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Italian Pages 192 [197] Year 1996
SIEGFRIED KRACAUER
LA MASSA COME ORNAMENTO
PRISMI
ASTREA
Compagno di studi di Adorno in gioventu, Kracauer sa «se guire le tracce della totalità, costruire e ricostruire la realtà, per quanto consapevole della difficoltà dell'impresa... Dai singoli indizi, dai particolari, Kracauer sa risalire a piccole totalità. Al pari di Aby Warburg, è consapevole del fatto che «il buon Dio si nasconde nel dettaglio », ma al pari di Benjamin, non rinuncia alla costruzione di « costellazioni » a partire dai feno meni ... Da Simmel ha appreso a disprezzare i concetti generali che non siano il frutto di una serie di passaggi attraverso la specificità dell'oggetto d'indagine. Dall'espressionismo e dalla te· cnica cinematografica e pittorica ha imparato (come Bloch... ) il montage, la composizione che altera le dimensioni tradizionali, ritenute ' naturali ', del tempo e dello spazio.. . » (Dalla presen tazione di Remo Bodei). «Ciò che lo interessa non è il singolo, sono piuttosto la struttura interna di una massa omogenea e le situazioni in cui quest'ultima si rispecchia... Per la città è un bene avere questo nemico tra le sue mura. Speriamo che sappia ridurlo al si lenzio. Come? Utilizzandolo per i suoi scopi migliori» (Walter Benjamin).
StEGFRIED KRACAUER (Francoforte 1889 New York 1966) partecipò in maniera originale alla discussione sulla crisi della civilità europea, •
amico e interlocutore assiduo di Adorno, Benjamin, Bloch (a questa fase si riferiscono i saggi tradotti nel presente volume). Emigrato negli Stati Uniti, approfondi gli studi di teoria del cinema. Rimane ancora frammentario, in Italia. il suo profilo intellettuale, nonostante le scelte di saggi sociologici e di critica filmica pubblicate presso Mondadori, De Donato, Einaudi.
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PRISMI
GraHca: C. D'Agootlno
ISBN 88 7065 003 O
ASTREA Orizzonti della cultura contemporanea l
SIEGFRIED KRACAUER
LA MASSA COME ORNAMENTO
Presentazione di Remo Bodei
PRISMI
Titoli originali : Das Ornament der Masse StraPen in Berlin und Anderswo Traduzione di Maria Giovanna Amirante Pappalardo e Francesco Maione. In copertina: Il bevitore di Ernst Ludwig Kirchner. Riprodotto per conces sione del Germanisches Nationalmuseum di Norimberga.
Prima edizione italiana: dicembre 1982 Copyright © 1963 e 1964 Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main. Copyright © 1982 Prismi Editrice Politecnica Napoli s.r.l. 80122 Napoli, Via F. Caracciolo, 17 ISBN 88 7065 003 O
«LE MANIFESTAZIONI DELLA SUPERFICIE»: FILOSOFIA DELLE FORME SOCIALI IN SIEGFRIED KRACAUER
l. Addio alla Lindenpassage: cosf si intitola uno dei saggi qui tradotti, posto simbolicamente da Kracauer, nel 1963, a conclusione della raccolta Das Ornament der Masse. Quando esso apparve per la prima volta nel 1930 doveva commemorare la scomparsa della vecchia galleria - coperta di vetro e sede di negozi - che collegava a Berlino la Friedrichstrasse con la Lindenallee. Dei suoi pilastri in falso stile rinascimentale, con decorazioni di tralci e di delfini, dei suoi girasoli in ferro battuto sono restati solo pochi esemplari, in globati nelle costruzioni successive. Ma nella sua penombra si affac ciano ancora le vetrine e le botteghe: « Brulicano alla rinfusa, nel bazar del passage, le tronchesine, le forbicine, i portacipria, gli ac cendisigari, le tovagliette ungheresi fatte a mano. In massa, come parassiti, spuntano fuori le varie cianfrusaglie e ci spaventano per la loro pretesa di essere sempre con noi ( ... ). Qui splendono le pipe d'ambra e di schiuma, le camicie con l'abbagliante splendore di una soirée, i fucili da caccia con le loro canne puntate verso l'alto. E
nella parte terminale del passage un salone da barbiere, che nella semioscurità dichiara manifestamente la sua parentela con il caffè sotto il tetto a cupola, sembra ammiccare con i suoi profumi ». Dove è finita oggi la vecchia e la nuova Lindenpassage? Cosa è rimasto della Berlino degli anni Venti e dei primi anni Trenta? Dove sono quelle case, quelle strade, quei quattro milioni di vite indivi duali che la popolavano e l'animavano? Un cataclisma immane, lo sappiamo, è passato sugli uomini e sulle cose; una frontiera taglia come una ferita il suo antico tessuto connettivo. A ricordare il pas-
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sato (come slogans in muratura che ne sottolineano, malgrado tutto, l'identità e la continuità) si innalzano ancora, in forma spettrale, l'edificio del Reichstag, la Gediichtniskirke, la porta di Brandeburgo o i Musei sulla Sprea. Lungo la linea di demarcazione case sventrate con finestre come occhiaie vuote; un intero quartiere di palazzi ca denti, il Kreuzberg, abitato solo da turchi. Si stenta a credere che al di sotto e al di dentro degli attuali edifici vi fosse, sino a pochi decenni or sono, un'altra città, quella descritta da Benjamin, da Doblin o da Kracauer, quella illustrata dalle fotografie e dai filmati, che la mostrano brulicante di folla, tram, automobili e insegne; che un'unica storia, e non due opposte storie del mondo, la percor resse pur con tutti i suoi conflitti. Solo il fondamento naturale, nel senso di Kracauer, appare veramente immutato nel confronto, a sot tolineare e a rendere visibile la continuità di un insediamento, la storia naturale di una città: il terreno sabbioso, i laghi, i fiumi, i pochi monumenti e palazzi salvati o ricostruiti fedelmente. La foto grafia e il film rivelano appunto, oggettivando ' imparzialmente ' i particolari del passato, le differenze fra ciò che dura e ciò che tra passa. Come lo chignon della nonna, nell'articolo La fotografia, an che i resti mutilati della Berlino anteguerra alludono alla loro appar tenenza a un'altra storia, sono la testimonianza fossile di un mondo scomparso, l'involucro del passato: « Compito della fotografia è di mettere in risalto il fondamento naturale rimasto finora inesplorato. Per la prima volta nella storia la fotografia porta alla luce nella sua interezza l'involucro naturale, per la prima volta attraverso di essa il mondo dei morti si manifesta nella sua indipendenza dall'uomo ( ... ). Se il costume della nonna ha perso il suo rapporto con l'oggi, esso non sarà piu comico, bensi strano come un polipo delle profondità marine. Un giorno alla fotografia della diva verrà meno il demo nismo e resterà soltanto la pettinatura con la frangetta, cosi come oggi della nonna non resta altro che lo chignon ». 2. È questa metropoli polverizzata, questa vita abissale, che Kracauer ci insegna a conoscere, fissando nel tempo (al livello pro fondo di una quotidianità sorpresa nel suo svolgersi inconsapevole del futuro) immagini nitide e dettagliate. Sotto la sua guida, ve niamo introdotti nei vari universi - spazialmente contigui ma fra loro incommensurabili e qualitativamente distinti - in cui si arti cola la città. Gli ambienti ed i ceti vengono analizzati, con partecipe freddezza, in una sorta di geologia della società, che ne indica le stratificazioni e i dislocamenti. Ecco cosi i rifugi della miseria, i
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punu 1n cui si radunano i disoccupati e i reietti, le « sale riscal date», gli uffici di collocamento. Qui vengono messi a nudo i bi sogni elementari dell'esistenza, calore e cibo. Raschiando il superflo, resta l'indispensabile, la pura fisiologia del corpo umano che sta alla base dei rapporti sociali e che generalmente ne è nascosta. Recan dosi nelle squallide stanze degli uffici di collocamento - a cui si giunge attraverso « due cortili incassati fra malinconici muri di mat toni» - si riscoprono verità ed angosce che non si desidererebbe conoscere, si contemplano all'opera i meccanismi di esclusione econo mica e sociale. Chi è senza lavoro attende inutilmente. Allo stesso modo, nelle sale riscaldate, aperte da ottobre ad aprile, si radunano uomini e donne che hanno avuto in passato una sorte migliore e che ora dipendono dalla beneficenza: « I vecchi fumano la loro pipetta, sonnecchiano o giocano a skat, a carte e a scacchi. Non si riscaldano soltanto l'uno accanto all'altro. Come i frequentatori delle normali sale riscaldate, sono forniti del ritrovato tecnico della radio e di spongono di una biblioteca che contiene persino diversi romanzi moderni. L'amministrazione non nasconde il desiderio che si fac ciano donazioni di giornali e riviste illustrate, e invero bisognerebbe permettere che un'eco della vita raggiunga questi esseri appartati. La vita, quella vera, passa dinanzi al cortile e li lascia indietro )>. Ecco, appena piu in su nella gerarchia sociale, il variegato universo di coloro che praticano l'arte della sopravvivenza: i mendicanti che avvertono la concorrenza dei disoccupati, i venditori di fiammiferi o di penne stilografiche, gli strilloni, i ballerini che danzano sui mar ciapiedi. Poi, in una serie di illuminanti istantanee, il mondo di quanti hanno un lavoro, seppur modesto, e vivono di cibo e ancor piu di illusioni, di sogni ad occhi aperti che questa società è gene rosa nel dispensare. Si tratta non solo dell'habitat degli impiegati, cosi magistralmente descritto nel volume Gli impiegati, ma an che della vita delle piccole commesse, dei suonatori di pianoforte nei cabarets, di quel pubblico esso stesso protagonista dei film dei telefoni bianchi. Kracauer si sforza di considerarlo dall'esterno, sen za indulgere minimamente alle note di colore, come se si trattasse di fenomeni esotici. La tecnica dello straneamento gli consente di cogliere i legami impersonali ed anonimi della dinamica sociale, le catene del consenso che si intrecciano sul filo dei desideri e delle aspettative che, a loro volta, promuovono. Kracauer, che ha eserci tato la professione di architetto per dieci anni, dal 1911 al 1921, che è diventato studioso delle arti visive dell'epoca della riprodu cibilità tecnica, del cinema e della fotografia, che appare segnato dal-
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l'interesse per la psicologia della forma ( Gestalt ), che si attiene ai criteri della Neue Sachlichkeit e della fenomenologia husserliana nel l'invito a tornare « alle cose stesse », sa vedere e sa insegnare agli altri a vedere gli aspetti strutturali. Per chi ben guarda, per chi parte dai fenomeni piu superficiali per giungere alle « essenze », non vi sono propriamente misteri nella società. Gli elementi strutturali sono in piena evidenza, si ripetono con costanza nelle infinite va riazioni, e per giunta sono esposti al pubblico, gridati, reclamiz zati. Come è detto ne Le piccole commesse vanno al cinema: « Di solito i film di cassetta e la vita coincidono tra loro, perché le dat tilografe modellano la loro esistenza sugli esempi dello schermo; ma, forse, gli esempi piu falsi sono quelli rubati alla vita. Eppure non si può mettere in dubbio che la maggior parte dei film di oggi abbia uno svolgimento inverosimile. Colorano di rosa le piu nere istituzioni e, calcando le tinte, imbrattano il bello. E cosi non cessano mai di riflettere la società. Anzi: quanto piu imprecisa mente ne rappresentano la superficie, tanto piu diventano esatti trasformandosi nello specchio fedele nel quale si riflette il mecca nismo segreto della società. Nella realtà non accade facilmente che una ragazza delle pulizie sposi il proprietario di una Rolls Royce, d'altra parte non sono i proprietari di Rolls Royce a desiderare che le ragazze delle pulizie sognino di innalzarsi fino a loro? Le stupide ed irreali fantasie dei film sono i sogni ad occhi aperti della società, nei quali si manifesta la sua vera realtà, prendono forma i suoi desideri altrimenti repressi ( ... ). Per analizzare la società di oggi bisognerebbe stare ad ascoltare ciò che i prodotti della grande in dustria cinematografica rivelano. Pur senza averne l'intenzione, spiat tellano tutti un grossolano segreto. Nell'infinita serie dei film ri torna sempre un limitato numero di motivi tipici, che mostrano come la società ama vedersi. La quintessenza dei motivi dei film è allo stesso tempo la somma delle ideologie sociali che vengono smasche rate dall'interpretazione di questi motivi» . 3. Un'epoca si può interpretare attraverso i suoi sogni collettivi ad occhi aperti, le sue aspirazioni inconsapevoli. Esse non solo resi stono ad ogni manipolazione, ma prendono forma compiuta e vi
sibile per mezzo delle manipolazioni stesse. Come per Freud è ne cessaria una Inszenierung, una messa in scena inconscia, per svilup pare i contenuti dei sogni notturni, cosi occorre una regia, una in dustria culturale, per rendere espliciti i desideri diurni di massa. Per Kracauer - sembra di capire - l'industria cinematografica non
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è solo u n perfido strumento ideologico, scientemente utilizzato per ammansire le folle, per tenerle lontane dalla realtà politica, ma an che una enorme officina di elaborazione inconscia di attese collet tive. Per questo non è sufficiente affermare, come farà piu tardi Adorno, che vi è un circolo vizioso, per cui la gente preferisce ciò che è stata abituata a preferire, dimodoché le propensioni o i vari indici di gradimento esprimono unicamente il tasso di manipola zione giornalmente quotato. Tutto questo è innegabilmente vero, ma è solo una parte della verità, dà eccessivo rilievo ad una va riante della teoria del complotto sociale. Vi è un altro aspetto che deve esser preso in considerazione, e cioè che il mondo dei desideri collettivi ha una sua logica inconscia relativamente autonoma dai condizionamenti immediati e programmati. Essa mostra le classi sociali non nella loro staticità, nella puntualità del presente, ma nella loro proiezione nel futuro. Di nuovo freudianamente, si po trebbe dire che i prodotti dell'industria cinematografica non sono né ingenue manifestazioni dei desideri di massa, né astutissime ma nipolazioni di essi da parte dei ceti dominanti, bensf formazioni di compromesso, luoghi di equilibrio instabile tra la forza ascendente del rimosso sociale e le potenze di censura, di sublimazione e di ' convenzionalizzazione ' egemoni. Sono la tangente in cui si toccano il desiderio della ragazza delle pulizie con quello del proprietario di una Rolls Royce. Certo sono le classi medie, e soprattutto la pic cola borghesia impiegatizia, le piu esposte al pascersi di sogni ad occhi aperti, ad integrare il vuoto della loro esistenza effettiva con questi paradisi artificiali. Strette, dall'alto, da processi di raziona lizzazione incalzanti che giungono incomprensibili, e, dal basso, da un proletariato nella cui condizione hanno paura di cadere, si sen tono vulnerabili, insicure, angosciate, incapaci di rendersi conto di ciò che accade. Imboccano cosi tanto piu volentieri la strada del fantasticare. Indebolita la fede nelle ricompense dell'al di là, cercano di ritagliarsi una fetta di cielo nell'immaginare possibili scenari mon dani, colpi di fortuna futuri. La dimensione utopica di una vita mi gliore si presenta loro attraverso le immagini delle storie dei film di cassetta e le aspirazioni diffuse dalla pubblicità : avere un sor riso smagliante e un alito profumato, apparire snelli e giovanili, possedere una scattante automobile, incontrare una affascinante av venturiera o sposare il proprio principale. Anche Ernst Bloch (che collaborava, fra l'altro, al feuilleton della Frankfurter Zeitung nel periodo in cui Kracauer ne era il redattore) aveva fuggevolmente osservato gli stessi fenomeni tra la fine degli anni Venti e l'inizio
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degli anni Trenta. Ma li tematizzerà solo piu tardi, non senza tracce kracaueriane, nel capitolo 1 4 di Das Prinzip Hoffnung e nell'intervista concessa nel 1 976, un anno prima della morte, alla radio canadese:
Tagtraume, Wachtraume und Musik als « Utopicum schlechthin �� (ora in Tagtraume vom aufrechten Gang. Sechs Interviews mit Ernst Bloch, hrsg. v. A. Miinster, Frankfurt a.M. 1 977, pp. 127-153). Per Bloch, come per Kracauer, non è con brechtiano sarcasmo che si deve guardare a tali manifestazioni di desiderio. Anche se stra volta, immiserita, affogata nella banalità e nella prosa del mondo, legata ai suggerimenti di una propaganda interessata, l'aspirazione a una vita piu degna va presa sul serio. Tuttavia, mentre Bloch guarda ad essa con un sentimento di pietas per le possibilità man cate e umiliate che presuppone e con lo scopo di rettificare gli obiet tivi di questi desideri falsamente indirizzati, per sospingerli verso mète utopicamente piu alte, Kracauer, molto piu sobriamente, si accontenta di esibirne la fenomenologia, di dimostrare, con lo scru polo di un comportamentista alla Watson, come le masse speci fiche degli impiegati, delle dattilografe o delle commesse agiscano o reagiscano agli stimoli e ai comandamenti del proprio gruppo o della società. Egli non denuncia, come Grosz, il lacerante contrasto fra gli estremi della gerarchia sociale, non disegna con tratti inci sivi la stridente vicinanza di ricchi epuloni, dal volto suino, il ba vero di pelliccia, e di disoccupati laceri, di generali col monocolo, circondati da prostitute e secchielli con lo champagne in ghiaccio e miseri reduci mutilati e con le stampelle, di « pescicani » arricchiti speculando sulle forniture di guerra e sulla successiva grande infla zione e di mendicanti senza speranza. E neppure considera l'esistenza metropolitana con gli occhi del protagonista di Berlin Alexanderplatz, quel Franz Biberkopf, ex-scaricatore ed ex-detenuto, che si muove nei bassifondi della società, confuso fra milioni di vite parallele che scorrono accanto alla sua, in una città che si agita, si nutre ed ha le medesime convulsioni di un essere vivente, che si alimenta dell'ucci sione in serie di migliaia di animali ogni giorno (quali involontarie profezie suscita la terribile scena del mattatoio ! ) , che si articola e si rifrange nella coordinazione di molteplici attività. L'attenzione di Kracauer è focalizzata sui ceti medi urbani subordinati, non in dipendenti, e sul mondo degli esclusi, di coloro che la società ha depositato come detriti, ai suoi margini. Le classi alte non com paiono nei suoi scritti se non incidentalmente e mai con accenti direttamente polemici. Il conflitto non è da lui rappresentato in termini personali o mediante tipizzazioni ( ricchi profittatori, scaltri
i possa giungere alla totalità in senso hegeliano, né che una spe cifica classe sociale possa farsi garante di questa trasparenza della totalità sociale. Semmai la grande totalità può tralucere, blochiana mente, solo nella sua assenza, nella sua dimensione utopica. D'altro lato, non rinuncia neppure, come Simmel, alla costruzione, coerente in senso forte anche se non scolasticamente sistematica, della realtà. Allo stesso modo, diversamente da Simmel, interessato al problema dell'essere singolo e dell'esperienza interiore, Kracauer non ha alcuna particolare passione per l'individuo e per la sua interiorità. E que sto anche se ha pubblicato anonimo un romanzo di taglio biografico : Ginster. Von ihm selbst geschrieben, Berlin 1928. Egli si rivolge piuttosto all'esteriorità, allo spazio, al mondo visibile dell'esistenza collettiva, ma non, come Lukacs o Bloch, al conflitto delle classi in quanto tali. Certo, Simmel aveva analizzato a fondo il >
2 1 dicem
bre 1930; Franz Kafka in « Frankfurter Zeitung
»
3 e 9 settembre 1 93 1 ;
I saggi raccolti nel volume « StraBen in Berlin und anderswo
>>
sono
apparsi originariamente : ()ber Arbeitsnachweise in « Frankfurter Zeirung Der Klavierspieler in « Frankfurter Zeitung Warmehallen in « Frankfurter Zeitung
>>
Berliner Figuren in « Frankfurter Zeirung
»
>>
17 giugno 1930;
2 dicembre 1930;
1 8 gennaio 1 93 1 ; >>
1 7 febbraio 193 1 , 1 0 lu
glio 1 93 1 , 6 agosto 1 932. Maria Giovanna Amirante Pappalardo ha tradotto :
Culto del diverti
mento, Le piccole commesse vanno al cinema, La massa come ornamento,
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' NOTA ALL EDIZIONE ITALIANA
La fotografia, Sugli scritti di Walter Benjamin, La biografia come forma d'arte della nuova borghesia, Il pianista, Addio alla Lindenpassage, Figure Berlinesi. Francesco Maione ha tradotto: l'Introduzione, Georg Simmel, Il viaggio e la danza, Uffici di collocamento, Sale riscaldate, Franz Kafka. Le note sono a cura dei traduttori, salvo quando diversamente indicato.
INDICE DEI NOMI
Adorno Theodor Wiesegrund, 1 1 , 15, 20, 28, 31, 32n, 33-34. Anzengruber Ludwig, 164. Bachofen Johann Jakob, 124. Baioni Giuliano, 185n. Baudelaire Charles, 69. Benjamin Walter, 8, 15-17, 20, 25-26, 34, 129-134, 157. Bergson Henri, 37. Bismarck-Schonhausen Otto Principe di, 17, 143n. Bloch Ernst, 1 1-12, 15, 20-2 1 , 23, 25, 30, 34. Brachvogel Albert Emil, 164. Brecht Bertolt, 16-17, 88. Briand Aristide, 122. Brod Max, 175. Cassirer Emst, 16. Chamfort Sebastien-Roch-Nicolas, 38. Chaplin Charlie, 86. Creuzer Friedrich, 125. De Sade Donatien-Alphonse-François, 15. Doblin Alfred, 8. Eckermann Johan Peter, 1 16. Ehrenburg Ilja, 25. Fairbanks Douglas, 87.
Federico Il Re di Prussia detto il Grande, 156n. Filippini Enrico, 13 1n. Freud Sigmund, 10, 15. Gnoli Tommaso, 1 16n. Goethe Johann Wolfgang von, 4 1 , 63, 66, 69, 1 13-1 14 , 143n. Grimm Jakob e Wilhelm, 1 1 1 . Grosz Georg, 12, 74. Harbou Thea von, 164. Harm Rudolf, 1 1 8 . Harun A l Raschid, 94-95. Hindenburg Paul Ludwig von, 1 2 1 . Hitler Adolf, 13, 27. Holderlin Friedrich, 99. Horkheimer Max, 15. Kafka Franz, 127, 175-178, 180-186. Kant Immanuel, 40-41, 63-65n. Karl August, duca di Sachsen-Weimar, 113. Keyserling Hermann conte d i , 2 2 , 93 . Kierkegaard S!llren, 132. Klauer Ludwig, 1 1 3 . Knecht Friedrich Justus, 164. Kracauer Siegfried, 7-35, 92. Kraus Karl, 134. La Rochefoucauld François duca di, 38.
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INDICE DEI NOMI
Le Bon Gustav, 16. Lenin Ulianov Vladimir Ilic, 166. Lohenstein Daniel Casper von, 132. Ludwig Emil, 143. Lukacs Gyorgy, 18, 2 1 , 29. Maldonado Thomas, 17. Martens G. 20. Marx Heinrich Karl, 30, 124. Marx Wilhelm, 121. Menzel Adolf, 156n. Michelangelo Buonarroti, 4 1 . Monet Claude, 1 17. Mussolini Benito, 143n. Napoleone I Bonaparte, 143n. Nietzsche Friedrich Wilhelm, 41, 63-64. Offenbach Jacques, pseudomino di Jakob Wiener, 27. Platone, 16. Pocar Ervino, 176n. Poelzig 79. Proust Marcel, 134. Radetzsky Johann Joseph Franz duca di, 9 1 . Rathenau Walter, 1 8 . Rembrandt Harmenszoon Va n Rijn, 22, 41, 62-66. Rickert Heinrich, 22. Rodin Auguste, 4 1 . Roth Joseph, 25.
Rubens Pierre Paul, 1 16. Samson-Korner Pau!, 88. Sartre Jean-Paul, 16. Schoops Hans Joachim, 175. Schopenhauer Arthur, 16, 37, 41, 49, 63-64. Simmel Georg, 14, 16-17, 20122, 25, 28, 37-46, 49-67. Solowjow Wladimir Sergeevic, 76. Sombart Werner, 17, 92. Spengler Oswald, 16. Spinoza Baruch, 37. Stalin Dzugasvili losif Vissarionovic, 116. Stollmann R . 17. Stolzing Walter, 108. Stresemann Gustav, 122. Trieck Ludwig, 1 16n. Trotzkij Lev Davidovic, pseudonimo di Lejba Bronstein, 147. Triibner Wilhelm, 1 17 . Vigolo Giorgio, 99n. Warburg Aby von, 20. Watson John Broadus, 12. Weber Max, 17. Wieland Christoph Martin, 1 1 3 . Wildenbruch Ernst von, 164. Witte Carsten, 30. Zille Heinrich, 88, 136. Zumbuch Kaspar von, 1 17.
INDICE
«
Le manifestazioni della superficie » : Filosofia delle forme sociali in Siegfried Kracauer di Remo Bodei
7
Introduzione di Stefan Oswald
25
Georg Simmel
37
Il viaggio e la danza
69
Culto del divertimento
79
Le piccole commesse vanno al cinema
85
La massa come ornamento
99 111
La fotografia Sugli scritti di
Walter
Benjamin
129
Uffici di collocamento
1 35
La biografia come forma d'arte della nuova borghesia
143
Il pianista
149
Addio alla Lindenpassage
153
Sale riscaldate
161
Figure berlinesi
1 67
Franz Kafka
1 75
Nota all'edizione italiana
187
Indice dei nomi
1 89
Questa edizione
è stata impressa a Napoli nell'Officina Tipografica