Salvati con nome. Carcere e rieducazione nonviolenta: il modello dell'isola di Gorgona

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SALVATI CON NOME Carcere e rieducazione nonviolenta: il modello dell'isola di Gorgona a cura

di

Silvia Buzzelli e Marco Verdone

G. Giappichelli Editore

f; Copj-right 2018 - G. GIAPPICHEUI EDITORE- TORINO VH PO, 21 - TEL 011-81.53.111 - FAX 011-81.25.100

hrrp://v.ww.giappichdli.ic ISBSIEA..'-i" 978--88--921- I 060--1

Volume pubblicato con il amtributo del Dipartimento di Giurisprudenza (School ofLaw) deUVnivemtà di Mi!.aTW-Bicocca.

um,p(JJi:zi/Jne: Voxd Informatica s.a.s. - Chieri (TO)

Stampa: LegoDigit uL - Lavis (TN)

Le furocopie per u.so personale dd lettore possono essere clfeccua1e nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicr,I,, di periodico dietro pagamenro alla SIAE del compenso previsco dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22

aprile 194 I, n. 633. Le foroc.opicc:ffcrnutc: per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso di• verso da qudlo personale possono essere clfcuuatc a scguiro di specifica aucori,.zazione rilasciata da CLEARcdi, Cerwo Llc.enu e Aurori7.7.azioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porra Romana 108, 20122 Milano,

c•maif aur2rizrwjoni~damdi ocg e sito web www deares:U org.

INDICE SOMMARIO

pag.

Gli Autori

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Prefazione

XIX Capitolo 1

LA LINEA DELL'ORIZZONTE Parte I

IL SENSO COSTITIJZIONALE DELLA RIEDUCAZIONE di FrancescoZacchè l. La rieducazione fra orologi e cavalli 2. L'umanizzazione della pena ex art. 27 comma 3 Cost. e 3 Conv. eur. dir. uomo 3. La finalità rieducativa espressa dall'art. 27 comma 3 Cost.: la risocializzazione del condannato 4. Per una esecuzione della pena "convenzionalmente e costituzionalmente orientata" 5. li ruolo del lavoro (nonviolento) nella risocializzazione del condannato

2 4

5 6

Parte Il

IL "PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA": PRINCIPIO SUPER-SUPREMO DELL'ORDINAMENTO COSTITUZIONALE di Teresa Franza I. Dichiarazione d'intenti 2. Le radici filosofiche della Costituzione 3. Il personalismo costituzionale

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IO \\

Indice sommario VI

pag.

4. li diritto promozionale costituzionale . J Maritain 5. La persona secondo Emmanuel ~oumer e a~ques 6. Per un sistema punitivo pleromatzcamente onentato

14 16 20

Parte Ili

RIEDUCAZIONE E NONVIOLENZA: UN BINOMIO INDISSOLUBILE di Silvia Buzzelli 1. La costruzione del discorso: i termini-chiave del linguaggio penitenzia-

rio 2. La linea di confine tra violenza e nonviolenza: la scelta del luogo migliore 3. L'inconfondibile riferimento all'animalità nel processo e nell'ambiente penitenziario 4. L'emergere di due contraddizioni notevoli: la violenza del cammino rieducativo e il tempo sprecato 5. Dalla conquista delle parole alle buone prassi

25 28

30

32 35

Capitolo 2 UNICITÀ DELLA VIOLENZA Parte I

LE INSOSTENIBILI CONTRADDIZIONI DEL DUALISMO ANIMALE di Carla Campanaro 1. L'.an~male nell'ordinamento giuridico internazionale, europeo e italiano 2. L animale tra res e soggetto: casi pratici 3. La centralità del modello Gorgona

41 44 48

Parte Il

I~ LEGAME TRA VIOLENZA SU ANIMALI E SU UMANI d1 Annamaria Manzoni

1- Un'idea da dissotterrare 2. Gli studi ?sicologici sulla violenza 3. Violenza interspecifica e intraspecifica

53 54 57

Indice sommario

VII

pag.

4. Allevamenti e macelli: influssi sui comportamenti violenti 5. II lavoro del mattatoio affidato ai detenuti 6. Anche se ci crediamo assolti, siamo tutti coinvolti 7. La violenza non è mai l'unica opzione: verso una civiltà dell'empatia

58 62 64 65

Capitolo 3

L'ISOLA CHE C'ERA. UN PROGETTO DA RIPRENDERE, UN MODELLO DA ESPORTARE

Parte I

L'ISOLA DEI DIRITTI ESTESI A TUTTI

di Carlo Mazzerbo 1. 2. 3. 4. 5.

L'isola delle potenzialità Il senso della comunità Parola-chiave: responsabilità Le relazioni di rispetto come motore del cambiamento Educatori e terapeuti non umani: ultimi tra gli ultimi. Intervista di Silvia Buzzelli a Carlo Mazzerbo

69 72 74 74 75

Parte Il

SE I PROFETI IRROMPESSERO. EVIDENZE ANIMALI ALLA PROVA DEL TEMPO

di Marco Verdone 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

I segni del vento Il tempo dell'animale allevato Crimini contro degli animali Un giorno l'omeopatia Storia semplice di un salvato Il tempo della Carta I diritti degli animali dal Capo del Dipartimento del!' Amministrazione penitenziaria 8. E poi fu Bruna e i Decreti di Grazia

90 91 92 95 97 98 99 101

Indice sommario

VIII

pag. Parte lii

IL PORCILE DI EUMEO. NOTE A MARGINE DEL "MATTATOIO GORGONA'' di Silvio Ciappi

I. 2. 3. 4. 5.

C'era una volta un porcaio C'era una volta (anche) un'isola E poi gli animali Come il mattatoio, appunto Venti anni dopo. Cosa è cambiato? Quasi una conclusione

105 106 108 110 113

Parte IV

LE OSMOSI DI GORGONA di Francesco Presti 1. Introduzione

2. 3. 4. 5. 6.

Trattati con nome Osmosi Biodiversità Olivo con nome: la Bianca di Gorgona Punti di vista

117 119 120 122 124 125

Capitolo 4 ESPERIENZE NONVIOLENTE Parte I

DALLA CURA DEI CANI ALLA PRODUZIONE DI PASTA. CAMMINI D'INTEGRAZIONE di Stefania Mussio

I. 2. 3· 4. 5·

Le nonne, la nostra identità

PeJ Jherapy: cura e patto di solidarietà (Voghera) PeJ lherapy: cura e patto di solidarietà (Lodi) PeJ therapy: cura e patto di solidarietà (Sondrio) La buona pasta senza glutine "1908"

129 132 134 138

139

Indice sommario

IX

pag. Parte Il

«TI SBATTO IN ARCHIVIO!»

di Stefano A. Tedde

J. L'esperienza dei detenuti nel recupero degli archivi storici delle colonie penali della Sardegna 2. Vite dimenticate a San Sebastiano 3. Universitas rerum 4. Un'esperienza allargata e condivisa

143 J44 147 151

Parte lii

CUCINARE SENZA VIOLENZA. UN CORSO INNOVATIVO NEL CARCERE DI PARMA di Simonetta Rossi e Germano Rossi I. Prologo 2. Hai paura di noi? 3. La rete dell'empatia 4. Lontano dai macelli emotivi

155 158 160 163

Capitolo 5 CRONISTORIA BREVE DI FATTI, RELAZIONI E PROGETTI DELL'ULTIMA ISOLA-CARCERE ITALIANA a cura di Stefano Perinotto e Lisa Romiti PREMESSA

165

Parte I

TAPPE DEL VIAGGIO DI GORGONA 1. Introduzione 2. Dagli inizi al 2005. Lavoro, progetti, passaggi di consegne, il Villaggio penitenziario 3. 2005-2012. Cambi di dirigenze, altri progetti, la nascita della Carta dei Diritti degli Animali . . 4. 2013-2015. Gli anni dei Decreti di Grazia e la fine delle collaboraz1om professionali 5. 2015-oggi. L'interruzione, iniziative varie e prove di dialogo

169 169 174 180 183

Indice sommario

X

pag. Parte Il

GORGONA NELLE TESI DI STUDIO 1. L'interesse multidisciplinare sull'esperienza in Gorgona 2. La tesi in Antropologia "Etnografia del carcere: l'esperienza sull'isola di Gorgond' 3. La tesi in Etologia Relazionale "L'isola che c'è"

191 193 194

Parte lii

ALLEGATI

1. Domanda di Grazia degli alunni della Scuola dell'infanzia di Livorno per la maialina Bruna 2. Risposta Direttore di Gorgona alla domanda di Grazia per Bruna 3. Decreto di Grazia per Bruna 4. Lettera dei detenuti di Gorgona al Direttore 5. Petizione popolare per salvare l'innovativa esperienza di buone pratiche nell'isola di Gorgona 6. Appello per Gorgona: l'isola delle buone pratiche nella relazione umano-ani-

m•

7. Ipotesi progettuale delle Associazioni promotrici: l'isola delle buone pratiche nella relazione umano-animale

197 199 200 201 202 200

206

POSTFAZIONE di Lisa Romiti

211

ABBREVIAZIONI PRINCIPALI

215

GLI AUTORI

Silvia Buzzelli (Monza, 1958), professore associato di diritto processuale penale presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove insegna Procedura penale europea, Diritto penitenziario e Procedura penale sovranazionale. Segue da tempo le sorti dell'isola di Gorgona e in particolare l'opportunità rieducativa generata da una relazione nonviolenta con gli animali non umani. Per tale motivo aveva già inserito un capitolo sull'esperienza del medico veterinario incaricato di Gorgona Marco Verdone nel volume I giorni scontali -Appunti sul carcere (Sandro Teti, 2012), scrivendo, successivamente, la prefazione al suo libro L'isola delle bestie (Marotta&Cafiero, 2015). Sempre sulla scorta del progetto gorgonese, ha inoltre partecipato all'evento-dibattito Come galline in un pollaio - Viaggio tra i soggetti reclusi, organizzato nell'ambito della manifestazione livornese Effetto Venezia (2015). Insieme a Marco De Paolis e Andrea Speranzoni, ha scritto La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia. Questioni preliminari (Giappichelli, 2012). Dirige, con Andrea Speranzoni, la collana Stato d'eccezione (Castelvecchi). Ha pubblicato, inoltre, vari scritti, specie in materia di prove, libertà personale, cooperazione giudiziaria e di polizia. Ha partecipato, tra luglio e novembre 2015, ai lavori degli Stati generali sull'esecuzione penale (convocati dal Ministro della Giustizia, Orlando) quale componente del Tavolo n. 2 (vita detentiva, responsabilizzazione e circuiti). Carla Campanaro (Napoli, 1980), avvocato e dottoranda in diritto europeo dell'ambiente presso il dipartimento di Scienze Politiche dell'Università "Sapienza" di Roma, con visitingfel/owship presso l'Oxford Center for animai ethics. Visiting Professor al Master di Diritto animale dell'Università di Barcellona, è coautrice con Santoloci del manuale Tutela giuridica degli animali; ha partecipato al volume La Questione Animale (a cura di S. Castignone e L. Lombardi Vallauri) nell'ambito del Trattato di Biodiritto (diretto da S. Rodotà e P. Zatti, Giuffrè, 2012) e al manuale Diritto europeo de/l'ambiente (a cura di R. Giuffrida, Giappichelli, 2017). Con M.V. Ferroni ha curato il manuale Metodi alternativi alla sperimentazione animale (Giappichelli, 2017). Dal 2006 è

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Gli autori

responsabile dell'Ufficio Legale della Lav seguend • processi per crimini contro gli animali tr~ c . ·1 o a 1cum tra i più importanti , UI i noto caso Green Hill. Rachele Z. Cecchini (Lecce 1962 ) r. t . ce, vive in Austria dove collabor; con .' . o ografa, giornalista e traduttri. . . nv1ste e case editri · • . con assoc1az10m austriache e tedesche . c1 mternaz1onali, e dell'ambiente. Profondamente colpiU:~p~g~ate nella ~utela degli animali Verdone, ':isita nel 2014 in due occasioni ~'i:ot~ura dei r~cconti di Marco mentando m foto soprattutto la relazione t I a carcere dt Gorgona, docuda loro accuditi. Le sue immagini sono ~~ s~pers~~e deten~te e gli animali contare e divulgare l'inedita esperienza ·1pn te utll1l!zzate pm volte pe1· raccorso su 'isola. Silvio Ciappi (Siena, 1965) criminolo o e . minologia, ha lavorato per mo,lt"1 a . g psicoterapeuta, docente di crinm come esperto peit"t · • M d ella Società Italiana di Criminologia d ll'A . i_ enztano._ embro e del Menta! Health La ' . ' e . mencan Soc,ety of Cnminology 1

in C~nada, è consul~ntel1df;ta~:!t:n~7~~~~:i~~!fi ~:;~; ::::~-,~:i;;rsity venz1one della violenza a livello internazionale Autore d" . ~r~b"t · · 1 • . · 1 numerosi saggi m an~ 1 o cmm_no og1co e psicologico: tra gli ultimi. Psicologia giuridica. La teorw, (con S. Pezzuola , Hogrefie, 2014) e p s1copa· t I le · tecniche, . la valutazione . o og,a narrativa. Funzwnamento del Sé e pratica clinica (Las, 2013), L 'uomo che non voleva morire. Storia di un pescatore di anime (Gabrielli, 2017). Teresa Franza (Vibo Valentia, I 985), si laurea in Giurisprudenza con il filosofo del diritto Luigi Lombardi Vallauri. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Teoria e Storia del diritto e dei diritti umani presso l'Università di Firenze. È stata visiting researcher presso il Gruppo di ricerca in diritto costituzionale dell'Università di Vigo, Spagna. La sua tesi di dottorato (Costituzionalizzare la Costituzione. Una prospettiva pleromatica), di prossima pubblicazione, ha vinto il Premio ricerca Città di Firenze 2016. Annamaria Manzoni (Milano, I 951 ), psicologa e psicoterapeuta, ha lavorato per anni nell'ambito della tutela minorile, occupandosi di minori allontanati dalle famiglie di origine, maltrattamento e abuso, affido e adozione; ha collaborato con il Tribunale dei Minori di Milano ed è attualmente consulente presso il Tribunale di Monza. Promotrice di un documento sulle valenze antieducative della frequentazione dei bambini a spettacoli con animali. Ha realizzato una ricerca sulla presenza dei piccoli animali nelle carceri della Lombardia. Autrice di numerosi articoli apparsi su riviste di psicologia (Babele, Infanzia, Psicologia Contemporanea). Tra le sue pubblicazioni: Noi abbiam_o un sogno (Bompiani, 2006), con l'introduzione di Goffredo Fofi, tradotto 10

Gli dutori

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10 pubblicato in Messico con il titolo di Nosotros tenemos un sueno spag~~ : stato tratto il video La nostra specie, con la regia di Lamberto Ca1 (dal ~~ ea gio Jn direzione contraria (Sonda. 2009). i volumi Sulla cattiva rozzy, (,Ss n~a 2009) e Tra cuccioli ci si intende (Graphe, 2014). straua O •

!

I Mazzerbo (Catania, 1957), laureato in Giurisprudenza presso l'Uo d' Catania vince il concorso per vice · d',rettore d eg 1·I Ist1tut1 · · d'1 pre. Car• à n1vers1t I ' ' . pena iniziando a lavorare nel 1984 presso 1a C asn d'I ree 1us1one venz1one e · c d' t • d' di Pianosa Isola (LI). Come vice ?ir~~?re è_ p~:)llaC as~ ~.ree urone t Massa Carrara, alle Case circondar1ah '. Patt1d( . .d. aMtan1a 1azzfia ~nz~. e Como. Ha retto come direttore la Casa ctrcon da~a 1e 1 I • on~~· G no a 1 IO I 989, quando assume la direzione della _Casa ~ ree u~10ne I orgona sol N 1 2005 viene assegnato alla Casa d1 reclusione d1 Porto Azzurro, occu;~nd~si negli anni 2006 e 200? del ~roge!lo. Pianosa, i~ co!labor~ione con ·1 Ministero dell'Ambiente. Ritorna m m1ss1one alla d1rez1one d1 Gorgona :n vari periodi (2008-2010 e 2013-2015), dirigendo stabilment~ dal 201_1 la Casa circondariale di Massa Marittima (GR). Ha scritto la prefazione del hbro collettaneo Ogni specie di libertà (Altreconomia, 2012) e con il giornalista Gregorio Catalano Ne vaie la pena (Nutrimenti, 2013).

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Stefania Mussio (Mortara, 1966), laureata in Giurisprudenza con Vittorio Grevi, entra nell'Amministrazione penitenziaria nel l 994 e lavora a Pavia, Voghera, Opera, Lodi. Si è occupata delle persone detenute in tutti i circuiti penitenziari: molto significativa l'esperienza nel settore femminile della Casa circondariale di Opera. Insegna per molti anni nelle scuole di formazione della polizia penitenziaria, in particolare alla scuola di Cairo Montenotte e collabora, da lungo tempo, con l'Università di Pavia, Milano-Bicocca (e anche con l'U_niversità Bocconi) partecipando a seminari e incontri con gli studenti. Ha scritto, fin dalla sua prima edizione, net volume Ordinamento penitenziario commentato, oggi a cura di Franco Della Casa e Glauco Giostra· è autrice di commenti a sentenze in tema di esecuzione penale e ha partecip~to al collettaneo _I giorni scontati - Appunti sul carcere (Sandro Teti, 2012). Riceve a ~atam_a, il 7 aprile 2017, il Premio internazionale Livatino-Saetta-Costa per 1 ~uo tmpe_gno soc~ale, in particolare a Sondrio, dove oggi lavora. Promuove ~ incoraggia esperienze trattamentati e di reinserimento dei detenuti con le o~e del ten·itorio, secondo una visione lungimirante e pragmatica dell'esecuzione della pena.

t a _S efano P~rinotto (Pavia, l 970), studioso della relazione tra individui I Enima umani e non umani, nel 2014 consegue la qualifica di Operatore sperto nell'Etologia delle relazioni con gli animali, airinterno della Scuola

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Gli autori

di Etologia Relazionale; a conclusione del percorso formativo della medesima Scuola. ottiene nel 2016 il diploma di Alta formazione Universitaria con una tesi interamente dedicata al percorso di rieducazione nonviolenta sviluppatosi a Gorgona. Nel 2017 diventa Coadiutore dell'Asino negli Interventi Assistiti con Animali (IAA) secondo le Linee Guida Nazionali e consegue il titolo di Operatore di Zooantropologia Didattica presso la SIUA (Scuola di Interazione Uomo Animale/ Istituto di formazione zooantropologica - Bologna). Francesco Presti (Livorno, 1977), laureato in Agraria presso l'Università di Pisa. esercita la libera professione per enti pubblici e soggetti privati. Specializzato in olivicoltura e orticoltura biologica, da oltre dieci anni è impegnato nell'ambito dell'agricoltura sociale a favore di soggetti svantaggiati nei territori di Livorno e Pisa. È stato incaricato come agronomo presso la Casa di reclusione di Gorgona Isola (LI) dal 2008 al 2014. Progettista e animatore di percorsi di sensibilizzazione per i bambini delle scuole elementari su tematiche ecologiche e alimentari. Attualmente consulente agronomico presso una cooperativa sociale, sviluppa progetti di coltivazione con gli utenti dei centri che si occupano di dipendenza, marginalità sociale e accoglienza profughi. Attivo, inoltre, nella formazione e divulgazione di tematiche ambientali e delle buone prassi ecologiche attraverso articoli e corsi di formazione. Lisa Romiti (Firenze, 1960), di formazione umanistica, con esperienze nel privato e pubblico, si è occupata tra l'altro di sanità, di alcune progettualità di Gorgona e di medicine complementari. Collabora con Associazioni di volontariato alla tutela e benessere del mondo umano, animale e vegetale. Istruttore tecnico dei cani guida per non vedenti; ama scrivere e testimoniare le relazioni umani-animali. Germano Rossi (Asmara, Etiopia, 1967), vive e opera a Parma nell'ambito della crescita, del benessere, del sostegno e della cura della Persona e dell'Individuo come Naturopata e Counselor Olistico e Transpersonale, body worker e massaggiatore. Da ormai 31 anni segue con grande piacere per il Corpo, l'Anima e lo Spirito una filosofia e un regime alimentare prima vegetariano e poi vegano. Attivista e volontario dell'Associazione Parma Etica da 5 anni. Simonetta Rossi (Asmara, Etiopia, 1972), laureata in Lettere Moderne, Storia d~I Cinema. H~ lavorato come regista, direttore della fotografia e art director per d1v~rse ~genz,e. Nel 2001 ha creato la Digitalsquad. Nel 2004 frequenta un master 111 ~c,enze e ~niche dello spettacolo promosso da Dario Fò e Bernardo Bertolucc1, entrando 111 contatto con professionisti come Gabriele Salvatores,

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Gli autori

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p ppi Corsicato e decidendo, quindi, di dedicarsi alla regia cinematografica. N~I 2013 con un gruppo di amici fonda l'associazione Parma etica che dà vita al Parma etica festival (www.parmaetica.com). Stefano A. Tedde (Sassari, 1977), laurea magistrale in Scienze dei beni culturali (curriculum archivistico-librario). Ha collaborato con l'Archivio di Stato di Sassari per la valorizzazione e promozione del patrimonio archivistico· collabora con l'Istituto di studi e ricerche Camilla Bellieni di Sassari relatlvamente alla divulgazione e ricerca storica, e con il Parco Naturale Regionale di Porto Conte per la sched~tura, riardi.no, digit~lizzazio~e ~ fruizione dell'archivio della cessata Casa d1 lavoro ali aperto dt Tramangho. Attualmente insegna Storia del libro e della stampa e Storia delle biblioteche in corsi di formazione professionale. Marco Verdone (Napoli, 1962), medico veterinario omeopata, per circa 25 anni incaricato della Casa di reclusione di Gorgona Isola (LI). Ha divulgato le sue esperienze professionali di relazione con le persone detenute e gli animali attraverso numerosi incontri, articoli e tre libri: Il respiro di Gorgona-Storie di uomini, animali e omeopatia nell'ultima isola-carcere italiana (Libreria Editrice Fiorentina, 2008), Ogni specie di libertà (Altreconomia, 2012), opera collettanea che contiene la prima "Carta dei diritti degli animali di Gorgona", L 'isola delle bestie (Marotta&Cafiero, 2015) con la prefazione di Silvia Buzzelli. Ha collaborato con il capitolo Non solo animali. Esperienze dall'isola carcere di Gorgona nel volume I giorni scontati-Appunti sul carcere, a cura di Silvia Buzzelli (Sandro Teti, 2012). Una sintesi del suo pensiero e percorso professionale è stata richiesta in occasione della conferenza TEDx Lake Como 2015 affidandogli la parola Peace (Peace with non human animals). Nel 2015 riceve il premio letterario Firenze per le Culture di Pace 2015, sezione Progetto di Pace. Animatore della Comunità interspecifica Ondamica (www.ondamica.it). Francesco Zacchè (Mantova, 1972), professore associato di diritto processuale penale presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove insegna Elementi di procedura penale, Diritto penitenziario e Ordinamento giudiziario e forense. Ha svolto attività di ricerca in svariati settori della disciplina del processo penale, con particolare attenzione ai profili sovranazionali della materia, in particolare a quelli emergenti dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. È autore di numerose pubblicazioni, fra le quali le opere monografiche Il giudizio abbreviato (Giuffrè, 2004) e La prova documentale (Giuffrè, 2012). Fa parte della Scuola di In-formazione giuridica che opera a San Vittore come art. 17 ord. penit.

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© Archivio Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

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PREFAZIONE

Potrebbe suscitare perplessità, per un testo che nasce in ambito giuridico, inserire nel suo catalogo delle idee parole come mare, olivi, Costituzione, mucche, maiali, cani, cucina, archivi, sentenze, pasta, pomodori, diritti e varie altre. Si intravede, quindi, già una prima sfida: lessicale, culturale, etica, giuridica. Siamo ai confini delle categorie viventi ma anche, come vedremo, di altri ambiti che qui, volutamente, si intrecciano, si confondono e si contaminano, facendosi scoprire, infine, vicini e interconnessi. L'isola è una metafora irrinunciabile. Il luogo dove tutto può arrivare e tutto ripartire. Uno spazio che offre visioni nitide di realtà più grandi e complesse, dove il mare stempera le emozioni e livella le differenze. La storia dell'isola di Gorgona, il più piccolo e settentrionale avamposto dell' Arcipelago Toscano, porta nell'etimo stesso (le mitiche Gorgoni e il movimento del gorgo) la vocazione al pericolo, all'ignoto, impastata di ostacoli e opportunità, di spiragli e chiusure, di mareggiate e bonacce. Improbabile, quanto comprensibile, luogo di detenzione, di arrivi, di partenze, di dolori e di speranze ma - ed è quello che a noi più interessa - di sperimentazione, incontri e scambi. Quest'ultimi aspetti sono tra le note dominanti di questo libro, nato grazie a quel particolare spirito espresso da Gorgona negli ultimi 25 anni e che ha prodotto fatti e documenti segnalati e "presi in cura", in modo del tutto inedito, da una docente di area giuridica e un medico veterinario di orientamento omeopatico. Una combinazione forse irrealizzabile se non ci fosse stata la mediazione di quest'isola che, a ben risalire la china dei temi e delle parole, conduce a quel termine "pesante", Giustizia, cui fanno riferimento gli equilibri (la bilancia di Dike) tra le parti sociali, ma anche tra i cosiddetti stati di salute e di malattia, in continua ricerca di un'omeostasi in perenne dinamismo. Non solo. Partendo dall'interesse verso la tutela dei soggetti reclusi, i due curatori si sono ritrovati nel terreno comune della detenzione non umana, di quella incommensurabile dimensione del vivente, arbitrariamente chiamata "mondo animale" (in prevalenza domestico) che vive sotto il dominio dell'essere umano. I diritti degli umani appartenenti a fasce deboli, tra i quali le persone recluse, trovano strette analogie con

Prefazione

xx

quelle degli animali non umani allevati, o variamente confinati, per esclusivi interessi della nostra specie. Alla fine le due aree - giuridica e medico-veterinaria - sono apparse meno distanti di quanto si potesse pensare, coagulandosi attorno a un'idea di un modello rieducativo nonviolento I ispirato a quella straordinaria e originale esperienza che si stava conducendo in questa piccola isola. In essa, infatti, esplorando territori di frontiera, era stata affrontata una delle questioni cruciali della nostra umanità: la relazione con gli altri animali che lì andava assumendo interessanti caratteri pedagogici, eticamente e costituzionalmente orientati ai principi del rispetto della diversità e dell'alterità, oltre ogni confine di specie. Come ormai ampiamente dimostrato, le relazioni tra violenza sugli animali e tra umani, sono molto strette e, quindi, favorire pratiche di sfruttamento e morte in un ambito, come quello detentivo, che dovrebbe restituire alla società civile persone rappacificate con le varie forme di crimine commesso, richiama le istituzioni preposte a un forte e consapevole senso di responsabilità. Il carcere di Gorgona, come è stato documentato, ha offerto questa opportunità diventando esperienza pilota, dopo aver superato la dimensione locale e fornito materia per un dibattito globale, reso ancora più attuale dalle emergenze antropogeniche che si profilano davanti i nostri occhi, ormai sempre più stanchi e assuefatti. Nel porre sullo sfondo delle riflessioni che seguiranno la nostra Costituzione, dobbiamo necessariamente ricordare che, mentre lavoravamo alla correzione delle bozze, ci lasciava Stefano Rodotà, che a essa ha dedicato l'intera vita professionale e che, inoltre, figura tra i primi firmatari proprio dell'ap-

1

In accordo con lo spirito di Aldo Capitini, adottiamo l'uso della parola nonviolenza cosi come specificato anche in una lettera scritta nel 2016 - consultabile in www.azionenonvio lenta. itl/a-parola-nonviolenza - in occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza., da un gruppo di studiosi, ricercatori, attivisti e amici della nonviolenza, ali 'Enciclopedia Treccani e all'Accademia della Crusca: «[v]orremmo sottolineare che nella letteratura odierna, nel linguaggio giornalistico e nei contesti politici e sociali che si rifanno agli ideali nonviolenti è invalso l'uso della parola scritta tutta unita. Questo fatto sottolinea il carattere positivo e propositivo della nonviolenza; non si tratta infatti del semplice rifiuto della violenza ma anche della ricerca di una nuova soluzione sia tramite una metodologia d'azione che uno stile di vita. Questa proposta è rintracciabile in generale nella letteratura italiana e, da tempo, nella letteratura del Movimento Nonviolento e in particolare negli scritti del suo fondatore, Aldo Capitini, d~~ente _di ~dagogia all'Università di Cagliari e Perugia, che scrisse: "In questi ultimi tempi si e_ cominci~ a scrivere _nonviolenza in una sola parola, sicché si è attenuato il significato ne~ativo che c e~a nello s~rivere non staccato da violenza, per cui qualcuno poteva domandare: ~a bene, togliamo la violenza, ma non c'è altro?' Se si scrive in una sola parola, si prepara 1 mteipr~} 0 n,~ della nonviolenza come di qualche cosa di organico, e dunque, come vedremo, di positivo » (A. CAPJTJNJ, Le Tecniche della Nonviolenza Feltrinelli, I 967, p. 9). 1

Prefazione

XXI

pello per salvare il progetto Gorgona 2 • A lui e al suo impegno culturale, etico e politico è dedicato questo libro. Ma il legame con i temi che andremo ad affrontare, in chiave dichiaratamente multidisciplinare, sono tenuti ancora più coesi per via che Stefano Rodotà ha diretto con Paolo Zatti il Trattato di Biodiritto, il cui sesto volume è interamente dedicato alla cosiddetta Questione Animale 3 • Ecco che iniziamo a intravedere le interconnessioni esistenti tra Costituzione, (bio)diritti degli animali e quella rieducazione tanto invocata, insieme al successivo reinserimento sociale, come scopo ultimo della pena. Infine, il perché del titolo. Le tre parole scelte aprono un mondo di fatti e di significati che attraversano la storia dell'umanità e delle relazioni con altri soggetti a cui attribuire o negare un nome. Quando evochiamo il termine "salvati" non possiamo impedire di unirlo a quei "sommersi" che Primo Levi ci ha restituito scuotendo nelle midolla le nostre coscienze. Le analogie con chi entra in un mondo dove quasi sempre se ne uscirà da morti (campi di sterminio, macelli), si fanno ancora più stringenti per le frequenti descrizioni dello scrittore torinese rispetto al processo di "bestializzazione" al quale erano sottoposti i deportati. L'operazione era poco dolorosa e non durava più di un minuto, ma era traumatica. Il suo significato simbolico era chiaro a tutti: questo è un segno indelebile, di qui non uscirete più; questo è il marchio che si imprime agli schiavi e al bestiame destinato al macello, e tali voi siete diventati. Non avete più nome: questo è il vostro nuovo nome 4•

Una volta privati del nome e marchiati sulla pelle con un numero, milioni di esseri umani sono stati avviati verso una sistematica, intenzionale e degradante deumanizzazione 5 , equivalente a uno spostamento verso la condizione dell'animale, in particolare quello cosiddetto d'allevamento. Questo dispositivo ha consentito di gestire come una mandria migliaia di individui inermi e di togliere loro la vita con la stessa disinvoltura e irresponsabile atrocità che si ritrova, da sempre e in ogni paese, nei luoghi di macellazione. Eliminare un numero è molto più semplice che uccidere un essere con un nome, un'identità, una storia e, quindi, dei diritti. Nella piccola Gorgona è stato (per)seguito il principio opposto: per avvicinare l'umano all'individuo animale, e stabilire rapporti empatici senza 2

V. Cap. 5, Allegati, irifra, in questo volume.

3

S. CASTIGNONE-L. LOMBARDI VALLAURI (a cura di), La Q11estio11e Animale, Giuffrè, 2012.

4

P.

5

LEVI,

I sommersi e i salvati, Einaudi, 2007, pp. 92-93. Deumanizzazione. Come si legittima la violen=a, Laterza. 201 l.

C. VOLPATO,

Prefazione

XXII

barriera del numero e introdurre la dimen'fi · · bisognava superare la . . ~ 1 caziom. to modo è stato più semphce, elaborando, moltre, i 1 sione del nome. n ques · ·1 I · d. · · .dd • · di· Grazia riconoscerne la senz1enza, 1 ruo o e I mtt1 e, cosi etti 0 ecre11 ' I l ·t L · . d fi · · artendo da alcuni, iniziare a salvare oro a v1 a. a stona della m e mt1va, P fil I fi · h' · maialina Bruna è stata esemplare sotto ~uesto pro o. n ne, pote e I rapporti tra · enti non sono mai unidirezionah, anche le persone ne hanno tratto apre:bili benefici, grazie al lavoro arricchito dalle forze della natura e dalle p . 1· relazioni e.on gli amma 1. E quando veniva chiesto, soprattutto dai giovani, «chi erano, di che stoffa erano fatti, i nostri "aguzzini"», Levi rispondeva: «salvo rare eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male» 6• Ecco, sentiamo questa urgenza, avvertiamo il pericolo di trascurare quell' educazione che, come la storia indica, potrebbe un giorno condurre verso territori inattesi e rischiosi. Per questo motivo le riflessioni qui raccolte - procedendo dal generale al particolare, e corredate da contributi teorici di ambiti dottrinari contigui - intendono offrire testimonianze dirette e diversificate di attività rieducative che, superando ogni fonna di violenza, possano aprire a nuove visioni e letture del mondo. In questa prospettiva, Gorgona ha dimostrato di avere le competenze e lo spirito per "educare bene", partendo da quella categoria di ultimi (umani e non umani) ritenuti sommersi e che, invece, si sono salvati perché nominati. Silvia Buzzelli e Marco Verdone Monza-Pisa, 10 ottobre 2017

• P. LF.v1, / sommer,fi e i salvali, cit., p. 159.

Capitolo I

LA LINEA DELL'ORIZZONTE Parte I

IL SENSO COSTITUZIONALE DELLA RIEDUCAZIONE di Francesco Zacchè

l. La rieducazione fra orologi e cavalli. - 2. L'umanizzazione della pena ex art. 27 comma 3 Cost. e 3 Conv. eur. dir. uomo. - 3. La finalità rieducativa espressa dall'art 27 comma 3 Cost: la risocializzazione del condannato. - 4. Per una esecuzione della pena "convenzionalmente e costituzionalmente orientata". -5. Il ruolo del lavoro (nonviolento) nella risocializzazione del condannato.

SOMMARIO:

1. La rieducazione fra orologi e cavalli Per accedere all'area educativa del carcere milanese di Bollate, bisogna percorrere un corridoio lunghissimo. Sulla sinistra, i passi del visitatore sono scanditi da una serie ininterrotta di tondi orologi neri, dal quadrante bianco, simili a quelli delle stazioni ferroviarie, sempre e rigorosamente fermi sulle ore più disparate. Sulla parete di destra, lo spazio è intervallato da finestre sbarrate che danno su un pezzo di prato delimitato dal cemento delle mura di cinta. Lì corrono liberamente dei cavalli, nella maggior parte dei casi, sottratti alla malavita. Non so se vi siano immagini più significative in grado di restituire il senso dell'esecuzione della pena e le sue contraddizioni. Il tempo, per il detenuto, è prezioso, continuamente misurato: più la sabbia precipita dalla clessidra, più si avvicina il momento della libertà. Ma paradossalmente, in continuità con il passato, capita che il tempo in carcere sia fermo, non valga nulla, portando all'ozio, alla deresponsabilizzazione. atrìnerzìa e

Francesco Zacchè 2

- quale vive la propria reclusione in una di•• to del condannato, 11 ali ,so1amen . . della società libera. mensione di nmpianto . la corsa a briglie sciolte dei cavalli rinvia alla , fra le mura invece, , . . Ben~I1e . ' l"b al di fuori della realtà carcerana, riconsegna dimensione del!a Vita Id er~ spazio e del movimento negato dallo stato di 1 all'oss~rvatoi:eh senso ~oerse questo è il dato più significativo, l'importanza detenzione, ne iama, e i, d" . . . d" .. l. . • d !l'altrui benessere, senza 1stmz10m 1 sorta. 1 cava h di del prendersi cura e • l' · t d · I · • erché alcuni detenuti, con arn o e1 vo ontar1, h Bollate possono co rrere P • · d 11 l"b • hanno curati, accuditi e accompagnati nella nconqmsta e a 1 erta.

!

2. L'umanizzazione della pena ex art. 27 comma 3 Cost. e 3 Conv. eur. dir. uomo A impedire che l'esecuzione penale si possa tradurre in un processo di "depersonalizzazione" del detenuto è l'art. 27 comma 3 Cost., il quale sancisce, al livello più alto tra le fonti, che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». L'aspetto proibitivo del precetto, ossia che le pene non possono consistere in trattamenti disumani, si raccorda «alle più generali istanze di umanizzazione della pena detentiva» 1, in collegamento altresì con l'art. 13 comma 4 Cost. che esige la punizione di qualunque forma di «violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizione di libertà». Lo stesso art. l ord. penit. affenna che il «trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità» e «assicurare il rispetto della dignità della persona», con l'effetto di «porre la perso~a _del detenuto decisamente al centro del sistema penitenziario» 2 • ~n ~m_u_le. starn~ard di tutela si ev_ince pure dalle Convenzioni internazio: nah sui dmtt1 del! uomo,_ fra le quah, per il ruolo che oggi gioca la Corte d1 Strasburgo nella promozione dei diritti umani 3 un compito fondamentale è svolto dall'a':. _3 Conv. eur. dir. uomo, tanto sotto il profilo negativo quanto sul fronte pos1t1vo. ' V. GREv1-f. DELLA CAsA-G G10 b . diJ, Ordinomentopeniten ,· . · STRA, su art. i, m F. DELLA GIOSTRA-G. GIOSTRA (a cura • • • z ano commentato, Cedam, 2015, p. 6. 1 V. GREVI, Dmtu dei detenuti e trai . . . Diritti dei detenuti e trauame 1 • tar:7e~to pen_uenz1ario a cinque anni dalla riforma, m ; n o pemtenzwno, Zamchelli, 1981 p. 13 ~- Ueum!>-f. VJGANò, Prefazione in ' . go e giu.rtizia pena/e, Giappichelli, 20 j , ~-~~-RTIS-F. VIGANÒ (a cura di), Corte di Strasbur6

Il senso costituzionale della rieducazione

3

Circa il primo, la Carta di Roma impone agli Stati, inderogabilmente ex art. 15 Conv. eur. dir. uomo 4, d'astenersi dal commettere violazioni dirette dell'art. 3 Conv. eur. dir. uomo. I detenuti, cioè, non devono sopportare sofferenze superiori a quelle insite in ogni forma di privazione della libertà personale, attraverso atti di tortura o mediante la loro sottoposizione a pene che rivestono carattere disumano e degradante 5 • Ricchissima, purtroppo, la casistica di violazioni dell'art. 3 Conv. eur. dir. uomo: dalle condizioni oggettive della detenzione (ad es., nel nostro ordinamento, in conseguenza del sovraffollamento carcerario, delle precarie condizioni igieniche, della mancanza di areazione dei locali, ecc.), alla compatibilità del regime detentivo "comune" con lo stato di salute delle persone affette da gravi disturbi di tipo fisico o psichico; dalla sottoposizione del detenuto a particolari regimi carcerari, alla durata della pena (si pensi all'ergastolo) 6 • Quanto al secondo aspetto, dagli artt. 3 e 1 Conv. eur. dir. uomo deriva il dovere degli Stati di adempiere a una serie di obblighi diretti a tutelare l'integrità psico-fisica dell'individuo. Tali obblighi positivi si articolano in: obblighi di protezione a fronte di condotte contrarie al dettato convenzionale, sia quando le stesse siano commesse da privati (si pensi, ad es., a una rissa fra detenuti) sia allorché la vittima sia una persona "affidata" alla custodia dello Stato (come accade appunto a chi è recluso in carcere); obblighi di repressione penale della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti, attraverso l'introduzione di norme incriminatrici idonee a esercitare, in concreto, un effetto dissuasivo; obblighi procedurali, dai quali si ricava il dovere per le autorità inquirenti d'avviare indagini rapide ed effettive dirette ad accertare l'eventuale violazione dell'art. 3 Conv. eur. dir. uomo da parte degli agenti statali o dei privati, punendo l'autore del relativo fatto 7 •

4 Sull'inderogabilità dei diritti facenti parte del c.d. "zoccolo duro" della Carta di Roma. cfr. S. BuzzELLI, sub art. 15, in Corte di Strasburgo e giusti=ia penale, cit., p. 321. 5 In applicazione del criterio della soglia minima di gravità, al cui riguardo cfr. A. CoLELLA, sub al'I. 3, in Corte di Strasburgo e giustizia penale, cit., p. 66 (e alla quale si rinvia pure per l'individuazione delle tre categorie di condotte vietate dall'art. 3 Conv. eur. dir. uomo. M. p. 67).

6

Per un quadro esaustivo, cfr. A. CoLELLA, sub art. 3, cit.. p. 71 ss.

7

Cfr. A. CoLELLA, sub art. 3, cit., p. 65.

Francesco Zacchè 4

t'iva espressa dall'art. 27 comma 3 Cost.: la risocializzazione del condannato •

•, , d

3. La fma 11tà rie uca

, 27 omma 3 Cost. ha, poi, una «componente propositiva, diretta ad L cella 'rieducazione', sia pure m · vm · ten d enzta . Ie, Ia fi na 1·ttà' u Itnna • • d' art. 'd m 1v1 uare n tlì · d I · · · della pena» 8, con una precisazione: la sol.e~e ~ erm8;Z10ne e prmc1p10 della rieducazione non elimina le altre funztont nconoscmte alla pena, come ad es. Ja retribuzione e la prevenzione generale, le quali co~tinuano a coesistere nel quadro d'una concezione polifunzionale della medesima 9 • Certo, il testo costituzionale non aiuta a tracciare i confini della nozione di "rieducazione". Tanto che il significato del principio rieducativo è stato nel tempo variamente interpretato. Accanto a una lettura ampia della previsione costituzionale volta ad attribuire al termine in discussione una portata tale da toccare non solo il momento dell'esecuzione della pena, ma l'intero sistema penale con incidenza sul piano della struttura del reato, sono state prospettate interpretazioni più restrittive. Così, si è passati dall'assegnare alla rieducazione un carattere prevalentemente morale, al riconoscerle un contenuto minimo, da ravvisarsi nell'acquisizione da parte del reo della capacità di vivere nella società rispettando i precetti penali e alla cui realizzazione i consociati stessi sono chiamati a parteciparvi con un impegno di tipo solidaristico 10 • Ed è su quest'ultima linea che si è attestata anche la giurisprudenza costituzionale. Per il giudice delle leggi, l'art. 27 comma 3 Cost. esprime l'esigenza che la pena debba «tendere al recupero sociale del condannato» 11 e al suo «reinserimento 12 sociale» da perseguire e realizzare attraverso una «graduale rieducazione» 13 • In sos~nza, oggi: è_in?iscutibile l'estraneità al sistema penitenziario della mera «logica custod1ahst1ca» di stampo autoritario: l'art. 27 comma 3 Cost. si preoccupa piuttosto di «quale soggetto rientrerà nella società una volta che la pena abbia avuto termine» 14. , V. GREv1-F. DELLA CAsA-G. GIOSTRA, sub art. I, cit., p. 6. Cfr. G. VASSALLI Fun · · · ,u; • 297 ss. Per la giuris , d z10nr e_ ms~J1•c1enze de~la pena, in Riv. it. dir. proc. pen.' 1961, p. st corlecostituzionale J:{uc:~ ci° ;tuzionale (le CUI pronunce sono consultabili sul sito www. 9

28 novembre 1973 · n '

/ Ca e a tre, C. COSt, sent. 22 novembre 1974, n. 262; C. cost., sent. ' · 16 ' · cost., sent. 12 febbraio 1966, n. 12. Per una rassegna delle varie osizi . . . del trat1amento penitenziari . ftìp . om emerse m dottrina, cfr. P. CoMuccI, Nuovi pro.fili 0 °, IU re, 1988, p. 5-6. 11 C. cost., sent. 4 luglio, 1974 n 204 12 ' • • C. cost., sent. I Omaggio 1979 8 "C ,n . . . cost., sent. 12 maggio 1977 n 78

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14

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' .

.

er questa e la citazione immediatamente ree P edente, cfr. P. CoRso, Principi costituzio-

Il senso costituzionale della rieducazione

5

4. Per una esecuzione della pena "convenzionalmente e costituzionalmente orientata" L'umanizzazione della pena e la sua finalità rieducativa costituiscono le coordinate essenziali e irrinunciabili per una "giusta" e "utile" esecuzion~ penale 15 • Un «trattamento penale ispirato a cri!eri di umanità» - scr!vo_no 1 giudici di Palazzo della Consulta - «è _necessari~ pre~upposto _Per un _azione rieducativa del condannato; dall'altro, e appunto m un az10ne rieducativa che 16 deve risolversi un trattamento umano e civile» • In altri termini, qualunque «vulnus ai diritti inviolabili del condannato, che non derivi dalle restrizioni strettamente indispensabili per la privazione della libertà, ne offende la dignità e preclude ipso facto la possibilità che la pena possa svolgere la funzione rieducativa, essendo impossibile rieducare alla legalità un soggetto illecitamente umiliato nella sua la dignità di uomo» 17 • Ma v'è di più: l'amministrazione penitenziaria e, prima ancora, il legislatore hanno l'obbligo di «tenere costantemente di mira ... la finalità rieducativa e di disporre tutti i mezzi idonei a realizzarla» 18, attraverso un'offerta formativa orientata a valori d'umanità e di nonviolenza. A tal fine, non va dimenticato, il condannato non è l'oggetto, ma il «soggetto attivo del trattamento». Affinché «si possano ottenere risultati positivi e rispettosi dei diritti che si intende riconoscergli», la sua «adesione» al trattamento non potrà che essere «spontanea» 19 : nell'ottica costituzionale, la «rieducazione d'autorità» è un «ossimoro» 20 • È un preciso dovere dello Stato, per converso, predisporre gli strumenti riabilitativi di cui necessita il condannato, secondo un progetto individualizzato nali e normativa penitenziaria, in P. CoRSo (a cura di), in Manuale del/ 'esecuzione penitenziaria, Monduzzi, 2015, pp. 8-9. 15 A cui oggi si affianca, in parte sovrapponendosi, anche la c.d. "giustizia riparativa" (cfr., C. MAZZUCATO, La giustizia del'incontro. Il contributo della giustizia riparativa al dialogo tra responsabili e vittime della lotta armata, in G. BERTAGNA-A. CERETT1-C. MAZZUCATO [a cura di], li libro dell'incontro. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto, Il Saggiatore, 2015, spec. p. 298). 16

C. cost., sent. 12 febbraio 1966, n. 12.

17

In tal modo, si esprimono gli Stati Generali sull'esecuzione penale, nella parte 1, § 3, del documento finale, consultabile sul sito www.giustizia.it. 18

C. cost., sent. 12 febbraio 1966, n. 12.

19

P. CoMucct, Nuovi profili del trattamento penitenziario, cit., p. 7 (da cui sono tratte anche le precedenti citazioni nel capoverso).

°Cosi, ancora, il documento finale degli Stati Generali sull'esecuzione penale, parte I,§ 3.

2

6

Francesco lacchè

di risocializzazione, allo scopo che questi trascorra il «tempo della pena ... [non in] una sorta di time out esistenziale, ma [in] un tempo di opportunità per un ritrovamento di sé e di un proprio ruolo sociale» 21 • Non è un caso, allora, se l'art. I comma 6 ord. penit. specifica che il trattamento rieducativo - da realizzare sia all'interno degli istituti penitenziari sia attraverso le fondamentali misure alternative alla detenzione - deve tendere al «reinserimento sociale» dei condannati «secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti», mentre l'art. I comma 2 reg. esec. recita che il «trattamento rieducativo ... è diretto ... a promuovere un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo a una costruttiva partecipazione sociale». 5. Il ruolo del lavoro (nonviolento) nella risocializzazione del condannato

Responsabilizzare il condannato, rendendolo protagonista del suo reinserimento nella società, rappresenta senz'altro l'obiettivo più arduo da realizzare, considerata l'innata propensione del carcere a produrre nei confronti del ristretto forme d'incapacitazione e d'infantilizzazione. Da questa prospettiva, una delle strade maestre da percorrere per la risocializzazione passa soprattutto attraverso il lavoro e la preparazione professionale del detenuto. E non tanto perché il lavoro, diversamente da quanto è previsto per l'istruzione, la religione e gli altri elementi del trattamento indicati nell'art. 15 ord. penit., è concepito dal legislatore come obbligatorio. II punto è un altro, ossia che «il momento del lavoro rappresenta una forma essenziale e una possibilità concreta di riscatto morale ed umano per il soggetto in trattamento», oltreché «un fattore centrale per l[a sua] integrazione sociale» 22 • S_i badi, però, non ?'un lavoro qualunque. Sulla scorta delle regole minime per 11 trat~me_nto ?e1 ~etenuti adottate in sede europea 23 , l'art. 20 comma 3 ord. pen)t. ribadisce li carattere non afflittivo e remunerato del lavoro; a sua _voi~, 1! comma 5 prescrive che !'«organizzazione e i metodi del lavoro pemtenziano devono nflettere quelli del lavoro nella società libera al fine di :: ~ocum~nto finale d~gli Sta~i Generali sull'esecuzione penale, parte I, § 3. '>00 I . ICI Al SlAI.Do, La ned11caz1011e tra realtà penitenziaria e misure alterna1ive Jovene - 'p. . ' ' n Cfr. gli ari!. 26.1, 26.10 e 26.7 R (2006) 2.

Il senso costituzionale della rieducazione

7

far acquisire ai soggetti una preparazione professionale adeguata alle nonnali condizioni lavorative per agevolarne il reinserimento sociale». Nella mente del legislatore, insomma, il lavoro «non ha lo scopo di tenere occupati i detenuti per la durata di una giornata lavorativa, ma quello di fornire loro un'idonea preparazione in vista del loro rientro nella società», in una cornice legale connotata da alta «valenza rieducativa» 24 • Se questo risulta corretto, però, anche la tipologia e i contenuti delle prestazioni lavorative svolte dal detenuto non possono essere disgiunti o risultare indifferenti al valore rieducativo insito nell'esecuzione penale. Se «il fine ultimo [del carcere] è migliorare le persone che hanno violato, in vario modo, un patto di legalità; che hanno spesso commesso violenza su un'altra persona. A loro dovremmo proporre modelli nonviolenti, pratiche rispettose dei diritti altrui, esempi alternativi allo schema del dominio di un soggetto forte su uno giuridicamente, politicamente, culturalmente fisicamente debole» 25• Emblematica in tal senso l'esperienza di Bollate richiamata all'inizio di questo breve contributo. Chi si occupa del benessere dei cavalli impara ad avere rispetto per gli animali, soggetti deboli e sottoposti al pieno potere dell'uomo. I detenuti che lavorano nel maneggio, non casualmente costruito con materiale riciclato, coltivano un sentimento di empatia con l'altro da sé che allontana e segna il distacco dalla violenza insita nella commissione del reato. Inutile dire che tutto ciò assume un prezioso valore etico e riabilitativo in armonia con il dettato costituzionale che vuole una pena umanamente rieducativa.

°·

2

24 Per questa e la citazione immediatamente precedente, cfr. M.R. MARrHETfd· •· s~b art~ .m Ordinamento penitenziario commentato, F• oELL Ae' ,sA-G • G1osrR"• (a cura 1), cit., P·,,- 70• · 21 Nei presenti termini M VERDONE, L'isola delle bestie, Marotta & Cafìer~, 2015, p. il quale rileva come l'attività dl macellazione degli a~i~ali '.1ell'isola-cru:cere d1 Gorgona rsona nel/ ·ordina111e1110 11t1lw11o, 16 Sul quale v. L. LoNARDO, li vaIore w.. ,, in Rassegna di diritto civile, 2011, pp. 761-800. . . . . _ . pervt'ene G•B• FERRI , Persona e formalismo gmrultco, c1t., p. 18:, ss. I, A ta Ie eone Ius10ne

Teresa Franza

14

legislatore. imponendo la garanzia di diritti che la Costituzione deve necessari~ente includere al suo interno, giacché sottratti al potere di revisione costituzionale, e che nessuna volontà umana, neanche la maggioranza e neanche runanimità dei consociati può sopprimere, senza che ciò implichi un vero e proprio sovvertimento dell'ordine costituzionale 18 • La centralità della persona è assicurata ancora più esplicitamente anche dall'art. 3 Cost. che, al comma I, sancisce il principio fondamentale dell'eguaglianza formale e sostanziale e, al secondo, stabilisce dinamicamente il fine dell'ordinamento, ossia quello della costruzione di un sistema sociale che renda possibile lo sviluppo della persona umana mediante la rimozione degli ostacoli che impediscono ai singoli di realizzare autenticamente se stessi: sia attraverso astensioni, nel rispetto della volontà di ognuno, sia per il tramite di azioni, che garantiscano l'eguaglianza di tutele e la chance di realizzazione della solidarietà sociale. L'art. 3 comma 2 Cost., come anticipato, contiene un concetto, quello di pieno sviluppo della persona umana, difficilmente decifrabile, trattandosi di concetto-limite, dalla cui specificazione non sarebbe possibile escludere a priori alcun fine sociale o giuridico 19• Malgrado il segnalato limite linguistico (o, volendo, proprio in forza di esso), l'articolo in commento è stato storicamente preferito nello sforzo di ricercare un criterio costituzionale unitario in grado di orientare la soluzione dei problemi culturali e sociali che la realtà di volta in volta propone. La categoria giustificatrice ultima, infatti, resta sempre, almeno sul piano formale, lo sviluppo della persona, comunque poi lo si voglia intendere sul piano ·materiale'. In virtù del riferimento allo scopo supremo in esso contenuto, dunque, rart. 3 Cost. può considerarsi il vertice normativo dell'intero impianto costituzionale. con la conseguente imposizione a carico delle istituzioni statali di «un'opera di trasformazione della società in senso umanistico che può durare - tendenzialmente - quanto la storia» 20 •

4. Il diritto promozionale costituzionale La Costituzione, accogliendo la concezione illustrata dimostra che la for. ' maz1one della personalità del singolo non è per nulla indifferente al diritto e, 1 ~

V., ad es., C. cost., sent. 23 luglio 1996, n. 297.

1 "

L. LOMBARDI V ALI.ACRI,

2

Corso di filosofia del dirillo, II ed., Cedam, 2012, p. 308.

°Cfr., di nuovo, L. LoMBARl}f VALLAURI, Corso di filosofia del dirillo, cit., p. 308.

11 "pieno sviluppo della persona"

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anzi, traccia al suo interno un fitto quadro di sviluppo nonnativo della persona e di responsabilità sociale ad impostazione fortemente personocentrica. In particolare, è significativamente frequente nel testo costituzionale l'uso di verbi quali "promuove", "agevola", "favorisce", "tutela", che insieme costituiscono espressione di ciò che taluni autori, tra i quali Norberto Bobbio, hanno fondatamente ricondotto nella categoria del "diritto promozionale" 21 • Attraverso un'analisi puramente lessicale, ripartita tra i «Principi fondamentali» e i quattro titoli della Parte I del testo costituzionale, si può fornire una panoramica della "serie di cose" che la Costituzione indica come meritevole di sviluppo e tutela. In primo luogo spiccano il riconoscimento del diritto al lavoro e la promozione delle «condizioni che rendono effettivo questo diritto» (art. 4). Seguono la promozione delle «autonomie locali» (art. 5), dello «sviluppo della cultura e la ricerca» (art. 9), delle organizzazioni internazionali volte allo scopo di assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni (art. 11). Inoltre, sono tutelate le minoranze linguistiche, il paesaggio, il patrimonio storico e artistico (art. 6, 9).

Nell'ambito dei rapporti etico-sociali, la Repubblica «riconosce i diritti della famiglia» (art. 29), pertanto «agevola con misure economiche ... » la sua formazione e C-0~~~~ ~~ifenrono ~he, per esempio, la pistola del depun:LI.CJrcJ gli riC(,rda\•"'no "alt ,. t~mpo direttamente a mare e poi in un ro ' a 1tr1 se enari· e he avrebbero fatto volentieri· 11 meno d1· c:\.ocarc. v~,4.... , . . I r1.1 .....ere crc:!>Ccre e cur • 1I· • . \e, e ~eckrc: ~,nnrimer.. I , • are g ammah voleva dire anche non .1I d Il rr ... . A) ritenevamo e . . pe_!>IJ e a rci.p,:,n!>ilbilità d. , . on~prens1b1le per chi sentiva anche ~b~l~i: Wlche a tutu, il law1 ro •~~