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Italian Pages 217 [230] Year 2011
Comitato scientifico Paolo Bettiolo, Antonio Carlini, Cristina D 'Ancona, Gianfranco Fioravanti
Secondo le norme della collana Greco, arabo, latino. Le vie del sapere, questo volume è stato sottoposto alI 'approvazione del comitato scientifico, che ha chiesto al prof. Pietro B. Rossi di curarne la revisione.
TESTI. Volumi pubbliCllti:
1. Plotino, Che cos'et'essere vivente e che cos'et'uomo? (I 1 [53]) Introduzione, testo greco, traduzione e commento di Carlo Marzolo, Prefazione di Cristi na D 'Ancona
2. Plotino, Sulle virtu (I 2[ 1 9 ] ) Introduzione, testo greco, traduzione e commento d i Giovanni Catapano, Prefazione di John M. Rist 3. AI-FarabI, L'armoniafra le opinioni dei due sapienti, il divino Platone e il saggio Aristotele Introduzione, testo arabo, traduzione e commento di Cecilia Martini Bonadeo, Prefazio ne di Gerhard Endress 4. Roberto Grossatesta, La luce Introduzione, testo latino, traduzione e commento di Cecilia Panti, Prefazione di Pietro Bassiano Rossi Volumi di prossima pubblicazione:
5. Plotino, L'immortalita dell'anima (IV 7[2]). Plotiniana Arabica (Pseudo-Teologia di Aristotele, capitoli 9 , 3, l) Introduzione, testo greco, traduzione, commento; testo arabo, traduzione, commento
STUDI. Volumi pubblicati:
1 . Marco di Branco, Storie arabe dei Greci e dei Romani. La Grecia e Roma nella storiografia araba medievale, Introduzione di Antonio Rigo, Prefazione di Roberto Reali
Roberto Grossatesta La luce Introduzione, testo latino, traduzione e commento di Cecilia Panti Prefazione di Pietro Bassiano Rossi
De luce la luce / introduzione, testo latino, traduzione e commento di Cecilia Panti ; prefazione di Pietro Bassiano Rossi. - Pisa: Plus-Pisa university press, c20 1 1 (Greco, arabo, latino. L e vie del sapere ; 4) =
l 89.4 (2 1 .) 1 . Grosseteste, Robertus - De luce 2. Filosofia medievale - Inghilterra - 1 2.- 1 3. scc. L Panti, Cecilia II. Bassiano Rossi, Pietro CIP a cura del Sistema bibliotecario dell'Università di Pisa
Volume pubblicato con il contributo del MIUR nell'ambito di un progetto di ricerca di interesse nazionale coordinato dal prof. Gianfranco Fioravanti.
In copertina: Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, S. Croce Plut. 1 3 sin. 6, f. 1 r; Plut. 84.3, f.1 r (in quarta di copertina) su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversitcit, cod. or. 2074, f. I v; Paris, Bibliothèque Nationale de France,gr. 1 853, f. 225v © Copyright 20 I l by Edizioni Plus - Pisa University Press Lungarno Pacinotti, 43 56 1 26 Pisa Tei +39 050 221 2056 Fax +39 050 22 1 2945 [email protected] www. edizioniplus.it
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ASSOclatlon cf Amencan Unlverslty Presses
ISBN 978-88-8492-793-4 L'editore resta a disposizione degli avenci diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro
pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall'accordo stipulato
tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCEN TI il 18
dicembre 2000.
Le riproduzioni per uso differente da quello personale sopracitato potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dagli aventi diritto/dall'editore.
Sommario
PREFAZIONE di Pietro Bassiano Rossi
Nota editoriale. .
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p. VII-XV
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INTRODUZIONE
I.
LA DOTTRINA DELLA LUCE NELLE OPERE DI ROBERTO GROSSATESTA
l. 2. 3.
La biografia di Grossatesta e la cronologia dei suoi scritti ...
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l
I primi scritti di filosofia naturale e le arti liberali ..........
»
6
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7
Dalla virtus allumen celeste: astronomia, metafisica e primi sviluppi della dottrina della luce ..................
4.
La luce, forma prima e agente di trasformazione
5.
Il De luce: la corporeità, il minimo indivisibile, la cosmologia
»
6.
La moltiplicazione della luce e la matematica degli infiniti
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7. 8.
La dottrina dell'incorporazione: lux e lumen..............
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11 13 17 19
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21
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24
e della cosmologia ......................................
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Teologia pastorale e traduzioni dal greco .................
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27 34
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36
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43
del corpo fisico .
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La svolta metodologica: gnoseologia aristotelica e conoscenza scientifica .................................
9.
Le species, l'ottica come scienza universale e l' illuminazione divina .................................
lO. Il.
L'insegnamento teologico: ultimi sviluppi dell'ontologia
II. FORTUNA E STORIO GRAFIA DEL DE LUCE
l.
Tracce della dottrina grossatestiana della lux primaforma fino alI'età moderna
2.
....................................
La teoria del minimo indivisibile dal medioevo all'atomismo inglese del Seicento
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.
La cosmologia del De luce: lo pseudo-ovidiano De vetula ed Eureka di Edgar Allan Poe..
4. 5.
.
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La genesi della teoria del Big Bang. .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La "metafisica della luce" e la storiografia del De luce
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III. L'EDIZIONE E LA TRADUZIONE ITALIANA 1.
I manoscritti . .
2. 3. 4.
Le stampe
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L'edizione
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Le fonti. .
DE LUCE
-
LA LUCE .
COMMENTO
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Prima parte ( Il.1-40): la definizione di corpo .
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Seconda parte ( lI.41-84): la grandezza degli infiniti . Terza parte ( lI. 85-232): la struttura del cosmo
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BIBLIOGRAFIA
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INDICI
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Prefazione
La tradizione ebraica ha formulato e trasmesso il racconto dell'origine dell'universo nel libro della Genesi: In principio Dio creo il cielo e la terra ( 1, 1), e l'immagine di un Dio creatore saggio e buono entrò con il cristianesimo anche nella storia dell'Occidente, un Dio la cui parola dava inizio al mondo dell'uomo e al mondo che lo sovrasta e che lo proietta verso l'infinito. "In principio': però, tutto era una mole indistinta, oscura, abissale, e Dio disse: sia fatta la luce. E la lucefu fatta ( 1, 3). Dal quell' istante l'ordine, la distinzione e la determinatezza entrano nella creazione. Con questo racconto-rivelazione dell'origine dell'universo si sono confrontati da sempre ebrei e cristiani, nel tentativo di 'dar senso' all' iniziativa del primo artefice che ha posto una relazione tra sé e l'universo, che sembra esserci stata sin dal principio e che non avrà mai finel. Nella storia del pensiero medievale latino, accanto, o meglio, al di fuori della plurisecolare tradizione esegetica cristiana dei giorni della creazione, il Trattato sulla luce di Roberto Grossatesta (t 1 253) costituisce un 'unicum' per la sua originale teoria cosmogonica, teoria nota a coloro che conoscono il pensiero medievale come 'metafisica della luce: Pur se è vero che questa chiave di lettura rende ragione di una componente non secondaria della teoria, è ormai riconosciuto da tempo che essa è riduttiva e parziale, e questa nuova edizione dell'opuscolo curata da Cecilia Panti è il primo studio critico che consideri, interpreti e valuti in tutta la sua portata l'originale teoria elaborata da Grossatesta. Roberto Grossatesta ha un posto non secondario nel pensiero medievale sia perché è stato uno dei principali traduttori dal greco ( a lui si deve, fra l'altro, la prima traduzione integrale dell'Etica Nicomachea e di una silloge di commenti greci a questo trattato) sia perché si può considerare l Per una recente e ben documentata indagine, si veda R. Gatti, be-re'sit. Interpretazioni filosofiche della creazione nel Medioevo ebraico e latino, Genova, 2005.
VIII
Roberto Grossatesta. La luce
all'origine di quella che forse si può definire 'mentalità empiristico-scientifica' della tradizione inglese. �este e altre questioni storiografiche non marginali saranno discusse in questo libro, mentre vale la pena accennare qui all'aspetto della teoria cosmogonica formulata da Grossatesta che maggiormente colpisce il lettore contemporaneo, quella che riconduce l'origine della materia e la costituzione del mondo a partire da un punto di luce privo di dimensioni, teoria che porta a pensare a quella del Big Bang. L'ipotesi di un 'universo in espansione' fu formulata compiutamente nel 1927 dal fisico e sacerdote belga Georges-Henri Lemaitre (1894-1966), sollecitato dalla teoria di Einstein della relatività generale e dai lavori degli astronomi Edwin P. Hubble e Harlow Shaply, lavori che ebbe modo di seguire al MIT negli anni 1 925-272• �esta teoria, nota come teoria del Big Bang, ha avuto una p ortata rivoluzionaria. Nel 1 924 Lemaitre si trovava in Inghilterra, a Cambridge, e le sue idee al riguardo cominciarono a circolare e a suscitare l' interesse della comunità scientifica. Nell'autunno di quello stesso anno, uno storico della filosofia del Magdalen College di Oxford, John Alexander Smith, tenne una conferenza alla British Academy, e in quella occasione ebbe modo di associare il trattato De luce di Roberto Grossatesta agli sviluppi di teorie scientifiche sul cosmo, la luce e l'origine del mondo allora formulate. Tra il pubblico era presente Andrew George Little, uno dei maggiori studiosi del francescanesimo inglese nel Medioevo, che rimase molto colpito dall'accostamento di Grossatesta, primo maestro di teologia dei Minori di Oxford, a queste nuove teorie, tanto da scrivere una lettera a Smith chiedendogli ulteriori chiarimenti in proposito. Nella lettera di risposta, datata 1 5 novembre 1924, e ancora conservata, questi sottolinea che la « metafisica della luce » sviluppata nel trattato di Grossatesta è un' idea «che sarebbe possibile e scientificamente utile approfondire in una dottrina fisica opportunamente espressa in termini matematici » . E, continua Smith,
2 G. Lemaltre, L'hypothese de l'atome primitif: essai de cosmogonie, Neuchatel, 1 946. Per i dati che seguono cfr. Introduzione § II.4.
Prefazione IX
« in ciò, Grossatesta aveva preso una sua strada, pensando che la luce fosse una forza o una forma di energia che agisce con velocità istantanea, o senza tempo, immediatamente partendo da un centro verso tutte le direzioni, idea che è tornata o sta tornando nella moderna teoria scientifica. [ ... ] La luce, espandendosi in questo modo, occupa lo spazio, e siccome 'corpo' è talvolta definito come ciò che occupa spazio, sembra che Grossatesta ci stia parlando di come si è originato il corpo» . �esta testimonianza è la prima attestazione nota del tentativo di accostare il De luce all'ipotesi dell'universo in espansione, allora ancora in elaborazione, accostamento più volte riproposto negli studi sul De luce degli ultimi decenni, quando la teoria del Big Bang era stata ormai accolta dalla scienza. Ma, al di là della sorprendente analogia con la teoria del Big Bang, l'osservazione di Smith coglie quella che fu la vera intuizione e "anticipazione" del De luce, cioè l'aver connesso il problema dell'origine del mondo con una spiegazione "fisica" della formazione o della generazione della materia. Grossatesta non aveva idea, ovviamente, né della relatività né delle forze atomiche, ma intuì che la natura auto-moltiplicativa ed espansiva di un "punto" primordiale di luce forza doveva aver dato origine contemporaneamente allo spazio e alla materia dell'universo. Una congettura sorprendente, che, già di per sé, è sufficiente a rendere interessante la lettura di questo breve trattato, i cui elementi di novità e di originalità affondano le radici nelle istanze della riflessione religiosa, scientifica e filosofica non solo medievale. È risaputo che nell'Occidente latino nel secolo XII ha inizio una profonda trasformazione sociale e culturale. I contatti e gli scambi sempre più frequenti con il mondo islamico e con quello bizantino avranno come conseguenza anche la radicale trasformazione quantitativa e qualitativa delle conoscenze tecniche, scientifiche e filosofiche, che costituiranno la base di partenza per il successivo autonomo cammino dei saperi in Occidente. Le cosmogonie e le cosmologie greco-latine e soprattutto la filosofia naturale e la cosmologia aristotelica, accompagnate dalla interpretazione ad esse data dagli Arabi, posero i maestri delle scuole prima e delle università poi
X
Roberto Grossatesta. La luce
di fronte alla necessità di valutare teorie filosofiche e scientifiche che si ponevano in aperto contrasto con la tradizione cristiana. L'opuscolo di Grossatesta va collocato in questo contesto, ed esso non sembra tanto una risposta ai problemi posti in particolare dalla fisica aristotelica, quanto l'articolata enunciazione di una nuova teoria cosmogonica che vuole fornire una spiegazione della configurazione dell'universo finito della cosmologia tradizionale e che si sviluppa a partire da un punto di luce-forza assunto come dato, come esistente, del quale non è spiegata l'origine. Per questo, forse, l'opuscolo ha avuto nell'edizione veneziana del 1 5 14 come titolo: Il cominciamento delleforme, vale a dire in che modo si è costituita e articolata la struttura dell' intera Machina mundi. Le teorie principali formulate e spiegate nel De luce - teorie nuove rispetto alla tradizione scientifico-filosofica anteriore - �i)ossono ricondurre a tre. La prima teoria, che potremmo definire 'ontologico-cosmogonica', è appunto l' idea in base alla quale l'universo si sarebbe originato dalla subitanea e infinita �:fl1o!tiplicazione .d i un "punto" o "atomo" di luce che espande la materia: l'irradiazione-espansione sferica è una spinta che trova il limite spaziale nella p'�opria natura, limite segnato dall' impossibilità di una ulteriore espansione e che coincide con un corpo sferico di immensa ma finita grandezza. Essendo sinolo di luce e di materia, il cosmo primigenio ha nella luce la sua prima forma, identificata con la corporeità, una sorta di energia o forza capace, se unita ad un principio passivo di resistenza, di trasformare la sua propria infinita spinta dinamica in tridimensionalità corporea. �a seconda teoria è 'fisico-cosmogonica' e concerne il problema della i ncarico di do�c:nte in sacr,a"pagina fu , l imitato al qllinquennio12f.9/30-!235 1 1 . Ne segue che le opere �efl�ono a , s� , �����.p�e��piscopali fra il 1 225/30 e, il 1 235. 9 Cfr, Dales ( 1 9 6 1 ) . IO Cfr. Gauthier ( 1 982). Il Su questo si veda Goering ( 1 995), che riconsidera, fra l'altro, anche la datazione delle opere di Grossatesta sulla penitenza e confessione, e Ginther (2004), 1 - 1 5.
6 Roberto Grossatesta. La luce
2. Iprimi scritti difilosofia naturale e le arti liberali La prima testimonianza che registra il nome Robertus Grosseteste col titolo di magister è un atto della diocesi di Lincoln, dal quale si evince che Roberto ������to verso.iII. un'umile famiglia normanna del Suffolk. Un dato sicuro sugli anni giovanili di Grossatesta è la presenza a Hereford, nellafomilia del vescovo Guglielmo de Vere, presso il quale si occupò dell'amministrazione della diocesi e, verosimilmente, dell' insegnamento delle arti e forse anche di medicina. Ad un'ottima preparazione in tali discipline, oltre che a competenze giuridiche, fa riferimento una lettera indirizzata a de Vere da Gerardo del Galles, il quale elogia il giovane riferendosi anche al suo alto livello di condotta morale12• In ambito giuridico, i servigi a de Vere potrebbero aver riguardato non solo gli atti amministrativi della diocesi ( nei quali il nome di Grossatesta compare più volte ) , ma anche questioni di cura pastorale, come lascia intendere una giovanile raccolta di trattati sulla confessione nota col nome di Canones penitentiales13• �anto alla me. d i