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Italian Pages 620 [572] Year 2021
gog classici
HABITARE IN SJNGULIS lDEIS PER UNUM SPATIUM TEMPORIS
� EscoliOs o un texto implicito voli. I e 11 ©
1996 KAROLINGER VERJ..AG WIEN ©
2020 Goc ED1z1ON1 Tun, I DI.RI1TI SULL'EDIZIONE ITALIANA SONO RISERVATI ISBN 9788885788367 PRIMA EDIZIONE FINITA DI STAMPARE NEL MESE DI NOVEMBRE 2020
REDAZIONE DI MARGHERITA Morn 8ARSINI E ANDREA CRISANTI DE AscENTIIS
icolas
GOMEZ DÀVILA Escolios a un texto implicito voll. I e II
versione italiana e note di Loris Posina/o introduzione di Alessio Mulas
CARTOGRAFIE DELL'INVISIBILE
di Alessio Mulas
Giorgio Colli, interrogandosi sulle questioni fondamentali poste da Nietzsche, di cui è stato il più grande interprete italia no, ricordava che «uno dei concetti più stolidi del presente è la libertà della cultura». Chiunque può osservare quanto la vita di scienziati, filosofi e artisti sia condizionata dallo Stato o più in generale delle forme della potenza mondana, che tracciano il recinto entro cui far pascolare le opinioni, i limiti di ciò che è possibile dire e pensare. Per la cultura, libertà significa ciò che le è concesso, «una servitù che la potenza politica lascia pavoneggiarsi come orgogliosa autonomia».' Una dipenden za camuffata da emancipazione, che soprawive grazie a più o meno generose elargizioni. Laddove la libertà ci appare owia, scontata, si cela la più tetra delle tirannidi. Questa idea che Colli fa valere per il mondo moderno, quindi per la particolare contingenza storica dello Stato, anni prima fu elevata da Leo Strauss a condizione pressoché onnipresente della filosofia. Ciò non riguarda soltanto i nostri tempi, nei quali la cosiddet ta libertà di pensiero consiste nella facoltà di scegliere tra due o più visioni differenti proposte «by the small minority of peo ple who are public speakers or writers».2 La vicenda umana e filosofica di Socrate risuona come monito: ai pensatori non tutto è permesso, nulla è perdonato. Da queste considerazioni nasce un paradigma ermeneutico che rivoluziona il modo di leggere i testi filosofici. Se non tutto è permesso, è lecito ritenere che il filosofo possa nascondere o lasciare impliciti i punti più importanti del proprio pensiero per sfuggire alle disgrazie della pubblica censura, al pericolo I/ G. Colli, Dopo N,eti.sche, Adelphi, Milano 1974, p. 56. 2/ L. Strauss, Persea1tio11 ond the Art o/Wniù,g, The Free Press, Glencoe 1952, p. 23.
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INTRODUZIONE
della persecuzione. Perciò il problema fondamentale nell'in terpretazione delle opere non è quello posto dallo storicismo e dalla sociologia della conoscenza, che commisurano il pen siero alle condizioni storiche concrete di chi lo esprime, fino a ridurlo al contesto sociale e alla biografia dell'autore. Non dobbiamo domandarci se e quanto una società si esprima at traverso la filosofia, ma se e quanto la società permetta alla filosofia di esprimersi. La riflessione filosofica può pervenire a «basic truths which would not be pronounced in public by any decent man»,3 verità che ostacolano l'ordine costituito, la pubblica coesione, e trovarsi così in una posizione precaria, indigesta ai più. Ricorrere al non detto, al velato suggerimen to, all'espressione criptica è l'unico modo che i grandi pensa tori hanno avuto per esprimere dissenso verso le condizioni imposte dalla politica e dalla religione. E siccome in passato il ricorso a un livello esoterico della filosofia era sia un'esi genza pedagogica che una necessità per occultarsi agli occhi dei persecutori, gli interpreti devono armarsi di quella che A r naldo Momigliano ha definito «ermeneutica della reticenza»: 4 talvolta le verità fondamentali della filosofia, specialmente se politiche, emergono dalla capacità di leggere un testo coglien do i sottintesi, ricavando le conclusioni implicite, edificando strutture concettuali su terreni predisposti dai pensatori nei loro scritti, dando senso ad altrimenti ingiustificabili contrad dizioni, ripetizioni, ambiguità e omissioni, autentiche forme di difesa della filosofia dalla coercizione del potere. Benché permetta alla cultura di conservare autonomia e libertà pur di fronte al conflitto tra pensiero e società, tra filosofia e polis, la reticenza che caratterizza la forma di un'opera ne condizio na il contenuto, costringendoci a leggere tra le righe, secon do un'ermeneutica che appare come forzatura interpretativa, come violenza del lettore nei confronti delle opere, ma che salva dai condizionamenti storici gli autori, i quali acquistano invece una nuova voce - come mostrato dalle letture straus siane di Platone, Senofonte, Avicenna, Averroè, Maimonide, Spinoza, Machiavelli e Hobbes. 3/ lvi, p. 36.
4/ A. Momigliano, Ermeneutico e pensiero politico classico in Leo Strauss, in L. Strauss, Che cos'è la fi/010/ia poliiica? Scrilli m Hobbes e altri raggi, Argalia, Urbino 1977, p. 14.
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li lettore che si approccia per la prima volca a quest'o pera è posto da subito di fronte allo scenario inverso. N i colas G6mez Davila ebbe una vita discreta, passata «fra libri intelligenti, amando alcuni cari». 5 Nato nel 1913 a Bogota, in Colombia, trascorse la giovinezza a Parigi, educato alla cultura classica presso un collegio di benedettini e, nei due anni in cui fu costretto a letto da una malattia polmonare, da alcuni precettori. Tornato nella prima età adulta in patria, non smise mai di formarsi da sé, in autonomia, distante dalle istituzioni, frequentando per tutta la vita la sua ricca biblio tç:ca, convinto che «solo i profani e i catecumeni credono nell'importanza dell'istruzione» (92). Gli Escolios a un texto implicito, che qui restituiamo in nuova vesce al lettore italia no, sono il punto più alto della riflessione di don Colacho, come era soprannominato dagli amici. Dati alle stampe in due volumi nel 1977, rimasero l'opera di un ilustre descono cido finché non comparvero presso alcuni ambienti conser vatori tedeschi, incensati da grandi uomini di cultura come Ernst Jiinger, Dietrich von Hildebrand e Martin Mosebach. Una scoperta che fu tardiva per almeno tre ragioni. La prima è la riservatezza dell'autore. Mai discese al Pireo, mai ebbe la tentazione kojèviana di partecipare alla vita politica del suo paese, mai l'illusione che la cultura e l'attività dei sapien ti possano risolvere i problemi mondani. Beninteso, non fu un recluso, né un uomo accasato in mondi ideali. Si circon dava di scrittori e intellettuali, si occupava delle aziende di famiglia e conosceva gli affari del paese; ma di fatto l'unica catabasi del pensatore colombiano fu proprio la pubblicazio ne degli Escolios, che seguirono di qualche lustro la stampa di due libri circolati privatamente nella sua cerchia, Notas I (1954) e Textos I (1959). La seconda ragione è la difficile digeribilità del suo pensiero, che la cultura europea ancora pervasa di illuminismo fatica ad accettare, come in passato è accaduto ad alcuni grandi del Novecento - pensiamo soprat tutto a Cari Schmitt e Martin Heidegger, che pur universal mente riconosciuti come due capisaldi nei rispettivi ambiti del diritto e della filosofia, sono ancora oggi guardati con dif fidenza. G6mez Davila è tutto fuorché un uomo mediocre, 51 ù1fra, p. 157. Da qui in avanti le ci1nzioni dagli Escvlios saranno indicale nel testo tra parentesi.
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fNTRODUZIONE
rassicurante, adatto all'amplesso mortale di banalità e uni versità, benché i tentativi di servirlo ad usum Delphini non manchino. La terza ragione, e torniamo a Strauss, è la /orma scelta da G6mez Davila per le sue opere maggiori. Conside rato da alcuni il "Nietzsche di Bogota", egli ha condensato le riflessioni di una vita, il suo prezioso Lebenswerk, nella forma aforistica. Lo sforzo a cui ci chiama è opposto alle fatiche dell'ermeneutica della reticenza. Non sente l'esigenza di occultare le verità ultime agli occhi dei censori, è privo di imbarazzo di fronte ai potenti della politica e della cultura, non si imbroglia nel bisogno di addolcire la parola per ren derla tollerabile, perché «fra poche parole è difficile nascon dersi come fra pochi alberi» (218). Non nutre alcun interesse verso il successo, consapevole che questo sia il marchio della mediocrità. Negli Escolios tutto ci appare sì radicale, ma cri stallino, definitivo, trasparente. La scrittura aforistica non si configura come un tentativo di imitazione prosastica del linguaggio poetico, b�nsì come l'emergere da un texto implicito di verità concluse. E lo stesso G6mez Davila a fornire ripetutamente le chiavi di accesso alla sua composizione, che non è una mera raccolta di aforismi, ma il susseguirsi di «tocchi cromatici di una composizione poin tilliste» (27), che ci allontanano dalla tentazione di liquidare il colombiano come pensatore asistematico, incoerente, di indo le capricciosa. Al contrario: «il frammento comprende più del sistema» (487). Ogni scolio è una stella che forma costellazioni concettuali, figure che tracciano la struttura su cui si impernia ogni verità. G6mez Davila non esige evoluzione argomenta tiva, né si fida dei processi dialettici. «Contemplo solamente frammenti di verità distorti da bagliori notturni» (159), scrive. Come assemblare i frammenti dell'universo è un «tentativo vano»,6 così ricucire arbitrariamente gli scolii è una pretesa destinata al fallimento; eppure, pur nell'aspetto disorganico, la filosofia del colombiano testimonia caratteri generali e ricor renti che non possono che appartenere a una impalcatura fi losofica coerente, a un sistema che G6mez Davila, per quanto «l'ambizione di sistematizzare le mie idee mi seduce in modo 6/ AJ passo «Si definisce monismo il tentativo vano di assemblare i frammenti dell'universo» (95).
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intermittente»/ non vuole e non può redigere, perché insuf ficiente a cogliere la complessità dei fenomeni.8 L'aforisma gomezdaviliano non è sconnesso e isolato, è un frammento che rimanda ad altro, come suggeriscono le citazioni poste in esergo agli Escolios, e come rimarcava Franco Volpi: «vuole il corto circuito che elettrizzi il pensiero e spinga l'immaginazio ne ad annodare le singole frasi in un tutto».9 Quella dell'unità frammentata è un'idea la cui genealogia, più che alla classicità pagana o alla cultura cristiana, i due affluenti della civiltà eu ropea a cui egli sente di appartenere, ci porta curiosamente al messianesimo ebraico: come per la cabbala Dio ha disperso nell'universo scintille di santità che conferiscono bellezza alle cose della natura e perfezione morale all'uomo,10 così per il fi losofo colombiano «le cose più nobili della terra» sono «fram menti dispersi del nostro bene perduto... » (82). Non possiamo soprassedere alla disorganicità delle cose. La vita si presenta come un insieme caotico di fatti; se fosse l'uomo a riordinar li, fluttueremmo sul puro arbitrio. Tale frammentarietà è un carattere del cosmo, prima ancora che un'esigenza espressiva di G6mez Davila. 11 Cogliere il mondo e la storia dell'uomo per frammenti, nelle loro manifestazioni particolari, dunque trascriverli in aforismi, è l'unica forma che un reazionario, a suo giudizio, può concedersi, rifuggendo «la postiza simetrfa de los conceptos, los automatismos de la logica, la fascinaci6n de las simplificaciones ligeras» e soprattutto «la falacia de nue stro anhelo de unidad». 12 7/ N. G6mez D:ivila, Notas, Gog, Roma 2019, p. 99.
8/ Sul tema si esprime diffusamente A. Abad Torres, Pensar lo implicito. En torno a Gomez Ddvila, Postergraph, Pereira 2008, che alla domanda se il pensiero di G6mez Diivila sia frammentario risponde: «No, si a ella se acude en su aspecro ideol6gico, y hay que decir que es en esce caso concéntrica. Si, si se reduce su aprehensi6n al 3.mbito estilistico, comaf\dose emonces dispersi6n textual» (p. 91). 91 F. Volpi, lntroduzio11e, in N. G6mez Dovila, Tra poche parole, Adelphi, Mila
no 2007, p. 15.
10/ Cfr. G. Scholem, L'ideo messianica neltebraismo e altri saggi sullo spin"tualità ebraica, Adelphi, Milano 2008. 11/ D'altra parte, se ai presemi Escolios aggiungessimo i due volumi di Nuevos escolios a liii texto implfcito (1986) e il volume di Sucesivos escolios a liii texto implfcito (1992), avremmo «13 .050 escolios en tota!, uno detriis de otro, inteligcntes, inruitivos, fecundos, brillanres, contundentes» {G. Hoyos Vasquez, Don Nicolds Gomez Dduila pe11sador espa,10/ y reaècio11ario a11té11tico, «Arbor» 184 n. 734, 2008, p. 1088). 12/ N. G6mez Dovilo, Textos I, Villegos Editores, Bogoui 2020, p. 55.
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INTRODUZIONE
La stella polare di G6mez Davila è l'intima consapevolez za della finitezza dell'uomo, della sua profonda ed essenziale imperfezione, ed è la convinzione che il pensiero reazionario da sempre pone come assioma. Per il colombiano, essere re azionari non significa avere fede in soluzioni vetuste, bensì «avere un acuto senso della complessità dei problemi» (382), secondo una caratterizzazione apofatica che esclude tanto le ricette facili del senso comune quanto la pretesa, comune alle ideologie, di poter racchiudere l'universo in una teoria. «De finire sociali quei problemi che dipendono dalla natura stessa dell'uomo» infatti «serve solo a fingere che possiamo risolver li» (59). Riconoscersi nella reazione significa innanzitutto nau fragare con dignità,13 capire che «l'uomo è un problema senza soluzione umana». 14 Il reazionarismo di don Colacho non è il rimpianto di tempi passati: è la nostalgia delle cose che non sono mai state. Ciò che di ammirabile trova nelle altre epoche è «la norma peculiare a cui disobbedivano» (106), l'esistenza di una gerarchia di principi non liquidabile come costrutto storico-sociale, ma nemmeno riducibile a mondi iperuranici, a virtualità astratte, dacché «l'essenza si genera nell'atto em pirico» (53 ). Come ha imparato dai maestri del pensiero rea zionario, l'uomo è il problema, non la soluzione. Contro l'af fermazione anarchica dell'uomo buono, Juan Donoso Cortés ricordava che «el reptil que piso con mis pies seria a mis ojos menos despreciable que el hombre»,1' chiedendo «c:De donde sabe que es noble si Dios no se lo ha dicho?». 16 Riconosciamo qui il filo che lega G6mez Davila a Donoso Cortés, de Maistre, de Bonald, Burke, e che lo inserisce saldamente tra i pensatori ostili all'umanitarismo, cioè all'ideologia, già promotrice della Rivoluzione francese e delle odierne istituzioni internazionali, che considera l'uomo astrattamente, di là dalla sua esistenza concreta (la provenienza, la comunità, la religione, i costumi). Un tale uomo dall'essenza astratta non esiste, sosteneva de 13/ «Oggi il reazionario è meramente un naufrago dignitoso» (270). 14/ N. G6mez Dovila, Nut!VOJ esco/io, a u11 1ex10 impliàto li, Proculrura, Bogot:i 1986, p. 124. 15/ «Il rettile che il mio piede schiaccia sarebbe ai miei occhi meno spregevole di un uomo,. Q. Donoso Conés, Saggio sul ca110/i'cesi1110, il liberalismo e il socioliJmo, Rusconi, Milano 1972, libro lll, pp. 395-96). 16/ «Come fa a sapere di essere buono se Dio non glielo ha detto?» (ivi, p. 396).
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Maistre: «nella mia vita, ho visto francesi, italiani, russi ecc.; [ ...] quanto all'uomo, dichiaro di non averlo mai incontrato in vita mia».17 Se nel francese vigeva ancora la polemica me dievale del nominalista contro il realismo metafisico (esistono gli uomini-individui, non l'uomo-universale), nel filosofo co lombiano, per cui il nominalismo è il "vizio dei sensi", la pro spettiva muta parzialmente. «In ogni reazionario Platone risu scita» (116), eppure scorgiamo nelle sue pagine una nozione di verità che va indubbiamente sia oltre l'apologetica della verità rivelata dei reazionari ottocenteschi, sia al di là del platonismo. Negli Escolios sussiste una forse casuale ma sicuramente in teressante convergenza con le strade della filosofia aperte nel Novecento da Martin Heidegger. «Le verità», scrive G6mez Davila in uno degli scolii più illuminanti, «non stanno nella circonferenza di un cerchio il cui centro è l'uomo», ma «si ergono in terreni impervi che l'uomo percorre seguendo i me andri di un sentiero sinuoso che le rivela, le occulta, e che alla fine ostenta o nasconde» (30). Quello della verità si rivela non a caso lo snodo fondamentale, il contesto privilegiato per met tere in luce le linee fondamentali del pensiero di don Colacho. Infatti se da una parte non è sufficiente la tradizione, dall'altra non basta accontentarsi dei fotti crudi. li positivismo e la mi tologia, pur diversi, sono fratelli, perché compiono il doppio errore simmetrico di «credere che oltre a quello che possiamo sapere non vi è nulla oppure che sappiamo cosa vi sia» (237). La filosofia, come non si appaga delle verità della tradizione, così non si limita nemmeno al mero fatto, alla cosa per come essa si presenta: detto altrimenti, non è religione né scienza. Quanto a quest'ultima, ciò che la distingue dalla filosofia è appunto che le sue proposizioni «sono vere o false, perché sono giudizi falsificabili di esistenza», di contro agli enunciati filosofici, che invece «sono autentici o apocrifi, perché sono giudizi di significazione» (37). Siamo dinanzi a una teoria an tiscientifica della verità? No, piuttosto osserviamo il restrin gimento del campo di azione della scienza, che non potendo andare al di là della teoria corrispondentista della conoscenza rinuncia alla pretesa di porsi la domanda più radicale, quella sull'essere e sul senso. Nel corso del tempo, la scienza procede 17/ J. Dc Maistre, Co11siderazio11i sulla Fra11cia, Ediioriale U Giglio, Napoli 2010, p. 74.
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INTRODUZIONE
per continuo seppellimento delle sue precedenti e provvisorie verità, non potendo garantire il persistere delle sue proposizio ni; all'opposto, nessun enunciato filosofico può essere dichia rato definitivamente defunto. Ciò non implica che le verità a cui la scienza perviene siano false. Essa però non rappresenta il livello ultimo della verità, il suo momento irriducibile, di modo che l'indagine sulla verità non può mai essere esclusiva mente prerogativa della scienza moderna e dei suoi strumenti logici. Ogni teoria scientifica della verità che pone una restri zione indebita e prepotente del problema conduce verso una sola strada, predeterminando le proprie conclusioni. Quando al contrario la scienza sconfina, equipaggiata del suo metodo, in territori che non è in grado di esplorare, la filosofia ha il do vere di ridimensionarla, di ricordarle «la sua origine servile» - extra epistemologiam nulla salus 1 (29). Inruiamo ben presto il rischio che G6mez Davila ha il co raggio di correre: la possibilità che una grande intelligenza fi nisca per «creare la verità di quanto afferma» (46), vittima di quella perversione che è la dimenticanza del processo concre to attraverso il quale la verità si manifesta. Siamo contempora neamente oltre lo scientismo moderno e al di qua della fiducia nella Rivelazione. Ora, posto che gli strumenti limitanti della scienza sono inadatti alle domande radicali e quelli dell'apo logetica reazionaria sono fideistici, la strada del filosofo co lombiano si biforca: un sentiero cerca di salvare il razionale eliminando ogni possibilità di pervenire a verità assolute e de finitive sul senso dell'essere, ed è il caso del pensiero debole, del postmoderno; l'altro rinuncia alla razionalità pur di con servare l'accesso alla verità. Il fatto di essere giunto di fronte a questa biforcazione è di per sé prova evidente della grande modernità del suo pensiero. G6mez Davila sceglie il secondo sentiero. Se avessimo in mano le prove razionali dell'esisten za di Dio, dice il nostro autore, dovremmo dubitarne, perché non è dato un Dio «implicato dall'universo», che risponda a una necessità simile a quella che scopriamo comprendendo le leggi di natura. La verità è un evento, una «verticale irruzione del divino» (342), per dirla con le sue parole, «un'epifania ca suale» (491), ciò che dà un senso ulteriore alla mera esistenza delle cose. Perciò, nel suo significato ultimo, non è frutto di astrazioni e di argomentazioni razionali, ma si esperisce nel
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mondo quando fa irruzione nell'esistenza dell'individuo. Una sorta di mistica esperienza del trascendente. Tutti gli scolii che si esprimono sul tema convergono su questo punto: la verità è «oggettiva, ma non impersonale» (542); «personale» senza che ciò implichi «che qualunque convinzione sia vera» (546); «ge nerata ed autonoma al contempo» (492); non coincidente con i ragionamenti «se non durante brevi tratti» (494). La possibi lità di conciliare il soggettivismo dell'esperienza concreta con l'universalità della verità, e dunque dei valori, è la convinzione che dai volumi di otas e Textos percorre sotterraneamente il pensiero di Nicolas G6mez Davila riversandosi negli Esco lios. Il dispiegamento della verità non può essere determinato da altro che da sé. È l'aprirsi della persona a una dimensione di senso che conserva il carattere di irriducibilità. on dal la scienza, non dalla teologia, bensì da questa dimensione di verticale irruzione della verità ha origine la pretensione della questione assiologica lungo l'intera opera di G6mez Davila. In più luoghi l'autore è costretto a riflettere su come si possa esprimere l'idea di un evento che porta una scala oggettiva di valori «sin falsear sus odgenes de subjetividad concreta», 18 cioè senza dimenticare che ha luogo nell'esperienza concreta del soggetto. Il lettore più attento riconoscerà allora che la religione, per il colombiano, non ha valore a prescindere dai suoi contenuti, anzi conserva la sua magnificenza soltanto fino a quando porta con sé l'affermazione di un'assiologia. Anche qui il suo rea zionarismo si lascia alle spalle i vari de Maistre e si avvicina ai contemporanei, per esempio alla fenomenologia, soprattutto a Max Scheler, il quale godette infatti di una larga ricezione nella cultura filosofica ispano-americana. Per poter cogliere la realtà come totalità gerarchicamente strutturata non dobbia mo astrarre i valori dalle proprietà delle cose del mondo, ma disporre noi stessi a un'intuizione originaria, di modo che i va lori non siano un prodotto delle nostre preferenze sensibili ma nemmeno indipendenti dalla nostra singolarità, permettendo così che l'autonomia della nostra morale si esprima nel «disap provare quello che la nostra sensibilità tollera» (41). Una lezio ne che supera ogni odierna retorica della tolleranza: «qual iasi 18/ C.A. Ulloa, Lo 111editnc1611 axio/Ogica como n,ta i11vesllga1iva eu la obra de Nico/Js G6mei Davi/a, «ldcas Y Valores», 69 (172), 2020, p. 93.
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cosa ci può lecitamente affascinare se non ne alteriamo il ran go», ma se si suppone «che sia la preferenza a regolare il valore, il più lieve sproposito scatena catastrofi» (92). Siccome «il rela tivismo assiologico non è una soluzione, ma precisamente il pro blema» (547), la reazione diviene essenzialmente «objetivismo axiol6gico», 19 come scrive il nostro autore nei Sucesivos escolios. Questo è il significato della metafora del reazionario come «ca zador de sombras sagradas sobre las colinas eternas»,20 caccia tore di ombre sacre sulle colline eterne. Nessuna epoca è com prensibile in profondità se si prescinde dalla struttura teologica su cui si adagia, anzi il contesto storico diventa chiaro soltanto alla luce della metodologia di indagine che fa dell'elemento re ligioso il «fattore determinante di ogni condizione concreta».21 Essendo sulla disposizione assiologica prevalente che si fonda «la struttura di una società o di un'epoca» (54), siamo messi in guardia dal cattolicesimo della misericordia come assoluta giu stificazione delle miserie altrui, in origine cristiana compassione verso gli errori, finanche dal cattolicesimo conservatore, quello dei principi non negoziabili (implicita ammissione che ben al tri valori sono negoziabili), perché tali forme di religiosità non salvano l'uomo dagli effetti dello scivolo relativistico. «Amerai il tuo prossimo sopra ogni cosa» (180) - anche sopra i suoi vizi, peccati, orrori - diventa così il comandamento evangelico del la Chiesa prostrata all'umanitarismo. È una posizione analoga a quella magnificamente espressa in un celebre passo di Carl Schmitt: «nella lotta millenaria fra Cristianità ed Islam, mai un cristiano ha pensato che si dovesse cedere l'Europa, invece che difenderla, per amore verso i Saraceni o i Turchi».22 Nato per garantire una migliore comprensione delle altre culture, il rela tivismo europeo si è ridotto ad ancella della società multicultu rale. Sebbene non vi sia in G6mez Davila ombra di razzismo (e come potrebbe, dato che il razzismo è figlio dell'età moderna?), vige tuttavia l'attenzione a non trattare la differenza tra i popoli «come se si trattasse di brace» (274). 19/ N. G6mez 03vila, Sucesivos escolios a un texto
1111plici10.
lnstiruto Caro y
Cueivo, Bogota 1992, p. 143. 20/ N. G6me-, Davila, Nuevos esco/iosa u11 texto implfaio, Gog, Roma 2019, p. 133. 21/ N. G6mez Davila, Textos I, cii., p. 62. 22/ C. Schmitt, li conce/lo di 'politico', in C. Schmill, Le categorie del 'politico', li Mulino, Bologna 1972, p. 112.
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Non sono brace, d'altro canto, neanche i pericoli insi ti nella forma dello Stato moderno, contro cui si scaglia a più riprese con parole che sorprendentemente condensano le idee dei più grandi e ponenti del pensiero liberale, e che Friedrich von Hayek o Ludwig von Mises avrebbero senza dubbio sottoscritto. Di contro allo Stato che «è totalitario per essenza» e tende spontaneamente verso «il dispotismo totale» (496), il colombiano ritiene sapiente la politica capa ce «di debilitare lo taco» (38). Più ampi sono i suoi pote ri, minori sono le possibilità di realizzazione dell'individuo: «nella misura in cui lo Stato cresce l'individuo si sminuisce» (33). Quando allo tato viene riconosciuta una finalità su periore alla pura imposizione del diritto, esso si trasforma in cieco esecutore dei capricci degli uomini al potere. Così, poiché ognuno chiama a propria voglia «prosperità pubblica ciò che lo soddisfa, felicità umana ciò che lo delizia, giustizia sociale ciò che lo commuove, progresso ciò che compiace i suoi pregiudizi, bene comune ciò che personalmente deside ra»,23 è bene che lo Stato non vada mai oltre le sue funzioni minime. In questo G6mez Davila assomiglia a un vecchio liberale cosciente di quanto pericoloso sia uno Stato pianifi catore e potente nel momento in cui cade in mano a sovrani poco illuminati. Eppure, malgrado condivida il timore verso lo statalismo, G6mez Davila non accoglie niente della tradizione liberale classica o di declinazione austriaca che andava diffondendosi nell'America ispanica proprio nei decenni in cui la sua ri flessione si è addensata. Se da un lato è critico nei confronti degli adoratori dello Stato, dall'altro la sua avversione verso ogni forma di democrazia, intesa alla maniera di Ortega y Gasset,24 gli impedisce di promuovere la società tout court, a prescindere dalla disposizione che essa collettivamente assu me nei riguardi della verità. Motivo per cui mette in guardia dalle società prive di valori stabili, in cui lo spirito diviene di 23/ N. G6rnez Dovila, De iure, Lo nave di Teseo, Milano 2019, p. 266. 24/ «La democrazia esasperata e fuori di sé, la democrazia nella religione o nell'arte, lu democrazia nel pensiero o nel gesto, la democrazia nel cuore e nel co stume, è il mule più pericoloso di cui una società possa soffrire» U- Orrega y Gasset, Democracia morbosa, in Ortega y Gasset, Obras complelas, tomo U, Revistn de Occi dente, Madrid 1963, p. 135).
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INTRODUZIONE
necessità dogmatico. La prevalenza dello Stato o quella della società, che nella cultura politica occidentale si trasformano rispettivamente in potere pubblico pianificatore e in libero mercato, si susseguono senza soluzione: «nella società me dioevale la società è lo Stato; nella società borghese Stato e società si affrontano; nella società comunista lo Stato è la società» (40). E «quando la società si svuota integralmente nella forma dello Stato, la persona si vaporizza» (434). Se il pericolo dello Stato onnipotente si conclude con l'e poca dei totalitarismi, permane nondimeno una minaccia maggiore: la tecnica. Come già Junger e Heidegger prima di lui, G6mez Diivila riconosce che la tecnica non è soltanto un'applicazione della scienza, non è l'insieme dei dispositivi tecnologici che svolgono per nostro conto delle funzioni. È piuttosto la particolare disposizione metafisica a concepire il mondo privo di un senso ulteriore, senza alcun rimando al tra scendente, quindi come mero fondo sfruttabile, come serbato io di potenza, di modo che anche l'uomo non sia nulla più che un oggetto su cui la tecnica stessa si esercita. Di essa va temuta «la sua capacità costruttiva» (284), non quella distruttiva; il modo in cui degrada l'uomo da creatura a mero essente, non la bomba atomica. In realtà «l'uomo moderno distrugge di più quando costruisce che quando ,distrugge» (156). La tecnica, in sostanza, non è la tecnologia. E l'automatismo che ci impone di «credere che il possibile sia desiderabile» (519), perché ci orienta alla continua acquisizione di potenza. Il colombiano lo sa bene, tanto da contrapporre il mondo della tecnica al mon do della grazia, non al mondo dello spirito. Laddove vediamo le cose che esistono sotto la categoria della potenza, testimo niamo «la bancarotta dell'intelligenza» (536) contestualmente al successo della tecnica. Le indicazioni che qui forniamo non vanno accolte come l'unica via di intendere gli Escolios. La verità come apertura all'intuizione del trascendente, la necessità di una disposizio ne assiologica, il disincanto dagli idoli moderni dello Stato e delle sue configurazioni ideologiche, l'antidoto alla falsa idea che la scienza e la tecnica siano neutrali: sono questi i più at tuali caratteri dell'opera di don Colacho. Essi tracciano una topografia che può essere accettata, rigettata o ignorata. La complessità aforistica e la quantità di temi trattati sono tali
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che ognuno troverà il proprio personale accesso all'enorme labirinto dì cui ogni scolio è un varco, una diversa porta di ingresso al groviglio di corridoi che conduce, infine, alla me desima uscita, al pensiero dell'autore. L'opera stessa ci esorta a ricercare quali siano le domande prima ancora di pretendere le risposte: ogni altro approccio la renderebbe indecifrabile. La scoperta del continente dì cui G6mez Davila è figlio ha insegnato al mondo che le tecniche cartografiche migliorano nel corso dell'esplorazione, ma che gli approdi in territori sco nosciuti sono a volte casuali. Gli Escolios vanno allora vissuti come un livre de chevet, come avrebbe detto Volpi; come il breviario per una laica liturgia delle ore, in cui la preghiera è sostituita dal domandare. Le pulci che l'opera metterà nell'o recchio ora dopo ora, giorno dopo giorno, diventeranno dra ghi. Se il lettore si accosterà alla parola di G6mez Davila senza pregiudizi, avrà tra le mani un deposito clandestino di armi, un arsenale sufficiente per demitizzare i concetti e le ideologie a sfondo consolatorio che sono prosperati negli ultimi secoli della modernità, come l'umanitarismo, la teoria democratica, lo storicismo, il determinismo positivistico, il relativismo, il progressismo, vessilli che ancora oggi vengono promossi ad alta voce come ricette universali per instaurare in terra il regno dell'armonia celeste, mentre nelle loro manifestazioni concre te si rivelano ipocritamente, con la loro violenza, degni della più esecrabile tirannia.
Escolios a un texto implicito volume I
- QueL/anatisme! Exdama Le pharmacien,
en se penchant vers Le notaire. iOh! Pues si 110 me entienden
- respondi6 Sancho - no es moravi/La
que mis sentencias sean tenidas por disparates.
òÀ.tyòonxu µ.èv ouvaµeooç OÈ µeo-ra
Diogene Laerzio, De clarorum philosophorum vitis, VII, 165
A band, afoot, a leg, a head, Stood /or the whole to be imagined. W. Shakespeare, The Rape o/ Lucrece, vv. 1427-28 Aux meilleurs esprits Que d'erreurs promises! Ni vu ni connu, Le temps d'un sein nu Entre deux chemises! P. Valéry, Le Sylphe, vv. 10-14 Dass es sich hier um die lange Logik einer ganz bestimmten philosophischen Sensibilità"! handelt und nicht um ein Durcheinander von hundert beliebigen Paradoxien und Heterodoxien, ich glaube, davon ist auch meinen wohlwollendsten Lesern nichts aufgegangen. F. Nietzsche, Lettera a Georg Brandes, · 8 gennaio 1888, Nizza
Et miraris quod paucis placeo, cui cum paucis convenit, cui omnia /ere a/iter videntur ac vulgo a quo semper quod Longissime abest id penitus rectum iter censeo. F. Petrarca, Epistolae rerumfamiliarium, XIX, 7
Un testo breve non è un discorso presuntuoso, ma un gesto che si dissipa appena viene abbozzato. Il pensiero che vuol essere sempre giusto si paralizza. Il pensiero progredisce quando cammina tra ingiustizie simmetriche, come tra due file di impiccati. Gli uomini cambiano meno di idee che le idee di costume. Lungo i secoli conversano le stesse voci. Il lettore non troverà aforismi in queste pagine. Le mie brevi frasi sono i tocchi cromatici di una composizione pointilliste. Limitare il nostro uditorio limita le nostre claudicazioni. Il solo arbitro incorruttibile è la solitudine. I significati si carpiscono in un atto garantito soltanto dalla nitida gioia che ci colma. Il significato è gesto dell'oggetto che ordina di arrischiare l'intelligenza e la vita. Non importa in quale sordida penombra organica nasca l'idea; importa la sua dura punta di diamante. A volte l'originalità di un'opera dipende da quello che il suo autore non sa fare. Esiste un'impotenza creatrice.
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Il filosofo ambisce a riunire sotto lo stesso giogo due tendenze divergenti dello spirito: la sua fuga verso il concetto e la sua avidità di concreto. Il grado in cui ci riesce misura il rango di una filosofia. È facile credere di partecipare di certe virtù quando condividiamo i difetti che da esse scaturiscono. L'uomo intelligente non vive mai in ambienti mediocri. Un ambiente è mediocre proprio perché non ci sono uomini intelligenti. Coloro che piangono per la ristrettezza di mezzi in cui vivono pretendono che gli avverùmenti, i vicini, il paesaggio diano loro la sensibilità e l'intelligenza che la natura gli ha negato. In questo secolo qualsiasi impresa collettiva innalza prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare alla viltà. Oggigiorno i partecipanti finiscono per essere dei complici. Adattarsi significa sacrificare un bene remoto a un'urgenza immediata. La maturità dello spirito inizia quando smettiamo di sentirci responsabili del mondo. Dopo aver definito l'uomo dobbiamo modificare subito la nostra definizione perché la coscienza di quella definizione lo trasfigu ra. L'opera d'arte e la vita del suo autore non sono traduzioni reciproche ed obbligate. La loro incongruenza non compromette l'autenticità parallela che possiedono. L'autore è simultaneamente il perfido personaggio della propria biografia e il nobile prosatore dei propri testi. Durante le ore tediose dell'intelligenza maturano le sue prossime primavere. Solo lo scrittore paziente e laborioso serve pietanze succulente al suo lettore.
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Niente suol essere più difficile del non fingere di comprendere. La quantità cli applausi non misura il valore cli un'idea. La dottrina imperante può essere una pomposa sciocchezza. Tuttavia, allo spettatore intimorito una così banale osservazione suole sfuggire. L'amore è l'organo con il quale percepiamo l'inconfondibile inclividualità degli esseri. La verità si perverte quando dimentica il processo concreto in cui è nata. Una moltitudine omogenea non chiede libertà. La società gerarchizzata non è meramente l'unica dove l'uomo può esser libero, ma anche l'unica dove l'uomo ha l'urgenza di esserlo. La libertà non è fine, ma mezzo. Coloro che la prendono come un fine, quando la ottengono non sanno che farne. Sodclisfare l'orgoglio dell'uomo è forse più facile cli quanto il nostro orgoglio si inunagini. Quando la scienza ostenta pretese filosofiche, l'epistemologia le rammenta i suoi postulati. Contro le sue pretese cli impero, l'epistemologia le esibisce la sua origine servile. Extra epistemologiam nulla salus. 1 L'individuo è l'impedimento alle filosofie della storia. Ci sono mille verità, l'errore è solo uno. La bevanda degli dèi è fatta del sapore inconfondibile degli esseri. I/ "Al di fuori dell'epistemologia non v'è salvezza", sul calco della frase latina
Extra Ecclesiam 11111/0 snlus.
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La nostra ultima speranza è riposta nell'ingiustizia di Dio. Il resoconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. Per Dio non esistono che individui. Le idee sono frasi che possiedono colore, odore, sonorità, peso - ciò che la memoria chiama idea è meramente una scorza. Quando le cose ci paiono essere solo ciò che sembrano, presto ci parranno essere ancora di meno. Lo psicologo abita i suburbi dell'anima come il sociologo la periferia della società. Gli errori sono proletari ribelli. Verità refrattarie alla loro funzione e al loro rango. Una proposizione è falsa quando ostruisce proposizioni più veraci. Le verità non stanno nella circonferenza di un cerchio il cui centro è l'uomo. Le verità si ergono in terreni impervi che l'uomo percorre seguendo i meandri di un sentiero sinuoso che le rivela, le occulta, e che alla fine ostenta o nasconde. Senza atti intenzionali i fatti non sono né necessari né casuali. Senza intenzioni il mondo è un blocco di successioni brute. L'intenzione fonda la casualità quando le cose la sorprendono e la causalità quando non la sconcertano. La ragione stabilisce funzioni, l'intenzione necessità e contingenza. L'essere sprizza da tutti i pori del mondo. La ragione è un atto dello spirito che analizza un atto spirituale previo. La ragione non genera, bensì educa il generato.
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Nel correggere l'ambivalenza naturale dei sentimenti, la ragione li guasta e mutila l'universo. Coloro che sopprimono le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventano dei fanatici che camminano in mezzo agli schemi. Nella coerenza di certi sistemi si articola una visione; altre ne risultano dalla mera inerzia di un'idea. L'etica sorge dalla congiunzione di circostanze empiriche con il canone trascendente che le circostanze rivelano. Una presenza voluttuosa trasmette il proprio splendore sensuale a tutte le cose. Qualsiasi scopo differente da Dio ci disonora. L'intelligenza non ambisce a liberarsi bensì a sottomettersi. La verità è lo splendore della necessità. Soltanto la libertà argina le azioni illecite dell'ignoranza. La politica è la scienza delle strutture sociali adatte alla convivenza di esseri ignoranti. Una "società ideale" rappresenterebbe il cimitero della grandezza umana. Al termine di ogni rivoluzione il rivoluzionario insegna che la vera rivoluzione sarà la rivoluzione di domani. Il rivoluzionario spiega che un miserabile ha tradito la rivoluzione di ieri. Se Socrate non sa davvero nulla, perché non accetta semplicemente quello che il suo interlocutore propone? Spera forse che la verità nasca da una congruenza fortuita? Socrate forse crede che il "bene" consista in ciò che i votanti approvano unanimemente? Socrate è un democratico? No! Come qualunque reazionario, Socrate sa che in una democrazia non è lecito insegnare. Il democratico ha bisogno di credere di star inventando quello che gli viene suggerito.
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I parlamenti democratici non sono luoghi dove si dibatte, bensì dove l'assolutismo popolare registra i suoi editti. Il borghese consegna il potere per aver salvo il denaro; poi consegna il denaro per aver salva la pelle; e alla fine lo impiccano. Borghesia è qualsiasi insieme di individui non conformi con ciò che possiedono e soddisfatti di ciò che sono. I marxisti definiscono economicamente la borghesia per nascondere il fatto di appartenervici. Sanno stimare la grand= del comunismo solo i nemici di esso. La tesi marxista diffama tanto i motivi del comunista quanto quelli del suo avversario. Quelli che giustificano la propria abiezione considerandosi "vittime delle circostanze" sono socialisti dottrinari. Il socialismo è la filosofia della colpevolezza altrui. Il militante comunista prima della vittoria merita il più grande rispetto. Dopo non sarà altro che un borghese affaccendato. Quelli che difendono l'esistente lottano per qualcosa di concreto: un privilegio, una struttura sociale, un bene incarnato; al contrario, chi lotta per un programma astratto può credere di difendere l'universale. Il sinistrorso crede di essere generoso perché le sue mete sono confuse. Questo secolo di pedagogia proletaria proclama la dignità del lavoro come uno schiavo che impreca contro l'ozio intelligente e voluttuoso. Le sovrastrutture cambiano quando le "forze di produzione" variano; però, siccome ogni configurazione di forze racchiude una pluralità virtuale di strutture, quella che si realizza non dipende da motivi economici.
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L'amore per il popolo è vocazione da aristocratico. Il democratico non lo ama se non durante il periodo elettorale. Nella misura in cui lo Stato cresce l'individuo si sminuisce. Non riuscendo a realizzare ciò a cui anela, il "progresso" battezza come anelito quello che realizza. La tecnica non realizza i vecchi sogni dell'uomo bensì li scimmiotta con sarcasmo. Allo stesso modo che il trionfo di qualsiasi virtù ne mutila altre, ogni "progresso" trascina con sé un regresso simmetrico. Il popolo non insorge mai contro il dispotismo bensì contro · la cattiva alimentazione. Quando si finirà di lottare per il predominio sulla proprietà privata si lotterà per l'usufrutto della proprietà collettiva. La mobilità sociale dà luogo alla lotta di classe. Il nemico delle classi alte non è l'inferiore carente di qualsiasi possibilità di ascesa, ma colui che non riesce ad ascendere quando altri ci riescono. Niente di più nobile dell'aristocratico liberale - come Tocqueville - per il quale la libertà di tutti è il privilegio la cui difesa compete alla classe dirigente. Un certo modo sprezzante di parlare del popolo denuncia il plebeo mascherato. Se l'uomo è l'unico fine dell'uomo, una reciprocità inutile nasce da questo principio come il mutuo riflettersi di due specchi vuoti. Né il cristianesimo né il paganesimo professano etiche altruiste. Tanto la morale cristiana quanto quella pagana sono individualismi etici che impongono doveri sociali soltanto
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come mezzi della nostra perfezione terrena o della nostra enigmatica salvezza. In ogni epoca, fortunatamente, ci sono imbecilli indefinitamente capaci dell'ovvio. La norma etica ci vieta di vedere gli uomini come mezzi e l'Uomo come fine. L'uomo pensa che la sua impotenza sia la misura di tutte le cose. L'autenticità dd sentimento è subordinata alla chiarezza dell'idea. Il volgo ammira di più ciò che è confuso di ciò che è complesso. L'imitazione impone moddli; l'influenza dà segnavia. Qualsiasi cosa che accontenti risolve problemi con cui non ha rdazione alcuna. Passioni, appetiti, vizi, - ciò che storce la verità - sono gli stimoli dell'intdligenza. Pensare suole ridursi ad inventare ragioni per dubitare di ciò che è evidente. Rifiutarsi di ammirare è il marchio della bestia. Agli occhi di chi è incapace di rinunciare colui che rinuncia sembra impotente. È incredibile che gli onori inorgogliscano qudli che sanno con chi li condividono. Non esiste un sostituto nobile per la speranza assente. Più sicuramente della ricchezza, esiste una povertà maledetta: quella di chi non soffre di essere povero, ma di
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non essere ricco; quella di chi tollera soddisfatto qualsiasi mal comune; quella di chi non brama di abolirla, bensì di abolire il bene che invidia. Applicare a se stessi le Beatitudini è prova di un orgoglio che esclude dall'essere tra i beati. Dopo aver messo in discredito la virtù, questo secolo è riuscito a mettere in discredito i vizi. Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati, in gruppi familiari, dalle folle domenicali. Qualunque anima è una ferita, ma l'anima moderna è putrescente. Qualsiasi filosofo è indecifrabile per coloro che ricercano che cosa risponda prima di sapere che cosa domanda. L'eclettismo non è un mosaico nel quale le idee giustappongono le proprie tessere, bensì una rotta risultante da impulsi ricevuti da direzioni divergenti. L'uomo preferisce giustificarsi con la colpa degli altri piuttosto che con l'innocenza propria. Il tempo è meno temibile per il fatto di uccidere che per il fatto di smascherare. La volgarità dell'anima e del corpo è la punizione che l'ascetismo impone alla società che lo espelle. Le frasi sono sassolini che lo scrittore lancia nell'anima del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse generano dipende dalle dimensioni del bacino. L'uomo perdona quelli che possiedono ciò che vorrebbe ma non quelli che possiedono ciò che voleva.
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Il fùosofo si propone di sbaragliare i sistemi che ostruiscono la sua visione, quandanche per riuscirvi debba costruire un sistema. Il fùosofo altro non è che la fiamma che lo co�suma. La scienza è ciò che in particolare non importa a nessuno e in generale a tutti. La letteratura è ciò che importa solo in particolare. Il critico vorrebbe essere arbitro in mezzo ad opinioni antagonistiche, però nell'emettere un verdetto si trasforma ineluttabilmente in un altro antagonista. Il genio è la capacità di avere sulla nostra immaginazione intirizzita l'impatto che qualsiasi libro ha sull'immaginazione di un bambino. La scienza inganna in tre modi: convertendo le sue proposizioni in norme, divulgando i suoi risultati piuttosto che i suoi metodi e tacendo le sue limitazioni epistemologiche. Ogni scienza si alimenta delle convinzioni che vuole strangolare. Il filosofo non è un rappresentante della propria epoca, ma un angelo intrappolato nel tempo. Tutte le verità convergono in una sola verità, ma i percorsi sono stati interrotti. A ddurre la bellezza di una cosa in sua difesa irrita l'anima plebea. Avere ragione è una ragione in più per non ottenere alcun successo. L'autentica adesione ad un'idea eccede qualsiasi motivazione psicologica o sociale.
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Le perfezioni di coloro che amiamo non sono finzioni dell'amore. Amare è, invece, il privilegio di avvertire una perfezione invisibile agli occhi altrui. Il concetto di rivelazione non esdude la preesistenza di nozioni simili o identiche alle nozioni rivelate. La rivelazione non consiste tanto nell'insegnare una nozione nuova, quanto nell'autenticarne una di esistente. La religione non ebbe origine dall'urgenza di assicurare una solidarietà sociale e neppure le cattedrali furono costruite per fomentare il turismo. Le proposizioni della scienza sono vere o false perché sono giudizi falsificabili di esistenza; gli enunciati filosofici, al contrario, sono autentici o apocrifi perché sono giudizi di significazione. La verità di una proposizione è sempre ipotetica e solo la sua falsità è sperimentale, mentre l'autenticità di un enunciato si può corroborare e il suo carattere apocrifo è soltanto suppositivo. Il criterio scientifico è l'esperimento, il quale può falsificare ma non verificare; il criterio filosofico è l'esperienza, la quale può confermare ma non confutare. Non potremo mai garantire il persistere di una proposizione scientifica e neppure assicurare che un enunciato filosofico sia defunto. Tutto è banale se l'universo non è coinvolto in un'avventura metafisica. Il tiranno non è velleitario ma sistematico. Il tiranno non si spreca in capricci, bensì si concentra in un'idea. Il tiranno è un uomo di princìpi. Quanto più gravi sono i problemi, maggiore è il numero di inetti che la democrazia convoca per risolverli. La legislazione che salvaguarda minuziosamente la libertà soffoca le libertà.
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Le società si differenziano meramente per lo statuto dei propri schiavi e per il nome che danno loro. Più ripugnante dd fururo che i progressisti involontariamente preparano è il futuro che essi sognano. Ogni civiltà è la fusione irrazionale di termini contrari. Gli aspiranti a una civiltà "razionale" premeditano carneficine. La presenza politica della moltitudine finisce sempre per avere l'apice in un'apocalisse infernale. La nostra civiltà è un palazzo barocco invaso da una folla scompigliata. La lotta contro l'ingiustizia che non culmina in santità culmina in agitazioni sanguinose. L'uomo in certe epoche non ostenta altro indizio della sua capacità di grandezza che la capacità inversa di atti aberranti e perversi. Solo di cause perse si può essere sostenitori incondizionati. La politica sapiente è l'arte di rinvigorire la società e debilitare lo Stato. La storia sarebbe solo una tetra notte se non spuntasse, di quando in quando, l'alba di Termidoro. L'importanza storica di un uomo di rado concorda con la sua intima natura. La storia è piena di sciocchi vittoriosi. Lo storico autentico è meramente un esperto di contesti: l'arte di distinguere la differenza di uno stesso atto in mezzi distinti. L'opera bella esiste autonoma e solitaria, mentre l'opera malriuscita è parte della biografia di un individuo o di una società.
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Lo storico senza idee generali non risuscita i propri morti. Le scienze sono meramente scienze ausiliari dell'arte della storia. Le scienze dello spirito esigono una tavola aperta di categorie. Spasmi di vanità ferita o di avidità oppressa, le dottrine democratiche escogitano i mali che denunciano per giustificare il bene che proclamano. È facile convertirsi a una dottrina quando ascoltiamo il difensore di quella contraria. Qualsiasi esperienza condivisa finisce per essere un simulacro della religione. La negazione dialettica non esiste fra realtà bensì fra definizioni. La sintesi nella quale la relazione si risolve non è uno stato reale ma verbale. li proposito del discorso muove il processo dialettico. La sua arbitrarietà assicura il suo successo. Essendo possibile, in effetti, definire qualsiasi cosa come contraria a qualsiasi altra, essendo anche possibile astrarre un attributo qualsiasi di una cosa per opporlo ai suoi altri attributi, o agli attributi altrettanto astratti di un'altra cosa, essendo possibile, infine, contrapporre nel tempo ogni cosa a se stessa, la dialettica è il più ingegnoso strumento atto ad astrarre dalla realtà lo schema che avevamo previamente nascosto in essa. La storia seppellisce i problemi che pone prima di averli risolti. È prudente rispettare i vecchi catechismi per evitare la volgarità e i crimini del popolo che inaugura opinioni. Tutto ha bisogno di giustificare la propria esistenza, eccetto l'opera d'arte.
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Lo scrittore si adopera affinché la sintassi restituisca al pensiero la semplicità che le parole gli tolgono. Nessuno ha un capitale sentimentale sufficiente tale da sprecare entusiasmi. È tragica la disgrazia che dipende solo dalla volontà fino all'istante della catastrofe. Ciò che trascina una vittima impotente è meramente patetico. La momentanea bellezza dell'istante è l'unica cosa nell'universo che concorda con l'affanno delle nostre anime. Ci addentriamo nuovamente in epoche che non attendono dal filosofo una spiegazione e neppure una trasformazione del mondo, bensì la costruzione di ripari contro l'inclemenza dei tempi. Due tesi filosofiche contrarie si completano mutuamente ma solo Dio sa come. I libri più intelligenti dicono le medesime cose dei più stupidi, tuttavia hanno autori diversi. Nella società medioevale la società è lo Stato; nella società borghese Stato e società si affrontano; nella società comunista lo Stato è la società. Il caso reggerà sempre la storia, perché non è possibile organizzare lo Stato in modo che sia indifferente chi comandi. Chi si alimenta solo di idee generali si sentirà mancare. La profondità non consiste in quello che si dice, bensì nel livello dal quale lo si dice. Certe sciocchezze si oppugnano adeguatamente solo con una stupidità ancora più grottesca. Cominciamo a scegliere perché ammiriamo e finiamo per ammirare perché abbiamo scelto.
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Una provvidenza compassionevole distribuisce a ciascun uomo il proprio abbrutimento quotidiano. La maggiore astuzia del male è il suo mutamento in dio domestico e discreto, la cui presenza casalinga riconforta. L'autonomia della morale si evidenzia quando accettiamo di disapprovare quello che la nostra sensibilità tollera. La discrepanza tra una preferenza e un giudizio è la matrice della morale e dell'estetica. Il problema della critica esiste solo per chi prova nella propria carne la simultaneità autentica di due disposizioni antagonistiche. La volgarità sta nel pretendere di essere quello che non siamo. La gnoseologia idealista consuma il materialismo e la storia consuma l'idealismo astratto. Solo la storia è capace di totalità. L'idea intelligente genera un piacere sensuale. Il libro non educa chi lo legge con il fine di educarsi. Chi non si compiace dell'obsoleto non può sapere di possedere gusti autentici. Il piacere è il lampo irrisorio del contatto fra il desiderio e la nostalgia. Per le circostanze commoventi servono solo luoghi comuni. Una canzone imbecille esprime meglio un grande dolore di un nobile verso. L'intelligenza è attività di esseri impassibili. La storia autentica eccede il meramente accaduto.
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La letteratura classica francese comprova che l'uomo non ha la necessità cli ingannarsi per essere grande. La sapienza non consiste nel moderarsi per orrore dell'eccesso bensì per amore del limite. Visto da dentro, non c'è nulla cli totalmente vuoto. La perfezione è lo scoglio cli chi non comprende che essa scaturisce da atti impuri. Non è vero che le cose valgono perché la vita è importante. Al contrario, la vita è importante perché le cose valgono. Il presunto progresso nella conoscenza dell'uomo consiste nell'esagerazione alterna cli uno dei suoi tratti conosciuti. L'antagonismo radicale tra gli uomini si rivela nel modo in cui, parlando del piacere, certuni decollano verso la metafisica e certi altri cadono nella fisiologia. �im�arzialità seduce meno della parzialità che si guarda con 1roma. L'individuo concreto non è il residuo cli un processo che elimina i suoi attributi generali, bensì la somma totale delle proposizioni che lo coinvolgono. L'individuo storico è tutto quello che lo storico può dire di lui. L'interlocutore incoerente irrita più dell'interlocutore ostile. La verità è il godimento dell'intelligenza. La coerenza autentica delle nostre idee non proviene dal raziocinio che le lega, bensì dallo slancio spirituale che le genera. Lo spirito critico si arrende incessantemente per incessantemente riscattarsi.
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I.:intelligenza non si quieta nella sintesi, bensì nella tensione dei contrari. Nell'umanesimo autentico si percepisce la presenza di una sensualità riguardosa e familiare. Solamente le lettere antiche guariscono dalla scabbia moderna. Chi non volge le spalle al mondo odierno si disonora. Le idee confuse sembrano profonde come stagni torbidi. Affinché una realtà seduca bisogna che evochi un fantasma. La società suole premiare le virtù vistose e i vizi discreti. Le acque che l'intelligenza non rimescola sono cristalline, ma insipide. Il mondo confonde la stolidità con l'equilibrio. La lealtà che siamo soliti gradire è quella del capriccio costante. Possediamo solo le virtù e i difetti che non supponiamo di avere. La stupidità sorprende lo stupido e la corruzione il corrotto. I.:intelligenza e l'innocenza si sconcertano meno facilmente. I.:artista si è finto creatore per il fatto di essere il luogo di un miracolo. Lo scrittore beneducato fa in modo di essere chiaro. Però non dobbiamo addossare sempre la nostra inettitudine alla sua maleducazione. Spiegare, invece di alludere, presuppone un disprezzo verso il lettore.
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In una certa prosa francese l'asciuttezza e la passione si combinano in una deflagrazione ammirevole. I sentimenti, così come le sensazioni, sono attributi dell'oggetto. Attribuirli ambedue al soggetto è un sottile artificio metodologico, ma anche un'insolenza metafisica. Affinché coesista una molteplicità di termini diversi è necessario ubicarli su differenti livelli. L'ordine gerarchico è il solo che non sopprime e non espelle. La civiltà non è un processo di "creatività" continua, bensì un sistema di ripetizioni civilizzate. La natura non indovina mai indefettibilmente. Ogni essere che non deborda dai suoi contorni non ci riempie. L'anima cresce verso dentro. L'empirismo della conoscenza trascendente è il misticismo. Per diventare persona, l'individuo ha bisogno dell'esistenza di una norma rigida e al contempo che il suo adempimento sia libero. Dove non esiste una norma rigida l'individuo diventa moltitudine tanto facilmente quanto dove il suo adempimento non sia libero. L'immaginazione è l'organo attraverso il quale abbiamo percezione del concreto. La disubbidienza che non argomenta non è ribellismo. La disubbidienza che si sa illecita è umana, quella che si crede legittima è diabolica. L'uomo è stato redento; l'arcangelo giace nel Tartaro. Chi non possa promettere un presente eterno non merita di essere ascoltato.
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L'originalità ha bisogno di addossarsi alla continuità di una tradizione. La vita dell'intelligenza è una conversazione fra il personalismo dello spirito e l'impersonalismo della ragione. Nelle scienze dello spirito, spiegare non vuol dire identificare un termine con un altro, ma descrivere la struttura autonoma di qualunque forma e disporla al posto consono. Per scusare i suoi attentati contro il mondo, l'uomo ha risolto che la materia è inerte. Se bene, male, bellezza e bruttezza non sono sostanza delle cose, la scienza viene ridotta a una breve proposizione: cio che è, è. Vive la propria vita solo colui che la osserva, la pensa e la dice; gli altri la propria vita li vive. Gli attributi definibili dei quali sembra essere costituita la bellezza di un'opera esistono in opere senza bellezza alcuna. Lo scrittore attuale rimpiazza il monologo sul palcoscenico dello scrittore di ieri con un dialogo con il vuoto. Il mondo è diventato un gallodromo di apostoli. Lo stupido non si muove dalle idee intermedie. L'intelligenza è l'arte di scegliere fra quello che l'inconscio offre. Scrivere breve, per finire prima di stancare. La nostra maturità abbisogna di riconquistare la propria lucidità quotidianamente. Pensare suol essere una �isposta ad un sopruso più che ad una interrogazione.
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Le opinioni dell'uomo intelligente sono inscritte in un contesto di restrizioni implicite. L'ironista diffida di quello che dice senza credere che sia vero il contrario. La bellezza non sorprende bensì colma. Lo spirito cerca nella pittura un arricchimento sensuale. Chi ignora l'awersario impugnato tacitamente da una teoria adultera il significato della teoria stessa. La sapienza consiste nel rassegnarsi all'unica possibilità senza per questo dichiararla stretta necessità. La realtà non è l'addizione delle impressioni che ci asserragliano, bensì ciò che è coerente con certe evidenze che ci meravigliano. Il caos è l'oggetto correlativo del momentaneo torpore dello spirito. Una grande intelligenza finisce per creare la verità di quanto afferma. Esiste solo una cosa non vana: l'istante nella sua perfezione sensuale. Il mondo che non è sacramentale è insipido. Niente perturba tanto l'intelligenza come il tentativo di assemblare la nozione astratta che abbiamo di materia con la nostra esperienza concreta dello spirito. Ogni sistema ha la propria teoria dell'errore come chiave unica degli altri sistemi. Il filosofo che adotta nozioni scientifiche predetermina le proprie conclusioni.
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Di fronte alla chiarezza figlia dell'analisi che sostituisce ad una totalità confusa una molteplicità sistematica, esiste una chiarezza che proviene dall'intuizione globale dell'oggetto, più somigliante alla visione che il pittore trasmette di un corpo nudo che all'inventario dell'anatomista. La negazione delle cause finali ha come causa una causa finale. L'unica sentenza di nobiltà, nel nostro tempo, è la sconfitta. La convinzione del predicatore è successiva alla predica. Qualunque verità è un rischio che ci sembra valere la pena di correre. Lo spirito non cammina a passo regolare; al contrario, spicca di evidenza in evidenza. Il grande scrittore è colui che intinge di inchiostro infernale la piuma che carpisce all'ala di un arcangelo. L'eroe e il codardo definiscono in egual modo l'oggetto che percepiscono in maniera antagonistica. Cosa importa che lo storico dica ciò che gli uomini fanno se non sa raccontare quello che sentono? Il prestigio della "cultura" fa mangiare lo stupido anche senza appetito. L'individuo moderno non si sente mai così tanto personale come quando fa ciò che fanno tutti. Così imbecille è l'uomo serio quanto l'intelligenza che non lo è. La storia non mette in risalto l'inefficacia degli atti bensì la vanità dei propositi.
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La storia vagabonda da un tema a un altro come la conversazione con uno sciocco. Ben vorremmo che certe pitture ci invitassero ad entrare nel quadro per partecipare del loro modo di essere. Dei moderni succedanei della religione probabilmente il meno abietto è il vizio. Quelli che amano l'umanità in un individuo trattano questo come chi cerca la donna in una donna. Chiunque ignori che due aggettivi contrari qualificano simultaneamente qualsiasi oggetto non deve parlare di niente. Gli argomenti con cui giustifichiamo la nostra condotta �ogliono essere più stupidi della nostra condotta stessa. E più sopportabile veder vivere gli uomini che sentirli opinare. Chi applica la sua intelligenza solo per agire sul mondo diventa un meccanismo manovrato dall'istinto. Anche quando ogni verità sia strettamente indimostrabile non è impossibile contaminare con essa qualche incauto. Meditare vuol dire tradurre un istante di lucidità nella lingua di un'epoca e nel lessico di una corporazione. Le contorsioni tecniche del romanziere attuale, confrontate con la spontaneità narrativa del romanziere di ieri, indicano che il romanzo è agonizzante. I critici patrioti inventano geni alle letterature povere. Nulla danneggia il gusto più del patriottismo. L'uomo non ama se non colui che lo adula, però non rispetta se non colui che lo insulta.
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Si definisce buona educazione l'insieme di maniere provenienti dal rispetto verso il superiore trasformati in modi tra eguali. La stupidità è l'angelo che caccia l'uomo dai suoi paradisi momentanei. Il giudizio estetico nel tempo soffre di presbiopia, incurabile e congenita. Il contemporaneo si sbaglia meno per il fatto di disprezzare il buono che per il fatto di equipararlo con il mediocre. Non sono le opere, ma il loro rango ciò che egli maltratta. Esistono opinioni nelle quali l'intelligenza fiuta una carogna invisibile. Il lavoro del professionista, perlomeno nelle scienze dello spirito, è lo studio delle opere dell'appassionato. L'inquietudine è conseguenza di un'eccessiva fede nella stabilità delle cose. L'alternativa plebea nella vita di relazione è disprezzare o essere disprezzato. Il peccato originale del liberalismo è l'attribuzione a ciascun individuo di tutti gli attributi suscettibili di appartenere all'uomo. Ciò che non è religioso non è interessante. Cristo è l'oggetto della tradizione evangelica, ma soltanto la tradizione evangelica può essere l'oggetto dello storico. Lo strumento per percepire l'oggetto della tradizione evangelica non è la storia ma la Chiesa. La storia fallisce quando lo storico riduce le totalità individuali che studia alle categorie con cui le indaga.
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È sufficiente che delle ali ci sfiorino affinché risorgano ancestrali paure. Pensare allo stesso modo dei nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della scemenza. Ci pentiamo sempre di leggere lo scrittore senza talento, semplicemente perché tratta un tema interessante. Il disgusto non è frutto del possesso prolungato bensì del contatto fugace con mille oggetti. La cultura non colmerà mai l'ozio del lavoratore perché può essere solo il lavoro dell'ozioso. La povertà è l'unica barriera contro l'accozzaglia di volgarità che gridano nelle anime. Rifiutare tutto quello che il mondo odierno predica sarebbe superbo se dagli esametri di Omero fino agli ultimi versi di Yeats tutta la letteratura occidentale non predicasse il contrario. L'ortodossia è la tensione fra due eresie. In filosofia ha importanza solo ciò che è eccessivo. Definiamo filosofia la logica del discorso che ha come argomento l'assurdo. Educare l'uomo significa impedirgli la "libera espressione della propria personalità". Le arti stanno agonizzando nell'autofagia. L'uomo non deve la propria esperienza alla vita, bensì ai momenti di ozio che essa gli concede. Ogni affermazione che non roda una piaga segreta è una mera impertinenza.
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La condizione trascendentale dell'assurdità dell'universo è Dio. Dio è la sostanza di quello che amiamo. Abbiamo bisogno di essere contraddetti per affinare le nostre idee. Estirpare un vizio, o cancellare un difetto, finisce per essere l'unico passatempo che ci resta. Agli ardui dilemmi dell'intelligenza la storia risponde con soluzioni che se ne burlano. Chiunque non abbia fiducia nell'uomo risulta essere, in fondo, cristiano. L'anima nobile ammette l'esistenza di inferiori, affinché non la equiparino ai superiori che ammira. La sincerità corrompe al contempo le buone maniere e il buon gusto. La sapienza si riduce a non insegnare a Dio come si devono fare le cose. Qualcosa di divino affiora nel momento che precede il trionfo e in quello che segue il fallimento. La magnanimità è l'ora meridiana dello spirito. Tutta la letteratura è contemporanea per il lettore che sa leggere. Niente costa di più allo scrittore quanto rassegnarsi alle proprie qualità. Basta l'impatto di un verso per far esplodere i detriti che sotterrano l'anima.
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Ci sono individui i cui monosillabi sono verbosi. La prolissità non è fatta di un eccesso di parole ma di una scarsezza di idee. Una grammatica insufficiente prepara una filosofia confusa. Così ripetutamente hanno seppellito la metafisica che bisogna giudicarla immortale. Un grande amore è una sensualità ben ordinata. Ogni civiltà antica, ricca e matura ba dottrina severa e pratica amabile. L'atto semplice suol essere l'espressione rassegnata di una molteplicità di motivi complessi. Chiamiamo egoista chiunque non si sacrifichi al nostro egoismo. Differentemente dall'arte di altre epoche, l'arte odierna risulta inintelligibile senza l'estetica dottrinaria che la sostiene. Nelle incombenze quotidiane l'intelligenza fa i calli come le mani di un contadino. In ogni eccesso scorgiamo l'ansimare di un torso divino. L'opera frammentaria diventa poesia nell'obbligarci a completare le sue curve mutilate. L'etica è la prima tappa della desacralizzazione dell'universo. Il sorriso amabile e compiacente è la prostituzione dell'anima. I pregiudizi di altre epoche ci appaiono inintelligibili nel momento in cui siamo accecati dai nostri.
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L'ironia trasforma in benevolenza l'odio impotente. La pompa del linguaggio è ridicola quando esprime banalità. L'autore di certe blasfemie è Dio stesso. Le teorie rivoluzionarie violentano la storia senza ingravidarla. Incapaci di adattare i fatti ai loro propositi, queste teorie sono levatrici stupefatte di gravidanze imputabili a padri furbi e imbroglioni. L'opera d'arte non esiste come svolgimento rivoluzionario ma come difesa estetica. Qualsiasi impresa artistica smette di essere rivoluzionaria nell'istante in cui è opera. Il presente determina ciò che lo storico cerca, ma solo il grande storico lascia che sia il passato a determinare quello che trova. Essere giovani vuol dire temere che ci credano stupidi; maturare vuol dire temere di esserlo. Tutto ciò che esiste autenticamente è storico, cioè distinto da una volontà astratta e da un progetto formale. L'opera d'arte assume il presente totale in cui nasce e trasforma in necessità il capriccio o la casualità dell'istante. I valori non incarnati sono virtualità astratte. L'essenza si genera nell'atto empirico. Esistere è proprietà della coscienza. L'inanimato è contesto di biografie sublunari o episodio di una biografia trascendente. La storia è il luogo dove le presenze empiriche si convertono in necessità razionali.
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L'umanità crede cli porre rimedio ai propri errori reiterandoli. La struttura cli una società o di un'epoca dipende da una preferenza, da una disposizione assiologica. Un'interpretazione economica è scientifica solo quando il fondamento assiologico cli una struttura è economico. Il marxismo ha fatto diventare metodo un'osservazione esatta ma storicamente circoscritta. Qualsiasi generalizzazione storica è artificio euristico atto all'interpretazione di un fatto concreto. . Dalla. storia. nascono le filosofie che ambiscono a spiegarla e lil essa vi mu01ono. Lo storico si alimenta di quei cadaveri in decomposizione. Non dobbiamo emulare l'opera che ci commuove, bensì cercare cli meritare che ci commuova. Un'esistenza felice è altrettanto esemplare cli una vita virtuosa. Chiamare l'anima "sostanza semplice" non significa definirla, ma confessare in un lessico specializzato che la crediamo immortale. Chi meno comprende è colui che si ostina a voler comprendere più di quello che si può comprendere. Ogni dimostrazione delude così come ogni sogno realizzato. L'incertezza è il clima dell'anima. La cultura culmina nella coltivazione della lucidità. La civiltà è ciò che i vecchi riescono a salvare dall'assalto dei giovani idealisti. Né pensare prepara a vivere né vivere prepara a pensare.
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Grazie all'orgoglio arrivò alla santità: Dio gli sembrò l'unico spettatore che valesse la pena di intrattenere. L'umiltà, come le altre virtù, può essere insegnata solo agli orgogliosi. Educare è oggi un compito specializzato e problematico. Una società gerarchizzata, di contro, educa spontaneamente. Ciò che crediamo ci unisce o ci separa meno del modo in cui lo crediamo. L'idea è l'espediente disperato di chi non trova la carne immortale e vile a cui solamente anela. La verità è persona. Cosa importa se ci condannano coloro che non condividono evidenze affini alle nostre? È profonda solo la convinzione che conosce la propria imprudenza. Una convinzione non si irrobustisce se non quando la nutriamo di obiezioni. I dissidi interiori riescono a rompere la crosta di indifferenza che l'anima contrappone alle verità che la assediano. Quandanche sia l'interesse a dare inizio a qualsiasi azione, l'anima nobile la prolunga in divertimenti gratuiti. La nobiltà umana è opera che il tempo a volte plasma attraverso la nostra ignominia quotidiana. Definire la nobiltà risulterebbe in1pertinente per alcuni lettori ed enigmatico per altri.
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L'unica garanzia autentica di libertà risiede nell'incoerenza cli una costituzione politica. La verità non è giudizio bensì aderenza ad un'evidenza concreta. Il Rinascimento, l'Au/kliirung2 e la Tecnocrazia sono indubbiamente figli del cristianesimo. Figli crescentemente sinistri che l'oblio del peccato originale genera nella speranza cristiana. La nostra vera autonomia è dipendere solamente dalla volontà cli Dio. Le virtù della povertà sogliono fiorire solo nel ricco che si priva dei suoi averi. La serenità dell'arte greca sembra il trionfo dei caratteri etnici sulle convinzioni intellettuali. Achille dialoga con il suo fatidico cavallo sotto Io splendore del meriggio. L'apporto filosofico della matematica sembra essere consistito fino ad oggi in alcune metafore. Niente è insignificante per colui che non cerca cli imporre un significato unico alle cose. L'eloquenza è figlia della presunzione. La soluzione autentica è intrasferibile. Aderisce ad una situazione, ad un'esperienza e ad un atto. Rifiutarci di considerare tutto quanto ci ripugna è la più grave limitazione che ci possa minacciare. Tutti facciamo in modo di corrompere la nostra voce affinché chiami errore o sventura il peccato. 2/ flluminismo.
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Che Dio sia una volontà assoluta è la verità che germina
sulle colline della Giudea.
In questa società che professa il determinismo scientifico il prestigio della libertà è un retaggio cristiano. L'uomo non crea i suoi dèi a propria immagine e somiglianza, bensì concepisce se stesso a immagine e somiglianza degli dèi in cui crede. Il sociologo attuale osserva le società preterite con una diffidenza morbosa di plebeo. L'antipatia successiva all'amore alla fine mette la verità in rilievo. I trionfi raggiunti destano meno invidia dei trionfi meritati. L'intelligenza dà tutto alla mente che essa sceglie, eccetto la certezza di essere intelligente. Tocca alla posterità, ironicamente, scoprire la nobiltà delle sofferenze che alla vittima sembrarono dolori volgari. Allo stupido interessa l'idea altrui solo quando sfiora le sue tribolazioni personali. Se Dio fosse la conclusione di una deduzione non sentirei la necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di quello in cui spero, bensì la sostanza di quello che vivo. Quale modestia si richiede per aspettarsi dall'uomo solo quello a cui l'uomo anela! Chi non teme che il più banale dei propri momenti presenti sembri un paradiso perduto rispetto ai suoi anni a venire?
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La nobiltà o la bellezza di ciò che possediamo si rivelano solo ad una contemplazione ulteriore. Siamo ingiusti persino con noi stessi. Quando la provvidenza ci concede il destino che agognavamo scopriamo presto che accettarlo richiede una desolata rassegnazione. Eleganza, dignità, nobiltà: gli unici valori ai quali la vita non riesce a mancare di rispetto. L'autenticità intellettuale ha come prezzo quello di sembrare impassibile ed egoista. Una vita intellettuale verace ed austera ci strappa dalle mani le arti, le lettere e le scienze per ridurci ad uno schietto confronto con il destino. L'intelligenza brucia tutto ciò che gettiamo sulla sua fiamma e alla fine si nutre dd suo stesso fuoco. La disperazione è il cupo varco per il quale l'anima ascende verso un universo che la cupidigia non contamina più. Non c'è nulla di più pericoloso che risolvere problemi transitori con soluzioni permanenti. Quanto più profondo è un convincimento tanto più banale è la formulazione in cui si esprime. La violenza non è sufficiente a distruggere una civiltà. Ogni civiltà muore per la sua indifferenza di fronte ai valori peculiari che la fondano. Ogni catastrofe è catastrofe dell'intelligenza. La donna non cede di fronte a un'idea, bensì alla pressione sociale di un'idea.
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Il moralista distingue e chiarifica ciò che il sociologo ingarbuglia. La verità sorge nell'anima che si agita nel mezzo del silenzio delle cose. Il futuro è fastidioso perché lì niente impedisce che l'imbecille vi instauri i propri sogni. L'intelligenza, nel suo pronostico, si aspetta che la vita la ratifichi sperando tuttavia che la contesti. Una schiavitù senza padroni sarà la società del futuro. L'ombra dell'orgoglio soffoca la germinazione di mille viltà. Gli attuali programmi politici sono ideologie di una mentalità che colpevolizza dei problemi che la angustiano le "strutture sociali" che detesta, per nascondere che sono il prodotto dello sviluppo tecnico che ammira. Definire sociali quei problemi che dipendono dalla natura stessa dell'uomo serve solo a fingere che possiamo risolverli. Per poter schiavizzarlo, il politico ha bisogno di convincere il popolo del fatto che tutti i problemi sono "sociali". Le disuguaglianze naturali affliggerebbero la vita del democratico se non esistesse la denigrazione. Le crisi filosofiche serie sono quelle che cambiano il repertorio corrente di metafore con un repertorio nuovo. La filosofia alla fine fallisce perché deve parlare della totalità attraverso il linguaggio delle sue parti. Senza l'irruzione dell'assurdo l'intelligenza si inventa coerenze per dormire. L'anima si arricchisce solo con le idee che dimentica.
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Non è illecito che il critico autoctono ripudi opere insigni se teme che corrompano rare virtù nazionali. Ma il lettore forestiero non è costretto a corroborare delle parzialità. Adottare ingiustizie necessarie soltanto per scelte vitali altrui è una pura scemenza. Nel giudicare l'opera d'arte le ragioni abbondano quando condanniamo, però quando applaudiamo possiamo solo prorompere in esclamazioni. Una certa cortesia intellettuale ci fa preferire la parola ambigua. Il vocabolo univoco sottomette l'universo alla sua arbitraria rigidità. Il genio di una lingua non ha altro mandatario che il tatto del bravo scrittore. La causa della scemenza democratica è la fiducia nel cittadino anonimo, e la causa dei suoi crimini è la fiducia del cittadino anonimo in se stesso. L'arte non stanca mai poiché qualsiasi opera è un'avventura che non garantisce previamente nessun successo. Nelle letterature senili l'abilità dell'artista ha priorità sulla qualità dell'opera. Di solito accusiamo le nostre qualità delle molestie dovute ai nostri difetti. Chi denuncia la sterilità del reazionario dimentica la nobile funzione che esercita la netta proclamazione del nostro schifo. La malinconia di quelli che si rassegnano alla necessità differisce dalla tranquillità di quelli che si rassegnano alla rassegnazione.
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Scrivere sarebbe facile se la stessa frase non sembrasse, secondo l'ora e il giorno, alternativamente eccellente e mediocre. Occultare ciò che è banale dietro nobili frasi è un compito che tutta la letteratura si propone nel suo periodo ascendente e che ogni decadenza denuncia con puerile cinismo. L'analisi rigorosa non è più veridica dell'immaginazione poetica. La realtà dell'oggetto sta nella sua proiezione immaginativa. Se la circospezione produce pedanti, l'entusiasmo produce imbecilli. La posterità lascia che i tratti insignificanti di ogni vita illustre sprofondino nell'oblio affinché i loro momenti insigni sorgano e risaltino sull'orizzonte del passato, addossati e uniti, come cime di monti lontani. Il mistero inquieta meno del fatuo tentativo di escluderlo mediante sciocche spiegazioni. Una filosofia onesta non pretende di spiegare il mistero bensì di circoscriverlo. L'ignorante riempie le crepe del suo raziocinio con sfilze di nomi celebri. L'altezza dalla quale la vittima cade misura la profondità della sua sventura. Magari in bilance divine i dolori più diversi si equilibrano, ma motivi forse frivoli pesano sulla nostra spontanea compassione. Le pozze di sangue illustre emettono riflessi di porpora augusta. Lo spirito genera nell'angustia ma solo nella gioia non abortisce. Il rifiuto ci inquieta e l'approvazione ci confonde.
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Chi come me è carente di talento traduce meramente cesti anonimi e pubblici nella lingua delle proprie preoccupazio.ni personali. Quandanche la sincerità non sia abbastanza, non c'è altra maceria che si lasci lavorare nobilmente. Esistono uomini che visitano la propria intelligenza e altri che dimorano in essa. Il suicidio in ceree epoche non è un gesto di superbia, bensì l'ultimo mezzo per non capitolare di fronte al demonio. Una volontà anticipatrice riscatta l'uomo dalla sua estrema sottomissione. I precetti estetici, lungi dal fornire soluzioni tecniche, somministrano un ingrediente in più al problema che solo il talento dell'artista può risolvere. L'umanità non conosce anelito più costante che quello di sostituire alla nudità del pensiero la rispettabilità borghese di una dottrina. Qualsiasi condizione sociale discinta porca con sé una differente visione dell'universo. Tale visione non è uno spettro} che l'ideologia di ogni condizione proietta sul mondo, ma un paesaggio oggettivo che si scorge solo da una determinata prospettiva. Non dobbiamo nascondere la nostra miseria attraverso astuzie da poveri vergognosi. Nella vita, come nelle arei, l'intelligenza che assume ed ordina ci riscatta da qualsiasi naufragio. Il tentatore è il nemico della nostra anima e l'amico del nostro cuore. 3/ Qui il termine .. spettro" è inteso in senso prettamente tccnjco di spettro luminoso.
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Le amicizie durature di solito necessitano di goffaggini comuni. Quando lo spirito si reclina per dormire in un"'armonia superiore" il rumore del conflitto lo ridesta. Oggi un'apologetica del cristianesimo non è sufficiente. Non lo è neppure un'apologetica della religione. Si richiede oggi un'introduzione metodica per quella visione del mondo fuori dalla quale il vocabolario religioso è carente di senso. Non parliamo di Dio a coloro che non giudicano plausibile il parlare di dèi. Con gli attuali mezzi tecnici non c'è niente di così facile come orchestrare senza talento un tema filosofico. Il problema autentico non esige di essere risolto ma di essere vissuto. L'idealismo metodologico è il burladero4 degli assalti allo spirito. La decadenza letteraria sorge quando lo scrittore si situa forzatamente ai confini estremi di qualsiasi posizione egli assuma. Le agitazioni popolari sono carenti di importanza fintantoché non diventano problemi etici delle classi dirigenti. Di fronte ad ogni verità un'angoscia segreta ci invade. Il romanzo aggiunge alla storia una terza dimensione. Nessuna città rivela la propria bellezza mentre il suo torrente diurno la percorre. L'assenza dell'uomo è il requisito ultimo della perfezione di ogni cosa. 4/ Il burladero è una palizzata posta di fronte alle barriere delle arene per permettere al torero di rifugiarvisi dietro, burlandosi appunto dd toro che lo insegue.
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Affinché un amore nasca è sufficiente che ci ricordi un amore già morto; ed è sufficiente un amore morto affinché il suo ricordo ci offuschi lo splendore di una nuova gioia. La letteratura moderna elabora più piatti per il cuoco che per il gastronomo. Dio nasce dove un mito eziologico si combina con un'esperienza sacra. Il diavolo capisce tutto ma non può creare nulla. Niente di più strano del fatto che chi afferma o nega non esageri per lusingare o ferire. Non si passa da un sistema di categorie storiografiche ad un altro per mezzo di nuovi documenti, bensì per mezzo di un nuovo storico. La storia è ciò che alcuni fanno con le abitudini di altri. La cultura letteraria è l'arte di vedere in controluce di forme convenzionali o di vocaboli obsoleti l'autenticità estetica di un'opera. Lo scemo si duole per ciò che non possiede, l'intelligente per ciò che possiede. Che "abitudinario" sia oggi un insulto comprova la nostra ignoranza nell'arte di vivere. I luoghi comuni non sono frasi che tutti ripetono ma idee che tutti reinventano. L'opera d'arte attende che mille artifici la preparino, ma che la natura scriva. Esiste la razza degli intelligenti imbecilli, come Bentham, e quella degli imbecilli intelligenti, come Fourier.
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Quelli che si sbagliano parzialmente ci irritano e quelli che si sbagliano totalmente ci divertono. L'anelito pedagogico è stato consigliere delle peggiori sciocchezze della storia e dei suoi crimini più orrendi. Chi osa predicare senza previe veglie di agonia sta preparando inferni d'angoscia. Tra awersari intelligenti esiste una segreta simpatia, dato che tutti dobbiamo la nostra intelligenza e le nostre virtù alle virtù e all'intelligenza del nostro nemico. La ribellione contro Dio è demente, ma non stolta. Davanti a un universo impassibile, rassegnazione e ribellismo sono ugualmente stolidi. La morte di Dio è una notizia data dal diavolo, che sa sommamente bene essere una notizia falsa. L'ateismo autentico sta alla ragione dell'uomo come il miriagono sta alla sua immaginazione. Solo la carità tiene a freno la sevizia di una sensualità contrariata. La compassione di chi smette di amare si vendica presto della virtù a cui si costringe. L'uomo più disperato è semplicemente chi meglio nasconde la propria speranza. Ogni vecchiaia ci vendica della nostra vecchiaia, eccetto la vecchiaia di coloro che amiamo. Le letterature non muoiono tutte allo stesso modo: certe sono uccise dalle convulsioni, altre si paralizzano. Ci sono libri che si sviliscono con gli anni.
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La posterità distingue peggio dei contemporanei le sfumature di uno stile, ma ne distingue meglio i ranghi. Anche quando l'umiltà non ci salva dall'inferno, almeno ci salva dal ridicolo. Qualsiasi verità è tensione fra evidenze contrarie che reclamano il nostro simultaneo rispetto. L'essere capaci di amare qualcosa di differente da Dio dimostra la nostra mediocrità indelebile. La fioritura di una civiltà si ha quando la sua classe dirigente sa esigere dal popolo virtù dalle quali essa si suol esimere. L'anima plebea si tradisce nel richiedere una breve pausa tra le circostanze che la sollecitano e il cenno decente con cui risponde. La freschezza, l'innocenza, la grazia e la giovinezza sono prodotti che certe società astute elaborano. Non esiste retorica che prolunghi l'amore fra certe anime al di là dell'istante in cui la carne si opacizza. Nulla mi seduce tanto nel cristianesimo quanto la meravigliosa insolenza delle sue dottrine. Il cristianesimo awersa le banali istanze della ragione dell'uomo per colmare meglio i profondi aneliti della sua essenza. I metodi non guidano il pensiero che inventa, bensì la riflessione che ricostruisce la sua rotta. Nel silenzio notturno lo spirito dimentica il corpo logorato che lo ingabbia, e cosciente della sua imperitura gioventù si giudica fratello di ogni primavera terrestre.
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Chi proclama la propria miseria, trova in coloro che meno sospettava l'eco di una miseria analoga; e chi crede di confondere con il proprio orgoglio attizza in altre anime un fuoco altrettanto fraterno. Disprezziamo negli altri quell'umanità che abbiamo imparato a disprezzare in noi stessi. La sufficienza è una penosa prova di umiltà. È raro che negli altri ci sorprenda un vizio insospettato, ed è corrente che ci stupisca una insospettata virtù. Nessuno è totalmente carente di qualità capaci di destare il nostro rispetto, la nostra ammirazione o la nostra invidia. Chi sembra incapace di fornirci qualche esempio vuol dire che è stato osservato in modo negligente. Senza la retorica della vanità non è facile scorprirsi inferiori. Degli esseri che amiamo ci basta la sola esistenza. Marx arruola al servizio del proletariato le accuse alla società borghese formulate dagli scrittori reazionari. Lo storico nordamericano non può scrivere la storia senza rammaricarsi che la provvidenza non lo abbia previamente consultato. Non è l'origine delle religioni o la loro causa ciò che richiede spiegazione, bensì la causa e l'origine del loro oscuramento ed oblio. La mentalità imperante nello scorso secolo, che tanto ripugnava le più lucide intelligenze, non ha la borghesia come causa ma soltanto come prima - e neppure la peggiore - delle sue incarnazioni. Ci preserva dalle purulenze della vita solo lo sguardo disinfettante dell'intelligenza.
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Attraverso mille cose nobili inseguiamo a volte solo l'eco di qualche banale emozione perduta. Dimorerà il mio cuore eternamente sotto l'ombra della vigna, vicino al tavolo rozzo e di fronte allo splendore del mare? Il ricordo confonde quello che abbiamo ottenuto e quello che è stato soltanto un desiderio. Nell'opacità della memoria il fallimento ammorbidisce le sue tinte nella luce del bene che ci è sfuggito. Partecipare ad imprese collettive permette di saziare l'appetito sentendosi disinteressati. Il lettore premuroso cataloga tra i luoghi comuni ciò che la discreta abilità dello scrittore redime dalla sua banalità. Qualsiasi grande scrittore finisce al servizio di chi l'abbia irritato di più. Il cemento sociale è costituito dall'incensamento reciproco. L'uomo non si sentirebbe così afflitto se gli fosse sufficiente desiderare senza presupporre dei diritti su quello che desidera. Che qualcuno faccia finta di ascoltare è il massimo che ci aspettiamo quando non diciamo stupidaggini. L'ascoltatore attento è un futuro locutore che minaccia la sua vittima. Le passioni ci muovono meno dell'incoscienza. Non dobbiamo accusare il demonio fintantoché non si esauriscano le nostre spiegazioni striscianti. La vanità non è affermazione bensì interrogazione. Colui che non dubita, non grida. La promessa più insensata ci sembra la restituzione di un bene perduto.
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Affinché la critica compia esattamente le sue funzioni, l'accecamento del critico è tanto necessario quanto la sua lucidità. La sola giustizia non basta per tenere a freno la compiacenza dell'artista. Nella Chiesa abbondano i frati e scarseggiano i cavalieri.' Gli argomenti non servono a dimostrare ma a confutare. La coerenza di un discorso non dimostra la sua verità ma la sua coerenza. La verità è somma di certezze incoerenti. Qualunque civiltà è una conversazione con la morte. Se critichiamo il borghese riceviamo un doppio applauso: quello del marxista, che ci giudica intelligenti perché corroboriamo i suoi pregiudizi; e quello del borghese, che ci giudica avveduti perché pensa al suo vicino. Il lettore si crede sottratto alla generalizzazione che lo protegge. L'industria moderna è traboccante di articoli inuti!i non solo alla perfezione spirituale dell'uomo, ovviamente, bensì inutili anche alla perfezione materiale della civilità. La bruttezza di un oggetto è la condizione previa della sua moltiplicazione industriale. L'uomo ha bisogno di vivere affaccendato. Non vi è nulla di più deplorevole dell'ozioso non predestinato ad esserlo. Una vita oziosa priva di tedio, goffaggine e crudeltà è tanto ammirevole quanto rara. La contraddizione che inficia il mondo moderno è l'antagonismo fra le virtù militari, di cui ogni vita ha bisogno, e 5/ Nella traduzione si perde qui il gioco di parole deU'originale, infatti la parola contrapposta a/railc (frate) è/rei/e, termine che fa riferimento tanto a un cavaliere cli un qualche ordine militare quanto a un sacerdote, ancora di qualche ordine militare.
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l'odierna circostanza tecnologica, che rende catastrofico il loro esercizio. Senza le virtù militari questa società imputridisce; con le virtù militari essa si suicida. L'uomo moderno ambisce a rimpiazzare con gli oggetti che compra quello che in altri tempi si sperava dalla cultura metodica dei sentimenti. Non c'è stato cadavere illustre che qualche cretino, in qualche momento, non abbia disprezzato. Altre epoche forse sono state volgari come la nostra, però nessuna ha avuto la favolosa cassa di risonanza, l'inesorabile amplificatore, dell'industria moderna. La libertà dello spirito è la tentazione del comunista. È sufficiente un pizzico di perspicacia per diffidare delle proprie idee e non avere fiducia in quelle altrui. Le vitamine dello spagnolo sono costituite dai gallicismi. La sapienza più presuntuosa prova vergogna di fronte all'anima ebbra di amore o di odio. L'invecchiamento è una catastrofe del corpo che la nostra codardia fa diventare una catastrofe dell'anima. Dobbiamo guardare con avidità e senza cupidigia. L'episodio più patetico è quello dell'indifferenza con cui la mera giovinezza alla fine guarda la vecchiaia più illustre. La passione non è uno stato dell'uomo, ma il suo fine. Qualunque cosa ci esalti, ci redime. Solo le idee salvano dagli aggettivi.
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Che sia nato dalla lettura ininterrotta di un libro e che una sua lettura posteriore lo ratifichi è la doppia condizione di qualsiasi giudizio prudente. Il futuro prossimo probabilmente porterà stravaganti catastrofi, però quello che più sicuramente minaccia il mondo non è la violenza delle moltitudini fameliche ma la sazietà delle masse tediose. L'abilità cinica progredisce di trinfo in trionfo fino al trionfo finale che la annulla. Lo stupido allega la propria ambizione alle sue ingiunzioni al destino. Gli errori tecnici si pagano sulla pelle di chi li commette, mentre le alternative assiologiche erronee necessitano di secoli affinché le loro conseguenze spaventino gli sciocchi. La coscienza morale è il pretorio delle banalità etiche. Le sue decisioni spontanee risolvono problemi subalterni. Solo una metodica meditazione rintraccia la presenza larvale del male, la sua cauta ubiquità umana.
Dignitas, Gravitas, ecc. - la pompa romana certamente maschera la nostra miseria; ma la sincerità moderna accondiscende con troppa allegria a qualsiasi bassezza. Solo le educazioni austere formano anime delicate e fini. Tutto ciò che umilia l'uomo allieta chi lo crede capace di destini più elevati. Attribuire alla vecchiaia la feccia accumulata dalla vita è la consolazione dei vecchi. La delicatezza morale vieta a se stessa cose che invece concede agli altri. Il perdono è la forma sublime del disprezzo.
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Cedere a nobili tentazioni ci evita di arrendersi a tentazioni vili. Denunciare la viltà di ciò che è vile non è efficace quanto mostrare la nobiltà di ciò che è nobile. Si suol dimenticare che il contrario di romantico non è classico, ma imbecille. L'eccellenza non proviene dall'obbedienza a determinate norme, ma da un certo modo cli obbedire a una norma qualsiasi. Le cose più nobili si degradano quando sono ammirate da certi esseri. Può assolvere onestamente solo chi non teme che il proprio perdono lo protegga. Una verità confusa conta meno cli un errore lucido. Ci sono anime spugnose che dimorano nell'ambiguo. Vincere uno stupido ci umilia. Il rango del nostro avversario ci colloca: essere vincitore o vinto è subalterno. Lo scemo istruito possiede un campo più vasto per praticare la propria scemenza. Alle domande dello scemo non si può rispondere neppure rimandandolo previamente a scuola. La scienza non risponde ai quesiti che l'uomo le pone ma a quelli che essa da sola si pone. Quando la continuità cli una società si rompe, soltanto un miracolo può vincere il letargo di un testo preterito.
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L'uomo deambula senza ferirsi solo tra regole sociali immutabili. Il transito da un libro a un altro si compie attraverso la vita. Le parole non comunicano bensì ricordano. Il fatto che certi uomini autenticamente grandi ci irritino è dovuto agli ammiratori che si ritrovano. Ma nessuno è del tutto innocente rispetto agli ammiratori che conquista. L'uomo si trascina attraverso le delusioni appoggiato su piccoli successi banali. Le nozioni imprecise che uno scrittore di talento maneggia con destrezza abbagliano l'imitatore che finisce per volgarizzarle nella retorica. Una stupidaggine manifesta non certifica l'imbecillità del suo autore. È sufficiente confidare nell'automatismo della ragione per sfociare logicamente in imperterrite scemenze. Una tirannia individuale è preferibile al dispotismo della legge, poiché il tiranno è vulnerabile mentre la legge è incorporea. L'individuo sottomesso a leggi cangianti non riesce a cavarsela con l'iniquità di ogni legge. La contraddizione assunta lucidamente è un indizio di pensiero vigoroso. Le Muse dello storico sono l'Amore e l'Odio. Non definire mete bensì rotte; agire sulla più remota condizione possibile; rifiutarsi di isolare i problemi: sono i tre requisiti dell'autentica azione politica.
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NICOLAS GOMEZ DAVILA
Se un imbecille si entusiasma per una verità che ci emoziona, ciò ci umilia e ci inquieta. Il pubblico accetta o rifiuta ciascuna opera globaLnente, mentre accettare o rifiutare con dei distinguo è la definizione di gusto. Le convinzioni novizie sono chiacchierone e fragili. I partiti politici sorgono quando lo Stato pretende di risolvere problemi subalterni. Mentre lo Stato si limiti ad assicurare l'esistenza della società, le lotte politiche sono semplici conflitti personali. Non parlo di Dio per convertire la gente, bensì perché è l'unico tema del quale valga la pena di parlare. Lontano dal garantire un Dio, l'etica non ha l'autonomia sufficiente per garantire nemmeno se stessa. L'impatto della scienza sulla religione ha avuto luogo il secolo scorso. Ciò che sta avendo luogo in questo secolo è l'impatto della tecnica sull'immaginazione degli imbecilli. Come può vivere chi non si aspetta qualche miracolo? I vigneti della terra fioriscono in vista di invisibili vendemmie. Il pubblico acclama sempre l'opera d'arte purché sia palesemente bella o palesemente brutta. Ci sono meno ammiratori di opere che imitatori degli ammiratori. Le ambizioni legittime sono imbarazzate e si rassegnano in mezzo alla ressa delle ambizioni fraudolente.
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Tutto quello che accade assume deliziosamente la forma della necessità. Ciò che è veleno per il desiderio è alimento per la passione. Emendare gli altri è un'ambizione di cui rutti si beffeggiano e che tutti albergano. La banalità è il prezzo della comunicazione. Solo i profeti onesti vengono linciati. Certe virtù sono le astuzie di un vizio. In storia le teorie, più che false, sono troppo ambiziose. Chiamo mio, a prescindere da chi ne sia il padrone, tutto ciò che mi pare evidente. Il pensiero meditato si esprime con opacità e lentezza. La profondità e la grazia celebrano tregue rare. Simpatia e antipatia sono le disposizioni primordiali dell'intelligenza. Se l'intelligenza acuta non accondiscende a grossolane affermazioni, i suoi ritocchi accumulano cosl tante reticenze che finisce per ritirare quanto detto. Certa volgarità è necessaria a tutto ciò che desidera vivere. Qualsiasi fenomeno ha la sua spiegazione sociologica, sempre necessaria e immancabilmente insufficiente. Il pronostico che il tempo ratifica è quello che elimina metodicamente dai propri calcoli le profezia acclamare. I libri, piuttosto che strumenti di perfezione, sono barricate contro il tedio.
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La relatività cli ogni valore a un'epoca non implica un relativismo assiologico. Il valore è relativo a un'epoca perché solo quell'epoca lo scopre, non perché valga solo per essa. Quando si dice che un valore è morto, si sta meramente indicando che le strutture storiche che lo avevano reso percettibile sono perite. Ma è sufficiente che compaia uno storico sensibile per distinguere l'astro intatto. L'intelligenza plagia solo quando non feconda ciò che ruba. Pensare che solo le cose importanti valgano è sintomo cli barbarie. La nostra ignoranza decreta il posto in cui è possibile ammirare le teorie esplicative della storia. Qualunque teoria fallisce dove siamo meno ignoranti. Meno ci importa un oggetto, più ci soddisfa una teoria cli esso. Di ciò che importa, solo la pienezza concreta ci colma. Sulla nostra vita hanno influenza esclusivamente le piccole verità, le minuscole illuminazioni. Il fanatico crede cli confutare un'obiezione dichiarandola logora. Non capendo l'obiezione che lo confuta, lo stupido si crede da essa corroborato. Lo sviluppo cli un'idea in sistema è il suo suicidio. Ciò che desta la nostra antipatia è sempre una carenza. Per lo psicanalista le pareti cli una camera da letto borghese circoscrivono il confine cli ogni spiegazione possibile. Molte poesie moderne non sono oscure come un testo sottile bensì come una lettera personale.
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Niente di più difficile che impedire ad un'idea di uscire dal posto in cui è vera. Il peccato originale del marxismo, come delle altre ideologie moderne, consiste nell'affermare che non esiste nulla di preferibile ma solo di meramente preferito. Cc>n _ le sole categorie marxiste non è spiegabile neppure il marxismo. Riusciamo a vivere perché non ci vediamo con gli occhi con cui gli altri ci guardano. Riusciamo a vivere fintantoché crediamo di compiere le promesse che non stiamo compiendo. La parola non fu elargita all'uomo affinché ingannasse ma affinché si ingannasse. Lo stile puro è quello che riesce ad evocare presenze concrete per mezzo dei "termini più generali". La tecnica mutila qualunque anelito che ci colma. Le realtà spirituali commuovono con la loro presenza, quelle sensuali con la loro assenza. La vita non garantisce durata se non al proposito incarnato in una istituzione incoerente. Vive solo ciò che scandalizza la "ragione". Se Dio non esiste non dobbiamo concludere che tutto è permesso, bensì che niente ha importanza. Quando i significati si annullano i permessi diventano vacui. La cattiva fama del tiranno cresce fino a un determinato punto in modo proporzionale alla quantità di vittime, e decresce poi vertiginosamente se tale quantità raggiunge cifre raccapriccianti, fino ad arrivare a zero.
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La divina provvidenza causa catastrofi in modo che i contemporanei più intelligenti scrivano sciocchezze. La critica decresce di interesse quanto più rigorosamente si fissano le sue funzioni. L'obbligo di occuparsi solo di letteratura, o solo d'arte, la sterilizza. Un grande critico è un moralista che passeggia tra i libri. Per poter abusare della propria libertà, l'uomo ha bisogno di convertirsi a dottrine deterministiche. L'uomo si arrende ai propri demoni solo quando crede di cedere a un decreto divino. Il determinismo è l'ideologia delle perversioni umane. Ogni formula ci salva. Predicano le verità in cui credono o le verità in cui credono si debba credere? La fede che non si sa burlare di se stessa deve dubitare della propria autenticità. Il sorriso è il dissolvente del simulacro. Un vento implacabile spazza tutto ciò che non cresce lentamente, come sedimenti che si agglomerano nei sinclinali del tempo. Quello che non è complicato è falso. Circolazione di rapaci è la formula autentica della fisiologia sociale. Chi non compatisce il dolore di colui che si sente ripudiato? Però, chi medita sull'angoscia di colui che teme di essere scelto? Solo i personaggi dei romanzi mediocri riescono a risolvere i propri problemi.
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Il padre della critica letteraria è il malumore; l'ammirazione non ne è altro che la madrina. Nessuna idea che necessiti di appoggio lo merita. I grandi scrittori fraternizzano nella risonanza imperiale dei loro testi. Ciò che richiede lotta per essere ottenuto muore nell'essere raggiunto. È sufficiente un solo discepolo affinché il maestro prevarichi. Il cadavere di un grande uomo si decompone definitivamente solo in mano ai suoi biografi. Discrepare è un rischio che non deve assumersi se non la coscienza matura ed avveduta. La sincerità non protegge né dall'errore né dalla scemenza. Sappiamo risolvere solo i problemi che non hanno importanza. L'unico progresso è dubitare del progresso. Gli anni ci portano assopiti dalla culla alla fossa. Coloro che non vogliono rispondere delle proprie opinioni decidono di essere riflessi passivi del mondo. Ogni perfezione colma e deprime. Credere che l'interesse personale determini le nostre convinzioni in modo esclusivo si trasforma in una convinzione che può determinare i nostri atti in modo tale che il motivo di qualsiasi convinzione finisce per essere l'esclusivo interesse personale.
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Il rito non genera miti se non dopo essere stato generato dal mito. Per disarcionare chi ci importuna è sufficiente insinuargli che dice ciò che dice perché è chi è. L'imboscata ideologica è uno stratagemma infallibile. Però ovviamente non è una vittoria in campo aperto. Nessuno è innocente né in quello che fa né in quello che crede. La sola imparzialità in cui confidiamo è quella dell'anima in cui si ode un ribollire di fiere. La prova della superiorità di chi si annoia non la offre il suo tedio, bensì la qualità dell'occupazione che lo dissipa. La spiegazione che non fa sembrare più misterioso ciò che spiega è una spiegazione fallita. Nell'artista subalterno lo stile precede l'opera. La creazione è il nesso tra l'eternità e la storia. L'opera d'arte è un arresto casuale del processo che lega la sua inesistenza primigenia alla sua inimmaginabile perfezione. La capacità distruttrice del sorriso dell'imbecille. L'ottimismo è l'adulterazione della speranza. Il pessimismo è il suo possesso virile. Il popolo non preferisce chi lo cura ma chi lo droga. La vita a volte concede, compassionevolmente, soluzioni che un certo amor proprio obbliga a rifiutare. L'umanesimo autentico si edifica sul discernimento dell'insufficienza umana.
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L'individuo si ribella oggi contro l'inalterabile natura umana per astenersi dall'emendare la correggibile natura propria. Un conflitto risibile necessita di soluzioni grottesche. Ciò che è popolare è diventato volgare quando il popolo ha rinunciato a copiare ingenuamente la cultura aristocratica per comprare la cultura "popolare" manifatturata dalla borghesia. Chi cerca di educare, e non di sfruttare, tanto un popolo quanto un fanciullo non parla loro imitando goffamente un linguaggio infantile. Alla mentalità moderna non basta avere libertà di pensiero. Lo stolto si sente obbligato a farne uso. Gli archivi di questa società ricca di "liberi pensieri" procureranno deliziosi passatempi agli eruditi futuri. Perché una verità ci persuada si richiede che una verità equivalente maturi nella nostra anima. L'idea non è un fantasma bensì un corpo verbale denso, sonoro e luminoso. L'idea è la combustione interna e spontanea di un'espressione rovente. La lucidità della coscienza è privilegio di chi è carente della stoltezza necessaria alle convinzioni imperanti. Non c'è nulla di più retorico della letteratura di un popolo giovane che si esprime in un idioma vecchio. La perfezione è il punto in cui coincidono ciò che possiamo fare e ciò che vogliamo fare con ciò che dobbiamo fare. Fra l'anarchia degli istinti e la tirannia delle norme si estende lo sfuggente e puro territorio della perfezione umana.
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L'uomo giudica autentica ed evidente solo la vittoria coronata dai più sordidi piaceri e dalle più volgari ricompense. La possibilità di preservare la nostra dignità è inversamente proporzionale all'integrazione economica sociale. Alle classi sociali non dobbiamo attribuire dei tratti che non dipendono dalla funzione che le definisce. Alla borghesia sono stati assegnati dei vizi meramente umani e al proletariato delle virtù meramente umane. Come se le cose più nobili della terra fossero frammenti dispersi del nostro bene perduto ... Bellezza, eroismo e gloria si alimentano del cuore dell'uomo come fiamme silenti. Verità è ciò che qualsiasi imbecille oppugna. L'uomo è il rifugio più caduco che l'uomo possegga. Curare un'anima malata significa quasi sempre sottrarle la sua unica spiritualità. Gli uomini vivono dei propri problemi e muoiono delle loro soluzioni. La verità è l'insieme delle contraddizioni in cui incorrono gli uomini intelligenti. Il livellamento è il sostituto barbaro dell'ordine. La sincerità scrupolosa falsifica la verità. Sono rari quelli che ci perdonano il fatto di complicare i ,oro vacillamenti. La continuità dell'Occidente si è spezzata quando il libro !vecchio ha smesso di contenere insegnamenti per ridursi a documento.
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Il progressista trionfa sempre e il reazionario ha sempre ragione. Avere ragione in politica non vuol dire occupare il palcoscenico, bensì annunciare già dal primo atto i cadaveri del quinto. I programmi rivoluzionari sono mere ideologie della rivoluzione pura. Il rivoluzionario non odia perché ama, bensì ama perché odia. Una civiltà crolla quando il suo trionfo insinua che le virtù che l'hanno consolidata sono di troppo. Qualsiasi soluzione si annulla quando il suo vocabolario si propaga tra coloro che ignorano il suo problema. Si tratta sempre di suicidio quando qualcosa di autentico muore. La salvezza sociale si approssima quando ciascuno confessa che può salvare solo se stesso. La società si salva quando i suoi presunti salvatori disperano. Quando oggigiorno ci dicono che qualcuno è carente di personalità, sappiamo che si tratta di un individuo semplice, probo, retto. La personalità, attualmente, è la somma di quello che impressiona gli scemi. Convertirci significa sentire che stiamo inventando la religione alla quale ci stiamo convertendo. Il massimo errore moderno non è stato quello di annunciare che Dio è morto, ma quello di credere che il diavolo sia morto. Ogni evidenza interrotta si trasforma in larva di lemuri.
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NICOLAS GQMEZ DAVILA
Niente di fondamentalmente impossibile ad un essere qualsiasi, in qualsivoglia situazione, è fondamentalmente importante. Il cerimoniale è il procedimento tecnico atto a mostrare verità indimostrabili. Il rito e la pompa vincono l'accecamento dell'uomo di fronte a ciò che non è materiale e rozzo. La forza ha commesso meno crimini rispetto alla debolezza meschina. In questo secolo non dobbiamo bramare che prevalga un partito - qualsiasi partito - ma che non prevalga quello contrario. Pochi si azzardano ad indicare, senza reticenze, rutto ciò che disprezzano. Le filosofie deterministe pretendono di salvare la dignità dell'uomo con commenti che diluiscono e sfumano le tesi che proclamano. Le dottrine che spiegano ciò che è superiore mediante ciò che è inferiore sono appendici di un dottrinale di magia. Le autentiche pozioni magiche differiscono da svariate bevande antalgiche perché mischiano ai loro ingredienti usuali alcune gocce di religione, sesso e morte. Cambiare il materiale poetico è sufficiente al poeta ordinario: solo i grandi cambiano il materiale verbale. Fare uso di un materiale poetico tradizionale limita il grande poeta, però è l'unico che assicura al poeta minore uno o due trionfi miracolosi. L'intelligenza da sola non può possedere altro che schiave ribelli.
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Chi disdegna i riti non capisce con ciò di star richiedendo a qualsiasi individuo di reinventare l'epopea umana. Falso artista è chi sembra ovviamente artista. L'uniforme da artista è la maschera del borghese. L'autenticità raramente si confonde con la sincerità spontanea. La spontaneità suol essere eco di voci altrui. Se la filosofia, le arti e le lettere del XIX secolo sono solo sovrastrutture della sua economia borghese, dovremmo difendere il capitalismo fino alla morte. Qualsiasi sciocchezza si suicida. Niente di più facile che imitare l'estetica classica, né di più difficile che obbedire ad essa. Amore e odio non sono gli artefici delle qualità che la nostra indifferenza opacizza, ma rivelatori di esse. L'umanità cambia soltanto la retorica delle sue idiozie. Solo ciò che è gratuito è degno di venerazione. La laboriosità si premia in paradisi subalterni. L'intelligenza raggiunge la sua vittoria più grande quando forgia nobilmente la materia delle esistenze mediocri. Per sfidare Dio, l'uomo rigonfia il proprio vuoto. Il grande scrittore pare inventare ciò che dice, poiché una prosa perfetta sopprime il ricordo di qualsiasi balbettio che la anticipa. È raro il castigo che non coincide con il proposito dell'ammenda.
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r:architettura del XIX secolo ha confuso l'orgarùsmo con il vestito mentre quella del XX secolo lo confonde con lo scheletro. Certi poeti credono di inventare dei simboli quando invece maneggiano solo un repertorio personale di equivalenze allegoriche. l.;atrocità della vendetta non è proporzionale all'atrocità dell'offesa ma all'atrocità del vendicatore. (Per una metodologia delle rivoluzioni). Quello che la ragione giudica impossibile è la sola cosa che può colmare il nostro cuore. Il vigore dell'anima spagnola è durezza di una terra erosa. Esistono individui che trattano l'universo con una sufficienza professorale. Il tono professorale non è proprio di colui che sa ma di colui che dubita. Una norma è ciò che nulla protegge dal nostro ribellismo, ma che la nostra cecità non vanifica. Il tatto della ragione trascende la stessa ragione. Lo scrittore comune non esprime la propria idea; se ne veste. I giudizi ingiusti dell'uomo intelligente di solito sono verità avvolte da malumore. Gli spiriti dogmatici smettono di essere tediosi quando diventano veementi. Il popolo non è mai stato celebrato se non in opposizione ad un'altra classe sociale.
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L'uomo moderno sa già che le soluzioni politiche sono irrisorie e sospetta che lo siano altrettanto quelle economiche. Non è visitando le idee altrui che arricchiamo la nostra intelligenza, bensì viaggiando attraverso le altrui sensibilità. A seconda del lettore e del libro si tratta di lettura oppure di avventura. Pensiamo di confrontare le nostre teorie con i fatti, ma le possiamo confrontare solo con teorie dell'esperienza. La più esecrabile tirannia è quella che allega dei princìpi che dobbiamo rispettare. I materiali prediletti dell'architettura moderna hanno una vecchiaia da prostituta. L'esuberanza sudamericana non è ricchezza ma disordine. L'uomo intelligente e colto è quello che si interessa, come le zitelle pettegole, di cose che non concernono prettamente la sopravvivenza. Trasformare il mondo: occupazione da detenuto rassegnato alla propria condanna. Stanca di scivolare per il comodo pendio delle opinioni azzardate, l'intelligenza alla fine si addentra nei paesaggi impervi dei luoghi comuni. Qualsiasi fenomeno letterario che sia letterariamente importante non è mai un fenomeno prettamente letterario. La legge non è che l'embrione del terrore. C'è qualcosa di indelebilmente vile nel sacrificare anche il più stupido dei princìpi alla più nobile delle passioni.
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Chi è qualcosa di più che il miserabile luogo di un'epifania? I pregiudizi difendono dalle idee cretine. Quando è programma, qualunque stile si esaspera. Ciò che discolpa l'impudicizia di uno scrittore sono le resistenze interne che deve vincere. Solo l'artista mediocre approfitta delle tolleranze sociali. Il progresso filosofico non consiste nella comparsa di tesi bensì nella loro scomparsa. Non esiste un tema vietato all'artista e neppure un tema possibile in qualsiasi momento. Le perversioni autentiche non sono preferenze della sensibilità ma alternative dell'intelligenza. Siccome l'unica prova della sincerità di una poesia è un certo inconfondibile tono, chiamiamo quel tono sincerità, qualunque sia stata la maniera di ottenerlo. La presenza silenziosa di uno sciocco è l'agente catalitico che durante una conversazione fa precipitare tutte le idiozie di cui sono capaci gli interlocutori più intelligenti. Tutti i problemi dell'universo sono risolti da un corpo nudo. L'uomo moderno chiama funzionale qualsiasi attività arbitrariamente ridotta ad una sola delle sue molteplici funzioni. Invidio coloro che non si sentono padroni soltanto delle proprie sciocchezze. Solo la noncuranza dell'orgoglioso compete con il distacco dell'umile.
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Un paesaggio retrocede dall'umanizzazione antropogeografica alla sua inumanità geologica quando i suoi abitanti alterano bruscamente le proprie abitudini. Non disapproviamo il capitalismo perché fomenta la disuguaglianza ma perché favorisce l'ascesa di tipi umani inferiori. In un grande scrittore di sinistra la posterità stima solo quello che non è contaminato dalla sua dottrina mentre nello scrittore di destra ammira l'eco clandestina della propria. La meravigliosa arroganza di qualunque constatazione empirica! La cultura di un individuo è l'insieme degli oggetti intellettuali o artistici che gli producono piacere. Quando la tecnica di un genere letterario viene formulata con chiarezza quel genere perisce. Non dobbiamo confondere ciò che merita rispetto in una cosa con la cosa stessa. Nella nostra condizione terrena la corte suprema è il ridicolo. Lo storico delle religioni deve imparare che gli dèi non assomigliano alle forze della natura, bensì le forze della natura agli dèi. Esistono tre tipi di esperienza categoricamente dissimili: un'esperienza ripetibile da tutti, un'esperienza ripetibile da pochi, un'esperienza irripetibile. Per verificare qualunque proposizione dobbiamo definire previamente il tipo di esperienza a cui appartiene. Rifuggire le metafore incoscienti è la norma elementare dello stile chiaro e puro. I.:anima volgare si perverte solo con veleni volgari.
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Come non disprezzare il popolo? È sufficiente che si allentino le norme che ci rendono civili affinché il popolo sottomesso che grugnisce in ciascuno di noi scateni i suoi torvi appetiti. L'estetica classica tratta dell'opera, quella romantica dell'autore: la prima muore nel trattato di retorica, la seconda nel trattato di sociologia. Essere prolissi significa permet�ere al lettore di indovinare ciò che stiamo per dire. La Bibbia non è stata ispirata da un Dio ventriloquo. La voce divina attraversa il testo sacro come un vento di tempesta il fogliame della selva. Le idee sembrano prodotti di squilibri repentini del cervello che velocemente ritorna alla sua stolida stabilità. Un unico tipo di società ebbe un contratto sociale come radice storica e spinta etica: il feudalesimo. Nelle società che mancano di princìpi lo spirito ha la necessità di diventare dogmatico. La sua eleganza ha come presupposto che altri abbiano assunto il compito di picchettare l'universo. Attualmente il demonio ha forma geometrica. Il sesso non risolve nemmeno i problemi sessuali. Il "razionalismo" del secolo XVIII combatté i "pregiudizi" con buona coscienza di pregiudizio inavvertito. Da allora "irrazionale" non è ciò che è avverso alla ragione, ma ai pregiudizi rivoluzionari. La nostra reticenza di fronte a molti artisti moderni non proviene da quanto vi è di insolito nelle loro opere, bensì dalla vetustà dei loro propositi.
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Credendo di dire quello che vuole dire, lo scrittore dice solo quello che riesce a dire. La buona volontà è la panacea degli imbecilli. Quello che vorremmo non è accarezzare il corpo che amiamo, ma essere la carezza. Nonostante la critica moderna, i temi delle opere d'arte non trattano di problemi che l'uomo moderno sappia risolvere. Il sale del discorso edificante è l'irriverenza prudente. Non bisogna rifiutare bensì preferire. Formulare una legge scientifica soddisfa meno che scoprire un'evidenza che la frantuma. Fra l'opera dell'artista e la sua dottrina c'è una tale distanza che né l'opera illustra necessariamente la dottrina né la dottrina opacizza necessariamente l'opera. L'artista riesce a far centro per ragioni che ignora. Per uno scrittore tutto rimane da dire fintantoché non lo dice a modo suo. La civiltà occidentale sarà morta quando cesserà di essere la presenza della Grecia in un'anima cristiana. Per difendere la libertà è sufficiente un soldato; l'uguaglianza, per affermarsi, ha bisogno di uno squadrone di polizia. Il gusto letterario della classe dominante non domina perché la classe domina, ma perché il dominio permette di scegliere il meglio. Il sensuale è la presenza del valore nel sensibile. Più che opinioni stupide, ci sono stupidi che emettono opinioni.
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Solo i profani e i catecumeni credono nell'importanza dell'istruzione. Tutti i pedagoghi sono furtivamente analfabeti. Ciò che è repentino è un'epifania diabolica. Il demonio ci sconfigge quando consente che lo sconfiggiamo attraverso le sue armi. Il filosofo importante è sempre parso superficiale ai propri colleghi. Quello che non è giudizio analitico è atto di fede. L'odio altrui dissolve, alla fine, la propria compiacenza. Dove è riconosciuta una gerarchia di valori oggettivi l'arbitrio non è un pericolo. Qualsiasi cosa ci può lecitamente affascinare se non ne alteriamo il rango. Invece, quando supponiamo che sia la preferenza a regolare il valore, il più lieve sproposito scatena catastrofi. Le scemenze sono temibili quando sono proclamate atti di ragione. L'imparzialità critica si può fondare solo sulla coscienza lucida del pregiudizio sancito dalla nostra visione personale. Il proprietario legittimo di un'idea è chi le dà la forma più compiuta. La sensazione di infinito si ottiene solo nell'immediato. Scartando quelli grandi, risultano leggibili solo i romanzi scritti con chiari fini commerciali. Il paradiso non si cela nella nostra opacità interna ma nelle terrazze e sugli alberi di un giardino ordinato, sotto la luce del mezzogiorno. Nessuno deve condannare una società qualsiasi invocando m eramente una società alternativa passata, presente o futura.
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La poesia non è un'esperienza, ma la sua narrazione. Il poeta può trionfare o fallire nella sua avventura spirituale senza che i suoi componimenti necessariamente trionfino o falliscano. Niente cli più facile che ammettere la legittimità di vari tipi di poesia né più difficile che evitare cli sacrificarli al tipo che preferiamo. Di fronte allo splendore delle civiltà l'uomo che conosce l'uomo sente meno orgoglio che sorpresa. Essere razionalisti consiste in assumere quali postulati inconsci del raziocinio i pregiudizi della società contemporanea. Umano è l'aggettivo che serve per giustificare qualsiasi meschinità. Due secoli fa era ledto aver fiducia nel futuro senza essere totalmente stupidi. Oggi, chi può credere nelle attuali profezie, dato che siamo quello splendido avvenire di ieri? Solo il ritmo salva l'emozione poetica dalla sua imbecillità natia. Il lessico del vero scrittore non è presente in nessun dizionario. Assaggiare le pacchianerie di ieri è la deliziosa raffinatezza del curioso di domani. Meno conosciamo il suo referente o il suo significato, più una metafora ci commuove. "Liquidare" una classe sociale o un popolo è un'impresa che in questo XX secolo non indigna se non le presunte vittime.
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La libertà non è il fine della storia bensì la materia con la quale lavora. Marx vince battaglie, ma la guerra sarà vinta da Malthus. La società industriale è condannata al progresso forzato in perpetuo. Il miele dell'apologetica è insipido se non proviene dal succo di fiori velenosi. All'artista possiamo perdonare che gli importi la celebrità solo quando cede a motivi strettamente commerciali. Nel momento in cui si definisce la proprietà come funzione sociale si approssima la confisca; quando si definisce il lavoro come funzione sociale si avvicina la schiavitù. L'umiltà dell'intelligenza si chiama scetticismo. Le ammirazioni letterarie del giovane sogliono essere indizio di valori autentici, mentre le sue antipatie gli sono dettate dalla situazione storica. Affinché un'opera intera ci seduca basta che nel suo angolo più remoto risieda una vibrazione breve e inconfondibile. La vera gloria è la risonanza di un nome nella memoria degli imbecilli. Ogni scrittore commenta indefinitamente il proprio breve testo originario. L'inferno non sa di essere l'inferno. Se lo sapesse sarebbe solo un luogo di purgazione transitoria. L'idea politica che entusiasma il contemporaneo annoia la posterità.
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Quando uno zelo di purezza lo porta a condannare !"'ipocrisia sociale" l'uomo non recupera la sua integrità perduta, bensì perde il proprio pudore. L'uomo è un animale che fantastica di essere uomo. Coloro che si proclamano artisti d'avanguardia di solito appartengono a quella passata. Avarizia, stupidità, crudeltà - l'uomo è sempre stato vittima dei propri difetti. Ma solo la società industriale poteva renderlo vittima delle proprie virtù. L'insignificanza della metafora gratuita è lo scoglio della poesia moderna così come lo scoglio della poesia di ieri è stato la metafora insignificante. La vera poesia non è una somma di significati, ma la risultante verbale di un movimento significante attraverso una lingua. Fintantoché ci applaudono non ci lasciamo dietro le evidenze volgari. Quando si mettono a confronto solo soluzioni rozze è difficile opinare sottilmente. La grossolanità è il passaporto del XX secolo. Nell'arte conta solo ciò che ci provoca dal primo istante. Né la precisione in sé né la vaghezza ci seducono; ci soddisfano solo le idee precise su intuizioni vaghe. I monismi in mani pulite diventano panteismi; in mani sporche diventano materialismi. Si definisce monismo il tentativo vano di assemblare i frammenti dell'universo.
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Le arti germogliano nelle società che le guardano con indifferenza e periscono quando sono fomentate dalla riverenza sollecita degli sciocchi. La letteratura di "evasione" non pretende di divertire chi è carente di "beni materiali", ma coloro che li possiedono. Come osare raccomandare il rischio? E tuttavia, come sono pochi quelli che non sono sviliti dall'assenza del pericolo! Il mistico è l'unico ambizioso serio. Gli uomini si dividono il? due fazioni: quelli che credono al peccato originale e i tonti. Che l'errore o il vizio condizionino la comparsa di certe virtù non è una ragione per attribuire ad essi la loro origine. Ogni epoca mette in pratica a modo proprio l'ingiustizia letteraria: certune rifiutano la nuova eccellenza, certe altre umiliano l'eccellenza passata. Abbi cura del tuo orgoglio, affinché la tua umiltà abbia un alloggio pulito. La storia della filosofia è il lessico che permette di parlare di quello che è interessante. Demagogia è il termine che i democratici impiegano quando la democrazia li spaventa. Si è visto un solo urbanista geniale: il tempo. Quando acquista serietà totale, la meditazione metafisica culmina in narrazione autobiografica. Dove la religione stessa si secolarizza, Satana diventa l'ultimo testimone di Dio.
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Il critico azzecca con argomenti assurdi e si sbaglia con argomentazioni coerenti. La grande critica d'arte è un efficace abuso della ragione. La casualità genera le civiltà e l'intelligenza le sotterra. Per fare bella figura l'intellettuale si veste di paradossi presi in affitto. Basta che la bellezza sfiori il nostro tedio afEnché il nostro cuore si strappi come seta nella mani della vita. Davanti alle vere prede non siamo altro che felini senza artigli e senza denti. Le categorie sociologiche consentono di circolare per la società senza preoccuparsi dell'individualità irriducibile di ciascun uomo. La sociologia è l'ideologia della nostra indifferenza con il prossimo. Per sfruttare spensieratamente l'uomo è conveniente prima di tutto ridurlo ad astrazioni sociologiche. Un certo modo di proclamare i "valori spirituali" fa dubitare automaticamente dell'onestà del parlante. La sensualità è la primizia della redenzione della carne e la sessualità il compimento del verdetto che la condanna. Quello che ancora preserva l'uomo, nel nostro tempo, è la sua naturale incoerenza. In altre parole il suo spontaneo orrore di fronte alle conseguenze implicite dei princìpi che ammira. Invecchiare con dignità è compito di ogni istante. È barbara quella società dove l'età della cultura e l'età dell'anima discrepano.
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Non rispetto altro che la certezza che attraversa il mondo con teneri piedi nudi. Niente allarma più della scienza dell'ignorante. Il prezzo che l'intelligenza richiede a quelli che sono stati da essa scelti è la rassegnazione alla banalità quotidiana. L'umanità non assomma soluzioni bensì problemi. Il lavoro della ragione si insinua fra il giudizio di preferenza e il giudizio di valore. L'atto filosofico genuino consiste nello scoprire un problema in ogni soluzione. Lo scemo non si inquieta quando gli viene detto che le sue idee sono false, ma quando gli viene suggerito che sono passate di moda. Tutto ci sembra caos, eccetto il nostro disordine. Quello che non è persona, dopotutto, risulta essere nulla. La storia erige e demolisce incessantemente le statue di virtù diverse sul piedistallo immobile degli stessi vizi. Se non indoviniamo quello che un filosofo sta per dire è inutile cercare di comprenderlo. Più che ragioni per credere, esistono ragioni per dubitare del dubbio. Lo scetticismo non è la tomba dell'intelligenza ma la fonte nella quale si rinnova. La libertà germoglia di più fra leggi cattive che fra leggi nuove.
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Il male è il vestigio di una risacca metafisica. O apparteniamo a coloro che sono attratti da ciò che l'intelligenza inventa e compie oppure a coloro che sono sedotti da ciò che la sorprende ed assalta. Ciò che non è miracolo mi annoia. Il relativismo assiologico non è una teoria della ragione, bensì un'ideologia dell'orgoglio. Che niente prevalga su di noi. Nichilismo, cinismo e idiozia sono le alternative politiche del nostro tempo. Lo scemo chiama ambigue le idee espresse con un po' di delicatezza. Soltanto l'orgoglio ci insegna a diffidare di ciò che ci corrobora. I nostri aneliti, in bocca altrui, ci paiono di solito irritanti sciocchezze.
Agli occhi della modernità la tragedia, più che atroce, è immorale. La violenza politica lascia meno corpi putrefatti che anime putrescenti. Non dobbiamo argomentare per convincere ma per favorire le condizioni propizie alla percezione di certe evidenze. Le ragioni di qualsiasi convinzione sembrano sempre penose allo spettatore. L'anima è un aggregato di polvere che racchiude la certezza della nostra filiazione divina. Verità è quello che dice il più intelligente. (Però nessuno sa chi sia il più intelligente).
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O scettico o cattolico: il resto imputridisce col tempo. L'autentico scetticismo attende sereno senza erigere idoli surrettizi. Ogni nuova generazione accusa quelle anteriori di non aver rendente l'uomo. Ma l'abiezione con la quale la nuova generazione si adatta al mondo dopo l'ennesimo fallimento è proporzionale alla veemenza delle sue imputazioni. Le tirannie non hanno servitori più fedeli dei rivoluzionari che non sono protetti dal proprio servilismo congenito tramite fucilazione precoce. Una filosofia della storia che rifiuta di falsificare i fatti deve trasformarsi in pura storia. La società moderna si permette il lusso di tollerare che tutti dicano quello che vogliono perché oggigiorno tutti coincidono fondamentalmente con ciò che pensano. Non esiste viltà pari a quella di chi si appoggia sulle virtù dell'avversario per sconfiggerlo. L'adulto è un mito coltivato da un bambino. Quelli che non imitano le virtù che possiedono sono pochi. L'idealismo è una teologia che prova vergogna. La tragedia è una libertà materializzata in destino. L'interpretazione economica della storia è il principio della saggezza. Ma soltanto il suo principio. Il cattolico autentico non sta al di qua della bestemmia ma al di là di essa.
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!.:incredulo si stupisce che i propri argomenti non allarmino il cattolico, dimenticando che il cattolico è un incredulo vinto. Le obiezioni che egli formula sono i fondamenti della nostra fede. La politica è l'arte di trovare la relazione ottima tra forza ed etica. Dobbiamo desiderare che le nostre previsioni valgano le profezie dei panegiristi del progresso. Nessuno pensa seriamente finché gli importa l'originalità. La "psicologia" è propriamente lo studio del comportamento borghese. Identificare essere e valore significa scordare il peccato originale. Il male fatto da un tonto diventa sciocchezza, ma non per questo le sue conseguenze si annullano. Solamente durano le religioni, oppure i loro simulacri. Nelle tenebre del male l'intelligenza è l'ultimo riflesso di Dio, il riflesso che ci insegue con ostinazione, il riflesso che non si estingue se non presso l\ùtima frontiera. Al pensatore progressista non importano né il percorso né la meta, bensì solo la velocità del viaggio. La riduzione della filosofia all'analisi linguistica equivale a supporre che esista solo il pensiero altrui. Nessuno sa con esattezza che cosa vuole fino al momento in cui il proprio avversario non glielo spiega. Quanto di minaccioso dell'apparato tecnico è che possa essere utilizzato da chi non ha la capacità intellettiva di chi lo ha inventato.
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Il maggior trionfo della scienza sembra essere costituito dalla velocità crescente con la quale il tonto può spostare la sua ottusità da un posto all'altro. Sarebbe interessante verificare se c'è stata una predica che non sia terminata con un assassinio. La necessità genera virtù servili. L'intelligenza matura nelle pause, sotto la pace meridiana del sole. La tradizione pesa sullo spirito come l'aria sulle ali di un aeroplano. Quello che ci corrobora ci intontisce. La gioventù è una promessa che ogni generazione manca. L'arte popolare è l'arte del popolo che al popolo non pare essere arte. Ciò che al popolo pare arte è l'arte volgare. I
Il reazionario è il fomentatore di quella radicale insurrezione contro la società moderna che la sinistra predica ma che meticolosamente elude nelle sue farse rivoluzionarie. L'intelligenza tende verso l'imbecillità come i corpi verso il centro della terra. Le profezie si compiono nella storia in modo sconcertante per il profeta. Il discepolo non è padrone né di una soluzione né di un problema, bensì di un vocabolario. La sua funzione si limita a formulare banalità nel lessico del suo maestro. Sono meramente il luogo dal quale percepisco ciò che mi µiteressa, e non l'oggetto del mio interesse.
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L'omogeneo espelle Dio. Le qualità secondarie sono la scala di Giacobbe. L'opinione del giovane non rivela quello che pensa ma gli autori che ha letto. L'autentica opera d'arte è quella della quale possiamo dire senza errore, prima di vederla, che la sua esistenza è impossibile. L'imparzialità non è il prodotto di una molteplicità simultanea o successiva di opinioni discordi. La versatilità non è segno di dogmatismo sconfitto ma di offuscamento accettato. I professionisti della venerazione dell'uomo si credono legittimati a sdegnare il prossimo. La tutela della dignità umana permette loro di essere cafoni con il vicino. Le opinioni liberali, democratiche e progressiste sfrecciano attraverso la storia lasciando una scia di civiltà bruciate. Quando si inizia con l'esigere la remissività totale della vita ad un codice etico si finisce col sottomettere il codice alla vita. Quelli che si rifiutano di assolvere il peccatore finiscono per assolvere il peccato. Il problema politico ha estrema importanza, le soluzioni politiche non ne hanno nessuna. Il mondo è spiegabile a partire dall'uomo, ma l'uomo non lo è a partire dal mondo. L'uomo è una realtà data, il mondo un'ipotesi che escogitiamo. L'onestà in politica non è stolidità se non agli occhi dell'imbroglione.
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La verità di un sistema filosofico si esaurisce prima che la sua esposizione si concluda. La convinzione che non si appoggia su una palificazione scettica sprofonda. Beneducato è l'uomo che si scusa nel fare uso dei propri diritti. La verità è l'imprevedibile e misteriosa efflorescenza di una cosa banale. Gli antichi che negavano il dolore e i moderni che negano il peccato si invischiano in identici sofismi. L'uomo moderno non sfugge alla tentazione di identificare ciò che è permesso con ciò che è possibile. La metafora scopre l'identità segreta di apparenze distinte, ma la sua finalità culmina solo quando riferisce quelle identità immanenti alla trascendenza che le fonda. SebbeneJoseph de Maistre affermi che il diavolo soltanto distrugge, la storia posteriore dimostra che anche costruisce. Qualsiasi ribellismo totale finisce in filosofia da Rotary Club. Passato un secolo non importa chi sia stato il vincitore, bensì chi meritava di vincere. Ogni sciocco afferma il contrario. Il filosofo che ci sembra incapace di notare la seduzione della tesi che confuta ci pare subalterno. L'estetica, così come la storia, fornisce verità senza darne la ricetta. Ogni artista confuta ampiamente il teorico che porta dentro di sé.
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Più che nuove teorie, l'estetica richiede uno schema che ordini quelle esistenti, affinché in una stessa frase non si mischino un giudizio estetico, una constatazione storica, una regolarità sociologica, una legge scientifica e una preferenza personale. Il criterio etico è una norma, il criterio religioso una persona. Le virtù religiose non sono un insieme di atti etici, bensì le qualità del santo. L'intelligenza sottile, che rintraccia il simile nel diverso, se non svela anche il diverso nel simile ci disorienta. Per provare che l'opera d'arte è un prodotto dell'ambiente sociale a volte basta dire che è una reazione contro quell'ambiente e altre volte che è la sua espressione. L'estetica dell'in1itazione è un'estetica da artista anche se la adotta un critico; e l'estetica dell'espressione è un'estetica da critico, ancorché la inventi un artista. Dobbiamo diffidare di coloro che primordialmente bramano di esprimersi. L'autentica arte moderna è definibile solo definendo ciò che rifiuta: arte moderna autentica è quella che contesta l'uomo moderno. L'imbecille è colui che non percepisce se non ciò che gli è attuale. Il democratico difende le proprie convinzioni dichiarando obsoleto chi lo contesti. L'angoscia davanti al tramonto della civiltà è un'afflizione reazionaria. Il democratico non può rammaricarsi della scomparsa di qualcosa che ignora.
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La provvidenza decise di consegnare al democratico la vittoria e al reazionario la verità. L'uomo comune erra nella notte; il filosofo si sbaglia alla luce del giorno. È un cattolico serio solo chi erige la cattedrale della propria anima su cripte pagane. Siccome l'ignorante non rispetta altra superiorità che la superiorità sociale, la superiorità legittima non può educare se �on è retta da un avventizio prestigio sociale. E necessario che il caso conferisca allo stesso individuo la superiorità mondana e legittima affinché si realizzi un transito dalla fascinazione all'obbedienza e dall'intontimento sociale all'imitazione civilizzatrice. Se la società gerarchizzata non educa necessariamente, la società egualitaria non potrà educare giammai. Lo sciocco non si accontenta di infrangere una norma etica: pretende che la sua trasgressione si trasformi in una nuova norma. La coscienza non è l'origine di imperativi etici, ma l'organo della percezione etica. Chi dichiara con orgoglio di obbedire alla propria coscienza si colloca agli antipodi di quelli che dicono umilmente che è la coscienza ad obbedire. Lo spirito compra la sua vittoria col bottino dei propri disastri. Il passato che il reazionario encomia non è un'epoca storica bensì una norma concreta. Ciò che il reazionario ammira di altre epoche non è la loro realtà sempre miserabile, bensì la norma peculiare a cui disobbedivano. Ogni genere di poesia mira ad una ricettività diversa: vibrazione emotiva, vigilanza intellettuale, percezione attenta, sensibilità etica, ecc. Dimenticare questo significa decretare il terrore nelle lettere.
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L'uomo moderno non disattende il reazionario perché le sue osservazioni gli sembrino improprie, bensì perché non gli risultano intelligibili. La scemenza e la retorica minacciano oggi persino la più timida speranza. Se supponiamo erroneamente che il XVIlI secolo abbia lasciato al XIX un cristianesin10 intatto, la letteratura dei secoli XIX e XX sembra mossa da un animo satanico di aggressione contro Dio. Ma la direzione dell'aggressione varia se aggiustiamo la nostra premessa erronea. Il telone di fondo della letteratura moderna è una cristianità moribonda. La secolarizzazione del mondo culmina nella generazione anteriore a quelle romantiche. La letteratura moderna non è, quindi, un'insurrezione contro il cristianesimo, bensì contro quelli che usurpano la sua eredità. Per una corretta visione storica, l'affermazione più fugace di un valore autonomo, come il più blasfemo ribellismo in nome di un valore qualsiasi, inizia un processo di apologetica esistenziale. A partire dal romanticismo la letteratura non è postcristiana bensì precristiana. Il suo punto di partenza non è il cristianesimo, ma la sua negazione. Né Blake, né Holderlin, né Vigny scrivono contro il cristianesimo, bensì contro un mondo definito dall'assenza del cristianesimo. I grandi poeti moderni, da Goethe a Yeats, non sono figli di Prometeo, ma rampolli delle Sibille profetiche. La sottomissione a Dio è l'unica a non esser vile. Da Blake, Wordsworth e il romanticismo tedesco in poi la poesia moderna è una cospirazione reazionaria contro la desacralizzazione del mondo. I libri risorgono quando l'oblio ne sotterra i plagiari. La cultura letteraria e filosofica, che fino a ieri è stara il costoso orgoglio di una classe sociale, oggi è l'attività commerciale di una corporazione.
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Decantare la "consolazione" della religione è un gesto da feuerbachiano clandestino. Dio non è un sostituto di piaceri assenti, di appetiti trattenuti, di avidità frustrate. Dio è la presenza invisibile che suggella la pienezza terrena più perfetta, l'estasi più alta della gioia più ebbra, la bellezza dove fiorisce la bellezza. Dio non è l'inutile compensazione di una realtà perduta, bensì l'orizzonte che circonda le cime di una realtà conquistata. Tanto in paese borghese quanto in terra comunista !'"escapismo" è biasimato quale vizio solitario, come perversione debilitante ed abietta. L a società moderna scredita il fuggitivo affinché nessuno presti ascolto alla narrazione dei suoi viaggi. L'arte o la storia, l'immaginazione dell'uomo o il suo destino tragico o nobile non sono criteri che la mediocrità moderna possa tollerare. L'"escapismo" è la fugace visione di splendori aboliti e la probabilità di una condanna implacabile sulla società attuale. Per sfruttare l'uomo alcuni predicano che bisogna rinunciare ai beni terreni; altri, per sfruttarlo meglio, proclamano che i beni terreni vanno agognati. Non è relativa la bellezza delle opere. È relativa solo la loro estetica. L'amore è l'atto che trasfigura il suo oggetto da cosa a persona. Con Sainte-Beuve l'intelligenza letteraria raggiunge la maggiore età. L'intelligenza letteraria è la forma dello spirito che assume l'intera somma delle sue evidenze senza osservare postulati limitanti né speculazioni di estrapolazione. L'intelligenza letteraria è quella che pensa il proprio oggetto come unità indissolubile di fatto e valore. Falliti i tentativi egemonici di teologia e metafisica, solo l'intelligenza letteraria ha la lucidità per fissare ciascuna cosa secondo il proprio rango.
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L'opera d'arte non possiede propriamente significato ma potere. Il suo significato presunto è la forma storica del suo potere sullo spettatore transitorio. La virtù che non nutre dubbi su se stessa culmina in qualche attentato contro il mondo. L'oscurità letteraria non è un difetto né una virtù, bensì un procedimento che giustifica l'efficacia estetica ottenuta. Amare significa percepire la pressione del corpo assente contro il nostro. L'anima di una nazione nasce da un fatto storico, matura nell'accettazione del proprio destino e muore quando ammira se stessa e si imita. In fondo, per chi ama, l'anima è la forma di un corpo. Nonostante l'intrusione di pretese tecniche nelle lettere, gli artefatti estetici non sono utensili da laboratorio, bensì trappole per catturare gli angeli. È nobile solo ciò che dura. L'adesione al comunismo è il rito che consente all'intellettuale borghese di esorcizzare la sua coscienza sporca senza abiurare la propria essenza borghese. Ogni marxista beneficia di due marxismi: il marxismo corrente che predica e il marxismo esoterico con il quale confuta le critiche rivolte al primo. Esiste peraltro un terzo marxismo: quello che il marxista attribuisce spregiativamente ai propri interlocutori sotto il nome di marxismo volgare. Dobbiamo esporre le nostre idee in modo lineare, come lo farebbe un onesto avversario che si prepara a confutarle. Qualsiasi astuzia svilisce.
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L'uomo non può insediarsi né nel bene né nel male. Tra gli eretici ci sono cattolici impazienti e rinnegati congeniti. Il fallimento del cristianesimo fa parte della dottrina cristiana. L'uomo vive se stesso o come angoscia o come creatura. Qualsiasi tema letterario permette due opere: quella dell'entusiasta che lo concepisce e quella dell'ironista che lo sotterra. Non c'è peggior scemenza della verità in bocca allo scemo. 1/imbecillità si deposita nell'anima come sedimento degli anni. Nel XIX secolo il cristianesimo non ha trovato rifugio se non nell'eresia, nel peccato e nel sangue. (Kierkegaard, Baudelaire, Newman). Al contrario dell'arcangelo biblico gli arcangeli marxisti impediscono l'evasione dell'uomo dai loro paradisi. Le rivoluzioni democratiche cominciano le esecuzioni annunciando una pronta abolizione della pena di morte. Lo storico democratico mostra come il democratico non uccide se non perché le sue vittime lo obbligano a farlo. Tutti gli individui che non sono graditi all'intellettuale di sinistra meritano la morte. Nell'esercito degli intellettuali di sinistra militano solamente piccoli borghesi acidi. Il comunista odia il capitalismo con il complesso di Edipo. Il reazionario lo guarda semplicemente con xenofobia.
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I dubbi del maestro sono le certezze del discepolo. Una volta morto Dio, ai miseri titani non resta altra cosa che intraprendere l'urbanizzazione della terra. L'inferno è un luogo che si può identificare solo dal paradiso. Il razionalismo è la ragione che si scorda dei propri posrulati. L'intelligenza sopravvive fintantoché non preferisce le soluzioni piuttosto che i problemi. La vita non è un criterio di valori bensì un fatto che i valori giudicano. La Convenzione6 è una lite di ratti angosciati le cui ombre si proiettano sulla storia in dimensioni colossali alla luce degli incendi. Ciò che è pensato contro la Chiesa, se non è pensato entro la Chiesa è carente di interesse. Tanto la Bauernkrieg7 del XVI secolo quanto le sollevazioni contadine dei secoli XVII e XVTII furono insurrezioni contro la società moderna. La popolazione non si alzò contro il feudalesimo, ma contro il mondo che lo stava rimpiazzando. Lo spirito mercantile usurpò costumi giuridici del sistema antagonista e convertì usi legittimi in abusi insopportabili. Quandanche il peccato collabori all'edificazione di qualsiasi società, la società moderna è la figlia prediletta dei peccati capitali. 6/ Si tratrn della Convenzione nazionale, un'assemblea esecutiva e legislativa in vigore durante la Rivoluzione francese, dal 20 settembre 1792 al 26 ottobre 1795. 7/ Guerra dei contadini.
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Mio simile non è chi accetta le mie conclusioni bensì chi condivide le mie avversioni. Il razionalista riconosce la paternità dei propri postulati alla ragione per disistimare anticipatamente le evidenze che minacciano il suo torpore. Il cattolico deve rendere più semplice la sua vita e più complicato il suo pensiero. L'onore dell'apologista cristiano sta nell'essere probo con il diavolo. Esistono paradisi artificiali che non sono surrogati satanici ma prefigurazione disperata. L'atto autenticamente razionale è il parallelogramma di tutte le forze assiologiche. La ragione si corrompe nell'obbedienza ad un solo tipo di esigenze. Il conservatorismo non ha la pretesa che la società viva di precedenti, bensì che non si alimenti di inganni. Non esiste poesia di Satana, bensì nostalgia del suo splendore caduto. Il male non vince in quanto seduzione ma in quanto vertigine. Senza il bene che racchiude, come vestigio o come augurio, il male è esteticamente opaco. Il male, così come gli occhi, non vede se stesso. Tremino coloro che si vedono innocenti. Dove c'è opera d'atte, non c'è il diavolo. La poesia è il trofeo linguistico di una sconfitta spirituale.
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La poesia pone il critico davanti all'alternativa di parlare di tutto eccetto che di poesia o di non parlare di nulla se parla solo di essa. La fede è ciò che ci permette di smarrirci in qualunque idea senza perdere il sentiero del ritorno. Il credente non è un titolare di eredità registrate al catasto, bensì un adelantado de mar" di fronte alle coste di un continente inesplorato. Quelli che accettano il rango che la natura fissa loro non si trasformano nella mera assenza di ciò che non sono. Persino il rango più modesto ha nella sua posizione un valore inestimabile. La solitudine è il laboratorio dove i luoghi comuni sono verificati. Helvétius, Holbach, Sade, Bentham, Marx, Freud, Sartre - la pleiade di arcangeli oscuri, il canone classico delle mie assolute impossibilità. Intelligente è chi conserva la propria intelligenza ad una temperatura indipendente da quella dell'ambiente in cui abita. "L'arte per l'arte" ha avuto il significato di indipendenza dall'arte per una generazione e di indipendenza dall'artista per un'altra. I primi hanno difeso una tesi estetica esatta, i secondi hanno proclamato una tesi etica erronea. Non sono ricette infallibili né l'imitazione del passato né quella del presente. Niente può salvare il mediocre dalla sua mediocrità. 8/ Un adelantado de mar era un individuo al quale veniva affidato il comando di una speclizione marittima concedendogli in anticipo il governo delle terre che avrebbe scoperto o conquistato. Tale titolo militare era assegnato direttamente dal Re di Spagna.
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Il reazionario anela a convincere la maggioranza, il democratico a corromperla con la promessa di beni altrui. Il termine "rivoluzione" oggi non connota propriamente un avvenimento politico, bensl una vertigine, una convulsione emotiva, l'ebbrezza dell'anima invasa dalle scorie dell'essere. I partiti liberali non capiscono mai che l'opposto del dispotismo non è la scemenza ma l'autorità. Ogni insulto della vita verso un viso amato alimenta il vero amore. L'umanità è in pericolo quando scorda il più solenne ammonimento della storia: che la civiltà è fatta da un uomo munito di frusta tra animali famelici. Gli hard /acts storici sono quelli suscettibili di essere rappresentati con coordinate cartesiane. Il positivista logico ridurrebbe, quindi, la storia alle equazioni di movimento della massa umana. Ogni approssimazione della storia alla scienza sopprime i motivi, i significati e i fini. Chi consiglia dei rischi che non si assume confida terribilmente nella propria scienza. Le società che agonizzano lottano contro la storia a forza di leggi come i naufraghi contro le acque a forza di grida. Brevi caroselli. Lo scemo non si rassegna all'esistenza dell'irresolubile: un falso problema oppure un problema solubile domani, questo è il dilemma dello scemo. Possiamo continuare a parlare di infanzia, maturità, perfezione, decadenza e corruzione di un idioma perché una lingua non sempre compie la sua funzione allo stesso modo.
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La realtà del XX secolo è meno spaventosa degli ideali con i quali sogna di correggersi. Il mondo può essere riscattato dalla sua orribile casualità e dalla sua esistenza empirica bruta solo attraverso la visione che si instaura nella misteriosa sufficienza di ogni oggetto isolato, allo stesso modo dell'amante che si insedia nella meravigliosa sufficienza del suo amore. La sapienza, in questo XX secolo, consiste prima di rutto nel saper sopportare la volgarità senza irritarsi. Qualsiasi proposizione concorde alla sua evidenza preserva la propria validità, quandanche sia successivamente inglobata da un'altra proposizione di più profonda provenienza. La storia del pensiero non è evoluzione né processo dialettico, bensì l'apparizione contingente dei frammenti di una struttura nella quale ogni verità trova il proprio posto. Per perdere infine il candore non basta vedere l'indifferenza della storia verso le idee altrui, abbiamo bisogno di vedere la sua indifferenza verso le idee nostre. Solo il testo mediocre si lascia leggere senza essere stato indovinato previamente. La sensazione non è innocente, ma vi è dell'innocenza in essa. È sufficiente l'orgoglio per perdonare chi ci ingiuria, però nemmeno la carità è sufficiente per perdonare chi ingiuria coloro che amiamo. Non conosco peccato che non sia, per un'anima nobile, il proprio castigo. Il determinismo storico è solo il sintomo del torpore che prostra l'immaginazione dello storico. L'uomo moderno, progressista e democratico si fa carico egli stesso di consumare su di sé la nostra vendetta.
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In ogni reazionario Platone risuscita. Oggi come non mai l'uomo rincorre qualsiasi sciocco che lo invita al viaggio, sordo alla vedetta che scruta percorsi interrotti e ponti crollati. Il profeta che predice in modo fedele la corruzione crescente di una società si scredita, perché quanto più la corruzione cresce, tanto meno è notata dal corrotto. La poesia che sdegna la musicalità poetica rimane pietrificata in un cimitero di immagini. La gran parte della poesia moderna si rassegna a parere meramente tradotta. I vizi ammirevoli sono semplicemente virtù corrotte. Le idee generali che si vendono in piazza non alimentano nessuno, ma molti vivono di esse. I carnefici delle idee astratte sono gli esempi concreti. La storia dello spirito necessita di completare la geologia dell'intelligenza con la climatologia storica della sensibilità. Il problema fondamentale di tutte le passate colonie - il problema della servitù intellettuale, della meschinità della tradizione, della spiritualità subalterna, della civiltà inautentica, dell'imitazione forzata e vergognosa - mi è stato risolto con estrema semplicità: il cattolicesimo è la patria mia. Il nominalismo integrale ha il suo culmine in un'egemonia totalitaria sull'universo attuata dal soggetto della conoscenza. L'intelligenza si sciupa quando vuol essere intelligente. Individui e nazioni hanno virtù diverse e difetti identici. La viltà è il nostro patrimonio comune.
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La vita è uno strumento dell'intelligenza. Il niente è l'ombra di Dio. Tutti i princìpi sono immagini del Principio, tutte le fini lo sono della Fine. Dobbiamo sospettare di chi passa la vita a caccia di argomenti per convincere gli altri. L'intelligenza ambisce a convincere solo se stessa. L'intellettuale sudamericano, per alimentarsi, importa gli scarti del mercato europeo. Persino fra egualitari fanatici l'incontro più breve ristabilisce le disuguaglianze umane. L'uomo moderno chiama realtà ciò che viene afferrato da una percezione intenzionalmente limitata a captare i tratti manipolabili delle cose. C'è stato bisogno della nostra epoca perché il buon gusto si vergognasse di se stesso. Nella fase ascendente delle civiltà le denominazioni di professione e rango ascendono socialmente (cavaliere, cancelliere, cubicolario, ecc.). Nella fase discendente le denominazioni degenerano (signore, don, lei, ecc.). Però, ciò che annuncia l'agonia di una civiltà è la trasformazione in insulto delle denominazioni che designano valori autentici (letteratura, estetica, artista, intellettuale, sacerdote, ecc.). Le proibizioni etiche non sono servitù estetiche fintantoché paiono all'artista degli ostacoli naturali. Ciò che è osceno è un diritto soltanto dei volgari. Il cristianesimo non nega lo splendore del mondo bensì invita a cercarne l'origine, ad ascendere verso la sua neve pura.
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NICOLAS GOMEZ DAVLLA
Ciò che allontana da Dio non è la sensualità ma l'astrazione. L'opera poeùca del buon poeta comunista (Aragon, Éluard, Neruda, ecc.) si suddivide in due parù: la parte poeùca e la parte comunista. Naturale e soprannaturale non sono piani sovrapposù bensì fili intrecciaù. L'età virile del pensiero non è fissata né dal!' esperienza né dagli anni, ma dall'incontro con determinate filosofie. La maggioranza delle filosofie sono ostacoli evitabili con un cambio di rotta, ma ce ne sono alcune che sono cordigliere che è inevitabile attraversare. L'ordine legittimo è la cristallizzazione naturale dell'anima che prende la sua più nobile forma. L'ignorante sospetta, in silenzio, che lo scrittore laconico schermisca contro l'aria. Lo stupido si limita a criùcare la stupidità ovvia dei più insulsi comportamenti sociali senza capire la loro singolare importanza. Il ricco oggi vive la propria ricchezza con la cupidigia del povero arricchito e il povero la propria povertà con la non conformità del ricco in rovina. La ricchezza ha perso le proprie virtù, così come la povertà. La sensibilità moderna, al posto di esigere la repressione dell'avidità, esige la soppressione dell'oggetto che la desta. Prima di dissolversi in convulsioni il volto femminile si compatta in un'eternità istantanea. La vera sensualità è avidità di eternità del suo oggetto.
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Il pregiudizio di non avere pregiudizi è quello più comune a tutti. Non esiste vittoria spirituale che non sia necessario conquistare nuovamente ogni giorno. L'anima che ascende verso Ja perfezione suol sgomberare le basse terre conquistate nelle quali si stabiliscono diavoletti subalterni che la ridicolizzano e la imbrattano. Per fondare basta un raptus estatico, ma il compito di mantenere richiede un'esaltazione perseverante dell'anima. Le soluzioni al problema dell'arte industriale, al contrario di quello che succede con l'arte autentica, meravigliano il contemporaneo e sembrano grottesche alla posterità. L'ora delle tenebre dello spirito suonò a metà del XIX secolo fra l'eclissi di Schelling e, verbi gratza, la pubblicazione degli Ethical Studies di BradJey, della Einleitung di Dilthey, delle Données cli Bergson. Le cretinate che oggi sono prerogativa dell'ignoranza più volgare sono state a quel tempo pensieri audaci. Domani potremo essere vittime di inezie, ma non di trionfi putativi dello spirito. Lo spirito se ne ride dell'egemonia dell'universo. A partire dalla prima generazione romantica l'artista ha rinunciato ad essere voce della società per diventarne il giudice. Le estetiche "moderniste" sono state un'invenzione di scrittori reazionari: Balzac, Baudelaire, Eliot. Rousseau è il primo a rifiutare il programma intellettualista, tecnicista e urbano della borghesia invadente proprio dalle file borghesi, dalla colonna stessa dell'assalto. Il romanticismo è stato una protesta contro l'incameramento della ctùtura da parte della pursuit o/ happiness. 9 9/ Ricerca della felicità.
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Il problema etico consisterà sempre nell'impedire che la morale di Esiodo espella quella di Omero. L'educazione della scuola dementare ha fatto fuori la cultura popolare; l'educazione universitaria sta facendo fuori la cultura. È più facile convincere lo sciocco di qualcosa che è discutibile piuttosto che indiscutibile. L'orgoglio davanti al mondo ci salva dall'orgoglio davanti a Dio. Qualsiasi mitologia è una testimonianza capitale sulla società che la crea, ma declassarla ad espressione di una struttura sociale è tanto puerile quanto attribuire l'atomismo della fisica all'individualismo borghese. Non esiste fraternità politica che valga quanto un odio condiviso. Qualsiasi bene che possa essere dimostrato è solo un mezzo dd bene. Il bene è ciò che possiamo meramente ostentare. Solo la quiete e la quotidianità ci restituiscono la polpa delle cose, delle essenze, degli esseri. I dotti della società feudale (sacerdote, poeta, cronista) la criticavano soltanto quando violava il suo principio; i dotti attuali (filosofo, poeta, romanziere) criticano la società moderna quando invece rispetta il suo proprio principio. La minaccia di morte collettiva è l'unico argomento che scompiglia la compiacenza dell'umanità attuale. L'apocalisse nucleare la inquieta più dd suo crescente degrado. La mera sopravvivenza è l'unico valore dell'uomo moderno. Persino l'eroe moderno non muore se non in nome della vita.
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In filosofia chi si difende è sconfitto. La rassegnazione all'errore è il principio della sapienza. La libertà degli altri ci importa perché senza di essa il trionfo della nostra opinione sarebbe vano, ma dobbiamo evitare la bigotteria di rispettare le opinioni sconsiderate. Difendo la tua libertà perché desidero convincerti; perché la tua libertà è la condizione della mia vittoria. Però, nel rispettare la tua libertà non sto rispettando i tuoi errori, bensì la possibilità che tu ti arrenda liberamente alle mie proprie verità. La storia suol dipendere da semplici virtualità. Promesse o minacce segnano di solito il nord di intere epoche. A volte presenti alla coscienza, altre volte quarti nel subcosciente, questi fantasmi sono i protagonisti della storia quandanche non siano i suoi attori empirici. Per non svilirsi il ribelle deve ammirare l'ordine contro cui lotta. Le istituzioni democratiche sono tentativi di istituzionalizzazione dell'inistituzionalizzabile. Ciò che pretende di maturare dev'essere indifferente al tedio. Le civiltà sono lo splendore di pazienti monotonie. L'interrogazione ammutolisce solo di fronte all'amore. "Perché amare?" è l'unica domanda impossibile. L'amore non è mistero, bensì il luogo dove il mistero svanisce. Per la sensibilità, il grande non è una somma aritmetica di parti ma una qualità di certi insiemi. La grandezza metrica - come mostra ogni edificio moderno non ha relazione con la grandezza monumentale.
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Il giudice competente in materia di ispirazione non è il poeta ma il lettore. Il sentimento del tragico salva lo storico dal sentimentalismo. I poeti caricano la maggioranza dei loro componimenti con polvere da sparo bagnata. Il poeta di ieri confidava nell'aggettivo tradizionale, il poeta di oggi confida in quello inusitato. In nessun caso una ricetta può sostituire il talento. L'individualismo moderno si riduce a ritenere personali e propri i pareri condivisi da tutti. Lo Stato moderno produce le opinioni che in seguito riunisce rispettosamente con il nome di opinione pubblica. La filologia, la critica, la storia, cioè l'arte di leggere un autore, di capire una dottrina, di collegare i fatti, sgorgano dallo stesso principio: il principio del contesto. " ... the bent of my thoughts shall be rather to mend myself than the world ... »io ci dice Sir William Temple plagiando Cartesio. Pochi, da secoli, confessano un anelito simile. Eccolo lì, quindi, l'autentico divortium aquarum 11 della storia. Come mi sento antico! Il conservatorismo di Burke non è un "irrazionalismo" che si scontra col "razionalismo" contemporaneo, bensì con l'Au/kli.irung, che chiama princìpi i propri pregiudizi, il certificato di indipendenza della ragione sperimentale. lo sono di quelli che cercano di scrivere soltanto per prolungare la vita quotidiana in vita intelligente. 10/ " ... la tendenza dei miei pensieri sarà quella di rettificare me stesso piuttosto che il mondo ... •. li/ Spartiacque.
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L'arte astratta non è illegittima ma limitata. La coscienza scopre la propria libertà nel sentirsi obbligata a condannare ciò che approva. Patrocinare il povero è sempre stato, in politica, il mezzo più sicuro per arricchirsi. Nelle arti si definisce autenticità la convenzione del momento. Non è corretto essere accusati di misoneismo da parte di un'epoca che ci ingozza di crudezze. Nessun essere merita il nostro interessamento per più di un istante, o per meno di una vita. Parallelamente ai percorsi reali, dove transitano di secolo in secolo artefani ed idee, ci sono sentieri segreti sui quali scivolano nel tempo gli emissari di agonie. Il popolo sopporta che lo derubino, purché lo si aduli. Ciò che dice il buon poeta moderno esiste solo come punto di convergenza di una struttura di allusioni. Il cattivo poeta si accontenta di allusioni simulate. Una religione o una filosofia possono continuare ad influire socialmente ancorquando siano perite spiritualmente; oppure, all'inverso, possono perdere la loro influenza sociale senza che tale sconfitta pubblica infirmi la loro validità. La speranza progressista ormai non si annida se non nei discorsi. Sarebbe razionale soltanto un universo la cui inesistenza fosse contraddittoria. Un universo oggetto della prova ontologica. Non potendo provare che la ragione è spinoziana, il razionalista deve rassegnarsi al fatto che sia formale. Una società civilizzata non deriva dai propositi dell'uomo, bensì dalla loro neutralizzazione reciproca.
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Il critico letterario forestiero deve limitarsi a scegliere con tatto tra le opinioni dei critici autoctoni. Lo scrittore mediocre dei secoli XVII e XVIII parla con voce amena e grata da uomo beneducato. Lo scrittore mediocre del secolo XIX, o del XX, non è altro che un letterato mediocre. Oggigiorno tra il genio e la plebe non resta che una gerarchia di presunzioni. Le rappresentazioni collettive sono oggi opinioni imposte dai mezzi di propaganda. Oggi il collettivo non è ciò che molti vendono bensì ciò che molti comprano. Quando le avidità individuali si aggruppano siamo abituati a battezzarle nobili aneliti popolari. La pazienza del povero nella società moderna non è virtù ma codardia. I partiti liberali promettono da partiti popolari e mantengono da partiti borghesi. I partiti liberali (girondini, proprietari francesi del '30, manufatturieri inglesi del '32, democratici jacksoniani, ottimati creoli, ecc.) si sono distinti per la bella retorica con la quale abbellivano i loro propositi mercantili. Il marxismo sorge parzialmente da una meditazione sull'eloquenza liberale. La lealtà è sincera fintantoché non crede di essere una virtù. Lo specialista asseconda l'inclinazione delle scienze a diventare ideologie. Con il fine di occupare posizioni di comando, lo specialista attribuisce alla sua specialità una preponderanza fittizia che il profano, intimidito dall'esoterismo di ogni specializzazione, non si azzarda a mettere in discussione.
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Quando la meccanica aristotelica soccombe dinanzi al principio di inerzia, il quale sopprime l'intenzionalità nell'universo, nasce la filosofia moderna. Filosofare, a partire dal XVII secolo, significa cercare dei limiti a quel principio. Figlio scapestrato di un notabile provinciale, il comunismo abbaglia la città con le sue arringhe mentre prepara il suo ritorno al paesino per amministrare la farmacia del padre. Teatri, saloni da conferenza, da concerto e da esposizione: sono i templi dei filistei. La qualità suprema di uno stile è l'autorità, il peso della frase. Non l'abilità che seduce bensì il passo lento e deciso dello spirito. J;Jntroduction a la Vie Dévote di San Francesco di Sales e le Chroniques di Froissart introducono a modi di esistere estranei a questo tempo: la vita come dévotion e la vita come proéce. 12
Due maniere di sentire la vita come esaltazione virile e deliziosa, come uno scuotimento di bandiere all'aurora.
Al volgo non importa essere libero ma credere di esserlo. Quello che mutila la sua libertà non lo allarma, a meno che non glielo si dica. Apprezzare l'antico o il moderno è facile, ma apprezzare l'obsoleto è il trionfo del gusto autentico. J;adolescente non perdona gli scrittori letti dal proprio padre. Dio è la condizione trascendentale del nostro disgusto. I pessimisti profetizzano un futuro di macerie, ma i profeti ottimisti sono ancor più spaventosi perché annunciano la città futura dove dimorano, in alveari intatti, la viltà e il tedio. 12/ Devozione e prodezza, rispettivamente.
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Ieri credevamo bastasse disprezzare ciò che l'uomo conquista; oggi sappiamo che inoltre dobbiamo disprezzare ciò a cui anela. Nonostante la sua rabbia contro il cristianesimo, il lignaggio di Nietzsche è dubbio. Nietzsche è un Saulo che la demenza rapisce sulla via di Damasco. Amare significa comprendere la ragione che Dio ebbe per creare ciò che amiamo. La metafisica fallisce perché deve parlare del mondo, che è un proposito fallito, come fosse un proposito riuscito. Tre tipi di etica competono nella storia: le etiche democratiche dell'uùlità sociale, le etiche liberali della buona volontà individuale e le etiche aristocratiche della qualità della persona. Nelle prime la moralità dell'atto dipende dall'indole dell'effetto, nelle seconde dall'indole del motivo e nelle terze dall'indole dell'agente. Lo storico principiante riduce l'individuo in concetti; lo storico competente lo situa in un dilemma di costanti; il grande storico scorge in lui un universale concreto in cui il suo contesto si solidifica. Oggi, in letteratura, l'estremo è carente di interesse e il non estremo di importanza. Il successo negli altri generi è indizio di qualche merito, mentre le "glorie" del teatro sono l'enigma delle lettere. L'uomo è propenso ad usare tutti i propri poteri. L'impossibile gli sembra l'unico limite legittimo. Tuttavia, civilizzato è chi per ragioni diverse si rifiuta di fare ciò che potrebbe.
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Ricordando le gaffes dei propri colleghi di ieri, i critici contemporanei elargiscono l'incenso senza ravvisare che più grave di ignorare un gran artista è sbalordirsi di fronte a un mediocre.
Al fine cli correggere un difetto l'uomo preferisce il difeno ad esso simmetrico piuttosro che la sua qualità antagonista. Il profano se la ride delle soluzioni del filosofo perché ignora i suoi problemi. Soggettivo è ciò che è percepito da un solo soggetto e oggenivo ciò che è percepito da tutti i soggeni; ma tanto l'oggenivo quanto il soggettivo possono essere reali o fittizi. Gli adolescenti si alzano in volo con la sufficienza delle aquile, ma presto si schiantano goffamente contro il suolo come pretenziosi volatili cli cortile. Per spiegare la storia al marxista basta un lessico di dieci parole. Chi è di sinistra grida che la libertà muore nel momento in cui le sue vittin1e si rifiutano di finanziare il proprio assassinio. La dialettica dell'amore non è un processo di ascesa irreversibile bensì una serie infinita di rimandi. L'amore è essenzialmente l'adesione dello spirito a un altro corpo nudo. Dobbiamo ripudiare l'esortazione abominevole a rinunciare all'amicizia e all'amore per bandire le avversità. Al contrario, dobbiamo mischiare le nostre anime come intrecciamo i nostri corpi. Che l'essere amato sia la terra delle nostre estirpate radici. Una definizione è arbitraria perché possiamo definire l'oggetto scegliendo una qualsiasi delle sue relazioni, e non perché possiamo scegliere una relazione qualsiasi. Sebbene non abbia alvei, la ragione ha però dei limiti.
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Il potere tecnico è illimitato solo nello svilire e nel distruggere. Non esiste niente al mondo che l'entusiasmo dell'imbecille non possa degradare. Quando l'amore acquisisce la maturità perfetta, la lascivia è la sua unica espressione sufficiente. Si definisce problema sociale l'urgenza cli trovare un equilibrio fra l'evidente uguaglianza degli uomini e la loro evidente disuguaglianza. Il proletariato non detesta altro nella borghesia che la difficoltà economica di imitarla. In democrazia i politici sono i condensatori dell'imbecillità. L'amore ama l'ineffabilità cli ogni individuo. Quanto più grande è l'importanza di un'attività intellettuale, tanto più ridicola è la pretesa di avallare la competenza cli colui che la esercita. Un diploma di dentista è rispettabile, ma uno di filosofo è grottesco. L'opera d'arte non risolve che problemi artistici. La storia, come prodotto di una volontà divina, è una molteplicità cli contingenze che l'uomo pretende di trasformare in necessità per placare la propria angoscia. Pochi comprendono che ciò che dicono sarebbe importante solo se fosse detto da altri. Il teatro vive solamente quando non appartiene alla letteratura, ma se non le appartiene non dura.
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Riformare la società per mezzo delle leggi è il sogno del cittadino incauto e il preludio discreto ad ogni tirannide. La legge è la forma giuridica del costume oppure un sopruso alla libertà. La legittimità del potere non dipende dalla sua origine bensì dai suoi fini. Nulla è vietato al potere se la sua origine lo legittima, come insegna il democratico. Il cattolicesimo non risolve tutti i problemi, ma è la sola dottrina che li pone tutti. Non è solo tra le generazioni dove l'esperienza si perde, ma anche tra i periodi di una stessa vita. L'intelligenza del progressista non è mai qualcosa di più che il complice della sua carriera. Convincere quelli che hanno opinioni proprie è facile, però nessuno convince chi alberga opinioni altrui. Nessuno si afferra così tanto ai suoi pareri quanto chi è solo un'eco della propria epoca. L'architettura moderna sa erigere capannoni industriali ma non riesce a costruire un palazzo e neppure un tempio. Questo secolo lascerà solo le tracce del suo viavai al servizio delle nostre più sordide bramosie. L'uomo moderno non immagina fine più alto che il servizio dei capricci anonimi dei suoi concittadini. L'egoismo individuale pensa di essere assolto quando si coagula in egoismo collettivo. La vita comune è così misera che persino l'individuo più infelice può essere vittima dell'avidità del vicino.
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Quandanche l'umanità si avvalga di ogni artefatto inventato, alla fine stima soltanto chi lascia qualcosa di inutile: un'idea, una poesia, un tempio. La ruggine corrode la gloria degli insigni idraulici di questo secolo. Il suffragio universale non pretende che gli interessi della maggioranza trionfino, bensì che la maggioranza lo creda.
Chi preferisce una scuola a una chiesa - alla chiesa anche dd più srupido dei culti - non sa ciò che è una chiesa o una scuola. L'intelligenza indolente finisce per abdicare nelle mani di un tecnico. Il mondo dei sensi è una molecola di polvere nel mezzo di un torrente di acque invisibili. La storia è la narrazione di quello che accade quando dèi o demoni si impadroniscono di una carne mortale macchiando il suolo di sangue. Interi popoli, intere epoche si agitano, parlano, lottano sotto il dominio della storia. L'umano, se meramente umano, ha l'insignificanza di una pullulazione di insetti. Tutte le grida sono solo rumore se il dolore non le carpisce a una gola divina. Quanto più importante è qualcosa, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Per difendere una nazione c'è bisogno di un esercito, ma basta un solo uomo per difendere un'idea. Gli architravi secolari pesano su spalle solitarie. Nelle dispute l'inferiore riesce sempre a spuntarla perché il superiore si è ridotto a disputare. La civiltà è un fiore dalle mille sordide radici. Nulla di più virtuoso di qualsiasi critico del cristianesimo.
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Per giudicare il nostro tempo basta ricordare che i sociologi sono i suoi moralisti. La crescita della popolazione inquieta il demografo solo quando teme che ciò intralci il progresso economico o che renda difficile l'alimentazione delle masse. Ma che l'uomo abbia bisogno di solitudine, che la proliferazione umana produca società crudeli, che si richieda distanza tra gli uomini affinché lo spirito non soffochi è da lui trascurato. Poco gli importa della qualità dell'uomo. Affinché valga la pena di giocare, tanto vale aspettare che qualche catastrofe modifichi il gioco. Solo le banalità ci riparano dal tedio. La pittura Sung mette a confronto il paesaggio immenso con la meditazione di una figura minuta. La dignità dell'uomo risiede nella sottomissione che lo libera. Se confrontiamo due esemplari esteticamente diversi di una stessa specie, quello più brutto ci sembra un fatto empirico e quello più bello una necessità razionale. Il paganesimo costituisce per la Chiesa un altro Antico Testamento. L'uomo paga l'ebbrezza della liberazione con la noia della libertà. Conquista dopo conquista l'arte moderna è giunta al balbettamento. Il XX secolo è un naufragio che non finisce. Per un momento qualsiasi bastano solo testi mediocri. La civiltà è ciò che si salva per miracolo dallo zelo dei governanti.
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Ci sono poesie che è necessario accarezzare lentamente affinché si diano a noi. La storia dell'uomo non è il catalogo delle sue situazioni, ma la narrazione delle sue maniere imprevedibili di usarle. Per calcolare l'importanza del cristianesimo non conta l'originalità della dottrina, bensì la divinità di Cristo. Il politico pratico perisce sotto le conseguenze delle teorie che disdegna. Il consumo, per il progressista, si giustifica solo come mezzo di produzione. Beati i rivoluzionari che non presenziano al trionfo della rivoluzione. Più che di marxisti apostati, il nostro tempo è zeppo di marxisti stanchi. Due individui ispirano oggi particolare commiserazione: il politico borghese che la storia pazientemente mette alle strette e il filosofo marxista che la storia pazientemente confuta. Lo Stato totalitario è la struttura nella quale le società si condensano sotto la pressione demografica. Il miglior risultato della fermentazione intellettuale di un gruppo di giovani intelligenti è il libro che narra la loro frustrazione e il loro fallimento. L'idiozia delle sue passioni preserva l'uomo dall'idiozia dei suoi sogni. Le cose più nobili esistono perché alcuni uomini non disprezzarono le cose vane. La civiltà proviene da quello che il cittadino progressista, dinamico e democratico disdegna.
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L'uomo moderno è scandalizzato dai luoghi comuni tradizionali. TI libro più sovversivo del nostro tempo sarebbe un compendio di vecchi proverbi. TI progresso è la frusta che Dio ci ha scelto. TI metodo dialettico si utilizza per camuffare il nostro stupore davanti alle conseguenze imprevedibili dei fatti. TI raziocinio filosofico è importante solo quando è al servizio di un'intelligenza insolente. Tutte le verità vanno dalla carne alla carne. L'universo del malato non è una visione malata, ma una visione della malattia dell'universo. Così inizia il Vangelo infernale: Nihil erat in principio et credidit nihil esse deum, et /actum est homo, et habitabit in terra, et per hominem omnia /acta sunt nihil. n TI male possiede solo la realtà del bene che annulla. La storia delle religioni non è storia di pareri bensì di avventure. Chi divinizza la storia presto o tardi divinizza anche il proprio avversario. Nietzsche sarebbe l'unico abitante nobile di un mondo abbandonato. Solo questa altern2 321 Leclio diflicilior polior. la lettura più difficile è la più forte.
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Le grandi intelligenze esibiscono idee di marmo che il volgo intellettuale ripropone nel gesso. Il cri��ianesimo del nostro tempo invece di evolvere si involve . Rifiutando la cristologia trinitaria, accentuando l'indole comunitaria della Chiesa, predicando un'escatologia immanentista il cristianesimo attuale retrocede verso un monoteismo unitario, un tribalismo mistico e un messianismo politico. Amalgama di giudaismo preprofetico e di giudaismo postesilio, il cristianesimo progressista omette solo il giudaismo profetico, dal quale è germinato il seme dell'albero evangelico. «·
Certuni maneggiano le proprie idee con eleganza ereditaria, certi altri con imperizia da nuovo ricco. Colui che inventa un'idea le attribuisce meno importanza di colui che la compra. L'uomo intelligente ha il diritto di sbagliare. Solo lo sciocco ha l'obbligo di non farlo. Le idee sono bestie mitiche che divorano gli sciocchi. Essi le alimentano e le avvelenano. Nel carcame dell'idea proliferano le larve degli imbecilli. La mediocrità che ci impaurisce può essere l'ombra che proietta sul mondo la mediocrità nostra. Le coorti disciplinate dei "ribelli" sfilano nel nostro tempo fra le ovazioni frenetiche del pubblico e sono la protezione delle autorità civili ed ecclesiastiche, mentre i "conformisti" scappano perseguiti cospirando in solitarie soffitte. Le opinioni rivoluzionarie sono l'unica strada, nell'attuale società, che possa assicurare una posizione sociale rispettabile, l ucrativa e tranquilla.
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Il primato di San Pietro infastidisce il clero progressista, il misticismo di San Giovanni Io tedia, la teologia di San Paolo Io indispettisce. Non sarà forse che il suo patrono è l'apostolo provvi_sto di coscienza sociale, colui che contestò Io sperpero cerimoniale di unguenti e colui che propose di vendere la mirra liturgica per distribuire il guadagno tra i poveri? La Chiesa impotente di oggi scorda che solo i potenti non si screditano dicendo scemenze. Le epoche storiche sono periodi di tempo durante i quali predomina un distinto tipo di norma. I secoli XVIII e XIX sono stati il periodo delle norme giuridiche. Il secolo XX è stato il periodo delle norme economiche. Si sta abbozzando un nuovo periodo durante il quale predomineranno le norme biologiche. Quindi, l'epoca che comincia affronta in modo primordiale i conflitti etnici, una crescente pressione demografica e un crescente svilimento della specie. Le genetica permette di definire quale sia stato l'errore delle ideologie derivate dalla Aufkliirung. Il trattato di genetica più dementare sancisce la condanna di teorie dimentiche di legami sessuali e mutazioni genetiche, che per interpretare la storia o riformarla rivolgono la loro attenzione alle sole influenze circostanziali. Fuori dal proprio contesto specifico il vocabolario di ogni scienza si degrada in generalità pretenziose. Lo sconcerto intellettuale nd quale viviamo non proviene dal frazionamento crescente della scienza, bensì dal rigore crescente della filosofia. L'uomo cammina barcollando quando la filosofia si rifiuta di sporcarsi le mani. La statistica è lo strumento di chi rinuncia a comprendere per poter manipolare.
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Gli errori "irrilevanti" di un calcolo applicato all'uomo sono brandelli di carne sanguinolenta. Se non accantona l'ambizione di realizzare tutto ciò che può, l'uomo alla fine si eliminerà. La somma delle specie vegetali include le piante velenose. A questo punto l'uomo non sa più se la bomba all'idrogeno rappresenti l'orrore finale o l'ultima speranza. Vivendo in un universo che la scienza fa diventare astratto ogni giorno di più, fra tecniche che lei sottopongono a comportamenti crescentemente astratti nel mezzo di un ammassamento umano che impone relazioni sempre più astratte, l'uomo attuale cerca di scappare da questa astrazione che gli fa scomparire il mondo e gli fa incartapecorire l'anima, sognando il futuro - l'astratto tra gli astratti. Le professioni di fede dell'uomo di scienza bastano per provare l'esistenza della metafisica. La loro idiozia non sarebbe così palese se non ci fosse qualcosa contro cui peccare. Da una scienza all'altra fluisce oggi una cascade de mépris.H Gli specialisti si salutano con gesti fraterni e sguardi sdegnosi. La psicologia del comportamento predilige la cronaca incoerente dello spettatore alla storia intelligibile del partecipante. La psicologia moderna ha abbandonato l'introspezione non tanto per conseguire risultati più precisi, quanto per ottenerne di meno inquietanti. Non è per accordare all'uomo un'interiorità fittizia che discerniamo una possibilità di capire distinta dalla possibilità di spiegare. 33/ Cascara di disprezzo.
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È, invece, perché siamo in grado di capire e non semplicemente di spiegare che discerniamo dalla mera esteriorità un'interiorità dello spirito. Quando l'individualità awizzisce, la sociologia germoglia. Le tacite supposizioni di qualunque scienza sono più importanti dei suoi insegnamenti. Soltanto quello che una scienza ignora di se stessa identifica quello che dice. L'epistemologia è l'azione demistificatrice verso le ideologie congenite della ragione umana. Solamente il solitario scampa al provincialismo. Definiamo "progresso" di una società qualunque processo che la faccia assomigliare a quella odierna. Il "progresso" non è l'approssimazione crescente ad una norma, bensì a un tipo di civiltà transitoriamente imperante. Non esistono che istanti. L'arte consta di una pluralità empirica di processi particolari di perfezionamento cadenzati dalle rispettive successioni di rotture. La società moderna disattende i problemi fondamentali dell'uomo poiché ha a malapena il tempo di prestare attenzione a quelli che essa stessa origina. L'uomo primitivo trasforma gli oggetti in soggetti mentre l'uomo moderno i soggetti in oggetti. Potremmo supporre che il primo si inganni, però sappiamo con certezza che il secondo è in errore. L'immoralità del governante è l'ultima protezione del cittadino contro il crescente potere dello Stato. Da un prevaricatore si può sperare della compassione, da un dottrinario invece no.
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Le anime che non sono teatro di conflitti sono dei palcoscenici vuoti. La concordia è tediosa. Criticando il dualismo, scambiando chi distingue con chi contrappone, si adotta una tempestiva trasformazione del cristianesimo in un immanentismo naturalista. I monismi sono rappresentazioni drammatiche neUe quali il dramma è una fandonia e gli attori deUe ombre cinesi. Le più tenaci convinzioni sogliono essere una cristallizzazione di erronee opinioni altrui ascoltate casualmente. Quelli che disprezzano cose che sappiamo essere degne di rispetto ci paiono semplicemente fastidiosi o grotteschi, però non perdoniamo mai quelli che disprezzano cose che stimiamo senza tuttavia essere sicuri che meritino la nostra stima. L'insicurezza è permalosa. Il mondo ha rispetto soltanto del cristiano che non si scusa. Sono due secoli che il popolo ha suUe proprie spalle non solo i suoi sfruttatori, bensì anche i suoi liberatori. La sua schiena è ricurva di un peso doppio. Con la scomparsa della loro profondità religiosa le cose si riducono ad una superficie senza spessore dalla quale traspare il nuUa. L'uomo non arriva a risolvere i problemi. Nel più felice dei casi si trova improvvisamente di fronte a problemi risolti. Gli sviluppi della stampa hanno stimolato la moltiplicazione di libri disordinati e prolissi, mentre la necessità di ricorrere a copisti e pergamene induceva ad essere diligenti e concisi.
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L'imperfezione di un testo era un tempo involontaria, oggi invece non lo è necessariamente. La rotativa espelle immondizia che non ha nessuna pretesa di essere qualcosa d'altro. Così come la tragedia esiste solo fra principi o dèi, allo stesso modo esiste architettura solo per dèi o principi. L'architettura moderna non è che un melodramma borghese. Generalmente si dividono gli oggetti in reali e fittizi come se non ci si scontrasse continuamente con delle finzioni e come se non ci mancasse mai il terreno all'appoggiarsi ad una realtà. Per convincere il nostro interlocutore suol essere necessario inventare argomenti ignobili, fraudolenti e ridicoli. Coloro che rispettano il prossimo falliscono come apostoli. I libri divertenti fanno provare vergogna agli illetterati. Il sentimentalismo democratico imbarbarisce l'anima popolare e la appronta al crimine. Gli emollienti dell'anima la fanno diventare assetata di sangue. La sinistra approdò in America col padre Las Casas. E in modo paradigmatico successe ciò che suol succedere alla sinistra: lì non liberò l'indio, però rese schiavo il nero. Obbligato a studiare il condizionamento subcosciente dei fatti da parte delle loro circostanze geografiche, economiche, sociali, ecc., lo storico odierno alla fine scrive una storia che nessuno ha vissuto. La storia, tuttavia, dev'essere storia della coscienza nell'epoca narrata, al fine di evitare che si converta nel manifesto delle opinioni precarie dello storico. Ieri, invero, è indubitabilmente successo solo quello che è successo nella coscienza. Il resto è meramente l'opinione di oggi su quanto accaduto ieri.
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Trattandosi di valori soggettivi, esclusivamente determinati dalle preferenze di individui immersi nel loro contesto sociale, i valori economici di epoche distinte non sono confrontabili tra loro. I valori oggettivi sono confrontabili, però che cosa significasse in un passato qualsiasi una determinata somma di denaro è un enigma che forse non riusciremo mai a decifrare. La predicazione del "solo Vangelo" non elude qualunque teologia, bensì sostituisce meramente quella del predicatore a quella della Chiesa. Ignorare la struttura religiosa di ogni azione significa oggi assomigliare a quelli che ieri ne negavano la struttura economica. I marxisti occupano oggi una posizione intellettualmente simile a quella degli antimarxisti di ieri. La morte di Dio è un'opinione interessante, che ad ogni modo non intacca Dio. L'immoralità professionale dello storico sta nell'impossibilità di agognare l'inesistenza di qualunque cosa sia esistita. Essere uno storico vuol dire sentirsi incapace di bramare la cancellazione dalla storia persino di ciò che biasimiamo. Lo storico si sa complice del male, perché senza di esso sarebbe carente di argomento. La parola "umanità" in bocca al cattolico è indice di apostasia e in bocca all'incredulo è presagio di massacri. L'esperimento non conferma e neppure confuta assiomi matematici o dogmi religiosi. Il cristianesimo avvizzisce nelle epoche che non sono naturalmente cristiane. L'incoerenza di un'interpretazione del mondo non è segno di verità, però la sua coerenza è segno di errore.
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Montaigne e Burckhardt, i miei santi patroni. Quando lo storico intuirà che il marxismo lo ha indotto a scrivere una storia di istiruzioni giuridiche sotto il nome di storia economica, il passato muterà di aspetto. In effetti, così come non è il salario ciò che definisce economicamente il mondo moderno, bensì la fabbrica, in modo analogo non è sul servo che si basa l'economia medievale, bensì sulla villa. Villa romana o carolingia, castello feudale o abbazia benedettina, Landsitz, chateau, country-house, la hacienda è stata l'autentica infrastrutrura dell'Europa passata. La civiltà occidentale è stata una cospirazione di hacendados. 34 Per castigare l'ambizione di un potere titanico è bastato a Dio il concederlo. La saggezza oggi non sta nel rinunciare a ciò che non possiamo raggiungere, ma a ciò che invece raggiungiamo. L'etica tenta sempre di mettersi dove non ci sta. Siccome il protestantesimo di Lutero si scinde in due attitudini distinte è necessario distinguere due famiglie di protestanti. Quella il cui protestantesimo ripudia la teologia sacramentale, il monachesimo e il sacerdozio, e quella il cui protestantesimo è una resa esultante alla grazia. Confonderle vuol dire non distinguere fra un cristiano che si defila e un cristiano che si affina. Il cristiano intollerante pecca contro la propria dottrina, posto che insegna che la fede è un dono della grazia. Il razionalista, al contrario, non può essere tollerante, posto che afferma che solo la passione intorbidisce le evidenze della ragione. Le persecuzioni sono effetti del morbo razionalista quandanche l'inquisitore sia un domenicano e non un rappresentante in missione. 34/ Gli hocendado, sono i proprietari delle hode11do1, tenute di carattere soprattutto latifondista.
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Parlare in modo che l'uditorio capisca non consiste nel predicargli ciò che vuol sentire. Il cristianesimo liberale di ieri e il cristianesimo progressista di oggi, per convertire il mondo, invece di adottare un linguaggio che il mondo capisce adattano il cristianesimo al mondo. Cristianesimo, democrazia, nazismo e comunismo hanno denigrato così tante parole necessarie che oggi risulta difficile parlare di alcunché senza sembrare complice di qualcosa di basso e vile. I contemporanei hanno stima dei libri tediosi quando sono pretenziosi e pedanti. La posterità se la ride di quegli idoli polverosi per venerare, neanche a dirlo, gli analoghi santoni del proprio tempo. Qualunque religione altrui oscilla fra il ridicolo e il diabolico. I ragionamenti convincono soltanto coloro che necessitano
di una scusa per arrendersi.
La Chiesa, nello spalancare le sue porte, intendeva rendere facile l'entrata a quelli di fuori, senza pensare che piuttosto rendeva facile l'uscita a quelli di dentro. La civiltà occidentale è stata il risultato di un'alleanza fra possidenti e vescovi. Maturare significa veder crescere il numero di cose sulle quali sembra grottesco opinare, tanto in modo favorevole quanto contrario. Storico marxista ed esegeta cattolico: entrambi mentono. La storia è più un dialogo fra storici che una narrazione di fatti. Le interpretazioni inesatte dell'argomento da parte dei predecessori è il vero argomento dello storico.
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Intelligente è colui al quale sembra difficile ciò che agli altri sembra facile. Il numero delle soluzioni temerarie proposte da un politico cresce con l'idiozia degli uditori. L'interpretazione di un linguaggio mitico consiste nell'esplicitare l'ambito dei postulati epistemologici in cui si situa e non nd sottoporre i suoi testi alla sintassi della scienza. L'onesta convinzione non scarta la possibilità di essere errata; semplicemente non concepisce la probabilità di esserlo. Lo scienziato si seme autorizzato a filosofare per il fatto di condividere alcuni vocaboli con il filosofo. La civiltà moderna: un'invenzione di un ingegnere bianco per un re nero. Una filosofia che sopprime il problema dd male è una favola per bambini tonti. La complicazione è la prerogativa più alta dell'uomo. L'enciclopedismo è stato più un furbo trovatello a caccia di un padre rispettabile che un figlio di Cartesio. Dobbiamo dubitare dd diritto degli imbecilli di rendere culto alla "ragione cartesiana". Un razionalismo estremo (Constitutio de Fide dd Concilio Vaticano I) ed un anti-historismon virulento (Pontificia Commissione Biblica) impedirono alla Chiesa di vedere che, dal corsiero della storia, un San Giorgio romantico dava lanciate a quella "ragione" che pretendeva di divorarla. L'omogeneità crescente dell'uomo fa presagire una società nella quale l'orma dd distincti non discreti della società angdica sarà soppressa dal discreti non distincti% della società infernale. 35/ Per il termine historismo vedasi la nota a piè di pagina numero 17. '" 36/ "Distinti ma non separati nel primo caso e "separati ma non distinti" nel secondo.
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Non c'è nessuno che non scopra improwisarnente l'importanza di virtù che disdegnava. Le letterature delle attuali repubbliche, come anche i loro eserciti, non servono nelle dispute internazionali. L'intellettuale latinoamericano deve trovare dei problemi per le soluzioni che ha importato da altrove. La "aletteratura" possiede per finalità sottolineare tutto ciò che la letteratura intendeva omettere di proposito. Lo scrittore attuale divulga preferentemente ciò che lo scrittore di ieri taceva per disdegno e non per inesperienza o paura. Per essere tedioso e villano si richiede meno talento di quello che si pensa. I valori plebei, da Omero a Yeats, hanno vegetato presso i suburbi delle lettere come proletari oppressi. La letteratura odierna è redatta da Tersite. La letteratura è troppo ricca e la nostra memoria troppo esigua per non awisare il lettore che il semplice talento non basta. La posterità di un'opera d'arte suol farci dispiacere che essa sia esistita. La pittura attuale ha più appassionati dell'attuale letteratura, poiché il quadro si mostra in due secondi di noia mentre il libro non si legge in meno di due ore di tedio. Malgrado il prurito dell'originalità la letteratura moderna è redatta da bibliotecari vergognosi. Le opere moderne mantengono le promesse dei loro programmi come le medicine popolari mantengono quelle dei santoni che le decantano. Però, se la tiritera era stata iniziata da Mallarmé e Rimbaud, solo i nostri contemporanei imbottigliano la semplice acqua di rubinetto.
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La verbosità delle teorie estetiche aumenta con la mediocrità delle opere come quella degli oratori con la decadenza della propria patria. Di solito i piedi dello scriba si impigliano nelle fimbrie dd manto profetico. Qualunque sia la propria ascendenza plebea, chi ottiene che il Cattolicesimo Medievale lo adotti parrà di lignaggio patrizio. Il corpo è una narrazione dell'anima. Tutte le novità sono una minima aggiunta a un patrimonio colossale di roba vecchia. L'uomo è costretto a camminare coi piedi legati. Dall'esterno tutto quello che è importante pare burlesco. Siccome la Chiesa Cattolica ha mantenuto sempre una separazione precisa fra ortodossia ed eresia mentre il protestantesimo ostenta una gamma di sfumature dottrinarie, la storia della teologia cattolica è meno interessante del monumento intellettuale che erige, mentre la storia della teologia protestante è più interessante dell'edificio privo di stile che costruisce. Non la scienza o la storia hanno provocato la crisi attuale del cristianesimo bensì i nuovi mezzi di comunicazione. Il progressismo religioso è l'impegno di adattare le dottrine cristiane alle opinioni difese dalle agenzie di notizie e dagli agenti pubblicitari. L'osservanza dd cattolico è mutata in un'infinita remissività verso tutti i venti dd mondo. Il volgo è convinto di pensare liberamente solo quando la sua ragione capitola di fronte ad entusiasmi collettivi. Chiunque parli delle regioni estreme dell'anima necessita presto di un vocabolario teologico.
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Le idee generali sono l'incantesimo con il quale il grande storico risuscita i propri morti e il maleficio con il quale lo storico scadente li uccide per la seconda volta. "Dio è morto" ha esclamato il Venerdì Santo che è stato il XIX secolo. Stiamo vivendo oggi nell'atroce silenzio del sabato. Nel silenzio della tomba abitata. In quale secolo albeggerà, sulla tomba deserta, la Domenica di Pasqua? I princìpi dell'intelligenza sogliono essere dei borghesi pusillanimi. Nel momento in cui i presunti peregrinantes in hoc mundoH si alleano con i civibus hujus saeculz' 8 vediamo subito che si trattava di indigeni che si facevano passare per stranieri. La critica marxista ha adonato Balzac per il fatto di supporre che egli confessi la sconfitta delle proprie idee reazionarie nel narrare il trionfo della borghesia. Compromesso dottrinariamente a non accogliere altro criterio che quello della "necessità storica", il marxista non comprende che Balzac possa essere reazionario precisamente perché la borghesia trionfa. Il successo non rappresenta una categoria assiologica. La meditazione non origina nulla. Semplicemente incuba idee previe. I sistemi dovrebbero essere solo la scia momentanea del pensiero. Pensare suol consistere nella comprensione improvvisa dell'idea che abbiamo avuto in un certo momento e che abbiamo scordato senza aver capito. 37 / Peregrini in questo mondo. 38/ Cittadini di questo secolo.
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Il nostro pensiero giunge a tediarci allo stesso modo della nostra faccia. La logica disciplina i discorsi fra compagni di partito, però le conversioni dipendono dalla sezione di letteratura e belle arti. Al fine di distrarre il popolo mentre lo si sfrutta i dispotismi sciocchi favoriscono le Ione da circo e il dispotismo astuto sceglie le Ione elettorali. Persino il buon democratico non accetta sentenze elettorali avverse perché creda in un diritto delle maggioranze, bensì perché il punto controverso non gli importa o perché si sa impotente. Non essendo riuscita ad ottenere che gli uomini pratichino ciò che insegna, la Chiesa attuale ha risolto di insegnare ciò che essi praticano. Il momento in cui il pensiero è affascinato solo dal proprio funzionamento giunge ben presto. Gli uomini di sinistra non sono i rappresentanti dei poveri bensì i delegati delle idee povere. Il ricordo più prezioso di quasi qualunque individuo suol essere un ricordo sordido. Un solo concilio non è altro che una singola voce all'interno del vero concilio ecumenico della Chiesa, che è la sua storia totale. Nessun parùto, setta o religione deve confidare in chi conosce le ragioni per le quali si affilia. Qualunque autentica adesione, in religione, politica e amore, anticipa il ragionamento. Il traditore sceglie sempre razionalmente il partito da tradire.
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Fino a ieri gli scrittori si rammaricavano per la mancanza di critici. Oggi invece mute di critici sono instancabilmente sulle loro tracce. Una volta c'era chi non mangiava, oggi non c'è niente da mangiare. Il popolo non crede mai che coloro che parlano in modo enfatico dicano scemenze. Il cattolicesimo popolare è il centro di qualsiasi ira progressista. Fede popolare, speranza popolare e carità popolare indispettiscono un clero di estrazione piccolo borghese. Camminando a fianco dei plebei i nostri vizi ci difendono e le nostre virtù ci tradiscono. Quelli che ripongono la loro speranza nel mondo sono appena un po' più stupidi di quelli che dallo spettacolo del mondo non sono divertiti. Con buon umore e pessimismo non è possibile sbagliarsi né annoiarsi. L'amore verso il prossimo è stato brevettato come la migliore giustificazione del]' apostasia. La storia contemporanea dimostra che un salario modesto può reclutare esecutori per i peggiori crimini ma anche per i compiti più umanitari. Il denaro in questo secolo ottiene quello per cui sembrava necessario avere la collaborazione di Dio o del diavolo. L'importanza di una nozione religiosa non scaturisce dalle conseguenze che possiede, bensì dal valore religioso autonomo che ostenta. Senza dubbio conviene insultare il reazionario conclamato (rinnegato dei Whigs - lost reader - gazzettiere della Santa Alleanza - borghese intimorito dalla Comune, ecc.), però è il caso di tacere la lista dei reazionari cauti se non intendiamo sbreccare le convinzioni del democratico.
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Allo scrittore deve importare soltanto il tema che tratta; a noi deve importare soltanto lo scrittore.
Al fine di interpretare determinati uomini è sufficiente la sociologia. La psicologia è già troppo. Che cosa definiamo propriamente "storia"? Il mondo visto attraverso gli occhi del XIX secolo. Fondamentalmente il rivoluzionario è un uomo privo del sospetto che l'umanità possa attentare contro se stessa. In pochi lustri l'avanguardia presenta lo spettacolo delizioso della sua indignazione nel vedersi trasformata in retroguardia. L'uomo non ha il potere di fare niente di importante. Può soltanto sperare che quello che fa risulti importante. Possiamo soltanto spolverare la stanza nella quale forse si poserà un'orma immacolata. Quanto più stupide sono le ragioni che assegnamo ad un atto tanto meno corriamo il pericolo di sbagliarci. Il reazionario simpatizza con il rivoluzionario di oggi poiché lo vendica di quello di ieri. Come ethos di una classe media, di una classe fra due classi, l'autentico ethos borghese è uno dei successi indiscutibili dell'umanità occidentale. La calamità presente non proviene dall'esistenza di un ethos borghese, bensl dall'ambizione sociale di un settore della borghesia che si è trasferito ai piani alti dell'edificio senza mutare nell'anima. Il pensiero democratico suol dedurre le conseguenze di un fatto con la stessa disinvoltura lineare delle implicazioni di un principio. Al contrario, ciò che il reazionario sa vedere è l'indole paradossale dei fatti, degli uomini e del mondo.
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La natura paradossale del mondo empirico, la natura paradossale della dottrina cristiana e la natura paradossale , del pensiero reazionario sono la triplice orma della Volontà creatrice, della Volontà rivelatrice e della Volontà arrendevole alla suprema Volontà. Gli errori sociali del cristianesimo, nell'ultimo secolo, hanno avuto origine dallo sbaglio di adattare il suo conservatorismo congenito alla difesa di condizioni sociali provenienti da un progetto rivoluzionario avverso alla propria dottrina. Il cristianesimo patisce le conseguenze di aver custodito il processo di industrializzazione di una società democratica. Si può celebrare la messa in palazzi o in capanne, però non in quartieri residenziali. Dobbiamo rispettare, anche quando non lo merita, l'individuo eminente che è rispettato dal popolo per non mancare di rispetto alla nozione di rispetto. Oggi rinunciare a proibire non vuol dire permettere, bensì fomentare ciò che era proibito anteriormente. La Chiesa ha vissuto un millennio e mezzo della sua alleanza con il "trono". Però all'incirca soltanto un secolo delle sue collusioni capitaliste. Tutto indica che i suoi congiungimenti proletari saranno ancora più corti. Fatta eccezione per la regola benedettina tutti gli statuti delle collettività umane sono grotteschi e rozzi. Il mentale dipende ovviamente dal fisico, però mentale e fisico sono semplicemente idee dello spirito. Nelle società dove tutti si credono uguali l'inevitabile superiorità di alcuni fa in modo che gli altri si sentano dei falliti.
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Inversamente, nelle società dove la disuguaglianza è la norma ciascun individuo si situa nella propria differenza senza avvertire l'urgenza né concepire la possibilità di compararsi. Soltanto una struttura gerarchica è pietosa verso i mediocri e gli umili. Gli epigrammi contrari alla democrazia e al progresso sono a carico della storia. Il compito dello storico consiste meno nello spiegare ciò che è accaduto che nel far comprendere come il contemporaneo comprendeva ciò che accadeva. La storia, nello storico marxista, respira durante le intermittenze del marxismo. L'attività sessuale dell'impotente sul cadavere della sensualità si chiama erotismo. La difesa contro le "meta.fisiche della cattedra" assorbe così tanto l'attenzione dei fanatici dell'analisi linguistica che non avvertono di essere stati invasi dalla metafisica della strada. Cosl come nella nostra società hanno successo i bassifondi sociali, allo stesso modo nella nostra letteratura hanno successo i bassifondi dell'anima. Il vero cattolico maschera la propria fede. Non perché se ne vergogna, ma perché essa non si vergogni di lui. Quando si realizzino le promesse progressiste l'umanità magari sarà salvata da uno schifo rendentore. Quando cesserà l'ultima orazione all'ultimo feticcio l'universo si dissolverà nel nulla. Il democratico suol lamentarsi solo se l'opinione pubblica lo abbandona.
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Oggi viene pubblicato con successo un tipo di libro fra il libro serio e quello popolare: il best-seller per intellettuali. Il "paternalismo" irrita i figli di padre sconosciuto. Davanti a un pensiero avverso il pensiero reazionario non si paralizza in un rifiuto indignato. Tenta al contrario di assimilarlo sapendo di essere capace di alimentarsi di succhi velenosi. Rispetto soltanto la dichiarazione enfatica che è carica di interrogativi clandestini. L'apprendimento dell'arte di vedere merita il nostro massimo impegno. L'arte di vedere ciò che risulta inarrivabile alla nostra solita visione. L'arte di vedere nell'implacabile volgarità dell'universo visibile gli aspetti scoperti dall'immaginazione estetica. Siamo giunti a un tale estremo di limitatezza che crediamo reale solo ciò che potrebbe sussistere nella supposizione che le arti siano abolite. Lo scrittore, se le sue frasi non hanno filo, si ingarbuglia nei fatti. La "filosofia della storia" potrà tenere occupato seriamente solo qualche arcangelo ozioso che medita sul cadavere del mondo. Quelli che si rifiutano di prostituirsi nella baraonda plebea di questo secolo dovranno imparare nuovamente il rispetto. In mano al sociologo la storia si converte in un catalogo tedioso di paradigmi essiccati. Le idee ugualitarie adulterano la nostra percezione del contemporaneo e in più troncano la nostra visione della storia.
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Nel nostro tempo nessuno può ribellarsi contro l'oscurantismo progressista e democratico con la speranza di vincere. Semplicemente, perché sente il dovere di testimoniare. Oggi il reazionario è meramente un naufrago dignitoso. Le nostre verità sono troppo genuine per cadere nell'azione impropria di puntellarle con le dottrine scientificamente alla moda. I giudizi di valore, nelle Geisteswissenscha/ten39 , si rimpiazzano soltanto con pregiudizi. Il "razionalismo" è l'incapacità patologica di discernere tra forma e materia del raziocinio. La grande intelligenza non è un'intelligenza più grande di una ordinaria bensì di un'altra specie. Le teorie, nelle Geisteswissenscha/ten, non sono soluzioni ai problemi ma maniere nuove di parlare di essi. Il "cartesianesimo" è una calunnia contro Cartesio. La filosofia che non si accontenta in ultima istanza di catalogare aporie, alla lunga risulta meramente comica. L'uomo colto è chi riesce a collocare un architrave greco sulle colonne simmetriche del classicismo francese e del romanticismo tedesco. L'uomo non chiama soluzione la formula risolutiva dei problemi bensì quella che li occulta. La dignità umana è quello che si acquisisce attraverso la lotta contro se stessi in nome di una norma. Quello che non proviene da un conflitto è bestiale o divino. 39/ Scienze dello spirito.
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La filosofia ha per oggetto, innanzitutto, impedire che le scemenze del giorno oscurino le finestre e spranghino le porte. Per lo scemo sono autentici soltanto i comportamenti concordi con l'ultima tesi psicologica alla moda. Lo scemo, nell'osservare se stesso, vede sempre corroborata sperimentalmente qualunque fesseria che possa presumere scientifica. Allietarsi malevolmente dei disastri della società moderna non vuol dire godere delle umiliazioni dell'uomo. Significa applaudire i fallimenti della volontà sinistra che lo muove. La stoltezza umana impaurisce coloro che credono che la fortuna di un valore dipenda dalla volontà dell'uomo. Però diverte coloro che sanno che il valore non è alla portata delle sue mani né è esposto alla sua inabilità. L'uomo può mutilare solo se stesso. Nel vocabolario dello storico i verbi reciproci dovrebbero prevalere. Miei fratelli? Sì. Miei uguali? No. Giacché ce ne sono di minori e di maggiori. Il romanzo pornografico sarà sempre uno sgorbio perché il coito non è un atto dell'individuo, bensì un'attività della specie. Dio non ci chiede "collaborazione", bensì umiltà. Quelli che professano opinioni che i nostri contemporanei non disprezzano devono vergognarsi. Quando il progressista condanna, qualunque uomo intelligente deve sentirsi alluso.
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La morte del passato giustifica chi è costretto a preferire il presente per la propria immaginazione miserevole, però niente può scusare chi preferisce l'arte presente nel caso in cui sopravviva l'arte passata. Le dimensioni del fatto storico tendono ad imporre categorie specifiche di interpretazione. L'aneddoto, per esempio, favorisce motivi psicologici, l'accadimento spiegazioni sciologiche, il periodo fondamenti economici, l'epoca un condizionamento da "idee". Per finire, i grandi aspetti storici - civiltà, culture, ere, ecc. - hanno bisogno del servizio di entità metafisiche: visione, prospettiva, stile, Stimmung'-0, ecc. Non vi è niente di più difficile che comprendere l'incomprensione degli altri. Il critico d'arte suol condannare l'opera che meglio osserva i princìpi in nome dei quali egli la giudica. Per evitare la tentazione di attribuire all'estetica moderna la ributtante mediocrità dell'arte attuale, dobbiamo ricordare la mediocrità similare della plebe artistica di qualunque stile. La mediocrità non ha né patria né epoca. La storia letteraria insegna che l'opera di ogni grande poeta si distingue in due parti: quella che ammiriamo e quella che ha influito sulla letteratura. I cattolici hanno smarrito persino la simpatica capacità di peccare senza dover argomentare che il peccato non esiste. L'etnografo compila meramente dati per lo storico futuro. Il marxista, per salvarsi dalla sconfitta in campo aperto, si introduce nella fortezza hegeliana per la fessura che gli aprono i manoscritti giovanili di Marx. 40/ Stato d'animo, atmosfera.
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Quando le proprie conseguenze logiche fanno scontrare il marxismo con un fatto, il marxista, sostenendosi sugli obiter dieta'" di Marx o Engels, lo costringe a uno balzo leggiadro e sleale. La storia non è venerabile perché opera dell'uomo, bensì perché luogo di alcune epifanie gratuite. È arduo simpatizzare con il clero moderno dal momento in cui è diventato anticlericale. Dobbiamo limitare la nostra ambizione alla pratica di un metodico sabotaggio spirituale contro il mondo moderno. Narrare ciò che l'uomo compie o dice è una mansione storica subalterna. La storia fondamentale è quella che si interessa delle variazioni della sensibilità nel tempo. Il conformismo obsoleto è lo scandalo del conformismo presente. Nessuno disdegna così tanto l'idiozia di ieri quanto l'idiota di oggi. Ogni giorno ho minor speranza di imbattermi in qualcuno che non alberghi la certezza di sapere in che modo si curano i mali del mondo. L'uomo comune suol avere personalità nelle faccende quotidiane. Però l'affanno di esprimerla lo converte in esponente dei luoghi comuni alla moda. La volgarità sorge quando l'autenticità è perduta. L'autenticità si perde quando la si cerca. 41/ Obiter dictum: detto incidentalmente.
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La volgarità tipica di questo secolo è la pretesa di essere distinti dai nostri congeneri, essendone identici. Gli uomini sono meno uguali di ciò che dicono e più uguali di ciò che pensano. Il più interessante capitolo della sociologia non è ancora stato scritto: è quello che studierà le ripercussioni somatiche dei fatti sociali. L'antropologo attuale, sotto lo sguardo severo dei democratici, corre rapidamente sopra le differenze emiche come se si trattasse di brace. Quelli che con enfasi e fervore esclan1ano "efficacia!", "efficacia!", favoriscono massacri. Le tattiche delle controversie tradizionali falliscono di fronte al dogmatismo imperterrito dell'uomo contemporaneo. Per sconfiggerlo sono necessari stratagemmi da guerrigliero. Non dobbiamo confrontarci con esso attraverso argomenti sistematici e neppure presentando metodicamente soluzioni alternative. Dobbiamo fare fuoco con qualunque arma e da qualunque cespuglio su qualunque idea moderna che avanza solitaria nel cammino. Qualsiasi letteratura strettamente contemporanea è sempre coriacea. Per una degustazione occorre attendere che irrancidisca. Al filosofo risulta impossibile credere che quello che pensa possa essere definitivo, e altrettanto impossibile credere che non possa esserlo. Questa è la sua piaga segreta. Scrivere sciocchezze leggibili è un privilegio delle grandi intelligenze.
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Per praticare senza scrupoli ogni funzione borghese all'individuo di sinistra è sufficiente preparare il loro esercizio con l'esorcismo dell'insulto. "Purezza", "poesia", "autenticità", "dignità" sono le voci chiave dell'attuale lessico tecnico per parlare di qualsiasi narrazione pornografica. Una certa specie di apologisti cerca un posto per il cristianesimo nella società moderna mostrando certificazioni favorevoli rilasciate da fisici o biologi. Come se mendicassero le raccomandazioni di vecchi domestici per recludere in un sanatorio il padrone in rovina. Peggio del sentin1entalismo della virtù è il sentimentalismo del vizio. Secolo XIX - secolo XX. Se fa riferimento a problemi seri la parola "soluzione" possiede una sonorità grottesca. Un argomento irrobustisce ciò che non riesce ad uccidere. La prima manipolazione democratica di un testo cristiano è quella presente nel prologo al Vangelo di San Giovanni (V, 13). Il testo volgare è quello di tutta la tradizione manoscritta (fatta eccezione per il Codex Veronensis), però la lezione corretta è quella di San Giustino e Sant'lreneo. Tertulliano (De Carne Christi) denunciò i valentiniani come corruttori del testo. Gli gnostici evidentemente si aggiravano intorno a questo Vangelo. Non fu infatti Eracleone il suo primo commentatore? L'atteggiamento rivoluzionario della gioventù moderna è un'inconfondibile prova di attitudine alla carriera amministrativa. Le rivoluzioni sono incubatrici perfette di nuovi burocrati.
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Il tempo suol vendicare il cristianesimo dall'acerbità degli apostati dato che ciascuno di essi finisce per professare gioiose sciocchezze. Una certa dose di volgarità rende famoso qualunque libro. Il comunismo non si è rivelato la peripezia finale della Verelendung'2 proletaria, bensì la metamorfosi finale del proletariato in borghesia.
Al fine di democratizzare il cristianesimo si devono manipolare i testi leggendo "uguale" dove è scritto "fratello". La vecchiaia non emargina l'uomo intelligente; è il mondo a farlo. La tirannia è matura quando non ha più bisogno dell'esecuzione del proprio nemico. Ancora più tedioso del lavoro è il suo panegirico. Quelli che scrivono ragione con la maiuscola si preparano ad ingannare. La tragedia della sinistra è quella di diagnosticare correttamente una malattia, ma di aggravarla con la sua cura. La Chiesa si è trasformata in classe media come tutto il resto. L'incitamento alla cultura fa sì che essa si ammali. Il gesto spontaneo e il gesto rituale fanno parte di categorie distinte, però posseggono uguale rango. Al contrario, non c'è nulla di più basso della spontaneità regolamentata: il ghigno demagogico. 42/ lmpoverimeato.
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Quanto di più alto a cui l'uomo giunge non è in ciò che fa. È in ciò che l'immaginazione estetica lo vede fare. Le convinzioni sistematiche sono indice di intelligenza in coloro che le inventano e di stupidità in coloro che le assumono. Quelli che assumono un sistema smettono di percepire le verità che sono alla loro portata. L'indipendenza della quale qualsiasi giovenrù si vanta non è che una sott�missione a una nuova moda imperante. Il destino del mondo è sempre in mano a un subalterno sconosciuto. L'assordante rumore della storia non è che la risonanza del dialogo fra pochi solitari. Le risposte erronee scompaiono, quelle corrette imputridiscono. A durare sono soltanto descrizioni e domande. L'eccellenza tecnica del lavoro intellettuale è giunta a un punto tale che le biblioteche straripano di libri che non possiamo sdegnare ma che non valgono la pena di essere letti. Il nome del maestro passa ai discepoli, però il suo spirito normalmente va ad un estraneo. Ogni uomo si sente affogare dentro qualsiasi intelligenza altrui. Il prevedibile causa più sorpresa all'uomo esperto dell'imprevedibile. La dialettica autentica cammina con passo da ballerina in un'improvvisazione di danza e non con un monotono ritmo trimembre da sergente prussiano.
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Ciò che ammiriamo nella storia non è l'effetto deliberato dei propositi, bensì il loro incongruo esito. Casualità è un nome che diamo a Dio tanto per rispetto umano quanto per rispetto divino. La vita è una fucina di gerarchie. La morte sola è democratica. Il democratico in cerca di uguaglianza passa la rasiera sull'umanità per ritagliare quello che eccede: la testa. La decapitazione è il rito centrale della liturgia democratica. Quando ci urge imparare qualcosa conviene interrogare l'intelligente che ignora piuttosto dello scemo che sa. In qualunque spettacolo siamo abituati a vedere solo ciò che alcuni ci hanno insegnato a guardare. "La fine delle ideologie" è il nome con il quale viene celebrato il trionfo di una certa ideologia. La più insidiosa tentazione è quella di professare oggi la verità di domani. Il cadavere di una verità passata puzza meno dell'embrione di una verità futura. "Attività culturali" è un'espressione che non udiamo provenire dalla bocca di chi le esercita spontaneamente, bensì dalla bocca di chi le pratica per lucro o per prestigio. Nello specialista convivono le più fini idee su dei frammenti dell'universo con i più sgualciti luoghi comuni sull'universo stesso. La retorica è rispettabile quando difendiamo i diritti di altri. Però persino gli uditori più benevoli sorridono quando ci rivolgiamo a considerazioni etiche per richiedere i diritti nostri invece di appellarci alla forza.
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Se gli altoparlanti culturali stessero in silenzio per un momento il pubblico farebbe ritorno alla pittura ufficiale del secolo scorso. L'ammiratore ascetico di quadri astratti riappenderebbe alle pareti della sua casa, con un sospiro di sollievo, quadri aneddotici, sentimentali o discretamente pornografici. La propaganda ctÙturale degli ultimi decenni (scolastica, giornalistica, ecc.) non ha educato il pubblico, bensì ha ottenuto meramente, come i missionari, che gli indigeni celebrino le proprie cerimonie in modo clandestino. Il compito, già secolare, della "democratizzazione della cwtura" non ha ottenuto che siano di più gli ammiratori, per esempio, di Shakespeare o Racine, ma che più gente creda di ammirarli. Certamente non vi è nulla di durevole e contano solo gli istanti, ma l'istante conserva il proprio splendore per coloro che lo immaginano eterno. Conta solo l'effimero che sembra immortale. Il vero scrittore non è colui che ci parla con voce esotica da commensale pittoresco in un incontro casuale, bensì chi ci interroga con la stessa voce con la quale parliamo a noi stessi in solitudine. L'uomo cessa di essere ciò che è cosciente di essere. La voce dello scrittore non avrà penetrato la nostra congenita sordità fintantoché i fantasmi dei nostri sogni non converseranno nel suo idioma proprio. L'uomo definisce "neutro" ciò che intende imporre senza rivelarne le ragioni. Il diavolo è troppo intelligente per essere razionalista, però imbecca oracoli razionalisti ai suoi accoliti affinché lo venerino privi di scrupoli.
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La storia non ha il proposito di narrarci quello che l'uomo fa, bensì quello che è. La storia non cataloga i suoi atti; rivela i suoi modi. La storia non compone il repertorio delle avventure umane; la storia manifesta l'essenza delle umanità che si succedono. Né stili né opere né individui scoprono il proprio nucleo autentico sgrossando una corteccia di residui stilistici, di usi inveterati, di mimetismi sociali. Lo stile si edifica su uno stile precedente. L'opera si sviluppa attraverso le opere che imita. L'individuo giunge ad essere persona mediante le influenze che accoglie. L'autenticità non è la mera espressione di una natura bensì l'acquisizione di un significato. L'autentica intelligenza vede spontaneamente anche il fatto più umile della vita quotidiana alla luce dell'idea più generale. Lo storico indovina sempre fintantoché assume la storia dell'arte come paradigma della storiografia. Le categorie che la storia dell'arte indica a un intelligenza dotata di gusto e capace di critica sono il modello generico delle norme specifiche di ogni ambito storiografico. Colui che desidera conoscere una cosa perché la crede importante differisce radicalmente da colui che desidera conoscerla perché crede ciò importante. L'amore intellettuale muove il primo, mentre il prestigio pedagogico della "cultura" attrae il secondo. Fra l'opera d'arte e il suo simulacro non vi è una differenza tangibile. Niente di definibile le diversifica, eccetto la loro differenza appurata da coloro che vedono i v.alori. Eccetto il fatto bruto della loro differenza estetica, non vi è tra esse né un di più né un di meno identificabili, analizzabili, specificabili od ostensibili. Ciò che per prima cosa lo scrittore inventa è il personaggio che scriverà le sue opere.
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Il tribunale supremo dell'arte è l'interiezione. Destra e sinistra si caratterizzano per la distinta interpretazione che danno del titolo ambiguo che Goya dà ad un Capriccio: Il sonno della ragione genera mostri. 43 La sinistra traduce con "dormire"; la destra con "sognare". Svariati artisti famosi degli ultimi decenni sopravvivranno soltanto come introduttori alla visione perduta di stili trascorsi. I preraffaeliti involontari pullulano già da un secolo. Chi si iscrive a un partito cessa di essere un possibile interlocutore per trasformarsi in tema di conversazione fra interlocutori che non si sono iscritti. In epoche come quella attuale, quelli che hanno orgoglio non possono abbassarsi all'"altezza dei tempi". Coloro che insistono nell"'essere al corrente" di ciò che questo secolo ha da dire si impegnano a versare una fogna sulla propria anima. Nel momento in cui l'artista pensa che l'originalità possa bastare, l'originalità si trasforma in ricetta accademica. Il volgo può impadronirsi di qualunque idea, però non dell'intelligenza che gli potrebbe impedire di scadere nella banalità. Contrariamente all'artista di una volta, che fantasticava mondi affini ai suoi sogni più nobili, l'artista attuale escogita mondi nei quali sarebbe sufficiente farlo risiedere per rinchiuderlo all'inferno. Parlando propriamente: la bellezza di un'opera consiste in quello che eccede qualunque definizione del critico. 43/ NcUa versione originale spagnola (El me,,o de la raz611 produce monstmos) l'ambiguirà nasce daJ fatto che In parola sue,io indica sia il sonno quanto il sogno, mentre in italiano i due: termini sono distinti, perdendo In sfumatura a cui l'autore si riferisce.
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La "teologia radicale" è una teologia da orto degli ulivi che non finisce per essere rassegnazione alla volontà di Dio, bensì alla volontà dell'uomo. Così come il povero attribuisce alla ricchezza viltà che sono proprie dell'uomo, il ricco le attribuisce alla povertà. Ciascuno attribuisce solo all'altro una viltà comune invece di ammirare le virtù che germogliano solo nella povertà e quelle che prosperano solo nella ricchezza. L'immginazione recupera nella storia la sensazione perduta di quello spessore proprio dell'esistenza umana che non è più palpabile in questo mondo attuale di esseri filiformi. Quandanche potessimo sapere solo cose tediose, impararle è qualcosa di divertente. Solamente il sociologo privo di messaggio a volte non dice cretinate. Il sociologo si abitua a operare con strumenti grossolani perché si colloca a una distanza tale dai fatti che i suoi atti maldestri non gli schizzano il volto di sangue come succede allo storico. Essere discepoli di chi ha infranto norme non è eticamente lecito. Non scimmiottare è il primo requisito etico dell'infrazione delle norme. L'"irnmoralista", in questo secolo crapulone, è l'assaltatore eroico di fortezze senza difesa. Fino a che lo storico non farà attenzione alla struttura della coscienza dell'epoca che prende in esame, tutto quello che dice a proposito della struttura della società sarà falso. Il padre dello Stato laico è Gregorio VII.
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Per ridicolizzare in modo lecito lo spectcolo delle ambizioni degli altri è necessario strangolare previamente le nostre. Posto che è impossibile fare in modo che l'imbecille taccia, la civiltà consiste nell'obbligarlo a recitare un catechismo. Un catechismo qualsiasi. Ognuno si afferra allo snobismo che gli è possibile. Il cattolico progressista non rimarca il carattere "comunitario" della Chiesa per ricordare ai fedeli la sua solidarietà mistica con una comunità storica, bensì per immolare senza rumore la dottrina secolare della Chiesa sugli altari del presente. I collettivismi sacrificano sempre all'appetito di collettività istantanee la collettività augusta dei secoli. Dopo aver dialogato con qualcuno di "ben moderno" ci rendiamo conto che l'umanità è evasa dai "secoli della fede" per sprofondare in quelli della credulità. I sacerdoti progressisti, dal sospetto che il proletariato guardi con ironia l'omaggio tardivo che gli rendono, hanno risolto di praticare un'adulazione generica dell'uomo. La "dignità dell'uomo", la "grandezza dell'uomo", i "diritti dell'uomo", ecc.: un'emorragia verbale che la mera visione mattutina del nostro volto nello specchio, durante la rasatura, dovrebbe tamponare. I problemi umani non sono definibili precisamente e neppure lontanamente solubili. Quelli che speravano che il cristianesimo li risolvesse hanno smesso di essere cristiani. Avendo promulgato il dogma dell'innocenza originale, Ja democrazia conclude che il colpevole del misfatto non è l'assassino invidioso, ma la vittima che ha destato la sua invidia.
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Gli episodi rivoluzionari di questo secolo, quandanche in essi pullulino i cadaveri, sono mere farse. La democrazia non è tanto l'impero delle parole quanto quello delle bugie. Questo secolo alla fine è uno spettacolo interessante: non per quello che edifica, bensì per quello che disintegra. Per "costruire il mondo" pare sia necessario svilire l'uomo. Lo storico di una letteratura impiega il vocabolo "genio" un numero di volte inversamente proporzionale all'importanza di quella letteratura. L'uomo moderno ha timore della capacità distruttiva della te�nica '. quando è invece la sua capacità costruttiva ciò che è mmacc1oso. Il predicatore, in ultima istanza, zoppica per essere ascoltato. Quando si estingue la razza degli egoisti assorti nel loro perfezionamento, nessuno ci rammenta che abbiamo il dovere di salvare la nostra intelligenza, anche dopo aver smarrito la speranza di aver salva la pelle. I naufraghi giustificano più facilmente il pilota imprudente che affonda la nave anziché il passeggero intelligente che prevede la sua deriva verso gli scogli. Quando l'orgoglio soffoca l'invidia ascendiamo sempre, anche fosse solo tra le gerarchie diaboliche. Esistono vizi da arcangelo caduto e vizi da misera plebe infernale. Non esiste nel mondo un oggetto insignificante e neppure nella società una funzione tediosa se collochiamo gli oggetti in una scala ontologica e le funzioni in una gerarchia sistematica.
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Ogni parte, in una totalità ordinata, conta sull'appoggio delle altre ed ha l'onore di appoggiarle. Nel caso in cui non si suicidi, l'ateo ha il diritto di credersi lucido. Ciascun individuo definisce "cultura" la somma delle cose che guarda con rispettoso distacco. La poesia moderna si è resa illeggibile da quando ha risolto di spezzare il collo all'eloquenza senza sospendere la scrittura. La civiltà occidentale è un ammassamento di articoli di lusso preparati da parassiti per il consumo di oziosi. Dall'epoca degli aedi ionici fino a quella dei romanzieri borghesi, i rampolli di nobile famiglia hanno finanziato tutte le "alienazioni" religiose, estetiche, politiche "civilizzatrici" dell'uomo. La gloria completa dell'Occidente. Fortunatamente, invece, la civiltà moderna è il complesso di conoscenze utili alle classi laboriose. Emulatrice dei parroci che vendono gli ornamenti sacri e le pie immagini, la Chiesa ha risolto di procedere a una liquidazione totale ribassando la propria dottrina all'effettiva domanda del secolo e sopprimendo il vergognoso·sperpero della sua liturgia. Sacerdoti e giornalisti hanno imbrattato di così tanto sentimentalismo il vocabolo "amore" che la sua semplice eco infastidisce. La democrazia in tempo di pace non ha sostenitore più fervente dello stupido, né in tempo di rivoluzione collaboratore più attivo del demente. L'uomo, fino a ieri, non meritava che lo chian1assero animale razionale. La definizione è stata inesatta fintantoché inventava, preferentemente, attitudini religiose e comportamenti etici, compiti estetici e meditazioni filosofiche.
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Oggi, al contrario, l'uomo si limita ad essere animale razionale, cioè inventore di ricette pratiche al servizio della propria animalità. Coloro che discrepano in modo radicale non possono dedurre, bensì enunciare. Per quelli che rifiutano i postulati moderni l'epoca delle argomentazioni è finita. Non potendo condividere convinzioni con i nostri contemporanei possiamo ambire a convertirli, ma non a convincerli. Al reazionario risulta fattibile solo proferire sentenze violente e indigeste per il lettore. Siccome l'uomo concede realtà soltanto a quello che offre resistenza, quanto più grande sarà la sua capacità di operare tanto maggiore sarà la sua libertà, però altrettanto minore la realtà del mondo schiavizzato. L'uomo liberato porterà a passeggio il proprio tedio fra l'insignificanza spettrale delle cose. Non esiste individuo che non tradisca in maniera alternata la nostra fiducia e la nostra sfiducia. Educare non significa collaborare al libero sviluppo dell'individuo, bensì appellarsi a quello che tutti hanno di decente contro quello che tutti hanno di perverso. I veri problemi non hanno soluzione ma storia. Chi chiede alla Chiesa di adattarsi al pensiero moderno di solito confonde l'urgenza di rispettare certe regole metodologiche con l'obbligo di assumere un repertorio di postulati idioti. I dogmi cristiani sono implicite confutazioni. Le formule dogmatiche non spiegano il contenuto della fede, bensì escludono interpretazioni che la adulterano. La metafora dogmatica indica una rotta senza però anticipare una descrizione della meta.
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Qualunque "totalizzazione" dell'avventura umana che abbia pretesa di realizzazione fuori dall'inimmaginabile Gerusalemme celeste sarà solo una prigione totalitaria. Il più grande peccato dello storico sta nel vedere una qualunque epoca soltanto come anticipazione, preparazione o causa di un'altra.
Escolios a un texto implicito volume II
La nostra attenzione per le lettere contemporanee decresce con gli anni non perché i sensi si ottundano, bensì perché abbiamo visto varie letterature contemporanee succedersi le une alle altre lasciando meramente una manciata di risultati problematici in mezzo ad una colossale accozzaglia di spazzatura. L'obiettività dello storico non consiste nell'astenersi dal dare giudizi di valore, ma nell'emettere sentenze azzeccate. L'opera d'arte non è un artefatto preparato al fine di esercitare la nostra facolcà di analisi, ma uno strumento che ci incita a proferire giudizi di valore. Ammettere che ogni epoca scriva una diversa storia del passato non significa confessare che tutte le interpretazioni si equivalgono. Certe epoche hanno la vocazione della storia mentre altre sono carenti di talento storiografico. Ogni visione della storia è specifica di un'epoca, però il genio storiografico di alcuni periodi trasmette alla visione propria un valore storiografico atemporale, analogo a)J'atemporalità del valore estetico. La goffaggine storiografica di alu·i periodi, invece, azzarda interpretazioni che documentano semplicemente l'epoca che le produce. Se un vuoto fisico non lo convince della scomparsa di una cosa, l'uomo si ostina a vederla presente fintantoché ne persista lo spettro.
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Nel mondo contemporaneo le cose si ergono ancora nella loro apparenza intatta, ma il secolo risucchia implacabilmente la loro linfa. La spessa polpa delle cose, istante per istante, si corrompe, in1putridisce e si dissipa. L'uomo si insedia ciecamente nella solidità terrestre del proprio destino, quando la sostanza del mondo fluisce oggi verso il nulla attraverso una segreta ferita. Solo un talento evidente fa sì che al reazionario gli si perdonino le sue idee, mentre le idee del sinistrorso fanno sì che gli si perdoni la sua mancanza di talento. Quando ignoriamo che ogni cosa porta con sé il criterio che la condanna o la assolve stiamo mutilando obblighi e piaceri. Nominalismo e realismo non sono correnti filosofiche parallele o successive, bensì periodi storici. In certe epoche la realtà si polverizza in individui. In altri tempi gli universali sono i protagonisti della storia. L'anima non fiorisce se non nella tappa biologica che corrisponde all'età con cui è nata. Chi nasce per essere giovane quando invecchia diventa grottesco, e chi nasce per essere vecchio è grottesco durante la sua aspra giovinezza. Quelli che semplicemente si rassegnano alla propria sorte si sentono frustrati da un destino privo di senso. Chi umilmente la accetta sa soltanto che non comprende il significato della decisione divina che lo riguarda. L'unico scrittore del XVIll secolo risuscitato dall'ammirazione dei nostri contemporanei è stato Sade. Visitatori che di un palazzo non ammirano altro che le latrine. Cosl come alcuni definiscono "parlare con franchezza" il vomitare il proprio fiele e la propria bava, allo stesso modo altri battezzano "stabilire relazioni sociali autentiche" il proprio affanno nello sprofondare nel sangue e nella merda.
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La letteratura contemporanea sembra un baccano di eunuchi in calore. Esistono oggi due tipi di luoghi comuni consunti e triti: quelli che ne rimangono indifferenti e quelli che infuriati negano di esserlo. Le opinioni del piccolo-borghese costituiscono il primo tipo. Quelle dell'intellettuale di sinistra il secondo tipo. Nel nostro tempo risulta più facile trovare comportamenti cristiani che anime cristiane. Avendo relegato il suo cristianesimo verso la zona periferica della persona, il cristiano attuale gli sottopone parzialmente ancora la propria condotta, ma non subordina ad esso i suoi atteggiamenti radicali. Scarseggiano ormai quegli individui indelebilmente cristiani nei quali occhi intorbiditi dall'orgoglio, dalla lussuria o dalla bestemmia la nostra vista indovina uno sguardo segretamente fraterno. Quando il cattolico si difende meglio contro i vizi che contro l'eresia è già poco il cristianesimo che gli rimane in testa. Nelle Geisteswissenscha/ten44 le matematiche "servent a cacher !es défauts de l'esprit" .4' La storia intellettuale della Germania ci insegna che lo spirito soffia preferentemente sulle anime che conquistano la propria grandezza rinchiudendosi in grigiastre abitudini. Chi impara a dire "Sì, però..." oppure "No, però..." varca le porte della storia. Il progressista dimentica che il peccato frustra qualunque ideale di cui sente la mancanza; il conservatore dimentica che esso corrompe qualunque realtà che difende. 44/ Scienze dello spirito. 45/ "Servono n noscondere i difetti dello spirito". È in parte un aforisma cli La Rochefoucauld: "La gravité est un mystère du corps inventé pour cnchcr les défaurs de l'esprit".
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La deduzione filosofica è l'arte di trasformare un'osservazione esatta, ma limitata, in un sistema comprensivo, ma falso. Visitare un museo o leggere un classico sono per le moltitudini contemporanee semplici comportamenti etici. Col passare degli anni scopriamo spesso che le soluzioni deliberate risultano più intollerabili degli stessi problemi. La critica "sterile" a volte ottiene quelle conversioni dell'anima che modificano sostanzialmente i problemi. La critica "costruttiva" molciplica solo le catastrofi. Secondo il cristiano di oggi la crocifissione fu un deplorevole errore giudiziario. La facoltà di percepire la misteriosa necessità dell'atroce è morta con la scena greca e gli altari cristiani. Se le superstizioni scomparissero la teologia liquiderebbe rapidamente la religione. Per alleggerire la nave cristiana che scuffia in acque moderne, la teologia liberale si è sbarazzata ieri della divinità di Cristo e la teologia radicale si sbarazza oggi dell'esistenza di Dio. L'intellettuale di sinistra non attacca con audacia ed arroganza se non le idee che crede morte. Evidentemente in molti casi inventiamo le nostre idee, però non siamo i primi né gli unici ad inventarle. Una rivoluzione è legittima soltanto quando il rivoluzionario sente nelle proprie ossa che la società contro cui si alza è il legittimo reo di ribellione. Per contenere l'avidità il democratico pensa solo ad abolire i beni agognati.
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Lo storico completo sarebbe quello che analizza con malevolenza narrando con simpatia. Chiunque ha diritto di essere stupido, ma non cli esigere che si venerino le sue sciocchezze. L'intelligenza letteraria, e non l'intelligenza filosofica o l'intelligenza scientifica, è lo zenit dell'intelligenza. L'intelligenza non invecchia, però ha un'epoca. Quando impara che le prove dell'esistenza cli Dio non sono valide lo scemo crede automaticamente che le prove dell'esistenza del mondo lo siano. La "storia scientifica" diffida della verità personale delle Memorie per confidare nella merizogna impersonale degli Archivi. L'utilità pedagogica delle pratiche superstiziose è dovuta all'assenza di nesso intelligibile fra i mezzi che impiegano e i fini che ricercano. Solo la superstizione insegna alla moltitudine che non esiste una tecnica razionale delle cose importanti. La colpevolezza del mondo moderno è maggiore per aver raso al suolo le chaumières'6 che per aver incendiato gli chateaux.47 Ciò che si estingue lungo il XIX secolo è la dignità degli umili. Per persuadere dobbiamo esprimere argomenti sottili in formule prive cli sottigliezza. Nello scienziato si riuniscono preoccupazioni da uomo intelligente e la pazienza cli un in1becille. Il mio secolo prediletto è il XIX perché ci ha insegnato a vedere gli altri secoli. Ma la civiltà è ciò che muore con il XVIII. 46/ Cottage. 47/ Castelli.
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Il viavai moderno non impedisce di credere in Dio, ma rende impossibile sentirlo. L'umanità è congenitamente restia a qualsiasi proposito nobile. Per produrre qualcosa di insigne è necessario che la storia la assilli e la mena alle serene. Non possiamo sperare che la civiltà rinasca fintantoché l'uomo non tornerà a sentirsi umiliato nel consacrarsi a compiti economici. La prowidenza concede solo a pochi uomini il diritto di essere autentici. Tanto l'estetica quanto l'etica chiedono a gran voce che gli altri si affrenino a falsificarsi. L'individuo non nasce per "scoprire" ed "esprimere" la gamma embrionale della sua anima. Bensì per infeudare la sua persona al padrone più nobile che incontra. L'intelligenza si irrobustisce con i luoghi comuni eterni e si debilita con quelli del proprio tempo e del proprio luogo. È facile simpatizzare con qualsiasi uomo finché non esprime opinioni. Fintantoché non ci attribuiremo alcun merito, potremo inorgoglirci di ciò che siamo. Esistono anime che l'assoluzione non purifica, bensì che insudiciano le assoluzioni. A nulla giova al mediocre emigrare laddove dimorano i grandi. Tutti ci portiamo addosso la nostra mediocrità. L'eleganza di qualunque uniforme dipende dal portamento di colui che la indossa.
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Elogiare la giovinezza significa dimenticare la nostra passata stupidaggine. L'astrazione è lo strumento del potere dell'uomo e il padrone del suo tedio. I fatti hanno bisogno dello storico per diventare interessanti. Finché l'immaginazione non lo affina ogni avvenimento è banale. Chiamiamo storia della letteratura l'enumerazione delle opere che sono evase dalla storia. La storia è il campo in cui il numero inganna. La precisione aritmetica è qui una forma insidiosa di anacronismo. Chi pensa di raggiungere una veracità maggiore stabilendo cifre esatte, e pertanto comparabili tra di esse, scambia inutilmente ciò che esiste esclusivamente come dissomiglianza concreta per una similitudine astratta. Il numero storico è invariabilmente qualitativo. Etichettando come "Giustizia" il fagotto chiuso è stato facile introdurre da secoli qualsiasi contrabbando. Ci sono evidenze che scompaiono assieme a coloro che meritavano di percepirle. La scoria è obiettiva finché si limita a ricostruire la coscienza che un determinato passato ebbe di se stesso. Lo storico che al contrario indaga "cause", "strutture" e "leggi" si rinchiude nella propria soggettività. L'ambizione di trascendere le creazioni empiriche della coscienza altrui trasforma la storia in una mera proiezione dello storico. Al di là della coscienza dei soggetti storici, lo storico non scopre altro che la propria coscienza.
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La storia è la serie di universi presenti alla coscienza di soggetti successivi. Storia è ciò che un'immaginazione capace di pensare coscienze altrui ricostruisce. Il resto è politica. Né le dottrine sociali nascono dalle circostanze né le ipotesi scientifiche dai fatti. Entrambe le affeimazioni sono aspetti di un'epistemologia scaduta. Quandanche nessuno ignori che non esiste opinione stupida che non faccia martiri e non moltiplichi"le vittime, il numero degli adepti di una dottrina inquieta l'ingenuo. Come se il fatto psicologico della stupidità fosse il criterio logico della verità. Il successo di un libro non prova nulla a favore o contro di esso. Ma quando intuiamo la sua mediocrità, il successo conferma automaticamente i nostri sospetti. Vivere fra anime basse esaspera la passione del nostro appetito di grandezza. Per "perseverare nel suo essere" l'individuo può fare concessioni, però l'idea che le faccia si trasforma in un'idea diversa. Se la Chiesa è meramente un raggruppamento di individui interessati a difendere la propria esistenza collettiva, le concessioni abili le sono lecite. Ma se è il veicolo della fede e del corpo di Cristo qualunque "aggiornamento"48 la perverte. La distanza fra giovani e vecchi è oggi uguale a sempre. Oggigiorno si parla di "abisso" tra le generazioni perché l'adulto attuale si rifiuta di invecchiare e il giovane con la dovuta mancanza di rispetto gli assicura che è invecchiato. È toccato a questo secolo il privilegio di inventare il pedantismo dell'oscenità. "'
48/ .. Aggiornamento è in italiano nell'originale.
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Nella misura in cui aumentano le acque di questo secolo i sentimenti delicati e nobili, i gusti voluttuosi e fini, le idee discrete e profonde si rifugiano in poche anime solitarie49 , come i sopravvissuti del diluvio sulle cime di picchi silenziosi. Ciò che meno posso perdonare a questo secolo è il fatto che mi infastidisca con una nausea cale da farmi dimenticare che la sua abiezione non macchia l'intatta primavera. La sapienza di questo secolo si riduce ad osservare il mondo con lo sguardo amaro e sporco di un adolescente depravato. Il corpo, nel XX secolo, non imprigiona semplicemente l'anima: la mutila. Come sopportare questo mondo moderno se non udissimo già un lontano rantolo di agonia? Quello che l'immaginazione inventa non è meno reale di quello che impressiona i sensi. Solo che è più fragile. L'appetito dell'uomo si esacerba perché non sempre ha avuto fame. Nulla di più rischioso che figurarci di sapere in quale momento della storia ci troviamo. Chi presume di saperlo si attribuisce con dogmatica insolenza la missione di imporre agli uomini il compimento del proprio destino. Lo storicismo necessitario corona la propria petulanza con crimini inutili. La storia è carente di struttura. L'uomo ha solo l'obbligo di osservare certe norme, qualunque sia il momento problematico della storia in cui si trova. Ogni uomo conosce il proprio dovere. Nessuno conosce il presunto compito del proprio tempo. 49/ L'espressione a/mar seiieras, usata nelJ'originale, significa anime solitarie. isolate, ma anche uniche e incomparabili. ln questo felice aggetti\lO è possibile leggere quasi una predestinazione, come del resto è possibile farlo in svariali altri passaggi gomezdaviliani quando si parla delle anime nobili, bennate.
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Finché la Aufkliirung50 non morirà - soltanto adesso si espande su rutta la terra e si infiltra fino agli ultimi strati sociali - la più moderna posizione dello spirito continuerà ad essere il pensiero tedesco fra il 1770 e il 1830.51 Spendiamo una vita per comprendere ciò che un estraneo comprende con un'occhiata: che siamo altrettanto insignificanti di chiunque altro. Lo storico si distingue dal giornalista che lo emula perché rimarca le differenze, mentre quest'ultimo fa lo stesso con le somiglianze tra le epoche. Il determinista si spazientisce con i suoi avversari come se questi avessero ragione nel dirsi liberi. I deterministi sono persone molto irritabili. A forza di adanarsi alla "mentalità moderna" il cristianesimo è diventato una dottrina non difficile da osservare, ma che neppure è interessante farlo. Chi tenta di evadere dalla propria razza pretende di saltar fuori dalla propria ombra. Però, dato che l'autentica indole di una razza è sempre un mistero, il suo spirito non serve come norma cosciente per i nostri atti. L'individuo è fedele al suo sangue quando è leale alla sua più intima vocazione. Può essere ottimista solo l'intelligenza che fiuta nella civiltà moderna un fievole tanfo. Le rivoluzioni latino-americane non hanno mai preteso altro che consegnare il potere a qualche Directoire. Il cristianesimo di una società è direttamente proporzionale al numero di abbazie che essa fonda. 50/ llluminismo.
5 li Anni di nascita e morte di G.W.F. Hegd.
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Nulla irrita tanto gli stupidi quanto il cristianesimo. Soprattutto i cristiani stupidi. Il cristianesimo non è dottrina per la classe media: né per la çlasse media economica né per la classe media intellettuale. E carente quindi di avvenire. Diffidenti dell'instaurazione di strutture feudali in America, i Re Cattolici, tanto gli Asburgo quanto i Borbone, fecero abortire qualsiasi embrione di feudalesimo, ottenendo così che solo tre fattori tessessero la storia di questo continente: la pusillaninutà del burocrate, la cupidigia del bottegaio e l'anarchia del meticcio. Ad Omero, poeta dell'aristocrazia ionica, e a Dante, poeta dell'orda medioevale, bisogna aggiungere Shakespeare, "poeta del feudalesimo" (secondo Morley). La reazione non è sprovvista di poeti. Molti credono che il diavolo sia morto, quando semplicemente gira oggi mascherato da uomo. La letteratura risusciterà quando si rinunci a "cambiare il mondo". Il castigo dell'idealista consiste nel trionfo della sua causa. Oggi i testi più ermetici, più sperimentali, più gratuiti, così come gli atteggiamenti religiosi più mistici o più ascetici, implicano l'ambizione di "collaborare" e "servire". La gloria letteraria, o celeste, è un premio attualmente riservato al servilismo sociale. Molti si arrogano una serenità da savio per il fatto di avere una stolidità da bestia. Coloro la cui gratitudine per il beneficio ricevuto si converte in devozione alla persona che lo concede invece di degenerare nell'odio abituale che ogni benefattore desta, sono aristocratici. Quandanche siano vestiti di stracci.
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Benedetta sia la Storia, che ci ha resi indipendenti dalla Ragione. GL scritti sarebbero più brevi se i loro autori ne presumessero di meno l'importanza. Il fervore del culto che il democrarico rende all'umanità è comparabile solo alla freddezza· con cui manca di rispetto all'individuo. Il reazionario sdegna l'uomo, senza disprezzare nessun individuo. Il vero crimine del colonialismo è stato la conversione dei grandi popoL asiatici in periferie dell'Occidente. Ogni civiltà è la somma dei propositi che non l'avevano come fine. Essere prodotto di un proposito è ciò che distingue l'esperanto dal greco. Quanto c'è di personale nell'artista non è la persona, bensì la sua visione del mondo. L'ideologia propria a ciascuna condizione sociale non è una sempLce arguzia bellica. Da ciascuna condizione si scruta un distinto aspetto del mondo. Dio tentò di vivere nell'universo newtoniano come spettro esangue accantonato in un cielo remoto. Dove morì di tedio. Per risuscitarlo è stato necessario salmodiare invocazioni equivoche: Ich, Geist'2, ecc. La teologia impotente deve ringraziare l'idealismo tedesco per l'apertura della fossa. Quello che possiamo fare non dipende da noi, ma da noi dipende se farlo oppure no. La libertà spiega soltanto il fallimento. 52/ lo; spirito.
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Il gesto aristocratico è quello che non è generato da alcuna necessità e che è suscitato da un autentico valore. Il pretendente al trono celeste non è oggi un arcangelo caduco bensl un mistico sciame umano. La teologia del corpo mistico incuba la massima eresia moderna. L'ipocrisia non è la meno efficace propedeutica alla virtù. Tanto il soggettivismo quanto il materialismo sono ideologie della paura metafisica. L'intelligenza è una razza alla quale non tutte le intelligenze appartengono. Essere civilizzati vuol dire poter criticare quello in cui crediamo senza smettere di credervi. Il campo della filosofia si suddivide in una zona aristotelica e in una zona kantiana. Gli aborigeni di una delle due zone paiono sempre assurdi, e solitamente inintelligibili, agli aborigeni dell'altra zona. Siccome la filosofia è una terra colonizzata da aristotelici e kantiani, un Kierkegaard o un Nietzsche, più che sovrani costituzionali dei loro regni, sembrano usurpatori imperiali. Si può detestare impunemente un grande uomo, sempre che non si ammiri un mediocre. Le famiglie sogliono essere cellule purulente di stupidità e sventura, perché una necessità ironica esige che il governo di strutture così elementari richieda tanta intelligenza, astuzia e diplomazia quanta ne richiede uno Stato. Le imprese politiche meglio organizzate, così come le misure economiche più sapienti, sono solo dei casi in cui si azzecca per pura sorte. Lo statista insuperbito dal suo successo pretende di aver comprato consapevolmente il biglietto vincente.
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Le opere di Sade sono le appendici clandestine dell'Encyclopédie. Le rivendicazioni libertarie del cittadino moderno si limitano a reclamare il diritto di copulare senza intoppi entro l'ergastolo in cui è rinchiuso. Non vi è nulla di così preciso come una colica repentina per evacuare la retorica di chi perora pateticamente la "dignità dell'uomo". Non è nella vita, bensì nella cultura dove ci scontriamo con i più profondi problemi umani. La tradizione didascalica elaborata dai secoli civilizzati dell'Occidente, nella palestra greca o nei chiostri benedettini, insegna che l'educazione superiore non ha il fine di procurare artigiani scientifici alle faccende sociali né di contribuire alla coltivazione dell'originalità, bensì quello di sostituire gli appetiti naturali e vili con degli appetiti artificiali e nobili. Quando qualche catastrofe distrugge il quadro delle coordinate culturali entro cui una tradizione secolare dà significato ai problemi, apriamo sul mondo gli occhi spaventati e stupidi dell'animale torturato dai pazzi di un rtcovero. Qualunque sia la loro forza di percussione e di impatto gli avvenimenti contemporanei mancano di contorni, di rilievi e di spigoli fintantoché l'immaginazione non inventa, al fine di vederli, un lessico di significati pertinenti. Quando gli artisti scarseggiano la percezione si ottunde. La tragedia del marxista sconfitto degenera in patetica calamità perché il marxismo ignora la categoria del tragico. Che a fucilarlo siano i correligionari oppure i nemici, il marxista muore stupefatto.
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Così come la filosofia della scienza consiste solo in una riflessione sul lavoro dello scienziato, alJo stesso modo la filosofia della storia può solo consistere in una riflessione sul lavoro dello storico. Gli angeli melomani della mitologia cristiana saranno rimpiazzati, nel paradiso progressista, con professori di gin□astica. Chi guarda senza ammirare o odiare, non ha visto. Passando da una lingua all'altra di una stessa epoca, in una troviamo rigogliose e intatte possibilità di espressione letteraria che in un'altra sono esaurite. La contemporaneità letteraria è interna a ciascun campo linguistico. Finché il dero non avrà terminato di apostatare sarà difficile convertirsi. Lo storico ovviamente non studia il passato, bensì i dati presenti con i quali lo immagina. Chiamiamo storico l'uomo capace di trovare impronte negli oggetti. Lo storico non si insedia nel passato col proposito di capire meglio il presente. Ciò che siamo stati non gli interessa al fine di indagare quello che siamo. Ciò che siamo gli interessa per ricercare che cosa siamo stati. Il passato non è la meta apparente dello storico bensì la sua meta reale. Congiuntamente all'individualità ontologica, l'individualità assiologica è l'oggetto della storiografia. Il problema più difficile della storia è quello dell'individualità del valore: il problema della validità concreta. La crescente disintegrazione della persona si misura comparando l'espressione "avventura amorosa", che era in uso nel XVIlI secolo, con l'espressione "esperienza sessuale" che adopera il XX.
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Niente di più insipido delle verità che maturano nella zona temperata dello spirito. Con chi ignora determinati libri non c'è discussione possibile. "Essere ciò che siamo" è l'obbligo presunto con cui pretendiamo di eludere i nostri obblighi genuini. Il nostro dovere non è l'autenticità ontologica dell'animale, bensì l'autenticità assiologica. Il libro autentico è intelligibile solamente al lettore che torna ad esso trasformato dall'esperienza stessa della sua lettura. Il greco reputa che si trovino in situazione tragica solo certi individui o certe fanuglie fatti insorgere esdusivamente da un atto iniziale di superbia. Il cristianesimo insegna invece che la condizione umana è una situazione tragica universalmente ed in sé. Il cristianesimo è un'interpretazione della condizione dell'uomo attraverso le categorie della tragedia greca. Tutti coloro che hanno sensibilità e un po' di gusto cercano di persuadere del fatto che il mondo moderno non si origina in ciò che ammira. Un mostro che ogni presunto progenitore rifiuta. Non si parli mai di paganesimo riguardo all'era moderna. Credere nella sovranità dell'uomo è il tratto caratteristico del moderno, mentre il pagano si è sentito schiavo di mille sovranità divine. Neppure l'orgoglio stoico si prodamò padrone del destino. Paganesimo e cristianesimo fraternizzano nella coscienza comune di una servile condizione umana. Siccome l'architetto moderno confida nelle possibilità infinite del progresso tecnico, l'edificio che costruisce porta implicita nel suo midollo architettonico la convinzione della sua pronta caducità. L'architetto di ieri, al contrario, non sentiva che la sua abilità tecnica fosse uno stadio transitorio, bensl maestria insostituibile.
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L'architetto attuale non impartisce serenità e grandezza alle sue immense contruzioni, mentre palazzi e templi metricamente modesti dispiegano una vastità solenne e maestosa davanti allo spettatore attonito. La filosofia non si propone di dipingere nuovi oggetti ma di dare il colore vero agli oggetti conosciuti. Noi reazionari contempliamo i passi falsi della sinistra con la stessa fruizione malevola con cui gli anticlericali di provincia contemplano gli scivoloni del prete. Non esiste individuo che nel misurare inavvertitamente se stesso non si scopra inferiore a tanti, superiore a pochi ed uguale a nessuno. Per schiavizzare l'individuo non c'è miglior pretesto della "dignità dell'uomo". La vita religiosa comincia quando scopriamo che Dio non è un postulato dell'etica, ma l'unica avventura in cui vale la pena cli arrischiarsi. Dio è la ragione del sapore nella cosa che smette di essere insipida. La letteratura rifornisce cli olio la lampada che il nostro stoico vivere trascura. Si definisce socialista l'economia che monta laboriosamente i meccanismi spontanei del capitalismo. Quello che ci fa esultare nelle rivolte cli questo secolo non è il trionfo del nuovo ribelle bisognoso, bensì la sconfitta dell'antico ribelle insediato. La barzelletta è tanto legittima quanto l'arte, però non è lecito confonderle chiamando arte d'avanguardia un insieme cli barzellette simpatiche ed ingegnose. Ciò che oggi si scrive, si dipinge, si edifica appartiene alla
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categoria del faceto, perché l'interesse che l'opera d'arte suscita cresce ad ogni nuovo contatto, mentre la curiosità destata dallo scherzo, ad ogni nuovo contatto, decresce. Non dobbiamo questionare l'ingegno dei nostri "artisti" bensì le loro pretese. L'ostilità nella quale si imbatte inizialmente un'idea le risulta meno funesta dell'entusiasmo che successivamente risveglia. Ogni verità imputridisce nella bava dello scemo. Chi rispetta le proprie idee deve pregare per la loro sconfitta. Con l'obiettivo di impedire pericolose concentrazioni di potere economico nelle mani di poche società anonime il socialismo propone che la totalità del potere economico si affidi ad una società anonima isolata che si chiama Stato. Da due secoli la democrazia dapprima esilia il reazionario e poi lo condanna per essere emigrato. L'avversario dei princìpi moderni non ha alleati più leali che le conseguenze di quegli stessi princìpi. Il reazionario sbaglia a supporre che il democratico rifiuti le sue ragioni condividendo però le sue ripugnanze. Il mondo moderno è un porcile nella cui melma l'uomo attuale sguazza rallegrato. Sarebbe più facile risolvere i problemi moderni se, per esempio, si potesse sostenere utopicamente che solo l'avidità mercantile del fabbricante moltiplichi gli articoli plastici, e non l'ammirazione idiota dei presunti compratori. L'uomo moderno non estromette Dio per assumersi la · responsabilità del mondo. Bensì per non doverla assumere.
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Cercare Dio nella storia è tanto puerile quanto credere che
n non ci sia.
Siccome il Dio cristiano non è una ragione astratta ma una volontà personale, il cristiano non attribuisce alla storia una struttura logica, bensì provvidenziale. Una "filosofia cristiana della storia" non può essere sistema speculativo, ma intellezione e giudizio del fatto storico concreto da parte di un'intelligenza cristiana. La corporazione dei filosofi professionisti soffre di inanizione filosofica se di tanto in tanto non ingurgita qualche appassionato: Socrate, Cartesio, Hume, Kierkegaard, Nietzsche. Il pensiero moderno sorge sulle macerie della nozione scolastica di ordo. La scolastica stessa causò il disastro applicando una nozione originaria del cielo platonico al mondo sublunare dell'aristotelismo. La nozione fallisce in un universo che la nozione antagonistica di disordine spiega meglio. Tuttavia era sufficiente il dogma del peccato originale affinché il pensiero cristiano cercasse solo l'ordine dietro le cose, così come cerchiamo le strutture logiche dietro la materia empirica della psicologia. Ordo è ciò che traspare dal mondo senza però far parte di esso, come le norme, le strutture, i valori. In questo imborghesimento universale sento meno la mancanza della defunta aristocrazia che del popolo scomparso. La religione, sotto l'influsso del clero progressista, invece di essere l'oppio del popolo è il suo veleno. Le teorie scientifiche non diventano forze storiche se non quando agiscono come ideologie di movimenti religiosi. L'umanità maschera i propri appetiti religiosi con un costume di avidità terrestre.
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La scienza si degrada facilmente in mitologia da scemi. La storia è più un conflitto tra mitologie che tra cupidigie. L'originalità deliberata è il profilo di quello che gli altri pensano. Coloro che professano che ciò che è nobile è vile finiscono per predicare che ciò che è vile è nobile. L'inteUigenza non consiste nel maneggiare idee intelligenti bensì nel maneggiare intelligentemente qualsiasi idea. L'inezia e la scempiaggine della tiritera episcopale e pontificia ci turberebbero se noi cristiani vecchi non avessimo appreso, fortunatamente da piccoli, a dormire durante il sermone. Quando udiamo gli accordi finali di un inno nazionale sappiamo con certezza che qualcuno ha appena proferito de.Ile sciocchezze. Chiamiamo oggi ami-anticonformismo l'atteggiamento di chi condivide coraggiosamente opinioni maggioritarie compiendo diligentemente le proprie funzioni fisiologiche. L'anticonformista, nel defecare, crede di essere sopra una barricata. Dio è il termine con cui notifichiamo aU'universo il fatto di non essere il tutto. Il vero Dio respira più autenticamente nella plebe divina degli Indigitamenta che in quello spettro della teologia moderna che altro non è se non il profilo delle colline etiche che si stagliano su un orizzonte deserto. Le "culture" non sono reciprocamente incomprensibili le une a.Ile altre come universi incomunicanti. Non sono neppure mutuamente trasparenti come se consistessero di proposizioni logiche.
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Sono diafane ed opache al contempo, come lo sono gli individui tra di essi. Il tecnico si crede un essere superiore perché sa ciò che per definizione chiunque può imparare. I vecchi libri di scienze naturali interessano solo allo storico della scienza. Nelle scienze umane l'intelligenza non compie la propria funzione se non assumendo per suo conto e a suo rischio in ogni momento l'intero passato di quelle scienze. L'uomo è inorgoglito dalle proprie opere perché dimentica che se ciò che fa è suo, suo non è l'avere la capacità di farlo. La prosa si corrompe quando si propone di essere convincente invece di essere semplicemente intelligibile. Dobbiamo dire senza storture quello che pensiamo ma lasciare che il lettore si convinca da solo. Il dialogo perverte i propri partecipanti. O si impuntano per ostinazione o concedono per apatia. È durato più di un millennio il periodo della storia europea durante il quale la salvezza sociale è stata possibile. Ed ottenuta varie volte. Ma in tempi democratici, o cesarei, possiamo soltanto salvare l'anima. E nemmeno sempre. L'uomo d'azione confonde ed inganna l'intellettuale che lo interpreta precisamente perché non ha mai tempo per essere sottile. Indignato verso il borghese che "placa la sua coscienza" dando un'elemosina dal proprio peculio, il cattolico di sinistra si propone di farlo distribuendo abnegatamente il peculio altrui.
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La scienza politica continuerà ad essere ridotta a un incoerente catalogo di incidenti storici fintantoché non esisterà un'assiologia che le fissi dei fini e una biologia politica che le somministri dei mezzi. Il poeta, rinunciando al metro, consegna la poesia all'intellettualismo. Per risolversi ad intraprendere qualsiasi cosa l'uomo intelligente oggi ha bisogno di una noia insondabile. Ogni retta porta dritto all'inferno. Le vie non affascinano l'immaginazione se non quando serpeggiano fra muri ciechi. Le rivoluzioni non sono figlie di poveri invidiosi o famelici bensì di ricchi pusillanimi o ambiziosi. È sufficiente guardare chi è ad insultarci per saperci vendicati. La società moderna serba il peculiare proposito di cambiare sistematicamente le autorità sociali a favore di autorità politiche. Vale a dire: le istanze civilizzatrici a favore di cariche amministrative. Tanto in Russia quanto in Cina la propaganda seleziona così intenzionalmente gli argomenti grossolani e le falsificazioni ovvie che è necessario attribuire il trionfo del comunismo al disprezzo con cui tratta l'intelligenza delle moltitudini. Ciò che lo psicologo attuale rifiuta enfaticamente è più la parola "istinto" che la nozione di istinto. Giacché spiegare significa identificare, la conoscenza non è esplicativa dove l'individualità è il suo oggetto. La giustizia immanente postula che solo un rivoluzionario possa fucilarne un altro.
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L'efficacia come oggetto, la tecnica come meta, i mezzi come fini. li socialismo di questo secolo non ha ereditato daUa società borghese che seppellisce se non le deformità denunciate dal socialismo del secolo scorso. Non è facile discernere se il giornalismo contemporaneo sia un cinico proposito di lucrarsi avvilendo l 'uomo oppure un apostolato "culturale" di menti irrimediabilmente incolte. La filosofia diventa più sensata quanto più si approssima alla letteratura. La prosa limpida è lo scoglio della speculazione stravagante. La lucidità nel XX secolo ha per requisito la rinuncia alla speranza. Molti credono che l'enunciato laconico sia dogmatico e stimano la generosità di un'intelligenza proporzionale alla prolissità della sua prosa. L'individuo deve pensare nella lingua di una tradizione filosofica così come deve esprimersi nella lingua di una collettività linguistica. L'originalità dipende solo dalla piega dello spirito. Una cultura muore quando nessuno sa in che cosa consiste o quando tutti credono di saperlo. li mondo moderno critica con acredine quelli che "voltano le spalle alla vita". Come se fosse possibile sapere con certezza che voltare le spalle alla vita non significhi ritornare col volto verso la luce. I conflitti sociali in una società sana sorgono fra settori funzionali, mentre in una società malata fra strati economici.
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Avendo l'uomo un animale rannicchiato nel retrobottega della sua anima, persino una società giusta avrebbe bisogno di proteggersi dalla perversione umana. La coercizione sociale non è una conseguenza della storia sociale bensì della natura dell'uomo. Anche in Arcadia è prudente tenere d'occhio i sognatori di utopie. "Necessità storica" è il nome dell'ultinrn metamorfosi del più sanguinario dio azteco. Se i paleontologi non sbagliano nell'affermare che l'ominide apparve venti milioni di anni fa, il progressista dovrà aspettare altrettanto tempo affinché l'uomo cambi la propria perversione in favore di una nuova. Non dobbiamo accusare i moderni di aver ucciso Dio. Questo crimine non è alla loro portata. Dobbiamo accusarli di aver ucciso gli dèi. Dio continua ad essere intatto, ma l'universo appassisce e imputridisce perché gli dèi subalterni sono morti. Non valeva la pena negare grani di incenso agli altari di Augusto, che dopotutto qualcosa di divino aveva, per concludere celebrando con ditirambi sacrileghi la moltitudine, che di divino non ha nulla. Per soffocare l'angoscia di fronte alla trascendenza che lo invade l'uomo inventa una mitologia di larve subcoscienti. Niente di più tranquillizzante che ridurre a fermentazioni interne le evidenze che spaventano. La verità del cristianesimo non abita nella sua mitologia, ma è presente nel mito come la Presenza nell'ostia. li nostro dovere atruale non sta tanto nell'obbedire a determinate regole etiche quanto nel salvare la coscienza del sacro.
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Nostro fratello non è chi possiede forma corporale simile alla nostra, bensì chi palpa lo stesso mistero. Quando l'uomo la estromette dall'universo, la religione si rifugia nella poesia. La poesia è l'impronta digitale di Dio nell'argilla umana. Sotto i dogmi sui quali si collocano i naturalismi l'immaginazione accumula silenziosamente la propria dinamite. Ci si deve opporre oggi a qualsiasi censura affinché la carogna moderna imputridisca con maggior celerità. Per passare dal mondo profano a quello sacro, la postierla'J dell'esperienza estetica si offre a coloro che sono intimiditi dalla porta della conversione religiosa. La zona dell'universo evidente alla coscienza si è ristretta tanto che ormai non percepiamo altro che l'ombra della materia. Quelli che come me non vogliono appartenere a questo secolo di invidia devono tagliare quotidianamente sette teste all'invidia del proprio cuore. Siccome tutto quello che oggi si costruisce passa automaticamente al nemico, prima di costruire dobbiamo attendere che il tempo porti dei materiali che non tradiscono. Chi è fedele alle regole di un sistema chiama presuntuoso colui che opina liberamente in ciascuna occasione. Come se optare per un sistema totale non fosse più presuntuoso che azzardare giudizi limitati. Lo storico suol ritenere universali i criteri di verosimiglianza del proprio tempo. 53/ Neile antiche fortezze e nei castelli è una piccola porta secondaria, di solito ubicata nella parre posteriore, usata come uscita o accesso di emergenza.
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Gli apostoli della "necessità storica" scordano il fatto che sia opera cli coloro che non si sono sottomessi ad essa. Per vivere non è necessario occupare un trono. È sufficiente saperci legittimi pretendenti ad una corona. Ma è impossibile vivere se sospettiamo che le nostre pretese siano illegittime. Ogni soluzione sembra banale a chi ignora il problema. Esprimere idee è facile, però è quasi impossibile comunicare il contesto che le rende intelligibili. Chi non condivide le nostre esperienze, quando crede di capirci si inganna. Al cospetto cli così tanti intellettuali insipidi, artisti senza talento, rivoluzionari stereotipati, un borghese senza pretese pare una statua greca. Chi si esprime brevemente senza l'abituale apparato di riferimenti e di citazioni aspira ad essere avvalorato dalle sue sole maniere. Dobbiamo diffidare di chi ha bisogno di certificati d'origine per provare la propria nobiltà. Non è la ricchezza ciò che scandalizza il povero, bensì l'arricchimento. Il popolo si è sempre burlato dei nuovi ricchi ma rispetta le fortune antiche, anche se le confisca. Questo mondo impoverito è il prodotto cli una visione deformata da pregiudizi già abrogati. Non dobbiamo occuparci di ripetere confutazioni bensì di inventare riti propizi alla catarsi dei sensi. Né l'uomo possiede istinti religiosi o artistici né la filosofia o la scienza dipendono da facoltà inerenti alla natura umana. Nessuna di queste attività è un elemento costitutivo della
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condizione dell'uomo. Sono tutte incidenti della sua storia. Dio, la bellezza, la verità possono morire perché non sono mere proiezioni innate della natura umana. Sono immortali nell'uomo solo gli appetiti che condivide con le bestie. Qualunque teoria che pretenda di qualificare come inganno ciò che un giorno ci commosse nobilmente, è falsa. La maggioranza degli uomini muoiono senza che sia nata loro l'anima. L'opinione della posterità sulle nostre lingue è imprevedibile, però le idee moderne sembreranno pensate in latino corrotto. La sintassi intellettuale dei moderni ricorda la sintassi grammaticale di Fredegario. Le verità non sono strumenti per lo sfruttamento del pianeta, ma stendardi sotto i quali crediamo valga la pena _ mor1re. Lo storico si suicida quando trasforma l 'interpretazione corretta di un avvenimento in chiave della storia. La nostra miseria proviene meno dai nostri problemi che dalle soluzioni che sono idonee per essi. La sorte della verità allarma e tiene svegli molti. Come se l'uomo potesse fare di più che suicidarsi! Una civiltà cristiana non è un patto con una civiltà profana bensì un'eco del combattimento cristiano con il mondo. La Chiesa poté battezzare la società medioevale perché era una società di peccatori, ma il suo avvenire non è lusinghiero nella società moderna in cui tutti si credono innocenti.
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La Chiesa deve intervenire in politica. Ma senza programma politico. Solo il cattolico prossimo all'apostasia è irritato dalle provvidenziali sonnolenze della Chiesa. Il canonico corpulento e lussurioso che crede in Dio è più indiscutibilmente cristiano del pastore austero e macilento che crede nell'uomo. Il metodo dialettico sembra inventato per eludere l'obbligo di collocare ogni cosa nel posto dettato dal metodo gerarchico. Molte dottrine valgono meno per i buoni esiti che contengono che per gli errori che rifiutano. L'uomo non può condannare se stesso né assolversi. L'uomo non è altro che una capacità di essere perdonato. Comprendere senza giustificare è l'unico atteggiamento che permette di evitare la scelta frequentemente imperativa fra complicità e stolidità. Questo secolo sciocco tollera che la volgarità dell'erotismo lo privi dei piaceri dell'impudicizia. Quandanche la necessità reggesse il corso della storia e conoscessimo la sua rotta ad ogni istante, le norme atemporali ci intimerebbero molte volte di andare contropelo rispetto ai fatti e a scegliere deliberatamente il disastro. Immaginazione, fantasia e umorismo sono indirizzi divergenti della metafora. Immaginazione, quando l'identificazione metaforica ascende a uno strato superiore dell'essere. Fantasia, quando i termini della metafora appartengono al medesimo strato. Umorismo, quando l'identificazione discende a strati inferiori.
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Avendo previamente risolto che le forme religiose non sono altro che tappe di un progresso, la filosofia della religione, a partire da Lessing, limita la religione autentica al rispetto che si ha per la direzione attribuita a quel presunto progresso. A questa soluzione insipida si oppone il cattolicesimo, il quale integra tanto il rito magico quanto la contemplazione mistica, tanto il comportamento etico quanto il raziocinio teologico. Il cattolicesimo è la strutturazione gerarchica della storia delle religioni. Il reazionario non diventa conservatore se non nelle epoche che serbano qualcosa che è degno di essere conservato. Anche nell'immensità dello spazio ci sentiamo ingabbiati. Il mistero è l'unico infinito che non ci sembra una prigione. Chi si precipita mette in fuga moltitudini di dèi. Anche le virtù sono intraducibili. Alcune parlano solo latino. Altre sanno solo l'inglese. Ce ne sono di squisite in francese che in altre lingue si corrompono. Certune hanno bisogno del tedesco per esprimere la propria scrupolosa serietà. Certe altre solo in spagnolo non paiono semplici modi plebei. Dal greco, infine, nessuno ha potuto tradurre una sola virtù. La Chiesa attuale esclude gentilmente dal deposito rivelato tutto quello che l'opinione pubblica condanna. I nuovi liturgisti hanno soppresso i pulpiti sacri affinché nessun malevolo sostenga che la Chiesa pretende di rivaleggiare con le cattedre profane. L'attuale pontefice54 prega per quel progresso che Bury - il suo storico - ha definito "sostituto della provvidenza". 54/ Siccome Populomm progress;o (Lo sviluppo dei popoli) è un'enciclica sociale scritta da papa Paolo Vl, e pubblicata il 26 marzo 1967, è moho probabile che sia quello il pontefice a cui G6mez Dri.vila si riferisce.
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I pagani, gli scismatici e gli eretici sono gli archi rampanti della cattedrale cattolica. Ciò che del Medioevo irrita il cristiano attuale è il cristianesimo. Il mio cristianesimo è meno etico che ontologico: mi vivo meno come peccatore che come creatura. Autorità è la caratteristica propria di quello che ci soggioga, come la poesia di Omero o il genio di Platone. Autorità non è quello che riesce a comandare bensì quello a cui non è concepibile disobbedire senza follia. Nulla di autentico si può autenticare con degli argomenti. Possiamo solo argomentare la nostra adesione a persone o la nostra ammirazione per le opere d'arte quando la persona è mezzo di fini egoisti e le opere pretesti ideologici. L'uomo non ama la realtà empirica dell'essere amato, ma la sua idea concreta. Non somma di accidenti e nemmeno semplice partecipe di un ideale generico, l'essere amato è l'idea concreta della sua perfezione individuale. Ogni essere è una statua tronca alla quale solo l'an1ore restituisce le curve mutilate. La filosofia è l'arte di formulare lucidamente dei problemi. Inventare soluzioni non è un'occupazione da intelligenze serie. Tutte le proposizioni universali sono false. Eccetto questa. Quelli che pretendono di abolire l'alienazione dell'uomo cambiando la struttura giuridica dell'economia, ricordano colui che risolse il problema della propria sventura coniugale vendendo il divano dell'adulterio.
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Lo sciocco si immagina che la voluttà di infrangere le regole cresca indefinitamente con l'abolizione delle regole stesse. Tutto ciò che di terreno si presume essere un fine si corrompe. L'essere immanente risplende solo dove si formano crepe. Quasi tutti gli uomini si frustrano quando le dottrine imperanti negano loro, come oggi, il diritto alla legittima subordinazione a cui segretamente aspirano. La Musa non visita chi più lavora o chi meno lavora, bensì chi ha voglia di visitare. Nelle democrazie, dove l'egualitarismo impedisce che l'ammirazione guarisca la ferita che la superiorità altrui incide nelle nostre anime, prolifera l'invidia. L'invidia è l'ignobile sostituto democratico dell'omaggio. La letteratura non ha usurpato le funzioni religiose che da un po' di tempo esercita. Nel collocare la religione al servizio dell'uomo è stato necessario che qualcuno si mettesse al servizio di Dio. Riusciamo a dire ciò che vogliamo solo quando casualmente dician10 ciò che dobbiamo. Il mondo moderno ci esige di approvare quello che non dovrebbe neppure azzardarsi a chiedere di tollerare. La colonia che si emancipa passa dall'inutazione confessa all'originalità posticcia. I giornalisti e i politici non sanno distinguere fra lo sviluppo di un'idea e l'espansione di una frase. Così come nel XIX secolo sono esistite due pitture parallele - una ufficiale e l'altra autentica - così fluisce in canali paralleli il pensiero del XX. I reazionari sono gli impressionisti di questo secolo.
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Chi toglie le catene all'uomo libera solo un animale. Le teodicee sono arringhe di presunti avvocati di Dio di fronte al grottesco tribunale dell'intelligenza umana. L'avvenimento possiede tanti significati quanti sono i contesti posseduti da chi lo osserva. Quanto più ci confessian10 tanto più i membri di altre caste credono che ci nascondiamo. La storia si ridurrebbe a un inventario tipologico se ciascuna delle sue istanze tipiche non fosse inerente a una persona. Logica, dialettica, paradosso, gerarchia. Metodo logico regolato dal principio di identità. Metodo dialettico che guida il principio di contraddizione. Metodo paradossale obbediente al principio di coincidenza dei contrari. Metodo gerarchico che applica il principio di ordinamento. Il metodo gerarchico non identifica i termini, non li assorbe, non li equilibra, bensì li ordina. L'interpretazione storica redama categorie etiche. Lo storico che le elude impoverisce il suo oggetto. Un tempo sembrò necessario eliminarle perché si confondevano coi pregiudizi congeniti all'universitario liberale, progressista e democratico. Però è eccessivo sopprimere l'etica per evitare meramente la virtuosa indignazione del progressista per "l'immoralità del passato". Niente di più utile che essere stupido per non titubare quando ci interrogano. L'uomo colto ha il dovere di essere intollerante. Il generale è ciò che è comune a vari individui. L'universale è ciò che è proprio a ciascuno di essi.
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Allo stesso modo del fatto che umilia il nostro orgoglio, mi allieta il gesto nobile che dissipa l'apprensione della nostra radicale viltà. La democrazia è l'unico regime politico deliberatamente stabilito per violare il diritto alla legge armata. Quando una soluzione non ci sembra almeno parzialmente inaccettabile vuol dire che l'abbiamo udita male. Ci fu un cattolicesimo dorico: quello delle chiese romaniche e gli ordini militari. Un cattolicesimo benedettino e feudale. Ci fu anche un cattolicesimo ionico: quello delle cattedrali gotiche e le summe scolastiche. Un cattolicesimo di cocolle mendicanti e di iridi reali. Ci fu, infine, un cattolicesin10 corinzio: quello dei templi barocchi e la controriforma trentina. Un cattolicesimo di sottane rurali e di pompe romane. La necessità della grazia deriva meno dalla nostra incapacità di adempiere la legge che dalla sterilità del suo adempimento. Non è dall'impotenza della volontà, bensì dal fallimento delle sue opere_che sorge l'urgenza della grazia. L'intellettuale diffida dell'intellettuale che si lava. Non potremo mai contare su chi non guarda se stesso con sguardo da entomologo. Il mondo sembra meno estraneo a chi agisce che la sua stessa anima a chi si osserva. Il reazionario sostiene la libertà dello schiavo con il fine di limitare la libertà del padrone. Il reazionario è meno amico della libertà piuttosto che nemico dell'assolutismo. Il Progresso alla fine si riduce a rubare all'uomo quello che lo nobilita per potergli vendere a buon mercato quello che lo svilisce.
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Per compiacere il determinista diciamo che non c'è atto senza causa. E per disturbarlo che non c'è causa senza atto. Sotto il soffio del progressismo contemporaneo lo storico si è defilato lasciando il passato nuovamente nelle mani del semplice erudito. L'erudizione moderna - più raffinata di quella dell'in-/olio barocco ma viziata da categorie ermeneutiche altrettanto anacronistiche - ha archiviato la storia, quella sottile e fragile invenzione di alcuni reazionari ottocenteschi. Il determinista sonnecchia in pace perché la similitudine morfologica fra l'atto determinato e l'atto libero gli serve da sotterfugio per confonderli. Se gli europei rinunciano ai propri particolarismi per procreare il "buon europeo" dobbiamo temere che generino solo un altro nordamericano. Invece di continuare a dire impropriamente che ammiriamo la belle.zza del mondo diciamo con proprietà che ammiriamo la bellezza che peregrina attraverso di esso. La porta della realtà è orizzontale. I peggiori demagoghi non si reclutano fra i poveri invidiosi ma fra i vergognosi ricchi. La storia è la somma delle traiettorie aberranti che le mentalità imbecilli impongono alle idee intelligenti. Affermare che le epoche sono tutte a uguale distanza da Dio non vuol dire insegnare che tutte si salvano, bensì che tutte possono salvarsi. Ranke non passa una rasiera sulla storia, ma condanna l'aberrazione progressista. Gli storici sono di solito più interessanti della storia.
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Nel pensiero reazionario abbondano le scorie puerili finché la fiamma marxista non lo affina. Il marxista non dubita della malvagità del suo avversario. Il reazionario sospetta semplicemente che il proprio sia stupido. Lo storico tratta la storia da ritrattista. Il sociologo da poliziotto che la scheda. L'incredulo non perdona l'apostata che gli conferma la sua incredulità. I cattolici non sospettano che il mondo si senta truffato ad ogni concessione che il cattolicesimo gli fa. Sul campanile della chiesa moderna il clero progressista colloca una banderuola al posto della croce. La rivoluzione - qualunque rivoluzione, la rivoluzione in sé - è la matrice delle borghesie. Redditiere, professore pensionato, signorino sottoposto a tutela - un intellettuale di sinistra può concepire peggiori parassiti borghesi? Kierkegaard, Nietzsche, Baudelaire. La stupidità dell'anziano viene creduta saggezza, quella dell'adulto esperienza e genio quella del giovane. Chi protesta se affermiamo che il bene si converte in male, o il male in bene, se Dio lo vuole, che lo stesso atto potrebbe essere pertanto buono o cattivo alternativamente, non capisce che l'essere volontà di Dio cambia l'essenza delle cose e non meramente la loro nomenclatura. La prima rivoluzione scoppiò quando a qualche scemo sovvenne che si poteva inventare il diritto.
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Un periodo storico è il tempo durante il quale predomina una determinata definizione di ciò che è legittimo. La rivoluzione è il transito da una definizione all'altra. L'uomo ottiene ciò che vuole solo quando meno lo sospetta. Essendo le cose che la vecchiaia non nobilita tanto rare quanto gli uomini nobilitati da essa, il mondo moderno distrugge le cose vecchie e prolunga la senilità dell'uomo. Quando lo storico scopre che in un santo cristiano si era nascosto un dio pagano tutti smettono di credere nel santo. Io invece comincio a credere nel dio pagano. Storia, critica, filosofia. Il metodo che cerco di praticare consiste in un processo trifasico. Un atto intellettuale unitivo che integra a un'interpretazione storica, in cui si include w1 giudizio critico, le condizioni di possibilità tanto della critica quando della storia. Un atto che racchiude, così, la storicità del reale, il suo rilievo assiologico e le sue condizioni epistemologiche. Quanto maggiore è la quantità di nozioni scientifiche che il filosofo comprende nel suo sistema tanto più rapidamente il sistema collassa. Anche in filosofia solamente lo stile in1pedisce la trasformazione del testo in semplice documento. I pregiudizi sono postulati che vogliono passare per evidenze. Non credo nella fede di chi non chiede a Dio nient'altro oltre a quello che dobbiamo chiedergli. La lettura del quotidiano svilisce alcuni e abbrutisce gli altri. Uno ad uno forse gli uomini possono essere il nostro prossin1o, ma ammucchiati sicuramente non lo sono.
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Molti artisti riescono a non puzzare solo da cadaveri. La democrazia non affida il potere a chi non le fa l'omaggio di sacrificare la coscienza e il gusto. Così tanta è la fede che il marxista ha in Marx che normalmente si astiene dal leggerlo. . . La . fede in Dio non risolve i problemi, ma li fa diventare 1rnson. La serenità del credente non è presunzione di scienza, bensì pienezza di fiducia. L'egoista può salvarsi se decide di convertirsi. L'altruista è condannato perché si crede convertito. Chi presume di possedere la formula della felicità universale finisce per strangolare il prossimo recalcitrante. Il dispotismo non è tanto frutto della libido dominandz" quanto del dogmatismo della carità. Senza la filosofia le scienze non saprebbero che cosa sanno. Stabilire una differenza fra Urtheil e Beurtheilung56 è il delitto capitale contro l'integrità dell'universo. La viltà appartiene alJ'essere crapulone altrettanto della lividezza. Anche quando omettiamo qualcosa per cortesia la maggioranza dei nostri interlocutori ci contraddicono solo per ignoranza. Il castigo per colui che cerca se stesso è quello di trovarsi. Sapere quali sono le riforme di cui il mondo ha bisogno è l'unico sintomo inequivocabile di stupidità. 55/ "Desiderio di dominio". L'espressione è ripresa da Sanr'Agostino, De
civilote Dei, Libro I.
56/ Entrambi i termini sarebbero traducibili con "giudizio�.
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Un anacronismo latente banalizza l'opera dello storico incapace di trasformare in categorie interpretative di ciascun'epoca la struttura dei loro avvenimenti. Il democratico si indigna del fatto che le sue vittime si indignino. Quando la frase e il suo senso possono divorziare, lo scrittore ha fallito. Ognuno vede nel mondo solo ciò che si merita di vedere. Le cifre, in storia, non sono altro che una nuova gamma di colori nella tavolozza dello storico. Quandanche la disuguaglianza non fosse indelebile dovremmo preferirla all'uguaglianza per amore della policromia. Ciò che rende datato un filosofo non sono le sue idee bensì gli argomenti con cui le difende. La democrazia tollera solo due partiti: il portavoce delle idee stupide e il protettore delle sordide cupidigie. Vedere preferenzialmente la positività dell'esistente è la predisposizione mentale indispensabile dello storico. In storia i lamenti funebri sono ammissibili ma scomunicare non lo è. Il grande storico non è tanto chi rinviene difetti in ciò che ammira quanto chi ravvisa virtù in ciò che detesta. I vecchi dispotismi si limitavano a rinchiudere l'uomo nella vita privata mentre quelli di nuovo conio preferiscono che abbia solo una vita pubblica. Per addomesticare l'uomo è sufficiente politicizzare tutti i suoi gesti. La storia si deve narrare come tragedia, non come sbaglio.
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Il terrore è il regime naturale di qualunque società che non abbia tracce di feudalesimo. Sapendo che non può vincere, il reazionario non ha voglia di mentire. Dove non c'è intenzione non c'è struttura, bensì fatto. Ogni struttura è la somma delle condizioni assiologiche formali a priori di un proposito. Verificare una proposizione sarebbe possibile solo se da una proposizione falsa non si potessero dedurre conseguenze vere. Dobbiamo restituire alla notte la positività che la nostra insufficiente astronomia le nega. Il nostro compito più urgente è quello di ricostruire il mistero del mondo. La storia inventa una nuova lingua per ogni nuovo valore. L'indagine sulle strutture confonde validità e vigore. La serie di configurazioni empiriche di una struttura con la struttura a priori che le sostiene. Giuristi, economisti, sociologi procedono come se la logica, per esempio, fosse un capitolo della psicologia. Gli insiemi di valori non si definiscono per il loro contenuto, bensì per il tipo di relazione che stabiliscono con noi. In una dissertazione sociologica nomi propri o date rinfrescano come una sorgente in un deserto. Per umanizzare una casa sono necessarie almeno tre generazioni consecutive di una stessa famiglia. La "società razionale" non si oppone a quella "tradizionale" come ciò che è coerente a ciò che è illogico. Bensì come ciò che è animale a ciò che è umano. "Razionale", in questo contesto, significa ingozzarsi senza decenza e copulare senza ritegno.
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L'esecuzione di un atto qualsiasi, in una società "tradizionale", è condizionata dalla totalità delle categorie che la coscienza di quella società riconosce. In una società "razionale", al contrario, ogni atto ammette solo le condizioni privative della categoria alla quale appartiene. Magari risuscitassero i "filosofi" del XVIII secolo con il loro ingegno, il loro sarcasmo, la loro audacia affinché minassero, smantellassero e demolissero i "pregiudizi" di questo secolo! I pregiudizi che essi stessi ci hanno trasmesso. Chiamiamo storia quello che accade a chi ha un'importanza di qualche tipo. La generalizzazione estende il nostro potere ed impoverisce il nostro spirito. li concetto è il residuo comune di vari termini. L'idea è la loro somma. li più repulsivo e grottesco degli spettacoli è quello della superiorità del professore vivo sul genio morto. I peccati che scandalizzano il pubblico sono meno gravi di quelli che invece tollera. Gli errori più funesti sono quelli che possono essere diagnosticati solo da chi li commette. I politologi predicono le caratteristiche adulte di una forma politica embrionale in modo tanto azzeccato quanto i ginecologi la costituzione mentale di un feto. I rivoluzionari arcuali sono solo degli eredi impazienti. Di rivoluzione si parlerà seriamente quando il "consumo" odiato non sia meramente il consumo altrui.
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Delia putrefazione della civiltà moderna si dubita solo in un paese sottosviluppato. Senza un severo alienamento epistemologico non possiamo intraprendere la conquista del diritto alla superstizione. A chi i problemi sociali sembrano fondamentali non possiamo negare, qualunque sia la sua intelligenza, una forre dose di ingenuità. Oggi non possiamo condividere opinioni senza vergogna se non quando non condividiamo i motivi e le ragioni dei nostri compartecipi. Il buon lettore è chi scopre la qualità squisita dei testi mediocri. Attribuire all'opera d'arte la soggettività dell'immaginazione che la crea equivale a confondere una proposizione logica con un giudizio psicologico. Lo scienziato si rifà dell'austerità intellettuale impostagli dalia scienza adottando, nel trattare temi filosofici, idee grossolane e volgari. I tre nemici dell'uomo sono il demonio, lo Stato e la tecnica. L'estetica romantica non sbagliò ad insegnare che l'opera d'arte è espressione del suo autore, però sbaglia nel prendere come criterio di valore l'autenticità dell'espressione. Il valore non dipende dall'autenticità dell'espressione bensì dalia qualità della persona. La sincerità dell'imbecille è carente di importanza. La fisiologia da un lato e la sociologia dall'altro hanno firmato la partizione della psicologia. La vita personale è stata abolita, così come la dieta polacca. Dio è la regione dove alJa fine giunge chi cammina in avanti. Chi cioè non procede rimanendo in orbita.
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La modernità è tutto quello che l'uomo fa come conseguenza della sua schlechthinnige Unabhiingigkeit.' 7 Fede profonda è solo quella dello scettico che prega. Le istituzioni sociali si infrangono quando tecnicizzano il loro funzionamento per accrescere la loro efficacia. L'uomo, in effetti, non rispetta docilmente se non ciò che è misterioso. Il terrore è inevitabilmente il sostrato razionale delle cerimonie irrazionali. Il cambiamento nel mondo moderno non è conseguenza dell'obsolescenza bensì l'obsolescenza lo è del cambiamento. Il modello contemporaneo del tonto si caratterizza per la passione con cui si proclama libero da pregiudizi. Oggi l'anziano è inutile come un animale vecchio. Dove non c'è un'anima che gli anni forse nobilitano rimane solo un corpo fatalmente degradato. La perfezione etica è quello stato di moralità così spontanea per il quale risulta assurdo attribuire un qualche merito all'anima che lo possiede. Le intelligenze medie gravitano naturalmente verso le dissertazioni sociologiche. Non è l'abituale invidia plebea - che induce a macchiare qualunque trionfo - quello che dà apparenze sospette alla qualità morale di chi non fallisce in questo secolo. Nel marxismo ci sono echi del romanticismo tedesco come in cucina ci sono echi delle conversazioni del salotto. Le forze della natura sono epifanie religiose ma non divine. Tra il mondo profano e il mondo divino c'è un mondo sacro. 57 / lndipendenza assoluta.
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Se il cristiano potesse essere democratico tutte le lance di Nietzsche lo avrebbero trapassato. Ma la democrazia proclama la sovranità dell'uomo, mentre il cristianesimo quella di Dio. La più ominosa delle perversioni moderne è la vergogna di sembrare ingenui se non si civetta col male. Meglio una Chiesa piccola, ma di cattolici, che massiva, ma di rotariani. Lo storico deve mostrarci che il preterito è stato al contempo banale come qualunque presente e affascinante come qualunque passato. Non sono un trasgressivo intellettuale moderno ma un contadino medioevale indignato. Individualismo o soggettivismo quando si pervertono nello psicologismo sono solo catastrofici. Ci sono verità abbigliate con una tale indigenza che è necessario denudarle prontamente, come una bella donna malvestita. Lo scrittore non deve compiacersi dei successi che ottiene, bensì dei fallimenti che evita. La civiltà moderna recluta automaticamente tutti coloro che s1 muovono. Nessuno ha le trovate che la storia invece riesce ad inventare. Il proposito di dialogare, oggi, presuppone l'intenzione di tradire. La cartomanzia costa meno della futurologia e non è meno esatta di quest'ultima.
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Persino le nostre idee favorite ci annoiano in fretta se non le sentiamo esprimersi con ironia, grazia e bellezza. Quando il buon gusto e l'intelligenza concordano, la prosa non sembra scritta da un autore ma da se stessa. I.:universo non risulta di difficile lettura perché è un testo ermetico, bensì perché è un testo senza punteggiatura. Senza l'intonazione adeguata, ascendente o discendente, la sua sintassi ontologica è inintelligibile. Siccome la destrezza elettorale del democratico ci pare una prova di intelligenza, le scempiaggini delle sue dichiarazioni pubbliche ci paiono deliberate. Fino a che scopriamo, sorpresi, che egli crede in esse. Le idee stupide sono immortali. Ogni nuova generazione le inventa a propria volta. Invecchiando dobbiamo cercare di assumere degli atteggiamenti che la nostra adolescenza avrebbe approvato, e di avere delle idee che non avrebbe compreso. La verità non è storica e nemmeno sta fuori dalla storia. Lo scrittore attuale non tenta di centrare il bersaglio assestando una sola parola bensì gettando una sfilza di libri. Nulla di più frequente che sentirci padroni di varie idee solo perché afferriamo espressioni inadeguate di una stessa idea. Ciò che è irritante di qualsiasi presente è che crede di aver sempre ragione solo per il fatto di essere il presente. All'ortodossia passata di moda è leale solo il suo critico di ieri, mentre il suo docile adepto corre dietro all'ortodossia nuova.
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L'anima dei giovani annoierebbe di meno se non la esibissero così tanto. Il buon gusto letterario è quello che trova insipido ciò che l'adolescente ammira. Chi parla della propria "generazione" si confessa parte di una mandria. Il clero progressista non delude mai l'appassionato del ridicolo. È più facile perdonare al progressista il progresso piuttosto che la sua fede. L'uomo moderno crede fermamente che solo ciò che è immondo sia autentico. Il moralismo ostile all'arte si maschera oggi da arte rivoluzionaria o erotica. La lealtà è alla fine l'unica virtù, come il tradimento è alla fine l'unico peccato. Il marxista ha ereditato il proprio sdegno per gli sconfitù dallo sdegno borghese per i falliti. La poesia agonizza quando il poeta sospetta che l'universo sia spiegabile scientificamente. La storia del cristianesimo rivela al cristiano quale presenza Cristo ha voluto avere nella storia. Pretendere di cancellare questa storia per restituire il solo Cristo evangelico non è un gesto di devozione ma di orgoglio. La rivelazione è il valore che sopravviene all'improvviso a un fatto psicologico.
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Siccome i fatti non insegnano nulla, lo sciocco si muove tra di essi senza acquisire l'esperienza che vi oscilla. L'esperienza è ciò che rimane all'uomo intelligente delle invenzioni fallite della sua intelligenza. Entro qualunque processo rivoluzionario l'apparizione di successivi gruppi reazionari dipende da un meccanismo regolato dal distinto grado di suscettibilità degli individui verso lo schifo di fronte all'assassinio. Un gesto, un solo gesto, basta a volte per giustificare l'esistenza del mondo. Discernere esteticamente fra due lingue è tanto assurdo quanto è sensato discernere fra i gradi di destrezza estetica dei loro rispettivi parlanti. Non esistono lingue goffe, ma scrittori incapaci. Quando la ragione si alza in volo per sfuggire alla storia non è sull'assoluto dove si va a posare, bensì sulla moda del momento. La nozione di struttura oggi, come quella di natura nel XVIII secolo, è un sotterfugio ideologico per occultare la storia. La confusione è il risultato abituale del dialogo. Salvo quando è un solo autore ad inventarlo. L'unica cosa che alla fine ci impedisce di vergognarci di essere uomini è che sono esistiti i monaci. La letteratura è l'arte di restituire al vocabolo significativo la funzione espressiva del grido. Il tempo modifica la topografia delle nostre convinzioni. La storia suol consistere in problemi che interessano all'uomo inte!Jigente senza essere problemi da uomo intelligente.
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I pensatori contemporanei differiscono fra loro come gli hotel internazionali, la cui struttura uniforme si adorna superficialmente con motivi indigeni. Quando, invero, è interessante solo il localismo mentale che si esprime nel lessico cosmopolita. Fino ad ora tutte le inchieste sociologiche hanno confermato le idee del sociologo che le aveva realizzate. Il capitalismo è abominevole perché ottiene la prosperità ripugnante vanamente promessa dal socialismo che lo odia. Grazie alla descrizione fenomenologica la storia delle religioni si è liberata dallo schema evoluzionista che la convertiva in un'ascesa verso i pregiudizi dello storico di turno. _ L'individualismo religioso dimentica il prossimo e il comunitarismo dimentica Dio. Il secondo è sempre il più grave errore. Il suicidio più comune del nostro tempo consiste nello spararsi un colpo all'anima. La storia perde di colore e rilievo se lo storico non arrischia giudizi di valore. L'ottimismo è un gesto da malato impaurito. Ciò che alla fine importa non è che un popolo attui una politica efficace in terra, ma che sia un gesto ammirevole nella scoria. E a chi beffardamente ci chiede "che cosa rimane dei perdenti?", risponderemo con ironia "che cosa rimane dei vincenti?". Nell'estromettere il demonio dal gregge del mondo gli esorcisti moderni l'hanno alloggiato nell'anima. Tanto grande è la distanza fra Dio e l'intelligenza umana che solo una teologia infantile non risulta puerile.
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Il reazionario non rispetta tutto quello che la storia porta, però rispetta qualcosa solo se è portato da essa. Fra reazionari intelligenti vediamo già ammiccamenti di soddisfazione e fra progressisti intelligenti ormai non udiamo altro che sospiri di condoglianze. Qualunque sistema è centauro: metà uomo, metà bestia. Dobbiamo guardarci dal seminare in questo secolo, in cui tutto ciò che nasce si corrompe. Il vecchio libro intelligente non diventa mai obsoleto perché il nuovo libro intelligente rende solo esplicite le idee che il libro vecchio includeva implicitamente. L'intelligenza è un paesaggio la cui illuminazione cambia, ma il cui rilievo non si modifica. Il teologo moderno anela a trasformare la dottrina cristiana in semplice ideologia di comportamenti comunitari. Coloro che profetizzano qualcosa di più che indefinite alternanze di ascese e decadenze nascondono qualche prodotto equivoco per la vendita in contanti. Le dottrine che pretendono di muovere moltitudini devono occultare pudicamente l'inevitabile arbitrarietà dei propri postulati e l'inevitabile incertezza delle proprie conclusioni. Le generalizzazioni sociologiche non sono altro che soprusi verso la storia. Essere autenticamente moderno è, a prescindere dal secolo, indizio di mediocrità. L'umanità attuale ha sostituito il mito di una preterita età d 'oro con quello di una futura età di plastica.
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La complessità di una tecnica esige fino ad un determinato punto una complessità crescente della mente; però a partire da quel punto la complessità crescente della tecnica favorisce una decrescente complessità della mente. Un apparato infinitamente complesso è maneggiato meglio da una somma infinita di unità infinitamente semplici. I libri scritti in collaborazione con il diavolo smettono presto di spaventare e diventano sciocchi. A chi disegna la mappa del mondo, il mondo gli suol diventare una mappa. Col passare degli anni udiamo la voce solo di chi ha parlato senza strida. Colui che vuol essere impeccabile finisce per negare il peccato per non dover accettare il perdono. Non c'è mai stato conflitto tra fede e ragione, bensì tra due fedi. Credo ut intelligam.'8 Traduciamolo così: credo per diventare intelligente. Le "soluzioni" sono le ideologie della stupidità. Al lettore, dopotutto, pare importante solo lo scrittore che non si crede più importante della propria opera. Confrontato con una chiesa romanica tutto il resto senza eccezione è più o meno plebeo. È sufficiente rammentare quello che gli editori pubblicano per sentire le vertigini di fronte a quello che rifiutano. 58/ Credo per capire.
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Lasciamo a Dio la compassione verso le pene morali dello sciocco. Solo il suo dolore fisico deve modificare i nostri propositi. La castità, passata la gioventù, più che dell'etica fa parte del buon gusto. Scoprire il volto di Cristo nella faccia dell'uomo moderno richiede qualcosa di più di un atto di fede: un atto di credulità. Finché l'uomo moderno non fece mostra della propria volgarità era possibile parlare della dignità del sesso o della sua ignominia. Nulla influisce sulla trascendenza divina, ma gli �tteggiamenti umani invece regolano le maree della sua unmanenza. Dio si infiltra fino alla punta dei rami o retrocede verso il suo empireo. Chi si proclama incapace di mendicare mi ispira una profonda ripugnanza. Non possiamo mettere delle condizioni alla vita e nemmeno ricevere tutto quello che essa dà. Quando la vecchiaia riesce ad essere bella non c'è bellezza giovanile che ne sia all'altezza. Tutti ci sviliamo un po' se perdiamo per qualche tempo il contatto con i grandi poeti romantici. Quando decapita le sue chimere l'uomo comune non scopre la verità, bensì l'attrazione dell'ignominia. Dobbiamo accogliere cortesemente nella nostra anima tutta la bellezza del mondo. Senza consegnare il nostro cuore eterno a quell'ospite transeunte.
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Anche all'uomo intelligente costa fatica non cercare di essere intelligente. Quando la patria non è il recinto di templi e tombe ma una somma di interessi, il patriottismo ci disonora. L'aspettativa di trionfo, per l'uomo intelligente, non è altro che un pretesto per la lotta. La lealtà è l'unica causa che nel trionfare non perisce. Dobbiamo rassegnarci al fatto che le cose non siano durature, ma rifiutarci di accelerarne la fine. Storia è ciò che ci accade quando il conflitto animale fra istinti si trasforma in lotta fra le convinzioni che gli istinti ci forgiano. L'amore intelligente non nasce finché l'entusiasmo non muore. Chi crede in Dio non ha bisogno di sottoporre ad una coerenza arbitraria il caos del mondo. L'ordine abita dietro le nostre evidenze discrepanti. I capricci delle proprie passioni forse salveranno l'uomo dalla catastrofe verso la quale lo precipitano gli automatismi della sua intelligenza. La letteratura passa attraverso tre età: prima il sogno, poi l'inventario e infine la confessione. Per destare la sensibilità dal suo crescente torpore di fronte al mistero è necessario curare l'intelligenza. Dio non è la chiave dell'enigma, bensì ciò che ne annulla lo scandalo. La fede non ha bisogno di teodicee.
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Dio è la verità di tutte le illusioni. L'assiologia è l'autentica teologia naturale. Il desiderio crede di desiderare quello che desidera, ma in realtà desidera solo Dio. La vera religione è monastica, ascetica, autoritaria e gerarchica. È sufficiente valutare le opere dell'uomo senza criterio retorico affinché la sua superbia sembri meno blasfema che ridicola. Finiamo per comprendere chi sa quello che dice, per quanto complicato sia ciò che dice. Però è impossibile capire chi solo immagina di sapere ciò che dice. Negli indici culturali di un paese, la decadenza della sua cultura si misura dalla proliferazione di errori nelle citazioni latine e greche e dal pullulare di aggettivi putativamente letterari nella sua prosa scientifica. Per dubitare dell'esistenza di Dio basterebbe che esistessero prove della sua esistenza. Un Dio implicato dall'universo non sarebbe il Dio in cui crediamo. La trascendenza non può essere il corollario di nessuna irnmanenza. Bensì verticale irruzione del divino. Il progresso di falsificazione dell'universo culmina con la fotografia che spoglia l'oggetto dei suoi universali per ridurlo ad un'astrazione nominalista. Gli uomini sono così naturalmente vili che solo a pochi possiamo fare l'onore di non perdonare le loro viltà.
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Lo storico non deve dimenticare che i tratti essenziali dell'uomo non sono mai causa sufficiente di un awenimento concreto. Ignorare che il fatto irripetibile ha una causa irripetibile costituisce il peccato di ipercronismo. La credenza nella risolvibilità fondamentale dei problemi è caratteristica propria del mondo moderno: che qualunque antagonismo di princìpi sia un semplice equivoco, che ci sarà un'aspirina per qualsiasi cefalea. Il grande artista si impone come soggetto autonomo; negli altri esseri ci imbattiamo come con oggetti che ci servono o ci disturbano. I concetti filosofici non sono prodotto di �n'intelligenza finalmente adulta bensì cadaveri di miti antichi. Sentirci capaci di leggere testi letterari con imparzialità da professore vuol dire confessare che la letteratura ha smesso di piacerci. Il feudalesimo era fondato su sentimenti nobili: lealtà, protezione, servizio. Gli altri sistemi politici si fondano su sentimenti vili: egoismo, cupidigia, indivia, codardia. Dobbiamo evitare che l'urgenza pratica di classificare ci induca a supporre di star comprendendo l'atto concreto quando identifichiamo la classe a cui esso appartiene. La relazione fra Cristo e il cristianesimo è il prototipo della relazione feudale. Un signore che dà la vita per i suoi fedeli e vassalli fedeli al signore fino al martirio. Il cristianesimo è un vassallaggio mistico. La posterità, questa consolazione dell'artista, si limita a pochi eruditi sgradevoli e dispepti_ci.
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L'archeologia si reputa più scientifica della storia perché si limita al confronto di oggetti senza poter confrontarsi con persone. Quanto più radicalmente condivida i pregiudizi del proprio tempo, tanto più facile sarà allo storico credersi padrone di criteri oggettivi per giudicare la storia. La moda è l'unico assoluto che nessuno di solito discute. L'atto di spogliare un individuo dei suoi beni si chiama furto quando è un altro individuo a spogliarlo. E giustizia sociale quando a farlo è una collettività intera. L'imparzialità dello storico lucido sta nel mantenersi sempre cosciente della sua parzialità. I biografi di uno scrittore di solito eliminano la persona per occuparsi della sua insignificante vita. Dio è la realtà che il deista perde e che il panteista recupera. Non esiste oggetto che un'interpretazione proterva non possa collocare entro un contesto che lo svilisca. Rendere banale ogni cosa è alla portata di tutti. Alla fine del secolo scorso ci fu solo un'"arte senza stile"; nella seconda metà di questo secolo c'è solo uno stile senza arte. Le stravaganze dell'arte moderna ci stanno insegnando ad apprezzare come si deve le insipidezze dell'arte classica. Le burocrazie non succedono casualmente alle rivoluzioni. Le rivoluzioni sono i parti sanguinari delle burocrazie. Gli argomenti che girano per il mondo sono di tale risma che l'uomo comune può far centro solo per sbaglio.
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Un universo attraversato dal Macedone è quantomeno capace di arcangeli. Coloro che non si lasciano commuovere da nobili retoriche non sono ponderati, pratici ed equanimi, ma vili. Forse le cose più nobili della terra non esistono se non nelle parole che le invocano. Ma è sufficiente che stiano ll affinché siano. Lo scrittore deve esibire senza epiteti le viltà che mostra, perché il lettore che non si indigna spontaneamente si condanni in modo automatico. La storia è l'arte di dare ai termini generali le differenti tinte che hanno in ogni epoca. Gli dèi non abitano che le regioni, le stanze, le anime in cui la storia, l'umile storia, accumula pietosamente le proprie cianfrusaglie. La maledizione delle opere moderne è che non possono fondarsi se non sul suolo nudo. Sulla roccia sterile. Le insolenze dell'adolescente non sono altro che le pedate dell'asino che si assesta nella stalla. Mentre l'insolenza dell'adulto che getta bruscamente alle spalle gli anni di pazienza che lo incurvano è uno spettacolo ammirevole. Piaceri ed obblighi, oggetti e persone: basta muoverli dal posto subordinato che corrisponde a ciascuno per convertirli in nulla. Chiedere a una cosa ciò che non è destinata a dare è una maniera efficace di rendere irrisorio ciò che dà. Tutti gli anticonformisti sanno, nel fondo dell'anima, che il posto che la loro vanità rifiuta è lo stesso posto che la loro natura gli ha fissato.
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Vi sono meno ambiziosi nel mondo rispetto agli individui che oggi si credono moralmente obbligati ad esserlo. Quando le gerarchie scompaiono non è tanto il caos quelJo che predomina ma l'insuJsaggine. Ciascuna generazione comprende solo alcuni libri delJa biblioteca che eredita. Lo storico marxista, per maggiore tranquillità, deve omettere cautamente dalla propria bibliografia i libri dello storico serio. Le dottrine si difendono meglio dagli argomenti schiaccianà che dal più lieve disprezzo. Religione e scienza non devono firmare accordi di confini bensì un trattato di disconoscimento reciproco. Allo sciocco sembrano importanti solo i problemi del proprio tempo. Educare significa insegnare ad appassionarsi per- , ci saremmo risparmiati
tonnellate di retorica.
Comprendere significa trovare la conferma di qualcosa di previamente intuito. Gli altri mi devono quello che mi hanno promesso, e non quello che credo mi debbano promettere. Sul cadavere di questa ovvietà, immolata come vittima propiziatoria agli dèi infernali, si basano le fondamenta del pensiero di sinistra. La carità è la fonte etica del diritto. Mi appello alla carità del passante affinché si imponga il dovere che si convertirà nel mio diritto. Se il viaggiatore se la svigna, non posso protestare contro la sua ingiustizia. Quandanche io possa gridare il suo peccato. L'industria moderna è l'insieme delle attività che procurano arricchimento e ascesa sociale a coloro che dovrebbero occupare solo cariche servili. Lo scemo crede che una proposizione sia necessariamente erronea quando risultano erronei gli argomenti con cui alcuni la sostengono. Affinché la società fiorisca si richiede uno Stato debole e un governo forte. 82/ Il de/inie11s è l'espressione tramite la quale si dà In definizione del defi11ie11d11111, che è l'oggetto da definire. 83/ Conveniente, adeguato, opportuno.
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L'istituzione che non si accontenta di un'efficacia fugace deve rivestirsi di sfarzi ed orpelli. Quello che non sa affascinru:e la nostra immaginazione non dura. Decorazione e fruizione sono mete legittime dell'arte, ma l'esibizione non lo è. Lo storico, così come il grammatico, non è chi applica le regole ma chi conosce le eccezioni. Una brusca espansione demografica ringiovanisce la società e incrudisce le sue stupidaggini. Per difendere, l'intelligenza deve stare all'erta su tutti i bastioni. Per assaltare le è sufficiente una postierla dimenticata. Siamo compatrioti solo di chi condivide con noi lo stesso repertorio di riferimenti. Nelle arti esistono visioni espressive e solo sistemi deformanti. L'anima nobile preferisce il pericolo del tradimento alla salvaguardia della diffidenza. L'attuale opulenza della corruzione non sorprende o atterra il cristiano. Noi cristiani siamo esperti di decadenze. La schiavitù non ha altra alternativa duratura che il vassallaggio. Non è nobile l'anima che nulla può ferire ma quella che presto si sana. Certe professioni diventano inutili quando correggono ciò che lo scemo chiama i suoi vizi professionali.
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Se vogliamo che qualcosa duri, facciamolo bello, non efficace. L'anima un po' fine si vede obbligata spesso a facilitare la menzogna al proprio interlocutore. Non c'è alba più desolata di quella cli un'utopia. Il marxismo libera gli incolti dall'oppressione culturale mettendo un vocabolario coerente e appiccicoso al servizio della loro incultura. La cultura presume che moriremo educandoci, a prescindere dall'età alla quale spiriamo. Educare un giovane non consiste in familiarizzarlo con la sua epoca, ma fare in modo che la ignori il maggior tempo possibile. L'uomo ha tanta anima quanta crede cli averne. Quando quella credenza muore, l'uomo diventa oggetto. Per aver creduto vive le figure di cera fabbricate dalla psicologia, l'uomo ha cominciato a perdere la conoscenza dell'uomo. L'eternità è lo stato cristallino delle nostre fugaci e brevi emozioni nobili. La società si trasforma in un ibrido tra una prigione ed un ricovero quando la felicità del cittadino è una meta del governante. Alla felicità di coloro che più amiamo ci è dato cli contribuire soltanto con una tenerezza silenziosa e un'impotente compassione. La democrazia usa il liberalismo come esca.
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La fotografia ci mostra come l'imbecille vede il mondo. La città moderna non lascerà altro che cloache agli archeologi futuri. Il À'IX secolo non raggiunse che una sola costruzione etica di alto stile: l'ufficialità prussiana. La sinistra è una strada rettilinea, sprezzante del paesaggio. La reazione è un sentiero curvo fra le colline. Non è in mezzo al fango dove la vita ci immerge costantemente, bensì in mezzo alla banalità. La società moderna rispetta solo la scienza quale fornitrice inesauribile delle sue avidità. La fine di una civiltà si annuncia quando le sue finzioni sembrano frodi. Il miracolo non è una rottura tra i fatti, ma una loro fugace trasfigurazione. Fomentare artificialmente le cupidigie per arricchirsi soddisfacendole è l'imperdonabile delitto del capitalismo. Già da tempo il capitalismo ha seppellito i suoi nemici. Oggi muore circondato da eredi. Nella cappella dell'anima moderna ci sono i rintocchi a morto. I liberatori hanno forgiato più catene all'umanità che i suoi carnefici. Il mondo moderno ha già le crepe e scricchiola sufficientemente affinché ci passi lo spavento che esso non crolli. L'uomo si crede perduro tra i farti quando invece è solo ingarbugliato nelle proprie definizioni.
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Raschiando la pittura non troviamo il senso del quadro, ma una tela bianca e muta. Allo stesso modo non è frugando nella natura che troveremo il suo senso. Quando lo specialista si mette a speculare, la filosofia arrossisce. Dall'ammutinamento associazionista che fece a pezzi il soggetto tran1ite un'agglomerazione di frammenti, i capitoli della storia della psicologia sono episodi della restaurazione del soggetto sul trono della sua unicità e attività. Le virtù senza cortesia sono di lignaggio etico inferiore rispetto ai vizi cortesi. Si definisce comunista colui che lotta affinché lo Stato gli assicuri un'esistenza borghese. Dobbiamo evitare qualsiasi metafisica della natura finché sarà possibile scegliere solo tra un rozzo fisicalismo e un insipido vitalismo. Bisogna Ìn1parare ad ammirare ma non a fingere di ammirare. Esistono norme del buongusto, però non possiamo conoscerle. Possiamo solo applicarle. I nostri progetti devono essere modesti; le nostre speranze smisurate. La natura umana coglie il progressista sempre di sorpresa. Il politico non sbriga con serietà se non le faccende banali. L'attivismo è l'asilo di colui che non ha un posto dove stare né dove andare.
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La libertà legale cli espressione è cresciuta parallelamente alle seivitù sociologiche del pensiero. Gesù Cristo è l'w1ico pW1to nella storia dove assiologia e ontologia si fondono. L'individuo oggi non costruisce se stesso con gli universali che assume, bensì svanisce in essi. L'albero dell'Occidente è fiorito nel XX secolo. Dalla prin1avera cli quei cento anni, tuttavia, non ha avuto linfa per nuovi rami. Il denaro sgorga senza macchia solo dalla spada o dal grano. L'idea non è somma cli vari fatti 1:1a possibile dimensione cli alcuni cli essi. Se lo svilimento spaventasse l'uomo come la morte, il consenso assiologico sarebbe tanto universale quanto quello scientifico. La scienza politica è l'arte cli dosare la quantità cli libertà che l'uomo sopporta e la quantità cli schiavitù cli cui ha bisogno. Le infanzie rurali hanno predominato sino a ieri. Però che cosa possiamo aspettarci da chi non custodisce un odore cli terra umida nell'anima? Il tedio è l'impronta della trascendenza scomparsa. Chiamiamo insignificante ciò che ha solo W1 significato immanente. La trascendenza che si infiltra nelle cose è il sale che insaporisce la loro insipidezza. Col sesso e la violenza non si rimpiazza la trascendenza esiliata. A chi perde Dio non rimane nemmeno il diavolo.
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Ci sarà bisogno dei venti di una nuova era glaciale per spazzar via l'odore di sperma che comincia ad aleggiare sul mondo. Non esiste "ideale" che sia sopportabile per più di qualche giorno. La comunità linguistica dello scrittore non è il gruppo di parlanti effimeri che lo circondano, ma la storia della letteratura alla quale appartiene. La cultura si intim idisce e si nasconde quando sono dei funzionari quelli che le passano il pane quotidiano. I requisiti per guardare con intelligenza mi interessano quasi di più di ciò che vediamo. Certe dottrine sono mere ideologie compensative dello sgorbio che l'ideologo vede guardandosi allo specchio. Il dolore forgia, ma solo il conflitto etico può educare. Colui che insegna finisce per credere di sapere. Non dobbiamo confondere la possibilità della prova con l'autenticità del!'evidenza. Imparando ad ammirare ci curiamo dai vizi della mediocrità. Le sfumature sono state estromesse dal mondo come da qualsiasi manifestazione pubblica. Stupido è chi ha opinioni sui luoghi comuni del momento. Chi perdona tutto perché tutto comprende, semplicemente non ha capito nulla. Più che il prestissimo della sinfonia occidentale, gli ultinii due secoli sembrano la confusione sul palco dei musicisti che se ne vanno.
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Le rivoluzioni si dondolano tra il puritanesimo e la crapula senza sfiorare il suolo civilizzato. La rivoluzione è il periodo durante il quale si è soliti chiamare "idealisti" gli atti che qualunque codice penale castiga. Quando non ha altro habitat che le università lo spirito genera a fatica, come le belve prigioniere. Il sinistrorso modifica le sue definizioni per persuaderci di aver trasformato le cose. La tanto menzionata "trasformazione del mondo" sta risultando una mera adulterazione del vocabolario. Quando la marea religiosa scende, il fetore delle anime si diffonde. I:intelligenza sarà sempre Chiesa delle catacombe. I:uomo, nonostante tutto, rispena maggiormente chi riesce ad avere un difeno in meno che chi riesce a produrre una spiga in più. Se la Chiesa si trasforma in partito politico le porte dell'inferno vomiteranno tanti elettori quanti ce ne sarà bisogno per prevalere su di essa. Quando l'oggetto perde la sua pienezza sensuale per convertirsi in strumento o in segno, la realtà svanisce e Dio scompare. La verità non è interessante finché l'immaginazione non la stilizza. Opera d'arte, oggi, è qualunque cosa sia venduta cara. La tesi di laurea dello storico deve consistere nelle esequie di qualche generalizzazione storica.
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Costa meno fatica saltare l'abisso che ci separa da certi esseri che attraversare la tediosa pianura che ci separa da certi altri. Della ragione non abusa nessuno. Del suo nome, molti. Il compito di riformare i nostri postulati non è opera della ragione e neppure della volontà. Bensì dell'intelligenza. La mentalità moderna che crede di viaggiare verso le nebulose è ancora qui in orbita dai tempi dell'Enciclopedia. L'innovazione, nelle arti, si è rivelata un adeguato sostituto commerciale del talento. Le scuole, le dottrine, gli stili si moltiplicano da cent'anni a questa parte: proteismo dell'arte nelle grinfie della morte. Ecumenismo e indifferentismo sono rime dello stesso distico. Fintantoché lo storico del pensiero non saprà distinguere tra la ragione e ciò che ha usurpato il suo nome non si potrà scrivere la storia moderna. Il pubblico non si entusiasma se non con libri recenti e idee appassite. Solo i grandi nascono col diritto di sdegnare. Noi invece dobbiamo conquistarcelo. Le scienze astratte convengono al giovane. L'adulto si muove in una realtà così frondosa e densa che, se è intelligente, solo il mito lo soddisfa. Finché non sarà dimostrata l'inesistenza della coscienza e della volontà sarà inutile rinchiudere l'uomo nel recinto dell'immanenza. Il ladro è dentro.
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Chi si aspetta dalla cultura quello che può dare solo l'etica o dall'etica quello che può dare solo la religione rimarrà sgradevolmente sorpreso. Un granello di ironia impedisce che l'indignazione ci avveleni. Molti non riescono a giacere con una verità senza lasciarla gravida di errori. La storia moderna è il dialogo fra due uomini: uno che crede in Dio e un altro che si crede Dio. La storia manca di interesse se non ha altro sfondo che la stolida magnificenza della notte stellata. Qualunque sia la società in cui nasce, lo scrittore è sempre un forestiero. Esiste gente così candida che le conclusioni di una monografia sociologica la sorprendono. La struttura dell'opera d'arte è una semplice impalcatura quando l'autore la organizza deliberatamente. L'individuo è meramente un candidato al rango di anima. Non parliamo di rispettare dove dobbiamo solo compatire. Finché si continuerà a frugare senza posa tra le macerie dell'anima occidentale, in quelle rovine non nasceranno neppure i denti di leone. Gli uomini si suddividono in coloro che si complicano la vita per guadagnarsi l'anima e coloro che spendono l'anima per facilitarsi la vita. L'uomo è stato fatto per vivere come un villano ripulito. Non come un professionista ben pagato e neppure come un ricco industriale.
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Soltanto per Dio siamo insostituibili. Quando gli scrittori di un certo secolo non possono scrivere altro che cose noiose noi lettori cambiamo di secolo. Dobbiamo esaminare con cautela le parole che adottiamo per evitare che ci trascinino verso campi lessicologici i cui postulati concettuali sono inammissibili. Crediamo di sposarci con parole orfane e ci risvegliamo legaci da parentele meschine. Non è dalla matematica che dobbiamo preservare le scienze umane bensì dagli appassionati di matematica. Entro la pura immanenza rutto è mero esserci. Senso e trascendenza sono sinonimi. La pigrizia dell'intelletto suol essere l'unico contrappeso alla demenza umana. Occultando le contraddizioni che esso racchiude, il discepolo banalizza il pensiero del maestro. L'importanza profana della religione sta meno nella sua influenza sulla nostra condotta che nella nobile sonorità con cui arricchisce l'anima. Sentimentalista è chi adotta un sentimento per il fatto che l'opinione pubblica lo applaude. Oggi si riesce a screditare qualunque individuo attribuendogli una virtù qualsiasi. Ci sono parole per ingannare gli altri, come "razionale". Ed altre, come "dialettica", per ingannare se stessi. Lo svilimento è l'attuale prezzo della fraternità. I lessici specialistici delle scienze umane servono per spaventare il lettore.
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Nelle scienze umane la sofisticazione tecnica e l'ingenuità intellettuale crescono correlativamente. Il cristianesin10 è un'insolenza che non dobbiamo mascherare d'amabilità. La Lettera ai Romani è il focus classicus delle relazioni fra l'assiologia e l'ontologia. Impotenza dell'uomo per realizzare il valore, ma non per eseguire gli ani nei quali il valore si realizza. Legge del verso e Grazia della poesia. Il mondo moderno non sarà castigato. Esso stesso è il castigo. La "verità" che la nostra anima brama è quella di una sensazione che dura. La modernità è ciò che resta dopo l'assassinio della poesia. La "chiarezza" è propria cli ogni lingua durante l'apogeo politico dei suoi parlanti. L'oscurità verbale è il riparo del pretendente o del detronizzato. L'austerità scientifica ci evita l'errore nelle scienze naturali. E nelle scienze umane il successo. Dopo pochi minuti di chiacchierata, di poche persone rimane qualcosa di più di una vinaccia spremuta. Essere intelligente senza concetti è il privilegio dell'artista. I libri scientifici di una stessa epoca sono intercambiabili. La superiorità di alcuni non è di ordine scientifico. I lessici specialistici permettono di parlare con precisione nelle scienze naturali e travestire banalità nelle scienze umane.
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Dato che la Chiesa si impegna nell'adottare idee profane preghiamola di non adottare quelle sciocche. Chiamiamo bellezza di un idioma la destrezza con cui certuni lo scrivono. Quando sono riverenti le nostre mani ungono ciò che toccano. Anche nel grande poeta la poesia è solo un incidente. Non è di inanizione che lo spirito a volte muore, ma di scorpacciate di banalità. All'assoluto è necessario riferirsi mediante segni temporali così come alla persona amata mediante segni universali. Però la storicità del segno non rende vano l'assoluto né la sua universalità rende vana la persona. L'anima non è nel corpo bensì il corpo in essa. Ma è nel corpo dove la palpiamo. L'assoluto non è nella storia bensì la storia in esso. Ma è nella storia dove lo scopriamo. Dopo svariate stagioni di urbanismo alternate da vari intermezzi di guerra, il contesto rurale e urbano dell'era colta sopravvivrà solo in atlanti linguistici e in dizionari etimologici. Cerci naturalisti ignorano ancora che i proletariati sono le crisalidi delle borghesie. Un po' di destrezza riesce ad evitare i peggiori neologismi ed aggiunge mediante il contesto nuove sfumature al vocabolo. Tutto finisce nel commercio. Accontentiamoci di analizzare l'ordito della storia senza pretendere di trovare le mani che lo intessono. Oggi si definisce "avere senso comune" non protestare contro ciò che è abietto.
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Possiamo rispettare tesi che rifiutiamo sempre e quando non siano sostenute con fatti adulterati. Chi affronta "senza pregiudizi" un tema qualsiasi dice soltanto sciocchezze. Non è a decorare il luogo della nostra attuale prigionia che l'intelligenza si deve consacrare, bensì a favorire con tutti i mezzi la nostra fuga. Nella misura in cui l'anima si prosciuga cresce il numero di parole che sonnecchiano dismesse nei dizionari. Redimeranno la città moderna solo le ortiche che cresceranno tra le sue rovine. Ciò che è banale, nelle religioni, è il veicolo prediletto di ciò che è importante. Per conoscere che cosa ci alimenta nel cristianesimo è sufficiente notare che cosa ci va di traverso. Chi riforma un rito ferisce un dio. Da vari secoli la Chiesa apre e chiude le sue porte fuori orar10. La teologia balbettante ci trova più attenti di quella insistente. Svariate tesi marxiste sembrano attribuzioni apocrife di avversari disonesti. Essere marxisti sembra consistere nell'esimere dall'interpretazione marxista le società comuniste. Il rivoluzionario imparerà un giorno che le rivoluzioni potano invece di estirpare?
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Un paesaggio non risale che al primo sguardo di occhi affini ai nostri. Questi paesaggi sono ancora crudi e inospitali perché appena quattro secoli hanno fatto scivolare su di essi il loro sguardo. Altri occhi un tempo li videro. Occhi che vedo brillare nella nostra ombra, ostili o docili, ma mai fraterni. Avventure diverse ad identico protagonista oppure identica avventura a protagonisti diversi: chi passa dalla prima interpretazione alla seconda scopre la storia. ...e la differenza tra il romanzo e il/euilleton.s., Lo storico inganna anche occwtando lo splendore di cerri istanti. L'imparzialità dello storico non deve consistere nel non discriminare in modo definitivo. Alla miseria del popolo si può sacrificare tutto. E nulla si deve sacrificare alla sua avidità. Non dobbiamo capitolare con l'istinto e neppure rimpiazzarlo con delle regole. Civilizzarlo, piuttosto. Non dobbiamo imitare chi sistematizza al fine di nascondere il proprio disordine: dobbiamo disordinare per sfumare il nostro sistema. Gli anni climaterici della storia non sono la risultante di molteplici fatti, bensì la manifestazione, mediante quei fatti, di una nuova posizione dell'uomo di fronte al mondo. Un ambiente sessuale, collettivista, industrioso caratterizzò il predominio della femmina presso l'orda arcaica. Scomparso il predominio virile fondato dal cavaliere, la società individualista e guerriera degli ultimi millenni ritorna alla propria viscosa matrice primitiva. 84/ Romanzo d'appendice.
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La pedagogia moderna non coltiva e non educa; meramente trasmette nozioni. Lo scrittore dovrebbe partire dal senso, il lettore dalla parola. Solitamente, tuttavia, lo scrittore parte dalla parola e il lettore dal senso. Non ho preteso il rigore di una dottrina ma la flessibilità di un atteggiamento. In ultima istanza nessuno né nulla perdona. Eccetto Cristo. L'uomo non si trova gettato soltanto tra oggetti. È anche immerso tra esperienze religiose. La religione non è una dissertazione esplicativa ma un fatto inspiegabile. Il paese industrializzato è quello in cui i fiumi non fanno annegare, bensl avvelenano chi fa il bagno in essi. Non si arriva a Dio in ogni epoca per lo stesso cammino. I precetti etici moderni sono inviti all'impudenza. La natura risuscita nelle mani della metafora. La lentezza è la matrice della qualità. I privilegi sono eticamente irrinunciabili. La storicità radicale non sopprime le norme ma solo le formule. La storicità del mondo costringe a una responsabilità sempre all'erta. Il XX secolo non ha saputo correggere l'anarchia stilistica del XIX se non con il dispotismo di un programma stilistico deliberato.
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La coerenza del dottrinario finisce per essere un fenomeno semplicemente linguistico. Gli intellettuali, quando muoiono, vanno nel limbo. Persino il demonio sembra aver abbandonato l'uomo attuale. Dobbiamo rettificare la nozione di ispirazione scritturistica ricordando che si parla sempre di sacre, non di divine scritture. L'ordine è quello che deriva spontaneamente da una norma. Non quello che alcune regole impongono. Stile significa ontologicamente differenza, e assiologicamente significa un livello specifico di qualità estetica. L'intelligenza è poca cosa se l'anima intera non pesa su di essa come sulla sua punta. La lealtà ad un'idea culmina in catastrofe o degenera in acrobazia semantica. Non dobbiamo giurare lealtà incondizionata se non a persone. Quando vengono istituzionalizzate, le dottrine finiscono per sostenere che in fondo insegnano il contrario di quello che sembrano predicare. Chi è carente di vocabolario per analizzare le proprie idee le battezza intuizioni. La popolarità di una filosofia dipende dalla sua attitudine a convertirsi in semplice automatismo. L'uomo crede che qualcosa duri perché da bambino vede che tutto dura. Dobbiamo imparare ad accompagnare nei loro errori coloro che amiamo senza diventarne i complici.
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La sapienza, per non smarrirsi, sa di dover camminare con gli occhi bendati e le braccia conserte. L'attualità sceglie le letture allo stupido. Per castigare un'idea gli dèi la condannano ad entusiasmare lo stupido. L'uomo può "alienarsi" tanto nella libertà e nella cultura quanto nella schiavitù e nell'ignoranza. Il simbolo autentico non ha carattere simbolico bensì realtà individuale. Di fronte a eh.i è veramente grande non ci sentiamo mai umiliati, ma misteriosamente affini. Non invochiamo Dio come rei ma come terre riarse. Il relativismo assiologico è riflesso difensivo delle epoche che intuiscono la propria bassezza. Per comprendere qualunque idea importante bisogna prenderla d'assalto. La maturità politica consiste nel rifiutare ogni fine che non sia operazionalmente definito. La classe ontologica si definisce, la classe assiologica si intuisce. L'idea poetica non è quella che potrebbe servire per una poesia, ma quella che è servita. Ogni tipologia di attività umane, se non abdica in storia, finisce in caos terminologico. I miglioramenti sociali non provengono da forti scosse bensì da lievi spintarelle.
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Il romanzo attuale rimpiazza le tediose allegorie etiche di ieri con tediose allegorie sociologiche. Le opere d'arte sono "rappresentazioni" più esatte della realtà piuttosto che la filosofia o la scienza, perché queste sono ambigue come essa. Non è possibile sperare più nulla quando lo Stato è l'unica risorsa dell'anima contro il proprio caos. Le tesi filosofiche non muoiono come spropositi smentiti, ma come malinconici porti incagliati nell'entroterra. L'immaginazione storica è l'unica sorgente in tempi di siccità. Non esiste essere che una quantità sufficiente di banalità non riesca a colmare. Il nwnero di quelli che desistono dalJ'emendarci fortunatamente cresce nella misura in cui invecchiamo. Le essenze intellettuali più nobili risultano dalJa distillazione di un'esistenza mediocre da parte di un'intelligenza incandescente. Nelle mani audaci la vita deposita solo poche gocce di retorica. La crescente libertà dei costwni nella società moderna non ha soppresso i conflitti domestici. Ha soltanto tolto loro dignità. Dio è il creatore, non la causa prima. Non è il termine che inizia le serie, ma un termine esterno ad esse. Se l'industria moderna non è ancora riuscita a fabbricare corpi è già riuscita, invece, a fabbricare anime.
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In un ambiente intensamente civilizzato i fiori supremi non fioriscono. Rimproverare un terremoto può essere grottesco, ma adularlo è sciocco e vile. Per essere un grande oratore è necessario associare ad un portamento serio un'intelligenza poco seria. Le grandi trasformazioni sociali non si possono studiare finemente se non attraverso episodi banali. Qualunque tema diventa insipido quando lo disinfettano dall'etica. Entia non sunt praeter necessitatem multiplicanda8� è il lemma di chi pensa per agire. Il lemma di chi pensa per comprendere è entia non sunt temere minuenda. 86 La falsità di un'opinione che ci ripugna è sufficiente per consolarci anche della sua vittoria. Il popolo adotta persino opinioni raffinate se gli vengono predicate con argomenti rozzi. Le epoche mediocri che non si rassegnano alla loro mediocrità commettono tante ridicolaggini quanti sono gli individui mediocri che non si rassegnano alla propria. Per innovare una tradizione senza fratture dobbiamo liberarci dai nostri predecessori immediati vincolandoci ai nostri predecessori remoti. Le virtù al servizio di errori non meritano la compiacenza intenerita con cui il sentimentalismo flaccido le guarda. 851 Gli enti non devono essere moltiplicat.i oltre 13 necessità. 86/ Non si devono diminuire gJi enti con leggerezzn/awentatamente.
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Quando il lirismo si degrada in soliloquio forse una dose di didactismo lo può salvare. La lirica moderna è diventata una trascrizione metaforica di miagolii da intellettuale calpestato. Il poeta che non canea opina soltanto. Il verso è l'aspirazione inconfessabile della prosa. Gli intellettuali sono il proletariato del Parnaso. Il tempo rispetta solcanco le frasi spigolose. La poesia non ha frontiere. Le retoriche, al contrario, sono nazionali . . E ce ne sono anche di senatoriali e tribunizie. L'arte è il paradigma di cucco ciò che è inesplicabile. Le idee moderne sono un'ortodossia imperante su scettici imbavagliati. Il predominio dell'elemento autobiografico nella letteratura la riduce a un mormorio di confidenze in un dormitorio d'ospedale. Quando l'individuo perde la convinzione della propria significanza religiosa la lirica diventa testimonianza della sua insignificanza empirica. Simbolo è il nome che diamo a una concezione sufficientemente profonda di qualcosa di particolare. Il frammento comprende più del sistema. Lo stupido non deve la sua stupidità alla mediocrità della propria intelligenza, bensì alla volgarità della propria anima.
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Credendo legittima l'attuale ripartizione dell'universo fra le scienze, lo scrittore odierno si limita a registrare i propri borborigmi sentimentali. Senza una certa puerilità religiosa, una certa profondità intellettuale è irraggiungibile. Basta che un politico intelligente consideri elettoralmente efficace una qualsiasi idea per sapere senza indugi che quell'idea è falsa. La "dialettica" è il copripudende87 del progressista. I lavori scientifici, per quanto illustri siano, presuppongono una pazienza atavica da servo ereditario. La poesia risulta a volte dalla mera impotenza del linguaggio nel far coincidere la descrizione con ciò che è descritto. La poesia non ha un posto nel mondo. i È uno splendore che f ltra dalle sue crepe. L'attività politica lede i tessuti più fini dell'intelligenza. Razionalismo ed ottimismo sono le pile policrome di un santuario in cui si venerano dèi teriomorfi. La posterità immediata condanna le reticenze del critico di fronte all'arte del suo tempo. La posterità remota solitamente le corrobora. Chiamiamo rispettabili le idee delle quali nessuno più si rnnamora. Dove i gesti sono carenti di stile l'etica stessa si svilisce. 87I Sona di indumento ridono all'essenziale, solitamente coUeg:no all'abbigliamento dei popoli primitivi, che serve a coprire le parti intime.
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Le vittime sulle quali lo storico democratico versa lacrime sogliono essere dei carnefici decapitati. Il mondo borghese tratta in modo differente i suoi diversi nemici: vomita quelli di destra ed assorbe quelli di sinistra. Certa stupidaggine discreta, come il cibo semplice, è l'unico alimento che non indispone. L'ingegnosità è la smorfia agonica delle arti. Solo l'imitazione di opere inferiori rende fecondi. Nostro nemico non è tanto chi non condivide le nostre opinioni politiche, quanto chi non condivide le nostre preferenze letterarie. La sventura delle nuove ricchezze è che persino le cose comprabili non abbiano prestigio se non quando sono ereditate. Solo la visione estetica della storia è adeguata ad una realtà ribelle tanto alla speculazione teorica quanto all'interpretazione pragmatica. Letteratura è quello che la nostra adolescenza ha letto. Il resto è erudizione. Quando uno stile artistico passa ad altre mani etniche, solo dei pregiudizi impediscono di vedere che cambia di spirito. Il conservatorismo non è, come la predica progressista, un portolano dei mari di Jauja. Semplice tentativo di mantenere l'equilibrio idrostatico della celebre nave, il conservatorismo corre a babordo quando la pesantezza scivola a tribordo e viceversa. Il conservatorismo di ogni epoca è il contrappeso alla stupidità del momento.
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L'immaginazione non inganna attribuendo falsi prestigi, bensì attribuendoli falsamente. Nessuna eccellenza immaginabile può essere una finzione soggettiva. Chiunque esige una trascrizione filosofica del dogma è lo stesso che chiede una parafrasi in prosa della poesia. L'autentica arte del nostro tempo non è stata il portavoce, bensì l'accusatore del mondo moderno. L'aberrazione moderna consiste nel credere che sia reale solo quello che l'anima volgare può percepire. Nulla è così fetido come parlare con disprezzo di ciò che agognarne in segreto. Se non possiamo strangolare la nostra invidia tanto vale non zittirla. Le dramatis personae88 della metafisica sono reali, però quello che di esse ci raccontano i metafisici è una favola. Il rango di un'opera e quello del suo stile non sono necessariamente identici: in uno stile inferiore come quello ellenistico, per esempio, ci sono opere insigni; al contrario, le sculture arcaiche di solito sono inferiori al loro stile esimio. Non esiste avvenimento banale se esso trova uno storico importante. Quandanche la "nuova sinistra" proponga soltanto soluzioni candide, almeno suscita conflitti genuini ad una società che ormai non possiede che imbrogli amministrativi. L'accademismo non cambia di natura per il fatto di preferire il rugoso al liscio o l'angolare al rotondo. 88/ "Maschere dd dramma" o "personaggi dd dramma". L'espressione è usata anche per indicare l'insieme di individui che hanno avuto rilevanza in quaJchc avvenimento.
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Forma e sfondo sono una sola cosa, però nascono separati. Nella loro fusione perfetta culmina un lungo processo laborioso. Nella nuova sinistra militano oggi i reazionari disorientati e derelitti. Lo specialista non sa che cosa sa. I valori non hanno "conferma soprannaturale". I valori sono la conferma soprannaturale. I marxisti definiscono marxista tutto ciò che Marx adotta, anche quando si tratti dd principio di identità. Le verità passano, lo stile dura. La prosa seria richiede una dose minima di buonumore per non diventare imbevibile. La "prassi" è il pretesto con cui la filosofia si dimette. "Aver vissuto molto" di solito significa meramente un'assidua frequentazione di postriboli. Il metafisico senza talento di romanziere è illeggibile. Il mondo moderno ormai non censura se non chi si ribella contro lo svilimento. Non è ovviamente l'importanza dell'economia o dd sesso quello che noi reazionari neghiamo, bensì l'indole economica o sessuale dd valore. "Verità eterne" sono soltanto le tautologie. Qualunque verità è un'epifania casuale. L'eternità della verità, come l'eternità dell'opera d'arte, è figlia dell'istante.
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Rispettare i nostri superiori è prima di tutto una dimostrazione di buon gusto. La verità non si adotta; si genera. Generata ed autonoma al contempo. Ciò che qualsiasi epoca chiama "risultati della scienza" interessa allo storico della mentalità di una certa epoca. Non al filosofo. La religione non si dimostra; si contagia. Gli sciocchi si indignano soltanto per le conseguenze. Solo mediante "l'uso emotivo del linguaggio" possiamo formulare le proposizioni più complesse. Dobbiamo imbalsamare la vita in riti affinché non imputridisca. La società moderna non ha spina dorsale, ma scheletro da crostaceo. La parte superiore dell'etica non tratta del comportamento morale bensì della qualità dell'anima. Forse tutto è moda. Però ce ne sono di nobili e di vili, di belle e di brutte. In assiologia omnis determinatio est ad/irmatio. 89 I ricchi non sono un sicuro scandalo se non per coloro che li invidiano. Qualsiasi "liberatore" alla fine mostra il conto.
89/ L'aforisma gioca col contrario della cdebre frase latina omn1S determina/io eri negatio: ogni detenninazionc è negazione.
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I significati sono la realtà, mentre i loro veicoli materiali sono l'apparenza. Ci sono molti peccati più noiosi di qualunque virtù. Non essendo accumulazione di nozioni ma integrazione di attitudini, la civiltà perisce se non ha la continuità concreta di un'infrastruttura sociale di maggioraschi. La società industriale ed egualitaria è il sogno dell'intellettuale e l'incubo dell'artista. Il peculato democratico è imperdonabile perché è ipocrita, subdolo e vergognoso. Preferisco Vaux-le-Vicomte90 al deposito in una banca svizzera dei grand'uomini democratici. Il ponte tra la natura e l'uomo non è la scienza ma il mito. Soltanto in epistemologia scopriamo verità immobili. La storia della democrazia è la storia dell'evoluzione dei grands simplt/icateurs di Sainte-Beuve nei terribles simplificateurs di Burckhardt. Quando il conflitto è autentico l'annientamento di una delle parti non lo estingue, perché si trasferisce intatto nell'anima del vincitore. Quando un reazionario parla di unvermeidliche Restauration9 ' non dobbiamo dimenticare che il reazionario fa i calcoli secondo millenni. Le grandi convulsioni democratiche ledono senza rin1edio l'anima di un popolo. 90/ Vaux-lc-Vicomte è un castello siruaco a circa cinquanta chilometri da Parigi, eretto a metit del 1600 durante il regno cli Luigi XJV. 9 J/ Inevitabile Restaurazione.
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NICOLAS G0MEZ DAVTLA
Varie civiltà furono saccheggiate perché la libertà aprì inaspettatamente la porta al nemico. Essendo "dimostrabile" e "formale" dei sinonimi, non è dato di trovare qualche prova per nessuna delle cose per cui siamo pronti a morire. Nessuno è insignificante fino all'estremo di esaurirsi nella definizione della sua categoria. Le traduzioni slogano un idioma nel pretendere che esprima una visione retta da un universo linguistico differente. Il lettore abituale di traduzioni finisce per essere vittima di lussazione mentale. Quando l'arte smette di "copiare" per cominciare a "creare", presto si ripete soltanto. Qualunque tesi reazionaria inorridisce il borghese. L'arte fiduciaria è un'innovazione del nostro tempo. Vale a dire: l'insieme di opere "d'arte" senza valore estetico, ma di prezzo quotato nel mercato borsistico dell'arte. Una totalità significativa si scompone solo nei suoi fattori significanti. Prolungare oltre la sua scomposizione analitica non ne completa l'interpretazione, bensì ne annulla il significato. I ragionamenti non coincidono con le verità se non durante brevi tratti. L'incomprensione spiacevole non è quella che disprezza bensì quella che ammira. Lasciamo a Dio il privilegio di perdonare chi "sinceramente" alberga opinioni nefande.
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L'uomo comune è venerato solo dal demagogo e dallo scemo. Dal demagogo solamente in pubblico, dallo scemo persino in privato. L'egualitario considera che la cortesia sia una confessione di inferiorità. Tra egualitari la villania rimarca il rango. L'azione ci depreda; la contemplazione ci possiede. Tutti ci dobbiamo rassegnare dapprima a non bastare, e poi ad essere di troppo. La banalità moderna proviene da un errore di prosodia che colloca l'accento dell'esistenza sulla vita, la sua sillaba debole, e non sulla dura sillaba della morte. Qualsiasi azione per ora è sterile. Per agire dobbiamo attendere che le vedette annuncino la rottura delle dighe da parte delle invisibili acque dello schifo. Un giorno una lieve pressione sarà sufficiente affinché questa immondizia crolli. L'angelo non porta il libro in quo totum continetur92 per giudicare il mondo, bensì per evitare che la più lieve fragranza si disperda. Alla brusca originalità preferisco l'eredità spirituale che si accresce lentamente. Ogni spiegazione presto sembra ingenua. L'ottimismo moderno è un prodotto commerciale per lubrificare il funzionamento dell'industria. 92/ Liber scriptus proferclur, in quo 10111111 continetur (Verrà presentato un libro scritto, nel quale tutto sarà contenuto) è una frase latina che fn parte del Dies irae, una sequenza medioevale attribuita a Tommaso da Celano.
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Lo Stato è totalitario per essenza. Il dispotismo totale è la forma verso la quale tende spontaneamente. Il totalitarismo è la sinistra fusione di religione e Stato. Lo Stato laico ha rappresentato meramente la tappa preparatoria al cesaropapismo marxista. La fossilizzazione totalitaria dell'organismo sociale sotto la pressione dello Stato si arrestò soltanto, durante una miracolosa primavera, di fronte alle barriere innalzate dal dualismo imperium-sacerdotium e dal pluralismo feudale. Definiamo epoca liberale i quattro secoli che è durata la liquidazione delle libertà medioevali. Il sacrificio della profondità è il prezzo che l'efficacia esige. La verità va denudata, non scorticata. L'autentica originalità è una sottomissione trasfigurata. Gli artisti modesti arricchiscono una cultura. Il genio fraudolento la avvelena. La cortesia non è incompatibile con niente. La villania non è prova di autenticità bensì di maleducazione. Affinché l'arte risusciti si richiederà che l'artista presuma di essere un artigiano e non un genio. Non dobbiamo fare asserzioni dedotte, ma eventualmente deducibili. I testi senza reticenze non presuppongono un'intelligenza libera bensì una sensibilità rozza.
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L'eleganza letteraria non è l'arabesco tracciato da una mano con destrezza, ma la tangente ineludibile ad una molteplicità di curve mutilate. L'"esperimento", nelle arti, è il conato di rimpiazzare il talento con la facoltà combinatoria dell'intelletto. Tutto è datato, ma non tutto invecchia. Ogni nuova generazione critica quella anteriore, per commettere in circostanze analoghe l'errore inverso. Il fervore con cui il marxista invoca la società futura sarebbe commovente se i riti invocatori fossero meno sanguinosi. La vita diventa agra e sgradevole per l'uomo intelligente che è incapace di redin1ere esteticamente la sua esperienza. Per l'individuo di sinistra, senza mani sporche non vi è coscienza pulita. Niente di più comune che trasformare in "problema etico" il dovere che ci infastidisce. La prosa da affreschista non si può rileggere; solo quella da miniaturista. Amare qualcuno significa innan10rarsi dei suoi difetti. Ormai non esistono anziani, ma giovani decrepiti. Confondere ciò che è popolare con la democrazia è un'astuzia tattica del democratico. Il reazionario che tenta di governare in tempi democratici svilisce i suoi princìpi imponendoli con procedimenti giacobini. Il reazionario non deve confidare in avventure ma aspettare una mutazione della mente.
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NICOLAS GÒMEZ DAVILA
L'attivismo brucia senza fornire luce. L'idea non è una struttura cli concetti bensì l'anima di quella struttura. Esistono intelligenze che si elevano maestosamente in lente spirali per precipitarsi meglio su qualsiasi carogna. Il giovane, normalmente, finisce per assomigliare all'adulto che più disprezza. La nostra miseria è tutto quello che possiamo fare; la nostra grandezza sta in quello che possiamo soltanto ricevere. Le "prove" della verità del cristianesimo sono una delle fonti dell'incredulità. Nulla di più imperdonabile che ingabbiarci volontariamente in convinzioni altrui, quando dovremmo provare a rompere perfino le sbarre della cella che è la nostra intelligenza. La semplicità nobile, tanto nello stile quanto nella vita, è figlia della privazione volontaria, non dell'involontaria penuria. Le anime stonate convertono in rumore qualsiasi melodia che la vita sperimenta in esse. L'uomo corrompe la politica in religione quando pretende di trasformare il mondo. Nella società o nelle arti niente sembra più disordinato che l'autentico ordine. Il mondo volta le spalle al cristianesimo, il quale non gliele volta. Le università sono il letamaio delle lettere. Le guerre intellettuali non le vincono gli eserciti regolari ma i tiratori scelti.
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Qu�Jlo che lo scrittore dice è meramente parte del materiale con cw scnve. Nulla merita più rispetto del popolo sventurato che supplica né meno rispetto delle assurde droghe che reclama per curare la propria sventura. Posto che di ogni discorso si possono negare i postulati, la sola apologetica valida è la seduzione morale di una vita, la seduzione intellettuale di un'idea, la seduzione estetica di una prosa. Più facilmente l'imbecille sembra intelligente all'intelligente, che l'intelligente intelligente all'imbecille. La coerenza è una rete con la quale soltanto il paradosso pesca le realtà. Nella "nuova sinistra" verrà reclutata la fanteria della reazione. L'onnipotenza del denaro è stata il prezzo dell'uguaglianza sociale. L'onnipotenza dello Stato sarà il prezzo dell'uguaglianza economica. Anche le convinzioni che meritano rispetto si difendono raramente con argomenti che lo meritano. Il cinismo non è indizio di acume ma di impotenza. Agli dèi pagani si riescono a consacrare altari autentici solo nella cripta della cattedrale romana. La cortesia ci rende capaci di rispettare i nostri interlocutori senza credere alla loro importanza. Dobbiamo dedicarci semplicemente a mitigare i nostri difetti. Le virtù sono a carico di Dio.
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Le rivoluzioni sono meccanismi per adattare il mondo ai programmi della borghesia. Il problema non è la repressione sessuale o la liberazione sessuale, bensì il sesso. La rivoluzione è progressista e cerca il rafforzamento dello Stato; la ribellione è reazionaria e cerca la sua dissoluzione. Il rivoluzionario è un funzionario in potenza; il ribelle è un reazionario in atto. È sufficiente sistematizzare una sciocchezza affinché si trasformi in convinzione di molti. Dalle prigioni razionaliste scappiamo con l'aiuto della ragione, non con le risorse dell'irrazionalismo. I tribunali democratici non fanno tremare il colpevole ma l'accusato. Lo sciocco chiama borghesi sia certi precetti millenari che disciplinano gli istinti sia un certo programma a malapena secolare che scatena questi ultimi. L'umanità si salverà solo se non capitola con l'automatismo delle proprie opere. La viltà invade le opere dell'uomo attraverso qualsiasi crepa nella sua intelligenza. L'invidia non è vizio del povero ma del ricco. Del meno ricco di fronte al più ricco. Redigo meramente la mia scheda antropometrica per un'eventuale proscrizione. In storia l'interpretazione è un procedimento descrittivo.
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Persino il nemico della tecnica denuncia le sue manifeste, ma banali, violenze più che le sue invisibili, ma disastrose, distruzioni. (Come se la febbrile transumanza dell'uomo attuale, per esempio, fosse inquietante a causa degli incidenti di transito). L'erotismo è la risorsa rabbiosa delle anime e dei tempi agonizzanti. Poiché l'uomo non è pianta di un solo terreno, oggi si suppone che non sia pianta di terreno alcuno. La ribellione è reazione contro una condizione intollerabile; la rivoluzione è tecnica di un progetto borghese. I vizi del mondo moderno asfissiano meno delle sue virtù. A prescindere dalla provenienza, il critico della società moderna mi seduce fino al momento in cui svela la sua soluzione. Allora capisco che non ha compreso il problema. L'equivoco della Rivoluzione francese non è un'eccezione ma una regola. I rivoluzionari sono meramente la truppa leggera che sgombra il terreno, la borghesia è la fanteria di linea che lo occupa. Si definisce borghesia qualunque classe rivoluzionaria insediata. Dobbiamo conservare in ogni istituzione i "difetti" che la mentalità moderna denuncia. Sono gli ultimi spiragli d'aria. Le vere trasformazioni sociali sono opera di chi sta pensando a qualcos'altro. Qualsiasi destra del nostro tempo non è altro che una sinistra di ieri desiderosa di digerire in pace.
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Le rivoluzioni spaventano, però le campagne elettorali disgustano. Il livello culturale di w1 popolo intelligente scende nella misura in cui il suo tenore di vita sale. Certe anime straordinarie convertono persino l'errore che assumono in una nobile melodia. Il popolo non è democratico fintantoché la borghesia non gli insuffla la propria anima. Se la libertà fosse il "senso" della storia allora la storia sarebbe una pura disponibilità senza senso. La storia sarebbe una farsa abominevole se avesse un apogeo terrestre. L'insonnia di una società in un periodo di innovazione costante alla fine la fa impazzire. Così come esistono verità che possiamo solo dipingere, allo stesso modo ne esistono altre che si esprimono solo in leggende. La "modernità" è la caratteristica tassonomica del borghese, non l'incompetenza estetica oppure la funzione economica. Chi non è pronto a violare di quando in quando i suoi princlpi, più che come martire finisce come assassino. Il moderno, presuntuoso perché ha ripudiato le virtù della borghesia senza ripudiare i suoi vizi, si azzarda a denigrare quella classe che un tempo aveva avuto più di sette giusti e più di sette savi. La "chiarezza" è la nitidezza della linea con cui riusciamo a contornare un mistero.
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Il politico democratico se è sincero non è intelligente e se è intelligente non è sincero. Il bene non ha un fondo. Il male, invece, giunge presto a una monotona reiterazione. L'uomo, molte volce, crede cli scambiare una favola per una verità quando meramente scambia una favola per un'altra favola. Il meccanismo elettorale non è un sedativo per le discrepanze cittadine bensì un pericoloso stimolante. Il meccanismo polarizza in bruschi contrasti la gamma cli differenze intrecciate ed embricate. Il meccanismo fabbrica partiti politici che trasformano la diversità in antinomia e l'adattamento fluido in conflitto strutturato. Le opinioni non sono l'origine dei partiti. I partiti sono l'origine delle opinioni. Il materialista è indignato da chi mostra le radici carnali dello spirito. Non possiamo albergare nel solo Vangelo così come non possiamo nemmeno rifugiarci nella semente del rovere, bensì vicino al tronco storto e sotto i disordinati rami. Nulla ci fa dire più sciocchezze che il timore di sembrare stupidi allo stupido. L'uomo attuale oscilla tra la sterile rigidità della legge e il volgare disordine dell'istinto. Ignora la disciplina, la cortesia e il buongusto. Colto è l'uomo che fa con leggerezza ciò che il volgo deve fare con pesantezza. La letteratura non è inoffensiva se non in dosi massicce.
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Non sono les mots de la tribu93 ciò che il poeta deve ripulire, bensì le parole della ridda urbana. Il successo in letteratura non può risultare dal balbettio com'è invece possibile in altre arti, ma da una perfetta elocuzione. Non dobbiamo imitare, ma lasciarci influenzare. Le falsan1ente chiamate democrazie contadine non sono state democrazie. Senza dubbio il popolo il sceglieva il governante, ma vigeva il diritto consuetudinario. L'essenza della democrazia, dunque, non è l'elezione del governante, bensì la manipolazione capricciosa della legge. Le scienze umanistiche scolari insegnavano allo scrittore almeno a non rendersi ridicolo. Proporre soluzioni? Come se il mondo non stesse affogando nelle soluzioni! Gli argomenti a favore della religione che convincono una generazione sembrano presto altrettanto comici degli argomenti contro di essa che la inquietano. La "spiritualità orientale" moderna, come l'arte orientale degli ultimi secoli, è un articolo da bazar. Il cristiano che è inquietato dagli "esiti" della scienza non sa cosa sia il cristianesimo e neppure cosa sia la scienza. L'impronta del diavolo in certe anime odora meno di zolfo che di muffa. Quandanche la falsità di un postulato sia per definizione una nozione senza senso, l'intelligenza fiuta postulati stupidi. 93/ Le parole della tribù.
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Il marxismo irrobustisce la volontà e debilita l'intelligenza. L'imbecillità cambia tema in ogni epoca affinché non la si nconosca. Il tipo sociologico è qualcosa più di una finzione metodologica quando plasma totalità individuali di secondo grado. La storia oscilla tra l'incertezza dell'aneddoto e l'insignificanza della cifra. I nemici del mito non sono amici della realtà bensì della banalità. Per impedire che la perfezione tecnica soffochi l'arte è ridicolo perfezionare una tecnica del balbettio. Ciò che separa il fariseo classico dal fariseo moderno che oggi lo vilipendia non è che il nuovo confessa 1a sua miseria, ma che non ringrazia neppure. Ogni cambio di sciocchezza pare al principio un progresso. Le più profonde affinità spirituali sono sempre clandestine. Il razzista si esaspera perché sospetta in segreto che le razze siano uguali; e l'antirazzista perché sospetta in segreto che non lo siano. Le gerarchie sono celesti. All'inferno tutti sono uguali. Ci sono argomenti che convincerebbero se venissero inseriti tra un forse e un chissà. Innocente l'amore? Magari come un felino affamato.
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essuno esprime meglio das Wesen des Christentums94 di un bambino di tre anni che inginocchiato ripete: "ho fiducia, ho fiducia". Invidio alla ricchezza soltanto la sua facoltà di ospitarci in ampie stanze silenziose. Per destare un sorriso in un volto addolorato mi sento capace di qualsiasi bassezza. Quello che mi attrae verso questa o quella scienza non è ciò che insegna, bensì la sonorità intellenuale che le è propria. Le impurità estetiche sono gli elementi catalitici dell'opera d'arte. Nulla di più deprimente che appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante che appartenere a una moltitudine nel tempo. Le notizie giornalistiche sono il sostituto moderno dell'esperienza. Una lealtà spontanea è ancora più bella di una liberamente giurata. L'arte accademica non è un'arte speciale, bensì una qualsiasi arte che cade nelle mani di artisti a caccia degli applausi della plebe colta. È nella spontaneità di quello che sento dove cerco la coerenza di quello che penso. Probabilmente la civiltà è una semplice sovrastruttura di economie preindustriali. Destre e sinistre: ovvero a destra e a manca. 94/ L'essenza del cristianesimo.
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Posto che il valore dell'opera d'arte evidentemente non dipende dal suo tema, non vi è ragione di preferire i temi sordidi. Le mode intellettuali, allontanandosi dal luogo in cui sono nate, acquisiscono virulenza e perdono virtù. Non mi rassegno al fatto che l'uomo collabori imbecillemente con la morte abbattendo, demolendo, riformando ed abolendo. I cristiani progressisti cercano affannosamente nei manuali di sociologia qualcosa con cui riempire le lacune del Vangelo. Il mondo moderno ha scoperto il segreto di come degradare persino ciò che è sordido. La letteratura può dire la verità solo mediante compromessi tra la reticenza e la franchezza. Il male non è più interessante del bene, ma solo più facile da narrare. Gli imperativi etici o estetici devono essere negativi. Quelli positivi moltiplicano l'impostura. Ciò che scandalizza l'incredulo, e non ciò che riceve la sua compiacente approvazione, è !'autenticamente cristiano. In politica dobbian10 diffidare persino dell'ottimismo intelligente e confidare nei timori dell'imbecille. Il pubblico ha il misterioso potere di convertire in errore la verità che applaude. I vizi finiscono per utilizzare dei sostituti crescentemente dozzinali. L'uomo tende alla superficialità come il sughero alla supe1·ficie.
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NICOLAS GOMEZ DAVlLA
L'unica vittoria definitiva è l'opera d'arte. Il prurito d'originalità è un'affezione dovuta alla mancanza di talento. Qualunque domanda sembra allo sciocco un'asserzi�ne insidiosa. In certe epoche lo spirito perde, a prescindere da chi vinca. Il democratico non ritiene che i suoi critici si sbaglino bensì che bestemmino. Il liberale non lo destano neppure le pedate della storia. Quello che l'artista si era proposto va preso in considerazione per comprenderlo, però non per giudicarlo. Non vi è estetica della buona volontà. La prosa ironica, allusiva, elegante disturba il plebeo diplomato come i modi cortesi disturbano il plebeo senza studio. Le due ali dell'intelligenza sono l'erudizione e l'amore. Solo l'arte ci rivela la personalità autentica perché solo l'arte ci offre la solitudine della persona. È più pretenzioso definirsi discretamente discepoli di questo o quel tale che proclamarsi pomposamente maestri di moltitudini. Urge dissolvere il matrimonio della virtù con la stupidaggine. Molti problemi sono soltanto interrogativi male ubicati. L'egualitario si esaspera vedendo che l'istruzione obbligatoria cancella solo la disuguaglianza fittizia per aggravare quella congenita.
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I giovani scuotono violentemente la testa per adattare meglio la loro nuca al giogo.
Chi non abbina assiologia e storia alla fine rimane: - o con un assolutismo, che è forma senza materia; - o con un relativismo, che è materia senza forma. La storia è quello che non sarebbe esistito se la teologia hegeliana fosse vera. I.:historismo9' è Hegel digerito. Lo storicismo è Hegel indigesto. Non dobbiamo consigliare pomposamente di accettare l'inevitabile con "eroismo", bensì di accoglierlo con cortese rassegnazione. Il metodo dialettico è la strategia di un ribellismo che si rinchiude nell'immanenza. Il metodo gerarchico è lo schema di una docile indagine delle articolazioni dell'universo. I.:assolutismo è il principio vitale della democrazia. I giuristi servili dei Severi sono i suoi più lucidi dottori. Dell'esistenza dell'ignobiltà dubita solo il plebeo come del cattivo odore chi lo esala. Il vizio radicale della dialettica sarebbe quello di tramutare in progressi i processi che articola. Lo sciocco può cogliere ciò che è sottile, però non vede l'ovvio. I.:intelligenza ha oggi il dovere di combattere fino alla fine battaglie perse in partenza. 95/ Per il termine historismo vedasi In nora a piè di pagina numero 17 di Escolios
a t111 texto implicito I presente in questo volume.
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NICOLAS GÒMEZ DA \Tl1.A
Il marxismo cade sull'intelligenza come una grigia pioggia di ceneri vulcaniche su una terra coltivabile. Più di qualche presunto "problema teologico" proviene solo dal poco rispetto con cui Dio tratta i nostri pregiudizi. Lo storico è il professionista incaricato di scoprire la dissomiglianza di ciò che è simile. I "talenti" che la "vita" fa "fallire" sono sicuramente solo degli impedimenti gastrici. "Generale" è quello che abbiamo di comune, "universale" quello che abbiamo come profonda singolarità. Non dobbiamo interpretare goffamente, come volgari viandanti, i rumori notturni che trapassano le mura di un palazzo. Tutto ciò che è reale sarebbe razionale se l'uomo non fosse peccatore. Tutto ciò che è razionale sarebbe reale se l'uomo non fosse creatura. Detesto chi predica una verità salvifica come se supplicasse di essere salvata. I:devato e l'abietto di solito appartenevano alla stessa specie. Oggi appartengono a specie distinte. Non esiste tratto comune, oggi, tra quello che vale e quello che impera. Opere così insigni come le più grandi sono nate in questo secolo, ma estemporanee e peregrine. Arabeschi disegnati da un genio a margine di un testo imbecille. La letteratura prende di mira un oggetto o un'idea. Solo la retorica tratta un tema.
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La liturgia, in via definitiva, può parlare solo in latino. In volgare risulta volgare. Un'antologia di poesia contemporanea di qualsiasi epoca si rivela presto un camposanto di aborti. Nella vita del rinnegato la "religione dell'umanità" compie la funzione del cane da grembo nella vita delle zitellone. Il semplice talento è in letteratura quello che le buone intenzioni sono nel comportamento. (L'en/er en est pavé). 96 Quandanche l'individualismo inciti soltanto ad appellarsi a11a coscienza la maggioranza crede di essere incitata a confidare solo nell'ignoranza. La cristianità è una possibilità umana; il regno di Dio è una possibilità puramente divina. Cristo è presente nella storia come un punto in una linea. Ma la sua azione redentrice sta alJa storia come il centro sta alJa circonferenza. Credere di capire ci deve far sospettare di non aver capito. Nei valichi dell'epistemologia giacciono i cadaveri dei materialismi. L'entusiasmo del progressista, gli argomenti del democratico, le dimostrazioni del materialista sono l'alimento delizioso e succulento del reazionario. Le stupidità proprie di un livello di intelligenza superiore al nostro sogliono sembrarci rivelazioni venerabili. Nelle università la filosofia meramente sverna. 96/ L'inferno ne è h1stricatOi (/'e11/er est pové de bo,mes inte11lio11s).
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NICOLAS G6MEZ DAVILA
La coerenza è la condizione di intelligibilità di ogni struttura astratta e il postulato che falsifica l'interpretazione di qualunque configurazione concreta. Il cristianesimo si corrompe quando sottopone la propria teologia alle presunte condizioni di un'apologetica efficace. Rivelare per dilettare è il proposito del!'arte. Tutto sembra insignificante quando gli esiti paiono soltanto immanenti. Il significato immanente è transitivo e il significato trascendente intransitivo. Il primo cancella l'oggetto, il secondo lo apre. L'ottimista finisce per vivere di malumore. L'uomo matura quando smette di credere che la politica risolve i suoi problemi. Un tempo la poesia consisteva in isolotti emersi dal troppo intelligibile; oggi consiste in isolotti che emergono dall'inintelligibile. Dei "diritti dell'uomo" il liberalismo moderno ormai non difende che il diritto al consumo. Ha un avvenire soltanto l'artista al quale la critica nega attualità. Quando è meramente in nome di una "tradizione" che difendiamo qualcosa stiamo suonando a morto. I giudizi estetici discreperebbero meno se coloro che opinano leggessero ciò che condannano o encomiano. Lo stupido crede di possedere la chiave dell'universo quando parla della materia di una scienza nel lessico di un'altra.
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L'autentica serietà intellettuale non è austera ma sorridente. Nessuna predica può dare idee al volgo, bensì solo vocaboli. Tollerare senza cedere è possibile solo gerarchizzando. "Purificare" il cristianesimo vuol dire espellere il paganesimo che aveva battezzato affinché recuperi la sua virulenza selvaggia. Il patriottismo che non è adesione carnale a paesaggi concreti è retorica di uomini semidotti per indirizzare gli illetterati verso il mattatoio. L'anima moderna è un paesaggio lunare. Ciò che spersonalizza degrada. Più che un prodotto dei metodi, le conclusioni sono il motivo che ci fa scegliere questo o quel metodo. Per la mentalità moderna nelle scienze umane è "scientifico" solo quello che permette di eludere la considerazione dell'anima. Non è nell'argilla traditrice della storia dove dobbiamo desiderare che trionfino le cause da noi amate, bensì nel granito dell'arte. La precisione scientifica è analitica; quella dell'arte è sintetica. Nell'intimo dell'anima non vi è chi non ammiri di più la poesia di un monarca fuggiasco che la retorica di un proletario vittorioso. Il sorriso con cui il maiale ascolta chi critica il fango!
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NICOLAS G6MEZ DAVILA
Ciò che qui dico sembrerà banale a chi ignora tutto ciò a cui alludo. Il triangolo villaggio-castello-monastero non è una miniatura medioevale. Ma un paradigma eterno. Le civiltà non si fanno neppure "avec des idées" 97, bensì con maniere nobili. Un significato non si traduce, si esprime. Gli scrittori che più mi seducono sono quelli che più mi irriterebbero se non fossero così intelligenti. Se ciò che ammiriamo fosse stato come ce lo immaginiamo la storia non avrebbe potuto distruggerlo. Quello che difendo è l'autenticità dei nobili sogni che si ergono sul terreno della storia. Con le idee di destra facciamo poesia e con quelle di sinistra retorica. La poesia onirica non vaticina; ronfa. Continuare a trattare come simbolo ciò che è già degenerato in segno è il marchio del retore. Il lettore non spreca mai l'occasione di interpretare banalmente quello che riusciamo a esprimere con chiarezza. Ogni attività intellettuale del nostro tempo è una provincia che si ribella, come in tempi di decadenza, pretendendo di usurpare l'in1pero. Dalla banaljtà dell'esistenza non possiamo evadere attraverso le porte bensì dai tetti. 97 I Con delle idee.
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L'intelligenza letteraria è l'intelligenza di ciò che è concreto. Il lettore comune vive la letteratura come successione; il lettore colto come simultaneità ordinata. L'umanità cammina sempre verso la stella adiacente ali'orizzonte perché la crede più vicina alla terra rispetto a quelle che illuminano la sua marcia. La causa della malattia moderna è la convinzione che l'uomo possa curare se stesso. L'insolenza intellettuale non può essere un grido da partito, ma una sfida da avventuriero solitario. Trattare la condizione necessaria come una causa sufficiente è la ricetta con cui l'alchimista moderno tramuta i metalli nobili in metalli vili. La miseria spirituale non è sentita dall'indigente come una privazione forzata bensì come un equilibrio riuscito. L'agitazione rivoluzionaria è un'endemia urbana e solo un'epidemia campagnola. Qualunque movimento storico pare rettilineo e indefinito ai partecipanti. Supporre che opinioni e interessi siano la stessa cosa è una buona ipotesi di lavoro ma una pessima asserzione apodittica. Secondo lo specialista sopra il livello in cui egli si insedia ci sono solo idee vaghe, quando in verità le idee che ivi risiedono sono le idee particolari di un nuovo livello. Il giurista tende spontaneamente verso l'assolutismo. Le libertà sono i vuoti della legge. Non è la visione che sembra acuta fin dal principio quella che risulta veridica bensì quella che al principio pare sfocata.
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Esistono silenzi che sono riempiti solo di sciocchezze. L'intelligenza letteraria deriva dalla fusione di sensualità e intelletto. È razionale chinarsi di fronte a una maggioranza solo quando si è disarmati. L'odio verso il passato è sintomo inequivocabile di una società che si involgarisce. È raro il discorso ufficiale che non sminuisce ciò che encomia. Dobbiamo aspirare meno ad esser semplici che ad essere complicati o semplici con semplicità. Esistono due modi di violare le norme più alte: non svelandole oppure imponendole. L'autentica arte di questo secolo è un'indagine del vuoto, un inventario dell'assenza. Nella lingua dell'architettura moderna non si può dire nulla di complicato. Ogni civiltà è stata una soluzione, salvo quella occidentale che è stata un metodo. A colui che si rifiuta di violare l'incoerenza delle cose si suol dire che si contraddice. Quand'è alla sola realtà che ha giurato di essere fedele. Le grandi sciocchezze si possono dire solo in pubblica piazza. La popolarità del filosofo proviene spesso dai pensieri che sciupano la sua gloria. La storia deve la sua importanza ai valori che in essa emergono, non all'umanità che vi naufraga.
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"Generazione" è una parola vana se non designa i coetanei di un grande uomo. Filosofare non significa risolvere problemi bensì viverli ad un determinato livello. Il valore è il premio eventuale e non il prodotto certo di attività tecniche. L'oggettività del valore fu scoperta del primo mendicante senz'anima servile. Le convinzioni altrui non disturbano colui che non dubita. Il peccato del ricco non è la ricchezza bensì l'importanza esclusiva che le attribuisce. · "Dedurre le conseguenze di un fatto" è cosa impossibile. Possiamo soltanto dedurre le conseguenze di quello che opiniamo su di esso. Possiamo edificare solo insediandoci nella sconfitta. Il terreno della vittoria è friabile e precario. L'industria più redditizia è lo sfruttamento della viltà. Dio premia la buona volontà maldestra. Ma in paradisi subalterni. L'inquietudine spirituale deprava l'anima ordinaria. Chi non è intelligente tanto vale che sia spiritualmente inerte. Una "critica costruttiva", di questi tempi, è quella che collabora al perfezionamento delle carceri. Il teologo cattolico compie il proprio dovere solo man·cando di rispetto alle parole della vigilia e allo spirito del momento.
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NICOLAS GÒMEZ DA VII.A
Dio non manifesta la sua volontà tramite la sconfitta o il trionfo, ma nella qualità del trionfo o della sconfitta. Il passato è la sorgente della poesia; il futuro è l'arsenale della retorica. L'immaginazione non è il posto in cui la realrà si falsifica bensì dove si compie. Lo specialista ci sconcerta e ci diverte con il contrasto fra la maturità intellettuale dei suoi concetti e l'immaturità spirituale delle sue idee. Un avvenimento appassiona meno quando i suoi protagonisti sono interessanti rispetto a quando i suoi spettatori sono intelligenti. Ciascuna epoca apprezza solo l'originalità che è di moda. Solo gerarchizzando possiamo limitare l'imperialismo dell'idea e l'assolutismo del potere. I tre elementi dell'universo sono: - le totalità individuali; - le strutture astratte; - le costanti legali. Dopo le cause perse sono nobili solo le cause secolari. Il cristallo della civiltà è fondibile a una determinata densità demografica. I parlamenti eletti tramite suffragio universale perdono dapprima il proprio prestigio morale e poi l'importanza politica. La destra perde il potere quando il popolo dimentica i cataclismi della sinistra che glielo diedero.
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Ciò che il volgo chiama storia è il florilegio di interpretazioni erronee raccolto dalla passione del momento. Per mostrare una verità sono sufficienti poche righe. Per confutare un errore non basta nemmeno una biblioteca. La promiscuità sessuale è la mancia con cui la società quieta i suoi schiavi. Le statistiche non sono luminose se non alla luce degli aneddoti. Mi sento l'asilo di tutte le idee esiliate dall'ignominia moderna. Oggi non stiamo presenziando ad una crisi; stiamo vegliando un cadavere. Ormai per coprire la nostra miseria non abbiamo che gli stracci buttati in un angolo della cella dai becchini dell'anima. Escludendo dalle opinioni di un'epoca le opinioni intelligenti rimane ]'"opinione pubblica". Altrettanto pericoloso di credere che il desiderabile sia possibile è credere che il possibile sia desiderabile. Utopie sentimentali ed automatismi della tecnica. Si possono levigare solo le pietre dure e le anime robuste. Nel gesto di mettersi sull'attenti sono riposti i rudimenti di ogni educazione. La buona educazione è l'adattamento civile della disciplina militare. Le anime si sviliscono quando i corpi si adagiano. La qualità morale di chi non perde in politica deve inquietarci.
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NICOLAS G6MEZ DAVlLA
Una scienza diventa sperimentale quando rinuncia a spiegare. Ciò che è formula deve essere maneggiato con impersonalità da rito. Nu.lla è più grottesco di un formalismo caloroso e cordiale. Più che una strategia ideologica la sinistra è una tattica lessicografica. All'individuo di sinistra l'interpretazione sottile di qualsiasi avvenimento sembra sempre sospetta. Alle esigenze di un sistema non si piegano altro che le finzioni. Le democrazie empiriche vivono allarmate nel tentativo di eludere le conseguenze della democrazia teorica. La costituzione, in una democrazia, è un attentato vergognoso contro la sovranità del popolo. "Evoluzione" è un concetto vuoto laddove non possiamo definire il suo meccanismo. I democratici descrivono un passato che non è mai esistito e predicono un futuro che non si realizzerà mai. Lo studio sociologico di una rivoluzione permette di soffocare il suo odore di sangue. Noi reazionari risultiamo tediosi portando di fronte a un tribunale di indifferenti la riabilitazione di morti assassinati. Tra oratori patrioti ed oratori democratici praticamente sono state sbancate tutte le scemenze disponibili. La legittimità di un regime dipende oggigiorno dal numero di cadaveri che accumula.
ESCOLIOS A UN TEXTO IMPL!crro
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Chiamiamo intelligenza letteraria quella che può essere coerente senza necessità di un sistema. L'entusiasmo politico può far commettere all'ottimista qualunque vigliaccheria. Il prestigio di ogni rivoluzione passata si fonda su considerazioni vaghe. E crolla mediante investigazioni precise. Il numero di voti che elegge un governante non misura la sua legittimità bensì la sua mediocrità. Gli assolutismi monarchici disponevano della sorre di un individuo con meno leggerezza che gli assolutismi popolari del destino dì intere classi sociali. Il borghese non applaude chi ammira, ma chi teme. La democrazia ha il terrore come mezzo e il totalitarismo come fine. La sfrontatezza con cui il rivoluzionario uccide spaventa più
dei suoi massacri.
Chi riconosce la sovranità del popolo ha legittimato anticipatamente i soprusi dì cui sarà vittima. I giornalisti sono i cortigiani della plebe. La libertà dì stampa è la prima esigenza della democrazia nascente e la prima vittima della democrazia matura. Quando i veleni ideologici sono lenti gli storici sciocchi diagnosticano una morte naturale. La storia politica perde la sua importanza a metà del XIX secolo. Il fenomeno interessante, da allora, è la decomposizione dell'uomo da parre dei batteri dell'industria e della tecnica.
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NICOLAS GOMEZ OAVTLA
La storia imparziale di qualunque rivoluzione sembra una diatriba. Nel grande uomo lo scemo non encomia altro che il fondo di umanità comune. I democratici moderati promulgano le leggi con cui i democratici puri li liquidano. Più vili di coloro che firmano decreti di proscrizione sono le moltitudini anonime che li applaudono. La democrazia canonizza solo gli organizzatori di massacri. I democratici si dividono in due classi: - quelli che muoiono perché non riescono a reprimere con discorsi le passioni che avevano scatenato con arringhe; - quelli che sopravvivono perché alternano all'oratoria che agita il popolo il ciarpame che lo appacifica. Le rivoluzioni sono gli ascessi purulenti della storia. La retorica è l'unico fiore del giardino democratico. Lo storico marxista deve la sua certezza alla sua ignoranza. "Giustizia del popolo" è un eufemismo da carneficina. Il sinistrismo non è l'ideologia di una determinata condizione sociale bensì di una definibile deformazione mentale. Da quando il clero si è involgarito la Chiesa impreca contro tutti i vinti ed acclama tutti i vincitori. La plebe ha invaso persino le soffitte dell'anima. Per impedire che il volgo lo profani a un libro è sufficiente l'ermetismo di una prosa semplice, intelligente e chiara.
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Contro la "solitudine intellettuale" non è l'intelligenza a recriminare ma la vanità. Il tirannicidio oggi deve consistere nel pugnalare certe idee. Persino il comunismo si è rammollito intellettualmente. Gli ambasciatori sovietici hanno l'aspetto di nunzi. Ciò che è cangiante, variabile e mobile non è il gusto ma il malgusto. Chi brama dì influire è prolisso. La brevità è indizio di rispetto verso il lettore. La donna ha la temperatura intellettuale dell'ambiente in cui vive: rivoluzionaria veemente o conservatrice imperterrita secondo le circostanze. Reazionaria non può mai essere. Una letteratura che grida lede senza rimedio la sensibilità letteraria dei suoi lettori. Oggi chi non grida non è né udito né capito. Quando la coscienza moderna sospende le sue consuetudini economiche oscilla solo tra l'angoscia politica e l'ossessione sessuale. Ormai nell'anima moderna non scorrono ruscelli. L'industrialismo ne ha canalizzato le fonti. Con il pretesto di decifrare segreti ma con il fine di svilire l'uomo, la mentalità moderna esige di strappare bende che proteggono piaghe ben note a tutti. Servitù imposta o libertà concessa degradano in ugual modo. Dallo svilimento salvano soltanto la libertà conquistata o la servitù assunta. Con la scomparsa delle gerarchie l'autorità si trasforma in violenza nuda o in violenza laJVata.
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NICOLAS G6MEZ DAVILA
Le idee di sinistra generano le rivoluzioni e le rivoluzioni generano le idee di destra. L'asciuttezza del nostro stile deve risultare dall'ardore interno della nostra fiamma. La sociologia protegge il sociologo da qualsiasi contatto con la realtà. Din10strare l'esistenza di una "intuizione storica" è impossibile come dubitare che esista quando leggiamo lo storico sprovvisto di essa. Ci sono astuzie che si credono immorali e invece sono a malapena stupide. La scienza anela a condensare l'universo in una proposizione atomica. La storia anela ad accompagnare l'avventura umana con un racconto intelligibile. Le maniere nobili consistono nel trattare come fini coloro che potremmo trattare come mezzi. La "necessità" è la proiezione antropocentrica della tautologia sulla contingenza del mondo. Il reazionario deve abituarsi a vivere in un livido crepuscolo di sconfitta. Il reazionario è un semplice patologo. Definisce la malattia e la salute. Ma l'unico terapeuta è Dio. Non sono le verità della philosophia perennis ciò che è crollato, bensì la struttura di argomenti retorici su cui si sostenevano. Qualunque vizio si imborghesisce facilmente.
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Non quello che si dice è ciò che dura, ma l'intelligenza che lo dice. Le opere d'arte moderna che tutti ammiriamo senza restrizioni sono tutte, senza eccezione, sconfitte della mentalità moderna. Dobbiamo lottare senza posa contro la propensione dell'intelletto a semplificare il passato. Le dottrine marciscono prima cli alcuni dei loro corollari. Una società smette di essere colta quando al posto di uomini eruditi produce letterati.98 La felicità è il fiore scabro della rassegnazione intelligente. Col vocabolo "democrazia" designamo meno un fatto politico che una perversione metafisica. La critica d'arte è morta da quanto i critici terrorizzati risolsero di "capire" tutto. Le lotte di classe sono episodi. Il tessuto della storia è il conflitto fra eguali. La prosa poetica è quella che possiede la densità della buona poesia, non i fronzoli della poesia cattiva. Forse al globo non resta altro rimedio che quello cli scuotersi nello spazio, come un animale pieno cli pidocchi. Le ideologie di sinistra sono la strategia con cui la piccola borghesia si è impadronita del mondo. La classe dirigente di una società agricola è un'aristocrazia; quella cli una società industriale è un'oligarchia. 98/ Nell'aforismn origina.le i due rennini contrapposti sono letrlldo e /iterato: eviclcnremente G6mez D8vila aveva scarsa opinione dei "lcnerati .. suoi contemporanei.
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NICOLAS GOMEZ DAVlLA
Quando la struttura gerarchica della società crolla la borghesia degenera in una piccola borghesia che assorbe le classi restanti. Oggi ci imbattiamo nella stessa scemenza nei posti più diversi, come a volte ci imbattiamo nello stesso tonto in feste consecutive. Dobbiamo diffidare del pensatore che ha una celebrità esclusivamente domestica e dello scrittore che ha una celebrità principalmente forestiera. Letteratura è quello che provoca l'arrenzione di dotti esegeti ma senza averne bisogno. Il progressista osserva il passato con un sorriso ironico. Il reazionario si accontenta di osservare ironicamente il progressista. Non solo la virtù stanca i popoli, ma anche la verità li annoia presto. Sulla qualità di un'epoca ci informa la sua arte, non i suoi discorsi. A Dio, fortunatamente, non dobbiamo spiegare nulla. Non conviene disprezzare la "religiosità", persino se sentimentale e verbosa. È l'omaggio nostalgico dell'incredulo. Preferisco la parzialità tagliente e slanciata di un uomo intelligente all'imparzialità bavosa di uno sciocco. La volgarità mentale mi deprime più di una brutta notizia. All'attuale borghese si può inculcare qualsiasi.scemenza in nome del progresso e vendere in nome dell'arte qualunque fantoccio.
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Le donne indotte dalla nuova liturgia a violare la proibizione paolina in chiesa parlano sempre con voce nasale o stridula. La letteratura è diventata una gesticolazione da naufrago quando dovrebbe essere una descrizione del naufragio. L'insufficienza di chi si sente sufficiente è la nostra sufficiente vendetta. Nelle arti l'imitazione è meno nociva delle ricette. Dobbiamo ammirare o detestare le cose per quello che sono, non per le conseguenze che hanno. Comprendo il comunismo che è protesta, non quello che è speranza. La verità è così sottile che non ispira mai tanta fiducia quanto una tesi erronea. L'autenticità di un pensiero senza valore è carente di valore. Vituperare il "conformismo" permette di aderire a tutti gli automatismi intellettuali dell'epoca. I libri erotici essudano la tristezza di un'alba da postribolo. L'anima nasce solo a chi crede in essa. La Chiesa non difende cause perse se non quando sono state delle corbellerie. Lo iato attuale tra le generazioni procede dall'opposizione di due tipi diversi di stupidità. Il tempo erode presto ciò che dell'anima si dice, però non graffia neppure quello che l'anima dice. Scienze, lettere ed arti, lungi dall'educare l'anima volgare, le servono da scudo contro l'educazione.
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NICOLAS GÒMEZ DAVlLA
Le scissioni ideologiche si presentano nei partiti di sinistra ogni qualvolta l'oligarchia del partito non cede le cariche lucrative a un nuovo gruppo di aspirami. La dialettica del pensiero di sinistra ha come mezzo l'ambizione di ascesa burocratica. L'attività politica dello scrittore è il sostituto del suo talento esaurito. I ralenti paiono abbondare dove la presenza di un talento autentico automaticamente non li calmiera. La Chiesa avrà bisogno di secoli di orazione e silenzio per forgiare di nuovo la sua anima rammollita. Quando oggi si rimpiazza l'individuo concreto con uno schema tipico ci si figura, in fondo, di conoscerlo. Dalla sua crescente prigionia l'umanità sarà riscattata solo da vari secoli di anarchia. Il mondo moderno è riuscito ad istituzionalizzare con così tanta astuzia il "cambiamento", la "rivoluzione" e l'"anticonforrnismo" che qualunque impresa di liberazione è una consuetudine iscritta nei regolamenti del carcere. Neppure il plebeo crede agli encomi della plebe. Le rivoluzioni non risolvono altro problema che il problema economico dei loro capi. All'arte che gli è contemporanea non si ispira se non l'artista subalterno. La nostra anima ha un avvenire. L'umanità non ne ha nessuno. Il popolo crede di trionfare scegliendo chi condivide le sue idee, quando trionferebbe davvero solo scegliendo chi non le condivide.
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La proprietà non è giustificabile perché può avere origine nel lavoro, bensì perché può essere trasmessa ereditariamente. Adulterare l'etica cristiana della perfezione in un'etica del servizio vuol dire collaborare alla trasformazione della condotta etica in comportamento legale. Le apparenti contese cli questo secolo nascondono il consenso più unanime. Il "politico" di coscienza pii:1 delicata a malapena giunge ad essere una puttana pudica. Il potere magari "tende" a corrompere, però il bene trionfa solo sotto la sua protezione. Lo Stato moderno realizzerà la propria essenza quando la polizia, come Dio, presenzierà tutti gli atti dell'uomo. Non esiste ignominia alla quale l'uomo attuale non sia indotto dalla paura cli non sembrare moderno. Lo Stato moderno è la trasformazione dell'apparato che la società aveva elaborato per la sua difesa in un organismo autonomo che la sfrutta. Il mito, lungi dall'essere riducibile a termini più semplici, è al contrario il termine a cui gli altri termini alla fine si riducono. Sebbene dobbiamo cedere al fiume cli stupidità collettive che ci trascina con la sua corrente, non dobbiamo però lasciare che ci clissolva nel suo fango.
Stabilitas loct"'', come la regola benedettina ordina.
L'errante erra.
Dobbiamo trasformare in interrogativi la maggioranza delle nostre affermazioni. 99/ Permanenza in un luogo.
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NICOLAS GÒMEZ DAVILA
L'uomo è il giocattolo insanguinato degli dèi immanenti della storia. La più amara sensazione di impotenza la conosce solo chi credeva l'intelligenza una forza. Le opinioni sarebbero infine sane se riflettessero soltanto interessi. Se non fossero rifratte da un mezzo opaco di pregiudizi idioti. Dove l'allusione non basta, il dialogo è di troppo. Il mondo non è né intatto né abbandonato. Ciò che la posterità ammira inconsciamente della democrazia ateniese sono gli ideali aristocratici superstiti che essa distruggeva. Oggi soltanto il solitario non finisce per essere complice. Lo sdegno con cui guardiamo il fariseo è un farisaismo di secondo grado. Gli scaltri accettano di svilirsi per trionfare. E finiscono fallendo perché si sono sviliti. Pochi lettori sanno leggere senza sentirsi sorvegliati dalle mode letterarie del proprio tempo. Ci sono anime che abbaiano spontaneamente contro qualunque ombra di bellezza. Una cultura è tradizione autentica solo quando si trasmette nel silenzio della notte come una parola d'ordine clandestina. Cospirano efficacemente contro il mondo attuale solo quelli che propagano in segreto l'ammirazione della bellezza.
ESCOLIOS A UN TEXTO IMPLICITO
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Dobbiamo confidare meno nella sensatezza ritrovata che nella stupidità impazzita. Le civiltà sono edifici che mani aristocratiche innalzano e che le democrazie abbattono a calci. La mentalità moderna approva solo un cristianesimo che rinneghi se stesso. Ciò che è calcolabile è subalterno. Molti credono che l'arte, la letteratura e la filosofia moderne non siano morte perché non hanno avuto successori. L'adattamento al mondo moderno esige la sclerosi della sensibilità e lo svilimento del carattere. La prosperità agricola nobilita; la prosperità industriale volgarizza. Il democratico è capace di sacrificare persino i suoi interessi al proprio risentimento. Il ricordo del lettore è una replica imbrattata con una pennellessa di quello che dipingiamo finemente. L'opinione pubblica non è oggi una somma di opinioni personali. Le opinioni personali, al contrario, sono un'eco dell'opinione pubblica. Una dizione poetica non è sostituibile se non con un'altra dizione poetica. I letterati risuscitati dal sinistrismo in cerca di antenati appartengono a malapena a una quasi-letteratura. "Sociale" è l'aggettivo che serve da pretesto per qualunque truffa.
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NICOLA G6MEZ DAVJLA
Gli elettori costringono il politico ad inventare stratagemmi servili da fabula togata. 100 Per poter parlare in modo appropriato di qualsiasi cosa dob?iamo mantenere nella parola la sua pluralità flessibile di sensi. Non credo all'esistenza della "volontà" bensì a quella della "nolontà". Determinismo e volontarismo non sono tesi contrarie ma errori simmetrici. Dall'uomo dipende la non contribuzione al male. Però solo da Dio dipende che l'uomo possa contribuire al bene. I giovani non sono necessariamente rivoluzionari, ma necessariamente dogmatici. Arriviamo a comprendere le cose importanti solo imparando poco a poco quello che non significano. Le decisioni dispotiche dello Stato moderno sono infine prese da un burocrate anonimo, subalterno, pusillanime e probabilmente cornuto. Oggi alle facoltà di scienze umane accorrono in cerca di cultura masse intellettualmente predestinate ai lavori manuali. L'immoralismo manca di interesse quand'è un'etica della comodità. Una volta estinte le voci esultanti che lo intontiscono e sopravvissuta solo l'eco delle voci ammirevoli che esso non ascolta, la posterità forgerà sicuramente un'insolita immagine di questo secolo. 100/ La fabula togata era un tipo di rappresentazione teatrale latina. Gli attori erano rutti di sesso maschile e portavano la toga; da l1 il nome specifico.
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Se l'uomo si rinchiude nell'immanenza i conflitti umani diventano zuffe zoologiche. L'attuale liturgia mette a protocollo il divorzio secolare tra il clero e le arti. L'anima acquisisce la rozzezza o la finezza con cui la si osservt. Tra civiltà e regione non vi è un'istanza intermedia che meriti la nostra lealtà. La tecnicizzazione del mondo ottunde la sensibilità e non affina i sensi. L'eccesso di etichetta paralizza, il suo difetto abbrutisce. La struttura delle relazioni fra cristianesimo e culrura dev'essere paradossale. Tensione dinamica di contrari. Non fusione in cui essi si dissolvano mutuamente e neppure capitolazione di uno dei due. Le cosiddette intelligenze pratiche sono solo intelligenze miopi. L'uomo intelligente inquieta lo sciocco e al contempo gli sembra risibile. Quello che non è ereditato pare sempre più o meno rubato. L'orgoglio accumulerebbe il proprio pus se la vanità non ci rendesse vulnerabili alle lancettate umilianti della vita. La Chiesa primitiva e medioevale seppe assorbire ciò che è sano. La Chiesa trentina non seppe assorbire nulla. La Chiesa attuale assorbe solo ciò che è tossico.-
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ICOLAS GQMEZ DAVILA
La volgarità non è un prodotto popolare bensì un sottoprodotto della prosperità borghese. La preferenza imbecille non irrita fintantoché non si proclama valore. Non notare la putrefazione del mondo moderno è indizio di contagio. L'uomo intelligente non accetta tutti i corollari dei princìpi che ammette. Gli uomini del mondo moderno si accalcano angosciati come ratti in un labirinto da laboratorio. La carità, per l'egualitario, è un vizio feudale. Le attività intellettuali nobili non si devono assumere pubblicamente, ma usurparsi in silenzio. I giovani, più che il futuro, sono la reiterazione tediosa del passato. Tra interlocutori di generazioni diverse lo iato è proporzionale alla stupidità di ciascuno di essi. L'emigrazione è l'ultima risorsa del reazionario. L'ultima risorsa del democratico è il terrore. Il popolo è meno perverso che ottuso. All'umanità non è dato di scegliere in politica tra il sensato e l'insensato, bensì tra l'insensatezza nobile e l'insensatezza vile. Quello che lo spettatore arguto giudica mero pretesto per una lotta politica è molte volte l'essenza stessa del conflitto. Gli anacronismi che l'erudito puro non commette mai sono quelli che mancano di importanza.
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La cordialità suol essere meno un'effusione di bontà che di maleducazione. Nelle epoche senza stile l'unica opera d'arte è l'intelligenza nuda. Dobbiamo affermare unicamente quello che ci è possibile sostenere senza alcuna concessione. Non dobbiamo fare concessioni all'avversario che ha ragione. Arrendiamoci limpidamente. Non dobbiamo adottare tesi che bisogna rattoppare perché abbiamo vinto o perché abbiamo perso. L'immaginazione moderna non concepisce altra alternativa all'incubo che la geometria. Un domani il compito ineludibile della critica sarà la riscoperta del gusto. La sociologia marxista è la fisica aristotelica delle scienze sociali. Il potere non corrompe immancabilmente se non il rivoluzionario che lo assume. La liberazione totale è il processo che costruisce la prigione perfetta. La volgarità intellettuale attrae gli elettori come mosche. Scrivere come si parla è un sano precetto di retorica, quando la conversazione è un'arte. Scrivere come oggi si parla sarebbe oscillare tra il balbettio e il grugnito. Il rimedio alla pomposità è la distinzione, non la grossolanità.
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NICOLAS GÒMEZ DAVILA
Per indottrinare non si punta mai troppo in basso. La vera eloquenza scuote l'uditorio ma non lo convince. Senza promessa di bottino non vi è oratoria efficace. Procedere tecnicamente in certi campi significa peccare contro l'essenza stessa della tecnica. La mentalità moderna non è la creatrice della tecnica, ma dei fini che la pervertono. Un mondo tecnicizzato non è tanto la testimonianza del successo della tecnica quanto della bancarotta dell'intelligenza. Il marxismo non alimenta un presunto istinto religioso, bensì lusinga la vocazione dogmatica dell'uomo. Lo storico marxista non indaga per scoprire ma per confermare. I.:uomo ha meno bisogno di risolvere i propri problemi che credere che sono stati risolti. La storia è irreversibile. Però non è irripetibile. Finché l'elettore democratico dispone della sorte altrui, della sua ha disposto il burocrate. I.:economia è "sub-struttura" nelle "epoche critiche". "Supra-struttura" nelle "epoche organiche". Invece di umanizzare la tecnica, il moderno preferisce tecnicizzare l'uomo. Cerchiamo di scusare i difetti che possediamo supponendoli il rovescio delle qualità che falsamente ci attribuiamo. Conoscono l'albero per i frutti solo quelli che hanno un palato critico.
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La pletora di oggetti in mezzo a cui viviamo ci ha resi insensibili alla qualità, alla composizione, all'individualità dell'oggetto. Il malgusto diventa endemico quando ci sono solo nuovi ricchi o nuovi potenti. Farci sentire intelligenti è il modo in cui la natura ci avvisa che stiamo dicendo sciocchezze. Il finalismo è il peccato irremissibile dello storico. Persino colui che più pomposamente si vanagloria di essere fondatore preferirebbe essere erede. L'uomo non ammira sinceramente se non ciò che è immeritato. Talento, lignaggio, bellezza. La dialettica marxista non è un metodo ma uno stampo. Qualunque sistema dogmatico istiga a mentire perché permette al seguace di adulterare i fatti credendo semplicemente di rettificarli. Senza filosofie della storia i massacri sarebbero carenti di assoluzioni ideologiche. La preminenza che l'uomo ha conquistato sulla natura gli serve solo per svilirla senza timore. Le allusioni che arricchiscono un testo sono quelle che non è necessario elucidare affinché siano notate. Gli unici beni preziosi dell'uomo sono i ricordi fioriti nell'immaginazione.. Che il valore di un'opera non dipenda dal suo tema è vero. Fintantoché il suo autore non lo sappia. Un formalismo banale minaccia l'opera dell'autore che invece lo sa.
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NICOLAS GOMEZ DAVILA
L'analisi non "uccide" per il fatto di essere vera o falsa, bensì perché si ferma prima di analizzare la propria insufficienza. Nessuna causa pubblica merita l'adesione incondizionata di un uomo intelligente. Invece di avere modi umili ed anima superba come il democratico, dobbiamo nascondere la nostra umiltà dietro gesti che feriscono. L a stampa sceglie sempre con azzeccato malgusto ciò che encomia. L'assegnazione di premi a scrittori mediocri è ridicola e a grandi scrittori insolente. Nd giovane che accusa sta germinando l'adulto che vacilla. Solo la Chiesa si reputa una congregazione di peccatori. Ogni altra collettività religiosa o laica si sente una confraternita di santi. Nd secolo scorso si poteva temere che le idee moderne potessero avere ragione. Oggi si vede che avrebbero solamente vinto. Gli uomini non vivono né nell'universale né nd concreto bensì nd generale. Tutto ciò che possiede una dose moderata di assurdo ci riconcilia con la vita. Invece di "società industriale" si è soliti dire "società dd consumo" per dudere il problema fingendo di affrontarlo. Nel Medioevo romanico si fondono il Vangelo e l'Iliade. L'uomo tronca i propri problemi quando soffoca la loro sonorità etica.
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L'arte moderna è un ciclo concluso. D'ora in avanti sarà arte quello che eluda i programmi estetici degli ultimi cent'anni. L'"arte moderna" di oggi è un'anticaglia. Le verità periscono per mano degli argomenti con cui gli stupidi le difendono. Tutti i pretendenti legittimi muoiono in esilio. Dal breve giubilo condiviso con una moltitudine ci assolve solamente una lunga penitenza solitaria. Agli occhi del democratico chi non si svilisce risulta sospetto. Per ottenere una spiegazione precisa della condizione umana, al dogma del peccato originale dobbiamo aggiungere quello del malgusto ereditario. Tutto è contingente. Eccetto il valore, che diventa necessario. Gli errori del grande uomo ci dispiacciono perché danno l'occasione a uno scemo di correggerli. La scienza è utile come Naturwissenscha/t, però è interessante come oggetto di una Geisteswissenscha/t. 101 L'oratore si sviluppa in chi pensa senza definire i propri termini. L'immaginario è figlio dell'astrazione come il concetto. L'oggetto immaginato è l'oggetto percepito, astrazione fatta dagli oggetti concomitanti che lo sfigurano. Nelle scienze umane non chiarifica chi spiega bensì chi complica. 101/ Nat11rwisse11scha/t, scienza della natura, contrapposta a Gei'steswisse11scha/1,
scienza dello spirito.
5-10
NICOLAS GÒMEZ DA VILA
Avere senso comune vuol dire presentire in ciascun caso concreto le limitazioni pertinenti all'intelletto. Le società in decadenza scorgono del sollievo solo nelle privazioni a cui la storia le costringe. Colui che crede di discolpare un sentimento vile dicendo che è sincero semplicemente lo aggrava. Una misteriosa emofilia senile predispone le civiltà invecchiate a morire per un graffio qualsiasi. Le terapeutiche possono aspirare soltanto ad uccidere ciò che uccide. L'azione diretta sulla vita ci è inaccessibile. Non tutto ci tradisce, però non esiste nulla che non possa tradirci. Rara è l'anima che non rivela in un fugace sorriso un'incorruttibile capacità di tradimento, di crudeltà e di ignominia. Così come il male fu il primo tradimento, il tradimento è l'unico peccato. Gli individui della società moderna sono ogni giorno più somiglianti gli uni agli altri e ogni giorno più estranei tra loro. Monadi identiche che si affrontano con individualismo feroce. La stampa non si propone di informare il lettore, bensì di persuaderlo del fatto di essere informato. L'uomo moderno crede nella lucidità solo di coloro che gettano discredito. Chi si libera di tutto ciò che lo opprime scopre presto che si è liberato anche di ciò che lo proteggeva.
ESCOLIOS A UN TEXTO IMPLJCJTO
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Dato che i metodi delle scienze dei mezzi fallivano nelle scienze dei fini, l'uomo moderno ha risolto che queste ultime non esistono. In questo modo l'uomo si è consegnato a una proliferazione automatica di mezzi indirizzata dai suoi soli appetiti. Essendo il luogo gnoseologico tanto delle scienze dei mezzi quanto delle scienze dei fini, l'uomo è il punto ontologico di intersezione di ambedue i tipi di scienza. In qualunque proposizione sull'uomo deve affiorare la sua fusione paradossale di determinismo e libertà. Non dobbiamo consolare l'invidioso ma esasperarlo. A conoscere il fondo dell'anima umana sono solo il mercante di schiavi e il ruffiano. Il fatto di poter essere locali senza essere provinciali è stato uno dei miracoli del Medioevo. Non si deve mai discutere con chi è solo eco di un'altra voce. I problemi non si risolvono; semplicemente passano di moda. Qualsiasi intelligenza lascia presto un solco invece di una scia. Esistono oggi due tipi di movimenti sovversivi: quelli promossi metodicamente da un gruppo di esperti e quelli che in modo unanime e spontaneo esplodono. I primi sono cospirazioni di sinistra, e insurrezioni contro la sinistra i secondi. La posterità è l'esigua minoranza a cui il passato importa. Il pensiero è la suppurazione nobile di una ferita. Nulla di più difficile che dubitare della colpevolezza delle nostre vittime.
5-12
NICOLAS G6MEZ DAVU.A
Quando smettiamo di credere nell'anima finiamo per trattarci reciprocamente come beni deperibili. La suprema ridicolaggine sta nel compiere "per principio" persino le banalità. Coloro che sposano idee sciocche non devono chiederci di adottare gli scemi che poi generano. La verità è oggettiva, ma non impersonale. Il borghese è per natura di sinistra, e di destra semplicemente per paura. I liberatori muoiono pentiti o comatosi. Per decifrare la storia culturale del XIX secolo dobbiamo distinguere fra la borghesia progressista che cresce con quell'epoca e la borghesia tradizionale che lì si estingue. Quest'ultima è il terreno in cui fiorisce la sua cultura mentre la prima il vento che la prosciuga. La sorte della Chiesa non può allarmare se non il simpatizzante incredulo. Lo Stato socialista cura il proletariato dalla febbre che la dottrina socialista gli inocula. Si definisce liberale l'individuo che non si azzarda a dire in pubblico ciò che pensa della democrazia in privato. Ci sono miti che distorcono e miti che chiariscono. Il mito è una categoria proposizionale suscettibile di verità o di errore come qualsiasi proposizione. Non sappiamo mai se un nuovo dio è autentico. Ma non è mai peccato morire addossati a un vecchio altare diroccato.
ESCOLIO A UN TEXTO JMPLfCITO
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La storia è una successione cli giorni e di notti. Di giorni brevi e di notti lunghe. Gli archi rampanti di una società sono le parti anacronistiche ed asimmetriche della sua struttura. Qualunque verità sottile irrita cli più lo stupido che un errore ovvio. Le biografie sono gli embrioni della storia; le statistiche il suo cadavere. Esiste un analfabetismo dell'anima che nessun diploma può curare. Qualsiasi attività umana pare indegna dell'anima. Quante cose ci sembrerebbero meno irritanti se fossimo meno invidiosi! Se ci fossero meno salvatori le società avrebbero meno bisogno cli essere salvate. Tra le idee sono immortali solo quelle stupide. Il rivoluzionario pretende di accelerare l'alba agitando torce. Il reazionario dalle rivoluzioni del mondo si aspetta l'aurora dei solstizi d'estate. È caratteristico dello sciocco credere che tutto sia fatto cli proposito. L'approvazione degli imbecilli è il fattore finale delle vittorie. La propagazione di un'idea assurda non richiede mai una spiegazione.
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NlCOLAS GÒMEZ DAV1LA
Ogni generazione sente che la storia si muove sorto i suoi piedi. Ma credendo che culmini in essa. La storia castiga inesorabilmente la stupidità però non premia necessariamente l'intelligenza. Chi ba rispetto verso se stesso non può vivere oggi se non negli interstizi della società. L'anima in certe epoche si restringe, ingiallisce e rinsecchisce come una vecchierta. Solo le sue più umili consuetudini danno alla vita un po' di serietà e peso. Quando l'uomo pare inserito nella sola immanenza persino il gesto eroico sembra soltanto uno spasmo animale. essun usufruttuario di schiavi è sostenitore del controllo della natalità. Ciò che è terribile delle ortodossie non sono le loro rigidità ma le loro velleità. La decenza oggi si deve rifugiare nçlla clandestinità. Il reazionario non argomenta contro il mondo moderno sperando di vincerlo, ma perché i diritti dell'anima non si estinguano. L'umanità è caduta nella storia moderna come un animale in una trappola. Dio preferisce un cuore incirconciso ad un'intelligenza castrara. La nozione di creatura mantiene la distanza tra l'uomo e Dio senza abolire il contatto o, alternativamente, il contatto senza abolire la distanza.
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Dio è quella sensazione non analizzabile di sicurezza che abbiamo alle spalle. La retorica escrementizia falsifica tanto quanto quella sentimentale. I compiti umili nobilitano il volto; gli altri compiti lo sviliscono quasi a tutti. L'inconscio affiora soltanto dove non si cerca di sondarlo. L'inferno è qualunque posto dal quale Dio si assenti. La proclamazione della nostra autonomia è l'atto di fondazione dell'inferno. Di eternità senza ambiguità metaforiche può parlare solamente il teista. Il valore suol avere breve vigenza, ma possiede validità eterna. Solo la visione personale può essere oggettiva. Ciò che è impersonale è soggettività di gruppo. Quando l'originalità scarseggia l'innovazione si moltiplica. Tutto può essere oggetto di preferenza, però soltanto oggetti sporadici hanno del valore. Il mondo è assiologicamente neutro. Valore e antivalore sono epifanie. L'umanità attuale non immagina altra alternativa che l'assoggettamento del mondo o le dimissioni dell'uomo. Dio non chiede la sottomissione dell'intelligenza bensì una sottomissione intelligente.
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NICOLAS G0MEZ DAVILA
Affinché il tempo né mi manchi né mi avanzi, la mia opera si forgia come cristallo di identica struttura in qualsiasi dimensione si concretizzi. Guardiamoci dall'attribuire a imperizia il proposito deliberato di sottomettere un'idea a deformazioni significative. "Creazione" è il termine favorito di chi armonizza ricette. L'intellettualismo non lo cura un'immersione nell'inconscio bensì l'assunzione da parte dell'intelligenza. L'universalismo degli idiomi plastici medioevali si plasmava in modulazioni regionali mentre le varietà locali dell'attuale arte cosmopolita sono meri solecismi di pronuncia. Goya è il veggente dei demoni, Picasso il complice. Necessità, libertà e grazia sono i tre colori fondamentali. L'inevitabile, l'arbitrario, il gratuito. Restringendo la nostra tavolozza non riusciremo mai a riprodurre la ricchezza cromatica del mondo. Quella contro il male è oggi una lotta di retroguardia. Il tempo non rispetta che i frammenti, anche nelle opere che trasmette intatte. Parlare sdegnosamente dei "dogmi" - quali che siano - è caratteristico dello sciocco. L'anima dello scrittore non si scopre nelle indiscrezioni aneddotiche o nelle confidenze autobiografiche, bensì nella risonanza della sua prosa. L'affanno di aggiornarsi è il dissolvente della cultura. Che ogni verità sia personale non significa che qualunque convinzione sia vera.
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Dei difetti di un grande scrittore si deve parlare con rispetto. Orare è l'unico atto nella cui efficacia confido. Il relativismo assiologico non è una soluzione, ma precisamente il problema. Quando guardiamo il mondo, solo credendo in Dio non dobbiamo scegliere fra tremare e ingannarci. La classe sociale in ascesa eredita solo i difetti della classe che soppianta. L'assenza di Dio non fa spazio al tragico ma al sordido. Il grande artista non sperimenta per cercare una qualità più rara bensì una qualità più pura. Non saper distinguere tra l'atemporalità dell'opera d'arte e la storicità delle forme artistiche è il motivo dei paralogismi estetici. I riformisti sono la vittima prediletta della bestia popolare incoraggiata dalle loro riforme. Esistono solo tre forme fondamentali di azione politica: demagogica, burocratica e militare. La mentalità moderna non concepisce che si possa imporre ordine senza ricorrere ai regolamenti da polizia. La verità delle dottrine sociologiche sta nella somma delle loro limitazioni reciproche. La bruttezza del mondo moderno è la causa specifica delle nausee reazionarie. I critici capiscono presto di chi vale la pena parlare quandanche discrepino sempre sul perché.
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L'abuso della stampa si deve al metodo scientifico e ali'estetica espressionista. Al primo perché permette a qualsiasi mediocre di scrivere una monografia corretta e inutile; alla seconda perché legittima le effusioni di qualsiasi scemo. La civiltà è ciò che nasce quando l'anima non si arrende alla propria ignobiltà congenita. Progredire vuol dire prolungare inerzie. Reagire significa smontare automatismi. Lo scrittore è la somma di miracoli sporadici che interrompono il brusio della sua prosa. Attribuire scarsa importanza alle forze economiche e sociali è il peccato dello storico marxista. Lontano dal presentare, effettivamente, diverse umanità fuse nei successivi crogioli economici e sociali della storia, lo storico marxista esibisce solo un'identica pasta umana che la sua differente ubicazione sociale irida in riflessi ideologici. Non bisogna credere all'autenticità dell'ammirazione di chi ammira tutto ciò che è ammirevole. L'audacia nelle arti è alla portata di tutti. Il popolo non è elogiato se non da chi si propone di vendergli o rubargli qualcosa. Gli awenimenti cominciano ad interessarmi quando la stampa li dimentica. La scomparsa empirica di una forma politica non è un "errore della storia".
Das Weltgeschichte ist nicht das Weltgericht. 102
102/ "Die Wd1geschich1c ist das Weltgericht" (la storia del mondo è il giudizio universale) è un verso di Fricdrich Schiller del poema Resignatio11. La variante gome-.edaviliana, come si vede, ne è la negazione, cioè che la storia del mondo non è il giudizio universale.
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Il volgo classifica le idee come l'editore ignaro le lezioni: dando preponderanza a cento manoscritti di una stessa famiglia corrotta rispetto ad un solo manoscritto intatto. L'internazionalizzazione delle arti non moltiplica le loro fonti, bensì le cause che le corrompono. Ogni porzione di buongusto che l'artista sopprime è una barriera in meno tra il pubblico e la sua opera. Il XIX secolo è stato infausto per il reazionario perché gli è toccato vivere nell'intatto mezzogiorno delle speranze imbecilli. Oggi, invece, lo spettacolo del suo catastrofico crepuscolo ci conforta. Le idee di sinistra, prima di tutto, sono annoiatrici. Marx è stato l'unico marxista che il marxismo non ha inebetito. Candido, come un'idea da specialista su un tema di specialità altrui. Il revulsivo efficace per la stupidità moderna sarà la frusta degli aguzzini marxisti. L'ordine paralizza. Il disordine è convulso. Inscrivere un disordine istituito entro un ordine comprensivo fu il miracolo del feudalesimo. Ormai non ci sono scrittori. Sopravvivono soltanto scribi. Amanuensi di muse defunte. "Irrazionalista" gridano i vizi del razionalismo alla ragione che non tace. L'artista spontaneamente originale pretende solo di modificare sfumature. L'originalità premeditata pretende invece di creare mondi nuovi e rattoppa soltanto centoni incoscienti.
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Nella misura in cui si allontana dal contesto concreto che lo suggerisce, il concetto storico va sfumando in retorica sociologica. La prosa di Cesare è la voce stessa del patriziato: dura, semplice, lucida. L'aristocrazia non è un ammasso di orpelli ma una voce perentoria. Se l'intelligenza si confonde con uno qualunque dei suoi metodi presto si automatizza e si ottunde. Le riduzioni sistematiche a termini unici (piacere e dolore, interesse, economia, sesso, ecc.) fabbricano simulacri di intelligibilità che seducono l'ignorante. Le "decisioni della coscienza umana" sono l'eco clandestina della moda. L'effetto della retorica democratica sul gusto si chiama nausea. La vita castiga quelli che inebria e premia quelli che nausea. Solo la vecchiaia dell'uomo intelligente non è sinistra perché solo l'intelligenza non invecchia. Né l'amore è un mero fenomeno sessuale né la proprietà un mero fenomeno economico. Proprietà e amore sono relazioni specifiche - con un oggetto nel primo caso e con una persona nel secondo - inserite nell'economia o nel sesso. Quando un piano di studi scolastico adotta un autore il suo nome vive e la sua opera muore. L'idea confusa attrae lo sciocco come un bagliore l'insetto. Etichetta, scrupoli e riti sono le dita che modellano in anima la pasta animale dell'istinto.
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L'individuo non si integra nella società quando si pretende di legarlo direttamente alla totalità sociale, bensì quando le è legato mediatamente in una struttura piramidale attraverso un gruppo immediato, a sua volta legato ad altri gruppi. Collettivismo ed individualismo sono errori simmetricamente opposti alla soluzione corretta che l'Occidente aveva prefigurato con i clientes romani, gli etera etruschi e gli ambacti celti. Le idee semplici seducono solo le intelligenze complesse. Il romanziere di sinistra fallisce sempre perché conosce la soluzione di tutti i problemi. Il volgo rispetta l'eccellente, però non si entusiasma se non col mediocre. Nessun lavoro disonora, ma ognuno di essi degrada. Confido meno negli argomenti della ragione che nelle antipatie dell'intelligenza. Dove è facile confutare, come nelle scienze naturali, l'imbecille può essere utile senza essere pericoloso. Dove confutare è difficile, come nelle scienze umane, l'imbecille è pericoloso senza essere utile. Forse un precedente può legittimare, in ciascun caso, le recenti riforme liturgiche, però lo spirito che le anima distingue le riforme attuali da quelle passate. Esigenza di percezione cristiana allora; ambizione di efficacia terrena oggi. Il mondo della tecnica non si contrappone al mondo dello spirito. Bensì al mondo della grazia. Le ideologie pretendono di discolpare, però aggravano soltanto.
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La storia ha perso il suo interesse in questo tratto di fiume che scorre tra monotoni paesaggi urbani di cosmopolitismo industriale. Le avanguardie letterarie colmano con i propri cadaveri le trincee nemiche affinché le attraversi placidamente lo scrittore solitario. La metamorfosi in categorie universali dei concetti che il sociologo elabora con materiale contemporaneo inevitabilmente ripristina, in nome della scienza, gli anacronismi peculiari della visione precritica della storia. I moderni ammettono soltanto le evidenze percepite dal volgo. I.:oggettivo sarebbe demarcato, così, dal consenso delle menti ottuse. Le espressioni "culturali" di questi "paesi nuovi" non nascono organicamente le une dalle altre come rami di uno stesso tronco. Al contrario, essendo importate si sovrappongono meccanicamente le une sulle altre come alluvioni eolie. Non convince chi predica, bensì chi espone senza che nulla gli importi di convincere. Il lettore autentico è chi legge per piacere i libri che gli altri si limitano a studiare. L'irreligione assottiglia l'anima fino a lasciarla senza spessore alcuno. Le "soluzioni" che gonfiano d'orgoglio i contemporanei sembrano in pochi anni di una stupidità inconcepibile. Vivere ci esige di giungere a delle conclusioni ma non di confidare in esse.
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Il "socialismo scientifico" è l'ideologia dell'utopismo vergognoso. Lo storico non semplifica per comprendere ma per tradire. Quando le "destre" assassinano, la sinistra grida e si indigna come di fronte a un privilegio che le viene usurpato. La civiltà è il breve lasso di tempo durante il quale la virtù non è ancora ingiallita e il piacere non è ancora marcito. Il processo di comprensione di un'idea non è come un'appropriazione successiva dei settori di un tutto, bensì come l'espansione di una sfera che è perfetta dal primo istante. L'idea profonda non suscita il nostro assenso immediato, ma una graduale sconfitta della nostra renitenza. I moderni cercano di elaborare con la lussuria, la violenza e la viltà l'innocenza di un paradiso infernale. Quanto maggiore è stato il suo ribellismo contro la mediocrità dell'esistenza tanto maggiore suol essere la mediocrità finale di una vita. Niente di più superficiale delle intelligenze che comprendono tutto. L'enigma della critica è che gli anni la facciano da soli. Lo "svanimento dello Stato" e il suo rimpiazzo con una libera articolazione di meccanismi sociali è quello che si chiamò feudalesimo. Ciò che è stato verità ieri non è sempre errore oggi come credono gli sciocchi. Però ciò che è verità oggi può essere errore domani, come gli sciocchi dimenticano.
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Per abolire ogni mistero è sufficiente guardare il mondo con lo sguardo abbassato. I el necessario commercio dell'anima con gli dèi sotterranei guardiamoci dal permettere l'irruzione delle potenze infernali. Ariel, alla rinuncia di Prospero, si trasforma in Calibano. (The Tempest, II Part). Finché uno scrittore non passa di moda non sappiamo se possiede talento. Solo la bontà del forte è insospettabile. Nella bontà del debole intuiamo dell'ideologia. Ciò che vale può nascere solo spontaneamente. Ma poco di ciò che nasce spontaneamente vale. Insultare l'inferiore è appena un po' più vile che adularlo. La "dittatura del proletariato" spaventerebbe di meno se non fosse il governo della piccola borghesia. Il politico democratico si vende sempre. Ai ricchi, subito. Ai poveri, a rate. Di una regola normalmente mi sembrano valide solo le eccez1oru. Dobbiamo rispettare l'uomo di princìpi, ma disarmarlo. È miope e cocciuto. I "princìpi" sono valori fossilizzati. Il crasso errore è l'identificazione del valore con una qualsiasi categoria di oggetti.
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Possiamo formare categorie specifiche di oggetti di valore, sempre che la caratteristica tassonomica sia una caratteristica strettamente assiologica. In ceree epoche sono interessanti solo i germi letali della loro morte prossima. La posterità finisce per decretare come caratteristico di un'epoca quello che i contemporanei avevano ignorato o avevano ritenuto fucile. Non esisterà mai una "scienza politica" perché l'atto politico è il microcosmo del momento storico totale nel quale avviene. La fioritura intellettuale di un'epoca si deve molce volce all'influenza superstite di strutture sociali abolite. La mentalità liberale è un visitatore angelico impermeabile alle esperienze terrestri. Gli scribacchini democratici sono i redattori dell'interpretazione canonica della scoria. Nei regimi di sinistra l'entusiasmo è un prodotto sintetico elaborato dalla polizia. Quando il settore uniformato della burocrazia oggi prende il potere, gli sciocchi credono che lo abbia preso un esercito. "Giustizia sociale" è il termine per reclamare qualsiasi cosa a cui non abbiamo diritto. L'aggettivo in una narrazione storica deve collocarsi con tanto rigore quanto la virgola in un numero decimale. Lo storico non viola la storia di un'epoca adottando le sue passioni bensì intromettendovi le proprie.
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Il maggior diletto del vero storico è lo spettacolo di una tesi che va in frantumi contro un fatto. Indipendentemente dalla sua possibile eleganza verbale la fùosofia può avere un'eleganza intellettuale che dipende dalla sintassi elegante dell'idea. L'estetica marxista è l'espressione ideologica dell'allergia all'arte che caratterizza la mentalità piccolo-borghese. Il marxismo è la panoplia del filisteo. Dopo aver alloggiato in una mente nordamericana le idee sanno di Coca-Cola. Il reazionario non condanna la mentalità borghese, bensì il suo predominio. Ciò che noi reazionari deploriamo è l'assorbimento dell'aristocrazia e del popolo da parte della borghesia. Sotto il manto, alternativamente, della libertà e dell'uguaglianza. Gli "apostoli della cultura" finiscono per renderla commercio. Dio ha l'impertinenza del fatto, non l'evidenza del ragionamento. Nel secolo scorso l'intelletto è stato prigioniero, ma la sensibilità si trovava libera. In questo secolo l'intelletto si è liberato, ma la sensibilità è in prigione. L'erotismo non è un prodotto dell'immaginazione ma della sua morte. Quello che attrae, anche sessualmente, più che un corpo nudo è un'anima incarnata. La volgarità è l'unica barriera totalmente impenetrabile a qualsiasi verità.
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Che si dica "verità" dove si suol dire "bellezza" è cosa che irrita chi teme di scoprire di quale verità la bellezza sia la voce. Nessuno deve osare influire, senza tremare, su qualsivoglia destino. "A mesure qu'on a plus d'esprit, on trouve qu'il y a plus d'hommes originaux"10\ scrive Pascal. Lettera patente 104 dell'hùtorismo. 101 Ciò che il democratico chiama "l'Uomo" non è altro che la proiezione spettrale della sua superbia. Quando il vocabolario di una dottrina si propaga il volgo non vede se non quello che il vocabolario permette. La destrezza intellettuale è il diletto supremo. È sciocco chi crede senza mistero quello che conosce. Davanti a chi non ci comprende ci sentiamo di fronte a una parete. Davanti a chi ci comprende ci sentiamo all'interno di un carcere. Tutto è voluminoso in questo secolo. Niente è monumentale. Più che al cospetto del genio stesso, è innanzi alla limpidezza di certe intelligenze che a volte vorremmo inginocchiarci. Per scandalizzare l'individuo di sinistra basta dire la verità. 103/ NeUa misura in cui abbiamo più ingegno, scopriamo che ci sono più uomini originali. 104/ La lettera patente è un tipo cli documento legale in forma cli lettera apena con cui un monarca, senza l'approvazione di qualche consiglio, concede una carica, un diritto, un monopolio o un ritolo a persone o entità. 105/ Per il termine hi!lon'smo vedasi la noto a piè di pagina numero 17 cli Escolios a ut1 texto implicito 1 presente in questo volume.'
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Senza la complicità dell'immaginazione il potere si trasforma in forza bruta. Bisogna incorniciarlo con delle quinte o circondarlo cli mitragliatrici. La rivoluzione assoluta è il tema prediletto di coloro che neppure si azzardano a protestare quando vengono calpestati. L'unica cosa che fa vergognare i moderni è confessare dell'ammirazione per un autore passato cli moda. TI sinistrorso evita con miracoloso tatto di dare fastidio ai veri potenti. Egli vilipenclia soltanto i simulacri di potere. TI sinistrorso che protesta allo stesso modo contro i crimini di destra o di sinistra è chiamato dai suoi compagni, a ragione, reazionario. U sinistrismo è la bandiera sotto la quale la mentalità borghese del XIX secolo mantiene la propria egemonia nel XX. L'affanno con cui oggi si cerca spiegazione a tutto nella psicologia dell'inconscio è il riflesso dell'angoscia moderna cli fronte alla trascendenza. Nelle arti la differenza tra originalità. e imitazione dipende dal grado cli fusione che raggiungono nella mente dell'artista i materiali che una tradizione culturale accumula. I drammi causati dalle leggi dell'uomo, e non dalle leggi del mondo, sembrano presto ai posteri delle semplici curiosità etnografiche. Tutto può essere espressione, però solo la parola è rivelazione finale. La cultura è fondamentalmente il codice delle maniere nobili dell'intelligenza.
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Non è chi risponde alle domande a conoscere l'argomento, bensì chi le complica. Quandanche abbia ragione una rivoluzione non risolve nulla. Il giornalismo è stato la culla della critica letteraria. L'università è la sua tomba. L'eccentricità lettera.ria è carente di efficacia estetica se è qualcosa di più di una scorciatoia per arrivare presto al cammino reale. Sono come il popolo: il lusso non mi indigna se non in mani indegne. Quello che comporta più lavoro insegnare al giovane è che non esistono ricette. Vorremmo che tutto fosse dimostrabile: per poter arrivare alla verità senza aver bisogno di essere intelligenù. Le rivoluzioni hanno la funzione di distruggere le illusioni che le causano. Anche gli errori passano di moda, come le verità. L'anarchia che minaccia una società che si svilisce non è il suo casùgo bensì il suo rimedio. La parola "progresso" avrà senso quando si inventerà il metodo di sciogliere, nodo per �odo, le maglie della rete con cui il progressista ci ha pescato. Il reazionario non è indignato da determinate cose, ma da qualsiasi cosa fuori luogo. La sinistra e la destra hanno firmato contro il reazionario un patto segreto di aggressione perpetua.
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Il reazionario è il guardiano delle eredità. Persino dell'eredità del rivoluzionario. Per comprendere il filosofo non bisogna inventariare le sue idee ma identificare l'angelo contro cui lotta. Lo scrittore che si internazionalizza si priva della sostanza. Lo scrittore non è chiamato a cambiare di territorio, bensì di livello. Lo scrittore dev'essere professionale, però la letteratura non dev'essere professione. La cultura dello scrittore non deve disseminarsi nella sua prosa bensì nobilitare il timbro della sua frase. Lo scrittore ci invita a capire il suo linguaggio e non a tradurlo nella lingua delle nostre equivalenze. Chi ambisce ad essere scrittore non deve approfittare dei depositi del linguaggio. La frase non deve tollerare parole soddisfatte del solo sedimento di significato sufficiente a renderle intelligibili. Ogni parola deve scoppiare come una compatta carica di senso. Né la polvere né il tempo sporcano le frasi limpide. Scrivere per la posterità non è bramare che ci leggano domani. Vuol dire aspirare a una determinata qualità di scrittura. Quandanche nessuno ci legga. Dubiterei di più della qualità di queste pagine se non sapessi già chi troverà in esse il repertorio delle opinioni che detesta. Non appartengo a un mondo che perisce. Prolungo e trasmetto una verità che non muore.
INDICE
CARTOGRAFIE DELL'INVISIBILE
introduzione di Alessio Mulas
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Escouos A UN TEXTO IMPLfcrTo
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STAMPATO DA
ARTI
GRAFICHE LA MODERNA
Via Enrico fermi 13, Albuccione, AA-1
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