Lettere a Benedetto Croce. Dal 1915 al 1924 [Vol. 7] 8871660234, 9788871660233


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Italian Pages 521 [536] Year 1990

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Lettere a Benedetto Croce. Dal 1915 al 1924 [Vol. 7]
 8871660234, 9788871660233

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NUNC COGNOSCO EX PARTE

THOMAS J.BATA LIBRARY TRENT UNIVERSITY

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https://archive.org/details/epistolario0007gent

OPERE COMPLETE DI

GIOVANNI GENTILE A CURA DELLA FONDAZIONE GIOVANNI GENTILE PER GLI STUDI FILOSOFICI

GIOVANNI GENTILE

EPISTOLARIO VII

Le Lettere - Firenze

GIOVANNI GENTILE

LETTERE A

BENEDETTO CROCE A CURA DI SIMONA GIANNANTONI

VOL. V

Le Lettere - Firenze

Copyright © 1990 by Casa Editrice Le Lettere - Lirenze ISBN 88 7166 023 6

782 Pisa i° del 1915 Mio caro Benedetto, Accetta con la buona sig.a Adele gli augurii miei e di Erminia e del resto della mia famiglia per questo nuovo anno, nel quale presto sarà felicemente compiuto il vo¬ stro più caro desiderio Ti rinvio oggi stesso le bozze della Critica, per la cui nuova serie mi piace farti augurii speciali. Essa comincia, mi pare, con un fascicolo eccellente e assai ben promet¬ tente \ Ho riveduto tutto attentamente, e fatto qualche segno a lapis in margine agli articoli tuoi; e ti prego di darvi un’occhiata. Come pure vorrei pregarti di togliere l’ultimo periodetto della risposta al De Ruggiero 3, un po’

[782] 1 V. lett. 784, n. 3. 2 II Croce gradiva questo apprezzamento del Gentile e ricono¬ sceva che il fase, era riuscito « ben equilibrato » e tuttavia lamentava di dover surrogare « la mancanza di quegli articoli di lett. contempora¬ nea [...] con varii accorgimenti, e tra gli altri, con la nuova rubrica di Postille » (cfr. B. Croce, Lettere a Giovanni Gentile [1896-1924], Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1981, 2 genn. 1915, n. 696, p. 488; d’ora in poi solo Lettere). Ma v. lett. seg., n. 3. 3 B. Croce, Storia di oggi e storia di domani, in « Critica », a. XIII (I della Seconda Serie), 1913, fase. I, pp. 73-7 (rist. in Pagine sulla guerra* 1 2, cit., pp. 13-7) in risposta appunto all’articolo del De Ruggiero pubbli¬ cato col medesimo titolo nel n. 103 (a. IV, 1914, 3 dicembre) dell’«Idea

6

GIOVANNI GENTILE

troppo amaro, e che non vorrei fosse rivolto anche con¬ tro di me, che sono stato pure giudicato da te per un mistico * * * 4. Io non vidi l’articolo del De R., come non vedo mai Videa nazionale, la cui montatura mi dà ai nervi. E quindi non posso intendere tutta la tua risposta; ma intravvedo bene che il De R. ha detto una grossa scioc¬ chezza. — Quanto alla questione da cui fu inspirato l’art. del De Ruggiero, devo confessarti che né anche a me piacquero i termini di quella lettera al Delbriick 5, che il

nazionale». Il Croce aveva accompagnato l’invio della sua « noterella » con queste parole: « E ti opporrai con me alle conseguenze che dalla teoria della storia come storia contemporanea ha tratto [...] il De Rug¬ giero, chiamando storia ogni effusione passionale. Questo è futurismo, non è più idealismo» (Lettere, 28 die. 1914, n. 695, p. 485). 4 V. qui, voi. IV, lett. 719, p. 258, n. 2. Nella sua risposta (ivi, 2 genn. 1915, n. 696, p. 487), il Croce, pur consentendo ad eliminare il periodo sgradito al Gentile, avanzava dubbi, perplessità e considera¬ zioni che ritroveremo puntualmente alla base delle future polemiche: « Ma veramente esso non poteva essere diretto contro te, che hai sem¬ pre così validamente lavorato per la verità. E io desidererei soltanto che tu acquistassi la consapevolezza, che ho purtroppo acquistato io, della morbosissima condizione d’animo della più parte dei giovani, diversi assai da quel che noi eravamo al tempo della nostra giovinezza. Vedi: anche del tuo idealismo attuale si valgono ora per fa re il comodac¬ elo loro. Non parlo solo del povero De Ruggiero, che è tra i migliori; ma io ne ho sentite delle belle. Perciò avrei bramato che quel dissenso tra noi restasse nella cerchia della discussione filosofica, alquanto acca¬ demica, nel buon senso della parola. Sapevo che della tua formula si sarebbero subito serviti per non pensare più. Tu da parte tua seguiti a pensare, e a pensare tanto che mi auguro che finirai col passare dal¬ l’idealismo attuale allo spiritualismo assoluto, sia pure qua e là modifi¬ cato; nel quale lavoro io per parte mia ho avuto sempre l'intenzione di aiutarti, e ti vado aiutando col continuo lavorio autocritico. Tener alta la coscienza della verità come un duro lavoro: ecco il nostro dovere pre¬ sente ». V. anche lett. 852, p. 125 in nota. 5 Richard Delbruck (1874-1957), l’archeologo direttore dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma dal 1909 al 1919, autore di una let¬ tera pubblicata sui giornali romani il 27 settembre 1914, a una setti-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

7

De Lollis m'invitò a firmare anch’io * * * 6; come ora non rie¬ sco a mettermi al punto di vista deWItalia nostra 7, per l'atteggiamento che mi pare essa abbia verso la Germa¬ nia. Tu metti in canzonatura in questo fascicolo della Cri¬ tica l'Ostwald 8 9; ma non hai visto le cose che han dette il Lasson e l’Harnack

9?

Io ho l’impressione che tutta la

mana dalla distruzione della cattedrale di Reims, con cui si invitava l'opinione pubblica internazionale alla cautela nell’attribuire solo ai tedeschi la responsabilità di quell’atto e in generale del conflitto. 6 II De Lollis (la sua lett. datata Roma, n ottobre 1914 è conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile) aveva sollecitato il Gentile ad ade¬ rire una seconda lista di Firmatari che egli andava raccogliendo per la lettera di solidarietà al Delbriick, già pubblicata, il 7 ottobre, sul « Giornale d'Italia » (a. XIX, 1914, n. 276), e appunto sottoscritta anche dal Croce, criticato, per questo, dal De Ruggiero. Nei Beitrdge z. Gesch. d. deutsch. Archàol. Inst. von 1879 bis 1929 (in « Das deutsch. Archàol. Inst. Gesch. u. Dok. », Band. 2., Mainz, Verlag Philipp von Zabern, 1979, opera gentilmente segnalataci dal dott. Horst Blank, attuale di¬ rettore della biblioteca dell'Istituto Germanico) questo episodio non è riportato, mentre è ricordato l’impegno a più riprese prodigato dal Croce per la salvaguardia dell'Istituto aH'indomani delle due guerre mondiali (cfr. anche Band 3.). 7 Cfr. qui, voi. IV, lett. 779, p. 333. H B. Croce, La politica di un chimico filosofo, in «Critica», a. XIII, 1915, fase. I, p. 79 (rist. in Pagine sulla guerra2, cit., pp. 41-3). 9 Nei testi che si occupano dell’atteggiamento degli intellettuali tedeschi nei confronti della guerra (v. ad es. Luciano Canfora, Intellet¬ tuali in Germania tra reazione e rivoluzione, Bari, De Donato, 1979), così come nelle storie di argomento più generico intorno a quell’epoca, da me consultate, molto frequenti sono i riferimenti ad Harnack, mentre quelli ad Adolph Lasson, padre dell'editore delle Opere di Hegel, e recensore del Croce, sono evidentemente soltanto occasionali. Lo stesso Gentile in Guerra e Fede (cit., pp. 266-7) accenna fuggevolmente al solo Harnack, limitandosi poi a riportare un giudizio del Croce del 1903. Questi, dal suo canto, li nomina, insieme, soltanto in una lettera al Vossler, del 9 gennaio 1913 (cfr. Carteggio cit., pp. 192-3), forse proprio sulla spinta di questa lettera del Gentile, scrivendo: « Perché non tap¬ pare la bocca a quegli Otswald, Eucken, Harnack, Lasson ecc.? Sa-

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GIOVANNI GENTILE

Germania sia affetta da una megalomania, della quale essa da se medesima si punisce e guarirà con questa guerra. Non vedo ragione di simpatizzare con le sue av¬ versarie; ma non credo né anche giusto combattere le antipatie, che la Germania, con la coscienza della sua forza, non ha temuto, anzi s’è compiaciuta di suscitare contro di sé, facendo nascere questo conflitto, di cui tutti paghiamo le spese 10. M’ha fatto un gran piacere quello che mi hai scritto della prolusione

Anch’io ho fiducia che chiarendo sem-

rebbe opera patriottica». Proprio come professori dell'Università di Berlino, costoro avevano dato vita ad una collana di opuscoli propa¬ gandistici pubblicata col titolo « Deutschen Reden in schwerer Zeit » (Berlin, Cari Heymanns Verlag, 1914-5) e un saggio del personale con¬ tributo del Lasson all'impresa si può vedere in 501 Gems of Gennai1 Thought, selected by William Archer, London W. C., T. Fischer Unwin Idt Adelphi, 1917. È comunque probabile, da parte del Gentile, la let¬ tura dell’articolo del « Giornale d’Italia » (a. XV, 1915, n. 342) Il popolo eletto (a firma Bach., che sta per Alessandro Bacchiani) a commento di « un’orazione agli americani e un’epistola ai britanni » appunto dell'Harnack, che aveva provocato anche una lettera di protesta di Ales¬ sandro Chiappelli, e la risposta di G. Bellonci (« ivi », 30 dicembre, n. 330), che, si noti, si richiamava a cose dette due giorni prima (« ivi », n. 328) per presentare l’opuscolo gentiliano La filosofia della guerra, cit. V. anche lett. 817, n. 1. 10 II Croce (Lettere, n. 696, p. 487) condivideva sostanzialmente queste riserve del Gentile: certo la « megalomania » della vigorosa Ger¬ mania era senz altro « più pericolosa del Primato italiano », originato dalla volontà di riscatto di « un popolo debole »; e tuttavia, era dove¬ roso per gli « italiani, così poco disciplinati » e « appoggiati sino a ieri alla sua potenza » non « darle il calcio dell asino », bensì « qualche pa¬ rola di difesa e di simpatia e di rispetto ». Ma il compito principale era ora di « impedire una guerra rovinosa e ignominiosa », salvo affidarsi « al fato », quando si fosse presentata « con altro aspetto ». " G. Gentile, L’esperienza pura e la realtà storica, cit. Giudicata « molto bella » dal Croce, il quale confessava altresì di averne letto « le prime pagine » con la « commozione » che gli derivava da quel « senti-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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pre meglio le nostre idee finiremo col ritrovarci intera¬ mente d’accordo in ciò che è sostanziale. Quanto al giu¬ dizio sullo Spaventa 12 e sul Jaja la nostra divergenza mi pare senza importanza. Quanto alla differenza che, come hai visto, io pongo tra sogno e veglia, arte e storia, — differenza che non ho mai negata, — son contento che a te paia accettabile, secondo il concetto che tu ti sei fatto della distinzione. Ciò che rimane di oscuro tuttavia in mezzo a noi dovrà pure una volta illuminarsi. Nella pag. 33, che ha fermata la tua attenzione, a me non pare di aver visto ancora quello che a te parve di vederci: una distinzione di forme, o atteggiamenti spiritualiI3. Ma con¬ tinuerò certamente a pensarci. Ho avuto il nuovo contributo al carteggio desanctisiano I4, che riesce sempre più interessante. E te ne rin¬ grazio. Dunque ci rivedremo in febbraio o marzo? Ne ab¬ biamo tutti gran desiderio, in questa solitudine.

mentalismo del passato » che, come del resto doveva pur aver « no¬ tato » il Gentile, si avvicinava in lui « talvolta perfino alla sofferenza dolorosa » (Lettere, n. 695, p. 484). 12 Secondo il Croce (ivi, ibid.) il Gentile ne «esagerava il valore» attribuendogli quella «sostanziale correzione delfidealismo [...] della quale gli mancavano le premesse e non dedusse le conseguenze », anche se bisognava riconoscere che il suo « spirito austero » di « ricercatore » e « rimuginatore » lo aveva talvolta fatto avvicinare alla verità « come in quel luogo sulla triade di logo, natura e spirito », un curiosum che del resto egli stesso, ricordava il Croce, aveva segnalato nel suo « saggio sullo Hegel ». V. anche lett. 1056, p. 432, n. 6. 13 II Croce ne aveva dato questa interpretazione per trovarvi con¬ ferma della sua avversione a concepire la differenza tra sogno e veglia come « differenza di meno e più, o di prima o poi » (ivi, ibid.). 14 B. Croce, Ricerche e documenti desanctisiani. V. Dal carteggio di Francesco De Sanctis (1861-1863). Documenti. Puntata prima, comunicata all’Acc. Pontaniana nella tornata dell’8 novembre 1914, in « Atti », a. XLIV, 1914, mem. 13, p. 32. V. anche lett. 787.

IO

GIOVANNI GENTILE

Accetta un abbraccio, caro Benedetto dal tuo Giovanni Hai visto che il Chiappelli finalmente l’ha spuntata ,5? E tu gli scrivi quella postilla '6! P. S. - Ti prego di annunziarmi nella Critica gli Studi vichiani e la Prolusione '7.

783 Al Ch.mo Sig. Benedetto Croce Senatore Trinità Maggiore 12 Napoli (Pisa, 26.1.1915) Carissimo Benedetto, Sto scrivendo il 20 articolo sulla Cultura siciliana, e lo avrai certamente dentro la settimana corrente

15

Speravo

II Croce avvertendo di essere già stato al corrente della nomina

(30 dicembre), gratificava il neosenatore dei suoi soliti sarcasmi (Lettere, n. 696, p. 488). Cfr. G. Brescia, Croce inedito, Napoli, Soc. Editrice Napol., pp. 317-29.

16 Croce, Contemplatori del pensiero, in « Critica », fase. cit., p. 78 (rist. in Pagine sparse, P, cit., pp. 271-2). Poiché, a causa del ritardo, questo annuncio non poteva essere inserito che nelfultima pagina del fascicolo, il Croce prometteva di ripeterlo nella copertina del successivo (Lettere, n. 698, p. 488). [783]

1

G. Gentile, Appunti per la storia della cultura in Italia nella seconda

LETTERE A BENEDETTO CROCE

II

mandartelo prima, ma le note al Campanella mi hanno lanciato in alto mare, e non ho potuto interrompere, non volendo rimetterci dell’altro tempo \ — Mi piace il sug¬ gerimento d'occuparmi dopo le riviste maggiori di cul¬ tura [sic]* 2 3. Ma, se non hai altri impegni, vorrei fare io stesso gli articoli sulla Toscana, che conosco abbastanza e potrei illustrar bene qui. Scrivimene un rigo 4. Anche noi siamo stati qui molto malinconici, in tanta solitudine. Io poi ho sentito molto la perdita di tanti amici. Al Renier volevo molto bene 5. Mi dispiace che anche i tuoi parenti siano stati danneggiati dal terre¬ moto 6. Anche la sig.a Teresa a Rajano? — Guarda un po’ anche tu, ti prego, le note al Campanella. Quando la sig.a Adele si sarà tolto il pensiero 7? Noi siamo in attesa di questa notizia. Salutala affettuosa¬ mente per noi tutti. A te un abbraccio Dal tuo Giovanni

metà del sec. XIX. III. La cultura siciliana, in «Critica», a. XIII, 1915, fase. I, pp. 39-58; fase. II, pp. 116-40 (rist., con ritocchi ed agg. in II tramonto della cultura siciliana, Bologna, Zanichelli, 1919; in «Opere complete » XXX, Firenze, Sansoni, 1963). Del primo articolo il Croce, a cui ne avevano « parlato in parecchi », aveva detto che era « piaciuto assai » e questo secondo gli sarebbe apparso « assai interessante » (Let¬ tere, n. 697, p. 488, e n. 700, p. 489). 2 T. Campanella, Poesie, a c. di G. Gentile, Bari, Laterza, 1915. 5 La ripresa di questa « antica idea » (v. qui, voi. II, p. 328) avrebbe, secondo Croce, costituito per il Gentile « un riposo e uno svago », non dovendosi occupare delle riviste « tecniche o speciali », e consentito loro di continuare « efficacemente I illustrazione della vita italiana del primo cinquantennio dell’unità » così da lasciarne « ai posteri un qua¬ dro più che abbozzato» (Lettere, n. 697, p. 488). V. lett. 795, n. 1. 4 V. lett. 814, n. 2. 5 II Renier era morto l’8 gennaio. 6 II catastrofico terremoto di Avezzano del 13 gennaio, che faceva vivere la famiglia Croce « in un’oppressione di tristezza » (Lettere, n. 698, p. 489). 7 V. lett. seg., n. 3.

12

GIOVANNI GENTILE

Sai di saggi di tradd. tedesche della Storia del De Sanctis8?

784

Pisa 30/1 1915 Carissimo Benedetto, Ti mando il mio articolo per la Critica. Con esso si chiude 1 introduzione, che però non è, come vedrai tu stesso, semplice introduzione, contenendo già essa la spiegazione e il giudizio della cultura della 2a metà del secolo XIX Se non mi scriverai altro, resto inteso che della To¬ scana mi occuperò io \ Dacci notizie, ti prego, dello stato della signora Ade¬ le? [Tc] Per quando si aspetta il parto 3? Con un abbraccio Tuo Giovanni

8 Ecco quanto il Croce diceva di sapere su questo argomento: « Del De Sanctis, storia letteraria, fu tradotto il capitolo sul Tasso e inserito nel Magazin fur die Literatur des In- und Auslandes, per cura della sig.na Wehrmann, che aveva tradotta tutta l’opera, come narrai nella Critica. Fu trad. anche il discorso La se. e la vita » (Lettere, n. 700, p. 489-90).

[784] ' G. Gentile, Appunti, cit., La cultura siciliana, cit.

2 V. lett. seg. 3 II 3 febbraio il Croce invierà questo telegramma: « Gentile San Sisto 2 Pisa NATA UNA BELLA BAMBINA ADELE BENISSIMO»

LETTERE A BENEDETTO CROCE

13

P.S. - È stato qui una sera con me il Laterza, che ti porterà domani nostre notizie insieme coi nostri saluti.

7*7 Pisa 10/2 1915 Mio caro Benedetto, Pensiamo spesso in questi giorni alla gioia tua e della sig.a Adele, e ne godiamo come di gioia nostra, auguran¬ dovi di tutto cuore che la piccina vi cresca sana e vi sia fonte di sempre maggiori e più cari conforti. Resto inteso per gli articoli sulla Toscana '. Ti acchiudo l’appunto che avevo trovato tra le mie carte relative alla trad. tedesca del De Sanctis \ Si tratta del tentativo, che già conosci. Quando verrà Fausto, ti prego di mandarmi per suo mezzo quattro o cinque copie del mio volume Dal Geno¬ vesi al Galluppi3. Del quale mi si scrive che il Laterza risponde a chi gliene fa richiesta, non averne copia. È

annunciando la nascita della primogenita Elena (non pubbl. nell’ed. Mondadori).

[785] ' Il Croce, che su consiglio di Prezzolini, cui in un primo tempo era stato affidato questo tema, si era rivolto ad Antonio Anzilotti (1885-1924), aveva comunicato al Gentile che quest ultimo, su sua solle¬ citazione, aveva rinunciato all'incarico (Lettere, n. 699, p. 489, e n. 701, p. 490). Il Gentile cominciò così a pubblicare il suo lavoro 1 anno suc¬ cessivo: v., più avanti, lett. 814 e p. 58, n. 2. 2 V. lett. 783, n. 8. 5 G. Gentile, op. cit.

GIOVANNI GENTILE

*4

possibile? Sarà bene che tu, per rinfrescargli la memo¬ ria, gliene mandi ancora qualche copia: anche perché in questi giorni tornerà a rivolgersi a lui uno che ne ha scrit¬ to a me. Accetta con Da Adele i saluti affettuosi di Erminia e del resto dei miei. Dà per noi un bacio ad Elenuccia; a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

786

All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa 2/3 1913 Carissimo Benedetto, A quest’ora avrai avute tutte le bozze della Critica, che ebbi sabato sera e rispedii la mattina di domenica. Il tuo articolo

è

magnifico e per me di grande interesse x. Molto

[786]

B. Croce, La storiografia in Italia dai cominciamenti del secolo decimonono ai giorni nostri. II. Il nuovo pensiero storiografico. I. Storia, Scienza della storia, in «Critica», cit., pp. 81-115 (rist. in Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono, voli. 2, Bari, Laterza, 1921, voi. I, pp. 2I"43). Il Croce aveva definito « un po’ pesante » questo articolo, per¬ ché concernente le « idee Filosofiche » romantiche, e « alquanto grave » il prossimo dedicato ai « metodi critici ed espositivi », e però il seguito sarebbe stato «svelto e interessante, concernendo i singoli storici e gruppi di storici » (Lettere, n. 702, p. 490).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

anche mi

è

15

piaciuta la varietà sulla menzogna 2.

Aspetto con gran desiderio che tu mi annunzii la data della tua venuta a Pisa. Ti fermerai qualche giorno? Pro¬ cura di venire senza fretta. Abbiamo

appreso

con

vivissima

soddisfazione

le

buone notizie della salute della sig.a Adelina. Noi ab¬ biamo avuto tutti i bambini ammalati d’influenza: ed ora mia suocera, che desta qualche apprensione. Salutaci affettuosamente la buona sig.a Adele, e tu ab¬ biti un abbraccio Dal tuo Giovanni

787 All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Tripità Maggiore 12 Napoli (Pisa, 9 marzo 1915) Carissimo Benedetto Ti ringrazio del tuo Hegel nella magnifica veste in¬ glese ' e del gustosissimo fascicolo del carteggio desanctisiano 2.

2

Id., Frammenti di etica. VII. Dire la verità, « ivi », pp. 157-60 (rist. in

Frammenti di etica, Bari, Laterza, 1922, pp. 33-7).

[787] 1 B. Croce, Whcit is living and what is dead of thè philosophy of Fiegei, tr. D. Ainslie, London, McMillan 8c C., 1915. 2 Id., Ricerche e documenti, cit., VI. Dal carteggio inedito di F. De Sane-

i6

GIOVANNI GENTILE

Ho aspettato in questi giorni e sperato l’annunzio della tua venuta. A quando? Fo grande assegnamento sulla tua visita * * 3. Sono assai triste. Ho perduto una zia che fu a me e a tutti i miei fratelli un’altra madre 4. E qui vengono morendo di giorno in giorno tutti quelli che mi facevano cara questa città 5! Anche lo stato delle cose pubbliche mi tien l’animo sospeso e trepidante. Sai tu qualche cosa 6? Ti aspetto con gran desiderio; e con me i miei. Se vieni solo, s’intende che starai con noi. Saluti affettuosi da tutti i miei e da me alla sig.a Adele, un bacio alla bimba e a te Dal tuo Giovanni

tis, Puntata seconda, contunic. all’Acc. Pontaniana nella tornata del 14 febbraio 1915, in « Atti », a. XLV, 1915, meni. 3, p. 32. 3 « Anch’io ho grande desiderio di rivederti », scriverà da Roma il Croce, spiegando di non essersi potuto muovere da Napoli a causa delle non buone condizioni di salute della moglie (parte omessa in Lettere, n. 702). 4 Una zia materna.

5 oltre D- Jaja>

nel 1914 (novembre) erano venuti a mancare altri due maesti 1 del Gentile: D Ancona e Crivellucci e il 21 febbraio del '15 morirà anche Filippo Rosati, prof, interno alla sez. di lettere e filosofia e vicedirettore della Scuola Normale: su di lui v. G. Gentile, La nuova scuola media, cit., pp. 279-80. Il Croce si distraeva dalle «tristezze» lavorando «come non mai» e non disperava che l’Italia, «conforme ai trattati e [...] ai suoi interessi politici ed economici », trovasse un’intesa con l’Austria e restasse a fianco degli Imperi centrali (Lettere, Roma, 13.III.1915, n. 703, p. 491).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

17

788 All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli (Pisa, 20.3.1915) Carissimo Benedetto, Ci duole moltissimo che la povera sig.a Adele abbia avuto tante sofferenze, e non stia ancora proprio bene r, come di tutto cuore le auguriamo. Ti prego di darcene sempre una breve notizia. Stenderò nella prossima settimana gli articoli pel ven¬ turo fase, della Critica \ Sono stato un pezzo attorno alla mia disgraziata Storia della filos. italiana, di cui farò uscire in aprile un paio di fascicoli, e da cui fo conto di non staccarmi più fino alla fine 3. I due voli, di Campa¬ nella 4 e Spinoza 5 sono ormai alla fine. Ti manderò l’im¬ paginato della pref. a Spinoza, affinché tu vi dia una scorsa. Pare sia andato smarrito — quantunque io l’avessi raccomandato — il ms. di un Index rerum deWEtica che

[788] ' V. lett. prec., n. 3. 2 II Croce, a corto di recensioni (aveva « scarabocchiato » solo «pochi righi [...] su di un asinesco opuscolo del Covotti »), ne aveva richieste al Gentile «almeno tre [...] brevi di libri preferibilmente sto¬ rici, o almeno non strettamente filosofici » (Lettere, n. 703, p. 491). 3 G. Gentile, La filosofia, cit. Le ultime bozze di quest opera in¬

compiuta furono spedite al Gentile da Milano il 15 aprile 1915 (cfr. V. A. Bellezza, Bibliografia, cit., p. 42).

4 T. Campanella, Poesie, cit. 5 B. Spinoza, Etilica, ordine geometrico demonstrata, testo latino con note di G. Gentile, Bari, Laterza, 1915.

i8

GIOVANNI GENTILE

mi era costato tanta fatica e sarebbe stato un comple¬ mento assai importante del volume. E temo che l’abbia smarrito a Bari lo stesso Laterza. Aspetto ancora una sua risposta, ma con scarse speranze! Mi congratulo con te della riconquista dei Teatri a Na¬ poli, che avevi abbandonato. Così ti riconcilii con tutto te stesso 6! Come va che il Laterza ha adottato questa nuova in¬ decente cucitura dei fogli della Criticai Un abbraccio Dal tuo Giovanni

789 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore Hotel Fiorino Torino Lunedì (Pisa, 29 marzo 1915) Carissimo Benedetto, Ti aspettiamo tutti con vivo desiderio '. Spero che do-

6 B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, n. ed., Bari, Laterza, 1916, ricavato dal « volumaccio » (pubbli¬ cato nel 1891, Napoli, Pierre), che era costato al Croce tante ricerche, senza che allora ne avesse saputo ricavare « costrutto » (Lettere, n. 703, p. 491). V. lett. 821, p. 72.

[789] 1 Dopo questa visita tanto attesa il Croce scriverà: « Non ti ringra¬ zio né ringrazio Donna Erminia della così affettuosa accoglienza fat-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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mani mi farai sapere l’ora del tuo arrivo, perché io ti possa venire incontro alla stazione. In ogni caso, si è in¬ tesi che verrai direttamente a casa mia. Sono giunte qui bozze di Vecchi per te. Arrivederci Tuo Giovanni

790

Pisa, 13 ! 4 1915 Carissimo Benedetto, Peccato che la tua cartolina non si possa mettere tra le Postille della Criticai È bellissima e sarebbe la sola risposta degna a quasi tutti questi nostri critici '. Ho visto (ma non letto, né anch’io) l’articolo dedicatomi dalla Cultura filoso-

tami a Pisa. Ti dirò, solo che mi è restato un gran desiderio di tornare, e certo dispiacere di non essermi potuto trattenere almeno un’altra giornata. * Basta: se saremo in pace, la mia gioia sarà tanta che sarò capace anche di fare una nuova escursione da Roma a Pisa* » (Lettere, n. 704, p. 491; nell’ed. Mondadori non è pubblicato il periodo che qui indichiamo con asterischi).

[790] ' A proposito delle recensioni citate nella nota seg., il Croce aveva fatto questo commento: « Come certi vassalli inglesi avevano il dovere di presentarsi al loro signore feudale e fare una capriola* e (pardon) un peto*, così i nuovi concorrenti a cattedre universitarie debbono ora presentarsi ai loro esaminatori scagliando qualche goffa contumelia a te o a me, o a tutti e due. È un cerimoniale nuovo » (Lettere, n. 704, p. 491; nell’ed. Mondadori manca l’espressione contrassegnata da asteri¬ schi. Con il termine mancare indicheremo in seguito quelle omissioni che nell’ed. Mondadori non sono segnalate in nessun modo).

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fica: la quale però mi fa troppo onore consacrando una cinquantina di pagine al mio saggio sull’Atto del pensare, che ne conterrà una quindicina \ Ci ha fatto grandissimo piacere a tutti l’accenno alla possibilità di una tua prossima visita. I due giorni passati insieme sono stati per tutti noi una specie d’oasi nel de¬ serto; e Pisa diventerebbe cara anche ad Erminia se di quando in quando da Roma tu facessi una scappata, an¬ che d’un giorno, fin qui* * 3. Ho pensato in questi giorni se non fosse possibile ten¬ tare una via di dignitosa opposizione a questa valanga di disonestà e miseria accademica, che s’è formata contro di noi, ossia contro la serietà degli studi e l’interesse dei migliori giovani studiosi. E poiché è imminente la rinno¬ vazione d’una parte del Consiglio Superiore, in parte per elezione della Facoltà e in parte per nomina ministeriale, scrissi ier l’altro al Fortunato per chiedergli se gli pareva possibile e opportuno proporre il mio nome direttamente al Grippo4, o indirettamente a lui stesso per mezzo d’altro ministro. Ed egli mi risponde subito che scrive senz’altro al Salandra, col solito calore suo e la sua benevolenza per me 5. Per la Facoltà di filosofia e lettere

Cfr. Antonio Lantrua, Alcune osservazioni su una recente dottrina dell'atto del pensare, in «Cultura filosofica», a. IX, 1915, fase. I, pp. 32-71. Il Croce (Lettere, n. 704), aveva segnalato anche la ree. a Studi vichiani, cit., in « Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie », a. XXIII, 1915, voi. LXVII, fase. CCLXVII, pp. 362-6 (di Domenico Lanna). 3 V. lett. prec. n. 1. 4 Pasquale Grippo (1845-1933).

Penalista napoletano, professore

all Università di Napoli, presidente onorario dell’Associazione Mo¬ narchica Liberale, era, dal 6 novembre 1914, Ministro della PI. Vedi lett. 792. 5 Questa risposta del Fortunato, datata Napoli 12 aprile 1915, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile.

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il Ministro dovrà (credo dentro questo stesso mese) nomi¬ nare almeno un membro del Consiglio. Ora, certamente al disopra di me c’è tanta gente preferibile. Ma il guaio è che la scelta non cade per solito su chi è preferibile. E senza modestia posso pensare che a sceglier me un mini¬ stro si farebbe quasi onore. Crederesti possibile scriverne anche tu una parola al Salandra 6? Da nuove recenti elezioni universitarie mi son per¬ suaso che l’organizzazione degli avversari si fa sempre più salda; per modo che potrà accadere che per parecchi anni (finché non venga una reazione) io non entri più nelle commissioni esaminatrici, non volendo io più immi¬ schiarmi in questa vergognosa miseria delle elezioni7. E allora? Potrebbe non essere inutile la mia presenza nel Consiglio Superiore. Ti prego di interessarti della cosa, se ti pare che ne metta conto. Coi più affettuosi saluti da tutti i miei tuo Giovanni P. S. - Ieri stesso ti rimandai corrette le bozze della Critica.

6 Anche in questa occasione il Croce, sia pure con qualche cautela, si mostrava disponibile ad appoggiare il Gentile, di concerto con G. Fortunato; e questi però sconsigliava, in un momento di così grave turbamento, che scrivesse lui pure al presidente del Consiglio (Lettere, 18 apr. 1915, n. 705, p. 492). V. lett. seg., n. 1. 7 Una « vergogna » a cui il Gentile si ricorderà di ovviare. V. più avanti, lett. 1017, p- 361, n. 1.

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79i Pisa 22/4 1915 Carissimo Benedetto, I membri del Consiglio Superiore che il Ministro do¬ vrà eleggere ho saputo ora (essendo stata la cosa comuni¬ cata alla Facoltà in occasione delle elezioni per la parte eleggibile dalle Facoltà) che sono sei; e il Ministro è li¬ bero di sceglierli da qualunque Facoltà, senza restrizioni di sorta

Ma mi rendo benissimo conto della difficoltà

della cosa, e delfinopportunità d’invitare in questi mo¬ menti il Salandra ad occuparsi di queste miserie \ Giac¬ ché da tutte le parti si riceve l’impressione d’essere ormai alla vigilia della guerra; e puoi credere che anche per me questo è ormai il maggior pensiero. Vidi l’articolo del Moni che mi piacque assai per la nobiltà del tono e la finezza e la sobrietà della forma 3. Domenica scorsa mi venne a trovare il Ferrando 4 di Firenze, «che mi raccontò tante cose di quel pettegolis¬

eli Il Croce invece aveva parlato di due soli « posti disponibili », per uno dei quali poi si insisteva perché fosse assegnato al Torraca, che non aveva « potuto esser nominato senatore perché gli mancava qualche anno al Cons. superiore» (Lettere, 18 apr. 1915, n. 705, p. 492). 2 V. lett. prec., n. 6, e lett. seg., n. 4. 3 V. Arturo Moni (1867-1936), Il sentimento della guerra e le argomen¬ tazioni della neutralità. Risposta a B. Croce, in «Giornale d’Italia», a. XV, 1915, 18 aprile, n. 108. L’importanza di questo articolo per il Gen¬ tile trova conferma anche in una sua lettera al Casati, del 25 aprile (conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile). Laconico invece il commento crociano: « Mi ha fatto sorridere il bravo Moni, che vuole sentire battere il cuore d’Italia, stando egli a Bagni di Lucca » (Lettere, Napoli, 13 maggio 1915, n. 708, p. 493). V. anche, lett. 803, p. 43, n. 4. ’ 4 Guido Ferrando.

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simo mondo letterario giovanile, o ragazzesco» e mi disse che gli affari della nuova Voce vanno male, e che occorre¬ ranno un paio di migliaia di lire, e che si spera che le dia tu, e che... perciò cambiano atteggiamento verso di te. Ti riferisco la cosa, perché il Ferrando è un eccellente gio¬ vane incapace d’inventare una storiella di questo genere; e per quanto possa essere superfluo metterti sull'avviso contro quella canaglia, può non esserti inutile un’infor¬ mazione positiva circa il valore morale di quel prodigio del De Robertis 5. E hai vista la lettera cretina del Serra 6!

5 Diversamente da quanto ipotizzato dal Gentile, la polemica si andava inasprendo (v. anche n. seg.), sicché a proposito di una nota del giovane direttore (che rimase tale fino alla metà del ’i6) Giuseppe De Robertis (1888-1963), dal titolo Noi, I mandrilli (ne « La Voce», a. VII, 1915, n. 13, pp. 837-8), che si riferiva, forzandone alquanto il linguaggio, alla postilla crociana, Amore e libidine estetica (in «Critica», a. XIII, 1915, fase. Ili, p. 243), il Croce scriverà (Lettere, n. 714, p. 499): «Hai visto che sorta di vituperii cretini stampa l’ex-Voce di quel Fregoli del Prezzolini? È un vero putridume, che bisogna scansare col piede » (v. anche qui voi. IV, p. 354 in nota). Interprete fedele del pensiero del Croce su questa « seconda “ Voce ” » si fece G. Castellano, nel voi. Ragazzate letterarie, Napoli, Ricciardi, 1919, pp. 63-74; ma sulla genesi di questo testo v. lett. 939, p. 251, n. 4. 6 Cfr. Renato Serra (1884-1913), Il gruppo fiorentino, ne « La Voce », a. VII, 1915, n. 9, pp. 383-43, che non è compreso, forse perché tratto da una lettera dello stesso Serra al De Robertis (pubblicata nell’epistola¬ rio), negli Scritti di Renato Serra, a cura di G. De Robertis e A. Grilli, Firenze, Le Monnier, 19582, dove invece troviamo un interessante, (allora) inedito, frammento sul Gentile: interessante perché ci propone un confronto tra le personalità filosofiche del Croce e del Gentile che conserva una sua stimolante attualità (voi. Il, pp. 388-9). Del più noto Esame di coscienza di un letterato (« ivi », n. io) il Croce, che vi era preso di mira, darà, in privato, al Casati, questa definizione: « Quale docu¬ mento di patologia! Vuole la guerra come altri in un dato momento vuole una femmina, accada quel che accada poi » (Epistolario, II, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Storici, 1969, p. 36).

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Speriamo che tutta questa gente debba andare alla guerra 7. Saluti affettuosi da tutti i miei a te e alla Sig.a Adele, che speriamo si sia completamente guarita. A te un abbraccio Dal tuo Giovanni

792 R. Università di Pisa Facoltà di Filosofìa e Lettere Pisa 28/4 1915 Mio caro Benedetto, Mi scrive lo Zoccoli1 (che credo sia nel Gabinetto del Ministro) che io sono ‘ottimamente’ quotato per la no¬ mina al Consiglio Superiore; e sa anche della raccoman¬ dazione Salandra, della quale pare si faccia gran conto.

7 II Serra, ferito a morte in battaglia, perse la vita il 20 luglio 1915, e il 16 agosto (lettera conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile), lo stesso Gentile scriveva ad Armando Carlini, che con lui era stato in stretta amicizia e collaborazione; « Grazie della bella necrologia del povero Serra, che io non conobbi di persona, ma credo d’aver molto conosciuto di spirito, e la cui perdita è stata anche da me vivamente compianta. Dopo la guerra, bisognerà pensare a raccogliere tutti i suoi scritti per meglio provvedere alla sua memoria per onorare degna¬ mente una così degna vita e una così nobile morte. E sarebbe bene che allora pigliaste voi la cura, col vostro affetto e la vostra discre¬ zione ».

[792] Ettore Zoccoli. La sua lettera, datata 27 aprile 1915, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile.

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Ma premono molto i medici, laddove il Masi2 vorrebbe mantenere un certo equilibrio tra le varie facoltà. La no¬ mina si sarebbe fatta ieri; ma poi Grippo sarebbe partito per Napoli, per rimanervi alcuni giorni; e quindi la deci¬ sione è differita. Stando così le cose, se tu potessi costà parlare o scri¬ vere un biglietto al Grippo 3, credo che l’avrei vinta. Vedi un po'. Dammi tue notizie. Un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Mi hai raccomandato anche tu al Salandra 4? Avverti, se credi, il Fortunato del punto a cui sono le cose.

2 Vincenzo Masi, direttore generale per l’Istruzione superiore. 3 Ma al Grippo, che come avvocato ignorava totalmente il « mon¬ do letterario e scientifico» (non conosceva ad esempio il De Lollis e anzi ne aveva «sentito dire molto male » e dello stesso Croce sapeva solo che « presiedeva la sua Associazione politica ») il Croce avrebbe fatto scrivere dal Fortunato, nel timore che il suo nome potesse « nuocere anziché giovare » al Gentile (Lettere, n. 706, p. 492). 4 II Croce confessava (ivi, ibid.) di non aver avuto « il coraggio di scrivergli di una nomina al Cons. super. » in frangenti in cui si decide¬ vano « le sorti, forse secolari, d’Italia », col pericolo di « suscitare in lui un moto d’impazienza ». Del resto il Salandra era stato subito sollecito col Fortunato e conosceva anche quale opinione il Croce nutrisse nei confronti del Gentile.

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793 All’Illustre Sig. Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli (Pisa, n.5.1915) Carissimo Benedetto, Grazie dell’affettuoso telegramma \ Finalmente me n’è andata una bene 2! Ti prego di darmi qualche tua notizia, appena hai un po’ di tempo 3. Ho avuto una visita graditissima dell’ottimo Casati, col quale, come puoi im¬ maginare, abbiamo parlato molto di te. Come sta Fausto? È tanto che non mi scrive più, e comincio a essere in pensiero per la sua salute 4. Siamo tutti in attesa! Saluti affettuosi da tutti i miei a te e alla sig.a Adele. A te un abbraccio Dal tuo Giovanni

[793] '«SEI STATO NOMINATO

IERI

COMPONENTE CONSI¬

GLIO SUPERIORE CONGRATULAZIONI AFFETTUOSE BENE¬ DETTO CROCE » (pubbl. in nota, a p. 493, dell'ed. Mondadori). 2 Per Decreto Luogoteneziale il Gentile entrava a far parte del C.S. della PI. per un quadriennio, a partire dal i° luglio. 3 V. lett. seg. 4 « Nicolini sta così così » rispondeva il Croce « e da me si lascia veder poco ». Riportiamo qui alcune righe della lettera del Croce, che mancano nelled. Mondadori (n. 708, p. 494): «Forse è messo su dalla moglie [Margherita], perché io ho impedito un vero imbroglio, che egli con la solita leggerezza stava commettendo, per restarsene indefi¬ nitamente a Napoli in finta missione. È strano come il buon Fausto che

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P. S. - Ricevo in questo momento il nuovo fascicolo di Lettere del De Sanctis 5, e te ne sono molto grato.

794* Pisa 15/1915 Mio caro Benedetto, Anch'io mi occupo qui della preparazione civile quantunque si cominci a pensare che molto probabil¬ mente non ce ne sarà più bisogno. Ma ti confesso che non so più essere lieto di una pace pagata al prezzo, che ce l'ha fatta pagare il Giolitti coi suoi: una pace senza onore

ha tanta bontà di animo, sia sordo ai sentimenti del dovere [...]. Ma ciò resti inter nos». V. lett. 801, n. 4. 5 B. Croce, Ricerche e documenti, cit., VII. Dal carteggio inedito di F. De Sanctis, Puntata terza, comunic. all’Acc. Pontaniana nella tornata dell' 11 aprile 1915, in « Atti », a. XLV, 1915, mem. 5, p. 35.

[794] * Lettera incompleta. ’ Il Gentile aveva tra l’altro redatto il 26 marzo il proclama ai cittadini pisani per il Comitato di preparazione e mobilitazione civile (rist. in Guerra e fede, cit., pp. 32-4). Il Croce, dal canto suo, gli aveva scritto di essere « assai occupato » dal Comitato napoletano di cui era « presidente effettivo » (v. lett. 798 e 799), ma di dedicare la mattina « a comporre un libro sulla Spagna [...] adoprando [...] vecchi scritti e schede di appunti » (Lettere, n. 708, p. 493; il volume La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, Bari, Laterza, fu pubblicato nel 1917). Più tardi (Lettere, 27.V.1915, n. 710, p. 495) ribadirà: «Mi sono riserbate libere le ore del mattino, per non dissipare del tutto il cer¬ vello e continuare qualche lavoro letterario, che per me è una neces¬ sità igienica ».

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e grave di minacce e pericoli, forse maggiori di quelli che poteva serbarci la guerra 2. Avrei capita la pace con la schietta e vera neutralità, non col ricatto della pressione sull’alleanza nel momento più grave per lei3. Giacché a qual titolo si può strappare all’Austria una parte del suo territorio una volta ricono¬ sciuto intatto e conservato il vincolo dell’alleanza? E se l’Austria è costretta a cedere ora, come e perché dovrà resistere domani all’opinione pubblica che sarà pronta a

2 Opposto il giudizio del Croce sull’azione «extra-parlamentare» condotta da Giolitti in quei giorni, che egli riteneva infatti « un atto di saggezza », che del resto Salandra e Sonnino (ministro degli esteri) gli avevano lasciato compiere. I due ministri, non cogliendo quanto vi fosse « di malsano negli incitatori alla guerra » e anzi col favorire « la buffonata di Quarto con I intervento del vate D’Annunzio », avevano chiaramente dimostrato di non capire « le correnti spirituali dell’Ita¬ lia », scambiando « per idealità e vigore morale » ciò che era « neurastenia da avventurieri falliti » (Lettere, n. 708, p. 493). In una lettera successiva (ivi, 6 sett. 1915, n. 722, p. 503), abbiamo un’ulteriore, gu¬ stosa, testimonianza dell’insofferenza di B. Croce nei confronti di ta¬ luni atteggiamenti: « Ho soppresso tra le postille la noterella sul D’An¬ nunzio, perché quello sportista della guerra fa uno sport pericoloso, e una disgrazia gli potrebbe accadere; e se accadesse (non gliel’auguro!) proprio quando esce la Critica, io sembrerei irrisore di un eroe! Dun¬ que, per prudenza, ho soppresso, e sostituito con altro ». 3 Ma, replicava il Croce (ivi, Napoli, 17 maggio 1915, n. 709, p. 494), una volta che l’Italia fosse venuta meno al suo obbligo di « combattere a fianco delle alleate » o di « serbare la più rigida neutralità », dovendo dunque scegliere tra i « disobblighi » di « profittare della condizione di una delle alleate » o di « aggredirla », tra queste « due cattive azioni » gli sembrava preferibile la prima, giustificata oltre che dalla «stolta politica » austriaca nei confronti dell’Italia, dalla speranza che rimossa « la più grossa causa di dissidio », si sarebbe rinsaldata l’alleanza con gli Imperi centrali, punctum saliens dell'interesse dell’Italia. Egli difatti provava « il sentimento dell’ignoto pauroso » di fronte alla prospettiva di un « legame [...] con un mostruoso accozzo di civiltà e interessi disparati » quale gli appariva la Triplice Intesa.

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voler cogliere il primo pretesto per assalirci e punirci, quando noi non potremo più contare sull’aiuto di nes¬ suno? E come potrà essa stessa e ogni altra nazione sti¬ marci e rispettarci se noi ora dichiariamo per bocca di Giolitti, che noi guerra non possiamo farne, perché, an¬ che vittoriosa, si tradurrebbe in un disastro irreparabile? E perché vivere, così squalificati, e non da privati, ma ufficialmente, in una motivazione di atteggiamento poli¬ tico, accettata dal Re, come l’esatta espressione della si¬ tuazione nostra? In che consiste allora la nostra indipen¬ denza? Ho l'impressione che senza combattere siamo stati vinti e avviliti fino alla vergogna e al disonore. Per molto tempo, fino alle ultime settimane ho spe¬ rato e augurato anch’io che l’Italia potesse conservare la sua neutralità. Ma avviatosi il governo — e tutti lo vede¬ vano — per la via della guerra, non mi sarei mai più aspettato che all’ultima ora si potesse insorgere contro il governo con una forma di opposizione come questa 4, atta a tagliare i nervi alla nazione e a darla, legata mani e piedi, in mano a quelli coi quali tutti s’era d’intesa che si dovesse trattare con farmi in mano, non per mercanteg¬ giare, ma per assicurare il nostro avvenire (e s’intende non di fronte soltanto alla sola Austria). Ho anch’io l’im¬ pressione che si sia trattato d’un tradimento. Certo l’I¬ talia

n’è

uscita

disfatta

interiormente

come

se

un

tradimento ci fosse stato. E non è una mia impressione personale. Qui una quantità di gente, che è stata sempre

4 Secondo il Croce invece, il Giolitti, come rappresentante della « maggioranza del Parlamento, cioè di un potere legalmente costituito » mettendo in crisi il governo aveva « fatto il suo dovere », e tuttavia riconosceva che benché fosse superiore al Sonnino, per «senso poli¬ tico », rispetto a questo mancava di autorità morale, sicché si finiva per attribuirgli « tutti gli imbrogli » anche quelli che neppure si sognava di fare (ivi, n. 709, p. 494).

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contro la guerra, è sdegnatissima e inferocita contro il Giolitti. Ero anch’io molto preoccupato della tua esatta osser¬ vazione che questa guerra non era voluta dal popolo ita¬ liano 5; ed era angosciosa trepidazione anche quella del dubbio circa il modo con cui esso avrebbe risposto all’ap¬ pello. Ma mi pareva sperabile che tutti gli animi si accen¬ dessero quando il governo avrebbe potuto dire alto e chiaro il motivo di diritto alla guerra, e ancor più quando qualche parte del nostro territorio sarebbe stato [w] in¬ vaso (com’era probabilissimo) dagli stranieri. Bisogna pur considerare che il sentimento nazionale non c’è mai stato in Italia, salvo che nella coscienza letteraria della classe colta; e che nella guerra stessa soltanto esso avrebbe potuto essere stimolato. Vorrei, naturalmente, ingannarmi, e che i fatti ci di¬ mostrassero...

5 Era una delle ragioni per cui il Croce aveva riaffermato la sua avversione alla guerra; temeva pure che avrebbe gettato discredito « se non militarmente, moralmente per secoli » sull’Italia e avrebbe creato « un abisso di odio [...] odio meritato » tra questa e « le genti germani¬ che» (ivi, n. 708, p. 493). (C. si sentì «rasserenato alquanto» dopo la lettura del libro verde, quando andò a Roma per votare per il governo (lettera 710,

p.

495), e tuttavia gli rimase qualche dubbio (lettera 795,

547 con riferimento a Caporetto, e lettera 799,

p.

p.

549, dove, con riferi¬

mento a un articolo sostanzialmente «interventista» di G., aggiunge « L’abbiamo fatta grossa, ma grossa assai ». L’articolo di G. si riferiva alla sostanzialmente superata crisi di Caporetto in Guerra e fede, 2a ed., 1927. a PP- 67-72 (agg. del prof. Francesco Valentini]). V. più avanti, lett. 877, p. 162, n. 1 e lett. 879, nn. 3-4.

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795 All'Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa 26j5 1915 Carissimo Benedetto, Sto scrivendo e ti manderò tra pochi giorni il nuovo articolo sulla cultura siciliana ’. Avevo visto il tuo nome tra i senatori convenuti a Roma2; e me n’ero molto compiaciuto. Ora io sono molto contento; e ho fede. Ti riscriverò presto. Un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Sai se sia stato richiamato il De Ruggiero 3?

[795]

1

G. Gentile, La cultura siciliana, cit., v. lett. 797. Il Croce ne aveva

sollecitato l'invio sin dal 4 maggio {Lettere, n. 707, p. 493). 2 Per le votazioni dei poteri straordinari al governo in caso di guerra, che ebbero luogo il 20 e 21 maggio. V. anche lett. seg., n. 3. 3 G. De Ruggiero, avvertiva il Croce {Lettere, 27.V.1915, n. 710, p. 495), si trovava sempre a Napoli, perché la sua classe (« 1887 », ma in realtà era del 1888) non era stata ancora richiamata (il che avvenne poco dopo, alla fine di luglio). V. lett. 802.

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796 Pisa j/6 1915 Mio caro Benedetto, Ti invio il mio articolo per la Crìtica, che speravo finir prima; ma la gran furia degli esami, che stiamo facendo in gran fretta per causa della guerra, m’ha tenuto in que¬ sti giorni molto distratto. — A questo articolo ne seguirà soltanto uno ancora, a illustrazione dei caratteri della let¬ teratura spicciola (giornali letterari, critici etc.) '. Ti ringrazio del fascicolo de\VArchivio storico napole¬ tano, dove ho letto con viva commozione il tuo saluto al povero De Blasiis \ E mi congratulo con te della bella riforma tipografica ed esteriore, augurandoti che l’in¬ terno sia per corrispondere degnatamente all’esterno. Ma quello Schipa 3 (che ha scritto questa volta mezzo fasci¬ colo) è troppo insipido e sciocco; e guai se egli conti¬ nuasse a essere così fecondo! M’ha fatto un grandissimo piacere la tua ultima let¬ tera pel giudizio che mi hai comunicato sul Libro Verde \

[796] 1 V. lett. prec. n. 1. B. Croce,

Discorso

letto sul feretro di Giuseppe De Bleisus (30 aprile

1914), in «Arch. storico per le prov. napol. », Nuova Serie, n. 1, pp. 17-20; rist. in Pagine sparse, IP, cit., pp. 67-9. 3 Michelangelo. 4 Ovvero i documenti diplomatici presentati al Parlamento ita¬ liano dal Sonnino nella seduta del 20 maggio 1915. In Appendice alI edizione dei F.lli Treves (Milano, 1913) erano pubblicati: I. Risposta del governo Austriaco alla denuncia del trattato della triplice Al¬ leanza; II. Replica italiana; III. Testo della dichiarazione di guerra; IV. Nota circolare dell Italia alle Potenze (analoghe raccolte di documenti, contraddistinte da colori diversi, erano state pubblicate a cura dei go-

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ora così opportunamente e largamente confortato dalle nuove rivelazioni del Salandra in Campidoglio 4. Quel so¬ spetto che si potesse dubitare della nostra lealtà tormen¬ tava assai anche me, quantunque una certa fiducia, più che negli uomini, nella stessa logica che mi pareva avesse dovuto già governare le nostre trattative, mi incitasse a scacciare tale sospetto. Ma ormai la nostra buona fede splende non meno della malafede brutale degli altri; e mi confermo sempre più nella mia fede che una provvidenza divina conduca questa potenza fatta di forza cieca, amo¬ rale, a sgretolarsi e dissolversi. Erminia mi prega di domandarti notizie della sig.a Adele. Te ne domandai anche l’altra volta: come sta? S’è rimessa bene? Dimmene una parola. Saluti a lei e a te da tutta la mia famiglia e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

verni di altri stati: libro bianco tedesco, giallo francese ecc.). La dimo¬ strazione ivi contenuta della « chiara mala fede dell’Austria » aveva « rasserenato » il Croce, che in precedenza, si era sentito arrossire di vergogna, quasi fosse « personalmente colpevole di mancata fede ». Egli, dunque aveva votato per il governo, accettando, da « patriota », « il fatto compiuto », con il solo pensiero della « salvezza della patria » {Lettere, n. 710, p. 495); eppure pochi giorni prima di questo voto aveva scritto: « vedremo quel che accadrà alla Camera. Ma mi par difficile che il ministero possa fare tali rivelazioni da cangiare gli animi nostri; dico di coloro che la pensano come me » {ivi, n. 708, p. 494). 4 Fatte il 3 giugno 1913, alla riunione del Comitato per la mobilita¬ zione civile, in risposta al discorso del cancelliere Bethmann Hollweg del 28 maggio al Reichstag.

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797 Illustre Sig. Senatore Benedetto Croce Fiuggi Lunedì (Pisa, 21.6.1915) Carissimo Benedetto, Io ti spedii il mio articolo 1 sabato. Spero che ieri ti sia giunto, dopo spedita la tua cartolina. Ti prego rassicu¬ rarmi. Domani o posdomani ti invierò le due recensioni brevissime che mi domandi ora. Affettuosamente tuo Giovanni

[797] ' G. Gentile, La cultura siciliana, cit. Era questa « la prima volta » che il Croce non arrivava a leggere un manoscritto del Gentile, per la fretta d’inviarlo in tipografia {Lettere, 8 giugno 1915, n. 711, p. 497), ma dopo averlo letto in bozze, se ne congratulava « vivamente » con l’au¬ tore, scrivendo: « i ritratti del Pitrè e del Salomone sono parlanti e sono veri, ed ottimi i criteri che hai lumeggiato » e decideva, per fargli spazio di tagliarne uno suo «più tagliabile» (ivi, Fiuggi, 22.VI.1915, n. 712, p. 498).

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798 Illustre Sig. Senatore Benedetto Croce Fiuggi Pisa 21/6 1915 Carissimo Benedetto, Mi scrivono da Napoli che tu per ragioni di salute ti sei recato a coteste acque.

Ti prego vivamente di scri¬

vermi subito un rigo e dirmi come stai; e spero non sia nulla di nuovo. Un abbraccio affettuoso Dal tuo Giovanni

[798] 1 A Fiuggi; ma la necessità della cura era stata presa a pretesto dal Croce per allontanarsi rapidamente da Napoli e sfuggire a « quei cari signori del Municipio », che dopo avergli dato « ogni sorta di dispia¬ ceri », tanto da farlo piombare in un preoccupante « stato di depres¬ sione nervosa e vacuità mentale », facevano di tutto per indurlo a riti¬ rare le dimissioni da presidente del Comitato per la difesa civile (v. lett. 794, n. 1), con la pretesa di valersi del suo buon nome per i loro « scopi elettorali e di politica di camorra » (Lettere, n. 712, p. 497). Le visissitudini di questo Comitato il Croce le aveva dettagliatamente e accoratamente descritte in precedenza (ivi, n. 711, pp. 495-6). Dopo i primi risultati incoraggianti, che avevano acquisito al Comitato la « piena fiducia » della cittadinanza, la maggioranza del Consiglio comunale « bloccarda e camorrista », nel timore di perdere « un mezzo per i propri fini elettorali » aveva « imposto » al sindaco, Pasqualino del Pezzo, di sciogliere il Comitato, che lui stesso aveva composto « a modo suo » cioè di « bloccardi », che però nella circostanza si erano compor¬ tati da « galantuomini », Il del Pezzo era restato sordo alle rimostranze del Croce, per il quale il Comitato, sorto per indicazione di privati cittadini e associazioni del genere più diverso, non doveva essere « preda di un partito » e di una « maggioranza municipale », e aveva

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799 Pisa 2 luglio 1915 Carissimo Benedetto, M’aveva fatto tanto piacere la tua lettera da Fiuggi

e

ora la sig.a Adele mi scrive che sei tornato a Napoli con un po’ di febbre! Spero sia una cosa da nulla, e che già tu

così dimostrato di non avere « molta chiarezza morale ». Il Croce era infatti riuscito a riunire intorno a sé « cattolici e socialisti e moderati e repubblicani », i quali per la sua « spassionatezza e imparzialità e gene¬ rosità », dimostrata nei fatti, gli erano rimasti « devoti », mentre era venuto a sapere che era appunto timore dei bloccardi che egli mirasse alla carica di sindaco. Questi, dunque, evidentemente ignoravano che avrebbe potuto diventarlo facilmente anche nel passato data « la sim¬ patia » di cui godeva « universalmente, fuori della piccola cerchia degli universitari ». Ora, poiché gli si era impedito di « compiere il sacrifi¬ cio » che si era proposto, dedicando alla patria « tempo », « cervello », « nervi », sarebbe tornato agli studii (v. lett. seg.), limitandosi ad inter¬ venti privati e presso quegli istituti (come gli Educatorii) che dipende¬ vano direttamente da lui.

[799] ' Nella « solitudine » e silenzio della campagna, il Croce aveva po¬ tuto « studiare e lavorare, cioè rinascere » ed anche meditare su come impiegare il tempo durante la guerra, che prevedeva lunga: infatti il « poco » che privatamente avrebbe intrapreso « nell'opera civile » (assi¬ stendo le famiglie dei richiamati attraverso gli Educatorii; v. lett. prec.) non poteva « riempire la lunga attesa »: di qui la sua decisione di pro¬ cedere nei suoi studi « come se guerra non ci fosse ». Si era dunque proposto di concludere entro ottobre quella riscrittura di sue opere giovanili che avrebbe costituito (con altre « faccende simili ») « una compiuta liquidazione del passato », una sistemazione delle sue cose «tamquam morìturus», così da poter iniziare, «puro e disposto», a comporre la sua « storia del diciannovesimo secolo », per la quale aveva a disposizione tre anni, avendo già provveduto per la « Critica » fino al

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sii potuto tornare tranquillamente e serenamente al tuo lavoro. Ti prego di non lasciarmi senza tue notizie. Ver¬ rei ad abbracciarti, se per ora non mi fosse impossibile far viaggi. Mi par miU’anni di non essere stato più a Na¬ poli, e ho tanto desiderio di vedere la tua bambina. Ermi¬ nia fa assegnamento sulla mezza speranza che ci ha data la buona sig.a Adele di un viaggio non lontano a Torino, con una fermata a Pisa. Quando stamperai questo volume su Italia e Spagna? Sono molto curioso di vedere questa tua importante pa¬ gina di storia, che credo possa avere anche per me un grande interesse \ Del tuo saggio autobiografico * 2 3 4 5 alla Vico mi aveva accennato qualche cosa il Casati, quando mi venne a trovare l’ultima volta. Ma lo stampi ora? E se non lo stampi per ora, potranno intanto vederlo i tuoi amici? Io non ho ancora potuto vedere il tuo volume di Aneddoti settecenteschi4. L'ho chiesto al Sandron; ma sa¬ pendo il suo solito disordine, cresciuto a dismisura per l’andata de’ suoi figli sotto le armi, non mi meraviglierei che non si ricordasse mai di mandarmelo. Se poi venisse, al solito, il Pietraccone [^zc]5 a darti

1918 e preparato « per Laterza quattro volumi da stampare via via » (Lettere, n. 712, p. 498).

2

B. Croce, La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, cit.

(v. lett. 794, n. x). Era uno dei quattro volumi preparati per Laterza, di cui il Croce si era dichiarato « molto soddisfatto » (Lettere, n. 712, p. 498). 3 « Vuoi ridere » si era schermito il Croce (ivi, ibid.), « ho perfino scritto un mio fascicoletto di memorie, col titolo filosofico di Contributo alla critica di me stesso! » (Napoli, 1918, poi Bari, Laterza, 1923). V. anche lett. 890, pp. 187-88. 4 Milano, Napoli, Palermo, Sandron, 1914. Il Croce glielo spedirà subito (Lettere, n. 913, p. 498). 5 Ma il « bravo » Petraccone era ormai sotto le armi, in zona di guerra (Lettere, n. 713, p. 498). V. lett. 895, p. 193, n. 2.

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una mano per lo sceveramento dei fogli sciolti della Cri¬ tica, ti prego di dirgli che io non ho avuto nulla degli ultimi due fascicoli. E mi premerebbe avere qualche copia di quelle pagine mie, per mandare in fine il mio articolo sulla Cultura siciliana a qualche amico di Palermo. Non ho ancora avuto l’impaginato della Critica. Ti ho mandato in questi giorni due miei estratti da questi Annali delle Università toscane6. Aspetto dunque, tue notizie, augurandomi che siano ottime. Accetta i saluti affettuosi di tutti i miei Tuo Giovanni P. S. - Grazie alla signora Adele delle lettere che ci ha scritte e degli augurii, graditissimi. Uno di questi giorni le scriverà Erminia.

6 B. Spaventa, Introduzione alla critica della psicologia empirica. Fram¬ menti inediti, con pref. di G. Gentile, in « Annali delle Università to¬ scane », t. XXXIV, Pisa, stabil. tip. Toscano, 1915, pp. VI-98 (in Opere, cit.

HI,

pp. 465-589); Documenti pisani della vita e delle opere di V. Gioberti,

a cura di G. Gentile, « ivi », pp. 1-37. A parere del Croce « tutti e due importanti » (Lettere, n. 713, p. 498).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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800 Ch.mo Sig. Senatore Benedetto Croce Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa, 11 luglio 1915 Carissimo Benedetto, Grazie del tuo bellissimo volume

in cui ho riveduto

con piacere grandissimo la tua immagine giovanile di vent’anni fa! Domani sposerà finalmente il povero Fazio a Palermo. Se credi di mandargli una parola di augurio, darai un gran piacere e alla sua famiglia

[.de]* 2.

Spero che tu ora stia bene. Un abbraccio Dal tuo Giovanni

801 Pisa 20 luglio 1915 Carissimo Benedetto, Grazie del nuovo fascicolo di lettere desanctisiane.

[800] ' B. Croce, Aneddoti e profili settecenteschi, cit. 2 Si tratta del primo matrimonio, con Concettina Carta. Il Croce seguiva subito, e di buon grado il suggerimento {Lettere, n. 715, p. 499). Sul periodo critico attraversato dal Fazio v. anche Gentile-Omodeo, Carteggio, Firenze, Sansoni, 1974, p. 167 passim.

4o

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Questa volta le più belle mi paiono quelle del Marvasi, piene di poesia \ Ti acchiudo un appunto che non so se ti potrà una volta esser utile per la biografia del De Sanctis. Lo Spampanato s’è rivolto a me perché io interceda presso di te per una raccomandazione efficace di cui egli avrebbe bisogno presso il Fiorini, per ottenere che la mo¬ glie (Adelaide Spampanato Tironi, ordinaria di lingua italiana alla Scuola Complementare di Salerno) sia man¬ data «in missione» a Napoli. Saprai forse che nelle grandi sedi non si viene se non per concorso; ma, quando vaca una cattedra di grande sede, finché non si fa il concorso, il Ministero provvede con un trasferimento provvisorio, che si dice missione. Vedi se puoi aiutarlo. Il povero Spampanato, se fosse liberato dal via vai tra Napoli e Salerno potrebbe lavo¬ rare un po’ più. E il Ministero farebbe bene a contentare un brav’uomo come lui, quando per contentarlo non si richiede altro che un po’ di buona volontà 2. Dagli ultimi fogli del Vico di Fausto mi pare che la sua foga esegetica crescat eundo. Questo excursus sulle XII ta¬ vole poteva bene ridursi a una breve nota nell’edizione della Scienza Nuova, e pubblicarsi a parte. E ripercor¬ rendo tutta l’edizione ci vedo gravi errori di metodo, nati da questo suo desiderio di strafare. Ma non vorrò certa-

[801]

1

B. Croce, Ricerche e documenti, cit.. Vili. Dal carteggio inedito di Fr.

De Sanctis, Puntata quarta, comunic. all'Acc. Pontaniana nella tornata del 6 giugno 1915, in «Atti», a. XLV, 1915, meni. 7, p. 32 (le lettere di Diomede Marvasi sono alle pp. 22-9). 2 II Croce rispondeva (Lettere, n. 714, p. 499) di aver scritto da poco al Direttore generale per l'Istruzione media per un analogo problema e dunque gli pareva opportuno aspettarne la risposta, prima di fare « una seconda raccomandazione ».

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mente affliggerlo dopo tante fatiche durate e lavate di capo ormai passate alla storia. Speriamo piuttosto che si possa fare presto un’edizione senza note (!) e con un te¬ sto più ragionevole. Ora ti prego di non dirgli nulla di questo 3. Parte egli ora per Siena 4 5? Se potesse passare all’Archi¬ vio di Pisa, sarebbe una bella cosa anche per la nostra Facoltà, che ha perduto quest’anno, per la legge sui limiti d'età, il suo vecchio professore di Paleografia \ Fammi sapere se per il prossimo fase, della Crìtica ti occorrono di mio recensioni6, oltre l’articolo. Un abbraccio Dal tuo Giovanni 802 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa 29/7 1917 Carissimo Benedetto, La cartolina, in cui mi parlavi della Rassegna bibliogra-

3 II Croce concordava perfettamente con questi appunti mossi dal Gentile, tanto è vero che, pur lasciando ormai fare per stanchezza, era riuscito ad impedire « che i volumi diventassero quattro » (ivi, ibid.). V. lett. 810, p. 33, n. 2. 4 II Nicolini si doveva trasferire in quella città alla direzione del¬ l’Archivio di Stato e nonostante i dubbi espressi dal Croce, a più ri¬ prese, riguardo alle sue vere intenzioni (v. lett. 793, n. 4), dopo pochi giorni partì alla volta del suo nuovo ufficio. 5 II Nicolini insegnò, ma a Siena, Paleografia e Diplomatica (v. F. Nicolini, Croce minore, Milano, Napoli, Ricciardi, MCMLXIII, p. 14).

6 II Croce, naturalmente, rispondeva che gli occorrevano « parec-

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GIOVANNI GENTILE

fica non l’ho avuta. Ti prego perciò di riscrivermi di che si tratta Sto scrivendo gli articoli per la Critica-, e mi terrò nelle recensioni ai limiti che mi dici2. Il Comitato di assistenza mi dà molto da fare. Io ho accettato la direzione d’un ufficio di notizie, che mi pa¬ reva cosa agevole, e da avviarsi senza fatica con l’aiuto di giovani. E invece mi richiede tanto tempo! E anche qui c’è tanto caldo! Tu fai benissimo a condurre i tuoi a Sorrento 3. Se puoi, ti prego di informarmi del Reggimento e compagnia del De Ruggiero perché possa scrivergli4. Affettuosi saluti da tutti i miei a te e alla sig.a Adele; a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

chie recensioncine, non avendone nessuna in portafogli » {Lettere, n.

714, p. 499).

[802] 1 II Croce, un po’ spazientito, rispondeva {Lettere, Napoli, 1 agosto I9I5< n- 7T7> P- 500): « Dev’esserci una specie di iettatura su quel fasci¬ colo. Si tratta del n. 3 del 1913 (marzo) della Rass. bibl. del Flamini. Ne scrissi alla libr. della Voce, e me ne mandarono un altro per isbaglio; riscrissi; non mi risposero: scrissi al Flamini: non mi rispose. Ne ho scritto a te, e si è perduta la cartolina. Se questa ti giunge, cerca di piocuiai mi quel fascicolo, che manca alla mia collezione ». V. lett. seg. e lett. 823, p. 76, n. 3. 2 « Una breve e due più brevi ancora » {ivi, n. 716, p. 500). V. lett. seg. 3 « Tra l’altro », si era lamentato il Croce {ivi, ibid.), « con la scusa che gli spazzini municipali stanno alla frontiera, non si spazza più la città ». 4 Ma il De Ruggiero stesso, avvertirà il Croce, che lo aveva incon¬ trato, gli aveva detto (il 30 luglio) di avere scritto al Gentile proprio quel giorno {ivi, n. 717, p. 500).

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803 Pisa [fra il 3 e l’8 agosto 1913] Carissimo Benedetto, Per ora ti mando questi due articoli, perché sarai così più tranquillo; e prima di domenica ti manderò a Sor¬ rento le altre due brevi recensioni \ — Come vedi, mi sono licenziato dalla cultura siciliana 2. Stamane t’ho potuto mandare — ben legato e racco¬ mandato, che non scappasse! — il fascicolo che cercavi della Rassegna bibliografica, trovatosi per caso in tipogra¬ fia dopo non poche ricerche, perché tutte le copie sono consegnate alla Libreria della Voce. Quanto al Flamini, anch’egli è stato mobilitato, come tenente, e addetto alla censura di Bologna. Dove egli era andato contento, per¬ ché (dicono i maligni) aveva un altro stipendio, e grosse diarie. Ma poi è venuto il decreto che obbliga i militari impiegati ad optare tra i due stipendi; ed egli è rimasto in trappola. Certo è persona assai avida. E a Bologna, Uffi¬ cio centrale per la posta di tutta la zona di guerra, si trova in un mare magnum di lavoro tutto urgente e affan¬ noso. Questa è la ragione per cui non t’avrà risposto 3. Mi dispiace quel che mi dici delle angustie del povero Moni4. Nell’università non credo che si potrà far nulla

[803] 1 II Gentile soddisfaceva così in parte alle richieste del Croce, v. lett. prec., n. 2 e lett. seg. 2 V. lett. seg., n. 4. 3 V. lett. prec., n. 1. 4 Angustie economiche, causate dalla guerra. « Io vorrei », aveva scritto il Croce (Lettere, 3 agosto 1913, n. 718, pp. 300-1) « esser d’aiuto a quell’eccellente uomo, che ha speso l’intera vita negli studii, e, ora, a

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GIOVANNI GENTILE

per lui; perché qui ci sono ormai liberi docenti per tutte le materie, e quando ci fosse un incarico da dare, si do¬ vrebbe preferire il libero docente per esplicita disposi¬ zione di regolamento. Né forse ci saranno quest’anno in¬ carichi da conferire, salvo che per la storia moderna, es¬ sendosi arrolato [sic] il Salvemini. Incarichi per materie so¬ prannumerarie non se ne possono proporre per ovvie, quest’anno gravissime, ragioni di economia. — Nei licei in¬ vece credo che non sarà difficile ottenergli una supplenza (che gli frutterebbe poi di più d’un incarico universita¬ rio). Quest’anno molti dei professori titolari e dei soliti giovani laureati supplenti sono sotto le armi; e il ministero avrà bisogno di personale. Al liceo di Pisa ci sarebbe una cattedra di Latino e Greco 5; e chi sa quante altre, al¬ trove. E così pure di filosofìa. Ti consiglierei perciò di scrivere al Ministero per un liceo. Potrò scrivere anch’io al Fiorini6; ma tu avresti più efficacia. Sul Paoli non è da fare nessun assegnamento 7. È un cervello sconquassato, e nelle cose pratiche un fanciullo. Né ora è a Pisa.

48 anni è costretto a chieder loro qualche benefìcio pratico ». A quanto riferiva il Croce {ivi, ibid.), il Moni aspirava proprio ad una sistemazione di questo genere. V. lett. 791, n. 3 e 808, n. 2. Egli in seguito ottenne di insegnare Storia della filosofia a Parma, poi a Massa e, infine, a Lucca. Alla sua morte le sue carte e i suoi manoscrit¬ ti furono affidati al Gentile e sono conservati nel suo Archivio, mentre il Gentile stesso s’interessò a che la Normale di Pisa ne acquistasse i libri. h 11 Croce non avrebbe voluto per ora rivolgersi a V. Fiorini (v. lett. 801, n. 2), avendogli « dovuto dare parecchie noie di recente », ma si riprometteva « una volta avviata in qualche modo la cosa » di recarsi a Roma per parlare con lui « e con altri », perché avesse buon esito {Lettere, Sorrento, 9 agosto 1915, n. 719, p. 5oi). V. anche lett. 805. Il Croce aveva fatto il nome di A. Paoli come estimatore del Moni, e che, in quanto tale, avrebbe potuto affiancarsi al Gentile per sostenerne l’eventuale chiamata a Pisa {Lettere, n. 718,

p.

500).

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Auguro a te e ai tuoi buona villeggiatura. E ti vorrei pregare d’un favore, se ti fosse possibile. Mia suocera avrebbe modo d’essere accompagnata a Campobasso da un nipote; e vorrebbe andare a rivedere una sorella. Avresti ancora qualche biglietto di 2J classe, superfluo agli usi della tua famiglia in quest’anno che si viaggia così poco? Faresti felice mia suocera 8. Puoi dirmi se R. Ricciardi è a Napoli, e quale il suo indirizzo 9? Gli scrissi per un libro che volevo cercato da Regina 10 o altro antiquario, e non ne ho avuto risposta. Hai avuto l’opuscoletto mio per le nozze di Fazio "? Un abbraccio Dal tuo Giovanni Ebbi poi la tua prima cartolina, colla data, nel timbro di Napoli, del 1 agosto come la seconda cartolina. Dev’es¬ sere rimasta molti giorni a Napoli.

804 Pisa, 12/8 1915 Mio caro Benedetto, Ti acchiudo una lettera del De Sanctis al Jaja, trovata tra le sue carte, venute finalmente tra le mie mani. C’è

8 Ma il Croce non potrà accontentarla, avendo già dato i biglietti alla sua « cameriera piemontese, bramosa di andare a rivedere i suoi » (ivi, ibid.). 9 V. lett. 806, n. 4. 10 Gennaro Regina, fondatore di una ditta ancor oggi operante a Napoli. 11 G. Gentile, Lettere di Giuseppe Montanelli del 1848, per « Nozze Fazio-Carta, XII luglio MCMXV », Pisa, Nistri, 1915, (rist. in Albori

GIOVANNI GENTILE

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un bel carteggio, che si potrà pubblicare. Del De Sanctis questa sola lettera

Allora il Jaja era a Conversano.

A quest’ora avrai avute le altre 2 recensioni % che ti mandai lunedì mattina. Aspettiamo con vivo desiderio la fotografìa di Elena. Non mi dispiace l’incidente capitato allo Z.fottoli]* 1 2 3. Anche l’altro fratello, che è stato qui un paio di mesi, militare, non finiva di dir male. E non s’accorgono che una delle cause principali della nostra debolezza è ap¬ punto in questo pessimismo e scetticismo, di cui si fan belli tanti in Italia. Saluti affettuosi da tutta la famiglia alla sig.a Adele e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni Hai letto la mia conclusione sulla cultura siciliana? Ho detto delle sciocchezze 4?

della nuova Italia, cit., voi. II, pp. 137-43, in « Opere complete », XXI, PP- P>3-9)-

[804] 1 Questa lettera ritenuta « importante » dal Croce, che anzi si ram¬ maricava un poco per non averla potuta inserire nel Carteggio (Lettere, n. 721, p. 502), fu poi da lui pubblicata in Ricerche e documenti, cit., X. Il centenario di Fr. De Sanctis, Notizie e lettere, comunic. all’Acc. Pontaniana nella tornata del 17 giugno 1917, in « Atti », a. XLVII, 1917, mem. 11, pp. 20. L’originale è tutt’ora nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. 2 V. lett. prec., n. 1. Il Croce ne aveva sollecitato l’invio per poter «comporre, ossia fare impaginare il fascicolo» (Lettere, n. 719, p. 301). 3 Per « maldicenze sulla guerra » era stato arrestato Giampietro, fratello del « neutralista », collaboratore di « Italia Nostra », Angelandrea, « tornato per alcuni giorni dalla frontiera » (ivi, ibid.). 4 G. Gentile, Appunti, cit. La cultura siciliana, in « Critica », fase.

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805 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore Hotel Cocumella Sorrento (Pisa, 12.8.1915) Carissimo Benedetto, Nella lettera impostata stamane mi son dimenticato di dirti che ho scritto già al Moni, mettendomi a sua disposi¬ zione Tuo Giovanni P. S. - S’è finito di stampare il 1° volume dei Filosofi antichi e medievali \ Credi che io possa scrivere al Laterza che ora convien pagare il compenso a chi ha fatto il vo¬ lume, e le 150 lire a me? Ti prego di scrivermi un rigo in proposito * 1 2 3.

V-VI, pp. 369-83, e 448-58. Il Croce rassicurava il Gentile con queste parole: « È felicissima la caratteristica che dai della Sicilia intellettuale, della Sicilia che ora è morta; e il quadro può valere anche come un ingrandimento caricaturale di ciò che era la vita mentale di altre parti d’Italia in quel tempo » (Lettere, n. 720, p. 502).

[805] 1 V. lett. 803 e lett. seg. 2 S. Tommaso d’Aquino, Opuscoli e testi filosofici, scelti e annotati da

Bruno Nardi, 2 voli., Bari, Laterza, 1915-7. V. lett. seg. e lett. 839. 3 « Certamente, puoi scrivere al Laterza per quella richiesta », ri¬ spondeva subito il Croce (Lettere, n. 721, p. 502).

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806 Al Ch.mo Sig. Benedetto Croce Senatore Hotel Cocumella [sic] Sant’Agnello (Sorrento) 21 ! 8 1915 Carissimo Benedetto, Non mi dici se hai ricevuto la lettera del De Sanctis e le mie tre recensioni, che mi pare di avere indirizzate a Sorrento invece che a Sant’Agnello. Spero non si siano smarrite Ti chiedevo qualche cosa anche del Laterza. Ma ora gli scrivo direttamente; perché il Nardi ha bisogno, e ha finito il suo lavoro * 1 2. Il Moni ha fatto domanda per una supplenza di La¬ tino e Greco nel Liceo di Pisa. Quanto più presto potrai parlarne al Fiorini, tanto meglio sarà, perché il M. è privo di ogni titolo legale e ci vorrà un po’ di buon volere perché la sua domanda sia presa in considerazione. Ne ho scritto anch’io al Fiorini3. Bellissima la vostra Elena! Un abbraccio Dal tuo Giovanni

[806]

1 V. lett. 804. La preoccupazione di Gentile era infondata e il Croce si scuserà di non aver prima risposto alle sue domande a causa del « disordine della villeggiatura » {Lettere, n. 721,

p.

502).

2 V. lett. prec., n. 2. Bruno Nardi (1884-1968), storico della filosofia medievale. 3 V. lett. seg., n. 1.

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P. S. - Mi dici il recapito di Ricc. Ricciardi4?

807 J>/5> i9U

Carissimo Benedetto, Mando a te, invece che al Moni che si scoraggerebbe subito, la risposta che ho avuto dal Fiorini. Credo che senza il tuo intervento personale non si potrà ottener nulla; e sarebbe meglio che ti rivolgessi al Ministro \ Aspettiamo con desiderio la vostra venuta. Ho avuto il 4° volume della tua Letteratura della Nuova Italia * 1 2; ne ho riletto con gran piacere molte pagine, e mi congratulo con te del compimento così felicemente dato a una così larga e importante opera. Un abbraccio Dal tuo Giovanni

4 II Ricciardi, rispondeva il Croce (Lettere, n. 721, p. 502), afflitto da « mille guai per malattie in famiglia », si trovava in quel periodo a Portici, ma l'indirizzo napoletano era lo stesso.

[807] 1

V. lett. seg., n. 2.

2 B. Croce, op. cit., anche il III volume era uscito nel ’ij.



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808 Ch.mo Sig. Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli 17 seti, ipiy Mio caro Benedetto Grazie dell’opuscolo e della fotografìa della bellissima Elena, veramente simpatica e graziosa assai. Ci hai fatto proprio un grandissimo piacere con questo ritrattino, al quale tutti i miei han fatto gran festa. E molto bello an¬ che l’opuscolo da cui era accompagnato; e commovente per me quest’immagine della tua bimba associata a que¬ sto risorgimento de’ tuoi vecchi e cari amori letterari '. Quando dunque ci rivedremo? Il 25? S’intende che aspettiamo anche Donna Adele ed Elena. Quanto vi fer¬ merete? Ho avuto una visita fugace di De Ruggiero, che forse a quest’ora avrai veduto. Un abbraccio Dal tuo Giovanni Lo stesso Moni ti scrisse che s’è fatto come proponevi tu 2.

[808] 1 L’unico opuscolo del genere di questo periodo, conservato nelle miscellanee delle opere del Croce, raccolte dal Gentile, è Lucrezia d'Alagno, estr. dalla « Nuova Antologia », a. CLXXIX, 1915, pp. 30-46. 2 In proposito il Croce aveva scritto {Lettere, 6 sett. 1915, n. 722, pp. 502-3): « Mandai al Moni una letterina di risposta ricevuta dal Cancel¬ lieri [Antenore, anche lett. 1004, P- 34* 1. n. z] che prometteva di pren¬ dere a cuore la cosa. Dal Fiorini io non ho avuto ancora risposta. Sarà bene che tu informi il Moni, anche perché io sono persuaso che la via più efficace è di raccomandare la cosa (per mezzo di uomini politici toscani, per es. il Martini) al Rosadi, e magari suggerire al Rosadi di

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809 Pisa, 30 sett. 1915 Mio caro Benedetto, Ho fatto il calcolo degli scritti del De Meis che inclu¬ derei nel volume; e mi pare che ne risulterebbe un vo¬ lume di circa 350 pagine. Te ne acchiudo il sommario. Non darei altro ordinamento che il cronologico, perché come sai, il De Meis si mette quasi tutto in ciascuno dei suoi scritti. Nelle prime sei lettere del Dopo la laurea (che mi paiono letterariamente le migliori) c’è il succo del li¬ bro. Il cui titolo può campeggiare opportunamente nel frontespizio del volume perché in fondo il De Meis vale quasi soltanto per quel lato negativo che è studiato nel Dopo la laurea-, l’insoddisfazione della scienza, e di tutte le forme spirituali, che rimangono al di sotto della filosofia. Ma la filosofia in questa scelta è ridotta al minimo; e il volume mi pare che sarebbe interessante. — A me poi farebbe comodo pubblicarlo nei prossimi mesi, per quel poco che mi frutterebbe. Perciò te lo raccomando

domandare il mio avviso. Cerca di consigliare il Moni in questo senso. Potrei scrivere direttamente al ministro, ma è come già l’avessi fatto, scrivendo al suo segretario particolare Cancellieri; e d'altronde, se ora mi rivolgessi direttamente al Grippo (che non conosce nulla di queste cose e non fa nulla di sua iniziativa), dispiacerei al Cancellieri, che è stato sempre molto zelante e premuroso alle mie preghiere. Insomma, io insisto per la via indicata; e ti prego d'insistere col Moni, per la buona riuscita della cosa, di cui non mi celo certo le difficoltà ». V. lett. 840, p. 106, n. io.

[809] 1 II Gentile non potè realizzare questo suo progetto (v. anche lett. seg.). Riguardo all’editore, al quale avrebbe raccomandato di inserire

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Sono attorno alle recensioni* 1 2, che ti manderò costa [sic] tra pochissimi giorni. Noi continuiamo a gustare il piacere procuratoci dalla vostra visita. Donna Adele ha lasciato nella nostra fami¬ glia una impressione vivissima di simpatia e di affettuo¬ sità. Speriamo di rivedervi presto; e intanto vi siamo gra¬ tissimi di questi due giorni che ci avete fatto il regalo di passare insieme con noi3 * 5. Saluti affettuosi da tutti i miei, e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

8l0 Pisa 11 ott. 1915 Carissimo Benedetto, Non so più dove sei. Ma il Salza mi scrisse che avresti lasciato Torino ieri; e d altra parte mi pare sia trascorsa quella quindicina di giorni, che contavi di restar lontano

questo volume (ed uno del Solari, v. lett. seg., n. 3) nella Biblioteca di cultuia moderna, il Croce aveva anche aggiunto; « Vedrò che cosa mi 1 isponderà. Purché non gli venga il pensiero di brillare con qualche risposta spiritosa! Ma, in questo caso, combinerò tutto tra l’ottobre e il novembre, alla sua prossima gita a Napoli. Il Laterza riserba gli atti grandi alla penna: nella conversazione è ragionevole » (Lettere, Torino, 2 ott. 1915, n. 724, p. 504). V. lett. seg. Il Croce (ivi, n. 722,

p.

303) aveva chiesto « due o tre

recensioni di libri interessanti, e [...] piuttosto brevi».

5

E ringraziava anche B. Croce, promettendo, data la « facilità »

con cui ora avrebbe potuto passare da Pisa: « E ne profitterò, anzi ne profitteremo, e speriamo di condurre costà anche la bambina, specie se o quando la guerra sarà finita e riacquistata la pace dell’anima » (ivi, n. 724, p. 503).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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da Napoli. I invio quindi a Napoli queste recensioni che se mai ritroverai a casa tra poco. Scrissi a Fausto pel Vico. E poco dopo me lo vidi af¬ facciare improvvisamente; e ne abbiamo perciò parlato a voce a lungo. Purtroppo, Vico era stato messo da parte per una certa nausea. Io mi sono raccomandato molto; e scriverò e riscriverò finché la macchina si rimetta in moto, e proceda. Per l’indice ci siamo messi d’accordo * 1 2. Il Laterza avrà scritto anche a te insistendo per riman¬ dare il volume del Solari3 alla Collezione storica (di cui non ha nessuna idea chiara). Del De Meis pare che per ora non ne voglia sapere 4.

[810] 1 Nell’ultimo fascicolo della « Critica » del '15 furono pubblicate queste tre recensioni del Gentile: a G. G. Fichte, Discorsi alla nazione tedesca, introd. trad. e note di Enrico Rurich, Palermo, Sandron, 1914, pp. 463-6; a M. Losacco, Schelling, Palermo, Sandron, 1914, pp. 466-70 (v. anche lett. 825, pp. 77-8); e a G. B. Siragusa, Un carteggio inedito di Mi¬ chele Amari (dalla « Nuova Antologia », i° maggio, 1915, pp. 24-45), pp. 4701. 2 Per la tormentosa edizione della Scienza nuova seconda. Il primo volume era uscito nell’n, il secondo nel '13, e il terzo uscirà nel ’i6; in proposito il Croce aveva scritto: « ti rinnovo la preghiera di prendere tu la direzione (ahi, quanto noiosa!) dell'ultima parte del 30 voi. del Vico, curato da Nicolini. Il quale, se mi sfuggiva di mano a Napoli, figurati ora a Siena. Basti dire che da oltre un mese non risponde alla mie lettere! Tu bada: 1) che il lavoro proceda, e non sia da lui, come suole, interrotto per mesi e mesi; 2) che le note non dilaghino; 3) che l'indice sia ridotto al puro necessario, ossia ai soli nomi menzionati nel testo di Vico. E manda a me via via i fogli col tuo si stampi. Ti racco¬ mando ciò. Nicolini, tra l’altro, costringe il Laterza a tenere per anni infruttuoso un capitale! » {Lettere, n. 725, pp. 504-5). V. anche lett. 801 e 813. 3 La lettera dell’editore datata Bari, 8 ottobre 1915, è conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. Il libro di Arturo Solari, dovrebbe essere Gli Unni e Attila, pubblicato nel ’i6 dallo Spoerri di Pisa. 4 V. lett. prec., n. 1.

GIOVANNI GENTILE

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Quell’incarico, di cui ti parlai, nella Scuola Normale in questi giorni il Dini5 mi ha detto che è impossibile. E sarà un brutto anno. Pazienza! Io andrò a Roma pel Consiglio Superiore il 28. Sarà per una settimana. Ci potrai capitare? Accetta con la buona donna Adelina, a cui Erminia s’è affezionata assai, i saluti affettuosi di tutti noi Tuo Giovanni

8ll Illustre Sig. Benedetto Croce, Senatore Hotel Fiorina Torino (Pisa, 12.io.1915) Carissimo Benedetto, Pensando che tu sia in viaggio o già a Napoli, ti mando colà le mie recensioni per la Critica ', con una lettera. Te lo scrivo pel caso che tu ancora non avessi lasciato Torino, e stessi in pensiero. Dammi tue notizie. Un abbraccio Dal tuo Giovanni 5 Ulisse Dini, direttore della Normale a Pisa, e vicepresidente del Consiglio Superiore della P.l. dal i° luglio del 1915 al 30 giugno del 1917. V. più avanti, lett. 844, p. no.

[811]

1 V. lett. prec. Per il Croce erano « ottime » (Lettere, n. 726, p. 205).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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812 All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Roma 2^/X 1915 Carissimo Benedetto, Sono a Roma da ier l’altro al Consiglio Superiore. Il Pèrcopo ieri sera mi venne a trovare per cercar te, che gli avresti scritto di dover essere qui con me il 28. Spero quindi che abbi infatti intenzione di venire. Io rimarrò ancora quattro o cinque giorni. Avvisami un giorno in¬ nanzi, perché io possa assicurarmi qualche ora di libertà utile per stare insieme. — Spero che la tua bimba si sia del tutto rimessa. Accetta con Donna Adelina molti affettuosi saluti Dal tuo Giovanni P. S. - Io sto presso mio cognato in Via Vicenza 38. Ma meglio che tu mi scriva al Cons. Superiore.

813 Pisa, 12/XI1915 Mio caro Benedetto, Da Roma scrissi due volte a Fausto. Alla prima carto¬ lina rispose Nicolino che papà era ammalato; e che ap¬ pena rimesso, mi avrebbe mandato quanto io aspettavo. Riscrissi, naturalmente, dopo pochi giorni per chieder conto della sua salute, e sollecitare il disbrigo delle bozze nel caso che si fosse guarito. Ne ricevo una lunga lettera

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GIOVANNI GENTILE

qui, dove mi parla di molte cose; ma né pur una parola di Vico

Riscrivo oggi stesso; e tornerò a riscrivere non

meno di due volte per settimana. Non dubitare * 2. Ti ringrazio del ms. comunicatomi del tuo articolo pedagogico, che ho letto, come puoi immaginare, con grandissimo piacere e col più vivo consenso 3. Il Pitman mi ha scritto per VHegel4, e ho accettato. Lessi nelle bozze della Critica, che ebbi a Roma l’inte¬ ressantissima primizia delle tue memorie di critico 5, che piacerà molto e sarà molto gustato. Il lavoro sulla storio¬ grafia si fa sempre più importante e attraente 6. E molto

[813] La lettera di F. Nicolini, datata Siena, io novembre 1915, è conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. 2 V. lett. 810, n. 2. Il Croce non si stancava di pregare il Gentile perché vigilasse su questo lavoro del Nicolini: così aveva fatto il 23 ottobre (Lettere, n. 726, p. 505): « Ti raccomando caldamente di farti spedire dal Nic. i fogli di Vico e mettervi il si stampi e mandarli a me. Pensa che da 3 mesi tutto è sospeso!! E Nic. non fa altro, perché Laterza si lamenta che siano sospese o procedano malissimo anche le bozze degli Scr. d'It. Se tu non gli stai sopra con due cartoline la setti¬ mana, non ne caverai nulla ». Il 23 novembre (ivi, n. 727, p. 303) tirava in ballo anche gli strepiti del tipografo Francesco Giannini e così anche il giorno successivo (ivi, n. 728, p. 306), aggiungendo questo postscriptum (che manca nell’ed. Mondadori): « Nicolini verrà a Napoli in questi giorni, ma io non gli dirò una parola del Vico, non volendo guastarmi il sangue, ormai saturo di veleni nicoliniani ». V. lett. seg.

5

Croce, Aesthetics and Education, The Encyclopaedia and Diction-

ary of Education, a cura di F. Watson, London, I. Pitman & Sons, 1921, 4 voli., I, pp. 21-3. 4 Ivi’ v°f IV. PP- 791-2- Pubblichiamo in Appendice I questo testo del Gentile restato sconosciuto. La lettera dell'editore inglese, datata 2 ottobre 1913, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. 5 B. Croce, Dalle «Memorie di un critico», in «Critica», cit., pp. 472-9 (1 ist., con i successivi 2 articoli del 1916 e 1917, in Aneddoti di varia letteratura, IV2, cit., pp. 413-61). 6 Id., La storiografia italiana, cit., il IV della serie era pubblicato in

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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anche mi ha fatto piacere quello che hai scritto del Sai¬ nati * * 7, eccellente giovane trattato male, per questo lavo¬ ro, dal Flamini, e che sarà tanto incoraggiato ora dalla tua lode. Ti prego di dirmi se tu ti sei rimesso interamente, e come stanno D‘ Adelina e la cara Elena. Saluti affettuosi da tutti i miei, e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

814 Pisa 28 nov. 15 Mio caro Benedetto, Non t’avevo più scritto perché da una lettera di Fau¬ sto avevo capito ch’egli a quest’ora sarebbe stato a Na¬ poli; ed ero sicuro che, se non tu a lui, egli a te avrebbe certamente parlato del Vico. Intorno al quale l’ultima volta che mi scrisse perdetti quel po’ di speranza, che avevo concepito per sue precedenti assicurazioni, inten¬ dendo che il suo animo ora è poco o nulla disposto a questo lavoro, e che ogni incitamento difficilmente può svegliarlo. Io ho adoperato i mezzi che mi paiono più efficaci su Fausto, ossia gli argomenti diretti al cuore anzi che alla ragione; e qualche cosa mi pareva d’avere otte¬ nuto, quando l’ultima sua lettera mi venne a togliere questa che era un’illusione. Giacché tu desideri non dir-

« Critica », cit., pp. 405-33, col titolo II sentimento politico nazionale e il suo incontro col pensiero storiografico. 7 Id., ree. a Augusto Sainati, La lirica di T. Tasso, Pisa, Nistri, 19x2-5, « ivi », pp. 459-61.

GIOVANNI GENTILE

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gli proprio nulla ora che v’incontrate, ripiglio io il carteg¬ gio in questi giorni sospeso '. Sto scrivendo l’art. sulla Toscana * 1 2. E sarebbe già fi¬ nito se, all’atto dello stenderlo, non avessi sentito il biso¬ gno di chiarire bene a me stesso certi antecedenti, a cui non avevo mai pensato, e che mi pare ora gettino una viva luce sul periodo da me studiato. Certamente avrai tutto prima del io dicembre 3. Non ho potuto ancora vedere il volume che mi indichi del De Sarlo 4. Sarà, se mai, per quest’altra volta.

[814] 1 V. lett. prec. Il Croce era giunto ormai all’esasperazione: « Fau¬ sto è venuto [...] Sta benissimo in salute [...] Del Vico non mi ha par¬ lato, né si è scusato e io non glie ne ho parlato, perché questo silenzio stimo la sola arma efficace che ancora mi resti con lui. Se, come è probabile, anche questa riuscirà inefficace, se ai primi di dicembre il lavoro non sarà stato ripreso per non più interromperlo, ti prego di scrivergli, anzi di trascrivergli queste semplici parole: “ Croce m'inca¬ rica di avvertirti che, considerando vane le insistenze presso di te e poco solide le tue promesse, ha richiamato dalla tipografia i fogli del 30 volume, e darà egli compimento all’opera, sopprimendo le note, che non sono necessarie, e facendo di meno dell’indice, che non è indi¬ spensabile

. Questa, del resto, non è una semplice minaccia, ma una

seria intenzione che ho di farla finita. Tanto, il testo è tutto stampato: ciò che manca sono le appendici, di poca importanza, e sulle quali Nic. si proponeva di spargere i fiumi della sua erudizione » (Lettere, 29.XI.15, n. 720, p. 506). V. lett. seg.

2

G. Gentile, Appunti per la stona della cultura in Italia nella seconda

metà del secolo XIX. IV. La cultura toscana, in «Critica», a. XIV, 1916, fase. I, pp. 42-60, primo di una serie, che impegnerà il Gentile negli anni successivi, concludendosi nel '20 (rist. in Gino Capponi e la cultura toscana del secolo decimonono, Firenze, Vallecchi, 1922, in « Opere com¬ plete », XXIII, Firenze, Sansoni, 1958). V. lett. 783. 5 L’urgenza dell'invio era dovuta a motivi di impaginazione (Let¬ tere, n. 728, p. 506). 4 V. G. Gentile, ree. a Fr. De Sarlo, Il pensiero moderno, Palermo,

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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Io non so poi quando potrò tornare a Roma. Durante le sedute del Consiglio Superiore Grippo mi comunicò che mi nominava membro d’una sezione della Giunta * * * * 5; per la quale mi sarebbe toccato di passare, in media, una settimana o diecina di giorni ogni due mesi a Roma. E la prima volta, presumibilmente, intorno alla metà di di¬ cembre. E aspettavo il decreto, quando è venuto un De¬ creto

Luogotenenziale

che

sospende

la

rinnovazione

di quella Sezione; e, a quanto pare, io resterò fuori. Ma ancora non son certo se questa sospensione riguar¬ da i soli membri elettivi o quelli anche di nomina mi¬ nisteriale 6. Se andrò, s’intende bene che ti avvertirò. Accetta con Da Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei. Un bacio alla cara Elena e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

Sandron, s.d. ma 1915, in « Critica », a. XIV, 1916, cit., pp. 299-303 (rist. in Saggi critici, Serie seconda, Firenze, Vallecchi, 1927, col titolo Idee oscure di un filosofo spiritualista, pp. 131-7). Il Croce proponendone al Gentile la recensione per il fase, di gennaio, aveva definito, senza dub¬ bio con ironia, il libro « poderoso » e « illustre » il suo autore (Lettere, n. 727, p. 505). 5 Ma ciò avvenne più tardi, con Decreto ministeriale del 19 feb¬ braio 1916 (« Boll. Uff. », a. XLIII, 1916, voi. I, n. 8, p. 404). 6 II D.L. del 25 novembre 19x5, n. 1863, sospendeva « la rinnova¬ zione dei componenti elettivi della sessione per l’istruzione primaria e popolare... gli attuali componenti elettivi restano in carica Fino a nuova disposizione » (cfr. « Boll. Uff. », a. XLIII, 1916, pp. 153-4).

6o

GIOVANNI GENTILE

815 Pisa 7 die. 1915 Mio caro Benedetto Ti mando l’articolo e due recensioni* 1; e ti prego di rassicurarmi sul loro arrivo. Mi pare che non mi chiedessi altro per questo fascicolo. A Fausto scriverò nel senso da te desiderato (e che io credo sia l’unico, per cui si possa uscirne una buona volta!) appena avrò avuto da lui risposta a un’ultima solle¬ citazione. Credo anch’io che si possa troncare oramai senza grave perdita 2. Ti prego di riflettere se puoi tu porgere qualche aiuto al nostro Donadoni3, che aspira a succedere a Messina al Pellizzari, nell’incarico di Lettere italiane. Dove egli mi dice che si contenterebbe di restare indefinitamente a sostituire il Barbi, poiché economicamente non ci perde¬ rebbe e moralmente vi troverebbe tutta la soddisfazione a cui può aspirare, data la grande difficoltà per lui di vincere un concorso. La Facoltà gli è in parte favorevole; ma in parte sta piuttosto per Ezio Levi4; e per questo sta il Ciccotti che interviene in questa deliberazione più

[815] 1

G. Gentile, La cultura toscana, cit.; le recensioni pubblicate nel

fase. 1 della « Critica » del 1916 furono: a Giuseppe Filiasi, Appunti di metafisica, Napoli, Pierro, 1913, L’inerzia, il principio di causalità e il dogma della Creazione, Napoli, Giannini, 1913, pp. 61-4; e a E. Iroilo, Sul concetto di storia della filosofila-, prolus. (estr. dalla « Riv. di fìlos. », mag¬ gio-giugno 1915), pp. 64-6. 2 V. lett. prec., n. 1.

5 Eugenio Donadoni, libero docente, incaricato per un anno al¬ l'Istituto Superiore Suor Orsola Benincasa di Napoli. 4

Insegnante di lettere alla R. Accademia Navale di Livorno.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

6l

energicamente di tutti perché il Flamini e qualche altro prof, di Italiano da lui interrogati gli han detto risolutamente preferibile il Levi, per un voto avuto da costui nelfultimo concorso universitario 5. Viceversa nel prece¬ dente concorso pel Magistero di Roma, Donadoni ne ebbe due, voti, e Levi nessuno 6. Al Donadoni basterebbe avere un altro favorevole a Messina oltre quelli che già sono per lui, per riuscire, e mi ha chiesto che io scrivessi al Michelangeli — per informarlo dei titoli che lo fanno aspirare a tale incarico. Ma io non conosco questo Miche¬ langeli 7, e non mi pare di potermi mescolare in questa faccenda. Ma se tu sei col Ciccotti nelle relazioni d’un tempo, non gli potresti dare qualche ragguaglio sull'inge¬ gno, gli studi e la competenza del Donadoni, di cui pare che il Ciccotti non abbia sentito mai parlare? Per la Fa¬ coltà di Messina col Donadoni ci sarebbe il vantaggio di avere un insegnante disposto ad occuparsi con amore della scuola e a restare a Messina; senza dire della gran¬ dissima superiorità del Donadoni come insegnante ri¬ spetto al Levi. A Milano mi diceva lo Scherillo che Dona¬ doni ha destato l’ammirazione dei professori e l’entusia¬ smo degli scolari col suo corso libero all’Accademia. Vedi, dunque, se t’è possibile fare qualche cosa in suo aiuto 8.

5 II concorso alla cattedra di Letteratura italiana all’Università di Genova, tenutosi tra il 16 e il 24 marzo 1915 (cfr. « Boll. Uff. », a. XLIII, 1916, voi. II, n. 30, pp. 1826-30). 6 Per la cattedra di Storia critica della Letteratura italiana, che si era svolto tra il i° e il 13 giugno, e dunque era posteriore a quello di Genova (« Boll. Uff. », a. XLII, 1916, voi. I, n. 3). 7 Luigi Alessandro Michelangeli, ordinario di Letteratura greca e preside della Facoltà di filosofia e lettere di Messina. La lettera di E. Donadoni, datata Milano 2 dicembre 1913, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. 8 II Croce, pur manifestando la massima stima per il Donadoni (il

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GIOVANNI GENTILE

Ho avuto in questi giorni Fortunatino con una grave bronchite, e il timore che si manifestasse da un momento all’altro una polmonite. Ora questo pericolo è scom¬ parso, e il bimbo sta molto meglio. Saluti affettuosi da tutti i miei alla Sig.a Adelina e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

8l6 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa 22 / XII 1915 Mio caro Benedetto, — Ho scritto a Fausto, netta¬ mente, quale è il nostro pensiero circa l'indice vichiano; e spero che egli abbandonerà la sua idea \ Grazie del

quale del resto gli aveva scritto direttamente), rispondeva {Lettere, n. 730, p. 507) che era per lui inaccettabile appoggiare l’uno o l’altro dei due studiosi che aveva visto frequentare la sua casa « sempre insieme » da « amici intimissimi ». A suo parere, era « assai difficile » smontare « la triade Barbi-Mazzoni-Pellizzari » mentre il Ciccotti « professore in partibus » e sempre più interessato alle vicende politiche, non avrebbe preso in considerazione nessuno e tanto meno un suo « raccoman¬ dato ». Il Donadoni comunque ottenne l’incarico a Messina, dove in¬ segnò fino al 1920. V. anche lett. 883, p. 174. [816] 1 V. lett. 814 e 821. Il Croce aveva scritto in proposito: « Nicolini mi ha scritto per Vico; e io gli ho risposto che se la veda con te. Vuol

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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nuovo fascicolo di lettere al De Meis, gustosissimo dal principio alla fine, oltre che importante. Mi ci son di¬ vertito assai* 2. Il soprannome che De M. dava al Berti3 era cosà. Fortunatino oggi finalmente ha potuto lasciare il letto, e sta benino, quantunque gli essudati non siano stati ancora interamente riassorbiti. Auguro a te e ai tuoi, a nome di tutta la famiglia ottime feste, e ti abbraccio tuo Giovanni P. S. - Rimandai le bozze al Pietrarota lo stesso giorno. Avrai avuto il foglio di Vico licenziato da alcuni giorni.

817

[Dicembre 1915] Carissimo Benedetto, Ti rimando, dopo averle accuratamente rivedute (e

mettere nell’indice tutti i nomi citati nelle note-, e promette che con ciò l’indice non supererà le 30 pagine. Ma io suppongo che sia una delle sue solite astuzie per farsi dare il consenso, e poi ci regalerà un indice lunghissimo, inutile, e dannosissimo (economicamente) al Laterza. Ti prego dunque di vigilare su ciò. Credo che tutto dipenda dal fatto che, avendo egli già spogliato alcune centinaia di pagine con quel proposito di un indice mastodontico, ora non vuol ricominciare il lavoro con proposito più discreto. Tu faglielo ricominciare, se è necessario» (Let¬ tere, n. 731, p. 308). 2 B. Croce, Ricerche e documenti desanctisiani, IX. Dal carteggio inedito di A.C. De Meis, documenti comunic. all’Acc. Pontaniana nella tornata del 7 novembre 1915, in « Atti », a. XLV, 1913, mem. 9, p. 36. 3 Domenico Berti.

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GIOVANNI GENTILE

fatto qualche segno, qua e là, anche alle cose tue), le bozze della Critica. Mi pare questa volta un fascicolo bel¬

lissimo '. La pagina sul Treitschke è stupenda * 2! E i Ri¬ cordi del critico saranno gustatissimi3. Fammi un piacere. Tu mi parlasti qui di due opuscoli del Baldasseroni, che mi interessavano. Dammi l’indica¬ zione precisa, indicandomi se è il caso, donde sono estratti; perché non riesco, per una serie d’incidenti cu¬ riosissimi, a procurarmeli da parte dell’autore, che pure è un mio amico 4. E vorrei vederli.

[817] Il Croce, oltre a compiacersi di questo apprezzamento, forniva anche un quadro del lavoro compiuto e dei progetti futuri per la rivi¬ sta: « Io ho usato ogni industria l’anno scorso per rendere attraenti i fascicoli: consapevole che il mio lavoro sulla storiografia cominciava con la parte più astratta, e che le lezioni del De Sanctis cominciavano con le più povere, grammaticali e rettoriche. Quest’anno, per queste due rubriche, le cose andranno meglio: ma tuttavia è necessario far qualcosa di più immediatamente conforme ai tempi: donde le postille. — Prevedo che, dopo la guerra scriverò molte pagine di critica ai tedeschi, specie ai loro scienziati. Ora è meglio fare l’opposto: e, d’al¬ tronde, le pubblicazioni tedesche non giungono, e qualche manifesta¬ zione pseudoscientifica (come quella del Kohler a favore del Papato e del potere temporale) non si può bene criticare sugli estratti sproposi¬ tati dei nostri giornali » (Lettere, Napoli, 27 die. 1915, n. 732, p. 509). V. lett. 782, p. 7, n. 9 e 885, pp. 177-8.

2

B. Croce, Un nome abominato, in « Critica », a. XIV, fase, cit., pp.

78-80 (rist. in Pagine sulla guerra 2, cit.., pp. 79-81). A proposito dell’acco¬ glienza ricevuta dalle sue « postille », il Croce riferirà questo episodio: « Il Mercure de France, che si era messo a tradurre le mie postille e a felicitare per esse 1 Italia della sua libertà di pensiero, ha ricevuto un’intimazione della Massoneria milanese, e ha turato la bocca al suo redattore che scriveva delle cose italiane! » {Lettere, n. 732, pp. 510-1). V. anche, più avanti, lett. 837, p. 100. 3 Id., Dalle «Memorie di un critico », cit., « ivi », pp. 68-75.

4

Francesco Baldasseroni, Il primo ventennio dell'Arch. stor. ital. noti¬

zie e docc. estr. dal voi. L Arch. stor. ital. e l’opera cinquantenaria della R.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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Aspetto risposta da Fausto sull’indice vichiano * * * * 5. Un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Credo che tu rivedrai ancora una volta le bozze di questo fascicolo. Ti prego allora di badare all’esecu¬ zione delle correzioni che ho dovuto fare.

818 Pisa 29 /XII1915 Carissimo Benedetto, Il Prezzolini credeva che si sarebbe fermato qui per l’istruzione delle reclute. Invece, appena giunto qui, do¬ vette recarsi in provincia; e poi fu mandato definitiva¬ mente a Novara (dov’è in via, o piazza Garibaldi 2). Gli ho scritto alcuni giorni fa che tu desideravi sue notizie

e

certamente ti scriverà.

Deputazione toscana di storia patria, s.d. (ma 1914); Il Rinnovamento civile in Toscana. Dall’Antologia all'Archìvio storico, Roma, Loescher, 1914 (R. Deputazione toscana di Storia Patria, monografie storiche, n. 1); inol¬ tre il Croce avrebbe segnalato anche (Lettere, n. 732, p. 509): « un im¬ portante opuscolo, pieno di lettere inedite: Michele Amari, e G. P. Vieusseux (estr. dall'Arch. stor. ital., 1913) » a cura dello stesso Baldasseroni. V. lett. seg. Il Baldasseroni era libero docente di storia moderna all’Isti¬ tuto di studi superiori di Firenze. 5 V. lett. prec., n. 1.

[818] 1 II Croce aveva saputo che si trovava « in riposo » a Pisa (Lettere, n. 730, p. 508 e n. 732, p. 509).

66

GIOVANNI GENTILE

Avevo saputo anch’io del nostro Casati al fronte 2; e ho pregato la signora che mi voglia dare un po’ spesso sue notizie. — Il Salvemini è stato riformato, perché sof¬ friva di febbri reumatiche, e, d’altra parte, quando noi di qui proponemmo che fosse supplito, il Ministero del¬ l’Istruzione ci rispose che avrebbe fatto pratiche presso quello della Guerra perché egli fosse restituito all’inse¬ gnamento. — Ora mi si dice che egli in marzo sposerà l’ex-moglie del Luchaire 3, che ha divorziato dal primo marito! La morte del povero Novati, col quale in questi ultimi tempi avevo stretto amicizia, mi ha addolorato as¬ sai 4. Gli avevo scritto tre giorni fa pel suo ultimo volume su Stendhal5, che m’aveva mandato; ma quest’ultimo mio saluto non gli sarà giunto in tempo. Il disegno che s’era formato pel Giornale Storico, natu¬ ralmente, va a monte 6. E temo che andrà anche smarrito

2 Era questa per il Casati, che si trovava « in prima linea, a Levico, e quasi ogni giorno [...] esposto al fuoco », una delle tante preoccupa¬ zioni causate dalla guerra, che affliggevano il Croce conte una « cappa di piombo » e da cui non sapeva sollevarsi altro che leggendo continuamente (Lettere, n. 732, p. 509). 3 Fernande D’Auriac. Su J. Luchaire v. qui voi. II, p. 307, n. 1. Al Croce risultava che il Salvemini fosse « tornato mezzo rovinato dalle trincee, con la nefrite» (ivi, ibid.). 4 Era morto il 27 dicembre, lasciando il Croce, che lo aveva incon¬ trato a Milano nell’ottobre e lo aspettava a Napoli per il gennaio, « tutto stordito », per questa che era a suo avviso « una vera perdita per gli studii ». Ed anche « una pena speciale» sarebbe stata per lui e per la moglie non rivedere più questa « persona molto buona e gen¬ tile » che, avevano avuto per « compagno di villeggiatura » l’anno pre¬ cedente (ivi, ibid.). 5 F. Novati, Stendhal e l'anima italiana, Milano, Cogliati, 1915. 6 Nelle lettere datate Milano, 29 marzo e 19 luglio, 1915 (conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile), il Novati aveva dapprima propo¬ sto di condirigere col Gentile una nuova serie degli « Studi Medie¬ vali », e poi, accettando il suggerimento del Gentile stesso, di puntare

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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il ms. che gli avevo mandato parecchi mesi addietro, d’un mio lungo articolo pel primo fascicolo della nuova serie del Giornale * * * * 7. Grazie delle indicazioni Baldasseroni [sic]. L’ultimo scritto l’avevo visto perché

è

ne\V Archivio storico 8.

Preparerò in tempo una lunga recensione nel venturo fascicolo della Critica. Credevo che recensioni lunghe tu non ne volessi, e perciò non ne avevo più fatte 9. Fausto tace, molto dignitosamente IO! Accetta caro Benedetto, gli augurii di tutti i miei, e un abbraccio Dal tuo Giovanni

819 Pisa 4/1 ipi6 Mio caro Benedetto, Tu sai che pel 1915 e pel 1916 io prendo dal Laterza metà dei soliti proventi della Critica, ossia lire 600. Per l’anno testé finito le ho riscosse. Ora vorrei pregarti di dirmi se quel che rende la Critica

è

sempre tale che tu sia

in grado di continuare ad aggiungere del tuo, come negli

invece sul « Giornale storico », aveva chiesto la sua collaborazione per dare alla rivista un carattere nuovo, cosicché il Gentile aveva sperato di poter realizzare in questo modo il progetto, disegnato col Casati, per una rivista di studi filosofico-religiosi. V. più avanti, lett. 883. 7 Ma v. più avanti, lett. 823, n. 4. s V. lett. prec. 9 Era desiderio del Croce che il Gentile pensasse « a qualche ampia recensione » per non continuare « a dare troppo De Sanctis » (Lettere, n. 732, p. 510). ,0 V. lett. prec.

68

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anni passati, altre 400 lire a quel che mi vien mandato dal Laterza '. E nel caso affermativo — ma ti prego di parlarmi francamente in proposito — ti pregherei di vo¬ lermi pur mandare la metà di queste 400 pel 1915, perché nelle attuali angustie mi farebbero comodo. Se la situa¬ zione della Critica fosse anch’essa peggiorata % fa conto che io non ti abbia parlato di nulla, e scusami. Fammi sapere se Fausto ha scritto a te dell’indice * 1 2 3. A me non risponde. Affettuosi saluti dal Tuo Giovanni

[819] 1 II Croce si scusava addirittura di questo mancato aumento, avendo egli creduto erroneamente di aver già dato le relative disposi¬ zioni al Laterza, cosa che si riproponeva di fare subito provvedendo per l’immediato egli stesso all’invio della somma integrativa (questa parte della lettera n. 733, p. 511, non è stata pubblicata nell’ed. Mondadori). V. lett. seg. n. 1. 2 Questo calo della rivista, verificatosi a partire dal 1911 e accen¬ tuatosi con il periodo bellico, era ammesso dal Croce, che lo attribuiva anche all'influsso di quella «corrente giornalistica» che amava dipin¬ gerlo come « pedante e noioso »; ma questo non avrebbe pesato sul « lavoro e compenso » del Gentile, assicurava il Croce, che sperava di recuperare il terreno perduto e riteneva che comunque i lettori del¬ la rivista, forse meno numerosi ma magari « più intelligenti », sareb¬ bero stati «sempre bastevoli » (Lettere, 5.1.1916, n. 733, seg. n. 5.

p.

511). V. lett.

3 II Nicolini non aveva più scritto neppure al Croce, anche perché questi, dopo averlo «affidato» al Gentile, gli aveva concesso di rivorgerglisi «solo per qualche collazione da fare nelle biblioteche napole¬ tane» (Lettere, n. 733, p. 511). V. lett. seg. n. 4 e lett. 821.

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Pisa 12/1 1916 Mio caro Benedetto, Ho ricevuto da tuo fratello Alfonso le 200 lire '; e ti son grato assai di avermele mandate, come ti prego di ringraziarmi anche Alfonso e dargli i miei affettuosi saluti. Ti prego di dirmi se il Saggio del Locke è sempre da far tradurre; perché avrei trovato qui finalmente la per¬ sona capacissima e volenterosa, sulla quale fare assegna¬ mento: il prof. Guido Bonifazi, che insegna inglese al¬ l'Accademia Navale a Livorno e qui nella Scuola Nor¬ male; del quale anche tu conoscerai forse alcune eccel¬ lenti traduzioni di versi, e che io conosco anche per¬ sonalmente come un assai brav’uomo. Dimmi se gli posso affidare questo incarico \ Una sig.na Cardini di costà m’ha offerto, per tuo consi¬ glio, una traduzione sua della Fisica aristotelica 3. Io ho

[820] 1 V. lett. prec., n. 1. 2 « Il Locke è senza impegni... » rispondeva il Croce (Lettere, 13.1.1916, n. 734, p. 511; avvertiamo che i puntini sono del Croce). Ma v. qui voi. Ili, lett. 490, p. 308. 3 Maria Cardini, (poi in 7’impanaro, 1890-1978), veniva così presen¬ tata dal Croce: « laureata in lettere, poetessa [...] scolara dell’Olivieri, che sembra le abbia consigliato quel lavoro. Dice di volervi attendere con tutta serietà [...] io la conosco come poetessa, non priva di qualche attitudine artistica, ma disperdentesi sempre più nel futurismo... » (Let¬ tere, ibid.; i puntini dopo la parola «futurismo» sono del Croce). Del progetto della Cardini, che, a dispetto del suo « futurismo » si confermò valente studiosa e traduttrice di pensatori antichi, è traccia anche nelle sue lettere, conservate nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile,'ma igno-

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risposto accettando, ma pregando la signorina di man¬ darmi intanto qualche pagina di saggio. Anche per darle in tempo qualche avvertimento, se occorre. Il Nicolini tace sempre, quantunque io sia tornato an¬ cora a scrivergli; e non gli scrivo ora per qualche giorno per non far perdere ogni efficacia a’ miei tentativi* * 4 5. Quello che mi accenni della Critica mi rincresce, quantunque io lo sospettassi, e non mi lascia tranquillo. Se anche quest’anno gli abbonati continuassero a sce¬ mare, bisognerà ridurre anche il mio compenso, che non può essere immutabile \ Accetta con la Signora Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei, un bacio a Elena, e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

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R. Università di Pisa Facoltà di Scienze Fisiche Matematiche e Naturali Pisa, 29/1, 1916 Mio caro Benedetto, Sto scrivendo gli articoli per la Critica che avrai nei

riamo le ragioni per cui non venne poi realizzato. V. anche lett. 838, p. 103, n. 5. 4 V. lett. prec. n. 3 e lett. seg. 5 Ma il Croce lo tranquillizzava asserendo che il bilancio, ancora attivo della rivista consentiva di corrispondergli il compenso, senza rimetterci. E augurandosi che con la fine della guerra si avesse « una ripresa di interessi letterarii », sottolineava questa sua fiducia annun¬ ciando di stare già « preparando la materia per la Critica dal 1919 al 1922 » (Lettere, n. 734, pp. 511-2).

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primi giorni di febbraio

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— Ti ho rinviato un foglio del

Vico del nostro Fausto, il quale Finalmente s’è svegliato addossando tutta la colpa al Giannini, che gli avrebbe fatto aspettare tanto queste ultime bozze * 2. Avevo sentito dal Solari dello sfogo del Billia contro di te; ma non ho visto l'articolo 3, e da un pezzo il B. mi sfugge forse appunto per quest’articolo, del quale teme che io gli parli. Tu hai fatto benissimo a non scrivergli, perché ci avresti perduto il tempo. È un uomo, con tutta la sua unzione religiosa, che schizza fiele da tutte le parti, e si nutre di malignità e di odio. Io ho avuto varie volte occasione di rimproverarlo di questa flagrante contraddi¬ zione tra la sua dottrina e il suo animo; ma egli si difende protestando che diffida per sistema di tutte le interpreta¬ zioni hegeliane; giacché ogni parola che esce dalla mia bocca dev’essere per forza hegeliana, e come tale giudi¬ cata! Sicché, conoscendo ormai il temperamento pazzesco dell'uomo, io mi sono oramai ridotto a lasciarlo dire e a congratularmi con lui di tutte le sciocchezze ingegnose che è felice di dire. Se lo vedo e il discorso cade in taglio, gli dirò che tu lo perdoni, quantunque questa comunica¬ zione non potrà che accrescere il suo dispetto contro di te. So infatti che, appena uscita la tua postilla 4, egli andò su tutte le furie perché convinto che tu gli avevi voluto

[821] ’ Li aveva richiesti il Croce insieme a « un dattilo (cioè una lunga e due brevi) di recensioni » (Lettere, n. 733, p. 312). 2 V. lett. 813 e lett. prec. La lettera di F. Nicolini datata Siena, 26 gennaio 1916, è conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. 3 Sull’« Azione » del i° gennaio 1916 (giornale liberaldemocratico, pubblicato a Milano la domenica), col titolo Becero 0 gesuita. 4 B. Croce, Infingimenti di stravaganza, in « Critica », a. XIII, 1913, fase. V, pp. 403-4 (rist. in Pagine sparse, I3, cit., pp. 328-30). A proposito dell’articolo del Billia il Croce aveva scritto: «vomita ogni sorta d’in-

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dare sul serio la patente di pazzo. E questa convinzione (poveretto!) naturalmente gli ha fatto male; tanto che io, informato di ciò, non ho mai avuto l’animo di parlar¬ gliene, per paura d’inacerbirgli una piaga troppo viva. Ho avuto e ho letto il tuo bellissimo volume sui Teatri di Napoli5, così solido e così elegante! Ne è venuto un vivissimo quadro storico, in cui attraverso il teatro si vede tanta parte della vita napoletana, rappresentata con com¬ mosso animo di napoletano. Sei stato bene inspirato a riprendere tutti i materiali delle tue ricerche giovanili per animarli del tuo nuovo spirito maturo, ma ringiova¬ nito e quasi rinfrescato da questo ritorno a un mondo per te tramontato. Tutto il libro è percorso dalle sensazioni di gioia malinconica che questo lavoro deve averti pro¬ curate! Mi hai lasciato sperare una tua visita, recandoti a tro¬ vare il Casati a Milano. Hai saputo poi se egli va a casa? E tu passerai6? Noi si sta bene. Io lavoro molto, ma son contento della salute. Accetta con la sig.a Adelina i saluti di tutti i miei, e abbimi sempre aff.mo tuo Giovanni

giurie contro di me, e se la prende anche con lo Spaventa. Leggilo e ti divertirai. Sembra che 1 autore abbia voluto affrettarsi a documentare che egli è un pazzo. Volevo rispondergli in privato per calmarlo e persuaderlo del suo torto, nell’aver inteso al rovescio alcune mie pa¬ role generose e affettuose: ma ciò supporrebbe in me la convinzione che sia una persona ragionevole o riducibile alla ragione. Perciò me ne sono astenuto. Se tu però lo vedi, calmalo e fagli comprendere che io gli perdono cristianamente le ingiurie, e che ho per lui sempre gli stessi sentimenti. Non vorrei che quel disgraziato si arrovellasse per offese che non gli ho voluto recare e non gli recherò certamente in avvenire » (Lettere, n. 736, p. 512). V. più avanti lett. 826 e 1016, p. 359.

5 Id., I teatri eli Napoli, cit. V. lett. 788, p. 18. 6 V. lett. seg. e lett. 823.

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P. S. - Io dovrò recarmi a Roma probabilmente in marzo.

822

All'Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce presso il Conte Casati Via Soncino 2 Milano Pisa 9/ 2 916 Mio caro Benedetto, Verrei anch’io molto volentieri a Milano, ad abbrac¬ ciare il nostro caro Casati, se potessi. Spero che egli stia bene, e ti prego di dargli i saluti affettuosi miei e di tutta la mia famiglia e di porgere i miei ossequi alla sua gentile Signora. — Ho mandato a Pietrarota l’articolo * 1 2 e prima della fine della settimana gli manderò le recensioni. Per le quali ho perduto tempo a causa del nostro buon Tra¬ balza (!), il cui libro non è veramente felice; e ho dovuto stentare un po’ a trovare quello che se ne doveva e poteva dire \

[822] 1

G. Gentile, La cultura toscana, cit., in « Critica », cit., fase. 2, pp.

117-36. « Ho letto con molto piacere l’articolo sul Lambruschini, che mi è riuscito cosa affatto nuova » commenterà più tardi il Croce (Lettere, n. 741, pp. 314-5).

2

Id., ree. a C. Trabalza, La critica letteraria (dai primordi all’Uma¬

nesimo all'Età nostra), voi. I, Milano, Vallardi, 1915, in « Critica », XIV, cit., fase. II, pp. 144-7 (rist. col titolo Per la storia della critica letteraria, in Framm. di est. e lett., cit., pp. 195-203). « Il libro è troppo strettamente

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Al principio della settimana ventura ti aspettiamo. Io poi dovrò alla fine della stessa settimana recarmi a Roma per sette o otto giorni, per la Giunta del Consiglio Supe¬ riore. Chi sa che non ci si possa vedere anche lì? Un abbraccio Dal tuo Giovanni

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Pisa 18 febbraio 1916 Mio caro Benedetto, La risposta che posso dare agli amici di Torino è quella appunto che ti accennai a voce '. Le condizioni della mia famiglia, i cui bisogni crescono di continuo, non mi permettono di pensare a un nuovo trasferimento,

legato alle idee da me svolte nell’Estetica e nei saggi. Se dovessi far delle critiche, dovrei farle a me stesso, e farei pesare sull’autore le colpe mie! E forse scriverò io stesso più in là qualcos’altro sulla storia dell’estetica e della critica »; erano queste le ragioni che il Croce aveva addotto nel pregare il Gentile di fare in sua vece questa recensione promessa al Trabalza, della quale non era venuto a capo pur avendoci speso « un’intera giornata », pur stimando l’opera « veramente prege¬ vole » e meritevole di « una recensione elogiativa in genere ed esposi¬ tiva » di « tre o quattro pagine » (Lettere, n. 737, p. 713). V. anche lett. 824, 884, pp. 175-6, e 939, p. 251, n. 4.

[823] ' Durante « la bella giornata » trascorsa a Pisa {Lettere, n. 739, p. 514), da cui però Croce non aveva ricavato una impressione ben precisa sulle intenzioni del Gentile.

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tranne che nella nuova sede mi si potessero garantire gl’introiti — complementari — che qui in parte ho già, e in parte spero di avere. Nell’Università stessa di Torino non credo che li potrei trovare. Ma a Torino ci sono tante scuole, tanti istituti che forse non è difficile trovare per me un posto non troppo miseramente rimunerativo, che basti ai miei bisogni. E ove questa condizione fosse soddi¬ sfatta, io m’indurrei per Torino a fare lo sforzo di un nuovo trasloco. S’intende poi che, dopo la votazione negativa di due anni fa % io non sarei disposto a fare nessuna domanda a nessuno, né in via ufficiale né in via privata. Non credo che l'accenno alla prima e sostanziale con¬ dizione possa parere poco delicato agli amici, che certo sinceramente mostrano il desiderio di avermi a Torino, e ai quali io devo pur indicare la sola grave difficoltà che m’impedisce d'accettare il loro invito. Capisco bensì che per loro può essere tutt’altro che facile metter l’occhio su quel che farebbe per me, dentro o fuori l’Università. Ma, d’altra parte, io non posso proprio andare incontro al¬ l'ignoto. Cian e Farinelli ne potrebbero parlare magari col Ruffini, che pare abbia in mano molte fila della vita torinese, e so che mi vedrebbe volentieri in quell’univer¬ sità; e a lui so pure che si rivolsero due anni fa per agire sul Vidari e distoglierlo dall’opposizione che mi faceva. Così t’ho detto la sostanza della risposta che tu forse faresti meglio a riferire in parte come considerazione e suggerimento che venga da te medesimo. La tua visita, benché troppo breve, ci è stata di gran¬ dissimo conforto; e te ne siamo infinitamente grati, men¬ tre ci auguriamo non lontana un’occasione che ti faccia ripassare da Pisa.

2 V. qui voi. IV, pp. 330-1.

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Scrivo al Flamini quanto mi dici3, perché egli è a Fi¬ renze e tornerà lunedì quando io sarò a Roma. Il Gorra mi scrive che il mio ms. è stato ricuperato 4! Saluti affettuosi da tutti i miei alla sig.a Adelina e a te, baci alla bimba Tuo Giovanni

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AH’Illustre Signore Sen. Benedetto Croce Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa, 6 marzo 1916 Carissimo Benedetto, A quest’ora devi certamente aver ricevuto le bozze della Critica, rimandate da qui sabato, raccomandate. E le

3 II Croce (ibid.) aveva pregato di sollecitare dal Flamini l’invio del « fascicolo con l’indice, chiusura della Rass. bibl. » (v. anche lett. 802, n. 1) e il primo della « Nuova Rassegna», cioè della nuova serie (la III) della rivista, che appunto col titolo di « La Rassegna », si era avviata in quel febbraio, sotto la direzione del Flamini e del Pellizzari (v. anche lett. 825 e 861, p. 137). Tuttavia ancora alla Fine di marzo il Croce non aveva ricevuto l'ultimo fascicolo della serie precedente (ivi, n. 742, P- 5L>)4 V. lett. 818. G. Gentile, Il concetto dell'uomo nel Rinascimento, in «Giorn. Storico della lett. ital. », a. LXVII, 1916, fase. 199, pp. 17-73 (rist. con agg. ne II pensiero italiano nel Rinascimento, Firenze, Sansoni, 1940, pp. 47-113, 395-6 e 402-6; in « Opere complete », XVI [ivi, 1968]). La lettera di Egidio Gorra (1861-1918, docente di letterature neolatine a Torino), nuovo direttore del « Giornale », datata Torino 17 febbraio 1916, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile.

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avevo avute a Roma venerdì mattina, perché qui avevo lasciato istruzioni allo stesso Ufficio Postale che tutte le raccomandate mi fossero rinviate a Roma — appunto per non lasciare giacenti qui bozze di stampa. Avrei dovuto essere di ritorno a Pisa due o tre giorni prima; ma la trattazione di alcune questioni s’ingrossò per via, e ci trattenne fino a venerdì mattina. Vidi il Trabalza, che rimase maluccio alla notizia che tu non avevi scritto la recensione e che la mia contiene qualche osservazione, quantunque io gli abbia pure assi¬ curato e che tu non eri scontento del libro e che io gli ho fatto pure molti elogi \ Affettuosi saluti da tutti i miei alla Signora e a te: un bacio a Elena Tuo Giovanni P.

S. - Non abbiamo avuto ancora il ritratto di

Elena.

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Pisa 8/4 1916 Mio caro Benedetto, Eccoti il mio articolo, con tre recensioni, tutte un po’ lunghette, e la filastrocca del Losacco, che ho breve¬ mente postillata per non perdere troppo spazio in una

[824] 1 V. lett. 822, n. 2. In effetti il Croce non aveva trovato « nulla da ritoccare » nella recensione e, a suo avviso, il Trabalza non ne avrebbe potuto « essere scontento » e tuttavia pregava il Gentile, se lo avesse incontrato (era funzionario al Ministero della P.I.) di spiegargli le ra¬ gioni per cui la recensione era stata affidata a lui.

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discussione priva d’ogni interesse Da tanti giorni volevamo scrivere tanto io quanto Er¬ minia. Ma Erminia è imbarazzatissima per mancanza d’ogni persona di servizio da un mese in qua; e non ha mai un minuto di pace e libertà; e io di giorno in giorno son giunto fino ad oggi, desiderando mandarti questi miei mss. per la Critica. Siamo stati tanto contenti di ap¬ prendere che la signora Adele aveva avuto così felice¬ mente questo bimbo, che auguriamo a te e alla buona mamma di veder sano e buono avanti avanti negli anni* 1 2. Io sarò a Roma pel Consiglio Superiore da mercoledì 12 corr. per una settimana. Avrai occasione di venire pel Senato? Se no, ti aspetto qui a maggio, secondo che ora mi prometti. Al Flamini (che non sta niente bene) dissi e ripetei del fascicolo della vecchia Rassegna, che non avevi ancora avuto; spero che abbia provveduto, perché qui in tipogra¬ fia non ne rimase copia 3. Ti mando un estratto dell’articolo pubblicato nel Giornale Storico 4. Accetta con la Signora i saluti affettuosi di tutti i miei; un bacio ai bimbi; e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni [825] 1 M. Losacco, A proposito di una monografia sullo Schelling, con note di G. Gentile, in «Critica», a. XIV, 1916, fase. Ili, pp. 232-8 (v. anche lett. 810, p. 53, n. 1). Il Croce stesso aveva invitato « quel bel tipo del Losacco », che gli aveva preannunciato questa risposta, a inviarla diret¬ tamente al Gentile (Lettere, n. 743, pp. 515-6). 2 II piccolo Giulio, che visse soltanto un anno. V. più avanti lett. 862, p. 138. 3 V. lett. 823, n. 3. 4 G. Gentile, Il concetto dell'uomo, cit.

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826 Pisa, 23/3 1916 Mio caro Benedetto, Ci è dispiaciuto assai che Elenuccia vi abbia dato qual¬ che preoccupazione per la sua salute. Ma ci ha poi conso¬ lato

1 altro ieri il Laterza — che è stato mezza giornata

con noi — dandoci buone notizie. Ho letto il memoriale che mi hai comunicato, concer¬ nente

la cattedra d'istologia e

Roma

fisiologia generale a

che, per se stesso, non è molto persuasivo, ma mi

servirà per potere studiare più attentamente la questione quando sarà portata al C.S. Il quale è convocato pel i° giugno. Perciò sto ora preparando il materiale per la Cri¬ tica del fascicolo di luglio. Mi piacque assai la tua conferenza sullo stato dei no¬ stri studi storici \ Intorno alla quale mi ha fatto però uno

[826] 1 Doveva essere discusso al Consiglio Superiore il trasferimento del prof. Giulio Fano, ordinario di Fisiologia sperimentale all’Istituto di Studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, alla cattedra di Istologia e fisiologia generale dell’Università di Roma. Il Croce aveva scritto in proposito: « Ti mando un memoriale, vivamente racco¬ mandatomi da alcuni dei Firmatarii, miei amici di Napoli. Leggilo: io ho letto anche il memoriale del Fano, che è miserando. Si tratta di uno dei soliti imbrogli di facoltà per contentare gli ambiziosi e impedire i concorsi. Cerca di prendere a cuore la cosa, se la tesi che il memoriale sostiene ti sembra giusta» (Lettere, Napoli, 19 maggio, 1916, n. 744, p. 516). Il Fano ottenne il trasferimento con Decreto Luogotenenziale del 16 giugno 1916. V. anche lett. 828. 2 B. Croce, La condizione degli studi storici in Italia e il loro legame con la coscienza politica, conf. tenuta a Napoli al circolo di Studi Giuridici nella R. Univ. il 15 maggio 1916, in « Giornale d’Italia », a. XVI, 1916, n. 136, 16 maggio (riass. in Pagine sparse, I* 1 2 3, cit., pp. 474-8).

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sfogo il Besta (che qui insegna storia del diritto), facendo una sfuriata contro il Volpe: nei cui lavori, secondo il Besta, si paleserebbe un’ignoranza perfetta di tutte le cose giuridiche, di cui vi si discorre. Hai letto tu la Sicilia medievale dello stesso Besta 3? Egli poi mi ha parlato di uno storico regiortale, credo bergamasco, certo Angelo Mazzi4, che, secondo lui, sa¬ rebbe uno storico davvero poderoso, per l’originalità delle idee e la solidità delle sue ricerche. Il Billia continua ad agitarsi e a schizzar veleno contro di te e contro di me (che non nomina) nella Rivista rosminiana5. Ma bisogna fingere di non esserci accorti di nulla. E non sono questi i giorni da pensare alle pazzie del Billia! Le notizie della nostra guerra ci tengono in un’ansietà terribile. Questa è la più gran prova che ab¬ biamo mai fatta delle nostre forze; e ora si vedrà che cosa noi siamo e che cosa ci meritiamo 6. Accetta con Donna Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

3 Ma Enrico Besta (1874-1952) risulta autore non già di una Sicilia, bensì di una Sardegna medievale (le istituzioni politiche, economiche, giuridiche e sociali, Palermo, Reber, 1909). 4 Di questo studioso non abbiamo trovato altre notizie. 5 M. Billia, Prima, poi, sempre, in « Riv. Rosminiana », a. X, 1916, fase. I, (gennaio-febbraio), pp. 41-5. V. anche lett. 821. 6 Anche il Croce aveva manifestato un analogo stato d’animo: « Ai fastidii privati si aggiungono in questi giorni le preoccupazioni per gli avvenimenti militari che si vanno svolgendo nel Trentino. È una grande prova che ora si compie, e Dio voglia che ne usciamo con onore! » {Lettere, n. 744,

p.

516). V. anche lett. 828, n. 1.

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Pisa, 31/5 1916 Mio caro Benedetto, Ti mando per oggi

1 articolo di fondo ', riserbandomi

di mandarti le tue recensioni tra pochi giorni da Roma, dove °ggi mi reco. Questa volta mi occupo del libro del De Sarlo * 2. Stiamo in pensiero per Elenuccia vostra, di cui non abbiamo avuto più notizie. Ti prego di scrivermi un rigo. A Roma il mio recapito, al solito, è o al Cons. Supe¬ riore, o a Via Vicenza, 38. Affettuosamente tuo Giovanni R S. - Ieri ti spedii il volume delle mie lezioni di que¬ st’anno 3.

[827] ' Il IV articolo della serie sulla Cultura toscana, (in «Critica» a., XIV, 1916, fase. Ili, pp. 269-91) a proposito di B. Ricasoli, che il Croce commenterà cosi: «è ottimo e richiama ai problemi intimi e fondamentali della nostra vita nazionale» (Lettere, n. 745, p. 516). V. anche lett. 846, p. 115, n. 6. 2 G. Gentile, ree. cit., v. lett. 814, p. 58, n. 4. Oltre a ricordargli di farsi inviare dal Sandron il voi. di De Sarlo il Croce aveva segnalato al Gentile « la (mediocrissima) Einleitung in die Philosophie del povero Windelband » (Lettere, n. 742, p. 515).

3

Id., Teoria generale dello spirito come atto puro, Lezioni dell’anno

1915-1916, nella R. Università di Pisa, Pisa, Mariotti, 1916 (in « Opere complete», III, Firenze, Sansoni, 1959). V. lett. seg. n. x.

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828 Ministero dell’Istruzione Consiglio Superiore Roma 8 giugno ’c>i6 Carissimo Benedetto, Ricevetti ieri con molto ritardo, a causa di una serie d’incidenti postali, la tua lettera rinviatami da Pisa; e ti son grato delle cose che mi scrivi del mio volume di Le¬ zioni ', contentissimo che ti sieno sembrate chiare e didat¬ ticamente efficaci \ Pensavo già da me a farne un altro anno una pubblicazione più larga, curandone meglio la redazione letteraria e affidandole a un editore * 2 3. Quanto alla questione della storia della filosofia e della storia dell’arte, mi pare che siamo sostanzialmente d accordo, in quanto tu nettamente affermi che anche volendo cogliere la fisionomia di una singola opera d’arte

[828] '«li ringrazio del bel volume delle tue lezioni [v. lett. prec., n. 3] », aveva scritto il Croce (Lettere, Napoli, 1 giugno 1916, n. 746, p. 517) « che mi ha tenuto compagnia da ieri a oggi, e sul quale debbo tor¬ nare, ma che già mi ha recato il grandissimo bene di rasserenarmi alquanto nella filosofia. Infatti io, in questi giorni, ero caduto in una penosissima accidia, cagionata dal tormento di essere inerte spettatore di un dramma che tocca le nostre più intime radici [...] Basta! auguria¬ moci il meglio, e siamo pronti a vincere ogni insidia di debolezza e di smarrimento in noi e negli altri. Questa volta si decide per secoli il destino d’Italia: e il destino nostro, ossia del nostro pensiero, che è congiunto alla lingua e all’anima italiana». 2 Per queste sue caratteristiche, secondo il Croce, il volume avrebbe avuto una « divulgazione » maggiore di quella toccata al Som¬ mario di pedagogia. 3 Una seconda edizione, riveduta e corretta uscì nel 1918, presso lo Spoerri di Pisa.

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bisogna riferirsi alle altre tutte e a tutta la realtà: riferi¬ mento che è ciò che io chiamo filosofia. — Sono anche d'accordo perfettamente con te circa la particolarità d'ogni storia universale e funiversalità d'ogni storia par¬ ticolare 4. Le due recensioni5 al Pietrarota le spedii direttamente due giorni fa. Prima non mi fu possibile perché i lavori del C.S. mi assorbirono per vari giorni tutto il tempo. Qualche cosa di buono e di utile s’è fatto, in parte per l'attivo mio intervento nelle discussioni; e non sono scontento di averci rimesso questo tempo. — Il Borgese aspirava all'applicazione dell’art. 69 con voto favorevole unanime della Facoltà, mosso, pare, dal desiderio di chiu¬ dere la via a un prepotente tentativo del Pais: ma né il Borgese l'ha spuntata 6, né s’è lasciato aperto l’adito al

4 Ma potevano esser davvero questi punti di consenso, « i più » (che, come quelli di dissenso, a suo parere dovevano esser noti al Gen¬ tile), se il Croce, individuando nell’argomento della « storia letteraria » quello più interessante per le sue attuali riflessioni, aveva tra l’altro osservato: « A me pare che converrebbe fare fruttar meglio il principio che ogni storia è storia particolare, cioè storia di un determinato pro¬ blema: e dissipare l'illusione di una storia universale, cacciandola da tutti gli angoli dove ancora si annida [...] In altri termini, io insisto che il concreto è la storia, e storia della filosofia, storia dell’arte ecc. sono aspetti singoli della storia, immanente tutta in ciascuna di esse e in ciascuna delle loro manifestazioni » (Lettere, n. 746, pp. 517-8). V. anche lett. 846, p. 112. 5 V. lett. 827, n. 2. Nel fase. Ili della « Critica », pp. 292-9, veniva pubblicata la polemica con la «Civiltà cattolica» a proposito degli Studi vichiani, cit. 6 Detto articolo del Testo Unico del 1875, corrispondente all’al t. 24 del T. U. del 1910 (la cui disinvolta applicazione verrà rimproverata più tardi allo stesso Gentile) recitava così: « Il ministro potrà proporre al Re per la nomina, prescindendo da ogni concorso, le persone che per opere, per iscoperte, o per insegnamenti dati, saranno venute in meritata fama di singolare perizia nelle materie di cui dovrebbero professare». Ma v. lett. seg. e più avanti lett. 836, p. 98, n. 1.

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Pais. — Si è consacrato il principio dei limiti d’età senza eccezioni, bocciando il Murri7, che era molto sostenuto. — Per la faccenda della cattedra d’istologia e fisiologia a Roma, per cui tu fosti interessato col memoriale che mi comunicasti, si battagliò a lungo; ma il Fano aveva tali appoggi, che ha potuto spuntarla malgrado la nostra op¬ posizione. Se te ne parlano, puoi dire che s’è fatto tutto il possibile nella pubblica discussione per mantenere alla cattedra il carattere d’insegnamento di morfologia e isto¬ logia 8. Se tu venissi in questi giorni a Roma, e se venisse il caro Fortunato, che non rivedo più da un paio di anni, ne avrei un grandissimo piacere 9. Mi fermerò qui per la Se¬ zione fin verso il 15. Fammi sapere se verrai. Se hai recenti notizie del De Lollis IO ti prego di comu¬ nicarmele. Porgi i miei saluti alla sig.a Adelina, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

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Pisa, 24 giugno 1916 Mio caro Benedetto, Grazie infinite alla buona signora Adelina e a te degli affettuosi augurii, che di cuore vi ricambio. In questi

7 Augusto Murri (1841-1923), il famoso clinico, prof. all'Univ. di Bo¬ logna. 8 V. lett. 826. 9 II Croce aveva già accennato a questa possibilità nella lettera del i° giugno (Lettere, n. 746, p. 517). Si era arruolato volontario. V. anche lett. 830 e 836, n. 1.

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gioì ni son venuto pensando alla possibilità che forse ora mi si porge di ritornare definitivamente accanto a te, a dispetto di quei prepotenti che me ne avevano fatto ab¬ bandonare il pensiero: e vengo accarezzando un’idea — che puoi immaginare quanto sia lusinghiera per me e per Erminia — e che segretamente ti comunico per sentire se tu creda che mi ci debba fermare e procurare di tradurla in atto. Poiché fra poco più di un mese sarebbe il caso di cominciare ad occuparsene. Le discussioni recentemente avvenute in Consiglio Superiore per

1 applicazione dell art. 69 al Borgese per la

sua promozione a ordinario ', mi han dimostrato che la comune psicologia accademica non pretende meriti dav¬ vero straordinarii ed eccezionali per tale applicazione. Prevedo anzi che, nonostante il parere negativo del Con¬ siglio Superiore, il Ruffini (che in C. Sup. sostenne molto il Borgese e insistette perché un esordio che la Commis¬ sione fermamente premetteva al suo ordine del giorno, laudativo pel Borgese — al quale non si credeva potesse giovare — fosse pure annesso all’ordine stesso e integral¬ mente trasmesso al Ministro) finirà per nominare ordina¬ rio il Borgese per l’art. 69, avendone facoltà dal Regola¬ mento. Ora a Napoli la Facoltà non ha potuto mettersi d’accordo per adottare un qualùnque provvedimento de¬ finitivo per la Pedagogia \ Non so precisamente che cosa

[829] 1 V. lett. prec., n. 6. 2 A proposito della situazione che si trascinava nell’Ateneo napole¬ tano a questo riguardo, il Croce (in dicembre) aveva scritto: « Avrai saputo che la camorra della Facoltà napoletana ha per la seconda volta respinto la domanda del Colozza, e non potendo ottenere la chiamata del Della Valle, ha affidato la pedagogia al bravo Colucci [Cesare], direttore del manicomio. Ho incontrato il Colucci in treno e discor-

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sia avvenuto quest’anno. Ma certamente concorso non ne ha potuto chiedere, perché tutti i concorsi durante la guerra sono sospesi. E il ministro potrebbe benissimo no¬ minare a quella cattedra un professore per l’art. 69. Non ha bisogno di proposta di Facoltà, soltanto deve sentire, per Regolamento, il Consiglio Superiore. Che per la pe¬ dagogia mi sia applicabile quell’articolo non credo che nella sua coscienza lo negherebbe lo stesso Della Valle o il Masci. Che si possa fare onestamente il quesito al Consi¬ glio Superiore, non credo ci sia dubbio; benché io non veda chiaro se per delicatezza la cosa possa convenire a me, in quanto membro del Consiglio stesso, quantunque abbia veduto quest’anno venire in discussione questioni che interessavano personalmente l’uno o l’altro consi¬ gliere, che in tal caso si asteneva o assentava. Tocche¬ rebbe al Marchesini di far la relazione; e son sicuro che non saprebbe esser contrario. Al Consiglio non si po¬ trebbe sollevare la questione della opposizione della Fa¬ coltà, senza la quale opposizione ci sarebbe il provvedi¬ mento più spicciativo e ordinario del trasferimento, per¬ ché il C.S. non deve in questi casi e non può far altro che rispondere categoricamente alla domanda categorica del ministro, se nella persona da nominare concorrano le condizioni richieste da quell’articolo. E, comunque, il Ministro avrebbe mille ragioni per difendere la moralità del provvedimento, come un atto di doverosa riparazione dopo il fatto di Napoli di 8 anni fa per la cattedra di Storia della filosofia * * 3 e gli altri fatti più recenti di Roma e di Torino, che egli ben conosce e deplora. — Vorrebbe

remino della cosa: e mi parve assai impacciato per l’incarico assun¬ to. Colucci è servito a impedire che l’incarico fosse preso dal Covotti, che ne faceva una questione di bisogno finanziario] » {Lettere, n. 730, p. 507)- ■ 3 V. qui voi. Ili, p. 116, n. 1.

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egli prendersi questa gatta a pelare, e far questo dispetto a Masci e D'Ovidio? Avendolo conosciuto da vicino, e per la stima e simpatia che mi dimostra, credo di sì. E noie, innanzi al fatto, potrebbe non averne punto; perché tutto potrebbe aver luogo in ottobre, in due o tre giorni, e fin allora non se ne farebbe trapelare nulla assolutamente a nessuno. Che te ne pare? Convien considerare che rischio di dover battere in ritirata una volta sceso in campo, non ne correrei. Perché se il Ruffìni crede di affrontare la questione, dipenderà unicamente da lui il nominarmi, anche se per qualche insidia mi dovesse mancare il parere favorevole del Consiglio Superiore. Il cangiamento di cattedra non importerebbe un cangiamento sostanziale ne" miei studi e nella mia posizione universitaria e in quella qualsiasi azione che posso avere sui giovani, dato il mio indirizzo. E a Napoli, d’altra parte, risolverebbe

[57'r]

per sempre il problema economico della mia famiglia, facendomi acquistare finalmente un po’ di tranquillità. Ti prego dunque di farmi sapere il tuo pensiero in proposito 4; e se ti pare che la cosa sia fattibile, ti prego pure d’informarti quale sia stata la deliberazione ultima

4 Quest’ultimo tentativo del Gentile di andare a Napoli non ebbe esito e si dimostrò ben fondato lo scetticismo che il Croce manifestava fin dalla prima sua risposta « La possibilità di riaverti a Napoli è tal cosa che mi dispone subito a sperare e a tentare ciò che si può tentare. *Non conosco bene il Ruffìni [Francesco, 1863-1934, ministro della P.I. dal 19 giugno del ’i6 al 29 ottobre del '17], e non vorrei (come ho sospettato da certe piccole cose) che egli facesse la sua polìtichetta di uomo che vuol andare innanzi e perciò evitare di crearsi nemici* *. La nomina tua a Napoli, passando sopra la Facoltà, sarebbe un atto di coraggio: coraggio che è facile avere per un redattore del Corriere della sera [il Borgese], difficile per un odiato da parecchi senatori, accade¬ mici, gesuiti. Comunque proviamo » (la parte qui contrassegnata da asterischi è omessa nell’ed. Mondadori, n. 748, p. 519). V. anche lett. seg. e lett. 836, p. 98, n. 1.

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della Facoltà (Incarico non se n’è approvato nell’ultima sessione del C.S., perché si vuole abolire tutti quegli inca¬ richi che non sono assolutamente necessari, e se ne par¬ lerà ad ottobre quindi anche per questa cattedra). Anche recentemente a Roma il Rossi e il Fedele mi vennero a tentare con la prospettiva della cattedra a Roma 5. Ma Napoli sarebbe il termine di tutti i miei desi¬ deri. Scusa il disordine di questa lettera; e accetta un ab¬ braccio dal Tuo Giovanni R S. - Andrete a Torino? — Ti prego di non accennar nulla di questa idea della Pedagogia né anche al Torraca 6.

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Pisa 27/6 1916 Mio caro Benedetto, Ho gran piacere che anche a te la cosa paia tentabile \

5 Vittorio Rossi e Pietro Fedele, ordinari, rispettivamente, di lette¬ ratura italiana e di storia moderna aH’Università di Roma, e, come si vedrà, il Gentile finirà per «cedere»: v., più avanti, lett. 873-4, pp137-8. 6 II Croce era perfettamente d’accordo ad usare il massimo ri¬ serbo con F. Torraca « brav’uomo » ma « così poco pratico e così molle c indifferente da non doverci contare sopra, salvo che passivamente » (Lettere, n. 748, p. 519).

[830] 1 V. lett. prec.

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Non s’insisterà se non accadrà quel che io spero: che cioè il Ruffini, appena enunciata la cosa, s’impegni ad andare fino in fondo. Giacché tentare per essere battuto non mi converrebbe certamente. Io sarò molto probabilmente a Roma negli ultimi giorni di luglio o nei primi di agosto, e conterei di parlar¬ gliene io stesso. Ma se tu ti senti di intervenire ancora una volta per me, personalmente, vorrei pregarti di non aspettare a quando ci rivedremo qui, al tuo passaggio, ma di cogliere appunto l’occasione che ti si presenterà ve¬ nendo in su di vedere il Ruffini, che, ne son sicuro, sa¬ rebbe felice di avere da te la domanda di un appunta¬ mento. Giacché vorrei che facessi tu la parte più scabrosa per me: di illuminare il R. circa il valore di quel che ho fatto per la pedagogia, e della conseguente possibilità di applicare a me per questa materia, e nello spirito ap¬ punto della legge, l’art. 69, fatto per i casi in cui non è possibile nominare un professore meritevole del posto, né per concorso né per chiamata di Facoltà. E quanto alle ragioni morali del provvedimento, tu pure potresti pre¬ sentarle assai più efficacemente che non potrei io, ripi¬ gliando il filo del tuo opuscolo sul Caso Gentile \ — An¬ dando io a trovare il ministro nel periodo che t’ho detto, sarebbe necessario che già tu avessi parlato. E parlato assai meglio che scritto, per ovvie ragioni, che vedi da te. È vero che il Ruffini fa anche lui una certa politichetta. Ma credo che nel disegno di questa sua politichetta possa entrare appunto un bel gesto coraggioso come questo in mio favore, doveroso atto di riparazione verso un uomo che notoriamente è stato fatto segno a soprusi indegni2 3. Insomma la conoscenza che ho del-

2 B. Croce, op. cit.; v. qui voi. Ili, p. 272, n. 4. 3 V. lett. prec., n. 4 e lett. 832, n. 1.

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l’uomo mi fa sperare; e mi pare impossibile che, se gli parli tu, egli possa non dimostrarsi lieto della proposta e pronto senz’altro a studiare la via per giungere più sicu¬ ramente al porto. Ti rimando raccomandate le bozze della Critica, che ho tutte accuratamente rivedute. Le pagine del De Sanctis diventano sempre più interessanti4. Vedo con piacere che hai fatto un 4° voi. della Filosofìa dello spirito, e sono interamente con te sul concetto del capitolo che ne hai inserito nella Critica 5. Moltissimo gusto ho avuto alle le¬ gnate che hai assestate a quello scioccherello del Mana¬ corda 6. Aspetto il telegramma che mi annunzierà il passaggio della sig.a Adelina e de’ bimbi7. Ma non sarebbe possibile farli restare qui a Pisa un giorno almeno, per riposare? Erminia ne avrebbe grandissimo piacere.

4 Le lezioni di letteratura italiana di F. De Sanctis dal 1839 al 1848 (dai quaderni di scuola) IV. I generi letterarii, 2. Il genere narrativo, in « Cri¬ tica », a. XIV, 1916, pp. 255-68 (era la terza puntata su questo argo¬ mento). 5 B. Croce, Filosofia e metodologia, «ivi», pp. 308-15. Il IV volume della « Filosofia dello spirito », Teoria e storia della storiografia, fu pubbli¬ cato a distanza di un anno Bari, Laterza. In precedenza era uscita l’ed. tedesca, Tiibingen, Mohr, 1915 (agg. del prof. Francesco Valentini), che però manca, oltre che dell’indicazione suddetta, dei tre saggi dell’Ap¬ pendice.

6

Ree. a Guido Manacorda, Meccanismo, intellettualismo e misticismo,

(in «Nuova Antologia», 16 maggio 1916), in «Critica», fase. V, pp. 306-7 (rist. in Pagine sparse, I2, cit., pp. 376-8). 7 « Forse mi risolverò a telegrafarti il giorno e l’ora in cui Adelina coi bimbi passerà per Pisa. Dico male il giorno: come sono ora disposti i treni, dovrà passare a mezzanotte. Se tu eccezionalmente volessi fare il nottambulo, potresti andare a vederla alla stazione e conoscere i miei bimbi assonnati». (Lettere, Napoli, 26 giugno 1916, n. 748,p. 519). V. lett. seg.

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Hai saputo più nulla del nostro Sarno R? Dammi, ti prego, l’indirizzo del De Lollis 9, al quale non ho mai potuto mandare un saluto. Baci ai bimbi e saluti affettuosi di tutti i miei alla Si¬ gnora, a te un abbraccio dal Tuo Giovanni

Pisa, 5 luglio 1916 Mio caro Benedetto, Non ti ho scritto prima perché sono stato tre giorni in

x II Sarno era stato inviato alla fine di maggio nella «conca di Asiago ». « Eccolo dunque nel più caldo del combattimento » aveva scritto angosciato il Croce (ivi, n. 746, p. 518) « e speriamo che ne esca salvo. La sua lettera era stravagante al solito, ma nobilissima. Io non posso fermarmi al pensiero che gli tocchi qualche disgrazia. Gli ho scritto pregandolo di darmi notizie, ma finora non ho saputo nulla ». Ma già il giorno dopo (2 giugno) il Croce poteva avvertire con sollievo che era stato « rimandato a Torino a compiere l’istruzione» (ivi, n. 747, p. 518) e più tardi (ivi, 16 agosto 16, n. 756, p. 523) farà al Gentile questo affettuoso resoconto di una sua visita: «Sarno ti fa i suoi saluti. Ha passato con me buona parte di domenica, ed è venuto a congedarsi perché lo hanno ora inviato come bombardiere nel Trentino. A Bardonecchia, è stato messo agli arresti sotto l’accusa di aver lasciato fuggire due prigionieri austriaci (che però sono stati riacchiappati); ma egli si è difeso così bene che (dice) il fatto lo ha messo in vista, e, dovendo man¬ dare un ufficiale su cui si possa contare nel Trentino, hanno scelto lui. Del resto, sta benissimo e ha veramente una figura marziale. Tutti i superiori, prima della partenza, gli hanno raccomandato di ricordarsi sempre della sua altezza, e non commettere imprudenze, perché offri¬ rebbe un bersaglio troppo facile per gli austriaci ». V. anche, più avanti, lett. 870, p. 153, n. 12. 9 V. lett. 828, n. io.

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gran faccende per allogare la mia famiglia a Marina di Pisa, dove quest’anno l’ho voluta condurre a prendere un po’ d’aria e a fare un po’ di bagni di cui i bambini più piccoli avevano gran bisogno. Staranno a Marina fino al 20 settembre; e io andrò su e giù, restando la maggior parte del tempo qui a Pisa, insieme con mia suocera e mia cognata. Vedemmo la notte di sabato, insieme con Erminia, per pochi minuti la tua cara famigliuola. La sig.a Adelina ci è parso che stesse benissimo, felice di recarsi nella sua Torino. I bimbi dormivano; e abbiamo potuto appena intravvederne le belle faccine nell’oscurità dello scom¬ partimento — in cui se la dormivano profondamente \ Tu quando passerai? Hai ricevuto la mia seconda let¬ tera sulla faccenda di Napoli* 1 2? 1 i prego, caro Benedetto, di farmi un gran piacere. Avrei bisogno d’un po’ di denaro: potresti tu mandarmi le duecento lire a compimento del mio solito compenso della Critica per questo anno? Anche l’anno passato 200 lire me le mandasti tu 3. — Te ne ringrazio anticipatamente. Quando uscirà il tuo volume sulla Spagna 4? L’attendo con desiderio vivissimo. Accetta un abbraccio Dal tuo Giovanni

[831] 1 V. lett. prec., n. 7. 2 V. lett. seg. 3 V. lett. 833 (e anche lett. 819). 3 B. Croce, La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, cit. V. lett. 794, p. 27, n. 1 e 842, p. 108.

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Pisa 8// 1916 Mio caro Benedetto, Le nostre lettere si sono incrociate per via. Mi di¬ spiace molto che, mentre eri solo, tu ti sia ammalato; e voglio sperare che ti sii rimesso completamente. Io so¬ no qui solo, come ti scrissi, con mia suocera e Clemen¬ tina; ma tranquillo, perché Erminia e i ragazzi li posso andare a vedere sempre che voglio, molto agevolmen¬ te (c’è mezz’ora di tram a vapore), e so che si divertono sul mare. Ti ringrazio della risoluzione presa di abboccarti col Ruffìni nel tuo prossimo passaggio per Roma: ne venga poi quel che ne può venire. Io ho in proposito un certo ottimismo, derivante forse dal gran desiderio di ottenere l’intento. Sarà bene che tu gli dia una copia del Caso Gentile, che potrebbe non aver veduto \ Ma non credo che a voce convenga insistere troppo sull’avversione della Facoltà a me; anzi converrebbe accennare che io sarei visto di mal occhio dal Masci, dal D’Ovidio e dal Covotti; ma, ormai, il resto della Facoltà, benché inetta a fronteg¬ giare in un’aperta lotta i primi due, mi vedrebbe volen¬ tieri a Napoli, e sarebbe contenta di un atto del Ministro che sottraesse la questione Gentile alle discussioni e deli¬ berazioni di Facoltà. Questa credo infatti sia la verità.

[832] 1 Pur mantenendo le sue riserve sul « coraggio » del Ruffìni (« È professore anche lui, e romperla con la facoltà di Napoli, trascuran¬ done il parere, sarà cosa dura specie a un neoministro »), il Croce si diceva disposto a questo incontro, ma indeciso se portare o meno que¬ sto opuscolo (Lettere, Napoli, 4 luglio 16, n. 749, p. 519). V. lett. 835.

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Converrà far notare che l’insegnamento di pedagogia io l’ho tenuto un anno nell’Università di Palermo, in so¬ stituzione del Colozza, e per molti anni a S. Orsola, che è un Istituto Superiore, che abilita come le Facoltà di Let¬ tere all’insegnamento medio. Avvisami precisamente del giorno del tuo passaggio per Pisa. E abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Il Saitta è insegnante al Liceo di Fano \ Gli sto stampando ora un volume eccellente sul Gioberti nella collezione del Principato \

833 Pisa 12/7 1916 Mio caro Benedetto, Ho ricevuto lo chèque di lire 400 fattomi dal Fran¬ chini ', che ti prego di ringraziare per me. Quanto a te.

2 II Croce voleva ringraziarlo per l’invio di un suo volumetto; forse G. Saitta, Problemi di psicologia per uso dei licei, Milano, Trevisini, 1916.

5

Id., Il pensiero di Vincenzo Gioberti, Messina, 1917.

[833] 1 Vincenzo Franchini, avvocato, segretario al Comune di Napoli, incaricato dal Croce di questa rimessa.

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come ringraziarti del pensiero affettuoso avuto per i miei ragazzi2? Tu mi leggi nell’animo. Speriamo che il Ruffini ci dia il tanto desiderato modo di riunirci definitivamente. Lo desidero ardente¬ mente non solo per me, ma per te stesso, che riavresti al tuo fianco un amico profondamente attaccato a te, ai tuoi, a tutte le cose tue. Ti prego di telegrafarmi l’ora del tuo arrivo 3. Arrivederci presto tuo Giovanni

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Pisa 2j!j 1916. Mio caro Benedetto, Ti mando per ora l’articolo sul Centofanti, che sarà terminato quest’altra volta con una seconda parte più breve assai '. Le recensioni, che avevo pur preparate, te le

2 « Io volevo portare ai tuoi ragazzi qualcosa che potesse loro es¬ sere utile; ma mi sono imbrogliato nella scelta, e perciò ti mando le 200 lire in più, perché tu stesso compri loro quello che desiderano » (parte omessa in Lettere, io luglio 1916, n. 750, p. 520). 3 V. lett. 835. Il Croce aveva chiesto, per raccomandata, un appun¬ tamento al Ruffini per il sabato ed era in attesa della risposta per stabilire se poter essere a Pisa la domenica o il lunedì (Lettere, n. 740, p. 520). Avuta la conferma per il sabato avvertiva il Gentile di cercarlo la « domenica al Nettuno » (ivi, n. 751, p. 520).

[834] 1 II V della serie La cultura toscana, (in «Critica», a. XIV, 1916, fase. V, pp. 351-78 e VI, pp. 434-48). Il Croce ringraziava per questo

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manderò da Roma * 2, perché la sezione è stata convocata qualche giorno prima di quel che io prevedevo, e domani dovrò partire. Sicché mi tocca ora sbrigare varie fac¬ cende di famiglia. A Roma mi potrai sempre scrivere al Consiglio Su¬ periore. L’indirizzo di casa ora è mutato, cioè: Via Vicen¬ za 56. Appena avrò parlato col Ruffini, t’informerò 3. Buona villeggiatura e affettuosi saluti a te e ai tuoi. Un abbraccio Dal tuo Giovanni

835

Ministero dell’Istruzione Sezione della Giunta del Consiglio Superiore per l’Istruzione Media

Roma 4/8 1916 Carissimo Benedetto, Spedisco oggi le due recensioni al Pietrarota

e do-

articolo, che aveva letto «con particolare interesse», in attesa della « conclusione », in quanto anch’egli si era interessante al Centofanti storico, in vista dei futuri capitoli della sua Storiografia in Italia, cit. (Lettere, n. 753, p. 522). L articolo del Gentile dovette però essere diviso in due parti per ragioni di impaginazione (ivi, 12.VIII.16, n. 755, p 522). 2 V. lett. seg., n. 1. 3 V. lett. seg.

[835] Nel V fase, della « Critica », comparvero la ree. a M. Maresca, Le

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mani tornerò a Pisa, anzi a Marina di Pisa, dove desidero riposare una settimana. Il colloquio mio col Ruffini non ha fatto progredire d’un passo la questione. Non aveva studiato niente, e si propone sempre di cercare se vi siano precedenti di questioni trattate in Consiglio Superiore concernenti un membro attuale di esso. Se scartata per considerazioni, fatte da me stesso, l’idea delle mie dimis¬ sioni dal Consiglio. Ma un accenno fatto dal Ruffini alla speranza sua di fare il trasferimmento d’accordo con la stessa Facoltà agendo su Masci e gli altri — speranza che io ho subito dissipata, mettendo in rilievo tutte le diffi¬ coltà

mi ha convinto che manca in lui quella fermezza

di risoluzione, che sarebbe indispensabile pel provvedi¬ mento da noi desiderato. Dato questo atteggiamento, non sarebbe in ogni caso possibile che mi nominasse an¬ che contro il parere del Consiglio. E in questa ipotesi, evidentemente, io non potrei affrontare l’alea del giudi¬ zio del Consiglio, non potendosi escludere l’eventualità del parere contrario. Il caso quindi m’è sembrato dispe¬ rato. Ma non perciò ho tralasciato di fargli avvertire che sono appunto questi i casi in cui spetta al Ministro la responsabilità dell’iniziativa prevista dall’art. 69; e che nel caso mio le difficoltà formali non hanno valore di fronte alla sostanza della cosa. Al che ha risposto che era perfettamente d accordo, e animato dal più vivo deside¬ rio di fare, e che vedrà e studierà, ecc. Temo, dunque, che non se ne caverà nulla 2.

antinomie dell’educazione, pp. 374-8 (rist. in Educazione e scuola laica, cit. pp. 268-73) e quella a Benvenuto Donati, I prolegomeni della filosofia giuri¬ dica del Vico, attraverso le Orazioni inaugurali dal 1699 al I7o8, Roma, Athenaeum, 1915 (estr. dagli Annali della Facoltà di giurisprudenza deH’Univ. di Perugia, voi. XXX, pp. 84), pp. 378-80. 2 II Croce accoglieva questi ragguagli con evidente rammarico: « Mi ero quasi accomodato all’idea che ti avrei riavuto a Napoli, e la tua lettera mi ha recato una viva contrarietà. Eppure essa risponde alle

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Ma io devo tornare a ringraziarti di quanto hai fatto anche questa volta per me. Il Ruffini stesso mi ha riferito delle cose dette da te particolari che mi hanno vivamente commosso. E il tuo affetto mi compensa di tutte queste amarezze, alle quali, del resto, sono ormai abituato. Accetta con la Signora i più affettuosi saluti e abbimi sempre aff.mo tuo Giovanni

836 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore Viù (Torino) Pisa, 14 ag. 1916 Mio caro Benedetto, Il R.fuffmi] ha trovato il coraggio per nominare ordi¬ nario il Borgese, per l’art. 69 contro il voto del Consiglio Superiore ! Con me invece non s’è fatto più vivo, e non

mie impressioni e ai miei sospetti. Il Ruffini mi pare un uomo non capace di atti eroici [...] il vantaggio che avrebbero gli studi dalla tua venuta a Napoli, non può essere veramente inteso e molto meno sen¬ tito da lui con quel calore, che ispira le buone risoluzioni »; egli non intendeva però abbandonare ogni tentativo perché, confessava: « Io non so distaccarmi recisamente dalla speranza concepita » (Lettere, Viù, 6.Vili.16, n. 754, pp. 521-2).

[836] ' V. lett. 828-9. Il Croce a queste notizie, che trovava scandalose.

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so se aspetti di essere interrogato un’altra volta. Certo fino a ottobre (quando sarà radunato il C.S.) io non ho intenzione di più infastidirlo, quantunque la recente no¬ mina del B. potrebbe fornirmi l’appiglio a ribattere il chiodo. Ma preferisco ormai lasciarlo a consigliarsi con la sua coscienza. Mi congratulo teco delle liete notizie che mi dai della villeggiatura così propizia ai tuoi lavori* 2. Io sono stato una settimana a Marina coi miei, che stanno benissimo e si sono avvantaggiati assai dei bagni. Facciamo assegnamento sulla vostra fermata al ri¬ torno, per stare un poco insieme e veder bene i bambini. Saluti affettuosi alla Signora e a te un abbraccio dal tuo Giov.

aveva parole particolarmente dure nei riguardi del Borgese (divenuto ordinario di letteratura tedesca e trasferito a Milano il 16 ottobre del 1917; (« dietro il B. » affermava « c’è il Corr. d. sera; ossia l’onestà scru¬ polosa dell'alta Italia [...] Quando c’entra di mezzo la stampa, tutto è finito »); e della Facoltà, che aveva approfittato dell’assenza di chi, come il De Lollis, si sarebbe « validamente opposto », e che però era « andato alla frontiera per sentimento altissimo e delicatissimo di do¬ vere » (Lettere, 16 agosto 16, n. 756, pp. 522-3); De Lollis, che, scriverà più tardi il Croce, era talmente « scandalizzato » da non voler « tornare più all'università » (ivi, Viù, io.IX.16, n. 758, p. 523). 2 Aveva scritto il Croce: « In questi quindici giorni ho lavorato disperatamente dalla mattina alla sera, e tra l’altro ho terminato la preparazione per le stampe delle carte Poerio, e scritto una serie di saggi, che mi paiono ben riusciti, su quella famiglia di patrioti, che ho pensato di pubblicare nella Critica, perché, come vedrai, non sono aneddotici, ma trattano alcuni punti assai importanti della storia poli¬ tica e della storia letteraria e della storia morale d’Italia. I documenti pubblicherò ne\VArchivio storico: e quelli di Alessandro Poerio, che sono non politici ma letterarii, anche nella Critica, quando saranno finite le lezioni del De Sanctis » (ivi, n. 754, p. 522). V. anche lett. 856, p. 131, n. 8 e 866, pp. 142-3, n. 1.

IOO

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P.S. - Non ho ricevuto bozze della Critica 3.

837 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore Viù (Torino) Pisa, 16 ag. 1916 Carissimo Benedetto, Ebbi ier l’altro dopo che ti avevo scritto le bozze dei miei articoli per la Critica-, che ho corrette e rimandate al Pietrarota \ Insieme coi miei mss. ho trovati [rie], aggiunto da te forse per errore, il ms. delle tue Postille, che ho lette con moltissimo piacere. L’ultima è anche scritta con « calore, fervore » ecc.* 1 2, insomma con animo commosso; e farà bene alle precedenti d’ora e del passato. Affettuosamente tuo Giovanni

3 II Croce aveva annunciato

1

invio delle bozze il 12 agosto e racco¬

mandato al Gentile di rinviarle «subito » al Pietrarota (ivi, n. 755, p. 722). V. lett. seg. e lett. 834, n. 1.

[837] 1 V. lett. 834 e 835. 2 Probabilmente B. Croce, Ottimismo, in « Critica », cit., fase. V, pp. 402-4, (rist. in Pagine sparse, II, pp. 133-7 e ’n Pagine sulla guerra 2, pp. 138-43). Il Croce rispondeva in proposito: «Godo che le mie Postille ti

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IOI

838 All’Illustre Sig. Senatore Benedetto Croce Viù Pisa 12 settembre 1916 Mio caro Benedetto — Non ti ho più scritto aspet¬ tando sempre qualche notizia da poterti comunicare, e

paiano opportune [v. anche lett. 817, p. 64, n. 2]. Ma ho dovuto soppri¬ mere il brano contro lo Stengel, perché ho visto poi nei giornali una protesta del poveruomo, che quella lettera non è stata mai da lui scritta, ma è stata foggiata in Olanda per canzonare il pangermanismo e per compromettere lui, Stengel. Così ho sperimentato in persona mia che non è mai soverchia la diffidenza verso le asserzioni e i docu¬ menti che si pubblicano in tempo di guerra » (Lettere, 19.Vili.16, n. 757, p. 524). Sulla « Stampa » del 22-23 luglio 1916, a. 30°, n. 202, sotto il titolo La situazione germanica, l’inquietudine dei partiti, era stata data, fra l'altro, questa notizia: « Il signor Stengel professore [di diritto] all’uni¬ versità di Monaco, rispondendo ad una richiesta della Società dei paci¬ fisti olandesi, sulla opportunità di una ripresa dei lavori della confe¬ renza per la pace, dice che questa non è desiderabile e sarebbe del resto superflua giacché la vittoria definitiva spetterà senza dubbio ai tedeschi. “ Tutti i nemici — continua lo Stengel — saranno perciò tenuti in iscacco e la pace sarà garantita dalla Germania all’umanità. L’intero corso della Germania dimostra come noi tedeschi siamo desti¬ nati dalla Provvidenza alla testa di tutti i popoli a portare loro la pace, ciò non soltanto per la nostra massima potenza, ma anche per tutte le nostre qualità spirituali, le quali fanno sì che noi costituiamo la corona della civiltà di tutta la creazione. Quindi a noi è riservato ciò che a nessuna nazione è riuscito di dare, cioè a tutto il mondo, la pace. Risulta da ciò l’inutilità della continuazione di qualsiasi lavoro pacifico. Noi, tedeschi, assumeremo anche di fronte ai vicini turbolenti il com¬ pito della polizia della pace e soffocheremo in germe ogni tendenza anti-pacifista. Ritengo pertanto che il mezzo migliore e più sicuro per la creazione di questo stato di cose per tutte le nazioni sia che anche i neutrali si uniscano volontariamente a noi ” ».

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che viceversa, non è mai venuta '! E questo tempo è pas¬ sato per me sempre uguale, tra qui e Marina, dove si trova ancora Erminia coi ragazzi: che torneranno però tra una diecina di giorni. Io ho lavorato a quei capitoli che sai per la storia degli ultimi cento anni del Vallardi* 2; e ho steso una parte del corso di filos. d. diritto fatto quest’anno, ma in sunto: e lo sto stampando nei soliti Annali delle Università toscane 3: tanto per dare ai molti studenti lontani che dovranno prepararsi poi all’esame, un testo sul quale, se vogliono, possano rispondere. Pre¬ sto ti manderò l’estratto. Avrai la mia parte della Critica di novembre prima che tu lasci Torino, anche perché nei primi di ottobre conto di recarmi in Sicilia, finalmente. Recensirò il Rohde; ma quello del Jallonghi mi pare un pasticcio, e non so se potrò parlarne 4. Ad ogni modo,

[838] ' « Che cosa è di te, che non mi scrivi da un mese? », aveva chiesto il Croce (Lettere, Viù, 10.IX.16, n. 758, p. 524). 2 Al Gentile era stata affidata la storia del movimento filosofico dal 1814, per un’opera illustrata di volgarizzazione sul « popolo italiano nella storia della libertà e della grandezza della patria », come risulta dal contratto (conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile) che reca la data del 18 novembre 1915; egli tuttavia, nonostante le sollecitazioni dell’editore, che si ripeterono per anni, non diede corso all’opera. 3 G. Gentile, I fondamenti della filosofia del diritto, in « Annali », 1916, N.S., voi. I, fase. V, pp. 76 (nuove edizioni, con aggiunte si ebbero nel 1923 e nel 1927, ora in « Opere complete », IV, Firenze, Sansoni, 1961). V. lett. 846, p. 113, n. 2. 4 II Gentile fece entrambe le recensioni propostegli dallo stesso Croce (Lettere, n. 757, p. 523 e 758, p. 524): a Erwin Rhode, Psyche, culto delle anime e fede nell'immortalità presso i Greci, tr. it. di E. Codignola e A. Oberdorfer, Bari, Laterza, 1914-6, in « Critica », cit., fase. VI, pp. 449-55 (rist. in Frammenti di storia della filosofia, Lanciano, Carabba, 1926, pp. 1-11) ed a Ernesto Jallonghi, I ritmi latini di S. Bonaventura, Roma, Desclée e c., 1915, « ivi », pp. 458-9. In realtà, per quanto riguarda

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I03

avrai tre recensioni. Vedendo il Bersano, ti prego di do¬ mandargli per me se ha ultimato la sua trad. del De anima di Aristotile, e quando potrà fare per me quella della Fisica promessami* * * * 5. Questa notizia mi preme. — Del De Lollis mi fai il piacere di scrivermi l’indirizzo postale? Vorrei anche quello del Casati6. — Saluti affettuosi alla tua Signora e a te da tutti noi tuo Giovanni

839 All’Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore del Regno Viù (Torino) Pisa 19 sett. 1916 Mio caro Benedetto, Io non posso ancora precisare la data del mio viaggio in Sicilia perché è assolutamente necessario che io la co-

quest’ultimo, il Croce aveva voluto cedere alle sue insistenze perché nella rivista si parlasse della sua opera, e di questa aveva fatto inviare per « competenza » una copia al Gentile, pregandolo di scriverne « un cenno » (Lettere, n. 737, p. 323). 5 Di queste traduzioni di Arturo Bersano, professore di Torino, che, come aveva avvertito il Croce (ivi, n. 758, p. 324), si trovava a Viù, non abbiamo ulteriori notizie (neppure nella sua corripondenza, del resto molto esigua, conserv. nell'Arch. della Fondaz. G. Gentile). V. lett. seg. (e cfr. anche lett. 820, p. 69). 6 II Croce poteva esaudire il Gentile per quanto riguardava il De Lollis («81” fanteria, i2a compagnia, zona di guerra»), ma non il Ca¬ sati, « perché », spiegava, « egli non scrive, e noi carteggiamo con la madre e la moglie » (ivi, 14.DC.16, n. 739, p. 524).

104

GIOVANNI GENTILE

ordini con la data di convocazione del Consiglio Supe¬ riore: la quale non è ancora fissata, ma credo che cadrà o il 15 ott. o poco dopo (prima la Sezione per le Scuole Primarie e poi, in continuazione il Consiglio plenario, che quest’anno si anticipa a causa degl’incarichi da sotto¬ porre ancora a rigorosa revisione). — Ma se tu non mi troverai qui (dove ad ogni modo ti aspettano, cioè vi aspettano i miei), io ti verrò a salutare nel ritorno dalla Sicilia, a Napoli. Tra una diecina di giorni saprò qualche cosa di preciso '. Ricordo bene che il Bersano traduce il De anima pel Fraccaroli* 1 2; ma, finita questa traduzione, doveva tra¬ durre per me la Fisica. Se potesse darmi anche il De anima, tanto meglio 3! Ora esce la Poetica del Valgimigli4, e il 2° volume di S. Tommaso 5; e si pone mano a un altro volume di Platone (trad. Zambaldi)6. Un abbraccio Dal tuo Giovanni

[839] 1 II Croce, che contava di lasciare Torino tra il io e Fu ottobre, aveva suggerito al Gentile di « ritardare » fino ad allora la sua « gita », così da potersi incontrare a Pisa e proseguire insieme per Napoli {Let¬ tere, 14.1x.16, n. 759, pp. 524-5). 2 Giuseppe Fraccaroli (1849-1918), filologo, allora prof, di lettera¬ tura greca a Pavia.

3

V. lett. prec. Al Croce il Bersano aveva detto, per quanto riguar¬

dava quest’opera, di avere « ancora un certo impegno col Fraccaroli » {Lettere, ibid.). 4 Aristotele, Poetica, tr., note e introd. di Manara Valgimigli, Bari, Laterza, 1916. V. anche, qui, voi. IV, p. 216. 5 V. lett. 805, p. 47, n. 2.

6

Platone, Dialoghi, voi. IV, trad. di Francesco Zambaldi, Bari, La-

terza, 1917.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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84O Pisa, 2C)jIX 1916 Mio caro Benedetto, Credo che la presente ti possa raggiungere ancora a Viù, da cui mi scrivesti che saresti sceso a Torino il 2 ottobre

Ti mando il resto dell’art. sul Centofanti e tre

recensioni. Se quella sul Jallonghi % che non si può trat¬ tar meglio, ti pare non metta conto pubblicarla nella Cri¬ tica, stracciala, e sarà tanto di guadagnato pel Jallonghi. Io ti potrò fornire qualche altra recensione breve. Ti mando pure la mia memoria di Filosofia del di¬ ritto * 1 2 3. Il volume galileiano4 5 con quello del Rosmini3 e una nuova edizione del Fiorentino6 avevo pensato di mandarteli a Napoli; e sono da parecchi giorni chiusi in un pacco, che spedirò infatti a Napoli. Ora sto stampando il i° volume de’ miei articoli sulla Filosofia italiana dopo il 1850, nella collezione di Messina.

[840] 1 V. lett. seg. 2 V. lett. 834 e 838, n. 4. 3 G. Gentile, op. cit.: v. lett. 838, n. 3.

4

G. Galilei, Frammenti e lettere. Con introd. e note di G. Gentile,

Livorno, Giusti, 1916 (« Biblioteca dei classici italiani commentati per le scuole »); l’introduzione è ristampata in II pensiero italiano del Rinasci¬ mento, cit., pp. 235-57 (in « Opere complete », XIV, pp. 233-52). Il Croce aveva « potuto guardare in mano a un professore » questa « eccellente antologia », a Torino (Lettere, n. 760, p. 525). 5 A. Rosmini, Del principio supremo della metodica e l’educazione del¬ l’infanzia, con altri scritti pedagogici, a c. di G. Gentile, Torino, Paravia, 1916 (pref. già pubbl. in « La cultura dello spirito », a. V, 1915, fase. I, pp. 2-4 e rist. in Educazione e scuola laica, cit., pp. 69-78). 6 F. Fiorentino, Elementi di filosofia ad uso dei licei, 2 voli., Torino, Paravia.

io 6

GIOVANNI GENTILE

Saranno tre volumi, che ho intitolati Origini della filos. contemporanea in Italia. E dentro il ’i7 credo saranno tutti stampati7. Della traduzione del Savy-Lopez [^c] non sapevo nulla. Ma ha fatto male il Laterza che manda in tipogra¬ fìa volumi della collezione senza avvertire né te né me. Ora passerà tutto sotto i miei occhi; ma 8 fogli già sono stampati. Poco male, del resto, perché quando lessi il i° volume da molti riscontri la traduzione mi parve non solo molto limpida, ma anche fedelissima. E procurerò di sollecitare per quanto dipende da me. Ora non so dove sia il Savj-Lopez 8. Io domenica andrò a Roma per il matrimonio d’una mia nipote 9. Ma credo che per ora ritornerò a Pisa dopo un paio di giorni. In ogni caso ti avvertirò. Saprai che sono riuscito ad avere al liceo di Pisa il nostro caro Carlini io. Verrà oggi. Saluti affettuosissimi a te e alla Signora da tutti i miei; baci ai bimbi. Tuo Giovanni

7 Ne uscì, invece, uno soltanto. 8 V. qui voi. IV,

p.

288, n. 3. Il Croce aveva avvertito di tutto ciò il

Gentile (Lettere, n. 760, p. 525), perché se non avesse finito il volume di Schopenhauer, il Pietrarota non avrebbe potuto cominciare a com¬ porre il suo Teorìa e storia della storiografia, cit.; gli aveva dunque racco¬ mandato di impedire i « ritardi » di Paolo Savj Lopez (1876-1919), che definiva « agente diplomatico tra il Pensiero francese e il Pensiero ita¬ liano »: questi infatti, per rinsaldare i legami di cultura e di amicizia tra 1 due paesi, aveva promosso e fondato l’Istituto Italiano a Parigi, facen¬ done uno strumento di efficace propaganda durante la guerra. V. an¬ che lett. 843, n. 2.

9

Elisa Paulucci Rossi. Il Croce, inviando i suoi saluti al « Carissimo » Armando Car¬

lini, scriverà: « Il suo posto di Parma è stato offerto al Moni. Spero che questi accetti » {Lettere, n. 762, p. 526). V. lett. 803, pp. 43-4, nn. 4-5.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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84I Al Ch.mo Signore Benedetto Croce Senatore Hotel Fiorina Torino Pisa 1 ott. 1916 Carissimo Benedetto, Tu mi avevi scritto che da Viù saresti passato a Torino il 2; perciò il 29 settembre io credetti di poterti spedire i miei 4 articoli colà. Ma sono raccomandati, e spero bene che non si smarriscano. Già tu avrai lasciato al postino il tuo recapito. Ad ogni modo, ti prego di rassicurarmi. Ti mandai colà anche la memoria sul Diritto '. Oggi vado a Roma pel matrimonio di mia nipote; ma tornerò martedì o mercoledì; sicché mi troverai qui. Il Consiglio Superiore si raduna il 23; perciò andrò in Sicilia verso il 13. E tu mi troverai qua. Forse vedrò il Ruffìni lunedì2. C’è qui Carlini3. Un abbraccio Dal tuo Giovanni R S. - Affettuosissimi saluti alla Sig.a Adelina da tutti.

[841] Già il giorno dopo (lunedì) il Croce poteva rassicurare il Gentile di aver ricevuto «tutto [...] con esattezza» (Lettere, n. 762, p. 526). V. anche lett. 846, p. 113, n. 2. 2 V. lett. seg., n. 3. 3 V. lett. prec.

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842

Al Ch.mo Sig. Benedetto Croce Senatore Hotel Fiorina, Torino Pisa, 5/X 1916 Carissimo Benedetto, Ti compiango davvero pel bolide che t’è piovuto ad¬ dosso in albergo

È impossibile levarsela di dosso. Io qui

ho fatto dire che ero in Sicilia; ed essa mi ha visto da lontano per istrada, ed è tornata a fare un caso del dia¬ volo. Ora tu paghi per me! Sto leggendo il tuo bellissimo volume sulla Spagna 2, che è veramente magistrale ed elegantissimo. Vi aspettiamo. Sarete qui il 9 o il io? Avvisami. Un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Vidi a Roma il Ruffini3, che forse mi aiuterà qui. Ti dirò a voce.

[842]

1

Agnese Dalmasso, autrice di un Saggio di una metafisica dell'amore

nell’assoluto e nell’accidentale, Torino, Paravia, 1918, aveva fatto anche al Croce una pessima impressione {Lettere, n. 762, p. 526). V. anche più avanti, lett. 852. B. Croce, La Spagna nella vita italiana, cit. 3 Ma v. lett. 844 e 846.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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843

All'Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli (Roma 24.10.16) Mio caro Benedetto, Passai ieri notte per Napoli, e se fosse stata un’ora più cristiana certamente mi sarei fermato tra un treno e l’al¬ tro per venirti a trovare \ Ma il dovermi trovare il giorno stesso qui, mi costrinse a continuare. Né mi fu possibile partire dalla Sicilia partire [sic] almeno un giorno prima, perché a Castelvetrano ebbi una febbre che mi obbligò a restare due giorni più che io non avevo stabilito. Là ebbi le bozze della Critica, che rimandai corrette al Pietrarota. Ora rimando a te la parte dell’articolo sul Centofanti che s’è dovuta rimandare al fascicolo di gen¬ naio * 1 2. Ora io sto bene; ma i giorni passati a Castelvetrano furono, come puoi immaginare, di grande tristezza per lo stato in cui ho trovato i miei vecchi genitori e la mia sorella, che è stata ed è molto ammalata. — Resterò qui tutta questa settimana. Tuo Giovanni

[843] 1 II Croce, che aveva atteso il Gentile dal sabato al lunedi mattina, aveva chiesto perché non si fosse « fermato nemmeno per una mezza giornata» (Lettere, n. 763, p. 526). V. lett. seg. 2 V. lett. 834, p. 95, n. 1.

no

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All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Roma 26/ X 1916 Carissimo Benedetto, Le nostre cartoline si sono incrociate. Spero abbi rice¬ vuto la mia. Io resterò qui fino a sabato certamente; tranne che la spinosa questione degl’incarichi, che ora ci occupa non ci tiri più in lungo. Anch’io sono rimasto dolentissimo nell’esser dovuto passare da Napoli senza fermarmi. Ma non era proprio possibile. Baci ai bimbi, e affettuosi saluti alla Signora e a te Dal tuo Giov. P. S. - Il Ruff. pare non trovi il coraggio né meno per quella nomina di Pisa, che ti accennai \

[844] ' Il Croce non riusciva a capire quali potessero essere le difficoltà del ministro per la nomina del Gentile alla Scuola Normale, a meno che non fossero di carattere finanziario, che però non si proponevano nel caso di Napoli; e in proposito osservava: « È curioso che si riesca sempre a favorire gl'intriganti che non lavorano e non si riesca mai a spianare la strada a un galantuomo che lavora. Il Ruffini si farebbe grande onore se, rompendo gli indugi, ti proponesse per la cattedra di Napoli. Di che teme? Non certo della sua coscienza, che lo plaudirebbe, né dell'opinione degli studiosi» (Lettere, Napoli, 26 ott. 16, n. 764, p. 527). V. anche lett. 810, p. 54 e lett. 846.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

III

845

All'Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa, 1 nov. 1916 Mio caro Benedetto, Ti rimando le bozze della Critica dove mancavano pure una parte delle bozze delle mie recensioni. E ti prego perciò di correggere tu stesso, dove occorre, quelle pagine. Ebbi a Roma la tua lettera ma mi mancò assolutamente di risponderti [sic]

e oggi non posso con le mille

faccende che ho trovato qui da sbrigare. Ma uno di que¬ sti giorni ti scriverò un po’ a lungo. Ieri fui in viaggio col Savj-Lopez, che mi parlò a lungo dei colpi che tu gli hai dato * 1 2 e dei quali si mostra molto addolorato. Accetta per ora un abbraccio, e porgi i nostri affet¬ tuosi saluti alla buona tua Signora Tuo Giovanni

[845] 1 V. lett. seg. 2 V. lett. 840, n. 8 e cfr. B. Croce, Un aneddoto falso, in «Critica», a. XIV, fase. Ili, pp. 239-41.

112

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846

Ministero dell’Istruzione Comitato Nazionale per la Storia del Risorgimento Pisa 7 nov. 1916 Mio caro Benedetto, Ho ricevuto le bozze della tua nuova memoria sulla storia dell’Estetica

nella quale ho visto con molto pia¬

cere la giustificazione, ispirata a un profondo concetto storico, della preistoria dell’Estetica. Ma qualche difficoltà mi rimane intorno alla teoria svolta dalla pag.

n

in poi

circa la molteplicità dei problemi estetici, e in generale filosofici; non perché non sia vera la tua considerazione, giustissima, che i problemi che la storia via via pone e risolve sono sempre nuovi, diversi l’uno dall’altro; ma perché la loro molteplicità è pur sempre lo svolgimento di un unico problema: il quale non si può dire un « nome collettivo », come tu lo dici, senza rendere impossibile il concetto dell’estetica come un che di unico, attraverso la sua storia, dove soltanto è da cercare. D’altra parte, credo bene che tu non voglia negare questa unità, poi¬ ché la sottintendi continuamente ed espressamente vi ti riferisci in tutto il tuo discorso. Soltanto, mi pare che la lasci troppo nell’ombra, e troppo accentui la diversità; la quale non può valere senza l’altro termine, come que-

[846] ' B. Croce, Inizio, periodi e caratteri della storia dell'Estetica, nota letta all Acc. Pontaniana nella tornata del 5 novembre 1916, in «Atti», a. XLI, 1916, mem. 7, p. 19 (rist. in Nuovi saggi di Estetica, Bari, Laterza, 1920, pp. 95-119).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

3

II

sto non vive, nella sua astrattezza schematica, senza di essa 2. Quanto alla mia memoria sul diritto 3 4, hai certamente ragione a dire che io lo considero soltanto come norma agendi, la cui realtà per me non ha valore se non nello spirito che riconosce tale norma. Ma io non riesco a ve¬ dere quel che ci dovrebbe essere, oltre questa norma, nella coscienza giuridica. La volontà come forza pura, creatrice del diritto, mi pare l’antecedente del diritto in senso stretto: antecedente così del diritto come della mo¬ rale, con questa differenza, che nel momento della mo¬ rale abbiamo una realtà concreta e nel momento del di¬ ritto una posizione puramente ideale. Ma di ciò sarà cer¬ tamente meglio discorrere una volta a voce, perché è una materia sulla quale ho molto pensato, e nella quale trovo moltissime difficoltà dove prima mi pareva di veder chiaro. Chi sa che non ci si possa trovare insieme presto! Io devo tornare a Roma lunedì venturo pel Consiglio Supe¬ riore (Sezione per le scuole primarie); e ci resterò una settimana circa. Se tu avessi allora occasione di venirci, potremmo passare certamente una mezza giornata in¬ sieme +.

2 Per il

Croce

la

difficoltà

si poteva superare considerando

«unico» non «il problema ma il problemante », cioè «il pensiero», ri¬ muovendo così, tanto in estetica che in filosofia, le soluzioni « una volta per tutte » o i processi alfinfinito: e proprio per questa via era giunto « a quella concezione dell'infinita molteplicità dei problemi che il pensiero pensa, e in ciascuno dei quali è tutto il problema, e non è mai » (Lettere, Napoli, 10.XI.16, n. 766, p. 329). V. lett. 828, pp. 82-3. 3 La « bella, limpida » memoria del Gentile, « piena di ottima filo¬ sofia », era stata criticata dal Croce proprio perché riferendosi solo alla « forma derivata della legge o norma agendi » saltava « il problema pro¬ prio del diritto » (Lettere, n. 764, p. 527). V. lett. 838, n. 3. 4 L'esigenza di discutere a voce era condivisa dal Croce, magari

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IJ4

Il Ruffìni mi ha scritto finalmente oggi5 d’aver avuto dal Dini la risposta che aspettava, e che è stata negativa; poiché egli non aveva detto recisamente di volere nomi¬ narmi, ma aveva semplicemente proposto l’idea al Dini,

« passeggiando a due soli per Pisa » (ivi, ibid.). E forse proprio in vista di questo auspicato incontro, il Gentile sorvolava su questo altro brano della lettera del Croce: « Non avevo letto, e dopo la tua lode l’ho ricercato tra i miei opuscoli, lo scritto del Maggiore [Il diritto e il suo processo ideale, Palermo, Fiorenza, 1916], del quale ho fatto una recen¬ sione [in « Critica », a. XV, 1917, fase. I, pp. 60-3], poiché vedo che mi critica con molta sans faqons e senza penetrare punto sulla questione. Ti confesso che quello scritto mi ha confermato l’impressione avuta dagli altri dello stesso autore, quello famoso sulla pazzia [v. qui, voi. IV, p. 245, n. 2], un altro sulla guerra [Il valore etico della guerra, in « Riv. d’Italia », a. XVIII, 1915, fase. IV, pp. 314-31], ecc.; cioè, che si tratti di opere di un ingegno meccanico, alla Raffaele Mariano o, se ti piace meglio, alla Vera ». Secondo il Croce il fatto che il Maggiore volesse abbandonare la magistratura per una cattedra di filosofia del diritto (glielo aveva detto lui stesso in un colloquio) era la controprova della « tendenza astratta, generica, schematica del suo ingegno ». Ma v. più avanti, lett. 852, n. 3. Non potendosi per il momento incontrare col Gentile il Croce doveva affidarsi alla corrispondenza per queste ulte¬ riori osservazioni: « Accetto pienamente la concezione della norma come un momento astratto e che ha valore solo nello spirito che l’acco¬ glie, la concreta e perciò la distrugge subito come norma. Ho soste¬ nuto il medesimo nella mia teoria delle leggi, considerando la legge come volizione astratta. Ma il momento della pura volontà mi sembra non già astratto, ma concretissimo: e a ogni modo in esso credo si annodino tutti i problemi più importanti della cosiddetta filosofia del diritto. Comunque si risolvano, essi hanno per me tanto maggiore interesse in quanto non rispondono solo all’interesse mio individuale di pensatore, ma direi a quello della nostra epoca storica (politica, guerra, concezione storica della vita, ecc. ecc.). Ecco perché vorrei che fossero messi in primo piano, e non trattati come un sottinteso ». Per questi problemi, che gli stavano «a cuore», il Croce ammetteva che non erano suf ficienti « queste poche e frettolose parole » e sperava di « ri¬ prendere a voce la discussione » (Lettere, n. 766, p. 329).

5

La lettera del ministro, datata Roma, 6 novembre 1916, conserv.

nell Arch. della Fondaz. G. Gentile, tuttavia non ci illumina su quali

LETTERE A BENEDETTO CROCE

“5

come se questi fosse stato il ministro e lui il direttore della Scuola Normale. Il Dini, che dello stesso posto è stato richiesto tante volte già dal Tarantino (col quale credo sia pure legato da vincoli massonici, quantunque, tutto insieme una brava persona e, credo, a me affezionata) gli accennò subito a voce che la mia nomina avrebbe

suscitato

grave

malcontento

in

altri;

chiese

tempo a riflettere; e ora gli ha scritto che la cosa non gli pare fattibile. Il Ruffini mi dice che ne riparleremo a voce; e io infatti gliene riparlerò nella settimana ventura, ma brevissimamente, per dirgli che in sostanza tanto que¬ sto fatto di Pisa quanto l’altro di Napoli dipendono uni¬ camente dal suo buon volere, se l’ha; giacché difficoltà non c’è nemmeno pel parere da chiedere al Cons. Supe¬ riore facendone parte io, dati tanti casi analoghi, fre¬ quenti, a cui nessuno bada; e che è perciò il caso di dirmi un sì o un no schietto, senza « studiare » più oltre. E così troncherò, senza altri tentativi poco decorosi ormai. — Il Dini a voce, da tutti gli argomenti addottigli dal Ruffini — che era stato da me istruito molto bene — era stato costretto a confessargli che, effettivamente, non c’erano difficoltà contro la mia nomina (salvo quel malcontento ecc.). E il Ruffini sa che la nomina spetta a lui farla, mota proprio, senza sentire nessuna proposta. Può essere sul serio grave ostacolo il parere contrario del Dini poiché questi al Tarantino potrebbe sempre dire che io sono stato imposto dal ministro, e lui non c’è entrato? — Il Grippo a quest’ora l’una o l’altra questione l’avrebbe ri¬ soluta. Ma il R. è proprio un pulcino nella stoppa. Ne ho sentite tante! Dalla famiglia Ricasoli m’è stato chiesto un estratto degli articoli sul Ricasoli* 6. Ma del 2°, uscito nella Critica

fossero, nella fattispecie, le aspirazioni del Gentile. V. anche lett. seg. 6 V. lett. 827, p. 81, n. 1.

GIOVANNI GENTILE

ii 6

di luglio non ho avuto ancora da te i soliti fogli. Mi fai il piacere di mandarmene qualcuno? Ti prego pure di ricordarti della mia preghiera di far cercare in casa tua i due volumi (40 e 50) delle Opere del Vico, 2‘ ed. Ferrari, rilegati in mezza pergamena, che lasciai a Isa due anni fa, e da lei allora collocati su un mobile che era in camera tua 7. Scrivimi, caro Benedetto, e dammi spesso tue notizie. Porgi i nostri affettuosi saluti alla tua buona Signora; baci ai bimbi e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Mi sto procurando i libri che mi hai indicati per le recensioni del prossimo fascicolo 8.

847

Pisa, io nov. 1916 Carissimo Benedetto, Ti prego di dare uno sguardo alla proposta contenuta nella lettera che ti acchiudo. Il Petrozziello, già scolaro, anche lui, di Pisa, tanti anni fa, poi rivoltosi agli studi legali è segretario particolare dell’Orlando, che dev’es¬ sere già inteso dell’idea \

7 Ma la signora Adelina aveva assicurato al marito che i volumi erano stati « da lei stessa riconsegnati al Maturi » (Lettere, n. 766, p.

52 9)8 V. Lettere, n. 764, p. 527.

[847] Modestino Petrozziello. Il Croce rispondeva (Lettere, Napoli, 16 nov. 16, n. 767, p. 530) che ne avrebbe « volentieri » parlato al Laterza,

LETTERE A BENEDETTO CROCE

117

Ti prego poi di farmi sapere a Roma — dove potrò avere occasione d’incontrare il Petrozziello — se ti pare che la cosa possa essere presa in considerazione. Ho avuto in questi giorni una visita del Franchini* 2; che ci ha portato qui un po’ di aria napoletana, e della tua casa; ed è stato perciò assai gradito. Abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

848* Ministero della Pubblica Istruzione Roma 15 nov. 1916 Mio caro Benedetto, Ieri parlai con Ruffini, e ne riportai una buona im¬ pressione. Di Pisa non è più il caso di parlarne. Lo stesso Ruffini mi ha confermato nel sospetto che l’opposizione del Dini nasce dai legami massonici che lo devono strin¬ gere al Tarantino: legami che, pare, trascinano non di rado il D., del resto brav’uomo, a commettere ingiustizie e porcherie di questo genere '.

quando fosse capitato a Napoli, sembrandogli infatti « prematuro e inefficace scrivergliene ». Un idea analoga egli del resto faveva sugge¬ rita allo Zanichelli, tramite il Missiroli, per « una collezione, ma viva di scrittori poetici: scelti cioè da tutti i tempi, ma con riferimento ai pro¬ blemi del presente ». 2 V. lett. 833, p. 94 e 897, p. 198.

[848] * Questa lettera presenta una lacuna nella parte finale. 1 V. lett. 846.

n8

GIOVANNI GENTILE

Ma il Ruffini coltiva — mi pare sinceramente — l’idea della nomina a Napoli, benché gli paia ancora grave la difficoltà che proviene dal fare io parte del Consiglio Su¬ periore, mentre l’iniziativa della proposta non viene a lui dalla Facoltà. Ma desidera far cercare se ci sia un prece¬ dente; che se c’è, dice che farebbe senz’altro la domanda del parere al Consiglio. Data la sua disposizione d’animo, crederei utile che tu tornassi a toccargli della cosa quando avrai occasione di venire a Roma e potrai vederlo * 2. Mi sono infatti persuaso che, insistendo, si possa riuscire. Ti prego pure di considerare se, data la presente co¬ stituzione della Facoltà (ordinari: D’Ovidio, Masci, Coc¬ chia, Torraca, Schipa, Olivieri, Covotti, Sogliano, Co¬ lucci, Rizzo e Pieri), la mia candidatura per la chiamata alla Pedagogia potrebbe, se condotta con molta pru¬ denza, ottenere un buon numero di voti; in modo da poter servire d’indicazione al Ministro, anche non ba¬ stando a decidere di per sé della chiamata. Tu puoi giudi¬ care molto meglio di me 3. Il Torraca mi scrisse alcuni giorni fa gratissimo di

Il Croce si rallegrava di questa rinnovata disponibilità del mini¬ stro, ritenendo che gli ostacoli che incontrava il Gentile non potessero esser superati « con espedienti » ma soltanto « con un atto di coraggio, confortato dalla sicura coscienza di far cosa giusta »: il Croce dubitava che il Ruffini disponesse di « questo coraggio », ma si dichiarava « pionto a scrivergli » non appena il Gentile gliene avesse prospettato l’opportunità (Lettere, n. 767, p. 529). 3 Ma il Croce (ivi, ibid., p. 530), esprimeva la convinzione che il Gentile dovesse « abbandonare l’idea di una votazione della Facoltà », dalla quale, a causa dei mutamenti subiti, non poteva che attendersi « uno sfregio (termine di camorra, ma adatto) », mentre solo lo sbalor¬ dimento per un atto fulmineo del ministro avrebbe ridotto tutti al silen¬ zio: in caso contrario, del resto, il Croce si riproponeva di continuare le sue « lettere sul Caso Gentile

».

V. lett. 829,

p.

83 sgg.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

119

quanto ho fatto per lui nel Consiglio Superiore 4, contro Mosca e Schedilo che fingevano d’ignorare che cosa sia la letteratura comparata < lacuna > gratissimo anch’io. Ma già eravamo partiti. Spero possa servire pel ritorno, quando mia suocera, verso la fine dell’anno tornerà a Pisa. Io rimarrò qui probabilmente fino a lunedì o mar¬ tedì. Saluti affettuosi alla Signora e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

849

AH’Illustre Sig. Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli (Roma, 18.11.916) Carissimo Benedetto, Hai perfettamente ragione; e quell’idea che lì per lì, dopo il discorso col R.[uffini] m’era venuta in mente non è che un effetto del vivo desiderio mio di raggiungere la meta. Del resto, il R. non vi aveva menomamente accen¬ nato. Non resta se non che tu, se incontri il Ministro, ne sproni il buon volere toccando con la tua discrezione e autorità il lato morale del provvedimento. Altro non c’è da fare '. 4 La lettera del Torraca, datata Napoli 30 ottobre 1916, è conser¬ vata nell’Arch. dejla Fondaz. G. Gentile.

[849] 1 V. lett. prec. e lett. seg. Il Croce avrebbe riaffermato la sua di-

120

GIOVANNI GENTILE

Io forse dovrò rimanere qui fino a martedì venturo. Un abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Quando tornerò a Pisa, ti saprò dire se il bi¬ glietto * 2 per mia suocera ha bisogno di esser corretto; nel qual caso te lo rimanderò. — Ho visto qui la tua bellissima lettera riprodotta nella Rivista del Colajanni col suo comicissimo com¬ mento 3!

sponibilità ad intervenire presso il Ruffini, insistendo però sulla neces¬ sità di un’azione tempestiva, affinché l’« indugio » non favorisse « qual¬ che precisa proposta diversa della Facoltà », ed in proposito osservava: « I fautori del D.[ella] V.[alle] lavorano certamente; e ora che colui presta, a quanto mi si dice, servizio militare, non mancheranno di valersi della divìsa. Nuova speculazione! Siamo in tempi in cui anche gli studenti che non hanno studiato si presentano in divisa per farsi ap¬ provare, ricordando forse gli eroi ignoranti di Vico » (Lettere, 19.XI.1916, 768, p. 530). 2 Un biglietto ferroviario.

3

B. Croce, I socialisti e la patria, pubblicato in «La Libertà», a.

XVII, n. 33, 9 settembre 1916 (rist. in Pagine sulla guerra2, cit., p. 151) e, sotto il titolo B. Croce predica bene e razzola male, in « Rivista popolare di politica, lettere e scienze sociali», a. XXII, 1916, n. 17,

p.

361, con

questo cappello: « Carlo Bazzi nella Libertà di Ravenna ha promosso un referendum sull'attitudine antinazionale dei socialisti italiani, che sem¬ brano ai servizi dell’Austria. Tra le risposte ricevute crediamo oppor¬ tuno riprodurre quella di B. Croce. È un atto di ravvedimento? è un auto-condanna? Non sappiamo; certamente è in contraddizione colle anteriori manifestazioni del proprio pensiero, che sollevarono lo sdegno dei molti che sino alla vigilia della guerra erano stati suoi amici e ammiratori — noi compresi. Comunque la sua parola suona rampo¬ gna pei nemici d’Italia». «Quella mia letterina», precisava il Croce (Lettere, n. 768, pp. 530-1) « fu la risposta a un referendum indetto nel-

1 agosto scorso, sul fatto che i socialisti di Ravenna avevano impedito l’esposizione delle bandiere per la presa di Gorizia! Naturalmente il

LETTERE A BENEDETTO CROCE

121

850 All'Illustre Sig. Sen. Ben. Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa, 21/XI1916 Mio caro Benedetto, La Facoltà normalmente — poiché c’è già un incari¬ cato, e degl’incarichi si delibera in marzo — dovrebbe occuparsi della cosa in quel mese. Ma non è escluso che la questione della chiamata possa esser messa all’ordine del giorno anche prima. È bensì molto improbabile; perché il provvedimento dovrebbe essere comunque inviato al mi¬ nistero pel parere del Consiglio Superiore, che in adu¬ nanza plenaria non si riunisce prima dell’ultima decade di maggio. E prima d’allora neppure è possibile fare un passo per l’applicazione dell’art. 69. Ma la prima volta che tu verrai qui sarà opportuno che vegga il R.fuffini] e gli chieda la risposta che ancora ti deve, richiamandolo dalla formula cui egli è tornato sempre ad insistere, alla sostanza della questione, e cercando di averne una rispo¬ sta netta e definitiva !. Tornerò a Pisa domani sera. E mi occuperò subito

buon Colajanni mi vorrebbe coerente a suo modo; e poiché io so¬ stengo la superiorità del concetto germanico dello stato e della vita sociale, — come ho fatto, faccio e farò, — si aspettava che approvassi la teppa romagnola ».

[850] V. lett. prec.

122

GIOVANNI GENTILE

delle recensioni2 che ti occorrono pel prossimo fascicolo. I più cordiali saluti alla Sig.a Adele, e a e un abbraccio Dal tuo Giovanni

851

All’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa 13/ XII 1916 Carissimo Benedetto, Alla scolara di S. Orsola potresti proporre — come tema facile e adatto alla cultura di cui dispongono quelle ragazze — uno studio sugli Scrittori di educazione dell’Anto¬ logia', giacché in quella rivista c’è una quantità di scritti notevoli, non mai studiati, e dai quali viene illuminato il movimento pedagogico fiorito in Toscana più tardi (Cap¬ poni, Lambruschini, Tommaseo, Ridolfi ecc.). Per comin¬ ciare ad orientarsi basterebbero il Prunas (L’Antologia di G. P. Vieusseux) e l’ultimo volume degli Scrittori pedagogici italiani del Gerini \ Ti prego di farmi sapere, se lo cono-

2 Più tardi, ringraziandone il Gentile, il Croce avrebbe giudicato « ottime » queste recensioni (Lettere, n. 769, p. 531).

[851] 1 Per motivare la richiesta di suggerimenti per « uno o due temi, magari con qualche accenno bibliografico », il Croce si giustificava con parole, che è difficile dire quanto gradevoli potessero risuonare al-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

I23

sci, l'indirizzo della sig.na Aigranati \ Accetta con la sig.a Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei, ricordaci ai bimbi, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

852

Pisa, 9 gemi. 1917 Mio caro Benedetto, Scusami se non t’ho scritto prima, come desideravo per ringraziarti del nuovo pensiero affettuoso che hai avuto per i miei figli; di cui anche Erminia ti è infinita¬ mente grata insieme con me. Il nuovo anno non è cominciato bene per noi, quanto a salute. Io dopo un mese di fatica intensa ho sofferto alcuni giorni di depressione nervosa, che mi dava una fiera sofferenza alla testa \ Erminia ha avuto due volte la febbre, e una tosse stizzosa da romperle il petto. Dei bambini ora l’uno ora faltro ha dovuto passare qualche

l'orecchio deH'amico: «Sai la mia antipatia, pari all’ignoranza per la pedagogia » (Lettere, n. 769, p. 531). V. anche lett. seg., n. 3. 2 Maria? V. anche più avanti, lett. 920, p. 227.

[852] 1 Dolendosi di tutti questi malanni lamentati dal Gentile, il Croce lo esorterà, ricordandogli che era stato « già provato altra volta dalla neurastenia » (v. qui voi. II, p. 265, n. 1 e voi. Ili, p. 161, n. 1), a riguar¬ darsi e a non ammazzarsi « col troppo lavoro » (Lettere, Napoli, io I. 17, n. 770, p. 533).

GIOVANNI GENTILE

124

giorno a letto, forse per lievi attacchi d’influenza. Ma non siamo stati mai tranquilli. Io ho scritto tuttavia il primo degli articoli, che ti ac¬ cennai ultimamente sui Piagnoni (della scuola di Tomma¬ seo); e non te lo mando subito, perché desidero rileg¬ gerlo prima e vedere se si potesse restringere, poiché tu vuoi articoli assai brevi \ — Oggi vado a Roma pel Consi¬ glio Superiore; e mi ci fermerò una diecina di giorni. Te lo manderò di là. Potrai tu capitarci un giorno? Passe¬ remmo qualche ora insieme. Nelfultimo fascicolo della Critica c’era qualche cosa, nella recensione del Maggiore, che riguardava piuttosto me \ E io ammetto volentieri che posso essere in errore;

2

La cultura toscana. VI. I piagnoni, in « Critica », a. XV, 1917, fase.

II, pp. 108-21. V. anche, lett. 814, p. 58, n. 2. Il Croce chiarirà (Lettere, n. 770, p. 533) di volerli «articolati in modo — da poterli disarticolare e dividere in pezzi più corti » senza doverli mutilare a causa della ridu¬ zione del fascicolo. 3 V. lett. 846, n. 4. La replica del Croce {Lettere, n. 770, pp. 533-4) ci pare, al di là delle intenzioni, confermare questa impressione: « Sarò ben lieto » scriverà il Croce « di ridiscutere a voce con te di questioni che mi stanno assai a cuore. Intanto noto che tu provasti eccellente¬ mente che la pedagogia non è una scienza filosofica, e, trattata filosofi¬ camente, si risolve nella filosofia dello spirito. Tesi che io ho accettata ed accetto, al punto che non mi è mai venuto in capo di comporre una pedagogìa, per compiere la mia esposizione della filosofia dello spirito. Ma il Maggiore non annulla già (come tu facesti in quel caso) una falsa distinzione, sibbene nega il criterio stesso della distinzione: e questo è il punto della mia critica, giustificata dal vuoto di quella trattazione. Nella quale mi dispiace di veder saltato quello che per me è il vero momento originario del diritto, la cosiddetta facultas agendi. Mi pareva che, riportando l'attenzione su quel momento, io avessi lavorato nel senso del più profondo idealismo, e dato concretezza al diritto, che malamente si soleva considerare nella forma derivata ed astratta della norma. Credo che converrà combattere la tendenza al generico, che è ora

LETTERE A BENEDETTO CROCE

125

ma non mi pare che quella critica possa risolvere la que¬ stione. Mi pare troppo generica. La stessa critica mi è stata mossa tante volte per la pedagogia: — Voi non po¬ tete fare una pedagogia. Ed è verissimo che io non po¬ tevo fare più una certa pedagogia; ma ciò non m’impe¬ diva di poter risolvere meglio tutti i singoli problemi spe¬ cifici di essa. Ma di ciò a voce: cioè, spero, assai presto * * * 4. — Ora la distrazione romana fo conto che mi varrà a ridarmi il solito tono nervoso. Del resto, mi sento già abbastanza bene. Porgi i miei rallegramenti al caro Ruta. Era da preve¬ dere quello che è accaduto, e tu sei stato crudele a gettar colei addosso a quel bravissimo medico di corpi e di anime! Essa mi ha mandato un altro grosso manoscritto 5: che io non ho letto, ma non so neppure dove rimandarle; e temo di vedermela cascare qui da un giorno all’altro. Accetta, caro Benedetto, insieme con la buona si¬ gnora Adelina i saluti affettuosissimi di tutti i miei. Bacia per noi i bimbi, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

in parecchi cultori di filosofia, che sono usciti dalla nostra cerchia; e tu dovresti adoprartici con la tua autorità. E combattere anche una certa tendenza alla frivolezza, che osservo specialmente nel De Ruggiero (che pure è dei più vivaci d’ingegno) pel quale vero e falso sono parole che non hanno più senso! Ho scritto una piccola recensione di quel suo articolo della Revue de rnétaphys., e garbatamente gli ho mostrato che la storia non è ogni qualsiasi più arbitraria proposizione che ci esca di bocca quando siamo impegnati in una lotta passionale ». V. anche lett. 782, p. 6, 883, p. 172, n. 4 e 1046, p. 418, n. 3. 4 Ma rincontro, di cui anche il Croce sarebbe stato « ben lieto » (ivi, ibìd.) non potè aver luogo. 5 V. lett. 842.

GIOVANNI GENTILE

I2Ó

853 Ministero dell’Istruzione Consiglio Superiore Roma 18/1 191J Carissimo Benedetto, Comincio a perdere, anzi ho perduto del tutto la spe¬ ranza di averti qui per mezza giornata. Giacché domani io avrò finito, e ripartirò. Perciò ti mando per ora questo articolo per la Crìtica, che io stesso ho diviso in due pel caso che sia necessario spartirlo in due fascicoli. Da Pisa ti manderò le recensioni \ Questi giorni di diverse occupazioni dalle solite mi hanno molto giovato: e mi sento molto rifatto. È il più gran vantaggio di quest’appartenere al Consiglio Supe¬ riore. Ieri fu qui con me Fausto. Mi parlò della Zanda [?]. S’intende che farò per lei tutto quello che sarà possi¬ bile. Ci vedremo a Pisa in febbraio? Porgi i saluti miei alla tua buona Signora; baci ai bam¬ bini; e a te un abbraccio Dal tuo Giovanni

[853]

1

V. lett. prec. e lett. seg.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

12 7

854

Pisa, 28 -191J Mio caro Benedetto, Ti spedii da Roma, dieci giorni fa, l’articolo di fondo per la Critica? [sic] L'hai ricevuto ’? Ti prego rassicurarmi, perché, al solito, non ho altra copia. In settimana ti manderò le recensioni* 1 2. Abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

*55 24 febbr. [1917] Mio caro Benedetto, Ti ringrazio del modo affettuoso con cui mi hai co¬ municato questa fulminea notizia della fine sventuratis¬ sima

raccapricciante

stiano

toccata

al

nostro

povero

Seba¬

E ti son grado infinitamente di aver subito pen-

[854] 1 V. leu. 852. Il Croce l’aveva ricevuto e ne aveva inviato la prima metà in tipografia (Lettere, n. 771, p. 534). 2 Apprezzando particolarmente la recensione a E. Treitschke, La Francia dal primo impero al 18/1, tr. it. di E. Ruta, Bari, Laterza, 1916 (in «Critica», cit., fase.

II, pp. 122-30, rist. in Guerra e fede, cit.

pp. 176-90), il Croce la invierà subito in tipografia, anteponendola perfino ad «alcune» delle sue (Lettere, n. 772, pp. 334-5). V. anche lett. 881, p. 168, n. 6.

[855] 1 II Maturi era morto il 15, travolto da un tram, ed il Croce nel

128

GIOVANNI GENTILE

salo all'infelice vedova \ Per la quale sono però costernatissimo; perché, dalle ultime notizie che ne ho avuto, credo fosse già ridotta quasi affatto smemorata e presso che incosciente. Dopo questo colpo non so neppure im¬ maginare che possa sopravvivere, se non è un tronco in¬ sensibile. Non si potrà abbandonarla in quella casa senza né anche un cane che se ne prenda cura. Bisognerebbe fare che fosse ricevuta in qualche ritiro di suore, dove credo che, tra la pensione sua propria e quello che le resterà della pensione del povero Sebastiano, avrebbe di che pensare [sic] una modesta pensione. Ed essa ha sem¬ pre avuto rapporti e simpatie con suore che tengono isti¬ tuti in Napoli. Potrà la tua buona Adelina aiutarla a tro¬ varsi così un ricovero? Se credi che possa essere utile una mia venuta, verrò molto volentieri subito * 2 3. Il povero Sebastiano ebbe per me la tenerezza d’un padre; e io ora ho il rimorso di non esser più venuto a vederlo in questi ultimi tre anni, che visse nella più deso¬ lata tristezza. E di un’altra cosa vorrei pregarti. La sua morte me¬ rita di essere compianta nella Critica, in cui una volta

timore di « arrecare un colpo troppo duro » al Gentile, si era indiriz¬ zato alla moglie (v. la sua lettera, datata 16 febbraio, riprodotta in Carteggio Gentile-Maturi, Firenze, Le Lettere, 1987, p. 516, n. 1). 2 La signora Ernesta. V. anche lett. seg. 3 Ma il Croce sconsigliava al Gentile questo viaggio faticoso ed « inutile », perché la vedova non era in grado di poter intendere ed accogliere il suo conforto. Egli stesso del resto avrebbe vigilato affin¬ ché si provvedesse a tutto il necessario, e sarebbe intervenuto personal¬ mente se la situazione lo avesse richiesto, pur ritenendo che tale even¬ tualità non fosse probabile dal momento che il Cocchia, che aveva « preso energicamente la direzione delle cose », aveva « tra i molti di¬ fetti [...] alcune ottime qualità » adatte alle circostanze (Lettere, 20.II.17, n- 773- P- 535)- Cfr. anche Carteggio Gentile-Maturi, cit., p. 518.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

I29

anch’egli scrisse, magari con una paginetta che riguardi

1 uomo, poiché del filosofo si parlò altra volta. Ma io desi¬ dererei che questa pagina la scrivessi tu 4. de ne sarò molto grato, mio caro Benedetto. E ti abbraccio forte tuo Giovanni

856 Pisa 25/2

ij

Carissimo Benedetto, Grazie infinite di quanto hai fatto e fai pel povero Maturi. Lessi subito le belle parole mandate al Giornale d'Italia, che mi piacquero assai

E quel giorno stesso io

ricordai il caro amico ai miei scolari. Il Cocchia — al quale nel primo momento io non avevo pensato — son certo che assisterà con amore la vedova, per tutto ciò che

4 II Croce si riprometteva di esaudire questo desiderio del Gentile nel fascicolo di maggio della « Critica », ma senza « fretta », ricor¬ dando di aver dovuto inviare « due parole in fretta e furia al Gìorn. d’Italia [a. XVII, 1917, n. 50, 19 febbraio] perché nessun giornale aveva detto una parola sulla persona del Maturi, e tutti lo avevano trattato come un ignoto ». Il Croce aggiungeva anche parole sulla « immensa pena» suscitata in chi lo conosceva dalla «fine crudele» del Maturi, anche perché non se ne erano chiarite le circostanze, non essendosi potuto stabilire se si fosse trattato di una sua « imprudenza » o gli fosse toccato di essere una delle « frequenti vittime » del « pessimo servizio tranviario» napoletano (Lettere, n. 773, p. 536).

[856] 1 V. lett. prec., n. 4.

130

GIOVANNI GENTILE

le potrà occorrere 2. Qualche cosa me ne ha scritto anche il Renda, che pare si fosse affezionato anche lui a Seba¬ stiano, e che gentilmente s’è ricordato di me in questa triste occasione 3. Vedi un po’ di sapere che cosa avviene dei libri con tanto amore raccolti (tra i quali ce n’è qualcuno raro) e dei manoscritti dello Spaventa 4. Ti mando la risposta del Salvo 5 circa le cose vichiane del Castiglia6. Forse converrebbe vedere qualcuno di quegli scritti. Interessante la notizia di un’ideata edizione con commento della S.[cienza] N.[uova], Aggiungo un foglietto di appunti dal carteggio del Daniele, presi alcuni anni fa. Non so se ti possano gio¬ vare. Non ho potuto ancora cercare l’appunto relativo al Duni, che posseggo. Ma non me ne dimentico 7.

2 V. lett. prec., n. 3 e anche lett. seg. 3 Antonio Renda (1875-1959), psicologo, poi studioso di problemi religiosi e filosofici, era allora professore di Filosofia al Liceo Umberto 1 di Napoli, dove aveva insegnato il Maturi. Nella Fondaz. G. Gentile

sono conservate due sue lettere relative alla circostanza. 4 « Gran parte li acquisterò io », rispondeva il Croce {Lettere, n. 774. P-

536) e prometteva al Gentile di inviargli « l’elenco degli altri

libri » da collocare, mentre per quanto riguardava la carte di B. Spa¬ venta e del Maturi stesso, che aveva in custodia, era in attesa delle disposizioni della figlia di quest’ultimo. V. lett. 858, n. 6, 867, p. 147, n. 6 e Carteggio Gentile-Maturi, cit., p. XVII. 5 Giuseppe Salvo, bibliotecario della Nazionale di Palermo. 6 II Croce, che aveva acquistato «un volumetto di Studi di Bene¬ detto di Castiglia », aveva chiesto al Gentile « di assodare, per mezzo di qualche corrispondente siciliano, se dopo il '36 » se ne fossero pubbli¬ cati altri, in particolare «di argomento vichiano » (Lettere, n. 771,

p.

534). V. anche lett. 860. La richiesta di queste notizie è da collegare alla prossima pubblicazione della prima puntata di B. Croce, Nuove ricerche sulla vita e le opere del Vico e sul vichianismo. 1. Aneddoti biografici, in « Critica », a. XV, 1917, fase. V, pp. 290-9. 7 Emmanuele Duni.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

I3I

Ho ricevuto in questo momento le bozze della Critica; e letto subito l’importantissimo articolo sul Poerio 8. _ Ma soltanto domattina potrò rinviarti queste bozze, per¬ ché oggi, chiusa.

domenica,

la

posta

nel

pomeriggio

sarà

Accetta con la sig.d Adelina i saluti affettuosi dei miei tutti, e abbimi sempre aff.mo tuo Giovanni

857 All’Illustre Sig. Sen. Ben. Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Pisa, 2yf2 cy Carissimo Benedetto, Dimenticai nell'ultima lettera di sottoporti un deside¬ rio d un mio valente collega di qui, giurista, Santi Ro¬ mano. Il quale mi ha pregato di proporre al Laterza un suo

volumetto sull Ordinamento giuridico

(300 pagine

circa): studio di teoria generale del diritto e parte di un lavoro ampio al quale il R. attende da molti anni. Sa¬ pendo quanto è dotto e lucido, credo che sarà uno studio pregevolissimo, e che andrebbe. Ma se lo propongo io al Laterza, son certo che affaccia subito mille difficoltà. Po-

B. Croce, Una famiglia di patrioti. I Poerio, pubblicato a puntate nei primi quattro fascicoli della « Critica » dell’anno in corso, e rist. nel volume Una famiglia di patrioti ed altri saggi storici e critici, Bari, Laterza, 1919. V. anche lett. 836, p. 99, n. 2.

GIOVANNI GENTILE

I32

tresti fargli tu questa proposta '? Non credo che avrebbe da pentirsene: tanto più che il R. non mi pare che si aspetterebbe un compenso. Ti prego di vedere se si può contentarlo. Affettuosi saluti Dal tuo Giovanni

858 Al Ch.mo Sig. Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli [Pisa, 16.3 ?iy] Mio caro Benedetto, Ebbi Le lettere a Virginia del De Sanctis ', che sono un delicato e bellissimo profilo del De S. maestro nella sua intimità, e, biograficamente, compiono assai bene il volu¬ metto delle Lettere a D. Marvasi \ Ma fanno più viva-

[857] 1 Pur avvertendo che la difficoltà stava nel prezzo della carta della Biblioteca di cultura, quintuplicato negli ultimi due anni, il Croce era disposto a scriverne subito al Laterza (Lettere, n. 774, p. 536); ma il volume di Giuseppe Santi Romano fu pubblicato quello stesso anno dallo Spoerri di Pisa.

[858] 1 A cura di B. Croce, Bari, Laterza, 1917. 2 Napoli, Ricciardi, 1913.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

r33

mente sentire il desiderio della-raccolta complessiva del-

1 epistolario. Aspetto la Bibliografia che mi annuncii3 *. Io vorrei scrivere almeno un articolo pel centenario \ — Ho scritto una lunga recensione (non però anali¬ tica) della Scienza Nuova di Fausto pel Giorn. Storico 5; e ne ho avute le bozze. Tu quando passeresti? Dentro la prossima settimana (tra il 15 e il 20) io sarò chiamato a Roma. Se mai ci vedremo colà? Fammi poi sapere che libri restano disponibili del po¬ vero Maturi6 7. Anche il Cocchia mi ha scritto delle diffi¬ coltà che s’incontrano nel collocamento della sig.a Erne¬ sta . È una cosa assai dolorosa, e quale Sebastiano se l’im¬ maginava. Abbiti con la sig.a Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei Tuo Giovanni

3 B. Croce, Gli scritti di F. De Sanctis e la loro varia fortuna, Bari, Laterza, 1917. V. anche lett. 860. < G. Gentile, Un centenario. Francesco De Sanctis, in « Resto del Car¬ lino », a. XXIII, n. 78, 28 marzo 1917 (rist. col titolo Ricordo di F. De Sanctis, in Guerra e fede, cit., pp. 42-7). 3 G. B. Vico, La scienza nuova, a c. di F. Nicolini, in « Giorn. Storico d. lett. ital. », a. XXXV, 1917, voi. LXIX, fase. 206-7, P- 351-63. 6 V. lett. 856, n. 4. 7 Le suore che ('avevano ospitata per alcuni giorni, non intende¬ vano più farlo a causa delle sue « condizioni di mente », sicché il Coc¬ chia si era rivolto al prof. Cesare Colucci (v. lett. 829, p. 85, n. 2) per farla accogliere nella sua « casa », aveva scritto il Croce (Lettere, n. 774, p. 536). La lettera di Enrico Cocchia, datata Napoli 4 maùz.o 1917, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile e parzialmente ripor¬ tata in Carteggio Gentile-Maturi, cit., p. 518 n.

GIOVANNI GENTILE

x34

859

Pisa 16 marzo Carissimo Benedetto, Partirò per Roma mercoledì venturo, 21 corr. coi treno che parte da qui alle ore 15.30. Chi sa che non ci troviamo in treno ! Se no, avvisami del tuo passaggio, scrivendomi un rigo a Via Vicenza 56. Affettuosamente tuo Giovanni

860 Pisa io aprile 1917 Carissimo Benedetto, Grazie del piacere che mi hai procurato mandandomi

[859]

' 1 due biglietti che qui riportiamo, non sono pubblicati nell’ed. Mondadori: « Prof. Giovanni Gentile Via S. Sisto 2

Pisa (Napoli

14.111.17) Martedì Cariss. Giovanni, Conto di essere a Torino il 15 e ripartirne il 20 o 21. Puoi avvisarmi aU'Hótel Fiorina. A Roma ripas¬ serò tra il 22 e il 23. Aspetto tuo itinerario per regolarmi. Aff. tuo Benedetto ». « Prof. Giovanni Gentile Via San Sisto 2 Pisa (Torino 18.111.17) Domenica, Carissimo Giovanni, È assai probabile che io sarò costà martedì nel pomeriggio, per ripartire per Roma con te merco¬ ledì. In caso contrario, cercami mercoledì nel treno di Roma, e avverti Carlini di venire alla stazione desiderando salutarlo. A rivederci a pre¬ sto Tuo Benedetto ».

LETTERE A BENEDETTO CROCE

le bozze della bibliografia del De Sanctis

*35

che non è una

semplice bibliografia, ma un libro organico istruttivo e pieno d'interesse anche per me che ho seguito così da vicino tutto lo sviluppo di questi studi tuoi, dai quali con tanto onore e tante benemerenze ora ti congedi. Possa il programma, con cui hai finito, ricevere quella degna ese¬ cuzione che tu giustamente desideri, e che sarebbe il maggior premio della tua ventennale fatica. Qualche vo¬ lume, più in là, p.e. per gli scritti politici, potrei curare anch’io. Ebbi pure a Roma il tuo articolo della N. Antologìa, con cui hai potuto illustrare gli anni più oscuri che rima¬ nevano nella biografia del DeS [sic] \ Ti acchiudo un appunto vichiano per la bibliografia, e ti cercherò da capo nello Spettatore lo scritto del Gennarelli sul Duni, di cui non ripesco l’indicazione tra le mie carte 3. Hai visto le bozze che dà a me e a te quel matto del Galiucci, diventato a metà mio seguace 4?

[860] 1 V. lett. 858, n. 3. 2 B. Croce, Il soggiorno in Calabria, l'arresto e la prigionia di Fr. De Sanctis. Lettere e documenti inediti, in « Nuova Antologia », a. 52°, voi. CCLXXII, fase. 1084, pp. 121-36 (rist. in Aneddoti di varia letteratura

* 1 2,

IV, cit., pp. 145-78). 3 V. lett. 856, n. 6.

4

Generoso Gallucci, I. L’attualità dello spirito e l'idealismo attuale

del prof. G. Gentile-, II. Esposizione critica del sistema del prof. G., Napoli, coi tipi dello studio editoriale deM’« Eco della cultura », febbraio e marzo 1917 (cui seguirà poi un III: L’attualità dello spirito, in «Atti dell’Acc. Pont.», XLIX, 1919, recensito dallo stesso Gentile in «Giorn. crit. », a. I, 1919, fase. I, pp. 123-4). A proposito di questi primi «due articoli » il Croce confessava di non averli ancora letti in attesa delle conclusioni e, per quanto riguardava il loro autore, professore di mate-

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GIOVANNI GENTILE

Dammi tue notizie; e accetta con la sig.a Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei tuo Giovanni

86l Pisa 16/4 17 Mio caro Benedetto, Grazie infinite della bella sorpresa che mi hai fatta col volumetto leopardiano, che a stento avevo potuto avere in prestito da cotesta Nazionale, e che ora son tanto con¬ tento di possedere '!

matica al liceo Umberto I di Napoli e frequentatore della « pontaniana » lo definiva « simpatico, quantunque o appunto perché strava¬ gante », ricordando, al riguardo, questa circostanza: « Non mi salutava più per le mie idee sulla intolleranza; e gli mandai a dire per mezzo di un suo collega, che a quel modo dimostrava di esser lui l’intollerante. Sicché ora ci salutiamo con grandi scappellate reciproche » (Lettere, 14.IV.1917, n. 777, p. 538). V. anche lett. 1014, p. 358 n. 2.

[861] 1 Una «rara edizione napoletana» di Prose di Giacomo Leopardi (edizione corretta, accresciuta e sola approvata dall’autore, Napoli, presso Saverio Starita, 1835), inviata in dono dal Croce dopo «la lettura interessantissima» del saggio di G. Gentile, L'unità del pensiero leopar¬ diano nelle «Operette morali», in «Annali dell’Università toscane», N. S., voi. II, 1917, fase. I, pp. 59, con il quale, a parere del Croce, il Gentile aveva «cavato il succo di un argomento che pareva esausto» ed « esposto un concetto critico altrettanto importante quanto persua¬ sivo » {Lettere, n. 777, p. 537). Più tardi, ringraziando il Gentile per l’invio della sua « magnifica (veramente) edizione » delle Operette morali (con proemio, il saggio già cit., e note di G. Gentile, Bologna, Zani-

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Oggi ti ho rimandato le bozze della Critica. L’articolo su A. Poerio è stupendo per fusione perfetta e disciplina di tutti i motivi della tua personalità di scrittore \ È una cosa veramente bella, che ho letta con viva commo¬ zione. Ho scritto al Vandelli e al Colombo * 2 3 per le lettere del De Sanctis4. Mi dicono che il Flamini lavora a una recensione agretta della tua Letter. della nuova Italia 5: poverino! Un abbraccio Dal tuo Giovanni

chelli, 1918) il Croce, riprendendone la lettura, faceva queste ulteriori considerazioni: « Ti confesso che io non sono mai riuscito molto a gustare il Leopardi delle Operette: nelle quali egli dovette compiacersi assai perché vi consegnava la sua professione di fede: e perciò è molto interessante ciò che tu mostri circa la coerenza [carenza in ed. Mondadori] del disegno. Ma filosoficamente sono quel che sono, e artistica¬ mente rese fredde dal raziocinare e soprattutto da quel sorriso sfor¬ zato, che a cagione della sua educazione letteraria prende un aspetto di buonumore accademico. Il meglio è appunto quello che tu noti, l’Elogio degli uccelli, che sembra quasi la traccia di una lirica che egli non ebbe il vigore di scrivere. Il povero Leopardi godè poco la vita, e ciò limita la sua poesia ad alcune corde, le quali per fortuna hanno vibrazioni profonde e universali. Ma all’amore della vita e alla poesia del dolore alla quale si alzò Foscolo, egli non potè alzarsi » (Lettere, n. 824, p. 565). 2 V. lett. 856, n. 8. 3 Adolfo Colombo; v. lett. seg. e lett. 867. 4 Per la preparazione de II centenario di Francesco De Sanctis, cit., il Croce desiderava che si ricercassero lettere del De Sanctis tra le « carte del Ricasoli » e « presso gli eredi del Chiala » (Lettere, n. 776, p. 537). 5 B. Croce, op. cit.

GIOVANNI GENTILE

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862 28/4 I7 Caro Benedetto, Ecco che cosa mi manda e mi scrive Adolfo Colombo. Credo che se scrivessi tu al Gen. Chiala ', questi ci mette¬ rebbe maggior buona volontà. Se ti occorresse scrivere al Colombo, il suo indirizzo è: Via Mad. Cristina, 49. Ti prego di dirci qualche cosa del tuo Giulio \ Un abbraccio Dal tuo Giovanni

[862]

1 II Colombo inviava la risposta del gen. Luigi Chiala con il solo autografo del De Sanctis da lui ottenuto e con la preghiera che se il Croce non era troppo interessato a tenerlo glielo rinviasse in modo che potesse essere collocato nel Museo del Risorgimento di Torino, che del De Sanctis non ne possedeva alcuno (questa corrispondenza è conser¬ vata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile). 2 Nell'ed. Mondadori sono state omesse queste due brevi ma in¬ tense lettere in cui il Croce parlava della malattia e della repentina morte del figlioletto: « Prof. Giovanni Gentile Via San Sisto 2 Pisa (Napoli 28.4.17) Sabato. Caro Giovanni, Purtroppo le notizie non sono buone. La polmonite che ha colpito Giulio è di natura assai violenta. Al 70 giorno, che fu ieri, aspettavamo la crisi, ed era anche cominciata, quando la febbre si rialzò e il dottore scoperse un’estensione della polmonite più in alto. Il bambino finora resiste perché è fortissimo. Speriamo che questa aggiunta di malattia abbia decorso più rapido e mite della precedente. Saluti a tutti i tuoi, e una stretta di mano dal1 aff. Benedetto». «Prof. Giovanni Gentile Via S. Sisto 2 Pisa 6.V.17. Mio caro Giovanni, Grazie di cuore. Adelina deve averti scritto. Essa parte per Tonno insieme con la bambina. Io resterò qui ancora alcune settimane. Niente ci faceva sospettare un colpo così Fiero. Il bambino

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863 2 4 5-17 -

Carissimo Benedetto, Ti ho mandato poco fa un plico raccomandato conte¬ nente

1 articolo per la Critica

anzi, per distrazione, vi

scrissi su Bozze di stampa’, e come tali sono state spedite da uno dei ragazzi. E non vorrei ti giungessero multate. Parto, come ti scrissi, domani per Roma; e al mio ri¬ torno, se non prima ti manderò le recensioni. Se avessi occasione di venire a Roma, avvertimi. Abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

864

Roma, 9 giugno Carissimo Benedetto, Sono un’altra volta qui per il Consiglio plenario — e

era robustissimo, non aveva avuto mai nessun male. E sembra che il morbo che lo ha ammazzato sia stato tanto più violento quanto più sano era l’organismo nel quale era entrato. Io guardo con inquietu¬ dine e con tristezza la piccola Elena, che è come un volume scompa¬ gnato: aveva un fratello, e ora non l’ha più! Ma ci vuole pazienza. Ti abbraccio Tuo Benedetto ».

[863] ' G. Gentile, La cultura toscana, in «Critica», cit., fase. IV, pp.

233-48.

GIOVANNI GENTILE

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starò cinque giorni. Parecchi giorni fa mandai tre recen¬ sioni direttamente al Pietrarota, per la Critica, secondo le tue istruzioni '. Verrai in questi giorni qui? o quando parti per To¬ rino? Abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

865

Pisa 28/6 iy Mio caro Benedetto, Grazie degli augurii pel mio onomastico, che ti ricam¬ bio di cuore per te e i tuoi. Vogliamo sperare che abbi trovata la Signora e la cara bimba in buona salute \ Ermi¬ nia non ha più scritto alla sig.a Adelina, ma ha sempre il pensiero a lei, con tenerezza, e desidera esserle ricordata affettuosamente. Resto inteso per le recensioni % alle quali provvederò,

[864] 1 Senza di esse il Croce non poteva « disegnare e disporre il fasci¬ colo » IV (Lettere, 31.V.17, n. 779, p. 538).

[865] ' Il Croce, dopo un breve soggiorno a Fiuggi, avrebbe raggiunto la moglie e la figlia a Viù (Lettere, Fiuggi, 24.VI.17, n. 781, p. 539). 2 II Croce ne aveva appunto chieste « un paio » per la « Critica » di settembre (ivi, ibid.).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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come all'articolo di fondo3 appena sbrigato da questi esami numerosissimi e faticosissimi per la gran quantità di giovani soldati che prendono il pretesto degli esami per avere qualche giorno di licenza, e vengono pur di venire, senz’esser preparati. Ma ormai ne avrò più per pochi giorni. Ti manderò costà un’altra copia del mio recente volume, appena tu mi assicurerai del tuo reca¬ pito. E ti prego di leggerlo a tuo comodo, e di dirmene qualche cosa 4. Hai visto nel Giornale d'Italia la polemichetta RossiPascal (che forse continuerà) per la nomina del Bertacchi a Padova per l’art. 69? Avrei piacere che tu scrivessi due parole 5 per deplorare con la tua autorità questo parere del Consiglio Superiore (non ancora accolto ch’io sappia, dal Ministro), che invano in Consiglio io combattei ener¬ gicamente contro Schedilo, Pascal e la gran maggioranza già venuta risoluta a votare pel Bertacchi per influenze politiche. E si dissero bestialità da prendere con le molle contro gli argomenti solidissimi da me addotti: che il B. era stato bocciato in questi ultimi anni in tre concorsi universitari; che non aveva lavori critici di nessun genere da far valere; che dato e non concesso che sia un poeta,

3 Sempre sul tema della cultura toscana. V. lett. 867, n. 1. 4 G. Gentile, Sistema di logica come teoria del conoscere, voi. I, Pisa, Spoerri, 1917. Il Croce aveva dimenticato la sua copia a Napoli, mentre avrebbe voluto approfittare della villeggiatura per questa lettura, dopo essersi liberato « nelle prime settimane » dei suoi molti « lavori letterarii » {ivi, n. 781, p. 539). Ma v. lett seg., n. 6. 5 La polemica era stata aperta il 4 luglio da Vittorio Rossi contro Arturo Pascal, che sosteneva appunto la nomina del critico e poeta Giovanni Bertacchi (1869-1942) alla cattedra di Letteratura italiana di Padova, per chiara fama (che fu costretto poi a lasciare, per motivi politici, nel 1938). Su tutta la vicenda, nella quale non mancò di inter¬ venire anche il Croce, v. R. Colapietra, B. Croce e la politica italiana, cit., voi. I, p- 329 e n. V. anche lett. seg., n. 4.

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non ci ha che fare la poesia con la critica e la storia della poesia. Si tirò in ballo anche il metodo tedesco e la neces¬ sità di reagire con la genialità latina! Il voto, bugiardis¬ simo della Facoltà di Padova era stato redatto dal Roma¬ gnoli! Su ventiquattro votanti, contro il B. fummo sol¬ tanto due. Io ancora non so dove condurre la famiglia per queste vacanze. A Marina ho fatto tardi e non ho trovato più case possibili. Sto cercando in campagna, nelle vicinanze. — Se tu potessi mandarmi le 400 lire della Critica (che mi suoli aggiungere tu alle rate del Laterza) mi faresti pia¬ cere . Perché il ministero ritarda a pagarmi certi man¬ dati straordinari, e non mi riesce più di far fronte a tutte le spese con questo aumento continuo e preoccupante dei prezzi. Dove arriveremo? Dammi notizie dei tuoi. E abbiti un affettuoso ab¬ braccio Dal tuo Giovanni

866 Pisa c> luglio 191J Mio caro Benedetto, Ho Ietto con moltissimo interesse il volumetto delle Lettere del Poerio '. Quelle specialmente riguardanti il

6 Ma v- lett- seg- (e anche lett. 819, pp. 67-8).

[866] ' Alessandro Poerio, Il viaggio in Germania, il carteggio letterario e

LETTERE A BENEDETTO CROCE

M3

faggio di studi in Germania, mi pare che riescano un quadro assai vivo e istruttivo. Bada che quell’Airaldi, ri¬ cordato due o tre volte, dev’essere il siciliano Airoldi, esule siciliano che viveva a Firenze. Ho avuto anche il volume sulla Storiografia, che in que¬ sti giorni intendo rilegger tutto da capo \ Ti mando in busta a parte, due articoli del Rossi e del Pascal usciti nel Giornale d'Italia intorno alla questione Bertacchi * 2 3, pel caso che tu potessi esserne invogliato a dire due parole con la tua autorità. Al Pascal ha risposto brevemente il Rossi. E alle prote¬ ste di questo si sono associate [sic] Torraca e Flamini. Scrivere direttamente al Ruffini4 non so quanto possa

altre prose, Firenze, Le Monnier, 1917. « Che non è una gran cosa », aveva minimizzato il Croce, inviandolo, « ma che m'è parso opportuno pubblicare, perché forse nessun altro avrebbe rifatto la fatica da me fatta su quel caos di carte » (Lettere, Viù, 4 luglio 1917, n. 782, p. 540). V. anche lett. 836, p. 99, n. 2.

2

B. Croce, Teorìa e storia della storiografia, cit. A questo proposito

citiamo da una lettera di G. Gentile al Carlini del 6 ottobre 1917 (conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile): « nella Teoria generale dello Spirito ho introdotto un paio di note contro la recente liquidazione crociana della Filosofia: polemica lieve lieve, che spero non vorrà di¬ spiacergli. Ma la rilettura del suo volume ultimo sulla Storiografia mi ha dato l'impressione di un animo molto distratto e alienato dai veri pro¬ blemi Filosofici [...]. E la definizione perciò della filosofia come meto¬ dologia è un abbassamento empirico del nuovo concetto speculativo della storia, che il nostro grande amico (risulta chiaramente da questo libro) non ha punto afferrato [...] Il libro potrà essere utile in pratica per gli storici; ma è al di sotto del nostro momento filosofico, e temo segni il principio, da parte di Benedetto, dell’abbandono della ricerca filosofica. E questo mi dispiace assai. Ma egli farà benissimo anche non filosofando e niente sarà perduto ». V. anche lett. 879, p. 166, n. 4 e 883, p. 171, n. 2. 3 V. lett. prec. 4 II Croce (Lettere, n. 782, p. 540) aveva avanzato questa ipotesi

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GIOVANNI GENTILE

giovare a impedire ìa nomina. Più egli potrebbe preoccu¬ parsi di questo rumore nei giornali. Quanto alla sostanza della questione, se volesse fare suhserio, potrebbe chiarir¬ sene più che abbastanza richiamando il verbale del Consi¬ glio Superiore, dov’è riferito fedelmente un mio lungo discorso molto particolareggiato. Ma, checché faccia il Ruffìni, la discussione e deplorazione pubblica può avere un utile effetto morale sul Consiglio Superiore e sulle Facoltà per l’avvenire, per queste e per questioni simili: sopra tutto sul primo, troppo irresponsabile, e troppo comodo, ora, per i ministri e per tutti quelli che premono sui ministri. Pochi giorni di ritardo non mi fan nulla per quel de¬ naro che ti chiesi* * * 5. Non te ne dar pensiero. In questi giorni ti manderò della mia Logica 6 il mio esemplare di lavoro, sui margini del quale, quando avrai agio di leg¬ gerlo, potrai via via segnare tutto quel che te ne pare. Così potrò giovarmene per una seconda edizione 7. Ci troverai dentro un foglietto d'errata-corrige, che ti prego di inserire a suo tempo nel tuo esemplare.

perché era al corrente della questione solo indirettamente, tramite il Pintor, e quindi non se la sentiva di prendere subito posizione pubbli¬ camente. V. lett. seg. 5 V. lett. prec. n. 6. Il Croce prevedeva ritardi, dovendo scrivere al fratello Alfonso, per dargli quest’incombenza, ma sperava non recas¬ sero « danno e fastidii » al Gentile (Lettere, ibid.) 6 V. lett. prec., n. 4. A causa di « un lungo elenco di lavori e lavo¬ retti e lavorucci da scrivere » il Croce aveva ribadito al Gentile di dover ancora rimandare la lettura e il commento della sua opera « al termine della villeggiatura, o come intermezzo », a quando cioè avrebbe rimedi¬ tato « problemi filosofici » (ivi, ibid.). 7 La ristampa riveduta e corretta comparve l’anno successivo, mentre della 2a ed. completa, in 2 voli., il primo fu pubblicato nel '22 e il secondo nel 23, Bari, Laterza (in « Opere complete », V-VI, Firenze, Sansoni, 1959 e 1964).

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Io ho trovato finalmente una buona casetta a Marina, per agosto e settembre. Ci si andrà quindi alla fine di questo mese. E mi par mill’anni perché i bambini ed Er¬ minia ne hanno gran bisogno. Abbiti coi tuoi i saluti affettuosi di Erminia e de’ ra¬ gazzi; e credimi sempre tuo Giovanni P. S. - Come va che il Gorra s’è inasprito contro di te? Se la piglia proprio per la tua guerra ai « professori » 8?

8 E. Gorra, ree. a B. Croce, Gli scrìtti di F. De Sanctis e la loro varia fortuna. Saggio bibliogr. pubbl. nel primo centenario della nascita a c. del comitato della provincia di Avellino, Bari, Laterza, 1917, in « Giorn. stor. della lett. ital. », a. XXXV, 1917, voi. LXX, fase. 208-9. II Croce, che non aveva ancora visto la rivista, scriveva al Gentile di ignorare i motivi di ostilità del Gorra, con il quale era « in buoni rapporti e cortesi », anche se gli appariva « alquanto gesuita »; ma forse anche lui si era conformato al « motto d ordine » di « professori » e « giornali¬ sti », che lo attaccavano « per iscuotere la tirannia ». « Io mi per¬ suado », concludeva il Croce, « di non essere un imbecille sempre che mi avvedo del molto e ingiustificato rancore che mi circonda. Passasse la guerra!» (Lettere, n. 783, p. 541). Dopo la segnalazione del Gentile, « sorpreso dall’atteggiamento stizzoso di quel microcefalo », il Croce dichiarerà di avergli dato una meritata «lezione» (ivi, n. 783, p. 542). Nell’ed. Mondadori manca un brano finale della lettera n. 785, in cui il Croce aggiungeva: « Io sto scrivendo una serie di saggi, filosofico lette¬ rarii, e mi ha seccato di dovere interrompere queste dilettose occupa¬ zioni per litigare con l’erede del Giorn. storico del 1883. E tanto più la mia risposta è riuscita feroce »: v. B. Croce, ree. a « Giornale stor. della lett. ital.», a. 1917, voi. LXX, fase. 1-2, in «Critica», cit., fase. V, pp. 322-4. Cfr. anche più avanti, lett. 870, n. 8 e B. Croce, Epistolario, I, cit., p. 15.

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867 Pisa

20

luglio

iy

Mio caro Benedetto, Ti mando a parte raccomandato il mio articolo pel prossimo fascicolo della Critica', e nella prossima setti¬ mana ti manderò le due recensioni che mi dici. _Te le manderò da Roma, dove mi chiamano pel 23, pei soliti lavori del Consiglio Superiore; e dove mi tratterrò fino alla fine del mese. — Al ritorno andrò subito con i miei a Marina di Pisa, dove ho preso una villetta per i due mesi di agosto e settembre, e fo conto di riposarmi un po’ aneli io, perché ne sento il bisogno. Ebbi da tuo fratello le quattrocento lire; e lo ringraziai pei 1 assicurarlo dell arrivo del denaro, e mando a te i più vivi ringraziamenti \ Ti ho mandato i Giornali d'Italia contenenti la pole¬ mica bertacchiana * 2 3. Le lettere tua e mia sono state ripor¬ tate nel Resto del Carlino \ La tua ha fatto grande effetto

[867]

' G. Gentile, Appunti..., IV. La cultura toscana, in «Critica» cit fase. V, pp. 306-8 e fase. VI, pp. 366-74. II Croce ringraziava per questo -articolo « molto curioso » e ricco di notizie utili anche per la sua « sto¬ na della storiografia» (Lettere, Viù, 22.VII.17, n. 785, p. 542); era però «

“ d,V;dr'0 *" d''e faSC'COli P'r Pole del Gen¬ tile, ma anche addolorato che si potesse intravvedere in quelli che erano « urti di idee », di cui, da filosofo, riteneva che gli individui non fossero i responsabili, ma solo gli « strumenti », « la benché minima apparenza di... screzio » (v. più avanti, lett. 1069, p. 445, n. 4). Dovevano però rinnovare il loro comune impegno affinché nel « contrasto d’idee » non s’insinuasse « nulla di poco degno ». E, tuttavia, gli sem¬ brava che in Gentile si stesse riproducendo quello stato d’animo che, durante la polemica sulla « Voce » (v. qui voi. IV, pp. 258 sgg.), gli aveva fatto sospettare che il suo intervento contenesse « irrisione o beffa », suscitando nel Croce (che proprio allora si sentiva del tutto « incapace di irritare o di beffare ») il dubbio che, al di là delle intenzioni « qual¬ che cosa di non calcolato si fosse in esso insinuato », laddove rilette

LETTERE A BENEDETTO CROCE

255

tere se nella recensione riguardante lo Sgroi tu non col¬ pissi me assai più che lo Sgroi* 2, pronunziando sugli spro¬ positi che io posso aver detto in estetica (anzi, secondo me in filosofia generale) un giudizio che non si limita soltanto a rilevare quegli spropositi, ma a definire la mia stessa capacità o competenza, o il mio diritto d’interlo¬ quire, o qualche cosa di simile. Giudizio che può esser vero sostanzialmente, e del quale io, come ti dissi, non mi offendo: ma che non mi pareva si potesse pronunziare da te per ragioni — come dire? ...sociali; e nella Critica, dove, a diritto o a torto, io ho tenuto sempre cattedra di filosofia e di serietà negli studi3. Tu mi rispondi di avere stabilito di mettere una buona volta una linea divisoria tra me e gli scolaretti pappagalli. E con questa risposta mi dimostri di non aver sentito l’ap¬ pello che io rivolgevo non al filosofo, ma all’amico. E questo mi addolora, perché mi crea una situazione imba¬ razzante, di cui vorrei che tu tenessi conto, malgrado le schioccherie dei pappagalli. Le quali, appunto perché scioccherie, non possono avere nessuna importanza; e se

quelle pagine a distanza di «3 anni, per la ristampa delle Conv. crit.» non vi aveva trovato «una parola men che riguardosa». 2 V. lett. prec., n. 3 e lett. 942. 3 Ma il Croce contestava di aver voluto limitare le capacità del Gentile, che anzi stimava in grado, se vi si fosse applicato, di indivi¬ duare nei problemi dell'arte « molte cose » che a lui forse sfuggivano, e sosteneva di aver voluto sottolineare un « punto metodico » e cioè quale fosse il tipo di impegno e di interessi che comportava la confuta¬ zione delle sue « tesi » in estetica; erano le medesime ragioni per cui egli stesso, almeno per il passato, si era voluto riconoscere, di fronte al Gentile, incompetente nelle questioni pedagogiche, non escludendo tuttavia, di interessarsi in futuro di « problemi scolastici ». « Tu collaborando alla Critica, ed io al tuo Giornale critico smentiremo col fatto » affermava con qualche ottimismo il Croce « i maligni, come già li smentiamo nel nostro animo » (ivi, ibid., p. 593).

GIOVANNI GENTILE

2^6

una ne acquistano, sarà, se mai, perché tu gliela attribui¬ sci. E non gliela dovresti attribuire, perché questa specie di caccia piccola non ha che fare con lo svolgimento del tuo pensiero, e non può avere effettivamente nessun inte¬ resse scientifico. Ma fidealismo attuale dici tu, « minaccia di diventare una scoletta, cioè uno di quei tentativi che la gente che non pensa fa per sopraffare chi pensa ». Ecco una cosa molto grave, che io vorrei che tu non avessi mai pensata; e sulla quale, sinceramente, fraternamente, ti prego di riflettere, cercando per te stesso se ci siano fatti che ti diano motivo di attribuire — non dico a me — ma a qualcuno questo scopo, non solo spregevole moralmente, ma pazzo, di sopraffazione a tuo danno. Tu devi pur cre¬ dere che io non sia un imbecille, e mi devi pur ricono¬ scere la capacità (almeno questa!) di conoscere l’animo delle persone che sono state in molta consuetudine per parecchi anni con me; e dovresti non affidarti così facil¬ mente a tue prime impressioni per giudizi così gravi e le conseguenze che ne derivano. Da me hanno sempre ap¬ preso tutti a rispettarti, a venerarti ed amarti. Tutti, an¬ che il Maggiore, che è quello che attira di più la tua attenzione 4, e che io non giudico molto diversamente da te per certi aspetti del suo ingegno, quantunque non veda quale vantaggio per lui o per gli studi ci sarebbe a

4 V. lett. prec. n. 5. Già prima (Lettere, n. 866, p. 590), il Croce mettendo in guardia il Gentile sulla dannosità delle « cosiddette “ scuole ” » per la « formazione di una filosofia storica e determinata » che si erano proposti da tempo, indicava come caso esemplare degli « scolaretti pappagalli » e delle loro « scemenze » da stigmatizzare « un recente opuscolo di quell ineffabile Maggiore », beatamente convinto che « il pensare consista nel correre a rotta di collo su rotaie lisce » (cfr. B. Croce, ree. a Giuseppe Maggiore, La politica, Palermo, Fiorenza,

1920, in «Critica», a. XVIII, 1920, fase. II, pp. 118-9, rist. in Comi crit., IV, pp. 311-3). V. qui lett. 883, p. 172, n. 4, 1046, p. 419, n. 6.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

257

farlo fuggire, come tu quasi mi consigli5. Giacché, rispetto ai così detti giovani (il Maggiore non fu mai mio scolaro, ed era già un magistrato,e con la sua filosofia quando io lo conobbi a Palermo 6), attraverso una esperienza ormai lunga, e di cui posso dirmi soddi¬ sfatto,

io mi son

formato questa convinzione:

che

si debba avere verso di essi una grande longanimità; e correggerli finché si può, poi lasciarli andare per la loro strada, senza condanne o scomuniche, che inacerbi¬ scono gli animi e impediscono quel po’ di bene che ogni maestro coscienzioso può sperare da ognuno de' suoi scolari. Ma, sempre a proposito di idealismo attuale devo ri¬ peterti ancora ciò che mi pare d’averti detto ogni volta che se n’è parlato, che cioè esso non fu mai causa che io « mi arrabbiassi con te» 7? Quando ci scambiammo quelle

5 In realtà il Croce, rallegrandosi di non avere «scolari », avendo messo in fuga « quelli che c'erano », aveva riconosciuto che, per il Gentile che insegnava « pubblicamente », era più difficile far tacere gli « echi fastidiosi e deformanti » che lo affliggevano (Lettere, ibid.). 6 Nonostante questo chiarimento del Gentile, e pur riconoscendo all’uomo amabilità e gentilezza, il Croce per ribadire il potere che aveva il Maggiore, questo sì, di farlo «irritare», «con la sua vacuità mentale, col suo cervello tutto generico e formalistico », portava questo esempio: « Tu scrivesti che “ l’arte è la filosofia dell’artista ” ed io obbiettai che l’“ l'artista ” si definisce con l’“ arte ”, e perciò la defi¬ nizione è da rivedere: l’artista, oltre l’arte, ha sempre una sua filosofia, che non coincide con la sua arte o ne è caricatura logica. Mi pare un'obiezione seria e scientifica; e, ancorché non sia tale, chi l’ha mossa non è poi uno sciocco. Orbene: apro il libro del Maggiore, e leggo come se niente fosse, assertoriamente: “ L’arte è la filosofia dell’artista, la filosofia è l’arte del filosofo ”. Come vuoi che non dia sulla voce a questo pappagallo? La tua posizione era un tentativo di risolvere una difficoltà: la sua ripetizione è scoletta, è sciocchezza, fa danno al proce¬ dere degli studii, merita una reprimenda » (Lettere, n. 868, p. 593). V. lett. 942, n. 2. 7 V. lett. prec. n. 5, e qui, voi. IV, p. 262, n. 1.

258

GIOVANNI GENTILE

osservazioni sulla Voce sorse questa leggenda; che io co¬ nobbi con mia grande sorpresa da una lettera del buon Fausto e da una strampalata ramanzina che il Sarno cre¬ dette di fare — a mia moglie! E allora la leggenda diceva che io, come un povero minchione, fossi stato messo su a Palermo, dagli scolari, da 11’entourage della Biblioteca filo¬ sofica ecc. Donde, da allora, l’odio feroce di Sarno con¬ tro i siciliani e tutta la Sicilia, escluso per lo più, ma qual¬ che volta, in momenti di più selvaggia incoscienza, in¬ cluso anche me, per cui, nel campo della vita consape¬ vole, ha grande affetto e rispetto! — Ma questa leggenda, almeno per te, credevo che ormai fosse tramontata. Chi allora mi fece arrabbiare fu piuttosto Fausto con quella sua lettera 8, e Sarno poi che mi fece quel processo in fa¬ miglia! Come mi farà arrabbiare sempre chi mi voglia dare qualche consiglio, in qualunque senso, rispetto ai nostri rapporti personali. Quanto a quegli articoli della Voce ebbi occasione re¬ centemente di rivedere il mio dopo tanti anni. E dopo tanti anni, ad animo divenuto quasi estraneo all’interesse del momento, non ci ho trovato parola o mossa di cui abbia a pentirmi come di manifestazione men che degna dei miei sentimenti verso di te 9. — L’idealismo attuale è innocente! Pel Castellano non mi riferivo al libro ultimo IO, che non contiene niente che possa dispiacermi; ma a certa recensione in cui mi faceva una lezioncina garbata di cose che il nostro caro amico, è convinto che io non abbia

La lettera del Nicolini, datata Napoli, 28/11, 1913, è conserv. nell'Arch. della Fondaz. G. Gentile. 9 V. lett. 942, n. 4. 10 G. Castellano, Introduzione allo studio delle opere di B. Croce, cit.; v. lett. prec., n. 4 e cfr. lett. 1056, p. 430, n. 3.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

259

mai capito "! Ma ti prego caldamente di non accennargli menomamente che io abbia rilevato la cosa. Già stavo pensando alla Critica '2; e avrai questa setti¬ mana gli articoli. Scrivimi un rigo, e dimmi che non sei tu arrabbiato con me. Tuo Giovanni

Difficile ricostruire l'oggetto di questa allusione, perché non risultano recensioni del Castellano al Gentile, né sono agevoli altri riscontri mancando purtroppo una bibliografia completa dei suoi scritti (d'altra parte le sue carte, come ci avverte P. Fontana nel voi. cit. Lettere a G. Castellano, si trovano a S. Gallo in Svizzera). Del resto il Croce stesso affermava di non ricordare (Lettere, n. 868, p. 593) questo articolo, sebbene il Castellano fosse solito sottoporgli tutti i suoi scritti, tanto che in una circostanza aveva soppresso su suo invito « uno spunto polemico » contro il Gentile. A questo punto perché non ipotizzare che si trattasse di una recensione ad altri, magari quella lunga, anche se vecchia di otto anni, a G. De Ruggiero, comparsa nella « Rassegna pugliese» (1912, n. io, pp. 359-67) col titolo, Una storia della filosofia contemporanea dal punto di vista delVIdealismo Assoluto? Dal canto suo il Croce, per concludere, ricorreva a questa battuta: « Del resto, potrei senza tradire l'amicizia abbandonarti Castellano, il quale non sitisce altro che esser martire per la buona causa!» (v. lett. prec., n. 4).

12

II Croce aveva sollecitato (Lettere, n. 866, p. 591) per il 20-25 del

mese, il materiale per la « Critica », perché il funzionamento della posta non consentiva più, come in passato, di « mandare [...] gli scritti in tipografia con ritardo ». Anzi per questa ragione non solo aveva dovuto « ridurre a due o a una sola le revisioni » degli articoli del Gentile, ma se non fosse stato per la recensione da mostrargli in bozze, non

avrebbe

potuto

in

questa circostanza

consentirgli

neppure

«l'unica correzione». Oltre l’articolo sulla Rassegna Nazionale (la prima parte del IX della serie su La cultura toscana, in «Critica», a. XVIII, 1920, fase. II, pp. 91-106, che in seguito, Lettere, Napoli, 3 feb¬ braio 1920, n. 869, p. 594, giudicherà « ragguaglio interessante e nuovo »; v. anche più avanti, lett. 950, n. 2), il Croce richiedeva un paio di recensioni « o una sola lunghetta », suggerendone una all’« ultimo volume di saggi di Bergson, L'énergie spirituelle, usciti durante la guerra », che il Gentile fece (in « Critica », fase, cit., pp. 107-112), dando

2ÓO

GIOVANNI GENTILE

Ti prego di leggere l’acchiusa lettera dello Sterzi, e farmi sapere se gli puoi essere d’aiuto per questa pubbli¬ cazione sul Gravina P. S. - È giunta presso di te una mia raccomandata per la sig."a Aigranati ’4. [vie]

941 Museo e Biblioteca Pedagogica R. Università degli Studi di Roma Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli 20.1.20 Mio caro Benedetto, Io ti scrissi per cartolina, a suo tempo, di aver ricevuto

un giudizio dell’autore che il Croce doveva valutare « giustissimo » {Lettere, ibid.). '3 II libro di Mario Sterzi, G. Vincenzo Gravina, agente in Roma di mons. Gio. Fr. Pignatelli (pubblicato poi nel 1925 in « Arch. d. R. soc. romana di storia patria », voi. XLVIII, pp. 201-391) era considerato dal Croce « specialissimo » e di « interesse mediocre », se si trattava del carteggio politico a lui noto (o di cosa similare) conservato nella Biblio¬ teca Nazionale di Napoli; era dunque a suo avviso come tale impropo¬ nibile agli editori Laterza o Ricciardi, ora in difficoltà per le richieste di « nuove tariffe » dei tipografi o per i « gravissimi scioperi in corso ». 14 V. lett. 934.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

2ÓI

la lettera del Tommasini1 (insieme con quella del Fossataro 2). E scrissi subito la relativa postilla 5, che ti manderò insieme co' miei articoli pel prossimo fascicolo della Cri¬ tica: sempre sperando che la posta non smarrisca tutto. — Mi si sono smarrite tante bozze. Con un abbraccio tuo Giovanni P. S. - Ti scrissi l’altro ieri una lunga lettera.

942 1 Febbraio 20 Carissimo Benedetto, Non risposi più alla tua ultima lettera perché volevo insieme mandarti gli articoli che tu aspettavi per la Cri¬ tica

E nei giorni scorsi mi si sono rovesciati addosso

molti esami straordinari di militari; esami che non erano

[941] 1 Aveva chiesto notizie di questa lettera lo stesso Croce (Lette¬ re, 12.1.20, n. 867, p. 951), che l’aveva inviata al Gentile perché si tratta¬ va di una risposta alla sua «recensione dello Steiner» (v. qui lett. 930, p. 239, n. 1), e come tale fu pubblicata in «Critica», a. XVIII, 1920, fase. II, p. 127. 2 V. lett. 938. 3 Pubblicata nella «Critica», fase, cit., p. 127, il Croce la definirà « stringente » e di « conferma » alla « recensione di Bergson » (Lettere, n. 869, p. 524).

[942] V. lett. 940, n. 12.

2Ó2

GIOVANNI GENTILE

nel conto e in cui m’è toccato di fare anche le parti del Varisco (da un pezzo ammalato) oltre le mie e quelle del Credaro che quest’anno supplisco. Figurati che divertimento! — E ora voglio sperare che la Posta accetti questa raccomandata, e sia cessato il divieto che c’era fino al¬ meno a venerdì scorso, di raccomandate che non fossero lettere. Quanto alla tua ultima lettera, volevo dirti soltanto che per me l’incidente è chiuso. Non sono d’accordo con te circa il rapporto, su cui insisti, tra l’arte e la critica d’arte da un lato e l’estetica dall’altro: non perché non accetti la sostanza della tesi, ma perché mi pare male ap¬ plicata, e ad ogni modo non adoperabile mai come un argomento contro questo o quel concetto estetico. Ma di ciò potremo avere sempre occasione di discutere 2 indi-

2 II Croce, che sperava di potersi recare a Roma nel febbraio {Let¬ tere, n. 868, p. 594), rispondendo a questa osservazione del Gentile, anticipava così gli argomenti da discutere a voce {ivi, Napoli, 3 feb¬ braio 1920, n. 869, p. 395): « Certo a Roma ti domanderò quali obiezioni muovi alla mia massima. Posta l'identità di filos. e storia, posta la verità della tua dottrina pedagogica che richiama la Pedagogia alla Filosofia dello spirito, mi pare che la mia massima sia una buona deduzione da quei principii. Naturalmente, è una massima, e perciò ha sempre qual¬ cosa di empirico, e bisogna intenderla non grano salis. Ma è confer¬ mata dalla storia dell'estetica, nella quale i grandi progressi si son fatti a quel modo. Tutta la critica e storiografia d’arte del sec. XVIII con¬ fluì nella critica kantiana. Hegel era alla pari estetico e critico e storico d’arte; e mentre, nella scuola, l’Estetica languiva o si esagerava, un nuovo fiotto di sangue le apportò un ingegno filosofico che era critico d’arte, De Sanctis; e anche di recente niente di meglio si è prodotto in fatto di estetica in Germania che le ricerche del critico d’arte (e filo¬ sofo kantiano) Fiedler. Io odo parlare da un pezzo che la storia della poesia bisogna farla diversamente da come la fo io. E rispondo: bene, fatela, e vedremo. Ma con le obiezioni generiche, e perciò pseudofilo¬ sofiche, non mi persuaderete. Qiielle facce le ho viste io — diceva Don Abbondio». V. anche lett. 940, n. 6.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

263

pendentemente dal caso di quest’articolo sullo scritterello dello Sgroi3, — che (pare incredibile) a me non è riuscito ancora di vedere. Hai fatto bene ad avvertirmi di quella frase che t'è dispiaciuta nella mia risposta della Voce, e che perciò toglierò o modificherò, se già non l’ho fatto, nella ristampa che di quell'articolo farò nei volu¬ metti pubblicati da Riccardo 4. Ti confesso candidamente di non avere sentito la sconvenienza del modo in cui al¬ lora mi espressi. Ti ringrazio della riposta a mio fratello. Anch’io rice¬ vetti da Palermo un telegramma, in cui vagamente mi si domandava notizia della mia salute. E io, che non avevo letto nei giornali il caso del mio omonimo bastonato, so¬ spettai che fosse stata annunziata la mia morte 5!

* V'. iett. 939, n. 3. 4 li rinvio fatto dal Gentile ad un proprio libro « non [...] ancora scritto » [cioè « F. ti prego di attendere, se desideri maggior chiarezza, un'Etica a cui vo pensando »] era « la sola frase » che il Croce aveva trovato « poco garbata », e se allora aveva lasciato correre per consen¬ tire al Gentile « piena libertà di difesa », ora lo pregava di sopprimerla o modificarla (Lettere, n. 868, p. 592). Ma questo scritto del Gentile non venne ripubblicato nella prima serie dei Saggi critici (Napoli, Ricciardi, 1921) e poiché questa collezione non ebbe seguito presso questo edi¬ tore, comparve nella seconda serie, edita da Vallecchi (Firenze) sol¬ tanto nel 1927, in cui la frase resta (p. 32), ma corredata di questa nota: « L'Etica non è venuta, dopo tredici anni; ma è venuta una Logica dove i problemi, per cui ero aspettato al varco, hanno avuto la loro solu¬ zione. Il Croce bensì e i soliti pappagalli non se ne sono accorti. Ma la colpa non è mia ». 5 II Croce aveva chiarito l’episodio in questa lettera (s.d., 25? gen¬ naio) non pubblicata nell’ed. Mondadori: « Prof. Giovanni Gentile Via Palestra 56 Roma Domenica 25 febbraio. Caro Giovanni, Ricevo un telegramma da tuo fratello da Castelvetrano che domanda ansioso tue notizie pel barbaro incidente accaduto alla università di Napoli. Gli ri¬ spondo subito. Si tratta di un Panfilo Gentile [1889-1971], libero doc. di f. d. dir., mio amico, che fa il bolscevico, e a cui gli studenti non hanno

GIOVANNI GENTILE

264

Qui infatti ha ripreso con violenza l’influenza, e tende a propagarsi su vasta scala. Immagino [sic] con che animo viva io con tutta la mia famiglia stipata in quelle quattro stanze * * * * * 6! In questi giorni finalmente uscirà il i° fascicolo del Giornale critico, finito di stampare da tempo, ma non po¬ tuto finora completare per le molte peripezie attraversate da un cliché che serviva per la copertina. — Tu mi per¬ metti di comunicare una parte delle tue Note di estetica al Giornale d’Italia, per fare annunziare questo i° numero 7? Riceverai dalla tipografia un po’ di estratti. Dammi notizie tue e dei tuoi. Con un abbraccio. Tuo Giovanni

permesso di tenere una conferenza socialista, e gli hanno dato dei pugni e lo hanno cacciato dall’università. Ma anche altri hanno cre¬ duto che il Gentile in questione fossi tu! Ti avverto dell’equivoco. Del¬ l'incidente hanno parlato largamente i giornali di Napoli, e non so se qualche di Roma. Ti abbraccio Tuo Benedetto ». 6 Anche a Napoli si avevano molti casi d’influenza, e il Croce or¬ mai « abituato a sentire se stesso in tre persone », condivideva le ansie dell’amico e si augurava che tutto finisse in febbraio (Lettere, n. 869, p. 595). Al Gentile egli pure aveva accennato a « preoccupazioni pre¬ senti », sia pure di altro genere, dinanzi alle quali gli era necessaria « molta forza d’animo per concentrarsi nel lavoro » (stava allora oc¬ cupandosi di Dante; v. lett. 952, n. 1), anche se dopo « l’angoscia di Caporetto » si era «tutti temprati per lo scuro avvenire» (ivi, n. 868, p. 594).

7

B. Croce, op. cit. Su questa proposta del Gentile, che non ci ri¬

sulta venisse comunque realizzata, il Croce rispondeva così; « Puoi fare quel che ti pare delle pagine mie che si stampano nella tua rivista » (Lettere, n. 869, p. 594).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

265

943 Museo Pedagogico e Biblioteca della R. Università di Roma 11/2 1920 Carissimo Benedetto, Ho scritto subito al Principato raccomandandogli cal¬ damente la proposta del Simioni, e trasmettendogli an¬ che il tuo biglietto Mandami il riassunto della discussione del Bosanquet e del Times sulla tua estetica \ Nel Giornale critico c’è ap¬ punto una rubrica intitolata « Note e notizie », destinata a brevi recensioni, appunti e ragguagli3. Non ho veduto la conferenza dello Smith, che mi riguarda. E ti sarei grato se volessi mandarmela in prestito, informandomi pure del preciso recapito dell’autore 4, il quale è stato incaricato dal Macmillan della revisione del manoscritto della mia Teoria dello spirito tradotta in inglese5. E non

[943] 1 Si dovrebbe senz’altro trattare di Attilio Simioni, Le origini del Risorgimento politico dell'Italia Meridionale, 2 voli., Messina, Principato, 1925-30; v. anche lett. 945. 2 Cfr. Bernard Bosanquet, Croce's Aesthetics, « Proceedings of thè British Academy », IX, 1919 e Arthur B. Walkley, A point of C.’s Dr. Bosanquet’s criticism. Generalisation and Universals, « Times », 14 gennaio 1921 (cfr. B. Croce, Aneddoti di varia lett.2, IV, pp. 403-12). 3 II « riassunto obiettivo, come per una cronaca » che ne suggeriva il Croce {Lettere, n. 869, p. 594) non venne però pubblicato. V. anche lett. 948. 4 John A. Smith, The philosophy of G. Gentile, « Proceedings of thè Arist. Soc. », voi. XX, 1919-20, pp. 63-8. Il Gentile venne subito accon¬ tentato {Lettere, n. 870, 13 febbraio 1920, pp. 595-6).

5

G. Gentile, The Theory of Mind cis Pure Act, translated from thè

GIOVANNI GENTILE

266

ricordo più dove il Baillie mi scrisse che insegni* * 6. Spe¬ ravo rivederti qui in questi giorni, per la discussione al Senato. Ma incontrai il Cajanello 7, che mi disse che tu avevi abbandonato l’idea di questa corsa a causa delle condizioni sanitarie di Roma. E hai fatto bene. Oggi ho Benedetto mio con la febbre, e non ho pace. Anche Teresina da vari giorni non sta bene, quantunque senza feb¬ bre. Speriamo di cavarcela anche quest’anno! Abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni Ebbi le tre copie del bel volumetto pubblicato dalla sig."a Centi8, che ti prego di ringraziare per me quando la vegga.

third edition (1920) with an introduction by Wildom Carr, London, McMillan, 1922. 6 Al M. A. Magdalen College di Oxford, come il Croce ricavava dagli Atti della Arist. Society di cui era appunto socio (Lettere, ibid.). 7 Probabilmente Pasquale del Pezzo. 8 Benedetto Croce, « Libreria della Diana », Napoli 1920. Nel retro di copertina è scritto: « Questo fascicolo è destinato a totale beneficio della Biblioteca Benedetto Croce, creata in Napoli nella scuola feminile [,«f] a via F. S. Correrà da Fiorina Centi ». In esso si trovano i contributi di Croce stesso, di Gentile, della Centi, di A. Anile, S. Di Giacomo, L. Russo, G. Marone e « Paolo Argira » (sembra, pseudo¬ nimo della stessa Centi).

GIORNALE CRITICO DELLA

FILOSOFIA ITALIANA DIRETTO DA

GIOVANNI GENTILE VOLUME I.

MESSINA CASA EDITRICE GIUSEPPE PRINCIPATO

1920

Riproduzione del frontespizio del primo numero del «Giornale critico della filosofia italiana».

GIOVANNI GENTILE

268

944 Alì’Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce via Trinità Maggiore 12 Napoli 22.II.20 Mio caro Benedetto, Il Giornale critico a quest’ora dev’essere stato spedito a tutti; e mi meraviglio (cioè, sarebbe da meravigliarsi in tempi normali) che non ti sia giunto \ Fanno la spedi¬ zione da Città di Castello; dove oggi ho scritto per questo ritardo. Forse ti han messo il fascicolo nel pacco degli estratti, che devono pure averti spedito. Ma, pur troppo, di tip. Vecchi ce n’è una sola; e se io potessi ottenere da

[944] ' « E, al solito, ritardataria la Posta? », aveva chiesto il Croce, scri¬ vendo la mattina del 20 febbraio (Lettere, n. 871, p. 596). Ma il pomerig¬ gio del 20 riceveva la rivista e trascorreva « tutta la serata » e il mattino del giorno successivo nella lettura e subito indirizzava al Gentile queste lusinghiere parole: « La rivista si presenta assai bene così per la parte tipografica, che supera assai la possibilità dei tempi, ed è decorosa ed elegante, come per l’ottimo modo in cui è interiormente disposta. Mi fa gran piacere che l’Italia possegga finalmente una rivista speciale filosofica, che ci faccia fare buona figura di fronte all'estero, e sostitui¬ sca quelle hegelianissime Riviste filosofiche e Riv. italiane di filosofia. E vedo che tu ti adoperi a ridurre al minimo gli inconvenienti, che già ti accennai, delle riviste filosofiche speciali [v. lett. 930, p. 240, n. 3], come dimostra in questo fascicolo la scelta degli articoli di fondo. Anche le recensioni sono molto buone; ma i libri recensiti sono purtroppo quasi tutti banali, e qui non c’è rimedio. Auguro alla nuova pubblicazione la migliore fortuna, e stimo che non le mancherà » (Lettere, 21.II.20, n. 872, pp. 596-7). V. anche lett. seg.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

269

Pietrarota che si assumesse anche quest’altra rivista, ri¬ solverei molti problemi fastidiosissimi. — Mandami ti prego quello che mi puoi dare pel 2° fascicolo, a cui ora si lavora 2 3. Ebbi le bozze della Critica che rimandai a Pietrarota. Ed ebbi pure l’indirizzo e la conferenza dello Smith \ al quale così ho potuto scrivere, e chiesto qualche copia della conferenza stessa. Il Pantaleone fa sempre capo alla casa paterna (Pa¬ lermo, corso Tuchery, 198). Valgimigli è al liceo di Spe¬ zia 4. Spero che quello delle tue bambine sia stato effettiva¬ mente un raffreddore, già superato. Anche la malattia di Benedetto mio, presentatasi con febbre altissima, è finita presto felicemente e non era influenza. Vidi la nuova Napoli nobilissima e mi divertii a leggere il tuo articolo su quel povero e a quel che pare disgra¬ ziato grammatico 5 ! E la 3a serie delle tue Pagine sparse? S’è fermato per tutte le cose tue il Ricciardi6? Io contavo di avere stampato [sic] in primavera quei volumetti di

2 II Croce vi contribuì con le Note di etica, I-IV (pp. 191-200; rist. in Framm. di etica, la prima a pp. 85-7, e alle pp. 130-41 le altre tre; oltreché in Etica e Politica) ricopiate, per la tipografia, dal Castellano (Lettere, 26.II.20, n. 873, p. 597). 3 V. lett. prec. 4 Indirizzi richiesti dal Croce (Lettere, n. 871, p. 396). 5 B. Croce, La tomba del grammatico Sidicino, in « Napoli Nobilis¬ sima », n.s., 1920, n. 1, pp. 7-9 (rist. in Aneddoti di varia letteratura, I, pp. 3x0-7; I2, pp. 387-95)6 Nonostante le difficoltà, il Croce infatti accennava ad una « lotta », sostenuta dal Ricciardi per la ripresa della « Napoli Nobilis¬ sima » (Lettere, n. 868, p. 594), le Pagine sparse raccolte dal Castellano (serie III, Memorie, schizzi biografici e appunti) stavano per uscire. V. anche lett. 947.

GIOVANNI GENTILE

27°

Saggi7; e non se ne fa nulla. — Saluti affettuosi da tutti i miei a te e alla cara Signora. A te un abbraccio Dal tuo Giovanni

945 Al Ch.mo Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli 24-2-20 Mio caro Benedetto, Mi ha arrecato grandissimo piacere e conforto quello che mi hai scritto del Giornale critico, che spero possa mi¬ gliorare, e giovare agli studi \ Anche Principato

è

con¬

tento, per gli abbonamenti che gli arrivano giorno per giorno. Mi ha scritto oggi anche pel Simioni \ Per la cui opera mi dice di non poter assumere in questo momento un impegno, per cui occorreranno molti mezzi: ma ag¬ giunge subito di non voler neanche rispondere con un rifiuto, poiché sarebbe ben lieto di poter pubblicare il libro. Conchiude testualmente: « Se il prof. S. può atten¬ dere ancora un po’, gradirei ricevere l’offerta fra qualche mese, sperando di veder migliorata la posizione ». Ti

7 II volume gentiliano slittò al 1921. V. anche lett. 942, n. 4.

[945] 1 V. lett. prec. n. 1 e lett. seg. 2 V. lett. 943, n. 1.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

271

prego di comunicare tu stesso al S. questa risposta, assi¬ curandogli che la prima volta che il Principato verrà a Roma io cercherò il persuaderlo a conchiudere. Come stanno le bimbe tue? Con un abbraccio tuo Giovanni

946 Roma 3.3.20 Mio caro Benedetto — Ebbi soltanto ieri il tuo manoscritto, la cui lettera d’accompagnamento reca la data del 26 febbraio. Ciò ti spieghi il gran ritardo con cui ti ritardo [a;c] del nuovo regalo che mi fai '. — Non mi manca la materia pel giornale; ma mi sarebbe pure assai caro che il tuo nome comparisse in esso il più spesso che sia possibile, affinché esso appaia quello che vuol essere, un rampollo della Critica. Resto inteso di quanto occorre da parte mia per la Critica di maggio. Se hai libri da recensire che puoi indi¬ carmi, tanto meglio \ Non dovevi tu venire in questi giorni a Roma? Le bambine si sono completamente rimesse? Saluti affettuosi a te e ai tuoi da tutta la famiglia. Tuo Giovanni

[946] 1 V. lett. 944, n. 2. 2 II Croce segnalava tra i « libri importanti da recensire » quello di A. Rostagni, Giuliano l'Apostata » (Saggio critico con le Operette satiriche tradotte e commentate, Torino, Bocca, 1920), che il Gentile recensì nella «Critica», a. XVIII, 1920, fase. 3, pp. 171-7 (la lettera s.d. del

GIOVANNI GENTILE

272

P. S. - Se sapessi che mi ha combinato Sarno 3! Non lo vedo più da un pezzo.

947 Roma 15 marzo 1920 Mio caro Benedetto Ebbi la tua lettera con la risposta al referendum dell’Id. nazionale

cui lo stesso giorno la trasmisi, perché andava

benissimo * 2 e io sono stato contentissimo di questo tuo intervento nella questione, che sarà certamente agitata presto con vivacità 3. Io ho trovato una polemica dello

Croce al riguardo, che in Lettere si trova col n. 885, pp. 600-2, nel maggio, va dunque anticipata al marzo, e fusa col n. 874). 3 Sarno stesso aveva accennato al Croce di un « suo colpo di testa » che in proposito commentava laconicamente: « Una volta a me, e una volta a te! » (Lettere, n. 885, p. 602).

[947] ' Fu quella del Croce la prima risposta, che il giornale dell’8 aprile (a. X, 1920, n. 85) pubblicò col titolo La concorrenza della scuola privata gioverà alla scuola di Stato, ai tre quesiti che aveva posto « alle persone più eminenti del mondo della politica e della cultura »: « 1) Come in¬ terpretare la formula dei cattolici “ libertà di insegnamento ”? 2) La scuola in Italia oggi non è libera? 3) Se non è libera, e se è bene che divenga tale, come credete che ciò sia possibile? » (cfr. B. Croce, Pagine sparse2, II, pp.

336-7)-

2 II Croce l'aveva infatti inviata al Gentile per avere il suo parere, ma anche perché si interessasse della pubblicazione e gli facesse ave¬ re la copia del giornale che non trovava a Napoli (Lettere, s.d., n. 874, P-

597)3 La questione della « libertà della scuola » (v. lett. 896, pp. 195-6)

LETTERE A BENEDETTO CROCE

Spaventa del

273

1851; e la ristamperò con altri scritti del

tempo, che son diventati di attualità * * * 4. L'Id. naz.le ancora non ha stampato nulla sull'argomento. Sta bene quanto mi scrivi per gli art. della Critica 5; alla quale ora penso. Lessi il tuo art. sui Seggi6, magnifico: veramente bello; e ho riletto pure tutte le cose raccolte nella y serie delle Pagine sparse7. Qualcuna non la conoscevo. Oggi vedrò il De Lollis, e gli dirò della data della tua

ovvero dei rapporti tra scuola privata e scuola statale era connessa con la proposta deH’esame di Stato, sostenuta da cattolici, fascisti, naziona¬ listi e avversata da socialisti, laici democratici, massoni e da anticlericali presenti nei vari schieramenti. « Fra le tendenze, favorevoli al princi¬ pio della libertà della scuola », scriverà R. Mondolfo in Libertà della scuola. Esame di stato e problemi di scuola e di cultura (Bologna-Rocca S. Casciano-Trieste, L. Cappelli, 1922), « e al regime di concorrenza fra scuola pubblica e privata — anche fuori delle schiere di coloro, che li propugnano per ragioni di partito — s’è affermata con vivacità e note¬ vole seguito di fautori la proposta del Gentile, di una riduzione del numero delle scuole medie pubbliche, che il Croce tradusse poi in un disegno di legge per la limitazione del progressivo loro incremento » (p. 65). Per porre dunque le «scuole libere e la scuola di Stato [...] in condizioni di parità » i gentiliani « sostenevano Peliminazione degli esami di promozione (o le indegne concessioni per le promozioni senza esame) dalle scuole governative, e [...] l’obbligo a tutti gli alunni, delle scuole pubbliche come delle private, di sottoporsi ad esami di ammis¬ sione e a prove Finali dinanzi a commissioni nominate direttamente ed esclusivamente dallo Stato» (p. 71). V. lett. 896 e, più avanti, lett. 960. 4 B. Spaventa, La libertà d'insegnamento: una polemica di settantanni fa, con introd. appendice e note di G. Gentile, Firenze, Vallecchi, 1920 (rist. in B. Spaventa, Opere, III, pp. 639-829). 5 II Croce aveva chiesto che il materiale per la « Critica » gli fosse inviato non oltre il 25 marzo (Lettere, 11 marzo 1920, n. 873, p. 597). 6 B. Croce, I Seggi di Napoli, in « Napoli Nobilissima », n.s. I, 1920, pp. 17-9 (rist. in Aneddoti di varia letteratura-, I, pp. 166-70; I2, pp. 293-301, oltre che in Nuove curiosità storiche, Napoli, Ricciardi, 1922). 7 B. Croce, op. cit.

GIOVANNI GENTILE

274

venuta a Roma. Pare che ora finalmente si vari la sua rivi¬ sta 8. All’Algranati ancora non ho potuto rispondere per¬ ché ho chiesto ma non ho potuto avere la notizia che essa desidera 9, e che nessuno forse ora né anche al Ministero, però sa. Non me ne dimentico. Ti aspettiamo dunque. Con un abbraccio tuo Giovanni

948 25.IlI.20 Caro Benedetto, Ieri sera venni a cercarti al Senato e il portiere mi disse che eri già andato via. Erano le 19 e 1/2; e perciò non salii nemmeno da Pintor. Oggi a mezzogiorno torno lì; e Pintor mi dice che ieri tu non eri andato via a quell’ora, e che stamane sei ripartito per Napoli. Mi dispiacque molto del contrattempo, quantunque tu presto debba ritornare a Roma. Ero sicuro che oggi saremmo stati un po’ in¬ sieme; e che in ogni modo avrei potuto salutarti prima della tua partenza. Federico oggi ha 38°. Spero che questo migliora¬ mento sia l’inizio della guarigione. Gli esami mi concedono ora un po' di respiro; e penso subito alla Critica. Se vuoi mandarmi, da parte tua, quel resoconto della

8 La « Rivista di Cultura », continuazione de « La Cultura ». V. anche lett. 924, p. 232 e lett. 952. 9 Maria, di cui si era fatto tramite il Croce (Lettere, n. 875, p. 598). V. anche lett. 934.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

275

discussione inglese (Bosanquet e altri), fa presto, perché presto il 2° fase, del Giornale dev'essere tutto pronto ’. Aff. saluti ai tuoi tuo Giovanni

949 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Illustre Signor Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore Napoli 29.III. 20 Caro

Benedetto,



Federico continua con

la

stessa febbre. Ma il medico non trova nessuna complica¬ zione, e ci esorta a star tranquilli. Ho telefonato al Gargiulo, che accetta di scrivere subito la recensione, ma non ha il libro '. Scrivo contemporaneamente a Riccardo che glielo mandi. Ti manderò, da parte mia, quegli articoli

[948] 1 V. Iett. 943, n. 3.

[949] ' L. Russo, G. Verga, Napoli, Ricciardi, 1920. Era stato il Croce ad incaricare il Gentile di saggiare la disponibilità di A. Gargiulo per questa recensione (Lettere, n. 876, 26 marzo 1920, n. 876, p. 398), che però non fu pubblicata.

276

GIOVANNI GENTILE

che ti occorrono al più presto possibile. Me ne sto occu¬ pando alacremente L Sono in pensiero pel De Ruggiero, sorpreso ora dalla pleurite. Non voglio obbligare la povera signora * * 3 a scri¬ vermi ancora. Fammi il piacere d’informarmi tu 4 5. Con un abbraccio tuo Giovanni R S. - Venerdì abbiamo proposto l’incarico di Lett. spagnuola al Mele, insieme col conferimento della libera docenza per l’art. 69 L È laureato? Il De Lollis s’è preso l'incarico di fare una ragionata relazione 6.

95° Venerdì [posteriore al 3 aprile 1920] Caro Benedetto, Fino a lunedì non posso disporre di me, a causa degli

Sollecitando ancora il Gentile all'invio dei suoi contributi per la rivista, il Croce aveva anche suggerito la recensione dell’« edizioncina » di T. Campanella, Città del Sole, testo critico, introd. e note a cura di Giuseppe Paladino, Napoli, Giannini 1920, che il Gentile fece per il III fase, della « Critica » (pp. 180-2). 3 Anna. 4 Le condizioni di G. De Ruggiero erano molto serie, perché vit¬ tima di un altro attacco di polmonite, ma lo stato del cuore era buono scriveva il Croce (Lettere, 31.III.20, n. 877, p. 598), il 3 aprile ne annun¬ ciava lo stato di convalescenza (ivi, n. 878, p. 599). In realtà, come risulta da una lettera del De Ruggiero al Gentile, datata 15 aprile 1920 (conserv. nell Arch. della Fondaz. G. Gentile) egli subirà anche una terza ricaduta. 5 L’incarico a Napoli all’illustre ispanista Eugenio Mele venne con¬ ferito in base all articolo 24 (v. lett. 828, n. 6). Cfr. anche qui, voi. Il, p. 89, n. 3 (ma 4). 6 La relazione al Consiglio Superiore della P.I.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

277

esami. Lunedì potrei scrivere la recensione del libro di Gallarati-Scotti1 che non mi pareva più opportuna in questo fascicolo dato che nel mio art. di fondo già si parla parecchio di Fogazzaro \ Vedi piuttosto se non fosse il caso di riprodurre in due volte nella Critica queste due lettere che ho scovate que¬ st'anno, dello Spaventa, che egli intendeva ristampare nel '67, e che io non avevo mai potuto trovare. Basterebbe premettere un paio di periodi, che ti manderei subito 3. Questa sera, domani e domenica mattina avrò sempre esami di laurea in filosofia, e non posso mancare 4 Tuo Giovanni

951 Sabato [aprile 1920] Carissimo Benedetto, Domattina avrai

il

cappello all’articolo dello Spa-

[950] 1 Tommaso Gallarati Scotti, La vita di A. Fogazzaro, Milano, Bal¬ dini e Castoldi, 1920. Il Croce aveva proposto quest’opera all’atten¬ zione del Gentile « come episodio del modernismo » (Lettere, [aprile 19] n. 879, p. 599); la recensione del Gentile fu pubblicata nel fase. V della « Critica », pp. 291-7. 2 G. Gentile, Appunti per la storia della cultura... IV. La cultura toscana, Il programma della «Rassegna Nazionale », in «Critica», fase. IV, pp. 215-28. V. anche lett. 940, n. 12. 3 B. Spaventa, False accuse contro Vhegelismo, a cura e con nota intr. di G. Gentile, in «Critica» a. XVIII, 1920, fase. IV e V, pp. 246-53 e 312-20 (rist. in « Opere », voi. III, cit., pp. 611-37). 4 II Croce (Lettere, n. 879, p. 599) aveva annunciato il suo arrivo a Roma per il venerdì 9.

GIOVANNI GENTILE

278

venta

della misura che desideri.

Arrivederci tuo Giovanni

952 19/4 * 1 20

Mio caro Benedetto, Ma certamente che devi mandare questa introdu¬ zione di cui mi scrivi al mio Giornale

Anche Principato

ne sarà molto contento, e non farà perciò difficoltà pel numero degli estratti2.

[951] 1 V. lett. prec. n. 3.

[952]

1

B. Croce, La metodologia della critica letteraria e la «Divina Comme¬

dia », in « Giorn. crit. », a. I, 1920, fase. 3, pp. 241-58. Il Croce aveva in un primo tempo pensato di pubblicare questa « introduzione meto¬ dica » (che ancora sta scrivendo) al suo « saggio » La poesia di Dante (Bari, Laterza, 1921, con dedica a G. Gentile) nella « Rivista d’Italia », ma ora dato il carattere tutto filosofico delle « cose affatto nuove » in essa contenute, avrebbe preferito la rivista del Gentile, affinché « s’ag¬ girasse tra gli studiosi di filosofia » (Lettere, Napoli, 12 aprile 1920, n. 880, pp. 599-600). V. anche lett. 942, n. 6. 2 II Croce aveva chiesto 100 estratti, anziché i previsti 30, « a causa dei molti amici dantisti » e, benché ritenesse che tale diffusione avrebbe di per sé costituito « una certa reclame alla rivista », era anche disposto a pagare all’editore « la differenza di carta tra 30 e 100 » (Let¬ tere, ibicl.).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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Vedi pure di mandare qualche cosa, anche tre o quat¬ tro pagine, alla Rivista di cultura, di cui sta per uscire il primo numero. Essa di fatto, si regge sul De Lollis, che sarebbe felice di avere questo tuo articolo, che non osa domandarti Con un abbraccio tuo Giovanni

953 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Ch.mo Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli 1 maggio 20 Carissimo Benedetto, Appena la posta la [nc] consenta mandami pure il ms. che passerò in tipografia con altro materiale pel 30 fasci-

5 « Manderò qualcosa all’amico De Lollis, ma per regolarmi sul genere, aspetto di vedere il primo fascicolo della Rivista », rispondeva il Croce (Lettere, 20.IV.20, n. 881, p. 600), che però non diede poi seguito a questo proposito, anche perché la Società di Cultura Nazionale, di cui la rivista era organo, costituita nel 1919, si sciolse già nel marzo 1921, e con essa il comitato di redazione della rivista (composto da De Lollis, Festa, Gentile, Volpe e A. A. Zottoli), che continuò sotto altra dire¬ zione.

28o

GIOVANNI GENTILE

colo

Il secondo sarebbe già uscito senza l’ostruzioni¬

smo. Ma è stampato. Ho visto lo sfogo velenoso del Buonaiuti2. Tanta rab¬ bia per aver io impedito la creazione d’un nuovo incarico di Storia di religioni, qui, per un suo amico 3. Ma io non feci altro che dire in Facoltà le ragioni del mio dissenso — quando tutti parevano concordi per la proposta del nuovo incarico. Le dissi molto pacatamente e tranquilla¬ mente; e nessuno mi rispose; e la cosa cadde. Questa è tutta la mia lotta contro la storia!! Hai visto il volumetto nuovo di Polemiche antidogmati¬ che 4 (contro te, me, Saitta, Casotti ecc.). Roba da matti! Speriamo vadano bene le cose pubbliche. Con un abbraccio tuo Giovanni

[953] 1

V. lett. prec. n.

2

E. Buonaiuti, Immanentismo idealistico ed esperienza religiosa, in

i.

« Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi », a. I, 1920, n. 1, pp. 77-86, il Gentile stesso se ne occupò in « Giorn. crit. », a. I, 1920, fase. IV, p. 450. Il Croce dal canto suo {Lettere, 27.IV.1920, n. 882, p. 601) aveva scritto: « Ho visto un primo fase, di una rivista del Bonucci [Ales¬ sandro], con uno dei soliti sproloquii del Buonaiuti, che dice di esser mistico — questa volta contro di te ». V. anche lett. 912, p. 218, n. 4 e, più avanti, lett. 1046, p. 418, n. 4.

3

Don Nicola Turchi (1882-1958), che insieme a Raffaele Pettazzoni

era allora libero docente con effetti legali per quella disciplina, più tardi istituita a cattedra dal Gentile stesso e occupata, col suo appog¬ gio, dal Pettazzoni (1923).

4

I)i Giuseppe Rensi (Bologna, Zanichelli, 1920). Anche di questo

libro scrisse il Gentile in « Giorn. crit. » a. I, 1920, fase. II, p. 240. V. anche lett. 867, p. 147, n. 5.

281

LETTERE A BENEDETTO CROCE

954 Roma io/5 20 Caro Benedetto, Pel caso che l’altra cartolina non ti giunga più, ti ri¬ scrivo che ebbi le bozze della Critica, le corressi e le ri¬ mandai a Trani; ed ebbi pure il manoscritto del tuo scritto dantesco ', ma non l’ho spedito ancora a Città di Castello perché la posta, almeno qui, è ancora un caos, e non c’è da fidarsi; e d’altra parte non riesco ancora a sapere se il 20 fascicolo del Giornale sia uscito. Intanto, ti ringrazio di questo magnifico dono che hai fatto al Gior¬ nale. — Spero che questa cartolina ti giunga. Appena la posta lo permetterà, avrai la nuova edizione della Teoria generale dello spirito * 1 2, fatta dal Laterza. Non vai più a Torino? — Saluti affettuosi da tutta la famiglia a te e a Donna Adelina. Tuo Giovanni

955 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Roma 13/5 20 Mio caro Benedetto, Ebbi ieri sera comunicazione dal Sagaria del biglietto

[954] 1 V. lett. 952, n. 1. 2 V. lett. 957, n. 2.

GIOVANNI GENTILE

282

tuo. Ma spero che a quest’ora ti sia giunta la mia ultima cartolina, poiché mi pare che il servizio postale si ras¬ setti. Lo Spingarn che mi aveva chiesto il permesso di tra¬ durre in inglese per un editore di New-York il mio libro sulla Riforma dell’educazione % mi esprime un desiderio che riguarda piuttosto te, e che io non oserei nemmeno manifestarti, se evidentemente lo Spingarn non tenesse molto al tuo nome. Ti acchiudo perciò senz’altro la stessa lett. dello Spingarn * 2; e tu mi dirai poi francamente se ti par possibile scrivere un paio di paginette. Io riscriverò per questa traduzione le prime pagine e le ultime del libro per toglierne ogni accenno locale e oc¬ casionale 3 * 5. Ci vedremo dunque quest’altra settimana? Con un abbraccio tuo Giovanni

[955] G. Gentile, The reform of education, translated by Dino Bigonciari,

with an introduction by B. Croce, New York, Harcourt, Bruce and C., 1922. V. più avanti, lett. 963. 2 « Harcourt Brace and Howe, Ine. Publishers 9. Aprii 1920. Dear Professor Gentile: As a postscript to my letter in regard to thè proposed translation of « La Riforma dell'Educazione», will you pardon me if I suggest that a brief introduction by Benedetto Croce (even if °nly two or three paragraphs) — saying who you are, what you stand for, and thè value of this book — would add to thè interest of thè translation for thè English-speaking world? Cordially yours, J. E. Spin¬ garn ». 5 V. lett. 964.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

283

956 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Sen. Benedetto Croce presso la Famiglia Rossi Piazza Denina 3 Torino 19 maggio (1920) Caro Benedetto, — Ieri sera giunsi alla stazione alle 7 e 3/4 e poiché sul binario dal lato delle partenze vidi un treno pronto per Torino, cominciai a cercarti negli scompartimenti di esso, passandoli e ripassandoli ad uno ad uno: sempre più convinto che quello dovesse essere il tuo treno poiché un ferroviere mi disse che un altro treno si sarebbe formato per Torino, tra poco, sul binario accanto. Insomma quando un amico mi avvertì che il treno delle 8 partiva dal lato degli arrivi, e corsi da quell’altra parte, il tuo treno era già partito. Mi è tanto rin¬ cresciuto! Ti avevo portato il Rensi ' e la Riv. di Cultura che ti mando ora per posta \ Saluti ai tuoi. Divertiti Tuo Giovanni

[956] 1 Probabilmente G. Rensi, La scepsi estetica, Bologna, Zanichelli, s.d. (ma 1919) recensito dal Croce in « Critica », XVIII, 1920, fase. 3, pp. 188-9 (rist. in Pagine sparse, II* 1 2, pp. 184-5; ma v. anche lett. 953, n. 4). 2 V. lett. 952, n. 3.

GIOVANNI GENTILE

957 8

giugno 20

Mio caro Benedetto, Abbi pazienza ancora pochi giorni per i miei articoli della Critica: sono dentro a quel concorso di pedagogia, che mi piglia tanto tempo '! Ma ne usciremo presto e quello che ho ancora da scrivere per la Critica è pronto. — Spero che finalmente abbi avuto la Teoria dello spirito % di cui anch’io sono senza (poiché ne ebbi solo tre copie

[957] 1 II concorso alla cattedra di pedagogia all’Università di Messina, cui partecipava il Fazio-Allmayer, e che si chiuse senza che fosse procla¬ mato alcun vincitore (v. «Boll. uff. », 1921, voi. II, n. 42, p. 1525); e in proposito ci è restato questo telegramma: « Professor Giovanni Gentile Roma Prima prendere decisione in merito circa richiesta pubblica¬ zione verbali sedute Commissione Giudicatrice Concorso Pedagogia Università Messina fattami uno dei Commissari desidero conoscere se Vossignoria abbia nulla da opporre pubblicazione stessa Ministro Istru¬ zione Croce Roma 2 dicembre 1920 » e una lettera del 3 gennaio 1921, in cui il ministro comunicava le ragioni che rendevano inopportuna detta pubblicazione, vale a dire 1 atteggiamento di uno dei commissari, il prof, della Valle, nei confronti di un candidato che aveva suscitato « la disapprovazione degli altri commissari ». Avvertiamo qui che poi¬ ché nell’ed. Mondadori non sono stati pubblicati i documenti e le co¬ municazioni ufficiali di Croce ministro a G. Gentile, abbiamo ritenuto opportuno riportarli in appendice a questo volume (Appendice II). Il Croce proprio il giorno precedente aveva scritto: « Finalmente mi giunge da Torino la copia del tuo libro; e leggo la dedica affettuo¬ sissima, della quale ti ringrazio di cuore. Tu hai bene interpretato il comune nostro sentimento. Noi siamo concordia discors in noi stessi, ed è naturale che così si sia tra amici intelligenti. Auguriamoci che attraverso le nostre persone cresca la Filosofia, e cerchiamo di persua¬ dere o piuttosto di costringere gli altri a intendere che in filosofia come in ogni seria produzione spirituale non ci sono scolari, ma solo

LETTERE A BENEDETTO CROCE

285

che dovetti regalare ad amici di qui, e speravo averne subito altre, che ancora non ricevo. E le poche copie mandate ai librai di qui si sono vendute e le altre che si aspettano tardano ad arrivare. Il Giornale critico ti sarà certamente arrivato. Se no, te ne manderò io stesso una copia. Vedi di mandare qualche cosa al nostro De Lollis 3. Con un abbraccio tuo Giovanni

958 R. Istituto Superiore di Magistero Femminile Roma - Il Direttore 22.X.20 Caro Benedetto Per tua tranquillità, ti avverto che ieri sera mandai il mio art. 1 al Pietrarota per espresso; e tra oggi e domani manderò tutte tre le recensioni (Blanchet, Macchioro e Ercole)* 1 2 pure per espresso. Arrivederci presto tuo Giovanni

spiriti produttivi, che si legano tra loro appunto perché ciascuno fa qualcosa di proprio» (Lettere, Napoli, 7.VI.20, n. 887, pp. 602-3). 3 V. lett. 952, n. 3.

[958] 1 L’ultimo (XII) della serie su La cultura toscana, in «Critica», a. XVIII, 1920, fase. VI, pp. 336‘522 Le prime due (a Leon Blanchet, Campanella, Paris, Alcan 1920, e

GIOVANNI GENTILE

286

959 Giornale critico della filosofia italiana 22.1.21

Mio caro Benedetto, Da una sera all’altra mi sono proposto di venire a trovarti, ma, per le mie occupazioni scolastiche, mi sono ridotto sempre così tardi da doverci rinunziare. — Ma verrò certamente domani sera, e ti dovrò parlare di varie cose. Intanto ti trasmetto questa supplica che m’è stata data vari giorni fa, con preghiera di raccomandartela, dal Ca¬ stelli — tuo impiegato, consigliere comunale, molto sti¬ mato e ben voluto da Giustino Fortunato. Anche sono stato pregato dal prof. Fiaccavento ', pa¬ dre d’un impiegato * 1 2 della Divisione del Belloro 3 4 di rac¬ comandarti la richiesta che pel suo gabinetto ti ha fatto il Rosati [òr]4 di questo impiegato. Egli stesso per altro mi

V. Macchioro, Zagreus, Studi sull’orfìsmo, Bari, Laterza, 1920) in « Cri¬ tica », fase. cit., pp. 362-6 e 371-5, erano state suggerite dal Croce {Let¬ tere, s.cf, n. 889, p. 604) che aveva lasciato al Gentile la scelta per una terza (Fr. Ercole, L'etica dì Machiavelli, in « Politica », voi. VI, fase. I-II, 1920) « ivi », pp. 366-71.

[959] 1 Corrado, ordinario di materie letterarie del ginnasio Torquato Tasso di Roma. 2 Salvatore, che restò nella segreteria del Consiglio superiore per le Antichità e Belle Arti. 3 L'ingegnere Antonio Giovanni, direttore generale e capodivi¬ sione per le Antichità e Belle Arti. 4 Ma Rosadi Giovanni, sottosegretario di stato per le Antichità e Belle Arti, v. anche lett. 975, n. 2.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

287

diceva che né il Belloro né il Tovajera 5 vogliono rinun¬ ziare, neppure temporaneamente, a questo funzionario. Perciò ho risposto io stesso al padre che la cosa era molto difficile per se stessa, oltre che contraria alle tue mas¬ sime. Ad ogni modo, ho promesso di fartene un cenno. Arrivederci tuo Giovanni Ti acchiudo un’altra domanda disperata che m’è stata mandate per te da Annibaie Toraldo per una sua figlia. Mi par bene che non si possa contentare. Ma ci vogliono due righe di risposta!

960 Giornale critico della filosofia italiana 4. II. 21 Caro Benedetto, Ieri sera dalle io alle n discussi col Mancini la que¬ stione

Non aveva argomenti da opporre alle mie ra-

5 V. leu. 917, p. 221, n. 1.

[960] 1 Alla vigilia di presentare all’ottava commissione per la Pubblica Istruzione, i suoi disegni di legge sulla scuola media, il Croce, avendo saputo che Augusto Mancini era tra coloro che più avversavano il suo disegno di legge sull’esame di stato, aveva chiesto al Gentile, che la presiedeva, « di cercarlo e parlare con lui » (Lettere, 3.II.21, n. 893, p. 607). Ma il deputato radicale del gruppo di Rinnovamento (1875-1937, noto al Gentile in quanto professore di grammatica greca e latina

288

GIOVANNI GENTILE

gioni stringenti ma qua e là nel suo discorso trapelava il risentimento per tuoi rifiuti a richieste fatte da lui pei regificazioni domande di proff. pareggiati ecc. " Lo misi colle spalle al muro perché riconoscesse il principio informatore della legge: esami di ammissione. E ne convenne. Anche lui non vuol separare gli esami di stato dalla legge sulle classi aggiunte. Ne parleremo a voce tuo Giovanni

prima a Messina e poi a Pisa), combattè accanitamente contro questi progetti, chiedendo che fossero respinti senza discussione e senza sen¬ tire il ministro. La commissione, dopo aver votato, con 13 voti contro 11, la chiusura della discussione aggiornò la seduta del 4 all’n novem¬ bre, e in essa respinse, senza discussione tanto il disegno sulle classi aggiunte («Sistemazione dei corsi paralleli aggiunti e degli Istituti d’istruzione media e normale») con 15 voti contro 5, che quello sul¬ l’esame di stato (« Esami nelle scuole medie di istruzione classica, tec¬ nica e magistrale ») con 12 voti contro 6. All indomani di questi voti il Croce presentò le dimissioni, che però furono respinte. I disegni di legge furono ripresentati tali e quali il 23 giugno, dopo le elezioni e l’apertura della XXVI legislatura (11 giugno), ma già il 28 giugno l'ul¬ timo ministero Giolitti si dimetteva. Cfr. R. Colapietra, op. cit., voi. I, pp. 410 sgg. e B. Croce, Nuove pagine sparse, I2, Bari, Laterza, 1966, pp. 67-9. Vennero poi ritirati dal Ministro O. M. Corbino il 29 novembre 1921, in occasione della presentazione del suo disegno di legge « Esami nelle scuole medie d’istruzione classica, tecnica e magistrale; ed esami di ammissione alle scuole superiori », che non ebbe miglior fortuna. V. anche lett. 947, pp. 272-3, n. 3 e più avanti, lett. 971.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

289

96l R. Istituto Superiore di Magistero Femminile Roma 28.2.1921 Caro Benedetto, Io oggi non son potuto scendere alla Scuola Pedago¬ gica. Ti mando perciò questi articoli a casa, dove credo verrai a colazione. Al Ministero sarò alle ore quella Commissione presso Filippi dermi fammi avvertire

15

per

Se hai bisogno di ve¬

Tuo Giovanni

962

Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile 8.III. 21 Caro Benedetto, Ti presento il dott. Ugo Spirito* 1, uno de’ più bravi

[961] ' Giovanni Filippi, direttore generale per l’Istruzione Superiore. Il Gentile faceva parte di una commissione di pochi esperti istituita dal Croce per lo studio delle riforme universitarie (v. qui Appendice II, il documento alle pp. 455-6). V. anche lett. 1020, p. 366, n. 2.

[962] 1 1896-1979. Partito da studi giuridici ed economici, concluse la sua

GIOVANNI GENTILE

290

miei scolari, che desidera presentarti il suo primo lavoro 2 e conoscerti. Tuo Giovanni

963 30.III. 21 Caro Benedetto, Gli editori Harcourt e Brace che devono pubblicare la mia Riforma dell’educazione mi chiedono la tua « breve prefazione ». Mi fai il piacere di scriverla in qualche ora di respiro '? Grazie tuo Giovanni

carriera come ordinario di filosofia teoretica all’Università di Roma, è stato definito l’allievo « preferito di Gentile » (v. M. di Lalla, Vita di Giovanni Gentile, Firenze, Sansoni, 1975, p. 427). 2 II pragmatismo nella filosofia contemporanea, Saggio critico con ap¬ pendice bibliografica («11 pensiero moderno», a cura di E. Codi¬ gliela), Firenze, Vallecchi, 1921.

[963] 1 V. lett. 955, n. 1. Il Croce stesso si era già ripromesso, se ancora in tempo, di scrivere la prefazione « in una delle prossime domeniche » {Lettere, 26.II.21, n. 894, p. 607), cosicché, poco dopo, chiedeva una copia del libro per portarselo la « domenica a Frascati » e stenderla in giornata {ivi, n. 895, p. 608). In realtà, soltanto il 18 aprile avrebbe inviato, scusandosi per il ritardo, le « poche cartelle », con « le poche parole [...] adatte allo scopo di una prefazione » lasciando al Gentile di suggerire e apportare « correzioni e aggiunte » a suo « piacimento » {ivi, n. 896, p. 608). Il manoscritto autografo del Croce, datato Aprile 1921, è conservato nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. V. anche lett. 983, p. 318.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

291

964

3O.III. 21

Caro Benedetto, Sono modificati nella trad. il i° e l’ultimo capitolo, da cui ho tolto ogni accenno a cose e sentimenti locali o ita¬ liani. L'editore americano nella prefazione credo desideri qualche parola piuttosto sull’autore che sul libro: di ca¬ rattere, s’intende, informativo, a larghissimi tratti. Ma, ad ogni modo, sarà sempre contento. E io gratissimo '. Sto pensando alla Critica. Tuo Giovanni

965

Museo Pedagogico della R. Università di Roma 2.3-1921

Mio Caro Benedetto, Ti prego di leggere queste due lettere, una delle qua¬ li è per te ', inviata a me con la viva preghiera di presen¬ tartela.

[964] ' V. lett. prec. e lett. 955.

[965] ' Manca la lettera indirizzata al Croce, riportiamo quella indiriz¬ zata al Gentile: A.B.C.D. Asfalti Bitumi Catrami e Derivati Roma 30 Aprile 1921. «Stimatissimo Prof. Gentile La Società Hallesint

E ha

292

GIOVANNI GENTILE

Dello Hallesint non so quasi niente 2. Me ne venne a

deciso di rivolgersi a S. E. Croce per chiederne l’efficace interessa¬ mento quale ufficiale rappresentante dell’alta coltura, allo scopo con¬ creto di far nominare dei periti che studino e riferiscano sul Progetto Hallesint. Noi crediamo di avere pieno diritto di fare questa istanza e di attenderne l’accoglimento. Se noi accusassimo il cittadino più inte¬ gro di avere defraudato noi e l’intera collettività di un bene qualsiasi, e presentassimo a termini di legge una querela, il magistrato potrebbe esimersi del fare una istruttoria? Certamente no. Allo stesso modo noi mettiamo sotto accusa gli attuali economisti, chiediamo dei giudici per loro e per noi, offriamo le più ampie garanzie di volere e potere ri¬ spondere personalmente delle conseguenze del nostro atto. Offriamo inoltre la soluzione più semplice, più radicale del problema economico contemporaneo e non chiediamo che luce, luce eventualmente per smascherarci. Possiamo restare inascoltati? Potremmo inviare con un mezzo qualsiasi l’acclusa istanza a S. E. Croce; ma io faccio appello, con tutte le mie forze, alla stima che Ella mi concede, affinché voglia fare pervenire Ella stessa questa istanza a destino. Io non conosco altro mezzo per ottenere che la istanza stessa abbia un riscontro non burocratico. Ella — con tale atto — non assumerebbe alcuna più lontana responsa¬ bilità sul contenuto della nostra istanza, ma potrebbe — io spero — garantire che almeno uno dei firmatari — il sottoscritto a Lei ben noto — dà un minimo di affidamento per equilibrio mentale, onestà di intendimenti e serietà di propositi. Nella serena fiducia che Ella vorrà accogliere benevolmente questa mia preghiera, resto ansiosamente in attesa di Sue notizie. Con profonda e sincera stima dev.mo In. Ma¬ netti ». 2 Eppure un'idea sull’argomento il Gentile ce la doveva avere, dal momento che tra gli opuscoli da lui conservati ne troviamo uno con questo frontespizio: « Volume riassuntivo Biblioteca Hallesint IV serie C. L’Hallesismo di A. M. Trucco, Motivazioni e conclusioni del responso pronunciato dal primo collegio peritale italiano conclusioni del responso. — La “ Fondazione Universale Hallesint ”, organo mondiale di legisla¬ zione e giurisdizione economico-fiscale, appena sorta: senza nuove leggi, senza nulla politicamente ed economicamente innovare, e senza appoggi o consensi di masse elettorali e parlamentari; con la sola forza delle supreme leggi dell’egoismo umano, trasformate in lucrosissimi contratti della cooperazione universale, affinché ciascuno sia spinto dal proprio imperativo tornaconto a cooperare alfindefinito incre-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

293

parlare un giorno questo Manetti, ingegnere palermi¬ tano, che si occupava una volta di filosofia \ ed è stato sempre da me giudicato persona seria, colta e intelli¬ gente; e ora mi si presentò in questa nuova veste, e in¬ fiammato di ardore apostolico. Sognatore non è, almeno in tutto il resto della sua attività. È a capo qui a Roma di una grande impresa industriale. Egli e i suoi compagni non chiedono se non un giudi¬ zio, che economisti come Pantaleoni* * 3 4 si rifiutano di dare. Luzzatti5 ha detto che ormai è troppo vecchio!

mento della produzione mondiale, a beneficio degli individui di ogni plaga e nazione, di ogni classe e professione, di ogni partito e reli¬ gione, darà inizio all era della pace, della fratellanza, della ricchezza, capovolgendo subitamente le sorti economiche dell’uman genere, ed instaurando un regime fiscale industriale o volontario, i cui proventi nel corso di pochi lustri supereranno il gettito delle attuali imposte delle nazioni del globo, consentendone la graduale e totale abolizione, promovendo e tutelando la prosperità e l’indipendenza politica ed eco¬ nomica di ciascun popolo e di ciascuna nazione. Finalità degli estratti — completare il Collegio Peritale a norma di quanto è stampato nelle pagine interne della copertina. Quinto Estratto: l’ideale ordinamento monetario mondiale e la mondiale unificazione del contratto moneta¬ rio (l'intiero volume si comporrà di circa 400 pagine) Roma HallesintEdizioni Società Anonima Italiana Via S. Claudio, 86 - Telefono

47-95 »• (Ancora nel 1930 questo movimento di vago sapore sansimoniano era operante, come risulta da un altro opuscolo conservato dal Gentile, contenente una lettera appello del suo fondatore a « S. E. Mussolini, capo del governo e duce del fascismo, prospettante la solu¬ zione dei gravissimi problemi d’attualità in genere, e quello dei paga¬ menti internazionali in particolare»). 3 L'ing. Nicolò Manetti Cusa risulta infatti tra i soci fondatori della Biblioteca filosofica di Palermo, v. qui voi. II, p. 373, n. 4. 4 Maffeo Pantaleoni (1837-1924), ordinario di economia politica a Roma. V. anche più avanti lett. 1038, n. 8. 5 II neosenatore Luigi Luzzatti (1841-1927), già più volte ministro e nel 1900-1 anche presidente del consiglio, era ordinario di diritto costi¬ tuzionale a Roma.

2c,4

GIOVANNI GENTILE

Per parte mia non vedo come tu possa entrarci, ma una risposta converrà darla. Arrivederci tuo Giovanni

966

25.6.21 Caro Benedetto, Abbi pazienza. Mille incidenti — tra cui anche un ten¬ tativo di rivolta all'Istituto di magistero per false voce [sic] sparse ad arte * 1 — mi hanno impedito in questi giorni

[966] 1 II Gentile era stato nominato dal Croce R. Commissario di que¬ sto istituto nell’ottobre del '20 (v. Appendice II, p. 456). A proposito dell’episodio cui si fa qui riferimento riportiamo un ritaglio dell’« Idea nazionale » del 24 giugno (conservato nell’Arch. della Fondaz. G. Gen¬ tile): Giacobinismo accademico Riceviamo e pubblichiamo « On. Sig. Diret¬ tore, Quel che avviene di questi giorni all Istituto di Magistero supe¬ riore femminile di Roma merita di essere portato a conoscenza del pubblico, acciò possa essere giudicato, non soltanto da chi vi abbia interesse, ma da quanti possano farlo col maggiore disinteresse, se 1 metodi adottati per tutelare la disciplina da chi sta al governo del nostro massimo istituto di educazione femminile siano conformi ai principi di elementare giustizia o non siano piuttosto dei procedimenti sommari più atti a terrorizzare che a moralizzare 1 ambiente studente¬ sco. Ecco i fatti: Nel marzo scorso le alunne dell’istituto vollero com¬ memorare l’uccisione di uno studente avvenuta a Palermo, astenen¬ dosi dalle lezioni. Tale decisione diede luogo ad una dimostrazione, durante la quale ebbe a verificarsi qualche disordine, della natura e della portata non superiore a quelle che sogliono caratterizzare inci¬ denti simili. Per reprimere e punire tali atti d’indisciplina furono dalla Maestra disciplinare scelte undici alunne, alle quali il R. Commissario diresse un rimprovero solenne, accompagnato dalla minaccia di san-

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di finire gli articoli2. Ma è questione d’un paio di giorni ancora! Arrivederci tuo Giovanni zioni più gravi se esse, che erano state prescelte come garanti della disciplina di tutta la scolaresca non avessero conservato per l’avvenire un contegno esemplare. Durante i mesi successivi infatti non ebbero a deplorarsi incidenti di sorta e la condotta delle undici signorine, te¬ nute per così dire in ostaggio dal capo dell'Istituto, corrispose perfet¬ tamente alle promesse fatte e agli impegni assunti. Si aveva pertanto motivo di credere che l'incidente del marzo, contrario senza dubbio alle esigenze della disciplina, ma pur tuttavia ispirato a sentimenti ge¬ nerosi, si dovesse ritenere del tutto esaurito. Invece al momento degli esami, appare, improvvisamente e inaspettatamente un annuncio, col quale si comunica al pubblico e non personalmente alle interessate che sei delle undici alunne scelte come capri espiatori degli incidenti del marzo scorso erano escluse dalla sessione estiva degli esami. Ora do¬ mandiamo: 1) È lecito punire così gravemente per una mancanza, che rimonta a parecchi mesi dietro, vale a dire per una mancanza che devesi ritenere prescritta? E in tutti i casi quando anche la punizione semplicemente minacciata al momento in cui si verificarono gl’inci¬ denti, abbia a ritenersi una condanna condizionale è lecito dare corso ad essa quando, a giudizio di tutti i professori, le signorine diffidate conservarono una condotta eccellente durante tutto il periodo della sospensione della condanna? 2) È lecito, prendere un provvedimento così grave, senza neppure sentire le giustificazioni delle interessate? 3) Con quali criteri furono chiamate responsabili dello sciopero di tutta la scolaresca soltanto undici signorine e per quali arcani motivi poi delle undici ne furono sacrificate soltanto sei. A tutte queste do¬ mande nessuno degli arcigni professori sa rispondere e la Maestra di¬ sciplinare, principale autrice del deplorevole errore giudiziario, si ef¬ fonde in parole pietose e in lacrimevoli scuse e dice in sostanza che fu un errore del quale ella stessa si pente, ma che purtroppo è ora irrepa¬ rabile. Non commentiamo: vogliamo soltanto che il pubblico sappia con quanta leggerezza da parte di gravi professori si tronca l’avvenire a delle signorine ree alla loro volta di una semplice leggerezza, a pu¬ nire la quale dovevano e potevano bastare provvedimenti con conse¬ guenze meno dolorose. La disciplina è una bella cosa... ma purché non diventi un pregiudizio. Alcuni padri di famiglia ». 2 Articoli per la « Critica ».

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967 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Illustre Sig. Benedetto Croce Senatore del Regno Frascati Roma s>-7-2i Mio caro Benedetto, Ti prego di darmi tue notizie. Son partiti i miei, sei partito tu, e non mi so abituare a questa solitudine, in cui son caduto così a un tratto Spero che tu e i tuoi stiate bene. Con un abbraccio tuo Giovanni

[967] 1 L’n luglio il Croce rispondeva: « Perché non vieni a trattenerti un po’ con noi a Frascati? Abbiamo una stanza a tua disposizione. Potrai portare qualche lavoro da fare » (Lettere, n. 899, p. 609).

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968 Giornale critico della filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Illustre Signore Sen. Benedetto Croce Villa Ferri Frascati (Roma, 4.9.21) Mio caro Benedetto, Ebbi le bozze della Critica, che lessi attentamente; e il giorno dopo le spedii al Laterza. Magnifico quell’articolo sul Manzoni '! Mi sono occupato della ricerca pel Salvetti \ Ma pare assolutamente escluso che intorno al 58 ci fossero in Fran¬ cia riviste filosofiche. Domani guarderò la Revue contemporaine di quegli anni e il Correspondant. In una minutis¬ sima bibliografia sul Taine * 1 2 3, dove son pure segnati tutti gli articoli, non ho trovato nulla.

[968] 1 B. Croce, Note sulla poesia italiana e straniera del secolo decimonono. XIV. Manzoni, in «Critica», a. XIX, 1921, fase. V, pp. 257-69 (ristam¬ pato in Poesia e non poesia, Bari, Laterza, 1923 e, in A. Manzoni. Saggi e discussioni, ivi, 1930, pp. 7-34). 2 « La ricerca della rivista francese del 1858, con gli articoli del Salvetti » raccomandata dal Croce (Lettere, venerdì [2 settembre 1921] n. 900, p. 609) rimase infruttuosa; cfr. B. Croce, Per la storia del pensiero tedesco in Italia. Eduardo Salvetti e C. L. Michelet, in «Critica», a. XX,

1922, fase. IV, pp. 249-56. 3 II Croce ricercava appunto « un articolo sul Taine e un altro sui filosofi francesi contemporanei » (Epistolario, II, cit., p. 58).

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Non so ancora quando potrò venire. Aspetto una ri¬ sposta per quella commemorazione di Trieste, da cui co¬ mincio a sperare di potermi liberare.

Fammi sapere

quando tornerai da Pescasseroli. Saluti affettuosi alla Sig.a Adelina e a te, baci alle bambine. Tuo Giovanni

969 R. Istituto Superiore di Magistero Femminile Roma Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Villa Ferri Frascati Roma ic>.IX.ic)2i Mio caro Benedetto, Si sono avuti dalla Bibl. della Camera nove volumi della Revue contemporaine (1857-8); ma ancora non salta fuori nulla del Salvetti '. Ho chiesto altri volumi a comple¬ mento del '58, e del 1856. Chi sa! La Rivista contiene molti scritti Filosofici. Son tornati da Rosburgo Teresina e Gaetano; e gli altri torneranno la settimana ventura. Mi potresti dare qualche biglietto gratuito? Sto spendendo un sacco di quattrini quest’anno! — Pur troppo non mi riuscirà più

[969] V. lett. prec.

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in questo mese di venire a Frascati; perché s’è convocata la Giunta del C.[onsiglio] S.juperiore]. Come sta la sig/ Adelina? Un abbraccio dal tuo Giovanni

970 21.IX. 21 Caro Benedetto, Vedi se puoi dire una parola a quel povero poeta prof. Macchia, che mi tempesta di lettere e telegrammi con risposta pagata '! Ho ricevuto oggi il Pataffio del nostro Padula * 1 2 * * e i suoi memorandum. — Di cui mi servirò a suo tempo; poiché il Severi5 mi dice che questa volta il segretariato generale non ha fatto in tempo a fare la proposta (cioè a riman¬ dare la pratica, l’altra volta mandata a picco da Torraca)

[970] 1 Pietro Macchia, che, come risulta da una sua lettera datata Ca¬ nterino, 23 luglio 1921 (conserv. nell Arch. della Fondaz. G. Gentile), premeva affinché il Croce e il Gentile in qualità di « rappresentanti della storica autorità » gli pubblicassero un suo primo lavoro.

2

Antonio Padula, Brunetto Latini e il «Pataffio », Milano, Roma,

Napoli, soc. ed. Dante Alighieri (Albrighi e Segati), 1921 (pubblicato in occasione del VI centenario della morte di D. Alighieri, con una let¬ tera di B. Croce come prefazione). Dell’autore di quest’opera come « collezionista appassionato e insaziabile così di diplomi accademici come di onorificenze» ci dà notizia F. Nicolini, Croce minore, Milano, Napoli, Ricciardi, 1963, p. 187 sgg. 1 Leonardo Severi (1872-1958), allora segretario capo del Consiglio

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per questa sessione finita oggi. Sarà all’ord. del giorno in novembre, e il Severi vedrà di farla affidare a me. Per l’Accademia delle scienze di Palermo non so dirti ora se posso fare la relazione non chiestami da nessuno. Sarà forse meglio scriverne prima un rigo al Riccobono * * * 4. Farò così. Ho avuto la tua lettera 5 dall’on. Sipari6. Ho racco¬ mandato il giovane a Serafino Rocco, che è in quel liceo 7 e che raccomanderà lui il giovane al collega insegnante di Fisica, che io non so chi sia. Affettuosi saluti a te e ai tuoi tuo Giovanni

Superiore della P.I., futuro direttore generale per l’istruzione media e normale e capogabinetto di Gentile ministro (sullo sconcertante epi¬ logo [1943] dei loro rapporti, v. M. di Lalla, op. cit., pp. 450-1). 4 Salvatore Riccobono (1864-1958), ordinario di diritto romano e preside della facoltà di giurisprudenza a Palermo, era socio effettivo dell’Accademia. In una sua cart. post., datata Palermo 20 novembre 1921 (conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile), pur avvertendo che l’Accademia per la morte del botanico Antonio Borsì era senza piesidente, aggiungeva: « Una sua lettera amichevole, se vuole anche a me diretta, potrebbe fornire lo spunto e dare la materia della relazione, come ella suggerisce. Ad ogni modo è cosa da fare in maggio » perché le elezioni dei soci si tenevano in giugno; v. in proposito qui anche lett. 975. Il Padula divenne poi socio corrispondente, ma non sappiamo esattamente come e quando ciò avvenne perché la detta Accademia non pubblicava i rendiconti delle sue sedute. 5 Questa e un’altra lettera di raccomandazione (di questo periodo) non sono state pubblicate nell’ed. Mondadori. 6 Erminio Sipari, cugino di B. Croce. 7 II Rocco insegnava lettere al liceo E. Quirino Visconti.

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971 R. Università di Roma Museo Pedagogico Signor Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli 29.X.21 Mio caro Benedetto, Ho riveduto più accuratamente che ho potuto quei brani di Vico; ma quantunque oscuri, mi son parsi esatti, e non ho corretto nulla terza.

Così ho rispedito le bozze al La-

Ti manderò in questi giorni il materiale mio pel fase, di gennaio \ Ho avvertito il Chelazzi (Pintor è assente) per la posta tua che giunge al Senato * 2 3.

[971] ' Il Croce, inviando le bozze della « Critica », aveva chiesto al Gen¬ tile di rivedergli in suo articolo II Vico e la congiura di Macchia (a. XIX, fase. VI, pp. 233-48), con riguardo appunto alle citazioni da un opu¬ scolo vichiano, contenente a suo avviso « errori e luoghi inintelleggibili », che egli stesso aveva « corretto alla meglio », e di cui comunque andava rifatta l'edizione (Lettere, [23 ottobre 1921] n. 901, p. 610). L’arti¬ colo crociano, il secondo della serie Per la biografia di G. B. Vico fu ripubblicato in B. Croce, Nuove curosità storiche, Napoli, Ricciardi, 1922 e Uomini e cose della vecchia Italia, serie prima, Bari, Laterza, 1927. 2 « Aspetto », aveva scritto il Croce (Lettere, ibid.), « pei principii di novembre il tuo articolo sulla Cultura piemontese e tre recensioni »; v. lett. 974 (ed anche lett. 909, p. 213, n. 2). 3 Corrado Chelazzi, bibliotecario al senato (che doveva succedere al Pintor nella direzione di quella biblioteca).

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Hai visto il chiasso che s’è continuato a fare nei giornali per le mie dimissioni4? Io mi son pure dimesso da tutti gli

4 Si tratta delle dimissioni dalla carica di R. Commissario dell'Isti¬ tuto superiore di magistero femminile (v. lett. 966), provocate da una lettera ministeriale datata 27 luglio (conserv. nel’Arch. della Fondaz. G. Gentile), in cui, a seguito della sua relazione sull’istituto, si invitava il Gentile a lasciarne la direzione e a indicare uno o più nomi di profes¬ sori interni idonei per quell’incarico, onde riportare l’istituto alla “ normalità

La presa d’atto delle dimissioni (anch’essa in Archivio) è

datata 13 ottobre, ma il « Tempo » del 18 ottobre (a. V, n. 248) presen¬ tava la prima comunicazione del ministero come Una lettera della Mi¬ nerva senza precedenti e il giorno dopo parlava di Una grave offesa alla cultura indiana; il 25 ottobre (n. 253), veniva l’ordine del giorno dei professori del magistero a «sfatare» le indiscrezioni (su l’« Epoca ») che l’iniziativa ministeriale fosse stata determinata da una presunta richiesta di salvaguardia della loro dignità, e si manifestava la piena solidarietà e devozione al Commissario, sicché il 27 ottobre (n. 257) il giornale definiva l’episodio Truffa... alla Minerva e nel numero se¬ guente pubblicava (senza titolo, p. 2): « Scrivevamo ieri che il sen. Cor¬ bino, scienziato illustre e Ministro degno della RI. deve intervenire a riparare una grave offesa fatta dalla burocrazia della Minerva al prof. Gentile: è un dovere che la scuola deve alla scuola, oltreché un atto di giustizia verso una delle più fulgide illustrazioni della scuola e della cultura italiana da parte di chi ne regge ufficialmente i destini ». Si metteva poi in guardia il Ministro dall’opera di qualche « epurato per indisciplina » che evidentemente aveva ispirato la campagna contro il Gentile. A questa vicenda ci pare probabile che vadano riferite anche queste parole del Croce di un biglietto senza data (Lettere, n. 903, p. 611): « Mi compiaccio molto della nota letta sul Tempo. Veramente, io non sospettavo tanta gesuiteria. Ma bisogna riderne, e, all'occasione, battere ». Ma vi erano ben altri motivi d’attrito col neo-ministro Orso Mario Corbino, il fisico subentrato al Croce, e considerato da quest’ul¬ timo nient’altro che un affossatore dei suoi progetti (v. lett. 960), a partire proprio dal funzionamento del magistero, come dimostra un’altra lettera del ministero datata 4 ottobre (anch’essa in Archivio), che respingeva la richiesta avanzata dal Gentile, in base al regolamento voluto dal Croce (con decreto del 19 dicembre 1920, n. 1736), di soppri¬ mere in quell'istituto l'insegnamento delle scienze, con la motivazione che tale provvedimento non poteva aver luogo che mediante una nuova legge (ma v. qui lett. 986, n. 5).

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altri uffici a cui fossi stato nominato da Corbino 5 o che implicassero la sua fiducia. Egli mi ha scritto una lettera

5 Sull'argomento, nell'Arch. della Fondaz. G. Gentile sono con¬ servate minute di lettere di Gentile al Corbino. Curiosamente della Figura di questo ministro-scienziato (1876-1937), che in verità restò in carica un brevissimo lasso di tempo (dal 4 luglio 1921 al 26 febbraio 1922) si parla poco, nelle storie della scuola italiana, quando non viene addirittura scambiato tout court, con il più giovane e più noto, politicamente, fratello Epicarmo, che fu apprezzato economista, ma la cui carriera politica si svolse soltanto nel secondo dopoguerra. Eppure già nei primissimi anni '20 il Corbino era Figura così rilevante da poter affermare di se stesso: « Ci siamo seguiti al Ministero della pubblica istruzione, da quando i popolari partecipano come gruppo al Governo, due uomini; il Croce e io, che rappresentiamo l’uno per il suo valore personale, l’altro per la posizione ufficiale nel mondo della Scienza e dell'Università, due figure certo non trascurabili. Alieni entrambi dalla politica, persuasi entrambi, lasciatemelo dire, di esser qualche cosa nel Paese anche senza la carica ministeriale, non avevamo nessuna ragione personale né politica per propiziarci la benevolenza del partito popolare e del suo capo. Ebbene l’uno e l’altro siamo caduti sotto l’accusa di asservimento a quel partito: e l'accusa ci è venuta dalla Democrazia, che pose per questa ragione un veto contro la persona del Croce nella prima crisi, e contro il mio progetto nella seconda. Io non vedo quale interesse abbia avuto la democrazia a volere a ogni costo, e contro ogni

ragionevolezza, camuffare da Filo-cattolici

Benedetto

Croce e me che vi parlo. So però di certo che questo sforzo della democrazia deve lusingare il partito popolare e il suo capo, ai quali non farebbe certo dispiacere il poter dire che hanno dalla loro parte il più potente Filosofo italiano e un rappresentante ufficiale della più importante fra le scienze sperimentali: la Fisica. Giovano al partito liberale queste imposizioni di casacche compromettenti? Un primo risultato è già raggiunto. Visto che Croce e io abbiamo ottenuto, per merito della democrazia, l’investitura nel partito popo¬ lare, è parsa la cosa più naturale del mondo affidare il Ministero della pubblica istruzione a un popolare autentico e tesserato [A. Anile]: ciò che un anno fa sarebbe parso inconcepibile » (Senato del Regno — tornata del 21 marzo 1922 in Conferenze e discorsi di 0. M. Corbino, Roma, Edizioni Ezio Pinci, 1938, con bibliografia e antologia di commemora¬ zioni). Significativo il ricordo di E. Fermi (ivi, p. 243): « Conobbi il senatore Orso Mario Corbino quando tornai a Roma appena laureato,

3°4

GIOVANNI GENTILE

vergognosamente gesuitica 6 pregandomi di ritirare que¬ ste altre dimissioni, appellandosi alla vecchia amicizia 7

nel 1922. Io avevo allora venti anni e il Corbino quarantasei; Egli era senatore, era stato già ministro della pubblica istruzione ed era inoltre universalmente noto come una delle personalità più eminenti nel campo degli studi ». È certo che il maggior prestigio e merito il Cor¬ bino se lo doveva conquistare nel campo della fisica, anche se non tanto da scienziato quanto come direttore di quell’istituto di Roma dove chiamò, incoraggiò e diresse il celebre gruppo dei « ragazzi di via Panisperna »: la sua immagine di nume protettore ci è consegnata da un altro eminente (premio Nobel) scienziato che partecipò in prima persona a quella esperienza, Emilio Segrè, in Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea, Milano, A. Mondadori, 1976, pp. 198 sgg. e Enrico Fermi, fisico, Bologna, Zanichelli, 19872, pp. 26 sgg. Ma sembra che non vada neppure dimenticata la sua incisiva azione in settori chiave del¬ l’economia e dell’industria sia pubblica che privata (idroelettrico, pe¬ trolifero e finanziario) e perfino nel settore degli armamenti durante la guerra. Non stupirà, quindi, la sua nomina a ministro dell’economia (v. lett. 1032, p. 387 in nota) nel secondo ministero Mussolini, pur avendo egli votato contro il primo, e la sua presenza negli organismi di controllo dell'E.I.A.R. anche se non fu mai iscritto al fascio. Negli ultimi anni si interessò anche alle prime esperienze televisive a livello mondiale e predispose le attrezzature di una stazione trasmittente spe¬ rimentale a Roma, ma morì prima di vedere realizzato questo suo progetto. Alla sua morte si aprì la diaspora degli scienziati del suo istituto (cfr. Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell’Enci¬ clopedia Italiana, 1983, voi. XVIII, pp. 760-6). La lettera del Corbino, datata 26 ottobre 1921, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. La loro conoscenza doveva risalire almeno al 1912, allorché il Coi bino, conterraneo di Gentile, ma già docente a Roma, gli scriveva a proposito di una propria conferenza da tenere alla Biblioteca filoso¬ fica di Palermo. Questa, che non compare nella bibliografia citata, fu poi pubblicata nell’« Annuario » (voi. I Palermo-Bari, 1912, pp. 200-2) col titolo: Materia, spazio e tempo nelle nuove concezioni dei fisici. Tra le carte di questo periodo conservate nell’Archivio Gentile, è anche un pi essante invito del Corbino al Gentile (7 novembre) per scongiurane le dimissioni da delegato del Ministero della P.E presso quell’istituto pei ^ Propaganda della Cultura Italiana, costituitosi nel 19 per inizia¬ tiva del Formiggìni, di cui il Corbino era vice-presidente (e il Croce tra i consiglieri scientifico-letterari), da poco eretto Ente morale col nome

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ecc. Ma io ho risposto seccamente respingendo l’invito 8. Che [...]! Non avrei mai creduto. Sulla fine di novembre passerò per Napoli, di ritorno dalla Sicilia. Con un abbraccio tuo Giovanni

972

19.XI.21 Mio caro Benedetto, Ti mando subito gli articoli per la Critica, che avevo infatti pronti da un pezzo, ma volevo mandarti insieme un’altra recensione, che gli esami affollatisi in questa prima metà di novembre non m’è riuscito ancora di but¬ tar giù '. — Il libretto del Quisley [sic] 2 non ho potuto più

di Fondazione « Leonardo », e del quale lo stesso Gentile avrebbe as¬ sunto in poco tempo il pieno controllo (cfr. G. Turi, Il fascismo e il consenso degli intellettuali, cit., p. 27 sgg.) 8 Ma v. lett. seg.

[972] 1 Si tratta della conclusione del secondo articolo sulla Cultura pie¬ montese, Vincenzo Gioberti nella storia della cultura (in « Critica », a. XX, 1922, fase. I, pp. 16-30) che stando a quanto scriveva il Croce, sollecitan¬ done l'invio (Lettere, 17.XI.21, n. 902, p. 610) doveva «essere scritto o quasi, sin dall’altra volta ». 2 II biglietto con il quale il Croce aveva annunciato il prossimo passaggio di Hugo Quigley da Roma e accompagnato l'invio del suo libro: Italy and thè Rise of Criticism in thè i8'h Century, Perth, Munro and Scott, 1921, non è pubblicato nell'ed. Mondadori. Il Croce aveva ricor-

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GIOVANNI GENTILE

rintracciarlo, e non so dove sia andato a Finire. Ma lo tro¬ verò. In questi giorni devo andare per pochi giorni a Castelvetrano, perché, se incomincio il corso (cioè, ancora, i corsi) non mi posso più muovere. Ma sarò qui di ritorno prima della fine del mese. Vorrei passando per Napoli venirti a trovare, almeno per poche ore. Ma gli scioperi ferroviari in corso o minacciati non mi hanno ancora per¬ messo di stabilire il mio itinerario. Il Corbino poi dovette venire ad pedes per la faccenda del magistero femminile. E io sono stato costretto ad ac¬ cettare dal modo in cui egli s’è scusato e dalla impossibi¬ lità reale di qualsiasi altra soluzione per ora }. Ti dirò a voce. Ti acchiudo alcuni appunti datimi dal Tagliatatela per te sulla missione del padre a Pescasseroli* * 3 4. Con un abbraccio a te e i saluti più affettuosi anche dai miei per la signora Adelina tuo Giovanni

973 Giovedì (Novembre?) Caro Benedetto, Ieri sera feci molto tardi e non potei più venire al Senato. Ti mando la cicalata del Val¬ letta, che una volta ti promisi perché ha quella tale prefa-

dato questo libro al Gentile (Lettere, n. 902, p. 610) come meritevole di « un cenno ». 3 V. lett. prec.

11

Gentile fu reintegrato nel suo ufficio a partire dal

19 novembre. 4 V. più avanti lett. 977, n. 4.

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zione

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Oggi tra lezioni e Consiglio Superiore sono sem¬

pre impegnato. Ti prego di farmi telefonare da Pintor al Consiglio Superiore o verso le 11 e / o dopo le 17 se tu parti oggi, e a che ora. Arrivederci tuo Giovanni

974 R. Università di Roma Museo Pedagogico Signor Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli io.1.22

Mio caro Benedetto, Di nuovo mi rallegro, insieme con Erminia e gli altri miei, e invio alla signora Adelina i più caldi augurii. Ma ti prego di confermarci le buone notizie

[973] ' Si tratta molto probabilmente della ia edizione di Nicola Val¬ letta, Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura, che conteneva una

dedica-prefazione che non compare più nelle edizioni successive (Na¬ poli, 7 agosto 1787). Il Croce ne parlerà molto più tardi, in Quaderni della «Critica», Dicembre 1945, n. 3, pp. 20-4 (rist. in La letteratura italiana del Settecento. Note critiche, Bari, Laterza, 1949, pp. 280-6).

[974]

‘116

gennaio il Croce aveva annunciato: « Un’ora fa ci è nata una

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Sta tranquillo per la Critica 2, a cui sto pensando. Ho il libro del Semprini3. Affettuosamente tuo Giovanni

915 23.1.22

Mio caro Benedetto, Io ti avevo risposto 1 alla cartolina anteriore alla tua ultima lettera; e speravo che la mia risposta si fosse incro¬ ciata per via con la tua lettera! Poi mi sono ammalato d’influenza; e sono stato anch’io una settimana a letto! E sono ancora con le ossa rotte e con la testa vuota. Mi occupai della tua interrogazione sulla Reggia 2; e i gior-

bambina alla quale mettiamo nome Lidia » (Lettere, n. 906, p. 613). 2 A causa di « uno sciopero a Trani », che aveva « fatto tardare la Critica », sicché non ne aveva ancora ricevuto rimpaginato, il Croce temeva pure di non poterlo inviare al Gentile, e di dover quindi cor¬ reggere anche la sua parte (ivi, 3.I.22, n. 905, p. 613). 3 Cfr. G. Gentile, ree. a Giovanni Semprini, G. Pico della Mirandola, la Fenice degli ingegni, Todi, Atanor, 1921, in «Critica», a. XX, 1922, fase. 2, pp. 113-6. « Se non hai il volume te lo manderò », aveva scritto il Croce, richiedendo, oltre a questa, altre due recensioni (Lettere, ibid.).

[975] 1 Ma il Croce, ancora il giorno prima (Lettere, 22.1.1922, n. 908, p. 614) non aveva ricevuto nulla dal Gentile. 2 Nella lettera datata 11 gennaio (ivi, n. 907, p. 614) il Croce dava un resoconto “ a caldo ” di una « nuova villania del Corbino, ma questa volta così grossa da convertirsi nel contrario » (l’episodio sarà ricor¬ dato poi in Pagine sparse, II2, pp. 437-41). Il ministro aveva dunque

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nali qui se ne sono pure occupati. — Quello che ti dissi della salute del Ricci3, pare fosse una leggenda: si trat¬ tava di semplice esaurimento. — Attendo ora agli articoli

costituito una commissione composta per lo più da quanti (compreso il presidente, sottosegretario alle Belle Arti, Rosadi) erano contrari, vuoi per incompetenza, vuoi per malcelati appetiti o per eccessivo o malin¬ teso lealismo monarchico, al progetto crociano di adibire il Palazzo reale di Napoli (tra i beni della Corona retrocesso dopo il conflitto al Demanio ed assegnato al Ministero della RI.) a sede della Biblioteca Nazionale e della S. Giacomo, e, cosa « addirittura scandalosa, scanda¬ losa per stupidità », ne aveva appunto escluso il Croce. L’interroga¬ zione del Croce (che però avendo saputo della crisi del governo Bonomi mentre stava salendo sul treno per portarla a Roma, se ne era tornato a casa: ivi, n. 909, p. 615) era stata firmata anche dai suoi colle¬ ghi De Lorenzo, Fortunato e Torraca e presentata il 16 febbraio, per passare all'ordine del giorno il 17 marzo. Il Corbino, benché ormai decaduto dal suo mandato, volle all’occasione rispondere del suo ope¬ rato, sostenendo che, non avendo potuto non cedere alle pressioni della cittadinanza napoletana, aveva escluso il Croce per non metterlo in imbarazzo e quindi solo per un riguardo nei suoi confronti! Il Croce dunque aveva chiesto al Gentile di adoperarsi perché la vicenda tro¬ vasse eco e chiarimenti sui giornali romani; del resto confermava (ivi, n. 908, p. 614) la sua ferma decisione di impegnarsi fino in fondo per condurre il suo progetto a « buon porto », pur denunciando una certa stanchezza nel dover « polemizzare, litigare, ripetere cento volte la stessa argomentazione ». V. più avanti lett. 993, n. 1. 3 Corrado (1858-1934), già direttore generale per le Antichità e Belle Arti e predecessore di Gentile a quell’assessorato al Comune di Roma. La giunta comunale romana si era sfasciata il 7 dicembre 1921, per le dimissioni di due assessori nazionalisti, che le rimproveravano una politica « socialistizzante ». Si ricompose con la nomina di due liberali al posto dei nazionalisti, in quanto ad essi più affini, e come tale l’assessorato toccò al Gentile, il sindaco era Giannetto Valli. II Ricci ora dirigeva quell’istituto di Archeologia e storia dell’arte a Roma, da lui fondato grazie all’appoggio del Croce (v. Epistolario, I, cit., pp. 57-8 e 182) e fu in seguito chiamato dal Gentile alla vicepresi¬ denza della Commissione centrale delle Belle Arti (istituita nel dicem¬ bre, v. lett. 1023, p. 375, n. 3), nel marzo 1923 fu fatto senatore. Del suo stato di salute aveva chiesto notizie il Croce, non osando scrivergli diret¬ tamente (Lettere, n. 905, p. 613).

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per la Critica. Mi occuperò del D’Azeglio 4. — Che sven¬ tura la morte del povero Rossi5. Ti prego di darmi notizie della sig.a Adelina e della Bimba. Ti abbraccio Tuo Giovanni

976 Giornale critico della Filosofia italiana Diretto da Giovanni Gentile Airillustre Signore Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Roma, u.febbr. 22. Mio caro Benedetto, Scusami se finora non t’ho mandati gli articoli per la Critica. Li sto scrivendo ora e conto inviarteli entro il 20. Sono stato una quindicina di giorni tra esami e giunte del Consiglio Superiore (oltre le lezioni e il resto) da non avere un’ora di respiro. Ma ora mi son liberato, e mi

4 G. Gentile, La cultura piemontese, III. I. Massimo D'Azeglio, in

«Critica», a. XX, 1922, fase. II, pp. 79-93 (rist. in L'eredità di Vittorio Alfieri, Venezia, La Nuova Italia, 1926, pp. 133-96). 5 Giovanni Rossi. Già capogabinetto del Croce, la sua scomparsa lo aveva turbato particolarmente anche perché lo attendeva di lì a pochi giorni a Napoli « con la figliuola » {Lettere, n. 908, pp. 614-5). Il Croce quindi fece di questo «intelligente e zelante funzionario [...] letterato soffocato », una commossa commemorazione nel « Giornale d’Italia » del 24 gennaio (rist. in Pagine sparse, II2, pp. 249-51).

LETTERE A BENEDETTO CROCE

occupo della Critica

311

— Pel Padula ho poi mandato la

relazione al Riccobono \ Tardai alquanto perché ho per¬ duto le sue note bio-bibliografiche che avevo lasciate in un cassetto al Cons. Superiore — dove le avevo portate quando dovevo riferire per quella medaglia di beneme¬ renze, — e poi non le trovai più. Ma mi son servito infine del Dizionario del De Gubernatis. Ce n’era abbastanza. E spero che la cosa vada. Come sta Donna Adelina e la neonata? Con un abbraccio tuo Giovanni

977 giovedì (2 marzo? 1922) Mio caro Benedetto — Poiché non tutto ancora era pronto ieri, appena ricevuta la tua cartolina, mi af¬ frettai a spedire al Pietrarota le recensioni; e domani conto di mandargli l’articolo sul D’Azeglio

E dentro

questo mese avrai il materiale pel fascicolo di maggio,

[976] ' V. lett. prec. e lett. seg. 2 V. lett. 970, n. 4. Il Croce ne aveva domandato notizia il 7 feb¬ braio (Lettere, n. 909, p. 617).

[977] ' A causa del grande ritardo il Croce aveva pregato il Gentile di spedire il suo materiale direttamente in tipografia, e di cominciare a pensare subito al prossimo fascicolo; aggiungeva anche questa conside¬ razione: « A me la regolarità della Critica dà un certo ricordo dei tempi dell'anteguerra e l’irregolarità mi affligge assai, come segno di morte » (Lettere, domenica [26 febbraio 22?], n. 910, p. 615).

312

GIOVANNI GENTILE

perché non si ripeta più il caso di questa volta 2. Puoi star tranquillo. Con un abbraccio tuo Giovanni P. S. - È uscito il tuo Pescasseroh3? Ricordati di far¬ mene mandare due copie per i fratelli Tagliatatela 4.

978 Sabato (11 marzo? 1922) Mio caro Benedetto, Il mio articolo sul D’Azeglio fu da me spedito al Pietrarota, per raccomandata espresso, nei primi giorni di questa settimana: credo martedì. E tra oggi e domani tu ne dovresti avere le bozze. Le recensioni le avevo spedite la settimana scorsa \ Affettuosamente tuo Giovanni

2 Ma il Gentile non fu in grado di mantenere questo impegno: v. lett. 979. 5 Bari, Laterza, 1921 (rist. in appendice a Storia del Regno di Napoli, ivi, 1925, pp. 329-94). 4 Nel suo opuscolo (p. 55 e n.) il Croce ricordava la figura di Pietro Tagliartela (1829-1913), che da sacerdote cattolico era divenuto pastore protestante. Cultore di filosofia giobertiana e autore « di un pregevo¬ le volume di Istituzioni di filosofia », era considerato « uno tra le menti più forti del movimento protestante in Italia ». Dei suoi due figli, Eduardo e Alfredo sono conservate lettere nell’archivio della Fondaz. G. Gentile.

[978]

1

V. lett. prec.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

313

979 Museo Pedagogico della R. Università di Roma 27.4.22 Mio caro Benedetto, Ho avuto soltanto ieri la tua cartolina di sabato. E ti prego di aver pazienza. Se non vengono le vacanze mi sarà impossibile mettermi in ordine per la Critica perché ho bisogno di fare uno studio compiuto e sistematico del¬ l’argomento che vengo trattando, della Cultura piemon¬ tese: studio che credevo poter condurre innanzi a parte a parte, come feci già per la cultura toscana, in base al concetto complessivo con cui mi ci ero accinto; ma che, mi accorgo, mi può far trovare improvvisamente innanzi a problemi che poi, lì per lì, mi manca il tempo di risol¬ vere. Io infatti avevo in animo di scrivere per questo fa¬ scicolo un articolo su Domenico Berti, che mi doveva servire di passaggio dalfalfierismo studiato finora a un altro aspetto della cultura piemontese. E per la lettura fatta in vari tempi de’ vari suoi scritti, ero sicuro di po¬ tervi trovar subito il materiale necessario. Invece ho avuto una delusione, che mi ha disorientato: non perché il Berti non risponda al mio concetto, ma perché, al fatto, non m’ha dato sufficiente materia per il saggio che cre¬ devo di poterne cavare. Tuttavia un articolo anche breve sullo stesso Berti ora comunque lo scriverò; e te lo manderò nei prossimi giorni '. Ho scritto una recensione lunghetta e piuttosto

[979]

1

Pur mostrando una certa comprensione per le difficoltà del Gen-

GIOVANNI GENTILE

3I4

acre sul libro del Manacorda * 2; che forse non ti dispia¬ cerà; e un’altra ne ho scritta sul recente volume del De Ruggiero, non favorevole 3. Non te le ho mandate perché volevo mandartele insieme con l’art. di fondo. Abbi pa¬ zienza. Supererò anch’io il dopoguerra 4. So che son passati per Roma i tuoi parenti di Torino; ma l’ho saputo troppo tardi, e m’è dispiaciuto molto di non averli potuti salutare. Accetta con la sig.a Adelina i saluti affettuosi di tutti i miei, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni

tile nella stesura di questo lavoro, il Croce si era raccomandato (Lettere, aprile? 1922, n. 914, p. 616) che gli fosse inviato « subito l’articoletto » (La cultura piemontese, IV, Domenico Berti, in «Critica», a. XX, 1922, fase. Ili, pp. 140-8) non avendo altro materiale con cui sostituirlo, mentre per il fascicolo di luglio si sarebbe potuto ovviare alla mancanza di un articolo di fondo del Gentile con « parecchie recensioni ». V. anche lett. seg.

2

G. Gentile, ree. a Guido Manacorda, Verso una nuova mistica, Bolo¬

gna, Zanichelli, 1922, in «Critica», fase. cit., pp. 165-71. « Ricordati di quella di Manacorda » aveva scritto il Croce in un biglietto senza data, che va quindi collocato, secondo noi, prima di questa lettera del Gen¬ tile (v. invece, Lettere, n. 931, p. 625).

3

Id., ree. a Guido De Ruggiero, Il pensiero politico meridionale nei

secoli XVIII e XIX, Bari, Laterza, 1922, in « Critica », fase, cit., pp. 173-5. Questa recensione era stata suggerita dal Croce (Lettere, 23 marzo 1922, n. 913, p. 616). 4 V. lett. 977, n. 1.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

315

98O Giornale critico della filosofia italiana Martedì [25 aprile 1922] M io caro Benedetto, Mi scrivi raccomandandomi di farti avere quello che avevo pronto entro lunedì. Ma io ebbi la tua cartolina ieri sera tornando a casa. E stamane perciò ti mando subito le due recensioni che avevo pronte. L’art. sul Berti non era scritto

ma conto poterlo scrivere domattina (ho

avuto pure il concorso di Filosofia per i licei* 2, e quindi la commissione addosso, che per sbrigarsi presto vorrebbe leggere dalla mattina alla sera i lavori scritti che bisogna leggere collegialmente!); e lo manderò direttamente a Pietrarota. Ti mando questi articoli per espresso, per far più pre¬ sto. Sta sicuro che dentro la settimana, immancabil¬ mente, Pietrarota ha anche l’articolo sul Berti: ma spero anche dentro giovedì. Con un abbraccio tuo Giovanni

[980] ' V. lett. prec. 2 V. lett. 984 e, in Appendice II, p.

46x-

3i6

GIOVANNI GENTILE

98l R. Istituto Superiore di Magistero Femminile Roma Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli Roma 3.5.1922 Mio caro Benedetto, Quando (la settimana scorsa!) inviai l’articolo sul Berti ' al Pietrarota, pregai questo di mandare delle bozze una copia a te e una, contemporaneamente, a me. Così farò in tempo a respingere a te la copia mia riveduta. Basteià che tu soprassieda una giornata. — Per la fine di questo mese ti faro dunque le recensioni* 2. Da un pezzo (dapprima, credo, del tuo ministero) non ho più avuto dei miei articoli i soliti estratti3, che facevano comodo. Po¬ trai una volta farmeli avere? Verrai quest’altra settimana al Senato? Accetta con la sig.a Adelina i saluti aff. di tutti i miei. Con un abbraccio tuo Giovanni

[981] ' V. lett. 979. 2 V. lett. 984. 5

11

Croce rispondeva: « Incaricherò il Castellano di ritagliare i

fogli degli ultimi fascicoli, che ho conservato e solo per pigrizia o mancanza di tempo non ti ho inviato » {Lettere, Lunedì (8 maggio), n. 915, p. 617). V. anche lett. 799, pp. 37-8.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

317

982 Ministero dell'Istruzione Sezione della Giunta del Consiglio Superiore per l’istru¬ zione pubblica Roma, 10.5.22 Mio caro Benedetto, Ho fatto oggi riscontrare qui al Ministero l’elenco dei concorrenti alle cattedre di Pedagogia non ammessi alle prove orali; e il nome della signorina Leggiadro non c’è '. Dev’essere stata dunque approvata, e sarà chiamata agli orali. Tu quando verrai a Roma? Io partirò sabato per Mi¬ lano, per una conferenza al Circolo filologico 2; e tornerò lunedì sera. Spero ad ogni modo di rivederti qui. Con un abbraccio tuo Giovanni

[982] 1 Elodia Leggiadro. Questa « brava ragazza » aveva fatto « buona impressione » al Croce, che dunque aveva scritto: « se ormai fosse le¬ cito conoscere il risultato dell’esame ti pregherei di comunicarmi se il lavoro è stato approvato, così ridarò pace a quell’anima agitata» (Let¬ tere, n. 915, p. 617). 2 I responsabili dell’archivio del Circolo filologico da noi interpel¬ lati non sono stati in grado di fornire alcuna notizia al riguardo. Dalle lettere di Gioacchino Volpe (conserv. nell’Arch. della Fondaz. G. Gen¬ tile), che allora presiedeva detto Circolo, risulta che il Gentile presumi¬ bilmente il 14 maggio trattò de II pensiero italiano del Rinascimento.

GIOVANNI GENTILE

3i8

983 Giornale critico della filosofia italiana I luglio 22 Carissimo Benedetto, Grazie di cuore, anche da parte di Erminia e dei ra¬ gazzi del pensiero affettuoso, che ci ha vivamente com¬ mosso, quantunque ormai consueto come tu dici

Ti

prego di avvisarmi con una telefonata quando ritorni a Roma. Accetta con donna Adelina i saluti di tutti i miei, e abbiti un abbraccio Dal tuo Giovanni Ieri ebbi la trad. americana della Riforma dell’educa¬ zione con la tua cara prefazione \ L’hai avuta anche tu 3? Io ne ho ricevuta una sola copia.

[983] 1 V. leu. 922, p. 230, n. 1. 2 G. Gentile, op. cit. V. lett. 953. 3 Pregandolo di procurargliene una copia tramite Joel Elias Spingarn (con il quale il Gentile era in corrispondenza fin dal 1901), cura¬ tore della collana The European Library, in cui era pubblicato il vo¬ lume, il Croce suggeriva al Gentile di farlo presentare nella terza pa¬ gina del «Giornale d’Italia», «riproducendo», scriveva, «le mie po¬ che parole nel testo italiano di cui non ho copia e tu forse l’avrai [v. lett. 963, p. 290, n. 1] » (Lettere, 2 luglio, n. 917, comparve sul giornale del 13 luglio.

p.

617). Il testo crociano

LETTERE A BENEDETTO CROCE

319

984* R. Istituto Superiore di Magistero Femminile Roma Roma, 28.7.22 Mio caro Benedetto, da oggi soltanto posso pensare alla Critica, e mi metto subito infatti a prepararti le tre recensioni

Fino ad oggi

sono stato dalla mattina alle 8 Fino alla sera impegnato ininterrottamente nel concorso dei licei % che sai, e che m è costata una grande fatica. La Nobile 5 è stata aiutata in tutti i modi possibili; e così s’è riusciti a metterla a capo degli idonei (dopo i vinci¬ tori) con 126/175, cioè quasi 7 e mezzo. Allo scopo che mi accennasti già questo titolo le basterebbe; ma avrà anche diritto alla nomina nei licei, perché due dei vincitori so già che non accetteranno; e passeranno perciò tra i vincitori i due primi idonei. Spero che il modo in cui le ho fatto l’esame le abbia cavato di testa il...

[984] * Lettera incompleta. ' Il Croce aveva richiesto, entro agosto, almeno tre recensioni « piuttosto lunghe », per poter ovviare con esse alla mancanza dell’articolo di fondo (Lettere, 19.VIII.22, n. 918, p. 613). Ma nel fascicolo di settembre le recensioni sono solo due: una a G. Simmel, I problemi fondamentali della filosofia, Trad. introd. di A. Banfi, Firenze, Vallecchi, 1922 (fase. V, pp. 292-8), suggerita dallo stesso Croce nella lettera cit., e l'altra a R. Pettazzoni, Dio: Formazione e sviluppo del monoteismo nella storia delle religioni. Voi.

I,

Roma Soc. ed. Athenaeum, 1922, pp.

298-301. 2 V. lett. 980. 3 Emilia Nobile. «Studiosa... intelligente» ma «di carattere deli¬ cato e ombroso », il suo caso stava molto a cuore al Croce anche a

GIOVANNI GENTILE

32°

985 Roma 28.7.22 Carissimo Benedetto, Non dire più niente alla sig.na Nobile % che m’è venuta a trovare, e le ho detto io stesso quello che ti avevo pre¬ gato di dirle. E ho capito qualche cosa del suo stato, che prima mi sfuggiva. E credo di averla convinta che può aver fiducia in me e star tranquilla. Affettuosamente tuo Gentile

986 Giornale critico della filosofia italiana 3 agosto 22 Mio caro Benedetto, Dopo la lettera, alla quale mi rispondi nella tua di ieri credo abbi ricevuto una mia cartolina, nella quale ti ac¬ cennavo come e perché poi mi fossi reso conto da me stesso della psicologia della povera signorina Nobile '. La

causa delle «condizioni disgraziatissime sue e della famiglia» (Lettere, n. 918, p. 618 e n. 919, pp. 618-9). V. anche lett. seg.

[985] ' V. lett. prec. e lett. seg.

[986] Ma v. lett. prec. e lett. 984.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

321

quale spero che, dopo quel colloquio, sia tornata a Napoli più tranquilla e meglio disposta verso di me. Ti acchiudo le tre recensioni pel fase, prossimo della Crìtica 2 e ti prego di rimandarmi i manoscritti insieme con le bozze, affinché, occorrendo, io abbia modo di ri¬ solvere qualche dubbio se incorrono errori gravi nella composizione. E vedi se Riccardo o Castellano mi potes¬ sero ricavare dagli ultimi anni della Critica un po’ di estratti delle cose mie, in modo che io ne possa avere qualche copia 3. Oggi stesso ho scritto a Laterza per proporgli di ti¬ rare a parte due o trecento copie della Logica hegeliana. Andrebbero certamente per la scuola. E far comprare tutta l’Enciclopedia sarebbe duro. Diglielo pure tu4 5. Tu quando passerai? Io mi sento disfatto e ho assoluto bisogno di allontanarmi da Roma per un mesetto di ri¬ poso. Domenica andrò a raggiungere Erminia e i ragazzi, da cui mi par mill’anni di esser lontano. Ritornerò qui nei primi di settembre. Domani o do¬ mali l’altro spero poter rispondere a quelle alunne del Magistero, che aspirano al

Diploma in Scienze’.

La

2 V. lett. seg. e lett. 984. 3 V. lett. 981, n. 3. 4 Di questa ristampa si stava occupando il Croce « con qualche lentezza » però, perché, avendone « troppe » in corso, non voleva « ri¬ dursi a correttore di bozze ». Comunque riteneva di poter concludere in « cinque o sei mesi » e aveva consigliato al Laterza di farne « tre volumetti, da vendersi però tutti insieme ». E, tuttavia, aveva già suggerito al Gentile di chiedere direttamente all’editore, se non era interessato a tutta l'opera, di stamparne più copie della sola prima parte (Lettere, 29.VII.22, n. 919, p. 619). 5 « Le signorine » aveva scritto il Croce, al quale si erano rivolte « credono che si voglia sottoporle a esami non richiesti alle loro colle¬ ghe delle altre città », cioè di Roma e Firenze (Lettere, 29.VII.22, n. 921, p. 620). Il Gentile era, come si ricorderà R. Commissario all’Istituto

GIOVANNI GENTILE

322

prima volta avevo incaricato della risposta la Segretaria del Magistero; che però non è riuscita a sapere bene che cosa hanno fatto qui all’Università. Ora mi sono rivolto io alla Segreteria universitaria. E domani spero avere le notizie desiderate. Con un abbraccio tuo Giovanni

987

R. Università di Roma Museo Pedagogico Illustre Sig. Sen. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli

Rosburgo 26.8.22 Mio caro Benedetto, Uo stesso giorno che le ricevetti, corressi le bozze delle mie recensioni1 e le rinviai raccomandate parte a Pietrarota e parte a te secondo le tue indicazioni. Quelle al P. sono certamente arrivate. Ue tue mi scrive mia co¬

superiore di Magistero di Roma (v. lett. 971, p. 302, n. 4); come mini¬ stro, già prima di procedere alla riforma di questi istituti (v. lett. 1002, p. 335 sg.) sopprimerà in essi l'insegnamento degli elementi di fisica (R. Decreto 11 gennaio 1923, n. 190).

[987] V. lett. 984.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

323

gnata che sono giunte a casa mia perché io avevo scritto (nell’indirizzo a te) Roma invece di Napolil Come le ab¬ biano portate così a casa mia non arrivo a capire. Ad ogni modo Clementina che bada alla posta che giunge a casa mi dice di aver notato l'errore, di averlo corretto e ri¬ messe quindi le bozze in via al loro destino. — Nel caso che infine si fossero smarrite, poco male poiché erano per il fascicolo di novembre. Qui non ho tutti gli appunti per gli articoli di fondo sulla Cultura piemontese * 2: ma nei primi di settembre tor¬ nerò a Roma con l’animo sgombro da altri pensieri (qui ho lavorato molto al 2° voi. della Logica 3, che uscirà final¬ mente in novembre, e lavorerò liberamente per la Cri¬ tica 4. Qui sono stato bene e mi son rifatto della vita fati¬ cosa degli ultimi due mesi di Roma. Anche Erminia e i ragazzi han ricavato un gran beneficio da questa villeg¬ giatura. Inviano a te e a d. Adelina i più affettuosi saluti insieme con me tuo aff.mo Giovanni P. S. - Ti sarei molto grato se mi facessi avere una copia delle mie recensioni pubblicate nella Critica di que¬ sti ultimi anni di libri di filos. del Rinascimento5.

4 Ma l'articolo del Gentile, benché ritenuto dal Croce molto « in¬ teressante », fu fatto slittare nel primo fascicolo del 1923 (pp. 10-27), Per lasciare spazio alla seconda parte di un articolo della Dentice D’Accadia ed ad uno di Vladimiro Arangio Ruiz (Lettere, [31 ottobre 1922], n. 924, p. 621). Si tratta ad ogni modo dell’ultimo contributo del Gentile alla « Critica » e la repentinità dell'interruzione è testimoniata dalla scritta « continua » che portava in calce. V. anch lett. seg. 3 II primo volume della nuova edizione del Sistema di logica come teoria del conoscere (Bari, Laterza) è datato 1922 e il secondo 1923. 4 Ma ancora il 19 ottobre il Croce, tornando a Napoli, non avrebbe trovato il materiale che si aspettava (Lettere, n. 923, p. 620). V. anche lett. seg. 5 V. anche lett. 981, n. 3.

GIOVANNI GENTILE

3^4

988 22.X.22 Mio caro Benedetto, La tua cartolina s’è incrociata con la mia diretta a Donna Adelina. Ero in pensiero per te; e avrei avuto tanto piacere di rivedere le tue bambine al passaggio! In giornata certamente avrai le bozze del mio art. dal Pietrarota % al quale credetti opportuno mandarlo diret¬ tamente visto il ritardo del tuo ritorno. Sta bene per la traduzione che offre Arangio-Ruiz * 1 2. Con un abbraccio tuo Giovanni

[988] 1 V. Iett. prec. 2 Vladimiro Arangio Ruiz, in realtà, aveva già fatto la proposta di un volume malebranchiano al Gentile, in una lettera del 22 maggio (conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile), dunque prima di ri¬ volgersi al Croce, e questi, che evidentemente non ne era al corrente, intendeva rispondergli di accordarsi appunto col Gentile « per la scelta e per l’estensione» (Lettere, n. 923, p. 621). Il progetto non andò in porto.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

325

989 Il Ministro della Pubblica Istruzione Roma 31.X.22 Mio caro Benedetto, Nel trovarmi così improvvisamente a questo posto in mezzo a tanta agitazione degli animi non ti dico quanto io sia trepidante. Ma voglio dirti che il mio animo corre a te con la più grande commozione, e guarda a te per averne conforto e incoraggiamento * 2. Avrei bisogno tanto di vederti in questi giorni. Quando potrò riabbracciarti3? Saluti affettuosi alla sig.a Adelina, e a te un fraterno abbraccio dal tuo Giovanni

[989] ' Quel giorno, con la nomina del primo Ministero Mussolini, il Gentile era divenuto ministro. 2 « Oggi vedo con gioia adempiuto il mio antico voto, Abbracci Benedetto», telegrafava quello stesso giorno il Croce, che più tardi, {Lettere, 3.XI.22, n. 925, pp. 621-2), argomenterà così questo suo « senti¬ mento »: « Ciò che ti è accaduto ora, stavo preparandotelo io, mesi addietro, quando si parlava del ritorno del Giolitti, il quale, con la sua consueta fedeltà, mi avrebbe richiamato. Ed io avevo fatto il fermo proposito (conosciuto da Adelina e da qualche intimo) di dare, invece della mia persona, un buon consiglio: che era di chiamare te. The righi man in thè righi place: è proprio il caso. Tu ti sei preparato, pur senza proportelo, a questo ufficio; e lo terrai degnamente, e, spero, aiutando i fati, utilmente e con la tua soddisfazione. Mi rendo conto delle molte¬ plici difficoltà presenti: ma ora il mio animo è aperto alla speranza, che è, in questi casi, non solo un dolce sentimento, ma un dovere ». V. anche Epistolario, II, cit., p. 115. 3 Rispondeva il Croce {Lettere, ibid.): « Pensavo di venire a Roma

GIOVANNI GENTILE

326

P.S. - Ho avuto oggi le bozze della Critica, e te le ri¬ manderò domani* * * 4.

990 Il Ministro della Pubblica Istruzione 4.XI.22 Mio caro Benedetto, Scusami se ti rimando con tanto ritardo queste bozze. Ma in questi primi giorni non ho avuto un momento di respiro. Ti prego di aggiungere una noterella al luogo segnato in rosso nella striscia 4, se puoi. Mi par di ricordare che di un De Sanctis protestante di Genova si parli in una delle tue pubblicazioni di lettere del De S. '. S’intende che fo assegnamento su te pel mio giura¬ mento al Senato. E se potessi averci anche il Fortunato, ne sarei tanto contento \ Con un fraterno abbraccio tuo Giovanni

per la riapertura del Senato; ma se tu desideri vedermi prima (e forse qualcosa potrò dirti di minuzie pratiche) scrivimi o telegrafami. Una corsa a Roma è presto fatta ». 4 V. lett. seg.

[990] ' Cfr. G. Gentile, La cultura piemontese. V. Un ritratto della cul¬ tura piemontese del decennio, cit., in «Critica», a. XXI, 1923, fase. cit., p. 15, n. 2. 2 Al giuramento, che ebbe luogo nella tornata del 18 novembre, fu

LETTERE A BENEDETTO CROCE

327

991 Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Senatore Benedetto Croce Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli

7 Nov. 22 Caro Benedetto, ho dato ordine che ti siano spediti a Napoli i volumi 40 e 50 delle Gallerie Nazionali Italiane, essendo i primi tre volumi esauriti, ed il volume « Bibliografia dell’Italia An¬ tica ». Accogli i miei più cari saluti * *

e un abbraccio Dal tuo Giovanni

fu presente il Croce, ma non l’« amico Fortunato», che, avrebbe scritto il Croce il 7 novembre: « mi pare difficile [...] si risolva a met¬ tersi in treno. Gioverebbe che si scuotesse; ma finora non ho mai po¬ tuto indurlo» (Lettere, n. 926, p. 622).

[991] * Fin qui dattiloscritto. Avvertiamo che da questo biglietto in poi molta della corrispondenza è dattiloscritta e che per renderla ricono¬ scibile come tale abbiamo limitato in essa l’uso del corsivo solo alle parti manoscritte (in genere i saluti e la firma).

GIOVANNI GENTILE

328

992 Urgente

Onorevole Benedetto Croce

Senatore Regno Via Trinità Maggiore 12 Napoli (novembre 1922) ricevuto il 12 Sta perfettamente

tranquillo

circa

nota questione

avendo parlato con presidente 1 stop saluti. Gentile

993 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro 13.XI. 22 Carissimo Benedetto, Ero già sicuro che le notizie dei giornali sulla restitu¬ zione dei palazzi reali al Re fossero, come tante altre, chiacchiere di giornali e propalazioni tendenziose di gente che fa troppo assegnamento, in questi giorni, sulle presunte tendenze del Governo \

[992] ' V. leu. seg.

[993] 11 Croce (Lettere, n. 926, p. 622) aveva letto appunto di «esorta¬ zioni ai fascisti e sottoscrizioni » in tal senso, e pur ritenendo anch’egli che si trattasse di « un’agitazione fittizia e senza seguito e senza consi¬ stenza », per « una cosa assurda e stupida per tante ragioni », aveva ritenuto opportuno mettere « in guardia » il Gentile e, tramite suo, il

LETTERE A BENEDETTO CROCE

329

Ma dopo il tuo espresso * 2 di ieri ne andai a parlare a posta col Mussolini, che mi confermò di non avere nes¬ suna intenzione in proposito, e che ad ogni modo per Napoli non sarà nulla mutato di ciò che tanto opportuna¬ mente si sta già facendo sotto la tua direzione. Anche il Mussolini ritiene che non si potesse fare miglior uso della Reggia. Mi ha autorizzato a darti le più ampie assicura¬ zioni. Ci vedremo dunque il 16. Con un abbraccio tuo Giovanni

Mussolini, per gli ulteriori intralci che ne sarebbero potuti derivare ai lavori che già procedevano con difficoltà. Per la storia di questo tra¬ sloco v. G. Guerrieri, La Biblioteca Nazionale “ Vittorio Emanuele III ” di Napoli, Napoli, Ricciardi, 1974, pp. 51-63. 2 Con l’invio al Gentile di un ritaglio del « Resto del Carlino » il Croce aveva colto l’occasione per elencare (dopo aver precisato che « il gruppo di gentiluomini » fautori di queste iniziative altri non erano che gli « sfaccendati del circolo Unione attiguo alla Reggia ») i motivi che a suo avviso legittimavano in pieno il suo operato: 1) salvaguardia « prima e meglio che altrove » della « reverenza al Re », per il quale era stata lasciata intatta tutta « la parte monumentale e antica della Reg¬ gia », ove si trovavano appunto gli appartamenti a lui riservati; 2) asse¬ gnazione alla Biblioteca solo della parte aggiunta dagli « ultimi Bor¬ boni », con un’entrata a parte, dal lato dei giardini; 3) sistemazione più che decorosa delle biblioteche, con possibilità di ampliamento delle stesse e del Museo (da cui proveniva la Nazionale), senza spese per lo Stato; 4) i lavori erano già stati avviati e ci si era già impegnati per i prossimi. Il Croce concludeva pregando il Gentile di « avvertire il Mus¬ solini di non prendere alcuna decisione e alcun impegno [...] senza prima essersi fatto informare » da lui, il cui parere di Presidente della commissione per il trasporto delle Biblioteche doveva valere « per lo meno quello dei gentiluomini del circolo sportivo » (Lettere, io nov. 22, n. 927, p. 622-3). V. anche lett. 975, p. 308, n. 2, 997 e 998.

330

GIOVANNI GENTILE

994 Il Ministro della Pubblica Istruzione Roma 17 Nov. 1922 Caro Benedetto, La nuova proposta a Boselli* 1 per la Commenda Motu Proprio al Cav. Tammaro De Marinis 2 mane.

è

già partita sta¬

Affettuosamente tuo Gentile

995 Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce 24 Nov. 1922 Caro Benedetto, quanto tu desideravi è stato fatto. Il palazzo dell’Espo¬ sizione di via Nazionale è stato messo a disposizione degli organizzatori della Mostra del libro dal 27 novembre al 15 gennaio. Affettuosamente tuo Giovanni

[994] 1 II senatore Paolo Boselli. T. de Marinis (Napoli 1878-Firenze 1969). Libraio antiquario, si era trasferito a Firenze, e come bibliofilo e bibliografo insigne fu anche collaboratore dell’Enciclopedia Treccani.

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996 Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Roma, 28 novembre 1922 Caro Benedetto, con Sovrano Moto [sic] Proprio in data 19 corr. il sig. William Roscoe Thayer segnalato da te fin dal giugno 1921, è stato nominato Commendatore nell’Ordine Mauriziano Affettuosi saluti

tuo Giovanni

[996] 1 II Thayer (1859-1923), professore ad Harvard, storico americano, presidente dell’Associazione storica americana, si era occupato appas¬ sionatamente del Risorgimento italiano. Questo studio aveva generato in lui sentimenti di simpatia e di solidarietà per l'Italia e di avversione per la Germania, che aveva apertamente espresso durante la guerra, anche attraverso dei pamphlets.

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997 Urgente Onorevole Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 Napoli (29.11.22) Contro firmato da tesoro 1 noto decreto di promulga¬ zione legge per sistemazione biblioteche cotesta città stop Ministro Gentile

998 On. Benedetto Croce Senatore Regno Via Trinità Maggiore 12 Napoli (8.12.22) Gazzetta ufficiale pubblica oggi legge 21 novembre 1922 numero 1556 per trasferimento biblioteche stop ho già richiesta iscrizione somme in bilancio stop Ministro Gentile

[997] Il Cioce, dopo un colloquio insoddisfacente con Vincenzo Tangorra, allora ancora ministro del Tesoro, si era rivolto al Gentile {Let¬ tere s.d. n. 930, p. 624), affinché si adoperasse, al limite concordando col Iangorra altre riduzioni di bilancio, perché il trasporto delle bi¬ blioteche napoletane non rimanesse a metà: si sarebbe potuto ricor¬ rere anche alla rivendita della Floridiana (ma v. qui lett. 1059, p. 434, n. 3) per avere un «introito» e un «risparmio di spese di manutenzione da compensare largamente la spesa di trasporto ». V. lett. 993 e lett 1018 p. 363.

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999 Ministero dell'Istruzione - Il Ministro (Primi di dicembre) riservata Mio caro Benedetto, Oggi ho parlato al Mussolini del nostro Casati, ed egli volentieri lo ha incluso nella lista dei Senatori % che sarà portata in Consiglio dei Ministri verso il

15 di questo

mese col Pareto, col Pantaleoni* 1 2 e pochi altri. Ma per ora non conviene parlarne a nessuno, perché si tratta di cosa molto riservata. E non ne fo parola né meno al Casati finché non sia avvenuta la decisione del Consiglio dei Ministri. Al Casati ho dato la presidenza d’una importante commissione d’inchiesta sul Politecnico di Torino, il cui Consiglio di Amministrazione era presieduto da quella testa di legno che è P. Boselli! Forse passerò prossimamente per Napoli, andando in Sicilia, da mia madre, per un paio di giorni3. Con un abbraccio tuo Giovanni [999] 1 Come risulta da un appunto allegato alla lettera n. 930 (ma non pubblicato in Lettere, p. 624), il Croce, anche sulla base di una lettera « di un gruppo di senatori lombardi », inviatagli « nel giugno (o mag¬ gio) 21 », aveva già appoggiato questa candidatura, dopo la caduta del ministero Giolitti, presso il successore Bonomi, ed ora se non si fosse ritrovato il documento presso l’archivio della presidenza era disposto a « ripetere la notizia ». L’appunto si concludeva così: « Le ragioni a favore di tale nomina (che farebbero ottima impressione) non debbono essere ricordate all'amico Gentile ». 2 Tutte e tre le nomine slittarono al 3 marzo, e il Pareto (che morì nel 1924) rinunciò alla nomina per motivi di salute. 3 V. lett. 1006.

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Il Ministro della Pubblica Istruzione All’On. Benedetto Croce Via Trinità Maggiore 12 9 die. 1922 Caro Benedetto, mi affretto ad assicurarti che, in seguito alle tue pre¬ mure, ho subito segnalato al Collega dell’Industria, On. Rossi ', le irregolarità della Scuola industriale di Foggia. Cordiali saluti tuo G. Gentile

IOOI

Il Ministro della Pubblica Istruzione 16. die. 1922 Caro Benedetto, sono lieto di comunicarti che al Sig. Teodoro Sabachnikoff' e stato accordato dal Ministero dell’Interno un

[1000] 1 Teofilo Rossi.

[1001] L ed. Mondadori delle Lettere di Croce, ci dà anche una diversa grafia del cognome, ma nessun’altra informazione (p. 631 e Indice dei nomi).

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sussidio di L. 1000, pagabile fin da ora alla Cassa di quelf Amministrazione. Affettuosamente tuo Giovanni

1002 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro 24.XII.22 Mio caro Benedetto, Buon Natale a te e ai tuoi. E scusami se non ti ho risposto prima, stretto come sono dalla catena di tante faccende urgenti. Per i Magisteri femminili io non farò che attuare la riforma che pensavi di fare tu stesso, aprendoli anche ai maschi e disciplinandone meglio l’ordinamento

Certo,

[1002] 1 In realtà il provvedimento che sarà preso col R. Decreto del 13 marzo 1923, n. 736, non era affatto sulla linea degli intenti del Croce, che era contrario alla moltiplicazione delle università e anzi ne avrebbe voluto la diminuzione (Lettere, 6.1.23, n. 938, p. 632). V. lett. 896, p. 196 e lett. 1032, p. 386 in nota. Infatti agli istituti di Roma e Firenze (cui veniva aggiunto con R. Decreto del 30 settembre 1923, n. 2102, anche quello di Messina) verranno attribuiti funzione a grado di istituti universitari col compito di «compiere la cultura dei licenziati degli istituti magistrali », di preparare all’insegnamento di filosofia e pedagogia negli istituti magistrali e di discipline letterarie nelle scuole maschili e femminili e in secondo luogo di abilitare gli insegnanti delle scuole pubbliche elementari all’ufficio di direttore didattico e di ispet¬ tore scolastico. Il Croce, comunque aveva richiesto informazioni in merito per incarico di L. Russo, disposto, se ne avesse avuto la conve¬ nienza, a lasciare il collegio militare della Nunziatella per passare al

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per questa via, credo che potranno essere sottratti alle condizioni tristissime di vita incerta e precaria, che hanno finora avute. Il Senise io lo trovai già a Caserta col posto che continua ad occupare; e pare non faccia male \ Non ha avuto nessun vantaggio da me, né anche di un centesimo, né responsabilità maggiore che non avesse. Rimane alla dipendenza di Spinazzola * 2 3. Il quale avvertirà certamente se il Senise facesse sciocchezze, per cui conve¬ nisse richiamarlo. Quanto all’alloggio del De Rinaldis4, la sua condi¬ zione non è pari a quella del Poggi5, che non è nel pa¬ lazzo reale, e paga. E dovrà anche lui lasciare a suo tempo l’alloggio che gode. Nella Reggia di Napoli ha di¬ ritto di venire ad abitare il successore del Ponsi6, ma ho

magistero di Firenze, come poi fece l’anno successivo (Lettere, Napoli, 14.XII.22, n. 933, p. 623). 2 Vincenzo Senise, capo sezione di ragioneria del Ministero, era comandato alla direzione di quella Reggia. Il Croce innanzi tutto di¬ sapprovava che tale incarico fosse stato tolto al direttore di Napoli (v. qui n. 6) e affidato ad un personaggio la cui bizzarria politica notificava al Gentile rievocando un episodio avvenuto durante il suo ministero; in secondo luogo deprecava che gli fosse stato concesso (e denunciava come caso analogo anche quello del sovrintendente a Firenze Giovanni Poggi) un’abitazione all’interno della Reggia: ciò, infatti, finiva per « sollevare obiezioni per ventilato proposito di toglierle ad altri nel Palazzo reale di Napoli » (tutta questa parte della lettera n. 933 è stata omessa nell’ed. Mondadori). 3 Vittorio Spinazzola, l’archeologo sovrintendente alle Antichità e Belle Arti per la Campania, direttore del Museo Nazionale di Napoli e soprintendente e direttore degli Scavi di Pompei (la cui data di morte è qui, voi. II, lett. 172, p. 37, n. 2, da correggere in 1932). V., più avanti, lett. 1021, p. 371, n. 12. 4 Aldo De Rinaldis, direttore della pinacoteca del Museo Nazio¬ nale, condirettore della rivista « Napoli Nobilissima». 5 V. qui, n. 2. 6 Giacomo Ponsi, già direttore della Reai Casa a Napoli, aveva scambiato il suo posto con Francesco Cartoni, che veniva da Firenze. Si

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disposto che non abbia tutto il vasto appartamento di cui ha goduto costui. Per

1 opificio delle pietre dure di Firenze chi ti scrive

parteggia (come il Calò e altri di Firenze) per una per¬ sona (Di Pietro) che, valente in altro campo, non pare abbia competenza in quella materia. Bisogna fare il con¬ corso, e questo finora non s’è potuto fare per la semplice ragione che tutti i concorsi sono sospesi. Ho letto la rela¬ zione d inchiesta dalla quale sono illustrati prolissamente piccoli pettegolezzi di nessuna modo,

importanza.

Ad ogni

io ho rimandato a casa il novantenne ex-di¬

rettore , già collocato a riposo; e appena sarà possibile, aprirò il concorso. La questione della cointeressenza sarà risoluta il 28 p.v. Io la ho sollevata, aprendo gli occhi dei colleghi su quello che il povero Tangorra aveva fatto assolutamente ignaro della portata e dello stesso fondamento del de¬ creto. Ai professori universitari si tolse subito. Per tutti gli altri si decise di rinviare la discussione a un’altra se¬ duta, in cui fosse presente il Ministro del Tesoro (allora il Tangorra era ammalato)* * * * * 7 8. Io pure ho con altri fatto sopprimere quella commis-

tratta di personale amministrativo della Reai Casa, che con il passaggio di parte dei beni della Corona alla Pubblica Istruzione (v. anche lett. 975), veniva assorbito dal ministero in ruolo ad esaurimento (R. De¬ creti del 16 maggio 1920, n. 641 e 6 ottobre 1923, n. 3191). V. anche lett. 1064, p. 440, n. 2. 7 Edoardo Marchionni; ma non pare che per diversi anni gli si trovasse un successore. Su questo istituto si può vedere in « Bollettino d’Arte » del Mini della P.I., a. IV, 1924, n. Ili, pp. 141-4, la relaz. della Commissione istituita per dare un parere sul suo riordinamento.

8 II Tangorra si era dimesso ed era morto subito dopo, il 21 dicem¬ bre, e il suo dicastero, tenuto ad interim dal ministro delle Finanze De Stefani, fu assorbito dal 31 dicembre da questo ministero. Il Croce aveva definito «storto» il R. Decreto del 19 novembre 1922, n. 1311, concernente la ripartizione del fondo di cointeressenza fra il personale

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sione che lo stesso Tangorra, indettato da D. Sturzo, aveva nominata per la riforma della burocrazia 9. I provveditorati il 28 p.v. saranno ridotti a 19. Gl’ispet¬ tori per le scuole medie soppressi tutti, tranne tre pel Ministero '°. Conto di ridurre a metà tutti gl’impiegati del centro e delle provincie ". Spero che non mi ammaz¬ zino! Forse andrò in Sicilia il 2 gennaio. Al ritorno conterei di fermarmi un giorno con te I2. Con un abbraccio tuo Giovanni

di ruolo delle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 1921-22, anche perché il suo sembrare una sorta di « mancia » suscitava l’ilarità degli impiegati, pur costando «milioni» (Lettere, n. 933,

p.

626).

9 La commissione speciale della Camera incaricata di esaminare il Disegno di Legge n. 1810, concernente la « Delegazione dei pieni po¬ teri al governo del re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione» (18 novembre 1922). V. qui n. n. Il Croce aveva ricordato al Gentile di « studiare » tale riduzione (Lettere, n. 933, p. 626) ed infatti con il R. decreto del 31 dicembre 1923, si stabilivano le nuove tabelle organiche dell’Amministrazione centrale e regionale del Ministero della RI. e del personale ispettivo e didattico delle scuole elementari, i 73 provveditorati erano ridotti ai 19 regionali ed erano previsti 3 ispettori centrali per l’istruzione media e normale e tre per quella primaria e popolare. In base alla Legge del 3 dicembre 1922, con la quale il governo Mussolini aveva chiesto ed ottenuto a larga maggioranza i pieni poteri per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica ammini¬ strazione, i vari ministeri potevano provvedere alla « dispensa » di fun¬ zionari ed impiegati (v. l’art. 3 del R. Decreto 21 dicembre 1922, n. 1649). Tra i più solerti il Gentile, che con il decreto citato nella nota precedente riusciva a decimare il proprio personale di un terzo (stando ai calcoli del « Mattino » del 31 dicembre 1922-10 gennaio 1923, n. 314, Un colpo d'accetta alla selva burocratica). In ogni caso, nell’aprile 1924, quando i provvedimenti furono estesi a tutti gli ordini della scuola, si arrivò a 2156 esoneri. Anche il Croce desiderava trascorrere « almeno un giorno » col

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1003 Ministero dell'Istruzione - Il Ministro 26XII. 22 Caro Benedetto, Avrei bisogno urgente d’un tuo consiglio circa la scelta della città abruzzese da designare come capoluogo della regione nel nuovo quadro dei provveditori. Aquila o Chieti '? Ti prego di telegrafarmi dentro domani il nome della città. Aff.mo tuo Giovanni

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Presidenza del Consiglio dei Ministri 30.XII.22 Mio caro Benedetto, Ti prego di comunicarmi subito la lettera dell’on. Alessio circa i limiti d’età, e di mettermi in iscritto breve-

Gentile e a tal proposito aveva così formulato il suo invito: « Secondo che tu mi dirai, aprirò o chiuderò ermeticamente le porte della mia casa» (Lettere, ibid.). V. lett. 1004.

[1003] V. lett. 1010.

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mente le tue osservazioni in proposito

Perché dovevo

presentare oggi al Consiglio dei ministri il relativo de¬ creto, che ho sospeso dopo la tua lettera giuntami all’ul¬ timo momento. Quanto alle Direzioni generali la questione fu risoluta

[1004] ' La lettera di Giulio Alessio, deputato, già collega del Croce al dicastero deirindustria e commercio, datata Padova, 27.XII.1922, è conservata nell’Arch. della Fondaz. G. Gentile. Il Croce voleva che il Gentile la leggesse, prima di prendere provvedimenti, in quanto an¬ ch’egli si dichiarava poco favorevole alla progettata riduzione dei limiti d’età, da 75 a 70 anni {Lettere, Napoli, 29.XII.22, n. 935, p. 627). Nella lettera successiva {ivi, Napoli, 1.I.23, n. 936, pp. 629-30) elencava i motivi della sua opposizione: 1) era un provvedimento « ingiusto », perché il professore anziano poteva supplire con « la lunga esperienza » alla « forza fisica scemata »; 2) era anche « inutilmente crudele », perché a parte « le conseguenze economiche », chi non era più in grado di inse¬ gnare, lo era ancor meno di continuare i propri studi; 3) ci sarebbe stato un aggravio del bilancio che avrebbe dovuto remunerare altro lavoro; 4) si sarebbe aggirata la legge sulla riduzione delle cattedre, moltiplicando i professori, con il giubilarne una parte, con aggravio del bilancio; 3) era «troppo aperto l’interesse dei giovani [...] a farsi strada buttando giù i vecchi ». Il Croce aggiungeva anche questo 6° argomento: « last but not least, perché provvedimenti come questi hanno un vero stampo nittiano », argomento che apparendo forse a lui stesso poco chiaro, spiegava in una lettera scritta il pomeriggio stesso {ivi, n. 937,

p.

630): « Dicevo nittiana l’idea di abbassare i limiti di età,

perché a contrasto con tutti gli altri tuoi provvedimenti, non s'ispira all’unico interesse dello Stato, ma subisce l’influsso degli interessi indi¬ viduali, dei giovani che hanno fretta. Ma non hai avuto fretta tu, e pure hai fatto la tua strada! Perché 1 giovani (e gli ultimi concorsi provano che i meritevoli sono pochissimi) dovrebbero avere maggiori facilitazioni?». Il Croce parlava anche del «dietroscena dell’ultimo ab¬ bassamento dei limiti d’età per gli alti magistrati » che più che « ringio¬ vanire l’alta magistratura » doveva garantire 1 popolari in caso di « crack del Banco di Roma » (v. in proposito R. De Felice, Mussolini il

fascista, la conquista del potere 1921-1925, Torino, Einaudi, 1967, pp. 495-7). 11 Gentile dunque doveva guardarsi dal suscitare il sospetto di

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ieri, non però nel modo che il pettegolo e spudorato Giornale d'Italia aveva, non so per interesse di chi, annun¬ ziato. Ero in dubbio se ridurle a tre, unendo l’Istruzione Superiore con la secondaria; ma mi son risoluto per la divisione perché passeranno al

mio ministero molte

scuole di questi gradi dai ministeri dell’agricoltura, com¬ mercio, esteri. Ma la riduzione s’è fatta lo stesso, nella parte sostanziale, diminuendo molto il numero delle se¬ zioni in ciascuna direzione * 2. Devo, purtroppo, rinviare ancora di alcuni giorni la mia gita in Sicilia, e quindi il passaggio per Napoli3. Col 1" gennaio ricomincia una serie di consigli quotidiani, che non mi permetterà di allontanarmi.

voler favorire con un provvedimento del genere « i postulanti di catte¬ dra ». V. anche lett. 1017, n. 2. 2 Le direzioni furono ridotte da cinque a quattro, con la soppres¬ sione di quella degli Affari e del personale dell'amministrazione Cen¬ trale, già istituita dal Croce stesso, sembra, per dare un collocamento al direttore generale Antenore Cancellieri (v. qui lett. 808, p. 50, n. 2), laddove il « Giornale d'Italia » annunciandone la riduzione a due sol¬ tanto, « della cultura e dell’educazione », aveva sollevato le perplessità del Croce e il desiderio di discuterne col Gentile (Lettere, n. 936, p. 629). In questa stessa lettera, il Croce si mostrava dubbioso sulla no¬ mina alla direzione dell’istruzione elementare di Giuseppe LombardoRadice: che non facesse « troppo idillio » in un settore che richiedeva « ferro e fuoco »; ma, contando sulla vigilanza del Gentile, gli sugge¬ riva come provvedimento prioritario l’abolizione del « cosiddetto stato giuridico », che consentiva « ai maestri di non far scuola » senza il peri¬ colo di essere colpiti, misura che a suo avviso avrebbe avuto l’approva¬ zione della « miglior parte dei maestri », che, sperabilmente, era anche la maggioranza. Ma il R. Decreto del 7 ottobre 1923, n. 2132, non «abolì» lo stato giuridico. Anche in precedenza, in vista del R. De¬ creto del 31 dicembre, n. 1679, che doveva stabilire le nuove tabelle organiche del personale didattico delle scuole elementari, il Croce aveva raccomandato al Gentile: « non aggravare il bilancio di altri 150 milioni o 120 che siano ai maestri, che già costano tanto e rendono così poco» (ivi, n. 933, p. 626). 3 V. lett. 1006.

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Accetta con Da Adelina i più affettuosi augurii miei e della mia famiglia pel nuovo anno. Con un forte abbraccio Dal tuo Giovanni P. S. - Riceverai alcuni volumi delle Opere latine di Bruno pel Sarno. Avrò dal Papa tutti gl’incartamenti di Bruno e di Campanella del S. Uffizio4 * * * * * * il

4 Questo annuncio, fa emergere l’intreccio di circostanze che fa¬ vori l’avvio di rapporti amichevoli tra il Gentile e il gesuita Pietro Tacchi Venturi (1861-1956). Il giorno prima, 29 dicembre, il Consiglio dei ministri aveva autorizzato il ministro della P.I. a dare esecuzione al deliberato di « aggregazione » della Biblioteca Chigiana alla Vaticana, e la trattativa per conto del Vaticano era stata condotta appunto dal Tacchi Venturi, sottratto, per tale delicato incarico, ai suoi studi di storico (e con tale qualifica fu poi tra i “ collaboratori ” dell’enciclope¬ dia Treccani). Era del resto di quei giorni un clima cordiale tra Go¬ verno e Vaticano, che culminerà, per quanto riguarda la politica scola¬ stica, con l’impegno del Gentile, diramato con un comunicato del¬ l’agenzia Stefani del 26 dicembre, di fare « dell’insegnamento religioso il principio fondamentale del sistema della educazione pubblica e di tutta la restaurazione morale dello spirito italiano ». Il Croce, tuttavia, appare qui interessato soltanto agli esiti squisitamente editoriali della notizia, allorché si augura che la pubblicazione di queste carte venga affidata al « coraggioso » Laterza, dando così nuovo « lustro » alla col¬ lana dei « Classici » (Lettere, n. 937, p. 631). Le aspettative del Croce non furono esaudite, ma anche quelle del Gentile si dovevano rivelare piut¬ tosto al di sopra delle possibilità reali: infatti, mentre per Campanella non troviamo alcun altro riscontro, per quanto riguarda i documenti bruniani, invece, abbiamo (conservata nell’Arch. della Londaz. G. Gentile) innanzitutto una lettera di padre Tacchi Venturi, del 15 marzo 1923, il quale, incaricato dal Papa di comunicare l’esito delle ricerche nell’Archivio del Sant’Uffizio, scriverà: « Si è dunque rinvenuta la sen¬ tenza del Bruno, giuste le indicazioni fatte comunicare dall'Eccellenza vostra, e qualche altro breve documento, non però i costituti e le pro¬ posizioni condannate, di che non v’ha colà traccia alcuna. Volendo Sua

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IOO^

Ministero dell'Istruzione Il Ministro 4 Gen. 1923 Caro Benedetto, mi affretto a comunicarti che, con lettera in data d'oggi, ho prospettato (!) integralmente al Collega Di Cesarò ' il progetto da te suggerito per il Palazzo delle Poste

Santità favorire i suoi studi storici, ha disposto che di tutto quanto si è trovato in proposito si faccia copia fotografica ed ha commesso a Mon¬ signor Carusi, che V.E. meritatamente onora di sua fiducia, di curare l'esecuzione della cosa e di trasmetterle le predette fotografie »; e, inoltre queste poche righe di una delle note del Gentile in appendice al volume postumo di V. Spampanato, Documenti della vita di Giordano Bruno, Firenze, Leo S. Olschki, 1933: « E l’infaticabile autore si prepa¬ rava già a una nuova edizione [...] principalmente per servirsi dei nuovi documenti, che per mia sollecitazione furono rintracciati nel¬ l'Archivio del S. Ufficio a Roma, e il dotto monsignor Enrico Carusi trascrisse e pubblicò nel Giornale critico della filosofia italiana (VI, 1925, pp. 121-39) » (PP- 224-5; v- anche, per la lista dei documenti, pp. 230-1). Un'altra lettera, invece di poco precedente (11/2/23), relativa al problema del catechismo, rivela nelle parole conclusive e augurali del Tacchi Venturi, l’instaurarsi di un sentimento di benevola fiducia nei confronti del Gentile: « il suo sincero lodevolissimo desiderio di proce¬ dere di buon accordo nel determinare la rilevante questione, grazie alla corrispondenza che trova nella Santa Sede abbia presto a produrre quei fatti di salute che la sapiente Autorità dello Stato si propone di conseguire richiamando nel santuario della scuola Iddio e il suo divin Figlio Gesù Cristo, autore della nostra religione ». V. anche lett. 1021, p. 370, n. 9.

[1005] 1 Antonio Di Cesarò, ministro delle poste.

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di Napoli2. Mi auguro che esso trovi pieno accogli¬ mento. Ti saluto cordialmente tuo Gentile

IOOÓ

Castelvetrano [gennaio 1923] Sabato passerò per Napoli ove giungerò ore tredici e quindici resterò fino a sera Gentile 1

2 II Croce era contrario all edificazione di un nuovo palazzo, che avrebbe comportato espropri e abbattimenti di case, mentre l’utilizzo di aree prossime all’attuale palazzo e a l’ex monastero di S. Chiara, ne avrebbero consentito l’« ampliamento, con spesa assai ristretta » {Let¬ tere, Napoli, 21.XII.22, n. 934, pp. 626-7).

[1006] ' Ma la gioia per il trionfale ritorno a casa del Gentile doveva essere funestata dalla improvvisa morte di Teresa Cin ti, il giorno dopo la partenza del figlio da Castelvetrano, il 12 gennaio (venerdì).

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1007 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore 12 Napoli 24 gen. 1923 Caro Benedetto, come tu sai, la restituzione dell’Istituto Orientale di Napoli a questo Ministero è quasi un fatto compiuto. In¬ vero, il Consiglio dei Ministri ha già deliberato al ri¬ guardo e il decreto, che dispone la detta restituzione, a datare dal i° febbraio prossimo venturo, sarà quanto prima pubblicato Frattanto, non mi sembrerebbe inopportuno esami¬ nare se convenga mantenere in vita il detto Istituto o piuttosto trasformarlo o sopprimerlo ed in tal caso quale migliore destinazione possa darsi al suo patrimonio. Tu conosci bene la questione e bene pure la conosce

[1007] 1 Questo istituto di origine cattolica era stato creato allo scopo di insegnare ai missionari le lingue africane e orientali, ed eretto Ente Morale alle dipendenze del Ministero della P.I. nel 1878; in seguito però alla guerra di Libia era passato alle dipendenze del Ministero delle Colonie (Legge del 19 giugno 1913, n. 800), finché con R. Decreto del 14 gennaio 1923 tornò alla RI., ma non senza opposizioni: v., ad es., Gli attentati contro la nostra città, il piano di distruzione del R. Istituto Orientale di Napoli, ne «il Mattino», a. XXXII, 8-9 settembre, 1923. Infine, con R. Decreto Legge del 15 agosto 1925, n. 1603, fu elevato al grado di istituto di istruzione superiore.

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fon. Nunziante tuo congiunto, che presiede l’Istituto2. Voi due, insieme con l’on. Torraca 3, che può dare utili consigli in argomento, potreste riunirvi amichevolmente e formulare proposte concrete. Io ve ne sarei gratissimo e do a te l’incarico di far presente questo mio desiderio così all’on. Nunziante come all’on.

lòrraca, che vorrai,

nell’occasione, salutare per parte mia. In attesa d’un tuo gradito riscontro, te ne anticipo i più sentiti ringraziamenti e ti saluto cordialmente aff.mo Gio. Gentile

2 In realtà era stato proprio il Croce a scrivere l'8 gennaio (Lettere, n. 936, p. 632) affinché il Gentile, prima di prendere una decisione, consultasse il marchese (e non l’onorevole) Emilio Nunziante (nonno della cognata di Croce) che gli aveva espresso questo desiderio. Dal suo canto il Croce riteneva che l’istituto non servisse a « niente » e fosse troppo costoso e dunque convenisse « mandar via quella folla d’inse¬ gnanti pretensiosi e inutili; e trasformare l’istituto in una modesta scuola con fine pratico e diplomi », e finalmente « togliere lo scandalo degli ufficiali » a passeggio per Napoli, che costavano « centinaia e centinaia di migliaia di lire » (precisamente, secondo i calcoli dello stesso Nunziante, ben «53 mila lire» ogni alunno). Ma l’orientamento assunto dal Ministero doveva rivelarsi piuttosto distante da quello del marchese (e del Croce) che quindi si dimise dal suo ufficio di presi¬ dente del consiglio di amministrazione il 24 settembre (v. in proposito gli artt. dell avv. Bivio Luigi Sbrana nel « Mezzogiorno » dell’ottobrenovembre 1923, in partic. n. 241, 243 e 269). 3 II senatore Francesco Torraca.

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1008 Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 24 Gen. 1923 Caro Benedetto, Il Comm. Cogo è venuto quest’oggi a comunicarmi a voce i risultati della sua inchiesta, sull'Istituto froebeliano

Come era facile prevedere, quella dell’Avv. Teti2

fu una cattiva scelta. Bisogna far cessare subito un Com¬ missariato straordinario che può compromettere le sorti del Froebeliano. E io non metterò indugio. Occorre, pure, costituire subito una nuova ammini¬ strazione. Ho pensato a te, come presidente 3. Immagino che questo incarico ti riuscirà gravoso, ma tu solo, non chiedo che tu convenga in ciò, tu solo puoi rimettere a posto l'Istituto e riassestarne la gestione amministrativa. E poiché le sorti del Froebeliano ti stanno a cuore come

[1008] 1 Gaetano Cogo, ispettore generale per le scuole medie e normali e libero docente di Storia moderna a Napoli. Si trattava di un istituto di tipo convittuale, pareggiato, di istruzione media normale (poi magi¬ strale) femminile, sotto il controllo del Ministero della P.I., e di questo tipo di istituti era previsto il riordinamento nell’ambito della riforma. Cfr. anche lett. 1021, pp. 369-70 e 1032, pp. 387-9. 2 Giuseppe, direttore del personale amministrativo. ? V. lett. 1013.

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quelle d’ogni altra utile istituzione napoletana non vorrai dirmi di no. Vedi gli articoli 7 e 8 del vigente Statuto e proponimi le altre due persone che ti piacerebbe asso¬ ciarti nel Consiglio direttivo. Attendo dalla tua cortesia una risposta sollecita per¬ ché urge provvedere e ti ringrazio anticipatamente. Saluti affettuosi tuo Giovanni Statuto e ruolo organico del personale dell’Istituto Froebeliano « Vittorio Emanuele II » di Napoli4. Art. 7 Gli interessi materiali e morali dell’Istituto sono af¬ fidati ad un Consiglio direttivo composto di un Presidente, di un rappresentante della famiglia Salis-Schwabe, di un rappresentante del Comune di Napoli, eletto dal Consi¬ glio Comunale, di due Consiglieri di nomina governativa scelti tra le persone segnalate nelle lettere, nelle scienze e nell’amministrazione e del Direttore o Direttrice di tutte le scuole dell’Istituto. Art. 8 Il Presidente e i due Consiglieri governativi sono no¬ minati per Decreto Reale su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione. Tanto essi quanto il rappresentante del Comune durano in ufficio per tre anni e possono essere riconfermati.

4 II nuovo statuto fu approvato con R. Decreto del 6 aprile 1924, n. 554.

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1009 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 25.1.1923 Caro Benedetto, ti

prego

d'interrogare

riservatamente

l’on.

Nun¬

ziante 1 sugli addebiti fatti al personale amministrativo dei RR. Educandati2 e che provocarono un’azione giudi¬ ziaria finita col rinvio a giudizio del Segretario Carapelle 3 per peculato e con l’assoluzione per non provata reità degli altri imputati. Ti prego poi di darmi notizie sulle dimissioni date dall'on. Nunziante dall’ufficio di Membro del Consiglio

[1009] ’ Il deputato Ferdinando Nunziante di San Ferdinando. I RR. Educatorii comprendevano due istituti femminili di scuola media supe¬ riore e normale: il Principessa Jolanda e il Regina Margherita che secondo gli statuti del 1895 erano equiparati a tutti gli effetti a quelli governativi. Il Gentile mantenne loro questa giurisdizione. E da ricor¬ dare che il liceo ginnasio femminile annesso all’istituto Principessa Iolanda, istituito gradualmente dal 1902 al 1913 e completato nel 1918-9 « doveva la sua origine all’iniziativa di B. Croce » (v. B. Cotronei, Le sorti delle nostre scuole medie, in «Il Mezzogiorno», a. VI, n. 182, 2-3 agosto 1923). Il riordinamento di questi istituti fu stabilito con R. De¬ creto Legge del io aprile 1924, n. 594. 2 V. lett. prec. 5 Michele Carapelle, segretario capo del personale amministra¬ tivo, tecnico e sanitario, che nel 1924 non risulta più in forza all ammi¬ nistrazione. V. anche più avanti, lett. 1021, p. 369.

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d’Amministrazione degli Educandati e sulle vere ragioni che le avrebbero determinate. Queste informazioni mi occorrono per poter giudi¬ care della opportunità di approvare una deliberazione del Consiglio di Amministrazione che, mentre, quando ebbe notizie delle accuse, decise di non procedere ad al¬ cuna inchiesta per non compromettere il buon nome dell’Istituto, ora invece, dopo l’esito dell’istruttoria penale, ha stabilito di costituirsi in Comitato inquirente per fare l’inchiesta. Saluti affettuosi tuo Giovanni

IOIO

Il Ministro della Pubblica Istruzione Roma 26 gennaio 1923 Caro Benedetto, è certo che Aquila sarà sede del nuovo Provveditorato agli Studi regionale \ secondo la proposta che io stesso ti chiesi. Ma ti raccomando di non far saper nulla agli aquilani; ché lo saprebbero subito a Teramo e Chieti e io non avrei più pace. Saluti affettuosi tuo

**

[1010] ' Con R. Decreto 5 marzo 1923, n. 9; v. lett. 1002, n. io e lett. IOO3.

* Manca la firma.

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IOII

Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 26 Gen. 23 Caro Benedetto, ti restituisco la lettera del Giacosa 1 che io ho letta e meditata 2. Non è il caso che io ti dia [sic] il mio pensiero

[1011] Piero Giacosa, preside della Facoltà di medicina e chirurgia, or¬ dinario di materia medica e farmacologia sperimentale (nonché diret¬ tore di quell'istituto) all’Università di Torino. 2 « 9 gennaio 1923 Palazzo Regina Margherita Roma. Eccellenza, da Milano la direzione del Comitato Scientifico-tecnico che è incari¬ cata di ottenere la consegna del materiale scientifico che la Germania deve ai Laboratorii Universitarii in conto riparazioni mi ha spedito qui perché parlassi al Ministro Gentile. Ma ohimè, giungo qui e vado su¬ bito alla Minerva. Il ministro è in Sicilia, e chi sa quando tornerà. Ho pensato allora di scrivere a Lei che certo lo vedrà al ritorno e che potrà, se ho modo di convincerla, ajutarmi a dire quello che avrei detto, e perorare la mia causa. Non si tratta solo della questione degli strumenti scientifici. Per questi ho modo di agire anche in assenza di S. E. Gentile, perché dopo tutto mi si chiede solo che i dazii doganali, sia che si vogliano condonare trattandosi di materiale acquistato per lo Stato, sia che si vogliano far pagare ai Laboratori dalle loro dotazioni, non formino un ostacolo in modo da fare arrestare il materiale alla frontiera, perché Dio sa come si deteriorerebbe questo delicato mate¬ riale aspettando nei magazzini alla frontiera, la decisione della que¬ stione che potrebbe anche farci aspettare. Per questo, come le dico,

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perché tu lo conosci, avendo più volte parlato insieme delle più gravi ed urgenti questioni universitarie. Saluti affettuosi tuo Giovanni

siamo abbastanza bene avviati ed io credo di poter ottenere dal Mini¬ stro delle finanze la soluzione più logica, quella della esenzione con passaggio rapido attraverso alla frontiera. Ma il Comitato Scientificotecnico si preoccupa di un’altra questione che è vitale per i laboratori scientifici che il Comitato ha preso da un pezzo (da che è fondato) sotto la sua tutela, riuscendo a ottenere per loro quelle dotazioni che poi come Ella sa, furono poi concesse a tutti gli istituti. Sì che ora le cose sotto questo aspetto vanno bene. La presidenza del Comitato (di cui faccio parte) teme che se si adottassero misure di cui si parla in relazione agli assistenti, si avrebbero gravi danni. Gli assistenti sono necessarii ai Laboratorii scientifici sia come organi di ricerca che come istituti didattici. La legge attuale è buona: permette di confermarli se lavorano, di licenziarli ogni anno, dietro motivazione del Direttore dell’istituto, se non lavorano. Se si adottasse il provvedimento di cui si parla o di non permettere la conferma al di là del 6° anno di durata della carica o al di là d'una certa età, si avrebbe un danno grave. Danno soprattutto per i nostri laboratorii scientifici in molti dei quali l’assistente comincerà a diventare buono con la pratica lunga dell’isti¬ tuto, danno per l’insegnamento al quale cooperano con le esercitazioni pratiche e con lezioni speciali; danno per loro assistenti i quali se, come accade quasi sempre, non trovano posto nelle cattedre o perché non si fanno concorsi o perché non riescono subito a vincerli, hanno perduto un tempo prezioso e rovinato l’avvenire nella impossibilità di trovare un posto o il mezzo di esercitare l’arte. Perché, e qui parlo come Pre¬ side di una facoltà di medicina, questi assistenti di Laboratorio Scienti¬ fico, hanno perduto ogni contatto cogli ammalati e col pubblico, e non possono più presentarsi nella carriera professionale con le probabilità di successo che hanno gli altri. Assistenti clinici, sì che potrebbero non soffrire di questa disposizione, ma assistenti scientifici. Ora poiché la legge attuale è così larga, da poter permettere nei casi in cui lo si possa fare, di adottare appunto quella condotta che la supposta nuova legge renderebbe obbligatoria, non le pare meglio conservarla? E così in genere mi pare che tutto quanto concerne il nostro ordinamento uni¬ versitario, con tutti i difetti che si rivelano nella pratica, possa essere degno di conservarlo perché è il prodotto di una lunga esperienza, di

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Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore 12 Napoli 27 Gen. 23 Leggere. Con preghiera di trasmettere poi al Burgada B. Croce Caro Benedetto, il barone Alfonso Fiordalisi di cotesta Biblioteca Uni-

una evoluzione passata attraverso a prove rigorose. Questo ordina¬ mento è sostanzialmente buono; può e deve modificarsi in relazione a circostanze nuove che impongano nuove soluzioni, ma non in rela¬ zione a concetti dirò così: universali: di riforma. Non si può dire se un ordinamento sia buono o cattivo, finché non lo si è fatto osservare rigorosamente. Ora basterebbe che la legge fosse fatta davvero rispet¬ tare, per dimostrare che essa è buona. Ci si dia a noi presidi, il mezzo di accertare che gli insegnanti tutti fanno il loro dovere, si obblighino i liberi docenti a far lezione e ad avere se si tratta di corsi sperimentali, in realtà tutto lo strumentario occorrente, e con questo solo l’univer¬ sità sarà risanata. Veda il Ministro di accertare quanti Professori sono alla loro sede, e cominciano il corso in tempo debito; allora sì che apparirà subito il difetto. Veda p.e. quello che succede con noi a To¬ rino nella Facoltà medica. Gli studenti vengono fino all’ultimo giorno che precede le vacanze e tornano il primo dopo la chiusura. Noi ab¬ biamo già fatto 35 o 40 lezioni, quante sono nel Calendario, e siamo appena a gennaio! Ma a Torino ci sono anche liberi docenti che hanno tre o quattro inscritti da anni, e dovrebbero radiarsi; e ve ne è qual¬ cuno che viene a Torino e fa — mi si dice — il corso libero a Napoli! Questi registri di corsi fatti dai liberi docenti e dai professori su cui

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versitaria se ha più di 65 anni di età non ha però 40 anni di servizio. E poiché il ruolo delle biblioteche non è desti¬ nato a subire riduzioni almeno nella categoria degli ordi-

sono segnate lezioni immaginarie, perché non si trattano per quelle che sono, falsi in atto pubblico? Ci sono i concorsi. Trovo saggio che il Ministro possa intervenire in modo da sventare le camarille degli inte¬ ressati. Ricordo le sue conversazioni su questo soggetto, Eccellenza. Ma la legge che dà al Ministro solo, senza controllo, il potere di nomi¬ nare un professore non può avere conseguenze altrettanto funeste come quella che permette che si facciano accordi immorali per la riu¬ scita d’un candidato? Il temperamento che costituisce nel Ministro un contrappeso efficace della commissione mal combinata per illeciti transazioni ed accordi, mi pare il più logico. Si ricorda di quell'ordine del giorno della nostra facoltà che le portai a Torino la sera in cui Ella disse di Heine? Ella lo gradì molto; noi ne abbiamo un altro pronto in cui diciamo al Ministro Gentile che crediamo in lui e lo preghiamo di far agire la sua buona volontà perché sia rispettato un ordinamento che sappiamo essere sostanzialmente buono, e che ci è invidiato dalle Università estere. Lo abbiamo discusso ed approvato. Ma ho stimato con alcuni colleghi, di non farne ancora oggetto di trasmissione uffi¬ ciale, perché non vorrei che fosse interpretato per un atto col quale si interviene in qualsiasi modo in questioni, che pur essendo per noi vitali, tuttavia non ci sono direttamente delegate all’esame. Sebbene il regolamento universitario riconosca alle Facoltà la podestà di dare il proprio avviso sulle questioni dell'insegnamento, ho creduto fosse più rispettoso e prudente non intervenire direttamente. Al Sen. Gentile, parlando, esprimerei quello che dissi or ora a Lei; se lo desiderasse gli farei pervenire il nostro parere ufficialmente. Ma se preferisce che non si intervenga non se ne farebbe nulla. Tanto più che ho la maggior fiducia nel buon senso del nostro Ministro e nella sua capacità a risol¬ vere ogni questione nell’interesse del paese. Un’altra questione ci sta a cuore a noi capi di Laboratorio. Che non si aboliscano le tesi scritte di Laurea, perché sebbene per la massima parte non abbiano valore, ser¬ vono a incoraggiare i pochi distinti a venire da noi e a fare ricerche preparandosi in questo modo alla carriera scientifica. Ogni anno ab¬ biamo qualche buona tesi. Quest'anno ne abbiamo due notevolissime, l una delle quali procurò al candidato non solo i pieni voti ma anche la lode. Ricordo ancora lo zelo con cui mi accinsi a scrivere una tesi di laurea originale, e le ricerche da me fatte e gli esperimenti che mi

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natol i e distributori così le nuove disposizioni

delle

quali hanno dato notizia i giornali, non potrebbero appli¬ carsi al suo caso. tuo Giovanili

avviarono alla Chimica fisiologica. Accade anche talora che le tesi ab¬ biano un altro effetto opposto, assai utile anch’esso. Di essere redatte in un modo così vergognosamente insufficiente da far rimandare uno studente, la cui ignoranza ed incapacità non si erano mai rivelate così complete come nella tesi scritta. Un'altra cosa mi preoccupa, nella quale credo di aver consenziente Lei e il nostro Ministro. Se si crea una facoltà nuova medica a Trieste, bisogna farla degna del luogo, degna di noi e tale da non sfigurare la pie] dove le tradizioni altissime della facoltà di Vienna potrebbero indurre a paragoni pericolosi. Biso¬ gna mandarci i nostri migliori, bisogna vedere che i corsi locali li allet¬ tino con laboratorii, con stipendii. Se si prendesse semplicemente il personale di università minori che si stimi utile abolire o trasformare (cosa che mi pare molto ragionevole) e lo si mandasse a Trieste sarebbe una sventura. Io ho un vago sospetto che Strasburgo passata alla Fran¬ cia stia già declinando del suo splendore. Ecco quello che avrei detto al nostro Ministro, e che dico a Lei perché veda se può intervenire facen¬ dosi avvocato di quello che Le pare buono, nelle mie proposte. Lei certo lo vedrà. Forse lo vedrò anch’io se non tarda molto a venire, e allora non sarà se non un vantaggio, che Ella mi abbia già preceduto. E se poi Ella avesse la bontà di dirmi il suo parere al proposito scriven¬ domi qui, glie ne sarei gratissimo. Sarei anche disposto a venire costì da Lei per conferire a voce, se non fosse che temo di disturbarla, e che il viaggio difficilmente si fa in giornata. Di altre cose non attinenti all’Università avrei grande desiderio di trattenermi con Lei. Ma temo assai che queste otto pagine buttate giù alla carlona, come vede, l'ab¬ biano un poco stancato e dissuaso dal sentirmi a ragionare a voce, che potrebbe essere anche più seccante per Lei. Ma so che Ella capirà che m’inspira l’amore per l’Università, che forse forse dovrò lasciare ben presto, secondo quanto si dice. Ma si dicono tante cose, che a darci retta, si perderebbe il tempo. Con cordiali saluti e mille scuse. Suo devmo Fiero Giacosa ».

[1012] 1

Vale a dire le norme sulla riduzione degli impiegati, contenute

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IOI3

Il Ministro dell’Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 2 Feb. 1923 Caro Benedetto, va bene per l’Istituto Orientale b Per l’Istituto froebeliano poiché tu non hai voluto sa¬ perne 2, ho accettato il tuo consiglio e scritto all’On. Mango 3 chiedendogli un appuntamento. Saluti affettuosi tuo Giovanni Per le scuole di Napoli s’è fatta una smentita ufficiosa\

nei RR. Decreti del 31 dicembre 1922, n. 1679 e 25 gennaio 1923, n. 87. Il riordinamento delle biblioteche fu stabilito con R. Decreto del 27 set¬ tembre 1923, n. 2320. V. lett. 1002, p. 338.

[1013] 1 V. lett. 1007. 2 V. lett. 1008. 3 Camillo Mango. V. più avanti, lett. 1021 e 1032.

4

V. lett. seg.

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IOI4

Ministero dell'Istruzione - Il Ministro Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 2 Feb. 1923 Caro Benedetto, a rassicurare coloro che in buona o mala fede pensa¬ vano che io volessi sopprimere non so quante scuole me¬ die l’Agenzia Stefani è stata autorizzata a diffondere un comunicato di questo tenore: « Qualche giornale ha pub¬ blicato che il Ministro della Pubblica Istruzione ha in animo di sopprimere non si sa quante scuole medie, licei ginnasii, scuole normali, istituti tecnici, scuole tecniche e via dicendo. La balorda notizia ha trovato credito, natu¬ ralmente, presso gli avversarli irriducibili del Ministero, e presso tutti gli indolenti e gli immeritevoli che temono, giustamente, di essere colpiti dall’opera riformatrice del nuovo Ministro e si è andata largamente diffondendo non ostante che gli atti del Ministro Gentile e precisamente il decreto che permetterà un ragionevole aumento dei contributi degli enti locali

siano proprio ispirati al

[1014] 1 11 ministero stava provvedendo alle norme transitorie per il pas¬ saggio dal vecchio ordinamento alla riforma di maggio (v. lett. 1023) incentrata tutta sul principio «poche scuole ma buone». Con i RR. Decreti dell’n gennaio 1923, nn. 131 e 133, si riducevano i contributi dello Stato per il mantenimento delle scuole medie e pareggiate e

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contrario proposito, al proposito, cioè, di salvare quegli istituti che le presenti condizioni della finanza avrebbero inesorabilmente condannato alla soppressione ». E ora i malintenzionati tenteranno altre vie % e io darò altre smentite. Affettuosamente tuo Giovanni

1015

Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 3 Feb. 1923 Caro Benedetto, alla Accademia Pontaniana ho concesso un assegno straordinario di lire cinquemila, come tu desideravi.

cessavano le convenzioni in corso tra Stato ed Enti locali per il mante¬ nimento di R. scuole medie e normali, a questi sarebbero seguiti quelli dell' 11 marzo, n. 564, per la soppressione nei RR, Licei e Ginnasi delle sez. moderne e n. 685 sui contributi a carico degli Enti locali per il mantenimento delle scuole, e del 22 aprile, n. 1054, che sopprimeva i R. corsi magistrali annessi ai ginnasi isolati. 2 Ma dell’opposizione crescente nei confronti dei « tagli » e delle riforme gentiliane che si organizzava nel fascio napoletano, il cui re¬ sponsabile per la scuola era il Gallucci « onestissimo uomo », ma « inca¬ pace di distinguere le opposizioni genuine da quelle [...] di meri inte¬ ressi personali» (v. lett. 860, p. 135, n. 4 e per la sua rivendicazione di « fascista della prima ora » nel nucleo che si riuniva al liceo Umberto I

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Il decreto è stato firmato quest’oggi; ciò che vuol dire che il mandato non sarà esigibile prima di una ventina di giorni. Saluti affettuosi Gentile

ioi 6 Il Ministro della Pubblica Istruzione On. Signor Benedetto Croce Senatore del Regno ii Feb. 1923 Caro Benedetto, Tu conosci in gran parte le vicende della carriera del prof. Michelangelo Billia in questi ultimi anni, perché tu stesso hai dovuto occupartene nel tempo che reggevi le sorti di questo Dicastero. Saprai anche come nel Luglio del 1921 fu eseguita nel Liceo « Dante » di Firenze, al quale egli apparteneva, un’inchiesta, in seguito alla quale egli fu trasferito per servizio al Liceo di Prato. La sezione per l'Istruzione Media nella Giunta del Consiglio Supe¬ riore, deliberando sopra il ricorso allora presentato dal prof. Billia, ebbe a riconoscere che il contegno di lui verso il Capo Istituto e verso i colleghi, « contegno sem¬ pre eccessivo e intemperante », aveva reso la permanenza di lui incompatibile col buon andamento didattico e disci-

intorno ad Aurelio Padovani v. Professione di fede di un silenziario, Na¬ poli, XVII, Quaderni del gruppo di cultura fascista Teodoro Capocci, n. 18, e, cfr. anche lett. 1021, n. 7), preoccupava il Croce (Lettere, n. 944, p. 635) e affinché il suo programma non fosse limitato e vanificato, spronava il Gentile a far « presto ». V. anche lett. 1021, nn. 10-n e 1037, p. 402, n. io.

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plinare dell’Istituto predetto; ed espresse il parere, ac¬ colto poi dalFAmministrazione, di respingere il ricorso. Nel Liceo di Prato però il prof. Billia non volle mai pre¬ stare servizio, e preferì invece chiedere l’aspettativa adducendo ragioni di salute; aspettativa, che il Ministero gli accordò. Lo scorso anno il prof. Billia espresse il desiderio di essere destinato ad altre sedi; e fra queste indicò anche Genova, allora disponibile. Il Ministero, anche perché egli in via ufficiosa aveva fatto conoscere che, restituito ad una sede primaria, avrebbe ripreso le sue lezioni, lo trasferì al Liceo Colombo di Genova, richiamandolo in servizio dal 14 Luglio 1922: ma, all’aprirsi del nuovo anno scolastico, egli non raggiunse la nuova sede. Il 3 Dicembre pp. il Provveditore agli studi di quella Provincia comunicava che, dopo due mesi di congedo, il professor Billia non si era ancora presentato in quell’isti¬ tuto. Gli fu allora rivolto l’invito, per mezzo dei Provve¬ ditori di Firenze e di Genova, a riassumere l’insegna¬ mento e a regolare la sua posizione per il periodo ecce¬ dente la durata del congedo; ma le sollecitazioni sono rimaste finora senza effetto. Di fronte a tale stato di cose, ho dovuto il 7 corrente invitarlo di nuovo ad assumere servizio entro il 16 corr. salvo a regolarizzare la sua posizione per il periodo sopra indicato, diffidandolo che, qualora non avesse ottempe¬ rato all’invito, lo avrei dichiarato dimissionario. Ora io mi auguro che il prof. Billia voglia rendersi conto della sua condizione non regolare e risparmiare a me la dolorosissima necessità di ricorrere ad un siffatto provvedimento. Io sono, come te, animato dalle migliori intenzioni verso il prof. Billia, ma tu intenderai che, no¬ nostante il mio buon volere, io non potrei far diversamente da quello che le leggi e il mio ufficio m’impon¬ gono. Il prof. Billia, dopo quanto sopra t’ho esposto, non

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può attendersi d’essere per ora restituito a Firenze; egli deve, quindi, riprendere il suo insegnamento a Genova e dar saggio di tolleranza e di ossequio al dovere; altri¬ menti, ogni benevola disposizione troverebbe ostacolo nel contegno stesso del professore, che, se fosse conti¬ nuato, rappresenterebbe una ostinazione non giustifica¬ bile. Spero che anche tu condividerai queste mie vedute e con la tua autorevole parola riuscirai a persuadere il pro¬ fessore Billia tuo Giovanni Gentile

1017 Senato del Regno I4/2 23

Mio caro Benedetto, Ti prego di riflettere sulla mia preghiera di far parte della Commissione di Storia della Chiesa ', e di volermi

[1016] * Evidentemente il Croce non riuscì nell'impresa perché nel gior¬ nale il « Mondo » del 24 febbraio si legge che il Billia veniva sospeso a tempo indeterminato daH’ufficio e dallo stipendio. Nel Dizionario bio¬ grafico degli Italiani, Roma, Istituto dell’Enc. Ital., 1968, voi. X, p. 473, si afferma che « morì a Firenze, il io aprile 1924, nella più completa mise¬ ria, dopo un ennesimo provvedimento disciplinare per un litigio con un collega... » (cfr. anche lett. 821 e 826, p. 80).

[1017] ’ Era intenzione del Gentile che la cattedra napoletana andasse al

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dire la tua risoluzione definitiva. Considera la singolarità della cattedra che rende impossibile la composizione di una commissione tutta di cultori della materia; e che in tutte le commissioni si ammette l’entrata di studiosi di materie affini. Tu saresti perciò perfettamente a posto \ Con un abbraccio tuo Giovanni

suo allora totalmente devoto discepolo Adolfo Omodeo (cfr. Carteggio Gentìle-Omodeo, cit., pp. 278 e 287-8), ma il concorso, la cui relazione non fu mai pubblicata, si chiuse con un nulla di fatto per gli aspri dissensi tra i commissari, benché questi fossero stati nominati in base al R. Decreto del io novembre 1922, n. 1561, che consentiva al ministro di nominare « liberamente » due dei cinque membri della commissione, sicché l’Omodeo ottenne la cattedra attraverso un decreto ad hoc (R. Decreto del 14 giugno 1923). Cfr. anche R. Colapietra, B. Croce e la politica italiana, cit., II, p. 479, n. 53 e Carteggio Croce-Omodeo, a cura di M. Gigante, Napoli, Istit. ital. per gli Studi Storici, 1978, pp. 3-5. 2 II Croce, che poi finì per non accettare, era dubbioso: infatti se da un lato avrebbe voluto « tentar di rompere la perfida tela » intessuta «per odio di scuola e per dispetto di persone [...] a danno di onesti studiosi» dall’altro vedeva in questa mossa una certa «imprudenza» che avrebbe potuto causare non solo dei « fastidi » ma un vero e pro¬ prio danno all opera che il Gentile doveva « svolgere a prò della scuola italiana ». Richiedeva comunque ulteriori notizie su commissari e can¬ didati {Lettere, Napoli, 16.II.23, n. 942, p. 634). V. anche lett. 1019.

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Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli 20 Feb. 1923 Caro Benedetto, sono andato oggi dall'On. De Stefani1 e così ho otte¬ nuto che nel bilancio dell'esercizio in corso sia iscritta per effetto della nota legge la somma di L. 730.000 \ Saluti affettuosi tuo Giovanni

[1018] 1 Alberto De Stefani, ministro delle finanze. 2 V. lett. 998, p. 332. Il Croce in data 8 febbraio, aveva inviato al Gentile questo promemoria: « Il sottoscritto, presidente della Commis¬ sione pel trasporto delle Biblioteche di Napoli nella Reggia [iniziato il 3 febbraio], espone le seguenti considerazioni, che certamente toglie¬ ranno ogni dubbio circa l’urgenza della iscrizione in bilancio della spesa prevista nella relativa legge. / Questa legge (come riconobbe la Commissione di finanze del Senato), sotto forma di legge di spesa, produce un’effettiva economia, perché: / i°) col trasporto delle biblio¬ teche nella Reggia (ossia nella parte non monumentale della Reggia) cade per sempre la necessità di nuove costruzioni, tante volte proget¬ tate, così per la Biblioteca come pel Museo di Napoli, il quale ultimo riceve in cambio il locale dell’edifizio degli studii che la Biblioteca lascerà libero. / 2") si concentrano tre biblioteche di Napoli (e forse quattro, secondo pratiche in corso che non porteranno nuove spese), con risparmio di direttori e di altro personale. / 30) Tutto il gran locale

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Ministero dell’Istruzione - Il Ministro 26.2.23

Mio caro Benedetto, Ti prego di darmi poi quella risposta relativa alla

demaniale, ora occupato dalla Bibl. San Giacomo, viene lasciato li¬ bero, a disposizione e uso dell’Intendenza di finanze di Napoli [v. lett. 1024] che ne ha gran bisogno: tanto che or son due anni il ministro delle Finanze on. Facta e il sottosegretario on. Bertone si recarono dal sottoscritto a dichiarargli che, se l’Intendenza di Napoli non aveva quell'ampliamento, avrebbe seguitato a perdere, come perdeva, pel cattivo collocamento e funzionamento dei suoi uffizii, un paio di mi¬ lioni di esazioni ogni mese / 40) Si adoperano i locali non monumentali della Reggia, che costano assai per manutenzione al ministero del¬ l'Istruzione e intanto rimangono inutilizzati; e si storna il pericolo certo di concessioni che di essi si farebbero a pezzi e bocconi ad asso¬ ciazioni e privati, con l’effetto di dilapidare il demanio dello Stato, come è accaduto in tanti altri casi. / Si aggiunga che il sottoscritto sin dall'anno scorso fu pregato dal ministro dell’Istruzione on. Anile di assumere la presidenza della Commissione di direzione e vigilanza del trasporto delle Biblioteche di Napoli, e in pari tempo ebbe mandato di far iniziare i lavori valendosi del fondo di lire 490 m. già inscritte in bilancio a favore della Biblioteca di Napoli (residuo di altro maggiore stanziamento, in parte stornato per altro uso). I lavori sono, meglio che iniziati, assai progrediti: gran parte dei libri della San Giacomo è già nella Reggia e una certa parte dei libri della Nazionale anche sono stati trasportati; e all’uopo si sono costruiti montacarichi, comprato un autocarro, fatta gran provvista di legname, eseguita molta scaffalatura nuova, ecc. ecc. / Sarebbe intollerabile agli studiosi e all’intera cittadi¬ nanza di Napoli una sospensione di lavori, che colpirebbe la Reggia, la Biblioteca e il Museo Nazionale, cioè tre dei maggiori istituti ed edifizii della città. Inoltre, è evidente che impianti e materiali si deteriorereb¬ bero, il lavoro disposto e in piena efficienza si disordinerebbe, e, in definitiva, si recherebbe grave danno all 'economia dell’opera stessa» {Lettere, p. 647, n. 1). V. lett. seg.

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Commissione del concorso. Spero che ti risolverai ad ac¬ cettare \ Il Decreto per le 700 milalire pel trasporto della Bi¬ blioteca è stato firmato % e spero che a suo tempo po¬ tremo avere il resto che sarà necessario senza le tribola¬ zioni di questa volta * 1 2 3. Aspetto risposta dal Miranda 4 5 per la pubblicazione Cotugno Clementina va un pochino meglio. Ma temo che in¬ tanto non ci rimetta la salute Erminia 6. Porgi i nostri saluti affettuosi a Da Adelina e credimi sempre tuo Giovanni

[1019] 1 V. lett. 1017. 11 Croce era sempre più riluttante perché timoroso che la sua nomina potesse rivelarsi « un errore politico ». Preferiva quindi suggerire al Gentile gli studiosi che avrebbero potuto sosti¬ tuirlo, raccomandandogli di non aver fretta di decidere (Lettere, Na¬ poli, 2.III.23, n. 943, p. 634). E di fronte alla crescente opposizione incontrata dalle riforme del Gentile, si compiaceva della propria ragio¬ nevolezza nel non aver voluto « dare appicco di sorta » contro di lui (ivi, 4.III.23, n. 944, p. 636). 2 V. lett. prec. n. 2. ^ Ma v. più avanti, lett. 1032, p. 387, in nota. 4 Giovanni Miranda, rettore dell’Università di Napoli, ordinario di ostetricia. V. lett. seg. 5 Nel Centenario della morte di Domenico Cotugno: 1882-1922 (R. Uni¬ versità di Napoli), Napoli, tip. Napoletana di F. Ricciaidi, 1923» 4 > PP133, con ritratto e sette tavole. 0 II Croce, addolorato per queste notizie sulle condizioni ancora non buone della cognata e delle « eccessive fatiche » della consorte del Gentile, si informava: « Non hai potuto trovare una donna eh servizio? Qui a Napoli se ne trovano: cattivi tempi, ma se ne trovano » (parte omessa in Lettere, n. 943, p. 634). V. anche lett. 1021.

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1020 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore, 12 Napoli 26.2.23

Caro Benedetto, ho esaminato personalmente la pratica relativa all’as¬ segno di L. 30.000 a cotesta Università per la commemo¬ razione di D. Cotugno \ La somma fu concessa con Decreto in data 4 ottobre scorso firmato da Filippi2 « per le spese da farsi in occa¬ sione del centenario D. Cotugno ». Nessun preventivo di spesa a tutt’oggi è stato successi¬ vamente presentato al Ministero; né credo sarà presen¬ tato poiché con le nuove norme sulla gestione autonoma delle Università non occorre alcuna autorizzazione pre¬ ventiva per spese che stiano nei limiti della somma con¬ cessa. A meno che non si voglia presentare un preventivo per giustificare una maggiore richiesta.

[1020] 1 V. lett. prec. 2 Giovanni Filippi, direttore generale per l’Istruzione Superiore nel precedente dicastero collocato a riposo d’ufficio a settanta anni, su proposta del Gentile (ai sensi dell'art. 4 del T.U. delle leggi sulle pen¬ sioni, 21 febbraio 1895, n. 7) e sostituito da M. Tovajera.

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LETTERE A BENEDETTO CROCE

Stando così le cose non saprei come intervenire; ma ho chiesto telegraficamente notizie al Rettore \ Saluti affettuosi tuo Giovanni

1021

Ministero dell'Istruzione - Il Ministro I4-3-23

Mio caro Benedetto, Ti acchiudo copia della lettera scritta al Burgada pel Rossi

il cui giornale — a giudicare dai numeri che ho

avuti sott’occhi — ha realmente carattere libellistico e ri¬ cattatorio \

3 V. lett. prec., n. 4.

[1021] ' Giuseppe Mario Rossi si era rivolto al Croce, dichiarandosi pronto a fare qualsiasi cosa gli avesse consigliato e questi d'altra parte se giustificava il « pover’uomo », non vedendo quale relazione potesse avere «col suo ufficio di impiegato di biblioteche» il fatto di esser proprietario di un settimanale che faceva « la campagna politica nel Molise », tuttavia si rimetteva al giudizio del Gentile, che avendo « rice¬ vuto le relative accuse » era certamente più informato (Lettere, 4.III.23, n. 944, p. 633). 2 Nella raccomandata firmata da Gentile e inviata (in data io marzo) a Gaetano Burgada (1873-1954), direttore della Biblioteca uni¬ versitaria di Napoli, si confermava, in base alle ulteriori informazioni fornite, su richiesta del Ministero, dalla Prefettura e all’« esame della raccolta del giornale II Corriere politico del Commercio e dell’Indu¬ stria », il giudizio negativo sulla «condotta ed attività giornalistica» del Rossi. Pertanto si invitava il Burgada a « rivolgere al Rossi una

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GIOVANNI GENTILE

La questione Dohrn 3 è venuta ora in buone mani,

ultima, perentoria ingiunzione; [...] a fornire, entro breve termine [...] la prova di aver cessato [...] qualsiasi rapporto, come direttore e pro¬ prietario o come collaboratore, con il citato giornale o con gli altri congeneri » pena l’intervento disciplinare del ministero « per viola¬ zione dell art. 7 del l.U. delle leggi sullo stato degli impiegati civili, per disubbedienza, e per comportamento non compatibile con la sua qualità e 1 suoi doveri d impiegato dello Stato ». Erano naturalmente minacciate analoghe sanzioni in caso di recidiva. 3 Rinaldo Dohrn, figlio del fondatore (Antonio) della Stazione zoologica di Napoli (Acquario). Questo istituto « tedesco » faceva parte dei beni degli ex nemici e come tale era stato nel 1918 (Decreto Legge Luogotenenziale dal 26 maggio, n. 732) eretto ente morale, ma riportato alla situazione precedente proprio dal Croce (R. Decreto Legge del 30 settembre 1920, n. 1637; cfr. anche Pagine sparse, II2, cit., pp. 355-67). Di fronte al progetto, portato avanti da Teofilo Rossi, ministro per l’Industria e Commercio, da Giacomo Barone, presidente del Co¬ mitato per le riparazioni e dall’assessore Alfonso Mercurio del Co¬ mune di Napoli, di ricostituirlo in («nome horrendi carminis») Ente Autonomo, offrendo è vero, condizioni « moralmente e economica¬ mente » vantaggiose al Dohrn, ma sotto la minaccia della confisca, nonostante le vittorie giudiziarie da questi riportate, il Croce aveva rivendicato (Lettere, 5.III.23, n. 945, pp. 636-7) il proprio operato, che eia stato non già di « tedescofilia », ma di salvaguardia degli interessi dello stato e del comune, avendo egli «tolto all’Italia un peso e una responsabilità, e riversato l’uno e l'altra sul figlio del Dohrn, profit¬ tando dell’affetto che egli aveva all’istituzione paterna, e lasciandogli fare un cattivo affare ». Se dunque fosse stato lui il ministro avrebbe perseverato in questa azione, gravando sul Dohrn, che invece per stan¬ chezza era ormai incline alla transazione, sia pure mettendolo al riparo da «minacce e rappresaglie», quali quelle fatte dal Barone e delle quali in ogni caso il Croce pregava il Gentile di avvertire Mussolini, in qualità di ministro degli Esteri. Insomma, la costituzione dell’Ente Au¬ tonomo poteva essere sì un « atto di umanità », e come tale riscuotere il favore del Gentile, ma giovava a un « tedesco » e sacrificava gli inte¬ ressi dello stato e del comune. A dispetto del Croce e delle sue « con¬ clusioni approvate dal Senato » (Lettere, 10.III.23, n. 946, p. 637), questa soluzione (un «groviglio» e una « Babele» sempre secondo il’Croce) veniva sostanzialmente accettata già nel giugno (come riportava trion-

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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perché se ne occupano il Giuriati* * 4 e il De Stefani 5. Il quale ultimo è nel nostro ordine d'idee e ha voluto la tua lettera per sua norma. Se occorrerà, ne parlerò io stesso al Mussolini. Agli Educandati il De Ruggiero ha dato le dimissioni, e cerco chi possa occuparsene 6. Ma, quando si tratta di affrontare e risolvere seriamente le questioni, trovo pe¬ nuria grande di uomini. Quel Mango 7 al Froebeliano ha fatto cattiva prova per mancanza di tatto, e ho dovuto

falmente il « Mattino » dell'n-12 di quel mese) e sanzionata con R. Decreto del 21 ottobre 1923, V. anche più avanti, lett. 1053, PP- 427-84 Giovanni Giuriati; dopo la soppressione del suo dicastero delle Terre liberate (R. Decreto del 25 febbraio 1923, n. 391) era ministro a disposizione del presidente del consiglio per incarichi speciali e com¬ missario per i beni degli ex nemici. 5 Alberto De Stefani, ministro delle Finanze. h Roberto De Ruggiero (1873-1934), ordinario di Istituzioni di di¬ ritto civile a Napoli, studioso di diritto romano e papirologo, passò alPUniversità di Roma nel 1926. V. più avanti lett. 1036, p. 397, n. 1 e 1037, n. 14. 7 V. lett. 1013. Le dimissioni del senatore erano state rassegnate, scriveva laconicamente il « Mattino » del 7-8 marzo, « in seguito ai noti [?] incidenti svoltisi in questi giorni ». Più tardi il Croce scriverà {Let¬ tere, 30.Vili.23, n. 959, p. 648) che si era trattato di « un nuovo e spiccato atto di camorra che per l'occasione (e profittando del regime Pado¬ vani) si colorò di fascismo » (v. anche più avanti, lett. 1032). L’allusione del Croce è al fatto che gli insegnanti dei vari ordini dell’Istituto, nonché tutto il personale amministrativo e salariato, avevano deciso all’unanimità (4 marzo), sotto l’egida della giunta di competenza scola¬ stica, organo del partito per i conflitti economici, di aderire al sinda¬ cato fascista. Si erano dunque assunti il compito di portare a Roma i loro problemi l’avvocato Vincenzo Tecchio, segretario provinciale del partito fascista e il comandante di zona della milizia e alto commissario delegato per la Campania, Aurelio Padovani (il 14 marzo). Quest’ul¬ timo era esponente di spicco tra i « fascisti della prima ora », di quel¬ l’ala sindacalista intransigente che il Mussolini finì per neutralizzare perché contraria al compromesso con « borghesi » e nazionalisti, giun-

GIOVANNI GENTILE

37°

metterci un altro R. Commissario, scegliendo persona qui del Ministero * * 8. Quanto alla sorda lotta degli elementi massonici e della zavorra professorale credo di potere non darmene troppo pensiero 9. Credo che giungerò in tempo ad ese-

gendo all’estromissione del Padovani dal partito alla vigilia dell’anni¬ versario della marcia su Roma (24 ottobre). 8 Annibaie Orani, primo segretario dell’amministrazione centrale del Ministero della P.I. (v. anche lett. 1032, p. 389, n. 4). Riportiamo qui una parte della lettera del Croce del 4 marzo (Lettere, n. 944), omessa nell’ed. Mondadori, con altre notizie relative alle vicende di questo istituto: « Riapro per accluderti un ritaglio del Mezzogiorno. La que¬ stione dell'istituto Froebeliano, in cui si aggrovigliano interessi perso¬ nali di insegnanti, è un altro dei cavalli di battaglia contro di te, e il Galiucci [v. lett. 1014, n. 2] si agita per essa, pur non essendo bene informato di nulla e dando fede alle più stupide dicerie. Ora queste trovano accoglienza in giornali. Poiché tra le agitatrici vedo la Macchioro [Rosita, insegnante di lingua straniera], mi viene in mente che il marito, prof. Macchioro [Vincenzo], ozia completamente a Napoli, dove non vuole lavorare al Mu¬ seo perché si ribella al direttore. E poiché questo ha fatto anche altrove (a Modena), e poiché è uomo insopportabile, non ho dubbio che tutta la colpa sia da parte del Macchioro. Il quale, del resto, ha molta capa¬ cità scientifica; e forse, se si mettesse a un posto di direttore, farebbe bene. Ora perché non mandarlo a ff. direttore del Museo di Trieste o di altro; dico di Trieste, perché egli è di quelle parti? E si potrebbe trasferirgli colà la moglie, e così non potrebbe la¬ mentarsi: e ciò gioverebbe anche alla sede dell’Istituto froebeliano. Certo l’ozio in cui notoriamente è il Macchioro, è cagione di scandalo: ed è cosa deplorevole. Io mi provai a farlo lavorare al Museo, e non fu possibile. Era stato addetto all’ufficio regionale, sotto l’armi, e nep¬ pure faceva nulla ». 9 II «fermento dell’opposizione», per il Croce {Lettere, n. 944,

p.

635)1 era sorto in relazione alla «circolare per l'insegnamento reli¬ gioso ». Dobbiamo ritenere o che il Croce si riferisca ancora all’Agen¬ zia Stefani del 26 dicembre 1922, e all’eco che continuò ad avere sulla stampa, poiché non ci risulta che il Gentile emanasse in quel periodo documenti ufficiali di tal genere. V. anche lett. 1004, p. 342, n. 4.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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guire tutto il programma '°. Le difficoltà mie le incon¬ trano anche gli altri ministri che pigliano sul serio la parte: p.e. il De Stefani Vidi lo Spinazzola ma non tutte le sue spiegazioni mi riuscirono soddisfacenti. La gente, in conclusione, non ha torto se si lagna, quantunque egli lavori e abbia molto ingegno

lo Secondo il Croce ad un « primo momento di paura e di docilità paurosa » stava subentrando il ritorno alle « beate abitudini » nella spe¬ ranza appunto che non si facesse « nulla » o « quasi nulla » delle « ri¬ forme annunciate » e aggiungeva: « Dicono che si liberarono di me e che si libereranno anche di te [...] I professori di Napoli dicono che tu sarai sostituito dal Nazionalista prof. Garbasso [Giorgio Antonio, prof, di Fisica a Firenze, e poi Sindaco e Podestà di quella città] » (Lettere, n. 944, pp. 636-7; l'allusione all'eventuale sostituzione del Gentile fa parte della lacuna che abbiamo integrato nella n. 8). V. anche lett. 1038. " Scrive R. De Felice, Mussolini il fascista, la conquista del potere, cit., p. 452-4, che « la campagna forse più violenta fu nel '23-24 quella contro A. De Stefani », il quale era « sostanzialmente » sostenuto dalla stampa liberale mentre parte di quella fascista lo criticava ed osteggiava « viva¬ cemente [...] accusandolo sostanzialmente di tiepido fascismo e di cir¬ condarsi di elementi non fascisti », mentre non accenna minimamente a questa variegata e analoga opposizione incontrata dalle riforme gentiliane. V. lett. 1014, n. 2. 12 Vittorio Spinazzola (v. anche lett. 1002, p. 336, n. 3), di cui il Croce aveva preannunciato la visita, pregando il Gentile « di acco¬ glierlo e di ascoltarlo », in vista degli accordi da prendere « per l’aper¬ tura dei nuovi scavi di Pompei » (Lettere, n. 944, p. 635), era oggetto di una vivace polemica, avviata sul « Giornale d’Italia » (a. XXIII, n. 46) il 23 febbraio, da un articolo anonimo dal titolo Da Tebe a Pompei, con l’accusa di tener chiusi da anni i suoi nuovi scavi pompeiani. Ma se¬ condo il Croce, che lo aveva difeso con una lettera al giornale (n. 52, del 2 marzo), dopo una seconda denuncia, firmata solo un modesto studioso (del 28 febbraio, n. 50), dal titolo II satrapetto dell’archeologia, lo Spinazzola aveva sì « grandi difetti », ma anche quelle qualità di dina¬ mismo e intelligenza, che lo rendevano « insostituibile », e « parecchie delle accuse » contro di lui erano « calunniose » (Lettere, n. 944, p. 635). La polemica era stata chiusa da questo giornale il io marzo, dopo

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GIOVANNI GENTILE

Il Nitti non s’è fatto mai vivo, e non ha mandato nes¬ suna domanda '3. Lo Zuccarelli, certo, fa pietà. Ma io non mi so indurre a perpetuare il suo insegnamento bestiale e ridicolo ’4. Pel Colucci15 occorrerebbe il parere della Facoltà o

l'annuncio da parte del ministero di disposizioni per l’apertura degli scavi compatibilmente con la disponibilità di personale (io marzo). Ma il caso Spinazzola doveva avere tormentosi sviluppi e si concluse in modo molto sfavorevole per lui, nonostante la tenace difesa dell’amico Croce, e forse ingenerò in quest’ultimo i primi seri dubbi sulla corret¬ tezza della gestione gentiliana: v. lett. 1032, n. 7 e 1061. Richiama ora l’attenzione sull’importanza di questa vicenda anche G. Sasso, in Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Benedetto Croce, Bologna, il Mulino, 1989, pp. 74-5, in base ad un inedito del '44 (inaccessibile alla consultazione), e però purtroppo, proprio per questa parte, non ha rite¬ nuto opportuno dare un resoconto della narrazione crociana. o Qui il Gentile sembra rispondere piuttosto distrattamente a quanto aveva scritto il Croce il io marzo (Lettere, n. 946, p. 637), quando, facendosi portavoce delle crescenti inquietudini degli amici e conterranei dello Spinazzola, Nitti e Giuseppe De Lorenzo (senatore e ordinario di Geologia a Napoli), domandava se fosse consigliabile e consentito allo Spinazzola di far domanda di aspettativa. 14 Di Angelo Zuccarelli (inventore del Pan-Antropometro metal¬ lico di precisione, autore di conferenze del tenore della seguente: Cri¬ minalità militare e stato psicomorboso dei tedeschi nella gigantesca e infernale guerra presente, tenuta prò orfani della guerra nella sala per lezioni della nuova sede del Gabinetto e scuola di Antropologia Criminale il 6 gennaio 1917, sostenitore del divorzio e della sterilizzazione, ma senza, beninteso, castrazione o mutilazione, dei degeneri, per motivi eugene¬ tici), nelle lettere del Croce a noi pervenute non si parla. Comunque l'Istituto di Antropologia Criminale da lui fondato e diretto fu dal Gentile effettivamente soppresso (v. la protesta al riguardo sul « Mat¬ tino » del 11-12 ottobre 1923). 15 Cesare Colucci, direttore del Manicomio (ma dimissionario nel dicembre del '23) e titolare della cattedra di psicologia sperimentale nella Facoltà di lettere e filosofia di Napoli. V. anche lett. 829, p. 85, n. 2. Il Croce (Lettere, n. 946, pp. 637-8) aveva proposto l’abolizione di questo insegnamento, creato apposta « per distogliere il Colucci dal-

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almeno del Consiglio Superiore. Vedremo. Io ci starò at¬ tento. Ma cotesta Facoltà di Medicina è tra le peggiori per colpevole negligenza degl'interessi dello Stato, della scienza e della stessa scuola l6. Dunque, ti aspetto pel 21. Clementina ha migliorato ‘7, ma sta male. E tutta la famiglia ne soffre assai, specialmente la povera Ermi¬ nia, che non sa più a che santo votarsi per bastare a tanti bisogni. Con un abbraccio tuo Giovanni

1022

Ministero dell’Istruzione - Il Ministro 27. IV. 23 Carissimo Benedetto, L’editore Vallecchi ti manderà in questio giorni rim¬ paginato d’un volume di versi abruzzesi del De Titta. Ti prego vivamente di scrivergli due paginette di prefa-

l’aspirare alla Psichiatria, riservata in pectore ad altri », e la sua nomina a questa cattedra in procinto di « vacare ». Si trattava in realtà della cattedra di malattie mentali e nervose che Leonardo Bianchi, come emerito, doveva lasciare nel '24, e che poi fu assegnata a Giuseppe D'Abundo. Da notare che in quegli stessi mesi, il Manicomio (come tutte le Opere pie napoletane) era sotto inchiesta, la quale tuttavia si concluse con un parere sostanzialmente favorevole al suo direttore. ■« Proprio per rompere « le solite camorre partenopee » a vantaggio « dello Stato, della Scienza e della probità » il Croce doveva spronare nuovamente il Gentile a decidere nel senso da lui auspicato (Lettere, Bardonecchia 6.Vili.23, n. 938, p. 647). 17 V. lett. 1019, n. 6.

GIOVANNI GENTILE

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zione

Il De Titta è ùn carissimo uomo e vera anima di

poeta. Qualche granello di poesia credo che tu lo trove¬ rai in questo volume, e io sarei molto contento che tu procurassi questa soddisfazione a questo brav’uomo. Il Treccani di Milano pare disposto a sborsare i 4 mi¬ lioni per la Bibbia di Borso \ Ti prego di dire a Da Adelina quanto io abbia gradito la sua discreta e buona lettera per l’amico Stanziale 3, e come farò il possibile. Con un abbraccio tuo Giovanni

IO23

Presidenza del Consiglio dei Ministri 27 aprile Mio caro Benedetto, Ho finito in questo momento di discutere in Consiglio la mia riforma della scuola media. Che è stata integral-

[1022] Giovanni De Titta, Gente d'Abruzzo, versi dialettali, Firenze, 1923. Il volumetto non ha prefazione.

Giovanni Treccani (1877-1961). L'industriale mecenate acquistò a Parigi la Bibbia di Borso d’Este, in procinto di « esulare in America » per la cifra di «circa cinque milioni di lire» (così s. v. in Enciclopedìa Italiana) e la donò allo Stato (Atto in data 3 novembre 1923 e R. De¬ creto di accettazione, 9 marzo 1924, n. 407). V. lett. seg. 3 Rodolfo Stanziale, ordinario della clinica dermosifilopatica dell’Università di Napoli, membro del Consiglio Superiore della P.I. uscente.

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mente approvata Desidero che tu ne sia subito informato, poiché a tanta parte di questa riforma abbiamo lavorato insieme. Così finalmente l’esame di Stato è divenuto legge dello Stato \ Il Sottosegretariato delle Belle Arti oggi è stato sep¬ pellito 3. Con un abbraccio tuo Giovanni

[1023] 1 Cfr. R. Decreto 6 maggio 1923, n. 1054. J 11 Croce accoglieva « con grande soddisfazione e gioia » l’annun¬ cio della realizzazione di questo « antico pensiero » del Gentile, di cui rivendicava la preparazione nella presentazione da parte sua di « un disegno di legge [v. qui lett. 960, p. 287, n. 1] [...] senza speranze per il presente », ma « germe per l'avvenire » e conforme alla « regola » fer¬ rea del suo ministero di: « non transigere, non fare piccola politichetta, e guardare alfavvenire » (Lettere, 1.5.23, n. 847, p. 638). Su di un aspetto specifico della riforma il Croce tuttavia (nel poscritto) avanzava già una riserva critica, confessando di condividere il parere dei « professori di storia » che lamentavano che i programmi fossero a tutto vantaggio di quelli « di filosofia » e consigliando al Gentile di rimediare affinché ai «filosofi formalisti » non si affiancassero «gli storici formalisti: gene¬ rici gli uni e gli altri »; ma concludeva in modo decisamente incorag¬ giante: « La tua riforma ha fatto qui ottima impressione. Anche molti dei diffidenti si sono convertiti, e gli altri sono ridotti al silenzio ». Ma cfr. lett. 1037 e 1038. 5 R. Decreto 29 aprile 1923, n. 953. Era con ciò esaudito un suo «antico voto», commentava il Croce, rammentando come egli avesse da tempo messo in rilievo « l'assurdità di quella semiautonomia » {Let¬ tere, n. 947, p. 638; v. p. es. lett. 975, p. 309 in nota e B. Croce, Pagine sparse, raccolte da G. Castellano, Serie IV, Napoli, Ricciardi, 1927, p. 116, la nota relativa a Rappresentazioni teatrali ne! Colosseo). E lo pos¬ siamo riscontrare anche in una lettera del gennaio (?) {ivi, n. 940, p. 633), in cui, dopo aver suggerito nomi per la formazione di un « Consi¬ glio delle B.A. » (ma qui si tratta di quella Commissione centrale che

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P. S. - Si è conchiusa felicemente la pratica per la Bib¬ bia di Borso 4.

1024

Il Ministro della Pubblica Istruzione On. Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore, 12 Napoli 24 mag. 1923 Caro Benedetto, ti accludo copia della lettera del Ministro delle Fi¬ nanze in risposta a quanto mi hai scritto qualche tempo

per R. Decreto del 21 dicembre 1922 n. 1726, doveva a sostituire detto Consiglio) che non potesse « sollevare opposizioni » (da cui comunque non era il caso di escludere, « e solo per ragioni politiche », Ugo Ojetti che però non ne fece parte), aveva scritto: « Ma ciò che ti raccomando è di togliere quel muro interposto, che rende impossibile al ministro dell’istruzione di avere in pugno una delle sue direzioni generali. È un alibi perpetuo pieparato a qualsiasi direttore generale: e spesso è, in realtà, una duplice pressione a cui un direttore generale è sottoposto, con le conseguenze che si possono immaginare. Io punterei i piedi a terra e chiederei senz’altro quella semplificazione dei servizi ». Ora (ivi, n. 947. P- 638) bisognava « togliere la sede magnifica », affinché non costi¬ tuisse un richiamo per 1 « uomo », e a questo scopo presentava al Gen¬ tile come « parabola » quanto aveva fatto lui stesso per sottrarre alla « cupidigia » di tutti gli « organizzatori di esposizioni » una terrazza della Reggia: l’aveva fatta sparire, trasformandola in un giardino. V. anche lett. 1032, n. 1. Dobbiamo pensare che il Gentile abbia preso alla lettera il consiglio dell’amico? Fatto sta che di questa « sede magnifica » si è oggi persa ogni traccia. 4 V. lett. prec., n. 2.

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fa circa l’acquisto del palazzo Saluzzo da parte del Mini¬ stero delle Finanze Affettuosamente tuo Giovanni

IO25 *

Il Ministro della Pubblica Istruzione All’on. Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli Roma, 30 maggio 1923 Caro Croce, Ho esaminato quanto hai voluto espormi a proposito della Biblioteca Brancacciana

ed al riguardo ti faccio

[1024] ’ Il Croce rispondeva (Lettere, n. 949, pp. 639) che in questa lettera del ministro (De Stefani) « la questione sostanziale » che egli aveva voluto sottoporre alla sua attenzione era trattata solo « nell’inciso fi¬ nale ». In sostanza il Croce contestava l’opportunità di acquisto di un costoso palazzo, che avrebbe inoltre sottratto « case di abitazione » alla cittadinanza, tanto più che l’Intendenza di Finanza napoletana anni prima aveva ottenuto « gratuitamente un cospicuo ampliamento per generosità del Ministero della P.I. » (v. lett. 1018, n. 2), ma di questo gli sembrava che sia il ministro che il ministero non avessero notizie pre¬ cise. V. più avanti lett. 1030.

[1025] * Lettera incompleta. ' Non è restata la lettera del Croce a cui Gentile si riferisce, in ogni caso la Brancacciana era tra le biblioteche napoletane del cui

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GIOVANNI GENTILE

notare che la detta Biblioteca non ha vera e propria auto¬ nomia, inquantoché è amministrativamente riunita alla Biblioteca Universitaria. Unica è pertanto la direzione dei due Istituti, ed il Cav. Attilio Luciani presta servizio nella Brancacciana per disposizione, non già del Mini¬ stero, ma del Capo delle due Biblioteche % il quale si fa dal Luciani rappresentare, presso la Brancacciana, per quanto attiene al materiale disimpegno delle funzioni di¬ rettive. Mi è tuttavia grato di comunicarti che, assecondando l'avviso da te espresso, e per dar modo al Direttore Dot¬ tor...

I02Ó

Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore 12 Napoli 30 Mag. 1923 Caro Benedetto, l’impiegato dell’istituto di Belle Arti di Napoli, trasfe¬ rito a Palermo ', di cui mi hai parlato, si chiama Mirasola Salvatore.

trasferimento alla Reggia il Croce si stava occupando (Lettere, Napoli, 11 luglio 1923, n. 954, pp. 642-4). 2 Gaetano Burgada, dal 1925 al 1936 direttore della Nazionale di Napoli.

[10261 ' Al R Conservatorio di musica Vincenzo Bellini.

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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Nell’esaminare il suo fascicolo ho constatato che egli allo scadere del congedo accordatogli non ha ripreso ser¬ vizio a Palermo ed ho provveduto, quindi, a dichiararlo dimissionario dall’ufficio. Affettuosamente tuo Gentile

1027

Ministero dell’Istruzione - Il Ministro All’on. Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore, 12 Napoli 3T.J.23

Caro Benedetto, ti trasmetto in linea riservatissima quanto telegrafa al Ministro degli Affari Esteri1 il R. Ministro a Stoccolma 2 nei riguardi del conferimento del premio Nobel: « Il Professore Ferrerò 3 mi ha mandato qualche setti¬ mana fa un lungo esposto sulla sua candidatura pel pre¬ mio Nobel, che è stata presentata dall’Accademia dei Lin¬ cei, da quella di Torino, da Anatole France, Gabriele Ha-

[1027] ' Il ministero degli Esteri era all’epoca nelle mani di Mussolini, dato che il sottosegretario, dimessosi il 23 aprile, non era stato sosti¬ tuito. 2 L’inviato straordinario e ministro plenipotenziario in Svezia era allora Alberto Martin Franklin. ? Con Guglielmo Ferrerò il Croce aveva polemizzato ancora di recente (v. « Critica », a. XX, 1922, fase. IV, pp. 306-7).

380

GIOVANNI GENTILE

notaux, Paul Bourget, da cinque professori della Facoltà di lettere di Filadelfia e dall’Accademia ‘ Brasileira de Lettras « Gli ho risposto che io poco potevo fare, ma che non avrei mancato di mostrare come sarebbe desiderabile che il premio Nobel venisse conferito ad un italiano dopo tanti anni in cui l’Italia non ha ricevuto il premio. « Secondo le istruzioni di V.E. mi adopererò per ora, per quanto è possibile in favore della candidatura di Matilde Serao. « Siccome qui tutto quanto riguarda le candidature al premio Nobel è tenuto nel più assoluto segreto, sarebbe molto utile per me che la Signora Matilde Serao mi fa¬ cesse direttamente conoscere in via confidenziale da chi ed in quali condizioni è stata presentata la sua candida¬ tura. « Ma sarebbe pure molto utile ricevere copia di studi sull’opera della Signora Serao: e siccome gli ambienti in¬ tellettuali svedesi subiscono specialmente l’influenza tede¬ sca, mi riuscirebbero preziosi articoli di riviste tedesche sulla signora Serao. E questo tanto più in quanto, come ho già detto nel precedente rapporto, i giudici più accessi¬ bili all’influenza francese sono già acquisiti a Guglielmo Ferrerò. « Non nascondo a V.E. che questa gara di due italiani nello stesso momento, dopo tanti anni in cui mancarono candidati italiani o vi furono delle auto candidature poco sene, è spiacevole, e faciliterà la riuscita del candidato in¬ glese. « Ad ogni modo nei limiti in cui una mia azione può essere utile la adopererò secondo gli ordini di V.E. in favore della Signora Matilde Serao » ■*.

4 Ma Yeats.

il

Nobel

fu

appannaggio dell’irlandese

William

Butler

LETTERE A BENEDETTO CROCE

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Ti sarò grato se mi metterai in condizioni di rispon¬ dere subito al Ministero degli Affari Esteri che deve dare istruzioni al Ministro a Stoccolma \ Affettuosamente tuo Gentile

1028 Urgc Senatore Benedetto Croce Trinità Maggiore 12 Napoli 2.6.192}

Puoi fare ciò che dici ' stop attendo poi elementi per risposta 2 stop saluti affettuosi stop Ministro Istruzione Gentile

5 V. lett. seg.

[1028] ' V. lett. prec. Il Croce attendeva questo sì del Gentile che lo auto¬ rizzasse a « chiamare la Sig.ra Serao e, riservatamente » consigliarle di mettersi « in diretta comunicazione » con l’ambasciatore [sic] a Stoc¬ colma (Lettere, Venerdì giugno 1925, n. 930, p. 640). 2 Al Croce sembravano sufficienti queste poche righe di risposta « Ricevuta la comunicazione dell’E.V., ho stimato opportuno di dar incarico a persona amica di Napoli di invitare riservatamente la si¬ gnora Serao a mettersi in comunicazione diretta col R. Ministro a Stoccolma, secondo l’avviso che il detto Ministro ha espresso. Alla stesSa Sig.ra Serao ho fatto dire che mandi al R. Ministro le pubblica¬ zioni e le notizie delle quali ha fatto richiesta » (Lettere, 4.VI.23., n. 951, p. 640, n. 2). Invece invitava il Gentile ad appurare ed eventualmente a « rettificare », se fosse vero che il Ferrerò avesse il sostegno dell’Acca¬ demia dei Lincei e di quella di Torino, ma soprattutto della prima (ivi, ibid.).

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1029 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro On. Benedetto Croce Senatore del Regno Via Trinità Maggiore n. 12 Napoli riservata 15 Lug. 1923 Caro Benedetto, non è esatto che il Direttore Angelo Conti, l’ispettore Ferdinando Russo e l’assistente Libero Bovio 1 siano stati proposti nel 1920

per l’esonero e che questa Ammini¬

strazione non li abbia esonerati. Le cose stanno ben diffe¬ rentemente. Il Ministero richiese nel 1920

al Soprintendente ai

monumenti e musei di Napoli un rapporto in merito alla capacità, diligenza ed assiduità del predetto personale. Le informazioni date dal Soprintendente non furono tali da consigliare questa Amministrazione a deferire i funzionari stessi al Comitato per la dispensa dal servizio. Ti aggiungo anzi che il comm. Spinazzola diede a suo tempo ottime informazioni nei riguardi di quei funzio¬ nari concludendo che essi onorano l’Istituto presso cui sono addetti. Affettuosamente tuo Giovanni

[1029] Rispettivamente direttore della Pinacoteca, ispettore e assistente al R. Museo di Napoli. V. anche lett. 1045, p. 415, n. 4.

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IO3O

Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Napoli 25 Lug. 1923 Caro Benedetto, ti accludo copia della risposta del Ministro De Stefani nei riguardi dell'acquisto del palazzo Saluzzo Cordialmente tuo Giovanni [1030] 1 Ministero delle Finanze II Ministero Roma, lì io luglio 1923. « Caro Gentile, le preoccupazioni del Senatore Benedetto Croce in merito alla ipotesi di un eventuale acquisto da parte dello Stato del palazzo Corigliano in Napoli per adibirlo a sede di alcuni uffici finan¬ ziari di quella città, sono prive di fondamento. Come ti scrissi nella mia precedente lettera, da vario tempo si cercava dall’amministrazione un fabbricato per collocarvi convenientemente gli

uffici dell’Agenzia

delle Imposte ed eventualmente anche altri. — Dai competenti uffici era stato proposto in un primo tempo di togliere in affitto l’albergo Hassler in Via Chiatamone, e quasi contemporaneamente venne l'of¬ ferta di vendere allo Stato il palazzo Corigliano. — Come di regola, e come era suo preciso dovere, l’Amministrazione diede incarico alla Intendenza di Finanza di Napoli di fare esaminare dal competente ufficio tecnico anche l'offerta di acquisto del palazzo Corigliano, per vedere se, in definitiva, fosse più conveniente affittare l’albergo Has¬ sler o acquistare il palazzo Corigliano. A prescindere che, da prelimi¬ nari informazioni pervenute dalla Intendenza di Napoli, la proposta di acquisto del palazzo Corigliano deve scartarsi, sia per l’elevatezza del prezzo, sia per l’inadattabilità dei locali ad uso ufficio, sta il fatto che rendendosi, col 31 dicembre prossimo, vuoto il fabbricato di Monteoliveto per la soppressione della Cassazione di Napoli, e per il trasferi¬ mento della Pretura di Montecalvario nel fabbricato di S. Francesco,

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IO3I

Il Ministro della Pubblica Istruzione Onorevole Benedetto Croce Senatore del Regno Bardonecchia 23 Ago. 1923 Caro Benedetto, come potrai tu stesso rilevare dal¬ l’acclusa copia di circolare da me emanata quest’anno per gli esami di maturità

per essere ammessi a tale esame è

quei locali quasi certamente verranno adibiti per sede degli uffici del¬ l’Agenzia delle Imposte. Pertanto puoi, a nome mio, assicurare l’On.le Senatore Croce che il palazzo Corigliano non verrà sottratto dal mer¬ cato delle abitazioni della cittadinanza Napoletana, essendovi la possi¬ bilità di sistemare gli uffici finanziari in fabbricati demaniali, perché solo in mancanza di essi si provvede con tutta oculatezza a collocare gli uffici governativi in stabili di proprietà privata. Cordiali saluti. F.° A. De Stefani A S.E. l’On. Prof. Giovanni Gentile Ministro della P. Istru¬ zione». Ma nel 1927 detto palazzo, appartenuto fino a qualche anno prima alla famiglia Saluzzo Corigliano, risulta sede della Cassa Nazio¬ nale delle Assicurazioni Sociali. V. anche lett. 1024, n. 1.

[1031] ' Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale Istru¬ zione primaria e popolare Divisione IV Roma 16 giugno 1923. «Ai RR. provveditori agli Studi del Regno In relazione al R. Decreto 6 maggio 1923, n. 1924, relativo all’ordinamento della scuola media, ed alle norme di prossima attuazione per il riordinamento della scuola prima¬ ria e popolare, dispongo che per il corrente anno scolastico l'ammis¬ sione all’esame di maturità sia regolato [sic] nel modo seguente: Sa¬ ranno ammessi all’esame di maturità, con anticipazione di un anno sul¬ l’età di dieci anni prevista dall’art. 36 del Regolamento 22 giugno 1913,

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necessario l’aver compiuto o compiere i nove anni entro il 31 dicembre p.v. La tua Elenina non poteva, quindi, essere ammessa a detti esami perché compie nove anni nel febbraio 1924. Per l’iscrizione, poi, al Ginnasio basta nel prossimo anno la presentazione del diploma di maturità. Cordiali saluti Gentile

1032

Ministero dell’Istruzione - Il Ministro Roma 5.IX. 23 Mio caro Benedetto, È tanto che ti devo scrivere, e di tante cose 1 Ma sono

n. 1216, quegli alunni che abbiano ottenuto una media di almeno otto decimi nell'esame di compimento ovvero abbiano riportato uguale me¬ dia durante il quarto anno. La prima di tali condizioni è riferibile tanto agli alunni che frequentarono il quarto corso elementare in una scuola pubblica, quanto a coloro che lo frequentarono privatamente, cosicché per l’ammissione in parola sarà sufficiente dimostrare il pos¬ sesso dell una o dell'altra delle condizioni predette. È altresì mio vivo desiderio che le operazioni di esame vengano iniziate ed esaurite quanto più presto possibile, anticipando o posticipando in conse¬ guenza le date degli scrutini per le scuole medie, agli effetti della composizione delle Commissioni esaminatrici. Voglia la S.V. dare solle¬ cita notizia di quanto sopra alle Autorità dipendenti, assicurandosi della osservanza della presente disposizione. P.C.C. Il Direttore Gene¬ rale (firma illeggibile) Il Ministero fio/ Gentile. Nota: i dieci anni si devono compiere entro il 31 dicembre >>.

[1032] 1 In effetti il Croce era arrivato a contare (e a dare un numero)

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avvolto da una moltitudine di faccende urgenti che biso¬ gna sbrigare in tempo pel nuovo anno scolastico; e la

ben quattro lettere, prima di ottenere, alla quinta, la risposta del Gen¬ tile; per le precedenti, restate inevase, il 7 settembre (Lettere, n. 960, p. 630) pregava che il Gentile o il Severi, a seconda del caso, spendessero « una mezz’ora disponibile, domenicale ». Ma le questioni, più o meno urgenti che egli aveva via via sottoposto all’attenzione del Gentile non trovano più riscontro nelle lettere di cui disponiamo. 1115 luglio (ivi, n. 960, p. 650) il Croce aveva accennato ad «importanti correzioni» da ap¬ portare al «disegno per le B.A.», definendo un «pasticcio», certamente dovuto a «difficoltà di personale e di suscettibilità personali», la distinzio¬ ne di «varii generi di sopraintendenze» che invece a suo parere andava¬ no ancora ridotte di numero e rese «uniche». Il nuovo ordinamento, varato con R. decreto del 31 dicembre 1923, mantenne solo in alcuni casi la distinzione tra sovraintendenza all’antichità e quella all’arte me¬ dievale e moderna. L’approfondimento di questo e altri temi (v. anche qui lett. 1023, n. 3) era rinviata alla fine della « spulciatura ». Il Croce, inoltre, raccomandava caldamente al Gentile la nomina nel « nuovo» Consiglio Superiore della PI. (con R. Decreto del 16 luglio 1923, n. 1753, i suoi membri, ridotti da 28 a 21, erano tutti di nomina regia su proposta del ministro) di Giuseppe Salvioli, « grande amico di Giu¬ stino » e suo, tra i « pochissimi onesti » nel trattare cose universitarie, a cui dunque andavano perdonati « quei tali plagi » (v. Lettere, p. 181, n. 1) dovuti del resto solo ad « ingenuità di metodo », e concessa qualcuna di quelle soddisfazioni che non aveva mai avuto. Rinnovando la candi¬ datura per questo « vecchio assai laborioso » e invitando il Gentile a scrivergli « in ogni caso, una lettera assai gentile per lui » (ivi, Bardonecchia, 3.VIII. 23, n. 957, p. 646), aggiungeva: « E, francamente, se tu potessi contentarlo, mi farebbe piacere. Dai giornali ho visto che hai scelto di Napoli il Rocco, che è giovane e venuto da poco in quell’Università ». (Arturo Rocco, ordinario di diritto e procedura penale, era membro del Direttorio provinciale fascista, mentre il Salvioli era noto, anche alla polizia, come socialista). Il Croce aveva poi un moto d’impa¬ zienza riguardo alla costituenda università di Bari (a cui si sarebbe poi aggiunta la Cattolica di Milano): « E così le università invece di dimi¬ nuire cresceranno! [v. lett. 1002, p. 335, n. 1] Credo che non ti sarà necessario neppure provvisoriamente il limite di età, mandando via parecchi validi e bravi, avendo un’intera università da riempire...». Più tardi (ivi, Napoli, 27.III., n. 985, p. 669), il Croce metterà in guardia il

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giornata non mi basta. Ho seguito io stesso la questione Fatta pel Froebe-

Gentile sul « doloroso |...] effetto, sia pure non voluto » della sua opera per f «inflazione universitaria».

In realtà il Gentile era provvisto, do¬

vendo rinunciare ai limiti d'età (v. lett. 1004, p. 340), di uno strumento «provvisorio» ben più inquietante per procedere all’« epurazione » del mondo accademico, e cioè il R. Decreto delibi marzo 1923, n. 683. Il suo titolo, burocraticamente anodino di « Norme per l’esonero e il trattamento di quiescenza dei professori universitari, sovraintendenti e direttori per le Antichità e Belle Arti;... », che ricalcava quelli degli altri provvedimenti già adottati per sfoltire la « selva » della pubblica amministrazione (v. qui anche lett. 1012) lo fece allora passare inosser¬ vato (e talvolta anche oggi, negli studi che trattano di queste vicende). Sta di fatto che non riguardando riduzioni di ruolo o ragioni di servi¬ zio, e dipendendo le categorie contemplate dal 1" e 2" articolo solo dal ministro, è a sua totale discrezione, e senza possibilità d'appello, tranne al Consiglio di Stato, che questi poteva procedere all’« eso¬ nero »: a) per sopravvenuta incapacità, b) per scarsa diligenza, c) per indegnità. La reazione degli stessi professori universitari, almeno di quelli rappresentati dall’A.N.P.U., fu davvero blanda: un richiamo alle garanzie di interesse generale e non personale del T.U., e l’ap¬ pello, per avere procedure oggettive e soprattutto rapide, all'indiscuti¬ bile equità del ministro, che dal canto suo si limitò alla generica assicu¬ razione che esulava dal suo provvedimento « ogni significato politico o di preferenza di scuola » e che i « dolorosi » interventi sarebbero stati limitati « a quei pochissimi casi [...] da tempo inesorabilmente e univer¬ salmente condannati [...] talora generalizzando» dall’opinione pub¬ blica (cfr. in « Giorn. d’Italia », a. XXIII, n marzo 1923, n. 60, p. 3). Ma dalla nota di commento di U. Spirito a questo decreto (in « La Nuova Politica Liberale», a. II, fase. Il, p. 220) veniva una, certo non voluta, smentita alla sua presunta relativa innocuità. Inquietudini per « l’inter¬ ruzione presente e per l’avvenire dei lavori della Biblioteca » (forse anche a seguito del Decreto Presidenziale del 23 giugno 1923, che deli¬ mitava con maggior precisione la parte della Reggia da assegnare alle Biblioteche) il Croce le manifestava il 31 luglio (ivi, n. 936, p. 647, ma di nuovo anche il 6 agosto, n. 938, p. 647), insieme a quelle per la nomina di O.M. Corbino (dal i" agosto) a ministro dell’Economia (dicastero che dal 3 luglio riuniva quelli delfAgricoltura, dell’Industria e Com¬ mercio e del Lavoro e Previdenza sociale, già tenuti rispettivamente da

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liano 2, e ti assicuro che le persone che mi hanno riferito male di lui non hanno relazione di sorta con Teti e C. Tra gli altri, chi mi ha detto cose molto gravi intorno alla

Giuseppe De Capitani, Teofìlo Rossi, e Stefano Cavazzoni). Ma i motivi morali e politici di questa sua diffidenza (il Croce rimpiangeva il licen¬ ziamento di « galantuomini come il De Capitani e il Cavazzoni ») e il timore che il Corbino desse dei « fastidi » al Gentile (v. qui in proposito lett. 971, p. 302) si trovano in righe omesse nell’ed. Mondadori (dove pure, è data solo l’iniziale del « giovane povero e dignitoso », per il quale Croce richiedeva il dovuto riconoscimento e che forse fu accon¬ tentato, dal momento che Raffaello Piccoli otteneva il 17 gennaio 1924, l’abilitazione alla libera docenza in lingua inglese). Non sappiamo in¬ fine se il Gentile esaudisse i « modesti desiderii » di tre ragazze, che il Croce aveva presentato così: « una zoppa, l’altra nana e la terza di cui non conosco l’aspetto » (ivi, ibid., p. 646). 2 La nomina di Giuseppe Fatta, già professore di scienze naturali, uomo di non elevata cultura, ma « energico, e temuto per questo », era stata proposta dallo stesso Orani, e però sospesa in base ad un tale «cumulo di accuse», da scomodare persino il sindaco. Il Croce si era deciso a scriverne (Lettere, 30.Vili.1923, n. 939, p. 648), pressato dalle tante richieste di aiuto ricevute da Napoli, e, rivendicando una buona conoscenza « delle cose napoletane », attribuiva ogni cosa alle manovre di « quel tale figuro, che si era insediato al Froebeliano », e godeva di « amicizie e connivenze » nel « Mattino », e al quale giornale, poi, e agli Scarfoglio suoi proprietari, era pure obbediente il sindaco, per la pro¬ messa della nomina a senatore. « Quel figuro » dunque, e i suoi « com¬ plici » attendevano la partenza del commissario « per entrare nel consi¬ glio di amministrazione come rappresentanti del Comune ». Secondo il Croce, dunque, per fare « pace e pidizia » nel « nido di camorra » che era il Froebeliano (anche prima che Antonino Anile peggiorasse la situazione con l’invio di un commissario «arrivista elettorale») era necessario pubblicare, come da un pezzo aveva consigliato invano, Finchiesta Cogo (v. qui lett. 1008, p. 347, n. 1), e gli accertamenti dell’Orani nei riguardi del Teti (ma il Croce non ne fa mai il nome) allontanan¬ dolo definitivamente da Napoli, magari per ragioni di servizio e nomi¬ nare il Fatta i cui meriti erano accresciuti se non altro dal genere di avversari che lo contrastavano, o almeno, ma si sarebbe concesso ai « camorristi » un secondo « trionfo » (dopo quello delle dimissioni del Mango, v. lett. 1021, n. 7; nel poscritto ricordava come tale anche Fai-

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moialità di lui c è il nostro Luigi Russo * * 3 4. Ad ogni modo, approfondirò l'indagine. L Orani d altra parte è legato a costui da vincoli mas¬ sonici \ e mi si è mostrato troppo interessato — fino alla scorrettezza — a questa nomina. E avendomi trovato fei mo nella ripulsa, ha portato qui l’Angiulli5 a testimo¬ niare in favore del Fatta; e ora vedo che ha scritto a te, ripetendo a te su per giù quello che aveva detto a me. Ora egli dovrebbe essersi persuaso che da me è stato e sarà sempre sostenuto energicamente contro i suoi ne¬ mici; e questo gli dovrebbe bastare. Al Teti abbiamo fatto restituire una forte somma di indennità da lui indebita¬ mente percetta; e non è escluso che possa avere da me altri guai. Ma Teti non dev’essere un pretesto per farmi ingoiare persone, sul cui conto io non sia tranquillo. Per la questione Spinazzola, fatto sempre bersaglio ad accuse fierissime da ogni parte, mi son risoluto a tron-

lontanamento della direttrice Emilia De Rosa « rozza donna, ma one¬ sta lavoratrice »), designare un’altra persona « spiacente a quei signori ». Il Fatta ottenne infine la carica di direttore del personale dirigente e amministrativo (1924). 5 II Croce, dopo queste affermazioni del Gentile (anche se gli con¬ sigliava però di non basarsi troppo sui giudizi di « un ragazzo », qual era il Russo) diceva di non voler tanto insistere « pel Fatta come per¬ sona », quanto piuttosto sulla nomina di un direttore estraneo alla « marmaglia » e sulla assoluta preclusione di un rientro di « quel tale » nel consiglio di amministrazione (ivi, Bardonecchia, 7.IX.23, n. 960, p. 659). 4 Ma, rispondeva il Croce (ivi, ibid.) egli stesso aveva raccomandato al Severi che « nella proposta del Fatta non entrasse la massoneria » e di indagare sui « precedenti ». Più tardi (ivi, 26.II.24, n. 984, p. 668), il Croce segnalava al Gentile la mancata promozione dell’Orani «buon funzionario e [...] bravo giovane», che vistosi «passare avanti altri meno anziani », nutriva il « sentimento consueto in chi sta lontano: che cioè i vicini abbiano sempre modi di farsi valere meglio ». 5 Raffaele Angiulli.

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caria destinandolo temporaneamente a Modena6 (va¬ cante), e mandando a Napoli commissario il Frascherelli7 — che è persona di grande rettitudine e accortezza — coadiuvato da due tecnici8 per fare un’indagine a fondo, che chiarisca e accerti una buona volta come stanno le cose, e se c’è nulla di grave a carico dello Spinazzola 9.

6 11 4 settembre. 7 II direttore generale Ugo Frascherelli era stato nominato con R. Decreto del 9 settembre 1923, n. 1987. Il Croce restava colpito molto dolorosamente da queste decisioni del Gentile nei confronti di un uomo, lo Spinazzola, che, ribadiva, se anche non era privo di difetti, era anche molto ricco di « ingegno e attività », e trovava intollerabile che « ormai vecchio » corresse il rischio di « chiudere male la sua vita agitata e non lieta »; e d’altra parte in quel momento credeva di non poter eccepire nulla, confidando che il Gentile si fosse mosso su dati positivi acquisiti e in buona coscienza. Augurandosi dunque che tutto andasse bene, si accingeva a scrivere allo Spinazzola « per raccoman¬ dargli di essere obbediente e paziente » (ivi, ibid.). V. anche lett. seg. n. 1 e lett. 1037, n- 18 L’ing. arch. Carlo Calzecchi, coadiutore per i servizi tecnici ed artistici e il prof. dott. Antonio Minto, ispettore per i servizi tecnici e artistici degli scavi. 9 La vicenda dello Spinazzola, il cui “ notorio ” retroscena politico era la sua amicizia col Nitti, quest’ultimo oggetto di sempre più forsen¬ nati attacchi (v. in proposito anche la pref. di S. Aurigemma a V. Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi di Via dell'abbondanza. Anni 1910-1923, Roma, La libreria dello Stato, 1953) si era nel frattempo (v. lett. 1021, n. n) tinta di « giallo », grazie ad un articolo del « Mattino » dell’8-9 giugno, dal titolo: La « Venere genitrice » diserta l’Italia in condi¬ zioni singolari perché acquistata da Rotschild. Nel n. 9-10 del giornale com¬ pariva una lettera di totale smentita dello Spinazzola, ma il « Mattino » del io-ii giugno insisteva con un articolo intitolato II mistero della Venere genitrice, suffragando le notizie pubblicate sull’episodio, che risaliva al febbraio dell'anno precedente, con presunte indagini, insabbiate, dei Carabinieri e della Polizia e imputando alla negligenza ed inefficienza della sovrintendenza lo scavo abusivo e l’esportazione « legale » della statua, ottenuta raggirando abilmente l’ufficio esportazione, presie¬ duto dal genero dello Spinazzola, Salvatore Aurigemma. Il 22-23 giu¬ gno tutta la storia veniva smentita (Nuova storia della « Venere genitrice »,

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Non potevo più oltre lasciare l’oscurità sopra un punto come questo dell’amministrazione, sul quale si appun¬ tano gli occhi di tanti, malevoli o no. Credo che lo Spinazzola si renderà conto della neces¬ sità di questo provvedimento, che non compromette me¬ nomamente la posizione, in cui intendo restituirlo con sua intera soddisfazione se l indagine gli sarà favorevole; e spero che vorrà perciò accettarlo con pazienza. Egli certamente ricorrerà a te, e ti darà noia. Ti prego di consigliargli di andare a Modena e star cheto, assicurandolo del ritorno a Napoli a suo tempo — spero presto — se le cose stanno in regola. Credo che anche tu sarai contento di questa risolu¬ zione con cui si potrà porre termine in un modo qualun¬ que a polemiche e dicerie che da tanti anni turbano l’am¬ biente napoletano e la coscienza di tanta gente ,0. In questi giorni si varerà la riforma universitaria ”.

Polemica coll'Anonimo Falsificatore), in base all'intervento ufficiale del Ministero della P.I. che affermava che la statua era un falso su dichiarazione orale e scritta del falsario al Ministro. I colpi di scena non finivano qui (v. più avanti lett. 1037, n. 7) ma ad ogni buon conto il « Messaggero » del 22 giugno, si incaricava di dare respiro internazio¬ nale alla questione riproducendo un’intervista di Salomon Reinach al giornale parigino « Excelsior », in un articolo intitolato: Gli scavi di Pompei, il Museo di Xapoli ed il prof. Spinazzola, rinnovando le accuse di autocratismo al sovrintendente, che non solo teneva chiusi gli scavi ma da ben io anni non dava notizie di quelli da lui condotti neppure agli studiosi. Si concludeva, «senza voler approfondire altri episodi circa l'esportazione di statue ellenistiche che pure furono oggetto di gravis¬ simi apprezzamenti sull’opera della sovraintendenza di Napoli, da parte di giornali Napoletani e dell'alta Italia», chiedendo l'intervento urgente del Ministero. lo Cfr. in proposito anche lett. 1045, p. 414, n. 2. " R. Decreto 30 settembre 1923, n. 2102. Al riguardo il Croce scri¬ verà semplicemente: « Vedo che hai portato a termine un grosso la¬ voro » (Lettere, 19.IX.23, n. 962, p. 651).

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Dio m’assista! All’ultimo momento assalgono tanti dubbi angosciosi! Con un abbraccio tuo Giovanni

I033 Ministero dell’Istruzione - Il Ministro All’Illustre Prof. Benedetto Croce Senatore del Regno Bardonecchia 17.IX.23 Caro Croce, A proposito di quanto mi scrivi circa l’abbattimento degli alberi del Giardino Colonna

ti mando copia del-

[1033] ' Con meraviglia e dispiacere per non essere stato consultato, il Croce aveva appreso la notizia di questa rapida distruzione, che an¬ dando contro il suo parere espresso in giugno, mortificava appunto la Commissione consultiva per le bellezze naturali di Napoli. Oltre ad imbruttire ancor di più la città, col depauperarla di quel poco di verde che le restava, si era lasciata mano libera agli « speculatori e ai loro avvocati ». E questi, era proprio il Gentile che glielo aveva riferito ricordava il Croce, pur « di ottenere cose non [...] conformi al pubblico interesse », avevano « giocato sulle antipatie che il nome dello Spinazzola suscitava », giungendo ad invertire le parti, per fare di quest’ul¬ timo un oppositore della distruzione. 11 Croce aveva pure rivendicato il suo essere « vecchio conoscitore [...] delle cose napoletane, specie atti¬ nenti all'arte » (e anche di quelle dannose: 337 Gamberale, Vincenzo, I, 143 Gans, Eduard, III, 386 Garbasso, Giorgio Antonio, V, 371 n.

Gargàno, Giuseppe, Saverio, III, 33 e n., 98 e n. Gargiulo, Alfredo, II, 213 e n., 278, 279 e n., 280, 283, 284 e n., 287, 288 e n., 291 e n., 299, 304, 313 e n., 334 n., 340 e n., 341 e n., 334; III, 14 e n., 48 e n., 66 e n., 89 e n., 104 e n., 149 e n., 137 e n., 187 e n., 192, 193, 196, 197 e n., 366 e n., 367 n.; IV, 297 n.; V, 273 e n. Garin, Eugenio, II, 17 n. Garofalo, Francesco Paolo, II, 43 e n., 48, 60, 186 e n. Garofalo, Raffaele, III, 331 n. Garufi, Carlo Alberto, III, 82 e n., 83, 332 e n. Gatti, Pasquale, III, n e n., 99 n., 192 e n. Gatti, Stanislao, IV, 132 Gaudio, Raffaele, II, 104 e n., 244; III, 411 e n.; IV, 7 e n. Gaupp, Otto, IV, 31 Gautieri, premio. III, 77 e n.; IV, 227 n. Gemelli, Agostino, IV, 324 n.; V, 218 e n. Gencarelli, Elvira, III, 326 n. Gennarelli, V, 133 Genovesi, Antonio, I, 43 n., 37 n., 65 n., 73 n., 76 n., 77 n., 89 n., 90 n., 91,143 n., 160 n., 163 n., 202 e n., 207, 236; II, 8 e n., 12, 23, 31 n., 32 n., 38 n., 46 n., 71 n., 73,83 n., 92 n., 98 n., 99 n., 100 n., 103 n., 104 n., 103 n., 107 n., 108, no n., 113 n., 113 n., 118,121 n., 131 e n., 135,136 n., 142 e n., 143 e n., 137 e n., 173 n., 182 e n., 184,185, 211 n.; III, 134 e n., 130 e n., 184, 209, 212 n., 277 n., 331 n.; V, 13, 180 n., 183, 189 n.

INDICE DEI NOMI

Genovesi, Guglielmo, I, 170 e n., 193, 201, 216, 241, 243, 250, 234, 274, 279, 283, 287, 288, 305, 317, 318, 321, 327, 329, 330, 332, 333, 334 Gentile, Benedetto, III, 241, 245; IV, 33; V, 266, 269 Gentile, Caterina, III, 22; IV, 88e n., 91, 93, 97, 100, 102, 126, 175, 260, 261, 268, 270, 274 Gentile, Erminia, v. Nudi, Ermi¬ nia Gentile, famiglia, 1,95 n.; 11,5 nGentile, Federico, II, 184; III, 5, 83,332,357,380,381 n.; IV, 19,31, 55, 63 e n., 65, 68, 70, 145, 183, 185,345; V, 233,236,240,274,275 Gentile, Fondazione, I, 5 n., 6 n., 7 n., io n., 40 n., 48 n., 56 n., 95 n., no n., 140 n., 155 n., 157 n., 165 n., 188 n., 203 n., 205 n., 216 n., 223 n., 228 n., 229 n., 244 n., 251 n., 256 n., 266 n., 269 n., 272 n., 274 n., 275 n., 280 n., 287 n., 288 n., 289 n., 293 n., 303 n., 307 n., 308 n., 319 n., 327 n., 332 n., 333 n., 336 n., 337 n., 346 n.; 11,6 n., 9 n., 13 n., 17 n., 36 n., 40 n., 61 n., 63 n., 64 n., 67 n., 75 n., 76 n., 80 n., 86 n., 88 n., 89 n., 96 n., 97 n., 98 n., 99 n., 103 n., 114 n., 115 n., 119 n., 126 n., 129 n., 149 n., 156 n., 162 n., 164 n., 165 n., 166 n., 168 n., 169 n., 186 n., 187 n., 189 n., 191 n., 207 n., 220 n., 228 n., 235 n., 238 n., 248 n., 264 n., 265 n., 27011., 289 n., 303 n., 306 n., 316 n., 324 n., 334 n., n-, 345 n-, 353 n.; Ili, 7 n.,30 n., 35 n., 41 n., 43 n., 44 n., 50 n., 53 n., 59 n., 77 n., 80 n., 82 n., 83 n., 119 n., 133 n., 137 n., 140 n., 344

493

170 n., 171 n., 181 n., 182 n., 189 n., 190 n., 195 n., 202 n., 215 n., 217 n., 223 n., 231 n., 233 n., 248 n., 253 n., 254 n., 259 n., 261 n., 271 n., 274 n., 276 n., 289 n., 290 n., 293 n., 300 n., 301 n., 305 n., 310 n., 311 n., 312 n., 318 n., 322 n., 326 n., 330 n., 331 n., 342 n., 348 n., 352 n., 353 n., 356 n., 362 n., 363 n., 369 n., 373 n., 378 n., 383 n., 385 n., 389 n., 406 n.; IV, 7 n., 21 n., 24 n., 26 n., 38 n., 48 n., 51 n., 58 n., 65 n., 70 n., 72 n., 82 n., 96 n., 97 n., 109 n., no n., ni n., 118 n., 125 n., 140 n., 142 n., 144 n., 147 n., 149 n., 150 n., 198 n., 200 n., 213 n., 216 n., 233 n., 239 n., 240 n., 243 n., 247 n., 256 n., 266 n., 278 n., 282 n., 284 n., 291 n., 301 n., 303 n., 304 n., 305 n., 310 n., 320 n., 321 n., 325 n., 329 n., 331 n., 338 n., 340 n., 341 n.; V, 7 n., 20 n., 22 n., 24 n., 46 n., 53 n., 56 n., 61 n., 66 n., 69 n., 71 n., 76 n., 102 n., 103 n., 114 n., 119 n., 130 n., 133 n., 138 n., 143 n., 150 n., 154 n., 166 n., 173 n., 174 n., 198 n., 216 n., 221 n., 239 n., 249 n., 251 n., 258 n., 276 n., 290 n., 294 n., 299 n., 300 n., 302 n., 303 n., 304 n., 312 n., 317 n., 324 n., 340 n., 342 n., 395 n., 402 n., 406 n., 413 n., 426 n., 437 n., 445 n. Gentile, Fortunato, IV, 31, 40, 43, 44, 48, 124; V, 62, 63 Gentile, Gaetano, II, 277, 278, 281, 307; V, 298 Gentile, Giannino (figlio di Pie¬ tro Gentile), I, 323 Gentile, Giovanni (figlio di Gio¬ vanni Gentile), 11,2 77,278,281,

494

INDICE DEI NOMI

307; III, 102, 191; IV, 235 Gentile, Giovanni (figlio di Giu¬ seppe Gentile), V, 161 e n. Gentile, Giovanni (padre di Gio¬ vanni Gentile), V, 109, 193 Gentile, Giuseppe (fratello di Giovanni Gentile), I, 218; V, 161 n., 263 e n. Gentile, Giuseppe, I, ioi,2ooen., 314, 320 n. Gentile, Panfilo, V, 263 n. Gentile, Pietro, I, 217 e n., 218, 219, 220, 323 n.; II, 240 Gentile, Rosina, II, 221, 223, 232, 235, 236, 238, 240, 273 n. Gentile Crisarà, Maria, III, 188 e n., 313, 340; IV, 213, 218 Gentile, Teresa, II, 32, 43, 30, 96, 114 n., 116,122,137,143,133,164, 163, 166, 184, 222, 223, 239, 277, 304, 314, 320, 321, 323, 326, 331, 334; III, 3, 17, 18, 22, 32, 43, 43, 46,31,34,33, 83,93,106,139,160, 163, 182 e n., 313, 314, 322, 329, 332, 332, 357, 380, 381 n.; IV, 31, 37»

63, 7°> I2I> z45> 157 e n-> 225> 233,301; V, 213,216,231,232,235, 237 e n., 238, 239, 245, 246, 266, 298 Gentile, Teresa (madre di Gio¬ vanni Gentile), v. Curti Genti¬ le, Teresa Gerace, Vincenzo, III, 399 e n.; IV, 161 e n.; V, 403 e n. Geremicca, Alberto, II, 234en. Gerini, Giovan Battista, II, 138 e n., 159; V, 122 Gerning, Johann Isaac, I, 143 Gerratana, Valentino, I, 19 n. Gervinus, Georg Friedrich, IV, 184 n. Gessner, Salomon, I, 114

Gherardi, Achille, V, 221 n. Giacosa, Giuseppe, III, 347 n., 348 e n. Giacosa, Piero, V, 351 e n., 335 n. Giambruno, Salvatore, IV, 209 n. Giannim, Francesco, II, 84 n., 208; III, 244; V, 36 n., 71 Giannone, Pietro, II, 163 n., 168 n., 169 e n., 170,172,187 n., 194 n., 206 e n., 216 n., 286 n., 323 n.; Ili, 33 n., 42 n., 34 e n., 36 e n. Gianturco, Emanuele, II, 293 e n., 296 Giardina, Andrea, II, 313 e n. Giardini, II, 153 Gigante, Marcello, IV, 214 n.; V, 362 n. Gildemeister, C.H., II, 233 Giobbe, Mario, II, 56 e n. Gioberti, Vincenzo, 1,36en., 41 e n., 44 n., 72, 77 e n., 91, 96, ni, 124 n., 127,128 n., 131 n., 134 n., 133 e n., 137 e n., 130 e n., 151 n., 134, 167, 178 n., 189 e n., 191 n., 203 n., 204 e n., 215, 221 n., 222 n., 229 e n., 242, 266 e n., 283 e n., 293; II, 9 n., 27 e n., 36 e n., 30, 131 n.; Ili, 162 n., 303 e n., 307 e n., 337 n., 330 n., 331 e n., 364; IV, 35, 38 e n., 39 n., 61, 62, 79 e n., 85, 89 e n., 90 e n., 92 e n., 102 e n., 126 e n., 128 e n., 130 n., 131 e n., 132 n., 133,134 n., 139 e n., 140 e n., 144 e n., 147 e n., 233 n.; V, 38 n., 94 e n., 139 n., 210 n., 305 n., 312 n. Giolitti, Giovanni, III, 232 n., 236 n.; IV, 293 n.; V, 27, 28 n., 29 e n., 30, 288 n., 323 n., 333 n. Giordani, Paolo, IV, 29 n. Giordano, Luca, V, 207 n.

INDICE DEI NOMI

Giordano-Zocchi, Vincenzo, III, 96 n. Giovanna I d'Angiò, regina di Napoli, I, 204, 205 n. Giovanni III, re del Portogallo, 37

Giovannoni, Gustavo, V, 394 e n. Giovio, Paolo, III, 174 n. Giri, Giacomo, II, 147 e n.; IV, 278 e n., 280, 316 Giuffrida, Sante, II, 285 e n. Giuliano, Balbino, IV, 158 n.; V, 403 n. Giuliano l’Apostata, V, 271 n. Giurati, Giovanni, V, 369 e n. Giusti, Giuseppe, II, 161 n. Gizzi, Giuseppe, II, 1396 n., 141 Gnesotto, Attilio, I, 285 e n. Gobetti, Pietro, V, 416 n. Goethe, Johann Wolfgang von, I, 119, 291, 292 n., 294; II, 56 n., 97 e n.; IV, 181 n.; V, 177 n., 178 n., 192 Gorra, Egidio, V, 76 e n., 145 e n., 131, 167 n., 203 n., 204 n. Gottardi, Agide, V, 187 n. Gozzi, Carlo, IV, 58 e n. Graciàn, Baltasar, I, 188 n.; Ili, 345

Graf, Arturo, III, 93 Grandi, Guido, IV, 350 e n., 352 Grassi, Pasquale, III, 394 n. Grassi-Bertazzi, Giovanni Batti¬ sta, IV, 324 Grasso, G., IV, 210 n. Gravina, Gian Vincenzo, I, 293 n.; V, 260 n. Graziussi, Marino, IV, 174 n. Grazzini, Anton Francesco, det¬ to il Lasca, I, 9 e n., 73 e n., 116, 203 n. Gregorio, Rosario, IV, 6 e n.

495

Grilli, Alfredo, V, 23 n. Grimaldi, Vincenzo, II, 14 e n. Grimblot, II, 333 Grippo, Pasquale, V, 20 e n., 21, 22, 23 e n., 49, 31 n., 39, 115 Grisebach, Eduard, II, 236 Gròber, Gustav, I, 220 e n., 222, 223 n., 223 n., 226 e n., 227, 228, 231, 266 n.; II, 32 n. Grappali, Alessandro, I, 214 e n.; Ili, 163 e n. Guastella, Cosmo, II, 139en., 141, 313 e n., 324, 334; IV, 239 e n. Guerra, Augusto, I, 19 n. Guerra, Nicoletta, IV, 335 e n., 355

Guerrazzi, Francesco Domeni¬ co, IV, 163 e n. Guerrieri, Guerriera, V, 329 n. Guerrini, Olindo, I, 183 Guidi, Ignazio, IV, 278 e n., 279, 291 Gurrieri, Raffaele, III, 347 e n., 353 n. Gustarelli, Andrea, IV, 246, 247 e n. Guzzoni, libreria, IV, 337

Hachette, editore, I, 223 Haeckel, Ernst Heinrich, II, 173 n.; IV, 99 Haim, v. Haym, Rudolf Halbherr, Federico, IV, 279 e n. Haldane, E.G., V, 433 Hamann, Johann Georg, II, 253 e n. Hamerling, Robert, II, 267 Hanauer, G., II, 133 n. Hanotaux, Gabriel, V, 379 Harasim, famiglia, IV, 30 n., 33 Harasim, Gemma, II, 333 n., 340 Harcourt e Brace, editori, V, 290,

496

INDICE DEI NOMI

291 Harnack, Adolph von, V, 7 e n., 8 n. Hartenstein, Gustav, III, 6,17,24, I23, i39

Hartmann, Eduard von, II, 13 n.; Ili, 106 e n. Hartmann, Ludo M., V, 133 n. Hastie, W., V, 433 Haupt, Moritz, II, 256 Hauvette, Henri, II, 129 n. Haym, Rudolf, II , 101 Hazard, Paul, IV, 139 n. Hearn, Lafcadio, II, 319 n. Hegel, Georg Wilhelm Frie¬ drich, 1,51, 83 n., 96,108,127 n., 131,136 n., 137 n., 138 e n., 142 e n., 152, 181, 185 n., 189,197, 202 n., 203, 242, 243 e n., 246 e n., 266 e n., 310, 313, 322; II, 6, 7 e n., 13 n., 32 n., 33,42 e n., 30,67, 68, 71 n., 80,101 e n., 107 n., 108, 109 e n., 113, 137, 143 e n., 172 e n., 187 n., 209 n., 211 n., 213 n., 216 n., 217 n., 222 e n., 223, 228 e n., 234 e n., 236 n., 237 n., 244 n., 246 n., 247 n., 232 e n., 233 n., 236 e n., 237 n., 238, 261 e n., 263,267 n., 268 e n., 269 n., 270 e n., 271 n., 278 e n., 279 e n., 280 n., 281 n., 282 n., 283 n., 284 e n., 287 e n., 293 n., 296 e n., 298 n., 299 n., 306, 310 n., 322 e n., 323 n., 323,326,332 n., 339 e n., 333 e n., 334e n.; Ili, 8,9e n., ion., 12 e n., 16 n., 19 n., 26 e n., 27, 28 e n.,29, 33 e n., 39 e n., 42, 33, 61 n., 63 n., 68, 80 n., 103 e n., 119, 142 e n., 147 n., 137 e n., 187 n., 192 n., 193 e n., 203,248 e n., 249 n., 233,234 n., 233 n., 267 n., 298 n., 300,301,302 e n., 303 e n., 304

n., 307, 310 e n., 318 n., 331 n., 334 n-, 335 e n., 337,342 n., 346 e n-> 336, 359> 360, 361 n., 366 e n., 382 n., 389 n., 392 n.; IV, 8 e n., 12 n., 27 e n., 31 e n., 33 e n., 41 e n., 48,51,34 n., 39 n., 86,87 e n., 131 n., 137 n., 144 n., 145 n., 146, 152 n., 153 e n., 136 n., 138, 139 n., 173 n., 178 e n., 181 e n., 184, 199 n., 200 e n., 207,216,223,226 n., 232 n., 241 n., 246e n., 233 n., 264 e n., 263 n., 270, 273 n., 289 n., 293 n., 313 n., 316 n., 323,336 n., 334 n.; V, 7 n., 9 n., 13 e n., 36, 71,139 n., 162 n., 182 n., 262 n., 277 n., 321, 419, 449,430,431, 432, 433, 434 Heine, Heinrich, V, 334 n. Heinze, Max, II, 209 n., 291 Helios (pseud. di Giovanni Gen¬ tile), II, 121 n. Herbart, Johann Friedrich, 1,138 n., 139,183 n., 197,239 n.; II, 212 e n., 289, 290 n., 306 n., 316,323; III, 6 n., 24, 48 n., 61 e n., 70 n., 71, 72 e n., 73, 81 n., 84, 89 e n., 91 e n., 94 e n., 96 e n., 101 e n., 103 e n., 107 e n., 108 e n., no e n., 117 e n., 120,124,129,130,133, 139 e n., 144 e n., 146 e n., 133 e n., 160 e n., 187 e n. Herder, Johann Gottfried von, III, 349 n. Hobbes, Thomas, III, 74 n.; V, 452

Hoepli, editore, II, 143, 146, 147, 222, 224 n., 223 Hòffding, Harald, II, 176 e n., 332 e n.; Ili, 36 e n., 49 e n., 32 e n. Hoffmann, Hans, I, 98 e n.; II, 267 Holbach, Paul Heinrich Die-

497

INDICE DEI NOMI

trich, barone d’, II, 152 n.

n., 221 n., 222 n., 228 n., 229 n.,

Hòlderlin, Friedrich, V', 449

230 n., 231 n., 247 n., 260 n., 263

Hollweg, Bethmann, V, 33 n.

e n., 267, 268 e n., 269 n., 272 n.,

Horovitz, Joseph, II, 236

273,278,279 e n., 283,288 n., 289

Houssay, Frédéric, II, 176 e n.

n., 291 e n., 293, 294 n., 296 n.,

Hugo, C., I, 49 n.

300 e n., 303 e n., 306 n., 307 e

Huit, Charles, II, 42 e n.

n., 312, 313 n., 314 e n., 316 e n.,

Humboldt, William von, II, 30

318, 319 e n., 320, 321 e n., 324 e n., 327, 328 e n„ 329, 333, 336,

Hume, David, II, 323 n.; Ili, 307

337 e n., 339 n., 342 e n., 343 e n., Iacopone da Todi, II, 85 e n.; V,

343 n., 346 n.; II, 3, 24 n., 29 n., 39 n., 41 e n., 42 n., 32 n., 38 n.,

187 n. Igino, II, 331; III, 6 e n.

60 n., 61 e n., 73 n., 7911., 83 e n.,

Imbriani, Paolo Emilio, II, 64 n.,

90,101 n., 133 e n., 139 e n., 141 e n., 143 n., 148 n., 224; III, 18 n.,

65, 76, 81 n.,

169 e n., 347,400 e n.; IV, 38 e n.,

260; II, 231 e n., 256, 271; III, 78

41 e n., 117,118 e n., 123,138 n.,

e n., 89, 92, 154 e n., 164 n., 318

211 n., 233 e n., 282,294 e n., 293

n., 388; IV, 141 n.

n., 298, 300 n., 303; V, 9, 16 n.,

Imbriani,

Imbriani

Vittorio,

Pantaleo,

I,

152

e

Giorgio,

V,

45> 46 Jallonghi, Ernesto, V, 102 e n., 105

404 n. Incisa, Leopolda,

IV, 336, 348 e

James, William, II, 176 e n., 184 e n., 189 e n., 192 n., 203 e n., 267

n- 349

e n.

Inderlich, V, 218 Inge, William Ralph, V, 2340 n.

Jannelli, Cataldo, IV, 23, 26 n.

Intyre.u Me Intyre, James Lewis

Japichino, Francesco Paolo, III,

Iuvalta,

v.

119 e n.; IV, 193 e n., 333, 337 e

Juvalta, Erminio

n-, 355 e n. Jaccarino, Augusto, II, 202 n., 271

Jaurès, Jean, I, 236 e n.

Jacobi,

Joergensen, Johannes,

Friedrich

Heinrich,

II,

214 n., 252, 253; III, 95 e n.; IV, 223 n., 296 e n., 298, 304, 308 Jaja, Donato, I, 5, ioen., 11,12,16, 36 n., 42, 43 e n., 44 n., 45 n., 47 n., 72 n., 80, 82 n., 83 e n., 88, 90

III,

406

e n. Jogna, J.B., II, 139 Johannet, René, V, 222 e n. Juvalta, Erminio, II, 88n.; Ili,38, 263 e n., 347

n., 91 n., 92 n., 93 n., 95 n., 96 n., 98, 100 e n., 101 n., 106 n., 108,

Kant, Immanuel, I, 43, 47, 39 n.,

109 e n., no n., in n., 121 n., 123

72 n., 79 e n., 96, 97,113,114,121

n., 123 n., 134 n., 146 n., 150 n.,

en., i3ien., 132 e n., 139,144 n.,

134 n., 139 n., 161 n., 163 n., 166

183 n., 183, 186 n., 192, 199 n.,

n., 169 n., 168 n., 170 n., 172 e n.,

260, 299, 322; II, 13 n., 27, 34 n.,

174 n., 193, 208 e n., 214 n., 216

108, 109 e n., 143 n., 144 n., 187

INDICE DEI NOMI

498

n., 217 e n., 220, 221 n., 222 n.,

Kuhn, Èva, III, 268 n.

225, 240 n., 246, 253 n., 237 n.,

Kvacala,Johannes, IV, 143 n., 147

260 e n., 281 n., 284 n., 287 n.,

n., 226, 233 e n.

315, 316, 325, 341, 349, 351, 353 e n., 354; III, 21,27, 48 e n., 52,35

Labanca, Baldassarre, I, 213 e n.;

n., 62, 63 n., 69, 91 e n., 98 e n.,

II, 207, 331; III, 96 n., 113, 118 e

109 n., 135,133,138 e n., 169 e n.,

n., 123 e n., 143,137 n., 192 e n.,

170, 176 e n., 178 e n., 182 e n.,

197,199 e n., 200, 218 e n., 239 e

183 e n., 188 e n., 223 n., 241,230

n., 261 e n., 283

e n., 260 e n., 263, 266, 268, 269, 272 e n., 274 e n., 276 e n., 282, 283 n., 283,296 e n., 307 e n., 318 e n., 319 n., 331, 336 e n., 338,

Laberthonnière,

P.

Lucien,

II,

286 e n., 288 e n., 290 e n., 292 e n., 293 e n., 294,302 n., 333 e n. Labriola, Antonio,

1,16

e n., 17 e

333, 362 n., 367 n., 370 e n., 373,

n., 18,19 e n., 20 e n., 21 n., 22 e

374.375 n., 379 e n., 382 e n., 384

n., 23 e n., 23 e n., 27,30 e n., 33

e n., 383 n., 387, 388, 389 e n.,

n., 46 e n., 30,31 e n., 32,36 e n.,

390 e n., 391 e n., 401 e n., 404 e

61 e n., 62,66,67 e n., 68,69 e n.,

n.,4i6en.; IV,27,30,41,39611.,

70, 71, 76 e n., 88 e n., 106,107 e

60, 61, 81 e n., 86, 87 n., 89, 90 e

n., 122 e n., 123 n., 131 e n., 138

n., 132,137 n., 144 n., 147 n., 149,

n., 140 e n., 141 e n., 137 e n., 138,

130 n., 166,197, 200 e n., 234 n.,

170 n., 174 e n., 173 e n.,

293, 296, 304 e n., 341; V, 173 n.,

179,182,183 n., 187 e n., 188 e n.,

iyyen.,

218 n., 262 n., 430, 431

193 e n., 197, 203 e n., 206 e n.,

Kautsky, Karl, I, 49 n., 141

207n., 213 n., 270,294en.; Il,34

Kehr, Paul, V, 462

n., 63, 78, 134 e n., 140 n., 141 e

Kehrbach, Karl, III , 6 e n., 17,24,

n., 228 n., 237 e n., 239,241 e n.,

84, 120, 124, 123, 129, 130, 139

234 e n., 262 e n., 264 e n.; Ili,

Kemplerer, Vittorio, V, 223 n.

318 n.; IV, 34, 341 n.; V, 224 n.,

Kerbaker, Michele,

1,1446 n., 143

n., 272; II, 186 e n.; Ili, 130 n., 139 n., 171 n., 206 n., 213 n., 216; IV, 321 n. Kernot, Lidia, V, 197 e n., 199 Kiesow, Federico, IV, 321 e n., 324 e n., 331, 340 n. King, Bolton, II, 119 e n., 131,132, 138 n.

Kohler, Joseph, V, 64 n.

v.

Labriola, Arturo,

III, 368 e n.,

369 n., 376, 377 n. Lacombe, Paul, I, 223 e n., 233, 234, 282, 289, 320 e n. Ladd, George Trumbull, III, 121 e n.

Lafargue, Paul, I, 49 n. Laganà, Saverio, III, 13, 14 e n.;

Kirner, Giuseppe, II, 314 e n.

Kohn,

242 e n.

Cohn, Jonas

Krug, Wilhelm Traugott, I, 169 n., 170 n.

IV, 107 n. Lagarde,

v.

De Lagarde, Paolo

Lalo, Charles, II, 97 n. Lambert, Johann

2I7

Heinrich,

II,

INDICE DEI NOMI

Lambruschini, Raffaele, V, 73 n.,

499

n., 73 n., 76 n., 80 n., 90,102 n., 113 e n., 114, 128, 133, 143 e n.,

122 Lanciarli, Rodolfo, IV, 279 e n.

144,147,130,151,153 n., 137,160,

Landi, Salvatore, II, 263 e n., 265,

176, 179, 182, 184, 185, 187, 188,

268, 278, 283, 301, 305, 307, 308,

189 e n., 190, 192 e n., 193, 194,

3J5> 33i; HI, 6, 36, 54, 91, 94,102,

196,199, 201, 202 n., 207 n., 212,

107, 109, in, 120, 167, 169, 178

213 e n., 214, 213, 218 e n., 220 e

Lange,

Friedrich

Albert,

I,

88

n., 223 n., 224, 223 n., 241, 249, 230, 252 n., 288, 293, 295, 296 n.,

e n. Lanna, Domenico, V, 20 n.

304 n., 338, 343, 344, 343; V, 13,

Lantrua, Antonio, V, 20 n.

18, 37 n., 47 e n., 48, 52 n., 33 e

Lanza, Giovanni, III, 371 e n.

n., 36 n., 63 n., 67, 68 e n., 79,

Lanzalone, Giovanni, II, 178e n.

106, 116, 131, 132 n., 142, 154 n.,

Lapi, tipografia, IV, 168

161,170 e n,, 172 n., 178,180 e n.,

Lasca,

v.

Grazzini, Anton Fran¬

233, 237, 238, 240, 241, 260 n.,

cesco, detto il La Scola, Virgilio, III, 93 e n. Lassalle, Ferdinand.

183,183 n., 192,198,201,203,226,

1,207n.;

Ili,

281, 297, 301, 321 e n., 342 n. Laterza, Maria, V, 178 e n. Latini, Brunetto, V, 299 n.

106 e n. Lasson, Adolf, III, 267 n., 268 n.;

Lattes S. e Co., editore. II, 191 Lauberg, Carlo, II, 30, 31 n., 32,

IV, 108 n.; V, 7 e n., 8 n. Lasson, Georg, III, 2670., 268 n.;

38; IV, 138 e n., 139

1,130,131 e

Laurini, Gerardo,

V, 7 n. Laterza, Giovanni, II, 86 e n., 107 n., 208, 220, 228, 233, 255, 258, 279, 280, 281, 282, 283, 284, 287,

Lazzeri, Gerolamo, IV, 243 e n., 290 e n., 296, 297

290 n., 299, 305 e n., 307, 308,

Le Bon, Gustave, II, 352 n.

314, 315, 316, 317, 322, 326, 333;

Lector

III, 6, 24, 39, 44 e n., 48, 57, 58 e

n.

La Vista, Luigi, IV, 234, 233 n.

(pseud.

di

Benedetto

Croce), II, 293 n.

n., 76, 77, 81, 84, 89, 91, 94, 96,

Leggiadro, Elodia, V, 317 e n.

108, no, 120, 124, 125, 129, 130,

Leibniz, Gottfried Wilhelm von,

139, 142, 132, 133, 154 e n., 158,

I, 322; II, 230 n.; Ili, 109, 131,

139 e n., 162, 169, 176, 178, 182, 183, 188, 193, 221, 225, 239, 242, 243, 236, 260, 263, 264, 263, 282, 283, 283, 292, 306, 312, 318 n., 326, 330, 343, 344, 343,

347

n->

333, 333 e n., 336 e n., 359, 362 e n., 363 e n., 363, 369, 371, 373, 382, 384, 383 e n., 386 n., 389, 390, 391 e n., 398, 400, 402, 416 e n.,418; IV, 6,30,42 en., 65 n., 74

135, 244 e n., 306 e n., 307, 312 e n., 318 n., 361 n., 366; V, 240,451,

452 Lemaitre, Jules, V, 204 Le Monnier, editore, IV, 92, 241 Lentini, Settimo Lorenzo,

1,268

Leonardo da Vinci, II, 323 n.; Ili, 13 e n., 382 e n. Leone Ebreo, IV, 161 e n. Leopardi, Giacomo, I, 81 e n., 86,

500

INDICE DEI NOMI

281 n.; Ili, 11 n., 74 e n., 99 e n.,

n., 74 n., 97 n., 108, 109 n., 116,

192 n.; IV, 86 e n., 92 e n., 127 e

119, 122, 135, 136 e n., 142, 145 e

n., 128 n., 139 e n., 172 e n.; V,

n., 146 e n., 177 e n., 186 e n., 220

136 e n., 137 n.

e n., 223 e n., 225, 233, 239, 240,

Le Roy, Eduard, III, 73 e n.

246, 261, 281 e n., 284 e n., 285 e

Lesca, Giuseppe, II, 95 e n.

n., 288, 289, 291, 294 e n., 295 e

Levasti, Arrigo, IV, 231, 232 n.

n., 296 e n., 297, 298, 300 e n.,

Levi, Adolfo, III, 409 e n.

303 e n., 313 n., 316,319,325,329,

Levi, Alessandro, II, 133 n.; Ili,

330 e n., 332,334,335 n., 342,346,

296 n., 309 n., 328 n.

351, 352 e n.; Ili, 18 n., 31, 42 e

Levi, Ezio, IV, 232 n.; V, 60, 61

n-, 48,49,54,55,59,61 n., 62 en.,

Levi, Giulio Augusto, III, 149 e

64 e n., 67,71,74,79 n., 85 n., 87,

n.; IV, 86 e n., 131 n., 132 n.

90, 91 n., 92, 94, 97, 98,102,103 e

Lévy-Bruhl, Lucien, II,

253; iv,

296 e n.

145 e n., 153, 158 e n., 163 e n.,

Liebert, Arthur, III, 313 n. Lignana,

n., 107,109 e n., 112,117,126,128,

Giacomo,

I,

170, 179, 182 n., 185 n., x88, 214,

138 e n.,

139, 146, 159, 160 n. Limentani,

215,219 e n., 225 n., 226,230,231,

24i,

Ludovico, IV, 148 e

n., 149

242,243 n., 244,246,247,260

n., 268, 269 e n., 283, 296 e n., 306,307, 309 n., 317,318 n., 319 e

Lindner, Gustav Adolf, II, 237 e n., 239

n., 320, 321, 322 e n., 323, 324 n., 328, 331, 336 e n., 341 e n., 347,

Lipps, Theodor, III, 267 n.

355> 362» 367. 368, 370, 371, 400; IV, 30 e n., 44, 49 n., 55 e n., 103

Lisio, Enrichetta, IV, 53, 172 Lisio, Giuseppe, I, 148 e n., 149 e

n., 104 e n., 105 e n., no e n., 129

n.; 11,63 e n., 129 e n., 130 n., 138

n., 134 n., 136,138 n., 192 n., 194,

e n., 142 e n., 155 e n., 159,165 e

288 n.; V, 176 e n., 199, 341

n., 166 e n.; Ili, 369 e n.; IV, 52, 63, 114, 172 e n.

Giuseppina,

II, 294, 297, 303 n., 308, 317

Locella, Guglielmo, II, 131, 145, j46> H7

Lombardo-Radice, Luciano, II, 262, 329 e n.; Ili, 48

Locke, John,

I, 81;

II, 207;

III,

308, 372; V, 69 e n., 452 Loescher,

Lombardo-Radice,

editore,

II,

136,

Lombardo-Radice, Maria, III, 91 Lombardo-Radice,

191,

233; III, 134; IV, 82 n., 212

Nino,

III,

321 Lombardo-Radice, Umberto, V,

Loewy, Emanuele, IV, 279 e n., 316

201 e n. Lombroso, Cesare,

1,156

e n.; II,

Loisy, Alfred, III, 86 e n., 179

165; III, 351 e n., 373 e n., 374 e

Lombardo-Radice,

n., 376 n., 379 n.

Enrico,

III,

321; V, 201 e n. Lombardo-Radice, Giuseppe, I, 5; II, 5 n., 34 e n., 40, 50 n., 59 e

Longhera, Francesco, I, 299 n. Longo, Delfino A., IV, 210 n. Lo Parco, Francesco, II, 209 e n.,

501

INDICE DEI NOMI

211 e n., 327 e n., 344 e n., 345 n., 346 e n.; Ili, 12 e n.; IV, 23 n., 86

Macmillan, editore. II, 143 e n.;

Loria, Achille, I, 15 e n., 16, 22 e n., 23 e n., 31 e n., 136 e n.; II, 80

Losacco, Michele, II, 99 e n., 271, 308, 325.

V, 263 Madama (o Berenice), II, 37 e n., 85, 188, 204, 221; III, 116

e n.; IV, n n.

333. 334. 335;

HI.

97 e n., 143 e n.; IV, 23 n.; V, 33

Rudolph

Maffii, Maffio, III, 406 n. Maggi,

Gian

Antonio,

III,

133

e n. Maggiore, Giuseppe, IV, 243 e n.;

n., 77, 78 n., 150 Lotze,

IV, 166,16711.; V, 183 e n., 28611. Mackenzie, M., V, 434

e n. Lorentz, Alfred, III. 238

299.

Machiavelli, Niccolò, I, 103 e n.;

Hermann,

II,

327 n.; Ili, 36, 33 e n., 84 n.; IV,

V, 114 n., 124 e n., 172 e n., 236 e n., 237 e n. Magrin, III, 65

170 n.

Maier, Heinrich, III, 267 n.

Louvrière, Emile, II, 213 n. Lucano, Marco Anneo, II, 18 e n.

Maierotti, Giovanni, I, 337 n.

Lucchesi, IL 128 e n.

Mainieri, Mario Gennaro, II, 99

Lucchesi-Palli, conti di,

1,246 e n.

Luchaire.Julien, II,307en.,3i2e n., 329 e n., 332 e n., 333; IV, 81,

Malebranche,

Nicolas

de,

V,

324 n. Mamiani della Rovere, Terenzio,

87 e n.; V, 66 e n.

L37,63 e n., 66 e n., 72,262 e n.;

Luciani, Attilio, V, 378

Il, 50 n., 170 e n., 172 e n., 303;

Luciani, Luigi, II, 267 e n.

IV, 128 n., 240 n., 241, 242

Luciani, Pietro, I, 150 e n., 151,

Manacorda, Guido, V, 90 e n., 314 e n.

134, 136 Luigi XIV, re di Francia, IV, 239

Mancini, Augusto, V, 287 e n.

Lumbroso, Alberto, V, 219, 221

Mancini, famiglia, I, 73 n.

Lumbruso, Giacomo, III, 23 e n.

Mancini, Guido, IV, 333

Lutoslawski, Wincenty, III, 183

Manetti Cusa, Nicolò, V, 292 n., 293 e n.

Lux, editore, II, 217 e n. Luzio, Alessandro, I, 191 n.

Manfredi, Luigi, II, 302 n.

Luzzato, Gino, II, 41 n.

Mango, Camillo, V, 336 e n., 369,

Luzzatti, Luigi, III, 380 e n.; IV,

388 n. Mannucci,

11 n.; V, 293 e n.

Francesco

Luigi,

V,

232 e n. Macchia, Pietro, V, 299 e n.

Manzi, Giovanni, V, 401 n.

Macchioro, Rosita, V, 370 n.

Manzoni, Alessandro,

Macchioro, Vincenzo, V, 370 n. Macchioro,

Vittorio,

V,

285,

286 n. Mach, Ernst, III, 248 n., 298 n., 300

1,104,103,

116, e n., 233; IV, 86 n., 139 n.; V, 297 e n. Marchesi, Concetto, II, 231 e n. Marchesini, Giovanni,

1,101

e n.,

214 e n., 276 e n., 277, 278, 280,

INDICE DEI NOMI

502

290,300,330; 11,32,41,52,55,56,

319; III, 6 e n., 17, 43, 71 e n., 75

59,67,68,80 e n., 90,136,151,241

n., 76 e n., 83, 84, 89,129,133 n.,

e n., 242 e n., 243, 245 e n., 257 e

151,186,258; IV, 210,222 n., 298

n., 305 e n., 311, 315, 355; HI,

7>

30,33 e n., 42 e n., 45,46 e n., 47, 62,88 n.; IV, 83 e n., 14811.; V, 86 Marchionni, Edoardo, V, 337 e n. Maresca, Mariano, IV, 288 n., 293

Martini, Fausto Maria, IV, 28 n., 29 n. Martini, Ferdinando,

III, 240 e

n.; V, 50 n. Marvasi,

Diomede,

V,

40

e

n.,

132 n.

n.; V, 96 n. Marghieri, Alberto, II, 103 e n.;

Marx, Heinrich Karl,

1,18

n., 19 e

n.,2oen.,22 n., 23 n., 246 n., 25

Ili, 166 e n.

e n., 26 e n., 27 e n., 30 e n., 32 e

Mariani, Cesare, II, 106 e n.

1,136,137en.,

n., 33 n., 36 n., 38, 45 n., 46, 49

176 e n.; II, 7 n., 31 e n., 34 e n.,

n.,5on.,5in.,52n.,53n.,54n.,

159, 168 e n., 169, 171, 178 e n.,

60 e n., 62 n., 67, 68,70 n., 91 n.,

205 e n., 209 e n.; Ili, 248 e n.,

103 n., 107 n., 108 n., 122 n., 123

249, 301; V, 114 n.

n., 127 n., 140 e n., 141 e n., 161

Mariano, Raffaele,

Marini, Giovanni Ambrogio,

I,

n., 163,164 e n., 165 n., 166 e n., 173 e n., 174 n., 175 e n., 176,177

118 Marino, E., editore, V, 236 e n.

e n., 178 n., 179,182,183 n., 186 e

Marlowe, Cristopher, II, 56 n.

n., 188,189,193 n., 1946 n., 195 e

Marone, Gherardo, V, 215,216 n.,

n., 196 e n., 197 e n., 198,200,205 e n., 206 e n., 207 e n., 211 e n.,

236 n., 266 n. Marradi, Giovanni, II, 279 n.

212, 213 n., 214 e n., 215 n., 216,

Marselli, Nicola, II, 7 n.; Ili, 318 e

224, 229 e n., 235, 241 n., 253 n.,

n.,

337. 349

e n->

35°

e n->

3M>

266,270 n., 276, 285 e n., 292 n.; II, 55 e n., 64 n., 177 e n., 211 n.,

357, 368 n.

326 n., 343 n.; Ili, 5, 39 e n., 41,

Marsilio da Padova, II, 234 Martegiani, Giacinta, V, 421, 422

368 en.; IV, 341 n.; V, 182 e n. Masaryk, Tomàs Garrigue,

e n., 423 e n., 424 Martinazzoli, Antonio, I, 260 n. Martinazzoli, Maria Antonietta,

1,195

e n., 207 e n. Masci, Filippo, I, 144 e n., 200 n., 249 e n., 252, 273, 276 e n., 277

II, 44 e n. Martinetti, Piero, II, 197 e n., 198

n., 278 e n., 280 e n., 281 e n., 288

e n., 199,205 e n.; Ili, 77 en., 94,

e n., 289, 297 e n., 310, 311, 312,

100 e n., 102, 393, 394, 412; IV,

313,314,320 n„ 322 e n., 339,340;

320, 327 n., 329, 330, 337 e n.

II, 24 e n., 39 e n., 63,72 n., 87 e

Martin

379

Franklin,

Alberto,

V,

112 e n., 118, 123 n., 125,134, 136

n.

Martini,

n., 92,101,102 e n., 104,109 e n.,

Angelo

Maria,

II,

141

e n. Martini, Emidio, II, 176 e n., 177,

n., 140 n., 152 e n., 172 e n., 196 n., 201 n., 202 n., 211 e n., 219 e n., 231,235,269 n., 322 e n., 336 e

503

INDICE DEI NOMI

n., 355 n.; Ili, 7,13,14, 77 e n.,

265 n., 336 n., 338; V, 116 n., 127

81,116 n., 127 n., 133,140,141 n.,

e n., 128 e n., 129 e n., 130 e n.,

130,156 e n., 157 e n., 171 n., 173

133 e n., 147 n., 225 n.

e n., 183,184,190 e n., 206 n., 208

Maugain, Gabriel, IV, 60 e n.

e n., 209 e n., 211, 212, 228 e n.,

Mazzarella, Bonaventura, II, 105

229 e n., 231 n., 235, 237, 238,

e n., 113 e n., 114, 116, 123, 126

248, 251 n., 271, 277, 278, 279,

e n.

280, 281 e n., 288, 289, 293, 330,

Mazzatinti, Giuseppe, II, 213 e n.

340, 347, 348, 349, 351, 333, 358 e

Mazzi, Angelo, V, 80

n., 381, 389; IV, 37, 40, 46 n., 66

Mazzini, Giuseppe, II, 119 n., 132,

n., 68, 75 n., 81, 90 e n., 101 e n.,

138 e n.; V, 232 e n., 464

102 n., 107,114 e n., 113 e n., 116,

Mazzoni, Guido, I, no e n., 196 e

122 n., 124 e n., 237 n., 273, 276;

n.; II, 89 e n., 93, 98, 100, 255 e

V, 86, 87, 93, 97, 118, 173 n.

n.; Ili, 56, 93, 347, 349, 352 e n., 377 e n.; IV, 139, 256 e n.; V,

Masi, Ernesto, III, 205 e n.

62 n.

Masi, Giuseppe, IV, 336 e n.

Mclntyre, James Lewis,

Masi, Vincenzo, V, 25 e n. Massari, Giuseppe, IV, 33 n., 126,

247 e n.

128 e n. Mastroianni,

E.

Oreste,

III,

Medici, Lorenzo de’, II, 167 n. Medicus, Fritz, IV, 9

284 n.

Mele, Eugenio, II, 89 e n.; V, 276

Mattioli, Raffaele, I, 38 n. Maturi,

II, 226

n., 237 e n., 244 e n., 245 e n.,

Ernesta,

v.

Sali,

Er¬

Maturi, Itala, II, 218 n.; V, 130 n.,

Melisso di Samo, III, 183, 277 Melli, Giuseppe, I, 92 e n., 101

147 e n. Maturi, Sebastiano,

e n. Meli, Giovanni, III, 366; IV, 246

nesta

I, 127 e n.,

Melucci, Pasquale, III, 237 e n.

135, 136 e n., 137, 135, 136 e r^.,

Melzi, Gaetano, I, 84

138 e n., 163 n., 244 e n., 263,266

Mendelssohn, Moses, III, 95 n.

e n.,' 302, 314, 319, 337 e n., 339,

Menéndez y Pelayo, Marcelino,

340; II,3n.,7,8,15,33,70,84,89,

I, 203 n.

101 n., 102 n., 115, 133, 152, 153»

Mercagliano, II, 272

172,288 e n., 289 n., 290,291,297

Mercurio, Alfonso, V, 368 n.

e n., 298, 354,355 n.; IH, 27,35 e

Merlino,

n., 43, 72, 105 n., 113, 119, 1.37 e

Francesco

Saverio,

I,

127 e n., 187 n.

n., 138,145,175,214 e n., 233,238,

Metastasio, Pietro, III, 30 e n.

248e n., 249en., 25^e n., 254 n.,

Meyer, Joseph, III, 252 e n., 258

298 e n., 299,300 n., 301 e n., 302

Mézières, Alfred, III, 73

e n., 303 e n., 341, 347, 395,

398;

IV, 38,41 n., 59,63,65 e n., 68,82 n., 93,140 e n., 142 e n., 184 e n., 185, 194 e n., 196 e n., 256 e n.,

Michelangeli, Luigi Alessandro, V, 61 e n. Michelet,

Karl

Ludwig,

III, 310 e n.; V, 297 n.

I,

250;

INDICE DEI NOMI

504

Michelino, frate, IV, 167 e n.

n.; Ili, 379 e n.

Mickiewicz, Adam, I, 160 e n.

Monti, Augusto, V, 416 n.

Mieli, Aldo, IV, 218 n.

Monticolo, Giovanni, III, 400 n.

Milano, R, I, 204 n.

Morandi,

Milesi, Giovanni Battista, II, 34 n., 141 e n.

Luigi,

II, 219 n.;

Ili,

380 n.; IV, 337 e n. Morando, Giuseppe, I, 101 e n.,

Minervini, Ugo, III, 324 e n.

260 n.; Il, 303 e n., 311 e n., 317,

Minieri Riccio, Camillo, I, 138

321 n., 323; III, 30, 38, 60 e n.

Minocchi, Salvatore, II, 246 e n., 316 e n.; Ili, 39,123 e n., 260,261 n.; IV, 6

Morano (signora), V, 228 Morano, Alberto, I, 49, 80, 82 e n., 103 n., 108, 170 n., 172, 173,

Minto, Antonio, V, 390 e n.

178, 179, 183, 200, 201, 208 e n.,

Miranda, Giovanni, V, 363 e n.

212, 224, 230 e n., 241, 242, 230,

Miranda, Luigi, III, 248 e n., 249

236, 264, 271, 277, 287, 290, 306,

e n., 234 n., 294 n., 298 e n., 299,

316, 336, 339; II, 33 e n-> 62, 66,

300 e n., 301 e n., 302 e n., 303 e

136, 216; III, 35> 74» 2oo, 368; IV,

n.; IV, 264 e n., 263 n.

129

Mirasola, Salvatore, V, 378

Morello,

Missiroli, Mario, IV, 213 e n., 213, 304 n.; V, 117 n., 182 e n., 198 e n., 214, 224 n., 223 e n.

III,

v.

stignac Moreno, II, 133

Morghen, Raffaele, IV, 80 n. 337

n.,

338, 331 e n.

Morpurgo, Vito, II, 153, 136 n.; IIL

Molteni, Felicita, II, 113, 128

134

Morselli, Enrico, I, 330 e n.; II,

Momigliano, Felice, II, 80 e n., 83,133,136 e n., 183 e n.; Ili, 144 e n., 146 n., 132, 407, 409 e n.

173 e n., 189 e n., 190 e n., 203 e n.; Ili, 163 e n. Mosca, Gaetano, V, 119

Monaci, Ernesto, IV, 2780 n., 279

Muller, W. (libraio), II, 246

Mondolfo,

Murat, Gioacchino, III, 186

Rodolfo,

II,

Ra-

Morghen, Guglielmo, IV, 80 n.

Mistral, Frédéric, V, 204 Moleschott, Jacob,

Vincenzo,

161

n.;

Ili, 368 e n.; IV, 134 n., 160 n.,

Murri, Augusto, V, 84 e n.

272, 291 n.; V, 273 n.

Murri, Romolo, II, 333; III, 144

Moni, Arturo, V, 22 e n., 43,440., 47,48,49,30 e n., 31 n., 106 n. Monnier, Marc, I, 142 e n.; Ili, 30 n. Montalto, Francesco, I, 346 e n.; II, 21, 84 e n., 87, 92, 196, 239;

n., 198 e n., 261 e n. Mussolini, Benito, III, 331 n.; V, 293 n., 304 n., 330 e n., 333, 338 n., 340 n., 368 n., 369 e n., 379 n->

398» 399»

401 n., 403 e n., 406

n., 407 e n., 408, 409

III, 133 n., 237 e n.; IV, 236 e n., 270 Montanelli, Giuseppe, V, 43 n. Montemayor, Giulio de, II, 133 e

Nallino, Anna Maria, III, 406e n. Nallino, Carlo Alfonso, III, 348 e n.; IV, 291

INDICE DEI NOMI

5°5

Nardi, Bruno, V, 47 n., 48 e n.

n., 36 e n., 113,169,189 e n., 204,

Nasi, Nunzio, I, noen.; II20 e n.,

283, 291, 313, 333 n., 336 e n., 340

21, 22 e n., 34 n., 51 e n., 52 e n.,

e n., 397; IV, 6 n., 76 e n., 82 e

58 e n., 64 n., 65, 66, 69, 70, 74,

n., 153 e n., 159 n., 177, 238,260,

75» 76» 77» 78»82»102

286, 318, 348, 349, 333; V, 13, 26 e

e n-> I24>

I25

n., 133 e n., 249 e n.; Ili, 14 Natali, Giulio,

1,59,60

n., 212 e n.,

70,71 e n., 126,133 e n., 213 e n.,

2I3

213, 216, 244 n., 238 e n., 299 n.,

Nathan, Ernesto, V, 459 Natoli, Giuseppe, IV, 241 e n. Natorp, Paul, II, io8n., i4Óen.

Nicolini, Nicolino, V, 35

Nazzari, Rinaldo, V, 209 n. Neal, Th.,

v.

de

Cecconi, Angelo

Saussure,

Adrienne

di

Anna

Nietzsche,

Friedrich

Wilhelm,

II, 236 Nievo, Ippolito, IV, 197 e n.

Albertine, II, 152 n. Neera (pseud.

431 n. Nicolini, Margherita, III, 189 n.; V, 26 n.

Nazari, Oreste, III, 292 e n.

Necker

n., 40,41 n., 53 e n., 33,36 n., 37, 38 n., 60, 62 e n., 63, 67, 68 e n.,

Radius

Nisco, Nicola, III, 246 Nitti, Francesco Saverio, I, 39 n.,

Zuccari), II, 230 n.

48 n.; II, 66 e n., 87 n., 88 e n.,

Negri, Ada, II, 318, 319 n. Negri, Gaetano, III, 348 e n.; IV,

109n., 187 e n.; Ili, 233 e n., 238, 334 n.; IV, 103, 106 e n.; V, 340

100 e n.

n., 372 e n., 390 n.

Nencioni, Enrico, I, 129 e n. Neri, Ferdinando, II, 36 n.

Nobile, Agnello, I, 76 n.

Neuman, Karl, II, 203 n.

Nobile, Emilia, V, 319 e n., 320

Newton, Isaac, III, 155

Noél, Georges, II, 71 e n.

Niccolò da Cusa, III, 369 n., 371;

Novati, Francesco, V, 66 e n.

IV, 188 e n., 190,195 n., 198 e n., 200 e n., 221 n., 222, 234, 249 e n., 250, 251, 252 n., 323 e n.

Nicola

(Emilio

Alessandro, IV, 132 n.,

316 e n. Nudi, Clementina,

II, 168 e n.,

273 e n.; Ili, 18, 83, 241, 233; IV,

Niceforo, Alfredo, IV, 48 n. Niceforo,

Novelli,

del

Cerro), IV, 48 e n., 171 n. Nicoletti, Paolo (Paolo Veneto),

43 e n., 46, 48, 124,164,177,188, 189,191, 202, 203, 209, 339; V, 93, 164, 323, 363 e n., 373

v.

II, 240 n.; Ili, 144 e n., 146 n.;

Nudi, Elisa,

IV, 158 n.

Nudi, Elvira, IV, 163 e n.

Nicolini, Fausto, I, 199 n.; II, 15

Baldini, Elisa

Nudi, Erminia, II, 5 e n., 6, 8, io,

n., 37 n., 103 n., 114 n., 132 e n.,

12,16,18, 21, 23, 29, 31, 32, 34, 33,

152 n., 163 e n., 172 e n., 1846 n.,

37» 39»

183, 187 e n., 195, 198 e n., 216,

36, 39, 83, 106, 117, 122, 137, 139,

40,

43» 44» 45

e n., 30, 34,

222 n., 236,249,282,286 e n., 287

143, 134, 168, 177, 179 e n., 180,

e n., 310, 314 n., 323 e n., 334;

181, 184, 186, 191, 222, 223, 232,

III, 30 e n., 34, 42 e n., 45, 34 e

243, 267, 276, 277, 278, 281, 300

INDICE DEI NOMI

50 6

Il., 307, 320; 111, 18, 22, 42, 43, 44, 54, 55, 72, 79, 83, 163, 191, 217, 239, 241, 245, 295 e n., 308, 327, 329,381,395,397,401,417; IV, 17, 18,19 e n., 20,31,32,33,36,45,52,

Orani, Annibaie, V, 370n., 388 n., 389 e n. Orano, Paolo, II, 162 e n.

Orestano, Francesco, 192

n.,

217

e n.,

240

119, 120, 124, 133, 178, 187, 210,

e n.,

2I7> 234> 273> 283. 297>

83, 90,122,153,165

339;

344.

33. 37.

3M> 3r9>

346; V, 5, 14, 18 n., 20,

54.

38,

78, 85, 90, 92, 93,

102, 123, 128, 140, 145, 148, 153, 155, 161, 166, 167, 191, 206, 208, 212, 213, 230, 232, 233, 235, 238, 245, 246, 258, 307, 318, 321, 323, 365.

373

n.;

289; IV, 171

e n.,

Ili, 63

n.,

205

Nunziante, Emilio, V, 346 e n. Nunziante Croce, Lisa, V, 346n. di

San

Ferdinando,

Ferdinando, V, 349 e n.

n., n.,

e n.,

247,257

79,82

e n.,

e n.,

173, 232,

257

n.,

259

e n.

275, 278; V, 195

Orestano, Sofia, IV, 205 n. Oriani, Alfredo, III, 331 e n.

Orlando, III, 173

Vittorio e n.,

232

Emanuele,

e n.,

235> 237> 24°. 244.

Nudi, famiglia, II, 5 n.

Nunziante

258

II, 190

e n.,

233

247

n.,

234,

e n., 248,

250, 272, 287 n., 288, 289 e n., 292, 294, 312 n.; V, 116, 154 n. Orvieto,

Adolfo,

II,

201

e

n.,

249 n. Orvieto, Angelo, II, 201 n.; Ili, 195 e n.

Oberdorfer, Aldo, V, 102 n. Occam, Guglielmodi, IV, 1580. Oddo, Filippo, III, 66 Oglialoro,

Teodoro

V, 403

n.

Ostwald, Wilhelm, IV, 11 n.; V, 7 e n.

Agostino,

II, 23 e n.

Ottone, Giuseppe, II, 154 Ottone da Frisinga, IV, 159 n.

Ohr, Wilhelm, III, 35 e n. Ojetti, Ugo, I,

Ostenc, Michel,

10

n.; V, 195 n., 376

Ovidio Nasone, Publio, e n., 25

II, 23, 24

e n. Olivieri, Alessandro, III, i38en., 150,170 e n., 171 n., 172,204 e n., 205,206,215 e n., 281 n., 299; IV, 51 e n., 75 n., 329 n.; V, 6911., 118, 221 e n. Olivieri, Giovanni, II, 189 n., 205 e n. Ollé-Laprune, Léon, III, 65 e n., 73 e n., 86 e n., 101 n. Omar Khayyàm, IV, 229 n. Omero, I, 115; IV, 181 e n. Omodeo, Adolfo, I, 5; IV, 217 e n., 259 n., 265 n., 290 n.; V, 39 n., 362 n., 409 n., 435 n.

Pacaud, B., Ili, 170 n., 331 n. Padovani, Aurelio, V, 359 n., 369 n., 370 n. Padovani, Vincenzo, II, 129 Padula, Antonio, V, 299 e n., 300 n., 311 Pagano, Giuseppe, IV, 190 e n. Pagano, Mario, I, 184 Pagliara, Maria Antonietta, II, 8 e n., 15,19,254 e n.; Ili, 175 e n.; IV. 153 e n. Pais, Ettore, 1,335 n.; Il, n n., 93 e n., 121, 146; V, 83, 84, 178, 179 e n., 180, 189, 190 e n.

507

INDICE DEI NOMI

Paladino, Giovanni, III, 238 n. Paladino, Giuseppe, IV, 240 e n.,

292 n„ 313, 321 e n.; V, 183, 333 e n. Paribelli, Cesare, II, 38

247; V, 276 n. Palamenghi-Crispi,

Tommaso,

Parini,

Giuseppe,

I,

211

e

n.,

212 n.

V, 224 n. Palanga, Nicola, IV, 288 e n., 295

Parisotti, Alberto, V, 411 n.

Palhoriès,

336 n.,

Parodi,

III,

Parrasio, Aulo Giano, III, 12 n.

Fortuné,

III,

337 n.; IV, 234 e n. Palma,

Giovan

Ernesto

Giacomo,

III,

375

Battista,

43

Pasanisi, Onofrio, IV, 209

e n. Palumbo, Luigi, V, 415 e n.

Pascal, Arturo, V, 141 e n., 143

Palmella, Giacinto, II, 106 e n.,

Pascal, Carlo, III, 347, 348 n. Pascoli, Giovanni, II, 331 e n.; Ili,

113 e n., 122; IV, 23 Pannella, Giancarlo,

v.

Pannella

12 e n., 47 e n., 33 n., 73 n., 88 e n., 292

Giacinto Pantaleo, Vittorio, V, 393 n.

Pasini, Ferdinando, V, 247,248n.

Pantaleone, Giuseppe,

Passerini, Giambattista, III, 366,

II,

151 e

n., 304, 310, 355 e n.; Ili, 7, 41,

49» 71» 73» 3°8

e n-; v» 269

Pantaleoni, Maffeo, I, 186 n.; V,

Annibaie,

II,

130 e n.,

329, 330 e n., 333 e n.; Ili, 64 e n.; IV, 274 e n., 287 n.

293 e n., 407 e n. Panzacchi, Enrico,

386, 387 e n.; IV, 47 e n. Pastore,

1,129

e n., 167

n., 302, 303, 305, 308, 337, 342 Paoli, Alessandro, I, 48 e n., 319, 340; III, 276 n., 400; IV, 282; V,

Pastorelli, Silvio, II, 214 Patellani, Ippolita, I, 83 e n., 84, 88, 341; IV, 216, 217 n., 219, 233 e n. Paulsen, Friedrich, II, 341

44 e n., 130 Paolo Veneto v. Nicoletti, Paolo

Peano, Giuseppe, I, 274 n.

Paolucci (capitano) II, 191

Pellegrini, Matteo, I, 189 e n.

Paolucci, Elvira,

v.

Nudi, Elvira

Paolucci, Ugo, IV, 297 e n., 298, 346; V, 35, 163 e n. Paolucci Rossi, Elisa, IV, 297 e n.; V, 106 e n., 107 Papaleoni, Giuseppe, V, 404 e n. Papini, Giovanni, II, 189 n., 229 n.,322,32311.; Ili, 13,24411.,306

Pellizzari, Achille, IV, 6 n., 30 n.; V, 60, 62 n., 76 n. Pellizzi, Camillo, III, 308 n. Pelzen, A., Ili, 78 n. Pentimalli, Francesco, V, 428 Pepe, Gabriele, II, 1896 n., 192 n., 199 e n.; Ili, 283 Pepe, Guglielmo, IV, 241

n., 363 e n., 413 11.; IV, 130 e n.,

Pepoli, Carlo, II, 93

166, 167 e n., 226 e n., 230 e n.,

Pèrcopo, Erasmo,

233, 238 e n., 239, 334 n. Paravia, editore, II, 287, 328

1,143,

202 e n.,

203, 204 e n., 213, 221; II, 18, 35, 161; III,403en.; IV,ii2; V,33

Parente, Alfredo, II, 340 n.

Percy, E.C., V, 174

Pareto, Vilfredo, I, 214 n., 233 n.,

Pergoli, Benedetto, II, 161 e n.

508

INDICE DEI NOMI

Perrella, editore, III, 39 e n., 141, 137 n., 362 e n.; IV, 91 e n., 158, 171 e n.; V, 199 e n.

314; III, 43,134,337 n.; IV, 82 n. Pietrarota, Giuseppe, II, 283 e n., 3°9> 3i8> 333; HI, i2, 46, 64, 66,

Persico, Tommaso, III, 157 e n.

89, 103, 138, 183, 187, 221, 234,

Pessina, Enrico, I, 173 e n., 174,

261, 262, 282, 339, 343, 366, 377,

176; II, 310 e n. Pestalozzi, Johann

391; IV, 3, 36, 37, 63, 78, 109 n., Heinrich, V,

45i

113, 124, 134, 140, 134, 160, 169, 172, 181, 197, 217, 228, 249, 236,

Petraccone, Enzo, IV, 227 n., 308; V, 37 e n., 193 e n., 207 e n. Petrarca, Francesco, I, 63,64,117, 118,226,227,234; II, 177 en., 180

274> 277>

3°3> 3°9> 3231

V 63, 73,

83, 96, 100 e n., 106 n., 109, 140, 211, 212, 236, 269, 283, 311, 312, 313, 316, 322, 324

n., 181 e n., 183 e n., 191 e n., 209

Pietro da Siena, I, 84 n.

n., 211 n., 212 e n., 234n., 3270.;

Pietropaolo, Francesco, I, 163 e

Ili, 73 e n., 74 n., 92 n.; IV, 86 n.

n.; II, 90 e n., 196 e n.

Petrocchi, Policarpo, III, ih

Pignatelli, principe, I, 220

Petrone, Igino, I, 318 e n., 322 e

Pignatelli,

n., 323 e n.; II, 38,39 e n., 73,352 n.; Ili, 93 e n., 134 e n., 161 n., 2o6n.,2iin.,2i4,215,2940.; IV, 36 e n., 38, 41, 46 n., 65, 66 e n., 96, 97, 257 n., 272 n.

Francesco,

Pigorini, Luigi, IV, 279 e n., 313, 316 Pilo, Mario, II, 61 e n., 81 n., 83 e n., 223 n.

Petrozziello, Modestino, V, 116 e n., 117 Pettazzoni,

Giovanni

V, 260 n.

Pindaro, IV, 60 n. Pini, Ermenegildo, IV, 83

Raffaele,

V,

280 n.,

319 n.

Pintor, Fortunato, I, 84 n.; II, 3 n., 33 e n., 113,114 n., 126,149 e

Pezzè Pascolato, Maria, II, 1190.

n., 213 n., 263, 267; III, 347, 400

Piazzi, Alfredo, II, 77 e n., 83,119

n.; IV, 14, 136, 169 n., 278 e n.,

e n., 131, 132, 138 e n.

280; V, 144 n., 218 e n., 222 e n.,

Picardi, Vincenzo, III, 263 n.; IV, 83 n., 93 e n., 94 n.

Pintor, Luigi, IV, 14 e n.

Picavet, Frangois-Joseph, II, 239 e n.

Pio XI (Achille Ratti), V, 342 e n. Pirandello, Luigi, III, 388 e n.

Piccoli, Raffaello, V, 388 n. Piccoli,

248. 274> 301 e n., 307

Valentino,

V,

211

Pistelli, Ermenegildo, II, 194 e n., e

n.,

212 n. Pico della Mirandola, Giovanni, V, 308 n. Pieri, Silvio, V, 118 Pierro, editore, II, 33 n., 62, 63, 79, 94 n., 103, 107, 117 e n., 118, 123, 136, 142, 167, 188, 216, 262,

193; III, 36 Pitman & Sons, editore, V, 36 e n. Pitrè, Giuseppe, II, 302 e n., 327; III, 232, 233 n„ 234, 233, 237, 24°, 244> 230, 287, 289, 292; V, 34 n., 204 Pizzi, Italo, IV, 321 e n., 331 Pizzo, Enrico, IV, 225 n.

INDICE DEI NOMI

509

Pizzo, Giuseppe, II, 139,140,142

Prass, Emilio, II, 114, 116

Platen-Hallermunde,

Prati, Giovanni, V, 132 e n.

August

von, IV, 312 e n.

Predari, Francesco, I, 37, 39; II,

Platone. I, 96; II, 6 e n., 108 n., 109

126

n., 133 n., 139,170,177 n., 180 n.,

Previati, Gaetano, III, 48 e n.

183 n., 191 n., 211 n., 223 e n., 264

Prezzolini, Giuseppe, II, 229 n.,

n., 281 n., 327, 333 n., 338, 347,

230 n., 322 e n., 323 n.; 111,3911.,

348; III, 30n., 36 n., 48n., 84n.,

141 e n., 144 e n., 198 e n., 239 e

96 e n., 98 n., 100 n., 107 e n.,

n., 309 e n., 332 n., 333 e n., 338 e

123, 183, 267, 307; IV, 132 e n.,

n., 339 n., 342 n., 353; IV, 13,26 e

166, 212 e n., 214 n., 215, 222 n.;

n., 49 n., 37 e n., 38 n., 63, 80 e

V, 104 e n., 451

n., 83, 98 n., 99 e n., 142 e n.,

Plechanov, Georgij Valentinovic, I, 43 e n., 46, 35

n.; V, 13 n., 23 n., 63

Plotino, II. 239; III, 183, 192, 199, 228, 277, 278; IV, 216, 222 n.; V, 234 n.

Principato,

Giuseppe,

IV,

226,

266, 323 n., 332; V, 94, 239, 263, 270, 271, 278

Pluquet,

Francois

Adrien, IV,

138

André

n.

Poerio, Alessandro, I,

417,

152

e n.;

V, 99 n., 131, 137, 142 e n.

Pojero,

183, 228, 278; V,

Proto, Enrico, II, 286 e n.

Psello, Michele, III, 277, 278

Poggi, Giovanni, V, 336 e n. Amato

III,

418

Prunas, Paolo, V, 122

Poerio, famiglia, V, 130 n.

v.

Procenzano, Giuseppe, I, 343 Protagora,

Poe, Edgar Allan, II, 213 n.

Pojero,

259, 268, 271, 272 n., 297, 334 e

Pulci, Luigi, III, 388; V, 169

Giu¬

seppe

Quadrelli, Ettore, IV, 100 n.

Polacco, V, 235

Quattrini, editore, IV, 80 e n., 142

Poli, Baldassarre, I, 299 e n.

Quercia, Federigo, I, 261 e n.

Polo, Reginaldo, IV, 289

Quigley, Hugo, V, 303 e n.

Pomba, Giuseppe, I, 97; II, 126 Ponsi, Giacomo, V, 336 e n. Ponzio, Pietro, frate, IV, 239

Racca, Vittorio, I, 233 e n.; II, 167 e n.

v.

Porena, Filippo, III, 206 n.

Radius Zuccari, Anna,

Porena, Manfredi, II, 39 e n., 66,

Raffaele, Federico, V, 396 e n.,

78, 81 n., 82 e n., 224 e n., 223, 226 e n., 227 n., 228, 230 e n., 231, 232 n., 236 e n., 239, 241 n.,

Neera

428, 462 Ragnisco, Pietro, II, 140 n.; IV, 273 e n., 284 n.

243 e n., 249,340e n., 341; III, 14

Ragusa, Felice, II, 113

e n., 41, 70, 88 n., 140,141 n., 373

Ranieri, Umberto, II, 212; IV, 68;

e n.

V, 437 e n.

Porzio, Guido, IV, 219 e n.

Ranzoli, Cesare, IV, 324 e n.

Pranti, III, 398

Rapisardi, Mario, II, 233 n.

5io

Rastignac

INDICE DEI NOMI

(pseud.

di

Vincenzo

338; V, 11 e n. Renouvier, Charles Bernard, III,

Morello), IV, 74 n., 98 e n. Rava, Luigi, II, 296 e n., 298; III, 83,90,153,207 e n., 208 e n., 209,

286 e n. Rensi, Giuseppe, II, 250 e n., 251

210 e n., 211, 213 e n., 214 e n.,

n., 326; III, 7, 8, 15, 20; V, 147 e

217, 220 e n., 222, 223 e n., 226,

n., 160 n., 280 n., 283 e n.

227 n., 228 e n., 229 e n., 231,233

Restori, Antonio, III, 321 e n.

n., 235,236 e n., 237, 238 n., 239,

Rhode, Erwin, V, 102 e n.

240 n., 244,247 e n., 248,270,271

Ribot, Alexandre, I, 286 n.

e n., 272 n., 273, 275 e n., 279,

Ribot, Théodule, I, 322 n.

280 n., 281 n., 287 e n., 289, 290,

Ricasoli,

293, 294 n., 295, 296, 299, 312 n.,

Bettino,

V,

81

n.,

115,

!37 n.

314, 316, 327, 352, 375, 389 e n.,

Ricasoli, famiglia, V, 115

393; IV, 26 n.

Ricchieri, Giuseppe, IV, 53 e n.

Ravaisson, Felix, V, 148 n.

167

Ricci, Corrado, I,

Ravani, Giuseppe, IV, 197 n.

n.; II, 78

n.; Ili, 66 e n.; V, 309 e n.

Réau, L., II, 45 n.

Ricciardi, G., II, 201; III, 46 n.

Reber, Alberto, II, 106 e n., 212 e

Ricciardi, Riccardo, II, 69 e n.,

n.; Ili, 406

185 e n., 221, 222, 225, 308; III,

Reggio, Ercole, V, 249

339 n., 398, 399 e n., 406; IV, 62,

Regina, Gennaro, II, 305; IV, 62;

80 n., 81 n., 229 n.; V, 45,490 n.,

V, 45 e n.

163, 206, 228, 230 e n., 260 n.,

Rein, Wilhelm, II, 285; IV, 210 e n.; V, 454 Reinach,

Salomon,

263, 269 e n., 275, 321 Ricci

IV,

175

n.,

184; V, 391 Renan, Ernest, III, 89 e n.

Signorini,

Giacinto,

IV,

256 n. Riccobono, Salvatore, III, 346 e n.; V, 300 e n., 311

Renda, Antonio, V, 130 e n.

Rickert, Heinrich, IV, 12 n.

Renier, Rodolfo, I, 123 e n., 149,

Ridolfi, Cosimo, V, 122

158,159 n., 176,191 e n., 216 e n.,

Riehl, Alois, IV, 11 n., 108 n.

220, 223, 251, 254, 266, 282, 289 e

Rigi Nani, Ermelinda, V, 401 n.

n., 290 e n., 291, 293,320 n., 332,

Rignano, Eugenio, II, 313 n.

39

336,340; II, 35,38,4°,47,6oe n.,

Rinaudo, Costanzo, III,

61 n., 97 e n., 98 n., 132, 205 n.,

Ritter, Heinrich, III, 1596 n., 160,

247 n.; Ili, 33, 77 e n., 82 e n.,

168, 205, 240, 246, 250, 258 e n.;

131,136, 142 n., 143,164 n., 182 e

e n.

IV, 18 e n., 48, 51

n., 190 e n., 274 e n., 282, 290,

Riva, II, 156

305 e n., 311 e n., 312,348; IV, 84,

Rivari, Enrico, III, 78 e n.

96 e n., 278,282,289,290,291 n.,

Rivarola, Uberto, II, 324 e n.

301, 305 e n., 306, 307, 310 e n.,

Rivaud, Albert, II, 285 e n., 329

319, 320 e n., 321 e n., 324, 326 e

Rizzo, Giulio Emanuele, IV, 321 e

n., 327 e n., 328 e n., 330, 331,

n., 323, 324 e n., 327 e n., 328 e

INDICE DEI NOMI

n., 329 e n., 330, 331; V, 118 Rocco, Alfredo, V, 223 n.

5“

344. 345. 346. 347. 34», 349.

35°,

355; V, 3,11,12 e n., 13,14,13,16 e

Rocco, Arturo, V, 386 n.

n., 17, 24,26, 33,36,37,38,42,46,

Rocco, Serafino, I, 294 n.; II, 5 n.,

50, 52, 54, 35, 57, 39, 62, 70, 72,

18, 138; V, 300 e n.

76, 78, 80, 84, 90 e n., 91, 92, 98,

Rolando, famiglia, II, io n.

103,106,107, no, in, n6e n., 119,

Rolla, Alfredo, II, 213 e n.

122,123,123,128,131,133,136,138

Romagnoli, Augusto, V, 435 e n.

n., 140 e n., 148,133,164 e n., 177,

Romagnoli, Ettore, III, 404 e n.;

178, 180, 181, 188, 191, 203, 203,

IV, 49 e n., 50 n., 60, 67, 72 n.,

206, 209, 210, 211, 212, 216, 223,

74, 78, 92, 98 n.; V, 142, 155 n.

232> 234> 235> 237> 238> 239> 246>

Romagnosi, Gian Domenico, I, 299 n.

311, 314, 316, 318, 323, 324, 323 e

Romano, Giacinto, III, 155 n., 383 e n.

n., 342, 363, 374 Rossi, Francesco, I, 299

Romano, Michele, II, 189 n., 205 en.,256en.; III, 189en., 190n. Rondinella, editore,

270, 281, 298, 299, 306, 307, 310,

IV,

127 n.,

128 n. Rosadi, Giovanni, V, 30 n., 286 e n., 309 n.

Rossi, Giovanni, V, 310 e n. Rossi, Giuseppe,

1,303

e n.; II, 90,

240 e n., 247; III, 144; IV, 313 Rossi,

Giuseppe

Mario,

V,

367

e n. Rossi, Luigi, III, 14 n.

Rosati, Filippo, V, 16 n.

Rossi, Maria, V, 188 e n.

Rosenkrantz, Karl, II, 101, 200 e

Rossi, Mario, II, 289 e n.; IV, 17 e

n., 222 Rosmini, Antonio, I, 36 e n., 42 e n., 44 e n., 72,77 e n., 91, in, 124 n., 127,128 n., 131 n., 1340., 135 e n., 137 e n., 154,167,1760 n., 178 n., 183,186,189 e n., 191 e n., 192,

n., 84 Rossi, Teofilo, V, 334 e n., 368 n., 388 n., 407 n. Rossi, Vittorio,

1,139;

II, 101; III,

347; IV, 279 e n., 283, 326 n.; V, 88 e n., 141 e n., 143,217 e n., 219

203 n., 204 e n., 215, 221 n., 222

Rossi Petroni, Teresa, III, 264 n.,

n., 229 e n., 243, 266 e n., 283 e

370,404; IV, 31,134; V, n, 168 n.,

n.,313; II, 27 e n., 30,131 n., 194, 273 e n., 303, 309, 311 e n., 323; III, 39, 60 n., 162 n., 260, 303 e

208, 209, 210 Rostagni, Augusto, V, 271 n., 393 n., 424 e n.

n., 307 e n., 336 e n., 337 n., 330

Rotschild, famiglia, V, 390 e n.

n., 331 e n., 364; IV, 39 n., 83 n.,

Rotta,

86 e n., 90,101 e n., 107 e n., 147

Paolo,

III, 369 e n., 371,

409; IV, 188, 190, 195, 222, 233 e

n., 161 n., 222 e n.; V, 103 e n.,

n., 249, 230, 231, 252 e n., 323 e

139 n.

n., 323

Rossi, Adele, IV, 293 e n., 2996 n., 302, 314, 316, 317, 318, 319, 322, 324, 336, 337, 339, 340 n., 342,

Rouff, Marcel, I, 236 n. Rousseau, Jean-Jacques, IV, 141 n.; V, 431

I,

308;

512

INDICE DEI NOMI

Roux, Luigi, I,

48

n.

Saluzzo Corigliano, famiglia, V, 383 n., 384 n.

Royce, Josiah, III, 267 n. Rozzolino, Gerolamo, I,346en. Ruberto, Domenico, II, 142 e n.; Ili, 135 e n.

Salvemini, Gaetano, III, 112, 113, 114, 117, 319 e n., 321, 322, 323, 324 e n., 323, 326 e n., 327; IV,

Ruberto, Luigi, II, 142 e n.

334 n.; V, 44, 66 e n.

Ruffìni, Francesco, III, 77 e n.; IV, 173 n.; V, 75, 83, 86, 87 e n.,

Salvemini,

Tommaso,

III,

326

e n.

89,93 e n., 93 e n., 96,97,98 e n.,

Salvetti, Eduardo, V, 297 e n., 298

107,108, no e n., 114,113,117,118

Saivioli, Giuseppe, III, 43 e n.; V,

e n., 119,120 n., 121,143,144,147,

386 n., 413 e n., 444 e n. Salvo, Giuseppe, V, 130 e n.

x95 nRuge, Arnold, IV, 236 e n., 317 Ruggieri, Nicola, III, 182 en., 183

Salza, Abdelkader, I, 37 n., 99 e n., 148 e n., 204 e n.; Il, 3 n., 73;

Rùnfola, Gioacchino, III, 74 e n.

III, 30 e n., 133 e n.; IV, 26 n.; V,

Rurich, Enrico, V, 33 n.

32, 248

Russo, Ferdinando, V, 382

Salza, famiglia, II, io n.

Russo, Luigi, V, 236 e n., 238, 266

Sammarco, Angelo, III, 263 en.

n., 273 n., 333 n., 389 e n.

Sanderson, J.B., V, 434

Ruta, Enrico, IV, 3 e n., 31 e n., 62 e n., 84 e n., 233 e n.; V, 123,127 n., 169 n., 221 e n., 223, 223

Sandirocco, Maria, I, 3, io n. Sandron, editore, I, 211, 213, 213, 231,232,241,243,248 n., 232,233, 234, 233, 236, 239, 264, 267, 268,

Sabachnikoff, Teodoro, V, 334 Sagaria, Camillo, V, 168 e n., 186, 210, 281

284 e n., 283, 304, 324, 326, 341, 342; III, 3> 23,31,42 n., 49,38,97,

Sainati, Augusto, V, 57 e 11. Saint-Simon,

317; II, 33, 36, 40, 57 n-> 63,167,

132, 137 e n., 168, 191, 214, 213,

Claude-Henri

de

224, 294, 293, 304, 339, 369, 399;

Saitta, Giuseppe, III, 306 n., 333,

132, 133, 162, 174 e n., 236, 230,

Rouvroy, conte di, V, 293

IV, 6, 30, 33, 72, 79,114,129 e n.,

333 e n., 337; IV, 78 e n., 143 e n., 130 e n., 178 e n., 189 n., 193 e n.,

302,317,322,323 e n.; V, 173,212 Sandron, Decio, II,

341, 343, 344;

287 n., 288 n.; V, 94 e n., 210 e n.,

III, 97; IV, 323; V, 37, 81 n.,

214, 213, 219, 227 e n., 280

anche

Salandra, Antonio, III, 347;

iv,

293 e n.; V, 20, 21, 22, 24, 23 e n., 28 n., 33 Salfi, Francesco, II, 212 e n. Sali, Ernesta, V, 128 e n., 133 e n. Salis-Schwabe, famiglia, V, 348 Salomone Marino, Salvatore, V,

34

n.

v.

Sandron, editore

Sandron, Remo, II, 343 e n.; IV, 322,

v. anche Sandron, editore

Sanesi, Ireneo, II, 272 e n. Sangro, Placido de’, duca di Mar¬ tina, V, 434 Santi Romano, Giuseppe, V, 131, 132 e n. Saporito, Vincenzo,

1,134n.,

320;

INDICE DEI NOMI

11,75,76,77; III,223en.,23211. Sarno, Antonio, II, 222 e n., 233, 237, 238, 244, 286, 287, 308, 309, 320,325,327,331,352,355; III, 12 n., 34 e n., 35, 46, 53 n., 71 e n., 75, 84, 85 n., 89, 93, 96, 98, 113,

5U

n., 145 n.; V, 53 n., 78 n., 211 n.,

449 Scherillo, Michele, II, 78 e n., 81 n.; V, 61, 119, 141 Schiaparelli, Celestino, IV, 279 e n., 291

129, 134, 142, 151, 160, 179, 180,

Schiavi, Alessandro, I, 173 n.

189, 204, 206, 233, 246, 254 n.,

Schiller,

258, 260 n., 291, 305, 317, 328,

Ferdinand

Canning

Scott, III, 267 n.

379, 383, 387, 395, 398, 401, 407,

Schinz, Albert, II, 219 e n.

408, 415 e n., 418; IV, 7 n., 14, 22

Schipa, Michelangelo, I, 57 e n.;

e n., 119,120,173, 262 n.; V, 91 e

II, 56 e n., 156 e n., 183, 184 n.;

n., 153, 176, 193, 194 e n., 203,

Ili, 133 n., 171 e n., 206 n., 215

216, 221, 233, 244 e n., 258, 272 e

n., 216,218,238; IV, 329n.; V, 32, 118

n., 342, 408 e n., 431 n.

Schleiermacher,

Sarpi, Paolo, III, 415 n. Sasso, Gennaro, V, 372 n., 426 n.,

Friedrich

Da¬

niel Ernst, II, 6 e n., 12, 13 n., 30; V, 173 e n., 211 n.

446 n. Savarese, Giambattista,

1,1840.

Savelli, Rodolfo, III,4o6en.,407,

Schmarsow, August, III, 89 n. Schoenfeld, II, 171 Schopenhauer, Arthur, II, 32 n.,

4°9 113 e n.;

36 e n.; Ili, 168 n., 216 e n., 231 e

Ili, 139; IV, 288 n., 295 e n., 296

n., 365 n.; IV, 288 e n., 295, 296

Savj-Lopez,

Paolo,

II,

n., 300 e n., 304 n., 341; V, 106 e

n., 298, 304 n., 341; V, 106 n. Schulthess &

n., ni

Co.

(libreria),

II,

146, 160

Savoia, Giovanna di, V, 439 Savoia, Iolanda di, V, 439

Schulze, Gottlob Ernst, IV, 59

Savoia, Mafalda di, V, 439

Scialoja, Antonio, V, 175 e n.

Savoia, Maria, di, V, 439

Scolario Saba, IV, 23

Savoia, Umberto di, principe di

Scotti, Ascanio, I, 37 Seeber, Bernardo, II, io4en., 105

Piemonte, V, 439 Sbrana, Bivio Luigi, V, 346 n. Scalabrini, Angelo, V, 176 e n.

Scarfoglio, famiglia, V, 388 n.

II,

no,

Hugo

Ritter

von,

IV,

n n. Seemann, editore, II, 57 n.

Scavone, Carmela, IV, 335 Bernhard,

134 Seeliger,

Scalinger, III, 262

Schàdel,

n., 106,107,108, no, 130,188; III,

117,

120

Segond, Joseph, II, 12 n., 131 e n., 142, 219 e n.

Schaub, Edward, V, 428

Segrè, Carlo, III, 229, 240 n.

Schelling, Friedrich Wilhelm, I,

Segrè, Emilio, V, 304 n.

1,

169 e n.; II, 285, 286, 288 n., 291,

Segré, G.,

316, 325, 333 n., 354 n.; Ili, 97 e

Seignobos, Charles, I, 76 e n.

126

514

INDICE DEI NOMI

Semeria, Giovanni, II, 100 e n., 101 e n., 302, 333; III, 226, 260 Semprini, Giovanni, V, 308 e n. Seneca, Anneo, IV, 212 n. Senigaglia, Graziano,

271 Simmel, Georg, IV, 12 n.; V, 319 n. Sipari, Erminio, V, 300 e n.

1,196en.

Senise, Vincenzo, V, 336 e n.

Siragusa,

Giovanni

Battista,

V,

33 n.

Serafini, Enrico, II, 231 e n.

Sirven,

Serao, Matilde, II, 132 e n., 133 e n.; V, 380, 381 n.

P. II,

12 n.

Smith, John Alexander, V, 263 e n., 269

Serena, A., IV, 289

Socrate, I, 129, 183 n., 202 n., 243

Serena, Ottavio, IV, 24 n.; V, 189 e n.

n.; II, 211 n., 213 n., 216 n., 228 n., 236 n., 306, 324; III, 168,183,

Sergi, E., (ma) Giuseppe,

1,324n.

Serra, Renato, III, 362 n.; IV, 78e n., 167 n.; V, 23 e n., 24 n.

Empirico,

V,

147

Sogliano, Antonio, III, 133 n.; V, e

n.,

148 n.

118 Solari, Arturo, V,32 n., 33 en., 71

Settembrini, Luigi, I, 144 n.; IV,

I27

Soldati, Benedetto, III, 63 e n. Solmi, Arrigo, IV, 233 n.

Setti, Giovanni, III, 172 e n., 173, 314 e n.; IV, 68 e n.

Leonardo,

V,

Solmi,

Edmondo,

II,

207

e

n.,

208; III, 74 e n., 231 e n., 308 e

Severi, Francesco, IV, 277 e n. Severi,

209, 277, 278, 343 e n., 330 e n., 374 e n.; IV, 207 n., 208, 221 n.; V, 431

Sesta, B. Attilio, II, 341 n. Sesto

Simioni, Attilio, V, 263 e n., 270,

299

e

n.,

300, 386 n., 389 n., 413, 422 n., 436, 437 n. Sgobbo, Francesco Paolo, V, 190 e n. Sgroi, Carmelo, V, 245 e n., 246, 230 e n., 231 n., 233, 263 Shakespeare, William, V, 170 n., 219 n., 223, 228 e n., 229 e n., 244 n. Shelley, Percy Bysshe, I, 281 n. Sibree, J., V, 434 Siciliani, Luigi, V, 398 e n., 399 Siciliani, Piero, II, 228 e n.; Ili, 336; IV, 19 n., 27 e n. Sidow, Eckart von, IV, 292 n. Silvestri, Domenico, IV, 289,292 Simeoni, Luigi, II, 69 e n. Simiani, Carlo, II, 93 e n.

n->

347.

338 e n., 367 e n., 372 e

n.; IV, 233 n. Sonnino, Giorgio Sidney, I, 134 n.; IV, 293; V, 28 n., 29 n., 32 n., 173, 176 e n., 202

Sonzogno, editore,

III,

134

n.

Soragna, Antonio di, IV, 297 n. Sorel, Georges, I, 31 n., 61 n., 66 n., 67 e n., 76 n., 89 n., 91 e n., 107 e n., 121 e n., 122 n., 127 e n., 136, 140 e n., 196, 204, 203 e n., 206 e n., 207 n.; II, 133 e n.; Ili, 88, 89 n.; IV, 96 n.; V, 218 n.

Sottile Tomaselli, Sante,

II, 233

e n. Sozzani, Angelo, I, 96

Spampanato, n.,

134 e

n.,

Vincenzo, III, 44 e 408 en., 411 en.; IV,

8 n., 38,80,249 en.;V, 40,343 n.

Spampanato, Adelaide, v. Tiro-

INDICE DEI NOMI

ni, Adelaide

332 e n., 346, 330 e n., 392 e n.;

Spaventa, Bertrando, I, io n., 43

IV, 41 e n., 42 e n., 43 e n., 36 e

n., 44 e n.,47 e n.,54,55, 57 e n.,

n., 39 e n., 62 e n., 65 e n., 82 e

38 n., 59 e n., 64, 65, 66 n., 70 n.,

n., 89 e n., 90, 91, 127, 129, 146,

72 e n., 75, 78, 79, 80 e n., 81, 82,

204 e n., 216, 244, 246 en., 249,

83 e n., 84, 85, 87, 94, 96, 97 e n.,

231 e n., 234 e n., 269, 270, 273,

98 e n., 99 e n., 100 e n., 108 e n.,

277en., 287en., 323; V, 9,38n.,

109,127 n., 136,137 e n., 142 e n.,

72 n., 130 e n., 147 n., 173 n., 223

143,144,146 n., 147,149 e n., 130

n., 242 n., 273 e n., 277 e n., 278,

e n., 131 e n., 132, 133, 136 e n.,

432 n.

138 e n., 160, 161 e n., 163 e n., 166 e n., 170 e n., 171 e n., 172 e

Spaventa,

Camillo,

I,

131

n.,

293 n.

n., 173 e n., 173 e n., 178 n., 179

Spaventa, famiglia, I, 88, 178

n., 184 e n., 183 e n., 186,187,193

Spaventa, Silvio,

1,37e n.,

63,66e

e n., 200 n., 201 e n., 202 n., 207,

n., 72, 73,79, 80 e n., 82 e n., 136

208 e n., 212 n., 213 e n., 216 n.,

e n., 143,131 e n., 160 e n., 293 e

224 n., 230 e n., 241 n., 242 e n.,

n.;

II,

3 n., 7 n., ro n., 64 n.;

Ili,

243 e n., 243 n., 246 n., 230 e n.,

139 n., 160,162, 246 n., 344 e n.,

234 e n., 253 e n., 236, 238 e n.,

371, 398 e n.

239 n., 260 n., 262,263 e n., 2646

Spaventa, Sofia,

n., 265 n., 267, 268 e n., 271 n.,

Spectator,

274 n., 277 n., 278 n., 279 e n.,

Spedalieri, Nicola,

283 e n., 286,287 n., 288 n., 290 e

Spencer, Herbert,

n., 291 e n., 292 n., 293 e n., 294,

31

v.

II,

64 e n.

Torre, Andrea

II,

83 e n.

II, 354; iv,

n.

293 e n., 296 n., 303 e n., 307 n.,

Spiers, E.B., V, 434

312 e n., 314 n., 316 n., 318 e n.,

Spinazzola, Vittorio,

II,

37 e n.,

321 n., 322, 323, 324 n., 323 e n.,

64 e n., 66,76, 78 e n., 81 e n., 82

326, 327 n., 329 n., 330 e n., 332 e

e n.; V, 336 e n., 371 e n., 372 n.,

n., 33Óe n.,

382,389,390 e n., 391 e n., 392 n.,

338 en.; II, 7 en., io n., 13 n., 33

393 n-> 398 e n., 399 e n., 400 e

n-, 333 n-,

334

n->

333

e n., 30, 62 e n., 64 e n., 112 e n.,

n., 401 n., 402 n., 414 e n., 413 n.,

113 e n., 117 e n., 123 e n., 124,

416 e n., 436, 437 e n.

1,138

126,128,136 n., 211 e n., 213 e n.,

Spinelli, Matteo,

216 e n., 218 e n., 224, 228 n., 236

Spingarn, Joel Elias,

e n., 230, 238, 268 n., 270 n., 281

282 e n., 318 n.

n., 284n., 303,306 n., 311,348 n.,

Spinoza,

Baruch,

I,

n., 1440.

II, 96,

97 n.; V,

243; II,

334; III, 9 n., io n., 29 n., 33 e n.,

228; III, 93 n., 192, 199; IV, 161,

38 e n., 81 e n., 96 n., 103,119,133

162,221 n., 222 en., 223,224,247,

e n., 139 e n., 160,162, 178 e n.,

248 e n., 230, 231, 234 e n., 296

182 e n., 184, 221 e n., 223 e n., 246 e n., 249 e n., 236 e n., 237 e n., 303, 304 e n., 312 e n., 318 n.,

n.; V, 17 e n., 432 Spirito, Ugo, V, 289 e n., 387 n., 416 n.

516

INDICE DEI NOMI

Spoerri, editore, I, 166 e n., 194, 195,196,268; V, 82 n., 132 n., 180, 181

Tagliartela, Gioacchino, III, 98 e n. Tagliartela, Pietro, V, 306,312 n.

Stammler, Rudolph, I, 121 e n., 122 n., 141 e n., 144, 143, 132

Tagliani, Giulio, IV, 31 n. Taine, Hippolite Adolphe, I, 142

Stampini, Ettore, IV, 320 e n.

n., 1440., 186 e n.; V, 297 e n.

Stanta, Mario, V, 233 e n., 236

Talamo, Salvatore, II, 127 e n.

Stanziale,

Talete di Mileto, II, 338

Rodolfo, V, 374 e n.;

417 e n.

Tangorra, Vincenzo,

Stefani, agenzia,

V, 342 n., 337,

370 n., 408

n., 321

n., 324, 331 e n.; V, 332 n., 337 e n., 338

Stein, Ludwig, I, 143; II, 113, 118;

IV, 95 Steiner,

1,133

Tannery, Paul, III, 183 Tansillo, Luigi, III, 193 e n.

Rodolfo,

V,

239

e

n.,

261 n.

Taormina, Giuseppe, II, 181,184

Steinthal, Heymann, II, 30 Stendhal,

Tanucci, Bernardo, II, 163 e n.

Henri

Marie

Tarantino, Giuseppe, I, 296 e n.,

Beyle

detto, V, 66 e n.

300 e n., 303, 314, 319 e n., 320, 324, 328, 329 e n., 33o, 333, 336,

Stengel, Karl von, V, 101 n.

338,339 e n., 342,346; II, 21, 80 e

Sterzi, Mario, V, 260 e n.

n., 333 n.; Ili, 74; IV, 37, 41, 81,

Stirling, James Hutchison, V, 434

103,132 n., 133, 329 e n., 330; V,

Stirner, Max, II, 332 n.

113, 117

Stoppoloni, Aurelio, V, 176 n. Straeter, Theodor, Strauss,

David

1,230,260,263

Friedrich,

III,

267 n.

Tari, Antonio,

1,284 e

n.; Il, 270 e

n.; Ili, 96,338 en., 399 n.; IV, 18 e n., 37 e n., 30 e n., 216,232 e n.

Streglio, Renzo,

II, 146

e n.

Tarozzi, Giuseppe, IV, 278 e n.,

Strongoli, v. Del Balzo, Adelai¬ de, principessa di Strozzi, famiglia,

II,

Struve, Peter von,

284 n., 283,289,291,297 n., 309 e n->

i6y

3U> 3G

Tasso, Bernardo, I, 84 e n.

I, 174, 173

n.,

178, 179

Sturzo, Luigi,

Tarchetti, Igino Ugo, II, 183 n.

Tasso, Torquato, II, 26; IV, 70 n.; V, 12 n., 37 n.

V, 338

Tauro, Giacomo, IV, 193 e n. Tavallini, Enrico, III, 371 e n.

Tabarrini, Marco, V, 213

Tecchio, Vincenzo, V, 369 n.

Tacchi Venturi, Pietro, V, 342 n.,

343

n.

Taccone, Angelo, IV, 331 e n., 340 e n.

Tagliatatela, Alfredo, n.

1,260n.,

324n.

n., 249 e n., 230, 232, 233 Telesio, Bernardino, III, 267,410,

V, 312

Tagliartela, Edoardo, e

Tedeschi, Enrico,

Teichmiiller, Gustav, I, 96, 246 e

e n.

V, 306,312

411 n.; IV, 7, 20, 21 e n., 38 e n., 68,69 e n., 70 n., 76 n., 77,79,80 n., 112 n., 113 n., 114 e n., 116 e

INDICE DEI NOMI

n., 118 e n., 131 e n., 139 e n., 180 e n.

123 e n., 136,154 n., 153 e n., 137 Tomeo,

Tenbien, editore, II, 57 n. Tennemann,

Guglielmo,

517

Niccolò

Leonico,

IV,

288, 289 e n. I,

299

e n.

Tommaseo, Niccolò, II, 194; IV, 336; V, 122, 124

Tenore, premio, I, 175 n.

Tommasi, Salvatore, III, 177, 270

Teocrito, I, 114

e n., 309, 317, 318 n., 337 e n.,

Teofrasto, II, 285 n.

338, 336; IV, 147 n.

Terracina, Laura, II, 21 e n.

Tommasini, Oreste, IV, 291 e n.

Tessitore, Alfonso, II, 94,93 en.

Tommasini, Ugo, V, 239 n., 261

Teti, Giuseppe, V, 347 e n., 388 e

Tommaso

n., 389

d’Aquino,

santo,

II,

338; IV, 166,234 n.; V, 47 n., 104

Teza, Emilio, IV, 23 e n.; V, 421 n.

Tonelli, Luigi, V, 217 e n.

Thayer, William Roscoe, V, 331

Tonini, Quintilio, III, 394 n.

e n.

Toraldo, Annibaie, V, 287

Tibullo, Albio, IV, 60 n.

Toraldo Tranfo, Carlo, II, 34 e

Tilgher, Adriano, III, 41 n., 94 n.,

n., 66, 83, 106

220 n., 243 e n., 244,308 n., 337 e

Torelli, Achille, II, 193 n.

n., 341 e n., 351, 383, 393, 397,

Torraca, Francesco, I, 92 e n., 93

398; IV, 9 e n., 231 n.; V, 148 n.,

e n., 96,101, no e n., 126 n., 202,

224, 225 n., 231 n.

216 e n., 224, 269 e n., 271, 297,

Timpanaro,

Maria,

v.

Cardini,

Maria

300, 302, 303, 307, 308 e n., 327, 336, 337 e n., 341 e n., 346; II, 7°

Tiraboschi, Girolamo, IV, 25

e n., 170 e n., 247; III, 70, ni,

Tironi, Adelaide, IV, 249; V, 40

116,119,123 e n., 132,133 n., 140,

Tissot,

141 n., 149 e n., 150, 137, 171 n.,

Claude Joseph,

III,

336

e n.

172 n., 173, 206 e n., 209 n., 210,

Tittoni, Tommaso, III, 233 n.

217, 236, 239, 298, 347, 349, 332,

Tocco, Felice, I, 39 e n., 80, 88 n.,

334 e n., 362 e n., 377 e n.; IV, 36

91, 93,108,143 e n., 222 e n., 272

e n., 68, 70 e n., 72 e n., 73 n., 91

e n., 289, 303, 322 e n., 340; II,

en., 129 e n., 134 e n., 1560., 138,

115 e n., 118,140 n., 141,160,191 e

237 e n., 273; V, 22 n., 88 e n.,

n., 193,201 e n., 202,223 e n., 227

118, 119 n., 143, 299, 309 n., 346

n., 231, 234, 235 n., 248 e n., 249

e n.

n., 262, 263, 264, 269 n., 334 e n.,

Torre, Andrea (Spectator),

1,187

333 en.; Ili, 7 e n., 47 e n., 83 n.,

n.; II, 133 e n., 202, 228 e n., 234

89,133 e n., 138,139,140 n., 173,

e n.; III, 233, 233, 236 e n., 247

193 e n., 228, 231 e n., 234, 236 e

n.; IV, 11 n., 46 e n., 138

n., 239,278,312 e n., 330 e n., 410

Tosi, Francesco Paolo, I, 84

e n.; IV, 7, 21 n., 38, 81, 90 e n.,

Tovajera, Manfredo, V, 221 e n.,

101 e n., 102 e n., 104 n., 107 e n., 108, 109, 115 n., 117 e n., 119 n.,

236, 243, 287, 366 n., 408 e n. Trabalza, Ciro, II, 235 e n., 238 e

5i8

INDICE DEI NOMI

n.; Ili, 375 e n.; IV, 17 n., 84 e

Tulelli, Paolo Emilio, I, 165 e n.

n-- 357; V, 73 e n., 74 n., 77 e n.,

Turbiglio, Sebastiano,

175 e n., 176 e n., 190, 198 n., 251 n.

II, 327 e

n., 331; III, 36, 80 e n., 94, 96 Turchi, Nicola, V, 280 n.

Trambusti, Arnaldo, IV, 190e n. Trasillo, IV, 215

Turi, Gabriele, IV, 22 n.; V, 183 n., 305 n.

Treccani, Giovanni, V, 330 n., 342 n., 374 e n.

Turiello, Pasquale, II, 17 e n. Turini, I, 255

Treitschke, Heinrich von, V, 64, 127 n., 168 e n., 185 n. Tremesaygues,

A.,

Ili,

Ueberweg, Friedrich, II, 209 n., 170

n.,

331 n.

210 n., 217, 252, 291, 296 Unico De Meis, Antonio, V, 186

Trendelenburg,

Friedrich

Adolf, IV, 62

Ussani, Vincenzo, III, 349 e n.; IV, 229 e n.

Treves, editore, II, 216; V, 32 n. Trezza, Gaetano, III, 96 n. Tria, Giovanni, III, 154 n. Tria, Umberto,

1,150 e

n., 163,224

e n.; II, in e n. Trippodo, Onofrio, III, 132 e n. Trissino, Gian Giorgio, III, 174 n. Trivero, Camillo, I, 15 e n., 122, 123 e n., 149 e n., 176 e n., 177, 213 e n., 214 e n., 216 n., 221 e n., 293; II, 13 e n., 14 Troilo, Erminio, II, 217 e n., 240e n., 247; III, 75 e n., 78 e n., 123 e n.; IV, 58 e n., 218 n., 324,325; V, 60 n. Trojano, Paolo Raffaele, I, 41 e n., 42 n., 54 e n., 58, 64 e n., 92, 106 e n., 145 e n., 150, 153 e n., 171 e n., 173, 176 n., 177,178 n.; II, 48 e n. , 60, 66, 67 n., 95,142 e n., 147,304 e n., 309; III, 64,114, 115 e n., 132, 133 n., 136, 168 n., x75 n., 179, 274, 290 e n. Trombetti, Alfredo, II, 241 e n., 245 e n., 249 e n. Troya, Carlo, III, 104 Trucco, Agostino Maria, V, 292 Trullard, J., Ili, 160 n.

Vaihinger, Hans, I, 339 e n.; II, 221 n. Vailati, Giovanni, I, 122 n., 274 e n., 278, 323 e n.; II, 99 e n.; Ili,

372

n., 373

Vairo Rosa, Giuseppe, Valentini,

1,145,148

Francesco,

V,

30

n.,

90 n. Valeri, Antonio, IV, 51 Valgimigli,

Manara,

IV,

214 n.,

216, 222 n.; V, 104 e n., 269 Valla, Lorenzo, II, 17 n. Vallardi, Cecilio, II, 5 e n. Vallardi, Francesco, I. U9; II, 5 n., io, 17, 86, 120, 174, 221, 233, 275> 276; IH, 222, 391, 293; IV, 153; V, 102 e n. Vallecchi, editore,

1,283

n.; V, 373

Vailetta, Nicola, V, 306, 307 n. Valli, Giannetto, V, 309 n. Valli, Luigi, II, 189 e n.; IV, 274 e n. Valmaggi, Luigi, IV, 321 e n., 331 Valori, Aldo, II, 285, 286, 354 n.; V, 222 e n., 223 Vandelli, Giuseppe, V, 137, 148 Vanini, Giulio Cesare, IV, 219 e

INDICE DEI NOMI

n., 236 e n., 237

5i9

n.,71 n., 73 e n., 76 e n., 82 n., 87

Varisco, Bernardino, II, 41 n., 42

e n., 94 e n., 93 e n., 96 e n., 100,

e n., 44, 49, 54, 56 e n., 59, 67 e

101 e n., 106 n., 109 e n., 112 n.,

n., 139,141 e n., 1440 n., 152,211,

141 e n., 142 n., 150 e n., 133 e n.,

266; III, 39 e n., 191 e n., 288 e

134 e n., 155 e n., 136 e n., 137 n.,

n., 290, 291, 296 n., 309 n., 315,

138 e n., 139 e n., 163 e n., 166,

328 n., 334, 350 n., 351, 408 e n.,

167 n., 168 e n., 170 n., 177 n.,

413; IV, 23 e n., 133, 227 n., 277,

199 n., 271 e n., 274 n., 330 e n.,

278 e n., 279, 284 n., 283, 288 n.,

332 e n., 356 e n., 337 e n.; V, 37,

289, 291, 301 e n., 310, 318, 323 e

40, 33 e n., 36 e n., 37, 38 n., 62

n.; V, 262

n., 63,63,71, 83 n., 97 n., 116,120

Vecchi, Valdemaro, I, 208; II, 91, 92, 98, ioo, 103,105,106,107 e n.,

n., 130 e n., 133 n., 133, 162 n., 192 e n., 301 e n.

ni, 113, 122, 126, 127, 128, 130,

Vidari, Giovanni, I, 259 n.; II, 71

i45> !53> r54> l6°» I74> J75> 180,

en., 90en.,313; III, 341 en., 342

183,183,192 n., 204,221,235,259,

n.; IV, 168,272, 291 n., 319,320 e

260,283 n.;

111,343

n.; V, 19,244

Veneziano, Antonio, IV, 6

n., 321 e n., 324, 323, 326, 327 n., 330; V, 75, 167 n.

v.

Ventimiglia, Vincenzo, V, 441

Vidossi,

Venturi, Adolfo, I, 213 e n., 233 e

Vidossich,

n.; II, 124n., 202 e n., 2790., 283

Vidossich, Giovanni Giovanni,

II, 212 n.,

268, 289, 290 n., 306, 307, 316 e n.,317; III, 6,17 e n., 48 e n., 31,

n.; IV, 278 e n., 279, 282 Vera, Augusto, I, 70 n., 137 e n.;

34, 61, 70 e n., 72, 73 n., 76, 81 e

II, 7, 209 n.; Ili, io n., 89 e n.;

n., 89,91,94,101,107 n., 108, no,

IV, 177,178 n., 180 e n., 181,182 e n., 183 e n., 186, 187; V, 114 n. Verando, editore, IV, 293

n., 122 Villa, Guido, I, 101 e n., 301 e n.,

Verest, J., II, 42 e n., 43 Verga, Giovanni,

1,309;

V, 273 n.

Gennaro,

302, 303; II, 20,141 e n.; Ili, n e n., 40 e n., 63; IV, 39, 198, 340

Viator, II, 121 n. Vico,

120 n., 123 Vieusseux, Giovan Pietro, V, 63

II,

138

n.,

198,

233, 247 n.; Ili, 164 e n. Vico, Giambattista, I, 189, 199 e

e n. Villari, Luigi Antonio, I, 74 e n.; II, 93, 113, 169 e n.

n., 283 e n.; II, 11 n., 44 n., 39,

Villari, Pasquale, I, 38 e n., 39,62,

86,119 e n., 120 n., 124 e n., 126 e

64 e n., 103 e n., 134 n., 136, 214;

n., 132, 134, 136 n., 137 e n., 138

II, 11 n.; IIL163,166 n., 177,196,

n., 139 e n., 164 e n., 166 n., 198 e

218 e n., 221, 261 n.; IV, 234; V,

n., 233 e n., 247 n., 284 e n.; Ili,

163, 187 n.

v.

30 n., 98en.,ii9en.,i24n., 128,

Villarosa,

163, 164 e n., 283 e n., 292 e n.,

Vinciguerra, Mario, III, 74 n.

307 e n., 364 e n., 379 n., 403 e

Virgilio Marone, Publio,

n.; IV, 55 e n., 56 e n., 37 n., 60

116; II, 25

De Rosa, marchesi di

I, 113,

52°

INDICE DEI NOMI

Vischer, Friedrich Theodor, II, 13 n.

Westermarck, Edward Alexan¬ der, III, 121 e n.

Vitali, Giulio, IV, 31 n., 35

Wiese, Bertoldo, I, 203 n.

Vitelli, Camillo, I, 94 e n.

Wilson, Woodrow, V, 2i4en.,2i3

Vitelli, Girolamo, I, 94 e n., 229 e

Windelband, Wilhelm, II, 237 n.,

n.; Ili, 183; IV, 122 e n., 123,124;

243, 296, 304 e n., 333 e n., 336

V, 164 e n., 163 e n.

n., 337, 341 e n., 342 n., 347 e n.,

Viterbo, Ettore, I, 63 e n., 72

331; III, 38, 33 e n., 128 e n., 129

Vitto, Mariano, II, 188 e n.

n., 267 n., 342 e n.; IV, 11 n., 31

Vittorio Emanuele III, re d’Ita¬ lia, V, 439, 437, 463, 464

n., 30 e n., 96 n., 108 n., 142 e n., 236; V, 81 n.

Vogliano, Achille, V, 462

Winspeare, David, I, 89, 90 n.

Volpe, Gioacchino, II, 133 e n.,

Winter, editore, II, 322 n.

173,192 n., 193,203 e n., 204,283

Witasek, Stephan, IV, 174 e n.

en.; Ili, 221 n., 262 e n.; IV, 83 e

Wundt, Wilhelm, II, 248,28460.,

n.; V, 80, 279 n., 317 n.

291 e n.; Ili, 14 e n.

Volpe, Vincenzo, V, 411 e n. Volpi, Guglielmo, I, 139 Voltaire, Fran^ois-Marie Arout de, III, 349 n. Volterra, Vito, I, 274 n.

Xénopol, Alexandru D., II, 41 e n. Yeats, William Butler, V, 380 n.

Vorluni, Giuseppe, V, 413 n. Vossler, Karl, I, 231 e n., 234, 266 n., 274 e n., 289; II, 32 e n., 33 n., 36 e n., 37 n., 97 n., 163,183, 193 e n., 247 n.; Ili, 33 e n., 124e n., 128 n., 129 n., 131, 136 e n., 142, 143, 146, 148 n., 132 n., 173

Zambaldi, Francesco, V, 104 e n. Zambonini, Ferruccio, V, 402 e n., 408 Zamorani, Enea, II, 90 e n. Zampanelli, Angelina, I, 314 e n., 328, 329, 332, 333, 338; II, 6, 8, 9,

n., 177,178,192, 232, 263, 266 n.;

io, 12,16,18, 21, 23, 23, 29, 31, 34,

IV, 33 e n., 34e n., 33 e n., 37; V,

35. 37.39.4°. 43.44.43.51.35.59. 61, 63, 83, 106, 113, 117, 122, 126,

7 n. Vram, Ettore, II, 207

*37» J39> z43. x54> *75. 177. i78> 179, 180, 181, 183, 186, 191, 193,

Waddington, Charles, II, 176 e n., 184

202, 203, 204, 213, 221, 222, 223,

Walkey, Arthur B., V, 263

243> 244. 25°. 266, 267, 270,277 e n., 278, 282, 286 e n., 289, 293,

Wallace, W., V, 434 Walter, H., V, 434 Watson, F., V, 56 n. Weber, Louis, IV, 302 n. Wehrmann, Agnes, V, 12 n. Werner, Karl, IV, 139 n.

228, 232, 233» 236, 239» 240, 241,

297> 3°°. 30I> 302> 306, 309, 310, 3i4.325,33i. 334.342.355i HI, n, 18 e n., 19, 21, 22, 23, 24 e n., 32, 34. 37. 38> 42. 43. 44 e n., 43, 46, 31,54,63,66,72,78,79,83,90,93,

INDICE DEI NOMI

99, IOO, 102, IO5, IOÓ, IO7, IO9,

III,

112, 117, 122, 125, 135, 139, I42,

151, i57> *59. l6o> i63> *75 n-> *79. 182 e n., 191 e n., 192, 195, 198, 199, 200, 203, 204, 226, 239, 245, 250, 253, 256, 258, 261 n., 263 e n., 269, 270, 272, 274, 276, 283, 290, 296, 300, 305, 308, 312, 313, 3J9> 323> 327» 329> 332> 337- 34°» 343- 352> 353. 355 e n., 357, 366, 370, 372, 376, 377, 378, 379, 381, 387. 389. 39°> 39i. 393. 394. 395. 397, 401, 402, 403, 404, 405, 407, 411,415, 416,417,418; IV, 5,14,17, 18,19 e n., 20,22,27,31,32,33,36, 37, 42, 43, 43, 48, 51, 53, 59, 63 e n., 63, 69, 71, 76, 80, 86,100,118, 120, 122, 124, 126, 131, 133, 134, 135, 136, 138, 143, 143, 147, 148, 134, 163, 163, 167, 171, 173, 173, 176, 180, 181, 183, 189, 191 e n., 197, 210, 214, 217, 218, 227, 233, 234, 237, 238, 240, 241, 242 n., 243, 244, 243, 247, 248, 250 e n., 232 e n., 253 e n., 234 e n. Zanda, V, 126 Zanella, Giacomo, II, 183 n. Zaniboni, Eugenio, II, 172 e n., 173 n., 201,239,304, 341 e n.; Ili,

521

406 n.; IV, 31, 50 e n. Zanichelli, editore, II, 139, 161; IV, 35 n.; V, 117 n. Zarelli, T., v. Caroli, Giovanni Zeller, Eduard, III, 183, 278 Zenatti, Albino, II, 22 e n., 23,212 e n. Zimmermann, Robert, II, 7 n., 13 n. Zingarelli, Nicola, I, 204 n.; Ili, 348,403 n.; IV, 91 en., 138,308 Zito, II, 87 Zoccoli, Ettore, II, 146 e n., 332 e n.; Ili, 143; V, 24 e n. Zola, Emile, III, 148 Zòppritz, Rudolf, II, 233 Zottoli, Angelandrea, III, 231 n.; V, 46 n., 279 n. Zottoli, Giampietro, V, 46 e n. Zuccante, Giuseppe, II, 233; III, 218 e n., 219 n., 343 e n., 330e n., 368e n., 373 en., 374en.; IV, 131 Zuccarelli, Angelo, V, 372 e n. Zumbini, Bonaventura, I, 42,106 e n., 112,113 e n., 143 n., 189; II, 170 n. Zuretti, Carlo Oreste, II, 302 n., 324, 326; III, 168; IV, 123, 212 e n., 213, 213, 222 n.

'

OPERE COMPLETE DI

GIOVANNI GENTILE

OPERE SISTEMATICHE I-II.

Sommario di pedagogia come scienza filosofica. (Voi. I: Pedagogia generale-, voi. II: Didattica).

III.

Teoria generale dello spirito come atto puro.

IV.

I fondamenti della filosofia del diritto.

V-VI. VII. Vili. IX.

Sistema di logica come teoria del conoscere (voli. 2). La riforma dell’educazione. La filosofia dell’arte. Genesi e struttura della società.

OPERE STORICHE X. XI. XII.

Storia della filosofia (dalle origini a Platone: inedita). Storia della filosofia italiana (fino a Lorenzo Valla). I problemi della Scolastica e il pensiero italiano.

XIII.

Studi su Dante.

XIV.

Il pensiero italiano del Rinascimento.

XV. XVI. XVII. XVIII-XIX. XX-XXI XXII.

Studi sul Rinascimento. Studi vichiani. L'eredità di Vittorio Alfieri. Storia della filosofia italiana dal Genovesi al Galluppi (voli. 2). Albori della nuova Italia (voli. 2). Vincenzo Cuoco. Studi e appunti.

XXIII.

Gino Capponi e la cultura toscana nel secolo decimonono.

XXIV.

Manzoni e Leopardi.

XXV. XXVI. XXVII. XXVIII. XXIX. XXX.

Rosmini e Gioberti. I profeti del Risorgimento italiano. La riforma della dialettica hegeliana. La filosofia di Marx. Bertrando Spaventa (in prep.). Il tramonto della cultura siciliana.

XXXI-XXXIV.

Le origini della filosofia contemporanea in Italia. (Voi. I: I platonici; voi. II: I positivisti; voli. Ili e IV: I neokantiani e gli hegeliani).

XXXV.

Il modernismo e i rapporti fra religione e filosofia.

OPERE VARIE XXXVI.

Introduzione alla filosofia.

XXXVII.

Discorsi di religione.

XXXVIII.

Difesa della filosofia.

XXXIX. XL. XLI. XLII.

Educazione e scuola laica. La nuova scuola media. La riforma della scuola in Italia. Preliminari allo studio del fanciullo.

XLIII.

Guerra e fede.

XLIV.

Dopo la vittoria.

XLV-XLVI.

Politica e cultura (voli. 2) (imm.).

FRAMMENTI XLVII-XLVIII.

Frammenti di estetica e di teoria della storia (voli. 2)

(in prep.). XLIX-L. LI-LII. LIII-LV.

Frammenti di critica e storia letteraria (voli. 2) (in prep.). Frammenti di filosofia (voli. 2) (in prep.). Frammenti di storia della filosofia (voli. 3) (in prep.).

EPISTOLARI III. III-VII. Vili. IX. X.

Carteggio Gentile-Jaia (voli. 2). Lettere a Benedetto Croce (voli. 5). Carteggio Gentile-D’Ancona. Carteggio Gentile-Omodeo. Carteggio Gentile-Maturi (1899-1917).



FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI GIUGNO 1990 PER CONTO DELLA CASA EDITRICE LE LETTERE DALLA TIPOGRAFIA ABC SESTO F.NO - FIRENZE

DATE DUE / DATE DE RE TOUR

CARR MCLEAN

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TRENT UNIVERSITY

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