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Italian Pages 270 [135] Year 1999
Indice pag.
I 11troduzione
l
Capitolo I
Coalescenza di logos e nomos
s I. s J, S4. s,.
Linguaggio, desiderio e tempo
S2. li presente ed il desiderio Filosofia, scienza ed ideologia del diritto L'uomo ed il linguaggio; il soggetto parlante ed il testo La decisione, l'ipotesi ed il tempo S6. Prendersi tempo e darsi spazio; il lavorare S7. Logos, nomos; testo e dismisura
11
15 17 21 25 )4
40
Capitolo Il
Ordine reale ed ordine simbolico S I. li soggetto parlante: linguaggio, ìneonscio e domanda di senso Senso e mouo di spirito Istituzione del senso, istituzione della legge e forme della logica del diritto ' S4, La legge del testo è il testo ddla legge Formazione ddla legge e del testo ndle qualifìcazioni della relazionalità discorsiva
S2.
s).
s,.
51
60 65 70 81
VIII
Indice
I.A legge del testo
pag,
pag.
S6. Memorie e dimensioni temporali S7. Disciplina dd desiderio e svolgimento dd desiderare § 8, Legge dd reale e legge dd simbolico
Capitolo V
88 91 96
Discorso e discorso del diritto I.., 1coria del diritto come teoria della giurisdizione I>,I rerenziazione fenomenologica e differenziazione fun.' 1.iunale; controfattualità costitutiva e controfattualità np,·rativa \ I S11ll,1scissione tra attività legislativa ed attività giuri&di,i1111ale \ ·I 11 , li ritto come unità ddla controfattu.alità fenomenolo11irn e della controfattualità operativa l(q1,ole e principi nell'opera del terzo giudice \ \ Il ,liJCOrso dice il discorso? Il diritto dke il diritto? \ I I)1,.:ono e memorie \ Il li.·111po del discorso e tempo del diritto \ li·, 1.icù e pretesa \ I Il i :n11osccre e riconoscere \ I
'
Capitolo III
Diritto e contro/attualità
s l.
s2.
S3. S4. 55, § 6, § 7. § 8,
S 9,
I prinù tre elementi costitutivi del diritto La trialità-terz.ietà nel linguaggio e nel diritto ll diritto nella continuazione della vita e ndla creazione di senso La mancanza, la terzietà, il diritto Le parole-base ddla relazione e della giuridicità I.:Io, il Tu, l'Esso, il terzo-Altro I tre anclli della relazione i~altro Tempo e qualità delle regole delle relazioni Qualificazioni dell'alterità: l'Esso e il Tu
107
112 115 119
121 125
129 131 134
IX
,.'
.,
165
168 171 172 174 176 180 181 185
188
Capitolo VI Capitolo IV
Terzo giudice e terzo funzionale
Antropologia giuridica e teoria sistemica
s 1. 52, 5 3. 54.
55.
56. § 7.
11 I :, ,111ple11i1à e paradosso della decisione dd terzo giuOrtonomia della terz.ietà giuridica I.:antropologia giuridica e l'uomo osservatore l;'amropologia del diritto come sistema Il sistema e la dimensione dell'affettività Linguaggio e memorie Formazione delle memorie e qu1llità delle relazioni in~ersoggettive Sincroola e diacronia del linguaggio
141 143 146 148 151 154 156
,lin· I ;1111uaglian2a funzionale :-.,·11NO del terzo dd diritto, in quanto osservatore di se, 1111do Qrado ~ I'•, ,ldo»i del terzo giudice li 1,·mpo del terzo giudice; tra fattualità, l'attuale, e con1111l,11tuali1iì, l'inattuale • t, 11.., lt.lone e memoria I.',,, 1.ualc e l'inattuale nella decisione del terzo giudice I 1,w quwfìc112ioni dcllc memorie; due modclli di terzo ,1,,t ,Jlrlno
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197 200 203 206 211 217 220 224
X
L4 ltggt del tnto
Capitolo VII
Discorsività e giuridicità § 1. Informazioni vitali e comunicazioni esistenziali
S2. Mancarsi e normatività S.3. La mancanza come il mancarsi nel linguaggio S4. Il IJlJlllCarsi come il prendersi tempo cd il darsi spazio S.5. S6. S 7. S 8.
Diritto, significante, godimento La terra e il mondo; le leggi cd il diritto Significante, diritto e godimento Realtà pre-discorsiva e realtà pre-giuridica S 9. Le forme della soddisfazione e le regole del comunicare
Introduzione
...
N1I 111.'minuio di Lacan del 195711958, è presentata questa IMI '/,, lt'll/lC' è ciò che si articola al livello del significante,
ossia il 1,11;,,J,/"1 legge' 1• Questa tesi può venire progressivamente cott •-plh:11111•: 'la legge è il testo della legge', ovvero, come si in_..11,11 mot11rare, 'la legge dei testo è il testo della legge'.
Il r•11110rto più iniziale con una resi cosl costituita apre una 1h,11fl•tlv11 tra le due possibili interpretazioni, più dementari e fllll itl'f1011e: a) quclla che si esplicita nd sostenere che la legge Ntt11!11te nd testo della legge, i.n ciò che in esso è stato posto, e 1111,1U• b) che si esplicita nel sostenere che la legge è tale in l(IIMtllll h• come suoi contenuti quelli gelezionati in conformità lii l'ffl(CHO stesso di formazione del testo. Usando e forse forftlll,lo eapressioni abituali, si potrebbe dire che, con la prima l1111•fPrc1112ione, si è nella direzione del cosiddetto positivismo (IH1IJiro, mentre, con la seconda interpretazione, si è sulla via 11~1 ,:oaiddetto giusnaturalismo. Entrambe queste interpretazio111 11 moatrano insufficienti, non capaci di pensare ciò che è postllilll dire sul diritto, cogliendo le sollecitazioni che vengono da lflt•llt direzioni dd pensiero contemporaneo ove si intersecano Ji,14oMer e Lacan, ovvero ove si attraversano le domande sul 1t11npo e qudle sul linguaggio. Ntl aeminario di Lacan, prima indicato, il termine 'testo' è t:•11Cfllc per quanto si dice sulla legge, perché interessa ciò che • 11lfl Iniziale nel nominare ogni forma di legge istituita dagli m111~nl. ceno anche la legge giuridica. La discussione di questa 1,,1 compie il suo primo passo con l'esplicitare ciò che essa conll1m1 come suo demento primo: l'affermazione che non c'è ncs-
'J. Lacan, Le simi,uiire, livu V, 1...es Jonnalions de l'inconscient, Paris, 1'1•11!, p. 146; cit. Gon Lacan, V.
4
L4 legge ,k/ testo
suna legge istituita dagli uomini se non c'è il suo essere messa nella formazione, nd movimento e nel durare del linguaggio, owero in un 'testo' parlato e/o scritto. Si sostiene così che, quando si discute dell'istituzione di qualsiasi legge, si è sempre all'interno di situazioni discorsive; in termini diversi, si sostiene che nell'esistere end pensare il diritto non si danno mai situazioni extradiscorsive. Pertanto, c'è diritto perché c'è il suo darsi nd linguaggio, che, per sua struttura, si svolge sempre ncll'essere destinato all'altro; pertanto, il diritto è, si forma ed opera sempre nella relazionalità delle situazioni discorsive, che si clriarisce essere una relazionalità triale. ll presentarsi primo del diritto avviene, dunque, nella re/4zione tra soggetti parlanti, esposti agli effetti dcll'intera, continua formazione del linguaggio, che si dispiega come discorso, implicando cosl quclle regole dd linguaggio che operano come regole della relazjone discorsiva. Il mostrare che il diritto è sempre nclle relazioni discorsive esige che l'interpretazione del diritto debba svolgersi attraverso la descrizione delle relazioni tra i parlanti e quindi aruaverso l'analisi delle regole di svolgimento del linguaggio nella relazionalità dei soggetti del discorso. Secondo questo itinerario di progressione nel discutere il diritto, si ha che per cogliere il primo presentarsi di questo fenomeno si deve cogliere il primo presentarsi delle regole della relazionalità tra i parlanti, che si manifesta secondo una duplice qualificazione, ovvero come il presentarsi che è primo nell'esperienza e come il presentarsi che è primo nella struttura. Nell'ordine dell'espen'enza, il primo presentarsi delle regole della relazione tra i soggetti parlanti è il presentarsi della legge della madre 2 davanti alle aspettative del bambino. In questa condizione relazionale, il bambino, ancora impegnato nell'apprendere l'esercizio del linguaggio, ha delle aspettative che ri2 Idem,
pp. 188 ss.
Introdur.ione
cognitive, perché sono lasciate alla volontà della ma1h11, , hr, nelle forme più dcmcntari della sua condotta, può apf+tljl~••• lr ,mese del bambino, donandogli la sua presenza, op1,111,• 1111c\ deludere tali aspettative, priv:1°dolo d~ sua p~escn111 N1111 "ì rrnna di aspettative normattvc, ma di aspettattve col#lfi1•.-, proprio perché il bambino è confinato e costretto nel ""'"-rr.re e prendere atto delle condotte della m~dre, in ~~ 111,l,inc che, essendo duale, rimane fattuale, dec.tsa da chi d1 1111 {' più, dalla madre, in questa situazione. Questa prima pre111111111,lone di una legge, che è quella coincidente con il volere 11,1111 11111Jrc, è una presentazione che è detta essere 'prima' nell'or,llne e.li ciò che viene sperimentato dal bam~ino ~clle f~i lnhdali della sua infanzia; durante questo penodo, il bamb11t11 l11\'or11 ,mcora per acquisire un esercizio pieno dd suo essere llfttlll"Clt1 c.lcVnel linguaggio-discorso, 'chi' della pa~ola-ipotesi, •1111,r,, dell'Ipotizzare il suo prendere parte alla contmua fonna..1111,· elci mondo. Esemplarmente, il bambino non è in condillrnw di reciprocità verso la madre e verso il suo esercizio della .....11,•nlvhà nelle relazioni discorsive. N1Jl'ordine del/4 struttura, la prima presentazione della leglt' 11 ha quando si presenta la ~ a dd pa~, che in~erviene fMlr Uterzo, rispetto alla dualita della relazione hl!IJlb100/ma~N, ( :00 il presentarsi di questa figura del padre, si registra l'intltl,rll originario della figura della terzietà, che segna il suo inl'tl11> con il superamento della forma duale di relazione; con ln11rt110 del terzo si ha la prima presentazione della legge, nelnrdlnc della struttura, perché il terzo-Altro introduce le di"''""lonl della contro/attualità e dclla pretesa giuridica. La preltlllalionc più iniziale della struttura del diritto è segnata da ciò tht1 Il bllmbino non è lasciato in una condizione ove ha solo ..,11•111tlvc cognitive; dopo l'ingressq del padre, ha anche aspet1•1lvr nonnativc, esercitabili mediante la pretesa rivolta alter1111 /\lrro, la fìgur!I del padre, che, contro il fatto dclla.l~ggc-~11rlc-do della madre, garantisce il bambino nel suo d1r1tto pnrnn1non esaerc assoggettato ad un altro, nell'esercizio della sua 1111rula,ipotesi. 111-1111, 1110
r.
,,ti
r.
6
I..,, kgge del testo
Le tre figure, del bambino, della madre e del padre, sono qui indicate per la loro capacità di esemplificazione del passaggio da una re/112.ione duale ad una rela:r.ione triak, ovvero da una situazione fattuale ad una situazione giuridica; quanto al bambino, le ligure della madre e del padre rappresentano, rispettivamente, l'altro ed il terzo-Altro, non si esauriscono nei ruoli della parentela. Lungo questo itinerario che esplicita progressivamente gli elementi contenuti nella tesi 'la legge è il testo della legge', si può ora riprendere il termine 'testo' per discutere e mostrare come esso contenga una dimensione essenziale della legge, del diritto; prendere atto che c'è un testo vuol dire prendere atto che c'è un esercizio del linguaggio, che si è fissato in una modalità definita, in una forma determinata, che dura ed opera come le me,,1orie, ovvero come ciò che è stato prodotto per essere ripreso ed impiegato ogni volta che ciò sia richiesto. Il diritto, in quanto è nel linguaggio-discorso, è in un testo determinato, che è. u.oa forma ed una memoria, cosl che la discussione sul diritto si mostra essere sempre una discussione su situazioni che non sono mai extradiscorsive; anzi sono sempre una ddìnita formazione del linguaggio e, in quanto tali, sono sempre delle forme/memorie, ovvero delle produzioni del linguaggio, pronte per essere riimpiegate, come è proprio di ogni uso di memorie. La tesi 'la legge è il testo della legge' contiene l'insieme degli elementi che si sono delineati in successione: il linguaggio, la relazione, le regole, la terzietà, le memon·e. Su questi dementi si dirigono le questioni pii', iniziali del lavoro di chiarificazione fi. losofica del diritto. Nella condizione contemporanea, queste questioni sono formulate muovendo dalla qualificazione attuale della società, in quanto società complessa, post-moderna, perché post-soggettiva, ovvero non centrata sull'esercizio della soggettività, in relazioni che si svolgono come intersoggettive, ma alimentata dati'emergere e dall'incidere delle funzioni costitutive dei diversi sistemi sociali - politica, economia, comunicazione di massa, etc. -. Si formano cosl interrogativi:
lt11roduvot1c
7
sul rapporto attuale tra il 'testo' e la società complessa; li) sulla trasformazione del senso del linguaggio nella dire-
11)
post-moderna; d sul formarsi di un.a cootrofattualità omogenea all'attuale , ,mJizione sociale; il) sull'incidere della principalità delle funzioni dei sistemi ,,1d111i nell'orientare la visione del diritto verso una concezione f•Niadurale, che prima confina e poi chiude la possibilità stessa di un accesso ai problemi della concezione fondazionale del di1!1111c
11110.
1:i1inerario interpretativo, che progredisce come lettura ddlu tesi 'la legge è il testo della legge', attraversa questi inteuogallvi e compie il suo passo iniziale con il pensare ciò che è detto In questa tesi facendo riferimento al 'testo', ovvero ioterrogantlnKi sul linguaggio che si consolida come memoria nelle rda1lnni discorsive. Nel linguaggio, l'uomo è soggetto nell'essere soggetto del Jriidrrio, posto nelle parole che lo presentano come domanda •1111 Hhri, perseguendo un incidere nel mondo degli altri, cosi da rC\tlcretizzare il temporalizzarsi dell'uomo come 'chi' della stodel coesistere. Le coMessioni tra il desiderio, la domanda e la storia rinviano 11 loro trovarsi ambientate in ciò che unisce il linguaggio ed li tempo, che costituiscono pertanto l'ambito ove pensare quella aucccssione di tesi:
,I,
a) la legge è il testo della legge; ~) la legge del testo è il testo deJla legge; y) le regole del linguaggio sono il diritto degli uomini.
Capitolo I
Coalescenza di logos e nomos
\ I. Linguaggio, desiderio e tempo. - S2. Il present.e cd il desiderio. \ I . Filosofia, scienza cd ideologia dd diritto. - S4. L'uomo cd il !in. N" •ll8Ìo; il soggetto parlante cd il testo. - S 5. La decisione, l'ipotesi ,·ti il 1cmpo. - S 6. Prendersi tempo e darù spuio; il lavorare. - S 7. l"R"~· nomos; testo e dismisura.
S I . Linguaggio, desideri.o e tempo. li soggetto del diritto è tale perché è soggetto dd linguaggio. (J11rs111 tesi è sostenuta nel convincimento che esse.re soggetto vuol ,llrt" essere soggetto dd /inguagpjo e vuole chiarire che il soggetto 1lrl linguaggio è tale perché è soggetto del desiderio, che si costituik-c- ncll'essere volto come domanda agli altri, nel tempo del futuro. Secondo questa visione della soggettività, il •aggio, il desiderio e il tempo si coappartcngono, costituiscono l'esistenza stes• dell'uomo. Questa tesi viene qui assunta e interpretata, nella 1Mvinzione che a panire dall'unità cli questi tee dementi ci si pos11 Interrogare sulla trasformazione dd soggetto del diritto nella eoclc1aì contemporanea, in quanto società complessa. Le prime dnm1111dc sono: che cosa ne è cli questi tre elementi nell'attuale sooleti\ complessa? In qual modo la loro qualilìcazione incide ora nel formarsi e ndl'operare del diritto e del soggetto del diritto? Cjuesta società complessa sorge e si sviluppa sul principio unko del suo stesso funzionamento; è, costituita dai diversi roniplcssi cli elementi che individuano i diversi sistemi sociali. Vrr 111 teoria dei sistemi 1, ciascun sistema sociale acquista la sua 1 N.
Luhmann, Sisttmi roci4{i, Bolsn!l, 1991.
12
13
La legge del testo
Coakscen111 di logo, e nomos
fisionomia, la sua forma, secondo la funzione che lo specifica, analogamente al modo in cui le funzioni specificano i diversi sistemi biologici. Già Nietzsche dice, del resto, che le stesse leggi della morale, del 'sistema morale', sono niente altro che una 'prospettiva' 2, che svolge e concretizza una funzione, così come avviene per le altre forme di differenziazioni vitali. In che modo, attualmente, questo si può dire per rutti i sistemi sociali: la politica, l'economia, etc. e anche per il diritto? Ci si deve chiedere che cosa ne è dd diritto in una società risolta integralmente nel conservare e nell'accrescere il suo stesso funzionamento sistemico? La preparazione della risposta a questo interrogativo è costituita dal chiedersi: che cosa ne è del linguaggio, che cosa ne è del desiderio, che cosa ne è del tempo? L'insieme di questi interrogativi si può formulare cosl: cosa si registra per quella specifica trasformazione del lioguaggio, del desiderio e del tempo, qualificata dal suo compiersi al servizio dell'attuale società complessa, dunque al servizio dell'emergere delle diverse funzioni dei diversi sistemi sociali e in che modo runo ciò comporta una uasfonnazione del diritto e quale tipo cli trasformazione per lo stesso soggetto di diritto? In questo insieme di questioni, ha il suo senso pieno l'interrogarsi su che ne è della tesi 'la legge del testo è il testo della leg• ge'. Che cosa si può intendere con il termine 'testo', avendo at• tenzione alla società complessa, ove le intenzioni dei soggetti parlanti diventano le tensioni corrispondenti ai diversi generi di discorso, che identificano i diversi sistemi sociali?>. Queste considerazioni comportano l'inte.rrogarsi sul darsi ancora oppure no di uno spazio per wia elaborazione specifica delle questioni del diritto, che sia quell'elaborazione individua• ta con ciò che si intende dire mediante l'espressione 'filosofia del diritto'.
II l11voro della filosofia del diritto viene qui colto nel porre le q11rs1ioni che sono da ricondurre al considerare che il diritto '"'J'.•' come una ipotesi di norme per delle ipotesi di condotte, in11·1ul1·ndo con ciò che il formarsi e l'incidere del diritto non so"" n·rto entità naturalistiche, già date alla conoscenza ed alla ,,pplicezione degli uomini; il diritto sorge con la formazione ,lrl11· ipotesi di leggi e dunque presenta l'insieme delle questio11I. d 1e, nell'esistenza del singolo e nella coesistenza, sono lega11· ,1ll'opera esclusivamente umana dell'ipollzzare e dell'istituire l'1111,11wto. Le condotte degli uomini sono delle ipotesi, ovvero 1'1,11liano da una o da un'altra diversa modalità del coordinare e ,ll11·zionare, secondo un autointerpretarsi singolo e collettivo, 111 dementi della situazione ove si esiste, attualmente quelli del1~ ~odetà complessa. 1Jn11 ipotesi è all'inizio della formazione delle condotte 1111111ne, cosl come una ipotesi è all'inizio della formazione di 1111 diritto storico, che disciplioa tali condotte; entrambe, però, ,1,1 l'ipotesi-condotta, sia l'ipotesi-diritto si costituiscono, in ,1111111to tali, perché all'origine hanno il desiderio che si connet• 111 ,·on la domanda, che costiruisce il 'testo', ove il desiderio troY• Il ~uo presentarsi nel linguaggio e nd temporalizzarsi degli 1111mini con gli altri uomini, nell'attesa-domanda delle loro Oon,lotte. Proprio nel rapporto tra il desiderio e la domanda, d111111ue nel formarsi e nell'incidere del 'testo', sorgono le que1tl1111i che esigono la presenza del diritto ed il lavoro della 6101C1fl11 del diritto. li diritto si mostra nella sua essenzialità proprio perché, nel 1 hH111' delle domande, che mettono in parole il desiderio del 11111111!0, si aprono per gli altri singoli le opposte possibilità di riHVrrc e ratificare oppure di non ricevere e rifiutare il desiderio, tilll ,:amc è stato formulato dal soggetto al quale appartiene. Il 1lh'1110 sorge proprio in quanto il soggetto di diritto si radica sul Jf•u•·tto di desiderio ed opera con riferimento al 'testo', che si 11111-1 ra, in ciò che lo costituisce, in una duplice, connessa dire-
2
F. Nietzsche, La volottlà di polett111, Milano, 1996, pp. 147 ss. ' J.F. Lyotard, Il dissidio, Milano, 198.5, p. 173.
ilonr:
14
LA legge del testo
a) come testo della domanda-attesa di condotte degli altri, ai quali il desiderio è comunicato e ~) come lesto delle regole delle conuoversie che sorgono a partire dalla domanda, poiché la condizione di penuria della coesistenza• situa l'esito della domanda nell'ordine della conflittualità; non tutti possono registrare una qualche concretizza. zione di tutti i loro desideri. Queste due dimensioni del 'testo' sono l'una con-costitutiva dell'altra e sollecitano l'interpretazione della tesi: 'la legge del testo è il testo della legge', che qui si viene proponendo progressivamente e che deve essere ritenuta preparatoria quanto al poter cogliere la condizione del diritto nella società contemporanea, cosl da rispondere all'interrogativo: che ne è del sogget• to, del diritto e della filosofia del diritto, nell'attuale società complessa? La risposta a questo interrogativo è preparata dal considera• re che: a ') la soggettività di ciascun parlante si forma nella struttura relazionale del nesso che unisce il desiderio e la domanda, ov• vero nel linguaggio, inteso non come uno strumento per qualcosa da perseguire e raggiungere, ma come il continuo formarsi stesso dell'essere uomo, nell'essenzialità della relazione comunicativa con gli altri uomini, centrata nella fìgu.ra del terzo-Al. tro; P') l'uomo è soggetto in quanto è parlante ed è parlwte in quanto è nel discorso-linguaggio con gli altri parlanti, in una relezione che non rimane destinata alla distruttività della lotta, se l'opera del terzo-Altro la toglie dalla struttura distruttiva della dualità.
4
Cfr. J.P. Sartre, Critka della ragione di4kttic,z, I , Milano, 1963, pp.
249 ss.
Ccakscenuz di logor e nomor ~ 2.
1.5
Il presente ed il desiderio.
Come si è già indicato, la chiarificazione di ciò che si intende.- con 'testo', nella tesi 'la legge del testo è il testo della legge', 1111b essere intrapresa mediante la discussione del linguaggio, da rompie.rsi attraverso l'analisi del nesso che unisce linguaggio, dc:lli l'rr 111111 filoso/i4 del diritto nell4 prospettiva di}. IAc,in, Roma, 1991, / Cfr.
PI• 1tJ1 ••·
M. I lddcggcr, Gts11m111usgabe, B. JB, Lcgik als die Frage nach dem
I',.,,. J~, Spra,he, FunlrJurt a.M., 1998, pp. 20 ss.; cit. con Hcidcggcr,
li
\Il.
21
l.4 legge del leslo
Coalescenr.11 di logos e nomos
trimenti' c'è l'attività di formazione e di concretizzazione di una ipotesi, che, a sua volta, sorge sempre e solo nella relazionalità comunicativa, ove si comunica nel medio costituito dal testo, parlato e/o scritto. La distinzione tra il linguaggio ed il pensie• ro consiste esclusivamente nel modo in cui si ha il loro presentarsi; il pensiero può formarsi o essere ripreso nella memoria, senza che questo comporti un essere esposto all'accoglienza ed all'interpretazione degli altri. Il linguaggio invece, sia che con• sista nell'esercizio della parola, espressa o scritta, oppure dei gesti, delle condotte e persino dello stesso silenzio, è sempre esposto nella sua destinazione a possibili altri. Questi elementi possono servire per afferma.te che il linguaggio ed il pensiero costituiscono e manifestano la differenziazione specifica dell'essere uomo e che si distinguono esclusivamente per il modo del loro potere essere, o non, destinati al venire accolti ed interpretati dagli altri. Il 'testo' costituùce ciò che si/orma e dura netl'erporsi del linguaggio al discorso de-
di una qualche filosofia regionale, ma è il terreno della filoaufiu nella sua essenzialità. Si afferma cosi, simultaneamente, che il linguaggio non è 11110 strumento per comunicare, né un mezzo per comprendere, oaRitt il linguaggio non è al servizio di qualcosa, ma è all'inizio di 111110 ciò che appartiene alla specificità dell'essere uomo, nella a1111 differenziazione, rispetto all'intero ordine del non-umano. Il linguaggio costituisce il presentarsi stesso dell'uomo e non si rauurisce nel momento puntistico della sua apparizione, anzi è 1111c: proprio perché dura ed il medio del suo formarsi e durare ~ il 'testo', che così si mostra essere il darsi stesso dell'incidere Jcl linguaggio.
20
gli altri. Hcidegger considera che "una filosofia del linguaggio può essere pensata se viene distinta da una filosofia della religione, da una filosofia della storia, da una filosofia dello stato, da una filosofia del diritto, da una filosofia dell'arte, etc: 9. In tutte queste diverse 'filosofie' viene presupposto che uno specifico terreno indagato possa essere stato defuùto e distinto rispetto agli altri terreni vicini; questa considerazione interessa Heidegger per porre in questione se il linguaggio possa essere un te.treno confìnabile rispetto ad altri terreni ove si presenta l'essere dell'uomo. Il linguaggio non è, però, un sistema accanto ad altri sistemi, ma è costitutivo dell'uomo in quanto tale e, proprio per questo, si distingue da ogni altro sistema confìnabile; si deve anzi dire che tutti gli altri sistemi possono appartenere all'uomo esclusivamente perché l'uomo esercita il linguaggio, che, pertanto, non è l'oggetto della filosofia del linguaggio, co9 Idem,
p, 14.
IIH'
S4. L:uomo ed ,1 linguaggio; il soggetto parlante ed il testo. Si viene così a configurare un processo circolare: il linguag,cio si chiarisce nd suo specificare l'essere dell'uomo, nel differenziarlo da ogni altra modalità di essere, e però simultaneamente si lascia descrivere proprio solo a partire dall'essere dell'uomo; dunque non si può descrivere e comprendere il lin,uaggio se non si descrive e si comprende l'uomo, ma descrivere e comprendere l'uomo esige un riferimento essenziale al lin1uaggio, una sua 'chiarificazione esistenziale'. Il luogo di queato processo circolare non è però un momento del linguaggio, ,legato dagli altri momenti, ma è il linguaggio che dura nd 'te1to', ovvero è il 'testo' in quanto in esso si dà la possibilità che l1 comunicazione abbia il tempo dei parlanti, il duure nell'unhil di passato, presente e futuro. Si ha cosl che la domanda sul linguaggio è la domanda sull'uomo, come la domanda sull'uomo è la domanda sul linguag11l0; Heidegger 10 specifica, però, che la qualità di questo do10
Idem. pp. 34 as.
22
L,, l~ggc del testo
mandare circolare, interessando l'uomo, non è quella di domanda su che cosa è l'uomo, poiché una tale domanda sa rebbe in modo indifferenziato riferibile a qualsiasi cosa, d . · mandando appunto: che cosa è? l!uomo è invece avvicinabil' solo con una domanda che lo incontri diversamente dalle c · e dunque non chieda che cosa è, ma chieda come è e specifì poi questo 'come' domandando proprio chi è l'uomo. Le domande sul linguaggio, sono orientate verso la chi · cazione della logica, proprio perché la logica si trova esclusiva:. mente nel linguaggio; tali domande sul linguaggio e sulla logi :' sono le domande stesse sull'uomo e lo sono in quanto doman.. dc che chiedono non tanto 'che cosa' oppure 'come' è l'uom ., ma si volgono a chiarire il modo di essere dell'uomo, in quan ·: modo di essere di UD 'chi', autore, soggetto. Pertanto, la chiari.· ficazione filosofica della logica può avere W1 senso se si tratta non della logica del 'che cosa è', né della logica dd 'come è', _' della logica del 'chi è', il soggetto; questa è la logica della linguisteria. La circolarità di questo domandare si qualifica appunto io ciò che l'uomo è tale perché si manifesta nella coapparten di linguaggio e pensiero nella logica e, però, questi due ambia.: il linguaggio e il pensiero, non sono dati e trattati come due og-. getti dell'attività scientifica; non possono essere trattati scientificamente, ma rimangono sempre nel lavoro filosofico come in, quel domandare che non può essere sperimentato, come avviene nel fare della scienza; non c'è un laboratorio per le verifiche. della sperimentazione sul linguaggio e sul pensiero, perché qui!•. ste due dimensioni non si lasciano ripetere, essendo attraversa- . ti dal se stesso, non ripetibile in alcuna oggettivazione. La logica della linguistica interessa le dimensioni del 'che cosa' e del 'come', la k>gica della linguisteria interessa la dimensione del 'chi'. La chiarificazione del linguaggio e dunque della logica della linguistcria è la chiarificazione stessa dell'essere dell'uomo, perseguita mediante domande, che non si fermano nel chiedere che cosa è l'uomo, oppure come è l'uomo, ma domandano sul-
Coal~scmu di logos ~ nomos
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l'ur111u,. fermandosi nella chiarificazione del suo esistere come ',I,,' 1111 ico, non fungibile, così da avviare possibili risposte eh~ IMvn, 1111 0 alla chiarificazione dell'essere l'uomo il 'se stesso. 1:,,,111111 ,l unii/ 'chi', perché è un/il 'se stesso'. Lungo l'interro11•"" sul nesso che unisce l'uomo e il _lin~uaggio, Hcid~gge~ v1111lr affermare, con una ulteriore preosaztone, che non s1 puo 1111111 ore il domandare sull'uomo, arrestandosi a considerare che l'u,>1110 i: un io; l'uomo è anche un tu, un noi, un loro,,mostr~1111 , ns·1 che l'essere-uomo, prima di poter essere ascritto ali 10, •I 111 , 111 noi, al loro, è da riferire essenzialmente al se,stesso 1';
1'11,,,,m i· il solo vivente che è 'se stesso'; nell'ordine del se stesso 11 ,111,tl,ficano poi le dimensioni del tu, del no,; del fcro.
li modo in cui ciascun uomo domanda sul suo essere uomo
c:rrio dipende anche dal modo in cui egli ha a che fare con se 11r~~n; nella quotidianità dcll' esistenza, ciascuno ha a che fare se stesso perlopiù a partire da modi del suo essere confus~ n111 lc- cose, con gli altri viventi, con tutto ciò che circon~ _ogm 1111mc,, sili pure essendone dis~to. Qu~ste s!esse ~odal1ta del 1,11111 prcndersi, a partire dal d1spcrders1 n~ essersi com~reso 1rn111clo il modo di comprendere le cose cd il non-umano m genrre, sono pur sempre dei modi di essere UD se stcss~, _sìa pu~ q11 11 lilkandosi come forme negative. In qu~te mod~tta ncg~uyc, del comprendersi, si disperde la connessione tra lingua~10: drai,l