Etica comunitaria


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Italian Pages 286 Year 1988

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Etica comunitaria

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EAcrazione STORIA

3

ENRIQUE DUSSEL

| ETICA __ COMUNITARIA

Teologia€sLiberazione

collana: TEOLOGIA E LIBERAZIONE Per la prima

volta in 500 anni di cristianesimo

nelle Americhe,

un gruppo di oltre

cento teologi, esegeti, studiosi della pastorale e di scienze sociali — ispirandosi alle grandi linee del Vaticano II, di Medellin e di Puebla — si sono riuniti per una riflessione sistematica della fede cristiana a partire dai poveri e dagli oppressi, con la prospettiva della loro liberazione integrale e rendendoli soggetti e protagonisti della propria liberazione.

Questa collana é destinata principalmente

a operatori di pastorale, studenti di teologia, animatori di comunitd, e a quanti si sono impegnati per i «poveri di oggi». Dalla ricchezza di questa esperienza di fede e di cultura emerge un nuovo metodo di riflessione e una significativa accentuazione di alcune proposte evangeliche.

Se

eee

ww. ec ae

della stessa

collana

Jorge Pixiey - Clodovis Boff OPZIONE PER | POVERI pagg.

288 - L. 18.000

Leonardo Boff

TRINITA E SOCIETA

.

pagg. 320 - L. 20.000

José Comblin

ANTROPOLOGIA

pagg. 272 - L. 18.000

CRISTIANA

J.B. Libanio - M.C. Bingemer ESCATOLOGIA CRISTIANA pagg. 308 - L. 20.000 di prossima pubblicazione: Julio de Santa Ana ECUMENISMO E LIBERAZIONE

|. Gebara - M.C. Bingemer

“MARIA MADRE Di DIO E MADRE DEI POVERI

A. Moser - B. Leers TEOLOGIA MORALE: CONEFLITTI E ALTERNATIVE

Enrique Dussel

ETICA COMUNITARIA

edizione

italiana a cura di

Giuseppina Pompei

CITTADELLA EDITRICE - ASSISI

LAUTORE ENRIQUE DUSSEL, argentino di Mendoza, @ nato nel 1934. E sposato e risiede attualmente in Messico. Laureato in filosofia e storia, ha anche la licenza in teologia. Intellettuale di raro dinamismo, é presidente della Commissione di Studi della Storia della Chiesa dellAmerica Latina (CEHILA), membro fondatore dell’Associazione ecumenica dei teologi del Terzo mondo, professore di etica e storia della Chiesa.

Imprimatur + Samuel Ruiz G. Vescovo di S. Cristébal de L.C. S. Cristébal, 30/5/86 Nihil obstat Orlando Lomeli Radillo San Cristébal de Las Casas 28 maggio 1986

Titolo originale Etica comunitaria Traduzione di Carlotta Nerozzi ©

CESEP - Sao Paulo Editora VOZES - Petrdépolis 1986

© per la lingua italiana Cittadella Editrice - Assisi 1988

PREMESSA

Anzitutto desideriamo sottolineare cid che alcuni studio-

si dell’argomento hanno scritto rispetto a questo volume di

Dussel, Etica comunitaria. “I contenuti reali che qui vengono presentati sono ampiamente presenti nell’insegnamento della Chiesa. Cid non significa che tutto quanto viene detto sia pacifico. Soprattut-

to nel modo di spiegare quanto viene affermato, non mancano asperita e questioni discutibili. Queste ultime peré appartengono al campo delle questioni legittimamente disputate”, Il volume “globalmente ha una sua coerenza e una sua forza dimostrativa”; il lettore attento non manchera di apprezzare

“le intuizioni e Pindividuazione,

connessioni tra i vari elementi”.

talvolta acuta, di

Il tentativo di un discorso organico é ricorrente anche se !’Autore ha scelto di proporre la materia in modo divulgativo. Un esempio di approccio organico e scientifico si trova

nell’Appendice.

Da tutto cio si potrebbe pensare che il libro sia molto fi-

losofico, tecnico ecc... Ma non é cosi. Questo lavoro si ca-

ratterizza per l’attualita delle problematiche che non sono per

nulla solo latinoamericane. Qualche titolo ci puo illuminare: Etica del lavoro; Deottrina sociale e Vangelo; Crediti internazionali e politica degli armamenti; Critica della dipen-

denza; Critica etica del capitale. Ma anche: Bonta e vita; Malattia e morte.

Il modo di spiegare certe questioni, le sottolineature, gli accenti, le insistenze potrebbero suscitare qualche perplessita nei lettori, per cui @ da tenere presente quanto segue: 1. Il taglio della trattazione, che l’Autore esplicitamente

5

ricorda nell’introduzione e che potrebbe sembrare non mol-

to presente nel corso del testo. Il libro non si propone — e non potrebbe proporsi — come una trattazione completa di teologia morale, neppure per i temi di cui si occupa, o per la morale sociale in genere. L’Autore propone una riflessio-

ne etica e teologica il cui campo tematico tradizionale sarebbe la morale sociale; la propone nella prospettiva della teo-

logia della liberazione e in funzione di essa. Si potrebbe dire

che della teologia della liberazione qui viene proposta la dimensione etica specifica, mettendo in evidenza il suo significato e la sua portata, cercando di indicarne i fondamenti e qualche prospettiva di elaborazione tematica. 2. L’Autore opera una scelta terminologica (che spiega al cap. 3 e poi al cap. 5) fra i termini «etica» e «morale», dan-

do significato positivo al primo e significato prevalentemente negativo al secondo (conformita alla norma /al sistema vigente). E molto importante che il lettore percepisca esattamente tale uso dei termini, altrimenti vi potrebbero essere fraintendimenti molto frequenti. Trattandosi di un lavoro di ricerca é necessario non asso-

lutizzare le affermazioni a volte schematiche del libro. Per Vimportanza che ha la guida del Magistero ecclesiale nella

ricerca teologica, invitiamo a tenere presente I’Istruzione della Congregazione per la dottrina della fede su “Alcuni aspetti della Teologia della Liberazione” del 6 agosto 1984, in particolare le riserve che tale Istruzione avanza su una «certa» teologia della liberazione (assunzione acritica dell’analisi marxista, il concetto di peccato, la lotta di classe, la violenza, la concezione ecclesiologica ecc.). Fatte queste premesse, riteniamo che l’opera di E. Dussel Jara si discutere ma, certamente, fara molto riflettere anche noi europe. L’EDITORE

INTRODUZIONE

Nella teologia tradizionale si parla di «etica sociale». AfJSronteremo qui le questioni che normalmente vengono studiate in quell’ambito, ma dal punto di vista della teologia della liberazione. Nei limiti ristretti di quest’opera, non abbiamo la pretesa di esporre o di spiegare esaurientemente i temi che tratteremo.

Cercheremo soltanto di situarli, cioé di mostrare il po-

sto che essi occupano nel discorso della teologia della liberazione, ' Abbiamo suddiviso il tema del nostro lavoro in due parti:

nella prima poniamo le questioni fondamentali, in base alle quali é possibile capire tutte le altre. Tali questioni sono or-

dinate dalle pit importanti e semplici fino alle pit profonde e complesse. Nella seconda parte esporremo dieci questioni dibattute,

tutte attuali, sulle quaii é necessario fare chiarezza perché la prassi dei cristiani possa essere fedele alle esigenze evangeli-

che nell’attuale momento storico. Potrebbero essere molte

di pitt, percid devono essere considerate come degli esempi Sra gli altri. Consigliamo al lettore (o, nel caso in cui questo

testo venga sponsabile tecipanti al da rendere realta.

utilizzato per una riflessione comunitaria, al redella comunita di studio, oppure agli stessi parcorso o alle riunioni) di porsi altre questioni cosi la riflessione etico-teologica piu attinente alla

L’indice analitico dovrebbe servire a collegare fra loro i diversi temi e a far si che quest’opera sia utile alle comu7

nita ecclesiali di base, alla predicazione e agli studenti di teologia.

Prima di ogni capitolo dovrebbe essere letto un articolo di giornale preso da un quotidiano del giorno, che verra scelto dal coordinatore o dai partecipanti al gruppo di studio. Va

bene un articolo qualunque, purché si riferisca in qualche modo alla questione che si sta per affrontare (per es. in 3.1). La teologia é riflessione sulla prassi cristiana quotidiana, attuale, congiunturale. Percio il responsabile della comunita,

il maestro o il professore, il coordinatore o i partecipanti ad

un gruppo di formazione, dovrebbero attingere un esempio dal giornale locale della citta o della regione in cui, in quel preciso

momento,

sta per essere affrontato

l’argomento.

Alla fine di ogni capitolo, nelle conclusioni, forniamo alcune domande che dovrebbero servire a dare il via alla discussione nella comunita o nel gruppo di riflessione. Ma, ancora una volta, si tratta soltanto di alcune fra le tante domande possibili, che, percié, non devono necessariamente essere usate. Nella situazione concreta é bene cercare le domande piu comprensibili in quel luogo, in quella situazione della co-

munitda, in quella congiuntura reale.

Corriamo molti rischi. Infatti ci piacerebbe essere chiari, semplici e contemporaneamente scientifici, comprensibili e

allo stesso tempo profondi, pedagogici e contemporaneamente realisti. Come dice Tommaso d’Aquino nell’introduzione al suo Commento all’etica di Nicomaco, andremo dal «semplice al complesso» o, in altre parole, dall’«astratto al concreto»>.

Siamo coscienti di essere «tradizionali» — cioé di assumere

la piu antica e recente tradizione delle comunitd cristiane —

e, pertanto, la nostra posizione dovra essere profetica, secondo il Vangelo e le esigenze dei poveri: una posizione cri-

tica, liberatrice.

Non ci interessa troppo il feticismo dei grandi autori, dei teologi consacrati, delle grandi opere, dei classici. Ci inte-

ressa il contributo che essi hanno dato di fatto per risolvere le questioni che si presentano ai cristiani nel mondo attuale. 8

Non deve essere un discorso accademico, ma pertinente (cioé deve rispondere alla realta dei fatti vissuti).

Questa «etica comunitaria» é il risultato di un cammino

intrapreso da poco. Sono ben accolti le critiche e i contributi, sia negativi che positivi. Nelle successive edizioni correggeremo via via gli errori che ogni discorso inevitabilmente contiene. Dato che la teologia é un atto “secondo”, legato alla prassi

(che é V'atto “primo”), quest’opera teologica non sarebbe la

stessa in Argentina o in Brasile, in Perit o in Venezuela. E

un discorso teologico legato alla realta messicana, al centroamerica e all’area caraibica. Corrisponde a una realtd concreta e vorrebbe essere considerata come una manifestazione della ricchezza “plurale” della teologia della liberazione. Se in altri orizzonti ecclesiali, teologici o politici, alcune espressioni,

alcuni esempi o il tono del discorso potrebbero turbare il lettore, non é cosi nel nord dell’America Latina.

Questa etica, quando affronta le diverse questioni, non solo non sostituisce gli altri trattati classici della teologia che affrontano lo stesso argomento, al contrario, rimanda ad

essi*. Fra gli argomenti trattati, abbiamo detto poco o niente sullo Stato (a parte alcune descrizioni generali e indirette cfr. 9), sul razzismo e sull’organizzazione dei movimenti di liberazione popolari.

* Come abbiamo fatto nella bibliografia essenziale posta alla fine del libro, per cui suggeriamo di consultare anche gli elenchi bibliografici contenuti in quelle opere.

parte prima

DIECI QUESTIONI FONDAMENTALI

capitolo primo PRASSI

E REGNO

1.1. | termini del problema In questo primo argomento risiede l’orizzonte di compren-

sione di tutto il presente lavoro. Potrebbe sembrare astratto o molto semplice, ma é estremamente concreto ed essenziale. Ogni giorno leggiamo sui giornali notizie riguardanti assemblee, incontri, grandi manifestazioni; sono tutti incontri

«faccia a faccia» fra le persone pit diverse, tra gruppi e classi. L’incontro tra le persone é \’evento pil comune e meno avvertito.

Leggiamo

nella Sacra Scrittura:

«Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna (Koinonia), nella frazione del pane e nelle pre-

ghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avveni-

vano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati

credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune (koi-

nda); chi aveva proprieta e sostanze le vendeva e ne faceva a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti me frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa dendo i pasti con letizia e semplicita di cuore, lodando godendo la simpatia di tutto il popolo (ldos)» (Atti degli stoli 2, 42-47).

parte insieprenDio e Apo-

Questi «fatti» (in realta gli Atti degli Apostoli si scrivono in greco Prdxeis Apostolén, che potremmo tradurre con

«Prassi» degli Apostoli) ci ricordano che l’essenza della vita cristiana é la comunitd, lo stare insieme agli altri; e questa é anche l’essenza del Regno: «essere insieme a Dio», a faccia a faccia con lui in comunione. s

13

1.2. Prassi

come

atto e come

relazione

Nella vita quotidiana di oggi «prassi» 0 «pratico» signifi-

cano molte cose. Ai fini di quest’opera, e in senso stretto,

con prassi e pratico si intende |’atto umano orientato verso

un’altra persona umana;

|’atto verso un’altra persona e la

relazione che lega una persona all’altra: «tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme». Prima di tutto prassi é un «atto» che compie una persona, un soggetto umano, il quale, perd, si dirige ad un’altra persona 0 direttamente (una stretta di mano, un bacio, un

dialogo, una botta), o indirettamente (per mezzo di qualcoSa; per esempio quando si spartisce un pezzo di pane; il pane

non é una persona, ma si divide con /’altra persona). Se sono addormentato, non sono presente nel mondo perché sto

riposando, perché non sono cosciente; allora non c’é prassi. La prassi é il modo consapevole di stare di fronte all’altro

nel nostro mondo; é la concreta presenza di una persona di fronte a un’altra. Secondo Tommaso d’ Aquino la «relazione» come realta era costitutiva delle persone della Trinita.

In secondo luogo prassi é la «relazione» stessa che intercorre fra due o pit persone: Persona

1 |

*;

€ il «luogo» dell’epifania di Dio: i/ povero. Nel sistema, unico luogo possibile per l’epifania di Dio sono coloro che non sono sistema: il diverso dal sistema, il povero. L’identificazione di Gest con il povero (Mt 25) non é una metafora: é una logica. Dio, l’altro Assoluto, si rivela nella carne (il sistema) per mezzo 35 Emmanuel Levinas, Totalité et Infini. Essai sur l’exteriorité, Nijhoff,

L’Aia 1961 (trad. it., Totalita e infinito. Saggio sull’esteriorita, Jaca Book, Milano 1982). 36 Si veda il nostro punto di vista su E. Levinas in Emmanuel Levinas y la, fiberacion latinoamericana, Bonum, Buenos Aires 1975, prologo. 7 In Filosofia da libertacgao, 2.4 (pp. 45 ss); EL, v. I, cap. III, pp. 97 ss; v. III, cap. VII, § 46, pp. 97 ss; ibid., § 52, pp.

168 ss; v. IV, cap. IX,

§ 65, pp. 94 ss; v. V, cap. X, § 72, pp. 76 ss. Las armas ideoldgicas de la muerte, DEI, San José 1977, p. 61: «La prassi si orienta verso una trascendenza all’interno della vita reale e materiale. Si tratta di una visione del vissuto pieno di tale vita reale senza la sua negativita». 259

escatologica) dell’altro: il povero. L’esteriorita metafisica (ed economico, ed ico teolog senso in del povero (al tempo stesso ica»)* lo teolog omia «econ una ca signifi se si comprende cosa (epistemologipone come la realta (storica) e come la categoria teologia fondella ca) chiave di tutta l’etica della liberazione (o damentale in quanto tale). 2.3. Alienazione, peccato,

oppressione

co e priAllinterno del sistema (primo momento metodologi e pill rae» «chiav ma to, momen do mo concetto), l’altro (secon La «alia). categor € to momen (terzo to aliena dicale del primo) é é, mealtro» dell’« sé) da o distint » «altro re (rende » trificazione tafisicamente,

un renderlo «il medesimo»:

mera parte funzio-

e libero del nale interna al sistema. L’uomo, il soggetto vivo in «salarma trasfo si e lavoro o lavoro creatore, vende il propri del casere sull’es basato , ontico seco, intrin riato» — momento in alrma trasfo pitale, sul capitalismo —. L’ «altro» (libero) si e stesso se o «alien tro da sé, in diverso, in cosa. Come Cristo oppres in rma trasfo si ro» assunse forma di servo», cosi l’«alt esteriorita e s0, in «povero» come categoria complessa (come il «povero» a sistem Nel carne). nella ata domin come interiorita — é la ma— colui che non gode del frutto del proprio lavoro che la altro o essend nifestazione del peccato. Il peccato, non dei sono vi che volta ogni sta dominazione sull’altro, si manife sua della rita, esterio sua della o privat poveri. Il povero éV’altro rmato in strudignita, dei suoi diritti, della sua liberta e trasfo : l’idolo, il feticcio. mento a servizio del dominatore, del signore

sociale E chiaro che tutto cid si applica facilmente alla realta sessuale za violen della ti, domina paesi dei te, sfrutta delle classi lo schema delle ecc.; tale «applicazione» pero, distrugge alla base nti, ¢ podomina oggi e teologie morali europee e nordamerican e «corelegar o posson si non che mi ne, fin dall’inizio, dei proble che ma ociale, etico-s a teologi alla ice append modamente» in della stesso (trattandosi della costituzione stessa, dell’a priori e della sogget— teoria quanto in — e izzant teolog ivita soggett

39 Cfr, articolo citato in nota 23.

2,7 con «en40 § noto che Lutero tradusse dal greco il testo di Filippesi «kenotica». Il terteologia della proprio stesso), se (svuotd sich» tiusserte di teologia di Tumine passO quindi a Hegel attraverso i suoi professori cristiano. concetto tale fondamen un di bingen. Si tratta 260

tivita cristiana — in quanto pratica —) sono invece le questioni prime di tutta la teologia (come teologia fondamentale). La domanda: «é possibile credere?» deve essere preceduta dall’altra: «quali sono le condizioni pratico-storiche nelle quali questa domanda si pone?». Formularla dal punto di vista della «classe faraonica» in Egitto, non é la stessa cosa che prospettarla dal punto di vista degli «schiavi». Da quale punto di vista pongo la mia prima domanda in teologia fondamentale? Questo punto di vista, questo «da dove» storico-sociale é il primo capitolo di tutta la teologia, non una questione secondaria relativa all’«elemosina»: «Aiuta i paesi sottosviluppati». Sappiamo che i nostri colleghi del «centro» non sono d’accordo su questo pun. to. I prossimi decenni diranno chi ha ragione. 2.4. Liberazione,

salvezza,

«uscita»

Soltanto in questo «quarto» momento (metodologico e reale) si pud comprendere la questione della redenzione (cristologia) come salvezza (escatologia) e liberazione. Ciascuno di tali concetti dice /a stessa cosa, ma in relazione a termini diversi. «Liberazione» dice relazione a un termine precedente (ex quo), un «da dove»: dalla prigione. La «prigione» é al tempo stesso (perché é /a stessa cosa) il sistema di oppressione e di peccato. Il concetto (e la realta) della liberazione include due termini e un’attualita (come il concetto di movimento): da dove si parte, verso dove si va, il movimento di questo passaggio. Teologicamente, metaforicamente e storicamente: dall’Egitto, verso la ter-

ra promessa, passando attraverso il deserto.

H concetto di «liberta» — come ad es. nella morale di Haring — non ha la stessa densita dialettica, né la complessita storica, né la chiarezza pratica della categoria (e della prassi) di li-

berazione.

Il fatto che Abramo,

Mosé

e tanti altri «partano»

dalla «terra» caldea o egizia verso un’altra «terra» che «ti mostrerd»*!, pone una dialettica fra due termini. Le morali teo4! La categoria «terra» (’eres) ha nella Bibbia un significato strettamente escatologico. Cfr. Kittel, TWNT, I, 676, art. gé (terra). Nel Salmo 37, 11, Mt 5, 5, Eb 11, 9, compare tale significato. Vogliamo comunque mo-

strare la dialettica fra le due terre: «... dalla terra (me ’arezka) ... alla terra (’el-ha’arez) che ti mostreroO» (Gen 12, 1). «... da questa ferra verso una

terra bella e ricca, terra, in cui sgorgano latte e miele» (Es 3, 8). E un partire «dall’Egitto» (mi-mizraim) (Es 3, 10).

261

Jogiche dominanti (quelle ricordate sopra), non mettendo radicalmente in discussione la prima «terra» (l’«uomo vecchio»; in America Latina 1’ attuale sistema oppressivo che é il capitalismo dipendente), non collocando come orizzonte necessario di ogni loro discorso l’utopia della «terra» futura (’«uomo nuovo»), non fanno altro che proporre una morale riformista, in terra caldea, in Egitto. Non «usciranno» mai verso il deserto né riceveranno, nel deserto, la «nuova» legge (la «nuova» normativa etica). La questione delle norme, delle leggi, delle virtu, dei valori e anche delle finalita deve essere posta ail’interno della problematica delle due terre (totalita/esteriorita; sistema dominante/utopia; capitalismo dipendente/alternative, ecc.). Pertanto la questione dell’etica della liberazione (genitivo oggettivo) é quello di come essere «buoni» (giusti, salvi) non in Egitto o sotto il regno di Davide, ma nel «passaggio», nella transizione da un ordine «vecchio» all’ordine «nuovo» non ancora vigente. Eroi e santi non regolano la propria condotta sulle norme «vigenti». Se cosi fosse, Washington sarebbe rimasto un buon suddito dei monarchi inglesi; Hidalgo avrebbe ubbidito alle leggi delle Indie spagnole; gli eroi della «Resistenza francese» avrebbero rispettato, sottomettendosi, i comandi di Hitler in Francia; Fidel Castro avrebbe permesso che Cuba restasse una colo-

nia statunitense da «fine settimana» degli Stati Uniti. Qual é il fondamento dell’eticita della prassi degli eroi, quando si ribellano contro le leggi, le norme, le presunte virtt o valori, contro i fini di un sistema ingiusto? Questa questione, che per gli europei e i nordamericani pud occupare solo un’appendice della teologia morale, é per i cristiani della periferia del mondo il primo capitolo di ogni teologia fondamentale — in quanto risponde alla domanda: per che cosa la teologia come totalita? —. Barth, Tillich, Niebuhr, prima della crisi del 1929, intravidero tali questioni, ma erano ben lontani dal poterle affrontare su scala mondiale secondo I’odierna complessita. L’etica della liberazione & un ripensare la totalita dei problemi morali nella prospettiva e secondo le esigenze della «responsabilita»* verso il povero, per un’alternativa storica che per# «Responsabilita» nei confronti dell’altro, dell’oppresso, contro il si-

stema economico oppressore. Hans Jonas (Das Prinzip Verantwortung,

In-

sel, Frankfurt 1982) non affronta il significato concreto di «responsabili262

metta di lottare in Egitto, di camminare nel deserto nel tempo della transizione, di costruire la terra promessa, terra promessa storica, che sara sempre sottoposta al giudizio della terra escatologica «al di 1a di ogni possibilita di produzione materiale storica», il regno dei cieli che non sara mai de/ tutto costruito nella storia (ma che viene gia costruito, nelle costruzioni delle terre periture della storia stessa). 3. Qualche

riflessione sul metodo

Si capisce perché quando, come fa Popper (La societa aperta ei suoi nemici), si crede di poter provare che qualsiasi alternativa al sistema é un’utopia, causa di tutte le catastrofi — cosa che in teologia getta le basi per un cristianesimo antiutopico —, il metodo della morale teologica non puod essere che analitico (sulla linea di Ayer, Wittgenstein e altri)“, oppure pit. o meno eclettico (prendendo qualcosa dalla sociologia, dalla medicina, dalla politica a seconda delle diverse branche della morale). Metodi validi soltanto se vengono utilizzati come mezzi per un discorso teologico-morale parziale. Quando pretendono di essere gli unici metodi validi e criticano i metodi olistici ritenuti imprecisi e non scientifici, si trasformano in metodi ideologici che nascondono la realta. In effetti la messa in discussione del sistema come totalita é tipica del metodo dialettico, da Platone ad Aristotele“ attraverso Tommaso d’Aquino, fino a Kant, Hegel e Sartre. In realta — come direbbe Heidegger, il cui concetto di «mondo» é strettamente dialettico — si tratta di situare ontologicamente ogni oggetto o cosa che mi appare onticamente. Saper mettere in relazione il mezzo,

lo strumento

«con

la mano»,

l’oggetto

con il suo fondamento (con l’essere) é una peculiarita del metodo dialettico. Marx non fa che interrogarsi sulla merce, sul denaro, sulla produzione ecc., alla luce e sulla base dell’essere del capitale (essenza del capitalismo). ta» e si ferma a un livello astratto. Egli considera la «tecnologia», mai peré come momento «del capitale» (als Kapital), ma non comprende tale «conseguenza» (Subsumptio). 43 Cfr. in Handbuch der christlichen Ethik, v. 1, pp. 68 ss, il contributo di F. BOkle (Der sprachanalytische Ansatz). 4 Si veda il mio Método para una filosofia de la liberacién, Sigueme, Salamanca 1974. 263

Il metodo ontologico (in questo caso l’ontologia economica)* ha tuttavia insistito sulla «negazione della negazione» o «dialettica negativa» (si pensi, per esempio, ad Adorno o alla Scuola di Francoforte, compreso Ernst Bloch). Il processo rivoluzionario, di negazione della totalita dominante (Lukacs), é una prassi che nasce dalla negazione della negazione: negazione dell’oppressione prodotta dal sistema sugli oppressi. In qualche modo la negazione della negazione ha come orizzonte il sistema, superato in nome di un’utopia, che o come fantasia artistica (Marcuse, Eros e civilta) 0 come progetto alternativo, é possibile solo a partire dal sistema «stesso». L’origine della negazione o ¢ il sistema stesso oppure é un orizzonte vacuo (mera possibilita o orizzonte trascendentale: regno della liberta, come assoluto tempo libero). L’etica della liberazione, al contrario, parte dall’affermazione dell’altro come reale, come esistente storico. Abbiamo chiamato tale momento positivo transontologico (meta-fisico) di partenza, o punto attivo di inizio della negazione della negazione, l’ analettico®, Con ana- (greco) vogliamo indicare un «al di la» dell’orizzonte ontologico (del sistema della «carne»), «al di la» o trascendentale dell’essere. Tale /dgos (ana-idgos), discorso che ha origine nella trascendenza del sistema, contiene |’ originalita dell’esperienza ebraico-cristiana. Se «in principio Dio cred» (Gen 1, 1) é perché l’altro é precedente al principio stesso del cosmo,

del sistema, della «carne». Anche |’«anteriorita» metafisica del-

l’altro (che crea e si rivela) ha il suo momento storico, politico, erotico.

Il povero, la classe oppressa, la nazione periferica, la donna

oggetto sessuale, hanno una realta «al di la» dell’orizzonte del

sistema che li aliena, li reprime, li disumanizza. La «realta» che possedeva il popolo nicaraguense «al di 1a» dell’orizzonte del somozismo, del capitalismo dipendente, é il punto di appoggio 45 Kart Marx, Grundrisse der Kritik der politischen Oekonomie (1857-

1858), Dietz, Berlin 1974. Pit. recentemente i Manoscritti del 1861-1863 (Zur Kritik der politischen Oekonomie [Manuskript 1861-1863] MEGA, HI/ 2, vv. 1-VI, 1977-82) ci autorizzano a reinterpretare Marx sulla base

di un’ontologia in senso stretto («So wird das Kapital ein sehr mysteridses Wesen»; ibid., p. 2163, riga 11). 46 Si veda il mio recente articolo sull’«analettica» in «Pensée analectique en philosophie de la libération» in Analogie et Dialectique, Labor et Fides, Genéve 1982, pp. 93-120. 264

per la negazione dell’ oppressione e la motivazione per la prassi di liberazione. L’oppresso ha in sé (nella struttura della sua soggettivita, della sua cultura, dell’economia sotterranea, ecc., nella sua esteriorita analettica) la molla trans-sistemica (escatologica) che gli permette di scoprirsi come oppresso nel sistema. Si scopre «come oppresso» se fa esperienza di se stesso escatologicamente, come altro dal sistema nella sua esteriorita ad esso. — l’affermazione analettica della sua dignita, della sua liberta (negata nel sistema), della sua cultura, del suo lavoro («lavoro improduttivo» per il capitale, ma di per sé reale) fuori dal sistema (e «fuori» dal sistema non come conquista del povero, ma spesso perché il sistema lo considera un «nulla», un non essere, ed é da questo nulla [reale] che si costruiscono i nuovi sistemi) a dare inizio alla stessa mobilita della dialettica. Il metodo e la realta storica non cominciano con la negazione dell’oppressione; é la negazione dell’ oppressione a cominciare con l’affermazione analettica dell’esteriorita (escatologica e storica) dell’altro, dal cui progetto di liberazione viene resa effettiva la negazione della negazione e la costruzione di nuovi sistemi. Tali sistemi non sono soltanto univoche realizzazioni o attualizzazioni di quanto era in potenza nel vecchio sistema ingiusto. I] nuovo sistema é la realizzazione analogica, che include qualcosa del vecchio sistema (similitudo), ma anche qualcosa di assolutamente nuovo (distinctio). Il nuovo sistema era impossibile per il vecchio: attraverso I’irruzione dell’alterita analettica del povero nella propria liberazione, vi € una nuova creazione™. I! metodo dell’etica della liberazione — intesa come momento dell’atto creatore della liberta incondizionata di Dio e dell’atto redentore dell’assunzione (suwb-assunzione) in Cristo della carne (il sistema) con l’irruzione analettica del Verbo, la negazione del peccato e la costruzione del Regno — é un metodo analettico. Una dialettica non soltanto negativa, ma positiva, in cui l’esteriorita dell’altro (il Creatore, il Cristo, il povero) é la condizione pratico-positiva dello stesso movimento metodologico. Per questo il povero, la sua stessa prassi liberatrice, come anteriori-

ta analettica, ¢ il momento fondamentale e primario. L’etica viene dopo, ma affermando prima di tutto |’assoluta priorita del

47 para una etica de la Liberacién, v. Il, § 25, pp. 58 ss; v. TI, § 47,

pp. 109 ss; v. IV, § 66, pp. 109 ss; v. V, § 73, pp. 91 ss.

265

povero: questo uomo povero in cui si rivela, interpella e chiama a una responsabilita assoluta, Cristo povero, Dio stesso. In America Latina l’ etica della liberazione consiste nel legittimare la bonta, l’eroismo e la santita della prassi di liberazione di un popolo oppresso nel Salvador, in Guatemala, in Argentina o in Brasile (in Egitto), che sta gia attraversando il deserto (come in Nicaragua), dove il «sacerdote Aronne» — con lintenzione di tornare in Egitto — adora il vitello d’Oro (l’idolo), dove il profeta (Mosé: l’etica della liberazione?) deve non soltanto distruggere il feticcio, ma anche offrire al popolo che si libera la «nuova» legge. Ma la «nuova» legge nasce in opposizione dialettica alla legge dell’Egitto. E impossibile cominciare — come fanno le altre morali — col definire la moralita dell’ atto in base alla sua relazione trascendentale con la norma o la legge. Al contrario, l’eticita assoluta dell’atto sta in rapporto trascendentale con la costruzione del regno nei processi storici di liberazione dei poveri concreti, materiali, di coloro «che hanno fame». Partendo da questa prospettiva, soltanto in un secondo tempo, si possono porre tutti i problemi di astratta soggettivita morale (da cui tutte le teologie morali cominciano).

L’enciclica Laborem exercens rappresenta un buon punto di partenza per un’etica della liberazione fondata sulla carnalita sfruttata del povero nel suo lavoro, fondamento eucaristico o economico che andra approfondito in futuro®.

stori48 A ragione il pensiero polacco (cfr. Josef Tischner, La svolta Bologna 1982, ca, trad. it. CSEO, Bologna 1981 ¢ Etica del lavoro, CSEO, il «lavoro» ‘in particolare: «Il lavoro privo di senso», pp. 76 ss) ha assunto é quello problema il Polonia la Per . teologica e riflession di centro come ]’AmeriPer e. lavorator del parte da lavoro del prodotto del del controllo prodotta dalca Latina il problema é quello del consumo (perché c’é fame, In Polonia loppressione e dal furto strutturale) del prodotto del lavoro. evuole avere il lavoratore (la nazione) vuol sapere perché produce il pane e di popolo) il controllo sulla produzione. In America Latina il lavorator co. Si veda vuole possedere il frutto del proprio lavoro, il pane eucaristi (edizione Y’opera di John Desrochers, The Social Teaching of the Church che la Laprivata, Bangalore 1982), particolarmente pp. 637 ss. E chiaro nto fondame un dare di ne liberazio della all’etica permette borem exercens materiale al proprio discorso. 266

ABBREVIAZIONI

AG

Ad gentes, decreto sull’attivita missionaria della Chiesa

EN

Evangelii nuntiandi,

ES

Ecclesiam suam,

GS

Gaudium et spes, costituzione pastorale su La Chiesa

Istruzione

(Vaticano II).

enciclica di Paolo

enciclica di Paolo

VI.

VI.

nel mondo contemporaneo (Vaticano II).

Istruzione su alcuni aspetti della teologia della liberazione, della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (6 agosto

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LE

Laborem

LG

Lumen gentium, costituzione dogmatica su La Chiesa (Vaticano II).

Medellin

Presenza della Chiesa nell’attuale trasformazione del-

exercens,

enciclica di Giovanni

Paolo

II.

l’America Latina (documento finale della 1] Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano tenutasi a Medellin).

MM

Mater et magistra,

OA

Octogesima adveniens, \ettera apostolica di Paolo VI.

PP

Populorum progressio, enciclica di Paolo VI.

PT

Pacem

Puebla

L’evangelizzazione nel presente e nel futuro dell’Ameri-

enciclica di Giovanni

in terris, enciclica di Giovanni

XXIII.

XXIII.

ca Latina (documento finale della III Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano tenutasi a Puebla).

QA

Quadragesimo anno, enciclica di Pio XI.

RN

Rerum

UNCTAD

United Nations Conference Trade and Development (Conferenza dell’ONU per il commercio mondiale e lo sviluppo).

novarum,

enciclica di Leone

XIII.

267

BIBLIOGRAFIA

Indichiamo una bibliografia minima per coloro che desiderano

approfondire questo trattato teologico. Poiché il nostro interesse non é di presentare un trattato completo, ma mostrare le linee

interpretative della teologia della liberazione, ricordiamo che le seguenti opere hanno elenchi bibliografici sufficienti e ampi.

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273

INDICE ANALITICO

Agdpe

(—~ amore,

faccia a faccia, carita)

Alienazione (— peccato) 2.2, 2.7, 12.5 Alleanza 4.4 Altro, I’ (@ povero,

esteriorita)

1.4,

1.4, 1.5, 7.9

1.6, 2.1, 2.2, 2.3, 4.2, 4.3,

4.5, 18.7, 20.3, 20.6

Amore

1.4, 1.5, 7.9

Anima

6.3, 6.9

Angeli (— principe di questo mondo) 2.8, 2.10 eucarestia) 1.7, Appagamento (— fame, mangiare, Regno, bisogno, 18.6 1.8, 1.10, 4.9, 6.4, 9.4, 17.4, 18.2, Armamenti, politica degli 15.7-15.10

Assolutizzazione

Ateismo 2.3

(>

feticismo, idolatria, totalita) 2.1, 2.3, 12.10

Babilonia 3.5, 5.5, 9.5, 9.6

Bestia 15.10 Bisogno (— fame) 1.1, 1.7, 1.10 Blocco comunitario 8.7-8.8 Blocco sociale 8.6 Bocca a bocca 1.3 Bonta (— santita) 4, 4.4, 4.6

Capacita di lavoro (— lavoro) 11.9 14, 14.2, 15, 15.2 Capitale 2.3, 12, 12.4, 13, 13.2, 13.6, 13.9, ) 1.3, 3.4, 4.8, 6, mondo questo di Carne (— sensibilita, principe 6.3, 6.6, 6.9 Chiesa 9, 9.7, 9.10 — Chiesa dei poveri 8.9, 9.3, 9.10, 10.5 denza) Classe (— relazione sociale, capitale, dipen

8.4,

13.3,

16

, Regno) 1.1, Comunita (— faccia a faccia, incontro, etica, utopia 11.10, 12.3, 10.6, 9, 8.8, 8.7, 8.3, 4.6, 1.5, 1.6, 1.9, 1.10, 4.4, 19.8 18.10, 17.7, 12.5, 17.5,

274

— Comunita ecclesiale di base 8.9, 10.6, 10.7, 18. 9, 19.8, 10.7 — Comunitario (— sociale) 3.2, 4.6

Concorrenza 13.2, 14.6 Conversione 4.3 Corpo (~ carne) 1.3, 3.4, 6.2, 6.3, 6.9 Corporeita (— sensibilita) 1.3, 6, 12.2 Coscienza (personale cognitiva) 2.9 Coscienza etica (> voce dell’altro, esteriorita, Coscienza morale (~ morale) 3.8, 4.2 Crediti internazionali 15.1-15. 6 Cristianita 9.9, 10.5, 10.10, 18.7 Cultura (> pane, prodotto) 6.8, 18.6-18.10

etica) 4.2

— Cultura popolare 18.9 — Culturale trasnazionale 18.8

Demonio (> principe di questo mondo) 2.1, 2.8, 2.10, Denaro (> capitale, interesse) 6.7, 11.8, 12, 15.1-15.6

3.1, 3.3

Desarrollismo 16.6 Dipendenza 13, 13.5, 13.7, 13.10, 14, 14.3, 14.5, 14.7- 14.8, 15, 16.7 Dominazione culturale (> Dottrina sociale 19

cultura)

18.7

Ecologia 18.1-18.5

Eroe 7.2, 7.6, 9

Eroismo 9

Eros 1.4

Escatologia (> Regno, utopia, comunita)

9.10

1.10, 5.2, 6.9, 8.5, 8.8,

Esteriorita (— altro, trascendenza, povero, popele)

5.2, 5.6, 8.5,

8.7, 8.8, 10.6 Etica (> morale, esteriorita, trascendenza) 3.2, 5.2, 5.6, 5.7, 7.5, 7.7, 7.8, 7.9, 10, 10.7 — Etica carnale 6.6 — Etica comunitaria

5, 10.6,

19.1

~— Etica di liberazione 6.1 (e Appendice) Eticita 5.9 Eucarestia (>

pane, comunita)

Faccia a faccia (>

persona,

1.6,

1.7, 6.10, 9.4,

18.6

altro, esteriorita, trascendenza)

1.1,

1.3, 1.5, 1.8, 2.1, 4.1, 4.6, 4.9, 11.10, 12.2, 12.3, 17.5, 18.9

Fame (— nudo, senza casa, pelle, sensibilita, carne) 1.7, 4.2, 4.9,

6.1, 6.4-6.7, 10.3, 11.2, 10.3, 20.4 Fede 7.3-7.5, 20.2-20.4 Festa (> mangiare, appagamento, gioia, comunita)

1.7 275

Feticismo (— idolatria, assolutizzazione) 2.1, 2.3, 3.3, 15.3,

15.5

Furto 2.7, 3.8

Gerusalemme 5.5, 5.10, 7.10, 11.10 Gioia (~ comunita) 1.1, 1.7, 1.8 Giustificazione 4.7, 9.5 Giustizia 6, 10.6 Guerra (— armamenti) 15.7-15.10 Ideologia 3.6, 3.8, 7.3, 8.1-8.2, 9.8 Idolatria, (— feticismo, assolutizzazione) 2.3, 2.8, 3.10, 42.8, 12.10,

15.3, 15.5 Illegalita 7, 7.2, 7.6 Incontro

(>

faccia a faccia, comunita)

1.1

Individualita (> soggettivita) 1.5, 1.6, 2.5, 12.5, 17, 17.5 Individuo astratto (> capitale sociale) 12.5, 17.3, 17.5 Ingiustizia 6.4

Istituzione, istituzionalita 2.6, 4.6, 9.2, 9.4, 9.10, 10.7, 10.10, 12.7,

17.1-17.3

Interesse (—

capitale, credito)

Lavoratore 12.8 — Fonte creatrice di valore — Capacita di lavoro 11.7,

15.1-15.6 11.7, 11.9

12.10

Lavoro (— péiesis, relazione di produzione, capitale) 2.7, 6.10, 8.3, 9.5, 11, 12.3, 12.5, 12.10, 18.3 Legalita 7, 7.2, 7.4 Legge 5.7, 5.9, 7, 7.3, 7.4, 7.5, 7.9

Legittima difesa (> violenza) 16.9 Liberazione dal peccato oggi 13.9-13.10 Liberazione ecologica 18.5 Lotta di classe Magistero

16,

16.1-16.5

19, 20.7-20.8

Malvagita 2, 2.2 — Malvagita astratta, individuale 2.4 Mangiare (— vestirsi, abitare, appagamento, Regno) 1.6, 1.7, 4.9, 6.7, 9.4, 10.2, 17.4, 18.9

Manicheismo 6.2 Martire (> profeta) 3.10, 4.10, 5.5, 9, 15.10 Merce 12.5 Mondo, questo mondo 2.10, 3.3 Morale (— sociale, relazione sociale, totalita, coscienza morale, in-

dividuo astratto) 3, 3.1, 3.2, 3.6, 3.8, 5.3, 5.4, 5.7, 5.9, 7.4, 7.5, 8.2, 10, 10.3, 12.7

276

— Morale di dominazione — Morale ascetica 6.6 — Morale sociale 3, 3.3

6.4

Moralita 3.1, 3.7, 7.2, 7.3, 8.2

Morte (> vita, guerra, armamenti, capitale, violenza, peccato) 2,

2.2, 2.7, 2.8, 4.8, 5.2, 12.9, 15.7-15.10

Natura

18.2

Nazione (~ popolo) 13.3, 14.4

Opere 7.5 Ortodossia 20.7

Ortoprassi 20.7

Pace (~ armamenti, guerra, violenza) 4.4 Pane (— prodotto, eucarestia) 1.1, 1.6, 2.7, 6, 6.7, 6.10, 9.4, 10.2,

11.2, 17.4, 17.8, 18.6

Parola (>

voce)

1.3, 6.3, 6.6

Parusia (> Regno, escatologia, utopia) 9.10, 10.10, 16.10 Peccato (— principe di questo mondo, prassi, demonio, ricco, relazione sociale) 2, 2.1, 2.2, 2.7, 2.8, 3, 3.4, 12, 13.9-13.10, 14.6,

16.3

— Peccato

sociale,

strutturale 2.5, 2.6, 2.9,

— Peccato personale, individuale 2.9 — Peccato ereditato 2.6 — Peccato in concreto 2.6

12,

12.7,

16.3

— Peccato invisibile 12.7, 14.7 — Peccato internazionale 13, 13.4

— Peccato trasnazionale 14

— Peccato come credito 15.1-15.6

— Peccato della politica degli armamenti Peccatore (— ricco) 2.7, 2.8

15.7-15.10

Pelle (> fame) 6.4, 6.5, 12.2 Persona (— faccia a faccia, comunita, volto, esteriorita, altro) 1.2,

1.3, 1.4, 2.1, 2.2, 12.8, 18.2 Philia 1.4 Piacere

1.7, 6.7

Plusvalore (— vita, valore) Plus-vita (— vita) Poiesis (> lavoro, cultura, produzione) 1.2, 11.2, 18.2, 18.6 Popolo (— povero, classe, nazione, dipendenza) 1.5, 4.5, 4.6, 5.8,

8, 8.5, 13.6, 13.8, 16.9

— Popolo

come

oppresso

8.6

— Popolo come esteriorita 8.7 277

— Cultura popolare 18.9 — Pastorale popolare 18.10

Povero (~ popolo, altro, esteriorita, peccato, morte) 2.7, 3.9, 3.10,

4.2, 4.4, 4.5, 4.6, 4.9, 5.4, 5.9, 7.7, 7.10, 9.8, 10.1, 10.2, 10.4, 10.9, 13.8, 14 — Povero secondo lo Spirito 5.4

— — — — — — — —

Povero, Povero Povero Povero Povero Povero Povero Povero

soggetto del Regno 5.8 come salariato 7.8, 12.5 come classe 8.4 popolo 8.6-8.7 come criterio etico assoluto come Cristo stesso 10.7 come esteriorita 12.2 come nazione 13, 13.3

— Chiesa dei poveri 8.9

10.9

:

Poverta (— povero) 2.7, 3.9, 6.5, 6.8, 10.9, 12.3, 12.5 Prassi (~ faccia a faccia, comunita, relazione comunitaria, zione sociale) 1, 1.1, 1.2, 20.3-20.9 — Prassi di dominazione 2.2

rela-

— Prassi di liberazione 8.9-8.10 — Ortoprassi 20.7

Principe di questo mondo (—~ demonio, peccato, feticismo) 2.2, 2.8,

2.10, 3.6, 3.7, 12.7

Principi etici assoluti o radicali 7.7, 7.9, 7.10, 10.2, 10.4, 10.9 Principi etici derivati o relativi 7.8, 10.2, 10.3 Prodotto (> pane) 2.7, 8.3, 9.4, 11.2, 11.5, 11.6, 18.2 Produttori 8, 11.4 Produzione (~ relazione produttiva, lavoro, pane) 9.5, 11, 17.4 Profeta (~ martire) 7.6, 9, 9.2, 9.5, 19, 20.8

Profitto (— capitale) 12.5-12.6, — — — — —

Profitto Profitto Profitto Profitto Profitto

15.4

industriale 12.9, 15.2 commerciale 12.9, 15.2 come interesse 12.9, 15.1-15.6 straordinario 13.5, 14.8 trasnazionale 14.2

— Tasso di profitto 17.4

Progetto storico-temporale, concreto 1.10, 5.2 — Progetto vigente (~ morale) 5.2

— Progetto di liberazione 5.2 Proprieta 3.8, 7.3, 11.6, 17.6, 19, 19.4 — Proprieta socialista 17.3,

17.6

Prossimo (— altro, esteriorita) 1.3

278

Regno di Dio (-> faccia a faccia, comunita, utopia, trascendenza)

1, 1.1, 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 3.3, 4.10, 5.8, 16.5

— Due

Regni

5.1

Relazione comunitaria (— faccia a faccia, comunita, agape) 1.5, 4.6, 8.3, 12.2 Relazione di dominazione (— peccato) 2.7 Relazione di produzione (— relazione sociale, relazione praticoproduttiva) 18.3 Relazione poietica, produttiva (— Relazione pratica (— prassi)

pdiesis)

Relazione pratico-produttiva (— pdiesis, lavoro) 1.6, 2.7, 11.4, 12.7, 18.3 Relazione sociale (— peccato sociale) 2.5, 2.10, 8.2, 8.4, 12, 12.3,

12.6, 12.7, 13.1, 13.4 Repressione 3.10

Responsabilita (~ altro) 2.9, 4.2, 20.4 Ricco (> peccato, peccatore, povero) 2.7, 2.8,

Riformismo 16.6 Rispetto (— faccia a faccia) 1.3

12.3,

13.6,

16.4

Risurrezione 4.1, 4.3, 4.8, 5.2, 5.4, 6.9

Rivelazione (— esteriorita, voce) 20.3 Rivoluzione

16.7,

Sacramentalita

Salariato 12.8

16.9-16.10

(—

sensibilita, pane,

eucarestia) 6, 6.7, 6.10

Salario (> lavoro, capitale) 11.9, 12.3, 12.5, 12.6, 14 Sangue (-— valore, vita) 2.2, 2.8, 3.10, 4.4, 11.2, 12.9, 15.2, 15.5 Santita (> bonta) 4.1, 4.6

Satana (~ demonio, principe di questo mondo) 2.10 Scambio (valore di scambio) 11.4 Sensibilita (~ fame, Servitore 4.10

carne, corpo,

sacramentalita) 6

Servizio (> lavoro) 4.5 Socialismo reale 17

Socializzazione 11.10, 17.6-17.7 Societa (- morale, comunitario,

relazione sociale) 3.2, 8.2

Soggettivita (— individualita) 11.10, 17.5 Sovversivo 7.6 Spirituale 4.9, 5.4, 6.6, 6.10 Stalinismo 17.10

Stato 9

Storia unica 9.2

Supersfruttamento

13.6

279

Tasso di produzione 17.4 Tasso di profitto 17.4

Tentazione 2.4, 5.9 Teologia della dominazione 3.9, 16.3, 20.6 Teologia della liberazione 4.8, 8.6, 8.10, 9.3, 11.1, 13.8, 17.3, 18.6,

20

Teologia della rassegnazione-3.9,

Teologia della riconciliazione 3.9 Teologia fondamentale

Teologia populista 13.8

19.6

20.2, 20.10

Terra lavorata 16, 18.3 Tetra madre 18.3-18.4 Terra promessa (> utopia, Regno, mangiare, appagamento)

1.10,

4.4, 5.2, 5.5, 7.2, 7.9

— Prima terra 4.4, 5.2 Terzerismo 17, 17.3, conclusioni Totalita (> assolutizzazione, feticismo, esteriorita) 3.8, 5.2, 8.4,

10.1, 10.4

Tradizione 9.9, 20.8 Trascendenza (— esteriorita, altro, utopia, escatologia) 1.10, 5.3,

5.6, 8.8, 10.2, 10.4, 10.5, 10.8, 10.9, 17.10

Trasferimento di plusvalore (~ dipendenza, plus-vita) 13.5, 13.7,

14.5-14.9, 15.6 Trasnazionali (— capitale, dipendenza) 14, 14.3

Usura (— interesse) 12.9, 15.1-15.6 Utopia (~ Regno, escatologia, progetto, terra promessa) 1.5, 1.8,

1.10, 4.6, 4.10, 5.2, 5.5, 5.6, 8.3, 8.8, 9.6, 11.10, 17.2, 17.5

Valore (> vita, plus-vita, sangue, capitale, dipendenza, trasnazionali) 11.4, 11.5, 11.7, 12.3, 12.4, 12.9, 17.4 — Legge del valore 17.3 Valore di scambio 11.4

Valore d’uso 11.2, 11.4, 18.3 Violenza (> peccato) 12.3, 16.1, 16.6, 16.8, 16.10 — Violenza istituzionale 3.10, 16.8 Vita (> Regno, comunita, appagamento, mangiare, sensibilita) 1.7,

2.7, 2.8, 3.10, 4, 4.8, 5.2, 6.4, 6.6, 11.2, 11.8, 12.9, 14.9, 15.6 — Plus-vita 12.3, 12.6, 12.9, 13.5, 13.6, 14.2, 14.5, 14.7, 14.8, 15.2, 15.3, 15.6, 15.7, 16.9, 17.4 Voce dell’altro (> parola, altro, coscienza etica, rivelazione) 4.2, 20.3 Volto (—

persona)

Vomero 4.8 280

INDICE

Introduzione

Pag. parte prima

DIECI QUESTIONI

FONDAMENTALI

capitolo primo

PRASSI

E REGNO

1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 1.9 1.1

. I termini del problema . Prassi come atto e come relazione . La persona: volto, corporeita e il “prossimo” . La relazione come “agape” . Il “noi” del faccia a faccia: la comunita . Comunita “eucaristica” . Bisogno, appagamento, festa . Il regno di Dio come faccia a faccia assoluto . Il Regno comincia “gia” nella comunita 0. Il regno come “al di 14”: l’utopia Conclusioni capitolo secondo

MALVAGITA E MORTE

2.1. 2.2. 2.3. 2.4. 2.5. 2.6. 2.7. 2.8. 2.9. 2.10.

I termini del problema Cos’é la malvagita, il male? Idolatria, feticismo Malvagita individuale o astratta Peccato sociale o concreto Il peccato “ereditato” Il “povero” La “morte” Coscienza e responsabilita Il “principe di questo mondo”

Conclusioni

capitolo terzo

MORALE

SOCIALE VIGENTE:

IL “PRINCIPIO BABILONIA”

Wt

WW

wCaouHTnAnavt

3.1. 1 termini del problema 3.2. Necessarie distinzioni . “Questo mondo”

. La “carne”

Ww

Ww

. Il “principio Babilonia” . Il sistema delle pratiche morali . Moralita della prassi . Coscienza “morale” . power “per natura” 3. 10. La “croce” come effetto della repressione del peccato Conclusioni capitolo quarto

BONTA E VITA

4.1. I termini del problema 4.2. Coscienza etica e voce del povero 4.3. Conversione 4.4, L’“alleanza” 4.5. La bonta come servizio 4.6. La bonta “comunitaria” 4.7. L’“eredita” del bene 4.8. La “vita” riconquistata 4.9. I poveri sono saziati 4.10. Il Regno del “servitore” Conclusioni capitolo quinto

ETICA COMUNITARIA:

IL “PRINCIPIO GERUSALEMME”

AAA

AAMAA

OomUIAMNAWNH

. I termini del problema . Alcune distinzioni necessarie . Dalla “morale” all’“etica” . I poveri “secondo lo Spirito” . Il “principio Gerusalemme” . Le pratiche “utopiche” . Il “nuovo” codice etico . IL povero, “soggetto” del Regno . Eticita della _Prassi di liberazione 5. 10. La “nuova” Gerusalemme Conclusioni capitolo sesto

SENSIBILITA, GIUSTIZIAE SACRAMENTALITA 6.1. I termini del problema 6.2. Ellenismo, gnosi e manicheismo

Pag.

6.3. Dignita della “carne” 6.4. Sensibilita. La “pelle” 6.5. Ingiustizia e sensibilita 6.6. Morale ascetica ed etica carnale 6.7. Mangiare-cibo, abitare-casa, vestire-abito 6.8. Poverta culturale 6.9. La “carne” é quella che risuscita 6.10. Sacramentalita Conclusioni capitolo settimo

LEGALITA MORALE 7.1. 7.2. 7.3. 7.4. 7.5. 7.6. 7.7. 7.8. 7.9. 7.10.

E ILLEGALITA ETICA

I termini del problema Necessarie distinzioni La legge della moralita Paolo contro la legalita morale La prassi “etica” e la fede Ilegalita del profeta e dell’eroe Il principio assoluto dell’etica Principi derivati dal principio etico-comunitario La legge etico-comunitaria In che modo Gerusalemme pud diventare Babilonia

Conclusioni

» » » » » » » » » » » »

capitolo ottavo

RELAZIONI FRA PRODUTTORI

E PRASS! DEL POPOLO

8.1. I termini del problema 8.2. Rapporti “sociali” di dominazione 8.3. Relazioni “comunitarie” 8.4, Cos’é la “classe”? 8.5. Cos’é il “popolo”? 8.6. Prassi del popolo “come oppresso” 8.7. Prassi del popolo “come esteriorita” 8.8. La prassi comunitaria-utopica in seno al popolo 8.9. Prassi profetico-comunitaria di liberazione “nel” popolo 8.10. La prassi di liberazione del popolo Conclusioni

» » » » » » » » » » » »

capitolo nono

EROISMO 9.1. 9.2. 9.3. 9.4. 9.5. 9.6.

POLITICO E MARTIRIO ECCLESIALE

I termini del problema Necessarie distinzioni , L’eroe e il profeta nella persecuzione e nella liberazione L’eroe nella costruzione delle “mura” Il profeta costruisce il tempio Il politico che esercita il potere dello Stato

» » » » »

101 101 102 103 103 105

9.7. L’ecclesiastico gestisce i “beni religiosi” 9.8. Quando lo Stato reprime i “nuovi” poveri 9.9. Il modello di cristianita 9.10. Dialettica permanente e necessaria fra Stato e Chiesa Conclusioni capitolo decimo

MORALI

RELATIVE

ED ETICA ASSOLUTA

10.1. 1 termini del problema 10.2. Necessarie distinzioni 10.3. Morali relative 10.4: Criticismo trascendentale dell’etica del vangelo 10.5. Dall’etica del vangelo alla morale nella cristianita 10.6. L’etica cristiana comunitaria 10.7. In che modo I’etica critica le morali? 10.8. Molteplicita ed evoluzione delle morali 10.9. Unicita trascendentale dell’etica evangelica 10.10. Dialettica fra incarnazione moralizzante e trascendenza etica Conclusioni

parte seconda DIECI ATTUALI QUESTION!

Pag.

106 107 108 109 110

112 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 121

DIBATTUTE

capitolo undicesimo

ETICA DEL LAVORO

125

11.1. I termini del problema 11.2. Necessita, vita 11.3. Il prodotto: vita oggettivata 11.4. Scambio fra produttori 11.5. Il valore del prodotto 11.6. Proprieta del prodotto 11.7. Ha valore il lavoro? 11.8. I] “denaro” come vita oggettivata 11.9. Capacita di lavoro e salario 11.10. Comunita etico-produttiva Conclusioni

125 126 127 127 128 129 130 131 132 133 134

capitolo dodicesimo

CRITICA ETICA AL CAPITALE

136

12.1. 12.2. 12.3. 12.4. 12.5.

136 137 138 139 140

I termini del problema Il “povero” oggi Il peccato come “relazione sociale” di dominio Cos’é il capitale? Il “povero” come salariato

12.6. Il “plus-vita” accumulato 12.7. L’“istituzione” del peccato invisibile 12.8. La persona del lavoratore, un “nulla” 12.9. Circolazione di sangue 12.10. L’idolatria consumata Conclusioni capitolo tredicesimo CRITICA

ETICA

DELLA

DIPENDENZA

13.1. I termini del problema 13.2. Necessarie distinzioni 13.3. La “nazione” come “povero” 13.4. Relazione sociale internazionale 13.5. Cos’é la dipendenza? 13.6. Nazione povera, popolo e supersfruttamento 13.7. Il “plus-vita” trasferito tra le Nazioni ricche 13.8. La teologia populista e la teologia popolare 13.9. Liberazione dal peccato, oggi (livello essenziale) 13.10. Liberazione dal peccato, oggi (livello mondiale) Conclusioni capitolo quattordicesimo

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141 142 143 144 145 146

148 148 149 150 150 151 152 153 154 156 157 158

LE TRASNAZIONALI

160

14.1. I termini del problema 14.2. Alcune distinzioni necessarie 14.3. Trasnazionalizzazione del capitale produttivo 14.4. Nazione-supporto e nazione-ospite 14.5. In che modo il capitale trasnazionale sottrae “plus-vita”? 14.6. Dove sta l’ingiustizia? 14.7. Seconda ingiustizia: supertrasferimento di “plus-vita” 14.8. Terzo livello 14.9. Vasi comunicanti di vita 14.10. Il potere “civilizzatore” delle trasnazionali? Conclusioni

160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170

capitolo quindicesimo

CREDITI INTERNAZIONALI DEGLI ARMAMENTI 15.1. 15.2. 15.3. 15.4. 15.5. 15.6. 15.7, 15.8.

E POLITICA

I termini del problema Necessarie distinzioni Il capitale che frutta interesse Il denaro che crea denaro Il nuovo Moloc Ulteriore trasferimento di “plus-vita” La guerra come affare Il peccato della politica degli armamenti

172 172 173 174 175 176 177 178 179

15.9. Investimento improduttivo: strumenti di morte 15.10. Il potere armato della Bestia Conclusioni

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181 182 183

capitolo sedicesimo

LOTTA DI CLASSE, VIOLENZA E RIVOLUZIONE

185

16.1. 16.2. 16.3. 16.4. 16.5. 16.6. 16.7. 16.8. 16.9. 16.10.

185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 196

I termini del problema Cosa s’intende per “lotta di classe”? Il peccato é la causa dell’esistenza delle classi Il peccato causa la lotta di classe Il Regno, senza classi né lotte Riformismo, «desarrollismo» Dipendenza, rottura e rivoluzione Violenza La legittima difesa e il diritto alla vita del povero Rivoluzione, morale ed etica

Conclusioni

capitolo diciassettesimo

PROBLEM!

ETICI DEL SOCIALISMO

REALE

197 197 198 199

17,1. I termini del problema 17.2. Istituzionalizzazione del socialismo 17.3. ... E rimase la “legge del valore” 17.4. Il tasso di crescita della produzione 17.5. L’individualita nella comunita 17.6. Socializzazione dei mezzi di produzione 17.7. Coscienza del processo produttivo 17.8. Pianificazione e imprese autonome 17.9. Ambito di conflitti negoziabili e democrazia 17.10. Mistificazione della tecnologia e del progresso sociale Conclusioni

201 203 204 205 207 208 209

capitolo diciottesimo

ETICA ECOLOGICO-CULTURALE 18.1. I termini del problema 18.2. Persona, natura, prodotto: la “pdiesis” 18.3. La “madre terra” 18.4. Distruzione della terra 18.5. Ecologia e liberazione 18.6. Cultura 18.7. Dominazione culturale 18.8. Cultura trasnazionale 18.9. Cultura popolare, resistenza e creazione culturale 18.10. Cultura e pastorale popolare Conclusioni

» » » » » » » » » » » »

211 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221

capitolo diciannovesimo

DOTTRINA SOCIALE

E VANGELO

» 223

19.1. I termini del problema 19.2. Dalla "Rerum novarum” (1891) alla “Quadragesimo anno”

223

(1931)

224

(1971)

225 226 228 230 231 232 233 234 235

19.3. Dalla “Mater et magistra”(1961) alla “Octogesima adveniens” 19.4. La “Laborem exercens” (1981) 19.5. Le istanze etiche del Vangelo 19.6. Statuto della dottrina sociale 19.7. La funzione profetica 19.8. Responsabilita ultima della comunita cristiana 19.9. Evoluzione della dottrina sociale 19.10. Dottrina sociale ed etica teologico-comunitaria Conclusioni capitolo ventesimo

L’ETICA DELLA LIBERAZIONE COME FONDAMENTALE

TEOLOGIA

20.1. I termini del problema 20.2. Cos’é la teologia fondamentale? 20.3. Com’é possibile la rivelazione? 20.4. Com’é possibile la fede? 20.5. Il “punto di partenza” della teologia 20.6. La prassi determina la teologia 20.7. Ortoprassi e ortodossia 20.8. Comunita, profeti, teologi e magistero 20.9. Il povero e il Dio dei poveri 20.10. La teologia fondamentale nella teologia della liberazione Conclusioni

236 236 237 238 239 240 241 242 245 247 248

appendice

ETICA DELLA LIBERAZIONE.

IPOTES! FONDAMENTALI

251

Abbreviazioni

267

Bibliografia

268

Indice analitico

274

PROPRIETA RISERVATA STAMPA: A.C. GRAFICHE CITTA Di CASTELLO - 1988 L. 20.000

ENRIQUE DUSSEL

ETICA COMUNITARIA “Liberare il povero” é il precetto

etico fondamentale che ricorre in tutto questo volume. L’autore stabilisce una distinzione di base tra etica comunitaria e morale sociale. La prima si fonda sulla relazione interpersonale,

fraterna e di condivisione

senza sfruttamento e dominazione.

La seconda regge il mondo e le azioni degli oppressori

che si dimostrano sordi

alle grida dei poveri. Diviso in due parti, questo libro

affronta dieci temi_

fondamentali come, ad es., prassi e regno, bonta e vita, morali relativé ed etica assoluta; e dieci questioni

dibattute tra cui: etica del lavoro,

critica etica del capitale,

trasnazionali, lotta di classe.

Elaborato in forma didattica, ogni capitolo termina

con alcune domance, utili per il dibattito tra i partecipanti

a gruppi di studio. E un lavoro arricchente e di impegno.