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Italian Pages 523 Year 1970
LIBERO ERCOLANI
VOCABOLARIO ROMAGNOLO ITAUANO -
MONTE
DI
RAVENNA
,,^BR4 1^
MAY 21 19?
xy^^.
L'EDITORE. ADEMPIUTI
ESERCITERÀ
I
I
DOVERI.
DIRITTI SANCITI DALLE LEGGI.
re
Zincografie di Beghelli di Bologna su disegni di Angela Boschi
Tipografia
Moderna
-
Ravenna
Prefazione
deW Editore
Monte di Ravenna, che affonda le radici nell'anno che vide nuovi contimondo per virtù di un grande italiano nenti, ha trovato in questa sua vetustà, rinverdita da un decennio di operosa e fruttuosa fatica, che gli ha dato più ampie prospettive e Il
aprirsi al
—
—
aperto più larghi orizzonti, motivo per realizzare un'opera di cui da tempo era lamentata la mancanza, e che se apparentemente esula da quella che è la normale attività dell'Ente, di fatto contribuisce a quella valorizzazione di ciò che è insito nella storia della nostra Romagna, che per chi ne abbia una minima possibilità più che un merito costituisce un dovere.
un vocabosuo tempo ebbe notevole fortuna, ed è da parecchi decenni che questa lacuna è lamentata da studiosi, non solo italiani, dei vari settori della glottologia, per i quali la conoscenza dei dialetti costituisce un insostituibile mezzo di indagine per la conoscenza della formazione della lingua italiana. E' dallo scorso secolo che si è esaurita l'edizione di
lario romagnolo-italiano, che a
Va anche
ricordato che
il
vocabolario esaurito risale ai tempi
in cui la critica glottologica, scientificainente intesa, era appeiìa ai
suoi albori, e che la parlata dei nostri padri
si è talmente illanguiche quando la usiamo non ha mai l'aspetto vigoroso di un tempo, ma ha i caratteri di una retroversione dall'italiano corrente. Per questo non si è cessato dal rilevare la mancanza di qualcosa che ci tenesse avvinghiati al passato, e di augurare che l'occasione di che quando risìiona in terre lontane fra ridare vita al dialetto due che si incontrano per caso riaccende in loro Vamore per il natio loco e li rende fratelli si presentasse e fosse colta. E l'occasione si è di fatto presentata: il Maestro Libero Erco-
dita,
—
—
lani,
insegiiante a Bastia di
Ravenna, ha
compilato
con
huiga. VII
paziente e valida fatica un vocabolario romagnolo-italiano, che serve agli scopi linguistici e a quelli della conoscenza letteraria, e che rappresenta in un certo modo un felice ritorno alle origini della nostra terra. E' un vocabolario ricco di proverbi, di espressioni del nostro idioma, di « modi di dire » anche non più in uso, nel quale Vautore ha diligentemente ricercato l'etimologia dei vocaboli che non hanno radice comune con Vitaliano, e che non furono assorbiti dalla lingua volgare durante il lungo processo, che condusse i dominatori romani a far sì che il loro latino assorbisse le parlate dei popoli soggiogati. Di questo vocabolario il Monte di Ravenna si è fatto editore, e lo presenta al pubblico e agli studiosi corredato da illustrazioni dargli un sinnpatico senso estetico, mantengono la inemoria di attrezzi agricoli e artigiani che furono di uso comune, e che oggi, con l'affermarsi dei mezzi meccanici, sono ormai del che, oltre
tutto scomparsi.
attento osserverà quanto ricca sia questa nostra parRon^agna, e senza attardarsi sullo spinoso problema se ad essa debbasi o no riconoscere carattere e dignità di lingua {esiste, comunque, una discreta letteratura, purtroppo conosciuta soltanto nei suoi componimenti più popolareschi e triviali) resterà probabilmente convinto che il romagnolo ha ricevuto dalV indoeuropeismo, senza l'interposizione del latino, numerose e fondamentali radici. La pubblicazione del volume è avvenuta sotto la direzione attenta del collega Prof. Giordano Gamberini, che vi si è dedicato con intelligente passione. Desidero ringraziarlo nella maniera più cordiale, perchè mercè sua anche dal punto di vista tecnico l'opera Il lettore
lata di
è riuscita, oso dire, pregevole.
Offrendola ai concittadini che trovano nel dialetto la più tipica genuina espressione dei loro sentimenti, e a quanti coltivano la indagine sui dialetti, che tanta parte hanno nella vita dei popoli e e
il Monte ritiene di dare un contributo caratteristico alla riinviscenza delle migliori tradizioni ravegnane, e anche, dal punto di vista culturale, un apporto non disprezzabile alla conoscenza sempre più completa, sotto tutti i profili, di questa nostra cara, antica e gloriosa terra di Romagna.
nelle loro scambievoli relazioni,
rag.
CAMILLO GHIRARDINI
PRESIDENTE DEL MONTE DI RAVENNA
viu
Prefazione
deW autore
Per effetto dei moderni mezzi di coviunicazione, del muoversi incessante degli uomini e del rapido e continuo scambio dei prodotti; con l'introduzione di una radio in ogni casa, di un televisore in ogni circolo e di un cinema in ogni paese; con la meccanizzazione e l'ammodernamento dell'agricoltura e i nuovi sistemi di allevamento del bestiame; e per effetto di una crescente quantità di carta stampata che giornalmente entra in ogni casa, una invasione di parole nuove sta portando sensibili cambiamenti nel nostro dialetto e non è possibile, per il prossimo futuro, prevedere quali ne saranno le conseguenze. Ho ritenuto per questa constatazione che la compilazione di un vocabolario romagnolo sia utile per il presente e per l'avvenire e che, in un momento di cosi rapide adozioni di voci nuove, possa fornire, specie a persone che esplicano attività diverse, un mezzo valido a favorire una più sicura reciproca comprensione. Quando m,i accinsi alla compilazione di questo lavoro non pensavo quanto sarebbe stato lungo il cammino da percorrere e quante difficoltà avrei dovuto incontrare. Più le cartelle si accumulavano e più grandi diventavano i vuoti da colmare. Mio padre, ormai immobilizzato in una sedia, dopo che mi aveva suggerito qualche raro vocabolo che ricordava di avere udito quand'era giovinetto, mi andava dicendo: « E sarà pu ora che t'dega basta! T'a ne sé che l'è un cvèl che un n'ha mèj fén?». Ed aveva ragione. Un vocabolario, specialmente come questo, avrebbe bisogno, per ogni voce, di un corredo cosi vasto di modi di dire antichi e tnoderni, proverbi e citazioni, da richiedere non il lavoro di qualche anno di un singolo, ma l'opera lunga e coordinata di un gruppo di esperti e volonterosi. Io aveva, all'inizio, solo la volontà, nessuna esperienza e una inadeguata preparazione culturale. Proseguivo per gradi spesso irregolari e per balzi alquanto disordinati, eppure il lavoro procedeva e tanti sono i punti di contatto delle cose più disparate che, di frequente, ciò che mi era rimasto oscuro nel corso di una apposita ricerca, mi si rivelava improvvisamente in termini chiari mentre ero alle prese con un altro argomento. Mi sarebbero state necessarie indicazioni precise sui lavori da consultare e per le ricerche da compiere, ma non esistono studi esaurienti sul nostro dialetto e il materiale che si riesce a trovare è sempre scarso e frammentario. Per il passato da cui si potrebbe ricavare materiale di raffronto, la letteratura dialettale o è inesistente o scarsissima: infatti del '500 noti abbiamo nulla e di quel secolo si conosce una commeuna specie di dialetto faentino e un frammento di poema nel diadi San Vittore di Cesena. Il '600 ci fornisce una «Zirudéla-» in un
prima dia in letto
dialetto che del
romagnolo ha
solo
vaghe apparenze. l.\
.
Inoltre
i
furono purtroppo composti con l'intento, non ragun danno, perchè certi vocaboli che potrebbero
tre lavori
giunto, di divertire; e ciò è essere interessanti
non
si
possibilità di fare raffronti
composizione poetica,
ma sempre del
sa
come siano
con
e l'SOO
un più
al
Ma
«
hanno
orazioni
qualche
modeste alcuni parroci del Dipartimento
Podestà di Forlì in data 1811,
Mattioli e del faentino Morri. Si proverbi, di cantilene e di
non essendoci
ricco materiale che va dalle
interessantissime relazioni di
Rubicone
stati manipolati,
altri documeiiti. Il '700 ci fornisce
ai
vocabolari dell'imolese
inoltre, in quel secolo, raccolte di
».
è solo ai primi di questo secolo
che
raccolgono intorno ad Aldo romagnolo E' evidente che, come sussidio per la conoscenza di un dialetto, tutto è meno che poco e pertanto il vocabolarista romagnolo e costretto a si
Spallicci degli entusiasti cultori del volgare ciò
destreggiarsi ricorrendo al inateriale più disparato.
Resta comunque un archivio ancora fornito di un abbondante mateed è la parlata corrente di alcune campagne. Io ho attinto molto, per questo lavoro, dalla viva voce degli abitanti di quella zona che comprende San Pietro in Vincoli, S. Stefano, S. Zaccaria, Campiano, S. Pietro in Campiano, Massa Forese, Ducenta e Bastia a mezzogiorno dì Ravenna. Lì ho trovato interessantissimi term^ini come « sigióla » e « arbajòla » che indicano rispettivamente la Helix aspersa e la Helix lucorum, due chiocciole per le quali l'italiano è costretto a ricorrere al nome scientifico. Mi sono imbattuto nella voce « pitunèsa » che ora significa « donna altezzosa » ma che ci riconduce a pensare alla Pitonessa, la sacerdotessa del tempio di Apollo che sorgeva nel territorio di Campiano; e ho rintracciato usanze, superstizioni e detti che ci fanno sentire nella loro arcaicità riale
tracce inconfondibili di antichi usi e costumi. No?i ho voluto, in questa compilazione, seguire il criterio di fare una cernita fra vocaboli antichi e vocaboli moderni, perchè il dialetto è una lingua vìva e penso che ciò che esso fa proprio gli appartenga. Le voci di recente adozione sono già state cosi bene elaborate nelle contrazioni, nelle
cambiamenti fonetici che ormai sono da considerarsi diaCredo che il dialetto, parlata eminentemente pratica, si sìa sempre comportato a questo modo senza perdere le sue peculiari caratteristiche che rimangono ancora nette e marcate dopo tanti secoli di vita. Per quanto riguarda la sua formazione sono convìnto che il nostro dialetto sia antichissimo e che risalga, per certe sue impronte, ad epoche remote, una fra le altre, che risalta in modo eindente, è la regola fonetica che segue nella formazione dì certi plurali. (Risparmio al lettore una lunga serie di esempi, perchè può rendersene conto sfogliando le pagine elisioni e nei
lettali.
dì questo vocabolario)
A
chi
si
porrà una
domanda
sulle origini del dialetto
romagnolo non
posso fornire che riferimenti molto vaghi attenendomi però a dati storici. I reperti archeologici ci parlano di una popolazione dell'età del bronzo distribuita lungo tutto l'arco alpino-appenninico e sul cordone lagunare che andava, ^a un dipresso, dalla laguna veneta alla terramara di Mensa Matellica di Ravenna. Al momento in cui questa popolazione (forse gli Umbri) assurse a una civiltà del tipo villanoviano, ecco comparire la influenza commerciale etrusca che favorisce il sorgere di città splendide come Spina. L'invasione della pianura Padana da parte dei Celti, vera emigrazione di popolo, porta alla eliminazione della influenza etrusca e allo stanziamento nel nostro territorio delle tribù boichè che dura fino alla conquista romana e alla successiva colonizzazione con elementi romani o romanizzati delle terre tolte ai Celti. Questi due fatti: l'emigra-
zione celtica' e la colonizzazione
romana
due elementi importantissimi; infatti
si
sono, agli effetti della lingua, senza distruggerla, una
verifica,
vera sovrapposizione di materiale linguistico, ^sull'antica variata italica immettono alcune voci e la loro pronuncia, la quale si impone per la loro entità numerica; e i colorii romani vi immettono un nuovo e più ricco vocabolario dovuto 'alla loro superiore civiltà. \degli indigeni. I Celti vi
In quel crogiuolo di popoli di ceppo indoeuropeo, in un territorio ben delimitato a est dal mare, da un immenso arco paludoso a nord, e nordovest, da paludi, foreste e boschi a ovest, si caratterizzò attraverso i secoli la parlata romagnola che è latino-italica nel vocabolario e celtica nella pronuncia.
Nessun cenilo
troppo chiusi nei paludamenti
v'è negli autori latini,
della loro lingua aristocratica, della rustica parlata della nostra terra;
ma quando
cori
l'apparato amministrativo
—U
romano scomparve
l'uso del
quale non è altro che un tenecco -presentarsi alla ribalta, insieme con tativo di latinizzare i volgari gli altri dialetti, anche il volgare romagnolo, molto bene individuabile in quelle cronache e atti notarili in cui, dovendosi fare riferimenti locali ed elencare cose con termini chiaramente comprensibili, \si troica una terminologia latinizzata presa direttarnente dal dialetto. Ecco la ragione latino e subentra
il
latino medioevale
—
delle continue citazioni latino ryiedioevali
che
si
trovarlo in questo lavoro.
No7i disponendo di materiale dialettale di quell'epoca per poter fare dei riferimenti e dei confronti, ritengo di vedere in quei vocaboli latino medioevali una testimonianza, sia pure velata, del dialetto di quell'epoca cosi lontana
Terminata la parte introduttiva sentirei di non aver compiuto un dovere se non esprimessi la mia più sentita gratitudine al Presidente e al Consiglio di Amministrazione della Banca del Monte di Ravenna che mi hanno assecondato in ogni modo per la piibblicazione di questo vocabolario.
l'A.
XI
BIBLIOGRAFIA GENERALE Giuseppe
Acquisti
-
Poesie
magnola,
loriivesi,
Andreoli A.
Emilia
-
Aruch Aldo
-
Un
lessichelto
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del scc.
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Pratica agraria distribuita
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Elementi botanico
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Ginanni
Istoria
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della pineta
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Rassegna d'illustrazione ro
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del notaio sarsinate Dom. da Fir., Stud'i Romagnoli; Voi. V, Fratelli
L'incredulo
Romagna.
(II),
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Usi e pregiudizi dei conta-
-
dini della
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Plolanti
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Documenti
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Latino
ita-
Errii-
Servolini Spallicci decc;
- Mosaico romagnolo. Aldo - E' Sarnér; Fior dra-
La Biòjga: La
Ciuzzetta;
La
Zangheri P. e Nigrisoli cinali della
Zangheri P.
MacJuné; La Tègia.
Primo Ravenna e Romagna.
Uccellini
Zama
P.
-
-
di
-
Flora del circondario di
-
La pineta
Forlì.
Dizionario storico di luoghi della altri
Romagna
Piante medi-
-
Romagna.
Zangheri P.
di
Ravenna
e
la sua vegetazione.
Andrea
Zoli
romantica.
L'estimo di Ravenna nel
-
1373.
ABBREVIAZIONI a.
anno
pars.
acc. agg. ant.
accrescitivo aggettivo antico articolo articolata
pi.
avverbio canto cardinale (numero)
pron. prov.
art.
artic.
aw.
personale; persona plurale plurale popolare possessivo preposizione
PI.
pop. poss. pr.
pronome
Com.
Comune
ps.
proverbio; proverbiale participio passato (1) participio presente
comp.
composto
rad.
radice
cong.
rav.
ravennate
Ra.oRav. Ravenna
DEI.
congiunzione coniugazione propria Dizion. Etimologico Italiano
rei.
dial.
dialetto; dialettale
rfl.
relativo verbo riflessivo
dim. dimo.
diminutivo dimostrativo
scherz.
senso scherzoso
sec.
dispr.
dispregiativo
sf.
secolo sostantivo femminile
es.
esempio
sign.
significato
esci.
esclamazione senso figurato femminile
sim.
frazione Glossario Latino Emiliano
superi. trad.
simile singolare stanza superlativo
verbo impersonale verbo intransitivo senso ironico
V.
e.
card.
e. p.
(F.) f.
Praz.
GLE. imp. int.
iron. lat.
italiano latino
lett.
lettera
long.
longobardo
it.
maschile m. medievale med. mod. aw. modo avverbiale
varietà vezzeggiativo
var. vezz. voc.
voce vocabolo Vocabolario ;
Voc.
(1)
Dopo
Prt.,
traduzione verbo; vedi; verso
PI.,
i
verbi, le sigle raggruppate Pl.F., indicano i casi del
F.,
opera citata
oggetto.
num. onom.
numerale onomatopeica
orig.
st.
ordinale (numero) origine
neg.
cit.
sing.
participio passato avente anche valore al di aggettivo, o quelli in cui, unito verbo essere, concorda nel numero e nel genere col soggetto, o quando, come participio di un verbo rtansitivo,
negazione
op. ord.
prt.
può concordarsi con
il
complemento
XIII
VALORI FONETICI =
=
suono nasale cupo (Rumàgna
è
=
settimana). perchè; suono aperto (parche
é
=
de =- dì). suono nasale (balén
e
=
&
Romagna; stmàna
=
birén
=
è
=
è'
=
è'
i'
= =
= = =
ò ó o
=
=
e'
— gg —
con
« e »
la
ragazzo; pnèl
—
=
=
terminano in suono aperto
« ir ». (farlòt
==
to; barilòt
due; sóta
=
^
(lo
=
dò
lui;
=
figlio;
=
?
=
§
=
§
=
=
vi-
suono dittongale ou con la « o » = nessuno; Iona
=
== luna). Si trova in fine di parola a indi» muta care l'elisione della «
e
m
—
fiume; fò' [fóml [fióm] gran quantità). In fine di parola ha suono duro
(fio'
=
—
=
(mòc co).
moccolo; móc
=
mon-
,
L'accento tonico, se non è indicato
con segni particolari, cade sempre
sul-
l'ultima sillaba.
Nei verbi
all'infirùto presente,
quan-
do l'accento tonico cade sull'ultima sillaba, la « r » finale è muta. Negli altri casi si fa sempre sentire. Perchè la grafia sia più aderente alla pronuncia dialettale, i casi di qui, que, quo, qua sono trascritti con dei evi,
cve,
svo,
cva;
gua, con dei gvi,
XIV
e gve,
i
gui,
gue,
gvo, gva;
guo,
ma
ì
^
razza;
suono dolce
pozzo;
^àmpa
=
'(gre?
ra-
zampa). grezzo; pè? ^^
peggio; ar?ént — argento). rosso; ó§ suono aspro (ro§ uscio; ò| =^ osso), rosa; spój suono dolce (rò§a sposo; brus — bruco),
—
=
—
=
=
suono staccato di « s di « e » dura in fine
in italiano,
=
»
di
=
aspra e parola
spazzabosco; rós-c (bos-c tura) e di « s » aspra e « e » dolce quando quest'ultima è seguita ;
da
«
i
»
=
s-cèr
=
=
da « e » ( s-ciòp secchione; s-ción assottigliare, ecc.). o
=
schioppo;
suono staccato
di
« s »
aspra e
« e » dolce, in fine di parola.
—
én; — in; Le terminazioni in: àm, hanno la consoòm;
— òn; — — Un '
chiusa (inción 5'
suono aspro (po^ ^a
come
la « o »
viòl
=
=
sveglio).
se
s-cc
colo).
In fine di parola ha suono dolce (fnòcc ^^ finocchio; ranòcc ranocchio). In fine di parola ha suono duro Lugo). (fug --- fuoco; Lug ^ In fine di parola ha suono dolce mugghio); svegg (mógg
s-c
=
sotto).
suono dittongale o^ con (fiòl
^
averlot-
barilotto).
suono chiuso
—
g
baleno;
pennello). suono dittongale e'' con la « e » insalata; suné chiusa (insalé = sonata). pollaio; suono lungo (pulèr arruffati). rufè Si trova in fine di parola a indicare l'elisione della « r » muta nel verbo all'infinito presente. indica l'elisione della « r » muta nei verbi all'infinito presente che terminano in « èr ». indica l'elisione della « r » muta nei verbi all'infinito presente che
chiusa
ò
ce
tacchino).
suono dittongale aperta (burdèl
è
=
— ss. —
—
segno di apostrofo indica dinante finale muta. sione, voce verbale contratta o, nel caso di « pr' », contrazione della preposizione « par ». In fine di verbo indicano la for-
ma
riflessiva.
Una
sbarretta indica cambiamen-
to di significato, o passaggio una frase a un'altra,
vocaboli za tener
si
da
possono cercare anche sen-
di questa avvertenza, perchè normalmente sono scritti pure con la grafia corrente. Tolte poche ec-
cezioni,
conto
ho evitato
l'uso artificioso delle
doppie.
La pronuncia è quella delle campagne di Bastia, Massa Forese, Ducenta, S. Pietro in Vincoli, Santo Stefano, Campiano, S., Pietro
in
Campiano, San
Zaccaria dove si ritiene che dialetto più genuino.
si
parli in
ABOR
1
A. Voce verbale A. Prep. semplice. della terza pers. sing. e della terza Preplurale del verbo « aver », avere. fisso di molte voci verbali per attutire l'asprezza dell'incontro di più consonanti. Per quanto riguarda la « a » che precede le voci verbali di prima pers. singolare e di prima e seconda plurale non condivido l'opinione di |
|
PI.
« io »).
Abadèr,
intr.
Rispondere (a chi chia-
ma); Abbadare; Dare ascolto. n'abèd (Tu non badi; non mi dai
|
T'a
ascol-
to).
un vecchio modo di chiamare una persona senza usare il suo nome. Tale usanza è ricordata anche in una relazione del 1811 del Parroco di Villaf ranca di Forlì. Abandón, sm. Abbandono Lascér in abandón, Lasciare in abbandono. Abandunér, tr. Abbandonare, La-
E'
|
Bos-c d'abit, Abetaia. Abilité, PI.
PI.
P.
— —
tr.
Abbassare.
Attitudine,
Mae-
AbiUté.
— —
PI.
F. PI.
—
Abitént anta
—
F.
—
ànti.
Abitazión, sf. PI. Abitazión.
Abitazione.
Abitùdina, st. Abitudine. Abitùdin. Abituér, tr. Abituare, Assuefare. Prt. Abitué
PI.
F.
Aba^
Abilità,
Abi§, sm. Matita, Lapis. PI. Ebi§. Abitàbil, agg. Abitabile. Abitèbil PI. F. àbila PI. F. àbili. Abitànt, sm. Abitante.
PI.
— è — éda PI. F. — édi.
— è F. — éda PI. F. — èdi Abadèr,
sf.
stria.
PI.
Prt.
édi.
PI. Abit.
sciare. Prt. Abanduné
Abandunéss, rfl. Abbandonarsi. sciarsi prendere da scoramento.
—
|
I
quanti la ritengono un pleonasmo; ma concordo col Morri (op. cit.) nel ritenerla pronome. (Vedi sanscrito ahàm,
F.
Abéd, sm. Cura^ Governo, Attenzione, Avé'b§ógn d'abéd, Aver Assistenza. bisogno di cure, di assistenza. Abèt, sm. Abete.
La-
Abón, sm. Indennizzo, Risarcimento. Abón. Abort, sm. Aborto. PI. Abùrt Parlando di una donna si preferiscono
PI.
I
è
le
éda
La
seguenti perifrasi: j'
à
mand'è da
mèi
i
burdel; La
ABRA
ACAS
n'à purté a chèv i burdèl; purté a bón fén i burdèl. Abraifér, tr. Abbracciare.
La
Abundànt, agg. Abbondante.
n'à
PI.
F.
Abrade
Prt.
PI.
— é — éda F. — èdi.
PI.
F. PI.
fa
e'
e'
Aprile fa
culòr,
fior e il
Ma? u
fiore
dà il colore. Mérz di vént,
dei venti, Abrìl tot i de un barìl, i giorni un barile. I
— è — éda PI. F. — èdi.
j
e'
Abu§, sm. Abuso. PI. Abu§. Abunér, int. Abusare
Aprile tutti
Prt.
Acampamént, sm. Accampamento. Acampamént.
PI.
Acampèss, Prt.
— e — éda PI. F. — édi.
«
Av-
Acani, agg. Acanìss).
Ab§iné
Accanito,
Incanito
Acanimént, sm. Acanimént.
Accanimento
PI.
Contr. di A. è « sgró? Abulìr, tr. Abolire.
Acanìss, Prt.
— — ida PI. F. — PI.
i
idi.
Acaparèr, »,
aspro, sgarbato.
Abulì
Accanirsi^ Incanirsi.
rfl.
Acani
F.
Prt.
Accaparrare, Assicurare.
tr.
Acaparé
— è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
ì
ida
Acaparèss, Accaparrarsi. Acasèr, tr. Accasare Far trovar mo-
rfl. I
idi.
Abuminèvul, agg., Abbominevole. PI. Abuminivul èvia PI. P. èvU.
Abunamént
|
glie. rfl. I
Prt.
—
Abunamént, PI.
prt.
(v.
vino).
—
Accamparsi.
F.
Abucamént, sm. Incontro, Colloquio, Abboccamento. PI. Abucamént. Abuché, agg. Amabile (detto solo del
F.
rfl.
Acampé
PI.
(v.
PI. — è F. — éda PI. F. — èdi.
—
Acadù
— ù F. — ùda PI. F. — udì. PI.
sinér).
F.
usato
Acadèr, Accadere (E' più usato ^u-
I
PI.
più
zedar).
1
— —
(E'
Aprufitér).
Aprile, quando piange e quando ride; cioè è aprile tanto con la pioggia che col sole. D'abrìl no't' scuvrì. D'aprile non scoprirti, cioè non toglierti niente di dosso (Prov. faentino).
Ptr. P. F.
Avventarsi contro (Forse
rfl.
dal latino adoriri, scagliarsi, assaltare).
Marzo
Bsén). Ab§inér, tr.. Avvicinarsi (Anche
•
Aburiss,
gli
I
Ptr.
(a giornali, ecc.).
Abuné
PI.
I du o tri d'Abrìl e' eoe l'ha da vini; j' òt s' u n' è vnu l'è còt. Il due il tre d'aprile il cuculo ha da venire; l'otto se non è venuto è cotto. Abrìl, cvànd e' pian? e cvànd e' rid.
Ab§én,
ànti.
F.
da e maggio
abril di témp, aprile dei temporali.
I
—
Abbonare
I
Prt.
filo.
Abrìl
anta
sf. Abbondanza. Abunér, tr. e intr. Indennizzare, Risarcire, Dare come indennizzo.
Abrìl, sm. Aprile. D'abrìl no't' cave gnànc un fil, In aprile non levarti (di dosso) neanche
]
F.
Abundàn^a,
I
un
Abundént
—
—è — éda PI. P. — èdi. PI.
sm.
Abbonamento.
Accasarsi, Farsi della casa.
Aca§é
F.
_
'
ACVA
ACAS Accasciare. Aggravare sotIndebolire le membra per eccessiva iatica. Acatèr, tr. (v.-Catér). Aciapéss, rfl. Andar d'accordo, FaAca^lér,
Aclèfa, sf. (V. Clès). Acolt, prt. Accolto, Ricevuto. PI.
Acùlt
—
—
]
I
Acórar, intr. j' acór pòc. Acsè, aw. (v. Acudèss, rfl.
U
Correre. CI corre poco. Csè). Accordarsi.
—è — éda PI. F. — édi.
— è — éda PI. F. — édi. Acugliénza,
Aev, sf. pi. Acque Liquido amniotico. Acva, sf. Acqua. Pioggia I contadini chiamano « acva » qualunque preparato liquido per I
sf.
Accoglienza.
PI. Acugliénz.
Transazione, Accordo, Patteggiamento.
Acumudamént.
irrorazioni. PI.
I
fa-
I
tica.
Acupé
—è — éda PI. F. — édi.
I
Acurdadura, sf. (v. Curdadura). Acupìamént, sm. Accoppiamento. PI. Acupiamént. Acupiér, tr. Accoppiare, Pare un paio. Congiungere cose a due a due. Prt. Acupié
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Acurdér,
tr.
d'acqua. (F.) Orinare. Fil d'acva. Filo dell'acqua, Filo della corrente. A pel d'acva, A pelo d'acqua. De' l'acva al ter, Dare l'acqua alle terre; cioè irrigare i campi. A béva d'acva, A bava d'acqua. Un pelo sott'acqua. A méj'acva, A mezz'acqua. Acva gròsa. Acqua grossa. Pioggia abbondante. Nel gergo dei pescatori vale I
PI.
F.
I
I
j
I
acqua profonda. Acva stila, .'^cqua sottile, cioè acqua poco profonda. Acva vita. Questa bevanda è ricordata nel Ricettario di Caterina Sforza col nome di « acqua de iovenezza et de vita » e « che fa rengiovenire la persona ed de morto fa vivo ». Si ottiene con garofani, noci moscate, pepeI
Accordare
(strum.
a
I
corde).
Acurdé
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Acv.
Acva minaréla, Acqua minerale. Acva 'd ré§, Acqua regia. Fé al j' acv, Fare le acque. Liberarsi delle acque prima del parto. Fé' un gózal d'acva. Fare un goccio I
I
Acupér, tr. Accoppare, Uccidere Acupéss a lavuré'. Sfiancarsi nella
Prt.
I
I
Acumpagnamént, sm. Funerale. PI. Acumpagnamént. Acumudamént, sm. Accomodamento,
I
Acurdé
Acurdé. Acus, sm. Accusata. Dichiarazione del seme che vince sugli altri. Acu§ér, tr. Accusare, Incolpare. (E' più dialettale «De' la cólpa»). Acustér, tr. Accostare, Avvicinare. Prt. Acusté PI.
F.
PI.
Prt.
dava col sarto, col calzolaio, col fabbro e col falegname. Il pagamento era chiamato « curdadura »). Rinnovare il contratto di lavoro (dei
PI.
Acudé
F.
PI.
Acurdéss, rfl. Accordarsi (fra artigiano e contadino con pagamento annuale in natura. Il contadino si accor-
Prt.
òlti.
disparte.
Prt.
Mettersi
I
Acont, sm. Acconto, Caparra. PI. Acònt. Tenere in Tné' d'acont. Conservare
j
Accordarsi.
garzoni agricoli).
òlta
F.
PI.
rfl.
d'accordo.
j
miliarizzarsi.
F.
Acurdéss,
tr.
un peso smodato
to
.
ADIR
ACVA roni, scorza di ginepro e varie altre sostanze polverizzate e cotte in acqua. Acva dal lumég, Acqua delle lumache. (Pioggia da poco). Acva sirinèla, Acqua serenella. Nel vecchio dialetto poetico di Massa Forese r« acva sirinèla » era la rugiada. I
ma si
unghia che Adarbér,
«
Acv
»
cit.,
Santa
Madda-
sono chiamati anche
gli spio-
I
venti del tetto, più che « spiuvént » che è parola piuttosto ricercata. Chi ch'è armast scuté da l'acva bulida u s' n'argvérda nénc dia gia^éda, Chi è rimasto scottato dall'acqua bollente se ne guarda anche dalla fredda. Al j' acv, I lochi. Liquidi che emette la donna dopo essersi sgravata del I
.
come
ta
—
F.
(Lat.
med. aquadicium,
Acvaforta,
sf.
vinello,
Acquaforte,
(A-
ni-
Acvarìna, sf. Pioggerellina. PI. Acvarìn. Acvarola, agg. f. Acquaiola. Riferito a frutta molto acquosa e senza alcun sapore. Acvaròli. ^ris,' aovaroli, Ciliege acquaiole, quose. Acvastrén, sm. Acquiitrino. F.
1
Acvastrén. Aevèra, ( v Cvèra ) Ad, prep. Di. Ad qua, Di qua;
Inarcato.
tr.
la
Fare
mossa
ha adarcare, battere
il
gesto
il
di
pic-
med. grano con un
di...
(Il lat.
arco; GLE).'
Adàt, agg. Adatto, Alto, Idoneo, Acconcio, Adeguato. PI.
F.
Adèt. àta
—
F.
PI.
—
àtl.
Adatacéss, rfl. Adattacchiarsi_ tarsi alla meglio.
Adat-
Adatacé
Prt.
— è F. — éda PI. F. — PI.
Adattare,
tr.
Aggiustare.
Conformarsi.
rfl.
[
édi.
(Oltre ai significati di Adatér). Addninz, aw. Davanti. Addrénta, avv. Dentro, Addentro. Adès, adès. Adè§, avv. Adesso, Ora L'è ora Pr' adés. Per ora Or ora adès!. E' ora che viene, o che inco|
GLE)
Acido
l'erba
édi.
Adatér,
trico.
PI.
—
Adarchér, chiare. Fare
vivente).
Acvadéla, sf. Latterino comime therina Boyeri). PI. Acvadèl. (Lat. med. aquadella, GLE). Acvadè^, sm. Vinello.
Dare
Aderbare.
tr.
Adarchè èda
PI.
I
parto L'acva la mérza i pel, o L'acva la mérza al budèl. L'acqua fa marcire i pali, L'acqua fa marcire le budella Così dicono i bevitori (Lat. aqua. Dalla radice europea akw, acqua, considera-
iscurisce e cade.
si
bestie). Adarchè, prt.
PI. F.
9).
di
(alle
I
(V. Pergoli, op. lena [varianti], v.
di pianta che fruttificare e di
maturazione;
della
ammala prima
|
|
mincia il da venire! Adè§i,
bello!
esci.
Il
bello
Adagio!
ha
ancora
Piano!
avv. Adagio, Piano. Riferito a persona vale Posapiano.
j
I
Adèss,
rfl.
Addarsi, Avvedersi, Accar-
gersi. ac-
Prt.
Ade
—è F. — éda PI. F. — édi
PI.
PI.
.
j
ad sota, di sotto; ad sora, ad fìànc, di fianco; ad che? ad gnit, di niente. Quando la parola che segue comincia per vocale, invece di « ad », si à « d' ». Adanèss, rifl. Addannarsi. Detto in senso figurato di chi si dà un gran daffare; della frutta che va a male pri-
i n' so ade. Me ne sono accorto. Adèt, agg. Addetto.
A m'
ad
d'ia, di là;
PI.
di sopra; di che?;
F.
Adèt
—a
—
i. F. Adiri, agg. prt. Infuriato.
PI.
PI.
F.
Adiri ida
—
PI. F.
—
idi.
Adirato, Arrabbiato,
AFEZ
ADIR Adirìss, rfl. Accanirsi, Adirarsi. Adiritùra, avv. Addirittura, Diretta-
mente. Adob, sm. Addobbo PI. Adób. Adóran, agg. Adomo PI.
Adurazión. Adurér, tr. Adorare, Venerare.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Adùran
(Lat. adorare).
— orna PI. F. — orni.
Adubér,
F.
Adòs, aw. Addosso (v. Dò§). Adò^i! Adò§i!, (incitazione). Addosso!
Addosso
Aduré
Prt.
PI.
Adrijèr, tr. Addrizzare, Rizzare. Vie' adrizé' al gàmb ai chén, (F.) Voler far cose impossibili.
—è — éda PI. F. — édi. Adutér,
—è — éda PI. F. — édi.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Adruvér, tr. (v. Druvér). Adruvèss, rfl. Adoperarsi. Darsi fare. Impegnarsi (v. Druvér).
PI.
Aduzión, sf. Adozione Aduzión. Afadighéss, rfl. Affaticarsi.
da
Adruvé
Afamé, PI.
—è — éda PI. F. — èdi.
—
PI. F.
—
édi.
Mórt da la fàm). Afamèr, tr. Affamare. Afàn, sm. Affanno.
(E' più usato
Addobbare, Ornare.
tr.
Adubé
Afanèss,
PI.
Prt.
Affamato
éda
F.
F.
Aducèr,
agg.,
Afamè
PI.
—è F. — éda — PI. P.
Adottare.
tr.
Aduté
Prt.
Prt. Adrizé
Prt.
Attri-
PI.
PI.
Adubér,
Addossare, Imporre.
int.,
F.
!
I
Prt.
e
tr.
buire, Accollare, Prt. Adu§é
Prt. édi.
Affannarsi.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
Adocchiare.
tr.
rfl.
Afané
Aducé
—é F. — éda PI. F. — édi.
F.
Afa?ér,
PI.
tr.
Affacciare.
Prt. Afa^é PI.
—è F. —
—èda
Adombrare, Inombrare, Ombreggiare, Appannare.
F.
Prt.
Afe, sm. Affare, Negozio, F^cenda. (F.) Maneggio (V. Aféri) PI. Afe. Contratto. Aféri, sm. Affare
Adumbrér,
tr.
Adumbré
—è — èda PI. F. — édi.
PI.
Adunanza, pi. f. Adunanza Adunànz. Adungèss, rfl. Arrangiarsi, Arrabat-
PI.
Prt.
|
I
Adungé
—è P. — éda PI. F. — édi.
Aféri. Afèt. sm. Affìtto
I
PI.
tr.
Adurazión,
sf.
Addoppiare, Mettere a
Faccenda
PI.
Ingegnarsi.
Adupiér, doppio.
édi.
I
F.
tarsi,
PI.
De' in
afèt.
Dare
in
afR'-to.
|Tu' in afèt. Prendere in affitto. Afètè, sm. Affettato (di salame, prosciutto ecc.; tagliato a fette). Afètèda, agg. Affettata, Tagliata a fette.
Adorazione, Venerazione.
.\fèziòn,
sf.
Affetto.
Affezione,
At-
AGRA
AFEZ taocamento tr.
Affezionare.
—è F. — èda PI. F. — èdi.
sm.
Ac-
Affiatato,
Che va
tr.
Agganciare
Aganjé
—è — éda PI. F. — édi.
F. édi.
(E' più dialettale « ingan^ér »). Agiazèr, tr. Raffreddare, Agghiaccia-
Affidare
tr.
re.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Prt. Agiate
PI.
Afinér,
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Prezzare,
tr.
Fare
il
prezzo.
Prt. Afiné
Agliédga,
—è F. — éda PI. F. — édi. Afìtànza,
(Lat.
Lugliatica.
med.
lugliatica,
Sorta d'uva
luglio. di
luglio
(uva)
GLE). Affitto, Affittanza.
sf.
PI. Afitànz.
Affittare,
tr.
sf.
bianca che matura in
PI.
Afìtér,
bachi
PI.
Afide
Prt.
la foglia ai
».
Prt.
Afidamént, sm. Affidamento. Afidér,
!
Aganzér,
d'ac-
èda
—
Dare
bestiame e
Afujèv! Affogliatevi! Modo contadinesco per dire: « Su! Mettetevi a mangiare
prt.
al
I
Affiatamento,
cordo. PI. Afiadé PI. F.
édi.
da mangiare dopo le mute.
Afìadaraént, cordo.
—
—
At'ujér, tr. Affogliare,
PI.
F.
éda
PI. F.
Prt. Afeziuné
Alfiadé,
—
F.
Afeziunèr,
Appigionare.
Aglión, sm. Leone L'è un aglión, (F.) E' un leone ^ughér a letra e aglión, Giocare testa e croce. Sòl aglión, Solleone PI. Aglión. Agnèl, sm. Agnello I
a
]
Prt. Afité
—è — éda PI. F. — èdi.
PI.
I
F.
Afituéri,
sm. Affittuario
PI.
PI. Afituéri.
Fune
sm.
Afòn,
Agócia,
Afòn
PI.
Fon). Afradlèss,
sf.
Afratellarsi
|
Familiariz-
zarsi
Afradlé
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
Afrónt, sm. Affronto. Atto offensivo. Afrónt. Afrunter, tr. Affrontare, Andare incontro.
PI.
Prt. Afrimté
—é — èda PI. F. — édi. PI.
F.
Afughér, PI.
tr.
Afughé
—
è
Agucchia, Palo appuntito. di
ferro.
Di-
minutivo del lat. acus, ago"). Agóst, sm. Agosto. A la prema acva d'Agost, povr'óm a t' cnó§. Alla prima acqua d'agosto pover'uomo ti conosco (Già in questo mese si comincia a capire chi ha ima salute tale da dover poi soffrire per la cattiva stagione). A proposito di questo I
,
F.
Prt.
sf.
Agócc (Lat. med. agugia, punta PI.
(v.
PI.
Agnèl
(Lat. agnellus).
detto, C. Ricci, in « L'ultimo rifugio di » dice che « La prima acqua d'Agosto era temuta come apportatrice di febbre ». A la prem'acva d'agost / cutadéna met al màng a e' bost. Alla prima acqua d'agosto, contadina metti le maniche al busto. Agraplèss, rfl. Aggrapparsi
Dante
I
Affogare, Soffocare
ALBA
AGRU Agraplé
Prt.
—é F. — éda PI. F. — édi. PI.
Agruméra,
sf -Agrumeto. Agrupéss, rl'l. Raggrupparsi (ciclismo). Aguacéss, (V. Agvrcéss). Aguajé, prt. agg. Afflitto, Addolorato. PI.
F.
.
—
F.
PI,
'
sf.
Ieri.
Età
Ad
Di tutte
tòt al j'aité,
le età.
Prt. Ajuté
Affliggersi
rfl.
—è — éda PI. F. — édi.
Aguajé
Prt.
aw.
Aite,
Ajùt, sm. Aiuto, Soccorso. PI. Ajùt. (V. Aidér). Ajutér, Aiutare, Soccorrere
édi.
Aguajéss,
Ajìr,
PI. Aite
Aguajé éda
—
Aide
Prt.
—è P. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
—è P. — éda PI. F. — édi.
F.
PI.
Agimì, sf. Agonia. Agurà^, sm. Auguracoio,
(Lat. adjuvare). Al, art. Le
AI dòn, Le dorme
Impreca-
Purté da magne al bePortare da mangiare alle mucche. pron. Esse (nelle forme verbali dopo « lo » o « lujéti »). Alagamént, sm. Allagamento. pr. artic. Alle.
zione.
I
Agurè^. (Dal lat. augurium,
PI.
sti.
presagio
favore-
I
vole).
I
Aguré, sm. Agoraio. Astuccio per aghi. Sacchettino di cenere o crusca a cui si
appuntano Agurè. Aguréna,
PI.
lago,
PI.
Sagginella selvatica.
sf.
(Sorghum halepense Agu§èl, sm.
L.
P.
Prt.
—è — éda PI. F. — édi.
F.
(v.
Aguzén
—
Alarmér, tr. Mettere in sospetto. SpaImpensierire Allarmare.
éna
—
PI. F.
ventare
|
I
Prt.
éni.
PI.
Alatèr, tr. Allattare. Prt. Alate
Aj, sm. Aglio.
(Allium sativum, L.). Aj de cóc, Aglio d'orso, Aglio (Allium ursinum). I
sambèdg, Aglio
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
di cane.
selvatico.
.'\la?èr,
(Allium carinatum). Albana, sf. Uva e vino bianco dei colli di Bertinoro. Albana. PI. Aibàn. Lat. med. « uva albana est uva alba ». (
GLE).
Aibanela, bana.
Alarmé
—è F. — éda PI. F. — édi.
Agvacéss, rfl. Accovacciarsi. Agvajè, (v. Aguajé). Ahn?, Come? Non ho capito. (Suono complet. nasale).
.\3
tr. Inondare, Ridurre come Riempir dacqua. Allagare. Alaghé
PI.
)
Ragusèi). Agu'ifén, sm. Aguzzino. PI.
Alagamént
Alaghèr,
gli aghi.
tr.
Albana, Albarà^,
sf.
(v.
(v.
sm.
La^ér).
Aibàna). Alberacelo,
Pioppo bianco.
Albanella.
P.seudn
Aibi^ér, int. Albeggiare. Aidèr, tr. Aiutare, Soccorrere.
al-
o
Albarèz (Dal lat. med. albarus, pioppo. GLE). Albaràz dia Pasuléna. Alberacelo della Pasolina. E' un grande pioppo bianco che si leva maestoso nei pressi della fattoria « la Pasolina » a nord del PI.
I
sf.
Gattice
«
Valloncello dei Ghezzo
».
ALBA Albaré, prt. agg. Alberato, Con alberi albaré, Campo alberato, (v. Elbar) Albèrg, sm. Albergo. PI. Albirg. Albi?ér, intr. Albeggiare. Aldrèt, sm. (v. Alderta) Diritto. Aldrèta, sf. Parte opposta al rovescio.
Camp
I
Dritta. Aldsir, sm. ( v. Al§ir). Aleàtic, sm. Aleatico. Vino rosso, gu-
I
ALUN
8
stoso, profumato e dolce che si produceva nel forlivese. Veniva messo in vendita il giorna della festa della Madonna del Fuoco (4 febbr.). Passava per la città un « rugiòn », im urlone o banditore, che gridava « E vénd la Macióza », « e' vénd e' Prèta », « e' vénd la Pavulo^a» ecc.
Prt. Alité
—è — éda PI. F. — èdi. PI.
F.
Almèt, sm. Elmo, Elmetto. Almèt. Aloe, sm. Colui che stende
PI.
Alticcio, I
PI.
Che ha bevuto un
Alóra, avv. Allora. Alòz, sm. Alloggio.
De
j
A
I
loisir).
Altarén, sm.
pi.
Altarini
(F.) Male-
fatte.
Scuprì'
j
j'
Scoprire
altarén.
le
male-
fatte.
]
]
PI. Altèz.
Cuocere a lesso, Lessare. Magne' ralè§. Mangiare il lesso. Alèv, sm. Allievo, Figlio, Prodotto Redo. PI. AUv. lè§.
I
arlèv).
Altòt, *agg. Altetto.
Alticcio
(Anche
pò so»)
«Un
F. Altòta PI. F. Altòti.
Altura,
Alfabèt, sm. Alfabeto.
PI. Altur.
Alighér, tr. Allegare. Detto dell'azione che esercita certa frutta ancora verde sui denti, come nespole e sorbe.
Prt. Alù§.
Invischiare. (Lat. alligare). Aligrèz, sf. pi. Fé' al j' alìgrèz, Fare rallegramenti. Aligrèza, sf Allegrezza, Allegria. Aligrì, sf. Allegrezza, Allegria. Alintèr, intr. Allentare, (v. Lintèr). Aljón, sm. Leone. (v. Agljón).
(per libagioni)
PI. Altót
PI. Alfabit.
Alùdar,
Altura.
sf.
Alludere.
int.
Alunghér,
tr.
Allungare
Dare da lontano. Appioppare (un pugno). Annacquare vino. Dare una capatina. Prt. Alunghé I
I
I
ì
.
Alitèss, rfl. Allettarsi, Cadere a terra, Rovesciarsi a terra delle biade, dei cereali.
francese
il
Altea.
sf.
Alter magiór. Aitar maggiore. E' sbaglia nénc e' prit int l'alter. Sbaglia anche il prete all'altare. Tutti sono soggetti a sbagliare. Statura. Altèza, sf. Altezza Altitudine.
PI. Alè§.
(V.
come
licere
lat.
Altèja,
I
Alèrom
Metr'a
n'
(Dal
I
Fél§ alérom, Falso allarme. Alè§, sm. Lesso, Bollito.
j
alloggio.
Alter, sm. Altare.
Alèróm, sm. Allarme I
Dare
sm. Agio, Comodo. n'ho alsir, Non ho tempo.
PI. Alter.
PI. F. Alègri. PI.
l'alo?,
Alsir,
pò".
Alìgar
Alègra
F.
leg£w:ci
PI. Aloe.
:
Alégar, agg. Gioviale, Allegro, Lieto.
i
dei covoni.
I
j
—è — éda PI. F. — édi. PI.
P.
'
I
Aluntanér, Discostare.
Mandar
tr.
Allontanare.
via.
Metter lontano. Prt. Aluntané
]
AMAN
ALUZ
—è — èda PI. F. — édi.
—
PI.
F.
F.
PI. F.
Alvadùr, sm. Lievito. Alvé, sf. Levata (del sole 7. L'alvé de sòl, Il levar del sole, La levata del sole. Alvé, prt. agg. (v. Alvér e Alvéss). Alvéda, sf. Levata. L'alvéda, La levata del sole. Per la luna si dice per intero: L'alvéda dia Iona.
Prt.
— — ida PI. F. — idi. PI.
s'
è
alvé
Ande' a
a far
la
fé'
Amàc,
e'
l'alvéda in tinèla, Andare dell'alba in botte.
Lupini,
pi.
(Lupinus
«
ai-
Allevare Sollevare Far rfl. (oltre ai sign. di prendere il volo cui sopra). Levarsi (del vento, del sole della luna e delle stelle) Alzarsi (da letto). Prt. Alvé PI. è [
|
Fé
al
j
GLE,
».
a « ludus de
:
«
|
|
j
Amacadura (Macadura),
— F. — èda PI. F. — édi.
sf.
Ammac-
catura, Pesto.
Amacadùr (Macadùr). Amacér, tr. Macchiare (v. Macér). Amachèr, tr. Ammancare Pestare
PI.
Alvé' la ciò^a d'int e' nid, Levare la chioccia dal nido. U s' è alvé e' sol, Si è levato il sole. A m' so' alvé. Mi sono alzato (da
|
I
]
acqua) rfl. Ha tutti' i sign. di cui sopra più quello di Guastare l'amicizia, Interrompere i rapporti. Risentirsi reciprocamente. Schiacciare
I
I
letto).
Alvéss, rfl. Levarsi, Alzarsi in volo, Alzarsi da letto, Spuntare (del sole, della Ivma e delle stelle). Prt.
machi machì
Il
tr.
Ammacchi.
il
ovis », riporta nullus persona... audeat ludere ad ludum de ovis, nec etiam a cozzare insimul aliqua ova in platea» (Bologna 1306) dove è proibito fare « al j'amàc in piazza ».
L.).
Alvér,
pi.
sf.
gioco degli aimmacchi. (F). Schiacciare uova. Il gioco degli ammacchi si faceva il giorno di Pasqua e la Domenica in Albis. Si batteva in contesa un colpo solo, uovo contro uovo, punta contro punta. Il perdente dava al vincitore l'uovo ammaccato. Questo gioco è detto anche « scòz » e
caccia
Alvén, sm.
bus
ì
amàc. Fare
spuntato
E'
Levità.
F.
sole.
il !
è alvé la Iòne, U E' spuntata la luna,
s'
Leggerezza,
sf.
Al?irìr, tr. Alleggerire. Alzirì
I
U
ìri.
Al^re^.
PI.
]
—
Al?ìreja,
Alu^è, intr. Alloggiare, (v. Luzér).
sol.
ira
j
Intorbidire
(di
]
Amache
Prt.
—è F. — èda PI. F. — èdi. PI.
Alvé
—è P. — éda PI. F. — édi. PI.
Acva amachéda, Acqua torbida. Amale, sm. agg. prt. Ammalato. PI. Amale
1
Alvéda, sf. Alzata gioco delle carte).
|
Scolmata
(nel
PI. il
|
mazzo
Pt. Al^é
—è F. — éda PI. F. — édi.
F.
éda
—
èdi.
Amalé^ Tifoso (in senso sportivo). Amalèss, rfl. Ammalarsi. Amaléss par eh' j' étar, (F.) Ficcare il naso nelle cose degli altri. I
]
PI.
Alfìr, agg. Leggero, vole (di bicicletta). PI. Al?lr
—
F.
Alzèdi. Al^ér, tr. Alzare Scolmare (nel gioco delle carte).
PI.
Prt.
Amale
— è F. — èda PI. F. — édi. PI.
Lieve
|
Scorre-
.\manadùra,
sf.
Vestito completo. Ap-
AMAN parecchiatura
|
Amdór, sm. Amdùr.
Bardatura (di cavallo).
Amanadùr. Amanchér, intr. Mancare.
PI.
PI.
Prt.
AMNU
10
F.
Amanché
—è P. — éda PI. F. — édi.
Amàndal, sm. Mandorlo. PI. Amèndal. (Lat. med. amandolus. GLE). Amàndla, sf. Mandorla, frutto
F.
PI.
del
i
amandula).
—
(Lat.
amarus;
«
amaro
|
PI.
F.
Ammannare ». Mai tre persone dovrebbero
partecipa-
I
contemporaneamente all'abbigliamento di uno perchè sarebbe causa di disgrazia.
Amaséss, rfl. Venire a un accomodamento. Ama§ér, tr. Aggiustare^ Riparare (F.) Appianare divergenze. (Nel dial. ravennate del sec. XVII, « amasar », accomodare). Ambén! (o Abén). E' un'espressione che vale: no, no; oppure: questo poi no; e respinge una domanda o una affermazione. E' una deformazione dell'it. « a, bene ». ]
Ambra, sf. Ambra. Ambróla, sf. (v. Mbróla). Ambulànt, sm. Venditore ambulante. PI. Ambulént anta ànti.
Ambulanza, sf. Ambulanza. PI. Ambulànz. Amdàja, sf. Medaglia, Decorazione. De' l'andàja d'or, d'arzént, ad brónz. Decorare di medaglia d'oro, d'argento,
Amicizia
Comunella.
]
]
sm. Aman-
|
Fé' l'amig.
—
ighi.
amicus). Amministrazión, sf. Amministrazione. Tné' l'a.. Tenere l'amm. (E' più dialettale Tné' i cònt).
(Lat.
I
Aministrér, (v. Ministrèr). Amlori, sm. Alloro. PI. Amlùri. Amnàcia, sf. Cornacchia nera. «
Mimacchia » (Spallicci). Amnacc. Amnér, tr. Condurre, Tirare
PI.
avanti.
minare, spingere avanti gli animali da tiro, con le grida e la frusta, DEI). (Lat.
Amné
Prt. PI.
F.
— è — éda F.
PI.
—
édi.
Amnér, int. Picchiare. (Lat. med. admenare, G-LE). Amnér, tr. Rimenare (pane e Prt. Amné.
pasta).
Amnéstra, sf. Minestra. Amnèstrar.
PI. I
No
supié' int l'amnèstra eh' la n' t' Non soffiare sulla minestra che ti scotta, Non ficcare il naso nel-
scota. le
Mietitura.
iga
Pace; Riconciliazione.
sf. I
non
bronzo.
PI.
sf.
sm. Americano. «maricàn»).
Amìg
—
PI. F.
]
Amdàj. Amdènda, PI. Amdènd.
am-
Far pace, Riconciliarsi.
re
di
agg.
dialettale
Amìg, agg. Amico, Intimo Drudo.
re,
—
indoeuropea
te,
In senso figurato, « amanér », conserva ancora il significato di « Apparecchia-
F.
rad.
»).
Amicizia, sf. PI. Amicizji.
Amane
—
èri.
Americhén.
PI.
Vestire Bardare, Metfinimienti a un cavallo. tr.
—è F. — éda PI. F. — édi.
F.
èra
(E' più
PI.
PI.
Amér
—
American,
Amàndal.
tere Prt.
òri.
PI. F.
mandorlo.
Amanér,
—
Mdor). Amér, agg. Amaro.
(v.
(Lat. pop.
óra
PI. F.
PI.
PI.
—
Mietitore.
facende che non ti riguardano. agg. Minuto.
Amnud, PI.
Amnud
AMNU F.
—
PI. F.
(Lat.
*
a
—
(Lat.
med. menuclus, GLE). A l'ainnuda, Al sf. Minuta dettaglio. Forlì, «ad
al
Amor,
sf.
Si dice, al
amor
j'
]
1408,
pi.,
pi.,
menutum»).
More,
(v.
tanto « al
Mór).
mòr
»
che «
al
».
Amor, sm. Amore, Affetto
|
Gelso
|
Sapore.
Amùr. Dmandé' da
PI. I
fé'
l'amor. Fare
una
F.
ì
PI. F.
òrt.
Ampóla, sf. Ampolla. Ampól.
I
sure:
PI.
Bachèta,
(Lat. ampulla) Amsir, sm. (Dial. ant.). Messere. Amstìr, sm. Mestiere, Arte.
Barì'l,
PI.
Càna,
Amstìr.
med. mesterium, GLE). Amstùra, sf. Mistura.
I
Pan d'amstùra, Pan mescolo, Pane miscuglio di gra-
naglie; e mixturare, mescolare, GLE). Am§ùra, sf. Misura Ufficio pesi e |
misure.
Am§ùr. Fura d'am§ùra, Fuor
di misura. Prio-
dell'ordinario, Eccezionale. (Lat. med. mensura, misura, GLE). Misure e Pesi di Ravenna tratte dal Diz. di P. Uccellini. Misure lineari ^ m. 5,846 Canna di piedi 10 = m. 0,584 Piede di once 10 ri
I
:
Oncia Pvmto
Atomo
= m. 0,058 = m. 0,005 m. 0,000585
di punti 10 di atomi 10
*(G. Andrioli, Emilia) Braccio mercantile 12 once ^^ m. 0,64; Braccio da legname = 10 once m. 0,34 Misure di peso: Oncia di ottave 8 = Kg. 0,0289 Ottava Kg. 0,0036232 Libbra di once 12 Kg. 0,3478 Misure di capacità per liquidi I
:
I
Castellata di barili
Càn.
f.
pi.
pi.
(Canna)
(Barile) pi.
(Boccale)
(Canna)
Castlè, f. Castlé, pi. (Castellata) Fujèta, f. Fujèt, pi. (Foglietta) Livra, f. Livar, pi. (Libbra)
Onza, f. Onz, pi. (Oncia) Pè,*m. Pi, pi. (Piede) Pèdga, f. Pèdg, pi. (Tavola) Pònt, m. Pònt, pi. (Punto) Cvartaròla,
Cvartaròl,
f.
pi.
(Quarta-
role)
PI. I
Bachèt,
f.
m. Barìl, pi. Buchél, m. Buchèl,
(Lat.
di mistura. (Lat. med. mistura,
va- 3417,66
I
òrta
—
Mis. quadrate:
m2 34,1766 Tavola (Pèdga) Piede (Pè) mP0,3417 Misure cubiche: Piede cubo = 1000 once cube ^ m^ 0,199 Elenco alfabetico dei pesi e delle mi-
Amùrt
—
53,771 1,344
1. 1.
Tomatura (Tamadùra)
Ande' in amor. Andare in amore. Amori, agg. Spento, Smorzato.
PI.
-^
1. 0,3361 Foglietta *I1 barile rav. di bocc. 40 menzionato da A. Andreoli in Emilia è di 1. 54,14, ma si tratta di misure nuove. Misure di capacità per aridi: = hi. 1,7413 Sacco di stala colme 3 = hi. 1,7252 Sacco di staia rase 3 ^ hi. 0,5804 Staio colmo Staio raso di quartarola 4 = hi. 0,5750 Quartarola di scodelle 25 = hi. 0,1437 = 1. 0,5751 Scodella
di-
chiarazione amorosa. I
Barile di boccaU 40
Boccale di fogliette 4
i.
Amnuda, minuto,
AMSU
11
15
1.
806,569
Sac da 3 (Sacco di Scudèla,
stèra.
f.
3
m. Sèc da
3 stéra, pi.
stala)
Scudèl,
pi.
(Scodella)
m. Stèra, pi. f. (Staio) (Il mezzo staio si chiama M?en). Tamadùra, f. Tarnadur, pi. (Tornature) Misure di capacità per aridi di Rav. (Da Emilia di A. Andrioli), Mis. nuove: Sacco - 3 staia colme litri 180,17 Stèr,
I
Staio coleo - 4 quartarole
=
delle
litri
Staio raso
^=
100 sco-
60. 05 litri
57,05
Monete di Raverma: Scudo romano (d'argento) I
Testone o pezzo da chi
-
lire
lire
lire 5,32;
3 baioc-
1,59;
Papetto o pezzo da chi
3 paoli 2 paoli
20 baioc-
1,06;
Paolo o pezzo da 10 baiocchi lire 0,53. Misure di lunghezza di Forlì, seconI
AMUC do
il vecchio sistema: 10 piedi Pertica (pédga) Braccio di tela (braz>
Braccio di panno Piede (pè) = 10 once I
Misure
superficie
di
Tomatura (tarnadura) m^ 2383; quadre quadra
Pertica
quadri
--^
m^
4,88 0,62
0,49
100
piedi
83. :
)
I
--
144, 32
1.
-
2 mezzini
4 quarti
=
16
72,
Quarto (cvartaròla) =
4
Pesi I
Prt. PI.
intr.
e
Sommare. Amunté
—
è
tr. |
tr.
farina,
spegnere
(v.
Ammontare polvere).
Intridere
|
•
Smorzare,
Murtér).
Amurté
Prt.
—è — éda PI. F. —
PI.
0,329 0,024.
Ammontare, ACostare.
édi.
Am?anén, sm.
pi.
Soffitta,
Stanza a
tetto.
Amzèta,
Mezzetta. Tipico boccale fondo bianco e fiorami azzurri, con cui si mesce il vino. Bocsf.
di terra cotta, a
cale. PI. Am?;èt.
in
Libbra (livra) ^- 12 once ^ Kg. Oncia (ónza) ^ 8 ottave -- Kg. Amucér, tr. (v. Mucér). Ainulèr, tr. (v. Mulér).
Amuntèr,
édi.
«
m?èta
»
o « amzèta
sura di vino in
(Forlì):
scendere,
(calce,
La
provende
18,04.
1.
—
Amurtér,
F.
Misure di volume 1000 once cube = m^ 0,116 Piede cubo Misure di capacità per gli aridi ( For. 2 stala Sacco (sac da dò stera) Staio (stèr)
èda
F.
PI.
0,74
(Forlì): 100 pertiche
(pedga)
23,
—
P.
m. = m. = m. = m.
I
1.
AMZE
12
»
Romagna
uso nei secc.
XIV
e
era ima mie in
Toscana
XV.
N. Massaroli, citando il Minucci dice che misurava la quarta parte del boccale fiorentino, ma è logico che per chiamarsi « m?èta », mezzetta, doveva corrispondere alla metà di un'altra misura che non fosse il fiasco. (Lat. med. mezeta, recipiente di terracotta,
Amzèta
GLE).
AN
ANGH
13
Da misura divenne poi un semplice boccale per vino e acqua come attesta una distinta di Rav. del sec. XIV in cui si dice che nella fabbrica di Antonio Badai si producono « mezzette lunghe, piccole, e basse ». avv. Lo scorso anno. An, sm. Anno PI. Èn.
Andér, intr. Andare. Essere da Aver corso (di moneta). Prt.
Andghér, Àndit, doio.
sf.
Anatra.
Pi.
Anédar,
j
dall'indoeuropeo ant-,
Anàdra 'd vaia, Germano reale. Anàdra casaléna. Anatra domestica. Anca, sf. Anca. Osso che è tra il fian-
co e la coscia (detto anche Ancón). (Dalla supposta voce germanica hanka). Ancòn, sm. Anca. Osso tra il fianco e la coscia.
sec.
XVII;
di pittura (GabFrottola). Dal bi-
ancone »). Ancura, sf. Ancora. Àncur. Ancurér,
tr.
—è — éda PI. F. — èdi. Andamént, sm. Andamento. Andànt, agg. Andante,
buona.
alla
Andént
—
PI. P.
ànti.
Ande, prt. agg. (v. Andér) Finito, che ha fatto il suo stato, che si è esaurito, consumato. Ande a la ba§a, Decaduto. Andéda, sf. Andatura. Modo di camminare Andata L'andare Striscia di erba falciata; varco che il falciatore lascia dietro di sé o che apre davanti |
I
I
a
|
|
sé.
Andédi. Fé' im'andèda. Aprire un varco (lungo il campo da falciare). PI. I
,
Bertinoro).
Narra il «NovelUno»: «...Una colonna di pietra era nel mezzo del caalla quale, forestiero era
come entrava dentro menato;
e
ad
una
erano,
condel cavallo, o arme, o cappello che avesse. E come a sorte gli dava, cosi era menato alla casa per lo gentile uomo al quale era attribuita quella campanella, ed onorato secondo suo grado ». E' detta
anche Culòna
anta
—
Anela, sf. Ghiera Anello (da muro) Campanella. PI. Anèh. Culóna dal j' aneli. Colonna delle campanelle o Colonna dell'ospitalità (di
delle campanelle che ivi veniali mettere le redini
Ancurè
F.
F.
sf. Campanella, Cerchietto. Aneli. Cavèja dal j' aneli, Caviglia dalle anella, dai sonagli. E' il simbolo della vecchia Romagna.
Anela,
PI.
il
Ancorare.
PI.
PI.
il
(Lat. anellus).
stello,
PI.
Prt.
(Manca
I
zantino eikóna, immagine. (In un docum. di Forlì, del 1500, è detta «
Anatre
pi.
[
Ancón. Ancona, sf. Quadro
PI.
busio,
sm.
maschile). Anel, sm. Anello. PI. Anèl.
«anatra»). (
Annata.
sing.
anas,-tis;
(Lat.
sf.
Corri-
Anédi.
PI.
Anàdar m. — èdar.
Anghér). Androne, .'\ndito,
(v.
sm.
Anéda,
mio compleanno. Anàdra,
Ande
—è F. — èda PI. F. — èdi.
Fnì' j èn. Compire gli anni. E' de ch'a fnèss j' èn, Il giorno del
PI.
mo-
PI.
j
I
di
|
I
di frustir.
Angari, sf. Angheria, Sopruso. PI. Angari. Angarièr, tr. Angheriare. Prt.
Angariè
— è F. — éda PI. F. — èdi.
PI.
Anghér, Prt.
tr.
Annegare.
Anghé
— è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
(Come
il
latino necare,« uccidere
».
dal-
ANCO indoeuropea nek-
radice
la
ANUJ
14 « far
moI
rire »).
Angòn, sm. pi. Stanghe della barella con cui il contadino trasporta il fieno. Purté' a ca e' fén cun j' angón. Portate a casa il fieno su due stanghe. E' voce che viene dal greco ankòn cur-
I
I
Anma Anma Anma
licci). ]
Tire'
I
vatura del braccio, forse giunta a noi attraverso il lat. medioevale ancon-onis. Nel Napoletano antico « angone » significava ramo ricurvo; nell'Irpinia significa ramo (ancono) che è il significato più vicino al nostro.
Angva
'd...,
Sangue
Porco
di...!,
Anibiér, imp. (v. Nibièr). rfl. Armebbiarsi E' temp u I
tempo
di...
anebia,
annebbia. Animél, sm. Animale. PI. Animèl.
II
posto
cadù che sia
si
so l'ànma cadù, Rimettere a l'anima. Colui che ha « l'ànma è
»
una suggestione
affetto da fa ritenere
che l'anima gli discesa in basso. Questa anima non gli
comunque
è
lo
ma
spirito,
l'estremi-
tà dello sternq chiamata « ànma de pét », anima del petto. Per queste considerazioni io tradurrei « ànma cadù » con anima caduta (in basso).
j'ànom. Contare le anime, censimento. Anména de cuscén, sf. Traliccio del guanciale o del cuscino. ]
s'
Anima in pena. danéda, Anima dannata. cadù, Anima dannata (A. Spalin pèna^
Cunté'
al
cioè fare
'
il
Anmén.
PI.
La roba vècia la mòr int al man di cvajòn, La roba vecchia (cioè gli animali vecchi) muore in mano agli scioc-
Anònim, sm.
chi.
ònim. Anónzi, sm. Annuncio, Notizia. PI. Anónzi. Anta, sf. Passaggio (Dal lat. med.
I
tr.
e intr.
Animare, Prender
Scuotere.
vita,
Prt.
Anime
—e — éda PI. F. — édi. F.
Anivar§éri,
sm. Annuale, Anniversa-
Anlér,
tr.
i
il
sf.
passaggio;
il
Antenna.
I
éda
—
Pagamento
an-
In antèzip, Prima del tempo, In an-
ticipo. édi.
|
|
|
I
|
nime).
Anticòr, sm. (Imprecazione), cardiaca, Accidente.
Colpo,
Paralisi
Questa imprecazione data da almeno due secoli (1700). v. P. Santoni, op. cit. Antipati,
sf.
Antipatia,
Avversione.
PI. Antipatì.
Antipatie, agg. Antipatico. Antipétic F. àtica PI. F. -- àtichi Anton, sm. Verdone (uccello) Striscia ottenuta falciando fieno, strame, PI.
—
i
ecc. PI.
Androne. Anton.
Anudadura, sf. (v. Nudadura). Anudér, Annodare. Anujé, agg. prt. Annoiato, Attediato. .
La bònànma. La buon'anima.
Ànma
radio.
Antèzip, sm. Anticipo,
-- è
—
Antèna dia
ticipato.
Anlìn, sm. dim. Anellino. PI. Anlìn. Anlìna, sf. dim. Campanellina. PI. Anlìn. Anlón, sm. acc. Anellone. PI. Anlòn. Ànma, sf. Anima, Spirito Punta dello sterno (Anma de pét) Bottone Seme (di zucca, cocomero, mellone, cetriolo) Nòcciolo (di pesco, albicocco, prugno, susino) Seme (di pero, pesco, nespolo). PI Àman (semi o bottoni); Anóm, (a-
I
Antèna, Antèn.
Inanellare, Mettere l'anello.
Anlé
PI. F.
j
—
PI.
PI. Anivar§èri.
P.
ònima
I
rio.
PI.
F.
Anonimo.
anditus[?]). Ave' l'anta. Avere diritto di passare.
PI.
Prt.
—
F. PI.
Animér,
agg.
Anónim
PI.
spréda.
Anima
disperata.
ANUJ
PI. -- e
Anujè éda
PI.
—
F.
—
PI. F.
APON
15
Anujér,
tr.
Annoiare, Attediare,
rfl._
—
òri.
Annunciare.
tr.
Visione. Aparizión, sf. Apparizione Aparizión. InnaApa§iunéss, rfl. Appassionarsi morarsi.
Anunzié
|
PI.
]
Anuvlèss, imp. Annuvolarsi. Anvél, sm. Annata, Annualità. Sempre in relazione alle annualità agri.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Apartèr, tr. (v. Partér) Apastér, tr. (v. Pastér) Apél, sm. Appello, Richiamo, Ricorso. Apelcss, rfl. Appellarsi, Andare in
cole.
Anvèl.
(Dal
analis
lat.
come
l'ant.
francese
anvel, « annuale »). Ad tot j' anvèl, Di tutte le annate. 1
Anvód, sm. Nipote PI.
F.
(v.
Nvòd).
PI.
oda
PI. F.
—
F. òdi.
Apèlt, sm. Appalto.
Anzal, sm. Angelo. PI. Èn?al.
PI. Apèl.
Sègn dl'ànzal, Segno dell'angelo è macchia bluastra della vena che
I
la
attraversa la radice del naso. Si credeva che chi aveva quel segno dovesse morire giovane. Anzi, avv. All'opposto. Anziàn, agg. sm. Anziano. PI.
F.
Anzién àna
—
PI.
F.
—
appello. Prt. Apelè
—è — éda PI. F. — édi.
Anvud
—
A
I
Prt.
—è P. — éda PI. P. — édi.
Prt.
Apié
—è F. — éda PI. F. — édi. Apiér e' fug Apiér e' lóm. Apighèr, (V. Pighér). Apòggr, sm. Appoggio, Sostegno, Aiu1
to.
Appannare, Offuscare. |
Vidr' apa-
nè, Vetri opachi.
(Usato generalmente nelle forme
Apané
Più usa-
PI.
j
ócc apanè, occhi smorti.
Prt.
Apiché
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
sive).
Apichèr, tr. Impiccare rfl. ImpiccarImpigliarsi (delle bestie). |
si.
).
palto. Prt. Appalta
tr.
stento.
Apicultura, sm. Apicoltura d vèspar, Fé' d'év. Apiér, tr., Accendere.
Apaltadòr, sm. Appaltatore. PI. Apaltadùr. Apaltér, tr. Appaltare, I>are in ap-
Apanèr,
Appena, Tosto, Subito,
Apèna, avv.
to: Fé'
ani.
(Anche Inziàn
1
Apparenza.
— èrs F. — èra PI. F. — èrsi.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Parvenza,
PI.
Anunzièr, Prt. PI.
sf.
Apérs
Prt.
óra
PI. F.
édi.
Aparìr, intr. Apparire, Comparire.
Anunziadùr
—
—
Aparénza, PI. Aparén^.
Anunziadór, sn. Annunciatore. F.
éda
PI. F.
Stufare. PI.
—
F.
édi.
rifles-
PI.
Apógg.
Apònar
(v. Upònar). Apònt, sm. Osservazione, Nota. PI. Apònt. aw. Appunto, A punto. ]
I
Rimarco.
APOS
ARBA
16
Aposta, avv. Apposta, A posta, bella posta. Aposta ben, Appositamente.
A
Apuntlér,
Apòstul, sm. Apostolo. PI. Apóstul. Aprufèt, sm. Abuso, Sopruso. PI. Aprufèt. Aprufitadór^ sm. Abusatore. Ck>lui che abusa a trar profitto da determinate circostanze. F.
Aprufitadùr óra
—
F.
PI.
—
Puntlé Aquadéla,
Abusa-
Aquadèl. mediev. aquadella. GLE). Aquadèz, sm. Vinello di infimo ordine Vino molto allungato. (Lat. med. aquadicium, vinello, GLE). Aquarò^, agg. Acquoso. I
Aprupriéss, rfl. Appropriarsi, possessarsi indebitamente.
Im-
Acquastrén. Aquaròla, agg. (v. Acvaròla). Aquàtic, agg. Acquatico.
—è — éda PI. F. — édi.
Aquera
tr.
Approvare,
Dare
l'ap-
Apruvé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
—
Buon PI.
Appetito.
sf.
Bon
aptìt,
(Anche
aptita e
Bon 'aptita. Bona
prt.
Raccomandato
'ptit.
Appoggiato (F.) (Apugé da
tr.
Appoggiare
Prt.
ó§i. rfl.
Arrabattarsi
|
Arran-
|
Aiutare, So-
Arabaté
—e F. — éda PI. F. — édi. PI.
Arabi
|
dall'alto
l'élt).
Apugér,
Compera.
giarsi.
.
Apugé, agg.
—
Arabatèss,
api)etito.
Aptìt
(v. Cvera). Aquèst, sm. Acquisto, PI. Aquèst. Aquós, agg. Acquoso. PI. Acvù§. F. ò§a
PI. F.
Apfé§, sm. Assesso. PI. Ap^è^. [
Aquétic.
PI.
provazione.
Aptìt,
ó§i.
sm. Acquitrino, AcquaTerreno intriso d'acqua.
strino,
PI.
ptit)
—
PI.
F.
Prt.
òsa
PI. F.
Apruprié
Apruvér,
Acquarù§
—
Aquastrén,
I
Prt.
flu-
PI.
Profittare.
re
Spillancola (Cobitis
(Lat.
F. |
sf.
viatilis).
PI.
òri.
Aprufitèr, intr. Approfittare
Puntellare, Mettere pun-
Prt.
I
PI.
tr.
pali di sostegno.
telli,
(v.
Rabì).
Aracmandèss, rfl. Raccomandarsi, (v Racmandér). Aracmandèss a bra^ in orò?, Raccomandarsi a braccia in croce. Aragajéss, rfl. (F.) Far la voce grossa. Detto anche del cane che abbaia con accanimento. Rogare. I
stenere Prt.
I
Spalleggiare.
Apugé
— è, F. — éda PI. F. — édi. PI.
Apunèss,
rfl.
Prt. Aragajé.
Aràn^, agg. Arancio.
Posarsi.
Apunè
Prt.
Arén?. Arbajòn, sm.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
nome
Apuntamént, sm. Appuntamento, Convegno.
Apuntamént. Apunté, sm. Appvintato
PI.
lit.)
PI.
.
Apuntè.
(grado mi-
qualsiasi
indica con questo varietà di erba che
Si
cresca molto alta. PI. Arbajòn. Arbalòn, (v. Arbéla). Arbalzér, int. Rimbalzare. Prt.
Arbal^.
Arbarol, sm. (Dialetto antico). Erbaiolo.
AREA (Lat.
med. herbarolus. GLE). Ribadire,
int.
,
re.
Arbatù
Arblédi. Arblér, tr. Ripiegare all'indietro (una
PI.
unghia.una lama). Arbòt, agg. prt. Rovesciato, Allettato. Ribaltato. Di biade e alberi '
— ù PI. F. — udì. F. — uda
PI.
PI.
F.
Arbàtar i cùdal, Ammaccare le zolle rimaste dopo l'erpicatura. Arbàza, sf. Erbaccia. (Lat. med. herbazum, erbaccia. GLE). Arbèg, sm. Ribeca o Ribeba. Antico strumento musicale ad arco con due tre corde dei sec. XIV e XVII, di origine araba (rabàb) chiamato « rebeb » in Spagna e in Provenza. Nel poema Pulon Matt è chiamato « rbghin », ribecchino, e « arbega », ribeca. « Arbèg » viene ora usato per dire « persona mal fatta, tutta contorta », con allusione all'estremità superiore a becco della ribeca. Arbél, sm. Erbale. Si componeva di veccia, avena e fieno greco. Arbèl.
Arbél?. 'D rózl' e d'arbélz, (F.) A furia di spinD'arbél?, Di rimbalzo. te Arbghér (v. Arbighér). Arbia^ér, tr. Ribiascicare (F.) Bor1
bottare, Brontolare fra i denti. Se si riferisce a una bestia significa. Mangiare di malavoglia. Arbighér, tr. Trascinarsi dietro, Condurre via a viva forza. (Gabbusio, in op. cit., scrive: « Arbgar dri una piegora ». Strascinarsi dietro |
una pecora).
dal
òti.
E
pé' eh' l'epa arbuli, sofferto per fermentazione. Così di persona di costituzione debole. Arbulìr, Int. Fermentare (Riferito a foraggio e granaglie). |
Sembra che abbia
Prt. PI.
Arbuli
—
i
Risuoint. Ribombare nare Echeggiare. Arbutér, tr. Rovesciare, Abbattere. Prt. Arbuté
Arbumbér,
i
j
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Arcadùda, sf. Ricaduta (di malattia) (F.) Ritorno di fiamma.
I
Arcadudi. Arcàp. sm. Recapito, Ricettacolo Manutengolo, Ricettatore.
Arcàp dei
di lèdar, Recapito,
ladri
|
Manutengolo.
lat.
GLE). Arbìna grà§a,
med. herpegare,
acre). Arbitrèri, agg.
sf.
Erba pignola.
erpi-
ricettacolo
roba rubata. senso dispregiativo.
di
Ha sempre Arcaplér,
Rincaplér).
tr. (v.
Archéda, sf. Arcata Gesto ampio del seminatore. (F.) (F.) Parlata piena di enfasi Dèi dl'archéda, (F.) Parlare con enfasi. |
!
]
Archédi. Archèt, sm. Archetto. Bacchetto piegato ad arco con un lacciuolo per catArchetto per istruturare uccelletti menti a corde. Piante' j' archèt, Mettere gli archetti (per uccellare). PI. Archèt. Arciàm, sm. Richiamo, Zimbello (vivo). Uccello che con la .sua presenza o col suo verso ne attira altri. PI.
PI.
Arbitrario.
|
Ricettatore
j
care.
(Sedum
—
I
Arbighé
PI. — è F. — éda PI. F. — édi.
(Forse
òta
F.
Arbuli, agg.
PI.
Prt.
—
PI.
Arbél (sm.), o Arbèla, sf. Canapiglia. Arbél?, sm. Rimbalzo. 1
Arbut
PI.
I
PI.
Arbitrio, Volontà. Arbléda, sf. Rintuzzata, Piegatura (di punta, di taglio).
Arbìtar, sm.
Rispondere. il chiodo dalla parte opposta piegandone la punta e facendola rientrare nel legno. Ribattere, Contraddire, Respingere, Insistere, SocchiudeArbàtar, Rintuzzare
Prt.
ARCI
17
I
Arcèm.
U§èl d'arciàm, Uccelli da richiamo.
ARCI Arciamér, Prt.
ARDU
18 tr.
Ardì, agg. Ardito
Richiamare.
Arciamé
—è — éda PI. F. — édi. PI.
PI.
F.
F.
j
Arciapè
PI. — è F. — éda PI. F. — édi.
Arciuté,
tr.
Arcnófar, PI.
F.
— —
PI.
Ricoprire.
tr.
Riconoscere, Ravvisare.
Arcnusù ù uda
Prt.
F.
—
udi.
Arcold, sm. Raccolto, Raccolta. PI. Arcùld. Ninz arcold (pron. ni^ arcold), Pri-
ma I
del raccolto. arcold, Dopo il raccolto. II contadino, fino a non molti anni fa, quando dava inizio a un raccolto diceva « In nom ad Di », o solo « di Di », cioè nel nome di Dio ; e terminava con « Signor a v'aringrézi » cioè, Signore Vi ringrazio.
Dòp
I
:
:
Nom ;
Arcòn, sm. Arcone. E' pé' cone.
un
Sembra un
ar-
recòcta,
GLE).
Arcunè, agg. prt. Arcuato. Arcunzel, sm. Arcuccio, Arconcello. Arnese fatto di striscie ad arco da mettere sulla culla per distendervi un velo da mettere in un letto onde sollevare coperte o lenzuola sopra una gamba inferma. PI. Arcunzel. Arcurdér, tr. Ricordare, Rammenta|
Commemorare.
—§ F. — éda PI. F. — édi. PI.
1
—
idi.
giorno di sole e fu fatalmente colpito
da un fulmine. Nella leggenda è evidente il castigo divino per l'Ardonda, che è tutt'uno con Teodorico, colpevole di crudeltà verso i cristiani. Ardópi, sm. Raddoppio. Ardò§, sm. Persona rachitica.
Min-
gherlino.
Ardóf. Prt. Ardót, sm. Ridotto, Ricetto. Acconciato. Condotto Ridotto Nel caso che il marito vada a coabiPI.
|
|
]
genitori della moglie si usa questi « j' ha fai l'ardót », hanno fatto il « ricetto » hanno dato ospitalità (v. ardusar). tare dire
coi
che
Ardént, agg. Ardente (di fuoco). Fug ardént, Fuoco, bragia ardente.
Legame
di
rametto attorcigliato.
PI.
Ardòt.
(v.
Stròpla). ant. «ritorta», dal part. pass, del retorquere, retortus).
(It. lat.
Ardupiér,
;
Menzionare Arcurdè
ida
F.
Ardónda, sf. Rotonda. Tomba di Teochiamata in dialetto anche dorico « Capè] a d'Ardónda » per cui «Ardónda » diviene un personaggio favoloso. Vuole una leggenda popolare che Ardónda si facesse costruire la nota « rotonda » perchè gli era stato predetto che sarebbe morto fulminato. Uscì un
pia.
PI.
Prt.
di
Ardóta, sf. Racolta (di biade, di acqua, di gente). Adunata, Massa. PI. Ardóti. Ardota, sf. Ritorta, Stroppa, Strop-
Arcòrd, sm. Ricordo. PI. Arcùrd. Arcòta, sf. Ricotta.
re,
bene
;
arcòn, (F.)
I
Arcòt. (Lat. med.
sta
Ardì
—
PI.
Arciapér, tr. Ripigliare, RicominciaRiprendere. re, Riattaccare Prt.
Che
1
salute.
Prt.
tr.
Raddoppiare.
Ardupié
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Raccogliere, Ardùsar, tr. Ridurre Portare a Riimire (cose sparpagliate) casa (roba dal campo) Adunare Con|
|
|
durre. Prt.
Ardót
— ót F. — óta PI. F. — PI.
-
óti.
|
AREC
ARGU
19
Areclàm, sm. Pubblicità (a carattere
darius).
commerciali). I
Areclàm
PI.
furtùr,
di
(F.)
Faccia
al 1925 qualche coppia nidificava ancora nelle nostre campagne. Ora è scomparsa, distrutta dai cacciatori, o a causa delle nuove culture arboree. Argàza da la coda longa. Gazza ladra. Uccello che somiglia a un piccolo corvo, bismco e nero, dalla lunga coda. Cazzerà comune. Picarustica o Pica
dispeptico.
Areclèm. Arèndass, Prt. Arè§ PI.
— i§ F. — esa PI. F. —
rfl.
Arrendersi.
I
PI
è§i.
Arare. E' più comime l'uso di «-lavuré » ma nelle cante alla « bioj ga » è frequente anche « arér ». Arfàt, prt. agg. Rifatto, Rimesso in salute, Rimesso in' sesto, Ripreso, Riavuto. .Che ha superato una crisi. Arèr,
tr.
Bdócc arfat, (Pidocchio rifatto, Nuovo arricchito). Villan rifatto. Arfél, (v. Vaca). Arfèr, tr. Rifare Rimettere in carne, o in salute. Prt. Arfàt I
|
— et F. — àta PI. — P.
àtl.
Arfè' òn. Rifare uno. Rinnovare uno. Così si dice quando a un neonato si I
impone
nome
un parente
defunto. Arfiadér, int. Sfiatare. Lasciare uscire aria. Detto di palla di gomma, di camera d'aria, di recipiente mal sigillato, di valvola di pneumatico. il
Arfitér, Prt.
di
Subaffittare.
tr.
|
I
Rigermogliare, re polloni dalla ceppaia. Prt. Arfiuté 1
Mette-
—è F. — éda PI. F. — édi.
za marina, G. ciarliera. (Lat. med. aregaza, specie
GLE,
lat.
di
gazza,
gaja, «gazza»).
Arga?òt, sm. Gazzerotto, ghiandaia e di gazza. PI. Arga?ót. Arghéi, sm. Ragaglie.
Nidiaceo
di
(Lat. regalia).
Arghèta, sf. Erba zolfina. Caglio. Arghéval, sm. Rigogolo. Uccello della famiglia dei tordi che era molto frequente nelle campagne romagnole quando c'erano querce. Ora è quasi
completamente scomparso. U m' pé' un arghéval, (F.) Vestito a
\
smaglianti. tr. Ingabbiare. Arghitér, tr. Rigettare,
colori
Arghibér,
Vomitare.
Rècere. Prt. Arghité PI. è
Argnòn, sm. Rene, Rognone. Argnòn. (Lat. medioevale argnonum).
PI.
Argì, sf. Energia, Forza, Vitalità. Ardore. Argói, sm. Rigoglio delle piante Orgoglio dell'uomo. Argór, sm. Sapore, Sapidità, Sajiorosità. Vigore (del vino). I
|
I
.\rguainiss,
PI.
Argai, sf. pi. Rega;:;lie. (Lat. regalia). sf.
Argà?a 'd maréna, Ghiandaia mariCornacchia celeste, C. azzurra. Gaz-
(v.
Argvainiss).
Arguardè, prt. Riguardato, Che riguardo alla propria salute.
PI.
Argà^a,
,
na.
F.
Arfiurìr, int. Rifiorire. Prt. Arfiurì. Arfìùt, sm. Rifiuto, Ripulsa Pollone, Virgulto Scarto. PI.' Arfìùt. Arfìutér, tr. Rifiutare, Respingere,
Rinunciare
caudata.
— — éda PI. F. — édi.
Arfìté è
— P. — éda PI. F. — édi. PI.
Argà?.
Fno
da
Ghiandaia (Garolus glan-
F.
Arguardè éda
—
PI. F.
—
édi.
Arguèrd, sm.
Riguardo.
ha
ARGU
ARMA
20
Arguerd.
PI.
Arivér,
intr.
Argumblér (v. Ringumbér). Prt. Argumblè
Raggiungere Prt. Arivé
PI.
PI.
F.
F.
—§ — éda PI. P. —
édi.
Secondo S. Muratori deriva forse da un lat. recumulare. Arg^vainìss, intr. Rimettere nuovi germogli dopo l'ultima falciatura o quando la pianta deve maturare il seme (detto specialmente dell'erba medica) Germogliare a fine stagione. Generare nuovi semi a frutto maturo (detto del cocomero). Aribir, intr. Arrabbiare (nel dialet|
I
to antico), (v. Pusta).
GranAriel, agg. Regale, Superbo dioso. PI. Ariel F. èia PI. P. èli. Ari§ghéss, rfl. Arrischiarsi, Aver coraggio. Prt. Ari§ghé PI. é F. éda PI. F. édi. Arichìr, tr. e int. Arricchire. |
—
—
— —
Arichi
Prt. PI.
F. PI.
—
— — ida
—
véce
rfl.
Incurvarsi
|
Ripie-
s'arimpéna, Tutti vecchi s'incurvano. Arimpìr, tr. (v. Rimpir). Arinfinéss, rfl. (v. Rinfinéss). i
i
i
PI.
PI. F.
—
|
Tu§
PI. Arlè§.
Arlév, sm. Allievo. glio (zootecnia). PI. Arliv.
Discepolo
i
Fi-
Arlòn, sm. Edera, (v. Rèi). Arlòn. Arlùsar, nt. Rilucere, Luccicare Trasparire, Traslucere. L'arlùs com.a una candéla, Traspare come una candela. Detto di uno che PI.
|
}
sia
giallo.
Arlusént, agg., ps.
Risplendente, Ri-
lucente.
Trasparente.
Sòl
arlusént.
Sole
che
traspare. PI.
F. PI.
Arlusént a
—
F.
—
i.
Armacòl, sm. Cappio. (Traslato macollo). Armadiira,
sf.
di ar-
Impalcatura (da mura-
Armadùr.
car, Insieme di travi che, disposte sul piano del carro, con-
sentono un maggior carico con più sicura stabilità. Alcuni vi includono anche le sponde
|
Attrez-
l'ariùt,
Volere,
chiedere
la
Armamént. Armandèr, tr. Rimandare, Rinviare,
PI.
ri-
vincita.
De'
Residuo.
lattia).
ri-
vincita.
I
riesce nuova. (di ima ma-
zatura.
òsi.
sf. Eresia. (Anche Risi). Ariùt, sm. Rivincita. Partita di
Avlé'
Conseguenza
e' Ghibòn de car. Armajol, sm. Armajolo. PI. Armajùl. Armamént, sm. Armamento
Arisi,
I
Arle§, sm.
no
Ariù§ ó§a
—
La m'ariva nova, Mi
I
a rastrelliera, ma quelle si chiamano solo Spond, che sono quattro e forma-
Arinsir, intr. (v. Rinsìr). Arió§,' agg. Arioso. F.
j
Armadùra de
garsi a tmcino.
Tot
Giungere
—è — éda PI. F. — édi.
PI. idi.
Arimpinéss^ j
Arrivare^ Riuscire.
tore.
ì
F.
[
Differire. Prt. Armandé
—è — éda PI. F. —
PI.
l'ariùt. l'ariùt.
I
Arìv, sm. PI. Arìv.
Concedere
la
rivincita.
Prendersi
la
rivincita.
Arrivo.
F.
,édi.
Armanèr, tr. Rimanere, Restare. Armane' sbadzè, Trasecolare.
ARMA I
A
ò annast..., Mi è rimasto...
j'
— èst F. — asta PI. F. — asti. PI.
la
'
Arma§èr, tr. Riparare una cosa per seconda o terza volta. Rassettare
Armònta, sf. Rimonta (di scarpe). Armór, sm. Rumore, Clamore, Confusione, Disaccordo, Malumore. Ave' dl'armór in ca. Avere del disacI
[
—
Prt.
(It. ant.
Arme
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
|
Germogliare I
di piante
e semi
Scapitare.
malumore fra
la
lat.
rumen,
-inis,
»).
intr.
Ammulinare, Far mu-
(di acqua, polvere, nevischio, (F.) Rivolgere, rigirare con la
vento) I
mente. ArmuIinèr, sm. Ammulinio.
Armè|.
I
1
nimicare; dal
rumine
Armulinér,
Armè^-cc, sm. Misto, Mistura. Armètar. tr. e int. Rimettere, Ravvivare Rimettere in carne Ripullu-
C'è
scontento
Armughé.
linello
Arméri, sm. Armadio. Arméri. (Lat. med. armarius, armadio, GLiE), Armèna, sf. Rimessa.
zir.
grumare, Rigrum.are.
«
PI.
dello
Armugadùr, sm. Il ruminare, il digrumare dei nmiinanti. Ruminazione. Armughéda, sf. Ruminata. PI. Armughédi. Armughér, tr. intr. Ruminare, DiPrt.
lare.
C'è
in giro, gente.
Armaci, sf. Rosume, Rimasuglio. Fieno che avanza alle bestie perchè sazie perchè non hanno buona bocca. Armér, tr. Armare. Fare un'impalcatura di protezione. Mettere del ferro in una gettata di cemento.
PI.
Armistizio.
cordo in famiglia. U j' è dl'amòr in
(abito). Prt. Anna§é PI. è F. éda PI. F. édi.
— —
Gmiscèl).
(v.
Armistìzi, sm. PI. Armistizi.
Armàst
Prt.
ARMU
21
I
Armundéda, sf. Ripulitura. Déss un'armundeda. Darsi una
ripu-
Rimettersi in sesto, Riaver-
;(F.)
lita
da una batosta. Ristabilirsi (in
si
sa-
lute).
Armundér,
tr.
Rimondare, Pulire, Ri-
pulire.
Armè§. Armintàna, agg. Armentaria. Mucca di armento. PI. Armintàn. Armintàna 'd pgnèda, Armentaria di
fregola emette contadino dice che « la s'armonda », si rimonda. « Armundéss » significa anche, in senso
pineta.
(Lat. latino
Prt.
I
Armis-cèda, sf. Mischiata, Atto, modo di mischiare, mescolare, miscelare. PI. Armis-cédi. Armis-cèr, tr. Mescolare, Mischiare, Miscelare. Prt.
Armis-cé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Armis-cèr. sm. Rimescolio. Armis-ciòn, sm. Mistura, Mescolanza, Miscuglio di sostanze o cose diverse. PI. Armis-ción. Armi^lèr. tr. Raggomitolare U s'è armislé, Si è raggomitolato. I
Quando
lato,
la
dalla
siero
mucca
in
vagina,
il
rimettersi in sesto.
med. remondare (ripulire), dal remundare). Armunì, sf. Armonia, Accordo, Con-
cordia. PI.
Armunì.
Armii^èr, sm. Raschio continuato per avvertire qualcuno o per stimolo naturale.
Armunì, sm. Raschio, spurgo in gola. (Anche Armusìr). Armu^ìda, sf. Raschio
more
del
Rumore di
gola,
colpo di tosse con cui
dello
Ruci
si
Bisogno
di
raschia la gola.
Armu§ldi. Armu^idùr, sm. Raschio
PI.
|
ARNE raschiarsi
in
Arnéda,
sf.
Raschìo Imbrattamento
gola
|
di gola. (di mal-
di
PI.
Amédi.
Arnér,
Infangare.
—è — éda PI. F. — édi.
Arpitér, int. Spetezzare.
(Per traslazione, dal latino arena, sabbia).
Arnè^ar, int. Rinascere, Ripullulare. Arnì§, sm. Piccolo essere (animale
uomo) smunto,
stentatamente.
denutrito, cresciuto (Dispregiativo di arne-
se?).
Amì§.
Cminzè' d'arnov. Ricominciare. Di' d'amòv^ Ripetere. Amuvér, tr. Rinnovare. Indossare per la prima volta (un indumento nuovo). Inaugurare (edifìci) Ripetere (domande, petizioni, richieste) Rinfrescare (la memoria con domande, avvertimenti, suggerimenti) Far I
|
I
|
|
rigermagliare (viti, piante) Rimutare vecchio col nuovo Sostituire (per|
il
|
sonale).
Prt.
Arplèr, Prt.
e'
pulèr,
Rifare
il
Cambiar razza o ceppo
pollaio; (di
gal-
Amuvé
—è — éda PI. F. — édi.
— óst — osta PI. F. — òsti.
PI.
F.
Arp5n§, sm. Riposo. Ristoro. No' ave' un mamént d'arpo§, Non avere un momento di riposo. Sté' d' arpòn§. Stare a riposo. Mètr'e' cor in arpóns, Mettere il cuore in pace. Arpòst, agg. Nascosto, Celato, Riposto. PI. Arpòst ;
I
j
—
F.
si,
Riposare
|
rfl.
Riposar-
Arpun§é
Prt.
Arpurté
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Tèra arpurtéda, Terra riportata, Terra di riporto. [
Arpzéda,
Rappezzata.
sf.
Arpzédi. Arpzér, tr.
PI.
sata.
è
tr.
Ristorarsi.
Arpun§éss, rfl. Riposarsi. Arpurtèr, tr. Riportare.
PI.
Arpa^é
òsti.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Arpasédi. Arpa^ér, tr. Ripassare, Rivedere, Rileggere, Ricorreggere, Dare una ripas-
—
Arpun^èr,
PI.
Aròst, sm. Arrosto. Aróst. Aròsta,' sf. Caldarrosta. PI. Aròst. Arparèla. sf. Raperella, Dischetto forato che si mette sotto il dado. PI. Arparèl. Arparèr, tr. (v. Riparér). Arpa§éda, sf. Ripasso, Ripassata.
osta
PI. F.
Prt..
—
salute.
Arpie
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
,peto.
Rimettere in
tr.
PI.
F.
Prt.
petidum
tosi col lat.
Arpónar, tr. Riporre. Arpòst
I
line).
peti
]
Prt.
Fé d'amòv, Rifare.
Arnuvé'
Emeter
per rabbia, dispetto patito (F.) Muoversi con fare risentito. Da repeditare, fS. Muratori). Forma-
F.
Arnov, sm. Rinnovo. D'arnov, Di nuovo, Nuovamente.
I
édi.
Arpègg, sm. Arpeggio, Pizzicato. Arné, agg. prt. Infangato, (v. Arnér).
Arné
(F.)
—
sicchiare.
tr.
PI.
1
éda
.Armu§ìr, int. Raschiarsi la gola, Tos-
F.
PI.
—
F.
Pi. F.
fango). Imbrattata.
ta,
Prt.
ARPZ
22
I
Mètar
rotto
che
e'
sul
Rappezzare,
,rot
int
l'arpzé,
Rattoppare. Mettere il
rattoppato. Modo di voler rimediare a
significa
dire
una
ARSA con un'altra in peggiore
cosa guasta stato.
Arsanér,
Risanare.
tr.
Arsane
Prt.
ARTA
23 r« arsura ». Ar^ièss,
rfl.
la stretta.
(Detto del grano).
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Ar§ié rfl.
Sentire
gnarsi (v. rfl.
Scaldér). Riscaldarsi
|
(F.) Ac-
re una mancanza. Pft. Arsintù PI.
calorarsi, Alterarsi. Prt. Arscaldé
F.
—è — éda PI. F. — édi.
— ù — uda F. — udi.
PI Arsintù, prt.
PI.
F.
Arschéld, sm., Riscaldo, Riscaldamento, Calore causato da eccessiva fatica; da indigestione o alterazione febbrile.
R.istendere. Arstér, intr.
U
Si rischiara rischiara. Prt. Ars-ciaré. s'ars-cèra.
tempo
(il
tempo).
si
Arscodar,
tr.
Riscuotere,
Stare, Stare dentro. A n' m'arscòd piò in ca, posto in casa.
Contenere.
rfl.
I
I
Arscòdass
I
tòt
int
(o abitare) tutti in
Non ho
più
Prt. Arscòst PI.
F.
— —
PI. F.
óst osta
—
F.
PI. F.
è
—
édi.
Arsulèr,
—è — éda PI. F. — édi. P.
Arsié, agg. prt. Rinsecchito. del grano che ha la stretta. arsié,
édi.
Arsughé
—
PI. F.
òri.
PI.
Gran
—
Arsuladùra, PI. Arsuladùr.
Ar§gadura, sf. Risegatura. PI. Ar§gadùr. Ar§ghéss, rfl. Risegarsi per effetto di continuo sfregamento di legaccio, o per sfregamento di carni. Prt. Ar^ghé
I
è
éda
Arsughér, tr. Rasciugare. Arsughé' e' pan, Far asciugare il pane prima della
PI.
óra
—
—
PI. F.
Prt.
òsti.
Arscuddur
—
PI.
cottura.
Arscuddór, sm. Riscotitore, Esattore. PI.
Restare. Arstrènzar, tr. Restringere. Arstupièr, tr. Ristopiare; Ringranare. Coltivare uno stesso genere (grano, frumentone, bietole) per due anni consecutivi nello stesso terreno. Prt. Arstupié F. --
una cambra. Stare una camera.
il
si
intr. Rispondere. Arspòst. Arspòsta, sf. Risposta. PI. Arspòsti. Arstèndar, tr. Stendere di nuovo.
Arschéld. Ars-ciarèda, sf. Risciacquata. Ars-ciarér, tr. e int. Rischiarare. Prt. Ars-ciaré Ars-ciaréss, rfl. Rischiararsi (del tem-
po).
Arsintìss).
rimpasta più. Arspóndar, Prt.
PI.
(v.
Arfót, agg. Ben cotto. Si dice che pane è Ar. quando la mollica non
Infiammazione.
j
Risentirsi, Dolersi, Sdele conseguenze, Senti-
I
Arscaldér, Arscaldéss,
Il
Prendersi
—
è Arsintìss,
PI.
PI.
Rinsecchirsi,
Grano con
Detto
la stretta,
con
Prt.
tr.
sf.
Risolatura.
Risolare.
Arsulé
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Arsunèr, intr. Risuonare. Arsura, sf. Arsura, Arsione, Siccità. PI. Arsùr. Artachér, tr. Riprendere, Riattaccare (il discorso). Artàj, sm. Ritaglio, polo. PI. Artéj.
Avanzo,
Scam-
ARTE
ARVU
24
Artèsta, sm. Artista Articiòc, sm. Carciofo. PI. Articiòc. Dall'arabo « ardi », terrestre, e « sauki », spinoso. Nel 1500 si italianizza con articiocco, (v. DEI). Articiòc sambédg, (A. di cóp). (Sem-
Arugànz.
PI.
Arustìr, tr. Cv. Rustir).
Arvèja, sf. Traslato del
come
Arrostire,
Bruciacchiare.
Piselli.
latino
(cicerchia)
ervilia
antico arvilia.
l'it.
Arvéna, sf. Rovina. Arvén. L'arvéna à j' arvinè la n' i fa piò gnit. La rovina non fa più niente ai rovinati. Arvèndar, tr. Rivendere.
previvum tectorum).
PI.
PI. Articiòc.
I
Articiuchéra, sf. Carciofaia. Articiucher. Artigiàn, sm. Artigiano.
PI.
— —
—ù F. — uda PI. F. — udì. PI.
|
rfl.
Arversa,
—
PI.
F. F.
Arvindri§, sm. Rivenditore al minuto. Arvindri§ Arvir tr. Aprire.
PI.
Prt. Arvi
— — ida PI. F. — PI.
Ridar
—è — éda PI. F. — édi.
intr.
Ritornare
|
Risorgere
Arvolt, sm. Risvolto Arvùlt.
— F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Arvolzar, tr. Rivolgere Rivoltare Arvolzar la paròla, Rivolgere la parola Arvòl?ar la tera, Rivoltare la
.
|
j
rfl.
Arruffarsi.
I
Arufè
terra.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Prt.
PI.
—
F. PI.
Aruféss còntra..., Avventarsi Arugànt, agg. Arrogante.
contro....
anta I
I
Arroganza,
Superbia.
F.
—
PI.
Arvult
òlti.
Arvolzass, rfl. Rivolgersi Contercersi. Arvultàia, sm. Capriola. PI. Arvultài. Fé al j 'arvultài, Rivoltarsi per terra.
ùnti. sf.
Arvolt; oltà
|
Arughént
—
ì
P.
Ridiventare. PI. é
Arugànza,
Ravvivare,
j
— — ida PI. P. — idi. PI.
I
PI. F.
Resuscitare
tr.
vita.
Prt. Arvivì
PI.
Arufèss,
idi.
Arvivìr,
F.
Artumér,
i
F.
Artimdé
—
Rovo (Rubus
fruticosus).
|
F.
rovescio.
Arvìd, agg. Spén arvid.
|
PI.
A
D'arvers, I
Artundài, sf. pi. Rimasugli, Ritagli. Artundér, tr. Arrotondare (Solo in Pareggiare siepi mesenso figurato) diante potatura o falciatura Potare piante ornamentali.
I
rovescia.
Arvèrs, sm. Rovescio. PI. Arvirs.
—è — èda — éda
Prt.
oppo-
I
Artuché
Prt.
Parte
Rovescia.
sf.
sta alla dritta. A l'arversa. Alla PI. Arversi.
Artóran, sm. Ritorno, Rientro. PI. Artùran. Artuchéda, sf. Ritoccata, Restauro. PI. Artuchédi. Artuchér, tr. Ritoccare, Restaurare. Prt.
Arvindù
Prt.
Artigién. Artirèr, tr. Ritirare. Contrarre Rattrappirsi. Contrarsi. Prt. Artiré PI. è F. èda édi. PI. F. PI.
Anticamente
lazioni
dei
(1811),
parroci
secondo le reDipartimento
del
ARVU
ASAN
25 Arzmént, sm. Arzmént.
Rubicone, «al j'arvultai » (rivoltao ritornello) era la visita che la sposa, condotta dal marito, faceva do-
del
tr. Arginare. gerere più il prefìsso dialettale di area settentrion. ar-). (
Dal
Prt.
Ar?né
—è F. — éda PI. F. — édi. Arzninìr, tr. Arzninì
Rimpicciolire.
Prt.
— — ida PI. F. — PI.
i
F.
idi.
A§, sm. Asso, (delle carte da gioco). Asse, Perno. (Lat. as, assis).
les.
J
PI.
PI. E§.
Asansción,
|
1
lat.
PI.
ma
Ribellarsi.
Istrumento.
Arznér,
giorni dal matrimonio alla propria casa natale, ove si tratteneva, con la madre, otto giorni. Dopo questo termine, un fratello del marito, in mancanza di questi il marito stesso, ritornava a prenderla. Ora si crede semplicemente che sia di cattivo augurio se la sposa va a visitare i suoi pridi otto giorni dal matrimonio. L'usanza delle « arvultàj » è conosciuta anche in Francia col nome di répétail-
po otto
Arvultéda, sf. Rivoltata, Girata. Arvultèdi. Arvultèr, tr. Rivoltare. Voltare di nuovo. Voltare dall'altra parte Mettere il rovescio nel luogo del diritto. rfl. (Oltre ai significati di cui sopra)
Attrezzo,
PI.
glie
f.
Ascensione.
(15
mag-
gio).
Sposalizio del mare a Cervia. Par l'A^ansciòn e' gran l'è in garnisiòn. Per l'Ascensione il grano è in granigione. E' de dl'A^ansción u n' s' mòv gnànc e' picìn int l'òv, II giorno dell'A. non I
Prt. Arvulté
—§ F. — éda PI. F. — édi. PI.
Arvultón, sm. tamento. PI.
I
Rivoltone
|
Appallot-
(
Arvultón.
Arvu?ón, sm. mettere il cibo
Rivoltatona. Atto del voltarlo con la lingua, come fa la mucca, e ingoiarlo. De' un arvuzón, Masticare in fretta I
e
mandar
in bocca,
giù.
Ar?arol, sm. Orzaiuolo, Orzarolo. Bollicina che viene sulla palpebra. PI. Ar?arùl. Ar?èl, agg. Arzillo. PI. Aiijèl
—
F. PI.
F.
a
—
Ar?ént,
Mercurio
i.
sm. Argento Ar?ént viv, Ave' l'ar^ént viv a dos, j
|
) Non poter star fermi. (Lat. argentum). Ar?inté, agg. Argentato.
(F.
PI.
F.
Arzinté
—
PI. F.
éda
—
édi.
Ar^intadùra, sf. Argentatura. PI. Ar?intadùr. Ar^iprés, sm. Cipresso. PI. Ar^iprès.
muove neanche
il pulcino nell'uovo. dl'A^ansción, s'è' piòv nénc dl'òr u n' piòv gnit 'd bòn. Il giorno dell'Ascensione se anche piove dell'oro non piove nulla di buono. (E' un momento in cui l'acqua è solo dannosa). Gal drA§ansción. Gallo dell' Ascensione era quello che per arcane ragioni (perchè quel giorno non si muove nemmeno il pulcino nell'uovo) veniva alla luce. Questo gallo veniva invocato e allevato con amore perchè il suo canto faceva fiorire le messi e salvava i raccolti dalla distruzione della grandine. Fuori dell'aia nativa non aveva alcun potere (v. L. De Nardis, La pie, anno VII, N .7). Ov dl'A^ansción^ Uovo dell'Ascensione. Questo uovo deve essere deposto il giorno dell'A. da una gallina nera. Le sue doti non durano oltre l'anno. Esposto alle nuvole temporalesche allontana il flagello della grandine. Posto su un albero ne raccoglie tutte le formiche sì da poterlo liberare dall'infestazione. Scaldato alla fiamma tra-
si
I
E'
de
ASAR suda un liquore che neonati.
ai
ASOL
26 Sana
i
A§egnazión. A§ént, agg. Esente,
toglie le « voglie »
PI.
mali facendo con segno di croce (v.
PI.
esso, su di loro, il L. de Nardi, La pie, anno Vili, n. 6). Asarmiànt, ps. Assomigliante, Ras-
F.
somigliante. PI.
F.
!
Asarmiént anta
—
F.
PI.
—
PI.
sf.
Asarmiànzi. A|àrmiér, tr.
Assomiglianza, Ras-
int.
A^icurazión. A§icurèr, tr. Assicurare. Accertare.
|
(F.)
Ro-
— è — éda PI. F. — édi.
PI.
saltare,
Dare
Andare
all'assalto.
—è — éda PI. F. — édi.
Anidre, agg., prt. (v. A§idréss). A§idr§ss, rfl. Assiderarsi. Intorpidirsi dal freddo Rinsecchirsi. Detto di cereali che maturano prima del tempo per avverse condizioni climatiche.
l'assalto
De'
|
|
l'ascèlt,
Ande' a
Ascensione (Nel
Prt. PI.
l'ascèlt,
dial. cer-
Prt.
|
A§è, sf. Aceto. A§è.
PI.
dl'asè^
Madre
si
serve per fare
dell'aceto. Strato sull'aceto e che inacidire il vino.
forma
acetum).
A§idi.
sm. Assegno (bancario). Provvisione, Appannaggio.
[
PI.
sf.
Assegnazione,
Asigné
— e F. — éda PI. F. — édi. PI.
A§ión, (v. Sion). A^istént, sm. Assistente PI. A§istént. Agistenza,
sf.
Assistenza
PI. Asistenz.
Asfèlt,
sm. Asfalto. (Anche
Sfélt).
Asnél, sm. Vericello del carro o del plaustro, o anche del barroccio. (Il nome viene forse dall'asinella, una macchina usata nel Medio Evo per tirare proiettili).
A§è, aw. Abbastanza. A§é, sf. Tavolato, Assito. PI. A|é. Asèdi, sm. Assedio.
Afègn,
édi.
Sidar). A§igè, (v. Sigé). Asignèr, tr. Assegnare.
(v.
A§ansción).
Ascólt, sm. Ascolto Tné' d'ascòlt, e Sté' d'ascòlt. Ascoltare .Udire, Tendere l'orecchio, Origliare. Tné' d'ascót da spè§a l'os. Ascoltare, Origliare da dietro la porta.
A§idré
— e F. — éda PI. F. —
As-
vese).
nazione.
fidanza.
|
Ascèlt, sm. Assalto
A|ègn. Asegnazión,
Dar
PI.
F.
PI.
Si-
F.
A^a^iné
(Lat.
Assicurazione,
Prt. Asicuré
vinare.
muffa che
sf.
I
A^a^én, sm. Assassino. PI. Asasén. Asasinér, tr. Assassinare
Médra
.
PI.
A§àrmié
—è — éda PI. F. — édi.
I
idi.
curtà.
PI.
di
Aiutare.
i
Aficuraziòn,
F.
(v.
i.
F.
Assomigliare, Rassomigliare, Somigliare.
f.
—
La^é' a§ént. Esentare. A^èstar, tr. Assistere
PI.
Ascénda,
a
— — ida PI. F. —
ànti.
somiglianza.
Prt.
F.
Prt. Asistì
Asarmiànza,
Prt.
—
PI.
Immune.
A§ént
Desti-
L'è piò indrì eh' n'è l'asnél de car, (Alla lettera: è più indietro che non il verricello del carro). Significa: «Va troppo all'antica per capire certe cose ». A^olt, prt. Assolto (dalla legge). I
ASOL
ATER
27
A§Ùlt
PI.
—
F.
PI.
F.
—
—
i
Asolutamént, aw. Assolutamente. sf.
Assoluzione.
I
A|ón, sm. Tavolone. PI. A§ón. A§ót, agg. Asciutto. F.
j
Asót a
—
PI. F.
—
un
:
At
Tiro (di buoi, cavalli)
sf.
Astuzia,
rfl.
Atacamént,
I
Unirsi.
tr.
Attaccare
Mettere in mostra. Appendere Appuntare (distintivi, nastrini)
Ap-
piccicare. Prt. Ataché PI. è F. éda PI. F. édi
—
I
I
A§ughèr, tr. (v. Sughér). A^un^én, sm. Panconcello. PI. A^unjén. A^upéss, rfi. Inzupparsi
gioso.
Atént, agg. Attento, Assorto. PI.
F.
Asupé
Atént Aténta
PI. F. Aténti
—e
Ateràgg, sm. Atterraggio
Afurbir,
tr.
Assorbire.
PI. Aterègg.
A§urbì ì
Aterèr, int. Atterrare, Scendere a terra (di aerei). Gettare a terra. Abbattere. Aterèss, rfl. Interrarsi, Colmarsi di terra. E>etto di canali o di porti. Prt. Ateré PI. è I
idi.
A^urèr, tr. Raffreddare. (Dal rare, dare aria).
A§uré è
Af-
(Oltre ai sign. di cui sopra) Agrapparsi, Farsi trainare. Infettare. Essere contagioso. Un mèi ch'u s'ataca. Un male conta-
—è — éda PI. F. — édi.
—
Attaccamento,
rfl.
PI.
Prt.
,sm.
Atacamént.
Atachér, Assalire Affìggere
— —
Furberia
F.
PI.
!
I
Asucé
— F. — Ida PI. F. —
la
fetto.
'
Associarsi,
ha
prima.
Astùzji.
Asucéss,
Tacadèz).
j
PI.
Astùzia,
(v.
aparine). Altra verietà è il G. cruciata che quattro foglie anziché sei, come
Astrònom, sm. Astronomo. PI. Astrònom. Astronomi, sf. Astronomia.
PI.
mòrta. Certificato di morte.
Atacadèz, agg.
Astraceli, sm. pi. Adone, Astro (Aster chinensis).
Prt.
'd
Atacamàn, sm. Attaccamano (Galium
Astó^, sm. Astuccio. PI. Astó?.
Prt.
fat,
Accesso febbrile
ti.
PI. Ast.
PI.
un
E' stata
Atàc, sm. Attacco, Assalto. Infestazione (di insetti).
I
Prt.
at e
PI. Atee.
Aspersori, sm. Aspersorio. PI. Aspersùri. Aspét, sm. Aspetto, Parvenza. A§rér, tr. Serrare, Chiudere, (v. Srér). U s'a§èra. Si chiude. Asta, sf. Asta (verga e vendita).
PI.
fatto.
I
PI. A§oliizión.
PI.
L'è sté
e
i.
A^ólu^iòn,
un
E' stato un atto una cosa rapidissima, E' accaduto in un baleno. At 'd batèsom, Fede di battesimo.
a
F.
PI.
— édi
Asurtimént, sm. Assortimento. PI. Asurtimént. At, sm. Atto, Azione, Gesto.
A§ólut
—
éda
PI. F.
P. òlti. A§ólut, agg. Assoluto.
PI.
—
P.
òlta
lat.
exau-
F.
— — éda
ATIN
AVDO
28
—
PI. F. édi (Lat. med. aterare, interrare. GLE). Atintér, (v. Tintér). Atintét, sm. Attentato PI. Atintét. Atirèr, tr. Attirare, Attrarre. Prt. Atiré
—è — èda PI. F. — édi
PI.
PI.
Restare
I
—è F. — èda PI. F. — édi PI.
.'\varizia, sf.
Avarténza,
Ativ F. Atìva
rfl.
Avdarola, agg. Ovaiola. Avdaróli. Avdént, part. pres. Vedente
PI.
Atnudi.
Atom, sm. Attimo. PI. Etom. Atòmica,
Bomba
sf.
(v.
(v.
atomica.
Atòrna). Intorno,
avv.
Dattorno, In-
torno Ziré'
I
I
Occ avdént).
Avdèr, tr. Vedere Prt. Vèst PI. Vèst F.
Vésta
F. Vèsti De' d'avdé, Dare a dividere. Dare ad
PI.
atorna a
ca,
Girare intorno a i
casa, I
-Avvertenza, Accortezza,
F. Avciòta PI. F. Avcióti.
Attenersi.
Atnù Atnù Atnuda
Prt.
I
.
Avarténz. Avciàja, sf. Vecchiaia. Avciòt, sm., agg. Vecchiotto. PI. Avciòt
Ativité, sf Attività.
Atòma,
sf
PI.
PI. Ativité.
Atòran,
Avarizia.
Cautela.
PI. F. Ativi.
PI. F.
Avance
Prt.
Atìv, agg. Attivo.
F.
Avanzare
PI. Avarizji.
PI.
PI.
tr.
Rimanere
int. I
F.
Atnéss,
Avan^di.
Avan^ér,
Ande' atòrna, Manomettere. De' atòrna, Molestare.
Déss d'atòrna, Arrabattarsi, Adoprarsi. Aumént, sm. Aumento PI. Aumént. Aumintér, tr. Accrescere^ Aumentare. Prt. Auminté
—è F. — èda PI. F. — édi PI.
I
I
j
veder nulla. j
Sté' d'avdé', Stare a vedere
j
Stare in
ozio.
(Lat. videre).
Autón, sm. Autunno. PI. Autòn. Autor, sm. Autore. PI. Autùr. Avalén (v. Valén). Avanti, pr. e avv. Avanti, Prima, Dinnanzi, Davanti. Avànz, sm. Resto. Avanzo, Rimanen-
Rimasuglio. Avén^. Avanzai, sm. Rimasuglio, Avanzatic-
za,
PI.
cio.
PI. Avanijèj.
Avanzéda,
intendere. Sté' d'avdé, Stare a vedere. Stare in attesa prima di prendere una decisione. Ve! Ve!, Guarda! Guarda! Fé' bel avdé'. Far bel vedere. Nò avdé' un prit int la néva, (F.) Non
sf.
Avanzata.
Avdèr, tr. Fetare, Far l'uovo. Avdój, sm.. Acquedotto. Voce caduta in disuso legata solo al nome di un'antica pieve del forlivese: «Pi dl'Avdóz » (pieve dell'acquedotto). Pieve Acquedotto. j
Pi'
dl'Avdó^, Pieve Acquedotto, Santa
Maria in Acquedotto a 5 chilometri da Forlì' a sinistra del fiume Ronco. Pieve del V o VI secolo che deriva il nome Acquedotto dal fatto che ivi passava
l'acquedotto di Traiano. La chiesa attuale di stile romanico è del 1273, e fu ricostruita sulla più antica (Pasquini). Attraverso i secoli la località è chia-
AVDU mata Aqueducio, Acqueduzio, LaqueduLagoduzio. L'acquedotto a
zio,
cui è legato il nome della pieve, fu costruito da Traiano (98117) per rifornire "d'acqua potabile Ravenna e Classe. L'acqua fu derivata dal-
l'Appennino disopra Calcata. L'acquedotto seguiva press'a poco l'attuale direzione del Ronco che nel medioevo fu chiamano « flurnen aquaeductus », fiume dell'acquedotto. Fu riattivato da Teodorico nel 524. Poi cadde in abbandono. Avdùda, sf. Veduta
Avdudi Avenimént, sm. Avvenimento
PI.
PI.
PI. Avilì F. Avilida PI. F. AviUdi.
Avilimént, sm. mento, Sfiducia. Avilimént.
PI.
tr. Avvilire, Scoraggiare. Avincéss, rfl. Piegarsi. Piegarsi come un vinco, Curvarsi. Avinér, tr. Avvinare (il bicchiere). Far prendere l'odore del vino al bicchiere dopo che è stato lavato. Avintór, sm. Cliente, Avventore. PI. Avintùr. Avìs, sm. Avviso, Annuncio
Avilìr,
I
Monito Avi§
PI.
Avisèr,
Avvisare, Avvertire, Dare
tr.
Aventóri Ave, sm. Avere. Ciò che si possedie. E' mi ave, Il mio avere A vój e' mi ave, Voglio il mio avere, la mia parte, ciò che mi spetta. Aver, c.p. Avere
un avvertimento.
Prt.
PI.
PI. F.
I
1
Avù e Bu PI. Avù e Bu F. Avuda Avudi.
Averi, agg., sm. Avaro, Tirchio.
Averi F. Avèria
Prt. Avisè
—è — éda PI. F. — édi
PI.
F.
Avi§ón, Ammonimento. Avi§ón. Avizèr, tr. Avvezzare, Abituare, suefare Prt. Avèj e Ve? PI.
F.
PI.
PI.
F.
Avèrt. Avèrta, sf. Apertura PI. Avèrti (v. Vèrta). Avè^, prt. e agg. Abituato, Avvezzo, Assuefatto, (v. Avi|èss). Avidrè, agg. m. pi. Vitrei. Occ avidrè, Occhi vitrei. Aviéss, rfl. Andarsene, Partire, Andar PI. F.
Prender commiato
—è F. — éda PI. F. — édi
PI.
zato.
agg.
Abituarsi.
(Anche Vijés)
Avèj Avi^è e Avèz Avi^éda e Avè^a
Avijédi e Avè^i Avlèr, tr. Volere
PI. F.
Prt.
Avlù
PI Avlù F. Avlùda PI. F. Avlùdi. Avlinér, tr. Avvelenare Prt. Avliné
—è — éda PI. F. — édi PI.
F.
Prt. Aviè
Avilì,
rfl.
Prt. Avi^é e
Avèrta
via.
Avè^i e Vè^i.
Avizèss,
Avèrt, agg., prt. Aperto PI. Avirt
(
Avluntira, avv. Volentieri. Vluntira). Avlùt, sm. Velluto, Panno di velluto
Anche
Vilùt). .•\vménl, (V.
(v.
prt.
Avvilito,
As-
Ave? e Vèz Avèza e Vèja
PI. F.
PI. F. Avérji.
F.
Scora-
I
Aventùr Aventóra
PI. F.
Avvilimento,
Avvertimento
Avenim.ént. Aventòr, sm. Avventore
PI.
F.
AVMI
29
Demoraliz-
Avmintèr.
Aument).
(v.
Aumintér).
AVNI Avni, sm. Avvenire. Avnìr, int. Venire
Avnù Avnù Avnuda
Prt. PI.
F.
PI. F.
AVUL
30
Avturén. Avturévul, agg. Autorevole. PI. Avturìvui. Avturité, sf. Autorità Persona autoPI.
\
revole.
Avnudi
PI. Auturité.
(Lat. advenire).
Avola, (v. Vola). Avolzar, tr. Avvolgere, Involgere, Ravvolgere, Avvinghiare. Prt. Avòlt
Avult F. Avòlta PI.
I
I
Avucatùra, sf. Avvocheria. Avuchèt, sm. Avvocato (F) Saputone Avuchét senza vucatura, 'F.) Avvocato
da strapazzo. PI. Avuchét Avuchét di pòvar, Avvocato dei poveri (espressione che può essere di commi•
I
PI.
F. Avòlti.
Avòri, sm. Avorio PI. Avùri.
Av§in§r,
(v.
Absinér).
Avstir, tr. Vestire, Indossare. Tfl. Vestirsi e Farsi cucire gli abiti. I
serazione o canzonatoria). Con questa definizione viene scherzosamente chiamato chi sostiene cause destinate a finir male. Avulàn, sm. Nocciolo, Avellano
Avulén
Prt. Avstì
PI.
PI.
(Corylus Avellana). Avulàna, sf. Avellana, Nocciuola. PI. Avulàn. Avulér, tr. Ricoprire (il fuoco) Avulé' e' fug, Ricoprire il fuoco (la brace) con cenere. « Avulé' » viene da « vola » che è la copritura di cenere che si fa al fuoco perchè si mantenga più a lungo, e il muc-
— F. — Ida PI. F. — ì
idi.
Avtòn, sm. Autimno. Avtor, sm. Autore PI Avtùr. Avtùra, sf. Vettura PI. Avtùr. Avturén, sm. Vetturale, Vetturino.
I
AZA
chio della farina messa a lievitare. (Aruch Aldo, in op. cit., riporta: « Avolar del sivoll >;, cuocere sotto la bragia delle cipolle).
Accia, Canapa filata. gugliata di refe; lat. med. aza, « accia », GLE). A?ardér, intr., e tr. Rischiare, Azzardare.
Aza,
(Lat.
Prt.
AZEN
31
sf.
acia,
A?ardé
—è F. — èda PI. F. — édi PI.
A^arén, sm. Acciarino, Acciaino Percussore Pezzo d'acciaio per affilar coltelli, Acciaiuolo per battere la pietra focaia. PI. Azarén. A?dór, sm. Reggitore. Colui che diI
I
rige gli affari della famiglia e dei campi.
A?dùr. Azdóra,
i
lavori
PI.
sf.
Reggitora. Colei che pre-
siede al governo della casa. Azdóri.
PI.
Nel poemetto « La Cerere della Romagna Toscana » Gius. Mengozzi, così descrive la massaia :
all'azienda interna / qual regina presiede, ed al pollaio, / cui nutrimento dà, / vigil governa; l'ova raccoglie, e al fine di febbraio / poiile a covar; cucina e rigoverna, / cura la biancheria, ! spazza il solajo, tesse, fila, cuce abiti e rammenda, tosa, munge, fa il cacio e la polenta ». St. 29. Azdurarì, sf. Governo della casa, cura degli affari e direzione dei lavori agricoli, Guida Comando Direzione. «...
j
;
;
Azdurér, intr. Sfaccendare come un capo famiglia. Comandare, Comportarsi
come
capo. Azént, sm. Accento Pronunzia. PI. Azént. I
'
Idioma, Parlata
Azént furèst. Accento straniero, Pro-
AZER
un
nuncia forestiera. Asfèr, sm. Acciaio. PI. A^èr. (Lat. med. azarum.
accidente! Tipica imprecazione amichevole romagnola che vale un compli-
mento.
GLE).
A?èrd, sm. Azzardo, Rischio. PI. Azèrd. A^ètér,
tr.
Accettare.
Prt. Aulète
—è F. — éda PI. F. — édi
J' ajident j' ingrana, Gli accidenti (le imprecazioni) ingrassano. A^idcnti, esclam. Accidenti. Azión, sf. Azione, Atto, Gesto. Azione (quota di compartecipazione a I
I
una azienda).
PI.
Azión. A^iunèsta, sm, e
PI.
A^id, sm., agg. Acido PI.
AZUV
32
E?id
PI.
m. Ajiunèsta
PI.
f.
(Lat. acidus).
Dar
solo « Diamine ». A^idént, sm. Accidente. Colpo apoplettico Accidenti! (esclamazione) Ch'u t' vegna un azidént!, Che ti pigli
F.
:
I
I
!
Azionista
A^iunèsti.
Azònzar,
A^idémbar, esclamazione. Deformazione di « a?idént », accidenti, purgata di ogni senso di imprecazione, che vale
f.
tr.
Aggiungere, Accrescere,
giunta.
A?ónt A?ónt A?ònta
Prt. PI.
PI. F. Azónti.
Azuntér,
Azuvèr
(v.
Prt. Azuvé.
tr. Aggiungere. ?uvér)
B BA Ba, sm. Babbo (Anche Bab) PI.
Béb
|Ba 'd famèja, Il capo di casa, Il « paterfamilias ». Un ba' l'è bon par ^ent fluì; / ^ent fiùl i n'è bon pr'un ba'. I
Un babbo
provvede a cento figli; / cento figli non provvedono a un babbo. Babà^, sm. Babbaccio, Padre snaturato. PI.
Babé^.
Babén, sm. Bambino PI.
F.
Babén Babéna
Bebéni (Contrazione di« bambén »). Babìn, sm. Bambino, Bimbo. PI. F.
PI.
BACE
33
Babbi
F. Babìna PI. F. Babìni Per molte cose, nei riguardi del bambino si usa un vocabolario diverso dal
comune. La minestra si chiama « papa » o « papina » il letto si chiama « nanìn » che spesso è anche il nomignolo del bambino. Dormire si dice « fé' e' nanìn ». Il sonno improvviso, che fa cadere la testina del bambino da ogni parte, è « pirón » e si dice « l'è avnù pirón », è arrivato pietrone. Il male « la bubù », gli escrementi sono « la caca » o « la ca;
china » pisciare è « fé' la pi§a ». Le scarpe sono « al pépi » o « al papin >;, l'uovo si chiama « cucò » le galline « al cèchi », l'asino è sempre « e' sumarón », il maiale « e' ninón ». Uno spauracchio immaginario che nessuno sa cosa sia e che « mangia » i bambini si chiama « e' papón ». Per tutte le parti del corpo del bambino e per i suoi indumenti si usa sempre il diminutivo. ;
;
I
Babin san
(v. pi§cér).
Babinèda, sf. Bambocciata. PI. Babinédi. Babuén, sm. Babbuino (Scimmia). PI.
Babuén.
Bacajèr, int. Baccagliare, Schiamazzare, Parlare rumorosamente. Secondo A. Prati, Voc. Etim. Ital., questo v. viene forse dal latino bacchare, schia-
mazzare.
Bacajèr, sm. Baccano, Rumore di Confusione, Schiamazzo. Fé' de b.. Far baccano. Bacala, sm. Baccalà. Sténc coma un bacala. Stecchito come un baccalà. Bacalèri, sm. Baccalare. Lucerniere, porta lucerna. Bacèc. agg. Tocco. Insano di mente.
voci. I
I
Pazzerello. PI.
Bacèc
BACH F.
BAGN
34
—è — èda PI. F. — édi
Bacèca
PI. F.
PI.
Bacèchi.
F.
Bachèt, sm. Bastone, Batacchio, Batocchio (da ciechi). E' va cun e' bachèt, Si regge col bastone (detto di iin cieco o di un infermo). Fé' i bachèt. Fare le aste. Piò ció§ ch'a n' è e' bachèt de pulér. Più sudicio che non il posatojo del pol-
Bad^òt, sm. Battezzando. Bad?ót. Bagàj, sf. pi. Bagagli. Mobilio della
PI.
I
casa.
Bagàj, sm. Cosa. Oggetto qualsiasi di non si ha presente il nome. PI. Baghèj. Bagain, sm. vez. Frugolo, Colettino. PI. Bagain. Bagatéla, sf. Bagatella. Azione poco seria. Piccolo inganno. Bagatér, tr. Rovinare;
I
cui
I
laio.
Bachèta, j
I
sf.
Pertica, Verga, Bacchetta.
S-ciòp a bachèta, Fucile ad avancarica. Bachèta. Canna metrica di m. 3 (del
muratore). PI. Bachèt. Bachèta magica, Bachetta fatata. Bacchetta fornita di potenza magica, soprannaturale. Baciòc, sm. Battacchio. PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Bagìàn, agg. Sciocco, Baggiano, Sem-
Bacióc.
Baddór,
Bagaté
Prt.
j
plicione. =»n.
Battitore,
Addetto
PI.
alla
Bagién àna
—
trebbiatura.
F.
Rullo a spranghe della trebbiatrice che sgrana le spighe. PI. Baddùr. Baddura, sf. Battitura, Trebbiatura. Badér, tr .Badare, Curare Guardare.
PI. F.
—
ani.
I
Prt.
Bagianèda, sf. Sciocchezza, Castroneria, Baggianata. PI. Bagianédi. Bagìgi, sm. pi. Acciuga piccola.
Bade
(v.
—é F. — éda PI. F. — édi
Bagitéda, la
I
Badi.
m. Badile PI. BadìL (Lat. med. badilus, Badila, sf. (come
badile.
GLE).
Badìl). PI. Badili.
Badilàz (v. Fàfan). PI. Badile^ Badulà^ (e') sm. Il perdigiorno. Così era chiamato, con asinesca ironia, Corrado Ricci, dai « pulinèri ». « E' badulà? » fu autore di 906 pubblicazioni. Prt.
Badzé
sf.
Battezzare.
« bigi« inte-
».
Dissenna-
Sciocchezza,
Deformazione, dall'antico dialettale con cui i villani indicavano, in tono dispregiativo, i cittadini.
« braghitta » (v.
Braghir).
Baglìòt, sm. PI. Bagliót.
BadìI,
tr.
»).
tezza.
I
Bad?èr,
Oman nud
riora di pesce
Bade' al pìgur, Badaro alle pecore. E' càn e' bèda la ca. Il cane fa guardia alla casa. Baderà, sf. Abbatessa, Badessa. Médra Badèsa, Madre Badessa. Badi, sf. Abbazia, Abbadia, Badia. I
PI.
«
Forse è traslato del medievale cha » che a Ravenna significava
PI.
Bimbo preso
a bàlia.
Bàgn, sm. Bagno. (Bagnatura e luogo per bagnarsi). PI. Bègn. Ande' ai bégn, Andare al mare. j
Bàgn
'd
Rumagna, Bagno
Roma-
di
gna. L'antica Balnei chiamata poi Bagni di S. Maria « essendo stata l'abbazia dedicata a S. Maria Assunta »
(La Pie, N. 1-2, a. XXVI). Bàgnacavàl, m. Bagnacavallo. «
Fu
cum
forse
l'antico
divenuto
poi
Oppidum
Balneum
'
TiberiaCaballi...
BAGN in un amplesso verde la Selva Litana. Nel centro di questa, un tempio a Giove » A. Benini. La chiesa di S. Pietro in Sylvis è pro-
La stringeva
babilmente del VII A. Benini,
(V.
sec.
La chiesa
di
S.
P.
in
Nel sec. XII B. si governò a comune, fu poi dei Manfredi, del Papa, di Giov. Acuto, degli Estensi e dei Malabrocca. Bagnacavalèsa, sf. Solaio con travi e S. di Bagnacavallo).
travetti di legno. PI.
Bagnacavalè§i.
Bagnadùra,
sf. Specie di battesimo laico della casa, consistente in un lauto pranzo a cui partecipano tutti coloro
che
vi
hanno lavorato.
Bagnadùr. Fé' la bagnadùra. Festeggiare la fine dei lavori per la costruzione di una
PI. I
casa.
È usanza
antica,
ricordata
anche dal
Placucci. [
Umidità
(del terreno).
Bagnadùr, sm. Bagnata (F.) Batosta. Bagnaròla, sf. Bagnarola, Vasca da bagno, Tinozza. PI. Bagnarci. Bagnéda, sf. Bagnata, Rifiuto amoCiapé' la bagnéda, Essere rifiuroso. tato da una ragazza. De' la bagnéda, Lusingare l'innamorato e respingerne sul più bello le proposte d'amore. PI. Bagnédi. Bagnér, tr. Bagnare. '
j
I
|
Bagné
—è F. — èda PI. F. — édi.
PI.
F.
PI. F.
—
òri.
Baibastrél, sm .Pipistrello. PI. Baibastrél. Si chiama « baibastrél » anche una bavetta di pus che si troverebbe dentro i foruncoli e si crede sia quella che I
genera la marcia. In alcuni posti « e' bibastrèl », o « baibastrél », è ciò che ho indicato alla voce « lusartén ». I
Baibizér, intr. Balbettare. Bajér, intr. Abbaiare. Bajé' dri a la Iona, (F.) Abbaiare per farne. Si diceva che certi cani da pagliaio abbaiavano alla luna perché, tormentati dalla fame, credevano che fosse vma piada. Bajòc, sm. Baiocco. Soldo. Cinque centesimi. PI. Baióc. Tire' int e' bajòc, Speculare sul soldo. Taché a e' baiòc, Taccagno. Ba,jòca, sf. Moneta da due soldi o 10 centesimi. Bajòca de pepa. Moneta da 2 baiocchi. PI. Bajòchi. Bajuchén, agg. Tirchio, Amante dei
sm.
j
I
I
I
PI.
F.
Brodo
Bajuchén éna
—
PI. F.
stufato,
di
di
umido. Intingolo. Bagòrd, sm. Bagordo. Confusione, Baccano. PI. Bagùrd. (Lat. med. bigordus, bagordo, GLE). Bagulén, sm. Schiribilla. (Porzana parva). Bagulén de béc curt, Schiribilla griI
Forapaglie, Grisetta. Porcellana, Gallinella palustre piccola. PI. Bagulén.
—
éni.
sm. Bajocchino, Soldino. Bajuchin. Baiunàz, sm. Sorta di lanterna. (Dial. Bajiichin,
PI.
|
giata.
Bajadùr. óra
—
quattrini.
PI.
Bagnèt,
Bàj, sm. Abbaio, Latrato. E' rubarèp nénca e' baj a e' càn. Ruberebbe l'abbaio al cane. Questa espressione si usa nei riguardi di un ladro matricolato. Bàja, sf. Baia, Burla. De' la baja. Dar la baja, Burlare. Bajadòr, sm. agg. Abbaiatore.
j
I
Bagnadèz, sm. Umidiccio
Prt.
BALA
35
forlivese,* 1831;
La
pie,
1931,
n.
12
p.
269).
Bajuncta, sf. Baionetta. Bajunèt. Bajunèta in càna. Baionetta in canna. Bai, sm. Ballo, Danza.
PI. I
PI. Bel.
Baia, PI. Bai.
sf.
Balla
.
BALA med. baia,
(Lat.
BAMB
36
sm.
Balàbil,
balla,
GLE). Musica
Ballabile,
da
si manifesta nel periodo vegetativo con l'ispessimento e l'accartocciamento del-
foglie che
ballo.
le
PI. Balèbil.
cobaleno.
Balàna,
Balana. Figura prov. delci rimette convinta di combinare ottimi affari. La Balàna, la barateva al j' òv int al patèt. La Balana^ barattava le uova con patate. La B. la j' andèda a Ravena int e' car pr' avniss a ca a pè. La B. andava a R. sul carro per ritornare a casa a piedi. Balarén, sm. Ballerino, Danzatore. PI. Balarén f.
donna sciocca che
la
I
—
F.
PI. F.
sca.
—
schi.
Balsaména.
|
—
éna
PI. F.
—
GLE). |
I
I
Baléstra, sf. Arco, Balestra. Molla a balestra. PI. Balèstar. Tiràt a balestra^ Teso, tirato a bale|
1
stra.
Balia, Potere. Forza. In bali de vént, In balia del vento. In bali dal j' ónd. In balìa delle onde. No' ave' la bali 'd sté' drèt, Non aver la forza, di reggersi in piedi. No' ave' la bali 'd scorar, Non aver il fiato per parlare. sf.
|
I
I
]
I
Balinèr, imp. Balenare. Lampeggiare. Prt. Baliné. E' baléna l'èria. L'aria tremola. m' baléna un òcc, Mi tremola un occhio. E' baléna la vècia (Balena la vecchia) Tremola l'aria^ Tremola la gibigiana. Questa espressione si usa per indicare il tremolare dell'aria per la calura. I
I
Bar?amén).
|
Balusé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Balzàn, agg. Balzano, Cavai balzàn, Cavallo balzano, con una macchia bianca a una o a tutte le zampe. Tèsta balzana. Caposcarico, Testa balzana. Balzana, sf. Risvolto della sottana. PI. Balzàn. Balze, agg. Balzano, (di cavallo che ha la balza a uno o più piedi). PI. Balze j
Balén, sm. Lampo, Baleno. Attimo PI. Balén. Int un balén, In un attimo. Baléna, sf. Balena. PI. Balén. Balér, int. Ballare, Danzale. O baie', o scu§é' e' cui, O ballare, dimenare il sedere. (Quando si è in ballo bisogna ballare).
Bali,
(v.
Baluba, sf. Ballotta |(F.) Stolto. PI. Baia§. Baluséda, sf. Rosolata Cotticchiata. PI. Balu§édi. Balusèr, tr. Bollire leggermente. Bollicare, Cotticchiare. Prt.
éni.
Baldachén, sm. Baldacchino. PI. Baldachén. (Lat. med. baldechinus, baldacchino
colori dell'ar-
i
Balós-c, agg. Balusco (Fanzini). Strabico (Dal lat. volg. bisluscus). PI. Balós-c
I
F.
assumono
U
I
Balìnón. sm.
Gommosi
j
F.
—
PI. F.
I
éda
— édi.
Balzèr, int. Lanciarsi, Saltare. Balze' da lèt, Balzare dal letto.
Prt. Balze
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Bamba^òla, sf. Vecchio nome della bambagia. Bambén, sm. Bambino E' Bambén Gesó, Il Bambino Gesù. '
E' bambén 'd l'òcc. La pupillo dello occhio. Questo nome deriva dalla propria immagine che uno scorge guardandosi la pupilla allo specchio o fissando la pupilla altrui. I
Bambè§, sm. Bambagia. bambax, DEI). Bambòz, sm. Ometto. Grosso elemento centrale delle capriate (muratura). Bamboccio. (F.) Persona sen(Lat. tardo,
]
del pesco che
I
za serietà.
BAMB
BAND
37
Bambòz, sm. Bamboccio. (P.) Persona senza serietà. PI. Bambóz. Rómpar i bambpz, Rompere i bambocci. Romperla con uno. Bambòza, sf. Bambola. PI. Bambòz. Bambù, sm. Bambù. Càna bambù,
stoffa. I rivenditori invogliavano
[
« E' gal e la galèna la bela bambuzéna; turòn d'amàndula! » e aggiungeva-
I
|
Canna bambù. Bambuzéda, PI.
Bambocciata.
sf.
no
« Pian?!, Pianzi burdèl, s'à vii di bra^adèl » oppure « Plan?ì burdèl, che vostra me la v' péga i brazdèl ». Banchìr, sm. Banchiere. PI. Banchir. Bancón, sm. Banco di vendita. Ta-
Banadìr,
tr.
:
:
;
[
Bambu^édi.
Prt.
bim-
i
gridando:
bi,
volaccio.
Bancón. Band, sm. Bando.
Benedire.
PI.
Banadì
— di — dida PI. F. — didi. PI. F. —
Bènd.
PI.
PI.
F.
E' rimasto prov. un certo bando dei cani che durò appena tre giorni. Cadde nel ridicolo perchè, dopo tre I
idi.
Banale, avv. Molto, Assai. Bànc, sm. Banco di scuola,
tuto di panni.
sf.
Panca, Sedile.
credito. |
|
!
Banca,
Isti-
Panca per lavare
i
Scanno.
Banca de ru§ignòl, Banca Banca del povero. La banca de rusignòl la j'
]
I
Bànc.
med. banca, panca. GLE). Banchcna, sf. Panchina. Tratto della o dell'argine di un canale, adibito passaggio del personale addetto al-
riva, le
PI.
ispezioni e ai lavori.
Banchén.
[
[
realtà.
Banchèt da
Tn
cal?ulèr, Bischetto.
banchèt, Tener capannello. Aver sempre la parola in un crocchio. Banchèta. sf. Bancarella. PI. Banchèt. Nelle povere bancarelle di una volta c'erano solo torroni alla mandoi .a, braccitelli, galli e galline di zucchero e bamboline di zucchero, di gesso o di I
è'
band
».
'd
fianco,
roccia PI.
Fiancata
lato). (
Ridoli
mobile
di
bi-
(pi.).
Bandén.
Bandèsta, sm. Suonatore di banda. PI. Bandèsta. Bandèt, prt. agg. Benedetto. Pan bandèt, Pane benedetto. U n'è 'd 5èra banadèta. Non è di cera benedetta. Cioè è poco malleabile. Bandì, sm. Bandito Fuggiasco. PI. Bandì. Bandida, sf. Bandita, Luogo di caccia e pesca proibita. PI. Bandìd. Bandirà, sf. Bandiera. (È più dialettale « bangèra »). l'I. Bandir. Bandirola, sf. Banderuola. I
Banchèt, sm. Panchetto, Seggicl'no tutto in legno senza schienale. PI. Banchèt. Mat coma un banchèt. (Matto com° uno sgabello). E' uno strano modo d: dire che non ha alcuna attinenza con la
de
più nessuno. Il band di chén,
I
è int al ru-
(Lat.
al
tri
e'
|
inesistente.
binèr, set chilómit 'd dia de fìóm. PI.
coma
Ravèna e' dura tri de a mèla péna, Il bando di Ravenna dura tre giorni a mala pena. (Nardi). (Che si alluda allo stesso bando dei cani?). BanBanda, sf. Banda, Masnada da (musicale). Ca'd banda. Casa di bando, gratuita. PI. Band. Bandéna, sf. Bandella (da banda, E'
Bène.
lo osservò
« L'è
:
dure
ch'e' I
I
Banca,
detto è
bot-
tega d'artigiano, di negozio. Semenzaio, Vivaio (per ortaggi). PI.
non
giorni, di
1
|
Bandirci. Bandiziòn, sf. Benedizione. PI. Bandiziòn. Bàr/dul, sm. Bandolo, Capo della maPI.
tassa.
Band-inèr,
tr
Abbandonare.
Lascia-
BAO re incustodito. Prt. Banduné PI. e éda F. édi. PI. F.
— —
—
Ber.
veneto
(Dal
«baro», terreno
incolto,
cespo).
Baràba, m. Barabba, il malfattore condannato a morte e liberato da Pilato al posto di Gesù. E' cmànda Baraba, Comanda Barab ha. Così si dice dal mezzogiorno del I
giovedì a quello del sabato della Settimana Santa; e, in tono allusiva^ delle case in cui comandan le donne invece degli uomini. Baràca, sf. Baracca. Costruzione in legno Baracca, Gazzoviglia. Fé' baraca, Gozzovigliare. Far balI
I
doria.
nel
pagliaio,
«
maturare
fa
lo
mucchi più grandi,
mont da acva
i
nei quali sopporta anche
le
in »,
intemperie.
Barachén. Barachina, sf. Calessino. PI. Barachin. Baracòcla, sf. Coccola Bacca. Gàlbulo (del cipresso) Galla, Galloz-
PI.
I
|
Natta. Tumore sul capo. Baracòcal. Baracòcval, sm. Nocchino. Colpo dato con le nocche a pugno chiuso. PI. Baracòcval.
zola
I
PI.
Baracón, sm. Baraccone. Grande baracca per spettacoli Baraccone. Uomo dedito alle gazzoviglie. |
Baracón.
Baracuclós, agg. Bernoccoluto. PI.
F.
Baracuclù§ ò§a
—
ó§i.
I
I
j
1
mucche.
delle
Modo
figurato per Imbarandlér). E' tèi l'ha barandlé. Il tale è morto. L'espressione ha un evidente senso allusivo. Forse un tempo era « ... l'ha barandlé' la pòrta», (ha chiusa a randello
Barandlér,
dire
la
intr.
«morire»,
(v.
porta; cioè, se n'è andato). Baràt, sm. Cambio, Baratto, Scam-
bio. PI.
Barét.
(Da una radice europea
bara- « inganoscura, da cui anche l'antico francese barat, « ingan-
no,
no
frode » di
origine
»).
Baratàc, m.
|
PI.
—
Baràcula, sf. Razza baraccola. (Raia Miraletus). PI. Baràcul. Barandél, sm. Randello Tortòio. Randelletto per stringere o attorcigliare funi e anche doppi fili. Bastoncello di 15 cm. circa, a forma ovale un po', schiacciato, con un foro a metà, che impedisce lo scorrere del collare a cappio dei vitelli di latte. « Barandél » è un qualsiasi bastone bastoncello messo con funzione di arresto fra i raggi di una ruota. PI. Barandél. Lighé' un barandél a e' còl d'un animél. Legare un randello penzoloni al collo di xm animale, perchè sia impedito a muoversi. Barandél dia cadèna dal besti, Verghetta di 12 o 13 cm. alle estremità delle catene che si mettono al collo
j
Barachén, sm. Piccolo mucchio di fieno. Mucchietto. II contadino fa i barachén appena il fieno è maturo, poi, prima di metterlo
F.
PI.
Bào, sm. Motto. Nelle morti istantanee si dice: L'è mòrt ^enja fé' gnàncbao.È morto senza far motto. Bar, sm. Barena. Rilievo erboso in terreno paludoso. Dosso. PI.
BARA
38
Persona balzana.
alterazione di « Batàc », o « Tac », personaggio della fola omonima il quale però (nella fola) è un misto di stupidità e di furbizia. Si dice di costui che tagliò, vicino al tronco, il ramo su cui era a cavallo e che all'indovino (!...) che gli predisse la sicura caduta chiese di che morte avrebbe dovuto morire. « Morirai al terzo peto della tua asina » .gli disse. Lo sciocco andò al mulino e, se al primo peto s'impensierì, al secondo si allarmò al punto che ficcò un tutolo di
E'
BARA granone nel sedere dell'asino; ma dopo un po' il tutolo partì come un proiettile e il povero « Batac » o « Tac » colpito al petto, rimase fulminato. In altre circostanze rivela, invece, una furbizia notevole.
Baratér, merci.
Scambiare
Barattare,
tr.
Barate
Prt.
—§ F. — éda PI. F. — édi. PI.
Baràtul, sm. Barètul.
Barattolo,
Recipiente.
PI.
Barbacàn, sm. Barbacane. Puntello sostegno per le" viti. PI. Barbachén. Barbagìàna, sf. Sonnolenza. PI. Barbagiàn. di
Barbari, sf. Barberia. PI. Barbari.
Barbèt, sm. Mento. Barbèt. Barbata, sf. Pizzo, Pizzetto. Misto di sabbia e creta. Barbir, sm. Barbiere, Parrucchiere.
PI.
F.
Barbir
—
a
Barchèt, sm. Bichetta. Piccola bica provvisoria eretta, insieme ad altre, nelBarchet. (Barchèt è diminutivo di bére). Barcón, sm. Barcone, Chiatta. PI. Barcón. Bardadùra, sf. Bardatura. PI. Bardatùr. Bardana, (v. Fujòn). Bardala, sm. e f. Bardassa. PI. Bardà§. Bardèr, tr. Bardare, Parare a festa. PI.
Prt.
—
pi.
sf.
Bardèz, sf. pi. Larve di estro delle (Oestrus ovis). Queste larve si trovano nei seni frontali delle pecore, e ne escono per passare al terreno e compiervi la metamorfosi. L'estro, che è un dittero, depone le sue uova nelle narici delle pecore. Al singolare fa « bardèza » ma
poco usato. Barèla, sf. Barella. PI. Barèl.
GLE).
barbiere.
Barèton, sm. Baritono.
Bargigli.
Bargaména, sf. (Alla lett. pergamena). Bergamina (Pascoli), Cappuccio,
(Dal lat. barbulae. DEI). Barbój dia galèna, (Alla lettera: bardella
gallina).
Salvia
dei
prati
(Salvia pratensis).
Barbón, sm. agg. Barbone, Barbuto. PI. Barbón. Barbutlér,
int.
Borbottare
|
Barbot-
tare.
(Forse dal
lat.
tardo balbitare, balbet-
tare).
Cartoccio (della conocchia o rocca).
F.
Borbottone,
PI. F.
ona
—
oni.
è
anche
colui
che
'
fa
«
la
Barcabica,
bére ». PI. Barcarùl. Barcaròla, sm. Barcarola, Canta del
« e'
colo
Bergamasco. Spe-
pi.
quadriglia rusticana che, scorso, era molto in uso
di
il
se-
nelle
campagne. Barghé,
sf.
Brigata, Comitiva.
Ben vèga la barghé! Ben stega furché!. Ben vada la brigata! Bene
l'in-
stia
!
La prima frase era
Barbuzèl, sm. (v.Pnèt). Barcaròl sm. Barcaiolo ròl »
do
l'inforcato
Barbutlòn
—
Bargamén. Bargamé§, sm.
PI.
I
Barbutlòn, sm. (v. Barbutlér). PI.
Barde
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
I
gigli
stoppie.
le
è
PI. F. i. (Lat. med. barberius,
Barbò j,
barcaiolo.
pecore.
PI.
I
BARG
39
dava a vedere
il
se la testa fra
i
il
saluto di chi an-
passaggio delle streghe; la seconda, la risposta che esse davano. « Infurché » era lo spettatore che, per vedere il passaggio, bisognava tenesrebbi di
una
Bargnòcul, (v. Bargnòcval). Bargnòcval, sm. Bernoccolo
forca.
1
Nocca.
BARG PI.
Barò^, sm. Barocci©, Biroccio. Plau-
Bargnócval.
(Formato da
bis e
da nucula, diminu-
tivo latino di nux, noce). Bargnucló^, agg. Bernoccoluto. PI.
F.
—
med. barotium, baroccio. GLE). Barèna, sf. Baroccia. Veicolo da trasporto a due ruote e fondo piatto. Biroccia.
ò§i.
sm. Barile. Era una misura della capacità di 42 BarìI,
boccali. (1. 56 circa). PI. Barìl. (Lat. med. barile o barilum, GLE. E' di origine oscura). Barila, sf. Barile (v. Baril).
|
Barlóm, sm. Barlume (di luce). Bamèrda, sf. Bernarda. Antica mis. di voi. per ai-idi. (Lat. med. bernarda. GLE). Barnù§, sm. Barnuso, Farsetto. PI. B.
Rissa,
Baruffa,
rocciaio
Lite.
PI.
Bar§èj. Barsajér,
F.
unè§a
—
unè§.
Nel vecchio dial. « baròn » significava anche imbroglione, birbante. Tale significato si deduce dal seguente dialogo fra un passante e una sorda. 'Sa fasiv a le eia dona? I
—
— A so' a que c'a mès un stèr. — Par piasè, cvànt a èl da que Castel? — Mo! tnirà tre stèra e méz. — A siv mata? o a siv barèna? — A so' la moj 'd Pirìn de fóran. — Andì andiv a brusé'! — A sari sempar ringraziè. j'
e'
là,
fé'
a
e'
intr.
Parlare
a
vanvera.
Questo verbo viene evidentemente da barsài », bersaglio: quindi « barsajè », bersagliare, battere di continuo. Di qui a un senso figurato, poi a un significato un po' diverso, il passo è stato breve. Bartén, agg. Cenerino. Color grigio; bertino.
«
un
Baròn, sm. Barone. PI. Barón.
».
I
« bicóc ».
—
merci).
PI.
PI.
F.
trasporto
ga piedi 2, alta piedi 1 e once 2 Barbai, sm. Bersaglio. Tir a barsai. Tiro a segno.
Baròmetro, sm. Barometro. Per indicatore del tempo costumava api>endere una testina di cera a una corda di violino. Tale apparecchio veniva chiamato da alcuni « bicùco », parola che è forse una deformazione di
PI.
(per
:
sm. Barilotto.
sf.
Barò^.
Barèna da cuntadén, Baroccia da contadino (per uso agricolo). Baròza da sbaru^ér, Baroccia da baP. Uccellini, nel suo Diz. descrive cosi la « baroza » ravennate « Sorta di carretta scoperta a due ruote per uso di trasporto... lunga piedi 4 e once 4; lar-
Barì^àna, agg. f. Baggiana (da Bajana, di Baia presso Napoli). Féva brisàna. Solo attribuito a fava Fava baggiana. Barléna, sf. Berlina, Gogna.
Barófa, Baróf.
PI. I
I
barile.
Barili.
Barilòt,
Baró^.
(Lat.
ó§a
—
due ruote.
stro a PI.
Bargnuclù§
PI. F.
PI.
BART
40
F.
Bartén
—
F. (Lat. PI.
a.
—
i.
med. beretinus, color grigio). Bartnora, m. Bertinoro. La rocca pare sia stata costruita da
conte Americo. Federico Barbarossa si ritiene che tenesse il sito come base delle sue operazioni di riconquista della Romagna. Procopio ricorda il luogo col nome di Retri Honori o rupe di Onorio e Plinio con quello di Forum Truentino-
rum.
Ronchi (La Pie, La Madonna del Lago, N. 1-2 a. XVII) dice che anticamente si chiamò Brittinorum e Cesebeum. (Forum Druentinorum?). Bartòcc, sm. Berrettuccio. Tiziana
Bartócc. Bartòcia, sf. Berrettuccia. Bartóla,* f. Nomignolo che
PI.
tanti di
gli
abi-
Campiano (Ravenna) danno
a
BARU «
BASE
41
una corrosa e mutila statua d'Apolimmancabilmente romana » incasto-
lo
A bas, In basso, all'ingiù. (Lat. bassus). I
nata
presso lo spigolo destro della torre campanaria della chiesa di S. Casciano in Decimo. Tale statua, inserita nella muratura originale della torre, proveniva dalle rovine di un tempio di Apollo di cui
ha motivo
si
di
dedurne l'esistenza
in
quei pressi da un documento del 953 che ricorda un Campo Apollinis nel
territorio di Decimano di S. Cassiano da un altro del 971 che parla di un « fimdum apollinis seu fundum campi-
Ba§a,
Bassa, Luogo basso.
sf.
PI. Ba§i.
à truvé al ba|i! (in tono canzoLe hai buscate! Ande' a la basa. Decadere (detto di famiglie nobili o ricche). Basamént, sm. Basamento. Ba^avó^a, avv. Bassavoce. Scórr' a ba§àvósa. Parlare a bassaI
t'
natorio), j
domandare scherzosamente, a
voce. Bas-ciàn, m. Bastiano, Sebastiano. II Placucci, in Usi e pregiudizi del contadini di Romagna, riporta il seguente pregiudizio « Rendendosi talvolta gravoso ai contadini per la loro povertà l'eccesso carico di figli, e bramosi di non averne altrimenti, impongono all'ultimo che nasce il nome di Sebastiano, se è maschio, e di Sebastiana, se è femmina... ». Bas-ciòn, sm. Bastione. PI. Bas-ción. (Lat. med. bastionus. GLE). Bascòmund, sm. Servizio. Locale per
ce
i
e
liani ».
Ricci (v.
Il
La
« "Bartolla » di Campiasia stata, in-
no) pensa che la statua
tomo al mille, sottratta agli oltraggi dei villani che attraversavano il campo e collocata nel campanile che proprio allora si costruiva. Chi fu la « Bartóla »? Evidentemente una povera accattona dal naso orribilmente mutilo che girava per le nostre campagne. Infatti si usa ancora chi dicose senza senso, se ha sognato la « Bartoletta » « hèit sugne la Bartulèta?» (hai sognato la Bartodelle
:
letta?).
Baru^è, sf. Quanta roba può portare una biroccia (Anche Sbaruzé). Biroc-
Baru^.
vinaccioli.
Bar?amén
»,
'.'uva.
Ba§, agg. Basso PI.
F. PI.
Bè§ Ba§a F. Ba§i.
campagna
i
locali
chia-
mati « bèscòmud » (bassi comodi) sono nella parte più bassa della casa: nel retro e di fianco ;e comprendono i il forno, la tettoia, i poril
pollalo.
Ba§èl, sm. Basilico (pianta
aromati-
ca).
(Lat. med. basilicon). Ba§èlt, sm. Basalto.
j
Ba^én, sm. Bacio. e' ba§én, A bacio, Dove non bat-
A
te
che è ima degenerazione di marzanina, ha poi degenerato in « balsamén » o « balsaména » che è sempre la stessa uva, chiamata in Emilia e nelle Marche balsamina per accostamento di « balsamén » a « bélsóm », balsamo, dovuto anche alla dolcezza del
Bè§còmud.
Nella casa di
cili,
Baruzén, sm. Biroccino. Calesse da viaggio a due ruote. PI. Baruzén. Bar?amén, sm. Marzamina. Uva nera dolce con acini piuttosto piccoli e rotondi dalla buccia grossa e molti «
servizi.
PI.
capannoni,
ciata. PI.
:
sole.
il
Ba§ér, tr. Abbassare. Ba§é' la testa, Abbassare la testa (in atto di vergogna, di umiltà o di saluto).
Prt.
Ba§é
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Ba§ér, Pr. PI.
F.
Ba§é
—è — éda
tr.
Baciare
.
BASE
—
PI. F. j
édi.
Ba^èta,
sf.
Zughé' a la bassetta (a car-
Bassetta.
Giocare
ba§eta,
alla
te).
med. bassetta.
|
Nome
di
giuoco.
GLE). sf.
Bassezza
stone.
Bastunè. Bastunèr,
Umiliazione.
|
Bast, sm. Basto. Best. Basta, sf. Basta. Piega per accorciare. PI. Bast. (Lat. med. basta. GLE).
—
— è — éda PI. F. — édi. F.
trasversale
ànti. int.
Bastonare.
PI.
Bastànt, ps. Bastante, Sufficiente. PI. Bastént F. anta Bastér,
Picchiare,
tr.
Bastunè
Prt.
PI.
PI. F.
I
PI.
Ba§e^a, PI. Ba§ez.
—
Bastimént. Bastón, sm. Bastone. PI. Bastón. Bastón de pulèr. Posatoio. Bastunè, sf. Bastonata, Colpo di baPI.
Turné' a ba§é; Ribaciare.
(Lat.
HATE
42
Bastare, Essere assai, a
sufficienza. Prt. Baste
— è — éda PI. F. — édi.
PI.
(
Ba§ù, sf. Paralume. Francese abat-jour ) Batàj, sm. Battaglio
(delle
campa-
ne).
Batàja, Batàj.
Battaglia
sf.
(F.) Traversia.
|
PI.
Batajón, sm. Battaglione. Batajón. Batàna, sf. Batana. Piccolo schifo. PI. Batàn. Bàtar, tr. Battere, Colpire Picchiare Urtare. Battere contro Bussare Trebbiare Battere (legumi col correggiato) Battere. Vincere, Sconfìggere (F.) Insistere Pulsare (del sangue).
PI.
j
F.
|
I
|
I
Bastérd, sm. Incrocio, Ibrido. PI. Bastérd. Bastia. Località sulla via Petrosa della fraz. di Pievequinta, del Com. di Raverma. Basti,
Deriva
f.
il
suo
nome da
un'antica for-
tificazione, « bastia » o castello fortifica-
]
[
I
Batù
Prt.
—u F. — uda PI. F. — ùdi. PI.
che si suppone sorgesse a sud dello sbocco del Vicolo delle Ossa, o Degli Ossi, con la Petrosa. La tradizione locale ha tramandato il ricordo di un combattimento con ba-
Bàtar la fera. Battere la falce (per rinnovare il taglio, a colpi di mar-
lestre tra forze stanziate alla Bastia e forze stanziate a Castellacelo (Massa).
(Lat.
to,
La località è indicata con « bastita » In un doc. del 1399, (U. Foschi, Carteggio e V. anche « strè dia Basti », alle voci Petrosa e Pasna). Nella località menzionata sorgeva una chiesa, o oratorio, dedicata a S. Ma-
Maddalena, chiamata comunem. Chiesa della Bastia. In essa si vene-
i
tello).
Bàtar
Bastimént, sm. Bastimento.
sid,
Frequentare un
luo-
med. batere, battere e trebbiare a braccia o coi giumenti. GLE). (Lat. battuere). Batarì, sf. Batteria, Schieramento di
bocche da fuoco
L'insieme dei richianell'uccellagione. Mets' in batarì, (F.) Mettersi in contrattazione. |
mi I
Batdùra,
ria
rava una sacra immagine (ora conservata nella chiesa di Pievequinta) rimasta incombusta in un incendio scoppiato nel 1700.
un
int
I
go.
I
Si dice
PI.
sf.
anche
Trebbiatura, «
Batùda
Battitura.
».
Batdùr.
Batél, sm. Barchino, Barchette usato nei paduli per andare a caccia e a
pesca con PI.
Batèl.
ta fiocina.
BATE
BDOC
43
Batént. sm. Battitoio, Battente. Parte dell'imposta dell'uscio o della nstra che batte nello stipite. Batént dia pòrta. Batèsom, sm. Battesimo.
Bavós, agg. Bavoso. PI.
fi-
F.
Bavùs
—
PI. F.
I
ó§a
—
òsi.
Ba?, sm.
Batìsom. Di uno che non sia molto fortunato si dice ce L'à pi§é int e' batèsom. Tire' fura tot i batìsom, (F.) Tirar j
fuori tutto.
Palo di sostegno del pal-
co per la coltivazione
PI.
PI.
dei
filugelli.
Bèz.
Baza, sf. Bazza, Buon affare. Baz. Piccolo Bazél, sm. Baccello fiore prodotto da percossa. PI.
|
Baticor, sm. ne di cuore.
Batticuore,
Palpitazio-
PI.
sm. Battistrada, Parte del pneumatico che aderisce alla strada. Batiér, sm. Battelliere. Batistré,
Batlérda, PI. Batlérd.
(delle
del sec. XVII « batòcc » gnifica sciocco, person?. zhe non giudizio, (v. P. Sintoni, op. cit.). sf.
(P.)
Danno
si-
e
ha
j
Batòsti.
degli
zoccoli
un
di
Bcón,
cavallo
Bdòcc, sm. Pidocchio.
allegrezza per segnalare l'arrivo del corteggiatore di una di esse. di
Batùda de
to del polso. Pulsazione. d'ócc, Un attimo.
Batudìna,
more alla PI.
di
porta
sf.
passi
|
pois,
affrettati
Batti-
Piccolo i
ru-
Bussatina
.
BatudìJi.
Uomo
gretto.
Bdòcc.
Bdòcc pulén. Pidocchio pollino
Bdòcc
mér^ Mitile, Cozza (mytilus edulis) Bdòcc de gran, Sifonora del grano (Aphis granaria). Bdòcc de prògn, Afide farinoso del 'd
I
]
|
(Lat. med. bavella, scarto. GLE).
Bavól, sm. Bavól.
j
PI. i
Bavàj, sm. Bavaglio. PI. Bavèj. Bavéla, sf. Bavella. Filo che si trae dai bozzoli Tessuto di bavella.
PI.
Alfido, Pidocchio (F.) (Lat. tardo, peduculus). j
Una batùda
Battutina,
Pcón).
GLE).
I
]
(v.
Bdél, sm. Tronco di albero. PI. Bdél. (Traslato del lat. med. pedale, ceppo.
Batùda dal gramadóri. Battuta simultanea delle gramolatrici in segno Bussamento
bazzotto.
I
in corsa.
I
sodo.
il
Furmàj ba?ógn, Formaggio
cata.
]
Rumore
med. ba-
GLE).
Ba?ògn. Bebé, sf. Imbeccata. PI. Bché. Tu' la bché, (F.) Accettare l'imbec-
Batù, sm. Ragù. prt. Battuto. Batùda, sf. Trebbiatura. PI. Batùdi. I
in-
PI.
Grave ma-
'
lattia.
PI.
lat.
rad.
I
dial.
Batòsta,
dalla
Bàziga, sf. Bazzica (gioco di carte) Ba?iga zigliéda, (Su tre carte, due sono uguali). Ba?ighér, intr. Bazzicare. Bazógn, agg. Bazzotto, Tra il tenero
cam-
med. batochum, battaglio. GLE).
(Nel
baccilliun;
zinus, bacino.
Batòcc, sm. Battaglio pane). Battacchio. PI. Batócc. (Lat.
tardo
doeuropea bak-« bastone ». Bazén, sm. Idrovoro. (Il tutto per la parte. Dal
Tagliere.
sf.
Bazèl.
(Lat.
Batiér.
PI.
gon-
Baule.
bavella,
seta
di
(Alphis pruni). féva. Pidocchio delle fave (Aphis papaveris). Bdòcc de pé§g, Alfide nero del pesco (Aphis persicae Boyer). Bdòcc sangvén. Pidocchio sanguigno
susino j
Bdòcc dia
(Aphis lanigera). Bdòcc, sm. Vilucchio
(
Convolvulus
BDOG
BELZ
44
DEI
liana latino,
cita, fra le altre,
la
voce emivocabolo
« vlócc » e riporta 11 ricostruito, « volùculum »).
Pòrta di Bdogn Forlì). Porta Cotogni. (Forlì, 1408, Porta Codognis). Bdól, sm. Pioppo nero. PI. Bdól.
m.
Bdógnti,
pi.
(a
lica). si.
Bdóli. Bdól). Bduciós,
Pioppo cipressino.
agg. I
(di
insetto).
E' bèc d'un u§él. Il becco d'un uccello
E'bèc d'una mosca.
j
una mosca.
La puntura
di
Bèc. Bèc, agg. Becco, Cornuto Beccuccio. Bèc avèrt. Avocetta, Monzechina, Re|
cordella,
Becco
storto,
Spinzàgo
d'ac-
qua. PI.
F.
Bèc Bèca
—
PI.
F.
—
Béchi
Fé' bèc òn, Far le corna a uno. Bécafìg, sm. Pigliamosche, Grisòla. PI. Bècafìg. Uccelletto un po' più grande del canarino, che non ha nulla in comune col I
beccafico.
Becamort, sm. Becchino, Necroforo. Bécamùrt.
PI.
B. ha spesso tivo.
un
Tné'
a
Bègna, Voce del verbo b§ugnér. Biso-
Fa d'uopo.
gna, Occorre.
E' necessario,
Urge. Bèglia,
PI.
F. P.
sf.
a
Balia
b..
j
Levatrice. a fare
Andare
da
b.
significato dispregia-
Balbo, Balbuziente.
Bèjb Béjba
—
—
F. Béjbi. (Lat. balbus) Bel, agg. Bello. PI.
F.
Bèi Bela
—
—
F. Bèli. Bèi, sm. Belato. PI. Bèi. PI.
Béladóna,
sf.
Belladonna
(Atropos
belladonna).
Belóman, sm. pi. Begliuomini, Balsamina, (Balsamina hortensis). Bélsom, sm.. Balsamo. PI.
;
PI.
]
Guardia
béda, Sorvegliare. Bèga, sf. Bega. PI. Bèg.
Begli. Bèjb, agg. sm.
Pidocchioso. PI. Bduciùs. Si usa generalmente in senso dispregiativo; altrimenti si usa: cruv ad bdócc, coperto di pidocchi. Bè, sm. Vino. Quando si offre da bere bisogna versare prima il vino, poi l'acqua, perchè facendo diversamente si dice che « u s' perd l'amicizia ». Un tempo ( Bagli, note al Placucci, op. cit.) si diceva che, se si versava prima l'acqua, colui che beveva, una volta sposato, sarebbe rimasto vedovo. Béc, sm. Becco.
Puntura
Bechincrus. Béda, sf. Bada,
PI.
(V.
I
Becch'in
PI.
Ande
PI.
I
Crociere.
croce.
ISi crede che sia di origine ostrogota).
(It. ant. bidollo; e lat. med. bedullum e bedolium, GLE. Dal lat. betulla che secondo il DEI è voce di origine gal-
Hdóla,
sm.
Béchincró^,
arvensis). (Il
Bèlsom balsamum)
(Lat.
Bèlz, sm. Balzo (G. Mengozzi, op. cit., parte III, ott. 44). Legaccio dei covoni. (Dal lat. balteus, cintura; da cui il lat.
mediev. balzum). PI.
Bèi?.
Bèlza, sf. Pastoia. Correggioio o catenella che si mette alle zampe della civetta o di altri zimbelli. PI. Bélz. Bèlza, sf. Balza. Bel?. E' rógg dia bélza. Il ruglio della balza. Si tratta un urlo o di un cupo
PI.
boato di misteriosa provenienza che ora nessuno più ode ma che una volta pare che si udisse ogni tanto. Su « e' rogg dia bélza » la Pie ha rac-
una documentazione che, con denominazioni diverse, segnala il fenomeno su tutto il globo.
colto
BEMB Nelle Ville Unite è considerato a zìi §rén » un tuono a cielo
Bèmba, Bèmb,
sf.
un
«
tón
sereno.
Amore. avv. Bene, Ben, avv.
A modo. Ben ben!, Molto Molto |
bene! Bénavlù, agg. Benvoluto, Beneamato, stimato. PI.
F.
—
j
ma nel dialetsignifica solo « barba » antico significava anche « mento » come in altre zone. Si dice ancora « fazulèt lighé sota la bérba », fazzoletto ;
to
Bénavlù
ùda
PI. F.
Bèra, sf. Birra. Ber. Bérb, sm. Barbio (Barbus plebeius). PI. Bèrb. Mento. Bérba, sf. Barba PI. Bérb. Questo vocabolo, qui nelle Ville Unite, PI.
Ben, sm. Bene, Affetto. i
formazione del lat. er (her) «riccio». (Vedi R. Grandsaignes d'Hanterive, op. cit.).
Epa, Pancia.
PI.
i
BES
45
—
ùdi.
Bènda, sf. Binda. Cricco, Vericello. Benda. Pezzuola per coprire gli occhi. PI. Bènd. Bèndul, sm. Bindolo. Ruota con biconcioli per tirare acqua e irrigare orti. I
Tire' int e' bèndul, Tirare il bindolo. Beneficiénza, sf. Benefìcienza. Ristoro Benefizi, sm. Beneficio Aiuto. Sollievo (
|
j
annodato sotto il mento. Bérba 'd béco. Barba di becco. (Tragopon pratensis L) P. Zangheri. Bérb ad fré, (v. Lischi) bardh(Lat. barba; rad. indoeuropea « barba »). Berbacàn, sm. Barbacane (V. S-ciop dal vid).
Benefici.
PI.
Benèsom, superi. Benissimo. Benestànt, sm. Benestante. Benestént anta P.
PI.
—
F.
PI.
—
ànti.
Bénsarvì, sm. Benservito. Benvèst, agg. Benvisto, Stimato. PI.
F.
Bénvèst
—
B., in dialetto, significa solo
F.
—
èsti.
tr.
Bere.
Dbu
Prt. PI.
F.
PI
— Dbu — Dbuda F. — Dbudi
Déla da bè, (F.) Darla da intendere. da be' al bèsti, Abbeverare le mucche. (Lat. bibere; rad. indoeur. pi- «bere»). Ber, sm. Montone, Ariete, MascTiio I
De'
I
della pecora.
Làppola, Zeccola. Capolino di lappa qualunque seme o involucro di semi dotato di uncini che si attaccano ai vestiti, al vello delle pecore e al pelo 1
e
degli altri animali. PI.
Per
Ber. il
secondo significato forse è de-
sostegno
I
orizzontale delle viti. Saettone. Bérbar, agg. sm.. Barbaro.
Bérbar.
PI.
Bèrba^vàn, sm. Barbagianni. Allocco; Allocco comune e Allocco bianco (v. Ulòc).
Bérba^vèn.
PI. I
cacciatori
mente
Ugo
està
Ber,
PI.
Barbachén.
PI.
I
«
chiamano
lo
?vanén
»,
«
Ugo
»
scherzosae
« e'
sgnòr
».
Bére, sm. Bica. G. Mengozzi, Op. Cit., nota « a », p. 2M, scrive: «Bére. Barco chiamasi in Romagna la bica o massa, che si fa suU'aja, dei covoni del grano mietuto ». Glossario Latino Emiliano traduce II barcus o barco con « luogo coperto di deposito» e riporta un «meta (vedi « meda ») seu barco grani ». Di qui il nostro « barco ». PI. Bére. Bèrca, sf. Bica a forma allungata. Bére. Bére). Bèrca, sf. Barca (da pesca, PI. Bére. Bé§, sm. Bacio
PI.
(V.
PI. Bi§.
(Lat.
basium).
ecc.").
BESA Bè^a, Bè§.
Biscia.
sf.
I
Be^a da acva. Biscia dal
collare (del-
I
Natrici).
Bè$a bòa, (Biscia boa). Serpente boa
Tromba marina.
I
drago) favolosa scaturita probabilmente dalla fantasia popolare dalla
(o
visione
immagini
delle
San
di
Mercuriale e di San Giorgio, dipinte nei plaustri, raffigurati nell'atto di trafìggere il drago. « Be§a da la cresta » è chiamato anche il regolo delle biscie detto « e' règval dal bè§ », descritto con la cresta e ritenuto capace di fischiare. Be§a-galàna (v. alla voce Besagalàna)
Bè§ cudéra. (v. Be§a-galàna). Per il sign. di « cudèra » vedi la voce «cudèr». I
Fé' la bè^a.
Be§agalàna,
sf.
Tartaruga
(Il
nome
dialettale è composto da « be§a », biscia, e dal veneto « galana » che significa testuggine marina e terrestre).
Bèsgalàn. (Forse dal greco bizantino galaia «nave»; da cui il lat. med. galea). Bèscar, sm. Recipiente in genere. PI. Bèscar. PI.
Bès-cia,
sf.
Comunemente
I
Bestia. significa
vino.
Anticamente in Ravenna una misura per la calce.
al besti. '
dal
Bgónz d'èv (Alla
Bugno
Governare le mucche. Mercato del be-
besti,
(F.)
la bès-cia,
carattere di
Conoscere
med. beguncio. DEI). Bgunze, sf. Il contenuto
sf.
—
F.
F.
PI. [
I
Bianca
—
Bianchi.
E' biànc dl'ongia, Lunetta dell'imghia. Ande' a ca di biénc, (F. ) Andare a
ietto.
De'
e'
biànc a la ca. Imbiancare la
Biancari,
sf. Biancheria. Biancù^, agg. Bianchiccio. PI. Biancùs F. ù§a
—
il
PI.
Bettola.
F.
—
Biascèr, Prt.
bettola.
GLE).
Béva, sf. Bava, Saliva. PI. Bèv. Beva' dvént. Bava di vento. I
bi-
Bgxm^é. Bgunzér, sm. Barilaio. PI. Bgunzer. Biàca, sf. Biacca, Cerussa. Biànc, agg. Bianco. PI. Biénc
u§i.
sm.
Masticamento,
camento.
med. betula,
un
PI.
Biascèr,
PI.
(Lat.
di
goncio.
una persona.
(Lat. bestia).
Bètula, Bètul.
Bigoncio d'api).
(Lat.
I
I
Cnó§ar
lett.
rustico.
casa.
stiame. Mèi dal besti, Afta epizootica. I
anche
Bgòn^.
PI. I
era
dente.
Bès-ci (Bestie) Bèsti (Mucche).
Marche
Acca-
Biànc scanadè. Candido, Bianco can-
Mucca.
—
Ma§é'
ta-
Bgòn^, sm. Bigoncio. Recipiente di legno a doghe, cerchiato », adoperato per travasare il
fune.
bè§a, A biscia, A serpentina. Be^a an?ula, (Biscia angiola). Biscia d'acqua.
I
il
«
Giocare a far la biscia
A
PI.
Sbavare
j
I
dimenando una
PI.
e' curtèl,
Bè^. Barlé, sf. Vetriciaio. PI. Barlé. Barlé de fio', Vetriciaio del fiume. (Vi sono generalmente piantati alberi e arbusti di ogpi genere). (Lat. med. barleta, terreno incolto cespuglioso. GLE).
I
I
béva a
PI.
Be§a da téra (Biscia di terra). Biscia nera e B. grigia. Bè^a da la cresta. Biscia crestata. I
Biscia
la
della lama del coltello. (F.) P'è' al bév a la boca, (F.) lorarsi, Infervorarsi. Bè^, sm. Bacello. I
I
e
Tu'
glio
PI. le
BIAS
46
tr.
Biascicare.
Biascé
— è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Biastèma,
sf.
Bestemmia.
Biasci-
BIAS PI.
Biastèm.
PI.
Biastèm eh' al j' impeja la pepa, Bestemmie da accendere una pipa. (It. ant. biastema. DEI). Biastmàza, sf. Brutta bestemmia. j
PI.
Biasimaci.
Biastmèda,
Bestemmiamento.
Biastmédi. Biastmér, tr. e int. Bestemmiare. rfl. Fare un giuramento con maledizioni contro sé stesso. (v. Biastema). Biastmaddr, sm. agg. Bestemmiatore. I
F.
Biastmadùr
—
PI. F.
óra
—
F.
—
Biccchi. bicóca, Vecchia
Vècia canuta. i
Véce
F.
BidèI
—
èia
—
PI. F. te
di latta.
PI. F.
PI.
Bidón.
—
à?i.
Biédla, sf. PI. Bièdal.
Bibit.
Bicadùra,
sf.
Beccatura
|
Puntura
I
(di I
insetto).
tole.
Bicadùr. Bichér, tr. Beccare Pungere care (all'amo). Biche' l'uva, Piluccare l'uva. |
Biét, agg. j
Abboc-
Bichir, sm. Bicchiere. PI. Bichir. Bichir cun e' pe. Bicchiere a calice. I
(Come
il
lat.
med. becherius (GLE),
dal lat. becarius, dal greco bikos, « vaso per bere »). Bichìra, sf. Bicchiere. PI. Bichirén. Bichirén, sm. Bicchierino. PI. Bichirén.
I
Biciclèta, sf. Bicicletta. PI. Biciclèt. Biciclèta da via?, B. da
turismo.
Biciclèta da còrsa, B. da corsa. Sue parti: TIèr, Telaio; Ròd, Ruote; Pur^èla, Forcella anteriore; Furzién, Forcella posteriore; Sèla. Sellino; Stèr?, I
Sterzo; Cadéna, Catena; Ruchet, RocSeat fès. Ruota fissa;' Seat Ruota libera, Multeplica, Moltiplica; Pidavél, Pedivelle; Ra?, Raggi; ^arción, Cerchi; Gom, Gomme (Curala e Càmbradéria); Pidèl, Pedali. Bicóc, agg. Bianchiccio. Biancastro. chetto, lèbar,
Barbabietola.
Bietola,
Sape' al bièdal, Sarchiare le bietole. Grate' al bièdal, Grattugiare le bie-
PI.
j
èli
Bidòn, sm. Bidone. Grosso recipien-
Bibastrél, sm. (v. Baibastrél). Bìbita, sf. Bibita. PI.
e
di
Bicùco, sm. Nomignolo dato in alcune case a un segnatempo costruito con una corda di violino e una testina di cera. Bidél, sm. Bidello.
Bia§unà^, sm. Biascicone. PI. Bia§unéz. F. à^a
—
ancora
uccelli
ca-
degli imberbi nido.
Peluria
I
degli
bianchiccia,
Vecchio bianchiccio,
bicóc,
nuto. Pél bicóc.
PI. òri.
Bicóc Bicóca
—
PI. F.
I
sf.
PI.
PI.
BIGA
47
PI.
F.
—
—
P. Bièta,
PI.
Beato
|
sch.
Compunto.
Bièt èta
éti
sf.
Cuneo
di ferro, o di legno,
per spaccare tronchi. Zeppa, Bietta. I
Bièt Bièva,
PI. PI. I
Non
sf.
Biada.
esiste.
La bièva de sumàr (La biada
del-
bastone. U j vò dia bièva de sumàr, (F.) Ci vuole del bastone. Questo rimedio veniva purtroppo suggerito per le mogli poco remissive. (Lat. med. biava. V. GLE alla voce bernarda; e biada, DEI). Bigaràta. sf. (?) (v. Mèi). Bigaròn, sm. Con questo vocabolo il dialetto fa ora una gran confusione perchè indica l'ape legnaiuola (Xyloeopa violacea), il calabrone (Vespa crabo) e le diverse cetonie dette anche « bigaròn d'or ». E' un accrescitivo della voce emiliana, veneta e lombarda « bigùt ». (bigatto e
l'asino),
II
I
bigattolo, sec.
XIV).
BIGA
BIOJ
48
Bìganinèr, sm. Rumore del calabrone. Fé' de bigarunèr, Fare il rumore del calabrone, o dell'ape legnaiola. Bigàt, sm. Larva, Baco Filugello. Bigàt da tèra, Verme bianco, Larva del maggiolino (Melolontha, melolontha). PI. Bighèt. Fé' i bighèt, Fare i vermi Allevare bachi da seta. Bigàt dia ?;ri§a, Larva di mosca delle ciliege (Rhagoletis cerasi, L.). II popolo crede ancora nella generazione spontanea e perciò si dice « fé' i bighèt », fare, generare larve, bachi. I bighèt i vén tra e' vèrd e e' sec, I bachi da seta arrivano tra il verde I
|
PI. F.
(Come
]
secco. Cioè tra la fine dell'inverl'inizio della primavera. II detto « l'è un bigàt », è uno scaltro, forse deriva dal lat. medioevale bigator che significava « uomo di mae
il
no e
intenzioni» (v. GLE). Bigàta, sf. Baco. Baco della frutta.
PI.
Bigati.
dia zri§a. Baco della cilieSi tratta della larva della mosca
Bigata I
gia.
delle
ciliegie
(Rhagoletis
cerasi,
L.).
Bigata
dal caròt, Depressaria nervosa, Hw. Infesta le infiorescenze della carota e del sedano. Bigaté, agg. prt. Bacato, Verminato. I
PI.
F.
Bigatè
—
PI. F.
—
édi.
Bigatela, crisalidi
di
in
sf.
Crisalidi
e
farina
di
filugello.
ant.
op.cit.,
Biglia,
ott.
sf.
Bile
|
Ira,
Sdegno. PI. Bigli.
PI.
sm. Biglietto.
Biglièt.
Bigòt, agg. Bigotto. PI.
F.
Bigót
—
òta
spaghetto.
»,
bombyx).
Boicottare
tr.
— è — éda PI. F. — édi. F.
Biguti^óm
.
Bacchettoneria,
Ipocrisia. Bìgval, (v. Bigul). Bjidulén, sm. Barbabietola da seme.
Bjidulén. Piantòn). Bjidulén, sm. Barbabietola raggio PI. Bjidulón. Bilin, sm. Giocattolo. PI.
(v.
da
fo-
PI. Bilìn.
Bimbéda,
sf.
Rimpinzata, Mangiata,
Scorpacciata.
Déss una bimbéda, Riempirsi. Bimbèdi. Bimbèr, intr. Rimpinzare, Gonfiare, riempire per molto mangiare. I
PI.
Prt.
Bimbe
— è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Bindadùra, Bindadùr.
sf.
Bendatura.
PI.
Bindèr,
Bendare. Mettere la ben-
tr.
Binde
— è F. — éda PI. F. — édi.
Indignazione,
intr. Bindulèr, Girare lentamente e là senza decidersi a far nulla. Ciondolare. (L'idea viene dall'animale che tira il bindolo, « e' bèndul », il quale gira sempre e rimane nello stesso posto). Incerto Bindulón, sm. Irresoluto Ciondolone Bighellone.
qua
]
Bigliérd, sm. Biliardo. PI. Bigliérd. Biglièt,
lat.
PI.
bigatolo?) G. Mengozzi, dice: « Bigattina. 92, Così chiamasi la farina di crisalidi essicate, ad uso di nutrire tardi, ecc. ». (Dall'it.
bigolo
Biguté
da. Prt.
éda
«
DEI, dal
Vermicello.
PI.
I
le
Spaghetto,
veneto il
Bigutér, Prt.
I
I
òti.
il
Secondo
j
I
—
Blgul, sm. PI. Bìgul.
)
]
PI.
F. PI.
Bindulón
—
F.
a
—
1.
Binéri, sm. Binario delle ferrovie PI. Bineri. Biòjg, sm. Bifolco. Colui che custo-
BIOJ disce le mucche. Biùjg. (Colui che incita,
La§a la biréna » Lascia Questo grido che si usa
stimola
le
durante l'aratura^ si chiama dór » perchè una volta teneva
mucche « ?arlala « zér-
L'aratore, nel », l'asta col pungolo. senso di colui che regge l'aratro, non ha 11 corrispondente dialettale). (Dal lat. bubulcus^ guardiano di buoi). la
Biójga, sf. Canzone del bifolco. la biójga. Alla bifolca, alla maniera del bifolco, (v. Cantér). Un brano di «Canta a la bìojga»: « Lavora biujgarin,
A
I
eh' «
A
eh' «
A
téra
l'è
l'è
morra ha
biójga
l'à fat
fatto
PI.
F. PI.
un
»
:
vidèle
/
e te
un burdèle. (La vacca un vitello / e tu putun bambino).
tana hai fatto Biónd, sm. agg.
F.
Biondo.
I
Birb a
—
—
P. Birbité,
PI.
i.
sf.
Furberia, Scaltrezza, Ma-
—
I
I
sm. Borracina. Alghe
di
acque.
Bìfàca, Bi§àc.
med.
Bi§-ciòla,
Birbòn, sm. Furbacchione. Birbón. Birén, sm. Tacchino; Billo. PI. Birén. « Birén » più che da « billo » deriva da « biro » piemontese. Le massaie infatti usano il richiamo « bir - bir » anziché « billi - billi ». Birén, 'd mér. Otarda, Starda, StarI
da maggiore. sf.
sf.
Tacchina.
Bisaccia
|
Tasca (Rav.)
PI.
(Lat.
Birbité.
Biréna, Birén.
a
F. i. (Lat. med. bisius. DEI). Bi§, Ancora, Un'altra volta. Due volte Fé' e' bis. Ripetere (Lat. bis).
PI.
stagnanti.
PI.
PI.
—
F.
Bi§,
lizia.
PI.
la pelle.
Bi§
PI.
i.
|
F.
I
capponare
Birinin, sm. Tacchinotto. Bis, agg. Bigio.
Biradin, (diminutivo di «ber»). Pecorino. Giovane ariete. (F.) Tipetto scontroso. La j' è un biradin. E' scontrosetta. Birb, agg. Scaltro, Furbo, Malizioso. PI.
.
a
—
Mario-
Birichinédi. Birinàza, sf. Rospo. PI. Birinàz. Birìnéna, agg. f « Rospina ». Di rospo. Detto della pelle. Pela birinéna, Pelle ocarina. Fé' avnì' la pela birinéna. Fare ac-
Biónd
—
I
PI.
I
t'hèi fat
Monelleria
sf.
leria.
».
n' pofi lavurè',
putàna
!
—
i. F. Birichinéda,
PI.
l'è
La vaca mora
la
;
biujgarìoi,
una purceta
!
—
mola».
tèra seca ». Stornello « a la
eh'
».
n' po§i laviu-è',
Lavora
eh' «
una cuncola
l'è
tacchina ancora più per ischerzo che per vera allusione, veniva rivolto a un povero ubriacone di Forlì che era stato accusato ingiustamente di aver trafugato una tacchina dall'aia di un contadino. Il grido era « Bertaccini, lassa la biréna ». (La pie, anno X, n. 3). Biribès-c, m. Bir ibisco. Deformazione di « biribisso », gioco d'azzardo. Usato in tono canzonatorio significa « persona da nulla ». Birichén, sm. Birichino Mariolo. PI. Birichén F. a
«
PI.
I
BISI
49
bisacha, bisaccia. GLE). Bestiola. Riferito a
sf.
mucca. PI.
Bis-ciòl.
Biscòt, sm. Biscotto in genere. PI. Biscòt. (v.
Scutén).
Bi§ighèr, intr. Lavoracchiare, (v. Bi§igval). Bi^ighèr, sm. Confusione, Disordine, Lavoro disordinato. Bi§iglìn. m. (diminutivo di Bi§igval) Nomignolo con cui si indica una persona indaffarata in tante piccole fac-
RISI cende.
PI.
Bi^ìgual, sm. (v. Bisigval).
Aguglia comune. (Belone
Bi!;ìgula, sf.
Belone).
PI.
Bi§ìgul.
Bisigval, sm. Oggetto fuori posto che
Bisegolo. Lisciascarpe. Arnese del calzolaio. Il DEI riporta: « Biségolo (bisévolo). Liscia piante, arnese per lisciare la suola delle scarpe ». Bi§igvla, sf. (v. Bisigula). Bi^nón, sm. Bisnonno, Bisavolo. I
Bi§nón
Bl?èr
F. Bi?;ara PI. F. Bi?ari.
Binari, nezza. PI.
genera confusione.
PI.
BUG
50
Bizzarria, Stramberia, Sra-
sf.
Binari.
Blac, sm. PI. Blèc.
Cencio.
Straccio,
Car"hé' i blèc, (F. Tirar le cuoia. Cade' coma un blac. Cadere come un )
!
I
cencio. Blacó§, agg. Stracciato. PI.
Blacu§
F. Blacó§a PI. F. Blacó§i
F. Bi§anóna PI. F. Bi§nón.
Bì^òn, sm. Biscione, Drago. Bi§òn. Bi^ulìna, sf. Bisciolina, Piccola biscia.
PI.
Tòt blacos. Tutto stracciato. I
Biànda, sf. Bilancia Rete a bilancia. PI. Blànj Stè' in biànda, Stare in I
PI. Bi§ulìn.
Bitulén, sm. Bettolino.
|
Bitumìir.
Biùda,
sf.
Biuta
|
sm.
Quan-
Bilancino di farmacia, o per piccoli pesi. PI. Blanzén. j
sf. «
può
Biolcata fare
un
».
Biolca.
aratore in
un
PI. F. Bivdòri.
Radice europea
PI.
sf.
con
licale fino a
I
I
ble- « belare
»,
da cui
il
Blèt.
Blèza, PI. BÌèz. PI.
:
negozio,
belare). Blèr, sm. Belamento, Belìo. Blèt, sm. Rossetto, Belletto
Bivdùr, sm. Beveratoio. Pozza d'acartificiale, per la beverata degli animali o per andarvi a caccia
Bìver, sm. Termine dialett. riportato da F. Serantini che significa castoro. « Bivero » per castoro, è usato da Dante neirinf quando dice « E come là tra il Tedeschi lurchi - Lo bivero s'assetta a far sua guerra ». Biviràgg, sm. Beveraggio. Intruglio PI. Bivirègg. Bizar, agg. Bizzarro, Strambo, CapricCaparbio. cioso
di
lat.
qua naturale, o
reti e panie.
della car-
Blér, int. Belare. (
Biujghé (v. Bicig). Bivàgn, sm. (v. Dbègn). Bivdòr, sm. Bevitore PI. Bivdùr F. Bivdóra
Traversino,
Bilancia del barroccino e
rozza.
PI.
.
Bilancino.
Biuda
PI.
to lavoro giorno.
Blanzén,
di legno, o di ferro, a cui si attaccano le tirelle del cavallo, fuori delle stanghe. 1
Albume,
(Panzini).
Biùd. Biujghé,
Mètar in blànza, Bilanciare. (Lat. med. balanza). I
Bitóm, sm. Bitume, Asfalto. Bitumira, sf. Bitumiera, Caldaia per Macchina per sciogliere il bitume pruzzare il bitume. PI.
bilico.
I
PI. Bitulén.
Bellezza
Blìgul, sm. Blìgul.
Ombelico
Costuma conservare quando capace di sciorglierlo
A Palma
il il
cordone ombe-
bambino non da sé.
è
di Montecchio (Sicilia) le donne conservano il cordone ombelicale dei figli perchè temono che, buttandolo via, questi, fatti adulti, abbandonino la
loro casa.
Questa costumanza di conservare il cordone ombelicale in località, così distanti fra loro, conferma un'origine comune delle più antiche popolazioni italiche.
BLIG sm.
Blìgrval,
(v.
Blìgul).
I
]
Fé boca da ridar. Atteggiare la bocca a sorriso (in segno di saluto, indulgenI
|
Bluché
Galliziani (op. cit.) riporta il raven« Boca d'agliòn ». La selvatica è la linaria (Antirrhinum Linaria) i cui fiori sono di coir giallo canarino. Bòcìa, sf. Bottiglia
Blus
Bòcc med. bocia, v. DEI). Bócla, sf. Buccola
Pi.
(Lat.
(Il bue matto). Era un giofaceva a trebbio nelle stalle. Legavano una forca (di legno) alla schiena di uno, con i rebbi fuori della testa voltati in su. Poi gli mettevano una coperta addosso; indi il bue matto si appoggiava a terra con le quattro zampe e veniva preso a mano da un altro che gli impartiva dei comandi da esso eseguiva alla rovescia, in modo che metteva, fra grida e risa, lo scompiglio fra
I
mat si
ragazze.
Lèc de bò
lóv. Bocca di lupo, Bocca (Antirrhinum majus).
II
Bo, sm. Bue.
le
'd
nate
F. Blu§a PI. F. Blu§.
co che
Boca
I
Bluchèt, sm. Blocchetto Bluchèt. Blu§, sm. Cartiiciotto
Bu
Turzé' la boca. Storcere la bocca. Ma§*é' la bóca, (F.) Raccomandare lo stomaco. I
di leone.
édi.
PI.
E' bó
patire e commiserare).
j
F.
I
oppure per com-
condiscendenza;
za,
PI.
PI.
altro).
Spararle grosse solo per impres-
I
Blu, agg. Azzurro, Turchino. Blucàgg. sm. Bloccaggio PI. Bluchègg. Fermare Bluchér, tr. Bloccare Chiudere.
PI.
un
Far l'arrogante (ma sionare, per intimidire).
Blòc, sm. Blocco PI. Blóc.
— è — éda R F. —
bocca (per darlo a Ave' dia bóca, (F.)
di
PI. Blìgval.
Prt.
BOLA
51
(v. « lèc »).
Bócval. Bòcval, sm. Ricciolo, Cincino. (Francese, boucle). PI. Bocval. Bóf, agg. Buffo, Comico. PI.
PI.
F.
I
Sm. Comico.
Bófal, sm. Bufalo Bófal. Bófla, sf. Bufala PI. F. Bófal.
PI.
Bógn, sm. Foruncolo. Bogn.
Bò'd Pasqua, Bue di Pasqua. Ingrassato con ogni cura per la mostra del mercato che si svolge prima di Pasqua. Ch'à i bu mej tira avanti. Chi ha i buoi migliori tira avanti; cioè chi ha
PI.
più possibilità fa di più. Bóbal, sm. Bùbbolo. Tubo di canna. PI. Bóbel. « I bóbal 'd cana », i bubboli di canna venivano usati per avvolgere accia. Bubboli, col nodo da una parte e un tappo dall'altra, servivano per conservare polveri e semi. Bóca, sf. Bocca Foce Orifizio. PI. Bóc. Fé' al bóc, Far le boccucce. A bóca, A voce. Tuss e' pan da la bóca. Levarsi il pan
te
I
1
1
Bófì
PI. F.
(Lat. bos). I
Bóf Bófa
Bógn
Bugno rustico, Alveare un bigoncio (in questo caso è chiamata anche « bgónz »), in un tronco di albero, o in un qualsiasi recipienI
róstic.
ospitato in
rudimentale.
Bógn
^ig. Fignolo. Bòja, sm. Boia Sch. Birichino. PI. Bùja. Vescichetta della Bója, sf. Bolla pelle Gonfiore causato da pesto. I
'
j
I
(Lat. ijulla). BÒI, sm. Bollo, .Marchio, Suggello. PI. BÒI. Bòia, sf. Chiazza Pulica. Boia d' cria. Pulica, Pulliga. |
PI. BÒI.
BOLS B61§, agg. Bolso, Asmatico Non affilato (di lama)
F. Bol§a PI. P. Bol§i. (Lat. med. bulsus, bolso: « equus... bul-
OLE). Bómba, sf. Bomba (arma). PI. Bómb.
sus
»
E' s-ciopa la
bomba,
(F.) viene fuori
il
I
marcio, Si scoprono Bòn, agg. Buono
gli
altarini.
F.
Bórsa,
Bùgola.
sf.
«
Burchia
».
Bórg Bórga de remai. Bùgnola della crusca. Ora è un recipiente qualsiasi, ma una PI.
Fé' bón, Far bene Essere utile. Biglietto con l'obbligo di |
I
Sm. Buono,
I
Burg
(Lat. med., 1332, burghus).
Boni
PI. P.
-
PI.
Bón Bòna
PI.
Guerrini la « Borda » è un essere cattivo che ammazza i bambini. « Ninàn, ninàn, la Borda la liga 1 bei ba». bén cun una corda Forse dalla radice indoeuropea bha « idea della luce e di rendere luminoso » (v. D'Houterive, op. cit.) da cui il lat. Fata « dea del destino » e l'italiano fantasma. Bdrg, sm. Boi'go. O.
Bul§
PI.
da
in « Alcuni canti popolari » raccolti
Ottuso,
I
BOSC
52
pagamento. Buono per ritirare oggetti. Bòn da mèi. Carta da mille lire Fèf bón, Crescere. (Se è inferito al
I
destia.
volta era un paniere di paglia. Dice B. Blondelli « Vaso composto di cordoni di paglia legati con rovi per tenervi le biade » ma forse vi si tenevano anche cose diverse come fa supporre il verbo « burghér » che vuol dire cercare. Bòria, sf. Burla, Scherzo, Celia.
Invstiss a la bòna, Vestirsi modestamente, senza pretese o sfoggio di ele-
PI.
I
I
tempo
A
sign. «farsi bello»).
;
bona, Alla buona. Ande' a la bona. Comportarsi con mo-
I
]
la
Bòria a
j
I
ganza.
Da
I
'd
Bonaman, Bònmàn.
Mancia,
sf.
Buonamano.
Boni,
sf.
pi.
Garbo.
Cun
al
bòni,
Buone maniere,
Con
le
Tatto,
buone maniere,
con tatto. Bonuscìda, sf. Abbuono. PI. Bonuscìd. Bòra, sf. Brago, Melma. Bór. Bòra, sf. Borra. PI. Bòr. Bòrd, sm. Bordo, Limite, Ciglio, Orlo.
PI.
Bùrd. Borda,
PI.
sf. Strega Animale immaginario e terribile (Voce ravennate). |
«
PI.
lo scherzo,
Randi, op.
cit.).
Anche nella
Bors
III
bursa;
dal
greco bursa, «pelle,
otre»).
Bóf, sm. Bussata. Chiamata al gioco delle carte r ») era dunque il raffinato elegantone che portava il « brachiere » a differenza del rustico cam-
BRAG pagnolo che usava un pezzo di corda.
nella « Frottola » di L. Gabbusio « braghetta » è, in termine dispregiativo contadinesco, il cittadino.
Anche
(Il
med. ha bragherius, brachiere,
lat.
cinto.
DEI).
Braghirè'^a,
sf.
Vanità, Superbia, Or-
goglio, PI. Braghirè^;.
Braghiròna
PI.
F.
Latino, braca, di origine gallica. Polibio la battaglia di Talamone (225 a.C.) fra Romani e Galli riferisce che questi ultimi indossavano le « bracae »).
descrivendo
Sbraguné). BragTuièra, sf. Cavallo cascante delle brache. Quando i pantaloni formano un vuoto notevole fra le gambe si dice: I fa dia bragimèra. (Lat. med. bragonera, braca. GLE). Bragun^òn, sm. Bracolone. Colui al quale cascan le brache fino alle gisf. (v.
nocchia. sf.
Briglia, Testiera.
PI.
Bramér,
tr.
Bramare, Desiderare.
Invocare. I
Prt.
Brame
fianchi.
Branche' ignaquèl, (F.) Dedicarsi a molte attività contemporaneamente. ]
due braccia.
con
le
Prt.
Br aneline
—è — éda PI. F. —
PI.
F.
édi.
Brandél, sm. Brandello, Brano. PI. Brandèl. Bra§èr, sm. Bracere. PI.
Brasìr.
sf. dim. Braciiia. Brasòn, sm. acc. Braciona.
Bravina,
Bra^ùla, sf. Braciola. Bra§ùl. A quel che e' gvérda la brasla 'd ch'j' ètar e' gat u j magna la su. Chi desidera l'altrui perde il proprio. Bra§ultéda, sf. Convito, Cena, Pranzo a base di braciole. PI. Brasultédi. Bravèda, sf. Sgridata
PI.
I
]
I
Bràn, sm. Brano. Brén. Brànc, sm. Rebbio, Dente (di forcale
PI.
e forchetta).
Brénc Brànc da furchèl, Rebbio
Bravédi. Ciapéss una
PI.
Braméss la morta. Invocare, augurarsi la morte.
PI.
di tridente,
Brànc, sm. Branco, Stormo, Gregge, Mandria. Brànc 'd zénta. Stuolo di persone. PI. Brénc.
Buscarsi
bravéda.
una
sgridata.
Litigare RimBravèr, int. Sgridare proverare. Brave' dri òn. Sgridare, Rimproverare uno, Rimbrottare uno. Prt. Brave. Bravura, sf. Abilità, Destrezza, Capacità, Valentia. PI. Bravùr. Al plurale però vale Smar|
|
I
di forcale.
I
Afferrarsi nella lotta, nella rissa.
Branchèt, sm. Branchetto. PI. Branchit. Brancunèr, tr. Abbrancare, Afferrare
Spacconata
— e P. — éda PI. F. — édi. PI.
]
Brancadùra, sf. Biforcazione (delle branche di un albero). PI. Brancadùr. Branchér, tr. Abbrancare, Afferrare. Branche' par la vita. Afferrare per i
j
Bragun^òn.
Bràja, Bràj.
GLE).
I
(
PI.
i
[
rfl.
Braghiròni.
Braghiri§om, sm. Alterigia. Bragón, sm. pi. Pantaloni. E' accrescitivo del dialettale « brèg », brache.
Braguné,
In brànc u s' smégra nénc sturan, In branco dimagrano anche gli storni. (Lat. med. branchus, branco di bestie.
ì
Braghiròn, sn. Superbione. PI. Braghirón. F.
BRAZ
54
giassate.
Ironicamente B. ha significato oppoI
sto.
Braz,sm. Braccio pi. diventa fem. e fa
Al
«
braz
».
BRAZ
BRIL
55
Fé' al braz, Fare la lotta. Fé' al braz cun la mòrta, (F.) Lottare
I
contro la morte. (Lat. brachium;- dal greco brakhión). Bra^adél, sm. Bracciatello, Ciambella. PI. Bra^adèl
favo e sca », favo. Brèscula,
e
med. bracidellus, DEI). Brazadéna, sf. Abbraccio modesto. Manciatella
di
fieno
«
bruscia
»,
sf.
come
vespaio
mantovano che ha
il
;
« bre-
Briscola, (gioco con
le
carte).
Carta vincente. 'd brèscula. Giocare una briuna carta di briscola. Fé' una brèscula. Giocare una par-
o
Avnì'
I
paglia.
scola,
Bra^adén.
PI.
di altri dialetti gallo-italici
milanese che ha
il
(Lat.
Bracciatella,
Brè§.
PI.
Voce
I
I
Brazalèt, sm. (v. Bacialèt).
PI.
a briscola. Brèscula! esci. Sorbole!... Brèt, sm. Berretto. PI. Brèt (V. Breta). Brèta, sf. Berretta, (F.) Cuffia dell'innamorato.
Prt.
PI. Brèt. (Lat. med. breta, berretta, GLE). Brèv, agg. Bravo Abile. Capace sperto.
Brazè,
Bracciata
sf.
]
tita
Abbraccio.
Bra^é
PI.
med. braciata, bracciata. GLE).
(Lat.
Bra^éda,
sf. Abbraccio. Bra^édi. Brazél, sm. Bracciale. PI. Brazèl. Bra^ér, tr. Abbracciare.
j
|
Brazé *
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
F.
F.
I
Brazón, sm. Abbraccio frettoloso. Brazòn. Brèc, sm. Bricco, Asino.
PI.
PI.
Brèc Brèca Brèc. tardo, buricus, asino; sec. Ili, dal latino buricus, piccolo cavallo).
PI. F.
(Lat.
DEI;
sf. pi. Brache med. braga, braca. GLE).
Brég, (Lat. fv.
Bragón).
Zana. Culla di vimini.
Che ha bevuto un po' più del necessario (Più usato alègar). Brillo, Alticcio.
I
lo.
Bréna, PI. Brén.
bril-
sotterfugi.
Brigó.s, agg. Difficoltoso.
Che presen(ma non
brigoso). PI.
F.
Brigù§ ó§a
—
PI. F.
Brina.
sf.
si
Merenda. Piccolo pasto
consumava
nel
campo
ver-
17.
Brè§a, PI. Brè§. Bre^a,
Usar
—
ò§i.
Brilànt. sm. Brillante. agg. Brillante, Brioso. PI. Brilént j
Branda, le
brilus, specie di vetrice
sf.
estivo che
so
i
ta difficoltà, o fa impazzire;
i
med. GLE).
Brèv Bréva
P. Brèvi Brèv, sm. Breve. Porta fortuna fatto con la « camicia della Madonna » ( amnio) essicata, o con l'immagine di un Santo. Appeso al collo del neonato lo salvava dal malocchio, dalle stregonerie e da ogni male. Breviéri, sm. Breviario. Briga, sf. Briga. Tuss la briga. Prendersi la briga. Brigànt, sm. Brigante. PI. Brighént. Brigantàgg, sm. Brigantaggio. Brighér, int. Brigare. Ingegnarsi.
Brèl, sm. Brillo, Vetrice (Salix viminalis L.).
(Lat.
E-
PI.
Brazèt, sm. Braccetto. Ande 'd brazèt. Andare a braccetto.
F.
j
F.
—
PI. F. sf.
sf.
Brace, Bragia.
Bresca (Pascoli). Favo di
api, o di vespe.
anta
-
ànti.
Brilantina,
sf.
Brillantina, (fiore).
(Gypsophyla). Brilcr.
Splendere,
int.
Brillare,
Risplendere.
Scintillare,
E'
più
usato
BRIN Starluchér. Brindèr, intr. Far merenda,
Brènda).
(v.
Br. significa anche brindare, fare un è più comune l'uso di brindisi Be' a la saluta, Bere alla salute. Brinadùra, sf. Colore del maiale
ma
I
;
«
brine ». Ave' una
bela brinadùra. Mostrare caratteristiche di un bell'incrocio. Brine, agg. Prodotto dell'incrocio di un maiale bianco con uno scuro. I
le
Prt. Brine P. éda
—
PI. F.
—
èdi.
Brinéda,
sf.
Brinata.
PI. Brine.
Brinèr, imp. Brinare, Fare la brina
sm.
BrÌ!$al,
(v. Brì§ul).
PI. Brj§al.
Brilla, sf. Briciola, Briciolo.
sm. Briciola, Briciolo.
Brì§ul,
avv. Niente, Punto. n'è vera brì§ul. Non è verno niente.
Ande' in brìsul. Frantumarsi. Bròc, sm. Brocco. Stecco puntuto di ramo, o di tronco. I
Bròc.
(Dall'aggettivo latino broccus, «che ha denti salienti ». Lat. med. broca « ra1
metto » GLE). Bròca, sf. Brocca. Recipiente di ra o d'altro per tenere l'acqua Chiodo, Brocco. lavarsi.
da
due
sf.
e' bromb, Fare il rombo. Brómbal, sm. Questa parola significava Tralcio (pampino) come lo attesta il folrivese « sbrumblèr » che significa « sbrombolare », cioè spampanare, togliere i pampini superflui. Ora « brómbal », brombolo, significa stufa, pampanata; cioè lavaggio interno fatto alle botti che hanno cattivo odore, eseguito con un intruglio bollen-
DEI
fa derivare « brombolo » dal rumpus, sarmento di vite. Tnè' e' brómbal, (F.) Tener duro. Brònz, sm. Bronzo. Brodai, sm. Bruscolo; Scheggia di
I
legno. Bró§al. (Lat. bruscum, radice nocchiuta e increspata dell'acero. DEI). Brós-c, agg. Brusco,
PI.
Ruvido. Brós-c
PI.
F.
—
I
Di modi bruschi.
sca
—
schi.
Brosca, sf. Brusca. PI. Broschi. La j' è brosca. La è dura! Stagione cruda. Tempi difficili! Miriade, Gran Bróst, sm. Brulichio
Rama, Ramo.
I
Brócul (Bròcval). Broccolo. PI. Brócul (Brócval). Brod, sm. Brodo. PI. Brud. E' bròd dl'uva, (P.) Il mosto. Per
|
i
I
il
vino.
Broda, sf. Broda. Bròd. Brój, sm. Brolo, Cespuglio.
PI.
quantità. PI. Bróst. Bróst, agg. Brulicante. PI.
F.
med. broìlum, parco, orto, giarDEI. Porse di origine celtica dalla voce « broga », campo). Brója, sf. Giunca j a. Vegetazione pa-
Gremito,
Disseminato,
Bróst Brósta
P. Brósti. Brót, agg. Brutto.
PI.
PI. Brój.
(Lat. dino,
fucili).
Fé'
I
PI. F.
PI.
bevitori è
dai cacciatori per indicare il colpo ottenuto dallo sparo contemporaneo di
I
ter-
|
Bròc. Broca, PI. Broc.
Marmocchio o Mannocchia). Brómb, sm. Rombo (Parola usata
lat.
U
PI.
I
II
PI. Br:'§ul. I
lustre non limitata ai soli giunchi ma estesa a tutte le erbe. (Viene dal veneziano « brula » che sign. giunco). Manòcc ad brója. Manna di erbe palustri (Manòcc viene dall'antico it.
te di uva, foglie di vite e di pesco.
PI. Bri§al.
I
BROZ
56
PI.
F. PI.
Brót Bróta
-
P. Bróti.
Bró^, sm.,
(V.
Loz). Bnizzico.
BRUC
BSAC
57
Bruchèt, sm. Zipolo. Piolino che tura la spia della botte, del tino e del bigoncio; e anche il foro dello zaffo che è alla base della faccia anteriore
piccoli
Bruchèt. Brucós, agg. Sproccoso, che ha sproc-
PI.
F.
I
Brucùs
—
ó§a
—
Udór
dole
ó§i.
campi. Bragia, sf. Crosta (di sangue ragrumato). Brucola, Brucolo. Secondo il DEI è voce che viene dal lat. « verruca ». PI. Brùgval. Brugiò^, agg. Brucoloso (v. Brugla). PI. Bruglù§ F. ó§a
—
ò§i.
int. Voce del dial. vallese che significa brillare; solo per indicare l'albeggiare
Albeggia.
l'eiba.
bagnacausato E' brója
ma |
Corrisponde
a
« e'
sbròca l'eiba ». Brulón, sm. Brolo. Brulón'd spén, Brolo di spini. PI. Brulón. Brunchìta, sf. Bronchite. PI. Brunchìt. Bruntlér, int. Brontolare. Bruntlér, sm. Brontolio. Bruntlón, sm. agg. Brontolone. PI. Bruntlón
j' ó de brusadùr! Mi scotta! Bru^adura, sf. Scottatura, Bruciatu-
—
Bni§é, agg. prt.
di
bronzo.
PI.
Brun^én.
sf.
PI.
F.
Adusto.
Bru§è éda
—
PI. F.
—
édi.
Tèra bru§éda, Terra brulla. Fa^a bru§éda, Faccia adusta. Bru§è, f. Bruciata, Zona della Valle Standiana ove si stendeva un « cér » (ciaro), imo specchio d'acqua profonI
I
dissimo, detto « e' ciarón dia bru§é », il « chiarone » della Bruciata. Bru§ér, tr., intr. Bruciare, Ardere. Inaridire. Disseccare, Scottare.
|
|
Prt.
j
Bru§è
—è F. — éda PI. F. — édi.
Mi
scotta. (Lat. med.
brusare, bruciare. (3LE). Brusighén, sm. Bruciorino di sdegno
risentimento. Bru§5r, sm. Bruciore. (F.) Risentimento, Bruciore. PI. Bru§ùr. Brustulìna, sf. Seme di zucca abbru-
Bronzina,
Cuscinetto
stolito
e
salato.
Brustulìn. Brutè^om, superi.
PI.
Arivé' I
int
e'
momento
bru.^,
Arrivare
mo-
PI.
decisivo, quando un attimo dopo sarebbe troppo tardi.
Brutè§om
PI.
F.
proprio nel
si
|
|
óni. Bninij^éna,
mento
Bruciato.
Brullo.
j
I
—
Bru!5.
Ustione.
Brusadùr.
La m' bru§a, Mi brucia (E' sottintesa l'offesa, l'azione, il gesto subito),
óna
PI. F.
ra,
PI.
PI.
I
F.
mo-
A
j
med. bru'dettus, brodetto. GLE). Brudòn, sm. Liquido dei pozzi neri che si cosparge come concime nei
(Lat.
Brujér,
(fisico o
rale),
Brudèt, sm. Brodetto di pesce. PI. Brudèt.
—
essiccare.
Brusadùr, sm. Bruciore
(V. Eròe).
PI. P.
toscano «bru-
il
'd bru^adè^, Puzzo d'abbruciato Bru^adùr, sm. Brusone. Malattia delle piante che colpisce le foglie facen-
chi.
PI. F.
come
cio »). Brui^adè^, sm. Bruciaticcio. Rimasuglio di cosa bruciata; e puzzo di cosa bruciata.
della botte.
PI.
infestanti.
insetti
Bru§. (Dal lat. brucus PI.
giusto,
nel
Bru§, sm. Bruco. Oltre ai bruchi, indicano con questo termine tutti i
PI. F.
Bruttissimo.
— èfmi. — èsmi.
Bibace, « b§èj ».
sm.
(v.
Sfnècc).
Deriva
da
BSAC
BUCA
58
B§acér, intr, e tr. Prendere qua e Raccogliere senza seguire un ordi-
paròl, Sofisticare. Prt. B§é
al
là.
Questo verbo è da ritenere che
ne.
—è — éda PI. P. — édi.
sia
PI.
traslato di un antico « bsacér » che significasse dapprima pungere e poi beccuzzare. Il nostro dialetto ha infatti la voce « bsèj » che significa pungiglione.
un
Non
ma
solo,
il
milanese aveva
F.
B.^ér,
intr.
Potere.
Il
Biondelli dice:
Aver possanza. Latino posse (?)
« Bsé.
».
B§inèr, (V.
Absinér). B§ógn, sm. Bisogno, Necessità.
(185.3)
besià » per « pungere » e il ted. ha beissen che sign. mordere e aver pru«
PI.
B§ógn.
Fé e' su bsón, Andar di corpo. Esar quél di b§ógn. Essere colui che viene accetato in mancanza di altri. U n' gn'era b§ógn che.... Non faceva I
rito. L'inglese ha inoltre « bee » ape l'irlandese « beach » ape e il danese il « bie » matovano ha « sii » pungigione, il milanese « bsèi », puntura. ;
I
;
;
I
bisogno
che...
Tutte queste voci fanno certamente capo a un'antica parola gallica. B§acèr, sm. Raccolta disordinata. Fé de b§cèr (v. Bsacér). B^ación, sm. Colui che raccoglie disordinatamente, senza criterio,
necessità. Occorrere, Bisognare. B§ogna, E' necessario. Bisogna, Conviene.
B§acér). PI. B§aciòn.
PI.
B§ógn u n' gvérda a grógn. (Chi ha bisogno non guarda per il sottile). ''
B§ugnèr,
I
—
B§ugnó§, agg. Bisognoso.
òna
—
PI. F.
F. óni.
Bi^addr, tore. PI.
Colui
che
sf.
Pesa,
Pesatura.
B§adùr.
lat. »,
Bi^arléna,
«
pisellum
»,
diminutivo
di
pisello). sf
.
« Pisellina ».
(Lathyrus Aphaca L.) P. Zangheri. B^dalén, sm. Trovatello. B§dalén. B§dèl, sm. Ospedale. PI. B§dèl. (Nel dial.'del sec. XVIII « sbdel », P. Santoni, Op. Cit). B§éda, sf. Pesata, Pesatura. PI. Bsédi. B§èj, sm. Pungiglione (Vedi « Bsacér »). PI. B§èj. B§én, sm. Vicino, Contiguo. PI.
PI.
F.
—
a
—
Buaréna, sf. Cutrettola. Buarén. Buàja, sf. (V. Buvaza). Bubalèr, sm. Chiasso, Pettegolezzo. Maldicenza. Bubàna, sf. Magona, abbondanza. L'è bubàna!. E' Abbondanza! E' cuccagna Bubanón, sm. Pròdigo. Bubù, sf. (Vedi «bua»). Bucadìna, sf. Centello, Piccolo sorso. PI. Bucadin. Bucalén, sm. Boccalino. Questo diminutivo di « buchél », boccale, ora significa solo « vaso da notte ». PI. Bucalén. I
!
(V. Buchél).
Bucalèr, sm. (V. Bucalèra). Bucalera, sf. Baccano. Fé' dia bucalera, Fare del baccano, parlare sgarbatamente ad alta voce. Il termine lat. med. buchallaria. indicava, a Rav., l'arte di far boccali; e il boccale era un vaso a bocca larga da cui certo il dialettale « bucalón », bocI
B§én
PI. F.
òsi.
PI.
PI. B§arèl.
pisum
—
bino.
Bsadùr. B§arél, sm. Pisello.
Dal
òsa
Bu, (V. Bo). Bua, sf. Male e malattia del bam-
Pesa-
pesa.
PI.
(
Bsugnus
—
PI. F.
sm.
Bi^adùra,
«
Convenire, Essere di
I
(v.
F.
Intr.
i
|aw. Vicino, Presso. B§èr, tr. Pesare, Soppesare.
|
B§ér
BUCA
BUGH
59 Budén. Bud^én, sm. Botticello. PI. Budsén. Buér, sm. Bovaro.
e, in senso figurato, persona rumorosa, sguaiata, (v. Arte a Rav. in Felix Ravenna, 1911, di Bernicoli). Da ciò si può ritenere che « bucalera » derivi dal medievale buchallaria (vedi GLE) e che per una certa rassomiglianza di suoni e di significato abbia localmente sostituito il latino « bachanal », baccanale.
calone
Bucalèta, PI. Bucalèt.
PI.
nella
brigate dei cacciatori ravennati, colui che restava col carniere vuoto. Di qui il detto « A n'ò sbuvarè » sono rimasto a carniere vuoto. Con quella negazione però dovrebbe significare il con:
(1483) bochaletus, piccolo boccaampolla. GLE). Bucalón, sm. Boccalone, Confusiona-
«non ho
boaro»
(Lat.
trario e cioè:
le,
per cui bisogna ritenere che in origine il modo di dire fosse « A j ò .sbuaiè », ò fatto il boaro, e che la negazione « n' » sia stata introdotta erroneamente più tardi. In senso fig., a Ravenna, « buér » significa anche cattivo pagatore. Buèta, sf. Pacchetto di tabacco da
rio.
PI.
F. PI.
Persona rumorosa, sguaiata. Bucalón óna
—
F.
—
òni.
Bucàna, sf. Avvallamento
Bocca (di un fossato). bocca di un fos-
alla
sato in cui stagna l'acqua.
Bucàn. (Dal lat. med.
bocca
buca,
di
corso
d'acqua GLE). Bucaròla, sf. Cheilite angolare. PI. Bucarci. Bucàza, sm. Succiacapre Boccalone. PI. Buchera. (Caprimulgas Europeus). Buche, sf. Boccata. Sorsata. Sorso Amabilità (di vino). agg. Abboccato |
|
|
|
I
(vino). PI. 1
Buche.
Vén cun
la
buche. Vino amabile, ab-
boccato. I
Boetta (1800) significava «pacchetto» rimasugli di tabacco. Parola introdotta nell'epoca napoleonica. ( Francese « boite ». La parola « boeta » col signif di scatola è però usata a Verona nel sec. XV). (v. DEI). P. Buèt. « Buèta Pacchetto di ta'd fujaza », bacco da pipa. Bufadùr, sm. AfTanno. Respiro grosso, ansimante. Bufér, intr. Buflare. Respirare con affanno e Soffiare del vento Soffiare .
]
(al gioco della
Buchél, sm. Boccale. Antica mis. di capacità per la vendita del vino al di
1.
il
di
Vén buche, Vino abboccato.
minuto
fatto
pipa.
PI.
1,34.
Buchèl. (Dal lat. tardo, baucalis. DEI). Buchèta, sf. Sportello, Feritoia. Bocchetta. PI. Buchèt. Budèla, sf. Budello, Intestino. PI. Budél. Ave' al budèl int un ^èst, (F.) Trovarsi in una situazione disperata. Budlòn de cui, Retto. Budèl stili, Intestino tenue. PI.
|
I
I
I
Buèr.
Buvér (o buér) era chiamato,
Boccale.
Boccaletta.
sf.
PI.
Budèl grosi, Intestino crasso. (Lat. med. budella, budella. GLE). Biidén, sm. Budino (dolce).
I
dama).
|
Sbuffare.
Nevicare a vento. Bugadarì, s.f. Lavanderia. PI. Bugadarì. Bugadéra, sf. Lavandaia. PI. Bugadéri. Bughè, sf. Bucato. PI. Buche. (Lat. med. bugada, bucato. GLE). Sughé' la bughé ad ch'j'ètar, Ascigare il bucato (fatto) dagli altri (Frase
allusiva in campo amoroso...). Una volta non si faceva il bucato il sabato, in tempo di luna piena e du-
rante la vendemmia, perchè veniva macchiato (Placucci. Op. Cit.). Cvànd che l'arzdòra la fa la bughé s'
l'amaifa
la
massaia
òn fa
il
ben mazé, Quando bucato .se uccide imo
l'è
BUGL ammazzato.
è bene
Bulèr,
Buglione. Confusione, mescolanza, accozzaglia di gente e di cose. Subbuglio. Bugine, prt. agg. A bugne, A bozze,
Buglióna,
sf.
(detto di facciate). PI.
F.
Bugne. éda
—
PI. F.
—
F.
édi.
I
sposo. Bujarì, sf. Parolaccia, Azione sconcia, Porcheria. PI. Bujarì. Bujè, agg. prt. Chiazzato, che ha bolle, vescichette. Bujéda, sf. Boiata, Birichinata, Catazione. Sopruso.
II sign.
I
I
Buladdr, sm. Marchiatore. Buladùr. Buladùra, sf. Bollatura
PI.
Marchia-
tura.
Buladùr. Afa. Buldè^, sm. Calura PI. Buldèj. Buldùra, sf. Ranno non ancora
PI.
Tratto (di superfìcie) Periodo (di tempo).
|
fil-
1
Buie.
Bulén, sm. Soldo, Quattrino, Moneta. Bulén. Da bolognino, antica moneta bolognese coniata dal 1191 al 1612. U n' vél un bulén, (F.) Non vale PI. [
PI.
1408).
Bollire.
tr.
Bull
— — ìda — ì
F. Pl.F.
Fé
idi.
Fare
buli',
il
ranno per
il
bucato.
I
(Lat. bullire).
Buliròn, sm. Rigurgito, (v. Bulir). Bulitàgg, sm. Sorteggio, con bigliettini.
Bulitègg.
Bulitèri, sm. Bollettario, Colui che Libretto delle bolrilascia le bollette |
lette.
PI.
Bulitèri.
Buio, sm. Persona boriosa. « Pittodice S. Muratori resco appellativo che ravviva tanti ricordi di milizia e d'avventura lungo tutti i confini della
—
—
Dominante
».
Buio. Bulór, sm. Bollore. PI. Bulùr. PI.
Per
che
dire
una persona non
piega tanto facilmente cu§ int e' prém bulòr. i
pulcini
si
hanno
dice:
U
si
n' s'
patito troppo
Bul^èta, sf. Bolgetta. Parola, dice S. Muratori,
in
si
uso nel
vecchio dialetto. Riporta la frase che '1 si udiva all'arrivo del corriere: «A la§é la bul?eta, e' curir? » (Tale bolgetta era chiamata « la bul?eta de curir » ed era il pacco della corrispondenza); «Ha lasciato la bolgetta, il corriere?'».
Bumbardamént, sm. Bombardamen-
I
niente.
Forlì,
Quando
Rannata. sf.
GLE).
bollare.
sf.
caldo sotto la chioccia e muoiono dice; I' à avù (o de) un bulòr.
(
Chiazza
a
Prt.
]
|
PI.
Buie,
med. bulare,
Bulìr,
PI.
Bujédi. varia secondo il caso. Bujèr, intr. Fare delle bolle, rigon fiamentl. Riferito specialmente ad intonaco. La bója, Fa rigonfiamenti. Prt. Bujè. Bujìna, sf. dim. Bollicina. PI. Bujin. Bujina pina d'acva, Acquaiola. Bujol, sm. Bugliolo. PI. Bujùl. PI.
trato.
—è F. — èda Pi. F. — édi. PI.
e
—
ó§a Stan bugnò§, sf étr'àn e' spó§, Quequest'altr'anno foruncoloso, st'anno
tiva
Sug-
Bolletta. Foglio di carta rilasciato per ricevuta. PI. Bulet. (Lat. med. bolitta, 1282, a Bologna;
ó§a
PI. F.
Affrancare,
di bollo.
Buie
Prt.
Bulèta,
Bugnù§
—
Bollare,
tr.
Munire
gellare,
(Lat.
Bugno?, agg. Fignoloso. PI.
BUMB
60
to.
BUMB
BURA
61
Bumbardamént
PI.
Bura,
Bumbardén, sm. Bombardino.
Bumbardén
PI.
Bumbardér, Prt.
tr.
la pòrta e' srén. La bora sereno (in pianura). La bura la pòrta la nèva in mutàgna. La bora porta la neve ai monti. Témp ad bura tri de e' dura. Il tem-
—è — éda PI. F. — édi. PI.
Bumbardìr, sm. Bombardiere.
(
zé.
bonifica.
;
Bunefica de Lamòn. « Cassa di colmata del Lamone », opera di bonifica a nord di Ravenna iniziata nel 1840 per la redenzione di 6500 ettari di palude, estesi poi a 8,177. Bunèga, sf. Bonaga, Bonagra, Restabue. Ononide (Onónis spinosa"). Bunifichér, tr. Bonificare, Prosciugare e mettere in cultura terreni paludosi. Prt. Bunifiché
Madóna»
— è — èda PI. F. — édi. PI. — è PI.
Buràt, sm. Ventilatore che pulisce le granaglie da seme. Buratto, Frullone. (Lat. med. buratus, tela da buratto.
».
|
I
buio.
Gvardé' bur, Guardar buio, torvo. La bura tri de la dura. La bora dura
Piccola
Buratello,
(Lat. medievale, buratelus, PI. Buratèl.
an-
DEI).
v.
f. Boratella. Famosa per sue miniere di zolfo. E' citata in un documento ravegnano del 1047 che nomina nel cesenate un S. Pietro in Sulpherina. Buratén, sm. Burattino (F.) Fantoccio, Uomo senza carattere. PI. Buratén. Castel di buratén. Castello dei bu-
Buratela,
rattini.
Buratèr, Prt.
tr.
Abburattare.
Burattare.
Buraté
— è — èda PI. F. — édi.
PI.
F.
med. buratare, abburattare. GLE). Buratinèda, sf. Burattinata. Azione da burattino, di persona senza carat(Lat.
tere.
tre giorni.
(del mondo invocata per far paura ai
Gata bura. Gatta nera
bambini). Fa?a bura. Volto rabbuiato. (v. Sànt Andrej). I
sm.
Buratel, guilla.
[
Ro). Bunté, sf. Bontà Sapore. PI. Bunté. Bur, sm. Buio. PI. Bur. A lom de bur (A lume del buio), Al (V.
fiabe,
GLE). ^
j
Bunin, sm. Bonello. Bue di sinistra. In certe località questo bue viene chia-
delle
(15 agosto).
le
F.
I
Burrasca.
:
I
I
sf.
Secondo la credenza popolare certe burrasche si verificano tutti gli anni, « la burasca 'd Sànt Antoni » e sono (17 gennaio); « la buràsca 'd Sa' Jusèf » ( 19 marzo ) « la buràsca dia
Bimèfic. Bunefica, sf. Bonifica.
I
vento
Buràs-c.
PI.
PI.
Gì
«
»).
Buràsca,
rfl.
Bunèfic, sm. Bonifica, Terreno in via
«
nord
del
Bonacciarsi. (Da bonazza, Frescobaldi). Mitigarsi, 1215, Calmarsi (Detto' del tempo).
mato
di bora dura tre giorni. Lat. boreas, dal greco borea,
po
Bumbardir Bumbérda, sf. Bombarda. PI. Bumbérd.
di
il
I
PI.
Buna
La bura
j
porta
F.
Prt.
tri
tre giorni.
Bombradare.
Bombarde
Buna^èss,
Bora. de la dura. La bora dura
sf.
La bura
I
Buratinédi. Buratinér. sm. PI. Buratinér. F. èra PI.
—
PI. F.
—
èri.
Burattinaio.
BURA Bura?na, sf. Borragine. (Borrago officinalis L.) Burcéla,
do
sf.
(Lat.
med. burclus, DEI; e burchieburchio, piccola nave. GLE).
F.
F.
èli.
questo vocabolo il DEI .spiega: «Bordello, m. ant. (1764, Lori); ragazzo; voce pistoiese rustica, che insieme all'emiliano e al romagnolo « burdèl », risale al latino burdus, mulo, bastardo, cfr. triestino « mulo », ragazzo ». La j' ha avù i burdèl, (Ha avuto i bambini). Ha partorito. Burdér, tr. Orlare, Filettare. Burdliscòt, sm. Ragazzetto. PI. Burdliscòt
Per
l'origine
di
I
—
P.
PI. F.
òta
—
(Lat. burdo-ònis che significava anche trave di sostegno). Burél, sm. Toro della mucca da latte detta « burèla ».
Burèl.
(Dal lat. pop. burrus «rosso, rossiccio o fulvo»; colore del mantello). Burèla, sf. Mucca da latte. In commercio è in uso « borella ». PI. Burèl Buré§,, sm. Borace. Burèt, sm. Borino (R. Alessi). Burghèda, sf. Borgata, Agglomerato di case ai due lati della strada. PI. Burghèdi. Burghér, tr. Cercare, Rovistare. Burghét, sm. Borghetto. PI.
Burghèt |
—
sm. rotonde tto. P. Burlingòt F. òta Burlingòt,
a
Sparare .
ca^a
—
—
F.
PI.
prima appena
la burida, Far la levata, di primo volo.
l'uccello
si
è
messo
òti.
Barilotto,
Uo-
—
—
Burlingotto » dice S. Muratori era il nome che una volta si dava, a Ravenna, alle guardie di finanza, ai doganieri e alle guardie daziarie. Burlòn, sm. Burlone, Amante delle burle. Motteggiatore.
«
PI.
F.
Burlòn
—
P.
—
i.
a Burni§a,
Brunice; cenere calda sf. Dal latino « pruna » carbone ardente (DEI). (Pascoli).
Burocràtic, agg. Burocratico, ZelanLigio alle pratiche amministrative. PI. Burocrètic
te,
—
F. PI.
àtica
—
F.
àtichi.
Burón, sm. Burrone, Precipizio. PI. Buròn. Bursarol, sm. Borsaiolo Bursarùl. Bursèta, sf. Borsetta. (v. Borsa). PI. Bursèt. Burslén, sm. Borsellino. PI. Burslén. Burslòt, sm. Salvadito di cuoio. PI. Burslòt. PI.
Borsa)
Burtìr,
Scac-
a
(F.)
mo
int.
Aboritre.
sm. Buco
Bu§,
caccia di In volo
éda
édi. F. (V. Burèl).
PI.
ciata.
Ande'
Burle
—
(v.
Burida, sm. Borrita (caccia) j
Sfuriata
Buridòn
PI.
òti.
Burdón, sm. Bordone, Bastone del pellegrino. E' menzionato nelle antiche « urazión ».
PI.
invola la sel-
Rimprovero,
sm.
Buridón, Rabbuffo.
PI.
—
persona
Burìss, sf. (V. Abur'iss). Burle, agg. Chiazzato, Macchiato.
èia
F.
PI.
o
I
Burdèl
—
cane
B., Atto del cane che vaggina.
Burdél, sm. Ragazzo. PI.
(di
infuriata).
PI.
Burcéli.
PI.
Avventamento
I
Zangheri. Burchiello. Barca a fonP.
piatto.
lus,
BUS
62
|
Cavo
(F.) Ripostiglio mano (F.) Ammanco. (F.)
di albero Località fuori
I
[
PI. I
Bu§.
Bus
'd
sòrg.
Tana
di topi.
|
BUS Bus, pr' i ghét, Gattaiola. Botola base delle porte dei magazzini per passaggio dei gatti.
I
alla il
Bus
A
d'
occ, Occhiaie.
j'
§én schép tot d'int un bus, Siamo venuti fuori tutti per un buco. Cariato Bu§, agg. Bacato (frutta) Cavo (alTarlato (albero) (dente) i
I
|
|
|
bero).
Bu§. a
PI.
—
F. PI.
carte.
Buschèr, tr. Buscare, Guadagnare Buschèt, sm. Boschetto, Brolo. PI. Buschèt. Bu^éda, sf. Copula del toro con la ]
Busédi. Bu§édar, agg. sm. Bugiardo, Mendace.
PI.
i.
|
PI.
Buscèda, sf. Bussata. Chiamata al gioco delle carte, (v. Bu§èr). Buscér, int. Bussare. Dichiararsi forte in un dato seme, al gioco delle
muca.
—
F.
Tèsta busa!. Testa vuota! Pozza Bu§a, sf. Buca
]
BUST
63
|
Fossa
|
Bu§i.
Toniba. Bu§a dl'acva. Pozza; Bu§a de stabi, Fossa del letame. Concimaia; Bu§a da mort, Fossa e Tomba (Fé* la bu§a pr' un mòrt. Scavare la fossa per un morto); Busa da èlbar, Formella; Busa da cómar, da patét, da fa§ùl, ecc., Bucherella per...; Busa dal mlan?;àn, di §èral. Fossetta delle... §imné' a busa, Seminare a bucanelle. Bu§adrén, sm. Bugiardello. Fossetta
I
I
PI.
F. PI.
PI.
F. PI.
Bu§adrén
—
a
F.
—
ra
—
F.
Bu§ér,
j
]
Busèdar
—
alla
Prt.
ri.
tr.
Fecondare.
Dare
il
toro
mucca. F. Bu§èda
PI. F.
—
i.
Bu§èt, sm. Occhiolino (di scarpa). PI. Bu§èt. Bugia. Bu§ì, sf. Bugia, Menzogna Piccolo candeliere, basso, con largo piattino per i fiammiferi. PI. Busi. Una busi taca a l'éta, Una bugia |
I
i.
Bu§adùr, sm. Batosta, Bastonatura. PI. Bu^adùr. Bu^àna, sf. « Bussana » (R. Alessi).
Vento burrascoso. (Forse dal lat. medioevale, buffare, soffiare. Nell'Appennino forlivese si dice «u bofa»; cioè, è vento di bufera). Bu^anéla, sf. Buchetta, Specie di gioco infantile. ?ughè' a bu§anéla, Giocare a buI
chetta.
Bu^anéla, Buchetta. Gioco con le bocce sull'aia, che consiste nel mandare una boccia in un'apposita bacI
dietro l'altra. Una busi, la
dént. n' bota zo' (Detto forlivese). Bu^Iòt, sm. Bossolotto, Bussolotto. i
I
PI. Buslót. j
Zug
di
bu|lót,
Bu^marola, tiene
«
bò§ma
sf.
Gioco dei bussolotti. Recipiente che con-
».
Busmaròl. Busmaroli,
PI.
Radici filiformi sf. pi. che si raccoglievano in pineta per far brusche per cavalli. Bu^òn, aw. Chino in avanti. Bocconi.
Bustéra,
sf.
Bustaia, Colei che fa
i
busti.
chetta.
PI.
Camerino, Ripostiglio, Piccolo ambiente atto a raccogliere un
Bustringhéna, di pane. Per il
po' di tutto.
sta focaccia ho raccolto due versioni. La prima dice « Si meteva nel forno appena estratto il pane ». La seconda dice « Si cuoceva suU'arola del focolare coprendola prima con cenere, poi con la cinigia appena estratta dal for-
Bu§anòt, sm.
PI.
Busanót.
Buscà,ia,
sf.
Bustéri.
:
Boscaglia.
Buscàj. Buscajol, sm. PI. Buscajùl. PI.
:
Boscaiolo.
sf.
Focaccia di pasta di cuocere que-
modo
BUST no ». Forse si cuoceva tanto nell'uno quanto nell'altro modo. Invece Aruch Aldo (op. cit.) dice: « Bustrèng. Torta che fanno i contadini ». Bustringhir,
tr.
Abbrustolire.
Bustringhl
Prt.
— — ida PI. F. —
PI.
ì
F.
sm. E. era lo specialista dei mattoni, da terra fino seconda e terza impalcatura.
Butadùr. Butaréna,
Colpetto.
sf.
Butarìn.
Butarìna,
Colpetto,
sf.
Colpettino.
sm. Bottaccio. Recipiente per il vino o l'acqua, ricavato da una specie di zucca chiamata « trófa » o « zóca butà^a ». « Butàz » come sinonimo di « trófa » è menzionato nella « bióiga » num. 333 dell'op. cit. di B. Pergoli. « ....ins e' cavdél a j'hó lascé e' butà?; ... ins e' cavdél a j ho lascé la trófa ».
Un
prov. dice « La curéna la j' ha butàz, 'd dri da la schéna » (la corina ha il bottaccio dietro la schiena) per dire che dopo la corina piove. (Lat. med. botazus, recipiente). Butà^a, sf. Bottaccia (v. Zócabuta^a). Buta^è, sm. Acqua raccolta per far macinare i mulini. :
e'
Questa voce viene usata anche in senso figurato per « grande afflusso ».
Buta^.
Buta^òla
sf.
Spigatura.
Atto e tem-
po del fare le spighe. Detto del grano. E' gran l'è in buta^òla. Il grano è
[
in
spigatura.
Butéda, sf. Gittata Brocca; posatoio per la caccia col roccolo, ottenuto con rami secchi sistemati sulla vetta di una pianta di alto fusto, perchè vi si posino gli uccelli attratti dai richiami. PI. Butéd. Butèga, sf. Bottega. Esercizio di vendita Laboratorio o bottega di arti|
I
giano. Srè' butéga, 1
vità.
di
corpo con comodità
|
Parte
]
'
— —
—
j
Butà:^,
PI.
andar
modo
\
PI.
PI.
di
cal-
i
inferiore dell'apertura anteriore dei calzoni da uomo. PI. Butèl. Butér, tr. Buttare, Gettare, Tirar via Emettere (pus) Grenerare Rirfl. mettere (di erbe e alberi) Posarsi di uccelli Gettarsi. Prt. Butè PI. è F. éda édi. PI. F. Buté' so', Caricare, (F.) Aggiungere. Buté' in élt, Butare in alto, Tirare in alto. ]
lancio
alla
Butela, sf. Brachetta dietro zoni dei bambini per dar loro il
I
idi.
Butadòr, nel
BUTE
64
(F.)
Cessare ogni
atti-
I
Buté' vi', Gettar via. E' témp e' bota so. Il tempo si prepara a piovere. E' bota so ad curéna, ad bura ecc. II tempo (le nubi) salgono di «corina », di bora, ecc. Buté' a mas-cc. Generare maschi Buté' e' verd, e ?al, ecc., Mostrare il I
I
I
]
\
verde,
il
Buté' a I
tare
le
giallo, e'
mèz
porche
ecc.
(o a e' còjóm), Rivolverso il centro del
campo. Buté' ad qua e ad là. Rivoltare porche verso i lati del campo. I
le
BUTE Butè' ?o,
Abbattere,
Diroccare,
De-
I
molire.
Buté' da séta, Germogliare, Emettegetti dalla ceppala, dalla radice. Butéss centra a ón, Avventarsi contro uno. Butéss in ajùt, Andare in soccorso. Butéss ben, (F.) Far capire di esI
I
I
I
I
Dice G. U. Maioli in sf. Casati di Ravenna »... che « Butrighi » erano, un tempo, botti speciali. Così si spiega come Butriga significhi « pancia come una botte ». PI. Butrig. (Lat. med. butriga, bottiglia. GLE). Butrigòn, sm. Pancione (v. Butriga). Butrìga,
«
re
sere
BUZA
65
ben
disposto.
Butéss a la
stré,
Case
PI.
Mettersi ad assal-
F.
Butrigòn
—a
viandanti. i Butér, sm. Bottaio. PI. Butèr.
PI. F.
Butì, sm. (Lat. med.
Non
tare
Burro. butirum, butirro. GLE). Butigànt, sm. Esercente, Bottegante. PI. Butigànt F. anta
—
PI. F.
—
ànti.
Butighìn, PI.
sm.
Botteghino.
Butighìn
Butirós, agg. Burroso. PI. Butiru§.
e
—
i.
Buvaréna, sciaiola, PI.
sf. Cutrettola Boarina.
nidifica
da
gialla.
Stri-
noi.
Buvarén.
(Motacilla Flava). Buvarì, sf. Casa aziendale. PI. Buvarì. Buvà|a, sf. Bovina. Sterco di bue.
Buvà?. Buvèr, sm.
PI.
Bu;{!ar6n,
natore.
(v.
agg.
Buér).
Degenerato
;
Ingan-
BUZA PI.
F.
66
BiLjarón a
-
PI. F.
—
i.
Questo aggettivo è usato tanto a For(G. Acquisti), quanto a Ravenna
lì
BUZE (O. Stechetti) nell'ottocento 1200, buggerone, DEI). Bujèt, sm. Bozzetto Modellino, Abbozzo. PI. Bujèt. (It.
e CA
CAGA
67
Ca,
sf.
Casa.
PI.
Ca
(Lat. casa, capanna). « Ca bru§éda », Casa
med. cadinus, catino. GLE). Tralcio maesf. Catena
(Lat.
bruciata Ora questa espressione ha un senso figurato e significa: «Casa vuota! Casa disabitata ». Ai primi del secolo era l'espressione di protesta che la maschera proferiva quando si trovava di fronte a casi di avarizia nel suo giro fatto per le case a chieder l'elemosina per Carnevale, o il giorno della Pascvèta (Epifania). Tale maschera si chiamava « la vècia » o « la viciarèla ». Da « vecia » e « viciarèla » viene il detto « andè' in vécia ». E' d' fura l'è di cvajón / e e' d' drénta l'è di patron, L'esterno (della casa) è per gli sciocchi, e l'interno è per i padroni. Cabarè, sm. Vassoio. )
Cadén.
PI.
Cadéna,
!
|
stro.
Cadén.
PI.
!
I
Cadén dia cumarèra, Ramificazioni
del cocomeraio. (Lat. catena, DEI).
Cader,
Cadere,
int.
Precipitare.
Cadù —ù — uda
Prt. PI.
F.
—
PI. P.
udi.
Cadévar, sm. PI. Cadèvar. Cadinèla,
Cadavere. Piccolo
Catinella.
sf.
ca-
I
PI.
Cabarè
Caca, sf. Merda del bambino. Cacar, sm. Caccola nasale. PI. Chècar. Càcula, sf. Caccola, Cispa. PI. Càcul. (Dal lat. med. cachula, caccola; lo sterco attaccato al pelo delle pecore.
GLE).
PI.
PI.
der) I
PI. F.
óna
—
|
Cadudi. Cafè, sm. Caffè (Coffea arabica). Caflfè, Locale pubblico ove si beve
PI.
caffè.
Cafè.
Cafltìr, PI.
sm.
di
Bricco.
Caffettiera,
sf.
Cafitir.
Cagadùra,
óni.
Caffettiere.
Cafitir.
Cafltìra, PI.
Cadén, sm. Catino.
Mèi cadù. Epilessia. Pendenza. sf. Caduta
Cadùda,
Caculòn
—
Cadinèl.
Cadnéna, sf. Edera terrestre (Glechoma hederacea L.). Il Gallizioli riporta il termine come ravennate. Cadù, prt. Caduto, cascato (v. Ca-
PI.
Caculòn, agg. e sm. Chi ha sempre le caccole agli occhi. Caccolone. F.
tino.
uccello
sf.
o
Cacatura
di
insetto.
|
Escremento
CAGA
CAIC
68
Cagadùr. Cagadùr, sm. Cesso, Cacatoio. PI. Cagadùr. Cagarà^, sm. Cacheraccio. (F. Cagare!, sm. Cacherello
Cagnèra, sf. Cagnaia mazzo. Chiasso.
PI.
)
|
pi.
Cacherelli dei
filu-
—
F.
Cagarèla, sf. Diarrea. PI. Cagarèl. Cagaròtal, sm. Cacherello. Sterco di capra, pecora, lepre, topo. PI. Cagaròtal. Cagarùia, sf. Diarrea. PI. Cagarùl. Caghéda, sf. Cacata, Escremento di uomo di animale. PI. Caghèdi. Caghégn, sm. Diarrea.
PI.
Caghègn. Caghèr, intr. tr. Cacare, Defecare. Caghé' ignacvél, (F.) Confessare tutto. Caghé' 'd stil, (F.) Aver poco da defecare per mancanza di nutrimento. Va' a caghé' int e' remai. (F.) Va' a I
I
I
fare
sciocco.
lo
Caghéss adòs, Farsela nei
I
calzoni,
Sconcacarsi. Hèit caghé a
lèt?. L'hai fatta a letto? dell'uso familiare rivolta a alza presto contro le sue abi-
I
Domanda chi si tudini.
Caghin, sm. Piccolo insetto che ha l'addome molto lungo e le ali corte. E' di colore nero e vola nel crepuscoSi nota a miriadi sulle gli equini.
lo.
PI.
Caghin. In càgn
Càgn.
I
cacate de-
Cagnaròn,
Rumoroso PI.
agg. di
Confusionario, persona).
Cagnaròn òna
—
PI. F.
I
sm. (detto
—
Cagnèn, agg. Cagnesco. Guardé' in cagnègn, Guardare
in.
I
Carducci
II
mandolo
questo canina ».
esalta
« divina
vino
chia-
Cagnin.
PI.
Cagnina de rasp rò§. Canina dal raspo rosso. E' la varietà più pregiata. Gagnola, sf. Morsa. Piccola morsa usata narmolmente dagli idraulici. [
Cagnòl. Cagól, sm. Cogolaria, Cagolara, Cogola. Rete a sacco conico per la pesca delle anguille. PI. Cagòl. (Lat. med. coagularia, rete per pesci; e cogolus, rete. GLE). PI.
Cagón, sm. agg. Cacatore, Sconcaca(F.) Pauroso.
tore
I
PI.
F. PI.
Cagòn
—
a
—
F.
i.
Cagóna,
sf.
Ciapéss una uno spavento, una
Spavento
cagòna. Prendersi gran paura.
:
Cagòn.
Caicadùr, sm. Spingimento. Premito. Stimolo a emettere feci, determinato Sforzo che da forme di irritazione la mucca compie per figliare. 1
Caichér,
tr.
Calcare, Premere, PresSpingere.
Comprimere
[
Calche
— è — èda PI. F. — édi. PI.
di
sbieco. I
—
Dént cagnm,' Denti canini. Lana cagnina, Lana canina. Cagnina, sf. « Cagnina », Canina. Uva nera da cui si ottiene un ottimo vino amabile dello stesso nome. I
sare, Prt.
òni.
Canino.
ina
F.
PI.
e in ragna, In istato
di disaccordo, di litigio.
F.
chiasso).
Cagnìn, agg. PI. Cagnìn
gelli.
PI.
cagnara,
(Veneto, cani,
binotto.
Cagarèl. Cagarci, sm.
Par del chiasso. abbaiare di molti
Fé' dia cagnéra, I
PI.
Strepito, Schia
Cagne r.
PI.
Zer-
,
F.
Ande' in cagnègn. Andare a sghim-
bescio Andare in fregola (detto di cani); (F.) Andare in amore (di persone).
Calche'
avanti,
Spingere
avanti,
in
Spingere indierto;
al-
I
avanti.
-
I
I
l
Caiché' indrì, 'indietro.
CAIC Caiché' so, Spingere in alto, SospinI
gere. (Lat. calcare; dal lat. calx,-cis, «tallo-
ne
Calapilòsum è completamente
antica caduta disuso. Calarón, sm. Callajone. Grande viot-
sm. Callo, Callosità; (Lat. calCalo, Diminulum, pelle indurita) Cai,
|
zione (Lat. med. callum, nuzione del peso. GLE).
calo
dimi-
di «Calerà»). Calarón de Lég. Vialone che dalla Via Emilia conduce alla Madonna del I
Lago.ai piedi di
to Prt. I
Caldanela,
Caldanèl. Caldin, sm.
|
seppie.
delle
med. calamare, calamaio. GLE).
Calamita, sf. Calamita. Calamìt. Calamite, agg. prt. Calamitato
PI.
Calamite éda
—
PI. F.
—
édi.
afoso.
Calda-
PI.
Calduccio.
Caldìoi.
sf. pi.
:
Conversione di S. Paolo chiamato « Sa' Péval di sègn », San Paolo dei pronostici. Alle prime 12 ore si fanno corrispondere, nell'ordine, i 12 mesi che
avranno
l'andamento
stagionale
delle
(v. Calàndar). Calante (detto
della
corrispondenti ore.
Calandrón, sm. Calànta, luna).
Lona
agg.
calànta.
Luna
calante.
Calapilò^um, sm. Cancro. Ch'u t' vègna un calapilòsum, Che
venga
un....
Cald'ra, sf. Caldaia. Caldìr. (Lat. tardo caldaria GLE). Caldirón, sm. Calderone. PI. Caldirón. (Lat. med. caldironus. GLE). Calè, sf. Calata. PI.
Ponente Calè de sol, Tramonto Caléda, sf. Discesa, Pendio. Migrazione Passo, ripasso di uccelli a valle, Discesa a valle del pesce. |
Calende. I primi dodici giorni di gennaio. Dalla osservazione di ogni giorno delle cai. si ricava pronostico dell'andamento stagioil nale del mese corrispondente. Ma dice un proverbio « No' bade' ne a calàndar, né a calandrón, mo gvérda e' de 'd Sa' Péval che sia bón ». (Alla lett.: Non badare ne a calende né a calandrone, ma guarda che sia bello il giorno di San Paolo (25 gennaio). «E' calandrón », il calendone, va dal 12 al 24 gennaio. Il 25 è il giorno della
Calàndar,
I
Caldo
I
(Lat.
I
sf.
PI.
Occhiaia Calamèri, sm. Calamaio Calamaro, Cefalopodo del gruplivida
F.
Calculé
— è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
nella.
(Loligo vulgaris)
PI.
Bertinoro.
sm. Calcestruzzo. tr. Calcolare, Far di conEsaminare, Considerare, Valutare.
Calcistróz, Calculér,
Chèl.
Calamarèt, sm. Calamaretto
po
voce
in
tola (accrescit.
»).
Caicdn, sm. Spinta, Spintone. PI. Caicón. (v. Caichér). Caicvél, pron. indeterminato. Qualche cosa. Cai, pron. dimo. Codeste, Quelle.
PI.
CALI
69
ti
I
|
I
Calédi. Caler, tr. Calare, Diminuire sare sole e della luna). PI.
j
Prt.
Scemare AbbasTramontare (del I
|
Calè
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Calerà,
sf.
Callaia,
Carraia, Viottola
campestre. Carriera,
Corsa sfrenata
di
cavallo.
I
PI. Caler.
De' calerà, Dare il passo. (Forlì, 1556, carraria). [
Calè^na,
sf. Fuliggine. Calcari, sf. Conceria. PI. Calgarì. (Lat. med. galegaria. Luogo in cui si lavora il cuoio. GLE). Cali, sm. (v. Calìg). Calìg (o Cali), sm. Caligine, Caligo. Ora indica solo fo.schia, vapore estivo che offusca l'aria; ma in antico si-
CALI
CALZ
70
gnificava anche nebbia, caligine, perchè usa ancora dire « nèva 'd cali » per dire
neve che
si scioglie subito. (Lat. caligo).
Cali^và, sm. Allargatoio; Calisvàr. Strunnento per allargare i fori. (Il DEI dice che è corruzione del fran-
cese equarissoir). Cali^,
sm. Calice.
Bichir a cali^, Bicchiere a calice. E' più dialet. Bichir de pè. I
(Lat. med. calix, calice. GLE). Cali:;nó§, agg. Fuligginoso. PI.
Cali?nù§.
Calmér,
Calmare, Rabbonire, Tran,
tr.
quillare.
Calme
Prt.
— é F. — èda PI. F. — édi. PI.
Calmìr, sm. Calmir.
Calmiere.
PI.
(Lat.
med. calmerium, calmiere. GLE).
Calmirér,
Prezzare, Fare, fissare
tr.
prezzo. Calór, sm.
il
Calore Riscaldamento Empitiggine, Efflorescenza Fregola |
|
I
Esantema
|
Calzedar o secc o secia
I
Colite.
Calùr. Calò^a, sf.
Calzéna viva. Calce viva. Calzéna morta, Calce spenta.
PI.
Caloscia,
gomma.
Soprascarpa di
(Come
Calò§. Calur5§, agg.
PI.
lat.
Che produce, causa riempetiggine, efflorescen-
scaldamento,
ze, diarre, ecc.
PI.
F.
PI. F.
—
I
CaL^éna, sf. Cinghia di cuoio, o di corda intrecciata, che passa per le cam-
PI.
lo
vaso
Calcedro (DEI). Sec-
chiamavano
per
bronzo ». (Dal greco « calcós
« calchi-
na
»
r
e
scaràna
la
«
» e. aj>pese al
galófa
».
muro,
CAMA (Lat.
med. camarottus. GLE).
Carnata, eretto dai
giamento.
Casamatta, Ripostiglio muratori accanto all'edifi-
si.
cio da costruire. La C. viene poi demolita perchè i muri sono senza calce e il materiale viene riutilizzato. PI. Camàti. Ca Mata, Casa Matha. Società piscatoria ravennate, tuttora esistente, I
menzionata già
X
in
un documento
del
secolo.
Dice il GLE che nel lat. classico e medievale la parola « matta » significa stuoia chi.
era
CAME
72
giunchi, intreccio di giunSpreti dice che « casa matha »
di
Lo un luogo dove
fabbricavano
si
le
stuoie; mentre P. Sella in GLE definisce « ca matha » capanna coperta da un intreccio di giunchi o di stuoie.
Tu' in càmbi. Càmbi, sm. Cambio Confondere uno con un altro. Far conj
PI.
Cambiamént
Cambiéla, sf. Cambiale. PI. Cambiél. Cambiér, tr. Cambiare, Mutare, Sostituire.
Cambié
Prt.
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Cambra, sf. Camera. Càmbar.
PI.
una stanza») Camèglia, sf. Camelia, Rosa del Giappone. (Camellia japonica). PI. Camègli. Camél, sm. Cammello (F.) Perso(Lat. camera, «volta di
!
na PI.
ossuta.
Camèl.
Camén, sm. Termine che abbraccia focolare e con cui si indica solo camino, e il comignolo chiamato, però, anche « vèta de camén », tutto
anche
fusione fra due.
Cambiamént, sm. Cambiamento, Can-
Cambra
'd
ca
il
il
CAME vetta del camino.
della
Camén.
PI.
CAMP
73
tati
parti: Spai de camén, stipiti; Prè camén, pietra o frontone; Uròla aròla, aiuola r Capa, cappa; Càna. canna o gola. Ecco ima sintetica descrizione del « ca-
Sue
(v.
de
(Lat.
mén »
tradizionale. focolare è ampio, elevato di duemattoni sul piano del pavimento, con una vasta cappa affumicata che reca intorno, sulla cornice fatta a grondaia, la ventola ed i zolfini ». Spallicci, La
« Il
anno III, N. 8. Camén, sm. Cammino.
pie,
—
F. PI.
celtica,
ori'g.
óra
—
F.
Brèv).
med. camisia. GLE).
Quando uno era sudato
leva cambiare
e
non
si vo-
dicevano: Alora tuli la camisa de capu^én, Allora prendete la camicia del cappuccino; e gli davano un bicchiere di vino schietto. Cami§èra, sf. Camiciaia. PI. Cami§éri. Cami^èta, sf. Camicetta. PI. Camisèt. Cami^òn, sm. Camicione. gli
Cami§òn.
PI.
camminus). Caminadór, sm. Camminatore. PI. Caminadùr
(Lat. pop. di
j
Madonna » fossero fortunati e dodi virtù magiche,
(Dal lat. med. camisius, camice. GLE). Camisòt, sm. Camiciotto. PI. Camisót. Camp, sm. Campo, Podere Campo |
militare.
òri.
Caminamént,
sm.
Camminamento.
Via per entro trincee.
Chémp.
PI.
'D camp, Campestre Purté' in camp. Porre sul tappeto, in discussione. No' ave' camp..., Non aver modo di I
j
Caminamént. Caminéda, sf. Camminata,
PI.
|
Passeg-
Andatura. Caminédi. Caminèr, intr. Camminare. Prt. Caminé. Caminèt, sm. Caminetto.
dire,
Caminèt Camìndn, sm. Ciminiera. PI. Caminón. Camita, sf. Camicia Camita dia be§a, Camicia della biscia, Pellicola di
F.
giata
I
ga vita. PI.
]
cui la biscia si libera quando esce Guaina, Pellicola. dal letargo Parti della camicia: Lènza, Colletto; Sipalén, Spallette, Spalle; Fundèl, Quaderletti; Sulén da la man. Polsini; Averta de col, Sparato del petto; Averta dia man, Sparo delle maniche; Patajòl, Falda; Schév, Scollatura; Urèi. Rimbocco, Risvolto. In màng 'd camita, Con la sola camicia, senza giacca Scamiciato Sbracciato ^iré' in camita, Girare in |
1
I
|
I
camicia.
gna PI.
di
òri. sf.
Campagna
PI.
|
Campa-
guerra.
Campàgn.
—
F.
F.
agg.
Campagnolo,
ola.
—
òli.
Campana, sf. Campana. PI. Campàn. Slighé' al campàn. Sciogliere
le
I
cam-
pane. 1
Vie'
sinti'
tòt
al
campàn
a
suné'
Voler sentire tutte le campana a suonare. Voler sentire il parere di tutti. Campana^, sm. Campanaccio.
PI.
Campane^. Campane, agg.
Camita dia Madóna, Amnio, Sacco am-
F.
niotico.
PI.
nati con la « camicia
—
Campagnol, sm. Di campagna. PI. Campagnùl.
pozzo.
i
óra
F.
Campagna,
PI.
j
Campadur
—
PI.
Camita de pój. Camicia del pozzo. Rivestimento interno in mattoni, del
Si credeva che
ecc.
(Lat.
PI.
|
fare,
campus, «pianura»). Campadòr, agg. Campereccio. Di lun-
PI.
prt.
Sordo.
Campane
—
F.
éda
—
édi.
Campane!, sm. Campanello.
CAMP Campanèl. med. campanella, GLE). PI.
campanella.
(Lat.
Campanéna
bianca,
sf.
Vilucchione.
PI.
bianchi.
med. campanella, campanula. GLE). Campanér, sm. Campanaro. PI. Campanér. (Lat. med. campanarius. GLE). (Lat.
CampanìI, sm. Campanile. PI. Campanil. Campanòn, sm. Campanone.
Campanòn. Campègg, sm. Campeggio. PI. Campegg. Camper, intr. Campare, Vivere. Prt. Campè. Ch' campa e eh' scampa (Chi campa e chi scampa). Chi campa e chi
PI
I
campicchia (Nardi). Campèt, sm. Campicello. Campetto. PI. Campet. Campiàn, sm. Campiano. Frazione del Com. di Ravenna. Anticamente Campilianus, storpiatura del nome di
un Campo Apollinis della Pieve di S. in Decimo menzionato in un documento del 953 e in un altro del 971 in cui è chiamato « fundum apollinis
C asciano
seu campiliani ». (v. Bartóla). Dice il Mazzotti che la parte più antica della torre campanaria di S. Case, in Decimo è forse dei primi del 1200 mentre tutta la torre non è posteriore al sec. XIII. Campiòn, sm. Campione Scandaglio Mostra. |
I
PI.
iava alla luna perchè gli sembrava una pizza. Quando abbaiava, era costretto ad appogigarsi col sedere al pagliaio. Cvànd l'uróla e' càn, la mòrt l'è pòc luntàn. Quando ulula il cane la morte è poco lontana. II giorno di S. Stefano si faceva un segno di croce sulla fronte del cane con la paletta del fuoco arroventata perchè, arrabbiandosi, non morsicasse I
(Convolvulus sepium).
Campanén
Campiòn
Campiunèri, sm. Campionario. PI. Campiunèri. Càmpsànt, sm. Camposanto. PI. Chémpsént. Càn, sm. Cane. PI. Chén. Càn da sfùit, Cane da fiuto. Càn da pajèr. Cane da pagliaio, Cane da guardia da contadino. (F.) Povero tribolato. Questo cane, tenuto quasi sempre legato, che aveva la cuccia in I
quelli
ai piedi di mi pagliaio, era proverbiale. Si diceva che di notte abba-
di casa..
Quando
prendevano un mettevano nel forno e
contadini
i
nuovo cane
lo
dicevano: «A t' met int e' fòran parche t' a n' cnó§a inciòn d'intóran », poi lo mettevano sotto il eamino e diceno « A t' met sota e' camén parche t' a n' cno§a parént ne bsén » Pla:
(
cucci,
Usi, ecc.). E' can dri e' su pajèr l'ha una gran fòrza. Ciò significa che a casa propria, o nel proprio ambiente, uno si I
sente più forte. U s' rispèta e' càn par rigvérd de I
padrón^ Si rispetta il cane per riguardo al padrone. Fé' e' càn adòs (a òn). (F.) Inveire in tutte le maniere contro uno. canis ( Lat. indoeuropeo kwon- « ca;
ne »). Càna,
sf.
Canna
comune
(Anmdo
Canna. Radi§a ad càna, Rizoma di canna. Ov 'd càna, Occhi di canna. PI. Càn. Càna de camèn, Canna del camino, Gola del camino. A tòta càna, A tutta foga. A canna aperta, (di bòtte, «canèla»). In certi casi « càna » era anche la canna palustre che era una risorsa notevole per l'economia della povera gente che viveva vicino alle valli. Di qui il detto: U j pinsarà la vaia a fé' dia càna. Ci penserà la valle a produrre canna. donax).
|
I
I
I
j
(Lat. canna).
Cànadèngia, Càndèngia.
I
una nicchia
CANA
74
sf.
Cannadindia.
PI. ]
Càna
d'Engia,
Carma
d'India.
Canàja, sf. Canaglia. PI Canàj." Secondo il caso^ « canàja
»
può
signi-
CANA
CANE
75
quanto birichino. Canajéda, sf. Canagliata. PI. Canajèdi. Canalèt, sm. Canaletto.
questo uccello vi depone spesso l'uovo il cuculo. PI. Canavin. Canavón, sm. Canapone. Pianta di canapa da seme. PI. Canavòn. Cancagnol, sm. « Calcagnuolo ». Cai cagne del cavallo. Pi. Cancagnùl. Càncar, sm. Cancro, Tumore. PI. Chéncar. Cancrèna, sf. Cancrena. PI. Cancrén. Candéla, sf. Candela Muco del naso.
ficare tanto birbante
Canalèt. (Lat. med. canaletum,
PI.
-
piccolo canale.
GLE). Canalèta,
fondo
in
Fossatella che
sf.
si
forma
ai corsi d'acqua.
Canalèti. Canalèt). Canalìn, dm. Canalino. PI. Canalìn. PI. (V.
Canaldn, acr. Canalone. Canalòn. Canarél, sm. Canapule. Stelo legnoso della canapa. PI. Canarél. Coi canapuli si facevano « i suifanèl ». Canarén, (v. Canarìn). Canarìn o Canarén, sm. Canarino. PI. Canarnì o Canarén F. ina o éna
i
PI.
so.
cevola,
Candèl. No' struscia' dia candela, (F.) Non perder tempo inutilmente. (Lat. candela, «candela», spago incerato; rad. indoeuropea kand- «ardere»). Candiléna, sf. Candelina. Sóta e' lóm dia candiléna / nènc e' remi e' pé faréna, Sotto il lume della candelina anche la crusca pare farina. Al lume di una candela anche le brutte paiono belle. Candirola, sf. Candelora (anche "^a-
tella.
riòla).
'
— — ini o —
—
PI. P.
éni (Pringilla canaria).
Canarol, sm. Marzaiola, Cercella, CerCerundola, Garganelle, Sar-
Canarùl. Canarol, sm. Attrezzo da pesca di canne o di cannucce. Cassetto con più scompartimenti per i gomitoli da ordire. Canavà^, sm. Canovaccio, Canavac-
PI.
I
I
PI.
I
cio.
Canavè^. Tela da canavè^. Terzone.
PI. I
(Lat. med. GLE). Ner è chiamato
Canavela, vulgaris
canipacius, ricettario
di
canavazo ». sf. Artemisia
canovaccio. Sforza
Cat.
F. PI.
(Artemisia
L.).
Canavén
—
F.
i.
Canavér, sm. Canapaio. CanavìT. Spintàcc de canavèr, Spaventapasseri. Canavìna, sf. Canapino. Uccello che nidifica nei canapai legando insieme alcuni steli di canapa. Nel nido di PI. I
Candilòra,
che niva o
sém
fura;
che e
se n'è incora un m§aren. Madonna Candelora (Purificazione, 2 febbr.), che nevichi o che piova, da l'inverno siamo fuori; e se sta il solicello, ce n'è ancora un mesetto. Candlìr, sm. Candeliere. PI. CandlìT.
sta
e'
sulatén u
j
Candlòn, sm. Moccioso. PI. PI.
Candlòn óna
—
F.
—
òni.
Candlòt, sm. Candelotto PI. Candlòt. (Lat. med. candelotus,
|
Ghiacciolo. candelotto.
GLE). Canéd, sm. Canneto.
a
—
Madóna
F.
«
Canavén, m. Conciatore di canapa, Canapino, Canapaio. PI.
I
piuva da l'invèrn' a
PI.
Canid.
med. canetus, GLE). Canél, sm. Canale. PI. Canèl. (Lat.
(Lat.
canalis).
Canél. sm. Manicalo o Fodero o Cannolicchio (Solen vagina).
CANE
CATA
76
Canon, sm. Cannone. Pezzo di Tubo fumario Tubo
Canèl. Canel, sm. Cannello. PI. Canèl. Fé' i canèll, Accanellare. PI.
I
j
Rodai da
fare
i
fé'
i
canèl,
glieria
I
bicicletta.
sf.
Cannuccia
Canon.
PI.
Schidione per
cannelli.
Canéia.
(Phragmites
Canonie, sm. Canonico. PI. Canonie. Canònica, .sf. Canonica, Abitazione del parroco attigua alla chiesa. PI. Canonie. Canó^, sm. Cannuzzo. Frazione del
Cannella (cinnamonum officinalis) Cannella. Legno bucato che si introduce nel foro anteriore della botte per spillare il vino. Cannello
comune
da botte.
«
communis)
]
|
j
Mane
'd canèla,
Manipolo
'd canèla,
Pila conica di mani-
di
cannuc-
Prèla
poli di cannuccia.
(Lat. med. canella, cannella (pianta) dal lat. cannula, piccola canna). Canéna, sf. Canaiola. Sorta di uva nera. Uva canucula.
Canestar, sm. Canestro. Canestar. (Lat. med. canestrum, GLE; dal lat. canistrum). Canèt, (v. Canèd). Canèta, sf. Asticciuola per pennino. PI. Canèt. Canfén, sm. Voce caduta totalmenPI.
te in disuso.
Cangé
Prt.
sini.
Canale navigabile che unisce Ravenna con Porto Corsini. Cangiòta, sf. Botte da viaggio. « Con».
Vezzeggiativo di « congio »
(v.
cóng»).
Piccola castellata che, dopo aver seril trasporto del mosto, veniva usata come botte da vino. PI. Cangiòti. CanìI, sm. Canile. Canll.
PI.
sf.
Cannocchia, Cicala ma-
rina.
(Squilla mantis).
Canòoc.
9,
10
-
1948).
Anticam. era chiamato anche Cannuzzola, nome che resta legato alla Via Cannuzola. Canòra, sf. Cannuccia da pipa. PI. Canó^. Cànt, sm. Canto, Banda, Parte. PI.
Da
Chént.
cànt, Accanto. D' un cànt. Da una parte o Da parte. D'e' cànt di..., Per parte di..., o Dal lato di... Dalla parte di... Cànt, sm. Canto. [
I
j
PI Chént (Lat. cantus). sf. Canta Cànt La Canta è un canto popolare con
PI.
role
pa-
dialettali.
Cantadéna, sf. Cantatella. Cantadén. Cantadìna. sf. Cantatina PI. Cantadìn Cantànt, sm. Cantante PI.
Cantént. Cantànta,
PI. PI.
vito per
Canòcia,
Pie, N.
suo nome esistevano ».
il
Biòjga). Cantacér, tr. e int. Canterellare. (Più usato Scantarlér). Canticchiare.
Cangiàn, sm. Candiano, Canale Cor-
giotta
La
ivi
(V.
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
PI.
canneti palustri che
ai
Canta,
Petrolio.
Cànfra, sf. Canfora. (Camphorosa monspelliensis). Cangér, tr. Picchiare. Battere alcuno.
«
di Cervia.
Deve quasi certamente
(Silvio Zavatti,
cia. j
arti-
della
sf.
Cantante
Cantanti.
Cantaràn, sm. Canterano, Cassettone. Cantarén. Cantarén, sm. Canterino PI. Cantarén. « I Cantarén Rumagnùl », o semplicemente « I Cantarén », sono gruppi corali che eseguono le « cantate romaPI.
gnole
».
Catamón, m. Caterinone. (v.
9maiiO.
CANT
CAPA
77
Cantèda,
sf.
nessuno sa quale
Canta
Cantédi. Canto di più cante o canzoni. Cantén, sm. Cantino. Corda più sottile" del violino o di altri istrumenti. Canténa, sf. Cantina PI.
A
sia
(
Cosi
De Nardis
in
la garboja).
Canunè,
sf.
Carmonata, Colpo di can-
I
PI.
Cantén
Fé' 'd canténa. Fare
il
cantiniere.
none.
Canuné. Canunér, tr. Cannoneggiare, Sparare col cannone. Canunìr, sm. Cannoniere. Soldato addetto al cannone. Artigliere.
PI.
I
Cantér, tr. Cantare Canté' a la stesa, Cantare alla stesa, cioè a voce alta, spiegata, distesa. Canté' a la biòjga, Cantare alla bifolca. E' sempre un « canté' a la ste§a » ma con una maggior libertà di ritmo musicale e di contenuto, (v. B. I
I
Pergoli, op. cit.). Canté' a gola averta, Cantare a gola aperta, cioè a voce spiegata. canere radice europea Kan ( Lat. I
;
«
cantare
»).
Cantilèna, Cantilén
Canunir. Canutét, sm.
PI.
Cantilena,
Nenia
med. cantilena, DEI e GLE).
I
tro cantoni.
Fé' dia cànva. Coltivare canapa. (Lat. med. canava, GLE). Canzalèt, sm. Ventricolo. PI. Canzalèt. Il Biondelli (1853) ha « cavzalèn ». ( Nel dial. del sec. XVIII, si à « cauzalén » P. Santoni, op. cit.). [
Cantèi, sm. Capezzale. Deformazione », capezzale.
mèi cantón,
Il mal cantone. E' direzione nord-ovest. Di là si affacciano le nuvole cupe delle burrasche. Cantór, sm. Cantore PI. Cantùr. Cantunè, sf. Cantonata, Angolo di fabbricato. I
nella
Cantunè. Cantunèl, sm. Cantone, Spigolo, Angolo di muraglia Pietra su cui poggia l'angolo di un muro. Cantonale. PI. Cantunèl. Cantunir, sm. Cantoniere, Stradino PI. Cantunir PI.
|
I
Ca
cantunìra. Casa cantoniera.
Canucél, sm. Cannocchiale Canucèl. Canucera, sf. Gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo (i de dal fugarén; v. fugarèna) sono anche chiamati « de dia canucera ». In quei giorni non si può fare nulla, perchè in essi vi è un'ora infausta che però
PI
di « cav^él PI.
Cantei
(Lat. tardo, capitiàlis). Canale, sf. Cancellata.
Canzlé Capa, sf. Due dozzine PI. Cap. Dal sanscrito « Kapati » due manciate da cui anche il lat. capere, prendere. Ora « capa » serve solo per contare le PI.
Cvàtar cantòn).
E'
plurale.
;
sf.
Cantón, sm. Angolo, Canto, Parte, Banda, Cantonata, Spigolo di una casa. Fé' i cvàtar cantòn. Giocare ai quat(V.
Connotati. j
ha
PI.
(Lat.
pi.
Cànva, sf. Canapa (Cannabis sativa) Canapa, Fibra tessile della canapa. Non
;
uova.
Capa,
sf
Cappa,
Indumento
di
ve-
stiario.
Veste che si metteva al morto appartenente a una confraternita. Al set cap dl'infèran. Le sette volte (cappe) dell'inferno. Dire di uno « l'è al set cap dl'infèran » si intende, in senso figurato, che è di una irrequietezza sfre]
I
nata.
Capa, sf Cuore (Cardium edule). PI.
edule.
Cap.
E' detta anche « capa scudèla » e «capa
santa
».
Capàn, sm. Capanno Bosco dei bachi da seta
[
Capàn 'd Garibéld, Capanno di Garibaldi o del Pontaccio. Fé' e' capàn. Fare il capannuccio. I
I
CAPA
CAPI
78
Detto dei tengono le
polli
e degli
uccelli
quando
basse perchè ammalati. Purtè' e' capàn. Portare il fazzoletto nero in testa a mo' di capanno. La donna in lutto, per dimostrare tutto il suo dolore doveva nascondere quasi interamente il viso dentro il « capanno ». Alcune località del ravennate si chiamano « i capèn » cosi in Via Erbosa, a S. Zaccaria, e a Ravenna fra il « Portonaccio » e la Mangagnina, perchè vi sorgevano abitazioni in legno e canna palustre, intonacate con mota.
(Lat.
I
I
;
Capàna,
Capanna
sf.
PI Capàn. (Lat. Capanna). Capane, agg. prt.
Che
fa
tiene le
capanno. Detto di pollo che ali basse per indisposizione.
il
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
cio.
Capanèt.
Capanón, sm. Capannone. PI. Capanón. Capar, sm. Cappero (Capparis
Capestar, sm. Capestro Lascèss mètar e' capestar, (F.) Lasciarsi mettere i piedi nel collo. ( Lat. capistrum^ « fune per bestie, cavezza»; dall'etimo indoeuropeo Kap]
Capètul, sm. Capitolo Capètul. Capì, sm. Intelligenza
PI.
(Conoscenza Discernimento. No' ave' incora e' capi, (detto di bambini). Essere ancora in età troppo tenera per poter capire. Pèrdr' e' capì, Andar fuori di senno Perdere conoscenza.
Senno
spi-
Perdere
la
Capigliatura, sf. Capigliatura Capigliatùr. Capildni, sm. Vigile urbano.
PI.
erano chiamati così per loro alto cappello a cilindro. G. U. Majoli, Palazzi... di Raverma... ».
Capilùt. Capir, tr. Capire, Intendere.
cau-
zione.
Prt.
|
Capparella,
Ferraiolo,
Fé' la caparlaza. Uccidere
malmenare una persona rovesciando-
capparella nella testa in modo da immobilizzarla. La C. era riservata alle spie e ai tradi-
le la
tori.
Capa^itè, sf. Capacità, Abilità. PI Capa^itè.
Capei, sm. Cappello PI.
stér.
Cappello a tesa larga.
Capi
— F. — ida PI. F. — PI.
sf.
mia capa-
PI.
PI.
capara.
Pr'e' mi capì. Secondo la cità di intendere.
Capilùta, sf. Cappellaccia, Calandra, Allodola cappelluta (Galerida cristata)
Chèpar. Capàra, sf. Caparra, Cauzione. la
\
il
PI.
Caparlà^a
]
I
« I "capeloni,,...
nosa).
Capatela, Mantello. PI. Caparèl.
Capei.
Capelvènar, sm. Capelvenere (Adiantum Capillus-Veneris L. ), P. Zangheri.
I
Capanér. Capanèt, sm. Capannetto, Capannuc-
Capè! Capei a
I
I
PI.
1
I
I
Colui che costruisce capanni.
I
Capela d'Ardónda (v. Ardonda), Tomba di Teodorico. Capela de ciòd, Capocchia del chiodo.
1
(Anche Acapané). Capanèda, (v. Capàn). Capanér, sm. Capannaio.
Capar Magnèss
I
« testa »).
PI.
PI.
med. capellus, GLE).
Capela, sf. Glande Cappella, Capocchia
ali
i
idi.
Capinera, sf. Capinera. PI. Capinér.
sm.
Capitalèsta,
che detiene PI.
il
Capitalista,
Colui
capitale.
Capitalèsta.
Capitali^om, sm. Capitalismo. Capitani, sm. Capitano Capitèni. Capitel, sm. Capitello PI. Capitel. Capitél, sm. Capitale PI. Capitel. PI.
Ricchezza.
CAPI
CAR
79
Capitela, sf. Capitale, Città ove ha sede il governo. PI Capiteli. Capitér, intr. Capitare, Accadere, Suc-
cedere. Prt. Capite
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Capota,
sf.
Capotta, Tetto della car-
rozzerie dell'automobile.
Capòt. Caprèta, sf. Capretta Specie di cavalletto sottostante alla parte anteriore delle birocce da trasporto merci. E' vm vezzeggiativo dell'antica voce « caPI.
PI.
» (sec. XIV) che significava: attrezper sollevare pesi; cavalletto, (v. DEI). Caprè^, sm. Capriccio. PI. Caprè^. Caprèjf, sm. Capriccio. Tazza di terracotta smaltata di colore verde, col manico, che serviva per b°rc. PI. Caprèz. Capre?, sm. Capriccio, Ghiribizzo PI. Capre?. Caprició§, agg. Capriccioso PI. Capriciù§ F. Caprició§a
(Lat.
PI. F. Capriciò§i.
Capitir, int. (v. Capitér). Capitulét, sm. Capitolato. Serie di patti e condizioni scritte nei contratti e negli appalti. PI. Capitulét.
Caplàn, sm. Cappellano Caplén. Caplarì, sf. Cappelleria
PI. PI.
Caplari.
Caplén, sm. Cappellino. PI. Caplén. Capléna, sf. Cappello di paglia
Caplén med. capellina GLE). Caplér, sm. Cappellaio PI. Caplér (Lat. med. capellarius, cappellaio. GLE). Caplèt, sm. Cappelletto Bolla d'acqua
pra zo
Caprièda, Caprièdi
sf.
Capriata
PI.
(Lat. med. caveriata, capriata. Caprifój, sm. Caprifoglio.
GLE).
CapurèI, sm. Caporale, Capo squadra
I
PI.
Caplèt
Specie di tortellini ripieni a forma di cappello della sola cucina romagnola. Cappelletti. « Caplèt »sono anche i semi di marI caplèt,
i
I
ruca. E' piòv, l'acva la fa i caplèt!, Durerà a piovere, l'acqua fa le bolle. Caplèt de lóv, Cappelletto del goloso. Quando si preparano i cappelletti se ne fa uno ripieno di sola pasta. Chi se lo trova nel piatto viene canzonato col titolo di goloso, « e' lóv ». (Dal lat. med. capellectum, cappello, I
operai.
di
PI. (3apurél.
Capurión, sm. Caporione. Capo di un
gruppo
di facinorosi. P. Uccellini nel suo Diz. dice « Quando vacava la S. Sede solevasi in Ravenna dare in custodia la città ai primari cittadini, chiamati Caporioni... ». :
PI.
I
copricapo (Ravenna, sec. XIII). GLE). Caplòn, sm. Cappello delle vinacce. Fé' e' caplòn. Mettere del mosto sul cappello delle vinacce già sfruttate. PI. Caplòn. Capócc, sm. Cappuccic PI. Capócc. (Lat. med. capucius, cappuccio. GLE). Capòt, sm. Cappotto.
(It.
Capurión. ant., caporione, sec. XIII, «capo
rione »).
Capu^én, agg. sm. Cappuccino, Frate cappuccino. Caffè-latte.
I
di capujén, Monte Magtrio. Capu^ol, sm. Monachetto, Dentello ove poggia il saliscendi per serrare I
Mònt
I
PI. I
Capót
De' capòt, Dar cappotto.
l'uscio.
Capu^ul. Car, sm. Carro, Plaustro.
PI.
Chèr (f. Cara) Car grand. Costellazione
PI. I
dell'Orsa
Maggiore. I
Car
nore.
^nìn. Costellazione dell'Orsa Mi-
CAR
Car a condla. Carro
A
I
a culla. Cosi
terra è visibile «
d'albero,
il
usato
per
e'
piladòr
pilare
»,
chiamato per il
riso
li
Mètr' e' car ad dninz a i bu, Mettere carro davanti ai buoi. Far le cose al-
I
I
regalia.
L'ùtma roda de
Car
j
questo
carro.
car, (F.) L'ultima ruoDetto di chi non conta
Con
triunfànt. Carro trionfante.
nome vennero chiamati
carri funebri.
i
Ora vien chiamato
primi «
car
da mòrt ». Car mat, Costellazione d'Orione. Mètr' e' car a l'ora. Mettere il carro all'ombra. (F.) Raggiungere una posiI
j
suo tavolato concavo. da un tronco
e
mondare
dalle
glume
altre sementi.
zione di agiatezza. E' car u n' vòlta e e' barò?; la n'e' vò, II carro non volta e il biroccio non lo vuole; cioè il ricco non la cerca e il I
Car d'uva, Carro d'uva, del peso di q. 9,30 circa, di uva mostata. Car 'd' legna, Carro di legna, di 200 fascine più quattro (una per ruota) di
ta del nulla.
il
pilatore, attrezzo ricavato
la rovescia.
I
CARA
80
povero non (Lat.,
DEI). Cara,
la vuole.
carrus, sf. pi.
carro
a
quattro
ruote.
Carri
«Cara» conserva ancora anche
l'anticD lignificato di Carra con riferimento al carico. (Lat. med., carra, carro. GLE).
Carabéna, sf. Carabina Carabén. Carabignir, sm. Carabiniere. Dallo spagnolo « carabinia », archibugio a canna molto lunga, (sec. XVI). PI.
PI.
Carabignir.
CARA
CARA
81
Car, castlé e bgónz
Caràbia,
sf.
Carruba, Baccello del car-
Caratar,
rubo.
mento.
Ba^èl 'd carabla, Baccello di carruba. Caraféna, sf. Oliatore a mano PI. Carafén. (Dal lat. med. carafa, misura per li-
PI.
I
quidi; dall'arabo garafa, bottiglia dalla pancia larga da cui anche l'it. caraffa. V. GLE e DEI.).
Caraméla, sf. Caramella Caramèl. Caramlèr, sm. Caramellaio. PI. Caramlèr. Caramlèra, sf. Caramellala.
PI.
PI.
Caramléri.
I
sm.
Carattere,
Tempera-
Calligrafia.
Carètar.
Caratén, sm. Carrettino da viaggio, Calesse, Calessino.
Caratén. Caraténa, sf. Pipa di terracotta
PI.
Caratén anche Pepa caraténa). Caratér, sm. Carrettiere (con carro tirato da buoi). PI. Caratar (Lat. med. caraterius, carrettiere. GLEì. Caratìr, sm. Carrettiere PI.
(Si dice
PI.
Caratir
CARA Caratón, sm. Carrettone (per trasporCarro funebre. PI. Caratòn Carbòn, sm. Carbone to di bestiame, maiali)
Carbón
'd legna,
j
Carbone
dolce, C. di
legna; Carbòn 'd canèl, C. sottile di castagno; Carbón da stufa, C. cok o fossile; Carbón 'd brè§a. Carbonella. PI Carbón. (Lat. carbo,-onls, «carbone di legna») Carbunarì, sf. Carboneria. Ass. segreta fondata ai primi dell'SOO. Carbunción, sm. Carbonchio. Malattia del grano e del granoturco. Parte carbonizzata dello stoppino, e del legno non bruciato interamente. Carbunéna, sf. Carbonella, Carbonina. I
Carbunér, sm. Carbonaio. Carbunér. Carbunét, sm. Carbonato. Carburànt, sm. Carburante. Sostanza o miscela che alimenta i motori. PI. Carburént. Carburaziòn, sf. Carburazione PI. Carburaziòn Carburo, sm. Carburo. PI.
CARD
82 Carcà§a, Carcàs.
sf.
Carcassa
PI.
Cardadór, sm. Cardatore PI.
F.
Cardadùr Cardadóra
Cardadòri. Cardare!, sf. (Centaurea solstitiahs L.) P. Zangheri. Cardél, sm. Cardello. « Il Cardello, dal 900 al 1100 servi di ricovero ai pellegrini che venivano all'abbazia di Valsenio per compiervi pratiche religiose ». Angelo Negri |E' mat de Cardèl, Il matto del Cardello. Così era chiamato, alla romagnola, ma in senso buono, A. Oriani. Cardénza, sf. Credensia, Dispensa. PI. F.
PI.
Cardén^ med. credentia, credenza. GLE).
(Lat.
Cardér, tr. Cardare, Scardassare. (Dal lat. carrere; dalla rad. indoeuropea Kars-« grattare, raspare»). Cardinalìn, sm. Cardinalino del Venezuela.
Cardinalin Cardinèl, sm. Cardinale, Principe del-
PI.
Cardénza e du cardinzot. Credeneza
e
due credenzette.
CARD
CARN
83
— éda. — édi.
la Chiesa.
F.
Uccello di colore rosso. Cardinale. PI. Cardinèl. Cardin^én, sm. Stipo, Armadietto,
PI. F.
I
Garin, sm. Carezzine. Carezza piccogentile, dei bambini. PI. Carìn. Fé' di carìn, Fare delle carezzine. Carìn, agg. Grazioso, Carino.
la,
Cardin^én
PI.
Cardin^ìr, sm. Credenziere.
I
Cardléna, sm. (v. Erba e). Cardó^, Carducci (Giosuè).
PI.
Carét, sm. pi. Carati. Carèt, sm. Carretto. PI. Carèt. Ziré* cun e' carèt (Girare col carretto) e Ande dri a e' carèt (Andare dietro il carretto), significano « Fare il carret-
F.
Carìn Carina
PI. F. Carini.
CarioI, sm. Carrettino (per infermi, ° del fieno dall'aia alla il trasporto
per
I
Giocattolo per bambini. Carj' à de 'd vòlta i cariùl. Gli si
stalla I
ruccio I
tiere
sono
ribaltati i carrioli, (F.) E' diventato pazzo. PI. Cariùl. Carìola, sf. Cariola, Carriola,
».
Carrettata, Carretta sf. Carata, Quanto materiale porta una carretta. PI. Carèt. Carèz, sm. Carreggio, Trasporto col |
PI. Cariòl.
Ande' a
carro. (Lat. med. carezus, GLE.).
PI.
Carghi.
Carg.
(Lat.
U
il
Non vale la pena. Cargadùr, sm. Bastonatura sonora. PI. Cargadùr. Carghèr, tr. Caricare Prt. Carghé - Carg I
carro. Caristì, Caritè,
Par
carico.
PI.
F.
Carghé Chèrg Carghéda - Carga -
Carghédi - Carghi. Cariatùra, sf. Creatura PI. Cariatùr. Caria?, sm. Carriaggio, Carro da salPI. F.
merie o bagagli. Carro militare. Carie?. Càrica, sf. Carica, Incarico, Posto di responsabilità. PI. Càrie. Cariér, tr. e intr. Creare, Dar l'essere. Prender vita Procreare, Generare] Insorgere. Prt. Carie PI.
I
PI.
—è
|
cariolante.
I
I
med. carga, carico. GLE.). n' péga la carga, (F.) Non paga
il
C. da sbra^ànt, C. da bracciante; C. da muradòr, C. da muratore; C. da cuntadén; C. da contadino. Quest'ultima ha il fondo piatto. (Lat. med. cariola, carretto. GLE). Mej padrón dia cariola che servitor de car (Spallieci). Meglio (essere) padrone della carriola che servitore del
Càrga, sf. Carico, Pieno Carica (della cartuccia). PI.
Fare
I
Chèrg Carga
PI. F.
la cariola.
I
PI. Cariòl.
Carèna, sf. Carezza. PI Care?. Carg. agg. Carico F.
U
sf. sf.
Carestia. Carità.
caritè,
Per
carità.
Per
miseri-
I
cordia. I
Caritè di murt, (Vedi Fèva). Cariale, sf. Il carico di una carriola.
Cariulé. Carijèr, tr. Carezzare, Accarezzare. Prt. Carizé PI. è éda. F. PI. P. édi. Carlona (a la), locuzione avv. Alla buona, cioè alla maniera di re Carlone
PI.
— —
—
(Carlo Magno). Carnarol, agg. Che produce carne. Buon assimilatore (detto di animale). PI. Carnarùl F.
—
PI. F.
ròla
—
ròli.
Carna^òn, sf. Carnagione. PI. Carna§ón. Carnap, sm. Catenaccio.
Perno
di
CARN ferro che, scorrendo orizzontalmente, (F.) Ordigno vecserve a chiudere chio, sconnesso. |
Carnè j.
PI.
CART
84
(Lat. med. cadenatium. (Dial. del 1700, « cadnaz
GLE). Santoni,
P.
»,
Op. Cit.). Carna^én, sm. Catenaccino, Stanghet-
ritiene che il suo nome derivi da carpinus (La Pie, n. 9, 10, 1948). Il cardinale Anglico (9 ottobre 1371) ricorda questa località col nome di «Villa Carpenellae ». Car^ànta, agg. Crescente (detto del-
Si
Lòna car§ànta. Luna crescente. Aumento, Car.^imóni, sm. Crescita
j
ta.
'
C. dia ciavadùra,
I
PI.
Stanghetta.
Rialzo di prezzo. PI. Carsimòni.
Cama^én.
'
Carnón, sm. Carpo.
Carnón dia man, palma della mano.
Carsù
molli
Parti
della
I
Carnvél, sm. Carnevale. Carnvèl.
I
sf.
|
I
Carpadùr. Carpe, sm. Crepaccio, Crepa. PI. Carpe. Carpègna, f. Carpegna. Si vuole che il Carpegna (m. 1414) fosse chiamato nella più remota antichità pagana, monte Olimpo. La tradizione sarebbe avvalorata da un diPI.
ploma dell'armo
993,
«Montem Carpineum anno VI, int.
voi.
in cui si legge: seu Olympicum»
XX).
Crepare,
Tirar
creF>e,
— — éda. PI. F. — édi.
F.
uda
PI. F.
—
udi.
Carsùda,
Crescita, Accrescimento.
sf.
Carsudi. Cartatócìa,
PI.
Cartata,
sf.
(v.
Cartócia).
Cartaccia.
sf.
De' la cartata. Dar la berta; celiare. Segnale indicaCarte!, sm. Cartello Bersaglio. Avviso tore
I
]
I
I
PI. Cartel.
Cartéla, sf. Cartella, Cartella per foSpessore. pratiche, ecc. 'D cartèla stila, Di spessore sottile.
gli, I
|
PI. Cartel.
Carténa, sf. Cartina, Involtino di carta che si fa in farmacia pei medicamen(Contenuto della cartin:i. ti prescritti |
Cartén. Carter, sm. Cartaio. Chi fa le carte giocando. Carter, sm. Seme (delle carte da gio-
PI.
co). PI. Cartir.
quattro semi (I cvàtar cartir) sono: (sm.). Spade; Bastón (sm.). Bastoni; Cóp, (sm.) Coppe; Dinèr (sm.). Denari. Le carte sono dì genere fem. Speda, Spedi; Bastona, Bastóni; Cópa, Copi; Dinér, Dinéri. Avni' a spéd, baston, ecc. Giocare a spade, a bastoni, ecc. I
I
Carpintir, sm. Carpentiere.
Cartìra,
PI. C.
sf.
Cartiera.
PI. Cartir.
med. carpentarius. GLE).
Carpnéla,
Com.
Carsù.
—
F.
Spéd
Screpolare. Prt. Carpe. PI. è
(Lat.
Allunga-
Celia.
Scarafaggio. Carola, sf. Carrozza Scarabeo. PI. Caròj. Carpadùra, sf. Crepa, Screpolatura, Fenditura, Incrinatura, Fessura. Tirér una carpadùra, Fare una crepa.
Carpér,
;
Aumentato,
I
I
Blatta.
pie,
Lievitato salito di prezzo.
Carota.
Caròta sambédga. Carota selvatica.
(La
Cresciuto
prt.
Alzato
to
PI.
Carógna, sf. Carogna, Carcassa di animale morto. (F.) Pingardo, Cattivo, Dispettoso, Malvagio, Perfido. PI. Carógn. Carota, PI. Caròt.
agg.
I
PI.
I
luna).
la
f.
di Ferii.
Carpinello.
Fraz.
del
Cartlon, sm. Cartellone. PI. Cartlón. Cartòn, sm. Bardana (V. Fujón).
CART
CASC
85
Casemurate. La locamenzionata fin dal 981 in un documento che cita la « Cappella di S. Cai^amurè, m.
Cartón. Cartdn, sm. Cartone. PI. Cartón. Cartucéra, sf. Cartuccera. PI. Cartucér.
PI.
lità è
sf. Cartoleria. Cartulari Precetto. Cartuléna, sf. Cartolina. PI. Cartulén. Cartulèr, sm. Cartolaio. PI. Cartuler.
Cartulari,
PI.
[
med.
(Lat.
cartolarius, cartolaio.
DEI;
Cartun^én, sm. Cartoncino, Dischetto di cartone che si mette nelle cartucce. PI.
Cartun^én.
Caru^àbil, agg. Carrozzabile. Praticabile. PI. Caru?;èbil. abita F. àbili. PI. F.
—
Carvàja, sf. Fessura. Crepa. Carvàj. Garzare, sm. Carcerato.
PI.
|
F.
Rotaia, Carreggiata. Traccia delle ruote dei veicoli sulle strade. Solco della ruota o della ruota PI.
sf,
veicolo.
Cassa.
sf.
|
ri-
jCa^a de s-ciòp. Calcio del fucile. tlir,
Cassa del
telaio.
(Lat. capsa). Ca§alén, agg. Domestico, Che sta per casa. PI.
F.
—
Casalingo,
—
med.
GLE).
e
casalingus.
Ca^amént, sm. Casamento, Caseggiato.
Casamént. (Lat. med. casamentum. GLE).
PI.
Pugno
alle costole.
Cascéla, sf. Cassella. Cassa trasporto dell'uva mestata. PI. Cascèl. (Lat. capsella).
Caschéda, sf. acqua Caduta.
Cascata,
per
Caduta
il
di
]
PI. Caschèdi. Caschèr, intr. Cadere, Cascare.
Prt.
]
Ricor-
Casché
—é F. — éda. PI. F. — édi. Cas-ción, m. Castiglione di
i.
casalengus
Caschèm.
PI.
a
(Lat.
Borra.
rere di anniversari.
Cafalén
PI. F.
Cascadèz).
PI. Cascèl.
Ca§a forta, Forziere, Cassaforte. Ca^a dia pistòla, Calcio della pisVoa. Impugnatura. di
(v.
sempre riferito a frutta. Cascàm, sm. Cascame, Cascatura,
Urto che accascia.
Calcio di fucile.
Fé' ca§a, Mettere da parte piccoli
Ca§a
i.
I
sparmi.
I
—
C. è
I
PI. I
Cascaticcio,
Cascél, sm. Colpo.
Carujfari, sf. Carrozzeria. PI. Caru?;ari.
Ca§a, Ca§.
Caduco,
a
Cascadè^a
PI.
Car?«.
agg.
Cascade^
—
PI. F.
Pl.Car^arè.
un
Chés-c.
Cascade^, Cadevole.
PI.
di
del conte o del vescovo - ove si amministrava la giustizia. Ca§aròt, sm. Scodella di terracotta entro la quale si fa il formaggio. PI. Ca§rót (Dal lat. med. casarola, recipiente in cui si fa il formaggio. GLE). Cas-c, sm. Casco. PI.
—
Carzé
Mercuriale posta nella Corte elle?). Códga, sf. Cotica, Coterma. PI. Códg. (Lat. tardo cutica).
line.
(V. Pigìi, pigù). Cócia, sf. Cuccia, Nicchia scavata ai piedi del pagliaio per rifugio del cane. PI. Cóc.
à «cotolo»;
ant.
L'it.
codalus, ciottolo (1250); il lat., cotulus, pietra, .sasso; da cos cotis, cote. (V. DEI e GLE). Nel ravennate, del sec. XVII, « còdol », significava pezzo di mattone, (v. Aruch A., op. cit.).
Còfa, cui
il
voce
Secchione o
sf.
muratore tiene
in
Sembra
recente
perchè
introduzione
di
recipiente
la calce.
una volta si usava la conca. Infatti c'è un detto che suona così « Dónca donca, / par fer e' murador u j vó la :
Cociavì, imp. Va' alla cuccia (rivolto al cane).
Còda, PI.
La
Scricciolo o Scricchiolo.
sf.
Cócal. « cócla »
viene chiamata anche
« cu-
clìna ». Altri nomi: Reattino, Re di macchia. (Motracilla troglodites). I
Còda,
sf. Noce. Frutto del noce. Cócal, che significa anche « noci », cioè gli alberi che danno le noci. Cócla strèta. Noce malescia. Coda di tri canton. Noce di tre coste. Si credè che a tenerla in tasca porti fortuna.
PI.
I
I
Coda, Còd.
sf.
Coda. la coda.
I
L'ultima parte la più faticosa. (F.)
'd
cavai.
'd
sorg.
di
Coda
la coda.
un lavoro
di
cavallo
è
(V.
Coda
Accadere
Seghetta sottile e mi-
nuscola per praticare applica la serratura.
il
foro in cui
si
Andar
|
|
via.
Colt
Prt.
— Cult F. — Còlta PI. F. — Còlti. PI.
S'a cója fé';
A m'
Me U
Se mi accade di Me la sono
colta,
la so'
ne sono andato. s' la cujè. Se la
colse.
fare...
colta.
Se ne andò.
I
"
Còjma, mucchio) PI.
sf.
Cójmi.
Còjom,
Sedia). I
|
I
I
I
La piò dura da scurghé' l'è La più difficile da scuoiare è
Coda
Còfan, sm. Cofano. Cófan. (Lat. med. cofanus, cofano GLE).. RaccoglieCòjar, tr., intr. Cogliere Indovinare, Azzeccare Colpire re PI.
I
PI.
I
conca ». (Dal greco Kophinos, «cesto», come il latino cophinus, il francese coffe « cassa » e il tedesco Koffer).
Colmo
Colmatura
I
sm.
sventura, -ecc.) tetto, PI.
di
(di pagliaio, bica,
casa).
Cùjom.
Colmo ]
|
Sommità. (di
felicità,
Sommità, Colino
di (di
COJO Còjom
I
CONT
99 dia
Colmo
Iona,
della
luna.
to).
Cornar.
Plenilvinio.
PI.
(Lat. columen, «colmo»). Còjom, agg. Colmo. Pieno (di casa, pagliaio, bica).
(Lat. |
PI.
Cùjom.
PI.
—
P.
F.
Cólma
PI.
—
Cóimi. Còjpa, sf. Colpa. PI. Cójp.
PI. P.
EH una persona sgradita ovunque,
si
dice: L'è coma la còjpa, ch'u n' la vò inción. De la còjpa, Dar la colpa. Accusare, ]
Incolpare. Còl, sm. Collo canzia. PI. Cól. A ròta 'd cól, E' col dl'acva. I
I
.]
Balla. Collo di
mer-
A
—
Complici.
Cómri.
Còmud, sm. Comodo, Comodità. PI. Cómad. agg. Comodo; Utile.
PI.
Còmud — Cómad Còmuda Cómda
—
F.
-
—
Cómudi
—
Còmdi.
Cónca, sm. Truogolo in legno Avvallamento. ca PI. Cònc. (Lat. concha, conchiglia, vaso.
|
Con-
1
De
(F.) Cedere. e' col Còla, sf. Colla (Anche Còla). PI. Còl. (Lat. med. còla, GLE; dal supposto lat. colla; dal greco Kolla, gomma e t
PI.
F.
Prima massa d'acqua
F.
po' allungata, ovale.
I
rotta di collo.
Compii^ Complica
—
Cómpra, sf. Compera, Acquisto. PI. Cómpar. (Lat. med. compara, compera GLE). Cómra, sf. Cocomero a forma un
PI.
una fiumana.
di
med. cucumer, cocomero). Còmpliz, agg. sm. Complice.
Coperto
colla).
Cóla garavèla. Colla da falegname (Lat. med colla garavella. GLE). Còlfèc, sm. Tuffo (a capofitto). PI. Còlfèc. Butéss zó a còlfèc. Fare un tuffo a I
I
vermate,
1959).
detto: « Dónca. dónca, par e'murador u j vò la conca », Dunque, dunque, per fare il muratore ci vuol la conca; cioè per fare un me-
Rimane
il
fér
I
capofitto.
stiere
Còlrós, sm. Collorosso, Moriglione. Còlica, sm. Colica. Attacco di dolori
DEI;
med. conca, conca, recipiente. GLE). Conca da muradòr. Conca da muratore. In essa vi si preparava la calce ed era scavata nel legno (Ann. Ra-
lat.
ci
vogliono
gli
attrezzi
neces-
sari.
Cólo, sm. Colpo apoplettico. Paralisi. PI. Culp. Còlta, sf. Cólta, Raccolta (di frutta e verdura. Per cocomeri e meloni si
Cóndla, sf. Culla (v. car). Còndal. Condla'd brèl Zana. Culla di vetrici. (Lat. tardo cunula). Cóngg, sm. Misura; Congio. (Lat. med. congius, misura, recipiente. GLE; dal lat. congius, barile, misura di un ottavo di anfora e sei sestari,
usa « stachéda
V.
viscerali.
PI.
(E' più dial. Còlie.
«bota
'd
dulùr»).
I
PI.
»).
DEI).
J'è tòt d'un còngg, Sono tutti di una misura. Detto di gente della stessa
PI. Còlti.
I
Coltòrt,
sm. Torcicollo.
Uccello migratore che si nutre prevalentemente di formiche. Depone le uova nel cavo degli alberi senza fare il CoUotorto, Capotorto, Vertinido. coUo.
risma. Cònsul, sm. Console. PI. Cònsul. (Lat.
PI.
Cóltùrt.
I
Come. Cornar, sm. Cocomero (pianta e
Coma,
avv.,
cònsul).
Cónt, sm. Conto, Calcolo, Novero Conto, Il dovuto
I
cong.
]
frut-
Conte'
PI.
Cònt
(titolo nobiliare).
CONT
CORI
100
Fé' cónt, Far conto, Fingere Tné' da cónt, Tenere in serbo, Conservare. Tné' cónt 'd gnacò§a. Tener calcolo di ogni cosa. |Tnèss da cónt, AverTumé' e' cónt, Convenire. si riguardo.
Mètar e' cor in pés, Mettere il cuore in pace. E|ar tot un cor cu§ì, (F.) Essere legati a fil doppio. (Lat. cor,-dis; rad. indoeuropea Kerd-
Cónt sbaglié, (F.) Conte squattrinato. Par mi cónt, Per conto mio. Quanto Fè§an cónt, Aver cura. a me.
«
I
I
I
|
I
I
|
Cdntra, avv. pr. Contro De' contra, 1° Giocar contro; 2" Far causa contro; 3° Smuovere, spingere avanti la boccia ferma madiante quella che si gioca. (Dal lat. contra, dirimpetto). Cdntrabànd, sm. Contrabbando. Cdntrabandir, sm. Contrabbandiere PI. Contrabandir Còntracambiér, tr. Contraccambiare, Rimeritare, Compensare. I
Prt.
Còntracambié
— è P. — éda PI. F. — édi. PI.
Gontracòlp,
(v.
Rincul).
Cdntratémp, sm. Contrattempo PI. Contratémp. Cdntratlèr, sm, Controtelaio, di porte e finestre. PI. Cóntratlir.
Contravlén, sm.
Controveleno, Anti-
doto.
I
I
cuore »). Cor, sm. Coro PI. Cur. Còran, sm. Corno, Strumento a fiato ottenuto da una corna. PI.
Cùran
In alcune famiglie di contadini si usava durante i lavori che impegnavano quasi tutta la famiglia dare il segnale del pranzo col suono del corno.
—
I
—
Còran è anche
I
(Lat.
comu
il
pi.
f.
di corno.
.)
Còrar, int. e tr. Correre Fare il corridore Prt. Còrs Córr'in stré. Correre su strada Córr'in pista. Correre su pista Córar al Mei mèja, Correre la Mille I
Miglia; Partecipare alla M. M. Córar vi, Fuggire, Scappare Córr'a 'vanti, Farsi avanti (come chi abbia timore di non arrivare o di non esser visto). Corda, sf. Corda, Fune Minùgia (corda di violino) I
I
I
PI.
Còrd
De' dia còrda, (F.) Lasciare troppa libertà (Lat. chorda).
Cdn^a, sf. Concia De' la cón^a, Conciare
PI.
I
I
Con?
Còri, còri, onomat. Ani, ani. le anatre.
Modo
(Lat.med. cunza, concia. GLE). Cóp, sm. Tégolo, « Coppo »
chiamare
PI.
Còran. Corp, sm. Corpo PI. CuTp. Ande' da còrp. Defecare C, Reparto militare. Córs, sm. Corso, Andamento Via principale, Corso
Cop
A coppo med. cuppus, GLiE). Cópa, sf. Coppa. Coppa, Premio che si dà
A
I
cóp,
(Lat.
sf.
Como
\
al vincitore
Copa 'd pòrc. Coppa di maiale Pi. Cóp (Lat. med. copa, collo. GLE). I
Còma, PI.
Còpia, sf. Copia Coppia, Paio
j
I
Corso Curs F. Córsa Prt.
I
PI.
PI. Còpji.
PI. F. Córsi.
Còpula, sf Cupola PI. Cópul. Cor, sm. Cuore
Còrsa, sf. Corsa, Gara Servizio di linea PI. Córsi. Corta, sf. Aia Corte (sec. XIII), «cortile» PI. Còrt.
PI. j
1
Cur
Ave' de cor, Avere del coraggio. Fé' de cor a òn, Far coraggio a imo
I
I
di
CORT Anticamente
COSP
101 la « corte »
gio con edifìci
Molti « mansi »
era un villag-
ad uso anche agrario. o poderi formavano una
corte (Così dice Santi Muratori, citando L. A. Muratori). (Lat. cohors,-tis, «recinto, corte rustica» e «divisione di campo»). Còrtal, sm. Coltro Ferro tagliente che sta verticalmente
davanti al vomere.
PI.
Cùrtal
(Lat. culter, coltello).
Cò|a, PI. I
sf.
Coscia
Cò$
0§ dia
cò§a,
Femore
(Dal lat. coxa, anca). Còsp, sm. Zoccolo Scarpa col fondo di legno Zoccolo di neve che si forma sotto la scarpa. PI. Cósp. (Lati med. cuspus).
Coran, fióc e stécval. Corna, fiocchi per bardare il bestiame e stcccole per ner ferma la coperta sulla groppa dei bovini.
te-
COST
CREM
102
Còsta,
sf.
Craijmér,
Costola
Marina montagna
Litorale, Costa,
Fianco di Stecca d'ombrello.
Prt.
Cresimare le feste,
Bastonare.
Cra§mé
—é — èda
PI.
P.
Cóst. Còt, agg. Arsiccio, Adusto, Cotto
PI.
tr.
Conciare per
,
PI. F.
—
èdi.
Crasmòt, sm. Cresimando (prima la Cr. ), Cresimato (dopo la Cr.) PI. Crasmòt.
Innamorato Vinto dal sonno PI. Cót Cota. Cotta. F. Coti Còta, sf. Cotta, Abbronzatura Fornata (di pane), Fornaciata di mattoni
del-
Créa,
sf. (v. Creja). Creator, sm. Creatore, Dio. Creatura, sf. Creatura, figlio.
F.
PI.
PI.
Creatùr
i
Cariatùra). Creo, sm. Scricchio Scricchio (del legno)
(v.
Innamoramento I
Ciapé, la cota, Innamorarsi
|
Prender
I
la tintarella di sole. PI.
med. cocta, cottura. GLE).
Còtinfóran, sm. Cottinforno, gna cotta nel forno. PI. Cótinfùran.
Còtum, sm. Cottimo Tu' un lavór a c6tum Fé' un lavór a cotum, De' un lavór a cotum. j
I
(Lat. med. cottimum, cottimo. GLE). Cóv, sm. Covo
E' cóv di lèdar.
Cova, PI.
sf.
Il
covo dei
ladri.
Covone
tanto
PI.
lo
Crèc
Crèca, sf. Cricca Trio di Asse, Due e Tre dello stesso seme, nel gioco delle carte Combriccola, Cricca Ganga. PI. Crèc. Crèdar, int. Credere, Pensare, RiteI
nere. Prt. Cardù
—ù — uda PI. F. — udì (Lat. credere). Crédit, sm. Credito, Stima, Considerazione. CTredito (somma che si ha da avere I
da
Có^ CÓ5 di
PI.
poi. Abbeveratoio dei polli co? », Vasellame da cucina. Co?, sm. Cozzo, Cornata, Zuccata Fé' i co?, Fare i cozzi De' di co?, Cozzare Còzla, sf Coccola. Seme formato da un guscio legnoso e da una mandorla (seme di pesco di albicocco e di pru« I
I
I
I
gno).
Cò?al Questa parola ha innumerevoli varianti in tutti i dialetti e proviene forse dal greco Kókkos, nocciolo dei frutti.
altri).
PI. Cridit.
ereditar, sm. Creditore
I
i
PI.
Scarpe con
F.
(Lat.
I
crèc,
PI.
Còv
med. cova, covone. GLE). Cova, sf. (Dova Covatéra, sm. PI. Covatéra Con questo nome è chiamato lo strillozzo che il saltimpalo. Cò^, sm. Coccio Beccatoio per ucoelli (F.) Persona malaticcia
e'
[
Casta-
I
I
Schérp cun
I
Còti
(Lat.
I
scricchio Verricello da automobilista
PI.
Creditùr
F. Creditòra PI. F. Creditóri. Crèja, sf. Piccola quantità capace di generare, produrre, suscittare. Seme. I
Parvenza, Apparenza,
Non à
pi.
Ombra
n' ho vèst la creja d'un usél, Non visto l'ombra di un uccello. Int l'uròla u j' era armàst sòl la créja da fug. Nel focolare c'era rimasto appena un po' di brace. Crèma, "sf. Crema (di latte, ciocco-
I
A
ho I
lata, ecc.).
PI.
Crèm.
CREN Créna, I
Crine
sf.
PI. Cristèl.
Impanatura
Cren. Crèpa, sf. Crepa, Screpolatura, Incrinatura, Fenditura. Aumentare Crè§ar, int. Crescere Rincarare Vegetare PI.
|
|
I
CROS
103
Car§ù Car§u Car§ùda
Cristièri, sm. Clistere (Lat. medioevale cresterium, GLE; dal lat. tardo clysterium). Critichér, tr. Criticare, (Mettere in evidenza solo i difetti) Denigrare. Prt. Critiche |
—è — éda PI. F. — édi.
Prt.
PI.
PI.
F.
F.
Car§udi. Crescimóni, sm. PI. Crescimóni
Cré§ma,
sf.
I
Aumento
Cresima
Cresp, agg. pi Crespi, Arricciati (Dal lat. crispus «crespo»). Créspa, sf. Crespa, Piega, Increspa-
I
compiace a trovare manchevoleztrova da ridire sull'operato
che
si
ze,
che
altrui. PI.
Criticòn
F. Criticòna PI. F. Criticóni.
tura. PI.
A
critiche' tòt i cvajón j' è bòn, A criticare sono buoni tutti gli sciocchi. Criticòn, sm. Biasimatore. Persona
PI. F.
Crèsp
Crèst, m. Gesù Cristo Cresi, sm. Cecca, Cilecca Fé' crest, Far cilecca. Crésta, sf. Cresta
Cròi, sm. Cercine (da crocchia, trecce avvolte a cerchio dietro il capo, che in dial. è detta «cucài»). E' croi de géval. Il cercine del diavolo. Nome dì un masso dei pressi di Sant'Arcangelo, vicino alla Via Emilia, che la leggenda dice essere stato il cercine che il diavolo lasciò cadere scappando indispettito per l'inganno subito da S. Giuliano (v. Sa' Zugliàn) dopo che questi ebbe costruito il ponte di Rimini. Cròi, agg. Crollante, Decrepito Véce cròi Vecchio decrepito. I
PI.
Crèst
(Lat. crista).
Crésta 'd gal, Ceiosia (Ceiosia cristata) Crètic, agg. Diffìcile (detto di to, situazione). PI. Crètic P. erètica I
momen-
F. eretichi. erètica, sf. Critica, che mette in evidenza solo i difetti. PI. Crètic. Cri, onom. Verso del grillo. « Cric e Croc » m. Colui che portava questo nomignolo dev'essere stato im ladro famoso del ravennate, perchè ai primi di questo secolo, quando si voleva dire che uno era un gran ladro, si diceva: «L'è pe? ch'n'è Cric e PI.
Cróc
ch'e'
rubeva nénc l'armòr al cara» Croc che rubava an-
;
è peggio di Cric e
che
il
rumore
ai carri.
Crichèr, int. Scricchiolare Prt. eriche.
Crichèr, sm. Scricchiolio. Criminél, sm. Criminale, Assassino. PI. Criminél. Crinièra, sf. Criniera PI. Criniér.
Cristàl.
sm. Cristallo
j
PI.
Cròi
F. Cròia PI. F. CróU. Crònic, agg. Cronico
'
Incurabile.
Crònic F. Crònica
PI.
PI. I
F. Crònichi.
Nel vecchio
dial. si
diceva
«
incrònic »
Crò§, sf. (v. Cró§a). Cró^a, sf. Croce PI.
Crò§
L'è I
ce.
una pòra
Così
si
erósa, E' una povera crodice di una persona sempre
malaticcia. Fé' crò§a,
Far croce. Giurare tracciando un segno di croce. La formula è « A faz crò§a », oppure semplicemente « Cròsa » I
:
:
!
Tiréj una crò§a sóra, Tirarci una croce sopra. Non parlar più di una cosa; Non esigere più nulla. I
CROS
CUCH
104
Gride' la erósa adò§, Gridare la croce addosso. Denigrare, Dire con malevolenza tutto il male possibile. Racmandéss a brà? in erósa, Raccomandarsi a braccia in croce. Le croci formate a caso sono opera delle streghe: bisogna guastarle, perchè ci porterebbero disgrazia. Cròsta, si. Crosta
Crustòn Cruva, sf. Copertura, Gran quantità
PI.
I
I
di
fiori,
PI.
Cruvi
(v. cruv).
PI. F.
(Dal
Cròsta. Cruà^, sm. Croato. PI. Cruè|. Crucànt, sm. agg. Mandorlato
Coprire Cruvi e Cruv PI. Cruvi e Cruv P. Cruvida e Cruva PI. F. Cruvidi e Cruvi Cru^òt, sm. Crogiuolo
[
Croc-
Cru?ót. C§è, aw. Cosi
PI.
cante.
Cruchént Cruchénta
PI.
Cruclér,
P. PI.
c§è,
(A
così).
Così.
Cuc, sm. Cuoco, Cuciniere.
PI.
Cuc Cuca
Cuchi ». Verso dell'allocco. Fé' cuc. Giocare a nascondino. Cucàgna, sf. Cuccagna. PI. Cucàgn Cucàj, sm. Crocchia
PI. F.
med. crucifixus, int.
della gallina. Crud, agg.
A
F.
sm. Crocefisso
Crucifè§
(Lat.
PI.
I
Crucànti.
Crucifèf,
cruvir, «(coprire»). tr.
Prt.
PI.
PI. F.
Cruvi
dial.
Cruvìr,
Tozzo di pane Rimasuglio di pane
P.
Cruv Cruva
PI.
F.
Crostai, sm. Crosta di pane, Crostello
PI.
insetti.
Cniv, agg. prt. Coperto.
I
PI. Cròst.
frutti,
Croccolare,
Crudo
Crud Cruda
crocefisso.
|
Non
GLE).
Chiocciare
« I
I
cotto.
PI.
Cuc
Cuchèj.
Cucalèta,
sf.
Gabbianello,
Gabbiano
minore.
P. Crudi
Seda cruda, Seta naturale che non ha subito alcun processo di colorazione. Eria cruda, (v. éria). (Lat. crudus, sanguinante; radice indoeuropea, Krew-« carne cruda ». Crulér, intr. Crollare
PI. Cucalèti.
I
Cuchél). Cucalòn, sm. Gabbiano reale, Marino
(v.
I
I>escatore. PI.
Cucalón
Cucèra,
sf.
Cucchiaio.
Cucér
Prt. Crulé
PI.
PI.
(Dal lat. coclearium). Cuchél, sm. Gabbiano comune. Corallina cenerina spruzzata. PI. Cuchél Sciocco (detto di persona). Cuchél biànc. Gavina, Zafferano, Mezza mosca. Cuchél de capócc. Gabbiano corallino.
—è — éda PI. F. — édi. F.
Cru§éri, sm. strade. PI. Crumiri.
Cnistè, PI.
sf.
Crocevia,
Incrocio
di
I
I
Crossata
Crustén
Crustén, sm. Crostino. PI. Crustén. Crustlìn 'd pan, sm. Cantuccio pane.
I
Gabbiano cenerino. Gabbiano capinere, Moretta corallina, Maschera corallina. di
PI. Crustlìn.
Crustén, sm. Crostone, Crosta secca che si forma sulla terra dopo una pioggia.
PI. Cuchél (Forse dalla stessa rad. indoeuropea kuku-« cuculo » come il sanscrito kokilah e il francese ant. cocu « uccello »). Cuchén, sm. Beniamino, Prediletto, Cocchine.
CUCH PI.
Cuchén
Cuddór, sm. Cuocitore Cuddùr. Cuddùra, sf. Cottura. PI. Cuddùr. Cudèr, sm. « Cotero ». Astuccio per .
F. Cuchéna.
PI.
Cuchérda, sf. Coccarda. Cuchérd. Cuchèss, rfl. Pigliarsi, Prendersi. Cvèst a me eòe me! Questo me
PI.
I
lo
vale
Cudèta, sf. Bertavello. Parte terminale della rete a imbuto, con uno o più inganni. PI. Cudèt. Codetta del fucile da caccia.
lasciarsi
I
Cuchéss dò
due
Buscarsi
tòzi,
sca-
paccioni.
Cuchéss dl'ignurànt, Sentirsi
dire, pi-
I
I
Congegno manovrato a mano, median-
gliarsi dell'ingnorante. sf.
Cucchiaiata.
Cuciaré Cuciarén, sm. da te. PI. Cuciarén Cuciarol, sm.
te
Cucchiaino, da caffè,
Marrone
Vecchione,
secco.
Com.
(La),
Coccolia.
f.
Ravenna.
di
«
Deve
Praz,
il
suo
ciampo nel parlare. PI. Cucòm. dal
cucòm
Cucon, sm.
tura
11
foro
(F.)
Balbettare.
Cocchiume. superiore
Tappo che
della
botte.
|
Cudlàn^a
—
PI. F.
zi.
Cudlàn^, da la furjéla, (V. Cudlànz). Cudló^, agg. ZoUuto. A ciotoli (Vedi
I
eòdal
».
)
Cudlu§ F. Cudlò§a PI.
PI. F.
—
ò§i.
med. codolosu, a ciotoli a blocchi. GLE). Cudòn, sm. Codone. Punto di attacco della coda della mucca alla spina dor(Lat.
sale. PI.
Bottone di osso. PI. Cucón.
Cudòn
Cudró^, sm. Codione. Osso sacro. Cufanèt, sm. Cofanetto. (V. Còfan). |
med. choconus, cocchiume. GLE) Cucó^al, sm. Cocuzzolo, di testa, di monte, di cappello (Lat.
.
Cucòjal Cucubel, sm. Cerambice muschiata. PI. Cucubèl. (V. Moscamilàna). Cucudrèl, sm. Coccodrillo. PI. Cucudrèl PI.
».
PI. Cudlén^;
F.
«
».
|
Fé'
chiude.
Chi eh' vò vdè' la bela rumagnòla, vèga a Bàgnaeaval e a Cutignòal, Chi vuol vedere la bella romagnola vada a Bagnacavallo e a (Dotignola. Cudlàn^, sm. Codone, Anatra di coda lunga, (Herman Marino, Coda-làncea.
del
Cuclón, sm. Noce (frutto) più grossa del normale. PI. Cuelón. Cucóma, sf. Bricco, Caffettiera. In-
I
si
I
nome
a còccola, noce)». (S. Zavatti, La Pia N. 9-10 - 1948). Nel 1372 è indicata col nome di « caucolie
apre e
Cudgnola. Cotignola. Centro abitato già circa 500 anni a. C. In atti dell'Arch., Ravennate, del 1 febbraio 919, è citato un « fundus Cotoniola
Cucir
Cucii
si
Cudghén
PI.
Cuciarùl.
(Aruch Aldo, op. cit., sec. XVII, riporta «cucchiamole», castagne secche). Cuciarén, sm. Mestolo da cucina. PI. Cuciarón Cucir, sm. Cocchiere. PI.
quale l'arma
il
Cudghén, sm. Cotechino.
PI.
PI.
(Lat. cotarium).
PI. Cudir.
In senso dispregiativo ofTendere, Buscarle.
Cuciaré,
cote. Portacote.
la
piglio io!
I
CUIM
105
PI.
Cufanèt.
Cugnèd, sm. Cognato. PI.
F.
Cugnèd
—
PI. F.
éda
—
édi.
Cupól, sm. (V. Cagòl). Cuimadùra, sf. (V. Cójma).
Cuimadur. Cuimèr, tr.
PI.
Colmare.
Fare
colmo.
CUL
CULT
106
pieno.
1
Colmare. Fare
casa, a un pagliaio, a pire fino all'orlo. Prt. Cuimé
il
una
una Riem-
tetto (a bica.
|
—è — èda PI. F. — édl.
j
[
|
Culór, sm. Colore, Tinta, Colorito, Tinteggiatura. PI. Culùr. De e' culór a la ca, Tinteggiare la •
I
I
I
casa.
Pi. Cui.
Cambié'
Dopo
la divisione delle Leghe, nel Rasocialisti chiamarono, in toi dispregiativo « Cui zèl », culi gialli,
vennate
repubblicani,
e
questi
chiamarono
Cui ro§ », culi rossi, i socialisti. Culadùr, sm. Colatoio, Colino. PI. Culadur (scherz.). ForCulàna, sf. Collana. tuna sfacciata.
«
|
Culàn. Culandrén. sm. Pezzuola rettangolare di panno con cui si copre il sedere del neonato. PI. Culandrén. PI.
sf.
Natica.
sf.
Colata.
PI. Culàt.
Culèda,
Culbiànc, sm. Culbianco, Massajòla. Culbiénc. Culégg, sm. Collegio. PI. Culègg. Culegél, sm. Collegiale. PI. Culegél F. Culegéla PI.
PI. F. Culegéli. sf.
|
Colera.
PI. Culir.
(Dall'agg. lat. coUaris, da collum). Culér, tr. Colare; Filtrare, Passare Fondere. al colatoio. Prt. Culé |
—è — éda PI. F. — édl.
PI.
I
I
F. Culpida di. PI. F. Culpìr, tr. Colpire.
—
Impressionare, Culplé,
\
Suscitare
Percuotere. impressione.
agg.' dispregiativo.
]
Culo pe-
Culplé.
Cul-rànz (culo rancio), V. Codarànza. sm. pi. Accoltellatori. Cultelatòri, « Setta feroce composta di una trentina di giovani che, dal 1865 al 1871, per
malcomprese e deformate ideologie di giustizia sociale, uccisero otto persone e sei ne ferirono ». Usavano coltelli lunghi 34 cm., di cui 16 di lama. (V.
Ma
j
oli.
Ravenna Ottocente-
sca).
Colletta.
PI. Culèt. lat.
(del pe-
]
Umberto
F.
(Dal
Mutare colore
Sbiancarsi in volto. (F.). Cambiare partito politico. Culòr de eòe (Color del cuculo). Barrato di bianco e cenere; Culòr biancù§, color bianchiccio; Culòr bi§ color bigio; Culór ?altin, color giallino; Culór d'éria, celestino chiaro; Culór 'd pèrla, color bianco perlaceo, Culór 'd sòifna, color citrino; Culor 'd mèrda 'd pòrc, color marrone. Culò§, sm. Colosso, PI. Culò§. Culpévul, agg. sm. Colpevole. PI. Culpìvul F. Culpèvla P. F. è vii. Culpì, prt. agg. Colpito, Còlto. Paralizzato, Còlto da paralisi. PI. Culpì
PI.
PI.
sf.
culòr,
o delle piume);
lo
lato.
Collina.
Culén. Culér, sm. Collare.
I
—
PI. Culédi.
Culèta,
Culghè
—è F. — éda PI. F. — édi.
j
Culéna;
Propaginaie
Prt.
Cui Ano. Sedere,. Cui, sm. Culo de capei. Stoino. Ave' de cui, (F.) Essere fortunato. Tire' e' cui indrì, (F.) Fare il reticente, Accedere controvoglia.
Culata,
Culghér, tr. Corcare, o altre piante.
PI.
F.
i
Raccolta.
viti
PI.
no
Culeziòn, sf. Collezione, Culeziòn.
PI. F.
colligere, raccogliere).
Cultivér, tr. Coltivare. Prt. Cultivé PI.
—è
CULT
— èda — édi
P.
CUMO
107
Cumègia, sf. Commedia. Finzione. Fé' tòt al cumégg, (F.) Saper fìngere in tutti i modi. Fó' tòt j' et in cumègia, (F.) Assumere tutte le pose. ,
PI. F.
Cultura, vazione. PI. Cultùr.
I
Cultura,
sf.
Coltura,
Colti-
I
Columèsta, agg. Economo. Risparmia-
Cumègg. Cumént, sm. Commento.
PI.
tore.
Culumésta
PI.
Cumént commentum).
PI.
P. Culumésta P. F. Culumèsti
(Lat.
Culumì, sf. Economia. La culumi la s' fa da par lì. L'economia si fa da sé. Chi non ha è costretto per forza di cose a far economia.
Cumèrcér, int. Commerciare. Cumèrce, sm. Commercio. Cumerciànt, sm. Commerciante. PI. Cumercént. Cumès, sm. Commesso Ragazzo
]
|
di
bottega Inserviente di bottega, di negozio di ufficio. I
Culurér,
Colorare, Tinteggiare.
tr.
Culuré
Prt.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi.
F.
PI.
Curaagnón, Cumarèra,
PI.
F.
sf. sf.
Comunione. Cocomeraio,
Mule'
Cocome-
—
Combattere,
tr.
—
PI.
I
—
Fatalità
I
|
sf.
Combinazione
|
Ca-
Occasione.
Cumbinazión Cumbinér, tr. int. Combinare, Collimare. Mettersi d'accordo, Concertare,
PI.
I
1
imp. Accadere, Succedere.
Prt.
Cumbiné
cumiét. Dare
il
commiato,
Li-
cumiét, Venir licenziato Sucommiato. Tu' e' cumiét. Chiedere il commiato. PI. Cumièt (Lat. commeatus, licenza « congedo ». DEI). Cumigiànt, sm. Commediante, Chi recita commedie. Ipocrita. PI. Cumigiént F. Cumigiànta e'
|
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
Cumbrècula,
Fàm
PI.
Cumi§èri Cumiféria F.
Cumiférji.
Cumi§ión, dio, sf.
Combriccola. Comu-
Cumbrècul. Cunchèt, sm. Trogoletto, Truogoletto
Cunchèt
Cumigiànti. da cumigiànt, Fame da commediante. Cumi^èri, sm. Commissario. Componente di commissione. PI. F.
I
PI.
nella. PI.
il
I
F.
F.
PI.
aqui-
]
ivi.
Cumbinazión, so
e'
Ave'
bire
iva.
F.
l'
I
udi.
Cumbàtìv
PI.
Innalzare
cenziare.
Cumbatimént
—
cumeta.
Sfratto.
to.
De'
Cumbàtìv, agg. Pugnace. F.
la
Aquilone, Cometa.
lone.
I
Cumbatént, sm. Combattente. PI. Cumbatént Cumbatimént, sm. Combattimento. PI.
sf.
I
Lottare.
uda
F.
e§i.
Cumiè, sf. (V. Comiét). Cumièt, sm. Commiato, Licen2damen-
Cumbatù —ù
PI.
—
Cumèta, P. Oumét.
PI.
Prt.
e§a
F.
PI.
raia.
Cumarèr. Cumbàtar,
Cumè§
—
PI.
sf.
indagine,
Commissione, ricerche,
di
ecc.
Cumisiòn
Cumitét, sm. Comitato. PI. Cumitèt. Comò, sm. Comò, Cassettone, PI.
Cumò
stu-
CUMO Cumòbila, sf. Locomobile. Cumòbil. Cumón, sm. Comune, Municipio. Palàz de cumón, Municipio.
PI.
I
Cumón
Pi.
Cumón, PI.
F.
Comune, Usuale.
agg.
Cumón
—
F.
PI.
PI.
F.
—
—
F.
Compagno,
II
(d'armi,
Componente
avv.
sf.
Compagnia.
m' cumparè§. E'
Cumpa^iunìvul
— èvia —
èn,
Compire
gli
anni.
ì
idi. (E' più dial. « ciumpìr »). Camplé§, sm. Complesso, Insieme. In cumplè§. Complessivamente. Campièt, agg. Completo^ Intero. PI. Cumplit
—
Compatire.
Cumplèta
PI. F.
—
èti. tr.
Completare, Compire, sue parti. (Più
nelle
usato Fnir). |
Pietà,
Prt.
Cumpletè
—è F. — éda PI. F. — édi.
Cumplicaziòn,
sf.
Complicazione.
|
Difficoltà.
Cumplicaziòn Campliché, agg. Complicato
PI.
plesso,
Intricato.
Difficile, I
PI. tr.
Compiere, Compire, Por-
— — ida PI. F. —
Cumplichè
— éda PI. F. — édi.
F.
èvli.
Cumpatir,
Compiangere, Com-
a termine.
Cumpì j' Cumpì
cani).
I
P.
tr.
Ave' cumpasiòn).
tr.
Rendere intero
Cumpa^ión
ve compassione.
PI.
miserare, (Più usato:
Campletèr,
chén. (Far comi Far pena. Cumpafiunèvul, agg. CompassionevoChe muole. Che sente compassione.
PI.
Perizia,
PI.
Fé' cumpa§ión a ai
Cumpetén^. Cumpiànzar,
F.
idi
lavór ch'u
Commiserazione.
passione
Competenza,
sf.
Pertinenza.
|
I
un lavoro che mi riesce. Cumpàf» sm. Compasso. PI. Cumpèf. Cumpà|idn, sf. Compassione
I
ènti.
PI.
PI.
ida
—
—
F.
Cumpari Cumpari
F. L'è un
énta
F.
Prt.
Prt.
—
—
Capacità.
I
intr. Comparire. Apparire. Far buona riuscita.
Riuscire.
PI.
F.
tare
Cumpagnì
Cumparìr,
I
Cumpetént
Campir,
—
Cumpagnì,
\
Capace.
PI.
Come, Allo stesso
piare, Appaiare. Prt. Cumpagnè PI. è éda F. èdi. PI. F.
PI.
to,
Cumpetén^a,
|
F.
Cumpérs, prt. Comparso. Cumpèrsa, sf. Comparsa. Pi. Cumpérs. Cumpàt, agg. Solidale, Compatto. Cumpetént, agg. Competente. Esper-
PI.
modo. (Da «cumpàgn», compagno, come). Cumpagnér, tr. Compagnare Accop-
PI.
idi.
(Nel dial. deirSOO significava compare, amico).
Cumpégn.
Cumpàg^na,
I
ida
—
Ciunpén;^, sm. Ripieno. Condimento intemo del cappelletto e del tortello.
ò§i.
di scuola, ecc.). agg. Compagno, Uguale, di una coppia.
— —
i
—
PI. F.
ó§a
—
Cumpati.
—
Camper, sm. Drudo. Cumpér.
óni.
Cumpàgn, sm.
PI.
P.
Cumò§ Cumó§
PI.
PI.
Prt. PI.
PI.
óna.
Cumovar, tr. Commuovere^ Muovere a commozione. Prt.
CUMP
108
I
'
Com-
CUMP Cumplichér,
Complicare,
tr.
Creare
complicazioni.
Cumpliché'
I
ficili.
Prt.
CUNC
109
ròbi,
al
Render Cumpliché ]
1?
Far
cose
le
cose
sm.
Complimento.
Cumplimént
Cumunela,
|
|
a scrivere. Scrivere.
Ciunpòst, agg. Composto, In posizione corretta. F.
Corretto,
Cumpòst
—
osta
—
F.
PI.
òsti.
Cumpradór, sm. Compratore.
|
Mer-
cante.
Cumpradùr. Cumprér, tr. Comperare, Acquistare. Prt. Cumpré. PI.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Cumprumèf, sm. Copromesso, Atto legale che obbliga a stipulare contratto.
Cumprumètar,
tr.
]
Cumprumèf
— è§ — è§a PI. F. —
un dato
Compromettere,
Mettere a rischio o pericolo. Far perdere la reputazione, Prt.
l'onore
sm.
Componimento.
Composiz. per esercizio scolastico.
Cumpunimént. Cumpurtamént, sm. Comportamento.
PI.
Contegno.
Cumpurtamént
Cumpurtéss, dere. Prt. Cumpurté PI.
—
è
Cumunèl. Cun, pr. Con. Cunchèr, tr. Incurvare
rfl.
Comportarsi, Proce-
Combric-
|
Render con-
cavo. Prt. Cunché PI. è F. éda PI. F. édi.
— —
—
sm. Piccola conca per becchime dei polli. (V. Conca). Cunchèt,
il
Cunchèta, sf. Conchetta. Conca). PI. Cunchèt. Cunclùdar, tr. e intr. Concludere. Prt. Cunclùs PI. ùs F. usa (V.
— —
PI. F.
— ù§i.
Conclu^iòn, sm. Conclusione. mine (Di opere o discorsi). PI. Cunclu§ión Cuncòla, sf. Porca. Spazio di
Ter-
terra
fra solco e solco.
Cimcòl.
med. concolla, GLE).
Cuncòrar,
Cumpunimént,
Comunella,
PI.
(Lat. è§i.
sf.
cola.
PI.
PI.
F.
PI.
— èia PI. F. — éU.
òsi.
Cumplòt, sm. Complotto, Congiura Cumplutèr, tr. e intr. Complottare, Congiurare Tramare, Macchinare. Cumpónar, tr. Comporre, Esercitarsi
PI.
Cumimèl
PI.
F.
òsa
—
Cumudén
Cumudité, sf. Comodità. PI. Cumudité. Cumunèl, agg. Comunale, Del comune.
Cumplimintùs
—
mu-
Cumpu§itùr. Ciunudén, sm. Comodino da notte.
Cumplimintòs, agg. Cerimonioso.
PI. F.
di
PI. PI.
Cumplimént,
édi.
sica.
diffìcili.
Cerimonia.
F.
—
Cumpu§itór, sm. Compositore
dìl-
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
éda
PI. F.
PI.
PI.
—
F.
pare, a
int.
Concorrere,
un concorso, a
Parteciun'asta.
Cuncòrs. Cuncordia, sf. Concordia. Cuncòrs, sm. Concorso Licitazione. PI. Cuncùrs. Cuncurdét, sm. Concordato. PI. Cuncurdét. Prt.
Cuncurént. sm. Concorrente, corso, di gara, di asta, ecc.). PI.
Cuncurént
(di con-
CUNC Cuncurénza, sf. Concorrenza. Cundàna, sf. Condanna. PI. Cundàn. Cundanàbil,
agg.
Condannabile,
PI. F.
F.
Ri-
—
(
Cunfarmér,
àbili. tr.
Condannare,
Cundané
—è F. — éda PI. F. — édi.
Cundiménl, sm. Condimento, Salsa. Cundimént. Cundinsatòr, sm. Condensatore, Ap-
— — F. — ida. PI. F. — Prt.
Cunfèrmi. Cunfé^, sm. Confessionale. PI. Cunfè§. Cunfe§i5n, sm. Confessione. PI. Cunfe§ión Cunfìdént, sm. Confidente. Persona a cui si confidano i proprii segreti,
ì
idi. sf.
Condizione, Stato. SiAccordo.
Patto,
pensieri.
I
Conidiziòn Cundiziunèda, prt. Eria condiziuné da. Aria condizionata. Cundlén, sm. (V. Manitòn). Cundlér, tr. Cullare. PI.
]
Prt.
Cundlé Cvindlè
P.
— éda — édi.
F.
PI. F.
Cundòt, sm. Condotto, Aquidotto, Candotto (V. Cundu§ar). Cundóta, sf. Condotta, Comportamento. Condotta medica. PI. Cundót. Cunducént, sm. Conducente. Guidatore, Guida. I
Cunducént
PI.
Cundugliànz, sf. pi. Condoglianze. Cundù^ar, tr. Condurre, Guidare. rf. I
Prt. PI.
F.
Comportarsi
Ctmdót
— ót — óta
Conferma, Riconfer-
sf.
PI.
Condire.
i.
tuazione.
,
Cunferenzjìr.
PI.
édi.
Cundìziòn,
Ricon-
Cunférénza, sf. Conferenza. Cunfèrénz. Cunferenziér, sm. Conferenziere.
Cunférma, ma. tr.
Confermare,
PI.
Cundinsé
PI.
cu-
I
—è — éda —
lat.
Cunfén
PI.
parecchio che condensa. Cundinsatùr. Gundènsér, tr. Condensare.
Cundir,
dal
Cunfén, sm. Confine, Frontiera, Termine. Confino politica.
PI.
PI. F.
;
PI.
PI.
F.
tr.
Cunfarmé
Prt.
—è F. — èda PI. F. — édi.
PI.
GLE
fermato.
Punirici§a PI. F. DIclsl.
!
]
I
|
PI. Dati.
PI. Dici§
DICI
DILI
127
Dicii^idn,
sf.
Decisione,
Risoluzione,
Conclusione. Dici§ión. Diclinèss,
PI.
rifl. Struggersi, Deperire (per malattia o-per passione amorosa). Prt. Dicline
—è P. — éda PI. P. — édi.
Difèjil. F. Difè^la Pl.F. Difè^li. Dificulté, sf. PI.
Difìdént,
Difinsór, sm. Difensore
grò^, Pollice Prèm did, Indice
PI.
Did de me?, Medio Did 'd l'anél, Anulare Did znìn o mégnul, Mignolo Did grò§ de pe, Alluce Did ?;nin de pe, Dito mignolo del piede Le altre dita del piede non hanno nome. DidSI, sm. Ditale
Didél 'd zu^eza, Ditale di salsiccia. Didèl dia genda, Coppa della ghianda PI. Didèl I
I
med. didalus, GUE.).
Dièscan, sm. (Dialetto ant., scanà^).
v.
« gia-
Digerir,
tr.
e intr. Digerire
Prt. Digerì
— — ida PI. F. —
PI.
ì
F.
idi.
Digestión, sf. Digestione PI. Digestión. Dignèss, rfl. Degnarsi. Prt.
Digné
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Difamazidn, sf. Diffamazione. Difamazión. Difarént, agg. Vario, Dissimile, Diver-
PI. F. Dignèvli.
dietetico.
PI.
Difarént F. Difarènta PI. F. Difarénti.
Difarènta, Divario. fé'
sf.
cità.
Differenza,
Diversità,
tr.
Prt. Difè§ PI. Difi§
—è — éda PI. P. — édi.
F.
Dilètànt, sm. Corridore ciclista dilettante Dilettante. PI. Diletént. Dilicatè^a, sf. Delicatezza, Finezza, Distinzione. ]
F. Difè§a PI. F. Difési.
Difésa,
Prt. Dilaté PI.
Non
usare preferenze. Difendere
difarén?,
I
Difèndar,
Affabile.
PI.
PI.
No'
Gentile,
Dilata^iòn, sf. Dilatazione. Dilata^ión. Dilatér, tr. Dilatare, Perdere l'elasti-
so, Differente.
sf.
Difesa
PI. Difè§i
Ciapé' al difesi d'òn. Difendere uno, Proteggere uno contro chi lo accusa. Difèt, sm. Difetto, Vizio. Pecca. PI. Difèt Fé' di difèt, Trovare delle pecche. Non trovare di proprio gradimento. Fé' difèt. Rilevare. Difè^il, agg. DiflBcile, Malagevole.
PI. Dilicatè;?.
Dilichét, agg. E>elicato.
I
I
Difìnsùr
P. Difinsóra PI. F. Difinsóri.
Dignèval, agg. Degnevole. PI. Dignìvul F. Dignèvla
Regime
Dieta,
sf.
Sospettoso
DlflBdente,
P. Difìdénta PI. F. Disdenti.
Did
I
agg.
PI. Difìdént.
Did, sm. Dito PI. Dida (diventa fem.)
Dièta,
Scabrosità,
j
PI. Dificulté.
PI.
(Lat.
Difficoltà,
Avversità.
[
Raffinato (di gusto). PI. Dilichét F. Dilichéta I
PI. F. Dilichéti (Lat. delicatus, Diligènza, sf.
cavalli.
«delicato, Diligenza.
raffinato»).
Corriera
a
DILI
DIRL
128
PI. Diligén?.
PI. F.
Dilincvént, sm. Delinquente. Diliri, agg. Consunto dagli stenti.
èdi.
anche Signor)
(v.
Di' v' l'armita, Dio ve lo rimetta; ve lo restituisca. Cosi ringraziavano gli accattoni. n' s' mòv una fója che Dio u n' vója. Non si muove una foglia che Dio non voglia. Diparir, int. Deperire. Prt. Dipari
Diliri
PI.
—
Dio, m. Dio
I
F. Diliri-da PI. F. Diliridi. Diluvi, sm. Diluvio. (Anche §luvi).
Dimètass, Prt. PI.
F.
rfl.
I
Dimettersi
Dimè§
— è§ — è§a
F. Diparida PI. F. Diparidi.
Dimi^idn, sm. pi. Dimissioni. Dimi^iunéri, agg. Dimissionario
— èri P. — èria Pi. F. —
Dipió, sm. Soprappiù Aggiunta verchio. Dir, tr. Dire Declamare |
Pi.
Dèt Dèt F. Dèta PI.
PI. F. Dti.
Cun che di' che.... Col dire che... i fó un gran di', Se ne parlò ovunCI fu un gran dire. que
I
Dimustraziòn. Dimustrér, tr. Dimostrare, Par vedere, Manifestare, Far palese.
Pi.
Dimustré
1
U
I
Diramaziòn, sf. Diramazione. Diramaziòn. Dirèt, sm. Diritto.
PI.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
sm.
PI. Dirèt.
Danaro, Denaro. Antica
Dirèt, sm. Dirèt.
Dirèzar,
dei quattro semi delle carte
da
gioco.
Dinònzia dal
— et — età PI. F. —
besti.
Denuncia del
Governo
PI. Dintèl.
Dintèsta, sf. Dentista. Dintèsta. Dìntira, sf. Dentiera. PI. DintÌT. Dinun^iér, tr. Etenunciare, Segnalare alle autorità, Sporgere denuncia.
F.
Denunzie
—è — éda
èti.
Dire^ión,
be-
Dintadura, sf. Dentatura PI. Dintadur. Dintél (de partighèr), sm. Dentale, Ceppo. Parte dell'aratro a cui si applica il vomere.
PI.
In-
F.
tamento,
Prt.
Reggere,
PI.
stiame.
PI.
Dirigere,
tr.
dirizazre. Prt. Dirèt
Dinighér, tr. Negare. Dinón^ia, sf. Denuncia. PI. Dinónzji I
Diretto (treno).
PI.
moneta.
Uno
So-
|
nifestazione,
I
|
Prt.
érji.
Dimoni, sm. Demonio. Dimpartót, aw. Ovunque, Dappertutto Dimustraziòn, sf. Dimostrazione, Ma-
Dinèr,
Dipari
PI.
PI. F. è^i.
Prt.
U
Direzione, Senso, OrienDirezione,
sf.
Indirizzamento di
un
'
ufficio.
PI. Dire^iòn.
Dirlindéna,
sf.
Sporgenza laterale
del-
la pinuccia.
Dirlindina (opp. dirindéla, dirindina sf. Tentennina. Per chetare o far divertire il bambino e derindéna), la
mamma
ni
delle
na
».
se
mette
lo
ginocchia e
fa
a la
cavalcio« dirlindi-
Gli fa fare sobbalzi, o dondolìi,
accompagnando ogni movimento con la recitazione ritmica di una filastrocca
che varia da luogo a luogo, ma cominsempre con « dirlindina », « dirindé-
cia
la »,
ecc.
Una
dice
:
.
DIRU metm' a lèt Dirlindina, pan grate dam un òv ch'a m' e' ch'a so male; dàman do ch'a gvariró ». biro, Diruché, prt. agg. Diruto, Diroccato.
«
]
|
I
Prt.
F.
PI.
—
Di§,
nm.
Diroccare.
Dieci.
il
Di§apruvé
—è F. — èda PI. F. — édi.
PI.
Di^àstar,
sm
Disastro, Catastrofe.
Di§astè
—
PI. F.
F.
PI. F.
da
altri,
(v.
Di^iparé).
Di^marì, sf. Sciocchezza, Dabbenaggine, Scempiaggine. PI. Di§marì. (v. Disom) Di§mitè, sf. (v. Di§mari).
— ò§i.
F. Dì§mi.
Discordia, Discòrdi.
sf.
ranza.
Divìda, sf. Divisa. Divì§. (Lat. med. divisa, veste diversi colori. GLE). PI.
a
strisce
di
Dispenséri, sm. Dispensario, Istituto ospedaliero che dà consulti e cure gratuite.
—è F. — èda PI. F. — édi.
Dispenséri. Disperazión, sf. Disperazione. PI. Disperazión. Dispètó§, agg. Dispettoso. PI. Dispitù§ F. ó§a PI.
Discordia.
PI.
Discrèt, agg. Discreto. Discrìt F. ita PI. F. èti
—
Discu^iòn, sf. Discussione. PI. Discu^ión. Discùtar, tr. Discutere, Esaminare. Prt. Discù|. Di§dìr, (v. Arnunziér). Prt. Disdèt
— et — èta
F.
Di§ùrdan. Dispènsa, sf. Dispensa. PI. Dispéns.
PI.
F.
Dì§om Dì§ma
PI.
PI.
na. Prt. Discipline
PI.
olti.
|
Discesa, sf. (v. Caléda). Dìscipléna, sf. Disciplina. PI. Disciplén. Disciplinér, tr. Disciplinare, Sottoporre a disciplina. Imporre discipli-
PI.
—
XIV, decimo, sciocco). IntempeDi^òrdan, sm. Disordine
édi.
Disastrus ò§a
—
òlta
(It. sec.
Disastrò^, agg. Disastroso. PI.
Franco,
sé.
Di§invultùra, sf. Disinvoltura, Franchezza, Prontezza nel dire o nel fare. PI. Disinvultur. Di§iparé, agg. prt. Separato. Diviso Di^iparér, tr. Separare. Dividere,
PI.
éda
—
Disinvolto,
Dì^om, agg. Sciocco, Stupidetto.
Di§asté, prt. agg. Dissestato, Lasciato andare in rovina. In abbandono. F.
agg.
Sicuro di I
Di§invùlt
—
PI. F.
PI. Di§èstaT.
PI.
èti.
Di§involt, PI.
derivato « diecina » forse perchè era nell'uso la « du?éna » o « mèza capa », quantità di 12. Di§apruvér, tr. Disapprovare. Prt.
—
Di§èrom, sm. Disarmo. PI. Di§èrom.
F.
édi.
Diruchér, tr. (v. Diruché).
Manca
P. F.
Pronto
Diruché éda
—
F.
DISP
129
—
PI.
F.
— d§i.
Dispiace, sm. Dispiacere, Dolore, Tur-
bamento. PI.
Di§pia§e
(Anche Spia§è). Dispiacer, intr. Dispiacere. Dispiaci!
Prt.
—ù — uda PI. F. — udi.
PI.
F.
Disprez, sm. Disprezzo.
DISP
DLEZ
130
Dispre^ér,
— — ida PI. F. —
Disprezzare.
tr.
PI.
Prt. Disprejè
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
simile.
j
|
lità.
Distén. Distèngvar, Ravvisare. Pi.
tr.
tr.
Distinguere, Scorgere,
Etestare, Svegliare.
Distè e Dèst PI. Distè e Dèst
Distéda e Désta
|
Assegnare. Distinè
F.
— éda — édi. intr.
Decidere
sf.
Distinzione,
Stabilire
j
Assegnare. Distinzión, |
Divi^ión, sf. Divisione aritmetica) Separazione, PI. Divi§ión. Divorzi, sm. Divorzio. PI. Divùrzi. Divurèr, tr. Divorare. Prt.
j
Garbo,
PI.
PI
Distributór, sm. Distributore. PI. Distributùr. Distró^ar, tr. Distruggere Prt. Distrót PI. ót F. óta PI. F. óti. Distruzión, sf. Distruzione. PI. Distruzión. Dita, sf. Ditta Società.
—
PI. Dit.
Divàn, sm. Divano. Divén. Divartimént, sm. Divertimento. PI. Divartimént. PI.
tr.
int.
Divorziare.
Divurzié
—è — éda F. — édi.
Divuzión, sf. Devozione Divuzión.
1
Tradizione.
PI.
Distrazión, sf. Distrazione, Disattenzione. Distrèt, sm. Distetto militare. PI. Distrèt.
Divartir,
Divuré
—è F. — èda P. F. — édi.
Privilegio.
Prt. Divartì
(operazione Spartizione.
PI.
F. '
PI. Distinzión.
— —
Divìdar, tr. Dividere, Separare, Spar• Disunire. Prt. Divi§ PI. Divì§ F. Divi§a
Prt.
I
Cortesia
F. Divèrsi.
PI.
(v. difarént).
Divur^ièr,
PI. F.
Distinèr,
Divèrsa
|
F. Distédi e Désti. Distinatéri, sm. Destinatario. PI. Distinatéri F. Distinatéria PI. F. Distinatérji. Distinèr, intr. Decidere, Stabilire, PI.
Divir§
F.
PI. F. Divì§i.
PI.
j
PI.
tire,
Prt.
F.
idi.
Divèr^, agg. Diverso, Differente, Dis-
Distacamént, sm. Distaccamento. Reparto distaccato dal suo corpo. PI. Distacamént. Distén, sm. Destino Sorte Fata-
Distér,
i
F.
Divertire, Dilettare.
I
i
Par divuzión, e' de 'd Nadél u s' met pandurén int la pignata. Per tra-
dizione,
il
giorno di Natale
si
metto-
no pomodorini nella pentola. Dijémbar, sm. Dicembre. (Anche Dicémbar). Diziunèri, sm. Dizionario. Diziunèri. Dia, pr. art. Della
PI.
|
Ad
dia,
Di
Oltre, Al di là. DIèt, agg. prt. Scelto. (It. ant.« diletto », scelto) Dièta, sf. Cerna Scelta. PI.
Dleti.
Dlèzar, tr. Scegliere, Separare. Fé' la dièta, Fare la cernita. Prt Dlèt PI. Dlèt F. èta
]
— —
—
F. èti. (Lat. diligere).
PI.
là.
DLIN
Dlindèr, (v. Lindir). Appartiene al vecchio dialetto. Da « dlindèr » viene « dlindadór », lusingatore, tentatore. Dli^adór, sm. Sceglitore. PI. Dli?adùr F. óra
—
—
F.
PI.
DONA
131
òri.
Dmàn, aw. sm. Domani.
Pas dmàn, Passato domani, Dopo domani. No' dman, cl'ét de, Doman l'altro.
reumatico. PI. Dój. F\ira la dója, ad drénta la voja. (Pasi dolori del parto, la donna è di-
I
sati
sposta a una nuova maternità). Dólèg, sm. Bivomere (Parola composta da « do » due, e « lég » solchi. Dòlz, sm.. agg. Dolce. PI.
I
I
Dmànda,
Domanda,
Richiesta, Interpellanza, Interrogazione. sf.
Dmàndi. Dmandèr, tr.
F.
Dui? Dòl^a
Pi. F.
Dòl^i
(Lat.
med.
dulzis,
Dol^mors,
GLE:
PI.
del maiale.
e int. Domandare, Chiedere, Richiedere,' Interrogare. Prt. Dmandé PI. e éda F. édi. PI F.
Generalmente « e' dolzmòrs cone prelibato del norcino. Dóm, sm. Duomo.
— —
—
Dmènga,
Domenica
sf.
giorno
(7°
della settimana). Dmènga ch'é andé', D. scorsa. Dmènga eh' vén, D. ventura.
PI.
indoeuropeo
duo;
numero due m. Du,
dwi e duwo
La dona I
le
PI.
cose
« doi
»,
Dóbi.
(Lat. dubius).
Dòbi, sm. Anello del tridente in cui Nasello. manico. il ( Dal latino duplus « doppio », per indicare le due alette che chiudendosi for-
s'infila
mano
|
l'anello?).
comunque che a PiaXIV) dobione significhi
significativo
cenza
(sec.
« cerniera »
e
in
calabrese
dubbrune
ganghero Dócumént, sm. Documento.
significhi PI.
boc-
è cvèla eh' tén dreta la eh' la la arbòta. eh' la fes-cia, la è pe? eh' n'è la
cvèla
La dona la vepra.
Altro prov. sulla
Argvérdtan da
»).
f. Dò. (Rav. 1010, due sono le cose). Dóbi, sm. Dubbio.
sono
E'
il
I
(Lat.
PI.
è
Dóm.
ca o
]
PI.
»
Dòn, agg. Don. Precede solo il nome dei preti. Se il nome comincia per consonante si dice Do'. Do' Lui§. Es. Dòn Antoni Dòn, sm. Attitudine, Dote naturale. PI. Dòn. Dona, sf. Dona. PI. Don.
I
«
Pancreas
;
Dmènga!, Domani! (un giorno che non verrà mai), Mai! Dmèng'òt, Domenica otto. Dnìn^, aw. Davanti, Innanzi. agg. num. Dò, sm. Due. La cifra 2.
Due
dulcis).
lat.
Animella,
sm.
Ducumént.
Doga, sf. Doga. PI. Dog. (Lat. med. dogha, doga della botte, GLE; lat. doga, «vaso»). Dolore Dója, sf. Doglia (di parto) |
donna che fischia è: mar e da la be§a
e'
.
DONA e
da
DSAL
132 dona ovànd
la
eh'
la
fes-cia.
Dona Lombarda. Famosa canta
po-
raccolta da Benedetto PergoSpallicci e ancora abbastanza conosciuta. Si crede che sia na-
scavadóra PI. Drég.
Drént (o Drénta) avv. Dentro.
polare
da Maria
li,
Romagna. Ricorda Rosmunda.
ta proprio in
gedia di
la tra-
due, a tre, a quattro Avdé' dopi, Veder doppio.
I
PI.
P.
Dópji.
F.
dux di
Drèt
—
a
—
PI. F.
Drèta, Dri,
i.
sf.
Dritta.
avv.
Dietro
I
Tnè
Mano
destra.
Accosto,
Vicino,
Presso
|
Lungo.
dri.
!
(col significato non dosorgente). Rad. indoeuropea duk- « condurre » da cui il lat. ducere.
dal latino
;
Dò§, sm. Dosso, Dorso, Schiena. Tajé a su dò§, Tagliato su misura (in senso reale o fìg.). Tu' da dò§. Levar d'addosso. A dò§. Addosso; a Ridosso. A dòfi! Addosso! (Lat. mediev. dossus, schiena, dosso. I
I
I
I
OLE).
j
Caminé' dri
,
|
I
GLE). Drajè, agg. (v. Gran). Drég, sm. Drago.
Drég. Dréga, sf. Draga, Macchina per lo spurgo di canali e porti. (E' detta anche
e'
fòs,
Camminare
lun-
go il fosso, vicino alla riva del fosso. Drida, avv. Dietro, di dietro. E' sempre preceduto da « ad ». E' un composto di « dri (dietro) » e « da (di) ». Ad dri da ca. Dietro casa. Avrùf da 'd drida. Venire da dietro o dal di dietro. Drii^èda, sf. Raddrizzata, Atto e moj
j
do del raddrizzare. Drijédi. Driver, tr. Drizzare, Raddrizzare Mettere per il diRimettere in piedi ritto, in liena retta. PI.
|
]
Prt. PI.
F.
Do^a, sf. Dose. PI. Dò§. Dota, sf. Dote. Qualità. PI. Dot. Dòv, aw. Dove. In do'. Dove In duv'el?. Dov'è egli? D'in do'. Da dove. Dó^a, sf. Doccia. Canale di gronda. PI. DÓ5. (Lat. med. doza. condotto d'acqua.
PI.
PI.
Seguire, Spiare, Controllare, Tener d'occhio. Ande' dri. Seguire, Andar dietro.
Dos, sm. Zaffo. Lungo tappo di legno a forma di tronco di cono che chiude il foro inferiore della botte. PI. Du§. Come il francese antico dois, « tubo »,
I
I
I
I
cumentato
In l'in-
indrénta. Mescolare, Rimestare. Drèt, agg. Ritto, Diritto, In piedi Destro. In drèt, In linea retta.
doppi.
Dopi Dópia
PI. F.
|
De'
:
|
A
dopi,
Drénta, avv. Dentro. drénta, In dentro, Dentro drénta. In dentro. Dentro, Verso
Ad
!
terno.
Dónca, congiunz. Dunque. (It ant. donqua). Dóndla, sf. Donnola. PI. Dóndal. Dòp, pr. e avv. Dopo, Di poi, Appresso, In seguito. Dopi, agg. Doppio, Due volte tanto A du, a tri, a quatar Piegato in due I
)
Dri?;è
—è — éda F. — èdi.
PI (Let. med. drizare, GLE) Drugari, sf. Drogheria. PI. Drugari. Drùgla, sf. Spola, Spola da tessere. PI. Drùgli. Druvér, tr. Adoperare, Usare, Impiegare Maneggiare. I
Prt.
Druvé
PI. — è F. — éda PI. F. — édi.
D§achèr, tr. Disaccare, Togliere dal Vuotare il sacco, Liberare del rfl. Allentarsi, Essere preso da sacco rilassamento del peritoneo, da ernia. Dsalbaré, prt. agg. Disalberato, Che sacco,
j
I
]
DSAL non ha più
Camp
I
PI.
alberi.
dsalbaré,
PI.
—
—
F.
Rompere
le
ali.
Ferire
« Disalare ».
Prt. D§alé PI.
—è — éda — édi.
F. PI F.
D§avri
—
ida
—
PI. F.
idi.
D§ègn, sm. Disegno. PI. D§ègn. Dsévd, (V. Tsèvd). Dsez, avv. Il Muratori annota « Al dsez ^ al dasezzo parola scomparsa » (v. « Da B. Catti a G. Michilesi »). Non è rimasta più alcuna traccia di questa :
;
agg. Chi Dsamàn, avv. Fuorimano. comporta come uno avvezzo a usa|
si
idi.
Dsavrì, prt. agg. Esaurito (in senso
disalberato.
fisico).
éda F. édi. PI F. Dsalér, tr. alle ali.
—
PI. F.
Campo
D§albarè
—
DSUN
133
re la destra e sia costretto a servirsi Chi usa un attrezzo della sinistra che non gli è managevole. A so d§amàn, Non mi trovo, non la-
parola.
E' pé' d§amàn, Egli si comporta cose non si trovasse a suo agio (nel lavoro).
sciogliere.
|
I
voro a mio agio.
XIV, da
sezzo, da ultimo). Desinare. (Lat. med. desenare. GLE). D^ojar, tr. Sciogliere, Slegare, Disec.
(It.
D§nér,
tnt.
I
me
Dfangvér, Prt. PI.
F. PI
tr.
Dissanguare.
Dsangvé
—è — éda F. — édi.
Prt. PI.
F.
PI
PI.
Togliere
le
tr.
Disselciare.
—è — éda — édi.
PI.
F. tr.
Disarmare
]
palcature, ecc.).
D§armé
D^avì, agg. Insipido. ida
—
òvri. tr.
Spefa). Dissodare.
D§udé
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
D^avàni, sm. Disavanzo.
altrove.
òvra (v.
D§artér, tr. e intr. Disertare. D§artòr, sm. Disertore. PI. D§artùr.
F.
—
—
Dijudèr,
—é — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Impegnato D§ùvar
Dspè§a,
PI.
D§avì
abitudini.
D§urdan.
PI. F.
Togliere l'armatura (delle costruzioni, delle im-
PI.
Spro-
I
prie
lavoro,
Tsalghèr).
Prt.
]
D^óta, mod. avv. Disotto, Sotto. D§ovar, agg. prt. D§òvar è colui che avendo intrappreso un lavoro non può mai terminarlo perchè deve accudire ad altre faccende. Alla lettera: Fuori
F. PI F.
D§armér,
Sregolatezza
Fé' un d^òrdan, Bere o mangiare (intenzionalmente) in modo smodato. Fare una cosa che non è delle proPI.
D§alghé
(v.
sm.
[
tr.
D§arbé
D^alghèr,
—
posito.
—è — éda F. — édi.
Prt.
— —
D^órdan,
malerbe, Ripulire il campo dalle erbe selvatiche. Diserbare, D^arbèr,
Prt. D§òlt ùlt PI. F. òlta òlta. PI. F.
Dìjuguèl, agg. Disuguale.
P.
D§uguèl
—
èia
PI. F.
—
D§ulèr
èli.
Tsulèr). D^uniss, rfl. Divorziare^ Disunirsi. dal coniuge. (v.
|
Prt.
D§uni
Separarsi
DSUN — — ida PI. F. —
PI.
(V.
ì
idi.
Dì^unór, sm. Disonore.
PI.
D§unùr. D§unurér,
PI.
Disonorare, Far perdeVituperare.
tr.
re l'onore Prt. D§unuré |
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
I
sf pi. Forbici.
D§ùr da pudér, Forbici da potare. med. cesura, cesoie. GLE).
(Lat.
tr. Disossare. D§ùtal, agg. Obeso.
D§u§ér, PI.
F.
D§ùtal
—
PI. F.
a
—
Do).
Dò. Dubadór, sm. addobbi.
F.
F.
D§ùr,
DULI
134
i.
(Traslato di disutile?). Du, agg. num. card. m. Due.
Paratore.
Che esegue
Dubadùr.
Dubèr, tr. (v. Adubér). Ducer, tr. ormiglione, Che dor-
vina),
me
Dur, sm. Duro. Int e' dur, In terreno sodo, duro, com-
I
F. PI.
dur. Tener duro,
e'
I
Non
cedere. sostan-
agg. Duro, Sodo. Unito al tivo dà un senso di pienezza; funge da accrescitivo e da superlativo. Mat dur. Pazzo da legare. Ignurànt dur, Stupidone. Imbarièg dur, Ubriaco fradicio Armane' dur, Rimanere di stucco, fulminato, sorpreso, gelato, allocchito, secondo 11 senso della frase in cui si trova. |
I
j
|
F.
Dur Dura
Duri. A mu§ dur, (F.) A becco asciutto. Mu§ dur, Persona imbronciata. Duréda, sf. Durata Resistenza. PI. Durédi. PI. F.
I
Durér,
PI.
F. PI.
Prt.
Dure
Dormiglione
(F.)
Durmión
—
F.
òna
—
òni.
alla
ma-
Duròt, agg. Duretto. PI.
F.
Durót
—
PI. F.
òta
—
òti.
Dusént,
nm.
Duecento.
Due
volte
cento.
—è — éda PI. F. — édi.
f. Ducenta. Praz, del Com. Ravenna. Dusénta, bela véla e pòca zénta, Ducenta: bella villa e poca gente.
Dusénta,
PI.
F.
(Lat.
agg.
Dormir, tr. Dormire. Prt. Durmì. Durmida, sf. Dormita. PI. Durmidi. Durmitori, sm. Dormitorio. PI. Durmituri. Duron, sm. Durone, Callosità no o al piede.
Durare.
intr.
òri.
Sornione.
I
j
—
Durmión,
I
PI.
Durmidùr
PI. F.
patto.
Tnè'
molto. óra
—
di I
durare).
iiiiiii liii.iiiiiiai
DUSE Du§ér,
Dosare,
tr.
Calcolare,
j
|
Mi-
PI.
Du§é
P.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Duvnir, ~
Dutór, sm. Dottore, Medico. Dutùr. Dutréna, si. Dottrina. Insegnamento
PI.
principi
PI.
della
religione
Ammaestramento
gnamento,
Duvudi o Dvudi
PI. F.
PI.
dei
Duvù Dvù Duvù o Dvù Duvuda o Dvuda
Prt.
surare. Prt.
DZAR
137
|
|
j
dozzine
Inse-
Credo
Davnir).
(v.
Du^adùra, sf. Bagno a doccia. PI. Du^adùr. Du?éna, sf. Dozzina Si contano a e
glie
uova,
le
tovaglioli
i
Retta,
le
tova-
Dozzena.
Du^én. Bologna (1283), duzina. DEI). Du^èr, sm. Lattoniere. Colui che
PI.
struisce docce.
cristiana.
PI.
I
Duturè^a,
sf..
Dottoressa,
co-
Du^èr.
Dvanadur, sm. Dipanatoio, Bindolo,
Mediches-
Arcolaio.
sa.
Duturè§. Duturèss,
PI.
carte
|
PI.
riprendere Accettare di bere una rfl.
Rifare,
alI
se-
conda volta. Duturé
Prt.
— è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Duvér, sere
|
(A
Dutrén.
Ande' a la dutréna. Andare a farsi impartire gli elementi della dottrina
tre
fazzoletti,
i
intr.
U
Dvanadur. dà dàn nénc j
e'
vént de dvana-
dur, (alla lettera: Gli fa male anche il vento del dipanatore). Così si dice di chi ha ima salute cagionevole. « Dvanadur » ha il suo antenato nel latino medioevale « devanatorium » (arcolaio).
Dovere, Bisognare, Es-
necessario,
costretto.
Dvanér,
tr.
Dipanare. Disfare la ma-
tassa col dipanatoio.
(Dal
medioevale devanare, dipana-
lat.
re la matassa.
GLE).
Dvédla, f. Dovadola. « Pare che Dovarola venga da " duo vadora ", (due guadi), per due guadi sul fiume Montone... Fu im'Abbazia detta di Sant'Andrea, divenne poi giuspatronato dei Conti Guidi, signori di quella terra fin dal 1468... Poi passò alla Repubblica Fiorentina». G. PasoZanelli.
lini
Dvént, prt.
Diventato,
Divenuto,
Dvintér).
(v.
Dvèr, sm. Dovere. Dvir. Dvintér,
PI.
int. Diventare, Dvinté e Dvént. PI — è e Dvént. F. éda e Dvénta.
Divenire.
Prt.
—
—
F. édi e Dvénti. Dvot, agg. Devoto, Religioso, Pio. PI. Dvùt. F. òta PI.
—
PI.
Dvanadur
F.
—
òti.
D^arvlé, agg. prt. Scervellato, Scriteriato.
)
Matto,
DZNE PI.
F.
D^òn, sm.
D^arvle èda
—
PI. F.
—
PI.
édl.
D?nè, sm. Desinare, Pranzo. D?;nè. CLat. med. PI.
pranzo. GLE). Desinare, Pranzare. (Lat. med. desenare. GLE).
D?nér,
DZUN
138
disnare,
iiit.
Digiuno
agg.
Digiuno.
D?;ón.
d?ón, A digiuno. e' d?òn, Digiunare per devozione. Gvasté' e' d?òn. Rompere il digiuno. D?unér, intr. Digiunare.
Da
Fé'
Prt.
Dzuné.
E E
EG
139
E, cong. E',
art.
E det.
m.
sing.
Il
E', pronome pers. m. s. Egli, Esso. È, voce del verbo essere. Terza persona sing. e terza persona pi. È, avv. afferm. Sì. I
j
Ecvilibrér, tr. int. Equilibrare, Mettere in equilibrio, in bilico. Ecvilibrio, sm. Equilibrio Anche Ca(
lìbrio).
Ecvipagér, tr. Equipaggiare, CorredaFornire del necessario.
I
re,
[
Eban, sm. Ebano. Ebanèsta, sm. Ebanista. PI. Ebanèsta. £bi, sm. Abbeveratoio; Truogolo. PI. Ibi.
med. aibus, abbeveratoio. GLE. S. Muratori cita alveus e albius). Ebi§, sm. Matita (Lat.
PI.
Ebi§
(v.
Àbl§).
Ebrèj, agg. sm. Ebreo PI.
F.
Ebèj Ebrèja
PI. F. Ebrèji.
Ec, aw. Ecco. Eco, sm. Eco.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Ecvipàgg, sm. Equipaggio. PI. Ecvip>egg.
Educozión, sf. Educazione. Eduché, prt. agg. Educato. PI.
P.
Ecvatór, sm. Equatore. Ecvila, sf. Aquila Ecvil
PI.
Pianéta da l'éovila, Piazzetta dell'Aqui-
(Ravenna.) Prende il nome dalla colonna che si eleva al suo centro, sormontata da un'aquila. Tale colonna era I
la
stata innalzata (1606 circa) nella piazza maggiore in onore del Card. Legato Bonifazio Caetani.
Educhè
—
PI. F.
éda
—
édi.
Educhèr, tr. Educare. Efèt, sm. Effetto, Spicco. Ég, sm. Ago. PI. Èg; PI. f. Èg. Un ég. Un ago
I
Al j' ég. Gli aghi. L'ég e la p^òla mantén
I
Ecònom, sm. Economo.
Ecvipagè
Prt.
la famiòla. (L'ago e la pezzuola mantengono la fa-
I
migliuola). Bagli.
Un
ég da la macola: bona nova. (Se trova per terra un ago con la capocchia è segno che si riceverà una buona
si
notizia).
nova da rabi. Se si trova cucire si riceve una nuovo da fare arrabbiare. Se invece si trova un ago con la gugliata il male è passato:
Ég da
cu§i,
un ago da
EGAR ég
infilè, gvài pafè. Égar, agg. Acido,
Eliminér, primere.
Agro.
Ègar Ègra
PI.
F.
—è F. — éda PI. F. — édi. Pi.
Egujèsta.
Egujèsta
F.
f.
sm. Elee, Leccio.
PI.
Alba.
Eib
F. Èlta PI. F. Élti. !
I
Èl.
Tne' al j' el ba§i, (F.) Star mogio. De' l'èia, Dar l'ala, Accennare a voler(F.) Avvicinarsi. si posare Elàstic, sm. Elastico. j
I
In élt, In alto, AU'insù. Acva élta, Acqua profonda. Èlta, sf. Altura, Prominenza
agg. Elastico
PI. Èlti.
Élz,
F. Elàstica PI. P. Elàstichi.
Emblèma, Stemma. PI. Emblèm.
Elba, sf. Alba. PI. Èlb. (V. Eiba).
Albero.
pi.
1
dent dl'elefànt, Le zanne.
Elegànt, agg. Elegante. PI.
F.
Emigrànta
F.
F. Emigranti. Emigrér, int. Emigrare. (Più dial. Migrér). Ènd§, sm. Éndice. Uovo vero o fìnto che si tiene nel nido perchè le galline
PI.
vi tornino.
Eleghént Elegànta
PI. F.
Anace,
'
Eleganti
Elèmént, sm. Elemento, Parte di tutto. Elemént. Elementérì, sf. pi. Scuole elementari. Fé' al j' elementari. Frequentare le
I
Ruolo.
Elètric, agg. Elettrico. Forza elètrica. Elettricità.
elétric, Andare elettricamente. Elevar, tr. Eleggere, Scegliere con elezioni, votazioni. Eleziòn, sf. pi. (v. Vutazión).
Ande'
di ànace.
(Lat. Index). Èngia, India.
Càna Ninìn
PI.
1
Seme
Ènd§
PI.
(E' più dial. Pajin).
scuole primarie, elementari. Elénc, sm. Elenco, Distinta, PI. Elénc.
Simbolo,
PI.
arbor). Elefànt, sm. Elefante (Nel dialetto antico Olifànt). PI. Elèfént. E' né§ di' elefànt, La proboscide. I
Emblema,
sf.
Emigrànt, agg. sm. Emigrante. Emigrént
fem. Elbar
(Lat.
i
mira.
la
Congegno
1
Elbar;
sm. Alzo, Congegno per spostare
alto
in
della macchinetta per tosare, che consente un taglio dei capelli non rasente al cuoio capelluto.
I
PI. Elèstic
Èlbar, sm.
del ter-
reno.
j
PI.
Èlt
PI.
E' .sbròca l'éiba. Albeggia. Eia, sf. Ala.
PI.
Alto.
Elt, agg.
(Anche Elba). I
pi.
Él§.
PI.
sf.
Alpi.
Èlp, Els,
PI. F. Egujèsti.
Elba,
Eliminare, Togliere, Sop-
tr.
Eliminé
Prt.
PI. F. Ègri. (Lat. acer acris, acido. DEI). Egujèsta. agg. Egoista, Tirchio. PI.
ENTU
140
d'Èngia, Canna d'India. Porcellino d'India, d'Èngia,
Cavia.
Enorom, PI F.
agg.
Enùrom Enòrma
PI. P.
Enorme, Colossale.
Enormi.
Entu§ia§mér,
tr.
Entusiasmare, TraAppassionare,
scinare all'entusiasmo. Infervorare, Accalorare.
I
Prt. PI.
F.
Entusiasmé
—
—
è
éda
'
ENTU PI. F.
—
Capelvenere
édi.
Entu^ià^om, sm. Entusiasmo, Ardore, Fervore, Passione. Entusiasta, agg. Entusiasta, Appassionato. PI. Entu§ièsta F. Entusiasta Poi, E Epù, avv. Eppure Epuca, sf. Epoca, Era. PI. Epuc. Equila, sf. Aquila ,
e
drium Erba
ofiBcinalis).
capillus
Ve-
di vturén. Millefoglio. (Achillea millefolium L.) Gallizioli, op. :
cit.
Erba dia zanotte. schi e
batte
mèza
nota.
Erba
della mez-
il
i
licheni che crescono ove
i
munon
sole.
Erba 'd Sa' Pir, (v. Erba 'd Sa' Zvàn) (Hypericum perforatum). Erba 'd Sa' Zvàn, Pilatro, Iperico. (Hypericum perforatum). Erba gela,
Ecvila). Era, sf Aia
(V.
Er
Ora
è voc. più forlivese che ravennate. di « Ca dal j' er », casa delle aie, nella Pineta di Classe, fa pen-
nome
sare che « era » fosse vocabolo anche ravennate. Ma forse quella è una denominazione lasciata dai pinaroli che, a squadre, venivano a prestare la loro
opera dalle montagne del forlivese. (Latino area, «aia»). Erba, sf. Erba, Verdura. PI. Erb (Erbe e Verdure). Le erbe in ramognolo si dividono in Erb mati (erbe matte) e Erb bòni (erbe buone). Le prime sono le erbe spontanee di nessim pregio; le altre sono le erbe coltivate e le spontanee che servono come medicamento, o sono commestibili.
(Thlaspi perfoliatum L.
Erba
grèla, «
Erba
)
grilla
P.
Zangheri.
».
(Thlaspi perfoliatum L.) P.
Erba insén§. Maggiorana
Zangheri. Nar-
(De
dis).
Erba lataròla. Calenzuola. Erba ragna (Euphorbia helioscopia). Erba limunèda, Erba limoncina, melissa cedroiiella.
Erba luisa, Erba cedra. Cedrina, Erba Luisa (Lippia citriodora). Erba mandréna, Muschio e Borraccina (V. Erba anadréna). !
Erba murèla, Murello. (Solanum nigrum, L.) Erba muruséna, Attaccamano. Erba pó^a. Enula campana. (Inula helenium L. Gallizioli, op. cit. Erba pr' al piég. Tasso barbasso o Verbasco (Verbascum Thapsus). Erba pr' i bogn, Farfaro. Erba raparéna. Borsa di pastore, Erba par la tègna, Farfaro. Erba vèpra, Echio, Erba rogna. (Echium vulgare L.) P. Zangheri. L'erba cativa la n' va mèj da mèi, L'erba cattiva non va mai a male. (F.) La malerba non muore mai. ).
Le erbe chiamate E. sambédghi sono le endemiche o spontanee, senza distinzione.
I
Erba anadréna, Muschio. Erba cardléna,
I
la
Con questo nome sono chiamati
poi.
PI. Equii.
Il
(Adianthum
Lingua cervina (Scolopen-
neris)
PI. F. Entusiasti.
PI.
ERC
141
!
i
(Senecius vulgaris L) Zangheri. Erba da impresa, Caglio. (Galium verum L) P. Zangheri.
1
j
Erba dal strig, Giusquiamo. (Hyosciamus niger L.) Gallizioli, op. cit. Erba de fug (v. Articiòc sambédg). Erba de scarabùt, Erba dello scorI
j
I
buto. E' così chiamato un ranuncolo bianco che fiorisce a pelo d'acqua. Erba de galet, sf. (v. Giarga). Erba di póz, Erba dei pozzi. I
!
Con questo nome
si
indicano tutte
erbe che crescono nei pozzi fra cui
le il
Erbàgg, agg. Erbaceo. si usa per un particolare innesto detto Inèst a erbàgg, Innesto su rametti verdi ancor teneri (Innesto
Questo agg.
erbaceo). Erbéri, sm. Erbario. Campionario, raccolta PI.
di
erbe secche.
Erbàri.
Ère,
sm. Arco
Arco della porta
'
ERCA
ESAM
142
Arco della finestra
|
Arco
di ponte.
Ere. Un susseguirsi di archi Archédi, Archédi d'un pónt, Arcata di un ponte. Érca, sf. Arca. PI. Ère. Érca di vituperi, (F. ) Arca dei vituPI.
:
]
peri.
(Lat. arca).
Ercbalén, sm. Arcobaleno. Ercbalén. Ere balén de cànt dia maténa / e' fa impì' la sculéna. Ere balén de cànt dia sera e' fa s-ciaré' la vela. (L'arcobaleno a levante fa piovere; a ponente, fa venire il bel tempo). Se neir arcobaleno abbonda il giallo è segno di abbondanza di grano; se il rosso, vi sarà molta uva; se il verde,
di fessura, aria di sepoltura.
Éria róija, o che pè^a, o che sofia, Aria rossa, o che piscia, o che soffia; cioè: o che porta acqua, o che fa tirare il vento. In dial. si dice ancora « éria cruda », cioè aria gelida. Questo « cruda » si collega all'antica radice europea kru-« essere ghiacciato », come il greco kruos, «freddo glaciale»; da cui anche il lat. crusta, « crosta ».
Èrma,
PI.
molto
Arma, Ordigno.
sf.
Èrma da Èrma de
I
lavor.
fug
Molle).
Èrma da Èrma da Èrma da
j
Attrezzo, Ordigno. (Attizzatoio, Paletta,
Arma da caccia. Arma da guerra. Arma per la difesa della
ca^a,
guèra, ea,
casa (Pistola o doppietta). PI.
Erom.
Érpa,
olio.
sf.
Arpa.
PI. F. Erèdi.
Èrpice, sm. Erpice. PI. Irpicc (Lat. tardo herpex. DEI). Ért, sf. Arte.
(Anche Arèd).
PI.
Erèditè, sf. Eredità. PI. Eredité. Ereditér. tr. Ereditare
Er^an, sm. Argine. PI. Èr?an. (Lat. med. arzene e
Prt. Eredité
GLE.)
PI.
E§a, sf. Asse. Pezzo di legno segato per il lungo. Tavola. Rovesciatoio dell'aratro « E|a de par-
Erèd, sm. Erede. PI. Erid
Ereda
F.
— è — éda PI. F. — édi. Ereditèri, agg. PI. — èri P. — éria PI. F. — éria. F.
sf. Eresia, Sproposito Ere§ì (Più dialettale è «risi»). Erétic, sm. Eretico PI. Erètic F. Erètica
PI. F. Eretichi.
Érgan, sm. Argano. Èrgan. Ergna, sf Ernia.
PI.
Aria.
PI. Erji
Èria 'd 'na canta. Motivo di una canta. Èria ba§a, Aria greve. Afa.
j
I
Bón' éria, Aria tiepida. Ciapé' una bota d'éria. Prendere un colpo d'aria. Èria 'd fìsura, éria 'd sipultura. Aria I
I
!
argine.
:
Ere§i,
sf.
arzinus,
\
Ereditario.
PI.
Èria,
Èrt.
tighèr
».
Mensola E^a de furmài, Mensola !
fissa al
muro,
o sospesa a quattro fili, su cu si tiene a maturare il formaggio. E§ar int rè§a, (F.) Essere disteso mor'
to sul tavolaccio. PI. E§.
(Lat.
med.
assis, asse).
E^ageraziòn, sf. Esagerazione. PI. E§agerazión. Etagere agg. Esagerato, Eccessivo,
Smodato. Esagerè. E§agerér, intr.
PI.
andar oltre
certi
Esagerare, Superare, limiti. Dire esagera-
zioni.
Efàm, sm. Esame. E§èm. ^
PI.
Esaminéf,
tr.
Esaminare. Sottoporre
a esame, a controllo.
ESAN Esaminé
Prt.
E§igliér, tr. Esiliare.
—è F. — éda PI. F. — èdi.
Prt. E§iglié
PI.
«
—è — éda PI. F. — èdi. PI.
F.
É^an, sm. Asino. ɧan. ȧan » si riscontra in alcuni detti, PI.
I
ETE
143
ma
è voce comune. Lighè' ré§an, Legare l'asino. Sospendere il lavoro più per svogliatezza che per stanchezza. Fé' ré§an a e' bòja, Far l'asino al (per il) boia. Fare qualsiasi cosa pur di arrivare allo scopo. E' detto in senso dispregiativo. Liga ré§an dov che voi e' padron,
non
!
'
Lega
dove vuole
l'asino
E^ar,
il
padrone.
p. Essere.
e.
Prt. Sté
Èsma,
—
PI.
int
e'
Asma.
F.
—
èrti.
F.
—
PI.
F.
osta
—
òsti.
Espért, sm. agg. Esperto PI. Espìrt F. èrta
—
èrti.
sm. CafTè espresso. Espresso postale. Espré§,
Esprè§. Esprè§iòn, sf. Espressione (del viso della voce). PI. Espresiòn. Espùls, prt. agg. Espulso, Messo via. PI.
su ben
sté'.
Essere nelle
i
sue migliori condizioni di salute. In èsar, In essere. Esar, sm. Essere, Creatura. Stato, Condizione di salute. I
'
ȧar. Esat, agg. Esatto
PI.
PI.
F.
Preciso.
ɧèt F. E§àta
Espùls Espulsa
PI. F. Espulsi.
Espu^izidn,
PI.
sf.
Esposizione,
Mostra,
Rassegna.
PI. F. E§ati.
E^aturì,
Espu§izión. Estéran, agg. Esterno. PI. Estiran
PI.
sf.
Esclùdar, Prt Esclù§
Esattoria delle imposte.
tr.
Escludere
PI.
Esclu^idn, sf. Esclusione. Esclusiòn.
E§émpi, sf. Esempio, Paragone PI. Esémpi. E§ili, sm. Esilio. E^èrcit, sm. Esercito. Esìrcit. sf.
Esercitazione, Prova,
Manovra. PI. Esercitaziòn.
Esercitér, tr. Esercitare, Praticare. Esercizi, sm. Esercizio, Prova, Esercitazione Negozio. PI. Esercizi. I
F.
Estèmi
sm. Estemo. Estràt, sm. Estratto. PI. Estrèt.
PI.
Esercitaziòn,
Estèma
F.
— ù§ P. — ù§a PI. F. — ù§i.
PI.
PI.
sf.
Espònar, tr. Esporre, Mostrare. Prt. Espòst
PI.
E§ar
Risultato.
Espért, agg. Esperto PI. Espìrt F. èrta
PI. F.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Esito,
Isit.
—
sm. Essere
I
sm.
E§it, PI.
Estra^^ión,
sf.
Estrazione
di lotteria, a sorte).
Estraziòn. Et (o Étar), agg. Altro. PI. Et o Étar. F. Éta o Ètra P. F. Èti o Ètri o Étar. Et che. Altro che. Etar, sm. Ettaro. Mis. agr. di 10.000 mq.
PI.
1
Eté, sf. Età Generazione PI. Eté.
(di
lotto,
ETER Etèran, agg. Etìran
Etemo
Etèma
PI. F.
Eva, PI.
PI.
F.
Etic, agg. Tisico, Etico.
F. Etica
j
PI. Etichèt.
I
1
Int l'èvmari, All'ora dell'Ave Maria,
A
Int al j' évmari (pi.). sera Évsa, f. Ausa. Nome di origine umbra. \
PI. F. Etichi.
Etichèta,
Ape
med. avis, ape. GLE). Evmarì, sf. Avemaria. PI. Évmari.
Etèmi.
E^tichetta,
sf.
Ev
(Lat.
In etèran, Eternamente, In etemo. Eternité, si. Eternità.
I
EVSA
144
sf.
Etichetta, Cartellino.
Formalità del cerimoniale.
(V.
Emilia preromana,
n. 4, pp. 143-144).
Corsi d'acqua con questo nome si trovano intomo a Forlimpopoli e Rimini.
1
FA Fa, voce verbale che indica un tempo trascorso.
Témp
I
Fa',
fa,
(V.
Tempo
Fàm),
fa. sf.
I
(Lat. faber, «artigiano»). Fabiol, sm. Zufolo. PI. Pabiùl.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Fabrichèt, cato, PI.
Fabrér (o Fabrèr) sm. Febbraio. Fabraròl da la curta vòlta e fa§è bru-
pél dia pòrta. Febbraretto dalla corta volta, fece bruciare il palo della porta. Si allude al gran freddo di questo mese che trova la gente ormai senza più combustibile. Fabrér, la téra in caldér, Febbraio, la terra in calore. In febbraio la terra comincia a riscaldai-si. Par fabrarégn, i ghèt i va in gatégn. In febbraio i gatti vanno in gattesco. Se Fabrér u n' sfabrè^a, Mér^ e' §matè?a. (Se febbraio non è cattivo lo sarà poi marzo. Perchè si crede che il cattivo tempo, o prima o poi, debba venire e conviene che arrivi alla sua stagione). S'è' piòv d' fabrér l'impinè^ e' granér, Se piove in febbraio riempie il granaio. e'
1
\
I
;
I
Fabriché
Prt.
Fèbar Butèga da fàbar, Bottega da fabbro. Officina da fabbro.
PI.
v^é'
Fàbrica, sf. Fabbrica, Industria. Fàbric. Fabrichér, tr. Fabbricare, Costruire,
PI.
Edificare.
Fame.
Fàbar, sm. Fabbro.
I
FADI
145
sm.
Costruzione,
Fabbri-
Edifìcio.
Fabrichèt.
Fachén, sm. Facchino PI. Fachén. (Lat.
med. fachinus, GLE).
Fachinàgg, sm. Facchinaggio, Spesa di portatura Atto, opera, effetto del '
portare.
Factòtum, sm. Facitore, Amministratore autorizzato a fare senza dipendere del superiore. Faculté, sf. Facoltà, Autorizzazione, Potere. PI. Faculté. Fadiga, sf. Fatica. PI. Fadìg. (Lat. med. fatiga. GLE). Fadighér, int. Faticare, Far fatica. Prt. Fadighé.
Fadig5§, agg. Faticoso, pesante, (detto di lavoro). PI.
Fadigù§
.
FADU Fadigò§a
F.
F.
PI.
Fadupiè, agg. Malvestito. Raggomitobuona, senza garbo, (v. Fadupiér). Fadupiéda. sf. Rawoltatura (senza nessun garbo). PI. Fadupiédi. Fadupiér, tr. Aggruppare a mo' di gomitolo, di cenci. Rawoltare (senza garbo).
Fadupié
—è F. — éda PI. F. —
Falìr,
Fèfan (Detto anche Badila^).
PI.
Faflér, int. Pacchiare. Mangiare facendo rumore con la bocca, a somiglianza del cane, del maiale e dell'anatra. Faflèr, sm. Il pacchiare. Fé' de faflèr. I
(v. Faflér).
Faflòn, agg.
Che beve
e
mangia rumo-
rosamente. Faflòn.
— óna — óni.
Fagòt, sm. Fagotto
Fagót
Fé' fagòt, (F.) Far fagotto francese fa^jot, « fascina, fail ( Come stello », dal lat. fascis, « fascina »). Faichèt, sm. Palchetto, Falco lodolaio I
PI. Faichèt.
campami, Gheppio. G. di G. di fabbrica. G. di grotta, G. di montagna. Fajantén, sm. agg. Faentino. Faichèt
di torre,
sf.
Fallire,
Andare
Falùg. Piccola parte. Falùga, sf. Favilla PI. Falùg. Faluga 'd néva. Fiocco di neve
PI.
[
Faluga 'd faréna, Grano di farina. (Dal lat. tardo faluppa, filo di paglia; giunto alla forma attuale attraverso un supposto « f alupa » ) Pallet, sm. Falcetto, Falciole. Piccola falce usata per tagliare i legacci dei co-
voni al momento della trebbiatura. Piccola falce. PI. Pallet.
Fal^ón, sm. Specie di grande coltello per tagliare la canapa. PI.
F^ina
Fal^òn.
(Lat.
med.
falzone.
GLE).
Fàm, sf. Fame. PI. Fàm. I
j
L'àn dia fàm. L'anno della carestia. Cavéss la fàm, Sfamarsi. La fàm la fa ciacaré' i mot, La fame
fa parlare i muti. (Lat. fames).
Fama, sf. Fame Fàm.
Gat faìn). Fai, sm. Difetto, Fallo (nei tessuti e nelle terraglie).
PI.
Pél Fai 'd fabrica, Difetto di fabbricazione, di lavorazione. Falde, sf. Grembo.
chicco del grano. Famèja," sf. Famiglia.
I
falli-
Falsifichér, (v. Infalsir). Falsile, sf. Falsità, Bugia, Finzione, Fallacia. PI. Falsile. Falùg, sm. Falò, Fiammata.
I
(v.
PI.
in
Prt. Pali.
Fajantén.
F. Fajanténa PI. F. Fajanténi.
Fajina, PI. Fajìn
int.
mento.
'
F. Pl.F.
PI.
Falignàm, sm. Falegname. Falignèm. Falignamari, sf. Falegnameria. Laboratorio da falegname. PI.
édi.
faloppa?, bozzolo imperfetto). Fàfan, sm. Mestolone, Fistione.
]
F. Falè§a PI. F. Falè§i.
Falignamari. Falimént, sm. Fallimento PI. Falimént.
(Da
PI.
PI. Fali.^
PI.
PI.
PI.
Falde. Falde, agg. Fatato. (V. Fèlda). Falè?, agg. Incrinato, Tocco.
PI.
Facligò§i.
lato alla
Prt.
FAME
146
Fama de gran. Malattia che provoca l'annerimento di una parte del I
PI.
Famèj.
FAMI Ave'
Patorire.
f.,
Mètar so
I
Mettere su casa, Prender
f.,
I
moglie. Fé' famèja
nova,
(F.)
Far brigata
I
nuova. Famiuléna, sf. Famigliuola. PI. Famiulén.
Fam5§, PI.
F.
FARM
147
agg. Illustre,
— ò§a —
Famoso, Celebre
Infreddarsi, Prendere
rfl.
il
Fardé
Prt.
—è P. — éda PI. F. — édi. PI.
ó§i.
Fardór, sm. Raffreddore. PI Fardùr.
Faréna,
Farina.
Fior 'd faréna, Farina (di grano)
se-
I
Entusiasmo. sf.
sf.
Farén
PI
tacciata. (Lat. farina).
I
Fandéla,
il
F.
Fardéss,
Fanàtic, agg. Ansioso] Fanatico. PI. Fanètic F. Fanàtica. PI. F. Panatichi. Fanatì^om, sm. Ansietà, Ansia
Fandèla
— — éda PI. F. — édi.
Che ha
raffreddore.
Famù§
PI. F.
Infreddato,
Fardé, agg. raffreddore. PI. è
Faldella
Farghèr,
'd fén. Faldella di fieno.
tr.
Fregare, Ingannare, Im-
I
Fandél. Fanèl, sm. Fanello. PI. Fanèl. Fanfara, sf. Fanfara. PI. Fanfàr. Fànt, sm. Fante. Terza figura nel gioco delle carte dopo PI.
re e
il
PI.
il
pi.
Fantigllole.
Fantèstic
F. Fantàstica PI. F. Fantastichi.
U
m'
sf.
all'asta della vanga.
PI Farlèt. (v. Fèria). Farlòta, sf. Averla PI. Farlòt. F. bianca, Averla cinerina. F. ró|a, Averla capirossa. Farlòt, sm. Nidiaceo di averla. PI. Farlòt.
So-
Farlutòn, sm. Averla maggiore.
Farmacèsta, sm. Farmacista
Fantasma.
pé' la fanté§ma.
cima
in
I
Fantastichér, int. Fantasticare, gnare ad occhi aperti. Farneticare.
Fanté§ma,
med. farinacium. GLE). Farinèt, sm. Farinello. Farlèta, sf. Impugnatura trasversale
(Lat.
nario.
I
Farghéda, sf. Fregata, Inganno, Danno Farghédi. Farina:?, sm. Farinaccio. Spazzatura
PI.
di volatico (V. svulativ). sf.
Fantarì, sf. Fanteria. PI. Fantarì. Pantani, sf. Fantasia, Immaginazione PI. Fanta§ì. Fantàstic, agg. Fantastico, Immagi-
I
—è — éda PI. F. — édi. PI.
P.
cavallo.
Fént.
Fantaiòli,
PI.
brogliare. Prt. Farghé
Mi sembra un
fantasma. PI Fantésmi. Farabutlón, sm. Imbroghone.
PI.
F. PI.
Farmacèsta Farmacèsta F. Farmacèsti.
— òn — óna PI. F. — óni.
(V. P^iél).
F.
(v.
Faracòcal. sm. Piccola spiga di granoturco. PI. Faracòcal. (v. Faròcal).
PI.
Farmàj, sm. Fermaglio Farmèj (Lat. med. flrmaculus, fermaglio. (j-LE) Farméda, sf. Fermata. Sosta. PI. Farmédi.
PI.
Farmaci,
sf
Farmacia,
Pziarl).
FARM Farmèr,
Fermare, Arrestare. Trat-
tr.
F. Fa?òla.
tenere. Prt.
PI.
F^rmé
—è — éda PI. F. — édi.
Fa§òli.
mentis). Fa§ùl ri^én, Ricini (sing. fa^òl ri^én). Fa§òl da l'occ, Dolico, Fagiuolo del-
PI.
Farmela,
F.
Fa.^ul mèt, Staloggi (Aristolochia Cle-
F.
,
I
sf.
Spillo
l'occhio.
Farmèj
PI.
FAT
148
med.
(Lat.
Faròcal, sm. Piccola spiga di granoturco che non è giunta a completa granigione. PI. Farócal.
fasolus).
Fa§ón, sm. Sciarpa. Banda di lana o di seta che militari parlavano alla i
cintura. PI.
Fa§ón.
Faròn, sm. Faraona. PI. Faròn. Faròna, sf. Faraona.
Fastìdi, sm. PI. Fastidi.
Faróni. Parte, sf. Frittata. PI. Farté.
Scherno che consisteva nel cospargere
Pasuléda,
PI.
Fartela, I
PI.
Far tèi.
Cun
I
Frittella.
sf.
Macchia d'unto. dal ciàcar
delle chiacchiere
Fartùra, I
sf.
u n' non
s'
si
fa fartel,
fanno
Con
frittelle.
Frittura di pesce misto.
Misto di pesce per
frittura.
PI. Fartùr.
Farunzìn, sm. Pulcino di gallina
fa-
raona.
Farunjin. Fa^adén, sm. Fascinotto, Fastello. PI. Fa§adén. Fa§adìn, sm. Fastello. PI. Fa§adin. Fa§àn, sm. Fagiano PI. Fa§én. (Lat. phasianus, dal greco phasianos) Fa§àna, Femmina di fagiano. Fa§anèra, Fagianiera. Fasanìn, Fagianotto. Fa§adùra, sf. Fasciatura. PI. Fa§adùr. Fascéna, sf. Fascina. PI. Fascén.
PI.
I
I
I
(Lat. fascina).
Pascer, Prt.
tr.
Fasciare.
Fasce
Fagiolata.
davanti alla porta di ima ragazza fagioli, fave, ceci, sale, fichi secchi e altre cose, ciascuna delle quali aveva un suo significato. Semi di zucca sign. scrofa; fieno, vacca; penna, donna pelata; fagioli, donna flatulenta. L' oltraggiosa
canzonatura è caduta in disuso. Veniva fatta da una donna invidiosa o da un pretendente respinto che compiva la sua anonima vendetta la notte della prima domenica di Quaresima. Pa§ulén, sm. Fagiolino in erba. Baccello di fagiolo in erba. PI.
Fa§ulén. poetico:
ra§è, / l'asè la
—è F. — éda PI. F. — édi. sf.
bagné
Fa§ulén
Scherzo
è fòrta,
j'
'
int
fasulen
e'
vòlta.
Fa§ulèra, sf Steli e guaine dei baccelli dei fagioli. Fat, agg. Fatto, Maturo. PI. Fet. F. Fata. PI. F. Fati. Fat. agg. prt. Siffatto, Cosi fatto, .
Tale, Cotale... PI. Fèt. F. Fata PI. F. Fati. Un fat óm che... Un fat cvèl che... I
I
PI.
Fascèta,
sf.
Svenimento.
Un
fatto
Una
uomo
siffatta, tal
che...
cosa
che... I
I
Fascetta.
PI. Fascèt.
Fa§ol, sm. Fagiolo. PI. Fa§ul.
Ac
Da
fata zénta!...
!
]
PI. Fèt. I
Che
gente!...
Del tutto, Interamente. Pat, sm. Fatto, Avvenimento. Racconto Proposito, Ordine di idee. fat.
Fèt, Affari.
FATA Cunté' un
una
FAZT
149 Raccontare un
fat,
PI.
fatto,
Fé? med. fagium. GLE).
(Lat.
storiella.
Fat
e' sta che... Fatto sì è che... Fatarlìn, sm. Fatterello, Storiella. PI. Fatarlìn. Fatà^, sm. Fattaccio. PI. Fatèz. Fatè^, sf. pi. Fattezze, Lineamenti. Ave' dal fatèz a òn, Assomigliare a uno nei lineamenti. Fati, sf. Nell'antico poema del sec.
Fa^a,
Faccia, Viso, Volto
sf.
una moneta.
I
I
XVI,
Pulon Matt
», al canto I, stanza parola « fatia » vale fatica. Di qui la nostra « fati » che subendo la sorte di innumerevoli voci piane è diventata tronca. E' vocabolo che deriva
35, V.
come
«
4,
la
« fatica »
ant.
l'ital.
da una voce latina (forse bene accertata. Ora in
« fatiga »
e
« fatiga »)
non
significa
dial.
affarmo e affaticamento insieme. 'D fati, In modo affannato e affaI
ticato.
Fatór, sm. Fattore. Direttore di azienda agricola (Nel 1542 il Fattore del Comune di Ravenna do-
veva interessarsi dei lavori pubblici). Fatùr. fatòr pr'un àn, s'a m' murró da ia fàm sarà mi dàn. Fammi fattore per PI.
Fam
un anno, se morrò di fame sarà mio danno. Bagli. Fatùra, sf. Fattura Lista Riparazione Stregoneria, Malefìzib, Beveraggio che am.malia. |
\
I
PI. Fatùr.
Faturari,
Fattoria
sf.
Direzione di
l
sf.
(Ranunculs
Favagello.
Ha
petali di
ima
lucentezza smagliante, giallo oro. risce in febbraio. Favor, sm. Favore, Piacere.
Fio-
PI.
fìcaria).
Favùr
Favorire
(tr.),
I
Usare riguardi. Favo-
reggiare. Prt. Favurì
— — ida PI. F. —
facies.
Rómpar
GLE).
Vincere la timidezza In faza a tòt. Al cospetto di tutti. Ave' dia faza, Essere ardito. No' ave' dia faza, Non essere ardito. Essere timido. Putè mustré, la faza, (F.) Poter rendere conto delle proprie azioni. No' guardé' in faza a inciòn, (F.) Non usare parzialità per nessuno. !
(F.) Assuefarsi. faza,
I
[
'•
I
A fa^a a faza, A faccia a faccia A viso a viso. Guardé' in faza a e' sòl. Guardare in faccia al sole; Guardar fisso al sole. Magne' la faza a òn, (F.) Investire uno con male parole. Bròta fa^a^ (F.) Persona indegna. Fàza a càn, Faccia di cane (Insulto). Ridr' in fa^a, Ridere in faccia. Ridr' in faza. Ridere in faccia. Faza e pèrla. Alla lettera: «faccia e pillola ». Gioco dell'area forlivese di « testa e croce » chiamato a Rav. « letra e aglion ». Il nome deriva con ogni probabilità da una moneta coniata sotto il pontificato di Clemente VII. il cui stemma aveva le palle (o pillole) medicee. Faijèda, sf. Facciata. j
I
'
;
j
'
j
PI.
Fa^di.
I
sf.
Fa^ènd ad
Faccenda, Affare.
ca.
Lavori di casa.
'Fazèss, (v. Afazèss). Fà^il, agg. Facile PI. Fèjil F. Fà?;ila
(E' più usato « pia§è »). Favurìr, intr. Assaggiare
PI.
Fa? (Lat. med. PI.
Fa^ènda, PI. Fa^ènd.
azienda agricola. Favaréla,
Diritto di
i
F.
idi.
Fa?, sm. Faggio
(Fagus sylvatica)
PI. F. Facili.
Fa^lòn, agg. Facilone.
— ón — dna PI. F. — ónl. Fa^inddn, sm. PI. — 6n P. — óna PI. F. — 6ni. PI.
F.
Fantina,
sf.
Faccendone
Faccino.
FAZU
FER
150 (Dal germanico
PI. Pa^tìn.
Fa^ulèt, sm. Fazzoletto. PI. Fa^ulèt. Fa^ulèt da né§, Fazzoletto da naso. Fa^ulèt da tèsta, Fazzoletto da testa. Fa^ulèt da sachén, Fazzol. da taschino Fecané§, sm. Intrigante I
Fèl^, PI.
agg.
feltro).
felt,
Falso,
Ipocrita.
Fèl§
F. Félfa PI. F. Fél^i.
I
Fèl^a,
sf.
Fèlisa,
sf.
Felce.
I
Fecané§. Féd, sf. Fede. Credenza. Fetazione, Formazione delle uova (di
F'éltar,
PI.
Morbillo.
sm. Feltro.
(Lat. med. feltrus, Fél^a, sf. Falce.
GLE;
v.
Felpar).
I
gallina).
Non ha
PI.
plurale.
Ave' fèd, Credere, Ritenere, Supporre Ave' fèd int e' Signor, Credere in Dio. Ave' fèd int ón, Aver fiducia, stima di uno. E^ar int e' fèd, Essere per, o sul punto
med. falza, GLE; Femna, sf. Femmina
I
PI.
I
I
di ovifìcare.
Fedii
Fedéla
falx,-cis).
Fèman
Fén, sm. Fieno
Fén Fén gric, Fieno greco
PI.
num I
(Lat.
med.
fe-
grechum). (Lat. med. fenum, GLE;
Fedèl agg. Fedele F.
lat.
(Lat. femina).
I
PI.
Fél^
(Lat.
lat. foenum». Incontrare un carico di fieno porta fortuna e allegrezza, se ne prende un pugnello e si conserva nei panni. Fén, sf. Fine, Termine. PI Fén. La fén de sórg. La fine del topo (Morire schiacciato; morire nella tana). Fén, agg. Fine. I
PI. F. Fedéli.
Federazión, sf. Federazione. Federazión. Federe, agg. Federato, Che fa parte di una federazione. PI. è PI.
— P. — èda PI. F. — édi.
PI.
Fègat, sm. Fegato.
F.
PI. Fìgat. lat.
tardo ficatum, fegato infarcito di
fichi.
DEI).
Pèni.
Fèna, prep. Fino. Féng, sm. pi. Fanghi, Cura dei fanghi Fé' i féng, Fare la cura dei fanghi. Sing. Fàng. j
Fègna, sf. Voce della zona a ovest di Rav. e del faentino che indica « mucchio di fieno ». PI. Pègn. (Lat. med. fegna. Fèl, sm. Fiele,
Fén Péna
PI. F.
med. fìgadus, fegato (GLE); dal
(Lat.
I
GLE).
Fént, prt. agg. Finto, Fittizio. PI.
F.
Fént Penta
F. Penti (E' più dial. « infént »). Fénta, sf. Pinta, Finzione, Infingi-
PI.
mento. PI. Fént
PI. Fil.
Félc, sm. Falco. PI. Fèlc.
Fé' fénta, Far finta. Fingere, Simulare. I
Félda, sf. Fata. In dial. conserva maga, incantatrice. PI. Péld.
il
signif.
antico
di
(Lat. fata, dea del destino). Si credeva che la « felda » potesse tramutarsi in qualsiasi animale. Gròt dal féld. Grotte delle fate, sotto 1
Monte Sassone. Fèlpar, sm. Feltro.
Fénza, sf. Faenza. (Ant. Faventia). Cvi 'd Fénza cvànd ch'i n' n'à
i fa sènza, Quelli di Faenza quando non ne hanno fanno senza. Cioè bisogna fare \
necessità virtù. Fénzar, intr. Fingere. Fèr, tr. Pare, Eseguire, Accudire, Agire, Produrre, Cagionare, Creare, Mette*
di
re.
Coltivare, Guadagnare, Adempiere,
FER Maturare.
Aumentare
I
FETL
151 PI.
di
peso (di animale).
FÌTom.
Férma
F.
Férmi.
Prt. Fat
PI. F.
Fèt F. Fata
Ferovì, sf. Ferrovia. PI. Ferovì. Ferovièr, sm. Ferroviere. PI. Ferovjìr. Fèr^a, sf. Farsa, Comica. PI. Per§. Fé§, sm. Fascio (di erba, di legna e altre cose). PI. Fé§. Ande' a fé' e' fè§ in pgnèda. Andare a prendere un fascio di legna in pineta. (Secondo un antico diritto di legnatico). Fascio, Partito politico. Ande' in fè§, Sfasciarsi (di botte, tino,
PI.
Fati Int la fé' de de, Al far del giorno. Fé' int la ghiboza, Riprodursi in gab-
PI. F. I
I
bia. Fé', nel senso di generare è molto usato per la credenza ancora molto diffusa nella generazione spKjntanea. Es.: La fruta la fa i bighét (La frutta fa i bachi); La téra la fa l'erba; La féva la fa i tongg; E' gran e' fa al pavajot E' parsót e' fa i 'saltarèi Bel fé'! (ironico). Strano! Ave' 'd ch'in fé', Avere di che fare; Avere a che fare. Fér, int. (v. Infér, per il gioco delle I
;
I
!
I
i
mastello e battello).
I
bocce). Fér, sm. Maniera, Fér, sm. Ferro.
Fèr Fèr Per Fèr Fèr
j
I
I
I
Modo
di
fare,
da stiré', Ferro da stiro. da gucé', Agucchia. da cavai, Ferro da cavallo. da bèsti. Pianella. da pajèr. Tagliola da fieno. de fug.
I ferri del
Fé§a,
quando flagello.
PI.
lavori
PI. Fèral. (Lat. med. feria, gruccia. GLE). Férma, sf. Ferma (del cane) (militare).
a
PI.
Ferma
Fermi. Fermachérta, sm. Fermacarte. Fermént, .sm. Fermento, Subbuglio,
F. PI.
Agitazione. Feroce, agg. Feroce PI. Ferùcc. PI.
F.
F. Fèti.
PI. Fet. (Lat. med.
'
Statico.
Fetta di terra rimossa con
la
fitta,
GLE;
alla
voce
« fo-
»).
sf. Fetta Fètal Fetla 'd melarànza Spicchio d'arancia. Fetla 'd limòn, Spicchio di limone.
Fètla,
PI.
Feróci.
sf.
vanga.
dione
Feròcia
Fèrom, agg. Fermo, Immobile,
Fèt Fèta
Fèta,
PI.
F.
Fèst
(Lat. festa). Fèsta di brót. Festa dei brutti (la domenica in Albis alla parrocchia di S. Pietro in Campiano). Questo nome le deriva dal fatto che in quella stagione la pelle del volto delle persone è scura e arida per il sole e il vento. Fèt, agg. Fitto. I
Fèr.
Fèragóst, sm. Ferragosto. Ferèt, sm. Ferretto per maglia. Uncinetto. Fèria, sf. Stampella.
Fascia.
sf.
(Lat. fascia). Fès-cc, sm. Fischio. PI. Fès-cc. Fès-ciula, sf. Fistola. PI. Fès-ciul. Fèsta, sf. Festa
focolare sono
il treppiede. Sparsi nell'aia, grandina, possono fermare il (Lat. ferrum). Fera, sf. Falce fienaia.
Fè§ Fè§a
PI. Fè§.
la catena, gli alari, le molle, la paletta,
PI.
PI.
PI. F. Fè§i.
PI. Fèr. I fer
Fè§
(Lat. fascis). Fè§, agg. Fisso, Stabile. F.
I
I
PI.
FEVA Féva, I
I
FIAS
152 Fava.
sf.
Féva bari§àna, Fava baggiana. Favén, Fava a grana piccola per maia-
colombi. di murt, Fava dei morti. Piccole paste dolci che si mangiano il giorno dedicato ai defunti. In tale giorno costumava cuocere fave e ceci bolliti, da consumare in casa e da offrire ai poveri che andavano alla carità dei morti. Féva 'd vaia, Altea (Althaea offìcie
li
I
Féva
I
nalis L.). Féva gra§a, (v. Favarèla) (Lat. faba). I
Fèvra, PI.
sf.
Febbre.
Fèvar
Ciap>é' al fèvar, Prendere la malaria. (Lat. febris). Fiàc, agg. Fiacco, Debole, Stanco. I
PI.
Fièc
F. Fiàca PI. F. Fiàchi.
Fiàca,
sf.
Debolezza, Fiacca.
PI. Fiàc.
Fiàcula, sf. Fiaccola. Fiàcul (Lat. facula; da fax, -cis, torcia). Fiadér, intr. Fiatare. No' puté' giiànca fiadé', Non poter neanche aprir bocca. Fiadè^, sm. Odore sgradevole. PI. Fiadè^. Fiadùra, sf. Figliatura. PI. Fiadùr. PI.
j
Fialèta,
sf.
Fialetta.
fiasco, -onis
PI. Fialèt.
Flamba, Piàmb.
sf.
Fiamma
Fiasca,
Quando la fiamma si rivolge intorno a sé irrequieta, preannuncia la neve e si dice che « e' fug e' palòta la neva », cioè I
fuoco appallottola la neve. Fiànc, sm. Fianco Lato. PI. Fiénc. 'D sfìànc, Di fianco, Di lato, A lato. Fiàs-c, sm. Fiaso. Tanto il F. di vetro che quello in terra cotta che si usa va una vQlta. Quest'ultimo aveva, lateralmente due orecchiette a cui si lagava una cordicella da tenere a tra colla, (v. Trofa) Fiasco di terra.
il
|
I
i
Fiés-c.
(Lat.
med. fìaschus, GLE; basso
;
dal
ad tèra
germanico
ilask, « bot-
tiglia »).
PI.
PI.
Fias-c
(Basso
Fiasco.
lat.
fiasca).
Fiaschèta, sf. Fiaschetta. Recipiente ove il cacciatore teneva la polvere da sparo. PI. Fiaschèt. Fiascòn, sm.. Fiascone, Truffa. Fiasco di terracotta smaltata. Il suo colore era il giallo, ma poteva essere an
che verde o blu. Legato con una fuper le orecchie, gli operai se lo portavano in valle, nei lavori di bonifica e nelle larghe per conservare nicella
l'acqua fresca. Fiascòn. (Lat. med. fiascone, fiasco, recipiente. PI.
latino
sf.
PI. Fiaschi.
FICH GLE. Vedi anche Trofa
IX;
sec.
Figadèt, sm. Fegatello.
e
Fichér,
Figadèt.
PI.
Ficcare.
tr.
Prt. Fiche e Fèc. PI. Fiche e Fèc F. Fichèda e Feca PI. F. Fichédi e Fechi. (Lat. med. ficcare, dal
Figaréna, PI. Figarèn.
Ficosecco.
sf.
Fighèra, sf. Ficaia, Ficheto. Fighèr. Figura, sf. Figura, Immagine. PI. Figùr. Fé' dia figura, Far bella mostra PI.
lat.
figere).
Ficià^a, sm. Gentaglia. « fecia »). Fid, agg. Fido, Fedele.
Da
I
Far
meggiare I
Fid
PI.
Gana-
(F.)
scino.
fias-c).
(
FILA
153
una brota
Fé'
Pri-
figura. figura,
Fare una
fi-
F. Fida PI. F. Fidi.
gTiraccia.
Fidanzament, sm. Fidanzamento. Promessa ufficiale di matrimonio. PI. Fidanzament.
PI.
Figurén, sm. Modello. Rivista, catalogo di mode. PI. Figurén. Figurina, sf. Figurina. Cartoncino con figura Vignetta. PI. Figurin. Cójar al figurin, Far collezione di
F.
figurine.
Figura, illustrazione.
Fidan^ér,
tr.
Fidanzare.
Promettere
in isposa. Prt. Fidanze
|
—è — éda PI. F. — édi. (Lat. med. fidantiare^ garantire. GLE). Fidèr, int. Fidare. Prt. Fide
render
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi.
j
Fié,
I
aver
fidere, e'
cun
fié
i
dént, Trattenere
DEI; dal
;
da un supposto foetium,
I
latino foetere, puzzare).
(Lat. med. fiala, bottiglia di vetro, dal Dhiala. piccola bottiglia). Fiér, intr. Figliare. Prt. Pie PI Fiè F. éda P:. F. édi. Fig, sm. Fico (frutto e albero).
—
PI. Pig.
Mèi de
fig.
Marciume che
Filza,
Un
seguito
di
I
Di seguito.
fila,
Mètar in fila. Allineare. No' ròmpar fila. Non finir mai.
A
fila.
fila.
In In
fila. fila,
si
forma
fra gli unghielli degli ovini e dei bovini (Lat. ficus).
Di seguito. Di seguito.
Filadelfia, sf. Fior d'angelo. (Filadel-
phus coronarius). Filadóra, PI.
sf.
Filatrice.
Filadòri.
Filanda, Filànd.
sf.
Filarén.
sm.
Filanda.
PI.
dente Filiera. PI. Filarén I
;
gapón).
Gugliata, Filo.
Ad In
Fiala.
lat.
—
Fila.
sf.
(v.
PI. Fila.
;
Fiéla, sf. PI. Fiéi
Fil de rasùl, Filo del rasoio. Fil d'erba. Filo d'erba, stelo. Fil dl'acva, Filo dell'acqua. Corrente.
Fila,
PI. Fiè. V.
In linea retta. Ad ogni costo^ per forza.
cose allineate.
il
sm. Fetore, Puzzo.
(It. ant. fieto;
fil,
Fil de gapón, (Lat. filum).
respiro coi denti. Fiè,
fil,
Ad
I
fiducia).
sm. Fiato, Respiro.
Tnè' I
Fil.
In
I
I
PI.
'Lat.
sm. Filo.
Fil,
sicuro,
F. PI.
—
F.
éna
—
éni.
(V. Pilèr).
Corteggiatore,
Preten-
FILA
FIOR
154
Filastròca, si. Flastrocca, interminabile e noioso.
Discorso
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
PI. Filastrùc.
sm.
Filél,
Frenulo, Scilingna-
Filello,
gnolo. PI. Filèl.
ant.
(It.
filetto,
sec.
XIV).
Filèpa, sf. Ora con questo nome s: indica la gallina bantam che ha spiccate attitudini a far da chioccia ai pulcini altrui. Anticamente la « filepa », filippa, era la donna che, quando una
giovane orfana madre durante
si
sposava, fungeva da
cerimonia religiosa. Ridurre in filo; fare Detto anche del vino guasto. dri a óna. Far la corte a una, la
Filér, tr. Filare. filo.
il
File' I
Antonio le donne non dovevano filare, perchè avrebbero filato la barba del Santo al quale si attribuivano queste parole. Se fa n' u m' vu unuré' / no' m' spudacé', Se non mi vuoi onorare non mi sputacchiare. Filèr, sm. Filare di viti o d'alberi.
La sera
di
S.
PI. Fil>r.
Filèt,
sm. Filetto, Ornamento sottiCarne della lombata.
Filetto.
le. I
med.
(Lat.
PI. Finél.
Finestra, sf. Finestra. Finèstar. (Lat. fenestra). Finghérd, agg. Simulatore. PI.
PI.
F.
érdi.
PI. Finistròt.
Fióba, sf. Fibbia. Fiób. (Lat. med. fiuba, GLE; dal Fiòc, sm. Fiocco, Nappa. PI.
PI. Fiòc.
(Lat. med. fiochus, fioccus).
filettus,
filetto,
ornamento
Fiola,
dor-
sf.
Elemento
Figlia,
Filòn 'd pan. Filone di pane. Forma allungata di pane. (F.) Persona Filò§of, sm. Filosofo che prende le cose con filosofia. |
Filosofi,
sf.
dre e
mezzo
di
nel
ometti del bigliardo.
Fióm, sm. Fiume. Fiòm. Let de f.. Alveo. Letto
'
Foce. Pasé a gvàz
gioco
ma-
Boca de
e'
fiòm,
Guadare
il
fiu-
sm. Fiore.
PI. Fiùr.
Filtro.
I fiur piò brot j' è evi de vén, più brutti sono quelli del vino.
Fìltar.
(Lat. tardo filtrum). Filtèr, tr. Filettare. Prt. Filté
Fioralìs,
m.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Fiordalìs,
I fiori
Fioraliso.
Centaurea cyanus Gallizioli, Op. Cit.
(
PI.
tr.
a
me. Fior,
Prt. Filtré
registro
PI.
PI. Filót.
sm.
di
figlia.
fiòm.
Filosofia.
sm. Fila
Figlia.
PI. Piòli.
j
Filtrèr
dal
PI. Fiùl.
sale.
Fìltar,
GLE;
sf. Chiara d'uovo montata. sm. Figlio
Fiòl,
sm. Filo di ferro. Filipina (V. filepa). Filòn (dia schéna), sm. Spina
Filòt,
fiocco,
lat. fibula,.
Fiòca,
Filfer,
PI.
—
Finistrón, sm. Finestrone. PI. Finistrón. Finistròt, sm. Finestrino.
OLE).
agli
Finghérd érda
—
lat.
Filèt.
PI.
^
Ultima prova.
PI. F.
Filare.
(F.)
Filza, sf. (V. sfilza). Filza 'd curèj, Filza di coralli. (Lat. med. filza. DEI e OLE). Finél, sm. Finale. PI. Finèl. Ultima partita Fincla, sf. Finale.
j
(v.
L.).
Fioralis).
Fiòrdamòrt, Crisantemo. Filtrare
|
Penetrare.
Fior dal ranèl. Ranuncolo (A. Spallicci).
FIOR
Fior 'd pasiòn. Fior di passione. Passiflora. (Passiflora coerulea L.). Gallizioli,
Op.
Fi|òla,
da Clemente Vili. Rimane il detto s' avdrén a la Fira a Lug ». (Lat. med. fiera, fiera, GLE; dai lat. e
:
A
festa).
feria,
Firma, sf. Firma. PI. Firóm. Firmér, tr. Firmare.
Firme
Prt. PI.
F.
PI
—§ — éda F. — édi.
Fi^a^iòn, sf. Ossessione.
Fissazi.ne,
Idea
fissa.
PI. Fi§azión.
Fi§é,
prt.
—
éda
—
édi. Fi§ér, tr. Fissare Guardar fisso. Stabilire Determinare. Prt. Fi§é
Fisul (o Fisol), sm. Svasso cornuto. Svasso forestiero. (Antico Fisolo). Fisul dal j' urècc zali. Svasso picco-
[
Sv.
lo,
dal
Fiubadùr,
Prt.
sf.
Fischiata.
usando
del
« fiubé' »
l'estremità
in
cui
si
fibbia.
Fiubé
fiocchi
i
intr.
(F.)
Fioccare,
Cadere
a
Tempestare.
Fiuchìn, sm. Fiuchìn.
Fiocchetto.
Fiumana,
Fiumana, Piena.
Nappina.
PI.
sf.
Im-
pluvio, Linea d'intersezione di due ver-
tore.
Fis-ciarén
santi.
éna
PI. F.
—
PI.
éni.
sm. Fischietto. Intestino di maiale, usato per fare il « salame con aglio » detto « e' salàm da l'aj ». Fis-cèt.
Fis-ciarlèr,
Fis-ciòn,
Fiumàn.
sm. Fiumicello. Secondo Pietro Reggiani, La Pie. Anno XX, n. 5 6. dove ora pas.sa lo scolo Fiumicello, scorreva, nel IV e V secolo, il Vitis Flumen che si gettava nella Fossa Angusta a nord di S. Lorenzo in Vado Rondino, l'attuale S. Pietro in Vincoli Fiuitisel,
Fis-cèt,
PI.
la
Fiuchér,
\
—
Azione
—è F. — éda PI. F. — édi.
Fé' al fis-cédi, Prendere a fischi, Fischiare. Fis-cèr, intr. Fischiare. Sibilare. Fis-ciarén, sm. Fischiatore, ZufolaPI.
sm.
(V. Fiubér).
PI.
PI. Fis-cèdi.
P.
Co-
(0 Fìsol). Fisulàz, sm. Mergo oca. Smergo segatore, Smergo a becco lungo. PI. Fisulèz. Fisulera, sf. Strologa minore. Strologa piccola. PI. Fi.sulèr. Fisulìn (o Fisulèt), sm. Tuffetto, Colimbo minore, C. piccolo, Tuffolino, Tuffetto rosso. Figura, sf. Fessura, Spiraglio. PI. Fi§ùr. (Lat. fissura, DEI). Fituéri, sm. Aifittavolo, Fittuario.
taloni,
—è éda PI. F. — édi.
I
turco,
PI. Fisul
trova
—
Fis-céda,
nero, Sv. C. turco.
i
:
'
F.
collo
lombo orecchiuto,
i
PI.
Festicciuola.
sf.
Bastonatura, Batosta a suon di busse. Fiubèr, tr. Pichiare, Menar botte. Questo verbo à avuto origine dal fatto che una volta i genitori picchiavano loro bambini con la cinghia dei pan-
Fi§è
PI. F.
Fistacina, PI. Fistacìn.
[
data cosa. F.
Fisciù. Fazzoletto da collo
sf.
(Voce antica non più in uso).
PI. Fituèri.
Maniaco. Fissato. Tutto compreso in una
agg.
Ossessionato. PI.
queo). PI. Fis-ciòn.
Cit.
Fiòz, sm. Figlioccio. Fira, sf. Fiera. Grande mercato di bestiame. Nel forlivese, « fira », è anche una festa tradizionale. Famosa in tutta la Remagna è la fiera di Lugo, « La fira a Lug », che risale a un antichissimo privilegio confermato da Giovanni IV_ dagli Estensi «
FIUM
155
tr.
sm.
Fischiettare.
Sirena
(a
vapore
ac-
FIUR
FOLA
156
Don M. Mazzetti dice che il Fiumicello è l'antico « Plumisellum » il quale sfociava in mare presso Classe.
F. Flò§a
(Lat.
PI. Flòt.
Fiuradìn. Fiuré prt. agg. Fiorato. PI. Fiurè
tacolo o
med. flumisellus. OLE). Fiuradìn, sm. Fiorellino.
—
—
F.
—
Fiurèt,
coloro
tutti
che
».
sm. Fienile, Cascina.
Fnimént, sm. Fine, Compimento. Fnir, tr. Terminare, Portare a termine. Completare, Compire. Prt. Fnì
sm. Fioretto all'occhio. Che-
sf.
— — ida PI. F. —
Fioritura.
PI.
ì
F.
intr.
Fiorire.
idi.
Prt. Fiurì.
(Lat. finire).
PI.
Fnòcc, sm. Finocchio. Fnócc. jFnócc sambédg, Finocchio
ì
PI.
F.
idi.
Cerretano. Flabòt, sm. Flebotomo (F.) Ciarlatano. (Lat. tardo phlebotomus, chi cava sangue. DEI). I
Flamòn, sm. Flemmone. (Lat. med. flegmon, GLE). Fla?èl, sm. Subisso, intinità.
]
Firenze, Barbera, 1952. Flèpa, sf. (V. fìlèpa). Flévt, sm. Flauto. PI. Flèvt. Fló§, sm. Flusso, Dissenteria. lat. fluere, scorrere). « fìuss »
al
canto IV,
st.
I,
Ch' u diarrea
t'
e' flo|!,
Che
(Dal
XVI) col
ti
Flò§,
Fló§
agg.
Foglia.
sf.
;
Fogliame.
Fé' dia foja, Raccogliere della foglia bachi o per il bestiame). i Ande' a la fója, Recarsi a raccogliere foglia (per bachi e bestiame). Far la frasca.
voce
c'è
signif.
venga
la
!
stoffa). PI.
vègna
Fója,
Finocchieto.
j
attuale. I
sf.
(per
onomatopeica che imita il verso dell'uccello che è un lamento. Deriverebbe quindi dal latino fleo. Voce onom. è considerata pure dal Diz. Etim. Ital.,
(sec.
Fnucèra, Fnucèr.
PI.
PI. Fój.
(V. Sna?;èl). Fléna, sf. Pavoncella, Fifa. PI. Flén. Secondo F. Serantini « fléna » è
poema Pulon Matt
selvatico
(Foeniculum vulgaris).
|
Nel
hanno
PI. Fnìl.
ènti.
Fiurèt.
— — ida PI. F. —
vi
Con termine più appropriato
detta « bagnadura
è
Fnìl,
Fiuridùra, PI. Fiuridùr. Fiurìr,
di
tervengono
ratite. PI.
sf.
lavorato.
édi.
Fiurént énta
—
Flotta.
•
Fiurént, ps. Fiorente.
PI. F.
sf.
Fine, Termine di uno spetlavoro. Finita. Ben fnida. Festa che si fa al termine della costruzione di una casa a cui in-
èda
PI. F. PI.
Flòta,
Fnida,
PI.
F.
PI. F. Flòsci.
Floscio (detto di tessuto,
[
Magne'
la
(F.)
fója,
Entrare
in
ma-
lizia. '
Tarme' coma una
me
fója,
Tremare
co-
foglia.
Con
si indica anche il tabacpipa. Forse come l'it. antico (1193) « folea », che indicava la foglia da concia. (Lat. tardo folio). Fój, sm. Foglio. '
« foja »
co
da
PI.
Fój
fój», il giornale. (Lat. folium, di papiro. DEI). Fojavérd, sm. (V. Foravèrd). Fòla, sf. Fiaba, Favola. Il dialetto non fa distinzione tra fiaba e favola. PI. Fòl. Personaggi delle fiabe romagnole sono « e' lóv », il lupo « la félda », la fata ]
« E'
foglio
;
;
FOLG mèg
« e'
FORM
157 dal
set
test
il
;>,
mago
dalle
« la mój de még », la mosette teste glie del mago; «i lèdar », i ladri; «e' Re 'd Partugal », il Re del Portogallo » « la vcina » ch,e può essere una fata, ;
;
una strega o una semplice vecchina; Mingón », Domenicone, tipo di campagnolo bonario e credulone ma, alla
«
capace di sottili trovate; sbrana liòn », sbrana leoni « spaca muntàgna », specca monti « macafér », battiferro o rompiferro « e' re », il re «la regina (o moj de re)», la regina; « e' fiòl de re », il principe ereditario « la fiòla de re », la principessa « Panucìn », Tutolino, omino piccolissimo che può passare per il buco di una serratura). Cunté' una fòla. Narrare occorenza,
«
;
;
;
;
(Lat.
}
mente regolare
una
fiaba.
Fòla, fulanta » era l'inizio delle antiche fole rimate. « U j'era una vòlta » (c'era una volta) era l'inizio delle fole in prosa. I
rimato nascondeva un vecchio scherzo al bambino avido di fole, ed era « cun e' furmaj », col formaggio, cioè con lo scherzo, infatti diceva: «Fòla, fulànta, la mi cavala bianca la va so pr' e' mur e... (qui il nome del bambino) u j va a liché' e' cui ». Il bimbo s'impermaliva e per rabbonirlo ci voleva una fola buona. Par fé' la fòla curta, In breve.
Spesso
l'inizio
I
Fólga,
Folaga.
sf.
PI. Fólg.
Fòlp, sm. Polipo. (Della famiglia dei celenterati).
Fulp.
PI.
Fóm, sm. Fumo. I
Vapore acqueo.
j
j
fu-
n' era
un fóm
!
Ce n'era una
gran quantità! (Lat. fumus).
Fóma
PI. PI.
sf.
Pipa.
Fóm.
Fon,
Fon
PI.
P.
Fónd Fónda
Fóndi. Fónz, sm. Fungo. PI. Fónz. (Lat. fungus). Fór sm. Foro, Bucherellino. tura, di spino, d'ago o d'insetto. PI. F.
E»un,
Inie-
zione. PI.
Fur.
sm.
Fóran, cere
il
pane
Bota de
Fórno, j
Forno per
cuo-
F. di cottura.
Chiusino,
fóran,
I
Serranda
del forno. PI.
Fùran.
fornus, DEI). Foravèrd, sm. Parola formata da «fura e' vèrd », fuori il verde. Gara che consiste nel sapere conservare il più a lungo possibile, in tasca, verde e non (Lat.
sciupata, una foglia di sempreverde; e a essere pronti a farla vedere ogni volta che la persona con cui si è in gara chiede di vederla con la richiesta: «foravèrd ». Dice il De Nardis che antica)
Far
mo.
U
50 tornature).
Fónd, agg. Profondo.
la gara (generalmente fra modurava tutta la Qua roso e morosa
Fóm.
Fé' de fóm, Fare del fumo,
I
almeno
terra di
mente
Polvere.
PI. I
'
Pietro Reggiani.
».
Fondo, Letto (di corso d'acqua) PI. Fónd. (Anticam. un fondo era un corpo di I
;
;
funis).
Fondo. Fónd, sm. Podere. Da Fundus latino, che era un podere che misurava m. 714 per lato ed era limitato da corsi d'acqua e da strade. A valle della Via Emilia fino alle paludi « la nostra pianura appariva come una immensa scacchiera matematica-
sf.
Fune.
.
Si considera anche maschile e, al plurale, fa «j' afón », mentre al fem. fa « al j'afón».
concludeva la domenica avanti Pasqua. Nelle Ville Unite è chiaresima
e
si
mato
« fojavèrd », foglia verde. Fórca, sf. Forca. Forcone, Bidente
legno. Fóro. (Lat. furca). di
PI.
Forma,
ma
sf.
parnoi giano. PI.
Forma, Struttura. Formaggio di
(da scarpa ì.
Fórom. forma)
(Lat.
'
Fortipo
FORS Fórsi, avv. Forse. Fort, agg. Forte, Resistente.
PI.
Acido
Furt Fòrta
PI.
F.
PI. F.
FRAS
158
F.
—
—
PI. F.
—
e'
Diventar acido, Pren-
fòrt,
(Lat.
I
der d'aceto.
Dvinté'
|
Divenire
[
•
Acidità. Furt. Fòs, sm. Fosso. Zanella. PI. Fós. Fé' de fòs, Scavare un fesso. Salté' e' fòs, (F.) Passare dall'altra ;
parte.
U
un fòs senza dò riv, Non un fosso senza due rive. Questo per dire che in un litigio c'è responn' s' fa
ferator.
GLE).
Ferratura
sf.
Fradur med. feratura. GLE). Fragulèr, sm. Frafolaio
Lat.
PI Fragulir.
Fra&ulón, sm. Magiostra. Fragola ma-
PI.
]
med.
PI.
(
I
édi.
Fradùra,
Inacetire.
fòrt,
Fé' fòrt. Acetire, Inacetire, acido. Lat. fortis, forte). Fòrt, sm. Forte, Fortezza.
I
—
Fradór, sm. Maniscalco PI. Fradur.
Fòrti.
Ciapé'
è
éda
giostra. PI Fragulón.
Frajol, sm. Ferraiolo. Ampio mantello in uso. Dall'arabo ferjùl (blusa di lana). PI. Frajùl.
non più
mensioni ridote.
Framént, sm. Ferramento. Framént. Frampùl, m. Forlimpopoli. « Forum Pepili. Era uno dei quattro fori della via Emilia di cui fa menzione Plinio... Fu distrutta dai Longobardi nel
PI.
666;
fa
si
sabilità
da
Fò§a, Buca,
sf.
I
j
tutt'e
due
le parti.
Fossato. Tomba. Fossato grande. Canale di di-
Fossa.
|
\
Fòfi.
Ave' un pè int la fò§a. Essere tra la vita e la morte. Fóst, sm. Fusto, Intelaiatura, Stelo. Recipiente, Barile.
\
!
PI. Fóst. sf.
\
|
Albomoz,... che la fece barbaramente spianare e spargere di sale ». G. Pasolini-Zanelli.
A Frampùl
legnate. frac 'd bastuné. legnate, di bastonate.
di
Un
Un
rovescio di
Fracàs, sm. Fracasso. Frachè§. Fradèl, sm. Fratello. PI. Fradèl.
PI.
(Lat.
frater;
Fradiéss, Prt. Fradlé
indoeuropeo bhrater).
rfl.
Affratellarsi.
bursarùl,
di
fagioli e
to
'
I
riedificata dai Forlivesi nel 1042; nelle mani del cardinale
da questi passò
]
Sproposito. Cosa da nulla Buscherata. Motto salace. PI. Fóti. (Francese, faute). Fótar, tr. Coire Imbrogliare, Fregare, Buscherare. Prt. Futù o Futi PI. Futù o Futi F. Futùda, Putida. PI. F. Futùdi o Putidi. Fótt, esci. Capperi!, Altro che!... Fra, prp. Fra, Tra. Frac, sf. Carico, Rovescio. Un frac 'd bót, Un carico di pugni. Fóta,
PI.
i
sèmna
di fasùl e e'
nès
A Forlimpopoli seminano
nascono borsaioli. (E' un
det-
canzonatorio). Franér, intr. Franare.
Prt.
Frane
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Frangizòl, sm. Frangizolle. Frangvél, sm. (v. Fringuèl). Pranza, f. Francia.
Frànga, Franz.
sf.
Frangia.
PI.
(Lat. med. frangia (1401), dal francese antico «frenge»; sec. XII). Franzès, sm. agg. Francese.
— — è§a PI. F. — PI.
is
F.
Fràpa,
è§i. sf.
Frappa, Frastaglio.
Frap. (Lat. med.' frappa. GLE). Frà^an, sm. Frassino. PI.
FRAS Frè§an.
PI.
FRIN
159 Nuovo, Recente, Non
;
Fogliame
Frasca. PI. Fras-c (alberi in genere).
Pi.
Fra
PI.
Frasca
Tra I
(Lat.
'1
sf.
fras-c,
med.
P. Frésca F. Freschi
gli alberi.
'
Fratazén.
Fratémp, sm. Frattempo. Fré, sm. Frate. PI. Frè Idrovoro a vite elicoidale. T'a n' si miga e' fiòl d'un fré!. Non sei mica il figlio di un frate! (cioè^ non sei mica trasparente!). Queste parole vengono rivolte a. colui che venendosi a trovare davanti al lume impedisce ad I
I
di
(Lat.
fracidum da
U
Fred. n'è fred
do se non E' frèd
I
u n'è
s'
il
nostro).
'd vént.
Non
è fred-
freddo è
il
Il
(Lat. frigere, arrostire). Fri, agg. prt. Ferito, Tocco (V. Frir) sm. Ferito.
Frègula,
sf.
sf.
Ferita
Fitta,
Dolore acuto.
PI. Fri di.
Fridulèz, sm. FreddoUno. Brivido di freddo.
(il
(Ravenna, 1637 «ferrata», inferriata). PI. Frégul.
Frèt
F. Frèta PI. F. Preti.
Frida,
pédar ad tòt i Sént, padre di tutti i Santi e'
freddo, che solitamente si fa sentire alla fine di ottobre, tiene a battesimo tutti i Santi); infatti un altro proverbio dice: Sént i gvént », per i Santi i « Pr'i guanti Fréda, sf. Inferriata PI. Fred.
I
intr. Sfrigolare.
è di vento. l'è
GLE).
Frèza, sf. Freccia Lancetta di orologio. PI. Frèz (Rav. 1510, freza). Frè?ar tr. Friggere
PI.
cui, fra gli altri, l'ummarchigiano « fradio »
bro « frado » e il coi quali si spiega Fred ,sm. Freddo
(Lat. med. friscus, fresco, Frèt, sm. Fritto, Frittura, agg. Fritto PI. Frét. F. Frèta PI. F. Prèti.
Prt. Frét.
vedere. Fred, agg. Fracido.
altri
PI.
sm. Fresco, Frescura.
frasca, frasca d'albero, sec.
XIII; GLE). Fratazén sm. Fraticello. PI.
vizzo.
Frès-c
•
Fridulèz. Fridulòs, agg. Freddoloso
PI.
PI Fridulùs F. Friduló§a PI. F. Fridulósi.
Frignér, int. Prt.
Frignare,
Piagnucolare.
Frigné
Frignèr, sm. Piagnucolio. Frina, sf. Bottone di ferro.
Fragola
Frégual.
Frégual sambédghi. Cinquefoglie. Frén, sm. Freno Tnè' a frén. Tenere a freno.
Frini.
PI.
Nella parlata moderna « frén » è una forma che non si usa se non nella frase di cui sopra. Si adopera « freno » che
Frinéda, sf. Frenata. PI. Frinédi. Frinèr, tr., intr., Frenare. Prt. Friné è PI.
è invariabile.
F.
j
Frégna, Frègn.
sf.
Piagnucolona.
PI. F.
— —
—
—
édi.
Fringuél, sm. Fringuello
PI.
Frér, tr. Ferrare, Mettere Prt. Fré è PI. F. éda édi. PI. F. Frès-c, agg. Fresco
— — éda
i
ferri.
PI. j
Fringuèl
Fr. ad pa§, Fr. di passo. Fr. franciscón, Fr. che fa « francesco-
mio
».
F. Fringuéla PI. F. Fringuèli
FRIR
FRUL
160
Fr. 'd muntàgna, Pr. di Frìr, tr. Ferire Prt. Fri I
monte.
PI. Frol.
Fróla-òv, sm. Frullino. Arnese per far spumeggiare, per sbattere le uova.
PI. Fri
F. Frida PI. F. Fridi. (Lat. ferire).
PI. Fróla-òv.
Front,
Friscòn, sm. Colpo di freddo. Ciaun friscòn, Prendere freddo. Friziòn, sf. Frizione. Congegno mec|
canico che facilita
i
cambi
di velocità.
Friziòn.
Frócc, sm. Foratoio. Strumento di legno duro o di ferro per spannocchiare Stilo. I
PI.
Frócc.
Frod, sm. Guaina per armi da taglio, Fodero. PI. Frud. (Sec. XIII, fòdero, guaina della spada. Da un supposto longobardo e franco fodr, guaina della spada. DEI). Froda, sf. Fodera PI. Fròd. (Lat. med. sec. XIII, fodra, DEI; e fro-
GLE). Frógn, sm. Mattone
da
di
ferrigno. Per
un
eccessiva cottura ha subito
un processo Frógn
di
vetrificazione.
PI.
Fról, sm. Frullo. Frullo, macchina per sgranare le pannocchie del granone. I
Capriccio Frullino (detto anche « fróla òv » frulla uova. PI Fról Fról dia finèstra, Nottola. Nottolino. Fról de pajér. Frullo dello stollo, Segnavento. Fról de' magnàn. Trapano da calderaio Frol de furmintón, Sgranatoio. I
i
I
I
I
front, Di fronte, A confronto, A paragone. Fé' front, Far fronte. Rispondere, Rendersi garante. Sostenere spese elevate rispetto alle proprie possibilità. Sté a front cun dj' étar int una compra. Condividere spese e responsabilità con altri in una comp>erà. Frànta, sf. Fronte. PI. Front. Fróst. sm. Frusto. Verga di legno appuntita o aperta a j
Ad
!
j
mo'
di forcatella per cuocere carne sulbrace o rosolare pannocchie tenere di granturco.
la
PI. Fróst.
Frósta,
sf.
Frusta.
Frót, sm. Frutto (albero e frutto). Frutto. Reddito. PI. Frót. Fróta, sf. Frutta. Frucèr, tr. Forare, Bucare. (F.) Frugare. Frucìn, sm. Frugolino, Bambino che fruga dappertutto. PI. Frucìn. I
Frucina
F.
PI. F.
Frucina.
Fruciòt, sm. Colpo di foratoio, di lo, di lama appuntita. PI. Fruciòt. (Viene da Frócc).
Pruder,
tr.
Fról, agg. Frollato. Detto di pollo o altro animale lasciato
Rivestire. Prt. Prude
a frollare. PI. Fról
P.
P. Pròli. Frola, sf. Frullo. Balocco che consiste in un osso che si fa girare mediante una funicella infilatavi in un foro praticato nel mezzo. Trottola ottenuta con una gallozzola
Foderare
!
—è — éda PI. P. — édì.
PI.
F. Fróla
I
Co-
Front.
PI.
I
PI.
|
PI. Fróst.
01335).
difetto
sm. Fronte di eserciti
spetto.
pé'
PI.
quercia e uno stecchino.
di
(Lat.
med. fodrare
Frudèta, PI. Prudèt.
sf.
|
I
GLE).
Frulèr, tr. Frullare (il granone). Frullare uova. Sbattere uova Agitare Girare su sé stesso. |
I
e frodare.
Federa, (Foderetta).
sti-
FRUL Frullare.
j
;
Frulón, sm.
agg.
Capriccioso,
Inco-
stante. PI.
F.
]
I
Frulòni.
PI. F.
]
Farnia (quercus pedunculata). Così chiamata perchè con le sue foglie secche che rimangono attacFi-ulòna,
al
sf.
ramo
tutti
l'inverno
frulla
e
fruscia. PI.
».
Frum§èt. Fruntón, sm. Frontispizio Frontone. PI. Fruntón. Fruste, sf. Frustata, Colpo di frusta. PI.
;
Fruste. Frustén, sm. Staffile, Frustino. Frustér, tr. Frustare. (Più usato De' dia frósta).
PI.
Frustir, F.
—
(Lat.
agg.
Forestiero
iri.
med. forasterius, GLE).
Frut, sm. (v. Frót). Frut e Frót. Fruta, sf. (v. Fróta). FrutaròI, sm. Commerciante in frutta Fruttivendolo. PI.
I
PI.
Frutarul
F. Frutaròla PI. F. Frutaròli.
(Lat.
med. frutarolus,
chi
vende
frutta.
GLE). Frutèr, tr. Fruttare, Rendere. Prt. Fruté.
Frutèra, PI.
Fug sambédg, FMoco
sf.
Frutteto
Fmtér.
Frutèt, sm. Frutteto. PI. Frutit.
Fucila^iòn, sf. Fucilazione PI. Fucila^ión. Fudghér, intr. Grufolare, Scavare col grugno (detto dei maiaU). Dice il Plaustro « E' proprio il « fodicare » dei porci di Orazio e di Cicerone ». (Dal lat. fodigare?)
Fug, sm. F\ioco, Focolare
I
j
Rugé' E'
e'
fróla
Brontola
salvatico, volati-
il
Gridare
bambini)
fuoco. 'd nuvité. l'è sègn e' fug: fuoco: preannuncia una no-
fug,
al
vità.
pr'e' fug. Chiedere un La bragia che servirà per accendere il fuoco si chiama «la sménta de fug», la sementa del fuoco,
Ande' imprèst
I
po'
i
Ira
—
I
lorarsi.
di
fuoco.
Madóna de fug, B. Vergine « Madonna del Fuoco » è
La
Frustir
PI. F.
I
i
Frumsèta, sf. Forbicina o Forfecchia. La più comune è la « forficula auricu-
Pi.
I
co, vago. Erpete, (specie dei
Frulòn.
laria
Incendio. Fug. E' fug e' pian?. Il fuoco sfrigola. E' mògia e' fug. Il fuoco brontola. Ciapé' fug. Prender fuoco, Accendersi Fug amòrt, Fuoco spento. Taché' fug, Appiccare il fuoco. De' fug, Appiccare il fuoco. Accendere Fé' e' fug. Far fuoco e fiamma, Acca-
PI. I
Frulòn Frulòna
cate
FUG
161
del Fuoco. la
patrona
della città di Forlì, e si festeggia il 4 febbraio. Narra un'antica cronaca che la notte del 4 febbraio 1428 un furioso incendio bruciò la casa di un certo Lombardìno da Riopetrosa, maestro di scuola, lasciando intatta un'immagine della Madonna che era appesa a un muro. II fatto portentoso fece gridare al miracolo e l'immagine « venne posta nell'antica
cappella di
San Bartolomeo (ora
del Santissimo Sacramento) della Cattedrale per volere di mons. Domenico Capranica arcidiacono della Diocesi, e più tardi (1636) trasferita... in un'apposita... cappella » L. Servolini, Mosaico di
Romagna.
Questa Madonna era anche
la protettri-
ce dei salinari di Cervia i quali, nel giorno della Sua festa mandavano a Forlì una loro rappresentanza col Crocifisso per portare offerte all'immagine della Vergine e partecipare alle funzioni. Ligrè^a, ligrè^a, Madunéna banadeta Madunéna da Furie, fé ligrèja nenc a me, (Placucci, op. cit.). Così dicevano, dal monte al piano, i contadini, accendendo fuochi di allegrezza per la Madonna del Fuoco. |Avè' e' gat int e' fug, Avere il gatto nel focolare. Significa non aver nulla da mettere a cuocere, non aver nulla da '
;
FUGA
FULM
162
mangiare. Fug » conserva come il lat. focus il signilicato di fuoco e focolare. Fuga, sf. Fuga, Fuggita. Voga. PI. Fug. Ad fuga, Di fuggita, In fretta. Fugaréna, sf. Focarina. Falò che si accende nei campi, sull'imbrunire, gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre giorni di marzo. « Intorno alle focarine dice L. Servolini sono fiorite diverse leggende, ma è indubbio che si «
vocazione alla luna, esclude qualunque accenno a Marte o al Sole. Per superstizione non si potano le viti nei giorni delle focarine per timore che I
secchino.
si
I
]
—
—
tratta di ]
un
rito propiziatorio
—
pagano
».
Fuochi del calendimarzo dice ancoil Servolini in Mosaico di Romagna un avanzo di costumanze pagane che ricordano gli altari di erbe e ramoscelli che si bruciavano in onore di Lucina, dea dei parti, nelle calende di ra
—
...
marzo
».
Una
poesiola che veniva declamata da fanciulli e fanciulle, facenti il girotondo intorno alla focarina, dice: « Lóna, Léna mérz, / una spiga fè?a un bére; / un bére e una barcheta e una ghèba d'uva seca ». L'invocazione alla Luna fa pensare a Diana Lucina che, fra i molti attributi, à pure quello di protettrice dei I
bimbi e delle donne; patrona della plebe e degli schiavi, dea della luce e del giorno nel senso della vita. Con le focarine, l'umile gente dei campi, voleva forse propiziarsi la Dea, perchè tutelasse anche il risveglio della vita delle piante.
Gaspare Bagli ricorda un bando
di Car-
Malatesta, del 1379, che proibiva di marzo con fuochi perchè ricordavano troppo usi pagani (G. Bagli. Bandi Malatestiani). Pratella (Romagna intima) crede che con le focarine si salutasse il Dio Sole identico, nei tempi remotissimi, al dio Mavors (Marte), dio dell'anno, della primavera, del lampo e del fulmine, della gioventù e della guerra. Il Pratella avvalora la sua tesi col fatto che Marzo (mese dedicato a Marte) era il primo lo
festeggiare
dell'anno.
Col volger dei secoli è lecito anche supporre che riti diversi si siano fusi insieme; ma la cantilena riportata, di in-
Fugarén.
PI.
Fugatili, sm. Focherello.
Fugati n. Fughèsta, sm. Fuochista. PI. Fughèsta. PI.
Fughèt, sm. Scatto di nervoso, di rabBizza.
bia.
Fugón, sm. Focone. Focolare mobile, rudimentale, per scaldare acqua o cuocere caldarroste. PI. Fugòn. (Accrescit. di «fug», fuoco). Fugòn, sm. Focone. Foro delle armi da fuoco per dar fuoco alla polvere.
Fu.jàm, sm. Fogliame. Fujarola, sf. Foglia morta. Foglia secca. Foglia caduca. PI. Fujaròl. Fujàza, sf. Trinciato. Tabacco da pipa. Fujèt, sm. Foglio cereo con faccettaFoglietto. tura usato in apicoltura PI. Fujét. Fujèta, sf. Foglietta. Corrispondeva a i'4 di Boccale (1. o, 33) PI. Fujèt. (Probabile diminutivo del lat. phiala, v. I
fiéla).
Fujòn, sm. Lappa, Bardana (Grapèla) (Arctium Lappa). Molto usata dai contadini per proteggere dal sole le tenere piante di pomodoro, di peperone e di melanzana dopo il trapianto. PI. Fujòn.
Fulèsta, sm. Narratore di fiabe. Fulèsta. Folletto. Fulèt sm. Vortice di vento PI. Fulèt. Fùlmin, sm. Fulmine. Folgore.
PI.
Fùlmin. Fulminànt, sm. Cappellozzo per cile a percussione. PI. Fulminént. Fulminèr, tr. Fulminare.
PI.
Prt. PI.
Fulmine
—è
fu-
FULT
—
F.
FURC
163
éda
PI. F.
—
édi.
«
Fundir, sm. Fondiere. Fondiere » era l'agente
PI. Fult
un Capo
F.
PI.
Fult, agg. Folto, Fitto.
—a
PI. F.
—
i.
Nèbia fulta », Nebbia fitta. Fumadór, sm. Fumatore.
PI.
F.
Fumadùr
—
òri.
Fumàja,
mo
che
Fumèa
sf.
(sec.
XIV).. Fu|
vertà. « ga col fatto
che,
una
volta,
i
poveri
alimentavano il fuoco con foglie secche (fujaròl) che riempivano la casa di fumo. Fumaréna, sf. Fumaria.
(Fumaria officinalis L. ;. Fumarol, sm. Fumaiolo. Legnuzzo carbone mal cotto che tra l'altra brace fa fumo. (Dal tardo lat. fumariolum, diminutivo
fumarium). Fumarùl. Fumé, sf. Fumata. Nuvoletta di fuFumata (di pipa o sigaretta). mo. Fumata è anche per i fiocinini quel pò di torbido che si forma sopra i due di
PI.
I
della tana del buratello (buratèl) che è indizio della presenza del pesce. fori
Fumé
PI. 1
fiocina.
Fumént sm. Fomento. Fumént. Fumér, int. Fumare. Mandar fumo, Emettere vapori.
PI.
I
tr. I
Prt.
Fumare
sigari,
sigarette,
valle.
carico.
Funziòn. Funziunamént, sm. Fimzionamento. PI. Funziunamént. PI.
Funziunér,
la
pipa.
Fumé
—è — éda PI. F. — édi.
[
[
|
meno
che...
De' fura. Uscire, Sbucare, Sortire. E' d'fura, Il di fuori. Infùra, Infuori. (Lat. foras).
I
j
Furadùra, sf. Foratura. Furadùr. Furadvi (V. Vi). Furàffg, sm. Foraggio. PI. Furègg. Furb. agg. Furbo, Astuto, Scaltro.
PI.
Furb
—
a
F.
F.
Fundari, sf. Fonderia. PI. Fundari. Fundàz, sm. Fondaccio (peggioratiFeccia, Fondiglio, Posatura. vo) PI. Fundè^. Fundél. sm. Fondello. PI. Fundél.
Furbité, Scaltrezza. PI. Furbité.
PI. F.
I
Fundéna, PI.
F^indén.
sf.
Piatto fondo.
Azio-
I
PI.
PI.
Funzionare,
intr.
nare. Funziunèri, sm. Funzionario. PI. Funziunèri. In fura, Infuori; Fura, avv. Fuori Ad fura. Di fuori Par'd fura. Di fuoFura che..., A ri; Infuori, All'esterno
I
Ande' a fumé. Andare a fumate con
la
responsabile
nella Standiana.
Funghèt, sm. Fumicatello. Cosino nero che sembra affumicato. Funtàna, sf. Fontana. PI. Funtàn. Funtanéla, sf. Fontanella, Zampillo. PI. Funtanèl. Funziòn sf. Funzione, Compito, In-
mantiene basso. (F.) PoFumàja », per povertà, si spiesi
valle
1
Fum adora
PI. F.
di
Fundir. Funerei, sm. Funerale. Si prendono ancora, in campagna, tutte le precauzioni per evitare che due funerali abbiano a incontrarsi, perchè si crede che se si incontrassero accadrebbero disgrazie.
« I
tratto
di
—
i.
sf.
Furberia.
Furcadèla, sf. Forcatella. Furcadèl. Atrezzo usato per cavare
Accortezza,
PI. I
le
barba-
bietole.
Furcalón, sm. Forcale più grande del normale con quattro o sei rebbi.
FURC
FURM
164
Forcalone.
PI. P.
PI. F\ircalòn.
Furchè, cong. Fuorché. Purché, sm. Forcata, Quantità di fieno o paglia che può stare sulla forca sul forcale. CoIpK) di forcale
1
e§i.
j' è .'ja§anén, I forlivesi sono scioccherelli. (Cosi dicono i Ravennati, e i Forlivesi ribattono che i Ravennati volevano fermare la fiumana con
schioppe).
le |
—
furli§
1
;
Ferita da rebbi.
Furmàj, sm. Formaggio
Furcalé. Furchél, sm. Forcale, Tridente di fer-
(F.) Scher-
;
P\.
zo.
ro.
pas, Formaggio passo. Cosi è chiamato perchè si stende, non sta
Furchèl.
PI.
Furcòn, sm. Forcone, Forca a due o tre rebbi di legno o di ferro. Operaio che lavora alla manutenzione I
campo. Furcón. (Lat. med. forconus. GLE). Furér, tr. Forare Bucare
del fieno nel PI.
'
]
Pungere.
Furé
Prt.
Purméj.
PI.
Furmàj
]
intatto.
(«Pas»
passus prt. di pandechiamato anche « furmàj tumén » formaggio tomino, dal lat. med. « formagius tominus », cacio fresco, tenero, di forma tonda. GLE). Fé' un furmàj, (F.) Fare una piccola
—é — éda PI. F. — édi.
Furmalité, Furmalité.
PI.
forare). Furest, sm. agg. Forestiero (F.) Selvatico. Conserva i due significati
loso
PI.
F.
antico «foresto». (Dal v.
lat.
tardo
DEI).
Furèst
—
PI. F.
està
—
ésti.
Furesta, sf. Foresta. PI. Furèst. (Lat. tardo forestis, selva, foresta). «
sf.
Formalità.
sf. Formella, Tumoretto calpasturale del cavallo.
Furméla,
(Lat.
foresta,
;
1
FI.
dell'it.
lat.
buia.
F.
forestis,
dal
stendere )
re,
PI. Furmèl. (Dal lat. med. furma, malattia al piede del cavallo. GLE). Furmént, sm. Lievito, Fermento, (v. Alvadùr). (Dal lat. fermentum, DEI). Furm'ga, sf. Formica. PI. Furmìg. \
Furmìga
Formica
dalla testa in lunghe teorie. Furmighèr, sm. Formicaio (F.) Bruli-
rossa che
Furgón, sm. Frugone. Attizzatoio. Furgone ». Lunga asta che serve ad il fuoco nel forno. Furgòn. Furìr, sm. F\iriere, Sottufficiale
del
ró|a,
cammina
1
chio.
FurmighìT.
attizzare
PI.
PI.
i furmighir, l'è sègn ch'e' Brulicano le formiche, è segno che vuol piovere. Furmigòn, sm. Formicone nero dei salici e dei pioppi cariati. I
di
fureria. Furir.
PI.
Furistir, (v. Frustir). Furie,' m. Forlì. L'antica
—
Forum
—
Li-
secondo l'Enciclop. Pomba fu probabilmente fondata da Livio Salinatore nel 207 a. C, dopo la sua vittoria su Asdrubale al Metauro. Furie par baie', Fénza par fis-cé', Ravenna par canté'. Forlì per ballare, Faenza i>er fischiare, Ravenna per can-
vii
I
tare.
Furlè§, agg. sm. Forlivese. PI. Purli§ F. è§a
—
E' da fura
piòv,
PI.
F\irmigòr.
Furminànt, m. Fulminante. Fiammifero e cappellotto per fucile ad avancarica Capsula per cartuccia. PI. Furminént. Furmintél, sm. Campo, piantagione \
di PI.
granoturco. Fumintèl.
Furminténa,
sf.
Erbaio
di
granotur-
co. Sagginella.
Furmintén. Furmintón, sm. Granone, Granturco.
PI.
FURN
fortunale, Tempesta di marej. Furtóna, sf. Fortuna, Buona sorte. PI. Purtòn. Furtuné, agg. Fortunato.
(Da
Formentone, Mais. PI. Furmintón. F. quarantén, Quarantino. XVI, formentone, granoturco. (Sec. [
GLE).
— éda PI. F. — édi.
F.
Furtùr, sm. pi. Fortori di stomaco, Acidità causata da cibo indigesto. Di chi ha un aspetto malaticcio, o è di pelle giallognola si dice che « E' pé' e' stàmp di furtùr », sembra lo stampo
.
Fumé,
sf.
Sfornata
e
Infornata
di
pane.
Fumé.
PI.
Fornello, Buca setta nel focolare di cucina.
Fumèl, sm.
a
dei fortori. Condannato ai Fur^è, agg. Forzato lavori forzati, Ergastolano. Prt. Fur^é F. éda PI. F. édi. Furzéla, sf. Forcella.
cas-
'
Fumèl. med. fomellus. GLE).
PI.
—
(Lat.
Furnér, sm. Fornaio. PI.
F.
F\imèr
—
èra
Fumé§a,
Con
quell'osso chiamato « furzéla de si tira a indovinare il sesso di due nascituri. Indovina maschio colui
poi »
Fornace.
sf.
Furnè§i.
PI.
fomax). Furnidór sm.
(Lat.
Fornitore,
Provvedi-
tore. PI.
F.
Pumidùr.
—
—
òri.
Fumìr,
tr.
Prt.
|
I
Fumi
— F. — ida PI. F. — PI.
che viene ad avere il pezzo con lo sperone. Forcina. Furzéna, sf. Forchetta PI. Furzén. Màng dia fur?éna, Codolo. Brénc dia furzéna, Rebbi. Furzèr tr. Forzare, Ck)stringere, Vioj
óra
PI. F.
—
PI. Fiir^él.
—
F. èri. (Lat. fomarius). PI.
Furtunè
PI.
Fumasela, sf. FomaceHa. Piccolo forno per far bollire l'acqua del bucato. PI. Fuma§èli. (Lat. med. fornasella, piccola fornace.
GLE)
FUSI
165
Finire,
Terminare.
lentare.
—è F. — éda PI. F. — PI.
i
idi.
Fumù, m.
Forno. Località a sud di Carpinello ove sorge la chiesa di S. Maria delle Grazie, i cui lavori furono iniziati nel 1450 dall'eremita Pietro Bianco da Durazzo. Furtén, sm. Fortino, Fortilizio. PI. Furtén. Furtè:fa,
Fur^
Prt.
sf.
Porte.
Fortezza,
Citta-
PI.
(Lat. fusus).
Appre-
(Lat.
Temporale.
med. fossadellus,
fossatello.
GLE).
Fu§adén, sm. Fossatello. PI.
Pus.
Fufadòn, sm. Possatene. Fuséna, sf. Fucina, Forgia. PI.
Uragano,
Fossetta.
PI.
— F. — éda PI. F. — édi.
Furtinél,_ sm. PI. Purtinèl.
I
Fu^adel, sm. Fossatello. Fu§adèl.
della.
Furtè?. Furtifichér, tr. Fortificare, stare fortificazioni. Prt. Furtifìchè PI. è
édi.
Fur^inòn, sm. Forchettone. PI. Fur^inón. Fu§, sm. Fuso. PI. f. Fusa. Prov. Mestr' indù? d'int 'na róvra e' cave un fus. Mastro indugio da una quercia cavò un fuso.
Fu§én.
(Lat.
med. fuxina
Fu§ión,
sf.
e
foxina.
GLE).
Fusione, Fonditura.
FUST
PI. F.
Pu§iòn. Fustagni, sm. Frustagno. PI. Fustègn. (Lat. med. fustanevim, DEI). Futècc, sm. Gioco con carte. Coitala. Putida, sf. Fregatura
PI.
1
Futidi. Putir, tr.
F.
— —
i
ida
Coire
[
(F.)
idi.
Fregarsene.
sm. Fucile.
PI. Fu?ll.
Pugile,
sf.
Fucilata.
Fucile. Fu^ilèr, tr.
Sparo
di
fucile.
PI.
PI.
Fottere, gannare, Fregare. Prt. Futi
—
Futi^an, Pujfil,
|
PI.
FUZI
166
In-
armi. Prt. Fucile
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Fucilare,
Passare per
le
G GABA Gabàna,
sf.
Gabbana,
giacca.
|
(F.)
PI.
Gabàn.
Dial. ant. gabàn, gabbano e (F.) contadino (v. Gabbusio, Frottola, v. 210). Vòltagabàna, Voltagabbana, Voltabanj
diera.
Féss
tire'
re per
la
I
dare
i
par la gabàna, (Farsi tiragabbana, cioè l'arsi doman-
soldi dai creditori).
med. gabanus, gabbano. GLE). Gabanén, sm. Giubbettino. PI. Gabanén.
(Lat.
j
Tajè' di gabanén, Tagliare dei giub-
Fare della maldicenza. Cabinet, sm. Gabinetto.
bettini. (F.) PI.
Gabinèt.
Cabota,
sf.
Mallo (di noce
e di noc-
ciola). I
I
Guscio (di tartaruga e di chiocciola). Epicarpo (legnoso) ed endocarpo (le-
gnoso).
Gabó§. Gabulér,
PI.
tr. e intr. Imbrogliare (nel Traslato del verbo Gabellare. « Gabulé' » viene adoperato generalmente dai bambini. Gabulini, sm. Truffaldino. Gabulòn, sm. Imbroglione, Baro (al
gioco).
gioco).
(Vedi Gabulér). PI.
—
F.
Pellaccia. PI.
GAGL
167
Gabulón
óna
—
F.
óni.
Gaf, agg. Caffo. Dispari. PI. Ghèf. Fé' péra o gaf, fare a pari e caffo. Gàgia, sf. Efelide, Lentiggine. PI. Gàgi.
I
Gagg, rosso PI.
F.
sm. agg. Rossiccio. Lentigginoso.
I
Gagi.
Gagiarlè, agg. PI. Gagiarlè
—
F.
pelo
Ghégg. Gàgia
PI. F.
PI.
Di
Lentigginoso.
éda
F.
—
édi.
(Anche Sgagiarlé). Gagìn (E'), m. «E' Gagin
»
timo dei banditi che batterono pagna ravennate.
fu la
l'ul-
cam-
Galla. Sté' a gaglia, Stare Avnì' a gaglia. Venire a galla. Cagliardèt, sm. Gagliardetto. PI. Gagliardèt.
Caglia,
a galla
sf.
|
Caglièstar. sm. Gallastro. castrato. PI. Gaglièstar.
non bene
Cappone
Cagliòn, sm. Gallione, Gallastrone. Gagliòn. CagUòt. sm. Galeotto. (F.) Birban-
PI.
'
te.
GAGL PI.
F.
(Dall'ital. ant. « galeffare).
Gagliót. ola
—
PI. F.
—
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
òti.
T' a m' galèf! Tu mi imbrogli! (Nel soc. XVI, a Cesena, esisteva un gioco chiamato « ludus ad galephum », j
GLE).
I
ganza. Gajér, intr.
Far
la
voce
alta,
Galàna,
Fare
Gallo.
Gal ma§er. Gallo massaro. Gal da §ménta. Gallo da semente. La bela vita l'è' cvèla de gal; la nòta
PI.
F.
e'
I
e'
canta e
e'
de
e'
mónta
,
i
galli si
rispondono
Galanéss,
in-
]
rfì. Fare il capanno (detto Rabbuiarsi (detto del tem-
Galani, agg. Galante. Galént.
Galantóm, sm. Galantuomo.
I
I
agg. Onesto, Leale.
PI.
P.
costuma uccidere « e' quando si fa il « bar-
Galantóm
—
PI. F.
orna
—
orni.
Galantumìsom, sm. Onestà, Probità Rettitudine.
».
e il Placucci (1818) riferiscono che avveniva per la trebbia(1I8II)
tura.
Si diceva:
«A
j'
(Abbiamo ucciso
avém mazé' l'orologio)»,
Galarì, sf. PI. Galari.
Galleria,
Galavérna, sm.
l'urlò?»
perchè
Tunnel.
Galaverna, Galaver-
no, Calaverna, Ghiacciolo sugli alberi. PI.
Galavéran.
Galéda, sf. Ingallata. Coito del gallo. PI. Galédi. Galèna, sf. Gallina. PI. Galén. La galèna vécia la fa e' bròd bón, (F.) Gallina vecchia fa buon brodo. Ande' a bade' al galén de prit, (F.)
».
Gala, (v. Gaglia). Gala Plazidla, Galla Placidia. Galadìn, sm. Ginestrino giallo. Fé' i galadin, Abbrustolire fra la bragia chicchi di granturco. Galadìn, sm. Gallettino. PI. Galadìn, I « galadìn » erano bamboccetti e galletti di pasta ornati di zucchero filato, bianco o colorato di rosso e dorato, messi in vendita nelle « banchetto » o nelle vetrine in occasione delle «fiere». Galafèr, tr. Ingannare; Burlare.
Galantumìsom.
P.
il contadino regolava le ore di riposo della notte sul canto del gallo che era chiamato per ciò « l'urlóz de cunta-
dén
stan-
PI.
:
co
édi.
dei polli) po).
da aia ad aia, si sente dire: u s' arspónd i ghél ». « e' piov Se e' canta e' gal dòp zéna / cvànd l'è nùval u s'arsréna. Se il gallo canta dopo cena / quando è nuvolo si ras-
L'Amati
—
Sòl galané, S. velato. Occ galanè. Occhi assonnati,
sistenti,
serena. Nelle campagne gal da sménta »
éda
chi.
va in malora.
Anche quando
uccelli).
Galanè
—
PI. F.
a cavai. La bella vita è quella del gallo: la notte canta e il cÙ' monta a cavallo. E' canta e' gal, fura 'd ora: e' témp I
Bc^a galàna). ;
to di
PI.
I
(V.
sf.
Galano, prt^ agg. Racco, Avvilito, Arruffato (detAbbattuto, Malaticcio
l'arrogante.
Gal, sm. Ghèl.
Galafé
Prt.
Gagliòta, sf. Vettura cellulare della questura di Ravenna che si rese famosa nei primi anni del fascismo. Gaia, sf. Arroganza. Fé' dia gaja. Comportarsi con arro-
I
GALE
168
I
Finire al cimitero. A la galèna ingorda u j s-ciupè e' gò§. Alla gallina ingorda scoppiò il gozzo. Il soperchio rompe il coperchio (Morri). Galèna pradaròla. Gallina pratajola. Fagianella, Ot-arda minore. Fé' la" galèna bagnèda. Star mogio Galèna rabida (gallina arrabbiata). j
I
GALE
GALO
169
Anticamente costumava che il pronubo, « e' brac », mentre accompagnava sposi a casa dello sposo, li precedeva con una gallina viva in mano, presa a casa della sposa, che andava spennando lungo la via. Giunto a casa dello sposo, gliela consegnava in segno di augurio. Questa gallina era gli
chiamata
«
galèna
rabida
Nel
».
l'usanza era già decaduta. Significava che tutte le pene
vano indietro. In fica tanto
dial.,
«
péna
si »,
1811 lasciasigni-
penna che pena.
Si dice ine' pòrta péè segno di
italianizzare questo nome con « gaiezza ». U. Majoli la descrive cosi « La « galozza » era una sorta di berretta ordinarissima, usata da tutta quanta la gente di bassa condizione, perchè costava poco: tre o quattro soldi. Fatta con grossolana feltratura di bavella e lanetta a calore naturale paglierino sporco, aveva un cocuzzolo appuntito e l'orlo rimboccato per la altezza d'un quattro dita ». La radice « gal » di « galòfa » fa pensare a una deformazione di « galerus » :
fatti che « a sugne' péna na », cioè sognar penna pena. Vója dia galena. Voglia della gallina. Emeralopia. Disturbo del senso luminoso per cui chi ne é alletto vede durante il giorno ed è cieco, o quasi, [
nelle ore notturne. Par l'àn nòv, tot al galén al fa l'òv. Per l'anno nuovo, tutte le galline fanno l'uovo. L'ha magne de cui 'd galèna / o.uel ch'l'ha sintù la sera u'I di§ la maténa (Ha mangiato del culo di gallina quello che ha udito la sera lo dice la mattina). Così si dice di chi non é capace di mantenere un segreto. (Lat. med. galena; GLE. Dal lat. galI
I
lina).
Galèna de géval, (Gallina del diavoCerambice. Galèna grà^a, f. (V. Rufòn).
j
lo),
Galér,
\
I
Ov
sf.
Da
Galera, Prigione.
PI. (jalèr.
Galèt, sm.
Galèta,
molto
sf.
Galletta.
pressato
che
Pane biscottato si dava nello
esercito. PI. (3alèt.
Galinàz,
sm.
Gallinaccio,
Tacchino.
Galinà^a, sf. Beccaccia. Galinà?. Galòfa, .sf. In alcune parti del ravennate è chiamata anche « galèna » per cui qualcuno ha ritenuto di poter PI.
Galón. lat.
med. ha « galone GLE).
»,
fianco del-
verbo ancora in uso significa: «sconnette(della sedia) », e in sen-
galón viene che
« sgaluné' »
il
re gli staggi so figurato « schiantare le ossa » e « slogare le anche ». Quest'ultimo significato fa pensare che i « galón », come sono ricordati nell'antichissima « urazion » « La passion de Signor », fossero « i fianchi » poi « galon » avrebbe indicato come l'it. del sec. il femore e quindi tutta la gamba come attesta il significato attuale. :
Galletto.
PI. Galèt.
e
PI.
la persona,
Uovo gallato. Ov galèdi. Uova gallate. gale,
Galèra,
galero, berretto dei campagTioli italici, per tutto il medioevo (galerus, 1279) e che passa anche a indicare la berretta dei prelati. Galón, sm. Staggio, Gamba di sedia.
nome che continua
(Il
Gallare.
tr..
Galòfa
—
—
;
XV
Galòp, sm. Galoppo. (Lat med. guallopus, galoppo del cavallo
(1205).
Galòfa,
sf.
GLE). (V.
Galòfa).
GALU
GARA
170
Gambón, .sm. Gambo, Gambón.
PI. Galó^,.
Aria ferma, calda e Caligine estiva (ma non
Galui^àna,
sf.
annebbiata.
Gunài^a,
Gambo,
Manico
della I
falce fienaia.
i
Ghémb.
Gàmb
dia
fera,
Gamb
della
Gana§a Gana§a
tajén una gamba. una per il suo verso.
Non
Gàmb.
Gambaréla,
sf.
Sgambetto.
no
gambetto. Gambarón, sm. Stollo di granone o
pone.
dare
il
I
melica.
Gambarón.
Garnbéla,
Gambella
sf.
reale.
Panta-
na, Verderello. Gambéla dal gàmb|rosi, Gambetta dalle gambe rosse, Pettegola.
Gambèl. Gambèra,
PI.
secco di
PI.
Stollo di granone, Stepomodoii, cocomeri, zuc-
sf.
fagioli.
Gamber.
Gambièra,
f.
Gambellara
circa,
(1186),
è
ricordata la « cappel-
lam S. Jacobi in Gambellaria ». (Don M. Mazzetti, l'Argine). GamblSn, sm. Cavalier d'Italia, Bianchettone, Merlo acquaiolo grande, Meracquatico
lo
che PI.
maggiore.
« cavalir »).
Gamblòn.
Gambo
(V.
Zambo).
(E'
detto
an-
cappelletti, si fa
il
brodo
di cap-
Gapón 'd Sa' Ròc, Cappone di S. Rocco. Galletto castrato il 16 agosto, festa di S. Rocco, usato poi dalle mascome chioccia. Gapón 'd vaia. Tarabuso.
(Lat.
Aver
med. caponus, cappone. GLE). e' fil de gapón int la saca, (F.)
Essere assistito dalla fortuna. E' il filo che è servito a cucire la castratura e che all'uccisione dell'animale viene conservato e tenuto in tasca come portafortuna dai giocatori.
Gara,
sf. Rivalità. gara. Gareggiare, Fare a gara. Garantir, tr. intr. Garantire, Assicu-
(Rav.).
Nel luogo dove fu costituita la parrocchia di Gambellara vi era un «fundum Gamillaria» (731) nome che ci richiama alla tribù Camillia cui appartenne Ravenna sin da quando ottenne la cittadinanza romana. Nel 1138 il nome è già Gamelaria. Cinquanta anni dopo
i
saie j
I
che,
ghèngar. (F.) PerUscire in escande-
I
Fé' la gambaréla. Fare lo sgambetto
lo
porta
Ganzèr, tr. Agganciare. Aganzér). Gapòn, sm. Cappone. PI. Gapon. Fé' i gapón. Capponare. I capponi si portano in dono alle puerpere. Per Natale e quando si fan-
Gàmbar, sm. Gambero. Ghèmbar. (Lat. med. gambarus, GLE).
PI.
;
della
(V.
PI.
di
Ganghero
med. gangarus. GLE). Gànj, sm. Gancio, Uncino, Raffio. PI. Ghénz.
dirne
(Lat. tardo, gamba).
)
Mandibola.
(Lat.
Non
(F.
Mascella.
sóta.
scenze.
I
natore.
I
.sóra,
'd
Scapé' fura di dere la pazienza
,
|
I
'd
Ganà§. Gàngar, sm. PI. Ghèngar.
falce
(Gambo, sec. XIV, stelo. DEI). Stelo. Gamba, st. Gamba, Ave' dia gamba, Essere un cammi-
PI.
Mascella, e
\
PI.
fienaia.
I
Ganascia.
sf.
Mandibola.
Galu§àn. Gàmb, sm.
PI.
I
med. gambonus, GLE).
(Lat.
afa).
PI.
Stelo.
PI.
\
Fé
'd
rare, Entrar mallevadore. Prt. Garantì
— — ida PI. F. —
PI.
ì
F.
idi.
Garanzt, sf. Garanzia, Mallevadoria. PI. Garanzi. Garavél, sm. Racimolo. Grappolet(F.) Fito d'uva, Ciocchetta d'uva. glio di padre ignoto. PI. Garavèl. (Dal lat. _med. garavella, DEI e GLE, « grappolo d'uva »). RaggraGaravlér, tr. Racimolare, I
i
GARA
GARN
171
nellare, Gracimolare. Prt. Garavlé
—è F. — éda PI. F. — édi.
!
Gargara, .
med. garavellare GLE).
Garavlòn, sm. Calabrone. gno alla testa.
(F.
;
)
Pu-
Garavlòn.
PI.
Garavlunèr, sm. Ronzio simile al rumore del volo del calabrone. Garbé, agg. Garbato, Pieno di garbo. PI.
F.
Garbè
—
Pi. F.
éda
—
édi. sf.
qua
raggranellarG.
Il
li
rac-
campi. Ande' a la garbója, Raggranellare, raccogliere qua e là; un pò qua e un pò là. (Dal lat. med. garbula (1260), ramo e
là
per
i
I
GLE).
fronzuto. V.
Gardéla, sf. Graticola, Giatiglia, Arnese da cucina. PI. Gardèl. (Lat.
med.
cratella
Gardizér,
chiama
sf.
Gorgiera.
Si sente ancora dire, in tono scherzoso, a chi si chiama Sebastiano (Basciàn), « Bas-ciàn da la gargura », (Bastiano dalla gorgera; con allusione a quella parte dell'armatura del Santo che si vede riprodotta in alcuni quadri che ne raffigurano il martirio. (Lat. med. gorgeria, GLE).
Garlànda, sf. Ghirlanda, Corona. Garlànd. (Lat. med. Ghirlanda, ghirlanda: ornamento femminile, GLE). Garnadél, sm. Scopino, « granatello ». PI. Garnadél. Fé' e' sélt de garnadél. Fare il salto dello scopino (che prima spazza la fa-
int.
e
gradella.
I
rina, poi la cenere). (Lat. med. garnatellus, sagginella,
Garnadón, sm. Ramazza Granatone. PI. Garnadón.
Game, sf. Game.
GLE).
Garrire (di gallina che
Piante'
gallo).
il
Scopa, Granata.
al
garné,
I
Gardlén,
sm.
Cardellino
|
Garné nova spa^a ben, (F. tutti si comportano bene.
Gratola I
Cardellina,
Femmina
Cardellino.
Gardlén. Garé§, sm. Garrese. Garèt, sm. Garetto e Calcagno. PI. Garèt. PI.
(Lat. med. garetus. GLE; gallica garr-« gamba »).
Garèta,
sf.
sag-
All'ini-
dalla
rad.
Op. Cit., dice che quepianta « presso gli Antichi avea molte virtù superstiziose, e .«pecialGallizioli,
II
mente quella
Gargajòn, sm. Gorgolione, Gorgoglio. a gargajòn. Bollire rumorosamente, gorgogliando. PI. Gargajòn. Garganél, sm. Esofago, Gola. Be' a garganéla. Bere a garganella, Bulir
I
j
a gola aperta.
Garganél.
riunire
gli
animi
di-
ca
degli
».
Garnel. sf. Plurale di « garnela » usato per indicare « granaglie » in genere: biade e cereali. Lavuré' int al gamèl, Commerciare j
Gargarismi.
di
amanti. I Romani chiamavano Verbenarius quello che con questa pianta accompagnava gli ambasciatori presso una Nazione nemisuniti
pi.
croce.
officinalis).
sta
Garitta, Garetta. Casotto
Gargarii^óm, sm.
Fé' salté' la garné. (Alla lettera: Far saltare la scopa). Mandar via su due piedi. (Lat. sec. XVI, granata, saggina, i
(Verbena
guardia. PI. Garèt.
PI.
)
GLE). Garné da gran. Verbena, Erba
di
j
la
zio
PI.
sf.
Seminare
gina.
(della gabbia).
Gardlén. Gardléna,
GLE).
tamerici,
di
PI.
(Lat. garrire).
di
la
PI.
Garbója, cogliere
Gorgozzule. per
Pigliare
gola.
PI.
(Lat.
Gargòz, sm. Gola Ciapé' pr'e' gargòz.
I
in
cereali.
GARN (iarnèla,
Granello. Seme, chicco
si.
Garjjulé,
di biade Chicco, acino d'uva.
PI.
Gamél.
PI.
(v.
I
j
I
forma di granellini, per questo fu chiamato « e' dutor dia garnéla ». Nacque a Forlimpopoli il 23-9-1810 e mori
Gami,
Granoso, Granito,
(
F.
—
j
—
pieni di ardore, di
fuoco, carichi.
Gamir,
GranireC seme).
intr.
che sviluppano
— P. — idi PI. F. —
delle
piante
il
Gami
Prt.
PI.
i
(Lat.
med. granescere, far
idi.
le
spighe.
GLE).
In garni§ón, In granigione, In grani-
tura.
PI.
del
Gheriglio,
Gariglio.
Se-
frutto.
Garój.
med. garuglius. GLE). Garòfan, sm. Garofano (Dianthus
(Lat.
caryophillus). Garofano, Alberello delle MoUucche 1 cui fiori essiccati si vendono in commercio e sono chiamati, in dialetto, Bròc'd garòfan, Chiodi di garofano. I
PI. j
I
Garófan.
Garòfan biànc §ambédg. Orecchio
di
lepre (Lychnis alba). Garòfan 'd gran, Fiordaliso.
(Centaurea Cyanus Gar§è, agg.
PI.
F.
L.).
Brizzolato,
Variegato.
Gar§è éda
—
PI. F.
»,
:
I
I
Pisa. E' gat l'ha set anm in còrp. Il gatto ha sette spiriti in corpo. Bus pr' i ghèt, Gattaiola. E' né§ de gat e e' cui dal don j' è sèmpar gia^è. Il naso del gatto e il culo delle donne sono sempre freddi. (Lat. tardo cattus; lat. med. gattus). L'è e' gat surgnòn eh' l'arbòta la pignata, E' il gatto sornione che roveI
Garój, sm.
me
gar?n
j
sf.
ni§iòn. j
«
I
Granigione. Par rÀ§anscion e' gran l'è' in garGarnisiòn,
j
óni.
Neir« urazión » intitolata «Sem Lurenz» « gan?un?én », garzoncino e legge « gar?un?èl », garzoncello, per giovinetto o giovincello (v. Pergoli, op. cit.). Ande' par garzòn. Andare a fare il garzone. (Dal francese del sec. XII, gargon, ragazzo; attraverso il lat. med. garzonus (1372), discepolo o garzone). Gat, sm. Gatto. PI. Ghèt. Gat faìn, Faìna Gat pó^a, Puzzola I ghèt di mulnèr, (F.) I ladri di si
idi.
Occ gami. Occhi
—
Alla fine del secolo scorso, significava ragazzetto.
ida
F.
Gar9Ón óna
—
PI. F.
det-
Gami.
PI.
PI.
F.
to di cereali e biade). PI.
sciarsi all'indietro.
17-11-1884.
agg.
Gaticciata.
PI.
j
il
sf.
Garrule. Gar§òl)
Garufanéna, sf. Garofanina. Garufanén. Gar?òn, sm. Garzone. Uomo di faPuntello mobile Apprendista tica che impedisce alla biroccia di rove-
Fé' la garnéla, Granire. E' dutór dia garnèla. Napoleone Salaghi, medico omeopatico, forniva ai malati medicine quasi sempre sotto
a Forlì
GATA
172
—
édi.
Gar§ol, sm. PI. Gar§ùl.
i
scia la pentola.
Ora si sente raccomandare, in tono scherzoso, alle donne incinte, che tengano d'occhio il gatto perchè non abbia a mangiar la « coda » al nascituro. Una volta il gatto veniva veramente tenuto fuori della camera della partoriente per timore che per la sua presenza nascesse una femmina. Gaia, sf. Gatta. Femmina del gatto. Piccola macchia di sangue pesto raggrumatosi sotto la pelle. E§ar 'd gata vècia, (F.) Essere ammaI
Graticcio.
(Rav., 1637, grisòla;
liziato. '
lat.
med.
grisòla).
parche' dal gati da pie', (F.) Cercauna gatta da pelare. Volersi met-
re
GATA te re
gavàgna
nei pasticci.
Gatta fiabesca che fa paura ai bambini. Gataròla, sf. Gattaiola. Apertura praticata in fondo, alle porte per il passag-
La gata bura, La
gatta buia.
I
gio dei gatti. Gatégn, agg. Gattesco. Ande' in gatégn, Andare in gattesco. Riferito a gatti e, in senso allusivo, a 1
persone. 1
Par
Con
gatègn.
»,
trovare
cioè
il
'd
fabrér
i
in gattesco.
verbi « Ingavagnèr » che ora
Bagno.
Gavètla, PI.
sf.
da ricam.o Gavètal.
med. gavecta, matassa. G.LE. Aruch Aldo, Op. Cit., ha « Gavettola di Un», Matassa di lino). (Lat.
Gavòt, sm. Bigotto. PI.
F.
Gavót
—
PI. F.
òta
—
òti.
Gazulèr, intr. Ciarlare indistinto dei neonati. Quando il bimbo modula indistintamente la voce come volesse parCinlare, la madre dice « e' gazola ». guettare sommesso di uccelli. Questo verbo deriva dal lat. gaja, « gazza » (da cui il medievale aregaza, il veneziano gaza e l'italiano del sec. XIII gazzara); di qui il romagnolo di Savignano gazòt, « uccello », e il francese gazuiller, « cinguettare dolce e sommes:
so degli uccelli ». Geb, agg. Gobbo
j
\
Curvo
PI.
Ghètul. Gató^al, sf. pi. Solletico. (Aruch Aldo, in op. oit., scrive: « Gat-
doeuropea gib- «gobbo»). Gèba, sf. Gobba.
tuzele»,
(It.
solletico).
Stime' al gatózal, Soffrire il solletico. Gatu^lén, agg. Solleticoso Che sof-
fre
il
PI.
G-atu^lén.
—
solletico.
éna
—
F.
di
spalle.
Geb
noccioli. PI.
di
j
PI.
PI. F.
vuoi
Gavetta, Matassino Matassa.
Gàtul, sm. Gatto, Gattino, Amento. Infiorescenza di salici, pioppi, noci,
F.
non
dire esattamente « fare il cavagno » ma aggrovigliare e « sgavagnér » che significa districare. filo
Gatél, sm. Grappa, Spranga di ferro ripiegata ad angolo retto ai due capi per collegare pietre o travi. PI. Gatèl. Galera, sf. Miagolio. Rumoroso miagolio di più gatti. PI. Gatèr. Gati, m. Gatteo. L'antico « Fundus Cattei ». Catteo, ricordato in una pietra del II sec .del Museo di Rimini, avrebbe tratto le i=;ue origini dalla villa patrizia della famiglia di Caio Mario Gatta. Il paese di Gatteo sarebbe stato edificato con materiale tratto dalla Città di Compito distrutta per terremoto o incendio. Nel 1300 il paese è soggetto al monastero di S. Apollinare in Classe. Nel '400 dipende da Nascimbene Catti e nel '500 viene in possesso dei Conti di
j
bandolo, lo
intreccio, il verso o anche trovare la soluzione. Mentre questo detto è ancora vivo nelle Ville Unite, i termini «gavàgna», per cesta; e «gavàgn», per cesto, non si usano più e si adopera «zé^ta» e « ^èjt ». Sono invece vivi nell'uso i
;
ghèt i va in la luna di fabbraio i gatti
Iona
la
vanno
GEMA
173
—
a
—
F. (It. ant.
i.
gibbo;
lat.
gibbus;
rad.
in-
ant. gibba). (v. geb). Gèl, sm. Gelo. E' piòv de gel. Piove del gelo. (Lat. gelu). Gela, sf. Mucca di sinistra.
Gelóni, sm. Gelone. Gelóni. Gelatìna, sf. Gelatina.
PI.
éni.
Gavàgna, sf. Cesta. Femminile di gavàgn », cesto, l'antico cavagno del 1300 che era una sorta di cesta o pa niere. « Gtivàgna » doveva, un tempo, indicare anche l'intreccio del cavagno come lo dimostra il detto « Truvé' la «
:
Gclsumén, sm. Gialsumén). PI. Gelsumén.
Géma, Gém.
PI.
sf.
Gelsomino.
Gemma
(Anche
(d'albero).
.
GENA
GHET
74 sm. Messe, Coltura. Coltiva-
(icnar,
zione agricola. Mètar e' genar,
Mettere a coltura. Gènar. Genda, sf. Ghianda. PI. Gend.
I
Gestión. Gestòr, sm. Gestore
PI.
Gabò§a
'd
genda, Calice di ghianda.
I
(Lat.
glans, -dis).
Gèndan, sm. Lèndine, Uovo
di pidoc-
chio.
Gèndan.
PI.
Generale, Grado mili-
tare.
Generél 'd brighèda, Gen. di brigata. Generél 'd divi§iòn, Gen. di divisone. Generél 'd còrp 'd'arméda, Gen. di corpo d'armata. Generél 'd'arméda, Gen. d'armata. Generél in chép, Comandante supre-
I
I
I
I
I
mo.
F. PI.
I
Generoso.
—
òsa
—
F.
ò§i.
d'e-
dera.
Gerèni
Gérg, sm. Gergo, Linguaggio convenzionale
Girg
Gès, sm. Gesso gès,
Fare, impastare
il
gesso.
I
Fare l'ingessatura, I
«
I
?ez).
Gesó Crèst, Gesù Cristo E' babén Gesó, li Bambino Gesù Gèst, sm. Gesto, Azione PI. Gest. Gestión, sf. Gestione
di
med. gueffa^ matassina, GLE. Il fa derivare da un supposto wiff a » longobardo Ghèng, sm. agg. Neghittoso, Sfatilo
)
Ghèng Ghènga Ghenghi
Sghinghér) S. Muratori (carteggio) ritiene che derivi da chimico, dial. chèmic, colui che praticava la medievale alchimia (Khémia, « magia nera ») il quale, agli occhi del popolo non era altro che un perdigiorno. Chèmic si sarebbe deformato in ghèng. Ghègna, sf. Ghigna, Grinta, Ghigno. PI. Ghègn. Ghérb, sm. Garbo PI.
Ghèrb
Ghérza,
Ge§ó, m. Gesù
I
o
(v.
Geràni, sm. Geranio rèla, Pelargonio a foglia
e'
med. gabia, gabbia. GLE) Gomitolo di refe sf.
(Lat.
PI. F.
Geràni
Fé'
Ghèb
DEI
PI F.
PI. Cxér
(v.
Gheba, sf. Cesta (per trasportare fieno o paglia, a forma di tronco di cono). Tale cesta serve anche per ingabbiare, momentaneamente, polli Gabbia.
cato, Poltrone
Garbo
Gentile^ Géra, sf. Ghiaia
PI.
I
Ghefla, cotone PI. Ghèfal
PI.
PI.
)
(Lat.
Generùs
gusto. Genitóri, sm. Genitore PI. Genitóri. Gentilè^a, sf. Grentilezza,
I
No' ave' paura de géval, (F.) Saper rubare all'occasione. Ave' e' gevl'adòs, ( F. Avere il diavolo in corpo. Cvànd che e' géval e' lavora par se / e' pensa la nòta' quél ch'l'ha da fé e' de. (Chi lavora per sé ha ogni premura) Fé' e' géval. Fare il diavolo a quattro, Far confusione, rumore, baccano. Gèvla, f. Diavola, Moglie del diavolo ,
PI.
Gèni, sm. Genio Gusto, Buongusto Ave' gèni, o Ave' de gèni, Avere buon
I
Géval
PI.
|
Generél.
Generò^, agg. PI.
Géval, sm. Diavolo
\
Gènerél, sm.
PI.
Gestùr
PI.
PI.
sf.
Ghér? Guplé, cun
Garza
PI. I
la
ghérza,
garza (Lat.
med. garza, GLE).
Ghétul.
(V.
Gàtul)
Fasciare
con
GHEV
GIAR
175
Gheba
Un
Ghéval, Gavio.
Ghèval (Lat. med.
quarto di ruota.
PI.
gavilus,
Ghibòn. Ghibóza,
DEI).
(V.
PI.
Gabbiuccia. « Ghibòza » sf indifferentemente, tanto per gabbia da uccelli, quanto per gabbiuccia. Per dire gabbia si usa anche « ghèba», ma si preferisce «ghibóza», perchè .
usato,
è
ghèba da u§el », gabbia per uccelli, da fén », cesta per fieno, usamassaie per ingabbiare, per breve tempo, galline e chioccie con pulc'è «
e « ghèba ta dalle cini.
PI.
F.
agg.
Ghignoso,
Antipatico
Ghignù§ Ghignósa
PI. F.
Ghignó§i
Ghig:nu§ité, Antipatia.
sf.
Qualità del ghignoso,
Ro)
questo bue (secondo e Bunìn. Gialàpa, sf. (v. Salàpa) Gialsumén, sm. Gelsomino. PI. Gialsumén.
Bue
di sinistra che
Giamànt, sm. Diamante. Giamént (Lat. med. diamans, diamante, GLE). Giamél, sm. Gemello Giamèl da la man, Gemello da polso Giamél de col. Gemello da colletto. ag. Gemello. Nato da parto gemellare. PI. Giamèl F. Giamèla PI. F. Giamèli Giana, f. Diana Sopravvive nell'esclamazione « Angv ad Giana!», Sangue di Diana! I
sf.
Inghiaiata
PI Giarédi.
cammina
le
gi
PI.
Giarèda,
Ghignu§ité. Ghi§a, sf. Ghisa
PI.
Gi, sm.
di sinistra si chia-
I
Ghibóz
Ghignò?, PI.
La mucca
Gela
Altri nomi di località) sono
Gabbione
Gliibón, sm.
sul sodo.
ma
Giarén, sf. pi. Cave di ghiaino. Giarén, sm. Ghiaino.
GIAR Giarér,
tr.
Raffreddarsi
Ghiaiare. Inghiaiare
Pr. Giare PI. è P. éda édi. PI. F. (Lat. med. aglarare, inghiaiare,
— —
—
(F.) Intiepidirsi (in politica). Gia^ira, sf. Ghiacciaia, Frigor
Gia^ir GiazoI, agg. Ghiacciuolo. Che si rompe come ghiaccio. Che risente l'impresDént giazòl. Densione del ghiaccio. te ghiacciuolo. PI.
GLE).
Giàrga, sf. Galega, Erba del galletto. Giargianè§, sm. dispr. (da Gargano?) Giargianèse, Meridionale PI. Giargiani§ Giarol, sm. Ghiarotto Calcolo al fegato degli animali PI. Giarùl
'
PI. Giacili F. Gia^òla PI. F.
med.
giarola, ghiaietto,
gia^òl. Cocomero gliiacciuolo, Cocomero che si spacca facilmente (Sec. XIV, giazola, varietà di pera, GLE). .
GLE).
Giarón, sm. Ghiarone Crosta di ghiaccio sulla strada. Giarulè, prt. agg. Calcoloso. Detto del legato quanto è pieno di calcoli. PI. Giarulè Giascanà^, sm. Diavolaccio. Peggiorativo dell'antico « gèscan ». (v. « dièscan », diavolo, in Pulon Matt. C. n, st. 43, v. 4). « Dièscan » viene dal dialettale (v. Pulon Matt) «Die», dio,
Giazulina, sf. Ghiacciuolo Ghiacciuolo che si forma sui
I
divinità. rav. del sec. XVIII à « diascanón », diavolone. Giavlèr (e Sgiavlèr) sm. Diavolio, Rumore Disordine, Confusione. II
Giavòn, sm. Giavone (Panicum cruxPianta infestante delle risaie. Già?, sm. Ghiaccio.
Gè? Rómpr'
PI. i
e'
giàz,
ghiaccio. Superare le
(F.)
Rompere
il
prime incertezze.
Giajè, sf. Gelata PI. Giajé.
Gibèrna, PI.
I
1
I
1
Prt.
Gighér,
Gia^é
— —
\
[
—
chito, freddato (v. gel).
Gil5§, agg. Geloso PI.
Gilù§
F. Giló§a PI. F. Gilòsi Gilu§ì, sf. Gelosia.
indolente
F. Gingióni. Giódi?, sm. Giudice
PI.
PI. Giódi?;.
Giògia,
bondante
sf.
Bassoflìa. di
e
pessima
daglia.
Gio§, agg.
Mogio
Giù§ F. Giò§a PI.
PI.
F.
Agghiacciarsi,
e
Gingiòn F. Gingióna PI.
PI. F.
Gelarsi,
Gilè
F. édi L'è armàst gilè, (F.) E' rimasto stec-
PI.
Giò§i Gióst, sm. agg. Giusto.
—è F. — éda PI. F. — édi. rfl.
Comportarsi
int.
Gilè, sm. Panciotto, Corpetto, PI. Gilè. Gilè, prt. Gelato (F.) Stecchito, Ammazzato. PI. è F. éda
PI.
Giazèss,
Giberna
sf.
Gibèran
Gingiòn, sm. Persona alta
Gia^é, agg. prt. Gelato, Gelido. Ghiaccio, Ghiacciato, Agghiacciato, Freddo. (F.) Intiepidito, tiepido. E' l'opposto di « chéld », acceso in politica, (v. Giacer). Gia^é* 'd §vidar (v. Sidar). Gia^r, imp. Gelare E' già^a. Gela tr. Raffreddare, Agghiacciare.
vetri. Sot-
crosta di ghiaccio. PI. Giajulìn.
tile
|
galli).
Giaccia.
Cornar
I
I
(Lat.
GIOS
176
Gióst Giósta
PI. F. Giósti.
Minestra qualità.
ab-
Bro-
GIOS )
De
e'
GNAC
177 Frase generalmente alluDare il meno che si
gióst.
]
j
Gir
PI.
gir,
ghirus,
dal
lat.
glis
gliris.
Girasole.
(Anche
Mi-
rasòl).
Girasùl
Pianta,
seme
Giudichér,
e fiore di girasole.
tr.
Giudicare, Dare
il
Gianduia,
to alle ghiandole.
Giudizio,
—è — éda Pi. F. — édi. Pi.
édi.
Buon
senso, Criterio,
Senno
F.
Gloria, sf. Gloria Glòrji
PI. Giudizi.
No' ave' giudizi, Essere sventato E' pareva e' de de' Giudizi, (Pareva il giorno del Giudizio, cioè un fini-
PI.
I
Gmiscél, sm. Gomitolo antico « gomicello », sec. XIV, che
j
mondo)
il
— ù§ F. — ó§a PI. F. — ò§i.
cit., scrive: « gumigomitolo di stoppa»). Gmi§lér, tr. Raggomitolare. Raccogliere in gomitolo rfl. Acciambellarsi
lo sco-
Giundér grondaia)
grunda
E' piov al giundér (Piovono le grondaie), Gocciolano le grondaie. Giurgiòl, sm. Gambeccio, Ciurlino, I
Giurgiùl Giumagliér, agg. Giornaliero Giumalèr, sm. Giornalaio PI. èr P. èra PI.
F.
— èri.
Giumalèsta, sm. Giornalista P.
F.
— està — està
»).
GmiscèI (Aruch Aldo, op.
latoio)
PI.
fa derivare dal latino ricostruito
zel di stoppa,
Giunchiglia, sf. Giunchigia (Narcissus jonquilla) PI Giunchigli Giundéra, sf. Grondaia (senza
— —
DEI
glomiscellum
PI.
PI.
(Dall'it. ant.
(It.
«
Giudizio?, agg. Giudizioso
Lat.
Ghiandola
Glàndul
gianduia) Glandulé, agg. Ghiandolato, Ammala-
Giudizi, sm. Giudizi, Parere, Sentenza
PI.
sf.
a
(Lat.
PI.
i
Fare del punto giorno. Giu§ér, int. Gioire dentro di sé. Giustizia, sf. Giustizia PI. Giustizji PI.
Giudichè
—è F.— èda PI. F. —
di ricamo a budella biancheria fine.
Punto a giorno Fé' de giùmén,
pro-
prio parere. Prt.
all'orlo
)
sm.
Girasòl,
I
Giurnèl
chini,
GLE; DEI). PI.
Giumédi
Giumén, sm. Specie
Dormire come
un
ghiro. (Lat. med.
la-
Giumél, sm. Giornale PI.
Durmì' coma un
èsti
Giumali§óm, sm. Giornalismo Giumèda, sf. Giornata Giornata vorativa
Giòstra, sf. Giostra PI. Giòstar Gir, sm. Ghiro' (Sciurus giis) PI.
—
F.
PI.
siva che significa: può o niente.
Gmi§lè
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
'Gna, (abbrev. di Igna).
Gnaca,
sf. Nacchera (Da gnàccara gnàcchera, V. Prati, voc. etim. it.). Bàtar la gnaca. Suonar le nacchere. Detto di cavallo che trottando va a picchiare con uno o coi due ferri degli zoccoli posteriori, contro i ferri de-
e i
gli
zoccoli
Gnacarél,
anteriori.
Gnaccarelle ». BatDolorosa e degradante veniva inflitta ai patrioti per punizione o per strappar
titure
sf. pi. «
natiche. tortura che
alle
loro
confessioni.
dino
Augusto
Il
patriota
Branzanti
di
garibal-
Ravenna
GNAC
GNUC
178
dice delle sue « g:naccarelle » del 1855: ch'a fó stulghé int la banca, a m' dsè: Bran?antén fa n'he da sinti' gnit; e a ogni bastuné a d§èva: Lengua, sta jeta; e a n' cunsè gnit». (Quando fui disteso sulla panca, mi dissi Branzantino, non devi sentir niente; e a ogni bastonata dicevo: Lingua, sta zitta; e non confessai nulla), (v. P.
PI. F.
:
Addio, Vecchia Romagna).
Poletti,
I
schiacciato, ecc.
.
I
Gnégn,
Muri' gnégn. Morire con
j
PI.
F.
Aruch
A.,
op.
cit.).
Muri' gnar. Morire con
la
rabbia nel
I
volto.
Tèra gnara, Terra rabbiosa,
Così-
si
dice della creta che è tenace e dura cola pietra. Per questo non è forse
me
azzardato supporre che si tratti di una deformazione della voce indoeuropea roccia (v. C. Battisti, op.
p. 34).
cit.
sf.
Forse voce onomatopeica
ringhio del cane. ProvocaFé' gnàra. Fare arrabbiare re il cane facendogli « Gnar ». Al gatto invece gli si fa « Gnar-tuf ». Gnargatón, aw. Gattoni, Gatton gatil
|
I
!
:
:
Carpone. Gnascóndar, tr. Nascondere, Dissimulare. tare toni,
Occul-
I
F.
Gnascundé
— —
PI. F.
è
éda
—
édi.
Gnascòst, agg. prt. Nascosto, Celato PI.
F.
—
óni. «
Nientino
».
Diminutivo
di « gnit ». Il bimbo che chiede « 'Sa m'hèit purté? » si sente
tono canzonatorio arzént
:
un
«
sempre dire
:
in
bel gnintìn d'
».
Gnit, sm. Niente, Nulla. \
Gnit Gnit
che...
Per poco
bón par
l'è
che...
ócc. Niente è buo-
j'
I
Gnara, che imita
PI.
Gnicòn óna
—
Gnintìn, sm.
I
Prt.
PI.
PI. F.
Gnari
»,
Gnégni. sf. Ghigno, Smorfia di scherFé' la gnègna. Far la ghigna
Gnicadùr sm. Lamento continuato. Gnrchèr, intr. Lamentarsi, Gneccare, Gnicón, agg. Lamentoso. F.
Gnér Gnara
mara
ghigna.
Gnèscval, sm. Lombrico Gnèscval. Gnèsqual, (v. Gnèscval).
bioso.
«
la
Gnégn Gnégna
PI.
Gnar, agg. Stizzoso, Caparbio, Rab-
PI. F.
La
no. (schernire).
ca » jiè meno, né manco),
F.
gnigno,
il
I
Gnànca, cong. intensiva. Neanche. (Dal ravennate antico, sec. XVII, « nian-
PI.
Che ha
Gnègna
PI. F. Gnafi.
(v.
agg.^
ghigna.
PI. F.
Gnèf Gnafa
F.
Gnascunldéla, sf « Na.scondella », NaNascondino. Gioco infantile. Fé' la gnascundèla, Giocare a nascondino. (F. ) Giocare a nascondersi. Gnèc, sm. Lamento, Lagno, Gnecco. Verso del beccaccino. PI. Ghèc. .scondello.
i
(v.
PI.
o.sti.
te.
Nacchera
Gnacra, Gnaca). Gnaf, agg. Camuso, Schiacciato, Rincagnato. Detto di naso e di persona. sm. Persona che ha il naso camuso, sf.
—
D'ignascòst, Di nascosto. Segretamen-
« ...quànd
— óst — osta
no
(solo) per gli occhi. Fé' cónt 'd gnit. Fare l'indifferente. Protuberanza. EGnòc, sm. 'Tocco screscenza a forma di tubero. i
]
Gnóc. Gnòca, sf. Nocca, Nocca delle dita Protuberanza ossea, carnosa. Testa Nocchio (di legno) Natta (in tono scherzoso). PI. Gnòc. Gnorgna, sf. Piagnisteo, Brontolio. PI. Gnòrgni. Gnuchè, agg. prt. Noccheruto AppalChe ha molte protuberanze. lottolato Gnuc»§, agg. Nocchioso, Noduloso. PI. ù§ PI.
\
1
j
I
i
I
—
GNUR F.
—
ò§a
PI. F.
—
Gònfi.
PI. F.
Gónfa,
òsi.
Gnurgnér,
int.
Piagnucolare
]
Bron-
|
PI.
Gò
Gurg.
(Lat. Gobius). Gòb, agg. Gobbo, Curvo, Chino.
(Lat.
PI.
GLE).
PI.
Gób Gòba
PI. F.
Alta marea.
Gonga, sf. Scanalatura Incurvatura. Gong, (v. Gunghér). Górg, sm. Gorgo. Fossa d'acqua
Gò, sm. Ghiozzo comune. (Gobius niger jozo).
F.
sf.
Gònfi.
PI.
tolare.
PI.
GRAD
179
tardo
DEI;
gorgus,
corgum,
e
sm. Guscio Valva. Guf. Góf, Guscio (di uovo).
Cróf,
Gòbi.
i
PI.
Gòb, sm. Gobbo. Quello che i contauomini e donne, fanno fuori nella
Gó§
dini,
PI.
casa stessa e nel podere, all'insaputa
Pliche' e' go§. Incrinare il guscio (detto del pulcino). Ave' e' go§ taché a e' cui, (F.) Essere I
del reggitore, ad esclusivo loro profitto. (Serantini).
Gobbo
I
Cardo
Cardonello,
I
imbian-
cato.
Gób
PI.
Gòba,
Gobba.
sf.
PI. (jó§
Gòbi.
PI.
appena nato. (Lat. med. gusus, guscio. GLE). Gó§a, sf. Buccia (di frutta).
Gó§a 'd cócla. Mallo. Fé' al gó§. Sputare le bucce. (Lat. med. gussa, guscio, GLE). Góst, sm. Gusto, Piacere, Diletto. PI. Góst. Tòt i gost j' è gost e' dsèva e' ber cvànd e' strisceva la malèta pr'i spén. Tutti i gusti son gusti diceva l'ariete quando strisciava lo scroto per gli ]
Gòba, sf. Carpa. (Cyprinus carpio) PI. Gòbi
[
(Dal greco kobios). Gócc, sm. Agucchia, Bastoncello per lavori di maglia. Lavoro a maglia in |
via d'esecuzione.
Gócc. Gògg, sm. Recipiente in genere, Ba-
PI.
spini.
Gòt, sm. Gotto. Tazza larga e bassa
rattolo.
Gògg. Gol, sm. Goal, Rete, Punto, nel gioco
PI.
del calcio.
Gola P. Gol I
I
[
I
,
sf.
Gola
j
Malati dia goma. Gommosi. Gómit, sm. Vomito Sfòrz 'd gómit, Conato di vomito. Gónd, sm. Gomito
Gónd. Andéss a
PI. I
alla
tasca
saca cun
col
gomito
gónd. Andarsi (F.) Spendere,
e'
dare con taccagneria. Gónf, agg. Gonfio Sazio I
PI.
F.
Gónf Gónfa
lat.
guttus, «boccale per versare
il
j
!
I
tina.
Gó^la, sf. Goccia, Gócciola. Lacrima. Gocciolo, Goccio |
PI. (3ó?al
Gradà^, sm. Gradasso, Spaccone, Prepotente
1
Pieno.
beveva
vino ». DEI. Nel sec. XVI, a Cesena, gottus, bicchiere di vetro. GLE) Gota, sf. Gota Guancia. PI. Gòt. Gó?al, sm. Goccio, Gócciolo. PI. Gózal CJójal 'd vén. Sorso di vino PisciaGó^al d'acva. Sorso d'acqua
I
la
si
Gót
l'oUo e
Góm
con cui
vino.
il
PI.
Fé' gola, Far gola. Allettare Ciapé' par la gola, (F.) Costringere. Góma, sf. Gomma Orichicco.
P.
di terracotta smaltata
(Dal
G61.
PI.
— —
I
PI.
F.
Gradè§ Gradàfa
PI. F.
Gradàsci.
GRAD
GRAM
180
Grama Gradéna,
sf.
Reticella.
Gratina
di
rete. PI.
Ande' a gramadóra, Andare
]
glia delle
Gradén
Gramadùra,
Gradèval, agg. Gradevole Gradivul
Grambialé,
Gradèvla
PI. F.
— — ida PI. F. — ì
Graméda,
Conciata, (F.) Pestata.
sf.
Batosta.
idi. sf.
Graduatoria,
Clas-
Graduatòrji
Grama,
Gramédi (v. Grama). Gramègna, sf. Gramigna Gramèr, tr. Gramolare. Maciullare Gramolare (pane). canapa o lino
PI.
sf. Gramola. Maciulla per gramolare la canapa. Gramola, Impastatrice del pane
PI.
PI.
PI.
I
Gramolatura. si porta con
Quanto
Grambiél) Grambialòn, sm. Grembiule. PI. Grambialòn. Grambiél, sm. Grembiale. PI. Grambiél e Lat. med. grambialé. GLE).
sificazione. PI.
sf. sf.
(v.
F.
Graduatoria,
si
un grembiale,
Gradèvli.
Gradimént, sm. Giadimento PI. Gradimént. Gradir, tr. Gradire Prt. Gradi PI.
ve-
gramolava.
PI.
F.
alla
gramoatrici nelle aie ove
Gràm.
med. grama. GLE). Gramadel, sm. Grimaldello.
(Lat.
Gramadel (Lat. med. grimaldellus GLE). Gramadóra, sf. Gramolatrice PI. Gramadòri
I
Grame
Prt.
PI.
—è — éda F. — édi.
med. gramare. GLE). Gramét, sm. Gramoletta. Scossio.
(Lat.
PI.
PI.
Grarnèt.
im gramèt, (F.) Pare uno scosDetto di ima persona magrissima.
E' pé' I
sio.
GRAN
Glomere delle api. Grép Grap pigne. Grappolo serrato. Grap rèd. Grappolo spargolo. (Lat. med. grappus, GLE).
Gran, sm. Grano PI. j
I
I
Gj-én
PI.
Gran cun la rèsta, Grano aristato. Gran arstupié, Grano ringranato. Magnéss
gran in erba, Mangiarsi
e'
:
I
il
Grapa, sf. Grappa. Acquavite ottenuta dalla distillazione delle vinacce. Grappa (v. Gatèl).
I
raccolto in erba. Gran drajé. Grano piegato in tutti
1
i
sensi.
I
Ch'ha de gran chi eh' a n' n' ha
Grap. Grapadin, sm. Grappolino. PI. Grapadin. Grapela, sf. Bardana, Lappa PI. Grapel PI.
va a e' mialén; / e sta a ca / a gvardér a chi ch'a i va. Chi ha del grano / va / e chi non ne ha / sta al mulino; a casa a guardare a chi ci va. Gran dal furmig, Forasacco, /
I
Orz sambédg) Grana, sf. Grana, Carattere del maggio granuloso.
(Lat.
(v.
Granatir, sm. PI. Granatir.
for-
j
F.
Granatiere.
Grane, sm. Crampo. Anche il toscano Xni sec. ha Granchio per crampo. II DEI, per l'etimo di questa voce, riporta un supposto krampf, crampo, longobardo. Grénc.
PI.
Grancà§a,
sf.
(v.
Catuba). Adulto
Grand, agg. Grande ziano Maggiore d'età.
|
[
An-
Grènd Grànda
PI. F.
Grandi
Fé' grand, Ingrandire Allevare. Grand, grò§ e cvajón, Grande grosso e stupidone. Grande?, sf. pi. Grandigie. Ave' del grande?, Darsi arie da gran signore. Granfa, sf. Grinfia, Zampa, Artiglio, Mano rapace. I
]
(
I
PI.
Grani med. granfa, zampa. GLE).
(Lat.
Granfe!, sm. Raffio a due uncini per estirpare le bietole. PI.
Gra§a,
Ingrasso.
sf.
Mètar sota dia grasa, (F.) Dare nutrimento da ingrasso. (Dal lat. med. grassa, grasso. GLE). Grascéla, sf. Erba salina, statice. (Sta limonium). Fiùr 'd grascéla. Statici. Grascéna, sf. Grassezza, Pinguedine. PI. Grascén. Gra§ol, sm. Cicciolo. PI. Grasùl. Grafóm, sm. Grassume, Untuosità. Grasòt, agg. Grassoccio.
tiee
— òt — òta PI. F. —
PI.
F.
òti.
Grastén (o grastìn), sm. Grassottino PI. Grastén o Grastìn F. Grasténa o Grastìna PI. F. Grasténa o Grastìni. Raschiare Gratèr. tr. Grattare Grattuggiare Strisciare contro un osta|
|
|
colo.
Grajifèl.
Granflón, sm. Raffio, Forcale uncinato per scaricare il letame. U§él granflón, Uccello rapace. PI. Granflón. Gran?ela, sf. Grancella, Granchio (V. Masinèl) PI. Granaci Grap, sm. Grappolo, Grappo. I
j
Grafi
Gras incvarté, Grasso quartato. Gras vàn. Grasso vano, Flaccido.
I
I
PI.
Grè§ Gra^a
PI. F. I
med. grapella. GLE).
Graf, sm. Grasso agg. Grasso.
PI.
del
F.
GRAT
181
1
Ave'
e' vizi 'd grate,
(F.) Avere
il
vizio
di rubare. Prt. PI.
PI.
Grate
— —
PI. F. I
è
éda
—
Grate'
édi. al
bièdal,
Grattugiare
le
bie-
tole.
Gratón, sm. Grattugia molto grande,
GRAT
a cassetta, c;onsistente di un tamburo a tronco di cono, montato orizzontalmente, che si fa girare mediante una manovella. Serve a ridurre in piccoli ciccioli la bietola
da foraggio.
Gratula,
sf
(Lat.
Grattugia
Gratù? Sbucane come una gatu§a, Bucherellato come una grattugia. (Lat. med. gratusia, GLE). Gravdànja, sf. Gravidanza PI.
Grèpji Grè^a, sf. Sugna. Grasso di porco per ungere. Tu' la grè§a int e' cócc de càn, (F.) Rubare a casa dei ladri. ]
Grévda, agg. Gravida, Incinta
Gravèr, tr. Essere di peso, di aggraGravare.
vio
I
tr.
Graziare^ Conceder gra-
zia.
Prt. Grazie PI. è PI.
— —
Molto usato
— ù§ F. — ó§a PI. F. — ó§i. sf.
Inferriata,
Gratella,
Sapore Grèd.
Grefi, pi. Raffi. sec.
XV,
GLE.
nostri « grèfì » sono descritti nel seguente brano riportato dal GLE: « unus grafius de fero cum quatuor ramponibus » ) graffi,
puliti mentre si è a tavola. Gric, agg. Greco. Usato solo per indicar il fieno greco (fen gric). Grilèt, sm. Grilletto. Sottoscatto delle armi automatiche e a percussione.
menti poco
PI. Grilèt.
Gri§, agg. Grigio. PI.
F.
Grèl biànc. (Platycleis grisea).
Grèla, sf. Grilla, Rinaldesca. Specie d'uva rossa molto dolce.
med.
grilla.
Gri§
—a
PI. F.
I
,
I
(Lat.
Gré?;ji
ancora qualche persona anziana per chieder scusa di dover fare dei riferi-
Grèl grillo
il
I
j
—
i.
Griv, agg. Grave.
comune che infesta i campi è Grillo nero o Grillo moro. Grèl mariàn. Grillo canterino (Gryllus o Liogrillus campestrisì. Questo grillo viene catturato nel mese di maggio e tenuto in gabbia per il suo canto. II
Grècia, sf. Grazia Grazie (ringraziamento). Garbo.
I
GrèI, sm. Grillo PI.
mattoni
Ctm bona grézia ch'u s' magna (Con buona grazia che si mangia). Così dice
Grata,
Gre
(Ravenna,
di
I
Gréd, sm. Grado. I
Grè?i
med. grezus, GLE). Grè?a ('d prè), sf. Catasta PI. Gre? 'd prè.
(Lat.
ÌP1.
PI.
Gre,
Non
Gre? Grè?a
PI. F.
— édi.
Graziò^, agg. Grazioso. in senso canzonatorio.
PI.
PI.
F.
èda
PI. F.
PI.
Grévdi. Gre?, agg. Grezzo, Rudimentale.
PI.
rifinito.
Gravdàn^
Grazièr,
Mangiar
(F.)
bene.
I
PI.
med. grippus). sf. Greppia grepia bòna
Grèpia, Ave' la PI.
Gratón.
PI.
GROS
182
GLE).
Grèp, sm. Greppo PI. Grep.
I
Pesante (di lavoro, e di cibo). Legato. Che ha le ruote poco scorre-
voli, (di veicolo, ecc.).
PI.
F.
Griv Griva
PI. F. Grivi.
Grógn, sm. Grugno, Muso, Ceffo. Grògn. (Lat. med. grognum. GLE). Grònc, sm. Grongo (Conger Conger). PI. Grònc. Gròs, agg. Grosso PI.
PI.
F.
Gróf Gròfa
GROT PI. F. I
1
GUER
183 toso.
Grò§i.
Guardé' bur^ Guardar torvo, Fare
Vén gró§, Vino aspro La donna in stato di avanzata
si dice che è « grò§a ». Ave' la vésta gro§a, (F.) Vederci dop-
danza
[
Guardé'
Durmì' dia gro§a,
(F.)
Dormire
fondamente. Gròta, Gròt.
Grotta. Caverna. Spelonca.
sf.
PI.
Grota de Re Tiberi. Grotta di Re Tiberio, di fronte a Rivola. Il suo nome
F.
non deriva da alcun
Pi. F.
ÌP1.
I
re Tiberio Tiberiaco, antico del fiume Senio. re
Gru,
ma
e
rio
»,
sf.
Gru Grugnòn
da
nome
«San Grugnone»
del
|
Tubare
delle
Gòbla,
Grulòn, agg., sm. Taciturno parla mai.
Che non
—
maglia.
sce dopo l'ultima falciatura. (Lat. med. guaiume, fieno di
PI.
]
PI. PI.
F.
I
Guardare, Osservare.
è
gubèla, un pò.
(F.)
Assicurar-
Gucè, agg. Lavorato a maglia, Agucchiato. Prt. Gucè
—
PI.
PI. F.
èda
—
Gucér,
édi. tr.
Agucchiare. Fare lavori di
sf. Agucchiatrice. Guciadóri. Gudàbil, agg. Godevole.
PI.
F.
Gudèbil
—
PI. F.
édi.
Guardé' a l'amnuda, (F.) Andare per sottile.
Guardèss d'atorna. Guardarsi intorno Guardare con fare circospetto, sospet-
]
sene una parte,
àbila
—
Gudér,
èda
—
una
Salvésn'
Gueiadòra,
secondo
Guardé
— —
»,
Gubèl.
PI. j
GLE). tr.
Mallo. Involucro verde della
il
int. Grondare (di acqua, di sudore; (F.) di sangue). Gru^èsta, sm. Grossista. Colui che compra e vende grandi partite di merci. PI. Gru§èsta. Gruvèj, sm. Campanella girevole. PI. Gruvèj. Guàj, sm. Dispiacere, Dolore Guaio. PI. Guèi. Guaìn, sm. Guaìme. Erba che rina-
Prt.
sf.
11 verbo « sgublèr mallo. Gubéla, sf. Sfoglia (di cipola).
levare
óni.
Guardér,
DEI; lat. med. GLE).
Gòbal. « gobla » viene
PI.
Grundér,
taglio.
édi.
noce.
Da
Grulón F. óna PI. P.
—
Guaz, sm. (v. Gva?). Guàza, sf. (V. Gvaja). Guazadin, sm. (v. Gva^adin).
tortore.
—
èda
(Lat. vastare, devastare. guastare, dare il guasto
Gloglottare del tacchino.
colombi
Guastare, Rovinare.
è
Pi. F.
glio.
Grugare
tr.
Guaste
— —
Pi. Pi.
I
int.
Guasti
Guastér,
Grulér, intr. Brontolare dell'intestino generato da flautulenze. GróU dia pànza, Borborigno, Borbo-
Grulér,
Guest Guasta
Prt.
(Sa'), m. delle Ceneri.
Giorno
il
di
Fé' de guast, Recare del danno. (Lat. med. guastum, guasto. GLE).
Gru
PI.
PI.
Guardare
(v. Gvargiàn). Guardiola, sf. (v. Gvargiòla) Guarir, tr.,int. (v. Gvarìr). Guàst, sm. Guasto, Danno. agg. Guasto, Rovinato
pro-
I
PI.
(F.)
Guargiàn, sm.
pio.
i
mèi òcc,
'd
traverso.
I
«
gli
bcchiacci.
gravi-
Prt. (
àbli. tr.
Godere.
Gudù.
Lat. gaudere).
Gudùda,
sf. Goduta, Godimento. Gudùdi. Guérd, sm. Guardo Sguardo Guar-
PI.
GUER
GURN
184
Gumè.
datura. PI. Goiérd.
Prt.
No' ave' paura d'un brót guérd. (F.) Non aver paura di nessuno, essere un
tato,
fegataccio.
tare. Prt. Gumiti.
Gumèt, sm. Ciò che Vomito. Gumitìr, tr.,
I
Gucrièr, sm. Guerriero. Guerjìr. Guèr?, sm. (V. Gvèrz). Gaeta, sf. Insidia. Fé' la guèta, Dar la caccia (in senso
PI.
1
reale e figurato). Questa parola, notevolmente deformata rispetto al suo sign. originale, viene dall'antica Guaita (da wahta, guardia, termine franco). Ravenna anticamente era divisa in 12 guaite. Guaita era anche la guardia della città. V. GLE. A. Zoli, in Estimo ravennate, dice che nel 1372 Guaita era divisione civile della città, succeduta, nel sec. XIII, al
romano
Flegione.
sf. Pimgolo. Ferro appuntito che si applicava in cima a un'asta di legno per stimolare le mucche durante
Gujàna,
i
lavori.
PI.
Gujàn.
(Dall'antico aguglia, ago). Gujél, sm. (V. Gujana). PI. Gujèl. Gulèt, sm. Colletto. PI. Gulèt. Gulpè, sf. Involto. PI.
PI.
aste
è
possibile
aggiogare,
è
éda
—
PI. F.
édi.
Gunféss, Gonfiarsi Far ripienezza, Gonfiarsi dei ruminanti per aver mangiato erba bagnata. Gunfòn, sm. Ingordo, Mangione. I
PI.
F.
Gunfòn
—
òna
PI. F.
—
òni.
Gungadùra, sf. Concavità. Ganghe, agg., prt. Concavo, Charva, Divenuto concavo o curvo. Detto di talamiere.
Gunghè
PI.
—
PI.
F.
éda
—
édi. tr.
Curvare (detto
di
latta
intr.
Colar
gomma.
cricchio,
Sudar
sf.
Fasciatura
\
Involgi-
tura.
Gupladùr. Guplé, agg., prt. Fasciato, Avvolto. AvvolgituGupléda, sf. Fasciatura
PI.
'
ra.
Guplèdi. Guplèr, tr. Involgere volgere Avviluppare. PI.
|
Fasciare
j
Av-
I
Prt.
Guplé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
(V.
Gulpé).
Guréna, sf. (V. Aguréna). Gurés, sm. Abitante di Gòro. PI.
Giilpir.
Gumèr,
PI.
|
Gunfé
— —
Gupladura,
più paia di mucche.
oricchio,
PI.
il
e lamiera).
tali
fila,
Riget-
I
Gunghér,
Gulpèr, tr. Avvolgere, Fasciare. Corrisponde al francese antico « voloper » avvolgere; a cui fa riscontro un lat. involto, voluppus, (Bologna) med. GLE. Dal lat. volvere (?). Gulpér, sm. Asta robusta di circa 2 m. con, un occhiello nella parte posteriore a cui si aggancia il chiappo (V. Ciap) e un foro trasversale nella parte anteriore in cui si infila una caviglia (cavèja) che consente di tirare col giogo. Timone mobile. Questa asta è chiamata anche « zèrla » come il pungolo.
Con
Prt.
vole o
(V. Gulpér).
in
Vomitare,
vomi-
Gumitori, sm. Azione che provoca Luogo ove avviene il vomito Vomitorio. PI. Gumitùri. Gunféda, sf. Gonfiata. PI. Gunfédi. Gunfèr, tr. Gonfiare.
vomito
PI.
Gulpé
intr.
stato
è
Gurìs.
Gurna, sf. Conduttura d'acqua che passa sotto- un canale. Gorna. PI.
Gumi.
GUSC med. gorna, grondaia, GLE).
(Lat.
Gvànt, sm. Guanto. PI. Gvént.
F.
—
PI. F.
med. guantus (1316). GLE). Gvàn^a, sf. Guancia di maiale.
Gvàn^. Gvardér,
PI.
Costare,
int.
Valere.
Prt. PI.
F.
Guton, sm.
pi.
Orecchioni
|
Guardare.
(V. Guardér).
sm. Co-
tone.
Gvargiàn, sm. Guardiano. Gvargén. (Lat. med. guardianus. GLE). Gvargiola, sf. Guardiola, Feritoia,
Guv, agg. Cur\>o, Rannicchiato. PI.
tr.
Guardé
—è — éda PI. P. — édi.
—è — èda PI. F. — édi. PI.
F.
F.
[
Gota.
Gusté
Prt.
come un
(Lat.
éni.
Gustér,
gvànt, Calzare
guanto.
Gustén éna
—
coma un
Sté' I
I
I
Gvèj.
PI.
Guscèr, sm. Gusciaglia. Quantità di gusci o di bucce. Fé' de guscèr. Gustén, agg. Agostano. PÒI gunstén, Pollo agostano. PI.
GVAZ
185
PI.
Guv Guva
Guvi. Guvìss, rfl. Curvarsi, per non farsi vedere.
PI. F.
Rannicchiarsi
Spia. PI. Gvargiòl. (Lat..,
Guvì PI. Guvì F. Guvìda Prt.
1492,
Gvarir, tr., Prt. Gvarì.
— — ida PI. F. — PI.
Guvidi. Guzlér, int. Gocciolare, Cadere a goc-
guardiola.
GLE).
Guarire, Sanare.
intr.
ì
PI. F.
F.
ce.
Gvarnént, sm.. pi. Governanti, Uomini di governo. Gvarnér, tr., int. Governare Rigovernare (il bestiame).
Prt. Gu^lé.
Guzlér, sm. Gocciolio. Gu^lìna, sf. Gocciolina.
|
PI. Gu?;lìn.
Gvacé, PI.
P.
Accosciato,
prt.
Accovacciato
Gvacé
—
éda
PI. F.
—
édi.
Gvacéss, sfl. Accovacciarsi. Gvacìn, sm. Covaccino. Diminutivo di « cvacc » covaccio. Atto dell'accovacciarsi della gallina in calore, davanti al gallo. Gvación, avv. Covaccioni. Da covaccio vedi « cvacc » e « gvaI
(
;
cin»).
Gvadàgn, sm. Guadagno. Gvadégn. La j' è in gvadàgn, E' in guadagno.
PI. I
Cosi siasi
si
dice, in
femmina
idi.
senso figurato, di qualdi animale da alleva-
mento che sia gravida. Gvadagnér, tr.. intr. Guadagnare. Prt. Guadagné. Gvàj, sm. Dolore. Dispiacere.
Prt.
Gvamé
—é F. — èda PI. F. — édi.
PI.
Gvarnìr, tr. Guarnire. Ornare. Gvast, (V. Guast). Gvastèr (V. Guastér). Gva?, sm. Guazzo. Bagnato fatto per terra Piovasco Guado. Fé' de gva^. Fare del bagnato. L'ha fat un gvaz, Ha fatto un piovasco. Pa§e' un fiòm a gvaz. Guadare un fiume. |
j
j
I
!
PI.
Gvèz.
sec. XIV., guazzo, terreno molto bagnato, ecc. DEI).
(It.,
Gvà^a, sf. Guazza, Rugiada. Gvàz. Pr'al gvaj 'd Sa' ?vàn u s' taja gran. Per le guazze di S. Giovanni PI.
e' si
GVAZ miete.
La rugiada
1
virtù varli
Gvérgia,
giugno). guazza).
(24
ant.
(It.
di
di
S.
purgare
dalle
i
tignole
Giovanni aveva la panni e di presere dai
Fòrza 'd gva^a e' cor i fós, A forza fo.ssi. guazza (rugiada) corrono Anche con i)oco, ma che sia accompagnato da costante tenacia, si può ottenere molto. La gvà^a la n' fa córr' i fó§, La guazza non fa correre i fossi. Con pochi mezzi non si possono fare grani
I
cose.
Pioggerella
di
breve
durata.
Gva^adìn. Gvazadìna, Rugiadina.
PI.
PI.
Gvérgg.
PI.
Stè' in gvérgia.
Stare sul chi vive.
I
med. guardia. GLE). Gvèrna, sf. Governo, Pulizia del bestiame, Pulizia con brusca e striglia. Fé' la gvèrna al besti, Rigovernare le mucche. 1
è
Gvèr^, sm. Guercio. chiamato « e' gvèrj
\
Nei lavori d'aia
»
colui che diri-
ge l'erezione dtì pagliaio. PI. Gvìr^. Gvèta (V. Guèta). Gvid, sf. pi. Redini. (Etell'it. ant. guida, sec. XIV; lat. medioevale wida, sec. XIII, V. DEI). Gvidadòr, sm. Guidatore Ckjnducente Colui che tiene le redini. |
Gvèld, sm. Guado. (Dal lat. vadum; dalla rad. indoeuropea wadh-« avanzare »). Gvéra, sf. Guerra. PI. Gvèr. ?ughé' a gvèra franicela, Giocare a guerra francese. I
Gvèran, sm. Governo.
Pl.'Guidadùr dora F.
—
PI. P.
—
dòri.
sm. Guidarello. Montone o pecorone castrato che guida il gregGvidarél,
ge.
Gvidèr, tr. Condurre, nere le redini. Prt.
Guidare, Te-
Gvidé
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
Guardo, Sguardo.
Gverdaròba, sf. Guardaroba, Cassettone per biancheria.
dio,
Gveregèr,
j
j
Gva?;adìn.
Gvìran. Gvèrd, sm. PI. Guèrd.
Guardiano
Guardia
(Lat.
tarli.
I
Gva^adìn, sm.
sf.
Sentinella.
di
di
GVIN
186
int.
Guerreggiare.
Arma-
Gvin^àj, sm. Guinzaglio. Gvin^èj. (Lat. med. guinzaium, GLE). PI.
I IGNA
187 pronoavv. Ci, Vi, Ivi. art. Il I, è anche inLoro, Essi, Gli, Le giimzione sp>ecie quando si vuol imprecare; es.: «I! T'andès a l'inferan!», Va! Che tu andassi all'inferno! (In questo caso viene del lat. ire, andare). TruoIbiol, sm. Albiolo, Beverino I,
i
j
me
|
[
\
]
[
Ave' idea, Pensare, Aver in mente, Ritenere. Ave' dal j' idej a una parsòna. Rassomigliare nell'aspetto a una, persona. Ave' una bela idea, Avere lineamenti simpatici. Ideél, sm. Ideale, Sogno, Aspirante. [
j
I
PI. Ideèl. sf.
Idea). Ideare, Progettare,
(v.
tr.
Esco-
gitare.
Prt. Idee PI. è F. èda lé.
—
IX si hanno le varianti ImolImmola, Immolla, Ymola, Ymmola, YmmoUa e le forme dialettali lèmmula, lèmmula, lòmmla ». (T. Zanardelli, A proposito di Imola R. Dep. di St. Patr., 1901-02). lo Zanardelli, il nome sarebbe di origine germanica, cioè longobarda^ derivante dalla forma maschile Imulus dalla radice o tema -im che sarebbe una riduzione dell'antico nordico imr, lupo. ha do« Imula - dice lo Zanardelli vuto essere una ricca e possente donna, consorte di qualche illustre signore, nei tempi della dominazione longobarda, il cui nome, trasmessosi prima in cerchio ristretto alla corte o al castello sul quale aveva civile o politica potestà, si sarà più tardi insensibilmente esteso alla nuova città che si andava formando intomo ai suoi domini, sulle rovine dell'antica ». Igna, agg. Ogni. Ignamòd, In ogni modo. ecc.,
Sempre secondo
PI. Idèj.
PI. F.
Immula.
la.
(It. antico albuòlo; dal lat. volgare albeus). Aspetto RasIdeale Idèa, sf. Idea somiglianza.
— —
tempo di Siila, onde ebbe nome Forum Comellii o Sillae. « Nei docurrienti del sec. Vili si presenta sotto la forma di Imulas od Nel sec.
goletto. PI. Ibiùl.
Ideja, Ideèr,
chissima città presso il Santerno. Fu ampliata dai Romani, specialmente al
édi.
Comando
di
fermarsi
solo ad animali. lèmula (o lèmla),
f.
|
Alt!,
Imola,
ma
Anti-
-
IGNO
Ignòn, pron. Ciascuno, Ognuno, Ogni persona. PI.
F.
Ignòn Ignóna
F.
anta
—
F.
PI.
Fé' l'ignurànt par no' paghe' la ta§a, l'ignorante per non pagare la tassa. Fare lo stupido per tornaconto. J' ignurént j' à da stè' a ca su, Gli ignoranti devono stare a casa loro. I
I
sm.
IgTiurantin, F.
Studipello.
Ignurantì ina
—
—
F.
PI.
ini.
sm.
Ignuranti§óm,
Ignoranza,
Zoti-
caggine, Imbecillità.
—é — éda PI. F. — édi.
Imbadarél, sm. Trastullo che fa perdere solo del tempo. Badarella. PI. Imbadarél. Imbadarlér, tr. Baderlare. Tenere a Far perder tempo. badarella
Ignurànza,
sf
.
Ignoranza
(
in
senso
Imbalsamadór, sm. Imbalsamatore. PI. Imbalsamadùr. Imbalsamadùra, sf. Imbalsamazione, Imbalsamatura. PI. Imbalsamadùr. Imbalsamèda, sf. Imbalsamatura. PI. Imbalsamédi. Imbalsamér, tr. Imbalsamare, Impagliare. Prt. Imbalsamé PI. è éda F. édi. PI. F.
— —
Prt.
scenza.
F.
Ignurànz.
aw.
Jìr,
(Dal
lat.
Prt.
\
Lu-
(v. bél^).
Prt.
lumi-
Imbambinir, Prt.
di..
Imbacònt, avv. A buon conto. (Composto da «in bò(n) cont », che diventa « in ba cont » e si pronuncia « imbacònt »). Imbacuché, agg., prt. Imbacuccato, Incapucciato per proteggersi dal freddo.
Imbacuché èda
tr.
Rimbambire.
Imbambinì
— — ida PI. F. —
PI.
i
P.
idi.
Imbarandièr, dellare. Mettere
I
—
Imbalzé
—è F. — éda PI. F. — édi.
Iluminé
Imànc, avv. Almeno, Dopo tutto, Se non altro. Imànc, imànc. Almeno almeno, Non
F.
Mettere la pastoia. ImLegare i covoni del grano,
tr.
j
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
idi.
pastoiare,
PI.
meno
ì
Imbalzér,
heri).
Stordire.
tr.
Imbalurdì
— — ida PI. P. —
PI.
Ieri.
Uuminazidn, sf. Illuminazione minaria. PI. Iluminaziòn. Iluminèr, tr. Illuminare, Fare narie. Rischiarare.
—
Imbalurdìr,
dispregiativo). Secondo il senso del discorso, può valere anche ignoranza, imperizia, inabilità, mancanza di conoPI.
Imbacuccare.
int.
Imbacuché
j
ànti.
Fare
PI.
édi.
F.
Ignurént
—
—
Imbacuchér, PI.
Ignurànt, agK-, sm. Ignorante. Oltre a significare « colui che non sa », vale comunemente: stupido; e si usa in senso offensivo e dispregiativo. PI.
PI. F.
Prt.
Ignóna.
PI. F.
IMBA
188
j
tr. il
Sprangare,
Arran-
randello.
tra'l raz. Frenare (mettendo un randello fra
Mètar e 'barandél ruote
le
i
raggi). Prt. Imbarandlé.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Imbaràz, Imbroglio.
'
sm. Imbarazzo, Infipaccio, Disturbo di stomaco.
IMBA Imbarèj. Imbara^ér,
PI.
Andar
rfl.
Impac-
Imbarazzare,
tr.
ciare.
I
squadro,
fuori
Storcersi.
Imbarlé
Prt.
—é — éda PI. F. — édi.
PI.
Imbara^é
Prt.
IMBA
189
P.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
una deformaz.
(E*
F.
di
imbarcare,
nel
di incurvare il legname per la costruz. delle barche. V. DEI). Imbartucé, agg. prt. Incappucciato, signif.
Imbarbajèr,
Abbaccinare,
tr.
Abba-
gliare (F.) Incantare. Prt. ilmbarbajé I
Imberrettato.
—é F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
F. tr.
Imbarché
—è F. — éda PI. F. — édi.
Imbarchéss
un' impresa, Ficcarsi
int
Imbasciédi. Imbastardir, tr.,
PI.
in un'impresa.
Imbariagadura, sf. Ubbriacatura. PI. Imbariagadùr. Imbarìaghèr, tr. Ubbriacare. Prt. Imbariaghé
— — ida PI. F. —
PI.
—
PI. F.
—
Beone.
— — ida PI. F. — PI.
Imbariég F. éga
—
PI. F.
—
da cui
éghi.
chioccia.
detto deriva dal-
Il
l'uso di ubbriacare le galline
per farle
crocchiare. i
A
j'
ì
(Dalla
Imbariég coma una ciòza, Ubbriaco
come una
imbariég
i
j'
i
dà da
be'
tot,
—ù F. — uda PI. F. — udi.
PI. F.
Sànt C'è gli
è
Imbatù, (v. Imbàtass). Imbavacé, agg., prt. Bagnato PI.
un Signor (alcuni dicono «un
») pr'
burdèl e par
i
un Signore per ubbriachi
(che
i
li
imbariég. e per protegge nelle j'
bambini
—
(di assi).
bava
éda
—
édi.
PI. Imba?;èl
—
F.
èia
PI. P.
—
èli.
Imba^uclì,
Imbarlé, prt., agg. Fuori squadro. Imbarlèr, tr. Mettere fuori squadro
di
Imbavacé
Imba^èl, agg. Imbecille.
cadute).
Imbarcare
rfl.
bast-« scorza » intrecciare con fibre). Abbattersi, Incontrarsi
PI.
F.
j'
germanica
l'idea di
Imbatù
Prt.
sogno.
U
idi.
rad.
Imbàtass, per caso.
Agli ubbriachi danno da bere tutti. Il detto ha un senso reale e figurato. Nel secondo caso vuol dire che la gente è più generosa verso chi non ha bi-
j
idi.
Imbastidura, sf. Imbastitura. PI. Imbastidùr. Imbastir, tr. Imbastire, Appuntare. Prt. Imbastì
F.
òti.
Imbariég, sm., agg. Ubbriaco. PI.
ì
F.
—è — éda PI. F. — édi.
[
Imba
Incrociare,
[
F.
Imbarìagòt, sm. Ubriacone. Imbariagót. F. òta
int.
stardire. rfl. Trahgnare. Prt. Imbastardi
PI.
PI.
édi.
Imbascèda, sf. (V. Imbasciéda). Imbasciadór, sm. Ambasciatore. PI. Imbasciadùr. Imbasciéda, sf. Ambasciata, Comunicazione per interposta persona.
Imbarcare.
PI.
I
—
PI. F.
Imbarchèr, Prt.
Imbartucé éda
—
agg. Intupidito.
tito,
PI.
F.
Imba^uclì.
—
ida
Acciocchito,
Inton-
IMBA —
PI. F.
idi.
Imbu^ucliss, re in
IMBI
190
uno
rfl.
Acciocchirsi,
Cade-
stato di sonnolenza, di stor-
Imbichèda, prt. (v. Imbichér) Imbeccata Atto dell'imbeccare. (E' più dialettale «imbché»). Imbichédi. Imbichér, tr.
dimento. Prt. Imba^uclì
PI.
PI.
Prt.
— F. — ida PI. F. — ì
Imbché,
—è — éda PI. F. — édi.
F.
Imbeccata (sia in senso
sf.
Imbiglir,
Imbché. Imbchér, tr. Imbeccare reale che figurato). PI.
sia in
senso
PI.
F.
(Da
Imbducér,
PI.
tr.
Impidocchiare.
to
Imbducé
F.
Imbérc, sm. Imbarco. Imbèrc. Truvé' l'imbérc, Trovare
Furore
ì
sf.
Bile^
idi.
« biglia», bile).
èda
—
édi.
Imbjitèda, sm. Abbiettata. Operazione del mettere una o più « biette » (V. Imbjitér). il
mezzo
Eccitazione,
di
Rab-
Imbjitédi. Imbjitér, tr. Abbiettare, Fermare mediante «bietta», (v. Bièta). PI.
gliare.
Imbianchèda, sf. Imbiancata. Imbianchédi. Imbianchén, sm. Imbianchino, Colui che tinteggia. PI. Imbianchén. Imbianchér, tr. Imbiancare, Dare il
Imbis-cìr, tr. Prt. Imbis-ci
bianco.
PI.
PI.
Imbianché
Imbirì, PI.
F.
agg.
Accigliato.
Imbiri
—
ida
PI. F.
—
idi.
Imbestialire.
— — ida ì
—è — éda PI. F. — édi.
F.
Imbiavè, agg., prt. Abbiadato. Nutrito di biada ( di avena, orzo, fava). Imbiavér, tr. Abbiadare. Nutrire a
stoppa.
biada.
mare di malta, luto ta una fasciatura di
PI. F.
PI.
F.
PI.
F.
Imbicadùr
—
PI. F.
—
òri.
Impiastro
di
biuta
Imbiudè. Imbiudèr, tr. Lutare, Imbiutare. Spal-
Prt.
Bravo
e
PI.
|
Spalmare
di biu-
Farsi
Imbivmdì
— F. — ida PI. F. — PI.
i
idi.
Imbizariss.
óra
Imbestialirsi.
rfl.
sf.
stoppa. Imbiundìss, rfl. Imbiondirsi, biondo, Diventar biondo.
PI.
Imbicadòr, sm. Imbeccatore, nel dare l'imbeccata.
idi.
Imbiudè,
Imbiavè
—è — èda PI. F. — édi.
—
Imbis-cìss,
F.
Prt.
Imbro-
Imbindulér, tr. Abbindolare. Raggirare.
bestiale.
PI. Imbès-ci.
Prt.
Ferma-
Imbjité
—
PI. F.
PI.
bia,
Far diven-
Imbjité, agg., prt. Abbiettato. con bietta, zeppa.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
[
Arrabbiare,
P.
—è — éda PI. P. — édi.
trasporto. Imbès-cia,
tr.
tar furente. Prt. Imbigli
— — ida PI. F. —
(
Imbuché.
Prt.
Imbeccare.
Imbiché
PI. idi.
reale che figurato).
PI.
sf.
,
]
bizze.
rfl.
Imbizzarrirsi,
Far
IMBI Prt.
Imbra^èda,
Imbi?ari
— F. — ida PI. F. —
PI.
idi.
Imbiziòn, si. Ambizione, Albagia, Presunzione. PI. Imbiziòn. Imbiziò^, agg. Ambizio.so, Superbo, Vanitoso. PI. Imbiziùs F. ò§a
—
PI. F.
—
ò§i.
Imblan^r,
tr.
Bilanciare, Mettere in
bilico.
Imblan^é
Prt.
prt.
agg.,
«
Embriciata
»
Bagnata in superficie. Detto della terra dopo che ha piovuto e l'acqua non è
ì
—è P. — èda PI. F. — èdi. PI.
Imblida,
Abbellimento.
sf.
F.
De' un'imblida, Abbellire. Imbllr,
Abbellire.
tr.
Truccare
penetrata in profondità. (Dal lat. «ìmber », pioggia dirotta). Imbréga, sf. Imbraca, Braca, Ritegno di corregge di cuoio che si mette in corrispondenza della vagina delle mucche appena terminato il parto per trattenere la eventuale fuoruscita delL'imbraca si mette pure ad l'utero. animali da tiro per meglio trattenere (specialmente in la spinta in avanti discesa) del traino, nonché a uccelli da richiamo, a colli di mercanzia e ad alberi che vengono abbattuti mediante la trazione di un trattore. Imbrinè, agg. e prt. Coperto di brina. PI.
PI. Imblidi.
Imbrinè éda
—
PI. F.
Ritoccare,
scopo di abbellire) Cominciar a esser Farsi bello
rfl.
IMBR
191
(allo
|
'
bello.
—
édi.
Imbriglile, briciole. PI.
F.
agg.
e
prt.
Coperto
di
Imbri§ulè éda
—
—
Prt. Imbli
PI. F.
PI.
Imbrité, agg., prt. Innamorato cotto, che ha la « breta », cioè la cuffia.
— F. — ida PI. F. — i
idi.
Imblitcda,
PI. sf.
Imbellettatura.
F.
Imblitér,
tr.
Imbellettare,
Dare
il
bel-
letto.
Prt. Imblité
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Imbraghèr, tr. Imbracare, Mettere la braca o imbraca a animali come cavalli asini, muli e mucche, nonché a uccelli da richiamo, specialmente stor-
Imbruchér.
è
PI.
F.
—
PI. F.
éda
—
édi.
|
Prt.
Imbranché
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
tr.
Inchiodare,
Chioda-
(F.) Azzeccare, Coglier nel segno. I
Prt.
F.
Imbranchèr, tr. Imbrancare, Riunire a branco Rimbrancare.
— édi.
ganno. PI. Imbrój. Imbrucadùra, sf. Chiodatura. PI. Imbrucadur. Imbruchèda, sf. Gelata. PI. Imbruchédi. re,
—
éda
Imbritcr, tr. Innamorare, Far prendere la cotta (in amore). Imbrój, sm Imbroglio, Trucco, In-
ni e allodole. Prt. Imbraghé PI.
Imbrité
—
PI. F.
PI. Imblitèdi.
édi.
Imbruché
—
—
PI. F.
è
éda
—
édi.
Imbru.ié, prt., agg.
Imbrogliato, Confuso, Smarrito AstruOffuscata (vista). so (di discorso). MiAnnebbiato (cielo, tempo, vela). metizzato (con frasche e accorgimenti j
|
[
I
vari).
IMBR
Imbrujér). Imbrujèr, tr. Imbrogliare, Ingannare Mascherare con frasche Ingarbugliare, Confondere.
(V.
'
I
Prt. PI.
F.
Imbrujè
—
—
è
—
édi.
sm. Intrico, Groviglio. Itnbrujòn, sm. Imbroglione.
— ón F. — óna PI. F. — óni.
Imbrunì, sm. Crepuscolo, Imbrunire. Imbrunidùra, sf. Patina scura data alle armi perchè non arrugginiscano. PI. Imbrunidùr. Imbrunir, tr. Abbrunire. Abbrunare (non nel senso di mettere il lutto). |
Imbrunì
— F. — ida PI. F. —
Prt.
PI. F. (v.
idi.
Bxost).
Imbrustìr,
Diffondere,
Infe.
Disseminare. Imbrustì
— — ida PI. F. — PI.
di
un
tu-
bottiglia.
in
stringere
in
I
Imbottigliare, Mettere (F). Imbottigliare, Couno spazio restretto. '
Chiudere. Prt.
Imbucé
—è F. — éda PI. F. — édi. Prt.
tr.
Imbeccarn
j
Imboccare
Imbuché
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
ì
F.
Imbuchéss int òn. Trovarsi a faccia a faccia con uno. Imbulsiss, rfi. Imbolsire, Divenir bolI
idi.
Imbrustìss,
Gremirsi,
rfl.
Popolarsi
fino all'inverosimile. Prt. (V. Imbrustì).
so.
Prt.
Imbrutìda, sf. Imbruttiniento. PI. Imbrutidi. Imbrutir, tr. Imbruttire, Disabbel-
Far brutto, Prt. Imbrutì
lire,
— F. — ida PI. F. —
Apertura(
Imbucadur. Imbucér, tr.
Imbuchér, int.
tr.,
stare,
Prt.
sf.
PI.
ida
—
Imbuajé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
PI.
idi.
med. burnire, brunire. GLE).
|
PI.
Imbuazédi. Bua^a). Imbua^ér, tr. Intonacare, Chiudere fessure con sterco di mucca. Imbovinare. Spalmare con sterco di mucca. (v. Buaja). (Imbuire, sec. XVII). PI.
Imbucadùra,
Imbrustì
—
brodum, acqua
bo).
Imbrustì, agg., prt. Gremito, Letteralmente coperto di insetti, macchie, o pallini di fucile da caccia Brulicante. P.
dal lat. med. concia, DEI).
Imbua^èda, sf. Intonacatura di sterco di mucca; Imbuinata.
ì
(Lat.
PI.
—è — éda PI. F. — édi. F.
(v.
PI.
Prt.
Imbrodolarsi.
rfs.
Imbruvaldé
PI.
di
Imbrujér,
PI.
Imbruvaldéss, Prt.
(Forse
éda
PI. F.
IMBU
192
Render brutto.
Imbulsì
— F. — ida PI. F. — PI.
ì
idi.
Imbunìr, Imbonire (nel senso di miAbbonire, gliorare terre, animali) rfl. Mitigarsi, Raddolcirsi, Rabbonire !
ì
|
Placarsi, del
Imbruvaldèda,
tempo
Rimettersi in salute.
idi. sf.
Sbrodolata, Imbro-
dolata.
Imbruvaldèdi. Imbruvaldér, tr.
Prt.
— — ida PI. F. — PI.
PI.
Imbunì ì ^
F.
(V.
Imbruvaldess).
idi.
e della stagione
]
IMBU Imburasché, detto del burrasca.
agg. Burrascoso. E' si prepara per far
prt.,
tempo che
esageratamente un campo. Prt. (V. Imbuschè). Imbusiss rfl. Bacarsi Cariarsi :
Imburér,
Infangare fanghiglia nera. (y. Bòra). Prt.
IMMA
193
tr.
con
brago,
— F. — ida PI. F. —
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Imburir, (Rimburir), imp. Abbuiare, per annuvolamento. Prt. Imburì, o Rimburi F. Imburida, o Rimburida Imburiss, rfì. Oscurarsi (detto del cielo), Rabbuiarsi. Prt. Imburì. Imbumadè?, sm. Fuliggine. Imburnér, tr. Annerire (con polvere di carbone, con fuliggine o con bruni-
la «
PI.
Imburné
botte
—è — éda PI. F. — édi.
burnire,
Imbuté
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Imbutida,
sf.
Imbutìd. Imbutidùra,
PI.
ant. Imbrunire, dal lat.
brunire.
s'
èl
med.
GLE). Ficcare
tr.
rfl.
Modo
e
(F.) Nascon-
Imbottire, Rimpinzare. Imbottirsi di panni. '
— — ida PI. F. —
PI. j
imbusané? Dove
Dove si Imbusané I
si
è
fic-
è nascosto?
i
F.
Imbuvazéda, sf. Intonacata na, Spalmata di bovina. Imbuva^ér, tr. Intonacare vina. Spalmare di bovina. Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
care in un buco
(v.
»,
usa anche
« fiche' »
mètar in... ». Imbuschè, agg. Coperto di frasche, di vegetazione Troppo alberato. Lat. med. imboscatus (detto di una via, come si usa ancora in dialetto). « instiché' »,
« intané' »,
GLE
a «via»).
Imbuschè
—
PI. F.
éda
—
Buva^a) Immajéss,
rfl.
fra le maglie,
éda.
ospedali, e uffici dalle retrovie Rendere simile a un bosco. Alberare
in
bo-
Prt.
Impigliarsi nella rete, tramaglio.
nel
Immajè
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Immalghér, tr. Coinvolgere. Ficcare una faccenda non chiara. (V. Immalghéss). Immalghéss, rfl. Impelagarsi. ( Viene da « mélga » « mètass int una mèlga», (F.) Ficcarsi in un melicaio). in
Imbuschéda, sf. Imboscata, Agguato. PI. Imbuschédi. Imbuschér, tr. Imboscare, Sottrarre al servizio di guerra, tenendo il soldato
con
PI.
«
j
bovi-
Imbuva?é
« bu§ », buco). Il dialetto, quando deve esprimere l'idea o l'azione di « mettere dentro », o « fic-
(Da
di
Imbua^di.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Imbottitura,
sf.
imbottire.
di
Rimpinzarsi Prt. Imbuti ;
cato?
PI.
Coperta imbottita. Tra-
punta.
idi.
Ind
(V.
Imbottare, Mettere nel-
vino).
Imbutidùr. Imbutir, tr.
dere.
Prt.
tr.
(il
PI.
Imbusanér, ]
Imbozzimare. Passare Bò§ma).
tr.
» (v.
Imbutèr, la
F.
l'it.
idi.
bòsma
atto
PI.
(Come
i
Imbu§mér,
ce).
Prt.
Imbusì
Prt.
Imburé
Ton-
chiarsi.
;
Prt. PI.
]
F.
Immalghé
—è — éda
IMMA - édi.
F.
PI.
tare. PI.
F.
;
Immalté
—
è
—
F. édi. 'v.
Mélta).
Immalté
—
àbili.
Immancabil-
Immanghé, agg. prt. Manicato. Immanghér). Immanghér, tr. Immanicare.
Immanghé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Immurcèr, sm. Morcume.
Immurir, tr. Abbronzare. Immu§arlér, tr. Imbrattare.
—è — éda PI. F. — édi.
F.
tr.
Lordare, Sporcare con
Immardé
(Da Musarèla). Immusì, agg.,
—è F. — éda PI. F. ^ édi.
PI. tr.
Incastrare.
F.
Immusito. Imbron-
Immu§ì
—
ida
PI. F.
—è F. — éda PI. F. — édi.
—
idi.
Impacéss, con gusto mente.
PI.
Immatimént, sm. Impazzimento, DiPerdita di tempo Seccatura. Prt. Immatimént. 1
Immatìr, int. Impazzire, Fare dell'impazzimento. Immatiss, rfl. Incapponirsi, Ostinarsi.
prt.
ciato.
Immas-cé
sturbo,
—è F. — éda PI. F. — èdi. PI.
PI.
Prt.
Immurarle
Prt.
sterco.
Immas-cèr,
Murcia).
(V.
PI.
Immardér,
Immurcé
Prt.
aw.
(V.
PI.
i
Immurcèr, tr. Annerire con morchia Sporcare di morchia.
mente.
feci,
Immurbjì
— F. — ida PI. F. — édi. I
Immancabilmént,
Prt.
di
Immurbjir, tr. (v. Rimmurbjìr), AmAmmorbidire.
àbila
—
.
Immelare, Cospargere
tr.
Immlé
PI.
Immanchèbil
PI. F.
édi.
—è F. — éda PI. F. — édi. Prt.
édi.
tuale.
—
—
(Da Mlégula).
mollire,
Immancàbil, agg. Immancabile, Pun-
F.
éda
PI.
éda
F.
édi.
Immlagulè
—
Prt.
Immamé
—
—
miele.
Immamé, agg. Tutto mamma. immamé, E.sser tutto mamma.
PI.
éda
Immlèr,
E§ar
PI.
Immagine
PI. F.
PI. — è P. — éda PI. F. — édi.
P.
—
PI.
Immaltér, tr. Infangare, Insaccare (v. Malèt).
PI.
Immaginare, Suppor-
Immlagfulè, agg. Viscoso. Viscido
éda
F.
Prt.
!
Prt. F.
tr.
Ritenere.
re,
PI. F.
—
PI.
Immati. Imma?inér,
Prt.
Immaltéda, sf. Lutatura. PI. Immaltèdi. Immaltér, tr. Lutare. Intonacare con mota, o mota e pula insieme, AmmalPrt.
IMPA
194
Prt.
Pacchiarsi. (F.) Divertirsi
rfl. ]
Mangiare enorme-
Impacé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Impaciare, agg., prt. (v. Impaciarér). Impaciàrér, tr. Infangare. Sporcare con fajigo, Imbrattare.
IMPA
IMPA
195
Impaline, agg. e prt. Impallinato, Feagg. Segnato con con pallini
Impaciare
Prt.
—è F. — éda PI. F. —
rito
PI.
[
biffe.
Impalinér, tr. Impallinare, Colpire con senza uccidere, Ferire con pal-
édi.
Impadruniss,
rfl.
Im-
Impadronirsi,
pallini,
possessarsi.
lini.
Impadruni
Impaline
— F. — ida PI. F. — idi.
Prt.
Impadrvmiss dia ca (detto di cane o di gatto), Farsi di casa, Diventare di
Impalughiss, rfl. Appisolarsi. Corrisponde al toscano appalugare (appisolarsi), all'umbro appaliginasse (addormentarsi) e si accosta all'aretino appliginare (vederci male, detto di chi guarda e non riesce a discernere (v. DEI, a «balugine»). Il ravennate, del sec. XVII, à « palugar », cominciare a prendere sonno, (v. Aruch, op. cit.). Impanér, tr. Panare, Rinvolgere nel
Prt.
PI.
—è P. — éda PI. F. —
PI.
i
I
casa.
Impajaré, agg.,
prt.
è stato messo nel fieno, paglia, cime PI.
F.
Appagliato.
pagliaio. di
Che
Detto
di
granturco, ecc.
Impajaré éda
—
—
F.
PI.
édi.
Impajarér, tr. Appagliaiare. Impajé, agg., prt. Impagliato. Detto del grano quando fa troppa paglia a
pangrattato.
tutto scapito della spiga.
Prt.
Impajé. Impaièda, sf. Impagliata, Impaiolata. Pranzo in occasione di battesimo. (Vedi per la comprensione di questo vocabolo la voce Moj). Impajér, tr. Impagliare, Rivestire di
PI.
PI.
paglia. Prt. Impajé PI. é F. éda PI. F. édi.
— —
Impaimè
—
PI.
éda
F.
—
édi.
Impaladura,
Palatura, Lavoro del
sf.
palare.
Impalato Che sembra un palo, Che non sa muoversi, Che è impacciato Sorretto con palatuprt.
e
|
[
ra, Palato.
Impalér). Impalèr, tr. Impalare, Sorreggere con
(V.
pali. Palare.
Impalé
—è F. — éda PI. F. —
Impapé, agg. e prt. Tale è il bambi(e anche il lattonzolo) che ha ricevuto una supernutrizione di pappa.
no
PI.
Impapé
—
éda
— édi.
Imparchè, m. Causa, Motivo. Parsòna d'imparché. Persona che sa fatto suo. Questo « d'imparché » è il certo un vecchio « de parche », cioè del perchè, nel senso: che deve rendersi conto di ogni perchè (di ogni cosa), o vuole rendersene conto. Troviamo infatti: « Zénta d'imparché », Gente autorevole, Gente imporo che si atteggia a tale. Imparèr, tr. Imparare, Apprendere Sentir dire. Apprendere. tante,
Impaladùr. Impalè, agg.
PI.
Prt.
—è — éda
I
Impajmè, prt., agg. Invischiato, Im(Da Péjma, pania).
F.
Impanare.
Impané
PI. F.
paniato. PI.
F.
F.
—
édi.
PI.
édi.
Prt.
j
Imparé
— è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Imparintèr, rentare. Prt. Imparinté PI. è F. éda édi. PI. F.
— —
—
tr.
Apparentare,
Impa-
i
IMPA
IMPI
196
Impa^ìr,
int.
Appassire, Sfiorire, Av-
Imperiél, agg. Imperiale.
Impasì
Prt.
— P. — ida PI. F. —
PI.
— èia PI. F. —
F.
prt.
Impiastriccia,
Di fronte, Davanti.
Di-
rimpetto.
De' imF>et, Capitare di fronte, Andare
j
I
—
èli.
Impét, aw.
idi.
Impastrucé, a^g., to Infangato. PI. Impastrucé
a imbattersi...
éda
PI. F.
Imperici
PI.
ì
F.
Imperatur.
PI.
vizzire.
di
(It.
— èdi.
Ravenna, 1637
impeto, di fron-
te).
Impasti^ér, tr. Impastare (Non per il pane e la pasta). Prt. Impastile PI.
Impi, avv. In piedi. Impiànt, sm. Prato di erba medica. PI. Impiént. Simnè' l'impiànt, Seminare il medi-
F.
caio.
si
usa
— è — èda PI. F. — édi.
Impiànt, sm. Impianto CollocamenSistemazione a dimora di piante una fabbrica. Erezione di pali. PI. Impiént. Impiantér, tr. Costruire e arredare del necessario (fabbriche, opifici, canj
Pastrucér).
(v.
Impatér, Accadere.
I
I
Prt.
tr.
to di
Impattare, Far patta.
Impaté
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
I
U
Prt.
m' impatarà
coma...
Mi
capiterà
Istituire.
Impiantè
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Impaurir,
tr.
Impaurire, Spaventare
Impauri
— F. — ìda PI. F. —
Impiantéss,
PI.
idi.
con cordicella
canna o
rfl.
— —
—
Impiàstar, sm. Impiastro, Empiastro (F.) Persona molesta o malaticcia. PI. Impièstar. I
attorcigliata, di foglie di
erba palustre Pavira) sedie, fiaschi, damigiane. di foglie
di
(v.
Impaviré
—è — éda PI. F. — édi.
(Lat. emplastrum).
Impiastrèr,
tr.
PI.
Prt. Impiastré PI.
Impavurir, (v. Impaurir). Impèc, agg. e prt. Impigliato, Agganciato, Appeso. F.
Impèc
—
PI. F.
a
—
Impia-
—è — éda PI. F. — èdi. F.
Impichér, tr. Impiccare Appendere. Prt. Impiché
|
Impigliare
I
—è — éda PI. F. — édi. PI.
hi.
Impègn, sm. Impegno. Impègn. Imper, sm. Impero.
PI.
Impìr. Imperatdr, sm. Imperatore.
PI.
Impiastrare,
stricciare.
F.
PI.
Attecchire. Accestire.
(F.) Sistemarsi. Prt. Impiantè PI. è F. éda PI. F. èdl. I
Impaviré, agg. prt. Impagliato (detto di sedie, fiaschi, damigiane, ecc.). (v. Impavirér). Impavirèr, tr. Impagliare. Rivestire
Prt.
|
tieri),
come... Prt.
|
F.
(Lat.
med.
apicare,
attaccare,
GLE).
Impichitér, tr. Piantar biffe o paletti, cioè « pfchet », per lavori di delimitazione di terreni, o impianto di frut-
IMPI
— — ida PI. F. —
teti e di fabbricati.
PI.
Prt. Impichité
F.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
Impidimént, sm. Impedimento, OstaImpidimént.
Impidir, tr. Impedire, Ostacolare, Impacciare.
Ingombrare,
Impidì
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
i
idi.
prt. Rappreso. AggrumaRappreso. a. Femmina del lupo. Bulimia. Mal della lupa.
PI.
invocato per spaventare j
«
E' vén e' lóv eh'
lovo
»
che
ti
u
t'
i
bambini.
magna. Viene
il
mangia.
Lóva sf. (Ghiotta, golosa). Annuncio dato dalle campane, in altri tempi, un po'
prima
della
mezzanotte dell'ultimo
mania.
giorno di carnevale, per avvertire che venissero consumati gli ultimi avanzi delle grasse ghiottonerie prima di en-
P. Lópi.
trare in Quaresima.
I
Voja dia
Ninfomania,
lópa.
Andro-
I
Lópia, sf. Ciuffo, Ciuf f etto alla testa. PI. Lópal. (v. Sa' Vizénz) Lord, agg. Sconcacato, Sporco di feci.
1
I
di
feci.
Lordo.
A
l'è
Lurd Lórda
PI.
F.
«
Lordo I
1L05,
sm. Lusso, Sfarzo, Pompa.
sm. Lustro, Splendore. iLucido (da scarpe e per mobili) Chiarore. De' e' lóstar, Lucidare. 'Lóstar,
I
I
I
agg. Lucido, dente.
Lustro,
Forbito,
Splen-
I
'
lova »?
La Quaresima
I
Lòppalo. Lò|, sm. Sudiciume. Loia, Sozzura. PI.
LÓ5
(Dal
lat.
luteus, fangoso;
Ciapé' qua. ]
Occhi lustri. sm. Lotto (gioco del lotto). Parte di terra avuta in sorteggio. lóstar,
iLòt,
I
PI. Lót.
un
L'è
lót,
(F.) E'
un tentar
la sorte.
iLòta, sf. Lotta.
Battaglia (contro avversità).
I
PI. Lót. :L6v, agg. PI.
F.
Lóvi
Lóv coma un gat
lutea, ter-
un
Luccio (Lucius esox) lo?
[
(F.)
Cadere
nell'ac-
med. lucius e luzzus. GLE). Lo?, sm. Lusco. Tra lóz e bró?. Tra lusco e brusco. Lòza, sf. Loggia, Porticato. PI. Lo?. (Lat. med. logia, GLE). Lò?la, sf. Lucciola (lampjris nocticula) PI. Ló?al. Pòchi ló?al, pòc gran, Poche lucciole, poco grano. Lucalité, sf. Località. PI. Lucali té (Lat.
I
I
Luv Lóva
PI. F. [
Goloso, Ghiotto.
da
ra).
PI. F. Lóstri.
I
tornata).
è
da smottamento. Strumento che addenta, abbranca e serve a ripescare cose cadute nel pozzo.
LÓ5f, sm. PI. Lo?
Lóstar F. Lóstra
Occ
è impossiitaliana).
La Quarè§ma n' avi sintì la lóva? tuméda... » (Non avete sentito la
PI.
I
letterale
I
(di peso).
Lo§.
PI.
la ghiottona.
ma
significato,
il
(G. Acquisti, La Quaresma). Caverna in fondo a un pozzo causata
Lórdi
PI. F.
Suonano
la lóva.
una traduzione
bile i
Imbrattato
sona
(E' chiaro
ró§,
Goloso come un
gatto rosso. 1 de luv (i giorni ghiotti). Gli ultimi giorni di carnevale. Se e' piòv int i de luv u j'è de gran e di marcili. (Se piove gli ultimi giorni di carnevale c'è molto grano e molti marzuoli). (Traslato dell'antico ital. lovo, lupo). I
Lucànda, sf. Locanda. Lucànd. Luceméri, sm. Lucernaio. PI. Luceméri. Luche, agg. Rauco.
PI.
I
iLóv,
ora
si
sm. Antico nome del lupo che sente ricordare solo nelle fiabe
PI. é
F.
—
PI. F.
éda
—
édi.
Luchél, sm. Locale, Ambiente, Sala, agg. Locale, Del posto. PI. Luchèl. I
LUCH Luchèss
rfl.
Perdere
la
voce,
Far
ad adorare la casta Dea. La cosa è molto probabile, perchè « lucus » significava anche bosco sacro. Fira 'd Lug. L'importanza di questa « a s' fiera è confermata da un detto avdrén a la fira a Lug » ci vedremo alla fiera a Lugo, che ha un senso figu-
la
voce rauca.
Luche
Prt.
— —
PI.
F.
PI. F.
è
I
èda
—
:
édi.
Luchèt, sm. Lucchetto.
rato e significa non mancheremo di rivederci. E' un antichissimo privilegio confermato da Papa Giovanni IV dagli
L.
PI.
sm. Petrolio (per rilluminazione). Lucilina. Liquido che serve i>er l'illuminazione. Dal francese « luciline ». Lùdar, sf. Lontra (v. «Ludra»). 'Lucilini,
;
Estensi e da Clemente Vili. Lug, sm. Luogo, col signif. di spazio,
è
posto. Fé' lug. Far posto. De' lug, Dar luogo,
èda
(F.) Cedere.
iLudèr, tr. Lodare.
Ludé
Prt. PI.
F.
— —
PI. F.
I
Favilla.
lat.
il
lùcula).
Lugarén. Lugrér, tr. Logorare, Corrodere, Con-
PI.
Ludlén 'd mérz, Lodoletta marzolina. Lodola di passo nel mese di marzo. I
Ludlén. Ludlèr, sm. Cacciatore di allodole.
PI.
sumare. Prt. Lugré
—é — èda PI. F. — édi.
PI.
F.
Ludlèr.
Ludra, sf. Lontra (Lutra vulgaris) Otre per trasportare olio.
|
Lùdar
Lugréss
I
e'
Consumarsi
jarvèl, (F.)
il
cervello.
Nella palude che si stendeva a est di le lontre erano fittissime. Avide come sono di pesce rompevano le cagolarie (i cagól o cugól) e ne divoravano il contenuto. Per questo è rimasto il detto « magne' coma una ludra ». iLufègna, sm. Colui che cerca di mangiore a ufo.
Campiano,
(v. « lufér »).
Luiègna. Lufèr, intr.
Lugréss
U
I
Luvér) Lufón, sm. Scroccone (di cose da mangiare). Golosone. (v.
PI.
F.
óni.
Lug, m. Lugo (di Romagna). Da lucus, bosco. « Si vuole si chiamasse Lugo dalla grande selva Litana che era a capo della valle Padana » G. Pasolini Zanelli. Dove è ora la città si dice sorgesse un magnifico tempio a Diana dove accorrevano da ogni parte forestieri
la vésta.
n' s' lugra!,
Consumarsi
Non
si
la vista.
sopporta!
(rife-
a persona insopportabile). Lujè^a, sf. Loglierella. (Lolium perenne, L.). Le ragazze, per conoscere i sentimenti del loro amato, interrogano, cominciando dalla base, la spiga della « lujè§a » staccando, una alla volta, le spighette
rito
alterne, e
PI.
— ón — òna PI. F. —
mio consumo. Lugarén, sm. Lucarino.
(Fringilla spinus)
Ludlén sm. Lodoletta. Fischietto per le allodole.
PI.
|
A
]
I
PI.
passo
il
Lùgar, sm. Consumo '1 tegn par mi lùgar. Lo tengo per
édi. sf.
Lùdal
('Dal
Dare
I
—
Ludla, PI.
LUJE
239
formulando
le
A m' vut? (Mi vuoi?) A n' u m' vut? (Non mi
domande: vuoi?)
Int e' lét? (Nel letto?) Int la bara? (Nella bara?) L'ultima spighetta dà la risposta buona. Gli scolaretti ,invece, tentano di divinare quale sarà l'esito dei loro studi di-
cendo
A
(
:
«
A
pas?
n' pas? »
Sono promosso?
Non
sarò promosso?) Lujétar, pron. di terza Loro, essi.
per.
pi.
m..
LUJE (Nel
vecchio dial.
diceva «lurèt»). f. pi., Loro,
si
Lunèta,
I
cotto.
Lumagót. Luméga, sf. Lumaca, Chiocciola.
PI.
Lumég
Ave'
la voja dia luméga. Essere impotente sessualmente. I
«
Lóma, lóma lumagòla,
/
tira
fura
al
óna par me, óna par te / e do' pr' e' gèval ad Furie ». Cantilena dei bambini rivolta alla luma-
cvàtar còran:
Acva da lumég, Lumacaglia.
Luminéria, sf. Illuminazione a PI. Luminéri. Lumìra, sf. Lumiera. PI.
Longana si ha menzionato un Lungana ».
Lumìr med. lumeria,
Lunétic Lunàtica
GLE).
— àn — àna PI. F. — ani. PI.
I
Lunèri, sm. Lunario
Smèmbar,
[
«
Calendario.
Lunario dei
.
I
I
Da
Da
la luntàna.
lungi.
a la luntàna. Stare Girare, passare alla larga. Sté'
alla
larga,
j
Allontanarsi. Distaccarsi.
rf.
I
Prt.
Distanziarsi.
Luntané
—e F. — éda PI. F. — édi. Luntanòt, agg. PI. — ót F. — òta PI. F. — PI.
tra-
caimatori ». « Lunario dei poveri diavoli in cui l'allegra povertà è presa a prestito per pungenti note critiche e per un certo sapore picaresco ». A. Spallicci. Si pubblica a Faenza dal 1845. PI. Lunèri. « Lunéri » signif anche Persona che si lagna continuamente. Tsi un liméri!. Non sei mai contento!. Ti lamenti sempre! Di lunéri u j n'è a Ravena / eh' u n' i n' scriv tént la mi péna. (Alla lettera: Di « lunari » ce n'è tanti a Ravenna che non ne scrive tanti la mia penna). A Ravenna ci sono tanti brontoloni L'ultima ripas-
[
sata.
i
Maltér, sm. Tondo di terra morbida appiccicata a un muro, o a una tavola, per controllare la rosa di tiro di un fucile
L'ultimo ritocco I
Tu'
sf.
nome M.
L'ùtma man, L'ultimo I
ni
I
Malora, Rovina. malóra. Andare in rovina.
I
Maltà^a,
giro di mattoni
I
P.
Ande' a
Un
'd prè,
muro.
il
dine. Fé' la man a un lavór, Prendere dimestichezza a un lavoro.
Malizio^ agg. Malizioso.
sf.
Una man
i
PI. Mali^ji.
Malóra
}
lungo
j
Malignér, int. Malignare, Sparlare. Malincunì, sf. Malinconia, Tristezza. PI. Malincunì. Malizia,
De' una man, Aiutare.Soccorrere. De' una man 'd culòr. Dare una pas-
sata di colore.
I
PI.
MANA
247
I
Man
bòna,
Màna,
sf.
Mano Manna
fortunata. |
Melata.
MANA Umore vischioso; dolce e di colore scu re che molte piante emettono partico larmente nel mese di agosto. A volte per alcune piante come salici, vinchi ecc., la manna è prodotta da innume
revoli afidi. Il popolo crede ancora che cada dal cielo perchè l'emissione di manna coincide con forti guazze e sempre in periodi di siccità. La manna è ben visibile nella parte superiore delle foglie,
dove forma uno strato lucido
che si secca sotto l'azione del sole e si discioglie per effetto dell'umidità della notte. Certo è questa constatazione che
ha
MANE
248
manna piova
ritenere che la
fatto
dal cielo. L'è una màna de fortuna insperata.
(F.
zìi,
)
E'
una
PI. F. (Lat.
(Lat.med. la,
]
^
Manarola, nestre, PI.
marma-
—è F. — éda PI. F. — édi. ;
Bandella (per porte,
pere.
Manchevole
Avni' mane, Venir manco, o Venire
a mancare.
F.
sm.
Acciacco,
Difetto
fisico.
Mancamént
PI.
Quadra (di piada). Pascoli. Mandai A màndla, A mandorla A forma di rombo e di roniboide. Màndla 'd pie, Quadra di piada. (Lat. med. mandola, mandorla. GLE). PI.
Mancànt, agg. Difettoso, Mancante. Mancanza, sf. Mancanza Spossatezza. PI. Mancànz. Manchèr, int. Mancare Difettare. Manche' in..., Difettare in... |
Mandrègula, f. Mandragola. (Atropa mandragora L. (Lat. mandragoras). Mandrén, sm. MaiilrLno. Utensile che funge da trapano a mano. )
PI.
|
I
Prt.
,
!
Manchi. Fé' 'd mane, Fare a meno. Far senza.
Mancamént,
Mandèt, sm. Mandato, Autorizzazione. Mandèt. Màndla, sf. Mandorla.
[
Méne Manca
PI. F. I
|
PI.
I
PI.
Mandé' so al bèstl. Incitare le bestie, mucche Farle rientrare nella stalla. Mandé' so j'animèl. Far rientrare gli
animali (domestici) nei loro covili. Mandé' a tu'. Mandare a prendere.
fi-
sportelli).
agg.
Mandé' vi'. Mandar via, cacciare. Mandé' 90, Mandar giù. Inghiottire. Mandé' a di'. Mandare a dire, far sa-
'
sf.
Manaròl.
Mane,
Mandé
Prt.
PI.
•
piccola
e «
j
I
nanarinus,
;
j
le
GLE).
édi.
« mandriare », condurre al amandriare », pascolare con una mandria di bestie. GLE). Mandér, tr. Mandare. Condurre, Guidare. Emanare, Esalare. Emettere (fumo). Spingere (un rapporto di bicicletta).
pascolo
I
Manarén, sm. Accetta. PI. Manarén.
—
med.
Manche
I
Mandrén.
Màndrèta, sf. Manritta. A màndrèta, A destra. Mandriùl (I), m. Mandrloli. E' pa| di Mandriùl, Il valico del Man-
—è F. — éda PI. F. — édi.
(m. 1173 s.m.). stré di Mandriùl, tinese n. 71.
(Citrus mandaurensis).
PI.
PI.
Mandarén, sm. Mandarino
Mandarén.
PI.
Mandarièr, tr. Stabbiare. Tenere le pecore a dormire o a pascolare in un terreno per concimarlo. Prt. PI.
F.
Mandarle
—è — éda
j
drloli I
La
L'Umbro-casen-
Mànd?, sm. Mantice. Ménds. Tire' Int e' mànds, Tirare il mantice. (Lat. med. manticus. GLE). Mane, agg., prt. Vestito. I
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
(Da
«
amanér
»,
vestire).
MANE
MANF
249
Mànds Mane, sf. Marinella. Manipolo (di grano, canapa, cannuccie, ecc.). (Lat. med. manata, quanto si può afferrare con una mano; fastello. GLE). Manata. Colpo di mano aperta. I
Mane.
PI.
piòv int
S'è' al
cvalitè,
al
mane
Se piove
/ u sulle
n'è ad tòt j mannelle ce
n'è di tutte le qualità.
Manècia, sf. Manecchia. manici dell'aratro. PI.
Uno
dei
due
manicula, DEI). Manén 'd Sànt Antoni, f. foglio (Lonicera caprifolium
Manès-c.
Manèt, sf. pi. Manette. (Lat. med. maneta, manetta per carcerati.
GLE).
Manèvul, agg. (F.) Maneggevole. Che Docile. si lascia guidare, condurre PI.
Manìvul.
—
PI. F.
èvia
—
èvli.
Manèj^a,
lat.
pi.
Capri-
L.).
Op. Cit.). Manér, tr. Vestire (V. Amanért. Manéra, sf. Mannaia. PI. Manèr.
(Gallizioli,
PI.
F.
Manècc.
(Dal
(Lat. med. manaria. GLE; dal lat. manuaria, scure da tenersi in mano). Manèf-c, agg. Manesco.
sf.
Manicotto.
Mànfar, sm. Manovella, Traslato di manfano, manico, del correggiato). Manfrigval (o ManfrìguD. (Vedi Mae
frigval).
Manfrón,
sf.
più grossa dei
pi.
Malfattini di taglia « mafrìgval » e
comuni
MANG impastati
MANU
250 di
sola
Manóc, sm. Monco. Manóc. Manòcc. sm, Fastello.
acqua.
Màng, sm. Manico. PI. Mèng. (Lat. med. manegus e manicus, GLE). La cójpa la j'è sempar de màng, La colpa è sempre del manico. L' incapace attribuisce sempre la colpa allo
PI.
I
I
arnese.
Manga, sf. Manica, Parte del vestito che copre le braccia. Manica. Banda di gente trista, spre-
Manocchio, Mal-
Fascio Un pugnello di stecchi loppo di stracci.
[
Monócc.
PI.
Manòfla,
sf.
Guanto
pollice e un'unica dita Manopola.
sacca
col
per
solo le
dito altre
j
Manòfal. Manòn, sm. Matassa,
PI.
I
Manòn.
gevole.
PI.
Màng. Màngan, sm. Mangano, Gualcherà. PI. Mèngan. (Lat. med. manganum. GLE).
'd lana. Matassa di lana. Manovra, sf. Manovra Fé' manòvra. Far manovra (con automezzi).
Manganél, sm. Manganello, Randello. PI. Manganél. (Lat. med. manganellus. GLE). Manganér, tr. Gualcare, Manganare, Passare sotto il mangano. Tela manganéda, T. passata sotto il
tari).
PI.
I
i
mangano. (Lat. med. manganare. GLE). Manganlé, sf. Randellata. PI. Manganlé. Manganzè^, agg. Ingarmatore, Traditore. (Da «il maganzese », cioè Gano di Maganza che, col suo tradimento, avrebbe causato la morte di Orlando). Fa^a da màgan^ès! Faccia da impoI
store!
Mangòt, sm. Manichetta, MezzamaManicotto (di pelle col peloì. PI. Mangót. (Lat. med. manigottus, GLE).
nica,
.sf.
Signore. Così è chiamato pignolo.
Manira, Garbo. PI. Manir.
sf.
Manina
il
germe
del del
|
Mansión, sm. Mansione, Compito. Mansiòn. Mànstànca, sf. Sinistra, Mano sini-
stra.
Mantèca,
bel
garbo.
Cun bróta manira, Sgarbatamente. A eia manira! esci. Proprio così!, A quel modo I
!
Fura
'd manina. Fuori dell'ordinario. Manitòn, sm. Bandella (di biroccino) PI. Manitòn. Mani^én, sm. Manichino. Risvolto
staccato dalla maglia.
Mani^én.
Manteca. Unguento per Scorrima-
Mantègn.
manitengolo, manico). sm. Mantello. Mantello di animale. (It.
ant.
Manti?],
med. mantellus. GLE). Mantil, sm. Mantile, Tovagha. PI. Mantil. (Lat. med. mantile. GLE). Mantiéna, sf. Mantellina, Mantello corto militare. (Lat.
Mantlén. Mantnèr, tr. Mantenere, Passare un
PI.
mantenimento [Conservare. U s' mantén, Si conserva bene
|
I
Pi.
PI.
l'aspetto
:
Man-
giovanile.
Mantnù
—ù F. — uda PI. F. — udi. P
Con
sf.
lucidare capelli e metalli. Mantègn, sm. Bracciuolo, no.
tiene
Stile.
mili-
PI.
Prt.
I
Esercizi
I
Modo, Maniera
Cun bòna manira, Garbatamente.
I
Manòvar (Manovre,-
PI.
I
Manina de Signor,
Manòn
1.
Mantnimént, sm. Mantenimento, Assegno,
Provvigione.
Mantnimént. Mantnù, sm. Mantenuto Magnaccia, PI. Mantnù. Mantnùda, sf. Mantenuta. PI. Mantnùdi. Manucé,- agg. Manipolato, AffastelPI.
j
lato,
(v.
Manòcc)
MANU PI.
F.
MARA
251
Manucè
—
PI. F.
Man^én, sm.
éda
—
sinistra) PI.
édi.
Man^én
—
Manucéda, sf. Manipolata. (V. Manucér). Manucér, tr. Affastellare disordinata-
F.
mente.
stra,
Prt.
la
Manucé
—è — éda PI. F. — édi.
|
agg.
Mancino (che
Che usa
la
mano
sta a
sinistra.
éna
PI. F.
—
éni.
Manzéna,
Impugnatura
sf.
posta circa a metà del
falce
di
gambo
sini-
del-
fienaia.
nome
deriva dal fatto che nel gam-
PI.
Tale
F.
erano due impugnaa destra e una, a metà sinistra. Quella di destra, col tempo, è andata in disuso ed è rimasta quella di sinistra, o mancina, che si impugna però con la
Manuvrér, re
tr.
Maneggiare
Manovra-
[
Dominare (persone). Manuvré
!
Prt.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
detto ai lavori più faticosi.
Manvèl. med. manualis, manovale mura-
(Lat. tore.
GLE,
Manvèla, sf. Manovella. Manvèl. Man? sm. Manzo.
F.
PI. F. I
[
È una
Giovenca
sf.
j
Tenosivite
a un tendine del polso, che colpisce i mietitori). Mapa, sf. Mappa. Carta topografica. (
PI.
irritazione,
Map.
Mapamónd, sm. Mappamondo. Mar, sm. Ramarro. Mér. Culòr de mar^ Verde ramarro. E' mar l'è l'amig dl'om. Il ramarro è amico dell'uomo. Secondo una credenza popolare, se il ramarro vede un uomo che dorma nel campo, in pericolo di essere morsicato dalla vipera, lo sveglia con un fischio. Altrettanto si crede che faccia se una j
I
a
—
i.
M. da vita, Manzo da lavoro. M. da pchèr, Manzo da ingrasso, da
macello. (M. da beccaio).
med. manzus). Man^è, sf. Bracciata (di spighe). PI. Manze. (La M. è formata di più manipoli (pogn'd spig), e più M. formano un covone, una « cova ». Man^édga, sf. Terreno arato. (Traslato del lat. med. manzatica, mag(Lat.
)
gese.
destra.
vi
in alto circa, sulla
PI.
Mén?.
—
mano
aggiunte).
PI. PI.
una
volte,
Mandòla,
Manvél, sm. Manovale. Muratore adPI.
bo, a ture:
GLE).
Nel dialetto antico L'incredulo; ecc.). maggiatica.
Abate Piolanti, significava magge-
(v.
se,
Manzéla, sf. Ralla. Bastone che a un capo ha un pungolo e all'altro un ferro col quale si leva la terra che si va attaccando all'aratro ». Prati Voc. Etim. Vanghetta per pulire il vomero. Vanghetta da tartufaio. (Dal lat. med. vanga attraverso un supposto « vangella » (?). V. GLE alla voce manus, « duas manus vange»).
«
j
'•
entrargli in corpo per
biscia tenta di
bocca. Perciò il
la
detto
:
E' mar ténl a man dreta parche u t' fes-cia int l'urècia. Cioè, abbi rispetto
del ramarro, perchè sei in pericolo.
ti
avverte quando
Marachèla, sf. Gherminella. Marachèl. Marafòn, sm. Stampo da caccia improvvisato con un malloppo d'erba. PI. Marafòn. (Giuoco con le carte). Beccaccino. Marafóna, Cricca al gioco di beccacPI.
1
I
cino.
MaraiiRhén, d'oro da venti
sm. lire.
Marengo. '
Venti
Moneta
lire.
Maranghén. Marangòn. sm. Legnaiuolo, Falegname, Maestro d'ascia (Voce ravennate 1. PI. Marangòn. PI.
^
MARA
ni.
Smanceria, Maravèja, sf. Meraviglia PiePin 'd maravèj Leziosaggine no di smorfie PI. Maravèj. Maravièss, rfl. Meravigliarsi. Marcànt, sm. Mercante. |
!
]
I
!
Marchént.
F.
—
—
Marco
me
(o Marcón), sm. Corvo (Noonomatopeico che riproduce il verso
del
corvo).
Marcurela, sf. Marcorella. (Mercurialis annua). E' la mercurialis herba di Catone e la mercurialis del medio evo. Con « marcurela » si indicano anche le prime feci del neonato. A t' fa? caghé' la marcurela. (F.) Ti faccio rimettere ciò che mi hai manj
giato
ìvli.
j
liquido emesso dalla crisalide. Mardón. Mardón, agg. (F.), Fifone, Pauroso. PI. Mardón. F. óna
del PI.
Non
ricercato. (It. ant. marcentia. DEI).
è
—
Marcéda, sf. Andatura. PI. Marcédi. Marce' a la Marcèr, int. Marciare grànda, (F.) Fa vita da gran signore. Marce' cun Garibéld, Seguire Garibaldi, Combattere agli ordini di Ga]
PI. F.
vi',
Andarsene in
fretta e fu-
Marche, sm. Mercato. Luogo ove
si
commercio di cose o bestiame. Marche cvért, Mercato coperto. Marche dia gra§a, Mercato di bestiame grasso prima di Pasqua. svolge
j
Tu'
I
mercati. I
A
marche
strac,
A
Frequentare mercato,
fine
i
A
mercato finito. PI. Marche. (Lat. mercatus). Marche, agg.
De'
birri
]
PI.
F.
ha
PI. F.
Prt.
F.
lineamenti
il
marchio
|
Segna-
éda
— édi.
Marche
—è — éda
l'autorità,
marègia,
la
Dare
autorità,
po-
ed
e
comandavano
alla
Marèma, Marèm.
sf.
fortezza
ai
soldati,
ai
».
Maremma.
Marena,
sf.
Marina.
scia di terra lungo Corpo di marineria.
Suldé
'd
il
Spiaggia,
mare.
'
Stri-
Marina.
maréna, Marinaio.
Marén.
Margarita, sf. Margherita. Margarìt. Margaritina sf. Bellide, Pratellina. (Bellis perennis L.). PI. Margaritìn. Margaritòn, sm. Margherita grande (dei campi). PI.
Marchér, tr. Marcare Segnare col marchio. PI.
i
Marche
—
Togliere
ecc.
PI.
j
Che
Autorità,
».
ecc.
noregia
PI.
ben marcati. Marcato. Che che to col marchio.
Manoregia
(Manoregia era chiamato, nel '500, il governo papale dava il ai Presidenti inviati a governare Provincie e città, i quali « avevano la ma-
]
marche,
«
.
marègia.
la
l'incarico,
I
i
sf
mandato che
I
ria.
Bàtar pr'
óni.
potere, incarico, mandato.
tere;
ribaldi.
—
Maragià,
I
]
rima-
incompiuto; cosi chiamato perchè facile a schiacciarsi e' a insudiaciarsi
Marcanti, sf. Mercanzia. PI. Marcanti. U n' ha marcanzì, Non ha pregio,
Marce'
j
sto
ìvla
F.
PI.
— édi.
PI. F.
Te la faccio pagar cara. Mardón sm. Faloppa. Bozzolo
Marcantival, a^g. Commerciabile. Mercantìval.
PI.
MARC
252
(Lat. med. marangonus, carpentiere, DEI). Marascón, sm. Marascone. Vino meridionale ricordato spesso da O. Guerri-
PI.
.
[
Marchiare,
(
Chrysanthemum Leucanthemum Margaritòn. Margós, sm. Marcolfo.
PI.
e tonto. Si usa
normalmente
Uomo
)
goffo
l'accrescitivo
MARI «
margu§òn
(Marculfus fu un monaco
»
frane, del VII sec. compilatore di una raccolta di « formulae », destinate alle scuole. V. DEI). Mari, sf. (V. Mariòla). Maricàn, agg. Americano. Poi m., cunèj m. ecc., Pollo gigante, coniglio gigante. I
Marichén. Maricanéda,
PI.
gerazione,
(Americanata).
sf.
Esa-
Sproposito.
Maricanédi. Marìd, sm. Marito, Sposo. PI. Marìd. Maridàz, sm. Matrimonio mal
PI.
riu-
pi.
con
Minestra
fa-
gioli.
Maridèr, marito. Prt. P. PI. F.
Maritare,
tr.
Sposare, Dar
Maridèdi. Marì-di^ma, f. Maria sciocca. La Mari-diurna, detta anche La Minghérda, personifica la dabbenaggine più stolisciocca. di « Marì-di§ma » è ripordalla Pie, anno n. 9, col titolo vai di ciù », e la M. ha il nome
La favola tata
La
di «
Gesuélda
».
IVIarigiàna,
detto risalirebbe, secondo P. D. Paso(Rav. e le sue grandi memorie), al
Il
lini
medioevo, quando Maria, nome frequentissimo fra i Longobardi, significò, per i Romagnoli, la donna violenCercar Maria per ta. «Il proverbio: Ravenna (in Toscana, cercar Maria per averne; e nell'Italia meridionale, carcare Maria per Roma) dimostra che così in Ravenna, come in Roma, difficilmente
ma
trovava una donna lontrovatala si rischiava di
si
».
Mariunèta, sf. Marionetta. PI. Mariunèt. Marlòt, sm. Merlotto. Marlòt. Canté' coma un marlòt. Cantare un merlotto. Marló^, sm. Merluzzo. Oli 'd marlóz. Olio di merluzzo. PI Mario?.
come
I
Marmàn, agg. Maremmano Usato anche per persona o animale dal profilo montanino. Figura marmana. Pecora bergamasca. primi esemplari fu(Forse perchè rono importati in Romagna dalla Maremma?). ]
i
sf.
Orologio
Meridiana,
a sole.
Marigiàn. Marinèr, tr. Marinare. Marinare pesce cotto, mettendolo sotto aceto.
PI.
PI.
Prt.
l'antico.
PI.
Maridéda
—
«
che non
è
esser percossi
Maridéz. Maridè, sm.
PI.
e
dire
di
dei secoli, questo modo arrivato al signif. attuale ha più nulla a che vedere con
passar
Col
gobarda,
scito.
da
MARM
253
il
F.
Marmén
—
àna
PI. F.
—
ani.
Marmanàja,
Marine
—è F. — éda PI. F. — édi.
sf.
Maramaglia,
Pleba-
Ragazzaglia.
PI.
glia
Marinèr, sm. mare. PI. Marinèr.
Marmeléta, sf. Marmellata. Marmelét. Marmita, sf. Marmitta, Calderotto da militari. PI. Marmìt. Marmòta, sf. Marmotta. (Arctomy marmotta).
Mariola,
consunta
sf.
Marinaio.
Mariola.
Uomo
Figura
un frammento
PI.
di
tutta
antico bassorilievo, incastonata nella torre di di
di
Ravenna. parche'
PI.
Marmòt.
Marmuffnèr.
Mari
par
Ravenna
(o zarché' Mariòla ecc.; e anche zarché' Mariòl, ecc.; dove Mariòl è vezzeggiativo familiare di Mariòla), Cercare Maria per Ravenna; cioè una cosa che si sa di non poter trovare. I
j
lare fra
i
tr.
Brontolare,
bronto-
denti, parlare a denti stretti,
proferire parole incomprensibili, mogugnare. Usato anche nel senso di lamentarsi, lagnarsi. Marmurè, agg. Marezzato, Venato co-
me
certi
marmi.
.
MARM PI.
F.
Marmurè
—
PI. F.
MASA
254 l'aratro.
éda
—
Martlén.
PI.
Marùg, (Spén marùg), sm. Marruca.
édi.
Marmurén, sm. Marmista. Marmurén.
Mariani, (Lat.
Marógna, sf. Lichene. Marógn. Marón, agg. Marrone. PI. Maròn.
Marcire, Infracidare, Marker, int. Imputridire tr. Infradiciare, Rendere
PI.
|
|
sm. Testicolo.
putrido.
Gobius
fìuviatilis
L'acva
—
F.
al
L'acqua
budèl.
budella.
èra
PI. F.
—
èri.
Marzìr,
intr.,
tr.
Marcire,
Imputri-
dire. I
Testicolo (di
Marzi
Prt.
— P. — ida PI. F. — PI.
Tèsta, Bocca del m. Incózn' e martél. Incudinetta e martello (a due penne). Martel traver§, Martello da maniscalI
ì
idi.
Marcirò!, sm. « Marcirolo lino, Foruncolino. PI. Marzirùl. (Dal lat. marcidus, marcio).
».
Figno-
sm. Biada marzuola. Bietofagiolo e ogni pianta che si semina marzo. Marzatello. agg. Marzoli-
Marzol,
co.
Martèl.
(Lat.
la,
med. martellus).
Martél,
in
no, Marzuolo.
sm. Mirto, Mortella.
(Mirtus communis). Martin ghéla, sf. Martingala, (del cavallo). Capestro, freno, briglia, cavezzone. Finimento del cavallo che ne regola la testa. Martinghèla dia gabàna. Striscia di stoffa di traverso del lato posteriore
PI.
F.
della giacca. Martingala Martìri, sm. Martirio
della I
òli.
di
Marzùl, sm. pi. Marzatelli, Marzuoli. Màfa, sf. Massa, Mucchio.
giacca.
Ma§.
PI.
Sofferenza,
avv. I
Parecchio,
Molto, Assai.
Una masa. Un mucchio. Una mas-
sa
Martoriare
—
med. marzola, biada seminata marzo, GLE).
Martorio. tr.
ola
(Lat.
I
PI Martìri. Martiri?èr,
Mar^ùl
—
PI. F.
I
re,
le
(Motto dei bevitori). Marzèr, sm. Mereiàio. PI. Marcir
PI.
PI.
mérza
la
infracida
)
Marsciòn. Martèl, sm. Martello animale). Occ, Occhio del m. Péna, Penna del m.
Mérz
e
— è e Mèr^ F. — éda e Mér^a PI. F. — édi e Mérji. PI.
-
(
Marjé
Prt.
Maròta, sf. Maretta. Recipiente di vimini, o traforato, dove i pescatori conservano il pesce in acqua. PI. Maròt. (Veneto maròta). Pasolini Zanelli (Op. Cit. ), dice che la maretta era un « recipiente di vimini, in forma di botte, che conteneva quasi 3000 libbre di pesce ». Marsciòn, sm. Marsione.
agg.
Assai,
Parecchio.
Parecchi,
I
'
Affligge-
Tormentare.
Prt. Martiri?»
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
Molta, Molte. Ave' una ma§a !
Avere tanta
'd
ròba.
'd
bajóc. Avere tanti
roba. j
Ave' una mafa
F.
quattrini.
Marilena, sf. Martello a due penne usato per rifare il taglio alle falci. Martléna de partighèr, Registro del-
S.
I
Merceria. Stoffe.
sf.
med. marzaria, GLE).
PI.
Ma^a,
f.
Andrea).
Una
volta
Massa Forese (Chiesa di Fraz. del Com. di Rav. si diceva con un motteg-
gio scherzoso:
MASA
Ma§a, massa di ladri. Anticam. « massa » significava insieme di poderi, terreno.
med
(Lat.
MASR
255
massa, GLE).
Ma§a Lumbérda, f. Massa Lombarda. Fu fondata, con investitura del
Consiglio di Imola, nel 1252 da 150 famiglie di Marmirolesi (Marmirolo è fra Goito e Mantova) fuggiti per evitare la sorte degli abitanti di Broletto e Campitello, trucidati dal feroce Ezzelino da Romano. L'abitato si chiamò Massa di S. Paolo, dalla chiesa che ivi sorgeva fin dal
XI. Ma§àcar, sm. Massacro. PI. Ma§ècar. Ma§acréda, sf. Operazione mal
sec.
ese-
guita.
sec. XIII, mascara). Mafér, sm. Massaro, Antica voce caduta in disuso. Si dice ancora « gal maser», gallo massaro (v. Gal). Ma§ér, tr. Accomodare, Riparare Apparecchiare (la tavola) GovernaSistemare Apprere (le mucche)
(It. ant.,
j
I
[
stare.
Ma§é
PI.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Amafér). sm. Granchio. v. Mulèca (Curcinus maenas). Ma§inér, tr. (v. Ma§nér). Marion, sm. Molare. PI. Ma§lòn. Dént ma§lòn, Dente molare. Molenda Mafnadùra, sf. Macinato Macinatu(prezzo della macinatura) (V.
IVIa§inéI,
)
(
I
Ma|acrér, tr. Trucidare. PI. Masacrédi. Prt.
'
Rovinare.
Masacré *
ra.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
te).
I
Ma^nèda, (a
avv. Alla rinfusa. Catafa-
scio (a). Sottosopra.
Mascarèda,
sf.
(v.
Mascarédi. Mascarén, sm. Mascherino
rino della scarpa ca; faccia tosta.
]
Masche-
Faccia fran-
(F.)
Mascarén. Mascarér, tr. Mascherare Coprire con un giro di parole Mimetizzare con frasche Celare. I
|
Mascaré
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Mascarén, imbellettato dato.
rfl. (v. Immascaréss). sm. Mascherone Viso Viso arrossato, accalI
|
Mascarón. Ma§-cc sm. Maschio. PI. Mé§-cc (Lat. mas). Mascra, sf. Maschera. PI. Màscar.
PI.
sf.
Masnata.
Ma§né
(Lat.
med. masnata, GLE). (o Ma§inén da cafè) sm. Ma-
Ma§nén
cinino (da caffè, ecc.).
Ma§nén. Ma§nér, tr. Macinare.
Prt.
|
PI.
Mascaréss,
PI.
PI.
Immascaréda).
PI.
Prt.
Ma§nadur. med. maxenatura. GLE, aggiun-
PI.
(Lat.
Ma§adìna, sf. Mucchietto. ?ughé' a la ma§adina, Giocare carte) a banco fallito. PI. Ma^adin.
Masamònt,
'
Ma§né
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
med. masinare. GLE». Ma§ól, sm. Masullo. Località intorno all'incrocio di Via Beveta col Dismano. Dice G.U. Majoli in Piccolo cabotaggio... « Fra la destra del Ronco e la sinistra del Savio si aveva una vastissima depressione palustre chiamata Valli di Masullo ». Ma^ón, sf. Casa. (Antica voce raven(Lat.
nate). (Lat. med. mansio, casa.
Ma§rèr, Prt.
tr.
GLE).
Macerare.
Ma§ré
—è P. — éda PI. F. — édi. PI.
(Lat.
med. masserare
e
maxerare.
GLE;
MASR
dal lat. macerare). Maìjròt, sm. « Macerotto ». Peso che si metteva sulla canapa messa a macerare, per tenerla sott'acqua. PI.
MATR
256
Métar. Matarà^, sm. Materasso. Tarli? de m.. Guscio, Traliccio del ma-
PI.
terasso (Lat. med. matarazum,
Ma§rót.
GLE).
Matarazér, sm. Materassaio.
Mastèla, sf. Mastello. Mastèl. Mastéla da bughé, Mastello
PI.
PI.
F.
da bu-
Matarajèr èra
—
PI. F.
— èri.
Mataré,
cato. (Lat.
sf.
(v.
Smataré).
med. mastellus, specie di Mastén, agg. sm. Mastino. Càn mastén, Cane mastino. (Lat. med. mastinus. GLE).
tinozza).
Matarièl, sm. Materiale. PI. Matarièl.' Matarièl, agg. Temerario, Violento.
Mastigàz, sm. Biascicotto
Mastica-
F.
I
PI.
tura.
PI.
Mastighèj. Spudé' e' mastigà^, Sputare
la masti-
catura.
Mastighér, tr. Masticare re. Prt. Mastighé.
|
—
èli. sf.
Matassa.
sf.
Pazzia.
Cosa da
pazzi.
Mattezza. PI. Matédi.
F. Biascica-
—è — éda PI. F. — édi.
èia
F.
Matà^a, PI. Matàf. Matèda,
PI. ]
Matarièl
—
Maténa,
PI.
P.
Sté' I
buon
Mastlén, sm. Mastello piccolo
|
Bu-
gliolo.
Mastlén. Mastlèr, sm. Bottaio, Barilaio. PI. Mastlèr. Màt, agg., sm. Malto, Pazzo Falso. Detto di monete, metalli e cose ornamentali Selvatico. Detto di erbe Mattacchione, Molto allegro. PI.
|
sf. Mattina, Mattino. so la maténa prèst. Alzarsi di mattino.
Da la a sera. j
PI. j
maténa
a
la
séra,
Da mane
Matén.
De cànt
dia maténa, AI mattino.
Matera
(In).
Per
terra.
(Modo
cadu-
to in disuso).
]
II prefisso « ma- » fa pensare alla radice « ma- » latina, che significa buono, (v. R. Gradsaignes d'Hauterive, op. cit.). Matèria, sf. Materia. Ciò che costituisce ogni corpo Parte dello scibile Pus, Marcia. PI. Matèrji. Matìria, sf. Mattia, Pazzia. Tòt j' in?;ègn j'à un pò 'd matiria, Tutti gli ingegni hanno un po' di mat-
j
tia.
\
j
PI.
F.
Mèt
—
PI. F. ;
I
a.
—
i.
Or mat, Oro
|
falso.
I
Perai mati. Perle finte.
Erba mata. Sambèdga). I
Erba
selvatica
(Anche
Bajóc mèt. Monete false. Amrièstra mata, Minestra con brodo di soffritto; e non di carne bollita. Mat dur. Matto da legare. Mata, sf. Matta. Carta determinata che, in alcuni giochi, cambia valore secondo il bisogno I
del giocatore. PI.
Mati.
Mataldn, sm. Fiorone. Primo frutto del fico. /PI. Matalón.
I
Màtra, sf. Madia. Màtar. (Lat. med. matra, GLE). Matréna, sf. Madietta. PI. Matrén. (v. Matra) Matrimoni, sm. Matrimonio, SposaPI.
.
lizio,
Nozze.
Màtar sm. Vetta. Bastone appiccato al manico del cor-
Matrimòni. Matrimunièl, agg. Matrimoniale. PI. Matrimunièl
reggiato.
F.
PI.
—
èia
MAVO —
«da spus»). Mavór (Mont) o Mont Mévar. m. Monte Mauro. «Mavòr» ricorda (V. F. Balilla PraRomagna intima) il nome di tella, Mavors divenuto poi Mars = Marte, dio della quercia e del fico, dei giovani e della primavera, della guerra e della
.Questo monte eccelso doveva essere stato consacrato al dio latino ed
morte
Mavors (Mavór) di (Pratella). il nome.
italico
manda
cui
ci
tra-
sto mese è chiamato « mazo ». Fé' maz. Fare il maggio (devozioni del mese mariano). !
ma?. Pallone di maggio. opulus). Prov. « Ma? tot i de un tinàz ». Ma? l'è e' mès di mèt e di sumèr. Palón
ti
o presso l'uscio o vicino a dell'amata; alcune volte attaccano a questo ramo doni come, spille, fazzoletti ed altro. Poi cantano: « L'è venuti magi e l'ha purté la spiga, Dio de ciel eh' la sia ben garnida. L'è venuti magi, / Ben venga magi. La Catarena la s'vò fé la sposa. / La Catarena la s' ve fé la sposa. Ben venga magi. L'è venuti magi, L'è venuti magi, / Ben venga magi ». I giovani invece che hanno abbandonata l'amante, vanno a piantare in luogo del maggio uno spino ». Maz, sm. Mazzo di fiori o d'altro. Mazzotto, strumento per spaccar legna
piantarlo
una
d'
(Vibumus I
j
|
I
con cunei. '
Maz
PI.
grano.
(Lat.
j
Ma? scarvàz (maggio è il mese degli acquazzoni improvvisi. (V. «scarvaz»). Ma? sót, mo nò tòt. Maggio asciutto, I
I
tutto.
(Un
po'
di
pioggio fa
bene anche in questo mese). Ma^ da e' col long, Maggio dal [
collo
(Forse vuol dire che fa fare il collo lungo a chi lavora perchè le giornate sono molto lunghe). S' t' hèi un bon ^uca^ ténal pr' e' mè§ 'd Ma?, Se hai un buon ceppacelo tienilo per il mese di maggio. Mér?; e' ten? Abril e' dpén?. lungo.
I
'd
cavel.
Chioma abbondante
e
bella*
Maggio è il mese dei matti e degli asini. Si vuole che in maggio i matti diano in ciampanelle e che diventi matto chi, in questo mese, si sposa o si rade capelli. Maggio è poi il mese in cui i gli asini vanno in amore. Ma? urtlàn, pura|é paja e pòc gran. Maggio ortolano, molta paglia e poco
ma non
finestra
'
Ma?, sm. Maggio. Nel ricettario di Caterina Sforza, que-
I
primo giorno di maggio gli amanprendono un ramo di acacia in fiore, e vanno la mattina per tempo a
« Il
èli. F. (E' più usato
PI.
MAZE
257
Mèz. med. mazzum. GLE). Maza, sf. Mazza. Mazza da fabbro a due bocche o con una bocca e una (Lat.
penna.
Bàtar
la
màza,
Lavorare
di
mazza
in più persone.
Ma^. med. maza, (arma). GLE). Ma^agàt, sm. Mazzagatti. Nell'SOO era chiamato « mazagàt » una specie di pistola corta. Ora diremmo « mazaPI.
ghèt
».
Mazapègval, (o Mazapègul) sm. Spiritello che, secondo la superstizione, va di notte a giacere con donne. Senso di oppressione al petto che si prova dormendo. Allusivo di « mazzapicchio » nel sen-
so figurato di membro virile (?). (Forse dal lat. med. mazapilus, mazzapicchio).
I
Chi è
'd
bona forma
Ma? u
s'artorna. (Marzo tinge. Aprile dipinge. (Ma) Chi è di buona costituzione si rivela in Maggio). Piante' maz. Piantar maggio. Di questa usanza, dice il Placucci (1&18): 'd
I
Ma^aprit, sm. Centaurea.
Mazatra vèrsa,
sf.
Mazza
a
penna
ver-
ticale.
Ma?èl, sm. Macello. Ma?èl. Mazèr, tr. (v. Amazér). Mazzettino. Ma^èt, sm. Mazzetto Fé' e' maijèt. Fare il mazzettino (nel gioco delle carte), Accozzare le carte.
PI.
]
MAZE Ma?èt
PI.
Se fòs
.
(Saponaria officialis) Gallizioli, op. cit. Ma^èta, sf. Mazzetta. Verga di corda di acciaio con una capocchietta, in
cima, di piombo fuso, rivestita di pelle e usata dagli « squadristi » fascisti. Maijèt.
Ma^è?, agg. Massiccio
Tarchiato.
]
Ma?;è5 èja
PI.
—
F.
—
F.
PI.
è^i.
Ma^Iadùra,
Mé*. Nelle
campagne delle Ville Unite era uso una volta. CE' troncamento di « médra », madre). Mèc, sm. I vecchi rammentano ancora « e' pan 'd mèc » che, il secolo scorso, era un « pane pietroso, fatto una volta la settimana con una mistura di molta farina gialla e poco grano; oppure di scJla farina gialla ». Con « mèc » si indicava certamente in antico in
cia.
Ma^lé
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
med. mazoca, sec. MazòI, sm. Mazzuolo.
(Lat.
Pomo
XIII.
del
DEI).
Mazzuola. Spillo con la mazzuo-
Ma^òl.
Mazuràna,
Maggiorana. (Dial. di
sf.
Brisighella). sf. Midollo delle ossa. antico, sec. XIII, merolla).
Mbróla, (It.
Mdàja, Mdàj.
Medaglia.
sf.
PI.
óra
(Lat. I
I
—
«
meta
»,
sec.
XIV,
paglia-
med. meda, mucchio. Mèdar, tr. e intr. Mietere.
Mdù
—ù F. — ùda PI. F. — ùdi. PI.
metere).
Media (o Mèldula).
Meldola. Citf. tadina della Prov. di Forlì il cui nome sì crede derivi dal nome proprio fem. longobardo « Imelda », il cui diminutivo, « Imeldula », diventò per aferesi Meldola. Il nome Meldola compare in atti del sec. XI. In molti altri è detta Imelda. Matrice Médra, sf. Matrice. Utero, di registro a madre e figlia. (Lat. tardo màtra).
Médrapérla, sf. Madreperla. Médravida, sf. Madrevite. Arnese che fa le viti.
òri.
med. metitor. OLE).
Me, pron.
Me
§gond
Entro di me. me, Secondo me, A mio
|
Da par me, Da
avviso.
ha
lat.
Mdur
—
Catasta (di legna).
j
Mdènda, sf. Mietitura. PI. Mdènd. Mdór, sm. Mietitore. PI. F.
sf.
a forma conica. Conserva il significato del lat. mèta come usato da Calumella e Plinio, (v. DEI). V. anche
(Lat.
Ma^^òla, sf. Capone o gallinella. (Triglia lucerna). PI.
Muggine.
io
Prt. sf.
sf.
Meco.
L'it. ant. '
la.
PI F.
Mècc.
Meda, Med.
med. mazolus. GLE).
Macola,
^
PI.
PI. IVIazul.
Eg da macola,
corno
il
GLE.
Mècia,
Mailer, sm. Macellaio. PI. Mailer. Ma^òcla, sf. Capocchia bastone. PI. Ma^òcval.
]
V.
medio evo, « mouna specie di vec-
infatti nel
;
Mècia, sf. Miccia. Corda incendiaria per far brillar mine.
PI.
(Lat.
sf.
una veccia chus » era
Macellazione.
sf.
Magiari, sf. Macelleria. PI. Magiari. (V. Pcarì). Mailer, tr. Macellare. Prt.
me, Se dipendesse da me. Madre. In uso a Ravenna.
int
I
Ma?;èt 'd Sa'Jusèf. I
PI.
MEGA
258
a
Io.
solo
|
Még, sm. Mago. Mèg. (Lat. magus). Mègar, sm. Magro. Carne magra (delle masse muscolari). Magne' da mègar, Mangiar di ma-
PI.
j
MEGA grò.
PoveMégar, agg. Magro, Scarno Scarso (di ro (di misture, miscele). |
|
guadagni). PI.
F.
Mègar
— Mégri.
Mégar
PI. Mil cudógn. Se ne distinguono due varietà principali per la forma del frutto « e' mèi cudógn », dal frutto rotondo come una mela, che è il Cotogno maschio e « e' per cudógn », così chiamato erroneamente per il suo frutto allungato come una pera, che è il C. femmina. Mèi, nm. Mille. Quantità di dieci cen:
;
Mégra.
PI. F. I
MELA
259
spènt,
Magro come un
cada-
vere.
Méj, avv. Mai. Mèj, sm. Miglio (panicum miliaceum) Miglio. Unità di misura di 1000 passi = a 1460 metri lineari (PI. Mèja) avv. Meglio agg. Migliore (invariaI
|
|
bile).
tinaia.
Mèla, Mèi.
Mela.
sf.
PI.
cudógna, M. cotogna Mèla Mela rosa Mèla zógna, M. giùgnola Mèla da l'invèran. Mela invernale, da inverno Mèla piatlóna, Mèla da l'oli, M. la cui M. piattona polpa presenta chiazze di color d'olio d'oliva Mèla musóna, Forse la stessa sorta di mela che il Pucci (sec. XV) chiama «musa», (v. DEI). Chi t'à de la mèla''. Chi ti ha dato la mela? Questo detto, che ha un tono scherzoso e significa « Chi ti ha dato la mela per farti crescere a questo modo? », deriva dall'usanza di dare al bimbo, appena nato, un po' di mela cotta. Alcuni autori, fra cui G. Bagli, ritengono che si credesse, che la mela
Mèla
|
I
da
ròsa.
|
I
Mèja, sf. (v. Mèj).
pi. Miglia,
|
|
Mèima,
sf. Malva. Mèi, sm. Male. Ciò che è nocivo, dannoso, sconveniente, disonesto, doloroso Morbo, Malattia, Dolore, AcI
ciacco. PI.
j
Mèi.
Ande' da mèi, Andare a male. Tajé' e' mèi a me?, (Alla lett. Tagliare il male a mezzo, (F.) Trovare ima I
j
di compromesso. mèi e e' malàn. Avere il male e il malanno. Mèi 'd testa e' vò magne / mèi 'd pànza e' vò caghé. Mèi no' fé, pavura no' ave. Male non fare, paura non avere. E' mèi e' vén a cavai e e* va vi' a pè. Il male viene a cavallo e va via
risoluzione [
Ave'
e'
j
I
I
m
a piedi, (F.) Viene fretta e va via piano. Mèi dia bigata, Spina ventosa. Tu' da mèi e' metr' in pè?, Levare dal male e mettere nel peggio. Mèi, sm. Miele. I
j
PI. Mil. I
Mèi
I
Cun
:
Ma
forse le si togliesse l'alito cattivo. attribuivano anche altre virtù. Si usa
ancora.
Secondo una credenza popolare, se si sbuccia una mela, una pera o un'arancia in modo da ottenere una fettuccia tutta
un
di
la
morte
di
Luciano de Nardis (La pie, anno XIII, 5) dice che si libera un'anima dal
purgatorio.
Mélacòpia,
Nettare. mèi, Smelare. man de mèi, (F.) fìùr,
PI.
Bozza, Mala
sf.
Minuta,
al
sf.
Melagrana.
Mil. Mèi zógn.
Mélcòpji.
Mèlagarnè,
Con ogni
ri-
PI.
Mèlgamé.
Mèlandè. agg. Malandato, Malconcio. PI.
F. PI.
Mélandè
—
P.
éda
—
édi.
Mèlànom,
PI.
Melo giùgnolo.
Mèi cudógn, sm. Cotogno. Melo
togno.
provoca
si
n.
e'
guardo. (Lat. mei). Mèi, sm. Melo. (Pirus malus).
I
intera,
frate.
copia.
Cave' I
I
(Cydonia vulgaris).
sm.
Malanimo,
Malevo-
lenza.
Mèlanòta.
coj
sf.
Mala
notte.
Padì' dia mèlanòta, Soffrire per lun-
MELA ghe veglie. Mélapartugàla,
Mèi
PI.
Mèl§àni. Mélta, sf. Fango, Mota, Malta, Bel-
PI. sf.
Melarancia.
partugàli.
letta.
Mélapèna, parola composta, A mélapèna, A malapena, a stento, Appena. Mélaràn^a, sf. Melarancia. PI. Mélaràn;j. (Il
nome
più dialettale è Partugàla o
Mela partugàla). Mélavdù,
agg.
(v.
|
I
|
|
Moria. I
U
s'
è
j'
mès
mala
la méla-vi, Ci si via (o la disgrazia;
è
o moria). Mélavlèr, tr. Voler male Péss mélavlè, Farsi malvolere. Non farsi voler bene. Ciapèr a mélavlèr. Prende a malla
PI.
la
j
[
med. malta, calce. GLE). Mélvèst, agg. Malvisto, Disprezzato. PI. Mélvèst. F. a
—
|
F.
—
i.
Ména, sf. Mina. PI. Mèn. Mènsa, f. Mensa. Località
sulla sinistra del Savio che, insieme a Matellica, forma fraz. del Com. di Ravenna. Ivi sorge una stazione preistorica (venuta in luce nel 1951) dell'età del bronzo che ha un'estensione di almeno 250 m. La stazione ha carattere intermedio fra il pedemontano e il terramaricolo. Ménsula, sf. Mensola, Beccatello. (La M. è chiamata anche è§a).
Ménsul. Mént, sf. Mente. De' mènt, Dar retta. Ave' int la mént, Avere in mente. Fé' mént, Porre mente, Volger la men-
PI.
volere.
Mèlaviuntira, avv. Malvolentieri. Mèlavója, sf. Controvoglia Malavo-
Mèlt.
(Lat.
PI.
Mélvèst.). U§èl de Mélavgùri, sm. Malaugurio mélavgùri. Uccello del malaugurio (civetta) (F.) Cassandra. Melavi, sm. Malavia Disgrazia
messa
MERA
260
I
I
glia. I
I
I
'D mélavòja, Malvolentieri. A so' 'd mèlavója, Non sto bene. Mélcadù, sm. Epilessia Mal caduco Mélcantdn, sm. Nord-ovest.
te
Mént, sm. Mentre, Frattempo.
|
Mélfamè, agg. Malfamato. PI.
F.
Mélfamè
—
—
|
|
PI.
P.
Mélme?
—
PI. F.
è§a
—
èjì.
Mélòcc, sm. Malocchio. Mel^àna, agg. Malsana.
comxme
for-
Ins che mént. In quel mentre (si dice però anche « int che méntar »). Ménta, sf. Menta. Méntar, cong. Mentre sm. Mentre, Tempo, Frattempo. Int che méntar. In quel mentre, In quel momento. Mér, sm. Mare. I
Mèlgamé, m. Melograno Melogranato (Gallizioli, op. cit.). PI. Mil game. Mèlga, sf. Melica, Saggina (F.) Situazione diflBcile. PI. Mèlg. Mets' int 'na mèlga, (F.) Cacciarsi in j
ma
j
.
una meliga. (Lat. med. meliga. GLE). Mélmè§, agg. Malandato.
(E' contrazione della più dialettale « méntar »). I
éda
P. édi. Mèlfàti, sf. pi. Malefatte. Melfój, sm. Millefoglie. (Achillea millefolium). PI. Milfój PI.
a...
Avnì' int la mènt. Venire in mente.
I
PI.
Mèr.
Fé' sché' contro. Mér, agg.
e'
I
PI.
F.
Mèr
—
PI. F.
mèr,
(F.)
Averle
tutte
Amaro.
èra
—
èri.
sm. Amarume Amaro, (v. Amér). Méral, sm. Merlo. |
]
PI. Mirai.
merlus. GLE). canta e' mèral a sèm fura dl'invèran, Quando canta il merlo sia-
(Lat. I
rned.
Cvànd
e'
MERA mo
MES
261
fuori dell'inverno.
Mèral sasel
j
PI.
mère » era il peso usato per la stadera corrispondente al peso di vma
Mérca, sf. Marca, Marchio. Mère. Mércabò, m. Marcabò. In un luogo
vicino
Sant'Alberto,
a
esisteva
il
ca-
Marcomani, ossia del popolo Marco. Fu fabbricato dai Vene-
stello dei di
S.
ziani in guerra contro i Ravennati, riedificato e demolito più volte. Fu chia-
mato Marcabuono, poi Marcamo e finalmente Marcabò... E' citato da Dan«
te...
...
lo dolce
piano / che da Ver-
a Marcabò declina ». Mércia, sf. Marcia. Atto del cammi-
celli
nare di schiere,
eserciti,
formazioni va-
rie. I
mare schiere
in
ani-
cammino.
Merce.
PI.
Mérciapi, sm.
Marciapiede.
MerciapL Mèrda, sf. Merda, Sterco. PI. Mèrd.
PI.
Cremar coma la merda a e' sol. Crescere come la merda al sole. (F.) Decrescere anziché prosperare. Sugne' dia merda l'è segn 'd taajóc. Mèrit, sm. Merito, Pregio. PI. Mirit. Meritèr, tr. Meritare. ]
I
Prt. PI.
F. PI.
Merité Meritè éda
—
F.
—
èdi.
Mèrla, sf. Merla. PI. Meral. Ciapé' Int l'òcc a la merla, Colpire nell'occhio la merla, (F.) Colpire nel punto esatto, Azzeccare. (Lat. med. merla, GLE; dal lat. me-
;
j
j
le notti.
Mèr^, ch'a n' ha al schèpi véga schélz. Marzo, chi non ha scarpe vada scalzo. ;
I
Mèrz
nila).
ùcc
bàn schèrp. Marzo
dalle buo-
U
n'i fó
un
trest
Mér?
eh'
u
n'
mandès
càn a l'ora, Non ci fu un tristo marzo che non mandasse il cane all'ombra. Mèrz di vént, Abrìl di témp. Ma? di tón. Marzo dei venti. Aprile dei tempi e
I
(delle I
Mérz
intemperie), Maggio dei tuoni. sót,
grano per
gran par
tòt,
Marzo
asciutto,
tutti.
Se Mér^ carnvale?a, bara care?a. Se marzo camevaleggia, la bara carreggia. I
E' segno di moria. Mér^ da e' pè schélz, Marzo dal piede scalzo. L'è coma e' righéli ch'e' fa§è Mèrz a la mój. E' come il regalo che fece marzo alla moglie. Simile al detto veneto: « Marzo g'ha compra la pelizza a so mare e tre dì dopo el ha venduta ». Si credeva, una volta, che, se marzo non aveva cinque venerdì, le piante con baccelli avrebbero dato scarso raccolto. I
I
I
Mèr^, sm. Marcio. Marciume. I
agg. Marcio, Fradicio.
PI.
F.
Mér^. Mérja.
PI. F.
a la mèrla!. Occhio alla merla!
dal
ne scarpe.
I
I
e
Marzo, cuccimi il culo e non cuocermi altro. Ai primi del secolo, l'usanza di mostrare il sedere al sole il primo di marzo, perchè non abbronzasse troppo la pelle e anche per tener lontano le malattie, era osservata da molti e specialmente dalle donne ora non più. Fé' lòm a Mérj, Far lume a marzo. Si fa lume a Marzo con falò per propiziarselo (v. Fugaréna). Mér^ mar^òt, long i de cvànt dal nòt. Marzo marzotto, lunghi i giorni quanto
]
Composizione musicale atta ad
Mirt.
Mèr^
to
« E'
PI.
giorno
sót e abrìl bagné. Marzo asciutaprile bagnato: ecco la stagione ideale per l'agricoltore. Mèr?;, cusm' e' cui e no' cusm' et. I
mar-
Secondo
Mèrz, m. Marzo.
Mère.
libbra detto, in antico, Marca. (Lat. med. marca, marchus e chum = peso. GLE).
farti raggirare).
Mèrt, m. Martedì, della settimana.
maggiore, Tordo sassàtile, Merlo sassàtile, Passera solitaria rossa. Mère, sm. Marco, Peso, Romano. Peso usato per la stadera. PI.
non
(Attento,
Codirossone, Codirosso
Mérji.
Mèrja,
sf.
Marcia. Pus.
Umore
putrì-
MES do che si genera nelle piaghe. Putredine. Me?, sm. Mese. PI. Mi§ Ande' a tu' e' mè§, Andare a riscuo-
Mèst, agg. Mesto, Triste, Addolorato. PI.
F.
il
Cvànd che e' me§ e' cménza ad 'dmen/ u n' s'i n' fa pr' una fazènda. (Quando il mese comincia di domenica oppure non si fa niente di buono Cvànd che e' mès l'entra 'd dmenga e' cuntadén u n' fa fa^enda. (Quando il mese entra di domenica il contadino non fa lavori, perchè il tempo sarà pio-
\
I
)
:
;
''
voso).
prem e e' sgond, l'è bel tond, Se è bello il primo e il secondo, è bello tutto il mese. S' l'è bel e'
I
tot e
mès
Mè§, sm. Messo.
|
\
Mè§ar, sm. Macero. Mì§ar.
sf.
Mestola bucherellata.
Mèscval (o Mescul), sm. Mestolo. s' i è tachè e mèscval a e' cui. CJosi si diceva della ragazza che rimaneva troppo a lungo a casa di parenti. Me§ihandé, sm. (Composto di « mès », messo e «mandé», mandato). MessagI
U
gero. E' j
Mè^na, I
sf.
Mè§an
Bàtar
la
le
(ironico).
Colui
che
nuove.
[
,
[
]
i
Mè§ Mè5 Mè§a
Prt. PI.
F. PI.
F. Mé§i.
Méz, sm. Mezzo Centro Metà. Una delle due metà. agg. Mezzo. Pieno per metà. |
|
Mèz
Fé' a mèz. Fare a metà, Far mezzo per uno. Tu' 'd me?. Andare di mezzo, Subir le conseguenze, Rimetterci. Be' un mèz. Bere un mezzo litro (di I
I
I
vino). Sté' int un me?, Abitare in lontano dal paese. I
mé§na. Addentare, Mettere
Mèst, sm. Misto, Miscuglio. Mest.
Il
me-
via; A metà. Mezzadria. (Lat. med. mezadria. GLE). Mézalàna, sf. Mezzalana. « ... tradizionale e fortissima stoffa per i vestiti degli uomini, di tipo unico, color ruggine, ordita di canapa e battuta di lana filata in casa ». U. Majoli. (Lat. med. mezalana, GLE).
A mè?a
vi,
Mé?adrì,
Macina, Mola.
un luogo
Cvèl de mèz. Quello di mezzo.
diano.
I
in taglio la macina. (Lat. med. masina, GLE). PI.
]
|
i
j
mèsmandé!
porta in giro (v. Mès). Pi.
[
F. Mèz;a PI. F. Mè?;i.
Mischia.
sf.
Mèstri.
Mèstrindù?, sm. Mastro indugio. Mèstrindùs d'int 'na róvra e' cave un fu§, Mastro indugio da una quercia cavò un fuso. Mastro Tampicchio sfece una rovere per fare un cavicchio. Mètar, tr. Mettere, Porre Collocare Paragonare Supporre Rimettere (di piante). Mètas a fé' l'amor, Avviare una relazione amorosa. Mètar insén di bajóc, Arricchirsi. Mètar sóta ón, (F.) Incaricare uno (per un affare). Mètar zo. Calare Mettere giù. Mètar so. Montare, Rimontare.
PI.
maxerum, GLE).
Mèscula, PI. Mèscul.
Mestar Mèstra
PI. F.
I
PI.
(Lat. med. Mès-cia,
F.
j
Nelle relaz. del Dipartimento del Rubicone si legge che i mès (messi) erano i due uomini che si recavano, in occasione di morte, a portare la nuova ai parenti. Essi giravano armati di un robusto bastone. Altri due andavano ad avvertire 1 parroci. Mè§a, sf. Messa S. Messa Rlpullulazione, Rimessa (di vegetazione). E§ar 'd mesa. Essere (molto) devoto. I
PI.
j
Mè§ Mès de Cumón, Messo comunale.
PI. I
Mèsti.
Mestar, sm. Maestro] Mastro d'opera Insegnante elementare.
mensile.
ga
Mèst Mèsta
PI. F.
I
tere
MEZA
262
A mezza
sf.
MEZD Mé?aròba,
sf.
Falasco
|
Erbe palustri
La « mé?aròba » serviva a ricoprire panne e pagliai e, in caso di bisogno,
ca-
co-
me
nutrimento del bestiame. Mets' int e'~ mèz d'un cvèl. Interve-
I
nire in
una
Migliurér, intr.
Mezèdar med. mezadrus, GDE). Mé?vèn, sm. Vinello.
PI.
(Lat.
PI. Mè?;vén.
Mi, agg. poss. Mio, Mia, Miei, Mie (invariabile).
Miaguléra, sf. Mucillaggine. Miagulèr. Miarol, sm. Voltolino, Sforzana. PI. Miarùl. Miàz, sm. Migliaccio. Dolce casalingo di sangue di maiale, cioccolata in polvere, zucchero, sapa, latte, candito. (Il Diz. DEI riporta: «specie di torta fatta di sangue di maiale con miglio prillato; latino migliaceus, di miglio»). PI. Mie?. Micòt, sm Tierotto di farina di granturo (Da Mec). PI. Micót. PI.
Midghèda, sf. Medicata Midghèdi. Midghér, tr. Medicare
PI.
Midghé
— è F. — éda PI. F. — édi.
tr.
Migliorare.
Prt. Migliuré
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Migliurì,
cosa.
Mézdè, sm. Mezzogiorno. Mezèdar, sm. Mezzadre.
Prt.
MIND
263
Opar
sf.
Miglioria.
Lavori di miglioria. Migrér, int. Emigrare. Milànta, sf. Un migliaio (circa). (Anche Smilanta). Milè§om, sm. Millesimo. L'anno di j
'd migliurì,
una data. Mimoria,
Memoria.
sf.
Capacità
di
ricordare.
Memoria, Ricordo.
:
PI.
Mimòrji.
Mimósa
sf.
Mimosa.
Mimó§i. Minacèr, tr. Minacciare.
PI.
;
Ricattare.
Minacé
Prt.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Minàcia,
sf.
Minaccia, Intimidazione.
Ricatto.
j
Minàcc. Minadòr, sm. Minatore. PI. Minadùr. Minarci, sm. Minerale agg. Minerale. PI. Minarèl PI.
|
Oli minarèl, Petrolio.
I
Mindadóra, sf. Rammedatrice Mindadòri. Mindadùra, sf Rammendo. PI. Mindadùr. Mindariòl, m. Mandriole. Località del Com. di Ravenna. Dice M. Mazzotti che la prima traccia di questa località è del
PI.
PI.
Miégula, sf. Mucillaggine. Miégul. Miga, avv. Mica, Punto, Affatto. U n' é miga vera, Non è vero affatto. Migliardér, sm. Miliardario PI. Migliardèri
sec. XVI, quando i Monaci dell'Abazia di S. Vitale, « dopo aver cominciato la bonifica del territorio posto fra pineto
F.
e
PI.
—
PI. F.
éria.
—
érji.
Miglièrd, agg. num. Miliardo. Miglièrd. Mìglión, agg. num. Milione. PI. Miglión. Migliunèri, sm. Milionario.
Mandriolarum
— èri — éria PI. F. — érji.
P.
Migliuramént, sm. Miglioramento. Migliuramént.
PI.
».
Mindèc, agg. Gracile.
PI.
PI.
Po, stabilirono qui il pascolo per le mandrie ». Di qui il nome « ager
loro
Esile.
Mingher-
lino.
— èc — eoa PI. F. — èchi.
PI.
F.
(Forse dal lat. mendicus (?) Mindèr, tr. Rammendare. Prt. PI.
Mindè
—
è
).
MIND —
F.
F.
PI.
éda
—
Mindséna, Mind§én.
si.
Medicina.
Mind§inél, agg. mentoso. PI. Mind§inél
—
—
Minèr, Prt.
Medicinale,
Medica-
— ò§i.
Miràndula, sf. Malora, Perdizione, Rovina. Ande' a la miràndula, Andare in ma-
Mine
—è P. — éda PI. F. — édi.
I
lora, in rovina.
Mircul, m. Mercoledì.
Minèstar, sm. Ministro. Pi. Minèster. Minièra, sf. Miniera. PI. Minièr.
Mircul
PI.
Mircval, m.
(v.
Mircul).
Mircval Mirécul, sm. Miracolo.
PI.
Mingón, sm. Menicene, Domenicone.
Accrescitivo di Domenico. A seconda dell'intenzione di chi parla, ha diversi significati. Il più comune si avvicina
Beco
— —
PI. F.
Minare
PI.
al «
lat.
Miracul6§, agg. Miracoloso. ù§ F. ó§a
èli.
tr.
Mirabulàn, sm. Mirabolano. PI. Mirabulén. (Lat. med. mirobolanus, GLE; dal myrobalanum. DEI). PI.
èia
PI. F.
Mir.
PI.
èdi.
PI.
F.
MISI
264
» fiorentino.
Mirècul. Mirècval, sm. (v. Mirécul). PI. Mirècval. Mira. Mirén, sm. Mirino PI. Mir.
PI.
|
personaggio delle favole mantiene sempre un fondo di ingenuità grossolana, buona e generosa, che può esplodere in furori primitivi non appena si accorge di un inganno. Minghérda (La), (v. Marì-disma). Minìn, sm. Micino. (Dial. ant. mnin, Gabbusio, Voc). Ministèri, sm. Ministero
Mira da nòta. Mira da notte. E' un mirino infisso in un anello elastico che il cacciatore mette di notte al suo fucile. Mirér,, tr. Mirare. Prender di mira.
PI. Ministèri.
PI.
Come
Ministrèr, Prt. PI.
sf.
P.
ola
—
òli.
Mis-céda,
Minuzia. Cosa di poco o
Mintàstar, sm. Mentastro
(Mentha pulegium) mentastrum).
Minùt, sm. Minuto. PI. Minut. Miol sm. Miagolo. Verso del beccaccino quando spicca I
volo.
Miùl. Mira, sf. Mira Mirino. Intenzione. Tu' 'd mira, Addocchiare.
PI.
]
I
—
PI. F.
PI. Minójji.
I
Mi§ari5n, sm. Miserione. Mi§ariòn.
Minarci sm. Chietino. Mifarul
nessun conto.
(Lat.
Mire
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
F. PI. F.
Minó^ia,
Prt. PI.
Amministrare.
tr.
Ministre
—è — éda — édi.
I
sf.
Mischiata, Mescolata.
PI. Mis-cédi.
MiscèI, sm. (v. Gmiscèl). Mis-cér, tr. Mischiare, Mescolare. (Lat. med. mischiare. GLE). Misèria, sf. Miseria, Povertà, Indigenza. PI. Misèrji. Vèndar pr'una misèria, (F.) Vendere per nulla, a sottoprezzo. Misericordia, sf. Misericordia, Pietà. Mi|i6n, sf. Predica, Missione. Fé' al mi§ión. Fare un ciclo di preI
il
I
diche. I
I
Missione diplomatica. Ande' int al mi^iòn, Farsi missionario.
MISI
MOD
265
Mnàcia, (v. Amnacia). Mnér, tr. Menare, Condurre Picchiare Rimestare (pane e pasta).
Mifiòn. Mìfiunéri, sm. Missionario. Religioso che va nelle missioni. PI. Mi§iunèri. Mistèri, sm. -Mistero. PI.
PI.
PI. Mistìri.
Fé
di mistìri.
Veder
Far delle
La-
difficoltà,
PI. (
le
cose dal lato più complicato.
sf. Metà. Mite Fé' a mite, Fare a metà.
Mite,
La mi mite, La parte che mi
spetta.
I
Mitraglia, sf. Mitraglia. Mitragliatrice. PI. Mitragli.
sf.
Mnistrón, sm. Minestrone.
Mnud, PI
Mitragliata.
F.
Soldato
I
I
Móbil Mòbila PI. F. MòbiU. Mòc, sm. Moccolo
del-
Mlan^àna, sf. Melanzana. Mlan?àn.
Purté' e'
Móc,
PI.
Mucillaggine
PI.
Mlégul.
la rèda,
Mellone
retato.
Mlón raparén, M. zuccherino. Mlón da la rogna (Mlón da cuntadén),
Zatta.
Mlòn sambédg, Cocomero asinino.
Mellone
selvatico,
(Ecballium elaterium). Mlori, sm. Alloro Mlùri.
Mlunèra,
Ora).
Mucchio,
(di
paglia,
di
PI.
Mócc
med. muchius, mucchio. GLE). Mòcval, sm. Moccio. Muco del naso.
(Lat.
Moccolo di candela. Mócval Purté' e' mòcval. Reggere il moccolo. (v Ora». Mod, sm. Modo, Maniera. Usanza. PI. !
1
Consiglio.
PI. i
Mud.
mòd e in manira. Fare in modo maniera, Far di tutto per... Fé' e mòd d'un étar, Seguire il conFé* in
e in sf.
Mellonaia, Poponaia.
Mlunér (Lat. med. melonaria. GLE). PI.
(v.
Monco, Mutilo
fieno, di erba).
PI.
PI.
Móc
moc
agg_
Mócc, sm.
Viscidità.
Mlón, sm. Mellone. Pianta delle cucurbitacee fCucumis melo).
I
di
»),
F.
buratello e dell'anguilla.
I
Meti
PI.
Mlagulèr Mlaguléra de buratèl, Viscidità
I
il
j
PI.
Mlòn. Mlòn da
Minutaglia.
Guardé' a l'amnùda, Guardare per
mo (Alla lett. « metterci dei Manifestare incertezza, titubanza; non volersi impegnare. Tergiversare. Mòbil, sm. Mobile agg. Mobile, Movibile j
Miulèr intr. Miagolare. Mlaguléra, sf. (v. Mlégula).
PI.
Mnùdi.
Ròba mnuda,
ma
\
Amnùd).
Mo, cong. Ma.
—è P. — éda PI. F. — édi.
Vischiosità
(v.
sottile.
PI.
sf.
Minuto
agg.
Mnud Mnùda
PI. F.
Mitragliér, sm. Mitragliere. addetto ai mitragliatori. PI. Mitraglir. Mitragliar, tr. Mitragliare. Prt. Alitraglié
Mlégula,
Mnistrón
PI.
PI. Mitragliédi.
[
stessa cosa.
la
Mitragliamént, sm. Mitragliamento. PI. Mitragliamént Mitragliéda,
Amnér).
V.
Mné§tra, sf. Minestra, Pasta. PI. Mné§tar. Per ragioni fonetiche si dice anche Amnèstra. Sempar 'd eia mnéstra! (F.) Sempre
PI. [
—è — éda F. — édi.
F.
gnarsi. I
j
Mné
Prt.
siglio di I
Par
un
mòd
altro.
'd di',
Per
modo
di dire.
MOD Moda,
Moda, Usanza, Costume,
sf.
(F.) Sornione. I
Mómji. Mónd, sm. Mondo. PI. Mónd. Clétar mond. L'altro mondo. ?iré' pr'e' mond, Peregrinare. ?iré' de mond, Viaggiare. Tu' da e' mónd, Uccidere. Tus da e' mond, Suicidarsi Avni' a e' mond, Nascere. (F.) Rina-
Foggia.
PI.
moda. Seguire la moda. Za 'd moda, Fuori moda. PI. Mòd. Mòdul, sm. Modulo, Modello. PI. Módul. Córar dri a
I
la
I
I
I
j
Mudèl). Móf, agg. Bruno-pallido.
(V.
I
Móf Móf a
PI F.
PI. F.
MONT
266
I
I
scere. E' mond dia Iona, Il mondo della luna. Sté' a e' mond, Vivere.
Mófì.
Mófa, PI. Móf.
sf.
I
Muffa
j
I
Mogan, sm. Mogano. Legno
di
E§ar
j
gano..
Mógg, sm. Muggito, Mugghio. Mogg o Mugg. Mój, sm. Maglia di congiunzione a forma di S (delle catene). PI. Moj.
PI.
moj
Ho
docum.
:
i
rom.
la
di cui sopra). di vecchio
stampo non
Mòl, sm. Mollo
:
Bagno.
I
PI.
Món§.
|
I
I
Mònt
Massa. Un mònt, Molto. Un mònt ad zénta, Molta gente.
A massamont, A
fusa.
di acciaio. De' la mòla, Mollare, Sciogliere
im gioco Mandé'
re (liquidi) Dare Dar la stura.
il
Aprivia (a corridori)
I
I
PI.
Mòl.
Mómia.
j
Mummia.
Una
cosa
catafascio. Alla rin-
sull'altra.
Ande' a mònt, Ricominciare da capo I
i
re in
di carte già iniziato.
a mónt. Mettere a tacere
modo
|
Fa-
che una cosa non giunga a
compimento. Un mònt ad roba, Tanta roba. Mónt Ma?, Monte Maggio. Conosciuj
sf.
schiuma,
1
ÌP1.
Mètr a mol e' pó^, (F.) Dar da bere a tutti. (Lat. med. mollus, bagnato. GLE). Mòla, sf. Molla. Strumento elastico |
Verderame.
(Forse dal lat. med. mulsa, v. DEI). Mòni, sm. Monte Monte di pietà Mucchio. ]
Ande' a mol. Entrare in acqua.
sf.
Incrostazione dell'acqua nelle tubature. Patina.
i
I
Mètr a mol, Mettere a bagno, a mollo.
I
cit.).
Mòn§a,
dice mai «Mi mój» (mia moglie); ma ricorre alla perifrasi: « Cla dona ch'a j'ò a ca » (quella donna che ho a casa). II
Móng.
Aldo, op.
moglie nella paglia. Così diceva il marito quando la maglie aveva partorito (Vedi int la paja.
Generare figli. Questo
Pulito.
j
giandosi alla conocchia, Relaz. Dip. del Rubicone, 1811). j'ò la
di fiul.
Mondo,
Per liberarsi di questa infiammazione si andava a bussare a un uscio e, alla domanda « Chi è? », si rispondeva « L'è al mong ch'a li lès a cve », (sono geloni che lascio qui). Nel dialetto antico si diceva « mimga » e pare che indicasse « geloni che vengono alle dita per il fredo » (v. Aruch
bón marid.
(v.
A
mond
agg.
agg. si trova solo nel detto « Tónd e' e' cui de gat », Tondo e il culo del gatto. Mónga, sf. Gelone al tallone dei piedi.
ins l'uròla. Ho la moglie suU'arola. Così diceva il m.arito, a chi gli chiedeva notizie dei suoi, mentre si recava ad avvertire la suocera che la moglie aveva le doglie del parto. Essa, infatti, alle prime doglie si siedeva davanti al focolare, coi piedi suU'arola, appog-
I
e'
mónd coma mondo come
Mój, sf. Moglie. Tu' moj. Prender moglie. la fa e'
Tanto.
stè
'd
Mètr 'a Mónd,
[
PI.
La bòna moj A j'ò la moj
Un mónd.
mónd, (F.) Essere ragionevole, comprensivo, tollerante.
mo-
I
MONT più comunemente come « Mónt Monte dei Cappuccini, »,
to
di
Capu^én
j
PI.
F.
ecc.
miamo.
Mónt PI. Mónt F. Mónta
Mòrta, sf. Morte. Mòrti Mòrta imbariéga (La). «Macabra immaginazione in cui sono personificati il tragico e il comico » Paolo Toschi. O mòrta o sòrta, O morte o sorte. (Si riferisce a determinazione, risolutezza). Fé' la mòrta 'd Tac. (Fare la morte di Tacco, uno sciocco proverbiale ucciso da un tappo che aveva ficcato nel sedere al proprio asino), (F.) Fare una morte PI. I
F. Mónti.
Mór, agg. Moro, Scuro
di pelle,
Mór Mòra
Bruno.
\
F. Mòri E' vél piò una mora a la finestra / ch'a n'è ^ent gagi int una fèsta. PI. I
Mòr, sm. Gelso Mur. (Anche Amor). Mór, sf. Morra. 2ughé' a la mór. Giocare alla morra. (Lat. med. ludus morre). Mòra, sf. Mora di gelso o di rovo. PI.
]
ridicola.
Mò§, agg., Mòvar).
Mór Mòra 'd spén. Mora di rovo. Mòra frégula. Lampone.
PI.
F.
I
Mòra
I
a
more
mòr
in pineta.
in
(Con
le
more
Smorfia mento. PI.
Andare
a
di rovo si
!
I
I
darlo.
Metr e' mòrs, Mettere il morso, F. Mettere il freno. Dól^ mòrs, Stomachino del maiale. (
Murs
PI.
F.
Mòrs
Morsa.
Comporta-
Mò§i
Fé'
dal
mó§i.
E' fa mò§a a guastarsi.
Gesticolare,
Fare
dei
e'
la bóca,
temp.
Il
Una
smorfia.
tempo accenna
)
dréna).
Mósca,
sf.
Mosca domestica (Musca
domestica, L.). Mósca cagnìna, [
Mosca
cavallina. Ta-
fano.
Mósca 'd òr, Dorifera. Mósca milàna. Cerambice muschiata Mosca di Milano. Vescicante. Mósca dia chèrna. Mosca vomitona. I
I
j
\
Mosca. Ciuffo
di
peli
sotto
il
labbro
inferiore.
Avni' la mosca a e' né§, mosca al naso. Mosca ?;iga. Mosca cieca I
sf.
I
Mó^al, sm. Mussole, Mussolina. Mos-c, sm. Muschio. (V. Erba ana-
(BiondeUi) PI. Mòrabu§. Mors, sm. Morso. Morsicatura. Boccone. « Magne' un mòrs », Mangiare Un boccone. Anche « Tu' un mòrs ». Morso. Ferro che si mette per traverso, in bocca al cavallo, per meglio gui-
Mòrsa,
Atteggiamento
Una mò§a cun
Morabù^ sm. Picchio muratore.
PI.
j
gesti.
amoroso.
i
Gesto, Mossa, Moina, Mo-
I
faceva una marmellata che aveva virtù curative). (F.) Andare in pineta per divertimento
I
sf.
vimento.
gelsa.
pgnèda,
Mó§i.
Mò§a,
L.).
mór, Gelsa, Mora
'd
Ande'
I
Mó§ Mò§a
PI. F.
PI.
(Rubus Idacus
Mosso, Smosso, Agitato
prt.
(v.
[
I
Mòrti.
Se un morto ha qualche cosa da rimproverarci « e' vén a tiré§ pr' i pi » viene a tirarci per i piedi mentre dor]
Prt.
PI.
Murt Mòrta
PI. F.
Mónt
Mónta, sf. Monta taurina, suina, Mónt. M5n?ar, tr. Mungere.
F.
dia mòrsa. Ganasce. Mort, agg. Morto Spento sm. Estinto, Cadavere.
I
PI.
PI.
Ganàf
j
a
fianco di Bertinoro. Mòni da aeva, Mucchio di fieno formato con quattro o cinque mucchietti più piccoli, (v. Barachén). PI.
MOSC
267
I
(F.) Salire la
(gioco).
MOSC
MUDE
268
E' bèca al mos-c; e' piòv, Pungono le mosche: piove. Moscamilàna, sf. Cerambice muschiata. Questa cerambice è chiamata anche
chiare
Macuba per
suo odore simile a quello
il
del tabacco dialettale è
macuba. Una «
altro
galèna de géval
nome
».
Moscmilàn. Móst, sm. Mosto, Uva pigiata PI. Móst. E' boi e' most, Il mosto fermenta. (Lat. med. mustum, mosto. GLE). Mestar, sm. Mostro. PI. Móstar. Móstra, sf. Mostra, Esposizione. PI. Móstar. Mot, sm. Moto, Movimento. PI. Mot. Mutolo. Mot, agg., sm. Muto PI.
j
PI.
F.
PI. F.
A
la
med. admucclare, ammucchiare. GLE.). Muchin, diminutivo di « móc ». Mucina, sf. Muccina, (da Mucia o Micia, gatta domestica, mansueta). Questa parola si trova ancora nel detto « Fé' mucina », Far muccina. Far micino, che in dial. significa « mettersi la coda fra le gambe », ritirarsi. (It. antico (sec. XIII) muceiare. nascondersi, sfuggire. V. DEI). Moccioso. Muclón, sm. Moccione
Muclón
—
òna
— óni. sf.
Muta, Cambio.
Una muda
PI.
Mud
'd pai.
Sei bocce.
Fé' la muda, (detto di uccelli), Far la muta. Cambiar piumaggio. Fé' muda. Darsi il cambio, Darsi la muta. De' muda, Dar muta, Dare il cambio. Mudadùra, sf. Cambio, Muta di bianj
Mòti.
(It. ant.
mota
(1280), rialzo di terreno; (1270), punto elevato.
med. mota
lat.
DEI
fortificato, v.
Movar,
tr.
Mò§ PI. Mó§ F. Mò§a
e
GLE).
cheria e abiti.
Mudadùr. Mudànd, sf. pi. Mutande. (Lat. med. mudanda, mutanda. GLE).
Muovere, Smuovere.
PI.
Prt.
Mudarnéss, rfl. Mettersi al passo coi tempi. Modernizzarsi. Mudé, agg. Vestito con l'abito della
Mò§i. Móz, sm. Mozzo (della ruota)
PI. F. PI.
PI.
(Lat.
[
gia.
e
—è — éda F. — édi.
Muda,
Mòti.
oridne.
F.
PI. F.
mòta, Alla chetichella. Mòta, sf. Duna. Motta. Piccola altura sabbiosa lungo la spiagPI.
PI.
F.
Mot Mòta
buon
I
Prt.
PI.
|
(F.) Ritirarsi in
Mucè
I
Móz.
domenica.
Msir, sm. (Dial. ant.) Messere. Msdànza, f. Borsa del pastore. (Capsella bursa pastoris, L.).
M§ura, PI.
sf.
M§ur
PI.
Misura (V. Amsur).
Mudèl, sm. Modello, Bozzetto.
med. mensura. GLE). Mubiglia, sf. Mobilia. Complesso mobili che arredano la casa.
I
dei
(Lat. mobilia, oggetti che la sposa porta in casa del marito; corredo. GLE).
Mubigliér,
tr.
Ammobigliare.
Mubìglié
—e F. — éda PI. F. — édi. PI.
Mucér,
Mudèl Mudèl 'd ^u^èja,
PI.
CLat.
Prt.
—è — éda — édi.
F. PI. F.
tr.
pione.
GLE).
Mudéla, sf. Modella. PI. Mudèli. Mudér, tr. Mutare, Cambiare. Vestire- a nuovo. Sostituire una cosa usata o sporca con un'altra migliore. ;
Ammucchiare, Ammontic-
Salcicciotto
Tu' zo e' mudél. Copiare il modello. Fare una copia del modello. (Dal lat. med. modulus, misura, cam-
I
MUDE Mudé'
j
e'
lèt,
Cambiare
la
biancheria
potatore.
Mujèt de
letto.
al
Mudé
Prt.
—è — éda PI. F. — édi.
(
— Iran F. — èma PI. F. — érni. Mudést, agg. P. — èst F. — està PI. F. —
;
F.
PI.
F.
i
F.
lumi.
GLE).
MuU
PI.
Mulét
—
àta
F.— àti.
Mulèca, sf. (v. Masinèl) E' il granchio al momento della muta, quando è più molle.
Mulén, sm. Mulino Mulén. Mulén da l'oli, Frantojo. Mulènda, sf. Molenda. (Dall'antico it. mulènda. v. PI.
idi.
Muflon, sm. Muflone, Pelo, pelliccia muflone. PI. Muflòn. Mugér, intr. Muggire. (Anche per dire che il fuoco borbotta. Tale rumore è un segno premonitore dell'arrivo in casa di
uno sconosciuto). Mugiàna, f. Modigliana, chiamata già nel 1122 Mutiliano, da Castrum Mutilianum, da Castrum Mutilum, sulla strada imperiale romana che da Arezzo, toccando Pontassieve, Acqua Cheta e Faenza, andava a Ravenna. di
Mugión (de car) sm.
Coscialetto, Zoc-
colo.
Mugiòn. Mugnàc, sm. Il Biondelli (1853) traduce con « Toppo. Legno grosso e informe»; ma ora non si usa se non per indicare una boccia deformata per il lungo uso ima persona tozza. PI. Mugnèc. Mugnèg, sm. Albicocco, Munlaco.
Prati, Voc. Etim. Ital.). Mulèr, tr. Mollare, Sciogliere, Liberare, Sganciare, Mettere in libertà,
Sguinzagliare, Aprire. Innalzare (l'aquilone). Prt.
(Mulér= De la mòla) Lat. med. amolare, sciogliere amolatos ». GLE). (
PI.
Albicocca,
«
;
canes
Mulést, agg. Molesto PI.
F.
—èst
—
està
PI. F.
—
èsti.
Mulìga, sf. Mollica, Midolla. Parte molle del pane, contenuta entro la crosta (sec. XIII, mollica). 31uli$éna,
sf.
Moina,
Grazia
lusin-
ghiera
(Gallizioli, op. cit.). sf.
Mule
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
Meliaca.
Frutto dell'albicocco.
Mugnèg
antico mulica. In alcuni posti dice anche «mugliéga»). Mujèt, sf. pi. Mollette. Mujèt da pudé', Forbici (a molla) da
Dall'it.
piccola mol-
e « mogletta »
Mulàt, sm. Mulatto. Figlio di un bianco e di una nera.
Mufì, agg. Ammuffito
si
i
», ;
Mul Mula
PI. F.
Modesto
Mudèsta, sf. Modista, Crestaia. PI. Mudèsti.
(
med. ha « moieta mogia » molla, pinza
Ibrido, Incrocio (di animali). I
PI.
èsti.
PI.
il
Mul, sm. Mulo
PI.
Mugnèg. Mugnéga,
«
pinzetta per attizzare
Mudé' la péna, Mudare Mudéran, agg. Moderno
— — ida PI. F. —
Molle da camino, per
Il lat.
la
F.
PI.
fug.
I
fuoco.
PI.
!
MULN
269
Fé' dia muli§éna, Cercare di entrare nelle grazie con lusinghe.
Mulistér tr. Molestare. Mulnel, sm. Mulinello. Strumento che gira con l'asse stesso e che ha moto di rotazione intomo all'asse. Molinello, Rigiro di acqua. Mulnel da puzér. Mulinello j
da poz-
MULN zaio.
Argano orizzontale attorno
al
qua-
raccoglie la fune del secchione. (V. S-ción) Mulnèl de filèr o dal vid, Mulinello, che serve a tendere o ad allentare i fili si
le
I
che sostengono
le viti.
l'acva,
Mulinello
consistente in un asse orizzontale con pale rudimentali di piccole stecche di canna, il quale poggia su due forcelle e gira per la spinta che le pale ricevono dall'acqua. Fé' e' mulnèl, Ballare vorticosamente sempre sullo stesso posto. Mulnél de car. Argano del carro ]
(V.
Ragaiòn)
PI.
Mulnèl.
Mulnèr, sm. Mugnaio PI.
zo da 10 baiocchi
L. 0,53.
Munérca, sm. Monarca, Re. PI. Munèrca. Munfréna, sf. Monferrina (Ballo). PI. Munfrén. Munì, prt., agg. Chiuso Interrato. ;
Mulnél da mètar int
j
MUNT
270
Mulnèr
PI.
F.
Munì
—
PI.
ida
—
F.
idi.
Municàja, sf. Minutaglia. Monetaglia, Spiccioli. Munir, tr. Murare (una porta o stra) Empire (una buca).
fine-
I
(Aruch Aldo, in op. cit., scrive « Munì. L'ha munì. L'ha empita, o piena). Questo verbo è ormai usato solo da quelli che parlano all'antica. Muni^ión, sf. Ammonizione. Al tempo del dominio temporale, i so-
mulinaro, da un lat. pop. molinarius; A. Prati Voc). Dial. ant. muliner. V. Lud. Gabbusio, Frottola.
spetti di idee liberali venivano obbligati
Multa, sf. Multa. Pena pecuniaria per PI. Mult.
nizión
(It. ant.
contravvenzione.
sf.
Monarchia.
Munarchì Mundéda, sf. Mondatura. PI Mundèdi. Portar Mundér, tr. Mondare j
Prt.
1
Mundè
j'
—
F.
èra
PI. F.
—
èri.
med. montanarius). Muntéda, sf. Copula di animali
(Lat. òv.
Sbucciare
le
uova.
mundare. DEI). Mandela, sf. Mondezza, Spazzatura, Immondezza. Rimasuglio, Mondatura, Cascame. Loppa. Munècia, sf. (Dactylis glomerata, L.). Munèda, sf. Moneta. PI. Munèd. Alcune monete in uso a Rav. furono: lo scudo romano (argento) = L. 5,32; il testone o pezzo da 3 paoli = 30 baiocchi - L. 1,59; il papetto o pezzo da 2 paoli j
I
20 baiocchi
Muntanir
PI
(Lat. tardo
=
Muntagnòl. Muntanèr, sm., agg. Montanaro.
PI.
Ripulire.
—è F. — éda PI. F. — édi. al
Muntadùr, sm. Montante, Montatoio. Parte del veicolo che serve per mon-
altura naturale o artificiale. via la
PI.
Mundé'
mu-
Muntadùr. Monte. Muntàgna, sf. Montagna PI. Muntàgn. Fila 'd muntàgn, Catena di monti. Muntagnola, sf. Montagnola, Piccola
PI.
buccia. Sbucciare
« la
PI.
Munàcc
Munarchì,
chiamata
».
tar su.
Munàcia, sf. Monacchia. (Dal lat. monedula) PI.
a non uscir di casa dopo una data ora di notte. Quella era
=^
L. 1,06:
il
paolo o pez-
Migrazione a monte dei pesci. Muntédi. Munténa, sf. Peppola, Fringuello mon-
PI.
tanino.
Muntén. Muntér, tr. Montare (Salir sopra); Salire (Andar su e ascendere); PrenPI.
der posto (in vettura)
Armare (Comporre
'
Copulare.
varie parti o pezzi, armi, telai, congegni). Prt. PI.
F.
Munte
—
—
è
èda
nelle
MUNT PI. F.
—
Parapetto.
èdi.
Muntéss la testa, Montarsi la testa. Muntòn, m. Fiume Montone. Esso ha origine da tre torrenti: l'Acquacheta o ;
Acquabella dei Romiti, il Rio Destro e il Troncalosso. Non si sa che sia stato
menzionato dagli autori latini. I documenti ravennati, dei secoli X, XI, XII, lo chiamano Fluvius Liviensis, fiume di Forlì.
chiama
(Nelle campagne ancora, più che
ravennati
Muntòn,
il
nome
« e'
Montone, perchè canale dei montoni ».
di
fu introdotto nel « Così si legge in Miscellanea Romagnola, G. Mengozzi, La Cerere della Romagna Toscana, pp. 12, 13.
Dante
lo
menziona
al
Canto
XVI
l'Inferno. (Ant. teguriense?). Muntùra, sf. Montura. Divisa,
del-
Uni-
forme. PI.
Muntùr.
(Dal francese (1368) monture. DEI). Mur, sm. Muro. PI.
Mur.
Mur
a sec,
Mur' d'na
j
Muro tèsta,
a secco. d'un mattone.
Muro
I
Mur ad
per
do
e'
test.
mur, (F.) Dare del
Muro
di
due mattoni
lungo. Tire' so Un mur, Erigere un muro. (Lat. murus). Mura, sf. p' Mura, Bastioni. il
I
Muradór, PI.
srri
;
Moscio, Floscio.
PI.
F.
Muratore.
Mùrbi. Murcia, sf. Morchia, Sudiciume nero
d'unto, delle ruote dei carri. (Lat. med. murchia, feccia
Muradùr
Murciàn, m. Mordano. med. Marcianixs). Murcin, m. « Morchino ». Nomignolo che si dà a un ragazzo sporco di morchia, (v. Murcia). Murdècia, sf. Mordecchia, Nasiera. Tanaglia le cui branche terminano con (Lat.
un capolino rotondo. Si applica alle narici delle mucche per poterle guidare. PI.
del opere in
agg. Livido. PI.
Muragi
bino.
I
èli.
med. morellum, colore paonazzo. GLE). Morale TraviMurél, sm. Murale cello. (Lat. med. moralis).
(Lat.
|
PI.
j
Murèl.
Muréla (v. Erba murèla). Murèna, sf. Coltivazione di
gelsi
a
Murén.
Murér, Prt.
tr.
Chiudere
Tappare.
Mure
—è — èda PI. F. — èdi.
PI.
(Traslato di murare (1388), fare del mu|
I
Murèl
— eia PI. F. —
F.
Muràja, sf. Muraglia Muro. PI. Muràj. Murandéna, sf. Mignattino, Colom-
Murandéna
Murdècc.
PI.
murare. Costruzioni, lavori, muratura. Muragì, sf. Emorragia.
I
dell'olio.
GLE).
ceppala. Siepe di gelsini.
med. murator. GLE). Muradùra, sf. Muratura. Lavoro
PI.
Murbi Mùrbia
PI. F.
(Lat.
PI.
'
F.
[
Cuzì' contra a capo nel muro.
'
Fine.
Murél, sm. Livido, Echimosi.
Muro a sopramattone. Mur de me?, Muro maestro. ;
med. murazolus. GLE). Murbén, sm. Morbino, Vivacità. Mùrbi, agg. Morbido Molle Tenero
(Lat.
si
fión 'd Furie »).
Prese
MURE
271
scura.
Rondine
di
mare.
Murandén.
Mura^ol, sm. Muricciolo, Muretto. Mura?;òl de pónt. Parapetto del ponte. Mura^òl de poz, Muricciolo del pozzo,
murare). Murerà, sf. Gelseto. Morato. PI. Murèr. Murèt, sm. Muretto, Muricciolo. PI. Murèt. Moretto. P. Murèta. ro,
'.
Moretta, Morettina, Brunetta. Murèt, sm. Moretta, Anatra marina,
MURI
Muse
272
Moretta turca. Muri, sf. Moria. La nèbia l'è sègn 'd muri, La nebbia è segno di moria. Ciò .si dice se c'è nebbia il giorno di S. Paolo dei Pronostici
U
j
Mòrt Mùrt Mòrta
L'è I
Murtifichèr,
Muritina, PI. Muritin.
sf.
PI.
Martori, sm. Mortorio
grigia.
Murlé, agg., prt. Pieno di echimosi (V. Murél). Pesto.
funerale. Uomo tetro tetro, noioso.
Mori-
lividi,
—
—
PI.
Fé' I
—
ó§a
—
òsi.
Mursér,
Mursòn, grandi e PI.
F.
tr.
Mordere, Azzaimare. ha denti molto
—
Murtèl èli.
Smorzare, Spegnere (DalIntridere, Stemperare, Impastare. l'antico
Prt. PI.
tr.
Ammortare)
Murtè
—è
j
|
'
Broncio.
Fare il
il broncio. broncio.
sporco.
Mu§arlón. óna
—
—
òni.
sm.
Bellimbusto
|
Mo-
scardino.
Muscardén. Muscarola, sf. Moscheruola. Rete di protezione contro le mosche. PI. Muscaròl. Muscatel, sm. Moscatello, Uva moPI.
scatella.
Muscatél biànc, Uva moscatella bianca. ró§, Uva moscatella rossa. muscatél, Moscato. (Lat. med. moscatellus). Muscatlèda (uva), sf. Uva moscata, che sa di moscatello. Muscela, sf. Mazzacchera. Boccone. Strumento per pigliar anguille e buratelli; che consiste in im mazzetto di lombrichi infilati nel medesimo spago che li infilza tutti. ]
I
F.
long,
mu§. Avere
Muscardén,
òni.
Murtèr,
mu§
e'
muso
PI.
PI. F.
Murtél, agg. Mortale.
— èia PI. F. —
e'
A mu§
F.
Mursìn, sm. Bocconcellino. PI. Mursìn. Murtadéla, sf. Mortadella. PI. Murtadél. Murtalèt, (V. Murtarèt). Murtarèt, sm. Mortaretto. PI. Murtarèt. Murtéda, sf. Impastata. PI. Murtédi. PI.
Ave'
il
agg. Chi grossi.
Mursòn — óna
PI. F.
(F.) Tipo da (F.) Ambiente
dur, (F.) A bocca asciutta. Musarèla, sf. Museruola (In senso figurato, per « musino sudicio »). PI. Musarèl. Mu§arola, sf. Museruola. PI. Mu§aròl. Mu§arlón, agg. sm. Chi ha sempre I
j
F.
Mu§
I
édi.
Murù§
PI. F.
|
Mu?, sm. Muso, Grugno
Muròj, sf. pi. Emorroidi. Mur5§, sm. Amoroso, Moroso. Innamorato Fidanzato. PI.
'
Murtùri.
PI.
di
Murlè éda
PI. F.
Offendere, Mortifica-
F.
Morettina.
glione.
F.
tr.
—è — éda PI. F. — édi.
uno struggimento!
Muritòn,
PI.
Of-
Prt. Murtifìché
E'
anche Muriténa. sm. Moretta
Si dice
Mortificazione,
sf.
il
scompare
che
sole
re.
un
I
Si è spento
sòl,
e'
del
PI. Murtifìcaziòn.
Mòrti. muri',
PI. F.
murté
Detto
fesa.
Prt. F.
édi.
è
dietro le nubi. Murtifìca^ión,
Murir, Morire. PI.
—
s'
sole.
Péval di segn).
S.
èda
PI. P.
j
(V.
—
F.
Muscatél
Vén
'd
MUSC PI.
Muscèl.
PI. F.
Musché, agg. Picchiettato, MacchietPI.
PI. F.
sf
Ammostatrice,
Pigia-
—
PI.
Mustàz, sm. Mostacchio, Muso, Ceffo
édi.
to.
Muschèt. Muscón, sm. Moscone. PI. Muscòn. Musculadùra, sf. Muscolatura, ComPI.
pagine dei muscoli. PI. Musculadùr. Mus-dùr, sm. Mùtria. Muso duro. Muso serio di persona che sta contegnosa e superba. PI. Mu§-dùr. Muleta, sf. Piccolo sacco di tela che vetturini e blrocciai adoperano per dare la biada alle loro bestie quando sono in viaggio. Musetta. (F.t Storia, Mugica, sf. Musica, .
Ora non
è quasi più in uso. Mustè^. Mustér, tr. Ammostare. Pigiare uva per fame il mosto. PI.
i
Storiella.
Music. Mu§lén, sm. Moscerino. Mu§lén dal vinàz, (Culex vinarius). PI. Mu§lén. (Dal lat. med. muscinus, moscerino. PI.
1
Musorno,
Imbronciato,
— óna
^'TVfi^-i^
la
Musté
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
med.
(Lat.
amostare,
pigiare
l'uva.
GLE). Mustérda, sf. Mostarda. Mustérd. Mustrcr, tr Mostrare, Far vedere.
|
GLE). Mu§5n, sm. Musone. PI. Musòn.
Mustaròl.
(V. Mustér).
Muschér, sm. Moscaio, Miriade di mosche. Muschèt, sm. Moschetto. Fucile cor-
P.
óni.
trice.
Muschè. èda
—
—
Mustaròla,
tato.
F.
MUTO
273
PI.
Prt.
Mustré
—é F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Mustréna, sf. Mostrina (distintivo a sul bavero dei militari). PI. Mustrén. Mustru6§, agg. Mostruoso, Deforme. colori
PI.
F.
Mustruùs
—
PI. F.
ó§a
—
ò§i.
Mutìv, sm. Motivo, Causa. Cagione. PI. Mutìv. Mutivaziòn, sf. Motivazione. Mutivér, tr. Far motto. No' mutivé', Non far motto. Mutòr, sm. Motore in genere e an-
MUTU che motocicletta. I
I
Mutór da Mutór da
zo.
Motocicletta. lavuré' la tèra, Trattore.
stré,
Mutùr. Muturèsta, sf Motorista PI. Muturèsta.
PI.
|
Trattorista
Muvimént, .sm. Movimento. Muvimént. Muzadura, sf. Mozzicatura, Mozzico-
PI.
ne,
Ritaglio.
Muzadùr. Mu?g5n, sm. Mozzicone. PI. Mu?gòn. (Dial. del sec. XVII, «mosgon»; V. Aruch A., Op. Cit.). Muzión, sf. « Monizione ». Pallini per PI.
fucile.
ant. monizione, magazzino di munizioni, sec. XVI).
(Dall'it.
Muzòn, sm. Mozzicone di sigaro o Mozzone. PI. Mu^òn. Mzàn, agg. Mezzano. Quello di mezsigaretta.
MZOL
274
— M?àna. Mzàn, m. Mezzano 'Rav.». Il nome indica un luogo di mezzo. La chiesa di S. Cistoforo del Mezzano risale probabilmente al sec. XV ed ha
F.
subito sicuri resturi nel 1666, rifacimenti prima del 1778 e restauri nel
(Don M.
1778
Mazzotti).
E' stròlg de M?àn, s' u n' ' uj cój dmàn, L'astrologo di Mezzano se glie oggi ci coglie domani. }
i
cój incù
non
ci
co-
Detto di chi si atteggia a far pronosenza costrutto. M?én, sm. Mezzino. Misura di capacità per aridi. Mezzo staio.
stici
PI.
M?én.
Dal lat. med. mizinus misura. GLE). M?èta, sf. (V. Amzeta). Mzol, sm. Mozzo della ruota. PI. M?ul. (Lat. med. muzolus. GLE).
e
N NA
NASE
275
N' avv. di negazione. Non. Nadècia, sf. Con questo nome si indica tanto l'elleboro, o erba nocca, quanto il succiamele, o fiammone. Nadél, sm. Natale. Natività di Cri-
Nànz, aw. Prima (E' comime anche « j
j
ninz
PI.
^òc'de Nadél, Ceppo di Natale. (V. alla voce «divuzion»). Bón e' Nadél, cativa la Pascva. Se è bello il Natale è brutta la Pasqua.
F.
I
I
Cvànd
l'entra
e'
Nadél
'd
e'
Chi di Nadél nun fila, di Carnuvél (Nardi). Chi di Natale non fila, di Carnevale sospira. Oltre ad significato letterale, si deve intendere che I
suspira
non compie un lavoro al momento opportuno se ne dovrà rammaricare in seguito. La forma poetica è identica a quella tipica delle cante romaNàja,
Naja. Servizio militare. L'è naja!, E' vita militare! Sóta la nàja, Sotto le armi.
Nana,
sf.
Nanna. nana. Far
I
1
Fé'
e'
nanìn,
Dormire
(del
bimbo)
Ande' a e' nanìn, Andare a nanna. sm. Nano. Nanetto.
sf.
Nerbatura.
Comples-
so nervoso.
Narbè,
sf.
Nerbata, Scudisciata. Staf-
filata.
Narbé. Narbèt, sm. Nervetto. PI. Narbèt. Narón, m. Nerone, l'imperatore roPI.
mano. Naróncal, sm. Ranuncolo. Narvó§, sm. Nervoso. agg. Nervoso. I
PI.
Narvù§
— ó§a PI. F. — P.
ó§i.
Narciso (fiore). Giacin-
to.
PI. Nar?;is.
Nàscita, PI.
sf.
la nanna. Ninnare. Nanìn, Vezzeggiativo che sign. Piccolino, Bimbette.
Fé' la
I
j
ani.
Narjì?, sm.
gnole.
1
—
Narbadùra,
chi
I
vègna. Prima che vengano.
Napuletén. tana
—
PI. F.
dmènga,
cavai e cómpra la vivènda. Quando Natale entra di domenica, vendi il cavallo e compra vivande. (Perchè è ritenuto di cattivo auspicio).
vend
ch'i
e indri, Avanti e indietro. Napuletàn, sm. agg. Napoletano.
sto.
I
»).
Nàn^ Nàn^
sf.
Nascita.
Nàsciti.
Na^èda,
sf.
Fiutata.
Na?édi. Na§él, sm. Narice. PI. Na§èl. Na^èr, tr., intr. Annusare, PI.
Prt.
Na§é
Fiutare.
NASE
—è — éda PI. F. — édi.
rfl.
PI.
Na^èta, sf. Fiocco. Legatura a fiocco dei lacci delle scarpe e altri casi detta pure « ciaparola». Nasèt.
Navès.s, rfl. Dondolar.si na (V. Néva). Navicéla, sf. Navicella.
j
I
I
re.
Né, cong. Né' cvèst, né
Ne
[
Protuberanza.
Origi-
iva ivi.
sf.
I
[
voltura.
agg. Naturale. Sté' naturai, Stare al naturale, senza
posa. sf.
I
ratore).
magna
la
nèva,
La
la neve.
dita.
Negù^i.
Nemig, sm. Nemico, PI. Nemìg. Nénc, avv. Pure, Anche. Se nénc, Se anche. J'è nén cativ, Sono anche cattivi. Mo nénc! esci. Ancora! Nénca, avv. Anche, Di nuovo, Un'al[
Navà?.
!
med. navacia, recipiente; e navis, forma di treggia, GLE). Navéda, sf. Nave, Navata (di chiesa) PI. Navéd. Navèli, sm. Naviglio. (Canal Navi(Lat.
glio Zanelli di Faenza, ideato e costruito dal conte Scipione Zanelli, agevolato nel suo intento dal papa cese-
nate Pio VI Braschi). (Lat. med. navilium, corso tr.
j
tra volta. Fé' nénca. I
Ripetere.
Nén?, prep e avv. Avanti, Anzi. Nénz de, Avanti il giorno, cioè
pri-
ma I
del giorno. Nén? arcòld. Prima del raccolto. Nén? si' sera. Prima che sia sera (Anche così: « Ni§ si' sera»). Nèpul,- m. Napoli. I
I
d'acqua.
GLE). Navér,
s'
Necia, sf. Nicchia. Nècc, sm. Nicchio. PI. Necc. Ned, prt. (V. Nè§ar). Nascita Néda, sf. Nidiata, Covata Nascita. di semi, di insetti, di uccelli PI. Nédi. Neghér, tr. Negare, Diniegare. (E' più dialettale « nighèr »). Negozi, sm. Negozio, Bottega, RivenPI.
Navaccia. Botte per il trasporto delle urine (Navata de pèf). Tinozza della calce bianca (da mu-
Navata,
talena.
La nebia la nebbia scioglie
]
to, indole.
PI.
vént l'acva, tre
\
Naturale?.
Naturalmént, avv. Naturalmente. Naturèl, sm. Naturale, temperamenI
tri
i
j
Natura, Mondo naturale. Vagina di animale. PI. Natùr. DisinNaturalèza, sf. Naturalezza
I
nebula).
La nebia
fa
Natura,
PI.
Ruggine i
ai .cereali.
scure? la caca (Bagli). I
PI. Nativ.
—
né
la fa i nibiót (La nebbia nebbiotti). Modo allusivo per dire che la nebbia porta la neve.
nario.
—
questo,
Nebbia, Foschia,
Tre nèbji ima nèv,
med.
PI. F.
Né
PI. Nèbji.
(Lat.
natta, GLE). agg. Nativo, Oriundo,
sf.
Meluggine infesta
]
Natta,
cvèl.
quello.
Nèbia,
Nèstar. Nata, sf. PI. Nat.
PI.
F.
l'altale-
Stare a Navighér, int. Nuotare galla Navigare. E' naviga in dal brot acv, Naviga in cattive acque. Savess navighé'. Sapersi barcamena-
stro.
Natìv,
con
I
Naspa, sf. Naspo, Aspo. PI. Nasp. (Lat. med. naspus). Naspèr, intr. Annaspare. (Lat. med. na.spare). Nàstar, sm. Fiocco di fettuccia, Na-
(Lat.
Altalenare, Dondolarsi.
I
F.
PI.
NERE
276
Dondolare^ Fare fare
Nérb, sm. Nervo.
l'al1
Scudiscio, ottenuto col
membro
essi-
NES
NIGR
277
cato del bue. Staffile. Ave' de nerb, Essere
forte,
[
nerbo-
ruto.
e'
Paradosso: U n' è nèva intànt che gal da la sménta u n' bèca int al
stèl.
Nirb. Nè§. sm. Naso, PI. Nè§. Scorr'int e' né§,
Nèva,
PI.
j
Fiuto
,
Intuito.
Fé'
con
voce
Neo. Piccola macchia tonEscrescenza sanguigna della
sm.
Ni,
I
nasale.
De' int e' nés a ón, Non andare a genio a uno. Ave' de né§, Avere del fiuto (reale o
j
néva,
Név.
PI.
Parlare
Altalena. Nave, Piroscafo Fare l'altalena.
sf.
la
deggiante I
pelle.
I
PI. Ni.
Nibié, agg. Annebbiato (di tempo). Vésta nibiéda, Vista annebbiata. Nibièr, imp. Offuscare, Armebiare.
I
figurato).
Ave' e' nès long, (F.) Saperla lunga Ande' sota a e' né§ a òn. Metter le dita sotto il naso a una persona con atto di insulto, di provocaI
PI.
P.
zione.
PI.
Chi à de né§ à de ghérb.
I
Ned Ned Néda
Prt.
F.
PI. F. Nédi.
Néspal, sm. manica). PI. Nèspal. (Lat.
Nespolo (Nespilus
ger-
Nebbiaio. Nibiéra, sf. Foschia Nibièr. Nibjìna, sf. Nebbiolina. PI. Nibjìn. Nibiòn, sm. Nuvolone basso, gravido di pioggia. PI. Nibión. Nibiót, sm. (Vedi «nebia»). Nici§èri ,agg. Necessario. PI. Nici§èri P. éria PI.
—
PI. F.
med. nespilus).
Nèspal de Giapón, Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica). Néspla, sf. Nespola. Frutto del neI
Nèspal. Al nèspal al j' indvéna l'arcòld. Le nespole indovinano il raccolto; cioè dalla quantità delle nespole si può pronosticare come sarà il nuovo raccolto. Net, agg. Netto; Puro. I
P.
Net Neta
— érji.
(Lat. necessarius). Nici§itè, sf. Necessità. (Lat. necessitas).
I
Covo Nid, sm. Nido Nid. U§èl 'd nid, Nidiaceo.
j
Fé'
|
|
Nidiata.
PI.
spolo. PI.
PI.
—è — éda F. — édi. |
Int 'na bela, pia^a u i sta ben nénca un bel campanil, (F.) In una bella faccia ci sta bene anche un bel naso. (Lat. nasus; indoeuropeo nas). Nè§ar, intr. Nascere.
I
PI.
Nibié
Prt.
I
e'
nid.
Preparare
il
nido
|
Nidi-
ficare.
(Lat. nidus).
Nida^-n, sm. Nidietto. PI.
Nida?;ìn.
Covata. Nidè, sf. Nidiata PI. Nidé. Nidé 'd burdèl. Nidiata di bambini. Nidèr, int. Nidificare, Farsi il nido. Nigar, agg. Nero. ]
I
PI. F. Neti.
(V. S-cet).
Nèva, Nèv. Nèva'd
sf.
Neve.
PI.
PI.
F. cali,
Neve che
si
scioglie
su-
I
bito (V. Cali). \
Nèva surghéna, Neve a
piccoli ghiac-
cioli. I
La neva mar^uléna
sera a la maténa.
la n'
dura da
hi
Nigar Nigra
PI. F. Nigri. (Lat. niger).
Nigarfòm, sm. Nerofumo. NIghér, tr. Negare (v. Neghèr). Nigrèt, sm. « Neretto ». Sorta d'uva nera simile alla canina o cagnina. Ha
NINA
NOSA
278
il raspo verde e dà xin vino quasi simile alla cagnina. Il Morri lo chiama
colorino,
ma
in
Toscana
il
colorino
colore, mentre il « neretto » nostrano è solo uva da vino a cui si mescola, nella pigiatura, un'uva chiamata « ?achén » per il colore. Nigrèt de rasp rof « Neretto » dal
serve per dare
il
,
I
raspo rosso. Ninàn, sf. Ninna nanna. Ninàna, sf. Ninnananna.
(Lat. nodus).
Nòja, sf. Noia, Tedio, Fastidio, Seccatura Molestia Lamentela. PI. Nòj. Noi, sm. Nolo. PI. Nul.
Nóm, sm. Nome. Nóm.
PI.
volgare
nóm a nom
Dare titolacci a uno. un étar, A nome di un altro Sotto il nome di un altro. Mètr' e' nom, Imporre il nome. Arfè' un nom. Rifare un nome, (RinDì' di
Sota
j
Il
|
J
I
romagnolo (come ogni altro volgare) è ricchissimo di ninnenanne che le donde si tramandano da generazione a generazione. Per le ninnenanne (come
Nud.
PI.
e'
ón. d'
|
I
I
novarlo in famiglia). Purtè'
I
e'
nom
dia
« orazioni », gli stornelli, e 1 canti alla boara) non è possibile dire ove siano state composte perchè, cantate un po' ovunque, in ogni contrada di Romagna, hanno subito alterazioni e modifiche continue nei diversi tem-
cognome materno.
pi e nei diversi luoghi.
la
per
le
Cantilena, « vernia » che fa ad-
(F.)
U
I
s'
i
uno
di
pèrs
e'
casato. Fé' e'
nom
\
e'
mamma.
Metr'
nom, Si
d'ón,
Suggerire
insén de nom,
nomanza o
Nini, d'Engìa, sm. Porcellino d'India. Cavia (Cavia coboya). Ninén, sm. Maialino. PI. Ninén. I ninén e i burdèl di cuntadén j' è bel da ^nén, I maialini e i bambini dei contadini sono belli quando sono
(Lat. nomen, -inis; nom- « nome »). Nomar, sm. Numero
Nin^
(v.
PI.
I
che sia. Ni? e indri. Avanti e indietro.
]
I
avanti
di
l'altro.
PI. ]
PI. I
Nòni. della
nona.
Encefalite letargica. (Lat. tardo, nonna, «nutrice»). Nón?i, sm. Nunzio Apostolico.
Nora, sf. Nuora. Nòr. Nós, sf. Noce. L'albero che fa
PI.
dita).
Non
Mèi dia nòna, Malattia
Nocca (del Brocco (di
Giuntura (delle
nomina. Atto del nominare, eleggeinvestire di un grado.
Non, (pesce). Nonnato (Aphya vera). Nòna, sf. Nonna.
PI.
tela).
Nomar.
Nòmin. Non, sm. Nonno.
Nò, neg. No. Nò, pr. Noi, (m. e f.). Nòd, sm. Nodo, Groppo. legno).
]
.
all'in-
PI.
Uno
\
(Lat.
re,
ni? retar,
indoeurop.
,
Nin^ùl, sm. pi. Lenzuola. (E' più comune lin^ul »). Anche il veneto ha ninzioi e linzioi come il romagn. (v. C.A. Cibotto, Prov. Veneti, 495, Edit. Martarello). Nis, (v. Nénz). Ni?, (v. Nénz). Contraz. di «ninz». Ni? che sia (o Niz che sipa). Prima
ón
rad.
(F.) Dire cose De' i nomar de lot senza senso, Parlare fuori di senno. j
dietro.
I
ri-
numerus). Nòmina, sf Nomina. Comunicazione
Ninz e Nenz).
aw. AH 'indietro. Caminé' ninzdri, Camminare
I
Acquistare
credito.
Novero. Cifra Int e' nomar di piò. Nel novero dei più (Nel regno dei morti).
Ninzdri,
I
nome
I
I
piccoli.
il
il
uno. Invocare
il
dormentare.
I
il
è spento
nome di nom dia mama,
Rivelare I
Ciamè'
\
e'
màma, Avere
le no-
ci.
Nò§.Nó§a, sf. Noce. (Albero e frutto). PI. Nó§.
NOST (Juglans
regia
j
sono per
Se
i
I
le
frutti
persone volgari (Nardi). della noce sono raggruppa-
formano
e
Nud, agg. Nudo Nud.
L.).
Nò§a muschèda, Noce moscata. La nòsa muschéda la n'è fata pr' e' porc jignél, La noce moscata non è fatta per il cinghiale. Le cose fini non j
ti
NUSE
279
il
PI.
F.
—
a
F.
PI.
Nud
—
Spoglio.
]
i.
ned, Ignudo nato, l'ha fatto). Nudo nato. (
(Come natura
Lat. nudus).
Nudadùra,
così detto castelletto,
Annodatura. Anello del
sf.
chi ch'à de
una pianta. PI. Nudadùr. Nudén, sm. (vezzeggiativo
Nòst, agg. poss. Nostro. Nóst. P. osta
nudo). Nudello. Pannocchia di granturco liberata delle glume esterne e lasciata con quelle inteme, più bianche, che venivano usate da riempire i paglie-
PI. F.
ricci.
castlèt
« e'
»,
è
presagio di scarso rac-
Cvànd
la nosa la fa e' castlèt / gran ch'i '1 tegna stret. Quando la noce fa il castelletto / chi ha del grano lo tenga stretto
colto:
PI.
—
—
òsti.
Nòta, sf. Notte. PI. Not. (Lat. nox, noctis; radic. indoeuropea nokt- « notte »). La nota la j'è fata par durmì. La nota e' zira i lèdar e i murù§. Segno, apNota, sf. Nota (music). punto. Tu' nòta, Prender nota. PI. Nòt. Nòv, agg. num. card. Nove. j
fusto di
La
I
novem). Nov, agg. Nuovo.
(Lat. PI.
F.
vano
U m'
U
j
è
« nudelli »,
alle
spannocchia-
Nudén.
PI.
Nudin, dim. di « nud ». Nudino. Nudi' nudi « Nudin nudino ». !
j
bimbo
Il
si
trastulla
a
correre nudo
per casa e fa « nudi' nudi' ». Nujétar, pron. m. pi., Noialtri, Noi. Nujétri, pron. f. pi. Noialtre, Noi. Nujó§, agg. Noioso.
Nujù§
— ò§a PI. F. — ó§i.
Mi giunge nuova. m'ariva nòv, Mi riesce nuovo. Mi
Noia,
Nuju§ité, sf. diosaggine. PI. Nuju§ité.
nuovo.
Molestia.
Nulègg, sm. Nolo Noleggio. De' a nulègg. Dare a nolo,
Fasti-
|
(Lat. novus).
]
Nova, sf. Nuova, Notizia. PI. Nòv. Al nòv calivi al j'è sempr' avara, Le nuove cattive sono sempre vere. Intsóna nova: bòna nova, Nessuna nuova: buona nuova. Novzènt, nm. Novecento. Nove volI
Noleg-
giare.
Numarér, Enumerare.
I
tr.
Numerare,
Numaré
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Numinèr,
te cento. sf.
Nubilté scaduda, Nobiltà decaduta. Ave' dia nubilté, Appartenere a nobile famiglia, Discendere da n. f Ad vècia nubilté, Di antica prosapia. Nuciòla, sf. Nocciola Nocciolina americana. Arachide. I
]
|
Nuciòli.
tr. Nominare. Fare il noEleggere, Investire di un grado, Scegliere Menzionare, Rammentare
me
Nobiltà.
I
PI.
tempo della sfocorteggiatori face-
P.
è nòv,
Nubilté,
i
giovani
i
trici.
PI.
Nuv Nova
PI. F. Nòvi. j
«nud»,
sera, nelle aie, al
gliatura,
I
|
di
I
I
|
Prt.
Numiné
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Nu^ént, sm. innocenti,
dei
pi.
Costellazione
gemelli.
degli
NUSE Noce
Nujjèta, sf. Malleolo.
del piede.
Nusèt.
PI.
NVOD
280
Nuvél, agg. Novello (di pesce). Avanotti. Pef nuvèl, Pesce novello I
I
Nu§òn, sm. Ailanto.
PI.
Nuvéna, Nuvén.
(Ailanthus glandulosa).
Nu§ón. Nustràn, agg. Nostrale, Nostrano. PI. Nustrén.
PI.
—
F.
PI. F.
àna
—
ani.
Nutèda, Nutédi. Nutér, tr.
Nottata.
PI.
Prt.
Notare,
Osservare.
Nuté
—è F. — éda PI. F. — édi. Nutéri, sm. Notaio. (Lat. med. notarius, GLE). Nutìzia, sf. Notizia. PI. Nutìzji.
Nùval, sm. Nuvolo, Nube.
|
(F.) Mi-
riade. f.)
Nùval.
Cvànd che i nuval i va a e' mér / taca i bu e va a lavuré'; / cvànd che I
va a la muntàgna, / staca i bu e va a la capàna. Nùval, agg. Nuvoloso, Nuvolo, Annu-
i
nuval
i
volato.
Nuvànta (o Nuvànta) nm. Novanta. di nove diecine.
Numero
Nuvanténa, sf. Novantina. Nuvantén.
PI.
(relig.).
Nuvèmbar, m. Novembre. Nuvighér,
intr.
Nuotare.
po-
Nuvi^ia
F.
PI. F.
Nuvì^ji.
Noviziato Tirocinio. Nùvla, sf. Nube, Nuvola. PI. Nùval. Al nuval al va ad vént. Le nubi sono portate dal vento. (Dal lat. nubilus). Nuvlàja, sf. Nuvolaglia Nuvlón, sm. Pino che ha la sua chioma al di sopra degli altri Nuvolone. PI. Nuvlón. Nuziòn, sf. Nozione. PI. Nuziòn. i
I
PI. Nutèri.
(m. e
Novena
Nuvizièt, sm.
PI.
PI.
sf.
PI.
Nuvitè, sf. Novità, Nuova. PI. Nuvité. Nuvi^i, sm. Novizio. Nuovo del sto o dell'ambiente. PI. Nuvì^i
(Lat. med. nostranus, GLE). Nutaril, agg. Notarile. sf.
Nuvèl.
'
Nvéda,
sf. Nevicata. Nvédi. Nvér, imp. Nevicare (It. ant. nevare). Prt. Nvé. 'Nvòd, sm. Nipote.
PI.
PI.
F.
"Nvud 'Nvòda
PI. F. 'Nvòdi. (V.
Anvód).
OB I
I
O, cong. O, Oppure. Oh, esci. Oh. ò, voce del verbo avere. Ó?, Cosa vuoi? (domanda).
ò, (Risposta impertinente che significa: Cosa vuoi tu? Che te ne importa? Io faccio a modo mio. Esprime uno stato d'animo di ribellione, di opposizione). òblig, sm. Obbligo, Imposizione, Vin-
I
colo, PI.
Obbligazione.
I
j
I
I
A
poc a poc u s' pela al j' oc, A poco si pelano le oche. Con calma possono fare le cose più difficili.
(Nardi).
Magne'
j
I
I
I
I
I
I
I
I
I
mosche.
ócc apanè, Occhi annebbiati. Int un bàtar d'òcc, In un batter
d'occhio. Féla a ócc avdént. Farla sotto so [
il
na-
òcc a..., Attenzione a... Dice G. U. Majoli in « Palazzi... di Ravenna... », che nel 1300, ogni sera, due armigeri saUvano sulla torre del Comune di Ravenna a vigilare di lassù per
I
la
Mangiare dell'oca. Non senso di un sottinteso, o es-
dl'òca,
afferrare il sere all'oscuro di una cosa. òcc, sm. Occhio Gemma, da innesto. Scudetto. Gemma, di pianta. PI. ócc. A òcc e crò§a, A occhio e croce. A òcc, A occhio, A un dipresso. A ^ig a ócc, A occhi chiusi, Alla cieca. Seriche' dl'occ, Ammiccare. Occ ch'i fora. Occhi che trafiggono. De' int l'òcc, Far spicco; Dar soI
I
I
a poco si
A
I
I
alle
Oca casaléna, Oca domestica. Oca 'd vaia, Oca granaiola. Oca faraóna, Oca paglietana. Marche dal j' oc (v. Zàcval). Oca lumbérda, Oca lombarda.
I
spetto. òcc ga?òl, Occhio ammaliatore. ócc a§rè, A occhi chiusi. A òcc, A vista. In§dé' a ócc, Innestare a gemma. Buté' fura j' ócc, Mettere, (ingrossare) le gemme. òcc a la mèrla! (F. ) Attenzione! §ré' un ócc, (F.) Chiudere un occhio. Fé' j' òcc a i ghét, (F. ) Fare i piedi !
óblig.
Oca, sf. Oca. PI. Oc. I
occ
281
sicurezza della città
immersa
nel son-
no; e ogni tanto, per mantener svegli e vigili i guardiani delle sette porte, urlavano, con un portavoce marino, ai quattro venti: Occ a la pòrta!... Un ócc a la pignata e ó a la gata. Un occhio alla pentola e uno alla gatta. Detto per chi ha più cose da tener d'occhio. (Nardi). E' tén piò j' ócc ch'a n'è la boca. Tengono più gli occhi che non la bocca. (Così si dice specialmente ai bimbi in[
1
gordi).
ODI
ONZA
282 Ombra,
(Lat. oculus; rad. indoeuropea ok- «oc-
chio
»).
Occ
j
'd
Ómd (pronuncia PI. ómd
Ofa,
A
sf.
ófa,
I
Onda,
'd
foja
j
ójom da
la
grande. m?;ulén.
foja
nò§a.
Olmo
Olmo
óngia, sf. Unghia Artiglio equino. De' dl'óngia a l'urlò^, (F.) |
dalla foglia lun-
siberiano
(Ul-
I
I
1
si
PI. F.
sambédg,
Uomo
selvatico
Oman
i
n' si
sf.
Unta.
PI. ónti.
De' un'onta, Dare un'imta, Ungere. Òi^a, sm. Oncia. Ande' a ònz, (F.) Andare all'antica. PI. ònz. (Lat. med. onzia, oncia; misura di peso e anche di superfìcie; dal lat. ancia, dodicesima parte di un tutto), I
j
|
Go-
rilla.
J'
j
ónti.
ónta,
Om, sm. Uomo. PI. Oman.
I
j
ónt ónta
F..
Oli minarèl, Petrolio. Oli gas, Petrolio. Bòt da òli sànt, Botte da orbi. Oli da magne, Olio da cucina. Oli 'd rè^, Olio di ricino.
uomini non
Untume.
PI.
un.
Om
Leva
Ave' l'ónt par tot i mèi, (F.) Avere un rimedio per ogni cosa. ónt par tòt i mèi. Panacèa. Ónt, agg. Unto. Bisunto Oliato. Macchiato d'unto
dice anche « u§ »
I
I
».
]
Voce contadinesca per fermare mucche. Alt.
òi§,
In alcuni posti Oli, sm. Oli.
j
Mettere
augnata di ferro. Ont, sm. Unto, Unguento. '
ójom siberiàn, Olmo mus pumila).
I
Zoccolo
|
sempre a punto l'orologio. óngia 'd pòrc, « Cavacchia
a fo-
ga e stretta. (Lat. med. ulmus).
I
Pigliar l'abbrivio. delle arie.
Déss dl'onda. Darsi
(Lat. unda).
curzòla,01mo a foglia
piccola.
PI.
Onda
sf.
Onci Ciapè' l'onda,
I
I
le
pro-
di
grande.
ójom
i.
PI.
I
I
—
un, pron. indef. o quantit. Uno. F. óna. ón, agg. num. card. Uno. (Lat. unus; lat. arcaico, oinis).
I
I
a
ómid.
PI.
ufo.
Ohimè, Ahimè. ójom, sm. Olmo. PI. Ujom. Uimòn, Olmo maestoso. ójom inguanén (ójm inguané). Olmo con rametti di un anno. ójom 'd foja mora. Olmo a foglia
glia
Umido.
agg.
prio sugo e condimento. (V. Stufe).
I
ójom
ónd),
Omid, sm. Umido. Vivanda con
Ufo.
A
F.
PI.
Ogni, agg. Ogni. Si trova pure Igna e 'Gna. Ohi, esci. Ehi! (anche Vohi). I
—
F.
Livore.
odium, odio).
(Lat.
Fare om-
ómbar.
PI.
|
]
Ave' ombra, Adombrarsi.
\
I
cor frane; òcc dret, cor fred (Bagli). Odi, sm. Odio, Astio PI. Udi.
Ombra.
bra.
(saxicola tor-
bò, Saltimpalo, quata rubicela). Occ stane, I
sf.
Fé dl'ombra. Ombreggiare
s'amsura a pèdg. Gli misurano a pertiche. Il
valore di una pjersona non si giudica dalia statura (Nardi). Oman nud, Bianchetti o neonati di acciuga (v. sardón).
anche «amsur») onzar, tr. Ungere.
(v.
ónt ónt ónta
Prt. PI.
F.
PI. F. ónti.
OPI
Orca! (esclamazione che indica me-
Òpi, sm. Acero, Oppio, (pianta). (Lat. med opius). Oppio (sonnifero). (Lat. med. oppium). PI. ópi (piante).
raviglia).
Orchidea, sf. Orchidea. Pianta delle O. la cui infiorescenza è composta di circa quaranta fiori disposti a spiga.
I
Opra, sf. Opera Opar. Or, sm. Oro.
|
E' color lillà scuro, con picchiettature dello stesso colore, su sfumature chiare. Cresce spontanea nelle nostre campagne
Azione.
PI.
Ur. D' òr ,D'oro, Aureo Or mazè|. Oro di massello. U n' è tòt òr cvèl eh' arlù§, Non è tutt'oro quel che riluce. (La parvenza può ingannare). Ora, sf. Ombra. PI. Or. (Ora (Dante), aria, brezza; passato a PI. I
I
I
indicare «
ombra
modenese,
v. DEI). Ora.
óra, PI. òr.
óra
j
Al
j'
I
sf.
» nel
romagnolo
Fura
e nel
PI.
i
(
Lat. ordo.-inis).
Organ, sm. Organo Pl.Urgan. Orgàndi§,
rada e
I
Tarda ora. ór curti, Le prime ore dopo mez-
térda,
'd óra,
sm.
musicale).
Beatiglia,
Mussolina
fine.
(F.) Burbero.
Urs. Órsa,
|
A
ora
sf.
Orsa.
Femmina
órsi.
in-
solita.
Fé' d'ora, Fare in tempo. Arivé' d' óra, Arrivare in tempo. Ora 'd capèla, Fra le otto e le nove del mattino, quando le risaiole consumavano la colazione (G. U. Majoli). Di qui forse il detto: rinfurzéss la capèla de stòmac, cioè fare ima mangiatina ristoratrice. Ora 'd nòt, Ora di notte. Segnale del coprifuoco, dato a Ravenna dal campanone, subito dopo l'Ave Maria. Riesumando un vecchio editto, il Cardinal Agostino Rivarola, legato pontifìcio (1824 -1826), decretò che, dopo quell'ora, nessuno poteva girare per la città se non era munito di una lanterna. Quasi tutti I
I
!
trovavano più comodo farsi portare la lanterna da qualche poveraccio desideroso di guadagnarsi qualche soldarello. Questi portatori di lanterna, sotto il cui sguardo si effettuavano avventure galanti, fecero sorgere il detto allusivo: e' mòc. No' ave' un'ora 'd ben, Non avere un'ora di bene Non avere un'ora di
purtè' I
|
pace. (Lat. hora).
(str.
PI.
PI.
Fuori orario
Orchidei.
Órdan, sm. Ordine, Comando. Ordine (disposizione di cose). PI. Urdin. òrdin, sm. Ordine, Assetto.
òrs, pr. Verso. Órs, sm. Orso.
zanotte. I
ORSA
283
Oi/a
d'orso.
ORT
OSCI
284
Fé' rò§ a un cvèl, (F.) Far l'abitudine a una cosa. (F.) Fare il callo. Esar un mont d'ò§. Essere un fascio di
Ort, sm. Orto. Urt. Roba 'd òrt, Ortaggi. Or?, sm. Orzo.
j
PI. I
I
Orj sambédg, Orzo
canino, (Lat.
;
ossa. selvatico^
Orzo
Forasacco.
hordeum)
Or^a,
sf.
0§ d'una
0§
,
Orcio. Recipiente di terra-
vòlta, Fossile. scruclén. Cartilagine.
(Lat. OS, ossis, «osso»). Ó.5, sm. Uscio, Porta, Imposta.
o§
cotta con manico ad arco e beccuccio per contenere acqua « pepi », pipio )
PI.
da
bere.,
che ha
PI.
Or^.
^irèla 'd ró§.
V
med. orcea e urcia, GLE). òs, sm. Osso. PI. (Fem.) ù§. ò§ dia tèsta, Ossa del cranio; ò§ de cól, Osso del collo (al singolare); 0§ dia schéna o aneli dia schéna, Vertebre iLat.
[
;
Paleta dia spala, Scapola; Os dia spala, Clavicola; Anma de pèt, Estremità dello
stemo; Ca§a de pet. Gabbia toraciò§ de cui o cudrón. Osso sacro.
ca;
Coccige.
la
«
pré
Contrappeso dell'uscio (mattone) peso; la »,
«còrda», funicella; la « zirèla », rotella con una scanalatura. Ciapé' rò§^ Andarsene. Sté' da ó§ a ó§, Stare da uscio a uscio. [
j
Tiréss dri Chiudere. {
rò§.
Tirare
a sé
l'uscio,
Farméss int ró§, Fermarsi sulla soglia. (Lat. ostium, porta. DET). Òs-cia, sm. Òstia.
]
PI.
òs-ci.
(Lat. med. hostia, ostia; dal lat. hostia, ciò che si offre in sacrifìcio).
OST
A '1 j òv a '1 j'è bòni nénc dop Pascva Le uova sono buone anche dopo Pasqua; cioè una cosa buona, o bella, si può regalare in qualsiasi momento.
Òst, sm. Oste.
I
PI. Ost.
Osta (dialetto antico). Ot, agg. num. card. Otto. (Lat. octo; rad. indoeuropea to»). ótil, agg. Utile. F.
PI.
okt-« ot-
ótil
nm.
ricoli.
Ottocento.
Otto
volte
Ov, sm. Uovo PI. Ov (ma diventa femminile), ov cér, Uovo vano, infecondo; Òv bón, Uovo fecondo; Ov dur, Uovo sodo; ov §erb, Uovo acerbo, senza guscio; Ov de gal; Uovo piccolissimo (il primo di una pollastra, o l'ultimo di una gallina vecchia).
Ov 'd calzéna, Uovo conservato nell'acqua di calce. Ov pulsine. Uovo covato (col pulcino già creato). ]
Ov Ov
gale. Uovo gallato. pliche. Uovo picchiato (dal pulcino che ha rotto il guscio). Spiane' al j' ov int e' panir, (F.) Sistemare le cose. Cusr' un òv a .suifanèl. Cuocere un ovo nella cenere. Spré' al j' òv. Sperare le uova. j
I
I
j
I
Òv dia Sanfiòn. Uovo dell'Ascensione, così chiamato perchè raccolto nel detto giorno. Aveva la facoltà di far rinvenire gli affogati; e veniva usato per benedire i temporali e scongiurarne i peI
F. ótila PI. F. etili.
òt^ènt, cento.
OV
285
(Lat.
ovum).
Ov
dal mos-c. Cacchioni. Pie' un òv dur. Sgusciare sodo. I
:
un uovo,
còma
l'òv de de. Pieno come giorno (fatto in giornata). O eh' l'ha al j' òv o i pi^ón, O che ha le uova o i piccioni. In senso figurato vuol dire « Ora è ammalato, e ora è malaticcio ». Ov 'd càna. Cannocchio.
Pin
l'uovo
del
;
Le donne serbano per l'inverno le uova della luna d'agosto perchè dicono che si conservano meglio. I
I
Ov de
si
gal.
Uovo
credeva che
il
del gallo. Una volta gallo facesse un uovo.
II Placucci (v. op. cit.) dice «Alcuni vogliono che il gallo, dopo l'età di un anno diventi ovipero e se le uova non si trovano, nasca il basilisco dal cui sguardo resta avvelentata tutta la famiglia: motivo per cui si ammazza ogni :
OVAR gallo più vecchio nel giorno battono il grano ». Ovar, sf. pi. Ingegno della chiave. Ovra, sf. Operaio a giornata. Opera. PI. Ovar.
anno
in cui
il
286
OZI
Ande' a òvra, Andare a lavorare giornata. O^i, sm. Ozio. Sté' in Ò5Ì, Oziare. Stare in ozio. (Lat. otium). i
a
.
PAC
PADI
287
Pac, sm. Pacco. Pèc. (Rad. europea pak- «pacco»). Paca, sf. Pacca. PI. Pac. Pàcc-papàcc... onom. Verso del maschio della quaglia. PI.
Pacèfie,
agg.
Pacifico,
Calmo, Tran-
quillo.
(Dal
Babbeo
j
Ceffone,
(Da
Pacòn
PI.
Pacòt, sm. Pancotto. PI. Pacòt. Pacòt, sm. Veronica. (Veronica Agre-
Pacòt biànc (o Pacòt ?mtil), MordiAanagallide. (Anagallis arvensis). Padéla, sf. Padella Bilancia. Rete quadra a sacca, sospesa a due pertiche piegate ad arco, montate a croce e fissate a un lungo manico. (Lat. med. padela, GLE. lat. patella, «tazza, padella, piccolo piatto»). Padi, agg. Stentato. Cresciuto a stengallina,
PI. F. Pacèfichi.
Pachèt, sm. Pacchetto. Pachèt. Paciàr, sm. Pastrocchio. PI. Pacèr. Paciaréna, sf. Moticchio; Pacchiarina. Fango delle strade che si forma quando cade la pioggia. Par Santa Cataréna, o nèva o paciaréna, Per S. Caterina, o neve o pacchiarina. Paciarér, sm. (v. Pastrucèr). Paciarér, intr. Pastrocchiare col fanTramescolare. Metter disordine. go Paciarón, agg. (v. Pastruciòn). Pacifichér, tr. Tranquillare. Calma-
PI.
|
j
to
Macilento Padì
I
PI.
F.
—
—
za,
Pena, Dolore.
PI.
Padimént.
Padìr, Pacifiche è
Prt.
— — éda PI. F. — édi.
tr.
Patimento,
Sofferen-
e intr. Patire. Soffrire.
Padi
— — ida PI. F. —
PI.
F.
sm.
idi.
Padimént, sm.
re.
Patito.
ida.
F.
PI.
I
Paciùg,
sm.
Pacòn,
stis).
Pacèfie F. Pacèfica
PI.
fangliglia (?)
pacca).
PI.
Prt.
med. patuzum,
lat.
GLE).
ì
F.
Fanghiglia,
Pacchiuco.
I
idi.
Padì' de dulòr, Patire del dolore.
PADL
Paghèr,
(Lat. pati, soffrire). Padlè, sf. Padellata.
Prt.
Padlè Padlón, sm. « Padellone ». Rete a bilancia di grandi dimensioni (V. « pa-
PI.
dèla «
PAJE
288
»).
—è — èda PI. F. — édi. PI.
F.
E'
[
Padlòn
anche
è
»
il
capanno da pe-
Signor
giustizia
sca.
luogo.
Padlòn. FadóI, agg. Frollo, Marcio, Fradicio (detto solo di legno).
Pàgina,
PI.
Padól
PI.
—
F.
a
—
F.
PI.
i.
«
padol » significava, fangoso, palude ».
Vedi Abate Piolanti, L'incredulo, Padrén, sm. Padrino. PI. Padrén.
ecc.).
med. patrinus). Padrón, sm. Padrone. Che possiede
(Lat.
poderi, stabili, F.
cose.
Proprietario.
Padròn óna
—
PI. F.
—
òni. n' so padrón 'd fé' gnit. Non posso far niente Non mi è concesso di far niente. Padrunàn^a, sf. Padronanza, Sicurezza. Padrunèl, agg. Padronale.
]
A
[
PI.
F.
Padrunèl.
—
PI. F.
èia
—
Faè§,
èli.
sm.
Paì§. (Lat. med.
paysius,
GLE).
:
annebbia la vista ». Pagadòr, agg., sm. Pagatore, Che paga sicuramente. PI. Pagadùr. F. óra
—
òri.
Fagamént, sm. Versamento. PI. Pagamént. Faganél, ganellus). PI.
Paganèl.
Pagina,
a
i
La
sebat.
tempo
Foglio di
e
a
libro
o
quaderno.
Pàgin. Pagliàn, sm. Palliativo (usato come sostantivo). De' e' pagliàn, Dare un palliativo. Pagnòca, sf. Pagnotta, Pane a forma tonda. U s' è salve la pagnòca, (F.) Si è assicurato il pane. Paja, sf. Paglia. PI.
sm.
j
Paj. Fé' pàja longa e paja curta. Fare paglia lunga e paglia corta; cioè tirare a sorte, prendendo una paglia da im pagliaio. Vince chi tira fuori la p. più lunga. Incontrare im carro di paglia è segno di rabbia; « s' la j' è insachéda o lighéda, rabia pa§éda », se è insaclegata la rabbia è passata. cata Pajarén, (v. Pajaròl). Pajarol, sm. Pagliaiuolo. Colui che era addetto a curare l'erezione del pagliaio, poi è divenuto l'operaio che mette giù i covoni nella trebbiatrice, PI. j
I
paglia,
Pagadèt, sm. Pagadebiti. Uva bianca che dà un vino molto alcoolico. Di essa dice A. Spallicci « Uva famosa rorhagnola per un suo vino che
—
sf.
tot
arriva
chiamato anche «pajarén». (Lat. med. paiarolus, colui che vende
Paese.
PI.
PI. F.
di
péga
e'
divina
i
(Nel dial. antico « padule, terreno
PI.
Pagare.
tr.
Paghe
Pagamento, Ghiozzo
Sborso.
(Gobius
pa-
GLE).
Quella « Pagliaròla ». Pajàrola, sf parte dell'aia ove si erigono i pagliai. (Dal lat. medioev. paliarium, aia). Pajaz, sm. Pagliaccio, Saccone di paglia o pagliericcio. PI. Pajè^. .
In campagna,
appena imo muore
gli
toglie il pagliaccio e si va a bruciare un po' discosto da casa. Tale funzione va fatta finché « e' mòrt l'è sora tèra », finché il morto è sopra terra. E' indubbiamente l'antichissimo rito crematorio, modificato dall'avvento del
si
Cristianesimo, (v. Pajón). Fajèr, sm. Pagliaio. Meta di paglia, o fieno, cilindrica, con cupola e stollo.
PAJE Càn da
j
PALI
289 pajér,
Can da
Pajìr. (Lat. med. paleàrium,
I
in
vena.
paglarium e paia-
rium. GLE). Pajéra, sf. Cavaglione. Pagliaio a due
^ughé' al pai, Giocare alle bocce. Pala de ?nòcc. Rotula. Pala 'd savòn, Pezzo di sapone. Pala da ?ug. Boccia. Paladéna, sf. Palatina, Lampasco,
I
[
I
spioventi. PI. Pajèr. Pajè§, sm. (V. Paè§). Pajèz, sm. Pagliaccio.
Tritume
Mal di pa-
glia.
(Lat.
forma;
Esar in pala, Essere in
pagliaio.
PI.
med. paglitium, GLE).
detriti
pa-
di
della fava. Irritazione
placche che colpisce PI. Paladén.
e
il
con gonfiore palato.
Pajin, sm. Paino. Giovanotto elegante che segue tutte le mode. PI. Pajìm F. Pajina
Falafèta. sf. Palafitta. Palafèt. Palaz, sm. Palazzo. PI. Paìèz. (Lat. med. palatium, palazzo. GLE). Paladéna, sf. Villa, Palazzina.
PI. F. Pajìni.
PI.
glia,
Paimarola, sf. nia). Verghetta
«
PI.
Paniarola » (Da pa-
spalmata
vischio.
di
innesto.
A
Paimaròl.
Pelle che serviva volgere le panie. « Paniaccio ».
Palmata,
Paimón,
sf.
sm Palmone,
(sec.
ad
av-
XIV).
Palo con rami a cui si affiggono bacchette impaniate per prendere uccelli.
Paimòn.
PI.
Paimòn di stùran, Palmone degli storPaimòn dal ?;vet, Palmone per ci-
I
ni
panione è chiamato « vargòn». Pajol, sm. Giogaia, Pagliolaia.
vette. Il
Pajùl
Per l'uomo si usa a indicare la pappagorgia. E§ar a e' pajòl, Essere al termine, alla I
I
fine.
Anticamente costumava
tirare
il
Pajòn, sm. « Paglione ». Paglier'ccio. Bru§é' e' pajòn, Bruciare il paglione. (F.) Andarsene bruciando la paglia del pagliericcio davanti alla porta di casa, per significare che non si intende pagar la pigione. Ciò voleva dire « fate conto che sia morto ». (V. alla voce «pajà:?;»). Pajulìna, sf. Faloppa. Pagliuzza. PI. Pajulìn Pala. sf. Palla Sfera Boccia. Rotula. I
'
1
Pai.
A
palate, In
abbondanza.
una
bat-
(Lat. palatum, volta). Falè, sf. Molo.
Steccato, Staccionata di protezione.
;
Palizzata. Pale.
.
ÌP1.
(Lat.
med. palata,
palafitta.
GLE).
Palén, sm. Pallino. Palén dal pai, Pallino delle bocce. PI. Palén. Paléna, sf. Palina, Biffa. PI. Palén. Paléstra,
sf.
Paletra.
PI. Paléstar.
I
PI.
pale,
Fé' al pale cun la néva, Fare taglia a palle di neve. Pale, sm. Palato PI. Pale.
« pa-
gliolo » al neonato.
I
di pala.
I
I
PI.
Colpo
!
I
Marza da
I
PI.
una pala
Pallata (di neve). PI. Pale.
Panietta.
I
Palazén. sf. Palata. Quanta roba sta in
Pale,
Palèi, sm. Vanga Palet. Màng de palèt, Asta Farlèta de palèt. Gruccetta.
PI. '
!
Vangarci de p., Vangile. med. palletus. V. GLE aratrum). (Lat.
Facèta, I
sf.
Paletta (del
alla
voce
focolare).
Scapola (della spalla).
Palèt. (Lat. med. palecta e paletta. GLE). Palina, sf. Pallina. PI. Palin. Paline, agg. Impallinato con pallini
PI.
PALI da caccia, Ferito con
Dona
Donna di facili un passato bur-
— — éda PI. F. — édi.
(Lat. palus-, dis). Palude^, agg. Paludoso.
— ù§ — ò§a PI. F. — ò§i.
Palug, sm. Pisolino. Palug. (v. Impalughiss).
Palafitta.
Palijédi.
PI.
Palmòn, sm. Polmone. Palmòn. Palmuné, agg. Bolso, Asmatico.
Palumbèr, sm. Palombaro. Palumbèr. Palunzéla, sf. Pala da lavori in terreni melmosi, tutta in legno, di forma e dimensioni uguali a quelle di una
PI.
F.
PI.
—è
—
éda
— édi.
PI. F.
Pa^munèria, sf. Polmonaria (Polmonaria officinalis). Citata dal Gal (op. cit.).
lizioli
Palóm, sm. Tanfo
di
palude,
Tanfo
paludano. Fié 'd palóm, Tanfo di palude. (Dal lat. palus, palude). Palòn, sm. Pala, Ventilabro. Palòn da spulé'. Spulatoio. Palòn 'd ma?, Pallone di maggio, o di neve (Vibumum opulus) 2ug de palòn, Gioco del calcio. Palòn vulànt, Pallone areostatico, I
j
vanga. PI. Palunjel. PaZun^ìn, sm. Palloncino PI. Palun^ìn. Fé' i palun^in cun e' savcn, Far bolle di sapone. I
Palurì, I
Palurìr, Palurì
PI.
F. PI.
I
Palòn.
Falòt, sm. Palla informe manipolata con !e mani. Pallottola Grumo. |
'
sf.
Pallottola, Pallotta,
Palla.
PI. Palòt.
(Lat.
med. paletta,
Palpèdra,
sf.
GLE).
palla.
Palpebra.
—
int.
Imporrare,
Imporrire
ida
—
F.
idi.
Palutéda, sf. Manipolata. Abboracciata. PI. Palutédi. Palutér, tr. Appallottolare
PI. Palót.
Falòta,
Imporrato
(v. PalurìT).
I
Ar eostato.
agg.
Ammuffito
I
PI.
Palude, Padule.
F.
Pa^i^èda, Palizata,
PI.
sf.
PI.
PI.
F.
PI.
Paluda, Palùd.
pallini.
palinéda, (F.) costumi, che ha avuto rascoso. PI. è I
PAN
290
Mettere a tacere, Sistemare
(F.)
le
cose alla meglio. Prt. Paluté PI.
—è
— éda PI. F. — édi. F.
Palpèdar Urèi dia palpèdra, Nepltello, Orlo della palpebra. Falpiméda, sf. Palponata, Palpeggia-
PI. I
mento.
I
Paluté' a la mèj, Abboracciare.
(v. Palota).
Palutìn, sm. Pallottolino Palutin. Palutìna, sf. Pallottolina.
PI.
Palpunèdi. Palpunèr, intr. Palpare Pescare con le mani, a tentoni. Ande' a palpuné'. Andare a pescare a tastoni. G. Pasolini - Zanelli scrive « Palponare », pescare con la mano Paltàn, sm. Pantano, Loto. Fango nero degli acquitrini. (Indoeuropeo pan-, panko, «fango»). Paltò, sm. (v. Capòt). PI.
|
I
:
PI.
Palutm
Pàmpan, sm. Pampino. PI. Pémpan. pampinus). sf. Fogliame della vite. (V. pàmpan). Pan, sm. Panno PI. Pèn. (Panni e vestiti). Féss di pèn, Farsi dei vestiti.
(Lat.
Pàmpna,
I
I
Pan
dia pànza. Diaframma,
Membra-
PAN na che separa
torace dall'addome.
il
Peritoneo. I
Pan, sm. Pane (La
nuncia). I
Pè?
'd
Non ha
«n» non
si
pro-
pàn^ Pezzo di pane, Tiera
di
Man 'd pan, Tiera di pane. Tira 'd pan, Tiera di pane. Tirón 'd pan, Tierone di pane. Pan 'd Sànt Antoni, Pane di S. Anto, nio. Pane benedetto che il giorno di S Ant. si dà agli animali perchè si man(
tengano
sani.
Pan d'amstura, Pane di mistura. farina di grano e di frumentone.
Di
I
Pan Pan
Pandurén sambèdg, Dulcamara. (Solanum dulcamara). Pandurér, sm. Campo, appezzamento
Pane mazzerato. Pane raffermo. Buschèss e' pan. Guadagnarsi il pane. Magne' e' pan a tradimént, (F.) Viincuti.
dur.
vere della fatica degli altri. Piò bón ch'a n' è e' pan. Migliore del
Pandurir. Panerà, sf. Panala. Pala da fornaio. PI. Panér. Scherz. Piedi di dimensioni fuori del normale. (Lat. med. panaria, asse per cuocere il
PI.
j
pane nel forno. GLE). Pangastrél, sm. Panicastrella.
(Sorghum glauca
di panico.
I
I
PI.
d'oro).
Amnè' e' pan. Rimenare il pane. Pan da Nadél, Pane di Natale. Pan crèf, che Di' u t' l'ha det, Pane
Dio te l'ha detto. Con queste parole la massaia faceva il segno di croce sulla farina messa nella madietta (« matréna ») col lievito (« alvadur »). Qualche burlone all'atto di infornare il pane diceva: « Crè§ pan coma al putàn drì e' Dbàn, Cresci (sollevati) vicino al Bevano ». pane come le p U n' s' pò fé' 'e pan 'd vènar, Nor'. si può fare il pane di venerdì (porta cresci (lievita) che
L.).
Pàngraté, sm. Pangrattato. Panìg, sm. Panico (Lat. med. panigus. GLE). Panighè, agg. Panicato. Affetto da panicatura. Detto del maiale la cui carne grassa è piena di grani simili a chicchi
I
pane (Di cuor
a pomodori.
coltivato
plurale.
pane.
I
PANI
291
—è
— éda PI. F. — édi. F.
Panìra,
sf.
Paniere, Paniera. Canestro
di vimini, o di paglia intrecciata, a for-
ma PI.
allungata. Panìr.
(Dal lat. panarium, cesta per pane). Panirin (o Panirén), sm. Piccola paniera a forma rotonda, o anche allungata, ove le donne custodivano i loro at-
da cucire, Panierino, Cestello. Panirin o panirén. Cresta a forma di paniere,
trezzi PI. I
I
(v.
Panira).
disgrazia).
U
n' s' pò parcè' la tèvla ^én^a meti pan, parche u s' mòr l'arzdór. Non si può apparecchiare la tavola senza metterci il pane, perchè muore il regI
e'
gitore
Pan
I
dal bè§, Gigaro. italicum). de eòe,, Pan del cuculo.
(Arum Pan
I
Pana, sf. Panna, Crema, Fior di latte Pan. Pandajér, intr. Vacillare Barcollare Pandora, sf. Pomodoro (sia la pianta che il frutto). PI. Pandòr (m. e f.) Pandurén, sm. Pomodoro a fiaschetta PI. Pandurén. PI.
|
Panira
PANI
Panirón, sm. Panierone a più usi: per legna, per raccogliere uva, per bozzoli
per pasta Gerla Cesta fonda Panirón. Panitén^a, sf. Penitenza. PI. Panitenz. Panòcc, sm. Tutolo. PI. Panócc. Panòcia, sf. Pannocchia, Spiga di granone. PI. Panòcc.
di seta,
|
|
PI.
med. panocha, OLE).
(Lat.
PARA
292
Pantalón, sm. (F.) Popolo. Pantalón e' péga, Pantalone paga. (Chi ci rimette è il popolo). I
Pantuména,
Pantomina Commediola.
sf.
(F.) Finzione,
i vecchi cervesi a causa della cirroepatica che li colpiva ad età avanzata. (R. Alessi, Calda era la terra).
gio si
Papa, sf. Pappa (del bambino). Pap. Papagà/, sm. Pappagallo. PI. Papaghèl. Papalén, agg. sm. Papalino. Papista. Soldato del Papa PI. Papalén. Papaléna, sfr Papalina. Berretto da casa somigliante a quello del papa. PI. Papalén. PI.
]
I
Papél, agg. Papale. Ciacaré' a la papéla, Parlare senza veli^ apertamente, Parlare alla papale. Papèr, tr. Pappare. Mangiare con inI
I
Pantumén. dal pantumén, commedia. PI.
(F.)
Fé'
Recitare
la
I
Pànp, Uzzo
I
Pancia, Ventre.
sf.
PI.
Pan?. Pàn^a schègna. Pancia smilza (simile
a quella di un cane). fósi
la
vaia,
Pancia mia
fatti
j
(Lat.
med. panzia. GLE;
lat.
pantex,-
icis).
Mangiata da riempire
il
ventre. Scor-
pacciata.
Pan^é. Pan^èta, sf. Pancetta, Ventresca. FI. Pan^èt. Pan^ìra, sf. Pancera, Ventriera. PI. Pan^ìr. (Lat. med. panzeria. GLE). Fan^irlòt, sm. Bambolotto. so con pancia rotondetta.
èda
—
édi.
Papèta,
sf.
Papetta.
Lira
d'argento
Al ciàcar al j' è ciàxiar, mo al papèt j' è papèt. Le chiacchiere son chiacchiere, ma le papette son papette. PI. Papèt. Papòn, sm. Figura spaventosa creata per metter paura ai fanciulli. L'orco che mangia i fanciulli. Papòza, sf. Pappuccia, Babbuccia. Pantofola. I
al
PI.
Papò^i
Voce comune a
diversi altri dialetti
ita-
mediterranee. Viene dal persiano pàpùs, pantofola.
liani e alle lingue
Paracadù, sm. Paracadute Paracadù. Paracadutèsta, sm. Paracadutista (sia militare che civile).
— està — està PI. F. —
F.
òsti.
Uomo
Paracàr, sm. Paracarro. bas-
Pan^irlót.
PI. Pan^ión.
Panzòn
PI. F.
PI.
Panzòn, sm. Pancione. « I
—è
—
PI.
PI.
PI.
illecito.
Par, pr. Per.
Pan:fè, sf. Spanciata. I
modo
dell'ex stato pontifìcio.
Pancia mia capanna. Questo detto si ispirava alle valli che si alimentavano dell'acqua dei fiumi e del Bevano. Quando la foce del Bevano fu portata al mare il detto si... arricchì di una seconda strofa che diceva: « ... e e' bu§ de cui e' Dbàn ». E' tén piò i ócc eh' a n' è la pàn^a. Tengono più gli occhi che la pancia. (Così si dice degli ingordi).
Pàn^a mi
I
fossi la valle.
I
F.
(di botte).
PI. I
gordigia. (F.) Guadagnare in Prt. Pape
Parachèr Paradél sm. Forchetto. Asta da spinta per manovrare il barchino. F. Serantini lo chiama « paradello ». PI.
Paradèl. Paradìs, sm. Paradiso.
PI.
»
erano chiamati per
dileg-
PARA
PARE
293
U n' s' pò andé' in paradis a spét di Sent, Non si può andare in Paradiso a dispetto dei Santi. Paradlér, sm. Spingere col forchetto, (v. Paradél). Paradòr, sm. Caricatore, Addetto al carico e allo scarico del bestiame.
vola.
I
,
Paradùr. Paradò§, sm. Paratìe. Parete, piccolo riparo di frasche, di gamberoni, per difendere dal vento. PI. Paradóf. (Dal lat. parare, apparecchiare). Parafàng, sm. Parafango. PI. Parafèng Paragón, sm. Paragone, Raffronto PI.
-
Similitudine. I
PI.
Paragón.
Paragiinàbil, agg. Paragonabile.
— èbil — àbila PI. F. — àbili.
F.
PI.
F.
tr.
Paragunè
Prt.
—
— éda PI. F. — édi.
F.
Pardgarol, sm. regge la stiva). PI. Pardgarùl.
PI.
Paràli§i,
édi.
tu'
un
pare,
Andare a con-
sigliarsi.
Parècc, agg. Parecchio, Molto.
sf.
Paralisi.
—è
PI.
Parècc
F. Parècia PI. F. Parèci
avv.
1
Parecchio, Molto, Assai.
Parèda,
éda
sf. Parata. a la paréda, Stare pronto entrare in azione). Stare in agguato.
Sté'
j
édi.
Paramént,
sm. pi. Interiora, Viscere.
Paramenti, Addobbi. Parane, sm. ;
Ravenna,
sec. XIII.
Pìstòc,
sm.
GLE).
Pestello
per brillare
il
riso. lat.
med. pistonus, pestello
(?)
GLE). Pistola,
significa ballo
—
sf.
Pistola.
Pistòla curta. Pistola a due canne, o doppietta. Ave' la pistòla curta, Avere la pistola corta. (P.) Essere poco largo di maniche; essere piuttosto taccagno. S' u n' fa e' s-ciòp e fa la pistòla. Se no fa (se non spara) lo schioppo, fa
Popolava
A
le
grandi siepi e
proposito
di
tale
i
broli.
uccelletto
gli
autori fanno una notevole confusione. Il Biondelli riporta: « Pitaràn (pitarén). Pettirosso « L. Sylvia rubecula»; il Missiroli, in una nota (V. Romagna), lo chiama «uccello cocola» («la cócla») cioè scricciolo. Lo Spallicci lo chiama semplicemente « e' pitarin da la nèva » che, alla lett., si può tradurre solo con « pettorine della neve », dando a « pitarìn » il sign. di « uccello impettito ». Vecchi contadini, da me interrogati, si sono pronunciati né per il Pettirosso, né per lo Scricciolo, poiché l'uno viene chiam. « e' pèt ró§ », e l'al-
tro, « la cócla ».
Pitòr,
sm. Pittore.
PI. Pitùr.
Pìtràngula,
sf.
Petrangola.
Gioco
di
carte.
I
pistola.
Pigionale.
ànti.
I
la
Pigionante,
Pitàr, sm. Orcio impiegato dai lattai per il trasporto e la vendita del latte. L'italiano antico ha le voci pitàro, pittàro e pitàrro per vaso di terra, orcio, derivante da un vocabolo lat. regionale (V. DEI), dal greco pithàrion, diffuso dall'Esarcato di Ravenna. PI. Ktér. (S. Muratori scrive: «Pitàr. Sorta di vaso »). Pitarìn da la nèva, sm. Regolo. PI. Pitarin. Questo piccolissimo uccello che, come dice Spallicci « l'ha e' voi d'na pavajota », si trova ormai solo in pineta.
PI. Pistòl.
I
molto movimen-
non
PI. Pistóc.
(Dal
—
PI. F.
Pistadùr.
Pistaròl,
P.
tato. PI.
PI. Pi§ót.
l'uva,
a
PI. Pistulèti.
PI. Pisòn.
PI.
hanno più mezzi per
effettuare una data cosa). Pistón, sm. Pistone (di motore scoppio). PI. Pistòn. Pistulèta, sf. Fioretto, (ballo).
Pitroli,
sm. Petrolio. « canfén
chiamava anche
» e « òli minarél ». . Pitunè§a, f. Pitonessa. Sacerdotessa di Apollo. (Questo nome, ancora vivo, con-
Si
PITU
PIVI
315
serva solo il significato di « donna altezzosa ». E' certo un ricordo della Pitonessa del tempio di Apollo che sorgeva a Campiano. (V. Bartóla). Pitùra, sf. Dipinto, Quadro, Pittura Arte del dipingere, Pittura.
PI.
I
PI. Pitùr.
Piturér,
tr.
e
intr.
Dipingere,
Piiimén.
(V. Ca?ón). Piupéla, sf. Pioppella. PI. Piupèli. Piùv, sm. Piovasco, Acquazzone termittente. PI. Plùvi. (V. Piuva).
Pittu
Prt. Pituré
Piùva, XIII).
PI.
PI.
rare.
—è — èda PI. F. — édi.
sf.
Pioggia
Acva piuvàna, Acqua piovana.
Petulanza Piuchèr, sm. Ciangottio Ciangottare Piuchèr, intr. Petulare (di tacchina). Piucón, sm. (Accrescitivo di «piòc»). PI. Piucón.
di
F.
verde di grano, ecc.
|
|
•
— òna PI. F. — òni.
Piva, sf. Piva. Piccolo strumento sonoro ottenuto da una cannuccia, da uno stelo di dente leone,
da ima
Piva de sac. Zampogna, Cornamusa. Pepaiuolo Pivarola, sf. Pepajuola, Vasetto del pepe.
lat.
ricostruite
PI. Pivaròl.
Piulèr, sm. Pigolio. Piulèt, sm. Pialletto. PI. Piulèt.
rosso.
Pivaròn, sm.
si
Piulòn
del Paradiso, Alcione, Pescatore del Re, Piombino, Picupiolo, Alcedine, Vetriolo Piumbér, tr. Sigillare, Apporre piombini Impiombare (un dente). Piombare, Cadere a piombo Gettarsi addosso impetuosamente. i
|
'
I
Piumbé
—e F. — éda PI. F. — édi.
PI.
I
Naso
Pivaròn. Pivinàz, sm. Chiurlo maggiore, Torquato, Tarlino, Chiurlo, Fischione magPI. Pivinè^.
óni.
Piumbéda, sf. Impiombatura. PI. Piumbèdi. Piumbén, sm. Martin pescatore. PI. Piumbén. Uccello pescatore, U. Santa Maria, U.
Prt.
(F.).
giore.
óna
—
Peperone
PI.
Piulòn, sm. Pigolone, Persona che lamenta di continuo.
PI. F.
da uno stelo
j
piulare (V. DEI).
—
paglia,
PI. Piv.
Piulér, tr. Piallare. Fiulér, intr. Pigolare. Si ritiene derivi dal
F.
ant. piova sec.
(It.
Piùv (m.). (Lat. pluvia, pioggia). Piuvàna, agg. Piovana.
F.
PI.
in-
Piumbér
i
PI. Pivinèli.
Pivir, sm. Piviere, Piviere dorato. (Lat. med. piverius, GLE). Pivìr agustén. Piviere tortolino, Guignardo. Piviere morinello. Pivìr da la pena d'or. Piviere dorato, Piviere, Pluviero. PI. Pivir. Pivirol, sm. Chiurlottello. Fischione terraiolo. CJlurlottello. PI. Pivirùl. Pi?ghèr, intr. Pizzicare, Prudere. U m' pe?ga la lengva, (F.). Mi prude la lingua. Pi?gòr, sm. Pizzicore, Prurito. PI. Pi?gùr. Pizzico. Quan Pi?gòt, sm. Pizzicotto to si prende (di polvere o alt rei fra la punta del pollice e quella dell'indice I
I
virman. Piombare
i
(V. Virman). (Lat. plumbare, impiombare). Pìuméii, sm. Spiga di biódo,
piuma. (Scirpus Piumino.
Pivinèla, sf. Pivieressa, Pivierone, Piviere montano, Squattarola, Vanello a gastreo nero.
lacustris.
|
vermi.
o sua
Piuma,
!
PIZG Pi^Rutcr,
Dar
tr.
delle
pizzicotti.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
F.
Pi^icuchi (V. Pizincuchi). Pi^ighén, agg. Pizzichino^ Attributo di una sorta di tressette (Tri^ét pizighén). Pizincuchi, sm. Cerisuola, Bacca di biancospino. Il Biondelli (1853) ha « Pzancul. Ballerino. Còccola rossa che fa il rosaio e rovo canino ». Forse deriva da pizzicoccola, cioè piccola bacca). Pizón, sm. Piccione. PI. Pi^òn. PI. F.
òna
— òni.
Ave' al j' òv o i pi^ón, (F.) Passare da una malattia all'altra in continuazione. Stare tra il letto e il letticciuolo. pipionus,
GLE;
dal
lat.
Pi^unèra, sf Picionaia, Colombaia. Pizunèr. Pi^unzìn, sm. Piccioncino, Pippione. PI. Pizunzin. Placa, sf. Placca. Piastra di metallo.
PI.
Macchia
di
Plachér,
tr.
pus
sulle
Placcare
mucose. Doppiare (me-
maggiore, Picchio sarto maggiore, Culorosso. Plèc vérd. Picchio verde.
rio
j
PI. Plèc.
Pléda,
Pelata. Testa calva.
Pier, tr. Spennare, Spiumare Depilare Sbucciare Scuoiare. Pléss, Perdere le penne Perdere capelli Spellarsi, Rinnovare la prii I
|
;
]
ma
I
pelle.
Pie' e' pòrc. Radere il pelo al maiale. Pie' e' pajér. Rastrellare un pagliaio
]
(allo
scopo
di
Prt. Pie
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
la
—è — éda PI. F. — édi.
il
(per
med. pelare, spelare; «porci... decum acqua ». Imola, 1334. GLE).
(Lat.
beant pelari
mi
anèl. Placcare in oro
Plèspa, sf. Plispola, Pispola, Spipola, Prispola. PI. Plèsp. Fleza, sf. Pelliccia.
anello.
Pladìn, sm. Peluzzo. PI. Pladìn. Plàtah, sm. Platano. PI. Plètan. Platèja, sf. Platea. Plàtin, sm. Platino. Platóna, sf. Pulledra, a'asino,
PI. Plèz.
Soma-
che non ha ancora buttato giù pelo da pulledra.
PI. Fiatóni.
Plaustro, sm.
Il
Pliche, agg. Bezzicato ( detto cui guscio è stato incrinato terno dal pulcino). PI. Plichédi (al pi. c'è solo il Plichér intr. Pichiare del
plaustro. Rivista roA. Spallicci (1911-
magnola fondata da o privato
di
Privo di peli; Spennato. Privato
Pelato.
peli
!
femm.). pulcino
PI. Plispulón.
Bioccolo
Ciuffo. I
prt.
PI. Plóc.
Plò§,
agg.
Peloso.
uovo
dall'in-
per rompere il guscio PHspulòn, sm. Pispolone. Plóc, SQi.
1914).
agg.
di
il
rella
Pie,
La medica mancanza di
pela,
s'
baccello fecondazione).
P.
Plaché' d'or
pareggiare la superfìcie
laterale).
perde
PI.
il
sf.
La spagnéra
Prt. Plaché
I
sm. Pelecchio. Erba che pare
Plèc,
tani).
un
— éda — édi.
peluria. Plèc, sm. Picchio Cuntént coma un plèc, Contento (vivace, allegro) come un picchio.. Plèc róss, Picchio rosso, Picchio va-
I
j
Pelato, Sennella
,
Non ancora
I
PI. Piedi.
I
(Lat. med. pipio-onis).
calvo.
Pi. F.
(
—
penne; o implume
za capelli, pubertà. PI. Pie
Prt. Pi?;guté
F.
PLOS
316
-
)
PLUG PI. Pu§.
—
F.
ò§a
—
PI. F. òsi. (Lat. pilosus).
Pluchér,
Piluccare d'uva) BrucaBece delle capre) Bezzicare (delle galline) (F. tr.
]
(delle pecore
re
chettare
[
Pnó^a, sf. Pinuccia, Muro di pinuccia. Parte superiore che termina a punta, nei muri laterali della casa a due spioventi. PI Pnóz. Poe, agg. Poco PI.
|
F.
|
Mangiucchiare. Prt. Pluché
—è — éda PI. F. — édi.
I
]
cavèl sm. Ciuffetto, Bioccolino, Cioccherella di capelli. PI. Plunzìn. Pintóri, sm. .Piotone. PI. Plutòn. 'd
Fnàcc, sm. Pennacchio. PI. Pnècc. Pnadòra, sf. Parrucchiera
'
j
I
Fògn sm. Pugno
Pettina-
PI.
trice.
Pnadóri. sf.
Pettinatura.
Acconcia-
j
tura PI Pnadùr. Pnél, sm. Pennello
A
1
Pnèl
Pnéna, PI. Pnén. Pnér, I
Pettinina,
Pettinare
j
Pnét, sm. Pennato, Pennaio
Pnét Pnéta PI. F. Pnét Pònta de p., Penna F.
I
Petto p.,
Fat cun
pnét,
e'
Cresta (P.)
con
Tagliato
med. penatus, pennato. GLE).
Pnilè, nello
sf.
sf.
Pnét). Pennellata, (V.
Verniciata alla buona.
PI. Pnilé.
pòi,
via
i
polli.
GLE).
Godersi a
pollo.
Tocco
di
pen-
bietola). Pòl§. sm. Polso Tempia PI. Pul§. Sintì' e' pois, Sentire il polso Controllare i battiti del polso Batudi de pois. Pulsazioni Ave' de pois (F. ) Avere dei mezzi finanziari. 'D pòl§, Di polso. I
j
I
I
Gudèss a
(di
l'accetta.
Pnéta,
Becchime
poi.
Mandar
I
Barbu|;él de
(Lat.
i
;
PI.
p.,
pr'
ai poi,
Fòla, sf. Pollastra Gallina giovane. PI. Pòli Fòla ^anta, (F.) Madonnina infilzata. Santarella, Finta ingenua. Polita, sf. Polizza d'assicurazione. PI Pòli^. Pòlp, sm. Polpo comune. (Octopus vulgaris). PI. Pulp. Polpa, sf. Polpa. Bu.^a dia pólpa, Fossa delle polpe
Pné
Taj de
De'
(Lat. puUus, pollo.
—è F. — éda PI. F. — édi.
I
Roba 1
PI.
I
PI. F. Pòli
Pettinella.
(F.) Conciare.
Prt.
Pollo
PÒI F. Fòla
pennello
sf.
tr.
Pòjp.
Pòi, sm.
pnèl.
e'
tirchio.
PI.
A
pnèl,
pugnus) e' pogn stret. (F.) Essere Fòjpa sf. Polpaccio
Tné'
PI.
Di una cosa perfetta: La pé' fata cun
I
Pògn.
(Lat.
Pnadùra,
PI.
Pòchi
avv. Poco, Da poco A pòc a pòc, Poco alla volta, A poco a poco. A di' pòc, Senza esagerare... Pochisì, avv. Purchessia agg. Qualsiasi. Fògli. Puglia, regione d'Italia Int al Fògli, Nelle Fughe Fòglia, sf. Gettone. Pezzo di metallo, d'altra materia, usato nel gioco d'azzardo al posto della moneta. I
PI.
Plunzìn
Puc Poca
PI. F.
F.
PI.
POLS
317
1
POLS Pólija, sf.
Perno
Pulce
in ferro del
mozzo
della ruota
I
della carriola. Piccolo insetto nero che salta e divora le foglie tenere delle barbabietole. Fé' al pol§ a ón, Perquisire uno. Metr' una pólsa int un'urecia, Mettere in guardia, sull'avviso.
I
I
I
Pól§.
PI.
Pómpa,
Pompa
I
Pompa.
sf.
de
sulfét,
sf. Pietra pomice, Pomice. med. pomexa, GLE). Pònar, tr. Mettere a covare (sia
Pònar una una chioccia. Pònar dal j'
ciòza,
Pònta, Vertice
Mettere
covare
a
I
òv.
Mettere in cova delle
rf.
Porsi, Mettersi
Posarsi.
Prt. Post
Post
|
In pònta, A punta, Appuntito, Aguzzo. Pepa, sf. Upupa. Bubbola. PI. Pop. (Lat. ùpupa). Pòpul, sm. Popolo. PI. Pópul. Por, (contrazione di Pòvar) agg. Po-
Pur Por óm, Pover'uomo.
PI.
Pónga, sf. Talpa Pong. (Per similitudine, forse da sus pontica, un maiale dal pelo nero e il muso lungo, PI.
originario del Ponto). P6n§a, sf. Posa. Posatura di liquidi in
per l'ebollizione, sono rimaste in sospeso particelle pesanti. Pònt, sm. Ponte Punto. Punto. Punto fermo. Punto (di punteggio).
cui,
|
I
Punto (di cucitura). Punto (in geometria). Punto di riferimento. Pont 'd vesta. Punto
I
Punta Estremità acuta, in punta.
sf.
vero.
F. Pòsta PI. F. Pósti.
I
il
I
PI. F. Pósti.
PI.
Card. Altaeroni
PI.
Post Pòsta
Pónass,
dal
Cocca del fazzoletto. Pònt Pònta da di§égn. Puntina da disegno.
I
I
F.
Via
Come dice il nome, li i ladri da strada assaltavano i passanti. Fra i molti ladri che operarono in quel punto, rimase famoso « e' Gagìn ». Pont dia Zela, Ponte Cella sul fiume Ronco dove la Via Cella si immette
la
uova. PI. Post. PI.
.sulla
Ravenna.
uova).
I
j
circa 10 kilometri a sud di
fu fatto iniziare 22 luglio 1735.
(Lat.
le
Ponte Fiumicello,
Dismano a
Ravegnana. Pont Nov, Pome Nuovo sui Fiumi Uniti a sud di Ravenna. Questo ponte
Pónila,
chioccia che
dei Ladri).
nella Irroratrice.
Pómp.
PI.
PORC
318
I
E' por... (precede defunta). F. Pòra. PI. F. Por. Por, sm. Porro 1
(
il
nome
di
persona
Allium porrum )
(Lat.
porrum)
Porro. Piccola escrescenza o verruca. PI. Por. (Lat. porrum). Pórbia, sf. Polvere di ogni genere. De' la porbia, Spolverare i mobili. De dia porbia int j' ócc, (F.) Cercare di darla da intendere; (F.) Mirare a ingannare altrui sul proprio conto. Pórbia nigra. Polvere nera. Polvere
I
!
I
di
vista,
Idea,
Criterio.
formata di una miscela di nitrato potassico, carbonio e solfo. Porbia da s-ciòp, Polvere da fucile da
pirica,
Pònt 'd riputaziòn, Punto d'onore. In pònt 'd mòrta, In punto di morte. Vén cun e' pònt, Vino che ha una punta di acidità.
I
I
I
caccia.
i
PI.
Poro, sm. Porco, Maiale.
Pònt.
(Lat. pons, pontis; «
PI. Pórbji.
sanscrito panthàh,
passaggio »). Pònt di Lèdar, sm. (Alla
'
(F.) Persona immorale.
PI. lett.
Ponte
Pure
Pòrc
'd
màeia. Maiale nero
di
macchia
PORG Pò re
^ignél, Cinghiale.
I
Pòro spinòs, Porcospino, Riccio. Sànt Antoni u s' inamurè int un pòrc, (Sant'Antonio s'innamorò di un maiale). Questo per dire che la gente ha i gusti più strani. Cvànd e' pòrc l'à e' pel brusé / o l'à fàm l'è male (Placucci, op. cit.). Pru là! (Porco, via di là!). (Lat. porcus; radice europea pork« porco domestico »). Pòrga, sf. Purga, Purgante I
j
I
Pórg. Porgat, sm. Portico, Loggiato. PI. Pùrgat. (Lat. med. porticum, GLE). Port, sm. Porto.
PI.
PI.
Pùrt
prt. Portato.
I
POST
319
Pòrt Cursén. Porto Corsini (Ra). Dal nome della famiglia fiorentina Corsini a cui apparteneva il papa Clemente Xn, il quale autorizzò tutte le opere I
portuali e quelle della diversione del Ronco e del Montone. Pòrt 'd fura. Porto Fuori (Ra). « Pietro Peccatore... dalla famiglia nobilissima degli Onesti... reduce di Terrasanta, scioglie il voto, fatto in una tempesta di mare, edificando la chiesa ed il convento di S. Maria in Porto. La tradizione racconta che in quella chiesa e nelle mani di Pietro Peccatore, gli angeli, attraversato il mare, vennero a deporre l'immagine marmorea della Vergine Greca, e fu questa leggenda che nei secoli condusse migliaia di pellegrini, tra i quali anche imperatori, al romito santuario di S. Maria in Porto». P. D. Pasolini.
Ave' pòrta lebra. Poter entrare liberamente. Tiréss dri la pòrta. Tirare a se la porta. Chiudere la porta. Al cvàtar por 'd Furie Pòrta 'd S-ciavanì (P. Schaivonia); Pòrta di Bdogn (P. Cotogni); Pòrta 'd Sa' Pir (P. S. Pietro); Pòrta 'd Ravaldén (P. Ravaldino). In un docum. di Forlì, del 1408, sono rispettivamente chiamate: Porta Schiavania; Porta de Codognis; Porta Saneti Petri; Porta Ravaldini. Pòrtasré, f. Porta Serrata (Rav.). Venne così chiamata perchè fu deciso di tenerla chiusa dopo che i Veneziani ebbero allontanato dalla città Ostasio da Polenta e la sua consorte Ginevra Manj
:
j
Poi, quando nel 164^8 il cardinal legato Alderano Cibo fece riedificare un ponte di legno fuori Porta Serrata, si riaperse e fu chiamata Porta Cibo Lì vicino sorgeva una torre dove la tradizione voleva che vi fosse stato rinchiuso Boezio. G. Pasolini - Zanelli). Po§a, sf. Posa, Atteggiamento.
fredi.
(
PI.
Pò§
Mèts
in pò§a. Posare Post, sm. Posto, Sito,
[
Podere
[
Luogo
Sistemazione.
La§é' e' post. Abbandonare il posto. Lasciare il podere. Di' un cvèl fura 'd post. Dire una cosa inopportuna. Sintìss fura 'd post. Non trovarsi a proprio agio. Truvè' un post. Trovare un impiego, una sistemazione. Fé' de post, Far posto. Far luogo. No' ave' e' post a fèrom. Essere irre'
I
j
I
I
Porta, sf. Porta, Uscio. PI. Pòrt. Fé' pòrta, Far pagare alla porta. Ande' a la pòrta. I mietitori che volevano lavorare per tutto il tempo della mietitura, andavano a Forlì a una delle quattro porte e lì contrattavano coi datori di lavoro la propria pre.stazione d'opera. A porta sréda. A lavoro ultimato in ogni sua parte (detto per la costruzione I
I
I
di edifici). I
Ere dia pòrta. Architrave.
quieto. PI Post. Pòsta, sf. Posta. Servizio postale. Ufficio postale.
Appostamento. mento.
Caccia
con
apposta-
I
Posta. giocata. I
Somma
di
ogni giocatore nella
Quota, Parte. Azione in denaro, Agguato. Fé' la pòsta a 6n, Attendere uno al varco Dar la caccia a uno con appostamento. I
j
I
j
POTA Ande' a
la pòsta, Cacciare all'aspetto.. Fé' la posta a la levra, Andare al bal-
j
j
zello.
A
I
posta
A sua
'd lo,
(di lui) posta,
piacer suo.
A sua
li'
(di lei) posta,
I
A A A
I
I
Pradèla de fug, .sf. Lastra del focoServe a impedire che la fiamma corroda il muro.
A
PI.
pòsta, avv. Appositamente. pòsta, Ad arte. posta ben!, AF>punto!; Per
punto
A
Pradél, sm. Mattonella (da pavimento da rivestimento). PI. Pradèl.
e
lare.
A posta 'd piacer suo. I
PRE
320
Pradèl.
Pràdg, agg. Pratico, Esperto. PI. l'ap-
F.
Prèdg Pràdga
' Pradghi. Pràdga, sf. Pratica, Esperienza. Fé' pradga. Impratichirsi, Far pratica Mètr' in pradga, Mettere in atto, :n
PI. F.
!
'D posta, Totalmente, Interamente. « Pòsta » si usa anche per « piccolo appezzamento di terreno per fabbricarci una casa ». In questo signif si accosta al lat. med. « posta », appezzamento di I
I
.
terreno. GLE. Pota, sm. Superbo, Borioso.
Pradgadór, sm. Predicatore. Pradgadùr. Pradghér, int. tr. Predicare. Pradìna (per accendisigaro),
PI.
Secondo
Muratori deriverebbe da Potestà cui femm. sarebbe «Pute§a».
S.
I
pratica.
il
Pie-
sf.
Piccolo mattone..
tra focaia I
PI. Pota.
I
PI.
Povar, agg. Povero (v. Por) PI. Pùvar. Avuchét di pòvar, Avvocato dei poveri. Pó^, sm. Pozzo
Pó| Pò? artigiàn. Pozzo artesiano. Fé' vdè' la Iona in e' poz. Par vedere
(Da Prè). Pradòn, sm. Tambellone. Pradón. (Lat. med. predone, grossa pietra. PI.
PI. I
I
cose impossibili.
Metr'a mòl e poz. Fare festa grande, I
Murarci de pó^. Parapetto. Camita, Incamiciatura.
I
I
trasversali disposte in tutti
che
gli
infelici
che
vi
i
sensi in
venivano
precipitati finivano « tagliati a fette esat-
tamente come un cocomero agostano Paolo Poletti. (Lat. med. puteus, pozzo. GLE). Póza, PI.
sf.
\
la Sovraintendenza ai Monumenti. (Vedi U. Majoli, Quando noi nonnni...). Praparèr, tr. Preparare, Allestire, Ap-
parecchiare. Prt. Praparé. PI. è F.
»
Póz
lat. putere, puzzare). Pr' pr. Per. Contrazione di « par ». Fracìf, agg. Uguale, Identico, Preciso. Esatto, Meticoloso.
— — éda
I
Prè Cote (per
rude' ]
!
j
I
lare rasoi).
PI. F. Piacisi.
muro).
Pradarol sm. Mattoniere Pradarùl.
I
detta
«
Pre
da
Prè cruda. Mattone crudo (non cotto) Prè §élda, Mattone intero. Mèza prè, Mezzo mattone. Prè da rasùl. Pietra a olio (per affi-
Praci§ F. Praci^a
[
affilare)
».
PI.
PI.
—
édi. PI. F. Pràtic, (v. Pràdg). Prè, sm. Mattone.
PI.
Puzzo, Fetore.
(Dal
I
Pradulòt, sm. Frammento di mattone. Pradulòt. Sucité di Pradulòt. Con questo nome mordace ma asinesco i ravennati incolti
chiamavano
Póz a rasul. Pozzo a rasoi. Secondo la fantasia popolare ogni rocca romagnola aveva il suo pozzo con lame
modo
GLE
(v. prè).
PI.
baldoria.
I
Pradìn
Pradòcval, sm. Ciottolo (di mattone).
Man
'd
prè,
FHla
di
mattoni (di un
Mèi dia prè. Calcolosi alla vescica. Mètar una prè sòra (F.) Mettere una
PRE
PRES
321
pietra sopra, Mettere in tacere. Ave' una prè int e' pónt 'd Matèlga, Avere un mattone nel ponte di Matelica. Essere uno sciocco. Questo modo ,di dire si spiega ricordando che anticamente costumava far pagare come tassa o pedaggio un certo
(Detto di ammali, ma il campagnolo usa anche per la propria moglie). Prèl, sm. Prillo. Giro in tondo.
di mattoni per la costruzione mura, o di ponti. Probabilmente i più scaltri eludevano il pedaggio e solo i più sciocchi lo pagavano. Di qui il detto
PI. Prèl.
I
numero
PI. Prèl.
Prèla, sf. Pila (di canapa). Mucchio conico di fastelli di canapa eretti e messi ad asciugare dopo la macerazione.
Prelavént, sm. Elica a due ali usata giocattolo dai bambini. Quello
di
canzonatorio. Ave' e' mèi dia prè. 1° Avere la calcolosi; 2° Avere la mania di fabbricare. (Lat. med. preda, mattone cotto. GLE). Pré, sm. Prato, Medicaio. I
Prè Pré lèbar, Campo seminato a prato, in primavera. Per far distinzione con la pratica normale di seminare l'erba me-
lo
come
che è in cima allo stollo del pagliaio chiama « fról de paièr ». Gheppio. Specie di falchetto.
si
I
PI.
Prelavént.
Prèm, agg. num. ordinale. Primo. PI.
Prèm Frèma
PI.
F.
j
PI. F.
dica fra
bota. Di primo colpo. Di primo acchito. Prèma, avv. Prima, Dianzi, Per l'ad-
I
Padrón
il
grano. prè §ghè, fF.) Padrone di
di
niente. (Lat. med. pratum, prato. GLE). Guaste' e' pré, Rompere il prato. Tnè' a pré, Coltivare a prato. Precisión, sf. Precisione, esattezza. PI. Precisión. Prèda, f. Prada. Villa di Prada poco discosto da Russi. E' antico borgo dove I
Prèmi
Ad prèma
[
dietro.
Prèma
I
'd tot, Anzittutto.
Premavìra o Primavera, sf. Primavera PI. Primavér Premavira, sf. (Primula acalius).
I
nacque Guido da Prada, valoroso e liberale personaggio ricordato da Dante nella
Commedia.
(V.
Premùr. Premuro^, agg. Premuroso. PI. ù§
PI.
— — ò§a PI. F. — ò§i.
Predàpia, f. Predappio. ( Praedia Appii Praedium era il nome generico che presso i Romani si dava al fondo, o a una serie di fondi, come dimora padronale, case coloniche, servi^ parchi, acque, ecc. conferiti in proprietà per pubblica benemerenza, o venuti a possedere per eredità, ovvero per legittimo acqui-
F.
Anno
F.
)
sto.
X,
(E. Bottini
-
Massa, La
Pie,
n. 1).
Prédga, sf. Predica. (F.) Richiamo, Ramanzina. PI. Prèdghi. Prédga bura, Predica della sera del Venerdì Santo. D'indo' che vén la prédga!, Da che pulpito viene la predica! Prégna, agg. f. Pregna, Gravida. PI. Prégni I
I
I
Viòla ?ala).
Premavira, sf. Primavera Fiùr 'd premavira, Fiori primaverili. Premura sf. Premura, Cura.
Prèmvìra, sf. Gambetta, Combattente. Premvìr. Prén^ip, sm. Principe.
PI.
Prénzip. Preputént,
PI.
sm.
Prepotente.
Traco-
tante.
— ént — énta PI. F. — ènti. PI.
Preputén^a, Preputén^
sf.
Prepotenza.
PI.
Presa, lare di
sf.
Presa.
Spartimento
rego-
campo.
Pré§ med., a 1250, Bologna, «presa», spazio di terreno, v. GLE e DEI). Prc^a. prep. Rispetto a....
PI.
(Lat.
j
Prè§' a pòco,
A un
dipresso.
PRES
PROF
322
Prè§apòc, (locuzione avverbiale) Presso a poco, Press'a poco, Pressapoco. Presentér, tr. Presentare, Mostrare, Prospettare.
fatto.
Prt. Pre§enté PI. è F. èda PI. F. édi. Pi-e^énja, sf.
zio.
— —
—
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
Pretesa.
PI. Pretèsi. tr.
Pretendere, Volere, Esi-
gere. Prt. Prete? PI. — i§ P. — è§a PI. F. —
il
—
I
'
I
Pro, Utilità, Giovamento. Bón prò, Buon appetito, Prosito. Magne' 'd prò. Mangiare di gusto.
Profóm, sm. Profumo, Odore. Profóm. Prógn, sm. Prugno, Susino. PI. Prógn Prógn sambèdg Prugno selvatico Prégna, sf. Prugna. Fratto del prusno,
Salir di prezzo. Calare di prezzo. prè5, Stabilire, fissare il prezzo, prezzo. int e' préz^ Stiracchiare sul 'd prè^,
j
'd prè?;,
e'
prèz,
Non badare
al
del susino. PI. 1
Prógn.
Prógna vaca.
polposa,
Susina
comune
Prugna
gialla, grossa, nelle aie dei contadini.
giallina.
Pròni, agg. Pronto, Preparato, Apparecchiato, Disposto. Disinvolto. Franco, Sollecito, Rapido. I
Prilèr, tr. intr. Prillare, Roteare, At-
Spigliato.
tortigliare.
PI.
Prt. Prllé - PI. Prilè F. Priléda. - PI. F. Prilédi
F.
Prinzìpi,
del-
PI.
Tire' prezzo. No' guardé' int prezzo. ]
Verso
Priia, sf. dispreg. Bigotta. Privilègg, sm. Privilegio. PI. Privilègg. Prò, sm. Pròsito. Pro.
Prèz, sm. Prezzo
Fare
ànti.
In prìscia. In fretta. Affrettatamente. (Antico, pressa (fretta^ Boccaccio). Pri§inién, sm. « Presentino » dice S. Muratori era il nome che veniva dato, a Ravenna, a finanzieri, guardie daziarie e doganieri. PI. Prisintén. Prit, sm. Prete, Sacerdote. Trabiccolo per scaldare il letto.
PI.
e'
—
]
PI. F. Prevèsti.
Fé'
Ap-
1
Prevèst F. Prevèsta
I
c'è
PI. Prit.
è§i.
Ande' 9Ó
Principiante,
Pri-prìcc, pri-prìcc, onom. la quaglia. Prìscia, sf. Fretta. PI. Prìscji. Fé' prìscia, Sollecitare.
PI.
I
Non
anta
PI. F.
Prt. Prevèst
Prèz Crèsar
agg.
(F.»
[
Pretési, sf. Pretesto, Appiglio, Scusa. PI. Pretèst. Prevèdar, tr. Prevedere, Presagire, Antivedere.
I
— —
prinzipi,
—
F.
Pretcndar,
U n' gn'è un un costrutto.
F.
I
sf.
In prinzipi, Dapprima. e' prém prinzipi. Proprio dall'ini-
Da,
Prin^ipiànt, prendista. P. ént
Fresi, sm. Prestito In prèst, In prestito. (It. ant. presto, pre.itito. Novellino). Prést, avv. Presto, Tosto. Prestèr, tr. (V. Imprastér). Prestèss, rfl. Prestarsi, Offrirsi, Venire in aiuto. Prt. Preste
Pretésa,
\
I
Presenza, Cospetto. Aspetto, Presenza, Sembiante. Presepi, sm. Presepio.
I
PI. Princìpi.
sm. Principio, Inizio, Ante-
Prónt Prónta
F. Prónti. Pròpi, avv. Proprio, Davvero.
PI.
PROF
PRUV
323
Proprieté, sf. Proprietà. Proprietà. Froprietéri, sm. Proprietario
Pruibì
PI.
— ìda PI. F. — F.
PI.
— èri F. — éria PI. F. — érji.
idi.
PI.
Pruibi^iòn, sf. PI. Pruibi^ion.
Prò§a, sf. Prosa PI. Prò§. Próscia, f. Prussia. Prova, sf. Prova, Esperimento.
PI.
I
Prumèf,
sf. Promessa, Impegno. Prumèsi. Priunètar (e Purmètar) tr. Promet-
Pròv.
tere.
fél§a,
Testimone
falso.
Prt.
Pruci§ión, sf. Processione PI. Pruci^iòn. Prudént, agg. Prùdente, Cauto, Avveduto, Scaltro. PI. ént F. énta PI. F. —enti. Prudènza, sf. Prudenza, Cautela, Sa-
— —
Prudénz. Prudót, sm. Prodotto, Raccolto
PI.
|
Pro-
duzione. 'D prèm prudót, Di prima produzione. Prufèt, sm. Profitto, Utile, Guadagno.
Secondo
caso può significare anche
il
Abuso. PI. Prufèt.
Pruféta,
sf.
Profeta
|
Indovino.
PI. Prufèta.
sm. Profilo.
tr.
Prontezza, Sveltezza. Proporre.
Prupòst Prupòst Prupòsta
Prt. PI.
F.
Prupo§it, sm. Proposito, ProponimenGiudizio. Intenzione, Divisamento PI. Prupù§it. U n' à un prupòsit a e' mond. (F.) Non ha un po' di buon senso!
to,
|
|
I
Prupurziòn, sf. Proporzione, DimenRapporto. PI. Prupurziòn. Prupurziunè, agg. Proporzionato, Armoruco. PI. Prupurziunè sione,
— éda — édi.
CapPru^iàn, agg. sm. Prussiano potto (alla prussiana). PI. Pru§ién. Prutésta, sf. Protesta, Rimostranza, |
Prugnùl. Prugnola, sf. Prugnola. Prugna di pru-
Lamentela, Reclamo.
gnolo.
PI.
Prugnòl. Prugfre§, sm. Progresso. PI. Prugrèf.
Prt.
Prutèst. Prutestér, int. Protestare. Pnitè?ar, tr. Proteggere.
PI.
Prufìtér, int. (v. Aprufìtèr). Prugresèsta, sm. Progressista, berale.
Con
le galere. Poibire, Vietare.
Prutèt
— et F. — età PI. F. — PL
Li-
l'abuso che si fa adesso di certi vocaboli, questa parola, ora, non dice più nulla, ma nell'ottocento era un tr.
sf.
PI. F.
PI.
Pruibìr,
èsi.
Pruntè^a, Prupònar,
F.
'D prufil, Di profilo, di fianco. Prugnòl, sm. Pruno. Prugnolo, Susino di macchia. (Prunus spino§a).
passaporto per tutte
Prumè§
— è§ F. — è§a PI. F. —
PI.
PI. F. Prupòsti.
gacia, Scaltrezza.
Prufìl,
—
Prumè§a,
I
I
Promesso.
PI.
I
Pròva
prt.
Prumè§
F. è§a - PI. F. Prumèfi (Dial. ant. «purm觻).
Dimostrazione Testimone.
PI.
agg.,
Proibizione, Divieto.
éti.
Prutezión.
sf.
Protezione,
Pruteziòn Pruva. sf. Prua. Pruvébi, sm. Proverbio. PI. Pruvìbi
PI.
Tutela.
PRUV
PUJA
324
Pruvébi di vece, Proverbio dei vecchi. Detto di una volta. Pruvébi d'una vòlta, Proverbio antico. Pruvèdar, tr, intr. Provvedere, Ap-
]
I
Pta^òl, .sm. Mughetto. Pta^ul. (Si usa sempre il pi.). PI.
PI.
Ptón, sm. Bottone. Ptòn. (Dal francese bouton (sec. XII), da cui deriva anche il lat. med botonus, 1327». Pu, avv. Poi. Publicazión, sf. pi. Pubblicazioni. Mètar fura al publicazión, Fare le pubblicazioni (di matrimonio). Publichèr, tr.' Pubblicare Stampare. Prt. Publiché PI. è
F.
F.
provvigionare.
PI.
Prt. Pruvèst
— èst — està PI. F. — èsti. PI.
F.
Pruvén, sm. Termometro Pruvén. Pnivér, tr. Provare.
Provino.
PI.
Prt.
'
Pruvé
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Temporaneo. Pruvi§ùri orla
—
—
F. òrji. Pscarì, sf. Pescheria. PI. Pscarì. Pscadór, sm. Pescatore.
PI.
mente
pi5chèr). P§è, sm. Fossato. Antica voce che è contrazione di
fu-
fossato.
P§é grand. Fossato Grande. Fosso Ghiaia a sud di Ravenna. (Dial. ravennate antico, «fsa v. L. Gab,
I
sf.
Vescica.
P§iga de pè§, Vescica natatoria.
PI.
'
med. podare. GLE). Pudèr, sm. Podere. PI. Pudìr. (Lat. med. podere. GLE). Puèta, sm. Poeta. PI. Puèta. Pugnale, sf. Pugnalata. PI. Pugnale. Pugnalèr, tr. Pugnalare.
Psig.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
Pfigòn, sm. Vescica al tallone. PI. Psigón. P§i6n, sf. Possessione. Possedimento
F.
(di terre).
PI.
PI. P§ión.
(Lat.
Psté, agg. Appestato. PI.
Pstè
— éda PI. P. — édi.
F.
(E' più comune «impsté»). Psulér, sm. Pisciolare. PI. Psulìr.
Pudé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
(Lat. bra§ultéda, sf. Braciolata. Pranzo a base di braciole. Si usa anche « bra-
sultèda ». Sbraz, sm. Sbraccio. Largo movimento del braccio per il tiro della boccia. Sbrazànt, sm. Bracciante.
Sbrazént anta
—
Lat.
(
—
ànti.
med. bracente, bracciante.
§bra?ér, di
tr.
GLE
)
Buttar su (terra) a forza
braccia.
Trasportare (cose) da un posto a un altro. Spostare, cambiar posto a cose a forza di braccia. Tirar fuori (canapa dal macero) a forza di braccia. [
^bragunè, sf. Quanta ne posson contener le brache. Fésn' una §braguné. Farsela nelle brache. Sbraitér, intr. Sbraitare. Gridare, ]
Vociare scompostamente.
Strepitare,
sm.
§braitòn,
Sbraitone.
Che ha
il
óna
PI. F. óni.
sm.
Strappo,
\
Prt.
^bra^é
PI.
Sbraitòn
§brànc,
Sbrajé' dia tèra, §bra?;é' dia léca Sbra?é' dia cànva d'int e' mèsar. §bra?éss, rfì. Sbracciarsi. Adoperarsi con ogni forza e mezzo.
—è F. — éda PI. F. — édi.
vizio di sbraitare.
Squarcio,
La-
cerazione. PI.
Sbrasèr, tr. Sbraciare, Togliere bragia dal fuoco o da un pezzo di gno.
PI. F. int.
ghir).
—
—è — èda PI. F. — èdi.
F.
Comportarsi con superbia, con alterigia, Fare il borioso. Assumere arie di comando. (Da Bra-
F.
Sbrandellare, Fare a
F.
PI.
PI.
PI.
tr.
Prt. §brandalé
(Da
'
èdi.
$brazulè, Sbracciato. PI.
Sbrénc.
§branchèr, tr. Sbrancare. Cavar di branco. Separare dal branche Sciogliere il branco, Disfare il branco La!
'
agg.
A maniche
corte.
§bra^lé
§brazuléss, rf. Sbracciarsi. Mostrar le braccia nude. Denudarsi braccia. Prt. Sbra^ulé.
le
SERE
—è — éda PI. F. — édi.
PI. §brité.
PI.
F.
j
§brèng, agg. Intrattabile (detto di Ricalcitrante, Bizzarro (detto persona |
di
animale).
PI.
Sbrèng Sbrènga
F.
§brènghl.
PI. F.
Sbrè§, sm. Scivolo. Sbrichèss, rf. (F.) Sgravarsi come un'asina. (V. Brec). Sbrigatìv, agg. Sbrigativo, Spedito. PI. Sbrigatìv F. Sbrigativa PI. F. Sbrigativi,
§brighèss,
rfl.
Sbrigarsi.
Fare
lesta-
mente.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
§brilér,
tr.
Azione contra-
Svolgere.
Svolgere
il
crine
I
—
PI. F.
—
édi.
§brualdèr, sm. L'atto di sbrodolare, di insudiciare con brodo, untiime, liquido sporco. (Più che il verbo, Sbrualdér, si usa Fé' de sbrualdér). ScacSbrucadùra, sf. Scacchiatura
Sbriscéda, sf. Scivolata. Sbriscédi. Sbriscéna, sf. Sdrucciolo. Scivola. Supernce di ghiaccio jjer scivolare. Gioco dello scivolare. (V. Sbriscèr). Fé' la sbriscéua, Scivolare sul ghiacI
Preparare
la scivola.
Sbriscén.
ha «ghina»).
forliv.
chiume. Dibruca§bnichéda, sf. Scacchiata Brucata (di animali). tura Sbruchèr, tr. Tagliar le brocche, i raBaluginare (delBrucare moscelli |
1
!
(F.)
Sbriscèr,
intr.
Scivolare,
Sdruccio-
lare.
sbrisciare,
DEI
e
S.
Muratori,
Carteggio). Sbriscir (V. Sbriscèr). Sbri§òn, sm. Scivolone, Sdrucciolone. PI. Sbri§òn. §bri.?ulcr, tr. Sbriciolare. Ridurre
Sbruché
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. j
j
l'élba, Balugina l'alba. Sbruché' una lèngva, Conoscere un po'
E' sbroca
una
lingua.
med. sbroccare, strappare dal ramo, Lugo, 1520. GLE). Sbrudaclér, sm. Sbrodolio. Fé' de §bnidaclèr. Sbrudaclér, tr. Sbrodolare, Imbro(Lat.
dolare. Prt. §brudaclé PI. è éda F. édi. PI. F.
— —
—
sf. Spruzzata. Sbrufìda 'd neva. Piccola nevicata.
^brufìda,
;
in briciole. Prt. $bri§ulé
PI. Sbrufìdi.
PI.
Prt. Sbrufì
Sbnifir,
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
sm. Sbriciolio.
J>bri§ulér, I
Fé' de §bri§ulér, Cospargere briciole,
Fare delle §brité,
Spillare.
PI.
PI.
(Da
tume. PI. Sbrualdé F. éda
l'alba)
créna,
Sbrilé' la (vegetale).
(Il
j
I
ria del prillare.
PI.
simativo. Sbrot Sbróf, sm. Spruzzo, Schizzo 'd melta. Pillacchera. PI. Sbróf. Sbrualdé, agg. e prt. Sbrodolato, Imbrodolato, Insudiciato di brodo o un-
|
F.
I
§bròc, sm. Calcolo approssimativo. De' Un sbròc, Fare un calcolo appros-
|
Prt. §brigtié
cio
SBRU
371
briciole.
sf.
Colpo
di
berretto.
tr.
Spruzzare, Aspergere.
Sbrufi ida
—
PI. F.
—
idi.
(Sec. XIV, sbruffare). $brufìr. intr. e tr. Spruzzare. Schizzare nota, fango.
SBRU
SBUL
372
Prt. Sbrufì
PI. F.
Sbrufì
PI.
—
F.
ida
sm. Spaccone.
—
F.
—
óni.
Scrostatura (di pia-
sf.
ga, di intonaco,
di vernice).
§brugladùr.
Sbniglér, tr. Scrostare. Togliere l'intonaco, lo smalto, la vernice Sbrucolare. Scrostare, Levare le brucole. [
Prt.
Sbruglé
Brontolare. sec.
XVII;
schi).
PI.
F.
Smidollato. midollo, (v. Bróla).
agg., prt.
Che
—
—
F.
F.
Sbocco (di un fossa-
sm.
Sbución
—
óna
—
F.
óni. tr.
Sbudellare.
Prt. §budlé PI. tr.
e
intr.
Sbrodolare.
—è — édi. — éda
PI. F.
F.
§budlèss da
I
e'
ridar, Sbellicarsi dalle
risa.
§bufèr,
édi. I
Sbrodolone.
óni.
Sbublé
—è — éda
éda
— édi.
§budlèr,
Sbuarér, (V. Buvèr). §bublér, tr. e intr. Spappolare. Prt.
PI.
PI.
§bruvaldòn óna
PI. F.
PI.
PI. F.
è
Sbuchèt. §buciòn, sm. Dedito alle bisbocce.
^bmvaldér, Sbrodolio. Fé' de §bruvaldèr. $bruvaldòn, sm. e agg.
PI.
F.
PI.
Prt. §bruvaldé PI. è F. éda '
Sbuché
— —
Sbuchèt,
§brulè è
— — — PI. F.
]
tello di scolo).
Sbrumblér, (V. brombal).
I
PI.
§brujé
§bruvaldér,
édi.
|
Prt.
— F. — éda PI. F. — édi. PI.
—
§buchér, tr. Scemare il fiasco (del vino che arriva all'orlo) Scheggiare l'orlo di un recipiente di vetro, o di Sboccare terra Uscire, Venir fuori Sfociare.
—è F. — éda PI. F. — édi. pivi
Sbuchè éda
—
I
PI.
§brulè,
bal-
]
intr.
§brujèr, tr. Sbrogliare, Districare, Disimpacciare. §brujèsla da par sé, Cavarsela da solo.
non à
Far
Sbuché, agg., prt. Sboccato, Triviale. Scheggiato, Sbocconcellato all'orlo (detto di vasi, bicchieri, bottiglie, fia-
PI. F.
(Aruch Aldo, Op. Cit., Brugnir », brontolare). Sbrugnér, sm. Brontolio.
Prt.
bottiglia,
1
«
I
dalla (F.)
—è — éda PI. F. — édi.
F.
Brugla).
Sbrugnér,
|
F.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
(V.
bottiglia
PI.
^brugladùra, PI.
bottiglia.
doria. Prt. Sbucé
óna
PI. F.
di
Levare
tr.
ima
Aprire
§brufòn
PI.
Colpo
sf.
i>bucér,
idi.
5>brufòn,
édi.
Sbucé.
PI.
—
PI. F.
—
i^bucé,
int.
Sbuffare.
ébufunéda, sf. Beffeggiata. Beffeggiare. E)é' una sbufunéda. §bufunér, tr. Beffeggiare, Deridere.
Prt. PI.
F.
§bufuné
— —
è
éda
—
PI. F.
édi.
§bulacé, agg., prt. Chiazzato. (Se le chiazze sono circolari si usa « baju-
ché
»).
PI.
Sbulacè
F.
—
éda
SEUL PI. F.
—
^bu^ér,
édi.
Ridurre
a
chiazze, a macchie, a tratti coperti di vegetazione e ad altri no. Chiazzare. §bulacèr, sm. Un succedersi di chiaz§biilacér,
tr.
cio
o macchie, procurate mediante sfald'erbe o taglio d'alberi o causate
da
altri
ze,
I
fattori.
di bollo. PI.
§bulè éda
—
PI. F.
—
con
intr.
Dare con larghez-
prodigalità.
^bundanzìón,
a.gg.
Genero-
Prodigo,
sissimo.
Sbundanzión. §burdunér, tr. Sfrondare un albero
Da
bagnacavallese).
bordone
«
».
Voce
di
origine medi-
terranea che si connette col calabrese sbordaccu, « rametto di albero », e col greco Porthos, « getto, pollone ». §bur5n, sm. Borioso, Borione. PI.
P.
§buròn óna
—
—
F. óni (Parola volgare e offensiva). §busanér, tr. Sforacchiare, Forar buchi, Bucacchiare. Rovistare (F.) Ficcarsi dappertutto, per affari, pratiche, Andare alla informazioni Braccare busca d'impieghi. PI.
|
|
|
Prt. PI.
F.
§bu§ané
— —
PI. F.
§bu^é
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
La Madóna Tinaréna
la
s'
sbu^va
furmàj. Madonna Tenerella si sbucciava le dita a fare il formaggio. (E' un detto scherzoso). §bujlèr, int. Sbocciare. Prt. §bu?lé dida a
al
fé' e'
—è — éda PI. F. — édi. F.
§cacarèss, rfl. caccole. Questo V. viene figurato per quattro », « aver
Liberarsi, pulirsi dal-
sempre usato in senso dette « averne detto tutto senza peli
dire
».
A m'
so scacaré', (F.) Mi sono liberato di tuto quello che avevo da dire. I
Prt.
Scacaré
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Schachira, Scachìr.
sf.
Scacchiera.
PI.
Scaculèss,
rfl.
Togliersi le cispe dagli
occhi.
Scadént,
agg.
Scadente,
Di infima
qualità. PI.
Scadént a
—
F.
—
i.
Scadènza, sf. Scadenza. Termine in cui scade un accordo, un'obbligazione,
— édi. di
hngua
sulla
PI.
éda
«
« Ficcarsi
§bu§ané' » col signidappertutto », vedi
Imbu§anér). §bu§anèr. sm. Un seguito di buchi disposti disordinatamente. Fé' de §bu§anèr. §buschér, tr. Disboscare. I
Prt.
|
ciare.
F.
è
(Per l'origine di ficato
|
le
PI.
(Dial.
Escoriare Sbucciare Dibucciare, Scortec-
tr.
la buccia,
PI.
édi.
§bundan^iér, za,
Levare
]
Fé' de §bulacèr, Fare delle chiazze. §bulé, agg. Sprovvisto, non munito
F.
SCAD
373
^busche
—é F. — éda PI. F. — édi.
PI.
un
contratto, ecc.
Scadén^. Scader, int. Scadere, Andar fuori corDecadere dai limiti di so (moneta) PI.
|
una
garanzia.
Prt.
Scadù.
— ù. F. — uda PI. F. — udì.
PI.
Scadinér,
sm.
Scatenio.
Rumor
di
catene.
^bu^adura, sf. Dibucciatura Scorticatura Escoriazione Scalfittura. PI. ^bu^adùr.
Scadinèss,
|
|
rfl.
Scatenarsi, Sciogliersi
dalle catene.
I
I
U
s'
scadéna
e'
géval, Si scatena
il
SCAD
SCAL
374
diavolo.
Questa frase ricorre durante
PI.
temporali, con tuoni.
i
Scadine
Prt.
glia
— è — éda
PI.
F.
F.
PI.
—
èdl.
Prurito,
Pizzicore.
I
GLE). Gradino
taglio
del
pagliaio) da
si levano le faldelle. (Per similitudine, dal lat. med. scafa,
cui
banco
GLE.
».
Dalla radice indoeuropea Skepdi appoggio, sostegno »).
'
I
re.
Scajéss centra uno. Scajéss cóntra
«
idea
I
PI.
Scafè
édi.
cacherelli.
Scagàza, sf. Paura da cacajola. Ciapéss una scaga:5a, (P.) Pigliarsi uno spavento da farsela addosso. (Nel ravennate del sec. XVII, «Scagàza, paura»; Aruch Aldo, op. cit.). Scaga^èr, int. Scacazzare, Cacare qua e là, o a tratti frequenti. I
Scaga^é
édi.
Modo
I
Sménta
sf. Scagliola. canariènsis).
'd scajola.
Seme
di scagliola,
Scagliola.
Scajòn, sm. Maiale di alto e lungo di statura.
pelo
nero;
zione e la deposizione delle uova. (Questo V. viene da « calàndar » che significa calende). Scalare, prt. Fuorviato
|
Fuorviato, Depravato, PI. Scalare F. éda.
stato,
—
(F.) Guar Sviato.
—
]
e
atto
di
sca-
]
varsi.
Prt. Scalare
Scacazzare. Caduta (a corpo piatto).
Scàj, agg. Difficile. Si usa solo nella frase: «Scàj 'd bóca », (F.) Di difficile
contentatura.
Schéj àja
(Phalaris
édi. F. Scalaréss). Scalaréss, rfl. Fuorviarsi. Uscir di Depracarreggiata. (F.) Guastarsi
scagazèr.
Scagné, sf. PI. Scagné.
—
Senso
Spossatezza.
(v.
Scaga^èr, sm.
F.
sf.
Scaimanél.
Scajola,
PI.
PI.
PI.
tutti.
.
Scalandréss, rfl. Uscire dal ritmo stagionale. Detto del tempo e, in senso figurato, anche di piante per la fruttificazione; e di animali per la riprodu-
PI.
P.
Par
Dir male di
di fiacca.
Scaffale.
Scagarlér, intr.
tot,
scaja. Sparla, Fa maldicenza. Scalfì, sm. Tanfo. Puzzo di muffa, di rinchiuso. Forse dal francese antico
« eschif ».
Scafa). Scafèr, tr. Tagliare capelli, fieno in modo irregolare, sì da lasciare alte e basse come fenditure, (v. Scafa).
I
contro
Sparlare
E'
(v.
cazzare. Fé' de
ón,
I
Scaimanela,
Scafèl, sm. PI. Scafèl.
—è F. — èda PI. F. —
(di pesce) ScaPietruzza schiaccia-
\
ta, molto adatta ad essere scagliata, (F.) Sbornia. PI. Scaj. Pe§ a scaja, Pesce dotato di squame. (Lat. med. schaia, scaglia. GLE; dal gotico skalja. DEI). Scajér, int. Sparlare. Far maldicenza Dir male, Parlar male. (F.) Scaglia-
PI. Scaf.
Prt.
Squama
ferro)
(di
I
(nel
I
—è — éda PI. F. —
àji.
.sf.
]
Fé' scadór, Prudere, Pizzicare, Dar prurito, pizzàcore. Scafa, sf. Acquaio. med. scapha, « scarico d'acqua », ( Lat.
Prt.
—
j
^cadòr, sm. PI. ^cadur.
« scaffale,
F.
Scaja,
—è — éda PI. P. — PI.
P.
édi.
Calerà). Scalarol, sm. « Scalaiolo » è colui che, ritto su im'asse infissa nel pagliaio e poggiata sul piolo di una scala, riceve le inforcate che passa poi a (v.
SCAL
chi è sul pagliaio. Costui dev'essere forte e abile perchè pagliaroli (i pajarùl, v. La Pie, a i XXVIII, N. 7-8) fanno a gara a chi gli passa le inforcate più grandi per farlo venir giù, cioè per « tu' zó e' scalarci PI.
SCAM
375
».
Scalarùl.
Scaldén, sm. Scaldino, PI. Scaldén. Scaldèr, tr. Riscaldare fuoco per riscaldare. Prt. Scaldé
— è — èda PI. F. —
Veggio. i
Mettere
al
PI.
P.
èdi.
della pigna.
Scalòpa,
I
un passo
locchio » per dire scalino rozzo. Nel nostro dialetto, ora, ha il significato di accidentalità del fondo stradale, cunetto, buca (stradale). PI. Scaló§. Scalzér, tr. Mettere a piede nudo. Levare la terra intomo al ceppo di una pianta. Scalzare.
—è F. — éda PI. F. — PI.
Togliere. Defalcare. Leva-
Scalèi, sm. Piccola scala a piuoli, a tre o quattro staggi, che si apre ad
Scalferotto
j
Pantofo-
rudimentale.
med. scalforanus (1334), GLE). Scalinéda, sf. Scalinata, Gradinata. PI. Scaline di. Scalmane, agg. Irrequieto, Scalmanato. (Lat.
—
Scalógna,
sf.
Scalogna. Specie di
ci-
j
Scalón, sm. vScalone. Scala grande con ornamenti Lunga scala a pioli. i
Scalón.
Scalón da la pegna. Scalone del Municipio di Ravenna. A s' atruvén dri e' scalón da la pègna, Ci vediamo vicino allo Scalone I
I
Scambièt. Fé' un scambièt. Fare uno scarto. Piegare bruscamente da una parte (detto di cavallo, bicicletta, animale in corsa). Fé' i
scambièt,
j
Giocare
a
rimbal-
un
sopras-
zello.
De' un scambièt, (F.) Fare
scambietto », salto, sec. XIV). Scami§è, agg. Scamiciato, Senza camicia Che ha la camicia fuori dei
(It. ant. «
édi.
polla dal piccolo capo. Pan e scalogna. Pane e scalogna (era la merenda del contadino). (Lat. med. scalogna, dal lat. scalonia, cipolla di Ascalona. DEI).
PI.
Spicciola-
salto.
éda
F.
Scambiare,
PI.
I
Scalmane
—
tr.
I
PI. Soalfarót.
PI.
Scambiér, re (soldi).
|
Scalfaròt, sm.
F.
i
(nella corsa).
Scambièt, sm. Balzo, Scarto. Salto brusco, da una parte Rimbalzello.
angolo. PI. Scalèt.
PI.
édi.
Scambia, sf. Rincorsa Vantaggio. Tu' la scambia. Prendere la rincorsa. De' dia scambia, Dare del vantaggio |
I
tr.
Scazé *
Prt.
alla volta.
una quantità da un'altra più grande.
la
fosso.
Scalò§, sm. Questo vocabolo ha indubbiamente perduto il suo significato originale di scalino come perdura ancora nel lucchese nella voce « sca-
)
Scalèr,
un
Scalòp. (V. Scalòs). PI.
I
Scalén, sm. 'Scalino, Gradino. Ciascim ripiano della scala. PI. Scalén. Fé' i scalén in priscia. Salire i gradini in fretta. Fé' un scalén a la volta, (F.) Fare
re
Ripiano, Gradino, in ter-
sf.
ra, nella riva di
I
calzoni.
Póz scami§é, Pozzo che ha perduto o che sta perdendo la camicia, il rivestimento interno. Prt. Scami§é I
PI.
F.
—
—
PI.
è
éda
F.
—
édi.
Scami§èr, la camicia volucro. Prt.
Scamiciare Togliere Togliere la guaina o l'in-
tr. |
Scami§é
|
SCAM
SCAN
376
—è — éda PI. F. —
PI.
PI.
F.
F.
I
Pelle di ca-
Schèrp ad scamó§, Scarpe di pelle camoscina. Scarnò^, sm. Scamozzolo. Minuzzolo. Resto. Spicciolo Piccola parte I
]
|
Scamój. InScàmp, sm. ScamiK). Salvezza Via di uscita. tervallo, Spazio libero Scampanér, int. Scampanare, Suonare le campane, Sbattagliare. Scampanér, sm. Scampanio. Fé' de scampanér. Sintl' de scampanér. Sintì' un scampanér. Scampanlér, intr. Scampanellare. PI.
|
camp>anello.
Scampanlér, sm. Scampanellio. Fé' de scampanlér. Scampanlér, int. Scampanare, Suonar le campane. I
(F.) I
Non
ScàmpuI,
(v.
rigar
sm.
diritto.
Scampolo,
di
stoffa,
Scavè^).
Schémpul. (Lat. med. scampulus, GLE). Scamu^ér, tr. Scamozzare. Levare na parte. PI.
I
Prt.
Scamu^é
—é F. — éda PI. F. — PI.
édi.
rfl.
Frantumarsi
(di can-
na e
di ossa). Prt. F. Scanarléda édi. PI. F.
—
Scandàj, sm. Controllo (di peso e di basculla).
Scandàj. Scandajér,
—
PI. F.
édi.
Purèt scané, Povero in canna. Scanél, sm. Fossatello Scanalatura. Scolatoio. Fossetta per scolo di li-
I
|
I
quidi.
Scanèl.
PI.
Scanén, sm. Strozzino. Scannabecco (coltello).
I
Scanén éna
PI.
—
F.
PI. F.
—
éni.
Scanér, tr. Scannare. Recidere (F.) Strozzare, Sfruttare. gola
la
[
Scané
Prt.
—é F. — éda PI. F. — édi. PI.
med. scanare. GLE).
Scanòcc, sm. Ribalta. Congegno che consente di ribaltare il carico di im biroccio, altro, sollevando il cassone su un fianco o all'indietro. ^càn^, sm. Scanso. A scans a... (o Ad §càn§ da...), Di fianco a... Di lato a... Discosto da... A §càn§ da... A scanso di... DiScanner, tr. Scansare, Schivare Evitare. scostare I
|
I
Prt. PI.
F.
o l'esattezza della basculla. Scandajé
é
éda
—
édi.
Scanfé da tòt. Evitato da tutti, Tenuto lontano da tutti. Scan§é coma la pesta. Schivato coI
me I
il
Scandagliare. Controllare. Esaminare la giustezza del peso, tr.
Scan§é
— —
PI. F.
I
PI.
Prt.
—
F.
I
Scanadè, agg. Candente. Dal latino candens (da candere), bianco rilucente. Infatti il dialetto dice: Biànc scanadé, Bianco rilucente. PI. Scanadè. (v. Candela). Scanarléss,
Scané éda
PI.
(Lat. u-
édi.
Scandal, sm. Scandalo. PI. Schèndal. La prè de scandal. La pietra dello scandalo. Scané, agg. Scannato, Sgozzato.
]
il
—
PI. F.
édi.
Scarnò^, sm. Camoscio moscio.
Agitare
Scandajé éda
—
la peste.
Scan§é' la fadiga. Scansare la fatica, lavoro.
Scantarlér, Cantarellare. si
tr.
e
intr.
Canticchiare,
Scantunèr, intr. (F.) Non comportarNon rigar diritto. rettamente I
SCAN Scanucèr, Prt.
tr.
in un luogo Andata per poco e in fretta Atto di imprudenza giovanile Licenza. Divertimento con soverchia libertà Uscita, Scatto improvviso.
Ribaltare.
|
Scanucé
—è — èda PI. F. — édi.
|
PI.
I
F.
|
(V. Scanòcc). Scan^ladùra, sf. Scancellatura, cellatura.
Can-
|
—é — éda PI. P. — édi. PI.
i
lista).
Scanziòn, sm. Sgorbio. Scanzlón. Scan^lòt, sm. Cancellotto. PI. Scanzlót. Scap, prt. Scappato, Uscito, Fuggito. PI.
Schèp F. apa
—
api. fàt,
Tolto dal forno. (Alla lettera: Uscito di
maturo).
Che ha
oltrepassato
il
punto giusto
di
di frutta);
(F.) oltrepassato l'età giovanile (se
a persona). Scapadéna, sf. (F.) Scappatella, Leg-
riferito
gerezza, divertimento, libertà licenziosa.
Scapadén. Scapadìna, sf. Capatina. PI. Scapadìn. De' ima scapadina, Dare una capaPI.
I
tina.
Scaparlé, sf. Colpo di capparella. Fé' al scaparlé. Darsi del colpi con le capparelle. PI. Scaparlé. Scaparlèr, tr. Togliere la capparella. rfì. Scaparléss. Togliersi la cappaI
I
rella.
Prt. Scaparlé PI.
—
è
Scapa^òn, sm. Scapaccione. Scapa^òn. Scapèda, sf. Scappata. Breve corsa
PI.
'Sa
I
I
una nuova
famiglia).
Scapé' a di', Uscire a dire. Scapinèla (In), avv. In peduli; a piedi coperti dei soli peduli. Scapiol, sm. Scapiolo (Fr. Ginnani) Scaglia di pigna Nocciolo del pigno|
lo (v. Scapiulér).
maturazione (se detto
Che ha
Scapéle féna!. Scamparla bella! scapai d'int sta peza?. Cosa si j ottiene, cosa si può ricavare da questa pezza? A n' i scap (Traduzione alla lettera: Non ci esco). Ci rimetto. Scapé' d'in ca, Uscire di casa. Lasciare la propria casa (per formare j
I
d'int e' fòran. 'd
—è F. — éda PI. F. — édi. j
Scan^léss, rfl. Cancellarsi Togliersi (da un elenco, da un partito, da una
Scap Scàp
Scapé
Prt. PI.
F.
I
[
i
Prt. Scansie
—
(Novellino, nov. LXXVII, scapino). Scapèr, intr. Scappare, Fuggire Uscire, Venir fuori Ottenere Scampare. |
|
|
Scapino, Pedule.
Scapén.
PI.
Scanzladùr. Scaffale. Scandì, sf. Scansia PI. Scanzì. Scanzlér, tr. Cancellare Depennare Scancellare.
PI. F.
Scapédi. Scapén, sm.
PI.
PI.
PI.
SCAP
377
PI.
Scapiùl.
In alcuni posti
i « scapiùl » sono solo delle pigne, in altri, come Cannuzzo di Cervia, si dice « sgabiùl » e sono i noccioli dei pignoli. Anche Aruch Aldo, nell'op. cit., dice: « Scapiùl. Scorze di pina », è una spiegazione che ne sostituisce una precedente an-
le
scaglie
ma
cora leggibile, sotto la cancellatura, che diceva: «Nocciolo dove dentro sta il pignolo ». In origine era forse solo la parte sottostante della pigna. Dal latino scapus, « sostegno, appoggio ». Scàpit. sm. Discapito. Scapiulér, tr. Tagliare lo « scapiolo » della pigna (v. Scapiol). Forse questo v. viene da un antico « capiòlo », piccola estremità dall'it. antico « capo », estremità. La voce poi si è estesa a tutte le scaglie, o valve, della pigna e anche al guscio dei pi;
gnoli (v. Scapiol).
SCAP
Nel fase. Ili dell'anno I della Pie, sotto una bella illustrazione si legge: « Nella pineta di Classe, alla soleggiata «
Casa
delle
aie
»,
le
carbonati dei pignoli. del sole cala
il
Ad
le fa scatta-
i chicchi affrettare
martello a
inl'o-
« sca-
pdulé... ».
Questa operazione, eseguita dal pinarolo con un colpo secco, mediante un martello di foggia speciale, antichissimo, consiste nel distaccare dalla base della pigna il nodo ligneo che mantiene strettamente legati i segmenti. Scaplé, sf. Colpo di cappello. Scaplé. Scaplèr, tr. Scappellare, Levare il cappello. Scapléss, rfl. Togliersi il cappello (usato generalmente in senso dispregiativo o ironico). (F.) Umiliarsi. Scaplòt, sm. Scappvellotto. Ave' un scaplòt. (F.) Avere una perdita, un danno notevole. PI.
I
Scapi!?!'
Scapóz, sm. Scappuccio. Inciampo Inciampo, Avversità. PI. Scapó^. Ande' avanti 'd ró|al e 'd scapó^, Procedere a ruzzoloni e a inciampi. Andare avanti con molta fatica. Scapri^ér, tr. Levare, togliere o far perdere i capricci. Prt. Scapri^é PI. e
— — éda PI. F. — èdi. F.
Scaputé
—è F. — éda PI. F. — édi. Scaputéss, rfl. Scappottarsi. Levarsi cappotto. Scapu^ìr, int. Scappucciare, Inciampare Capitare per caso (F.) Sbail
|
gliare.
Prt. PI.
F.
Scapu^ì
— — ida ì
(F.)
Imbattersi
in
Inciampata.
Scarabandi, sm. Gioco infantile ir^ cui uno si mette in mezzo alla .strada, fra due punti franchi chiamati « pel », pali e tenta di prendere quelli che corrono da un palo all'altro. (Dal latino medievale cazabannitus, chi sorveglia i bandjti dal comune. GLE). Scarabàtla, sf. Battola. Scarabattola, Carabattola. Strumento di legno con cui si dava il segnale del mezzodì, passando per le strade, quando le campane eran lega:te in segno di lutto per la morte di Gesù Cristo.
Cosa scassata.
(F.)
Scarabàtal. Scarabatlér, int. Emettere un suono
PI.
carabattola. Scarabatlér, sm. Carabattolio. re di carabattole.
di
Rumo-
Scarabòcc, sm. Scarabocchio. Scarabòcc. Scarabucèr, tr. Scarabocchiare.
PI.
Scarabucé
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Scarabucèr, sm. Scarabocchiatura. '
Fé' de scarabucèr.
Scarabuciòn, sm. Scarabocchione. Scarabuciòn
PI.
F.
—
òna
—
óni.
Scarabùt, sm. Scorbuto.
PI.
j
òn,
Scapu^ón
PI. F.
Scaputér, tr. (F.) Battere, Superare, Saverchiare (in bravura, nel gioco, nello sport, nella produzione). Prt.
int
Scapu^ón, sm. PI.
j
I
idi.
uno.
I
(F.)
—
PI. F. I
pigne sono a
mucchi. E il sole d'agosto re, a mettere in mostra I>era
SCAR
378
Questo nome rimane legato a un'erba. r« erba de scarabùt », che cresce nei fossi e fiorisce a pelo d'acqua. Con essa si faceva un decotto i>er la cura dello scorbuto. Scaramózal, sm. Accidente. Ineguaglianza di fondo stradale. Piccola buca, fossetta, rialzo che causa sobbalzi ai veicoli.
Scaramózal. Scaramuzl6§, agg. Accidentato, Ineguale (detto di strada, carraia, sentiePI.
ro). PI.
F.
Scaramuzlù?
—
ó§a
SCAR F.
PI.
—
Scardént,
òsi.
Scaràna, PI. Scaràn. (Lat.
Sedia,
sf.
Scranna.
cit.
Scarghé' la còipa adò§ a ch'j' ètar. Addossare la colpa agli altri. Scariulànt, sm. Carriolante, Scarrio1
Scaravè?.
lante.
(Ravennate del sec. XVII « scarvaz gran pioggia, Aruch Aldo, Op. cit.).
»,
Seminella. Traccia di lasciate cadere o disse-
sf.
Scarbujèl. Scarbujèr, tr. Spargere, re, Disseminare.
Sparpaglia-
Scarbujé
—è P. — éda PI. F. — édi. PI.
Scarciòfal (da murtè' al candèl) sm. Spegnimoccolo. (Forse è una deformazione del lat. med. cartotius (Faenza, 1414), cartoccio). Scarciòfal.
§cardà§, sm. Scossone, (v. Scardasèr). §cardé§. Scarda§éda, sf. Scardassata. Cardata (F.) Strapazzata, Sconquassata. PI. Scarda§èdi. Scardasèr (v. Scardasèr). Scarda^òn, sm. Scossone. PI. Scarda§ón. (v. Scardasèr). Scarda^, sm. Scardasso, Cardaccio. PI. Scardè^. (Lat. med. scardassus (1364), Forlì). Scarda^r, tr. Scardassare, Cardare, (v. Cardèr). (F.) Scuotere fortemente. I
I
Scariulént
PI.
—
F.
anta
—
PI. F.
ànti.
che tanto lavorarono nelopere di arginatura trasportando la terra con la carriola, avevano una loro canzone che cominciava così « Sia-
I
carriolanti,
le
terra.
PI.
PI.
Scarghé
—è F. — éda PI. F. — èdi. PI.
Scaravà^ (d'acva) sm. Acquazzone.
PI.
—
Scarghi. Scarghèr, tr. Scaricare.
Prt.
Scaranòn
Prt.
Schèrg Scarga
—
PI. F.
Artigiano
Scaranìai.
Scarbujéla, cose perdute,
i.
« scardént » è riferito a bambino significa Disubbidiente. Scardinér, tr. Scardinare. Scàrg, agg.. prt. Scarico. PI.
Scaranòn, sm. Seggiolone.
minate per
—a PI. F. —
F.
F.
PI.
PI.
Miscre-
Quando
Seggiolino.
PI.
!
I
PI.
Scaranén. Scaranèr, sm. Seggiolaio. che costruisce le seggiole. PI. Scaranèr. Scaranìna, sf. Seggiolina.
Incredulo
Scardént
PI.
med. scaranna, GLE; dal longo-
Scaranè. Scaranél, sm. Testicolo di cane. (Orchis morio L.). Gallizioli, op. Scaranén, sm.
sm.
dente.
bardo skranna, panca). Scaranè, sf. Colpo di seggiola.
PI.
SCAR
379
:
mo
scarriolanti, lari lerà... ». Scariulèr, tr. Scarriolare. Portare in carriola, in carrettino, gli
carro
sul
Carrettare. Prt. Scariulé |
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
E' gèval e' scariòla la mój. Il diavoscarriola la moglie. Così dice la gente quando, durante i temporali, sente tuonare. Scarlaténa, sf. Scarlattina (malattia). (Dal lat. med. scarlatinus. colore scarlo
latto.
GLE).
Scarnadór, sm. Norcino. Per indicare colui che uccide il maiale si dice: Quel ch'è' maja e' porc. « E' ma^aporc » è il coltello che viene usato per scannare il maiale. PI. Scarnadùr. (v. Scarnér). ^carna^èr, intr. Scatenacciare, MuoI
far scorrere catenaccio.
vere, il
avanti
e
indietro
SCAR Camaz).
(V.
PI.
Rumore
Scarna^èr, sm.
del
catenac-
Scamér).
—
èdi.
Scalpellatore,
Scalpel-
Scarplén. Scarplér, tr.
PI. le
Scarne
Scalpellare,
Incidire |
Scheggiare
|
Guastare a colpi
di scal-
pello.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Scarne' e' porc, Scarnare il maiale e conciarne le carni. (Lat. med. scarnare, scarnire. Rav.,
(Lat.
Prt. Scarplé
PI.
—e — éda PI. F. — édi. F.
I
XIII. GLE). Scarnila, sf. Ballerino. Bacca di rosa selvatica. Caccabello. (Dal lat. med. camesinus, color cremisec.
si.
éda
lino.
Scarnér, tr. Scarnare. Levar via parti carnose di animali macellati. Prt.
Scarplé
—
Scarplén, sm.
Fé' de scarnajèr. Scarnè, prt., a^K- Scarnato,
(v.
F.
PI. F.
ciare. I
SCAR
380
GLE).
med.
scarpellare.
GLE).
sm. Scarpone. Scarpa montagna; da sciare; militare. PI. Scarpòn. Scarpón,
Scarsigér, intr. Scarseggiare. E' scarsègia e' pan, Scarseggia
da
il
pane.
Scarpa^ér, intr. Scarponare, Camminare strisciando le scarpe. Scarpa^èr, sm. Rumore di scarpe Scarpiccio. che strisciano per terra
(Nel medioevo questo male era chiamato crepatius, crepaccio. V. GLE). Scarpazòn, sm. Persona che fa ru-
Scarsità, Scarsezza. sf. Scarsi té. Scartablà^, sm. Scartafaccio. PI. Scartabléz. Scartablér, tr. Scartabellare. Scartén, sm. Scartino. Carta da gioco di nessun valore. PI. Scartén. Fagliare, Sfagliare, Scartér, intr. Scartare, Escludere. Scartare Prt. Scarte PI. è
more
F.
]
Scarpazér). Scarpàzi, sf.
(v.
pi.
Screpolature
agli
zoccoli degli asini.
Ave'
j
al
screpolati
scarpàzi, Avere gli (detto di asini).
zoccoli
scarpe, (v. Scarpazér). PI.
F.
di
Scarpazòn
—
PI. F.
a
—
i.
Scarpél, sm. Scalpello. PI. Scarpèl. Scarpén, sm. Scarpino.
j
le cattive
\
Far sentire
le la
propria autorità. Scarpèra, sf. Palettino di legno che serviva a raschiare la terra dalle scarpe. Si teneva fuori della porta. PI. Scarpèr. Scarpion, sm. Scorpione. PI. Scarpion. (Lat. med. scurpione. GLE). Scarplé, agg., prt. Scalpellato Scheg'
giato,
Intaccato.
|
— — éda PI. F. — édi.
Scartòz, sm. Anello a forma di segaccio che, infìsso in un legno e manovrato a mo' di succhiello, serviva ai falegnami per fare i fori alla botti. PI. Scartóz. Scartòz, sm. Cartoccio (di carta) Cartoccio della pannocchia del frumentone le cui foglie servono da foraggio, o da bruciare. PI. Scartóz. Fé' e' scartò^. Accartocciare. (Lat. m.ed. cartotius, cartoccio. GLE). Scartu^ér, tr. Scartocciare. Disfare il |
Scarpén. Mèts' i scarpén, (F.) Imporsi con
PI.
buone o con
Scarsltè,
PI.
1
cartoccio. Prt. Scartu^ PI. è F. éda PI. F. édi.
— —
—
Scanizé,
sf.
Carrozzata.
SCAR Scaru^é. Scarvajé, agg., prt. Screpolato
Fenduto.
|
|
Fes-
(F.) Testa bislacca.
Scarvajèss, rfl. Screpolarsi sure (detto del legno).
|
Tirar
fes-
Prt. Scarvajé
—é F. — éda PI. F. —
lat. captare, dar la caccia). Scatarér, intr. Scaracchiare.
(Forse dal
PI. so,
SCAV
381
Scatarón, sm. Scaracchione. Scatarón F. Scataròna PI.
Scataròni. Scatér, int. Scattare.
PI. F.
PI.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
édi.
Scarvà^ (d'acva) sm. Acquazzone. Rovescio d'acqua.
F.
Scarvèj. MottegScarzadór, sm. Scherzatore Ingannatore (in amore). giatore
Scatla,
PI.
|
I
PI.
F.
Scar^adùr Scarzadòra
Scarzadórf. Scarzèda, sf. Canzonatura. Presa In
(Lat. med. scatola, GLE). Scatlìna, sf. Scatolina. PI. Scatlìn.
Scatlòn, sm. Scatolone. PI. Scatlòn.
Scavadóra,
giro. Beffa.
Scar^édi. Scar^èr, tr.
PI.
Prendere in Prt. Scarne PI. è F. éda PI.
F.
—
Scherzare,
Mottegiare.
Scavadùra, Scavadùr.
Scavalér,
sf.
Scollatura. Scollo.
tr.
Scavalcare. L-evare una
cosa (fune, filo) da sopra vm'altra Ripassare al disopra, in senso inverso. Prt. Scavale j
édi. inle-
Scarziòn, sf. Discrezione. Sca§, sm. Scasso. Lavoro di rottura del terreno a grande profondità, per l'impianto di vigneti, ecc.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Scava§adùra,
sf.
Scapezzatura. Taglio
dei rami grossi, delle branche, raso al tronco. PI.
Scava§adùr.
(V. cavé§a).
PI.
sf.
Scassata. Lavoro di scas-
Scavascéda,
sf. Scapitozzata, Operarecidere a capitozza. PI. Scavascédl. Scavascèr, tr. Scapitozzare. Scapezzare, Scamozzare, Recidere le grosse branche in modo da lasciar solo il tronco Capitozzare.
zione del
so.
Sca§édi. Scader, tr. Scassare. Lavorare, rompere il terreno a grande profondità. PI.
Prt.
Cavafango,
PI.
j
Schè§. Sca^éda,
Draga,
sf.
Scavatrice. PI. Savadóri.
giro.
Per « scarzé' » s' intende anche gannare in amore, Non mantenere promesse in amore.
frutteti,
Scatola.
sf.
PI. Scàtal.
PI. F.
— —
Scoccare.
Prt. Scaté
Sca§é
—è F. — éda PI. F. — PI.
I
Prt.
édi.
sm.
Seat, rapido,
—è — éda PI. F. — édi. PI.
Scatto
violento
Scavascé
'
Impeto Gesto Balzo. Movimento j
|
automatico. PI. Schèt. Scatarél, sm. Buffetto, Colpetto con dita Spintarella. PI. Scatarél. Scatarél, sm. Congegno a gabbia per
le
I
accalappiare uccelletti.
F.
(V. Cavè§a). Scavèr, tr. Scavare. Prt.
Scavé
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Scavè^, sm. Scampolo. La parte che
SCAV
SCHE
382 una pezza
resta di po, ecc.
di tela, di
un cam-
PI. Scavè?;.
antico cavezzo; lat. medioevale cavizium; lat. capitium). Scavè^, sm. Scapestrato.
(It.
Scavèj ( P'orse da PI.
gurato,
Scéla,
«
caverà » che, in senso birichino,
.significa,
fi-
scapestra-
te).
Scèmia, sf. Scimmia. Scèmji. Fé' la scemia. Assumere pose ipocrite. Magne' di sèlt 'd scemia. Frase scherzosa per dire non mangiar niente. No' 'vie' mustré' e' cui coma la scemia, (F. ) Non voler rivelare ciò che si è. Scèmia de cui pie!, Scimmia dal culo pelato! (detto per scherno). Scèna, sf. Scena (F.) Baruffa, Litigio Scandalo. PI.
j
I
'
I
Scaviardare. chiavarde Sconnettere i Levare i cavicchi, o i pioli. Prt. Scavié Scaviér,
tr.
|
Sfilare
cavicchi
le
'
]
—è P. — èda PI. F. — édi.
I
Scèn. Scènéda,
PI.
PI.
Scavile agg., prt. Scarmigliato. Scavile
PI.
F.
—
PI. F.
éda
—
èdi.
Scavruné, agg. Scarruffato. Scarmigliato come un caprone. PI.
^.
Scavruné éda
—
F.
r^l.
—
0?.
agg.
Scapestrato.
(F.)
Scavstrè
—
PI. F.
èda
—
tr.
Scavzé
— é — éda PI. F. — édi. *
PI.
j
Rimprovero
—
PI. F.
Vén
Sano
]
P-etto.
a
—
i.
s-cet.
S-cèt coma bicchiere.
Vino
un
\
Legn
1
schietto. bichir. Sano
come
iin
Legno sano.
s-cèt,
dila s-cèta, A dirla schietta. S-cèt e net. Schietto e netto. S-cèvalorgan, sm. «Schiudi (a chiave ) l'organo ». Persona piccola e insignificante. S-cè?la, sf. Scheggia. Scheggiuzza di legno.
A
i
•
PI. S-cédi.
sm. Zufolo
|
Fischio.
PI. S-cèfal.
Scéla, sf. Sala. Locale vasto per riunioni, feste, ecc. Assale. Scéla de car. Sala del carro, Asse delle ruote del carro. Scéla de baruzén, Sala. Asse del biroccino. PI. Scél. |
I
F.
I
(V. Scavèz). Sca^ignér, int. Rovistare. Frugare, Ficcare il naso ovunque. S-céda, sf. Affilata (V. S-cér).
I
PL
;
P.
S-cèfal,
agg. Schietto S-cèt
S-cèt,
Scavezzare, Scapezzare. « capezzo ». Levare una piccola somma da un tutto. Es. Togliere, mille lire da un milione si dice « Scavié' e' migliòn », scavezzare il milione. Prt.
Scenata,
deformata di « assottigliare ». Il Nardi nei suoi «Proverbi, ecc.» ha: « Intant che e' gròss u s' astèja e' stil u s' ròmp », Intanto che il grosso si assotiglia, il sottile si rompe.
édi.
Scavzèr, Togliere il
sf.
aspro. PI. Scènédi. Scenèri, sm. Scenario. PI. Scenèri. S-cèr, tr. Assottigliare. Affilare alla forgia vomeri, coltri, zappe, scuri e cunei. II vecchio dialetto raveimate aveva « astjér » in cui è evidente la contrazione
édi.
ocavstré, ìt"!.
Sella, Sellino.
sf.
PI. Scèl.
PI. §-cè?al.
Schéc, sm. schacchi.
pi.
Scacchi.
Gioco degli
De' scac. Dare scacco. Scac mat, Scacco matto. I pezzi si chiamano Pèz (al Pè? (al pi.). I
I
sing.)
Sché, agg., prt. Seccato, Essicato Prosciugato Inaridito. 1
e '
SCHE PI.
F.
PI. F.
—
édi.
Schèda, PI. Schèd.
sf.
ì
Scheda.
Schèlz, agg. Scalzo.
Schedéri, sm. PI. Schedéri. Schégia, PI.
F.) Pelle e Schéltar, sm. Scheletro ossa. L'è un schéltar!. E' tutta pelle e ossa! PI. Schìltar.
Schè éda
—
sf.
PI.
Schedario.
F.
Scheggia.
Schègg.
Che ha
F.
la
PI. F.
i.
Questo voc. è così collegato all'idea di cane che non si dice solo « schégn », ma « schégn coma un càn da lèvra » (smilzo come un levriero); per cui credo non sia azzardato pensare che sia una contrazione dell'altro agg. diacagnesco, con la lettale « cagnègn »
aggiunta del prefisso «
s »
avente valo-
rafforzativo.
re
Schéla, Schèi.
sf.
Scala
:
Gradinata.
PI.
Schéla 'd ca, Scala di casa. Schéla a du, tri, cvàtar rem, Scala a due, tre, quattro rampe. Pianèt dia schéla, Pianerottolo della j
I
]
scala.
I
!
chiocciola. Schéla drèta. Scala ripida.
Schéla a pirùl. Scala a
I
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Schérma,
sf.
Scherma.
dia schérma, Saper tirare di scherma. (F.) Sapersi destreggiare.
Ave'
Schérpa, sf. Scarpa. Schérp. L'è propi la schérpa de su pè. E' proprio la scarpa del suo piede. (F.) E' proprio ciò che gli sta bene. Muri' cun al schérp int dì. Morire con le scarpe nei piedi, cioè di morte PI. j
Ande'
so'
par
la
violenta.
schéla, Salire per la
la schéla,
linzul, E'
PI.
F.
med.
scala,
Scendere per di
è
amma-
cui
si
ha
scalam cum piroli », la nostra « schéla a pirul ». GLE). Schèldalèt, sm. Scaldaletto In senso ironico, con « schèldalèt » si indica anche la moglie.
«
|
agg.
Scarso.
Schèrs
—
érsa
—
èrsi.
Schért, sm. Scarto
Cascame
|
:
Ri-
fiuto. PI. Schért. '
lat.
mentre chi logora lenzuola
PI. F.
la scala.
e
mèj
s-cianté' dal schérp eh' n'è di meglio consumare scarpe che lenzuola. (Chi consuma scarpe sta be-
L'è
i
Schérs, scala.
scala.
Ande' zó par
i
pioli.
Schéla eh' s'arvè§ e s'afèra. Scaleo. Fé' la schéla. Salire, o scendere, la
(Lat.
Schè
Prt.
scala.
I
élzi.
(Lat. med. schéna, GLE; longobardo schéna. DEI). ProSchér, tr. Seccare, Essiccare sciugare.
ne,
Stàng dia schéla. Staggi della
j
—
Schéna, sf. Schiena. PI. Schén. Ave' dia schéna, (F.) Essere favorito in modo smisurato dalla fortuna. Es-
lato).
I
I
élza
'
Schéla 'd legn. Scala di legno (ancora in uso in alcune vecchie case di campagna). Schéla 'd fura, Scala estema. Schéla a luméga. Scala a lumaca, a I
!
—
sere protetto dalla fortuna.
a
—
piedi nudi.
'
Schégn
—
A
Schèlz
PI. F.
Schégn, agg. m. Smilzo. pancia a cane. PI.
SCHE
383
I
Schért
'd
lèva.
Scarto di leva.
Fé' de schért. Scartare.
Schérp, sm. Scherzo, Burla. Schir^.
PI.
Schèrz a la ramgnàna. Beffa alla raSchér? d navegnana, Beffa atroce tura. Mostro. '
SCHE Schév, sm. Scavo. Schév. Schè^, sm. Schizzo, muso, (v. Gnaf). PI. Schèj.
Aruch Abbozzo
|
Ca-
PI. F.
—
i.
—
PI. F.
—è — éda PI. F. — édi.
•
Sciali,
sm.
Scialle.
Sciali.
Schialinina, in-
S-ciàmpa, pezzi
Shifusitè.
Schiv, sm. Schifo. Ribrezzo. agg. Sporco, Sudicio, Che fa ribrezzo.
sf.
Sciallettino.
Scialinìn.
PI.
ó§à.
Azione
»).
PI. Scialén. |
PI.
Schifu§ité, sf. Malvagità, degna, Soperchieria. PI.
Schiaffare, Scaraventare.
tr.
trazione di « sciai téna
Malvagio
|
ó§a
—
S-ciafèr,
Piccare. Prt. S-clafé j
S-ciafòn, sm. Schiaffone, Ceffone. PI. S-ciafòn. Scialéna, sf. Scialletto. E' una con-
Schifoso. Schifù§
F.
Pianella, Ciabatta.
sf.
PI. S-ciafèl.
PI.
(Lat. slavus). Schifò§, agg. Dispettoso I
Assottigliatore (S.
P.
Schèldabàgn, sm. Scaldabagno. PI. Schéldabègn. Schiév, sm. Schiavo.
PI.
[
S-cèf.
S-ciaféla,
Schichiròn a
—
)
sm. Schiaffo.
S-ciàf, PI.
Schichirèr, intr e tr. Sbevazzare, tracannare. Schichiròn, sm. Tracannatore, Trincone. PI.
A., op. cit.
Muratori).
PI.
F.
SCIA
384
Schiampa. Ognuno dei
sf.
cui
in
da bruciare Sciàmp.
|
viene spaccato im tappo (F. ) Nullità, Schiappino.
PI.
S-ciampéda,
sf.
Azione dello schiam-
I
PI.
F.
Schiv a
—
PI. F.
—
pare.
S-ciampédi. S-ciampér, tr.
PI. i.
Schivarì, Schifezza, PI. Schivarì. Schivile,
sf.
Sporcizia.
Sudiciume
|
Sudiceria.
PI. Schivité.
I
S-ciàcla, sf. Frantiune, Coccio. S-ciàcla 'd cóp, Frantume di coppo.
(Forse
dal
pietra.
GLE).
Schivi^, gna.
— —
lat.
sm.
med. clapa, lastra di Porcheria. Cosa inde-
PI. Schivici.
S-ciadùr, sm. Mattarello. Alla lettera
dovrebbe tradurre con «assottigliatore ». (Vedi « S-cèr »). Cilindretto di legno lungo circa 70 centimetri, piuttosto sottile che serve a fare la sfoglia per la pasta. Libellula. Forse è chiamata « s-ciadùr» per il suo addome lungo e ton-
si
I
deggiante. PI. S-oiadùr. (Nel ravennate, del sec. XVII, « Stiadur », bastone tondo da far lasagne.
Spaccar
—
sf. Schiappetta. Schiapdimensioni ridotte. PI. Sciampèt. ^-ciàn, sm. Uomo. (E' il traslato di
S-ciampèta,
pa
PI. S-ciàcal.
Schiampare.
legna. Prt. S-ciampè PI. è F. éda PI. F. édi. di
cristiano).
Non ha
femminile.
PI. S-cén.
sm. (dispregiativo). Omac-
S-cianà^, cio.
PI. S-cianè?.
S-ciàpla,
sf.
Scheggia.
Frammento
di
mattone, di coppo, di tegola, di terraglia.
PI.
S-ciàpal.
lat. medioevale clapa). S-oiaré, agg., prt. Sciacquato. RisciacSchiarito. quato PI. S-ciarè F. éda
(Dal
I
—
SCIA PI. F.
—
èdi.
S-ciaréda,
Sciacquata,
Schiarita
sf.
Risciacquata. PI.
SCIO
385
S-ciarédi.
S-ciarér,
Sciacqua-
Risciacquare,
tr.
e faceva la faccia grinzosa coperta di peluria. Scintela, sf. Scintilla. PI. Scintèl. Fé' fé' la scintela, Par scoccare la I
re (bocca, mani, panni, bicchieri, bottiglie). rfl. Schiarirsi (del tempo, del
scintilla.
cielo).
PI.
Prt. S-ciaré
F.
PI.
PI. F.
,
—è P. — èda sPl. F. —
sm. Sciocco.
Sciòc,
I
Scióc òca
—
—
S-ciòc,
èchi.
sm. Schiocco. Rimiore di im
colpo secco.
èdi.
S-ciarón, sm. Risciacquata alla buona. PI. S-ciaròn. S-cia^da, sf. Schiacciata, Spiaccica-
S-cióc.
PI.
PI. S-cia^é.
Sciójar, tr. Sciogliere. Prt. Sciòlt PI. ult òlta F. PI. F. olti. Sciolta, sf. Sciolta, Diarrea.
PI.
PI.
P.
S-cióma, sf. male). PI. S-cióm.
ta.
PI. S-cia^édi.
S-ciazér,
Schiacciare, Spiaccicare.
tr.
— è — éda PI. F. — édi. Sciarpa. Benda di lana birocciai portavano alBenda di lana, o di altra la cintura. stoffa, che si porta attorno al collo per ripararsi dal freddo. Scièlpa,
sf.
colorata che
— —
—
Sciòlti.
Schiuma
[
Sudore
(di ani-
S-ci6n, sm. Secchione. Secchio da poz-
i
zaiolo.
|
PI.
Scièlp.
Cravatta nera a svolazzo. Cravatta alla mazziniana. Scièlpa nigra,
i
Sciérpa,
sf.
^-ciflarén, PI.
F.
(v.
sm.
Scièlpa). Fischiatore.
—
—
i.
intr.
S-ciflin,
sm.
1
PI. S-cióp.
a
S-ciflér,
venna. GLE). S-ciòp sm. Schioppo. Fucile da caccia Palo che si mette nei a una canna filari fra l'albero e il filo. Saettone. S-ciòpa a bachèta. Fucile, schioppo ad avancarica. I
S-ciflarén.
PI. F.
S-ciòn. (Lat. med. segionus, secchio, 1309, RaPI.
Fischiare, Fischietto,
Zufolare.
Piccolo
fi-
(Lat. med. sclopus, schioppo. GLE). S-ciòpa, sf. Schioppa, Doppietta. Falcile da caccia a due canne.
na cun
PI. S-ciflìn.
S-cifulòt,
sm. Zufolotto
|
(F.)
Membro
virile.
PI. S-cifiilót.
Scimjìna, sf. Piccola scimmia. Scimjin. Scimión, sm. Scimmione. PI. Scimión.
PI.
Scimiòt, sm. Scimmietta, ScimmiotPI. Scimiót. Mèi de scimiòt, Mal della scimmia. Con questa malattia, dovuta certamente a denutrizione e a disfunzioni ghiandolari, il bimbo deperiva, non cresceva to.
I
I
Ramgnén
vlèva farmé' la fiuma». Cosi dicono i Forlivesi dei Ravennati per mettere in burla la fede che questi hanno nelle loro schioppe. La s-ciòpa e la mój a n' s' prèsta a « I
'
schio.
al
i
s-ciòpi
I
La schioppa e la moglie non danno in prestito a nessuno. E' s-ciòp vùit e' fa pavura a du. Lo schioppo vuoto fa paura a due (a chi inciòn,
si !
lo tiene e a chi gli sta davanti). PI. S-ciòpi.
S-ciòpacòr, sm. Crepacuore. Sciòpar, sm. Sciopero. PI. Sciópar. S-cior^, sm. Fischione turco.
SCIO S-ciòt,
scoperto.
PI.
—
F.
Scoperto. Me.sso alSenza niente .sopra.
a^'J^-.
lo
pi't-
S-ciùt.
òta
—
F. òti. Sciròc, sm. Levante. Detto anche Scirocco benché nulla abbia in comune con lo S. che viene dalla Libia. Dice Dante nella famosa terzine in cui si menziona il «lido di Chia.ssi»: « quand' Eolo Scirocco fuor discioglie » e trattasi proprio del nostro « sciròc », PI.
S-ciudé
Prt.
S-ciùr^.
PI.
SCIU
386
—è F. — éda sPl. F. — PI.
édi.
S-ciumà^ 'd carbòn, sm. Scoria fluida che si estrae dalla forgia del fabbro Gruma di carbone. [
S-ciumè?. ^-ciumazòl,
PI.
sm.
f^-ciumèr,
tr.
PI.
F. éda sPl. F. édi.
di Dante » dice di tra levante e
lib. :
«
« lo
L'ultimo scirocco
mezzogiorno ». Ma la defìnizone non è esatta, perchè vene da oriente. Quando questo vento si alterna con quello, che spira da ovest, si dice che « e' témp l'è ad vela », cioè è stabile e non si chiama più « sciròc » ma « vént 'd mér », cioè vento di mare, brezza maspira
Prt. PI.
F.
Scirupé
I
I
re (la frusta, le dita premendo Scrosciare. sul medio)
il
|
Sciuchè^a, sf. Schiocchezza. Sciuchè?. Sciuchìna, sf. dim. Sciocchina. PI. Sciuchìn. S-ciudé, agg., prt. Schiodato.
PI.
S-ciudèr). S-ciudér, tr. Schiodare.
(v.
è
—
la pignàta. Togliere la schiudalla pentola. S-ciunclén, sm. Scheggiuola di legno. PI. S-ciunclén. S-ciunclén, agg. Schiantereccio. Sèl§ s-ciunclén. Salcio schiantereccio. S-ciunclèr, tr. Scheggiare, Sminuzzare (legno). Schiantare. Spezzare (le-
ma
;
gno
fragile).
pol-
agg.,
prt.
Scoppiato
Mor-
|
a causa di esalazioni gassose prodotte da erbe ingerite troppo fresche (detto di rimiinanti). PI. S-ciupe
to
—
éda
PI. F.
-— édi. Pruta scirupéda, Frutta sciroppata. Sciucarì, sf. Sciocchezza. PI. Sciucarì. S-ciuchén, sm. Sverzino. Spago che si aggiunge al cordone della frusta per poter fare gli schiocchi. Codetta. PI. S-ciuchén. S-ciuchér, int. Schioccare. Far lo schiocco tr. Schioccare. Far schiocca-
schiuma.
S-ciumé'
F.
PI. P.
lice
— —
S-ciupè,
—è — éda
la
I
rina.
Sciròp, sm. Sciroppo. PI. Sciróp. Scirupér, tr. Sciroppare, Preparare le frutta a modo di sciroppo.
Togliere
Schiumare. Prt. S-ciumé
orientaUs ». Corrado Ricci nel suo rifugio
schiu-
di
^-ciuma^ùl.
PI.
perchè Benvenuto da Imola spiega il significato di questo vento con « ventus
Bollicina
ma.
— édi.
S-ciupér, intr. pare. Prt. S-ciupé
Scoppiare
!
(F.)
Cre-
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
I
Tire' a s-ciupé', (F.) Andare a rischio crepare (dall'ingordigia). S-ciupèt, sm. pi. Varicella.
di
S-ciupèt, sm. Scoppietto. Giocattolo infantile consistente di un cilindretto di ramo di sambuco, privato del midollo, munito di due palle (tappi) di stoppa rese compatte dalla saliva e fatte uscire, una per volta, dalla pressione dell'aria sito
che
l'ima, spinta
cilindretto,
esercita
da un appo-
sull'altra.
PI. S-ciupèt.
(Lat. med. schiopetus, schioppo.S-ciupitér, intr. Scoppiettare.
GLE).
SCIU
SCOR
387
S-ciupitér, sm. Scoppiettio. S-ciùsa, sf. Scusa, Pretesto. PI. S-ciù§. S-ciutér, tr. Scoprire. Mettere allo scoperto, Liberare da ciò che copre. Prt. S-ciuté
—è F. — èda PI. F. — édi.
«
Pscola (Rav. sec. XVII, Aruch
A., op. dell'acqua». Scuola ((3on tutti i signif.
Una buca con
cit.).
Scola,
sf.
che ha in italiano). PI. Scoi. I
PI.
1
Scapé' da scòla. Uscire da scuola. No' ave scòla. Non avere istruzione.
med.
(Lat.
ne
».
scola,
« scuola,
corporazio-
Rav. 954).
Prt. S_ciuturé
Scòmud, agg. Scomodo, Disagio. Scómad. F. da
PI.
PI. P.
(v.
Ricompensa Scónt, sm. Cambio Sconto. In scont che.... In cambio di ...; Per
S-ciuturèr, tr. Stappare, Levare il turacciolo.
il
tap.
PI.
pò,
—è F. — éda PI. F. — édi.
rfl.
furia di gridare.
F.
Sclamarsi, Sfiatarsi a '
Sciame
—
éda
—
PI. F.
édi.
Coda
sf.
Scófia,
Cuffia
sf.
|
di
topo.
(F.)
Paleo.
Innamora-
Scófji.
Ciapé' la scófia, Innamorarsi perdu-
I
med.
scófia,
GLE;
dal
lat.
tardo
I
cofia).
liano.
Scój, sm. PI. Scój.
I
Scójom, sm. Scolmo Scolmatura. dia Iona, Scolmatura della |
Scójom
luna. Passaggio dal plenilunio alla luna calante. Scoi (In), avv (Da « ins' e' còl»). Sulle ginocchia. Tnè' in scoi un burdèl, Tenere addosso (sulle ginocchia) im bambino. Int al mi scoi, Sulle mie ginocchia. Tnè' int al scoi un burdèl, Tenere I
I
I
addosso, sulle ginocchia un bambino. Scoi, sm. Scolo, Canale di scolo Sbocco Blenorragia.
|
I
Seul. Scóla,
coma un
lìvar stampe, (iron.)
Parlar bene.
scoglio.
I
Scorar
Scoglio.
Mèts' int un scój, Cozzare contro uno
I
botta. Tale rumore preannuncia l'arrivo di un forestiero. Scórr' in qua e in là, Divagare. Scórr' in dialèt. Parlare in dialetto. Scorar in itagliàn. Parlare in itaI
tamente. (Lat.
Scòpia, sf. Scoppola. Scopai. Scorar, intr. (Conversare, Parlare, Discorrere. E' scor e' fug. Il fuoco parla, borI
mento. I
ricompensa di... Scòp, sm. Scopo, Intento, Fine.
PI.
Scódavàca,
PI.
|
PI. Scopi.
è
—
di.
I
Sclaméss,
PI.
—
|
Ciutur).
Prt.
—
Scorar cun óna, (F.) Discorrere con una, (Fare all'amore con una). Scorar in ben. Parlare in bene. OraParlata Scórs, sm. Discorso I
[
\
zione.
Scùrs. scurs èi nénc cvist?. Che discorsi sono anche questi?. E' questo il rodo di parlare? Tajé' a me? e' scórs. Troncare il discorso. I scurs j' à da è§ puc e bón, I discorsi devono essere pochi e buoni. Scorta, sm. Scorta. Guardia armata per la sicurezza di cose, o persone PI. I
Ad
I
i
II
termine « pescolla » è riportato come voce romagnola, abruzzese, umbra, laziale e marchigiana (DEI).
viaggianti. Scorta, Riserva di cose, o denari, che si porta con sé in più del previsto. PI. Scòrt. Scorda, sf. Scorza, Corteccia.
PI. Scoi.
PI.
PI.
sf.
Pozzanghera.
]
Scòr?.
scos
SCRU
388
^cò§ (d'acva), sm. Scroscio d'acqua.
Scostato.
sm. Scrittore. Scritùr. Scritùra, sf. Atto notorio Calligrafìa. PI. Scritùr. Efar indri 'd scritùra, (F.
PI.
Scóst F. Scòsta
co comprendonio. Esser corto di mente. Scrivàn, sm. Scrivano.
PI. F. Scòsti.
PI.
§có§. Scò^a,
Scritór,
PI.
PI.
Scossa,
sf.
Scò§i. Scòst, agg.
Scotimento.
PI.
Distante
Discosto,
'
prt.
\
Scòt, sm. Scottata.
De' un scòt, Dare un bollore.
I
PI. Scòt.
Scotadida (A), avv.
modo da
A
scotta dita. In Appena tolta
scottarsi le dita dal forno.
Scòria,
sf.
(v.
|
al scodai, Giocare a noccioE' il gioco di ripiglino, fatto con noccioli di pesca, o di albicocca. Ripiglino. Scòria 'd spén, Frutto della marruca, Capolino di marruca. PI. Scodai. Scrèe, sm. « E' scrèc » gli ultimi tre conci della volta del forno. Scrédit, sm. Scredito, Discredito. PI. Scrìdit. Scrèt, sm. Scritto Scrittura (F.) Co. sa cne avverrà infallibilmente. agg. prt. Scritto. L'è un scrèt, E' una cosa certa, sicura. PI. Scrèt. Scrèta, sf. Scritta. :
|
]
I
I
Scrèti. sf.
Scrèt
— et F. — èta PI. F. —
Stretta
|
Spremuta
|
èti.
(Lat. scribere).
Scròc, sm. Scrocco. Curtel à scròc, C. a serramanico. Vivr' a scroc, Vivere a ufo. Scroc dia porta. Scatto della serra-
I
Scrichéda
I
I
I
tura. Scròi, sm. Scroscio, Scroscio d'acScotimento Scossa. qua. Acquazzone PI. Scròi. I
]
Scrópul, sm. Scrupolo. Scrópul. Scruchér, tr. Scroccare. Carpire, giare a spese altrui.
PI.
Scrichèdi. Scrichèr, tr. Scricchiolare Stringere Strizzare Accendere (fìiammiferi).
PI.
|
—è F. — éda Plt. — édi PI.
sm.
mandorle tostate Scruclèr, intr. gere (biade).
PI.
Prt. Scruclé
—è — éda PI. P. — édi. F.
|
Pa§é' un brót scricot. Superare un brutto frangente. Scriné, agg., prt. Spanato. Che ha pani guasti, l'impanatura rotta. PI. Scrinè I
i
— èda PI. F. — édi.
j
tr.
Fran-
—è — éda PI. F. — édi. PI.
|
F.
Crocchiare
F.
Scricòt, sm. Stretta (F.) Batosta, Stretta Difficoltà Frangente. PI. Soricót. |
Croccante. Dolce di e zucchero cotto.
PI. Scruclént.
Prt. Seriche
|
Man-
Scruché
Prt.
Scruclànt,
Strizzata.
I
Aver po-
PI.
li.
PI.
)
Scrivén. Scrivanél, sm. Scrivanello. PI. Scrivanél. Solo dal tono della voce si può capire se è anche disfjregiativo. Scrìvar, tr. Scrivere. Prt.
Cozla).
?ughé'
I
Scrittura
I
Scruclén, agg. Croccante. scruclén. Cartilagine (del naso, delle orecchie). Scrucòn, sm. Scroccone, Scroccatore. f
0§
PI.
F. PI.
Scrucòn a
—
F.
—
i.
Scrudida,
sf.
PI. Scrudidi.
Intiepidita.
SCRU I
Scucumèstar, sm. Balbuziente. Fabbricante di cucume, Cucumaio, ma nel senso figurato di imo che inciampa nel parlare.
Scnidìr, tr. Intiepidire, Temperare. Scrudi' l'acva, Intiepidire l'acqua. L'éria la s'è scrudida, L'aria si è in-
(sch.)
I
I
tiepidita.
Scniléda, sf. Scrollata, Scrollata di Scrollatura, Scotimento di albero per farne cadere foglie o frutti. PI. Scrulédi. Scrulèr, tr., e intr. Scrollare, Scuotere Agitare. Scruléss da dò^, Togliersi di dosso. (F.) Liberarsi di... Scrulé' al bot, (F.) Scrollare le bus-
PI.
F.
spalle,
èstri,
I
I
messi da
I
j
Scrupulù§ ó§a
—
GLE;
tr.
Scrostare,
Togliere
la
Scnisté
dal lat. scutra, -piatto.,). rfl. Scodarsi. Perdere
Scudéss, coda.
la
Scudé
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
—é F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
Scucaìna, (v. Scusaina). Scucladùra, sf. Scocciatura,
Secca-
tura.
Scudghér, tr. Levare lo strato erboso che si forma sul terreno incolto, (v.
«Codg
»).
Scuciadùr óra
med. ha scodigare, levare le zolle di terra. GLE). Scudlè, sf. Zollata. (Dolpo con ima zolla. Sassata con una zolla. De' una scudlé. Tirare una zollata.
F.
PI. Scudlé.
Scuciadùr. Scuciadòr, sm.
PI.
(Il
Scocciatore,
Secca-
tore.
—
PI.
|
ó§i.
^crustèr, crosta. Prt.
dimenare la coda in genere. Scuda^ér, intr. Scodinzolare, E>ime(F.) Sculettare. nare la coda Scuda^éna, sf. Ck)dazzola, Cutrettola. PI. Scuda^én. Scudéla, sf. Tazza, Ciotola. PI. Scudel. (Lat. tardo scutella, DEI; e scudela. L'atto del
med. scrollare, scuotere. GLE). Scrulón, sm. Scossone. PI. Scrulón. Scrupulo§, agg. Scrupoloso Onesto.
F.
I.
Scudate. Scuda^èr, sm. Scodinzolio.
(Lat.
PI.
sf.
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
—
Em. II e da Umberto Colpo di coda.
Vitt.
Scuda^,
Prt. Scrulé
P.
—
Scucimiér). Scud, sm. Scudo. Moneta da cinque lire Scudo. Arma che serviva a difendere il corpo. Scudòn d'arzént. Scudi d'argento e-
se.
PI.
èstra
F.
(v.
I
F.
Scucumèstar
—
PI.
I
PI.
SCUF
389
—
I
òri.
Scucèr, Prt.
tr.
Scocciare, Seccare.
Scuce
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Scucumèr, intr. Balbettare. Pronunciare con grande difficoltà le parole, per difetto degli organi vocali. « Scucumé' », viene da « cucóma », cucuma che, in senso figurato, significa anche « intoppo nel parlare ». Fé' dal cucóm, Inciampare nel par1
lare.
lat.
Còdal). Scudlòt, sm. Scodello tto. Ciotoletta. PI. Scudlót. Scudlòt di bajóc. Ciotola delle mone(v.
]
te spicciole.
(Lat.
med. scudellottus,
scodella.
GLE).
Scudrignèr, int. Sculettare (F.) Muovere il codrione. Scufjina, sf. (dim. e vezz.) CXifflna, |
Cuffietta.
Scufjìn. Scufiòt, sm. Cuffietta, Cufflotto. PI. Scufiòt.
PI.
SCUJ
SCUM
390
Scujàtul, sm. Scoiattolo. Scujètul. (Lat. med. scuoiatulus, GLE).
Scultùr. Sculuriss Prt. Sculurì
Scuimèr, tr. Scolmare. Togliere il colmo. Levar la colmatura. Scuimè' e' pajèr, Scolmare il pagliaio.
PI.
PI.
PI.
I
Scuimé
Prt.
Sbiadirsi.
ì
puristi
sendo
preferiscono
è altro
nell'uso
Smalviss;
comune, non
ma es-
che il contrario di Culuréss che viene da Culòr. Scumachèr, tr. Far fare la schiuma.
Scumaché' un
]
òv.
Sbattere,
frullare
un uovo.
Sculadùr.
PI.
]
— — Ida PI. F. — idi. Sculuriss
Sculadùra. sf. Colaticcio, Feccia, Deposito, Scolatura.
Scolorirsi
F. I
—é F. — éda PI. F. — édi.
PI.
rfl.
Scalale, sf. Sculacciata Atto del batcol sedere per terra PI. Sculajé. Scula^èr, tr. Sculacciare [
tere
Prt. Sculajé
—è — èda PI. F. — édi.
PI.
F.
Sculéna, sf. Scolina. far scolare le acque.
Fossatello
per
PI. Sculén.
(Questo verbo viene dal lat. med. schudal germanico skums o dal longobardo skum). Scumarér, intr. Raccogliere tutti i cocomeri... Fare l'ultima raccolta dei cocomeri. Scumè§a, sf. Scommessa. Fatto dello scommettere. Contrasto con pegno da
ma, schiuma;
cui risulta vincitore chi è dalla parte della verità.
acque. Prt. Sculè
Scumè§i. Scumètar, tr. Scommettere. Fare scommese. Scumigér, tr. Scom.pigliare. Scumigé' 'gna cvèl, Scompigliare tut-
PI.
to,
F.
Scumónica, sf. Scomunica. Ave' la scumónica adòf, (F.) Aver scomunica. Aver tutte le disgrazie.
PI.
Sculér, tr. Scolare. Far scolare. Far sgocciolare. Prosciugare. Liberare dalle
—è — éda PI. F. — édi.
I
(Lat. med. scolare. DEI). Sculér, sm. Scolaro Apprendista. |
PI.
F.
Sculér èra
—
PI. F.
—
èri.
Sculpér, Prt.
tr.
Scolpare
|
Discolpare.
Sculpé
Sculpi, PI.
F.
agg.,
PI. F.
—
— — ida Pi. P. —
àgna
—
agni.
tr. Scompagnare, DiviDisixnlre (animali, vasi, scarpe, cose appaiate, o numerate). Spaiare. Guastare il paio.
Scumpsgnér,
prt.
Scolpito
idi.
i
F.
idi.
Scultór, sm. Scultore. Scultùr. Scultura, sf. Scultura.
PI.
Scumpégn
—
PI. F.
Sculplr, tr. Scolpire. Prt. Sculpi
PI.
(E' più dialettale « stmónga »). Scumpàgn, agg. Scompagno, Disuguale. Non compagno (detto di un oggetto rispetto a un altro; di un indumento rispetto al vestito; di animale).
F.
Sculpi Ida
—
la
i
PI.
—é F. — éda PI. F. — édi. PI.
ogni cosa.
1
Inciso.
dere,
Prt.
Scumpagnè
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
Scumpartimént, sm. Scompartimento, Compartimento. PI. Scumpartimént. ScumRÓnar, tr. Scomporre. Prt. Scumpòst
SCUM
SCUP
391
— óst — osta PI. P. — òsti
coniglia).
PI
Scuntér tr. Scontare. Scimté
P.
Prt.
Scumpòst,
prt.
agg.,
Scomposto
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
|
Scorretto, In posizione, in atteggiamento scorretto, scomposto.
F.
Scuntrén, sm. Scontrino. Biglietto di riscontro Contromarca per il reingresso in balli, teatri, ecc.
Scumpòst
PI.
—
F.
osta
PI. F.
—
I
òsti.
Scumunichèr,
tr.
Scimtrén. Scimtrómbal, sm. Scompiglio Disaccordo. PI. Scuntròmbal.
Scomunicare.
PI.
Scomuniche
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Scunvòl^ar,
Scuncà^, sm. Sfasciume (detto di bicicletta, motocicletta, ecc.). Sconquas-
Prt.
so.
F.
Scunchè§. Un scuncà^ 'd biciclèta, Una bicicletta tutta sgangherata. Scunca^è, agg., prt. Sconquassato, Scassato, Rovinato, Sconnesso. (V. Scuncasér). Scuncaféda, sf. Sconquassata, Fracas-
PI.
PI.
PI. I
sata.
Scunca§édi.
PI.
Scunca^r, re,
tr.
Sconquassare, Scassa-
Rovinare, Sconnettere.
Scunca§é
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
F.
—
F. PI.
agg.
scrive « sconqua-
—
Prt.
prt.
agg.,
Sconfitto,
Vinto,
Scupèr tr. Ammazzare. Scopare - dice il Tommaseo - era pena di vituperio ». Nel 1500 esisteva una « pena della scopa». Prt. Scupé
—è — éda PI. F. — édi. F.
Scupé' ón
Scupèrt, prt. Scoperto, Rivelato, Patto conoscere.
PI.
Sconfitta,
sconficta.
Disfatta.
GLE).
Scunfinér, intr. Sconfinare. Uscire dai confini.
Entrare
(F.) Oltrepassare
in i
territorio
altrui
I
Scunijèda, prt. Spregnata (detto del-
Scupìrt èrta
—
F.
—
èrti.
Scupèrta, sf. Scoperta, Scoverta, Scoprimento, Rivelazione. PI. Scupérti. Scupridór, sm. Scopritore. PI.
F.
limiti.
PI.
Scupridùr óra
—
F.
—
òri.
Scnprìr, tr. Scoprire, Prt. Scupri, Scupèrt
la coniglia).
Scunijédi. Scunijèss, rfl.
Scun?gné
«
j
èti.
med.
Disuni-
—è F. — éda PI. F. — édi.
F.
(Lat.
òlti.
PI.
PI.
—
—
I
èta
F.
olta
P.
re
édi.
Scunfèta, sf. PI. Scunfèti.
—
Scun?gné, (v. Scim?gnér). Scunzgnér, tr. Scongegnare, (F.) Mettere disaccordo. re
Scvmfèt
—
Sconvolgere.
Scunvòlt Scunvùlt
coma un cunèj, Ammazzauno come im coniglio (I conigli si ammazzano dinoccolandogli la nuca con un colpo dato a mano rigida).
Sconclusionato.
éda
Scunfèt, Battuto. PI.
cit.,
Sconclu§iunè
PI. F.
(F.)
PI.
(P. Santoni, op.
sè», a. 1700). Scunclu^iunè,
tr.
|
PI.
Spregnarsi
(detto
di
PI.
—
ì,
—
ìrt
Rivelare.
SCUR
—
F.
—
ìda,
—
F.
PI.
Scur, sm.
Scurghér,
èrta
—
idi,
Scuro, Sportello, Scurino
Scuro, Oscuro, Oscurità. Scur.
Int
e'
Scur,
quasi,
scur. All'oscurità. agg. Oscuro, Scuro. Privo, o Opaco Che tende al di luce |
|
bruno. PI.
P.
Scur
—
a
F.
PI.
—
i.
Scuragé, agg., prt. (v. Scuragér). Scuragèr, tr. Scoraggiare, Togliere coDisanimare. raggio I
—è F. — éda PI. F. — édi.
Guasto nell'accordatura. PI. Scurdè éda F.
Rompere
l'accordo,
Scurnèr,
tr.
Scomare
I
Scornarsi
rfl.
(in senso reale e figurato). Prt. Scurné
(v.
Scurné). tr.
Sconocchiare.
Disfare
il
ca) Accapigliarsi. Prt. F. Scumicéda édi. PI. F. Scurtadùr, sm. Scorciatoia.
[
Vento
Peto,
sf.
|
Giaggiolo.
al
scure?, (F.)
Asfissiare
ArbvUì int al scure?, (F.) Intossicato, che non cresce per aver odorato troppi peti, Avvizzito dai peti. Scurè^a de gèval, Giaggiolo, Iris gerI
manica, Scurgadùra,
—
Scurtadùr. Ciapé' un scurtadùr.
PI.
Prendere una
I
I
sf.
Spellatura
Escoriazione. GuidaScuoiatura. ]
ScuTgadùr. Scurghè, agg., prt. (v. Scurghér). Scurghéda, f. Scorticata (Torriana dal 21 giugno 19Q8), monte, borgata, castello, omonimi che traggono il nome
PI.
dalla natura squallida del terreno. Il più antico documento che ricorda il luogo è del 1144, e menziona la Chiesa di S. Cristoforo nel Castello di Scorticata.
édi.
I
coi peti.
1
—
med. scomatus. GLE).
pennecchio (della rocrfl. (F.) Filare ima conocchia
Scure?.
lesco
GLE)
éda
la conocchia,
—§ — éda PI. F. — édi. Anghé' int
scorticare.
Scumè
—
Scumicér,
F.
I
med. scortigare,
Scurnacér, tr. Scornacchiare. Scurna^ér, int. Strofinare le coma (detto dei bovini che strisciano le corna contro il muro, o contro i divisori delle stalle, in segno di irrequietezza). Scurné, prt., agg. Scornato, Che ha perduto uno o tutti i comi,
—é — éda PI. F. — édi.
Scurdé
Scurè^,
(Lat.
PI.
PI.
PI.
scurghé, Asino pieno di guida-
F.
édi.
Scurdéss, rfl. (v. Acurdéss). Prt.
Sumàr
(Lat.
]
—
I
leschi.
PI. F.
Scurdé, prt., agg. Scordato. Senza Scordato. corde (di istrum. a corde)
PI. F.
;
—è F. — éda PI. F. — édi.
F.
PI.
—
Spellare
Scurghé
Prt.
PI.
Scuragé
Prt.
|
PI.
PI. I
Scorticare
tr.
Escoriare.
érti.
di finestra. I
SCUR
392
scorciatoia.
Scurtatòja, sf. Scorciatoia. Via più breve. PI. Scurtatòj. Scurtér, tr. Accorciare. Rendere più Abbreviare Scortare. corto Prt. Scur té PI. é F. éda édi. PI. F. (Lat. curtare, tagliare). TaScurtlazé, agg., prt. Accoltellato 1
— —
|
—
|
malamente. Scurtla^ éda
gliuzzato PI.
F.
—
PI. F.
—-édi.
Scurtlazér,
tr.
Accoltellare.
Colpire
SCUR più volte con coltellate. Scur^ér, int. Scoreggiare.
PI.
Far
Che
Scurzòn, sm., agg. Scoreggione. fa scorregge senza ritegno.
—
a
F.
PI.
—
tr. Scostare Separere, Disgiungere. Prt. Scusté
—è — éda PI. F. —
Colpo
di
pantaloni
Scutédi. Scutént, ps.
Scu§
PI.
Tire' fura dal scus, Mettere in po delle scuse, .Addurre scuse.
cam-
Fienarola. (Pòa pratensis). Scuscéda, sf. Scossa, Scotimento
PI.
|
F.
Oscillare.
Scuscé
caso).
Scuscé' al ramèt, (v. Ramèta). Scuscé' la còda, Dimenare la coda. (Lat. med. scosare, scuotere. GLE). Scu§ér, tr. Considerare, Ritenere (F.) Valutare. Scusare
Prt. PI.
F.
Scu§é
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
un
burdèl,
Giudicare
I
Nò' scu§é' par gnit. alcuna considerazione. I
agg.,
prt.
Non
Scucito.
Scu§ì ida
PI. F.
scottato.
tenere in
è
—
édi.
scuvédi,
Chioccia scovata.
Uova
scovate,
tolte
dal
covo.
Scu?è§, agg. Scozzese. Scu|ì§. A la scuzè§a. Alla scozzese. Scvacè, agg., prt. Schiacciato.
PI.
PI.
pr'
uno un bambino.
—
Rimaner
éda
F.
Ov
I
I
F.
F,
scuté, (F.)
Ciòza scuvéda,
I
|
Scu^ì,
édi.
Scuvè
— —
PI. I
I
PI.
—
Armane'
I
òn
F.
PI.
[
I
Scu§é'
è
éda
do
Scuscé' la tèsta. Scuotere la testa. Scuscé' al bòt, Scuotere le botte (Non
Prt.
— —
Seuvé' agg., prt. (v. Scuvér). Scuvér, tr. Scovare. Far smettere di (F.) Snidare. Cacciare dal nicovare
—§ F. — eda PI. F. — édi. fame
Scottare.
tr.
I
PI.
I
i.
Scuté
Prt.
Scuscédi. Scuscér, tr. e intr. Scuotere, AgitaI
—
Scuter,
Scrollata.
Dimenare
Bru-
Scutént a
—
PI. F.
PI.
Prt.
F.
sf.
|
Scottante.
agg.
ciante.
Pretesto.
|
j
Tentennata
édi.
PI.
Scurziné. Scusa, sf. Scusa
PI.
re,
|
Scutadùra, sf. Scottatura. PI. Scutadùr. Scutèda, sf. Scottata.
(da Cur?én).
Scu^aìna,
Allontanare
PI.
i.
Scur?iné, si. Correggiata. correggia, di cinturino dei
PI.
'
F.
Scur?ón
F.
Scu§ón.
Scustér,
peti,
scorregge.
PI.
SCVA
393
F.
Scvacè éda
—
F.
PI.
—
édi.
Scvacér). Scvacéda, sf. Schiacciata. Scvacér, tr. Schiacciare. Spappolare. Pestare le uova o l'aniAcciaccare male nel covaccio. (v. Cvacc). (v.
|
—
Prt.
idi.
Scu§ìr,
tr.
Scucire.
PI.
Scvacè
— —
è
éda
Prt. Scu§ì
P.
PI.
édi. F. Scvaciarèl, sm. pi. Così erano chiamati per dileggio i cattolici e « scvaciarèla » la loro associazione.
— — ida PI. F. — ì
P.
idi.
Scufdn, sm. Scossone.
PI.
—
SCVA Sing. Ssvaciarél (v. Scvaciarèla). Scvaciarela, si. Squacquera. Feci quide. Scvacvarèss, rfl. Scquacquerarsi.
I
—
PI. P.
'd scvédar, Fuor di squadro; Giù sesto (in senso reale, o figurato).
Scvédar.
PI.
Scvacvarù§ ò§a
—
Zo
di
Scvacvar5§, agg. Squacqueroso. Detto di un tipo di formaggio molto molle. PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Scvédar, sm. Squadro.
—è F. — éda PI. F. — èdi. PI.
F.
Scvarcé
Prt.
li-
Scvacvaré
Prt.
SDAZ
394
Scvèla, sf. Squilla Allerta. Avvertita. Sté' in scvèla, Stare in guardia. Stare sull'avvertita. Svelato Sevèri, prt., agg. Scoperto j
I
|
Scoperchiato
ò§i.
(F.) SquaScvadrèr, tr. Squadrare (F.) Piacere, Andare a genio, drare Soddisfare. |
PI.
F.
PI. F.
Scvadré
—è — éda PI. F. — édi.
Scvè^, sm. Schizzo, Spruzzo.
PI.
U
PI. Scvè|.
Sevi^ér,
u m' scvédra, Non mi soddisfa non mi va a genio.
zare
(F.) Scoprire Scvajér, tr. Snidare Ammaliziare quaglie (e (malefatte) civette) nei riguardi del richiamo.
PI.
n'
|
]
Prt.
—è F. — èda PI. F. — édi. PI.
(di carabignir), sm. Quardei carabinieri. « Lascé' e' s-ciòp int e' scvarcèl di carabignir ». Si narra che un tale, recatosi a San Pietro in Vincoli, armato di fucile, si fermò in una casa fuori del paese e chiese « Posso lasciare qui
ScvarcSl
I
che non ho il permesso? » quella casa era il quartere dei ca-
lo schioppo,
;
carabignir », immaginarsi che cosa
scvarcèl
« e
ognuno può
di
capitò. Questo voc. è la deformazione di quargli
tierello.
Scvarcèr,
coperchio Prt. Scvarcé
il
tr. [
Scoperchiare. Levare coperchio. il
Strappare
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Scvartèr, tr. Squartare. Scvar^éss, rfl. (Traslato di Squarciare) Spappolarsi. Ridursi come una pappa.
e intr.
Schizzare, Spruz-
Scvi^
Scvi^èt.
$da^, sm. Staccio, Setaccio. PI. 9déz. (Lat. med. sedacius, setaccio. GLE). §daz d'acva, Spaglio d'acqua. Sparpaglio d'acqua. Spruzzaglia circolare o semicircolare provocata da un corpo !
che cade nell'acqua. §da?é,
:
e
tr.
Zampillare.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
tiere
rabinieri,
1
Sevizèt, sm. Schizzetto. Pompetta per schizzare liquidi. Schizzatoio.
Prt. Scvajé
ma
— èrti.
Scvé§i, avv. Quasi.
F.
I
Aperto.
Scvirt èrta
—
I
Prt.
)
1
agg.,
prt.
Stacciato.
Passato
allo staccio. PI. ^daijè
F.
—
PI. F.
éda
—
édi.
§dazéda, sf. Stacciata, Cernita. PI. §da?édi. Sdazéna, sf. Staccino. Scatola per uccellatore, bassa, a forma cilindrica, con le basi di tela. In quella superiore è applicata una manica per introdurre e levare gli uccelli vivi. §da3fér, tr. Stacciare. Passare al setaccio (farine). Per semi e sabbia si usa Valer. ^da^ér, sm. Staccialo, fabbricante di stacci. PI. ^dajèr.
Venditore o
SDAZ ciàcar
piò
]Avè'
eh'
n'è
un
^dajér,
PI. F.
Aver più chiacchiere di uno stacciaio. (Lat. med. sedazzarius, costruttore o venditore di setacci. GLE). §da^ié, agg., ^da^iér).
§daziér,
tr.
Prt. PI.
Sdaziare.
Liberare
l'impedimento della gabella. Pagare dazio per svincolare una merce. PI. §dazié PI.
— —
F.
dal-
—
PI.
F.
sf.
§dignè, agg. prt. Sdegnato, Offeso, RiNauseato Indisentito Disgustato sposto (di salute). .
I
[
§dignè éda
—
PI. F.
PI.
— —
è
éda
—
édi.
Si usa anche: Cave' l'adòb; Tu' l'adòb. ^duliss, rfl. Sdolenzirsi. Togliersi l'in-
dolenzimento. Prt. §dulì
— — ida PI. F. — 1
idi.
$è, sf. Aceto, Se, cong. Se.
Safós e Sajavès i mure purèt scanè fond d'un fo§. (« Safó§ » è composto di « se a fo§ », cioè se io fossi e « Sajaves » è composto da « se a j' aves », cioè: se io avessi). « Se-fossi » e « Se-avessi » morirono poveri in can-
édi.
Disenfiare,
Sgonfiare.
parlano di ciò che farebbero se si trovassero nelle condizioni in cui non
—
denti.
§dintè éda
—
;
na nel fondo di un fosso. Questo detto viene rivolto a coloro che
Detto di persona, di pet-
sono. Sé, avv. affermativo. Sì. Nella zona delle Ville Unite è usato
differentemente Di' se. Dire sì \
«
Se
»,
«
È
Dire di
» sì
in-
ed « È ». Promet]
tere.
Di' d messa.
se.
I
F.
A§è).
:
éda
tine e di sega. Si dice anche di un'arma, o di un attrezzo, a cui siano state fatte delle tacche alla lama. PI.
(v.
I
^dinté, agg., prt. Sdentato. Che non denti. Che è privo di alcuni o di i
Disaddobbare.
int e'
ha
tutti
tr.
[
§dubé
PI. F.
Sdegnare. Provocare a Nauseare, Disgustare Pro-
$dinfièr, tr. Prt. §dinfié PI. é F. éda PI. F. édi.
— —
F.
tr.
è
—
édi.
§dubér, Prt.
PI.
vocare risentimento. Prt. §digné
PI. — F. —
éda
—
j
|
|
è
F.
édi.
§dignèr,
sdegno
édi.
)
Disdetta, Sfortuna, Jattura.
PI. Sdèti.
PI. F.
éda
—
§dirìn, sm. Sederino Sté' in sdirìn ( Stare a sedere Mèts' in §dirìn (Mettersi a sedere). Modi avverbiali usati verso i bambini.
dersi.
§dèta,
— —
PI. F.
j
—
é
Prt. §dinuzié
édi.
I
F.
§dinté
— —
I
éda
§dégn, sm. Disgxisto, Offesa. Dispiacere per azione ricevuta. PI. §dégn. §dén, sm. Sedile (per botti e tini). Sedile ottenuto da un toppo, o da un pezzo di tronco. PI. Sdén. §dèr, intr. Sedere. Mets' in sdè', Mettersi a sedere, Se-
PI.
taglio.
$dinuzié, agg., prt. (v. Sdinuziér). §dinuziér, tr. Disdire una denimcia. §dinuzié' un pòrc, Disdire, far cassare la denuncia di un maiale.
è
PI. F.
arma da
di
PI. F.
il
édi.
|
lama
Sdaziato,
prt.
—
$dintér, tr. Sdentare. Rompere i den(di pettine, sega) Far tacche a una
ti
(v.
F.
SE
395
I
Fé'
'd
se
Acconsentire
cun
la
tèsta
Far
pro-
Accennar
di
SEBA
SEGN
396 Seda, Séd.
col capo.
sì
Sèba (La)
Villa Selva. Fraz. del Com. di Forlì, sulla destra del fiume Ronco, a nord dell'Emilia. La selva (il dial. conserva ancora la voce « siba ») che in quella località si estendeva, era forse un avanzo di quella « Silva Litana » che delimitava ovunque la grande « valle Padusa ». Nella toponomastica della Romagna al-
nomi
collegano a questa Selva Litana: Bagnara, detta anticam. Silva Bagnariae; la pieve di S. Pietro intra S. LorenSilvas, presso Bagnacavallo zo in Selvis, presso Lugo; S. Giov. in Silva vetere, nella diocesi di Faenza. Sèbén, aw. affermativo composto da « se », sì, e « ben », bene, con funzione tri
si
;
rafforzativa. Sì; Sicuro;
Sicuramente.
Seta
sf.
!
Bozzoli (di seta).
PI.
f.
Pavajón dia seda, Padiglione Mercato dei bozzoli.
seta.
A
Forlì si svolgeva in piazza
della
XX
Set-
tembre ed era coperto di teloni. Seda naturéla, Seta naturale. Seda artificiéla, Seta artificiale. (Lat. med. seda. GLE). I
j
Sèdia,
Setola.
sf.
Pelo grosso e, lungo del maiale o del cinghiale. Setola. Crepatura sottilissima Setola. Fenditura dolorosa del1
I
pelle,
la
P.
dita,
alle
melle. PI. Sedai. Sèdia, sf.
ai piedi,
(Equisetum
alle
mam-
arvensis
L.)
Zangheri. Sega, sf. Sega. Ség.
PI.
I
sm.
Sèc,
Seccume
Secco, Aridità, Siccità Stagione asciut(di piante) 1
ta.
PI.
A
Sèc.
secco (senza calce).
I
[
|
I
|
seccato (di frutta). PI.
F.
Sèc èca
—
PI. F.
—
èchi.
SecArsura (alla bocca) Parte della riva, del fondo di uno stagno, o di un canale, che rimane scoperta per il deflusso delle acque.
Seca,
sf.
j
ca.
Sechi. Secc, sm. Secchio. PI. Secc. Indovinello: E' va zo ridènd e so pian?;ènd. Sècia, sf. Secchia. PI. Sècc. (Lat. med. setia, GLE). Seoul, sm. Secolo. PI.
I
PI. Sìcul.
Secvestar, sm. Sequesto. PI. Secvestar.
Sede. Sèd, sf. Sete Sed. (Anche Seda). Cave' la sèd, Dissetare. \
PI.
!
I
piezza del taglio della sega, divaricandone i denti lateralmente. Tu' dia stré a la sega, Restringere l'ampiezza del taglio della sega. Strade' la sega, Allicciare la sega. Sbichè coma una sega, Dentellato come una sega. I
A
sec,
De' int e' vèrd e int e' sec, (F.) Commerciare in tutti i generi. Asciutto, Privo di Sec, agg. Secco Duro Disumidità, di acqua Arido I
De' dia stré a la sega, Allargare l'am-
j
I
I
(Lat.
vén
GLE).
sega.
magra
dieta quaresimale e concedeva popolo un ingenuo divertimento. Ha indubbiamente (come ogni spettacolo rinascimentale) un suo significato la
e'
med.
Sègavécia, sf. Segavecchia. Festa che si svolge a mezza quaresima a Cotignola, Forlimpopoli e Bertinoro. « Segavècia » viene da « sghé' la vècia », segare la vecchia. Ai tempi del Papa veniva rilasciato un « Passaporto per andare a segar la vecchia a Forlimpopoli ». E' una festa sorta durante il Rinascimento, che consentiva uno strappo alal
allegorico. «
La vecchia
»,
dall'aspetto così brutto,
che l'invisa quaresima contiene frutti doviziosi. Infatti la Vecchia veniva segata in piazza e dal suo grembo uscivano, a saziare il popolo, frutta secche, carrubi e castagne secforse
significa
che.
Sègn, sm. Segno, Frego Traccia Indizio Cenno Presagio, indizio pre]
|
I
|
SEGN Gesso per scrivere. Sègn. (Lat. signum). Secondo la superstizione popolare vi sono segni premonitori di disgrazie imminenti e còse, o fatti, che portano monitore
SEND
397 gro.
1
F. §èlda PI. F. §éldi.
Un
De'
segni sono:
Svar§é' l'oli; Svar§è' e' §èl; Rompr' e' spèco; L'uról de càn; E' cànt dia zvèta; E canté' a gal dia galèna; Avdè' cade' una stèla e no' fé' un pirulòt; Furmé' una erósa par chés; Tnè' e' gal nìgar; Ma^é' e gat dia ca; Cójar al j' òv da du tóral (alcuni sono di parere contrario). L'è sègn 'd gnèra, la stela da la còda. Segùgg, sm. Segugio. Cane da cerca usato per la caccia alla lepre.
\
§èl§ véncc o l^èl^
da
Salice
Salice
s-ciunclèn,
fragile,
che
spezza facilmente.
>.
j
PI. §èlt.
Fé' Un §èlt, Spiccare un salto. Sèlta in pél, sm. Saltimpalo. Saltinselce moro, Sassicola mora, (v. Seltinvèta e òcc 'd bò). §€Itaprè, sm. Rana bruna dei prati I
(Rana temporaria). Rana più grande della comune con zampe molte limghe che le consentono di fare grandi balzi. PI. §èltapré.
^éltinvèta, sm. Saltimpalo (detto an-
òcc
bò
che
«
PI.
Seltinvèta.
'd
§èlvadinèr, danaro. (Lat.
».
sm.
Salvadanaio,
Salva-
med. salvadinari, cassetta
in cui
raccolgono denari. GLE).
si
Sèmna,
sale.
sf.
Semina,
Seminagione
|
Seminato.
Sotto sale.
(Lat. sai). §èla, sf. Sella (per cavalcatura). Sellino (della bicicletta). PI. I?èl.
[
!
§éla, sf. Sala, Assale. Asse di legno, o di ferro, che entra nei mozzi delle ruote Sala, Stanza. [
Sèi.
Semna
a man, Semina Sèmpar, aw. Sempre. §émpli^, agg. Semplice Sén, sm. Seno.
a
[
spaglio.
Modesto.
Mèts' in sén, Mettersi in seno. Negli altri casi si usa sempre « pet ». che sign. Petto, Seno. pendio, sm. Sindaco. Il primo citta[
(Lat. med. sala, sala della ruota del carro, Rav. 1358. GLE). §èld, sm. Saldo agg. Intero, Inte-
Sèman. Par la sèmna. Durante la semina. Int la sèmna. Nel seminato.
PI.
j
|
vLncèn.
§èlsan, sm. Salsedine. Copula (di animali §èlt, sm. Salto
I
sèi,
§èl§
(Lat. salix).
PI. Sìguit.
PI.
S'èls.
legare.
I
Sóta
salvo.
sm. Salice.
§éls, PI.
dare la selvaggina. (V. Sgugg). Seguii, sm. Seguito. Ciò che viene dopo Corteo, Codazzo, Seguito. 'D sèguit, Di seguito.
I
Inamidare.
PI. F. Sèlvi.
Càn da sfùit », cane da (non da ferma), per scovare, sni-
I
sélda.
§èlov
si
Sègval, sm. Segale. (Lat. med. segalum. GLE). E' sègval e' fase muri e' su ba' da la fàm. La segale fece morire il suo babbo dalla fame. E' detto così della segale perchè è il primo cereale a mettere la spiga e l'ultimo a maturare. Sègvit, sm. (V. Sèguit). Sèi, sm. Sale. E§ar e' fug 'd §èl, Essere salatissimo. Mètr' int e' sèi, Mettere sotto sale. Cave' da séta sèi, Togliere da sotto
la
giorno intero.
Amido.
^lov, agg. Salvo. Mets' in sèlov. Mettersi in San e sèlov, Sano e salvo.
PI.
E' detto anche « fiuto
sf.
F. §élva
Segùgg.
PI.
Un
de §èld,
^Ida,
disgrazia. I
§èld
PI.
PI.
SENI dino del Comune. §èndic.
ne piante
PI.
PI.
(Lat. med. sindigus, sindaco, GLJE). Sèni, sm. Senio (fiume). « Pare che derivi il nome dalla voce gallica « sinn » che vale torpido, lento ». F. Serrantini. ^én^, sm. Senso, Sentimento Di\
rezione PI. Séns.
1
Senno
j
Modo.
Senso comune,
I
Buon-
senso. Sensèbil, agg. Sensibile, Delicato, Impressionabile, Di sentimenti delicati. PI. Sensèbil. F. a PI. F. i. Séni, sm. pi. Santi Ognissanti.
—
riparo durante l'inverno.
al
§èr.
Séra -sera
—
j
Fred). Pr' i Sént,
(V.
Serra
§èrb, agg. Acerbo. §irb
§èrba
F.
F. §èrbi. (Lat. acerbus).
PI.
Sarda (Clupea pilchardus). §èrd. Serenéda, sf. Serenata. Nel dialetto antico si usava « sirlné-
PI.
(
da PI.
gvént.
i
Per
i
Santi,
»).
Serenédi.
PI.
Serio.
agg.
Sèri,
Siri
F. Sèria
F.
Ins
i
Sèrji. sèri.
e'
I
Sul
serio,
Seriamente.
Davvero.
guanti.
Sentènza, sf. Sentenza. Senténz. Lè?ar la sentènza a òn, (F.) Giurare di far la pelle a imo. §ènza, Senza. Fé' §énza. Far senza. Rinunziare.
PI. '
I
§én|;'étar. Senz'altro.
Sequèstar (v. Secvèstar). Sèr, sm. Siero, Parte acquosa
Serietè,
Serietà.
sf.
Serpént, sm. Serpente. PI. Serpént. ^r§an, sm. Salsedine.
sm. Sarto.
Sèrt,
Sèrt F. Sèrta PI.
PI. F. Sèrti.
Serva,
del
latte.
Séra,
avv.
PI.
PI.
I
I
mod.
(Un),
serra.
.^èrda, sf.
cumón.
§én§
SET
398
sf.
Serva.
F. Sèrvi. Par chi m'héit Zòful?, Per chi PI.
sf.
Sera.
[
PI. Sèr.
De cànt dia séra. Verso sera, Verso l'imbrunire, Sul far della sera. Dmàn a sera. Domani sera. Jarsèra, Ieri sera. Lòn séra, Lunedì sera (Cosi per tutti i giorni della settimana). L'è séra nòta, E' sera buia, inoltrata. De' la bòna séra. Dar la buona sera. U s' fa séra tòt i de. Tutti i giorni annotta, (F.) Ogni vita invecchia. Ma significa anche « Spicciati ( a ultimare il lavoro), che si fa tardi! ». Sèr bòni e sèr cativi. Sere buone e sere cattive. Le buone sono quelle del j
i
PI.
F.
I
j
Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica in cui i fidanzati vanno a morosa. Le altre sere
non sono
«
buone
»,
cioè
non
propizie all'amore. §éra, sf. Serra. Stanzone con vetrate per tenervi alcu-
serva
'd
éè§ é§a
—
F. §é§t,
PI.
I
:
la
preso, per la (Cosa credi che io
Servitòr, (v. Sarvìtòr). §ès, agg. Sciocco.
I
|
par
serva di Zoffoli? sia un baggiano?). Servito, sf. Servitù.
I
I
tòlt,
mi hai
PI.
F.
—
é§i.
agg.
num.
ord.
Sesto.
|è§t è§ta
—
PI. F.
—
è§ti.
§ét, agg. num. card. Sette. Set, sm. Sette. La cifra sette. PI. Set. E' set bel. Il sette bello (Il di denari). ]
sette
Set e me?, Sette e mezzo. Gioco d'azzardo il cui massimo punto è sette e mezzo (il mezzo pvinto è dato da
.
SETA una figura
volendo,
o,
dalla
«
mata
»
che è il due di bastoni). Féss un set int i calzón, Farsi un I
sette
(Farsi uno strappo a
calzoni
ai
che « siv » e « bosca ». (Dal lat. saepes). Sevi, m. Savio (fiume). L'antico Sapis Località Savio (Ra). L'antica Sabis, località di sosta per coloro che percorrevano l'antica « Via I
forma
di 7). set sìdar.-
Le
sette sidera. ;. rasentare,
PI.
PI.
Sfiiirèda, sf. Sciorinata PI.
,
tr.
Prt. Sfilacé
F.
—è — éda PI. F. — édi.
l'aria in
filacce.
PI.
Sfibbiare.
tr.
Sfiubé
Prt. PI.
Sfilacér,
filo,
édi.
Sfiubér,
F.
to a filacce. (V. Sfilacér).
PI.
Tagliare a fette.
Sfitlé
PI.
édi. F. Sfigurèr, intr. Sfigurare. Far cattiva figura. Non essere alla pari con altri.
Sfilacé,
édi.
F.
édi.
passionato. PI. Sfigate
—
—
Sfitlér, tr. Affettare.
Sfiéd, sm. Sfiatatoio. Sfiéd. Sfigate, agg. Sfegatato, Sviscerato, Ap-
PI.
éda
F.
PI.
PI.
F.
ri-
Sfitlé
—
F.
PI.
Patto,
Sfitlè, agg., prt. Affettato. doto, tagliato a fette.
agg.,
prt.
Distrutto (V. Sfnir) PI. Sfni ida F.
—
PI. P.
—
Sfinito, |
Spossato
]
Estinto.
idi.
Sfnir. tr. Distruggere e popolazione, razza, stirpe, ecc.). Annientare. Prt. Sfni PI.
—
ì
SFOG F.
—
ida
—
F.
PI.
Sfran^àja,
I
Sfran?ajér,
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Sfrat, sm. Sfrèt.
Sfògia, sf. Sfoggio, Ostentazione. Fé' sfògia, Far sfoggio.
Sfrata^, sm.
sm. Scheggia, Rccolo frammento appuntito di legno, o di ferro, che penetra nelle carni qualora si strisci contro un legno o un ferro scheggiato
sco
il
.
PI. Sfratè?.
Sfratazér,
tr.
Lisciare l'intonaco con
la nettatola.
(Solea
Sogliola
vugaris).
Sfrè, (V. Stress).
Sfregafóm, sm. Inezia. Cosa da nulla. §frés, sm. Frego. Segno. Graffio.
Sfond, sm. Sfondo. Campo nel quaè posto il soggetto di un quadro, o della nostra osservazione Uscita (di le
PI.
aia).
Adito (di camjK)). Sfondar, sm. Vano (di porta, fìnetra). Adito Breccia. PI. Sfondar. agg. Senza fondo Sfondo, Forato, Bucato, (v. Sfundrér). Sfor^, sm. Sforzo (F.) Sacrifìcio.
1
|
Sfrignèr, sm. Frignolio. Piagnucolio. Fé' de sfrignér. PiagnucoSfrignér, intr. Frignare,
lare.
PI. Sfur^.
Sfrómbla,
Pare tutto
il
pos-
sibile.
Sfraca^éda,
sf.
Fracassata.
ferri.
—è — éda PI. F. — édi.
1
sfurz, (F)
i
F.
|
I
Sferrarsi. Perdere
rfl.
PI.
I
!
Sfri§.
Sfrèss, Prt. Sfré
|
i
Assicella ret-
Nettatola.
muratore usa per lisciare l'intonaco quando è ancora fretangolare che
PI.
Fé' tot
Sfratto.
PI.
Sfój,
di
Sfrangiare.
tr.
Prt. Sfran?ajé
I
campo,
frangia.
di
I
La natura la vò e' su sfòg, La natura reclama i suoi bisogni.
sfaldato. Sfój. Sfója, sf. PI. Sfój.
Filo
sf.
PI. Sfranzài.
idi.
Sfòg, .sf. Sfogo Spurgo Efflore scenza. Calore benigno (o ritenuto tale) della pelle. PI. Sfùg.
I
SFRU
402
sf.
Tirapasseri.
Il
più sem-
plice consta di una forcella di legno alle cui estremità delle branche si Fionda lega ima fettuccia di gomma, j
Frombola.
PI. Sfracasédi. I
Sfraca§ér,
tr.
Fracassare,
Sconquas-
sare.
Prt. Sfraca§è
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Sfraca§èr, sm. Fracasso. Rumore assordante. Fé' de sfraca§èr, Par del fracasso.
I
Sfracasón, sm., agg. Fracassone. PI.
F.
Sfracasón
—
PI. F.
dna
—
PI.
Sfrómbal.
Sfróstna, sf. Fiòcina. PI. Sfróstan. Sfrudè, agg., prt. (v. Sfrudér). Sfrudèr, tr. Sguainare (il coltello, il Sfoderare, Levare pugnale, la spada) Levare la fodal fodero, dalla guaina dera. |
!
Pt.
Sfrudé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Sfrulè, agg., prt.
òni. ]
Sèc
sfrulé,
Frollato, Frollo.
Secco frollato (Detto solo
Sfragilér, tr. Sfracellare. Prt. Sfragilé
del legno da ardere).
PI.
bla) Sassata.
—è F. — éda PI. F. — édi.
Sfrumblé, .
I
PI.
Sfrumblé
sf.
Frombolata (V. Sfróm-
SFRU Sfrumblér,
he
SFUM
403 Frombolare ScagliaQuesto verbo è più
tr.
|
(sassi, pietre).
forte di « tire' di §é§ » e significa scagliare sassi con velocità inaudita (v.
sfrómbla). Sfrunté, agg., grt. Stempiato. Sfrustné, sf. Fiocinata, Colpo di
sm. Frascheggìo. Rumore Frascame. Quantità di frasche sparse al suolo Lo stormire delle Sfujazèr,
di frasche
]
frasche. Sfujéss,
I
Sfùit,
Sfrustné
1
Sfrustnéda Sfrustnédi (Da «sfrostna»). Sfrutadór, sm. Sfruttatore, Aguzzino PI. Sfrutadur F. Sfrutadóra Sfrutadòri. Sfrutèr, tr. Sfruttare.
PI. F.
Prt. Sfruté
Sfrutè Sfrutèda
chiare, maiali.
del
sfùit.
Cane da
fiuto.
come termine
usato solo
è
vena-
Sfuitér, intr. Fiutare (del cane che (F.) Rovistare. sente l'usta), Sfuitón, sm. Fiutone. Colui che rovista dappertutto. Sfùlmin, sm. Fulmine. Rare volte questo termine viene usato per dire fulmine, che comunemente viene chiamato « sajèta ». Con Sfùlmin invece è indicato un modo particolare di condire i radicchi. Si mette della pancetta a friggere in una padella e quando il grasso è tutto sciolto vi si getta dell'aceto che na-
turalmente provoca fumo e schizzi
PI. F. Sfrutédi. tr.
(S.
j
F.
Sfudgazér, Sfudgazér,
sm. Fiuto.
Càn da
torio).
PI. F.
Frugacchiare.
sm.
Effetto
frugare
delle
del frugactalpe e dei
vio-
grasso e aceto. Il tutto viene subito versato sui radicchi. Questo condimento si chiama Sfùlmin. Radèce cun e' sfùlmin, Radicchi al fulmine, o fulminati. Sfulminér, imp. Questo v. viene da « sfùlmin », cioè fulmine, ma non si usa mai co! signif di « fulminare » per si usa invece il quale c'è « fulminér » per dire « correre come il fulmine », « e' va che sfulmina », infatti si dice va come un fulmine, corre come il fulmine. lenti
di
'
(V. fudghér). Sfugazión, sf.
Efflorescenza.
Calore benigno
della
pelle,
o rienuto
tale.
.
Sfugazión. Sfughér, tr. Sfogare
PI.
;
|
Sbramare.
Sfughé Sfughé F. Sfughéda Prt.
:
PI.
Sfughédi. Sfujadór, sm. Sfogliatore. Colui che raccoglie la foglia dagli alberi (da olmi, PI. F.
gelsi,
|
darsi.
fio-
rato con fiocina. Sfrustnér, tr. Fiocinare. Prt. Sfrustné PI. Sfrustné
F.
|
I
agg. e prt. Fiocinato, Colpito o cattu
PI.
Perdere le rfl. Sfogliarsi Perdere l'impiallacciatura Sfal-
foglie
cina. PI.
|
robinie, ecc.).
Sfumadùra, sf. Sfumatura. Sfumadùr. Sfumér, tr. e intr. Sfumare, Svanire. Andare in fumo (in senso reale, o fi-
PI.
PI.
Sfujadùr F. Sfujadòra
gurato).
Sfujadóri. Sfujér, tr. Sfogliare Sfrondare. Levare le foglie. Sfujé' un lìvar. Sfogliare, scorrere le
colorazione.
Sfumare, Attenuare gradatamente
la
I
PI. F.
|
I
pagine di un libro. Prt. Sfujé PI. Sfujé F. Sfujéda PI. F. Sfujédi.
Prt.
Sfumé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
Sfumèss, rfl. Sfumarsi. Andare in fuSvanirsi (in senso reale e fig.)
mo
|
(di essenze). Prt.
Sfumè
SFUN
SGAB
404
—è — éda PI. F. — édi.
Sfurmiglèr, sm. (F.
PI.
F.
rito.
Sfundér, tr. (V. Sfundrér). Sfundrér, tr. Sfondare, Bucare nel fondo, Togliere il fondo, Rompere il fondo.
PI.
Sfumè,
Sfundré
Prt.
—é — éda PI. F. — édi. F.
\
Sfumér,
tr.
Sfundrón. agg.,
prt.
Sforacchiato, Fo-
Sfuracé F. Sfuracéda
PI.
for-
Sfurné
Prt.
—è F. — éda PI. F. — édi. to resistente. Sforzino.
un
cor-
da
fru-
sta. (It. ant. sforzino, cordicella sottile, robusta. DEI). Sfur^èr, tr. Sforzare Costringere Scassinare Scoflìccare (porte e serrature). 1
Sfuracédi. Sfuracèr, tr. Sforacchiare, Foracchiare, Bucherellare.
PI. F.
]
|
Prt. Sfurzé
—è — éda PI. F. — édi.
Prt. Sfuracé
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
F.
Sfurbì, agg., prt. (v. Sfurbìr). Sfurbìda, sf. Forbita, Nettata. PI. Sfurbidi. Sfurbìr, tr. Forbire, Nettare.
PI. Sfurziné.
Sfurziné,
sf.
Forchettata,
Forcinata.
sf. Colpo dato con la gabPare che fosse uno dei giochi
Sgabané, bana.
preferiti dagli studenti ravemiati insie-
me
Prt. Sfurbì
Sfurbì
« al
sa§è », le sassate e « neve.
al
pale
»,
le palle di
Sfurbida
F.
Sfornare, Levare dal
no, dalla fornace.
Il Mattioli (1879) dice che era dicella sottilissima per frustini
Trivialità.
PI.
Sfornata.
sf.
Sfumé
Sfur?én, sm. Funicella sottile e mol-
Sfundrón, sm. Sprop>osito, Svarione
Sfuracé, racchiato.
Formicolio. Pru-
PI.
PI.
PI.
)
PI.
Sgabané
(V. Gabàna).
PI. F. Sfurbidi.
Frugacchiare
PI.
§gabanè, prt. (V. §gabanér). §gabanéla, sf. Questo nome viene probabilmente da Gabbanella che in antico era una sorta di casacca (V. A. Prati, Voc. Etim. Ital.). Ora è un genere di lotta in cui i due antagonisti si pigliano con tutte e due le mani per il bavero della giacca e, con strattoni e fìnte, fanno a chi può scaraventare l'altro per terra. Sgabanèr, tr. Levare la giacca (Vedi
Sciupio di foraggio grattugiato fuori del piatto, per terra,
gabàna) (F.) Far Prt. Sgabané
ecc.
PI.
Sfurgatlér,
tr.
|
Rovi-
stare.
(NeirOp. cit. di Aruch Aldo: « Sfurgatar per cà. Cercare diligentemente per casa»). Sfurgunér,
tr.
Frugare.
Frugacchia-
con l'attizzatoio. Sfurmadùr, sm. Risentimento suscitato da un rifiuto amoroso, o da un re col frugone,
mancato successo. Rabbia,
Stizza.
Sfurmadùr. Sfurmajèr, sm.
1
Fé' de sfurmajèr. Spargere formaggio.
Sfurmér,
intr.
Dimostrare
mento con modi o con
risenti-
parole.
Sfurmiglèr, int. Formicolare, Far prurito. Informicolire, di parte mtormentita del corpo.
|
la pelle.
—è — éda PI. F. — édi. F.
sm. Sgabello (E' più dialetBanchèt).
$gabél, tale
PI. Sgabèl.
Sgabrès,
agg.
Scabroso
|
Intrigato,
SGAB Scontroso.
DiflBcoltoso
§gabrù§ F. Sgabrósa
aggancia il paiolo. (Per l'origine, v. Sgrugnòla). PI. Sgagnol. §gagnulèr, sm. Gagnolio. Il guaire, il gagnolare prolungato. (V. Sgagnol). §gagnulér, int. Guarire. Emetter guaiti. Gagnolare, Sguagnolare. Sgalèmbar (In o Ad), mod. avv. A sghimbescio, Di sghembo. §galuné, agg., prt. Sconnesso (di sesi
I
PI.
PI. F. $gabròsi.
§gabuscè, agg., prt. (V. §gabuscér). §gabuscér, tr-. Sgusciare, Togliere lo involucro legnoso (di pine, pignoli, mandorle, avellane, arachidi), o il mallo della noce e della mandorla.
§gabuscé
Prt.
SGAM
405
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
dia).
Sciancato. Detto di pollo che è stato
Sgusciar§gabuscéss, rfl. Smallarsi si. (V. Sgabuscèr). $gadèja, sf. Segatura( di legno). §gadòr, sm. Falciatore. Colui che fal-
alla schiena e cammina sciancatamente. (V. §galunér). ^galunér, tr. Sconnettere gli elementi Levare o che compongono una sedia sconnettere gli staggi di una sedia.
cia.
Prt.
I
(V. Gabò§a).
colpito
|
|Segantino, PI.
Segatore. Colui che sega.
§gadùr.
(Lat. med. segator, falciatore, §gaf, agg. Caffo. PI.
GLE).
Péra e
gaf. Pari e caffo. §gafé, agg., prt. (V. §gafèr). Spareggiare, §gafér, tr. Sparigilare Far caffo (nel gioco delie carte). |
Prt. §gafé
—è F. — éda PI. F. — édi.
PI.
antico, sec. XIII, caffare). Sgagg, sm. Spigliatezza (di movimenti). Brio. Riferito specialmente a don-
na.
francese
«;
degagé
F.
disinvolto,
PI. F.
—
(Vedi galón). Sgambarle, agg., prt. (V. §gambarlér). §gambarlér, tr. Spastoiare, DistrigaLiberare dalle pastoie (in senso re. reale e figurato). Prt. Sgambarle è PI. éda F. édi. PI. F.
— —
—
édi.
(v.
sm.
Guaito.
Lamento
del
cane.
che corrano). §gambarlòn, sm. Spilungone. Ad §gambarlòn, Come impedito pastoie o da « gambarél ».
nico,
§gagnùl. « scagno
(Da
»,
da
il
gambo
guaito del cane che
fiu-
ta la lepre).
Sgagnola (de camén), sf. Braccio girevole di ferro, infisso a un occhiello del muro del camino, alla cui estremità
(alla falce fienaia).
Fera §gambéda. Falce sgambata, priva o privata del manico, del gambo. §gambitlér. intr. Sgambettare, Muovere rapidamente le gambe. §gainbu?è. agg. e prt. Che ha perso Senza gambo, il gambo (v. Sgambuzér). I
PI.
legato penzo-
loni al collo degli animali per impedire
$gambè, agg. (V. $gambér). Sgambé, se si riferisce a un animale significa che ha gambe ben fatte. Se si riferisce a im attrezzo significa senza manico, senza gambo, sgambato. $gambér, tr. Sgambare. Levare il ma-
éda
gagg) Sgagnol,
galòn dia sca-
I
§gagiarlè
—
«
I
)é' una sfiuréda al vid » per agg., prt. (v.
Spampanécla,
sf.
I
dire arieggiare).
Spampanér, pampini i
ri
blér Prt.
Spampanare. Togliedice anche « sbrum-
tr. (
Si
».
Spampanéss,
Prt.
Sfiorire.
rfl.
i
Detto del o che
petali,
|
Spanèl. intr.
Scartocciare
il
grano-
ne, Spannocchiare il granone per ricavarne foglie o glume.
Spanucè
Prt. PI.
F.
Spanucè. éda
—
PI. F.
—
I
veglia
con
le
Spanuciadùr, sm.
spannocchiatrici. pi. I
davano a corteggiare
giovano che an-
spannocchiatrici. Spanuciadùra, sf. Scartocciatura. Operazione dello scartocciare il granturco per ricavarne le glume da mettere nei pagliericci. Spanzé, sf. Spanciata. Mangiata a pancia piena. PI.
le
Spande
una spande, Fare una mangiata. Spanzéss, rfl. Spappolarsi la pancia. (Normalmente è detto in senso figuI
Fé'
rato).
Spappolare. Ridurre in Spapié' un cvèl int e' mu§ a òn. Dire una cosa a uno, alla papale. Prt. Spapié Spaplèr,
poltiglia
tr.
(F.)
Sparagné
—è F. — éda PI. F. — édi.
Sparaguài, sm. Lo « sparaguato » era anticamente, (1500) a Ravenna, la guardia di una « guaita », o parrocchia, della città (ve ne erano 12;, il quale aveva il compito di far osservare i regolamenti ai cittadini, (v. Guèta). Rimane
ancora il sparaguài
modo
di dire « fé'
un
cvèl 'd
che significa fare una cosa di nascosto, di soppiatto. Sparavìr, sm. Sparviere. Tavoletta quadrata di legno, con manico per di sotto, usata dai muratori per nettare o per portare mestolate di calce, gesso, o cemento. PI.
édi.
Spanuciadóra, sf. Colei che scartoccia il granone. Sparmocchiatrice. PI. Spanuciadóri Ande' a spanuciadóra, Andare a far
ant. spara-
PI.
che lascia ricadere
Spanucér,
dall'it.
gnare).
Avvizzire. ha i petali cascanti Spana, sf. Spanna, Palmo. PI. Spàn. (Lat. med. spana, misura di lungh. GLE). Spanci, sm. Spanna corta, Una spanna circa. PI.
Fat spapié. Più che maturo. Detto frutto che ha superato il giusto grado di maturazione ed è in procinto di decomporsi. Sparadòr, sm. Sparatore. « Sparadòr » era colui che dava il via allo sparo dei mortaretti nelle feste. Sparàgn, sm. Risparmio. Sparagnèr, tr. Risparmiare. I
di
(«Sparagnar» viene
Spampané
—è F. — éda PI. F. — édl. PI.
fiore
SFAR
426
»
Sparavìr.
(Dal
lat.
(uccello).
med. sparaverius, sperviero, GLE).
Sparcèr, tr. Sparecchiare. Sparér, tr. Disimparare. (Poco usato Inveii d'imparé' e' spéra, Invece di imparare disimpara. Spargujèr, tr. Spargere, Disseminare. I
Prt.
Spargujé
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
(Sec. XVII, « Sperguiar del gran. Spargere del grano ». Aruch, op. cit.). Sparir, int. Sparire, Scomparire.
— Spari F. — ida PI. F. — idi. PI.
ì
Prt.
Spama^éda,
sf.
Strapazzata
I
Scom-
pigliata.
I
PI.
Spamazédi.
Sparna^ér, int. e tr. Starnazzare, Razzolare Sparnazzare (F.) Strapazzare '
!
:
SFAR
Giretto esplorativo, vente secondi fini.
Scompigliare.
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
PI.
Sparóifan, sm." Tramezza (della scar-
Sparùifan. (Nel rav. del sec. XVI, lo sparulf » è « l'orlo de' panni ». Aruch Aldo, op. PI.
.
én.
Strapér,
Trifoglio.
P.
PI. F.
Strappare
I
Togliere di
Prt. Strapè
—è — éda PI. F. — édi.
Stralunè éda
—
tr.
mano.
Stralunè, agg. Stralunato, Allucinato. PI.
STRA
442
PI.
F.
— édi.
Stràm, sm. Strame. PI. Strèm. (Lat. med. stramen). Strambai, agg. Stambo, Stavagante. PI. Strèmbal.
Stradari,
Strascén,
Danno
sm. Strapazzo, Disagio. sm. Devastazione, Rovina,
incalcolabile.
PI. Strascén.
F. Stràrnbla PI. F. Stràmbli.
^tràscin, sm. Strapazzo. §trascinér, tr. Strapazzare, male, Maltrattare, Sciupare.
Strambale, agg., prt. Strampalato, Stravagante Spropositato.
PI.
Prt. Strasciné
—è — éda PI. F. — édi.
|
Strambale F. éda PI.
—
PI. P.
F.
— édi.
Strampalarì, sf. Strampaleria, nezza, Sproposito. PI. Strampalarì. Pin 'd strampalarì. Pieno di
Stra-
spro-
I
positi.
Stramzé, agg. Intramezzato, Variato, Disuguale. PI.
Strambe
Straseinòn, sm. Sciupone. Straseinòn F. Strascinòna PI. F. Strascinòni. Straurdinéri, (V. Stravurdinéri). Stravané, prt., agg. Storto. Che non segue la linea retta. Che non è tutto piano (Detto di perni e tavole). PI.
PI.
— éda PI. F. — édi.
F.
F.
Stravané éda
—
PI. F.
Stramzèss, rfì. Crescere in modo disuguale. Detto di erbe e piante coltivate, e di animali della stessa nidiata. Strancalè, agg., prt. Sciancato. PI.
Trattar
Strancalè
—
édi.
Stravanéss, rfl. Torcersi, (Detto di perni e tavole).
Piegarsi,
Stravìzi, sm. Stravizio, Stravizzo. Disordine nel mangiare, nel bere, o in altro.
— éda PI. F. — édi.
PI. Stravìzi.
F.
Stravolta,
Ande' ad strancalòn, Camminare rancando.
ar-
sf.
Storta,
Lussazione.
PI. Stravòlti.
I
Strangulèr, Prt. Strangulé
tr.
Strangolare.
Stravurdinéri, agg. Straordinario. i
sm. Lavoro straordinario.
PI.
Stravurdinéri
STRA F. Stravurdinéria
PI. Strén.
Stravurdinérji. Stra^, sm. Straccio,
(Dal lat. stemere, distendere). Nel ravennate, anticamente, erano chiamate « strine » lunghe strisele di terra
PI. F.
Cencio,
Bran-
dello.
emerse dalla palude.
PI. Strèz.
De'
I
e'
straz, Dai'e
il
Sirènga, sf. Stringa. Laccio di cuoio per scarpe (F. ) Persona resistente
cencio.
(Lat. med. strazus, GLE). Straza, sf Rafforzativo di « ra^a », razza, usato nelle esclamazioni. Significa specie, qualità, sorta. ^ta^èr, sm. Cenciaiolo. PI. Stra^ìr. F. Strazerà PI. F. Stra^zèri. (Lat. med. stracerius, GLE).
|
alle fatiche.
.
PI. Strèng. I
Ad
(Lat.
strènga,
med.
Strènzar,
Tiglioso (V.
stringa,
Stringò§). legaccio, GLE).
Stringere
tr.
Astringere.
i
Prt. Strèt PI. Strèt
F. Strèta
Strazón, sm. Straccione, Pezzente.
PI. F. Strèti.
Strazòn
PI.
STRI
443
sm.
Strépit,
F. Strazóna
pi.
Mosse
agonizzante). Fé' tot i strèpit,
Contorsioni
]
(di
PI. F. s'tra^óni.
mosse
mòrta, Strada Strada abbandonata.
PI. Stèsal.
|
(F.)
I
Straber, tr. Allisciare l'intonaco con lo straccio. (F.) Cammino, CarStrè, sf. Strada riera Apertura del taglio di una sega, Ampiezza del taglio. PI. Stré.
Far tutte
le
possibili.
Fé' i strépit dia mòrta, Dare i tratti. Strè^, sm. Treggia Striscio Rete a strascico. I
|
|
I
j
I
Stré
Stré Stré Stré
sfondo
|
'd
Roma,
«
Via
I
Fé'
guida
a
sm.
Stretto agg. Stretto Intimo. Parént strèt. Parente stretto; Amicizia strèta. Amicizia stretta, intima. PI. Strèt F. Strèta |
]
j
I
strada.
dia stré,
fatti miei.
(Lat. strata, via lastricata; lat. med. strata, strada. GLE). Strègia, sf. Striglia, Stregghia. P;. Strègg. (Lat. med. strigia, GLE). Strègn, Irritabile. agg. Sdegnoso,
Stravagante. PI. Strègn
Strègna
PI. F. Strègni.
(Da
stranio). Strègul, sm. Trefolo. Filo attorto di cui si compone la fune. PI. Strìgul.
Stréna, sf. Andana, Striscia di fieno, o di strame, falciato e pronto da am-
mucchiare.
Striscia.
j
che
I
F.
sf.
Attillato
Percorrere molte cani mino (in senso reale e figurato). A vèg par la mi stré, Io vado pei I
Strè§la, Strèt,
drèta, Rettilineo. feréda, Ferrovia.
Roma », Via Lattea. A mè?a stré, A metà I
senza
PI. Stréf.
PI. F. Strèti
Strèta, sf. Stringitura.
Stretta
{
Stringimento
|
PI. Strèti.
Strid,
sm. Strido,
Strillo.
Grido acu-
to.
PI. Strid.
A vet a tu e' strid de pòrc? (Vai a prendere lo strido del maiale?). Frase scherzosa che si rivolge ai bambini che varmo a vedere uccidere ii maiale. I
Stridar, int. Stridere, Strillare Cigolare. Prt. Stidù. Strider, sm. Lo stridere II cigolare. Cigolio. Fé' de strider, Stridere (o cigolare) '
insistemente. Striga, vagia.
sf.
Strega
(F.) Vecchia
mal
STRI PI. Strig.
(Dal latino striga, da strix, civetta, di cui i Romani favoleggiavano che la notte andasse a succhiare il sangue ai bambini. Ancor oggi, di un bimbo pallido e gracile, si dice « E' pé' dbu dal stri» (par bevuto dalle streghe) pare cioè che le streghe gli succhino Le nostre streghe volavano, il sangue. facevano ogni sorta di malefizi, erano vecchie e avevano il naso scorticato. Si credeva che potessero entrare nel :
animali, specie in quello dei rospi. Esse viaggiavano di notte nelle ore dispari, da mezzanotte in poi. Si davano convegno nei crocevia per recarsi poi a una specie di sabba ai Sette Crociari, tra Bertinoro e Cesena. Per poterle vedere bisognava mettersi in mezzo a un crocevia con la testa appoggiata fra i rebbi di una forca dire « Ben véga e, al loro passare, a la barghè », ben vada la brigata « Ben stega lo cui esse rispondevano infurché », bene stia l'inforcato. Grave offesa era, ed è ancora, dire a una « Brota striga », brutta strevecchia ga; o rivolgerle la cantilena infantile fila la stoche dice: « Vècia bicoca, pa, / fila e' stupén, va so pr' e' camén », perchè questa era la formula usata per scacciare vma strega. Per scongiurare il malefìzio, quando si vedeva una vecchia ritenuta una strega,
corpo
di
:
;
:
:
,
facevano
si
STRI
444
le
corna tenendo
le
mani
ben nascoste. Contro
i
liarde,
si
malefizi delle streghe, o ma-
legava la coda ai buoi (G.
estremità. Prt. f. Striguléda PI. Strigulédi. (V. Strégul). Stringhér, tr. Picchiare, Menare, Bat(F.) Sparare, Titere con violenza Fare, Agire, Larare con decisione vorare con passione, con accanimento. |
|
Prt. Stringhe
—è — èda PI. F. — édi.
PI.
F.
.
Stringhér, intr. Essere tiglioso. Detto del legno e della carne. Stè lègn e' strenga, Questo legno è I
tiglioso.
Stringò^, agg. Tiglioso. Detto del le(F. ) Resistente e della carne Resistenalla fatica (detto di persona)
gno
;
|
te
come una
PI.
Stringùs
stringa.
F. Stirngò§a PI. F. Stringevi. Strigual (V. Strìgval).
sm.
Strìgrval,
Budella di pecora
pi.
con membrana grassa. (Traslato
di
Strigolo
mento, rete intestinale
(sec. ;
XVTI),
o-
forse da « in-
triglum», grasso, Forlì (1364). GLE). Strim?adùr, sm. Spremigrasso. Arnese composto di due leve usato dal Strinnorcino per spremere il grasso |
gi toio.
Strinzùra,
sf.
Strettura
(seC; XIII),
Stringitura (sec. XIV). Questa parola è in uso solo nel modo avverbiale « ad strinzùra ». Intré' ad strinzùra, Entrare con difficoltà, a fatica, a stento. '
Mengozzi). Strigarì,
sf.
Stregheria,
Stregoneria.
PI. Strigarì.
Strignarì, sf. Lagnanza. PI. Strignarì. Strignér, tr. Urtare, Disgustare, Impermalire, Indispettire, Recar dolore.
LisciaStri§adìna, sf. Strisciatina (F.) Piccola adulazione. tina PI. Stri§adìn. ^triscéda, sf. Strisciata, Strisciamen(F.) Adulazione. Volo radente to 1
]
]
Prt. Strigné
PI. §tri§cèdi.
PI.
§tri§cér, tr. e intr. Strisciare Strascicare. Sfregare sciare Striscéss drì. Tirarsi dietro.
—è — èda PI. F. — èdi.
F.
Strìgul, (V. Strìgval). Striguléda (v. Striguléss). Striguléss, rfl. Svolgersi. Detto di fune i cui tre foli si sciolgono alle
|
I
I
Prt. Strisce PI.
F.
—é — èda
PI. F.
—'édi.
|
Alli-
STRI
Striscér, sm. Strisciamento. Atto e dello strisciare. Strofinio. Str. di proStri^òn, sm. Striscione StriStrisc. di traguardo paganda
modo
|
|
I
scio. PI. §tri§ón.
Stròc, sm. Stòcco (solo nel senso di stelo di erba medica da seme; strame di medica).
Ronzino. I
PI. Stróc.
Stròlg, sm. Astrologo, Strologo. Ora significa solo Indovino, Chiromante. PI.
PI. F. Stròlghi.
Mura
Stròlga,
Strologa,
si.
romante, Cartomante senso dispregiativo).
|
l'astrologo.
|
malattia. Prt. Strunché PI. è
— — éda PI. F. — édi. F.
gli
PI.
uccelli.
Struncón. Strupà^, sm.
arbusto.
Ster-
PI. Strupè^.
Strofinaccio.
«
vé§,
Strofinaccio
delle
I
Strupàz » è il peggiorativo del dial. con un significato suo pro-
« stròpla »
prio.
stoviglie.
Strópi, sm., agg. Storpio.
Strupéda,
Strópi F. Strópia
PI. Strupédi.
PI. F. Strópji.
Prt.
Stròpla, sf. Stroppa, Stroppia. Ritorta delle fascine. PI. Stròpal.
F.
Strupér,
(V. Ardòta). (Lat. med. stropa, legaccio, GLE). Strosci, sm. Irritazione della pelle causata da sfregamento Sciupio. Strosciasvèrna (V. strusciér e sverna). Nomignolo che significa « persona |
PI.
—è — éda
PI. F.
-
édi.
Strupiér,
tr.
PI.
F.
—
—
F
PI.
è
éda
—
édi.
tr. Strusciare, Dissipare. Prt. Struscié
Strusciér,
o rendersi utile ». Svemaccia. Strufacc, sm. Strufàzzolo, Batufolo di brandelli di stoffa, di stoppa. Struf-
F.
tr.
Gualcito
Gualcire,
(V.
Sgualcire.
]
—è — éda PI. F. — édi.
sm.
Struscion, prt.
Logorare
|
PI.
PI. Strufècc.
agg.,
Azzoppare,
Storpiare,
Prt. Strupié
Sciupare
fo.
Nettare.
Pulire,
Strupé
che consuma nutrimento senza produrre
tr.
Nettata
Pulita,
sf.
PI.
Stnifìgnè, Strufignèr). Strufignér,
Piccolo
po.
sm. dal
Strunchèr, tr. Stroncare, Rompere, Spezzare, Fare a pezzi, Rompere stecchi con le mani Superare una grave
Indovina, Chi-
PI. Strópal.
Stròpal
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Fatucchiera (in
PI. Stròlghi.
Stròpal,
Escogitare.
j
Prt. Strulghé
|
stròlg, "Crepi
e'
manaccare
Struncón, sm. Mozzicone di stelo stroncato o falciato, di medica, grano, canna, canapa, ecc. Troncone Bordone. Spuntone delle prime penne de-
Strólg
F. Stròlga
I
STUC
445
sciare, sec. XIII, sipatore. PI.
Struscione
XV)
(da
stru-
Scempione, Dis-
I
Struscion Struscióna
Prt. Strufigné
F.
PI.
PI. F. Struscioni.
F.
Struvlinèr, intr. Trivellare. Succhiellare senza garbo, senza metodo.
—è — éda PI. F. — édi.
Strulghér, tr., dire il futuro
intr.
Strologare, Pre(F.) Al-
Indovinare
1
Prt.
StruvUné
Stuchè,
sf.
Stoccata.
1
Tire
'd
stuché.
STUC
Tirare di stoccata. In venatoria significa sparare al selvatica nell'attimo in cui si scorge.
Stuchér,
tr.
Stuccare. Dare
lo
stucco.
Studéiit, sm. Studente.
Studént
PI.
F. Studénta. PI. F. Studènti. Stùdi, sm. Studio. PI. Stùdi. Stufa, (V. Stuva). Stufarola, si. Tegame di terracotta per cuocere lo stufato (F.) Persona noiosa. PI. Stufaròl. Stufe, sm. Stufato. Misto di carne, patate, finocchio o sedano, cotto nel brodo a fuoco lento. PI. Stufe. Stufar, tr. Stufare, Annoiare, Tediare Scocciare, Seccare. '
j
Prt. Stufe
e Stóf Stufe e Stóf F. Stuféda e Stòla PI. F. Stufédi e Stófi. Stugèr, tr. Studiare PI.
Prt.
STUR
446
Stupà^, sm. Stoppaccio. Batuffolo di stoppa usato come borra per pressare la polvere nei fucili ad avancarica. Stupé^. Stupén, sm. Stoppino, Lucignolo. Stupén dia loma. Lucignolo o Stoppino della lucerna. Stupén dia candela, Lucignolo o Stoppino della candela. Stupén de lóm, Calza.
PI.
I
I
I
(Lat. med. stupinus). Stura, sf. Stuoia. PI. Stur. (Lat. med. stora, dal
Sturb,
Pianto
sm.
funebre.
j
Escogitare.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
fine
petute per secoli e secoli, sopravviveva» P. Toschi. Questa usanza si mantenne, in tono più limitato, fino al primi di questo secolo si può dire che non è ancora del tutto scomparsa. Non vi sono più le prefiche, ma si sente, nel gran pianto delle parenti, accennare alle grandi virtù dello scomparso. (Forse dal lat. turbare, « commuovere »).
L'ora de sturb la vén par del dolore viene per tutti.
PI.
PI.
F.
F.
Gran
stuglè,
|
PI. F.
Sturbé, agg., prt. Turbato, AddoloraDispiaciuto Disturbato Risentito
to,
PI.
F.
Sturbé éda
—
int.
[
I
— édi.
Sturbér, tr. Disturbare, Recare Contristare Addolorare. sturbo
di-
|
I
Stonare
|
Sbottonare.
Stuné
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Stupaciós, agg. Stopposo, Stoppaccioso, Tiglioso. PI.
Sturbadùr Sturbadóra
PI. F.
— édi.
Stunér, Prt.
Sturb, sm. Disturbo. Sturbadòr, sm. Disturbatore.
allettato.
Stunè F. éda
—
L'ora
PI. F. Sturbadóri.
Grano
Stulghè, prt., agg. (V. Stuglè). Stulghér, tr. (V. Stuglér). Stane, agg., prt. Stonato Sbottonato. PI.
tot,
I
Stuglè, agg., prt. e Calboli. (Pasquini). La povertà del paese è proverbiale e scherzosamente si dice che quelli di
Teodorano pagano pugni. « Cvi 'd
a suon di péga la pisòn detto è dovuto alla tenla pigione
Tudràn
i
cun i pógn ». Il denza a una certa rissosità dei teodoranesi.
Tufègn, sm. Tanfetto muffa o di rinchiuso. int.
gliere,
PI
DEI;
e tolerius, ta-
GLE.
Tulìr.
Tumbén, sm. Tombino, Chiavica.
I
Tomba in muratura, Tumbén Tumbéna (de pajér),
Loculo. sf.
Contrappeso.
Tavella, Tegola, Mattone. Tambellone o altro legato all'una e all'altra estremità del filo che tiene ferma la colmatura del pagliaio.
Tumbén Tumbéna »
PI.
forse
deriva
da tombale
tomba con riferimento
a quelle tegole romane, grandi e sottili e
med. todescus). Tudnér, int. Lagnarsi. Rendersi fastidioso. Infastidire (Da Tòdna). Tudnèr sm. Lagna. Tudràn, m. Teodorano. Il Castello di Teodorano si dice che sia stato costruito da Teodorico. Nel 1371 apparteneva al
Tufèr,
sec. Bologna), Diz.
mattone
(Lat.
di
Tugùri, sm. Tugurio. Tuguri. (Lat. med. tugurium). Tulèta, sf. Toeletta. Tulipàn, sm. Tulipano. (Tulipa Oculus-solis ) PI. Tulipén.
«
intr.
PI. F.
Gli (o le) brucia.
PI.
Prt. F.
(F.)
Tulìr, sm. Tavoliere, Tagliere. Tavola mobile su cui la massaia fa il pane, la pizza e la pasta. Il latino medioevale ha « tabolerium a pane », (XIII
PI.
PI.
tófa,
PI.
Tu, agg. poss. Tuo, Tua, Tuoi, Tue
Tucadina, Tucadin.
j
Tugnìn, sm. Tonino. (Diminutivo di «Antoni», Antonio). Tugnìn è anche nomignolo dato ai Tedeschi.
P.
(Lat.
La
j
T§ulé
Prt.
TUND
473
i
Tanfo. Puzzo
Soffiare (del gatto)
di
quindi facili da perforare per farci il foro della legatura, che nelle campagne a sud di Ravenna dovevano essere molto
comuni. Se ne trovano ancora nume-
rosissimi frammenti nei campi, messi alla luce con le arature. Scarto la derivazione da tambellone per la inspiegabile trasformazione della « a » di tambellone nella « u » di « tumbéna ». Tumén, (o Furmàj tumén), sm. Tornino. Formaggio tenero, buono e squacquerato.
med. tominus, «nome GLE). Tundèl, sm. Cannello (Tipo
(Lat. gio >•,
sottile
e
di
formag-
di
carbone
lungo).
Legna da ardere in tocchetti intatti di dimensioni piuttosto sottili. PI. Tundèl. Tundén, sm. Tondino. Lima tonda. Lima da straforo. PI.
Tundén.
TUND
Tarderà, sf. Confusione, Baccano. Turder. Turél, sm. Beccatello. Staggiolo di 30 cm. circa, infisso nel muro che serve, insieme al altri, a reggere tavole o men-
Tundèr, tr. Tagliare, Recidere, MozCimare. Tundé' al j' óngg. Tagliare le unghie. Tundé' la seva, Potare, Tosare la
PI.
zare, I
1
TURO
474
siepe. Prt. Tundé
sole.
PI.
PI.
—è F. — èda PI. P. — édi. med. tondare,
(Lat.
tosare.
Tuné
E' canon e' tunèva, Il cannone tuonava Tunsiglia, sf. Tonsilla PI. Tunsigli. Tupèra, sf. Frastuono, Chiasso. )
Tupèr
PI.
Tur, tr. Togliere, Prendere, Ricevere, Rimuovere. Prt. Tòlt PI. Tult
Levare,
Tuss. Prendersi, Partire (da) ca, Partire da casa Tu' mój. Prender moglie Fé' tu' Far prendere, Far comperare Fé un tur- e- de', (F.) Tur- e -de' rfl.
I
I
I
Tuss da
Turèt. Turiòn, sm. Torrione
(Lat. med. turione). Turlì, agg. Tornito, Rotondeggiante, Dalle forme curve. Arrotondato. PI. (\. Turlìr).
Turlidòr sm. Tornitore Turlidur Turlìr tr. Tornire, Lavorare Arrotondare. Prt. Turlì
— — ida PI. F. — PI.
(P.) oli-
Turmént. med. tormentum, tortura. GLE). Turménta, sf. Tormenta di neve e
vento.
Turmintér, agg.
Turchino,
color
Turchén
— érta PI F. — éni. med. turchinus). Turchèt, sm. Turchetto. Il turchetto è metà rum, metà caffè e ».
F. Serantini.
Turciadùra, sf. Vino di torchiatura. Twrcìòn, sm. Tortiglione (v. Torce). Turdén, sm. Strumento da richiamo per tordi. PI Turdén. Tardóna sf. Prispolone, Pispola mag-
Turdén
Tormentare '
Affliggere
'
Perse-
—e — éda PI. F. — édi.
F.
(Lat.
PI.
tr.
(F.) Molestare guitare. Prt. Turminté
PI.
F.
giore.
Ro-
(Lat.
turchino.
pizzico di gin
Strazio,
PI.
Turcè
—è — éda PI. F. — édi.
Un
Dolore,
Afflizione,
vello.
PI.
«
idi.
I
le
F.
PI.
ì
Turmént sm. Tormento
ve, ecc.).
Turchén, sm.,
al tornio,
F.
]
Prt.
—
PI.
|
Un baratto. Fare una permuta Turcér, tr. Torchiare (il vino,
ma-
PI.
F. Tolta PI. F. Tolti.
I
la
scella inferiore sporgente. PI én F. éna PI. F. éni. • Turèt, sm. Torello.
— —
GLE).
Tunér, imp. Tuonare Prt.
Turèl.
Turén, agg. Prognato, Che ha
Tumèr,
Prt.
int.
Tumé
Tornare, Ritornare.
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
I
j
j
i
Tumé' Tumé'
a fé'. Rifare a scrìvar. Riscrivere Turné' a lè?ar, Rileggere Tumé' a dì' Ripetere, Ridire,
e ridire.
Turón, sm. Torrone. " PI.
Turón
.
Dire
TURS Turfél, sm.
Torsello.
Rotolo di
tes-
suti di tela. PI.
PI. Tur^ignùl. (Dal lat. med. torzigliolus, tortiglione.
GLE).
Tur§èl
(Lat. rned. torsellum; balla.
torsello,
Tusadùra,
piccola
GLE).
pelli,
Turtél, sm. Tortello
PI.
Turtèl Piccola pasta ottenuta con un rettangolino di sfoglia dolce ripiegata su sé stessa, racchiudente un po' di marmellata e cotta al forno o fritta. Tunrtén, sm. Tortino. Turtùra, sf. Tortura. PI. Turtùr. Turturéna, sf. Tortora.
Turturén Turturéna sambédga, Tortora
PI.
selva-
I
tica.
ca saléna,
Tortora
dome-
I
stica.
(Dal lat. turtur, tortora). Turzèr, tr. Torcere, Piegare. Prt. Tur^é
Tosatura. Taglio di ca-
Tusadùr.
Prt.
Tosare.
tr.
Tusé
—è — éda PI. F. — édi. PI.
F.
Tu^ér (e' càn), tr. Aizzare, Incitare cane contro qualcuno. Prt. Tu§é il
—è — éda PI. F. — édi.
PI.
F.
Tu§, Comando che si dà a un cane per aizzarlo, incitarlo ad abbaiare o a mordere. Tu§g5n, sm. Torso, Torsolo (di mela Duràcino. o di pera) agg. Torsoluto PI. Tusgòn. (Ravennate del sec. XVII, « Tursgon de ,
—è F. — éda PI. F. — édi.
,
PI.
Tur^ignòl, sm. Tortiglione di spago, o fil di ferro.
sf.
o di lana.
Tusér,
PI.
Turturéna
TUSG
475
cavol filo,
di
».
Torso
di cavolo).
(Dal lat. tardo «tursus»). Tusgóna, Pe§ga tusgóna. Pesca dura'
|
TUSI
TVAJ
476
Cina. I
Tumida, PI.
sf.
Tumidi.
Tu!jìr, intr. Tossire.
Prt. Tu§ì.
Tu§òt, sm. « Tosotto ». Nomignolo canzonatorio che si dà al bambino to.sato a zero. Luciano de Nardis riporta questa canzoncina scherzosa: Tu§ót, tusòt magna pacòt, tu pé o tu me?
j
chi
t'à
Tutanén da
tusé?
Tosotto, tosotto » mangia pancotto, chi t'ha tosato? toio padre o tua ma-
«
I
|
|
mangiato il pericarpo. Tu^gón. (v. Tu§gón). Tu^ighér, tr. Molestare Provocare. Prt. Tu^ighé
è stato
i
—è — éda PI. F. — édi. PI.
Tustè' agg., prt. Tostato. Tustèr, tr. Tostare (orzo o caffè). Prt. Tusté.
F.
Tuzòn, sm. Scapaccione (Accrescitivo di «tòza»).
Forbici (Anche Dsur) (Lat. med. cesura, cesoia. GLE)
PI.
Tutanén, sm. Totano. Uccello palustre PI. Tutanén.
PI.
sf.
Tutanén nanìn, Piovanello nano, Gam-
beccio nano.
ró§a, Piovanello,
Tutanén da la pàn^ nigra, Piovanello pancia nera, Chiurletto. Tuzér, intr. Dar scappellotti. (Da Toja). Tuzgòn, sm. Torso. Torsolo. Ciò che rimane della pera e della mela dopo che
dre?
I
pàn^a
PI.
]
I
Tu§ùr,
la
Sagginella grande.
Insulto di tosse.
Tujòn
Tvàja,
sf.
Tovaglia
[
Asciugatoio
Tvàj
(Lat. med. tovalea, GLE). Tvajol, sm. Salvietta, Tovagliolo. (Lat. med. tobagliolus).
u u U, pron. Egli, Esso, Lui.
Lo u m' dis, Egli mi U m' di§, Mi dice.
dice
;
oppure
I
1
j
I
U U U U U
n' s' s' t' j
Non
vén,
j
I
I
U U U
Egli ci dice dis che..., Si dice che... dis, Ti dice. dis, Gli dice, Dice loro; Dice ad di§,
PI.
F.
PI.
Ubligatùri Oria
—
]
òrji.
Ubliga^ión,
sf.
Obbligo, Obbligazione,
Impegno. Ubligazión. Ublighèr, tr. Obbligare, Costringere.
PI.
Prt. Ublighé
Ucaréna,
sf.
Ocarina.
Strumento
De' un'ucéda. Dare una guardata. Ucèl, sm. pi. Occhiali. Ucèl dia s-ciòpa. Estrattore del fuciie
da caccia. Lat. med. ochiale, occhiale. GLE). Ucèt, sm. Occhietto, Occhiello, Anello. Cerchietto di metallo atto ad accogliere un perno girevole. (
Ucèt. J'ucèt dia pòrta, Anelli del catenaccio della porta. Fé' un ucèt int la pànza, ( F. ) Fare un occhiello nel ventre con una coltellata. I
a
Ucarén. Ucaròn, sm. Stupidone, (F.) Ocone.
— ón — òna PI. F. — òni.
Scambiarsi un'occhita
j
fiato, di terracotta.
PI.
Ucédi
PI.
—è F. — éda PI. F. — édi. PI.
P. P.
Occhiata, Sguardo, Guar-
E>éss un'ucéda. di intesa.
lui
j'
—
sf.
data.
r di§. Lo dice r di§ lo, Lo dice
PI. F.
Ucédi.
Ucèda,
di§ lo, Li dice lui. Ubligatori, agg. Obbligatorio
PI.
L'occasio-
ne fa il ladro. Ucéda, sf. Orciada o Cantaro orbicolare (Cantharus orbicularis).
viene.
esse.
I
Ucasiòn, sf. Occasione. Uca§ión. L'ucasiòn la fa e' lédar.
PI.
:
I
I
UCIA
477
Uchèt, sm. Paperino, Ochina. Uchèt. Uchèta, sf. Ochetta (F.) Ragazza stupida PI. Uchèt. Uciadina, sf. Occhiatina. PI.
I
UCON PI.
Uciadin.
PI. Ufijén.
Ucòn, sm. Ocone PI. Ucòn. Udì, sm. Udito. Facoltà di apprendere suoni mediante l'orecchio. Udiènza, sf. Udienza, Attenzione nel-
PI.
Odiare
— irt — èrta PI. F. — èrti PI.
P.
Odor, sm. Odore
Profumo.
[
Ugliér tr. Oliare. Ungere con Uglìna sf. Oliatore a mano
Udur
Catìv udor. Puzzo, Fetore. Inodorare, Profumare, Rendere odoroso.
Uglìn. Ugrvagliànza,
iDé' l'udor.
— èl — èia PI. F. —
P.
Odorato,
Uimè
Senso
Offendere
Luimè).
(v.
sf.
Ligustro. (Ligustrum vula fusto alto, vec-
Ujmòn. Ulifént
Ulìv, sm. Olivo PI. Uliv.
(Olea europaea L.). L'ulìv l'è banadèt: e' brusa verd e sec, (Bagli). L'ulivo è benedetto: brucia da verde e da secco. « Bruciarne un ramoscello è pur costume / quando un estivo tempora! minacci / distruggere i raccolti ». G. Mengozzi, op. cit., parte IV, ottava 80. Uliva, sf. Oliva I
PI. Ufèrti.
Ufè§, prt. Offeso
PI.
F.
è§i. sf.
Offesa
PI.
FI. Ufè§i.
agg.
Ufl5ciale
Fidanzamento
Ufi^éna,
PI.
PI.
Ufèrt (V, Ufrir). Ufèrta sf. Offerta
uficél,
»)
Ulifànt, sm. Elefante.
èsi.
Uficel,
òjom
Ujmòn, sm. Olmo
_i§
Ufè§a,
«
Ujmadìn, sm. Olmino. PI. Ujmadìn.
chio, secolare.
P.
— ì§ — è§a PI. F. —
Uimadèl
PI.
(Da
gare).
Prt.
— — esa PI. P. —
èli.
Uimadél, sm. Olmatello.
Uimela,
Udurét, sm. Fiuto, dell'odore. Olfatto.
PI.
Egua-
PI.
Uduré
—è F. — èda PI. P. — édi.
Uguaglianza,
Ugvél, agg. Uguale
I
PI
sf.
glianza.
Mandé' (o fé') dl'udor. Mandare, Emanare, esalare profumo. (Lat. odor, «odore»). Udùr, sm. pi. Ingredienti aromatici per condimento di vivande. (Rosmarino, Salvia, Prezzemolo, Serpillo, Aglio, Noce moscata. Cannella, Garofano). Udurér, tr. Fiutare, Sentir l'odore. Annusare.
olio.
PI.
I
tr.
Offrire.
tr.
Prt. Ufèrt
—è — èda PI. F. — édi.
Uféndar, Ufès
Ufficiale.
Ufi^ièl.
Ufrìr
Udié
PI.
Prt.
sm.
Ufi^iél,
F.
I
Ufìji.
PI.
j
PI.
preghiera
Luogo ove si esplica un'attività di carattere ammini.strativo, di consulenza di servizio per un'amministrazione pubblica o privata, ecc. UfBcio.
No' de' udiènza a inciòn. Non dare udienza a nessuno (In senso reale e fitr.