Il confine nel mondo classico 8834303423


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SCIENZE STORICHE - 40

Autori vari

Il confine nel mondo classico a cura di Marta Sordi

Contributi dell'Istituto di storia antica volume trcdicesimo

VITA E PENSIERO Pubblicazioni della Università Cattolica del Sacro Cuore Milano 1987

Pubblicazione effettuata col contributo del Miniatero della Pubblica Istruzione

© 1987 Vita e Pensiero - Largo A. Gemelli, 1 - 20123 Milano ISBN 88-343-0342-3

INDICE

Introduzione

VII

CELESTINA MILAN!

Il 'confine ': note linguistiche

3

GABRIELLA AMIOTTI

Le Colonne d'Ercole e i limiti dell'ecumene

13

GIOVANNA DAVERIO ROCCHI

Il concetto di frontiera nella Grecia antica

21

GABRIELLA AMIOTTI

Ceme: ' ultima terra '

43

LUISA PRANDI

Problemi del confine atticantico francese roie, francese raie REW 7299), antico alto tedesco furuh, antico inglese jurh (tutti femminili). La connessione tra greco 'ltEi:pa.p, latino porca è stata avanzata da Vendryes 19 • Ernout-Meillet 2ll e Chantraine 21 non accettano questa ipotesi; la radice ie. di parca, ecc., sarebbe • pr'k-, grado ridotto di • perk- « aprire », mentre alla base di 'ltEi:pa.p, attico 7tÉpa.ç si trova •per- «attraversare», e secondo gli studiosi sopra citati non vi è connessione tra le due radici. 1.6. t: interessante rilevare che in sanscrito sftà femm. « solco "• sfram neutro e sfrah masch. « aratro " so;-to corradica\i di s'iman-, s'imantah masch. e di s'imà femm. "confine "• « limite" (ma anche «riga dei capelli»), cfr. lituano siena femm. «confine "• sieti « legare "· Niedermann associa il sanscrito s'imii, s'iman, s'imantah al greco t~liç «correggia "• ~~O'IILli « fune "• nonché al latino. ftnis-funis, avvalorando la sua idea di « confine» come « fune" delimitante 22 • Tuttavia, la dimostrazione di Niedermann è diflìcile da accettare, data la \abilità di tale tipo di confine.

18 M.V. Bertoldi, Storia d'una tradizione mediterranea di lingua e di cui· tura, c Museum Helveticum •. 5 (1948), 69ss.; M. Niedennann, Zur /ateinischen und griechischen Wortgeschichte, c Glotta •. 19 (1930-1931), 7: nota gli omonimi: ora c extrema pars terrarum • e c fune (che lega le navi alla spiaggia) •, ltE~pap c confine • e c fune •. 19 Come pensa Vendryes, Le sillon ... , p. 14. 2ll Emout-Meillet, Dictionnaire ... , s.v. parca. 21 Chantraine, Dictionnaire ... , s.v. ltcipap. 22 Cfr. Niedennann, Zur lateinischen ... , p. 7· al contrario v. Vendryes, Le sillon ... , p. 15.

IL ' CONFINE': NOTE LINGUISTICHE

7

2. Il « pamoerium,. Il pamoerium designa lo spazio (sacro) dentro e fuori della cinta delle mura di Roma. Il lessema è stato oggetto di lunghi studi che non hanno chiarito il problema 23 più di quanto avessero fatto le fonti antiche; fra queste è particolarmente importante Varrone che nota nel De lingua latina 5.143: « oppida condebant in Latio Etrusco ritu multi, idest iunctis bobus, tauro et vacca, interiore aratro circumagebant sulcum ... ut fossa et muro essent muniti. Terrarn unde exsculpserunt fossam vocabant et introrsum iactam, murum. Post ea qui fiebat orbis urbis principium; qui quod erat post murum, postmoerium dictum ». Livio 1.44.4 osserva: « ita pomoerium profert, pomerium verbi vim solaro intuentes postmoerium interpretantur esse: est autem magis circamoerium, locus, quem in condendis urbibus quondam Etrusci, qua murum ducturi erant, certis circa terminis inaugurato consecrabant ut neque interiore parte aedificia moenibus continuarentur ». Sono interessanti anche le attestazioni di Festo e di uno scolio di Lucano, cfr. P. Fest. 295 c posimirium pontificale pomerium, ubi pontifices auspicabantur. Dictum autem pomerium, quasi promurium, idest proximum muro»; Schol. Luc. 1.594 c pomeria dicuntur ante muros !oca, quasi promoenia ». Dal punto di vista semantico le glosse postmoerium e promurium sono entrambe valide e fondate perché delineano ciascuna in parte l'estensione e la funzione del pamoerium. Dal punto di vista etimologico e fonetico non è improbabile che postmoerium sia divenuto posmoerium e poi pamerium; tuttavia Livia dice postmoerium interpretantur, cioè fa un'osservazione di tipo semantico non necessariamente di tipo etimologico. Quanto a posimirium di P. Festo potrebbe essere grafia variante di postmerium > postmirium (con chiusura di e in z); sarebbe infatti molto improbabile vedere nel primo elemento di posi(mirium) una preposizione posi- parallela al miceneo po-si, arcadico-cipria 1t6c;, dorico 7to'ti., anche se si sono riscontrate interferenze }inguistiche tra mondo greco-italiota e mondo latino. Tornando a postmoerium e a pi5merium, il primo elemento di po-merium potrebbe essere pos- {più che post-) tanto più che in area umbra pus « post » era molto comune; comunque si tratta della stessa preposizione: pos- (cfr. umbro pus, alba-

Walde-Hofmann, Lateinisches ... , s.v. pomerium; Emout-Meillet, Dictionnaire ... , s.v. piimerium.

23

8

CELESTINA MILANI

ne se pas), • pos-ti > post (cfr. an-te da •an-ti) 14 • Ricapitolando, si nota che le fonti antiche ci offrono importanti e validi elementi per inquadrare il problema semantico e etimologico di pomerium. Il secondo elemento di tale lessema richiama moenia, murus; si tratta di esiti della radice ie. •moi- « costruire» che è forma con apofonia qualitativa di • mei- che si ritrova nel medio irlandese methas masch. « segno di confine, fines », nel nederlandese meren « porre pali di confine, definire i confini "· nonché nel latino mèta. Cfr. paleoslavo mesto « luogo ». Cfr. anche antico inglese m/Ere, gemiEre « confine », antico nordico landamreri « confine, terra di confine ,. 21 •

3. Il confine come limite di pietra/e 3.1. In latino si trova cippus «pietra, termine, limite, confine, segno di confine». Nel linguaggio militare è la fossata nel suolo per arrestare la marcia del nemico, cfr. incippat includit Gloss. 4.351.47. Sembra appartenere alla lingua popolare se si considera Gellio (16.7.4 e 9) ne rimprovera l'uso a Laberio 26 •

pietra di pietra inla glossa che Aulo

3.2. L'uso di pietre per indicare il confine è comune a molti popoli; per esempio in Egitto sono state rinvenute varie pietre di confine (dal 2500 circa a.C. in poi); in particolare si ha notizia di pietre di confine di Tell-el Amarna, infisse da Amenofi IV quando egli fondò la nuova città Akhet-Aton (letteralmente « orizzonte/confine di Aton »). In egiziano 'is.t indica «confine/orizzonte», «pietra da confine», « stele di pietra marcaconfini ». In ebraico massèbiih, plurale massèbot, indica la « pietra eretta », « pietra da confine», cfr. Giobbe 24.1-3, Deut. 27.1-6 27 • D'altra parte nel mondo greco '"tÒ ~pLov è qualcosa che segna il confine sia pubblico che privato; generalmente si tratta di « pietre da confine ».

Ibi, s.vv. posti, poste, posi. Pokorny, Indogermanisches etymologisches Worterbuch, Bern 1954, p. 704; sempre utile }. Franck, Mittelniederlandisch • mere •. /ateinisch • mii· rus •. KZ, 37 (1904), 120 ss. 26 Cfr. Ernout-Meillet, Dictionnaire ... , s.v. TI G. Piccaluga, Tenninus. l segni di confine nella religione romana, Roma 1974, pp. 53 ss., 60 ss .• 70 ss. 24

25

J.

IL ' CONFINE ':

NOTE LINGUISTICHE

9

4. Il confine indicato da alberi " segnati "

Alcune lingue indoeuropee presentano lessemi indicanti il confine che si riconnettono all'uso (tipico di paesi ricchi di foreste) di intagliare in un alliero un segno o una croce designante il confine. Tale croce in paleoslavo era chiamata grani, termine che in origine designava ogni specie di angolo e poi passò a indicare la croceconfine. Il legno inciso di croci (gran') si chiama in russo granica. L'uso di contrassegnare il confine con segni incisi sugli alberi è ancora vivo in paesi dell'Europa orientale; per esempio in taluni punti il confine tra la Bulgaria e la Turchia e la Grecia è segnato con croci di Sant'Andrea (X) incise su alberi e dipinte di nero; dalla parte della Turchia lo stesso albero reca nella parte superiore del tronco due sbarre di legno a X recanti nella parte a V una mezzaluna turca di legno. Poiché si tratta di un sistema di confine piuttosto insicuro, si sono sviluppati altri sistemi con relativa terminologia per designare la frontiera. La maggior parte delle lingue slave ha conservato la differenza tra meici c solco, limite » (in origine « che sta nel mezzo "• vedi par. 7) e granica c frontiera politica ,. cfr. russo meia, granica, bulgaro meùi, graniza, ceco mez, hranice, tutti femminili. Il tedesco Grenze deriva dal polacco; in antico alto tedesco era usato marke (cfr. par. 5 ); le forme greniz, grenize sono testimoniate dal 1233. Anche i Mahlbiiume della tradizione tedesca sono alberi intagliati con segni e anch'essi hanno la {unzione di "alberifrontiera ». Un'altra testimonianza del fatto che gli alberi (incisi) servivano a indicare i confini nei paesi ricchi di foreste è dato dal lessema russo rubéi c incisione, segno (in un albero per indicare il confine) », c confine ,. ; tale lessema passa poi in polacco rubiei, in lituano rubeias, in Iettane robez «confine », tutti maschili; la radice slava •rub- è connessa con l'azione di abbattere alberi; gli alberi erano abbattuti anche per creare sbarramenti, confini artificiali 23 •

5. Il confine come « margine, bordo ,. In corrispondenza del latino margo « margine, bordo ,. rnasch. e femm. si trovano avestico marna- « confine », c paese di confine », persiano marz « paese di confine»; si trovano anche antico irlan-

la

Tesnière, Les noms ... , pp. 176 ss.

IO

CELESTINA MILAN!

dese mruig masch. " confine, territorio di confine », comico e medio bretone bro " paese, distretto ,. a cui corrisponde il gallico brogae del quale in uno scolio a Giovenale si dice brogae GaUi agrum dicunt, cfr. Schol. Iuven. 8.234, v. anche Allobrogi, brogilus > antico francese broil, francese breuil, italiano brolo REW 1323 29 • Dalla stessa radice di margo (ecc.) derivano anche: gotico marka femm. «confine», il ceco mez femm. "estremità, limite », meznlk territorio di confine »; medio alto tedesco marke femm. « confine ». In tedesco è rimasto Waldmark femm. "limite della foresta»; cfr. Altmark nome di una regione che una volta era terra di confine. In antico nordico si trova mgrk femm. " terra di confine, foresta ». Interessanti i verbi: gotico markian « segnare la frontiera », « segnare >>, antico alto tedesco merken ( > antico francese merchier, mercher, francese marquer) 30 •

6. Il confine come ultima estremità

t il caso del greco ÉCT;(a-rLti, -tiç, lCT;(a-ra, -wv, usati da Omero e dai lirici. Si tratta di derivati da v;-xa-roç l txcr-xa-roç 31 • L'ÉCT;(a't'Ltl di una 7téÀ.Lç è la regione al di là delle alture, è la regione verso la montagna o sulla montagna che è al margine del territorio della 7t6À.Lç

.ll.

7. Il confine come « ciò che sta nel mezzo » In alcune lingue i lessemi indicanti la frontiera sono l'esito di forme indoeuropee del tipo di *medhjos «che è nel mezzo» dal cui femminile • medhja derivano il paleoslavo meida, il russo meia

/bi, pp. 180 s.; cfr. Emout-Meillet, Dictionnaire ... , s.v. margo; H. Pedersen, Vergleichende Grammatik der Keltischen Sprachen, 11, Gottingen 1913, p. 99; L. Fleuriot, Dictionnaire des gloses en vieux Breton, Paris 1964, s.v. bro . .IO Cfr. F. Kluge- W. Mitzka, Etymologisches Worterbuch der deutschen Sprache, 200 ed., Berlin 1967, p. 462. 31 E. Schwyzer, Griechische Grammatik, l, Miinchen 19593, p. 266: per f!;cnoc;, v. anche Chantraine, Dictionnaire ... , s.v.; cfr. anche C. Milani, Note su fs/ interconsonantica nei dialetti greci antichi, Vllth lnternational Confe29

rence of the lntemational Society for Historical Linguistics (Pavia 1985) (in corso di stampa), par. 3.6 . .12 L. Robert, Recherches épigraphiques, REA, 62 (1960), 304-306.

IL 'CONFINE':

NOTE LINGUISTICHE

11

femm. c confine», il ceco mez femm. « estremità, limite», meznik masch. c pietra di demarcazione », c pietra miliare», mentre in altre lingue •medhjos/ja non raggiunge questo significato, cfr. greco ~aoç, latino mediiJS, gotico midjis. Però nel finlandese metsa c foresta ,. derivato dalle lingue baltiche, e nel !appone metse c bosco, deserto», tale significato deriva da quello di c confine» ll.

8. Il confine come limite da attraversare (o da non attraversare) Un gruppo di termini deriva dalla radice ie. • ter- c attraversare ». Si tratta del greco "tfp!J.ct c scopo, estremità, termine », "tÉpiJ.Wv c termine, limite,. (cfr. "tEpiJ.ov[~w c fisso la frontiera»: Epidauro 111 a.C. Schwyzer 157), corradicali del latino termo, termen, terminus, del venetico termonios aggettivo masch. plurale, osco teremniss " terminibus », umbro termnome c ad terminum ». Si richiamano il sanscrito tarati c egli attraversa, libera, vince », sutarmanneutro c che passa dall'altra parte», avestico tar- c aprirsi un passaggio»; v. anche antico nordico :/>rqmr masch. «bordo », c margine», antico alto tedesco drum masch. « limite», ittita tarmaizzi c terminai », latino trans, irlandese tar c triins ,. 34 • Terminus ha in sé l'idea di fissità, inamovibilità, è tutto ciò che segna un limite, un confine tra le abitazioni cittadine e il pomoerium, la città e la campagna, il proprio campo e quello di un altro, lo stato romano e gli altri territori nonché tra spazio sacro e spazio profano. I termini erano segnati con siepi, cespugli, alberi, tronchi, pietre infisse~.

9. Dal confine al territorio

Il termine indicante il confine è talvolta esteso a tutto il territorio che delimita; è il caso del miceneo wo-wo F6pFoc; rispetto al greco ~poc;, del latino {mes rispetto a {tnis. f: anche il caso dell'irlandese crich femm. c frontiera,. dalla ra, l'oracolo non riguardava nella sua formulazione originale il campo di Platea, ma si faceva eco di coloro che auspicavano uno scontro con i Persiani nella pianura Triasia, e la tradizione della cessione del territorio di Platea ad Atene, che è invece una conseguenza dell'adattamento forzato di quell'oracolo al luogo della battaglia del 479, non è storicamente attendibile: i Plateesi fecero in quell'occasione una cessione, formale, della loro terra a tutu i Greci. Il particolare dei cippi resta comunque per noi interessante e, a parte l'ovvietà del fatto che la loro rimozione corrispondeva ad ampliamento o ad unificazione di territori, va notato che l'esistenza di cippi fra At~iça e Plataide, elemento di cui non mi pare sia necessario dubitare, si configura come il risultato di un comune accordo fra Atene e Platea. Tale accordo però non costituisce un'eccezione alle considerazioni suesposte circa la preferenza accordata alle soluzioni di forza rispetto a qudle giuridiche, ma semmai le conferma, dal momento che in quel caso le due città erano alleate e non potenziali avversarie e che la superiorità della prima rispetto alla seconda rendeva quello della Plataide con l'Attica un confine, di fatto, più c interno ,. che internazionale.

Cfr. Plutarco, A r. 11 ~-9 e la cessione del territorio di Platea, « Actes du Colloque • La ~tie antique' • (Lyon-St. Etienne, lf>.20 mai 1983), Paris 1985, 211-217.

90

CINZIA BEARZOT

Problemi del confine attico-beotico: la rivendicazione tebana di Oropo

Nel quadro della generale incertezza di confini che caratterizza la frontiera attico-beotica 1 , assume particolare rilievo il noto contenzioso fra Ateniesi e Beoti per il controllo di Oropo, che domina l 'età classica e continua nel periodo ellenistico, giungendo addirittura, con le sue estreme propaggini, all'età romana 1 . La fonte del problema, ovvero la mancanza di precisi confini naturali tali da ascrivere I'Oropia, senza possibilità di dubbio, all'Attica o alla Beozia, è ben individuata da Strabone (1, 4,7): il geografo, riportando il pensiero di Eratostene, nota che, in mancanza di confini precisi sia naturali sia convenzionali (~i] ovrw'll yà.p lixp~~'ll llpw'll ... oto'll O""tTJÀ.W'II fì 7tEp~~6À.w'11), non è possibiJe stabilire con esattezza la linea di frontiera, e che • per questo motivo sorgono spesso dispute su alcuni territori, come tra gli Argivi e gli Spartani a proposito di Tirea, e fra gli Ateniesi e i Beoti per Oropo ». Dal punto di vista geografico, Oropo sembra in realtà appartenere alla Beozia, in quanto sita a nord della linea costituita dal Pamete e dalle colline di Mavrovouni l_ Sul piano etnico e culturale, l'identificazione di Oropo con la Graia beotica di Il. 11, 498, che ha ;) conforto di Tucidide 4 e di Aristotele 5 , parrebbe condurre alla

R.I. Buck. A History of Boeotia, Edmonton 1979, p. 78: cfr., in questo vGIume. L. Prandi. Problemi del confine attico-beotico: la zona di E/eutere.

1

J.G. Frazer. l'uu,unius's /Jescription of Greece. 11. London 1898. p. 464. P.W. Wallace, Strabo's Description of Boiotia. A Commentary, Heidelberg 1979, p. 26. ' Il. 23. J: •nptù'JtÒ'J "toft'J yii'J '1:-ft'J rpa.~Xoft'J xa.Ì..OU~\1; 111, 91, 3: 'Upw,-;o" -.-ijç rpa.~xijç. rpa.~x-ft è però restituito in base a Steph. Byz. s.v. 'npwn6ç; nei codici esso è corrotto nel primo caso in IlELpa.~xi)'>l, nel secondo in ntpa." yiiç. Cfr. A W. Gomme, A Historical Commentary an Thucydides, 11, Oxford 1956, p. 81. ~ F 613 Rose = Steph. Byz. s.v. '{1pt.nt6ç Apt.O'"to"ttì..T]ç yov'J '1:0'>1 'flptù'ltOv rpa.~" qnJcn. ì..tyEcr~a.L • -ft oÈ rpa.La. 1:61toç 1:ijç ·nptù'lti.a:ç npbç 't'[i ba.Mcrcrn xa.1:' 'EpÉ"tpLGt'>~ 1:ijç Eu~oi.a:ç xE~\11l »; = Steph. Byz. s.v. TO.va.ypa. · 'ApLoCTW1

l

81

LA RIVENDICAZIONE TEBANA DI OROPO

medesima conclusione; tale identificazione però è tuttora assai discussa 6 • Per quanto Pausania (1, 34,1) affermi che il territorio di Oropo apparteneva in origine alla Beozia (Boi.W""t~V "t"Ò tç apxiic; owav), non sembra in realtà che la zona avesse solide tradizioni beotiche: è noto che, ancora nel IV secolo, v.i si paNava un dialetto ionico, molto simile a quello eretriese 7 • Quanto poi al presunto dominio tebano su Oropo nella seconda metà del VI secolo, si tratta di un'ipotesi priva di fondamento 1 : in realtà noi non siamo in grado di dire se, prima della conquista ateniese (che va collocata, a quanto pare, negli ultimi anni del VI), Oropo fo!i5e indipendente, sotto controllo beotico o addirittura sotto controllo eretriese 9 • Non è ora mia intenzione entrare in questa complessa questione, che appare difficilmente risolvibile con i dati in nostro possesso. Piuttosto è interessante notare che, diversamente da quanto avvenne in seguito, non pare che l'Oropia fo9Se sentita come beotica o rivendicata in quanto tale: per quel che vale l'argumentum e silentio, mancano per esempio testimonianze che rivelino un qualsivoglia tentativo, da parte beotica e tebana in particolare, di attirare Oropo nel koinòn in formazione nella seconda metà del VI secolo 10 . Intento di questa ricerca è appunto tentare di stabilire quando il territorio di Oropo, il cui status nell'età arcaica appare estremamente incerto, divenne oggetto di contesa fra Ateniesi e Beoti, e con quali modalità avvenne la rivendicazione.

'tfÀ.T)