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Italian Pages 152 [147] Year 2022
Federico Batini
Lettura ad alta voce Ricerche e strumenti per educatori, insegnanti e genitori
Carocci editore
Tascabili Faber
1* edizione, febbraio 2022
© copyright 2022 by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel febbraio 2022 da Lineagrafica, Città di Castello (PG)
ISBN 978-88-7466-911-0
Riproduzione vietata ai sensi di legge
(art. 171 della legge 22 aprile 1941. n. 633)
Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia,
anche per uso interno 0 didattico. I lettori che desiderano informazioni sui volumi
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Federico Batini
Lettura ad alta voce Ricerche e strumenti per educatori, insegnanti e genitori
(’arocci editore (ai Tascabili Faber
Indice
7
Introduzione 1.
Tenere il segno? Alcune idee confuse e sbagliate
1.1.
Ma quale lettura ad alta voce ?
1.2.
Alle origini della comunicazione: cenni sulla storia
11
11
14
della lettura ad alta voce
1.1.1. Un esempio di rimozione: {promessi sposi per la vista e per la voce 1.3.
Politiche per la lettura ad alta voce
2.
Il secondo momento migliore è adesso:
dentro e fuori la scuola 2.1.
24
27
Daccapo. Lettura ad alta voce condivisa o lettura
autonoma?
2.1.1.
29
La lettura ad alta voce: un evento relazionale
2.2.
Lettura e successo scolastico
2.3.
Che cosa leggere ? La narrativa è il miglior nutrimento
2.4.
Capire meglio: comprensione ed effetti cognitivi
2.5.
Gli effetti emotivi della lettura ad alta voce
3.
Non è mai troppo presto: la lettura ad alta voce
3.1.
Lettura ad alta voce in famiglia: atteggiamento,
3.2.
Leggere in famiglia: la dimensione
ed è equitativa
33
37
della lettura ad alta voce
sin dalla prima infanzia importanza e frequenza
emotivo-affettiva
62
40 44
55 59
j.j.
La lettura in famiglia: una palestra per il cervello
3.4.
Non è soltanto una “questione di famiglia"
. Un particolare contributo alla ridefìnizione del ruolo della lettura ad alta voce è stato offerto dagli studi medievali, dagli studi biblici e dagli studi socio< ulturali.
riquadro
1.3. Approfondimenti/^ Auralita
L’auralità (in inglese aurality) è definita come "l’ascolto condiviso di testi scritti" e combina aspetti sia dell’oralità che dell'alfabetizzazione. L’auraiità prevede la comprensenza di una voce, di un pubblico e di un testo, e si distingue dunque dall’oralità per la sua dipendenza dal testo, la cui trasmissione e pubblicazione dipendono dalla voce di almeno una perso na alfabetizzata. Nella tradizione iconografica possono essere individuate varie form^efunzioni di auralità, così classificate da Dowhower (2006): • ritu^tì'pédagoj’isi: auralità come istruzione, valutazione, apprendi mento, conoscenza, minaccia, strumento di memoria, autorità dei testi, potere degh^utod e degli insegnanti; * rituali Religiosi: auralità come guida spirituale, salvezza, meditazio ne, disputa, mandato spirituale, autorità scritturale; • rituali diJrtformazione: auralità come connessione con il mondo, comunicazionè^tTrra5sa7commento sociale, decreto, autorità, intimida zione; • rituali dprrtra'ttenimentj?: auralità come performance, svago, diverti mento; • rituali datura; auralità come affetto, devozione, condivisione, nutri mento, compagnia.
Una tra le caratceristiche più straordinarie del romanzo è stata la sua capacità di raggiungere, al contempo, il pubblico popo lare e borghese del proprio tempo e delle epoche successive,
contribuendo all’unificazione nazionale (non solo linguisti
ca) e aH’affermazione e diffusione della lingua toscana come
lingua dell’Italia unita. Manzoni era molto attento all’aspetto editoriale e consapevole del valore delle immagini, al punto
da investire tempo e denaro nella produzione di uryóper^che
possiamo definire nxrtfTmediàle. Il linguaggio letterario del
suo romanzo, uscito nèf'rSi'7'é'subito destinato a uno straordi
nario successo, nella nuova edizione del 1840-42 viene integra to con quello delle arti visive, tanto da poter considerare oggi 1
promessi sposi come un vero e proprio romanzo illustrato, una sorta di precursore dell’odierno graphic novel, un genere di
romanzo realistico a fumetti che nei tempi attuali ha assunto
MiitiRA 1.1. Emilio De Amenti. La lettura in famiglia di un punto commo
vente dei Promessi sposi, olio su tela, 1876, Pavia, Civica Pinacoteca Malaxpina
una grande importanza. Nel 1840 Manzoni inizia a far uscire l’edizione illustrata del romanzo, a cui lavora personalmente,
dedicandogli moltissimo tempo, insieme al pittoC^GonTììje a una squadra di altri collaboratori; vuole mettere fine alla circo -
fazione di edizioni clandestine e, soprattutto, tramite le imma gini pensa di garantire una maggiore leggibilità del romanzo,
che in questo modo può rivolgersi anche a lettori e lettrici non letterati o addirittura analfabeti, che possono seguire la sto
ria - magari letta ad alta voce da qualcuno e seguita dall’udito
rio anche grazie alle illustrazioni che l’accompagnano pagina dopo pagina. Proviamo a pensare a quanti di noi, anche persone colte e preparate, magari che hanno persino fatto studi umanistici,
conoscono Ipromessi sposi da questo punto di vista. Quan
ti sanno che il suo autore ne aveva fatto un’opera illustrata? Che tipo di tradimento dell’opera e delle intenzioni dell’au-
tore abbiamo fatto, avendola proposta per tempo immemore,
a scuola, come fosse stata concepita per essere letta in modo autonomo dalle figure, con una lettura silenziosaTChe cosa
perde il romanzo? Cosa acquista, invece, se un insegnante lo dota, di nuovo, di immagini e prova a leggerlo ad alta voce per
i propri studenti ?
1.3. Politiche per la lettura ad alta voce Ljriettura ad alta voce sta conoscendo, negli ultimi decenni,
un j^n uova fioritura-si sono moltiplicate le iniziative pubbli
che, promosse direttamente da Stati nazionali, da enti locali o da istituzioni private, finalizzate alla diffusione della lettura ad
alta voce in ambito familiare e scolastico. Una forte spinta a procedere in questa direzione è venuta dal
mondo della ricerca educativa di area statunitense, che nefi^Ss
ha avuto modo di esprimersi attraverso il documento Becoming
a Nation ofReaders, un importante report prodotto da una commissione di esperti che è giunta alla conclusione che l’at
tività più importante per costruire la conoscenza richiesta per raggiungere il successo nella lettura è la lettura ad alta voce ai
bambini (Anderson et al., 1985, p. 23).
Dal 2004, per esempio, il ministero dell’istruzione della Nuova Zelanda raccomanda la lettura ad alta voce come parte del programma di lezione quotidiano, almeno nei primi quattro
gradi della scuola pubblica, ma è un’attività fortemente racco mandata e stimolata per tutto il percorso scolastico poiché, si
dice, leggere ad alta voce avvantaggia anche gli studenti delle scuole secondarie e apre il mondo dei libri ai non lettori. Allo
scopo di promuovere la lettura ad alta voce e di supportare
coloro che intendono praticarla, la biblioteca nazionale mette a
disposizione, sul suo sito internet’, una serie di strumenti dedi
cati alle scuole, affinché chi insegna possa conoscere le strategie c le tecniche più efficaci per coinvolgere chi ascolta, scegliere
i libri più adeguati alle diverse fasce.detà^La stessa bibliote ca, inoltre, sostiene il programma Reading Togeiher, che mira a insegnare ai familiari come leggere e parTare ai bambini e alle
bambine in modo da costruire l’amore per la lettura e fornire
ima solida base linguistica e di alfabetizzazione. Il program ma prevede una serie di seminari di 75 minuti che insegnano
semplici strategie per rendere il tempo di lettura un piacere
piuttosto che un momento di ansia, stress e, a volte, rabbia. Anche ip-Argentinà-e in/Óiìè i ministeri dell’ Istruzione si sono
impegnati nella produzione di manuali e materiali didattici per stimolare l’introduzione della lettura ad alta voce. L’argentino Pian Nacionalde Lettura - Lettura en VozAlta, destinato a tutti
i gradi scolastici, prevede già dal 2.009 che la lettura condivisa quotidiana sia parte integrante del percorso pedagogico e che
la scuola venga riorganizzata per poterla consentire, mentre il Pian Nacional de Fomento de la Lettura -Lee Chile Lee, rivolto
alla lascia 0-6 anni, considera la lettura ad alta voce una strate gia d idattica fondamentale, da sostenere creando biblioteche di
classe e fornendo testi a tutte le scuole.
Il /Vordand WorldReadingProgrammo, attuato dall’Education l''.ndowment Foundation con il finanziamento del ministero
dell' Istruzion^irtglés£, è stato invece un progetto pilota che nel 101V14 ha coinvòlto 17 scuole primarie di varie aree dell’ Inghil
terra affinché gli insegnanti ricorressero sistematicamente alla
lettura ad alta voce per dare sostegno a studenti in difficoltà. In seguito al successo della sperimentazione, sono molte le scuole primarie inglesi che adottano questo protocollo.
In Croaziadal zoi? (anno europeo della lettura ad alta voce) miste il progetto Citajmi!(“Leggimi!”) che promuove, con una
t N,u ional Library of New Zealand, https://natlib.govt.nz/.
campagna nazionale, la lettura ad alta voce per i bambini sin dalla più tenera età. Nel progetto sono coinvolti i pediatri, il personale delle biblioteche, le associazioni che si occupano dei
diritti dei bambini e i reparti di neonatologia.
La lettura ad alta voce, inoltre, ha un ruolo centrale nel proget to Lukuinto (“Joy of Reading”) del ministero dell’istruzione e della cultura del|£Tinlan3^, che durante il triennio 1011-15
ha coinvolto 30 scuole e altrettante biblioteche del paese con attività di formazione.
Il programma Reach Out and Read, avviato al Boston City Hospital nel 1989 e oggi diffuso in tutti gli Sta^rUnTti d’Àme16
Dal confronto tra sessioni di lettura ad alta voce
Rumbaugh,
e sessioni di lettura silenziosa è stata rilevata la maggior efficacia della prima modalità nel
(2017)
Landau
facilitare il richiamo di termini e parole.
Attenzione
0-3
L’ascolto della lettura ad alta voce nella prima
(0-36)
infanzia viene considerato un predittore del
Lawson (2012)
successo accademico, il che suggerisce il colle gamento con lo sviluppo di competenze più
ampie, come la capacità di mantenere l'atten
zione per un periodo di tempo prolungato. L'ascolto di una lettura è un'esperienza lingui
Cardarello (1995)
sticamente e cognitivamente complessa che prepara allo sviluppo di abilità cognitive altret
tanto complesse di manipolazione dei simboli verbali. 3-10
La lettura ad alta voce permette di ampliare i tempi di attenzione e di concentrazione con
sentendo lo sviluppo delle capacità di ascolto e concentrazione dei bambini.
Dragan (2001)
10-13
L'influenza delle capacità attentive sull'abilità
Commodari, Guarnera
di lettura e sul rendimento scolastico è stata
(2012)
evidenziata da uno studio con ragazzi tra 11 e 13 anni che ha indagato le relazioni tra abilità di
lettura e alcune componenti attentive (tempi di
reazione visivi, lo span e la selettività), forte mente implicate nelle performance di lettura.
Memoria 0-3
I benefici mnestici associati alla lettura sono
DeCasper, Spence (1986)
dimostrati fin dalla gravidanza; è stato osser vato che quando una madre legge ripetuta-
mente ad alta voce un passaggio di una storia nell'ultimo trimestre di gravidanza, il neonato riconoscerà il suono di questo passaggio spe
cifico per 33 ore dopo la nascita. • 16
È stato trovato un vantaggio di memoria per le Rumbaugh, parole studiate ad alta voce rispetto a quelle
Landau
(2017)
lette in silenzio, Effetti sulle capacità mnestiche derivanti dalla
Forrin, MacLeod (2017)
lettura sono stati descritti sia quando è la per sona a leggere autonomamente sia quando una
persona legge a un gruppo, per esempio un
insegnante che legge in una classe universitaria. Nel caso della lettura autonoma, alcune ricer
MacLeod et al. (2010)
che hanno evidenziato un beneficio di memoria
dal 10% al 25% per le parole lette ad alta voce rispetto a quelle lette silenziosamente. In 8 esperimenti di riconoscimento è stato evi
denziato che la produzione di parole ad alta
voce, rispetto alla lettura silenziosa, ha migliora to la memoria esplicita in un gruppo di studenti
universitari. Leggere ad alta voce aiuta il rico
noscimento delle informazioni più importanti e
di conseguenza la memorizzazione delle stesse.
- 65
Uno studio ha sottolineato gli effetti benefici di Nouchi et al. (2012) un training di lettura ad alta voce su memoria
episodica, memoria a breve termine e memoria di lavoro in soggetti di 65 anni 0 più. • Ho
Uno studio pilota condotto con 10 anziani ha di Batini, Bartolucci (2014) mostrato come un training narrativo basato sulla
lettura ad alta voce possa migliorare varie di mensioni di memoria autobiografica e di prosa.
Un training cognitivo narrativo basato sulla let
Bartolucci,
tura ad alta voce (dalla durata di 40 giorni) ha
(2O19a)
Batini
prodotto in 43 pazienti con demenze effetti benefici su molti domini, in particolare sulla
memoria a breve e lungo termine, sul linguag
gio e sull’attenzione, incrementando i livelli di performance cognitiva.
Un training cognitivo narrativo basato sulla lettura ad alta voce e condotto in 40 incontri (1
Bartolucci,
Batini
(zoigb)
ora ciascuno, 5 volte alla settimana) insieme a 43 pazienti ricoverati in RSA si è dimostrato
efficace nel contrastare il declino cognitivo di chi era stato esposto al training, in confronto
al gruppo di controllo, nelle dimensioni della memoria a breve e lungo termine, della memoria di prosa e nell'apprendimento delle
parole. Un training cognitivo condotto con pazienti
Batini, ioti, Bartolucci
ricoverati in DSA e affetti da diverse sindromi
(2016)
degenerative ha rilevato effetti positivi dati dall'esposizione ripetuta a lettura di fiction
narrativa. Tali effetti risultano pervasivi e coin volgono diverse componenti mnestiche, come la memoria di prosa, l’apprendimento di
parole, la memoria verbale a breve e lungo
termine. Uno studio con anziani affetti da Alzheimer
CRILS - Centre for Re
dimostra una correlazione positiva tra lettu
search into Reading, Li-
ra ad alta voce e memoria a breve e lungo ter
terature and Society
mine.
(2014) Comprensione del testo
o-3 (0-36)
Più il genitore legge frequentemente e con una
Richman,
varietà di libri a bambini sotto i 18 mesi e più è
(2007)
Colombo
alto il vocabolario ricettivo del neonato.
3-6
1 bambini esposti alla lettura ad alta voce so
Neuman, Kaefer, Pin-
no in grado di applicare meglio le loro cono
kham (2016)
scenze alla comprensione relativa alla soprav
vivenza e ai cicli di vita degli organismi; rie scono a identificare meglio gli scopi per la let tura di un testo informativo e descrivere come
le immagini supportano il contenuto di un testo.
Una maggiore esposizione alla lettura ad alta
Hutton et al. (2015)
voce nel contesto domestico è stata positiva-
mente correlata con l'attivazione neurale nella corteccia parietale-temporale occipitale del
lato sinistro, una regione che supporta l'elabo
razione del linguaggio semantico. 6-10
Un training di lettura ad alta voce di A mesi
Nevo, Vaknin-Nusbaum
influenza positivamente la consapevolezza del
(2018)
testo scritto, la struttura delle parole e la com prensione attraverso l'ascolto.
Nella scuola primaria un training di lettura di
(etinkaya, Ates, Yildirim
6 mesi ha migliorato le capacità di compren
(2019)
sione dei bambini sia dal punto di vista letterale
che inferenziale.
La lettura ad alta voce ha un impatto significa
Suggate et al. (2013)
tivamente maggiore della lettura individuale.
10-18
Alla fine di un training di lettura trimestrale,
Turkyilmaz (2018)
ragazzi delle secondarie partiti da un livello basso di comprensione del testo, hanno rag
giunto un livello medio. Goldman e colleghi hanno mostrato un miglio-
Goldman et al. (2013)
ramento generale della comprensione dei testi tra gii studenti delie scuole medie e superiori
in seguito a un training di lettura. La lettura ad alta voce ha un impatto significati
Hemphill et al. (2015)
vamente maggiore rispetto alla lettura indivi duale. A seguito di un training di 12 settimane di let
Westbrook et al. (2018)
tura ad alta voce, si evidenzia la progressione
della capacità di comprensione del testo degli studenti non lettori. >19
Nei giorni successivi alla lettura di un romanzo,
si registrano aumenti significativi della connettivita nella zona associata al linguaggio (nello specifico nelle regioni cerebrali associate alla presa di prospettiva e alla comprensione della storia). Cambiamenti a lungo termine sono stati osservati nella corteccia somatosensoriale (area
legata alla sensazione e al movimento), sug
gerendo un potenziale meccanismo di “seman tica incarnata”.
Berns et al. (2013)
tabella
2.1. (segue) Problem solving
9-12
In uno studio condotto con bambini di 9 mesi
mesi
è stata dimostrata l'efficacia della lettura ad
Murray, Egan (2014)
alta voce, se associata a una comunicazione continuativa, sul problem solving. 1-5
Uno studio con bambini dai 12 mesi ai 5 anni
Godwin et al. (2016)
ha evidenziato che le attività di lettura e di inse
gnamento della matematica hanno fornito ai bambini l’opportunità di imparare combinando le abilità matematiche precoci e le capacità di
lettura. 6-10
Uno studio longitudinale di due anni con bam
|ordan, Kaplan, Hanich
bini di 8 e 9 anni ha riscontrato che difficol
(2002)
tà nella lettura possono influenzare gli ap
prendimenti matematici nel tempo, mentre l'abilità di lettura non viene influenzata dalla
presenza di difficoltà specifiche con la mate
matica. È stato riscontrato, in un campione di bambini
Vilenius-Tuohimaa, Au-
tra i 9 e io anni, che le abilità di comprensione
nola, Nurmi (2008)
del testo influenzano in modo significativo e
positivo la capacità di risolvere problemi mate
matici. 10-14
Uno studio qualitativo ha dimostrato che il pro
Ozsoy, Kuruyer, faki-
blem solving è influenzato dalla capacità di
roglu (2015)
comprensione (influenzata dall’esposizione alla
lettura ad alta voce). 14-18
Maggiori abilità di lettura portano a una mag-
Beai, Adams, Cohen
giore capacità di risolvere problemi matematici.
(2010)
All’interno di un arco temporale di 9 settimane,
Whitten, Labby, Sullivan
i risultati scolastici nelle materie inglese, mate
(2016)
matica, scienze e storia di coloro i quali si sono identificati come lettori sono migliori rispetto
a quelli dei propri pari non lettori.
Abilità interpersonali o-3 (0-36)
Maggiore esposizione alla lettura condivisa
Baker et al. (2013); Fer
nella prima infanzia sembra determinare un
retti, Bub (2017)
miglioramento nelle capacità di interazione e nelle abilità prosociali dei bambini.
3-6
A seguito di un training di lettura ad alta voce di 3 settimane, le abilità sociali ed emotive dei bambini sono migliorate positivamente. Si è osservata una differenza significativa nelle abi lità sociali ed emotive dei bambini dal pre-test al post-test. Pertanto, la lettura di storie influenza significativamente le abilità sociali dei più piccoli.
Betawi (2015)
Le conversazioni a sfondo socioemotivo stimo late dalla lettura ad alta voce condivisa incre mentano la messa in atto, nei bambini in età prescolare (ma anche nella scuola primaria), di
Drummond et al. (2014); Aram et al. (2017); Schapira, Aram (2019); Curtis, Zhou, Tao (2020)
comportamenti prosociali.
6-10
10-18
Essere esposti con una maggior frequenza a routine familiari stabilite, come la lettura ad alta voce condivisa tra genitori e figli, si associa a una riduzione dei problemi di condotta e di iperattività e disattenzione e un aumento dei comportamenti pro-sociali.
Ferretti, Bub (2017)
Nella scuola primaria un intervento di alfabe tizzazione a lungo termine basato anche sulla lettura di testi in classe ha comportato un miglioramento delle attitudini prosociali.
Jones, Brown, Lawrence Aber (2011)
Le attività di lettura in classe si associano a comportamenti più rispettosi delle regole di convivenza nella primaria.
Brokamp, Houtveen, Van de Grifi (2019)
Percorsi di intervento con la lettura favoriscono il miglioramento delle abilità interpersonali anche in studenti di scuola secondaria di primo
Tijms, Stoop, Polleck (2018)
grado, mentre interventi di lettura con studenti di scuola secondaria di secondo grado hanno stimolato maggiore socievolezza.
>18
Una review sistematica su 50 articoli ha eviden ziato come la lettura promuova lo sviluppo di abilità interpersonali durante l'arco delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Satini et al. (2021)
Uno studio che ha coinvolto, tra gli altri parte cipanti, 71 studenti universitari, ha rilevato come la lettura dei romanzi di Harry Potter migliori le disposizioni e gli atteggiamenti dei ragazzi coinvolti nei confronti di gruppi mino ritari stigmatizzati. L'effetto si vede in partico lare nei soggetti che si identificano meno con il principale personaggio negativo.
Vezzali et al. (2015)
Competenze emotive
o-3 (0-36)
Fin dai primi mesi di vita la lettura condivi
Baker (2013)
sa rappresenta una solida impalcatura per
sostenere il bambino nello sviluppo della competenza emotiva. Aumentando l'esposi zione agli albi illustrati si acquisisce una
migliore capacità di controllo, gestione de gli impulsi e regolazione emotiva diminuendo
la negatività espressa nell'interazione con i genitori.
Un intervento di lettura ad alta voce, della
Betawi (2015)
durata di 3 settimane e condotto in un asilo
nido, ha evidenziato un incremento delle abilità emotive dei bambini.
3'6
Bambini esposti a training di lettura dialogi
Riquelme,
ca (con durata tra i 4 e gli 8 mesi e compo
(2013; 2016)
Monterò
sti da sessioni di 25-40 minuti a settimana)
riportavano migliori capacità di regolazione emotiva al termine dell'intervento rispetto a compagni a cui era stato letto in modo tradi zionale.
1 discorsi a carattere socioemotivo dei genitori
Schapira, Aram (2019)
durante e dopo la lettura condivisa di libri hanno predetto in modo significativo la com petenza socioemotiva dei bambini. Gli input
socioemotivi dei genitori durante la lettura con divisa di libri hanno contribuito alla compren sione sociale e alla comprensione emotiva dei bambini. 6-10
Uno studio sulla scuola primaria rileva un'as
Brokamp, Houtveen,
sociazione tra abilità di lettura degli studenti,
Van de Grift (2019)
valutata all'inizio dell’anno scolastico, e stabi
lità emotiva a fine anno. Un programma basato sulla lettura chiamato Reading and Feeling, della durata di 9 settimane
e portato avanti con bambini di seconda e terza
classe della scuola primaria, ha evidenziato miglioramenti significativi nel gruppo di bam bini esposti al training di lettura rispetto agli
altri in tutti gli indici di competenza emotiva indagati.
Kumschick et al. (2014)
10-14
Un intervento di biblioterapia di 12 settimane
Tijms, Stoop, Polleck
in una scuola secondaria di primo grado e
(2018)
basato sulla lettura e sulla discussione di storie
a contenuto socioemotivo ha prodotto una
migliore capacità di regolazione emotiva. 14-18
Nelle secondarie di secondo grado la lettura
Abdolrezapour, Tavakoli
per 8 settimane di racconti con alto contenuto
(2012)
emotivo è stata associata a una migliore intel
ligenza emotiva. Empatia e teoria della mente
3-6
Nel passaggio tra infanzia e primaria, 5 mesi di
Riquelme,
lettura dialogica (attraverso due sessioni setti
(2016)
Monterò
manali di 25-40 minuti) hanno portato benefici
a livello di empatia e capacità di riconoscimento
delle emozioni. Un training di lettura intensivo di 2 mesi pro
Grazzani, Ornaghi (2011)
duce effetti positivi sulle abilità di compren sione dei propri e degli altrui stati mentali.
6-8
Alla scuola primaria 15 sessioni di lettura con
Ornaghi, Brockmeier,
divisa e discussione sui testi, della durata di
Grazzani (2014)
circa 1 ora hanno portato a guadagni significa
tivi nelle abilità di teoria della mente e i gua dagni si sono mantenuti fino a 6 mesi dopo il termine dell'intervento.
L'esposizione alla lettura, rispetto ad altre atti
Drummond et al. (2014)
vità come il gioco condiviso, è associata a un
aumento della comunicazione socioemotiva nelle interazioni genitore-figlio.
Le interazioni verbali con contenuto socioemo
Schapira, Aram (2019);
tivo elicitate dalla lettura ad alta voce sarebbero
Curtis, Zhou, Tao (2020)
a loro volta corresponsabili dello sviluppo dell'empatia del bambino
8-10
Otto settimane di lettura interattiva (con due
Lysaker, Tonge (2013)
sessioni di 45 minuti a settimana) hanno
aumentato le capacità di attribuzione di stati
mentali, credenze, intenzioni ed emozioni a sé
stessi e agli altri. 10-14
Shelton,
La lettura di graphic novel in classe ha prodotto
Chisholm,
guadagni in termini ji*^mpatia~ìh studenti di
Sheffield (2017)
secondaria di primo grado.
14*18
La lettura di racconti percepiti come coinvol
Gerrig, Bagelmann,
genti ha stimolato l'empatia in un campione di
Mumper (2016)
adolescenti. >18
Con il passaggio all'età adulta gli effetti non
Mar et al. (2006); Kidd,
cambiano: la lettura ricreativa di narrativa si as
Castano (2017): Mc-
socia a maggiori capacità empatiche e maggiore
Creary, Marchant (2017);
capacità di attribuire stati mentali, credenze,
Tabullo, jiménez, Garda
intenzioni ed emozioni a sé stessi e agli altri.
(2018)
Uno studio su 225 partecipanti tra i 17 e i 38 anni
Mar, Oatley, Peterson
ha dimostrato come una maggiore esposizione
(2009)
a testi di narrativa correlasse con punteggi più alti nelle dimensioni dell'empatia.
Una review sistematica su 50 articoli legati all'associazione tra lettura e abilità emotive ha
Satini et al. (2021)
sottolineato come la frequenza di lettura sia
associata a maggiori abilità emotive ed empa tiche anche in età adulta.
Aree diverse del cervello aumentano la loro
attività in base al contenuto narrativo delle sto rie lette (personaggi, obiettivi, oggetti, spazio,
tempo...). Pertanto i lettori comprendono una storia simulando gli eventi nel mondo della sto
ria e aggiornando la loro simulazione quando cambiano le caratteristiche di quel mondo.
Speer et al. (2009)
3. Non è mai troppo presto: la lettura ad alta voce sin dalla prima infanzia 2/6
Non è diffìcile comprendere perché molti programmi di promo zione della lettura si concentrino quasi esclusivamente nei primi tre anni di vita o, con uno slogan fortunato, nei “primi mille gior
ni”. I primi tre anni di vita sono uno snodo cruciale per lo svilup po: caratterizzati da un’incredibile crescita in tutte le aree, sono
anche i più critici nel plasmare l’architettura cerebrale. Lo sviluppo cognitivo del bambino inizia già due settimane
dopo il concepimento e arriva a piena maturazione solo durante l’età adulta. Data la forte plasticità cerebrale e il relativo poten
ziale di sviluppo, le pratiche di cura ed educazione proposte nei primi tre anni di vita risultano particolarmente significative. Per misurare la relazione fra l’età di avvio e intensità della
lettura ai bambini e loro successivi esiti nell’alfabetizzazione scolastica, sono state registrate le abilità linguistiche di 104 bambini, poco prima dell’ingresso a scuola (Niklas, Cohrssen, Tayler, 1016). I loro genitori sono stati interrogati su avvio e
frequenza dell’attività di lettura con i loro figli. Quasi la metà dei bambini partecipanti avevano già sei mesi nel momento in cui sono stati esposti alle prime letture. Si è scoperto che era possibile prevedere le abitudini complessive di alfabetizzazione
della famiglia mediante l’età nella quale veniva letto ai bambini
per la prima volta. La maggiore precocità delle prime letture^ risultata associata con una maggiore frequenza della lettura ad
alta voce nell’anno precedente l’ingresso a scuola. Iniziare la lettura di libri ai bambini quando sono molto piccoli contri buisce in modo significativo all’alfabetizzazione e allo sviluppo
linguistico dei bambini. La frequenza con cui ci si applica alla
riquadro
3.1. Ricerche - Iniziare prima è meglio
La letteratura scientifica ha dimostrato ampiamente che la lettura ad alta voce può rappresentare una didattica fondamentale per facilitare lo sviluppa di molte abilità cognitive, emotive e psicologiche, già nella primissima infanzia. In questo studio (cfr. Ratini, Bartolucci, Toti, 2019) si è voluto verificare questa ipotesi attraverso un impianto quasi-sperimentale. 68 bambini provenienti da 14 sezioni diverse, di età compresa fra 3 e 5 anni, sono stati suddivisi in due gruppi (8 sezioni come gruppo sperimentale e 9 sezioni come gruppo di controllo). A questi due gruppi sono stati somministrati due test: un test che indaga le competenze di riconoscimento delle emozioni e un altro che invece indaga le abilità di pianificazione sequenziale (chiede di rimettere in ordine delle vignette con le quali creare una storia). Le sezioni del gruppo di controllo, dopo le rilevazioni, hanno continuato le attività quotidiane tradizionali, mentre le sezioni del gruppo sperimentale sono state sottoposte a sessioni quotidiane di lettura ad alta voce. Al termine di questo periodo sono stati somministrati di nuovo gli stessi test per vedere se i due gruppi aumentassero le loro prestazioni ai test in maniera differente (e quindi se le sessioni di lettura avessero influito su tali punteggi), confrontando tra loro i rispettivi incrementi. I risultati hanno mostrato che i gruppi sperimentali aumentano molto di più le performance a tali test, indican do quindi che la lettura ad alta voce è uno strumento potente per "velo cizzare" la maturazione di competenze essenziali, cognitive ed emotive, rispetto alle consuete attività didattiche erogate aH'interno delle scuole dell’infanzia. Inoltre, dall’analisi si evince come gli effetti siano "demo cratici” ovvero quanto le differenze in entrata dei componenti del gruppo sperimentale, che possono essere dovute sia a fattori di maturazione, sviluppo, fattori personali e costitutivi, oppure derivanti da condizioni socioeconomiche di svantaggio, vadano ad assottigliarsi, diminuendo le differenze interpersonali e quindi tendendo a formare gruppi più omogenei. L’importanza di tale pratica risulta evidente sia per i guada gni di tutti che per consentire ai bambini con un livello di partenza più basso di recuperare rispetto ai compagni e quindi formare gruppi più in grado di facilitare le insegnanti nella loro progettazione didattica. Nell’ambito del primo anno del progetto Leggere: Forte! (cfr. Batini, 2O21b) su un campione complessivo di 1.590 soggetti frequentanti i nidi d’infanzia e i servizi per la prima infanzia della Regione Toscana, sono state svolte le seguenti rilevazioni: 1.451 soggetti testati sui testTEC (Test di comprensione delle emozioni), RSF (Riordino storie figurate) e TPL
(Test del primo linguaggio); 186 testati sul test Bayley-llI; 167 soggetti testati sul test Bayley-lll versione genitori e 155 soggetti testati sul test PVB (Il primo vocabolario del bambino: gesti, parole e frasi). 11.590 soggetti che hanno costituito il campione complessivo sperimen tale e di controllo sono stati estratti in modo proporzionale nelle 35 zone socioeducative in cui sono articolati i servizi per l'infanzia nella Regione Toscana. Tutti i servizi che hanno aderito al progetto hanno ricevuto un protocollo di lettura, il diario di bordo, le informative e i consensi da far firmare ai genitori e le bibliografie. Educatrici e insegnanti hanno parte< ipato a quattro incontri formativi (ripetuti per tutte e 35 le zone), hanno ricevuto assistenza sul campo e hanno partecipato a incontri di monitoraggio. I servizi che sono stati estratti e contribuivano alla misurazione degli effetti hanno ricevuto, in aggiunta, il vademecum per le rilevazioni e le indicazioni per campione e sottocampione. Sono state effettuate nnche ulteriori misurazioni con questionari rivolti a educatrici/ori e inse gnanti, questionari rivolti ai genitori. le rilevazioni ex ante nei nidi hanno avuto avvio il 12 novembre 2019 e si sono concluse il 18 dicembre 2019, mentre le rilevazioni ex post hanno avuto avvio il 24 febbraio 2020 e sono state interrotte il 6 marzo 2020 a causa della pandemia. Il periodo di lettura ha avuto inizio il 9 dicembre 2019 ed è proseguito sino al 24 febbraio 2020 (per le misurazioni), un totale di circa 40 giorni di lettura effettiva. l'interruzione causata dal coronavirus ha determinato una caduta rile vante della numerosità delle rilevazioni rispetto a quelle ex ante, per cui è stato possibile analizzare “soltanto” i seguenti test: • 458 test TEC; • 458 test TPL; • 60 test Bayley-lll; • 85 test Bayley-lll (genitori); • 68 test PVB (genitori). I risultati hanno mostrato straordinari effetti a livello di abilità linguisti che, sia per l’aspetto ricettivo (semplificando ciò che si è in grado di comprendere) che per l'aspetto produttivo (semplificando ciò che si è in grado di utilizzare) del linguaggio, seppur misurato con più strumenti diversi tra loro (TPL, batteria Bayley e relativo questionario genitori, questionario genitori PVB). Il dato è davvero rilevante, la crescita del gruppo sperimentale si può sintetizzare come maggiore del 15% rispetto ni gruppo di controllo (in cui comunque venivano consentite le tradiziona li attività di lettura, ma non con il livello di accuratezza e il tempo, sino a un'ora quotidiana, dedicato ai servizi sperimentali). Il tutto acquista una
rilevanza eccezionale se si considera che la fascia anagrafica analizzata, 0-3 anni, è una fascia in cui vi è comunque una crescita straordinaria delle abilità linguistiche. A questo importante risultato si aggiungono i trend positivi, nella batteria Bayley, delle scale relative alle aree cognitiva e motoria riportati dal gruppo sperimentale, in modo nettamente più forte che nei gruppi di controllo; la numerosità relativamente bassa, determi nata daH’interruzione delle rilevazioni ex post, a causa della pandemia ha fatto sì che non sia stata raggiunta, in queste due aree, pur in presenza di un incremento superiore al gruppo di controllo chiaramente visibile, una significatività statistica (che si sarebbe probabilmente raggiunta se si fossero completate le rilevazioni ex post per effetto della riduzione della varianza determinata dall'incremento della numerosità). Ulteriori analisi effettuate segmentando il gruppo per livello di partenza più alto 0 più basso (sia per il test TPL che per la batteria Bayley) hanno dimostrato che l’effetto dell'esposizione alla lettura ad alta voce sia stato ancora più forte per chi partiva da un livello di prestazione più basso, fornendo sostegno alla funzione equitativa della lettura ad alta voce. Il test TEC ha consentito di verificare il guadagno relativo alle competen ze emotive (riconoscimento delle proprie e altrui emozioni, attribuzione di significato alle emozioni, gestione delle proprie emozioni), visibili in particolar modo a partire dai 2 anni. Questi risultati sono confermati dai dati rilevati dai questionari, dalle analisi dei diari di bordo e dalle interviste e dai questionari rivolti agli insegnanti. Dagli strumenti di misurazione indiretta si rilevano guada gni significativi per l'attenzione (testimoniata anche dal progresso medio dei tempi di lettura), per l’autocontrollo, per l'autonomia e per le abilità sociali.
lettura pare essere un fattore ancora più importante e le abitu dini recenti della lettura, in termini di frequenza, sono risultate
associate persino alle abilità di calcolo. Due meta-analisi (Dunst, Simkus, Hamby, zona; zoizb) sugli
effetti prodotti dalla lettura condivisa su neonati e bambini piccoli hanno evidenziato come l’inizio precoce e l’intensi
tà dell’esperienza siano decisivi per gli effetti sul linguaggio espressivo e ricettivo. Dalla prima meta-analisi, centrata sugli
effetti della lettura condivisa praticata con neonati e bambini
fino a 36 mesi, è emerso come gli interventi (in centri per l’in
fanzia o prescolastici, a casa dei bambini o in una combinazio
ne di entrambi i setting) risultassero tanto più efficaci quanto
prima venissero implementati. Gli interventi su bambini di un
anno di età hanno registrato effetti considerevolmente maggio ri rispetto a interventi iniziati dopo i Z4 mesi. Interventi della durata di 7 mesi o meno hanno avuto effetti inferiori rispetto a
interventi di durata uguale o superiore a iz mesi. Gli interventi
hanno avuto benefìci anche a lungo termine La seconda metaanalisi (Dunst, Simkus, Hamby, zoizb) si è concentrata sugli effetti della lettura su bambini ai quali si è iniziato a leggere a
circa zi mesi di età. I risultati hanno evidenziato che l’età nella quale si inizia la lettura è associata a differenze nello sviluppo
del linguaggio: prima si inizia a leggere e maggiori sono gli effet
ti sul miglioramento delle abilità linguistiche. Inizio precoce, frequenza, intensità e durata sembrano quindi essere fattori
fondamentali per produrre effetti duraturi.
3.1. Lettura ad alta voce in famiglia:
atteggiamento, importanza e frequenza La lettura di storie in famiglia è una pratica che dovrebbe essere garantita come diritto di ogni bambino e bambina. Tutti ricor dano, con estremo piacere, le prime esperienze di lettura vissute
in famiglia. La lettura di narrativa peri propri figli, tuttavia, non dovrebbe seguire una logica effìcientista: occorre stare attenti
a non assumere approcci che vogliono far assumere all’incon-
tro con la lettura e le storie una “produttività” e un'eccessiva focalizzazione sulle performance soprattutto dei bambini (o comunque degli altri target coinvolti). La ricerca ci dice che i bamiEihi che hanno figure parentali più legate a un’ idea di coin volgimento e divertimento con la lettura sembrano sviluppare
maggiore motivazione alla lettura e paiono divertirsi di più con
la lettura rispetto a quelli con una concezione più legata ai risul tati. Quando in un contesto familiare la lettura viene inquadra-
ta in una prospettiva legata al divertimento e al coinvolgimento dei bambini e si pensa a favorire la costruzione di un rapporto
positivo con la stessa e con il suo apprendimento, accade che
si determinino maggiori opportunità, nel contesto domestico medesimo, per vivere la lettura e quindi per l’apprendimento di questa abilità. Risultano inferiori, invece, le opportunità dove ci
sono genitori e/o altri adulti che sono orientati a una prospetti va di acquisizione delle abilità (Baker et al., 1996). Oltre all’approccio orientato alla condivisione, alla passione e
al divertimento, è rilevante la quantità di tempo dedicato alla lettura. Uno studio condotto da Price e Kalil (1019) si è focaliz zato sul ruolo svolto dalla figura materna. Lo studio ha infatti avuto l’obiettivo di esaminare la relazione tra il tempo dedicato
dalla madre alla lettura di libri ai propri figli e l’incremento del vocabolario e delle abilità di lettura di questi ultimi. I ricercatori
hanno utilizzato i dati del NationalLongitudinalSurvey ofYouth (nlsy, Stati Uniti), che ha previsto la somministrazione di test ai
bambini e interviste alle madri su base biennale dal 1986 al 2004. Dai risultati dello studio emerge che vi sono differenze relative
al tempo dedicato alla lettura dalla madre in base all’ordine di
nascita dei figli e alla distanza tra le varie età. Normalmente il primogenito ha avuto modo di fruire per un tempo maggiore di
letture condivise con la madre rispetto al secondogenito e così via. In maniera direttamente proporzionale i bambini primoge niti ottengono punteggi più alti nei test finalizzati a valutare le abilità verbali e di lettura; anche un solo giorno in più al mese di
lettura tra madre e bambino sembra essere rilevante per ottenere punteggi più alti nei test successivi.
Nell’infanzia la lettura condivisa di libri tra genitori e bambi
ni risulta essere una delle attività più ricche dal punto di vista linguistico. Una recente ricerca (Clemens, Kegel, 2020) ha
infatti voluto confrontare i livelli di utilizzo della lingua nelle interazioni tra genitori e figli durante la lettura di libri e altre
attività che comprendevano l’impiego di giocattoli. Il campio-
riquadro
3.2. Approfondimento - (Ri)cominciare a leggere con i figli
^.Una delega totale alla famiglia deH'awicinamento alla lettura produce disuguaglianza. Sappiamo che molti genitori hanno grandi difficoltà a leggere ai propri figli perché non interessati, non consapevoli dell'importanza di quest'attività, dotati di scarse abilità di lettura individuali o comunque poco avvezzi alla lettura. Quando si pensa ai genitori che, per vari moti vi, hanno meno dimestichezza, familiarità e possibilità di leggere per i propri figli, è tuttavia opportuno ricordare anche che forse quella di iniziare a leggere con i propri figli è r^ffimapossibihìà che hanno per avvicinarsi alla lettura. I libri per la primissima infanzia sono composti da illustrazioni accompagnate da pochissime parole, e dunque anche il genitore che ha difficoltà in letture più distese e complesse (per la mancanza di un apparato strumentale di base, perché l'italiano non è la sua lingua madre o per la distanza temporale dall'ultima esperienza diretta di lettura di materiale narrativo) può riuscire a essere efficace. Questi genitori, laddove adeguatamente assistiti, possono di fatto rico struire un rapporto con la parola letta proprio seguendo, passo dopo passo, le tappe di sviluppo dei propri figli e diventando lettori con loro. Immaginare un percorso di co-costruzione del rapporto con la lettura richiede l’attenzione e il contatto costanti da parte di educatrici e inse gnanti (e da parte di tutti gli altri attori della rete: operatori, bibliotecari, esperti, librai) con i genitori, perché essi possano attingere a biblio grafie improntate a un criterio di adeguata progressività (presenza progressiva di un numero maggiore di parole, complessità e lunghezza crescenti), ma occorre anche essere coscienti che si tratta di un percorso complesso e che per apprezzarne i risultati occorrono costanza e pazien za. Ci sono esperienze in cui si è sperimentata con successo la responsa bilizzazione dei genitori più predisposti, attivi e preparati per coinvolge re e sostenere gli altri genitori in una sorta di peertutorìng per la lettura genitoriale. Fonte: rielaborazione da Batini, Giusti
(2021).
ne era costituito da bambini di età compresa tra i 9 e i 18 mesi
con i loro genitori. La ricerca ha previsto la registrazione audio
di due giornate trascorse neU’ambiente domestico dai genito
ri con i propri figli. Nel corso della prima giornata non erano
previste attività strutturate: genitori e figli seguivano la loro
abituale routine. La seconda giornata, invece, ha previsto lo
svolgimento di due diversi tipi di attività: la lettura condivi sa di un libro e l’utilizzo di giocattoli (nello specifico un set di tazze impilabili). I risultati dello studio hanno permesso di osservare che la lettura condivisa di libri ha consentito un uso
maggiore della lingua da parte dei genitori e dei bambini e ha
generato maggiori interazioni linguistiche tra genitori e bambi ni rispetto ad altre attività comuni, come quelle legate alla cura
della persona, all’utilizzo di giocattoli, al cantare canzoni. Le interazioni linguistiche a proposito del materiale narrativo si
nutrono del materiale stesso.
3.2. Leggere in famiglia:
la dimensione emotivo-affettiva La qualità affettiva nell’interazione genitore-figlio durante la lettura ad alta voce sembra incidere in maniera significati
va sull’atteggiamento dei bambini nei confronti dell’attività e sulla loro fluidità di lettura. Bergin (2001) ha condotto una
ricerca con il coinvolgimento di 32 coppie di genitori e bambi
ni (con bambini di età compresa tra 5 e 6 anni). Le coppie genitore-bambino sono state videoregistrate durante la lettu
ra condivisa di fiabe e si è perciò potuto osservare come i figli di genitori che mostravano affetto, sostegno, vicinanza fìsi
ca, spontaneità emotiva durante la lettura condivisa dj fiabe e che non si mostravano critici o ostili, risultavano^oi essere
maggiormente precoci e fluenti nella lettura rispetto ai figli di genitori che esprìmèvano~meno affetto durante la lettura. Nel
monitoraggio successivo TEarnHirìi con genitori più affettuo si durante la lettura condivisa presentavano livelli più bassi di
frustrazione, tendevano a un impegno maggiore nella lettura ed
erano in grado di leggere più parole al minuto rispetto ai bambi ni con genitori meno affettuosi. La lettura condivisa dovrebbe
dunque essere caratterizzata da interazioni affettive positive tra genitori e bambini.
La frequenza con cui la lettura avviene è fondamentale, ma
tende ad assumere una rilevanza ancora più importante quan do le interazioni affettive sono di qualità. Nelle meno affettuose
tra le coppie genitore-figlio non sono stati osservati, successi vamente, atteggiamenti positivi nei confronti della lettura da parte dei bambini.
La lettura ad alta voce nel contesto familiare incide anche sulle
competenze socioemotive dei bambini. Una ricerca recente (Schapira, Aram, zozo) si è interessata dell’effetto delle intera
zioni sugli apprendimenti emotivi dei bambini. In uno studio precedente (Aram, Schapira, zoiz) gli stessi ricercatori aveva
no coinvolto 78 bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni e le loro madri e avevano osservato una correlazione positiva tra la
frequenza e la natura della lettura condivisa di libri e i successivi 1 ìvelii di empatia dei bambini. In questo studio più recente, cne
ha coinvolto 50 genitori e 50 bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni, genitori e figli sono stati videoregistrati, nell’arco di due settimane, per tre volte, durante la lettura condivisa di libri,
(ili stessi libri erano stati precedentemente letti in maniera indi viduale dagli adulti. È stato poi chiesto ai genitori di discutere
dei libri con i propri bambini sia durante la lettura degli stessi sia a lettura ultimata. Ciò che emerge da questo studio è che la
competenza socioemotiva dei bambini è stata predetta in modo significativo dagli input a carattere socioemotivo forniti dai
genitori durante e dopo la lettura condivisa di libri. Il coinvolgimento attivo dei bambini stimolato dai genitori durante e dopo
la lettura - per esempio con riferimenti alla trama, alle relazioni tra i personaggi e ai loro sentimenti - sembra quindi ricoprire un
ruolo importante nella promozione della comprensione sociale
ed emotiva dei bambini. Attraverso le storie bambini e ragazzi hanno la possibilità di entrare in contatto con emozioni e situa zioni sociali simili a quelle che incontreranno nella vita reale.
riquadro
3.3. Ricerche - Leggere ai propri figli per un migliore stile
genitoriale Un recente studio condotto negli Stati Uniti (jimenez et al., 2019) ha cercato di capire se la lettura condivisa tra madre e bambino all'età di 1 e 3 anni fosse connessa a uno stile genitoriale meno duro all'età di 3 e 5 anni. I ricercatori hanno fatto riferimento ai dati del Fragile Families and Child Wellbeing Study (FFCWS) relativi a circa 5.000 bambini nati tra il 1998 e il 2000 in 20 grandi città degli Stati Uniti. Lo studio si è basato su un campione di 2.165 diadi madri-bambini: le madri hanno indicato il tempo dedicato alla lettura condivisa quando i figli avevano 1 e 3 anni, successivamente sono state sottoposte a scale di aggressività e hanno compilato uno strumento di autovalutazione per raccogliere informazio ni circa la frequenza con cui adottavano uno stile aggressivo dal punto di vista psicologico 0 fisico con i propri figli. I ricercatori hanno raccolto informazioni anche rispetto al comportamento assunto dai bambini. Dai risultati dello studio è emerso che la lettura condivisa frequente tra madre e bambino all’età di 1 anno è associata a una genitorialità meno dura e aggressiva all’età di 3 anni; allo stesso modo, la lettura condivisa frequente tra madre e barn binoall’età di 3 anni è associata a una geni torialità meno dura all’età di 5 anni. La genitorialità meno aggressiva è inoltre mediata da un livello più basso di comportamenti distruttivi da parte dei bambini. La frequenza della lettura genitoriale determina dunque uno stile genitoriale meno duro e un rapporto mighore córTì propri figli e diminuisce la probabilità e la frequenza di comportamèriti
distruttivi dei bambinT
'
3.3. La lettura in famiglia: una palestra per il cervello Altri studi hanno analizzato la risposta cerebrale all’ascolto di
storie in famiglia da parte di bambini in^età prescolare. Attra
verso l’impiego della^risonanza magnetica funzionale (fMRi)
- che consente di osservare le attivazioni cerebrali durante lo svolgimento di un determinato compito - Hutton e colleghi (1015) hanno indagato la relazione tra l’ambiente di lettu
ra domestico e l’attività cerebrale durante l’ascolto di storie in bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. I risultati hanno
permesso di osservare una correlazione positiva tra esposizione
alla lettura ad alta voce nel contesto domestico e attivazione
neuràle nella corteccia parietale-temporale-occipitale del lato sinistro: questa specifica regione supporta Telaborazione del linguaggio semantico. In pratica una maggiore esposizione alla
lettura ad alta voce ha “allenato” la capacità di estrarre significati dai testi. Lo stesso gruppo di lavoro ha poi voluto indagare se vi fosse un legame tra qualità della lettura condivisa da parte
della madre e le funzioni cerebrali che supportano l’abilità di alfabetizzazione emergente su un campione di bambine di 4
anni (Hutton et al., 2017). Dai risultati è emerso che la qualità
della lettura materna condivisa incide fortemente sul linguag gio espressivo e complesso e sull’elaborazione socioemotiva
delle bambine. Bruner (1983), con i suoi studi sull’interazione fra madre e figlio, aveva già notato come in attività come quelle
della lettura ad alta voce l’adulto compensasse il dislivello tra le abilità richieste dalla comprensione di un particolare testo e le
capacità del bambino in quel momento, sostenendolo attraver
so “un’impalcatura” dando un supporto linguistico e cognitivo al piccolo (per esempio esplicitando a voce alta in modo sempli ce processi di pensiero) e preparando così il bambino a future esplorazioni autonome del linguaggio. L’American Academy
of Pediatrics (aap) raccomanda con forza ai genitori la lettu
ra precocissima per i propri figli, sollecitandoli a iniziare il più presto possibile dopo la nascita (Council on Early Childhood,
2014) e citando benefìci cognitivi, socioemotivi e neurobiologi ci duraturi (Hutton et al., 2015; 2017). La ricerca è concorde nel
sostenere che le figure parentali, in qualità di primi “insegnanti” dei bambini, svolgono un ruolo vitale nello sviluppo di molte
loro abilità, compreso il linguaggio (Boomstra et al., 2013; Han,
Neuharth-Pritchett, 2014). Una revisione sistematica in questo ambito ha evidenziato
come la lettura ad alta voce condivisa con le figure parentali possa costituire un potente strumento di rafforzamento e velo-
riquadro
3.4. Approfondimento - La family literacy
Il concetto ^family litera^Lviene introdotto per la prima volta da Denny Taylor (1983T ed e riferito alle diverse competenze, abilità e conoscenze relative all’alfabetizzazione che vengono apprese a casa e presso le pro prie comunità locali. Oggi la family literacy si riferisce maggiormente ai programmi educativi che favoriscono e incentivano l'alfabetizzazione del l'intera famiglia ed è più focalizzata sui genitori e il sostegnò~cFiè sono in grado di fornire ai bambini per quanto riguarda le pre-competé'nze dì lettura.. A volte nell'espressione si includono anche le attività in collaborazionetra famiglia e scuola d’infanzia 0 scuola. La family literacy si riferisce non soltanto alla formazione dei genitori, ma anche degli educatori, dei maestri e di tutti quelli che lavorano con i bambini (Taylor, 1983) perché favoriscano un ruolo attivo della famiglia di provenienza. I genitori e gli educatori sono nella posizione migliore per incoraggiare il bambino e la sua curiosità verso la lettura visto che trascorrono molto tempo con lui. Nei primi anni di vita del bambino, è importante che il genitore legga regolarmente al bambino, parli con lui, canti, dialoghi con lui a proposito dei libri illustrati e segua lo sviluppo del linguaggio del bambino. Taylor sostiene che mediante la lettura ad alta voce il linguaggio del bambino si sviluppi più velocemente, ma si incoraggi anche la fanta sia, si alleni l'abilità di comprensione e si faciliti lo sviluppo cognitivo. La lettura ad alta voce include emotivamente i genitori e il bambino e il tempo che trascorrono insieme è un tempo di qualità. Viene sottolineate il ruolo di fondamentale importanza dei pediatri per promuovere la family literacy precoce, perché i genitori ripongono spesso molta fiducia in loro. I pediatri hanno l'occasione di informare i genitori sull'importanza della lettura nell’età precoce visto che fino all’età in cui il bambino inizia la scuola primaria hanno occasione di incontrare il bambino e la sua fami glia in diverse occasioni e in una serie di appuntamenti e visite sistemati ci. Un ruolo importante è quello dei livelli locali e comunali del sistema bibliotecario nazionale laddove i bibliotecari conoscono e sanno scegliere libri adatti ai bambini, sanno consigliare i genitori e i genitori sono infor mati su come servirsi delle biblioteche (e che lì possono trovare ciò che serve e qualcuno che li aiuti) e possono avervi un facile accesso.
cizzazione delle abilità linguistiche ricettive e produttive e di sviluppo di altre abilità quali quelle attentive, le competenze
relazionali e la consapevolezza emotiva (Batini et al., zozob).
I benefìci della lettura ad alta voce quotidiana e continuativa in famiglia sono incredibili e duraturi, ma purtroppo ci sono
molte famiglie dove questo non avviene.
3.4. Non è soltanto una “questione di famiglia"
Q L’attività di lettura per i bambini non può essere una “questione di famiglia”. I livelli culturali e le possibilità in termini di accesso
a materiali culturali sono estremamente variegati nella società
odierna e le differenze tra i diversi contesti familiari sono molto forti. E meno probabile, per esempio, che dei genitori con un 1 ivellò culturale basso comprendano l’importanza della lettura continuativa per i propri figli e, soprattutto, trovino piacere nel
farlo, il tutto in condizioni che, quasi sempre, rendono anche
più complesso l’accesso ai materiali necessari. I genitori con livello culturale basso hanno, inoltre, una probabilità netta
mente inferiore di essere a loro volta lettori. Uno dei fattori
più potenti per l’apprendimento del bambino è l’imitazione. Per Io sviluppo di un interesse, di una curiosità e un’attrazione nei confronti del libro e della lettura è necessario vedere che gli adulti significativi con i quali si interagisce ogni giorno sono
costantemente interessati ai libri, cercano e trovano il tempo
per leggere per sé stessi e lo fanno con piacere. Importante è anche vedere che leggono con piacere ai propri figli, nipoti o
altro. Queste esperienze costituiscono un forte stimolo all’imi tazione e questo stimolo è tanto più potente quanto più viene
collegato anche a proprie esperienze emotive positive, come l’esposizione reiterata alla lettura (Gherardi, 2014).
Inoltre, è dimostrato che per i genitori con livelli culturali e di reddito più bassi assumono particolare importanza le percezio
ni di feedback positivo, compreso il divertimento dei bambini, mentre eventuali risposte iniziali “negative” o di disinteresse dei
bambini, che possono tra l’altro essere legate a una lettura non particolarmente coinvolgente, hanno l’effetto di dissuadere
dal continuare la lettura. Una ricerca, in particolare, ha tenta
to di descrivere l’ambiente di alfabetizzazione nelle famiglie con condizione socio/economica di svantaggio, in modo^à
comprendere meglio come i diversi aspetti legati aH’ambiente di
alfabetizzazione domestica medesimo si legassero alle abilità di emergerti literacy nei bambini (Burris, Phillips, Lonigan, 2019).
Sono stati coinvolti 191 genitori di bassa estrazione socioeco
nomica (sotto la soglia di povertà), i quali hanno compilato
un questionario che consentiva di individuare quali fossero le caratteristiche deH’ambiente di alfabetizzazione domestico. Questi dati sono stati poi incrociati con l’effettiva conoscen
za di titoli di libri da parte dei loro bambini (considerando la conoscenza dei titoli di libri una misura indiretta della quantità
e qualità delle letture ad alta voce fatte con i genitori) e infi
ne anche con le abilità linguistiche dei bambini nel momento dell’ingresso a scuola.
La variabilità degli elementi costituenti l’ambiente di alfabe tizzazione domestica autoriferiti è risultata notevole, tuttavia
i risultati successivi fanno pensare a possibili distorsioni dovu te, forse, al desiderio dei partecipanti di fornire risposte che li facessero apparire sotto una luce migliore. La variabilità di questi elementi, infatti, non ha influenzato la conoscenza di titoli di libri da parte dei bambini né il loro grado di alfabetiz
zazione all’inizio della prima primaria. Il numero di libri che si
diceva fossero in casa prediceva invece il vocabolario ricettivo
dei bambini, ovvero la capacità di un bambino di comprendere il significato di una parola quando la vede o la sente. La capacità di identificare i titoli dei libri di fiabe reali (inseriti in un elenco
in cui comparivano anche titoli inventati) prediceva il vocabo lario espressivo dei bambini (cioè, la loro capacità di produrre
una parola appropriata dopo aver mostrato l’immagine di un oggetto). Risulta probabile, infatti, che la conoscenza dei titoli delle fiabe sia legata alla reiterazione della lettura delle stesse. In termini più generali, i bambini che provenivano da famiglie
svantaggiatc presentavano una conoscenza minore di titoli di
libri e un grado minore di alfabetizzazione all’inizio della scuo la primaria, se paragonati alla media generale e ancor di più se
messi a confronto con bambini provenienti da famiglie con uno stato socioeconomico più alto. Questi risultati sottolineano la
necessità di intervenire molto presto a livello scolastico, per recuperare la situazione di svantaggio, attraverso la lettura ad
alta voce e fornendo un ambiente di alfabetizzazione che possa colmare le eventuali carenze dell’ambiente familiare. Kùo e coITeghi, infatti, hanno ipotizzato, sulla base dei loro
dati, che meno della metà dei genitori legge quotidianamente ai bambini di 4-9 mesi (Kuo, Faber Taylor, 1004), mentre Britto,
Fuligni e Brooks-Gunn (2002) hanno segnalato che solo il 22% dei genitori legge ogni giorno a bambini di età pari o inferio
re ai 12 mesi. La propensione dei genitori e degli altri adulti in
famiglia a leggere ai bambini è in relazione al proprio senso di
autoeffìcacia, al reddito familiare, alle abitudini e alle esperien ze personali dell’adulto circa la lettura come ha mostrato una
revisione sistematica da noi realizzata (Batini et al., zozob). Il
coinvolgimento precoce dei genitori e degli altri adulti signifi
cativi nelle pratiche di alfabetizzazione è in grado di apportare
benefici ai bambini relativamente alle abilità di lettura di base, alla qualità di vita e alle competenze psicosociali dei bambini
stessi, eppure non possiamo contare sul fatto che tutti i geni tori e gli adulti che vivono con dei bambini piccoli vogliano e possano farlo. Il ruolo del sistema educativo pubblico, sin dalla
primissima infanzia, risulta fondamentale, e la responsabilità
dell’intero sistema di istruzione è, in tal senso, forte.
4* Dall'alfabetizzazione alla literacy
A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, progressivamente, siamo passati daH’alfabetizzaziong
come acquisizione strumentale di un codice scritto al concetto di literacy, più complesso e articolato. La literacy è infatti consi
derata come la capacità di comprendere, utilizzare, valutare,
riflettere e impegnarsi con i testi per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e partecipare
attivamente alla società (definizione data dal programma pisa,
Programfir International Student yissessment.aèlT'ocseJ". Prima di questa acquisizione, la lettura e la scrittura erano intese nella loro accezione formalistica. Gli adulti erano definiti anal
fabeti o alfabetizzati, come se si trattasse di una competenza di
tipo in/out. L’alfabetizzazione dei bambini si considerava che iniziasse soltanto nel momento in cui erano in grado di identi ficare le parole scritte senza utilizzare l’aiuto, il supporto dell’ il lustrazione oppure quando sapevano riconoscere l’ortografìa
di parole lette per loro dagli adulti o di scrivere parole che gli
adulti potessero leggere. Si trattava, ovviamente, di uno sguardo adultocentrico, basato su ciò che sa fare un adulto, scomposto a un livello più elementare. I bambini venivano dunque definiti
“pronti” per la scrittura e la lettura, come se ci fosse una cesura, un prima e un dopo. Lo sguardo su di loro è iniziato a cambia
re dalla seconda metà degli anni Sessanta, grazie innanzitutto
agli studi della ricercatrice neozelandese Marie Clay, che in quel periodo era impegnata nella messa a punto di un programma
di intervento per i bambini in difficoltà nell’acquisizione della
lettura denominato Reading Recovery, basato su brevi sessioni
in un rapporto one to one e sull’approccio “globale” alla lettura (in inglese wholelanguage, o whole words o look andsay, poi scre ditato dagli studi basati sulle evidenze scientifiche, che hanno
mostrato la maggiore efficacia del metodo fono-sillabico). Il
suo metodo è stato ufficialmente utilizzato in Nuova Zelanda dal 1983 e si è poi diffuso in moltissime parti del mondo, nono stante la mancanza di prove della sua efficacia. Ma ciò che qui
più importa è che nel 1966 Marie Clay, nell’ambito dei propri
studi, introduce il concetto ùirfmergent reading, usandolo per descrivere i primi comportamenti che iToafnbini piccoli hannq_
nell’interazione con i libri e iprimi concetti sui libri che svilup
pano prima di essere in grado di leggere in senso convenzionale. IrTtal senso la relazione e il legame tra scrittura e lettura nello sviluppo dell’alfabetizzazione iniziale è centrale, mentre sino a
quel momento si credeva che prima occorresse imparare a leggere e soltanto in seguito si sarebbe potuto imparare a scrivere. L>agli anni Settanta la ricerca sulleducazione della prima infan
zia, sul primo sviluppo del linguaggio precoce dei bambini e
sui comportamenti connessi alla lettura, ha avuto un impulso
importante, che è sfociato, a metà degli anni Ottanta, nella
pubblicazione di un libro fondamentale: Emergent Literacy: WritingandReading, a cura di William H. Teale ed Elizabeth Sulzby (1986), che fa il punto su tutto ciò che accade dalla nasci
ta sino al momento in cui i bambini imparano formalmente a leggere e scrivere. L’insieme delle conoscenze, delle attitudini e delle abilità
necessarie per sviluppare, successivamente, abilità di lettura - affermano questi studi - non “esplode” in pochi mesi di scuola
primaria, ma si sviluppa progressivamente nei primi anni di vita,
in parte su basi geneticamente determinate e soprattutto in rela zione con quanto offrono l’ambiente e il contesto in cui si cresce,
in particolare dal punto di vista della stimolazione verbale. In
modo sintetico, potremmo dire che si parla àfemergent literacy per indicare tutte quelle conoscenze su lettura e scrittura che un
bambino possiede prima di imparare a leggere e scrivere. Da quel
morfiehtolè ricerche sul tema si sono moltiplicate ed è diventa
to esplicito e acciarato il fatto che lo sviluppo dell’alfabetizza zione inizi molto prima dell’ istruzione formale scolastica. Si è
Compreso, dunque, che una forte influenza svA’ emergerti literacy è esercitata dai modi e dalla quantità di esposizione a materiali (per esempio materiali narrativi), dalle interazioni con gli adulti,
così come da altre attività di apprendimento. Il concetto di emer gerti readingdi Marie Clay è stato fondamentale per suggerire la
presenza di una continuità tra le attività e i comportamenti di
alfabetizzazione precoce e i comportamenti messi in atto dopo l’apprendimento della lettura in modo indipendente.
4.1. L'emergerti literacy
Con l’espressione emergerti literacy, quindi, si fa riferimento a quell’insieme di abilità che ci si attende che un bambino svilup pi, in una società fortemente alfabetizzata, prima di imparare a
leggere e scrivere, per rendere la scuola più accessibile e per poi
riuscire a diventare un lettore abile. Il sostegno di insegnanti^ figure parentali e altre figure educative consentirà di trasformare le abilità di emergerti literacy in abilità di literacy.
Il concetto di emergerti literacy oggi è divenuto rilevante ed enfatizza il ruolo delle pratiche e delle opportunità ambienta li nel processo di alfabetizzazione. Come affermato da Moira
Sannipoli (1017), gli studi sull 'emergerti literacy hanno permes
so di individuare alcuni comportamenti che diventano così precursori della lettura e della scrittura:
•
la manipolazione del libro;
•
l’osservazione e il riconoscimento delle immagini;
•
la connessione tra immagini e oggetti familiari tramite il
gesto dell’indicare;
•
la comprensione della storia che porta a imitare un’azione
illustrata o a riferirsi a eventi illustrati nella storia;
•
la lettura della storia stessa, simulandone la lettura vera e
propria o seguendo con il dito le parole. «Confrontarsi fin da piccolissimi con libri e lettura - scrive
Sannipoli (ivi, p. 56) - favorisce e anticipa l’acquisizione delle
convenzioni della scrittura e della lettura (si scrive e si legge da
sinistra a destra, procedendo dall’alto in basso), dello scopo della parola scritta che è diverso da quello del linguaggio orale e visi
vo, dell’acquisizione della capacità di distinguere e manipolare i suoni e metterli in relazione con le parole scritte, dell’insorgere e
consolidarsi dell’intelligenza narrativa, ossia la capacità di inter
pretare gli eventi e attribuire loro significati che possono esse re informativi, conoscitivi, narrativi». Queste capacità e questi comportamenti sono fondamentali, e le loro conseguenze sul
lungo periodo sono più importanti di quanto si pensi, perché ['emergerti literacy condiziona le prestazioni precoci, osservabili
già a 5 o 6 anni, e le prestazioni precoci risultano molto predittive rispetto ai risultati accademici osservati a 18 anni. Gli effetti a lungo termine, inoltre, non si limitano alle abilità di lettura, che
sono di per sé strategiche (la maggior parte dei contenuti e delle
informazioni nell’intero percorso di istruzione viene veicolato attraverso testi scritti e anche la vita quotidiana ne è infarcita): le
scarse capacità in lettura influenzano anche le abitudini future di
lettura (e dunque la tendenza a informarsi, aggiornarsi) e persino i futuri risultati in matematica, visto che molti apprendimenti matematici e molte prove di matematica coinvolgono abilità
verbali oltre che numeriche.
In una ricerca è stata indagata l’importanza dei primi risultati scolastici (nella classe prima della scuola primaria) sul futuro successo scolastico in un gruppo costituito da 18.011 studenti,
raggruppati per livello di rischio socioeconomico. Il livello di
rischio socioeconomico e la capacità di lettura orale in prima
primaria hanno predetto la crescita dei risultati in lettura e in matematica nelle classi successive. La fluidità di lettura orale misurata in prima primaria ha predetto sia i livelli iniziali che
la successiva crescita dei risultati di lettura e matematica dalla terza primaria in poi. Le ricerche che dimostrano la natura
cumulativa dei risultati scolastici e l’importanza delle abilità di
lettura precoci per l’apprendimento successivo trovano conferla i risultati differiscono in base allo status socioeconomico: gli
Studenti più svantaggiati in prima primaria mostrano risulta ti di livello più basso rispetto ai coetanei meno svantaggiati.
Questo svantaggio, anziché colmarsi, si allarga e si amplifica con il tempo. La condizione di svantaggio ha predetto, infatti,
notevoli differenze nei risultati scolastici complessivi. Se questa condizione e questo svantaggio sono di sicuro affrontabili e,
almeno parzialmente, riducibili attraverso interventi intensi
vi di lettura ad alta voce rivolti a tutta la classe, intervenire in modo preventivo, prima cioè che lo svantaggio si manifesti,
ha un effetto ancora più forte. Lavorare fin dalla primissima infanzia per colmare, preventivamente, i possibili gap è davve
ro fondamentale. I bambini che iniziano la scuola con livelli di emergent literacy più alti saranno più disposti a impegnarsi, più motivati allo studio, all’apprendimento e anche alle altre
opportunità che la scuola può offrire. Le abilità che costituiscono ['emergent literacy possono esse
re sollecitate. C’è ormai accordo tra gli esperti e gli addetti
ai lavori che introdurre in modo sistematico e per un tempo quotidiano sufficiente la lettura condivisa di libri nel sistema
educativo~fin dalla prima infanzia, possa costituire un fonda-
mentale strumento per correggere le disparità determinate dalle
sviluppo precoce di tutti i bambini, attraverso interventi strut turati, sistematici e intensivi di lettura ad alta voce, permette di
ridurre notevolmente le differenze di abilità dei bambini all’in
gresso delle scuole (Arnold, Doctoroff, 1003; Brooks-Gunn, Markman, 2.005). Quando non vengono progettati interventi
che affrontino questo problema, il rendimento scolastico dei
riquadro
4.1. Approfondimento - Da che cosa è costituita l'emergent
literacy?
Lessici .a conoscenza dei nomi delle cose. I bambini con un vocabolario ricco hanno un enorme vantaggio nel sistema di istruzione. La ricchezza del lessico è il predittore più importante delle future capacità di lettura ed è strettamente legato al successo scolastico. "Snsapevolezza tipografico Conoscenza deìl’organizzazione materiale del libro, come è fatto, come sì apre. La conoscenza dell'ordine/sequenza delle pagine (da sinistra a Hesfrà, dall'inizio alla fine), e della lettura da sinistra a destra e dall'alto in basso nella pagina. La differenza tra parole e lettere. Privo di queste consapevolezze un bambino non potrà imparare a leggere e scrivere.
Motivazione al libro (e alla lettura) Rilevànterrsulta esseféTinteresse e la curiosità e il piacere per i libri. Un bambino con buona motivazione al libro ama essere esposto alla lettura e chiede che gli venga letto, gioca con i libri, simula la lettura e la scrit tura, ama andare in biblioteca. I bambini con alta motivazione al libro hanno forti motivazioni per imparare a leggere e una tendenza a conti nuare a provare, anche quando incontrano difficoltà. Competenzenarratile La capacità dFdescrivere esperienze, oggetti ed eventi, di raccontare
storie e di ripetere storie ascoltate.
'Conoscenza delle lettere^ La comprensióne che le lettere sono diverse l’una dall'altra, la conoscen za dei nomi delle lettere e dei loro suoni e la capacità di riconoscerle non solo nella carta stampata, ma anche in altri contesti (insegne, cartelli stradali). /Consapevolezza fonologica^ La capacità di ascoltare e giocare con i suoni che compongono le parole. Riguarda il riconoscimento e le abilità di manipolazione della rima, delle sillabe, dei fonemi. Si tratta di un'abilità metalinguistica che richiede consapevolezza dell'uso del linguaggio e riflessione sulla sua struttura. In realtà bisognerebbe distinguere tra gli elementi di consape
volezza e le altre abilità fonologiche, e tuttavia normalmente vengono inclusi nella consapevolezza fonologica anche elementi come la discri minazione dei suoni, il trattenere i suoni in memoria, la capacità di prestare attenzione alla singola parola, poiché sono prerequisiti indi spensabili per sviluppare la consapevolezza fonologica vera e propria.
bambini che provengono da contesti caratterizzati da reddito medio-basso risulta nettamente inferiore a quello dei bambi
ni delle fasce reddituali superiori e queste differenze tra i due
gruppi sono evidenti già nella prima infanzia (Halle et al., 1009; Hulsey et al., zon). I bambini che provengono da famiglie con un reddito basso risultano meno preparati, specie in relazione allo sviluppo linguistico (ibid.}, già all’ingresso nella scuola dell’infanzia rispetto ai loro coetanei delle famiglie con reddi
to medio-alto (Denton Flanagan, McPhee, Z009). Gli inter venti con la lettura ad alta voce producono effetti che risultano
rilevanti e che riducono lo svantaggio quando l’intervento è
molto precoce (Batini, zozib), quando avviene già nel contesto
scolastico, mediante training annuali (WanzelceZ