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Italian Pages 176 [180] Year 1892
X
NI9I
%
LO STATO LIBERO
DI
COSPAIA.
I
I
STO nell' alta
LIBERO
DI
(MI
Valle del Tevere
(1440
—
1826)
PER
FILIPPO NATALI
UMBERTÌDÉ STÀB. TIPOGRAFICO TIBERINO 1892.
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2014
https://archive.org/details/lastatoliberodicOOnata
345^2 \\\0\s
K
cì\i
legge
Nel confine fra V Umbria
c
la
provincia
di
Arezzo, sopra una lieve alzatura che fa da contraf-
Appennino, sorge
forte all'
Villaggio di Cospaia,
il
già capo-luogo della repubblica o meglio dello Stato
Ubero di
questo
nome, che dal 1440 al 1826 con-
servò la sua autonomia e indipendenza, quantunque 'si
senza
reggesse
leggi
scritte,
senza capi,
senza
milizie, senza imposte.
U?i caso pratico di anarchia in
mezzo ad una
società basata sul principio autoritario luto,
ad una
più asso-
il
società che sebbene seguisse inesorabil-
mente
il
suo movimento evoluttivo verso una civiltà
nuova
e
riformatrice, nondimeno rifuggiva da tutto
avuto parvenza di libertà,
è
un feno-
meritava di essere conosciuto
e
studiato.
ciò che avesse
meno
che
Io volli
occuparmene
e
mercè aiuti che
da pregiate persone del luogo, operate
in
alcuni privati
e
e
mi vennero
mediante
le
ricerche
pubblici archivi, potei
condurre a termine una monografìa di Cospaia che ora offro al pubblico.
546588
Forse poiché
si
il
mio
libro ne
farà nascere
tino migliore,
richieder ehh e quel tempo che io
disporre in più
ordinato
venuto svolgendo nel libro,
aspetto e che
a
le
non ho per
idee
che
sono
me sembrano non
indegne della pubblica curiosità.
Di Umbertide Marzo 1890.
Filippo Natali
i
CAPITOLO L
LIBERTAS Come un
codino ha definito la repubblica
nacque e come morì
—
— Come
Cospaia Edilizia senza Paese legge La Un motto pretenzioso Le campane nel medio evo e i Comuni La canonica La leggenda di S. Lorenzo protomartire Terribile sarcasmo del Levita
men
—
piccolo Stato
il
— chiesa —
che villaggio
—
Il
—
—
— —
—
Giudizio di Tocqueville sulla religione.
Ho
letto in
un
libro,
non occorre
dir
quale, questa assurda descrizione anatomica della repubblica
«
Un
sime fondamentali non
governo s'
le cui
indirizzano che a
rovesciare del tutto V ordine del
regolamento, a travolgere
do
(!),
mas-
il
giro
comune del mon-
a fissare un sistema senza Iddio, sen-
za legge e senza ragione ed a stabilire alla fine
male
un vivere a seconda ».
della
parte
ani-
—
—
8
Chi così scriveva, certo avea ricevuto da
natura una organizzazione speciale che
mostrava scopio
che
non
un
traverso
modo
alterava in
le
Disgraziatamente se
a
cose
le
caleidosensibile.
caso non è singolare e
il
pensano in questa
molti, alcuni la
maniera anche adesso. Per certa gente parola repubblica
è
quando non
crimine,
gli
per se stessa
di sia
addirittura
il
la
un fi-
nimondo.
Eppure la
storia
là
è
lunga vita
furono delle repubbliche,
vi
e
che
a dimostrarlo,
non sconvolsero
e
vissero
affatto
1'
or-
dine sociale, anzi lo consolidarono, regolandolo, in seno alle quali di >
virtù
tranquille
si
custodirono esempi
ammiratissimi; faccia
sulla
passarono
altre
della
terra
turbamenti, senza che neppure
i
corgessero della loro esistenza. scrittore fosse vissuto fuori di
più
Se
senza si
ac-
quello
un ambiente
politicamente assurdo o creato artificialmente dalla sua
immaginazione
avesse misurato alla linali,
i
legittimista, se
stregua
dei
prodromi delle rivoluzioni
gliono precedere
i
elio
so-
governi democratici, non
avrebbe espresso quel ogni rapporto.
risultati
concetto
false
sotto
—
9
—
Avrebbe intuito che
nella
repubblica
l'uomo, divenuto libero nella sua coscienza, nella parola e nelP azione,
sottomette alla autorità che esso stesso
si
ha
fa ossequiente
che esso stesso ha riconosciuto,
alle leggi
e
si
costituito,
un
losofo in
come ha libro
detto
quasi
un chiaro
dimenticato,
fi-
che
non meritava certo una sì breve vita. La repubblica di cui imprendo a trattare, certo non avrebbe sollevato il fiero sdegno e P ingiustificato livore dell' anonimo scrittore, perchè se non ebbe leggi proprie ed un organamento politico ed amministrativo, ebbe il suo fondamento nella famiglia e 1}
nella religione e custodì nel suo seno quel
beato vivere che era prerogativa patriarcale,
piccolo
come
in
mediante
Stato
una
Questa
visse
il
d'
quale
amore
il
e
repubblica
nonostante questo
microscopico
Perfetti
-
accordo
pure dei più infimi, Staterello
autonoma per quasi quattro
secoli.
I)
d'
un punto quasi Stati certo non osò
sia
vita
popolo del
fa
prendere un posto,
di
epoca
famiglia.
impercettibile e fra gii
visse
dell'
Della Libertà.
f
—
IO.
-----
Sorto senza disegno preconcetto, pei^un caso singolarissimo, dosi 1'
come una
alimento,
finì
anemico, estinguen-
mancare
face a cui sia per
come una meteora
meglio
o
poco luminosa.
La
goduta per tanto tempo, forse
libertà
stancò gli uomini e
li
invogliò di sottomettersi ad
ovvero
ne,
piccola repubblica
avella
dere
le
due
stati
necessità che
fu
li
spinse a ce-
franchigie, stretti come, ei;ano
importanti?
cise la libertà, o fu
il
Fu
di terra libera ?
fra
la libertà che uc-
despotismo che
se le sue branchie livellatrici
lembo
un padro-
Forse
este-
anche su quel
1'
una
e
Y altra
cagione influirono a distruggere la piccola, repubblica
Cospaia..
di
Pochi sono quelli che udirono nominare,
una repubblica di Cospaia, e rarissimi sono coloro che anche al presente sappiano ove un tempo formò si trova il territorio che uno Stato a io
lessi in
collana
|)
un
che
menzione
l.ii
.
Vaila
Tolte
le
poche parole che,
articolo di giornale
storica
Sacchetti, lece
se.
di io
e nella,
Borgo S v Sepolcro del mi sappia,, nessun altro,
della,
Tiberina
v>
>
repubblica di Cospaia
del
2'»
agosto
ini'»;.
—
11
nessuno ne rilevò neppure un sunto co.
stori-
Forse la sua piccolezza e la poca im-
])
che
portanza
buon per
ebbe,
e
V oblìo V avesse coperta
se
lei
ignorata;
resero
la
per altro tempo ancora,
sottraendola
agli
sguardi cupidi del Papa e del Granduca di
Toscana, che
La
si
spartirono lo Salterello.
che
piccolezza
salva
Marino
8.
e
Andorra, non valse ad allontanare Cospaia dal
triste
Leopoldo
fato,
F annettono
I
Ma non
precederò
do in animo
gli
avvenimenti, aven-
passando
tutto ciò che d' interessante
nei
quattro
tutte
le
si
della
rassegna
in
è ivi svolto
esistenza,
di
secoli
notando
andò
storiche a cui
vicissitudini
e
ai rispettivi Stati.
una monografia
di fare
repubblica,
piccola
1825 Leone XII
nel
e
soggetta in questo periodo di tempo ed in
4) Il
la l'
morte
amore
secolo;
ma
non intendo affermare che
questo
formato
mezzo
nelF ultimo
specie
compianto Agostino il
disegno
lo colse
di
Pistoiesi di Città di Castello,
pubblicare
prima che
dei congiunti,
dei
il
lo
lui
con
mio avea
uno studio su Cospaia, ma
potesse attuare,
concittadini e dei
togliendolo
al-
numerosi amici,
specialmente di quelli politici di fede democratica, nelle quali file egli militò sempre, e, soldato del pensiero, ne sostenne i diritti colla penna. Fu redattore del Secolo di Milano ed a Città di Castello fondò un giornale radicale, che finì per mancanza di mezzi, giacché il maggior torto dei democratici è quello di non aver quattrini.
—
—
12
lavoro sia completo e senza mende. peraltro
come materia
Starà
grezza, affinchè altri
da questa vi faccia scaturire un lavoro
ri-
Unito ed elegante, in quella guisa che
da
un informe masso provato, può trarre la più bella
opera
marmo, un
di il
più
beli'
artefice
ornamento,
d' arte.
una borgata, un villaggio? Appena appena dessa può meritare Y ultimo nome; ne sembra che in Cospaia è ella una
•
antico
città,
presentasse in migliori condizioni
si
che appariscono al presente.
di quelle
Qui non mura coronate golari
o
ad
bipartiti,
di merli rettan-
indicare
le
fazioni
guelfe o ghibelline, ricoprono inopportuna-
mente la vista della campagna, non torri, non propugnacoli di difesa per far fronte plebe faziosa o agli assalti dei tiranni.
alici
Le
case disgiunte
metà una campagna
fabbricale a
ad
gaio.
1
ove
i
i
zione
tardiva,
chej
mezzo
vestono
Loro rami di
fiori
arbusti di
fanno pompa,
steriosa gradazione di tinte,
commi. .ic.
in
tutto i ridente
peschi
e bianchi; le siepi e gli
sono
dall' altra,
collina
della
mandorli e
stagione novella,
una
1'
passando
di
e
alla
rosati
vegeta-
quella
mi-
insieme fusi e
dal
bruno
dei
al grigio,
fusti,
sino
13
al
giallo,
vanno
rosa,
al
smagliante dello smeraldo.
verde
al
—
L'erbetta trita e nutrita delle pendici, degli
imperlata dalla
pur' anco,
spazi, delle vie
rugiada del mattino, scintilla
ai
primi raggi
del sole, ciò che vai certo più di quei
ove
cinti
V aria
chiudono
si
impure, porta
edifizi,
ed ove
emana da cento
che
viziata
gii
re-
fonti
infezione in coloro che
1'
vi
dimorano.
Qui
volti
che logorano
pallidi
tra le forti emozioni in lotta
la vita
sempre con
t
bisogni; là invece la salute e la parsimonia dei desideri che suscita quella soddisfazione
che fa eguale
al ricco e al potente.
di partecipare
cittadina,
da età
si
forte
alla
quando
dell' oro,
all'
Le
della
realtà
viro
spazia nell' azzurro della placi-
scettro di Saturno, sedea
glia
Invece
ombra
sotto
il
pacifico
raccolta la fami-
del dolce fico.
case a Cospaia,
stinate a fornire
certo
non sono
un contingente
allo
descio-
glimento di una delle più vive questioni scientifico-sociali,
e chi
ha presente che
La
idea della abitabilità richiede altre alla opportunità,
anche
r armonia di tutte
la bellezza, e le
con questa
sue parti, non troverà
14 in questo luogo
dove applicare
Invece abbiamo andati,
E
casa
la
buoni tempi
dei
suo orticello,
col
tali principi.
coli'
aia
annessi.
in questa casa che la famiglia riceve gii
amici,
ed è qui
dolori
di
membro
ciascun
Da
centrano.
dove tutte
ed
le gioie
di essa
stero e le azioni degli individui
si
con-
si
questo luogo è bandito
i
mi-
il
svolgono
quasi in pubblico.
Passando, 1'
può scorgere a traverso
si
uscio aperto, tutta la famiglia riunita o
tavola,
conversare
La
focolare.
intorno
raccolta
a al
vita intiera trascorre così con-
centrata in un breve spazio; in ogni mobile, in ogni utensile sta
cui
di
un
folleggiarono
passato
poeti
del
lembo
di terra.
i
secolo, rivive in questo
In alto, anzi al
ricordo. L' arcadia
sommo
del colle, ove
il
villaggio finisce, fra gli alberi che digrada-
no dalle fra
i
tinte
cupe
alle chiare dei verdi,
massi chiazzati dall'
ombra
e dal
sole,
sullo sfondo del felice paesaggio, s'innalza
Posto come
il
tempio semplice e
a
baloàrdo del villaggio, in un punto
lo
domina
coinè libertà
i
intieramente,
buoni alla
ristretto.
Cospaiesi fede
più
clic
sia a dimostrare
vollero
pura.
sposata
la
E che questa
religiosa fosse scevra da pregiudizi
fede
bigottismo,
fiacca,
riè
chiaramente leggendo
riè
appare
fanatica,
motto inciso
il
e
sul-
Y architrave della porca della chiesetta entro
1'
abitato:
Ubertas
l)
che
»
Caspdrke perpetua
«
io
firma
traduco: Durabile e sicura
da
libertà di Cospaia; perchè, o sia al
et
riferirsi
tempio come estrinsecazione della
reli-
gione, od alla costituzione della piccola re-
pubblica, in rapporto alfa fede ed al culto, la perpetuità
si
affaccia
con una certa
gogliosa pretesa, la quale non giustificata dagli eventi che Il
si
or-
neppure
è
succedettero.
credente che, varcando la soglia del
modesto tempio, prende a considerare quelle parole, potrà pensare che là religióne e la libertà
guadagnano, quando sono
alle sole loro forze, e 'che
costringere
con
vano
egli è voler
catene di ferro
mente forza non la
uomo. Convincere pei' può, nè si deve usurpare sulla coscienza
libera dell' si
lasciate
nessun posto.
Anche lo
la
campaiìa che pende dal picco-
campanile porta la
qui essa oltre 4)
Anche
queste paròle,
sulla
stessa,
all' ufficio
campana
coli' aggiunta':
di
ma
leggenda;
chiamare
i
fe-
della piccola chiesa sono rilevale Sanata Maria ora prò nobi.s.
—
preghiera o salutare
deli alla
muore,
—
16
si
giorno che
il
mosse pure ad invitare
gli
abi-
tanti per trattare le cose del pubblico, pren-
dendo
importanza
quella
campane
che
ebbero
le
in Italia, culla del catolicismo e
delle libertà comunali.
La
superiore, che
chiesa
canonica, è dedicata a
la
Lorenzo protomar-
giovane Levita ardente
a questo
tire,
S.
ha annessa
di
desiderio di dare la propria vita per la fede.
Lo
vede raffigurato nel quadro
si
dell' ai-
tar maggiore.
Fu
verso la metà del secolo III appun-
quando infierivano
to
tro
i
persecuzioni
le
seguaci di Cristo, sotto chiesa
della
nascente,
Adriano die fuori un
che
editto,
nivano condannati a morte vi,
i
sacerdoti,
nel sangue e fra
i
il
i
nome
dei
Si
fede,
e
tutti
sacro
sublime
e
i
volea
ve-
vesco-
spento
Lorenzo
cristiani.
costanza dei
crudele martirio,
Cu
pari
poiché fu nel medio evo ohe
immaterializzò, le
Imperatore
col quale
cristianesimo intenebrato dalla
e
Sisto capo
8. 1'
colpiti dal decreto e la
Levita nel lungo alla
diaconi.
con-
come
pagine
ci
dice
barbarie
il
s
:
Bianchi Giovini;
hanno tramandato
ben nolo sarcasmo, da
lui
il
prole
— rito
avanti
nessun
giato
coli'
ticola)
quando
al tiranno,
una
brustolito da di
17
parte. Nel quadro, invero
pregio artistico,
il
Santo è
istromento del martirio,
come
resto
del
ab-
sentissi
(la
vede in
si
effi-
gra-
tutti
i
quadri di egual soggetto.
Ben
fecero
Cosparesi
i
a
scegliere
il
glorioso Levita a loro protettore. Quel martire
che sfida
plizio,
il
tiranno e
si
del
ride
sup-
che fondava la sua religione sopra
un sistema
ideale, divino, etereo, è
della forza e delia fede sincera che sfascia sotto
i
tempo
colpi del
come avvenne quando
simbolo
non
si
e delle idee,
ella si attaccò a cose
terrene, poiché, dice Tocqueville:
«
quando
appoggia sugli interessi
«
la religione
«
fuggitivi, essa diventa fragile
«
quando essa
«
subisce la loro forza e cade sovente colle
«
passioni del giorno che la sostengono.
si
come
essi,
unisce a potenze effimere,
si
^-
ao'^