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Italian Pages [186] Year 2018
.it Gianluigi Maccabiani con la collaborazione di Silvia Stampatori
SISMICA IN LOMBARDIA L’attività di controllo sul progetto e sull’esecuzione Quadro degli adempimenti e delle modalità di controllo per la presentazione e la gestione delle pratiche sismiche in Lombardia
Gianluigi Maccabiani con la collaborazione di Silvia Stampatori
SISMICA IN LOMBARDIA L’attività di controllo sul progetto e sull’esecuzione Quadro degli adempimenti e delle modalità di controllo per la presentazione e la gestione delle pratiche sismiche in Lombardia
Gianluigi Maccabiani Si occupa di ingegneria delle strutture dal 1994. È coordinatore degli strutturisti di “Tecnolab Ingegneria”, con i quali si occupa della progettazione di opere nei settori pubblico e privato. Grazie all’attività svolta sul campo e all’esperienza acquisita con la commissione strutture e geotecnica dell’ordine di Brescia, negli ultimi anni ha potuto approfondire le diverse tematiche della disciplina che regola la realizzazione delle opere strutturali, partecipando anche al gruppo di lavoro sismico della Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia (CROIL) per la revisione della legge in materia sismica della Lombardia. Silvia Stampatori Ingegnere civile con esperienza nella progettazione strutturale di edifici e opere infrastrutturali, con la specializzazione nei calcoli strutturali per l’ingegneria sismica applicata alle nuove costruzioni e agli interventi sui fabbricati esistenti. Nella libera professione, a partire dal 2014, ha dedicato la sua attività all’approfondimento della disciplina delle opere strutturali e agli aspetti applicativi delle più recenti Norme Tecniche per le Costruzioni, anche svolgendo l’esame delle pratiche sismiche a fini autorizzativi in diversi comuni lombardi.
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Indice
1. Introduzione ...................................................................................................................... Pag. 5 1.1 La delega delle funzioni regionali ai comuni ..................................................... » 5 1.2 Il quadro normativo ........................................................................................... » 6 1.3 L’iter delle pratiche sismiche in sintesi .............................................................. » 7 1.4 Parallelo zona 2 / zone 3 e 4............................................................................. » 11 2. L’attività di controllo sul progetto e sull’esecuzione ................................................. 2.1 L’esame formale e l’esame tecnico ................................................................... 2.2 L’esame formale: i controlli di completezza, coerenza e regolarità ................... 2.3 L’esame tecnico: i controlli di conformità del progetto alle norme ..................... 2.4 Le richieste di integrazione ............................................................................... 2.5 Le prescrizioni in sede di parere tecnico favorevole ......................................... 2.6 I corsi di formazione e i seminari di aggiornamento .......................................... 2.7 Le modalità operative dell’esaminatore presso gli uffici comunali .................... 2.8 L’efficienza dell’organo di controllo ................................................................... 2.9 I sorteggi a campione ........................................................................................ 2.10 I controlli sull’esecuzione .................................................................................. 2.11 Le opere minori e le opere speciali ................................................................... 2.12 La circolare esplicativa delle NTC ..................................................................... 2.13 Le parti strutturali “non principali” e gli elementi “non strutturali” ...................... 2.14 Le verifiche “non-sismiche” ............................................................................... 2.15 Le relazioni geologica e geotecnica .................................................................. 2.16 Il controllo della componente geologica ............................................................ 2.17 La DGR 2616/2011 ........................................................................................... 2.18 Il collaudo statico............................................................................................... 2.19 Il controllo delle competenze dei professionisti ................................................. 2.20 La validità ai sensi dell’art. 65 ........................................................................... 2.21 L’eliminazione di barriere architettoniche .......................................................... 2.22 La relazione illustrativa e scheda sintetica dell’intervento (modulo 12) ............ 2.23 Il giudizio motivato di accettabilità dei risultati................................................... 2.24 La relazione sui materiali .................................................................................. 2.25 Le sopraelevazioni ............................................................................................ 2.26 Il collegamento tra la pratica edilizia e quella sismica....................................... 2.27 Le varianti e le integrazioni spontanee.............................................................. 2.28 L’entrata in vigore delle NTC 2018 .................................................................... 2.29 Le pratiche in sanatoria ..................................................................................... 2.30 Le “costruzioni in corso” nei comuni con cambio di classificazione .................. Edil Tecnico .it
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2.31 La valutazione della sicurezza e le limitazioni all’uso.......................................... Pag. 48 2.32 L’esame del progetto: cosa controllare ............................................................. » 49 2.33 L’attività di controllo in sintesi ............................................................................ » 49 APPENDICE A: Opere minori e opere speciali..............................................................
» 50
APPENDICE B: L’attività di controllo in sintesi ..............................................................
» 58
APPENDICE C: Le carenze più comuni ........................................................................
» 63
APPENDICE D: Esempi di controlli sul progetto e sull’esecuzione compatibili con la DGR 5001/2016 ...........................................................................................
» 69
APPENDICE E: Esempi di richieste di integrazioni compatibili con la DGR 5001/2016
» 91
APPENDICE F: Esempi di richieste di integrazione da non fare ...................................
»142
APPENDICE G: Esempio di procedura per i controlli sul progetto .................................
»159
APPENDICE H: Esempio di procedura per i controlli sull’esecuzione ...........................
»163
APPENDICE I: Check-list per il controllo formale delle pratiche sismiche ...................
»168
APPENDICE J: Riscrittura degli articoli del DPR 380/2001 interessati dal trasferimento di funzioni ............................................................................................
»170
APPENDICE K: Esame della legge regionale e proposte migliorative ..........................
»172
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1. Introduzione
1.1 La delega delle funzioni regionali ai comuni A partire dal 10 aprile 2016, con la legge 33/2015 e la DGR 5001/2016, la Regione Lombardia ha trasferito ai comuni le funzioni in materia sismica e ha definito le procedure di presentazione e gestione della pratiche e le relative attività di controllo. Contestualmente, il 10 aprile 2016 è entrata in vigore in modo definitivo la nuova zonazione sismica amministrativa dei comuni lombardi. Ogni comune è stato classificato in base al valore massimo di accelerazione previsto sul suo territorio. Nessun comune della Lombardia è stato classificato in zona 1; 57 comuni sono stati classificati in zona 2 (52 nel bresciano e 5 nel mantovano); 1028 in zona 3; 446 in zona 4.
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Rientrano nell’ambito di applicazione della legge i lavori di cui all’articolo 93 comma 1, del DPR 380/2001 relativi a opere pubbliche o private nelle zone dichiarate sismiche ai sensi dell’articolo 83, comprese le varianti in corso d’opera influenti sulla struttura, definite secondo l’allegato D della DGR 5001/2016. Nei comuni in zona 3 e 4 è previsto l’obbligo di deposito, preventivo all’inizio dei lavori, del progetto accompagnato dalla documentazione minima di cui all’allegato E della DGR 5001/2016. Per i comuni in zona 2 scatta in aggiunta l’obbligo di autorizzazione sismica preventiva all’inizio dei lavori.
1.2 Il quadro normativo Si riportano di seguito i principali provvedimenti di legge che hanno recentemente interessato la disciplina delle opere in zona sismica riguardanti la Lombardia a partire da luglio 2014. Luglio 2014 Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia (11/07/2014 – DGR n. X/2129). Ottobre 2014 Differimento del termine di entrata in vigore della nuova classificazione sismica del territorio lombardo (10/10/2014 – DGR n. X/2489). Ottobre 2015 Ulteriore differimento del termine di entrata in vigore della nuova classificazione sismica del territorio (8/10/2015 – DGR n. X/4144). La regione aggiorna la classificazione sismica, a distanza di circa 8 anni dalle previsioni statali contenute nell’ordinanza 3519/2006. Ogni comune della regione è stato classificato in base al valore di accelerazione massima prevedibile per il punto più a rischio sul suo territorio amministrativo, secondo il reticolo nazionale stabilito nelle norme tecniche. La regione ha attribuito le zone con il criterio stabilito dall’ordinanza citata, e in particolare: in zona 2 ha classificato i comuni che sul proprio territorio presentano nel punto più a rischio un’accelerazione su suolo rigido (ag475) superiore a 0,15 g; in zona 3 compresa fra 0,05 e 0,15 g, e in zona 4 inferiore a 0,05 g. Nessun comune è stato classificato in zona 1. Ottobre 2015 Disposizioni in materia di opere o di costruzioni e relativa vigilanza in zone sismiche (12/10/2015 Regione Lombardia - Legge regionale 12 ottobre 2015, n. 33) La legge è diventata operativa dopo la pubblicazione del Regolamento, a partire dal 10 aprile 2016 (vedi anche modifiche con legge 42 del 29/12/2015). L’ambito di applicazione è rimandato alla legge nazionale, cioè all’art. 93 del DPR 380/2001: “Nelle zone sismiche di cui all’articolo 83, chiunque intenda procedere a costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni, è tenuto a darne preavviso scritto allo sportello unico […]”. La regione si adegua alle prescrizioni nazionali (DPR 380/2001, e Corte Costituzionale 182/2006) che prevedono per le zone 2 la procedura di “autorizzazione” dei progetti, anziché il semplice controllo a campione. La nuova legge regionale provvede ad assicurare il rispetto di due diversi obblighi, mediante l’attivazione della casella: “La presente comunicazione/istanza ha valore anche ai sensi dell’art. 65 del DPR 380/2001”.
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Marzo 2016 Approvazione delle linee di indirizzo e coordinamento per l’esercizio delle funzioni trasferite ai comuni in materia sismica, artt. 3, comma 1, e 13, comma 1, della l.r. 33/2015 (30/03/2016 – Regione Lombardia - DGR 30 marzo 2016, n. X/5001) Le linee guida rappresentano il regolamento attuativo della nuova legge regionale e sono in vigore dallo scorso 10 aprile 2016. Maggio 2017 Legge di semplificazione 30/05/2017. All’art. 25 di tale legge sono previste modifiche alla legge 33/2015 (vale quindi ora il testo coordinato): 1. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge di semplificazione, sarà istituita procedura speciale per gli interventi (e varianti) dichiarati “privi di rilevanza per la pubblica incolumità”. Successivamente, però, con Legge Regionale 10 agosto 2017, n. 22 (BURL 14 agosto 2017) sono stati abrogati i commi relativi a tali disposizioni, per conflitto con le disposizioni nazionali. 2. Si limitano i pareri tecnici regionali (sia facoltativo che obbligatorio) ai casi di edifici strategici e/o rilevanti (classi d’uso IV e III). 3. Nei comuni in zona 3 e 4 i comuni “si limitano alla verifica della correttezza della procedura di deposito e della rispondenza e completezza della documentazione presentata” (tale previsione coincide con quella attualmente già in vigore e indicata nella DGR 5001, e rappresenta quindi soltanto un completamento formale della legge). 4. Vengono esclusi dalla disciplina regionale gli interventi relativi agli edifici danneggiati dal sisma (oggetto di ordinanze statali) e quelli di competenza statale. Agosto 2017 Con legge regionale 10 agosto 2017, n. 22 (BURL 14 agosto 2017) sono stati abrogati (prima della loro effettiva entrata in vigore attraverso il regolamento attuativo) i commi 1-bis e 1-ter dell’articolo 5, il comma 4-bis dell’articolo 10 e il comma 1-bis dell’articolo 13 della legge regionale 12 ottobre 2015, n. 33, come inseriti dall’articolo 25, comma 1, lettere a), f) e g), della legge regionale 26 maggio 2017, n. 15. La Regione Lombardia si è dunque adeguata alla recente giurisprudenza, secondo la quale le regole regionali non possono definire quali opere siano o meno soggette all’art. 93 del DPR 380/2001 nazionale. Si pone l’attenzione anche sui seguenti dispositivi nazionali, perché la legge regionale si basa su di essi. DPR 380/2001, art. 65 Deposito a cura del costruttore per le costruzioni in c.a., c.a.p. e metalliche (L. 1086/1971). DPR 380/2001, artt. 93 e 94 Deposito (zone 3 e 4) e autorizzazione (zone 1 e 2) a cura del committente per le costruzioni in zona sismica (L. 64/1974).
1.3. L’iter delle pratiche sismiche in sintesi A) La documentazione minima La documentazione da presentare è quella prevista dall’allegato “E” DGR X/5001. Di seguito è riportato l’elenco ufficiale previsto dalla norma regionale. In appendice si riporta invece un esempio di “check-list” per facilitare la presentazione delle pratiche. I riferimenti alle NTC 2008 saranno probabilmente sostituiti con quelli corrispondenti delle NTC 2018.
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6.1.
Relazione illustrativa e scheda sintetica dell’intervento (modulo 12 di cui all’allegato B “Linee di indirizzo e coordinamento”); 6.2. Progetto architettonico (art. 93, comma 3, del DPR 380/2001), ove già depositato, sarà sufficiente l’indicazione degli estremi di invio della documentazione; 6.3. Relazione di calcolo delle strutture (art. 65, comma 3, del DPR 380/2001 – cap. 10 N.T.C. 2008); 6.4. Fascicolo dei calcoli delle strutture portanti (art. 93, comma 3, del DPR 380/2001); 6.5. Elaborati grafici e particolari costruttivi delle strutture (art. 65 comma 3, art. 93, comma 3, del DPR 380/2001 – cap. 10 N.T.C. 2008); 6.6. Relazione sui materiali impiegati (art. 65, comma 3, del DPR 380/2001 – cap. 10 e cap. 11 N.T.C. 2008); 6.7. Relazione sulle opere di fondazione (art. 93 del DPR 380/2001); 6.8. Piano di manutenzione strutturale (cap. 10 N.T.C. 2008); 6.9. Relazione geologica (par. 6.1.2. e 6.2.1. N.T.C. 2008 – cap. 4, Parte I, Allegato B della DGR IX/2616 del 30/11/2011); 6.10. Relazione geotecnica (par. 6.1.2. N.T.C. 2008 e p.to C 6.2.2.5 Circolare esplicativa n. 617 del 2/02/2009); 6.11. Documentazione fotografica; 6.12. Elenco allegati. Alla documentazione di cui sopra devono essere allegate le dichiarazioni dei professionisti, attestanti: a) la conformità degli elaborati alla normativa vigente; b) la redazione del progetto sulla base dei risultati degli studi geologici, geotecnici e sismici; c) l’asseverazione del progettista in merito al rispetto delle norme tecniche per le costruzioni e la congruità tra il progetto esecutivo riguardante le strutture e quello architettonico, nonché al rispetto delle eventuali prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica; d) il rispetto delle eventuali prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica; e) il rispetto delle eventuali prescrizioni contenute negli strumenti di pianificazione di bacino; f) la conformità dello stato dei luoghi a quello rappresentato nel progetto; g) che i lavori non sono iniziati (asseverato anche dal direttore dei lavori); h) la conformità degli elaborati geologici e geotecnici alla normativa vigente e l’avvenuta valutazione delle condizioni di pericolosità geologica e geotecnica del sito interessato dalle opere. B) Il deposito e l’esame formale Sono possibili soltanto due modalità di presentazione: 1. Procedura telematica: attraverso il sistema informativo MUTA, http://www.muta.servizirl.it; 2. Procedura cartacea: in triplice copia (se vale anche per art. 65), da presentare al SUE. Se la pratica viene presentata attraverso la procedura telematica MUTA, il controllo di “completezza”, “coerenza” e “regolarità” viene svolto dal sistema informatico, come previsto dalla norma regionale. Se la pratica viene presentata in forma cartacea, all’atto del deposito della documentazione il SUE rilascia l’attestazione di avvenuto deposito; e deve controllare, contestualmente: • “Completezza”: la pratica deve contenere tutta la documentazione prevista dall’Allegato E. • “Coerenza”: i moduli devono essere compilati in modo coerente con gli interventi proposti in progetto. Il controllo di coerenza corrisponde ai poteri/doveri del funzionario del SUE che riceve la pratica. • “Regolarità”: tutti i documenti devono essere firmati in originale dalle figure interessate. 8
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Se la pratica viene presentata soltanto all’ufficio protocollo del comune, il rilascio dell’attestazione di avvenuto deposito (art. 7, LR 33/2015) non è possibile: la consegna non assume in questo caso alcun valore, perché non è stata data la possibilità all’organo comunale di effettuare il dovuto controllo della documentazione. Nei casi in cui i comuni siano dotati di una propria procedura telematica, questa può ritenersi valida (in sostituzione della modalità cartacea) se garantisce le formalità previste dalla legge regionale, e cioè se effettua automaticamente le verifiche di “completezza”, “coerenza” e “regolarità” e il rilascio contestuale dell’attestazione di avvenuto deposito. La proroga della modalità cartacea è stata anche dovuta alla previsione di studiare l’integrazione con le piattaforme telematiche comunali. Al momento, il deposito in modalità cartacea è possibile sino al 22 maggio 2018. Nelle zone 3 e 4, non è possibile iniziare i lavori senza l’attestazione di avvenuto deposito sismico. C) L’autorizzazione e l’esame tecnico Nelle zone 2, dopo il deposito e il controllo formale, entro 5 giorni il SUE trasmette la pratica all’Autorità Competente comunale, la quale procede con l’esame tecnico finalizzato al rilascio dell’autorizzazione sismica, che consiste nei controlli di: 1. completezza dei contenuti della documentazione presentata; 2. adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni ed alla pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano; 3. congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. Per le modalità di controllo relative ai punti 1, 2 e 3 sopra indicati si rimanda alla parte centrale del presente documento. L’autorizzazione sismica (o il diniego motivato) deve essere rilasciata entro 60 giorni. Il termine dei 60 giorni può essere “sospeso” o “interrotto” con le modalità previste all’art. 6 della LR 1/2012. I termini si interrompono una sola volta per la richiesta di chiarimenti o integrazioni e l’assegnazione di un termine di 10 giorni dal ricevimento della comunicazione per provvedere alla regolarizzazione; i 60 giorni “iniziano nuovamente a decorrere” (cioè ripartono dall’inizio) dall’avvenuta regolarizzazione. Nel caso di “opere ed edifici pubblici strategici o rilevanti ai sensi dell’Ord. 3274/2003 realizzati dal Comune” (classi d’uso IV e III) è necessario un parere tecnico della regione, che viene espresso in 30 giorni. Per la Lombardia, l’elenco di tali opere è riportato nel DDUO 19904/2003. D) L’inizio dei lavori Nelle zone 3 e 4, non è possibile iniziare i lavori senza l’attestazione di avvenuto deposito sismico e, se del caso, del certificato per sopraelevazioni. Nelle zone 2, non è possibile iniziare i lavori senza l’autorizzazione sismica. Durante i lavori dovranno essere eseguiti i controlli di accettazione dei materiali impiegati, nel rispetto delle norme tecniche vigenti, da presentare qualora richiesti in occasione dei controlli sull’esecuzione di cui alla DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato H. Le eventuali varianti in corso d’opera influenti sulla struttura ai sensi della DGR X/5001, allegato D, nonché le opere non comprese nel progetto depositato, dovranno essere depositate (e autorizzate, se in zona 2) prima della loro effettiva realizzazione. Anche le varianti “non influenti sulla struttura” dovranno essere depositate, attivando l’apposita opzione presente nel modulo 1 (per le zone 2) e nel modulo 2 (per le zone 3 e 4). Edil Tecnico .it
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E) I controlli Sia la regione che i comuni effettuano controlli (sistematici o a campione). Controllo sistematico: soltanto gli interventi relativi a edifici strategici (classe d’uso IV) o rilevanti (classe d’uso III) autorizzati nelle zone 2, sono soggetti a controllo sistematico, a cura del comune di appartenenza. Controllo a campione: per tutti gli altri interventi, è previsto il controllo a campione da parte dell’autorità competente comunale, ogni sei mesi: – 10% per le opere in cemento armato o acciaio oltre i 5.000 mc; – del 5% per le opere in cemento armato e acciaio al di sotto dei 5.000 mc; – del 5% per le costruzioni in muratura; – del 5% per gli interventi sul patrimonio esistente; – del 5% per le altre tipologie di opere. Per ciascuna categoria separatamente, è controllato almeno 1 intervento ogni sei mesi in ciascun comune. La regione effettua controlli a campione soltanto sugli interventi (di qualsiasi tipo) autorizzati dai comuni (quindi soltanto in zona 2). Per le zone 2, i controlli sono relativi soltanto all’esecuzione e si effettuano mediante sopralluogo obbligatorio in cantiere e richiesta qualora necessario dei certificati sui materiali, per “accertare la sostanziale rispondenza” dei lavori effettivamente realizzati a quelli autorizzati. Per le zone 3 e 4, nel caso di sorteggio, oltre al controllo di cantiere (non obbligatorio) come sopra, è previsto il controllo (obbligatorio) del contenuto del progetto; controllo che coincide con quello per il rilascio dell’autorizzazione in zona 2: 1. completezza dei contenuti della documentazione presentata; 2. adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni ed alla pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano; 3. congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. Il controllo (Allegato H, DGR X/5001) inizia con la comunicazione di avvio del procedimento: viene fissata la data del sopralluogo tra il 15° e il 30° giorno dalla data della comunicazione (il giorno può essere concordato). Al sopralluogo partecipano il titolare del deposito (ovvero il suo delegato sismico), il progettista strutturale, il direttore dei lavori delle strutture e ogni altro professionista competente in materia, scelto (se desiderato) dallo stesso titolare del deposito. Nel corso del procedimento di controllo dei progetti depositati o soggetti ad autorizzazione o certificazione, l’ufficio competente può richiedere, per una sola volta, le integrazioni necessarie. Qualora tali integrazioni non siano prodotte ovvero siano prodotte solo in parte o in modo non esaustivo rispetto a quanto richiesto, l’esito del controllo sarà negativo. L’attività di controllo si conclude entro 60 giorni, con la comunicazione ai soggetti interessati dell’esito finale del controllo documentale e, ove previsto, del sopralluogo, come da verbale appositamente redatto. F) Fine lavori Completate le opere strutturali, il direttore dei lavori ne dà comunicazione allo Sportello Unico dell’Edilizia (SUE) ed al collaudatore, che provvede ad effettuare il collaudo statico dell’opera. Dovranno, pertanto, essere allegati alla documentazione: a) La comunicazione attestante il completamento delle opere strutturali (“fine lavori”). b) La relazione a strutture ultimate RSU, nel caso di opere di c.a., ai sensi dell’art. 65, comma 6, del DPR n. 380/2001, normale e precompresso e a struttura metallica di cui all’art. 53 del DPR n. 380/2001, entro 60 giorni dalla comunicazione di cui al punto a). c) Il certificato di collaudo (ai sensi dell’art. 9, LR 33/2015, in tutti i casi). 10
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Il certificato di collaudo statico “tiene luogo” dell’attestato di rispondenza dell’opera alle norme tecniche per le costruzioni previsto all’articolo 62 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001. Prossimamente, la Lombardia potrebbe aggiornare la legge regionale adeguandosi alle modifiche introdotte alla norma nazionale (DPR 380/2001, art. 67) rendendo il collaudo non più obbligatorio per le opere riguardanti “interventi locali e di riparazione”.
1.4 Parallelo zona 2 / zone 3 e 4 Fase
Zona 2
Zone 3 e 4
Documentazione da preparare
Allegato “E” DGR X/5001 30/03/2016 (vedi anche check-list).
Allegato “E” DGR X/5001 30/03/2016 (vedi anche check-list).
Deposito
Deposito al SUE, attraverso il Modulo 1, a cura del committente o del suo “delegato sismico”. Contestuale rilascio dell’attetazione di avvenuto deposito.
Deposito al SUE, attraverso il Modulo 2, a cura del committente o del suo “delegato sismico”. Contestuale rilascio dell’attestazione di avvenuto deposito.
Esame della documentazione depositata
Esame formale a cura del SUE di “completezza”, “coerenza” e “regolarità”.
Esame formale a cura del SUE di “completezza”, “coerenza” e “regolarità”.
Parere tecnico regionale
Il parere tecnico regionale è obbligatorio nel caso di opere strategiche o rilevanti realizzate dal comune (ad esclusione comunque di tipologie di “interventi minimali”, allegato G, DGR 5001).
Il parere tecnico regionale non è previsto in alcun caso.
Inizio lavori
Si possono iniziare i lavori soltanto dopo aver ottenuto l’autorizzazione sismica, rilasciata dall’Autorità competente (sismica) comunale. Fanno eccezione i casi di eliminazione barriere architettoniche, per lavori privati, che non necessitano di autorizzazione.
Si possono iniziare i lavori soltanto dopo aver ottenuto l’attestazione di avvenuto deposito, rilasciata dal SUE. Fanno eccezione i casi di sopraelevazione (vedi di seguito).
Sopraelevazioni
La procedura per le sopraelevazioni è ricompresa nell’iter di rilascio dell’autorizzazione sismica.
Prima di iniziare i lavori, si deve attendere il rilascio della certificazione per la sopraelevazione, a cura dell’Autorità competente comunale.
Controlli
Controllo a campione sull’esecuzione, per ciascuna categoria separatamente, a cura dell’Autorità competente comunale. Controllo sistematico sull’esecuzione, per gli interventi relativi a edifici strategici o rilevanti, a cura dell’Autorità competente comunale. Controllo a campione sugli interventi autorizzati dai comuni, a cura della Regione.
Controllo a campione sul progetto* e (facoltativamente) sull’esecuzione, per ciascuna categoria separatamente, a cura dell’Autorità competente comunale. (*: esame tecnico di completezza dei contenuti; adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte e in relazione alla pericolosità geologica del sito; congruità delle assunzioni progettuali).
Consegna della documentazione: - completamento delle opere strutturali; - relazione a strutture ultimate RSU (nel caso di opere di c.a. o a struttura metallica); - certificato di collaudo, per tutte le opere.
Consegna della documentazione: - completamento delle opere strutturali; - relazione a strutture ultimate RSU (nel caso di opere di c.a. o a struttura metallica); - certificato di collaudo, per tutte le opere.
Fine lavori
Esame tecnico di completezza dei contenuti; adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte ed alla pericolosità geologica del sito; congruità delle assunzioni progettuali.
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2. L’attività di controllo sul progetto e sull’esecuzione
2.1 L’esame formale e l’esame tecnico La legge regionale lombarda prevede (art. 7, LR 33/2015) che al momento del deposito di una pratica sismica lo sportello unico rilasci l’attestazione di avvenuto deposito, dopo aver controllato completezza, coerenza e regolarità della pratica (esame “formale”). Nel caso di deposito attraverso il sistema telematico regionale (MUTA) tale controllo deve avvenire automaticamente a cura del sistema stesso, come indicato espressamente nell’allegato C, ultimo capoverso, della DGR 5001/2016. Nei procedimenti di gestione delle pratiche sismiche, “l’esame formale” (che costituisce l’istruttoria della pratica per le verifiche di completezza, coerenza e regolarità) è riservato in genere ai tecnici comunali; tecnici che ufficialmente ricoprono specifico ruolo e assumono precise responsabilità all’interno dell’organo di controllo. Viceversa, “l’esame tecnico” sul progetto è generalmente affidato (nella seconda fase del procedimento) a tecnici specializzati nell’ingegneria delle strutture e nella geologia. Il “consulente strutturista” e il “consulente geologo” che svolgono l’esame tecnico sul progetto rilasciano un “parere tecnico” sulla base dell’esame degli elaborati progettuali e della loro congruenza col progetto architettonico e con gli strumenti urbanistici. In particolare, tale controllo fa riferimento a quanto stabilito nell’allegato F e nell’allegato H per i casi di rilascio dell’autorizzazione in zona 2 e per i casi di sopraelevazione e di controllo a campione sui progetti in zone 3 e 4; il controllo è relativo alla completezza, adeguatezza e congruità dei contenuti del progetto. L’esame formale e l’esame tecnico A chi spetta per legge la respnsabilità del controllo
Chi dovrebbe svolgere materialmente le verifiche
Attestazioni di avvenuto deposito
Sportello Unico
Funzionari comunali
Autorizzazioni (zona 2)
Autorità competente comunale per la sismica
Esperti strutturisti e geologi
Tipo di controllo
Titolo
Esame formale di “completezza”, “coerenza” e “regolarità” Esame tecnico di “completezza” (dei contenuti), “adeguatezza” e “congruità” (alle norme)
Sopraelevazioni e controlli a campione sui progetti (zone 3-4)
È quindi giusto che i consulenti strutturista e geologo svolgano l’esame tecnico lasciando ai funzionari comunali l’istruttoria di verifica formale, per ragioni giuridiche, perché le responsabilità dell’organo comunale di controllo non sono demandabili in questo caso, perché prevedono mec12
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canismi propri dei funzionamenti dell’ufficio tecnico e della pubblica amministrazione, e per ragioni tecniche, perché il controllo formale è temporalmente contestuale all’atto di deposito, secondo l’art. 7 della LR 33/2015. Resta ferma, comunque, l’attività dei consulenti per il “supporto esterno” ai funzionari, nel caso in cui se ne rivelasse la necessità. È da escludersi pertanto, in generale, che i consulenti effettuino direttamente lo specifico controllo formale dei seguenti documenti: moduli 1 e 2 (istanza o deposito), modulo 5 (procura delegato sismico), modulo 6 (dichiarazione del progettista strutturale), modulo 7 (dichiarazione del progettista architettonico), nomina ed accettazione dell’incarico di collaudo, elenco allegati, nonché allegati e dichiarazioni senza contenuto tecnico. Rientra viceversa nell’esame tecnico del progetto (svolto dai consulenti nella seconda fase del procedimento) il controllo di merito di alcuni moduli: modulo 8 (nel caso di sopraelevazioni), modulo 9 (dichiarazione del geologo), modulo 10 (dichiarazione dell’estensore della relazione geotecnica), modulo 12 (relazione illustrativa e sintetica), con la seguente precisazione: tali moduli sono stati introdotti dalla norma regionale, così come chiesto dai rappresentanti dei professionisti tecnici, con il duplice scopo di (1) aiutare i professionisti ad illustrare il loro lavoro rispettando al meglio tutte le previsioni normative, e di (2) aiutare chi deve esaminare il progetto ai fini del controllo tecnico; i moduli indicati non costituiscono quindi “elaborati progettuali” e non devono allora, in generale, essere oggetto di specifiche richieste di integrazione o di modifica nella fase di esame del contenuto tecnico; richieste che, viceversa, devono sempre essere riferite agli elaborati progettuali. È possibile tuttavia ipotizzare che, a seguito delle specifiche richieste di integrazioni o modifiche sugli elaborati progettuali (disegni, relazioni, indagini geotecniche, ecc.), scaturisca anche la necessità, a cura del professionista, di modificare e ripresentare i moduli in coerenza con le modifiche progettuali. Cosa rientra nell’esame formale Cosa rientra nell’esame formale (vedi check-list in appendice)
Sì
Completezza: presenza di tutta la documentazione prevista nell’allegato E, DGR 5001
×
Coerenza: i moduli devono essere compilati in modo coerente con gli interventi proposti in progetto (vedi in appendice). Il controllo dovrebbe comprendere la verifica di compilazione dei campi principali dei moduli 1, 2, 5, 6, 7 quando presenti.
×
Regolarità: i documenti devono essere firmati dalle figure interessate
×
No
Cosa rientra nell’esame tecnico Cosa rientra nell’esame tecnico (vedi esempi in appendice)
Sì
Completezza, adeguatezza e congruità dei contenuti del progetto rispetto alle norme tecniche
×
Congruità fra il progetto strutturale e quello architettonico
×
Contenuti del modulo 8 (nel caso di sopraelevazioni)
×
Contenuti dei moduli 9 e 10 (con riferimento a geologica e geotecnica)
×
No
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Cosa rientra nell’esame tecnico (vedi esempi in appendice) Contenuti del modulo 12 (relazione illustrativa sintetica)
Sì
No
×
Contenuti dei moduli 1 o 2 (istanza o deposito)
×
Contenuti del modulo 5 (procura delegato sismico)
×
Contenuti dei moduli 6 e 7 (dichiarazioni di congruità)
×
Contenuti della nomina ed accettazione dell’incarico di collaudo
×
Elenco allegati
×
Allegati e dichiarazioni senza contenuto tecnico
×
2.2 L’esame formale: i controlli di completezza, coerenza e regolarità Il controllo formale si effettua all’atto del deposito e consiste nel verificare: • la completezza: la pratica deve contenere tutta la documentazione prevista dall’Allegato E. (L’accorpamento eventuale dei fascicoli deve sempre essere consentito se ne è data evidenza sulla copertina del documento che li racchiude); • la coerenza: i moduli devono essere compilati in modo coerente con gli interventi proposti in progetto. Ad esempio, se si presenta una dichiarata nuova costruzione, le relazioni geologica e geotecnica ci devono sempre essere; se si tratta di una dichiarata sopraelevazione ci deve essere il modulo 8; se la relazione geologica e il relativo modulo 9 non sono presenti, ci deve essere il modulo 11, quale dichiarazione di esonero; i moduli 1 e 2 devono essere compilati indicando tutti i dati fondamentali relativi all’intervento e alle figure coinvolte. Il controllo di coerenza corrisponde ai poteri/doveri del funzionario che riceve la pratica; • la regolarità: tutti i documenti devono essere firmati in originale dalle figure interessate. In appendice è riportato un esempio di check-list per la presentazione delle pratiche e per le indicazioni da seguire per effettuare il relativo esame formale da parte dello Sportello Unico. Nel caso di presentazione delle pratiche in formato cartaceo, il controllo di completezza, coerenza e regolarità viene svolto all’atto del deposito, respingendo le pratiche non corrette. È da escludersi, in generale, l’attività di richiesta integrazioni documentali successiva al deposito: l’attestazione di avvenuto deposito (art. 7 LR 33/2015) costituisce di per sé garanzia di correttezza formale, per definizione. Nel caso di presentazione delle pratiche attraverso il sistema telematico regionale (MUTA), nell’ambito della procedura di esame formale di completezza, coerenza e regolarità, il Sistema Informativo deve compiere tutte le operazioni di controllo (Allegato C, DGR 5001/2016, ultimo capoverso). Se ciò non avviene, la presentazione della pratica deve comunque ritenersi affetta da vizi, in quanto il rilascio della attestazione di avvenuto deposito dovrebbe essere contestuale alla presentazione stessa, secondo il giusto principio giuridico che definisce i “depositi” e secondo il disposto della LR 33/2015, art. 7, comma 1: “All’atto del deposito della documentazione di cui all’articolo 6, comma 1, lo Sportello Unico rilascia al depositante l’attestazione dell’avvenuto deposito”. È necessario in tali casi segnalare le eventuali anomalie al gestore del Sistema Informativo Integrato, affinché le stesse siano immediatamente eliminate.
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È da escludersi pertanto che i funzionari dell’ufficio tecnico competente (SUE) procedano regolarmente a inoltrare segnalazioni di carenze documentali successive al ricevimento della pratica attraverso il Sistema Informativo Integrato. Quando possibile, per i comuni in zona 2, appare più opportuno segnalare le eventuali carenze documentali nell’occasione della richiesta di integrazioni sul contenuto del progetto o del rilascio dell’autorizzazione, con valutazioni caso per caso. Tali eventuali segnalazioni relative alle carenze formali non segnalate dal Sistema Informativo non riguarderanno in ogni caso quelle informazioni con finalità statistiche contenute nel modulo 1 e nel modulo 2, quali ad esempio i dati tecnici dell’intervento della sezione 18 (tipo di intervento, sistemi costruttivi, caratteristiche geologiche del sito di intervento, ecc.), nonché i dati marginali delle figure coinvolte, i dati riscontrabili nella pratica edilizia collegata (indirizzo, coordinate geografiche, dati catastali, ecc.), eccetera. Ogni attività che preveda di controllare le pratiche successivamente all’atto del deposito (cartaceo o con MUTA) costituisce applicazione irregolare alle regole regionali e inutile dispendio di energie per la pubblica amministrazione e per il cittadino. La presentazione delle pratiche attraverso le piattaforme telematiche comunali non è prevista esplicitamente dalla norma regionale. In alcuni casi, tuttavia, i comuni hanno proprio implementato un sistema telematico in sostituzione di quello cartaceo. Purtroppo tali sistemi non consentono (al momento) il controllo contestuale di completezza, coerenza e regolarità e il rilascio dell’attestazione di avvenuto deposito (LR 33/2015, art. 7). Si viene dunque a generare un notevole dispendio di energia, perché l’uso di tali piattaforme comunali costringono i funzionari e i cittadini a interfacciarsi tra loro mediante scambi documentali, con modalità diverse e di dubbia validità ed efficacia in ciascun comune della Lombardia. Fino a quando il sistema MUTA non entrerà in vigore in modo esclusivo, per i comuni in zona 2 appare più opportuno segnalare (quando possibile) le eventuali carenze documentali soltanto nell’occasione della richiesta di integrazioni sul contenuto del progetto o del rilascio dell’autorizzazione. Il consulente strutturista esaminatore del contenuto tecnico dei progetti dovrebbe fare in modo che i funzionari del SUE recepiscano le modalità di controllo sopra indicate, indirizzando verso piattaforme in grado di attestare l’avvenuto deposito (MUTA), oppure (se in regime di proroga) verso la modalità cartacea con controllo allo Sportello Unico dell’Edilizia e contestuale rilascio di attestazione di avvenuto deposito.
2.3 L’esame tecnico: i controlli di conformità del progetto alle norme Le disposizioni di Regione Lombardia prevedono che in determinati casi il progetto strutturale debba essere “esaminato” a cura dell’organo di controllo: in zona 2 per il rilascio dell’autorizzazione sismica, e nelle zone 3 e 4 per il rilascio preventivo del certificato di sopraelevazione e nel caso di sorteggio a campione a posteriori. La fase di “esame tecnico” del progetto non si sostituisce ai compiti e alle responsabilità delle figure professionali coinvolte nell’intervento (progettista, direttore lavori e collaudatore) e non prevede l’effettuazione di approfondimenti o elaborazioni di calcolo autonome da parte dell’organo tecnico di controllo. In particolare, l’esame del progetto è regolato dalle indicazioni fornite nell’allegato F della DGR 5001/2016. Il controllo del progetto è principalmente riferito al comportamento delle opere nel caso di evento sismico (vedi anche: Linee guida per l’applicazione del-
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la DGR 5001/2016 approvate dal Consiglio dell’Ordine Ingegneri di Monza nella seduta dell’8 maggio 2017 e approvate con modifiche dalla Commissione Strutture CROIL nella seduta del 10 maggio 2017). Il controllo è mirato a verificare (allegato F, DGR 5001): • la completezza dei contenuti della documentazione presentata; • la adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte rispetto alle norme tecniche per le costruzioni ed alla pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano; • la congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali, rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. Per quanto riguarda la completezza è necessario verificare che il progetto grafico delle strutture sia completo nei contenuti e cioè che sia in grado di rappresentare in modo esecutivo tutti gli interventi previsti, con riferimento alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento nel caso di evento sismico; inoltre, è necessario verificare che anche la relazione di calcolo sia completa e illustri il progetto degli interventi, con riferimento alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento nel caso di evento sismico. Per quanto riguarda l’adeguatezza degli approfondimenti e la congruità delle ipotesi rispetto alle norme tecniche è in generale necessario controllare che nel progetto siano illustrate tutte le informazioni che consentono di verificare la conformità degli interventi alle regole stabilite nelle norme tecniche vigenti e la rispondenza del progetto alle previsioni di carattere geologico stabilite nel piano di governo del territorio, con riferimento alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento nel caso di evento sismico. I controlli di “adeguatezza” e “congruità” del progetto alle norme tecniche, effettuati secondo l’allegato F della DGR 5001/2016, rappresentano la parte più importante dell’esame strutturale: è necessario caso per caso individuare se nel progetto è ben evidenziato il rispetto dei livelli di sicurezza previsti dalle norme vigenti, ma è anche importante che le modalità di controllo siano regolate dai medesimi principi e dagli stessi obiettivi, al fine di uniformare l’attività di controllo sui territori. Nell’ambito del controllo delle parti strutturali principali e dei collegamenti più importanti, e con riferimento al comportamento globale nel caso sismico, l’esame della documentazione non è relativo alle scelte progettuali e alle possibili alternative a disposizione del progettista, bensì riguarda il controllo di conformità e di aderenza del progetto alle norme tecniche, pur con il fermo riferimento ai criteri della scienza e della tecnica delle costruzioni. In tal senso, il controllo si limita ad una valutazione di coerenza con le norme vigenti senza entrare nel merito delle scelte progettuali soggettive e dei percorsi progettuali, che restano nella sfera esclusiva di competenza e responsabilità del progettista. È dunque necessario che il controllore richieda modifiche ai progetti oggetto di esame se riscontra il mancato rispetto di conformità delle opere previste o di alcune loro parti alle norme tecniche per le costruzioni vigenti o alle altre norme generali applicabili (DPR 380/2001, LR 33/2015, DGR 5001/2016, ecc.) e che richiami per iscritto in modo puntuale le regole progettuali disattese e i riferimenti alle norme violate. Chi controlla il progetto deve dimostrare di aver impiegato tutte le sue capacità per evidenziare le eventuali “non conformità” sopra indicate e il suo obiettivo primario deve essere quello di fare in modo che il progettista apporti le dovute correzioni per rendere le opere “sicure” nei confronti dell’evento sismico, con i livelli di sicurezza che scaturiscono implicitamente dall’applicazione delle norme tecniche vigenti. 16
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Anche le “incongruenze” tra gli elaborati del progetto (ad esempio tra i disegni e la relazione di calcolo) rientrano nell’ambito del controllo: le incongruenze dovrebbero, in generale, essere oggetto di richiesta di esplicito chiarimento, a meno che non siano riconducibili a “refusi” oppure a elementi che non possono modificare in alcun modo i livelli di sicurezza nel caso di evento sismico. È da escludersi invece ogni attività del controllore mirata a “concordare” modifiche progettuali con i professionisti coinvolti nell’intervento. In sostanza, chi esamina i progetti non deve essere implicato nelle scelte progettuali, ma deve soltanto segnalare quanto potrebbe risultare in contrasto con le previsioni normative. Le modifiche, a esclusiva cura del progettista, saranno quelle che gli consentono di eliminare le non conformità e le incongruenze tra gli elaborati rilevate puntualmente nella fase di esame tecnico dal consulente strutturista. Il controllo del contenuto tecnico Oggetto principale del controllo del contenuto tecnico
Sì
Esame delle parti strutturali principali e dei collegamenti più importanti, con riferimento al comportamento globale nel caso sismico
×
Completezza dei contenuti del progetto (ad es. secondo NTC capitolo 10)
×
Conformità e aderenza del progetto alle norme tecniche
×
Incongruenze tra gli elaborati del progetto (ad eccezione di refusi e di elementi che non influiscono sui livelli di sicurezza nel caso sismico)
×
No
Valutazione delle scelte progettuali e delle possibili alternative a disposizione del progettista
×
Attività di controllo mirata a “concordare” o suggerire modifiche progettuali
×
2.4 Le richieste di integrazione Chi controlla i progetti chiede integrazioni nei casi in cui rilevi la difformità di alcune parti progettuali rispetto alle norme tecniche per le costruzioni; oppure chiede chiarimenti nei casi in cui il progetto presenti incongruenze, carenze e aspetti di difficile interpretazione o non adeguatamente giustificati. In particolare, nella richiesta di “integrazioni” il controllore richiama in modo puntuale le mancanze individuate, le regole progettuali disattese e i riferimenti alle norme violate; l’obiettivo della richiesta è quello di invitare il progettista ad apportare le dovute correzioni per rendere le opere “sicure” nei confronti dell’evento sismico, con i livelli di sicurezza che scaturiscono implicitamente con l’applicazione delle norme tecniche vigenti. Per quanto riguarda invece le richieste di “chiarimenti”, il controllore può chiedere al progettista sia di illustrare le parti progettuali non descritte o di non facile comprensione, sia di chiarire talune incongruenze tra gli elaborati, sia di giustificare esplicitamente alcuni aspetti progettuali che magari il professionista (come spesso accade) aveva considerato sottintesi (ad esempio, è possibile chiedere al progettista di giustificare esplicitamente le considerazioni relative alla compatibilità del nuovo cordolo in cemento armato previsto nel progetto alla sommità delle murature in pietra esistenti, secondo le norme vigenti; oppure di dimostrare esplicitamente che le variazioni dei carichi globali non superano l’incremento del 10%, ecc.). È possibile (e talvolta auspicabile) che sia previsto un confronto preliminare telefonico prima dell’invio della richiesta di integrazioni; confronto finalizzato ad evitare errate intepretazioni o Edil Tecnico .it
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fraintendimenti, che rischierebbero altrimenti di appesantire inutilmente il procedimento. Tuttavia, è da escludersi (salvo casi particolari) che il controllore proceda a “consultare” o “convocare” direttamente i professionisti per lo svolgimento del confronto. È infatti da evitare ogni attività del controllore mirata a “concordare” o “discutere” modifiche progettuali con i professionisti coinvolti nell’intervento. Le modifiche, a esclusiva cura del progettista, saranno quelle che gli consentono di eliminare le non conformità rilevate puntualmente nella fase di esame tecnico dal consulente strutturista e riportate nella richiesta di integrazioni. Nella richiesta di integrazioni o chiarimenti non comparirà alcun tipo di considerazione contenente “perplessità” o “dubbi” di chi esamina il progetto relativamente al comportamento di alcune porzioni strutturali: se l’esaminatore ha dubbi o è perplesso deve trasformare le sue sensazioni in precise richieste di integrazione o chiarimento a cura del progettista. Possibili richieste di integrazione o chiarimento compatibili con DGR 5001 allegato F Allegato F DGR 5001/2016
Possibile richiesta di integrazione o chiarimento 1. Si individuano puntualmente le cose che mancano negli elaborati grafici e nella relazione di calcolo.
Esempi concettuali (per la formulazione delle richieste vedi appendice) Mancanza dei profili delle travi o dei pilastri. Mancanza dei ferri di ripresa negli elaborati grafici. Mancanza delle verifiche di resistenza delle travi nella relazione di calcolo. Mancata rappresentazione grafica di importanti dettagli esecutivi delle connessioni tra gli elementi strutturali.
Completezza 2. Si chiede l’illustrazione di precisi aspetti progettuali di non chiara o difficile interpretazione, nei disegni e nei calcoli.
Interferenza tra le fondazioni di nuova esecuzione e quelle esistenti non adeguatamente illustrata. Presenza di giunto lungo tutte le possibili superfici che si fronteggiano e a tutti i livelli. Modalità di modellazione della rigidezza dell’impacato di copertura in legno.
Adeguatezza e congruità
3. Si evidenziano le specifiche non conformità rispetto alle norme, con riferimento puntuale alle prescrizioni dei singoli paragrafi NTC.
Mancato rispetto gerarchia delle resistenze di cui alla formula [7.4.4] NTC 2018.
4. Si chiede adeguata giustificazione di alcune specifiche ipotesi progettuali, date per sottintese dal progettista.
Mancata dimostrazione che l’incremento di carico non supera il 10% in fondazione.
5. Si segnalano le incongruenze tra gli elaborati progettuali (ad eccezione di quelle ininfluenti a fini sismici).
Impalcato di piano assunto infinitamente rigido nella relazione di calcolo non coerente con le previsioni indicate negli elaborati grafici.
Mancato rispetto dei requisiti per le pareti in muratura sismo-resistenti tab. 7.8.I NTC 2018.
Mancata giustificazione di compatibilità del nuovo cordolo in cemento armato con le murature esistenti.
La presentazione delle integrazioni segue le regole generali. Nelle integrazioni il professionista dovrà sempre rispondere separatamente punto per punto (rimandando se necessario alle pagine della relazione di calcolo o alle specifiche tavole grafiche), illustrando (dichiarandolo) “tutte e sole le parti oggetto di integrazione o modifica rispetto al progetto inizialmente depositato”; è importante che tale necessità sia riportata esplicitamente proprio nella richiesta di integrazioni stessa (vedi in appendice per un esempio di richiesta integrazioni). Vale la pena di segnalare che, 18
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nel caso di validità del deposito anche ai sensi dell’art. 65 (per le opere in c.a. e metalliche) ogni modifica degli elaborati progettuali dovrebbe essere accompagnata dalla relativa sottoscrizione a cura del costruttore. Per quanto riguarda le richieste di integrazioni o chiarimenti, in generale, il principio su cui si basano le norme (LR 1/2012 e DGR 5001/2016 allegato F) è quello per cui non sia possibile formulare più di una volta le richieste per ciascuna pratica. Questo principio va inteso nel “vantaggio” del cittadino, che non deve essere gravato da richieste multiple. Se però, a seguito della prima integrazione fosse necessario un ulteriore passaggio chiarificatore, sullo stesso aspetto incluso nella prima richiesta, non è escluso che si possa procedere ad un’ulteriore richiesta in tal senso, se a vantaggio del cittadino, prima di giungere al provvedimento di diniego da parte dell’ufficio tecnico. In ogni caso, invece, se durante l’esame tecnico sul progetto si rendesse necessario richiedere chiarimenti o integrazioni non è assolutamente possibile farlo due volte su due aspetti strutturali diversi. Cioè, in altre parole, non è possibile richiedere chiarimenti o integrazioni riguardanti aspetti progettuali che non siano già stati oggetto della prima richiesta. Questo significa che la richiesta di integrazioni deve essere assai precisa e puntuale. L’eventuale parere negativo sul progetto può essere motivato esclusivamente con la risposta integrativa mancata, errata o gravemente incompleta. Come si effettuano le richieste di integrazione e/o chiarimenti Come si effettuano le richieste di integrazione e/o chiarimenti
Sì
No
1
Richieste di integrazioni o chiarimenti per documentazione di progetto incompleta o per aspetti progettuali di non chiara o difficile interpretazione
×
2
Richieste di integrazioni o chiarimenti per difformità progettuali rispetto alle NTC, ipotesi non esplicitamente giustificate, o incongruenze tra gli elaborati
×
3
Confronto preliminare telefonico eventuale, prima dell’invio della richiesta di integrazioni, per evitare errate interpretazioni o fraintendimenti
×
4
Possibilità di richiedere integrazioni la seconda volta, per uno stesso aspetto incluso nella prima richiesta, se a vantaggio del cittadino
×
5
Convocazione dei professionisti per lo svolgimento di un confronto
×
6
Azioni mirate a concordare modifiche progettuali con i professionisti coinvolti nell’intervento
×
7
Possibilità di richiedere chiarimenti o integrazioni riguardanti aspetti progettuali che non siano stati oggetto della prima richiesta
×
8
Richieste come ai punti 1 e 2 ma ininfluenti rispetto ai livelli di sicurezza a fini sismici
×
9
Considerazioni relative a “dubbi” o “perplessità” di chi esamina, non inquadrabili nelle richieste precise di cui ai punti 1 e 2
×
2.5 Le prescrizioni in sede di parere tecnico favorevole Alla conclusione dell’esame tecnico, se il progetto risulta conforme alle norme il consulente strutturista che ha esaminato il progetto scrive il suo parere favorevole (anche a seguito di integrazioni). È possibile pensare che il parere favorevole includa “prescrizioni” relative alla successiva fase esecutiva. Ad esempio, si può prescrivere (se previsto dagli elaborati di progetto) che, “come dalle indicazioni contenute nelle conclusioni della relazione geologica allegata al progetto, in corso d’opera sia riscontrata la conformità con quanto emerso dall’indagine a cura di geologo incaEdil Tecnico .it
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ricato”; oppure, il parere (e la conseguente autorizzazione sismica) può ricordare la circostanza di sottoporre ad autorizzazione le eventuali varianti che si volessero apportare al progetto in corso d’opera, nonché la necessità di procedere alla raccolta delle certificazioni sui materiali, secondo quanto previsto dalle norme tecniche, durante le lavorazioni di cantiere; oppure è possibile ricordare al collaudatore (sempre nelle prescrizioni) che deve dichiarare la sua estraneità rispetto al costruttore. Tuttavia, è anche possibile (in determinate circostanze) che alcune carenze progettuali siano rimediate grazie a “prescrizioni” riportate in sede di parere favorevole (e quindi anche in sede di rilascio di autorizzazione), anziché essere oggetto di una vera e propria richiesta di integrazioni o chiarimenti. Questo accade quando, in assenza di altre necessità di integrazioni, la prescrizione relativa al progetto sia costituita da una richiesta chiara ed univoca, e con il rimando preciso alla responsabilità di attuarla da parte del tecnico abilitato. Ad esempio, per evitare di appesantire il procedimento per una sola richiesta, si possono prescrivere quelle esecuzioni di cantiere che pur previste dal progettista nella relazione tecnica (ad es. operazioni di ammorsamento tra pareti esistenti e di nuova esecuzione) non sono state incluse negli elaborati grafici; oppure è possibile prescrivere che, in assenza di specifica previsione in sede di progetto e nei casi più semplici, l’esecuzione di determinati elementi non strutturali e degli ancoraggi degli impianti avvenga previa verifica a cura di tecnico abilitato sotto la forza espulsiva di cui alle norme tecniche per le costruzioni. Infine, in sede di parere favorevole, è possibile per il controllore (se ritenuto utile per dimostrare la diligenza del suo operato) indicare non soltanto “prescrizioni”, ma anche eventuali “raccomandazioni” (cioè quelle indicazioni che non possono rivestire carattere prescrittivo nello spirito dei controlli previsto dalla DGR 5001/2016): ad esempio, è possibile raccomandare l’esecuzione di “verifiche non sismiche” non individuate all’interno della relazione di calcolo (accumuli neve, verifiche di resistenza al fuoco, azioni dovute al traffico, al vento, ecc.), o segnalare, sempre nella forma di “raccomandazioni”, eventuali anomalie non direttamente connesse alla sicurezza nel caso sismico, ma che potrebbero riguardare la sicurezza non solo sismica, appunto.
2.6 I corsi di formazione e i seminari di aggiornamento Al fine di seguire regole e comportamenti omogenei nella valutazione dei progetti, nel rispetto delle norme statali e regionali vigenti, chi intende prestare il proprio servizio nell’esame delle pratiche sismiche dovrebbe seguire i corsi e i seminari di aggiornamento opportunamente organizzati dall’ordine professionale e impegnarsi a mantenere il contatto con i colleghi strutturisti mediante le forme e i modi che l’ordine provinciale suggerirà di volta in volta. L’ordine professionale si impegnerà nel garantire che i propri iscritti che decidano di svolgere le importanti funzioni di “controllo” sui progetti e sulle esecuzioni siano coinvolti nelle attività di aggiornamento e offrano la loro collaborazione e la loro disponibilità (anche nei casi in cui si rivelasse l’esigenza di un confronto nel merito di progetti da loro esaminati). In particolare, l’ordine provinciale potrà costituire una rete per il coinvolgimento diretto di tutti gli ingegneri che svolgono la funzione di consulente; rete che si tradurrà con l’organizzazione di incontri dedicati allo scambio di informazioni relative alle modalità di controllo e di gestione delle pratiche sismiche. È possibile ipotizzare che l’ordine istituisca un vero e proprio gruppo di lavoro al fine di monitorare le attività di controllo sul territorio provinciale, con lo scopo di facilitare il processo di rendere uniforme l’approccio nella valutazione dei progetti, nei controlli sull’esecuzione e nella gestione delle pratiche da parte dei diversi comuni. 20
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L’ordine professionale potrà anche valorizzare il principio di “centralità dell’ingegnere”, dimostrando che le procedure possono essere migliorate (rispetto al primo difficile periodo di applicazione) e governate proprio grazie alla preparazione e alla conoscenza delle regole da parte dei singoli ingegneri esaminatori. L’obiettivo della categoria resta quello di estrarre il più possibile i benefici che derivano dalla inevitabile “burocrazia” delle nuove regole regionali (maggiori controlli migliorano i livelli qualitativi delle prestazioni), riducendo al minimo gli effetti negativi della burocratizzazione stessa.
2.7 Le modalità operative dell’esaminatore presso gli uffici comunali Chi presta la propria consulenza agli uffici tecnici comunali deve fare in modo che ogni sua richiesta di chiarimenti o integrazioni inoltrata al titolare dell’istanza e al progettista (o al direttore lavori nel caso di comunicazioni relative ai controlli sull’esecuzione) sia sempre accompagnata (ad es. in calce) dalle informazioni che consentono di individuare la modalità di contatto tra i professionisti e il consulente, per gli eventuali chiarimenti nel merito. È possibile (e talvolta auspicabile) che sia previsto un confronto preliminare telefonico prima dell’invio della richiesta di integrazioni o della imposizione di prescrizioni in sede di parere favorevole; confronto finalizzato ad evitare errate intepretazioni o fraintendimenti, che rischierebbero altrimenti di appesantire inutilmente il procedimento; i progettisti che presentano le pratiche sismiche sono invitati a indicare all’interno del modulo 1 il numero del loro telefono cellulare, per facilitare le operazioni di esame. Tuttavia, è da escludersi (salvo casi particolari) che il controllore convochi direttamente i professionisti per lo svolgimento del confronto; così come è da evitare (salvo casi particolari) ogni attività del controllore mirata a “concordare” o “discutere” modifiche progettuali con i professionisti coinvolti nell’intervento. Le modifiche, a esclusiva cura del progettista, saranno quelle che gli consentono di eliminare le non conformità rilevate puntualmente e messe per iscritto nella fase di esame tecnico dal consulente strutturista. In generale, è pensabile che l’esaminatore offra la sua disponibilità con la presenza fissa presso la sede dell’ufficio tecnico, oppure su appuntamento, o mediante contatto telefonico, o via email, sia per le esigenze dei funzionari, sia per quelle dei tecnici e dei cittadini che necessitano di un confronto. Anche gli ingegneri membri della commissione tecnica regionale si rendono disponibili con le stesse modalità. È vero anche che in questa fase di prima applicazione delle nuove regole procedurali per le costruzioni in zona sismica è compito soprattutto degli ingegneri strutturisti garantire che la gestione delle pratiche sia il più possibile aderente a quanto previsto dalle norme nazionali e regionali, per evitare inutili appesantimenti burocratici. È noto infatti che una migliore conoscenza dei meccanismi che regolano le pratiche sismiche porta anche ad una migliore gestione tecnica e amministrativa delle pratiche stesse. A tal fine, i consulenti strutturisti esaminatori del contenuto tecnico dei progetti dovrebbero quindi fare in modo di trasmettere le loro conoscenze ai funzionari comunali e regionali, per favorire il buon funzionamento dell’intera procedura (principio di “centralità” dell’ingegnere strutturista).
2.8 L’efficienza dell’organo di controllo Ai fini del buon funzionamento delle procedure che regolano la disciplina delle opere strutturali, è di fondamentale importanza che l’organo di controllo sia efficiente. Vale anche in questo caso Edil Tecnico .it
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il principio di centralità dell’ingegnere consulente, che grazie alla approfondita conoscenza delle norme è in grado trasmettere le giuste informazioni ai funzionari comunali e regionali, e favorire il buon funzionamento di tutto il processo. In particolare, è fondamentale il rispetto di quanto previsto dall’art. 7 della LR 33/2015: “All’atto del deposito della documentazione di cui all’articolo 6, comma 1, lo sportello unico rilascia al depositante l’attestazione dell’avvenuto deposito”. Tale importante passaggio (si rimanda al paragrafo relativo ai controlli di completezza, coerenza e regolarità) è il punto di partenza per garantire l’efficienza del sistema. Peraltro, nei comuni in zone 3 e 4, se tale attestazione non avviene correttamente, il funzionario preposto dell’ufficio tecnico diventa corresponsabile a tutti gli effetti della “mancanza” dei documenti progettuali previsti dall’allegato E, e della loro “coerenza” e “regolarità”. Se i consulenti strutturisti riuscissero a rendere evidente questo aspetto, i funzionari si attiverebbero prontamente per eseguire i controlli formali nel modo corretto (vedi anche la checklist per la ricezione della pratica in modalità cartacea). Anche la necessità di procedere ai controlli a campione sul progetto (nelle zone 3 e 4) e sull’esecuzione (in tutte le zone) in modo tempestivo, nell’immediatezza della fine di ogni periodo (ad esempio il semestre) scelto dal comune per il sorteggio, è di fondamentale importanza per garantire il buon funzionamento delle procedure. Altro aspetto da ricordare, per mantenere l’efficienza del sistema, è quello per cui l’organo di controllo comunale dovrebbe attenersi il più possibile alle modalità di ricezione e di controllo previsti dalla DGR 5001/2016 e dal DPR 380/2001. In tal senso, si segnala banalmente che il controllo di “completezza della documentazione” previsto all’atto del deposito, non deve assolutamente estendersi al controllo del “contenuto” della documentazione stessa (con richieste di integrazioni sui dettagli costruttivi strutturali, sul rispetto dei giunti sismici, ecc.), se non per le verifiche di “coerenza” e “regolarità” previste dalla DGR stessa in sede di deposito. Inoltre si ricorda che nei comuni presenti in tutte le zone sismiche i funzionari dell’ufficio tecnico non hanno titolo per chiedere integrazioni sul contenuto della relazione finale e del collaudo, né per le opere di cui all’art. 65 (ex L 1086/1971 per c.a. e metallo), che prevede il semplice deposito della documentazione, né per le opere di cui all’art. 93 (ex L 64/1974 per le costruzioni in zona sismica). Le funzioni di vigilanza sono invece da ricondurre o all’allegato H della DGR 5001/2016 oppure agli artt. dal 68 al 76 e dal 95 al 103 del DPR 380/2001: nel primo caso, le procedure sono stabilite dalla DGR (sopralluoghi in cantiere per accertare la “sostanziale rispondenza” dei lavori al progetto depositato); nel secondo, dal DPR, che prevede la compilazione di processo verbale che, a cura del dirigente o responsabile del competente ufficio comunale, verrà inoltrato all’autorità giudiziaria. In ogni caso, le funzioni di vigilanza relative alle opere in c.a. e a struttura metallica di cui all’art. 65, sono relative soltanto alla verifica del rispetto degli “adempimenti” procedurali e non anche al contenuto tecnico della documentazione. Anche il pagamento di eventuali spese istruttorie (che com’è noto non deve e non può incidere sulla procedura amministrativa) e le operazioni di rilascio dell’autorizzazione sismica devono essere gestiti in modo tale da non appesantire inutilmente la procedura. In particolare, tutte le comunicazioni dovrebbero essere indirizzate al titolare della pratica sismica (o al suo delegato sismico individuato all’interno del modulo 1 o 2) e al/ai progettista/i delle strutture (oppure al direttore lavori, nel caso dei controlli sull’esecuzione). Le convocazioni per i sopralluoghi nel caso dei controlli sull’esecuzione devono essere invece indirizzate al titolare della pratica (o al suo delegato sismico), al progettista strutturale e al direttore dei lavori strutturale; ogni altra convocazione (salvo casi particolari) è fuori luogo e rischia di appesantire inutilmente le procedure. È infine da esclu-
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dersi che nei comuni nelle zone 3 e 4 sia istituito il pagamento di spese istruttorie per la semplice attestazione di avvenuto deposito, operazione che dovrebbe essere materialmente svolta dai funzionari pubblici senza l’ausilio di personale specializzato, come già descritto in questo documento; a meno che in questi comuni nelle zone 3 e 4 il pagamento di piccole somme da parte di tutti i cittadini (cioè per tutti i depositi) sia convogliato nelle risorse da destinare ai controlli di merito (sui progetti e sulle esecuzioni) a seguito di sorteggio a campione; controlli che viceversa richiedono figure specializzate.
2.9 I sorteggi a campione Nei comuni in zona 2, nel periodo massimo di sei mesi, il sorteggio a campione è relativo a tutti gli interventi autorizzati nel periodo precedente e si concretizza mediante sopralluogo in cantiere per controllare che l’esecuzione sia “sostanzialmente rispondente” a quanto autorizzato. Nei comuni in zona 3 e 4, nel periodo massimo di sei mesi, il sorteggio è relativo agli interventi depositati nel periodo precedente e si concretizza nel controllo del progetto (che prevede le stesse modalità del controllo tecnico previste per l’autorizzazione) e mediante sopralluogo in cantiere per controllare che l’esecuzione sia sostanzialmente rispondente a quanto autorizzato. In tali comuni, il controllo sull’esecuzione è facoltativo; tuttavia, si deve considerare che i funzionari dell’ufficio tecnico comunale “sono tenuti” (DPR 380, art. 103) ad accertare che l’esecuzione degli interventi in tutte le zone sismiche proceda in base alle norme; è da ritenersi quindi che il controllo a campione nei comuni in zona 3 e 4, esteso anche all’esecuzione con il relativo sopralluogo in cantiere, nella misura minima di un sorteggio ogni sei mesi per ciascuna categoria, sia comunque da garantire a cura dell’organo di controllo, nel rispetto del Testo Unico dell’edilizia. Gli interventi di sopraelevazione nei comuni nelle zone 3 e 4 sono soggetti al rilascio della certificazione da parte dell’autorità competente comunale (che prevede le stesse modalità del controllo tecnico previste per l’autorizzazione); tali interventi rientrano comunque nella base campionata per i successivi controlli sull’esecuzione. Non rientrano nel sorteggio a campione gli interventi autorizzati in zona 2 riguardanti opere strategiche e rilevanti (cioè relativi a costruzioni in classe d’uso IV e III), per le quali il controllo sull’esecuzione è di tipo sistematico a cura dell’organo comunale. Il numero minimo dei controlli, così come sopra indicato, è da riferire alle pratiche depositate separatamente in ciascun comune, indipendentemente dal fatto che gli enti siano riuniti in una delle forme associative previste nell’allegato A, DGR 5001/2016. Non rispettare questa regola costituisce grave violazione delle procedure previste dalla legge regionale. Per il buon funzionamento dei controlli si deve tener presente l’effetto “deterrente”: non è pensabile di informare il cittadino dell’avvenuta selezione a campione nell’immediatezza del deposito o comunque (di regola) prima dell’inizio dei lavori; così facendo, nell’illusione di prevenire cattive esecuzioni, si vanificherebbe per intero l’effetto deterrente, contrariamente al principio stabilito nella DGR 5001/2016. Eventualmente, è possibile proporre soluzioni migliorative alle procedure regionali (accorciando il periodo su cui basare il campione, senza incrementare il numero dei controlli, vedi appendice). Al momento, il buon funzionamento è garantito dall’applicazione corretta delle procedure regionali con esecuzione in tempi rapidi del sorteggio (semestrale) e avvio immediato dei procedimenti di controllo nei giorni immediatamente seguenti a quelli del periodo stabilito per la campionatura.
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È importante ricordare che la DGR 5001/2016 prevede sia redatto specifico verbale con l’indicazione delle operazioni e dell’esito del sorteggio, proprio a piena garanzia della correttezza ed efficienza della procedura. La DGR 5001 non prevede esplicitamente la possibilità di scegliere (a discrezione) la pratica da sottoporre a controllo. Il consulente strutturista dovrebbe fare in modo che l’autorità competente comunale recepisca le modalità di sorteggio sopra indicate.
2.10 I controlli sull’esecuzione Nei casi di controllo sull’esecuzione nelle zone 2, 3 e 4 ai sensi dell’allegato H, DGR 5001/2016, è necessario effettuare il sopralluogo in cantiere per “accertare la sostanziale rispondenza dei lavori effettivamente realizzati alla documentazione progettuale depositata”. Le verifiche finalizzate a controllare la “rispondenza” in cantiere di quanto previsto in sede progettuale saranno commisurate all’importanza dell’opera, e saranno riferite alle parti principali dell’opera e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento nel caso di evento sismico. Il controllo sull’esecuzione (Allegato H, DGR X/5001) inizia con la comunicazione di avvio del procedimento: viene fissata la data del sopralluogo tra il 15° e il 30° giorno dalla data della comunicazione (il giorno può essere concordato tra le parti). Al sopralluogo devono essere invitati il titolare del deposito (ovvero il suo delegato sismico), il progettista strutturale, il direttore dei lavori delle strutture e ogni altro professionista competente in materia, scelto dallo stesso titolare del deposito. L’attività di controllo si conclude entro 60 giorni, con la comunicazione ai soggetti interessati dell’esito finale del controllo. In generale, deve esserci sostanziale corrispondenza geometrica fra le parti effettivamente eseguite e quelle progettate e deve essere riscontrata la documentazione ritenuta necessaria, caso per caso, a dimostrare il rispetto delle regole previste nel capitolo 11 (materiali e prodotti), con riguardo ad esempio alle procedure di “accettazione” in capo al direttore lavori strutturale (11.1 NTC 2018). Soltanto verificando che i materiali impiegati nella costruzione siano proprio quelli previsti nel progetto depositato è possibile affermare la sostanziale rispondenza dei lavori eseguiti e confermarne i livelli di sicurezza attesi previsti nel progetto. Il controllore, comunque, non si sostituisce alle funzioni e alle responsabilità del direttore lavori e del collaudatore e non entra nel merito delle loro scelte professionali. In generale, durante il sopralluogo per il controllo sull’esecuzione si controlla lo stato di avanzamento dei lavori, e in particolare: – si controlla il rispetto delle eventuali prescrizioni indicate nel provvedimento di autorizzazione (per i comuni in zona 2); – si controlla se sono state previste varianti e se sono state depositate; – si chiede di trasmettere le certificazioni sui materiali (previste nel capitolo 11 delle NTC), nonché i relativi controlli di accettazione del direttore dei lavori, sulle parti già realizzate, da consegnare ad esempio in 30 giorni (per garantire la chiusura del procedimento entro il termine dei 60 giorni); – alla consegna dei documenti richiesti, si controllano i certificati e si trasmette parere tecnico sull’esito del controllo, oppure si richiedono integrazioni o chiarimenti. Nel caso di controllo sull’esecuzione, la richiesta di chiarimenti o di documentazione relativa ai materiali impiegati è un procedimento che non riguarda direttamente il contenuto della relazione finale del direttore lavori e/o del certificato di collaudo, ma si affianca ad essi, con iter indipendente e finalità diverse (fatta salva la evidente necessità di non richiedere la duplice produzione dei documenti, se già disponibili). Ed è per questo motivo che il controllore può agire in modo indipendente dalle procedure e dagli adempimenti previsti nel DPR 380/2001, basandosi direttamen24
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te sulle procedure e sugli adempimenti indicati nelle norme tecniche per le costruzioni. In ogni caso, l’insieme delle richieste relative al controllo sull’esecuzione non può eccedere quanto previsto dalle norme tecniche e regolamentari vigenti; la consegna dei documenti eventualmente richiesti potrà seguire (se motivata) le tempistiche dettate dalla direzione dei lavori, pur sempre con riferimento alle opere visionate durante il sopralluogo. Al sopralluogo in cantiere partecipano, nel caso generale, il funzionario dell’organo di controllo comunale, il consulente strutturista che ha esaminato il progetto, il titolare del deposito (o il suo delegato sismico), il progettista strutturale, il direttore dei lavori strutturale e ogni altro professionista competente in materia indicato facoltativamente dal titolare stesso del deposito. Viceversa, ogni caso particolare può naturalmente essere affrontato in modo specifico. La necessità di eseguire i controlli con una determinata cadenza (ad esempio ogni sei mesi, quale controllo minimo previsto dalla DGR 5001/2016 nell’allegato H), unitamente alla necessità di concludere il procedimento di controllo entro il sessantesimo giorno dalla data di avvio del procedimento, comporta che il controllo deve essere riferito allo stato di avanzamento dei lavori alla data del sopralluogo, e non anche alla fase finale di completamento delle opere. Non ha alcun senso, pertanto, prevedere in modo sistematico che i sopralluoghi di controllo avvengano al termine della costruzione.
2.11 Le opere minori e le opere speciali La legge nazionale prevede che in tutte le zone sismiche ogni intervento, che non sia di semplice manutenzione ordinaria (vedi anche giurisprudenza consolidata), sia da assoggettare al potenziale controllo: tutte le opere di costruzione o riparazione devono quindi essere depositate (art. 93 DPR 380/2001, così come richiamato dalla LR 33/2015) e, se ricadenti in zona 2, assoggettate alla procedura di autorizzazione (art. 94). Secondo giurisprudenza, comunque, “La speciale disciplina [del deposito sismico] si applica a tutte le costruzioni, la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica incolumità”. Per individuare tipologie di interventi da non assoggettare al deposito sismico (e quindi dalla relativa autorizzazione, nei comuni in zona 2) è necessario stabilire a priori che le opere non rappresentino un pericolo (nemmeno potenziale) per la pubblica incolumità. Ciò premesso, si illustrano di seguito alcune tipologie di interventi, che possono definirsi “minori” o comunque che presentano caratteristiche particolari. Si tratta di: - opere che non possono comunque interessare la pubblica incolumità nel caso di evento sismico; - opere di modesta entità; - costruzioni temporenee con durata inferiore ai 2 anni; - opere provvisionali; - interventi sulle costruzioni esistenti; - interventi relativi a elementi costruttivi non strutturali; - strutture di stoccaggio ed immagazzinamento (scaffalature). Si rimanda al testo in appendice per le modalità da seguire nei diversi casi. Lo scopo di questo paragrafo è invece quello di ricordare che, da parte del consulente strutturista, per gli “interventi minori” è comunque doveroso non seguire schemi di controllo inutilmente complessi. L’esame del progetto consente di capire immediatamente se il comportamento delle
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opere in condizione sismica può considerarsi adeguato ai livelli di sicurezza previsti dalle norme tecniche per le costruzioni. Così, ad esempio, per una piscina di modeste dimensioni, per valutare la bontà progettuale non sarà necessario verificare il soddisfacimento delle prescrizioni di dettaglio e dei formalismi previsti dalle norme, e non sarà necessario esaminare il modulo 12 o il fascicolo dei tabulati di calcolo.
2.12 La circolare esplicativa delle NTC Con particolare riferimento al carattere prestazionale o prescrittivo delle norme tecniche per le costruzioni, si rileva che nella versione attuale le norme presentano entrambi gli aspetti. Sarà cura del consulente strutturista che effettua l’esame tecnico individuare quelle parti che costituiscono vere e proprie prescrizioni, che quindi non possono essere derogate se non nell’ambito di quanto previsto dalle stesse NTC, e quelle parti che invece consentono maggiore libertà progettuale. In tal senso, è lecito chiedersi anche come dovrebbero essere gestite le indicazioni contenute nella circolare esplicativa delle norme tecniche, con riferimento anche al contenuto del capitolo 8, inerente gli interventi sulle costruzioni esistenti. Appare evidente che se il progetto è coerente con le previsioni contenute nella circolare, il problema non si pone; viceversa, se alcune indicazioni contenute nella circolare non sono pienamente rispettate, si presenta la necessità da parte di chi controlla di ottenere giustificazioni da parte del progettista che illustrino chiaramente le alternative progettuali e le relative valutazioni tecniche che consentono di garantire per le opere in progetto lo stesso livello di sicurezza derivante dalle indicazioni della circolare esplicativa. La richiesta di integrazioni o chiarimenti del tecnico esaminatore dovrebbe andare in questa direzione, valutando poi, caso per caso, la coerenza delle giustificazioni e delle alternative progettuali illustrate dal progettista. Alla data della stesura del presente documento, la circolare esplicativa delle nuove NTC 2018 non è ancora stata emanata: si segnala che, anche in base alla nota del CSLLPP del 21/03/2018, nell’attesa della nuova circolare si possono considerare valide le indicazioni della precedente Circ. 617/2009, per quanto non in contrasto con quanto riportato nel nuovo DM 17/01/2018, non solo per quanto riguarda i contenuti della nota richiamata, ma anche per le altre disposizioni.
2.13 Le parti strutturali “non principali” e gli elementi “non strutturali” In virtù del fatto che l’esame del progetto (elaborati grafici e relazioni) si riferisce alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico, è del tutto plausibile che gli elaborati possano “non contenere” alcuni elementi di dettaglio (esecutivi dei solai o di parti secondarie in legno, ecc.), sempre che gli elementi essenziali della loro progettazione (tipologia, spessori, armature necessarie alla caratterizzazione del comportamento a diaframma, collegamenti alle parti principali, ecc.) siano comunque contenuti e illustrati nel progetto e siano stati correttamente considerati nella progettazione complessiva. Comunque, ogni aspetto progettuale che possa riguardare il comportamento globale della costruzione deve essere oggetto di controllo (ad esempio, il fatto che gli elementi strutturali definiti sismicamente “secondari” contribuiscano meno del 15% alla rigidezza laterale rispetto a quelli principali, oppure il fatto che un intervento non dichiaratamente strutturale possa incidere sul comportamento generale della costruzione). 26
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Per quanto riguarda gli “elementi costruttivi senza funzione strutturale” (tamponamenti, parapetti, divisori, ancoraggi di controsoffitti e impianti, ecc.), è evidente che il progetto deve contenere tutte le precise indicazioni (grafiche e di calcolo) che consentano di confermarne la coerenza con quanto previsto dalle norme tecniche, con riferimento a quegli elementi non strutturali che vengono “costruiti in cantiere” (a dfferenza di quelli che vengno “assemblati” in cantiere, secondo 7.2.3 NTC 2018). La relazione di calcolo dovrebbe quindi contenere le verifiche svolte per garantire ad esempio che i tamponamenti in laterizio non vengano espulsi nel caso di evento sismico e negli elaborati grafici dovrebbero essere indicate le modalità esecutive di tali tamponamenti, anche con riferimento alla schematizzazione adottata nel calcolo di verifica anti-espulsione (indicando ad esempio se i tamponamenti sono aderenti in sommità alle strutture principali oppure no, e se sono previste reti di rinforzo). Il controllo di chi esamina i progetti deve necessariamente estendersi a tali elementi, anche con riferimento a indicazioni sulle tavole grafiche, quando questi elementi non strutturali possono comunque costituire pericolo per l’incolumità nel caso di evento sismico. I controlli sulle parti strutturali non principali e sugli elementi non strutturali Oggetto del controllo
Esempio
Cosa controllare
Cosa NON controllare (salvo casi particolari)
Parti strutturali non principali
Esecutivi dei solai
Presenza negli elaborati grafici di tipologia, spessori, armature necessarie alla caratterizzazione del comportamento a diaframma, dettagli dei collegamenti alle parti principali
Disegni delle armature per i carichi gravitazionali e relativi calcoli esecutivi
Parti strutturali non principali
Parti secondarie in legno
Presenza negli elaborati grafici dei dettagli dei collegamenti alle parti principali
Calcoli per i carichi gravitazionali
Elementi costruttivi senza funzione strutturale
Tamponamenti, parapetti, divisori, canne fumarie, costruiti in cantiere
Disegni (modalità esecutive coerenti al calcolo) e calcoli per le verifiche di stabilità nel caso di evento sismico
Elementi o porzioni che non costituiscono pericolo per l’incolumità nel caso di evento sismico
2.14 Le verifiche “non-sismiche” L’esame del progetto si riferisce alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico. Per quanto riguarda le verifiche “non sismiche” previste dalle norme tecniche per le costruzioni, è possibile affermare che l’esame del contenuto del progetto a fini sismici non riguarda in modo specifico i livelli di sicurezza in cui le combinazioni di carico non prevedono la presenza del sisma; in generale, quindi, le azioni del vento, della neve, della temperatura e le azioni eccezionali da incendio, da esplosioni, da urti di traffico veicolare, traffico ferroviario, imbarcazioni, elicotteri, non fanno parte direttamente dell’esame sismico ai fini del rilascio dell’autorizzazione. Allo stesso modo, l’esame dettagliato del contenuto del progetto a fini sismici non riguarda quelle porzioni strutturali per le quali il dimensionamento e le verifiche non siano governati in modo determinante dalle combinazioni sismiche dei carichi. Il pericolo più rilevante per la pubblica incolumità che la legge nazionale ha individuato è quello sismico: il rischio sismico va preso in esame da parte dell’organo di controllo ed è soggetto ad autorizzazione (art. 94 DPR 380/2001) nelle zone a media e alta pericolosità. Solo per il pericolo siEdil Tecnico .it
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smico il legislatore nazionale ha previsto una serie di speciali articoli, inclusi nella parte del DPR nazionale relativa alle costruzioni in zona sismica. Viceversa, per la pericolosità legata alle costruzioni in cemento armato e a struttura metallica, e per le relative azioni antropiche ed ambientali, il legislatore ha previsto il semplice deposito della documentazione (art. 65 DPR 380/2001): solo nel caso in cui se ne rivelasse la necessità, l’autorità preposta potrà raggiungere le figure coinvolte nell’intervento e valutare le eventuali responsabilità di ciascuno. Infatti, è noto che le funzioni di vigilanza relative alle opere in c.a. e a struttura metallica di cui all’art. 65, sono relative soltanto alla verifica del rispetto degli “adempimenti procedurali” (mediante attestazioni di avvenuto deposito) e non anche del contenuto tecnico della documentazione. Nel caso in cui chi esamina il progetto individui la mancanza di talune verifiche “non-sismiche”, è possibile che egli inserisca in tal senso una “raccomandazione” (e non una “prescrizione”) in sede di trasmissione del parere favorevole. In tal modo, il controllore può tener traccia della diligenza del suo operato, segnalando le carenze riscontrate e rimandando in modo chiaro alle specifiche responsabilità dei soggetti interessati. Naturalmente, in determinati casi è possibile che il comportamento sotto azioni sismiche dipenda in primo luogo dall’impostazione strutturale adottata per i carichi statici (funzionamenti anomali, anche con riferimento alla scienza e alla tecnica delle costruzioni, collegamenti locali non efficienti, fenomeni di instabilità, ecc.); in tal caso, il controllo sismico deve evidenziare anche tali aspetti e richiedere chiarimenti o integrazioni per dimostrare che i livelli di sicurezza corrispondono a quanto previsto nelle norme tecniche vigenti. Le verifiche non sismiche Cosa rientra nel controllo del contenuto tecnico
Sì
No
Azioni (e loro effetti) del vento, della neve, della temperatura e le azioni eccezionali da incendio, da esplosioni, da urti di traffico veicolare, traffico ferroviario, imbarcazioni, elicotteri
×
Porzioni strutturali per le quali il dimensionamento e le verifiche non siano governati in modo determinante dalle combinazioni sismiche dei carichi
×
Parti della struttura che sembrano presentare, anche sotto azioni non sismiche, e anche con riferimento alla scienza e alla tecnica delle costruzioni: funzionamenti anomali, collegamenti locali non efficienti, fenomeni di instabilità, situazioni similari.
×
2.15 Le relazioni geologica e geotecnica La relazione geologica è sempre obbligatoria (6.2.1 NTC 2018) nel caso in cui gli interventi riguardino opere di cui al punto 6.1.1 delle NTC 2018 (e cioè opere di fondazione, opere di sostegno, opere in sotterraneo, opere e manufatti di materiali sciolti naturali, fronti di scavo, miglioramento e rinforzo dei terreni e degli ammassi rocciosi, consolidamento dei terreni interessanti opere esistenti, nonché valutazione della sicurezza dei pendii e fattibilità di opere che hanno riflessi su grandi aree) e/o nel caso in cui gli interventi abbiano “influenza” sulle opere di fondazione della struttura interessata dall’intervento. Deve intendersi che relativamente alle opere di fondazione si assume che gli interventi sulla struttura in elevazione delle costruzioni non hanno influenza sulle opere fondali se l’incremento di carico al piede nella combinazione rara non è “significativo” e cioè non eccede, ad esempio, il 10%
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del carico esistente prima dell’intervento, come suggerito anche nelle “Linee guida per i geologi istruttori delle pratiche sismiche”, a cura dell’Ordine dei Geologi della Lombardia (nel testo approvato con delibera n. 97 del 13/06/2017 integrato come da delibera n. 127 del 7/09/2017). Al di fuori dei due casi indicati, l’obbligatorietà di presentare la relazione geologica non è scritta nelle norme procedurali, e la necessità e la modalità di presentazione vanno quindi ricercate in modo attento nella progettazione, caso per caso. Ad esempio, se l’intervento prevede anche la verifica di adeguatezza della costruzione, si tratta di valutare volta per volta a cura del progettista dell’intervento se l’insieme delle informazioni di cui dispone, coerentemente con il livello di conoscenza adottato e con le previsioni delle norme tecniche per le costruzioni e degli strumenti di pianificazione comunali, è sufficiente a garantire l’affidabilità del calcolo eseguito e dei livelli di sicurezza raggiunti, anche in funzione dell’importanza dell’opera e del suo comportamento prevedibile nel caso di evento sismico. Sarà cura del progettista esplicitare in tal senso le sue opportune considerazioni. Nei casi ordinari, la relazione geotecnica contiene (tra l’altro) l’attribuzione della categoria di sottosuolo e dei valori dei parametri fisico-meccanici caratteristici del terreno, nonché la conferma della stabilità del sito nei confronti della liquefazione. Anche la relazione geotecnica è sempre obbligatoria nei casi sopra indicati in riferimento all’obbligatorietà della relazione geologica. Nel caso di costruzioni o di interventi di modesta rilevanza, che ricadano in zone ben conosciute dal punto di vista geotecnico, la relazione geotecnica sarà di tipo “semplificato”: includerà la rappresentazione di indagini e prove preesistenti (6.2.2 NTC 2018, ultimo capoverso) a illustrazione e giustificazione dei parametri progettuali assunti. Nel caso di valutazioni della sicurezza di edifici esistenti, la verifica del sistema di fondazione è obbligatoria solo se sussistono condizioni che possano dare luogo a fenomeni di instabilità globale o se si verifica una delle seguenti condizioni (8.3 NTC 2018): “nella costruzione siano presenti importanti dissesti attribuibili a cedimenti delle fondazioni o dissesti della stessa natura si siano prodotti nel passato; siano possibili fenomeni di ribaltamento e/o scorrimento della costruzione per effetto di condizioni morfologiche sfavorevoli, di modificazioni apportate al profilo del terreno in prossimità delle fondazioni, delle azioni sismiche di progetto; siano possibili fenomeni di liquefazione del terreno di fondazione dovuti alle azioni sismiche di progetto. Allo scopo di verificare la sussistenza delle predette condizioni, si farà riferimento alla documentazione disponibile e si potrà omettere di svolgere indagini specifiche se sussistono elementi di conoscenza sufficienti per effettuare le valutazioni precedenti”. In generale, pertanto, ad esclusione dei casi sopra indicati, devono essere sempre compilati il modulo 9 (sottoscritto dal geologo) e il modulo 10 (sottoscritto dall’estensore della relazione geotecnica, il quale può essere il geologo stesso, oppure il progettista delle fondazioni o dell’intervento geotecnico); in assenza di tali moduli, è obbligatoria la presentazione del modulo 11 (dichiarazione del progettista strutturale relativa ad opere e sistemi geotecnici, per escludere le evenienze sopra indicate). Non è possibile modificare il testo fisso dei moduli della DGR 5001/2016. Si ricorda inoltre che l’esame del progetto svolto da ingegneri e architetti non può comprendere gli aspetti legati alla pericolosità geologica del sito e quindi non può riguardare i contenuti delle relazioni geologiche, che restano di competenza esclusiva dei professionisti geologi. Di tale circostanza deve trovarsi traccia all’interno del parere tecnico. In tali casi, è doveroso segnalare all’autorità sismica competente che nell’eventuale assenza del parere di un geologo, il rilascio dell’autorizzazione sismica in zona 2 (o comunque degli altri atti formali previsti dalla legge regionale) avviene sotto la responsabilità diretta dell’autorità comunale stessa.
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I casi in cui la relazione geologica è comunque obbligatoria Obbligo di relazione geologica a fini sismici
Sempre
Nuove opere o interventi su opere esistenti relativi a: opere di fondazione, opere di sostegno, opere in sotterraneo, opere e manufatti di materiali sciolti naturali, fronti di scavo, miglioramento e rinforzo dei terreni e degli ammassi rocciosi, consolidamento dei terreni interessanti opere esistenti, nonché valutazione della sicurezza dei pendii e fattibilità di opere che hanno riflessi su grandi aree
×
Interventi su opere esistenti che comportano: incremento di carico “significativo” (ad esempio, maggiore del 10%) sulle fondazioni esistenti nella combinazione rara
×
Tutti gli altri casi
Non automatico
×
2.16 Il controllo della componente geologica Per quanto riguarda l’esame del contenuto della relazione geologica, l’ordine dei geologi della Lombardia ha predisposto specifiche linee guida che definiscono le modalità di controllo della documentazione. Sulla scorta del documento citato è possibile (pur con alcune diverse considerazioni) suggerire quanto segue. In generale, le verifiche del “consulente geologo” dovrebbero essere finalizzate alla valutazione della rispondenza tra gli elaborati presentati dal “professionista geologo” e le prescrizioni normative nazionali e regionali, laddove riferibili al procedimento di controllo per le costruzioni in zona sismica previsto dalla legge regionale n. 33/2015, nonché le prescrizioni comunali relative alla pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano con riferimento alla tipologia di intervento proposto ed alle caratteristiche del territorio destinate ad ospitare l’intervento. L’esame del contenuto tecnico dovrebbe essere mirato a valutare la “ragionevolezza” dei presupposti teorici posti alla base delle valutazioni, dei metodi di analisi utilizzati nei calcoli, delle conclusioni tratte dal professionista e verificare che gli approfondimenti dichiarati nei moduli siano stati adeguatamente sviluppati. In particolare, le scelte relative a tipo, numero e profondità di indagine, correlazioni utilizzate, metodi di calcolo, formule analitiche, software impiegati sono sotto l’esclusiva responsabilità del professionista che ha sottoscritto la documentazione, devono appoggiarsi su basi scientifiche sufficientemente affidabili, dare adeguata giustificazione alle scelte operate dal professionista, essere adeguatamente descritte ed allegate nelle relazioni tecniche. Chi esamina dovrebbe quindi chiedere integrazioni laddove questi elementi non giustifichino adeguatamente le scelte progettuali, ma non può imporre l’uso di una specifica tipologia di indagine, di correlazione, di metodo di calcolo, di software, a meno che sia inequivocabilmente e scientificamente provata l’inadeguatezza della applicazione scelta dal professionista nel caso specifico. È da escludersi, in generale, (ed ecco lo scopo di questo paragrafo) che il consulente geologo (così come il consulente strutturista) svolga direttamente e regolarmente le operazioni relative ai controlli formali di completezza, coerenza e regolarità in sostituzione dello specifico ruolo tecnico-amministrativo dei funzionari pubblici. Resta ferma, comunque, la sua attività di “supporto esterno” ai funzionari, nel caso in cui se ne rivelasse la necessità. Pertanto, i consulenti non dovrebbero effettuare direttamente lo specifico controllo dei contenuti dei moduli 1 o 2 (istanza o deposito). Rientrano viceversa nell’esame tecnico a cura dei consulenti geologi il modulo 9 (dichiarazione di responsabilità del geologo) nonché, se il controllo si estende anche alla componente geotecnica, il mo30
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dulo 10 (dichiarazione di responsabilità dell’estensore della relazione geotecnica), con la seguente precisazione: tali moduli sono stati introdotti dalla norma regionale con il duplice scopo di (1) aiutare i professionisti ad illustrare il loro lavoro rispettando al meglio tutte le previsioni normative, e di (2) aiutare chi deve esaminare il progetto ai fini del controllo tecnico; i moduli indicati non costituiscono quindi “elaborati progettuali” e non devono allora, in generale, essere oggetto di specifiche richieste di integrazione o di modifica nella fase di esame del contenuto tecnico; richieste che, viceversa, devono sempre essere riferite agli elaborati progettuali. È possibile tuttavia ipotizzare che, a seguito delle specifiche richieste di integrazioni o modifiche sugli elaborati, scaturisca anche la necessità, a cura del professionista, di modificare e ripresentare i moduli in coerenza con le modifiche progettuali. Il fatto che i moduli 9 e 10 sopra citati contengano una “asseverazione di conformità alle norme di quanto eseguito e della relazione” è del tutto ininfluente ai fini delle necessità del controllo di merito, le cui modalità sono stabilite nell’allegato F della DGR 5001/2016. Le responsabilità di quanto asseverato restano in capo ai professionisti. È importante, inoltre, che il consulente geologo controlli che nella relazione geologica non siano presenti affermazioni o considerazioni impostate su basi “condizionali”, nel senso che le informazioni e i dati riportati nelle relazioni non possono essere indefiniti o incerti, ma devono basarsi su argomentazioni fondate ed esplicite, senza l’uso del condizionale. Devono inoltre essere assenti affermazioni che possano far scaturire “vuoti di responsabilità”, rimandando ad altri le verifiche e i controlli ritenuti da eseguire in fase esecutiva per confermare le ipotesi assunte nelle relazioni: nel caso in cui la documentazione contenga rimandi di responsabilità è necessario che l’esaminatore includa (ad esempio) nelle prescrizioni una frase per riaffermare le giuste responsabilità, come ad esempio: “Come da indicazioni contenute nelle conclusioni della relazione geologica, si prescrive che in corso d’opera sia riscontrata “la rispondenza delle condizioni locali con le caratteristiche litologiche indicate nella relazione” a cura di geologo incaricato”. Per quanto riguarda gli interventi di modesto rilievo a fini sismici, sempre che ricadano in zone ben conosciute sotto il profilo geotecnico e prive di criticità geologiche significative, gli approfondimenti richiesti e le verifiche di stabilità possono essere condotte anche con metodi semplificati e/o su dati pregressi, fermo restando che il professionista deve giustificare con adeguata documentazione le conclusioni a cui è giunto, per consentire al consulente geologo di ripercorrere il processo logico seguito nello studio ed accettare consapevolmente le semplificazioni adottate dal professionista. Relativamente a incongruenze o carenze riscontrate negli elaborati presentati dal professionista, chi controlla dovrebbe comunque valutare se le correzioni o gli approfondimenti che si appresta a richiedere con il parere istruttorio siano realmente significative sulla stabilità dell’opera e del territorio circostante. Il controllo della componente geologica Tipo di controllo sugli aspetti geologici
Cosa controllare
Controllo di ragionevolezza
- dei presupposti teorici posti alla base delle valutazioni - dei metodi di analisi utilizzati nei calcoli - delle conclusioni tratte dal professionista
Controllo della presenza
- degli approfondimenti dichiarati - della descrizione e degli allegati delle prove di indagine
Controllo di merito relativo a basi scientifiche sufficientemente affidabili e adeguata giustificazione alle scelte operate
- del tipo, numero e profondità di indagine - di correlazioni utilizzate, metodi di calcolo, formule analitiche - dei software impiegati
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2.17 La DGR 2616/2011 La DGR 2616/2011 stabilisce i “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio” in Lombardia. È possibile osservare che le prescrizioni contenute nella DGR 2616/2011 devono essere attuate in fase di “pianificazione” a cura dell’estensore dello studio geologico del PGT, e non da chi progetta il singolo intervento. In altre parole, in generale, i professionisti che si occupano del singolo intervento edificatorio dovrebbero sostanzialmente verificare che l’intervento proposto sia “fattibile”: il livello è quello della progettazione preliminare, ai fini del titolo edilizio, e non quello esecutivo; i professionisti possono verificare quanto sopra sviluppando tutte le indagini geologiche, geofisiche e geotecniche e le verifiche che sono esplicitamente richieste dalle norme di attuazione del PGT (per la classe di fattibilità geologica e per la classe di pericolosità sismica) che l’estensore dello studio geologico del PGT, proprio secondo la DGR 2616/2011, ha previsto per l’area dove ricade l’intervento. È da escludersi, pertanto, che la normativa regionale racchiusa nelle disposizioni della DGR 2616/2011 comporti specifici obblighi in capo all’estensore della relazione geologica, se non quelli sopra indicati. Il controllo del progetto, secondo l’allegato F della DGR 5001/2016, deve considerare “l’adeguatezza degli approfondimenti nei confronti della pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano”.
2.18 Il collaudo statico Ad oggi, la legge regionale prevede l’obbligo di collaudo per tutti gli interventi (art. 9, LR 33/2015), in virtù del fatto che tale certificato tiene luogo al certificato di rispondenza di cui all’art. 62 del DPR 380/2001. Dall’11 dicembre 2016 (DLGS 222/2016) sono stati modificati alcuni commi dell’art. 67 DPR 380/2001 (vedi in neretto le parti modificate): 7. Il collaudatore redige, sotto la propria responsabilità, il certificato di collaudo in tre copie che invia al competente ufficio tecnico regionale e al committente, dandone contestuale comunicazione allo sportello unico. Il deposito del certificato di collaudo statico equivale al certificato di rispondenza dell’opera alle norme tecniche per le costruzioni previsto dall’articolo 62. 8-bis. Per gli interventi di riparazione e per gli interventi locali sulle costruzioni esistenti, come definiti dalla normativa tecnica, il certificato di collaudo è sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione resa dal direttore dei lavori. In sostanza, con la modifica al comma 7 del DPR nazionale viene stabilito quanto già introdotto dalla LR 33/2015 della Lombardia e con il comma 8-bis viene stabilito che a livello nazionale non è più necessario collaudare gli interventi locali, anche se relativi ad opere regolate dall’art. 65, cioè in c.a., c.a.p. e a struttura metallica. Si segnala che la legge regionale dovrebbe adeguarsi alle modifiche del DPR 380/2001, art. 67, rendendo il collaudo non più obbligatorio per le opere riguardanti “interventi locali e di riparazione”, per i quali il certificato di collaudo è stato sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione a cura del direttore dei lavori. Il “problema” del certificato di rispondenza è già risolto a livello nazionale (come da suddetta modifica all’art. 67). Fino a quando la legge regionale non sarà oggetto di modifica, si ritiene che il rispetto dell’art. 9 della LR 33/2015 sia comunque da garantire, assoggettando a collaudo tutti gli interventi.
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La legge regionale ha anche introdotto una nuova restrizione: il collaudatore, oltre che non aver partecipato in alcun modo alla progettazione, direzione o esecuzione dell’opera, non deve essere “collegato in modo diretto o indiretto al costruttore”. Si auspica che nella dichiarazione di accettazione di incarico sia riportata tale affermazione. Si esclude che la mancanza di tale indicazione possa dar luogo ad una specifica richiesta di integrazione a cura del consulente strutturista. È possibile prevedere che la segnalazione di questa mancanza sia eventualmente “inserita” tra le prescrizioni o le raccomandazioni in sede di rilascio del parere tecnico favorevole e conseguentemente nella autorizzazione sismica. Si ricorda, infatti, che la legge regionale lombarda non prevede alcun controllo sulle operazioni di collaudo, nemmeno in sede di controllo sull’esecuzione (il controllo sull’esecuzione ai sensi dell’allegato H, DGR 5001/2016 prevede che sia accertata la “sostanziale rispondenza dei lavori effettivamente realizzati alla documentazione progettuale depositata”).
2.19 Il controllo delle competenze dei professionisti Il potere/dovere di controllare la competenza dei professionisti che sottoscrivono la documentazione allegata alla pratica sismica spetta ai funzionari che rappresentano l’organo di controllo comunale. I consulenti strutturisti daranno il loro supporto per favorire il buon funzionamento delle procedure, nel caso in cui se ne evidenziasse la necessità. In tal senso, va ricordato che alcune tipologie di interventi strutturali non ricadono nelle competenze dei geometri, dei periti industriali edili e dei dottori agronomi forsestali, restando appannaggio di ingegneri ed architetti. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 833 del 23 febbraio 2015, ha stabilito che il criterio per accertare se una costruzione sia da considerare modesta, e se quindi la sua progettazione rientri nella competenza professionale dei geometri, consiste nel valutare le difficoltà tecniche che la progettazione e l’esecuzione dell’opera comportano e le capacità occorrenti per superarle; a questo fine, mentre non è decisivo il mancato uso del cemento armato (ben potendo anche una costruzione non modesta essere realizzata senza di esso), assume significativa rilevanza il fatto che la costruzione sorga in zona sismica, con conseguente assoggettamento di ogni intervento edilizio alla normativa di cui alla L. n. 64 cit., la quale impone calcoli complessi che esulano dalle competenze professionali dei geometri. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2539 del 4 settembre 2015, ha stabilito (riepilogando la situazione e il quadro giurisprudenziale degli anni precedenti e generalizzando esplicitamente le conclusioni) che il geometra è competente sul cemento armato soltanto per strutture che rientrano nelle “piccole costruzioni accessorie” a servizio di “costruzioni rurali o industrie agricole” oppure “accessorie a servizio di modeste costruzioni civili“ (come ad esempio le costruzioni in classe d’uso I). Le competenze in materia strutturale dei periti industriali edili e dei dottori agronomi e forestali sono riconducibili ai sensi di legge a quelle dei geometri (vedi anche Consiglio di Stato, sez. IV, n. 4854, del 30 settembre 2013). La giurisprudenza ha già inoltre in più occasioni evidenziato (vedi ad es. Cass. 7370 del 13 aprile 2015) che al direttore dei lavori sono richieste le medesime competenze di quelle che deve possedere il progettista. Gli ingegneri iunior e gli architetti iunior sono competenti quanto i rispettivi professionisti senior, per la progettazione e direzione lavori della maggior parte delle tipologie di opere, cioè quelle con l’uso di “metodologie standardizzate” (cioè mutuate dalla trattatistica e dalla manualistica di setEdil Tecnico .it
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tore, ovvero di soluzioni e procedure formulate su criteri che assumano come riferimenti: parametri, dati, misure, indici o valori preventivamente identificati in forma manualistica o normativa, vedi Consiglio di Stato, sentenza 686), fermo restando che i laureati triennali possono in ogni caso “affiancare” un collega ingegnere o architetto (con laurea quinquennale) senza limitazioni. Gli ingegneri, gli architetti e i geologi possiedono, secondo la legge, piene competenze in materia geotecnica: in tal senso, “l’estensore della relazione geotecnica” di cui al modulo 10 può comprendere alternativamente tutte le figure indicate. Anche nei casi di costruzioni in corso di esecuzione alla data del 10 aprile 2016 nei comuni che hanno cambiato la loro classificazione sismica (in aumento), la conformità al progetto strutturale della parte già costruita dovrà quindi essere dichiarata da professionista competente in materia. Infine, l’iscrizione ad albo professionale non è necessaria nei casi di progetti sottoscritti da tecnici dipendenti dell’amministrazione committente dei lavori, a patto che chi sottoscrive gli elaborati sia comunque abilitato alla professione. Il controllo delle competenze dei professionisti Ingegneri e architetti
Ingegneri e architetti iunior
Geometri, periti ind. edili e dott. agr. e forestali
Geologi
Progetto o direzione lavori di opere in cemento armato
sì
sì (1)
sì (2)
no
Progetto o direzione lavori di opere con calcoli complessi in zona sismica
sì
sì (1)
no (3)
no
Progetto o direzione lavori di opere che implicano l’uso di metodologie avanzate, innovative o sperimentali
sì
no
no
no
Progetto o direzione lavori di opere geotecniche, relazioni geotecniche (e modulo 10)
sì
sì (1)
no
sì
Relazioni geologiche (e modulo 9)
no
no
no
sì
Tipo di prestazione
(1) Solo con l’uso di “metodologie standardizzate”, cioè mutuate dalla trattatistica e dalla manualistica di settore, ovvero di soluzioni e procedure formulate su criteri che assumano come riferimenti: parametri, dati, misure, indici o valori preventivamente identificati in forma manualistica o normativa. (2) Solo per “piccole costruzioni accessorie” a servizio di “costruzioni rurali o industrie agricole” oppure “accessorie a servizio di modeste costruzioni civili“ (come ad esempio le costruzioni in classe d’uso I). (3) La necessità di calcoli complessi deve essere valutata caso per caso.
2.20 La validità ai sensi dell’art. 65 A partire dal 24 ottobre del 2005, tutti i comuni della Lombardia (e d’Italia) sono stati classificati sismici. Per gli aspetti strutturali permangono ad oggi i due obblighi indicati nel DPR 380/2001: il deposito ai sensi dell’art. 65 a cura del costruttore per le opere in c.a., c.a.p. o metalliche, e il deposito ai sensi dell’art. 93 a cura della committenza per gli interventi in zona sismica. La legge della Lombardia (emanata in funzione dell’art. 93 ex L 64/1974 per le opere in zona sismica) ha previsto la possibilità di far valere il deposito sismico anche per il sottoinsieme delle co34
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struzioni con presenza di strutture in c.a., c.a.p. o metalliche. La doppia validità sottintende precisi obblighi e responsabilità distinti, anche penali, fra le figure obbligate al deposito. La “individuazione” dell’appaltatore è comunque obbligatoria in tutti i casi, sia di opere da costruire ai sensi dell’art. 65 (con obbligo di timbro e firma), sia per gli interventi di cui all’art. 93 (anche solo comunicazione). Nei comuni in zona 2, qualora non sia possibile individuare per tempo l’appaltatore, la DGR 5001 lascia spazio ad una nomina successiva all’autorizzazione sismica: l’allegato F, infatti, prevede che: “Dal momento del rilascio dell’autorizzazione possono essere iniziati i lavori, fatti salvi gli adempimenti relativi alle nomine del costruttore e del collaudatore”. In generale, conviene approfittare della facoltà che consente di procedere a un solo deposito, indicando subito i nominativi del collaudatore e del costruttore; altrimenti il costruttore dovrà necessariamente procedere (con aggravio delle procedure) alla comunicazione di deposito delle opere strutturali, secondo le modalità previste nell’art. 65 stesso (dovrebbe essere possibile, comuque, far in modo che nella comunicazione di deposito il costruttore richiami gli elaborati già trasmessi, citando gli estremi del deposito stesso). Nei comuni in zona 3 e 4 il deposito sismico deve sempre essere completo dell’indicazione del collaudatore e del costruttore, perché tale deposito, una volta attestato a cura dell’organo ricevente, costituisce titolo per l’inizio dei lavori; nel caso di lavori che ricadono nell’ambito dell’art. 65 il costruttore deve apporre timbro e firma sulla pratica sismica, ai fini della validità quale deposito per le opere in c.a. e a struttura metalliche. Ai fini del presente documento, è importante ricordare che la validità ai fini dell’art. 65 del DPR 380/2001 del progetto esecutivo depositato non comporta in alcun modo la necessità di controllare (da parte dell’esaminatore) che il progetto sia completo e conforme alle norme tecniche in relazione agli aspetti progettuali delle costruzioni in c.a. e metalliche. In nessun caso, per tale “deposito”, la legge nazionale e quella regionale prevedono controlli di tipo preventivo o durante l’esecuzione dei lavori, se non nell’ambito dell’applicazione degli articoli dal 68 al 76 del DPR 380/2001, a cura dell’organo di controllo comunale. In ogni caso, vale la pena di ricordare che le funzioni di vigilanza relative alle opere in c.a. e a struttura metallica di cui all’art. 65, sono relative soltanto alla verifica del rispetto degli adempimenti procedurali e non anche al contenuto tecnico della documentazione.
2.21 Eliminazione di barriere architettoniche Secondo l’articolo 80 del DPR 380/2001, nel caso di interventi finalizzati all’eliminazione di barriere architettoniche (art. 78), è previsto (per i comuni in zona 2) che “fermo restando l’obbligo del preavviso e dell’invio del progetto alle competenti autorità a norma dell’articolo 94, l’esecuzione delle opere edilizie di cui all’articolo 78 [eliminazione barriere architettoniche], da realizzare in ogni caso nel rispetto delle norme antisismiche, […] non è soggetta alla autorizzazione di cui all’articolo 94. L’esecuzione non conforme alla normativa richiamata al comma 1 preclude il collaudo delle opere realizzate”. Pertanto, nel caso di interventi che riguardano l’abbattimento di barriere architettoniche è possibile selezionare la casella opzionale “art. 80” presente nel modulo 1 (“La presente comunicazione di deposito ricade nell’ambito di applicazione dell’art. 80 del DPR 380/2001”) e iniziare i lavori senza che sia rilasciata l’autorizzazione sismica prevista per i comuni in zona 2. L’articolo 80 del DPR 380/2001, infatti, non rientra fra quelli le cui funzioni sono state delegate ai comuni dalla legEdil Tecnico .it
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ge regionale (LR 33/2015, art. 2, comma 1). L’art. 8 della legge regionale non specifica tale caso particolare; tuttavia, anche l’art. 94 non prevede tale richiamo. Bisogna comunque ricordare che tale facoltà non è applicabile nel caso di progetti di opere pubbliche o private aperte al pubblico. L’articolo 80 del DPR 380/2001, che consente di evitare l’autorizzazione sismica, si colloca infatti nella “sezione I”, intitolata “Eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”; mentre la “sezione II” inizia a partire dall’art. 82 e si intitola “Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico”. Il consulente strutturista esaminatore del contenuto tecnico dei progetti dovrebbe fare in modo che i funzionari del SUE recepiscano le modalità sopra indicate.
2.22 La relazione illustrativa e scheda sintetica dell’intervento (modulo 12) Il regolamento della nuova legge regionale, emanato con la DGR 5001/2016, prevede la compilazione di un documento specifico (modulo 12) da parte del progettista, che dovrebbe racchiudere gli elementi essenziali del progetto strutturale. Tale modulo è stato introdotto con il duplice scopo di aiutare il progettista delle strutture nel “non dimenticare” di affrontare e illustrare alcuni degli aspetti progettuali previsti dalle norme tecniche e di “aiutare” chi deve esaminare il progetto a coglierne immediatamente gli elementi essenziali. Nella fase di esame tecnico del progetto, il modulo 12 rappresenta lo strumento attraverso il quale il controllore può individuare le conferme relative all’aderenza del percorso progettuale seguito rispetto alle norme tecniche, oppure individuare le conferme relative ad anomalie della progettazione. Ad esempio, se nel modulo 12 non viene compilata la sezione relativa alla presenza di “elementi strutturali secondari”, e al contempo nella relazione di calcolo non si individuano chiaramente quali sono gli elementi strutturali che assorbono l’azione sismica (attraverso diagrammi dei momenti o altro), chi esamina il progetto chiederà integrazione o chiarimento, non in relazione alla mancata compilazione del modulo 12, ma per il fatto che il progetto è carente in quanto non illustra pienamente il comportamento dell’opera nel caso di evento sismico. Se nel modulo 12 alcune parti risultano compilate in modo parziale o errato, chi procede con l’esame sismico dovrebbe accertarsi (a suo carico) in primo luogo della possibilità di ritrovare all’interno degli elaborati progettuali le informazioni a lui necessarie per valutare la conformità del progetto alle norme tecniche nel caso di evento sismico. Solo nel caso in cui tali informazioni fossero non rintracciabili o siano ritenute insufficienti egli potrà procedere alla richiesta di integrazioni o chiarimenti relativamente agli elaborati progettuali (non al modulo 12). Non è possibile pensare, infatti, che per una carenza di compilazione della modulistica da parte dello strutturista, si debba formalizzare una inutile specifica richiesta di integrazioni, se la sicurezza nel caso sismico è garantita dal progetto. In questi casi, per consentire di tener traccia della bontà e della diligenza del suo operato, è consigliabile a chi controlla di inserire nella scheda di esame del progetto che rimane agli atti (ma che non viene inoltrata al progettista) una frase del tipo: “L’esame completo del progetto consente di superare alcune imprecisioni nella compilazione del modulo 12”, evidenziando, se necessario, le imprecisioni riscontrate. Il modulo 12 non costituisce un “elaborato progettuale”, bensì, come sopra specificato, uno “strumento” di lettura del progetto, e non deve, in generale, essere oggetto di specifiche richieste di integrazione o modifica; è possibile tuttavia ipotizzare che, a seguito delle specifiche richieste di integrazioni o modifiche sugli elaborati progettuali (disegni, relazioni, indagini geotecniche, ecc.), scaturisca anche la necessità, a cura del professionista, di modificare e ripresentare il modulo 12 36
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stesso. Si deve infatti notare che le esigenze di cui all’allegato F di verificare “la completezza del contenuto della documentazione progettuale”, “l’adeguatezza degli approfondimenti” e “la congruità delle ipotesi rispetto alle norme tecniche”, potrebbero essere soddisfatte anche senza l’aiuto del modulo 12. È possibile che, in presenza di più interventi strutturali previsti nella stessa pratica sismica, qualora alcuni di essi siano riconducibili ad esempio ad opere di modesta entità oppure ad opere dal comportamento facilmente leggibile, per essi il modulo 12 non sia presentato. Nel caso di opere modeste e accessorie rispetto all’opera principale, risulta più facile l’esame completo del progetto, rispetto alla ricerca di informazioni nella relazione illustrativa sintetica. Infine, si può ritenere che nel caso in cui vi sia la presenza di più progettisti strutturali, ciascuno è responsabile delle parti del progetto corrispondenti agli elaborati progettuali (disegni e relazioni tecniche) da lui sottoscritte. Le firme sul modulo 12 non devono rilevare dal punto di vista delle responsabilità di ciascuno, perché tale modulo ha gli scopi sopra indicati, e non costituisce asseverazione, bensì riepilogo sintetico degli aspetti progettuali. Peraltro, proprio per queste ragioni, dovrebbe ritenersi possibile che i progettisti delle diverse parti sottoscrivano insieme lo stesso modulo 12, oppure, indifferentemente, che ciascuno dei progettisti provveda alla predisposizione del “suo” modulo 12, compilando soltanto le parti di sua competenza, purché la modalità di presentazione risulti evidente.
2.23 Il giudizio motivato di accettabilità dei risultati Il progettista deve confrontare i risultati ottenuti dal software con quelli ottenuti da semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti con metodi tradizionali; tali controlli devono obbligatoriamente essere elencati e illustrati nella relazione di calcolo (10.2.1 NTC 2018). I controlli devono essere non solo elencati nell’ultima sezione del modulo 12 (DGR 5001/2016), ma anche ivi illustrati nello spazio a disposizione; e nel caso in cui lo spazio sia insufficiente, il professionista può rimandare al numero della pagina della relazione dove tali controlli sono illustrati. L’accettabilità dei risultati, o in altre parole la “validazione del modello” (che alcuni professionisti confondono con la validazione del software), può essere rappresentata in due parti separate: la prima è costituita dai calcoli manuali di controllo veri e propri, con i quali il progettista stima analiticamente ad esempio le masse in gioco, i taglianti di piano, le reazioni vincolari, ecc., e li confronta con quelli riportati nei tabulati di calcolo; la seconda è rappresentata dall’illustrazione della bontà delle scelte operate in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e delle azioni: questa seconda parte consiste nel confermare che il modello è stato generato interagendo con il software in modo tale da governare i dati in ingresso e interpretare i risultati in uscita grazie al feedback ottenuto da ciascuna modifica dei parametri di input, e sulla base dell’osservazione degli stati tensionali e deformativi risultanti ad ogni passaggio; ciò rappresenta peraltro il normale percorso progettuale mediante codici di calcolo. Naturalmente, il progettista deve sempre controllare l’accettabilità dei risultati del software, tuttavia, in molti casi, tale controllo potrebbe non necessariamente essere corredato da entrambe le parti sopra indicate: ad esempio, quando la costruzione è modesta dal punto di vista del comportamento sotto azioni sismiche, oppure quando la modellazione tridimensionale è di immediata interpretazione per via della semplicità o regolarità (secondo le norme tecniche) della struttura oggetto di analisi e il professionista dimostra e dichiara esplicitamente nel modulo 12 di aver governato i dati in ingresso e i risultati in uscita, grazie al feedback ottenuto da ciascuna modifica dei parametri di input osservando gli stati tensionali e deformativi risultanti. Edil Tecnico .it
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Ciò premesso, chi controlla il progetto è certamente in grado di distinguere i casi in cui sia necessario verificare nel modulo 12 la presenza di calcoli analitici di accettabilità dei risultati (“i risultati dell’elaborazione mediante software sono coerenti con il comportamento strutturale della costruzione, come confermato anche dai controlli di accettabilità dei risultati effettuati ed elencati dal progettista nel modulo 12”), dai casi in cui sia sufficiente verificare nel modulo 12 la presenza di una nota esplicativa con la quale il progettista descrive la sua interazione con il software (“i risultati dell’elaborazione mediante software appaiono coerenti con il comportamento strutturale della costruzione; l’esame attento del percorso e dei contenuti progettuali consente di confermare l’attendibilità dei risultati stessi”). Il giudizio motivato di accettabilità dei risultati Tipo di opera in progetto
Esempio di giudizio motivato di accettabilità dei risultati (modulo 12)
Esempio delle operazioni di controllo a cura di chi deve esaminare il progetto
1
Opere progettate senza l’ausilio di software di modellazione tridimensionale del comportamento sismico
Nessuna necessità di esporre controlli sui risultati
Nessuna necessità di controllare il giudizio di accettabilità
2
Opere di modesta entità in relazione al comportamento sismico
Nessuna necessità di esporre controlli sui risultati
Nessuna necessità di controllare il giudizio di accettabilità
Opere con modellazione tridimensionale di immediata interpretazione per via della semplicità o della regolarità del comportamento strutturale
Dichiarazione che illustra le modalità con cui sono state effettuate le scelte in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e delle azioni (input) e di come sono stati osservati i risultati riguardanti gli stati tensionali e deformativi durante l’uso del software (output)
Controllare, ad esempio, che il progettista dichiari di aver interagito con il software, governando attentamente i parametri in ingresso (input) e quelli in uscita (output), con riferimento al caso sismico
Opere la cui complessità è tale da non consentire di valutare in modo semplice la bontà della modellazione eseguita e dei risultati ottenuti
Calcoli manuali di controllo con la stima analitica ad esempio delle masse in gioco, dei taglianti di piano, delle reazioni vincolari, ecc. e confronto con i valori riportati nei tabulati di calcolo
Controllare che il confronto dei parametri calcolati manualmente con quelli ottenuti dal software sia riportato nel modulo 12 o nella relazione di calcolo, con riferimento al caso sismico
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2.24 La relazione sui materiali La necessità di presentare la “relazione sui materiali” prevista nell’allegato E e nel cap. 10 NTC 2018, assolve all’obbligo previsto dall’art. 65 del DPR 380/2001. Tale necessità non è dunque da correlare direttamente all’esame sismico previsto secondo il deposito ai sensi dell’art. 93. Per la valutazione del comportamento sismico della costruzione, il controllo si limita infatti a verificare che i materiali siano correttamente prescritti nel progetto (in conformità a quanto indicato nel capitolo 11 delle norme tecniche per le costruzioni) e che i parametri adottati nella relazione di calcolo, ai fini della sicurezza nel caso di evento sismico, siano corrispondenti a quelli dei materiali prescritti. L’esame “specifico” della relazione sui materiali non ricade pertanto nelle modalità di controllo prevista dalla DGR 5001/2016.
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Si segnala che la sezione n. 8 all’interno del modulo 12 (relativamente alle caratteristiche dei materiali impiegati) è stata introdotta esclusivamente per le necessità previste dall’art. 65, accorpando la “relazione sintetica” di nuova introduzione (regionale) con la “relazione illustrativa sui materiali” (nazionale) sottoscritta anche dal direttore lavori: nell’attesa che tale punto sia completamente eliminato dal modulo 12 (facendo sottoscrivere al direttore lavori direttamente la “relazione sui materiali”) è da escludersi che chi controlla il progetto proceda chiedendo integrazioni o chiarimenti inerenti le caratteristiche dei materiali riportate in questa sezione. Chi controlla il progetto ha infatti a disposizione le prescrizioni progettuali sui materiali che devono essere obbligatoriamente presenti nel progetto (e in particolare espressamente indicate negli elaborati grafici) e può visionare la “relazione sui materiali” per eventuali ulteriori chiarimenti. Le richieste di integrazione o chiarimento devono essere riferite pertanto agli elaborati progettuali indicati, non alla sezione 8 del modulo 12, e non necessariamente alla relazione sui materiali. La relazione sui materiali Elaborati relativi ai materiali impiegati
Esempio delle operazioni di controllo a cura di chi deve esaminare il progetto
Relazione sui materiali
Nessuna necessità di controllare la relazione
Sezione 8 (“caratteristiche e proprietà dei materiali”) nel modulo 12
Nessuna necessità di controllare la sezione 8 del modulo 12
Elaborati grafici del progetto strutturale
Controllare che negli elaborati grafici esecutivi siano individuate le prescrizioni necessarie per definire le caratteristiche dei materiali impiegati, secondo (C10.1, punto 3.1 Circ. 617)
Relazione di calcolo
Controllare che i parametri di calcolo utilizzati siano corrispondenti a quelli previsti per i materiali impiegati
2.25 Le sopraelevazioni La norma regionale della Lombardia ha previsto specifiche regole per gli interventi di sopraelevazione delle costruzioni: nelle zone 2 le sopraelevazioni rientrano nel caso generale delle procedure previste per gli interventi soggetti ad autorizzazione; nelle zone 3 e 4 invece l’autorità competente comunale deve rilasciare entro 60 giorni, previo il controllo di merito, la “certificazione” per la sopraelevazione senza la quale i lavori non possono iniziare. Il progettista deve compilare il modulo 8, con il quale certifica di aver effettuato la verifica di adeguamento dell’intera costruzione e, nel caso di edifici con struttura in muratura, che l’edificio non è stato oggetto in passato di altri interventi di soprelevazione. Ai fini dell’applicazione delle regole sismiche, il problema di saper distinguere una sopraelevazione da un ampliamento è assai importante: sia perché nelle zone 3 e 4 solo le sopraelevazioni richiedono il rilascio di un vero e proprio benestare di merito da parte dell’organo di controllo, sia perché con le nuove NTC 2018 solo le sopraelevazioni richiedono sempre la verifica di adeguatezza dell’intera costruzione, mentre in presenza di ampliamento tale necessità è riservata a quegli interventi che modificano significativamente la risposta del fabbricato (8.4.3 lett. “b”). La norma regionale, nel definire le procedure inerenti gli interventi di sopraelevazione, fa riferimento diretto alla norma nazionale (art. 90, comma 2, del DPR 380/2001). Tuttavia, purtroppo,
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per la definizione degli interventi di sopraelevazione non si trova la formulazione a livello nazionale. Per tale ragione, nell’attesa di una definizione che chiarisca i casi e le modalità per l’applicazione dell’articolo 90 e del contenuto del punto 8.4.3 lett. “a” (sopraelevazioni) delle NTC 2018, si potrebbe ricavare tale definizione da considerazioni di tipo ingegneristico in funzione del comportamento sismico delle costruzioni, nell’ambito di criteri di sicurezza coerenti con le norme tecniche, nonché ad esempio da norme tecniche precedenti. Bisogna preliminarmente ricordare che nella ricerca delle modalità applicative e delle definzioni dei concetti strutturali di ampliamento e sopraelevazione ai fini della sicurezza strutturale, conviene il più possibile riferirsi a indicazioni nazionali e non regionali: è noto infatti (e confermato dalla giurisprudenza) che l’incolumità dei cittadini non è materia concorrente stato-regioni, come invece lo è l’edilizia in generale, ma attiene in modo esclusivo ai compiti dello Stato. Dovrebbe dunque intendersi per ampliamento qualsiasi realizzazione effettuata mediante opere strutturalmente connesse all’unità strutturale oggetto di intervento che dia luogo ad un aumento della superficie accessibile; si parte poi dalle uniche definizioni tecniche nazionali che si ritrovano nelle precedenti norme tecniche per le costruzioni allegate al decreto 16 genanio 1996 e all’ordinanza 3274/2003, che riportano la stessa frase: “s’intende per ampliamento la sopraelevazione di parti dell’edificio di altezza inferiore a quella massima dell’edificio stesso” (che dia luogo comunque ad un aumento della superficie accessibile, nella logica dell’ampliamento). Ne deriva che per sopraelevazione dovrebbe intendersi qualsiasi realizzazione che comporti un aumento dell’altezza massima dell’unità strutturale oggetto di intervento cui è strutturalmente connessa. Se non si è in presenza di incremento dell’altezza (massima) dell’unità strutturale, ma soltanto di un incremento di altezza di una parte più bassa della costruzione, gli interventi dovrebbero (il condizionale è obbligatorio) ricadere nella fattispecie definita “ampliamento” e non in quella della sopraelevazione. E in aggiunta, anche “l’esecuzione di nuove strutture al di sopra del livello di copertura realizzate con elementi strutturali connessi alla struttura esistente, ma in modo da non interagire con essa e quindi modificare il comportamento strutturale dell’intera costruzione”, è da escludere dal caso di sopraelevazione in riferimento ai criteri delle norme tecniche per le costruzioni (vedi Servizio Tecnico Centrale CSLLP 13/06/2011, in risposta alla richiesta del Servizio provinciale del Genio Civile di Agrigento). Sono quindi escluse dalla necessità di verifica di adeguamento tutte le sopraelevazioni con manufatti leggeri e che abbiano rigidezza alle azioni orizzontali non significativa nei confronti delle strutture sottostanti già esistenti. Se si accettassero le definizioni sopra riportate, nelle zone 3 e 4 la sopraelevazione di parti dell’edificio di altezza inferiore a quella massima dell’edificio stesso non sarebbero da assoggettare al rilascio del “certificato per le sopraelevazioni” di cui alla DGR 5001/2016. Tuttavia, purtroppo, la precisa definizione tecnica nazionale degli interventi di sopraelevazione, finalizzata all’applicazione degli obblighi di adeguamento sismico e alla necessità di rilascio della certificazione secondo la legge regionale e secondo l’art. 90 del DPR 380, ad oggi non esiste. E giova ricordare che, viceversa, se si guarda alle regole del codice civile (art. 1127), dell’edilizia e dell’urbanistica si scopre che qualsiasi volume aggiunto al di sopra di un qualsiasi orizzontamento di copertura o falda inclinata di copertura, anche posti più in basso rispetto all’altezza massima del fabbricato, sembrerebbe ricadere nella definzione giuridica di sopraelevazione: secondo la Cassazione (17284/2011), infatti, “Costituisce sopraelevazione l’intervento edificatorio che comporti lo spostamento in alto della copertura del fabbricato, in modo da occupare lo spazio sovrastante e superare l’originaria altezza dell’edificio”, estendendo quindi la fattispecie della sopraelevazione “ad ogni intervento che comporta l’innalzamento della copertura del fabbricato” spostando “verso l’altro la copertura del fabbricato in corrispondenza della superficie da esso occupa40
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ta, aumentando la volumetria terminale e superando in tale punto l’altezza originaria dell’edificio”, ed escludendo il “mero ampliamento in linea orizzontale”. Tutto ciò premesso, indipendentemente dal fatto che permane l’incertezza nel distinguere la sopraelevazione dall’ampliamento (chi scrive ritiene che debba prevalere la definizione di sopraelevazione del contesto tecnico e non di quello urbanistico), ai fini della necessità di verificare l’adeguatezza della costruzione, si segnala che non ricade nella sopraelevazione la variazione di altezza dell’unità strutturale contenuta nella misura necessaria per la realizzazione di cordoli sommitali (40 o 50 centimetri, ad esempio), così come indicato in 8.4.3 NTC 2018, ultimo capoverso. In aggiunta, non ricade nella sopraelevazione, e non è quindi necessario procedere alla verifica di adeguamento, il caso di variazioni di altezza anche maggiori di quelle necessarie per i cordoli, che però non comportino un incremento di “superficie abitabile” e che costituiscano cioè soltanto una risagomatura delle falde di copertura; caso introdotto con le NTC 2018, in senso meno restrittivo, per facilitare gli interventi sull’esistente relativi a sottotetti già abitati. Per il solo cambio d’uso del sottotetto, al fine di renderlo “abitabile” se non si incrementa l’altezza della costruzione (o comunque non la si incrementa di oltre i 40 o 50 centimetri), non è necessaria la verifica di adeguamento, pur in presenza di incremento della superficie abitabile: è sufficiente la verifica di idoneità del solaio di calpestìo (sempre che non ricorrano contemporaneamente altre cause di cui al punto 8.4.3 NTC 2018, come ad esempio l’incremento dei carichi al piede di oltre il 10%). Viceversa, in generale, il “recupero” edilizio finalizzato a rendere “abitabili” sottotetti, qualora accompagnato da un incremento dell’altezza dell’unità strutturale superiore alla misura necessaria per creare i cordoli sommitali, rientra sempre nell’obbligo di verificare l’adeguatezza della costruzione. L’intenzione del legislatore è dunque chiara: per il recupero dei sottotetti le norme tecniche allegate all’Ord. 3274/2003, ora non più applicabili, prevedevano una esplicita eccezione: “Una variazione dell’altezza dell’edificio, resa necessaria per l’abitabilità degli ambienti, a norma dei regolamenti edilizi, sempre che resti immutato il numero di piani, non deve essere considerata sopraelevazione o ampliamento; in tal caso non è obbligatorio l’intervento di adeguamento sismico”. Nelle NTC 2008 e 2018 tale opzione è stata invece cancellata. I casi delle sopraelevazioni: permane l’incertezza nel distinguere la sopraelevazione dall’ampliamento Obbligo di adeguamento
Costituisce sopraelevazione (con obbligo di verifica di adeguamento)
Contesto
Definizione
Note
Definizione ipotizzata a partire da norme tecniche per le costruzioni precedenti
Costituisce “sopraelevazione” qualsiasi realizzazione che comporti un aumento dell’altezza (massima) dell’unità strutturale oggetto di intervento cui è strutturalmente connessa (1)
Viceversa, la sopraelevazione di parti dell’edificio di altezza inferiore a quella massima dell’edificio stesso dovrebbe intendersi “ampliamento” (1)
Definizione ipotizzata a partire da regole del codice civile, dell’edilizia e dell’urbanistica
Costituisce “sopraelevazione” l’intervento edificatorio che comporti lo spostamento in alto della copertura del fabbricato, in modo da occupare lo spazio sovrastante e superare l’originaria altezza dell’edificio (2)
Qualsiasi volume aggiunto al di sopra dell’orizzontamento o della falda inclinata di copertura ricadrebbe nella sopraelevazione, anche se riferito ad una parte più bassa dell’unità strutturale (2) }}}
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Obbligo di adeguamento
Non costituisce sopraelevazione (non scatta l’obbligo di verifica di adeguamento, salvo se derivante da altre necessità)
Contesto
Definizione
Note
NTC 2018
1) Non costituisce “sopraelevazione” una variazione di altezza per la realizzazione di cordoli sommitali (ad es. 40 o 50 centimetri)
Attenzione: l’affermazione è vera indipendentemente dalla presenza o meno delle condizione 2) (cioè, se si alzano le falde di soli 40 o 50 cm, anche se si incrementa la superificie abitabile, non si ricade nell’obbligo di adeguamento)
NTC 2018
2) Non costituisce “sopraelevazione” qualsiasi variazione di altezza di piani già abitabili
Attenzione: l’affermazione è vera indipendentemente dalla presenza o meno della condizione 1) (cioè, se si alzano le falde anche più di 40 o 50 cm, senza incrementare la superficie abitabile, non si ricade nell’obbligo di adeguamento).
CSLLP 13/06/2011
3) Non costituisce “sopraelevazione” l’esecuzione di nuove strutture al di sopra del livello di copertura realizzate con elementi strutturali connessi alla struttura esistente, ma in modo da non interagire con essa e quindi modificare il comportamento strutturale dell'intera costruzione
L’affermazione è vera indipendentemente dalla presenza o meno delle condizioni 1) e 2).
(1) Definizione e nota che non si trovano nelle norme oggi vigenti, ma sono desumibili da norme tecniche precedenti (DM 16/01/1996 e Ord. 3274/2003, vigente quest’ultima fino al 30/06/2009). (2) Indicazioni della Cassazione civile, n. 17284 del 12/08/2011, emessa nel periodo di vigenza delle NTC 2008, per il caso di opere ad uso abitativo costruite sul terrazzo che costituiva copertura di una parte più bassa della costruzione.
2.26 Il collegamento tra la pratica edilizia e quella sismica La legge regionale prevede che il progetto strutturale sia congruente con quello architettonico allegato alla pratica edilizia (dichiarazione di “congruità” nel modulo 6 a cura del progettista delle strutture). In altre parole i disegni delle opere strutturali devono essere “sovrapponibili” a quelli architettonici e rappresentare cioè né più né meno gli stessi interventi. In particolare, non sembra al momento possibile procedere all’esecuzione parziale delle opere previste nella pratica edilizia, presentando il deposito sismico in fasi diverse (ad es. non pare purtroppo possibile presentare in prima battuta soltanto il progetto strutturale dell’abitazione, e solo successivamente quello della recinzione o della autorimessa, nel caso in cui la pratica edilizia comprenda tutti gli interventi); e altrettando non sembra al momento possibile procedere depositando un progetto sismico “unitario” (in quanto “unitario” dal punto di vista del comportamento strutturale), presentando richiesta di titolo edilizio in tempi diversi (ad es. non pare purtroppo possibile presentare il progetto sismico di una palazzina gemella strutturalmente unitaria/collegata, ma da eseguirsi in tempi diversi con due pratiche edilizie separate). In appendice sono riportate le proposte migliorative su questo tema. Comunque, indipendentemente dal problema della perfetta rispondenza tra le due pratiche (che può essere oggetto di richiesta di chiarimento alla regione, o anche di interpretazioni diverse da quella di chi scrive) la legge lombarda attualmente prevede che la pratica sismica sia presentata soltanto “successivamente” (o contestualmente) alla pratica edilizia (l’identificazione della prati42
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ca edilizia avviene negli appositi spazi del modulo 1 o 2 e del modulo 6; il controllo di “coerenza” prevede tale verifica). E di tale controllo si deve far carico il funzionario dell’ufficio tecnico che rilascia l’attestazione di avvenuto deposito (sismico). In tal senso, i consulenti strutturisti dovrebbero fare in modo di trasmettere le loro conoscenze ai funzionari comunali, per evitare che sia chiesto loro un parere tecnico su una pratica strutturale che non trovi diretta corrispondenza con quella edilizia (non vale, al momento, il riferimento alla sola pratica paesaggistica o altro che non sia riconducibile a un titolo abilitativo). All’atto della presentazione di ciascuna pratica edilizia, il funzionario comunale dovrebbe sempre verificare se gli interventi previsti comportano la necessità di presentare una pratica sismica, anche tenendo conto, per i casi particolari, di quanto riportato nel presente testo relativamente alle “opere minori e opere speciali”. Ad ogni variante della pratica edilizia potrebbe dover corrispondere (in generale) la variante alla pratica sismica.
2.27 Le varianti e le integrazioni spontanee Le eventuali varianti in corso d’opera “influenti sulla struttura” ai sensi della DGR X/5001, allegato D, nonché la documentazione relativa a eventuali opere non comprese nel progetto inizialmente depositato, dovranno essere presentate (e autorizzate, se in zona 2) prima della loro effettiva realizzazione. In particolare, i casi più ricorrenti dell’allegato D che fanno scaturire le varianti influenti sulle strutture (anche dette “varianti sostanziali”) sono quelli relativi alla modifica della distribuzione in pianta o in altezza degli elementi strutturali sismo-resistenti; alla modifica delle dimensioni degli elementi sismo-resistenti; alla modifica della rigidezza nel piano degli impalcati di piano o di copertura. Generalmente, nella pratica di variante dovrebbero essere presentati tutti e soli gli elaborati progettuali che differiscono rispetto a quelli presentati nella pratica originaria. Resta salva la necessità di presentare tutta la modulistica a corredo dell’istanza, comprese le dichiarazioni sottoscritte da tutte le figure interessate, costruttore compreso, nei casi di validità secondo l’art. 65 del DPR 380/2001. Anche le varianti “non influenti” sulla struttura devono essere depositate con la stessa modalità, attivando la specifica opzione, appositamente prevista nel modulo 1 (per le zone 2) e nel modulo 2 (per le zone 3 e 4). Le integrazioni documentali (spontanee) possono essere depositate nella forma delle varianti non influenti sulla struttura. Nei comuni in zona 2, si può procedere a presentare varianti o integrazioni documentali spontanee soltanto dopo aver ottenuto l’autorizzazione sismica. È da escludere che nel caso di presentazione di varianti “non influenti sulle strutture” l’organo di controllo proceda ad esaminare “i contenuti” del progetto secondo i criteri dell’allegato F, oppure che siano richiesti chiarimenti o integrazioni successivamente al deposito stesso. Resta salva la possibilità (fortemente consigliata) di procedere a verifica a cura e onere dell’ente che le modifiche non ricadano invece nella fattispecie delle varianti sostanziali: in tal caso, l’organo di controllo deve procedere in zona 2 al rilascio di una nuova autorizzazione. In generale, la presentazione di una pratica edilizia in variante fa scaturire la necessità di verificare da parte del funzionario istruttore se sia da richiedere la presentazione della corrispondente pratica strutturale in variante. E la presentazione di una pratica strutturale in variante (se non accompagnata dal riferimento alla corrispondente pratica edilizia in variante) fa scaturire la necessità di verificare da parte del funzionario istruttore se vi sia contrasto con quanto previsto dalla pratica edilizia originaria e se sia necessario richiedere la presentazione di variante alla pratica edilizia stessa. Le previsioni contenute nel modulo 6 (dichiarazione di congruità fra il progetto strutEdil Tecnico .it
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turale e quello architettonico) introdotto dalla norma regionale, fanno sì che l’iter della pratica sismica debba, al momento, essere corrispondente all’iter della pratica edilizia. Il consulente strutturista esaminatore del contenuto tecnico dei progetti dovrebbe fare in modo che i funzionari del SUE recepiscano le necessità sopra indicate: in particolare, le operazioni che garantiscono il corretto compiersi delle procedure sono due: la prima è quella per cui alla presentazione di ogni variante alla pratica edilizia il funzionario istruttore verifichi la presenza della corrispondente pratica sismica (se necessaria); la seconda è quella per cui chi esamina le pratiche sismiche in occasione dei controlli del contenuto, verifichi sempre la perfetta sovrapponibilità (“congruità”) tra i disegni strutturali e quelli architettonici ufficiali allegati alla pratica edilizia i cui riferimenti si devono trovare con precisione nel modulo 6 e, se il controllo non dà esito positivo, informi il funzionario istruttore. Ogniqualvolta viene presentata all’ente comunale documentazione relativa ad aspetti strutturali, l’organo di controllo deve sempre osservare il contenuto della documentazione stessa e procedere con i controlli del caso. Ad esempio, se si tratta di varianti (sostanziali oppure no) o di integrazioni, lo sportello unico deve procedere all’attestazione di avvenuto deposito (secondo l’art. 65, secondo l’art. 93 del DPR 380 e secondo l’art. 7 della LR 33/2015) controllando che la documentazione sia completa, coerente e regolare, adattando tale controllo al singolo caso; se si tratta della relazione a strutture ultimate prodotta per le costruzioni in cemento armato o a struttura metallica, lo sportello unico ne attesta l’avvenuto deposito, secondo le verifiche previste ai sensi dell’art. 65; se si tratta della dichiarazione di completamento delle opere strutturali (fine lavori), o della trasmissione del certificato di collaudo, nessuna operazione è prevista, nel senso che tali documenti non sono teoricamente soggetti ad alcun controllo (resta tuttavia la necessità di verificare, a cura dell’organo di controllo, che la documentazione non contenga altro rispetto a quanto previsto). In tutti i casi, la presentazione di qualsivoglia documentazione relativa alle pratiche strutturali dovrebbe essere controllata anche dall’autorità competente per la sismica dell’ente, che con l’aiuto del consulente strutturista verifica la compatibilità della documentazione presentata con l’insieme delle procedure previste dalla legge regionale e dal suo regolamento. In questo modo, è sempre possibile verificare ad esempio che nella documentazione presentata al termine dei lavori (relazione a strutture ultimate, fine lavori, certificato di collaudo) non siano inglobate modifiche progettuali tali da richiedere sottoscrizione da parte del costruttore, o addirittura procedure di autorizzazione o controllo. Le varianti e le integrazioni: i controlli all’atto del deposito della documentazione Caso Presentazione di varianti o integrazioni alla pratica strutturale
Operazione di verifica
Riferimento normativo
Soggetto che effettua la verifica
Controllo di completezza, coerenza e regolarità e conseguente attestazione di avvenuto deposito. Verifica del corretto riferimento (nel modulo 6) alla pratica edilizia e relativa compatibilità.
DGR 5001, artt. 65 e 93 DPR 380 e art. 7 LR 33
Funzionario del SUE
Nel caso di varianti sostanziali in zona 2: controllo di merito per rilascio autorizzazione
LR 33 e DGR 5001
Autorità competente per la sismica comunale (con l’aiuto del consulente strutturista) }}}
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Caso
Operazione di verifica
Riferimento normativo
Soggetto che effettua la verifica
Presentazione della dichiarazione di completamento strutturale
Nessuna verifica
Art. 67 DPR 380 e allegato F DGR 5001
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Presentazione della relazione a strutture ultimate (art. 65)
Controllo minimo relativo alla presenza di riferimenti alle certificazioni sui materiali e conseguente attestazione di avvenuto deposito
Art. 65, comma 6 DPR 380
Presentazione del certificato di collaudo statico
Nessuna verifica
Art. 67 DPR 380 e allegato F DGR 5001
Presentazione di qualsiasi documentazione relativa alla pratica strutturale
Controllo che la documentazione presentata sia compatibile con le procedure previste dalla DGR 5001
DGR 5001
Funzionario del SUE (e autorità competente comunale per la sismica, con l’aiuto del consulente strutturista)
Presentazione di variante alla pratica edilizia
Verifica della necessità di presentazione della pratica sismica
L 33/2015, art. 6. DPR 380/2001, art. 93
Funzionario del SUE
Funzionario del SUE
–
2.28 L’entrata in vigore delle nuove NTC 2018 Per quanto riguarda l’entrata in vigore delle nuove NTC 2018 in data 22/03/2018 è da segnalare che il decreto 17/01/2018 prevede all’art. 2 che sia possibile continuare ad applicare le previgenti norme tecniche per le costruzioni fino all’ultimazione dei lavori ed al collaudo statico degli stessi, nei casi di opere private per le quali sia già stato depositato il progetto esecutivo e nei casi di opere pubbliche per le quali siano già stati affidati i progetti definitivi o esecutivi. Tuttavia, niente viene precisato a proposito delle “varianti” ai progetti definitivi o esecutivi che dovessero rendersi necessarie in data successiva al 21/03/2018; è evidente infatti che nel caso di stravolgimento del progetto precedentemente depositato ci sarebbe da chiedersi se la nuova progettazione debba riferirsi alle nuove norme tecniche. In tali casi, si ritiene di poter ragionevolmente far riferimento alla analoga situazione che si presentò in occasione dell’entrata in vigore delle NTC 2008: con l’emanazione della Circolare 11/12/2009 (a cui si rimanda) fu stabilito che la necessità di adeguare il progetto alle nuove norme tecniche fosse da collegare alla presenza di “modifiche sostanziali dell’organismo architettonico, in quanto implicanti un sostanziale mutamento del comportamento statico globale dell’opera”, che comportassero “una nuova e diversa progettazione strutturale”. E soprattutto che “La figura professionalmente competente a valutare la sussistenza delle condizioni tecniche che possano determinare una «variante sostanziale», non può che individuarsi nel progettista strutturale dell’opera” senza alcun riferimento, giustamente, alle definizioni regionali. Si segnala, peraltro, che, con l’entrata in vigore delle nuove NTC 2018, la modulistica di Regione Lombardia risulta superata nelle parti dove contiene riferimenti alle precedenti norme tecniche. Nell’attesa dell’aggiornamento delle norme regionali, la soluzione che appare percorribile è quella di trasmettere i moduli senza alcuna modifica; tuttavia, se si volesse comunque garantire la corEdil Tecnico .it
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rettezza formale, l’organo di controllo potrebbe legittimamente chiedere di presentare una dichiarazione con la quale si conferma che i riferimenti alle NTC 2008 devono intendersi “superati” con i corrispondenti riferimenti alle NTC 2018.
2.29 Le pratiche in sanatoria La legge regionale lombarda, come quella nazionale, non prevede la possibilità di sanatoria per opere strutturali eseguite senza deposito. Si rimanda alla sezione in appendice per le proposte migliorative alla legge. Sul tema della sanatoria è possibile consultare il documento su “Gli obblighi di attestazione dell’idoneità statica” preparato dall’ordine ingegneri della provincia di Brescia, comprendente l’esame dei seguenti casi: 1. le opere oggetto di condono edilizio; 2. le opere oggetto di accertamento di conformità; 3. le opere soggette all’origine al rilascio del certificato di agibilità; 4. le costruzioni destinate a locali di pubblico spettacolo o di impianti sportivi. La presentazione di una pratica strutturale in ritardo comporta immediatamente le violazioni previste dal DPR 380/2001, con riferimento sia alle regole dei depositi per le opere in c.a., c.a.p. e a struttura metallica, sia alle regole per le costruzioni in zona sismica. Tali violazioni implicano reati non “sanabili” a posteriori; ciò che può essere “regolarizzata” a posteriori è soltanto la dimostrazione della conformità del progetto ai livelli di sicurezza previsti dalle norme tecniche. In assenza di una procedura esplicita, la modalità di presentazione della pratica sismica in sanatoria dovrebbe essere stabilita in accordo con l’organo che la riceve. Si possono presentare principalmente i seguenti due casi: 1. Presentazione “a posteriori” delle opere strutturali accompagnata ad una pratica edilizia in sanatoria, in presenza di abusi edilizi (“accertamento di conformità”). Per quanto riguarda la regolarità sostanziale, è necessario non soltanto procedere con la valutazione della sicurezza con le norme attuali (secondo la novità introdotta in 8.3 NTC 2018), ma soddisfare sempre il principio di “doppia conformità”: il progetto strutturale di comparazione (gialli e rossi) corrispondente agli abusi edilizi, pur relativo a opere già eseguite deve rispettare (in sostanza) la sismicità e le norme tecniche più recenti, in quanto più severe, cioè quelle in vigore al momento della presentazione della domanda. In altre parole, è necessario dimostrare con appositi disegni e relazioni che gli interventi realizzati abusivamente (solo quelli) siano eseguibili anche alla data della presentazione della domanda, secondo le regole delle costruzioni esistenti per tutte le parti già eseguite (capitolo 8 NTC 2018). Per quanto riguarda la modalità di presentazione della documentazione (nell’attesa dell’aggiornamento della legge regionale lombarda) non è chiaro se la procedura da seguire sia in ogni caso quella prevista dalla LR 33/2015 (con deposito o istanza di autorizzazione a posteriori e relativi controlli secondo la DGR 5001, strada consigliata), oppure se si debbano seguire modalità alternative. Non è in alcun modo prevista la procedura in sanatoria condizionata all’esecuzione di opere per rendere la costruzione conforme alle norme tecniche. 2. Presentazione “a posteriori” delle opere strutturali “in ritardo” e/o per rispondere alla richiesta di certificato di collaudo in occasione di rinnovo, richiesta o attestazione di agibilità del fabbricato, in assenza di abusi edilizi. Per quanto riguarda la regolarità sostanziale, ai fini dell’agibilità, il progetto e il collaudo possono riferirsi alle regole di sismicità e alle norme tecniche vigenti al momento della realizzazione
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dell’opera: il collaudo può essere ottenuto a seguito, appunto, di denuncia a posteriori, oppure “potrebbe”, ma soltanto in determinate situazioni e previo accordo con l’organo di controllo, essere sostituito, da una “dichiarazione di idoneità statica”, allegando opportuna relazione tecnica. Per quanto riguarda la modalità formale di presentazione, nell’attesa dell’aggiornamento della legge regionale lombarda, si ritiene che la procedura da seguire per la “regolarizzazione” della pratica strutturale dovrebbe essere quella in vigore al momento della realizzazione dell’opera. (Si segnala, a margine, che nel caso particolare in cui l’analisi della documentazione e della costruzione rivelasse la non conformità delle opere alla normativa tecnica in vigore al momento della realizzazione, si renderebbe necessaria, secondo 8.3 NTC 2018, la valutazione della sicurezza secondo le attuali norme tecniche). Sono possibili anche i casi in cui, per lo stesso fabbricato, le due fattispecie sono entrambe presenti: le porzioni di fabbricato abusive dal punto di vista edilizio-urbanistico devono essere oggetto di verifica con le norme tecniche e la sismicità più recenti; le porzioni non oggetto di sanatoria edilizia sono oggetto di esame con le regole della sismicità e delle norme tecniche vigenti al momento della realizzazione dell’opera, ai fini dell’attestazione di agibilità. Le opere strutturali eseguite senza il deposito previsto per le costruzioni in c.a. e metalliche (art. 65 DPR 380, L 1086/1971) e/o senza i prescritti deposito sismico o autorizzazione sismica (artt. 93 e 94 DPR 380, L 64/1974) comportano in ogni caso le violazioni di cui agli artt. 71 e seguenti e 95 e seguenti del DPR 380/2001.
2.30 Le “costruzioni in corso” nei comuni con cambio di classificazione Nei casi in cui il deposito della pratica strutturale sia avvenuto prima del 10 aprile 2016, è possibile continuare ad applicare le vecchie regole, a meno che non si presentino (rispetto a quanto già depositato) varianti sostanziali ai sensi dell’allegato D, di cui alla DGR 5001; in tal caso, le varianti (con riferimento a tutti i documenti progettuali oggetto di modifica) devono essere presentate con la nuova modulistica, e soggette ad autorizzazione e/o controllo a seconda della zona sismica del comune di appartenenza. Se il 10 aprile 2016 la classificazione del comune è cambiata in senso peggiorativo (ad es. da zona 4 a zona 3, oppure da zona 3 a 2), si deve attivare la procedura per le “costruzioni in corso”, presentando i moduli 3 e 4 e una dichiarazione del direttore dei lavori sulla conformità delle parti eseguite rispetto al progetto depositato. Al termine dei lavori (che deve avvenire tassativamente entro il 9 aprile 2018) va presentato il modulo 13 (“Dichiarazione di fine lavori strutturali”). Nei casi sopra indicati, il progetto delle opere subisce un controllo tecnico (allegato I, DGR 5001/2016) di conformità alle norme tecniche e alla classificazione sismica in vigore alla data immediatamente successiva al 10 aprile. Tale controllo di merito non è regolato da precise modalità, come invece è previsto per le opere presentate successivamente a tale data; peraltro, anche la modalità di presentazione delle pratiche non era oggetto di particolari regole sui contenuti e sulla forma. Da parte del consulente strutturista, sarà necessario di volta in volta individuare le modalità più adatte per la verifica di coerenza con le norme tecniche vigenti e per la richiesta di eventuale documentazione integrativa. È da escludere, in questa procedura, ogni controllo sull’esecuzione, se non nell’ambito della vigilanza prevista dagli articoli del DPR 380/2001.
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2.31 La valutazione della sicurezza e le limitazioni all’uso Con riferimento ai casi in cui si prevede l’esecuzione di interventi strutturali su una costruzione esistente, secondo il paragrafo 8.3 NTC 2018, nei casi in cui gli interventi previsti nella pratica edilizia riguardino il cambio della destinazione d’uso della costruzione o di parti di essa, con variazione significativa dei carichi variabili e/o della classe d’uso (in aumento) della costruzione, oppure quando si prevede di eseguire interventi strutturali (di adeguamento, miglioramento o locali di riparazione) è, in particolare, necessario procedere alla “valutazione della sicurezza” delle porzioni interessate dai cambiamenti. Il progettista deve poi esplicitare le eventuali limitazioni da imporre nell’uso della costruzione. In particolare, tale necessità di valutazione della sicurezza dovrebbe riguardare la “globalità” della costruzione, a meno che non si tratti di interventi locali (al momento della stesura del presente documento, la circolare esplicativa delle NTC 2018 non è ancora stata pubblicata; si attende di capire se gli esiti delle verifiche sismiche devono essere gestiti in modo diverso da quanto previsto nella attuale circolare alle NTC 2008; il seguito del presente paragrafo si riferisce pertanto alla circolare già pubblicata). Quando gli interventi ricadono nel “miglioramento”, oppure quando vi sia il cambio della classe d’uso in aumento (senza incremento di oltre il 10% dei carichi al piede), la valutazione della sicurezza (prima e dopo l’intervento) assume un significato particolarmente importante: nel caso in cui non siano soddisfatte (ζV=8 mm) delle barre verticali e orizzontali nelle pareti sono coerenti con quanto previsto dalle linee guida CSLLPP 10/02/2011. Le pareti (non duttili) sono state opportunamente verificate con il valore del taglio amplificato del fattore (q+1)/2, secondo 7.4.4.5 NTC 2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI Lo spessore nominale delle pareti che si creano all’interno dei blocchi cassero (pari a … cm) non è coerente (come indicato nelle linee guida CSLLPP 10/02/2011) con quanto previsto dalle norme tecniche (minimo 15 cm o 1/20 h interpiano). Il passo (=0,2%), e i diametri (>=8 mm) delle barre verticali e orizzontali nelle pareti sembrano non coerenti con quanto previsto dalle linee guida CSLLPP 10/02/2011. Si chiede di confermare che le pareti (non duttili) sono state opportunamente verificate con il valore del taglio amplificato del fattore (q+1)/2, secondo 7.4.4.5 NTC 2018.
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6.2 Controlli per le diverse tipologie strutturali (da 7.4 a 7.10 NTC 2018) Strutture in acciaio Strutture in acciaio Fattore di comportamento per strutture intelaiate
Controlli Il fattore di comportamento adottato è coerente con le capacità dissipative della struttura, nel rispetto dei requisiti previsti dai pertinenti paragrafi 7.5.3 e seguenti delle NTC 2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI Il fattore di comportamento (q=4) adottato per il calcolo delle strutture in acciaio sembra non coerente con i dettagli costruttivi dei collegamenti trave-colonna e colonnafondazione (7.5.3 e 7.5.4 NTC 2018) relativi a strutture intelaiate. In particolare, per il caso in esame di struttura monopiano, esplicitare la verifica di sovraresistenza di tutte le parti (nei nodi) adiacenti alle estremità degli elementi strutturali dissipativi. In particolare, per il caso in esame di edificio pluripiano, esplciitare la verifica di sovraresistenza di tutte le parti (nei nodi) adiacenti alle estremità degli elementi dissipativi, nonché la dimostrazione del fatto che le cerniere plastiche si formino nelle travi piuttosto che nelle colonne.
Fattore di comportamento per strutture con controventi a diagonale tesa
Il fattore di comportamento adottato è coerente con le capacità dissipative della struttura, nel rispetto dei requisiti previsti dai pertinenti paragrafi 7.5.3 e seguenti delle NTC 2018. In particolare, le connessioni delle diagonali tese sono dotate di adeguata sovraresistenza. RICHIESTE INTEGRAZIONI Il fattore di comportamento (q=4) adottato per il calcolo delle strutture in acciaio sembra non coerente con le regole di dettaglio (7.5.3 e 7.5.5 NTC 2018) relative a strutture con controventi concentrici a diagonale tesa attiva. In particolare, non si individuano le verifiche di cui al punto 7.5.3 NTC 2018 e Circolare, per la dimostrazione della sovraresistenza delle connessioni delle diagonali tese. Non si individuano i controlli di cui al punto 7.5.5 NTC 2018, per la conferma della bontà del valore assunto per il fattore di comportamento, in relazione al comportamento delle travi e delle colonne soggette prevalentemente ad azione assiale.
Fattore di comportamento per pendolo inverso
Il fattore di comportamento adottato è coerente con le capacità dissipative della struttura, nel rispetto dei requisiti previsti dai pertinenti paragrafi 7.5.3 e seguenti delle NTC 2018. In particolare, il collegamento di base fra la struttura in elevazione e le fondazioni è sovraresistente rispetto alle colonne. RICHIESTE INTEGRAZIONI Il fattore di comportamento (q=2) adottato per il calcolo delle strutture in acciaio sembra non coerente con i dettagli costruttivi del collegamento colonna-fondazione (7.5.3 NTC 2018) relativo a strutture a pendolo inverso. In particolare, non si individua la verifica di sovraresistenza del collegamento di base (tirafondi e piastre) nei confronti della colonna (7.5.3 e 7.5.4.5 NTC 2018). }}}
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Strutture in acciaio Fattore di comportamento con gradi di incastro parziale
Controlli Il valore elevato del fattore di comportamento è corrispondente a quello di struttura intelaiata, con incastri mutui nei nodi di collegamento alla base e alla sommità delle colonne, nelle due direzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI Il valore elevato del fattore di comportamento è corrispondente a struttura intelaiata, con incastri mutui nei nodi di collegamento alla base e alla sommità delle colonne, nelle due direzioni; chiarire per quale motivo nonostante l’assunzione (indicata nel modulo 12) di incastri parziali dei nodi con collegamenti bullonati, il valore del fattore di comportamento di cui al 7.5.2 e tab. 7.3.II NTC 2018 non è stato opportunamente ridotto, oppure, confermare che le verifiche di resistenza dei nodi e degli elementi sono soddisfatte anche assumendo nel modello di calcolo nodi con grado di incastro pari al 100%.
Tirafondi in fondazione
La lunghezza di ancoraggio dei tirafondi adottata nelle verifiche di calcolo è coerente con quella rappresentata nei disegni esecutivi. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nelle verifiche di resistenza del nodo di base, la lunghezza di ancoraggio (30 cm) dei tirafondi adottata nel calcolo appare non coerente con quella rappresentata sui disegni esecutivi. Le verifiche di resistenza degli ancoraggi di base tra le colonne e le fondazioni sembrano non tener conto della sicurezza lato calcestruzzo.
Particolari costruttivi
I particolari costruttivi dei principali collegamenti degli elementi sismo-resistenti sono opportunamente illustrati. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, non si individuano i particolari esecutivi dei principali nodi di collegamento degli elementi strutturali sismo-resistenti (C10.1 Circ. 617). Negli elaborati grafici, i particolari esecutivi dei principali nodi di collegamento degli elementi strutturali sismo-resistenti non sono sufficientemente illustrati (C10.1 Circ. 617).
Verifiche dei collegamenti
Le verifiche dei principali nodi di collegamento sismo-resistenti sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche di resistenza di tutti i principali nodi di collegamento degli elementi strutturali sismo-resistenti (4.2.8 NTC 2018).
Verifiche degli elementi strutturali
Le verifiche degli elementi strutturali sismo-resistenti in elevazione e in fondazione sono presenti e complete, anche con riferimento alla componente geotecnica. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche di resistenza di tutti i principali elementi strutturali sismo-resistenti (4.2.4 NTC 2018). }}}
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Strutture in acciaio Lunghezze di libera inflessione
Controlli Le verifiche di snellezza sono presenti e complete e sono state eseguite adottando le opportune lunghezze di libera inflessione. RICHIESTE INTEGRAZIONI Giustificare l’assunzione del coefficiente di libera inflessione (beta) pari o inferiore all’unità, in presenza di struttura a nodi spostabili.
Impalcati
Negli elaborati grafici, gli elementi strutturali che costituiscono gli impalcati appaiono opportunamente collegati alle strutture principali sismo-resistenti. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici non si individuano i collegamenti fra gli elementi strutturali che costituiscono gli impalcati e le strutture principali sismo-resistenti.
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6.3 Controlli per le diverse tipologie strutturali (da 7.4 a 7.10 NTC 2018) Strutture in legno Strutture in legno
Controlli
Particolari collegamenti
Gli elementi strutturali in legno sono opportunamente collegati fra di loro e alle strutture di fondazione. I particolari costruttivi dei collegamenti principali sono opportunamente illustrati. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, non si individuano i particolari dei collegamenti fra gli elementi strutturali principali in legno tra di loro e quelli dei collegamenti fra gli elementi principali in legno e le fondazioni.
Verifiche dei collegamenti
Le verifiche dei collegamenti tra gli elementi strutturali principali sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo non si individua il dimensionamento delle piastre di ancoraggio che collegano gli elementi principali sismo-resistenti della struttura in legno alle fondazioni. Nella relazione di calcolo non si individua il dimensionamento delle connessioni fra i principali elementi strutturali sismo-resistenti.
Verifiche elementi in legno
Le verifiche degli elementi strutturali principali in elevazione e in fondazione sono presenti e complete, anche con riferimento alla componente geotecnica. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche di tutti i principali elementi strutturali in legno.
Copertura o impalcato in legno adeguatamente rigidi
La copertura in legno appare adeguatamente rigida nel proprio piano, coerentemente con la modellazione di calcolo adottata, grazie alla presenza di elementi in acciaio di controventatura che appaiono compatibili con quanto previsto in 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018. La copertura in legno appare adeguatamente rigida nel proprio piano, coerentemente con la modellazione di calcolo adottata, grazie alla presenza di secondo assito (o pannello OSB) mutuamente incrociato e chiodato che appare compatibile con quanto previsto in 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, la copertura in legno a falde inclinate appare non adeguatamente rigida nel proprio piano così come definita nel modello di calcolo e così come necessario per inibire il comportamento fuori piano delle pareti, in assenza di elementi di controventatura compatibili con 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018 (ad es. secondo assito con andamento a 45 gradi rispetto al primo, oppure pannelli OSB opportunamente chiodati, oppure bandelle metalliche, o altro dispositivo equivalente). }}}
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Strutture in legno Concezione strutturale
Controlli Le pareti che costituiscono la struttura sismo-resistente sono adeguatamente rigide, opportunamente vincolate con hold-down anti-sollevamento e con piastre a taglio; è presente il piano rigido a garanzia del corretto comportamento scatolare. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede di illustrare la rigidezza delle pareti sismo-resistenti, così come definite nel modello di calcolo, con riferimento a 7.7.2 e 4.4.1.1 NTC 2018. Negli elaborati grafici, la copertura in legno a falde inclinate appare non adeguatamente rigida nel proprio piano così come definita nel modello di calcolo e così come necessario per inibire il comportamento fuori piano delle pareti, in assenza di elementi di controventatura compatibili con 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018 (ad es. secondo assito con andamento a 45 gradi rispetto al primo, oppure pannelli OSB opportunamente chiodati, oppure bandelle metalliche, o altro dispositivo equivalente).
Solai a pannelli
I solai in legno a pannelli sono correttamente dimensionati e collegati fra di loro, al fine di costituire diaframma rigido per la trasmissione delle forze orizzontali. RICHIESTE INTEGRAZIONI In virtù del valore elevato del fattore di comportamento adottato (q=4), si chiede di confermare che la connessione a viti incrociate tra i pannelli che costituiscono i solai piani sia in grado di garantire il comportamento membranale ipotizzato nel modello di calcolo (7.7.4, 7.7.5.3 NTC 20018), per inibire il comportamento fuori piano delle pareti e assicurare il necessario comportamento scatolare.
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6.4 Controlli per le diverse tipologie strutturali (da 7.4 a 7.10 NTC 2018) Strutture in muratura Strutture in muratura Requisiti murature sismo-resistenti
Controlli Le pareti considerate resistenti al sisma rispettano i requisiti geometrici previsti in tabella 7.8.I, quanto a snellezza, spessore e lunghezza minima. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede conferma e illustrazione del fatto che le pareti che non rispettano i requisiti previsti in tabella 7.8.I NTC 2018 sono state escluse dal modello degli elementi sismoresistenti. Alcuni tratti di parete in muratura sembrano superare i valori limite di snellezza indicati nella tab. 7.8.I NTC 2018. Si chiede di giustificare se possibile tale scelta.
Regole di dettaglio
Le regole di dettaglio relative alla presenza dei cordoli fra pareti e impalcati e al risvolto delle pareti in corrispondenza degli spigoli perimetrali, sono soddisfatte. Negli elaborati grafici sono presenti le indicazioni relative alla modalità esecutiva di realizzazione dei pilastri inseriti nella muratura, da eseguire dopo la realizzazione delle pareti per consentire il corretto ammorsamento. RICHIESTE INTEGRAZIONI Alcune pareti in muratura non sono rispettose di quanto previsto al punto 7.8.6.1 NTC 2018, per quanto riguarda il mancato risvolto di 1 metro dagli spigoli perimetrali. Si chiede di giustificare tale scelta. Negli elaborati grafici, non si individuano le prescrizioni relative alla modalità esecutiva di realizzazione dei pilastri inseriti nella muratura, con riferimento al comportamento strutturale ipotizzato nel modello di calcolo.
Prescrizioni materiali muratura ordinaria
Negli elaborati grafici, le prescrizioni necessarie per definire le caratteristiche delle murature e le loro modalità esecutive (presenza di malta nei giunti orizzontali e verticali) sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici esecutivi non si individuano le prescrizioni necessarie per definire le caratteristiche delle murature, e le loro modalità esecutive, con riferimento alla definizione della resistenza dei blocchi e della malta (o della muratura nel suo insieme), nonché alla presenza di malta nei giunti verticali, secondo 7.8.1.2 NTC 2018 (C10.1, punto 3.1).
Prescrizioni materiali muratura armata
Negli elaborati grafici, le prescrizioni necessarie per definire le caratteristiche delle murature, della malta (minimo M10) o del conglomerato cementizio (minmo C12/15), nonché le loro modalità esecutive sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici esecutivi non si individuano le prescrizioni necessarie per definire le caratteristiche delle murature armate, e le loro modalità esecutive, con riferimento alla definizione della resistenza dei blocchi e della malta (minimo M10) o del conglomerato cementizio (minmo C12/15), secondo 4.5.7 NTC 2008. }}}
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Strutture in muratura Pareti in falso
Controlli Le pareti strutturali in falso, che non hanno continuità in elevazione fino alla fondazione, sono state correttamente escluse dal sistema sismo-resistente (7.8.1.4) e per esse ne è stata valutata la compatibilità sotto azioni sismiche quali elementi strutturali secondari (7.2.3) e il comportamento fuori piano (7.8.1.5.2). RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede di confermare che le pareti in falso sono state escluse dalla modellazione degli elementi sismo-resistenti (7.8.1.4 NTC 2018) e di giustificarne la compatibilità sotto azioni sismiche (7.2.3) e il comportamento fuori piano (7.8.1.5.2).
Verifiche di resistenza
Le verifiche di resistenza nel caso sismico relative alle pareti in muratura sono presenti e complete, sia per quanto riguarda il comportamento globale, sia per gli aspetti locali. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche relative al comportamento globale della costruzione (7.8.1.5 NTC 2018), nel caso di evento sismico. Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche sismiche di resistenza locali fuori piano delle pareti portanti i carichi verticali (7.8.1.6 e 7.8.1.5 NTC 2018), anche se non considerate resistenti al sisma in base ai requisiti di tab. 7.8.I. Si chiede di esplcitare i valori dei coefficienti parziali (gammaM) per la resistenza delle murature assunti per il caso sismico (7.8.1.1 NTC 2018) e per quello statico (4.5.6.1).
Limitazioni muratura armata
Le regole di dettaglio per la muratura armata di cui ai 4.5.7 e 7.8.6.2 NTC 2018 appaiono rispettate. Le barre di armatura verticale sono correttamente disposte, ad ogni intersezione, per ciascuna estremità, in ogni spigolo, a interasse massimo di 4 metri. RICHIESTE INTEGRAZIONI Le regole di dettaglio per la muratura armata di cui ai 4.5.7 e 7.8.6.2 NTC 2018 appaiono non completamente rispettate. Negli elaborati grafici esecutivi non si individua la geometria delle armature orizzontali, con riferimento alla necessità di cui al 7.8.6.2 NTC 2018, di piegature attorno alle barre verticali.
Diaframma e comportamento scatolare
Gli impalcati della costruzione in muratura sono rigidi nel loro piano, al punto da garantire l’effetto “diaframma” (ripartizione delle azioni secondo la rigidezza degli elementi verticali) e il “comportamento scatolare” (7.8.1.4 e 4.5.4 NTC 2018). RICHIESTE INTEGRAZIONI L’impalcato di copertura non sembra presentare le necessarie caratteristiche di rigidezza e resistenza tali da garantire il comportamento “scatolare” e l’effetto “diaframma” prescritti in 4.5.4 e 7.8.1.4 NTC 2018. Si chiede di giustificare l’assenza, in corrispondenza delle coperture dei portici, di piano rigido in grado di riportare (con effetto “diaframma”) le azioni sismiche alle pareti principali in muratura. }}}
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Strutture in muratura Strutture miste 7.8.5 (nuove) con sisma affidato a una tecnologia
Controlli Il comportamento della struttura mista in progetto è coerente con quanto previsto in 7.8.5 NTC 2018; in particolare, le azioni sismiche sono affidate integralmente ad elementi strutturali di identica tecnologia. La compatibilità degli spostamenti delle strutture di diversa tecnologia (secondo 7.8.5 e C8.7.2.4) è stata verificata. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di sistema strutturale misto in cui l’azione è affidata esclusivamente ad una tecnologia (cemento armato) è necessario valutare la compatibilità delle deformazioni delle diverse parti strutturali, secondo quanto previsto in 7.8.5 NTC 2018. Si chiede di giustificare esplicitamente che le interazioni delle pareti in muratura dichiarate non sismo-resistenti siano compatibili con il comportamento sismico della struttura mista, secondo quanto previsto in 7.8.5 e 7.2.3 NTC 2018.
Strutture miste 7.8.5 (nuove) con sisma a più tecnologie
In presenza di sistema strutturale sismo-resistente misto dissipativo, in cui l’azione è affidata sia alle pareti in c.a. sia alle murature, la verifica è stata regolarmente condotta con analisi non-lineare (7.8.5 NTC 2018). RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di sistema strutturale sismo-resistente misto dissipativo, in cui l’azione è affidata sia alle murature, sia ad altra tecnologia, è necessaria la verifica mediante analisi non-lineare (7.8.5 NTC 2018).
Costruzioni semplici
La costruzione è regolare in pianta e in altezza. Le regole di dettaglio previste per le murature ordinarie in 7.8.6.1 sono rispettate. Le verifiche di sicurezza si intendono automaticamente soddisfatte, senza l’effettuazione di alcun calcolo esplicito, fatta salva la dimostrazione esplciita dei requisiti previsti in 7.8.1.9 NTC 2018. Nel progetto sono riportate esplicitamente le verifiche semplificate di cui al 4.5.6.4 e il rispetto delle condizioni integrative di cui al 7.8.1.9, con riferimento all’area delle pareti resistenti per ciascun piano, in funzione del parametro agxS. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo non sono riportate esplicitamente le verifiche semplificate di cui al 4.5.6.4 NTC 2018. Nella relazione di calcolo non è riportato esplicitamente il controllo delle condizioni integrative di cui al 7.8.1.9, con riferimento all’area delle pareti resistenti per ciascun piano, in funzione del parameto agxS. In presenza di costruzione non regolare sia in pianta che in altezza, la classificazione di “costruzioni semplici” non può ritenersi accettabile (7.8.1.9 e 7.2.1 NTC 2018).
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7. Controlli per le parti strutturali secondarie (da 7.4 a 7.10 NTC 2018) Parti strutturali secondarie Particolari collegamenti in legno
Controlli Gli elementi strutturali in legno che costituiscono le strutture secondarie sono opportunamente collegati alle strutture principali. I particolari costruttivi dei collegamenti principali sono opportunamente illustrati. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, non si individuano i dettagli dei collegamenti fra gli elementi strutturali in legno (travi e travetti) e le strutture principali sismo-resistenti. Negli elaborati grafici mancano le informazioni relative alla posizione degli elementi che costituiscono le orditure in legno della copertura.
Copertura o impalcato in legno adeguatamente rigidi
La copertura in legno appare adeguatamente rigida nel proprio piano, coerentemente con la modellazione di calcolo adottata, grazie alla presenza di elementi in acciaio di controventatura che appaiono compatibili con quanto previsto in 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018. La copertura in legno appare adeguatamente rigida nel proprio piano, coerentemente con la modellazione di calcolo adottata, grazie alla presenza di secondo assito (o pannello OSB) mutuamente incrociato e chiodato che appare compatibile con quanto previsto in 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, la copertura in legno a falde inclinate appare non adeguatamente rigida nel proprio piano così come definita nel modello di calcolo e così come necessario per inibire il comportamento fuori piano delle pareti, in assenza di elementi di controventatura compatibili con 7.7.5.3 e 4.4.1.1 NTC 2018 (ad es. secondo assito con andamento a 45 gradi rispetto al primo, oppure pannelli OSB opportunamente chiodati, oppure bandelle metalliche, o altro dispositivo equivalente).
Impalcati adeguatamente rigidi in presenza di elementi secondari
In presenza di elementi strutturali verticali definiti secondari nell’analisi, gli impalcati sono adeguatamente rigidi e resistenti per il necessario funzionamento a diaframma; la modellazione è coerente con tale necessità. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, la copertura in legno a falde inclinate appare non adeguatamente rigida nel proprio piano così come necessaria in presenza di elementi strutturali verticali secondari e in funzione del modello di calcolo adottato.
Modellazione elementi secondari
Gli elementi strutturalli definiti “secondari” sono stati opportunamente svincolati nella modellazione, in modo da non assorbire azione sismica. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede di confermare che, diversamente da quanto dichiarato nel modulo 12, sono presenti elementi strutturali secondari (ad es. le travi in legno) a cui non è stato affidato il compito di sopportare l’azione sismica; in particolare, si chiede di elencarli e di chiarire se tali elementi sono stati svincolati alle estremità nel modello di calcolo a fini sismici.
Solaio in legno con connettori
Negli elaborati grafici, gli impalcati costituiti da solai in legno-calcestruzzo con coonnettori di collegamento sono adeguatamente illustrati. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici esecutivi non si individua adeguata illustrazione degli impalcati costituiti da solai in legno-calcestruzzo con connettori di collegamento. In particolare, non sono rappresentati adeguatamente la geometria, i sovraccarichi assunti e l’armatura del diaframma, nonché le connessioni alle strutture sismo-resistenti.
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8 Verifica degli interventi su esistente (cap. 8 NTC 2018) 8.1 Verifica degli interventi su esistente (cap. 8 NTC 2018) Interventi locali Interventi locali Porzioni limitate della costruzione
Controlli L’intervento è correttamente classificato ai sensi delle NTC 2008 e adeguatamente illustrato. Trattasi di intervento locale, riferito effettivamente a porzioni limitate della costruzione. RICHIESTE INTEGRAZIONI Gli interventi previsti sul fabbricato principale esistente non ricadono nell’ambito della definizione di “intervento locale”, in quanto non riguardano porzioni limitate della costruzione (8.4.1 NTC 2018). Si richiede pertanto di procedere alla verifica di miglioramento ai sensi del punto 8.4.2 e di esplicitare le limitazioni all’uso dello stato finale, secondo 8.3 NTC 2018.
Modifiche al comportamento delle altre parti
Non sono prodotte modifiche al comportamento strutturale delle “altre parti” e della costruzione nel suo complesso, con particolare riferimento al caso sismico. RICHIESTE INTEGRAZIONI Gli interventi previsti modificano il comportamento delle “altre parti” della costruzione (8.4.1 NTC 2008) e anche della struttura nel suo insieme, come di seguito sintetizzato… Pertanto, gli interventi previsti sul fabbricato non ricadono nell’ambito della definizione di “intervento locale”. Si richiede di procedere alla verifica di miglioramento ai sensi del punto 8.4.2 e di esplicitare le limitazioni all’uso dello stato finale, secondo 8.3 NTC 2018.
Non riduzione dei livelli di sicurezza
Gli interventi previsti garantiscono la non riduzione dei livelli di sicurezza pre-esistenti. RICHIESTE INTEGRAZIONI Gli interventi previsti richiedono illustrazione e giustificazione, al fine di dimostrare che i lavori non riducono i livelli di sicurezza preesistenti (come previsto in 8.4.1 NTC 2018). Gli interventi principali in progetto non sembrano rientrare nella fattispecie dell’intervento locale, perché non prevedono “riparazioni”, “sostituzioni” o “rafforzamenti” (C8.4.3 Circ. 617/2009) e non riguardano singole parti e/o elementi della struttura. In aggiunta, gli interventi principali previsti dal progetto sembrano non portare effetti “benefici” o “migliorativi” sul fabbricato, come quelli indicati al punto 8.7.4 delle NTC 2018 e C8A.5 Circ. 617. Gli interventi previsti richiedono quindi esplicitamente illustrazione e giustificazione, al fine di dimostrare che i lavori non riducono i livelli di sicurezza preesistenti (come previsto in 8.4.1 NTC 2018).
Non contrasto con regole generali
Gli interventi previsti non contrastano con quanto previsto dalle regole generali valide per le parti strutturali delle nuove costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premesso che (8.2 NTC 2018): “Le disposizioni di carattere generale contenute negli altri capitoli della presente norma costituiscono, ove applicabili, riferimento anche per le costruzioni esistenti”, si segnala che alcuni degli interventi proposti e illustrati nel progetto sono contrari a quanto previsto dalle disposizioni generali contenute nelle NTC 2018 per le nuove costruzioni; in particolare, … }}}
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Interventi locali Cerchiature
Controlli La modifica delle aperture nelle pareti portanti è tale per cui la rigidezza prima e dopo l’intervento non cambia significativamente; la resistenza e la capacità di deformazione non peggiorano ai fini del comportamento rispetto alle azioni orizzontali. Nel calcolo delle cerchiature sono state stimate correttamente la resistenza e la rigidezza delle pareti esistenti. Le nuove strutture che costituiscono la cerchiatura sono adeguatamente connesse a quelle esistenti. RICHIESTE INTEGRAZIONI Con riferimento all’inserimento della cerchiatura metallica, non si individuano le opportune connessioni dei nuovi telai in acciaio alle strutture perimetrali esistenti. Giustificare il fatto che nel calcolo della cerchiatura equivalente alla muratura rimossa, sono stati adottati i valori di resistenza minimi e ulteriormente ridotti con fattore di confidenza 1,35, anziche i valori più probabili (valori medi), ferma restando la possibilità di impiegare valori ridotti delle rigidezze per tener conto dello stato di fessurazione nei materiali fragili; gli appropriati valori di FC (in funzione del livello di conoscenza) saranno comunque applicati nella valutazione di confronto della resistenza prima e dopo l’intervento. Nella relazione di calcolo, le valutazioni di rigidezza e resistenza prima e dopo l’inserimento dei telai in acciaio, non sono riferite alle intere pareti (C8.4.3), ma soltanto alle parti asportate; peraltro, è assente il confronto di resistenza. Negli elaborati grafici non si individuano i disegni dei nodi incastro relativi al collegamento fra travi e colonne nelle cerchiature, evidenziando saldature o bullonature in grado di trasmettere le sollecitazioni previste (C10.1 Circ. 617). Non si individua la verifica analitica dei nodi nei confronti della capacità di trasmettere il momento flettente previsto nel modello di calcolo. In assenza di opportune piastre nei nodi di sommità dei portali in acciaio, dimostrare il buon funzionamento del nodo incastro.
Ancoraggi meccanici
Gli elementi strutturali di nuova esecuzione in acciaio o legno sono ancorati adeguatamente nelle murature mediante fissaggi meccanici. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individuano gli “adeguati” ancoraggi previsti (per le nuove esecuzioni) in 7.8.6.1 NTC 2018, in assenza, ad esempio, di zanche per la piastra di appoggio o altri dispositivi meccanici.
Apertura a meno di un metro
L’intervento di modifica delle aperture non prevede la riduzione della misura dei risvolti murari lungo gli spigoli perimetrali, al di sotto di 1 metro di lunghezza. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si rileva che l’apertura di nuova crezione è realizzata su parete perimetrale, e per essa dovrebbe essere quindi essere garantito il rispetto del metro di muro di risvolto, misurato a partire dallo spigolo; l’eliminazione del tratto di muro comporterebbe infatti una riduzione dei livelli di sicurezza, incidendo sul comportamento scatolare della costruzione; quest’ultimo costituisce criterio generale (secondo 8.2) previsto nei capitoli 4 e 7 NTC 2018 per le nuove esecuzioni. }}}
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Interventi locali Ammorsamento nuove porzioni
Controlli L’ammorsamento tra le porzioni in muratura di nuova esecuzione e quelle esistenti appare adeguato (C8A.5.6) e coerente con il modello di calcolo. I materiali utilizzati per le porzioni di nuova esecuzione (e per le operazioni di scuci-cuci) sono simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza (C8A.5.6). La chiusura delle aperture esistenti mediante elementi di tamponamento non strutturali è correttamente indicata sui disegni e coerente con il modello di calcolo. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nei disegni non si individuano le modalità esecutive relative all’ammorsamento tra il muro esistente e le porzioni di muratura di nuova esecuzione, in coerenza al modello di calcolo adottato. Si chiede di chiarire se i materiali utilizzati per le porzioni di nuova esecuzione (e per scuci-cuci) sono “simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza”, secondo quanto previsto in C8A.5.6 Circ. 617.
Intervento locale solai
L’intervento sull’impalcato non comporta variazione significativa di rigidezza nel suo piano e nemmeno un aumento dei carichi verticali. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici, non si individua la modalità di connessione fra gli impalcati oggetto di rifacimento e le strutture in muratura esistenti. Si chiede di illustrare il fatto che l’intervento di irrigidimento delle falde di copertura produca o meno effetti negativi nei confronti dei comportamenti locali e globali dei corpi di fabbrica adiacenti a quello oggetto di intervento.
Cordoli in cemento armato - compatibilità
La realizzazione di cordoli in cemento armato appare compatibile con la tipologia e lo stato di conservazione delle murature esistenti. RICHIESTE INTEGRAZIONI Chiarire nel progetto e indicare negli elaborati grafici se prima della realizzazione dei cordoli in sommità sia eventualmente necessario il consolidamento della parte sommitale delle murature esistenti (C8A.5.1 Circ. 617). Si chiede di confermare la compatibilità dei cordoli in c.a. con le pareti in muratura esistenti (C8A.5.1 Circ. 617), oppure ricorrere, se del caso, a cordoli in muratura armata.
Cordoli in breccia
La creazione di vani indipendenti per l’alloggiamento delle singole nervature del nuovo solaio consente di scongiurare gli effetti negativi tipici delle aperture con “cordolo in breccia”. RICHIESTE INTEGRAZIONI In relazione all’intervento di rifacimento dei solai, giustificare la previsione progettuale di realizzare di “cordoli in breccia” che andrebbero evitati secondo C8A.5.1 Circ. 617; viceversa, è necessario scongiurare la possibilità di insorgenza degli “effetti negativi che le aperture in breccia producono nella distribuzione delle sollecitazioni sui paramenti”, indicata in C8A.5.1. }}}
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Interventi locali Livello di conoscenza per casi “normali”
Controlli Il livello di conoscenza raggiunto (LC …) è adeguatamente documentato negli elaborati di progetto, anche con riferimento a quanto previsto nella Circolare 617/2009. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella documentazione presentata non si trova riscontro documentato del livello di conoscenza dichiarato (...) quanto a “verifiche in situ sui dettagli costruttivi” e sulle “indagini in situ sulle proprietà dei materiali”, opzioni che devono essere attivate, secondo il Modulo 12, per accedere al livello previsto.
Demolizioni e ristrutturazioni indicate nella pratica edilizia
Nel progetto strutturale sono illustrati in modo completo tutti gli interventi di ristrutturazione previsti nella pratica edilizia sul corpo di fabbrica esistente. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individuano informazioni sull’intervento di demolizione e sull’intervento di ristrutturazione della porzione esistente che rimane in essere, in conformità a quanto previsto nella pratica edilizia.
Documentazione fotografica
La documentazione fotografica presentata è sufficiente ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento sull’esistente rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI La documentazione fotografica è mancante (DGR 5001/2016 All. E). La documentazione fotografica presentata non è sufficiente ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni (DGR 5001/2016 All. F).
Regole generali
Gli interventi garantiscono la non riduzione dei livelli di sicurezza pre-esistenti e non contrastano con quanto previsto dalle regole generali valide per le parti strutturali delle nuove costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premesso che (8.2 NTC 2018): “Le disposizioni di carattere generale contenute negli altri capitoli della presente norma costituiscono, ove applicabili, riferimento anche per le costruzioni esistenti”, si segnala che …
Intonaco armato
L’esecuzione di intonaco armato è correttamente prevista su entrambi i paramenti e con i necessari collegamenti trasversali ancorati alle reti di armatura. RICHIESTE INTEGRAZIONI Negli elaborati grafici esecutivi, non si individua l’indicazione del tipo di rete da applicare nell’intonaco armato, nonché il risvolto delle barre passanti a fini di ancoraggio, il loro numero e il loro diametro. In presenza di rinforzo su un solo paramento, si chiede di giustificare il valore assunto del coefficiente moltiplicativo dei parametri meccanici assunti, dal momento che, secondo il punto C8A.5.6 Circ. 617/2009, tale tecnica “… è efficace solo nel caso in cui l’intonaco armato venga realizzato su entrambi i paramenti e siano posti in opera i necessari collegamenti trasversali (barre iniettate) bene ancorati alle reti di armatura”. }}}
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Interventi locali
Controlli
Collegamenti capannoni prefabbricati
Appare opportunamente non mutato lo schema di calcolo complessivo. Gli interventi proposti sono tali da non modificare la risposta del fabbricato sotto azioni sismiche. Il dimensionamento dei fissaggi avviene mediante i valori delle sollecitazioni opportunamente ricavati e attraverso le necessarie verifiche di resistenza. Gli interventi sono adeguatamente illustrati negli elaborati grafici. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di angolari di fissaggio dei pannelli di tamponamento con fori non asolati, si chiede di illustrare la potenziale modifica del comportamento strutturale globale derivante dai collegamenti rigidi, oppure di prevedere fori con asola orizzontale. Si rileva che il calcolo delle azioni sismiche per il dimensionamento dei collegamenti tiene conto dell’accelerazione al suolo, anziché del valore dell’accelerazione di cui al 3.2.3.2 NTC 2018 (e linee di indirizzo metodo semplificato Reluis) corrispondente alla pseudo-accelerazione spettrale S(T1) derivata dallo spettro di risposta; si chiede pertanto di aggiornare il calcolo effettuato, utilizzando la giusta accelerazione sismica che interessa i collegamenti. Non si individuano i valori delle sollecitazioni adottate per il dimensionamento dei diversi fissaggi previsti negli elaborati grafici esecutivi. Non si individuano le verifiche di resistenza dei collegamenti. Non si individuano le piante o i prospetti di corrispondenza con l’indicazione del numero e della posizione di tutti gli interventi previsti.
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8.2 Verifica degli interventi su esistente (cap. 8 NTC 2018) Interventi di miglioramento Interventi di miglioramento Unità strutturale indipendente
Controlli L’individuazione e la giustificazione dell’unità strutturale indipendente di cui al punto 8.7.1 NTC 2018 e C8A.3 Circ. 617 sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Mancano individuazione e giustificazione dell’unità strutturale indipendente di cui ai punti 8.7.1 NTC 2018 e C8A.3 Circ. 617, per gli effetti che l’intervento produce sulle parti non modellate, e per l’influenza di queste ultime sul comportamento globale. Non si individua la giustificazione della possibilità di modellare la struttura considerandola “unità strutturale indipendente”. Negli elaborati di progetto non sembrano riportate sufficienti informazioni relativamente alle porzioni strutturali esistenti connesse (in adiacenza) al corpo oggetto di ristrutturazione. In relazione al comportamento dell’unità strutturale indipendente di cui ai punti 8.7.1 NTC 2018 e C8A.3 Circ. 617, non si individua l’illustrazione dell’influenza sul corpo oggetto di ristrutturazione delle porzioni strutturali esistenti connesse (in adiacenza).
Documentazione fotografica
La documentazione fotografica presentata è sufficiente ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento sull’esistente rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI La documentazione fotografica è mancante (DGR 5001/2016 All. E). La documentazione fotografica presentata non è sufficiente ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni (DGR 5001/2016 All. F).
Regole generali
Gli interventi garantiscono la non riduzione dei livelli di sicurezza pre-esistenti e non contrastano con quanto previsto dalle regole generali valide per le parti strutturali delle nuove costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premesso che (8.2 NTC 2018): “Le disposizioni di carattere generale contenute negli altri capitoli della presente norma costituiscono, ove applicabili, riferimento anche per le costruzioni esistenti”, si segnala che …
Livello di conoscenza per casi “normali”
Il livello di conoscenza raggiunto (LC …) è adeguatamente documentato negli elaborati di progetto, anche con riferimento a quanto previsto nella Circolare 617/2009. La scelta della classe di sottosuolo e di alcuni altri parametri di calcolo non modifica l’esito delle verifiche di miglioramento nel confronto prima e dopo l’intervento. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella documentazione presentata non si trova riscontro documentato del livello di conoscenza dichiarato (...) quanto a “verifiche in situ sui dettagli costruttivi” e sulle “indagini in situ sulle proprietà dei materiali”, opzioni che devono essere attivate, secondo il Modulo 12, per accedere al livello previsto. }}}
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Interventi di miglioramento Classificazione corretta (di miglioramento)
Controlli Intervento di ristrutturazione con miglioramento del comportamento strutturale, correttamente classificato ai sensi delle NTC 2008. Non ricorre alcuno dei casi che rende necessario l’adeguamento della costruzione. In assenza di incremento della superficie abitabile, l’intervento di sopraelevazione in esame non richiede la verifica di adeguamento della costruzione. L’intervento di miglioramento è correttamente classificato. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individua la verifica di “adeguamento” della costruzione secondo 8.4.3 NTC 2018 lett. a, in presenza di incremento dell’altezza massima dell’unità strutturale di misura superiore a quella necssaria per l’esecuzione di cordoli sommitali (e in presenza contemporaneamente di incremento della superficie abitabile). Non si individua la valutazione della modifica del comportamento generata dalle strutture in ampliamento, al fine di escludere la necessità di verifica di “adeguamento” della costruzione, ai sensi del punto 8.4.3 NTC 2018 lett. b. Non si individua la verifica di “adeguamento” della costruzione secondo 8.4.3 NTC 2018 lett. b, in presenza di nuove porzioni in ampliamento strutturalmente connesse a quelle esistenti in grado di alterare significativamente la risposta del fabbricato. Non si individua la precisa valutazione analitica relativa all’incremento dei carichi in combinazione rara entro il 10%, al fine di escludere la necessità di verifica di “adeguamento” (>80%) della costruzione, ai sensi del punto 8.4.3 NTC 2018 lett. c. Non si individua la verifica di “adeguamento” (>80%) della costruzione secondo 8.4.3 NTC 2018, lett e, in presenza di variazioni di classe d’uso che conducono a costruzioni di classe III ad uso scolastico o di classe IV.
Valutazione sicurezza miglioramento
I confronti dei livelli di sicurezza prima e dopo l’intervento sono presenti e completi, anche con riferimento all’incremento di 0,1 dell’indice di sicurezza sismica. Le indicazioni di limitazioni all’uso della costruzione, nei confronti delle azioni antropiche e ambientali sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Con riferimento al dichiarato intervento di miglioramento, si richiede di procedere alla verifica dell’effettivo miglioramento (con margine 0,1), attraverso la valutazione della sicurezza della struttura (8.4.2 NTC 2018); si richiede inoltre la verifica della struttura prima dell’intervento con identificazione delle carenze e del livello di sicurezza dello stato di fatto, per l’opportuno confronto (8.7.5 NTC 2018 e 3.6 modulo 12, DGR 5001/2016). Con riferimento al punto precedente, si chiede di esplicitare le conseguenti limitazioni da imporre nell’uso della costruzione (8.3 NTC 2018), anche considerando quanto previsto in C8.3 per quanto riguarda la gestione degli esiti delle verifiche nei confronti delle azioni antropiche e di quelle ambientali. Con riferimento ai punti precedenti, visto il particolare stato della costruzione desumibile dagli elaborati progettuali, si chiede di escludere esplcitamente le evenienze o situazioni di cui al punto 8.3 NTC 2018, terzo capoverso (degrado, dissesti, ecc.).
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8.3 Verifica degli interventi su esistente (cap. 8 NTC 2018) Interventi di adeguamento Interventi di adeguamento Livello di conoscenza per adeguamento c.a.
Controlli Il livello di conoscenza raggiunto (LC …) è adeguatamente documentato negli elaborati di progetto, anche con riferimento a quanto previsto in C8A.1.B Circolare 617/2009. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di intervento di “adeguamento” ai livelli di sicurezza previsti per le nuove costruzioni, illustrare (anche mediante documentazione fotografica) le fasi di indagine eseguite, ad es. secondo C8A.1.B, ai fini ella ricostruzione del sistema strutturale esistente (8.5.1 NTC 2018), del rilievo (8.5.2), e delle caratteristiche meccaniche dei materiali (8.5.3), in funzione del livello di conoscenza e dei fattori di confidenza (8.5.4). In particolare, esplicitare le “verifiche in situ sui dettagli costruttivi” (anche con riferimento a 8.7 NTC 2018) e sulle “indagini in situ sulle proprietà dei materiali” (C8A.1.A Circ. 617, punto 3.4 Modulo 12). Si chiede, quindi, di illustrare le scelte progettuali di modellazione e il tipo di analisi adottato in funzione dei risultati delle indagini eseguite, tenendo conto di quanto previsto in tabella C8A.1.2 Circ. 617.
Livello di conoscenza per adeguamento murature
Il livello di conoscenza raggiunto (LC…) è adeguatamente documentato negli elaborati di progetto, anche con riferimento a quanto previsto in C8A.1.A Circolare 617/2009. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di intervento di “adeguamento” ai livelli di sicurezza previsti per le nuove costruzioni, illustrare (anche mediante documentazione fotografica) le fasi di indagine eseguite, ad es. secondo C8A.1.A.4, ai fini della ricostruzione del sistema strutturale esistente (8.5.1 NTC 2018), del rilievo (8.5.2), e delle caratteristiche meccaniche dei materiali (8.5.3), in funzione del livello di conoscenza e dei fattori di confidenza (8.5.4). In particolare, esplicitare le “verifiche in situ sui dettagli costruttivi” (anche con riferimento a 8.7 NTC 2018) e sulle “indagini in situ sulle proprietà dei materiali” (C8A.1.A Circ. 617, punto 3.4 Modulo 12). Si chiede, quindi, di illustrare le scelte progettuali di modellazione (ammorsamenti, ritegni, rigidezze di piano, ecc.) in funzione dei risultati delle indagini eseguite, tenendo conto di quanto previsto in tabella C8A.1.1 Circ. 617.
Capacità del diaframma di piano (murature)
Nella verifica di adeguamento, la ipotizzata capacità degli impalcati di costituire il diaframma rigido ai fini della corretta ripartizione delle azioni orizzontali è adeguatamente illustrata e giustificata nel progetto. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premesso che (8.2 NTC 2018): “Le disposizioni di carattere generale contenute negli altri capitoli della presente norma costituiscono, ove applicabili, riferimento anche per le costruzioni esistenti”, si chiede di illustrare la capacità degli impalcati di costituire il diaframma rigido ipotizzato nella modellazione, con riferimento a: 1) capacità di trasferimento degli sforzi di trazione nell’impalcato; 2) presenza di connessioni in grado di trasmettere il flusso degli sforzi dall’impalcato alle strutture verticali; 3) presenza di cordoli in grado di resistere alle trazioni richieste per il comportamento a diaframma rigido; 4) capacità degli impalcati di “trattenere” le pareti grazie all’eventuale presenza di ammorsamento o di cordolo in corrispondenza dell’impalcato. Illustrare le verifiche effettuate per i carichi gravitazionali delle strutture principali e il loro livello di adeguatezza nei confronti delle NTC 2018. }}}
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Interventi di adeguamento
Controlli
Capacità del diaframma di piano nel caso di inserimento di nuove pareti in c.a. che assorbono l’intera azione sismica
La ipotizzata capacità degli impalcati di costituire il diaframma rigido ai fini della corretta ripartizione delle azioni orizzontali è adeguatamente illustrata e giustificata nel progetto.
Azione sismica a nuove strutture
La previsione di affidare integralmente l’azione sismica ad elementi strutturali di nuova esecuzione è compatibile con le NTC 2018, sia per edifici nuovi (7.8.5), sia per edifici esistenti (C8.7.2.4 Circ. 617).
RICHIESTE INTEGRAZIONI Illustrare la capacità degli impalcati esistenti di costituire il diaframma rigido ipotizzato nella modellazione, con riferimento a: 1) capacità di trasferimento degli sforzi di trazione nell’impalcato; 2) presenza di connessioni in grado di trasmettere il flusso degli sforzi dall’impalcato alle strutture perimetrali (cordoli esistenti?); 3) capacità dei cordoli di resistere alle sollecitazioni richieste per il comportamento a diaframma rigido e trasmetterle alle nuove pareti sismo-resistenti.
In particolare, coerentemente con quanto previsto in C8.7.2.4, il sistema strutturale resistente all’azione orizzontale è integralmente costituito da nuovi elementi strutturali in cemento armato (telai di travi e pilastri). La compatibilità degli spostamenti delle strutture esistenti nei confronti delle strutture di nuovo inserimento (secondo C8.7.2.4) è stata verificata. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede di giustificare esplicitamente che le interazioni delle pareti in muratura dichiarate non sismo-resistenti siano “favorevoli al comportamento sismico della struttura mista”, come ricordato in C8.7.3 Circ. 617. Si chiede di valutare la compatibilità degli spostamenti delle strutture esistenti nei confronti delle strutture di nuovo inserimento (secondo C8.7.2.4). Stabilità fuori piano pareti in muratura non sismo-resistenti
Il progetto riporta le verifiche di stabilità delle pareti esistenti in muratura nei confronti dei possibili movimenti fuori piano (secondo C8.7.2 ultimo periodo e 7.2.3 NTC 2018), nell’ipotesi di comportamento “monolitico” delle stesse, nonché le considerazioni che consentono di confermare il buono stato delle murature ai fini di escluderne in modo certo la perdita di monoliticità nel caso di evento sismico. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individuano le verifiche che consentono di confermare gli adeguati livelli di sicurezza delle pareti in muratura esistenti non oggetto di demolizione; si chiede, pertanto, di illustrare sia le verifiche di stabilità di tali pareti nei confronti dei possibili movimenti fuori piano (secondo C8.7.2 ultimo periodo e 7.2.3 NTC 2018), nell’ipotesi di comportamento “monolitico” delle stesse, sia le considerazioni che consentono di confermare il buono stato delle murature ai fini di escluderne in modo certo la perdita di monoliticità nel caso di evento sismico. }}}
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Interventi di adeguamento Monoliticità pareti in muratura
Controlli Il progetto riporta le considerazioni che consentono di confermare il buono stato delle murature ai fini di escluderne in modo certo la perdita di monoliticità nel caso di evento sismico. RICHIESTE INTEGRAZIONI Si chiede di esporre le considerazioni che consentono di confermare il buono stato delle murature ai fini di escluderne in modo certo la perdita di monoliticità nel caso di evento sismico. Si chiede di escludere o illustrare la presenza di eventuale nucleo interno di materiale incoerente (“sacco”) nelle pareti in muratura storica esistenti.
Strutture miste 7.8.5 e 8.7.3 (esistenti) con sisma affidato a più tecnologie
In presenza di sistema strutturale sismo-resistente misto dissipativo, in cui l’azione è affidata sia alle pareti in c.a. sia alle murature, la verifica è stata regolarmente condotta con analisi non-lineare (7.8.5 e 8.7.3 NTC 2018). RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di sistema strutturale sismo-resistente misto dissipativo, in cui l’azione è affidata sia alle pareti in c.a. sia alle murature, è necessaria la verifica mediante analisi non-lineare (7.8.5, 8.7.3 NTC 2018 e C8.7.3 Circ. 617).
Unità strutturale indipendente
L’individuazione e la giustificazione dell’unità strutturale indipendente di cui al punto 8.7.1 NTC 2018 e C8A.3 Circ. 617 sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Mancano individuazione e giustificazione dell’unità strutturale indipendente di cui ai punti 8.7.1 NTC18 e C8A.3 Circ. 617, per gli effetti che l’intervento produce sulle parti non modellate, e per l’influenza di queste ultime sul comportamento globale. Non si individua la giustificazione della possibilità di modellare la struttura considerandola “unità strutturale indipendente”. Negli elaborati di progetto non sembrano riportate sufficienti informazioni relativamente alle porzioni strutturali esistenti connesse (in adiacenza) al corpo oggetto di ristrutturazione. In relazione al comportamento dell’unità strutturale indipendente di cui ai punti 8.7.1 NTC 2018 e C8A.3 Circ. 617, non si individua l’illustrazione dell’influenza sul corpo oggetto di ristrutturazione delle porzioni strutturali esistenti connesse (in adiacenza). }}}
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Interventi di adeguamento Verifiche non sismiche
Controlli Il comportamento sotto i carichi gravitazionali delle diverse porzioni strutturali non mostra anomalie che potrebbero interessare anche il comportamento sotto azioni sismiche. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premessa: alcune delle richieste seguenti non riguardano direttamente le verifiche in condizione sismica, ma si riferiscono comunque ad alcune necessità di chiarimento relative al comportamento della costruzione, che potrebbe interessare anche il comportamento sotto azioni sismiche. Si chiede di giustificare il comportamento delle porzioni strutturali in corrispondenza della zona …………………….. Confermare che le verifiche statiche nello stato di progetto danno esito soddisfacente tale da non richiedere le “limitazioni all’uso” previste in 8.3 NTC 2018. Si chiede di esplcitare i valori dei coefficienti parziali (gammaM) per la resistenza delle murature sono stati assunti con il valore previsto per le condizioni sismiche e pari a 3 in condizioni statiche.
Adeguamento senza relazione geologica
In presenza di interventi riguardanti le fondazioni, il progetto è corredato da opportuna relazione geologica. In presenza di interventi che incrementano il carico sulle fondazioni in modo significativo (>10%), il progetto è corredato da opportuna relazione geologica. Nel caso specifico, pur in assenza di interventi riguardanti le fondazioni e in assenza di incremento significativo dei carichi al piede, il progetto è corredato da opportuna relazione geologica. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di intervento di “adeguamento” (8.4.3) ai livelli di sicurezza delle NTC 2018 previsti per le nuove costruzioni, illustrare il criterio di valutazione dell’azione sismica di progetto, con riferimento particolare all’amplificazione stratigrafica adottata in funzione della definizione della categoria sottosuolo (3.2.2 NTC 2018), nonché all’esclusione della necessità della verifica di liquefazione secondo quanto previsto (per le nuove costruzioni) in 7.11.3.4.2 NTC 2018. In presenza di intervento di “adeguamento” (8.4.3) ai livelli di sicurezza delle NTC 2018 previsti per le nuove costruzioni, illustrare le verifiche strutturali e geotecniche delle fondazioni nuove ed esistenti oppure motivare l’esclusione delle verifiche con riferimento alle NTC 2018.
Documentazione fotografica
La documentazione fotografica presentata è completa ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI La documentazione fotografica presentata non è sufficiente ai fini della valutazione della congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali in relazione all’intervento rispetto alle norme tecniche per le costruzioni (DGR 5001/2016 All. F). }}}
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Interventi di adeguamento Regole generali
Controlli Gli interventi garantiscono la non riduzione dei livelli di sicurezza pre-esistenti e non contrastano con quanto previsto dalle regole generali valide per le parti strutturali delle nuove costruzioni. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premesso che (8.2 NTC 2018): “Le disposizioni di carattere generale contenute negli altri capitoli della presente norma costituiscono, ove applicabili, riferimento anche per le costruzioni esistenti”, si segnala che …
Verifiche di resistenza
Le verifiche di resistenza nel caso sismico relative alle pareti in muratura sono presenti e complete, sia per quanto riguarda il comportamento globale, sia per gli aspetti locali. RICHIESTE INTEGRAZIONI Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche relative al comportamento globale della costruzione nel caso di evento sismico. Nella relazione di calcolo, non si individuano le verifiche sismiche di resistenza locali fuori piano delle pareti portanti i carichi verticali, anche se non considerate resistenti al sisma. Si chiede di esplcitare i valori dei coefficienti parziali (gammaM) per la resistenza delle murature assunti per il caso sismico (7.8.1.1 NTC 2018).
Valutazione sicurezza globale prima dell’intervento
I confronti dei livelli di sicurezza prima e dopo l’intervento sono presenti e completi. Le indicazioni di limitazioni all’uso della costruzione, nei confronti delle azioni antropiche e ambientali sono presenti e complete. RICHIESTE INTEGRAZIONI Con riferimento al dichiarato intervento di adeguamento, nel particolare caso in esame non si individua la verifica della struttura con identificazione delle carenze e del livello di sicurezza nello stato di fatto (8.7.5 NTC 2008 e 3.6 modulo 12, DGR 5001/2016).
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9. Aspetti procedurali DGR 5001/2016, DPR 380/2001 (carenze documentali, integrazioni, competenza professionisti, ecc.) Aspetti procedurali
Controlli
Integrazioni
Nell’integrazione sono state date risposte soddisfacenti a tutte le richieste e apportate le necessarie modifiche al progetto. Le richieste costituiscono parte integrante del presente parere tecnico.
Esposizione sismica (es. rischio esterno dell’involucro)
La realizzazione delle nuove strutture all’interno della costruzione esistente comporta aumento della esposizione sismica; tuttavia, le condizioni di sicurezza della costruzione che costituisce l’involucro esterno risultano illustrate e compatibili con il progetto. La realizzazione delle nuove strutture non comporta aumento della esposizione sismica, e non è pertanto necessario valutare il grado di sicurezza della costruzione che costituisce l’involucro esterno. Il progetto strutturale contiene “limitazioni all’uso della costruzione” (così come previsto in 8.3 NTC 2018 e C8.3 Circ. 617) consistenti nella programmazione di ulteriori approfondimenti e verifiche entro il periodo di vita nominale residua (17 anni). RICHIESTE INTEGRAZIONI Nel caso in cui la realizzazione delle nuove strutture all’interno della costruzione esistente comporti aumento della esposizione sismica, è necessario valutare le condizioni di sicurezza della costruzione che costituisce l’involucro esterno nei confronti dell’evento sismico.
Demolizioni parziali
Nel progetto è illustrata l’esclusione del prodursi di modifiche in senso negativo del comportamento strutturale a seguito di demolizioni o interventi riguardanti il fabbricato esistente. Il progetto contiene l’illustrazione del fatto che le demolizioni (e gli interventi) eseguite sul fabbricato esistente, in accordo con il progetto architettonico, non producono modifiche in senso negativo del comportamento sismico d’insieme. RICHIESTE INTEGRAZIONI Confermare che le demolizioni eseguite sul fabbricato esistente, in accordo con il progetto architettonico, non producono modifiche in senso negativo del comportamento sismico d’insieme (8.2, 8.4.2, 8.7.2 NTC 2018).
Livello di sicurezza basso
L’indice di sicurezza ottenuto dalla modellazione analitca, a seguito degli interventi, è inferiore all’unità, pertanto il fabbricato deve considerarsi “convenzionalmente sicuro” per un tempo di riferimento inferiore a quello (50 anni) previsto per gli edifici adeguati. L’intervento è comunque conforme a quanto previsto dalle NTC 2008. RICHIESTE INTEGRAZIONI L’indice di sicurezza ottenuto dai calcoli, a seguito degli interventi o della valutazione della sicurezza, è inferiore all’unità, pertanto il fabbricato deve considerarsi “convenzionalmente sicuro” per un tempo di riferimento inferiore a 50 anni: il progetto deve indicare chiaramente tale limitazione all’uso della costruzione (8.3 NTC 2018). L’indicazione del valore in anni della vita nominale residua costituisce (ad es. limitazione all’uso della costruzione). }}}
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Aspetti procedurali
Controlli
Nessuna garanzia sul livello di sicurezza
Il presente parere tecnico e la conseguente autorizzazione sismica non costituiscono garanzia in relazione agli specifici valori dei livelli di sicurezza della costruzione dichiarati nel progetto, bensì rappresentano unicamente la conformità dell’intervento proposto alle norme tecniche vigenti.
Sisma bonus
L’esame del progetto ai fini del rilascio dell’autorizzazione sismica non riguarda la procedura prevista dal decreto “Sisma Bonus”; in particolare, questo parere conferma la bontà dell’intervento nei confronti delle norme tecniche vigenti, ma non costituisce garanzia in relazione agli specifici valori dei livelli di sicurezza della costruzione prima e dopo l’intervento dichiarati nel progetto.
Cambio della classe d’uso 1
In presenza del cambio della classe d’uso (in aumento), il progetto riporta la valutazione della sicurezza e le corrispondenti limitazioni all’uso della costruzione. RICHIESTE INTEGRAZIONI Per l’intervento in esame, che prevede il cambio della classe d’uso del fabbricato, le norme tecniche vigenti (NTC 2008) non prevedono l’obbligatorietà della verifica di adeguamento dell’intera costruzione; obbligo riservato ai casi in cui il cambio di classe d’uso sia accompagnato da incrementi di oltre il 10% dei carichi gravitazionali (in combinazione rara). Tuttavia, si precisa quanto segue. Il livello di sicurezza raggiunto dopo l’esecuzione degli interventi di miglioramento è pari a 0,34 volte quello previsto per un intervento di adeguamento sismico; pertanto il fabbricato deve considerarsi “convenzionalmente sicuro” per un tempo di riferimento inferiore a 50 anni: la relazione di valutazione della sicurezza deve contenere (come previsto in 8.3 NTC 2018) tali limitazioni nell’uso. L’indicazione del valore in anni della vita nominale residua costituisce (ad es. limitazione all’uso della costruzione).
Limitazioni all’uso della costruzione
L’indice di sicurezza ottenuto dai calcoli, a seguito degli interventi o della valutazione della sicurezza, è inferiore all’unità, pertanto il fabbricato deve considerarsi “convenzionalmente sicuro” per un tempo di riferimento inferiore a 50 anni: il progetto indica chiaramente tale limitazione all’uso della costruzione (8.3 NTC 2018). RICHIESTE INTEGRAZIONI L’indice di sicurezza ottenuto dai calcoli, a seguito degli interventi o della valutazione della sicurezza, è inferiore all’unità, pertanto il fabbricato deve considerarsi “convenzionalmente sicuro” per un tempo di riferimento inferiore a 50 anni: il progetto deve indicare chiaramente tale limitazione all’uso della costruzione (8.3 NTC 2018) L’indicazione del valore in anni della vita nominale residua costituisce (ad es. limitazione all’uso della costruzione).
Verifiche non sismiche
Il comportamento sotto i carichi gravitazionali delle diverse porzioni strutturali non mostra anomalie che potrebbero interessare anche il comportamento sotto azioni sismiche. RICHIESTE INTEGRAZIONI Premessa: alcune delle richieste seguenti non riguardano direttamente le verifiche in condizione sismica, ma si riferiscono comunque ad alcune necessità di chiarimento relative al comportamento della costruzione, che potrebbe interessare anche il comportamento sotto azioni sismiche. Si chiede di giustificare il comportamento delle porzioni strutturali in corrispondenza della zona …………………….. Confermare che le verifiche statiche nello stato di progetto danno esito soddisfacente tale da non richiedere le “limitazioni all’uso” previste in 8.3 NTC 2018. }}}
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Interventi locali Mancanza impresa e collaudatore art. 65
Controlli In presenza di opere soggette all’art. 65 del DPR 380/2001, il costruttore e il collaudatore sono correttamente individuati (art. 9 LR 33/2015 e DGR 5001/2016, allegato F). PRESCRIZIONI Prima dell’inizio dei lavori, si dovrà procedere agli adempimenti relativi alla denuncia delle opere in c.a. a cura del costruttore (art. 65 DPR 380/2001 e DGR 5001/2016, allegato F). Prima dell’inizio dei lavori, si dovrà procedere agli adempimenti relativi alla denuncia delle opere in c.a. a cura del costruttore e all’individuazione del collaudatore (art. 65 DPR 380/2001, art. 9 LR 33/2015 e DGR 5001/2016, allegato F). Prima dell’inizio dei lavori, si dovrà procedere agli adempimenti relativi all’individuazione del collaudatore (art. 9 LR 33/2015 e DGR 5001/2016, allegato F). Il collaudatore dichiari di non essere collegato in modo diretto o indiretto al costruttore. Il collaudatore dichiari, tra l’altro, di non prendere parte alla progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori.
Mancanza impresa art. 93 (senza opere da art. 65)
In presenza di opere soggette all’art. 65 del DPR 380/2001, il costruttore e il collaudatore sono correttamente individuati (art. 9 LR 33/2015 e DGR 5001/2016, allegato F). PRESCRIZIONI Prima dell’inizio dei lavori, il titolare dell’istanza sismica dovrà comunicare le informazioni riguardanti l’appaltatore dei lavori (DPR 380/2001, art. 93, comma 1). Il collaudatore dichiari di non essere collegato in modo diretto o indiretto al costruttore. Il collaudatore dichiari, tra l’altro, di non prendere parte alla progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori.
Geometra in zona sismica per particolari difficoltà
L’intervento ricade nelle competenze del geometra, che risulta incaricato del progetto/ della direzione dei lavori delle opere strutturali: pur trattandosi di opere da realizzare in zona dichiarata sismica, queste non richiedono calcoli complessi che fanno (ad esempio) riferimento a risorse dissipative della struttura o a particolari difficoltà tecniche (Consiglio di Stato, con sentenza n. 833 del 23 febbraio 2015). RICHIESTE INTEGRAZIONI L’intervento non ricade nelle competenze del geometra, che risulta incaricato del progetto e/o della direzione dei lavori delle opere strutturali. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 833 del 23 febbraio 2015, ha stabilito che: “Il criterio per accertare se una costruzione sia da considerare modesta – e quindi se la sua progettazione rientri nella competenza professionale dei geometri – consiste nel valutare le difficoltà tecniche che la progettazione e l’esecuzione dell’opera comportano e le capacità occorrenti per superarle; a questo fine, mentre non è decisivo il mancato uso del cemento armato (ben potendo anche una costruzione “non modesta” essere realizzata senza di esso), assume significativa rilevanza il fatto che la costruzione sorga in zona sismica, con conseguente assoggettamento di ogni intervento edilizio alla normativa di cui alla l. n. 64 cit., la quale impone calcoli complessi che esulano dalle competenze professionali dei geometri”. }}}
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Interventi locali Geometra per cemento armato
Controlli L’intervento ricade nelle competenze del geometra, che risulta incaricato del progetto/della direzione dei lavori delle opere strutturali: pur trattandosi di opere in cemento armato, queste sono relative a costruzioni agricole oppure sono relative a costruzioni in classe d’uso I, accessorie di modeste costruzioni civili (Consiglio di Stato 2539 del 4/9/2015). RICHIESTE INTEGRAZIONI L’intervento non ricade nelle competenze del geometra, che risulta incaricato del progetto e/o della direzione dei lavori delle opere strutturali. Il geometra incaricato non è competente per il progetto e la direzione lavori relativi al tipo di struttura in esame (struttura dissipativa in cemento armato in classe d’uso II, con obbligo di progettazione per media sismicità già alla data del deposito, implicante pericolo per la pubblica incolumità) non rientrando le opere nelle “piccole costruzioni accessorie” in cemento armato a servizio di “costruzioni rurali o industrie agricole” o accessorie a servizio di modeste costruzioni civili e non implicanti comunque pericolo per la pubblica incolumità (Consiglio di Stato 2539 del 4/9/2015).
Geometra per direzione lavori
RICHIESTE INTEGRAZIONI
Frazionare gli interventi
Il presente parere tecnico tiene conto anche degli interventi previsti sul fabbricato con pratica precedente, coerentemente con la regola secondo la quale non è consentito “frazionare” gli interventi per eludere le norme (Cass. 16622/2015).
L’intervento non ricade nelle competenze del geometra, che risulta incaricato del progetto e/o della direzione dei lavori delle opere strutturali. La giurisprudenza ha già inoltre in più occasioni dimostrato (vedi ad es. Cass. 7370 del 13 aprile 2015) che al direttore dei lavori sono richieste le medesime competenze di quelle che deve possedere il progettista.
RICHIESTE INTEGRAZIONI Gli interventi proposti non possono essere valutati in modo disgiunto da quelli già previsti nel progetto presentato in data …… Non è consentito “frazionare” gli interventi per eludere le norme (Cass. 16622/2015); si chiede pertanto di presentare una relazione integrativa per dimostrare la conformità alle norme tecniche dell’insieme degli interventi costituiti da quelli di nuova previsione e da quelli già previsti nel progetto depositato in precedenza. Autorizzazione per opere parziali (solo in accordo con autorità competente)
Il presente parere tecnico e la conseguente autorizzazione sismica si riferiscono a tutte le opere previste nella pratica edilizia, così come indicate negli elaborati grafici architettonici. PRESCRIZIONI Il presente parere tecnico e la conseguente autorizzazione sismica si riferiscono esclusivamente all’esecuzione della tettoia in acciaio indicata negli elaborati grafici strutturali allegati al deposito. L’esecuzione delle altre porzioni strutturali indicate nella pratica edilizia è subordinata alla presentazione della relativa istanza di autorizzazione. }}}
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Interventi locali Sanatoria
Controlli Il progetto è da valutarsi con le regole del capitolo 8 (edifici esistenti), in quanto costruzione oggetto di sanatoria edilizia. Gli interventi abusivamente realizzati sono coerenti con i livelli di sicurezza delle NTC 2018. Il progetto strutturale appare complessivamente congruente e coerente con il progetto architettonico allegato alla pratica edilizia in sanatoria. RICHIESTE INTEGRAZIONI Gli elaborati allegati alla pratica sismica non dimostrano la conformità delle opere abusivamente realizzate alle NTC 2018 (Corte Costituzionale n. 101 22/05/2013). Gli elaborati allegati alla pratica sismica non sono perfettamente congruenti con quelli allegati alla pratica edilizia. In particolare, non si individua la bontà del comportamento sismico (degli elementi strutturali e non strutturali) con riferimento a tutte le opere abusivamente realizzate.
NTC 2018 e Circolare 617/2009
Il progetto è stato redatto in conformità alle NTC 2018. Si segnala che, anche in base alla nota del CSLLPP del 21/03/2018, in attesa della nuova circolare si considerano valide le indicazioni della precedente Circ. 617, per quanto non in contrasto con quanto riportato nel nuovo DM 17/01/2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI Il progetto depositato fa riferimento in alcuni punti della relazione di calcolo alle norme tecniche di cui al DM 14/01/2008; si chiede di giustificare la validità del progetto in conformità alle NTC 2018.
Varianti che non richiedono una nuova e diversa progettazione strutturale
Indipendentemente dalla definizione di variante sostanziale di cui all’allegato D, DGR 5001, le varianti depositate non derivano da modifiche sostanziali dell’organismo architettonico e non implicano un sostanziale mutamento del comportamento statico globale dell’opera o una nuova e diversa progettazione strutturale: è possibile pertanto l’applicazione delle NTC in vigore prima del DM 17/01/2018. RICHIESTE INTEGRAZIONI In presenza di modifiche sostanziali dell’organismo architettonico che implicano un sostanziale mutamento del comportamento statico globale dell’opera e una nuova e diversa progettazione strutturale, è richiesto di giustificare la validità del nuovo progetto in conformità alle NTC 2018.
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10. Controlli sull’esecuzione (Allegato H DGR 5001/2016 e Cap. 11 NTC 2018) Controllo esecuzione
Controlli
Opere corrispondenti terminate
Sopralluogo in data ………………., come da verbale. I lavori sono terminati. Le opere appaiono sostanzialmente corrispondenti a quanto autorizzato.
Opere corrispondenti non terminate
Sopralluogo in data ………... I lavori non sono terminati: il controllo si riferisce alle porzioni ……………………. ………….. ……………….. ………. (vedi documentazione fotografica). Le opere appaiono sostanzialmente rispondenti a quanto autorizzato.
Opere leggermente difformi
Sopralluogo in data ……………….,. I lavori sono terminati. Le opere sono apparse, come da verbale, leggermente difformi: ………………………. Nell’integrazione del ………………. è stata depositata la documentazione contenente i necessari chiarimenti, in relazione alle leggere difformità riscontrate. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individua adeguata giustificazione in relazione alle leggere difformità riscontrate (come da verbale) rispetto al progetto depositato. In particolare, …
Opere difformi
Sopralluogo in data ……………….,., come da verbale. I lavori sono terminati. Le opere sono apparse parzialmente difformi rispetto a quanto autorizzato. In particolare, … Nell’integrazione del ………………. è stata depositata la documentazione comprovante l’eliminazione o la giustificazione delle difformità riscontrate. In particolare, … RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individua adeguata giustificazione in relazione alle difformità riscontrate (come da verbale) rispetto al progetto depositato. In particolare, …
Rispetto delle prescrizioni
A seguito del sopralluogo è stato possibile confermare il pieno rispetto delle specifiche prescrizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione sismica.
Integrazione documenti
Nell’integrazione in data ………………. sono stati depositati i documenti raccolti dalla direzione lavori strutturale per comprovare la bontà delle lavorazioni eseguite rispetto alle NTC 2008.
Certificati materiali
La rispondenza dei materiali impiegati è supportata dalle certificazioni raccolte a cura del direttore lavori delle strutture. RICHIESTE INTEGRAZIONI La documentazione relativa alle certificazioni sui materiali impiegati per la realizzazione delle strutture sembra non riguardare tutte le opere eseguite. Si chiede di integrarla con le certificazioni mancanti. }}}
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Controllo esecuzione
Controlli
Controlli di accettazione
La documentazione che comprova le operazioni di accettazione dei materiali a cura del direttore lavori delle strutture, secondo 11.1 NTC 2018, è coerente con gli interventi eseguiti. RICHIESTE INTEGRAZIONI Non si individua la documentazione sottoscritta dal direttore lavori delle strutture contenente i controlli di accettazione del calcestruzzo, nel rispetto delle regole previste in 11.2.5 NTC 2018. Non si individua la documentazione sottoscritta dal direttore lavori delle strutture contenente i controlli di accettazione dell’acciaio da c.a., nel rispetto delle regole previste in 11.3.2.12 NTC 2018. Non si individua la documentazione che comprova le operazioni di accettazione dei materiali a cura del direttore lavori delle strutture, secondo 11.1 NTC 2018.
Prove di carico obbligatorie secondo NTC
RICHIESTE INTEGRAZIONI
Opera modesta
L’opera è modesta dal punto di vista del comportamento sotto azioni sismiche.
Non si individua il recepimento da parte del direttore lavori dei risultati delle prove di carico sui pali, con la conferma della loro adeguatezza alle funzioni previste nella costruzione.
Nell’integrazione del ………………. il direttore lavori delle strutture giustifica in modo adeguato le modalità di controllo e di accettazione dei materiali impiegati.
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APPENDICE F: Esempi di richieste di integrazioni da non fare
Premessa Ogni attività che preveda il controllo formale delle pratiche successivamente all’atto del deposito (con MUTA o cartaceo) costituisce applicazione non corretta delle regole regionali (art. 7, L 33/2015) e inutile dispendio di energie per la pubblica amministrazione e per il cittadino. Si rimanda ai paragrafi riguardanti l’esame formale nel presente documento. Nel caso in cui il Sistema telematico non effettui correttamente il controllo formale è necessario segnalare le anomalie al gestore del Sistema stesso affinché le stesse siano immediatamente eliminate. Per quanto riguarda l’esame tecnico dovrebbe essere regolato stabilendo precise modalità di controllo, finalizzate all’individuazione delle non conformità (da indicare puntualmente nelle richieste di integrazioni) e non alla valutazione della “qualità” e della “logica” progettuale, per le quali i professionisti incaricati restano gli unici responsabili. Dovrebbe essere stabilito esplicitamente che, in ogni caso, l’obiettivo dell’esame tecnico non è quello di intervenire nelle scelte progettuali, né quello di definire rimedi alternativi di eventuali supposte anomalie, o di esprimere dubbi o “perplessità”; lo scopo di chi esamina l’altrui progettazione deve rimanere quello, in coerenza con l’allegato F della DGR 5001, di assicurarsi che i progetti siano completi e di evitare che negli elaborati progettuali rimangano presenti (a valle dell’esame) calcolazioni o disegni non conformi a quanto previsto dalle norme tecniche vigenti (“adeguatezza” e “congruità”), con riferimento agli aspetti progettuali principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico, e che tali non conformità siano indicate nelle richieste di integrazione con esplicito riferimento ai paragrafi delle norme tecniche o alle norme generali che disciplinano la materia sismica. Si deve quindi ribadire che lo scopo dell’esame tecnico (delle opere private e di quelle pubbliche realizzate dai comuni) deve essere quello di “correggere” i progetti indicando al professionista in modo puntuale quali sono le parti mancanti e quelle che collidono con le prescrizioni delle norme tecniche vigenti (oppure, naturalmente, segnalando le eventuali incongruenze tra gli elaborati progettuali stessi, se rilevanti a fini sismici), e non quello di “valutare” il progetto e formulare “perplessità” o giudizi negativi (la realizzazione delle opere non deve fermarsi, soprattutto nel caso di quelle pubbliche). Deve essere inoltre garantito che chi esamina i progetti si renda disponibile ogniqualvolta ci siano esigenze e richieste dirette e precise in tal senso, soprattutto nel caso in cui le opere riguardino l’interesse pubblico. Va da sé che gli esaminatori si rapporteranno con i loro ordini professionali, uniformando il più possibile il loro operato alle indicazioni che dagli ordini dovessero provenire.
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Raccolta di richieste non coerenti con le norme vigenti Si riportano di seguito alcune richieste di integrazione (raccolte nel primo periodo di applicazione delle procedure, con vigenza delle NTC 2008) che presentano aspetti in contrasto con le regole previste dalle norme vigenti. Non devono essere sminuite le conseguenze derivanti dalla formulazione di richieste di integrazione inutili; va fatto il possibile per evitare tali richieste, al fine di sollevare il sistema da quella parte di burocratizzazione che non porta alcun beneficio, ed anzi produce un livellamento verso il basso delle aspettative della nuova legge regionale. Peraltro, l’esperienza maturata a partire dal 10/04/2016 dimostra che una richiesta di integrazioni implica un ritardo di circa 3 settimane sul rilascio dell’autorizzazione, a causa dei tempi necessari per la scrittura e il trasferimento delle informazioni. Modulo 1 Richieste di integrazioni relative al modulo 1. “Non si indica l’acciaio (utilizzato per le giunzioni) come materiale da costruzione. Si attende l’integrazione”. “Nel modulo 1 è stato invertito l’inserimento delle coordinate geografiche rispetto al sistema di riferimento corrispondente”. •
La ricezione del modulo 1 avviene a cura dello sportello unico (SUE) nel caso di deposito cartaceo, oppure direttamente attraverso il sistema informatico (MUTA) nel caso di deposito telematico. In nessuno di questi due casi vi è la possibilità di valutare e controllare il “contenuto” delle informazioni di importanza statistica ivi inserite (ad es. la tipologia strutturale, la volumetria dell’intervento, i dati di localizzazione, la fattibilità geologica, la consistenza dei materiali, ecc.). Viceversa, nella seconda fase, che riguarda l’esame del contenuto del progetto, nessuno ha interesse o titolo per incrociare le informazioni del modulo 1, avendo a disposizione il progetto completo, nonché la scheda sintetica (modulo 12) per un controllo incrociato. Il modulo 1 rappresenta un semplice contenitore dei dati della pratica. Deve infatti essere sottoscritto soltanto da chi è titolato a presentare la pratica, e cioè dal committente (o dal suo delegato sismico in alternativa, in presenza di delega appunto) e dal costruttore. Le due richieste indicate evidenziano un errato approccio con le modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016, perché si riferiscono a fasi del controllo formale (mod. 1), nel quale comunque non trovano lo spazio per essere formulate ma pretendono inutilmente di avere un valore tecnico.
Modulo 5 Lettere di richiesta integrazioni per modulo 5 mancante, nonostante la presenza della firma in originale sul modulo 1 in formato cartaceo. “Si chiede la presentazione del modulo 5”. •
Se il deposito è in forma cartacea non è obbligatorio presentare il modulo 5. Il committente può firmare direttamente sul modulo 1, oppure una lettera di trasmissione.
Modulo 6 “Nella compilazione del modulo 6 non sono stati inseriti gli identificativi catastali”. Edil Tecnico .it
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•
Il modulo 6 è necessario per far dichiarare al progettista strutturale la congruità del suo progetto con quello della pratica edilizia. Se la pratica edilizia è correttamente individuata (e questo è molto importante), lo scopo del modulo è garantito, e il refuso sui dati catastali è ininfluente. La richiesta di integrazione fatta in sede di esame dei contenuti dallo strutturista evidenzia un approccio errato nei confronti delle modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016. La verifica della presenza dei dati catastali nel modulo 6, può eventualmente trovare spazio nel controllo formale, al momento della attestazione di deposito, a cura dei funzionari del SUE. (Si segnala, a margine, che le informazioni relative ai dati catastali trovano la giusta sede nel modulo 7 e sono invece confluiti nel modulo 6 a causa probabilmente di un refuso, forse provocato da moduli inizialmente uniti in un solo documento. Vedi le proposte migliorative nel presente documento).
Modulo 12 Lettere di richiesta per integrazioni sul modulo 12. “Al punto 2.4, tra i tipi di strutture in elevazione, non vengono indicate le murature in c.a. e la tipologia di solaio/travi. Si attende l’integrazione”. “Non vengono compilati i punti 8.2 ed 8.6. relativi ai materiali utilizzati. Si attende l’integrazione”. “Nel modulo 12 vengono indicate come coordinate utm-wgs84 coordinate in altro sistema di riferimento”. •
Il modulo 12 non costituisce un elaborato progettuale. Il modulo 12 è stato creato per due ragioni: 1) aiutare il progettista a non dimenticare alcune cose importanti previste dalle NTC; 2) illustrare il meglio possibile il progetto, per facilitare la comprensione di chi lo deve guardare. Le richieste di integrazioni non devono essere riferite al modulo 12, bensì al progetto. Nell’esempio, i parametri di calcolo che discendono dalle caratteristiche dei materiali e dalle coordinate geografiche devono essere assolutamente rintracciabili nel progetto, altrimenti il progetto è sbagliato o incompleto ai sensi delle NTC: nel caso in cui il progetto non sia chiaro, se il modulo 12 a sua volta non chiarisce il progetto oppure conferma che il progetto è sbagliato, ecco che scatta l’obbligo di chiedere integrazioni (sul progetto, non sul modulo 12). È possibile tuttavia ipotizzare che, a seguito delle specifiche richieste di integrazioni o modifiche sugli elaborati progettuali (disegni, relazioni, indagini geotecniche, ecc.), scaturisca anche la necessità, a cura del professionista, di modificare e ripresentare il modulo 12.
Modulo 12 e liquefazione Richiesta integrazione: “Al punto 4.5 del modulo 12 non viene escluso il fenomeno della liquefazione, in contrasto con quanto stabilito a pagina 16 della relazione geologico-geotecnica, deve essere apportata correzione al modulo 12”. Richiesta integrazione: “Nel modulo 12, al pr. 4.5 è barrata l’opzione secondo cui non è da escludersi il fenomeno della liquefazione. Tale affermazione non trova riscontro nella relazione geologico-geotecnica per cui si ritiene sia un semplice errore di compilazione. Si chiede di darne conferma”. •
Ogni commento sarebbe superfluo: se chi esamina ha rilevato che la relazione geologica esclude correttamente il fenomeno della liquefazione, è evidente che né il progetto né il modulo 12 devono essere oggetto di qualsivoglia richiesta integrativa. Si segnala che le richieste indicate, formulate dal consulente strutturista, evidenziano un approccio in contrasto con le modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016, allegato F, perché l’esame deve verificare
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“l’adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche rispetto alle norme tecniche per le costruzioni ed alla pericolosità geologica del sito”, e non la presenza di refusi nel modulo 12. Modulo 12 e muro di sostegno Richiesta integrazioni relativa ad un piccolo muro di sostegno: “§7.7: non si indicano i tipi di vincolo. Si attende l’integrazione”; “§7.6: non si giustifica la non applicazione della gerarchia delle resistenze. Si attende l’integrazione”. •
Nel caso di manufatti di sostegno, l’esame degli elaborati grafici e della relazione di calcolo dovrebbe immediatamente far comprendere al controllore (che è un ingegnere) che, per il semplice muro di sostegno dell’esempio, non ci possono essere dubbi sui vincoli utilizzati e sulla non applicabilità dei principi di progettazione in capacità.
Verifica formale Presentazione attraverso MUTA. Nella lettera di richiesta integrazioni si specificano le verifiche che sono state effettuate sulla pratica: “In particolare verranno verificate la Completezza, la Coerenza e Regolarità della pratica con riferimento a quanto previsto dall’All. E Contenuto minimo della Documentazione alla DGR X/5001 del 30/03/2016 […]”. •
Si deve ricordare che i controlli di “completezza”, “regolarità” e “coerenza” devono essere svolti all’atto del deposito (art. 7 LR 33/2015). Una lettera simile non può quindi essere ricevuta: i comuni devono attivarsi per ricevere le pratiche secondo quanto previsto dalla legge regionale: attraverso MUTA o in forma cartacea. Se il comune intende ricevere i depositi attraverso diversa piattaforma telematica, deve fare in modo che tale piattaforma svolga i controlli previsti dalla legge. Nel caso in esame, la pratica era stata presentata attraverso il sistema MUTA; sistema che, per definizione normativa (allegato C, ultimo capoverso) e per legge (art. 7, LR 33/2015), svolge autonomamente il controllo formale.
Fascicoli accorpati Richiesta di integrazioni: “La “relazione di calcolo”, il “fascicolo dei calcoli” e la “relazione sulle opere di fondazione” sono uniti in un unico documento. Si chiede integrazione”. •
Premesso che la richiesta di integrazioni non ha bisogno di commenti, si deve precisare che il funzionario dello sportello unico (a cui è demandato il compito di verificare la completezza della documentazione secondo l’allegato E della DGR 5001) può certamente chiedere che i fascicoli suddetti siano presentati separatamente; tuttavia, lo dovrebbe fare a suo onere al momento del deposito e non nella successiva richiesta di integrazioni. In particolare, la necessità di tenere i fascicoli separati tra loro potrebbe derivare dal fatto che la legge prevede che all’atto del deposito non è previsto il controllo di merito dei documenti (e quindi potrebbe giustamente essere difficile per un tecnico non specializzato “accettare” una documentazione non perfettamente in linea con quella prevista dall’allegato E). Tuttavia, la richiesta di integrazioni sopra indicata è stata formulata a seguito di un controllo tecnico del contenuto del progetto, finalizzato al rilascio di autorizzazione. È del tutto evidente, pertanto, che la documentazione prevista dall’allegato E risulta completa, proprio perché è stata esaminata. La richiesta a posteriori, pertanto, è priva di fondamento.
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Fine lavori Lettera del comune che respinge la documentazione di “fine lavori” e chiede sia presentato il modulo 13. •
Il modulo 13 si riferisce invece esclusivamente alla “fine lavori” delle costruzioni in corso di realizzazione, nei comuni che hanno visto cambiare la loro classificazione sismica. La legge lombarda non prevede, al momento, modulistica o procedure relative alla fine lavori e al collaudo. Nessuno può sindacare sul contenuto della documentazione di fine lavori e di collaudo, salvo i casi in cui tale documentazione contenga al suo interno “varianti” al progetto depositato.
Accumuli di neve, frenatura, ecc. Richiesta di integrazioni: “È assente la verifica delle travi di copertura considerando anche gli eventuali accumuli di neve come da paragrafo C3.4 della Circolare applicativa 617/2009”. Richiesta di integrazioni: “Applicazione dell’azione di avviamento/frenatura”. •
È possibile affermare che l’esame dettagliato del contenuto del progetto a fini sismici non riguarda i livelli di sicurezza in cui le combinazioni di carico non prevedono la presenza del sisma; in generale, quindi, non rientrano nell’esame sismico ai fini del rilascio dell’autorizzazione le combinazioni di carico con azioni del vento, della neve, della temperatura e delle azioni eccezionali da incendio, da esplosioni, da urti di traffico veicolare, traffico ferroviario, imbarcazioni, elicotteri. Il pericolo più rilevante per la pubblica incolumità che la legge nazionale ha individuato è quello sismico: il rischio sismico va preso in esame da parte dell’organo di controllo ed è soggetto ad autorizzazione (art. 94 DPR 380/2001) nelle zone a media e alta pericolosità. Solo per il pericolo sismico il legislatore nazionale ha previsto una serie di speciali articoli, inclusi nella parte del DPR nazionale relativa alle costruzioni in zona sismica. Viceversa, per la pericolosità legata alle costruzioni in cemento armato e a struttura metallica, e per le relative azioni antropiche ed ambientali, il legislatore ha previsto il semplice deposito della documentazione (art. 65 DPR 380/2001): solo nel caso in cui se ne rivelasse la necessità, l’autorità preposta potrà raggiungere le figure coinvolte nell’intervento e valutare le eventuali responsabilità di ciascuno. Infatti, è noto che le funzioni di vigilanza relative alle opere in c.a. e a struttura metallica di cui all’art. 65, sono relative soltanto alla verifica del rispetto degli “adempimenti procedurali” (mediante attestazioni di avvenuto deposito) e non anche del contenuto tecnico della documentazione. Nel caso in cui il controllore rilevasse mancanze di questo tipo, può eventualmente segnalare le stesse nelle prescrizioni contestualmente al rilascio del suo parere favorevole: “si raccomanda l’esecuzione delle verifiche per accumuli di neve non individuate nella relazione di calcolo”.
Verifiche “non sismiche” “Nella relazione di calcolo e, di riflesso, nel fascicolo dei calcoli non è possibile individuare la verifica della scala interna di collegamento dei due livelli”. •
Una scala in cemento armato che collega i due livelli ed è regolarmente rappresentata negli elaborati grafici, non può essere oggetto di richiesta di integrazione per mancanza della sua verifica analitica: in generale, infatti, l’esame dettagliato del contenuto del progetto a fini si-
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smici non riguarda quelle porzioni strutturali per le quali il dimensionamento e le verifiche non siano governati in modo determinante dalle combinazioni sismiche dei carichi (ad es. elementi strutturali quali orditure in legno di copertura, scale interne in appoggio su strutture principali, solai, ecc.). Classe di consistenza del calcestruzzo Richiesta di integrazioni: “Al Cap. 8 del Modulo 12 si dichiara la classe di consistenza del calcestruzzo S4, confermata anche all’interno della relazione sui materiali. Ciò è in disaccordo con quanto riportato sulla Tav. O1 (disegno strutturale) ed a pag. 9 della relazione/fascicolo dei calcoli in cui si indica la classe di consistenza S3. Si ricorda che il capitolo 10.1 delle NTC 2008 impone che “I progetti esecutivi riguardanti le strutture ... devono inoltre definire compiutamente l’intervento da realizzare”. Si attendono chiarimenti in tal senso e la relativa integrazione. •
L’affermazione tratta dalle NTC non è pertinente al controllo in esame. In ogni caso, l’indicazione S3 o S4 non comporta una carenza progettuale: entrambe le classi di consistenza sono idonee al confezionamento di calcestruzzo per opere poco armate sia orizzontali che verticali; e in ogni caso, tali aspetti non riguardano l’esame tecnico finalizzato al rilascio di autorizzazione sismica.
Tipologia di fondazione Frase scritta all’interno di un documento di richiesta di integrazioni:” P.to 2.3: si indica, come tipologia di fondazione, il “graticcio e/o platea”; sembrerebbe più corretto porre la spunta su “travi rovesce” – oppure su “Altro: fondazioni continue”, …”. •
Errata impostazione dell’esame sismico da parte di chi ha riportato questa frase in un documento (documento che non costituisce soltanto la “scheda” dell’esame effettuato, ma che viceversa è stato recapitato al titolare dell’istanza e al suo progettista). L’esame tecnico deve riferirsi alla bontà del progetto, come risultante dagli elaborati grafici e di calcolo.
Progetto esecutivo dei solai e dei tegoli Richiesta di integrazione per “mancanza elaborati grafici esecutivi e relazione di calcolo per i solai in latero-cemento”. Progetto esecutivo della copertura in legno. Richiesta di integrazione per “mancanza elaborati grafici esecutivi e relazione di calcolo per gli elementi in legno di copertura”. •
L’esame del progetto (elaborati grafici e relazioni) si riferisce alle parti principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico; è del tutto plausibile che gli elaborati possano “non contenere” alcuni elementi di dettaglio (esecutivi dei solai o di porzioni secondarie in legno, ecc.), sempre che gli elementi essenziali della loro progettazione (tipologia, spessori, armature necessarie alla caratterizzazione del comportamento a diaframma, collegamenti alle parti principali, ecc.) siano comunque contenuti e illustrati nel progetto e siano stati correttamente considerati nella progettazione generale, e sempre che il loro dimensionamento non sia governato in modo significativo dalle combinazioni sismiche dei carichi.
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Interventi di rinforzo dei solai “Sono assenti dalla relazione di calcolo le verifiche statiche agli SLU dei solai esistenti”. “Per il caso di consolidamento mediante affiancamento di travi metalliche ai travetti in legno, non è illustrato come si modifica lo schema statico e quindi quale parte di carico verticale viene assorbita dalle travi e quale rimane ai travetti esistenti”. “Non risultano disponibili le valutazioni sulla sicurezza relative agli interventi di rinforzo statico dei solai”. •
Vedi commento precedente. In particolare, le verifiche statiche per l’adeguamento devono essere fatte, ma non entrano negli aspetti da controllare ai fini dell’esame sismico, se non per l’impostazione generale e per quelle verifiche in combinazione sismica.
Richiesta di “motivare” una scelta progettuale per una cerchiatura metallica “Per quanto riguarda l’intervento definito locale, occorre una relazione esplicativa del tipo di strutture su cui si interviene, schemi statici, materiali, stato di conservazione, motivazione della scelta di eseguire un intervento locale e non altro”. •
Ai fini del parere finalizzato al rilascio dell’autorizzazione sismica, è da escludersi generalmente che il progettista sia tenuto a “motivare” una scelta progettuale, se questa è già chiaramente illustrata e non contrasta con le disposizioni normative; ed è da escludersi ogni giustifcazione della “scelta” progettuale effettuata, se questa non contrasta con le norme. Il compito di chi esamina è quello di valutare la completezza dei contenuti e la conformità del progetto alle norme tecniche (Allegato F, DGR 5001/2016). Nel caso in cui gli elaborati progettuali non siano chiari e completi, è possibile chiedere integrazioni; nel caso in cui la progettazione non sia conforme alle NTC, possono (e devono) essere chieste modifiche al progetto sulla base delle violazioni in riferimento ai paragrafi delle norme tecniche o alle norme generali che disciplinano la materia sismica.
Richiesta di “spiegazioni” sul trasferimento dell’azione globale per una cerchiatura metallica “Poiché la tipologia muraria presente sembra essere in laterizio posato con fori in orizzontale (NON portante) si richiede di spiegare come si trasferiscono le azioni del telaio in carpenteria metallica alla muratura del piano inferiore e a terra”. •
Nel caso degli interventi locali consistenti nella creazione di aperture con contestuale inserimento di opportuni rinforzi, adeguatamente connessi alle strutture esistenti, il progettista deve dimostrare che la rigidezza prima e dopo l’intervento non cambia significativamente e che la resistenza e la capacità di deformazione non peggiorano ai fini del comportamento rispetto alle azioni orizzontali. Non è previsto che il calcolo debba dimostrare le modalità di trasmissione delle azioni sismiche dal telaio di rinforzo al piano sottostante, ma soltanto, semmai, la trasmissione delle azioni dal telaio alle pareti oggetto di bucatura, mediante adeguata connessione locale alle pareti esistenti, indipendentemente dalla capacità della tipologia muraria nello stato attuale; proprio invirtù della definizione di “intervento locale”. È fondamentale che vi sia uniformità nelle modalità di controllo, in casi come questo.
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Richiesta di verifiche sulle parti esistenti nel caso di intervento locale “Nell’intervento di sostituzione della copertura in legno risultano assenti le verifiche locali della muratura esistente”. •
Nel caso degli interventi locali, “Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati e documentare che, rispetto alla configurazione precedente al danno, al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme”. È pertanto da escludersi la necessità di verificare le “altre parti” della costruzione, proprio perché si deve dimostrare che, a priori, l’intervento non ne modifica il comportamento, nello spirito della definizione di “intervento locale”, appunto. Soltanto se è plausibile il peggioramento delle condizioni di sicurezza delle “parti interagenti” allora è necessario evidentemente effettuare le verifiche per poter escludere tale evenienza: se i carichi diminuiscono e gli schemi locali non cambiano, le verifiche non sono da richiedere, in virtù della definizione di intervento locale.
Unità strutturale indipendente “Modulo 12 punto 3.5 - si dichiara che il fabbricato in analisi è un’unità strutturale indipendente in quanto portico annesso ad altra costruzione. Si ritiene errata la dichiarazione in quanto, dagli elaborati forniti, pare che il porticato in esame e l’edificio adiacente abbiano un muro portante in comune”. •
La presenza di un “muro portante in comune” non esclude a priori la possibilità che una porzione del fabbricato in aggregato possa costituire unità strutturale con comportamento convenzionalmente indipendente, secondo le regole delle norme tecniche e della circolare esplicita. Le richieste di integrazione devono essere formulate con precisione.
Richiesta non formulata “4. Si osserva che in base ai risultati del calcolo condotto dallo strutturista le problematiche locali (ribaltamento pareti) governano il comportamento della struttura; il risultato offerto dall’analisi globale è secondario a fronte della problematica locale”. •
In questa “richiesta di integrazioni”, la richiesta non è formulata. L’affermazione rappresenta soltanto una considerazione di non chiara interpretabilità, non collegata peraltro ad altre richieste.
Verifiche SLE e cedimenti “Si rileva l’assenza delle verifiche SLE per tutte le tipologie di fondazione previste; in particolare non sono riportate le stime dei cedimenti differenziali tra le nuove fondazioni e l’esistente”. •
Le verifiche per gli stati limite di esercizio e le stime dei cedimenti delle fondazioni (in esercizio) non riguardano il comportamento sismico della costruzione e non devono pertanto rientrare nelle richieste di integrazione. Chi controlla il progetto, nel caso ritenesse utile dimostrare la diligenza del suo operato, può segnalare eventuali “raccomandazioni” in sede di parere favorevole (elencando quelle indicazioni che non possono rivestire carattere prescrittivo nello spirito dei controlli previsto dalla DGR 5001/2016, perché non riferibili all’autorizzazione sismica secondo l’art. 94 DPR 380/2001).
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Recinzione Recinzione con pareti in cemento armato, che nella zona del cancellino prevede alla sommità della parete due pilastri “corti” con sezione 20x20. “Si prevedono pilastri a sezione 20x20 cm. Il punto 7.4.6.1.2 del DM 2008 prescrive dimensione minima 25 cm”. •
Le recinzioni sono oggetto di deposito sismico in quanto la norma nazionale non prevede esplicitamente l’esclusione dalla disciplina sismica degli interventi minori. La pericolosità delle recinzioni può essere ricondotta alla possibilità di un loro ribaltamento, se non vengono progettate sotto il controllo di un tecnico competente. Già il fatto che il progetto di una recinzione sia in cemento armato (con relativa fondazione) e venga depositato a firma di un tecnico abilitato dovrebbe garantire la sua bontà. Non è pensabile che chi esamina il progetto ritenga di dover applicare le regole dei pilastri dissipativi intelaiati agli elementi della recinzione, sia perché tale limitazione geometrica nella sostanza non è pertinente, sia perché per le opere di modesta entità è doveroso da parte del consulente strutturista non seguire schemi di controllo inutilmente complessi: l’esame rapido del progetto consente di capire immediatamente se il comportamento delle opere in condizione sismica può considerarsi adeguato ai livelli di sicurezza previsti dalle norme tecniche per le costruzioni.
Verifiche sulle fondazioni esistenti Caso di intervento locale: “Le verifiche delle fondazioni sono assenti dalla relazione di calcolo”. •
Nel caso di interventi su edifici esistenti (C8A.5.11, richiesta ante NTC 2018) “L’inadeguatezza delle fondazioni è raramente la causa del danneggiamento osservato nei rilevamenti post-sisma”: non sempre è necessario effettuare le verifiche delle fondazioni. In particolare, le verifiche possono essere omesse, a meno che non verifichi una delle seguenti situazioni: importanti dissesti attribuibili a cedimenti delle fondazioni; sostanziali alterazioni dello schema strutturale del fabbricato; rilevanti modificazioni delle sollecitazioni trasmesse alle fondazioni; fenomeni di ribaltamento della costruzione per effetto delle azioni sismiche.
Relazione sui materiali “La relazione sui materiali non comprende le caratteristiche degli elementi utilizzati per le connessioni (squadrette, viti, bulloni, ancoranti …)”. •
Per la valutazione del comportamento sismico della costruzione, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, il controllo si deve limitare a verificare che i materiali siano correttamente prescritti (come indicato nel capitolo 11 delle norme tecniche per le costruzioni) e che i parametri adottati nella relazione di calcolo, ai fini della sicurezza nel caso di evento sismico, siano corrispondenti a quelli prescritti. L’esame “specifico” della relazione sui materiali non rientra pertanto nelle modalità di controllo prevista dalla DGR 5001/2016.
Seconda richiesta di integrazioni Seconda richiesta (verbale…) di integrazioni: “Illustrare ed esplicitare le combinazioni di carico con riferimento ai coefficienti parziali per le azioni e di giustificare i valori assunti per il coefficiente di sottofondo (Winkler)”.
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Se durante l’esame tecnico sul progetto si rendesse necessario richiedere chiarimenti o integrazioni non è possibile farlo due volte su aspetti strutturali diversi. Cioè, non è possibile richiedere chiarimenti o integrazioni riguardanti aspetti progettuali che non siano stati oggetto della prima richiesta. È di fondamentale importanza che chi decide di controllare i progetti degli altri abbia compreso questo semplice passaggio.
Opere pubbliche, delibera di approvazione del progetto “[...] Non risulta indicato il titolo abilitativo o la relativa delibera di approvazione del progetto”. •
Nel caso di progetto esecutivo e nel caso di progetto definitivo-esecutivo la delibera di approvazione dovrebbe essere successiva alla “validazione”; e la validazione dovrebbe essere successiva al parere tecnico regionale. Vedi proposte migliorative. Nell’attesa della corretta interpretazione della modulistica, si auspica che ci sia l’intenzione di comprendere che tale passaggio formale non aggiunge nulla alla sicurezza sismica dell’opera pubblica, ma ne appesantisce l’iter di qualche mese.
Opere pubbliche, esame formale “Non risulta disponibile la verifica con esito positivo della completezza, coerenza e regolarità formale della documentazione”. •
Il documento di verifica della completezza, coerenza e regolarità formale, non è previsto nell’Allegato G della DGR 5001/2016 che regola le modalità per la richiesta del parere tecnico regionale.
Opere pubbliche, modulo 1 Richieste di integrazioni per correggere le informazioni sul modulo 1. •
Il parere tecnico regionale non dovrebbe comprendere il controllo formale di completezza, coerenza e regolarità, perché tale controllo è svolto per legge dall’autorità competente comunale.
Geologo, DGR 2616/2011 Richiesta integrazioni del geologo esaminatore: “di procedere all’effettuazione della verifica di II livello sismico ai sensi dell’Allegato 5 della DGR IX/2616/2011”. •
La richiesta di approfondimento di II livello dovrebbe derivare da un obbligo previsto nel PGT, non nella 2616/2011: in generale, le prescrizioni contenute nella DGR 2616 devono essere attuate in fase di “pianificazione” a cura dell’estensore dello studio geologico del PGT, e non da chi progetta il singolo intervento. In altre parole, i professionisti che si occupano del singolo intervento edificatorio dovrebbero sostanzialmente verificare che l’intervento proposto sia “fattibile” (il livello è quello della progettazione “preliminare”, ai fini del titolo edilizio, e non quello esecutivo); e lo possono verificare sviluppando tutte le indagini geologiche, geofisiche e geotecniche e le verifiche che sono esplicitamente richieste dalle norme di attuazione del PGT (per la classe di fattibilità geologica e per la classe di pericolosità sismica) che l’estensore dello studio geologico del PGT ha previsto per l’area dove ricade l’intervento, proprio in virtù della DGR 2616/2011. Chi esamina il progetto, secondo l’allegato F, deve considerare “la pericolosità geologica del sito nel rispetto delle norme geologiche di piano”. Edil Tecnico .it
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Geologo, refuso “Modulo 1, sezione 1: l’indicazione che l’intervento non riguarda opere ai sensi del 6.1.1 delle NTC non è coerente con la tipologia di intervento e con la presentazione delle relazioni geologica e geotecnica”. •
Commenti superflui: ma se chi esamina ha riscontrato che le relazioni geologica e geotecnica sono state presentate, è evidente che la compilazione del modulo 1 è affetta da un refuso. Non serve chiedere un’integrazione. Una simile richiesta evidenzia problemi di approccio da parte dell’esaminatore con le modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016.
Geologo, responsabilità Prescrizione scritta in un’autorizzazione sismica a cura del geologo esaminatore: “Riguardo i calcoli ed i parametri assunti si prende atto delle scelte date dal geologo nel rispetto della sua autonomia e responsabilità di progettista non essendo stati forniti in taluni casi tabulati di calcolo specifici e dettagliati”. •
Se tali “tabulati di calcolo specifici e dettagliati” dovevano essere parte del progetto, essi andavano richiesti con forza prima di rilasciare il parere favorevole. Segnalare una ipotetica “mancanza” progettuale, senza farla colmare, significa rimanere responsabili e comunque non operare correttamente.
Geologo, nota nel parere favorevole “Per quanto riguarda le indagini geognostiche avrebbero meritato, vista la tipologia di intervento, una verifica sito-specifica di maggior dettaglio nell’ottica di verificare con maggior accuratezza la stratigrafia dei depositi presenti sulla verticale dell’areale in esame, cosi da poter procedere ad una reale e maggiormente precisa caratterizzazione geotecnica dei terreni presenti”. •
Nota completamente fuori luogo. Vedi commento precedente.
Geologo, “consiglio prescrittivo” “[…] si ritiene necessario consigliare […] Per tale motivo si esprime parere sospensivo e si resta in attesa delle richieste di cui ai punti precedenti”. •
Non si può “consigliare” l’esecuzione di un approfondimento del piano di indagine, se poi si esprime parere sospensivo.
Geologo, vuoto di responsabilità Conclusioni della relazione geologica: “In fase esecutiva si richiede la verifica delle interpretazioni fatte nella presente relazione, con particolare riguardo alla natura litologica e geotecnica ipotizzata per i terreni di posa della fondazione”. •
Con questa frase inserita nelle conclusioni della relazione geologica, è doveroso inserire la medesima prescrizione nel parere tecnico finalizzato all’autorizzazione sismica (cosa che non è avvenuta nel caso in esame). La relazione geologica, infatti, pur costituendo un “elaborato di progetto”, non viene generalmente recepita nei disegni esecutivi di cantiere.
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Indagini geotecniche Richiesta di integrazioni per “Approfondimenti delle indagini geotecniche” per opere di modesta entità. •
Non dovrebbero assolutamente essere formulate richieste di integrazioni di approfondimento delle indagini geotecniche, in presenza di costruzioni o interventi di modesta rilevanza (6.2.2 NTC 2008/2018); dove cioè la progettazione “può essere basata sull’esperienza e sulle conoscenze” del progettista e dove la caratterizzazione del sottosuolo a fini sismici è irrilevante sui risultati del calcolo.
Geologica, influenza sulle fondazioni Richiesta di presentare la relazione geologica per interventi che “influenzano” le fondazioni esistenti. •
Nei casi in cui gli interventi in presenza di influenza “non significativa” sulle fondazioni la richiesta non dovrebbe essere formulata: secondo il C8A.5.11, infatti, se gli interventi “non provocano sostanziali alterazioni dello schema strutturale del fabbricato” e “non comportano rilevanti modificazioni delle sollecitazioni trasmesse alle fondazioni”, “è possibile omettere interventi sulle fondazioni nonché le relative verifiche” e quindi non è necessario presentare la relazione geologica. Il modulo 11 dovrebbe essere allineato (modificandolo) alle NTC (secondo C8A.5.11). Vedi anche “Linee guida per i geologi istruttori delle pratiche sismiche” a conferma di tale impostazione.
Sezioni geologiche Nell’ambito di richieste di integrazione relative alla “relazione geologica”, il geologo esaminatore osserva che “Non risultano disponibili le sezioni geologiche, in scala, a supporto del modello geologico di riferimento, rappresentative di un congruo intorno e del volume significativo (par. 3.2.2 delle NTC 2008)”. •
Il paragrafo 3.2.2 delle NTC 2008 non si riferisce alle necessità che caratterizzano l’adeguatezza o meno di una “relazione geologica” agli scopi di determinare il modello geologico di riferimento. La relazione geologica deve essere rispondente a quanto previsto dalle NTC 2008 ai paragrafi 6.2.1; i caratteri geologici del sito, illustrati nella relazione geologica, “costituiscono un importante riferimento per l’impostazione del progetto, soprattutto per le opere infrastrutturali ad elevato sviluppo lineare o che comunque investano aree di notevoli dimensioni” (cfr. C6, circolare). In particolare a fini sismici, la relazione geologica deve essere finalizzata all’individuazione dei principali caratteri tettonici e litoligici, nonché l’eventuale preesistenza di fenomeni di instabilità del territorio (cfr. 6.2.1 NTC 2008). Relativamente alla “relazione geotecnica” (a cui potrebbe essere riferita la richiesta di integrazioni), si deve sottolineare che, con riferimento al paragrafo 3.2.2 delle NTC 2008, la classificazione del sottosuolo può essere effettuata in base ai valori della velocità equivalente Vs30, definita mediante l’equazione 3.2.1.
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Cedimenti post-sismici per ristrutturazione di edificio esistente Richiesta del geologo esaminatore: “Si chiede verifica e chiarimenti circa le modalità di tenuta in conto nel progetto dei cedimenti post-sismici derivanti dall’analisi di III livello eseguita nella relazione geologica”. Richiesta del geologo esaminatore: “Si chiede di esplicitare che i cedimenti stimati nello specifico paragrafo della relazione geologica e riportati nella relazione geotecnica (anche alla luce di quanto richiesto al punto 3) siano tollerabili per le strutture di progetto, come peraltro richiesto nella relazione geologica”. •
La richiesta è sbagliata, perché la valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sulle costruzioni esistenti possono essere eseguiti con riferimento ai soli SLU, rispetto alla condizione di salvaguardia vita o di collasso (8.3 NTC 2008). Nella fattispecie, in ogni caso, si evinceva che [risposta] “dalla relazione geologica (Figura 16 pag. 19) risulta che i cedimenti post-sismici derivanti dall’analisi di III livello possono essere stimati in circa 5,5 mm e riguardano la globalità del sottosuolo. Un cedimento di tale entità risulta comunque sempre compatibile per il fabbricato oggetto di studio, pur non essendo oggetto di interesse ai sensi delle NTC 2008”. La richiesta, pertanto, esula dalle problematiche sismiche che riguardano la sicurezza delle costruzioni nell’ambito delle necessità previste dalla DGR 5001/2016 e non è inoltre coerente con quanto previsto nelle NTC.
Comportamento sotto i sismi del passato Richiesta testuale: “Si chiedono eventuali informazioni relativamente al comportamento dell’edificio durante i sismi di [nome del comune] più recenti”. •
La richiesta non trova fondamento nell’ambito dell’esame sismico finalizzato al rilascio di un parere di conformità alle NTC 2008, secondo i criteri stabiliti dalla DGR 5001/2016. Nella fattispecie, [risposta] “quanto necessario ai fini della progettazione strutturale, è stato analizzato mediante l’analisi storico-critica e la caratterizzazione dei materiali che costituiscono le strutture esistenti”. Le richieste del consulente non devono riflettere la modalità di approccio del consulente stesso.
Modulistica “comunale” Alcuni comuni hanno introdotto moduli specifici da usare obbligatoriamente per alcune dichiarazioni. E hanno adottato specifiche procedure interne per i controlli, diverse dalle previsioni della legge regionale (ad esempio, pre-esame della pratica prima del suo deposito ufficiale). •
I comuni dovrebbero attenersi alla sola modulistica (DGR 5001/2016) prevista dalla legge regionale e dovrebbero in particolare attenersi alle procedure già previste dalla legge regionale (allegato C e art. 7, LR 33/2015), rilasciando l’attestato di avvenuto deposito contestualmente al momento del deposito stesso, senza pre-esame o altro.
Parere negativo su presunta esecuzione di “cordolo in breccia” Parere negativo: “I dettagli costruttivi… comportano l’esecuzione di scassi nelle murature di spina e perimetrali di carattere esteso… (cordoli in breccia)”.
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L’esecuzione di “cordoli in breccia” è richiamata nella Circolare esplicativa delle norme tecniche: “va invece evitata l’esecuzione di cordolature ai livelli intermedi, eseguite nello spessore della parete (specie se di muratura in pietrame), dati gli effetti negativi che le aperture in breccia producono nella distribuzione delle sollecitazioni sui paramenti”. È evidente la definizione che viene data per i cordoli eseguiti nello spessore della parete. Eseguire vani isolati per l’alloggiamento delle nervature di un solaio di nuova esecuzione non equivale in sede di progettazione ad eseguire un cordolo in breccia. Nel caso lo si ritenesse equivalente, bisognerebbe comunque offrire al professionista la possibilità di un confronto, per dimostrare la bontà delle sue scelte: a differenza delle prescrizioni riportate nel testo delle norme tecniche, è noto infatto che nella Circolare sono indicate regole generali a cui è giusto attenersi per ottenere determinati livelli di sicurezza; livelli che però potrebbero essere otteunti in modo diverso, con adeguata giustificazione. Nel caso in esame, oltre a non configurarsi (per definizione) la progettazione di “cordoli in breccia”, la previsione di intonaci strutturali con fibre di rinforzo su tutta la superficie muraria interessata, è più che sufficiente a dimostrare la compatibilità dell’intervento con le norme tecniche per le costruzioni, nell’ambito delle scelte progettuali nelle disponibilità esclusive del professionista incaricato. La pratica ha ricevuto parere negativo.
Scala in acciaio Richiesta integrazioni: “In merito alla relazione tecnica di calcolo, si rileva che non risultano disponibili alcune verifiche, tra le quali: il parapetto ed il relativo collegamento di base; il grigliato”. •
La richiesta di verifiche analitiche del parapetto e del grigliato di una scala di sicurezza in acciaio esula dalle modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016, sia perché tali elementi rappresentano parti non principali della struttura, non partecipando al comportamento d’insieme nell’assorbimento dell’azione sismica, sia perché si tratta di elementi strutturali per i quali il dimensionamento agli stati limite non è determinato dall’azione sismica, bensì dai carichi antropici (che nel caso in esame sono maggiori di circa il 250% rispetto a quelli previsti dalla legge in condizione sismica) sotto la responsabilità del progettista. Anche la successiva nota tecnica (“Non risulta disponibile la verifica flessionale dell’ala superiore del cosciale in corrispondenza dell’attacco del parapetto, necessaria in assenza di appropriati irrigidimenti”) evidenzia la non applicazione dei criteri di controllo previsti dalla DGR 5001/2016, ai fini del rilascio dell’autorizzazione sismica. Chi controlla il progetto, nel caso ritenesse utile dimostrare la diligenza del suo operato, può segnalare eventuali “raccomandazioni” in sede di parere favorevole (elencando quelle indicazioni che non possono rivestire carattere prescrittivo nello spirito dei controlli previsto dalla DGR 5001/2016, perché non riferibili all’autorizzazione sismica secondo l’art. 94 DPR 380/2001).
Rinforzo statico dei solai Richiesta integrazioni per la relazione di calcolo: “non risultano disponibili le valutazioni sulla sicurezza relative agli interventi di rinforzo statico dei solai e di realizzazione del foro ascensore negli stessi”. •
La richiesta di verifiche analitiche per carichi statici sui solai esula dalle modalità di controllo previste dalla DGR 5001/2016, perché i comportamenti sismici globale e locale della costruzione non dipendono dalla valutazione di sicurezza dei rinforzi “statici”, appunto. Edil Tecnico .it
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Controllo formale Richieste di integrazioni per correggere le informazioni sui moduli 1, 6, 12, elencate nella “Nota tecnica” trasmessa dalla regione. •
La L33/2015 e la DGR 5001/2016 non prevedono che il parere “tecnico” regionale comprenda il controllo formale di completezza, coerenza e regolarità, perché tale controllo è svolto necessariamente dall’autorità competente comunale. Sono stati riscontrati ritardi di diversi mesi nell’iter dell’opera pubblica imputabili al controllo formale regionale.
Parere negativo a causa di fraintendimento (1) Parere negativo: “Il carico variabile adottato per la copertura (3 kN/mq) non è congruente con la prevista futura destinazione d’uso, indicata “campo da gioco” nella relazione di integrazione; tale destinazione implica l’assegnazione della categoria di carico variabile C3 come riportato nel paragrafo 3.4.1 delle NTC 2008. Per tale categoria il valore di carico variabile è previsto pari a 5 kN/mq; pertanto qualora confermata la destinazione d’uso dovranno essere rivalutate le verifiche di sicurezza, incluse quelle relative alle fondazioni”. •
A seguito di questa osservazione, unitamente ad altre due osservazioni, è stato espresso addirittura un parere negativo per la realizzazione dell’intervento. Nel caso in esame, il progetto architettonico allegato prevedeva una copertura destinata ad accogliere pannelli fotovoltaici. Il fraintendimento è scaturito, purtroppo, dal fatto che in prima battuta la commissione tecnica chiese espressamente di considerare le azioni derivanti dagli accumuli di neve (richiesta già di per sé non pertinente con il procedimento di autorizzazione sismica che scaturisce dall’art. 94 del DPR nazionale); a tale richiesta si forniva risposta per cui la copertura era stata dimensionata con un carico variabile molto elevato (3,00 kN/mq, superiore agli effetti dell’accumulo di neve), indirizzando i commissari alla tabella dei carichi già prevista in evidenza negli elaborati grafici. [Risposta: Si evidenzia che l’accumulo di neve non è stato considerato in quanto il sovraccarico presente sulla copertura è pari a 3,00 kN/mq. In virtù della destinazione scolastica, per via della presenza della previsione di futuro campo da gioco (vedi tabella solaio copertura palestra su tavola S6)]. Tuttavia, l’incomprensione ha generato un incredibile parere negativo. Anche le altre due osservazioni si sono rivelate, purtroppo, frutto di fraintendimenti.
Parere negativo a causa di fraintendimento (2) Parere negativo: “Mancano le indicazioni prescrittive dei materiali costituenti calcestruzzo ed armature precompresse per le travi di copertura della palestra a cassone”. •
A seguito di questa osservazione, unitamente ad altre due osservazioni, è stato espresso addirittura un parere negativo per la realizzazione dell’intervento. Nel caso in esame, rispondendo alla prima richiesta di integrazioni venivano inserite nella relazione di calcolo le verifiche analitiche, comprensive delle tabelle delle caratteristiche dei materiali. Alla ricezione della documentazione, i membri della commissione hanno ritenuto adeguati i calcoli forniti, ma non si sono avveduti che le indicazioni prescrittive dei materiali costituenti calcestruzzo ed armature precompresse erano presenti nella relazione di calcolo stessa. Il parere avrebbe potuto essere favorevole, con l’eventuale prescrizione di riportare le informazioni sui materiali anche negli elaborati grafici. In ogni caso, l’esecuzione di un’opera pubblica è regolata in modo tale che tutti gli elaborati (non solo quelli grafici) costituiscono documenti vincolanti per il costruttore e per il direttore lavori. Le informazioni che non si trovano in un elaborato vanno ricercate negli altri documenti di progetto.
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In ogni caso, la soluzione corretta non era quella di bocciare il progetto ma, nel caso peggiore, di prescrivere che la tabella materiali fosse riportata anche negli elaborati grafici. Parere negativo a causa di fraintendimento (3) Parere negativo: “Relazione tecnica di calcolo: il dimensionamento dei dispositivi in acciaio di collegamento (Tav. S6 – particolare tipo C20) non è coerente con il comportamento atteso della struttura. In particolare non tiene conto della deformazione flessionale delle travi di copertura successiva all’installazione dei dispositivi in oggetto, sia determinata dagli effetti viscosi per carichi permanenti, sia determinata dai carichi variabili di esercizio”. •
A seguito di questa osservazione, unitamente ad altre due osservazioni, è stato espresso un parere negativo per la realizzazione dell’intervento. Nel merito, la bocciatura è sbagliata, perché si riferisce agli “elaborati grafici” (e non alla relazione di calcolo come indicato) che non erano stati oggetto di richiesta di chiarimento in prima battuta sul tema indicato (indicando ad es. la mancanza di un’asola che consentisse il movimento); è pertanto sbagliato formulare parere negativo con riferimento a un dettaglio costruttivo da modificare per il quale il progettista sarebbe stato di certo disponibile alla correzione (come infatti poi è avvenuto). A seguito della modifica degli elaborati grafici, con foro asolato anziché circolare, il progetto ha ricevuto parere favorevole (anche se, purtroppo, soltanto a seguito di nuova istanza di autorizzazione, con evidente dispendio di tempi ed energie pubbliche). Non è possibile richiedere chiarimenti o addirittura formulare parere negativo su aspetti non oggetto di richieste in prima battuta.
Tegoli di copertura “Sono assenti gli elaborati esecutivi delle travi di copertura della palestra a sezione a cassone tipo”. •
Nell’ambito di un procedimento riguardante la richiesta di una “autorizzazione sismica” non dovrebbero essere chieste integrazioni relative a parti strutturali che non riguardano il “comportamento sismico” (perché il dimensionamento locale è determinato in modo assolutamente evidente da azioni da carichi gravitazionali, neve e altri variabili). Tutte le informazioni necessarie per garantire la corretta esecuzione e il pieno funzionamento nel caso di evento sismico, nella fattispecie, erano già contenute negli elaborati grafici, con particolare riferimento ai dettagli esecutivi delle estremità dei tegoli precompressi e del loro collegamento alle strutture verticali sismo-resistenti ed erano state valutate positivamente dalla commissione stessa, che poi ha rilasciato infatti parere positivo (anche se, purtroppo, soltanto a seguito di nuova istanza di autorizzazione, con notevole dispendio di tempi ed energie). Lo scopo della commissione sismica non è quello di “valutare” il progetto ai fini della validazione, ma riguarda soltanto gli aspetti previsti dall’allegato F, con riguardo al rilascio dell’autorizzazione sismica di cui all’art. 94 del DPR 380/2001. La validità ai fini dell’art. 65 del progetto esecutivo depositato non comporta in alcun modo la necessità di controllare (da parte dell’esaminatore) che il progetto sia completo e conforme alle norme tecniche in relazione agli aspetti progettuali delle costruzioni in c.a. e metalliche. In nessun caso, per tale “deposito”, la legge nazionale e quella regionale prevedono controlli di tipo preventivo o durante l’esecuzione dei lavori; peraltro, è noto che le funzioni di vigilanza relative alle opere in c.a. e a struttura metallica di cui all’art. 65, sono relative soltanto alla verifica del rispetto degli “adempimenti procedurali” (mediante attestazioni di avvenuto deposito) e non anche del contenuto tecnico della documentazione. Edil Tecnico .it
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In particolare, le azioni del vento, della neve, della temperatura e le azioni eccezionali da incendio, da esplosioni, da urti di traffico veicolare, traffico ferroviario, imbarcazioni, elicotteri, non dovrebbero far parte dell’esame sismico ai fini del rilascio dell’autorizzazione. Nel caso in cui chi controlla rilevi mancanze di questo tipo, può eventualmente segnalare le stesse nelle prescrizioni contestualmente al rilascio del suo parere favorevole: “Si raccomanda che il dimensionamento delle barre di armatura nelle travi precompresse per i carichi gravitazionali avvenga a cura di tecnico abilitato competente”. Richiesta sul modulo 10 Relativamente alla sezione dichiarativa del modulo 10, il controllore osserva che: “Nel modulo 10, al punto F, è stato indicato “in condizioni non drenate” anziché “in condizioni drenate”. •
È evidente che il geologo (oppure lo strutturista) esaminatore non dovrebbe avere difficoltà, esaminando la relazione geologica/geotecnica, nell’individuare se le verifiche effettuate dal professionista sono in condizioni “drenate” o “non drenate”, e valutarne pertanto la pertinenza o meno al progetto in esame. Viceversa, il parere sulla bontà del progetto sismico perderebbe significato. Se il modulo 10 contiene dunque un refuso, non è pensabile chiedere la sua ripresentazione in sede di parere tecnico. Nel caso in cui chi controlla ritenga di dover segnalare il refuso, può eventualmente farlo in sede di parere favorevole.
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APPENDICE G: Esempio di procedura per i controlli sul progetto
Fasi operative per il controlli sul progetto (DGR 5001/2016, allegato F e allegato H) L’allegato F (per l’autorizzazione in zona 2) e l’allegato H (per i controlli a campione nelle zone 3 e 4) della DGR 5001/2016 definiscono le modalità di controllo sui progetti. Nel seguito si indica un esempio di fasi operative per i controlli a cura del comune. Funzionario comunale
Consulente strutturista
Consulente geologo
Operazioni da svolgere
1
Attestazione di avvenuto deposito
All’atto di presentazione della pratica lo sportello unico attesta immediatamente l’avvenuto deposito, controllando completezza, coerenza e regolarità (*)
2
Trasmissione al consulente strutturista
Il funzionario comunale incaricato trasmette la pratica al consulente strutturista, con le informazioni relative al numero di posizione attribuito e alla data e al n. di protocollo del deposito Il consulente strutturista esamina la pratica e, se necessario, la trasmette con le dovute osservazioni al consulente geologo per il suo esame
Esame strutturale
3
Esame della componente geologica
4
Il consulente strutturista, visto il parere geologico, inoltra via PEC all’ufficio tecnico la sua richiesta di integrazioni (firmandola digitalmente) comprensiva delle richieste del geologo [vedi esempio]
Esito intermedio dell’esame
5
Il consulente geologo esamina quanto di sua competenza e trasmette (nel caso generale) la sua richiesta integrazioni al consulente strutturista
6
Trasmissione al delegato sismico
Il funzionario comunale incaricato, ricevuta la richiesta integrazioni, la trasmette al titolare della pratica o al suo delegato sismico, e in aggiunta, via PEC al progettista delle strutture
7
Ricezione delle integrazioni
Alla ricezione della documentazione integrativa, il funzionario incaricato la trasmette al consulente strutturista Esame delle integrazioni
8
Esame delle integrazioni geologo
9 Esito finale dell’esame
10
11
Il consulente strutturista esamina le integrazioni ricevute; trasmette quanto di competenza al geologo, se necessario
Chiusura del procedimento
Il consulente geologo esamina le integrazioni da lui richieste e trasmette (firmandolo digitalmente) il suo parere finale al consulente strutturista, nonché via PEC all’ufficio tecnico Il consulente strutturista, visto il parere geologico, inoltra via PEC all’ufficio tecnico il suo parere finale (firmandolo digitalmente) [vedi esempio] Il funzionario rilascia l’autorizzazione (in zona 2) oppure chiude il procedimento di controllo (in zona 3 e 4) e trasmette comunicazione al titolare della pratica o suo delegato, e al progettista delle strutture e al direttore lavori
(*) Nel caso non sia possibile attestare immediatamente l’avvenuto deposito, come ad esempio con l’utilizzo di piattaforme telematiche comunali che non svolgono il controllo di completezza, coerenza e regolarità, la procedura non è conforme alle regole normative (LR 33/2015 art. 7).
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Esempio di richiesta integrazioni Spett.le Comune di ..................................... Ufficio Tecnico – Edilizia Privata All’Autorità Competente LR 33/2015 per le costruzioni in zona sismica
OGGETTO:
Parere tecnico in merito all’istanza di autorizzazione sismica, per gli interventi strutturali da eseguirsi in zona 2 (DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato F). Intervento di realizzazione ......................... (Committente .........................). Deposito opere strutturali del ........................., integrazioni in data .......................... Posizione xx/xxxx.
Come da incarico ricevuto, il sottoscritto ing. ....................................., con Studio in via ................................................. a ......................... , iscritto all’ordine della provincia di ......................... al n. .............. , ha esaminato il progetto delle opere strutturali richiamato in oggetto. Sulla base delle risultanze dell’esame tecnico effettuato e sulla base della documentazione allegata al deposito, il sottoscritto ritiene sia necessario richiedere le seguenti INTEGRAZIONI E/O CHIARIMENTI Si chiede di rispondere separatamente punto per punto, illustrando tutte le parti oggetto di integrazione o modifica rispetto al progetto inizialmente depositato. 1. ........................................................................... 2. ........................................................................... … ...........................................................................
.................................................., xx/xx/xxxx Ing. ........................................................................... (firmato digitalmente)
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Esempio di parere favorevole Spett.le Comune di ..................................... Ufficio Tecnico – Edilizia Privata All’Autorità Competente LR 33/2015 per le costruzioni in zona sismica
OGGETTO:
Parere tecnico in merito all’istanza di autorizzazione sismica, per gli interventi strutturali da eseguirsi in zona 2 (DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato F). [Oppure: Parere tecnico a seguito del controllo sul progetto degli interventi strutturali nelle zone 3 e 4, secondo DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato H]. Intervento di realizzazione ......................... (Committente .........................). Deposito opere strutturali del ........................., integrazioni in data .......................... Posizione xx/xxxx.
Come da incarico ricevuto, il sottoscritto ing. ....................................., con Studio in via ................................................. a ......................... , iscritto all’ordine della provincia di ......................... al n. .............. , ha esaminato il progetto delle opere strutturali richiamato in oggetto.
Scheda esame progetto L’esame del progetto, riguardante la sicurezza delle opere nel caso di evento sismico, ha potuto rilevare quanto segue [esempio per bifamiliare]: – Struttura metallica sismo-resistente a due piani fuori terra in acciaio, a comportamento dissipativo, con controventi a diagonale tesa attiva. – I parametri utilizzati nelle analisi (q=4, sottosuolo tipo B, categoria topografica T1, classe d’uso II, VN 50 anni) e i risultati ottenuti sono coerenti con l’intervento da eseguirsi. – Il fattore di comportamento adottato è coerente con le capacità dissipative della struttura, nel rispetto dei requisiti previsti dai pertinenti paragrafi 7.5.3 e seguenti delle NTC 2008. – In particolare, le verifiche di cui ai punti 7.5.3.2 e 7.5.3.3 NTC 2008 e Circolare sono evidenziate, per la dimostrazione che le diagonali tese consentono lo sviluppo della plasticizzazione richiesta dal fattore di comportamento adottato. – Le verifiche degli elementi strutturali in elevazione e in fondazione e dei principali nodi di collegamento sono presenti e complete, anche con riferimento alla componente geotecnica. – Le verifiche di snellezza sono presenti e complete e sono state eseguite adottando le opportune lunghezze di libera inflessione. – I disegni dei dettagli esecutivi e dei collegamenti sono presenti e completi. – L’esame completo del progetto consente di superare alcune imprecisioni nella compilazione del Modulo 12. – I presidi o le verifiche per evitare collassi fragili ed espulsione dei principali elementi costruttivi senza funzione strutturale sono correttamente previsti nel progetto. – Non sono presenti elementi strutturali secondari. – Il valore del fattore teta, di cui al 7.3.1 NTC 2008, inferiore a 0,1, consente la trascurabilità delle non-linearità geometriche. – Il controllo degli scorrimenti di interpiano, ai fini della prevenzione del danneggiamento degli elementi non strutturali, è stato effettuato correttamente con limitazione pari a 0,005 h.
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– L’esame del progetto comprende gli aspetti geotecnici: il progetto delle strutture è coerente con la relazione geotecnica e quest’ultima è coerente con la relazione geologica. – Il fenomeno della liquefazione è stato esplicitamente escluso. – Le fondazioni sono opportunamente dimensionate e collegate fra loro e rispettano i requisiti previsti dalle norme tecniche vigenti. – La profondità di posa delle fondazioni è compatibile con il calcolo eseguito e con quanto previsto nella relazione geologica/geotecnica. – Nella relazione di calcolo sono presenti tutte le informazioni (10.1 NTC 2008) che consentono l’interpretazione e la verifica dei calcoli. – La rappresentazione grafica delle principali caratteristiche di sollecitazione, sforzo o spostamento sono correttamente riportati nella relazione. – I sovraccarichi assunti sono compatibili con quanto previsto nel progetto architettonico e dalle norme tecniche vigenti NTC 2008. – Constatato il parere geolgico favorevole. – Il progetto strutturale appare complessivamente congruente e coerente con il progetto architettonico allegato alla pratica edilizia.
Sulla base delle risultanze dell’esame tecnico effettuato e sulla base della documentazione allegata all’istanza di autorizzazione, è possibile per il sottoscritto esprimere PARERE FAVOREVOLE in merito – alla completezza dei contenuti della documentazione presentata; – all’adeguatezza degli approfondimenti e delle verifiche condotte rispetto alle norme tecniche per le costruzioni (con riferimento anche agli aspetti geotecnici, ad esclusione dei contenuti geologici, per il quale si rimanda a specifico parere del geologo); – alla congruità delle ipotesi e delle assunzioni progettuali, rispetto alle norme tecniche per le costruzioni. AVVERTENZE E PRESCRIZIONI (da riportare nel provvedimento di autorizzazione) Durante i lavori dovranno essere eseguiti i controlli di accettazione dei materiali impiegati, nel rispetto delle norme tecniche vigenti, da presentare in occasione dei controlli sull’esecuzione di cui alla DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato H. Le eventuali varianti in corso d’opera influenti sulla struttura ai sensi della DGR 5001/2016, allegato D, nonché le opere non comprese nel progetto depositato, dovranno essere presentate e autorizzate prima della loro effettiva realizzazione. Il collaudatore dichiari di non essere collegato in modo diretto o indiretto al costruttore.
.................................................., xx/xx/xxxx Ing. ........................................................................... (firmato digitalmente) Categoria per controlli a campione (Allegato H):
3.2
Spese di istruttoria: ..................................................
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APPENDICE H: Esempio di procedura per i controlli sull’esecuzione
Fasi operative per il controlli sull’esecuzione (DGR 5001/2016, allegato H) L’allegato H della DGR 5001/2016 definisce le modalità dei controlli sull’esecuzione nelle zone sismiche 2, 3 e 4. Nel seguito si indica un esempio di fasi operative per i controlli a cura del comune. Fase
Operazioni da svolgere
1
Individuazione del campione delle pratiche da sorteggiare
Individuazione delle autorizzazioni sismiche rilasciate in zona 2 o dei depositi avvenuti in zona 3 e 4, nel periodo di riferimento (ad esempio semestre) precedente, con distinzione delle categorie di intervento di ogni pratica, da 3.1 a 3.5 (vedi allegato H, punto 3).
2
Sorteggio a campione
Sorteggio verbalizzato a cura dell’autorità competente comunale per la sismica, del 10% dei progetti appartenenti alla categoria 3.1 e del 5% dei progetti appartenenti a ciascuna categoria di cui ai punti 3.2, 3.3, 3.4 e 3.5 separatamente. Minimo 1 pratica per ciascuna categoria.
3
Avvio del procedimento
Invio della lettera di avvio del procedimento di controllo sull’esecuzione indirizzata al titolare della pratica sismica, ovvero al delegato sismico eventualmente nominato, invitando a partecipare al sopralluogo anche il progettista e il direttore dei lavori delle strutture. Nella lettera si stabilisce la data del sopralluogo, compresa fra il 15esimo e il 30esimo giorno rispetto alla data della lettera di avvio del procedimento stessa.
4
Sopralluogo e verbalizzazione
Durante il sopralluogo il funzionario del comune e il consulente strutturista compilano apposito verbale indicando la descrizione sommaria delle opere visionate e il loro stato di avanzamento lavori (con documentazione fotografica), nonché eventuali difformità leggere o sostanziali rispetto al progetto depositato. Si raccoglie e verbalizza, se del caso, la testimonianza del direttore dei lavori riguardante la sua presenza durante le fasi di lavorazione principali. Si verbalizza la richiesta, se del caso, di produrre le certificazioni sui materiali impiegati per l’esecuzione delle opere già realizzate, nonché i relativi controlli di accettazione sottoscritti dal direttore lavori, secondo le NTC vigenti. Viene sottoscritto il verbale da tutti i partecipanti. }}}
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Fase
Operazioni da svolgere
5
Trasmissione del verbale con la richiesta di documentazione
Al rientro nell’ufficio tecnico viene trasmesso al titolare dell’istanza e al direttore lavori il verbale del sopralluogo, allegando la documentazione fotografica ed evidenziando che le richieste dovrebbero essere esaudite in 30 giorni, con la consegna della documentazione come da verbale. Il termine fissato per la consegna dei documenti può essere oggetto di proroga motivata, per seguire le tempistiche dettate dalla direzione dei lavori.
6
Esame di merito sulla documentazione consegnata
Al ricevimento della documentazione il consulente strutturista effettua il controllo di merito per verificare la documentazione richiesta e la rispondenza dei materiali impiegati al progetto depositato. È possibile richiedere chiarimenti o integrazioni relativamente alla documentazione.
7
Chiusura del procedimento
Ad esito positivo dell’esame il consulente trasmette il suo parere all’organo di controllo comunale e il procedimento si conclude.
Categorie da sottoporre a sorteggio (DGR 5001/2016, allegato H, punto 3) 3.1 costruzioni in cemento armato e cemento armato precompresso, gettate in opera o prefabbricate, costruzioni in acciaio e costruzioni miste acciaio-calcestruzzo, così come definite ai paragrafi 4.1, 4.2 e 4.3 delle NTC 2008, aventi volumetrie edilizie superiori a 5.000 mc; 3.2 costruzioni in cemento armato e cemento armato precompresso, gettate in opera o prefabbricate, costruzioni in acciaio, e costruzioni miste acciaio-calcestruzzo, così come definite ai paragrafi 4.1, 4.2 e 4.3 delle NTC 2008, aventi volumetrie edilizie fino a 5.000 mc; 3.3 costruzioni in muratura, così come definite al paragrafo 4.5 delle NTC 2008; 3.4 interventi sul patrimonio edilizio esistente (di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione edilizia per ampliamenti e sopraelevazioni); 3.5 altre tipologie di costruzioni, ossia tutte le altre costruzioni non ascrivibili ai punti precedenti (muri di sostegno, opere e costruzioni con particolari caratteristiche strutturali ed esecutive, costruzioni in legno così come definite al paragrafo 4.4 delle NTC 2008).
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Esempio di verbale per il sopralluogo OGGETTO:
Controllo sull’esecuzione degli interventi strutturali, secondo DGR 30/03/2016, n. X/5001, allegato H. Sono stati convocati il titolare dell’istanza (o il suo delegato sismico), il progettista e il direttore lavori delle opere strutturali. VERBALE DI SOPRALLUOGO
DATA
PROVVEDIMENTO
AUTORIZZAZIONE SISMICA (*): ................................................... POSIZIONE DEPOSITO: ...................................................
INTERVENTO
TITOLARE DEL DEPOSITO/AUTORIZZAZIONE
INDIRIZZO DEL CANTIERE
NOTE
(*) Da compilare solo per i controlli in zona 2.
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STATO DI AVANZAMENTO ¨ LAVORI TERMINATI DEI LAVORI STRUTTURALI
¨ LAVORI NON TERMINATI
DESCRIZIONE DELLE OPERE VISIONATE VARIANTI DEPOSITATE
RISPETTO DI EVENTUALI PRESCRIZIONI DATE IN AUTORIZZAZIONE
EVENTUALI DIFFORMITÀ RILEVATE RISPETTO AL PROGETTO DEPOSITATO
OSSERVAZIONI ¨ IL DIRETTORE LAVORI DICHIARA DI AVER SORVEGLIATO DEL PROGETTISTA LE PRINCIPALI FASI LAVORATIVE O DEL DIRETTORE LAVORI
RICHIESTA CERTIFICATI ¨ SONO RICHIESTI I CERTIFICATI DEI MATERIALI IMPIEGATI, MATERIALI E CONTROLLI SECONDO IL PROGETTO DEPOSITATO DI ACCETTAZIONE ¨ SONO RICHIESTI I CONTROLLI DI ACCETTAZIONE, COME DA NTC, SOTTOSCRITTI DAL DIRETTORE LAVORI
ALTRE OSSERVAZIONI E RICHIESTE
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Soggetti che hanno preso parte al sopralluogo:
NOME E COGNOME
FIRMA
NOME E COGNOME
FIRMA
IL TITOLARE DEL DEPOSITO O IL DELEGATO SISMICO
IL PROGETTISTA DELLE STRUTTURE
IL DIRETTORE LAVORI DELLE STRUTTURE
IL CONSULENTE STRUTTURISTA
IL RESPONSABILE PER L’UFFICIO TECNICO
Il presente verbale e la documentazione fotografica relativa allo stato di avanzamento dei lavori sono trasmessi alle parti interessate. La consegna della eventuale documentazione richiesta e indicata in questo documento dovrà avvenire entro 30 giorni dal suo ricevimento.
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APPENDICE I: Check-list per il controllo formale delle pratiche sismiche
Check-list per la presentazione e per il controllo formale delle pratiche sismiche in Lombardia con la modalità cartacea. La check-list può fare da riferimento anche per la presentazione telematica. Il controllo avviene contestualmente all’atto del deposito (art. 7, LR 33/2015). Nel caso di presentazione in formato cartaceo le firme devono essere in originale su tutti i documenti; per la presentazione telematica i file devono essere firmati digitalmente (le firme scansionate non sono da ritenersi valide, ad eccezione di quella sulla procura sottoscritta dal titolare del deposito). Completezza
Coerenza
Regolarità
Documento
Note
Firme
Modulo 1 – in zona 2 ¨ oppure Modulo 2 – in zona 3 e 4
Verificare che i campi contenenti le informazioni principali siano compilati. Questo modulo è accettabile in zona 2 anche senza i dati dei costruttori e/o del collaudatore, ma i lavori non potranno iniziare. Modulo firmato dal committente e dai costruttori. La firma del committente può essere presente in alternativa su eventuale lettera di trasmissione o su procura (modulo 5).
¨
¨ Modulo 6
Responsabilità del progettista delle strutture. Verificare che i campi contenenti le informazioni principali siano compilati. Firmato dal progettista delle strutture.
¨
¨ Modulo 7
Responsabilità del progettista architettonico. Verificare che i campi contenenti le informazioni principali siano compilati. Firmato dal progettista architettonico.
¨
¨ Modulo 8
Solo nel caso di interventi di soprelevazione. Firmato dal progettista delle strutture.
¨
¨ Modulo 9
Responsabilità del geologo. Il modulo 9 è sempre obbligatorio nei casi di interventi che riguardano le fondazioni o che incrementano significativamente i carichi sulle fondazioni. In alternativa modulo 11. La firma sul modulo 9 deve corrispondere a quella sulla relazione geologica.
¨
¨ Modulo 10
Responsabilità dell’estensore della relazione geotecnica Il modulo 10 è sempre obbligatorio nei casi di interventi che riguardano le fondazioni o che incrementano significativamente i carichi sulle fondazioni. In alternativa modulo 11. La firma sul modulo 10 deve corrispondere a quella sulla relazione geotecnica.
¨
¨ Modulo 12
Relazione illustrativa e scheda sintetica dell’intervento. Potrebbe servire un modulo 12 per ciascun organismo strutturale indipendente. Firmato dal progettista delle strutture e dal direttore lavori delle strutture.
¨ }}}
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Completezza
Coerenza
Regolarità
Documento
Note
Firme
¨ Relazione geologica
La relazione geologica è sempre obbligatoria nei casi di interventi che riguardano le fondazioni o che incrementano significativamente i carichi sulle fondazioni. In alternativa modulo 11. La firma del geologo sul modulo 9 deve corrispondere a quella sulla relazione geologica).
¨
¨ Relazione geotecnica
La relazione geologica è sempre obbligatoria nei casi di interventi che riguardano le fondazioni o che incrementano significativamente i carichi sulle fondazioni. In alternativa modulo 11. La firma sulla relazione geotecnica deve essere corrispondente a quella sul modulo 10.
¨
¨ Progetto architettonico
Ove già depositato, è sufficiente l’indicazione degli estremi di invio della documentazione o della pratica edilizia (indicazione presente obbligatoriamente nel modulo 6). Firmato dal progettista architettonico.
¨
¨ Elaborati grafici e particolari costruttivi delle strutture
Gli elaborati grafici devono riferirsi all’intero intervento in progetto (dalle fondazioni alla copertura), comprese eventuali parti prefabbricate. Firmati dal progettista delle strutture.
¨
¨ Relazione di calcolo delle strutture
Può accorpare, se scritto in copertina, anche “Fascicolo dei calcoli”, “Relazione sui materiali”, “Relazione sulle fondazioni”. Firmata dal progettista delle strutture.
¨
¨ Fascicolo dei calcoli delle strutture portanti
Accorpabile con relazione di calcolo, se scritto in copertina. Firmata dal progettista delle strutture.
¨
¨ Relazione sui materiali impiegati
Accorpabile con relazione di calcolo, se scritto in copertina. Firmata dal progettista delle strutture.
¨
¨ Relazione sulle opere di fondazione
Accorpabile con relazione di calcolo, se scritto in copertina (può essere assente, nel caso di interventi che non riguardino le fondazioni). Firmata dal progettista delle strutture.
¨
¨ Documentazione fotografica
Particolarmente importante nel caso di interventi sul patrimonio esistente.
¨
¨ Nomina ed accettazione dell’incarico del collaudatore
Per tutti gli interventi. La pratica è accettabile in zona 2 anche senza nomina del collaudatore, ma i lavori non potranno iniziare (l’indicazione di terna non sostituisce la nomina). L’accettazione dell’incarico deve essere firmata dal collaudatore.
¨
¨ Dichiarazione di redazione del progetto sulla base dei risultati degli studi geologici, geotecnici e sismici
Questa dichiarazione è ridondante perché implicita nella dichiarazione di rispetto delle norme tecniche di cui al modulo 6. Firmata dal progettista delle strutture.
¨ Dichiarazione di conformità dello stato dei luoghi a quello indicato nel progetto
Questo allegato non è presente nella DGR 5001/2016 e deve quindi essere creato appositamente. Firmato dal progettista delle strutture.
¨
¨ Dichiarazione che i lavori non sono iniziati
Questo allegato non è presente nella DGR 5001/2016 e deve quindi essere creato appositamente. Firmato dal committente e asseverato dal direttore lavori delle strutture.
¨
¨ Elenco allegati
¨
¨
Suggerimento: inserire sempre il numero del recapito mobile del progettista strutturale nei moduli 1 o 2, per facilitare l’eventuale interazione nel successivo esame tecnico.
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APPENDICE J: Riscrittura degli articoli del DPR 380/2001 interessati dal trasferimento di funzioni
L’art. 2 della legge n. 33/2015 prevede che siano trasferite ai comuni, singoli o associati, le funzioni della Regione di cui agli articoli 61, 90, comma 2, 93, comma 1, 94, comma 1, 96, 97, 99, 100 e 104 del DPR 380/2001. Di seguito si riporta il testo degli articoli modificati (come da presentazione del 4 maggio 2016 a cura di regione Lombardia). DPR 380/2001 Art. 61 Abitati da consolidare
Testo degli articoli così come modificati 1. In tutti i territori comunali o loro parti, nei quali siano intervenuti od intervengano lo Stato o la regione per opere di consolidamento di abitato ai sensi della legge 9 luglio 1908, n. 445 e successive modificazioni ed integrazioni, nessuna opera e nessun lavoro, salvo quelli di manutenzione ordinaria o di rifinitura, possono essere eseguiti senza la preventiva autorizzazione del competente ufficio tecnico della regione = del comune. 2. Le opere di consolidamento, nei casi di urgenza riconosciuta con ordinanza del competente ufficio tecnico regionale o comunale, possono eccezionalmente essere intraprese anche prima della predetta autorizzazione, la quale comunque dovrà essere richiesta nel termine di cinque giorni dall’inizio dei lavori.
Art. 90 Sopraelevazioni
1. È consentita, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti: a) la sopraelevazione di un piano negli edifici in muratura, purché nel complesso la costruzione risponda alle prescrizioni di cui al presente capo; b) la sopraelevazione di edifici in cemento armato normale e precompresso, in acciaio o a pannelli portanti, purché il complesso della struttura sia conforme alle norme del presente testo unico. 2. L’autorizzazione è consentita previa certificazione del competente ufficio tecnico regionale = comunale che specifichi il numero massimo di piani che è possibile realizzare in sopraelevazione e l’idoneità della struttura esistente a sopportare il nuovo carico.
Art. 93 Denuncia dei lavori e presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche
1. Nelle zone sismiche di cui all’articolo 83, chiunque intenda procedere a costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni, è tenuto a darne preavviso scritto allo sportello unico, che provvede a trasmetterne copia al competente ufficio tecnico della regione = del comune, indicando il proprio domicilio, il nome e la residenza del progettista, del direttore dei lavori e dell’appaltatore.
Art. 94 Autorizzazione per l’inizio dei lavori
1. Fermo restando l’obbligo del titolo abilitativo all’intervento edilizio, nelle località sismiche, ad eccezione di quelle a bassa sismicità all’uopo indicate nei decreti di cui all’articolo 83, non si possono iniziare lavori senza preventiva autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della regione = del comune.
Art. 96 Accertamento delle violazioni
1. I funzionari, gli ufficiali ed agenti indicati all’articolo 103, appena accertato un fatto costituente violazione delle presenti norme, compilano processo verbale trasmettendolo immediatamente al competente ufficio tecnico della regione = del comune. 2. Il dirigente dell’ufficio tecnico regionale = comunale, previ, occorrendo, ulteriori accertamenti di carattere tecnico, trasmette il processo verbale all’Autorità Giudiziaria competente con le sue deduzioni. }}}
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DPR 380/2001 Art. 97 Sospensione dei lavori
Testo degli articoli così come modificati 1. Il dirigente del competente ufficio tecnico della regione = del comune, contemporaneamente agli adempimenti di cui all’art. 96, ordina, con decreto motivato, notificato a mezzo di messo comunale, al proprietario, nonché al direttore o appaltatore od esecutore delle opere, la sospensione dei lavori. 2. Copia del decreto è comunicata al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale ai fini dell’osservanza dell’ordine di sospensione.
Art. 99 Esecuzione d’ufficio
1. Qualora il condannato non ottemperi all’ordine o alle prescrizioni di cui all’art. 98, dati con sentenza irrevocabile o con decreto esecutivo, il competente ufficio tecnico della regione = del comune provvede, se del caso con l’assistenza della forza pubblica, a spese del condannato.
Art. 100 Competenza della Regione = del comune
1. Qualora il reato sia estinto per qualsiasi causa, la regione = il comune ordina, con provvedimento definitivo, sentito l’organo tecnico consultivo della regione, la demolizione delle opere o delle parti di esse eseguite in violazione delle norme del presente capo e delle norme tecniche di cui agli articoli 52 e 83, ovvero l’esecuzione di modifiche idonee a renderle conformi alle norme stesse. 2. In caso di inadempienza si applica il disposto dell’articolo 99.
Art. 104 Costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione
1. Tutti coloro che in una zona sismica di nuova classificazione abbiano iniziato una costruzione prima dell’entrata in vigore del provvedimento di classificazione sono tenuti a farne denuncia, entro quindici giorni dall’entrata in vigore del provvedimento di classificazione, al competente ufficio tecnico della regione = del comune; 2. L’ufficio tecnico della regione = del comune entro 30 giorni dalla ricezione della denunzia, accerta la conformità del progetto alle norme tecniche di cui all’articolo 83 e l’idoneità della parte già legittimamente realizzata a resistere all’azione delle possibili azioni sismiche. 3. Nel caso in cui l’accertamento di cui al comma 2 dia esito positivo, l’ufficio tecnico del comune autorizza la prosecuzione della costruzione che deve, in ogni caso, essere ultimata entro due anni dalla data del provvedimento di classificazione; nel caso in cui la costruzione possa essere resa conforme alla normativa tecnica vigente mediante le opportune modifiche del progetto, l’autorizzazione può anche essere rilasciata condizionatamente all’impegno del costruttore di apportare le modifiche necessarie. In tal caso l’ufficio tecnico regionale = comunale rilascia apposito certificato al denunciante, inviandone copia al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale per i necessari provvedimenti. 4. La Regione può, per edifici pubblici e di uso pubblico, stabilire, ove occorra, termini di ultimazione superiori ai due anni di cui al comma 3. (vedi art. 12 comma 3 LR 33/2015 ). 5. Qualora l’accertamento di cui al comma 2 dia esito negativo e non sia possibile intervenire con modifiche idonee a rendere conforme il progetto o la parte già realizzata alla normativa tecnica vigente, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale annulla la concessione ed ordina la demolizione di quanto già costruito. 6. In caso di violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo si applicano le disposizioni della parte II, capo IV, sezione III del presente Testo Unico.
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APPENDICE K: Esame della legge regionale e proposte migliorative
La procedura telematica col sistema MUTA Il sistema informativo integrato costituito dalla piattaforma telematica regionale (MUTA) presenta ad oggi numerosi problemi, sia di tipo informatico, sia nei contenuti non aderenti alle previsioni della LR 33/2015 e della DGR 5001/2016. Si tratta di una situazione che sta generando dispendio di energia da parte di tutti gli operatori. La cosa più importante da fare è quella di far prendere atto ai gestori del sistema che la piattaforma presenta “problemi”. Nessuna proroga può risolvere i problemi del sistema. Viceversa, molti sportelli unici non sono in grado di mettere a punto un sistema efficiente per svolgere i controlli di completezza, regolarità e coerenza; sia per l’inadeguatezza delle piattaforme telematiche comunali nelle quali si ritrovano vincolati, sia per la mancanza di personale atta alla ricezione del cartaceo per i piccoli comuni, sia per l’incapacità di comprendere la logica della attestazione di deposito prevista dalla norma regionale. L’insieme dei diversi modi di risolvere i problemi a cura di ogni singolo comune sorprende ogni volta il cittadino e i suoi tecnici, creando ritardi e dispendio di energia. •
Proposte migliorative Si rimanda a specifico documento con la raccolta delle osservazioni e delle proposte per risolvere i problemi del Sistema Informativo Integrato (MUTA) e dei contenuti non aderenti alle previsioni della LR 33/2015 e della DGR 5001/2016.
L’attestazione di avvenuto deposito L’art. 7 della LR 33/2015 prevede che all’atto del deposito della documentazione, lo sportello unico rilasci al depositante l’attestazione di avvenuto deposito. Con la modalità di presentazione cartacea, tale passaggio può avvenire correttamente, grazie al fatto che il controlli di “completezza”, “coerenza” e “regolarità” avvengono direttamente allo sportello. Nel caso di presentazione telematica, tale controllo è svolto automaticamente dal sistema, secondo le previsioni della DGR 5001/2016, allegato C, ultimo capoverso. Tuttavia, la procedura telematica prevista dal sistema MUTA non sembra in linea con quanto sopra indicato, perché richiede almeno due passaggi per arrivare all’attestazione vera e propria (passaggi che corrispondono al cambiamento di stato della pratica lato ente da “consegnata” a “ricevuta” e da “ricevuta” a “in istruttoria”). •
Proposte migliorative Nel rispetto di quanto previsto all’art. 7 della LR 33/2015 dovrebbe essere fatto il possibile per garantire che all’atto del deposito telematico (MUTA) a cura del cittadino, a seguito del controllo formale contestuale già previsto nell’allegato C della DGR 5001/2016, ultimo capoverso, ne sia attestato immediatamente in forma automatica (“dal sistema”) l’avvenuto deposito.
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In via subordinata, si chiede che l’attestazione di avvenuto deposito sia rilasciata (“dal sistema”) quantomeno dopo che l’ufficio tecnico abbia cambiato lo stato della pratica (lato ente) da “consegnata” a “ricevuta”, senza alcun tipo di controllo aggiuntivo rispetto a quello già previsto dalla legge (DGR 5001, allegato C). L’auspicio più grande è che sia possibile praticare la prima soluzione, sia per motivi legati al rispetto delle regole normative, alla logica (giuridica) del deposito di cui all’art. 93 del DPR 380/2001, e allo snellimento delle procedure, ma anche per garantire che l’informatizzazione della procedura sia effettivamente una valida alternativa rispetto alla modalità di presentazione cartacea. Qualora il sistema informativo integrato non sia in grado di svolgere correttamente il controllo formale, si chiede di perfezionarlo a tale scopo. Il collaudo statico Ad oggi, la legge regionale prevede l’obbligo di collaudo per tutti gli interventi (art. 9, LR 33/2015), in virtù del fatto che tale certificato tiene luogo al certificato di rispondenza di cui all’art. 62 del DPR 380/2001. •
Proposte migliorative La legge regionale dovrebbe adeguarsi alle modifiche del DPR 380/2001, art. 67, rendendo il collaudo non più obbligatorio per le opere riguardanti “interventi locali e di riparazione”, per i quali il certificato di collaudo è stato sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione a cura del direttore dei lavori. Il “problema” del certificato di rispondenza è già risolto a livello nazionale (come da suddetta modifica all’art. 67).
Il “contenitore” della pratica strutturale Ad oggi, il sistema che disciplina le pratiche sismiche risponde soltanto agli obblighi previsti per le “costruzioni in zona sismica”, secondo gli artt. 93 e seguenti del DPR 380/2001, tralasciando la gestione delle pratiche valide ai sensi dell’art. 65 DPR 380/2001, pur consentendo la facoltà di rendere valida la pratica anche a tale fine. •
Proposte migliorative Il sistema di gestione dovrebbe fungere da contenitore per l’intera pratica strutturale, nel caso in cui il cittadino intendesse avvalersi della facoltà di rendere valida la pratica ai sensi dell’art. 65 DPR 380/2001, per le opere in c.a. e metalliche. Dovrebbe essere possibile “integrare” la pratica mediante il deposito della dichiarazione di fine lavori, della eventuale relazione a strutture ultimate (nel caso di opere in cemento armato) e del certificato di collaudo.
La modulistica La modulistica prevista dalla DGR 5001/2016 non prevede tutte le dichiarazioni da “a” ad “h” previste nell’allegato E. La modulistica non prevede inoltre la documentazione per la nomina e l’accettazione dell’incarico di collaudo, nonché quella per la presentazione della fine lavori (il modulo 13 si riferisce alle costruzioni in corso nei comuni con cambio di classificazione). Anche altri aspetti relativi alla modulistica potrebbero essere migliorati (vedi di seguito).
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•
Proposte migliorative Aggiungere i moduli con le dichiarazioni mancanti da “a” ad “h”. Condensare le dichiarazioni multiple di una stessa figura all’interno di un singolo modulo. Fare in modo che i moduli numerati corrispondano in modo biunivoco alle dichiarazioni da “a” ad “h”, così come condensate. Possibilmente, non rendere necessaria la dichiarazione di cui al punto “b” (la redazione del progetto sulla base dei risultati degli studi geologici, geotecnici e sismici), in quanto tale assunto è ricompreso nella dichiarazione di cui al punto “a” (la conformità degli elaborati alla normativa vigente): le norme tecniche prescrivono infatti che la redazione dei progetti avvenga sulla base degli studi geologici (6.1.1) e geotecnici (6.2.2) e sismici (7.11). Aggiungere nell’elenco delle dichiarazioni e nei moduli la nomina del collaudatore a cura del committente e l’accettazione dell’incarico. Aggiungere il modulo per la dichiarazione di fine lavori. Specificare che la dichiarazione per cui i lavori non sono iniziati, asseverata dal direttore dei lavori delle strutture, debba essere sottoscritta dal titolare del deposito o dell’istanza. Tale dichiarazione dovrebbe avere data circostanziata. Specificare che la dichiarazione di conformità dello stato dei luoghi deve essere sottoscritta dal progettista strutturale. Specificare se la documentazione fotografica deve sempre essere allegata oppure se può essere fatto riferimento a quella già allegata nella pratica edilizia, se può essere omessa nel caso di interventi di nuova esecuzione o sia sempre necessaria, e che debba essere sottoscritta dal progettista delle strutture. Nel modulo 1 dovrebbe essere richiesta la “categoria dell’intervento”, necessaria per i successivi controlli sistematici e a campione di cui all’allegato H: in particolare, dovrà essere indicato se l’opera prevalente oggetto degli interventi ricade in categoria 3.1, 3.2, 3.3, 3.4, 3.5, III, IV, eliminando, viceversa, la richiesta dell’indicazione della volumetria dell’intervento al di sopra o al di sotto dei 5.000 mc. Si osserva che nel modulo 1 vengono richieste informazioni che non sono utili alla procedura sismica, sia perché il modulo 1 non è oggetto di “controllo” successivo all’atto di deposito (l’art. 7 prevede che l’attestazione di avvenuto deposito sia contestuale all’atto stesso, sia con procedura telematica sia con quella cartacea), sia perché informazioni già contenute nella pratica edilizia, o negli altri moduli (e il loro controllo avviene quindi durante l’esame di tali moduli e degli elaborati). Si tratta delle informazioni presenti nelle sezioni 16 (16.3 dati catastali) e nell’intera sezione 18. Se tali informazioni sono raccolte per sole finalità statistiche, si chiede possibilmente di evitarne la raccolta. Fare in modo che nel modulo 6 il progettista delle strutture dichiari la congruità al progetto architettonico univocamente individuato dalla pratica edilizia, senza necessità di individuare i dati catastali, non di sua pertinenza in questa sede. Togliere dai moduli 6 e 7 le parole “ciascuno per la sua parte di competenza”, refuso forse provocato da moduli inizialmente unificati in un solo documento.
Le opere minori La legge regionale non prevede distinzione nella procedura per la presentazione di opere di modesto rilievo a fini sismici. •
Proposte migliorative In relazione al testo “opere minori e opere speciali” valutare la possibilità di introdurre una modulistica molto semplificata per consentire ai comuni una procedura di deposito più semplice (art. 93) e di autorizzazione sismica speditiva (art. 94), per favorire le procedure nei casi
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di opere di modesto rilievo a fini sismici. In particolare, ridurre la quantità di moduli e di dati, attraverso la possibilità di collegare le informazioni principali a quelle contenute nella pratica edilizia ed eliminando le informazioni non utili a fini sismici; togliere in ogni caso i moduli 9, 10, 12. Se possibile, prevedere di concentrare in un unico modulo le informazioni e lasciare libertà per tali interventi di presentazione del progetto (grafici e relazioni) in uno o più elaborati. Stabilire un elenco di opere minori che possano beneficiare di tale procedura semplificata (comunque “autorizzativa” in zona 2), secondo quanto indicato nel documento “opere minori e opere speciali”, con riferimento alla fattispecie ivi definita delle “opere di modesta entità”, corrispondenti a quelle che presentano un rischio molto ridotto. Definire, attraverso descrizione generale (come nel documento “opere minori e opere speciali”) gli “interventi riguardanti esclusivamente elementi non strutturali” (per edifici nuovi ed esistenti), e includerli nella procedura semplificata suddetta. Stabilire (nell’allegato H) che per le opere minori che rientrano nella procedura semplificata come sopra indicato, il controllo a campione sull’esecuzione non deve aver luogo (a tali interventi non venga attribuita la categoria per il controllo a campione). Considerare che, per le “opere di modesta entità” che rientrano nella procedura semplificata, in funzione della modesto rilievo degli interventi in relazione al comportamento nel caso sismico, ai fini della caratterizzazione geotecnica del sottosuolo il progettista si possa avvalere di quanto previsto nel paragrafo 6.2.2 delle NTC 2018; conseguentemente, non si dovrebbe ritenere necessaria automaticamente la redazione di un nuovo e specifico “modello geologico” a fini sismici, per il fatto che secondo il paragrafo 6.2.1 NTC 2018, il modello geologico dovrebbe costituire “utile riferimento” per quello geotecnico e perché in ogni caso, il progetto dovrebbe illustrare la compatibilità dell’intervento con gli strumenti di pianificazione (con riferimento al comportamento strutturale nel caso sismico), nonché la rappresentazione di indagini e prove preesistenti. In tal senso, in conclusione, si ritiene che la “obbligatorietà” di presentare la specifica relazione geologica, nel caso delle opere rientranti nella procedura semplificata non dovrebbe “scattare” in modo automatico per decisione della legge regionale, ma valutata di volta in volta a cura del progettista dell’intervento (e di chi controlla la progettazione secondo gli allegati F ed H della DGR 5001), in funzione degli scenari indicati nello strumento di pianificazione territoriale comunale, nonché (appunto) non includere necessariamente gli aspetti diretti a supportare il modello geotecnico, ma soltanto quelli di fattibilità geologica. Definire, attraverso descrizione generale (come nel documento “opere minori e opere speciali”) quelle opere che restano escluse dal deposito sismico ai sensi dell’art. 93, secondo il dettato nazionale, con riferimento alle fattispecie: 1) opere che non possono comunque interessare la pubblica incolumità nel caso di evento sismico; 2) opere provvisionali; 3) costruzioni temporanee; 4) alcuni interventi relativi alle strutture di stoccaggio ed immagazzinamento (scaffalature minori, indicate al punto 3 del relativo documento). Inserire tali definizioni e procedure all’interno dell’allegato F. Considerare infine la possibilità che anche alcuni interventi non significativi sulle costruzioni esistenti siano esplicitamente esclusi dall’obbligo di deposito sismico di cui all’art. 93, perché pur ricadendo letteralmente nella definizione di “riparazioni”, potrebbero essere realmente insignificanti dal punto di vista della dimensione geometrica (ad esempio, sostituzione di alcuni elementi dell’orditura secondaria, piccole aperture o chiusure nei solai, riparazione di lesioni, operazioni localizzate di scuci-cuci, chiusura di aperture o nicchie nei muri, ecc.) e produrrebbero quindi variazioni che non incidono in alcun modo sulla pubblica incolumità nel caso di evento sismico.
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Le richieste di integrazioni La legge regionale 1/2012, richiamata nell’allegato F, prevede soltanto 10 giorni per la consegna di eventuale documentazione integrativa. Nei casi di particolare complessità, il periodo di 10 giorni non è sufficiente alla predisposizione della documentazione. Inoltre, si nota che il sistema non consente la ricezione della documentazione integrativa se non al termine dei giorni previsti. •
Proposte migliorative Prevedere una deroga al periodo di 10 giorni stabilito nella legge regionale 1/2012, per casi di particolare complessità, stabilendo un termine ad es. di 30 giorni. Dovrebbe inoltre essere previsto che a seguito dell’integrazione a cura del delegato sismico, sia possibile immediatamente procedere alla loro ricezione, da parte del SUE, senza attendere il termine massimo stabilito inizialmente.
La congruenza con il progetto architettonico della pratica edilizia La legge regionale prevede che il progetto strutturale sia congruente con quello architettonico allegato alla pratica edilizia. In derminati casi, si può verificare che il cittadino intenda procedere all’esecuzione parziale delle opere previste unitariamente nella pratica edilizia, presentando il deposito sismico in fasi diverse (es. prima il progetto strutturale dell’abitazione, e solo successivamente quello della recinzione o della autoirimessa). Può anche accadere che il cittadino intenda procedere depositando un progetto sismico “unitario” (in quanto “unitario” dal punto di vista del comportamento strutturale), presentando richiesta di titolo edilizio in tempi diversi (es. palazzina gemella, strutturalmente unitaria, ma da eseguirsi in tempi diversi, con separate pratiche edilizie). Al momento, sembrerebbe che i controlli di coerenza della modulistica (modulo 6) non consentano tali due opzioni. •
Proposte migliorative Si chiede di chiarire se si ritiene possibile procedere a deposito sismico per opere strutturali “parziali” rispetto a quelle previste nell’intera pratica edilizia, e se tale ipotesi è già attualmente praticabile o se richiede una modifica alla modulistica (modulo 6). E allo stesso modo, si chiede di chiarire se si ritiene possibile procedere a deposito sismico con opere strutturali “in aggiunta” rispetto a quelle previste nella pratica edilizia, e se tale ipotesi è già attualmente praticabile o se richiede una modifica alla modulistica (modulo 6). Chiarire se la congruità del progetto strutturale deve essere riferita necessariamente alla pratica edilizia del titolo abilitativo, come sembra leggersi nella attuale regolamentazione, o se può eventualmente riferirsi ad esempio alla pratica presentata a fini paesaggistici, al fine di favorire le tempistiche dell’iter edilizio.
Parere tecnico regionale: la richiesta di “titolo abilitativo” La legge regionale per le costruzioni in zona sismica (LR 33/2015) prevede che (art. 8, comma 5) nei casi di opere pubbliche realizzate dai comuni, sia necessario il “parere tecnico regionale”. Il regolamento regionale (DGR 5001/2016, Allegato G) descrive la procedura da attuare. Nella situazione attuale i seguenti passaggi non funzionano e rendono la procedura più complicata rispetto alle previsioni di legge. L’ufficio regionale chiede formalmente che sia obbligatoriamente indicato “il titolo abilitativo o la relativa delibera di approvazione del progetto” (definitivo o esecutivo).
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Tale richiesta non può essere esaudita nei casi in cui il livello di progettazione oggetto di incarico sia quello “definito/esecutivo”, perché l’approvazione del progetto esecutivo può avvenire soltanto a seguito di validazione e a seguito appunto del parere tecnico favorevole di tutti gli enti interessati; fra i quali enti si colloca anche l’organo regionale per la sismica. L’indicazione della “Validazione del progetto e Provvedimento di approvazione del Progetto Definitivo e/o Esecutivo (nel caso di OO.PP.)”, presente sul Modulo 1 nella sezione 21.3 (“ulteriori allegati”) è fuorviante. La richiesta, peraltro, appare al di fuori delle prerogative regionali, secondo quanto precisato più oltre in questo documento, perché si sovrappone alle funzioni riservate per legge all’autorità competente comunale. •
Proposte migliorative Fare in modo che la richiesta non sia formulata. Modificare il modulo 1.
Parere tecnico regionale: la richiesta del “documento di verifica formale” L’ufficio regionale, alla ricezione della richiesta di parere etecnico, richiede che sia disponibile il documento di “verifica con esito positivo della completezza, coerenza e regolarità formale della documentazione”. La presenza di tale documento non è prevista nell’allegato G della DGR 5001/2016. Il comune è tenuto a svolgere autonomamente le verifiche di completezza, coerenza e regolarità formale, senza rendere conto di ciò in uno specifico documento. La DGR 5001/2016, infatti, prevede che “la richiesta di parere è corredata dei seguenti documenti: - istanza pervenuta ai sensi dell’art. 8, comma 2, della LR 33/2015; - documentazione progettuale, a corredo dell’istanza, di cui al documento sopra citato; - nota in cui il comune evidenzia i profili di attenzione su cui richiede il parere”. Il documento citato non è quindi previsto. •
Proposte migliorative Fare in modo che la richiesta non sia formulata.
Parere tecnico regionale: la richiesta del “profilo di attenzione” L’ufficio regionale richiede, come da allegato G, che sia specificato “il profilo di attenzione” su cui viene richiesto il parere tecnico regionale. Nei casi di parere tecnico regionale obbligatorio (art. 8, comma 5) tale richiesta non è sensata, per il fatto che la previsione del parete tecnico regionale sulle opere realizzate dai comuni è obbligatoria, proveniendo da comune in zona 2. •
Proposte migliorative Fare in modo che la richiesta non sia formulata. Sia cioè prevista una apposita procedura che non necessiti di specificare il profilo di attenzione su cui viene chiesto il parere tecnico.
Parere tecnico regionale: il “controllo formale” svolto dall’ufficio regionale L’ufficio regionale, alla richiesta di parere tecnico, svolge sempre il controllo sulle operazioni di verifica della completezza, coerenza e regolarità effettuate dai comuni, fino a chiedere integrazioni relative a tali aspetti formali.
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Tali richieste e tali controlli non sono previsti dalla legge regionale e dal suo regolamento. La legge 33/2015 e il regolamento (allegato G) prevedono che la regione esprima un “parere tecnico”, che deve essere riferito, pertanto, ai soli contenuti “tecnici” del progetto (ad es. azioni sismiche, verifiche strutturali, ecc., in relazione alla conformità alle norme tecniche per le costruzioni del progetto strutturale con riferimento al progetto architettonico allegato all’istanza). •
Proposte migliorative Fare in modo che tale controllo non sia svolto.
Parere tecnico regionale: l’esame dei contenuti tecnici La commissione tecnica regionale svolge il controllo sui contenuti dei progetti. Ad oggi, si sono manifestati acluni aspetti che hanno rivelato inefficienze della procedura. Il primo aspetto è relativo al fatto che il soggetto tenuto a chiedere il parere tecnico è rappresentato dall’autorità competente comunale; questo “filtro” rende non gestibile l’eventuale confronto tecnico fra chi esamina i contenuti tecnici e i progettisti coinvolti, nella necessità di ottenere “sempre” un esito favorevole (ancorché a seguito delle richieste di chiarimenti o integrazioni): il progetto non dovrebbe essere “bocciato”, proprio per le evidenti finalità di carattere pubblico, ma deve essere “corretto” nelle parti in cui non è conforme alle norme tecniche vigenti. In sostanza, nella richiesta “tecnica” dovrebbe essere coinvolto il “tecnico” appunto, in grado di sostenere la bontà delle sue scelte, oppure di modificarle. Il secondo aspetto è quello di merito: in assenza di linee di indirizzo condivise con gli ordini professionali, si è più volte manifestato il caso in cui l’esame tecnico da parte dei membri della commissione (e così come accade quotidianamente in ogni comune) non abbia funzionato nello spirito dei controlli previsti dalla DGR 5001/2016. In particolare, il compito di chi esamina il progetto non deve essere quello di intervenire nelle scelte progettuali, né quello di definire rimedi alternativi a eventuali supposte anomalie; lo scopo di chi esamina l’altrui progettazione deve rimanere quello, stabilito nell’allegato F, di evitare che negli elaborati progettuali rimangano presenti (a valle dell’esame) calcolazioni o disegni non conformi a quanto previsto dalle norme tecniche vigenti, con riferimento agli aspetti progettuali principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico. Si rimanda peraltro agli esempi riportati relativamente alle richieste da non formulare. •
Proposte migliorative Fare in modo che il “parere tecnico regionale” sia richiesto alla regione direttamente dal titolare dell’istanza sismica, anche con il tramite di un suo delegato sismico (che sarà scelto dal RUP nella figura del progettista delle strutture), oppure, in subordine, che sia sostituito in questi casi da una “autorizzazione sismica regionale”, al fine di evitare il funzionamento a “filtro” dell’autorità competente comunale. Rivedere inoltre il funzionamento della commmissione tecnica regionale (così come il funzionamento delle operazioni di controllo tecnico nei comuni), stabilendo o acquisendo precise linee di indirizzo, condivise con gli ordini professionali, relative alle modalità di controllo e finalizzate all’individuazione delle non conformità (da indicare puntualmente nelle richieste di integrazioni) e non alla valutazione della qualità e della logica progettuale, per le quali i professionisti incaricati restano gli unici responsabili. Sia stabilito esplicitamente nelle linee di indirizzo che in ogni caso il parere tecnico regionale non sia quello di intervenire nelle scelte progettuali, né quello di definire rimedi alternativi a eventuali supposte anomalie; lo scopo di chi esamina l’altrui progettazione deve rimanere quello, stabilito nell’allegato F, di evitare che negli elaborati progettuali rimangano presenti (a
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valle dell’esame) calcolazioni o disegni non conformi a quanto previsto dalle norme tecniche vigenti, con riferimento agli aspetti progettuali principali e ai collegamenti più importanti, con riguardo al comportamento delle opere nel caso di evento sismico, e che tali non conformità siano indicate con esplicito riferimento ai paragrafi delle norme tecniche o alle norme generali che disciplinano la materia sismica. Sia ribadito quindi nelle linee di indirizzo che lo scopo dell’esame tecnico regionale in tal senso deve essere quello di “correggere” i progetti indicando al progettista in modo puntuale quali sono le parti che collidono con le prescrizioni delle norme tecniche vigenti, e non quello di formulare un giudizio negativo (la realizzazione dell’opera pubblica non deve fermarsi). Sia inoltre previsto che i membri delle commissioni di controllo (regionali e comunali) si rendano disponibili ogniqualvolta ci siano richieste dirette e precise in tal senso, anche in virtù dell’interesse pubblico a cui sempre si deve far riferimento. Va da sé che i membri delle diverse commissioni che hanno scelto di esaminare i progetti altrui si rapporteranno con i loro ordini professionali, uniformando il più possibile il loro operato alle indicazioni che dagli ordini dovessero provenire in forma di linee di indirizzo. La procedura di richiesta del parere tecnico regionale Nel caso di richiesta di parere tecnico regionale obbligatorio, la procedura telematica (MUTA) appare inutilmente complessa. Sembra che sia necessario predisporre una comunicazione, individuando i destinatari e allegando file con caricamento da disco fisso. Sembra anche che la risposta regionale non segua il canale della piattaforma telematica. •
Proposte migliorative Fare in modo che la richiesta di parere tecnico regionale avvenga (se vengono mantenute le regole attuali) in modo semplice, attraverso l’uso di un pulsante “richiedi parere” all’interno della piattaforma telematica, e che gli allegati da esaminare siano quelli già caricati nel sistema. Se possibile, fare in modo che sia necessario soltanto scrivere il testo della comunicazione e che eventuali documenti da allegare non già presenti nella cartella della pratica, siano tenuti ben distinti. Anche la risposta regionale e tutte le comunicazioni relative alla pratica avvengano all’interno della piattaforma.
La dichiarazione relativa alle opere o sistemi geotecnici (modulo 11) L’attuale formulazione del modulo 11 prevede sia dichiarato “che l’intervento in oggetto non riguarda opere ai sensi del punto 6.1.1 delle NTC 2008 e che non ha influenza sulle opere di fondazione della struttura interessata dall’intervento”. In alcuni casi, l’intervento potrebbe avere sulle fondazioni un’influenza “non significativa”. Anche le norme tecniche per le costruzioni prevedono che (C8A.5.11 Circ. 617/2009) se gli interventi “non provocano sostanziali alterazioni dello schema strutturale del fabbricato” e “non comportano rilevanti modificazioni delle sollecitazioni trasmesse alle fondazioni”, “è possibile omettere interventi sulle fondazioni nonché le relative verifiche”; anche le NTC 2018 (8.3) prevedono che nel caso di valutazioni della sicurezza di edifici esistenti, “la verifica del sistema di fondazione è obbligatoria solo se sussistono condizioni che possano dare luogo a fenomeni di instabilità globale o se si verifica una delle seguenti condizioni: nella costruzione siano presenti importanti dissesti attribuibili a cedimenti delle fondazioni o dissesti della stessa natura si siano prodotti nel passato; siano possibili fenomeni di ribaltamento e/o scorrimento della costruzione per effetto di condizioni morfologiche sfavorevoli, di modificazioni apportate al profilo del terreno in prossimità delle fondazioni, delle azioni sismiche di progetto; siano possibili fenomeni di liquefazione del terreno di fondazione dovuti alle azioni sismiche di progetto”. Edil Tecnico .it
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G. MACCABIANI – SISMICA IN LOMBARDIA
E che “allo scopo di verificare la sussistenza delle predette condizioni, si farà riferimento alla documentazione disponibile e si potrà omettere di svolgere indagini specifiche se sussistono elementi di conoscenza sufficienti per effettuare le valutazioni precedenti”. Peraltro, anche nelle “Linee guida per i geologi istruttori delle pratiche sismiche”, a cura dell’ordine dei geologi della Lombardia (Testo approvato con Delibera n. 97 del 13/06/2017 integrato come da Delibera n. 127 del 7/09/2017) si trova scritto: “Relativamente alle opere di fondazione, si assume che gli interventi sulla sovrastruttura degli edifici non hanno influenza sulle opere di fondazione se l’incremento di carico sulle fondazioni esistenti non eccede il 10% del carico esistente prima dell’intervento (cfr. § 8.4.1 c4 NTC)”. •
Proposte migliorative Aggiungere la parola “significativa” dopo il termine “influenza”, per allineare la regola regionale a quanto previsto nelle norme tecniche per le costruzioni.
La relazione illustrativa e sintetica dell’intervento (modulo 12) L’attuale formulazione del modulo 12 appare in alcune parti eccessivamente appesantita. Inoltre, nella DGR 5001/2016 non è presente una chiara definizione di tale modulo e dei suoi scopi, al punto che, purtroppo, rischia di essere assimilato ad “elaborato progettuale”, contrariamente alle iniziali previsioni. •
Proposte migliorative Chiarire se possibile le finalità del modulo 12, indicando la sua non appartenenza all’insieme degli elaborati progettuali e specificando che tale modulo ha il duplice compito di favorire la progettazione sismica da un lato (perché aiuta il progettista a non trascurare alcuni aspetti importanti della sua progettazione previsti dalle norme tecniche) e favorire i controlli dall’altro (perché riassume i punti salienti della progettazione, appunto). Per tale ragione, le eventuali richieste di integrazioni o chiarimenti relative alla progettazione, devono essere mirate non a chiarimenti o correzioni del modulo 12, ma a chiarimenti o correzioni degli elaborati progettuali. Aggiornare inoltre il modulo 12, come di seguito. Informazioni presenti prima della sezione 1: da eliminare per quanto possibile (le coordinate geografiche si inseriscano nella sezione 7, espresse esclusivamente in datum ED50 e non in WGS84, trattandosi di modulo relativo ad aspetti di calcolo). Punto 2.2: eliminare. Non serve al progettista. Non serve all’esame sismico. Punto 2.3: eliminare. Non serve al progettista. Non serve all’esame sismico. Punto 2.4: eliminare. Non serve al progettista. Non serve all’esame sismico. Punto 3.6: specificare che la compilazione dei valori indicati è obbligatoria nei casi di interventi di miglioramento e di adeguamento. Al punto 4.1 aggiungere: “Profondità di posa delle fondazioni rispetto al piano campagna …………………” e una casella di controllo “La profondità di posa è stata indicata negli elaborati grafici strutturali: SÌ/NO”. Punto 4.3: modificare il testo in “Sintesi delle verifiche di capacità portante più significative (Ed