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Italian Pages 155 [154] Year 1991
ANDREINA~GIONCALDA
LO SVILUPPODELIA TITOIATURAIMPERIALE DAAUGUSTOA GIUSTINIANO ATTRAVERSOLE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE
G. GIAPPICHELLIEDITORE - TORINO
In copmi1111: MiliariodiTiberiodel 31/32 d.C. (C/LXII 5600, dallavia Domitùt, pressoNimes). (Aix--cn-Provence ). Foto Ph. Foliot, CentreCamille-Jullian
ce>Copyright 1991 - G. GIAPPICHELLIEDITORE-TORINO VIA PO 21 -TEL (011) 839.70.19
ISBN 88-348-0112-1
St11mp11: Stampatrcs.a.s. - Torino
NESSUNA PARTEDI QUESTO VOLUMEPUO ESSERERJPRODOITA IN QUALSIASIFORMAA STAMPA. FOTOCOPIA.MICROFILMO ALTRJ SISTEMI.SENZAIL PERMESSOSCRITTO DEU 'EDITORE.
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PREMESSA
Questo volumetto è nato da un ciclo di lezioni tenute agli studenti di Diritto romano della Facoltà di Giurisprudenzadi Genova, allo scopo di familiarizzarli con le fonti epigrafiche. Vista la fmalità didattica, si è preferito, per rendere più agile la lettura del testo, evitare il ricorso alle note, mentre si è ritenuto necessarioriportare una serie di testi epigrafici, che permettessero, quanto più possibile, di esemplificare ed illustrare l'argomento. Ragioni pratiche hanno suggerito, al riguardo, di utiliuare essenzialmentela sillogedelle/ nscriptionesLatinaeSelectae(= /LS), voli. I-Ili, Berlin 1892-1916,a cura di H. DESSAU,tralasciando altre raccolte (quali le IGR, il CIL e altri Corpora)e repertori (come l 'AE e il SEG), che avrebbero fornito una documentazioneancora più abbondante su questo tema di ricerca cosl vasto e ricco di elementi utili per la conoscenza degli aspetti politici, ideologici e costituzionali del mondo romano.
A. M.
V
INTRODUZIONE
Gli imperatoriromanierano designatiufficialmenteda una combinazione di nomi e titoli, che costituiscono la titolatura imperiale. Gli elementi base, che componevanola prima parte di essa, quale si venne formando all'epoca di Augusto,erano lmperatorCaesarAugustus, che inizialmente,come ha rilevatoR. Syme,vennerousati in funzionedi tria nomina:lmperatorcomepraenomen,Caesarcome nomen o gentilizio, Augustus come cognomen. Sappiamo che i tria nomina (insieme alla filiazione e alla tribù di appartenenza) costituivano l'onomastica del cittadino romano. Questi tre elementi, cui già nella formula di Augusto si aggiunse l'indicazione della filiazione, passaronopoi ai suoi successori, evolvendosigradualmenteda nomi a titoli, designanti la posizione dell'imperatore ed ai quali i successori di Augusto aggiunsero i loro nomi personali. La titolatura era, inoltre, formata da una serie di titoli rappresentanti le cariche rivestite dall'imperatore, nonché da epiteti onorari, sia civili che militari,che a pocoa pocovenneroad aggiungersi. Ma passiamoad esaminaretutto ciò nei dettagli, iniziandocon la genesi della titolatura imperiale al tempo di Augusto.
VII
I. GENESIDELLA'l'I'I'OLATURA IMPERIALE SOTIO AUGUSTO*
•Perle /LS menzionatein questocapitolo,v. infra, AppendiceI, pp. 19-24.
l. lMPERATOR Ottaviano discendeva da una famiglia equestre arrivata da poco al Senato. Suo padre era C. Ottavio, marito di una nipote di Cesare (Giulia) e, a sua volta, figlio di un altro C. Ottavio, un cavaliere di Velletri. Dunque, il primo nome di Ottaviano fu C(aius) Octavius C(ai)/(ilius) C(ai) n(epos). Al suo ritorno dalla Spagna, il 13 settembre del 45 a.e., Cesare confezionò il suo testamento,dove dichiarava, tta l'altro, di adottare in familiam nomenque uno dei suoi tre eredi, il pronipoteC. Ottavio (Suet, Caes., LXXXIll, 3). Alla morte di Ce..,alP. (idi di mano del 44 a.C.), Ottavianosi trovavain Grecia ed ignoravaancoradi essere stato adottato dal grande prozio. Alla notizia dell'assassinio ritornò in Italia, dove ricevette una copia del testamento di Cesare e, ancora prima del riconoscimento ufficiale dell'adozione, assunse subito l'onomastica del padre adottivo e si chiamò C(aius)lulius C(ai)/(ilius) Caesar. Come è noto, ali' epoca repubblicanaera costume che l'adottato assumesse un agnomen in -anus derivato dal gentilizio del padre naturale o, caso pià frequenteda Silla in poi, mantenesseuno dei cognomi della famiglia di origine.Nel caso di Ottavio,poichégli Ottavi non avevanoun cognomen, si imponeval 'agnomenin -anus. Perciò il futuro Augusto è noto come Ottaviano,cosl comevenne denominatodopo l'adozione. Egli,pero, non volle mai dirsi né Octavianusné Octavius,ma, tanto sulle iscrizioni ufficialiche sullemonete,egli si indicò,appunto,come C(aius)IuliusC(ai) /(ilius) Caesar. In seguito, nell'onomasticadi Ottavianointervenneun altro cambiamento quando a C(ai)/(ilius) egli sostitul Divi/(ilius), fonnula che troviamo per la prima volta nei Fasti trionfali Capitolini del 40 a.e. Ciò avvennein conseguemadell'apoteosidi Cesare,al quale il I O gennaiodel 42 a.C. i triumviriavevanodeliberatodi erigere un tempio,riconoscendo in tal modo, ufficialmente, la sua divinizzazione. Ottaviano cambiò, dunque, il suo patronimicoin Divi/(ilius), talora anche divi Iuli /(ilius). 3
Molto più importante per i suoi riflessi politici fu, però, l'assunzione da parte di Ottaviano del prenome di lmperator al posto di Caius. Ad un certo punto, infatti, egli abbandonò quest'ultimo sostituendolo con Imperator. Al contempo, egli abbandonò il gentilizio lulius, sostituendolo con il cognomeCaesar.Ciò non è strano perché,come ha osservato il Syme, rispondeva ad una tendenza degli aristocratici, i quali nella loro onomastica preferivano l'uso del cognomen come gentilizio, indicandolo al posto di quest'ultimo. La cosa singolare ed originale, invece, fu l'assunzione del termine imperatorcome prenome. Nel II e I sec. a.e. (cioè negli ultimi secoli della Repubblica)imperator era il titolo con il quale i soldati acclamavanospontaneamentesul campo di battaglia il generale vincitore. Era un titolo, che non dava diritto al trionfo, concesso dal Senato, ma rappresentava una condizione per ottenerlo (v., ad es., /LS 41, dove si dice che C. Octavius, il padre del futuro imperatore,imperatorappellatusest exprovinciaMacedonia).La più antica attestazioneepigrafica di imperatorriguarda L. Emilio Paolo, pretore in Spagna: si tratta di una lamina di bronzo (ILS 15 = JIJRP 514), che riporta un decreto da lui emanato nel 188a.e. e dove egli è chiamato L(ucius) Aimilius L(uci) f(ilius) imperator. L'appellativo imperator scadeva con la fine dell'imperium (che spesso coincideva col trionfo), ma, di fatto, si trova attestato anche dopo il trionfo. Il caso più antico, secondo il Degrassi, è quello di L. Mummio, il quale nella tabula triumphalis(ll.S20=1[1RP 122)dicevadidedicarecomeimperatoriltempio di HerculesVictor,che, secondoPlutarco,fu consacratodurante la censura dello stesso Mummionel 142a.e.,tre anni dopoil suo trionfo. Torniamo ora ad Ottaviano. Egli ottenne la prima acclamazione imperatoria nel 43 a.e. (16 aprile), subito dopo la battaglia di Modena, nella quale aveva sconfitto M. Antonio (lnscr. It. XIIIi, p. 568). In seguito, in un'epigrafe da Saticula posteriore al 27 novembre 43 (quando egli divenne triumvirr(ei)p(ublicae) c(onstituendae))ed anteriore al 40 (quando si denominò lmperator Caesar:v. oltre) troviamo: C(aio) lulio C(ai) /(ilio) Caesari imp(eratori) triumviro r(ei) p(ublicae) e(onstituendae)(ILS 16 = JIJRP 416). Può darsi che il titolo di imperator si riferisca qui alla prima acclamazione. Non sappiamo, infatti, quando ottenne la seconda. Quanto alla te~ una testimonianza è offerta dalle monete. Si tratta di una moneta d'oro (aureus) e di una d'argento (denarius),databili al più tardi al 38 a.e. (SYDENHAM 1329e 1331). &se 4
portano sul retro la legenda M. Agrippa co(n)s(ul)desig(natus),mentre sulla parte anteriore recano, rispettivamente, le seguenti legende: lmp(erator) divi Iulif(ilius) ter e lmp(erator)Caesar divi Iulif( ilius). In entrambe, e in maniera più evidente nella seconda, imperator è nella posizione iniziale di prenome; nella prima, inoltre, figura anche il numero delle acclamazioniimperatorie(ter):questo fatto, come rileva il Syme, può essere un indizio della derivazione del prenome lmperator dalla salutazioneimperatoria.In questedue testimoni8117.C numismatiche alcunistudiosi vedono,dunque,la prima attestazionedi imperatorcome epigrafiche, le quali prenome. In realtà, ci sono delle testimoni8117.C permettono di risalire ancora più indietro, perché da esse risulta che l'iniziativa di Ottavianodi assumereil titolo di imperatorcome prenome è più risalente nella sua carriera politica. Infatti, se nei Fasti consulares Capitolininell'anno430ttavianofiguraancoracomeC(aius)luliusC(ai) f(ilius) C(ai) n(epos)Caesar(mancanoper gli anni 42-38 compresi),nei FastitriumphalesCapitolininel 40 troviamogiàlmp(erator)CaesarDivi f(ilius) C(ai) n(epos). Il Mommsen accoglieva, perciò, il 40 a.e. come annoper l'assunzionedel prenomelmperatorda parte del futuro Augusto. A questa data si opposero,tuttavia, altri studiosi, sostenendoche i Fasti trionfali, redatti più tardi (probabilmentefra il 19 e 1'11 a.C.), attribuivano ad Ottaviano un prenome che egli non aveva ancora: essi conterrebbero, perciò, un anacronismo.Dunque, taluni studiosi (fra i quali il Syme) preferisconola data del 38 per l'assunzione da parte di Ottaviano di quel prenome,allorchéegli ricevettela terzaacclamazioneimperatoria, per la vittoria di Agrippa contro gli Aquitani (a questo proposito c'è da rilevare che Agrippa aveva rifiutato per sé il trionfo per le vittorie conseguite sotto il comando supremodi Ottaviano (cfr. C. Dio, XLvm 49, 4) e questo fatto, come vedremo in seguito,offrirà un precedenteper l'assunzione da parte degli imperatoridelle salutazionie dei trionfi per le vittorie dei loro comandanti e, quindi, per la monopolizzazione dei trionfi da parte degli imperatori). Per tornare al problema della data, l'ipotesi del Mommsensembra,tuttavia,la migliore.Innanzitutto,si può osservarecon il Degrassiche il testo dei Fasti trionfali,benché redattipiù tardi,risultaesserein •strettissimarelazione'con quellodei Fasti consolari (che risalirebbero a poco prima del 30 a.C.) ed è quindi attendibile. In ogni caso, la testimonianzadei Fasti trionfali Capitolini trova conferma in quella offerta dai Fasti triumphalesBarberiniani, sui quali tanto il 2 . • A. MAGIONCALDA:u wi/.fr
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Degrassi che il Combès richiamano l'attenzione. Questi Fasti alla data del 40 ricordano l 'ovatio(un trionfo minore) celebrata da Ottaviano e M. Antonio dopo l'assedio di Perugia e la riappacificazione dei due ed in essi rimane la traccia del prenomelmperatordi Ottaviano:lm[p. Caesar] ovans quodpace cum [MarcoAntoni]ofecit palmam dedit (lnscr. lt. x111i, 36, p. 342). Tali avvenimenti importanti poterono spingere Ottaviano in quell'anno 'ad assumere un titolo che significava il comandante militare per eccellenza e già portato, se anche non come prenome, dal padre adottivo' (Degrassi). L'ovatio dovette essere celebrata alla fine di settembre o al principio di ottobre del 40: non più.tardi di allo~ secondo questa ipotesi, Ottaviano divenne Imperato, Caesar. Dunque, se l'iniziativa di Ottavianodi sostituire il prenome di Caiuscon quello di lmperator è posteriore al 43, è probabile risalga al 40. R. Combès sottolinea che quando per la prima volta Ottaviano impiegò il prenome Imperato, la sua iniziativaera intiera: egli non aveva avuto alcun predecessore né entro la sua famiglia, né tra i suoi avversari. N~un documento,infatti,unisceil prenomelmperatoral nome di Cesare, poiché le testimonianz.eepigrafiche e numismatiche che lo riguardano confermano l'uso di imperato, come titolo onorario. Titolo del quale Cesare fece un uso notevole, ponendolo, in tutti i documenti latini noti, immediatamente dopo il suo cognomen(v., ad es., ILS 70). Neppure Pompeo portò il titolo di imperato, come prenome. Pertanto, come evidenziano sia il Syme che il Combès, non ci sono precedenti cesariani e neppure pompeiani per il prenome di lmperator assunto dall'erede di Cesare. Perciò, cade anche l'ipotesi secondo la quale Ottaviano avrebbe assunto tale prenome in quanto figlio adottivo di Cesare. Bisogna cercare di determinare ora il significato che Ottaviano volle dare al titolo di imperatorallorché, trasformandolo in un prenome, lo associò defmitivamente alla sua persona. . Finché Ottaviano (cosl come Cesare) usava la formula Caesar imperator(con imperatordopo Caesar),questo titolo non aveva altro significato che quello tradizionale,cioè di generale vittorioso acclamato dalle truppe.Trasformandola formula in lmperatorCaesare facendo, in tal modo, di questo titolo un prenome, Ottaviano lo legava indissolubilmente alla sua persona. Con ciò egli non voleva defmire i poteri, che egli aveva (né l'imperium proconsulare,né l'imperium maius), ma affermava la superiorità del suo potere e voleva associare alla sua persona 6
l'idea della vittoria, la gloria del vincitoree la superioritàdel capo. Egli voleva esprimerequesto non solo di fronte ai suoi soldati, ma di fronte a tutti i cittadini, sia militari che civili, i quali, abituati a leggere il titolo di imperatordopo i nomi dei vincitoriacclamatidalle truppe,non potevano che dare lo stesso significato al prenome, che Ottaviano aveva preso l'iniziativa di assumere (Combès). ComeosservaF. De Martino,lmperatornon costi~iva alloraun titolo ufficialedi designazionedel principe,ma, incorporatonel nome, non era senza significato politico e ideologico. Era un appellativo orgoglioso, che indicava la posizione preminentedi un comandante in capo, senza essere, per il momento,un titolo ufficiale.lmperator,di per sé, non era un prenome, era un titolo. Usato come prenome designava la posizione suprema di un comandantedell'esercito e sarebbe diventato, col tempo, la designazioneufficiale del principe.
2. CAESAR Si è detto che, dopo l'adozione da parte di Cesare, Ottaviano aveva assunto con l'onomastica del padre adottivo il suo cognome, Caesar, diventando C(aius)lulius C(ai)/(ilius)-a volte con l'aggiunta di C(ai) n( epos)-Caesar (v., ad es., /LS 76). Poi, dopo l'assunzione del prenome lmperator, il cognome Caesar venne convertito in gentilizio, secondo la consuetudine in uso fra i nobili. A sua volta, il gentilizio lulius, anch'esso conseguente ali' adozione, venne abbandonato.
3.FILIAzIONE Ottaviano, che, dopo l'adozione da parte di Cesare, era diventato C(aius) lulius C(ai)f(ilius) Caesar, dopo la morte di Cesare e la sua divinizzazionesostitulil patronimicoC(ai)/( ilius)con Divi/(ilius)(o divi Iuli/( ilius)), come risulta per la prima volta nei Fasti trionfali Capitolini nel 40 a.e. Divi/(ilius)conferivauna speciedi sanzionedivina agli occhi del pubblico, senza comportare,peraltro, la divinizzazionedi Ottaviano 7
e costitul una parte integrante della titolatura di Ottaviano-Augusto (anche se, talora, venne omesso, come negli editti di Cirene). Fino al 27 a.e. Ottavianofu, dunque,lmp(erator) Caesar Divift.ilius) (es.: ILS 78-81). Riassumendole varie tappe della nomenclaturadi Ottaviano: - nei Fasti consolari Capitolini, a. 43: a. 37: - nei Fasti trionfali Capitolini,a. 40: - monete (aureus), a. 38: (denarius},a. 38: - altre iscrizioni, fra il 36 e il 32: dal 27:
C(aius) lulius C(ai) ft.ilius) Cai n(epos) Caesar lmp(erator) Caesar Divi ft.ilius) C(ai) n(epos) lmp(erator) Caesar Divi ft.ilius) C(ai) n(epos) lmp(erator) divi lulift.ilius) ter lmp(erator) Caesar divi Iuli ft.ilius) lmp(erator) Caesar Divift.ilius) lmp(erator) Caesar Divift.ilius) Augustus.
4. AUGUSTUS Nel 27 a.C. avvenne un altro fatto importante. Dal 16 gennaio di quell'anno Ottavianosi chiameràufficialmentelmp( erator) Caesar Divi f(ilius) Augustus: a questo punto l'evoluzione della sua nomenclaturaè compiuta.L'epitetodi Augustusavevavaloredi cognomen.&so gli venne attribuito dal Senato con un senatoconsulto,su mozione del console L. Munazio Planco. Le guerre civili erano terminate ed Augusto aveva comunicato al Senato la sua rinuncia ai poteri straordinarisugli eserciti e sulle province. Allora, come ricorda nelle Res Gestae, c. 34: senatus consulto Augustus (nella versione greca Iefiacttoç) appellatus sum (v. anche Censorino, 21, 8; Suet., Aug., VII, 4; ecc.). Alcuni senatori avevano suggerito,invece, il nome di Romolo,il fondatoredi Roma e l'eroe 8
tradizionale, ma prevalse la proposta di Munazio Planco di chiamarlo Augusto. Secondo Cassio Dione (Lm, 16, 7), Ottaviano non volle il nome di Romolo, per non dare l'impressione di aspirare alla regalità. Svetonio, a sua volta, dice che si preferl chiamarlo Augusto, non solum novo, sed etiamampliorecognomine:si chiamavano,infatti, 'augusti' i luoghi resi sacri dalla religione, nei quali si prendevano gli augùri per consacrarequalcosa (Suet., Aug., VII, 4: quod loca quoque religiosaet in quibus auguratoquid consecraturaugustadicantur). Il significatodi Augustus,tratto dalla categoriadegli epiteti onorifici, è oggetto di discussionefra gli studiosi. Ma, qualunque sia l'etimologia e il valore di questo termine (per quanto riguarda la prima prevale oggi la tesi, che lo collega alla stessa radice di augure augeo (v., fra gli altri, De Martino)), esso aveva una fisionomia religiosa, che conferiva alla persona di Ottavianoun'aureola sacrale. Inoltre,era intimamentelegato all'ideologia romulea. Infatti collegava Augusto al primo fondatore, perchéI' Urbs era stata fondataaugustoaugurio,secondo la formula del celebre verso di Ennio riportato da Svetonio (cit): 'Augusto augurio postquam incluta conditaRoma est' ('dopo che l'inclita Roma fu fondata con presagio augusto'). La parola conservava, dunque, il ricordo degli auspiciiniziali,che avevanofavoritoRomolo,quando fondò Roma (Magdelain;De Martino). 'Augusto' in epoca repubblicanasi incontra solo in ambito religioso ed era uno degli epiteti attribuiti più spesso agli dei. Come nome di personaera nuovo (v. Svetonio,cit. supra;anche Cassio Dione (LIII, 16, 8) sottolineail caratteresovrumanodell'epiteto). Esso significava'colui che si venera, il venerato', valore che passa e si riscontranella traduzione greca IE'3ac:rtoç (Sebast6s).Esso designavacolui che era stato consacrato dagli dei, colui che la volontà divina aveva chiamato a guidare il destino di Roma. Questo termine, assunto dalla sfera religiosa, indicava qualcosa che stava al di sopra della comune umanità, senza, peraltro, giungere ad una identificazionecon la divinità (De Martino). Il cognomenAugustus, perciò, sottolineava definitivamente la preminenzadel principe.Con esso venivatributatoad Ottavianoil pubblico, solenne riconoscimentodella sua superiorità sugli altri uomini, senza, però, farne un dio. Benché Augustus non fosse ancora un titolo ufficiale del principe, esso aveva un carattereufficiale,perché gli era stato conferitoin maniera 9
ufficiale (De Martino; De Francisci).lmperatorCaesarAugustus fu dal 27 a.e. la denominazioneufficiale di Ottaviano e sarebbe diventata, in seguito, il titolo ufficiale del capo dello Stato romano.
5. CONSUL Nel 27 a.e., al momentodell'attribuzionead Ottavianodel cognomen di Augustus,egli rivestiva il suo 7° consolato (v. Res Gestae, c. 34). Il consolato è una tra le cariche e gli onori di origine repubblicana, che figuranonella titolaturaimperiale.Sappiamoben poco sulle attribuzioni, che Augustoaveva legatoal consolatoal momentodella costituzionedel principato. In ogni caso, il consolato del principato nascente aveva caratteristiche di originalità: cosl, trascurando i limiti dipendenti dai divieti repubblicanisull'iterazionedi questa magistratura,Ottavianodal 31 a.e. si fece eleggere annualmenteal consolato, che detenne ininterrottamente fmo al 23 a.e. (III-X/). In precedenzaegli lo aveva rivestito nel 43 (I) e nel 33 (I/). Perciònelle iscrizionidopo la menzioneco(n)s(ul) (abbr. cos.)troviamouna cifra indicante,appunto,il numerodei consolati rivestiti (v. ad es., 11..S78-81 et passim). Nel 23 a.e. Augusto rinunciò al consolato (e poco dopo gli venne riconosciutain perpetuo la tribuniciapotestas:v. § seg.). Egli mantenne questa decisione anche quando l'anno seguente (22 a.C.) gli fu offerto a vita (Res Gestae,c. 5: Consulatumquoque tum annuum et perpetuum mihi delatum non recepì). Dal 22 al 2 a.C. Augusto assumerà di nuovo il consolato solo due volte, a titolo eccezionale, nel 5 (Xli) e nel 2 a.e. (Xlii). Secondo il Guarino 'Ciò si spiega tenendo presente l'intero processo genetico del principato augusteo, che poté dirsi realmente e definitivamente fondato nel 23 a.e., anno in cui Augusto rinunciò all'undicesimo consolato ed ebbe, poco dopo, riconosciuta in perpetuo la tribuniciapotestas. 11consolato, che sino al 23 a.e. era stato uno dei tanti strumenti cui Augusto aveva fatto ricorso per mantenere la sua supremazia sullo Stato, non fu più necessario a questo fine dopo d'allora'. Nella titolatura la menzione dei consolati (insieme a quella delle tribuniciaepotestates e delle salutazioni imperatorie) costituisce uno 10
degli elementi importanti per la datazione delle epigrafi, come risulta dalla tabella seguente:
cos.
I:
Il: lii:
W:
V: VI: VII: VIII: /X:
X: X/: Xli: Xlii:
43 a.e. 33 a.e. 31 a.e.
30 a.e. 29 a.e. 28 a.e.
27 a.e . 26 a.e. 25 a.e. 24 a.e. 23 a.e. 5 a.e. 2 a.e.
Nella titolatura di Augusto, perciò, dal 23 al 5 a.e. (escluso) la menzione del titolo di consul è sempre seguita da Xl (v., ad es., ILS 86, 6753 et passim). I consoli entravano in carica il 1° gennaio, ma la designazione avvenival'anno precedente.Per questo nella titolaturatroviamotalvolta co(n)s(ul)desig(natus) (abbr. cos. desig.), seguito dal numerale corrispondenteal consolatoche sarebbestato rivestito(v., ad es., ILS 85, 100).
6. TRIBUN/CIA POTES'l'AS Parte integrantedel potere imperialeè la tribuniciapotestas. Augusto ebbe la tribuniciapotestas a vita a partire dal 23 a.C. Ciò risulta dalle Res Gestae, c. 4: Consulfueram terdeciens cum scribebam haec et eram septimum et tricensimumtribuniciaepotestatis (cfr. c. 35: Cum scripsi haec annum agebamseptuagensumumsextum;v. anche Tac., Ann., I, 9, dal quale risulta che nel 14 d.C., anno della sua morte, Augusto aveva tenuto ininterrottamenteper 37 anni la tribunieiapotestas:continuataper septem et triginta annos tribuniciapotestas; v. inoltre C. Dio, LIII, 32, 11
5). Prima del 23 a.e., secondo alcuni studiosi (fra essi Guarino e De Martino), egli avrebbeavuto solo un ius tribunicium,che non era la tribunieiapotestas:esso non conferiva,infatti,la piena parificazionecon i tribuni,ma solo la sacrosanctitas(inviolabilità)e il diritto di dividere il Senato i banchi (subsellia)dei tribuni. Nel 23 a.e . il Senato gli conferi la tribuniciapotestas a vita, con la quale egli ebbe la sacrosanctitasperpetua (v. Res Gestae, c. 10: et sacrosanctusinperpetuumu.tessemet,quoadviverem,tribuniciapotestas mihi esset,per legemsanctumest). Si ttattava di un potere importante,che veniva conferito al principe senza che egli fosse tribuno (in quanto patrizio non poteva diventarlo), ma, ricevendoil quale, Augusto,pur non diventandotribuno della plebe, dei tribuni avevai poteri: il ius intercessionis(diritto di opporre il veto alle deliberazionidi qualsiasi magisttato), il ius coercitionis(potestà di irrogare multe, disporre carcerazioni,ecc.), il ius agendi cum plebe et cum senatu (potestà di convocare il concilio e il senato). Nello stesso tempo, pero, egli veniva collocato in posizione superiore ai tribuni ordinari,perchéla tribuniciapotestasdel principenon subiva limitazioni né di tempo né di spazio: era, infatti, vitalizia e non annuale e poteva essere esercitata anche fuori Roma (almeno fino al primo miliarium); inoltre, cosa molto importante, il principe, a differenza dei tribuni ordinari, non era sottoposto al loro veto (intercessio),mentre poteva opporre il suo. I suoi poteri erano, perciò, illimitati. Pertanto, c'era una tribuniciapotestas del principe, che coesisteva accanto a quella dei tribuni. F.dessi, proprio per la superiorità dell'imperatore, non potevano considerarsi suoi colleghi. Augusto ebbe, pero, dei colleghinella tribuniciapotestas,che egli stessosi fece assegnareper cinquevolte dal Senato(v. Res Gestae,c. 6: Quaetumper me geri senatus voluitper tribuniciampotestatemperfeci, cuiuspotestatis conlegamet ipseultroquinquiensa senatudepoposciet accep,).Essi furonoil genero Agrippa e Tiberio: il primo due volte, dal 18 al 13 e poi di nuovo dal 13 (ma questo nuovo periodo fu interrotto dalla sua morte nel 12 a.e .); il secondotre volte, a partire dal 6 a.e., poi dal 4 d.e. (al momentodella sua adozione),con rinnovamentonel 13d.e . Questi 'colleghi' (v. anche Res Gestae,c. 34: in magistratuconlegae),che per periodi successivierano chiamati ad affiancare Augusto nella tribuniciapotestas, non erano, comunque, suoi pari grado. 12
È probabile che, facendosiassegnare dei 'colleghi' in questo potere,
Augusto, più che voler dimostrarerispetto per la tradizionerepubblicana, pensasse, seppure indirettamente, alla successione (Guarino). In effetti, i suoi 'colleghi' non erano tribuni della plebe, ma il genero e il figlio (da sottolineareche alla morte di AugustoTiberio gli era 'collega' nella tribuniciapotestas),persone che Augustoaveva scelto di associare al suo potere (anche per i suoi successoriavverrà lo stesso). La tribuniciapotestas era stata concessa ad Augusto a vita, senza limiti di tempo. Però essa veniva iterata annualmente.Questa iterazione, che, secondo il De Martino, è da attribuire solo ad un rispetto formale delle norme repubblicane(dalle fonti non risulta che ci siano stati atti di rinnovazione), si riscontra nella titolatura. Infatti, dopo la menzione della tribuniciapotestas (a partire da //) veniva indicato un numerale, che aumentava progressivamenteogni anno ed è questo un elemento molto importanteper la cronologiadelle iscrizioni.Nel caso di Augusto, la menzione della tribuniciapotestas permette di datare le epigrafi a partire dal 23 a.C.: tr. pot.: 23 a.C. (in qualche caso, però, l'indicazione tr.pot. è senza numeralesoloperchéquest'ultimo è stato omesso);tr.pot. Il: 22 a.C.; tr. pot. lii: 21 a.C., ecc.; tr. pot. XXIII: 1 a.C.; tr. pot. XXW: 1d.C.; tr.pot. XXV:2 d.C., e via dicendo (v., ad es., ILS 86, 6753, 89, 90 et passim).
7. PONTIFEX MAXJMUS Un'altra carica di origine repubblicana,che figura nella titolatura di Augusto,è quella di pontifex maximus,la massima carica sacerdotale.11 collegio dei pontefici, il primo per dignità dei grandi collegi sacerdotali romani, risalente, secondo la tradizione, alle origini di Roma, era il custodeufficialedella religionedi questacittà, il depositarioe l'interprete del dirittoreligioso.11ponteficemassimo,successoredegli antichire, era il presidente di questo collegio e capo religioso della città. Cesare aveva rivestito questa prestigiosa carica dal 63 a.e. (es.: ILS 70, 71) e, alla sua morte, Lepido, collega di Ottaviano e Antonio nel triumvirato, se ne era impadronito. Ottaviano, che era già stato fatto pontifex semplice da Cesare, dal 48 a.e. (cfr. ILS 75), dopo la morte di 13
Cesaree mentreera ancora in vita.Lepido,ricevette1'offerta di diventare ponteficemassimo.Ma vediamochecosadiceegli stessonelleResGestae, c. 1O:Pontifexmaximusnejiere·m in vivi conlegaemei locum,populo id sacerdotiumdeferentemihi, quodpater meus habuerat,recusavi.Quod sacerdotiumaliquodpost annos, eo mortuo,qui civilis motus occasione occupaverat,cuncta ex Italia ad comitia mea confluente multitudine, quantaRomaenunquamna"atur ad id tempusfuisse, recepi,P. Sulpicio C. Valgioconsulibus('Per non divenireponteficemassimoal posto di un collega vivo, ricusai questo sacerdozio, che aveva tenuto il padre mio, pur offrendomelo il popolo. Accettai questo sacerdozio qualche anno dopo, sotto il consolato di Publio Sulpicio e Gaio Valgio, alla morte di colui che lo aveva occupatoin occasionedi torbidiinterni;e ai comiziper la mia elezioneaccorseda tutta Italia tanta moltitudine,quanta mai ve ne fu a Roma, per quel che si narra, fino a quel giorno'; trad. Guarino). Anche Svetonio dice che Augusto dopo la morte di Lepido assunse il pontificato massimo, che non aveva osato togliergli quando era vivo (Aug.,XXXI, 1: Postquamveropontijicatummaximum,quem nunquam vivo Lepido aufe"e sustinuerat,mortuodemumsuscepit,ecc.). Dunque Augusto, rispettando il principio secondo il quale more maiorum il pontificatomassimo era vitalizio, assunse l'incarico solo dopo la morte di Lepido, avvenutanel 13 a.e. e venne eletto nel 12 a.e. (v. i nomi dei consoli;per la data del 6 marzo,v., fra gli altri, J. Gagé).Conformemente alla tradizione repubblicana, egli venne nominato per cooptazione da parte del collegio dei pontefici,su presentazionedei comizi sacerdotali. Da quel momento il pontificatomassimorestò inseparabiledall'autorità imperiale. In qualità di pontefice massimo,oltre a godere dell'autorità morale e del prestigio legati a questo sommo sacerdozio,il principe presiedeva il culto ufficiale ed esercitava un certo numero di compiti specifici. Innanzitutto interveniva nel reclutamento dei sacerdoti; inoltre, aveva una serie di poteri in materia religiosa: potere di legiferare, potere giudiziario(giurisdizionesui sacerdotida lui nominatie sulle Vestali, di cui era tutore e giudice),potere finanziario(amministrazionedel tesoro pontificio, alimentato soprattutto dalle ammende e dalle eredità delle Vestali morte senza testamento). Questa carica, con la quale egli diventava il capo della religione romanadi Stato,assicurava,dunque,al principeil controllopoliticodella 14
religione.Interessanteè il fatto che Augusto,dopo l'elezione a pontefice massimo, non si trasferl nella Villa Publica (presso la Regia, nel Foro), che era la sede tradizionaledi questo sacerdozio,ma trasformòuna parte della sua residenzasul Palatinoin domuspublica,con un tempiodi Vesta ed un palladium 'quasi a rappresentare- come dice il De Martino-, l'intima connessionetra la sua casa ed i pià alti vestigi della religione di stato romana'. Es.: v. /LS 89, 91-94, 6755 et passim.
8. /MPERATOR L'uso di Imperato, come prenome nella titolatura, dove occupa il primo posto e col quale Ottavianoaveva voluto legare indissolubilmente alla sua persona l'idea della vittoria e della superiorità del capo, non soppiantò, tuttavia, l'uso del titolo di imperato, ad indicare le singole acclamazioniimperatoriericevute in seguito alle vittorie militari e che trova posto nella formula nella successionedegli altri titoli e cariche. 11titolo di imperato,,col quale venivano salutati i generalitrionfanti, fu ricevuto da Ottaviano-Augustoper 21 volte, come risulta dalle Res Gestae,c. 4: et appellatussum vicienset semelimperato,(v., inoltre,Tac., Ann., I, 9: nomenimperatorissemelatque viciespartum;C. Dio, Lil, 41, 3-4; ecc.). La prima acclamazionegli fu attribuita nel 43 a.e. (dopo la battaglia di Modena contro Antonio), per la seconda non sappiamo, la terza è menzionatasu una monetadel 38 a.e., dove imperatorfigura già, però, in posizionedi prenome(cfr. supra,§ 1), la quartaè del 36, la quinta del 34/3, ecc., l'ultima del 14 d.C. C'è da osservareche, mentre il titolo di imperatorcome prenome era esclusivodi Ottaviano-Augusto,il titolo dell'acclamazionepoteva essere rivolto ad ogni generalevittorioso.Di fatto, però, a poco a poco, anche il titolo di imperato, designante le salutazionidivenne monopolio, esclusiva dell'imperatore. Agrippaaveva introdottoun precedenteper questa evoluzione quando, nel 38 a.e., aveva rifiutato per sé il trionfo per le vittoriesugliAquitani,conseguitesottoil comandosupremodi Ottaviano. Questo fatto costituirà un precedente per l'assunzione da parte degli imperatori delle salutazionie dei trionfi dei loro comandanti, in base al 15
principio che l 'imperiumdi questi era loro delegato dal sovrano. Uniche eccezioni furono costituite dai membri della famiglia imperiale destinati ad una eventuale successione. Al di fuori di questi casi, il titolo di imperato,si incontraancorasolo due volte, nel 3 o 4 d.C. (sotto Augusto) e nel 23 d.C. (sottoTiberio), per due proconsolid'Africa, entrambiamici principis, legati alla famiglia imperiale (Combès). Il titolo di imperato,indicante le singole salutazioni veniva iterato ad ogni acclamazione:nella titolatura, perciò, era seguito da un numerale, che aumentava di una unità tutte le volte che il principe o i suoi luogotenenti riportavano una vittoria (anche questo titolo, perciò, può essere utile per stabilirela cronologiadelle iscrizioni).Es.: ILS 78-81, 85, 6753 et passim.
9. PATER PATRIAE L'ultimo degli onori attribuiti ad Augusto fu il titolo di pater patriae, che gli fu decretato il 5 febbraio del 2 a.e. dal Senato, dall 'ordo equester e dal populus (in precedenza, in quello stesso anno, Augusto aveva assunto, di nuovo, eccezionalmente, il consolato (Xlii), che rivesti per l'ultima volta). V. Res Gestae,c. 35: Tertiumdecimumconsulatumcum gerebam, senatus et equester ordo populusque romanus universus appellavit me patrem patriae idque in vestibulo aedium mearum inscribendumet in curialulia et inforo Aug. sub quadrigis,quae mihi ex s. c. positae sunt censuit. Cum scripsi haec, annum agebam septuagensumum sextum ('Durante il mio tredicesimo consolato il senato, l'ordine equestre e tutto il popolo romano mi proclamarono''padre della patria" e decisero che questo titolo dovesse essere iscritto nel vestibolo della mia casa, nella curia Giulia e nel foro Augusto,sotto la quadriga che vi fu posta in mio onore per senatoconsulto. Ho scritto queste pagine in età di settantasei anni'; trad. Guarino). Già prima del 2 a.e., tuttavia, il titolo di pater patriae risulta menzionato in alcune iscrizioni (ad es. /LS 6755 (8 a.C.), 96 (6 a.C.), 100 (3 a.C.: qui probabilmente aggiunto)). Prima di questa data, inoltre, Augusto figura talora col titolo di parens patriae (v., ad es., ILS 101), che era già stato attribuito a Cesare con un senatoconsulto(cfr.lLS 72; in/LS 71 èdenominato,invece,paterpatriae). 16
In JLS 102paterpatriaenoncompare,benchéAugustofossegià co(n)s(ul)
Xlii: l'iscrizione deve essere, quindi, del 2 a.e., ma anteriore al 5 febbraio;per esempi successivial 2 a.e. v., fra gli altri, ILS 104 (9 d.e.} (dove il numerodelle salutazioniimperatorieè sbagliato)e 105( 13d.e. ). Il titolo di pater patriae (del quale il Gagé indica il legame, come per Augustus, con la tradizione romulea) 'è - dice il De Martino - una trasposizione di categorie proprie della famiglia sul terreno politico; pater designa il potere e la severità, ma ad un tempo la giusta disciplina e la mitezza [... ]'. Ma non c'è solo questo. Infatti, osserva lo studioso, 'Pater patriae non è soltanto chi sta verso lo stato nella stessa relazione del pater verso la famiglia,egli è anche il fondatore della repubblica, il custode, il tutore della patria. In questo senso l'appellativo, senza rivestire forme giuridiche, rientra in quegli attributi di carattere etico politico, che sono caratteristici della posizione di Augusto e sono il fondamentoper l'evoluzione successivadel potere imperiale'.
10. POSIZIONE DEI TITOLI A questo punto, l'evoluzione della titolatura di Augusto è compiuta e la sua formula è definitivamente stabilita. Si veda un esempio degli ultimi anni del suo regno (ILS 104, del 9 d.e.): lmp(erator) Caes(ar) Divi f(ilius) Augustus, pontifex maximus, co(n)s(ul) Xlii, tribunicia potest(ate) XXII, imp(erator)XXVI, paterpatriae (dove il n° XXVI delle salutazioni imperatorieè errato). Più tardi, sotto Tiberio, nell'iscrizione del ponte di Rimini (ILS 113, del 21 d.e.), terminato da questo imperatore ma iniziato da Augusto, ritroviamo la sua titolatura: lmp(erator) Ca[e]sar Divi f(i/ius) Augustus, pontifex maxim(us), co(n)s(ul) Xlii, imp(erator)XX,tribunic(ia)potest(ate)XXXVll,p(ater)p(atriae)(dopo imp. ci si aspetterebbeXX/) (cfr. App. Il). Agli elementi che costituiscono la nomenclatura del principe segue la serie delle cariche e dei titoli onorari. La posizione di questi ultimi elementi, che compongono la secondaparte della formula,è ancora variabile. Spesso il primo posto è occupatodapontifex maximus (abbreviatopont. max.,pontif. maxim., ecc.) e l'ultimodapater patriae (abbr.p.p.). Per gli altri tre, la tribunicia potestas (abbr. trib. pot., trib. potesi., ecc.), imperator (abbr. imp.) e 17
consul (abbr. cos.), si verificano, generalmente,queste due possibilità: cos., imp., trib.pot.; cos., trib.pot., imp.;qualche volta anche imp., cos., trib. pot.
18
APPENDICE I
15 L. AimiliuaL. f. iopeintor decreiYiL,I utei quei Hastensiumservei I in turri Laacutaoa babitareot, I leiberei e11ent; agrum oppidumqu., I quod ea tempatate posedilent, I item pouidere babereque I iouait, dum poplua seoatuaque I Romaou1 velleL AcL in caatreil I a. d. Xli k. Febr. 1'11hll, aAMN ,..,. i,a /&ptau4 • Gt1dllnu oriffllnl "•"" pro,• viftla .A'-lli de loa fh••lu, ulri ""'-""' /WM•Lacut. ... ,,,..,. • Plbào J, I, Il, naa l'rlrutu (Il SIUI). - L. ,ltl'lltill,u L. f. iap.,..,-,. Pnllru ul, f1AaUero "°""""'8f (& $111) Per,.,. dnit:il; ù p,welor "· 611 /lùp"1ti• ult.riori prce(Mil "'fW M •.,,.,._ •· SU (Ltt1. J$, M, I. U, 1,1. &'1,J, Il. e. .Il, 7). ll6il de AoetdM:retoJ/o. IHrsc. J, tu,-,., St.clw. lii p. XYII ML
90
L. Mummi L. f. coa. DueL I auspicio imperioque I eiua Acbaia capL. Corinto I deleto Romam redieit I triumphans. Ob b•ace I Nll bene geataaquod I in bello voverat, I bane aedem· et sigou I Herculia VictoriaI imperator dedicaL
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Caesar I . . , . .... . i I .. ... . . ic. q. pr. I .......
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10 [c. lwljio Caesariim[pj., I tlictaLiterurma, I pomjullci maxru,no, I
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19
/looiam i,. Saaruo (I Sto . /,"{UU; Riucl&l lab. LX.Y,TY e). - t) Dictator 111111i 70,, diclatlU'na t.rli"111 iniit Iuli. ltm. it,rw• Ca•ar f•cllu ut nlr,w "· 10, (cf. Mo•..,.,. C. I p. 4111), nu "'"'' lil•U tk/lnitar. - 2) DHWiOflnt • con.n,lto.
11 C. tulio Caesari I poot. max.• I palri patriae. tradii rmu, auctur ,uc • ..'(/// (/.f. 34), //id1L11r U118-'1ul, fl'Cl1n,,,., ""''" i,np,rttloru diclatori,'1"11 tilvuun; it""qv. olftmdit pallr potria, dicitur Co111or,nofl ,,,.,.,,,, patrùu , "' .V. 7! ,t in nlffltl!IU ap. Ecltluliua 6 p. 9. B"nuluii: fMG"' lii~
""°'
72 Genio deivi Iuli I parentia palriaeI, quem seoalus I populusque I Romanuaio I deorum numerum I rettuliL .4Ulf'Jlitu ( /,'f. JIJ8).
75 C. lulius Caesar ponlif. Briziae (Y 4106, oidit Jlomm,en) . (110,t pootir. n11•q11am (ui.t max.).
J/idetur 11111Ca,1'1rls /ilii.
po1ila a. 110
76 C.lulio C. f. Caesari I imp., triumviro r. p. c.1, I patrono I d. d. In oppido Samnii S. A8ata de' Goti, 116i fJidet11rfuiue Satit:Ultr (/,"{ !14!). 1) Trium"ir rei pt16lica, co,utitu,nda, fact111 Ca,,ar 1•8• Titia d. !7 Nov. 111 (fo,ti Culot.), C. luU111Cauar uocari d,nit appellarif"' coepit imp. Ca,,ar a. 11• ( .Vo. Staaur. Il 744 nol. J),
,,t
'28 ianp. Caesari d. f. 1 I imp. V, cos. VI', I lllvir. r. p. c., I vaLrono. L1111a1rt1p. (,TI 1!SO, d11crip1it Dor,nann). - l) O t /api,; inteli~• diYi fillo. - 2) Numeri pn-turbali; unno 7J6, quo connil 11:1:tumfuit Ccle,ur, i,npn-atur · fuit no,a pintum, ,,ptimu•, neo i,nn dici t'Olebat lri"invir raptll1lica, co,ut;t,,,11do1.
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79 imp. Caesari divi [f.] I imp. VI, cos. lii' , I [pa)trono, d. e[. d.]1 Prup, Cap,,am, ad S. dn1elum in Formi, (X 38!6). - l) d . i!S, po,t pupam Actiocam, •z qua Cauar imperator ,eztum app•llatu, "'' (Oro, . 6, 19, 4). - 2) de conscrlptorum decreto cf. ,Y58S4.
80 imp. Caesar(i divi f.] I cos. V', imp. VI, I Rufrani vicani q(uo-
rn,n] I aediftcia sunt. -
Prop, Pr111nG.111no i,t Campania, ubi fuil l'ÌCUI Rufra, rx -18$0). E11d1m loco eztat titulu, ,V. A8rippa, pian, 11mili1 ( ,f. -,8:JIJ.
t)
d. 7!$.
81 senalus populus,1ueRomanus I imp. Caesari ùivi Iuli f. cos. quinct. 1 • 20
cos. design. sext., imp. sept.,
1
re publica eòoae"ata.
/lfflll• rep. in (01'0 111H.X/li medio, de•eriplo a Srutio Li80r'ioqM• (Y/ 81SJ. - 1) .4.728 . - Hia ed a1111u po Coaa,. , pu,l bellu• Actiac11rnRo,nam 1'ft1e1'nu,lre, ff8il triump/aN, Dalaat icllffl, Actiacum, dleza11drinu111d. Aq . lS . 14. IS cf. Mo1M1Uen mon. tlncy,.. p. IO (ed. J). Titùlum pro1titi11• in arcu m11mpltali ,l111f1uti nto i11zt. a•d"" dir,i /r,lii conieeil O. Riclttf!r' Jah,.t,. de, arei&. lutituu 1889 p. ·ISS ,e'I .
S& imp. Caesari divi r. I Augualo eos. nonum I designato deeimum', I imp. OClaTOID• •V-Ali (Xli :SIU :SIU; H14HMr ~ ,,,,.. •P• IBf) . 1) A . 719. Moa11UenU1lume in,Cr'iptiOJtAnf& •11• inlff, pN,,.nui1 eCD'Ufll, 911ae ,.., .. .,.... tioni, littn-i, ,,.,.,crib1111t,cu• patio 111111 111b1Ututo•1inl 1111loe.
Not.l ;,.,._.
86 imp. Caesar d.i•i r. I Augustu1 eoe. Xl, trib. I polestate', dedit, I M. Appuleiua Sei. r. leg.1 I iuuu eiua rac. euravit. T'ritunll (Y $1JJ'I) . - l) Ctntnl tmtucimum "111p,tu, (11il a. 761, duotucia. 749; inlra 1w, anno, titu/111 polilUI ut. Tribunicia pot,,111, ,lup,H '"""•""" CO'flil, ut p/.,.i9ue p11lant (Eclclt.el8, .W4J, d. !6 vel J,ua., ut Hi,.,c/al•ltli,u ( Jlli.,,.,- St11dien 1881 p. ••q.) d. U /un. 7:SI, ut Jlom_,.,.., (StlUlllr. // 1 7'1 not. :S) • 9110 dt. AM8f11""6 co11111laluundeci•o ,. ddicnil , id .,, • ka/4llllil /11lii1 a. 111. Sed 1111llln"IU,,.ibunicia• pote1loli1 intwdum, f1U191•ù Nl'O, (•"P"" iV. 81), non c.rtua .,, .\una tillllum po,it,,. u,e i11101111110 7:Sl/1. - 2) Con111Ia. 714.
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d. Consul.
Come si è detto, Augustoaveva abbandonatoil consolatonel 23 a.C.: da allora questa carica ebbe col principato un legarnedebole e non tutti gli imperatori la assunsero con la stessa frequenza. Alcuni si fecero nominare consoli un gran numero di volte, altri abbastanzararamente. I Giulio-Claudi,ad esempio,rivestironoquesta carica non molto spesso e in modo piuttosto discontinuo.Invece i Flavi si fecero nominare consoli un gran numerodi volte, detenendoil consolatoquasi ininterrottamente. Traiano non fu consolemolte volte (alla fme del suo regno era cos. VI) e ancor meno Adriano e Antonino Pio. E via dicendo. Generalmente gli imperatorirestavanoin carica pocotempo e Jascis.avano il posto a consoli suffetti. Come si è già accennato a proposito di Augusto, la designazione si faceva nel corso dell'anno precedente a quello in cui la carica sarebbe stata assunta.Da allora nella titolaturadegli imperatoriappariva (fino al 31 dicembre)la menzioneco(n)s(ul) desig(natus) seguitadal numerodel consolatoche sarebbe stato rivestito (una delle ultime menzioniè in CIL IX 1559 sotto Gallieno,alla fme del 265: cos. VI designato VII). Anche il titolo di co(n)s(ul), ovviamente,era seguito da un numerale indicante i consolati ricoperti. Questo è un elemento utile per la cronologia delle iscrizioni (bisogna tenere conto, però, dell'intervallo che separava un consolato da quello successivo). Anche i successori designati, naturalmente, potevano assumere il consolato. Vespasiano, ad esempio, ebbe collega il figlio Tito per 7 volte; Elio Cesare fu console durante il breve tempo in cui fu erede designato; Marco Aurelio fu console come Caesar e lo era per la terza volta quando sall al trono nel 161: da allora non assunse più consolati (mantenendo,perciò,nella sua titolaturacos.111);più tardi troviamoGeta (che fu collega di Caracalla),Alessandro(collegadi Elagabalo), Filippo jr. ed Erennio Etrusco (rispettivamentecolleghi di Filippo e di Decio), infine Carino (collega di Caro). Per quanto riguarda la posizione di co(n)s(ul), flllOa Caligola è variabile, con Claudio e Nerone è fra trib. pot. e imp. o dopo imp.• con Vespasiano è prima o dopo p( ater) p( atriae). che, invece, di norma precede a partire da Domiziano. &.: ILS 208 (Claudio),253 (Vespasianocon Tito e Domiziano),319 45
(Adrianoe Elio Cesare), 359 (M. Aurelio e L. Vero), 459 (Geta Cesare, Sett. Severo e Caracalla), 9058 (Elagabalo con Alessandro), 490 (Massimino),201O(Valerianoe Gallieno), 606 (Caro con CarinoCesare), ecc.; v. anche Degrassi, Fasti consolari).
e. Pater patriae. Questo appellativoanche dopo Augusto venne concesso dal Senato. Esso venne portato da tutti gli imperatori. All'inizio, però, Tiberio e Caligola lo rifiutarono (anche se, talora, compare nelle iscrizioni). Claudio e soprattutto Nerone non lo assunsero subito. Più tardi anche Adriano lo assunse solo dal 128 (anche se in alcuni casi compare anche prima) e AntoninoPio in un primo tempo lo rifiutò. Esso non ricorre per i Caesares.Invece Lucio Vero e gli altri Augusti associati nel potere lo portarono (più o meno regolarmente). Fino al 193 venne rispettata la tradizionesecondo la quale il principe assumeva il titolo di pater patriae solo dopo che il Senato glielo aveva attribuito. Invece, secondo l'Historia Augusta (Pertin., 5), Pertinace si denominò pater patriae il giorno stesso in cui il Senato lo riconobbe come imperatore.Tuttaviacon SettimioSevero probabilmentesi ritornò ad attendere la concessionedel Senato. Per quanto riguarda la posizionenella titolatura,p(ater) p(atriae) fu a lungo senza posto fisso. Già sotto Augustosi trovava ora all'inizio della serie delle cariche (ancheprima di pont. max.)ora alla fine. Con Claudio è in ultimao penultimaposizione,con Vespasianoe Tito in posizionepiù arretrata,di solito dopo imp.AncheDomizianoesitò e nella sua titolatura p(ater) p(atriae)compareora fra trib.pot. e imp., ora fra imp. e cos., ora fra trib. pot. e cos., ora alla fme. Ma con l'introduzione della censura nella formula questo imperatorepose fme al disordine:p. p. si installò, infatti, all'ultimo posto, dove rimase anche in seguito (però quando proc(onsul)(per il quale v. oltre § Il.5b) diventeràcostantenella titolatura imperiale, sarà questo titolo ad occupare di regola l'ultima posizione). Es.:JLS232 (Nerone),289 (Traiano),368 (M. Aurelioe L. Vero), 393 (Commodo),458 (Sett. Severo ma non Caracalla), 459 (Sett. Severo e Caracalla),2008(Elagabalo), 479 (SeveroAlessandro),490 (Massimino), 496 (Pupieno e Balbino), 497 (Gordiano1m, ecc.). 46
5. AMPLIAMENTIOFJJ,A 'l'l'IOLATURAAUGUSTEA a.Censore censorperpetuus. Augustonon fece mai figurarequellodi censorfra i suoi titoli, benché avesse avuto poteri censori (v. Res Gestae, c. 8: Et in consulatu sexto censumpopuli conlegaM. Agrippa egi). Questo titolo compare per la prima volta nella fonnula con Claudio,che fu censorenel 47-48 (insieme ad un collega,L. Vitellio)e nella titolaturafiguraanche per la prima volta censor designatus (v., ad es., JLS 208, 209). In seguito questo titolo ricompare con i Flavi. Vespasianofu censor nel 73-74 (gli fu collega il figlio Tito). Domizianoassunse la censura nell'85 (non ebbe collega) e prima dellafine di quell'annocambiòil titolodi censoriocensorperpetuus (v., ad es., ILS 247 (Vespasiano), 248 (Vespasiano e Tito), 269 (Domiziano)).Dopo di lui censor scomparvedalla titolatura imperiale. Si deve quindi pensare che ormai i poteri censori rientrassero fra quelli normalmenteattribuiti all'imperatore (De Martino). Nella titolatura la posizione di censor è variabile: Claudio lo pose generalmentealla fine della formula, Vespasianoe Tito o alla fine o tra p. p. e cos., Domiziano prima di p. p., che ftnl all'ultimo posto (e vi rimase anche quando la censura sotto i successori di questo imperatore non figuropià). b. Proconsul.
Il titolo di proconsulrichiamaall'imperiumproconsulare,il comando degli eserciti e delle relative province. Esso non figura nella titolatura imperialeche a partireda Traiano, il quale inttodusse l'uso di indicarlo quando l'imperatore si trovava fuori dall'Italia e finché vi restava. Proco(n)s(ul)compare per la prima volta in un diploma militare dell'8 settembre116(v./LS301),dovefiguratraimp.ecos.lnvecenellatitolatura di Adrianoè postodopo il consolatoe da alloramanterràquesta posizione (solitamenteprima di p(ater) p(atriae)) (v., ad es., JLS 311 (Adriano), 6965 (Lucio Vero), 370 (Marco Aurelio)). Antonino Pio non portò il titolo di proconsulperché non uscl dall'Italia. Quando si trovavanofuori 47
dall'Italia anche gli eredi designati lo ebbero, come dimostra il caso di Elio Cesare (v. /LS 319). Con Settimio Severo gli imperatori cominciarono ad usare questo titolo anche quando erano in Italia e nel m secolo esso figura nella maggioranzadelle iscrizioniche riportino titolature imperiali,occupando, di regol~ l'ultimo posto (es.: JLS5851 (SettimioSevero), 458, 2186 (Sett. Severo e Caracalla),2007, 5822 (ùracallsi), 463 (Macrino), 471 (Elagabalo), 490 (Massimino),497 (Gordiano Ili), 511 (Filippi), 518 (Decio), 525 (Gallo e Volusiano), 539 (Valeriano e Gallieno), 571 (Claudio Il), 578 (Aureliano) et passim).
6. NUOVI
EPfl'El'I (PIUS, FEUX, INVICI'US, ALTRI QUALIFICATIVI)
Alla nomenclaturadegli imperatorifurono anche aggiunti alcuni epiteti civili.Traianoversola fine del suoregno,nel 114,ricevettedal Senato l'epiteto di Optimus.che rimase specificoper questo imperatore,perché non passò ai suoi discendenti(anchese talora per i suoi successori,come era già avvenutoper alcuni dei suoi predecessori,optimusvenne 11sato in unione conprinceps o imperator)(v., ad es., ILS 295 et passim). Questo appellativo(che nella formulavennecollocatoprima di Augustus)non gli fu più attribuitodopo la morte (v., ad es., ILS 311 et passim). Importanteè Pius,che il Senatovotò per Antoninodopo il suo accesso al trono, forse per la sua pietas nei confrontidella famigli~ dello Stato e deglidei.PiusvennecollocatodopoAugustus(v.,ades.,/LS332etpassim). Dopo la sua morte, Marco Aurelio,menzionandolotra i suoi antenati, omise Pius (lo chiamò solo divus Antoninus), mentre Commodo lo chiamò divus Pius; inoltre, benché Marco Aurelio in vita non avesse Commodo glielo assunto questo epiteto, dopo la sua diviDiZV1zione attribul,chiamandolodivus M. AntoninusPius (v., ades., JLS359, 397). In seguito anche Settimio Severo e i suoi figli nella loro genealogia indicaronoMarco Aurelionello stesso modo e AntoninoPio come divus (Antoninus)Pius. Lo stesso Commodo,poi, diventatounico imperatore, dal 183 riprese Pius per sé stesso (per ragioni politiche), ponendolo (come Antonino)dopo Augustus(in seguito,quando Settimio Severo ne riabilitò la memoria e lo divinizzò,l'epiteto Pius venne però riservato a 48
Marcoe Antonino).Pocopiù tardi, ~1185, secondola data comunemente accolta, Commodo assunse anche l'epiteto Felix e i due aggettivi venneroben prestousatiinsieme(P(ius)F(elix)Augustuso,più tardi,Augustus P(ius) F(elix)) (v., ad es., ILS 393, 397). SettimioSeveroassunseregolarmentePius dal 195,ponendoloprima di Pertinax (dopo la sua morte e diviniznzione Pius gli venne mantenuto);Caracalla(Augustodal 198),oltread assumereanch'egliPius,riprese Felix (PiusFelixAugustus),ma non sappiamoin che ordineaonologico; Geta (Augustodal 210) portò solo Pius (Pius Augustus)(v., ad es., /LS 420 (SettimioSevero),2186(con Caracalla),433 (con Geta, tre Augusti)). Nella genealogia di Elagabalo Caracalla figura come divus Magnus Antoninus (Pius), dunque conservò Pius e in seguito fu ricordato cosl anche da Severo Alessandro;quanto a Magnus,egli si era chiamato cosl già in vita, data la sua ammirazioneper Alessandroil Grande(v. Mastino, Chastagnol)(v., ad es., JLS 452) e l'epiteto gli venne mantenutoanche dopo la morte (es.: ILS 469 et passim). La formulaPius Felix Augustus introdotta da Caracalla venne assunta anche da Macrino, Elagabalo, Severo Alessandro e da allora venne ripresa regolarmente anche in seguito, in alternativa a P(ius) F(elix) lnvictus Augustus. Il primo imperatoreche ricevette nelle iscrizioni l'epiteto di invictus è Commodo,nel 192 (v. /LS 400): si trattava verosimilmentedi un epiteto di Ercole, con cui egli si identificava(lnvictusRomanusHercules). lnvictus entrò a far parte della formulacon Caracalla,che lo usò di tanto in tanto,in associazionecon Pius(PiuslnvictusAuiustus) o conPiusFelix (PiusFelix InvictusAugustuso lnvictus Pius FelixAugustus)(v., ad es., ILS 5822). A volte all'epoca dei Severi si trova invictus anche nella formula d(ominus) n(oster) invictus imperator (cfr. oltre, § III.I). La formula lnvictus Pius Felix Augustus venne ripresa da Elagabalo, Severo Alessandro, Massimino e da tutti gli imperatori del m secolo (e oltre: cfr. infra, § 111.3).
7. NOBIUSSIMUS
CAESAR
Nel gennaiodel 198fu attribuitoper la prima volta ad un Cesare,Geta, il qualificativodi nobilissimus(nobilissimusCaesar)(v., ad es., ILS 458 49
et passim). Da allora anche tutti gli altri Cesari del m secolo (e oltre: v. infra, § 111.5)saranno chiamati cosl (es.: /LS 463 (Diadumeniano),474, 9058 (Alessandro), 490 (Massimo), 496 (Gordiano), 506 (Filippo jr.), 516 (ErennioEtruscoe Messio Quinto),553, 557 (Valerianoe Salonino), 567 (Tetrico jr.), 601 (Carino e Numeriano) et passim). In parecchie iscrizioni (soprattuttoafricane) gli eredi designatinel m secolo ricevono abusivamenteil titolo di Augustus (v., ad es., ILS 496, per Gordiano; cfr. supra, § 11.1).
50
APPENDICE II 111 imp. Ca(•]lar dm t Aagunaa ponlitn m11im.COI. JIII i.mp.ll
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Propo Priut11n Bit/ayniae
(8MU1t1) ( lii S. 6991). - 1) Kal. /11L 77 / 78. A118711to;,,.,.,.atori, prtunOflWll; 9ua tU re d~IMffll ,Jlom,,.,m IYienff' Numime. Ztnllohr . J, 1871 p. U8 ,,99. , Pie/, Bn-liner N11111inn, Zeillahr. 13, J~ 119, lt,peritur ,tia• dicl111T. imp. Cles. Aur. r., "' in tUulo ,,,.,, .. torii CllffllUllini (Mcl&. ep. Miteh . S p. Jl6 ) ,e in nnunù fl'ibu,dna ( Pie/e Zeillchr. f. ,\'ùM. 13 p. JU . JSO). Cf. 11tìt1mi'lf(r'tl ,V. UI. - 3) P,.ocur-11lur'BitJiyni•• notw ttina e;e 11t1111111ù(Et:lthel !, 40-i ) .
2) .Vola hio tia"'1n Tito
919
rCauarij
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T. imp. I rVJ~ra11iano,Aug. 1 lV)t>spa11i11ni r.• conserl-
[t,o]tori Paci11Ang. (Il 17SJ mdii H11,1>n,r;,,,pplei,it Momnt1m 111:t. aet1~. B,,.ot. lll6IJ
l'•lmlio,. ,. ,10).
280 imp. T. Caes. I Aug. r. I Ve11pa11ian. I ront ., tribuf,a.] pot. li 1, I imperai. 1111,I cOII.Il design. lii'. I cen11ori,d. d. s,-,,;,.i i,a l!ml>rln (B11II.d,-tr in,t . IMI p. 1,1). - 1) Kol. lui . 71/1, - 2) Co,a,,,/ tertitcm /11;1 •·
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1.81 imp. Tilut1 I C11esarI \'cspasiannt1 Au,:r. I 11011tif,•x I m:1"
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(nq,r.o lt". IOJ) .
1'71 imp. Nenae C.e11ri A11g.I pont.iRcimaximo, tr. I [p]otelL, p. p., cog. 111I [clai]g.llll', Pudens Aug. lib. I [p)rocurator I [ù 111]0 pOIUit.
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Prope Hi1peli1n i11 fodi11u • antiftlÌI, Ju,,lu ,lr Rio U"'41 t10Nlil, 1... uaa.,..,.,., 111111C••trlli (li lii) - 1) A. " · Tribanuoia pòt..i oaiuw ..,, -, ..SIii,.,. etinl ili eu.l. , IX IHS,
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imp. Nena I Caeur I Auguslus I Germanico~' I ponlilex I naaximus, I trjbunicia I poteatale Il, I COI. 111i desigo1l111WJ, I pater ~lriae, I faciundum curavit. /loaee (l'l ISJ) . - 1) G.,.._.lliew, llitJltu _, N.,.oa ew• 7'Niall0 w Oelo/,ri Hl i.·o.,,..llr . a. '1 (ef. Eei:A•I I, 40f).
57
181 imp. f.aesari I divi NerTH r. I NerYae Traiano I Aug. Genn. Daeijcopontificinw., I lribuoic. potesL I Xli', imp. Vl1, coa. V, p. p., I devictis Dacis' I Foroclaud. pubi. At• .. m-T.,..,ct.in, wl,i f'llit Fo,w• a..,,lii C-w•• -"-'.. (Xli fOI). 1) Dee. ft17/IJ. - 2) B,lhnn D•ciewa •tt.rNa l'i"-'.,. AU fllnl utt iuer-i,Uo ùar:iu •t, •· 1'11 (ef. /Ilo__,. •d. lii ISO). - 2) /a,.. ,..,o,, ,._,.,itwr 7Ninll6 qp,U.lw Mra ili UIMlu ~ f'11 (Plll '117. IXU).
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195 imp. Caeur divi Nervae f. I Nen'l Traiaous Optimu"' Aug. I Gennanicus Dacicaa, pootif. mai., I tribanic. poteat. XVID•, imp. VII, cos. Vl, p. p., I 11craria numiaum •etuatate collap11a solo ratituit.
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1) Op&ìwliqp1U.ti.,._
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(Beltul ,, ao . 448) ; td .,,_,,, ,, ,f, .. ,.; c. PI lii). - 2) Dee. ffl/ff4.
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Z8"i imp. CAellariIdivi Nf'rvaer. I NervaeTraiano OpltimoAug. Germ. Dacico I Parthico', pontir. max., trib. I pot. XVIII, imp. VII, cos. \"I, I patri • • • t>•lnae, mun1c1pes.
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Cui•brii in Bomea r1p. (Il !097 Hu"'111n-). - I) Trtrilmo l'rrl/iiei ,ml,li,:e i•pNilMm ..,, ezftfflle """''"" nno Il$ .,,., eti,nn ,nano lii, o,t.,,tbmt lituli pi ,,p,uat,,,.,foehnll id 11,e ante d. !9 "'"~· 116 01tnd11nt ,.., .. ; Alu.andri,u. Cf. Jlorn,,.,en •l'· Droy•r:n Hellnain,,. lii! ed. ! p. 161 iln& od C. lii S. 7088. S.d nno 114, po lne litulu, 11willll ut, 1'Nùnuu tutna.n•• ,... ,,,...,,., eo11CN ParU.oa, ai,wM .,, ia,n t11m a ,unu111Ui, ..,. Por• tlucu1t1 d.ietum. t1Jifft'"91.it
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801 imp. Caesar diYi NeM·ae r..Nena Traiaous Optim. I Aag. Germ. Dacie. Panhic., pontir. mai-. trib. pojteltat. ll 1, imp. XIII, procos.•, eos. VI, p. p., I equitibu11et peditibua qui mili&averuntI in alis duabus et cob. decem et septem I (~ ~ e...,._
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(d. S11pt. IJ. ut colli;ritt1r e:r. fìnr con,tit11tioni1 ,ervatne in altera porli! tab11Une). - 21 Pr11con1,d,,. t1pp11lu,ri ,olito• t111r.;.pfll"otoru. c11111 al, r,rbr. ab1111f'!flt, adDi,, SS, 17. 1'iwli dottnt id introductum ,,,,, de"'""' a Traiano, t:tiçui••r. ""'"" etù,111 11,tote Dio,ai, (e/; Alo. Stant,r, Il 7U ""'· 4). """" IIC TraillNlll mornbatMr in Alia, oecqohu 1,ello PtzrtAieo.
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811 ex s. c. collegium I augurum, auctore I imp. Caesare divi I Traiani Parthici r., I di,·i Nen-aenepote, I Traiano Hadriaoo I Aug. ponL max., lrib. I pol. ,, ', cos. lii, procos. 1, I terminos pomerii I restitueodos cun,·it. 58
B.o•tu ,..,. i,a ctlfN/IO llartio od eeeluint S. Stqlfoni ""'80 dictna tùl C.ceo ('•ery,nt Mec:.XY/JJ /l. //tmJtli, cf. HtUlnn. HtJ1'11#. J! 7>.JIJOJ. GnuUi u,pidM in allu 1-eu ll1'ftl a..... , PO ,n-oéiwt1nt (YI IUo. b), ,__.. alu,- nnu,-o, fU(U• Ùfll ualaurib,u iruoripku hbebat. - 1) Dr.r..IJ0/111 . - 2) C/. nlf11"tl N. IDI noi • .t.
819 imp. Cat!. I Traiano I lladriano I Aug. p. p., trib. pol. I XXI, co~. lii, imp. 11', I I~. Aelius Caes. fll. 1, XY•ir I t11crisraciund.
I trib.
poles., cos. 11',
I procos.,
Roob in Htnt,ario, t16i (ttit Arrol>,mo rroei,,doe Ponnonine 111rmm1 (/1/ ,JII od eze•plrtfft Bo,,ror,ii foet.,,. o. IIJU). - I) Dee. lllfl. - 2) E,t L . C.,oni111 Coamod111, otlo11tntu1 ob Hotlriono non In prnel•H, ttl eolrtit -etor 'llilttrt1m Httdr. c. U inde9•• dir.ftu L . .At1li111Canor, et "'o.: 'Ponnonii, d11~ t1c rrctor ifftpo1il111• (tnt. l·'n-i I cf. '1111. Hndr. I. c.), nnn lf'Kttli lfH!o, ,_ ,ua ,,,.,.,,. proconn,lori t1tl nnap,.,,. Tibmi •I Ge"1t11n.iei(cf. Borrlf,.li 01•r. I, U7; I, ,.) . - S) A. 117,
et l'rri c. I, irti in prinre conn1l11tn • · lii,
JfOW1••.,.
8t8 L. Aelio Caeaari.I imp. Cles. Traiani I HadriaoiAug. pooL I max., U'ib. pol. lll, I imp. Il, cos. IU, p. p., filio, I divi Traiani Partbiei I nepoli, divi Nenae I pronepot.i, U'ib.pot., I COI. li 1, pue[r]i et l,lueJlflae alilllfttori). I• oppido U,,,lnu, S. A-qel.o in /loia, nrmr. Urbini (D,,ell,' 119, aiAi dut:r . Boraorua).- 1) A . 111 ef. ,.,,.. /t'. lii.
1111 e1 au[aor]it.aie I imp. Cles. divi Traiani Parchiei°(f.] I divi N.r.ae aepotia Tnian[i] I Hadriani Aug. p. p., p. m•• tr. poi. XX(I},I eos. lii, p·rocos., 1u1pieiisL. Aeli qa!u.]1 imp., imp. 01.1, cos.•, termini 1ter Regienses• et saltum Cu ... I per C. Petrooiu1n Celeremr. pos. i[11] proe. Au[g.], I an. provio.• LXX:XXVlll. In 1/nr,tiaùi rrop, loClllft diotu• Er-Jtaltel Np. (Y/1/ S. IIIU eùlit G,ell). - 1) A . 117. J/i,._ i.r.iJIOI 110lito1 dici non 1ol11m ez aau:torital, i•pn-alori1 1etJOtiawa ou,piciil /UlifflU, - 2) Japff'otoril, iM(l.,.alOrf,I, falii. - 3) Ezp,cl.4'11ff'ÌI COL n.- ,&}• Atl ll~itll, ,t.tio ""'' ,,,,. • ..,,.."'""'· --,.,.,.-PCffflW .,_ aorotur in ltinwmo Anton.; •• eideCMr f•iu• loco dieto Ar6•l, ef. C. I. L. Y/11 1'· .U'8. - $1 Cf. l't'. IHO. - 6) Aw ,,,...,,,,.eia, (cf. N. llfl).
331 i1np. T. Aelio Caeaari I Antooino, I imp. Traiani Ji1ulrianiAug. I ponti(. max., trib. pot. XXII, I imp. Il, COI, 111,p. p., fìlio, I di,·i Traiaoi Parthic. o., I divi ~enae pronepoti, I trib. potest., cos., I viatores qui Caeaarib. I et cos. et pr. appareot et I h. u.1 Boru, olia ùt C.pitolio
(YJ 188: hleri1H•""''
Knil,bieu 1111etor aOCWNAu,
Tilllleu ponbu a . 118 ùt,-,. tli,a /I àoL Jlllrlùu , po AntOltinMI 06 Ha• ""'1M •• ,,.,., ut (i:. Pii,. I) ., l'l ul.tu po Hadrilu&tu acouit Bob. 16, I). - 1) Yioto"' pi C.e,m6tu et eoruulibu, et prtll/Corwtu .,,,_..,., et ACNIONIUi. aliipe).
/•li••·
l.de l' .tlglrw fol. Rfl ad,._,111).- I) ADtoni hduw. - 2) BuriaR1o1 dtdllt fili• fllaior &ptiwrii Sew.-.i -.. atl a. 196; Caaar fadu ab io JJtinlrit, Mqut vi~ itl wc!plio,rihs e:ra,ta 1lac.4/ntatla(tJ. ,.., .. ,.o qllOtla• e(. P,wopogr. it11p.BoM. fil p. 308). - S) Cf.npm N. 446. - 4) Aagtonm, 5) implil tradwr {W:te,tu: co-.,lwo co~ flli• p11tcatltla ,_,). - 6) .lw11iRciae(Jlawetafliaa). - 7) ..4.p. Clar.191. Cf, ,upm N. 6876 not.a.
[!- ~'!'!!
~~ ~~~';.'!. ~~!]', I imp. ea-. L. Sepumi Senri I Pii Pertinacia Aug. Anb. I Adiab. Part. m11: ro.. i11ilmirelicillimi poDL 11111., J trib. poteat. vn•,imp. D, COI.O, I p. p., procoe. !f!~J, I imp. Caee.M. Aureli Antonini Aug. l·trib. poteaL·o, pw [f.t_fl!'!.~, I diri lii. Antonini Pii Ger. Sarm. I ["'P].,diri Antoaini Pii p!f...,,.], I diri lladriani ~[~.], diri Traialni Part. et diri Nenae ~[~-]. coL Aellia Aurelia llacta~ d. d. p. p.
418
--.
Mt1d•I
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ili Af',wa (B,lt. •1'P• I, lff4). ~r"11••1H ,,..,._ - 2) ,I. , ••
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-
1)
G...,....,,._, NMf- HN•
1181 pro lllule, I iLa, reditu I et Tietoria I ilbpp. Ca-. I L SepL
SeTeri I Pii Pert.. Aug., I Arabie., .Adiah., I ;onL et Pan. I max., tr. poL VID1, I imp. Xl, c:os.U • ·1 procos., p. p. , et I Il. Aur. Antojaini Pii FelilciaAug., tr. pol. j 1111, pl'OCOI., I I I l I Il J t I J 1111J l' et luliw I .Aug. m. k.' l l I J 1J J J J J .I! ·" tri} Pii nepo,, M. Anreliu1 An[to]niuua Piu1 Feli:1 Aug•• ucerdos am[plu)simus dei invitti Soli&Elagabali, pont[ifa 1114):1., trib. poL 110', cor.. lll, p. p.• nomina milit. [q]ui militaverunt io coh[o)rtibu&praetoru Antoninianis decem (/ /]I Ili 1111V VI VII VIII VIDI X pii& viodicibus, qui pie et fortiter militia runcti sunt, ius tribui conubi dumtaxatcum lingulis et primi&u1oribus, ut eliam. ai peregrini iuris femiou io matrimoniosuo unxeriol, proiode liberos lollant ac ai ex duobus ciribus Romani&natos. A. d. VII idus lanuar. C. Vettio Grato et M. Vitellio Seleuco cos.' tob. 1111pr. Antoniniana p. ".: M. Septimio M. fil. Ulp. Maetito Trimontio.1 De&cripLel recognit. ex tabula aerea quae ftxa [at] Romae [i)n muro pos tempi. divi Aug. ad [Jli.,,.)Yam. . T•b.U. at11ta, pon prwr tlipt11w, rwp. pro~ PhiliP1o,oli• Tllneur. (Epli. ep. ! 1'· 414). -
1)
A. IJ#, '/ la.
-
2) Cf. N . JIU8 ftOI. J.
474 Bertuli invitto I pro salute dd. nn. imp. Caes.M. Aur. Antonini
P. F. Aug. et I M. Aur. Alexandri nobiliasimi Caes.1 totiusque domus I divinae eorum, cob. X pr. p. ,·. Ant. '1 Martiani',I Muculinius Valens br. pr. pr.• [e)em[a.]v[v.]• I et Aur. fabiaous signifer et I Val. Firmious optio ., •, quod I profitiaceotes expeditiooibusIsacris vn,erant, regressi Itum commaoipulis libeot.es I votum aol•eruot•. Boaae (Yl IU, aeripl4 ,aec. Xl'l). - 1) A. lii Hl J!.t. - 2) Colaoru àci•• praeùwii, pia t1ùatlioe A111otùnuru, ealllrul llllffllllli. - 3) B111efiamw ,,._,f.aof"flfftFII.torio. - 4) FEMININA Hl F'ENIMV (riaili"'"1•) ap~rqAII pro EEMMVV; i11ull'8'• : ntiUIINIÙIIM'dl At mli#..,
ptatiOJIUW, piM oo-,wCMa.
- f>) Oplio c:a1turiae. - 6) De e:epraeloriu Roaaa relift,ff'i111, nilail
t,irorvs,,,
coltortiM
4'11 imp. Caes. div[i Alllotlitli Mapi] ftl., di,i Sever. Pii nefpo,] M. Aurellius An[tni,aw P. F.] Aug~ sacerdoa ampliai[•"' ài moicti Solil] p. p., 11]imp. Caes.,M. Au[nll. Elagabali, pontit max., [tr. pot. V, co,. 1111, A"'otlitlif., dioi blnitli] Magninepoa.[cfioiS.oe,i Pii pro,aepos, M. Atn'elli• ]• Ale:1(11,ad,r) ... ,,,..,_.,.,,,_
i,..,.,.,
toinuo• amM• oripu, lft'llalnl J/011N• (lii p.1111), tliplomau velrtnu. - lk Aoo frapw,tlo •PP""' AIMltaUlru• e:elralo Eiqabali ,._,,.,.. ,l~ti Iowa obtinuiu,; cf n,pra N. !1$ ,aot.I. ,.,,.,...
a
9068 [imp. Caesar dim .Anto]nini Magni Pii fil., [divi Severi .Ali nepoa, [M. .AureUius.Atttoni)nus Piua Felix Aug. aacerdoa [am69
pli88imus dei invi]cti Solis Elagabali, pon[tifu max. trib. po]t. V 1, cos. 1111, p. p. [et imp. Oaesar', M. Aur. An]tonini Pii Felici&Aug. fil., [divi Antonini Mag]ni nep., divi Severi Pii pron., [M. Aurelius Aluand]er nobiliuimus Caes [consorsimpe]ri3 sacerdotis• cos., nomina milit[um]• qui militaverunt in cobortib. [praetoriis Atzton]inianis d[e)cem I II III liii V VI VII VIII V[llll X pi]is vindieibus qui pie et fort[iter]' milit{ia]functi aunt, ius tribuimus conubi dumtuat cum aingulia et primis uoribus, ut etiam s[i) peregrinli iuri.s] femin[asl in matrimon[io suo iunxerint], proinde libero&to[llant ac si u duo]bus eivibus Ro~an[is natos]. Tabella aaeea(tliptgchi pan prior), .Botut rep. (in Twt:ri.aaloeo, tau Cffll• gi,t,e),(H'"'"'1 lloo,,. MittA.1907 p.4341eq . e11,n tab.). - 11 A . 222 (ritte dubio 7. Jan., tf. Npra N 2007-2009. 2010 ftOt.2. 2097 ftOt. 2) . :Ex alio d~lomate riwdem tewtpori, Npe,ut fnutwvm ae&pra1'1• 475 cf, C. III p. 1998, in fl'O iton Alemtukr aditalgitur Elagaba.lo.- 2) Sic ft&Ppldl&m ez 1''. 475 (q. wot.1). - S) ... ri in interiore tafthUn eze,,1plo ,,.perat (q. ftOt. 4). Imperli (con,ora ] wktur dici A.luo-der in fnatis Hdaliut11A.fltoninia"°""" VI .2001. - 4) In a:e,nplo e:i:teriore"'perut .. RDOTIS, in inttrio,·e videt11r tNe •• RISACERD. Em>,·em SMbu,c,ICilicet ICribi dehiur 1acerdotiq. , coniecitBvellffl. - 5) milit . eiu1plum interiMB, in =ttriore, in quo luuc duunt, fv.it Binedubio militum (vt efiom P'A'llo poat in interiore milit. pro militaTenmt, cet.J. - 6) fort. ezetnplKm intti'ÌtJ.B.
471 imp. Caes. divi I Pii Severi oelpoa, diri Magloi Aotooioi Pii i ftliua I M. Aurelius Sevejrua Ale1ander1 I Pius Feli1 Aug. ponjtifex mai., ··----... trib. I pot. liii, coa. desiglnatuaIl 1, p. p., pootem I Liria velusta!tedilapaum sua I pecunia restiltuiL J>,,opeS. Giovanni in Carieo u6i fwit Furatma no11•, acl vina IAl&nn& (X 6896). - t) ,V""'m er11111111, ,ed l~itur. - 2) .-I• .!U.
490 imJ•·Caesar G. lulius I Verus Maxi1ninus)1• F. I Aug. Germanic. max. Dacie.~ max. Sarmatic. 1nax.• pool. I max., trib. potestatisI\' 1, imp. ,·11. I'· p., cons., prolcos., et G. lulius ,·erus I )lax. nobilissimus Caesa[r], I Germaoic. max. Dacie. I max. Sarmatic. mai.., prioceps I iuventuti&,filius d. n. imp. C. I Iuli Veri Maximini P. F. Aug., I vias et pontes tempore I Yetustatisconlapsos I restituerunt, curante Q. I Decio' leg. Augg. pr. pr. I A Brac. Aug. m. p. ì. Bracarae A"PU141• (Brqa) in Callaecia, lqù miliariiu: vidit Hrubrurr(// '7SG), . Si,nile, l.t,pitù, alii P'"""'lti prodiw11nt prope Braqui ait littera, e,,ermo1.1aC.1 caram, 11ndehlliau lectio, erunnnu,n,,..,, Cribuniciae potuC.tu, fin,uztllf'. - 1) fiume. tribunicia pot..141, Jla:ciai11i alilti non repwilvr. - 2) Hunc non di11ff'llltft.,,. qlli i•Pff'#llor factau ut a. 149 pa.t auo,cNtlidit BurghMi (opp. , 7,. !89), vi.z r,cte ( e(. H11ebnttrad Borgh..,irnn l. c.). al, ~o D,cio
70
4H imp. Caes.M. Clodio Pupienilo Maximo Pio Felici Aug. I pont. max., trib. poL, coa.j 11, procos., p. p. ', et I imp. Caes. D. Clelio CalvinoI
Balbino Pio Felici Aug. I pont. mai., trib. pot., cot. I U, p. p.', et li. Antonio Gordiano oolbiliuimo Caes. Pi. 1 Aug.,I oepoti di,orum Gorjdianorum1, res p. col. I Ne". Aug. Sitif. ~ I M. VIU.
In IIANC.nill 111111l0ft8• a Siti/I, col1111111a 111iliari4(nll 10518), - 1) A. U8. - 2) Seril>ftllua nt Pio nl P. F. - 3) Ez ,V.498 1iaililnufU• tilulu int•ll~tur Cor'ftia,m• wtitn11 nat.,. fvun u ,oroN Gordini alln-itu, eadnnqru /flui Co,._
dmi lffliori1; nqotù ililvr oocdulu,n fl'IÙ'a 11mbipitllt. ad/aibitne. - ,&) Ru pulica colonia, Nff'oian•• ,,ivp,C.• Silif fflliu.. - Staile, lopidu Pupùmi Jlaziaì ,, &,U,uu .Atl8flllllf"fl91 ., Gordilllli Cauff'il l',. • .,,.,... in Il,,_.,_. ,..,.,.ti nm4 fNllaor (Y/1/ 10641. 10846. EpA. 7, SI0.171), ,Ml fllimu bm• IUleripU f1ldl Aict ilna c...,b,ra in Cappadocia (lii S. p. IUI), mal. ,cripti Olllffa, in Cff'U a110 nomi.P,q,imi ,t Ba/bini ff'tUII nnel (cf. Mo. a, lii S. 69/SS), dnii'{U• unru in Gff'fftni• (Korr. BI. tl. ll'ald . Zl1't,c/l,., I n. 117). (Tilvltu Pupi,ni ap. ll'ilme,uu n. 1010 /fctieiu cf. IX S'/18).
fil°"'•
,,t,
m
imp. Caes. I M. Antonio I Gor.dianoI Pio Fel. Aug. I p. p., coi.., proc., I nepote dilvorum Gorjdianorum1, I [m]iliariumI I I.
co,-.,..ffliliari4
A-op• l8il8ili in ON Jl11UNtaniae, rze•pla), - 1) Cf. •" ,V. 4H 11ot.S. - 2)
(Yl/1 IOUO ad duo ~bure.
nili■riom ~
411 [m]p. Caesari I [M. .w]onio Gordiano I [ Pio] Felici iovicto I Augusto I pootir. mai., trib. pot. li 1, I còs., procòs., p. p., I Numisius Quintianua v. p. •, I ab epiatulis Latinia, I devotusnomini I maiestatiqueeius. ROfflc•Np. ili lii••- ca ..acall•• (YI IOIII """"· S..Uu aliifu ; in ,odna lc,td• 11,ttit•/111 Yal.,.ti, YI 1171). -
1) A. UI.
-
2) Yir pwf«:ti11imu.
500 imp. Caes. M. An(to)lnio Gordiano in•i(cio] I Pio Felici. Aug. vonlti8ci mai., trib. pot. I UI ', imp. Il~ p. p., cos. procos., I divi Gordiani nelpoti et divi Gotjdiani sororis ftlio, I res p. Verecundena.I devota nomini I maiestatiq. eius. Y•,.•cv1"lcep,-ope Laa6•~1i111(Yl/1 al8) . -
I) A . 140.
1125 dedicata I XVI k[a]l. luniu domino o. imp. Gordiano I Pio
Felice Aug. Il et Pompeiano cos.' I Geminio Tutilcio AemiliaooI c. v., I patrono digniajsimo et iocoopalrabili mirabili[,) I muniOcentiae, I regio Borteosiaoa1• SalMtu, ntl f.,.,._. Pa,,-,lu ctluta ( X lii ,..,1d.lmpta ,e.e . XY) . 1) "· 141. 2) C/. 4" /t'. 1311.
71
50I muimo et iovicto ac 1uper om[MI fortun.o] I imp Caes.M. lulio Pbilippo Pio F[dici .Aug. pnt. ••z .] Pen . mu., trib. poL, [c:oa. àaig.', p. p., proc:o1., tt] I M. lulio Pbilippo oobiliuimo [Caa. pt"'itu. ia . lt
I Otaciliat Set>eratAvg.
••)tri (Caa. et c:atror.] . ......
,,,._.loriil
.
lloao, rq . i,a u,tru (//1 fOYI ft6t:ripm HflUen). Ad iùa ~ ...,.,_. 1P•dffe 11i1W .,, ,.,..,,.,. (ab Jhuao ,aon 1'inu) •• uuenpliou •ot. XX1ooal . felic. - 1) H.,....u, an. inlt . tn'CA.fltU p . fl fff· titvhdn o.Uribtut il&Uioiapmi Plw:ippi propter AU9Uft Pwliti •u-iini, in aliù tilMlù Plai tippi ,..,.,.,._ , ,t:Uicet aoz &b •o neauallla ; naiU,.,. AlrUtid manini COl"'Olllffl rqwiri ""'"'iftitio iMpmi Pltilippi (e(. N . 607).
"°"
511 VII. I lmp. Caea. [M.] lulius I Pbilippus Pius Felix I Aug. pont.
mu. , trib. pot. V 1, cos. lii, p. p., procos.; I imp. Caes. M. lulius Pbi-
lippus Pius Felis Aug., flliusd. u. Pbilfip)pi Aug., pool. max., trib. pot. V•. cos. Il, p. p., procos., vifa]m quae ducil a ~or[a Karolibua}vetustat.e [co]rrupt.amrestitueruot. cunnte P. AelioValente proc. eorum, praef. pro,·. Sard. I e. ,.. In Sardi11Ì41, ailumw
11iae Ilo,-,, C-.IM tluentu (Nomi, ftJIISp. IJJ . Si,niU, utat o.lur """"""' eiu,aa me (X BOtHJ.- t ) A . 148. Hoc ip,o t111110Plulippw ,.,., wti11a, fUiu, Urr11a1 eoruvl proeant. - 2) lli""'11 .,, fl'Otl Pltilippo (ilio, 9aua "•" """ caa11 ,,,,,.. faollla doe.....,.,. 111t91MU4, c.,,c«, anno ,a,t patr .. (ut infra N. 116) prob•"' • acùeri~.,,. idea ..,..,_, arihnieiu 1101Mlotil pi ,.m; - iàna ,.,,,,,,.,,. ,u..n in diplnuk aailitm LIII (lii p. 116, X 6661), ,,... in nw••i• 1ler i19'"; Ilo•"'""° t1itl,t.,,- Plailipfl"I fili111 mlia, n• C.•1•r facllu .,,, aeeqwe tribaaueiat ,ot.,tatna , •t iu f eelMa .,,~ wt podff Ùl 11a,a.,..1141,a ~ ,ai.,taC• &lii inciplNl&t &b 80 allO , f1IO (ÀeMr fat:bu .,,, alii ab •o fl'O _,..,.,_ (ef. eph.. ep. 4 p. 481. flt, Za&le/tr. f. N.a. I, 4B'll p . 411_.fl) .
"°'"'""°
i•,,.,.,,,o,... .,,.
518 Marciae Otaciliae Se•erae I Aug., coniugi d. n. imp. Caes. I M. Iuli Pbilippi Pii Felic. Aug. I pool. ma~.• trib. poL \' 1, cos. lii, I procos., p. p., mat. imp. Caes.M. Iuli I Pbilippi, Aug. f., Pii Felicis I pont. mu., uib. poL Il, cos. I 11, procos., p. p., principi&iulveotutis, Aug., et cutro l• rum et aenatus et patriae, I res p. Cuieulitanor., devota I nomini maiestatiq. eorum, I d. d. p. p. Ouieul (Djn,tiJa) in Ntlaidi• (Yll/ tiuiMIU).
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fff'Offit D.,.,,..,.. ' nct01'
IICCIIN·
1) A. JU .
9006 C. I lul . Pri[s]co' I v. [e)m., fratr[i) I et patru[o] dd. I nn. Philipporum I Augg. et praef. I prael rect[o)riq.I Orienti&,Trebo~ niu Souianu' I p. p.1 domo col. Bel., I devotua numilni maieata• ti[q:) I eorum.• 1 ubi fUil Plwippopoll, .Arabiac (III p . 2908 n . 14149 tlnm-. B,iinftOIO). - l l Fr4'er Philipp i imper4'oria, tnm10rotur a Zc»imo 1, 19. Ad ClfflCÙtnpertment dtlOtih&liGNeci etXle,Hloco reperti .upra N . 8847. Waddington ~.
72
ao.
3017. Ikfla ad elffldenaeiddvf" pertiftff'e lwiu, tmdiltu npra }t. 1991. 2J IIÙffl npro N. UB'I. - I) Pri•ipilari,. - 4) J'iàfflm- atatuae PJ&ilipponm
d Olaeiliaeamn~
r,,.;.c.
111 imp. Caes. I C. MesaioQuinto Traiano I DecioP. F. in'ricto Aug,I pontiftci ma1imo, tri(h]jniciae potestalia bis, cos. I bis• designatoler, et I Q. Berennio ElrUlco I Meuio Decio nofbi]lliuimo Caeuri coa. dea., I et C. Valenti Boatiliano I [Mao IIObili]aimoI [Caaari]••••
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Pro,- AfVUIC'lla (Of•) Arftllolu'.a ifl/wiorv :r141). - 1) A, UO.
rq.,
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aliaiw:
tlMer.
118 [Q.] Rerennio ..\etrusco Meaj(n]oDecio nobiliuimo Caea.I fp]rin- ... -.--- ·---·- - .. - -. --cipi iu•entul(ti]a, trib. pot., co... • del(li)gnato•, ftlio I [1111]p. Caea. C. Meui - .Q. Tnl[ia]ni Deci ioTicti Pii I [Fel]ic[i, A]ug. ponti[/.] m[e1]1.I ..... . . --. . C. ValentiBoati(liau MariolI Q. nobilissimo[ Caa.,filio]·I imp. Caes. - -... ·-· - .-- . -......... -. Meui [Q. TraiaRi]I Decii ioTicti[Pii Felici,] Aug. pont. ma[21.,trii,. pot.]I
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111,cou. li de(liguto 111]1, /1•/mù y on ... ,
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p., pro[w.].
lilt,U i.-. ,o,(11 in nbifflu """"-'••·'
.o.,,,.,.,,. ,..,.,..
(Xl IOU ..... lloaw). ,..,,.,. ,.,., ; po4 ·•--
tt. pc Yu:t. Cau. U. ~ D«riort1• p•hv .,..,. 111111 •""- m iw. ,U....,.. Braci,, IIJI (ef. di .. Y DIO). - l) Sie "'1U, - 2) Il, UO; ,.._ /01n1 IWlffpil o. 181. 3) C--' il•• .. .O.Ciu f.,a a. UO, ,.,_,,__ a. Ul; Ml _.,._ ,U tilt,,_ ~ .... •· 180. Truaieia ,.,.,,.,. ,., lill• pomi DMfiW ,-, ... i.r fab,, a. !U, tll'IIIO UO po,I ti. IO DH.; ,-,t ef. ,vpr• N. sn ,..,_I.
,.,...
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HHlilio,u ., ~i II09liu
I.ut Yt1lati,,
-,,.u.,.
11$ imp. Caea. C. Vibio Treboniano Gallo Pio Felici A[ug.]I ponlif.
mu., trib. pote1L (ID•, cos. Il, p. p., procoa., [et]I imp. Caea.C. Vibio Aftnio Gallo VeldumnianoV[oluliGIIO] I Pio Felici Aug. ponti!. mas., trib. potesL IUl 1, eoa.Il, p. p., p[roc:oa.], I tribus Palatina corp. iuniorum Ju-.enal. bon •••••• •' IdienL, de•oli numini maieatatiqueeor[wa], I bomineanum. 1 DCCCCLXVUl. .Ilo•••• a.er . HIIUft (n IIIU e(. p. W). -
1) 7Pibl0lieic 1101Mat. parflllft
•-IIIU
GaU..,•I Yolalriarau4it11111lwaOII ,o,._ àA. ue iueriplume, ffll .tinl ùt IIOII 1--u ( Eell.l 7, 116. 118). QIUII'•Eelcùli.u (I, 118) i•pwitnn ..,.,.. "" ~ ùt ...,._. ,. c.J.U. S.t ""''"' N.111 IIOICril NlltluUt , .. ..,.,. Oetffri a. lii flalm•,.. .. et Gallia.,., f1101 oeeuù ...,_ G.U. •I Yolwic,ao uap.-elolw •ppeU.to, ecnutat, -n i,a It.U., Hd dint ,,. .A/ma .,-,ailol ,.... . NUul i8""" ,.,,.,..,, fN9I "' ,c,,tu,n, (e, • ,,,,...,.,.,io), li•llua et flo"""'7ualt •lipaù ...., .. lrìblauei•• 11oi.t.tù ••· e• NMM rolio,a• i,uUlt,ì.,n, id poti ,.i •• ut, o weio po tlu aaoN91 ri6i
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,.,,,fflll,,.
- 2) Forfa•• 11nuro cf. Jlo. Stallr.
boaoraLI, pi6tu
worunatt,r clwnte,. -
3) D• Aoc
lii W 110LI.
1810 imp. Caes. P. Licin. lValm"an,] Pius Fel. Aug. poni. max. tr. poi. ll 1 [co,. Il]. imp. Caes. P. Licinius Egnatius Gal[iett1&1 Pieu) Fel. Aug. pont. mu. trib. poL Il cos., nomina militum qui militaverunt in c[oAorti)bus praetori[,] Valerianis Galienis d[euaj I Il W llll V VI VII \'lii \ '1111X piis ,·iodi(cibl&I),qui piae et fortiter militiam fuoctf; "'"'], ius tribuimus cooub[i]i [duttuat ·CUI lin]guli&et primis u1oril>u[1, vt ,tia,n 1i pe]re[gri11]iiuris feminas im matrimonio suo iu[11]xerint, proiode liberos tollanl ac ai e1 duobus civibua Romanis nalos. A. d. id. Jan.1 impp. laleriaoo Aug. Il et Galieno Aug. cos.' cob. l pr. Valeriao. Galiena p. ,.. : P. Anneio P. r. Probo Pap., P~tobione. Descriptu et recognitu e[~] tabula ae[nra,que l'.)i11 est Rom. im mu[ro) pot1lttetnplte• clivi] Aug. ad M(iHff'VGlft] . M. Aureli Ouioliani L. Aureli Simplici - P. Appei Mareellini - C. Caeli Gennanicini P. Aeli Bauani - M. Aureli Magrioi (ne) - P. Bellici Vincenti. Diptychun aennnn rep. J,u/11nri11e, •t Ta111'inu (Bplt . op. 4 I'• $16; Pai1 111,pl. /tal . 9S7). - 1) A. JU . - •2) Ser. a. d. VII id. laa. (,/i,u 1 ltm. irule 11b Hadriano ,ollnaftt, fvU •iuioftilnu •ilihla ,,,...iorilllohlM et tlrifflicurMrann, cf, lt '. !017 not . .t). F,-u,tula mlii/non diptycluman d11diatu "'P"'° lt '. 101. CS.
518 P. Cornelio I Licinio V11lelriano nobilislsimoClles.• principi iu,enllulis • I nepoti et ftlio I dd. no. Valerialni et Galleni (ne) I Augg.. ordo I Vintieosium. /q,etii
(/l'mc•) i11 Alpilnl1 fftorifffltf1 (Xli IJ r,idil MofftflUm).
lit r. Licinio Cornellio Valeriano I nobili111imoCaea., I ftlio I imp. Caes. r. Licini I Eguali Gallieni I Pii Fel. invicti Aug., I col. Ulp. Trai. Aug. I Dacica Sarmiz. I metrop.' publice. ~•"""• 4, IIO).
ili D•••
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11100.
XYI
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Ywffllio
(Bplt. 111'·
15'1 di,o CaetiariI P. Cornelio Licinio Valleriano', nepoti I imp. t::tr!I.
P. Licini Valerialni Aug.• ftlio imp. Clefl. I I'. J,ir.ini GalliP.niAn~.• fl'altri P. Corneli Licini Sallonini nobilissimi Caeti. I Ang.•, I col. Ncr,·iana Ang. Mart. I vetennor. Sitifen11.I d. d. p. p.
S;tiff i11Mavretani11(1,.111 W!) . Ete nmfli titulo 111pere1tfrn,:m,.nlum ,\' ;-179_ - I) Hic 1in11 dfl6io /fii"' Gallimt, 9t1ma Coln11ior,A~rippi"o" 11 />o1t11moi11lrrf.ct,1,n 111,ena,.,.anl aflctore, (Zo,. I, 18 . Zonar. I!, !f . / "iclt1r "l'it . ,1!. lrit:, t11r, .1_1. Co1111cr11tioni1 rit11 prn•l-a
t11,,,., ,,,,.,til11l1111\'• .'J,'16et
,,,,,,,,,, ; i11J1t'ri1•ti,li\ o
V1Jerl1noCae1., cll,o C1e1.V1lerl1no (Eclc/11111, 4ft , Cnhr.11 li• p . 816 '"'I·) · -
74
21 """·'
/fii••
C11lliffli di,ti"K'ffl"I calalo6"' '"'l'"aton11n np . Polemium Sil1•i11m (p . ! i.l ,d. Ilo.: CalliffltU cum Salonirto et Calli,110 /iliu) et //icto,- 911i diritu, • ('pii. r . •l.l , fili pff"ltil>et i,a loenm /flii a Po,tumo ocelli alt"""' /ilium a Gnllil'nfl Cnr, ,,rr m HH 1Hl>1tltuhtm. E:e ltoc titulo 11id111,,,. col/lK{ po,,,, il/i ,,.,,,,.;,, ,,, """'"" /iti.•1r /irlr.rir,11u~. /,i r. Y11lm,r11i, ltuic Salo11lnl (et appt!.lltrl"1' ,,. epitome ;11,. Salo11lan111). Celwlnn efiam illi reperitur indilllffl nom,n Salonini (Zfl1im . #, .'f.'l, ! ; lri6 , IN", J). Cf. prtrele'fffl llomm,m C. / / //11'· #fJ/JI, lii S. trrl n. 69:J6.
e,,,.,.,., ;,,,
539 imp. Caes. ,,. J,icinius I Valcrianus Pius Fel. Aug. pon. I 1ni1J1 .
(;erm. n1ax., trib. pot. VII', cos. 1111,I p. p., ,,rocos. et imp. CAes.1•.Licinius I Gallienus Germ. Pius Fel. Aug. pont. max., trib. I poi. VII', cos. 111 . p. Jl·, procos. et r. Cornelius Saloninns I Valerianus nobiliss. Caes. pont. Secul.' vi ignis consumpt. indulg. I sua restituì curaverunt. Prope llrtli1tllffl rq,. (Xl ffl). - I) A . UI (') . S11crhit1 dicitur fl11mm dioec,,im Jluti1tffl.lnt o RTm•i
2) Portkm Secula, : h.odi,. dir,iden,.
559 P. Corneli(o]I Saloaino I ValerianoI aobil. Caes.I principi iu•eotati&, Olio I imp. Gallieai I Aug. •· c. p. An1ii (Xl IIIO ~t eorutdto pul,lioe (/Jo.).
B.,..1tnn). Totw tUulw ,,....,,
nd 1-,itur . -
t) SeMttu
Ml imp. Caes. r . Licinio Gallieno GPrln1:1niroPio •·••tir.iAtti(. I' · r., p. mai., I lrib. fl· X, imp. X, COI',_ 1111d~ig. \' ', procoi1., I rt!lp. r.ol. Liciniae Sept. Aurei. Alex. I Thngg.• devota n11111ini maiei;l:ttilqneein-:. Tltt186a• P"""· Africati (l ' III f .fK, cf. '7'h.. /1, :lfri) . ·- I) Cnn,111 9nartrtm fi1it 11. !61, 9ui11tnm ti, !61 . Pro trih. p. X 11 :rpt>rtn1•,.ri1 lrih. p . IX. - 21 Srpt i ,nifl" Aurelia, Al,:rtr11dri11n11,noml!1t T1t11,,,, ha/mii II Srpt i,nio ,-.,.,.,.,.,, ,., .lfr .rmrtfrn , f,iri -
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a Gnllifflo,
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magno et I invicto imp. I Gallieno Pio I Felici Augusjto i-eoatus Fid., I de•oti oumioi I maiestati q. eiu~, I dict.1 C. Petr. Podalirio I et T. Aelio Ottobre, culr. ag. T. Ter. Octobre. Prupe Roffltnn "•P• uia iV. 6113 (,T.JY 40S8 aliquotie• ribtu (coli•~,.,,. dictatorum Nommu n,pra ,V. !740. 4318, Duo11iri 1''id11n11"11 p11nurunt
Salaria ad uilla,,. m11rclaioni1 .Spad1111 , ibi f,,,., "" tU1cripta cum reperla r.1t ann11 170 ) . - li Oictatopro•tn-ea non reperitur, Si"l(u/01 dictatur,, laab•• Lanu11ii 111pro ,V. 6#94 cf. iV.lilOO, ,.Jrici11, iV. 61!1,'JJ. tit1'lum multo 11nti 9uiorirm mp,-11 ,V. S94S .
1'11 imp. Caes. M. Aurelio Claudio I Pio Felici ,\11~. p. 111., 1;111hir(, nt., I Parthico m.', trib. p. lii 1, cos. li 1, l'· l'· , I proco!l., re!l1111h. colo• niae I T1111h11rt1. Nn[m Jiclan,m.• Tltu6r1r1ici l't'umidaru,n (l '//I .flf76). - I) l'arth. i,·i mtt:rimi n11111r11 r11r t 'f1111di" daltnft lit, lotet. - 2) A . 170. - 3) C.f. N . !J68 nnt. I. - 4) Nunid11rum l,,,.i .•.
75
58'1 do. no. I C. l'io Esu,io Teltrico nobilislsimoCles. , ftlio I imt•· I Tetrici P. F. injYictiAug. p. m., I trib. (,ot.] Il, cos. I . . .
C. Pii Esu,i
PNp, Blsi,r1 (i11""" Gt1llit11Nff'lwMtuu } ,.., . •· 18'0 ,,..,,,..,.,._ fftilima, (R"'"' ltri8,.•Pllit•• • flli4' '• le FrnH IIIO ,. 18, liii) .
111u,_......,,
1'18 perpetuo Yictorilosiaaimo indullgentiuimo imp., I re1titutori orjbia L. DomitioI AurelianoPio I Felici Aug.ponL I IDUo, trib. poL V', p. p., procos., I res p. col. Tbajmug. I VIW. /,a N"'-'tli•, 1) A . 174.
in re,riou
n.... ..,.,.,
CG-lllw
~
I cos. 11.
(n/1 lotn) . -
571 magno I Augusto, I principi IDIL, I imp. roriuimn, I coDM1 ••tori orbis I L. Domitio AurelianoI I P. F. ponL max., trib. poL v•, I p. p., -··-· ........ . cos. Ili, procos., GoL mu ., I Palmyr. 11111., Gena. 11111im., I ordo Brixianor.
Mia••••.
Brizi•• (P 4111 rrnlil ••• .. ••). - l) (/w pwlu oouiU• ,.,.,. ,.,,., IH ,,,.,.,.,._ .,,.,.,., .,..,.. .., ,lweH•ili ,.._ "' ""'"' ... . ifl MNlia i,a(mON lii S. 7$81; itae•~ - 2) A. 174; • __,.,,.,., of. ,v,ra N. DI.
Clii.,,...,
ISO Soli in,icto sacr. I pro salute et incojlumitate perpetui I imp. Caes. L. Domilti AurelianiPii Fel. I Aug. p. m., L p. VIl, cos. I lii, p. p., procoosuli(,] I ... Tllt18t11U i,a ,Vtattidia (YIII
Sl41) . -
1) A. J7S.
581 imp. C. L. D. Aurellianor. F. iovic. I Aug. pooL m.• L p. VII', coli, 111,Ger. m., Got. 1n., l'alr. m., Da(c.] m., Car. m., (M.' Orllt1ru (tl11t!rlp1II Hirrellfeld) . - I) A. 176 (1). Tri6un i ei11pok1tn1 ,,ptim,r A•r•liai -,Uec,eù Ili llfftel; int,innlwr ,t itt• ,,. n11r,,mi,, "" " ,.,,,_ w CU'lfl eoe. lii ,ed •''""' ftllll COI . Il (Rcltllr.l 7, .fRI). N.,,,,,,,; ,,,, •• ,.,,,.,,., ., ''""' AN,.,litml lii eoni11,r(1'""' .'il'r,r / Jttrll l'.rlttnl twn " " "0 .f11rrN1111i 1eptifllo (Beltll-' 7, W . 41111 ; Sol/et Dt1~n ,,.,. nlc:rttndr. A"ai,c,.miln=r11p. Rt .~! I. - 2) IH llt"1r•• eff"fll, ,.,,, n11e9r,ic9wam nmpli111 1,.,-f in lapidi', oit llir,c/,f,./d.
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583 llerculi I Aug., I cont1ortiI d. n. I Aureliani I inficti Au~u !.lr,J.. I
res pub. Pie. I cun agente et Fan. p. m.•
I C. lulio Prisciann
Put1ttri (ONII. 1061 tk,er. Bo,.,,.11nn) . -
.,,. 6 , . 116. -
76
2)
p.
lii .
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1)
,. e.
I due.'
cur. re. fl. l~i~.
Y iro ~"'K '"" d11cent1,i,, e(. f ;p 1,.
111 •ene libertatit I 1uctor imp. Caes. I Marcus ClaudiusI T11citu1
Pius Feli1 I Aug. pontife1 m11imu1,I Ghotycus (ne) ma1imu11,I tribunicia pn~e!lfll!I (,ic) bis, coti. I 111, p. p.• proco[,.J I . . . . Tot1.-non '"' Rlt.odanufft ,,. ,rmncia
Nnr6onnui
rtip ., cohmtnn fflilfttrin Taciti cum in,cr-iption11 Vletnrl11
(,'fil U6J ritNI Hir,cAfeld). - t) Rizlmtl '""""'' Gothf. 11el Golthl. (EeAAel 1, 4H) . - 2) A. 176.
595 imp. Caes. M. Aurelio I Probo (tio Felice I Aug. poni. maximo,I trib. pot. 1111,cos.1, I p. p., procos., munilcipium Aur. Aug. Sege[r]lm~ dnotum nulmini maiestatilqueeius d. d. p. p. In Afric•
loeo dielo He,uclt.ir H•r•I, t,6i /Nit mftnicipirntt Sf1Kerme, (Eplt. •P ·
1, ,n trldil Sclt.M{tll). - 1) A. 178. - 2) Sio /api,, requirihtr (ul ,..,,,.,,, ScltJflitll) eot. Il. Te1libt,1 f•1li1 et lihlN, pi6111dt1M (cf. X 1718) hobrt1 Ar,p1hl1 eamwl•I• f,mcltl, e,I pint•i••• •· 171. '18 . 171. 181. 181; """'"'' (BcAAt1l 1, IOI) tuftt• •Il t•nhlm con,ul•""" procetl11nl.
511 fortissimo et clemenjtissimo in1p. Cae!I. M. . Aur. Caro -...... I in,·icto
Aug., p. m., t. p.• cos. li 1, I p. p., proron!luliI M. Aur. V11lentinian11!I ,·. 1 c. p. p. I Hit1p . cit. , leg. Augg. pr. pr. d. n. n1. q. I ein!I. Ta,.,.acon• (Il flOI ritlil Httebn,.,.; i6idmt rrp . ,.., lilr,lr,• 1in1ili• Cn,-ini Il fltt .,: (rtntd• Po11ttinii lran,for,,,ati ,,. litnlw,n eamm"""'" l 'rrri r.t filinrnm !,i lihtH ap. Or.li . IOfll) . - I) A. IU . - 2) 1,;,. cln,-i•.,imr,• ,,,.,,,..,,. P"ttri11,·i,1,. li i.• pt111iaeFileriori1 . ltlmt l 'nlf'fttinitrnfll A911;nti pn•11if fift1l11m lii I.SIR.
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m. LA 'ITI'OLATURA IMPERIALE DALL'EPOCA DIOCLEZIANEA FINO A GIUS O*
•Perle /LS menzionate in questo capitolo, par. 1-8, v. infra, Appendice m,pp. 102121; per le iscrizioni citate al par. 9, v. infra, Appendice IV, pp. 122-129.
l. lMPERATOR CAESAR, DOMINUS NOSTER La titolatura imperiale formatasiali' epoca di Augustoe sulla quale si
era modellata quella degli imperatori seguenti si ritrova ancora nell'età di Dioclezianoe Costantinoed oltte, fino al 369 d.C., allorché la dedica del ponte di Graziano a Roma ce ne restituisce l'ultima testimonianza epigrafica (ILS 771: v. infra, § Ili.Se). Tuttavia ci sono anche degli elementi di novità. riCOITe sempre Innanzitutto,apartiredall'etàdioclezianeo-costantiniana più spesso la fonnula dominus noster (abbr. d. n.), già attestata sporadicamente nel Il secolo e che dai Severi in poi avevafatto sempre più spesso la sua comparsanelle iscrizioni(d. n. ... Aug. /d. n. (invictus)lmp. ... Aug. o dd. nn. ... Augg. / dd. nn. (invicti)lmpp. ... Augg.: v., ad es.: ILS 8914, 1328a (SettimioSeveroe C-aracalla),6325 GordianoIli), 513, 9005 (Filippi), 553 (Valeriano e Gallieno), 567 (Tetrico Cesare), 583 (Aureliano),ecc.; v. App.Il). Questafonnula daDioclezianoe Costantino in poi venne semprepiù usata in alternativaadlmp. Caes.Cosl, troviamo d. n. ... Aug., se l'Augusto è uno solo, dd. nn. ... Augg. o ddd. nnn. ... Auggg., se gli Augusti sono più di uno (alla fine del IV secolo troviamo dddd. nnnn. per ValentinianoIl, Teodosio I, Arcadio e Massimo: v. lLS 787). La fonnula lmp. Caes. continuò a figurare nelle titolature (v., ad es., /LS 615 (Diocleziano), 617 (Diocleziano e Massimiano), 636, 639 (prima tetrarchia) et passim, 651 (Costanzo Cloro), 670 (Massenzio), 684, ·8941, 8942, 694, 696, 702, 703 (Costantino), 732 (Costanzo 11), 8945 (Giuliano)),ma, soprattuttoa partire da Costantino,con frequenza sempre minore. Qualche volta essa viene associata a dominus noster: lmp. Caes. d. n. (o d. n. lmp. Caes.) ... Aug. (in alcuni casi d. n. lmp . .. .Aug.) (v., ades., ILS 620 (Dioclezianoe Massimiano),631-632 (prima tetrarchia), 679 (Licinio), 687, 695, 697 (Costantino), 725 (Costante), 730(Costanzoll), 753(Giuliano)).ConValentiniano,Valentee Graziano dalle iscrizioni risulta che dominus noster si è ormai imposto rispetto 81
ad /mp. Caes. Sotto i principi della dinastia valentiniana.però, si trovano
ancora testimonianze dell'uso di lmp. Caes. d. n. (o d. n. lmp. Caes.) ... Aug., una delle quali è la già citata iscrizione del ponte di Graziano del 369 (/LS771; v., inoltre,762 (Valentinianoe Valente),769 (Valente), 5903 (Graziano e Valentiniano m,781 (Graziano, Valentiniano II e Teodosio)) ed anche agli inizi del V secolo (es.: ILS 797 (Arcadio e Onorio)). Ma anche la formula lmp. Caes. ... Aug. non è scomparsa. È ancora documentata nella prima metà del V secolo con Teodosio II e Placido Valentiniano (425-450) (v. ILS 2948, del 431: /mperatores Caess. Fl. Theodosius et Fl. Placidus Valentinianus semper Augg. senatui suo salutem). Inoltre, con alcune iscrizioni greche di Leone, Zenone e Anastasio (v. ROsch,n. 36, 37, 41) si arriva fino alle soglie dell'età giustinianea. Per quanto riguarda dominus noster, infme c'è da segnalare ancora che viene usato anche nel caso dei Cesari (v., ad es., /LS 644 (Costanzo Cloro e Galerio), 656 (Severo e MassiminoDaia), 680 (Liciniojr.), 714 (Crispo, Licinio e Costantino),715 (Costantino,Costanzo e Costante), 718 (Dalmazio),739 (Giuliano)).
2. AMPLIAMENTIDI AUGUSTUS Nella titolatura imperiale il nome-titolo di Augustus ha una eccezionalecontinuità,il che faràdire ad Isidoro(Etym., IX, 3, 15-17): ... Augustus ideo apud Romanosnomen imperii est .... Nel sistema tetrarchico esso designava gli imperatoridi rango più elevato rispetto ai Caesarescome dimostra anche il fatto che nei documenti gli Augusti sono sempre menzionati per primi. Strettamentelegata al titolo di Augustusè, dati' epoca di Diocleziano, l'idea di eternità. A partire da questo imperatore fa la sua comparsa l'espressione semper Augustus, che da allora in poi (soprattutto da Costantino) verrà largamente utilizzata o semplicemente cosl o, più spesso, in combinazionecon gli altri epiteti usati normalmente in associazioneadAugustus:pius,/e/ix, invictus,victorac triumphator,ecc. (v. infra, § seg.) (es.: ILS 631-632, 5826 (prima tetrarchia), 656 (Costanzo Cloro e Galerio), 687, 690,692,695 et passim (Costantino), 731, 739 82
(Costanzo m,753, 8945 (Giuliano), ecc.). Per il V secolo ne abbiamo ancora attestazione epigrafica almeno sotto Teodosio II e Placido Valentiniano(es.: ILS 2948; cfr. § prec.). Oltre a semper Augustus, sebbene con minore frequenza, troviamo perpetuus Augustus O'aggettivo perpetuus era già comparso per un dove, però, era Augusto sotto Aureliano: v. ILS 518, 580 (App. associato al termine imperator). Unito ad Augustus, l'aggettivo perpetuus si usa da solo (perpetuusAugustus)o in combinazionecon gli altri epiteti (cui si è accennatosopra) o, talora,con semper (perpetuussemper Augustus).Lo si trova abbreviatop. p. (p(er)p(etuus))da quando l'epiteto di p( ater) p(atriae) (anch'esso abbreviatop. p.) tende a scomparire insieme agli altri titoli della formula classica (es.: ILS 690 (Costantino, con semper), 8944 (Costante), 5571 (Valentiniano e Valente), 5535 (Valentiniano, Valente e Graziano, con semper), ecc.). La formula perpetuus Augustus è attestata fino al V secolo (a partire dal quale l'abbreviazione p. p. diventa corrente) e oltre, per sopravvivere ancora durante l'impero bizantino. Un altro epiteto legato all'ideologia dell'eternità e che ha lo stesso senso di perpetuus è aeternus, il quale, almeno originariamente, si collegava a Giove o al Sole (Chastagnol). Con Dioclezianolo troviamo nel 289 unito ad imperator (v. JLS 614) e come aeterni imperatores figurano altrove Diocleziano e Massimiano, mentre Costanzo Cloro e Galerio sono chiamati perpetui Caesares (v. JLS 5900). Altrove, Dioclezianoe MassimianosonoaeterniAugusti(v. JLS644). La formula aeternusAugustusverrà usata anche in seguito, seppure saltuariamente, talora con pius, felix, ecc. (es.: ILS 8938 (Costantino e Licinio), 732 (Costanzo Il), 5596 (Valentiniano II, Teodosio e Arcadio, aeterni principes). In un'epigrafe Costantino è chiamato anche sempiternus Augustus (v. JLS 703). Si è creduto a torto che aeternusAugustus fosse attribuito agli imperatori solo dopo la morte (Chastagnol). A partire da Valentiniano,Valente e Graziano si incontra la formula perennisAugustus(perennesAugusti),che viene usata anche insieme ad altri epiteti, che ricorrono associati ad Augustus (es.: JLS 772 (Valentiniano,Valente e Graziano),792 (Teodosio, Arcadio e Onorio), 799 (Arcadio, Onorio e Teodosio Il)).
m.
83
3. ALTRI QUALIFICATIVIBD BP'l'l'E'l'IINTROOO'm
O RINFORZATIDA
COSTANTINO IL GRANDE (VICTOR, TRIUMPHATOR, MAXIMUS)
In epoca dioclezianeaed oltte nella titolatura imperialecontinuarono a comparire,in associazioneadAugustus,gli aggettivipius,felix e invictus (i primi due di regola usati insieme e spesso in unione col term), che erano enttati stabilmente nella fonnula a partiredai Severi (v. SllfJra,§ 11.6)e che figurano sovente in combinazione con gli epiteti celebranti
l 'etemità dell'imperatore e con albi aggettivi, che ne magnificavano le virtà: piusfelix semperAug., invictusti semper/e lix Aug., invictissimus et clementissimu.s semperAug.,pius/elixinvictusetgloriosiss~ semper Aug., invictusetprovidentissimussemperAug., piusfelix aeternusAug., invictuset perpetuussemperAug., ecc. (fino al V secolo). Su invictusbisogna soffennarsi. Come si è visto, il primo imperatore ad essere chiamato cosl fu Commodo,che si identificavacon Ercole (v. SllfJra, § Il.6). Dopo la rifonna religiosa di Aureliano del 274, con la quale il Sol invictusromanizzatodiventava il dio ufficiale dell'Impero, prevalsel'aspetto legatoal culto solare,con cui venne messo in reJazinne anche dagli albi imperatori, fra i quali Diocleziano e Costantino. Ma durante il regno di quest'ultimo intervenne un cambiamento. Nel 324, infatti, dopo la vittoria su Licinio, egli decise di cambiare il titolo di invictusin quello di victor(in precedenzagià usato ma molto raramente: v., ad es., ILS 651 per Galerio e Severo). Di questa innovazioneci parla Eusebio di Cesarea in un passo della Vita Constantini(Il, 19, 2). Le iscrizioni confennano che, mentte prima del 324 invictusè attestato regolarmentenella titolaturadi Costantino(v., ad es., JLS681, 8941, 8942 et passim), cosl come era avvenuto per i suoi predecessori,dal 324 egli diventò victor. L'ultimo documento datato che menziona invictusè un miliario africano del 323 (o prima ~ del 324) (C/L VIII 10059), il primo con victorè un'epigrafe di Pozzuoli (AE 1969no, 107), databile fra il luglio e l'ottobre del 324 (Chastagnol).Con questa decisione,come osserva lo Chastagnol,l'imperatore voleva eliminaredalla sua titolatura un epiteto legato al culto solare,per sostituirlocon un altro più neutro sul piano religioso, ma che i cristiani, secondo lo stesso Eusebio, non tardaronoa considerarecristiano(es.:JLS689(dove figuraancheinvictus), 697,699, 700, 7@, 723 (victoriosissimus)). In seguitoCostantinointrodussenella titolatural'epiteto di triumphator 84
(triumfator),che egli adottò probabilmente nel 326, in occasione del suo trionfoa Roma (25 luglio)e, contemporaneamente,dei suoivicennali (anche se già dopo il 312 erano comparse nelle epigrafi espressioni, che lo celebravanocomedominustrionfante:v., ad es., ILS 690) (Chastagnol). Questo nuovo titolo fu comunemente, in seguito, associato a victor (victor ac triumphator)(es.: ILS 700; 698 e 715 (solo triumphator)). Agli inizi del suo regno, Costantinoaveva ripreso, inoltre, 1'epiteto di maximus, che già in epoche precedenti era stato usato saltuariamente (soprattuttoda Caracalla,che fu anchechiamatomagnus:cfr. supra,§ 11.6; l'espressione magnus et invictus, che si incontra già per Caracalla, si ritrova anche per Gallieno,Massimianoe lo stesso Costantino:v ., ades., ILS 6224 (App. m,619,695). Ciò avvenne alla fine del 312, dopo la battaglia di Ponte Milvio. Fino a quel momento, come di regola, nei documentiufficialiera il nomedell'imperatore più anziano a figurareper primo (in questo caso MassiminoDaia, seguitoda Costantinoe Licinio). Allora, come narra Lattanzio (De mort. persec., 44, 11-12), Costantino ottenne dal Senato che, invece, il suo nome fosse menzionato al primo posto e, in seguito a ciò, egli fu anche chiamato maximus,epiteto che si trova già nella prima parte del 313 su un medaglione d'oro da Ticinum (Pavia) (Chastagnol). Da allora maximus apparve comunemente nella titolatura di Costantino,insieme agli altri epiteti, che venivano associati ad Augustus (piusfelix, invictus,victor ac triumphator,ecc.: v., ad es., JLS 692, 8942, 694 et passim). Maximus, victor ac triumphator vennero ripresi anche in seguito. Maximusfu per qualchetempo indiviso.Fu portato,infatti,solo dal figlio maggioredi Costantino,CostantinoII; però, dopo la sua morte, entrambi gli imperatori regnanti, Costanzo Il e Costante, risultano maximi: il significato del tennine passò, dunque, da 'massimo' a 'grandissimo' (Chastagnol) (v., ad es., JLS 125, 730). In seguito, fu portato fino a Valentiniano,Valente e Graziano,per poi cadere in disuso (es.: ILS 762 (Valentinianoe Valente),769 (Valente),771, 772 (Valentiniano,Valente e Graziano; 5535: principes maxim,)). Victor ac triumphatorebbero, invece, vita più lunga. Questi due epiteti compaiono, di solito insieme (victor è usato, da solo, anche al superlativovictoriosissimus),nella titolaturaimperialesotto i successori di Costantino (anche Giuliano adottò victor) e sono attestati regolarmentenelle iscrizionifmo alla primametà del V secolo(es.:ILS 125,8944 S. • A.
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MAGIONCALDA:
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85
(Costante),730-732(Costanzom, 753,8945.(Giuliano),757 (Gioviano), 762 (Valentinianoe Valente), 766 (Valentiniano),769 (Valente), 771, 772 (victores;Graziano è detto anche triumfalis),773 (victoriosissimi) (Valentiniano, Valente e Graziano), 777 (Valente e Graziano), 5903 (Grazianoe ValentinianoIl), 785 (ValentinianoII, Teodosioe Arcadio), 796 (Arcadio), 797 (Arcadio e Onorio), 806 (Teodosio II e Placido Valentiniano).Anche invictus,però, continua ad essere attestato, per lo più al superlativo nell'espressione invictissimusprinceps (es.: /LS 165 (Valentiniano I), 780 (feodosio), 797 (oltre a victor ac triumphator) (Arcadio e Onorio), ecc.).
4. COGNOMINA DEVICTARUMGENI'IUM I e. d. g. anche in età dioclezianea e oltre continuarono ad essere menzionati nella titolatura imperiale,dopo il conseguimentodi vittorie militarie compaionofino al 369 d.C., allorchésono ancora attestati nella dedica del ponte di Graziano (ILS 771), per poi cadere in disuso. La maggior parte dei cognominad. g., che si incontrano in epoca dioclezianea e oltre, sono già noti: Germanicus,Sarmaticus,Persicus, Britannicus,Carpicus,Armeniacus,Medicus,Adiabenicus,Arabicus, Gothicus, Dacicus; alcuni di essi, ad un certo punto, scompaiono: Britannicus,Carpicus,Arabicus,Medicus,Armeniacus,Dacicus, ancoradocumentatisottoCostantino,AdiabenicusePersicus, sotto eo.~tanzo II e SarmaticussottoGiuliano;altrisonodi nuovacreazione:Alamannicus per il Cesare Costantino, Francicussotto Giuliano (es.: ILS 615 (Diocleziano), 617 (Dioclezianoe Massimiano),642 {prima tetrarchia), 679 (Licinio), 8942, 695,696 (Costantino),724 (Costantino II, Costao:roe Costante),732 (Costanzom, 8945(Giuliano)).AlamannicuseFrancicus, con Germanicuse Gothicus,che ancora sopravvivono,compaiono, infine, nella dedica del ponte di Graziano, sotto Valentiniano, Valente e Graziano(ILS771). Da notare che tutti i cognominadevictarumgentium ormai figurano sempre accompagnati dall'aggettivo maximus (che li segue). In epoca tetrarchica e ancora sotto Costantino i cognomina d. g. venneroanche iterati (e, perciò, sono seguiti da un numerale).Il Bames, 86
al riguardo, osserva che i criteri di assunzione di questi titoli potevano essere più o meno stretti:infatti, ad esempio,nell'Edictumde pretiis (ILS 642, del 301). era osservato interamenteun principio di collegialità, per cui tutti e quatbo gli imperatori. Augusti e Caesares, assumevano e rinnovavanoi titoliper vittorieconseguitedopo il loro diesimperiida ogni membro del collegio imperiale; talora, invece, erano citati solo i cognominaderivanti da vittorie riportate personalmente,come avviene nella lettera di Costantinoal Senatodi Roma (AE 1934, 158,del 337) per l'imperatore (che ha quattro titoli di vittoria: Germ(anicus)ma.x(imus) /lii [Sa]rm(aticus)max(imus) Il Gothic(us) ma.x(imus)II Dac(icus) max(imus)).per il Cesare Costantino (che è chiamatoAlaman(nicus))e per gli altri tre Cesari (che non ne hannodel tutto); qualche volta, invece, lo stesso Costantinoavrebbe assunto dei cognominaper vittorie proprie e di qualcuno dei suoi colleghi (ILS 8942 e 696).
5. NOBIUSSIMUS
CAESAR
L'aggettivo nobilissimus.che era stato attribuito per la prima volta al CaesarGetanel 198e da allora a tutti i Cesari seguenti(v. supra.§ 11.7). si ritrova anche per i Cesari dell'epoca dioclezianea e costantiniana, sovente in combinazionecon altri aggettivi di cui essi vengono fregiati. Oltre a nobilissimus,si incontrano, perciò, espressioni pompose quali: fortissimus ac nobilissimus.nobilissimuset invictus, nobilissimus ac beatissimus, nobilissimusetf ortissimus,nobilissimusacjlorentissimus, nobilissimusac victoriosissimus.È moltousato anche beatissimus,da solo o con nobilissimuso con altri qualificativi:fortissimus ac beatissimus, beatissimusac felix (ac jlorentissimus),ecc. Qualche volta si trovano ancheperpetuus,gloriosissimus,fortissimuset invictissimus,ecc. (es.: ILS 616 (Massimiano),633, 636 (CostanzoCloro e Galerio), 656 (Severo e MassiminoDaia), 657 (Massiminoe Costantino),714 (Crispo, Licinio e Costantino),709 (Costantinoe Costanzo), 715 (Costantino, Costanzo e Costante), 739 (Giuliano) et passim). In seguito,dopoGiuliano,tuttigli eredidesignatiricevetterodirettamente il titolo di Augustus.Solo Valentinianom fu chiamato ancora Caesar (florentissimusCaesar)per alcunimesi nel 424-425(v. /LS 803). 87
6. BONO
REI PUBUCAE NATUS
Fra le espressioni nuove, che fanno la loro comparsa nel Basso Impero, a partire dalla tetrarchia c'è la fonnula l,(ono) r(ei) p(ublicae) n(atus) (abbr. b. r. p. n.), utilizzatatanto per gli Augusti che per i Cesari. Essa figura specialmente sui miliari, fino al IV secolo (nel V si va perdendo) (es.: ILS 712 (Crispo, Licinio e Costantino Cesari), 697 (CostantinoAugusto),743 (Magnenzio), 753 (Giuliano),757 (Gioviano), 788 (MagnoMassimoe FlavioVittore)).Pià tardi, nel 541, la ritroveremo nel dittico consolare di Basilio (AE 1982, 58): Bono rei public(a)e et iterum (cfr. Chastagnol).
1.Dwus L'epiteto divus, attribuito agli imperatori, che erano stati divini1zati dopo la morte, è ancora documentatonel IV secoloe lo ritroviamo anche nelle titolatureimperiali,dove, per un certo tempo, rivive la tendenza da parte dei sovrani a menzionare i propri ascendenti. Cosl, per esempio, Massenziosi indicacomefiliusdiviMaximiani~assirniano) e generdivi Maximiani (Galerio) (v. ILS 671). Ma è soprattutto sotto la seconda dinastia dei Flavi, fondata da Costantino I, che le formule dinastiche compaiono nelle titolature. Costantino, che a volte si indica solo come divi Constanti(Pii Aug.)filius (v., ad es., ILS 692,697, 703), altrove, mentreera ancora vivo Massimiano(di cui era nipote adottivo e genero), apparecome M. Aur. Val.MaximianiAug. nepos,divi ConstantiAug. Pii filius (v., ad es., ILS 684). Però, dopo la morte violenta di questo imperatore, Costantino, per rafforzare la sua legittimazioneal potere, rivendicò la propriadiscendenzadall'imperatore Claudioil Gotico (268-270), anch'egli originario dell'Illirico, dicendosi,pertanto, divi Claudinepos, divi Constantifilius (v., ad es., ILS 102, 699). Anche i suoi figli, di conseguenza,risalirono a Claudio il Gotico come capostipite, ma nella loro titolatura, anche mentre Costantino era in vita, oltre che nipoti di Costanzo Cloro furono detti anche nipoti di Massimiano, il cui nome venne reinserito, perciò, fra i membri della dinastia e qualificato con l'epiteto di divus. Ad esempio, in un'iscrizione dedicata al Cesare Co88
stante (il cui nome è eraso), troviamo:fil io d. n. Constantini maximi victoriosissimisemperAug., nepotiM. Aurtli Maximianiet FI. Constanti divorumet divi Clautliabnepoti(v. lLS 723; inoltre, come Augusto, ILS 725); in un'altra. dedicataa CostanzoIl Augusto:divi Constantinimaximi filio, divorum Flavii Constantiet Va/eri Maximiani nepoti, divi Claudi pronepoti (v. ILS 730; inoltre 732). Sotto la dinastia costantiniana,come si vede, le iscrizioni attraverso le titolature riflettono di nuovo l'affermazione del principio dinastico, richiamandocia quelle che erano state le formule,seppurebenpià lunghee complesse,dell'epoca degli Antonini e dei Severi.
8. ALTRI'l'l"IOU Le iscrizioni dall'epoca di Diocleziano in poi, pur rarefacendosi
progressivamente,documentanoche nella titolatura imperialecontinuarono adessere usati anche i titolidi pontifexmaximus,tribuniciapotestas, imperator, consul, proconsul, pater patriat . Un cenno particolare meritano i primi tre.
a. Ponti/ex maximus. Il pontificato massimo continuò ad essere assunto da tutti gli Augusti e, pur essendo una carica pagana, anche gli imperatori cristiani lo rivestirono,ivi compresoCostantino(v. ades., ILS 8941, 8942,695-697), fino a Valentiniano I (364-375), suo fratello Valente (364-378) e suo figlio Graziano (367-383).Come dice il Palanque,Costantino,Costanzo e Valentiniano vollero conservare ali' antica religione romana il capo, che risaliva ad una tradizione millenaria e che dagli inizi del principato si identificava con la figura stessa dell'imperatore. Il titolo di ponti/ex maximus, infatti, è documentato fino al 369, allorché compare per l'ultima volta nella dedica del ponte di Graziano a Roma, già pià volte citata (ILS 771), che fu posta dopo il restaurodel suddetto ponte, durante la prefettura urbana di Q. Clodius Hermogenianus Olybrius. C'è da notare che tutti e tre gli Augusti portano il titolo. Ad un certo punto, però, 89
Graziano lo rifiutò, come risulta da una testimonianza di Zosimo (IV, 36). Questo fatto rappresentò uno dei momenti cruciali del conflitto tta paganesimo e cristianesimo, durante il Basso Impero, conflitto che culminò nella legislazioneantipaganadi Teodosio I (379-395). La data dell'avvenimento,che Zosimoattribuisceall'inizio del regnodi Graziano (367), ma che deve essere senza dubbio posteriore al 369 (visto che l'epigrafe in cui ponti/ex maximus figura per l'ultima volta era un documentoufficialee importante),è dibattuta fra gli studiosi. Secondo una prima ipotesi (Alffildi),il fatto si sarebbe verificato nel 379 (all'inizio dell'anno), in occas,one dell'ascesa al potere di Teodosio, cristiano rigoroso. Secondo un'altta ipotesi (Palanque),che ha riscosso maggiori consensi (v. Jones, Demougeot),la rinuncia al titolo sarebbe databile al 382, anno in cui Graziano decise la sospensione dei sussidi statali ai sacerdozi pagani di Roma e fece eliminare l'altare della Vittoria, che si trovava nella sede del Senato (curia).Da ultimo, poi, è stata formulata un'altra ipotesi, che si avvicina cronologicamente alla precedente (Cameron): l'avvenimento si sarebbe prodotto piuttosto nel 383, nel1'ultimo anno del regno di Graziano.L'occasione sarebbestata offerta da un'ambasceria di senatori alla sua presenza, avvenuta in quell'anno, i quali avrebbero richiamato ali 'imperatore i doveri del pontefice massimo nei confronti della religione pagana di Stato (sussidi ai collegi sacerdotali,manutenzionedei templi, ecc.). In seguito a ciò e spinto dai suoi consiglieri cristiani (fra i quali si può annoverare il vescovo Ambrogio), Graziano avrebbedeciso di rinunciare al titolo di ponti/ex maximus,emblematicodel culto pagano. Lo stesso fecero Teodosio e i suoi successori.Da allora questo titolo non veMe pià assunto. b. Tribuniciapotestas.
Sotto Dioclezianoe i suoi successori la tribuniciapotestas continuò ad essere assunta dagli Augusti e talora dai Cesari. Durante la prima tetrarchia,adesempio,una testimonianzaè offertadall'Edictumdepretiis del 301 (v. JLS642) dove la tribuniciapotestasè menzionata(insieme al consolato) anche nella titolatura dei Cesari Costanzo Cloro e Galerio. Anche i Cesari della seconda tetrarchia Severo e Massimino Daia verosimilmente la ebbero, perché figurano insieme agli Augusti in un 90
diploma militare del 306 (RMD 78), dove, peraltro, compaiono sen:ia titoli: ma il fatto che la costin1zionefosse stata promulgata a nome sia degli Augusti che dei Cesari fa presumere che anche questi ultimi possedessero la tribuniciapotestas. Inoltre, in questo documento, dopo gli Augusti e prima dei Cesari sono menzionati gli ex-Augusti Diocleziano e Massimiano,che avevano onnai abdicato (dal 1° maggio 305), come senioresAugusti (oltre che patr( es) Aug(ustorum)et Caes(arum): per un'espressione analoga v. anche ILS 646) e la loro presenza indicherebbe che essi avevano mantenuto 'una potestà tribuniciasecondaria rispetto a quella dei neo-Augusti, ma almeno pari a quella dei Cesari' (Forni).
Inoltre,i Cesari che diventavanoAugusti adottaronolo stesso sistema delle epoche precedenti di contare le loro tribuniciaepotestates senza ricominciaredaccapo, ma da quando erano Cesari: già a partire dal 305/ 6, però, fu introdotta un'innovazione nel computo (come vedremo tra poco). Dal 284 al 314, inoltre, tanto gli Augustiche i Cesari continuarono a rinnovare la tribuniciapotestas il 1Odicembre di ogni anno, secondo l'antica tradizioneche, seppurecon qualcheeccezione,duravada Traiano (v. supra,§ 11.4).Anche in questo ambito, una novità fu introdotta da Costantino.Su questi problemi M. Festy ha fatto di recente una messa a punto, fondatasugli elementiofferti dalle titolaturee alla quale si devono le conclusionicronologichequi esposte. Per quanto riguarda il computo delle tribuniciae potestates, già Massimiano,diventatoAugusto, aveva preso una iniziativa.Non risulta che egli avesse avuto la tribuniciapotestas nel breve periodo in cui era stato Cesare (circa dal novembre 285 al 1° aprile 286, allorché diventò Augusto). Invece, Costanzo Cloro e Galerio (Cesari dal 293 al 305), come si è visto, la ebbero certamente,perciò Massimiano,per colmare la sua inferioritàinizialerispetto ad essi, nel 293 cominciò a contare le sue tribuniciaepotestatesdalla sua nomina come Cesare (natalis Caesaris) e aggiungendovi, perciò, una unità. Ma questa fu una sua decisione particolare. In seguito, invece, Costamo aoro e Galerio, diventati a loro volta Augusti (1° maggio 305) stabilirono che i Cesari, quando diventavano Augusti, dovevano aggiungerenel computo delle tribuniciaepotestates unatribuniciapotestascomplementare(il che sarebbe provatoperCostamo Qoro e Galerio,per Costantinoe per Costamo m. 91
Per quanto rigu~ poi, il giorno in cui la tribuniciapotestas veniva annualmenterinnovata,come si è già accennato,fino al 314 si mantenne il 1Odicembre.In quell'anno, infatti, Costantino(Augustoda)l11fine del 307), introdusseun cambiamento,cominciandoa rinnovarela tribunicia potestas nel suo natalis Caesaris, il 25 luglio (del 306). A sua volta, Licinio, che non era mai stato Cesare, scelse come giorno quello in cui era diventato Augusto (l' 11 o 18 novembre del 308). La ragione di ciò sarebbe da individuare nel fatto che nel 313 Diocleziano era morto e Costantinoe Liciniovollerointrodurreun sistema,che creasseuna rottura rispetto al sistema tetrarchico. Anche i figli di Costantino adottarono l'innovazione- cosl CostanzoII (quelloche regnò di più, dal 337 al 361) rinnovòla sua tribuniciapotestasogni anno il 25 luglio- e probabilmente anche ValentinianoI, Valentee Graziano,per i quali il computotribunizio fa pensareche la tribuniciapotestasnon fosserinnovatané il 1Odicembre, né il I O gennaio,né 1'anniversariodell'ascesa al trono. Precedentemente, invece, nella titolatura di Giuliano questo titolo non compare affatto e poiché, come si è detto, lo troviamoancoradopo il lui con ValentinianoI e i principi della sua dinastia (per l'ultima volta: v. /LS 771) non si può pensare che non fosse più in uso. Perciò, secondo il Festy, questo imperatore(la cui politicacontrastòcon quelladei suoi predecessori),non avrebbevoluto adottareun sistema,che recasse l'impronta di Costantino (pur non ritornandoa quello tradizionale).
c. lmperator. Per il titolodi imperator,che, inseritonella serie delle cariche (seguito da un numerale), indicava le acclamazioni conseguenti alle vittorie, dall'età di Diocleziano si registra un cambiamento di significato: il termine passò a celebrare, infatti, il dies imperii del principe e veniva rinnovato tutti gli anni a data fis~ nell'anniversario dell'avvento al trono. Sotto Diocleziano si compl, perciò, un'evoluzione, che era già cominciata con Gallieno e Postumo (cfr. supra,§ 11.4c).Ai problemi di cronologiainerential computodella salt•tazioniimperialida Diocleziano a Graziano (oltre che, come si è detto, a quelli riguardanti la tribunicia potestas nello stesso periodo), si è dedicato M. Festy, le cui conclusioni • vengono qui• nprese. 92
Come ha rilevato il Festy, le salPtazioni imperiali compaiono solo nella titolatura degli Augusti (non in quella dei Cesari). In base alla documentazione,per Diocleziano e Massimiano sono attestate solo a partire dal 291/2. Diocleziano, dopo aver ricevuto la prima al suo avvento al trono (20 novembre284), rinnovò le successiveannualmente a partire da quel giorno; quanto a Massimiano, anch'egli ebbe per la prima volta la salutazione come imperatoril 1° aprile 286, quando divenne Augusto, ma, al più tardi nel 292, egli iniziò il computo delle salutazioniimperatoriedal suo natalisCaesaris(nel 285, verso novembre). Anche i Cesari della tetrarchia non ricevettero salutazioni imperatorie,come risulta dall' Edictumde pretiis, del 301 (v. /LS 642), il documentopiù completoche abbiamosulla titolaturadei tetrarchi,infatti nei titoli che accompagnano Costan1-0Cloro e Galerio (Cesari dal 1° marzo 293) imperator(seguito dal numerale) non figura. Solo quando diventaronoAugusti(1° maggio305)ricevetterola loro prima salutazione e la seconda (imp.11)il 1° maggio 306. Dopo la morte di CostanzoCloro (25 luglio 306), quando a lui subentro come nuovo Augusto il Cesare Severo (Cesare con Massimino Daia dal 1° maggio 305), Galerio (che, rispetto a Severo avrebbe avuto solo una sali1tazioneimperiale in più) incominciòa contareretroattivamenteil titolodi imperatordal suo natalis Caesaris (1° marzo 293), probabilmente, secondo il Festy, per far risaltarela sua supremazianella secondatetrarchia.Ciò sarebbeavvenuto nell'autunno del 306 o, al più tardi, all'inizio del 307. Questo sistema di computo delle sal\ltazioniimperatoriea partire dal loro natalisCaesarisfu adottatosuccessivamenteanche dagli altri Cesari al momento in cui diventavano Augusti (cosl, Costantino cominciò a contarledal 25 luglio 306, MassiminoDaia dal 1° maggio 305, Costanzo II dall'8 novembre324, Giulianodal 6 novembre355). Gli Augusti che, invece, non erano stati Cesari (Diocleziano,Licinio, Valentiniano, Valente e Graziano), iniziarono, logicamente,il computo a partire dal loro natalis imperii. I titoli di pontifex maximus,tribuniciapotestas, imperator,insieme a quelli di consul,proconsul e pater patriae, sono ancora attestati nelle titolature imperiali da Diocleziano fino al 369, anche se i documenti epigrafici, rarefacendosi progressivamente, non offrono più la stessa ricchezza di testimonianzedelle epoche precedenti (es.: ILS 615 (Dio93
cleziano), 617 (Diocleziano e Massimiano), 618 (Diocleziano), 619 (Massimiano), 639, 642 (prima tetrarchia), 651 (Costanzo Cloro), 670 (Massenzio), 679 (Licinio), 8941, 8942, 695-697 (Costantino), 732 (Costanzo 11),753, 8945 (Giuliano)). L'ultima testimonianza epigrafica, in cui questi titoli compaiono, è l 'onnai nota dedica per il restauro del ponte di Graziano a Roma (exponte Cestius,ribattezzato cosl per volere di Valentiniano (cfr. anche JLS 772) ed oggi chiamatoponte S. Bartolomeo)(/LS 771). Fu incisa nel 369 (fra il 25 luglio e il 23 agosto, secondo il Festy) e vi sono menzionati con i loro titoli i tre imperatori Valentiniano I, Valente e Graziano. È anche l'ultima iscrizionecheci restituiscetestimonianzedellatitolaturaimperiale completa di tipo classico. L'epigrafe suona cosl: Domini nostri imperatores Caesares I FI. Valentinianuspius felix maximus victor ac trium/(ator) semper Aug(ustus), ponti/(ex) maximus, /Germanic(us) max(imus), Alamann(icus)max(imus),Frane(icus)max(imus),Gothic(us) max(imus), trib(unicia) pot(estate) VII, imp(erator) VI, cons(ul) Il, p(ater) p(atriae),p(roconsul) et I FI. Valenspiusfelix max(imus)victor ac triumf(ator)semper Aug(ustus),ponti/(ex)maximus, I Germanic(us) max(imus),Alamann(icus)max(imus),Franc(icus)max(imus),Gothic(us) max(imus), trib(unicia) pot(estate) VII, imp(erator) VI, cons(ul) II, p(ater) p(atriae), p(roconsul) et I FI. Gratianus pius felix max(imus) victor ac trium/(ator) semper Aug(ustus), ponti/(ex) maximus, Germanic(us)max(imus),Alamann(icus)max(imus),Franc(icus)max(imus), Gothic(us)max(imus), trib(unicia)pot(estate)IlI, imp(erator)Il, cons(ul) primum,p(ater) p(atriae), p(roconsul)I pontemfelicis nominis Gratiani in usum senatus ac populi Rom(ani) constituidedicari iusserunt.
9. TrroLATURA
DI GIUSTINIANO
Dopo la testimonianza di ILS 771, nel corso del IV e V secolo le iscrizioni restituiscono titolature più brevi, in cui gli unici elementi restanti sono i titoli di d(ominus)n(oster)(seguito dai nomi personali) e Aug(ustus) (al plurale se gli imperatori sono più di uno), accompagnato da alcuni epiteti già presenti in precedenza nella fonnula. Qualche volta, come si è visto, fino alla metà del V secoloi titoli tradizionalidi lmp. Caes. 94
sono ancora usati insieme a d. n.; senza d. n. sono ancora documentati nelle iscrizioni,benché sporadicamente,fin poco prima Giustiniano (cfr. supra,§ ill. l). Inoltre,associatiadAugustus,si trovanoancora gli epiteti pius,felix e, soprattutto,quelli relativialla vittoriae ali' eternità. victorac triumphator,semper,perennis,perpetuus(prevalentedopo la metà del V secolo) (cfr. supra, § lll.2, 3). L'uso di d. n. ...Aug. accompagnatoda alcuniepiteti ttamandati dalle epoche precedenti si ritrova nelle iscrizioni di epoca giustinianea. Alcuni esempi sono offerti da dediche di opere difensive dell'Africa biuntina poste dal prefettodel pretorioSolomon,in onore di Giustiniano e Teodora, che figurano con i titoli di piissimi domini nostri ... Augusti (v., ad es., JLS831 = Durliat, n° 8) oppure come (piissimi)domini nostri e perpetui Augusti (v., ad es., Durliat, n. 19 e 20: Deofabente, in an( n)o Xlii (= 539/40), filicissimis temporib(us) d(ominoru)m nostrorum, lustiniano et Theodora perp(etuis) Aug(ustis), ecc.). Un altro beli' esempioè offerto da un'epigrafe urbana posta dal generale Narsete nel 565 (anno della morte di Giustiniano), imperante d(omino) n(ostro) piissimoac triumphalisemperlustinianop( er)p( etuo)Aug(usto), ann(o) XXXVIII/, ecc. (v. JLS 832). Con Giustiniano in alcune epigrafi di carattere ufficiale ritroviamo però, talora, anche una titolatura più ampi~ rispetto a quella onnai corrente,che, se non ripete tutti gli elementipresentinella fonnula di tipo classico, in uso nell'Alto e Basso Impero fino al IV secolo, si attiene, però, ad un modello più tradizionale, che esprime una continuità col passato. Nella sua fonna più estesa, la titolatura di Giustiniano suona, infatti, cosl: Aùto1epatmp Kaiaap 41»À.aou,oç'louai1v1avòç •AÀ.aµav11eòç rot811eòç4l»pa"fY\Kòç ftpµav11eòç 'Avt11eòç'AA.av11eòç Oùav6aÀ.11eòç 'Acpp11eòç eùatfi11ç eùtux11ç iv6oçoç VlK1ltT1ç tpcma,ouxoç atlGÉfiaG'toçA'UY()UO'toç (= lrnperator Caesar Flavius lustinianus Alamannicus Gothicus Francicus Germanicus Anticus Alanicus VandalicusAfricanuspiusfelix inclitusvictor ac triurnphator semper Augustus).Essa viene attestata (in fonna più o meno completa) in alcuni frammentidi costituzioniin greco tramandateper via epigrafica (la cui data precisa è incerta) (v. Amelotti, n° 3, 4, 7) ed anche in iscrizioni di altro tipo (v. ibid., n° 20). Inoltre, questa fonnula estesa figura, a partire dal 533, nelle costituzionilmperatoriam(del 21 novembre 533, (del 16dicembre con cui erano pubblicatele Istituzioni),Tanta-l1É6mKEV 95
533, con cui venivapubblicatoil Digesto),Omnem(della stessa da~ con cui veniva riformato l'insegnamento giuridicosulla base del Digesto), e Cordi (del 16 novembre 534, con cui fu pubblicato il secondo Codice) (cfr. App. IV). L'elemento caratterizzante di questa titolatura è rappresentato dai cognominadevictarumgentium,che ricompaiono di nuovo e che non figurano in altri documenti epigrafici, frammenti di costituzioni giustinianee (v. Amelotti, n° 2, 5-6) e altri tipi di iscrizioni (v. ibid., n° 21), nelle quali la formula è pià breve, limitandosi ad AÙ'tox:pa'tcop Kaiaap, nomi dell'imperatore, alcuni epiteti (fra i quali ai n. 2 e 21 c'è anche µÉylmoc;), àEtaipaa'txilç),inclitus (evooçoç),victor(vt1C11t11ç), triumphator(tplicae Pi•flfU'fflll•r (pt,aln .. litmu •i11orilnu ,.,..er;pu). Alii pMlli.,. titt,U (praet.,. ,,....,,,.,,,., ad N. S.'92) nu,t ..,,,,.. N. lii. 181• .lii. 116. 471. 608. l'J'/. 831 Cfll. Stlll.
aann). -
781 imperatores Ca~res ddd. bDD. Gratianus ,~alentiniauus et 1'heodosiuaI pii felices semper Auggg. arcnm ad concludendum opus on1ne ponicuum maximarum aeLerni nominis sui 1~cunia propri111leri ornariq. ÌUlleMJDl.
Rotnae 'ù, armi prw:imu poni-i Petri' ,lut:rip1il
t111>. («ùuLot;) 'IoucnLvL«VÒt; VLX"l)T1jt; Tp07tCOUXOt; µéyL«rTOt;CÙLaé~aTot; >.éy,,.
3
Titolatura
e inizio di una coatituzione
Data: età di Giuatiniano. Pro•enienaa: :Mileto. Ediaioni: H. G-ar,ua, Zeuolar. 3 (181M), 21 u. (con apografo di O. Ksu); CIL lii Suppl. 13673 (TH. MOKJISSl!f); 0. FISBIGU • L. SclormT, ~lr. Ataà. W•, 60, 3 (1917), 39 a.; H. Gatooru, B.c,-,il du it11criptiou ~ clré1'"'11u cl'..taw Jllllftre, I , or. 220. Letteratura : A. GITTI, I111t1Aia'"", in .Du. epigrofioo, , (faec. 10, 19f2), 313; E. SntY, Hùloin cl• Bu-E,wpin, II, 318 e o. 5; T. B. MrnoBD, By.rotlliotl, 20 (1960), 131 a.; J.-P . SoDINI, TNffiluz Jlbrloin, (Centra de rechercbe d'hiatoire et ci'Yiliution de Byaaooe), 3 (1973), 376 sa.; G. ROsCB, "Ow"'4 ~. Wien 1978, pUlim; D. Jt'BISSBL, T1"01ICl'UJléwlotre,, 7 ( 1979), 322 a.
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Titolatura e inizio di una costituzione Data: età di Giutiniano. Provenienaa: Efeeo. f"'«NIW• clwiluw• tl' ..,t,w JCl11C11n. Ediaioni: H. Gatoom.a. ~ du i~lotu I. nr. 107; Ilt Epheaoa IV nr. 1363. Letteratura: J. N. BAltBUIIIZN VAN DSN BBINlt, Ih o..d-oltruuUju .Jlot1....,_ Bp,..._, Brgrapl&ucu Stwlw. Den llaa« 1923. 119 u.; H. Gatooma. B,-•Uota. 1 (192t). 711 a.; T. B. M1Troao. B~. 20 (1960), 130, 131 n. 3; J.,P. SoDIMI, Tf"CltlG1i&Z re .Jléwtoif'e• (Cenue de recherohe d'hiatoire et civiliaation de Byaaoce). 5 (1973). 377 1.; E. K. CHJl'l'SOII, DvMbarlcm Oaù Papen. 32 (1978). 7f 1.; M. AKKLOTTI, Stwli INcaf'di, II. 100 •· (tutti acritti anteriori aJJanuova edwone in IK Epbeeoa).
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3. •AMMXouc] IK Epbeeoe. ma può e11ere anche 'Avnxouc o, aia pure fuori poato, 4>F'f'YU(ouc . - Grégoire omette 'Atpucouc. ,. lvuaifllt; xst -rp]omouxoi; IK Epbeeo&. 5. ('Em'37i TCXLt; boù.)11cnmç Grégoire. 8. Solo xatTCX-rou legge Grégoire dopo ,rpoorracshL e ritiene che il rigo termini cou x11[() e le lettere TCX-rou aiano la fine della parola µacc«p«.>Tei-rou al r. 9. 7..a.[Ti;>ày~ xatl o)qM&OJ.l~Grégoire . - ('l~u -rouo anche [&co).6you mi iv 'E)~o~ IK Epheaoa. - Le eapre11ioni qui mate trovano paralleli in IK Epbeeoa I\' • nr. 1373 e ,·11, 2 nr. ,1ss, A, rr. 8-9 e nr. ,1s,. rr. 12-13 (delle due ultime epigrafi li dirà al proalimo numero). · 1-9. xatri '"I" 31iv«j[I""iJfl.)WYGrégoire, ma augpriamo piuttoato uri fll" 31iv«j [I''" -ri;a"Wfl.)WY, eapre11ione ricorrente nelle Novelle giuatinianee, cui invece la prima è ignota. 8-10. -rou fl.CICC«p«.>TCi-rou [mx-rpuipxou 'Em.)tp«[Y(]ou Grégoire nel teeto, ma in nota propone anche ,rpoil )pou: la prima lettura non ai concilia però con le tracce delle lettere; -roufl.CICCcrp«.>TCi-rou '&pcc,Lc.i"npo)~pou Cbryaoa. l l. [XOfl.TJTOt; -:ijt;"Ew Grégoire.
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r»-6 Due costituzioni all'arcivescovo Hypatios Data: età di Giutiniano. Provenienaa: Efeao. Edi&ioni: Fonchungen in Epheeoe IV, l nr. 33, A e B (J . KEIL); IK Ephesoa VII. 2 nr. 4133, .l e B (R. liBBULBACH) .
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Titolatum e jnizio di una costituzione Data: età di Gianiniano. Proqnier•a: Te11c!o.. ioa. P;disioni: G. OmoxoMOa, 'Apx~ •~p,plc. 1918, ,1 •·• IG X, t, 1 nr. 13 (C. E»ao•>• J.-K. SPIUU. TnMl•ar e, JC•11wrirN(Centre de reabercbe d'Jùatoire et ci..jJi•ation de Bren"9), 5 (1913), 153 e. [- Spieaer 1), 7 (1979), 33' [- Spieeer II] . Letteratura: G. e K. Sormuov, 'H Brr.owxiJ -'C'OG 'Ay(ou ~'Il'~ ~ç. Atene 1962, 230; J. -P. SoDllfl, 2'ra111111s e, JCl■wn,ra, 6 (1973), 378 n. 14; L. RoanT, Bn. p.W. ltu. lvi. CltlOie..,..., '8 (197,), 188; H. HvMo:n, Jolar6. O.e,,,. Bpo,., . 23 (197-6), 318; R. B0111:N1, .Bptig,11pWoca, 38 (1978), 89 .._
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1-2. Per la ricoetruione dei righi iniiiali ave•ata d&JJ'Oikooomoe rioTWOo al commento. :. 111X(l)-r)i)ç Oikooomoe; (v)UCl)(fll>P Edaoo; VUOJT("iç)Spie1er I e Il. -rpo• ~o(T6ç Oikooomoe. Edaon. Spieeer I; -rpoffiUOiix(oc;)~•+crf"TOC Buopr, Tm&Oiixoc; Spieaer II. 3. TOUliy(ou w ~ou (~)~]~ Oikonomoe (reetituaiooe veroaimile •oodo Spieeer I). 4. lv 1'~ rm~ (rm..oé:trcta) czù-rouw os]~ otx(ft Oikooomoe (nroaimile secondo Spieeer I). -- lCllff TiJfv- iopnivt Oikonomoe (uardata aecoodo Spie18l' I). a. ~6~ Oikonomoe. Spieeer I; ~6f'C'IO' Edaoo, Spieeer Il. tjj O(cc.onir-noop~T Oikooomoa (usardata aecondo Spieeer I); -r~ 8( (c)~T Spieeer II. 8. c)ùnp