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Italian Pages 186 [93] Year 1995
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Davianfilo oJ 1:n;1i,;1>).
Stori.1 n,uuralc dell11 rclii;:onc Al Rc:liel'\;nJo Si,tt. I l111nc: 11111or1: J •11a 1r.ig1."Jr Do1,,:lù,, p . 101 • lncroJu. :ti41nc:, p. 101 • l Il politcii,no fu 111 pri n:i rcli0iunc dcgl, uo~in , I'• 10-f • li . Ori~inc del politciJmo, p 108 - 111. Ancor.a su q•ICito ri;o:ncnto, p. 111 • IV. Cli dei n n erano c:onsiJc:rau cn:.itori e (onJuuori Jcl monJo, p 111 ) • V. Ve,:c: io:r.1c di J1Ct!i1cismo: allegoria: cuho der,h eroi, p. 121 • \ 1. Origi, e dtl 1ci11110 J. I i,ol;tcismo, p. 125 • \ 11I. Confcrn1:a Ji q uot:a dourln;, p I }ti • Vili. 1:russo e ri011sso di polndstnQ e cei mo, p I J2 • lX. P1&r11~:,e crn q11CS1c rcli11io:iì per qu.1.1110 riallllnf.t pcrf~ionc e 1ollc• r11n2J1, p. 1)-l - X. Per 't'•.11110 rit111rJa cor:ia,iio o umili:1:ionc, p. l ll" • XI. Per qu:in:o ria, :uJ.s r.i6 iooc,..oJc~ o 11isurditli, p. 140- Xli. Pc;r q1•.1n10 ri.iu1rda dubbio o C:Ull\'iniionç, p I12 . xr11 . Concc;ùnni Clllpie JtUa niuura divina nelle religioni pi i popol.iri Ji c:111n1n1bi i ripi, 11 1,) • XIV. Cacth•a influcnia delle rc:Ht;i ni pnpolari su;la mor.ili1i, JJ. 1, • X\'. c..,.
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roll,uio generale, p. 162.
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Dil,/iogr"/ìa 11{:gia111al" 1,:dicc t!~·i 1:0111i
Introduzio1
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Hume e la religione
1 Di11lo1.hi s,,lla rel1gio1:e 11aJurale e la Storia 11at11ralc della rcl1"gio11t sono sicuramente gli scritti piu noti di Hume sulla temalic• religiosa. Noo sono gli unici, come vedremo piu 1vao1i, ad affrontare raie tematica. Sono ben diversi l'uno d11ll'ahro, sia ncll'imposruione teorica sia nelle finalità che si prefiggono, eppure appaiono complementari nel quadro della concc:2ionc compl~i\·• della religione presente nella filosofja di IJume. Composti a pochi anni di distanza l'uno dill'altro, risentono però di un mutamento generale degli inrc:rcssi dell'autore verificatosi proprio in quel f mngcnte di .inni. I Dialoghi, infutti, nclb prima stesura ri~•lgono asfj anni 1749-51; CSlli concludono un periodo, lungo poco piu ili vc:nt 'nnni, durante il qusilc ~U intcr~i preminenti di liumc: (e pressoché cK!usivi nella prim:t mctl del periodo) sono rivolti alla creazione, e poi all'2rricchimcnto e ala ric1iboriwonc, di quello che pub chiamarsi il suo si$tcma filosofico. La Storia rtat11ralt della rcligio11c, invece, pubblicarn nel 1757, appartiene al periodo, poco piu che decennale::, iniziato nel l 751, nel quale gli interessi preminenti di !lume non riguardiano piu la filosofia ma la 1roria e la politica lnaugun.10 dai Discor1i politici del 1752, il periodo viene Sc.tndiro dalla pubblic.wonc, conclusa nel 1762, delle quattro parti della grande Storia d'Inihilterra, che ricostruisce, muovendo . Questo è l'universo ddla unmagina11onc, né abbiamo nessuna 1
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idea se non~ ciò che si _prC$el'lta 1I dentro,. (Oper~, a cura di E. Lccalda.no e E. Mjsuerta, Ban, Latem, 1971, v. I, p. 80). • L'universo della immagina2ione •: questo ~ il mondo che risulta dalla nosrra espe~cnu cono~tiva, il mondo della nostra vita quotidiana. Il fatto che s,a puramente soggettivo non ci arrcc:a OC$Sun fastidio e "?" prov_oca alcu~ J?roblcma scrio, nella nostro vita pratica. ~1:i la nostra vua .Pi:tU~, q~oul'l di un:i fonduionc Ji\•cr a, valida sul piano JcllaJ con0$Ccnza, della crcOtcrc, di intclligcniA e di bontà che si m,nifcsca nella loro fatrur ma non si può mai provare: nuJla di piu » (iui, p. 147). Tutt'nl piu, vuol dire }Jume, possiamo attribuire a una o piu cvc tuali divinità gradi /inili di potere, di intelligcnz.a e di bonaa, visto cl il mondo presente e~ cos{ p!eno di male e di disordine•: attribuire l'i finita è fare cosa e senza alcun fondamcnto di ragione •, andare olt qu:1nto ci dice l'esperienza. L'espcricn1.a ci mostra C':\SC e nrdùtetri, p cui se vcdinmo una casa pensiamo ull':architctto che l'hll progetttta; n non ci mostrn mondi e dèi che li progettano e oostruiscono. L'argomcn· del progetto, o dell'analogia sperimentale, ~ pcrtanlo valido se vici usato per le cose umane, di cui a.bbi3mo continua esperienza; non ~ va do per le CO!C divine. L'uomo, infatti, • ~ un essere che conosciamo p csperiCM.ll, di cui co:-io~amo bene i moventi e le interwoni ed i e progc1ti e le cui disposizioni h:.inno una ccrll\ connes!iione ed una ccr cocrcnu •. Dio, invece, non Jo conosciamo: e La divinità ci è ne soltanto per meuo delle sue opere cd è un essere unico nell'universo, n1 oomprcso sotto alcunn spttic o genere, dai cui attributi o qualità riscc trati nell'cspcrierru possiamo, per analogia, inferire degli attributi o ql lità in ess:a • (iv,, p. 154). L'inferenza analogica è val:da per l'uomo, nt è valida per la divi!'liti\. Là casa come effetto ci dice qualcosa dell', chitctto come caus3: il mondo come c[fetto non può dirci nulla di , dio come cJusa Quando estendiamo all!l di\'initl l'argomento del progt>t cnd.iamo, in realtà, ncll'antropomorfismo; \·aie a dire che • t1cit1mcr. considrri:uno noi stessi come se Cossimo in luogo dell'Essere Supremo concludiamo che egli, in ogni occasio:u:, manterrà la stessa condotta e
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noi, al suo posto, avremmo accolto come ragionevole e da scegliere• (i1,i, p. 1,6). li richi1mo finale di l lumc è alla esperienza, come al solito: restare dentro i suoi confini, non cere.ire di ohrcp:assarla, questo è il dovere dellti persona saggia, sia sul piano teorico che su quello pratico, giacché « l'intera filosofia che è ncl mondo e tutta In religione che non è se non una specie di fi!osofi11 non riusciranno mai a portarci al di là del corso norm:llc ddl'cspcric:.I\AtgJ dcJJa rulruta scmzcsc (in parùcolare r.anci 5 Hutc-b~o e Hcnry llomc); ne tnc b convinzione di e moderare• an qualche 1nodo. l~ audAcic dell'opera; elia1in.a pcrc.ib d:a questa I~ parti ~I.i rcl,t~ooc. e apcciOcamcntc wl mit1GOli, spc!"'ndo ~ • attutu-e • 1 tmpatto delle sue doutinc r.idialn,entc &nnovauvc con Gli ,u11bicoti n:uivi della Oucsa e JcJl;i cuhura sco~i Qu_c:s1i an1bienLi pero m,giscono con sdegno 1llc provo~ tconche del Trr:otist; l'opera e l'autore SJ.nMO llCXOm• ~~n111 per ~1prc, durante la vita di Humc, dM!'ac:aua di SCC:t· ac1smo e atc,~mo. la fortuna e commerciale • del 1·,,.11ise uri scarsa, con~i:,ariamcnte alle sperante dell'autore; il quale non riswnpcri p1u l'opera. Dcllt$0 per lo scarso s ~ dell'opcl"3 ttnto lungiuncnte eia• borata e pubbli".3lt1 con tAntc dìfficohà, si ritira pc:r ;alcuni 11nrù ( 1740-1_7-1~) a !'ltncwel!i, nella cw tf:'nquillità •i dedica a ron1por, re sau, dt v.m~ um11n1tà, nd 'fCf\1/llU,'O J.i prwl'alli fama (e dc, naro) come scnttore. Due prime consistenti raccolte dal titolo ~s1111s. ,\for,;;l and Polir,e.:I vengono pubbliatc (anonime ancora) ~tS~tuva.mcruc nd 1741. c. 1;ld 1!42 a &limburao. Tra il 1744 e 11 1,-1, s1 profila la pos,1b1htà d1 una ,ua chiamata aU'univeniu\ d1 Edi~rgo. Iniiiahncnr~. i suoi amici h.uino la maggiorania; la cosa 11 proll1Jl83 pero p1u del prevuto, e nella primavcro del 1741 l11 maggioraiua ~ degli avvcrs.ari di }lume che banno buon gioco ncU'lllimentarc di nuovo le accuse di 60:t~icismo e ateismo conuo l'autore del l'rci:list. Per rispondere • li.lii IK'CU$C e te11 tare di modificuc Ja c:auiva fama delle ,uc dottrine, ne pruponc ■&I.i amici una versione compatjbilc C()n la religione (lo accui• cismo b~ ~a fcd_c •~u~nl.Ìea) nclJa Jw1ga ulltr Jro,,, 11 Ge111lcm_.in to H,s rr,tnd ,n Ed,nburib; la kucra viene pubbllc:aca (.anoruma ?WiJamcatc) • ~burgo fra il maggio e il giugno 174S, • sua •nsaputta. Proprio allora, comunque, I lume avc,·a acccu:ato l'ioctrico molto rcdd.itùio di tutore e prcccuorc c.lcJ giovAnC e ICOmbina!o m«.rebcK di ~cndak, con il quale vivrà a St. A.J. bms, vicino a Londra, fra il 174, e il l746. O. tale inoanco ri~vcri un arosao f!Ullcditore nella quale racconta con quale ac.renìd Humc abbia tra.scorso gli uJ. timi siorni della su.a vita .
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Nota bibliogra{ico •
Poiché la bibliogr.1li11. su [lume è prcssoch~ a1ermirut11 ci limitiJmo qui • indìcorc o1lcuni tico'i, roprauuuo recenti, che corucntono iÙ lettore intc• rC$sato di orientarsi per uhc1iori lcuure. Punto di pancnzo pub e$$Crc il rcccuti~imo volume di ~1. D.ll Pra, D11vid f/111,rc. 1-d :.it:1. t l'opera, Laccrn, Roma-Bari, 1984, che contic.r.c: una ricca, articolata e aggio:n:ua biblioanfia su ruui i problemi relativi aJ pcn.,iero, 1ll1 vita, alle opere e o1ll4 letteratura critica su llumc (l'opera di Dal Pr.a ~ una nuO\•a edizione, rinnovata e aggiornau, della monognfìa apparsa origiMrlamcnte nel 1947 prc so Bocc-a, ~fj. )ano). Per una atori11 della critica ~ ancon di grande utilità il volume di A. Santu«i Introd11tiof'lt a H11mt, Bari, Latcrxa, 1971. I rej)Cnori bibliografici fond.imentali sono i seguenti: T.E. ]C$SOp, A Bibliogr11phy o/ D. ll11 1nt 11r:d o/ Scotlì1h Pbilo,roph-, /rom Fran,is Hutcbtson lo /.,0,d &(four, London, 19)8 (riat. ~ew York 1966); E. Ronchetti, Bibliogra/iJ humi11Ma d11l 19)7 -,I 1966, nel fucicolo monografico dedino !foriaai di tro\-arc nuove prove e dimostraiioni? Quale verità piu importante di questa, che è il motivo di tutte le nosue speranze, il fondamento pio sicuro della morale, il sostegno piu ialdo della società e l'unico principlo che non dovrebbe mai csstrc assente neanche per un momen10 dai nostri pensieri e dalle nOitrc medit1zioni? Ma ne) trattare questa verità ovvia e importante, quante oscure do monde si affacciano, riguardo tll.a natura di qucll'fuscrc divino, ai ~uoi attributi, ai suoi comandi, a) suo disegno provvidenziale! Qucs1e questioni, al centro da sempre delle dispute umane, non h1nno ancora ricevuto :tlcuna soluiione da parte della rasione um:ma, m, sono afl,'Omcnti di tnle interesse che la nostra ricerca non può interrompersi né limitarsi in alcun modo. Pure, dubbio, inccrtcz1..a, contnaddizionc sono finora il solo risultato delle n0$tre indagini •• p1u accurate. Tutto questo ho avuto modo di os$UVarc recentemente, trascorrendo come al solito parte dell'estate con Citante e oscohando le sue conversazioni con Fifone e Demea, conversazioni delle quali ti ho già d~to un rcsocon10 per quanto impreciso, 1..3 tua curiosità ne è: st.ata CO!>i sollecitata, mi hai detto, d1e sento di doverti riferire i loro ragion.amenti con mirJ;ior dovÌ7.Ìll di p~rticolari e illustrare i divcrs_i punti di vista emersi a proposito di un argomento cosi delicato come la religione naturale. Le notc\'oli dif fercnze dei loro caratteri hanno creato in te un interesse ancor piu forte: r:cordo che paragonavi l'atteggiamento filosofico piu metodico di Clcantc al disin,·oho scetticismo di Filone e ambedue all'inflessibile onodossia di Dcmea. J..a gio\·anc et¼ mi ha relegato
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~itorc_ o tnchc a f)lltsarlo col wo comportamento pc. op. cii, Il. 6 e in Fra~• Jc S..l11n--: ~ fcnclca, Dl..OIIUr•tiori dt l'txiutMt dt DitM. In On,u,ts, P1n1, l.dèvrc, 18,S, ,. I, p. 61.
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mondo presenti, o di decidere per una si1uniooc piu1tosto che un'ahra con la sola fona delle sue idee. Poi~ nulla di ciò che egli immagina con chiarc:1za po1rcbbe essere consideralo impou!bile o contraddittorio, ogni chimera della sua f1n1asi'1 sarebbe ugualrnc:.nte valida e non gli riu• Kirebbe di dar ragione della sua adesione ad un'idea o ad un sistema piuttosto che a un altro. Tuili sarebbero parimenti tcttttabili. Ancora: una volta aperti gli occhi ~ mcsS01i a contemplare il mondo, come realmente 'è, quello stesso uomo non riuscirebbe subito a in• diviJu11rc I.a ausa Ji alcun singolo evento, tanto meno dcll'insicme di cose che e l'universo. Potrcbl,c cominci11rc a far vagare La fantasia e ri• portarne un'infinita varietà di m1>prcscntazioni della reiahlt, che s;irebbero tutle possibili. lvta appunto per questo non sarebbe mai in graido di forni.re egli itc:sso motivi soddisf:lttnti per prcfc:rirnc urui ira tutte. Solo l'opcrienu può mostrargli la vm origine Ji ogni fenomeno. Or•, Demca, da questo modo di nagionarc segue (cd è tacitamente ammc:ss,o anche da Cleante) che l'ordine, la disposizione delle pArti e la corrispondenza delle cause finali non provano di per s~ l'esistenza di un piano, ma solo in quanto se ne accerti sperimentalmente la dipendenza da quel principio. Per quello che ne 1appiamo II priori, la materia pub ben contenere in se stessa fonte e scaturigine del rroprio ordine, come ~ il cuo per la mente. Peru1rc che siano i v:ari clementi a disporsi nc!Li forma piu perfetta per via di un:a causa interna sconosciuta, vale quanto pensare che siano le loro itlcc, ron1enutc in una grande mente universale, o disporsi cosi in vir1u cli una C1usa intero.a ultrctuanto ignota. Tutte e due queste ipotesi sono in teoria ugualmente plau,ibili. Ma è l'esperienza, secondo Cleanle, a mostr.lrCi la differenza. Gettate dei pezzi di a«:iaio insieme RJ un t•volo, senza alcun ordine o disegno: non si disporranno n1Ai a formare un orologio, cos( come pietra, 01kc e l~no senza architetto non creano un:a casa , VcJiamo in"'ccc che le id« della mente umana per una loro cconom~ ignota e inesplicabile .si dispongono 1( da formare il progetto di un orologio o di una casa. L'cspe• ricnu prova perciò che e•~ un principio originario di online nella mente, ma non nclà materia. Da simili effetti si inferiscono cause simili. La corrispondcrm dei mezzi 41 fini è simile nell'universo e nelle mx-chine d'invcru.ionc umana: di conseguenza anche le c:ausc dovranno assomiglinrsi. Fin dall'inizio, Je\'o confc~~tc, questa affcrma2ionç di uM somiJlill.'1ZA tra dil.'inità e creature urnanc tu K11n