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Latin Pages 432 Year 1907
IL TRATTATO
DEVULGARI ELOQUENTIA PER CURA DI ✓
PIO
RAJNA
SECONDA
IMPRESSIONE DI
150
ESEMPLARI
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ULRIOO HOEPLI EDITORE-LIBRAIO
DELLA
REAL
CA8A
MILANO
1907
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SOCIETÀ DANTESCA ITALIANA
OPERE MINORI DI
DANTE
ALIGHIERI EDIZIONE
CRITICA
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Firenze, 1898. - Stab. Tip. FloN"ntino, Via 8. Gallo, 88.
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AD
ALESSANDRO
D'ANCONA
TARDO TRIBUTO DI NON MUTABILE RICONOSCENZA
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PREFAZIONE
Non so precisare qua,ndo il pensiero di un'edizione critica del trattaw De vulgari Eloquentia sia sorto in me. L' attuazione emincwnell'agosto del 1880 con una prima collazione del codice di Grenoble e.~eguitasul po.itw. Tre anni dopo ronfrontai il codice Trimtlziano, dal quale un mutamento di residenza mi venii•a allora ad allontanare; e sul finire del 1884 feci altrettanto per il Vaticano. Oon ciò avevo messo le fondam,enta; ma per un pezzo l' edijù,i-0 rimase in tronco, o press' a poco. Costituitasi nel 1888 la Società Dantesca Italiana e venuta l'anno anwes.~oa prefiggersi come scopo principale il proi,vedere per tutte le opere per una di dell' .Alighieri al lavoro a cui io ni' ero sobbarc((,t,o esse, desiderai che, quanw al De vulg·ari Eloquentia, fos.ite lasciata a me mano libera. n de.aI. 8 (p. 117 I. 3) male, 17b 1. 8 e 12 (p. 136 I. 10 e p. 137 1. 3-4) usis e et endenoli' I di lld' un frego di minio a. ~iaistra figura como un ingrossa monto ùolla lettera. E non ,·,~ taciuto cho sono di minio l.J a~ticelle vorticali tra cui ,.i miira ò rinchiuso. ') Non può essere attrihuita cho a. lui la. sopprPssiono ùi uno ,p, 18~ 1. 14 (V. l'apparato allo. p. 100 l. l:.!), che costituisco un principio di errore, da. cui subito si soppo ritrarsi. Altro ra.suro colla caratteristica lineetta. abbiamo l" I. 25 (p. 5 I. 2), 7·• 1. ll (p. 48 1. 5), 71' I. :!'2 (p. 53 1. 4), !J'' I. 18 (p. ti6 I. -!-5\ 13'' l. G iP• 100 I. 3), 181' I. !J (p. 103 I. 1-2), U'' 1. 13 (p. 110 I. 11), n 11 l. lO(p.1811.1); o valga questo. enumerazione a. supplire qualche omissione nell'apparato. Lo. lineetta. ondulata. manca 14" 1. 11 e 21'' I. 1 (p. 110 I. 9 e p. rn7 I. 8-9), dovo le correzioni paiono nonùimono origina.rio; il che po• trebbo confortare l' idea cho le lineetta fossero soggiunto ùa altri, se non fosso iuverosimilo cho chi corrl'ggova. volesse lo.sciar sussistorn deliberatamente una. pericolosa apparenza. di lacune, meno che mai accanto alla. lo.cuna. reale 14" l. 7 (p. 110 l. 4). Un esempio unico s'affaccio. 17" 1. 12 (p. 137 l. 8), in quanto ivi lo spazio ò riempito con una lineetta. non ondulata di minio. Non è da tacere che so sulla. rasura 6b 1. 15 (p. ,J(l I. 8) appariscono solo duo trattini stacca.ti, la rasura stes~o. è probabilmente aeriore. 2) Sua dovrebb' essere l'espunzione del b in 1uperbiorib111 por s11pt• rioribu, 9a 1. 24 (p. 20 I. ,J); suo. quello. di sit 12b I. 14 (p. 98 1. 10). E probabilità. in favor suo ci sono, o mi parvero esserci, l" I. 16 (p. 4 I. 8), 6" 1. 3 (p. 86 1. 9), 9b 1. 18 (p. 69 1. 4). 3) 4" 1. 28 (p. 26 1. 4), 4b 1. 1 (ib. I. 6), !J" 1. 5 (p. 651. 7), 13" 1. 25 (p. 101 1.5), 18b1. 5-6 (p. 1()'21. 2-3), H" I. 23 (p. 111 1. li, 19" 1. 9-10 e 25 (p. 150 1. 1 e 1561. 1), 19b 1. 8 (p. 157 1. 2), 20"' 1. 5 (p. 162 1. 1)1 201' I. 2'J (p. 16i l. 8) 1 2-2.~ I. 1-S (p.1781. 8 sgg.), 23" l. 1 (p. 183 1. 1), 25" 1. 7 o 10 (p. l!J9 l.10 e 200 I. 4). Ca.si più o men dubbi i seguenti: 5" 1. 8-4 e 10 (p. 81 1. 2 e 8), 14" l. 17 (p. 110 1. 14), 14b 1. 7 (p. 112 1. !lJ, 16'' 1. 7 (p. 123 1. 9), r,b 1. u (p. 1so 1. 11), w" 1. 20 (p. 15-1l. 8), 20'' 1. 7 (p. 165 1. G), 2'!1' 1. 7 (p. 101 l. 6-7).
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XVI
INTRODUZIONE
casillabum, 18b 1. 14 (p. 145 I. 4) tlominam, 20b I. ultima (p. 167 I. Sì super-, 2311 I. 1 (p. 183 1. 1) ante, 23b 1. 1 (p. 188 I. 3) uidetur; nel margine, 2b (p. 14 I. 4-5) de fruclu li9norum que sunt in paradiso uescimur, 13b (p. 103 I. 2) sic istud, quod totius ytalie est latinum uulgare, 16° (p. 1161. 2-4) perfectum esse dicimus. cum male ttero ad mali, pula ben" milita11tem ad uictorie dignitatem, 20" (p. 164 L 4) sicut lectio. passio. Queste giunte saranno mai dovute al trascrittore, oppure ad altri? Comincio dallo sbaraz1.are un poco il campo coll'avvertire che in questioni cosiffatte non è in generale da fondarsi altro che sUBSidiariamente sulle apparenze dell'inchiostro; conformi, non dimostran nulla; un poco diverse, provano al più che la giunta, la postilla, o che altro si voglia, non fu apposta subito. Poi metterò in guardia contro le illusioni che possono essere prodotte dalla sola differente grandezza dei caratteri. Soggiungerò quinùi come in parecchi casi manchi ogni elemento di giudizio. Bensi pare d'averne degli ottimi in taluni, e anzitutto nel complemento cospicuo che ci si offre in primo luogo, de fructu ecc. Istituendo un confronto accurato colla lettera del testo, accade di rilevare varie peculiarità.'). L' f, e l' (, invece di arrestarsi alla linea, discendono notevolmente al di sotto; la lineetta arcuata che sovrapposta a sul e i ne fa sunt e in, è più ampia ed ha andamento orizzontale, in cambio di cadere da sinistra a destra a foggia di accento grave; nell'abbreviazione della sillaba 1wn, , per solito nel testo, il segno che interseca l' &. ha in alto la forma angolosa di 7; un i è provvisto di apice senza ragione diacritica 2), il che nel testo non suole avvenire; soprattutto poi è caratteristico il g, per la piegatura serpeggiante, e che termina volta all'ingiù, della parte inferiore della coda. Ed ecco quest'ultima peculiarità, sussidiata da talnnEI delle altre, associare indissolubilmente col supplemento nostro gli altri due più ragguardevoli, 13\ 15", il secondo dei quali viene ad essere rannodato altresì dalla somiglianza dei segni di richiamo. Così anche un'altra differenza si aggiunge, consistente nella forma dell' s finale, di cui 13b ci dà esempio in totius. Qui dunque si crederebbe di potere risolutamente distinguere due mani; eppure il dubbio riesce ancora a farsi strada. Principio dalla divergenza massima, ossia dal g. In condizioni peculiari affatto, 1) Chi dosidori facsimile fototipico, ~ L'apice sull' per scopo di evitare asto (u1 n, m).
di capir bene le cose, faccia di aver sotto gli occhi il ancorchè la pagina sia poco nitida. i- surrogato poi dal punto - ebbe originariamente la confusione là dove precedevano o seguivano altre
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xvn
CODICE DI GRENOBLE
e tali da costituire esse stesse un problema, il r, proprio dei supplementi d si presenta una volta nel testo, ùove del rimanente si alternano e frammischiano in modo curioso due altre formo, 011il come in itacipiem; t coli' appendice stessa ohe •' e descritta per il ,ii.t del supplemento de/r11ol11 ecc., al quale pertanto, e per conseguenza a tutu. la aaa parentela, ■ iamo riallacciati; mentre il compendio dell' et è tale, che oi alla.ocia all' ,, endeco,iUab11• di 17b. - Da questo duplicato di rubrica il conienuio ste1110mal permetterebbe ohe si separasse la postilla BonOllft• acs eco., la quale d'altronde oi presenta le stesse condizioni per l' f mediano e l' • finale. Importante poi il fatto ohe il B vi sia strisciato di minio non altrimenti ohe le maiueoole del testo. - .:11iiij.•ulgorio eee.: il I (qu&le ...., sia mal ai di■cel'ne nella fototipia) eoautoiace un rannodamenM> siou.ro oou à ~ • famiglia. - inttf)it eoe.: qui pure il t ci ai aoaira
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xx
INTRODUZIONE
Questi gli strati più profondi. Sta più su, e sembra rappresentarci uno strato esso solo, un lanuenses 10a, accanto al passo in cui il parlar genovese ha la sua parte di biasimo l). La postilla, posto che la scrittura non sia artefatta, vorrebbe assegnarsi al quattrocento. Impossibile dire qnancc.
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CODICE DI OREN0BLE
4. Gl. 46 (p. 29 1. 1): 'Njitto;. -Ann. Y~lttOç
xx1n
p. 20 (T. p. 32): « Inscius.
>,
6. 01. 6b (p. 46 1. 1-2): Guicc. -Ann. p. 2-i (T. p. 44): e Pida mores et habitus. parche come il Guicciardino adverte in quel suo Enchiridion, che demo in luce, al cenventiquattro Capitolo, Omnia vertuntur, come disse Propertio. > Si vuole alludere all'operetta Piu Consigli et Avvertimenti di M. Fr. Guicciardini Gentilhuomo Fior. in materia di repuMica et di z>1·ivata,Nuoi-amente mandati in luce; et Dedicati A la Regina Madre del Re >1 che il Corbinelli pubblicò a Parigi (e Federigo Morello, Regio Stampatore,.) nel 1;',76. Questi Avt1erlimenti vennero in possesso del Corbinelli solo negli ultimi giorni del 1674 o nei primissimi del 1576 ') i il che importa un limite cronologico non ancora divenuto superfluo. 6. 01. ib. (p. 46 I. 11): Rpict. - Ann. p. 24 (T. p. 44): « Nam qure paulatùn movc11lttr, mi,iime pe1·pe11dunt11r. Epicteto q1taHi in questa sententia, ,,.,,_iti< 1tr,o~?.t1J. > ecc. 7. 01. 8h (p. 62 l. 2): D. -Aun. p. 38 (T. p. 58): « Montaninas, & n,sticanas loquelas. Dante, O montanina mia Canzone.> Ed ecco cosi dichiarata anche un'altra sigla. E qui pure avvertirò come di un D. per e Dante> le Annotalioni diano esempio a p. 63 (T. 1 p. 87, « Dnnte •). 8. Gl. IO" (p. 78 I. 3): Oclum. Auson. - Ann. p. 49 (T. p. 76): « Oclo. Oclum, Ausonio: come ben vidde l' oochio de litterati, Mons. De la Scala.> Si vuole alludere al v. '26 della poesia che tra i Paren• talia ha per argomento l'avolo materno Cecilio Argicio Arborio: un verso che dà sempre da tribolare ai critici. Ivi, là dove tra gli editori modernissimi lo Schenkl legge h1Jclaevo , il Peiper, seguendo il Brandes, hoc leto, lo Scaligero nei due libri Ausonim1arum lectionum stampati - s' avverta bene - per la prima volta a Lione nel 1674 1), sospettava e legendum octe tuo. ocle, ocule,. 3). 9. Gl. 12"(p. 97 l. 2): però per hoc porrlw. - Ann. p. 62 (T. p. 86): « Per hoc. Pero .... Scrivevono gl' Antichi, & i Vecchi nostri, Per 1) Ciò risulta da lottere, di cui s' avra occasione di citare cp1ella che ai riferisce direttamente al soggetto. !j Di questa edizione, poco nota, 11ognalerò un tiscmplaro posseduto dalla Broidense di Milano. Un altro son tratto a ritenere che si trovi alla biblioteca di Grenoble (:\IA1ow1s111-P110:11PT, p. 9). 3) P. 24; SS nella. ristampa di Heidolborg, 1588. Nel testo di Ausonio curato da.Ilo Scaligero medesimo, che fu prima.mente stamp!lto a. Lione nel 15i5, componendosene colle Lcetiones degli esemplari dove queste tono aggiunte e designate insieme sul frontespizio, il pa~so non ha l' emenda.zione proposta, F, 1 10. Gl. 13a (p. 100 I. 7): R, accanto ad habilaculum sottolineato. - Ann. p. 63 (T. p. 90): e Nec aliq11od aliud habitaculum tanto dig11wn est habilante. si come degno babitacolo a tanto & cotale ha.bitatore, direbbe il Boccaccio. > I più tra questi riscontri sono di tal natura., da chiudere totalmente l'adito a pensare che il Corbinelli trovasse già apposte sui margini le glosse e ne facesse suo pro. Egli sa ciò che il chiosatore accenna in modo affatto indeterminato, inintelligibile a chi non sia tutt'uno con lui. E da questa pianta c'è da ricavare altre propaggini. Accertato corbinelliano il B. del f.0 S", 3\ ma, sapremo donde venga, non meno di quel che valga, la stessa iniziale 7a, U\ 12a, 13\ 22·• '). Similmente ciò che risulta per il D del f.0 8b manderà luce riflessa. sul D, D.che incontriamo ancora 15\ 211' 1). E dal B. e D. non vorremo certo disgiungere il P. 10b 3), in cui analogamente si sarà indotti a congetturare un e Petrarca.»: autore che non sto a dire quanto spesso sia ricordato nelle Annofationi, e che una volta vi è indicato appunto anche con un semplice P. 4). Poi, quel che 11.pparisceai numeri 3 e 4, spalleggiati dal n. 6, gioverà a chiarire anche le glosse greche 16", l 8h 5); aggiungendosi a rendere l'attribuzione più eicnra la tendenza spiccata che il Corbinelli mostra dovunque, e nelle Annolationi, e nelle lettere al Pinelli I e negli altri suoi scritti, a infiorare di greco il suo dire 6). Infine, le Annotationi gioveranno col loro e Lucretio >, p. 91 12,13 1 35, 41 (T. p.13, 17, 21, 56, 64) al uucr. 3" 7); col e Tertulliano>, p. 10, 14, 30, 32, 33, 84, 42, 43 (T. p. 14, 22, 60, 52, 53, 56, 65, 68, 6D) al Tert., se è tale realmente, 22b 8); e col e Catullo >, p. 3, 16, 20, 25, 31 ecc. ecc. (T. p. 5, 26, P. 48 1. 6, 70 l. 4-5, 00 l. 6, JOSl. 8, 176 1. 8-9. I) P. 120 l. li, 172 I. 11. 3) P. 78 1. 7-8. ') P. 14. Nella riRtampa del Torri, p. 2'2 n. B, la. sigla fu tradotta. balordamente per. 5) P. 118 I. G-7, 145 1. 6. 6) Però in una lettera del 10 di marzo 1578 (Cod. B. 9. inj., 1484): • Mea quamquam tibi commonclaro non debeam, commendo tamen. Sono anco ciceroniano quando bisogna, per che qualche volt& voi !