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Italian Pages 163 Year 1989
ABBREVIAZIONI AAN AC Acme
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Atti dell’Accademia di scienze morali e politiche della
Società nazionale di scienze, lettere ed artid i Napoli. L’antiquité classique. Acme. Annali della Facoltà di filosofia e lettere dell’Università Statale di Milano.
Anuario de historia del derecho espafiol. Archivum iuridicum cracoviense. The American Journal of Philology. Annali della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bari. Annali del Seminario giuridico dell’Università di Catania. Annali dell’Università di Ferrara. Scienze giuridiche. Annali della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Genova. Annali del Seminario giuridico dell’Università di Pa-
lermo.
)
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Sezione di lettere. Antichton. Journal of the Australian Society for Classical Studies.
Aufstieg und Niedergang der ròmischen Welt. Geschichte und Kultur Roms im Spiegel der neueren Forschung. i Apollinaris. Athenaeum pontificii Seminari romani. Commentarium iuridico-canonicum cura professorum editum. Archivio giuridico « Filippo Serafini ». st or e ia le tt di er at ur a pe ri od ic St i ud i Athenaeum, dell’antichità. i le tt e er e sc ie di nz e de ll ’A cc ad emia Atti e memorie di Padova.
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Crawford, RRC
Corpus inscriptionum l atinarum. Classica et Mediaevalia. The Classical Quarterly. The Classical Review. Classical Philology. Comptes rendus de l’A cadémi e des inscription s e t belles lettere
s de Paris. i M. Crawford, Roman R e publican Coinage (Camb ridge La cultura.
ED Epigraphica
Dizionario epigrafico di a ntichità romane, Enciclopedia del diritto.
FIRA Hermes Historia Index
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RendBo.
The Journal of J uristic Papirology . The Journal of Ph ilology.
The Journal of R oman Studies. J
us. Rivista di scie nze giuridiche, Klio.
Beitràge zur alten Geschichte. Labeo. Rassegna d i diritto romano.
Mélanges d’archéologie et d ’ h i s toire de l’Éc gaise de Rome, ole fran-
Monumenta German iae Historica.
Museum Helveticum. Sch weizerische Zeitsche: klassische Altertumswissensc haft. I UL ‘a90INZ ‘1061 OUCTIN
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Il significato del termine daricidas e l’in terpretazione della formula paricidas esto sono tuttora ogget to di vivace dibattito da parte di giuristi e di linguisti. Scars o seguito incontra oggi la t esi, un tempo dominante, che muo vendo da un presunto
valore attivo di faricidas e da un suo supposto rapporto con parricidium (termine che, a seconda d elle diverse etimologie
i, o addirittura l’omicidio puro lla lex Numae ‘’ considerato ”’ parricida »; i
e, tra i giuristi, soprattutto il Bonfant
stizia del sangue versato («v i sia un parente vendicator e» così il Lenel e, sulla sua
scia, il Grosso). Tali i benché recentemente rinverdite da auto revoli adesioni
kel, Cloud e, con vedute particolari, Magdelain trano più il favore unanime della critica o»
.
via
),
non
’ sia per i
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(Kun. incon . °
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relativi all’etimo e quindi al significato originariogu piva buire al termine, sia perché la statuizione num ana ; attritata nel modo anzidetto, si limiterebbe alla semplic 'etpre-
zione del colpevole (o all'indicazione di colui c he è chi fini a far vendetta), omettendo di precisare — a differa,.M ato altre leges regiae a noi note — quale sia la crimine comporta. L’interpretazione che gode oggi di maggior seguit
meno tra i giuristi) muove da premesse diametralme ° (al
Nite Op.
soggetto ad essere parimenti ucciso ») e in s e guito ripresa c i LO i notevoli precisazioni dal de Vis
scher ( che ravvisa P a in paricidas , come damnas lo è di dam-
e dal Coli (che traduce «sia ucciso p
z'altro quella che meglio s ‘accorda con la parall ela Statuizione numana in materia di omicidio involontario, che prevedendo
la dazione dell arlete In funzione sostitutiva del sacrificio del
reo, ne costituisce il naturale complemento. Nel solco di que-
sta impostazione si collocano anche le interpretazioni del Meylan e del Pagliaro, i quali scompongono daricidas in parici e
das (datus) ed ipotizzano, il primo, che la formula della lex
Numae sancisca che all’uccisore «sia irrogata la pena del sacco » (parici sarebbe il dativo di un ignoto sostantivo farex o parix), il secondo che essa prescriva che il colpevole «sia posto a disposizione dei faricî » (presunti magistrati dell'età regia investiti del compito di applicare la legge del pareggio).
Sempre in quest’ordine di idee, meritevole di particolare menzione è il recente, finissimo studio del Tondo, che riconduce
il primo membro di paricidas al sostantivo pera (bisaccia, borsa e simili) e suppone che la formula sanzionatoria della uc ciso vi en ch e) e (u no si « a l’ om ch ic e id a lex Numae disponga
col sacco di cuoio ». Ma siamo, com'è evidente, sempre nel
campo delle congetture.
: ninerebbe adUnasingolare ipotesi che, se comprovata, eliminere d n s l da p r o s p e u t l t s t è a t i t a m a t amente a dirittura il problema,
Thomas, ad avviso del quale la statuizione numana pio
sarebbe che una falsificazione antiquaria intesa i giclieti di
al leggendario «re pacificatore» la persecuzione sia opi-
sangue. Gli argomenti addotti a sostegno di tale a
Nione sono però privi di consistenza.
dello stato ap-
4.
l e d e n o i z a c i f i r A I T R U P o t n e v r e Non sempcroenldu'ciinbtile all’idea della pu
i r a i v a t t u t e r a P
10
ma Ro a ic nt ’a ll ne le na pe so es oc pr e o tt ri Di
la collettività di fronte alla collera divina. pccanto ai leaf; colpiti da sacertas 0 sanzionati attraverso obbligo Sacra], della vendetta, sui quali ci SIAMO or ora soffermati, SÌ la.
sciano individuare altri fatti criminosi che, Per essere 1; volti contro l’esistenza stessa della compagine statal
€, so.
no fatti oggetto di pubblica persecuzione non a fini Puri. ficatori, bensì per il principio che all’offesa si risp Onde con l'offesa. Tra di essi la froditio, o tradimento col ne. mico (a torto considerata dagli studiosi meno recenti a un specie della perduellio, crimine contro l'ordine politico del. la civitas estraneo all'ambito del dirit to di guerra), ed
è
Gli inizi della repressione criminale
ì “ta
pria funzione giurisdizionale, ma piuttosto estrinsecazione della facoltà di repressione inclusa nel su premo potere di
8
Pur
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comando: ci troviamo cioè, per usare il linguaggio degli
antichi scrittori, sul terreno della coercit io, non su quello
della tecnica 1udicatio.
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II
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5. Quanto al modo di esplicazione della potestà punitiva regia, le incertezze e le contraddizioni delle fonti
non consentono di pervenire a risultati sicuri. Sensibili
divergenze fra la narrazione di Livio e quella di Dionigi d'Alicarnasso rendono dubbio se il re giudicasse da solo,
o dopo aver ascoltato il consiglio degli anziani, o addirit-
tura con la loro partecipazione (?). Che nella persecuzione
di taluni crimini egli si avvalesse di ausiliari sembra probabile, considerato il crescente numero di illeciti per cui
era chiamato a procedere, ma quali fossero tali ausiliari
e quali le funzioni ad essi conferite non è agevole stabilire. La tradizione parla, a questo proposito, di quaestores parr)icidii e di duumviri perduellionis: compito dei primi sembra essere stato quello di accertare se l'omicidio fosse o meno avvenuto con dolo e di sovraintendere all’esercizio della vendetta dinanzi al popolo în contione (8); i se-
condi invece costituivano, come tutto fa credere, un tri-
bunale straordinario a cui era affidato l’incarico di pro-
clamare la responsabilità e di procedere all'immediata esecuzione capitale del reo di perduellione colto in flagranza (24). Più difficile è determinare se il popolo intervenisse in
qualche veste nei processi penali. Una tradizione raccolta
da Cicerone (25) e da Livio (29) fa addirittura risalire al (33) Liv. 1, 49, 4; Dion. Hal. 2, 14 I; 4, 25, 2. (*°) Arg. ex Fest. (Paul.) 247, 19-24; Serv. auct. in Verg. buc. 4, 43.
(**) Arg. ex Cic. Rab. perd. 4, 12-13 (infra, pag. 13).
(39) Cic. rep. 2, 31, 54. (39) Liv. 1, 26, 5-12.
12
tempo dei re il diritto del cittadino minacciato di Pena capitale di invocare il giudizio dell assemblea POPolare (provocatio ad populum). La più antica testimonianza di
tale diritto sarebbe offerta dal celebre processo dell’Orazio unico superstite della lotta coi Curiazi, condannato a mor. te per perduellione e graziato dal popolo per le beneme.
renze acquisite verso la patria (2°). In realtà la Provocatio
vermemmm enim osa
ad populum, come vedremo (III), costituisce una carat. teristica istituzione repubblicana, e solo per riportare la stessa all’età monarchica (quasi che la maggiore antichità le conferisse maggior prestigio), gli annalisti del I sec, a.C. hanno dato 4 posteriori questa configurazi one al leggendario processo. |
Gli inizi della repressione criminale
lare,
13
l'affermazione che la frovocatio fu fatta auctore Tullo,
per benevola concessione del re, è difficilmente conciliabile col testo della lex horrendi carminis, che concede senz'altro
la provocazione al reo, e rivela che laclausola si a duumviris
provocarit, provocatione certato è un'aggiunta posteriore. Significativamente tale clausola non figuratra i riferimenti testuali (Rab. Rabiri o per Cicero ne di nell’o razion e alla legge contenuti
perd. 4, 13), e lo stesso Cicerone in altra parte della sua arringa dichiara espressamente che il procedimento duumvirale, lungi dal consentire la provocatto, comportava l’irrogazione
causa: (indic ta causa della discus sione senza capita le pena della
consi deriamo se nota, di degna Affer mazio ne 12). 4, perd. Rab.
che l'oratore non attingeva, come Livio, a una fonte annali-
stica, bensì agli antichissimi testi che il tribuno Labieno aveva
reperito negli archivi sacerdotali dell’urbe (annalium monu-
menta, commentarii regum: Cic. Rab. perd. 4, 15). Sempre stando a Cicerone, i documenti dei collegi sacerdotali mentre escludevano la frovocatio a duumviris avrebbero invece ammesso la provocatio a regibus (de rep. 2, 31, 54: provocationem autem etiam a regibus fuisse declarant pontifici libri, significant nostri etiam augurales). Ma probabilmente la e sostan ziale valore suo nel inten dere deve si testimonianza
non alla lettera. È possibile che i libri dei pontefici e degli auguri non parlassero esplicitamente di frovocatio, ma si limi-
tassero ad accennare genericamente a un’ingerenza popolare
nei giudizi, che Cicerone traduce in chiave di provocazione.
l’affer riferi to aver dove 31), 108, (epist. Senec a Non a caso
esse libris pontif icalib in us ita îd rileva : mazione ciceroniana, attesacerd otali regist i ri Che Fenest ella. et et alii [qui] putant dunqu e era non regibu s a provoc atio della l’esis tenza stassero alcuni di (fpwtan t) suppo sizio ne una solo ma accert ato, dato un
eruditi dell’ultimo periodo della repubblica.
in sp re a d ne io az ip ic nt 'a un è io Ma anchese la provocat ai à t i n u m o c a ll de i r b m e m i de ne io az ip ec gere, una part
m e S . le mi si ro ve in é n e il ib ss po im è n o n i al in giudizi crim
te at e ch e, ch gi lo eo ch ar i nt fo brano darne conferma le
ai , lo co se I I V l de ni an mi ti ul i gl stano la creazione ne
14
Po
a m o R a c i t n a ’ e l l l a e n n e p le o s s e c o r p e i Diritto
iedi dell’arce capitolina, di uno spazio destinato 4 Ty, nioni del popolo (il comitium), e soprattutto la sigla de]
(Omitia C più antico calendario romano Q(vandoc) R(ex) Vi) . | . F(as) (2), la quale mostra che in determinati giorni il n
«comiziava », ossia — pare doversi intendere — teneva un'assemblea a scopo di giurisdizione. Certo, in origine l'intervento del popolo non doveva consistere in un Voto,
ma in una semplice prestazione di testimonianza. Il diritto di decidere spettava al re, e l'assemblea riunita nella più
antica forma del comizio curiato si limitava ad assistere
al giudizio e alla consacrazione (o all'immolazione) del colpevole. Ma in progresso di tempo, dapprima per concessione del re, poi per diritto acquisito in via consuetudinaria, il popolo incominciò indubbiamente a prendere parte attiva alla punizione dei crimini, dando così luogo al graduale formarsi di una sfera di repressione penale di competenza esclusiva dell’ass emblea cittadina.
(2) CIL I? p, 234; Varro ling. Lat. 6, 31; Fest. (Paul . ) 311, (ex Fest. 310, 12 L», lacu nos
!o;
cfr. anche Fest. 346, 30 L.).
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. o o s t s n e e c — m o i . r l a g p e n d l a o l v l . S i s 6 s e — t n s o à o i p di et quaest
. e c n i i s p v e e i o l n r c l o p i e i n n e t i u s e m e n 7. Le pene. — 8. Qua
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p a o t s l o a v n t i l o v i é d t o e p i l o s a s r u e q l v i il mezzo attra | . , l orso del II secolo a.C., alla farraginosa e semperire ne c : p i a a l m u a p i o c p i a d i r u l u i g d e a e d t c a o u r g p e d pre più ina e n o i i z d o a s e r r e c a v l a r t t o e l a t o e s n h e c d i i v a e m a pariv or e t n e m l a e n f o e i d z u t i t e s s , i s i i o l t f a n u e e l q l n a a m r corti pe r a i p n e p i à i m a i r g i o r g e i c e e n d r t o e a i t c z n i i i n d g o a a c t ri l , e b e e l r b v a m a i e r s e a a s l i l a z z e n i d e d u t i e g p m i a o tenent all c » _ L se . i m e i l l a e a t a z o l n t l e a e g t d i t s a e f ' s l i d e d r o e s o be potut ess . e e r c a i l r o t p a o c p e i n d o u i i g z n a e u l n f l o e i d naz
ì s o o r c e o n i r n a e n v i d r o a e r r t e s t t a r i a n c o i i d s s e r p Le re e a u i l q i ( i b l a a t n s u b i r o t t a s e o t o p n d l e n i m e a d e v c i s s e r g pro n i u t a u d d e i s e r p e e g g e l r i t e i p u t , i ) t e s a i u t e p r s e stione p
n u n i o n a v e v o d e h c , o t a r t s i g a m x e n u magistrato o da i d o s s e c o r p o c i t n a ' l e r i b r o s s a i o p , e r a t i m i l o p m e t o m i r p
a l l e d o i r a n i d r o o n a g r o ’ l e n i f n i e r i n e v i d e , i z i m o c i a i z n a n i e d e a n a c i l b b u p e r à t e a m i t l u ' l l e d e l repressione crimina
. o r e p m i ' l l e d i p m e primi t
e l l e d e n o i z u d o r t n i ’ l i l g e ' h c n a a g e l l o c i r e r t n e m , l Il Kunke or-
a r t x e s e n o i t s e a u q e l l a i c i t i l o p i t t i l e d r e p quaestiones perpetuae
l e d o s r o c l e n o t l u s n o c o t a n e s r e p e e g g e l r e p e t i u t i t s i e a i dinar
n i e a u t e p r e p s e n o i t s e a u q e l e h c i s e t o p i ' l a II secolo a.C., avanz
64
Diritto e processo penale nell’antica Roma
materia di delitti comuni trovino la lor o r a d i c e Î n u n a , , , stizia criminale straor
dinaria » facente Capo a un supDt
«tribunale di polizia » dei fresviri cabitales, la quale s j affiancata già nel c
9
Sareb orso del III secolo a.C, all’antico P IO
capitale privato svolgentesi dinanzi ad u na
giuria
cia:
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65
t e o l d l e a e h u g q o a l i a t n t a e p cesso privato, per vari as i i g d e l l o i c s a s e m m i i r r g e r e i p n € a m o r a i r z t i d u i g i e c o r I p e n o i s s e r p e r a l a r e n o o n i z i d u i g l e d o t t ta perasres. Ogge
e d n o o ( t l o t l a m l e e n d o i z u t i t s e r a r e m a l a , m e " an crimin e h c ò i : c ) o t i c e l l i ’ l l a o t a e d a d n u t e p e r e a i m co ome di pecu r i c i d a i r o t a n e a s i h c r a g i l o ’ l l e e d n o i z a p | rela la preoccu i r a n o i s s i u t c a n r o t c à s t i i g l a i dei m "crivere la responsab o r e s s e t o p i s s e t s i l g e h c o d n a t i v e , e l a i n o m i r t a p o p m a c l % it Ba conseguenze di > Timo i Fiv;
a , e s s e m m o c e p l o c e l r e p , i t s o p s e e | esser a l e h c n a a v e d n o p s i r a z n e g i s e a s s e t s a l l A . carattere penale
ar |
e s 1 a r t o s s e ' h c n a o t l e c s ( o n a m o r o n gatoria di un patro e r r o p i d a l l e u q e t n e m a u p i c e r p a r e e n o i z n u f i u c a l , ) i nator
è Ku.
Te alli
Derig i0è deli dam. ottopo
in or-
i l b b o a z n e t s i s s a ’ l e o i r o t a n e s o g n a r i d i t a r u i nomina di g
e s s a l c a l l e d a z n e u l f n i a t t e r i d a l o t t o s i l a i c n i v o r p i t i d d u s i
i d e v v o r p n u i d , i n i m r e t i r t l a n i , ò t di governo. Si trat u t a l l a o s e t n i , a c i t i l o e p t n e m l a i z n e s s e a r u t a n i d o t n me l a e h c ù i e p t n a n i m a o i z d a r c o t s i r a ’ l l e tela del prestigio d . e t t e g g o i s n o i z a l o p o p e l l a e d i d r a u g a v l a a s l'effettiv , a r o l a T . a m e t s i s o t s e u q a v i u g e s i s , a i Non sempre, tuttav
l e n a z n a n o s i r e r a t s e d a d i v a r g e t n e m l a t i n o i z a l o i v i d o s a c n i
io che
e l a n e p o s s e c o r p n u e l i b a t i v e n i a v e d n e r i s , a c i l b b u p e n o i n i p o l'
er Èi rovi”
a n u i d , e r a l o p o p a v i t a i z i n i r e p , a n i m o n a l e t n a i d e m a t a attu . l a V ; 2 2 1 2 , 2 4 . v i L . r f c ( m e n i d r o a r t x e e t n a c i d u i g e l a i c e p s e cort
o une
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ta! cuno
jonl yi jatl sp?
)
9
e b e l p a l l e d i n u b promosso daitri . ) 0 1 1 , 8 , 3 4 ; 7 , (cfr. Liv. 29, 22
e t u b i r t e e l b m e s dinanzi alle as a r e e n o i s s e r p e r a l e t Altre vol
. ) 0 9 9 8 , 3 2 . t u r B . c i Max. 6, 9, 10; C 2.
n u , . C . a 9 4 1 l e n , o l o c e s I I l e d à t e m a l Solo verso
o i n r u p l a C . L e b e l p a l l e d o n u b i r t l a d o t s o p o r p o t i c s i pleb e l i b a c i f i t n e d i i n u c l a r e p ( a i n r u p l a C x e l a l , i g u r F e n o s i P
0 r t c a s i g e l a l e s s u d o r t n i e h c e m o n o s s e t s o l l e d e g g e l a l n co o s s e c o r p l e n a t r e c a s o c i d i t i d e r c i r e p m e n o i t ber condic
i s a c i r e p e t n e n a m r e p e t n a c i d u i g e t r o c a n u privato) istituì e p r o t e a r p l a a z n e d i s e r p a l e n o d n a d i f f a , ) 2 ( di concussione . 6 5 , 5 2 . 4 , 2 ; 5 9 1 , 4 8 , 3 , 2 . r r e V ; 5 7 , 1 2 , 2 . f f o ; 6 0 1 , 7 2 . t u r B (2) Cic.
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a e r l i p n r o u me d p l i n a . C Ù l’accusa i t v n m e o m n t a e € d c i o n c e — I t n f ù a i t e p r i d à t ve elatio n l o o c , n a o f g , i à a l t d l b € b i O a o d r . a v , f e — v n a i e s a o a r r t t d a i e i a p r n c o ì e Ar assiste n r s n t u o n a c a e p o v i ( r i n rsi arsi . o l l e d as i
i g i a r a n i i t z i n i o r e d i e t u g s m 1 e i 5 l s n i s L i v a i r p t s S e e i v s e in caso di ittoria, d l e d i d o v t O t i n r l i e d d t l t i e i ù n b e i s r e la c a u t l d a l i o e n i i a d t a z a t n l t a i n c e t s a l l e c ; a s o r t t a s a , u v pro ni m r o sf
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= ( . L n i 3 2 h 2 o c r 0 n , r 8 a a 2 7 V 7 . e V . ; 2 n 1 o N , 3 i . 1 d D o i , ; D 2 ) 3 . r ; , f c 2 3 ( 3 , , 2 I 0 F 4 . , . 1 ; 2 ; m 1 2 o . . 2 r l R n f l , o e . 1 . ( c V p s . o ; , I A ) v p 3 . i p , . c 2 s l P . l r e o ; l b n 5 F 6 3 a | , i ) 8 p 3 ; 34 1 1 p 2 A . ; r 1 f c ( , t 5 S 1 2 1 ’ ) , 0 0 0 1 3 9 189, 2 , ì , , ;
6 , 2 1 . n n a . c a T . ) 3 4 ( , 0 6 vita , ; ) . p Ri $ A x e L . n ) i 9 l ( , a i l i c . n i l , a i l i c i c A (9) Lex
59.
i s 0 n i l , ‘, poni Acilia ) . s s 3 8 f . c r f ( c ( . n 6 7 ex Acilia, lin. .
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68
Diritto e processo penale nell’antica R oma
> d ifferenze — ben r N otevoli, sono i levate dallEde; s SOCI de repetundis in e in t à P r e sillana pn TRcente tura del tr ib
unale creato dalla Jex C a tra ta ur corte giudica UHurnia e il nte costituito dalla legge 8Taccang. n l'adozione del sacram entum, T na sielatio nomanis; 1 la dipendenza d i n i d a i p atron ei Pt ’ qui
SONE qui u na
covin ciali n corte di 50 giudiunristret ci; lì} to
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ntento di sal.
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u i i lp r o p o s d i i c t o o l p i i r l r e e q a to di concussio ne 1
con Pesanti
Le quaestiones perpetuae
(1 °)
69
e che una quaestio perpetua per i casi di peculato dinanzi alla quale, come riferisce ancora Plu-
pese :1 giovane Pompeo fu assolto nell’86 a.C. dall’acse quella
+taTtcU;
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p a s o c o p n e B . ) 4 ( o r a n e d o c i l b b u p i d e n o i z a r t t o s i usa d î/ ‘amo in ordine all estensione del sistema delle quaestiones
| perpetuae ai reatl comuni. Da Cicerone abbiamo notizia
gi un pretore, L. Ostilio Tubulo, che presiedette una quae‘stio inter sicarios nel 142 a.C. (*), ma non è chiaro se si
; e t n i r e t a n a i a r m a r n e i p d o r o a r e t t s r +rattasse di una co
, e i n l o o i g i i e n s t i r s t s a a e i n f r d i p d e r r a r o e l i a p l r a t n s bu
‘non ad una corte stabile, sembra far riferimento Asconio ‘a proposito di L. Cassio Longino Ravilla, console nel 127
| a.C., che sarebbe stato più volte quaesitor in processi per psu la è e bil ndi tte ina to tut del n no re nt me ; | omicidio (!*)
| posizione che ad una corte permanente per la persecu| zione dei casi di veneficio si riferisca una iscrizione rela| tiva a C. Claudio Pulcro, iudex (cioè presidente) quaestionis de veneficis nel 98 (?) a.C. (14). La prima attestazione sicura dell’esistenza di un tribunale stabile per l’omicidio ci è offerta da due luoghi dell’orazione ciceroniana Pro Sexto Roscio Amerino, pronunciata agli inizi dell’80 a.C., an te an er op is rt ca si de io st ae qu a un ad a nn ce ac in cui si
, Adw un PS ste di bito . ; trop? obabl
teriormente alla restaurazione sillana e si ricorda un caso to an qu ); (15 a im pr ni an i ch po sa es st la al i portato dinanz a it ib ad te en an rm pe e rt co a un di a nz te is es l’ o ci al venefi ti en ed ec pr ni an gli r pe a, at rt ce ac ra mb se ne a conoscer nve in De a tt re pe 'o ll de io rc ua sq o un alla guerra civile, da ). (19 C. a. 85 l’ al o rn to in tà os mp tione, sempre di Cicerone, co
is (6
t. Par 53; 17, 2, . inv . cfr ; 201 49. 2, (19) Cic. de orat. 2, 25. 107; . 17 12, 2, r. He ad or. 30, 105; Auct.
1a 0
: del J ro
i
a js
(11) Plut. Pomp. 4, 1; cfr. Cic. Brut. 64, 230; Val. Max. 5, 3. 5.
(2) Cic. fin. 2, 16, 54.
Cl. 6 -2 22 45, (18) Ascon. (149) CIL VI n. 1283.
(15) Cic. PRosc. Am. 4, II; 23, 64-65. (19) Cic. inv. 2, 19, 58-59.
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Diritto e processo penale nell’antica Roma
Nessuna prova positiva in favore dell'istituzione
quaestio perpetua per il delitto di plagio sembra iNVeco
potersi desumere da una /ex Fabia de plagiariis, di day,
incerta, ma verosimilmente di poco posteriore al tempo
della guerra sociale, la quale punì con Una pena pecn niaria la riduzione in servitù di persone libere e l’indebito
esercizio della potestà dominicale su schiavi altrui (2).
Comunque sia, appare evidente che la persecuzione dei crimina per mezzo di corti stabili costituite da apposite leggi aveva in quest'epoca ancora carattere eccezionale, Per ciascuno di questi tribunali si redigeva anno per anno una lista di giudici, dalla quale si traevano quelli che dovevano formare la giuria del singolo processo: presie-
deva, di regola, uno dei pretori. Quanto altit olo richie-
sto per l'iscrizione nelle liste, esso variò pi ù volte in relarie leggi si succedettero, alcun e relative alle corti in genere
(leges iudiciariae), altre alla quae stio de repetundis in particolare: dalla lex Servilia Caepionis del 106 a.C., che
- 3. 8; Paul. sent. 5 . 3 0 b += de off. proc., Coll. 14, 3, 4-5; D. 48, I5. (18) Obseg. 4I; Cassi od. chron. (MGH xx P. Tac. ann. 12, 6 0, 3. (19) Cic. Scaur. fr. d; B r u t . 6 2 , .
(°°) Appian. bell. civ. I , 35;
diversamente Vell. 2 , 13, 2.
Vir. ill, ”
°
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‘derazione del loro stato (1). Sistema, quest’ulconsider Ì . . senz robabilmente rimase in vigore fino alla riforma gjllana
4.
i i La generalizzazione e il consolidamento delsiste-
a delle quaestiones perpetuae furono opera di Silla. n Nelle linee del suo programma di restaurazione oligarchica, il dittatore promosse un'importante serie di provvedimenti intesi alla riconquista del monopolio delle giu-
rie e al potenziamento delle corti di giustizia permanenti
| a scapito delle assemblee popolari. Con una lex Cornelia il ab ob pr ve de si e al qu la al ge eg (l iudiciaria dell'81 a.C.
mente anche l’introduzione del nuovo sistema della sor-
anlbo l'a dal i dic giu dei te sor a titio, cioè dell'estrazione alni zio usa ric e siv ces suc da ata egr int o, att red nualmente ternate dell’accusatore e dell’accusato sino al raggiungi), ium sil con il e mar for a e ent orr occ ro me nu mento del
ree a uti Pla lex la te, men ita tac o abrogò, espressamente
, (22) ato sen al ali bun tri i ti tut di i ant stituì i collegi giudic
rea l’a e ri mb me i one and ent aum in precedenza rinnovato
vpro gi, leg e gol sin con , Poi (?). tti tra dalla quale erano isti ad e nti ste esi già es ion est qua le e zar niz rga rio vide a
ere pot il te par n gra in ì cos tuirne di nuove, riducendo ati fiss ono fur te cor na scu cia Per . izi com dei giudiziario per da i) min cri dei (o e min cri del i min ter con esattezza i re oga irr da a pen la e are lic app da ura ced pro la seguire,
0 e, tor pre un a ta ida aff fu a enz sid pre al trasgressore. La e h c , e t a t s e a m e d a i l e n r o C x e l a n u o n a d r o c i r i t n o Le f
i t s I e t a t s e r a m e d o i t s e a u q a l l a d a t a t r o p ampliò e precisò la . 4 1 7 , 9 7 . n o c s A ; 4 5 . r f I . m m o C . c 21) Ci . 3 t 1 S 2 , 1 . 9 8 n 1 o c s . A s P ; , 6 2 , 2 I . e Vell. 2, 32, 3; Tac. ann I
6; , 37 l. ti Ca . ll Sa ; 89 h. oc ri pe v. Li 0; 10 1, v. ci . ll be . n a i p p A (23) 5: 77 5. . l a H Dion.
72
Diritto e processo penale nell’antica Roma
tuita dalla lex Appulera, interdicendo sotto commiINAtor;,
di pena capitale diverse specie di attentato, da chiunque commesso, contro l'indipendenza, la sicurezza, il Prestigio
del populus Romanus e dei suoi or gani fondamentali ivi
comprese alcune violazioni rientranti nel termini dell’an. tica perduellio e della stessa froditio (2 4); una lex Cornelia
de ambitu, talora confusa con la lex Cornelia Baebia del I8I, che introdusse una quaestio perpetua p er il reato dj corruzione elettorale, sancendo come p ena l'interdizione dalle magistrature per un periodo di dieci anni (25); una lex Cornelia de repetundis, che dettò nuove norme sui giu-
dizi di estorsione contro magistrati, riducendo al simplum la pena da irrogarsi all’accusato (25); una le x Cornelia te-
stamentaria nummaria (detta anche d e falsis), che istituì
una nuova quaestio per la repressione di varie specie di falso testamentario e monetario (creazione di false tavole
testamentarie; alterazione, sottrazione, distruzione di ta-
vole vere; falsificazione barre; fabbricazione di al trasgressori la pena sicariis et veneficis, che bile, rioganizzò) la persecuzione
di sigilli; adulterazione dell’oro in monete false, ecc.) , comminando capitale (29); una lex Cornelia de intro
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(24) Cic. Pis. 21, 50; Ascon. 59, 1 5-18 Cl; c f r. Cic. Cluent. 35. 9 Very. 2, 1, 5, 12; fam. 3, 11, 7 ; 2.
(2) Schol. Bob. 78, 34-36 St.
(*) Cic. Rab. Post. 4, 9; cfr. Cluent. 37, 104. (2°) Cic. Verr. 2, 1, 42, 108; nat . deor. 3, 30, 74; Suet . Aug. 33, 2; Paul. sent. 5, 25; D. 48, 10; C . 9g, 22; Iust. inst. 4, 18, 7,
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73
gna lex Cornelia de imuriis, che separò dalle ipoui (8); iniuria che davano luogo a semplice persecuzione
tes n talune specie di particolare gravità (percosse, bapito, violazione di domicilio) per farne dei delitti pub-
7 deferiti, secondo ogni verosimiglianza, ad una appo-
plc uaestio (nonostante l'attribuzione dell’iniziativa pro-
°tei alla sola persona offesa e la spettanza ad essa l’esiinvece è Dubbia (29). pena) come dovuta lla somma
risicuri mancano cui di vi, de stenza di una lex Cornelia
forse peculatu, de Corneha lex una di e testuali, ferimenti
adombrata in un ambiguo accenno di Cicerone (che tutta-
(#9); sillana) non legge una ad anche riferirsi potrebbe via adulde Cornelia lex supposta una che mentre è probabile
teriis et de pudicitia (8) non abbia avuto esistenza autodella capo un costituito semplicemente noma, ma abbia . a i n a u t p m u s a i l e n r o C x le e tr al e s o r e m u n e t a n a m e o n o 5. Dopo l’età di Silla fur o m a s e n o i t s e a u q e v o u n e ir tu ti is d a e h c ù i p e tt re di i, gg le
r a i. P nt te is es s à e i n g o i t s e a e u r q a z le z i dificare o a riorgan
di a i r e t a m in ne io az sl gi le la ticolarmente abbondante è
lde a z n a i n o m i t s e t e t n a n o i s s e r p m i ’ n u e fr of ci ambitus, che et el e n o i z u r r o c a ll de o n e m o n e f l a d e le proporzioni assunt
x le a n u o p o d : a c i l b b u p e r a l l e d o l o c e s o m i t l u ' torale nell , 2) (3 o m a i p p a s o c o p n e b e l a u q a l l e d , C. a. ) (? 0 7 l e d a i Aurel la o d n e r p s a n i e h c , C. a. 7 6 l e d a i n r u p l a C x le a n u o m a i t no l’ineleg-
a u t e p r e p e s e r 1 ’8 ll de a i l e n r o C x le a l l sanzione de l e d a t i d r e p la i v o d n e g n u i g g a , e r u t a r t s i g a m le al tà li bi gi
,
. t s u I ; 6 1 , 9 . C ; 8 , 8 4 . D ; 3 2 . 5 . t n e s . l u a P ; 8 4 1 : (28) Cic. Cluent. 54 inst.
4, 18, 5. (22). 23 5. 48, D. adult., de 1 Pap. 5; 10. (i vip, 56 ed., D. 47,
. t s u l ; 8 . 4 , 5 . t n e s . l u a P ; 4 1 , 2 1 , 2 , 8 4 . D , . l b u p . d u i e d 2: Ven. Sat. 2 inst. 4, 4, 8.
(39) Cic. nat. deor. 3, 39 74 . 2 . 3 . l l u S t e . s y L . (31) Plut. Comp . 8 . 3 , 1 . r t a r f . t n i u Q (32) Cic. ad
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rango senatorio ed una pena pecuniaria (®); poi Una /y, Tullia, proposta da Cicerone durante il suo consolato (6, “I °
a.C.), la quale comminò per alcuni casi di Parti.colare gr, ‘
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vità la pena dell'esilio decennale (84); infine una le x peta, del 52 a.C., che aggravò la sanzione dell a /€% Tullia0 0 | w ge cat
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in termini che non ci è dato determinare (*). Prossima SI ;di per contenuto a tali leggi è la Jex Licinia de sodaliciis "gl SC su del 55 a.C., la quale fu peraltro intesa a reprimere più ‘gb. o Ù che il broglio elettorale l’organizzazione di associazioni È s i p t e r aventi lo scopo di procacciar voti ai candida ti mediante M i : 0 ed i illeciti maneggi o indebite pressioni sugli elettori (crimen 7 c o n t i di sodaliciorum) (88). Un notevole inasprimento subì anche n eda ciasì
la disciplina del crimen repetundarum ad opera di una lex Iulia di Cesare (59 a.C.), la quale riordinò tutta la mate-
ria, ampliando sensibilmente la cerchia delle persone punibili e il numero delle fattispecie cri minose rientranti nel
concetto di repetundae, pur mantenendo (come sembra )
A mente a ti più
L( ) Cesari mast da
la pena del simplum sancita dalla legge sillana (8°). Carattere innovativo ebbero , inf ine, la Jex Plautia (o Plotia) de
xi frbuma dei
suscettibili di porre in pe ricolo la pace sociale (38 ), e la
UMtestas re)
vi, del 78 (?) a.C. che int rodusse una corte stabile per rie ipotesi di violenza aventi rilevanza
(8) Ascon. . 69 69, 11-13; 88 » , 9 , I 15-16 Cl.;, Schol . Bob. 78, 36-37 Cic. Mur. 23, 46; 32, S t.; cfr. 67; Sull. 26, 74. (24) Schol. Bob. 79, 1-3 St.; Cass. Dio 37. 29, 1 ; c f r . Cic. Mur. 2, 3: 23, 47; 32, 67; 41, 8 9; Vatin. 15. 37: Planc . 34. 83. (*) Ascon,
36, 6-10 Cl.; Caes, bell . Civ. 3, 1; Appian. bell. civ. 2, 23; Plut. Cat. Mi. 48, 3. (8) Schol. Bob. 152, 21 -26 St.; cfr. Cic. Planc. 1 5 , 36; fam. 8, 2, 1; Cass. Dio 39, 37, I. (97) Cic. Sest. 64, 135; Vatin. 12, 29; Rab. Post . 4. 8; 5, 12: Pis. 16, 37; 21, 50; 37, 90; do
m. 9, 23; prov. cons. 4 , 7; fam. 2, 17, 2; 5, Att. 5, 10, 2; 5, 16, 3; Schol. Bob 2 0 , 2 ; . 149, 19-20 St II; C. 9, 27; Iust. inst. 4 , 18, I1,
.; Paul. sent. 5. 28; D. 48,
(88) Forse da identifica rsi con la legge di Q . Lutazio Catulo richia mata in Cic. Cael. 29, 70 . Cfr. Sall. Catil. 31, 4; Ps. Sall. in Tull. 2 3;
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a n u a e i z a r g . C . a 0 7 l e a n t n u i g g a r o u s f s e m o r p di com t o o i C l e r u e A . r L o t e r a p l t a s d o lex Aurelia iudiciaria prop o r e s s i o c f i d u i g i e e d t s i l e ta, con la quale fu stabilito che l
a v a o c i z d r e t , n i r u r e o p t a n e s o composte per Un terz di
ieri e per un terzo di e t n a i d e m i t a m r o sero f
s o i f g e l l o c i e h c , e t i r a tribuni aer i d o r e m u n l a u g u n sorteggio di u
, e m i g o e t r s e u . Q e ) ° i 4 r ( o g e t a c e r e t l a l e n d u c s a i c e a n d o s r e p
5 5 l e d a r e p m o P x e L a n u a d o t a m r e sostanzialmente conf
a t t a , f a i l u I x e l a n o t u a a d c i f i a.C. (4), fu più tardi mod i e l l e l s a i d m o r t s e e l a u q a , l . votare da Cesare nel 40 a.C
i l o s i i a d n a c i d u i s u n u m l i ò d i f f a d e i i r a r c a i n ste i tribu
senatori e cavalieri (‘).
n u o d n a v a n o i z n u a f n a c i l b b u p e r à t e ’ l l e Sullo scorcio d i u c i , d i t n e n a m r e i p l a n i m i r c i t r o ec v o n n e que in Roma b
o c i t i e l r o e p t t a r a c i i d t e a r e a r c i d u i e g t i a d c i r a c n e i u q n ci
o r t t a u q e ) , s s i u v t a l u c , e s p u t i , b e m a a d n u t e p , e s a r t s (maie . ) i v a r g e i r u i g n i , o s l a f , o i d i c i r r a p , o i d i c i m o ( i n u m o c i t a re
a i c i d u i 1 n o c a z n e r r o c n o c n i , e t n e m Sviluppatesi gradual
e l a u t a r t s i g a m o i t i n g o c a r e b i l a l n o c e o t a l n u a d i l popu m e s s a e l l e d o n i l decl a o t i u g e s n ,i o r e n n dall'altro, esse dive
. 9 . t a r o . t s n i . l i t n i u Q ; l C 1 1 , 5 5 . n o c s A ; 1 , 8 , 8 . m a f ; 5 3 , Cic. Mil. 13
: . 2 3 3 . , 3 1 4 . . . D g i d 4 . 4 l u : I 5 4 . . 2 i a ; G . 3, 56: Schol. Bob. 84, 22 St Iust. inst. 2, 6, 2.
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. 6 , 8 1 , 4 . t s n i . t s u I ; 9 , 8 4 . D ; 4 2 , 5 . () Paul, sent
. l o h c S ; . t S 4 1 3 1 , 9 8 1 . n o c s A . s P ; . I C 3 1 0 1 . 7 6 5 7 4 , 7 1 (4) Ascon. e t n e m e t n e r a p p a o l o S . 3 , 6 1 1, . t t A . c i C ; . t S 6 2 4 2 . 4 9 ; 5 1 3 1 Bob. 91,
; 6 9 . 8 3 . c c a l F ; 6 3 , 6 1 . t n o F ; 0 3 1 , 7 4 ; 1 2 1 . 3 4 . t n e u l C . c i C i t n a t s a r t n co .
; 7 9 . h c o i r o p . v i L : 3 . 2 3 . 2 . l l e V ; 3 Rab. Post. 6, 1 1, . l i h P . c i C . r f c ; . l C 0 1 7 , 7 (41) Ascon. 1 1: , 5 2 . 3 4 o i D . s s a C ; 2 , 1 Caes. 4 42
(42) Suet.
3 , 2 2 . p m o P . t Piu . 4 9 . 9 3 . s i P ; 0 8, 2 . 9 1 , 8 , 1 . l i h P . c i C cfr.
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Diritto e processo penale nell'antica Roma
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tuava la repressione criminale nell’Urbe (ordo Udicioryy, publicorum): e il relativo processo, pur articolandosi in tanti iudicia diversi quanti erano 1 singoli reati contem.
S co0 3 ost! |, si) cl
varietà di dettaglio, secondo un modello uniforme, che cj
i et
qua lch e sa lv o st ru tt ur an an dò do si leg , gi, va ri e plati dalle
dt ° (
è abbastanza noto nelle sue linee fondamentali e può co-
| Po spo
6. Il processo, di natura accusatoria, può essere promosso (salvo alcune eccezioni) da qualunque privato cittadino quale rappresentante dell’interesse pubblico (onde la qualifica di 1udicium publicum ad esso attribuita dalle fonti). Precede la vera e propria accusa un'istanza preli-
sia la sn Lire gto (0 di 500 ed wo stension1 |
magistrato investito della presidenza della quaestio il riconoscimento della sua legittimazione ad accusare. Il magistrato verifica che non vi siano delle incompatibilità e
iell'assolu: biatio) ul peraltro, 1
stituire oggetto di esposizione unitaria.
minare (postulatio) (48) con cui il denunciante chiede al
controlla la sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge,
fra i quali principalmente l'onorabilità del postulante. Se
1 postulanti per lo stesso fatto criminoso sono più d'uno, si svolge una procedura pregiudiziale (divinatio) (*) diretta alla scelta dell’accusatore da preferire: gli esclusi potranno, se vorranno, aderire mediante subscriptio all'a-
zione proposta dall’accusatore principale. Ha quindi luogo
riacrttainegelata da parto ddl mago ie
la presentazione formale dell’accusa (nominis delatio) (*5)
me del l’a ccu sat o "I ru ol o di igbhee; ali SI dela re0s) (). A norma della lex » gradicabili (inscriptio inter
ta — ma si tratta proba-
pa n div. in case: 20, 64; fam. 8, 6, 1.
el .
2
1-6;
Ps. Asco
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Ci
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(45) Cic. Pg Caec. 19, 63: Ve, + sotaarta cu»
(49) Cic. Verr. 2, 2, 38, 94; fam. 8, 8, 2; Val. Max. 3, si î (4?) Cic. dom. 20, 51; Cluent. 31, 86; Phil. 2, 23, 56.
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bito dei crimini pubblici. La legge puniva l'unione sessuale sia con donna maritata (adulterio in senso stretto) sia con donna non maritata di onesta condizione (stuprum ), nonché lo sfruttamento e il favoreggiamento di tali cri-
mini (fenocinium). Non contemplava invece, a quanto ci è dato sapere, come figura autonoma di reato an che l’u-
più P pest®
parti» q pata ( | l oppio pi priali. sii rme € Le no )
multi che rico) astenti nuove |
nione sessuale tra parenti o affini (‘ncest um), che era pun
ita solo nel caso di concorso con l ’adulterio o con lo
stupro. L’accusa era esercitabile, in ordine di preferenza, dal marito e dal padre dell’adulte ra (accusatio iure mariti vel patris): ma il marito non po teva, come in passato, perdonare la donna e mettere a tacere il fatto, perché, se d .
’
‘
opo essere venuto a conosc enza dell’adulterio non scioglieva il matrimonio, era ritenuto colpevole di leno-
cino, e se non intentava l’acc usa entro Sessanta giorni
|
(1) Paul sent. 5, 27; D. 48, 13; C. 9, 28 e 29; Iust. inst. 4, 18 , 9 (1) Cic. Phil. 1, 9
inst. 4, 18, 3.
, 23; Paul. sent. 5, 29; D. 48, 4 ; C. 9, 8; Iust
n Ierpretat "leges (Bra ch a con
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Ur nonÈ ubi:
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d È °S%aa la% g di q Pre, di | uf. ci
sta poteva essere sperimentata da qual l a u q 7 . e u q ; 19 no (accusato Ure extranei) per il periodo di 12di "0ja Me osi utili. I rei erano puniti con la relegazione
Ley, deng è, Ù ; got” diverse: oltre a ciò, la donna subiva la confisca i, al rn fe ra i pa n e b i o de z r e t n u di e € t o a d ll de mità ano © N
DTA (0%, da
). (1 o i n o m i r t a p l e d à t e m a ll deo la confisca de
DA Ia S8Îo
pu quanto ai crimini annonari, le norme fondamentali in
Hi;
in e n o i z a l u c e p s di e o t n e m a r r a p a c c a di a m r o f vio ogni
) ©Sti, iù ateria furono dettate dalla lex Iulia de annona del 18 (?) a e t a i u s q o p p a ' n u o di z z e le m bi a ui eg rs pe se re e Qua et ; ttiC ch
due Nuox: o (Qutaos) tr 0 de an °0 q
litti, 4 pn
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ial e t a r r e d e ll de i z z e r p i de o r a c n i r o os ci fi ti ar N U d a sa te mentari, in ispecie del grano, punendo i trasgressori con io st ae qu a ll de za en er ff di a , a M ). a (1 i r a i n una pena pecu
n e b fu e , ta vi a g n u l e b b e n o n e t r o c a t s e u q , is ri te de adul
io nz fu i de ri na di or ra st i l a n u b i r t i a d a t a t n a i p p o s presto
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e a u q di ve ti tu ti is l gg le e ll de ie ar in ig or e m Le nor 3. a n u , e l a i r e p m i à t e a m i r p a l l e d o s r o c l e n stiones subirono,
o t a n e s i n u c l a i d a r e p o r e p i n o i s n e t s e i d serie notevole e r p i n i m i r c i e d a t i b r o ’ l o t t o s o r e s s u d n o c consulti che ri s e r p e r i d i l o v e t i r e m e t u n e t i r e i c e p s i t t a esistenti nuove f
n a h i r o t u a i n u c l a e h c , i t l u s n o c o t a n e s i l a T sione criminale.
o t a v i r p o t t i r i d l e d e a i c i t c i f e a l u m r o f e l l a o t a n o g a r a p o n ndere per
e t s e d i a t t e o r t i a d r e d i s n o o c n n a h i r t l , a ) (Levy n i s e l l i e d n o i z i s o p s i d e l l e d a t a t r o p a a v l i t a t e r p r via inte e t — n e m a i r p o r p ù i p — a r o c n a i r t , l ) a o l l e i s a r B ( s e g e gole l
n u i d e s a b a l l u s , e t n e t s i s e à t i n i f f a ' e l r e c s o n o c i volti a r € o s a c o v o u
n l i a r , f o t a l u m r o f n o e n l a i z n a t s o s o i criter l m n i o r e b b e r c c a , ) i h c r A ( e g g e l a l l a d o t a l p m e t n o c o l l e u q » e s r e i p s o n i m i r c i t t a f i e d o r e m u n e l t i n e r e f f i d n i n sura no a r t t a ' L . e i r a n i d r o i l a u s s e c o r p e m r o f e l o s r e v a r t t a i l i guib . D ; 4 . l l o C ; 6 2 , 2 . t n e s . l u a P ; 1 , 2 3 , 6 . n e b . n e S ; 4 3 . g 4 . t e (12) Su . 4 , 8 1 , 4 . t s n i . t s u I ; 9 , 48, 5; C. 9 . I I , 8 1 , 4 . t s n i . t s u I ; 2 1 , (18) D. 48
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96
Diritto e processo penale nell’antica Ro ma
zione di nuovi casi ai termini delle vecchie
lizzata, sul piano formale, attribuendo agli s tessi la Pena fissata per le fattispecie origina riamente considerate dalle singole d
!
isposizioni (cfr. D. 47, 13, 2: senatusconsy]lis, quibus poena legis Corneliae te neri iubentur; D. 48, 7, 6: ex senatus consulto ... lege Iulia de vi privata lenentyy : Coll. 8, 7, 1: senatusconsultum ... quo poena legis Cornelliia, a e inrogatur, ecc.): non v'è dubbio peraltro — come è
esattamente sottolineato — che attra versoil criterio
Particolarmente degni di nota sono alcuni senatoconsulti del tempo di Tiberio, che rese ro perseguibili con la pena prevista dalla lex Cornelia te stamentaria nummaria varie ipotesi di falso non contempla te nel testo della medesima, quali l’iscrizione di disposiz ioni a proprio favorenel testamento altrui (sc.um Libonianu m, 16.d.C.) (14), la signa t0, 0 apposizione di sigilli, a doc umenti falsi diversi dal testamento (stesso senatoconsulto ?) (15), l'accordo o l’accettazione di denaro per accusar e un innocente (sc.um Messalianum, 20 d.C.) (), gli acc ordi intesi a predisporre falsi mezzi di prova document ale o testimoniale (sc.um , la corruzione di testimoni (sc. um
mentarie. Ci sono noti, grazie
a Tacito, due senatoconsu lti dell’età di Tiberio e d i C l a u dio, che ass
oggettarono alle sanzioni de lla lex Iulia repe-
(14) D. 48, 10; C. 9, 23; Pap. 15 34, 8, 1. (15) Ulp. 8 de off. pr oc., Coll. 8,
(19) Ulp. D. 47, 13, 2; (17) Ulp. (18) Ulp. D. 47, 13, 2;
resp., D. 26, 2, 29;
Iul. 78 ed., D.
9, I (cfr. D. 48, 10, 9 , 3).
8 de off. proc., Coll. 8, 7, Marcian. I4 înst., D. 48, 8 de off. proc., Coll. 8, 7, 8 de off. proc., Coll. 8, 7, Marcian. I4 inst., D. 48,
2; cfr. Macer r de publ. iud., 10, 1, r. 1 (cfr. D. 48, 10, 9, 3). 3; 10, 1, 2.
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a i c s o n o C . ) 2 ? o ( t t i f o r p e l i n r e d i v i d r e p e t i i u l r t l a ’ l l e d i p ci 7 . . .
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a n u i d a t t a r t i s a : m a c i l b u p s i v i d i s e t o p ei m o c a gai r e i p l o v e t o a n n i r t t o d n o i t a t i c s u s a h e h c a a z i n o t Cs
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. c a T : 2 . 5 3 . b i (21) Suet. T a t a t s è o t l u s n o c o t a n e s l e d o t s e t l e d a c i f a r g i p e a i p o c a n U . 2 , 5, 11 (12) .
e s i l o M l e n , o n i r a L a a t u n e v n i recentemente r . 6 . 7 , 8 4 . D , . g e r 8 . d o M (22)
: e n o i z a r t s a C . 1 , 2 , 5 1 . l l o C . c o r p . f f o e d 7 . p l U : e h c i g a m (23) Arti . p l U : o i g a r f u a n i d e n o i s a c c o n i i t i c e l l I 4 , 3 , 8 , 8 4 . D , . t s n i î 4 1 . n a Marci . ) 4 . 3 , 8 , 8 4 . D , . t s n i 4 1 . n a i c r a M . r f c ( 8 3 9 . 7 4 . 56 ed., D l î p r u T . c s d a . s . / . l u a P . r f c ; 3 , I , 4 1 , 8 4 . D , . n e o p (34) Mod. 2 de 2 1 , 6 , 8 4 . D , . lian
08
Diritto e processo pen ale nell’antica Roma
4. Il sistema delle quaestiones derpetuae stato fissato dalle leggi giulie, incominciò fin
tipo di procedimento criminale, più conforme
assetto politico-costituzionale dello stato. È chi aro che le corti di giustizia permanenti, che pur Augusto e ra inizia].
mente propenso a mantenere come organismo
processuale
ordinario, non potevano incontrare il favore del Nuovo regime. Il compito di giudicare era attribuito a p r i v a t i cittadini, le liste erano troppo ampie p er consentire una
decisiva interferenza del princeps nella loro composizione
(ogni decuria comprendeva, come si è detto, circa mille
persone), le forme di reclutamento del l'organo giudicante
precludevano ogni possibilità di controllo da parte del potere centrale. Anche dal punto di vista tecnico i difetti erano numerosi. Il privato che voleva rendersi accusatore per un fatto nuovo, che appariva meritevole di repressione, non poteva sperimentare l'acc usa dinanzi ad una quaestio, perché ogni tribunale era competente solo per le fattispecie previste dalle singole le ggi istitutive. Notevoli
99
o t n e m i d e c o r p e l a T . ) ° 2 ( e n o i s i c e d a u s a l l > a
, m e n i d a r o r o i t t x a e n m g o c e e i d t m n o e l n co orrentem
pi4to s©orge © si sviluppa al di fuori del sistema procesi a z n e s i d n i u q , e m u r ! e o r e i p c i d u o i d r o ’ l l e e d l a n i m e cri e n o i i z n i o i d i s l ordinaforma della giuri estriz
, i i t s s r o a i s c a o n p a i f o f p d a m o a m e i t r n p u u q O L o r p l a i s puir o o i d e r h a c n i d r o a e r l t a s n i m i o r t c t i r i d n e u n i formazio d e i t a e r i e d e m i g e r o c i t n a ' l e r a t n a i p p o s o c o p a o c ceva po
delle pene.
a d e r a i c n i m o c a a l i f o r p i s o p p u l i v s o t a n n e c c a 5: L' e v o u n e u d unzione di
f n i a t a r t n e ’ l n o c , o m i s e d e Augusto m
i s s a ’ l n o c e r o t a r e p m i ' l l a d a t i u t i t s o c a n u , i l a n i m i r c corti
i s e r p a l o t t o s o t a n e s l a d a r t l a ’ l , m u i l i s n o c o u s l e d stenza
. i l o s n o c i e d denza o i z i d s i r u i a g z n e t e p m o c a l l e d o c i d i r u i o g t n e m a Il fond a l l e d a u c i p s o c e t r a p a n U . o s r e v o r t n o c è s p e c nale del prin o d n o c e s o i s s a C e n o i D i d a i z i t o n a l l a a g e l l o c i dottrina la r viano,
a t t O d a o s s e c n o c o t a t s e b b e r a s , . C . a 0 3 l a cui, fin d , ) 9 2 ( ’ n i e z d k i d n o t e l A R é ‘ i d o t t i r i d l i , o t i c s i b e l p e t n a i d me e i h c i r u s e r a c i d u i g « i d dere)
n e t n i e b b e r r o v i s e m o c ( cioè e n e g , a z n a i n o m i t s e t e l a t i d o c i d i r u i g e r o l a v l u s a m sta»:
i d i t n e m i r e f i r i o s s e p s i a s s a o n o s e m o c , a s i c e r p m i d e rica n o n , a c e r g a u g n i l i d o c i r o t s o d r a t l e d o c i n c e t carattere o g o u l à d i b b u d A . o t n e m a d i f f a o r u c i s e r a f i s sembra poter e h c , i r o t u altri a
i n i l c n i o n a r t s o m i s i u c a , i s e t o anche l’ip e u s a l i v o r t e p i c n i r p l e d onale
i z i d s i r u i g à t s a e l t l o a p d i a t l s i v e r p à i g i l a u t a r t s i g a m i r e t o p i e d o n u n i e l a leg onale
i z e r c s i d a l o s u a l c a l l e n © a n a c i l b b u p e r e n o i o z n u o t s i i t t s t o o c d d a i t n e m o O g r r a i l g é h c c a i g : o i r e p m i e d x e l a i e d dell e s a b a l l u S . e r u c i s i n o i z u d e d e n r a t r e p i u g i b m a troppo , 8 4 . D , . t u p s i d 8 . p l U ; 3 , , 1 7 1 , 8 4 . D , . l b u p . d u i e d I r e c a M . r f . C 7 . d ) i 5 e (2 l . r .f u t n a e s P 1 ; I , 4 1 , 8 4 . D , . n e o p e d 2 , d o M ; 3 , I , 9 1 . 7 . 9 1 , 1 5 o i D . (28) Cass
STIA
m e n i d r o a r t x e o i t i n g o c a l e & o t Augus
100
Diritto e processo penale nell’antica R oma
dati testuali nel loro quadro storico sembrere
bile l'opinione (alla quale si può sostanzialme
nare la tesi, recentemente sostenuta, di
bbe Preferj.
nte rAVvici. un’us
Urpazione di
potere legalizzatasi col tempo) che individua il fondamento e insieme la giustificazione costituzionale de
lla giurisdi.
zione del principe nell’auctoritas imperiale. L'esercizio di tale potere di repressione cri mi
nale rive. appello e ]
materia di parricidio, falso e dif famazione, di cui ci infor-
ma Svetonio (2); il processo per l esa maestà contro Aulo Stlacci o Massimo,
i
co perpetua C
to alla liber N disconos
(2?) Ovid. trist. 2, 131-132.
(8) Suet. Aug. 33, 1-2; SI, 1-2,
(*) Edicta Augusti ad Cyrenens es, II, linn. 51-55. (99) Suet. Claud. 14, 2-3; 15; 33 (cfr. Sen. apocol. 7,
II, 5, I; 13, 4, 2; Cass. Di o 60, 4, 3-4.
4-5); Tac. ann.
(81) Cfr. Sen. clem. 1, 9, 2-12; Ta c. ann. 3, 10, I; II, 2, 1; 3: 12, 42, 3; 14, 50, 2; dial. de orat. 7, 1; Plin. ep. 4, 22, 3; 6, 22,
1-6;
ne di or a tr ex io it gn co la e m o) Augusto
h d a S È tn eU, dante Si i
ar "al
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: Lo dro Uter
n Prey; Per iq Sono fn Nario la eNtati re la cp rdinar ci info tr0 Au
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n i in i, , og ol tr as , i h g a m o r t n o c o anche i processi peri “nali offensori con la loro pratica della maestà r a i t r a n e o r c a l e v o i n r i o d d n e t e r o t p n dovne, in qua a f a u s a l l e d i r b m e m l e d e e r o t a r e p m i ’ l l e d o r u t u f il n cen
(32).
a i b b a i u c i , d a z n a t s i a m i pig sla giurisdizione di pr
o d a r g , n e i r e c s o n o c i e d r e t o 0 parlato, il principe ha il p
e l l e n e h c a i l a t I n i a i s , e t a n a m i e n o i s i c e d e l l e , d o l l e p d'ap
, i t n e d n e i p r i a i d u n l a o i i d t z a n r u t f s o i , g province da ma
contro le quali sia stato fatto ricorso alla sua autorità
e r e t o p e l a t i d o t n e m a d n o f l I . ) 8 ( ) m e r a s e a C (appellatio ad r e p e l a r e n e g n i o t a v e l i r è l s à i g e m o c i — s r a c r e c i r a d è s a t i r o t c u a ’ l l e n — a r d a u q n i i s o t i b m a i l u c l e n , o la cogmti o s r e v i d o il d a r g l a , e m r e d u l c s imperiale. Ciò induce ad e a t t e r i e d n o i z a v i r e d a n u , i s o i d u t s i t n e c e r i o d t n e m a t n e i or , a t u n e v i i d a m r o m ( u l u p o p dell appello dalla provocatio ad o c i e a d i r a i z i d u i g e n o i z n u f a l in seguito all inaridirsi del e a u q a n u d a o s a c l e e n d o i mizi, una richiesta di devoluz
n 9 di Ci: lO SI geTESsiVa mo tri
n e a r t t o , s o i r o t a n e s e o l a i r e stio perpetua o al tribunale imp n o n e s e h c n , a ) o t a r t s i g a m l e o d i s r e v d a m i n a a r e b i l a l dolo al i t s i o v o u n il o p m e t i o d s s e r può disconoscersi che in prog n a ’ l , i c i t a r p i t t e f f e i l g a o t n a u q , e r a z z a i tuto verrà a rimp . i r a l o p e o e p l b m e s s a e l tico ricorso al
impe:
e p e n o i z i d s i r u i g a u s a l a t i c r e s e e r o t a r e pello, l’imp a l e t n e n a m r e p e e l a r e n e g a i v n i o d , cioè attribuen
o rela: , per: jali 0
afre
p a d a o t i u g e s n i o a t t e r i d e n o i z i n g o c r e p e Ma più ch r dele-
gazione i r a n o i z n u f i r p o r p a e i r e t a m e t a n i m r e t e d i d e cognizion
, i b r u " = i t c e f e a r p o r t t a u q i , a i l a t I ’ l e a m o R (quali, per i t a g e l i , e c n i v o r p e l r e P , e — m u l i g i v € e a n o n braetorio, an i d e n o i s i c e d a l o d n e t t e m i r o ) s e r o t a r u c o r p i d e i t s u g u A I 6 ; 4 , 5 2 , 0 6 ; 2 . 7 . 5 5 o i D . s s a C ; 1 , 9 . t i T . t e u S ; 8 e 6 6, 31, 1-12; 7. 6, . 2 1 , 4 2 ; ,6 0 i 1 c r ; a . 4 v M , , ; 2 , A H S , 7 6 ; I , 9 1 ; 66,
6 , 3 3 , ) 0 6 ( 1 6 ; a 6 , 9 2 , (60)
I; , 6 1 ; 3 3; , 2 5 1 . m , o 4 D 1 . t e u S , 6 1 ; 1 , 2 5 , 2 1 . n n a . c (32) Cfr. Ta
. 4 . 9 Cass. Dio 59, 2 . I , 6 2 ; 5 . t n e s . l u a P ; 2 1 (8°). Act. Apost. 25, 9-
102
Diritto e processo penale nell'antic a Roma
singoli casi a speciali commissari di volt a in volta nomi nati
(2udices dati). La competenza giudiz l aria del dr aefec tus urbi, originariamente limitata alle materie C ONNEgse con la sua attività di polizia, si est end e, tra la fine de] II e gli inizi del III secolo, ad og ni re ato commesso in
(94) Ulp. ls. de off. pr aef. urb., D. 1, I2, I; v. anche Tac. ann. 6, 11, 2-3; 14, 41; hist. 2, 63, 1; Stat. silv. 1, 4, 9-14 e 43-48; Jos. ant. iud. 18, 6, 5 (169)
.
(2) Ulp. 9 de off. proc., C oll. 14. 3, 2; v. anche Ph il. vit. soph. 2, 32 (627); Ulp. r fid., D. 3 2, I, 4; Alex., C. 4, 65, 4. I [a. 222]; Gord,, C. 9, 2, 6, 1 [a. 243]; Gord. , C. 8, 40 (41), 13 (s.d.); Pa u l . s e n t . 5, 12, 6: (8) Pap. Iust. r de const., D . 48, 12, 3, 1; Marcian. r de publ. iud.,
D. 48, 2, 13.
(8?) Paul. /.s. de off. praef. vig., D. 1, 15,3, 1 (cfr. D. 47, 18 » 2); Iul. 22 dig., D. 47, 2, 57 (56), 1; P omp. 22 Sab., D. 12, 4, IS. -
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d i e d l e s l l i e a r n u o i i g z i a d i s i m e o t n n n o i e m a 1libera e s e h c n ! s a r a , c i v l i r esp e o f n e r r e p v o o n g a l m e d o r e t a s i e tan d h € 1 g o al rme
o f o d n co
n a e C n i C l O p S i c , o e i S r a . s e s n i e d c a e t n t i v c n s i ne o nd
a u Q . cipe
e p n a o n c e i p l i b i n u p i d o r i o i r l t e a t t i o i e p m n i l i r o n erarentigie l
a
” s i e l o p
a v e e‘ t o p . a r l i a c i t . e pra o l r b i c ser e s c o s s Spe e delle l l e qu
a l r a
n i r p l a t i c e a m d m i o s c s t I e i m t rcaeapi i , e l a t i p
e l l a d o r e e l s s a o n f e p e n o e a entigle I , v i d n c i a u ' q l r e v r a a gua o i f t v a a n s R 3 i u i c a a t c a u m n e o t t s o i o n z p a i o r d i t u e d t i i o g , t o a s r e s i n l e o e z e a t p a u i s u d i o s i q o u v o t s é i o h r c p © o r ppeelua pure d l trib nale i mperiaalle o senat io. Se le
e u r i . o a ci e e s i e n n o o i e m z h i u c i t c l d n i s t a a e n c u a fo ici onserv no t n q z r n e v a o m g o i t o i d r d p a a iitale di c r i i e r n p o i t o a n a m i o d h p a i r c i t r . ca i t o i ide t i s a s r a n e c r n e e v t i l o i a l r g , a t ) 8 i 1 8 c e ( n a ì v i d S v iali ope a 1 l e n c o è i d r n e a i r p t o € i n e c a , r o i o o e r b i l s o o h l c ab s i t i a a r l s s i o o f d attre i li i l lmente n r a d i e f d s l t a e i o o i l s g m l s i e e i e e t n r d a s s rsaenpzi io à o . te dall c s e d i , e a n i m l s i i u i n v o I v d i e m z r x i p e l o a u s i i c s l a o e ma i d d b n b e e a l h 1 « a c o v u n f v i o a d t a , a a i o , r t b t t t a b s i g a i c i g t o s l n m sso a u o e i d l r o g n e So A mo o , T o é n h n c a n d u c o od l u a s o t a o n p e i t r d n e i p r ’ l c l a e o d l l l n o a u c o l a st o ci sta f s i a r i st op
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giurisdizione capitale ad essi spettante s ui c Wes, a taluni governatori di province imperiali prep osti d C APO di un esercito, i quali in tal modo erano venuti ad acquistare il diritto di condannare a morte un soldato, cittadino romano, senza che questi potesse ch iedere la devoluzi o n e del relativo processo ai tribuna li dell’Urbe (4). In Prosieguo di tempo, le frequenti c oncessioni della cittadinanza romana agli abitanti delle civitat es provinciali e
il Secondo l'autc ì& di Cass. Dio
(4) Cass. Dio 53, 13, 6-7; cfr. Jos: dell . iud. 2, 8, 1 (117). (41) Ulp. r od., D. 1, 18, 6, 8.
(42) Paul. 20 resp., D. 49, 1, 25; cfr. P.0xy. 2104.
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Augusto e la cognitio extra ordinem
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Dix Tngjalita cp
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105
o assai ampi. Essi potevano rifiutarsi di ricevere gli
ofi interpost! al solo Scopo di procrastinare l’esecu-
pio, della sentenza € quelli| che avevano ad oggetto deci0 pr fondate sulla confessione del reo (*). Così pure, a
le ammettere non potevano quanto riferisce Modestino, spugnazioni proposte da quei condannati che « per mo-
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ivi di pubblica sicurezza debbono essere puniti immedia-
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; capi di fazioni» (44). E ancora, secondo una testimo-
i; dove, ma Bcamente, come i famosi briganti, i suscitatori di sommosse, Suj ci Men ,
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nianza ulpianea, erano autorizzati a non ricevere gli ap-
pelli che per l'infondatezza dei motivi addotti non avevano possibilità di essere accolti in sede superiore, anche
(‘5). ragguagli precisi riguardo al offrono ci non se le fonti
Le idee sopra esposte in tema di ius gladii si basano sui
pure (sia accolti tuttora Mommsen, del rilievi, fondamentali,
dei e storici degli parte maggior dalla variante) con qualche
il anche muove si tedesco studioso dello linee Nelle giuristi.
precisadelineato poc'anzi quadro al apporta quale Jones, il discutiaspetti vari per se anche interesse, zioni di notevole sulla sottolinea, egli cui (di gladii ius il bili. Secondo l’autore, militare) carattere l'originario base di Cass. Dio 53, 13, 6-7,
nei provinciali governatori i sarebbe stato concesso a tutti
giurisdizione loro alla sottoposti cittadini i tutti di confronti
constitudella data d.C., 212 dal partire a — — soldati e no
cir. anteriore: età in già sporadicamente (solo tio Antoniniana 6); Perpetuae S. Passio 11; 16, 1, D. in Venuleio Saturnino, avreh, ‘ e ed
avrebgovernatori 1 principato, del inizi dagli nondimeno, sin rocives 1 inappellabilmente giudicare di diritto bero avuto il publiiudiciorum leges dalle previsti mani accusati di crimini
(cîr. iudicii publici exercitio chiama Jones il corum: diritto che
elegante costruzione, tale Ma pr.). I 21, 1, D. in Papiniano, = 7 36, 11, C.Th. Constans Constant. 2; 35, (43) Paul. sent. 5.
enunnon probabilmente ma tardi, sono testi I 344). (a. C. 7. 65, 2 pr. . e v o u n e ciano norm
. 6 1 . 1 , 9 4 . D , . f f i d 6 (49) Mod.
I: , 13 I, , 49 . D ., sp re (45) Ulp. 2
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106
Diritto e processo penale nell’antica Roma
ed ingegnosa, non trova concreto a ppoggio nelle fonti e
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cie per quanto riguardi l’exercitio publici sudicii, rimane tutt i | PT, Ri da dimostrare. cf sp" ae
Una critica radicale delle idee mommseniane è ora Dro. spettata dal Garnsey, in un lucido articolo dedicato ai Poteri di repressione criminale dei governatori provinciali. L'autore
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cipali testi giuridici e letterari sull’argomento, che il ius gladi; apparteneva a tutti i governatori provinciali fin dalla tarda età
si post 0 di
tenta di provare, attraverso un’accurata disamina de i prin.
v 0 de
repubblicana, e che la dottrina enunciata in al cuni frammenti del Digesto (Papiniano, in D. 1, 21, I pr.-I; Ulpiano, in D. 1, 16, 6 pr., cfr. D. 50, 17, 70), s econdo cui il diritto di infliggere pene capitali ai cittadini trovereb be il proprio
a o 00 |’ p3o° Lo
riani, i quali si preoccupavano di subordinare ogn i potere a quello del principe. L'opinione dello studioso, peraltro, si fonda su un’interpretazione più sottile che convincente dei testi (non persuade, in particolare, l’interpretazione di Plin. ed. 10,
J s è gini pg cipe dal gin» ol ovviare
fondamento in una delega imperiale, è opera dei giuris ti seve-
96, 4, in cui Plinio afferma esplicitamente d i aver inviato a Roma per la punizione alcuni cristiani della provincia di Bi-
tinia «perché erano cittadini romani »), sì che, in assenza di dati
maggiormente concludenti, appare tuttora preferibile la tesi tradizionale.
7.
Per ciò che concerne 1 origine e il f ondamento del-
la competenza manistica può sicure. Mentre
giurisdizionale del senato, la moderna rodirsi giunta a conclusioni sufficientem ente infatti la dottrina meno recente riteneva
di poter assumere come antec edenti storici di tale competenza
gli interventi repressivi posti in essere dall assemblea senatoria durante le lotte politiche che si agitarono
nell'ultimo secolo della repubblica (costituzione di quaestones extraordinariae, proclamazione della legge marziale per mezzo del senatusconsultum ultimum, dichiarazione di hostis publicus nei confronti di cittadini accusati di aver attentato alla sicurezza dello stato), più app rofondite ri-
cerche sono venute mettendo in luce come tali interventi non configurino un diretto esercizio di attività giurisdizio-
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107
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‘ qualche modo paragonabile a quella che il senato
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ai conferiva gravità, particolare di casi in sesso, gine
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provve: siano ma e, imperio dell'età corso nel va sl N: a degre quali i mediante politica, ssplio ‘: di natura squisitamente Vin Ca 0, cp du li f € il in hh
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dei riguardi nei repressione di i fato, poteri straordinari
cadini. L'opinione che gode oggi di maggior seguito ri-
repubprecedenti ipotetici di ricerca ca cia dunque alla
fondail individuare diritto, buon a blicani © preferisce,
in senato del criminale mento giuridico della competenza atto un mediante dell’imperatore, parte da delega ina indubbiamente delega Tale consenso. di espresso O tacito insenato, del favore in politica misura costituiva una riduzione sensibile la compensare a modo qualche in tesa
che improbabile è non ma governo: di della sua attività
favostata sia dell'assemblea giurisdizionale la funzione giuridico, carattere di motivi per rita dal principe anche
publiiudiciorum dell’ordo rigidità alla cioè per ovviare ù i p o t n e m i d e c o r p n u i d e n o i z u d o r t n i ' l e t n a i d e m m u r o c f a t t i s p e n c i u e o v e p e r s d e i g u i r e elastico, che consentiva
d i q u a e s t d i e o l n l e e s , r e p r e s s s f i e va r a n e l l a r i e n tranti non
r a p p a i n i m i r c i r e p e t i l i b a t s e n e p e l e r a g i t aggravare o mi e r e d e c o r p i d e n i n f i , e s s e t s e l l e d a z n e t e p m o c a l l tenenti a p O e n o s r e p ù i p o r t n o c e t n e m a e n a r o p m e cont re
e t u c s i d r a f i d o r e b i l a r e e m o c , e p i c n i r p l i e t n e Naturalm o s s e t s o u s l a d 0 s e n o i t s e a u q e l l a d e h c o t s o t t u i p dal senato r e t n i i d à t i l i b i s s o p a l a v e v a , o s s e c o r p o t a d n u e l a n u b i r t o t t i m g o c a l l e d
Je co! 7, mi
e s a f i n g O n I e t n a n i m r e t e d a r e i n a m n i e r i n e v , s a t s e t o p a i c i n u b i r t a l l e d a z r o f n i , o d n e d e p m i a i s , a i r o t a n se , ) 9 ( a z n e t sen
afgo
e l a n i m i r c a i r e t a m n i o t a n e s l e d o t n e v L'inter e v a m n e m i r c l a , a e t s l'età augu
l'as 0 tar? i qui
op? d
pavo te di ye!
a l l e d e n o i z a n a m e ' l 0 a s u c c a ' l l e d l'ammissione o t o v o u s l i o m i r p r e p e r a d l o c , o t t a f i d o d n a n o i z i d n o c sia . ) 7 4 ( s e r t a f i e d e n o i s i c e d a l , s u t a n e s s p e c n i r p e m o c sembra
a t t u t r e p , o t a t i m i l i s esser
2 , 8 4 . 4 1 ; 5 1 . 3 4 , 3 1 i T , 0 3 , 4 ; 1 » 0 7 . 3 ; 3 . 3 7 , 1 . n n a (46) Tac. 4-6 4 7 . I . n n a (69) Tac.
108
Diritto e processo penale nell'antica Rom a
statis ed al crimen repetundarum. Appunto a quest'ultimo di: i
reato attiene il senatusconsultum Calvisianum, ap provato
per suggerimento di Augusto, su proposta dei consoli €.i |, Calvisio Sabino e L. Passieno Rufo, nel 4.C. » CON cuj ilo di senato fu investito della competenza a giudicare, per mez. i
zo di una commissione di cinque membri tratti dal suo seno,
di alcune ipotesi di concussione (non con cretanti un crimine capitale), precedentemente rime sse alla competenza della quaestio de repetundis (4). Ma già al tempo di Tiberio risulta attratta all'assemblea la cognizione di reati d'ogni genere (adulterio, lenocinio, ca lunnia, falso, omi cidio, violenza, rapina) (‘), mentre si viene contestual-
mente delineando una speciale competenza, ratione personae, per i crimini di carattere politico commessi da senatori o, più in generale, da membridell’ordo senatorius (50). La giurisdizione del senato continua ad esercitarsi, con alterne vicende, sino agli ultimi decenni del II secolo: poi cede progressivamente il campo alla giurisdizione im-
Calvisanum). (‘9) Adulterio: Tac. ann. 2, 50; 3, 22-23; 3, 38, 2; 4, 42, 3; 4, 52; 6, 40, 3; 6, 47-48; Suet. Nero 5. 2; Cass. Dio 58, 27, 2. Lenocinio: Ta c.
ann. 2, 85, 3. Calunnia: Tac. ann. 3. 37. I; 4, 31, 4; 6, 7, 1. Falso: Ta c . ann
. 3, 22, I; 6, 30, I. Omicidio: Tac. ann. 2, 67; 3, 10-18; 3, 22, 1; 4. 22. Violenza e rapina: Suet. Tib. 30. (50) Tac. ann. 1, 74; 2, 27-31; 3, 10-14; 3, 38, 1; 3, 66-69; 3, 70, I; 4, 18-20; 4, 21, 1-2; 4, 28-30; 4, 34-35; 6, 9, 3-4; 6, 38, 4; II, 4;
12, 22; 12, 59; 12, 65, I; 13, 30; 13, 43; 13, 52; 14, 18; 14, 40; 14, 46, I; 16, 8-
9; 16, 23 e 30; Plin. ep. 2, II; 3, 9; 4. 9 ; 5. 20; 6, 13. Non infrequenti anche i processi contro cavalieri: Tac. a nn. I, 73; 3. 49-51; 3, 70; 4, 15, 2-3; 4, 31, I; 4, 68-70 ; 6, 8-9; 6, 14, 1; 6, 40, 1; II, 4; 13, IO, 2; 13, 30, I;
2; Plin. ep. 3,9.
13, 33; 14, 28, 2; 14. 40; 16, 8-9; Suet. Aug. 66,
i d r o a r t x e o i m t e i n n i g d o c r a l e 8 Augusto
e
"fidate ai patres, © il tribunale senatorio è definitiva-
pal! 2 costituito dal tribunale del principe e da quello dei ment ari che agiscono per sua delega, in particolare del ario i urbi e del praefectus praetorio (9). imento senatorio, pur configurando una cognitio
es plicitamente ch e 1, 75 , 1, am m. Ta c. (c fr . snico v. m a or di na ri ru : di ai ci a p a t r um le cognitiones o ri to sa cu ac a em st si l de za cisente IN ampia misura dell'influen se a ur ed oc pr la i tt pe as ri delle quaestiones e ricalca per va ai ta ta en es pr è o) ti la tu os (p sa cu ac L' . guita dinanzi alle giurie a us ca la o on tt me ri , o) ti ep ec (r o an tt ce ac l’ se i, al qu i consoli, li de a to na se ro te in l’ è , ro lt ra pe , do ra di n o N all'assemblea.
in pr il so ca l ta in e , a d n a m o d a ll de tà li bi si is mm ’a verare sull e ar zz li ra pa ò u p e, on zi ra be li de cipe, ove si trovi presente alla è to sa cu ac l' Al . es tr pa i de e on si ci de la o si es rc fe in a su la n co
i al on zi ce ec si ca in o ol (s e r i r a p m o c r pe e n i m r e t n u o at assegn at fr l ne ); io pt ce re la o p o d to bi su io iz in er av ò u p il processo
re re su mi a , la go re di o n e m l a , to os op tt so è n o n tempo egli di la r pe o it il ab st no or gi Il e. al on rs pe à rt be li strittive della n a m di so ca in : to na se in i rs ta en es pr e v e d scussione, il reus
an ta ra cu si as re se es ò u p za en es pr a u s cata comparizione, la
la re la n co ia iz in to en im tt ba di Il . vi ti ci er co i z z e m n che co o n n a f e l a u q a l l a , e t n e d i s e r p o t a r t s i g a m l e zione introduttiva d i o u s i e d 0 ( o t a s u c c a ’ l l e d e e r o t a s u c c a ’ l l e d nes tio ora seguito le a e o c i r a c a i n o m i t s e t i e d e n o i z i d u a ’ l l a d e patroni), intervallat a g n i r r a a u s a l r e p e r o t a s u c c a ’ l l a o s ces con discarico: il tempo
l a o s s e c n o c o p m e t l e d i z r e t e u d i a o t a t i m i l e t n e m l a m r o n è i t t a b i d l i o t a n i m r e T . e s e f i d e u s e l e r e l a v r a f r e p l'imputato e r e r a p o r o l l i e r e m i r p s e d a i t a t i v n i o n o S i r o t a n e s i mento, e a u q e l l e d i t a r u i g i e d a z n e r e f f i d a a m . ) m u r a i t n e t n e s (rogatio o a z z e l o v e p l o c a l l u s e t n e m a c i n u o n a i c n u n o r p i S e h c , s e n o sti tare il pro-
s e f i n a m o n o s s o p i s s e , o t a s u c c a ’ l l e d a z n e sull’in| noc l a r u t a N . e r a c i l p p a a d a n e p a l l a o t i r e m n i e h c n a o s prio avvi . v e S . x e l A . v , A H S , r P 1 , 2 1 , 1 . D , . b r u . f e a r p . f f o e d . 5 . / (51) Ulp. ZI,
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Diritto e processo penale nell’antica Roma
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mente il principe, ove partecipi alla seduta, ha Ja POSSIDilig fP d q |
di influire in modo decisivo sull’orientamento dell’assembe i PE O xe‘
Il magistrato presidente mette quindi ai voti le Proposte che
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appaiono degne d’approvazione e i senatori, mediante disces. ie p° "g09° sio, manifestano il loro volere. Anche in questa fase il prin. "i I age cipe può intervenire, impedendo la formazione della Sentenza fiJe °£ per mezzo del suo potere d’intercessione. La decisione finale gb ;g0°° | (decretum) ha la forma di un senatoconsulto, ma l'efficacia di AC ov®* un provvedimento giudiziario. Essa è redatta per iscritto e .\j pae 230 depositata all’aerarium Saturni, dopodiché può essere imme18.0 Na diatamente eseguita. Nondimeno, al fine di consent ire all’imPart
peratore che non avesse preso parte al processo la possibilità (0 sì pî di un controllo sulle sentenze capitali, un sena tusconsultum |’ sg fatto votare da Tiberio nel 21 d.C. stabilì che esse non potes- sa ccusd»
sero essere depositate (e quindi eseguite) prima di dieci giorni d
dalla loro emanazione. Ove poi la condanna importi restit uzioni pecuniarie a terzi (il che avviene soprattutto in materia di repetundae), la determinazione delle somme dovute è affidata a unristretto collegio di recuperatores. Tale proced ura sostituisce, verosimilmente a partire dall’età dei Claudi, il pr ocedimento introdotto nel 4 a.C. dal Sc.um Calvisianum , secondocuil’intero giudizio (e cioè sia l'accertamento dell a responsabilità che la determinazione dell’entità del ri sarcimento)
era devoluto ad una commissione di cinque membri, scelti tra i senatori, sostitutiva
dell'assemblea plenaria. La sentenza senatoria divenuta irrevocabile può essere resa inop erante a seguito di un provvedimento di clemenza emanato dal principe
o dallo stesso senato; assai dubbio è invece se, ed eventualmente entro quali limiti, la decisione dell’assemblea possa for-
mare oggetto di appellatio ad Caesarem (cfr., i n vario senso,
i contributi della de Marini Avonzo, del Bellen, del Bleicken
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150° cluae s per) ci a anche Dl sg conserva, ne che fa N ° lib mo della libe i tende Semp
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Fatta eccezione per la cognitio senatus, la quale
— come si è visto — seguiva nelle grandi linee le regole in uso per i processi ordinari ed era subordinata a un’ac-
cusa, la procedura extra ordinem aveva precis o carattere inquisitorio. Il processo era promosso d’uffi cio, e non era
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b b u p a l a t s i v e r p a r o c n a a r e , e m r o f e v o u n e l l seguiti ne i c i s s a l c o d r a t i t s i r u i g i n u c l a e r r u d n i a v e v o d e h c l I g0cusa.
(per cîis) solo
i d u i s i c i l b u p e d e n o i z a t t a r t a u s a l l e n , o r c a M o i p m e s e n o n a c i l b u p a i c i d u i e m o c , e t n e m a v i s u b a a qualificare, e t n a i d e m a i r u i g a n u a i z n a n i d i s s o m o r p i processi
l I C a e v i t a l e r s e n o i t i m g o c e l i s e r t l a a m , a s u c c a a c i l b b pu e a u q e l l a o t u n e t r a p p a e t n e m a i r a n i g i r o o n a v e v a e h c i min
p i c n i r p l i i u c n i i s a c i . ) 9 o ( t a s u c c a a u t e p o r stonMeas paenche nei limitati casì in Cul il prpinrcoigpriessiva invo-
a n u d a o t t e g g o s a v o s s e , a v r e s n o c i s rio n i r p o t s o p p o ’ l l e d i s r a z z i l a r e n e g l i e c s i r o v a f e luzione, ch , o i p m e s e r e p , ì s o C . e c i d u i g l e d o i t i s i u q n i a r e b i l a cipio dell
@ e r a s u c c a i d à t l o c a f a l e r a t i m i l a ù i p e r p m si tende se , o e r l e d e n o i z i n u p a l l a e l a n o s r e p e s s e r e t n i n u chi abbia € o s e f f o ’ l l a i n o i z a t i l i c a f i l a i c e p s o d n e c s o n o c i r o t a l n u a d c a ’ l l a o d n e t t e m m a o r t l a ’ l l a d , ) 4 5 ( i m i s s o r p i t n e r a p i o u s e s ai u l c s e o n a r e e n a z n e d e c e r p n i e h c e n o s r e p e cusa talun o n a c s i g a e v o — i m a f n i i l g , i r e b u p m i i l g , e n n o d e l e — com
e d n e r i s ; ) 5 5 ( i t n u i g n o c i r p o r p i e d e o i r p o r e p s s e r e t n i ' l l ne l a d a o t i u g e s n i , o l o c e s I I I l e d o s r o c l e n a t u I m ; e 6 n » o 5 i 1 z a . u 7 t 4 i s . D a , . L l b ) u 9 p 5 ( . d u i e d . s . l . l u a P . r f c : i l a i r e p m i . I i t . n 5 e 1 v r . 0 e 1 t . 8 4 . D cuni in , . ubl. iud
p e d a e D 2 r i e c a M ; 3 , 6 1 sent., D. 48, I . I . 8 4 . D , . d u i . 1 . ; l ] b 4 u 2 p 2 . e a d [ 2 I , 6 4 , 9 . C . x e (589) Macer l A ; 2 , ) 4 1 ( 5 1 . 5 . 48,
D » 8 0 7 4 . v e a (5) Sc
. ) 3 8 2 a l 4 5 , 6 4 4 . 1 , 9 , 9 . . C C , . x e l A . ; r P e P m 2 u N . 2 , 8 4 . . n D i r a , Car. (C3) Donne: Pap. I de adult. , . t l u d a e d I . p a P : i r e b u p m I . ) 3 9 2 . a [ 2 1 » ® | » 9 . C . x a M 4 , l . c 2 o 1 . 5 » DiDoi . t n e s ; Paul.
9 . 5 , 9 . 4 [a. 222); 3 . D , i c s i f e r u i e d 1 . l u a P ; 5 , 2 D. 48, 2,
112
Diritto e proce sso penale nell ’antica Roma
più difficile e rischioso l'eserc izio dell’accusa,
U0i est
de‘nndao i termini del reato di c alunnia (56) LO e n . » V u oi rendendo criminalmente perseguibile la. collusione dell con l'acc .
.
.
.
.
S
usato (57),
ai rapporti personali intercede nti tra a sato (°°); infine si introducono vari ca si di accusa obb ligatoria, che costituiscono altre ttante deroghe al princi pio
della libera iniziativa del pr ivato (l’erede è tenuto ad es e r . citare l’
azione penale a tutela della m emoria del defunto (8), il tutore nell’interesse d el pupillo (*), ecc.). Di
2, II pr. (59) V. in seguito, pag. 122. (9?) V. in seguito, pag. 122. (58) V. in seguito, Pag. 123.
(5) Ven. Sat. 2 de publ. iud., D. 47. 15. . 4 de publ. iud., D. 48, 2, 8. (5°) Marcian. 2 înst., D. 48, ro, 7; Alex .,
5: D. 48, 2, 12, 2: Macer
C. 9, 22,5 [a. 230].
(9) Pap. 13 dig., D. 34. 9, 17; Paul. 76 resp., D. 29, 5, 22; He r m . 3 wr. ep., D. 34, 9, 20; Sev. Ant., C. 6, 35. 1 pr. [a, 204]; Alex., C. 6, 35. 7 [a. 232]; Diocl. Max., C. 6, 35. 9 [a. 20r].
(°) Tryph. 5 disp., D. 34, 9, 22; Ulp. 7 de off. proc., D. 48, 16 , 1 4 ; ‘Alex., C. 9, 46, 2, 1 [a. 22 4].
m e n i d r o a r t x e o i t i n g o c a l © o t s u Aug
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Mao!
à t l i e d l i b a s n o p s e r a l l e e n | o i z a g e n a a mazione 9 a a v v e t o a p n e m p a e l n i d r a o r t o x t e s i n g o a c l l e n , o at
e v i t t e e g v g i o t e t e e z g g n o a s t s o c r i e e c n l l o a i z a l e r in . uo compor-
s l , a o e l r a a t d u v o a s s e e n t i r a a , p l o l ppjreat a a u , a s o l s l o a n i m i r o c t t e a r f o l i a r e t s e o r p o o i r e t n o a t n me e s s a l i c a t l n l e a n e t r a p p a i l e g l ( a i c o e s l 0 a n o s condizione per i d i v e i l ù i p i n o i z n a s n o c i t i n u p o n a r s e e r o h s e n degli ho
o h i m u h i l g e d e s s a l c a l i l t a n e n e t r a p p a i l g e a t t i l f n quelle i i d u i g . l ) A i v à egli schia
t d i r e v e e s r o n i m n o i c r e b i l i ; s ye
e d a l l e n à t i l a n o i z e r c s i d a i p m a ’ n u a t u i c s o n o c i r a r e cante o t i t s e v n i a v i n e v o d n a u q e h c n a € pena,
a l l e d e n o i terminaz a m e t s i s o l e t n a l p m e t n o e c n i m i r c n u e i n d o i z i n g o c della lle
e d a z n a v r e s s o a s o r o g i r a l l a d o t a l o c n i v a r e n o dell’ordo n n o n a z n e l o v e n e b a u l s e t a e n t e n m e l m a l r a u r t u a t N a N . ) 5 . ( °) (6 e e g g e l g i e d e n e p e t n e s e e l o v e p l o c l i e r a d n a m i d o t n u p l a i s r e g n i p s a v e t po a-
g o r e r p a n u a r e ) a i n e v , a i t n e g l u d n i ( a i z a r g a L . a n e p da i r e t o p i e n a v a r t n e i r n o n e , o t a n e s l e d e e p i c n i r p tiva del il
, e t i m i l i s e t o p i ’ t s e u q e t r a p a , a M . o t i r e m i d e c i d u del gi e n o i z a n i m r e t e d a l l e n à t r e b i l a m i s s a m a l l e d a v e d o g e c u i t d i t u s o gi c e s s e t s e l € , a n e p a l l e d a r u s i m a l l e d e e i c e p s a l l e d tenere
‘ a o n a v a t i v n i o l e t n e m a t i c i l p s e i l a i r e e p m i e i n n o o s i z r e p e l l e d ndizione
o c a l l e d o t n o c a e n t u n e m a s e r o e l g g i l f n i scrupo n o n a d o d o m n i , o t a e r l e d o s a c à l t i i v a e d e i h c i r della gr e h c l e u q i d e v e iù li
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e m n i i t a t consul
t u i p e v i t t e r i d e h c i t s a l e e l l e d e r a d a I D o n a v a t n p si limi e c , e t n a l o c n i v e r e t t a r a c i d 2 a i t n a o n i i z i s o p s i d e dell i m r e t e d . a n e p a n u d a o n a
v a m a i h c si ri
-
(69) Cfr
Je
3
i m i l i s a i r u i g a l e e sa t n e m e c i l p m e s a v a t I 3 . 8 l I
p é n e v a r g ù i p é n a n pe
D.#
I
Ulp.
d
È . p l U 7 1 7 , 4 pun ep. ; IO de off. proc.»
3 3 . 8 4 . D , . proc
”D.pi4. 9,
verosimi
19, Dè
II. i
i s a u q a t u t e p i r , e n o i z a m r e f f a ' L * 4 9 ed D. 47, a i g g e h c e i r , . r p ! 1 » 9 1 , 48 (6)
. D , . d u i . l b u p e d 2 . n i n , 4 2 . l u a P (94)
a d a r e t t e alla l lmente
f f o e d 7 : 3 1 . D, 48, 19,
. o i t u t i t s m o c a n u i d ‘ "i to
il tes
iu
Diritto e processo pena le nell'antica Roma
di lasciare al giudicante una certa libertà di APprezz,_ mento, nell’evidente presupposto che nessun fa tto Criminoso è perfettamente uguale a un altro. Intorno alla facoltà del giudicante, di fronte alle Statui. zioni imperiali, di g
raduare a suo arbitrio la pena a s econda della gravità del fatto, opinioni del tutto oppos te sono state espresse dal de Robertis e dal Levy in due impo rtanti contributi pubblicati sul finire degli anni trenta. Secondo il primo
autore, i magistrati e i funzionari pr eposti alla funzione re-
pressiva sarebbero stati vincolati, sin dal t empo degli Anto-
nini, alla più stretta osservanza delle pene stabilite dalle costituzioni imperiali, essendo assolutam ente inconcepibile che
gli stessi, che «ripetevano le loro attribu zioni dal potere imperiale, o che a questo erano direttamente sottoposti (potessero) prescindere dalle statuizioni relative e porle in non cale y; a giudizio del secondo autore, invece, le costituzioni de 1 principi — fatta eccezione per i soli mandata — avrebbero fornito ai giudicanti, almeno sino all’età di Co stantino, delle semplici dirett ive, che lasciavano loro un’ampia discrezionalità nell’ir-
rogazione della pena. Quest'ultim a tesi, che si appoggia su testim
onianze copiose e difficilmente controvertibili, è oggi ricevuta
dalla communis opinto e trova ac coglimento anche in queste pagine.
mate sanzioni abllizia (0), 1 sendo immed i ‘nttamente
'
n i d r o a r t x e cognitio
a l l a a m , ) o i t a t u p m a s i t i p a c ( e n o i z a Ja decapit
n e a t t e l f i r i o s n e m o n e f l I . ) ° 9 ( a d a p s a * a l a e n o situit i s s e r p s o a e l t l n a ve acca |
e
ico, o
, r ) e o e h r c a s u s c i c t a i , p s a i c m t i u p i a c c i valis (iud e r p o m d e n s a v o e r n t , e o i i l v i s e ’ e l h ù c i a p c i J , i h c e e t l i p p s a c i ( t i p e a a n n c o e i s o s p e r p s e e ’ n l o si a n o e t a p n l e l a m i r e f o i t r i l i c i l p m i è i u c n ), i e n e . P o p e a n c l o e i d z a t r o e p t s n a a i d a e t m a u t t a e + e n m o a i d s ( s i f i c o , r c e i a n l l o a i u z q a t i p a c e a d l li del a n e r a ' l l e e n v l e e b e n l o l i a z i s o p s e ' l , ) 9 ) ( m e c u r o c i pat a m e r e i c n v o i i v ( t s u b m o c i v i v a l , ) ° ) 9 ( s a i t s e b o d i a t a n m à t o i (da v r a o r g i g g a i m n i d i m i r c 1 r e t e t p i l f n O i N rio) (8), SO ù i i l p a i c o i ss s
a i l t c e n l e l a n e t r a p e p n a o s r e j da p , o t a v r e s s o , a a v t t a r t i . s n ) s o e N r o i l humi i d a , e m t r o m i a d n e a p l l e d i o i r p à o t r i p l e a u d i v i d a n i i r p o r i p t n e v , a i t n a t : s ” o C o p o c s o l l a i t n e d n e t e s e h c n a , e n o i z a c i l p p a ' d o t a i o amb t n a c c A . e l o v e p l o c l e d a c i s i f e n o i s s e r p p o s a l l e d a m m mune u s à t i c o r t a o r o l a l r e p e t a c i f i l a u q , i n o i z n a s e t s que o n a n o i z n e m e n i t n o f e l , ) 9 6 a o i c n i o l g n o supp p a l , a t i v a l l e d e v i t a v i r p e t n e m a t a i d e e m l m l a i o d n e e t s a l es i m i s s a i d i n u i q o n o S e o i l g a t n e p e r a e t i t n a e z m r a o t f t e r i r o di v a l i a a n n a d n o c a l i l a T . e t r o m e l l a e l d i i z t i n v a r c e e S r i a e n , ) 0 pe 7 ( ) m u l l a t e m n i o i t a n m m a 4 ( , e i r r e o i s n s i e c m c a i r nelle o v a l i r t l a d a 0 , ) 1 7 ( ) i l l a t e m S s u P 0 n i ( e r minie + . 7 . 1 1 . M O C , . c o r p . f f o e d 3 : 1 , 8 , 9 1 , 8 4 . D » o r p . f f o | e d I 9 . . 3 p 2 l U , 5 ) 5 ; 6 1 ( . . 3 2 4 2 . , D 5 , . 4 n e . o 1 p 2 , de
5 3 . t . n d e s o M . ; l ) u 6 ( a P 7 : 3 (69) 1 . 8 4 . D » c o r p . f f o e d 7 . p l U ) 9 (6 » 3 1 . 8 4 . D . . e o r p . f f o e d ” . p l U ; 1 1 , 8 2 19, 3I. , 9 1 , 8 4 . D , . n g o c 6 . l l a C (68) . ) 3 ( 2 . . 7 4 1 1 3 , 5 1 . t n . e e s y l . o l P u a P a t ; . c r p , . 8 d 2 u i 6); A : 9 . 1 l b u , p 8 4 e d . D 2 r » e 8 c 0 a 0 M ; 6 6 4 . l l . a È C . 9 1 n , 8 4 7 . D e o r p . f f o e . d 2 2 9 , . 9 1 , 8 4 (70) Ulp ; . 6 D , . 8 . 2 f I dif 8, 19. . d o M 1 , 30,
a 4 e D
4 . D . . n g o c 6 . l l a C : 3 » 5 . 3 1 , 0 5 D.
corum) (?); la condanna all’esecuzion e pubbliche (damnatio in opus public um), importa la perdita della cittadinanza (73) ; la condan esibirsi nel circo come gladiatori( diatorium) (7) o a combattere c ludumvenatorium) (75); la c ondanna alla deportazio
e l l a pena » (servus poenae): egli è c ioè privato di ogni capac i t à giuridica, il suo matrimo ni O si scioglie, i suoi b e n i s o n o confiscati, gli è tolto i ldiritto di ricevere e d i d i s porre per testamento (77).
+ 22, 15; Herm, 3 iur. eb., D (7?) Gai, I7 ed. prov + 5 0 , 1 7 , 97, ., D. 28, I, 8, 4; Call. 6 c0gn., D Ulp. 8 Sab., D. . 49, 14, 12; 29, 2, 25, 3; 10 Sab., D , 2 8 , 3, 6, 6; 9 de o 19, 8, 8e 11-12; ff. proc., D. 48 Marcian . I inst., D , , 4 8 , 1 9 , 17 pr.; II inst., 3 pr.; Macer 2 de of D, 34, 8 f. praes .. D. 48, 10 1 9, 2; Herm. r tur. ed., D. 48, I9, 36. ’
si re di o et vi di l ne ro ve ov e, on gi città o re
art po de a ll de za en er ff di A . rminati luoghi ; \ sempre perpetua, la relegatio può anchel esdenza € e h c . , ‘one; rdere né la citta: e
a e r n a e t p o f l n o n a a n r s i o s p e m e so f
,
r i o n c o i z n a e s n u c l a i o o n p o g n e V . ) 8 2 ( i n e b i é , n a . ai nz quali da 2! ,
.
,
,
1 [a. 3
138
Diritto e processo penale nell’antica Roma
sdizione speciale sui membri delle corporazioni urbane 18 e sulle persone di rango senatorio, che giudica con Da
stenza di cinque senatori designati dalla sorte (quin que.
virale iudicium) (!*); è, infine, giudice d ’appello dalle sen-
tenze dei giudici minori a lui subordinati (prefetto dei vigili e prefetto dell’annona) (2°) e da quelle dei governatori di alcune province d’Italia e, per un certo periodo, d’oltremare (2). Dalle sue sentenze può appellarsi all’imperatore (22). La stessa organizzazione giudiziaria di Roma è intro-
dotta anche in Costantinopoli (nova Roma), che ha quindi un praefectus urbi Constantinopolitanae, le cui attribuzioni differiscono da quelle del prefetto di Roma solo in quanto
comprendono direttamente anche le cause annonarie (28).
2. La generalizzazione dell’extraordinaria cognitio e la rilevanza che in essa assume l’attività dei funzionari investiti dell’accertamento e della persecuzione dei singoli reati conducono al definitivo affermarsi del procedimento inquisitorio su quello accusatorio. Già nei primisecoli del-
l'impero, come si è visto, le numerose disposizioni riguar-
danti gli accusatori privilegiati, l'ammissione delle donne e degli impuberi, le penalità degli accusatori, le limitazioni all’esercizio dell’accusa, i casi di accusa obbligatoria avevano aperto gravi brecce nel principio dell’accusatio (18) Arcad., (1°) CTh. 2, (2°) (*1)
Arcad. Honor. Theod., CTh. 16, 4, 5, 1 [a. 404]; Valent. Theod. CTh. 1, 6, 11 [a. 423]. Valens Gratian. Valent., CTh. 9, 1, 13 [a. 376]; Honor. Theod., 1, 12 (a. 423]. Constantin., CTh. 11, 30, 18 [a. 329]; CTh. 11, 30, 13 [a. 329?]. Arg. ex Constant. Constans, CTh. Ir, 30, 27 [a. 357]: v. inol-
tre Symm. sel. 38 e 40; Nov. Valent. 13, 2. (*2) Constant. Constans, CTh. Ir, 30, 23 (a. 345]; Iul., CTh. 11, 30, 30 = C. 7, 67, 2 [a. 362]; Grat. Valent. Theod., CTh. II, 30, 44
[a. 384).
(22) Lyd. de mag. 3, 38.
dell'accusa non
a punizione di
è cioè conside
La repressione nel basso impero
139
età dell’ o cors nel ntua acce si enza tend Tale ica. publ post l’ lo seco V del e IV del ioni ituz cost e Nell ca. class!
Der cla re di sono i reat 1 ai Orm . rado di solo data r o c i r è di le par si cui ancora
in casi i poch nei e icio, d'uff seguiti st s ata priv sa accu all’ de allu si accusatio generalmente a rdat rico è sa accu lica pubb la (2): lesa e part tante alla
1udi leges e dall ati igur conf i reat chi anti agli solo in ordine steslo cui di esi ipot a altr che qual in e ciorum publicorum
(29). ità onal cezi l’ec so legislatore rileva cridei one essi repr a dell base alla ora è L'inquisitio en crim al tiva rela no anti Cost di ione ‘ri. Una costituz e tter cara di cìpi prin a rata ispi falsi, ma indubbiamente ia «s to egui pers re esse deve tto deli il che one disp generale, giuin otto trad sia reo il che sia re, sato accu che esista un e l a v , a s u c c a ' l : ) 9 2 ( » à t i r o t u a a c i l b b u p a l l e d a r e p o d a dizio z i r o t u a e r p m e s è o i r a n o i z n u f l i e a i r a s s e c e n è n o a dire, n l a ’ n u n i , e r o t a r e p m i o s s e t s o L . o i c i f f u ’ d e r e d e c o r p a o t a z o t a c i f i t s u i g n i o n o d n a b b a ' l e h c e c s i u t a t s , e n o i z u t i t s o c tra e r i d e p m i a e o s s e c o r p l i e r e d n e p s o s a e l a v n o n a s u c c dell'a i n i m i r c i e d e n o i z u c e s r e p a l : ) ° ? ( e l o v e p l o c l e d e n o la punizi u c c a ’ l i u c a , o t a t s o l l e d e n o i z n u f a n u a t a r e d i s n o c è o a i u s a è c a l e h c a z n e s , e l a i z i n i o s u l p m i ’ l e r a d e h c a f n o n € e r o i z sato i d u i g l e d o t n e m i g l o v s o l l u s e r i u l f n i a s s o p a z n e t s i s e d enza. t n e s a ia dell
t a b i d o
© o i p m a e ’ s l n l o e c u n q o c i , d o d r o ’ l l e meno d a i c i d u i 1 a v a z z i r e t t . a o r t a u C n e e v h e c r p l o e t d a a a difes accus i
‘one
dell
. t n e l a V : ] 6 5 3 . a ( 4 , 9 1 , 9 . C 7 4 , 7 1 . CTh. 9, C. 9, 31, I
= 1 . 0 2 . 9 . h T C ; ) 4 7 3 . a l 3 . 4 CTh. 9, 2
. 9 1 , 9 . h T C : ] ) ? 5 1 3 ( 4 1 3 . a [ 1 , 6 3 , 1 1 . h T C . n . i ] 6 t 7 3 n . a a [ t 2 s , 6 n . o 9 . C h T C , . t n e l a Cir. V . n a i t a r G s n e l a V ; ] 0 2 3 . a ( . 2 ] 0 2 2 3 , . 2 a ( 2 1 , 4 , 9 9 . = C . I . a=C 3 , 9 . h T C , . n i t n a . t ] , 9 2 1 s 3 4 n o . a C , [ 9 2 (29) . C I . 7 3 , 9 CTh. . n i t n a t s n (27) Co
140
Diritto e processo penale nell’antica Roma
Il principio della pubblicità dei processi subisce N otevo]i restrizioni, e le cognitiones sono spesso tenute n Cl Secre. taria dei funzionari (?8). La nuova situazione politica comporta, inoltre, una stretta dipendenza del giudicante dall’autorità che ha posto la norma, e ciò limita notevolmente la discre zionalit)
del medesimo nel determinare la sanzione d a comminarsi. Benché vi siano ancora alcuni reati di lieve entità in or -
dine ai quali il giudice è libero di fissare la pena secondo un criterio di valutazione personale, tutti i principali crimini sono ora assoggettati alle pene fissate dalle costitu-
zioni imperiali. Il giudice deve limitarsi ad accertare se
l'ipotesi delittuosa si sia o meno verificata: la pena di-
scende direttamente dalla legge ed è preclusa ogni possi-
bilità di graduarne discrezionalmente la portata (29)
3. Le figure criminose tradizionali rimangono anche in quest'epoca sostanzialmente improntate sui termini fissati dalla legislazione precedente, ma gli imperatori ne estendono i confini, comprendendo tra esse nuove fattispecie talora estranee allo spirito e allo scopo delle antiche disposizioni. La nuova legislazione è frammentaria e non priva di oscillazioni. Spesso gli imperatori legiferano in base a criteri di momentanea contingenza, trascurando di coordinare le nuove ipotesi di reato con quelle preesistenti e preoccupandosi soltanto di colpire con adeguate sanzioni quegli atti che ritengono meritevoli di repressione. Ciò rende assai arduo rappresentare in sintesi le grandi linee del diritto penale di questo periodo e permette di delinearne il quadro complessivo non senzadifficoltà e cautele. (28) Constantin., CTh. 1, 16, 6 = C. 1, 40, 3 [a. 331].
(2°) Cfr. Constant., CTh. 1, 2, 7 = Cons. 8, 7 [a. 356]; Valent.
Theod. Arcad., CTh. 9, 10, 4, 1 = C. 9, 12, 8, 3 [a. 390].
ro pe im o ss ba l ne e on si es pr re La
I4I
i al ri pe im ni io uz it st co le is at st te tema di crimen ma e t n e m r o i r e t n a la te tu la e r e d n e t s e d a a z n e d n e t ano la
lde i tt pe as i tr al i r a v a e p i c n i r p l e d a n o s r cvata alla pe le e i n i m r e t i o t t o s ti at tr at a r o o n o S e. al at papparato st ce e i ic if cr sa di o t n e m i p m o c il à t s e a m sa le a ll de sanzioni
o ls fa il ), (# e t a v i r p i er rc ca e ll de o us l’ , °) (9 rimonie pagane
igu se a o c i l b b u p e in rd ’o ll de o t n e m a b r u t il ), (8 o i r a m m nu
di o n n a d a e n o i z a r i p s o c la ), (3 e h c i g o l o to di dispute te
spo s a t s e z a m di i t a s u c c a i Gl . 4) (8 o t a t s o ll de i al alti uffici di e on zi in st di a z n e s a r u t r o t la al i t s o p o t t o s e er ss € sono ro lo i e r a s u c c a d a i at zz ri to au o n o s i v a i classe (8°) e gli sch : e t n e d e c e r p tà 'e ll de se es st le o n o s e n e p e L . °) (8 padroni o r t n o c e on zi ra pi os (c à t i v a r g e r a l o c i t r a p di i es ot ma in ip i su e i l g i f i su e h c n a e r e d a c i r a t t a f è a n n a d illustres) la con csu di i c a p a c n i ti ra ia ch di o n o s i l a u q i o, re discendenti del ri a m , te en nd ce as l’ al o e r d a p al to et sp ri lo so n o n re de ce
o n o g n e v € , a n o s r e p a tr al i as si al qu a e e r d a m la al to spet (9).
a i z i l i m a l l a d € s e r o n o H i l g a d o u t e p r e esclusi in p . m u r a d n u t e p e r n e m i r c l e d o t i b m a ' l e h c n a e d n e t Si es e t n a r u d i s a t a t s e f i n a m à i g a z n e d n e t a n u i d e e n i l e l l e N o n o c u d n o c e ri h c i s s a l c t s ituzioni po
d n u t e p e r e l l e d i n i m r e ai t
, e l a i r e p m i a i z a r c o r u b a l l e d i r a n o i z n u f i petrati da e n e m 0 r c o t s e u q a r t i n i f n o c i i u n e t i a s s a a r o l ta i t n a v e l i r ù i p e i c e p s i t t a f e l a r T . ) 8 8 ( s i n o i s s u conc
rendendo il crimen possiamo
. ] 2 9 3 . a [ 2 I , O I , 6 1 . h T C , . . r o n o H . . d 9 a c . C r o A n e Z . r f c ; Theod. ] 8 8 3 . a [ 1 , 9, II
80) . h T C , . d a c r A d o e h T . t n e l (o Va ] 9 8 3 . a . 486 [ 9 , 9 , 1 2 . h T C , . d a c r A d.
) e I P
. Theo , 6 1 . r f c ; 4 . I , 6 1 . h T C , . d a c r . A ] . 7 d 9 3 o e . h a [ . T 5 , 8 , 9 . C 3 9. 14.
. h ; T ] C 9 6 , 3 . . r a [ 4 Hono . 3 . 9 . C = 1 , 5 3 , 9 . h T C , . n a i t a r G s n e l . 2 a . | V 9 2 , 5 . t n e s . l u a P . r f c ; ] 0 7 3 . a ( 6 . 1 v e , S 1 à 4 i g , 9 . v a m ; ] _ C. 6 7 3 . a [ 2 . 0 , 9 . h T , C . t n e l ian. Va
142
Diritto e processo penale nell’antica Roma
ricordare le malversazioni dei duces e delle persone del se. guito nei confronti dei provinciali (?), la Percezione dj imposte superiori al dovuto (‘), le estorsioni commesse
dai comites domesticorum ai danni dei loro sottoposti (1)
la dolosa amministrazione della giustizia (*); Ipotesi, que. st'ultima, di particolare gravità, per la quale l’accusa (di
regola consentita solo dopo che il funzionario ha deposto
l'’amministrazione) può eccezionalmente essere sperimen-
tata anche durante l'ufficio (‘). Le sanzioni sono esacerbate e vanno fino alla pena capitale (94); il risarcimento
del danno è in genere innalzato al quadruplo (45).
Nuove e svariate figure di reato sono introdotte nell'intento di arginare il disordine amministrativo e la corruzione dei pubblici funzionari: le costituzioni comminano anche in questo campo la pena di morte con facilità e larghezza, giungendo in alcuni casi a punire la trasgressione anche se non è dolosa (6). Pene severissime sono sancite per il peculato. Onorio e Teodosio II puniscono di morte i funzionari chein atti(*) Gratian. Valent. Theod., CTh. 8, 27, 3 = C. 9, 27, 1 [a. 382]. (49) Constant., CTh. 11, 16, 8 [a. 357]; Valent. Valens, CTh. 11,
16, II [a. 365], unificate in C. 10, 48, 8; Arcad. Honor., CTh. 11, 8, I [a. 397] e 2 [a. 400], unificate in C. 10, 20, 1; Honor. Theod., CTh. 11,
7, 20 [a. 412].
(41) Valent. Theod. Arcad., CTh. 9, 27, 7 = C. 9, 27, 5 [a. 390]. (42) Gratian. Valent. Theod., CTh. 9, 27,4 = C. 9, 27, 2 [a. 382];
CTh. 9, 27, 5 = C. 9, 27, 3 [a. 383]; CTh. 9, 27,6 = C. 9, 27, 4 [a. 386].
(4°) Cfr. Gratian. Valent, Theod., CTh. 9, 27, 6 = C. 9, 27, 4 [a. 386).
(44) Arcad. Honor., CTh. 11, 8, 1 = C. 10, 20, I [a. 397]; Honor.
Theod., CTh. 11, 7, 20 [a. 412]. (45) Cfr. nt. 40; v. inoltre Gratian. Valent. Theod., CTh. 9, 27,
3 = C. 9, 27, 1 [a. 382]; Arcad. Honor., C. 1, 51, 3 [a. 399].
(49) Cfr. Constantin., CTh. 2, 30, 1 = C. 8, 16, 7 [a. 315]; CTh.
13, 5. 5 [a. 326]; CTh. 1, 16, 7 [a. 331]; Valent. Valens, CTh. 14, 17, 6
[a. 370]; Gratian. Valent. Theod., CTh. 6, 10, 1 = C. 12, 7, 1 [a. 380].
143
cità di amministrazione abbiano sottratto denaro pubplico, i loro complici e quanti abbiano ricevuto in conse-
gna la refurtiva (17). Alla stessa pena sono assoggettati
gli ufficiali del fisco che sotto apparenza di pubblico credito abbiano dato a mutuo denaro del patrimonio imperiale (9). Quanto al sacrilegio, che era in origine una parun co me co nc ep or it a è o es so pe cu di la to, ticolare forma delitto contro la religione (49), nel quale rientrano non (99 ), cu lt di o lu og ai hi e sa ce ai rd ot i re ca te of solo le fese
e le gi sl at iv e di sp os iz io ni de ll e l' in os se rv an za an ch e ma amministrative del principe (5), in quanto promananti da pr ae ce pt a) . (d iv in a di vi na in ve st di it ur a fo un'autorità rnita co me co nf ig II ur er à Co st an zo Nello stesso ordine di idee
siii
flavia
de lmo ne te di fu si on e, me di an te di st ru la zi on e, sacrilegio . ) 2 9 ( e l a i r e p m i a la zecc
u r r o c i d a i r a n i g i r o a r u t t u r t s i u c a l , s Il crimen ambitu i e d a s r a p m o c s a l n o c a t u d a c o p m e t a d è e l a r o t t e l e e n o zi n o c l o c e t n e m l a i z n e s s e i s r a c i f i t n e d i d a a r o e n e i v , comizi
z e r p o t a d n u a o t t e r t s o d r o c c a ' l n o c è o i c , i t g tractus suffra a l a p a c i r a c a n u e r e n e t t o r e p e t r o c i d o i r a t i zo con un dign n i r p l a a t a v r e s i r è e n o i s s e c n o c i u c a l r o n o h n u o tina e h c o r o l o c e h c n a o l o t i t o s s e t s o l l a i t i n u p o n o S cipe (5). o i c i f f u o c i l b b u p n u i d e n o i z a r e t i i d i l o v e p l o c i s e r o n a i s si i u n e a r e p m i i t e i v i d i e d in ispregio o r t a c i l p p u busive s a n o c a c i r a c a l a t l o v a d n o c e s a l r e p , . r o n o H ] . d a c r A [ . d o e h T ) (49
e t n e m l i b i t u c s i d . 1 5 I 4 . a [ 1 C. 9, 28,
I. , 8 2 , 9 . h T C . ] n 1 8 3 . a [ 2 i , 6 i , 0 1 . C = 2 , 4 2 , 0 1 . h T C , . d o e h T . t n e l a V . n a i t i identificano
. ] 0 8 3 . a ! . 9 2 . 9 . C = 5 2 , 2 , 6 1 , h T C , . d o e h T . t n e l a V . ] . 8 9 n 3 a . i a t [ a 0 r 1 G , 3 , 1 O . C(49) Grato: C = 1 3 , 2 , 6 1 ; ] 4 , 8 h 3 T . C a [ , 1 . r , o 8 n , o 2 H 1 . . C = 2 . 5 , 6 . h T C , . d o e h T . t n e l a V . c r . ) 5 8 3 . a [ o) 2 , 9 2 , 9 . C = 9 , 6 . 1 h.
T C , . d a c r A d o e Valent. Th , . ) 2 alent. 5 3 . a [ ! . 3 2 . 9 . D . t n a t s n o ant., CT C e h c n a . r f c ; ] 7 9 3 . a [ I , 6 2 , 9 ., CTh.
. ] 8 0 4 . a [ 6 1 . 2 . 4 . C , . d o e h ]; Honor. T
ii,
La repressione nel basso impero
144
Diritto e processo penale nell ’antica Roma
nes (5). La pena è, in entrambi i casi,
la deportas
zione. Particolarmente energica è la repressione della vis. Co-
stantino abolisce ogni distinzione tra vis publica e vis dri vata ed infligge per qualsiasi tipo di violenza la pena di morte, dichiarando inappellabile la relativa sentenza (55), In età successiva, Valentiniano II Teodosio e Arcadi o ]i-
miteranno tale pena agli schiavi e la sostituiranno con il lavoro forzato nelle miniere se il reato risulti commesso su istigazione o comando del dominus (96). Tra i delitti contro la fede pubblica assume particolare gravità ed importanza la fraus monetae. Mentre Costantino è ancora sostanzialmente fedele ai precedenti classici (5), Costanzo II è costretto, di fronte all’aggra-
varsi del fenomeno, a reagire con estrema durezza (88), sancendo che i falsari debbono essere « puniti capite, dati alle fiamme o assoggettati ad altra pena mortifera » (59). Alcuni decenni più tardi Teodosio I configurerà la fabbricazione di falsa moneta come una particolare ipotesi di crimen matestatis (5°). L’aggravamento della sanzionesi accompagna a un'estensione dei termini del reato. Rientrano ora nel concetto di falso anche l’alterazione di moneta corrente mediante limatura, lavaggi chimici, doratura o argentatura (9), il rifiuto di moneta contrassegnata col (54) Arcad. Honor., CTh. 9, 26, 2 [a. 400] e 3 [a. 403], unificate
in C. 9, 26, 1.
(55) Constantin., CTh, 9, 10, 1 = C. 9, 12, 6 [a. 317?].
(59) Valent, Theod. Arcad., CTh. 9, 10, 4 = C. 9, 12, 8 [a. 390].
(9°) Constantin., CTh. 9, 21, I [a. 319]; cfr. anche CTh. 9, 21, 2 =
C. 9, 24, 1 [a. 321].
(98) Constant., CTh. 9, 21, 5 = C. 9, 24. 2 [a. 343].
(59) Constant., CTh. 9, 22, I [a. 343?].
(59) Cfr. nt. 32. (91) Paul. sent. 5, 25, 1. Cfr. anche Constant., CTh. 9, 22, 1 [a.
343°].
La repressione nel basso impero
v
145
al a at ni co ta ne mo di e on si fu la , dell'imperatore (°°)
): (09 o ll ta me l de co se in tr in ne di trarre profitto dal valore
jpotesi, quest’ultima, nella quale Costanzo II ravvisa addirittura un'offesa alla persona del principe, riconducibile
alla figura del sacrilegio (04).
In materia di delitti contro l'amministrazione della
giustizia, la nozione di calumnia si dilata fino a comprendere qualunque accusa destituita di prova o che non de-
termini la condanna dell’accusato (9). La praevaricatio a ll de ne io az ur ig nf co a pi am ù scompare, assorbita dalla pi de la o at re di e er tt ra ca so er nv calumnia. Assume per co
e n o p m i ed za ez pr as n co a zz latio, che Costantino stigmati
— e il ab ob pr ia av tt tu (è e t r di punire con la pena di mo re to ra pe im l’ e ch — o ut en st so come è stato recentemente la al a m , li na pe e c n u n e d le e tt tu a i rs ri fe ri se es nd te non in . 9) (9 ) e l a c s i f o i t a l e d a l o s le e a g r a l l a si a n o s r e p a l o r t n o c i t t i l e d i La sfera de n a s o n i t n a t s o C o i d i c i r r a p il r e P . i v a r g pene sono rese più i m a f i d e n o i s i c c u i d o s a c l e n e h c n a i e l l u c a n e o p a l e c s i c o t a e r l e d i n i m r e t i e n e d u l c n i d e , i r o t i n e g i a d i s r e liari div i r e t n e m r o i r e t n a , e r d a p l e d e t r a p a d o i l g i f l e d l'uccisione . ) 9 ( s i c e n t e e a t i v s u i l e d o i z i c r e s e o t n a u q n i a t i c e l a t u n e t e ) 6 ( o i d i c i t n a f n i ’ l e h c n a i t i n u p o n o s e l a t i p a c a n e p Con 6)
. a [ 6 1 . l a V Nov.
. h T C , . t n a t o C (83) Cons . l u a P . r f C ; ) 1 7 3 . a [ I , 1 2 Cfr. nt.
52.
. I . 5 2 , 5 . t n e s . l u a P . r f € 445]; , 1 1 . h T C , s n e l a V . t n e l a V : ] 2 5 3 . a [ 1 . 3 2 , 9 . I . 5 2 . 5 . sent l
m u t c i ' d E ; ] 9 1 3 | . a l 7 , 2 1 , 9 . C = z 3 , O I , 9 . h T C , . n i i t n a t s n o C (6©5)) ; 4 1 2 1 . n n i l , 4 9 . n I A R I F ] 3 2 3 3 1 3 . a [ s u b i n o i t a s u c c a e d Constantini 1). 64)
5 4 . a [ 3 . 2 , 9 3 , 9 . C , . n a i c Mar . ] 2 1 3 . a [ 2 , 0 1 , 0 1 . h . T , t . C s n u I i t . n r f a c t ; ] 8 1 3 . a (99) Cons [ 1 , 7 1 , 9 . C = 1 . 5 1 , 9 . h T C , . n i t n a t s n o C ; } ) 3 7 2 3 (9 . a [ 0 1 , 6 4 , 8 . C = 6 , 8 , 4 . h T C , . n i t n onsta
C e r t l o n I . 6 18,
. ] 5 6 3 . a [ 1 , 5 1 , 9 . C I , 3 ens, CTh. 9, 1 . a [ ) 8 ( 7 , 6 1 , 9 . C = I , 4 1 , 9 . h T C , . n a i t a r G s n e l a (98) Valent. V
146
Diritto e processo penale nell’antica Roma
l'esposizione di neonati (9), già configurati co me
crimini
sul finire dell'età classica. La stessa pena è inflitta per la
castrazione, anche se posta in essere su un o schiavo: alla
condanna si accompagna la confisca dello schiavo e della casa in cui il reato è stato commesso (9). Alcune fatti. specie, quali l'incendio, l’esercizio di arti magich e e ]a circoncisione si distaccano dalla figura dell’omicidio, a cui
in origine erano connesse, e si trasformano in re ati auto-
nomi (7). Il plagio, assai diffuso nel basso impero, è represso con la massima severità: Diocleziano e Massi miano sanciscono che l’alienazione di un libero o di uno sc hiavo seguita dalla sua esportazione da Roma dev'essere punita con la morte (?), e Costantino qualche anno più tardi decreta l'applicazione della pena capitale nei confronti di una tra le più efferate categorie di plagiari, quella dei se-
questratori di bambini e di adolescenti (72).
In tema di delitti contro l’ordine delle famiglie e contro la morale, la legislazione postclassica risente dell’influenza ideologica del cristianesimo, anche se sull’intensità
cusare al marito, al padre e agli stretti congiunti«affinchè nonsia lecito a chiunque disonorare temerariamente i
matrimoni» (74). Il marito, inoltre, a differenza di quanto
(°°) Valent. Valens Gratian., C. 8, 51 (52), 2 pr. [a. 374].
(°°) Constantin., C. 4, 42, 1 (s.d.).
(*2) Incendio: Paul. sent. 5, 20. Esercizio delle arti magiche: Paul.
sent. 5, 21. Circoncisione: Paul. sent. 5, 22, 3-4. (??) Diocl. Max., C. 9, 20, 7 [a. 287].
(?3) Constantin., CTh. 9, 18, 1 = C. 9, 20, 16 [a. 315].
(4) Constantin., CTh. 9, 7, 2 = C. 9, 7, 29 [Aa. 326].
E ——————mi
avveniva in passato, può ora divorziare solo dopo aver sperimentato l'accusa ed ottenuto la condanna della mo-
La repressione nel basso impero
glie: l’adulterio diventa infatti in quest'epoca una causa legale di ripudio (7). La pena è inasprita, e giunge fino
al culleo e alla vivicombustione (7). Meno gravi sono le sanzioni previste per lo stuprum (7), salvo che nonsi tratti di stuprum cum masculo (pederastia), nel qual caso inflit-
to l'estremo supplizio (?8). Colpita da pena capitale è anche
l'unione sessuale di una donna con il proprio schiavo (7). Il divorzio unilaterale (repudium) è attratto nell’orbita
criminale, anche se le leggi non presentano al riguardo una disciplina organica. Costantino esige che il ripudio sia giustificato da alcune cause tassativamente determi-
& EC
a
laici
nate (tra le quali, come si è visto, l’adulterio della mo-
glie), e colpisce con sanzioni il coniuge che lo provochi senza il concorso di queste: la moglie è privata della dote e deportata in insulam, il marito deve restituire tutti i beni dotali e non può passare a nuove nozze (8°). Un secolo più tardi, Teodosio II e Valentiniano III abrogano co st re tt i su cc so es no si m va a (8 me !) nt , e no rm at questa iva nu il a u m e pu n t r a n d o pr ec ed en di ri te il tt , o a ristabilire me re e nd en do ri pu de di l o mero delle cause giustificatrici (8 °) . in gi us ti fi ri ca i pu ti di pe r pe ne le no gravi pe ne , L e au to no mo . de li tt o Il ratto è configurato come di l’ in ge st io ne pe rf in o pr ev is (è ta se ve re estremamente al tr es ì m a ra pi to il re , so lo n o n co lp is co no fu so ), piombo n e v e i l g e o t i u g e s e t n e m a i r a t n o l o v a i b b a o la rapita che l . ) 8 ( i c i r t a r a p i r e z z o n e t i t n e s n o c o n o s n o N . i c i l p m o c i l tua . 0 8 . t n . r f C ) (75 . h T C , s n a t s n o C . (29) Constant 1 , 8 , 9 . h T C , . n i t n a t (7?) Cons . h T C , s n a t s n o C . t n a t s n o C 8) (2 6 , 7 , 9 . h T C , . d a c r A lent. Theod.
. ] 9 3 3 . a [ 4 , 6 3 11, . ] 6 2 3 . a [ I , 0 1 , 9 . C = a V ; ] 2 4 3 . a [ 0 3 , 9 , 9 . C = 3 9, 7,
. ] 0 9 3 . a [ 2 , 3 , 5 . l l o = C
. ] 6 2 3 . a [ I , I I , 9 . C = 1 , 9 , 9 . h T C , n i t n a (29) Const (89) (81) (82) (89)
“i Li
. ) 1 3 3 . a [ 1 , 6 1 , 3 Constantin., CTh. . ] 9 3 4 . a [ 2 1 . d o e h T . Nov . ] 9 4 4 . a [ 8 , 7 1 , 5 . , C . t n e Theod. Val . ) 0 2 3 . a [ I , 4 2 , 9 . , h . T n C i t Constan
santimoniali (cioè votate a Dio e alla castità) e addiri t
nando ai trasgressori il metallum e la de p di bassa estrazione sociale
comprendervi l’unione fra zio e ni pote e fra cognati, e sanciscono per i colpevoli la pena d i morte (87); Teodosio I giunge addirittura ad irrogare ai colpevoli la vivicombustione (pena che sarà successivam ente abolita da Arcadio e Onorio) (88). Tipica di quest'epoca è infine la repres sione dei delitti di fede, che diviene particolarmente intensa dopoil 380, data in cui la monarchia assoluta ass ume il cristianesimo come religione ufficiale dello stato. L a legislazione colpisce con sanzioni i movimenti eretica li e i seguaci di credenze religiose diverse da quella ufficia le, ma il suo orientamento è spesso mutevole e oscilla nte, in relazione al diverso pericolo e alla diversa gravità della minaccia alla religione cristiana (99), (4) Constant., CTh. 9, 25, 1 [a. 354]; Iov ian., CTh. 9, 25,2 = C.
I, 3, 5 [a. 364]; Honor. Theod., CTh. 9, 25, 3 [a. 420]. (#) Theod. Valent., CTh. 15, 8, 2 = C. I, 4, 12; II , 4I, 6 [a. 428]; v. a nche Nov. Theod. 18 [a. 439 ].
(#) Leo, C. 11, 41 (40), 7, cfr. C. 1, 4. 14 [a. 457-467].
(5?) Constant. Constans, CTh. 3,12, I [a. 342]; CTh. 3, 12, 2 [a. 355].
(**) Arcad. Honor., CTh. 3, 12, 3 = C. 5, 5. 6 [a. 396]. (89) Cfr. CTh. 16.
RZ IRAi ip Crtag SOFIA IRS
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Quinquevi-
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D, OL PP Li A. .; cit e, in ba ur re tu ec éf pr La , OL GN TA AS CH A. 5; 193 ) ss. (Ma
itt ’a ll su te No , TI EN nc Vi U. ; 63 19 , 24 , E R W P , um ci di Iu Quinquevirale ra co An ., 1D ; 86 19 , 32 o, be La , ri ve Se i po do to na se l de vità giudiziaria . i v i , i r e v e S i o p o d o t a n e s l e d a i r a i z sull'attività giudi
, A I R U A L . M : o c i s s a l c t s o p e l a n i m i r c o s s e c o r p l e d i r e t t a r a C . 2 . n d e o r p a l s n a d n o i t a s u c c a ' ’ L , R E M . L ; ) 6 . n V . r f c ( o i t Accusatio-inquisi o t i i r i d " n , I D N O I B . B : 3 5 9 1 s e n n e R , ) e s è h t ( e r i p m E s a B u d e l dure pena , La giustizia ;
È Ù
O Z N O v A I N I R A M E D . F 3, Milano 1954;
o r p l e d i l a r e n e g i p i c n i r p I I. , o r e p m i o s s a b l e d i z i n i i l g a e c n i v o r p e nell a i z i t s u i g a L , . p I ; 3 0 2 6 9 1 , 1 3 , b r U t S , o n i t ditto di Costan a i z i d u i g e n o i z a z z i n a g r o ' L . I , o r e p m i o s s a b l e d i z i n i i l g a e c n nelle provi é c o r p a L , T E V I L O D r o v u a D . ] ; 6 6 5 6 9 1 , 4 3 , b r U t S , o n i t n a t s o C ria di . r f c ( o t a t u p m i ' l l e d e i z n a r a g e L , E S E I L G U P . G ; ) 8 . n I V . r f c ( e l a n e dure p
” ”
150
Diritto e processo penale nell’antica Roma
II n. 2); T. SpAGNUOLO VIGORITA, Exsecranda pernicies ( c fr.
VI n. 8).
Arbitrium iudicantis e variazione della pena: supra, VI n. 8; inoltre: J. GAUDEMET, De la responsabilité penale dans la lbgislation Post-cla ssigue, So
dalitas, Scritti A. Guarino, 6, Napoli 1984. Appello: supra n. 1; inoltre: U. VINCENTI, Per uno studio sugli appelli ante sent en ti am (cfr. VI n. 8); Ip., Ante sententiam ap pellari potest (cfr. VI n. 8).
Stas: G. BASSANELLI SOMMARIVA, C. T%. 9, 5 ad legem Iuliam m a i e s t a tis, BIDR, 86-87, 1984; A. M. D EMICHELI, / Processi di lesa m a e s t à i n Ammiano Marcellino, AnnGen , 20, 1984-85 [Per C. Castell o. Tardo imtradizione romanistica]. . Rep etundae: F. PonxTENAY DE FONTETTE, Leges re petundarum (cfr. V nn. 1-2); F . S E R R A O 0 , Il frammento leidense di Paolo (cfr. V n. 5); Ip, Repetundae ( c f r . V nn. 1-2). Peculatus: C. H. BRECHT, Pecu latus (cfr. VI n. 2). V i s : H. NIEDERMEYER, Crimen pla gii und crimen violentiae (cfr . V n . 3 ) ; G. Lonco, La repressione (c fr. V n. 5).
ter
;
C. Ferrini, Milano 1947 (Scritti, 3, cit.); PH. GRIERSON , T h e R oman Law of Coun
terfeiting (cfr. V n. 4); A. GIARDINA, Sul problema della fraus monetae, Helikon, 1 3-14, 1973-74; B. SANTALUCIA, L a l e g i slazione sillana (cfr. V n. 4). Calumnia: E. Levy, Von den r ò m i s c h e n Anklagerver gehen (cîr. V n. 6); M. LAUR IA, Calumnia (cfr. VI n. 1 0 ) ; T . SpaGNUOLO VIGORITA,
Exsecranda pernicies (cfr. VI n . 8 ) . O m i c i d i o : U. BRASIELLO, Sulla ricostruzio ne dei crimini (cfr. V n. 4); A . W I L I NSKL Bemerkungen zur Terminologie des Totschlags im ròmischen S t rafrecht vor Konstantin dem Grossen, AIC. 8, 1975; U. VINCENTI , « I nternecivi exerere actionem » e 4 crimen suspeciae mortis intendere » (C.Th. 9, I, 198
14), BIDR, 88, 5. Parricidio: H. KUPISZEWSKI , Q u e l g u es remarques sur le parricidium (cfr. V n . 5); R. MARTINI, Sulla costituz ione di Costantino in tema di parri cidio, Atti IT Convegno Accadem ia Romani-
stica Costantiniana, Perugia 1 976.
Esposizione e soppressione d’ in-
fanti: M, BIANCHI Fossati VANZETTI, Vendita ed espo s i z i o n e d e g l i infanti da Costant
ino a Giustiniano, SDHI, 49, 1983.
Plagio: M. Lau-
RIA, Appunti sul Plagio (cf r. V n. 3); R. LAMBERTINI , P l a g i u m ( c f r . V n. 3). Divorzio: V. BASANOFF, Les sources chrétiennes de la loi d e
E
La repressione nel basso impero
151
Constantin sur le repudium, Studi S. Riccobono, 3, Palermo 1936; O.
VANNUCCHI FORZIERI, La legislazione imperiale del IV-V secolo in tema
di divorzio, SDHI, 48, 1982; C. CASTELLO, Assenza d'ispirazione criAdulterio: 1983. Paris Ellul, J. Mélanges 1, stiana in C.Th. 3, 16,
M. A. DE Dominicis, Sulle origini romano-cristiane del diritto del marito ad accusare constante matrimonio la moglie adultera, SDHI, 16, Pederastia: M. Morè, Stuprum (cfr. VI n. 2); D. DALLA, Ubi 1950. ‘Ratto: D. GRODZYNSKI, Ravies et couVenus mutatur (cfr. VI n. 2). Theodosien, du-Code I 24, IX, loi la de d’interprétation pables. Un essaì
matrimonio il e ratto il Costantino, DESANTI, MEFRA, 96, 1984; L. DESANTI, L. 2); n. VI (cfr. Ratto GORIA, F. riparatore, SDHI, 52, 1986;
cristiano, romano diritto nel Dio a Sul matrimonio di donne consacrate VeIp., 1987; 1, AnnFerr, ratto, il e Giustiniano In., 1987; 53, SDHI,
1988. 2, AnnFerr, stali e vergini cristiane,
Reati contro la religione:
IRIORA PRREITSRTOZZO OR ia
sa
della origini Alle Teodosiano. Codice del XVI libro L. DE GIOVANNI, Il . 5 8 9 1 i l o p a N , o t a t s a s e i h c i t r o p p a r i d a m e t codificazione in
INDICE DELLE COSE NOTEVOLI
abigeato 123.
. 0 2 1 o t r o b a
. 8 3 1 , . S S I I I accusatio 76 SS., . 7 7 a d n u c e s actio prima e . a c s i f n o c . v m u r o n ademptio bo . i r e t l u d a n e m i r c . v o i adulter . S S 2 5 , 6 2 s e l aedi
. i r e b l a i d o i l g a t . v ) i d o alberi (tagli i t r o s . e v r e c i l l e m p alienam segete legi sulle messi. . s u t i b m n a e m i r c s . v u t ambi ampliatio 77. . e n o i z a t i p a c e d s . i v t amputatio capi a z l n e a d v r e s s o n i . o v t t u l i anno d l’anno di lutto.
anquisitio 54.
. S S 6 3 1 , 4 0 1 , I O I , 0 0 o 1 appell
. 6 1 I . 8 7 . o 5 i 5 t c i d r e aqua et igni int
c o t i d o t e i v i d . v e n o n u i G ara di . e n o n u i G i d a r a ’ care l o i z e r c s i d . V s i t n a c i d u i arbitrium
. e c i d u i g l e d à t i nal
arietem offerve,
.
7. 37
i t r a e l l e d o i z i c r c s T . v arti ne magiche.
i o . si; 4 2 m u i c i n u b i v t auzxilrum
ss.
2 88.
calculus| Mimervae 3.alummiao ” ri calunnia Y
tio V decapitazione
carcere 34, 54, 117. carnifex 54. castrazione 97, 146. censimento v. sottrazione agli obblighi del censimento. circoncisione 120, 146. civem hosti tradere v. proditio. cliente v. infedeltà del patrono e del cliente. codardia 10.
coercitio
— del re 10 ss. . 4 2 , 9 1 i l o s n o c i — de . s s 9 7 i l a i c n i v o r p - dei governatori . 6 2 e b e l p a l l e d - dei tribuni O I I , . s s 8 9 m e n i d r o a r t x e o i t cogni ss., 135 SSu i g a z n e t e p m o c ( a t a i r u t comitia cen S S 1 5 . 1 3 . . S S diziaria) 25 i d u i g a z n e t e p m o c ( a t u b i r t a i t comi ziaria) 53.
. 4 3 s i n o i t i s i u q n a commentarium
. 7 7 comperendinatio
a z n e t e p m o c ( a t u b i r t s i b e l p concilia . S S 2 5 . 2 3 , . S S 5 2 ) a i r a i z i d giu
e r a c c o t i d o t e i v i d . v a n concubi . e n o n u i G i d l’ara o t e i v i d . v e r a t i g a s o n r u t c o n coetus . e n r u t t o n e z n a di adun . s i n o i s s u c n o c n e m concussione V. cri . 6 1 1 o c r i c l e d i h c o i g i a a n n a d n o c . S S 5 1 1 e r e i n i m - alle
154
Diritto e processo penale nell'antica Roma
- all'esecuzione di opere pubbliche 116.
confine (pietre di) v. crimen termini motti.
confisca 117. consacrazione della cosa contro-
versa 38.
consecratio capitis e bonorum 4 ss., 26.
consoli 19 ss.
contractus suffragii 143. corruzione giudiziaria 38, 72, 142. crimen (concetto) 43. crimen adulteriî 3, 73, 94 ss.
146 ss. — ambitus 49, 68, 73 ss., 93, 97,
IIQ, 143 SS. — annonae 95
— calumniae 77, 122, 145. — concussionis IIQ, I4I. — de residuis 93 ss. - falsi 72, 96, 120, 139, 144 SS. — maiestatis 68 ss., 71 ss., 94, 118,
I4I, 144. — parricidii 8, 72 ss., 75, 120, 145. — peculatus 69, 73, 78, 93 SS ., 122, 142 ss. — plagii 70, 122, 146.
— repetundarum 64 ss., 70, 72, 74, — — — —
77, 78, 96 s8., 108, 118 ss,, I4I SS. sepuleri violati 123 ss. sodaliciorum 74. termini moti 5, 124. Vis 74 SS., 79, 93, 97, I21I ss., 144.
crocifissione 115.
damnatio ad bestias v. esposizi one
alle belve, — în crucem v. crocifissione, — în ludum gladiatorium v. condanna ai giochi del circo.
— in ludum venatorium V. co ndannai giochi del circo.
- in metallum v. condanna, alle miniere. — în ministerium metal licorum v condanna alle miniere.
— in opus metalli v. condanna, alle miniere,
— în opus publicum v. condanna all'esecuzione di Opere pubbliche.
danni causati da animali 42. decapitazione
— con la scure 10.
— con la spada 115. defectio 10. defensor civitatis 136. deiezione dalla rupe Tarpea 38, 41. delatio 111, 122, 145. delatio nominis v. nominis delatio. delictum (concetto) 43. delitti di fede 148. — militari Io. deo necari 4, 6. deportazione 116. depositario v. infedeltà del depositario.
derectarii 123.
detenzione v. carcere. diei dictio 53 ss. discrezionalità del giudice 11 3, 140. diserzione 10. divieto di adunanze notturne 39.
— di seppellimento di donna in-
cinta 5.
— di seppellimento entro la c inta cittadina 39. — di toccare l’ara di Giunone 3. divinatio 76. divorzio 147. ductio in vincula v. carcere. duumviri perduellionis 11, 13, 35 SS., 5I, 52.
Indice delle cose notevoli
edili v- acdiles. edicta Augusti ad Cyrenenses 80 ss.,
l a C m u t l u s n o c v. anche senatus
visianum.
editio 067.
. 4 2 1 s i r e c r a c o effracti effractores 123.
. 9 9 » n i e z d k i d «ékkleton
electio 67.
. S S 0 4 o i t a r o l p o d n e
eretici 148.
, 7 , 9 , e 9 h 3 c i g a i m t r e a l o l i e z d i eserc 146.
; 41. atio.
po-
esilio 58, 78 SS., II4. esposizione alle belve 115. - dei neonati 3 ss., 120, 146. expilatores 123. expilatio hereditatis 123.
falsa testimonianza 38. falso v. crimen falsi. fede (delitti di) v. delitti di fede. fenus unciarium 42. fiere v. esposizione alle belve. flagellorum ictus v. percuotimento con le sferze. fraus monetae 72, 144 SS. ono patr del à delt infe v. — patroni e del cliente.
e l l u s i g e l i t r o s . V e r a t n fruges exca messi.
. 9 3 , 6 i s s e m i d furto furtum
40,
123.
3 2 1 m u i r a e n - bal
. 4 4 m u t a l b o -— . 1 4 o i c i l t e e e c n a l n o i z i s i u di perq . 4 3 , 0 2 , 0 1 e n o i z a g i t fus
gladiatori v. condanna ai giochi del circo.
governatori provinciali 79 ss., 102 SS., 135 SS. grazia 113. honestiores 113. hostem concitare v. proditio. humiliores 113.
immolazione sacrale v. deo necari. imperatore v. tribunale imperiale. incarcerazione v. carcere. incendio 38, 72, 146. incensus v. sottrazione agli obblighi del censimento. incesto 94, 148. indulgentia v. grazia. infanticidio 120, 145. infedeltà del depositario 42. 374, cliente del e patrono del — iniuria 40, 73, 123. inquisitio 110 ss., 138 SS. et aqua v. igni et aqua interdictio igni interdictio. în vincula ductio v. carcere. 3. lutto di dell’anno inosservanza iudex quaestionis 71. iudicium populi 53 SS. — publicum 76 sS., III — quinquevirale v. quinquevirale iudicium. ius gladii 103 ss. leges iudiciariae 70 SS., 75. leges Porciae de provocatione 34 SS., 50, 79. leges regiae 2 SS. leges sacratae 26.
156
Diritto e processo penale nell'antica Roma
lex Acilia repetundarum 66 ss., 68,
76.
-— Aternia Tarpeia de multa 21 ss.,
—
-— — —
—
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— Antonia de provocatione 79. — Appuleia de matestate 68 ss.
—
27. 34. Aurelia de ambitu 73. Aurelia iudiciaria 75, 92. Caelia tabellaria 54. Cassia tabellaria 54. Calpurnia de ambitu 73. Calpurnia de repetundis 65 ss., 68. Cornelia de adulteriis et de pudi-
citia 73.
— Cornelia de ambitu 72, 73. — Cornelia de falsis v. lex Cornelia testamentaria nummaria. — Cornelia de iniuriis 73. — Cornelia de maiestate 71 ss. — Cornelia de peculatu 73. — Cornelia de repetundis 72. — Cornelia de sicariis et veneficis 72, 97, 120. — Cornelia de vi 73. — Cornelia iudiciaria 71. — Cornelia sumptuaria 73. — Cornelia testamentaria nummaria 72, 96, 120 ss.
— Cornelia Baebia de ambitu 49, 72.
— Cornelia Fulvia de ambitu 49.
- de alea 49.
— duodecim tabularum 25, 27, ZI ss.
— Fabia de plagiariis 70.
— horrendi carminis 12. — Iulia de adulteriis coercendis 94, 97. — Iulia de ambitu 93, 97, 119.
— Iulia de annona 95.
— Iulia de vi publica et privata 93, 97, 103.
— Iulia iudiciaria 75.
— Iulia iudiciorum dpri vatorum 9r. — Iulia iudiciorum Pub licorum 9I
SS., 122. — Iulia maiestatis 94, 118. — Iulia peculatus 93. — Iulia vepetundarum 74, 96 ss, 118.
— Iunia repetundarum 66.
— Licinia de sodaliciis 74.
- Livia iudiciaria 70. — Lutatia de vi 74 nt. 38. — Menenia Sestia de multa 21 S S.,
— — -— -— — —
27, 34. Plautia (Plotia) de vi 74. Plautia iudiciaria 70 ss. Pompeia de ambitu 74. Pompeia de parricidiis 72, 75. Pompeia iudiciaria 75. Porcia de provocatione v. leges Porciae di drovocatione.
-— Remmia de calumniatoribus 77.
122. Sempronia de capite civis 57. Sempronia de provocatione 79. Sempronia iudiciaria 67. Servilia iudiciaria 70.
— -— -— — Servilia repetundarum 70, 77. — Tullia de ambitu 74, 78. — Valeria de provocatione (509 a.C.) 20 SS. — Valeria de provocatione (300 a.C.)
2I, 23. 35. -— Valeria Horatia de provocatione 20 SS. lenocinio 94, 148. litis aestimatio 78.
ludus gladiatorius v. condanna ai giochi del circo,
ludus venatorius v. condanna ai
giochi del circo,
lutto v. inosservanza dell’anno di lutto.
Indice delle cose notevoli
157
a m i t r a e l l e d o i z i magia V. eserc giche.
pauperies v. danni causati da animali. pax deorum 1 ss.
. 9 3 e r a t n a c n i n e m r a c m u l ma
peculato v. crimen peculatus.
. s i t a t s e t n a e m m i r s c a . t V s e mai
. 2 4 e r o t u t l i e n d o i malversaz membrum rupium 40.
i g e l i t r ; o i s s s messi v. furto di me
sulle messi. . e r e i n a i e n m l n l a a metallum v. cond . 1 2 o 1 t i d o e t r a c t n a m i ll . e r e i a n i n e m l n l a a d miniere v. con m u n r o o c c . v i l m l u a i t r e e m t minis . e r e i n i e a m l l n a n a d . 7 I , I 4 , 3 7 , 2 . S e S 1 t 2 l u m
pecuniae repetundae v. crimen vepetundarum. pena 54 ss., 78 ss., 112 SS., II4 ss. — capitale 55, 78 ss., 114 SS.
— fissa e variabile 113 ss., 140. percuotimento con i bastoni 117.
— con le sferze 117. perduellio 6, 11, 35 SS., 51, 52, 72. piaculum 3. pietre di confine v. crimen termini moti . e l ) a i n e n i a i m z i i r t c s i u municip (gi beni . di seq ues tro v. cap io pignoris 79. plagio v. crimen plagti. 145. SS., 72 cull ei poe na naufragio 97. . 0 5 , 35 , 19 s u m i x a m x e f i t n o p | i. at on ne i de e on zi neonati v. esposi e n o i z e i e d . V o x a s e o i t a t i p i c e a r p nominis delatio 67, 70. ea. p r a T e p u r a l l a d — receptio 76. 7 3 1 ., SS I O I e a n o n n a s u t c e f e a r p 8. 14 se uo st ce in e zz no . SS 5 3 1 ., SS I 0 I o i r o t e — pra . SS 7 3 1 ., SS 0I 1I î b r u — . 8 3 o i t a l u g obva . 8 3 1 e a n a t i l o p o n i t n a t s n o C i b r u . 9 3 o i t a t n e c c o , . SS 0 2 1 0 1 1 m u , l i 2 g i 7 v — , 9 6 , 7 3 , 1 1 , . s s omicidio 6 . 7 6 s i d n u t e p e r r o t prae 146. . e l a i r e p m i e l a n u b i r t . v s p e c n i r p i m e l l a a n n a d n o c . V i l l a t e m s u op ., ss 6 2 i e b e l p i r a n o i z u l processi rivo | niere. . 2 3 u c e s e ’ l l a a n n a d n o c . V m u c i l b u p — . . S S 3 5 , . e S S l 2 a 3 i z i o m s o s c e c o r p . e h c i l b b u p e r e p O i d zione SS. 55 . S S 2 1 ) ’ l l e d o s s e c o r p ( o i Oraz proditio 10, 37. 72.
. ° 4 m u t c a r f os
nel ale min cri a izi ust (gi province le) 79 ss., 102 SS., 135 SS.
20 ss., 12 m ulu pop ad o ati provoc . IOI 79, 50, 36, SS., 34 SS., 24 SS.,
publicatio bonorum v. confisca. parius
pascolo patrono
del cliente.
m a en im cr v. tu bi am de io st quae bitus. - de falsis v. crimen falsi. — de iniuriis 73.
158
Diritto e processo penale nell’antica Roma
- de parricidiisv. crimen parricidit.
— de repetundis v. crimen repetundarum.
— de sicartis et veneficis v. omicidio. — de vi v. crimen vis.
— peculatus v. crimen peculatus. quaestiones extraordinariae 56 ss., 63.
quaestiones perpetuae 63 SS., 68 ss., 71 SS., 73 SS., 76 sS., 79 ss., QI SS., 95 ss., 98 ss.
quaestores aerarii 33.
— darricidii 11, 31 ss., 35, 51, 64. quaria accusatio 54. quinquevirale iudicium 138. ratto 121, 147 ss.
receptio nominis v. nominis recepto. relegazione I1I16 ss. repetundae v. crimen repetundarum. res litigiosa v. consacrazione della cosa controversa.
7e% 2 SS., IO SS. rex SAcrorum 19.
rifiuto di testimonianza 38.
rimozione di termini v. crimen teymini moti. ripudio 3, 147. rupe Tarpea v. deiezione dal la rupe Tarpea. sacer esto v. consecratio. sacertà v. consecratio. saccularii 123. sacrilegium 93, 143.
saxum Tarpeium v. deiezion e dalla Ttupe Tarpea. scelus expiabile 3.
— înexpiabile 4.
schiavi 113, IIS.
seditio 10.
- Claudianum 97. — de matronarum lenocinio coer. cendo 97.
— -— -— — — —
Geminianum 96. Libonianum 96. Licinianum 96. Messalianum 96. Turpillianum 122. Volusianum 97.
sentenza 54, 77 ss., IO0 SS., 136 ss.
seppellimento di donna incinta v. divieto di seppellimento di do nna incinta. — entro la cinta cittadina v. d ivieto di seppellimento entro la cinta cittadina. sequestro di beni 32. - di persona 122. servitus poenae 116. simulazione di parto v. dartus suppostitus. sodalicia v. crimen sodaliciorum. sortilegi sulle messi 39. sottrazione agli obblighi del cen-
simento 4. stellionatus 124.
stuprum 94, 122, 147.
subreptio instrumentorum 121. subscriptio 76. summa coercendi potestas v. coerci-
tio dei tribuni della plebe.
summa supplicia 115. supplicatio 137. supplicium 4. suspensio Cereri 6.
taglio di alberi 42.
taglione 1, 40. Tarpeium saxum v. deiezione dalla rupe Tarpea.
i l o v e t o n e s o c e l l e d e c i d In
i a a n n a d n o c . V s u d u l s u i r o t a n e v
. 3 2 1 o i t a s r e v i terg
n e m i r c . v ) i d e n o i z o m i r ( i n termi . i t o m i termin i n i m r e t n e m i r c . V s u t o s m u n i m r te moti. a z n a i n testimo
V.
falsa
o m i t s e t
. a z n a i n o m i t s e t i d o t u i f i r nianza;
. o i t i d o r p ; o i l l e u d r e p . v o t n e m i trad . 0 6 , . 8 8 4 s 5 e l a t i tresviri cap
. S S 9 9 , e 8 l 9 a i r e tribunale imp . s s 6 0 o 1 , i 9 r 9 o t a e n l e a s n u trib tribuni plebis 26, 32, 51 SS. tutore v. malversazioni del tutore.
unciarium fenus v. fenus unciarium.
usura v. fenus unciarium. vades 54. vedova che non osserva l’anno di
lutto v. inosservanza dell’anno
maia,
di lutto.
159
. o c r i c l e d giochi
. 9 4 . 7 3 . I I , 7 , I a t t vende
. 5 e i l g o m a vendita dell . o i d i c i m o . veneficio v . a i z a r g . v venia . e n o i z a g i t s u f verberatio v. s i n o i t i s i u q n a m u i r a t n e m m vetus co . s i n o i t i s i u q n a m u i r a t n e m m o c v. vicarius 130. - Italiae 137. . 7 3 1 e a m o R s i - urb . e r e c r a c a . l v u vinc n e m i r c . o v r c l o p e s e i n d o i z a l o i v sepulcri violati. e r . o 4 t i n e o g l r i t e n z o n c e l vio o r e 4. c o u o s r l i t n o — c
vis v. crimen vis.
e n o i . t 5 s 1 u , 1 b 8 3 m o c i v i v
. e n o i t s u b m o vivi crematio v. vivic
INDICE DELLE MATERIE pag.
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IX
CAPITOLO I
E AL IN IM CR E ON SI ES PR RE GLI INIZI DELLA
à t i n u m o c a l l e d e t o d r e c a s e m o c e r l e d e l a n i m i r c e n o i z i d i. Giuris . 0 . . . . e l a r c a s a n e p n o c i t i 2. Reati pun . . . 0 . . . a t a v i r p a t t e d n e v a 3. Reati rimessi all l I . e r a t i l i m e t n a d n a m o c e m o c e r l e d e l a n i m i r c e n o i z 4. Giurisdi ius coercitionis
»
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o l o p o p l e d e n o i z a p i c e t r a p a n u i d e c c a r T . e r l e d i r a i l i s u A 5. e
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0 0 0 0 0 L . . a i f a Bibliogr
L
I 4
6 9
II
15
Diritto e processo penale nell’antica Roma CapitoLO III
LA LEGISLAZIONE DECEMVIRALE
Nr | | , i. 1. Il processo comiziale e il suo ambito d'applicazione. I quaestores parricidit .
bag.
31
2. Coercizione magistratuale e provocatio. I duumviri perduel-
lionîs
34
3. I singoli reati
36
Bibliografia»
./\/2066
44
CaPIToLO IV L'EVOLUZIONE DEI «IUDICIA POPULI» E LE «a QUAESTIONES EXTRAORDINARIAE » 1.
Nuove figure criminose e rafforzamento della Pprovocatio ad populum . LL... ce
2. Competenza repressiva dei vari magistrati . ...... 3. Svolgimento dei giudizi davanti alle assemblee p opolari . 4. Le quaestiones extraordinariae 2000000841 Bibliografia. L22000.
49
50
53
55 59
CaPITOLO V
LE «QUAESTIONES PERPETUAE »
I. Origine delle quaestiones dperpetuae . LL ... 2.
3.
La lex Calpurnia e la lex Acilia repetund arum . .... Gli sviluppi successivi Leges iudiciariae e leges de repe-
MUMdES
4. L'opera di Silla
0...
5. Le quaestiones di età postsillana . LL.. . 0. Svolgimento del processo . . . . . eee 7. Le pene . LL...
8.
Quaestiones nei municipi e nelle province . . ......
63 65
68 71
73 76 78 79
Sogn
APT ERROR ALSLA
162
6 103
Indice delle materie
CapitoLo VI
E E T S U G U A E M R LE RIFO » M E N I D R O A R T X E E LA « COGNITIO . . . . . . . . . . m u r o c i l b u p m u r o i c i d u i a i l u I x e l a i. L
a e t s u g u a e l a n e p e n o 2. Legislazi
LL.
3
e l a i r e p m i à t e a m i r p a l l e d i v i s n e t s e i t l u s n o c o t a n e S
s e n o i t s e a u q e l l a o i t i n g o c a l l e d e n o i z u t i t s o s a v i s s e r g o r 4. P I T T 0 0 0 0 / 2 / 2 i i d gla 0 0 6 . 2 . o i r o t a n e s e l a n u b i r t 7. Il . . . . . m e n i d r o a r t x e o t n e m i d e c o r p l 8. Caratteri de
PeE
93 95
98
102 106 I10
114
e
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d
a i f a r g o i l b i B
0 2 2 2 /
2 / 2
125
I I V o L o Capir
E L A N I M I R C E N O I S S E R P LA RE O R E P M I O S S A B NEL
* / * < < « m e n i d r o a r t x e o i t i n g o c a l l e d e n o i z a z z e i s l a r © e n e * G * I. | » i o c i s s a l e t s o p e i l m a i n r c o s s e c o r p l e d i r e t t a r a C Le 2. r n e n e p e l e i t a e r T 3. a , E R I F " 0 0 + + + a i f a r g o i l b Bi + .
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135
13 8 140 149 353