Racconti di santascienza


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Italian Pages 170 [167] Year 1965

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Racconti di santascienza

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Sergio Turone

"Racconti

di •

an· asclenza

Sergio T urone

Racconti di

santascienza

Ferro Edizioni

Copertina

di G.

Valieri

© 1965 Ferro Edizioni S.p.A.-Via Monte di Pied. l/A Milano -

-

Premessa

Un libro irriverente? La parola santascienza e una paro­ dia, e dunque di per se cosa irriverente: e un fare il verso a uno dei poteri costituiti ehe Ia seuola ci ha insegnato a venerare: Ia Madrelingua. In questa senso il libro e irri­ verente: verso tutto cio che rispettiarno per abitudine 0 per paura, per pigrizia 0 per tomaeonto. II Iettore notera tuttavia che - per quanta ci siano anche alcuni racconti nei quali, a dispetto della saggezza sernpre un pot reazionaria dei proverbi, si scherza coi fanti rna anehe con i santi - oggetto della satira non e rnai Ia fede religiosa; bersagli sono piuttosto - anche quando l'invenzione eoin­ volge cose, modi e concetti della religione - situazioni umane e tabu specifici. della societa in cui viviarno. E se c'e una polemica, non e contro il dogma, rna piuttosto con­ tro il dogmatisrno e Ie pretese di trasferire l'assoluto at livello delle cose umane. D'altra parte, proprio perche oggetto della satira e l'uo-

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mo, il pessimismo che traspare tal volta dallo scherzo non investe mai la condizione unlana, rna senlpre e solo il su­ perumano. Anzi, il comune denominatore di questi rac­ conti (che forse potrebbero rneglio definirsi fa vole, a patto di togliere prima a questa vocabolo il sapore troppo dolce dei giochi infantili) e un profondo ottimismo nei confronti dell'umanita, contrapposta al mondo metafisico. Le avventure paradossali degli angeli, degli uornini, delle entita sfuggenti che popolano questo libro possono essere lette, ci auguriamo, anche come semplice gioco. Non occorre cercarne la chiave 0 la morale. Se una morale c'e, c'e non perche l'autore abbia voluto espressamente mettercela, rna solo perche non avrebbe saputo rincorrere l'invenzione se non avesse seguito il canovaccio delle proprie opinioni sull'uomo e sulle speranze dell'uomo: il regno della spirito e in noi, non al di sopra di noi. AI di sopra c'e l'inconoscibile, suI quale - accanto aIle reli­ gioni, che per rnolti aspetti rappresentano forze spirituali positive - fioriscono Ie superstizioni. II difficile e stabilire il confine, se pure c'e sempre, tra Ie une e Ie altre; rna questa e compito della filosofia, non della santascienza.

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La fede artificiale

"La fede e il sentimento di chi crede senza prove in cio che gli viene narrato da altri, che ne parlano senza conoscerle " .

Ambrose Bierce

A 'tutti i grattacapi che un vescovo di provincia ha nor­ malmente, per monsignor Benedictis - vescovo di T. si aggiungeva un nipote. Mauro era cio che non dovrebbe mai essere il nipote di un vescovo. Non era in discussione la sua vita privata: Mauro era anzi uno degli scapoli pill seri e discreti di T., il cruccio dello zio era un altro: quasi avrebbe preferito avere per nipote uno scapestrato, piut­ tosto che un ateo dichiarato qual era Mauro. Come fosse potuto crescere cosl, il povero vescovo proprio non capiva. Eppure, orfano, Mauro era stato allevato dallo zio, sempre orgoglioso di quel bambino intelligente, vivace, devoto. Durante gli anni del liceo, qualcosa era cambiato in Mauro. Pur conservando affetto e rispetto per 10 zio, aveva cominciato a frequentare certi ambienti di intellettuali scettici e si era perduto. Con estrema franchezza aveva detto allo zio di non sentire pill alcuna fede religiosa. Era

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poi stato fra i soci fondatori di un famigerato circolo Gior­ dano Bruno a T. Molte delle preghiere di monsignor Benedictis erano dedi­ cate a quel nipote e alIa speranza - ormai divenuta abi.. tudine - della sua conversione. Quella mattina i1 vescovo aveva ricevuto i soliti postu­ lanti e seccatori: la gente pili strana e diversa, perfino un inventore rompiscatole che da un mese insisteva per essere aiutato nella produzione industriale delle sue pillole mira­ bolanti. II vescovo gli aveva detto bruscamente che la religione non ha bisogno dell'alchimia. Per liberarsi di certa gente non ci sono che i modi spicci. Liquidati i visitatori sbrigo parte della corrispondenza, poi, stanco, si rifugio nell'ombra serena della chiesa. Prego in piedi, seminascosto in un angolo, come gli piaceva. Stava gia per uscire, quando vide Mauro. Possibile? Mauro in chiesa. In uno degli ultimi banchi, il giovane pregava. II vescovo si senti invadere da una gioia intensa che 10 sconvolse: rimase qualche istante come allucinato a guardare Mauro, nascondendosi discreto dietro una colonna. Formulo un tacito ringraziamento. Preferiva Ie preghiere mute; anche nei rapporti con Dio, monsignor Benedictis era un uomo di poche parole. Moderno senza stravaganze, combattivo ma non petulante, piaceva a molti. Era anche un bel vecchio. Un principe della Chiesa dovrebbe sempre essere bello: il fascino e un'arma indispensabile per chi dedica la propria vita a diffondere un'ideale. Beninteso: si tratta di un fascino con cui non contrasta la castita, perche si esercita anche senza la componente erotica. E non appas­ sisce con gli anni: pili che dalla prestanza fisica deriva da un complesso di doti che potremmo definire 10 stile (e peccato che il linguaggio dei manifesti pubblicitari abbia svalutato questo vocabolo).

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Monsignor Benedictis aveva stile. Su un corpo tozzo da montanaro, i capelli bianchi e sottili ben pettinati davano al volta pallido un tocco aristocratico. L'essenza del suo fascino era forse nel sorriso, che sapeva essere contempo­ raneamente infantile e ironico. Alla vigilia dei settanta anni, il vescovo di T. poteva dire di essere stato un buon pastore; Ie rare volte che si soffermava suI passato, doveva conc1udere che il suo unico insuccesso era stato il nipote. Per una sorta di pudore, monsignor Benedictis aveva sospeso ormai da qualche anna qualsiasi tentativo di ricon­ durre il giovane alla fede. E se non aveva rinunciato a sperare, era stato solo perche a veva imparato a concepire la speranza anche come un dovere. E adesso, la visione improvvisa del nipote raccolto in preghiera, dopo la prima sensazione di felicita straripante gli diede anche un senso di colpa. Si vergogno di avere sperato soltanto per obbligo e di non aver contribuito neppure in minima parte a quel miracolo. Chiese perdono, con l'animo pieno di gratitudine. Senti Ie lacrime rigargli il volta e si riscosse. Per vincere l'impulso di abbracciare il nipote, usci dalla chiesa. Gli venne incontro, sui gradini del sagrato, l'inventore pazzo delle pillole: «Ha visto - g li disse con un sorriso deferente - l'effetto del Fidex?». II vescovo, oscurandosi, rivolse all'ometto uno sguardo interrogativo; queUo spiego, mostrando una bottiglietta che stringeva in pugno: «Pillole Fidex, Ie pillole che danno la fede; dato che lei mi pareva scettico in materia, mi sono permesso di sperimentarle su suo nipote». I cittadini che in quel momenta passavano davanti alIa chiesa furono stupiti nell'udire il lora vescovo, sempre cosi garbato, gridare in tono aggressivo: « Se ne vada, bestemmiatore». Intimidito, il pazzo si allontano: il vescovo rientro in chiesa per ritrovare nella preghiera la felicita

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che Ie pretese folli dell'inventore gli avevano offuscata. Mauro stava Ii ancora, in ginocchio. Le giornate, in casa di monsignor Benedictis, tomarono serene come quando Mauro era ragazzo: ogni sera il ni.. pote partecipava ana recita del rosario. Mauro una sera usci, rna 10 zio volle essere indulgente e non gli disse nulla. Pero la sera successiva il giovane - visibilmente inquieto - usci ancora, disse che andava al circolo Giordano Bruno. Imbarazzato, spiego allo zio che riteneva di aver subito e faticosamente superato una crisi di misticismo: « Scusami, zio », e gli carezzo la guancia rugosa. Cesso di frequentare la chiesa. 11 buon vescovo si arrovello, passo notti insonni. Penso persino all'inventore pazzo: rna scaccio subito il pensiero, guai abbandonarsi a superstizioni blasfeme. Tuttavia due giorni dopo, quando ritrovo in un cassetto della propria scrivania un tubetto d,i pilIole Fidex che l'inventore gli a veva lasciato, sogguardo, soppeso, annuso e non seppe resistere alIa tentazione di una prova: « Cosi mi togliero definitivamente questa folIe idea». Prese i1 tubetto di tranquillanti che Mauro usava abitualmente e ne sostitul Ie pastiglie con Ie pillole Fidex. Passarono due giorni d'in­ confessata speranza e paura. Ma quando, una mattina, monsignor Benedictis vide in chiesa Mauro, nuovamente raccolto in preghiera, aveva gia dimenticato Ie pillole, e si diede del pazzo per aver creduto - sia pure in un mo­ mento di debolezza - aIle fandonie dell'inventore. Un cosl autentico abbandono religioso non poteva essere �he ori­ ginato da fede genuina, altro che astruserie alchimistiche. Stavolta pero, alI'ometto che 10 aspettava ancora pun­ tuale e sorridente fuori dalla chiesa, il vescovo non fece una scenata violenta. L'indignazione era sbollita: si limito a dargli ragione come si fa con i pazzi e a fargli promesse

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generiche. Poi, a casa, rimise i tranquillanti di Mauro al loro posto. La faccenda non era ancora finita. Una settimana dopo, i1 nipote ebbe una crisi nervosa : smise nuovamente di frequentare la chiesa e torno al Giordano Bruno. Preso da un'ira sorda, come accettando una diabolica sfida, i1 monsignore fece in modo che Mauro ingerisse un'altra pillola Fidex. II giorno seguente 10 vide in chiesa. Lo abbraccio commosso, e pili tardi a casa, in un delirio di pianto e di febbre, gli racconto delle incredibili pillole Fidex. Gli chiese perdono, promise che avrebbe distrutto I'intero tubetto. Mauro ascolto 10 zio con affettuosa attenzione, e la sua risposta meraviglio il vescovo : « Se quelle pillole sono cosi .efficaci, perche vuoi distruggerle ? Hai detto che I'effetto dura una settimana; ne prendero una ogni sabato. Adesso che ho ritrovato la fede, non voglio pili perderla e faro di tutto per conservarla : e molto pili riposante avere una fede religiosa ». Abbiamo voluto raccontare in modo particolareggiato la vicenda di monsignor Benedictis e di suo nipote Mauro, perche essa spiega I'impegno con cui il vesco vo di T. si batte in seguito nella campagna per la distruzione scienti­ fica dell'ateismo e nella polemica s viluppatasi a proposito dell' opportunita 0 meno di usare su vasta scala Ie pillole Fidex. All'inizio l' orientamento ufficiale della Chiesa fu estre­ mamente cauto. Mentre tutti i giornali del mondo diedero subito i1 massimo rilievo aIle notizie relative alle pillole che danno la fede, 1' " Osservatore romano " si limito a una garbata noticina polemica a fondo pagina, esprimendo ironico stupore per l'improvviso interesse verso la reli­ gione, esploso in ambienti generalmente ancorati a inte­ ressi materialistici.

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Alcuni giorni dopo, dilagando la polemica (anche perche nel frattempo si erano registrati i prinli casi di conversioni c1amorose) i1 quotidiano vaticano affido alla penna di un dotto teologo i1 conlpito di prendere posizione sull'argo­ mento. Lo scrittore, pur in tono moderato, e respingendo Ie interpretazioni miracolistiche, ammise che un certo uso della pilIola avrebbe potuto essere un fatto positivo per la religione, purche non provocasse, rna soltanto asse­ condasse uno spontaneo movimento di adesione degli scettici al dogma; tuttavia mise in guardia contro i peri­ coli di un uso indiscrimanto delle Fidex, sottolineando la fondamentale esigenza del libero arbitrio . A questa che poteva essere considerata una parziale sconfessione, monsignor Benedictis rispose con un articolo i cui passi essenziali furono riprodotti da tutti i giomali, con commenti di consenso 0 di ripulsa. Sostenne in so stanza monsignor Benedictis che, se Dio a veva permesso che I'uomo, mediante la scienza, arrivasse alIa scoperta di una pillola come la Fidex, evidentemente cio faceva parte dei piani divini per neutralizzare finalmente nel mondo I'azione del demonio. Quanto all'argomento del libero arbitrio, fu facile al Benedictis replicare che, non potendosi evidente­ mente somministrare la pillola a chi si rifiutasse d'ingerirla, ciascuno restava libero di decidere se prenderla 0 no. Per­ tanto l'esigenza teologica del libero arbitrio non era in discussione. Naturalmente, la polemica non fu limitata agli ambienti religiosi. Anche i partiti politici e i movimenti ispirati a ideologie diverse e contrarie dibatterono il problema. Nu­ merosi giornali pubblicarono inchieste agghiaccianti met­ tendo in guardia l' opinione pubblica laica contro il pericolo insito nell'uso delle pillole Fidex. Dopo una serie di arti­ coli vibratamente polemici e documentati, il direttore di un settimanale d'orientamento laicista promosse un pubblico

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dibattito, nel corso del quale - per spezzare la catena di suggestione creatasi attorno al mito delle pillole e dimostrare la superiorita della volonta razionale - si sottopose volon­ tariamente all'esperimento e inghiotti una pillola Fidex; sapeva bene che, finche fosse durato l'effetto, la terribile pastiglia 10 avrebbe gettato in una sorta di parossismo religioso, rna intendeva c1amorosamente smentire che fosse impossibile, dopo la prima pillola, imporsi di rinunciare aIle dosi successive. II dibattito promosso dal settimanale ebbe larga eco e l'esperimento personale del direttore fu seguito con vivo interesse dall'opinione pUbblica. II giornalista aveva chiesto la vigile collaborazione dei suoi redattori, perche 10 aiutassero a superare eventuali momenti di debolezza, e i redattori pensarono bene, dopo la prima dose, di nascondere i1 tubetto delle pillole. La settimana trascorse secondo Ie previsioni: il convegno si era tenuto di domenica, i1 lunedi il direttore ando regolar­ mente in chiesa a pregare, e cosi nei giorni seguenti; il sabato comincio a mostrarsi irrequieto; la domenica rimase a letto; il lunedi torno al giornale in stato di grande agi­ tazione. Aperse i1 cassetto della scriyania, vide che Ie pillole non c'erano, chiamo il redattore-capo, grido che gliele trovassero subito. I redattori esitavano, impressionati. II direttore si alzo, butto all'aria i cassetti di tutte Ie scrivanie, e quando final.. mente scovo i1 Fidex, strappo violentemente con l'unghia i1 tappo, ingurgito una pillola, poi, affranto, si sedette. Quella settimana it giornale usci con un fondo intitolato « II miracolo della fede ». Episodi come questo, ormai all'ordine del giorno, scos.. sero l'opinione pubblica e giovarono alla campagna di monsignor Benedictis. Molte industrie si accordarono per la fabbricazione massiccia delle pillole Fidex e per il relativo 17

battage pubblicitario. Cosl i quotidiani vicini agli ambienti industriali cominciarono ad abbandonare la linea di neu... tralita fin'allora seguita e si schierarono decisamente a fa vore delle tesi del vescovo di T.; 10 stesso " Osservatore Romano " modifico in parte la propria linea. Vedendo la vittoria quasi vicina, monsignor Benedictis affronto gli ostacoli degli ultimi dubbi trovando nuove argomentazioni e accenti di sicura efficacia: «I nostri avversari e i tiepidi - scrisse - hanno forse dimenticato che per tanti secoli, a cominciare da Galileo, il progresso scientifico ha costantemente contrastato, quando non addirittura ridicolizzato, la nostra religione? Se ora si sono invertite Ie parti, e una sensazionale scoperta scien... tifica si pone non pili contro ma al servizio della religione, come non vedere in cio un sublime disegno divino?}}. Uno slogan pubblicitario particolarmente indovinato (

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