La società degli indifferenti. Relazioni fragili e nuova cittadinanza 8843061321, 9788843061327

Tanti sguardi di indifferenza, pochi gesti di solidarietà. Un canovaccio con cui i mass media raccontano la vita quotidi

188 89 3MB

Italian Pages 158 [163] Year 2011

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La società degli indifferenti. Relazioni fragili e nuova cittadinanza
 8843061321, 9788843061327

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BIBLIOTECA DI TESTI E STUDI / 694 PSICOLOGIA

I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono 06 I 42 81 84 17, fax 06 / 42 74 79 31

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La società degli indifferenti Relazioni fragili e nuova cittadinanza A cura di Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto

@ Carocci editore

Volume realizzato con il contributo del Centro di Servizio per il Volontariato di Piacenza

(SVEP)

edizione, ottobre 2011 © copyright 2011 by Carocci editore S.p.A., Roma a

1

Realizzazione editoriale: Studio Editoriale Cafagna, Barletta Finito di stampare nell'ottobre 2011 dalla Litografia Varo (Pisa) ISBN 978-88-430-6132-7

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

Indice

Presentazione di Raffaella Fontanesi

9

Introduzione di Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto 1.

1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8.

1.9. 2.

2.1.

II

Parabole di cittadini indifferenti per comunità smarrite di Adriano Zamperini

13

Introduzione Diagnosi di una comunità smarrita La parabola dei trentotto spettatori Insensibilità come adattamento sociale La responsabilità individuale incrinata dal potere della • • s1tuaz1one Gli altri, la nostra segnaletica sociale Essere esclusi, non essere inclusi e altri effetti di una categorizzazione al servizio dell'indifferenza La sostenibile leggerezza delle omissioni Conclusione

13 14 17 19 22 27 32 36 38

Giornalismo e indifferenza di Ranieri Salvadorini

41

L'indifferenza fa notizia?

41

5

I:"\fDICE

2.2. 2.3. 2.4. 2.5. 2.6.

Negli ingranaggi della stampa, il tragitto della notizia 2. 2. 1. La notizia on line Chi si identifica con una stima di morti? 2.3.1. I reietti/ 2.3.2. I galeotti/ 2.3.3. I fantasmi Strategie di costruzione dell'indifferenza 2.4.1. L'indifferenza che non c'è/ 2.4.2. L'indifferenza interessata Strategie di riparazione: ripartire dalla relazione, imparare a rischiare Conclusione

42 45 54 58 60

3.

Indifferenza e media visuali di Michele Marangi

63

3.1. 3. 2. 3.3. 3.4. 3. 5. 3.6. 3. 7.

Introduzione Immagini e immaginario Cosa vedo, come guardo I media come/rames della contemporaneità Indifferenza e prassi comunicative Promuovere consapevolezza Media e cittadinanza attiva

63 63 66 68 74 78 81

4.

La condizione umana e la costruzione sociale dell'indifferenza di Roberto Merlo

87

4.1. 4.2. 4.3. 4.4. 4.5. 4.6. 4.7.

Premessa La cura come distruzione dell'altro in quanto altro La cura come cambiamento dell'altro La cura come compassione dell'altro in quanto altro La approssimazione come costume epistemico Chi è l'altro di cui parliamo Dell'indifferenza soggettiva e sociale e delle connessioni tra le due Che essere e che fare Proposta e tentativo di presentare un caso e un fatto reale attraverso i paradigmi appena illustrati. Al lettore il giudizio!

4.8. 4.9.

6

87 88 89 91 92 93 96 105 108

INDICE

5.

Indifferenza e formazione alla cultura civica di Marialuisa Menegatto

Introduzione La risorsa del capitale sociale Dall'indifferenza come crisi delle relazioni all'indifferenza come regola delle relazioni 5 .4. Indifferenti alle differenze Indifferenza "civile" 5 . 5. 5 .6. Burocratizzazione della vita moderna 5.7. Diversamente indifferenti nelle organizzazioni 5 .8. Partendo dall'indifferenza: prospettive per una formazione civica trasformativa 5 .9. Un approccio patico per generare il civico 5.10. Prendersi cura delle relazioni nelle comunità di sviluppo 5 .11. Esercitare responsabilità: dalla cultura dell'attenzione alla pratica dell'attenzione 5 .12. Usare fiducia per generare fiducia 5 .13. Conclusione 5 .1. 5.2. 5.3.

11 5 11 5 117 120 121

123 12 5 126 130 131 133 136 138 140

Nota finale. Indifferenza e volontariato di Brunello Buonocore

141

Bibliografia

1 47

Gli autori

1 57

7

Presentazione di Raffaella Fontanesz";'�

Se penso al servizio di formazione che solitamente un Centro di servizio per il volontariato eroga alle associazioni, mi viene immediatamente in mente la "dotazione" di competenze che i responsabili devono avere per gestire correttamente la vita associativa (legali, fiscali ecc.) piuttosto che le competenze tecniche o relazionali che ai volontari servono nel loro impegno verso soggetti deboli. Non mi verrebbe subito in mente che, forse, anche per i volontari risulta centrale comprendere il mondo relazionale in cui sono immersi e che contribuiscono a costruire: approfondire il tema "volontariato e indifferenza" poteva apparire, a chi si dedica costante­ mente agli altri, una provocazione forte. Ma il Centro di servizio per il volontariato di Piacenza (SVEP) ha deciso di correre il rischio. La modalità che è stata pensata, ossia non un classico corso di forma­ zione, bensì occasioni e momenti di confronto con esperti che potessero mostrare l'indifferenza in diversi contesti, dalla letteratura al mondo dei media, dalla ricerca scientifica al teatro, permetteva di fare una proposta sicuramente più curiosa e stimolante. Poi siamo andati oltre, e abbiamo "selezionato" i partecipanti: abbiamo pensato di fare una proposta mirata a volontari appartenenti ad associazioni di diversi ambiti e di coinvolgere anche alcuni operatori di altre realtà (della cooperazione sociale piuttosto che della scuola) per creare un gruppo che provasse a ragionare sul tema dell'indifferenza. E abbiamo invitato una giornalista, che periodicamente ha concorso con alcuni articoli sul maggior quotidiano locale a dare eco ai contributi. Il risultato è stato davvero positivo: la capacità dei relatori, l'entusiasmo e il coinvolgimento attivo dei partecipanti, il clima che si è creato nel gruppo hanno permesso che si sperimentasse un laboratorio, ,'( Direttrice del Centro di servizio per il volontariato di Piacenza (SVEP).

9

RAFFAELLA FONTANESI

uno stimolante fermento di idee e contributi che tutt'oggi, a qualche mese di conclusione dal corso, è ancora vivo. Ed è anche per questo che abbiamo pensato che fosse utile trasmettere con questa pubblicazione una parte del lavoro prodotto, per ripercorrere il cammino fatto, ma soprattutto per permettere a chi volesse approfondi­ re il tema di approfittare dei contributi degli esperti che sono intervenuti, nella speranza che la riflessione si possa allargare.

IO

Introduzione di Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto

Si sa, l'evitamento sta in cima alla hit parade delle tattiche usate dagli es­ seri umani per costruire una distanza relazionale. Del resto, le manovre di avvicinamento-allontanamento sono il cuore dei comportamenti interattivi delle persone. Sebbene l'evitamento possa avere anche aspetti positivi, per esempio ci si distanzia per evitare di commettere qualcosa di illecito oppu­ re per proteggersi dal ricevere da qualcuno messaggi dolorosi, una simile modalità comportamentale viene connotata soprattutto in senso negativo. Così come accade per la tattica dello svincolamento. Una tale riduzione di coinvolgimento nell'interazione capace di alienare numerose persone. L' evitamento crea distanza riducendo la frequenza delle interazioni, e lo svincolamento produce distanza indebolendo la forza delle interconnessio­ ni. Queste, assieme a tante altre modalità - comportamentali, cognitive ed emozionali - che lavorano per la tenuta a distanza degli altri, generano una dissoluzione relazionale. Un deterioramento del con-vivere che trova uno dei suoi precipitati più minacciosi nel fenomeno dell'indifferenza. L'indifferenza è comunemente intesa come distacco emozionale tra sé e gli altri: un'assenza di interesse nei confronti del mondo alimentata dal desiderio di non essere coinvolti in alcun modo, né in amore né in lotta, né in cooperazione né in competizione. L'indifferenza soffoca qualsiasi tensione rivolta verso l'esterno, annichilendo l'azione. Trasfor­ ma il singolo da agente attivo in osservatore passivo. L'osservatore se ne sta in disparte, non stringe legami, getta un'occhiata fugace sugli eventi che transitano nel suo campo visivo. Si estranea da tutti e tutto, sceglien­ do o subendo di non essere per gli altri. Questo, a grandi linee, il ritratto dei tanti indifferenti che paiono popolare sempre più le nostre città e comunità di vita.

II

ADRIANO ZAMPERINI / MARIALUISA MENEGATTO

Tanto si è scritto e si scrive intorno all'indifferenza. La maggior parte delle volte però per disapprovarla e relegarla nella sfera del male con­ temporaneo. Per inciso, se l'indifferenza è una "distanza biasimata", la si affronta con la sua stessa essenza: allontanandola da noi. Come se fosse relegabile ben distante dalle nostre persone e dalle immagini ideali en­ tro cui ci culliamo. Poiché distanza e vicinanza, indifferenza e solidarietà, sono proprietà dialettica di qualsiasi relazione sociale, le pagine di que­ sto volume puntano a tracciare i loro dialoghi fluidamente. Ovvero non ad allontanare l'indifferenza, bensì ad attraversarla. Sapendo distinguere le diverse voci che affrontano le sfide dialettiche che l'indifferenza pone all'esistenza collettiva. Così, a contribuire al presente libro sono stati convocati vari perso­ naggi: uno psicologo sociale, una psicologa di comunità, un giornalista scientifico, un docente di media visuali, uno psicoterapeuta, un operatore sociale del volontariato. A tutti, partendo dalla propria peculiare visione e dall'occasione offerta da un corso di formazione, è stato chiesto di espli­ citare il loro soggettivo "corpo a corpo" con l'indifferenza. Con l'intento di "familiarizzare" con ciò che si vorrebbe estraneo. Per apprendere dal "negativo" dell'esperienza inedite prospettive d'analisi e di intervento per sostenere relazioni sociali fragili e per sviluppare un nuovo senso di citta­ dinanza.

12

I

Parabole di cittadini indifferenti . ' . per comun1ta smarrite di Adriano Zamperini

I.I

Introduzione

Da anni studio il fenomeno dell'indifferenza nelle sue varie articolazioni e parecchio ho scritto sull'argomento (in particolare, cfr. Zamperini, 2001, 2007a). Chiamato ora a un ulteriore contributo riprenderò sicuramente alcuni aspetti già trattati, cercando però di operare una particolare tor­ sione storica. Andando all'origine del fenomeno spettatore - l'inerzia di chi assiste facendo finta di niente ai drammi altrui - per comprenderne la genealogia. E soprattutto la sua costruzione sociale. Oggi l'indifferenza è annoverata tra i mali della società contemporanea. Forse il più subdolo e pernicioso. Però non sarebbe diventata tale senza il lavoro degli impren­ ditori di problemi, tra cui spiccano i mass media. E sarà proprio il segnale d'allarme lanciato dalla stampa a porsi quale momento genetico di una stagione probabilmente irripetibile di ricerche psicosociali. Sebbene ogni datazione comporti una certa forzatura, proviamo a tor­ nare indietro nel tempo, per arrivare al 27 marzo 1964. In prima pagina, il "New York Times" pubblica un pezzo del giornalista Marty Gansberg; l'incipit è di per sé eloquente: