 9: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A-a-su wa W. Za-bur-lumki     1 v. II 3: wa an-ne ˹an˺-[na] in Z. è{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki è an-gál; 17 v. I 2: […] Z. Zi-ti-ir ki     18 v. I 11: wa [2] uru ki Z. ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm a-sù. [...]ki     1 v. V 4’: ap […] ˹ki˺-sù wa ˹šu˺ ba4-[t]i X. [wa] igi.du a Ma-ríki.

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Nomi di divinità

ʾÀ-da     2 r. II 5: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀ. in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. d ʾA5 -da-bal!(kul)     9 v. V 2: wa si-in dʾA5. ér(igi:a) wa alan x(kíd.alam) igi-sig a dab6 -su-a-a; 21 r. VI 10: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5. al-bu15 ki šadu áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum]. d A-dam-ma v. iti d A-dam-ma. d ama-ra v. iti dama-ra. d ku-ra     21 v. III 1: […] dk. giš-sur x 2 di-ku5 šu ba4ti-sù. d

Elementi teofori attestati in nomi personali: A-da:     Iš-da-má-A-da. d ʾÀ-da:     Du-bù-ḫu-dʾÀ-da . bal:     Ì-lum-bal. Da-ba-an:     Kùn-Da-ba-an. Da-mu:     A-Da-mu. Il:     ʾA5 -bù-ul-ni, [Áš]-da-ma-i-lu. d ku-ra:     Šè-ma-dku-ra. Ma-lik:     Ìr-am6 -Ma-lik, Ru12 -zi-Ma-lik, Ti-ḫir-Malik, Zi-mi-[na]-Ma-lik. La-ù:     Si-ti-La-˹ù˺. Ti-ir:     Ki-Ti-ir. Zi-kir:     I-bí-Zi-kir.

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Glossario

In questo glossario le forme ricostruite sono date in corsivo con asterisco (p. es., *bakāy-a(m), s.v. ba-ga). Per la realizzazione fonetica, supposta a giustificazione della grafia, si veda il commento ai testi (p. es., [šəsāʾ-u(m)] per /šasāy-u(m)/, commento al testo 4 (12), s.v. si-za-ù). Un asterisco davanti al lemma indica una grafia non documentata nei testi di questo volume (p. es., *i-tum).

A a  «acqua»  1 r. II 7: ap L. nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [... é]-2 igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm a-a, v. V 7’: […] ˹ki˺-sù wa ˹šu˺ ba4-[t]i […]ki [wa] igi.du L. Ma-ríki [...]; 13 r. I 1: L. du11-ga [á]-˹daḫ˺ da-mu damu, r. II 11: zé-gú-nu gál-tak4 L. mu-du giš ba-tukux kam4-mu wa šu-du8 kaskal, r. III 8: wa L. gál-˹tak4˺ bí-ša-ma Sal-mi-na wa kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne; 18 v. I 1: ap L. nu-gú-su-da-su si-in sa.za xki kam4 ˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki, v. II 7: wa [2] uru ki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm L.-sù. a-a  1 r. III 7: ap a nu ˹an˺-[gál] wa˹x˺ [... é]-2 igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm L., r. V 2: wa maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 -mu] lú igitùm L. nídba ì-giš; 17 r. III 7: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si maškim-e-gi4 in I-lum ki maškim-e-gi4 igi-gar kam4 -mu L. a  (congiunzione disgiuntiva) «oppure» (*ʾaw) 7 r. IV 12: wa al6 é-tim wa bad a ug7 wa bad-ga ḫul!(ba+ur) L. nu ḫul!(ba+ur); 12 r. III 3: ap ninda mete ninda dam-dam al6-tuš L. du-du wa kú áš-daga gar; 14 r. I 3: guruš-guruš lú áš-ti L. ir11-ir11 du11ga še-ba. v. anche ū-ma (congiunzione disgiuntiva). a  (particella negativa) (*ʾay) v. a-u9 -ne a (particella asseverativa) v. la. -a  (pronome personale suffisso, 1a sg. gen.) (*-ya) dab6 -su-a-L.:  9 v. V 8. a-a-ga  v. ˹a˺-[la]-gi. a-aḫ-la (var. aḫ-la, testo 3) «da ultimo» (*ʾaḫir-am, sem. *ʾḫr)  3 r. III 11: ap L. du11-ga a-{[x]}-ru12-sù wa ar-za kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù; 4 r. III 1: L. ì-ti si-in Na-gàr ki kalam-timki kalamtimki inim-di giš ba-tukux. a-a-sa-am6  «egli viaggia come corriere» (*la yilassum, con armonia vocalica e registrazione impropria della sibilante, *lsm «viaggiare rapidamente»)  21 r. XII 18: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-nasum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] L. ʾà-ba-ad v. ʾà-ba-tim. ʾà-ba-du v. ʾà-ba-tim. ʾà-ba-tim  (sg. gen.) «razione (di orzo)» (*ḥapar-t-, con mancata registrazione di /r/; *ḥpr «provvedere razioni di cibo», acc. epēru «provvedere cibo», ug.

ḥpr «razione»; cf. ARET XVI, p. 131 (3))  21 v. II 17: [wa zé-sù]ma kú ug7 lú L. […], ʾà-ba-ad  (st. costr., sg. acc.)  21 v. II 8: [wa] 2 di-ku5 L. al6 Ib-laki ˹kú˺, ʾà-ba-du  (st. costr., pl. nom.)  21 v. II 4: […] 2 di-˹ku5˺ L. ugula ká, v. XIII 1: […] L. […]. ábba  «anziano» ábba-ábba  4 v. I 9: a-ne-ne ugula-ugula wa L. wa guruš-guruš; 5 r. I 6: en-ma I-bí-Zi-kir si-in en wa L.; 7 r. III 8: ap I-ti 3 in L. al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga; 10 v. IV’ 1: L. ì-zu. á-daḫ  «correre in aiuto» (*rḫṣ, LL á-daḫ / rí-ì-zuum, ra-a-zu-um, rí-zú, Conti, MisEb 3, p. 157 e p. 155 sg.)  3 v. IV 1: wa rí-péš zé-ga kalam-timki L.; 13 r. I 3: a du11-ga L. da-mu da-mu; 18 r. V 7: wa da-mu [d]a-mu [ḫ]i-mu-˹túm˺ w[a] L.˺ si-in sa.za xki. a-da-wa  «io ho discusso» (*ʾātwaw, *hww «parlare», cf. a.ass., a.bab. atwû «discutere»)  16 r. II 9: ˹wa˺ L. lú zé-sù. a-dè (preposizione) v. a-ti (preposizione). àga-ús  «soldato (di mestiere)» (B. Lafont, BARIS 1855 [2008], p. 32: «soldat de métier»; cf. PSD, A, III, pp. 51-57: «attendant», «follower»; Bonechi, HIMA 3 [2016], pp. 19-28: «high-ranking military leader»)  1 r. I 3: L. dub é su-wa-ti, r. I 6: L. inimdi [inim]-di ˹lú˺ [dub é su]-wa-[ti ì-ti wa al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di dub é su-wa-ti; 8 r. IV 7: ap ì-giš maškim lú L.; 15 v. III 8: […] kú kam4-mu uru ki a-ti še-gu[r10] wa zi-[ga] L. bí-[su]-m[a] k[am4 -mu] […]. aḫ-la  v. a-aḫ-la. al6  (preposizione) «sopra, accanto, davanti» (valore locativo) (*ʿal) 3 r. II 3: ap du11-ga-ma ˹L.˺ níg-kas4-ga wa nígkas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A-a-su wa Wa-a-du; 5 v. I 6: wa du11ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igi-ma L. [m]u-túm zíd si-in [Ib]-˹la?˺ki [...]; 7 r. IV 4: wa L. é-tim wa bad a ug7 wa bad-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur), r. V 2: wa L. é a-mu a nu nígéš-nu-éš gi-a-du, v. V 12: wa Gàr-da-bí [bad] 1 ˹gi˺-šum {x} L. é-tim, v. VI 10: mi-ne-iš Ru12 zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 L. [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um; 10 r. III 9: wa gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki L. […], r. IV 1’: […] L. du-[du] i[r11]-i[r11 …]; 14 v. I 5: wa a ʾÀ-da-ša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-

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Glossario

mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ L. Ru12 -zi-Ma-lik; 15 v. VI 4: [w]a [dingir-ding]ir(?) kú-sù sa6 kú L. ˹x˺-a-lu […]˹x˺-[d]a-˹x˺ […]; 16 r. III 10: wa nígkas4 L. zag; 18 v. III 6: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki L. [Áš]-da-ma-i-lu igisig; 21 v. II 9: [wa] 2 di-ku5 ʾà-ba-ad L. Ib-laki ˹kú˺. ˹a˺-[la]-gi  (st. costr., sg. gen.) «andare; viaggio, carovana» (*halāk-um, *hlk «andare»)  3 r. II 11: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa L. ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalamtimki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne. a-la-ga (var. a-a-ga, testo 16) (st. costr., sg. acc.)  3 r. V 6, 8: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa šu-du7 L. wa L. Kiški šudu7-ma kam4-mu; 16 r. IV 7: wa ti-da-ba-gu-ne L. ne-li-ig-  «noi siamo andati» (*nillik)  2 r. II 2: L.-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀ-da in 1 gígir Arsa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 nase11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. alan x(kid.alam)  «statua» (LL kid.alam / šè-tum, *šaʿd-um, cf. acc. šēdum «spirito protettore»)  9 r. II 6, 9: wa ní-ti L.-ga igi-sig L. a níg-te na-se11 šudu8, v. V 5: wa si-in dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) wa L. igi-sig a dab6 -su-a-a. al6-bad (var. bad, testi 7, 17) 1) «recitare formule di benedizione; dedicare una vittima» (cf. ig-da-ra-ab, ARET XI 1 v. VIII 15 // al6-bad, ARET XI 2 v. VII 22); 2) «benedizione; dedica» 1)  7 r. IV 6:, 10 wa al6 é-tim wa L. a ug7 wa L.-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur), v. V 9: wa Gàr-da-bí [L.] 1 ˹gi˺-šum {x} al6 é-tim; 17 r. I 5: [níg-kas4 si-in Du-lu]ki [du11]-ga L. [u]g7 [ášti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa sa.za xki, r. IV 6: L. ug7 […]. 2)  7 r. IV 10: wa al6 é-tim wa bad a ug7 wa L.ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur). al6-bal!(kul)  «provvedere abbondantemente» (LL al6-bal!(kul) / na-bar-su-um, A, B, *naparšuḥ-um «essere abbondante»; a-bal / ma-wu mu-da-bar-siù-tum, A; cf. s.bab. šuparzuḫu «rendere abbondante, provvedere abbondantemente», Krebernik, ZA 73 [1983], p. 25, 640a)  21 r. VII 17: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib L. zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»«ur4» [é]. al-bu15  (var. bu15, testi 4, 13) «mietere» (cf. sum. bu «strappare; sradicare con violenza», PSD III, pp. 162-166; MesZL 746)  4 r. III 10: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki inim-di giš ba-tukux wa kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki L. wa a-ru12 -ga en Na-gàr ki I-bí-Zi-kir kalam-timki kalam[timki ...]; 13 r. V 5: wa gi4 wa L. (-)ne-a-ti wa kéšda (-)˹ne˺-[a-ti]; 21 r. IV 8: […] bad-˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškime-gi(4)] din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]-mí [dumu-mí] Ib-laki L. dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4, r. V 12: wa mi-zi-ti gaba L. é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù

a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. VI 11: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) L. ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VI 22: ˹wa˺ gána-kešda-ki-sù L. [áš-da u4-zal u4-za] l ˹ú˺-šim in-na-sum giš-sur x, r. VII 11: [wa] ki mawi-tum áš-da u4-zal u4-zal L. ki ša-du in sikil šešII-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. VIII 8: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù L. 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u, r. IX 7: wa [L.] ki nu zu áš-da šeš-sù níg-á-gá-ii, r. IX 14: ap [L. áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. X 5’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [L. ki ša-du giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XI 2’: ki ga-rúm L. dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum-˹sù˺, r. XIII 8, 13: ap ki a-mira-tum L. du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum L. šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù, v. I 4: […] ˹níg˺-[mu-sá] nígmu-sá L. […] ga[ba]? níg-mu-[sá] sag-s[ù] šu-du8 […] ˹x˺-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] áš-du dama-ra ˹bù˺-[šu-ma] […]. al6-du11-ga  «desiderio» (LL al6-du11-ga / ì-rí-ša-tum, *ʾrš)  18 r. III 9: wa ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu L. [ì-na]-˹sum˺, r. IV 10, 14: kutu la-ḫa kù-gi sìla-da L. ì-na-sum a dag-la L. dum[unita] ˹ku˺-˹tu˺. al6-èn-tar  «interrogare; chiedere» (LL al6-èn-tar / sául-du-um, *šʾl, Krebernik, ZA 73 [1983], p. 36)  4 v. VII 14: 2 maškim-ga šu mu-tak4 1 dub é su-wa-ti L.; 7 v. I 5: m[aškim-e-gi(4) maškim-e-gi(4) ninda-gur4 su-nu] ga-[da-m]a L. (-)ne-a-ti. al6-gál  «essere disponibile» (LL al6-gál / ba-ša-um, *bṯy)  4 r. VII 12: wa si-za-ù wa L. é dingir ˹ì˺-ti; 19 r. III 4: wa L. šu mu-nígin uru ki. al6-gír-šum  «uccidere mediante ferita da taglio, sgozzare» (LL al6-gír-šum / gu-(wu-)šum, Fronzaroli, MisEb 4, p. 14 sg.)  7 r. II 1, III 3: in igi!(ba)-šè-du maškim-ma[škim-su-nu] L. zi-ga in 1 uru ki wa A-aDa-mu lú-kar-sù wa Wa-gú-zú [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] wa naga-di L., r. III 9: ap I-ti 3 in ábba-ábba L. wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga. al6-tuš  1) «abitare, risiedere»; 2) «residente»; 3) «rimanere, trattenersi»; 4) «fare abitare» 1)  12 r. III 2: ap ninda mete ninda dam-dam L. a du-du wa kú áš-da-ga gar. 2)  2 v. III 2: 2 mi 20 ma-na tar 5 bar6:kù L. uru ki; 4 r. I 8: inim-d[i] inim-[di] lú ki-k[i] L. Ma-ríki ga-wu-nu wa-a-da-ma, r. II 1, 7: wa daba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma L. ˹u9˺-li-˹da˺[am6] in kam4 -mu lú Ar-miki L. [ba]-wa, v. III 4, 13: dumu-nita Íl-wi-i-lumki L. áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en L. udu sa6; 7 v. III 14: ap še 1 dumu in 1 uruki wa na-se11 na-se11 L. é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 14 r. II 8: wa è ti-la wa udu L. 3)  1 r. II 2: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub é su]-wa-[ti ì-ti wa L.] inim-˹di˺ inim-di dub

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Glossario é su-wa-ti, v. III 11: wa nu du-du ir11-ir11 wa L. […]; 18 r. IV 5: am nídba si-in en zé L. tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum. 4)  10 r. II 7: ap i-ti ù-ga-na-ma L. [ka]m4-[mu …]. am  «toro»  18 r. III 15: L. nídba si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum. ama-gal  «madre» (variante diacronica di ama, introdotta all’inizio del periodo di Yibriyum, Tonietti, NABU 2009/63; Gs Bottéro, p. 269 sg.; in Mesopotamia epiteto di divinità, PSD, A, III, p. 211, s.v. ama-gal, 1)  21 v. V 3: [… a]-˹mu˺-˹sù˺ ù L.-sù ù šeš-sù in Ib-˹la˺˹ki˺ […]. ama-ug5!(ezen×an)-ga  «(sciame di) locuste» (LL ama-ug5(ezen×uš)-ga / gi-ba-um, cf. ar. ǧā-biʾ «sciame di locuste»)  2 r. III 5: ne-li-ig-ma wa˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa L. an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. am6 -du-da-  «io ho misurato» (*ʾamdud-am-, sem. *mdd «misurare»)  16 v. II 2: wa ḫi-mu-túm si-raga L.-ma kaskal. a-mi-ra-tum  (agg., f. sg.) «controllata» (*ʾamir-t-um, *ʾmr «vedere»)  21 r. XIII 7, 12: ap ki L. [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú L. [al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. a-mu  «padre»  14 v. II 3: 1 dumu-nita zé du11-ga L. šu-du8; 21 r. VIII 7: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm tila gána-kešda-ki L.-sù al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-su šà-gig [du-d]u, r. IX 1: [ki] ša-du in u4 ḫúl [L.-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[gdu8] é-bar, v. V 1: […] L.-˹sù˺ ù ama-gal-sù ù šeš-sù in Ib-˹la˺˹ki˺ […]. v. anche é a-mu. an  «cielo»  2 v. I 1: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù d ʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga L. wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. ʾà-na v. an-na «ora, davvero». an-da  «tu» (*ʾanta)  4 r. II 9: [d]u11-ga L. i-[ba-a] a nu i-ba-íl; 7 v. V 4: [1 n]a-se11 [ku4]-ra ma-na 1 nase11 ub-da-di L. a-zàr-da-ma ʾà-wa; 8 r. III 3: ˹wa˺ du11-˹ga˺ L. na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa šu-du8 na-se11 na-se11, v. II 8: ap L. Al6 -la udu-˹udu˺ ˹in˺ ˹Ib˺-laki šu-du8; 9 r. IV 4: wa ní-ti L. áš-ti-ga nu du-da, v. II 4: ap L. nu níg-kas4; 19 r. III 2: du-da-bí-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm mi-na a diri(a.si) še [e11(-ma)] L., v. V 1: […] L.-ma ti-la wa […]; 20 r. IV’ 5’: ap L. wa an-na […]. an-da-nu  «voi» (*ʾantanu)  8 r. III 9: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti L. wa šu-du8 na-se11 na-se11. a-ne  «occhio» (*ʿayn, st. assol.) a-ne a-ne «faccia a faccia» (*ʿayn ʿayn) 3 r. III 3: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalamtimki šeš-mu šeš-mu-sù L. a-ne-ne  «dedicare ogni cura» (LL a-ne-ne / du-ušda-ti-mu, ti-iš-da-ti-mu, *ʾdm «occuparsi di (a.ass.)», «dedicare ogni cura (a.bab. Mari, 0/2)», št/1)  4 v. I 6: L. ugula-ugula wa ábba-ábba wa guruš-guruš.

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an-gál  «esistere» (LL an-gál / i-ša-wu, *yṯw)  1 r. II 8: ap a nu L. wa ˹x˺ [... é]-2 igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm a-a, r. V 7: ap k[ú] L. k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] ur[u ki-uru ki] Ar-[miki] til, v. II 10: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki è L.; 14 r. II 10: ap lú nu L. ˹udu˺ ˹du˺-[ga] wa 1 dumu-nita A-ga-um wa-si-ru12; 20 v. II 5: [...] en-ma an-na gaba en L. š[e] še gaba […]. an-na  «io» (*ʾanʾa)  1 v. II 1: wa an-ne L. in Za-burlumki è{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki è an-gál, v. IV 3: wa L. e11 kú ir11-ir11 še in Ga-sùr ki; 2 v. II 5: wa inim-di inim-di Du-bù-ḫu-dʾÀ-da wa L. wa ì-nasum; 3 v. I 10: wa L. gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki; 20 r. IV’ 7’: ap an-da wa L. […] še-ba na-se11 na-se11. an-na (var. ʾà-na, testo 19) «ora, davvero» (*hanna)  9 v. I 4: L. mi-nu-m[a] níg-kas4 ˹nu˺ ì-nasum mi-na š[eš]-m[u] níg-[éš-nu-éš]; 18 r. II 9: wa gaba-ru L.; 19 r. IV 8, 11: wa igi-du8 kur L. udu-udu du-ba-ù L. kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]; 20 v. II 2: [...] en-ma L. gaba en an-gá[l] š[e] še gaba […]. an-ne  «ora, davvero» (*hanni, cf. ʾa5-ne, ARET XI 3 v. III 10)  1 v. I 7’: wa L. ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki è an-gál. á-nu-gi4  «perdono» (LL á-nu-gi4 / na-ba-sa-ru12, *napšar-um, da *mapšar-, prestito accadico)  7 r. II 10: wa A-a-Da-mu lú-kar-sù wa Wa-gú-zú L.[su-ma] wa naga-di al6-gír-šum, r. III 11: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa L. ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga. an-zam x  «tazza» (Waetzoldt, MEE 12, p. 364 sg.)  4 r. V 10: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 L.] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti. ap  (congiunzione) 1) «e dunque»; 2) «e poi, e anche»; 3) «e invece»; 4) «e allora» (indica il cambiamento di soggetto) (Fronzaroli, SEb 4 [1981], pp. 167-176; MisEb 2, p. 2; Amurru 1 [1996], p. 131 sg.) 1)  3 v. III 6: L. lugal ú-ma×gánatenû-dam e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ en du-da-bí-na; 4 v. V 8: L. 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-egi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti, v. VI 6: L. i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-mu-rúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki; 5 r. II 7: L. giš-tak4:gál kaskal Sá-ù-mu Na-gàr ki; 8 v. II 7: L. an-da Al6 -la udu-˹udu˺ ˹in˺ ˹Ib˺-laki šu-du8; 10 r. II 4: L. i-ti ù-ga-na-ma [a]l6-tuš [ka]m4-[mu …]; 14 v. III 5: L. a du-ga-lu wa šu-du8; 17 v. II 6: L. ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum kam4 -mu e11 du11-ga maškim-e-gi4; 18 r. V 10: L. a nu-gú-su-dasu si-in sa.za xki kam4 -˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki; 20 r. IV’ 4’: L. an-da wa an-na […]; 21 r. I 7: L. še [w]a ˹ì˺-giš ba-ra-u9 na-i-ì ˹gu4˺gu4 udu-udu […], r. II 8: L.? áš-du-ma dama-[ra] s[ag-sù …]. 2)  1 r. II 6: L. a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [... é]-2 igi. du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm a-a, r. V 5: L. k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] ur[uki-uru ki] Ar-[miki] til, v. IV 10: L. […]; 3 r. II 1: L. du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi

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Glossario

˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalamtimki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A-a-su wa Wa-a-du, r. III 10: L. aḫla du11-ga a-{[x]}-ru12-sù wa ar-za kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù, r. IV 7: L. du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa šu-du7 ˹a˺-la-ga wa a-la-ga Kiški šu-du7-ma kam4-mu, v. II 11: L. Kiški A-˹ḫa˺-na-lum si-in Ma-ríki ì-ti, v. V 13: L. 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-nasum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 4 v. IV 10: L. gaba-ma I-bí-Zi-kir gišba-tukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš˹ba˺-tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu wa-ad-ma; 7 v. II 6: L. bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma in 1 uru ki, v. III 8: L. še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 8 r. IV 3: L. ì-giš maškim lú àga-ús; 12 r. II 7: L. ninda mete ninda dam-dam al6-tuš a du-du wa kú áš-da-ga gar; 14 r. II 9: L. lú nu an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga]. wa 1 dumu-nita A-gaum wa-si-ru12; 15 v. IV 2: L. bar6:kù dingirdingir en-núm zà-me wa túg-zi:zi-a 2 šu-sù; 17 v. I 3: L. kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki; 18 v. II 9: L. a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[šda-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig; 19 r. III 7: L. kaskal ša-ti du-du a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ Mar-tuki du-bù; 21 r. XIII 5: L. ki a-mi-ratum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. 3)  3 r. V 12: L. nu du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. V 5: L. bar6:kù du11-ga du-du áš-da ir11-ir11 1 ḫa-za-nu nu du-du; 5 r. III 5: L. za-gi-lum kaskal Sá-ù-mu-ma; 7 r. III 4: L. I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga, v. VI 8: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki L. tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um; 9 v. II 3: L. an-da nu níg-kas4. 4)  21 r. IX 13: L. [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum]. ʾà-ra-lu  (st. costr.) «libazione» (*harār-, sem. *hrr «scorrere, gocciolare»)  9 v. II 7: Ba-ga L. dingir ʾà-rí-ra-gú-nu šeš-mu gú-wa-si. àr-ʾà-ru12  «catena» (LL ḫar-ḫar urudu / àr-ʾà-lum, *ḥarḥar-; cf. acc. ḫarḫaru «catena»)  3 v. VI 13: ša kin5-ak L. du11-ga ba-wa kin5-a[k] ì-dí[m] 1 uru ki. ar-ḫi-iš  «velocemente» (cf. acc. arḫiš)  13 r. IV 5: wa L. maškim-e-gi4 Ù-ša kam4 -mu šu mu-nígin […]tum. a-rí v. a-ru12. a-rí-a-tim v. a-ru12. ʾà-rí-ra-  «colui che versa» (*hārir-, sem. *hrr «scorrere, gocciolare»)  9 v. II 8: Ba-ga ʾà-ra-lu dingir L.-gú-nu šeš-mu gú-wa-si.

a-ru12 - «mulino» (scritto a-{[x]}-ru12-, testo 3) (*ʾariy-, Fronzaroli, Fs Scandone, pp. 265-267)  3 r. IV 2: ap aḫ-la du11-ga L.-sù wa ar-za kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù; 4 r. III 12: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki inim-di giš batukux wa kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15 wa L.-ga en Na-gàr ki I-bí-Zi-kir kalam-timki kalam-[timki ...]. a-rí  (sg. gen.) (*ʾariy-i)  19 r. V 3: wa L.-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma zà-ús wa ì-na-sum bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […]. a-rí  (st. costr., sg. gen.) (*ʾariy-i)  16 v. III 5: wa bar6:kù níg-gú-du in L. ma-da a-rí ma-da níg-gú-du-ma in na-se11 na-se11 [s]a6 […]. a-rí  (st. costr., sg. acc.) (*ʾariy)  16 v. III 6: wa bar6:kù níg-gú-du in a-rí ma-da L. ma-da níggú-du-ma in na-se11 na-se11 [s]a6 […]. a-rí-a-tim  (pl. gen.-acc.) (ʾariy-āt-im)  19 r. III 11: ap kaskal ša-ti du-du L. […] ˹udu˺-˹udu˺ Mar-tuki du-bù. ar-za  «conifere» (*ʾarz-; ARET XVI 13 r. III’ 3 e p. 101, comm. a (2), s.v.; LL giš-nun-sal / arza-tum, *ʾarz-at-um, Conti, MisEb 3, p. 137, con bibliografia)  3 r. IV 4: ap aḫ-la du11-ga a-{[x]}-ru12sù wa L. kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù; 18 r. I 4: [du11-ga] L. [l]ú ḫi-mu-túm, v. IV 10: a Zimi-[na]-Ma-lik ˹áš˺-dag mi-n[a] ˹wa˺-˹ti˺ [maškim]e-g[i4] L. áš-da  (preposizione) «presso» (*waštay)  3 r. II 9: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè L.-ga, v. V 9: ap bar6:kù du11-ga du-du L. ir11-ir11 1 ḫa-za-nu nu du-du; 4 v. III 5: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš L.-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš udu sa6; 12 r. III 7: ap ninda mete ninda dam-dam al6-tuš a du-du wa kú L.-ga gar; 13 v. IV 7: tar bar6:kù Ì-lum-bal ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum wa du-du L.-su-ma; 15 r. III 1’: […] L. A-˹zi˺?-[lu]-tur in […]; 21 r. VI 14: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-nasum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é d ʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du L. u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 1: ˹wa˺ gána-kešda-ki-sù al-bu15 [L. u4-zal u4-za]l ˹ú˺-šim in-na-sum giš-sur x, r. VII 9: [wa] ki ma-wi-tum L. u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd daba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. IX 10: wa [al-bu15] ki nu zu L. šeš-sù níg-á-gá-II, r. IX 15: ap [al-bu15 L. u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum]. áš-dag  «presso di te» (*waštayk)  9 r. III 11: wa igi-gar gú-šum ˹ug7˺ L. igi-gar; 18 v. IV 6: a Zi-mi-[na]-ma-lik L. mi-n[a] ˹wa˺-˹ti˺ [maškim]-e-g[i4] ar-[za]. áš-da-ma  15 r. I 5’: [...-d]u […] ˹x˺ [... i]n [(...) a]l6 L. […]. áš-du  (preposizione) (*waštu(m)) 1) «da» (valore locativo; 2) «da» (valore temporale) 1)  21 r. III 6: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 L. [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], r. X 1’: […] L. bad še bù-šu-ma [al-bu15 ki ša-du giš]-sur x [dumunita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XIII 16: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú

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Glossario a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x L. bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. 2)  21 r. II 4: […] gu4-gu4 udu-udu lú bad še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ L. dama-ra [s]ag-˹sù˺ […], r. II 9: a[p]? L.-ma dama-[ra] s[ag-sù …], v. I 16: […] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 […] ga[ba]? níg-mu-[sá] sag-s[ù] šu-du8 […] ˹x˺ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] L. dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. áš-ti  (preposizione) «presso, con» (*waštē)  8 v. I 7: udu-udu mete L. kas4 lú du-du wa ì-na-sum udu-udu; 9 r. IV 5: wa ní-ti an-da L.-ga nu du-da; 17 r. I 7: [níg-kas4 si-in Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [L.]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa sa.za xki. áš-ti  «presso di me» (*waštī)  9 r. II 1: nídba nídba L.; 14 r. I 2: guruš-guruš lú L. a ir11-ir11 du11-ga še-ba. [áš-za]  v. si-za-ù. a-ti  (congiunzione) (var. ʾa5 -dè, testi 4, 21) «mentre» (*ʿadē)  4 v. VII 4: wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki lú du-du L. a nu-da-na-ba-ḫu; 21 r. IX 4: [... ki] ša-du in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] L. sa[g-du8] é-bar. a-ti  (preposizione) (var. a-ti-ma, testo 18; a-dè, testo 21) (*ʿadē) 1) «fino a» (valore locativo); 2) «fino a» (valore temporale) 1)  18 v. I 7: ap a nu-gú-su-da-su si-in sa.za xki kam4 -˹mu˺ mu-[du] L. A-bar ki; 21 r. V 19, 22: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù L. 1 du 1 gu4-sù L. 1 d]u. 2)  15 v. III 4: […] kú kam4-mu uru ki L. še-gu[r10] wa zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 -mu …]. a-u9-ne  (vetitivo) «egli non dovrà cambiare» (*ʾay yuʿni, sem. *ʿny «cambiare»)  14 v. I 3: wa a ʾÀ-daša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mutúm L. nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik; 18 v. II 10: ap L. giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 matim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-ilu igi-sig. a-ur4  (var. a-«ur4», testo 21 r. II 3) «collettore» (v. commento a 21 (5), s.v. a-«ur4»). a-«ur4» a-«ur4»  21 r. II 3’: ˹wa˺? kú L. Ib-laki bùšu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […]. v. anche ur4. ʾà-wa  (sg. acc.) «esistente» (*hawiy-a(m), sem. *hwy «essere, divenire»)  7 v. IV 3, 11: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da L. wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da L., v. V 6: [1 n]a-se11 [ku4]ra ma-na 1 na-se11 ub-da-di an-da a-zàr-da-ma L. a-záḫ  «fuggire, mancare» (LL a-záḫ / a-ba-tum, a-bu16-du, sem. *ʾbd/t «essere perduto, errare, fuggire»)  14 v. I 4: wa a ʾÀ-da-ša ugula uru KùnDa-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu L. al6 Ru12 -zi-Ma-lik. a-zàr-da  (sg. acc.) «pressione (esercitata su una persona)» (*wasar-t-a(m), *wsr «premere, fare pressione»; cf. acc. esēru «premere per un pagamento dovuto»; ug. wsr, ebr. ysr «istruire»)  7 v. IV 2, 10: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-

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tuš é ir11 L. ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu L. [ʾà-w]a, v. V 5: [1 n]a-se11 [ku4]-ra ma-na 1 na-se11 ub-da-di an-da L.-ma ʾàwa. B ba-wa  «qui» (*paw, Fronzaroli, SEL 2 [1985], pp. 2535)  3 v. VII 2: ša kin5-ak àr-ʾà-ru12 du11-ga L. kin5a[k] ì-dí[m] 1 uru ki; 4 r. II 7: wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš L. bad  «padrone »  21 r. I 4’: […] gu4-gu4 udu-udu lú L. še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du dama-ra [s]ag-˹sù˺ […], r. III 7: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [L. gu4gu4 udu-udu] uzu […], r. III 1’: […] L.-˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškime-gi(4)] din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]-mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4, r. X 2’: […] áš-du L. še bù-šu-ma [al-bu15 ki ša-du giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XIII 17: ap ki a-mi-ratum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum albu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du L. še 1 niga:gu4] 1 bar. an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. bad  «recitare formule di benedizione»  v. al6-bad. ba-ga  (infinito paronom., sg. acc.) «piangere; lamentarsi» (*bakāy-a(m), *bky)  4 r. I 14: wa daba-ga L. ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa. da-ba-ga  «tu ti lamentasti» (*tabkay)  4 r. I 13: wa L. ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa. ba-ga-mi-iš  (infinito, dat.) «per la tosatura» (*baqām-iš, *bqm «strappare la lana»)  3 r. I 12: guruš-guruš igi-du8 wa ninda wa-ad ninda ì-na-sum L. guruš-guruš, r. II 12: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi L. [udu-udu] kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne. bar.an  «mulo» (ARET XI, p. 141; Conti, MisEb 4, p. 26; Archi, Subartu IV/2 [1998], pp. 8-12)  21 XIII 20: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 L. 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. bar.an bar.an  16 v. I 5: wa L. níg-sa10 in bar6:kù. bar-ʾà-ti  (preposizione) «fra; dentro» (*barḥat-, ARET XIII, p. 163 [66], s.v.)  4 v. V 12: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-e-gi4 L. A-rími wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti. ba-ra-u9  (infinito, st. costr.) «ispezionare, ispezione» (*barāy, *bry «osservare»)  21 r. I 11: ap še [w]a ˹ì˺giš L. na-i-ì ˹gu4˺-gu4 udu-udu […]. ba-ru12 -ad  «essa è ispezionata» (*barruy-at, stativo, 0/2)  21 v. III 7, 10: kaskal[-x] lam7:ki lam7:ki L. giš-érin-(níg?)-˹á˺-[(lá) lam7:ki] lam7:ki L. ìr-ra-tum. ba-ru12-ù  «essi sono ispezionati» (*barruy-ū, stativo, 0/2)  21 r. XIII 4: wa ug7 ˹bù˺-[šu-ma]

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Glossario

g[a]-˹bí˺-rúm in Ib-laki L., v. VI 5: […] ug7 sádu11-ga é zíd L. šu ba4-ti du-du […]. ba-ru12 -ad v. ba-ra-u9. ba-ru12-ù v. ba-ra-u9. ba-su-ga  «esso è scarso» (*pašuq, *pšq «essere stretto, difficile»; cf. ARET XIII, p. 267, s.v. ib-dasu-gu; v. anche bù-su-gu)  12 r. I 5: su-ma ninda L. wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm. ba-[šè-am6]  (sg. acc.) «disponibile» (*baṯiy-am, cf. acc. bāšium, bāšû «disponibile, rimanente»)  13 r. I 8: wa íl zíd L. s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6. bí-sù v. bí-šu. bí-šu-  «disponibilità, beni disponibili» (*bīṯ-u(m), *bṯy)  3 v. II 2: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenûdam L.-ma [k]am4-mu lú Ar-miki; 15 v. III 9: […] kú kam4-mu uru ki a-ti še-gu[r10] wa zi-[ga] àga-ú[s] L.m[a] k[am4 -mu …]. bí-sù  (*bīṯ-šu)  3 v. VI 7: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš L. bí-ša-ma  (*biṯ-am-ma)  13 r. III 10: wa a gál˹tak4˺ L. Sal-mi-na wa kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu˹du˺-ne. bù-su-gu  «strettezza; bisogno» (*pušq-, *pšq «essere stretto, difficile»; cf. ba-su-ga)  2 v. I 6: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa L. na-se11 na-se11, bù-šu-  «beni, proprietà» (*būṯ-, *bṯy)  21 r. III 2: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki L.-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], r. V 1: [...] ˹x˺-[...] è L.[-ma] mete(te+˹me˺), r. X 4’: […] áš-du bad še L.-ma [al-bu15 ki ša-du giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XII 12: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum L.-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6, r. XII 21: wa ug7 ki L.[-ma] g[a]-˹bí˺-rúm in Ib-la ba-ru12 -ù, v. I 18: [...] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 [...] ga[ba]? níg-mu[sá] sag-s[ù] šu-du8 [...] áš-du dama-ra L.[-ma …].

D da-ba  (agg., sg. acc.) «buono» (*ṭāb-a(m))  21 r. VI 5: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd L. 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 18: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6bal!(kul) zíd L. 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. da-ba-ga v. ba-ga. da-ba-gu  «versare; immagazzinare; immagazzinamento» (*tabāk o anche *tabk, prestito dall’acc. tabākum «immagazzinare»?)  3 r. III 5: ap du11-gama ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-daga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-

timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa L. (cancell.) A-a-su wa Wa-a-du. ti-da-ba-gu-  «essi versano» (*titabbak-ū-) 16 r. IV 6: wa L.-ne a-a-ga. dab6 -su-a-  (gen.-acc. du.) «offerte (du.) di carni cotte» (*tabšūl-ay-, sem. *bšl «essere cotto»)  9 v. V 8: wa si-in dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) wa alan x(kíd. alam) igi-sig a L.-a. dag-la  «degno di fiducia; di buona qualità» (*takila(m), *tkl «confidare»)  18 r. IV 13: al6-du11-ga ì-nasum a L. al6-du11-ga dum[u-nita] ˹ku˺-˹tu˺. dam «donna» dam-dam  12 r. I 8, II 5: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux L. lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd L. ḫi-mu-túm, r. III 1: ap ninda mete ninda L. al6-tuš a du-du wa kú áš-da-ga gar. Da-muki  «clan» (*dam- «sangue», Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], p. 111 sg.; ARET XIII, p. 126 [12], s.v.)  15 v. II 6: wa e11 si-in Ga-sùr ki L. [...]. da-mu da-mu  «la gente del clan»  13 r. I 4: a du11-ga [á]-˹daḫ˺ L.; 16 r. III 4: wa en-en ì-nasum lú L. ʾÀ-du íl zíd; 18 r. V 4: wa L. [ḫ]i-mu˹túm˺ w[a] á-˹daḫ˺ si-in sa.za xki. di-ku5  «giudice» (LL di-ku5 / ba-da-gu da-neu[m], *btq «tagliare, dividere», *dyn «giudicare», Krebernik, ZA 73 [1983], p. 43)  21 v. II 3: […] 2 L. ʾà-ba-du ugula ká, v. II 7: [wa] 2 L. ʾà-ba-ad al6 ki Ib-la ˹kú˺, v. III 3: […] ˹d˺˹ku˺-˹ra˺ giš-sur x 2 L. šu ba4-ti-sù. dím  v. ì-dím. dingir  «dio, divinità»  4 r. VI 15: ì-na-sum bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-tisù 1 udu L. nídba, r. VII 3: wa [áš-za] ˹si˺-[in] L. bar6:kù [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 giš-pa suḫuš; 9 v. II 7: Ba-ga ʾà-ra-lu L. ʾà-rí-ra-gú-nu šešmu gú-wa-si. dingir-dingir  (var. dingir-dingir-dingir, testo 4)  4 r. VI 10: ì-na-sum bar6:kù bar6:kù L. šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu dingir nídba; 15 v. IV 4: ap bar6:kù L. en-núm zà-me wa túgzi:zi-a 2 šu-sù, v. V 9: wa šu ba4-ti bar6:kù L. sikil, v. V 12: [w]a L.(?) kú-sù sa6 kú al6 ˹x˺-a-lu [...]-[d]a-˹x˺ [...]; 21 r. IV 4: […] bad-˹sù˺ šu-du8ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] L. Ib-laki [dumu]-mí [dumumí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4, v. IV 5: […] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ zi-kam4 nu šu ba4-ti giš-ru giš-ru L. è.    v. anche é dingir. diri (scritto: a.si) «eccedenza (contabile), supplemento» (ARET IX, p. 382, s.v.)  19 r. II 9: duda-bí-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm mi-na a L. še [e11(-ma) an-d]a. du  «piede, gamba; zampa (di animali)» (Archi, NABU 1988/77; Krebernik, VO 7 [1988], p. 30)  21 r. V 20, 23: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) gišsur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 L. 1 gu4-sù a-dè 1] L.

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Glossario du  1) «andare»; 2) «fare andare»; 3) «viaggio 3)  20 v. V 1: […] L. […]. du-du 1)  1 v. III 8: wa nu L. ir11-ir11 wa [a]l6-tuš [...]; 3 r. IV 8: ap L. kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa šu-du7 ˹a˺-la-ga wa a-la-ga Kiški šu-du7-ma kam4-mu, r. VI 1: ap nu L. kam4-mu lú Ar-miki si-in ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. V 8: ap bar6:kù du11-ga L. áš-da ir11-ir11 1 ḫa-za-nu nu du-du; 4 v. VI 13, VII 3: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-murúmki wa L. 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-egi4 kurki lú L. ʾa5 -dè a nu-da-na-ba-ḫu, v. VII 17: ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma wa nu L.; 8 v. II 3: uduudu mete áš-ti kas4 lú L. wa ì-na-sum udu-udu; 10 r. IV 2’: […] a[l6] L. i[r11]-i[r11 …]; 12 r. III 4: ap ninda mete ninda dam-dam al6-tuš a L. wa kú áš-da-ga gar; 13 v. IV 6: tar bar6:kù Ì-lumbal ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum wa L. áš-da-su-ma; 15 v. I 1: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 kam4 -mu-ma L. du8-sù gaba-r[u] wa tar.˹tar˺ [...]; 18 r. II 2: wa igi-gar igi-igi kaskal sa6 è ˹si˺-ma [Ḫa]-a[bí]-du[ki] L.-ma; 19 r. III 10: ap kaskal ša-ti L. a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ Mar-tuki du-bù; 21 r. III 4: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù L. níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], r. VIII 12: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig L., v. IV 8: wa L. ˹du6˺ki [Ib-laki] zé-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki, v. VI 7: […] ug7 sá-du11-ga é zíd baru12 -ù šu ba4-ti L. […]. 2)  3 v. V 12: ap bar6:kù du11-ga du-du áš-da ir11ir11 1 ḫa-za-nu nu L.; 6 r. II 4: 2 maškim-e-gi L. ˹lu˺ š[u-mu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 11 v. I 5: wa L. ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-tila-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu-˹du8˺; 14 v. III 4: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-nima lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa L. du6ki  «aperta campagna» (sum. «elevazione. altura», Civil, Farmer’s Instructions, p. 68)  21 r. V 16: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 L. [in-nasum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, v. IV 9: wa du-du L. [Ib-laki] zé-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki. du6ki-du6ki  21 r. XIII 9: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] L. Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar. an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. du8  «cottura del pane» (LL estr. du8 / a-ba-um, *ʾapāy-um, sem. *ʾpy «cuocere il pane»)  15 v. I 2: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 kam4 -mu-ma du-du L.-sù gaba-r[u] wa tar.˹tar˺ [...]. dub  «tavoletta»  1 r. I 4: àga-ús L. é su-wa-ti, r. I 8, II 4: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [L. é su]-wa-[ti ì-ti wa al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di L. é su-wa-ti; 4 v. VII 12: 2 maškim-ga šu mu-tak4 1 L. é su-wa-ti al6-èntar; 9 v. IV 6: wa ga-a inim-di si-in L. níg-éš-nu-éš. du-ba-ù v. du-bù. du-bù  «tu porterai» (*tubbal, con L-Reduktion e armonia vocalica,*wbl «portare»)  19 r. IV 4: ap

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kaskal ša-ti du-du a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ Martuki L. du-ba-ù  «voi porterete» (*tubbal-ū)  19 r. IV 10: wa igi-du8 kur ʾà-na udu-udu L. ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]. du-da  «camminare» (cf. du-du-a, Civil, JNES 23 [1964], p. 5, comm. a l.4)  9 r. IV 6: wa ní-ti an-da áš-ti-ga nu L. du-da-bí-  «provvista» (*tūtabbil-, *wbl)  3 v. III 13: ap lugal ú-ma×gánatenû-dam e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ en L.-na; 17 r. III 9: wa L.-nu a dím wa šuku sa.za xki; 19 r. I 8: L.-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 liim zíd mu-túm mi-na a diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a. dùg  «buono»  6 r. II 1: ì-giš L. ma-ti-ma. du-ga v. gi-ni. du11-ga  1) «dire, ordinare»; 2) «disposizione, ordine» 1)  3 r. II 2: ap L.-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa nígkas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A-a-su wa Wa-a-du, r. IV 1: ap aḫ-la L. a-{[x]}-ru12-sù wa ar-za kalam-timki kalamtimki šeš-mu šeš-mu-sù, v. V 7: ap bar6:kù L. dudu áš-da ir11-ir11 1 ḫa-za-nu nu du-du, v. VII 1: ša kin5-ak àr-ʾà-ru12 L. ba-wa kin5-a[k] ì-dí[m] 1 uru ki; 4 r. II 8: L. [an-d]a i-[ba-a] a nu i-baíl, r. V 2: si-in kalam-˹tim˺ki kalam-[tim]ki L. [zíd í]l [si-i]n [sa].za xki, v. I 13: a-ne-ne ugulaugula wa ábba-ábba wa guruš-guruš wa L. in[im-di] in[im-di]-sù; 7 v. I 8: wa L. še si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4ti in sa.za xki; 8 r. III 2: ˹wa˺ L. an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa šu-du8 na-se11 na-se11; 9 v. III 5, 8: wa L. ḫul ù-˹ma˺ L. sa6; 13 r. I 2: a L. [á]-˹daḫ˺ da-mu damu; 14 r. I 5: guruš-guruš lú áš-ti a ir11-ir11 L. še-ba, v. II 2: 1 dumu-nita zé L. a-mu šu-du8; 17 r. I 4, 10: [níg-kas4 si-in Du-lu]ki L. [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú L. ug7 wa sa.za xki, v. II 11: ap ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum kam4 -mu e11 L. maškim-e-gi4; 18 r. I 3: [L. ar]-za [l]ú ḫi-mutúm; 20 v. I 10: wa L. [...]. 2)  1 v. III 2: [wa] L.-sù lú Ar-miki in si.si-sù è; 5 v. I 2: wa L.-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igima [a]l6 [m]u-túm zíd si-in [Ib]-˹la?˺ki [...]; 16 v. I 2: wa L. giš ba-tukux. du-ga-lu-  «affidamento, nomina» (*tukāl-, sem. *wkl «affidare»)  10 v. I’ 1’: […] L.-[(-sù)] 1 gí[gir] […]; 14 v. II 6: su-ma L.-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du, v. III 7: ap a L. wa šu-du8. dumu-mí  «figlia» dumu-mí dumu-mí  21 r. IV 6: […] bad˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] din[girdingir] Ib-laki L. Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4. dumu-nita  (scritto: dumu, testo 7 v. III 10) «figlio; dipendente»  4 v. III 2: L. Íl-wi-i-lumki al6tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é

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Glossario

en al6-tuš udu sa6; 7 v. III 10: ap še 1 L. in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]da [ʾà-w]a; 11 v. I 7, II 4: wa du-du ˹x˺-gi-ka L. Enga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ L. Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[iumki] é ir11 šu-˹du8˺; 14 r. III 2: ap lú nu an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga] wa 1 L. A-ga-um wa-si-ru12, v. I 7: 1 L. zé du11-ga a-mu šu-du8; 18 r. V 1: ku-tu la-ḫa kù-gi sìlada al6-du11-ga ì-na-sum a dag-la al6-du11-ga L. ˹ku˺˹tu˺, v. V 6: [w]a si-in gaba-túg wa Ru12 -zi-Ma-lik L. [Ì-lum-ba]l [šu mu-nígin] sa.za xki; 21 r. VIII 3: [wa] L. ga-bí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u, r. IX 3: [ki] ša-du in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] L.[(sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. X 1: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [L.-sù ì-na-sum], r. XI 3’: ki ga--rúm al-˹bu15˺ L.-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum-˹sù˺. dumu-nita dumu-nita  11 r. I 4: [n ma-na] šu+ša [bar6:kù] L. En-ga-um A-ru12 -luki šuku, r. II 5: wa ˹še˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ L. En-ga-um A-ru12-luki; 21 r. IV 9: […] bad-˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù sù sugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-egi(4)] din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]-mí [dumumí] Ib-laki al-bu15 L. [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalamtimki] šu [mu]-tak4, r. VIII 10: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 L.-sù šà-gig [du-d]u, r. X 9’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [al-bu15 ki ša-du giš]-sur x [L.sù in-n]a-sum, r. X 12’, XI 3: L.-sù [giš]-sur x [in-na-sum] ša-nu-ma L.-sù ˹X˺, v. VII 7: […] nídba nídba i-mu 1 šu ug7 L. [...]x. E é  «casa»  1 r. I 5: àga-ús dub L. su-wa-ti, r. I 9, II 5: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub L. su]-wa-[ti ì-ti wa al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di dub L. su-wa-ti; 4 v. VII 13: 2 maškim-ga šu mu-tak4 1 dub L. su-wa-ti al6-èn-tar. é-2  (du.)  1 r. III 1: ap a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [...] [(...)] L. igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)tùm a-a. é a-mu «Casa-del-Padre»  7 r. V 3-4: wa al6 L. a nu níg-éš-nu-éš gi-a-du. é-bar  «fattoria, proprietà terriera» (cf. ARET XVI 29, atto di donazione)  21 r. IX 5: [ki] šadu in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] L. é dingir  (scritto: é, testo 21; scritto: é-tim, testo 7) «tempio»  4 r. VII 13-14: wa si-za-ù wa al6gál L. ˹ì˺-ti; 7 r. IV 4: wa al6 L. wa bad a ug7 wa bad-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur), v. V 12: wa Gàr-da-bí [bad] 1 ˹gi˺-šum {x} al6 L.; 21 r. V 13: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 L. dím!(ur) gišsur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. VIII 1: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šešII-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [L.].

é en  «Casa del re»  4 v. III 11-12: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm L. al6-tuš udu sa6. é ga-ma-tim  «Casa delle farine»  8 r. II 2: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú L. ì-na-sum si-in ˹Íl˺-wi-luki šu mu-tak4 zíd-zíd A-rí-me. é ir11  «Casa dei servi»  7 v. III 15-IV 1: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš L. a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 11 v. II 7-8: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumunita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] L. šu-˹du8˺. é ND  «tempio di ND»  21 r. VI 9: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka.nu) L. dʾA5-dabal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum]. é zíd  «Casa delle farine»  21 v. VI 4: […] ug7 sá-du11-ga L. ba-ru12 -ù šu ba4-ti du-du […]. è  1) «uscire»; 2) «fare uscire»; 3) «uscita» 1)  1 v. III 6: [wa] du11-ga-sù lú Ar-miki in si.sisù L.; 7 r. VI 3, 9: 1 na-se11 Ma-ríki L. mi-nu sa.za xki si-in Ar-miki wa [L. 1 na-se11] wa-˹ʾà˺t[um]. 2)  1 r. III 5: ap a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [… é]2   igi.du kam4 -mu lú Ar-miki L. igi!(ba)-tùm a-a, r. IV 3: wa in [… wa] in Sá-bùki L., r. IV 6: wa u5 L.-ma, r. IV 9: wa maškim-e-˹gi4˺ [L. kam4 -mu] lú igi-tùm a-a nídba ì-giš, v. II 4: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki L.{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki è an-gál; 4 v. IV 5, 9: inimdi inim-di-ga lú níg-gú-du maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškim-e-˹gi4˺-ga L. si-in na-se11 na-se11 inimdi inim-di-ga L.; 14 r. II 4: wa L. ti-la wa udu al6-tuš; 17 v. II 3: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 L. in uru ki, v. III 7: wa mi-ne-iš na-se11 na-˹se11˺ in uru ki L.; 18 r. I 11: wa igi-gar igi-igi kaskal sa6 L. ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma; 21 r. IV 2’: [...] ˹x˺-[...] L. bù-[šu-ma] mete(te+˹me˺), v. IV 6: […] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ zi-kam4 nu šu ba4ti giš-ru giš-ru dingir-dingir L. 3)  1 v. II 9: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 è-2 in Dar-ḫa-timki L. an-gál. è-2  (du.) 2)  1 v. II 6: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 L. in Dar-ḫa-timki è an-gál. e11  1) «scendere»; 2) «fare scendere» 1)  3 r. VI 8: [wa] ˹L.˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ ˹kalam˺-tim kalam-tim šeš-mu-sù wa Na-gàr ki wa ˹kalam˺tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù wa e11-e11; 15 v. II 3: wa L. si-in Ga-sùr ki [D]a-muki [...]; 17 v. II 10: ap ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum kam4 -mu L. du11ga maškim-e-gi4. 2)  1 v. IV 4: wa an-na L. kú ir11-ir11 še in Ga-sùr ki; 3 v. I 12: wa an-na gú L. in ú-ma×gánatenûdam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki ma-na si-in Ga-su-luki ma-na si-in Ib-laki, v. III 9: ap lugal ú-ma×gánatenû-dam L. iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ en du-da-bí-na; 19 r. III 1: du-da-bí-nu [še

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Glossario ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm mi-na a diri(a.si) še [L. (-ma) an-d]a. e11-e11 1)  3 v. I 8: [wa] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ ˹kalam˺-tim kalam-tim šeš-mu-sù wa Na-gàr ki wa ˹kalam˺tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù wa L. en  «signore, re»  1 r. I 2: [en-ma] L.; 2 r. I 2: enma L. wa Du-bù-ḫu-dʾÀ-da si-in I-bí-Zi-kir; 3 r. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in L., v. III 12: ap lugal ú-ma×gánatenû-dam e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ L. du-da-bí-na; 4 r. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in L., r. III 13: wa kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15 wa a-ru12 -ga L. Na-gàr ki I-bí-Zi-kir kalam-timki kalam-[timki ...]; 5 r. I 4: en-ma I-bí-Zi-kir si-in L. wa ábba-ábba; 10 r. I 6: nu maški[m]-e-g[i4] L. u[ru ki] na-[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki; 18 r. III 6: wa ì-giš Gasùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš L. mu-ti mi-nu al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺, r. IV 3: am nídba si-in L. zé al6[-tuš] tura ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum; 20 v. II 4: [...] en-ma an-na gaba L. an-gá[l] š[e] še gaba […]; 21 r. VI 18: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib inna-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4zal in u4 [ḫúl L. ì-na-sum], r. XII 7: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki L. [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalamtim[ki] a-a-sa-am6. en-en  16 r. III 2: wa L. ì-na-sum lú da-mu damu ʾÀ-du íl zíd.    v. anche é en. en-ma  (avverbio) 1) «così» (*hin-ma; introduce il discorso diretto); 2) «dichiarazione, risposta» 1)  1 r. I 1: [L.] ˹en˺; 2 r. I 1: L. en wa Du-bù-ḫud ʾÀ-da si-in I-bí-Zi-kir; 3 r. I 1: L. I-bí-Zi-kir si-in en, v. IV 2: L. I-bí-Zi-kir, v. VI 9: wa L. I-bí-Zi-kir; 4 r. I 1: L. I-bí-Zi-kir si-in en, r. II 14: wa L. I-bí-Zi-kir, r. IV 4’: wa L. I-bí-Zi-kir, v. I 2: [wa L.] ˹I˺-[bí]-Zi-kir ˹si˺-in Du-bù-ḫud ʾÀ-da, v. II 5: wa L. I-b[í]-Z[i-kir], v. II 16: wa L. I-bí-Zi-kir si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 5 r. I 1: L. I-bí-Zi-kir si-in en wa ábba-ábba; 6 r. I 1: L. I-b[í]-Zi-[kir] si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 7 r. I 1: L. [I]-bí-[Z]i-kir si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. V 9: wa L. I-bí-Zi-k[ir] si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 8 r. I 1: L. I-bí-Zi-kir si-in Du-bù-˹ḫu˺-˹ d˺ʾÀ-[d]a, v. I 1: L. I-bí-Zi-kir si-in Ki-Ti-ir; 9 r. I 1: L. I-bí-Zikir si-in Ru12 -zi-Ma-lik; 10 r. I 1: L. [I]-bí-Zi-kir si-in [Du-bù]-ḫ[u-dʾÀ-da]; 11 r. I 1: L. I-bí-Zikir; 12 v. I 3: L. A-bu si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. II 6: L. šè-ma-dku-ra si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 18 r. I 1: L. [I-bí-Zi-kir]. 2)  20 v. II 1: [...] L. an-na gaba en an-gá[l] š[e] še gaba […]. en-núm  «dono grazioso, beni a disposizione di qualcuno» (LL níg-é-gul-gul / en-nu, *ḥenn-u(m); estr. níg-é-gul-gul-lum / ʾà-na-núm)  15 v. IV 5: ap bar6:kù dingir-dingir L. zà-me wa túg-zi:zi-a 2 šu-sù. ér (scritto: igi:a, testo 9) «pianto, lamentazione» (LL ér / ba-ga-um, *bky)  9 v. V 3: wa si-in dʾA5-da-

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bal!(kul) L. wa alan x(kíd.alam) igi-sig a dab6 -sua-a; 15 v. IV 11: wa L. gá×gi4-˹gi4˺ ì-na-sum. ˹éren˺-[ki-gar]  «schiera» (LL éren-ki-gar / maš-bítum, estr. ù-ma-núm)  15 r. II 1’: […] L. Uri na-s[e11] na-s[e11] wa Uri ir11-ir11 […]. G -ga  (pronome personale suffisso, 2a m. sg. gen.r. II acc.) (*-ka) alan x(kid.alam)-L.:  9 6-7.  a-ru12-L.:  4 r. III 12.  áš-da-L.:  3 r. II 9; 4 v. III 5; 12 r. III 7.  áš-ti-L.:  9 r. IV 5; 17 r. I 7.  bad-L.:  7 r. IV10.  inim-di inim-di-L.: 4 v. IV 1, 8.  maškim-L.:  4 v. VII 10.  maškime-gi4-L.:  4 v. V 9.  maškim-e-gi4 maškim-egi4-L.:  4 v. IV 4, v. V 6.  níg-kas4-L.:  3 r. II 4.  si-la-L.:  7 r. IV 2.  si-ra-L.:  16 v. II 1, 7; 17 v. II 7.  šeš-mu-L.:  19 v. VI 1.  ugula uru ugula uru-L.:  7 v. IV 5.  zé-L.:  3 v. III 16. v. anche áš-dag. ga-a  (st. costr.) «totalità» (*kal-)  9 v. IV 3: wa L. inim-di si-in dub níg-éš-nu-éš. gaba  (avverbio) «prima» (cf. acc. maḫra)  18 r. II 5: wa maškim-e-gi4 L. {x} i[r11]-i[r11]. gaba  (preposizione) 1) «davanti a» (valore locativo) (cf. acc. maḫar, Edzard, SEb 4 [1981], p. 53); 2) «prima di» (valore temporale) 1)  4 v. IV 11: ap L.-ma I-bí-Zi-kir giš-ba-tukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš-˹ba˺-tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu wa-ad-ma; 20 v. II 3, 8: [...] en-ma an-na L. en an-gá[l] š[e] še L. […]. 2)  21 r. V 11: wa mi-zi-ti L. al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, v. I 7: [...] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 [...] L. níg-mu-[sá] sag-s[ù] šu-du8 [...] ˹x˺-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] áš-du dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. gaba-ru  1) «ricevere»; 2) «comprare»; 3) «incontrare (LL gaba-ru / ma-ḫa-lu-um/lum, *mḫr) 1)  15 v. I 3: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 kam4 -muma du-du du8-sù L. wa tar.˹tar˺ [...]. 2)  19 r. V 5: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du L.-ma zà-ús wa ì-na-sum bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […]. 3)  18 r. II 8: wa L. an-na. gaba-túg  «pettorale in tessuto» (cf. ARET XII, p. 533, s.v.)  18 v. V 3: [w]a si-in L. wa Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita Ì-lum-ba]l [šu mu-nígin] sa.za xki. ga-bí-rúm  «proprietario» (*gabīrum, cf. LL ḫa-ḫalum / [ga]-bir5-[tu]m, A; var. ga-bar-tum, B, C, D, Sjöberg, Fs Pettinato, p. 267; cf. ARET XVI, p. 231, s.v. ga-bi-ra)  21 r. VIII 4: [wa] dumu-nit[a] L. ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u, r. IX 23: ap [al-bu15 ášda u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl gišsur x L. [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. XI 1’: [...] ki L. al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum-˹sù˺, r. XIII 1: wa ug7 ˹bù˺-[šuma] L. in Ib-laki ba-ru12 -ù. ga-da-  (avverbio) «ugualmente» (*qāta(m), cf. acc. qātam, qātamma)  7 v. I 4: m[aškim-e-gi(4) maškime-gi(4) ninda-gur4 -su-nu] L.-[m]a al6-èn-tar (-)ne-a-ti.

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Glossario

gá×gi4-˹gi4˺  «donna reclusa» (cf. LL gá×geme-gi4 / a-za-lu-um, ʾa5-lu[m], sem. *ʾsr «legare, incatenare», acc. «rinchiudere)  15 v. V 1: wa ér L. ì-na-sum. gá×lá (scritto: gá!(lagab)×lá, testo 4) «peso»  4 r. V 11: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 L. zíd šu ba4-ti. gál-tak4  v. giš-gál-tak4. ga-lu (var. gi-lu-, testi 5, 10) «silo, granaio» (LL gur7 / ga-ru12 -um; *karūm, Fronzaroli, Fs Scandone, pp. 260-265)  1 v. I 1’: ap k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) L. [in] ur[uki-uru ki] Ar-[miki] til; 5 r. I 7: L.ma kalam-timki kalam-timki na-gú-zu-ma íl zíd si-˹in˺ sa.za xki; 10 r. III 7: wa L.-ma kalam-timki kalam-timki al6 […]; 15 r. VI 1’: […] L. si-in iti kur6 kam4 -mu-ma du-du du8-sù gaba-r[u] wa tar.˹tar˺ [...]. ga-ma-tim  (gen.-acc. pl.) «farine» (*qamḥ-āt-im, sem. qamḥ- «farina»; LL mu11 / ga-ma-u9; estr. mu-é / ga-ma-um/u9 -um, *qamāḥ-um «macinare», Conti, MisEb 3, p. 92) v. é ga-ma-tim. gána-kešda-ki  «campo coltivato» (Archi, Fs Garelli, p. 211)  21 r. VI 21: ˹wa˺ L.-sù al-bu15 [áš-da u4-zal u4-za]l ˹ú˺-šim in-na-sum giš-sur x, r. VIII 6: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la L. a-mu-sù al-bu15 1 nase11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u. ga-nu-˹si˺-[(x)]  13 v. II 1: […] L. […]. gar  «porre»  12 v. I 1: ap ninda mete ninda damdam al6-tuš a du-du wa kú áš-da-ga L. ga-wu-nu v. gi-ni. gi4  1) «ritornare; restituire»; 2) «fare tornare»; 3) «ritorno» 1)  13 r. V 3: wa L. wa bu15 (-)ne-a-ti wa kéš-da (-)˹ne˺-[a-ti]. 2)  10 r. II 1: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] L. si-in Ib-laki; 11 v. II 3: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita Enga-um si-in Na-gàr ki L. dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu-˹du8˺. 3)  2 v. I 3: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀda in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)ga an wa L. na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. gi-a-du  «bruciatura» (*kīy-at-u(m), sem. *kwy «bruciare»; cf. LL izi-si-ga / gi-a-tum, var. ga-watum, Conti, MisEb 3, p. 204)  7 r. V 7: wa al6 é a-mu a nu níg-éš-nu-éš L. gígir  «carro»  2 r. III 2: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?iš bar6:kù dʾÀ-da in 1 L. Ar-sa-daki wa amaug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-sugu na-se11 na-se11; 10 v. I’ 2: […] d[u-ga]-lu[(-sù)] 1 L. […]. gi-lu- v. ga-lu. gín-dilmun  «siclo» (LL giš-dilmun / ša-gi-lum, *ṯql; var. wa-za-núm/nu-um, *wzn; cf. Archi, RA 81 [1987], p. 186 sg.: «(siclo) pesato»; cf. Michalowski, ZA 80 [1990], p. 5 sgg.: gín.dilmun = šaqil(um) «siclo»)  4 r. V 14: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti wa 1 L. bar6:kù 20!(2) níg-sagšu zíd šu ba4-[ti]; 7 v. II 1: wa du11-ga še si-in 1 L. [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti in sa.za xki.

gi-ni-  «egli è affidabile» (*kīn, stativo, *kwn «essere stabile»)  14 v. II 10: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wasi-lu-zu a L.-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du. ga-wu-nu  «sono stabiliti, sono fissati» (*kawwun-ū)  4 r. I 10: inim-d[i] inim-[di] lú ki-k[i] al6-[tuš] Ma-ríki L. wa-a-da-ma. du-ga  «tu stabilirai, verificherai» (*tukā(n))  14 r. II 12: ap lú nu an-˹gál˺ ˹udu˺ L. wa 1 dumu-nita A-ga-um wa-si-ru12, v. III 1: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-nima lú maškim-e-gi4 L. udu-ma wa du-du. ù-ga-na-  «io assegnerò» (*ʾukān-am-)  10 r. II 6: ap i-ti L.-ma [a]l6-tuš [ka]m4-[mu …]. giš ba-tukux 1) «ascoltare» (LL giš ba-tukux / sa-maum, *šmʿ); 2) «fare ascoltare» 1)  4 r. I 15: wa da-ba-ga ba-ga L.-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa; 13 r. III 2: zé-gú-nu gál-tak4 a mu-du L. kam4-mu wa šu-du8 kaskal; 16 v. I 3: wa du11ga L.; 18 v. II 11: ap a-u9-ne L. Ar-miki ké[šda-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig. 2)  4 r. III 7: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalamtimki kalam-timki inim-di L., v. IV 13, V 3: ap gaba-ma I-bí-Zi-kir L. inim-di inim-di na-se11 na-se11 L. wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu wa-ad-ma. giš-érin-(níg?)-˹á˺-[(lá)]  «braccio della bilancia» (sum. giš-níg-á-lá «braccio (della bilancia)»; per i tipi di bilancia in uso a Ebla, Peyronel, Fs Parise, 109111)  21 v. III 8: kaskal[-x] lam7:ki lam7:ki ba-ru12 ad L. [lam7:ki] lam7:ki ba-ru12 -ad ìr-ra-tum. giš-gál-tak4  (scritto: giš-tak4:gál, testo 5; scritto: gáltak4, testi 13, 20) «aprire» (LL giš-gál-tak4 / ba-daum, *pth)  5 r. III 1: ap L. kaskal Sá-ù-mu Na-gàr ki; 13 r. II 2: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in gurušguruš L. wa ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6, r. II 10: zé-gú-nu L. a mu-du giš ba-tukux kam4-mu wa šu-du8 kaskal, r. III 9: wa a L. bí-ša-ma Sal-mi-na wa kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne; 20 r. II’ 2’: [… nu-u9]-nu L. si-ra-sù šu ba4-ti Gú-la-bal!(kul)ki giš-pa […]. giš-pa  1) «viticcio» (cf. Waetzoldt, MEE 12, p. 360 sg., con bibliografia); 2) (significato non precisabile) 1)  4 r. VII 7: wa [áš-za] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 L. suḫuš. 2)  20 r. II’ 6’: [… nu-u9]-nu ˹gál˺-˹tak4˺ si-ra-sù šu ba4-ti Gú-la-bal!(kul)ki L. […]. giš-ru  «arco» (LL giš-ru.ru / mar-ba-a, cf. ebr. rōbe(h) «arciere», Sjöberg, Fs Pettinato, p. 262; v. anche giš-ru / ma-du-um, A; wa-ru12-um, cf. Waetzoldt, MEE 12, p. 110 sg.; Civil, ARES IV, p. 146 sg.) giš-ru giš-ru  21 v. IV 4: […] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ zi-kam4 nu šu ba4-ti L. dingir-dingir è. giš-sur x  1) «legarsi in un patto; stabilire (con giuramento)» (ARET XIII, p. 197, comm. a [15]; per il significato «giogo doppio», Conti, MisEb 4, p. 40, con bibliografia); 2) «patto giurato»

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Glossario 1)  21 r. I 6: še 1 mu wa ì-giš 1 mu L., v. III 2: […] ˹d˺˹ku˺-˹ra˺ L. 2 di-ku5 šu ba4-ti-sù. 2)  21 r. II 2: […] gu4-gu4 udu-udu lú bad še šu ba4-ti L. bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du dama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. V 15: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) L. 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. VII 5: ˹wa˺ gána-kešdaki-sù al-bu15 [áš-da u4-zal u4-za]l ˹ú˺-šim inna-sum L., r. VII 21: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím L. «ur4»-«ur4» [é], r. IX 22: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl L. ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. X 8’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [al-bu15 ki ša-du] L. [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. X 14’: [dum]u-nita [dum]u-nita-sù L. [in-na-sum] ša-nu-ma dumu-nita dumu-nita-sù, r. XIII 15: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti L. áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. gi-šum  «vittima (uccisa mediante ferita da taglio)» (*gīšum; cf. LL al6-gír-šum / gu-(wu-)šum, Fronzaroli, MisEb 4, p. 14 sgg.)  7 v. V 10: wa Gàrda-bí [bad] 1 L. {x} al6-gír é. v. anche gú-šum. gú  «carico»  3 v. I 11: wa an-na L. e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki. gu4  «bue»  21 r. IV 14: su-ma L. [...]-˹x˺ [...], r. V 21: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 L.-sù a-dè 1 d]u, r. XI 5’: ki ga--rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 L. 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum-˹sù˺, r. XIII 21: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 L. 1 udu níg-sa10 -sù. gu4-gu4  21 r. I 13: ap še [w]a ˹ì˺-giš ba-ra-u9 na-i-ì L. udu-udu […], r. I 1’: […] L. udu-udu lú bad še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du d ama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. III 8: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad L. udu-udu] uzu […]. gú-bar  (st. assol.) (misura di capacità per aridi) (*kubār, *kbr «essere spesso, pesante») (Milano, ARET IX, p. 349 sg.)  20 r. V’ 5’: wa nu ì-ti 5 li-˹im˺ še L. si-in iti lú d A-dam-ma. gu4-niga  (scritto: niga:gu4, testo 21) «bue ingrassato»  21 r. XI 7’: ki ga--rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita L. in-nasum-˹sù˺, r. XIII 19: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 L.] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. -gú-nu  (pronome personale suffisso, 2a pl. m. gen.) (*-kunu)  ʾà-rí-ra-L.:  9 v. II 8.  zé-L.:  4 r. VI 4, v. II 1; 13 r. II 9. guruš  «uomo» (ARET IX, p. 337: dipendente dall’amministrazione, impiegato in attività di produzione e trasformazione, e anche in attività militari)

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guruš-guruš  3 r. I 5, 13: L. igi-du8 wa ninda wa-ad ninda ì-na-sum ba-ga-mi-iš L.; 3 v. IV 11: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba L. 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki, v. VI 6: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg L. bí-sù; 4 v. I 11: a-ne-ne ugula-ugula wa ábba-ábba wa L.; 13 r. II 1, 5: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in L. gál-tak4 wa ti-la-ba-šu L. ˹tak4˺ nu sa6; 14 r. I 1: L. lú áš-ti a ir11-ir11 du11-ga še-ba. gurušda  «ingrassatore (di ovini)» (Sjöberg, Fs Renger, p. 539, s.v.; LL ku7 / ma-sa-du-im, ma-a-suum, glosse non interpretate)  12 r. II 3: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa L. zíd dam-dam ḫi-mu-túm. gú-šum  «vittima (uccisa mediante ferita da taglio)» (*gūšum, con passaggio dall’astratto al concreto; cf. LL al6-gír-šum / gu-(wu-)šum, Fronzaroli, MisEb 4, p. 14 sgg.)  9 r. III 9: wa igi-gar L. ˹ug7˺ áš-dag igigar. v. anche gi-šum. gú-wa-si  (pronome personale indipendente, 2a sg. dat.) (*kuwāši(m))  9 v. II 10: Ba-ga ʾà-ra-lu dingir ʾà-rí-ra-gú-nu šeš-mu L.

Ḫ ḫa-za-nu  (cf. a.bab. Mari «rappresentante» ḫazannum, rappresentante presso un re locale di un potere esterno al quale è sdubordinato, Charpin, MARI 7 [1993], p. 167; Marti, CRRA 53, 2 [2010], pp. 153-170)  3 v. V 11: ap bar6:kù du11-ga du-du áš-da ir11-ir11 1 L. nu du-du. ḫi-lum  «resina» (LL ḫi-lu / ḫi-lum, cf. acc. ḫīlum «resina»)  21 r. VI 6: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 L.] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é d ʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 19: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 L. dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. ḫi-mu-túm  «consegnare, inviare» (LL ḫi-mu-túm / su-lu-wu-um, /šurruw-um/, infinito, 0/2 «lasciar partire», Tonietti, Subartu IV/2 [1998], p. 87; ARET XIII, p. 33)  12 r. II 6: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam L.; 14 v. I 2: wa a ʾÀ-da-ša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 L. a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik; 16 v. I 10: wa L. si-ra-ga am6 -duda-ma kaskal, v. II 6: w[a] (cancell.) L. si-ra-ga kù-gi sa6 wa kù-gi ḫul; 18 r. I 5: [du11-ga ar]-za [l]ú L., r. V 5: wa da-mu [d]a-mu L. w[a] á-˹daḫ˺ si-in sa.za xki. ḫul  (scritto: ba+ur, testo 7) «cattivo; sfavorevole (presagio)»  7 r. IV 11, 13: wa al6 é-tim wa bad a ug7 wa bad-ga L. a nu L.; 9 r. II 3: wa L., r. V 5: w[a] igi-[gar] L. [ù-ma igi-gar sa6], v. III 6: wa du11ga L. ù-˹ma˺ du11-ga sa6; 16 v. II 10: w[a] (cancell.) ḫi-mu-túm si-ra-ga kù-gi sa6 wa kù-gi L.; 17 r. II 6: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki L. a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si.

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Glossario

ḫúl  «festa» (LL ḫúl, s.gl.)  21 r. VI 17: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [L. en ì-na-sum], r. VIII 4’: [ki] ša-du in u4 L. [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. IX 21: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 L. giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. XII 9: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a xki ˹en˺ [in u4 L. ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú siin kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6. ˹ḫu˺-lu-˹du˺-  «canale» (*ḫirūt-, cf. acc. ḫirūtum «lavoro di scavo», ḫirītum «fosso, canale»)  13 r. IV 3: wa a gál-˹tak4˺ bí-ša-ma Sal-mi-na wa kam4-mu-sù L.-ne. ˹ḫu˺-[lu-mu]  v. iti ˹ḫu˺-[lu-mu]. I -(C)i  (pronome personale suffisso, 1a sg. gen.)  ášti  9 r. II 1. i-[ba-a]  «egli entra» (*yibāʾ, *bwʾ «venire, entrare»)  4 r. II 10: [d]u11-ga [an-d]a L. a nu i-ba-íl. i-ba-íl  «egli ha autorità» (*yibaʿʿil, *bʿl «avere autorità; avere il potere di disporre»)  4 r. II 12: [d]u11-ga [an-d]a i-[ba-a] a nu L. ì-dím  (var. dím, testi 17, 21) 1) «costruttore»; 2) «culto, offerta cultuale» (ARET XIII, p. 268, s.v.) 1)  3 v. VII 4: ša kin5-ak àr-ʾà-ru12 du11-ga bawa kin5-a[k] L. 1 uru ki. 2)  17 r. II 3: wa [níg-ka]s4 L. [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)nea-si, r. III 11: wa du-da-bí-nu a L. wa šuku sa.za xki; 21 r. V 14: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é L. giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. VII 20: [wa] ki mawi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum L. giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. igi.du «avere cura» (LL igi-du / mu-ʾà-damu, mu-da-mu-um, mu-da-mu-mu, cf. ar. *hmm «preoccuparsi, avere cura», Conti, MisEb 3, p. 184)  1 r. III 2: ap a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [... é]-2 L. kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm a-a, v. V 6’: [...] ˹ki˺-sù wa ˹šu˺-ba4-[t]i [...]ki [wa] L. a Ma-ríki [...]. igi-du8  «consegnare integralmente» (LL igi-du8 / sa-lu-mu, *šallum-u(m), *šlm, 0/2)  3 r. I 6:  gurušguruš L. wa ninda wa-ad ninda ì-na-sum ba-ga-miiš guruš-guruš; 12 v. II 1, 5: L. wa Da-na-núm lu-ma L., v. III 1, 5, 9: L. wa Da-na-núm lu-ma L. wa Tiḫir-Ma-lik lu-ma L.; 19 r. IV 6: wa L. kur ʾà-na uduudu du-ba-ù ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]. igi-gar  1) « osservare, ispezionare; 2) «osservare (le viscere)» (LL igi-gar / ba-la-um, *bry, var. ma-da-u9, Conti, MisEb 3, p. 86 sg.) 1)  17 r. III 5: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)nea-si maškim-e-gi4 in I-lum ki maškim-e-gi4 L. kam4 -mu a-a, v. II 1: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki L. na-se11 na-se11 è in uru ki; 18 r. I 7: wa L. igi-igi kaskal sa6 è ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma.

2)  9 r. III 8, IV 1: wa L. gú-šum ˹ug7˺ áš-dag L., r. V 4, 7: w[a] L. ḫ[ul] [ù-ma L. sa6], v. III 2: wa L. nídba-nídba. igi-igi  1) «provvedere»; 2) «provviste» (cf. ARET XI, p. 153, s.v.; ARET XIII, p. 268, s.v.) 1)  5 v. I 5: wa du11-ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa L.-ma [a]l6 [m]u-túm zíd si-in [Ib]-˹la?˺ki [...]. 2)  18 r. I 8: wa igi-gar L. kaskal sa6 è ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma. igi.nita (igi grafia per libir(igi.šè); cf. Tell Beydar anše-igi, Van Lerberghe, Subartu II [1996], p. 112 sg.) «asino» (Postgate, BTAVO, Reihe A, 19/1 [1986], p. 195 sgg.)  21 r. XI 6’: ki ga--rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 L. niga:gu4 in-nasum-˹sù˺. ì-giš  «olio»  1 r. V 4: wa maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 mu] lú igi-tùm a-a nídba L.; 6 r. II 1: L. dùg ma-tima, v. I 7: wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du wa L. ni-mi níg-gú-du wa ninda-si-ga níg-gú-du; 7 v. III 1: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 wa L. wa-˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma in 1 uru ki; 8 r. IV 4: ap L. maškim lú àga-ús; 17 v. IV 6: wa [w]a-dar maškim-e-gi [ma]škim-[e-g]i [s]i-in [A]r-miki [níd]ba L. [...]; 18 r. II 11, III 4, 5: wa L. Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ L. L. en mu-ti mi-nu al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺, r. III 12: wa L. sá-˹dug4˺ si-gi-ma; 21 r. I 4: še 1 mu wa L. 1 mu [giš]-sur x, r. I 10: ap še [w]a L. ba-ra-u9 na-i-ì ˹gu4˺-gu4 udu-udu […]. ì-giš ì-giš  6 v. I 2: 2 maškim-e-gi du-du ˹lu˺ š[u-mu]-˹tak4˺ wa L. kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 8 r. I 5: [L.] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim ì-na-sum si-in ˹Íl˺-wi-luki šu mu-tak4 zíd-zíd A-rí-me, r. III 5: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 L. lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa šu-du8 na-se11 na-se11. igi-sig  1) «custode» (LL igi-sig / na-zi-bù(-um), *nṣb «stare eretto», Fronzaroli, MisEb 4, p. 13, s.v.; Catagnoti, AsiAnA 1, in stampa); 2) «custodire, avere cura»; 3) «custodia» 1)  9 r. II 8: wa ní-ti alan x(kíd.alam)-ga L. alan x(kíd.alam) a níg-te na-se11 šu-du8; 18 v. III 8: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-dasù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu L.; 20 v. I 6: wa še-ma igi-sig uruki L. uru ki níg-éš-nu-éš. 2)  9 v. V 6: wa si-in dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) wa alan x(kíd.alam) L. a dab6 -su-a-a; 20 r. III’ 4’: [...] šu ba4-ti in še L. uru ki, v. I 4: wa še-ma L. uruki igi-sig uru ki níg-éš-nu-éš. 3)  7 v. IV 6: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga L. ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a. igi-šè-du (scritto: igi!(ba)-šè-du, testo 7) «colui che cammina davanti» (LL igi-šè-du / ba-li-lu-im/lum, *pālilum; var. a-me-lum, *ʾāmirum «guida», *ʾmr «vedere», Conti, MisEb 3, p. 184 e n. 560)  7 r. I 6: in L. maškim-ma[škim-su-nu a]l6-gír-[š]um zi-ga in 1 uru ki. igi-tùm  (scritto: igi!(ba)-tùm, testo 1 r. III 6) «arginare; indigare» (Fronzaroli, NABU 1999/47;

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Glossario ARET XIII, p. 269, s.v.; cf. LL igi-tùm / ga-ti-mu, *qdm «essere anteriore»)  1 r. III 6: ap a nu ˹an˺[gál] wa ˹x˺ [... é]-2 igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è L. a-a, r. V 1: wa maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 -mu] lú L. a-a nídba ì-giš; 18 v. II 6: wa [2] uru ki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Salba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu L. a-sù. íl  «sollevare; trasportare» (cf. LL igi-íl / na-si-ì a-na-a, *nšʾ)  4 r. V 4: si-in kalam-˹tim˺ki kalam[tim]ki [du11-g]a [zíd] L. [si-i]n [sa].za xki; 5 r. II 3: gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki na-gú-zu-ma L. zíd si-˹in˺ sa.za xki; 13 r. I 6: wa L. zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu gurušguruš ˹tak4˺ nu sa6; 16 r. III 6: wa en-en ì-na-sum lú da-mu da-mu ʾÀ-du L. zíd. i-ma-ì-du «sarà abbondante» (*yimaʾʾid, *mʾd «essere numeroso, abbondante»)  4 v. II 12: lú kin5ak su-wa-ti kin5-ak wa L. ninda 1 uru ki. i-mu v. ma-wi-tum. in  (preposizione) 1) «a, in; contro» (valore locativo); 2) «da» (valore ablativo; 3) «in, fra» (anche con valore partitivo); 4) «in» (valore temporale); 5) «per» (valore finale)) 1)  1 v. I 2’: ap k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu L.] ur[u ki-uru ki] Ar-[miki] til, v. IV 8: wa an-na e11 kú ir11-ir11 še L. Ga-sùr ki; 2 r. III 1: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀ-da L. 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11; 4 r. II 3: wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ batukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] L. kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa, r. VI 12: ì-na-sum bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir šu ba4-ti L. ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu dingir nídba; 7 r. II 3: in igi!(ba)-šè-du maškim-ma[škim-su-nu a]l6gír-[š]um zi-ga L. 1 uru ki, v. II 4: wa du11-ga še si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti L. sa.za xki, v. III 6: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma L. 1 uru ki, v. III 11: ap še 1 dumu L. 1 uruki wa na-se11 na-se11 al6tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a, v. VI 6: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 L. 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um; 8 v. II 11: ap an-da Al6 -la udu-˹udu˺ L. ˹Ib˺-laki šu-du8; 10 v. II’ 5: wa ir11-[ir11] nígkaskal níg-kaskal L. Ma-ríki […]; 15 r. III 4’: […] áš-d[a] A-˹zi˺?-[lu]-tur L. […]; 17 r. III 2: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si maškime-gi4 L. I-lum ki maškim-e-gi4 igi-gar kam4 -mu a-a, v. II 4: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è L. uru ki, v. III 5: wa mi-ne-iš na-se11 na-˹se11˺ L. uru ki è; 21 r. XIII 2: wa ug7 ˹bù˺-[šu-ma] g[a]-˹bí˺-rúm L. Ib-laki ba-ru12 -ù, v. V 6: [… a]-˹mu˺-˹sù˺ ù amagal-sù ù šeš-sù L. Ib-˹la˺˹ki˺ [...]. 2)  1 r. III 9, IV 1: wa L. [... wa] L. Sá-bùki è, v. II 2, 7: wa an-ne ˹an˺-[na] L. Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 è-2 L. Dar-ḫa-timki è an-gál, v. III 4: [wa] du11-ga-sù lú Ar-miki L. si.si-sù è.

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3)  3 v. I 13: wa an-na gú e11 L. ú-ma×gánatenûdam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki; 7 r. III 7: ap I-ti 3 L. ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga; 16 v. I 7: wa bar.an bar.an níg-sa10 L. bar6:kù; 20 r. III’ 2’: [...] šu ba4-ti L. še igi-sig uru ki. 4)  18 r. III 3: wa ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba L. ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺; 21 r. VI 1, 16: wa [L. sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-nasum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka. nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal L. u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 14: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du L. sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. VIII 3’: [ki] ša-du L. u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. IX 20: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum L. u4 ḫúl giš-sur x ga-bírúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. XII 8: wa inna-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a xki ˹en˺ [L. u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6. 5)  7 r. I 5: L. igi!(ba)-šè-du maškim-ma[škimsu-nu a]l6-gír-[š]um zi-ga in 1 uru ki; 16 v. III 4, 8: wa bar6:kù níg-gú-du L. a-rí ma-da a-rí mada níg-gú-du-ma L. na-se11 na-se11 [s]a6 […]. ì-na-sum  «dare»  2 v. II 7: wa inim-di inim-di Dubù-ḫu-dʾÀ-da wa an-na wa L.; 3 r. I 11: guruš-guruš igi-du8 wa ninda wa-ad ninda L. ba-ga-mi-iš gurušguruš, v. VI 2: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a L.] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 4 r. VI 7: L. bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu dingir nídba; 7 v. II 9: ap bar6:kù waad L. na-se11 na-se11 wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma in 1 uru ki; 8 r. II 3: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim L. si-in ˹Íl˺-wi-luki šu mutak4 zíd-zíd A-rí-me, v. II 5: udu-udu mete áš-ti kas4 lú du-du wa L. udu-udu; 9 v. I 7: an-n[a] mi-nu-m[a] níg-kas4 ˹nu˺ L. mi-na š[eš]-m[u] níg-[éš-nu-éš]; 11 r. II 4: wa ˹še˺ L. ˹dumu˺-˹nita˺ dumu-nita En-ga-um A-ru12 -luki; 13 v. IV 4: tar bar6:kù Ì-lum-bal ʾA5 -bùul-ni L. wa du-du áš-da-su-ma; 14 r. II 2: ir11-ir11 še-mar-tukux lú zé sa6 lú še-ba L.; 15 v. V 2: wa ér gá×gi4-˹gi4˺ L.; 16 r. II 7: […]-x […]-x-su […]-in […]x […-g]i-a [...-t]u […]-ma L.-[s]ù, r. III 3: wa en-en L. lú da-mu da-mu ʾÀ-du íl zíd; 17 v. II 8: ap ˹si˺˹ra˺-[ga] nu L. kam4 -mu e11 du11-ga maškim-e-gi4; 18 r. III 10: wa ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu al6-du11-ga L., r. IV 11: am nídba si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11ga L.; 19 r. V 8: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma zà-ús wa L. bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […], r. VI 3’: wa L. nu sa6; 20 r. III’ 7’: wa L. […]; 21 r. VI 19: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en L.], r. IX 2: [ki] ša-du in u4 ḫúl [a-mu-sù L.] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. X 2: ap [al-bu15 áš-da u4zal u4-zal] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x gabí-rúm [dumu-nita-sù L.], r. XII 11: wa in-na-sum

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Glossario

lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki L. bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalamtim[ki] a-a-sa-am6. v. anche in-na-sum. inim-di  «disposizioni, ordini» (LL inim-di / dal-dagi-lum, *taštak(k)ir-, *š/śkr «parlare», Conti, MisEb 3, p. 95 sg.; Fronzaroli, MisEb 4, p. 18, s.v.)  4 r. III 6: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki L. giš ba-tukux; 9 v. IV 4: wa ga-a L. si-in dub nígéš-nu-éš. inim-di inim-di  1 r. I 7, II 3: àga-ús L. ˹lú˺ [dub é su]-wa-[ti ì-ti wa al6-tuš] L. dub é su-wa-ti; 2 v. II 2: wa L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da wa an-na wa ì-na-sum; 4 r. I 5: L. lú ki-k[i] al6-[tuš] Ma-ríki ga-wu-nu wa-a-da-ma, v. I 14: a-ne-ne ugulaugula wa ábba-ábba wa guruš-guruš wa du11-ga L.-sù, v. IV 1, 8: L.-ga lú níg-gú-du maškim˹e˺-˹gi4˺ maškim-e-˹gi4˺-ga è si-in na-se11 nase11 L.-ga è, v. V 1: ap gaba-ma I-bí-Zi-kir giš-ba-tukux L. na-se11 na-se11 giš-˹ba˺-tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu wa-ad-ma, v. VI 3: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi-iš maškim-e-gi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 L. {x} a nu ì-ti; 10 r. III 3: wa maškim-e-gi4kum L. na-se11 na-se11 sa6; 20 r. I’ 4’: […] ˹si-in˺ maškim-e-gi4 maškim-e-gi4-ma L. […]. in-na  (interiezione) «di certo!» (*hinna; cf. *hanni, tema dimostrativo di vicinanza)  3 v. IV 4: L. bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki. in-na-sum  «dare» (in corrispondenza di forme eblaite di presente)  21 r. V 17: wa mi-zi-ti gaba albu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [L. 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. VI 4: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib L. zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka. nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 4: ˹wa˺ gánakešda-ki-sù al-bu15 [áš-da u4-zal u4-za]l ˹ú˺-šim L. giš-sur x, r. IX 19: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa ú-šim L. in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. X 10’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [albu15 ki ša-du giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù] L., r. XI 1: [dum]u-nita [dum]u-nita-sù [giš]-sur x [L.] šanu-ma dumu-nita dumu-nita-sù, r. XI 8’: ki ga-rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 L.-˹sù˺, r. XII 3: wa L. lú nundum(ka. nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-asa-am6. v. anche ì-na-sum. ir11  «servo» (Milano, SEL 12 [1995], pp. 121-134) ir11-ir11  1 v. III 9: wa nu du-du L. wa [a]l6-tuš [...], v. IV 6: wa an-na e11 kú L. še in Ga-sùr ki; 3 v. V 4: wa maš bar6:kù [si-i]n [Na-gàr ki] kú L., v. V 10: ap bar6:kù du11-ga du-du áš-da L. 1 ḫa-za-nu nu du-du; 10 r. IV 3’: […] a[l6] du-[du] L. […], v. II’ 3: wa L. níg-kaskal níg-kaskal in Ma-ríki […]; 14 r. I 4: guruš-guruš lú áš-ti a L. du11-ga še-ba, r. I 7: L. še-mar-tukux lú zé sa6 lú še-ba ì-na-sum; 15 r. II 6’: […] ˹éren˺-[ki-gar]

Uri na-s[e11] na-s[e11] wa Uri L. […]; 18 r. II 6: wa maškim-e-gi4 gaba L.; 20 r. IV’ 1’: […] L. v. anche é ir11. ir-ra-tum  «peso falso» (*ġirr-at-um «inganno, peso ingannevole», ar. ġrr «ingannare»; anche in ARET XIII 15 v. III 11, IV 12, 17, cf. Fronzaroli, Gs Marrassini, p. 435)  21 v. III 11: kaskal[-x] lam7:ki lam7:ki ba-ru12 -ad giš-érin-(níg?)-˹á˺-[(lá) lam7:ki] lam7:ki ba-ru12 -ad L. iti  «mese»  3 v. IV 12: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 L. si-mi ì-ti si-in Nagàr ki. iti d A-dam-ma  20 r. V’ 7’-v. I 1: iti lú d A. iti dama-ra  21 r. II 4-5: ˹áš˺-du da., r. II 9-10: áš-du-ma da., v. I 16-17: áš-du da. iti ˹ḫu˺-[lu-mu]  3 v. III 10. iti kur6  15 r. VI 3’. ì-ti  «avvicinarsi, arrivare» (cf. ti, te «avvicinarsi, arrivare», Sallaberger, Kaskal 5 [2008], p. 104)  1 r. I 10: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub é su]-wa[ti L. wa al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di dub é su-wa-ti; 3 v. III 5: ap Kiški A-˹ḫa˺-na-lum si-in Ma-ríki L., v. IV 14: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi L. si-in Na-gàr ki, v. V 16: ap 1 ku-tu ninda nu L. w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 4 r. III 2: a-aḫ-la L. siin Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki inim-di giš batukux, r. VII 15: wa si-za-ù wa al6-gál é dingir L., v. VI 5: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškime-gi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu L.; 8 r. III 8: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 L. an-da-nu wa šu-du8 nase11 na-se11; 20 r. V’ 4’: wa nu L. 5 li-˹im˺ še gú-bar si-in iti lú d A-dam-ma. *i-tum «cereali, orzo» (*ḥiṭṭ-, sem. *ḥinṭ-(at-) «cereali; orzo») i-ti  (pl. gen. acc.) (*ḥiṭṭ-ī)  4 v. VI 7: ap L. neḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-mu-rúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki; 10 r. II 5: ap L. ù-ga-na-ma [a]l6-tuš [ka]m4-[mu …]. ì-zu  (var. zu, testo 21) 1) «conoscere»; 2) «fare conoscere, informare» 1)  21 r. IX 9: wa [al-bu15] ki nu L. áš-da šeš-sù níg-á-gá-ii. 2)  10 v. IV’ 2: ˹ábba˺-ábba L. K ká  «Porta» (unità amministrativa, cf. Archi, Fs Owen, p. 26 sg.) ká-ká  7 v. IV 7: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig L. sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 18 v. III 4: ap a-u9ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [L. sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-dama-i-lu igi-sig. v. anche ugula ká. ka-dib  «esorcista» (LL ka-dib / ga-šè-bù, gašè-bù-um, *kāṯip-um; cf. acc. *kṯp «fare un incantesimo»)  18 v. III 10: wa L. maškim-e-gi4 siin ʾÀ-maki.

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Glossario kalam-timki  «paese»  3 v. III 17: wa rí-péš zé-ga L. á-daḫ. kalam-timki kalam-timki (scritto: kalam-tim, testo 3 r. VI 11, v. I 5)  3 r. III 1: ap du11-gama ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [uduudu] L. šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne, r. IV 5: ap aḫ-la du11-ga a-{[x]}-ru12-sù wa ar-za L.ki šeš-mu šeš-mu-sù, r. VI 11, v. I 5: [wa] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ L. šeš-mu-sù wa Na-gàr ki wa L. šeš-mu-sù wa e11-e11; 4 r. III 5, 9, IV 1: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki L. inim-di giš ba-tukux wa L. bu15 wa a-ru12 -ga en Na-gàr ki I-bí-Zi-kir L. [...], r. V 1: si-in L. [du11-g]a [zíd í]l [si-i]n [sa].za xki; 5 r. II 1: gi-lu-ma L. na-gú-zu-ma íl zíd si-˹in˺ sa.za xki; 10 r. III 8: wa gi-lu-ma L. al6 […]; 21 r. IV 10: […] bad-˹sù˺ šu-du8ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺nita L. šu [mu]-tak4, r. XII 17: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in L. a-asa-am6. kam4 -mu «famiglia (dei seminomadi)» (*kaym-, Fronzaroli, Subartu IV/2 [1998], pp. 103-114)  1 r. III 3: ap a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [... é]-2 igi.du L. lú Armiki è igi!(ba)-tùm a-a, r. IV 10: wa maškim-e-˹gi4˺ [è L.] lú igi-tùm a-a nídba ì-giš; 3 r. II 7: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 L. šè áš-da-ga, r. IV 9, V 11: ap du-du L. lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa šu-du7 ˹a˺-la-ga wa a-la-ga Kiški šu-du7-ma L., r. VI 2: ap nu du-du L. lú Ar-miki si-in ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. II 3: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bíšu-ma L. lú Ar-miki; 4 r. II 4: wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in L. lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa; 10 r. I 9: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na-[se11] L. l[ú] A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki, r. II 8: ap i-ti ù-ga-na-ma [a]l6-tuš L. […]; 13 r. III 3: zé-gú-nu gál-tak4 a mu-du giš ba-tukux L. wa šu-du8 kaskal, r. IV 2: wa a gál-˹tak4˺ bí-ša-ma Sal-mi-na wa L.-sù ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne, r. IV 8: wa ar-ḫi-iš maškime-gi4 Ù-ša L. šu mu-nígin […]-tum; 15 r. VI 4’: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 L.-ma du-du du8-sù gaba-r[u] wa tar.˹tar˺ [...], v. III 2, 10: […] kú L. uruki a-ti šegu[r10] wa zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] L. […]; 17 r. III 6: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si maškime-gi4 in I-lum ki maškim-e-gi4 igi-gar L. a-a, v. I 4: ap L. [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki, v. II 9: ap ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum L. e11 du11-ga maškim-e-gi4; 18 v. I 5: ap a nu-gú-su-da-su si-in sa.za xki L. mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki, v. II 5: wa [2] uru ki Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki L. igi-tùm a-sù. kas4  «corriere, messaggero» (LL kas4 / wa-ba-lu, *wbl «portare»; LL kas4-kas4 / du-da-zi-lu-um/lum, *ʾzl «andare», ARET XIII, p. 275)  8 v. II 1: udu-udu mete áš-ti L. lú du-du wa ì-na-sum udu-udu. kaskal  1) «strada»; 2) «viaggio, carovana» 1)  5 r. III 2: ap giš-tak4:gál L. Sá-ù-mu Nagàr ki, r. III 7: ap za-gi-lum L. Sá-ù-mu-ma.

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2)  16 v. II 3: wa ḫi-mu-túm si-ra-ga am6 -du-dama L.; 18 r. I 9: wa igi-gar igi-igi L. sa6 è ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma; 19 r. III 8: ap L. ša-ti du-du a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ Mar-tuki du-bù, r. IV 12: wa igi-du8 kur ʾà-na udu-udu du-ba-ù ʾà-na L. ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]; 21 v. III 5: L.[-x] lam7:ki lam7:ki ba-ru12 -ad gišérin-(níg?)-˹á˺-[(lá) lam7:ki] lam7:ki ba-ru12 -ad ìr-ra-tum. v. anche šu-du8 kaskal. kéš-da  «legare» (cf. LL al6-kešda / gi-zi-lu-um, estr. gi-zi-lum a-ti wa-ba-lu-um «fascio (per trasportare)», *kṣr)  13 r. V 8: wa gi4 wa bu15 (-)ne-a-ti wa L. (-)˹ne˺-[a-ti]; 18 v. III 1: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Armiki L.[-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig. ki  «terreno; territorio»  1 v. V 1’: [...] L.-sù wa ˹šu˺ba4-[t]i [...]ki [wa] igi.du a Ma-ríki [...]; 3 r. V 2: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in L. Na-gàr ki, r. VI 5: ap nu du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in L. [Na]-˹gàr˺ki; 21 r. VI 12: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5da-bal!(kul) al-bu15 L. ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 7, 12: [wa] L. ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 L. ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím gišsur x «ur4»-«ur4» [é], r. VIII 1’: [L.] ša-du in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[gdu8] é-bar, r. IX 8: wa [al-bu15] L. nu zu áš-da šešsù níg-á-gá-ii, r. X 6’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [al-bu15 L. ša-du giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XI 1’: L. ga--rúm al-˹bu15˺ dumunita-sù [1 udu] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-nasum-˹sù˺, r. XII 10, 13: wa in-na-sum lú nundum(ka. nu)-sù [sa.z]a xki ˹en˺ [in u4 ḫúl L. ì-na-sum bù-šuma] L. Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6, r. XIII 6: ap L. a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. ki-ki  4 r. I 7: inim-d[i] inim-[di] lú L. al6-[tuš] Ma-ríki ga-wu-nu wa-a-da-ma. ki.lam7  (scritto sempre: lam7:ki)  «mercato» (MEE 7, p. 14) (cf. LL é.ra / ba-du lam7:ki, Conti, MisEb 4, p. 59 sg., n. 139) ki.lam7 ki.lam7  21 v. III 6, 9: kaskal[-x] L. baru12 -ad giš-érin-(níg?)-˹á˺-[(lá)] L. ba-ru12 -ad ìr-ra-tum. kin5-ak 1) «fare; fabbricare»; 2) «fatto; fabbricazione» 1)  3 v. VII 3: ša kin5-ak àr-ʾà-ru12 du11-ga bawa L. ì-dí[m] 1 uru ki; 4 v. II 10: lú kin5-ak suwa-ti L. wa i-ma-ì-du ninda 1 uru ki; 13 v. II 4’: w[a] L. sa6 zé. 2)  3 v. VI 12: ša L. àr-ʾà-ru12 du11-ga ba-wa kin5-a[k] ì-dí[m] 1 uru ki; 4 v. II 8: lú L. su-wa-ti kin5-ak wa i-ma-ì-du ninda 1 uru ki. kú 1) «mangiare, consumare»; 2) «cibo; consumo» 1)  12 r. III 6: ap ninda mete ninda dam-dam al6-tuš a du-du wa L. áš-da-ga gar; 15 v. VI 3: [w]a [dingir-ding]ir(?) kú-sù sa6 L. al6 ˹x˺-a-lu [...]˹x˺-[d]a-˹x˺ [...]; 21 r. II 2’: ˹wa˺? L. a-«ur4»

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Glossario

a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 du-udu] uzu […], v. II 11: [wa] 2 di-ku5 ʾà-ba-ad al6 Ib-laki L., v. II 14: [wa zé-sù]ma L. ug7 lú ʾà-ba-tim […]. 2)  1 r. V 6, 8: ap L. an-g[ál] L. (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] ur[u ki-uru ki] Ar-[miki] til, v. IV 5: wa an-na e11 L. ir11-ir11 še in Ga-sùr ki; 3 v. V 3: wa maš bar6:kù [si-i]n [Na-gàr ki] L. ir11-ir11; 6 v. I 3: 2 maškim-e-gi du-du ˹lu˺ š[u-mu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] L. I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 15 v. III 1: […] L. kam4-mu uru ki a-ti še-gu[r10] wa zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 -mu …], v. VI 1: [w]a [dingir-ding]ir(?) L.-sù sa6 kú al6 ˹x˺a-lu [...]˹x˺-[d]a-˹x˺ [...]; 17 r. I 9: [níg-kas4 si-in Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) L. [du11]-ga ug7 wa sa.za xki. kù-bar6  (scritto sempre: bar6:kù) «argento»  2 r. II 4: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš L. dʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11, v. II 8: 2 mi-at 33 mana 5 L. zà-ús, v. III 12: mi 20 ma-na tar 5 L. al6-tuš uru ki, v. III 4: 33 ma-na šú+ša L. ʾÀ-zi; 3 v. IV 5: inna L. šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki, v. IV 19: wa maš L. [si-i]n [Na-gàr ki] kú ir11-ir11, v. V 6: ap L. du11-ga du-du ášda ir11-ir11 1 ḫa-za-nu nu du-du; 4 r. V 14: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti wa 1 gín-dilmun L. 20!(2) níg-sagšu zíd šu ba4-[ti], r. VI 8, 9: ì-na-sum L. L. ˹dingir˺-dingirdingir šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu dingir nídba, r. VII 4: wa [áš-za] ˹si˺-[in] dingir L. [š]e-sag×Ḫ amul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 giš-pa suḫuš; 7 v. II 1: wa du11-ga še si-in 1 gín-dilmun L. 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti in sa.za xki, v. II 7: ap L. wa-ad ì-na-sum nase11 na-se11 wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma in 1 uru ki; 11 r. I 3: [n ma-na] šu+ša [L.] dumu-nita [dumu]?-˹nita˺? En-ga-um A-ru12 -luki šuku; 13 v. IV 1: tar L. Ì-lum-bal ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum wa du-du áš-da-su-ma; 15 v. IV 3: ap L. dingir-dingir en-núm zà-me wa túg-zi:zi-a 2 šu-sù, v. V 8: wa šu ba4-ti L. dingir-dingir sikil; 16 r. IV 4: wa zà-me L., v. I 8: wa bar.an bar.an níg-sa10 in L., v. III 2: wa L. níg-gúdu in a-rí ma-da a-rí ma-da níg-gú-du-ma in na-se11 na-se11 [s]a6 […]; 19 r. V 9: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma zà-ús wa ì-na-sum L. wa šu ba4-ti zíd […], v. IV 1: […] L. níg-gú-˹x˺ ma-[…]; 21 r. II 3: […] gu4-gu4 udu-udu lú bad še šu ba4-ti giš-sur x L.˺ ˹áš˺du dama-ra [s]ag-˹sù˺ [...]. kù-gi  «oro»  4 r. V 10: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] L. 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti; 5 v. I 3: wa du11-ga-sù ˹10˺ ma-na L. wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm zíd si-in Ib]-˹la?˺ki [...]; 16 v. II 8, 10: w[a] (cancell.) ḫi-mu-túm si-ra-ga L. sa6 wa L. ḫul; 18 r. IV 8: am nídba si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa L. sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum. -kum  (pronome personale suffisso, 2a m. sg. dat.)  maškim-e-gi4-L.:  10 r. III 2. kur6  v. iti kur6. kurki  (scritto: kur, testo 19) «montagna; steppa» (come nome di luogo, la regione fra Mari e l’Alto Ḫabur occidentale, Milano, Fs Fronzaroli, p. 423;

Archi - Biga, JCS 55 [2003], p. 22, n. 59)  4 v. VII 1: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-mu-rúmki wa dudu 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 L.; 19 r. IV 7: wa igi-du8 L. ʾà-na udu-udu du-ba-ù ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]. ku4-ra  «entrare»  4 r. VI 6: ˹wa˺ zé-˹gú˺-˹nu˺ a L., v. II 3: [wa zé]-gú-[nu] a L.; 7 v. IV 13: [1 n]a-se11 L. ma-na 1 na-se11 ub-da-di an-da a-zàr-da-ma ʾà-wa. ku-tu  «(agente) fiduciario» (logogramma semitico) (*kuttuʾ-; cf. a.ass. ktʾ «prendere come garanzia», bab. kattû «garante», Milano, Fs Fronzaroli, p. 421 sg.)  3 v. V 14: ap 1 L. ninda nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 18 r. IV 7, V 2: L. la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum a dag-la al6-du11-ga dum[u-nita] L.

L *la-  (particella asseverativa) (scritta a, a-) «davvero» (sem. *la-; ARET XI, p. 157, s.v.)  4 r. II 11: [d]u11-ga [an-d]a i-[ba-a] L. nu i-ba-íl, r. VI 5: ˹wa˺ zé-˹gú˺˹nu˺ L. ku4-ra, v. II 2: [wa zé]-gú-[nu] L. ku4-˹ra˺, v. VI 4: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-egi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 inim-di inim-di {x} L. nu ì-ti, v. VII 5: wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki lú du-du ʾa5 -dè L. nu-da-na-baḫu; 7 r. IV 7: wa al6 é-tim wa bad L. ug7 wa bad-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur), r. V 5: wa al6 é a-mu L. nu níg-éš-nu-éš gi-a-du; 9 r. II 10: wa ní-ti alan x(kíd. alam)-ga igi-sig alan x(kíd.alam) L. níg-te na-se11 šu-du8, v. V 7: wa si-in dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) wa alan x(kíd.alam) igi-sig L. dab6 -su-a-a; 14 r. III 6: wa L. ʾÀ-da-ša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik, v. II 9: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu L. gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du, v. III 6: ap L. du-ga-lu wa šu-du8; 17 r. II 7: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul L. nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si, r. III 10: wa du-da-bí-nu L. dím wa šuku sa.za xki, v. I 6: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin L. I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki; 18 r. IV 12: ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum L. dag-la al6-du11-ga dum[u-nita] ˹ku˺-˹tu˺, v. IV 4: L. Zi-mi-[na]-ma-lik ˹áš˺-dag mi-n[a] ˹wa˺˹ti˺ [maškim]-e-g[i4] ar-[za]; 19 r. II 8: du-da-bí-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm mi-na L. diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a, v. I 1: wa L. níg-sa10 [...]. v. anche a-a-sa-am6. la-˹am6˺-  (st. costr.) «cibo» (*laḥam-, sem. *laḥm«cibo»)  4 v. III 7: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa L.-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6tuš udu sa6. la-ḫa  «giara» (grafia eblaita per la-ḫa-an, un recipiente usato come standard di capacità per liquidi, equivalente a 30 sìla, ARET IX, p. 394; secondo Archi, Iraq 61 [1999], p. 152 sgg., anche un contenitore per farina e altri beni commestibili; nel testo 18 la grafia è apparentemente usata per indicare una giaretta della capacità di un sila)  18 r. IV 8: am

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Glossario nídba si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu L. kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum. li-im  (st. assol.) «mille» (*liʾm)  19 r. II 3, 5: du-dabí-nu [še ù-ma n] L. ù-ma 4 L. zíd mu-túm mi-na a diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a; 20 r. V’ 5’: wa nu ì-ti 5 L. še gú-bar si-in iti lú d A-dam-ma. lu  (particella precativa)  6 r. II 5: 2 maškim-e-gi du-du L. š[u-mu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 12 v. II 4: igi-du8 wa Da-na-núm L.-ma igi-du8!, v. III 4, 8: igi-du8 wa Da-na-núm L.-ma igidu8 wa Ti-ḫir-Ma-lik L.-ma igi-du8. lú  (pronome determinativo-relativo)  1 r. I 8: àga-ús inim-di [inim]-di ˹L.˺ [dub é su]-wa-[ti ì-ti wa al6tuš] inim-˹di˺ inim-di dub é su-wa-ti, r. III 4: ap a nu ˹an˺-[gál] wa ˹x˺ [… é]-2 igi.du kam4 -mu L. Armiki è igi!(ba)-tùm a-a, r. V 1: wa maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 -mu] L. igi-tùm a-a nídba ì-giš, v. III 3: [wa] du11-ga-sù L. Ar-miki in si.si-sù è; 3 r. IV 10: ap dudu kam4-mu L. Ar-miki si-in ki Na-gàr ki, r. VI 3: ap nu du-du kam4-mu L. Ar-miki si-in ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. II 4: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bíšu-ma [k]am4-mu L. Ar-miki; 4 r. I 6, II 5: inim-d[i] inim-[di] L. ki-k[i] al6-[tuš] Ma-ríki ga-wu-nu wa-ada-ma wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu L. Ar-miki al6-tuš [ba]wa, v. II 7: L. kin5-ak su-wa-ti kin5-ak wa i-ma-ì-du ninda 1 uru ki, v. IV 2: inim-di inim-di-ga L. níg-gúdu maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškim-e-˹gi4˺-ga è si-in na-se11 na-se11 inim-di inim-di-ga è, v. VII 2: wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki L. du-du ʾa5 -dè a nu-da-na-ba-ḫu; 8 r. II 1: [ì-giš ì-giš] ˹na˺[se11] na-˹se11˺ L. é ga-ma-tim ì-na-sum si-in ˹Íl˺-wiluki šu mu-tak4 zíd-zíd A-rí-me, r. III 6: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš L. šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa šu-du8 na-se11 na-se11, r. IV 6: ap ì-giš maškim L. àga-ús, v. II 2: udu-udu mete áš-ti kas4 L. du-du wa ì-na-sum udu-udu; 10 r. I 10: nu maški[m]e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na-[se11] ka[m4]-m[u] L. A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki; 12 r. II 1: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam L. I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm; 14 r. I 2: guruš-guruš L. áš-ti a ir11-ir11 du11-ga še-ba, r. I 9, II 1: ir11-ir11 še-mar-tukux L. zé sa6 L. še-ba ì-na-sum, r. II 10: ap L. nu an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga] wa 1 dumu-nita A-ga-um wa-si-ru12, v. II 11: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gini-ma L. maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du; 16 r. II 10: ˹wa˺ a-da-wa L. zé-sù, r. III 4: wa en-en ì-nasum L. da-mu da-mu ʾÀ-du íl zíd; 18 r. I 5: [du11-ga ar]-za L. ḫi-mu-túm; 19 v. III 2: wa L. [...]-da [...]; 20 v. I 1: wa nu ì-ti 3 li-˹im˺ še gú-bar si-in iti L. d Adam-ma; 21 r. I 3’: […] gu4-gu4 udu-udu L. bad še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du dama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. XII 4, 15: wa in-na-sum L. nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Iblaki L. si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6, r. XIII 11: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Iblaki L. a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù, v. II 16: [wa zé-sù]ma kú ug7 L. ʾà-ba-tim […]. lugal «re» (titolo riferito ai sovrani di stati mesopotamici, inclusa Mari)  3 v. III 7: ap L.

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ú-ma×gánatenû-dam e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ en du-da-bí-na. lú-kar  «commerciante»  7 r. II 7: wa A-a-Da-mu L.-sù wa Wa-gú-zú [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] wa naga-di al6-gír-šum.

M -ma (particella enfatizzante) am6 -du-da-L.: 16 v. II 2.  an-da-L.:  19 v. V 1.  a-˹rí˺-L.:  19 r. V 3.  áš-du-L.:  21 r. II 9.  a-zàr-da-L.:  7 v. V 5.  bí-ša-L.:  13 r. III 10.  bí-šu-L.:  3 v. II 2.  bù-šu-L.:  21 r. III 2, V 1, X 4’, XII 12, 21, v. I 18.  du-du-L.:  18 r. II 2.  du11-ga-L.:  3 r. II 2. è-L.:  1 r. IV 6.  gaba-L.:  4 v. IV 11.  gabaru-L.:  19 r. V 5.  ga-[da]-L.:  7 v. I 4.  gilu-L.:  5 r. I 7; 10 r. III 7.  gi-ni- L.:  14 v. II 10.  ˹giš˺ ba-tukux-L.:  4 r. I 15.  [igi]-igi-L.: 5 v. I 5.  kam4 -mu-L.:  15 r. VI 4.  lu-L.:  12 v. II 4, III 4, 8.  maškim-e-gi4-L.:  20 r. I’ 3’.  mati-L.:  4 v. III 9; 6 r. II 2.  na-gú-zu-L.:  5 r. II 2.  ne-li-ig-L.:  2 r. II 2.  nídba-L.:  9 r. III 5; 15 v. V 4.  níg-gú-du-L.:  16 v. III 7.  Sá-ù-mu-L.: 5 r. III 8.  si-gi-L.:   18 r. III 14.  ša-nu-L.: 21 r. XI 2  še-L.:  20 v. I 3.  šu-ba4-ti-L.:  11 v. I 2. šu-du7-L.:  3 r. V 10.  šu-du8-L.:  21 r. III 2’. udu-L.:  14 v. III 2.  ù-ga-na-L.:  10 r. II 6.  wa-a-da-L.:  4 r. I 11.  wa-ad-L.:  4 v. V 7.  wa-da-L.:  7 v. III 5.  zé-sù-L.:  21 IV 11. v. anche si-ma. ma-[…]  19 v. IV 3: […] bar6-kù níg-gú-˹x˺ L. [...]. ma-da  «paese» (cf. dingir ma-da «dio del paese», ARET XIII 14 r. IX 4)  16 v. III 5, 6: wa bar6:kù níggú-du in a-rí L. a-rí L. níg-gú-du-ma in na-se11 nase11 [s]a6 […]. ma-gi-lu (stativo) «essi hannno acconsentito» (*magir-ū, *mgr «acconsentire»)  4 v. V 6: ap gabama I-bí-Zi-kir giš-ba-tukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš-˹ba˺-tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-egi4-ga L. wa-ad-ma. ma-na  «mina» (peso normalizzato: 470 gr.; pari a 60 sicli, gín-dilmun)  2 v. II 8: 2 mi-at 33 L. 5 bar6:kù zà-ús, v. III 1: 2 mi 20 L. tar 5 bar6:kù al6-tuš uru ki, v. III 4: 33 L. šú+ša bar6:kù ʾÀ-zi; 5 v. I 3: wa du11-ga-sù ˹10˺ L. [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm zíd si-in Ib]-˹la?˺ki [...], v. III 1: […] 10 L. […]; 11 r. I 3: [n L.] šu+ša [bar6:kù] dumu-nita [dumu]?-˹nita˺? En-ga-um A-ru12 -luki šuku. ma-na  (pronome interrogativo) (acc.) «chi?»  3 v. II 5, 8: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šuma [k]am4-mu lú Ar-miki L. si-in Ga-su-luki L. si-in Ib-laki. ma-na  (sg. acc.) «provviste» (*mawn-a(m), *mwn «provvedere di cibo»)  7 v. V 1: [1 n]a-se11 [ku4]-ra L. 1 na-se11 ub-da-di an-da a-zàr-da-ma ʾà-wa. maš  «metà»  3 v. IV 18: wa L. bar6:kù [si-i]n [Nagàr ki] kú ir11-ir11; 20 v. IV 1: […] L. x-x […]. máš  v. šu-du8 máš. maškim  «delegato, rappresentante» (Edzard, RlA 7 [1987-1990], p. 451, § 2.2)  4 v. VII 10: 2 L.-ga šu

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Glossario

mu-tak4 1 dub é su-wa-ti al6-èn-tar; 8 r. IV 5: ap ì-giš L. lú àga-ús. maškim-maškim  7 r. I 7: in igi!(ba)-šè-du L.[su-nu a]l6-gír-[š]um zi-ga in 1 uru ki. maškim-e-gi4  (var. maškim-e-gi, testi 6, 9 e 17 v. IV 1, 2) 1) «inviare»; 2) «inviato» (cf. ARET VII, p. 227, s.v.; Edzard, RlA, VII [1987-1990], p. 449 sg. e p. 451) 1)  1 r. IV 8: wa L. [è kam4 -mu] lú igi-tùm a-a nídba ì-giš; 4 v. V 11: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš L. bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 inimdi inim-di {x} a nu ì-ti; 9 v. III 11: wa L. si-rí; 10 r. I 5: nu L. ˹en˺ u[ruki] na-[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki, r. III 2: wa L.-kum inim-di inim-di na-se11 na-se11 sa6; 13 r. IV 6: wa ar-ḫi-iš L. ù-ša kam4 -mu šu mu-nígin […]tum; 17 r. III 1, 4: me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si L. in I-lum ki L. igi-gar kam4 -mu a-a, v. III 1: ap ˹si˺-˹ra˺-[ga] nu ì-na-sum kam4 -mu e11 du11-ga L., v. IV 2: wa [w]a-dar maškim-egi L. [s]i-in [A]r-miki [níd]ba [ì]-giš [...]; 18 r. II 4: wa L. gaba i[r11]-i[r11], v. III 11: wa ˹ka˺-˹dib˺ L. si-in ʾÀ-maki, v. IV 9: a Zi-mi-[na]-ma-lik ˹áš˺-dag mi-n[a] ˹wa˺-˹ti˺ L. ar-[za]; 20 r. I’ 3’: […] ˹si-in˺ maškim-e-gi4 L.-ma inim-di inim-di […]. 2)  4 v. V 9: ap 2 L.-ga mi--iš maškim-egi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti, v. VI 14, 16: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-mu-rúmki wa du-du 4 L. ù-ma 5 L. kurki; 6 r. II 3: 2 L. du-du ˹lu˺ š[u-mu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 14 v. II 11: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-ni-ma lú L. du-ga udu-ma wa du-du; 17 v. IV 1: wa [w]a-dar L. [ma]škim-[e-g]i [s]i-in [A]r-miki [níd]ba [ì]-giš [...]; 20 r. I’ 2’: […] ˹siin˺ L. maškim-e-gi4-ma inim-di inim-di […]. maškim-e-gi4 maškim-e-gi4 2)  4 v. IV 4: inim-di inim-di-ga lú níg-gú-du L.-ga è si-in na-se11 na-se11 inim-di inim-di-ga è, v. V 6: ap gaba-ma I-bí-Zi-kir giš-ba-tukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš-˹ba˺-tukux wa L.-ga ma-gi-lu wa-ad-ma; 7 v. I 1: L. [ninda-gur4 -su-nu] ga-[da-m]a al6-èn-tar (-)nea-ti; 21 r. IV 3: […] bad-˹sù˺ šu-du8-ma mášsù sùsugx(pa.si[kil]) L. din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]-mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4. ma-ti-  (stativo) «è scarso» (*maṭiy, *mṭy «essere scarso»)  4 v. III 9: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa L.-ma mu-túm é en al6-tuš udu sa6; 6 r. II 2: ì-giš dùg L.-ma. ma-tim!(mun)  (sg. gen.) «paese»  18 v. III 2: ap a-u9ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 L. si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig. ma-wi-tum  (agg. verbale) «morto» (*mwt «morire»)  21 r. VII 8: [wa] ki L. áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. i-mu  (grafia incompleta, cf. ARET XIII 5 r. XI 12) «egli morì» (*yimūt)  21 v. VII 4: […]

nídba nídba L. 1 šu ug7 dumu-nita dumu-nita [...]x. me-na v. mi-na (pronome interrogativo). mete (scritto: te+me) «stesso» (LL te.me / ra-ma-nuum, estr. ra-ma-núm; var. a-a-mu-mu, cf. Sjöberg, Fs Renger, p. 539, s.v.)   8 v. I 6: udu-udu L. áš-ti kas4 lú du-du wa ì-na-sum udu-udu; 12 r. II 8: ap ninda L. ninda dam-dam al6-tuš a du-du wa kú áš-da-ga gar; 21 r. V 2: [...] ˹x˺-[...] è bù-[šu-ma] L. mi-at (var. mi, testo 2 v. III 1) (st. assol.) «cento» (*miʾat)  2 v. II 8: 2 L. 33 ma-na 5 bar6:kù zà-ús, v. III 1: 2 L. 20 ma-na tar 5 bar6:kù al6-tuš uru ki. mi-na (var. me-na, testo 17) (pronome interrogativo) (acc.) «che cosa?» (*mīn-a(m))  9 v. I 8: an-n[a] minu-m[a] níg-kas4 ˹nu˺ ì-na-sum L. š[eš]-m[u] níg-[éšnu-éš]; 17 r. II 9: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 L. níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si; 18 v. IV 7: a Zi-mi-[na]-ma-lik ˹áš˺-dag L. ˹wa˺-˹ti˺ [maškim]-e-g[i4] ar-[za]; 19 r. II 7: du-da-bí-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm L. a diri(a. si) še [e11(-ma) an-d]a. mi-ne-iš (scritto: mi--iš, testo 4) (dat.) «per che cosa?; perché?» (*mīn-iš)  4 v. V 10: ap 2 maškim-e-gi4-ga L. maškim-e-gi4 bar-ʾàti A-rí-mi wa ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti; 7 v. VI 3: L. Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um; 17 v. III 3: wa L. na-se11 na-˹se11˺ in uru ki è. mi-ne-iš v. mi-na. mi-nu  (preposizione) (*mīn-um, Fronzaroli, Grammatical Case, p. 61) 1) «da» (valore locativo); 2) «da» (valore partitivo) 1)  7 r. VI 4: 1 na-se11 Ma-ríki è L. sa.za xki si-in Ar-miki wa [è 1 na-se11] wa-˹ʾà˺-t[um]. 2)  18 r. III 8: wa ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti L. al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺. mi-nu-ma  «qualsiasi cosa» (*mīnumma; cf. LL nígnam / me-na-ma-ma)  9 v. I 5: an-n[a] L. níg-kas4 ˹nu˺ ì-na-sum mi-na š[eš]-m[u] níg-[éš-nu-éš]. mi-zi-ti  (st. costr.) «purificazione (per il sangue versato)» (*misīḥti, *msḥ «lavare»; cf. a.bab. Elam mesītum)  21 r. V 10: wa L. gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4sù a-dè 1 d]u. mu  «anno»  21 r. I 2, 5: še 1 L. wa ì-giš 1 L. [giš]sur x. mu-du  «venire, entrare» (cf. ARET XI, p. 23 [5], s.v., e p. 161, s.v.)  13 r. III 1: zé-gú-nu gál-tak4 a L. giš ba-tukux kam4-mu wa šu-du8 kaskal; 18 v. I 6: ap a nu-gú-su-da-su si-in sa.za xki kam4 -˹mu˺ L. a-˹ti˺-ma A-bar ki; 19 r. V 4: wa a-˹rí˺-˹ma˺ L. gaba-ru-ma zà-ús wa ì-na-sum bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […]. mu-ti  «preparare; essere disponibile» (Sallaberger, Kaskal 5 (2008), p. 99)  18 r. III 7: wa ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en L. mi-nu al6-du11-ga [ì-na]˹sum˺. mu-túm  «apporto, consegna»  4 v. III 10: dumunita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma L. é en al6-tuš udu sa6; 5 v. I 7: wa du11ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 L. zíd si-in Ib]-˹la?˺ki [...]; 19 r. II 6: du-da-bí-nu [še ù-ma

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Glossario n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd L. mi-na a diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a.

N *-na-a (var. -na, testo 3; var. -ne, testi 13, 16) (pronome personale suffisso, 1a du. gen.) (*-nay(n), Fronzaroli, Fs Segert, p. 123 sg.; Fs Mayer, pp. 129-135)  du-da-bí- L.:  3 v. III 13.  ˹ḫu˺-lu˹du˺-L.:  13 r. IV 3.  ti-da-ba-gu-L.:  16 r. IV 6. na-bur-ru12  (pl. nom.) «dispersi» (*napurr-ū, forma non paradigmatica di *prr, n/1)  18 v. III 2: ap a-u9ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] L. ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig. naga-di  «purificazione» (LL naga-di / ba-sa-lum, *pšr «sciogliere»)  7 r. III 2: wa A-a-Da-mu lú-karsù wa Wa-gú-zú [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] wa L. al6-gíršum. na-gú-zu- (stativo) «essi sono stati aperti» (*nakkus-ū-, *nks «tagliare», m.bab. «aprire tagliando»)  5 r. II 2: gi-lu-ma kalam-timki kalamtimki L.-ma íl zíd si-˹in˺ sa.za xki. na-i-ì  (st. costr., sg. gen.) «ritorno, contraccambio» (*naḥīy-i, *nḥy «tornare indietro»)  21 r. I 12: ap še [w]a ˹ì˺-giš ba-ra-u9 L. ˹gu4˺-gu4 udu-udu […]. na-se11  (logogramma semitico) «persona, gente»  7 r. III 12: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nugi4 ˹1˺ L. wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga, r. VI 1, 10: 1 L. Ma-ríki è mi-nu sa.za xki si-in Ar-miki wa [è 1 L.] wa-˹ʾà˺-t[um], v. IV 12, V 2: [1] L. [ku4]-ra ma-na 1 L. ub-da-di an-da a-zàr-da-ma ʾà-wa; 9 r. III 1: wa ní-ti alanx(kíd.alam)-ga igi-sig alan x(kíd.alam) a níg-te L. šu-du8; 10 r. I 8: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] L. ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki; 14 v. I 1: wa a ʾÀ-da-ša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫaba L. ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik; 21 r. VIII 9: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la gánakešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 L. dumu-nita dumu-nitasù šà-gig [du-d]u, v. V 12: wa ug7 1 L. [...]-˹x˺ [...]. na-se11-2  (du.)  1 v. II 5: wa an-ne ˹an˺-[na] in Za-bur-lumki è{-2} L. è-2 in Dar-ḫa-timki è angál. na-se11 na-se11  2 v. I 4, 7: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?iš bar6:kù dʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa amaug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 L. wa bù-su-gu L.; 4 v. IV 7: inim-di inim-di-ga lú níg-gú-du maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškim-e-˹gi4˺-ga è si-in L. inim-di inim-di-ga è, v. V 2: ap gaba-ma I-bíZi-kir giš-ba-tukux inim-di inim-di L. giš-˹ba˺tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga magi-lu wa-ad-ma; 7 v. II 10: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum L. wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa udu-udu wada-ma in 1 uru ki, v. III 13: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa L. al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 8 r. I 6: [ì-giš ì-giš] L. lú é ga-ma-tim ì-na-sum si-in ˹Íl˺-wi-luki šu mutak4 zíd-zíd A-rí-me, r. III 4, IV 2: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ L. ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa šu-du8 L.; 10 r. III 4: wa maškim-e-gi4-kum

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inim-di inim-di L. sa6; 15 r. II 3’: […] ˹éren˺[ki-gar] Uri L. wa Uri ir11-ir11 […]; 16 v. III 9: wa bar6:kù níg-gú-du in a-rí ma-da a-rí ma-da níg-gú-du-ma in L. [s]a6 […]x [...]; 17 v. II 2: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar L. è in uru ki, v. III 4: wa mi-ne-iš L. in uru ki è; 20 r. V’ 2’: […] še-ba L., v. III 1: L. ˹še˺-ba. -ne v. -na-a. (-)ne-a-si (pronome personale, 1a pl. dat.) (*(-)niāši(m), Fronzaroli, StEbl 3 [2017], p. 85 sg.)  17 r. II 12: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 L. ne-a-ti  (pronome personale indipendente, 1a pl. gen.) (*niāti)  7 v. VI 11: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [L. tak4] Ù-ti ù-ma Na-ga-um. (-)ne-a-ti  (pronome personale, 1a pl. acc.) (*(-)niāti, Fronzaroli, StEbl 3 [2017], p. 86)  7 v. I 6: m[aškime-gi(4) maškim-e-gi(4) ninda-gur4 -su-nu] ga-[da-m]a al6-èn-tar L.; 13 r. V 6, v. I 1: wa gi4 wa bu15 L. wa kéš-da L. ne-˹ḫa˺-ba-dam  «noi razzieremo» (*niḫabbat-am, *ḫbt «rubare; saccheggiare»)  4 v. VI 8: ap i-ti L. Na-ḫiki wa A-mu-rúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki. ne-li-ig-  v. ˹a˺-[la]-gi. *ne-mi-lum (var. ni-mi, testo 6) «splendente; (olio) chiaro» (*nawīr-um, sem. *nwr «splendere»; cf. ARET IX, p. 398, s.v.; Archi, Fs Garelli, p. 220)  6 v. I 7: wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du wa -giš L. níg-gú-du wa ninda-si-ga níg-gú-du. ne-na-sa-nu «noi porteremo via a noi, noi preleveremo dalla nostra parte» (* ninaššiʾ-am-nu, *nšʾ «sollevare; portare»)  7 r. IV 1: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾàtum L. si-la-ga. nídba  1) «offrire»; 2) «offerta» 1)  4 r. IV 2’: Ḫa-˹a˺-la-bí-duki L., r. VI 16: ì-nasum bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-ti-sù 1 udu dingir L.; 9 r. I 6: nídba L. áš-ti, r. III 5: wa Ìr-am6 -Ma-lik L.-ma nídba, r. V 2: ˹wa˺ Ìr-am6 -Ma-lik L.; 15 v. V 4: wa L.-ma nídba; 18 r. IV 1: am L. si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11ga ì-na-sum; 21 v. VII 2: […] L. nídba i-mu 1 šu ug7 dumu-nita dumu-nita [...]x. 2)  1 r. V 3: wa maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 -mu] lú igi-tùm a-a L. ì-giš; 9 r. I 5: L. nídba áš-ti, r. III 6: wa Ìr-am6 -Ma-lik nídba-ma L.; 15 v. V 5: wa nídba-ma L.; 17 v. IV 5: wa [w]a-dar maškime-gi [ma]škim-[e-g]i [s]i-in [A]r-miki L. [ì]-giš [...]; 18 r. III 2: wa ì-giš Ga-sùr ki L. ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu al6-du11-ga [ì-na]-˹sum˺; 21 v. VII 3: […] nídba L. i-mu 1 šu ug7 dumu-nita dumu-nita [...]x. nídba-nídba  9 v. III 3: wa igi-gar L. niga:gu4  v. gu4-niga. níg-á-gá-ii  «(assegnazione pari alla) metà; parte assegnata» (cf. ARET XIII, p. 205, s.v. á-gá-ii)  21 r. IX 12: wa [al-bu15] ki nu zu áš-da šeš-sù L.

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Glossario

níg-éš-nu-éš  1) «fissare per iscritto (in una tavoletta)» (Fronzaroli, MisEb 4, p. 18, s.v.); 2) «essere scritto (nelle viscere della vittima)» 1)  9 v. II 2: an-n[a] mi-nu-m[a] níg-kas4 ˹nu˺ ì-na-sum mi-na š[eš]-m[u] L., v. IV 7: wa ga-a inim-di si-in dub L.; 20 v. I 8: wa še-ma igi-sig uruki igi-sig uru ki L. 2)  7 r. V 6: wa al6 é a-mu a nu L. gi-a-du. níg-gú-˹x˺  19 v. IV 2: […] bar6-kù L. ma-[…]. níg-gú-du  «destinare; disporre» (Fronzaroli, MisEb 4, p. 16 [12])  4 v. IV 3: inim-di inim-di-ga lú L. maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškim-e-˹gi4˺-ga è si-in na-se11 nase11 inim-di inim-di-ga è; 6 v. I 5, II 1, 4: 2 maškime-gi du-du ˹lu˺ š[u-mu]-˹tak4˺ wa ì-giš ì-[giš] kú I-bíZi-kir L. wa -giš ni-mi L. wa ninda-si-ga L.; 9 v. IV 9: wa L. si-rí; 10 v. II’ 1: […] L. […]; 16 v. III 3, 7: wa bar6:kù L. in a-rí ma-da a-rí ma-da L.-ma in na-se11 na-se11 [s]a6 […]x [...]. níg-kas4  1) «spedizione (militare)» (Archi - Biga, JCS 55 [2003], p. 8, n. 26); 2) «condurre una spedizione militare» 1)  3 r. II 4, 6: ap du11-ga-ma ˹al6˺ L.-ga wa L. kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalam-timki kalamtimki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne wa da-ba-gu (cancell.) A-a-su wa Wa-a-du; 9 v. I 6: an-n[a] mi-nu-m[a] L. ˹nu˺ ì-na-sum mi-na š[eš]-m[u] níg-[éš-nu-éš]; 16 r. III 9: wa L. ˹al6˺ zag; 17 r. I 1: [L. si-in Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa sa.za xki, r. II 2, 10: wa L. ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na L. šu mu-tak4 (-)ne-a-si. 2)  9 v. II 5: ap an-da nu L.; 17 r. II 8: wa [nígka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu L. me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si. níg-kaskal  «dotazione di viaggio» níg-kaskal níg-kaskal  10 v. II’ 4: wa ir11-[ir11] L. in Ma-ríki […]. níg-mu-sá  «dono di nozze; nozze» (sum. níg-mí-ússá)  21 v. I 8: [...] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 [...] ga[ba]? L. sag-s[ù] šu-du8 [...] ˹x˺-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] ášdu dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. níg-mu-sá níg-mu-sá  21 v. I 3: [...] L. al-bu15 [...] ga[ba]? níg-mu-[sá] sag-s[ù] šu-du8 [...] ˹x˺-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] áš-du dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. níg-sa10  (scritto: níndaךe.za, testo 3) 1) «comprare»; 2) «prezzo» 1)  3 v. IV 9: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še L. še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki; 16 v. I 6: wa bar.an bar.an L. in bar6:kù. 2)  3 v. VI 5: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-nasum] A-rí-lu wa L. túg-túg guruš-guruš bí-sù; 19 r. VI 1’: […] L., v. I 2: wa a L. [...]; 21 r. XIII 23: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Iblaki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu L.-sù. níg-sa10 níg-sa10 1)  21 r. III 5: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bùšu-ma zé-sù du-du L. áš-du [bad gu4-gu4 uduudu] uzu […].

níg-sagšu  (misura di capacità per aridi) (ARET IX, p. 349)  4 r. V 15: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti wa 1 gíndilmun bar6:kù 20!(2) L. zíd šu ba4-[ti]. níg-te  «desiderio» (LL estr. níg-te / te-rí-iš-tum, *ʾrš «desiderare»; cf. níg-te / a.bab. palāḫum «temere»)  9 r. II 11: wa ní-ti alan x(kíd.alam)-ga igi-sig alan x(kíd.alam) a L. na-se11 šu-du8. ni-mi  v. ne-mi-lum. ninda  «pane; cibo»  3 r. I 8, 10: guruš-guruš igi-du8 wa L. wa-ad L. ì-na-sum ba-ga-mi-iš guruš-guruš, v. V 15: ap 1 ku-tu L. nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 4 v. II 13: lú kin5-ak su-wa-ti kin5-ak wa i-ma-ì-du L. 1 uruki; 12 r. I 4: su-ma L. ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm, r. II 8, 9: ap L. mete L. dam-dam al6-tuš a du-du wa kú áš-da-ga gar. ninda-gur4  «razione di cibo» (LL ninda-gur4 / gúru12 -ma-du, *kurumm-at-u(m))  7 v. I 2: m[aškime-gi(4) maškim-e-gi(4) L.-su-nu] ga-[da-m]a al6-èn-tar (-)ne-a-ti. ninda-si-ga  «pane di cereali germinati (?)» (Archi, AoF 13 [1986], p. 203, s.v.; Milano, ARET IX, p. 400, s.v.)  6 v. II 3: wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gúdu wa -giš ni-mi níg-gú-du wa L. níg-gú-du. ní-ti  «temere» (LL ní-ti / ba-a-ḫu-um, *palāḫ-um, Krecher, WO 18 [1987], p. 17)  9 r. II 5: wa L. alan x(kíd.alam)-ga igi-sig alan x(kíd.alam) a níg-te na-se11 šu-du8, r. IV 3: wa L. an-da áš-ti-ga nu du-da. nu  (prefisso negativo, premesso a forme sumeriche)  L. ˹an˺-[gál]:  1 r. II 8; 14 r. II 10.  L. a-záḫ:  14 v. I 4.  L. du-da:  9 r. IV 6.  L. dudu:  1 v. III 8; 3 r. VI 1, v. V 12; 4 v. VII 17.  L. ḫul:  7 r. IV 13.  L. ì-na-sum:  9 v. I 7; 17 v. II 8.  L. ì-ti:  3 v. V 16; 4 v. VI 5; 20 r. V’ 4’.  L. maškim-e-gi4:  10 r. I 5.  L. níg-éš-nu-éš:  7 r. V 6.  L. níg-kas4:  9 v. II 5; 17 r. II 8.  L. sa6:  13 r. II 7; 19 r. VI 4’.  L. šu ba4-ti:  21 v. IV 3.  L. zu:  21 r. IX 9. nu  (prefisso negativo, premesso a forme verbali semitiche)  L. i-ba-íl:  4 r. II 12. -nu  (pronome personale suffisso, 1a sg. acc.) (*-nu)  nena-sa-L.:  7 r. IV 1. -nu  (pronome personale suffisso, 1a pl. gen.) (*-nu)  duda-bí-L.: 17 r. III 9; 19 r. I 8. nu-da-na-ba-ḫu  «noi saccheggiamo» (*nuttanabbaḫ-u, *nbḫ; cf. s.bab. nābiʾu, nāpiʾ/ḫu)  4 v. VII 6: wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki lú du-du ʾa5 -dè a L. nu-gú-su-da-  «noi inviammo» (*nukaššid-am-, *kšd, 0/2)  18 v. I 2: ap a L.-su si-in sa.za xki kam4 ˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki. nundum(ka.nu)  «labbro; parola» (cf. acc. šaptum)  21 r. VI 8: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ L. é dʾA5-dabal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. XII 5: wa in-na-sum lú L.-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Iblaki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6.

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Glossario nu-u9 -nu  «rinviatemi!» (*naḥḥū-nu, 0/2, *nḥy «volgersi»)  20 r. II’ 1’: […] L. ˹gál˺-˹tak4˺ si-ra-sù šu ba4-ti Gú-la-bal!(kul)ki giš-pa […].

R ra-bù  «grande»  19 r. I 7: […]-i […]-ud-ud […]-du […]x […]x […]-ga […]x […]-da […]-a L. rí-peš  «largamente» (*ripiš, st. assol.; *rpš)  3 v. III 15: wa L. zé-ga kalam-timki á-daḫ. S sa6  «buono»  4 v. III 15: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš udu L.; 9 r. V 8: w[a] igi-[gar] ḫ[ul ù-ma igi-gar L.], v. III 9: wa du11-ga ḫul ù-˹ma˺ du11-ga L.; 10 r. III 5: wa maškim-e-gi4-kum inim-di inim-di nase11 na-se11 L.; 13 r. I 9, II 7: wa íl zíd ba-[šè-am6] L. si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu gurušguruš ˹tak4˺ nu L., v. II 5’: w[a] kin5-ak L. zé; 14 r. I 10: ir11-ir11 še-mar-tukux lú zé L. lú še-ba ì-na-sum; 15 v. VI 2: [w]a [dingir-ding]ir(?) kú-sù L. kú al6 ˹x˺-alu [...]-[d]a-˹x˺ [...]; 16 v. II 8: w[a] ḫi-mu-túm si-ra-ga kù-gi L. wa kù-gi ḫul, v. III 10: wa bar6:kù níg-gú-du in a-rí ma-da a-rí ma-da níg-gú-du-ma in na-se11 nase11 L. […]; 18 r. I 10: wa igi-gar igi-igi kaskal L. è ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma; 19 r. VI 4’: wa ì-na-sum nu L. sá-du11-ga  (scritto: sá-˹dug4˺, testo 18) «offerta periodica» (Catagnoti, Gs Marrassini, p. 228, n. 13)  18 r. III 13: wa ì-giš L. si-gi-ma; 21 v. VI 3: […] ug7 L. é zíd ba-ru12 -ù šu ba4-ti du-du […]. sag  «proprietà»  21 r. II 6: […] gu4-gu4 udu-udu lú bad še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du dama-ra L.-˹sù˺ [...], r. II 11: a[p]? áš-du-ma dama-[ra] L.-[sù …], v. I 9: [...] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 [...] ga[ba]? níg-mu-[sá] L.-s[ù] šu-du8 [...] x-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] áš-du dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. sag  «di prima qualità»  7 v. II 2: wa du11-ga še siin 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] L. šu ba4-ti in sa.za xki. sag-du8  «essere disponibile» (ARET XVI 29 r. II 2, e commento, p. 185, s.v.)  21 r. IX 4: [ki] ša-du in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] L. é-bar. sa.za xki  (il quartiere palatino di Ebla) (Archi, RlA 12 1/2 [2009], pp. 108-110; RGTC 12/1, p. 277-282)  4 r. V 6: si-in kalam-˹tim˺ki kalam-[tim]ki [du11-g]a [zíd í]l [si-i]n L.; 5 r. II 6: gi-lu-ma kalam-timki kalamtimki na-gú-zu-ma íl zíd si-˹in˺ L.; 7 r. VI 5: 1 na-se11 Ma-ríki è mi-nu L. si-in Ar-miki wa [è 1 na-se11] wa˹ʾà˺-t[um], v. II 5: wa du11-ga še si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti in L., v. IV 8: ap še 1 dumu in 1 uruki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig káká L. 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 17 r. I 13: [níg-kas4 siin Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa L., r. IV 3: wa du-da-bí-nu a dím wa šuku L.; 18 r. V 9: wa da-mu [d]a-mu [ḫ]i-mu-˹túm˺ w[a] á-˹daḫ˺ si-in L., v. I 4: ap a nu-gú-su-da-su si-in

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L. kam4 -˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki, v. III 5: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká] L. [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig, v. V 9: [w]a si-in gaba-túg wa Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita I-lum-ba]l [šu mu-nígin] L.; 21 r. XII 6: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù L. ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6. si  «corno» (anche indicazione topografica, «stalla, recinto», ARET XVI 1 r. IX 8, X 4)  si-si (nel testo 1 indicazione topografica)  1 v. III 5: [wa] du11-ga-sù lú Ar-miki in L.-sù è. si-gi-  (st. costr.) «secondo quanto stabilito» (*šikin-, *šikn- «ordinamento, prescrizione») si-gi-ma (forma breve per si-gi-su-ma) «secondo quanto stabilito per lui, allo stesso modo» (*šikin-šu-ma, ARET XIII, p. 293, s.v.; ARET XVI, p. 262, s.v.)  18 r. III 14: wa ì-giš sá-˹dug4˺ L. si-in  (preposizione) 1) «a, verso» (valore locativo); 2) «a, verso» (valore temporale); 3) «per» (valore causale) 1)  2 r. I 5: en-ma en wa Du-bù-ḫu-dʾÀ-da L. I-bí-Zi-kir; 3 r. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. en, r. V 1: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki L. ki Nagàr ki, r. VI 4: ap nu du-du kam4-mu lú Ar-miki L. ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki, v. II 6, 9: wa an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki ma-na L. Ga-su-luki ma-na L. Ib-laki, v. III 3: ap Kiški A-˹ḫa˺-na-lum L. Ma-ríki ì-ti, v. III 11: ap lugal ú-ma×gánatenû-dam e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu] L. en du-da-bí-na, v. IV 15: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba gurušguruš 1 iti si-mi ì-ti L. Na-gàr ki, v. V 1: wa maš bar6:kù L. [Na-gàr ki] kú ir11-ir11; 4 r. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. en, r. III 3: a-aḫ-la ì-ti L. Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki nim-di giš ba-tukux, r. IV 6’, V 5: L. kalam-˹tim˺ki kalam[tim]ki [du11-g]a [zíd í]l L. [sa].za xki, r. VII 2: wa [áš-za] L. dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺. an.an.an) wa 1 giš-pa suḫuš, v. I 4: [wa en-ma] ˹I˺-[bí]-Zi-kir L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. II 18: wa en-ma I-bí-Zi-kir L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. III 17: wa L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. IV 6: inim-di inimdi-ga lú níg-gú-du maškim-˹e˺-˹gi4˺ maškime-˹gi4˺-ga è L. na-se11 na-se11 inim-di inim-diga è, v. VII 8: wa L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 5 r. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. en wa ábba-ábba, r. II 5: gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki na-gú-zuma íl zíd L. sa.za xki, v. II 1: wa du11-ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm zíd L. [Ib]-˹la?˺ki [...]; 6 r. I 3: en-ma I-b[í]-Zi[kir] L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 7 r. I 3: ˹en˺-[m]a [I]bí-[Z]i-kir L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. V 11: wa enma I-bí-Zi-k[ir] L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. VI 6: 1 na-se11 Ma-ríki è mi-nu sa.za xki L. Ar-miki wa [è 1 na-se11] wa-˹ʾà˺-t[um], v. I 10: wa du11-ga še L. 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4ti in sa.za xki, v. VI 1: wa L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 8 r. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. Du-bù-˹ḫu˺-˹ d˺ʾÀ[d]a, r. II 4: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é

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Glossario

ga-ma-tim ì-na-sum L. ˹Íl˺-wi-luki šu mu-tak4 zíd-zíd A-rí-me, v. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. Ki-Ti-ir; 9 r. I 3: en-ma I-bí-Zi-kir L. Ru12 -ziMa-lik, v. I 2: [wa L. Ru12-zi]-M[a-lik], v. IV 5: wa ga-a inim-di L. dub níg-éš-nu-éš, v. V 1: wa L. dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) wa alan x(kíd. alam) igi-sig a dab6 -su-a-a; 10 r. I 3: en-ma [I]-bí-Zi-kir L. [Du-bù]-ḫ[u-dʾÀ-da], r. II 2: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ u[ru ki] na-[se11] ka[m4]m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 L. Ib-laki; 11 v. II 1: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-ga-um L. Nagàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu-˹du8˺; 12 r. I 1: L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. I 5: en-ma A-bu L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. II 8: enma šè-ma-dku-ra L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 13 r. I 10: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] L. guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6, v. III 3: L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 15 v. II 4: wa e11 L. Ga-sùr ki [D]a-muki [...]; 17 r. I 2: [nígkas4 L. Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 wa sa.za xki, r. IV 4: L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. I 8: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki L. A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki, v. IV 3: wa [w]a-dar maškime-gi [ma]škim-[e-g]i L. [A]r-miki [níd]ba [ì]-giš [...]; 18 r. V 8: wa da-mu [d]a-mu [ḫ]i-mu-˹túm˺ w[a] á-˹daḫ˺ L. sa.za xki, v. I 3: ap a nu-gú-suda-su L. sa.za xki kam4 -˹mu˺ mu-[du] a-˹ti˺-ma A-bar ki, v. III 3, IV 1: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) L. [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igisig wa ˹ka˺-˹dib˺ maškim-e-gi4 L. ʾÀ-maki; 20 r. I’ 1’: […] L. maškim-e-gi4 maškim-e-gi4-ma inim-di inim-di […], r. IV’ 2’: L. Du-bù-ḫu-dʾÀda; 21 r. XII 16: wa in-na-sum lú nundum(ka. nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bùšu-ma] ki Ib-laki [l]ú L. kal[am]-tim[ki] kalamtim[ki] a-a-sa-am6. 2)  15 r. VI 2’: […] ga-˹lu˺ L. iti kur6 kam4 -muma du-du du8-sù gaba-r[u] wa tar.˹tar˺ [...]; 20 r. V’ 6’: wa nu ì-ti 5 li-˹im˺ še gú-bar L. iti lú d A-dam-ma. 3)  17 r. II 4: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ L. Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)nea-si; 18 r. IV 2: am nídba L. en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum, v. V 2: [w]a L. gaba-túg wa Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita I-lum-ba]l [šu mu-nígin] sa.za xki. si-ma  (*šin-ma) 1)  18 r. I 12: wa igi-gar igi-igi kaskal sa6 è L. [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-du-ma. sikil  1) «puro»; 2) «purificazione» 1)  15 v. V 10: wa šu ba4-ti bar6:kù dingir-dingir L. 2)  21 r. VI 2: wa [in L. šeš-II-ib šeš-II-ib in-nasum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka. nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 15: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in L. šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é].

si-la- v. si-ra-. sìla-da  (forma breve di sìla-ban-da) «vaso della capacità di un sila»  18 r. IV 9: am nídba si-in en zé al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi L. al6-du11-ga ì-nasum. si-ma v. si-in. si-mi  (pl. gen.-acc.) «prezzo» (*šiʾm-, cf. acc. šīmū)  3 v. IV 13: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti L. ì-ti si-in Na-gàr ki. (-)si-na-ad  (pronome personale, 3a pl. f. acc.) (*(-)šināt)  19 r. V 1: wa igi-du8 kur ʾà-na udu-udu du-ba-ù ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [L.]. si-ra-  «invio» (var. si-la-, testo 7) (*šīr-, sem. *šrw/y «sciogliere»)  7 r. IV 2: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sanu L.-ga; 16 v. II 1: wa ḫi-mu-túm L.-ga am6 -duda-ma kaskal, v. II 7: w[a] (cancell.) ḫi-mu-túm L.ga kù-gi sa6 wa kù-gi ḫul; 17 v. II 7: ap L.-[ga] nu ì-na-sum kam4 -mu e11 du11-ga maškim-e-gi4; 20 r.II’ 3’: [… nu-u9]-nu ˹gál˺-˹tak4˺ L.-sù šu ba4-ti Gú-labal!(kul)ki giš-pa […]. si-rí  (pl. gen.-acc.) «presagi tratti dalle viscere» (*šiʾr-; cf. acc. šīrum «carne; presagio»)  9 v. IV 1: wa maškim-e-gi L., v. IV 10: wa níg-gú-du L. si-za-ù  «gridare; chiamare» (*šasāy-u(m))  4 r. VII 10: wa L. wa al6-gál é dingir ˹ì˺-ti. [áš-za]  «io mi sono rivolto» (*ʾašsay)  4 r. VII 1: wa [L.] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ amul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 giš-pa suḫuš. -su  (pronome personale suffisso, 3a m. sg. gen.-acc.) (*-šu)  nu-gú-su-da- L.:  18 v. I 2. -su-ma  áš-da-L.: 13 v. IV 7. du-galu-L.:  14 v. II 6. v. anche wa-si-lu-zu. -sù  (pronome personale suffisso, 3a pers.) (logogramma, Edzard, SEb 4 [1981], p. 48; Krecher, LdE. p. 150 sg.; Fronzaroli, MisEb 2, p. 7)  1 v. III 2, 5, V 1’; 3 r. III 2, IV 2, 6, v. I 1, 6; 4 r. VI 13, v. I 14, III 7; 5 v. I 2; 7 r. II 7; 13 r. IV 2; 15 v. I 2, IV 9, VI 1; 16 r. II 7, 10; 18 v. II 8, III 1; 20 r. II’ 3’; 21 r. II 6, 11, III 3, 1’, IV 1, V 4, 18, 21, VI 21, VIII 7, 10, IX 1, 3, 11, X 1, 9’, 13’, XI 3, 3’, XII 1, 5, XIII 23, v. I 9, II 13, III 4, IV 11, V 1, 3, 5. -sùma (3a pers. du.)  v. -su-ma. v. anche bí-sù. sù sugx(pa.si[kil])  «spiga matura (dei cereali)» (LL sù sugx(pa.sikil) / sa-ba-tum, *šabal-t-um, cf. ar. sabal, ge. sabl, Fronzaroli, MisEb 1, p. 20)  21 r. IV 2: […] bad-˹sù˺ šu-du8-ma máš-sù L. [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] din[gir-dingir] Iblaki [dumu]-mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]tak4. suḫuš  «fondo (di contenitori)» (cf. acc. išdu, CAD, I, p. 238, 3a; LL suḫuš / i-ti-gú-um, var. i-ti-guum, Sjöberg, Fs Wilcke, p. 263 e n. 28: «saddle, litter»)  4 r. VII 8: wa [áš-za] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 giš-pa L. su-ma  «se» (*šumma)  12 r. I 3: L. ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm; 14 v. II 5: L. du-ga-lu-su-

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Glossario ma wa wa-si-lu-zu a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du; 21 r. IV 13: L. gu4 [...]-˹x˺. -su-ma  (scritto: -sùma testo 4, 21) (pronome personale suffisso, 3a du. gen.-acc.) (*-šumay(n), Fronzaroli, Fs Segert, p. 124)  4 v. VII 15: ù-wa-˹gi˺-˹a˺-L. wa nu du-du; 7 r. II 11: wa A-a-Da-mu lú-kar-sù wa Wa-gúzú [á]-˹nu˺-[gi4-L.] wa naga-di al6-gír-šum; 21 v. II 13: [wa zé-]L. kú ug7 lú ʾà-ba-tim. -su-ma v. -su (pronome personale suffisso, 3a m. sg. gen.-acc.). -su-nu  (pronome personale suffisso, 3a pl. gen.) (*-šunu) maškim-ma[škim-L.]:  7 r. I 8.  [nindagur4-L.]:  7 v. I 3. su-wa  «egli» (*šuwa) su-wa-ti (*šuwāti, gen.-acc.)  1 r. I 5: àga-ús dub é L., r. I 9, II 5: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub é] L. [ì-ti wa al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di dub é L.; 4 v. VII 13: 2 maškim-ga šu mu-tak4 1 dub é L. al6-èn-tar. su-wa-du  «quello» (*šuwāt-u, cf. ARET II, p. 138, s.v.) su-wa-ti  (*šuwāt-i)  4 v. II 9: lú kin5-ak L. kin5-ak wa i-ma-ì-du ninda 1 uru ki.

Š ša v. šu. ša-du v. šu. šà-gig  «rabbia, ira» (LL šà-ḫul-gig / ba-rí-ù da-du, ba-rí-um / da-du, ba-rí-um da-du, cf. ebl. bariḥum «cattivo», ebr. dōdīm «carezze»; diversamente Sjöberg, Fs Waetzoldt, p. 265)  21 r. VIII 11: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù L. [du-d]u. ša-nu-  (stativo) «essi sono adirati» (*ḏanū; LL šadab / ša-na-um, šè-na-um, *ḏny; cf. acc. zenû «essere in collera»)  21 r. XI 2: [dum]u-nita [dum]u-nita-sù [giš]-sur x [in-na-sum] L.-ma dumu-nita dumu-nitasù. ša-ti v. šu. še  «orzo»  1 v. IV 7: wa an-na e11 kú ir11-ir11 L. in Ga-sùr ki; 3 v. IV 8: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 L. níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Nagàr ki; 7 v. I 9: wa du11-ga L. si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti in sa.za xki, v. III 9: ap L. 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uruga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 11 r. II 3: wa ˹L.˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ ˹dumu˺-˹nita˺ dumu-nita En-ga-um A-ru12-luki, v. I 3: wa šu ba4-ti-ma L.; 19 r. II 1, 10: du-da-bí-nu [L. ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im zíd mu-túm mi-na a diri(a.si) L. [e11(-ma) an-d]a; 20 r. III’ 3’: [...] šu ba4-ti in L. igi-sig uru ki, r. V’ 5’: wa nu ì-ti 5 li-˹im˺ L. gú-bar si-in iti lú d A-dam-ma, v. I 3: wa L.-ma igi-sig uru ki igi-sig uru ki níg-éš-nu-éš, v. II 6-7: [...] en-ma an-na gaba en an-gá[l] L. L. gaba […]; 21 r. I 1: L. 1 mu wa ì-giš 1 mu [giš]-sur x, r. I 8: ap L. [w]a ˹ì˺-giš ba-ra-u9 na-i-ì ˹gu4˺-gu4 udu-udu […], r. I 5’: […] gu4-gu4 udu-udu lú bad L. šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du dama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. X

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3’: […] áš-du bad L. bù-šu-ma [al-bu15 ki ša-du giš]sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum, r. XIII 18: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 šu ba4-ti gš-sur x áš-du bad L. 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù. šè v. šu. še-ba  «razione (di cereali)»  3 v. IV 10: in-na bar6:kù šè šu mu-tak4 še níg-sa10 L. guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki; 14 r. I 6: guruš-guruš lú áš-ti a ir11-ir11 du11-ga L., r. II 1: ir11-ir11 še-mar-tukux lú zé sa6 lú L. ì-na-sum; 20 r. V’ 1’: […] L. na-se11 na-se11, v. III 2: […] n[a]-se11 ˹na˺-se11 L. še-mar-tukux  «avere fame» (LL estr. še-mar-tukux / ʾa5 -ma-zu-um, var. še-mar-in-nu-tuku / a-ma-zu-um, *ʿmṣ; cf. acc. emēṣum)  12 r. I 7: su-ma ninda basu-ga wa L. dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm; 14 r. I 8: ir11-ir11 L. lú zé sa6 lú še-ba ì-na-sum. še-gu[r10]  «mietitura»  15 v. III 10: […] kú kam4-mu uru ki a-ti L. wa zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 mu …]. še-sag×Ḫ a-mul (scritto: [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an. an.an), testo 4) «ciò che è dovuto, debito» (cf. še-su. Ḫ a-mul; nei testi amministrativi, prodotti alimentari lasciati a disposizione dei dipendenti, Archi, Debt, p. 98 sg.)  4 r. VII 5: wa [áš-za] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù L. wa 1 giš-pa suḫuš. šeš  «fratello; alleato» (LL šeš-mu / a-ḫu-um)  21 r. IX 11: wa [al-bu15] ki nu zu áš-da L.-sù níg-á-gá-ii, v. V 5: [… a]-˹mu˺-˹sù˺ ù ama-gal-sù ù L.-sù in Ib˹la˺˹ki˺ [...]. šeš-mu  3 v. I 1, 6: [wa] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ ˹kalam˺tim kalam-tim L.-sù wa Na-gàr ki wa ˹kalam˺tim ˹kalam˺-tim L.-sù wa e11-e11; 9 v. II 1: ann[a] mi-nu-m[a] níg-kas4 ˹nu˺ ì-na-sum mi-na L. níg-[éš-nu-éš], v. II 9: Ba-ga ʾà-ra-lu dingir ʾà-rí-ra-gú-nu L. gú-wa-si; 19 v. VI 1: […] L.ga wa […]. šeš-mu šeš-mu  3 r. III 2: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalamtimki kalam-timki L.-sù a-ne a-ne, r. IV 6: ap aḫ-la du11-ga a-{[x]}-ru12-sù wa ar-za kalamtimki kalam-timki L.-sù. šeš-II-ib  (membro di una confraternita religiosa) (Archi, Eblaitica 4 [2002], pp. 23-55) šeš-II-ib šeš-II-ib  21 r. VI 3: wa [in sikil L. inna-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka. nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 16: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil L. al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫilum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. še-zíd  «farina»  7 v. II 2: wa du11-ga še si-in 1 gíndilmun [ba]r6:kù 1 L. sag šu ba4-ti in sa.za xki. v. anche zíd. šu  «mano» (cf. LL še-šu / ga-tum, ga-da-ʾà-tum, Conti, MisEb 3, p. 180)  21 v. VII 5: […] nídba nídba i-mu 1 L. ug7 dumu-nita dumu-nita [...]x [...]. 2 šu  (du.)  15 v. IV 9: ap bar6:kù dingir-dingir en-núm zà-me wa túg-zi:zi-a L.-sù.

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Glossario

*šu  (pronome determinativo-relativo) (*ṯu, m. sg. nom.) šè (ṯi, m. sg. gen.; logogramma per il pronome determinativo-relativo, Fronzaroli, MARI 5 [1987], p. 268 sg.; Tonietti, QuSem 25, pp. 322-325; alternativamente, nello stesso tipo di contesti, preposizione di valore terminativofinale, cf. Gelb, SMS I/1 [1977], p. 23; MEE 2, p. 272; ARET I, p. 303; oppure di valore causale, Sallaberger, Fs Fronzaroli, p. 602, n. 2)  3 r. II 8: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga wa níg-kas4 kam4-mu L. áš-da-ga, v. IV 6: in-na bar6:kù L. šu mu-tak4 še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Na-gàr ki. ša  (*ṯa, m. sg. acc.)  3 v. VI 11: L. kin5-ak àrʾà-ru12 du11-ga ba-wa kin5-a[k] ì-dí[m] 1 uru ki. ša-du (*ṯātu, f. sg. acc.)  21 r. VI 13: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-dabal!(kul) al-bu15 ki L. áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 13 : [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki L. in sikil šešII-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. VIII 2’: [ki] L. in u4 ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. X 7’: […] áš-du bad še bù-šu-ma [al-bu15 ki L. giš]-sur x [dumu-nita dumu-nita-sù in-n]a-sum. ša-ti  (*ṯāti, f. sg.; nel testo 19 apparentemente usato per l’accusativo)  19 r. III 9: ap kaskal L. du-du a-rí-a-tim […] ˹udu˺-˹udu˺ Mar-tuki du-bù. šu ba4-ti  «prendere, ricevere»  1 v. V 3’: [...] ˹ki˺sù wa L. [...]ki [wa] igi.du a Ma-ríki [...]; 4 r. V 12, VI 1: [w]a [šu] mu-tak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd L. wa 1 gín-dilmun bar6:kù 20!(2) níg-sagšu zíd L., r. VI 11, 13: ì-na-sum bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir L. in L.-sù 1 udu dingir nídba; 7 v. II 3: wa du11-ga še si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag L. in sa.za xki; 11 v. I 2: wa L.-ma še; 15 v. V 7: wa L. bar6:kù dingir-dingir sikil; 19 r. V 11: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma zà-ús wa ì-nasum bar6:kù wa L. zíd […]; 20 r. II’ 4’: [… nu-u9]-nu ˹gál˺-˹tak4˺ si-ra-sù L. Gú-la-bal!(kul)ki giš-pa […], r. III’ 1’: [...] L. in še igi-sig uru ki; 21 r. II 1: […] gu4gu4 udu-udu lú bad še L. giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du d ama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. XIII 14: ap ki a-mi-ra-tum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum al-bu15 L. giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar.an 1 gu4 1 udu níg-sa10 -sù, v. III 4: […] ˹d˺˹ku˺-˹ra˺ giš-sur x 2 di-ku5 L.-sù, v. IV 3: […] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ zi-kam4 nu L. giš-ru giš-ru dingir-dingir è, v. VI 6: […] ug7 sá-du11-ga é zíd ba-ru12 -ù L. du-du […]. ˹šudu x˺  (= su-du-u9-um, ESL 60, B) «preghiera, dedica, benedizione» (grafia variante di šùdu, MesZL 33; LL šudu x / da-mu; estr. sa-rí-a-du, come se variante di ESL 61)  21 r. VI 7: wa [in sikil šešII-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] L. nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum].

šu-du7  «completare» (cf. šu-du7 = acc. šuklulu «completo»; LL šu-du7 / da-ḫa-lum, ARET XVI, p. 191, s.v.)  3 r. V 5, 10: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki wa L. ˹a˺-la-ga wa a-la-ga Kiški L.ma kam4-mu. «prendere possesso; prendere in šu-du8  consegna»  8 r. IV 1: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu wa L. na-se11 na-se11, v. III 2: ap an-da Al6 -la udu-˹udu˺ ˹in˺ ˹Ib˺-laki L.; 9 r. III 2: wa ní-ti alan x(kíd.alam)-ga igisig alan x(kíd.alam) a níg-te na-se11 L.; 11 v. II 9: wa du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-ga-um si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 L.; 14 v. II 4: 1 dumu-nita zé du11-ga a-mu L., v. III 9: ap a du-ga-lu wa L.; 21 r. V 4: wa L.-s[ù ...], v. I 10: [...] ˹níg˺-[mu-sá] níg-mu-sá al-bu15 [...] ga[ba]? níg-mu[sá] sag-s[ù] L. [...] x-ga?(-x) ˹x˺-i-x [...] áš-du dama-ra ˹bù˺-[šu-ma …]. šu-du8 kaskal  «prendere la strada, iniziare un viaggio»  13 r. III 5-6: zé-gú-nu gál-tak4 a mudu giš ba-tukux kam4-mu wa L. máš  «consegnare (quanto dovuto)» šu-du8 (Fronzaroli, MisEb 2, p. 20, con bibliografia)  21 r. III 2’-IV 1: […] bad-˹sù˺ L.-ma L.-sù sùsugx(pa. si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4) [maškim-e-gi(4)] din[girdingir] Ib-laki [dumu]-mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺-nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] šu [mu]-tak4. šuku  «assegnazione alimentare»  11 r. II 1: [n mana] šu+ša [bar6:kù] dumu-nita [dumu]?-˹nita˺? En-gaum A-ru12 -luki L.; 17 r. IV 2: wa du-da-bí-nu a dím wa L. sa.za xki. šu mu-nígin  1) «ritornare» (LL šu mu-nígin / da-lum, *tawr-, Conti, MisEb 3, p. 144; possibile anche acc. *dwl, ar. *dwr «muoversi in cerchio»; Sallaberger, Fs Fronzaroli, p. 621, n. 23); 2) «fare ritornare»; 3) «ritorno» 1)  17 v. I 5: ap kam4 -mu L. a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in uru ki; 18 v. V 8: [w]a si-in gaba-túg wa Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita I-lum-ba]l [L.] sa.za xki. 2)  13 r. IV 9: wa ar-ḫi-iš maškim-e-gi4 ù-ša kam4 -mu L. […]-tum. 3)  19 r. III 5: wa al6-gál L. uru ki. šu mu-tak4  1) «consegnare» (cf. Civil, AuOr 8 [1990], p. 109 sg.); 2) «disporre (una decisione)» (cf. Fronzaroli, SEb 3 [1980], p. 43, s.v. šu mu-dúb) 1)  3 v. IV 7: in-na bar6:kù šè L. še níg-sa10 še-ba guruš-guruš 1 iti si-mi ì-ti si-in Nagàr ki; 4 r. V 8: [w]a L. [zíd 1 an-zam x] ˹kùgi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti, v. VII 11: 2 maškim-ga L. 1 dub é su-wa-ti al6-èn-tar; 6 r. II 6: 2 maškim-e-gi du-du ˹lu˺ L. wa ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du; 8 r. II 6: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim ì-na-sum siin ˹Íl˺-wi-luki L. zíd-zíd A-rí-me; 17 r. II 11: wa [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 L. (-)ne-a-si; 19 r. IV 13: wa igidu8 kur ʾà-na udu-udu du-ba-ù ʾà-na kaskal L. [(-)si-na-ad]; 21 r. IV 11: […] bad-˹sù˺ šu-du8ma máš-sù sùsugx(pa.si[kil]) [maški]m-[e-g]i(4)

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Glossario [maškim-e-gi(4)] din[gir-dingir] Ib-laki [dumu]mí [dumu-mí] Ib-laki al-bu15 dumu-nita ˹dumu˺nita [kal]am-[ti]m˹ki˺ [kalam-timki] L. 2)  8 r. III 7: ˹wa˺ du11-˹ga˺ an-˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú L. ì-ti an-da-nu wa šu-du8 na-se11 na-se11. v. anche tak4, 2). šú+ša  1/3 di mina» (= 20 sicli) (LL šú+ša / ì-si-lu, /ʿišrū/, Conti, MisEb 3, p. 186)  2 v. III 4: 33 mana L. bar6:kù ʾÀ-zi; 11 r. I 3: [n ma-na] L. [bar6:kù] dumu-nita [dumu]?-˹nita˺? En-ga-um A-ru12 -luki šuku.

T tak4  (forma breve di šu mu-tak4) 1) «disporre»; 2) «disposizione» 1)  7 v. VI 5, 9: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik L. in 1 uru ki ap L. al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-gaum. 2)  7 v. VI 12: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti L.] Ù-ti ù-ma Na-gaum; 13 r. II 6: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu gurušguruš L. nu sa6. tar  «1/2 di mina (= 30 sicli»)  2 v. III 1: 2 mi 20 mana L. 5 bar6:kù al6-tuš uru ki; 13 v. IV 1: L. bar6:kù Ì-lum-bal ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum wa du-du áš-da-suma. tar.tar  «in pezzi» (LL estr. tar.tar / ga-datum, *gadād-um, sem. occ. *gdd «recidere, fare a pezzi»)  15 v. I 5: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 kam4 -muma du-du du8-sù gaba-r[u] wa L. [...]. ti-da-ba-gu- v. da-ba-gu. til  «arrivare alla fine; essere sconfitto»  1 v. I 5’: ap k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] ur[ukiuru ki] Ar-[miki] L. ti-la  1) «vivere»; 2) «da vita» (qualifica bovini e ovini, Archi, Seb 7 [1984], p. 52) 1)  21 r. VIII 5: [wa] dumu-nit[a] ga-bí-rúm L. gána-kešda-ki a-mu-sù al-bu15 1 na-se11 dumunita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u. 2)  14 r. II 5: wa è L. wa udu al6-tuš; 19 v. V 2: […] an-da-ma L. wa […]. ti-la-ba-šu  «essi avanzano ricorso» (*tirabbaṯū, *rbṯ «avanzare un ricorso»; cf. a.ass. rabāšum)  13 r. II 4: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gáltak4 wa L. guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6. túg «tessuto» túg-túg  3 v. VI 5: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 L. guruš-guruš bí-sù. túg-zi:zi-a  «abbigliare» (cf. túg-zi:zi, ARET XI, p. 172 s.v.; diversamente, LL túg-zi:zi-a / ga-ba-zuum, *kabās-um «calpestare, follare»)  15 v. IV 8: ap bar6:kù dingir-dingir en-núm zà-me wa L. 2 šu-sù. tur «piccolo» v. A-˹zi˺?-[lu]-tur, NL. tu-ra  «essere malato»  18 r. IV 6: am nídba si-in en zé al6[-tuš] L. ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6-du11-ga ì-na-sum.

147 U

ù  (congiunzione) (logogramma; coordina elementi dello stesso livello all’interno di una proposizione)  21 v. V 2, 4: [… a]-˹mu˺-˹sù˺ L. amagal-sù L. šeš-sù in Ib-˹la˺˹ki˺ [...]. u4  «giorno» (cf. LL u4-gán / a-(wa-)mu ʾà-mu-tum, *yawm-)  21 r. VI 16: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka. nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in L. [ḫúl en ì-na-sum], r. VIII 3’: [ki] ša-du in L. ḫúl [a-mu-sù ì-na-sum] du[mu-nita(-sù)] ʾa5 -[dè] sa[g-du8] é-bar, r. IX 20: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4zal] wa ú-šim in-na-sum in L. ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. XII 8: wa in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in L. ḫúl ki ì-nasum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]-tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6. má.Ḫu, testo 1)  «corriere, u5 (scritto: messaggero» (Steinkeller, OA 23 [1984], p. 34, n. 8: «mounted messenger»; Milano, Fs Fronzaroli, p. 412 sg.: «courier, messager»; Waetzoldt, MEE 12, p. 68: «fahrenden Händler»; con valore verbale, ARET XI, p. 173: «viaggiare (su un mezzo di trasporto)», e p. 31 [23], s.v.)  1 r. IV 5: wa L. è-ma. ub-da-di  «stare al fianco di qualcuno, prestare assistenza» (cf. sum. ub-da-gub, Kienast, BaE, p. 252; LL du-uš-da-ì-zu/zu-um, estr. du-uš-ti-ì-zu-um, sem. *zwz «stare»)  7 v. V 3: [1 n]a-se11 [ku4]-ra mana 1 na-se11 L. an-da a-zàr-da-ma ʾà-wa. udu  «pecora»  4 r. VI 14: ì-na-sum bar6:kù bar6:kù ˹dingir˺-dingir-dingir šu ba4-ti in ˹šu˺ ba4-ti-su 1 L. dingir nídba, v. III 14: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš L. sa6; 7 v. IV 9: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 L. [a-zàr]-da [ʾà-w]a; 14 r. II 7: wa è ti-la wa L. al6-tuš, r. II 11: ap lú nu an-˹gál˺ L. ˹du˺-[ga] wa 1 dumu-nita A-ga-um wa-si-ru12, v. III 2: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga L.-ma wa du-du; 21 r. V 18: wa mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 L.-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, r. XI 4’: ki ga--rúm al-˹bu15˺ dumu-nita-sù [1 L.] 1 gu4 1 igi.nita niga:gu4 in-na-sum-˹sù˺, r. XIII 22: ap ki a-mi-ratum [a]l-b[u15] du6ki-du6ki Ib-laki lú a-˹mi˺-˹ra˺-[tum albu15 šu ba4-ti giš-sur x áš-du bad še 1 niga:gu4] 1 bar. an 1 gu4 1 L. níg-sa10 -sù. udu-udu  3 r. II 13: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4ga wa níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga wa ˹a˺[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [L.] kalam-timki kalamtimki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne; 7 v. III 4: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 wa ì-g[iš] wa-˹ad˺ wa L. wa-da-ma in 1 uru ki; 8 v. I 5, II 6: L. mete áš-ti kas4 lú du-du wa ì-na-sum L., v. II 10: ap an-da Al6 -la L. ˹in˺ ˹Ib˺-laki šudu8; 19 r. IV 2: ap kaskal ša-ti du-du a-rí-a-tim […] L. Mar-tuki du-bù, r. IV 9: wa igi-du8 kur ʾà-na L. du-ba-ù ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)si-na-ad]; 21 r. I 14: ap še [w]a ˹ì˺-giš bara-u9 na-i-ì ˹gu4˺-gu4 L. […], r. I 2’: […] gu4-gu4

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Glossario

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L. lú bad še šu ba4-ti giš-sur x bar6:˹kù˺ ˹áš˺-du ama-ra [s]ag-˹sù˺ [...], r. III 9: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 L.] uzu […], r. V 8: [...] L. ug7  1) «morire»; 2) «morte, uccisione»; 3) «vittima» 1)  4 v. VI 2: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-e-gi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi wa L. inim-di inim-di {x} a nu ì-ti; 21 r. XII 20: wa L. ˹bù˺[šu-ma] g[a]-˹bí˺-rúm in Ib-laki ba-ru12 -ù, v. II 15: [wa zé-sù]ma kú L. lú ʾà-ba-tim […], v. V 11: wa L. 1 na-se11 [...]-˹x˺ [...], v. VI 2: […] L. sá-du11-ga é zíd ba-ru12 -ù šu ba4-ti du-du […], v. VII 6: […] nídba nídba i-mu 1 šu L. dumu-nita dumu-nita [...]x [...]. 2)  9 r. III 10: wa igi-gar gú-šum L. áš-dag igigar. 3)  7 r. IV 8: wa al6 é-tim wa bad a L. wa bad-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur); 17 r. I 6, 11: [nígkas4 si-in Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d L. [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga L. wa sa.za xki, r. IV 7: bad L. [...]. ù-ga-na- v. gi-ni. ugula «sovrintendente» ugula-ugula  4 v. I 7: a-ne-ne L. wa ábba-ábba wa guruš-guruš. ugula ká  «sovrintendente di una Porta»  21 v. II 5: […] 2 di-˹ku5˺ ʾà-ba-du L. ugula ki-lam7  «sovrintendente del mercato»  21 v. IV 1: […] L. zi-kam4 nu šu ba4-ti giš-ru gišru dingir-dingir è, v. IV 12: wa du-du ˹du6˺ki [Ib-laki] zé-sù-ma L. ugula uru  «sovrintendente di un villaggio» (cf. ugula uru ki, ARET XIII 14 r. XII 2’)  14 r. III 8: wa a ʾÀ-da-ša L. Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 zi-Ma-lik.   ugula uru ugula uru  7 v. IV 5: ap še 1 dumu in 1 uru ki wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa L.-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a. ˹u9˺-li-˹da˺-[am6]  «egli scese» (*yurid-am, *wrd) 4 r. II 2: wa da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukux-ma ˹al6˺-tuš L. in kam4 -mu lú Ar-miki al6-tuš [ba]-wa. ú-ma×gánatenû-dam «prodotto» (LL ú-ma×gánatenû-dam / ša-ba-lum, *šabal-um «spighe (di cereali)»; cf. ma-dam = acc. ḫiṣbum «produzione (abbondante), prodotti»)  3 v. II 1: wa an-na gú e11 in L. bí-šu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki, v. III 8: ap lugal L. e11 iti ˹ḫu˺-[lu-mu si]-˹in˺ en du-dabí-na. ù-ma  (congiunzione coordinativa) «e anche» (*ʾuma < *wa-ma, Fronzaroli, SEb 7 [1984], p. 10 e n. 17)   7 v. VI 14: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 uru ki ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti L. Na-ga-um. ù-ma  (congiunzione disgiuntiva) «oppure» (*ʾū-ma < *ʾaw-ma) (Fronzaroli, SEb 7 [1984], p. 10 e n. 17)  4 v. VI 15: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-murúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 L. 5 maškim-e-gi4 kurki; 9 r. V 6: w[a] igi-[gar] ḫ[ul L. igi-gar sa6], v. III 7: wa du11-ga ḫul L. du11-ga sa6. d

ù-ma ... ù-ma  «sia ... sia»  19 r. II 2, 4: du-dabí-nu [še L. n li]-˹im˺ L. 4 li-im zíd mu-túm mina a diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a. v. anche a (congiunzione disgiuntiva). ur4  (var. «ur4», testo 21 r. VII 22) «collettore» (v. ARET XVI 27, p. 171, comm. a (12), s.v.). «ur4»-«ur4»  21 r. VII 22: [wa] ki ma-wi-tum ášda u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x L. [é]. v. anche a-ur4. uru ki 1) «città»; 2) «villaggio» 1)  2 v. III 3: 2 mi 20 ma-na tar 5 bar6:kù al6-tuš L.; 3 v. VII 5: ša kin5-ak àr-ʾà-ru12 du11-ga bawa kin5-a[k] ì-dí[m] 1 L.; 4 v. II 14: lú kin5-ak su-wa-ti kin5-ak wa i-ma-ì-du ninda 1 L.; 7 r. II 4: in igi!(ba)-šè-du maškim-ma[škim-su-nu a]l6-gír-[š]um zi-ga in 1 L., v. III 7: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 wa ì-g[iš] wa˹ad˺ wa udu-udu wa-da-ma in 1 L., v. III 11: ap še 1 dumu in 1 L. wa na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa wa ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a, v. VI 7: mi-ne-iš Ru12 -zi-Ma-lik tak4 in 1 L. ap tak4 al6 [ne-a-ti tak4] Ù-ti ù-ma Na-gaum; 10 r. I 7: nu maški[m]-e-g[i4] ˹en˺ L. na[se11] ka[m4]-m[u] l[ú] A[r-miki] gi4 si-in Ib-laki; 15 v. III 3: […] kú kam4-mu L. a-ti še-gu[r10] wa zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 -mu …]; 17 v. II 5: ap kam4 -mu [š]u mu-nígin a I-lum ki si-in A-bar ki igi-gar na-se11 na-se11 è in L., v. III 6: wa mi-ne-iš na-se11 na-˹se11˺ in L. è; 18 v. I 10: wa [2] L. Zi-ti-ir ki ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm a-sù; 19 r. III 6: wa al6-gál šu mu-nígin L.; 20 r. III’ 5’: [...] šu ba4-ti in še igi-sig L., v. I 5, 7: wa še-ma igi-sig L. igisig L. níg-éš-nu-éš. uru ki-uru ki 2)  1 v. I 3’: ap k[ú] an-g[ál] k[ú] (c. 6 cas. in lacuna) g[a-lu in] L. Ar-[miki] til. v. anche ugula uru. ú-šim  «(terreno da) pascolo» (LL ú-šim / ˹mar˺-atum, *marʿay-t-, Conti, MisEb 3, p. 113)  21 r. VII 3: ˹wa˺ gána-kešda-ki-sù al-bu15 [áš-da u4-zal u4-za]l L. in-na-sum giš-sur x, r. IX 18: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] wa L. in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum]. útul  «paiolo» (per la lettura útul, acc. diqārum, Bonechi, Fs Fronzaroli, p. 84 e p. 86 sg.) útul-útul  19 v. II 1: […] L. zabar [...] túg? [...]. ù-wa-˹gi˺-˹a˺-  «io avevo piena autorità» (*ʾuwakkilam-, cf. a.bab. *wkl, 0/2 «esercitare piena autorità», CAD, U and W, p. 400, s.v. wakālu)  4 v. VII 15: L.-sùma wa nu du-du. u4-zal  «giorno compiuto» (cf. 2 u4-zal «due giorni compiuti», MEE 12, 41 r. III 10-11, e p. 579, § 1m) u4-zal u4-zal  21 r. VI 15: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da L. in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 2: ˹wa˺ gána-kešda-ki-sù al-bu15 [áš-da L.] ˹ú˺-

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Glossario šim in-na-sum giš-sur x, r. VII 10: [wa] ki mawi-tum áš-da L. al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-IIib šeš-II-ib al6-bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. IX 16: ap [al-bu15 ášda L.] wa ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum]. uzu  «carne» (LL uzu(LAK 350), s.gl., Archi, Fs de Meyer, pp. 321-327)  21 r. III 10: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] L. […]. W wa  (congiunzione) 1) (coordina elementi dello stesso livello all’interno di una proposizione); 2) (coordina proposizioni dello stesso livello); 3) (introduce la proposizione principale dopo una proposizione circostanziale, Fronzaroli, Amurru 1 [1996], p. 131, 2.1); 4) (introduce l’apodosi del periodo ipotetico, Fronzaroli, Amurru 1 [1996], p. 132, 2.3); 5) (all’interno di una proposizione ne mette in rilievo quanto precede); 6) (introduce una proposizione subordinata) 1)  1 r. III 11: wa in [... L.] in Sá-bùki è; 2 r. I 3: enma en L. Du-bù-ḫu-dʾÀ-da si-in I-bí-Zi-kir, r. III 4, v. I 2, 5: ne-li-ig-ma wa-˹da˺?-iš bar6:kù dʾÀda in 1 gígir Ar-sa-daki L. ama-ug5!(ezen×an)ga an L. gi4 na-se11-na-se11 L. bù-su-gu na-se11 na-se11; 3 r. II 5, 10, III 4, 8: ap du11-ga-ma ˹al6˺ níg-kas4-ga L. níg-kas4 kam4-mu šè áš-da-ga L. ˹a˺-[la]-gi ˹ba˺-[g]a-mi-iš [udu-udu] kalamtimki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù a-ne a-ne L. da-ba-gu (cancell.) A-a-su L. Wa-a-du, r. IV 3: ap aḫ-la du11-ga a-{[x]}-ru12-sù L. ar-za kalam-timki kalam-timki šeš-mu šeš-mu-sù, r. VI 10, v. I 2, 4: [wa] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹L.˺ ˹kalam˺-tim kalam-tim šeš-mu-sù L. Na-gàr ki L. ˹kalam˺tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù wa e11-e11, v. VI 4: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti w[a ì-na-sum] A-rí-lu L. níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-sù; 4 r. VII 6: wa [áš-za] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ amul!(˹an˺.an.an.an) L. 1 giš-pa suḫuš, v. I 8, 10: a-ne-ne ugula-ugula L. ábba-ábba L. guruš-guruš, v. III 6: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga L. la-˹am6˺-[sù] wa ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš udu sa6, v. VI 10: ap i-ti neḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki L. A-mu-rúmki wa du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškim-e-gi4 kurki; 5 r. I 5: en-ma I-bí-Zi-kir si-in en L. ábba-ábba; 7 r. II 8: wa A-a-Da-mu lú-kar-sù L. Wa-gú-zú [á]˹nu˺-[gi4-su-ma] wa naga-di al6-gír-šum, r. III 10: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum L. á-nugi4 ˹1˺ na-se11 wa-ʾà-tum ne-na-sa-nu si-la-ga, v. II 11, III 3: ap bar6:kù wa-ad ì-na-sum na-se11 na-se11 L. ì-g[iš] wa-˹ad˺ L. udu-udu wa-da-ma in 1 uru ki, v. III 12, IV 4: ap še 1 dumu in 1 uru ki L. na-se11 na-se11 al6-tuš é ir11 a-zàr-da ʾà-wa L. ugula uru ugula uru-ga igi-sig ká-ká sa.za xki 1 udu [a-zàr]-da [ʾà-w]a; r. IV 9: w[a] D[u]-b[í] L. Ìr-am6 -Ma-lik nídba; 13 r. IV 1: wa a gál-˹tak4˺ bí-ša-ma Sal-mi-na L. kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu-˹du˺-ne; 14 r. II 6: wa è ti-la L. udu al6-

149 tuš, v. II 7: su-ma du-ga-lu-su-ma L. wa-si-luzu a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du; 15 r. II 4’: […] ˹éren˺-[ki-gar] Uri na-s[e11] na-s[e11] L. Uri ir11-ir11 […], r. IV 2’: […] wa-˹x˺-[x] L. […]; 16 v. II 9: w[a] (cancell.) ḫi-mu-túm si-ra-ga kù-gi sa6 L. kù-gi ḫul; 17 r. I 12: [níg-kas4 si-in Du-lu]ki [du11]-ga [ba]d [u]g7 [áš-ti]-ga (anep.) [k]ú [du11]-ga ug7 L. sa.za xki, r. IV 1: wa du-da-bí-nu a dím L. šuku sa.za xki; 18 r. V 6: wa da-mu [d]a-mu [ḫ]i-mu-˹túm˺ L. á-˹daḫ˺ si-in sa.za xki, v. II 1: wa [2] uru ki Zi-tiir ki L. Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 -mu igi-tùm a-sù, v. III 9: ap a-u9-ne giš-ba-tukux Ar-miki ké[š-da-sù] na-bur-ru12 ma-tim!(mun) si-˹in˺ [ká-ká sa.z]a xki [a]l6 [Áš]-da-ma-i-lu igi-sig L. ˹ka˺-˹dib˺ maškim-e-gi4 si-in ʾÀ-maki; 19 r. V 7, 10: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ruma zà-ús L. ì-na-sum bar6:kù L. šu ba4-ti zíd […], v. V 3: […] an-da-ma ti-la L. […], v. VI 2: […] šeš-mu-ga L. […]; 20 r. IV’ 6’: ap an-da L. an-na […]; 21 r. I 3: še 1 mu L. ì-giš 1 mu [giš]-sur x, r. I 9: ap še L. ˹ì˺-giš ba-ra-u9 na-i-ì ˹gu4˺-gu4 udu-udu […]. 2)  1 r. II 1: àga-ús inim-di [inim]-di ˹lú˺ [dub é su]-wa-[ti ì-ti L. al6-tuš] inim-˹di˺ inim-di dub é su-wa-ti, r. II 9: ap a nu ˹an˺-[gál] L. ˹x˺ [… é]-2 igi.du kam4 -mu lú Ar-miki è igi!(ba)-tùm a-a, r. III 8: L. in [… wa] in Sá-bùki è, r. IV 4: L. u5 è-ma, r. IV 7: L. maškim-e-˹gi4˺ [è kam4 -mu] lú igi-tùm a-a nídba ì-giš, v. I 6’: L. an-ne ˹an˺[na] in Za-bur-lumki è{-2} na-se11-2 è-2 in Darḫa-timki è an-gál, v. III 1: [L.] du11-ga-sù lú Armiki in si.si-sù è, v. III 7, 10: L. nu du-du ir11-ir11 L. [a]l6-tuš [...], v. IV 2: L. an-na e11 kú ir11-ir11 še in Ga-sùr ki, v. V 2’ [...] ˹ki˺-sù L. ˹šu˺-ba4-[t]i [...]ki [wa] igi.du a Ma-ríki [...]; 3 r. I 7: gurušguruš igi-du8 L. ninda wa-ad ninda ì-na-sum ba-ga-mi-iš guruš-guruš, r. V 4, 7: ap du-du kam4-mu lú Ar-miki si-in ki Na-gàr ki L. šu-du7 ˹a˺-la-ga L. a-la-ga Kiški šu-du7-ma kam4-mu, r. VI 7, v. I 7: ap nu du-du kam4-mu lú Ar-miki siin ˹ki˺ [Na]-˹gàr˺ki [L.] ˹e11˺ ˹Kiš˺ki ˹wa˺ ˹kalam˺tim kalam-tim šeš-mu-sù wa Na-gàr ki wa ˹kalam˺-tim ˹kalam˺-tim šeš-mu-sù L. e11-e11, v. I 9: L. an-na gú e11 in ú-ma×gánatenû-dam bíšu-ma [k]am4-mu lú Ar-miki, v. III 14: L. rí-péš zé-ga kalam-timki á-daḫ, v. IV 17: L. maš bar6:kù [si-i]n [Na-gàr ki] kú ir11-ir11, v. VI 8: L. en-ma I-bí-Zi-kir; 4 r. II 13: L. en-ma I-bí-Zikir, r. III 8: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalamtimki kalam-timki inim-di giš ba-tukux L. kalam-˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15, r. IV 3’: L. en-ma I-bí-Zi-kir, r. V 7, 13, VI 2: L. [šu] mutak4 [zíd 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá zíd šu ba4-ti L. 1 gín-dilmun bar6:kù 20!(2) níg-sagšu zíd šu ba4-[ti] L. zé-˹gú˺-˹nu˺ a ku4ra, r. VI 17: L. [áš-za] ˹si˺-[in] dingir bar6:kù [š]e-sag×Ḫ a-mul!(˹an˺.an.an.an) wa 1 giš-pa suḫuš, r. VII 9: L. si-za-ù wa al6-gál é dingir ˹ì˺-ti, v. I 1: [L. en-ma] ˹I˺-[bí]-Zi-kir ˹si˺-in Dubù-ḫu-dʾÀ-da, v. I 12: a-ne-ne ugula-ugula wa

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Glossario ábba-ábba wa guruš-guruš L. du11-ga in[im-di] in[im-di]-sù, v. II 4: L. en-ma I-b[í]-Z[i-kir], v. II 11: lú kin5-ak su-wa-ti kin5-ak L. i-ma-ì-du ninda 1 uru ki, v. II 15: L. en-ma I-bí-Zi-kir si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, v. III 16: L. si-in Du-bù-ḫud ʾÀ-da, v. V 4: ap gaba-ma I-bí-Zi-kir giš-batukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš-˹ba˺tukux L. ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga magi-lu wa-ad-ma, v. VII 7: L. si-in Du-bù-ḫud ʾÀ-da, v. VII 16: ù-wa-˹gi˺-˹a˺-sùma L. nu du-du; 5 v. I 1: L. du11-ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm zíd si-in Ib]-˹la?˺ki [...]; 7 r. II 5, III 1: L. A-a-Da-mu lú-kar-sù wa Wa-gú-zú [á]-˹nu˺-[gi4-su-ma] L. naga-di al6gír-šum, r. IV 3, 5, 9: L. al6-gír é L. bad a ug7 L. bad-ga ḫul!(ba+ur) a nu ḫul!(ba+ur), r. V 8: L. en-ma I-bí-Zi-k[ir] si-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da, r. VI 8: 1 na-se11 Ma-ríki è mi-nu sa.za xki si-in Armiki L. [è 1 na-se11] wa-˹ʾà˺-t[um], v. I 7: L. du11ga še si-in 1 gín-dilmun [ba]r6:kù 1 ˹še˺-[zíd] sag šu ba4-ti in sa.za xki, v. V 7: L. Gàr-da-bí [bad] 1 ˹gi˺-šum {x} al6-gír é, v. V 13: L. [si]-in Du-bù-ḫu-dʾÀ-da; 8 r. III 1, 10: L. du11-˹ga˺ an˹da˺ na-se11 na-se11 ì-giš ì-giš lú šu mu-tak4 ì-ti an-da-nu L. šu-du8 na-se11 na-se11; 9 r. II 2: L. ḫul, r. II 4: L. ní-ti alan x(kíd.alam)-ga igi-sig alan x(kíd.alam) a níg-te na-se11 šu-du8, r. III 3: L. Ìr-am6 -Ma-lik nídba-ma nídba, r. III 7: L. igi-gar gú-šum ˹ug7˺ áš-dag igi-gar, r. IV 2: L. ní-ti an-da áš-ti-ga nu du-da, r. IV 7: L. D[u]b[í] ˹wa˺ Ìr-am6 -Ma-lik nídba, r. V 3: L. igi[gar] ḫ[ul ù-ma igi-gar sa6], v. I 1: [L. si-in Ru12zi]-M[a-lik], v. III 1: L. igi-gar nídba-nídba, v. III 4: L. du11-ga ḫul ù-˹ma˺ du11-ga sa6, v. III 10: L. maškim-e-gi si-rí, v. IV 2: L. ga-a inim-di si-in dub níg-éš-nu-éš, v. IV 8: L. níg-gú-du sirí, v. IV 11, V 4: L. si-in dʾA5-da-bal!(kul) ér(igi:a) L. alan x(kíd.alam) igi-sig a dab6 -sua-a; 10 r. III 1: L. maškim-e-gi4-kum inim-di inim-di na-se11 na-se11 sa6, r. III 6: L. gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki al6 […], v. II’ 2: L. ir11[ir11] níg-kaskal níg-kaskal in Ma-ríki […]; 11 r. II 2: L. ˹še˺ ˹ì˺-˹na˺-˹sum˺ ˹dumu˺-˹nita˺ dumunita En-ga-um A-ru12-luki, v. I 1: L. šu ba4-ti-ma še, v. I 4: L. du-du ˹x˺-gi-ka dumu-nita En-gaum si-in Na-gàr ki ˹gi4˺ dumu-nita Si-ti-la-˹ù˺ Kak-m[i-umki] é ir11 šu-˹du8˺; 12 r. I 6: su-ma ninda ba-su-ga L. še-mar-tukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir wa gurušda zíd dam-dam ḫi-mutúm, r. III 5: ap ninda mete ninda dam-dam al6tuš a du-du L. kú áš-da-ga gar, v. III 6: igi-du8 wa Da-na-núm lu-ma igi-du8 L. Ti-ḫir-Ma-lik lu-ma igi-du8; 13 r. I 5: L. íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6, r. III 7: L. a gál-˹tak4˺ bí-ša-ma Sal-mi-na wa kam4-mu-sù ˹ḫu˺-lu˹du˺-ne, r. IV 4: L. ar-ḫi-iš maškim-e-gi4 ù-ša kam4 -mu šu mu-nígin […]-tum, r. V 2, 7: L. gi4 wa bu15 (-)ne-a-ti L. kéš-da (-)˹ne˺-[a-ti], v. II 3’: L. kin5-ak sa6 zé, v. IV 5: tar bar6:kù Ì-lum-bal ʾA5 -bù-ul-ni ì-na-sum L. du-du áš-da-su-ma;14

r. II 3: L. è ti-la wa udu al6-tuš, r. III 5: L. a ʾÀda-ša ugula uru Kùn-Da-ba-an Ḫa-ba [na-s]e11 ḫi-mu-túm a-u9 -ne nu a-záḫ al6 Ru12 -zi-Ma-lik, v. III 3: su-ma du-ga-lu-su-ma wa wa-si-lu-zu a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma L. dudu; 15 v. I 4: […] ga-˹lu˺ si-in iti kur6 kam4 -muma du-du du8-sù gaba-r[u] L. tar.˹tar˺ [...], v. II 2: L. e11 si-in Ga-sùr ki [D]a-muki [...], v. III 6: […] kú kam4-mu uru ki a-ti še-gu[r10] L. zi-[ga] àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 -mu …], v. IV 10: L. ér gá×gi4-˹gi4˺ ì-na-sum, v. V 3: L. nídba-ma nídba, v. V 6: L. šu ba4-ti bar6:kù dingir-dingir sikil, v. V 11: L. [dingir-ding]ir? kú-sù sa6 kú al6 ˹x˺-a-lu [...]-[d]a-˹x˺ [...]; 16 r. II 8: L. a-dawa lú zé-sù, r. III 1: L. en-en ì-na-sum lú da-mu da-mu ʾÀ-du íl zíd, r. III 8: L. níg-kas4 ˹al6˺ zag, r. IV 2: L. zà-me bar6:kù, r. IV 5: L. ti-da-bagu-ne a-a-ga, v. I 1: L. du11-ga giš ba-tukux, v. I 4: L. bar.an bar.an níg-sa10 in bar6:kù, v. I 9: L. ḫi-mu-túm si-ra-ga am6 -du-da-ma kaskal, v. II 4: L. (cancell.) ḫi-mu-túm si-ra-ga kù-gi sa6 wa kù-gi ḫul, v. III 1: L. bar6:kù níg-gú-du in a-rí ma-da a-rí ma-da níg-gú-du-ma in nase11 na-se11 [s]a6 […]; 17 r. II 1: L. [níg-ka]s4 ˹dím˺ [si]-in Du-luki ḫul a nu níg-kas4 me-na níg-kas4 šu mu-tak4 (-)ne-a-si, r. III 8: L. du-dabí-nu a dím wa šuku sa.za xki, v. III 2: L. mi-neiš na-se11 na-˹se11˺ in uru ki è, v. III 8: L. [w]a-dar maškim-e-gi [ma]škim-[e-g]i [s]i-in [A]r-miki [níd]ba [ì]-giš [...]; 18 r. I 6: L. igi-gar igi-igi kaskal sa6 è ˹si˺-ma [Ḫa]-a-[bí]-du[ki] [du]-duma, r. II 3: L. maškim-e-gi4 gaba i[r11]-i[r11], r. II 7: L. gaba-ru an-na, r. II 10: L. ì-giš Ga-sùr ki [ní]dba ˹in˺ ì-giš ì-giš en mu-ti mi-nu al6-du11ga [ì-na]-˹sum˺, r. III 11: L. ì-giš sá-˹dug4˺ si-gima, r. V 3: L. da-mu [d]a-mu [ḫ]i-mu-˹túm˺ w[a] á-˹daḫ˺ si-in sa.za xki, v. I 9: L. [2] uru ki Ziti-ir ki ˹wa˺ Sal-ba-˹a˺ki ˹Da˺-[t]i Na-gàr ki kam4 mu igi-tùm a-sù, v. V 1, 4: L. si-in gaba-túg L. Ru12 -zi-Ma-lik ˹dumu˺-[nita I-lum-ba]l [šu munígin] sa.za xki; 19 r. III 3: L. al6-gál šu-munígin uru ki, r. IV 5: L. igi-du8 kur ʾà-na uduudu du-ba-ù ʾà-na kaskal ˹šu˺ ˹mu˺-tak4 [(-)sina-ad], r. V 2: L. a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ruma zà-ús wa ì-na-sum bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […], r. VI 2’: L. ì-na-sum nu sa6, r. VI 5’: L. a níg-sa10 [...], v. III 1: L. lú [...]-da [...]; 20 r. III’ 6’: L. ì-na-sum […], r. V’ 3’: L. nu ì-ti 5 li-˹im˺ še gú-bar si-in iti lú d A-dam-ma, v. I 2: L. šema igi-sig uru ki igi-sig uru ki níg-éš-nu-éš, v. I 9: L. du11-ga [...], v. III 3: L. [x x]-du [x(-x) ...]; 21 r. II 1’: L.? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma zé-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], r. V 3: L. šu-˹du8˺-s[ù ...], r. V 9: L. mi-zi-ti gaba al-bu15 é dím!(ur) giš-sur x 1 du6ki [in-na-sum 1 udu-sù a-dè 1 du 1 gu4-sù a-dè 1 d]u, v. V 24: L. [in sikil šeš-II-ib šeš-IIib in-na-sum zíd da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudux˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-nasum], r. VI 20: L. gána-kešda-ki-sù al-bu15 [áš-

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Glossario da u4-zal u4-za]l ˹ú˺-šim in-na-sum giš-sur x, r. VII 6: [L.] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal albu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6bal!(kul) zíd da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é], r. VIII 2: [L.] dumu-nit[a] gabí-rúm ti-la gána-kešda-ki a-mu-su al-bu15 1 na-se11 dumu-nita dumu-nita-sù šà-gig [du-d]u, r. IX 6: L. [al-bu15] ki nu zu áš-da šeš-sù níg-ágá-ii, r. IX 17: ap [al-bu15 áš-da u4-zal u4-zal] L. ú-šim in-na-sum in u4 ḫúl giš-sur x ga-bí-rúm [dumu-nita-sù ì-na-sum], r. XII 2: L. in-na-sum lú nundum(ka.nu)-sù [sa.z]a ki ˹en˺ [in u4 ḫúl ki ì-na-sum bù-šu-ma] ki Ib-laki [l]ú si-in kal[am]tim[ki] kalam-tim[ki] a-a-sa-am6, r. XII 19: L. ug7 ˹bù˺-[šu-ma] g[a]-˹bí˺-rúm in Ib-laki ba-ru12 -ù, v. II 6: [L.] 2 di-ku5 ʾà-ba-ad al6 Ib-laki ˹kú˺, v. II 12: [L. zé-sù]ma kú ug7 lú ʾà-ba-tim […], v. IV 7: L. du-du ˹du6˺ki [Ib-laki] zé-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki […], v. V 10: L. ug7 1 na-se11 [...]-˹x˺ […]. 3)  1 v. V 5’: [...] ˹ki˺-sù wa ˹šu˺-ba4-[t]i [...]ki [L.] igi.du a Ma-ríki [...]; 2 v. II 1: L. inim-di inimdi Du-bù-ḫu-dʾÀ-da wa an-na wa ì-na-sum; 3 v. VI 1: ap 1 ku-tu ninda nu ì-ti L. [ì-na-sum] A-rí-lu wa níg-sa10 túg-túg guruš-guruš bí-su; 4 r. III 11: a-aḫ-la ì-ti si-in Na-gàr ki kalam-timki kalam-timki inim-di giš ba-tukux wa kalam˹tim˺[ki] [kalam]-˹tim˺ki bu15 L. a-ru12 -ga en Nagàr ki I-bí-Zi-kir kalam-timki kalam-[timki ...], v. VI 12: ap i-ti ne-ḫa-˹ba˺-dam Na-ḫiki wa A-murúmki L. du-du 4 maškim-e-gi4 ù-ma 5 maškime-gi4 kurki; 8 v. II 4: udu-udu mete áš-ti kas4 lú du-du L. ì-na-sum udu-udu; 12 v. II 2: igi-du8 L. Da-na-núm lu-ma igi-du8!, v. III 2: igi-du8 L. Da-na-núm lu-ma igi-du8 wa Ti-ḫir-Ma-lik luma igi-du8; 13 r. III 4: zé-gú-nu gál-tak4 a mudu giš ba-tukux kam4-mu L. šu-du8 kaskal, r. V 4: wa gi4 L. bu15 (-)ne-a-ti wa kéš-da (-)˹ne˺-[ati]; 15 v. IV 7: ap bar6:kù dingir-dingir en-núm zà-me L. túg-zi:zi-a 2 šu-sù. 4)  12 r. II 2: su-ma ninda ba-su-ga wa še-martukux dam-dam lú I-bí-Zi-kir L. gurušda zíd dam-dam ḫi-mu-túm; 14 v. III 8: ap a du-ga-lu L. šu-du8. 5)  2 v. II 4, 6: wa inim-di inim-di Du-bù-ḫud ʾÀ-da L. an-na L. ì-na-sum; 4 r. VII 11: wa siza-ù L. al6-gál é dingir ˹ì˺-ti, v. III 8: dumu-nita Íl-wi-i-lumki al6-tuš áš-da-ga wa la-˹am6˺-[sù] L. ma-ti-ma mu-túm é en al6-tuš udu sa6; 5 v. I 4: wa du11-ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi L. [igi]-igima [a]l6 [m]u-túm zíd si-in Ib]-˹la?˺ki [...]. 6)  4 r. I 12: L. da-ba-ga ba-ga ˹giš˺ ba-tukuxma ˹al6˺-tuš ˹u9˺-li-˹da˺-[am6] in kam4 -mu lú Armiki al6-tuš [ba]-wa, v. I 15: wa du11-ga in[im-di] in[im-di]-sù [L. zé]-gú-[nu] a ku4-˹ra˺, v. VI 1: ap 2 maškim-e-gi4-ga mi--iš maškim-egi4 bar-ʾà-ti A-rí-mi L. ug7 inim-di inim-di {x} a nu ì-ti; 7 r. V 1: L. al6 é a-mu a nu níg-éšnu-éš gi-a-du; 13 r. II 3: wa íl zíd ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 L. ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6; 14 r. III 1: ap lú nu

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an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga]. L. 1 dumu-nita A-gaum wa-si-ru12. wa ... wa  «sia ... sia»  6 v. I 1, 6, II 2: L. ì-giš ì-[giš] kú I-bí-Zi-kir níg-gú-du L. -giš ni-mi níg-gú-du L. ninda-si-ga níg-gú-du; wa-˹x˺-[x]  15 r. IV 1’: […] L. wa […]. wa-ʾà-tum  «persona singola; messaggero che viaggia da solo» (*waḥd-um; cf. a.bab. Mari wēdum, Lafont, CRRA XXXVIII, p. 171, n. 24)  7 r. III 13: ap I-ti 3 in ábba-ábba al6-gír-šum wa á-nu-gi4 ˹1˺ na-se11 L. ne-na-sa-nu si-la-ga, r. VI 11: 1 na-se11 Ma-ríki è minu sa.za xki si-in Ar-miki wa [è 1 na-se11] L. wa-ad  (avverbio) (var. wa-a-da-, testo 4 r. I 11; wa-da-, testo 7 v. III 5) «singolarmente, da solo» (*waḥad, st. assol.)  3 r. I 9: guruš-guruš igi-du8 wa ninda L. ninda ì-na-sum ba-ga-mi-iš guruš-guruš; 4 r. I 11: inim-d[i] inim-[di] lú ki-k[i] al6-[tuš] Maríki ga-wu-nu L.-ma, v. V 7: ap gaba-ma I-bí-Zi-kir giš-ba-tukux inim-di inim-di na-se11 na-se11 giš-˹ba˺tukux wa ˹maškim˺-e-gi4 maškim-e-gi4-ga ma-gi-lu L.-ma; 7 v. II 8, III 2, 5: ap bar6:kù L. ì-na-sum nase11 na-se11 wa ì-g[iš] L. wa udu-udu L.-ma in 1 uruki. wa-˹da˺?-iš  (infinito, dat.) «per conoscere» (*wadāʿiš, *wdʿ)  2 r. II 3: ne-li-ig-ma L. bar6:kù dʾÀ-da in 1 gígir Ar-sa-daki wa ama-ug5!(ezen×an)-ga an wa gi4 na-se11-na-se11 wa bù-su-gu na-se11 na-se11. wa-ti  (st. assol.) «in disponibilità» (*wadiʿ; cf. LL zà-me / wa-ti-um «disponibile»)  18 v. IV 8: a Zi-mi-[na]-ma-lik ˹áš˺-dag mi-n[a] L. [maškim]-e-g[i4] ar-[za]. wa-dar  (avverbio) «in aggiunta» (*watar)  17 v. III 9: wa L. maškim-e-gi [ma]škim-[e-g]i [s]i-in [A]r-miki [níd]ba [ì]-giš [...]. wa-si-lu-zu  «obbedienza» (*waširūt-šu, *wšr «essere remissivo, obbediente»)  14 v. II 8: su-ma du-ga-lu-su-ma wa L. a gi-ni-ma lú maškim-e-gi4 du-ga udu-ma wa du-du. wa-si-ru12  (stativo con marca subordinativa) «(se) egli sia obbediente» (*wašir-u, *wšr «essere remissivo, obbediente»)  14 r. III 4: ap lú nu an-˹gál˺ ˹udu˺ ˹du˺-[ga]. wa 1 dumu-nita A-ga-um L. wa-ti v. wa-˹da˺?-iš.

Z zabar  «bronzo»  19 v. II 1: […] útul-útul L. [...] túg? [...]. zag  «confine, territorio» (cf. zag = acc. pāṭum)  16 r. IV 1: wa níg-kas4 ˹al6˺ L. za-gi-lum  (participio) «colui che chiude» (*skr «chiudere, sbarrare», cfr. LL a-ušx-ki / za-gi-rí a, zigi-lum, *skr «chiudere, sbarrare (le acque)»; anche in ARET XVI p. 282, s.v. za-gi-ir)  5 r. III 6: ap zagi-lum kaskal L. Sá-ù-mu-ma zà-me  1) «eseguire; compiere (un rito); 2) assegnare, attribuire» (ARET XI, p. 177, s.v.; ARET XIII, p. 311, s.v.) 1)  15 v. IV 6: ap bar6:kù dingir-dingir en-núm L. wa túg-zi:zi-a 2 šu-sù. 2)  16 r. IV 3: wa L. bar6:kù.

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Glossario

zà-ús  «truppe scelte» (LL zà-ús / ba-i-la-tum, /baḥir-āt-um/, Fronzaroli, QuSem 13 [1984], p. 122 sg., 137)  2 v. II 9: 2 mi-at 33 ma-na 5 bar6:kù L.; 19 r. V 6: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma L. wa ì-na-sum bar6:kù wa šu ba4-ti zíd […]. zé  «espressione (della bocca), desiderio espresso» (*ṣiʾ [pī], Gelb, LdE, p. 17 e p. 42)  3 v. III 16: wa rí-péš L.-ga kalam-timki á-daḫ; 4 r. VI 3: ˹wa˺ L.˹gú˺-˹nu˺ a ku4-ra, v. I 16: [wa L.]-gú-[nu] a ku4-˹ra˺; 13 r. II 8: L.-gú-nu gál-tak4 a mu-du giš ba-tukux kam4-mu wa šu-du8 kaskal, v. III 1: w[a] kin5-ak sa6 L.; 14 r. I 9: ir11-ir11 še-mar-tukux lú L. sa6 lú še-ba ì-na-sum, v. II 1: 1 dumu-nita L. du11-ga a-mu šu-du8; 16 r. II 10: ˹wa˺ a-da-wa lú L.-sù; 18 r. IV 4: am nídba si-in en L. al6[-tuš] tu-ra ku-tu la-ḫa kù-gi sìla-da al6du11-ga ì-na-sum; 21 r. III 3: ˹wa˺? kú a-«ur4» a-«ur4» Ib-laki bù-šu-ma L.-sù du-du níg-sa10 níg-sa10 áš-du [bad gu4-gu4 udu-udu] uzu […], v. II 13: [wa L.-sù]ma kú ug7 lú ʾà-ba-tim […], v. IV 11: wa du-du ˹du6˺ki [Ib-laki] L.-sù-ma ugula ˹lam7˺:ki. zíd  «farina»  4 r. V 3: si-in kalam-˹tim˺ki kalam-[tim]ki [du11-g]a [L. í]l [si-i]n [sa].za xki, r. V 9, 11, 15: [w]a [šu] mu-tak4 [L. 1 an-zam x] ˹kù-gi˺ 1 gá!(lagab)×lá L. šu ba4-ti wa 1 gín-dilmun bar6:kù 20!(2) nígsagšu L. šu ba4-[ti]; 5 r. II 4: gi-lu-ma kalam-timki kalam-timki na-gú-zu-ma íl L. si-˹in˺ sa.za xki, v. I 8: wa du11-ga-sù ˹10˺ ma-na [kù]-gi wa [igi]-igi-ma [a]l6 [m]u-túm L. si-in Ib]-˹la?˺ki [...]; 12 r. II 4: su-ma ninda ba-su-ga wa še-mar-tukux dam-dam lú I-bíZi-kir wa gurušda L. dam-dam ḫi-mu-túm; 13 r. I 7: wa íl L. ba-[šè-am6] s[a6] si-in guruš-guruš gál-tak4 wa ti-la-ba-šu guruš-guruš ˹tak4˺ nu sa6; 16 r. III 7: wa en-en ì-na-sum lú da-mu da-mu ʾÀ-du íl L.; 19 r. II 5: du-da-bí-nu [še ù-ma n li]-˹im˺ ù-ma 4 li-im L. mu-túm mi-na a diri(a.si) še [e11(-ma) an-d]a, r. V 12: wa a-˹rí˺-˹ma˺ m[u]-du gaba-ru-ma zà-ús wa ì-nasum bar6:kù wa šu ba4-ti L. […]; 21 r. VI 5: wa [in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib in-na-sum L. da-ba 1 ḫi-lum] ˹šudu x˺ nundum(ka.nu) é dʾA5-da-bal!(kul) al-bu15 ki ša-du áš-da u4-zal u4-zal in u4 [ḫúl en ì-na-sum], r. VII 18: [wa] ki ma-wi-tum áš-da u4-zal u4-zal al-bu15 ki ša-du in sikil šeš-II-ib šeš-II-ib al6-bal!(kul) L. da-ba 1 ḫi-lum dím giš-sur x «ur4»-«ur4» [é]. zíd-zíd  8 r. II 7: [ì-giš ì-giš] ˹na˺-[se11] na-˹se11˺ lú é ga-ma-tim ì-na-sum si-in ˹Íl˺-wi-luki šu mutak4 L. A-rí-me. v. anche é zíd. v. anche še-zíd. zi-ga  «estrarre, prelevare»  7 r. II 2: in igi!(ba)-šèdu maškim-ma[škim-su-nu a]l6-gír-[š]um L. in 1 uru ki; 15 v. III 7: […] kú kam4-mu uru ki a-ti še-gu[r10] wa L. àga-ú[s] bí-[su]-m[a] k[am4 -mu ...]. zi-kam4  (sg. acc.) «stretto; (chiatta) piccola» (*sīq-, cf. giš-má-sig-ga = acc. sīqtu)  21 v. IV 2: […] ˹ugula˺ ˹lam7:ki˺ L. nu šu ba4-ti giš-ru giš-ru dingirdingir è. zu  v. ì-zu.

X […]-a  19 r. I 6: […]-i […]-ud-ud […]-du […]x […]x […]-ga […]x […]-da L. ra-bù. [(…) a]l6  15 r. I 4’: […-d]u […] ˹x˺ […i]n L. áš-da-ma […]. ˹x˺-a-lu  15 v. VI 5: [w]a [dingir-ding]ir(?) kú-sù sa6 kú al6 L. […]-[d]a-˹x˺ […]. […]-da  19 r. I 6: […]-i […]-ud-ud […]-du […]x […] x […]-ga […]x L. […]-a ra-bù, v. III 3: wa lú L. [...]. […]-[d]a-˹x˺  15 v. VI 6: [w]a [dingir-ding]ir(?) kú-sù sa6 kú al6 ˹x˺-a-lu L. […]. [x]-du  20 v. III 5: wa [x] L. [x(-x)] [...]. […]-du  19 r. I 3: […]-i […]-ud-ud L. […]x […]x […]ga […]x […]-da […]-a ra-bù. […]-[d]u  16 v. IV 3: in na-se11 na-se11 [s]a6 […]x [...] […]-rí-[…]-ma […] L. […-m]a. […-d]u  15 r. I 1’: [...] L. […] ˹x˺ […i]n [(…) a]l6 ášda-ma […]. ˹x˺-ga?(-x)  21 v. I 12: [...] L. ˹x˺-i-x [...]. […]-ga  19 r. I 4: […]-i […]-ud-ud […]-du […]x […]x L. […]x […]-da […]-a ra-bù. […-g]i-a  16 r. II 4: […]-x […]-x-su […]-in [...] […]-x […] L. [...-t]u […]-ma [ì]-na-sum-[s]ù. […]-i  19 r. I 2: […] L. […]-ud-ud […]-du […]x […]x […]-ga […]x […]-da […]-a ra-bù. ˹x˺-i-x  21 v. I 13: [...] ˹x˺-ga?(-x) L. [...]. […]-in  16 r. I 2’: […]-x […]-x-su L. [...] […]-x […-g]i-a [...-t]u […]-ma [ì]-na-sum-[s]ù. [ i]n  15 r. I 3’: [...] […-d]u […] ˹x˺ L. [(…) a]l6 áš-dama […]. […-m]a  16 v. IV 4: in na-se11 na-se11 [s]a6 […]x [...] […]-rí-[…]-ma [...] […]-[d]u L. [...]. […]-ma  16 r. II 6: […]-x […]-x-su […]-in [...] […]-x [...] […-g]i-a [...-t]u L. [ì]-na-sum-[s]ù. […]-rí-[…]-ma  16 v. IV 1: in na-se11 na-se11 [s]a6 […] x […] L. [...] […]-[d]u […-m]a. [...-t]u  16 r. II 5: [...] […]-x […]-x-su […]-in [...] […]-x [...] […-g]i-a L. […]-ma [ì]-na-sum-[s]ù. [...] túg?  19 v. II 2: […] útul-útul zabar L. [...]. […]-tum  13 r. V 1: wa ar-ḫi-iš maškim-e-gi4 Ù-ša kam4 -mu šu mu-nígin L. […]-ud-ud  19 r. I 2: […] […]-i L. […]-du […]x […]x […]-ga […]x […]-da […]-a ra-bù. […]-x-su  16 r. I 1’: […]-x L. [...]-in […] […]-x […] […-g]i-a […-t]u […]-ma [ì]-na-sum-[s]ù.

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Interpretazioni proposte

L’indice raccoglie le interpretazioni proposte per le grafie fonetiche che compaiono nei testi; ne sono escluse quindi le glosse della lista lessicale bilingue che sono state ciate nel commento in relazione ai sumerogrammi. ʾaḫiram   «da ultimo»     v. a-aḫ-la. ʾamirum   «controllato»     v. a-mi-ra-tum. ʾanʾa   «io»     v. an-na. ʾanta   «tu»     v. an-da. ʾantanu   «voi»     v. an-da-nu. ʾap   «e dunque; e anche; e invece»     v. ap. ʾarḫiš   «velocemente»     v. ar-ḫi-iš. ʾarūm   «mulino»     v. a-ru12-. ʾarzum   «conifere»     v. ar-za. ʾaw   «o, oppure»     v. a (congiunzione disgiuntiva). ʾay   (particella negativa)     v. a-u9 -ne. ʾin   «in, contro, per»     v. in. ʾuma   «e anche»     v. ù-ma (congiunzione coordinativa). ʾūma   «oppure»     v. ù-ma (congiunzione disgiuntiva). ʿadē   «mentre»     v. a-ti (congiunzione). ʿadē   «fino a»     v. a-ti (preposizione). ʿal   «sopra, accanto, davanti»     v. al6. ʿanāyum   «cambiare»     v. a-u9 -ne. ʿaynum   «occhio»     v. a-ne. baʿālum   «avere autorità »     v. i-ba-íl. bakāyum   «piangere; lamentarsi»     v. ba-ga. baqāmum   «strappare la lana»     v. ba-ga-mi-iš. barāyum   «ispezionare»     v. ba-ra-u9. barḥati   «fra, dentro»     v. bar-ʾà-ti. baṯiyum   «disponibile»     v. ba-[šè-am6]. bawāʾum   «venire, entrare»     v. i-[ba-a]. bīṯum   «disponibilità, beni disponibili»     v. bí-šu-. būṯum   «beni, proprietà»     v. bù-šu. damum   (un gruppo tribale)     v. Da-muki. ḏanāyum   «essere adirato»     v. ša-nu-. gabīrum   «proprietario»     v. ga-bí-rúm. gīšum   «vittima (uccisa mediante ferita da taglio)»     v. gi-šum. gūšum   «uccisione (mediante ferita da taglio); vittima»     v. gú-šum. ġirratum   «inganno, peso ingannevole»     v. ir-ra-tum. halākum   «andare»     v. ˹a˺-[la]-gi. hanna    «ora, davvero»     v. an-na. hanni   «ora, davvero»     v. an-ne. harārum   «scorrere, gocciolare; libazione»     v. ʾàra-lu. hārirum   «colui che versa»     v. ʾà-rí-ra. hawāwum   «parlare»; t/1 «discutere»     v. a-da-wa. hawiyum   «esistente»     v. ʾà-wa. hinma   «così; dichiarazione, risposta»     v. en-ma. hinna   «di certo»     v. in-na. ḥapartum   «razione (di orzo)»     v. ʾà-ba-tim. ḥarḥarum   «catena»     v. àr-ʾà-ru12. ḥennum     «dono grazioso»     v. en-núm. ḥiṭṭum   «cereali, orzo»     v. *i-tum. ḫabātum   «rubare; saccheggiare»     v. ne-˹ḫa˺-ba-dam. ḫazannum   «rappresentante (di un potere esterno)»     v. ḫa-za-nu.

ḫīlum   «resina»     v. ḫi-lum. ḫirūtum   «canale»     v. ˹ḫu˺-lu-˹du˺-. -ī     v. -(C)i (pronome personale suffisso, 1a sg. gen.). -ka     v. -ga (pronome personale, 2a m. sg. gen.-acc.). kalum   «totalità»     v. ga-a. karūm     «granaio»     v. ga-lu. kašādum   «inviare»     v. nu-gú-su-da-. kawānum   «essere stabile»     v. gi-ni-. kaymum   «famiglia (dei seminomadi)»      v. kam4 -mu. kīyatum   «bruciatura»     v. gi-a-du. kubārum   (misura di capacità per aridi)      v. gú-bar. -kum     v. –kum (pronome personale suffisso, 2a m. sg. dat.). -kunu     v. -gú-nu (pronome personale, 2a pl. m. gen.). kuttuʾum   «(agente) fiduciario)»      v. ku-tu (logogramma semitico). kuwāšim    v. gú-wa-si (pronome personale indipendente, 2a sg. dat.). la-   «ora, davvero»     v. *la- (particella asseverativa). laḥmum   «cibo»     v. la-˹am6˺. lasāmum   «viaggiare rapidamente»     v. a-a-sa-am6. liʾim   «mille»     v. li-im (stato assoluto). lu   (particella precativa)      v. lu. -ma   (particella enfatizzante)      v. –ma. maʾādum   «essere numeroso, abbondante»     v. i-maì-du. madādum   «misurare»     v. am6 -du-da-. magārum   «acconsentire»     v. ma-gi-lu. mannum   «chi?»      v. ma-na (pronome interrogativo). mātum   «paese»     v. ma-tim!(mun). maṭāyum   «essere scarso»     v. ma-ti-. mawātum   «morire»     v. ma-wi-tum. mawnum   provviste»     v. ma-na (sg. acc.) «provviste». miʾat   «cento»     v. mi-at (stato assoluto). mīnum   «chi?»     v. mi-na. mīnum   «da»     v. mi-nu (preposizione). mīnumma   «qualsiasi cosa»     v. mi-nu-ma. misīḥtum   «purificazione (per il sangue versato)»     v. mi-zi-ti. nabāḫum   «saccheggiare»     v. nu-da-na-ba-ḫu. naḥāyum   «volgersi»     v. nu-u9 -nu. naḥīyum   «ritorno, contraccambio»     v. na-i-ì. nakāsum   «tagliare; aprire tagliando»     v. na-gú-zu-. napurrum   «disperso»     v. na-bur-ru12 . našāʾum   «sollevare; portare»     v. ne-na-sa-nu. našum   «persona, gente»     v. na-se11 (logogramma semitico). nawīrum   «splendente; (olio) chiaro»     v. *ne-mi-lum. -nayn     v. *–na-a (pronome personale suffisso, 1a du. gen.). (-)niāšim      v. (-)ne-a-si (pronome personale, 1a pl. dat.).

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Interpretazioni proposte

niāti     v. ne-a-ti (pronome personale indipendente, 1a pl. gen.). (-)niāti     v. (-)ne-a-ti (pronome personale, 1a pl. acc.). -nu     v. –nu (pronome personale suffisso, 1a pl. gen.). -nu     v. –nu (pronome personale suffisso, 1a sg. acc.). pašāqum   «essere stretto, difficile»     v. ba-su-ga. paw   «qui»     v. ba-wa. pušqum   «strettezza; bisogno»     v. bù-su-gu. qamḥum   «farina»     v. ga-ma-tim. qātam   «ugualmente»     v. ga-da. rabāṯum   «avanzare un ricorso»     v. ti-la-ba-šu. rabiyum   «grande»     v. ra-bù. ripiš   «largamente»     v. rí-peš. sakārum   «chiudere, sbarrare»     v. za-gi-lum. sīqum   «stretto; (chiatta) piccola»     v. zi-kam4. ṣiʾum   «uscita; espressione (della bocca), desiderio espresso»     v. zé. šasāyum   «gridare; chiamare»     v. si-za-ù. šiʾmū   «prezzo»     v. si-mi. šiʾrum     «presagio tratto dalle viscere»     v. si-ri. šiknum   «ordinamento, prescrizione»     v. si-gi-. šin   «a, verso, per»     v. si-in. (-)šināt     v. (-)si-na-ad (pronome personale, 3a pl.- f. acc.). šīrum     «invio»     v. si-ra-. -šu      v. -su (pronome personale suffisso, 3a m. sg. gen.-acc.). -šu     v. -sù (pronome personale, 3a pers.) (logogramma semitico). -šumayn     v. -su-ma (pronome personale suffisso, 3a du. gen.-acc.). šumma   «se»     v. su-ma.

-šunu     v. –su-nu (pronome personale suffisso, 3a pl. gen.). šuwa   «egli»     v. su-wa. šuwātu   «quello»     v. su-wa-du. tabākum   «versare; immagazzinare»     v. da-ba-gu. tabšulum   «offerta di carni cotte»     v. dab6 -su-a-. takilum   «degno di fiducia; di buona qualità»     v. dagla. tukālum   «affidamento, nomina»     v. du-ga-lu-. tūtabbilum   «provvista»     v. du-da-bí-. ṭābum    «buono»     v. da-ba. ṯu   v. *šu (pronome determinativo-relativo). wa   «e»     v. wa (congiunzione), ù (logogramma semitico). wabālum   «portare»     v. du-bù. wadāʿum   «conoscere»     v. wa-˹da˺? -iš. waḥad   «singolarmente, da solo»     v. wa-ad. waḥdum   «persona singola; messaggero che viaggia da solo»     v. wa-ʾa-tum. wakālum   «esercitare piena autorità» (0/2)     v. ù-wa˹gi˺-˹a˺-. warādum   «scendere»     v. ˹u9˺-li-˹da˺-[am6]. wasartum   «pressione (esercitata su una persona)»     v. a-zàr-da. wašārum   «essere remissivo, obbediente»     v. wasi-ru12. waširūtum     «obbedienza»     v. wa-si-lu-zu. waštay   «presso»     v. áš-da. waštē   «presso, con»     v. áš-ti. waštum   «da»     v. áš-du. watar   «in aggiunta»     v. wa-dar. -ya     v. –a (pronome personale suffisso, 1a sg. gen.).

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Elenco delle illustrazioni

Nr. 1 Nr. 2 Nr. 3 Nr. 4 Nr. 5 Nr. 6 Nr. 7 Nr. 8 Nr. 9 Nr. 10 Nr. 11 Nr. 12 Nr. 13 Nr. 14 Nr. 15 Nr. 16 Nr. 17 Nr. 18 Nr. 19 Nr. 20 Nr. 21

TM.76.G.196........................................................................ Tavv. TM.76.G.88......................................................................... Tavv. TM.76.G.169+...................................................................... Tavv. TM.76.G.181+...................................................................... Tavv. TM.76.G.247....................................................................... Tavv. TM.76.G.248....................................................................... Tavv. TM.76.G.250+..................................................................... Tavv. TM.76.G.269....................................................................... Tavv. TM.76.G.86......................................................................... Tavv. TM.76.G.204+..................................................................... Tavv. TM.76.G.283....................................................................... Tavv. TM.76.G.89......................................................................... Tavv. TM.76.G.233....................................................................... Tavv. TM.76.G.87......................................................................... Tavv. TM.76.G.153+...................................................................... Tavv. TM.76.G.190........................................................................ Tavv. TM.76.G.235....................................................................... Tavv. TM.76.G.191+...................................................................... Tavv. TM.76.G.278....................................................................... Tavv. TM.76.G.111+...................................................................... Tavv. TM.75.G.11084+.................................................................. Tavv.

I-XVII II-XVIII III-XIX IV-XX V-XXI VI-XXII VII-XXIII VIII-XXIV IX-XXV X-XXVI XI-XXVII XII-XXVIII XIII-XXIX XIV-XXX XXXI XV-XXXII XXXIII XXXIV XXXV XVI-XXXVI XXXVII-XXXVIII

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TAVOLE

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Tavola I

1 recto

1 verso

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Tavola II

2 recto

2 verso

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Tavola III

3 recto

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Tavola IV

4 recto

4 verso

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Tavola V

5 recto

5 verso

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Tavola VI

6 recto

6 verso

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Tavola VII

7 recto

7 verso

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Tavola VIII

8 recto

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Tavola IX

9 recto

9 verso

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Tavola X

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Tavola XI

11 recto

11 verso

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Tavola XII

12 recto

12 verso

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Tavola XIII

13 recto

13 verso

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Tavola XIV

14 recto

14 verso

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Tavola XV

16 recto

16 verso

© 2020, Otto Harrassowitz GmbH & Co. KG, Wiesbaden ISBN Print: 978-3-447-11475-2 ISBN E-Book: 978-3-447-39031-6

Tavola XVI

20 recto

20 verso

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Tavola XVII

1 recto

1 verso

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Tavola XVIII

2 recto

2 verso

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Tavola XIX

3 recto

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Tavola XX

4 recto

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Tavola XXI

5 recto

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Tavola XXII

6 recto

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Tavola XXIII

7 recto

7 verso

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Tavola XXIV

8 recto

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Tavola XXV

9 recto

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Tavola XXVI

10 recto

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Tavola XXVII

11 recto

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Tavola XXVIII

12 recto

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Tavola XXIX

13 recto

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Tavola XXX

14 recto

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Tavola XXXI

15 recto

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Tavola XXXII

16 recto

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Tavola XXXIII

17 recto

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Tavola XXXIV

18 recto

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Tavola XXXV

19 recto

19 verso

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Tavola XXXVI

20 recto

20 verso

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Tavola XXXVII

21 recto

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Tavola XXXVIII

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