Storia e memoria 8806595199, 9788806595197


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Italian Pages 516 [260] Year 1986

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Storia e memoria
 8806595199, 9788806595197

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Iacques Le Goff

Storia e memoria - '=, ' -ma-\n )" `’_.- '\;1.'_

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© 1977, 1978, 1979, 1980, 1981 e 1982 Giulio Einaudi editore s.p.:-1., Torino ISBN 88-06-59519-9

UNNERSITA' CA' FOSCARI

vENEz|A BfBuorEcA of AREA UMANISTICA

È.

*ihih

Indice

p.1x

Prefazione

Storia e memoria Parte prima 1. 2. 3. 4. 5.

IO

33 61 90 III

Paradossi e ambiguità della storia La mentalità storica: gli uomini e il passato Filosofi della storia La storia come scienza: il mestiere di storico La storia oggi

Parte seconda I. 133 135 138

139 143 154 159 161 163,

165

1. 2. . _ _ U'\ J1J>-\. ›-I _ 7. 8.

Una coppia occidentale e ambigua L' ambiguità di 'antico' 'Moderno' e “nuovo” ; “moderno” e “progresso” Antico/moderno e la storia (VI-XVIII secolo) Antico/moderno e la storia (XD:-xx secolo) I luoghi del modernismo Le condizioni storiche della coscienza del modernismo Ambiguità del moderno

11. Passato/presente

172 174

5.

179

6.

169

Pensare la storia

Antico/moderno

1. 2. 3.. 4.

167

La storia

Uopposizione pass ato/presente in psicologia Pass ato/presente alla luce della linguistica Passato/presente nel pensiero selvaggio Riflessioni di carattere generale su passato/presente nella coscienza storica Evoluzione del rapporto passato/presente nel pensiero europeo dalfantichità greca al XD( secolo Il Xx secolo fra assillo del passato, storia del presente e fascino dell'avvenire -

INDICE 185

111. Progresso/reazione 1. 2. 3. 4. 5.

187 196

204 214 222

Gliinizi delliidea di progresso nell'antichità e nel medioevo La nascita dell'idea di progresso (XVI-xvII1 secolo) Il trionfo del progresso e la nascita della reazione (1789-1930) La crisi del progresso (dal 193.0 circa al 1980) Conclusione

1No1c1s

VII

P- 339

4.

339 397

5. 6.

4oo

11. Calendario H.-

438

1. Calendario e controllo del tempo 2. Il cielo e la terra: la Luna, il Sole, gli uomini _ lfanno _ Le stagioni . _l mese La settimana É.';"'\ -1 -D~\.H 7. :l giorno e la notte 8. I lavori e le feste 9. Oltre Fanno: era, ciclo, secolo 1o. Storia e calendario 1 1. La cultura dei calendari e degli almanacchi

441

1 2. I calendari utopici

4o1 409

Parte terza 227

1.

234 245 257

4.

Le età mitiche nelle zone culturali extraeuropee Le età mitiche nell'antichità greco-romana Le età mitiche nelle tre grandi religioni monoteiste, nell'antichità e nel medioevo Dal Rinascimento ad oggi: fine delle età mitiche? Le tappe della cronologia mitica

II. Escatologia

291

1. 2. 3,. 4. 5.

296 goo

6. 7.

262 270 277

286

Definizione, concetti, affinità, tipologia Escatologie non giudaico-cristiane Base dottrinale e storica delliescatologia giudaico-cristiana Escatologia e millenarismo nell”Occidente medievale ljescatologia cristiana (cattolica, riformata e ortodossa) nell'epoca moderna (xvi-XIX secolo) Il rinnovamento escatologico contemporaneo Conclusione. Escatologia e storia

IH. Decadenza 1. 2.

Un concetto confuso Decadenza nelle prospettive dell'ideologia storica occidentale dall'antichità al Settecento 3. Le ideologie moderne della decadenza: Spengler, Lukács, Toynbee 4. Dalla parte delle altre civiltà 5. I criteri della decadenza 6. Criteri economici 7. Decadenza e concezione del tempo 8. Dissoluzione e declino dell'ídea di decadenza nella storiografia contemporanea

304 307 321

329 332 335 338 339

Parte quarta 347

1.

Memoria

351 354

1. 2.

365

3.

419 423

Età mitiche 1. 2. 3,.

228

L “immaginario del tempo

Liordme della memoria "

La memoria etinica Lo svolgimento della memoria: dall'oralità alla scrittura, dalla preistoria all'antichità La memoria medievale in Occidente

I progressi della memoria scritta e figurata dal Rinascimento ai giorni nostri I rivolgimenti attuali della memoria Conclusione: il valore della memoria

426 428 429 431 434 43?

III. Documento/monumento

443 446 449

457

ii

1. 2.

I materiali della memoria collettiva e della storia Il secolo xx: dal trionfo del documento alla rivoluzione documentaria 3,. La critica dei documenti: verso i documenti/monumenti

Biäiiografia

Prefazione

Il concetto di storia sembra porre oggi sei tipi di problemi:

I .I J

)

Quali rapporti esistono fra la storia vissuta, la storia «naturale ››, se non « oggettiva», delle società umane, e lo sforzo scientifico per descrivere, pensare e spiegare questa evoluzione: la scienza storica? Questo scarto ha, in particolare, permesso l'esistenza di una disciplina arnbiguazi la filosofia della storia. Dall'inizio del secolo, e soprattutto da una ventina d'an_ni,_ si sta sviluppando una branca della scienza storica che studia Fevoluzione

della scienza storica stessa all'interno dello svolgimento

)

storico globale; la storiografia, o storia della storia. Quali relazioni ha la storia con il -tempo, con la durata, sia con il tempo «naturale» e ciclico del clima e delle stagioni, sia con il tempo vissuto e naturalmente registrato dagli individui e dalle società? Da una parte, per domesticare il tempo naturale le diverse società e culture han-

no inventato uno strumento fondamentale, che è anche un dato essenziale della storia: il calendario; dall°altro,

|

4 l

3)

oggi gli storici .s°interessano sempre piú dei rapporti fra storia e memoria. La dialettica della storia sembra riassnmersi in un'opposizione - o un dialogo - passato/presente (e/o presente/passato). Quesfopposizione non È in generale neutra, ma sottintende, o esprime, un sistema di attribuzione di valori, come ad esempio nelle coppie antico/moderno,

progresso/reazione. Dalfantichità al :mir secolo si è svidi

luppata, intorno al concetto di decadenza, una visione pessimistica della storia, che si e ripresentata in alcune ideologie della storia nel XX secolo. Con is lumi sie inve-

PREFAZIONE

ce affermata una visione ottimistica della storia a partire dalllidea di progresso, la quale tuttavia conosce ora, nella seconda metà del XX secolo, una crisi. Dunque: ha la storia un senso? E vi e un senso della storia? La storia e incapace di prevedere e di predire l'avvenire. Come si pone essa allora in rapporto a una nuova (Nora) legato ai nuovi media', alla comparsa di giornalisti fra gli storici e allo sviluppo della . Tuttavia, dall°antichità, la scienza storica, raccogliendo do-

cumenti scritti e facendone dei testimoni, ha superato il limite del mezzo secolo o del secolo raggiunto dagli storici testimoni oculari e auricolari e dalla trasmissione orale del passato. La costituzione di biblioteche e di archivi ha cosí fornito i materiali della storia. Sono stati elaborati metodi di critica scientifica, conferendo alla storia uno dei suoi aspetti di scienza in

senso tecnico, a partire dai primi incerti passi del medioevo (Guenee), ma soprattutto dalla fine del Xvn secolo con Du Cange, Mabillon e i benedettini di Saint-Maur, Muratori, ecc. Non si ha pertanto storia senza emdizioae. Ma allo stesso modo in cui si e fatta nel XX secolo la critica della nozione di fatto storico, che non è un oggetto dato bell'e pronto poiché risulta dalla costruzione dello storico, cosí si fa oggi la critica della nozione di documento, che non è un materiale bruto, oggettivo

e innocente, ma che esprime il potere della società del passato sulla memoria e sull'avvenire: il documento è monumento (Foucault e Le Goff). Nello stesso tempo si è ampliata l'area dei documenti, che la storia tradizionale riduceva ai testi e ai prodotti delfarcheologia, di un” archeologia troppo spesso separata dalla storia. Oggi i documenti arrivano a comprendere

1) Fin dalla sua nascita nelle società occidentali - nascita

tradizionalmente situata nell'antichità greca (Erodoto, nel V secolo a. C., sarebbe, se non il primo storico, almeno il ) ma che risale a un passato piú remoto, negli im-

la parola, il gesto. Si costituiscono arcbiaz' orali; vengono raccolti degli emotesti. L°archiviazione stessa dei documenti, infine, e stata rivoluzionata con il ricorso al calcolatore. La storia quantitativa, dalla demografia alfeconomia fino al culturale, e

X11 1

F

I

Paaaazioni-¬.

PREFAZIO NE

XIII

legata ai progressi dei metodi statistici e dell'informatica applicata alle scienze sociali. 1 Il divario esistente fra la e la scienza storica

zione di verita in storia; al contrario, i continui progressi nello smascheramento e nella denunzia delle mistificazioni e delle falsificazioni della storia permettono di essere relativamente

ha permesso a filosofi e a storici di proporre - dalfantichità

ottimisti al proposito.

fino a oggi- sistemi di spiegazione globale della storia (per il XX secolo, e in senso estremamente differente, si possono ri-

Cio non toglie che l'orizzonte d'oggettiv_ità che dev°essere quello dello storico non deve occultare il fatto che la storia è anche una pratica sociale (Certeau), e che, se si devono con-

cordare Spengler, Weber, Croce, Gramsci, Toynbee, Aron, piú o meno marcata nei confronti della filosofia della storia; ma, ciò nonostante, essi non si volgono verso il positivismo,

dannare le posizioni che, sulla linea di un marxismo volgare o di un reazionarismo altrettanto volgare, confondono scienza storica e impegno politico, è legittimo osservare che la lettura

trionfante nella storiografia tedesca (Ranke) o francese (Langlois e Seignobos) alla fine del XIX e all°inizio del Xx secolo. Fra

lo (ad esempio nella tradizione rivoluzionaria marxista, ma an-

ecc.). La maggior parte degli storici manifesta una diffidenza

della storia del mondo si articola su una volontà di trasformar-

l'ideologia e il pragmatismo essi sono i sostenitori di una storia-problema (Febvre).

che ìn altre prospettive, come quelle degli eredi di Tocqueville

Per cogliere lo svolgimento della storia e farne l°oggetto di una vera e propria scienza, storici e filosofi, fin dall'antichità, si sono sforzati di trovare e di definire le leggi della storia. I

lismo politico). La critica della nozione di fatto storico ha inoltre comportato il riconoscimento di «realtà» storiche a lungo trascurare dagli storici. Accanto alla storia politica, alla storia economica e sociale, alla storia culturale, e nata una storia delle rappresen-

tentativi piú spinti e che hanno subito il fallimento maggiore al proposito sono le vecchie teorie cristiane del provaidenzialismo (Bossuet) e il marxismo volgare, che si ostina - nonostante in Marx non si parli di leggi della storia (come invece accade in Lenin) - a fare del materialismo storico una pseudoscienza

del determinismo storico, ogni giorno sempre piú smentito dai fatti e dalla riflessione storica. In compenso, la possibilità di una lettura razionale a posteriori della storia, il riconoscimento di certe regolarità nel corso della storia (fonda-mento di un comparatismo della storia delle

diverse società e delle diverse strutture), Felaborazione di modelli che escludono Fesistenza di un modello unico (l'allargamento della storia al mondo nel suo complesso, l'inf-luenza dell'etnologia, la sensibilità alle differenze e al rispetto dell”altro vanno in questo senso) permettono di escludere il ritorno della

storia a un puro racconto. Le condizioni nelle quali lavora lo storico spiegano inoltre perché si sia posto e si ponga sempre il problema dell'oggetrivita dello storico. La presa di coscienza della costruzione del fatto

fstorico, della non-innocenza del documento, ha gettato una luce cruda sui processi di manipolazione che si manifestano a tutti i livelli della costituzione del sapere storico. Ma questa

e di Weber, che associano strettamente analisi storica e libera-

tazioni. Questa ha assunto forme diverse: storia delle concezioni globali della società, o storia delle ideologie; storia delle strutture mentali comuni a una categoria sociale, a una società, a un'epoca, o storia delle mentalità; storia delle produzioni dello spirito legate non al testo, alla parola, al gesto, ma all°imma-

gine, o storia dell°immaginario, che permette di trattare il documento letterario e quello artistico come documenti storici a pieno titolo, a patto di rispettare la loro specificità; storia delle condotte, delle pratiche, dei -rituali, che rinvia a una realtà nascosta, soggiacente, o storia del simbolico, che condurrà forse

un giorno a una storia psicanalitica, le cui prove di status scientifico non sembrano però ancora raccolte. La scienza storica stessa, infine, con lo sviluppo della storiografia, o storia della storia, viene posta in una prospettiva storica. Tutti questi nuovi settori della storia rappresentano un arricchimento notevole, purché vengano evitati due errori: anzitutto subordinare le realtà della storia delle rappresentazioni ad altre realtà, le uniche alle quali spetterebbe uno status di

cause prime (realtà materiali, economiche) - rinunziare, dunque, alla falsa problematica delliinfrastruttura e della sovra-

constatazione non deve sfociare in uno scetticismo di fondo .a

struttura. Ma anche non privilegiare le nuove realtà, non con-

proposito dell°oggettività storica e in un abbandono della no-

ferire loro, a loro volta, un ruolo esclusivo di motore della sto-

.i

l XIV

PREFHZIONE

ria. Una spiegazione storica efficace deve riconoscere l°esistenza del simbolico in seno ad ogni realtà storica (compresa quella economica), ma anche confrontare le rappresentazioni storiche

con le realtà che esse rappresentano e che lo storico apprende mediante altri documenti e altri metodi: ad esempio confron-

PREFAZIONE

xv

durre, accanto a questi quadri misurabili del tempo storico, la nozione di durata, di tempo vissuto, di tempi molteplici e relativi, di tempi soggettivi o simbolici. Il tempo storico ritrova, a un livello molto sofisticato, il vecchio tempo della memoria, che travalica la storia e l'alimenta. _

tare l”ideologia politica con la prassi e gli eventi politici. E ogni

storia deve essere una storia sociale. Infine, il carattere « unico ›> degli eventi storici, la necessità

dello storico di mescolare racconto e spiegazione hanno fatto della storia un genere letterario, un'arte nello stesso tempo che una scienza. Se questo e stato vero dall'antichità al XIX secolo, da Tucidide a Michelet, lo È: meno nel XX secolo. Il crescente tecnicismo della scienza storica ha reso piú difficile allo storico li

apparire anche scrittore. Ma vi e sempre una scrittura della

I

Storia.

2) Materiale fondamentale della storia È: il tempo; da molto,

i I

quindi, la cronologia svolge un ruolo essenziale come filo conduttore e scienza ausiliaria della storia. Lo strumento principale della cronologia e il calendario, che va ampiamente oltre l°ambi_to dello storico, essendo anzitutto il quadro temporale fondamentale del funzionamento delle società. Il calendario rivela lo sforzo compiuto dalle società umane per domesticare il tempo naturale, utilizzare il movimento naturale della Luna o del Sole, del ciclo delle stagioni, dell'alternanza del giorno e della notte. Ma le sue articolazioni piú efficaci- l'ora e la settimana - sono legate alla cultura, non alla natura. Il calendario è il prodotto e l'espressione della storia: e legato alle origini mitiche e religiose dell'umanità (feste), ai progressi tecnologici e scientifici (misura del tempo), all'evoluzione economica, sociale e culturale (tempo del lavoro e tempo dello svago). Esso

manifesta lo sforzo delle società umane per trasformare il tempo ciclico della natura e dei miti, dell°eterno ritorno, in un tempo lineare scandito da gruppi d'anni: lustro, olimpiade, se-

colo, ere, ecc. Alla storia sono intimamente connessi due progressi essenziali: la definizione di punti di partenza cronologici (fondazione di Roma, era cristiana, egira, e cosí via) e la ricerca

3-4) L'opposizione passato/presente e essenziale nelliacquisizione della coscienza del tempo. Per il bambino «comprendere il tempo significa liberarsi del presente» (Piaget), ma il tempo della storia non è né quello dello psicologo né quello del linguista. Tuttavia l'esame della temporalità in queste due

scienze avvalora il fatto che l'opposizione presente/passato non è un dato naturale, ma una costruzione. D'altra parte, la constatazione che la visione di uno stesso passato cambia a seconda delle epoche, e che lo storico e assoggettato al tempo in cui vive, ha condotto sia allo scetticismo sulla possibilità di conoscere il passato sia a uno sforzo per eliminare qualsiasi riferimento al presente (illusione della storia romantica alla Michelet ~ la «risurrezione integrale del passato» - o della storia positivista alla Ranke - «quel che propriamente e stato ›>). In

effetti I'-interesse del passato sta nel chiarire il presente; il passato si raggiunge a partire dal presente (metodo regressivo di Bloch). Fino al Rinascimento, e persino fino al XVIII secolo, le società occidentali hanno valorizzato il passato, il tempo delle origini e degli antenati apparendo loro come un tempo d'innocenza e di felicità. Si sono immaginate delle età mitiche: età dell”oro, il paradiso terrestre... la storia del mondo e dell'umanità appariva come una lunga decadenza. Quest'idea di decadenza è stata ripresa per esprimere la fase finale della storia delle società e delle civiltà; essa si inserisce in un pensiero piú o meno ciclico della storia (Vico, Montesquieu, Gibbon, Spen-

gler, Tovnbee) ed ein generale il prodotto di una filosofia reazionaria della storia, un concetto di scarsa utilità per la scienza storica. Nell'Europa della fine del Xvn e della prima metà del XVIII secolo la polemica sull'opposizione antico/moderno, nata a proposito della scienza, della letteratura e dell'arte, ha mani-

festato una tendenza al capovolgimento della valorizzazione

di una periodizzazione, la creazione di unità uguali, misurabili,

del passato: antico è divenuto sinonimo di superato e moderno

di tempo: giorno di ventiquattro ore, secolo, ecc.

di progressivo. In realtà l°idea di progresso e trionfata coni lumi e si è sviluppata nel XIX secolo e all'inizio del XX, soprattutto in considerazione dei progressi scientifici e tecnologici. Do-

Oggi Fapplicazione alla storia dei dati della filosofia, della scienza, dell”esperienza individuale e collettiva tende a intro-

XVI

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PREFAZIONE

PREFAZIONE

XVII

po la rivoluzione francese, alllideologia del progresso si e contrapposto uno sforzo di reazione, l'espressione del quale fu soprattutto politica, ma che si basò su una lettura