L’Archivio storico della Compagnia Portuale di Cagliari [1 ed.]


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L’Archivio storico della Compagnia Portuale di Cagliari [1 ed.]

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Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Lettere e Filosofia

L’Archivio storico della Compagnia Portuale di Cagliari

Pietro Utzeri 1

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INDICE

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La Compagnia Portuale “Attilio Deffenu”: Le origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La Compagnia Portuale dal 1929 ai giorni nostri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

L’Archivio Storico della Compagnia Portuale di Cagliari . . . . . . . . . . . . . . 20

La Lotta per il lavoro degli “occasionali” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

Appendice 1 - Disposizioni normative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Appendice 2 - I documenti dell'archivio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171

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INTRODUZIONE

L''obiettivo di questa tesi è quello di tracciare un profilo della Compagnia portuale di Cagliari durante tutto il corso del Novecento, per poter arrivare a definire uno spaccato della Compagnia stessa, dei suoi mutamenti e delle sue trasformazioni, con lo scopo di far conoscere la realtà del porto cagliaritano e dei lavoratori che vi hanno operato e che vi operano. In questo lavoro si è cercato di rintracciare tutti quei dati che potessero fornire elementi storici certi, dunque l’ufficialità, in modo da poterli associare all'amministrazione pubblica che con la Compagnia portuale spesso ha interagito. In questo modo è stato possibile ottenere un quadro completo sul ruolo e le funzioni della Compagnia portuale di Cagliari, attraverso lo spoglio dei documenti che si trovano all’interno dell’Archivio Storico della Compagnia stessa. Proprio dalla ricerca in Archivio è nata l’idea di questa tesi. Con questo spoglio sono stati presi in considerazione quei documenti che potessero avere un particolare significato per fornire un quadro generale e sommario della storia della Compagnia portuale cagliaritana e sono stati riportati i dati ritenuti più significativi per questo tipo di interesse. Oltre a ciò, si è scelto di sviluppare un particolare periodo della storia portuale cagliaritana che è quello relativo alla lotta dei lavoratori portuali occasionali per la conservazione del posto di lavoro. Questo capitolo prende spunto da un lavoro di

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ricerca di tipo storico, svolto su commissione della Camera del Lavoro cagliaritana nell’anno 2006-2007. Arricchisce il lavoro la trascrizione della documentazione relativa alla fase storica presa in esame. Il periodo analizzato va dal 1913, anno della costituzione della prima Federazione dei Lavoratori Portuali cagliaritana e delle prime cooperative portuali sino ai giorni nostri, con una particolare attenzione agli anni 1969 e 1970. Anni che, dai documenti rinvenuti, si sono dimostrati di fondamentale importanza per i lavoratori portuali cagliaritani. Tutto ciò che riguarda il Regolamento della

Compagnia portuale è stato

ripreso dai registri delle delibere dell'Ufficio del Lavoro di Cagliari e riportato nell'appendice 1. Nella appendice 2 è stato fedelmente riportato tutto ciò che è stato rintracciato riguardante la “lotta degli occasionali”. Si è mantenuta anche la stessa impostazione testuale, nel senso che in alcuni casi vi sono parole non più in uso, oppure delle traduzioni dirette dal sardo che, volutamente, non sono state corrette o cambiate. La punteggiatura è ripresa come compare nei documenti, come anche le quantità, che a volte compaiono in lettere a volte in numeri.

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LA COMPAGNIA PORTUALE “ATTILIO DEFFENU”

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LE ORIGINI

Nel porto di Cagliari, agli inizi del secolo, la scarsa specializzazione e l'oscillazione delle occasioni di lavoro, ad eccezione di alcune mansioni specifiche, permettevano di impegnare manodopera non qualificata favorendo un mercato del lavoro portuale caratterizzato da bassi salari, dallo sfruttamento e da una forte concorrenza tra i lavoratori. Le prime organizzazioni dei lavoratori dei porti, in Italia, le vediamo affermarsi nel 1913-1914 a Savona1., dopo l'esperimento d'avanguardia di Genova2. A Cagliari il promotore nella costituzione delle Cooperative Portuali fu Virgilio Caddeo che fu tra i fondatori della prima Federazione dei Lavoratori Portuali, nel 1913, e direttore nel 1920 de “Il Solco”, organo del Partito Sardo d'Azione3. Le lotte sindacali dei primi anni del '900, sfociate nella costituzione della Federazione Italiana Lavoratori dei Porti, consentirono di stabilizzare la manodopera portuale migliorando le condizioni di vita e di lavoro dei portuali con l'istituzione di appositi “ruoli”. Le corporazioni nei porti trovarono origine nella tendenza dei lavoratori a raggrupparsi per la tutela dei loro interessi e per la necessità di assicurare, malgrado la discontinuità dei traffici marittimi, un servizio di facchinaggio proporzionale al 1

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3

A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari : Società editoriale italiana, 1955; p. 13. F. DUFOUR, Dalle Alpi al mare in cerca di fortuna, http://www.storico.org/Caravana.htm. (consultato in data 15 settembre 2009). A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari : Società editoriale italiana, 1955; p. 13.

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volume della domanda. L'organizzazione dei turni di lavoro ad esse demandata, evitava che la piena occupazione diventasse privilegio di pochi e, allo stesso tempo, garantiva la presenza costante di un certo numero di operai che, quotidianamente, potessero far fronte alla massa di merci da caricare e scaricare. Alla prima cooperativa fu dato il nome di un combattente, decorato con la medaglia d'oro: Raimondo Fadda, morto nella prima guerra mondiale4. Questa cooperativa riuscì a raggruppare la grande maggioranza dei portuali e ad imporsi proprio grazie a questa unità. L'organizzazione cooperativa forniva ai lavoratori un ordine, una difesa e un potere; la possibilità, una volta organizzati unitariamente, di contrattare il lavoro e le tariffe con l'utenza. Il primo lavoro, in forma organizzata, importante per la sua economicità e per la vastità, fu quello del carico del sale che, fino a quel momento, era stato svolto, in prevalenza, dai condannati della Colonia Penale di San Bartolomeo. Da lì a poco la cooperativa “Raimondo Fadda” si aggiudicò anche un altro importante lavoro: quello del grano5. Si affermò cosi la prima organizzazione dei lavoratori portuali cagliaritani. Insieme ai lavori del sale e del grano la cooperativa iniziò ad assumere anche altri lavori, fino a che gli organizzati, in particolari momenti, non furono più sufficienti per far fronte alle richieste di lavoro ed essa dovette affrontare il problema dei lavoratori “occasionali”. Il problema fu presto risolto: con lo spirito socialista che animava i 4

5

A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari: Società editoriale italiana, 1955; p. 14. A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari: Società editoriale italiana, 1955; p. 17.

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lavoratori portuali, venne deciso di dare ai lavoratori “occasionali”, non organizzati, la stessa retribuzione giornaliera che veniva pagata ai soci della cooperativa. Successivamente, riuscirono a ottenere dal Ministero una vedetta e diversi mezzi di trasporto che battevano la bandiera dei Quattro Mori6. Attorno alla cooperativa, economicamente,

e attorno al Partito Sardo

d'Azione, politicamente, i portuali cagliaritani furono all'avanguardia dell'opposizione popolare al fascismo. Nonostante il passaggio di larga parte dei portuali al sindacato fascista, la seconda metà degli anni venti fu segnata da scioperi, agitazioni e dal malcontento operaio. Gli accordi stipulati dal sindacato fascista con i datori di lavoro non riuscirono a trovare applicazione a causa della crescente sfiducia dei lavoratori nei confronti del sindacato di Stato e al permanere di forti contrasti tra operai e imprese su salari e cottimi7. Vi erano poi cooperative fasciste, come la “Benito Mussolini”, composta in prevalenza di ex combattenti che avevano assunto un ruolo preminente nel mercato del lavoro, acquisendo direttamente e autonomamente gli appalti e svolgendo attività d'impresa8. Un mercato del lavoro cosi conflittuale rischiava di compromettere un movimento portuale in crescita, anche in relazione agli importanti lavori di razionalizzazione e di ampliamento del porto, attuati grazie alla legge del miliardo del 6 7

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Ivi, pp. 18-19. L.M. PLAISANT, I lavoratori a Cagliari sotto il regime fascista, in G. MELE e C. NATOLI [a cura di], Storia della Camera del lavoro di Cagliari nel Novecento, Roma : Carocci editore, 2007; p. 261. Ivi, p. 261.

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1924 e con una politica nazionale di rilancio dei traffici commerciali per lo sviluppo di aree portuali industrializzate. Lo Stato, congiuntamente a queste opere di razionalizzazione del sistema portuale italiano, intendeva procedere a una riforma del mercato del lavoro che contingentasse il numero dei lavoratori in relazione alla media dei movimenti di imbarco e sbarco delle merci e allo sviluppo tecnologico delle diverse aree portuali, evitando che le imprese assumessero a salario ridotto “giornalieri” disoccupati perennemente in fermento, stazionanti sulle banchine. In questo contesto, se il regime fascista mirava a una direzione unitaria dei lavoratori portuali di Cagliari, sotto il controllo e il coordinamento dello Stato, non v'è dubbio che il sindacato fascista appariva del tutto inadeguato allo scopo. Il segretario del sindacato fascista, Teodoro Catanzaro, fu allontanato e tra i 1457 inscritti al sindacato fascista si procedette a una selezione con l'allontanamento degli elementi considerati “irriducibili”, vista la loro “primitiva brutalità” inconciliabile con la severa disciplina del regime9. I portuali difesero gelosamente le loro conquiste: a Cagliari come in tutti gli altri porti d'Italia. Il Governo fu costretto a dare uno stato giuridico ai lavoratori dei porti, e nel 1929 codificò quanto i portuali avevano già conquistato con le loro lotte, in ogni parte, Genova in testa a tutte le città marinare 10. Diede uno stato giuridico anche alle Compagnie portuali, chiudendo un lungo periodo di lotte sindacali e, secondo 9

10

L.M. PLAISANT, I lavoratori a Cagliari sotto il regime fascista, in G. MELE e C. NATOLI [a cura di], Storia della Camera del lavoro di Cagliari nel Novecento, Roma : Carocci editore, 2007; p. 261. A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari: Società editoriale italiana, 1955; p. 21.

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l'orientamento fascista, conferendo al lavoro portuale una disciplina pubblicistica 11, dettata in parte dalla riconosciuta importanza militare e strategica dei porti. I principi della legge del '29 furono integralmente ripresi dal Codice della Navigazione nel 1942 e riportati negli articoli dal 108 al 11212. Il lavoro portuale viene definito come un servizio pubblico essenziale che deve essere controllato dallo stato al fine di garantire regolarità, economicità e sicurezza nello svolgimento delle operazioni portuali. Si dispose che i lavoratori portuali fossero organizzati in compagnie alle quali venne riservata per legge la titolarità e la gestione delle operazioni di sbarco, imbarco, trasbordo, deposito e, in generale, la movimentazione delle merci in porto. Già prima, però, con il R.D.L. 15 ottobre 1923, n° 2476, Decreto che per il porto di Cagliari divenne esecutivo nel 1928, infatti, con il D. M. 22 agosto, in conseguenza della necessità di disciplinare il lavoro nel porto di Cagliari, era stata stabilita l’istituzione dell’Ufficio del Lavoro Portuale (il governo aveva infatti stabilito le norme per la disciplina del lavoro nei porti della Nazione dando vita agli uffici del lavoro portuale)13. Il R.D.L. 24 gennaio 1929, n° 166, dispose, infine, l'ordinamento delle maestranze portuali, e il D.M 19 aprile 1929 le norme per l'applicazione del R.D.L. sopraccitato14. 11

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A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari: Società editoriale italiana, 1955; p. 21. G. RIGHETTI, [a cura di], Codice della navigazione e relativi regolamenti annotati, Milano: Dott. A. Giuffrè editore, 1980; pp. 99-114. CAPITANERIA DI PORTO DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI CAGLIARI, Ufficio del lavoro portuale. Disposizioni relative all'ordinamento portuale, Cagliari, Tipografia Doglio, pp. 65-72. Ivi, pp. 8-11.

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La Compagnia Portuale dal 1929 ai nostri giorni.

La Compagnia Portuale "Attilio Deffenu" venne costituita il 14 agosto 1929, quando il Direttore Marittimo di Cagliari, il Colonello Timossi, con il decreto n. 28 del 14 agosto 1929, in base all'art. 1 del R.D.L. 24 gennaio 1929, n. 166, convertito nella legge 17 giugno 1929 n. 1095, istituì e approvò i ruoli dei lavoratori portuali di Cagliari stabilendone la loro organizzazione nella nuova Compagnia15. La Cooperativa “Raimondo Fadda” si trasformo, per decreto, nella Compagnia Portuale “Attilio Deffenu” che inglobò al suo interno anche le varie cooperative portuali, tra cui la “Benito Mussolini”. Il decreto stabiliva che la Compagnia fosse, per tipologia di lavoro, strutturata in tre sezioni, occupando un totale di 446 permanenti e 53 avventizi16. Successivamente, con il Decreto n. 15 della Direzione Marittima di Cagliari, in data 22 dicembre 1931, vennero approvate e rese esecutive le tariffe delle operazioni portuali e, con il Decreto del 31 dicembre 1931, l'Ufficio del Lavoro Portuale approvò e rese esecutive le norme per il lavoro nel porto di Cagliari17. Risultava chiaro che il partito fascista, che tutto ormai controllava, sanciva con provvedimenti quanto non poteva fare a meno di concedere. Queste concessioni, 15

16 17

A.F. BRANCA, I portuali di Cagliari, un capitolo di storia del movimento operaio sardo, Cagliari: Società editoriale italiana, 1955; pp. 70-71. Ivi, p. 71. CAPITANERIA DI PORTO DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI CAGLIARI, Ufficio del lavoro portuale. Disposizioni relative all'ordinamento portuale, Cagliari, Tipografia Doglio, pp. 65-72.

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seppur limitate, rappresentavano la sanzione legale di richieste che non potevano essere oltre disattese. Nella scelta degli stessi dirigenti della Compagnia Portuale, molto spesso la federazione fascista era costretta a tener conto della volontà dei lavoratori che indicavano chiaramente chi desideravano alla loro guida. Il regime, solo formalmente, aveva, dunque, conquistato i lavoratori portuali di Cagliari. Le disposizioni relative alle compagnie portuali e ai rapporti che ad esse facevano capo erano contenute nel codice della navigazione e nel regolamento per la navigazione marittima. Solo i cittadini italiani potevano essere lavoratori portuali, e quindi soci delle compagnie, e per diventare soci occorreva avere vinto l’apposito concorso, essere stati iscritti nei registri dei lavoratori portuali e aver versato alla compagnia la quota sociale determinata dal direttore marittimo. Ciascuna compagnia era dotata di personalità giuridica e di un proprio patrimonio, quindi annualmente occorreva redigere un bilancio. Inoltre era sottoposta ad ispezioni e controlli da parte del Ministero per la marina mercantile e dall’autorità portuale. La seconda guerra mondiale ridusse la città ad un cumulo di macerie. Nel 1943 i lavoratori portuali si adoperarono fin dalle prime ore della ritrovata pace per la ricostruzione dello scalo cagliaritano, favorendone lo sviluppo e la ripresa dei traffici commerciali nel Mediterraneo. Non senza difficoltà e con grandi sacrifici, nel giro di pochi anni, Cagliari riuscì ad affermarsi come uno dei più importanti porti commerciali su scala nazionale.

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Il contributo dei lavoratori portuali non si limitò alla semplice fornitura di manodopera, costantemente aggiornata e specializzata rispetto alle diverse esigenze di traffici; la Compagnia scoprì una sua vena imprenditoriale realizzando investimenti, impianti, strutture, mezzi e formazione professionale18. I difficili anni del dopoguerra si contraddistinsero per le scelte economiche e politiche che dirigenti e lavoratori, con coraggio, portarono avanti. La Compagnia comprese che per favorire lo sviluppo dei traffici commerciali era opportuno impegnare ingenti risorse, derivanti dai proventi del lavoro, per fini strategici e destinarle ad attività industriali. Forti di questa visione, i portuali cagliaritani, investirono i proventi del loro lavoro per l'acquisto di mezzi di sollevamento e macchinari operatori all'avanguardia, contemporaneamente si puntò allo sviluppo delle risorse umane attraverso la formazione delle professionalità necessarie alle nuove esigenze. Questi interventi contribuirono a dare nuova linfa in un periodo di congiuntura internazionale messo a dura prova dalla crisi petrolifera. Importanti risultati si ebbero anche sul piano dell'occupazione con l'assunzione diretta di nuovo personale. Negli anni sessanta i portuali cagliaritani, tra i primi in Italia, avvertirono i cambiamenti in corso, prevedendo l'avvento del contenitore che di lì a pochi anni avrebbe rivoluzionato il sistema del trasporto merci. Si operò una radicale mutazione dell'organizzazione del lavoro e della figura del lavoratore portuale. La fine del lavoro manuale comportò la perdita della

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Per non dimenticare mai, http://www.clpcagliari.com. (consultato in data 10 settembre 2009).

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peculiarità del lavoratore portuale per una nuova figura19. Si avvertì in questo periodo la necessità di puntare alla formazione non più come strumento di adattamento, ma come mezzo permanente per la costituzione delle nuove leve e lo sviluppo delle professionalità esistenti. Si delineò anche un nuovo ruolo della Compagnia portuale che, da strumento di difesa dei lavoratori, che distribuiva manodopera ed erogava salari, si trasformò in protagonista, nel promuovere lo sviluppo del porto e ne coordinava tutto il lavoro. La Compagnia assunse il ruolo degli enti pubblici che spesso erano latitanti. Nel 1989, con l’avvio del processo di liberalizzazione del lavoro nei porti, introdotto dal Governo con l’applicazione dei Decreti Prandini (1989), iniziò una fase di conflittualità sociale all’interno di molti scali italiani20. A Cagliari, questo periodo fu caratterizzato da scioperi nelle banchine e dal commissariamento del porto. La fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta segnò un periodo di grandi cambiamenti per le Compagnie italiane che, con le modifiche al Codice della Navigazione, determinate dall’entrata in vigore della Legge di Riforma n. 84 del 28 gennaio 1994, videro stravolgere la normativa che regolava il lavoro portuale e le peculiarità dei soggetti titolati a compierlo. Il tutto al fine di ridimensionare il ruolo delle Compagnie all’interno dei porti tramite il cambiamento dell’organizzazione del ciclo delle operazioni portuali. Superata una fase transitoria, si giunse al periodo della privatizzazione della gestione delle attività portuali, attraverso lo strumento della “concessione”, introdotto

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20

S. CARLI BALLOLA, La Compagnia Lavoratori portuali di Ravenna 1930-1980, Imola, Grafiche Galeati, 1980, p 12. Per non dimenticare mai, www.clpcagliari.com. (cit.).

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con la Legge 84/9421. Le compagnie portuali furono sciolte e si trasformarono in imprese operanti in regime di concorrenza, e il mercato delle operazioni portuali venne, quindi, aperto alla concorrenza. La preesistente Compagnia portuale si sdoppiò e nacque così la “Port facilites s.r.l.” che si occupava della fornitura di manodopera temporanea alle imprese portuali, e l’impresa “ITERC” che si affacciava sul mercato delle operazioni portuali terminalistiche22. Oggi la Compagnia portuale, trasformata in s.r.l., svolge un importante ruolo nella nuova organizzazione dello scalo cagliaritano; nel marzo del 2007 si è aggiudicata la gara internazionale, bandita dall'Autorità Portuale di Cagliari, per la fornitura del lavoro portuale temporaneo, continuando la lunga tradizione e l’esperienza di oltre ottant’anni di attività maturata nel campo della gestione delle risorse umane in ambito portuale.

21 22

Per non dimenticare mai, http:// www.clpcagliari.com. (cit.). http://www.iterccagliari.com/. ( consultato in data 15 settembre 2009).

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L’ARCHIVIO STORICO DELLA COMPAGNIA PORTUALE DI CAGLIARI

L’Archivio storico della Compagnia Portuale di Cagliari è situato all’interno dell’edificio della sede amministrativa della stessa, sito nel molo Sabaudo del porto di Cagliari, più precisamente in un locale che si trova al piano terra. Al suo interno, i tanti scaffali risultano disordinati e non omogenei, è evidente la poca cura, la scarsa manutenzione e custodia dei documenti stessi, e nulla vieta di pensare che molte carte siano state deliberatamente portate via da quanti hanno avuto accesso ai locali incustoditi. Dopo i primi accertamenti, si è potuto appurare che le carte meno recenti che si possono recuperare appartengono agli ultimi mesi del 1929, data della stessa fondazione della Compagnia portuale. Come in tutte le istituzioni (pubbliche e private), anche nella Compagnia portuale l’archivio nasce spontaneamente quale sedimentazione documentaria di un’attività pratica, associativa, amministrativa, giuridica ed è costituito da un complesso di documenti, legati da un vincolo originario, necessario e determinato, per cui ciascun documento condiziona gli altri ed è dagli altri condizionato23. Durante tutta la prima metà del Novecento, gli uffici amministrativi della Compagnia Portuale erano situati in due stanzette del viale Regina Margherita, quindi presumiamo che il primo nucleo dell’archivio si sia formato in questa prima sede. Negli anni cinquanta l'archivio ha subito un primo trasloco presso la “Casa del

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E.LODOLINI, Archivistica: principi e problemi, Milano, Franco Angeli, 1995.

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portuale” sita in via Riva di Ponente; qui ha dimorato per oltre cinquanta anni, aumentando considerevolmente di consistenza, in un locale sito al primo piano dello stabile di lato alla grande sala delle riunioni. Il locale era abbastanza ampio, gli scaffali risultavano omogenei e l'archivio, in generale, si trovava nello stesso ordine in cui si era formato e, pur essendo sprovvisto di inventari e cataloghi, era comunque di facile consultazione. Nell’anno 2004 la CLP ha nuovamente traslocato, dalla Casa del portuale, ceduta all'Autorità portuale di Cagliari, all'attuale sede amministrativa sita nel molo Sabaudo, all'interno del porto storico di Cagliari. L'archivio è stato trasportato alla nuova sede dagli stessi lavoratori portuali che hanno cercato sommariamente di ripristinare l'ordine logico dell'archivio originario, ma purtroppo con scarsi risultati: oggi infatti l’archivio si presenta disordinato, con un grado di confusione che va dalla semplice mescolanza nell'ordine alfabetico dei fascicoli di una serie, allo scompaginamento totale di parte del fondo, che si presenta come una montagna di documenti accatastati sugli scaffali e per terra. Dalla mera osservazione dell'attuale stato di conservazione dei documenti prodotti durante l'attività della Compagnia portuale, si evincono le lacune sul piano delle competenze professionali degli addetti ed è evidente il bisogno formativo archivistico degli stessi. I vari uffici, molto spesso, non sono in grado di creare un proprio archivio, gestito con mezzi e professionalità, anche se è avvertito il bisogno di acquisire questo tipo di capacità che consentirebbe, contemporaneamente, di rafforzare l'identità e di assicurare la conservazione della memoria storica della Compagnia stessa.

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In particolare, sarebbe importante, per gli addetti della Compagnia, acquisire la capacità di governare il percorso di vita dei complessi documentari attraverso la conoscenza delle tecniche di gestione dei documenti nel corso delle tre fasi di: 1) - archivio corrente (documenti degli affari in corso e non ancora conclusi, per cui sempre utilizzati dal personale); 2) - archivio di deposito (dove si conservano le pratiche prodotte dagli uffici che hanno concluso il loro iter, ma che ancora possono avere interesse per l’attività della Compagnia); 3) - archivio storico (i documenti che hanno esaurito del tutto la loro funzione amministrativa)24. Vi è, in generale, una necessità di gestire la memoria storica collettiva, poiché questa è connaturata all’esistenza di una società organizzata: gli eventi vanno collocati nel tempo e nello spazio ed inquadrati nel loro contesto; per cui diventa importante essere consapevoli che la memoria del passato costituisce la base per la programmazione dell’attività futura di ogni organizzazione; le informazioni fornite dal materiale archivistico della Compagnia portuale costituiscono la base per lo sviluppo della stessa e la corretta comunicazione all’esterno della sua identità. La Compagnia, nel corso della sua attività, ha instaurato una molteplicità di rapporti sia con altri soggetti della stessa natura che con enti pubblici, ciò ha portato alla produzione di una grande quantità di documenti relativi all’attività specifica. Ma tutta questa documentazione è stata, spesso, abbandonata o affidata a personale non competente, e quindi, inconsapevolmente, sottratta alla consultazione degli uffici e 24

P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma : Carocci editore, 2000; pp. 21-23.

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degli eventuali studiosi. Per quanto riguarda i documenti sui quali abbiamo approfondito il nostro interesse, all’interno di alcuni anonimi faldoni, abbiamo individuato delle cartelle contenenti atti certamente interessanti, relativi alle lotte condotte dagli “occasionali”; purtroppo, però, essi spesso non danno vita a una serie continua e omogenea. In ogni caso, forniscono un aiuto per comprendere meglio l’attività del proprio soggetto produttore.

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LA LOTTA PER IL LAVORO DEGLI “OCCASIONALI”

Il lavoro portuale, condizionato dall'arrivo delle navi e dalle necessità contingenti di movimentazione delle merci, è caratterizzato da una segmentazione della manodopera, dovendo distinguere l'occupazione stabile da quella necessaria a coprire i picchi di domanda. Nel dopoguerra, la Compagnia Portuale di Cagliari adottava una segmentazione interna della manodopera: -i lavoratori soci permanenti, il cui numero era equivalente al fabbisogno medio del lavoro, ai quali era garantita la priorità nelle occasioni giornaliere di impiego; -gli avventizi, che, pur essendo iscritti alla compagnia, avevano uno status minore e lavoravano nei periodi di maggiore richiesta; -gli occasionali, che non erano iscritti alla compagnia e venivano impiegati solo per i picchi di lavoro. Negli anni '60 le cose cominciarono a cambiare per la meccanizzazione del lavoro, soprattutto delle rifuse, che provocarono esuberi nella manodopera, riducendo le medie di avviamento al lavoro anche dei soci permanenti. Questo periodo fu caratterizzato da iniziative e lotte sindacali e della stessa categoria tesa al mantenimento dei livelli occupazionali e al superamento della segmentazione fra i lavoratori. Nel 1967, con l'intento di istituire un nuovo ordinamento tra i lavoratori

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portuali italiani, fu emanato un decreto presidenziale (DPR 21 luglio 1967 n° 809 che prevedeva, fra la altre norme, anche l'istituzione di un nuovo apposito “Registro di avventizi”, dove sarebbero dovuti confluire tutti gli occasionali ai quali le compagnie portuali avrebbero dovuto rivolgersi per effettuare le operazioni portuali nelle giornate cosiddette di “picco”, cioè quando gli effettivi delle compagnie portuali non erano in numero sufficiente a far fronte alle richieste di lavoro. Tale decreto modificava profondamente lo stato di lavoro degli occasionali e dava loro, oltre al riconoscimento giuridico, anche una certa sistemazione economica.25 Il decreto, entrato in vigore il 1° gennaio 1970, creò a Cagliari, contrariamente a quanto avvenne in tutti gli altri porti italiani, una situazione esplosiva. Se nel resto d'Italia, infatti, nel registro degli avventizi trovarono posto tutti i lavoratori presenti nelle liste degli occasionali(1), nel porto di Cagliari fu bandito un concorso per soli 70 posti, lasciando fuori dal nuovo registro una cinquantina di lavoratori occasionali 26, i quali vivevano dal lavoro del porto mediamente da 8-10 anni.27 All'inizio dell'anno la Federazione Italiana Lavoratori dei Porti, aderente alla CGIL, si era attivata a livello nazionale su proposta del rappresentante della CGIL presso i lavoratori portuali Alfredo Antinoro, per chiedere al ministero di affrontare in maniera efficace il problema degli occasionali di Cagliari, con la proposta di farli entrare comunque nella lista degli avventizi e di fornire loro, fino a quel momento,

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Cartella “Occasionali”, Petizione dei lavoratori portuali di Cagliari al Ministro della Marina Mercantile, 14 maggio 1970. Cartella “Occasionali”, Bozza di lettera per il Ministro della Marina Mercantile, 13 febbraio 1970. Ivi, Bozza interrogazione al Senato di Girolamo Sotgiu e Luigi Pirastru relativamente agli occasionali del porto di Cagliari, 23 maggio 1970.

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una provvigione pari alla metà di quella percepita dagli avventizi28. La richiesta di riaprire le liste degli avventizi aveva varie motivazioni, prima fra tutte la speranza che il nuovo slancio dell'industrializzazione in Sardegna avrebbe permesso un ulteriore, quanto indispensabile, sviluppo dei traffici portuali 29, poi il calcolo, eseguito dai rappresentanti sindacali provinciali dei lavoratori dei trasporti che, a seguito di un incontro tenutosi il 2 febbraio a Roma col ministero, ricevettero, dal ministero stesso, l'incarico di compilare un documento d'analisi sui traffici del porto di Cagliari e sui ritiri dal lavoro previsti nei successivi cinque anni. Questo calcolo stabilì che nei seguenti sei anni ben 49 lavoratori sarebbero andati in pensione mentre un numero non imprecisato di lavoratori sarebbero dovuti andar via per quello che veniva considerato lo “sfollamento naturale”, dovuto a inidoneità al lavoro portuale, migrazione ad altri lavori e altri fattori, lasciando lo spazio per i circa 50 occasionali non entrati nella lista degli avventizi30. Immediatamente si mosse la Camera del Lavoro di Cagliari 31, insieme alla FILP nazionale e il segretario provinciale della FILP Bartolo Cudrano, per difendere il diritto dei lavoratori occasionali ad entrare nella lista degli avventizi. Nel maggio, in un interrogazione parlamentare, i senatori Sotgiu e Pirastu si schieravano a favore dei 50 lavoratori rimasti fuori lista difendendo il loro diritto al lavoro32. Alla fine del mese di maggio, gli occasionali del porto di Cagliari ricordavano

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Ivi, Lettera della FILP nazionale ad Alfredo Antinoro, 16 gennaio 1970. Ivi, Bozza di lettera per il Ministro della Marina Mercantile, 13 febbraio 1970. Cartella “Occasionali”, Lettera delle segreterie provinciali di Cagliari dei lavoratori portuali al Ministro della Marina Mercantile, 18 febbraio 1970. Ivi, Lettera della FILP nazionale, 19 febbraio 1970. Ivi, Bozza di interrogazione al senato dei senatori Sotgiu e Pirastru, 23 maggio 1970.

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in una lettera aperta come, insieme alle organizzazioni di categoria dei tre sindacati, essi avessero incontrato, nel gennaio, il ministro della Marina Mercantile, allora il sardo Mannironi, che li aveva assicurati sulla loro iscrizione al registro degli avventizi33. Intanto il tempo passava senza che la questione venisse affrontata in maniera efficace dalle autorità, benché, in un’area sempre più in crisi come quella cagliaritana, come ribadirono i lavoratori in una loro petizione al ministro, togliere il posto di lavoro a 50 padri di famiglia costituisse un problema sociale che riguardava l'intera cittadinanza. Per i lavoratori il problema andava affrontato ai più alti livelli istituzionali34. Ma nonostante le rassicurazioni della capitaneria, ancora nel maggio, il registro degli avventizi non veniva riaperto a favore degli occasionali esclusi35. Nei primi giorni di giugno l'intera città si accorse della gravità della situazione quando i portuali occasionali occuparono, insieme alle loro famiglie, la via Roma. La scelta si dimostrò subito efficace poiché riuscì ad attrarre l'attenzione dei poteri pubblici più di quanto i ripetuti incontri presso le sedi istituzionali 36 non avessero ottenuto. In questo modo anche le organizzazioni sindacali, che avevano sostenuto la posizione dei lavoratori occasionali nei mesi precedenti, potevano essere più incisive nei confronti dei politici locali. Sollecitato a intervenire da un fonogramma della Camera del lavoro del 3 giugno37, il sindaco De Magistris rispose il giorno stesso, assicurando di aver preso

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Cartella “Occasionali”, Bozza della lettera degli occasionali, 25 maggio 1970. Ivi, Petizione al ministro da parte dei lavoratori occasionali, 22 aprile 1970. Ivi, Petizione al ministro da parte dei lavoratori occasionali, 14 maggio 1970. Cartella “Lotta occasionali”, Telegramma della FILP nazionale, 03 giugno 1970. Cartella “Lotta occasionali”, Fonogramma della Camera del lavoro, 03 giugno 1970.

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contatti con la Capitaneria di porto e il ministro Mannironi 38, infatti, con telegramma datato 3 giugno egli chiedeva l'«adozione misure per equa ripartizione possibilità occupative con pari accesso at abituali lavoratori in attesa forme sostitutive per carichi eventualmente esuberanti che peraltro più aperta politica marittima competitiva at livello costi potrebbe richiedere in possibili espansioni operazioni portuali et loro evoluzione in più avanzati cicli operativi»39. Il giorno successivo, inoltre, il sindaco chiese all'Ente comunale di assistenza di attivarsi per accertare la situazione economica degli occupanti ed eventualmente intervenire40. Intanto si erano attivati i lavoratori di Cagliari e le loro rappresentanze sindacali, il PCI, alcuni privati e anche il cardinale Baggio, che offrirono il loro contributo, in denari e viveri, agli occupanti la via Roma41. Da parte delle istituzioni, però, continuava lo scarico delle responsabilità: il prefetto assicurava il suo interessamento42, cosi come il sindaco e la capitaneria di porto, ma tutti sembravano concordi sul fatto che il problema potesse essere risolto solo dal ministro, il quale, sebbene in quel momento si trovasse in Sardegna, non era disposto a ricevere una delegazione dei lavoratori occasionali43. Secondo il responsabile della Capitaneria di porto, che il 5 giugno aveva ricevuto i lavoratori occasionali accompagnati dai sindacati di categoria, il vero problema consisteva nel fatto che il traffico merci del porto di Cagliari non permetteva di offrire lavoro anche ai 50 occasionali rimasti fuori dalle liste 44 . Di conseguenza, 38 39 40 41 42 43

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Ivi, Fonogramma del sindaco di Cagliari, 03 giugno 1970. Ivi, Telegramma al ministro Mannironi del sindaco De Magistris, 03 giugno 1970. Ivi, Fonogramma del sindaco di Cagliari all'ente comunale di assistenza, 04 giugno 1970. Ivi, Elenchi di contributi, viveri e sigarette offerti agli occupanti. Ivi, Volantino del Comitato lavoratori occasionali, terzo giorno di occupazione. Cartella “Lotta occasionali”, Volantini del Comitato lavoratori occasionali, quarto e decimo giorno di occupazione. Ivi, Lettera della Capitaneria di Porto di Cagliari alle autorità locali e al Console della Compagnia

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l'unica soluzione, come ribadirono le ACLI nel loro volantino a sostegno dei lavoratori occasionali, era quella di aumentare il volume dei traffici portuali, promuovendo la tanto promessa “Rinascita della Sardegna”45. Del resto, la lotta degli occasionali non era l'unica che veniva condotta per migliorare, non solo le condizioni di lavoro dei portuali, ma anche la possibilità di sviluppo del porto di Cagliari, cui era collegata anche la complicata questione del porto canale, la cui costruzione veniva data per imminente proprio alla fine degli anni sessanta. Prima che esplodesse la questione dei lavoratori occasionali con l'occupazione di via Roma, il 16 maggio dello stesso 1970 l'intero porto era stato bloccato per 24 ore46, dopo che già da alcuni giorni i lavoratori dell'Azienda mezzi meccanici avevano iniziato a scioperare per protestare contro l'uso indiscriminato di mezzi meccanici privati. Lo sciopero aveva come motivazione principale la richiesta di porre fine all'uso di mezzi meccanici privati nelle operazioni portuali, ma le richieste degli scioperanti si articolavano in tre punti specifici. Per prima cosa si chiedeva di vietare l'entrata e la sosta di privati nel porto per svolgere operazioni se questi non fossero forniti di regolare concessione o autorizzazione nei termini di legge. Inoltre si richiedeva che le concessioni e autorizzazioni all'utilizzo di mezzi privati fossero subordinate alla salvaguardia del pubblico interesse, ovvero all'utilizzazione piena dei mezzi in dotazione all'azienda pubblica. Per favorire il servizio pubblico venivano quindi richiesti anche concreti provvedimenti allo scopo di dotare l'azienda mezzi

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portuale, 5 giugno 1970. Ivi, Volantino ACLI. Cartella “Documenti federazione”, Ordine del giorno della riunione dei sindacati di categoria appartenenti alle tre confederazioni, 15 maggio 1970.

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meccanici di migliori attrezzature e ulteriore personale in grado di soddisfare pienamente le esigenze del traffico portuale47. Ancora nel novembre 1970, però, la situazione non sembrava migliorare tanto per i dipendenti del porto quanto per i lavoratori occasionali, i quali, dopo oltre dieci giorni di occupazione in via Roma, avevano fatto rientrare la protesta in attesa delle decisioni del ministero, da cui ci si aspettava, secondo le promesse, una soluzione a favore dei lavoratori occasionali. Tale attesa sembrava volgere alla soluzione positiva, quando, in una riunione tenutasi il 22 ottobre presso l'Ufficio portuale di Cagliari, si raggiunse l'accordo con i rappresentanti dei sindacati dei trasporti per inserire 68 avventizi nel registro permanenti e 45 occasionali nel registro avventizi 48. In attesa che tale decisione divenisse definitiva il Ministero della marina mercantile dispose che gli occasionali, che non erano entrati nel registro degli avventizi, ricevessero una compensazione, a far leva sui fondi contrattuali, di lire 1.150 al giorno per 30 giorni al mese, meno gli importi ricevuti nel caso di lavoro svolto49. Nonostante queste aperture, pochi giorni dopo i sindacati, rilevando criticamente che la relazione negativa del direttore dell'Ufficio portuale bloccava la possibilità di riaprire le liste del registro dei permanenti e, di conseguenza, anche quello degli avventizi50, decisero di riprendere le azioni di lotta, chiedendo al ministero non solo l'approvazione della delibera del Consiglio del lavoro portuale del 22 ottobre per l'apertura degli organici e il passaggio degli occasionali nelle liste degli

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Ivi, Lettera dei tre sindacati di categoria delle tre confederazioni, 15 maggio 1970. Cartella “Lotta occasionali”, Fonogramma dei sindacati portuali delle tre confederazioni al prefetto di Cagliari, 12 novembre 1970. Cartella “Documenti Camera del Lavoro”,Lettera della Compagnia portuale all'Istituto nazionale di previdenza sociale, 27 ottobre 1970. Fonogramma dei sindacati portuali delle tre confederazioni al prefetto di Cagliari. (cit.).

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avventizi, ma anche di risolvere con urgenza gli altri problemi del porto di Cagliari, compresa la ridefinizione delle tariffe in vigore51. Per i lavoratori del porto e i loro sindacati di categoria di Cagliari si preparava un’altra stagione di lotte, come preannunciava l'assemblea generale dei lavoratori portuali, svoltasi il 30 novembre, nella quale si proclamava la sospensione delle operazioni straordinarie e il blocco dei doppi e tripli turni,prospettando uno sciopero generale; si protestava inoltre per la concessione alla Rumianca di un pontile per gestire autonomamente le proprie operazioni di carico e scarico; si chiedeva un ente pubblico per la gestione di tutti i porti sardi e si formulava una lista di richieste in sette punti: a) che il ministero della Marina autorizzasse il passaggio di 68 avventizi nella lista dei lavoratori portuali permanenti e di 45 lavoratori occasionali nella lista degli avventizi; b) che si realizzasse la ridefinizione tariffaria e si definisse un salario minimo garantito; c) che venisse ripristinata l'addizionale tariffaria del 10% per l'assistenza tecnica già in vigore da 25 anni; d) che fosse permesso di utilizzare combustibili liquidi; e) che si ristrutturassero le tariffe delle navi traghetto dalle quali erano state eliminate le maggiorazioni per straordinari e condizioni di disaggio; f) che le operazioni di ricarico fossero lasciate ai portuali; g) che fosse concesso il permesso di utilizzare i mezzi meccanici di proprietà 51

Cartella “Lotta occasionali”, Lettera dei sindacati di categoria delle tre confederazioni al ministro della Marina mercantile, 12 novembre 1970.

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della compagnia portuale52. Dopo l'assemblea e la conseguente ripresa delle azioni di lotta da parte dei portuali cagliaritani i politici locali si interessarono con più vigore e determinatezza al porto di Cagliari. Il sindaco ricevette una delegazione dei lavoratori del porto 53, tre consiglieri regionali interpellarono il presidente della regione e l'assessore all'Industria per conoscere i risultati degli studi per la creazione di un consorzio pubblico dei porti sardi, oltre alle azioni che la Regione intendeva intraprendere per indagare sugli aggravi speculativi relativi al carico e scarico delle merci; ma, soprattutto, le domande riguardavano le iniziative della Regione in relazione alla sistemazione dei lavoratori portuali avventizi e occasionali, alla ristrutturazione delle tariffe, all'utilizzazione dei mezzi meccanici e al diritto della Compagnia portuale di provvedere a tutte le operazioni di manipolazione delle merci54. Con l'inizio di dicembre arrivò anche il blocco delle operazioni nel porto quale strumento utilizzato dai lavoratori per ottenere risposte alle loro rivendicazioni. I lavoratori portuali chiesero l'appoggio e la solidarietà ai cittadini di Cagliari affermando che la lotta per un porto migliore era anche quella per un maggiore sviluppo economico della città e dell'isola intera. Il miglioramento dei servizi nello scalo cittadino poteva avvenire con la pubblicizzazione delle attività portuali in modo che si identificassero e quindi eliminassero le imprese private che gravavano solo a fini speculativi sulle operazioni di manipolazione delle merci. In questo modo si sarebbe potuto arrivare anche alla ristrutturazione delle tariffe portuali, col fine di 52

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Cartella “Lotta occasionali”, Documento dell'assemblea generale dei lavoratori portuali, 30 novembre 1970. L'Unione Sarda, Delegazione di portuali ricevuta dal sindaco, 1 dicembre 1970. Cartella “Lotta occasionali”, Interpellanza Usai, Raggio e Mistroni al presidente della regione autonoma della Sardegna e all'assessore ai trasporti, 30 novembre 1970.

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eliminare le componenti ingiustificate dei costi. Oltre alla creazione di un Ente regionale dei porti, si richiedeva anche l'istituzione di una commissione che accertasse e rendesse pubbliche tutte le disfunzioni dei porti e si richiedeva in maniera ferma la sistemazione degli organici attraverso la definizione dei ruoli anche per i lavoratori occasionali da inserire nel registro degli avventizi55. I primi giorni del mese di dicembre 1970 furono estremamente travagliati per il porto di Cagliari e, di conseguenza, anche per l'economia della Sardegna meridionale, in quanto alcune navi vennero dirottate verso altri porti sardi, altre invece ripartirono senza poter caricare e scaricare le merci56. E mentre il ministro della Marina mercantile si esprimeva favorevolmente su una revisione delle tariffe di scarico e carico dei traghetti, ma chiedeva ancora tempo in relazione alla decisione riguardante l'immissione in lista dei lavoratori occasionali57, la situazione alimentare del bestiame sardo, già provato dalla siccità e senza il mangime stivato nelle navi ferme nel porto, diventava insostenibile58. A questo problema diedero immediata risposta gli stessi portuali, che si dichiararono pronti a scaricare le navi contenenti il mangime, chiedendo, che gli assessorati regionali si impegnassero presso il ministero a sostegno della loro vertenza59, cosa che questi puntualmente fecero60. Per evitare problemi alla già provata economia isolana, i portuali, pur non 55

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Cartella “Lotta occasionali”, Volantino del Comitato unitario di agitazione dei lavoratori portuali, dicembre 1970. L'Unione Sarda, Il porto bloccato da una settimana, 8 dicembre 1970. Cartella “Lotta occasionali”, Fonogramma dell'Ufficio del lavoro portuale ai sindacati, 19 dicembre 1970. Ivi, Fonogramma dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici e dell'assessorato ai Trasporti, 4 dicembre 1970. Ivi, Fonogramma della Compagnia portuale agli assessorati regionali ai Lavori pubblici e ai trasporti, 4 dicembre 1970. Ivi, Fonogramma dell'assessorato regionale ai Trasporti, 4 dicembre 1970.

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riprendendo i turni straordinari, sospesero lo sciopero il 9 dicembre, dopo cinque giorni di blocco totale, confidando nelle assicurazioni del ministro di prendere in esame i problemi del porto di Cagliari. I portuali si mantennero fermi in questa decisione nonostante la lentezza del ministero che, alla fine del mese, ancora non aveva palesato le sue intenzioni, specialmente riguardo al problema dei lavoratori occasionali, i quali aspettavano ancora di sapere se avrebbero potuto conservare o meno il loro lavoro, nonostante quanto assicurato già nell'ottobre precedente61. La vertenza dei portuali cagliaritani terminò solo il 15 gennaio 1971 grazie ad un accordo firmato presso il Ministero della marina mercantile con il quale si stabiliva che si sarebbe effettuata una ristrutturazione generale delle tariffe della manodopera: in particolare, per quanto riguardava i traghetti, le tariffe non sarebbero state più forfettarie, con i correlati aumenti salariali. Riguardo ai lavoratori occasionali si stabilì il passaggio, per concorso, di 45 occasionali tra gli avventizi e di 45 avventizi tra i permanenti, mentre gli altri lavoratori avventizi sarebbero stati iscritti gradualmente tra i permanenti previa valutazione della situazione della Compagnia portuale da realizzarsi in tre fasi, cosi stabilite: la prima il 20 maggio 1971, la seconda il 31 dicembre successivo e, infine, la terza il 20 maggio 1972. Da canto loro, i lavoratori portuali si impegnavano a far cessare lo stato di agitazione a partire dal 16 gennaio62. 61

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Cartella “Lotta occasionali, Lettera dei sindacati dei portuali delle tre confederazioni al ministro della Marina mercantile, 21 dicembre 1970. Ivi, Accordo intervenuto presso il ministero della Marina mercantile per la soluzione dei problemi dei lavoratori portuali di Cagliari, 15 gennaio 1971.

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In questo modo terminavano le agitazioni nel porto di Cagliari, che avevano visto impegnati per circa un anno i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali non solo per la difesa del posto di lavoro, ma per ottenere una riforma ormai indispensabile del sistema portuale della Sardegna.

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CONCLUSIONI

Da tutte le notizie riportate sui portuali rinvenute nei diversi capitolati e nelle corrispettive aggiunte e modifiche, nonché nei vari faldoni e cartelle custodite nell'archivio, si è riusciti ad ottenere un quadro completo sul ruolo e le funzioni della Compagnia portuale di Cagliari. Anche le cartelle contenenti tutta la documentazione “extra” (Occasionali, Documenti federazione e Lotta occasionali; le varie lettere scritte a mano e a macchina dai dirigenti, dai sindacalisti della Compagnia e le relative risposte delle istituzioni) hanno fornito un valido aiuto per comprendere meglio il suo funzionamento. Osservando i vari documenti abbiamo capito come mobilità e flessibilità, in un mercato selettivo degli operatori, possono convivere con un’accentuata tutela del lavoro. Questo è ciò che è accaduto nell’ambito del lavoro portuale; un sistema che ha visto nascere, circa un secolo fa, la somministrazione di manodopera e ha garantito al lavoro per lungo tempo tutela e dignità. Normalmente il lavoro portuale in senso tecnico è definito, ristretto quindi all’ambito delle operazioni portuali, come fase di integrazione dei trasporti che avvengono via mare, comprendendo l’attività relativa alle operazioni di imbarco, sbarco, movimentazione merci, attività, queste, menzionate dall’articolo 108 del codice della navigazione.

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L’attività portuale ha da sempre presentato quegli aspetti di variabilità e di non prevedibilità dei carichi di lavoro che, oggi come ieri, richiedono alla prestazione requisiti di flessibilità. In quest’ottica, il lavoro portuale appare antesignano delle ragioni che hanno consigliato il ricorso alla flessibilità. Abbiamo capito che il lavoro nei porti ha richiesto la scissione sin dall’origine tra struttura imprenditoriale e forza lavoro. Queste esigenze non si sono manifestate, però, in un ambito di ampia deregolamentazione e competitività, che oggi sarebbe definito di precarietà, bensì in un contesto “sicuro”, caratterizzato da un marcato controllo pubblicistico e da una stretta regolamentazione corporativa, in situazioni di sostanziale monopolio. Questo regime risale al RDL 15 ottobre 1923 mediante il quale lo Stato si assume l’onere di regolarizzare il lavoro nei porti, limitando il numero dei lavoratori addetti alle operazioni di imbarco, sbarco e trasbordo della merce, istituendo le compagnie portuali e definendo a loro favore una riserva di lavoro. In base alle disposizioni di cui al successivo RDL 24 gennaio 1929 n.166 e del DM 19 aprile 1929 le nuove compagnie portuali sostituiscono in pieno le vecchie società o associazioni cooperative. La Compagnia portuale, oltre ad essere il soggetto imprenditoriale primario nell’ambito delle operazioni portuali, forniva obbligatoriamente il personale/forza lavoro a qualunque altro soggetto imprenditoriale partecipasse alle operazioni portuali. In tal modo, l’intervento della Compagnia spaziava dall’appalto di servizi, alla fornitura di personale, al collocamento, all’avviamento.

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Si verificava in tal modo una situazione istituzionalizzata, e quindi lecita, di pratiche interpositorie. Lo Stato, con apposita norma del codice della navigazione aveva costituito una comunità di lavoratori cui era riservata, entro limiti rigorosi, l’organizzazione del proprio lavoro collettivo. Quindi le modalità della prestazione di lavoro erano predeterminate da un soggetto non coincidente con il datore di lavoro che, nell’avvalersi della manodopera fornita dalla compagnia portuale, pretendeva solo l’esecuzione dell’attività lavorativa. Si verificava così, uno sdoppiamento di poteri che concretizzava due rapporti distinti. Uno intercorreva tra il lavoratore portuale ed il soggetto che si avvaleva della sua opera, l’altro, invece, atteneva al rapporto tra il lavoratore e la Compagnia portuale. Tale fenomeno, però, lungi dal dare luogo a forme di sfruttamento, garantiva la pace sociale, scaricando ogni onere sulla mancanza di concorrenza. Quella che in definitiva era una mercificazione della forza lavoro non dava luogo a sacche di precarietà e sottoccupazione. Oggi le compagnie portuali si sono trasformate in imprese operanti in regime di concorrenza, quindi il mercato delle operazioni portuali è stato aperto alla concorrenza, sono stati chiusi i registri dei lavoratori ed è stato abrogato il Regolamento del lavoro portuale. La Compagnia portuale cagliaritana ha visto indebolire fortemente il proprio ruolo, ma nonostante ciò è riuscita a mantenere una forza lavoro consistente, trasformandosi in società di servizi che somministra manodopera a tutte le imprese operanti nell'area Portuale di Cagliari. In conclusione, in questo lavoro di tesi si è potuto studiare un importante

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tassello della storia di Cagliari e della Compagnia “Attilio Deffenu”, che ha dimostrato di far parte di un più grande sistema amministrativo e sociale. Inoltre, si è potuto mettere in luce, con la “questione occasionali”, come i lavoratori portuali cagliaritani abbiano dato un forte esempio di unità, determinazione e solidarietà in un momento critico della loro vita lavorativa.

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APPENDICE 1 Disposizioni normative

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REGIO DECRETO LEGGE 15 OTTOBRE 1923, N. 2476

Norme per la disciplina del lavoro

nei porti del Regno

(Gazzetta Ufficiale del 26 Novembre 1923, N. 277)

VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA

Visto il R. Decreto Legge n. 1459 del 16 novembre 1922, che istituisce una commissario per il servizio della Marina Mercantile; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del nostro Ministro per la Marina, udito il Commissario per i servizi della marina mercantile, di concerto col Ministro per la economia nazionale, e con quello dei lavori pubblici; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. 1

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Il commissario per i servizi della marina mercantile potrà con proprio decreto, udito il Ministro per l'Economia Nazionale: a) limitare il numero delle persone addette al servizio d'imbarco, di sbarco e di trasporto delle merci nei porti e ai luoghi destinati a deposito compresi nell'ambito del demanio pubblico marittimo ed eventualmente anche quello delle persone addette ad altri lavori del porto; b) ordinare l'iscrizione delle dette persone in appositi ruoli; c) regolare la distribuzione dei lavoratori fra diversi datori di lavoro. Art.2 E' abrogata ogni disposizione contraria al presente decreto salvo quanto è disposto dalla legge 12 febbraio 1903, n. 50, che attribuisce tutti i poteri di cui al precedente articolo al Commissariato autonomo del porto di Genova. Il presente decreto entrerà in vigore il giorni della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, e sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Racconigi, addì 15 ottobre 1923. VITTORIO EMANUELE III Mussolini - Thaon di Revel - Corbino - Carnazza Visto, il Guardasigilli: Oviglio. Registrato alla Corte dei Conti, con riserva, addì 23 novembre 1923 – Atti del

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governo, registro 218, foglio 1915 - Granata

REGIO DECRETO LEGGE 1 FEBBRAIO 1925, N. 232

Istituzione degli uffici del lavoro Portuale

VITTORIO EMANUELE III

PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA

Visto il Regio Decreto-legge n. 2476, del 15 ottobre 1923, contenente le norme per la disciplina del lavoro nei porti; Visto il Regio Decreto-legge n.596, del 30 aprile 1924, che istituisce il Ministero delle Comunicazioni, e sopprime il Commissariato per i servizi della marina mercantile; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del nostro Ministro per le Comunicazioni, di concerto con quello per l'economia nazionale, per i lavori pubblici e per le finanze; Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1

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Per l'applicazione dei provvedimenti emanati in virtù del decreto-legge n.2476 del 15 ottobre1923 il Ministro per le comunicazioni, udito il Ministro per la economia nazionale, è autorizzato a istituire , con proprio decreto, presso le capitanerie od uffici di porto un ufficio del lavoro portuale. Gli uffici del lavoro funzioneranno sotto la vigilanza del comandante del porto. Ad essi sarà preposto un ufficiale di porto, assistito da rappresentanti delle classi interessate e da un funzionario del competente circolo di ispezione della industria e lavoro, secondo le norme che verranno stabilite col decreto istitutivo. Art.2 Agli uffici del lavoro portuale è assegnato il compito: a) di tenere i ruoli dei lavoratori portuali; b) di autorizzare per l'esercizio del lavoro in porto le associazioni dei lavoratori portuali e di controllarne l'amministrazione e il funzionamento; c) di autorizzare gli imprenditori all'esercizio di servizi portuali; d) di distribuire i lavoratori fra i diversi datori di lavoro, sia direttamente, sia per mezzo degli uffici di collocamento e delle associazioni operaie riconosciute dall'ufficio stesso; e) di risolvere, senza formalità di giudizio, le controversie individuali sorgenti tra i lavoratori e tra essi e i datori di lavoro, sia che riguardino l'esecuzione del lavoro, sia che riguardino l'applicazione delle relative tariffe; f) di vigilare sulla esecuzione delle operazioni e sul mantenimento della disciplina fra le persone che vi sono adibite; g) di determinare gli orari di lavoro in conformità delle disposizioni vigenti

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sulla limitazione obbligatoria degli orari di lavoro; h) di amministrare quando non sia diversamente disposto il fondo di quiescenza degli operai , di cui al successivo art.4; i) e, in generale, di applicare le norme emanate dal Ministro per le comunicazioni per regolare e disciplinare il lavoro del porto e di presentare proposte su tale materia. Contro le decisioni dell'ufficio del lavoro è ammesso il reclamo, entro cinque giorni dalla comunicazione, al comandante del porto, il quale deciderà inappellabilmente. Nei casi in cui gli ordinamenti emanati dal Ministro per le comunicazioni sottopongano a speciali concessioni l'esercizio del lavoro e di servizi portuali di cui alle lettere b) e c), l'ufficio del lavoro sarà chiamato a dar parere sulle domande che verranno all'uopo al comandante del porto, a cui spetta di provvedere alle relative concessioni. Art.3 Gli uffici del lavoro sono pure incaricati di esaminare ed esprimere parere motivato sulle domande o proposte presentate dalle classi operaie o commerciali in materia di ordinamento e retribuzione del lavoro. I risultati dell'esame ed il parere saranno presentati al comandante del porto

che ne riferirà al Ministro per le

comunicazioni per le sue determinazioni. Il Ministro per le comunicazioni potrà anche affidare la composizione delle controversie collettive a commissioni paritetiche secondo le norme per gli ordinamenti di ciascun porto.

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Art.4 Il Ministro per le comunicazioni è autorizzato a regolare con proprio decreto, da emanarsi di concerto col Ministro per l'economia nazionale e per le finanze, anche oltre i limiti previsti dalle disposizioni legislative vigenti, il trattamento di quiescenza degli operai portuali resi inabili al lavoro per invalidità e vecchiaia e le altre forme di assistenza sociale, nonché ad adottare provvedimenti atti a promuovere la elevazione fisica e morale della classe operaia. Ai fondi occorrenti sarà provveduto in ciascun porto, mediante contribuzioni a carico dei lavoratori e datori di lavoro, escluso qualunque onere per lo Stato, secondo le norme che verranno all'uopo emanate con i suddetti decreti. Art.5 Con decreto del Ministro per le Comunicazioni, da emanarsi di concerto con quello per l'Economia Nazionale e per le Finanze, gli uffici del lavoro potranno essere autorizzati a riscuotere per le spese di funzionamento degli uffici stessi e per le spese di vigilanza, una contribuzione a carico dei ricevitori o speditori delle merci, non superiore a cent. 20 per ogni tonnellata di merce imbarcata o sbarcata. Art.6 Per le mancanze disciplinari e le trasgressioni alle norme e alle tariffe che regolano il lavoro portuale ed alle disposizioni degli uffici del lavoro gli ordinamenti da emanarsi dal Ministro per le Comunicazioni potranno comminare le seguenti punizioni: Per i lavoratori: a) pena pecuniaria sino a L.100;

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b) sospensione dal lavoro sino a30 giorni; c) radiazioni dai ruoli. Per le associazioni di lavoratori e per i datori di lavoro: a) pene pecuniarie sino a 500; b) sospensione dall'esercizio sino a 30 giorni; c) revoca dell'autorizzazione o concessione di esercizio in porto. Le punizioni sono inflitte dal capo dell'ufficio del lavoro, tranne quelle della sospensione o revoca delle concessioni di esercizio in porto, le quali sono disposte dal comandante del porto. Contro i provvedimenti del capo dell'ufficio del lavoro gli interessati potranno ricorrere al comandante del porto che deciderà definitivamente. Il prodotto delle pene pecuniarie andrà a beneficio di un fondo speciale da erogarsi unicamente per premi e sussidi ai lavoratori. Per assicurare la continuità del funzionamento del porto, il comandante del porto, sentito l'ufficio del lavoro, potrà requisire gli attrezzi, il materiale galleggiante e gli apparecchi vari di pertinenza delle associazioni di lavoratori o delle imprese, sia nel caso che esse si astengano dal lavoro, sia nei casi in cui ad esse vengano inflitte le punizioni di cui alle lettere b) e c). Art.7 Per tutto quanto riguarda l'ordinamento del lavoro il consorzio del porto di Genova, conservando le attribuzioni demandategli dalle disposizioni vigenti, corrisponderà col Ministro delle Comunicazioni. Il Ministro per le comunicazioni, di concerto col Ministro dell'Economia

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Nazionale e col Ministro delle Finanze, potrà derogare alle disposizioni contenute nel presente decreto nei riguardi dell'ordinamento del lavoro nei porti di Napoli e di Venezia. Il presente decreto entrerà in vigore dal giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, e sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 1 febbraio 1925. VITTORIO EMANUELE III Mussolini - Ciano - Nava – Giurati – De Stefani Visto, il Guardasigilli: Rocco. Registrato alla Corte dei Conti, con riserva, addì 11 marzo 1925 – Atti del governo, registro 23, foglio 55 – Granata

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REGIO DECRETO LEGGE 24 Gennaio 1929, n. 166

ORDINAMENTO DELLE MAESTRANZE PORTUALI.

VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA

Visto il R. Decreto Legge 15 ottobre 1923, n. 2476, convertito nella legge 21 marzo 1926, n. 597, che contiene norme per la disciplina del lavoro nei porti del Regno; Visto il R. Decreto Legge 1 febbraio 1925, n. 232, convertito nella legge 21 marzo 1926, n. 597, relativo alla istituzione degli Uffici del lavoro nei porti del Regno; Visto il R. Decreto Legge 23 ottobre 1927, n. 2162, convertito nella legge 14 giugno 1928, n. 1461, che detta norme complementari per la disciplina del lavoro nei porti del Regno; Visto l’art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926, n. 100; Ritenuta la necessità e l’urgenza di provvedere al riordinamento delle maestranze portuali ;

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Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del nostro Ministro Segretario di Stato per le Comunicazioni, di concerto con i Ministri per l’Economia Nazionale e per le Corporazioni; Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1 I lavoratori adibiti nei porti, rade e spiagge del Regno alle operazioni di sbarco, imbarco, trasbordo, deposito e movimento in genere delle merci saranno raggruppati in Compagnie, in rapporto alle diverse specialità del lavoro cui attendono, con provvedimento dell’autorità preposta alla disciplina del lavoro dove questa autorità non dipenda dalla Capitaneria di porto, o con provvedimento del Direttore Marittimo per le altre località. Il provvedimento sarà reso di pubblica ragione mediante notizia inserita nella “Gazzetta Ufficiale” del Regno. Nelle località. dove il Ministro per le Comunicazioni ne ravvisi la convenienza, più categorie di lavoratori potranno essere riunite in una sola Compagnia. Art. 2 Le Compagnie costituite a norma del precedente articolo avranno capacità giuridica limitatamente agli atti necessari per compiere le operazioni di cui allo stesso articolo. Art. 3 Ad ogni Compagnia sarà preposto un console. Nei casi in cui l’autorità preposta alla disciplina del lavoro ne ravvisi la

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necessità, potranno essere nominati uno o più vice consoli. Art. 4 L’autorità preposta alla disciplina del lavoro nominerà alle funzioni di console e di vice console le persone designate dal competente Sindacato dei lavoratori portuali, che riterrà idonee. I consoli e i vice consoli dovranno essere iscritti al Sindacato; essi inoltre dovranno appartenere alla Compagnia, salvo casi eccezionali riservati alla cognizione del Ministero delle Comunicazioni, che provvederà sentita la Confederazione nazionale dei Sindacati dei trasporti terrestri e della navigazione interna. L’autorità suddetta potrà revocare i consoli e i vice consoli nei casi e con le forme che saranno determinati nelle norme di attuazione del presente decreto. Art. 5 Il console ha la rappresentanza della Compagnia. Egli cura l’esecuzione degli ordini dell’autorità preposta alla disciplina del lavoro, relativi alla divisione delle Compagnie in gruppi, alla distribuzione dei lavoratori in squadre, al loro avvicendamento e al loro avviamento al lavoro. Provvede inoltre alla gestione del patrimonio e dei proventi del lavoro della rispettiva Compagnia, sotto la vigilanza dell’autorità suddetta, e a tenore dei regolamenti interni da questa approvati, sentito il competente Sindacato dei lavoratori portuali. Art. 6 Il console sarà coadiuvato da un Collegio di fiduciari, in un numero da stabilirsi nelle norme di attuazione, scelti dall’autorità preposta alla disciplina del

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lavoro fra un numero doppio di candidati, appartenenti alla Compagnia, designati dal competente Sindacato dei lavoratori portuali. Art. 7 Appositi revisori, designati dal competente Sindacato dei lavoratori portuali, procederanno all’esame del bilancio annuale delle Compagnie e all’esercizio dei poteri normali di revisione da stabilirsi nelle norme di attuazione. Il risultato dell’esame sarà comunicato all’autorità preposta alla disciplina del lavoro mediante verbali. Art. 8 Fermi restando i poteri di controllo demandati all’autorità preposta alla disciplina del lavoro, il Sindacato dei lavoratori portuali avrà facoltà di sorvegliare le attività svolte dalla Compagnia, riferendone all’autorità suddetta. Art. 9 Non sarà riconosciuta né ammessa a compiere nei porti, rade e spiagge del Regno le operazioni di cui all’art. 1 alcuna organizzazione di lavoratori diversa da quella costituita secondo il presente decreto. Art. 10 Il patrimonio delle associazioni dei lavoratori portuali, esistente prima dell’entrata in vigore del presente decreto, spetta alle Compagnie alle quali siano stati aggregati i rispettivi soci, e a tale effetto sarà compilato il bilancio delle attività e delle passività di ciascuna delle associazioni suddette. Nel caso in cui una compagnia risulti composta di membri provenienti da più associazioni e che il valore delle quote individuali, calcolate in rapporto al bilancio di

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cui al precedente comma, sia differente, coloro cui spetti quota di minor valore dovranno integrarla fino a raggiungere il valore della quota maggiore mediante ritenute rateali sui loro salari. Il socio di un’associazione di lavoratori, che per qualsiasi motivo non passasse a far parte di una Compagnia, avrà diritto al pagamento del valore della propria quota. Al membro della Compagnia che cesserà di farne parte, o ai suoi eredi, sarà corrisposto il valore di una quota individuale dell’attivo sociale calcolata in rapporto al bilancio dell’esercizio in corso. Art. 11 I contratti speciali, antecedentemente stipulati dalle associazioni di cui al precedente articolo, resteranno in vigore, fino alla loro scadenza, in confronto alle corrispondenti Compagnie. Art. 12 Il Ministero per le Comunicazioni, di concerto con quelli per le Corporazioni e per l’Economia Nazionale, determinerà le norme per l’attuazione del presente decreto. Art. 13 Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge. Il Ministro proponente è incaricato della presentazione del relativo disegno di legge. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 24 gennaio 1929.

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Dato a Roma, addì 24 gennaio 1929 – Anno VII VITTORIO EMANUELE Mussolini - Ciano - Martelli. Visto, il Guardasigilli Rocco.

Registrato alla Corte dei Conti, addì 22 febbraio 1929 – A. XII – Atti del governo, registro 281, foglio 160 – Ferzi

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DECRETO MINISTERIALE 19 APRILE 1929 Norme per l'applicazione del R. decreto legge 24 gennaio 1929, n. 166, concernente l'ordinamento delle maestranze portuali IL MINISTRO PER LE COMUNICAZIONI Visto il R. decreto-legge n. 24 gennaio 1929, n.166, relativo all'ordinamento delle maestranze portuali; Di concerto col Ministro per l'economia nazionale e con quello per le corporazioni; Decreta: Art.1 Per autorità preposta alla disciplina del lavoro deve intendersi, agli effetti del R. decreto-legge 24 gennaio 1929, n.166, e delle presenti norme: per il porto di Genova: il presidente del consorzio autonomo; per il porto di Venezia: il provveditore di porto; per il porto di Napoli: il commissario per il porto; per il porto dove è istituito un ufficio del lavoro: il direttore di tale ufficio; per i porti dove non esiste un ufficio del lavoro, ma il cui comando è affidato ad un ufficiale del Corpo delle capitanerie di porto: il comandante del porto; per i porti o le rade cui sia preposta una persona estranea al Corpo delle

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capitanerie di porto: l'ufficiale che comanda il circondario marittimo alla cui circoscrizione il porto o la rada appartiene o, in mancanza, l'ufficiale all'uopo dastinato dal compartimento marittimo. Art.2 Il provvedimento per la istituzione delle Compagnie consiste in un decreto dell'autorità competente a norma del I°comma dell'art.1 del R. decreto-legge 24 gennaio 1929, n.166. Con tale decreto è anche approvato il ruolo dei lavoratori permanenti ammessi a far parte di ciascuna Compagnia e il ruolo dei lavoratori avventizi, comprendendovi le persone iscritte nei ruoli già esistenti, per le diverse categorie, salvo le eventuali modificazioni previste dai seguenti articoli 3 e 4. Nel decreto debbono essere specificate le associazioni da cui provengono i membri della Compagnia. Copia del decreto è trasmessa al Ministro delle comunicazioni che provvede alla pubblicazione della relativa notizia nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Art.3 Qualora in qualche porto si manifesti la convenienza di riunire in una sola Compagnia più categorie di lavoratori, l'autorità, di cui al primo comma del precedente articolo, sentito il Sindacato dei lavoratori portuali e l'organo collegiale di cui al successivo art.5 ne farà motivata proposta al Ministero delle comunicazioni. Nel decreto deve essere, in tal caso, citato il provvedimento del Ministero col quale sia stata autorizzata la riunione.

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Art.4 Nei porti ove il personale di una categoria di lavoratori permanenti sia esuberante in rapporto alla entità del traffico, prima di addivenire all'approvazione dei ruoli, si farà luogo al trasferimento dei lavoratori eccedenti il fabbisogno in altre categorie affini, in cui si riscontrasse deficienza di personale. Nei casi in cui non vi fossero categorie deficienti o in cui, nonostante i trasferimenti accennati nel precedente comma, continuasse l'esuberanza di personale in misura tale da pregiudicare notevolmente l'economia delle operazioni commerciali o il

benessere delle maestranze, non saranno inscritti

nei ruoli dei lavoratori

permanenti, nell'ordine di precedenza sottoindicato: coloro che facciano domanda di non entrare a far parte delle Compagnie; coloro che abbiano dato prova di minore assiduità al lavoro o abbiano riportato più punizioni disciplinari gravi; coloro che per essere di condizione agiata o per avere altre fonti di guadagno risentirebbero minor danno dall'esclusione dal lavoro in porto; i celibi o vedovi senza prole e, dopo di essi, i coniugati aventi minor numero di figli, gli uni e gli altri in ordine inverso della loro anzianità di ammissione nelle maestranze portuali o, in caso di pari anzianità, in ordine inverso della loro età. I lavoratori di cui al n.4 saranno inscritti come capilista nei ruoli come lavoratori avventizi della propria categoria. Art.5 In merito alla necessità e alla misura della riduzione delle maestranze, alla convenienza dei trasferimenti di persone da una categoria all'altra, alla designazione

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delle persone da trasferirsi, e di quelle da escludersi dai ruoli delle singole Compagnie, deciderà l'autorità preposta alla disciplina del lavoro portuale, sentito l'organo collegiale ad esso aggregato per le occorrenze di tale disciplina in virtù degli ordinamenti locali. Per i porti e le rade previsti nei due ultimi capoversi dell'art.1, le funzioni dell'organo, di cui al precedente comma, saranno esercitate da una Commissione così composta che avrà sede nel capoluogo del compartimento: a) l'ufficiale indicato nei citati capoversi, presidente; b) un funzionario del Circolo d'ispezione dell'industria e del lavoro; c) un rappresentante del Sindacato dei lavoratori portuali; d) un rappresentante dell'Associazione sindacale dei datori di lavoro la cui classe, a giudizio del competente Consiglio provinciale dell'economia, sia maggiormente interessata nel traffico del porto o della rada. Art.6 I provvedimenti di cui al precedente articolo dovranno essere resi di pubblica ragione mediante affissione all'albo dell'Ufficio del porto, cui si riferiscono, per un periodo di quindici giorni. Durante il periodo suddetto, chiunque vi abbia interesse potrà reclamare contro i provvedimenti stessi al comandante del compartimento marittimo, al quale spetterà di decidere definitivamente. Alle persone non ammesse a far parte delle compagnie a norma dell'art.4 dovrà essere notificata, immediatamente dopo la pubblicazione di cui al I° comma la loro esclusione ed il motivo della medesima a mezzo di un sottufficiale di porto o, in

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mancanza di questo, a mezzo del messo comunale. Entro quindici giorni dalla notifica, esse potranno reclamare al comandante del compartimento marittimo che deciderà definitivamente. Art.7 Le norme, di cui ai quattro precedenti articoli, dovranno essere seguite anche posteriormente alla costituzione delle Compagnie, ogni qualvolta si manifesti la necessità di creare nuove Compagnie, fondere, scindere o sopprimere quelle esistenti, ed ogni qualvolta si verifichi l'esuberanza di personale prevista dal II° comma del precedente art.4 (variante D.L. 31-10-29). Art.8 Alle persone eliminate dalle maestranze ai sensi degli articoli precedenti oltre al pagamento della quota loro spettante a termine del III° comma dell'art.10 del R. decreto-legge 24 gennaio 1929, n.166, potrà essere corrisposto un compenso in denaro proporzionata alla durata del servizio da ciascuna prestato. Le compagnie portuali anticiperanno le somme occorrenti, contraendo, se necessario, un adeguato mutuo. A estinguere il debito sarà assegnata una aliquota sulle tariffe di lavoro attualmente vigenti. Sulla convenienza, sulla misura e sui limiti del compenso, sulla necessità di contrarre il mutuo, sul suo ammontare e le sue condizioni e sulla determinazione dell'aliquota per l'estinzione del debito, si pronuncerà l'autorità preposta alla disciplina del lavoro, sentito l'organo collegiale di cui all'art.5.

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Art.9 Per gli effetti del subingresso delle Compagnie nella situazione patrimoniale delle associazioni di lavoratori precedentemente esistenti, e del pagamento della quota individuale spettante ai soci non entrati a far parte delle Compagnie, deve procedersi, da parte degli amministratori di dette associazioni, alla compilazione del bilancio di chiusura della loro gestione che dovrà rimanere per quindici giorni nella sede dell'associazione a disposizione di qualunque interessato. Qualora vi siano dubbi o incertezze circa la situazione patrimoniale risultante dal bilancio suddetto, l'autorità preposta alla disciplina del lavoro, sentito il Sindacato dei lavoratori portuali, nomina un perito contabile, perché proceda ai necessari accertamenti, e in base al risultato di tali accertamenti saranno apportate le rettifiche eventualmente occorrenti. Se per la valutazione dei beni di pertinenza delle associazioni non sia stato tenuto conto, nei bilanci precedenti, della diminuzione del valore derivante dall'uso e dal deperimento, in rapporto alla presumibile durata del loro utile impiego, i beni stessi sono sottoposti a perizia che ne determini il valore effettivo attuale. Il perito è nominato come è detto nel precedente comma. I debiti e i crediti debbono essere ridotti al loro valore attuale e anche i titoli debbono essere valutati secondo il loro prezzo attuale. L'autorità preposta alla disciplina del lavoro, con l'assistenza di un rappresentante del Sindacato dei lavoratori portuali, provvede alla immissione della Compagnia nel possesso del patrimonio delle associazioni precedenti, mediante processo verbale particolareggiato.

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Art.10 L'ammontare delle quote individuali spettanti ai membri delle associazioni preesistenti, che non siano entrati a far parte della Compagnia, è tenuto a disposizione degli interessati per un tempo massimo di quattro mesi. Trascorso tale termine, le somme non ritirate sono versate alla Cassa postale di risparmio con emissione del libretto intestato al creditore. Allo stesso modo si procede nel caso di membri della Compagnia che cessino in seguito di farne parte. Art.11 Per i membri della Compagnia che provengono da associazioni la cui quota individuale è risultata inferiore a quella dei soci di altra associazione entrata a far parte della stessa Compagnia, sono aperti tanti conti individuali, nei quali è loro addebitata la somma che dovranno versare per raggiungere la quota massima, e sono accreditate le ritenute sui salari che essi subiranno fino alla estinzione del debito. Alle persone ammesse a far parte di una Compagnia all'atto della sua costituzione, le quali non provengano da altre associazioni o provengano da associazione priva di patrimonio, è addebitata una somma equivalente alla quota massima suddetta. I debiti di cui nel presente articolo non sono soggetti a pagamento di interessi. Art.12 Le persone ammesse a far parte di una Compagnia posteriormente alla sua costituzione dovranno versare una somma equivalente alla quota individuale dell'attivo netto sociale risultante dal bilancio dell'esercizio precedente a quello

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durante il quale avviene l'ammissione. Per il versamento saranno seguite le modalità di cui al precedente articolo. Art.13 Qualora uno dei membri debitori cessi di far parte della Compagnia senza avere estinto il suo debito, il residuo di esso, alla pari di qualsiasi altro debito verso la Compagnia sarà ritenuto dalla quota a lui spettante ai sensi dell'art.10 ultimo comma del R. decreto-legge 24 gennaio 1929, n.166. Art.14 Gli atti, per i quali le Compagnie sono ritenute giuridicamente capaci, sono i seguenti: 1. fare istanze all'autorità portuale competente per ottenere la concessione di esercitare le funzioni d'impresa per operazioni di imbarco, sbarco, trasbordo, deposito e movimento in genere di merci importate o da esportare per via di mare, e sottoscrivere i relativi atti di concessione; 2. concorrere agli appalti indetti da aziende pubbliche o private per l'esecuzione di operazioni di cui nel precedente numero, e sottoscrivere i relativi contratti; 3. comprare ovvero prendere in affitto o in concessione immobili per sede della Compagnia, per le sue succursali, per magazzini di deposito di attrezzi o di custodia di merci sbarcate o da imbarcare; 4. comprare ovvero prendere in affitto o in concessione attrezzi, apparecchi, macchinari, galleggianti, mezzi di trasporto per terra, per le occorrenze delle operazioni di competenza della Compagnia; 5. assumere impiegati per le occorrenze dell'amministrazione delle Compagnie,

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personale di servizio, e operai per la custodia, l'uso, la manutenzione e le riparazioni dei beni di pertinenza della Compagnia; 6.

fare tutti gli atti, non contemplati nel presente articolo, che l'autorità

preposta alla disciplina del lavoro autorizzi, riconoscendoli necessari per l'esercizio dell'attività propria della Compagnia. Art.15 Per la nomina del console, il Sindacato dei lavoratori portuali designa tre candidati all'autorità preposta alla disciplina del lavoro. Se nessuno dei designati sarà dall'autorità suddetta ritenuto idoneo, questa inviterà il Sindacato a fare nuove designazioni. Art.16 Oltre agli altri casi in cui l'autorità competente riconoscesse la necessità di procedere alla nomina dei vice-consoli, questi sono nominati ogni qual volta le Compagnie, o per il rilevante numero dei propri componenti o per necessità locali di lavoro, debbano essere divise in sezioni. Ogni vice-console è allora a capo di una sezione ed esercita, come tale, le mansioni che gli sono assegnate dai regolamenti interni. Il vice-console più anziano in carica o, a parità di tale anzianità, quello più avanzato in età sostituisce il console nei casi di assenza o di impedimento. Alla nomina dei vice-consoli si procede nel modo indicato nel precedente articolo 15. Art.17 Qualora in una Compagnia il Sindacato non trovi persone alle quali possa

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essere conferita la carica di console o di vice-console, o nessuna delle persone designate dal Sindacato sia riconosciuta idonea all'autorità preposta alla disciplina del lavoro, ne sarà fatta relazione circostanziata al Ministro delle comunicazioni, indicando se vi sono persone estranee alla Compagnia sulla designazione delle quali concordino il Sindacato e l'autorità suddetta. Il Ministero interpellerà la Confederazione nazionale dei Sindacati dei trasporti terrestri e della navigazione interna, tanto sulla necessità della nomina di persone estranee, quanto sulle persone designate per tale nomina, e quindi si pronuncerà in merito. Art.18 Il console rappresenta la Compagnia in tutti gli atti indicati nell'art.14. La rappresenta anche in giudizio, come convenuta, con facoltà di compiere tutti gli atti a ciò necessari. Per rappresentarla come attrice, deve ottenere l'autorizzazione dell'autorità preposta alla disciplina del lavoro, che la concederà o la rifiuterà secondo che riconosca o no conveniente il giudizio per la Compagnia, udito il Sindacato dei lavoratori portuali. In caso di urgenza, il console può procedere agli atti conservativi, informandone subito l'autorità suddetta. Gli atti di transazione e i contratti di appalto di cui al n.2 del precedente articolo14 non diventeranno esecutivi se non dopo l'omologazione concessa dall'autorità suddetta, udito il Sindacato stesso. Dovranno essere comunicati all'autorità suddetta, per l'esercizio del controllo di sua competenza, tutti gli atti che importino una spesa complessiva di oltre mille lire, o che impegnino la Compagnia per somme minori, ma per una durata che si

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prolunghi oltre l'esercizio in corso. Art.19 I consoli e vice-consoli restano in carica per un biennio e possono essere riconfermati. Cessano dalla carica per una qualsiasi delle cause che hanno per effetto la cancellazione dai ruoli dei lavoratori portuali (vedi art.27). Saranno revocati, con ordinanza dell'autorità preposta alla disciplina del lavoro, su proposta del Sindacato o ad iniziativa della autorità stessa, sentito il parere del Sindacato, quei consoli o vice-consoli che abbiano dato prova di inettitudine o di negligenza nell'esercizio delle mansioni proprie della loro carica. L'ordinanza sarà notificata all'interessato mediante un sottufficiale di porto o, in mancanza, dal messo comunale. Quando l'autorità preposta alla disciplina del lavoro dipenda dalla capitaneria di porto, contro la sua ordinanza è ammesso il reclamo al comandante del dipartimento nel termine di cinque giorni dalla comunicazione. Negli altri casi il reclamo potrà essere presentato al Ministero delle comunicazioni entro dieci giorni dalla notifica. Art.20 I fiduciari sono in numero di uno per ogni 50 membri della Compagnia, con un minimo di due e un massimo di otto. Debbono essere designati alla carica di fiduciari quei membri della Compagnia che risulti godano la maggiore stima dei propri compagni per esperienza, capacità professionale, operosità e istruzione. Qualora fra i candidati designati dal Sindacato l'autorità preposta alla disciplina

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del lavoro non trovi un numero sufficiente di persone che giudichi idonee, questa inviterà il Sindacato a fare nuove designazioni di candidati, sempre in numero doppio dei posti non assegnati. I fiduciari restano in carica un biennio, e possono essere riconfermati. Essi possono essere revocati dall'autorità suddetta nei casi e con le forme indicati nell'articolo precedente. Art.21 Il console riunisce almeno una volta al mese il collegio dei fiduciari per riferire circa l'andamento della gestione dalla Compagnia. Inoltre ne sente il parere negli affari di maggiore importanza. I singoli fiduciari eseguono le incombenze che sono loro delegate dal console per l'adempimento dei suoi compiti. Nelle Compagnie che non abbiano vice-console, la sostituzione del console in casi di assenza o impedimento spetta al fiduciario più anziano di nomina o, a parità di tale anzianità, al più avanzato di età. Il fiduciario non è esonerato dal partecipare ai turni di lavoro con gli altri membri della Compagnia, se non quando debba sostituire il console o abbia ricevuto da lui incarichi che gli impediscano di intervenire al lavoro comune. Art.22 I revisori restano in carica un anno e possono essere riconfermati. Essi hanno il compito di stabilire, d'accordo col direttore amministrativo della Compagnia, o, dove esso manchi, col console, la forma del bilancio, di cui spetta loro il controllo, a norma del seguente art.25.

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Essi debbono inoltre riconoscere, con frequenti e improvvisi riscontri, la consistenza della cassa, e colla scorta dei libri della Compagnia, l'esistenza dei titoli e dei valori di sua proprietà o in suo possesso. Sorvegliano che tutte le disposizioni vigenti in materia di amministrazione delle Compagnie siano rigorosamente adempiute dal console e dai suoi dipendenti. Nell'esercizio delle funzioni loro assegnate, i revisori possono procedere sia collegialmente che individualmente. Il risultato dei loro accertamenti sarà comunicato all'autorità preposta alla disciplina del lavoro con apposita relazione. (Verbale dei revisori trimestrali). Art.23 L'esercizio finanziario delle Compagnie coincide con l'anno solare. Alla fine di ogni esercizio deve essere compilato il bilancio, osservando le seguenti norme: 1. debbono figurare in bilancio tutte le somme riscosse, sia per rimunerazione delle prestazioni d'opera della Compagnia, sia per qualsiasi altra causa; 2. il capitale e le riserve debbono essere scritti come partite distinte nel passivo; 3. i debiti e i crediti della Compagnia debbono essere scritti distintamente, secondo le loro diverse categorie, ridotti al loro valore attuale, senza compensi di partite; 4. i titoli debbono essere calcolati al loro prezzo al giorno della chiusura dell'esercizio; 5. gli attrezzi, gli apparecchi, i macchinari, i galleggianti, i mezzi di trasporto per terra e qualunque altro bene mobile di proprietà della Compagnia non possono

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essere scritti per un valore superiore al prezzo di acquisto. Il valore di tutti i beni deve essere in ogni esercizio diminuito in proporzione del consumo e del deperimento cui essi sono soggetti, tenuto anche conto della presumibile durata del loro utile impiego; 6. devono risultare con evidenza e verità lo stato patrimoniale della Compagnia e gli utili conseguiti o le perdite subite. Al bilancio deve essere allegato il conto profitti e perdite. Art.24 Appena compilato il bilancio, deve esserne consegnata copia all'autorità preposta alla disciplina del lavoro. Art.25 Il console deve presentare ai revisori, entro due mesi dalla chiusura dell'esercizio, il bilancio, con i documenti giustificativi e una relazione sulla sua gestione. I revisori, esaminato il bilancio, debbono riferire all'autorità preposta alla disciplina del lavoro il risultato del loro esame e le loro osservazioni in merito. Art.26 Il bilancio, insieme con la relazione del console e dei revisori, è tenuto per quindici

giorni nella sede della Compagnia a disposizione dei membri che

desiderassero prenderne conoscenza. Art.27 L'autorità preposta alla disciplina del lavoro, di propria iniziativa, o dietro proposta del Sindacato dei lavoratori portuali o in seguito a reclamo di membri della

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Compagnia, può ordinare un'ispezione per verificare la sincerità e l'esattezza del bilancio. Art.28 Il collegio dei fiduciari, presieduto dal console e con l'assistenza dei viceconsoli e dei revisori, provvede alla compilazione dei regolamenti interni da sottoporre all'approvazione dell'autorità preposta alla disciplina del lavoro, la quale sentirà al riguardo l'organo collegiale di cui al precedente articolo 5. Questi regolamenti determineranno: 1 – l'organico degli impiegati e del personale di servizio con indicazione dei compiti di ciascuno e delle condizioni di assunzione; 2 – l'ordinamento amministrativo e contabile della Compagnia, e i librie registri che debbono essere tenuti e le norme per la loro tenuta; 3 -l'organizzazione tecnica del lavoro; la composizione delle squadre; il loro avviamento e avvicendamento al lavoro; l'uso dei mezzi meccanici di proprietà, in affitto o in concessione della Compagnia; la custodia, la distribuzione, l'uso e la riconsegna degli strumenti di lavoro, l'impiego dei lavoratori avventizi e occasionali e la loro retribuzione; 4 – le modalità per la riscossione e la ripartizione dei proventi del lavoro, con l'indicazione delle speciali retribuzioni spettanti al console e ai vice-consoli. Questi regolamenti interni dovranno essere conformati alle speciali norme di lavoro e alle altre direttive di massima e di dettaglio emanati dall'autorità preposta alla disciplina del lavoro. Quanto alla distribuzione dei proventi, non sarà ammessa nessuna ritenuta oltre a quelle previste dal presente decreto e le altre necessarie;

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per le spese necessarie di amministrazione; per costituire e reintegrare un fondo di riserva per far fronte alle responsabilità, in cui potesse incorrere la Compagnia nell'esercizio della sua attività; per acquisto, manutenzione, riparazione e rinnovazione di attrezzi della Compagnia; per contributi sindacali; per contributi di assicurazione e di altre forme di previdenza e di assistenza sociale, prescritte o autorizzate da leggi o provvedimentidell'autorità competente. Art. 29 In tutti i casi nei quali è prescritto che l'autorità preposta alla disciplina del lavoro debba richiedere pareri o designazioni del sindacato dei lavoratori portuali, questo dovrà rispondere non oltre 10 giorni da quello in cui gli sia pervenuta la richiesta. Trascorso tale termine, l'autorità suddetta potrà prendere i provvedimenti di sua competenza, senza attendere più a lungo. Art. 30 Fermo restando quanto è disposto negli art. 2 e 14 23, 29 del presente decreto, le altre norme per l'attuazione nel porto di Genova del R. D. 24-1-1929, n. 166, saranno stabilite dal Consorzio Autonomo per detto porto, in base ai poteri ad esso conferiti dalle leggi vigenti. Art. 31 Il presente decreto entrerà in vigore dal giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Roma, addì 19 aprile 1929 – anno VII.

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Il ministro per le comunicazioni: Ciano Il ministro per l'Economia Nazionale: Martelli p. il Ministro per le Corporazioni: Bottai

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DIREZIONE MARITTIMA Dl CAGLIARI Decreto N. 28 Il Colonnello di Porto - Direttore Marittimo;

Visto il R. D. L. 24 gennaio 1929 n. 166, convertito nella Legge 17 giugno 1929 n. 1095; Viste le norme approvate con Decreto 19 aprile 1929 di S.E. il Ministro delle Comunicazioni, per l’applicazione del R. D. L. predetto; Visto il dispaccio n. 4161/Q.28 in data 31 luglio 1929 col quale il Ministero delle Comunicazioni (Direzione Generale della Marina Mercantile - Div. 5ª) ha autorizzato la riunione in una sola Compagnia dei lavoratori portuali di Cagliari;

DECRETA Art. 1 I lavoratori del Porto di Cagliari, inscritti nei ruoli dell’Ufficio del Lavoro, sono riuniti in una sola Compagnia a tutti gli effetti previsti dal R. Decreto Legge 24 gennaio 1929 n. 166, convertito nella Legge 17 giugno 1929 n. 1095. Detta Compagnia, intitolata al nome di “ATTILIO DEFFENU” sarà divisa nelle tre sezioni di cui al successivo Art. 2. Art. 2 Sono approvati i ruoli dei lavoratori ammessi a far parte della suddetta

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Compagnia, composti come segue: 1ª Sezione Zappatori n. 59 permanenti == Stivatori ” 33 ” == Verricellisti ” 4 ” == Pesatori ” 4 ” == Ausiliari ” 20 ” == Scaricatori ” 96 ” == _____ Totali n.216 ” ==

n. 3 avventizi == ” 30 ” == ” -” == ” -” == ” 1 ” == ” 14 ” == _____ n. 48 ” ==

2ª Sezione Scaricatori Pi/fi postali - permanenti 44 == avventizi -Stivatori Pi/fi postali - permanenti 21== avventizi 5 _____ _____ Totali permanenti 21 == avventizi 5 3ª Sezione – Salinieri – permanenti n. 165 Totale generale n. 446 permanenti - n. 53 avventizi. I 165 “salinieri” costituenti la 3ª Sezione provengono da associazioni preesistenti. Cagliari, 14 di Agosto 1929

Il Colonnello di Porto Direttore Marittimo F/to C. TIMOSSI

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R. UFFICIO DEL LAVORO PORTUALE CAGLIARI

Il capitano di Porto Direttore dell'ufficio del Lavoro Portuale di cagliari: Visto l'art. 44 del Decreto S.E. il Ministro delle comunicazioni in data 22 agosto 1928 istitutivo dell'Ufficio del Lavoro Portuale di Cagliari; Visto il Decreto n. 15 in data 22 dicembre 1931 del signor Direttore Marittimo di Cagliari che rende provvisoriamente esecutive le tariffe per il lavoro nel Porto di Cagliari con le relative norme di applicazione. Sentito il parere del Consiglio di cui all'articolo 14 del predetto D.M.

DECRETA Sono approvate e rese esecutive dal 1 gennaio 1932 le annesse norme per il lavoro nel Porto di Cagliari, Cagliari, li 31 dicembre 1931 – X

IL CAPITANO DI PORTO DIRETTORE Francesco Fontana rosa

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AVVERTENZE -----------------------

Per tutto ciò che non è previsto dalle presenti norme si fa richiamo a quelle generali fissate dalle disposizioni vigenti.

Ogni qual volta nelle presenti norme si fa menzione dell'«Ufficio», del «Datore», della «Compagnia», senza maggiore specificazione, s'intende riferirsi All'Ufficio del Lavoro Portuale, al Datore di Lavoro, alla Compagnia di Lavoratori Portuali «Attilio Deffenu».

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NORME DI LAVORO NEL PORTO DI CAGLIARI

Categorie di lavoratori

Art. 1 – i lavoratori del Porto di Cagliari sono iscritti nei ruoli dell'Ufficio del Lavoro Portuale e in quelli della Compagnia costituita con Decreto del Direttore Marittimo di Cagliari, n. 28 in data 14 agosto 1929, a norma del R.D.L. 24 gennaio 1929, n.166. Essi si distinguono nelle seguenti categorie: a) Zappatori b) Stivatori c) Verricellisti d) Carico e scarico e) Pesatori f) Ausiliari g) Addetti ai piroscafi postali h) Salinieri

Zappatori

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Art.2 – La categoria degli «zappatori» comprende i lavoratori adibiti al riempimento delle coffe nelle stive delle navi e nei depositi a terra quando si tratti di merci alla rinfusa (carbone, minerale ecc.).

Stivatori (tiraggio) Art.3 – La categoria degli «stivatori» comprende i lavoratori che eseguono le operazioni necessarie per portare la merce dalla stiva della nave a sotto paranco fuori bordo, e viceversa, compreso lo stivaggio.

Verricellisti Art.4 – I «verricellisti» attendono alla manovra dei verricelli a bordo delle navi per l'esecuzione delle operazioni previste dall'articolo precedente. Essi sono scelti a preferenza fra quei lavoratori della categoria stivatori che per avanzata età e per diminuita capacità fisica chiedono di farvi passaggio.

Carico e scarico Art.5 – La categoria «carico e scarico» comprende i lavoratori che provvedono allo sbarco della merce dalle chiatte, e alla presa della merce stessa, direttamente dal sottoparanco del bastimento, quando non occorrono galleggianti, e al susseguente carico su vagoni ferroviari o su altri mezzi terresti di trasporto o al deposito su banchina o in locali nell'ambito del porto, e viceversa.

Pesatori Art.6 – La categoria «pesatori» è composta dei lavoratori addetti alla pesatura,

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sia bordo che a terra, delle merci che vengono imbarcate o sbarcate.

Ausiliari Art.7 – La categoria «ausiliari» è composta di quei lavoratori che per età avanzata o diminuita capacità produttiva vengono adibiti ai lavori meno faticosi che si effettuano nella banchina a completamento delle operazioni d'imbarco e sbarco delle merci, quali sistemazioni di cumuli a terra o su vagone, raccolta di merci sfuse, classifica del legname ecc.

Addetti ai piroscafi postali Art.8 – Tale categoria comprende i lavoratori addetti all'imbarco, sbarco, stivaggio e disistivaggio delle merci su o da piroscafi postali. Essa è suddivisa nelle due specialità di tiraggio – stivaggio e carico – scarico.

Salinieri Art.9 – Sono compresi nella categoria «salinieri» tutti i lavoratori che provvedono alle operazioni necessarie all'imbarco e stivaggio del sale.

Divisione dei lavoratori in permanenti ed avventizi Art.10 – I lavoratori delle categorie indicate negli articoli precedenti si distinguono in permanenti e avventizi, secondo quanto prescrive il Decreto Ministeriale in data 22-8-1928.

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Compagnia di lavoratori Art.11 – La compagnia dei lavoratori portuali «Attilio Deffenu» di cui al precedente articolo 1, è presieduta da un Console e suddivisa in tre Sezioni a capo di ciascuna delle quali è preposto un vice console. La

prima

sezione

comprende

le

categorie

«zappatori»,

«stivatori»,

«verricellisti», «carico e scarico», «pesatori» e «ausiliari». La seconda, i soli addetti ai piroscafi postali. La terza si compone dei lavoratori della categoria salinieri. La compagnia è retta e amministrata secondo le norme sancite dal Decreto del Ministero delle Comunicazioni in data 19 aprile 1929 e dal Regolamento interno approvato dal Direttore dell'Ufficio del Lavoro Portuale.

Vice Consoli e Capi Squadra Art.12 – I datori di lavoro hanno diritto di chiedere alla Compagnia che le operazioni vengano eseguite secondo i criteri tecnici che crederanno più oppotuni. La disciplina fra gli uomini sul lavoro è però curata direttamente dai Vice Consoli delle tre Sezioni indicate del precedente articolo; essi sono coadiuvati dai Capi Squadra scelti dal Console previa approvazione del Direttore dell'Ufficio del Lavoro. Tanto i vice Consoli che i Capi Squadra hanno l'obbligo di riferire al Console, il quale ne darà conto al Direttore dell'Ufficio, ogni infrazione comessa dai propri dipendenti rispondendo disciplinarmente delle mancanze non denunciate.

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Obbedienza ai Capi Art.13 – I lavoratori hanno l'obbligo in ogni caso di eseguire sul lavoro tutti gli ordini che riceveranno dai Vice Consoli o dai Capi Squadra, o in loro mancanza, dai datori di lavoro o dai fiduciari degli stessi, salvo a presentare poi reclamo quando ritenessero ingiusti gli ordini stessi.

Responsabilità per danni Art.14 – I lavoratori del porto sono tenuti alla esatta esecuzione dei lavori loro affidati evitando di arrecare danni a persone, merci, attrezzi e materiali. Dei danni eventualmente arrecati per loro colpa sono responsabili personalmente i lavoratori che li hanno causati nei limiti delle retribuzioni loro spettanti. La Compagnia risponde invece in proprio dei danni causati dai propri lavoratori solo quando gestisce lavoratori in impresa diretta.

Contegno dei lavoratori Art.15 – i lavoratori debbono mantenere in porto contegno corretto e dignitoso evitando grida, schiamazzi e litigi personali anche se provocati, rimanendo ad essi la facoltà di reclamare contro il provocatore. E' vietato alle maestranze portuali fumare durante il lavoro.

Assenze dei lavoratori Art.16 – il lavoratore di turno che non potesse recarsi al lavoro per malattia

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dovrà entro le ore antimeridiane far constatare tale circostanza al Console della Compagnia che ne informerà subito a sua volta il Direttore dell'Ufficio, che ha la facoltà di sottoporre il lavoratore (anche quando questi presenti un certificato medio) a visita sanitaria di controllo. Ogni assenza non giustificata darà luogo a punizione disciplinare. Nessun lavoratore potrà per nessun motivo allontanarsi dal posto di lavoro senza averne ottenuto autorizzazione dai dirigenti.

Reclami Art.17 – Tutti i lavoratori portuali hanno diritto di reclamare al Direttore dell'Ufficio, quando ritengano di averne motivo. Per esporre le proprie lagnanze possono presentarsi direttamente all'Ufficio, senza bisogno di seguire una qualsiasi gerarchia, purché a tale scopo non si allontanino dal proprio posto di lavoro, durante l'orario di servizio.

Permessi ai lavoratori Art.18 – I lavoratori che aspirino ad ottenere un permesso per restare assenti dal lavoro o per allontanarsi dalla città, debbono presentare al Direttore dell'Ufficio un'apposita domanda in carta libera col parere del Console della Compagnia.

Sussidi Art.19 – Ai lavoratori del porto ammalati, i quali si trovino in ristrettezze finanziarie,

potrà

essere

accordato

dal

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direttore

dell'Ufficio

un

sussidio,

compatibilmente colla consistenza dei fondi disponibili per tale scopo. Tale sussidio potrà essere eccezionalmente concesso anche a quei lavoratori, che pur non essendo ammalati, siano venuti a trovarsi per gravi ragioni di famiglia o di lavoro in condizioni di bisogno. Non potranno essere accordati sussidi a quei lavoratori che abbiano riportata da meno di tre mesi una punizione disciplinare. Coloro che aspirano ad ottenere un sussidio debbono presentare domanda debitamente documentata e con tutte le indicazioni idonee, affinché l'Ufficio del lavoro possa effettuare i necessari accertamenti.

Orario di lavoro Art.20 – La durata normale della giornata lavorativa per gli operai inscritti nei ruoli dell'Ufficio è di otto ore. L'orario normale di lavoro nel Porto di Cagliari è il seguente: Dal 1 aprile al 30 settembre: dalle ore 8 alle 18 con sospensione dalle 12 alle 14; Dal 1 ottobre al 31 marzo: dalle ore 8 alle 17 con sospensione dalle 12 alle 13; Tale orario comprende le ore effettive di lavoro e non vi è perciò incluso il tempo occorrente per recarsi dal luogo di chiamata al posto di lavoro. Durante il periodo estivo, in caso di temperatura eccezionalmente elevata, dal direttore dell'Ufficio del lavoro potrà essere consentito, a richiesta degli interessati, un orario diverso.

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Il Direttore dell'Ufficio ha altresì facoltà di apportare all'orario normale quelle altre variazioni che sono previste dal seguente articolo 21.

Anticipazioni e protrazioni dell'orario normale Art.21 – Il Direttore dell'Ufficio ha facoltà di ordinare, a richiesta dei datori che l'orario di lavoro sia anticipato di un'ora su quello normale o protratto di due ore ( o anche tre) nel caso di navi che stanno per ultimare il carico o la discarica. I compensi dovuti ai lavoratori in tali casi sono fissati dalle tariffe vigenti.

Richiesta di mano d'opera Art.22 – i datori di lavoro debbono richiedere preventivamente alla Compagnia portuale la mano d'opera loro occorrente, precisando le operazioni da effettuarsi, l'orario in cui le stesse debbono avere inizio, il numero delle vette necessarie indica ndo pure, per le merci da caricare o scaricare, la rata di caricoo di discarica prevista dal contratto di noleggio o quella da essi voluta. Le piccole partite di merci contenute in una sola stiva si intendono identificate nel quantitativo pari ad un quarto di resa giornaliera. Il maggior caricatore potrà richiedere agli altri datori di lavoro, oltre la rivalsa della spesa di mano d'opera, altro compenso se ed in quanto, a richiesta abbia fornito attrezzi e l'assistenza al carico.

Tempestività delle richieste Art.23 – Le richieste di mano d'opera debbono essere fatte prima di mezzogiorno per i lavori da eseguirsi nel pomeriggio, e la sera precedente, due ore

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prima del termine dell'orario normale se le operazioni dovranno effettuarsi il mattino o in giorno festivo. Per le operazioni di poca entità e della durata di poche ore,e per quelle da compiersi per il carico e scarico delle merci dei piroscafi postali nonché per quelle relative agli arrivi imprevisti, anche in momenti diversi da quelli sopra stabiliti. La Compagnia dovrà tenere all'uopo sempre pronto per tali esigenze un numero di lavoratori adeguato.

Avviamento della mano d'opera Art.24 – L'avviamento della mano d'opera al lavoro, viene effettuato a cura della Compagnia , seguendo scrupolosamente il turno stabilito secondo le direttive generali date dal presente regolamento al seguente articolo 25, sempre sotto il controllo dell'Ufficio. L'appello dei lavoratori di turno e l'avviamento sarà fatto dai Vice Consoli o da persona appositamente o stabilmente all'uopo incaricata dalla Compagnia, nella sede di questa, o in quell'altra località che venisse designata preventivamente dall'Ufficio. All'appello si provvederà tempestivamente per modo che le maestranze possano trovarsi al posto di lavoro all'ora prescritta. I lavoratori dovranno mantenere durante l'appello contegno corretto e disciplinato e potranno presentare i loro eventuali reclami solo a chiamata ultimata e purché siano liberi da servizio. Saranno punite disciplinarmente le infrazioni a tale ultima disposizione.

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Turno di lavoro Art.25 – Il turno di lavoro è individuale e per nave. A periodi regolari la Compagnia dovrà provvedere alla revisione di esso in base al numero di giornate lavorate da ciascun operaio nel periodo precedente, per modo che coloro che a vantaggio sei quali risulti un numero minore di giornate e un conseguente minor guadagno, siano avviati per primi al lavoro allo scopo di raggiungere nel limite del possibile il pareggio del guadagno fra tutti i lavoratori. Ciascuna delle squadre delle varie categorie addette alla discarica o al carico di una nave dovrà regolare il proprio lavoro in modo da non intralciare l'opera delle altre. Le suddette norme sono integrate da quelle più dettagliate fissate in proposito dalla compagnia nel suo regolamento interno.

Acconti e liquidazione delle norme di lavoro Art.26 – i datori dovranno corrispondere ogni giorno alla Compagnia degli acconti sulle operazioni eseguite per un importo pari a quello dei salari di una giornata di lavoro per ciascuno degli operai impiegati. Tutte le note del lavoro eseguito dovranno essere compilate a cura della Compagnia non oltre le 24 ore dall'ultimazione delle operazioni e sottoposte, a richiesta delle parti interessate, al visto del direttore dell'Ufficio; esse dovranno essere saldate non più tardi del giorno seguente a quello della presentazione del pagamento. Le eventuali osservazioni non danno diritto a sospendere i pagamenti, ma solo ad eseguirli con riserva alla Banca del Lavoro.

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La Compagnia provvederà alla distribuzione delle paghe ai lavoratori, secondo le norme stabilite nel suo regolamento interno. Sulle somme dovute per i compensi ai lavoratori e non pagate nel termine prescritto, decorrerà a carico dei datori morosi l'interesse dell'8 per cento annuo. Il Direttore dell'Ufficio potrà altresì a suo giudizio rifiutare al datore moroso la mano d'opera che fosse successivamente da lui richiesta salvo le più gravi sanzioni stabilite dal Decreto Ministeriale 22-8-1928, a meno che il datore non saldi senz'altro presso la Banca del Lavoro il suo debito verso la Compagnia, depositando altresì antecipatamente nella stessa Banca l'importo delle operazioni da eseguirsi per suo conto nella giornata successiva a quella in cui il deposito viene effettuato. Il deposito preventivo di cui al comma precedente, potrà essere ordinato, a richiesta della Compagnia, anche indipendentemente dalla morosità del datore, ogni qual volta ciò sia, a giudizio del direttore dell'Ufficio, necessario a garantire il regolare pagamento delle operazioni da eseguirsi.

Persone di fiducia dei datori Art.27 – i datori hanno facoltà di delegare persone di loro fiducia per la direzione e la sorveglianza del lavoro, sia a bordo che a terra, per la migliore utilizzazione delle stive e per il migliore trattamento delle merci. Tali persone dovranno essere munite di tessera di riconoscimento rilasciata dall'Ufficio, o comunque da questo preventivamente autorizzate a richiesta dei datori. L'operato dei fiduciari obbliga i datori che essi rappresentano.

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Contratto di noleggio Art.28 – I datori potranno chiedere che le operazioni di carico e scarico siano eseguite nella quota stabilita dal contratto di noleggio, quando detta quota sia superiore a quella media stabilita dal presente regolamento. La richiesta potrà essere accolta quando la situazione generale del Porto, o i mezzi di cui dispone la nave lo permettano, e ciò a giudizio del Direttore dell'Ufficio.

Numero e composizione delle mani o squadre Art.29 – In caso di lavoro a cottimo, il numero delle mani o squadre necessarie per l'esecuzione dei lavori deve essere tale da assicurare almeno la produzione media giornaliera stabilita dalle tariffe vigenti.

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R. Direzione Marittima di Cagliari

Decreto N. 15 Il T. Colonnello di Porto Direttore Marittimo; Visto il Decreto di S.E. Il Ministro delle Comunicazioni in data 22-8-1928 VI istitutivo dell'Ufficio del lavoro Portuale di Cagliari; Visti i Decreti della Direzione Marittima di Cagliari in data 14 agosto 1929 VII e 14 maggio 1930 che approvano i ruoli dei lavoratori portuali di Cagliari e la riunione di questi nella Compagnia Attilio Deffenu, e rendono provvisoriamente esecutive le norme e le tariffe pel lavoro nel porto di Cagliari; Visto il dispaccio del Ministero delle Comunicazioni – Direzione Generale Marittima Mercantile – n. 3009 del 26 giugno 1930 che dispone la separazione delle tariffe, in regolamento a parte da rendersi esecutivo dal direttore dell'Ufficio del Lavoro, delle norme di lavoro non aventi attinenza con le tariffe e che ordina la revisione dei compensi per lavoro straordinario agli operai; Vista la circolare serie I Titolo; Porti, n. 16 in data 2-12-1930 del Ministero delle Comunicazioni – Direzione Generale Marina Mercantile – concernente la revisione delle tariffe del lavoro portuale; Viste le deliberazioni del Consiglio del Lavoro Portuale di Cagliari nelle sedute dal 14 agosto 1930 al 22 ottobre 1931; Visto l'art. 2 del Decreto Legge 23 ottobre 1927 n. 2162;

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Decreta Art. 1 – Vengono approvate e rese esecutive in via di esperimento le tariffe di imbarco, sbarco, stivaggio e disistivaggio delle merci nel porto di Cagliari con le norme per la loro applicazione, annesse al presente decreto. Art. 2 – tali norme e tariffe andranno in vigore col 1° gennaio 1932 ad eccezione della tariffa per l'imbarco del sale che entrerà in vigore col 15 gennaio 1932. Art. 3 – Da tali date s'intendono abrogate rispettivamente tutte le altre norme e tariffe provvisoriamente fino ad ora vigenti nel porto Cagliari li 22 dicembre 1931 – X

IL T. COLONNELLO DEL PORTO DIRETTORE MARITTIMO

ARMANDO SCARDAONI

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NORME PER L'APPLICAZIONE DELLE TARIFFE Dec. D.M. n. 15 in data 22-12-1931

Operazioni affidate ai lavoratori portuali Art. 1 – Tutte le operazioni concernenti il carico ,scarico, ricarico e ogni altro movimento delle merci nel porto di Cagliari , o in rada, sono disimpegnate dagli operai inscritti nei ruoli della Compagnia “Attilio Deffenu” con i compensi fissati nelle tariffe che seguono. In conformità di quanto è disposto dal D.M. 22-8-1928, sono escluse; a) le operazioni compiute all'interno dei capannoni di deposito merci; b) quelle inerenti al movimento in uscita ed entrata del sale dal e nel Magazzino dell'Amministrazione dei Monopoli, sito alla radice della Darsena; c) quelle relative al tiraggio effettuato su velieri o motovelieri di stazza lorda inferiore a 500 tonnellate, qualora il Capitano della nave intenda giovarsi della facoltà di far eseguire il lavoro dal proprio equipaggio e salvo l'obbligo di impiegarvi i lavoratori del porto, quando volesse invece affidare anche il tiraggio a persone estranee al bordo; d) sono altresì escluse dalle competenze dei lavoratori portuali le operazioni riguardanti il ritiro delle derrate alimentari dalle banchine del porto per essere trasportate in città o alle stazioni ferroviarie, sempre quando possano essere compiute direttamente dal destinatario della merce o col personale, riconosciuto dall'Ufficio del

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Lavoro, come stabilmente alle dipendenze di quello. Si compresi nelle derrate alimentari: l'olio, i legumi, lo zucchero, il caffè, lo scatolame, i salumi, le marmellate, la frutta secca, le verdure, gli ortaggi, il vino comune e simili. Si intendono esclusi i vini fini, i liquori, la farina, il grano, l'avena, l'orzo, il granoturco, il the, le spezie e simili. Per poter usufruire delle disposizioni di cui all'articolo precedente il destinatario dovrà essere autorizzato dall'Ufficio del Lavoro Portuale, esibendo la polizza di carico e l'elenco del personale stabilmente alle proprie dipendenze, vistata dall'Ispettorato Prov. Del Lavoro. Lavori compresi nelle tariffe Art. 2 – Le tariffe a cottimo comprendono i compensi per tutte le scomodità e difficoltà del lavoro ad accezione di quelle specificate di volta in volta. Comprendono altresì l'uomo all'ostino e tutta la mano d'opera occorrente (esclusa quella dei verricellisti e dei pesatori) nonché il compenso dovuto ailavoratori addetti alla scopatura della coperta e delle stive per la raccolta della merce dispersa, e per l'attrezzatura dele navi per la discarica. Assicurazioni sociali e contro gli infortuni sul lavoro Art. 3 – E' fatto obbligo della Compagnia “Attilio Deffenu” di provvedere direttamente al servizio delle assicurazioni di previdenza sociale e contro gli infortuni sul lavoro. All'uopo i datori di lavoro dovranno a titolo di rimborso corrispondere il compenso speciale in proposito stabilito sulle tariffe, pari cioè alla quota a loro carico,

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per l'assicurazione invalidità e vecchiaia, e all'intero tasso, per l'assicurazione contro gli infortuni. In tale compenso è pure compresa una percentuale per le spese generali della Compagnia. Applicazione delle tariffe a cottimo e a tempo Art. 4 – I lavoratori del porto di Cagliari sono pagati tutti normalmente a cottimo in ragione delle tonnellate di merce effettivamente caricate e scaricate e in base alle tariffe qui unite. Si farà luogo all'applicazione della tariffa a tempo: a) per lo stivaggio delle merci alla rinfusa; b) quando a richiesta degli interessati, per eccezionali difficoltà del lavoro, determinate da speciali circostanze da accertarsi preventivamente dall'Ufficio, sia riconosciuta non praticabile l'applicazione del cottimo; c) quando l'opera dei lavoratori sia richiesta per il maneggio di un quantitativo di merce da non consentire ad essi il minimo guadagno previsto per un quarto di giornata di lavoro, in base alla quota media obbligatoria di tonnellaggio stabilito per ogni mano o squadra dalle norme di lavoro rese esecutive dal Direttore dell'Ufficio del Lavoro Portuale; d) la disposizione di cui alla lettera c) non si applica per i lavori previsti nell'articolo 8 per i quali, il pagamento sarà fatto sempre in base alla quantità di merce maneggiata, qualunque essa sia. I compensi da corrispondersi per il lavoro a giornata sono fissati nella tariffa a tempo di cui appresso. Per il lavoro in giorni festivi e in ore straordinarie o notturne sono dovute sulle

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mercedi suddette, gli aumenti di cui ai seguenti art. 6 e 7. Quando viene applicata la tariffa a tempo la giornata potrà essere frazionata solo in quarti. Sarà frazionabile anche in ore, nel solo caso previsto dall'ultimo comma dell'art. 10. Assunzione e mercede dei verricellisti, pesatori e ausiliari Art. 5 – La mercede dovuta agli operai addetti alla apertura o chiusura dei boccaporti e alla manovra dei verricellisti è a carico totale del Capitano della nave che dovrà richiedere all'Ufficio del Lavoro gli uomini occorrenti, sempre che non si valga di persone del suo equipaggio. Il Capitano ha la facoltà di ordinare che i verricelli siano manovrati con o senza arresto (stop), secondo la necessità delle operazioni da compiersi. Il compenso ai pesatori è a carico dei datori che possono direttamente assumerli scegliendoli tra gli inscritti nel relativo ruolo, salvo a darne avviso all'Ufficio del Lavoro. I compensi dovuti ai verricellisti, ai pesatori e agli addetti alla apertura o chiusura dei boccaporti sono fissati dalla tariffa a tempo. Lavori in giorni festivi Art.6 – Nei giorni festivi non potrà effettuarsi alcun lavoro se non in caso di assoluta necessità e previa autorizzazione dell'Autorità di P.S. E del Direttore dell'Ufficio. Il lavoro eseguito nei giorni festiva durante l'orario normale e straordinario sarà compensato col 50 per cento sulle tariffe ordinarie, e col 80 per cento sulle stesse

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quando sia compiuto in ore notturne. Sono festivi agli effetti del presente regolamento quelli riconosciuti tali dalla legge 27 maggio 1949, n. 260. Lavoro straordinario e notturno in giorni feriali art. 7 – Nel caso di lavoro compiuto a giornata le ore lavorate in eccedenza alla durata dell'orario normale, nei giorni feriali saranno compensate col 25 per cento sulle tariffe ordinarie. Eguale aumento sulle tariffe normali competerà alle maestranze nel caso di lavoro effettuato a cottimo e il compenso straordinario sarà calcolato in base al tonnellaggio prodotto complessivamente nella giornata, proporzionalmente al quantitativo medio orario che risulterà effettuato. Nel caso di lavoro eseguito di notte, nei giorni feriali, e cioè dalle 21 alle 5 (sempre in seguito ad autorizzazione dell'Ufficio) la tariffa normale sarà aumentata del 70 per cento. Agli effetti del computo del lavoro straordinario le frazioni di ora sino ai 30 minuti sono considerate mezz'ora, quelle superiori, come un'ora. Per lavoro straordinario durante l'ora di colazione compenso 100 per cento sulle relative tariffe. Orario di lavoro per gli addetti ai piroscafi postali Art. 8 – Il lavoro occorrente per il maneggio delle merci dei piroscafi sovvenzionati, dovrà essere compiuto, in qualsiasi ora, senza compenso straordinario, a meno che non si vengano cosi a superare le otto ore di lavoro o che la partenza del piroscafo non avvenga in ritardo rispetto all'orario ufficiale della linea. In ogni caso è

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riconosciuto ale maestranze il diritto di sospendere il lavoro dalle 12 alle 13 per la colazione. Sospensione del lavoro Art. 9 – I datori potranno in qualsiasi momento delle operazioni richiedere all'Ufficio, che deciderà, caso per caso, la sospensione del lavoro sia bordo che a terra. In tal caso, se la richiesta di sospensione sia stata fatta prima dell'inizio del lavoro giornaliero, nessun compenso spetterà ai lavoratori; se la richiesta avvenga dopo l'inizio del lavoro antimeridiano, spetterà agli operai un compenso pari ad ¼ di giornata di lavoro; se la richiesta sia stata fatta dopo l'inizio delle operazioni pomeridiane, spetterà alle maestranze un compenso pari a ¾ di giornata. La mercede è quella della tariffa a tempo. Inoperosità ed accelerazione del lavoro Art. 10 – Alle maestranze chiamate al lavoro, non è dovuto alcun compenso per il tempo in cui dovessero rimanere inattive per cause imputabili ad esse, a forza maggiore, o a cattivo tempo (pioggia o forte vento). Qualora invece il ritardo e la sospensione del lavoro fossero dovuti ad un difetto dei datori o dei rappresentanti degli stessi, o a sopravvenute avarie delle sistemazioni di bordo (purché non prodotte da incendio, urto di navi, o altre cause estranee alla nave od a questa non imputabili), gli operai che lavorano a cottimo e non raggiungessero una resa pari al salario della giornata o di ¼ di giornata stabilito dalla tariffa a tempo, avranno diritto a percepire in luogo del cottimo la mercede di ¾ di giornata, se presentatisi al lavoro la mattina non siano stati licenziati alle ore 13; e di ¼ di giornata, se licenziati prima delle ore 12, oppure se presentatisi al lavoro nel pomeriggio.

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Le stesse norme valgono per il lavoro notturno prendendo a riferimento la mezzanotte come ora di cessazione del primo periodo. Se malgrado le interruzioni di cui sopra gli operai raggiungessero entro l'orario normale una produzione giornaliera pari all'ordinaria, avranno diritto ad un premio di acceleramento del 30 per cento sul cottimo, per ogni ora di interruzione. Gli operai retribuiti a giornata, in caso di inoperosità imputabile ad essi o a forza maggiore o a cattivo tempo, saranno compensati in proporzione delle ore effettivamente lavorate. Riconoscimento della forza maggiore Art. 11 – Agli effetti di quanto è disposto nel precedente articolo, l'impedimento del lavoro per forza maggiore e tempo cattivo, deve essere riconosciuto dal Direttore dell'Ufficio cui tempestivamente gli interessati devono rivolgersi per le contestazioni del caso. Norme per la produzione Art.12 – La Compagnia dovrà provvedere affinché le operazioni di imbarco e sbarco di merci affidate ai suoi componenti si compiano alla rata giornaliera prescritta e a quella maggiore richiesta e accordata ai datori, senza che i lavoratori abbiano diritto ad altri compensi oltre a quelli stabiliti dalle tariffe, anche se per raggiungere i quantitativi stabiliti essi dovessero oltrepassare l'orario normale di lavoro o valersi di squadre aggiunte o di uomini di rinforzo. Qualora però il datore richiedesse da una a più squadre un tonnellaggio superiore alle quote massime stabilite, la parte eccedente sarà considerata come lavoro eseguito extra orario e compensato col relativo aumento sulla tariffa ordinaria di cui

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agli articoli 6 e 7. La squadra che abbia ultimato una stiva dovrà senza alcun maggior compenso passare al lavoro in quell'altra stiva che verrà indicata dal datore interessato. Il passaggio degli operai da una stiva all'altra è obbligatorio, a richiesta del datore, quando lo esigono necessità di lavoro accertate dall'Ufficio. Forniture di vagoni, di chiatte e di altri mezzi d'opera Art. 13 – Il datore è tenuto a fornire le chiatte con relativo personale di manovra alla banda del piroscafo, nonché a provvedere i vagoni necessari, sempre che la disponibilità del materiale ferroviario lo consenta, e tutti gli attrezzi necessari alle operazioni. Compenso per operazioni fuori zona Art. 14 – Per le operazioni di qualsiasi genere a cottimo, anche di solo stivaggio, da eseguirsi in rada, le tariffe vengono aumentate del 15 per cento. Compenso per maggior distanza Art. 15 – La distanza massima per il deposito delle merci in banchina dalla sfera d'azione del paranco o grue non dovrà essere superiore a metri 20. oltre tale limite le tariffe di sbarco saranno aumentate del 40 per cento. Compenso per costruzione o demolizione di paratie Art. 16 – Gli operai adibiti alla costruzione o alla demolizione di paratie nelle stive e alla pulizia delle stesse, saranno retribuiti in base alla tariffa a tempo qualunque debba essere la merce contenuta dalle paratie. Supplemento per lavori pericolosi Art. 17 – Per i lavori che presentino carattere di insalubrità o di pericolo o che

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si compiano in condizioni di particolari e riconosciute difficoltà, verrà concesso un supplemento speciale sulle tariffe, da determinarsi di volta in volta dal Direttore dell'Ufficio. Merci non comprese in tariffa e operazioni anormali Art. 18 – Per le merci e le operazioni non comprese in tariffa il cottimo sarà in caso di urgenza determinato di volta in volta, sentite le parti, dal Direttore dell'Ufficio. Le deliberazioni provvisorie del predetto saranno sottoposte entro il più breve tempo possibile alla sanzione del consiglio. Risoluzione delle controversie Art. 19 – Qualunque controversia che le parti non potessero derimere amichevolmente fra di loro sarà sottoposta all'Ufficio del Lavoro.

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APPENDICE 2 Documenti dell’archivio

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Petizione dei lavoratori portuali occasionali del porto di Cagliari al Ministro della Marina Mercantile, 22 aprile 1970.

S.E. On.le Senatore Salvatore Mannironi Ministro della Marina Mercantile

I sottoscritti lavoratori occasionali, esclusi da il ruolo degli avventizi del Porto di cagliari. Rivolgono alla S.V.Ill.ma la seguente petizione: A seguito del bando di concorso suaccennato, i sottoscritti, che siamo circa 50 e che per il passato avevamo prestato la nostra opera in qualità di occasionali, siamo venuti a perdere quello che sino ad ieri è stata la nostra unica fonte di guadagno. Già del resto Ella On.le Ministro conosce la nostra drammatica situazione, perché abbiamo avuto occasione tramite le organizzazioni sindacali, con colloqui in Capitaneria prima, ed nei suoi uffici poi, dove dietro Sua richiesta Le fu consegnata anche una memoria. Da allora la nostra situazione economica si è ulteriormente aggravata. Gli avventizi -nel numero di 70- sono stati assunti, ed i sottoscritti sono stati esclusi, ma nutrivamo la speranza che presto, con il Suo impegno si sarebbe anche per noi risolto il problema.

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Ma nel frattempo vi fu la crisi di governo, e comprendiamo benissimo le difficoltà che Ella ha incontrato per portare a soluzione la nostra situazione. Oggi accogliamo con particolare soddisfazione che Ella è stato nominato Ministro della Marina Mercantile. L'appello che i sottoscritti Le rivolgono e il seguente: Noi comprendiamo benissimo che le possibilità d'impiego del nostro Porto sono diminuite, ma non per questo si possono mettere sul lastrico 50 lavoratori con relative famiglie, che hanno svolto sempre la loro attività in qualità di lavoratori portuali. Il problema è quindi di carattere sociale, e come tale quindi va risolto. Ci rivolgiamo quindi in qualità di lavoratori sardi ad un Ministro sardo. Ci venga incontro. Faccia che 50 famiglie ritrovino quella serenità, che oggi purtroppo ci manca, e che ritroveremo qualora Ella On.le Ministro accolga le nostre istanze. Fiduciosi di un suo autorevole intervento rimaniamo in fiduciosa attesa. Cagliari 22.4.1970

Distinti Ossequi

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Lettera dei lavoratori portuali occasionali del porto di Cagliari al Ministro della Marina Mercantile, 14 maggio 1970.

S.E. On.le Senatore Salvatore Mannironi Ministro della Marina Mercantile ROMA Siamo circa 50 lavoratori portuali occasionali del porto di Cagliari, che vorrebbero interessare la S.V.Ill.ma della nostra più che drammatica situazione. A seguito del Decreto del Presidente della Repubblica, in data 21 luglio 1967 n°809 è stato istituito nei porti il ruolo dei lavoratori portuali avventizi. Tale decreto modificava profondamente lo stato di lavoro degli occasionali e dava loro oltre al riconoscimento giuridico, anche una certa sistemazione economica. A seguito di questo Decreto, il Capo del Compartimento Marittimo di Cagliari con proprio decreto, sentito il parere del Consiglio del Lavoro portuale istituiva anche nel nostro porto il suddetto registro. Detto registro però, veniva istituito per soli 70 lavoratori escludendo i sottoscritti, che da lunghi anni svolgevamo la nostra attività nel porto. Pertanto con l'istituzione del registro dei lavoratori avventizi, limitato nel numero, le nostre condizioni economiche sono precipitate in uno stato di paurosa miseria, perché ci sono

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venute a mancare le occasioni di lavoro, che prima di fare gli avventizi, vi erano nel nostro porto, perché come Ella ben sà, il decreto stesso stabilisce che i primi ad essere avviati al lavoro sono i lavoratori di ruolo, seguiti dagli avventizi, e solo ad esaurimento di questi ultimi dovremo lavorare noi. Pertanto, riteniamo che, cosi come è successo in tutti i porti della Penisola, il ruolo degli avventizi doveva essere complessivo di tutti quei lavoratori che erano iscritti alla data del decreto, nell'art.lo 194 del Regolamento al Codice della Navigazione, e quindi con questo criterio anche i sottoscritti. Ci troviamo quindi in una situazione come ella può immaginare drammatica. Abbiamo avuto occasione di portare queste nostre considerazioni con una nostra delegazione, nei locali della Capitaneria di Porto, prima, ed al Ministero con una memoria delle organizzazioni sindacali poi, come Ella ben sa, dove Le abbiamo prospettato le nostre condizioni, chiedendoLe un Suo autorevole intervento. Quel fatto ci tranquillizzò, e da allora siamo rimasti in attesa che il Ministero della Marina Mercantile inviasse alle Autorità Marittime locali le disposizioni per l'allargamento del ruolo degli avventizi anche ai sottoscritti. Comprendiamo benissimo che da allora – parliamo del mese di gennaio c.a. Vi siano stati intralci, primo fra tutti la crisi di governo. Abbiamo aspettato, convinti che con la Sua nomina a Ministro questo nostro problema venisse avviato a soluzione. Sono passati almeno 5 mesi dal giorno in cui sono stati fatti i 70 avventizi, e le nostre speranze di una soluzione rapida della nostra questione si affievoliscono sempre più.

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Abbiamo sempre lavorato in porto e questo è il nostro mestiere. Con l'avventiziato i sottoscritti hanno perso il diritto ad ogni assistenza, come gli assegni familiari e il rinnovo del libretto di cassa malattia. Siamo nella più completa e nera miseria. Non sappiamo più a quale santo votarci, perché giustizia sia fatta nei nostri confronti. Siamo delle persone oneste, abbiamo sempre vissuto del nostro -anche se precario- lavoro. Abbiamo mogli e figli, e non vogliamo essere costretti a fare cose che la nostra coscienza ci vieta. Le chiediamo On. Ministro se è giusto che gli occasionali del porto di Cagliari debbono essere considerati cittadini di serie B. rispetto agli occasionali degli altri porti d'Italia, che come abbiamo avuto occasione di sottolineare in altri colloqui, sono stati quasi tutti iscritti negli elenchi degli avventizi. Quali sono quindi le nostre modeste richieste che rivolgiamo alla S.V.Ill.ma? Che nel porto di Cagliari si arrivi ad una sanatoria del problema, che permetta il passaggio nei ruoli degli avventizi dei lavoratori occasionali anziani, ed iscritti nel soppresso art.lo 194 del Codice della Navigazione. Se questo Ella vorrà fare nei nostri confronti Le Saremo infinitamente grati. In attesa di un cortese cenno di riscontro le porgiamo i nostri più Distinti Ossequi Gli occasionali del Porto di Cagliari Cagliari 14.5.1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Bozza di lettera per il Ministro della Marina Mercantile, 13 febbraio 1970.

All'On.le Ministero della Marina Mercantile Sezione Lavoro Portuale ROMA

A seguito del bando di concorso che ha istituito presso il porto di Cagliar il registro per n°70 avventizi, circa 50 lavoratori che per il passato avevano prestato la loro opera in qualità di occasionali nel ruolo complementare verrebbero a perdere quella che sino ad oggi è stata la loro unica fonte di reddito. Tale situazione e le gravi conseguenze che da ciò deriverebbero ai lavoratori interessati ed alle loro famiglie, oltre alle ripercussioni che graverebbero sul già precario mercato del lavoro nella nostra città, sono state prospettate a codesto On. Ministero nell'incontro intervenuto il giorno 2 febbraio c.a. Unitariamente dalle tre Federazioni Nazionali di Categoria. Il problema, oltre che sotto questo aspetto, deve anche e soprattutto essere visto alla luce del fatto che il processo di sviluppo, per ora solo rallentato, che necessariamente dovrà subire tutta l'attività del nostro porto come conseguenza dell'avanzata del processo di industrializzazione nell'isola, non può privarsi -né in

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termini immediati né di prospettiva- di una notevole massa di manodopera già abilitata a questo tipo di lavoro. Tanto ove si consideri il naturale ricambio che fra queste maestranze dovrà intervenire a seguito dell'esodo pure naturale dei lavoratori attualmente occupati. Per tutte queste considerazioni e tenendo conto della particolarità della situazione, che probabilmente non trova riscontro in altri porti del continente, le nostre Organizzazioni prospettano a codesto On. Ministero la assoluta necessità che, pure attraverso formule concordate, si possa comunque assicurare a questi lavoratori sin da ora la loro permanenza nella attività portuale e la garanzia del mantenimento del trattamento previsto dalla circolare n°87. Si attende conferma e ci si dichiara a disposizione per un nuovo incontro conclusivo sul problema. Distinti saluti Cagliari 13.2.1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Bozza di interrogazione al Senato di Girolamo Sotgiu e Luigi Pirastru relativamente ai lavoratori portuali occasionali del porto di Cagliari , 23 maggio 1970.

Al Presidente del Senato

I sottoscritti chiedono di interrogare l'On.le Ministro della Marina Mercantile per sapere se no n intenda intervenire con urgenza per far si che il registro degli avventizi del Porto di Cagliari sia convenientemente ampliato cosi che possano essere iscritti circa 50 lavoratori che nel passato, per una media di 8 – 10 anni hanno sempre prestato la loro opera in qualità di occasionali nel porto di Cagliari. La misura che si rende necessaria per impedire che 50 lavoratori sono privati di ogni attività lavorativa, perdendo nel contempo gli assegni familiari ed il diritto alla previdenza ed assistenza, non avesse una incidenza rilevante negli organici che attualmente costituiscono la Compagnia portuale di Cagliari, la quale dai 239 permanenti e 70 avventizi attuali, passerebbe a 239 permanenti e 120 avventizi. L'incremento seppur tanto irrilevante in quanto nel corso di un quinquennio è previsto uno sfoltimento dell'attuale organico nell'ordine di una settantina di lavoratori. I sottoscritti ritengono che la misura si rende tanto più necessaria in quanto in nessun altro porto della Sardegna si sono avuti licenziamenti di occasionali, quando

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sono stati compilati i registri degli avventizi, cosi come, del resto è accaduto negli altri grandi porti d'Italia compreso Civitavecchia, che è il porto più direttamente collegato con quello di Cagliari. La Interrogazione è urgente Girolamo Sotgiu Luigi Pirastru Cagliari 23.5.1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Lettera della FILP nazionale ad Alfredo Antinoro, 16 gennaio 1970

FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI DEI PORTI 00198 – ROMA 16/1/1970 Via Nizza, 53/18 telef. 858.069 Protoc. N. 61 Allegati, 2 ANTINORO ALFREDO c/o Compagnia Portuale CAGLIARI – Riva di Ponente, 2 Facendo seguito al telegramma di giovedì scorso, ti notiziamo circa i problemi da noi sollevati al Ministero nei giorni scorsi: tariffa traghetto Tirrenia Palau-La Maddalena – siamo intervenuti presso i funzionari del Ministero M.M. Ma non abbiamo, purtroppo, ricevute assicurazioni di positivo interessamento. Con l'amico Betti ci siamo riservati di preparare adeguata documentazione sulla materia che sottoporremo, quanto prima, all'attenzione dell'On. Ministro; ciò in considerazione che questa via ci pare l'unica da seguire, tenuto conto degli ostacoli riscontrati a livello della burocrazia; occasionali di Cagliari – sono state avviate tutte e due le iniziative di cui avevamo parlato a Cagliari. La prima riguarda la riconvocazione e la funzionalità della Commissione di Studio sulla “dichiarazione programmatica”. In proposito ti allego la

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fotocopia della lettera unitaria (allegato n. 1), nonché lo stralcio della “dichiarazione programmatica” (allegato n. 2) laddove si tratta specificatamente dell'argomento. Inoltre abbiamo preso contato con l'Ispettore Generale Dott. Scarponi il quale si è impegnato a riallacciare il dialogo più particolare riguardante la situazione di Cagliari. Entro una quindicina di giorni, a partire da oggi, avremo fissato, con lo stesso Dott. Scarponi, un incontro alla quale parteciperà una delegazione dei lavoratori interessati; vi avviseremo in tempo sulla data dell'incontro affinché possiate disporre la formazione della delegazione che dovrà venire a Roma. Infine per i pensionati interpelleremo il compagno Benassi affinché possa venire sul posto per tenere la riunione prospettata e per dare tutte le delucidazioni del caso. Cordialmente. p. LA SEGRETERIA NAZIONALE Luigi Rum

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Allegato N 1 F.I.L.P.-C.G.I.L.

F.I.L.P. -C.I.S.L.

UILTATEP-UIL

Roma, 15 gennaio 1970 On. VITTORINO COLOMBO Ministro per la Marina Mercantile ROMA

Ci permettiamo di sottoporre alla cortese attenzione della S.V. Il problema concernente la funzionalità della Commissione di Studio di cui alla “dichiarazione programmatica” presentata dal ministro nel corso della riunione del Comitato Centrale del Lavoro portuale dell'11 aprile 1969. Ricordiamo che detta Commissione di Studio venne insediata e tenne la sua prima riunione il 12 novembre s.a. E che in tale occasione fu affrontato, con carattere di priorità, il tema riguardante l'attuazione delle 40 ore settimanali, unitamente alle questioni relative alla nuova disciplina per i turni continuativi e gli orari di lavoro. Al termine di quella seduta si convenne comunemente sulla opportunità di assicurare continuità ai lavori della Commissione, tenuto conto dei numerosi e importanti argomenti sui quali la Commissione stessa è chiamata a pronunciarsi. Poiché trattasi di materie riguardanti il completamento della nota “piattaforma rivendicativa unitaria” dei Sindacati, nonché di talune controdeduzioni avanzate a suo tempo dai rappresentanti Ministeriali, siamo ad invitarLa di predisporre la necessaria ripresa dei lavori della Commissione sulla base di un calendario rispondente alla esigenza di pervenire ad una sollecita definizione dei punti posti all'ordine del giorno.

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In attesa di assicurazioni in merito, voglia gradire i nostri distinti ossequi. p. la FILP-CGIL G. Bruzzone

p. la FILP-CISL L. Betti

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p. la UILTATEP-UIL A. Ortolani

Allegato N 2 7. Per quanto concerne in particolare i lavoratori occasionali: a) accertare e bloccare, nei singoli porti, la situazione di quelli che sono rimasti fuori dai registri degli avventizi, nell'intendimento di: - esaminare la possibilità di provvedere al trasferimento di essi in detti registri; -corrispondere ad essi, nelle more del prospettato trasferimento, le provvidenze in vigore per gli avventizi ridotte al 50%; b)disporre per la “monetizzazione” dei trattamenti normativi di settore a favore degli altri occasionali, su articolate richieste dei sindacati, ispirandosi a criteri di legittimità e di produttività.

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OCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Bozza di lettera per il ministero della Marina Mercantile, 13, febbraio 1970

Cagliari 13.2.1070 All'On.le Ministero Marina Mercantile Sezione Lavoro Portuale ROMA

A seguito del bando di concorso che ha istituito presso il porto di Cagliari il registro per N° 70 avventizi, circa 50 lavoratori che per il passato avevano sempre prestato la loro opera in qualità di occasionali nel ruolo complementare verrebbero a perdere quella che sino ad oggi è stata la loro unica forma di reddito. Tale situazione e le gravi conseguenze che da ciò deriverebbero ai lavoratori interessati ed alle loro famiglie, oltre alle ripercussioni che graverebbero sul già precario mercato del lavoro nella nostra città, sono state prospettate a codesto On. Ministero nell'incontro intervenuto il giorno 2 febbraio c.a. Unitariamente dalle tre Federazioni Nazionali di Categorie. Il problema, oltre che sotto questo aspetto, deve anche e soprattutto essere visto alle luce del fatto che il processo di sviluppo, per ora solo rallentato, che necessariamente dovrà subire tutta l'attività del nostro porto come conseguenza dell'avanzamento del processo d'industrializzazione nell'Isola, non può privarsi – né in termini immediati né di prospettiva – di una notevole massa di manodopera già

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abilitata a questo tipo di lavoro – Tanto ove si consideri il naturale ricambio che fra queste maestranze dovrà intervenire a seguito dell'esodo pure naturale dei lavoratori attualmente occupati. Per tutte queste considerazioni e tenendo conto della particolarità della situazione, che probabilmente non trova riscontro in altri porti del continente, le nostre Organizzazioni prospettano a codesto On. Ministero la assoluta necessità che, pure attraverso formule concordate, si possa comunque assicurare a questi lavoratori sin da ora la loro permanenza nella attività portuale e la garanzia del mantenimento del trattamento previsto dalla circolare n. 87. Si attende conferma e ci si dichiara a disposizione per un nuovo incontro conclusivo sul problema. Distinti saluti.

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Lettera delle segreterie provinciali di Cagliari dei lavoratori portuali al Ministro della Marina Mercantile, 18 febbraio 1970.

All'On.le Ministero della Marina Mercantile Sezione Lavoro Portuale ROMA

A seguito del bando di concorso che ha istituito presso il porto di Cagliari il registro per n° 70 avventizi, circa 50 lavoratori che per il passato avevano sempre prestato la loro opera in qualità di occasionali nel ruolo complementare verrebbero a prendere quella che sino ad oggi è stata la loro unica fonte di reddito. A questo proposito le scriventi segreterie si permettono di segnalare a codesto On.le Ministero la necessità e l'urgenza che tale problema venga affrontato e risolto nel quadro più generale del nostro porto. Il problema, oltre che, sotto l'aspetto della situazione di miseria in cui versano i lavoratori interessati e le loro famiglie, deve essere visto anche e soprattutto alla luce del fatto che il processo di sviluppo per ora solo rallentato, che necessariamente dovrà subire tutta l'attività del nostro porto come conseguenza dell'avanzata del processo di industrializzazione dell'isola,non può privarsi – ne in termini immediati ne di prospettiva, di una notevole massa di mano d'opera già abilitata a questo tipo di lavoro – tanto ove si consideri il naturale ricambio che fra queste maestranze dovrà intervenire a seguito dell'esodo naturale dei lavoratori

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attualmente occupati. Non si intende con ciò, giungere ad un organico superiore all'attuale. Con il passaggio di 50 avventizi si porterebbe l'organico, che attualmente composto da 239 permanenti più 70 avventizi a 239 permanenti più 120 avventizi. Si può però concordare che l'organico dovrà invece successivamente ridursi nei vari anni sino a ritornare all'attuale situazione. A questo proposito si fa presente: che nel 1970 n° 10 lavorattori andranno in pensione ”

“ 1971 “

8











“ 1972 “

3











“ 1973 “

11











“ 1974 “

9











“ 1975 “

8









per un totale di n° 49 lavoratori. Se consideriamo poi lo sfollamento naturale inidoneità ed altri fattori, avremo sulla base di dati in nostro possesso circa 30 lavoratori, che aggiunti ai 49 sopracitati arriverebbero al n° di 79 lavoratori. Altro problema che vorremo sottoporre alla attenzione di codesto On.le Ministero, è la situazione attuale del traffico a seguito della introduzione delle navitraghetto, di cui il nostro scalo marittimo è nazionalmente il più interessante. Dai dati che abbiamo, possiamo facilmente dedurre che il calo della manipolazione delle merci e dovuta soprattutto a questi nuovi vettori da come si può facilmente controllare:

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1964 tonn. 1.469.151 giornate d'impiego n° 96.000 1965



1.486.431







“ 84.000

1966



1.308.214







“ 69.514

1967



1.329.112







“ 71.234

1968



1.288.004







“ 56.796

1969



1.255.000







“ 49.228

Da questi dati si può presumere che l'introduzione in modo cosi massiccio di navi-traghetto e containers ha introdotto un tipo di disoccupazione cosiddetta tecnologica. Pertanto, secondo le scriventi segreterie, non si può oggi, vedendo il problema anche sotto questo profilo, liberarsi facilmente di 50 lavoratori, che hanno svolto la loro attività nel nostro porto, quando le condizioni di lavoro erano totalmente o quasi a spalla, mentre oggi che il lavoro si meccanizza, questi lavoratori vengono messi letteralmente sul lastrico. Per tutte queste considerazioni, e tenendo conto della particolarità della situazione, che probabilmente non trova riscontro in altri porti del continente, le nostre organizzazioni sindacali prospettano a codesto On.le Ministero l'assoluta necessità, pure attraverso formule concordatesi possa comunque assicurare a questi lavoratori sin da ora la permanenza nell'attività portuale e la garanzia del mantenimento dei benefici previsti dalla circolare n.87. Si attende conferma e ci si dichiara a disposizione per un nuovo incontro conclusivo del problema. Distinti saluti

P.la Segr.Prov. della FILP-CGIL

Cutrano Bartolo

P.la Segr.Prov. della FILP-CISL

Banchero Giulio

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P.la Segr.Prov. della UIL-Porti

Zedda Francesco

Cagliari 18.2.1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI”

Lettera alla FILP CGIL nazionale, 19 febbraio 1970.

F.I.L.P

C.G.I.L. Sindacato Provinciale Lavoratori dei Porti CAGLIARI – Via dei Mille N. 13 p. 1°

Cagliari, li 19.02.1970

Caro Rum, così come eravamo rimasti d'accordo, ti invio una copia della lettera che abbiamo fatto per la questione degli occasionali. Il ritardo è dovuto ad una diversa interpretazione fra noi sindacati di categoria, e la segreteria della Camera del Lavoro- del come e di quali contenuti la lettera doveva sostanziarsi. Per quanto mi riguarda personalmente, non avevo niente in contrario a che la lettera che avevamo fatto alla Camera del Lavoro, con l'aggiunta di dati venisse inviata al Ministero, ma a questa lettera abbiamo trovato non d'accordo la filp-cisl. Arrivati a questo punto e fronte all'irrigidimento della segr. della c.d.l. ho deciso di farne un'altra che ha trovato il consenso della Filp.Cisl e della Uiltated-Uil, come dimostra la lettera che ti invio, e che abbiamo inviato anche a Betti ed Ortolani,

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che tu farai pervenire con la dovuta urgenza al Ministero. Ti allego anche una copia della prima lettera in modo che possiate anche voi dare un giudizio. Ti saluto caramente Antinoro Alfredo

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Bozza della lettera degli occasionali, 25 maggio 1970.

Siamo circa 50 lavoratori portuali occasionali del Porto di Cagliari che vorrebbero interessare la S.V. ILL.ma della nostra più che drammatica situazione. A seguire del Decreto del Presidente della Repubblica, in 21 luglio 1967 n° 809 è stato istituito nei porti il ruolo dei lavoratori portuali avventizi. Tale Decreto modificava profondamente lo stato di lavoro degli occasionali e dava loro oltre al riconoscimento giuridico, anche una certa sistemazione economica. A seguito di tale Decreto, il Capo del Compartimento Marittimo di Cagliari con proprio Decreto, sentito il parere del Consiglio del Lavoro Portuale istituiva anche nel nostro porto il suddetto registro. Detto registro però, veniva istituito per soli 70 lavoratori escludendo i sottoscritti che da lunghi anni abbiamo svolto la nostra attività nel porto. Pertanto con l'istituzione del registro dei lavoratori avventizi limitato nel numero, le nostre condizioni economiche sono precipitate in uno stato di paurosa miseria, perché sono venute a mancare per i sottoscritti le occasioni di lavoro, data la precedenza che, sia i lavoratori di ruolo sia gli avventizi hanno sui sottoscritti. Pertanto, riteniamo che, cosi come è successo per tutti i porti della Penisola, il ruolo degli avventizi doveva essere complessivo di tutti quei lavoratori occasionali che erano iscritti alla data dell'emanazione del Decreto Presidenziale nell'art. 194 del regolamento al Codice della Navigazione, e quindi includendo tutti.

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Ci troviamo quindi in una situazione come Ella può immaginare drammatica. Abbiamo avuto occasione di portare questo problema, con una nostra delegazione, nei locali della locale Capitaneria di Porto, all'On.le Mannironi, dove assieme alle organizzazioni sindacali dei Portuali in modo unitario, abbiamo prospettato la necessità che l'On.le Sottosegretario si adoperasse per risolvere la nostra drammatica situazione. Da quel colloqui in Capitaneria l'On.le Mannironi ci rassicurò che sarebbe intervenuto, e ci chiese un memoria, che le organizzazioni sindacali di categoria hanno consegnato personalmente nelle mani dell'On.le Mannironi a Roma. Comprendiamo benissimo che da allora – parliamo del mese di gennaio c.a. vi siano stati intralci, prima fra tutti la crisi di Governo. Abbiamo aspettato, convinti che con la promozione dell'On.le Mannironi a Ministro questo nostro problema venisse avviato a soluzione. Sono passati ormai 5 mesi dal giorno in cui sono stati fatti i 70 avventizi, e le nostre speranze di una soluzione rapida della nostra questione si affievoliscono sempre di più. Abbiamo sempre lavorato in porto e questo è il nostro mestiere. Con l'avventiziato i sottoscritti hanno perso il diritto a percepire gli assegni familiari, e non ci viene più rinnovato il libretto di Cassa Malattia. Siamo nella più completa e nera miseria. Non sappiamo più a quale santo votarci perché giustizia venga fatta nei nostri confronti. Siamo delle persone oneste abbiamo sempre vissuto di questo anche se precario lavoro, abbiamo moglie e figli, e non vogliamo essere costretti a fare cose che la nostra coscienza ci vieta di fare. Ci rivolgiamo alla S.V.ILL.ma per chiederle, se ritenga giusto che gli

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occasionali di Cagliari debbono essere considerati rispetto a quelli del continente cittadini di serie B, come abbiamo avuto occasione di sottolineare all'On.le Mannironi. Quali sono quindi le nostre modeste richieste? Che nel porto di Cagliari si arrivi ad una sanatoria del problema che permetta il passaggio nei ruoli degli avventizi dei lavoratori occasionali anziani, e già iscritti nel soppresso art.lo 194 del Codice della Navigazione. Se questo ella vorrà fare nei nostri confronti le saremo infinitamente grati. In attesa di un cortese cenno di risposta rimaniamo in attesa e le porgiamo i nostri più Distinti Ossequi p. gli occasionali del Porto di Cagliari Collu Antonio

Cagliari 25.5.1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “OCCASIONALI” Petizione dei lavoratori portuali occasionali del porto di Cagliari al Ministro della Marina Mercantile, 22 aprile 1970.

S.E. On.le Senatore Salvatore Mannironi Ministro della Marina Mercantile

I sottoscritti lavoratori occasionali, esclusi da il ruolo degli avventizi del Porto di Cagliari. Rivolgono alla S.V.Ill.ma la seguente petizione: A seguito del bando di concorso suaccennato, i sottoscritti, che siamo circa 50 e che per il passato avevamo prestato la nostra opera in qualità di occasionali, siamo venuti a perdere quello che sino ad ieri è stata la nostra unica fonte di guadagno. Già del resto Ella On.le Ministro conosce la nostra drammatica situazione, perché abbiamo avuto occasione tramite le organizzazioni sindacali, con colloqui in Capitaneria prima, ed nei suoi uffici poi, dove dietro Sua richiesta Le fu consegnata anche una memoria. Da allora la nostra situazione economica si è ulteriormente aggravata. Gli avventizi -nel numero di 70- sono stati assunti, ed i sottoscritti sono stati esclusi, ma nutrivamo la speranza che presto, con il Suo impegno si sarebbe anche per noi risolto il problema. Ma nel frattempo vi fu la crisi di governo, e comprendiamo benissimo le

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difficoltà che Ella ha incontrato per portare a soluzione la nostra situazione. Oggi accogliamo con particolare soddisfazione che Ella è stato nominato Ministro della Marina Mercantile. L'appello che i sottoscritti Le rivolgono e il seguente: Noi comprendiamo benissimo che le possibilità d'impiego del nostro Porto sono diminuite, ma non per questo si possono mettere sul lastrico 50 lavoratori con relative famiglie, che hanno svolto sempre la loro attività in qualità di lavoratori portuali. Il problema è quindi di carattere sociale, e come tale quindi va risolto. Ci rivolgiamo quindi in qualità di lavoratori sardi ad un Ministro sardo. Ci venga incontro. Faccia che 50 famiglie ritrovino quella serenità, che oggi purtroppo ci manca, e che ritroveremo qualora Ella On.le Ministro accolga le nostre istanze. Fiduciosi di un suo autorevole intervento rimaniamo in fiduciosa attesa. Cagliari 22.4.1970

Distinti Ossequi

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma della Camera del lavoro di Cagliari del 03 giugno 1970.

FONOGRAMMA URGENTE N° 0723 del 3 giugno 1970 Da at

Segreteria Camera Lavoro On. Presidente Giunta Regionale

– Cagliari – Cagliari

“ Assessore Trasporti

– Cagliari

“ Assessore Lavoro

– Cagliari

Comandante capitaneria di Porto

– Cagliari

Sindaco

– Cagliari

Lavoratori occasionali porto Cagliari esclusi da registro avventizi habent da ieri organizzato con proprie famiglie manifestazione protesta per denunciare opinione pubblica insostenibilità loro situazione. Nostra segreteria già da diverso tempo habet sostenuto chiara posizione proposito tesa at assicurare garanzia lavoro tali lavoratori. Devesi constatare come malgrado assicurazioni rese merito diversi livelli Autorità problema est in concreto rimasto disatteso. Questo pertanto non est ulteriormente dilazionabile et se ne impone definitiva soluzione fuori da promesse verbali.

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Tutta la nostra organizzazione sentesi

in proposito impegnata anche per

solidarietà altri lavoratori et in relazione tanto chiede immediato incontro con Autorità indirizzo. Si conta su tutta la sollecitudine et si porgono distinti saluti.

p. Segreteria (Ugo Locci)

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma del Sindaco di Cagliari del 03 giugno 1970.

FONOGRAMMA A MANO del 3 giugno 1970 DA COMUNE

CAGLIARI

AT SEGRETERIE PROVINCIALI C.G.I.L.

CAGLIARI

U.I.L.

CAGLIARI

-----------------------

Riferimento fonogramma 0723 assicuro che avevo già preso contatti con locale capitaneria per conoscere estremi situazione et che conseguenza avevo già interessato Ministro Mannironi da cui attendo conoscere risposta punto

SINDACO DE MAGISTRIS

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Telegramma al Ministro Mannironi del Sindaco De Magistris, 03 giugno 1970.

TELEGRAMMA LETTERA

ECCELENZA MANNIRONI Ministro Marina Mercantile

ROMA

Ritengo mio dovere attirare Sua autorevole attenzione su situazione lavoratori occasionali Porto Cagliari non compresi in registro avventizi punto Parmi che entro quadro esigenza radicale riforma sistemi lavoro portuale per raggiungere moderna configurazione aziendale possa anteciparsi adozione misure per equa ripartizione possibilità occupative con pari accesso at abituali lavoratori in attesa forme sostitutive per carichi eventualmente esuberante che per altro più aperta politica marittima competitiva at livello costi potrebbe richiedere in possibili espansioni operazioni portuali et loro evoluzione in più avanzate cicli operativi punto Ringrazio ossequio Demagistris Sindaco Cagliari Mittente: Paolo De Magistris - Sindaco Cagliari 3 giugno 1970 D'ordine del Sindaco Il CAPO GABINETTO

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma del Sindaco De Magistris all'ente comunale di assistenza, 04 giugno 1970.

FONOGRAMMA

DA COMUNE CAGLIARI AT ENTE COMUNALE ASSISTENZA CAGLIARI PROT.N. 7733 DEL 4 GIUGNO 1970

Prego intervenire per accertare condizioni economiche famiglie ex lavoratori portuali attendate via Roma et eventualmente concedere assistenza straordinaria punto Ringrazio SINDACO DEMAGISTRIS

Trasmette: Pillola Riceve: Dessi

ore 11,45 del 4 giugno 1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Volantino del Comitato occasionali, terzo giorno di occupazione.

3° GIORNO DI ACCAMPAMENTO IN VIA ROMA

A promettere “interessamento” sono bravi tutti, ma i Prefetti sono i migliori perché ormai ci hanno preso l'abitudine. Nello stesso giorno in cui gli occasionali del porto hanno deciso di porre il loro problema di fronte agli occhi di tutti i cittadini, il Prefetto ha chiamato una delegazione dei lavoratori occasionali e a loro detto che avrebbe interessato il ministro per risolvere la situazione. Da allora, e son passati tre giorni, non si è più fatto vedere né ha dato notizia di sé. Qualche benpensante potrebbe rispondere che non c'è da aver fretta perché tute le pratiche devono seguire il loro corso e quindi bisogna pazientare ancora un po'. Questo è pensare in modo sbagliato, perché questo problema non è venuto oggi alla luce ma da vari mesi che questi cinquanta lavoratori portuali non sono passati avventizi e quindi è da vari mesi che si trovano senza lavoro e la frase che si sono sentiti ripetere da tutte le Autorità è stata sempre la stessa “aspettare ancora un po' ”. Ora che i lavoratori occasionali hanno deciso di accamparsi qui per far discutere, giudicare, e decidere se stare con loro o con chi li ha cacciati dal lavoro, sono decisi a portare la lotta fino in fondo.

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Lotta per il lavoro che potrà continuare con vigore se avrà l'appoggio e la solidarietà morale e materiale degli altri lavoratori e dei cittadini.

RESISTEREMO UN MINUTO IN PIU' DEL PREFETTO

COMITATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI OCCASIONALI DEL PORTO

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Volantino del Comitato occasionali, quarto giorno di occupazione.

4° GIORNO DI ACCAMPAMENTO IN VIA ROMA

IL MINISTRO FANTASMA

A quattro giorni da che gli occasionali del porto si sono attendati nella via Roma la nota dominante della giornata è quella che il ministro della marina mercantile Mannironi non si trova. Le notizie di ieri sono le seguenti: Un incontro con il sindaco il quale ha ribadito ancora che la soluzione del problema è da cercare a livello ministeriale. Un funzionario del ministero interessato che si trova in Sardegna per altri affari (mai che si trovino in Sardegna per affari che riguardano i lavoratori), ha detto anche lui che interesserà il ministro. Il comandante dell'Ufficio del Lavoro portuale ha aggiunto che, purtroppo, a Cagliari non possono intervenire perché il passaggio al ruolo avventizio avviene su disposizione del Ministero. Infine una telefonata del segretario del Prefetto ha comunicato che non sono ancora riusciti a rintracciare il ministro Mannironi. MA L'ON. MANNIRONI DOV'E'?

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Ci si potrà accusare di demagogia, ma si deve constatare che si ripete la storia di sempre. Se il responsabile di una situazione, in cui colpiti sono i lavoratori, sta a Cagliari allora è lui che non si trova. Ma se il responsabile sta a Roma, è questo che non si trova. Tanto i portuali possono vivere anche senza lavorare. Si ricordi, però, il ministro, e con lui gli sfruttatori del porto e i responsabili della disoccupazione a cui tante famiglie operaie sono condannate, che i lavoratori sono decisi a continuare la lotta forti della loro unità e della coscienza di voler conquistare i loro diritti.

COMITATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI OCCASIONALI DEL PORTO DI CAGLIARI

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Volantino del Comitato occasionali, decimo giorno di occupazione.

L'UNITA' NELLA LOTTA E' L'ARMA DEI LAVORATORI

Da 10 giorni i lavoratori occasionali del porto sono accampati in via Roma. La disoccupazione in cui si sono venuti a trovare ha creato una situazione drammatica. Alla prospettiva di cercarsi un altro lavoro, ogni giorno più difficile, dopo più di dieci anni che lavoravano al porto o di fare la fame, gli occasionali hanno risposto con la lotta. In questi dieci giorni sono successe molte cose. Le promesse iniziali delle varie autorità sono rimaste tali e solo grazie all'aiuto materiale che in denaro e in viveri hanno dato partiti di sinistra, organizzazioni e semplici cittadini si è potuto resistere. Il ministro Mannironi non è che non si potesse rintracciare. I giorni, per chiudere la campagna elettorale, era prima a Sassari e poi a Nuoro ma non ha voluto ricevere una delegazione di occasionali. Dimostra cosi che non gli importa che 50 famiglie siano senza lavoro, che costretti a stare in via Roma i lavoratori hanno contratto malattie e aggravato quelle che già avevano, che i bambini siano denutriti. I lavoratori sono decisi a non far passare il piano delle autorità (prefetto,sindaco,ministro) che, appare chiaro, è quello di stancare i portuali e portarli alla ritirata senza aver ottenuto niente.

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La solidarietà operaia non può fermarsi all'aiuto materiale ma deve realizzarsi a un diverso livello che è quello della unità nella lotta contro il governo che da i porti in mano alla speculazione e a profitto dei capitalisti che seguono la stessa logica che impongono in fabbrica. La solidarietà operaia deve esprimersi partecipando a questa lotta per partecipare alla lotta generale contro la minaccia dei licenziamenti che incombe su ogni lavoratore per pagare il progresso (degli introiti dei padroni). Quindi unità nella lotta contro la disoccupazione e l'emigrazione.

COMITATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI OCCASIONALI DEL PORTO

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Lettera della Capitaneria di Porto di Cagliari alle autorità locali e recapitata al Console della Compagnia portuale, 5 giugno 1970 -Per il ConsoleDa Capitaneria di Porto a: Presidenza Giunta Regionale Assessorato ai trasporti e lavoro Al Sindaco – Al Console Compagnia Portuale e p.c. Alla Prefettura Riferimento fonogramma 0723 c.m. Delle locali segreterie Provinciali della CGIL et UIL alt. Scrivente habet oggi incontrato ambito propria competenza rappresentanza dimostranti accompagnati da predetti sindacati alt. Problema non è risolvibile da scrivente perché richiesta assunzione 50 avventizi senza effettiva possibilità d'impiego avrebbe immediati negativi riflessi su analoghe situazioni altri porti nazionali alt. Ministero Marina Mercantile informato alt. Dimostranti habent dichiarato fermo intendimento proseguire dimostrazione protesta in via Roma alt. Segnalarci opportunità ricerca eventuale assorbimento disoccupati altri settori lavoro in campo cittadino e regionale alt. Firmato Colonnello 5.6.1970

N. Osvaldo Possenti

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Volantino Acli, giugno 1970

Cinquanta lavoratori portuali sono senza lavoro per un provvedimento ingiusto e discriminatorio per le maestranze sarde. Il compartimento marittimo di Cagliari ha infatti escluso 50 portuali dal ruolo dei lavoratori avventizi, mentre negli altri porti del continente tutti gli operai portuali hanno ottenuto l'iscrizione a ruolo prevista dal Decreto del Presidente della Repubblica n°809 del 21 luglio 1967.

I lavoratori non possono accettare questa discriminazione e respingono le giustificazioni addotte dalle autorità che a sostegno del loro operato indicano lo scarso movimento di merci nel porto di Cagliari.

Si faccia il porto industriale, si realizzino le opere promesse, si creino le strutture programmate, cioè si creino i posti di lavoro di cui l'economia sarda ha bisogno : si promuova la concreta Rinascita della Sardegna. E' inaccettabile che 50 famiglie restino senza mezzi in un isola in cui – secondo il potere politico ed economico – la Rinascita garantisce un posto a tutti. I lavoratori delle ACLI sono solidali con gli amici e compagni colpiti da un provvedimento ingiusto e sostengono la loro lotta per ottenere più giustizia. Invitiamo l'autorità politica, in particolare il Ministro della Marina Mercantile,

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a interessarsi con fatti concreti, della condizione dei 50 portuali per i quali si disponga la iscrizione nel ruolo degli avventizi.

( A CURA DELLE A.C.L.I. DI CAGLIARI)

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “DOCUMENTI FEDERAZIONE” Ordine del giorno della riunione dei sindacati di categoria appartenenti alle tre confederazioni, 15 maggio 1970.

FILP –CISL

FILP- CGIL

UILTATEP- UIL

CAG LIAR I 15 maggio 1970 ORDINE DEL GIORNO

I Direttivi dei Sindacati portuali FILP-CISL, FILP-CGIL e UILTATEP-UIL, riuniti in data odierna per esaminare la grave situazione venutasi a determinare nel porto di Cagliari a causa dello sciopero ad oltranza in atto dei “dipendenti dell’Azienda Mezzi Meccanici”; sciopero motivato essenzialmente dalla necessità di porre fine al continuo e sistematico impiego di mezzi meccanici privati nelle operazioni portuali, che costituisce grave danno e pregiudizio per la potenzialità economica e di sviluppo dell’Azienda preposta per legge al servizio pubblico del porto e che ha provocato e provoca gravi riflessi negativi per l’organico e ordinato potenziamento dello scalo cagliaritano e vitali interessi delle maestranze portuali tutte; CONSIDERATO che l’azione di sciopero in corso, come sopra motivata rientra

pienamente

nelle

linee

programmatiche

tracciate

dalle

tre

Organizzazioni sindacali del settore di lavoro nel Convegno Regionale unitario

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tenuto a Cagliari il 10 gennaio 1970, per rivendicare la difesa del carattere pubblico dei porti nel quadro di una gestione uniforme e democratica dei porti stessi, contro la continua e agevolata privatizzazione dei servizi e degli impianti portuali;

RILEVATA inoltre l’urgenza di decisioni sindacali delle categorie atte a definire e risolvere rapidamente la situazione contingente, con l’ottenimento di concreti provvedimenti e assicurazioni da parte delle Autorità competenti necessari per il ristabilimento della normalità e la cessione delle agitazioni in corso;

D E C I DO N O di PROCLAMARE una prima AZIONE DI SCIOPERO di 24 ore di tutte le categorie operanti nel porto di Cagliari, da effettuarsi nei primi giorni della prossima settimana, con riserva di intensificare e inasprire la lotta se non saranno accolte e soddisfatte le seguenti esplicite richieste:

1° - un serio accertamento da parte delle competenti Autorità della possibilità di vietare in modo assoluto il libero accesso e la sosta di mezzi e personale di imprese e ditte private in porto, per l’esecuzione anche contingente e limitata di operazioni portuali, cioè senza preventiva e temporanea regolare concessione e/o autorizzazione a termini di legge;

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2° - una più rigida subordinazione negli atti di concessione e autorizzazione per l’uso di mezzi e impianti privati in porto, alla salvaguardia del pubblico interesse connessa alla garanzia del piano e massimo impiego delle attrezzature e impianti portuali affidati e in dotazione dell’Azienda dello Stato, che non può essere in alcun caso subordinato alla convenienza o economicità di singoli operatori portuali; 3° - concreti provvedimenti tendenti a dotare nel più breve arco di tempo possibile l? azienda Mezzi Meccanici di ulteriori mezzi e personale per rendere efficienti quelli attualmente in dotazione e porre le condizioni di soddisfare con autosufficienza le esigenze del traffico attuale e potenziare, oltre che consentire il concreto godimento dei benefici della riduzione all’orario di lavoro di tutto il personale dipendente, che deve in ogni caso operare di concerto con i lavoratori portuali. S’interessano le Organizzazioni Sindacali territoriali e nazionali affinché seguano attentamente la vertenza in corso, al fine di esaminare e decidere tempestivamente e a livello competente l’eventuale estensione della lotta in campo regionale e nazionale.

p. LA FILP – CISL

f.to Giulio Banchero

p. LA FILP – CGIL



Bartolo Cutrano

p. LA UILTATEP – UIL

“ Francesco Zedda

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “DOCUMENTI FEDERAZIONE” Lettera dei sindacalisti di categoria delle tre confederazioni , 15 maggio 1970.

FILP –CISL

FILP- CGIL

Cagliari

Cagliari

UILTATEP- UIL Cagliari

Cagliari,15 maggio 1970 All’Onorevole Senatore Avv: Salvatore MANNIRONI Ministro della Marina Mercantile ROMA Al Signor COMANDANTE del COMPARTIMENTO MARITTIMO della SARD EG NA Al Signor PREFETTO di CAGLIARI Alle FEDERAZIONI NAZIONALI DEI LAVORATORI PORTUALI FILP-CISL -. FILP-CGIL - UIL-PORTI ROMA Alle ORGANIZZAZIONI TERRITORIALI PROVINCIALI C.I.S.L. – C.G.I.L. – U.I.L. CAG LIAR I I Direttivi dei sindacati portuali FILP-CISL, FILP-CGIL e UILTATEP-UIL,

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riuniti in data odierna per esaminare la grave situazione venutasi a determinare nel porto di Cagliari a causa dello sciopero ad oltranza in atto dei dipendenti dell’Azienda Mezzi Meccanici; sciopero motivato essenzialmente dalla necessità di porre fine al continuo e sistematico impiego di mezzi meccanici privati nelle operazioni portuali, che costituisce grave danno e pregiudizio per la potenzialità economica e di sviluppo dell’Azienda preposta per legge al servizio pubblico del porto e che ha provocato e provoca gravi riflessi negativi per l’organico e ordinato potenziamento dello scalo cagliaritano e I vitali interessi, delle maestranze portuali tutte;

C O N S I D E R A T O che l’azione di sciopero in corso, come sopra motivata, rientra pienamente nelle linee programmatiche tracciate dalle tre Organizzazioni sindacali del settore di lavoro nel convegno regionale unitario tenuto a Cagliari il 10 gennaio 1970, per rivendicare la difesa del carattere pubblico dei porti nel quadro di una gestione uniforme e democratica dei porti stessi, contro la continua e agevolata privatizzazione dei servizi e degli impianti portuali;

R I L E V A T A inoltre l’urgenza di decisioni sindacali delle categorie atte a definire e risolvere rapidamente la situazione contingente, con l’ottenimento di concreti provvedimenti e assicurazioni da parte delle Autorità competenti necessari per il ristabilimento della normalità e la cessione delle agitazioni in corso;

DECIDONO di PROCLAMARE una prima AZIONE DI SCIOPERO di 24 ore di tutte le categorie

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operanti nel porto di Cagliari da effettuarsi nei primi giorni della prossima settimana, con riserva di intensificare e inasprire la lotta se non saranno accolte e soddisfate le seguenti esplicite richieste: 1° - un serio accertamento da parte delle competenti Autorità della possibilità di vietare in modo assoluto il libero accesso e la sosta di mezzi e personale di imprese e ditte private in porto, per l’esecuzione anche contingente e limitata di operazioni portuali, cioè senza preventiva e temporanea regolare concessione e/o autorizzazione a termini di legge; 2° - una più rigida subordinazione negli atti di concessione e autorizzazione per l’uso di mezzi e impianti privati in porto, alla salvaguardia del pubblico interesse connessa alla garanzia del pieno e massimo impiego delle attrezzature e impianti portuali affidati e in dotazione all’Azienda dello Stato, che non può essere in alcun caso subordinato alla convenienza o economicità di singoli operatori portuali; 3° - concreti provvedimenti tendenti a dotare nel più breve arco di tempo possibile l’Azienda Mezzi Meccanici di ulteriori mezzi e personale, per rendere efficienti quelli attualmente in dotazione e porre le condizioni di soddisfare con autosufficienza le esigenze del traffico attuale e potenziale, oltre che consentire il concreto godimento dei benefici della riduzione dell’orario e la disciplina dei turni di lavoro di tutto il personale dipendente, che deve in ogni caso operare di concerto con I lavoratori portuali.

S’interessano le Organizzazioni sindacali territoriali e nazionali affinché seguano attentamente la vertenza in corso, al fine di esaminare e decidere

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tempestivamente e a livello competente, l’eventuale estensione della lotta in campo regionale e nazionale.

p. LA FILP –CISL

Carlo Bruno

p. LA FILP-CGIL

Bartolo Cutrano

p: LA UILTATEP-UIL

Francesco Zedda

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma dei sindacati portuali delle tre confederazioni al prefetto di Cagliari, 12 novembre 1970.

DA COMPAGNIA PORTUALE – FILP-CGIL, FILP-CISL, UILTATEP-UIL.

AT Ill.mo Sig. Prefetto – Cagliari et p.c. Direttore Ufficio Lavoro Portuale - Cagliari

Ufficio Lavoro Portuale Cagliari habet in data 22 Ottobre 1970, deliberato trasferimento in organico lavoratori permanenti, n° 68 avventizi et iscrizione in ruolo avventizi n° 45 occasionali – già in ruolo complementare Posizione Ministero Marina Mercantile parrebbe tesa a disattendere decisione Ufficio Lavoro, che est vincolante, attraverso parere tecnico Direttore Ufficio Lavoro Portuale che sfuggirebbe invece a valutazioni politico-sociali di carattere più generale. Scriventi si oppongono unitariamente at tale tentativo, pronti anche a respingerlo in termini di lotta, et pertanto chiedono S.V. Convocare immediata riunione con Direttore Ufficio Portuale, prima che questi decida su relazione da inviare at Ministero. Si conta su cortese urgenza et si porgono distinti saluti 12.11.70 LE SEGRETERIE

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Lettera dei sindacati di categoria delle tre confederazioni al Ministro della Marina Mercantile, 12 novembre 1970.

O.le Senatore Salvatore Mannironi Ministero Marina Mercantile – ROMA – Al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna – CAGLIARI – Al Sig Prefetto della Provincia di – CAGLIARI – Al Sig. Sindaco di – CAGLIARI – Alle Segreterie Nazionali della F.I.L.P. – C.G.I.L. Alle Segreterie Nazionali della F.I.L.P. – C.I.S.L. Alle Segreterie Nazionali della U.I.L.T.A.T.E.P. – U.I.L. Alla Segreteria Provinciale della D.C. Alla Segreteria Provinciale del P.C.I. Alla Segreteria Provinciale del P.S.I. Alla Segreteria Provinciale del P.S.I.U.P. Loro Sedi

Le Segreterie Provinciali della FILP-CGIL della FILP-CISL e della UILTATEP unitamente ai rappresentanti delle Organizzazioni Confederali e della Compagnia

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Portuale, hanno proceduto ad un esame della situazione di malcontento esistente nella categoria a seguito della mancata soluzione di alcuni problemi che debbono essere ora tempestivamente affrontati. I problemi che hanno necessità di essere avviati rapidamente a concreta soluzione sono i seguenti : 1°) – Convocazione urgente del Consiglio del Lavoro Portuale per la ristrutturazione delle attuali tariffe. 2°) – Ripristini immediato dell’addizionale del 10% ai fini della remunerazione dei capi-squadra. 3°) – Approvazione immediata da parte degli organismi responsabili del Ministero della Marina Mercantile della delibera del Consiglio del Lavoro Portuale del 22.10.1970 riguardante l’apertura degli organici e il passaggio degli occasionali nel ruolo complementare fra gli avventizi. Dopo ampie ed approfondite discussioni le Organizzazioni Sindacali hanno deciso di interessare tutte le Autorità Pubbliche Locali e Nazionali, i Partiti Politici Democratici, per sollecitare un intervento presso gli Organismi responsabili affinché rapidamente si vogliano affrontare i problemi sul tappeto : di proclamare lo stato di agitazione della categoria, e di passare alla lotta qualora le rivendicazioni di che trattasi non saranno risolte nel più breve tempo possibile. Cagliari, lì 12/novembre/1970 Per la Segreteria Provinciale

FILP – CGIL (Antinoro Alfredo)

Per la Segreteria Provinciale

FILP – CISL (Banchero Giulio)

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Per la Segreteria Provinciale

UILTATEP – UIL (Zedda Francesco)

DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Documento dell'assemblea generale dei lavoratori portuali, 30 novembre 1970.

L’Assemblea Generale dei Lavoratori Portuali, riunitasi oggi, 30 novembre 1970, ha preso in esame la grave situazione verificatasi a seguito delle iniziative della Confindustria e delle Imprese portuali tendenti a rimettere in discussione gli istituti salariali già acquisiti dai lavoratori. L’assemblea Generale, dopo ampia e approfondita discussione, ha deciso di investire dei problemi che sono alla base del grave stato di malcontento esistente nella categoria tutte le autorità pubbliche e politiche e di richiedere incontri a tutti i livelli responsabili sui problemi dei lavoratori e le loro Organizzazioni Sindacali, in modo unitario, ritengono oramai improcrastinabili. 1° Nel quadro della politica generale sui problemi dello sviluppo economico della Sardegna, le Segreterie Sindacali ritengono che sia finalmente giunto il momento che gli Organi pubblici, il Ministero della Marina Mercantile, la Regione, il Comune, la Provincia, e tutte le forze politiche si muovano su una strada che conduca ad una costituzione di un ente pubblico di gestione del Porto di Cagliari, o meglio dei porti della Sardegna. Essi ritengono indispensabile e urgente la contrapposizione di un ente pubblico agli attacchi e alle pressioni dei grossi gruppi industriali che tendono a volgere a loro favore l’attuale, debole, e caotico ordinamento pubblico dei porti ai fini del perseguimento di un sistema di completa privatizzazione.

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Ne è esempio la concessione alla S.p.a. Rumianca della autorizzazione a costruire un pontile che dovrebbe agire in regime di autonomia funzionale e la carenza, nelle decisioni assunte dagli organismi responsabili a tutti i livelli, della salvaguardia dei livelli occupazionali, nella trattazione dei problemi relativi alla costruzione del porto industriale e di un centro Mediterraneo di smistamento containers. Per questi motivi la richiesta delle organizzazioni sindacali – che dovrà essere esaminata in un incontro con le Autorità interessate – appare evidentemente fondata sul presupposto che il problema del porto inserito nello sviluppo della economia sarda, è della massima importanza,e non può più essere lasciato nelle mani delle Capitanerie di Porto – fortemente intimidite dalla recrudescenza delle iniziative industriali – ma deve essere affidato alla Autorità politica ai fini di raggiungere una gestione pubblica condotta da un unico organismo che possa programmare una politica di sviluppo delle attività portuali nel quadro di una più vasta politica economica collegata a quella dei trasporti viari e ferroviari. In questo quadro si inseriscono i grossi problemi che riguardano una giusta collocazione di tutte le operazioni portuali e quindi la necessita oramai improrogabile di un controllo dei relativi costi. Le Organizzazioni Sindacali denunciano alle Autorità, alle categorie interessate, a tutti i cittadini il peso che sui costi hanno alcune categorie ben individuate che agiscono all’interno dei porti. Prima fra tutte le imprese portuali. Questi pseudo imprenditori la cui attività sfugge a qualunque controllo incide fortemente sui costi senza che, il più delle volte la loro esistenza sia giustificata da un

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minimo di attrezzature o da un qualunque rischio, si inseriscono questi imprenditori, nelle operazioni portuali solo ed esclusivamente ai fini speculativi. Per questi motivi l’Assemblea Generale dei lavori portuali e le loro Organizzazioni Sindacali propongono l’assorbimento di tutte le infrastrutture del porto in un Ente di gestione pubblica e che, nelle more necessarie per giungere alla pubblicizzazione dei servizi portuali, il Consiglio Regionale nomini una commissione d’inchiesta che accerti tutte le componenti che determinano i costi delle operazioni portuali. __________________________ 1°) Il Ministero della Marina Mercantile autorizzi rapidamente la decisione assunta dal Consiglio del Lavoro Portuale in data 22.10 us. Per il passaggio di 68 avventizi nel ruolo di permanenti e di 45 occasionali nel ruolo di avventizi; 2°) che venga immediatamente messa in discussione al Consiglio del Lavoro Portuale la ristrutturazione tariffaria (che non comporta aumenti delle tariffe attuali) e nel frattempo, tenuto conto della modesta misura della giornata lavorata base venga erogato come nel passato il salario garantito; 3°) che sia ripristinata immediatamente l’addizionale tariffaria del 10% recentemente revocata, necessaria per provvedere alla assistenza tecnica, che ormai e da ritenere acquisita dopo ben 25 anni di applicazione non contestata; 4°) che il Ministero della Marina Mercantile mantenga gli impegni assunti in data 29.9. us.

per riguarda il diritto delle maestranze portuali all’impiego nelle

operazioni di sbarco e imbarco dei combustibili liquidi. Per la trattazione di detto problema si aspetta ancora la convocazione dell’incontro a livello ministeriale come

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da decisione a suo tempo assunta; 5°) ristrutturazione delle tariffe delle navi-traghetto imposte col ricatto della possibile estromissione dei lavoratori portuali dalle operazioni e comprendente tutte le maggiorazioni per ogni qualità di lavoro straordinario e di qualsiasi condizione di disagio; 6°) che tutte le operazioni di ricarico delle merci in banchina non vengano sottratte ai lavoratori portuali nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni Ministeriali; 7°) che la Compagnia Portuale abbia il diritto nel quadro delle specializzazioni in corso della categoria, di potersi servire dei mezzi meccanici ausiliari di proprietà dei lavoratori. L’Assemblea Generale dei lavoratori portuali, per tutti questi problemi di carattere o sindacale e politico i primi e di carattere economico gli altri, decidono, all’unanimità, di dare mandato alle Segreterie Provinciali unitariamente, perché programmino le modalità e i tempi per l’inizio di una lotta sindacale ed inoltre: di procedere ad un primo sciopero di 24 ore da attuarsi oggi 30 novembre; di sospendere tutte le operazioni straordinarie per le navi in partenza; di abrogare i doppi e tripli turni e di continuare la lotta con tutte quelle forme che le Organizzazioni Sindacali ed i lavoratori riterranno più opportune per una rapida soluzione della vertenza.

L’ASSEMBLEA GENERALE

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Interpellanza Usai, Raggio e Mistroni al presidente della Regione autonoma della Sardegna e all'assessore ai trasporti, novembre 1970.

INTERPELLANZA USSAI-RAGGIO-MISTRONI sulla situazione esistente nel porto di Cagliari. I sottoscritti chiedono di interpellare l'On.le Presidente della Giunta Regionale e l'Assessore ai trasporti per sapere se sono a conoscenza dello stato di tensione in atto fra le maestranze portuali di Cagliari che a partire dal 30 novembre u.s. Hanno programmato un impegnativa azione sindacale per richiamare l'attenzione delle Autorità regionali e nazionali sui problemi della ristrutturazione pubblica dei porti sardi e sulla precaria situazione economica e di stabilità d'impiego delle stesse dovuto alla progressiva privatizzazione delle operazioni portuali. Gli interpellanti desiderano conoscere: 1°)-quali risultati abbiano ottenuto gli studi previsti dal quarto programma esecutivo cap. III sez. 7.5 ( che prevede uno stanziamento di £. 10 milioni) per l'attuazione dell'iniziativa tendente alla costituzione di un consorzio regionale dei porti articolato sui singoli Enti autonomi portuali di cui al cap. II – sez. IV dello stesso programma; 2°)-quale azione si intende portare avanti per accertare la situazione dei porti sardi in ordine ai gravami che oggi pesano sulle merci sbarcate e imbarcate e se in questo quadro non si ritenga opportuna una inchiesta volta ad accertare le speculazioni

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in atto e la adozione di misure di controllo sui costi delle operazioni esercitate all'interno del porto; 3°)-quali iniziative intende prendere il Presidente della Giunta e l'Assessore ai trasporti per la soluzione dei problemi sollevati dalla lotta dei lavoratori concernenti: a) – sistemazione dei ruoli dei permanenti e degli avventizib) – ristrutturazione delle tariffe adeguando le stesse allo sviluppo e utilizzazione dei mezzi meccanicic) – diritto della compagnia portuale di provvedere a tutte le operazioni di manipolazione delle merci all'interno del porto.

Cagliari, novembre 1970 ULISSE USAI ANDREA RAGGIO RENATO MISTRONI

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Volantino del Comitato unitario di agitazione dei lavoratori portuali, dicembre 1970.

Cittadini di Cagliari !! Il calcolato silenzio della stampa padronale sulla nostra lotta ci obbliga di esporne a voi direttamente i motivi SIAMO DA TEMPO IN LOTTA PER: La pubblicizzazione delle attività portuali con la eliminazione delle imprese che gravano solo a fini speculativi sulle operazioni di manipolazione delle merci. La creazione di un ENTE REGIONALE DEI PORTI, preceduta dalla istituzione di una Commissione Regionale di inchiesta che accerti e renda pubblici i motivi delle disfunzioni dei servizi portuali. La ristrutturazione delle tariffe portuali e della organizzazione del porto in modo da eliminare le componenti illegittime dei costi. La sistemazione degli organici della Compagnia attraverso la definizione dei ruoli da parte del Ministero della Marina Mercantile. Per un porto che sia strumento pubblico al servizio di una politica di espansione economica fondata sulla occupazione e sullo sviluppo della economia di Cagliari e dell'isola. CITTADINI DI CAGLIARI SOSTENETECI IN QUESTA LOTTA Il Comitato Unitario di Agitazione dei Lavoratori Portuali

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma dell'ufficio del lavoro portuale riportante il testo di un telegramma del ministro Mannironi.

MODULO PER MESSAGGIO NON CLASSIFICATO IN PARTENZA

DATA 19 DICEMBRE 1970

Da Ufficio portuale Cagliari At FILP CISL Cagliari FILP CGIL Cagliari UIL PORTI Cagliari perco Compagnia portuale Cagliari Trascrivesi testo tele pervenuto data odierna at Direzione Marittima Cagliari inizia duept Marimercant 434081 in relazione esame effettuato in Cagliari giorni 10 et 11 corrente posti da lavoratori portuali comunicasi benestare di massima in merito at criteri soluzione prospettanti revisione tariffa traghetti et ristrutturazione generale tariffe con possibili ritocchi punto rivendicazioni circa l’ampliamento organici et posizione occasionali anziani formeranno oggetto più approfondito esame appena possibile con intervento rappresentanti sindacali punto pregasi svolgere intanto opera persuasione affinché lavoro sia ripreso at pieno ritmo = Ministro Mannironi UFFICIO MITTENTE

IL DIRETTORE U.L.P.

Ufficio Lavoro portuale

Ten. Colonnello di porto (Giuliano D’ESTE)

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici e dell’assessorato ai Trasporti, 04 dicembre 1970.

FONO/ URG. N. 3715 DEL 4/12/70

Capitaneria Porto Direzione – Capitaneria Porto Ufficio Lav. Portuale – Compagnia Portuale – Assessorato Regionale Agricoltura e Foresta. Assessorato Regionale Agricoltura e foresta segnala che attuale situazione alimentare bestiame già compromessa da persistente siccità et ulteriormente aggravata da mancata effettuazioni operazioni scarico navi trasportanti fave per uso zootecnico in attesa discarica porto di Cagliari. Voi comprendendo motivi di ordine sociale determinati attuale vertenza lavoratori portuali rimetesi at responsabile valutazione codesti Enti necessità consentire urgente discarica predette navi con precedenza et secondo possibili modalità che salvaguardino risultanze azione sindacale in corso et pubblica necessità onde evitare nuovi irreparabili danni at patrimonio zootecnico Sardo. Ringrazia et restasi in attesa cortesi notizie. F.to GHINAMI Assessore Lavori Pubblici e Trasporti (Regione Sarda) Ricevuto ore 13,25 del 4/12/1970

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma della Compagnia portuale agli assessorati regionali ai Lavori pubblici e Trasporti, 04 dicembre 1970.

FONOGRAMMA : DA COMPAGNIA PORTUALE AT ASSESSORE LAVORI PUBBLICI E TRASPORTI REGIONE SARDA.

Lavoratori portuali sensibili at problemi relativi situazione patrimonio zootecnico Sardo, che aggrava condizioni già disperate pastori sardi, dichiarano loro disponibilità per sbarco immediato navi contenenti mangimi, at condizione Vostro intervento presso Ministero Marina Mercantile per soluzione vertenza stop. IL PRESIDENTE (Masella Carlo)

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Fonogramma dell'assessorato ai Lavori Pubblici e Trasporti, 04 dicembre 1970.

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato ai Lavori Pubblici Cagliari

FONOGRAMMA DA ASSESSORATO LAVORI PUBBLICI ET TRASPORTI AT COMPAGNIA PORTUALE

– CAGLIARI

et p.c. AT CAPITANERIA DI PORTO – DIREZIONE LAVORO PORTUALE – CAGLIARI AT CAPITANERIA DI PORTO – DIREZIONE MARITTIMA

– CAGLIARI

AT ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE

N° 18924

– SEDE

- 4 DIC.1970

RIFERIMENTO FONO CODESTA COMPAGNIA DATA QUATTRO CORRENTE MESE

(virgola)

QUESTA

MENTRE

ESPRIMERSI

AMMINISTRAZIONE

DIMOSTRATA

DA

PER

LAVORATORI

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VIVISSIMO

COMPIACIMENTO

RESPONSABILE PORTUALI

VERSO

SENSIBILITA' PRESSANTI

INDILAZIONABILI (virgola)

ESIGENZE

CONFERMASI

PATRIMONIO

IMPEGNATO

ZOOTECNICO

ISOLANO

INTERESSAMENTO

QUESTO

ASSESSORATO PRESSO COMPETENTE MINISTERO MARINA MERCANTILE AT FINI SODDISFACENTE SOLUZIONE ATTUALE VERTENZA SINDACALE DETTI LAVORATORI(punto)

GHINAMI ASSESSORE REGIONALE LAVORI PUBBLICI ET TRASPORTI IL DIRETTORE DEI SERVIZI Dott. Francesco Manca

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Lettera dei sindacati dei portuali delle tre confederazioni al Ministro della Marina mercantile, 21 dicembre 1970.

On. Salvatore Mannironi Ministro Marina Mercantile Viale Asia (EUR) R O M A

Riferimento fono n. 434081 Marimercant Comunicasi at seguito positivi contatti con Ministro Marina Mercantile lunedì 7 corrente et successivo incontro Ispettore Generale 10-11 corrente lavoratori compagnia habent ripreso lavoro normale orario sino at accoglimento totale richieste indicate durante incontro predetto giudicando che problema ampliamento organici et posizione occasionali anziani sia stato sufficientemente approfondito et quindi debba trovare immediata approvazione contenuta delibera 22 ottobre Consiglio Lavoro Portuale Cagliari. Cagliari 21.12.1970

SINDACATI DI CATEGORIA F.I.L.P. C.G.I.L. F.I.L.P. C.I.S.L. U.I.L.T.A.T.E.P.

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DOCUMENTI ARCHIVIO STORICO CLP DI CAGLIARI CARTELLA “LOTTA OCCASIONALI” Accordo intervenuto presso il Ministero della Marina mercantile per la soluzione dei problemi dei lavoratori portuali di Cagliari, 15 gennaio 1971.

Ministero della Marina Mercantile Accordo intervenuto presso il Ministero della Marina Mercantile per la soluzione dei problemi posti dai lavoratori portuali di CAG LIAR I

Il giorno 15 gennaio 1971, presso il Ministero della Marina Mercantile a conclusione degli incontri avvenuti con la delegazione dei lavoratori portuali di Cagliari, assistiti dai rappresentanti nazionali della FILP-CGIL, FILP-CISL e UILTATEP, presente il Direttore dell’Ufficio del lavoro portuale di Cagliari Ten. Col. Giuliano D’Este, sotto la presidenza del Sottosegretario alla Marina Mercantile On. Prof. Vittorio Cervone, si concordata la soluzione dei seguenti problemi locali, oggetto di rivendicazioni da parte delle maestranze portuali di Cagliari, nei termini rispettivamente appresso indicati e accettati.

1 – Ristrutturazione generale delle tariffe compensative di manodopera portuale: resta valido quanto già espresso in sede di Consiglio del Lavoro portuale di

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Cagliari, come verbale da 7/70.

2 – Ristrutturazione delle tariffe compensative della manodopera portuale per le operazioni su navi traghetto e porta contenitori : a) le nuove tariffe non saranno più a carattere forfettario; b) il provvedimento conseguenziale,

da elaborare in sede locale, potrà

comportare un aumento del costo complessivo delle prestazioni di manodopera non superiore al 10%.

3 – Passaggio di lavoratori avventizi nei ruoli dei permanenti e di occasionali nel registro degli avventizi: a) sarà bandito un pubblico concorso per lì iscrizione di 45 lavoratori occasionali nei registri degli avventizi, nell’intesa che si considererà chiuso in tal modo il particolare problema della presenza di occasionali nel porto di Cagliari; b) saranno trasferiti nel ruolo dei lavoratori permanenti n. 45 lavoratori avventizi a norma dell’art. 194 del reg. cod. nav. c) gli altri lavoratori attualmente iscritti nel registro degli avventizi saranno trasferiti gradualmente tra i permanenti, previa valutazione della situazione organizzativa della Compagnia portuale, da farsi alle seguenti date: 20 maggio 1971, 31 dicembre 1971, 20 maggio 1972

I rappresentanti dei lavoratori portuali si sono dichiarati soddisfatti dell’accordo raggiunto ed hanno assunto l’impegno di far cessare dal 16 gennaio

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1971, lo stato di agitazione, assicurando, conseguentemente la ripresa del lavoro a pieno ritmo da parte delle maestranze portuali di Cagliari.

Per la Compagnia portuale

Per la FILP-CGIL, FILP-CISL

IL CONSOLE

e UILTATEP di Cagliari

(C.Masella)

(A.Antinoro)

Per le segreterie nazionali

IL SOTTOSEGETARIO DI STATO

Della FILP-CGIL, FILP-CISL e UILTATEP ( A.Bizzarri)

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(On.prof. Vittorio Cervone)

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BIBLIOGRAFIA

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DI

PORTO

DEL

COMPARTIMENTO

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Cagliari 25.10.2008

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