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Italian Pages [380] Year 1946
GALEAZZO
CIANO
DIARIO VOLUME
PRIMO
1939-1940
RIZZOLI EDITORE -
MILANO-ROMA
LA SECONDA GUERRA MONDIALE C O L L E Z I O N E DI M E M O R I E , DIARI E S T U D I
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GALEAZZO C I A N O
DIARIO VOLUME
PRIMO
1939-1940
RIZZOLI
EDITORE
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Copyright by Doubleday, Dora n & Company-New York, 1945
EDIZIONE
ITALIANA
CON INTRODUZIONE E NOTE DI U G O D ' A N D R E A
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Edizione, marzo 1946
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2 Edizione, maggio 1946
STAMPATO JN ITALIA - PRINTED IN ITALY
NOTA
INTRODUTTIVA
Il conte Galeazzo damo fu nominato Ministro degli Esteri il 9 giugno del 1936 dopo un mese dalla conclusione dell'im presa etiopica e dalla proclamazione dell'Impero. Dal 1930 egli era entrato nella famiglia Mussolini; dal 1933 si trovava, come Capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo e poi come Sottosegretario 'della Stampa e Propaganda, a quotidiano con tatto con il suocero. In quegli anni dimostrava filiale devozione e ardente ammirazione per il « duce ». All'inizio della guerra etiopica aveva ottenuto rapidamente i gradi di sottotenente, tenente e capitano di aviazione ed era partito per l'Africa re cando con sé un gagliardetto della squadra fascista fiorentina: (( La disperata » alla quale noti risultava che egli avesse mai appartenuto. La sua nomina a Ministro degli Esteri, appena di ritorno da quell'impresa alla sola età di trentatré anni, fu appresa con malcelato stupore. Dal 1932 Mussolini aveva riassunto perso nalmente la direzione degli uffici di Palazzo Chigi avendo a fianco il Sottosegretario Suvich che si era distinto per una politica cauta e moderata; attento, da una parte, a rafforzare i legami con i paesi danubiani, dall'altra a stringere i rapporti con le Potenze occidentali: Patto a Quattro (1933), reazione antigermanica all'assassinio di Dollfuss (193$); accordo Mussolini-Laval (1935) e convegno di Stresa (maggio 1935)- Ma tra l'autunno del 1935 e la primavera del 1936 Mussolini, si era gettato con impeto netta impresa etiopica. Raggiunta la vitto ria militare, stava ora ottenendo un grande successo diplo matico perché l'interesse italiano a rientrare nella comunità delle nazioni coincideva con l'interesse di tutte le Potenze a chiudere la pagina delle sanzioni per impedire una intesa tra Roma e Berlino. VII
NOTA
INTRODUTTIVA
Dall'ottobre ig22 al maggio 1935 non si può dire che la politica di Mussolini fosse uscita radicalmente dal binario della politica tradizionale italiana. L'affare di Corfù, nel 1923, aveva certo costituito un fatto nuovo e aveva posto in allarme, in Italia e fuori, gli uomini amanti della pace; ma quell'incidente era stato subito chiuso e pareva, negli anni successivi, dimenticato. Senza dubbio Mussolini abeva tenuto ad assumere in alcune occasioni pose di grande energia: prima e dopo 41 suo avvento al potere aveva tenuto verso gli alleati della prima guerra mondiale un atteggiamento assai aspro, qualche volta giustificato, qualche altra volta non commisurato alla realtà. Ma, in sostama, egli aveva dimostrato di temere la guerra perché essa avrebbe messo fine alla dittatura. Sino al 1932 aveva proclamato che il fascismo non era merce di esportazione e che i rapporti tra gli Stati erano regolati dai, reciproci interessi e non dai fattori ideologici. Tutte le volte che la sua natura lo aveva portato a compiere un gesto bellicoso, la riflessione che immediatamente seguiva lo aveva consigliato ad assumere tùna iniziativa pacifica. Si usava dire, in quegli anni, che in Italia vi erano certamente dei dissensi sulla politica interna, ma non sulla politica estera di Mussolini. La nomina del conte Ciano a Ministro degli Esteri doveva modificare profondamente l'equilibrio che si era faticosamente creato tra la dittatura e i quadri della diplomazia tradizionale. Probabilmente Mussolini pensò di seguire l'esempio di Napoleone III che aveva chiamato il fratellastro Morny e il cugino conte Walewski alle più alte cariche dell'Impero. Egli aveva il cattivo gusto di sentire la politica come spettacolo, e così era soggetto, in mancanza di vera capacità creativa, alla imitazione di alcuni modelli preferiti. Certo è che il conte Ciano fascistizzò la diplomazia così come il generale Baistrocchi aveva fascistizzato l'esercito. In un momento tanto delicato della situazione internazionale egli si insediò a Palazzo Chigi con l'ambizione di servire il suo « duce » con illimitato e fanatico entusiasmo. Ciano aveva, coti i suoi trentatré anni, una compremibile impreparazione all'alto ufficio al quale era chiamato, una natura molto sensibile, una emotività eccessiva, una organica incapacità alla riservatezza e ed dominio delle proprie passioni; una straordinaria ambizione, un desiderio senza freni di far valere l'autorità di cui era investito e di godere i beni
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e i piaceri che dalla sua posizione potevano derivargli. L'azione di freno che sino a quel momento i tecnici e gli esperti di Palazzo Chigi avevano esercitato sulle iniziative mussolindane venne probabilmente a mancare tra il giugno del 1936 e il 1939. Furono quelli gli anni di preparazione della guerra mondiale, in cui il conte Ciano venne, sì, facendo la sua esperienza, maturando il suo spirito e coltivando la sua intelligenza, ma troppo lentamente e tardivamente per esercitare una influenza qualsiasi sull'animo di Mussolini. In costui era avvenuto uno straordinario mutamento dopo la guerra etiopica. Aveva egli preso sul serio il titolo e gli onori di fondatore dell'Impero: si sentiva chiamato ad un grande destino e ad una alta missione storica, credeva al suo genio di condottiero. Si vantava di avere ideato da solo l'impresa etiopica e di averne da Roma guidato le operazioni militari sin nel dettaglio. Nell'esercizio delle sue funzioni di Governo cominciarono così a entrare la confusione e il turbamento che sempre provengono dalla contaminazione delle regole politiche con il fanatismo e la mistica delle ideologie. Egli non riusciva più a distinguere gli interessi e i fini del fascismo dagli interessi e dai fini della nazione e del popolo italiano. Il conte Ciano era da poche settimane insediato nel suo ufficio di Ministro degli Esteri, ed ecco esplodere la guerra civile di Spagna. Mussolini vi si caccia dentro impetuosamente come se si trattasse di un fatto interno, seguendo impulsi e sentimenti estranei ad ogni sereno giudizio politico. Mancò evidentemente ogni freno da parte del suo giovane Ministro degli Esteri. Mussolini, tutto pervaso dal demone dell'azione, rispettoso solo del fatto, del mero pragma, si abbandonava all'avventura che, nel suo animo, il destino riservava alla sua fatale missione, e Ciano, da quel che si può leggere in questo Diario che ha inizio nel gennaio 1939, quando il conflitto non era lontano dal suo termine, era infatuato di quell'impresa quanto il suo « duce » e padrone. V'ha di più. Le sanzioni e la guerra di Spagna avevano contribuito a riavvicinare sul terreno economico e su quello ideologico la politica di Roma e quella di Berlino che, dai giorni dell'assassinio di Dolfuss, avevano percorso due strade divergenti. È vero che nella sua novantaduesima sessione, che aveva avuto inizio VII maggio e termine^ 4 luglio 1936, il Consiglio della Società delle Nazioni aveva votato la fine delle IX
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INTRODUTTIVA
sanzioni contro l'Italia, riconoscendo così la vittoria della politica mussoliniana. Il « duce » avrebbe potuto assaporare il suo successo e riprendere la sua collaborazione a Ginevra, ma ecco di lì a pochi giorni come abbiamo visto la nuova guerra di Spagna, Si combatteva colà una guerra di idee nella quale fascismo e nazismo si trovarono l'uno a fianco dell'altro. Ora Mussolini stava per commettere il più terribile errore della sua vita, e non vi era nessuno al Ministero degli Esteri che avesse Vautorità e la capacità di farlo riflettere e di trattenerlo. Fu anzi proprio Ciano l'iniziatore della politica dell'Asse. Egli si recò dal 20 al 24 ottobre IQ36 a Berlino e a Berchtesgaden e ne tornò con due comunicati: uno con il riconoscimento dell'impero italiano di Etiopia e l'altro per constatare la concordanza di vedute e il proposito dei due governi di svolgere un'azione comune per la pace e la ricostruzione. Dopo pochi giorni Mussolini prommciava un discorso in Piazza del Duomo, a Milano, per'dichiarare che « la verticale Roma-Berlino non è un diaframma: è piuttosto un asse attorno al quale possono collaborare tutti gli stati europei ottimati da volontà di collaborazione e di pace ». Questo fu l'atto di nascita dell'asse e il suo primo gesto fu il riconoscimento, diciotto giorni dopo, del Governo di Franco. Nel diario del conte Ciano non si trova cenno di questi avvenimenti; nè di quelli del igyj-ig^S. Qualcuno ha scritto che la moglie Edda, nel passare il confine italo-svizzero nel gennaio 1944, non potendo nascondere le sette agende del diario, ne eliminò due che rimasero in Italia insieme con i volumi dattilografati dei « Colloqui » ed un pacco di documenti che portano la dicitura: Germania. Tutto ciò è possibile; ma è forse più probabile che la prima parte del diario non sia parsa ai familiari del conte Ciano abbastanza interessante. Certo, essa, dato lo stato d'animo dell'autore, nel primo periodo del suo ufficio, deve essere in forte contrasto con i quaderni che sono qui pubblicati. —* Abbiamo già fatto rilevare che, al momento della nomina a Ministro degli Esteri, il conte Ciano non aveva che trentatré anni. Egli era ben lontano dall'essere del tutto formato come uomo politico e come diplomatico; era assai soggetto alla suggestione dell'altrui volontà e dell'altrui intelligenza; pronto alla
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imitazione e all'assimilazione, desideroso di crearsi un circolo di letterati, di giornalisti, di artisti, ansioso di salire nella scala sociale per divenire il favorito dei ritrovi e dei salotti più aristocratici ove poter soddisfare avidamente la sua straordinaria vanità e la sua smisurata sete di piacere e di amore fisico. Certa società romana si legò al nuovo astro del firmamento politico per una istintiva difesa in tempi di continua predicazione rivoluzionaria e di minacciose e sempre annunciate riforme. Mentre il genero seguiva il suo piacere e il suo istinto netta società aristocratica, Mussolini tornava con brutale ostentazione, nel 1938, alle sue origini di socialista rivoluzionario. Egli andava identificando in quel tempo il nemico del fascismo: un nemico che non aveva mai cessato di esistere dall'ottobre del 1922. In un suo discorso del 2$ ottobre del 1938 al Consiglio nazionale del partito, egli annunciò di avere alfine identificato questo nemico nella borghesia. Videro, subito dopo, la luce due 0 più libriccini di gerarchi fascisti contro la borghesia e venne di moda, nella stampa fascista, insultare il borghese. Ciano non potè non avvertire che tutte le cose che egli desiderava e amava ermo detestate da Mussolini e additate al pubblico disprezzo. L'esecutore della volontà di Mussolini, nella così detta « rivoluzione del costume », era allora Starace. Ciano si affrettò a vedere in Starace il suo nemico. Il dissidio interno tra le correnti del fascismo, la corrente rivoluzionaria originaria e quella che chiameremo, con un termine generico, borghese, si estese alla politica internazionale. Le categorie intellettuali e borghesi che respingevano i principi del razzismo e dell'autarchia detestavano la Germania e vedevano con crescente preoccupazione l'adesione sempre più stretta del fascismo al nazionalsocialismo. I salotti che il conte Ciano frequentava erano per lo più di amici dell'Inghilterra, della Francia, degli Stati Uniti. Era più che naturale che tutto ciò alla lunga avesse la sua influenza sul sentimento e sul giudizio del giovane Ministro degli Esteri e sulle sue simpatie e antipatie. Tutto però fa credere che il conte Ciano non avesse a modificare il suo entusiasmo per ^indirizzo impresso da Mussolini alla nostra politica estera sino al verificarsi de/Z'Anschluss nel marzo 1938. Questo fatale avvenimento determinò un grave turbamento non solo in Ciano, ma nello stesso Mussolini. XI
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INTRODUTTIVA
Con la fine dell'indipendenza austriaca veniva a modificarsi l'equilibrio politico europeo creato dai trattati del 191Q. Per quanto schiavi di vane ideologie, Mussolini e Ciano non potevano non constatare che il diverso equilibrio si realizzava a danno dell'Italia. La politica danubiana perseguita pazientemente da Roma per circa un decennio veniva a perdere uno dei suoi cardini fondamentali. Tutto il mondo germanico veniva a premere alla nostra frontiera nord-orientale. Tutto ciò era avvenuto per iniziativa tedesca nonostante i nostri ripetuti dinieghi e nonostante il nostro vivo interessamento alla indipendenza austriaca. Mussolini avvertì la gravità del pericolo e pensò evidentemente di fare macchina indietro spingendo innanzi le trattative con Londra per un patto di amicizia che, sottoscritto il 16 aprile, ebbe il nome di Patto dì Pasqua. Erano passati appena otto giorni dalla firma di questo Patto, che nel congresso dei tedeschi dei Sudeti, a Karlsbad, il capo di quel partito Konrad Henlein chiedeva al governo di Praga la revisione della politica nei confronti dei Sudeti. Intanto Hitler stava per giungere a Roma per restituire a Mussolini la visita del settembre precedente a Monaco e a Berlino. Il 3 maggio il FHhrer tedesco giungeva a Roma ove si accendeva la girandola del dinamismo italo-tedesco e della rivoluzione europea. Mussolini veniva a trovarsi dinnanzi a un difficile passo. La rivoluzione europea iniziata da Hitler con Z'Anschluss colpiva profondamente gli interessi^ italiani. ISlon solo, ma essa si iniziava quando l'Italia andava esaurendo le sue risorse belliche e pareva disposta a Passare dal novero delle Potenze insoddisfatte a quello delle Potenze soddisfatte. Tutto quindi pareva suggerire a Mussolini l'opportunità di ripiegare dalle posizioni dell'Asse a quelle delle democrazie occidentali. Ma Mussolini non voleva in alcun modo riconoscere il fallimento della sua rivoluzione e temeva di rimanere isolato, di restare esposto alla rappresaglia dei Governi di Londra e di Parigi che avrebbero potuto consigliare a Hitler di realizzare, con l'occupazione dell'Alto Adige, un altro punto del programma di unità di tutto il popolo tedesco. La stampa francese che si accaniva in questi accenni lo irritava profondamente e lo spingeva, nonastante tutto, nelle braccia di Hitler.
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NOTA
INTRODUTTIVA
La situazione di incertezza della politica italiana si protrasse per tutto l'armo I938 e nei primi mesi del 1939 sino alla firma del nefasto Patto d'acciaio. Un esame approfondito e dettagliato delle complesse e varie fasi della politica europea ed italiana in quegli anni decisivi non potrebbe esaurirsi nelle pagine necessariamente limitate di questa prefazione. Tutti i tentativi, palesi e occulti, che furon compiuti per migliorare i rapporti con Londra e con Parigi si spuntarono sempre dinnanzi all'ostinato preconcetto ideologico di Mussolini. Egli affermava essere questo nostro un tempo terribile e affascinante di rivoluzione di tutti i valori e di trasformazione nella gerarchia delle Potenze. Egli non rifuggiva dal ricorrere ad atti di prudenza quando la tempesta della guerra stava per scatenarsi, ma attizzava il fuoco, congiurava a oriente e a occidènte quando la situazione internazionale pareva distendersi e divenire tranquilla. Dinnanzi fl/Z'Anschluss sia Mussolini che Ciano compresero tutti i rischi della politica dell'Asse. Essa si rivolgeva innanzi tutto contro di noi. Ma le reazioni psicologiche furono diverse in Mussolini e in Ciano. L'uno si riprese rapidamente e continuò a giocare la carta germanica pur lasciando compiere l'esperienza del Patto di Pasqua con l'Inghilterra e lasciando riprendere le conversazioni con Parigi. L'altro cominciò a nutrire verso i tedeschi la diffidenza e il rancore che lo portarono alla non dissimulata rottura con Ribbentrop e, infine, all'azione antimussoliniana del 25 luglio, alla cattura per un inganno tedesco e alla morte per volontà di Mussolini. Nel marzo 1938 cominciò a prevalere apertamente nell'animo di Mussolini l'interesse del regime e della sua personale dittatura su ogni altra considerazione di interesse nazionale. Qualcuno dirà che questo era sempre avvenuto da quando Mussolini aveva assunto il potere. Anche questo è vero, ma fra l'interesse del regime e l'interesse della nazione italiana, mai si era determinata una così netta e flagrante opposizione. Qualunque vantaggio infatti potesse a noi derivare da una vittoria tedesca (e già questa ipotesi era un grossolano errore), non v'era dubbio che noi avremmo pagato qualsiasi temporaneo e vantaggioso accordo con Hitler, con la-perdita definitiva della nostra indipendenza in una Europa violentemente germanizzata. XIII c
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CIANO,
Diario (1)
NOTA
INTRODUTTIVA
Scrive Sumner Welles nella sua prefazione al Diario nella edizione americana, che esso costituisce « uno dei più preziosi documenti storici dei nostri tempi ». Forse questo giudizio è per noi eccessivo. Nessun italiano può, infatti, leggerlo senza sentire il rossore per la condizione in cui un grande popolo era stato ridotto dalla tirannia. La bassezza e la volgarità delle alte gerarchie del fascismo sorprendono anche i meglio informati e i meno propensi alle illusioni. La marcia determinata alla rovina, prevista e presentita dalla maggioranza degli italiani, senza che alcuno si sia levato ad arrestarne il corso ci umilia e ci offende oggi come ieri. Ma senza dubbio l'interesse del documento . 14». I « M I pna»*. A ka-te parfa,ufaaBt J J. 1
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AGOSTO
1939
I colloqui che ò avuto con lui sono oggi durati sei ore ed ho parlato con una franchezza brutale. 16 AGOSTO — Anche oggi due colloqui a Palazzo Venezia: solo, in mattinata, e accompagnato da Attolico nel pomeriggio. Il Duce è sempre più convinto del fatto che Francia e Inghilterra entreranno in guerra se la Germania attacca. « Se non agissero cosi — dice — io manderei un ultimatum alla Banca di Francia, chiedendo la consegna dell'oro, che è la cosa che i francesi hanno, sopra ogni altra cosa, cara )>. Comincia a reagire vivacemente contro il contegno clie i tedeschi hanno tenuto nei suoi confronti personali. Io lo eccito sempre, con tutti i mezzi. Nel pomeriggio esaminiamo a lungo l'opportunità di inviare la nota ai tedeschi, ma poi concludiamo essere meglio fare una comunicazione verbale, poiché una nota scritta potrebbe indurre la Germania a chiedere precisazioni circa il nostro eventuale contegno in caso di guerra. Questa è l'ultima cosa ch'io desidero: Mussolini, preso sul punto d'onore, sarebbe capace di ribadire l'impegno di marciare con i tedeschi. Già voleva farlo due giorni fa ed è stato ardua fatica l'impedirlo. Sarebbe una folle avventura, compiuta contro l'unanime volontà del popolo italiano, che ancora non sa come stanno le cose, ma avendo fiutato la verità, è preso da un impeto d'ira contro i tedeschi. Starace .— che in materia non è sospetto — dice che quando la Germania attaccherà la Polonia, bisognerà tenere gli ocqhi bene aperti per impedire pubbliche manifestazioni antitedesche. Una politica di neutralità sarà invece molto popolare, e, se fosse necessario più tardi, altrettanto popolare sarebbe la guerra contro la Germania. 17 AGOSTO — Con Attolico, di nuovo, dal Duce. Ha un ritorno di fiamma degli scrupoli lealistici e vorrebbe che Attolico contermasse a Ribbentrop che, nonostante tutto, l'Italia marcerà con la Germania se le democrazie si getteranno nella fornace. Mi sono battuto come un leone contro questa idea e son riuscito a far modificare queste istruzioni del Duce nel senso di tacere, fino almeno a quando i tedeschi non ci rinnoveranno la richiesta, su quanto noi faremo. Comunque il Duce non ha ancora fissato una precisa linea di condotta ed è ancora capace di serrare di più i legami con la Germania. Eppure si rende conto, e tutti gli dicono che il nostro Paese non vuol più saperne dei tedeschi. 143
AGOSTO
1939
Breve colloquio con Mackensen> al quale do notizia di quanto Attolico dovrà domani dire a von Ribbentrop: Breve colloquio con Cristich, come sempre spaurito ed incerto, ed infine ricevo Percy Loraine. Non gli nascondo che considero la situazione molto grave e dico che l'Europa ha bisogno di molto buon senso per evitare la crisi. Risponde che il buon senso c'è, ma non per questo l'Europa intende sopportare i periodici diktat di Hitler. Se la crisi c'è, l'Inghilterra si batterà. Lui stesso vorrebbe partecipare di persona. Jla- solo un pensiero che lo rattrista: quello che forse, per la prima volta nella storia, i nostri due paesi dovranno battersi tra loro. Non rispondo, ma credo ch'egli ha inteso che anch'io non desidero questa eventualità. 18 AGOSTO — Nella mattinata, colloquio col Duce con la solita sua altalena di sentimenti. Egli ritiene ancora possibile che le democrazie non marcino e che la Germania possa a buon mercato fare.un ottimo affare dal quale non vuole escludersi. Poi teme l'ira di Hitler. Pensa che una denunzia — o qualche cosa di simile — del Patto, possa indurre Hitler ad abbandonare la questione polacca, per saldare il conto dell'Italia. Tutto ciò lo rende nervoso e inquieto: (1) i miei suggerimenti durano pochi secondi. Ormai sospetta anche me di ostilità all'Asse, di partito preso e anche la mia influenza in materia — purtroppo —- sembra declinare. Nel pomeriggio arriva d'improvviso il Conte Csaky. È, come sempre, farraginoso, impreciso e contrastato. Sottopone l'idea di fare in gran fretta un patto d'alleanza con l'Asse. Spera in tal modo di salvare l'Ungheria dall'invasione germanica e comunque di gabellarla per la marcia dell'alleato. Io sconsiglio perchè soprattutto vedo in ciò un nuovo legame tra noi e Germania. Anche il Duce si mantiene molto riservato. Csaky non ha impressioni ben definite sulla situazione. Pensa ancora alla possibilità di bluff germanico. Dice che il popolo ungherese odia i tedeschi nella proporzione del 95%. Lo stesso Reggente parlando di loro li ha chiamati « briganti e buffoni » (1) Dopo l'occupazione di Vienna per efletto dell'Anschluss, Hitler era venuto in possesso di tutta la documentazione relativa alla politica antinazista di Mussolini tra il 1933 e il 1938. Mussolini lo sapeva e sapeva anche che i tedeschi si sarebbero avvalsi di questi documenti in caso di conflitto tra Roma e Berlino. I precedenti dell'Austria e della Cecoslovacchia lo riempivano di spavento.
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(FOTO LUCE)
Ciano e Hitler ad una manovra
militare.
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e la signora Horthy ha detto che anche lei impugnerebbe le armi se si trattasse di combattere contro i germanici. Per la prima volta, in forma ufficiale, ci è stato parlato di mettere Aosta sul trono di Ungheria. Il Reggente sarebbe favorevole, ma l'ostacolo è rappresentato dal possibile veto tedesco. ig AGOSTO — Arrivo a Tirana, ove mi raggiunge la notizia del Conferimento dell'Annunziata. Visita alle opere pubbliche di Tirana e Durazzo. In Albania si è molto lavorato nella materia e nello spirito. Ottime le organizzazioni'flel Partito. Specialmente il lavoro compiuto presso la gioventù, che oramai è nettamente orientata verso l'Italia. Non vi è dubbio che se potremo lavorare in pace entro alcuni anni saremo in possesso della più ricca regione d'Italia. Sono molto soddisfatto di quanto vedo, ma oggi lo spirito è assente: le vicende della politica europea sono troppo gravi e cupe per permettermi di concentrare la mia attenzione soltanto sulle cose albanesi. 20 AGOSTO — Sul Duca degli Abruzzi raggiungo Valona. Anche qui accoglienza molto calorosa. Quanta miseria! Durazzo e Tirana sono, al confronto, due metropoli. Eppure la regione è molto bella, la baia ampia, il mare ricco e pescoso. Con qualche anno di lavoro tutto sarà trasformato. Dovevamo andare a Korcia, ma il tempo brutto ci ha dissuasi. Siamo tornati a Durazzo. È lì che mi à raggiunto un telegramma di Anfuso per annunciare che la mia presenza a Roma in serata è « estremamente opportuna ». Cancello la visita a Scutari e torno a Roma. È avvenuto questo : il Duce in mia assenza ha fatto marcia indietro. Vuole ad ogni costo affiancare la Germania nel conflitto che è ormai prossimo. E vuole in serata mandare — tramite Attolico — una comunicazione in tal senso ai tedeschi. Nel frattempo gli inglesi hanno fatto un appello al Duce per risolvere pacificamente la vertenza. Colloquio a tre, Mussolini, io, Attolico. Il Duce è deciso: porta questo argomento: è troppo tardi per piantare in asso i tedeschi. Se ciò avvenisse la stampa di tutto il mondo direbbe che l'Italia è vile, che non è pronta, che si è tirata indietro di fronte allo spettro della guerra. Cerco di polemizzare, ma stasera è una vana fatica. È pervicacemente intestato in 145 10. CIANO,
Diario (lì
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questa idea. Prendo lo spunto dalla comunicazione inglese per ottenere un rinvio di ogni decisione a domattina. Ho ancora speranza di spuntarcela, mentre Attolico esce da P. Venezia sfiduciato e affranto. 21 AGOSTO — Oggi ho parlato chiaro: ho bruciato ogni mia cartuccia. Quando sono entrato nella stanza, Mussolini ha confermato la sua decisione di marciare con i tedeschi. « Voi, Duce, non potete e non dovete farlo. La lealtà con cui vi ho servito nella politica dell'Asse mi autorizza a parlarvi chiaro. Andai a Salisburgo per trattare una lìnea comune: mi trovai di fronte ad un diktat. I tedeschi — non noi — hanno tradito l'alleanza, per cui noi dovremmo essere stati soci e non servi. Stracciate il Patto, gettatelo in faccia a Hitler e l'Europa riconoscerà in voi il Capo naturale della crociata antigermanica. Volete che vada io a Salisburgo? Ebbene, vado e saprò parlare ai tedeschi come conviene. A me Hitler non farà spengere la sigaretta, come fece con Schussnigg ». Queste ed altre cose gli ho detto. Ne è stato molto scosso ed ha approvato la mia proposta. Chiamare Ribbentrop al Brennero e parlare con ogni franchezza e rivendicare i nostri diritti di soci. Non vuole che l'Asse per ora salti: ma se dovesse anche saltare, non sarò io a piangere. Telefoniamo a Ribbentrop che per lungo tempo non si fa trovare. Finalmente alle 17,30 gli parlo e dico che intendo vederlo al Brennero. Risponde che non può darmi una risposta subito perchè « attende un importante messaggio da Mosca (sic) ». Telefonerà in serata. Lo dico al Duce che mi domanda — come fa spesso in questi giorni — quale è stato il tono della conversazione e come era l'umore tedesco. Nuovo colloquio col Duce. Approva il documento che io ho redatto per la discussione con Ribbentrop e fissiamo 4 punti circtf le eventualità che possono presentarsi. A mio avviso, tre non contano e uno è fondamentale: quello che non interverremo se il conflitto sarà provocato da un attacco alla Polonia. • 22 AGOSTO — Ier sera alle 10,30 si è prodotto il colpo di scena. Ribbentrop ha telefonato che avrebbe preferito vedermi a Innsbruck anziché alla frontiera, dovendo poi partire per Mosca onde firmare il Patto politico con i Soviet. Ho sospeso ogni decisione ed ho riferito al Duce. Ha concordato con me nel ritenere ormai oltrepassato il viaggio in Germania. Ho di 146
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nuovo parlato con Ribbentrop per dirgli che il nostro eventuale incontro sarà rinviato al ritorno da Mosca. Lunga telefonata col Duce. Non c'è dubbio che i tedeschi hanno fatto un colpo da maestri. La situazione europea è sconvolta. Potranno ancora Francia e Inghilterra che hanno basato tutta la loro politica antiasse sull'alleanza coi So vieti, contare sull'adesione incondizionata delle masse estremiste? E terrà ancora il sistema d'accerchiamento a mezzo dei piccoli stati ora che il caposaldo Mosca è crollato? Comunque non conviene precipitare le decisioni : attendere, e se possibile tenerci pronti a fare anche noi la nostra parte di bottino in Croazia e Dalmazia. Il Duce ha già costituito l'armata comandata da Graziani: io ho cominciato a mobilitare i nostri amici croati, in Italia e in luogo. Nel corpo diplomatico, molto disorientamento per l'evento russo: in generale, i democratici, cercano di svalutare fa cosa. In serata vedo Percy Loraine, che vorrebbe una risposta al suo passo di domenica. La mia risposta è vaga ma non negativa: confermo una generica volontà di pace e la disposizione del Duce ad appoggiare presso Hitler la tesi dei negoziati. 25 AGOSTO — La giornata è carica di elettricità e densa di minaccie. Intanto l'ansietà per il patto russo-tedesco lascia il posto ad una più razionale valutazione dell'avvenimento, che non è — a mio avviso — così fondamentale. Francia e Inghilterra fanno sapere ai quattro venti che interverranno egualmente in un eventuale conflitto. Il Giappone protesta. Notizie da Tokio segnalano un malumore accentuato dall'ignoranza nella quale fino ad ora il Giappone era stato tenuto. Il Duce, in seguito a mie insistenze, mi autorizza a presentare a Percy Loraine un piano di risoluzione, basato su una preliminare restituzione di Danzica al Reich : dopo di che negoziati e grande Conferenza della Pace. Non so se è stata l'emozione o il caldo, ma certo è che Percy Loraine è svenuto o quasi tra le mie braccia. Ha trovato asilo e riposo nel gabinetto: in quello non diplomatico. Colloquio con Francois Poncet, piuttosto scoraggiato e pesrsimista. Anch'egli però ripete che la Francia si batterà, pur non sottovalutando la portata della defezione russa. Mi telefona Weiszacker dal Berghof per comunicarmi l'aspra risposta di Hitler all'Ambasciatore britannico: un'altra speranza che cade. Nuovo colloquio col Duce. Nei confronti della visita al Re, 147
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non vuole che lo metta al corrente dei documenti anti-germanici da me preparati: devo limitarmi a far vedere i quattro punti, che però non sono stati ancora comunicati ai tedeschi. Il Duce stassera è bellicista : parla di armate e di attacchi : ha ricevuto Pariani che gli ha dato notizie buone sulla situazione dell'esercito. Pariani è un traditore e un bugiardo. Philips, in serata, mi porta un lungo.messaggio di Roosevelt per il R e : non mi sembra molto concludente. 24 AGOSTO — A Sant'Anna di Valdieri per conferire col Re. L'opportunità è stata data dalla visita di ringraziamento per il Collare. Ma di Collare si parla ben poco. Vuole notizie sulla situazione. Lo metto rapidamente al corrente di quanto è avvenuto, ma con lui non ho bisogno di attaccare i tedeschi poiché è già in uno stato d'animo di aperta ostilità. Mostro i quattro punti concordati col Duce circa il nostro contegno. Egli approva, soprattutto, il terzo : quello cioè della neutralità. A suo giudizio non siamo assolutamente in condizioni di fare la guerra: l'esercito è in uno stato « pietoso », la rivista e le manovre hanno rivelato appieno la triste condizione di impreparazione delle nostre grandi unità. Anche la difesa della frontiera è insufficiente: egli à compiuto trentadue ispezioni ed è convinto che i francesi possono passare e anche con molta facilità. Gli ufficiali sono scadenti, i mezzi vecchi e inadatti. A ciò si deve aggiungere lo stato d'animo del paese nettamente antitedesco: i contadini vanno alle armi, maledicendo quei « buggeroni di tedeschi ». Bisogna quindi, a suo avviso, restare con le armi al piede in attesa degli eventi. Sei mesi di neutralità, ci danno una grande forza. Comunque, se decisioni supreme dovessero essere prese, desidera trovarsi a Roma per « non essere tagliato fuori » e spera che il Duce in caso di conflitto dia al Principe di Piemonte un comando. « Hanno il comando quei due imbecilli di Bergamo e di Pistoia, può bene averlo mio figlio la cui testa vale quella del Duca d'Aosta ». Poi, paternamente, ha aggiunto che il Principe a me vuol bene, molto bene, e che di me sempre gli parla con fiducia e speranza. 25 AGOSTO — Nella nottata, telefonata con Ribbentrop che da parte di Hitler fa sapere che la situazione sta diventando « critica », per le, solite «provocazioni polacche». Il tono è 148
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meno deciso e altero del consueto. Gli accenno alla opportunità di vederci. La risposta è dilatoria. Bastianini mi informa che durante la mia assenza l'atteggiamento del Duce è tornato ad essere bellicista ad oltranza. Infatti è questo stato d'animo ch'io troVo al mattino. Mi valgo molto delle opinioni del Re per smontarlo e riesco a fare approvare una comunicazione a Hitler nella quale si annuncia il nostro non intervento immediato, salvo riesaminare tutta la posizione quando avremo completato il nostro apparato bellico. Sono molto felice di questo risultato, senonchè il Duce mi richiama a P. Venezia. Ha cambiato idea: teme l'aspro giudizio tedesco, vuole intervenire subito. Inutile lottare : mi rassegno e torno a P. Chigi ove la costernazione rimpiazza la euforia di pochi minuti prima. Ore 1 4 : mi si annunzia un messaggio di Hitler al Duce. Vado a P. Venezia con Mackensen. Il messaggio, ambiguo, fa della metafisica e conclude lasciando intendere che l'azione inizierà tra poco e chiedendo la « comprensione italiana ». Prendo lo spunto da questa frase per persuadere il Duce a scrivere a Hitler: noi non siamo pronti a marciare: lo faremo se ci darete tutto quello che di mezzi bellici e di materie prime può abbisognarci. Non è una comunicazione come io avrei voluto : ma è già qualcosa. Il ghiaccio è rotto. La telefono personalmente e in chiaro a Attolico che la porta a Hitler. La reazione tedesca è fredda. Mackensen porta alle 21,30 una breve nota nella quale ci si chiede l'elenco preciso del nostro fabbisogno. In macchina, Mackensen che è ostile all'avventura militare, mi raccomanda di fare una lista ben completa: spera che ciò freni il suo Governo. Infatti una prima frenata c'è stata: Roatta ha telefonato che è stato sospeso l'ordine di mobilitazione e di marcia pronto per stanotte. 26 AGOSTO — Da Berlino tempestano per avere la lista dei nostri fabbisogni. A tal uopo alle 10 ci riuniamo a P . Venezia con i Capi di Stato Maggiore delle tre forze annate e Benni. Prima di entrare nella stanza del Duce richiamo questi camerati al loro senso di responsabilità : devono dire la verità sullo stato delle scorte, non fare — come spesso avviene del criminoso ottimismo. Tutti sono in questo stato d'animo: il più ottimista è Pariani. Valle, invece, stamane è molto conscio della responsabilità ed è onesto nelle sue dichiarazioni. Le nostre necessità sono enormi, poiché le scorte sono nulle o quasi. 149
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Si redige la lista : é tale da uccidere un toro, se la potesse leggere. Rimasto solo col Duce prepariamo un messaggio per Hitler: spieghiamo perchè abbiamo un così vasto fabbisogno e concludiamo dicendo che l'Italia senza tali forniture non può assolutamente entrare in guerra. Il Duce fa anche un cenno all'eventuale sua azione politica. Attolico, nel trasmettere la richiesta, incorre in'un equivoco. (In un colloquio successivo Attolico mi ha detto di non trattarsi di un equivoco, bensì di avere sbagliato di proposito per scoraggiare i tedeschi dal venire incontro alle nostre richieste). Chiede la consegna immediata di tutto il materiale: cosa impossibile perchè si tratta di 170.000.000 di tonn., che richiedono per il trasporto 17.000 treni. Chiarisco la cosa. Presto viene una risposta di Hitler: potrebbero darci solo ferro, carbone, legname. Poche batterie antiaeree. Lui stesso consente che comprende la nostra situazione e ci invita a mantenere un contegno amichevole. Da solo si propone, dopo aver annichilito la Polonia, di battere Francia e Inghilterra. Allontanatosi Mackensen, il Duce redige la risposta: prende atto ed esprìme il suo rimpianto di non poter intervenire. Propone ancora una soluzione politica. Il Duce è veramente sconvolto: il suo istinto militare e il suo senso dell'onore lo portavano al combattimento. La ragione lo ha fermato. Ma molto ne soffre. Nel campo militare è stato mal servito dai suoi collaboratori, che nell'illusione di una pace eterna anno coltivato in lui pericolose illusioni. Oggi ha dovuto dar di cozzo in una dura realtà. £ per il Duce è stato uno schianto. Però, l'Italia è salva da una grande sciagura: quella stessa che sta per abbattersi sul popolo tedesco. Hitler muove in guerra con una impressionante scarsezza di mezzi e col popolo diviso. Il messaggio è rimesso al Fùhrer alle 20 circa. Annunzia una sua risposta. 27 AGOSTO — Halifax mi fa comunicare in tono molto cortese che le misure precauzionali prese in Mediterraneo non devono essere interpretate come preludio di ostilità contro di noi. Rispondo in tono altrettanto cortese: mi preme mantenere il contatto con Londra. Risposta di Hitler : sembra sempre deciso a marciare e ci chiede tre cose : non far conoscere la nostra decisione di neutralità fino a quando ciò non sia necessario, continuare le misure militari per inchiodare i franco-britannici, mandare opeHO
rai agricoli e industriali in Germania. Il Duce risponde che accetta di fare tutto ciò e promette una revisione della nostra condotta dopo la prima fase del conflitto. Ma quando finirà questa prima fase? Lui stesso stamani è contento della decisione di « stare alla finestra ». Intanto avviene un fatto singolare: gli inglesi ci comunicano il testo delle proposte tedesche a Londra, delle quali si fa un gran parlare ma che noi ignoriamo al cento per cento. Cose grosse: Hitler propone agli inglesi un'alleanza 0 quasi. E naturalmente a nostra insaputa. Io mi indigno e lo dico: Il Duce si indigna ma non lo mostra: vuole ancora tenere un atteggiamento di solidarietà coi tedeschi, almeno in apparenza. Naturalmente nascondo questa nostra ignoranza a Percy Loraine, cui consiglio di non respingere le proposte tedesche e cominciare a negoziare, se non altro per guadagnar tempo. Decidiamo di prendere un contatto diretto con Halifax e gli telefono. La cosa riempie di gioia Percy Loraine e lo stesso Halifax che mi dice di non essere intenzione inglese di respingere le offerte, pur salvaguardando gli impegni esistenti con la Polonia. La telefonata è improntata, d'ambo le parti, ad una estrema cordialità. La situazione, dunque, sta gradualmente migliorando. Ho dovuto sostenere una dura lotta per convincere il Duce ad agire come ha fatto. E devo aggiungere che in questa partita sono stato completamente abbandonato da tutti coloro che non si preoccupano di dire al Duce se non le cose che pensano possano fargli piacere. La verità è l'ultimo dei loro pensieri. Starace è arrivato, nella sua pochezza intellettuale e morale, a, dire a Mussolini che le donne italiane sono felici della guerra perchè ricevono sei lire al giorno e si levano 1 mariti dai piedi. Che vergogna! Il popolo italiano non merita l'insulto di tanta volgarità. Ma non fa niente. Continuo da solo la mìa lotta perchè sono convinto della buona causa: la guerra, oggi, nelle nostre condizioni materiali e morali sarebbe la estrema iattura. E, 4| ogni costo, intendo evitarla. 9 Nel colloquio pomeridiano trovo che anche il Duce è ormai in questo stato d'animo. La questione delle trattative segrete a Londra ha dato un forte colpo ai tedeschi, nel suo giudizio. Dice che Hitler agisce così per paura di un intervento del Duce, ehe valga all'ultimo momento a risolvere la crisi, come già lo scorso anno a Monaco, ed a far salire il suo prestigio, del quale Hitler sarebbe geloso. Non so se questa spiegazione è esatta: per me ve n'è una più semplice : che i tedeschi sono infidi e 151
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b u g i a r d i . Qualsiasi alleanza con loro diviene in b r e v e u n a c a t t i v a alleanza. D a L o n d r a si c o m u n i c a c h e il C o n s i g l i o dei Ministri è finito, m a v e r r à ripreso d o m a n i alle 12 per la risposta definitiva a Hitler. A t t o l i c o h a chiesto
a Ribbentrop
sulla situazione. G l i h a risposto che ci sono p o c h e pacificazione e c h e Henderson
(1)
notizie
chances
di
a L o n d r a si è recato per
esporre soltanto idee proprie. È possibile essere più m a i a l e di R i b b e n t r o p ? M a tutto ciò v a b e n e perchè contribuisce a far sparire gli ultimi scrupoli che a n c o r a O g g i è già più s o l l e v a t o .
contenevano
il
Duce.
N o n p a r l a affatto di interventi
in
secondo t e m p o . D i c e che farà soltanto quello che ci c o n v i e n e , d o p o avere atteso c o n m o l t a c a l m a
lo s v i l u p p o della
situa-
zione. C e n'è v o l u t o per tirarlo nel m i o carrugio, c o m e dicono a Genova, ma
finalmente
restarci. L e inevitabili
c'è, c o n tutte le b u o n e intenzioni di
gaffes
dei tedeschi collaboreranno a tal
fine in m o d o prezioso. Hitler, in u n a
riunione
p r i v a t a , h a parlato ai d e p u t a t i del
R e i c h in tono forte. N o n c o n o s c o però ,— nè A t t o l i c o h a sap u t o dirmi — cosa egli h a detto.
28 AGOSTO
— L a giornata è stata, p e r così dire, c a l m a . B a t t u t a d'attesa, secondo Magistrati, c a u s a t a dalla necessità per i tedeschi di m a n d a r e t r u p p e sulla frontiera occidentale. N e s sun nostro c o n t a t t o diretto c o n Berlino, o v e anzi è stato detto d a W e i z s a c k e r (2) ad A t t o l i c o c h e non esiste nessuna c o m u n i c a zione scritta del F ù h r e r agli inglesi! Molti e cordiali contatti con gli inglesi, c h e ci h a n n o p r e a v v i s a t o del tono della risposta che Henderson si prepara a portare in serata a Berlino. A n c o r a u n a v o l t a h a n n o fatto a p p e l l o al D u c e per la sua azione pacificatrice m a ormai non credo che sia possibile fare p i ù di q u a n t o si è fatto. P o t r e m m o attirarci u n a risposta s g r a d e v o l e d a parte tedesca. I l D u c e è ormai a b b a s t a n z a sereno, c o m e s e m p r e a v v i e n e d o p o che h a preso u n a decisione. N o n v u o l e pronunziare la parola « neutralità » , m a è in q u e s t o stato d ' a n i m o ch'egli è decisamente entrato. C o m i n c i a perfino a sperare che lo scontro degli altri sia duro, l u n g o e s a n g u i n o s o : v e d e in c i ò la possibilità di g r a n d i v a n t a g g i per noi. (1) Srr Neville Henderson. Ambasciatore britannico a Berlino. Sulla sua missione diplomatica nella capitale del Reich sir Neviile Henderson ha scritto un interessante volume dal titolo : « Una missione fallita (due anni con Hitler) », Edizioni delle Catacombe, Roma 1944. (2) E . Von Weizsacker. Sottosftgretario germanico agli Esteri.
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I n nottata P e r c y L o r a i n e m i m a n d a il testo
riassdnto
della
risposta inglese. N o n è c a t t i v a , a n z i lascia a p e r t a la p o r t a a molte possibilità. D ' a l t r o lato l'azione inglese h a a n c h e indotto la P o l o n i a a d u n a m a g g i o r e a r r e n d e v o l e z z a . E forse q u i è la c h i a v e di tutta la situazione.
29 AGOSTO
— I l D u c e è irrequieto. V u o l fare q u a l c h e c o s a :
a n n o a v u t o su di lui u n effetto deleterio a l c u n i articoli inglesi c h e parlano di necessaria neutralità italiana. P e r t a n t o fissa u n a serie di misure militari e civili di carattere bellico, che a m i o a v v i s o p o t e v a n o per ora venire risparmiate. Sia d a Berlino che d a L o n d r a le notizie s o n o migliori. H a lifax m i telefona per dire che il F ù h r e r n o n h a respinto le p r o poste inglesi e c h e v i sono a n c o r a possibilità di soluzione p a c i fica. A t t o l i c o , che h a conferito c o n R i b b e n t r o p , dice p i ù o m e n o lo stesso. I n tale stato di cose i n d u c o il D u c e a inviare a H i t l e r un t e l e g r a m m a per consigliargli di seguire la v i a dei n e g o z i a t i . N e informo Sir P e r c y L o r a i n e , c h e ne è m o l t o felice. R i c e v o l ' A m b a s c i a t r i c e tedesca in S p a g n a , B a r o n e s s a V o n Sthorer. È m o l t o pessimista sulla situazione interna della G e r m a n i a . C r e de c h e lo scoppio di u n a guerra generale possa molto r a p i d a mente condurre al b o l s c e v i s m o . D i c e c h e il p o p o l o tedesco, « che è il p o p o l o p i ù ingrato del m o n d o » , è a g i t a t o in questo m o m e n t o d a fortissime correnti antinaziste. A t t o l i c o h a conferito col F ù h r e r , c h e ringrazia della c o m u n i c a z i o n e del D u c e . H a fatto sapere agli inglesi c h e è p r o n t o a ricevere u n plenipotenziario p o l a c c o , m a nonostante ciò è a n c o r a scettico sulla possibilità di u n a soluzione n e g o z i a t a « perchè ormai le d u e a r m a t e sono a tiro di fucile e il p i ù piccolo incidente p u ò essere la c a u s a dell'urto » .
30 AGOSTO
— I l m i o p r i m o pensiero è o g g i per la m e m o r i a
di m i o p a d r e : a v r e b b e c o m p i u t o 63 anni se la morte ingiusta non avesse f e r m a t o il suo g r a n d e cuore. C h e D i o lo a c c o l g a e che la S u a a n i m a generosa m i sia sempre v i c i n a . La
situazione
è
di
non c h i u d e la p o r t a a
nuovo
inasprita.
negoziati
futuri
La
risposta
inglese
ma
non
—
da
nè
a v r e b b e p o t u t o dare — ai tedeschi tutto q u a n t o essi c h i e d o n o . U n i c a s p e r a n z a è quella dei contatti diretti, m a le ore p a s sano
e
il
plenipotenziario
polacco
non
giunge
a
Berlino.
G i u n g e i n v e c e la notizia della mobilitazione generale a
Var-
s a v i a , e n o n è notizia tale d a contribuire a distendere i n e r v i . C o n t i n u o e moltiplico i miei c o n t a t t i con gli inglesi:
Percy
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L o r a i n e è v e n u t o q u e s t a notte a c a s a e durante il giorno telefona continuamente. M a n o n riusciamo a s m u o v e r e la situazione. Il D u c e è c o n v i n t o che « è per d o m a n i » . N a t u r a l m e n t e l'idea della nostra forzata neutralità gli pesa sempre di p i ù . N o n potendo fare la guerra, p r e n d e tutte quelle disposizioni c h e , in caso di soluzione pacifica, potranno permettergli di dire c h e l ' a v r e b b e fatta. R i c h i a m i , oscuramenti, requisizioni, chiusure di locali. T u t t o ciò à d u e g r a v i pericoli: u n o di carattere esterno, poiché p u ò far ritenere a L o n d r a e P a r i g i c h e noi ci prepariamo a d attaccarli e q u i n d i indurli a prendere l'iniziativ a di operazioni; l'altro di carattere interno, perchè allarma la popolazione che è sempre più apertamente antitedesca e ostile alla guerra. B o c c h i n i , che h o i n v i t a t o di n u o v o a m a n d a r e al C a p o rapporti veri sulla situazione, è m o l t o pessimista: è . a r rivato a dirmi che in caso di s o m m o s s a a carattere neutralista, carabinieri e a g e n t i di polizia farebbero c a u s a c o m u n e col popolo.
51 AGOSTO
— B r u t t o risveglio. A t t o l i c o telegrafa alle 9 che la situazione è disperata e c h e , tranne v i sia u n fatto n u o v o , tra poche ore sarà la g u e r r a . V a d o subito a P a l a z z o V e n e z i a . B i s o g n a creare il fatto n u o v o . D ' i n t e s a col D u c e telefono a L o r d H a l i f a x per diagli che il D u c e p u ò intervenire presso H i tler solo se è latore di u n grosso p e g n o : D a n z i c a . A m a n i v u o t e , non p u ò chiedere niente. P e r parte s u a , L o r d H a l i f a x m i chiede di far pressioni su Berlino perchè alcune difficoltà procedurali v e n g a n o superate ed a b b i a n o inizio i c o n tatti diretti tra G e r m a n i a e P o l o n i a . T e l e f o n o in tal senso a d Attolico, sempre più pessimista. D o p o p o c o , H a l i f a x comunic a che la nostra proposta circa D a n z i c a npn s e m b r a suscettibile di realizzazione. L ' o r i z z o n t e è sempre più oscuro. R i c e v o F r a n c i s P o n c e t . È u n colloquio senza scopo e d è quindi v a g o e imprecisato. D a l l e d u e parti si ripete la v o l o n t à di p a c e . C e r c a di sapere q u a l e sarà il nostro a t t e g g i a m e n t o m a io non rispondo. È r o m a n t i c o , triste e nostalgico. A g g i u n g e r ò anche, sincero. V e d o n u o v a m e n t e il D u c e . T e n t a t i v o e s t r e m o : proporre a F r a n c i a e Inghilterra u n a conferenza per il 5 settembre, con lo scopo di rivedere quelle clausole del T r a t t a t o di V e r saglia che turbano la v i t a europea: A p p o g g i o c o n calore l'iniziativa, se non altro perchè a p p r o f o n d i r à il solco tra noi e Hitler c h e non v u o l e conferenze e l o h a detto più v o l t e .
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F r a n c i s P o n c e t accoglie la p r o p o s t a con c o m p i a c i m e n t o ed u n p o ' di scetticismo. P e r c y L o r a i n e c o n e n t u s i a s m o . con favore,
riservandosi
Halifax
di sottoporla a C h a m b e r l a i n . R a c c o -
m a n d o l ' u r g e n z a di u n a risposta, poiché il t e m p o p r e m e . M a la giornata trascorre senza c o m u n i c a z i o n i di sorta. Solo alle l'ufficio telefonico informa c h e L o n d r a à t a g l i a t o le
20,20
comuni-
cazioni telefoniche c o n l ' I t a l i a . E c c o le c o n s e g u e n z e delle m i sure prese in questi giorni, o per m e g l i o dire dei tanti c o m u n i cati sulle p o c h e misure prese in questi giorni. V a d o a informare il D u c e della c o s a . N e resta impressionato. « È la g u e r r a » —
dice.
—
« P e r ò d o m a n i f a r e m o u n a dichiarazione in G .
C o n s i g l i o c h e noi n o n m a r c i a r l o » . D o m a n i : t r o p p o tardi. G l i anglo-francesi potrebbero a v e r g i à c o m p i u t o u n gesto c h e rend e t r o p p o difficile u n a tale dichiarazione. P r o p o n g o di c h i a m a r P e r c y L o r a i n e e di fare io u n a indiscrezione : se lo s c a n d a l o n e sorgerà, io sarò b r u c i a t o . M a si sarà s a l v a t a la situazione. I l D u c e a p p r o v a . V i e n e d a m e P e r c y L o r a i n e . L o m e t t o al corrente di q u a n t o è a c c a d u t o , poi,
fingendo
di n o n
riuscire
a trattenere u n o scatto del c u o r e , dico : « M a p e r c h è creare l'impossibile?
volete
N o n a v e t e a n c o r a c a p i t o c h e la g u e r r a
contro v o i e contro la F r a n c i a noi non la inizieremo m a i ? » . P e r c y L o r a i n e si c o m m u o v e . G l i o c c h i l u c c i c a n o . M i p r e n d e le due m a n i : E
« D a quindici giorni io m i ero reso c o n t o di ciò.
lo a v e v o telegrafato al m i o G o v e r n o . L e m i s u r e di questi
giorni a v e v a n o scosso l a m i a
fiducia.
M a s o n o felice di essere
v e n u t o questa sera a P a l a z z o C h i g i » . M i h a di n u o v o stretto le d u e m a n i e d è partito. F e l i c e . N e informo il D u c e , c h e frattanto h a fatto
riaccendere
telefonicamente
le luci della c i t t à ,
per diminuire l'allarme. G i u n g e d a B e r l i n o il c o m u n i c a t o germanico
riassuntivo
di
quanto
è
avvenuto
in
questi
ultimi
giorni, n o n c h é le proposte fatte alla P o l o n i a . S o n o m o l t o m o derate, m a c'è q u a l c o s a di n o n chiaro in t u t t o l ' a t t e g g i a m e n t o germanico.
L e proposte
sono
a v a n z a t e , m a si dichiara
che
sono d e c a d u t e a l l ' a t t o stesso in cui v e n g o n o presentate. D ' a l tronde ogni discussione è superflua:
il p r o g r a m m a di Hitler,
a n n u n c i a t o m i a l Berghof, v i e n e a p p l i c a t o p u n t u a l m e n t e , p u n t o per p u n t o . S t a n o t t e d e v e c o m i n c i a r e l ' a t t a c c o perchè l'ultimo giorno
utile
era stato
i n v e c e c h e sia
i n d i c a t o il 31
agosto.
a n c o r a possibile n e g o z i a r e :
Il D u c e
crede
io, n o . V e d o nel
c o m u n i c a t o lo spirito di g u e r r a . A l l e 24 M a g i s t r a t i informa c h e a B e r l i n o si distribuiscono gratis i giornali c o n q u e s t o t i t o l o : L a Polonia à
rifiutato.
L ' a t t a c c o sta per c o m i n c i a r e .
Infatti
155
SETTEMBRE h a inizio alle 5,25.
1939
-
N e ricevo l ' a n n u n z i o al m a t t i n o dal Mini-
stro Alfieri e subito d o p o dal D u c e che m i c o n v o c a a P a l a z z o Venezia.
SETTEMBRE 1 SETTEMBRE
— I l D u c e è c a l m o . O r m a i h a preso la deci-
sione del n o n intervento e la lotta c h e à a g i t a t o il suo spirito durante queste ultime settimane è cessata. T e l e f o n a di persona a d A t t o l i c o per farsi m a n d a r e u n t e l e g r a m m a di Hitler c o n c u i 1 0 s g a n c i dagli obblighi dell'alleanza. N o n v u o l e passare per fedifrago di fronte al p o p o l o tedesco e n e m m e n o di fronte all'italiano c h e , per dire il v e r o , non dimostra troppi scrupoli, a c c e c a t o c o m ' è dall'odio antitedesco. Hitler m a n d a il m e s s a g g i o per m e z z o di v o n M a c k e n s e n . R i c e v o p i ù v o l t e F r a n c i s P o n c e t e Sir P e r c y L o r a i n e . E ormai positivo c h e F r a n c i a e Inghilterra non faranno
niente
contro di noi. C o m u n q u e ripeto a F . P o n c e t q u a n t o dissi a P e r c y L o r a i n e circa il nostro a t t e g g i a m e n t o : e questo c o n t a t t o è utile per dissipare d u b b i . I francesi insistono a n c o r a perchè 11 D u c e p r e n d a l'iniziativa della conferenza di c u i p a r l a m m o ieri. G l i inglesi sono p i ù scettici.
E
p i ù scettici ancora
noi
italiani c h e s a p p i a m o c o m e stanno le cose e c o n o s c i a m o
la
p e r v i c a c e v o l o n t à di lotta d e i tedeschi. A l l e 15 Consiglio dei Ministri. P a r l a b r e v e m e n t e il D u c e . Poi
parlo io, c o n
tono
nettamente
antitedesco.
Si
approva
l'ordine del giorno del n o n intervento italiano, g i à redatto al m a t t i n o d a l D u c e e d a m e . L e impressioni di tutti sono ottime. A n c h e quei Ministri — c o m e S t a r a c e e Alfieri —* c h e a v e v a n o fatto i guerrafondai m i a b b r a c c i a n o e dicono che ò reso g r a n servigio al P a e s e . I n serata g i u n g o n o notizie delle misure prese a L o n d r a e a P a r i g i , c h e p r e l u d o n o l a dichiarazione di guerra. E g i u n g o n o a n c h e le prime notizie delle vittorie g i à conseguite d a i T e d e s c h i . I
P o l a c c h i ripiegano
dovunque:
non
credo che la
loro
resistenza possa essere di l u n g a d u r a t a . 2
SETTEMBRE
ciamo cenno
a
—
R a c c o g l i e n d o le pressioni
Berlino
della
possibilità
di
francesi,
una
fac-
conferenza.
Semplice c e n n o , a titolo i n f o r m a t i v o . C o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o prevedevo,
156
Hitler non
rigetta
aprioristicamente la
proposta.
SETTEMBRE
1939
N e informo il D u c e : c o n v o c o i d u e A m b a s c i a t o r i di F r a n c i a e di I n g h i l t e r r a : telefono
personalmente
a
Lord
Halifax e
a
B o n n e t . (1) ( N o t o c h e la m i a telefonata a B o n n e t à p r o d o t t o , a giudicare d a l tono della v o c e e dalle p a r o l e p r o n u n z i a t e , il p i ù v i v o c o m p i a c i m e n t o a P a r i g i ) . T r o v o d a p a r t e francese m o l t a b u o n a v o l o n t à e forse
altrettanta d a p a r t e inglese,
ma
m o l t a p i ù f e r m e z z a . Si m e t t e a v a n t i u n a c o n d i z i o n e : cuazione
dei
territori
polacchi
occupati
dai
con
l'eva-
tedeschi.
Tale
condizione v i e n e s u c c e s s i v a m e n t e c o n f e r m a t a d a L o r d H a l i f a x , d o p o il C o n s i g l i o di G a b i n e t t o . N o n m i s e m b r a ci sia
più
niente d a fare. N o n t o c c a a noi dare u n consiglio di tale n a t u r a a Hitler, che lo respingerebbe c o n decisione e forse c o n sdeg n o . D i c o c i ò a H a l i f a x , ai d u e A m b a s c i a t o r i e al D u c e ,
ed
infine telefono a B e r l i n o c h e , s a l v o a v v i s o contrario dei tedeschi, noi l a s c i a m o
c a d e r e le c o n v e r s a z i o n i .
L ' u l t i m a luce
di
speranza si è s p e n t a . D a l a d i e r p à r i a in tono deciso alla C a m e r a F r a n c e s e . I suoi colleghi inglesi f a n n o del pari a L o n d r a . Qui,
niente d i n u o v o . I l D u c e è c o n v i n t o della
necessità
di restare neutrali, m a n o n n e è affatto c o n t e n t o . O g n i v o l t a che p u ò a c c e n n a alle nostre possibilità di azione. G l i italiani, i n v e c e , sono nella assoluta
totalità felici delle
decisioni
che
sono state prese.
3 SETTEMBRE
— D u r a n t e la notte sono s v e g l i a t o dal M i n i -
stero perchè B o n n e t h a chiesto a G u a r i g l i a se n o n si p o t e v a almeno ottenere u n ritiro simbolico delle forze tedesche Polonia. N i e n t e d a fare. C e s t i n o l a p r o p o s t a senza
dalla
neanche
informare il D u c e . M a c i ò p r o v a c h e la F r a n c i a v a incontro alla g r a n d e p r o v a senza entusiasmo e p i e n a di incertezze.
Un
popolo c o m e il francese, eroico nella s u a difesa, n o n a m a m o rire per difendere terre che n o n c o n o s c e e p o p o l i t r o p p o lontani. A l l e 11 viene l a notizia che l a G r a n B r e t a g n a dichiara la Guerra alla G e r m a n i a . L a F r a n c i a fa del pari alle 5 p o m e r i diane. M a c o m e f a r a n n o questa g u e r r a ? L ' a v a n z a t a t e d e s c a in P o l o n i a è
t r a v o l g e n t e . L e previsioni
di conclusioni
ultra
rapide sono ormai verosimili. I n q u a l m o d o F r a n c i a e I n g h i l terra p o t r a n n o portar soccorso ai P o l a c c h i ? E q u a n d o questi saranno stati liquidati v o r r a n n o continuare il conflitto di c u i è finito soggetto ed oggetto? I l D u c e crede di n o .
Propende
(1) Georges Bonnet. Ministro francese degli Esteri con Daladiei fino al 13 settembre 1939. A questa data il Presidente Daladier assunse personalmente la direzione del Quai d'Orsay.
157
SETTEMBRE
1939
per u n a pace a b r e v e s c a d e n z a , senza che l'urto, c h e predice militarmente impossibile,
sia a v v e n u t o . I o penso
di sì:
non
so c o m e la guerra si svolgerà. M a si s v o l g e r à , e sarà l u n g a , incerta, implacabile. L a partecipazione della G r a n B r e t a g n a m e ne da la certezza. O r m a i L o n d r a à dichiarato guerra a H i t l e r : perchè la guerra cessi, b i s o g n a che Hitler sia s c o m p a r s o o la Gran Bretagna battuta. Hitler prima di partire per il fronte c h i a m a alla Cancelleria Attolico e lo incarica di salutare il D u c e . E r a — m i si è riferito —
sereno ed ottimista.
debellare la P o l o n i a ,
In quattro
settimane
pensa
in altre q u a t t r o di concentrare le
di sue
forze sul fronte occidentale. D i p i ù , n o n h a detto. I l D u c e c h e tiene ancora e molto all'amicizia g e r m a n i c a , è stato lieto di apprendere il gesto di Hitler.
4 SETTEMBRE
— A c c o m p a g n o M a c k e n s e n d a l D u c e , cui consegna un m e s s a g g i o di Hitler, nel q u a l e si conferma la c o n v i n z i o n e c h e i due R e g i m i , legati d a un c o m u n e destino, d o v r a n n o battere la stessa s t r a d a . Hitler dimostra molta fiducia nel successo della sua impresa. I l D u c e pronunzia parole di solidarietà piena con la G e r m a n i a , e questa è nel fondo la sua idea. C e d e alle mie pressioni m o m e n t a n e a m e n t e , m a poi, c o m ' è suo costume, t o m a a pensarla c o m e p r i m a . È conv i n t o che la F r a n c i a non v u o l e e non p u ò fare questa guerra, che il popolo francese è g i à stanco p r i m a a n c o r a di cominciarla. S o g n a ancora imprese eroiche contro la J u g o s l a v i a per giungere al petrolio r u m e n o , e non ricorda quella c h e è la realtà della nostra situazione. F a v a g r o s s a (1) d i c e v a stasera c h e egli sarebbe g i à contento se le nostre scorte attuali permettessero tre mesi di g u e r r a . A volte il D u c e sembra attaccarsi all'idea della neutralità c h e permette in u n a col rafforzamento economico a n c h e quello militare per intervenire utilmente al m o m e n t o o p p o r t u n o . M a è un a t t a c c a m e n t o f u g a c e . L ' i d e a dell'intervento coi tedeschi l'attira. L a m i a lotta è d u r a , talora mi sento m a n c a r e le forze di continuarla. M a d e b b o battermi fino in fondo r altrimenti è la r o v i n a del P a e s e , del F a s c i s m o e dello stesso D u c e . Dopo
u n colloquio
con
l'Amb.
d'America
riesco
a
far
partire i nostri transatlantici che saranno affollati specialmente (1) Generale Favagrossa. Commissario e poi Ministro per la Produzione Bellica.
158
SETTEMBRE d o p o l'affondamento
dell' «
1939
Athena
».
Oltre ai
vantaggi eco-
nomici v i sono quelli della distensione m o r a l e . Von
P a p e n h a fatto intrighi a d A n k a r a . H o p r e p a r a t o u n a
lettera di protesta per R i b b e n t r o p . S a r à u n n u o v o m o t i v o di frizione ed io ne desidero t a n t i .
5 SETTEMBRE
—A
F r a n $ o i s P o n c e t dico c h e le m i s u j e a n t i -
taliane che si stanno p r e n d e n d o a T u n i s i , G i b u t i , O r a n o e t c . possono divenire c a u s a di g r a v i incidenti. T e l e f o n e r à a B o n n e t , ed infatti presto h o state r e v o c a t e . F .
assicurazione
P.
che
tutte le
misure
sono
p r o p o n e che u n incontro a b b i a l u o g o
tra un loro funzionario e G i a n n i n i (1) p e r eliminare ogni possibilità di frizione tra I t a l i a e F r a n c i a . N e parlo al D u c e che dopo F.
P.
aver
nicchiato,
ritiene c h e
un
accetta.
È
un
nuovo tentativo
altro di
passo
avanti.
mediazione
possa
esser fatto d a noi d o p o l ' o c c u p a z i o n e di V a r s a v i a . P e r riuscire, bisognerebbe
però
che
Hitler
fosse
assistito
dalla
saggezza
più r a r a : quella che n o n a b b a n d o n a d o p o la v i t t o r i a . F . P . ne dubita.perchè conosce l ' u o m o , e teme soprattutto l'influenza estremista di R i b b e n t r o p che definisce un imbecille pericoloso. L a neutralità c o m i n c i a a dare frutti concreti : le borse v a n no alle stelle, g i u n g o n o le p r i m e c o m m e s s e della F r a n c i a , i p i roscafi riprendono a n a v i g a r e a prezzi r a d d o p p i a t i e sono pieni come un u o v o . Il D u c e prende un p o ' gusto a tutto ciò, m a non ancora a b b a s t a n z a . B i s o g n a dirgli c h e a b b i a m o b i s o g n o di un periodo di neutralità grassa, per entrare poi in guerra, come lui .desidera. M a non p r i m a di u n a n n o , ed è d ' a c c o r d o .
delle
condi-
zioni della nostra p r e p a r a z i o n e m i l i t a r e : scarsi m e z z i ,
disor-
Il Generale C a r b o n i fa u n q u a d r o m o l t o nero dine nei c o m a n d i , demoralizzazione nella m a s s a .
Forse
esa-
gera, m a c'è del v e r o .
6 SETTEMBRE
— L ' u m o r e del D u c e , è p i ù sereno: egli confida ancora che si presenti l ' o p p o r t u n i t à di inserirsi nel g i o c o c o m e mediatore a b r e v e s c a d e n z a . Q u i n d i è lieto dei successi tedeschi in P o l o n i a c h e possono a b b r e v i a r e il conflitto. O g g i C r a c o v i a è c a d u t a , e i generali tedeschi h a n n o reso o m a g g i o alla t o m b a di P i l s u d s k i . I l D u c e t r o v a c h e q u e s t o gesto di finezza non sarebbe mai-stato c o m p i u t o dalla G e r m a n i a del K a i ser. L ' A m b a s c i a t o r e di P o l o n i a , c h e h o r i c e v u t o nel p o m e riggio, era triste m a non d e p r e s s o : dice c h e la guerra v e r r à (1) Amedeo Giannini. Ambasciatore, Senatore, Ministro di Stato; direttore generale al Ministero degU Affari Esteri.
159
SETTEMBRE
1030
continuata fino all'ultimo soldato e che a v r e m o ancora molte sorprese. M a quali e q u a n d o ? C o l l o q u i o con P e r c y L o r a i n e . L ' a v e v o i n v i t a t o io perchè facesse sapere ai T u r c h i , che si a g i t a n o t r o p p o contro di noi, di starsene tranquilli se non v o g l i o n o che tutti i B a l c a n i prend a n o fuoco. G l i inglesi lo faranno, t a n t o p i ù c h e egli m i h a lasciato una nota molto inzuccherata, per evitare seri incidenti coi nostri sottomarini. Villani viene a parlarmi a n o m e di C z a k y del pericolo di una richiesta tedesca di transito per le t r u p p e . E g l i si opporrebbe anche con la forza, mentre i n v e c e acconsentirebbe se i tedeschi acconsentissero a marciare contro la R o m a n i a . U n a delle solite fantasie di C z a k y , cui il D u c e ed io a b b i a m o d a t o p o c o credito. P e r ò b i s o g n a tenerlo d'occhio poiché è u n incosciente vanitoso e inquieto e c h e p u ò fare d a n n o . T a c c h i V e n t u r i (1) porta il desiderio di p a c e del P a p a , che desidera ardentemente il m a n t e n i m e n t o della neutralità.
7 SETTEMBRE
—
N e s s u n a n o v i t à d e g n a di particolare ri-
lievo. F e d e r z o n i , B o t t a i , B o c c h i n i (2)
ed altri c a m e r a t i v e n -
g o n o a portarmi la loro solidarietà incondizionata per l'atteggiamento da me
preso
nella
questione
dell'alleanza c o n
la
G e r m a n i a : sono concordi nel t r o v a r e i m o t i v i giuridici, etici e politici del nostro
atteggiamento.
Il D u c e h a ancora sprazzi di bellicismo. O g n i v o l t a che legge u n d o c u m e n t o c h e riporta la sua politica a quella del
1914,
reagisce violentemente in senso tedescofilo. P a r l a di n u o v e consultazioni c o n Hitler per prendere decisioni di intervento. M a non ne farà nulla di nulla. (1) Padre Tacchi Venturi della Compagnia di Gesù. (2) Luigi Federzoni. Ministro delle Colonie dal 1922 al 1924; poi Ministro degli Interni, di nuovo Ministro delle Colonie, Presidente del Senato e, infine, dopo il 1938, Presidente dell'Accademia d'Italia. Votò contro Mussolini nella seduta del Gran Consiglio il 25 luglio 1943; fu condannato a morte in contumacia dal Tribunale straordinario di Verona nel gennaio 1944. Giuseppe Bottai. Sottosegretario e Ministro delle Corporazioni dal 1926 al 1932; poi Governatore di Roma e infine Ministro della Educazione Nazionale sino al febbraio 1943. Votò contro Mussolini il 25 luglio 1943 e fu condannato a morte in contumacia dal Tribunale straordinario di Verona nel gennaio 1944. Arturo Bocchini. Fu per molti anni (1925-1940) il Capo della Polizia del regime. Morì pochi mesi prima del nostro intervento in guerra.
160
SETTEMBRE
8 SETTEMBRE
i 9 39
— I tedeschi o c c u p a n o V a r s a v i a .
(1) II
Duce
è molto eccitato dalla notizia; t r o v a in essa c o n f e r m a della possibilità di rapida conclusione del conflitto m e d i a n t e proposte di accordo a v a n z a t e d a Hitler. M a io non c r e d o che Hitler possa avere la s a g g e z z a di essere m o d e r a t o nella vittoria e m e n o a n cora credo che gli inglesi, ora c h e a n n o s n u d a t o la s p a d a , siano disposti a rinfoderarla senza onore. Infatti
ciò
mi
viene
ripetuto
da
Percy
Loraine
in
un
colloquio che ho a v u t o con lui, colloquio i m p r o n t a t o alla p i ù schietta v o l o n t à di intesa c o n noi ed a u n a c a l m a
inesorabile
intransigenza nei confronti della G e r m a n i a . P o n c e t , i n v e c e , che si appresta a partire per la F r a n c i a s e m b r a più conciliante,
È
chiaro che tra L o n d r a e P a r i g i esiste u n a c r e p a . I francesi ricordano troppo bene gli orrori di u n a guerra c o m b a t t u t a in c a s a propria per adottare senza reticenze la linea di c o n d o t t a b r i tannica.
9 SETTEMBRE
— V i l l a n i c o m u n i c a c h e i tedeschi h a n n o chiesto il libero uso della ferrovia di K a s s a , per a t t a c c a r e sul rovescio la Polonia. L a richiesta, senza per ora m i n a c c i e , è stata fatta telefonicamente oggi d a R i b b e n t r o p a C z a k y , oggi alle ore 16, dicendo che le prime t r u p p e d o v r e b b e r o transitare d o m a n i alle 12. Gli ungheresi non v o g l i o n o accedere alla d o m a n d a : si rendono conto che ciò prelude a d u n a pratica o c c u p a z i o n e del Paese. E d h a n n o ragione. A l ritorno d a S a l i s b u r g o segnalai al D u c e che i tedeschi u s a v a n o nei riguardi d e l l ' U n g h e r i a lo stesso linguaggio che sei mesi p r i m a a v e v a n o usato v e r s o la P o l o nia : querelles d'Attemands. H o a c c o m p a g n a t o V i l l a n i d a l D u c e . Egli è antitedesco in forma esagerata. H a p a r l a t o c h i a r o . H a detto quale m i n a c c i a g r a v e r e b b e su tutto il m o n d o , ivi c o m presa l'Italia qualora la G e r m a n i a vincesse la g u e r r a . A V i e n na già si c a n t a uria c a n z o n e c h e dice : « Q u e l l o c h e a b b i a m o 1 0 teniamo stretto, e d o m a n i a n d r e m o a Trieste » . L ' o d i o antitaliano è sempre v i v o nello spirito tedesco, anche se l ' A s s e lo a v e v a per q u a l c h e t e m p o cloroformizzato. I l D u c e ne è rimasto scosso: h a consigliato gli ungheresi a respingere, in forma cortese, la richiesta g e r m a n i c a . Poi, in colloquio con m e , h a ^ t i g m a t i z z a t o violentemente la condotta g e r m a n i c a . Però — e d h a ragione — v u o l condurre una politica prudente poiché la vittoria tedesca non è d a escludersi. Io gli ho detto c h e ero d ' a c c o r d o c o n lui se i tedeschi (1) La notizia era prematura.
*
161 11.
CIANO,
Diario (1)
SETTEMBRE
1939
fanno presto : « Se la G e r m a n i a v i n c e p r i m a di N a t a l e , v a b e n e . Se n o , perde la guerra » .
10 SETTEMBRE
— Lungo
colloquio D u c e - i o - A t t o l i c o . I l D u c e è soprattutto desideroso d i conoscere l o stato d ' a n i m o della p o polazione g e r m a n i c a nei nostri confronti. A t t o l i c o riferisce c h e se le sfere più elevate, che s a n n o la v e r i t à , s o n o c a l m e e misurate nei giudizi, le g r a n d i masse popolari, ignare d e l l ' a c c a d u t o , cominciano già a d a r segno di u n a crescente ostilità. L e parole tradimento e spergiuro ricorrono c o n frequenza. I l D u c e reagisce con v i o l e n z a e v u o l e c h e Hitler p u b b l i c h i in G e r m a n i a il t e l e g r a m m a diretto "al D u c e e c h e , essendo conosciuto d a ' t u t t o 11 m o n d o , non h a ragione di essere tenuto nascosto ai tedeschi. Attolico riferisce a n c h e sul morale della G e r m a n i a : è fondam e n t a l m e n t e depresso, a n c h e se le vittorie militari in P o l o n i a hanno potuto temporaneamente galvanizzarlo. Il D u c e , durante tutto il colloquio, mantiene u n l i n g u a g g i o m o d e r a t o e t a l v o l t a h a delle p u n t e a n t i g e r m a n i c h e . A t t o l i c o , u s c e n d o , si c o m p i a c e c o n m e per la trasformazione della psicologia m u s soliniana durante queste ultime settimane. D e B o n o p a r l a della situazione dell'esercito e l a definisce materialmente e moralmente disastrosa. E g l i , che h a c o m p i u t o u n a recente ispezione alla frontiera occidentale, è c o n v i n t o c h e l'attuale stato delle difese non p o t r e b b e arginare un a t t a c c o francese. D i c e c h e « P a r i a n i è u n traditore » e « S t a r a c e u n sinistro buffone » .
11 SETTEMBRE
— V i l l a n i c o m u n i c a che gli ungheresi a n n o n e g a t o il p a s s a g g i o alle forze tedesche, e c h e R i b b e n t r o p non h a reagito. H a chiesto il transito per alcuni materiali. M a credo che questo rifiuto n o n v e r r à dimenticato dai germanici e c h e u n a v o l t a o l'altra v e r r à presentato il c o n t o . G l i Inglesi contin u a n o a d usare c o n noi ogni sorta di blandizie. P e r c y L o r a i n e è v e n u t o a fare le scuse per u n articolo ostile di L l o y d G e o r g e e a d assicurare di a v e r tirato le orecchie ai turchi p e r il loro a t t e g g i a m e n t o a noi ostile. I n verità d a q u a l c h e giorno i turchi h a n n o c a m b i a t o tono, soprattutto nella s t a m p a . L o r a i n e dice a n c h e c h e l a posizione militare p o l a c c a non è poi così c a t t i v a c o m e i tedeschi v o r r e b b e r o fare a p p a r i r e : l'esercito è nel*suo g r a n d e complesso intatto e pronto alle m a g g i o r i p r o v e . S a r à v e r o ? S t a di fatto c h e finora V a r s a v i a non è stata a n c o r a del tutto o c c u p a t a , e d alcune recenti esperienze h a n n o p r o v a t o c h e la guerra nelle città è difficile.
162
SETTEMBRE
i 9 39
S t a m a n i il D u c e , per la p r i m a v o l t a , h a fatto c e n n o alla possibilità di fare u n a d i c h i a r a z i o n e p u b b l i c a di neutralità italiana. N a t u r a l m e n t e , egli dice, c o n c o r d a n d o l a c o n i tedeschi. M a intanto è u n g r a n d e passo a v a n t i c h e a b b i a m o c o m p i u t o .
12 SETTEMBRE
— D i b u o n ' o r a r i c e v o V i l l a n i . J l a il s a n g u e agli occhi contro i tedeschi. D o p o a v e r incassato il rifiuto d i transito per le loro t r u p p e , h a n n o fatto rinnovare la richiesta dal « glorioso s g x c i t o s l o v a c c o » . I l pericolo è a n c o r a m a g giore. A detta d i ^ i l l a n i , gli s l o v a c c h i sono rispetto a i tedeschi quello che gli sciacalli s o n o rispetto alle iene : c o m p l i c i e m a nutengoli. C o n l ' a g g r a v a n t e c h e tutte le m i n o r a n z e s l o v a c c h e alzeranno la testa. C z a k y h a rifiutato di m a s s i m a e si riserva confermare il rifiuto, presi gli ordini d a l R e g g e n t e . A n c h e il D u c e cui h o riferito la c o s a , l ' h a t r o v a t e enorme e d h a d e t t o che « al glorioso esercito s l o v a c c o b i s o g n a c o n t r a p p o r r e il n o n meno glorioso esercito ungherese » . \ C l o d i u s , messo e c o n o m i c o tedesco, h a fatto c a p i r e a G i a n nini che a B e r l i n o si v o r r e b b e rinviare alla fine della guerra l'espatrio dei tedeschi altoatesini. L a p r o p o s t a è losca. R i c o r d o che a B e r c h t e s g a d e n Hitler p e r b e n d u e v o l t e disse c h e il ritiro delle minoranze d a l l ' A l t o A d i g e a v e v a i n t a c c a t o il suo prestigio e che d o v e v a proprio p e r ciò essere p i ù intransigente c o n la Polonia. N o n vorrei c h e i tedeschi pensassero di rimangiarsi la parola. Il D u c e ne è i n d i g n a t o . E g l i c h e è p r o n t o a fare larghe concessioni ai tedeschi sul terreno e c o n o m i c o , è intransigente nella questione delle m i n o r a n z e . P a r l o io stesso c o n Clodius, m a riesco a d ottenere soltanto c h e la questione v e n g a di n u o v o sottoposta all'esame di B e r l i n o . G l i orflinì v e n g o n o dall'alto! A c c o m p a g n o G r a z z i dal D u c e , , c h e impartisce istruzioni per un r a v v i c i n a m e n t o con l a G r e c i a , p a e s e t r o p p o p o v e r o per essere d a noi c o n c u p i t o .
13 SETTEMBRE
— Colloquio importante con P e r c y Loraine, che m i rimette u n a m o l t o a m i c h e v o l e lettera di L o r d H a l i f a x , che ringrazia per l a collaborazione p a s s a t a ed a u s p i c a c h e p o s sa continuare nel futuro. D o p o di c h e L o r a i n e , p r e m e t t e n d o c h e parla a titolo personale, dice : « D a m o l t e parti sento dire c h e l'Inghilterra si proporrebbe di mettere u n a u t a u t a l l ' I t a l i a sul suo a t t e g g i a m e n t o . C i ò è falso. N o i l a s c i a m o tutto ciò a l g i u d i zio del D u c e . U n a sola c o s à c h i e d i a m o : c h e se u n c a m b i a m e n t o di politica dovesse a v e r l u o g o , noi se ne sia a v v e r t i t i p e r
163
SETTEMBRE
1939
t e m p o » . H o risposto: « N e s s u n c a m b i a m e n t o si p r o d u r r à . C o m u n q u e non v i troverete m a i d a v a n t i a sorprese. M a a n ch'io v o g l i o dirvi u n a cosa. G u a r d a t e v i b e n e d a l porci di fronte a d alternative perentorie. L a nostra posizione si irrigidirebbe i m m e d i a t a m e n t e . Se q u a l c u n o dovesse intimarci o dentro o fuori, noi risponderemmo subito dentro, e n a t u r a l mente contro colui che ci h a posto l'alternativa » . H o riferito al D u c e il colloquio e lo h a totalmente a p p r o v a t o . M i h a a n c h e d a t o istruzioni p e r rispondere su un t o n o molto cordiale alla lettera di H a l i f a x . B o c c h i n i riferisce sullo stato d ' a n i m o del P a e s e che migliora, m a n m a n o c h e la sicurezza della nostra neutralità si g e n e ralizza. C o m u n q u e il P a e s e è e r i m a n e f o n d a m e n t a l m e n t e ahtitedesco. I germanofìli si c o n t a n o sulla p u n t a delle d i t a . E sono o g g e t t o di disprezzo. Il Tevere, giornale ultra-tedesco, è c h i a m a t o a R o m a , « l'oro del R e n o » . A n c h e F a r i n a c c i è p e r v i c a c e m e n t e g e r m a n o filo. C h e il R e n o sia passato a n c h e per C r e mona?
14 SETTEMBRE
— R i s p o s t o a d H a l i f a x , c o n c l u d e n d o la m i a
lettera c o n u n accenno a d u n a possibile a z i o n e del D u c e per ristabilire
la p a c e .
Magistrati h a Gòring,
il q u a l e
avuto sembra
un
molto
importante colloquio
essersi reso conto
con
dell'opportunità
che l ' I t a l i a resti neutrale. U n tale a t t e g g i a m e n t o g i o v a alla G e r m a n i a p i ù di u n a nostra e v e n t u a l e partecipazione al c o n flitto.
Cosa
rilevante:
h a fatto cenno al prossimo
intervento
della R u s s i a , la q u a l e d o v r e b b e prendersi u n a parte di P o l o n i a . I n realtà, l ' U . R . S . S . d à segni di inquietudine. M o b i l i t a n u m e rose classi e la cazioni
Tass
polacche.
p u b b l i c a notizie di sconfinamenti e p r o v o -
Quanta poca
fantasia
hanno
gli
uomini
q u a n d o v o g l i o n o attaccare b r i g a . . .
15 SETTEMBRE
—
H o indotto il D u c e a nominare l ' A m b a -
sciatore a L o n d r a . Questo gesto a v r à
ripercussione
nel m o n d o
e v a r r à m o l t o a normalizzare le nostre relazioni c o n la G r a n B r e t a g n a . H o scelto B a s t i a n i n i , (1) che se n o n è u n ' a q u i l a , è (1) Giuseppe Bastianini. Deputato fascista di Perugia, poi ambasciatore a Varsavia; nel 1936 Sottosegretari^agli Esteri; nel 1939 ambasciatore a Londra. Tornato da Londra, dopo il nostro intervento in guerra, fu inviato a governare la Dalmazia; poi di nuovo Sottosegretario agli Esteri dal febbraio 1943 al luglio 1943. Il 25 luglio 1943 votò contro Mussolini nella seduta del Gran Consiglio e fu condannato
164
SETTEMBRE però persona
molto
fidata
1939
ed e s t r e m a m e n t e
p a r t i g i a n o della
politica di n o n i n t e r v e n t o . S o n sicuro c h e renderà dei s e r v i g i importanti. S t a m a n e il D u c e è t o r n a t o sull'idea di costituire u n b l o c c o di centro, coi P a e s i d a n u b i a n o - b a l c a n i c i e di metterci noi alla testa. H o subito redatto un t e l e g r a m m a di istruzioni per A t t o lieo. cosa:
M a in
serata
pensa di
Mussolini h a
rinviarla
preferito
soprassedere
alla
alla fine delle operazioni tedesche
in
Polonia. E g l i crede ancora alla possibilità, in quel m o m e n t o , di far fare alt alla guerra, c o n v o c a r e u n a conferenza e u r o p e a , e stipulare un P a t t o di sicurezza c o l l e t t i v a tra le sei g r a n d i Potenze europee. S o n o spiacente di non essere q u e s t a
volta
d'accordo c o n lui. P e r c h è ciò a v v e n g a Hitler d o v r e b b e dare prova di u n a moderazione di cui n o n lo allora, l'Inghilterra a n d r à a v a n t i ,
ritengo
capace. E d
porterà la guerra sino
in
fondo, i m p l a c a b i l m e n t e , fino alla s u a disfatta o a q u e l l a della Germania. L e mie previsioni s o n o per u n conflitto a s p r o , d u r o , lungo. Molto l u n g o . E
vittorioso per la G r a n B r e t a g n a .
Graziani è pessimista sulle condizioni dell'esercito.
(1) P a -
riani, invece, così ottimista e sicuro di se d a far d o m a n d a r e se per caso non a b b i a ragione lui. P e r ò , non lo c r e d o .
16 SETTEMBRE
—,
Frangois Poncet è tornato d a Parigi meno
ottimista di q u a n t o n o n lo fosse q u a n d o è p a r t i t o * L a guerra a morte in contumacia dal Tribunale straordinario di Verona nel gennaio 1944. (1) Maresciallo Rodolfo Graziani. Era salito al più alto grado dell'Esercito percorrendo tutta la carriera, dopo il grado di colonnello, nelle Colonie. Tra il 1922 e il 1930 aveva acquistato, neUe operazioni di riconquista della Tripolitania, buona fama di capitano coloniale. Poi era stato nominato Vice Governatore della Cirenaica. Per breve tempo comandò il Corpo d'Armata di Verona (1934). Nel 1935 fu nominato Governatore deUa Somalia e, iniziate le operazioni contro l'Etiopia, comandante del fronte Sud. Al termine della conquista etiopica ottenne la nomina a Maresciallo e il titolo di Marchese di Neghelli. Nel 1939 fu nominato — egli che non aveva fatto la scuola di guerra — Capo di S. M. dell'Esercito. Nel giugno 1940 sostituiva Italo Balbo — morto in volo su Tobruk — nel governo della Libia. Nella campagna invernale 1940-41 subiva una dura sconfitta ad opera delle brigate corazzate del generale britannico Wavell. Fu sostituito nel governo della Libia e nel comando delle truppe nel Nord Africa e stette appartato sino al settembre 1943; quando, tra la generale sorpresa, accettava il Ministero delle Forze Armate nella Repubblica mussoliniana. Nel maggio 1945 si arrendeva alle truppe alleate.
165
SETTEMBRE
1939
durerà. S a r à portata sino in fondo, a costo di qualsiasi sacrificio.
Q u e s t o è lo spirito c h e p r e d o m i n a in F r a n c i a . H o v e r -
b a l i z z a t o il colloquio di c u i h o m a n d a t o c o p i a al R e .
Per
q u a n t o ci riguarda, sorrisi e cortesie senza l i m i t e : u n a v e r a serenata sotto il b a l c o n e . N o n sono sicuri della situazione,
e
t e m o n o di d o v e r u n giorno fare i conti a n c h e c o n noi. A d e s s o sembra
che l a G e r m a n i a v o g l i a a t t a c c a r e l a R u m a n i a :
ciò
t u r b a i sonni dei franco-britannici. M a p i ù a n c o r a li d o v r e b b e turbare il fatto c h e la R u s s i a si p r e p a r a a d intervenire. O r m a i che l'accordo col Giappone è raggiunto o quasi i Sovieti hanno le m a n i libere in E u r o p a . I l D u c e ritiene c h e l ' U c r a i n a f a r à un
moto
dall'interno,
proclamerà la
Repubblica bolscevica
e si federerà c o n M o s c a . O g n i intervento russo sarà così g i u stificato.
(1)
A l t r i e v e n t i h a n n o o g g i oscurato l'orizzonte
delle
demo-
crazie : il Ministro degli Esteri turco v a a M o s c a ; L i n d b e r g (2) fa u n discorso p e r dire c h e in qualsiasi e v e n t u a l i t à gli S t a t i Uniti
devono
restare
fuori
della
mischia; l ' a d d e t t o
militare
S o v i e t i c o a Berlino torna a M o s c a per essere r i c e v u t o d a i supremi gerarchi della U n i o n e dei S o v i e t . L a situazione si s t a s v i l u p p a n d o , in m o d o d a rendere precaria la posizione
delle
democrazie. H o vistQ a n c h e Sir P e r c y L o r a i n e . E r a piuttosto depresso, ed a n c h e le sue notizie c o n f e r m a v a n o il prossimo c o l p o tedesco in R u m a n i a . I l c h e e q u i v a l e a d a r fuoco ai B a l c a n i ed a rendere — p r o b a b i l m e n t e insostenibile — l a nostra neutralità.
17 SETTEMBRE
— I russi stanotte s o n o entrati i n P o l o n i a .
C o n u n pretesto di impedire disordine alle frontiere, i bolscev i c h i h a n n o v a r c a t o il confine. I polacchi a n n o opposto q u a l c h e resistenza: m a c h e possono fare ormai? I l D u c e c o m m e n t a la notizia nel senso c h e l a situazione delle democrazie si a g g r a v a sempre p i ù . P e r q u a n t o legate d a i vincoli del p a t t o , egli non ritiene
che
Francia e
Inghilterra dichiareranno
la
guerra ai S o v i e t . E il D u c e n o n crede n e m m e n o c h e l a G e r m a n i a v o g l i a i n v a d e r e la R u m a n i a ; si accontenterà di imporle (1) Qui Ciano cade in errore. Deve trattarsi della Romania, non dell'Ucraina. (2) Il colonnello Lindberg. Grande aviatore degli Stati Uniti, famoso per avere compiuto nel 1927 la prima trasvolata dell'Atlantico. Svolse un'attiva propaganda contro l'intervento americano nella seconda guerra mondiale.
166
SETTEMBRE
1939
il s e r v a g g i o e c o n o m i c o . I o ricordo c h e nei c o l l o q u i del B e r g h o f , Hitler per b e n d u e v o l t e disse c h e R e C a r o l d o v r à p a g a r c a r o l'assassinio di C o d r e a n u , (1) c h e , p e r p a r t e di m a d r e , a v e v a sangue tedesco.
N o n m i sorprenderebbe che egli volesse o g g i
saldare il c o n t o . Mi h a c h i a m a t o al telefono R i b b e n t r o p , dal treno del C o m a n d o S u p r e m o in A l t a Slesia. E r a sereno e m ó l t o Ha
detto c h e o r m a i l'esercito
polacco è liquidato e che
giro di d u e o tre giorni a n c h e gli ultimi centri di dovranno
flettere.
cordiale.
L ' i n t e r v e n t o russo
si è s v o l t o
nel
resistenza secondo
il
p r o g r a m m a prestabilito. P e r ora n o n p o t e v a d i r m i di p i ù ,
ma
tra qualche giorno r i t e n e v a d o v e r n u o v a m e n t e
con
prendere
me il più stretto c o n t a t t o . B e n c h é n o n l ' a b b i a detto, h o p e n sato a eventuali proposte di p a c e . A n c h ' i o sono stato c o n lui molto cordiale e l'ho incaricato di portare a Hitler felicitazioni e saluti. Wieniawa,
che
mi ha comunicato
per la prima v o l t a depresso,
l'invasione
e a v e v a gli o c c h i
russa,
era
dell'insonnia
e del pianto.
18 SETTEMBRE
— Francis
P o n c e t è triste : v e d e — b e n c h é
non v o g l i a confessarlo •— m o l t o n e r a la situazione ed a n c o r a oggi si rifiuta di scartare a priori la possibilità di u n a
intesa
qualora Hitler si prepari a fare delle offerte r a g i o n e v o l i . D i c e che durante i p r i m i sei mesi e r a n o g i à bilanciati m o l t i
insuc-
cessi franco britannici, m a c h e — c o m e a v v e n n e nel 1914 dopo si
riprenderanno
—
e v i n c e r a n n o . H o o b i e t t a t o c h e il corso
della guerra è r a r a m e n t e simile a quello del conflitto
prece-
dente e c h e n o n è affatto sicuro — d a t o il ritmo tedesco — c h e ai primi sei mesi n e s u c c e d a n o altri s e i :
l a fine p u ò
essere
rapida. A n c h e P e r c y L o r a i n e , c h e h o i n c o n t r a t o a l golf, era allegro.
L'affondamento
appena allora
ricevuto
del
Courageous,
di
cui
non
aveva
notizia, n o n a v e v a c o n t r i b u i t o a m e t -
terlo di b u o n u m o r e . L u n g o colloquio serale col D u c e . Riferisco a v e r s a p u t o d a l Generale G u z z o n i c h e o g g i le nostre forze v e r a m e n t e a m m o n t a n o a sole 10 d i v i s i o n i :
efficienti
le altre 35 sono r a b b e r c i a t e
alla meglio, c o n q u a d r i i n c o m p l e t i e materiale scarso. I l D u c e ha ammesso c h e era così, e d à p r o n u n c i a t o parole a m a r e sulla (1) Codreanu. Agitatore romeno, capo della « guardia di ferro », movimento ricalcato sugU esempi del fascismo e del nazismo.
167
SETTEMBRE reale
situazione
1939
dell'esercito,
che
all'occasione
ha
rivelato
troppe m a g a g n e . Si fa delle illusioni sull'aviazione. È in possesso di cifre che gli da V a l l e e che sono di un assurdo. fetti: ma,
H o consigliato di fare un'inchiesta attraverso i P r e -
contare gli a p p a r e c c h i negli non
ottimismo
dev'essere
un'impresa
hangar
e poi fare la som-
impossibile.
Eppure,
finora,
non siamo riusciti a sapere la verità.
19 SETTEMBRE
—
L'avvenimento
più
importante
della
giornata è rappresentato dal discorso di Hitler a D a n z i c a c h e si può definire moderato e, forse,
precursore dell'ottensiva
p a c e . A n c h e per q u a n t o ci riguarda, i riferimenti
di
sono stati
camerateschi e cordiali, il che, in quest'ora, h a un v a l o r e del tutto particolare. Il D u c e era lusingato che il F ù h r e r lo avesse nominato due v o l t e . D a l l a R u m a n i a , g i u n g e notizia c h e , a richiesta g e r m a n i c a , i C a p i militari e politici polacchi sono stati p r a t i c a m e n t e internati. Q u a n d o si dice gli alleati... W i e n i a w a , che era v e n u t o a protestare perchè i giornali italiani p a r l a v a n o della f u g a di R i d z S m i g l y in R o m a n i a , h a
pianto q u a n d o gli h o d a t o le
p r o v e che il Maresciallo, che a v e v a promesso p a c e vittoriosa a Berlino, tiera. H o assicurato —
a v e v a realmente
di
firmare
v a r c a t o la
la
fron-
a titolo umanitario — che i profughi
polacchi troveranno asilo e assistenza in terra italiana. Il colloquio Guazzi ( i ) - M e t a x a s (2) credere —
buoni
risultati.
Domani
à d a t o ,— c o m ' e r a uscirà un
primo
da
comu-
nicato che sarà un n u o v o dispiacere alla F r a n c i a e a l l ' I n g h i l terra. C h e , in questi ultimi giorni, ne troppi...
stanno a v e n d o
anche
(3)
(1) Emanuele Grazzi, Ministro d'Italia ad Atene. (2) Generale Giovanni Mctaxas. Presidente del Consiglio, Ministro degli Esteri, Ministro della Guerra in Grecia. Era divenuto Ministro della guerra con la restaurazione monarchica il 5 marzo 1936. Nell'aprile dello stesso anno alla morte di Demerdris era divenuto anche Presidente del Consìglio e Ministro degli Esteri. Il 4 agosto 1936 aveva sciolto il Parlamento ed instaurato un regime autoritario. È morto durante il corso della guerra. (3) Un comunicato del 20 settembre pubblicato a Roma e ad Atene annunciava che i rapporti tra i due paesi continuavano ad essere amichevoli e inspirati a reciproca fiducia. Una prova di ciò veniva data dal Governo italiano con l'allontanare le sue forze dalla frontiera albanese. Analoghe misure venivano adottateWal Governo ellenico (vedi E . Grazzi, op. cit. pag. 70). t
168
SETTEMBRE
20 SETTEMBRE
—
1939
Nessuna
novità
degna
di
particolare
rilievo. I croati nostri amici si f a n n o v i v i ed io c r e d o c h e n o n d o b b i a m o trascurarli. P u ò presentarsi la situazione
in c u i
a
noi sia possibile realizzare l'azione c r o a t a , con la c o m p l i c i t à — magari a denti s t r e t t i , — della G e r m a n i a , e senza l'ostilità della Francia e dell'Inghilterra, c h e possono gradire q u e s t o
barrage
nuovo
alla m a r c i a t e u t o n i c a . N e h o p a r l a t o al D u c e c h e m i
ha dato c e n t o m i l a franchi svizzeri per intensificare la nostra propaganda. L u n g a e piuttosto inutile c o n v e r s a z i o n e c o n H e l f a n d ,
che
fa un g r a n d e sforzo per non dire dei tedeschi — ora c h e è alleato 0 q u a s i —
tutto il male
c h e ne h a detto
ne
durante
molti anni.
21 SETTEMBRE
—
22 SETTEMBRE
— I l D u c e è rimasto piuttosto impressionato
dell'uccisione
Nessuna novità.
di C a l i n e s c u .
(1)
T e m e che
vi
sia
sotto
una
misteriosa m a n o v r a straniera. A n c h e la reazione è stata di u n a violenza tale d a indurre a riflettere. Solo i regimi deboli p u n i scono con sanzioni sproporzionate. H o parlato c o n S t a r a c e della situazione interna defto che certi suoi sistemi
non
e gli h o
estirpano l ' a n t i f a s c i s m o :
lo
creano. H o visto ier sera bastonare in V i a V e n e t o u n a persona assolutamente i n n o c u a , patriota e fascista, d a u n a s q u a d r e t t a di elementi teppistici, protetti dal distintivo* e d a l l a sicurezza dell'impunità.
Hanno punito
il fatto c h e
questo fascista
—
che viene dall'estero — h a p a r l a t o col L e i a n z i c h é col V o i . L a mia presenza è v a l s a a far r a p i d a m e n t e
finire
l'incidente,
m a l'aspetto della p i c c o l a folla r a c c o l t a era tutt'altro c h e rassicurante e nettamente ostile ai cosidetti fascisti. Q u e s t o s q u a drismo estemporaneo e s « i
generis
è d a n n o s o , e m i riservo d i
parlare al D u c e della questione. S o n o b e n l u n g i d a l deplorare le legnate, q u a n d o sono assestate
a ragione v e d u t a , m a
mi
ripugnano le violenze cretine e u n p o ' v i l i . P u r t r o p p o q u e s t o è diventato lo stile di molti professionisti a t a n t o il m e s e delle gerarchie del partito. (1) Il Primo Ministro romeno Calinescu fu assassinato a Bucarest il 21 settembre da elementi della disciolta « guardia di ferro ». Re Carol nominò allora un Governo militare presieduto dal generale Argeseanu che procedette a misure draconiane di rappresaglia. Il Governo di Argeseanu durò soltanto pochissimi giorni e cioè dal 21 al 28 settembre.
169
SETTEMBRE
23 SETTEMBRE
1939
— D o p o u n l u n g o silenzio, il D u c e h a p a r -
lato oggi alle gerarchie bolognesi. (1) L ' h o t r o v a t o subito d o p o il discorso, e, c o m e sempre a v v i e n e in queste occasioni,
era
in u n o stato d'euforia. M i h a letto le parole pronunciate
ed
insieme a b b i a m o modificato alcuni periodi che c o n c e r n e v a n o la politica estera. P e r q u a n t o r i g u a r d a l'interno, h o detto il m i o p u n t o di v i s t a che è il seguente : m a i .— c o m e o g g i — il P a e s e è b l o c c a t o intorno quartarellismo,
di
al R e g i m e e al D u c e .
disfattismo
etc.
è
voler
dare
Parlare corpo
di alle
o m b r e . L a realtà è u n ' a l t r a : tutto il risentimento n a z i o n a l e è diretto contro la persona di Starace, che, p u r e a v e n d o m o l t e qualità, sbaglia m e t o d o e stile. .« È u n cafone » h a detto il D u c e . « È v e r o .— h o risposto — D ' a l t r a parte n o n b i s o g n a dimenticare c h e è di L e c c e , e che M i l a n o , T o r i n o , R o m a , F i renze, nella loro storia, n o n sono m a i state g o v e r n a t e d a meridionale cosi
tipicamente
meridionale.
La
sensibilità
un di
queste città si ribella » . I l D u c e era d ' a c c o r d o . N o n m i sorprenderebbe se arrivasse al caijibio della g u a r d i a , il che alle* stato degli atti sarebbe u n a cosa molto R i c e v u t o l ' I n c a r i c a t o russo che h a
utile. chiesto il g r a d i m e n t o
per il n u o v o ambasciatore, e il B r i t a n n i c o che h a parlato di questioni secondarie. N i t t i (2) — credo p e r la p r i m a v o l t a in 18 a n n i —
ha
diretto u n a lettera al D u c e . N o n ne conosco ancora il testo.
24 SETTEMBRE
— L o s v i l u p p o preso d a l l ' o c c u p a z i o n e russa
in P o l o n i a h a indotto il D u c e a rivedere il giudizio così ottimistico
che
d a v a prima
adesso a r r i v a senz'altro
sulla
situazione
a dire c h e
c h e i franco-inglesi possano
germanica.
Anzi,
Hitler è imbottigliato
ancora, m a n o v r a n d o
e
abilmente,
riuscire a mettere la R u s s i a contro la G e r m a n i a . S t a d i fatto c h e tutti i v o t i del D u c e sono per 4a p a c e sol perchè la posizione di neutro t r o p p o gli p e s a . D a q u a l c h e giorno h a ripreso a dire che u n a g r a n d e nazione n o n p u ò rimanere i n
eterno
in tale posizione senza declassarsi e c h e q u i n d i u n g i o r n o si (1) Il « duce » aveva ricevuto a Palazzo Venezia le « gerarchie » del fascismo bolognese e aveva rivolto loro un discorso nel quale aveva accennato agli « angolini da ripulire » e al « pilota » da non interrogare durante una difficile navigazione come l'attuale. (2) Francesco Saverio Nitti. Ex-Presidente del Consiglio italiano dal maggio 1919 al miggio 1920. Flerissimo nemico del fascismo, si era recato in volontario esilio poco dopo l'avvento di Mussolini al potere. Tornò in Patria nel 1945.
170
SETTEMBRE
1939
prepara a d intervenire. N o n b i s o g n a c o n t r a d d i r l o , p e r c h è allora è p e g g i o . M a egli ormai conosce a fondo le deplorevoli c o n dizioni di i m p r e p a r a z i o n e del nostro esercito e s t a m a n i , p e r l a prima v o l t a , h a a m m e s s o c h e P a r i a n i h a m o l t o p i o m b o nell'ala. A suo dire l'esercito h a d u e t a r e : q u e l l a di essere d i n a stico, e p o i di preoccuparsi t r o p p o delle questioni d e l l ' o r g a n i c o . Questa seconda cosa sarà m a g a r i v e r a , m a b e n altre s o n o le ragioni del m a r a s m a a t t u a l e . L a liquidazione di P a r i a n i s a r e b be, per intanto, o t t i m a c o s a . C e r c h e r ò di v a r a r e , p e r la s u c cessione,
Soddu,
di cui ho
molta
stima.
Sebastiani
(1)
ha
detto c h e il C a p o v o r r e b b e liquidare a n c h e V a l l e , m a n o n sa come r i m p i a z z a r l o . P e r c h è n o n R i c c i , (2) c h e è pilota e d h a dato p r o v a di essere u n òttimo organizzatore? A b b i a m o sottoposto a d A t t o l i c o l'idea di costituire u n b l o c c o di neutri,
dando,
almeno
formalmente,
alla
cosa
l'aspetto
economico. E g l i è d ' a c c o r d o e n e h a p a r l a t o a W e i z s à c k e r .
25 SETTEMBRE
— « È bene servirsi d i u n piccolo per ucci-
dere un g r a n d e , m a è u n errore valersi di u n g r a n d e per liquidare u n piccolo )) tale la diagnosi c h e il D u c e h a f a t t o d e l l'intervento russo i n v o c a t o dalla G e r m a n i a . E g l i s e m p r e p i ù è convinto c h e Hitler d o v r à m o l t o ancora u n a v o l t a i russi nel
rimpiangere
di a v e r p o r t a t o
cuore d e l l ' E u r o p a . E s s i
due armi c h e l i rendono a n c o r a p i ù temibili : il
hanno
nazionalismo
panslavo, col q u a l e possono fare l e v a sui B a l c a n i , e il c o m u nismo c h e fa r a p i d a presa sui proletari di tutto il m o n d o , cominciare proprio d a quelli
a
tedeschi.
F r a n c o i s P o n c e t c e r c a d i sapere se il
genite hint
per la
pace contenuto nel discorso del D u c e h a basi concrete in q u a l che offerta tedesca. N o : niente di n u o v o , per o r a . A l l o r a egli si esprime c o n pessimismo sulle possibilità di p a c e e a g g i u n g e che per noi fascisti d e v e riuscire facile lo spiegarsi c o m e
un
Paese possa lottare, e forse a n c h e venire b a t t u t o , per difendere una questione d'onore. E r a difficile c o n t r a d d i r l o ! Villani p a r l a d e l l ' U n g h e r i a : n o n o s t a n t e lo stato d ' a l l a r m e , c'è molta c a l m a , e altrettanta decisione di battersi se i tedeschi volessero i n v a d e r e il P a e s e . T e l e k i c h i a m a Hitler « il g a n g s t e r » (1) Osvaldo Sebastiani. Capo della Segreteria di Mussolini. (2) Renato Ricci. Noto gerarca fascista più volte Sottosegretario e Ministro nei Governi di Mussolini. Segui il capo del fascismo anche nell'ultima triste avventura della repubblica di Salò.
171
SETTEMBRE
1939
e C z a k y mi fa dire che R i b b e n t r o p non gli à nascosto il suo odio per m e . N e sono onoratissimo. R i u n i o n e per l ' A l t o A d i g e . N o n o s t a n t e le molte frapposte
dai
tedeschi/
tra
poco
comincerà
difficoltà
l'esodo.
Ponti
d'oro...
26 SETTEMBRE
—
C h e q u a l c h e c o s a sia stato
tramato
in
questi giorni tra M o s c a e Berlino già si è detto, ed oggi ne a b b i a m o a v u t o conferma d a R o s s o . S e m b r a che R i b b e n t r o p torni a M o s c a per la firma militare
allo scopo
di
di u n a v e r a e propria a l l e a n z a
consegnare
ai R u s s i la B e s s a r a b i a
e
l ' E s t o n i a ed ai T e d e s c h i la rimanente parte della R u m a n i a . D a Berlino, silenzio assoluto.
More solito,
niente ci viene
comu-
nicato. T e l e f o n o a d A t t o l i c o di informarsi e d o p o q u a l c h e ora fa sapere che il v i a g g i o di R i b b e n t r o p a M o s c a s e m b r a c o n fermato.
Hitler col suo seguito è tornato a Berlino e,
dopo
una dichiarazione che farebbe d o m a n i , si propone di a n d a r e , per la prima v o l t a , sul fronte occidentale. I n serata, Mosca conferma l'arrivo di R i b b e n t r o p per d o m a n i alle 16. Berlino c o n t i n u a a tacere. T u t t o ciò n o n è c h i a r o . O g n i v o l t a che i tedeschi si p r e p a r a n o a compiere u n c o l p o a nostra insaputa — e ormai d a V i e n n a a V a r s a v i a ne h a n n o fatti tanti! — si circondano del v e l o di mistero. A l D u c e , che telefona per a v e r notizie, dico tutto ciò e faccio c o m p r e n d e r e che è m o l t o difficile a n d a r e a v a n t i in questo m o d o . L ' a l l e a n z a tra M o s c a e Berlino è u n mostruoso c o n n u b i o c h e si realizza contro la lettera e lo spirito dei nostri p a t t i . È l'anti R o m a , è l'anticattolicesimo, è la barbarie c h e torna e contro la q u a l e è nostra
funzione
storica erigerci c o n
ogni a r m a e
con
ogni
m e z z o . M a ne a v r e m o ancora le possibilità 0 la partita n o n è già
tragicamente decisa?
27 SETTEMBRE
,— Berlino t a c e con noi nella m a n i e r a p i ù
t o t a l e : è dalle agenzie di s t a m p a c h e s a p p i a m o c h e R i b b e n t r o p è partito per M o s c a . M a degli scopi del suo v i a g g i o , tutto è a noi ignoto. A l l e g a n d o il p o c o t e m p o disponibile, R i b b e n trop h a rifiutato di ricevere A t t o l i c o . A n d i a m o m a l e . . . I n m a t tinata il D u c e riceve in m i a presenza l ' A d d e t t o N a v a l e a B e r lino, C o m a n d a n t e Pecori, per discutere c o n lui alcune
richieste
c h e i tedeschi ci h a n n o fatto in m a t e r i a di assistenza n a v a l e . Vorrebbero d a noi
rifornimenti
ai sottomarini, segnalazioni sui
c o n v o g l i franco-britannici e infine la cessione di alcuni s o m mergibili per operare nel Mediterraneo. Il D u c e è in principio
172
SETTEMBRE
1939
favorevole all'accettazione di q u a n t o c h i e d o n o , c o m p r e s o l ' u l timo p u n t o c h e è il p i ù pericoloso. C o n C a v a g n a r i — c h e
[è]
al cento per c e n t o d ' a c c o r d o c o n m e — s a b o t i a m o la cosa. I l Pecori non dice niente di molto n u o v o , tranne che i tedeschi cominceranno in aprile la costruzione in serie dei sottomarini e che p e n s a n o piccolo e
medio
di
poterne
produrre circa v e n t i
tonnellaggio.
al mese
Valentino —, reduce
da
di
Var-
s a v i a — narra le sue personali esperienze. A suo dire l ' a v i a zione tedesca è s t a t a di formidabile p o t e n z a . E
assolutamente
spietata perchè à tirato c o s t a n t e m e n t e sulle popolazioni c i v i l i . Ma gli orrori g e r m a n i c i sono
riscattati
dai mille v o l t e più c u p i
orrori d e l l ' a v a n z a t a b o l s c e v i c a .
28 SETTEMBRE
— A t t o l i c o f a sapere c h e d a p a r t e g e r m a n i c a
nulla osta a che
noi si r a g g r u p p i in u n sistema
politico tutti gli stati
neutri
economico-
danubiano-balcanici, nonché
la
S p a g n a . I l D u c e h a ancora m o l t e incertezze. I o i n v e c e c r e d o molto all'utilità di u n a simile azione, che d a a noi u n a m o l t o più v a s t a base politica e d i p l o m a t i c a . C o m u n q u e sono d ' a v v i s o —
prima di prendere iniziative — di vedere c o m e v a a
finire
la p e r m a n e n z a di R i b b e n t r o p a M o s c a . A n c o r a siamo al b u i o completo. M a molti sintomi — negli stati baltici e in B e s s a r a bia — non f a n n o prevedere niente di b u o n o . Q u e l l ' u o m o è sinistro, e la sua influenza sugli- eventi è estremamente pericolosa. R i c e v o V i l l a n i . G l i ungheresi sono inquieti. C h e d e b b o n o fare se i russi entrano in R o m a n i a ? A mio a v v i s o , stare fermi. Sono troppo deboli e t r o p p o esposti per mescolarsi a l g i o c o , fino a q u a n d o non v i sono o b b l i g a t i .
29 SETTEMBRE
— . A b b i a m o p r i m a d a l l a s t a m p a e poi d a g l i
Ambasciatori i testi degli accordi di M o s c a . Si t r a t t a di u n a pura e semplice spartizione della P o l o n i a , b e n c h é v i sia q u a l c h e cosa che lascia p r e v e d e r e c h e — a l m e n o d a p a r t e tedesca si vorrà in seguito
fare
q u a l c h e c o s a per s a l v a r e la
—
forma.
Il D u c e , però, è piuttosto pessimista e crede c h e nelle c o n d i zioni attuali sia quasi impossibile tentare u n a soluzione
pa-
cifica.
che
H a ragione.
proprio il C a p o
Oltre tutto n o n
del F a s c i s m o
s a r e b b e ammissibile
dovesse
farsi p a d r i n o di
una
soluzione che dia in m a n o al b o l s c e v i s m o numerosi milioni di polacchi cattolici. V e d o Fr^angois P o n c e t c h e è i n d i g n a t o
di
quanto è stato fatto e di c o m e è stato f a t t o . F o n p u l a il v o t o che il D u c e non voglia" intervenire a r a c c o m a n d a r e u n a soluzione che sarà inesorabilmente respinta dalla F r a n c i a e d a l -
173
OTTOBRE
1939
l'Inghilterra. F . P o n c e t , del resto, v e d e sempre più a v v i c i n a r s i il giorno in cui l ' I t a l i a si affiancherà a queste d u e P o t e n z e per difendere in u n a c o n la libertà e la dignità d e l l ' E u r o p a , a n c h e la sua
v i t a nazionale.
M u o v o molte
P a r l i a m o dei
critiche al sordido
rapporti
italo-francesi.
a t t e g g i a m e n t o francese
nei
nostri riguardi ed egli le a m m e t t e . « C h e v o l e t e ? —• a g g i u n g e . —
I
francesi
.sono strana
gente
che
vorrebbe
vincere
la
lotteria senza a v e r c o m p r a t o il biglietto » . P r e p a r o l a f o r m u l a di u n a D i c h i a r a z i o n e c o m u n e che d o v r e b b e servire d a giurìdica
alla costituzione
del g r u p p o dei neutri che
base vorrei
riunire intorno a l l ' I t a l i a .
50 SETTEMBRE
,— I l D u c e s t a m a n i c o n f e r m a il suo scetticismo sulla possibilità di negoziati, q u i n d i , d u r a n t e il consiglio dei Ministri, sono stato c h i a m a t o al telefono d a R i b b e n t r o p . M o l t o premuroso e cortese, p i ù di q u a n t o non lo sia stato nei recenti colloqui telefonici. A a v a n z a t o tre p r o p o s t e : i ° ) u n incontro Hitler-Mussolini, possibilmente a M o n a c o ; 2°) u n m i o v i a g g i o a Berlino o v e Hitler v o r r e b b e parlarmi a l u n g o su t u t t a la situazione; 3 ) u n nostro incontro alla frontiera del B r e n n e r o . P e r ò questa terza soluzione era la m e n o g r a d i t a . H o detto al D u c e che c o n v e n i v a scartare, a l m e n o per ora, l'ipotesi di u n suo v i a g g i o : a v r e b b e p o t u t o trovarsi in u n a difficile situazione sia di fronte al m o n d o se Hitler avesse — c o m e è p r o b a b i l e — a v a n z a t o delle proposte assurde; sia di fronte allo stesso Hitler se questo gli a v e s s e richiesto u n a i m m e d i a t a collaborazione militare. Q u i n d i m i o v i a g g i o a Berlino. L ' h o personalmente telefonato 4 R i b b e n t r o p che h a sottolineato l'utilità di partire al più presto. O g g i stesso: ore 18. P a r t o senza u n a precisa idea di quello c h e i tedeschi m i proporranno : m a h o la v o l o n t à ferm a e r a d i c a t a di s a l v a g u a r d a r e a tutti i costi la nostra libertà d'azione. N o n c r e d o c h e d a Berlino potrò portare u n contributo al ristabilimento della p a c e in E u r o p a , m a è certo c h e m i b a t terò c o m e u n leone p e r conservare l a p a c e del p o p o l o italiano. 0
OTTOBRE 1-2 OTTOBRE — C o m e d ' u s o , h o riassunto in u n d o c u m e n t o , c h e v e r r à inserito nel libro dei colloqui, j l resoconto ufficiale dei miei contatti c o n Hitler e con gli altri personaggi del R e i c h . Q u i raccolgo alcune impressioni. H o t r o v a t o Hitler molto
174
OTTOBRE
1939
sereno. V o r r e i dire disteso. Mentre a S a l i s b u r g o a p p a r i v a c h i a ro il t r a v a g l i o d i q u e s t ' u o m o , deciso o r m a i all'azione, m a n o n ancora sicuro dei suoi m e z z i e dei suoi calcoli, ora i n v e c e egli sembra assolutamente sicuro di se stesso. L a p r o v a s u p e r a t a lo ha rinfrancato per le p r o v e future. V e s t i v a , sui soliti c a l z o n i neri, la g i a c c a grigio v e r d e . I n f a c c i a p o r t a v a traccie di s t a n chezza recente,
ma
q u e s t a n o n si r i p e r c o t e v a sulla
vivacità
dello spirito. Hitler h a p a r l a t o p e r q u a s i d u e ore ed à citato cifre su cifre senza ricorrere a d un a p p u n t o . N e i confronti dell'Italia m i è p a r s o assolutamente identico a p r i m a . I l p a s s a t o è p a s s a t o : ormai egli g u a r d a a l l ' a v v e n i r e e cerca di a v e r c i c o n lui. M a d e b b o dire c h e o g n i nostro a c c e n n o a collaborare militarmente è stato fatto c o n u n a discrezione assoluta. C i ò c h e m i ha più impressionato è la s u a sicurezza nella vittoria. O è un allucinato o — v e r a m e n t e — u n g e n i o . T r a c c i a p i a n i
d'azione
e precisa d a t e con u n a certezza c h e n o n a m m e t t e c o n t r a d d i z i o n i . A v r à ragione? L a partita, a m i o a v v i s o , n o n sarà così semplice com'egli c r e d e : F r a n c i a e Inghilterra h a n n o a n c o r a molte p a role d a dire. S e sarà g u e r r a , sarà guerra spietata. G l i o c c h i di Hitler h a n n o l a m p i sinistri allorché fa c e n n o ai suoi m e z z i ed
ai
suoi
metodi
di
lotta.
rafforzato nella c o n v i n z i o n e tedeschi
Torno
dalla
Germania
molto
che i primi mesi permettono
ai
di poter credere nella v i t t o r i a . P i ù t e m p o p a s s a
e
più sarà d u r a . — R i b b e n t r o p n o n dice niente di n u o v o e niente di suo.
È
l'eco i n g r a n d i t a delle parole e del pensiero d i Hitler. O r a è invasato di Russofilia.
E si esprime c o n t a n t a i m p r u d e n z a
grossolanità in f a v o r e dei comunisti d a lasciare perplesso
e
chi
lo ascolta. — Il popolo tedesco è rassegnato e deciso. F a r à la guerra e la farà bene, m a s o g n a e s p e r a la p a c e . G l i a p p l a u s i c o n c u i sono stato a c c o l t o rivelano c h i a r a m e n t e q u e s t o stato d ' a n i m o . T u t t i gli italiani in G e r m a n i a odiano i tedeschi di tutto cuore. Ma sono senza eccezione convinti che Hitler vincerà la
guerra, Gòring n o n si è fatto v i v o : la t r a g i c o m m e d i a del m a n c a t o Collare continua. E c c o che in p i e n o 1939 un secondo
rischiamo
di a v e r e
affaire du collier.
3 OTTOBRE
— C o n s e g n o al D u c e la m i a relazione e riferisco verbalmente su tutti i particolari. E g l i non c o n d i v i d e la sicurezza di Hitler nella vittoria : francesi e inglesi terranno d u r o .
175
O T T OS
RE
1939
Si b a s a sulle informazioni che gli d a n n o nostri militari, e poi perchè nasconderlo — c'è in lui u n a p u n t a di a m a r e z z a per la g r a n d e ascesa di Hitler. U n colpo di arresto gli piacerebbe molto. E — a u g u r a n d o l o — lo pronostica. C o m u n q u e niente p u ò venire c a m b i a t o per molti mesi nel nostro a t t e g g i a m e n t o c h e è di neutralità e di preparazione.
4 OTTOBRE
— Mussolini m i parla per la p r i m a v o l t a in sei
a n n i di liquidare S t a r a c e . L o incoraggio su questa b u o n a strada e si fa il n o m e di Muti per la successione. M u t i è u n valoroso e un fedele, ancora inesperto della cosa p u b b l i c a , m a pieno di ingegno naturale e v o l i t i v o . Se verrà n o m i n a t o potrà fare b e n e . C o m u n q u e il successore
di S t a r a c e a v r à u n g r a n d e successo
iniziale, se non altro per il fatto che è il successore di S t a r a c e , così odiato e spregiato dagli italiani. C o l l o q u i o coi due A m b a s c i a t o r i : F r a n c i a e Inghilterra. D o q u a l c h e informazione sui risultati delle m i e interviste di Berlino. D ' a c c o r d o c o n Mussolini, faccio capire c h e le condizioni sono dure, forse accettabili, m a dure. I n fondo il D u c e preferisce che i giganti europei si a z z a n n i n o tra di loro, e nonostante t u t t o quel c h e si dice della nostra b u o n a v o l o n t à di p a c e , preferisce c h ' i o getti con misura e p r u d e n z a u n p o ' di petrolio sul fuoco.
5 OTTOBRE
— Hitler a n n u n c i a c h e d o m a n i m a t t i n a ci farà
a v e r e il testo del discorso che sarà pronunciato alle 12. S e c o n do A t t o l i c o , sembra che le forme siano state u n p o ' s a l v a t e nei confronti della P o l o n i a . È certo c h e d o m a n i è la g i o r n a t a c r u c i a l e : o p a c e o guerra v e r a . N o n m i sorprenderebbe u n a m a g giore arrendevolezza da parte di Hitler. P e r q u a n t o deciso a fronteggiare con la forza gli e v e n t i , pure q u e l t a n t o di socialista c h e è rimasto in lui lo rende dubbioso di fronte alla g r a n de strage. R i b b e n t r o p , n o : è u n aristocratico o, .peggio a n c o r a , un
parvenu:
il sangue del p o p o l o non lo p r e o c c u p a . M a per
Hitler è differente : era un operaio. U n a indistinta
ripugnanza
del sangue la sente ancora. Preferisce le vittorie se incruente. E d è. perciò ch'io penso c h e , se p u r e tenue, esiste ancora un b a r l u m e di s p e r a n z a .
6 OTTOBRE
— A c c o m p a g n o V o n M a c k e n s e n dal D u c e per la
consegna della c o p i a del discorso di Hitler. I l D u c e parla in tono molto cordiale e dice a l l ' A m b a s c i a t o r e di G e r m a n i a che la preparazione militare italiana procede c o n ritmo celere e si-
176
OTTOBRE
1939
curo : in p r i m a v e r a egli sarà in g r a d o — se la guerra c o n t i n u a _
di dare e non di chiedere aiuti. R i m a s t i soli, il D u c e l e g g e il discorso di Hitler e lo c o m -
menta molto f a v o r e v o l m e n t e : lo g i u d i c a abile ed e m o t i v o al punto di poter v e r a m e n t e determinare un c a m b i a m e n t o situazione
internazionale.
nella
Si c o n v i n c e di ciò sempre p i ù . A l
punto di telefonarmi in serata c h e per lui, o r m a i , la guerra è finita, ( i ) Io non c o n d i v i d o questo ottimismo. N e s s u n d u b b i o sul fatto che il discorso getterà u n t u r b a m e n t o spirituale nel c a m p o avversario, che è già diviso e percorso d a correnti pacifiste. M a che cosa d à Hitler, tranne le b u o n e parole? E q u a n t o v a l g o n o le sue buone parole? H o a n c o r a *troppa stima per la F r a n c i a e per l'Inghilterra per credere c h e p o s s a n p cadere nella t r a p p o l a . L a guerra non è finita o g g i : tra b r e v e , c o m i n c e r à .
7 OTTOBRE
— C o m i n c i a n o le p r i m e reazioni al discorso di Hitler. P e r q u a n t o n e g a t i v e , non t r o v o in esse quella v i o l e n z a che troverei giustificata dall'essenza v e r a — del tutto n e g a t i v a — del discorso. L o stesso A m b a s c i a t o r e di P o l o n i a s t a m a n i , p e r quanto confermasse a fior di l a b b r a la sua v e c c h i a intransigenza, pur t u t t a v i a non è s e m b r a t o respingere aprioristicamente la discussione sulle proposte g e r m a n i c h e . Mussolini v o r r e b b e f a r qualcosa per entrare nel g i o c o .
Si
(i) Hitler pronunciò questo discorso il 6 ottobre 1939 Ninnati*i al Reichstag. Era il secondo discorso dopo l'inizio delle ostilità. Era stata annunciata nelle capitali occidentali una offensiva di pace. Mussolini, portato a considerare i franco-inglesi come ansiosi di arrivare a un accomodamento a tutti i costi, mostrava di credere alla possibilità di un'intesa, ma ben presto dovette comprendere che la guerra ormai iniziata non si poteva arrestare per volontà della Germania. Hitler assicurò che il patto, germano-russo sarebbe durato a lungo e che nessun tentativo delle democrazie avrebbe potuto indebolirlo. Egli proponeva in termini molto vaghi una conferenza europea per uno statuto definitivo delle nazioni del Continente. La risposta anglo-francese fu immediata. Non si trattava di fissare uno statuto europeo sulla base delle nuove conquiste tedesche, ma si trattava di restituire la sicurezza all'Europa e la libertà ai popoli che l'avevano perduta (austriaci, cechi e polacchi). Seguirono delle polemiche di stampa tra Londra e Parigi da una parte e Berlino dall'altra: infine il 21 ottobre una nota ufl&ciosa tedesca avvertiva che, avendo i Governi democratici respinto le proposte di Hitler, il Governo del Reich non aveva più motivo di parlare di pace e di formulare nuove proposte.
177 12. CIANO,
Diario (1)
OTTOBRE
1939
sente tagliato fuori, e n e soffre. V e r r à il m o m e n t o , m a p e r ora c o n v i e n e non prendere iniziative che a v r e b b e r o t r o p p o scarsa probabilità di successo. H o d a t o al D u c e u n curriculum vitae di M u t i : gli h a fatto impressione. È d e g n o d ' u n guerriero d e l l ' A l t o M e d i o E v o .
8 OTTOBRE
— Niente di n u o v o , senonchè si a c c e n t u a l'irri-
gidimento nella reazione franco-britannica.. Solo d u e v o c i in Inghilterra si sono l e v a t e in f a v o r e della C o n f e r e n z a proposta da H i t l e r : quella di L l o y d G e o r g e e quella di B e r n a r d S h a w . Il che v a l e a p r o v a r e per assurdo, che le proposte di Hitler sono giudicate dagli inglesi assolutamente
9 OTTOBRE
inaccettabili.
— I l D u c e s t a m a n i era depresso, c o m e m a i l'ho
v i s t o . O r m a i si rende c o n t o che la prosecuzione della guerra è cosa inevitabile, e sente tutto il disagio di d o v e r n e
rimanere
fuori. C o s a eccezionale in lui, si è sfogato c o n m e . « G l i I t a liani — h a detto — d o p o a v e r p e r diciotto anni ascoltato la m i a p r o p a g a n d a guerriera, n o n si rendono c o n t o di c o m e
io
possa — adesso c h e l ' E u r o p a è in fiamme — , divenire l'araldo della p a c e . N o n v i è altra spiegazione tranne q u e l l a d e l l ' i m preparazione militare del P a e s e ,
ma
anche
di
q u e s t a si
fa
risalire a m e la responsabilità, a m e che h o s e m p r e p r o c l a m a t o la p o t e n z a delle nostre forze a r m a t e » . S e l'è presa c q n Hitler c h e l ' h a messo in u n a situazione tale d a
« t r a v o l g e r e molti
uomini e d a incrinare anche u n u o m o c o m e
il D u c e » .
Ha
ragione. N o n c'è niente d a obiettare. N e l P a e s e si m o r m o r a contro t u t t o e tutti, lui c o m p r e s o . M a lui è s e m p r e stato in b u o n a f e d e : è stato mistificato d a quattro o c i n q u e i n d i v i d u i c h ' e g l i h a a v u t o il torto di mettere t r o p p o in a l t o e quello di n o n averli ancora d u r a m e n t e colpiti. H o il cuore stretto: M a r i a sta m a l e . N e l suo letto era fine ed e s a n g u e , c o m e d ' a v o r i o . C h e D i o la salvi. L e v o g l i o molto bene : è forse il solo l e g a m e c o n la g i o v i n e z z a che ormai si allontana.
(1)
10 OTTOBRE
—
A s c o l t o alla R a d i o il Discorso di D a l a d i e r .
A m e s e m b r a f e r m a m e n t e intransigente, a n c h e se nella forma misurato e corretto. Mussolini non è di questo a v v i s o . Infatti telefona con aria piuttosto soddisfatta che « i francesi si preCi) L a sorella del Conte Ciano sposata al conte Magistrati era vicina alla morte.
178
OTTOBRE
1939
parano a mollare ». F r a n c a m e n t e , non sono di questo a v v i s o . Vedremo.
ti OTTOBRE
— I c o m m e n t i al Discorso D a l a d i e r c o n f e r m a n o
la m i a p r i m a impressione di intransigenza. I n f a t t i a n c h e M u s solini n o n ne p a r l a p i ù . F r a n g o i s P o n c e t è a n c h e lui d ' a v v i s o che ormai la guerra n o n p u ò v e n i r e sospesa e c h e le o p e r a zioni a v r a n n o tra b r e v e u n a m o l t o m a g g i o r e a m p i e z z a . N o n si nasconde le difficoltà dell'impresa, della F r a n c i a . F e d e
vera:
m a h a fede nella v i t t o r i a
sento b e n e
nelle
sue
parole
un
accento di c o n v i n z i o n e . I tedeschi creano a n c o r a mille difficoltà p e r l ' e v a c u a z i o n e dei tedeschi d a l l ' A l t o A d i g e . O g n i giorno a u m e n t a n o le richieste e le pretese : d o m a n d a n o — seriamente — d i asportare persino le maniglie e le serrature delle porte. I n t a n t o localmente l a situazione si f a un p o ' inquieta : la gente c h e sa di d o v e r partire comincia a considerarsi un p o ' fuori l e g g e . Q u a l c h e incidente si è già prodotto. C h i a m o M a c k e n s e n e gli dico di trattare la q u e stione su un p i a n o politico. B i s o g n a far presto : gli italiani seguono con molto interesse q u e s t o p r o b l e m a , e n o n giustificano i ritardi tanto più c h e d a g l i S t a t i B a l t i c i i tedeschi — sotto la pressione russa — h a n n o fatto partire o t t a n t a m i l a u o m i n i in poche ore.
12 OTTOBRE
— Bombelles m a n d a un rapporto
interessante
sulla situazione in C r o a z i a . I l fermento è forte, e il d e n a r o d a noi dato lo h a intensificato al p u n t o di far scoppiare grossi incidenti tra i mobilitati croati e gli ufficiali serbi. E g l i g i u d i c a la situazione m a t u r a a b r e v e s c a d e n z a per u n nostro i n t e r v e n t o . N e parlo col D u c e . A n c h ' i o p e n s o che il c o l p o in C r o a z i a d e v e essere fatto, m a d'intesa,
o almeno
senza
contrasti,
con
la
Francia .e l'Inghilterra. Si d e v e far capire a questa gente c h e è anche nel loro interesse se noi s b a r r i a m o la s t r a d a ai tedeschi e se s a l v i a m o l ' U n g h e r i a d a l l a d o p p i a pressione
tedesco-russa.
C o m u n q u e , non b i s o g n a a v e r fretta. È u n ' o p e r a z i o n e , c h e scirà, m a d e v e essere c o n d o t t a c o m e
quella
riu-
albanese.
C h a m b e r l a i n p a r l a : n o n m i s e m b r a che il suo discorso c o n tenga elementi n u o v i rispetto a quello di D a l a d i e r . A n z i la prima impressione è di u n ' i n t r a n s i g e n z a p i ù a c c e n t u a t a .
13 OTTOBRE
— I l discorso C h a m b e r l a i n f a t r a m o n t a r e le speranze anche dei p i ù ostinati pacifisti. N e l l a v o c e del v e c c h i o statista si riconosce la tradizionale decisione b r i t a n n i c a . A n c h e
179
OTTOBRE
1939
il D u c e , d o p o a v e r letto il t^sto originale, conclude c h e ormai ogni possibilità d'intesa è t r a m o n t a t a . Si p r e p a r a a fare alcune dichiarazioni, m a per ora le sospende. F a bene : è il v e r o m o m e n t o di tacere. I n G e r m a n i a , il discorso è stato accolto con indignazione e furore. A t t o l i c o telegrafa che esso è risuonato c o m e uno squillo di guerra, ed in termini analoghi si esprime V o n M a c k e n s e n , c h e viene a chiedere,, a n o m e di R i b b e n t r o p , l ' a p p o g g i o della nostra s t a m p a su alcuni p u n t i specifici della polemica.
Mackensen
è piuttosto depresso, e, nonostante i tanti sforzi che c o m p i e , n o n riesce a nascondere interamente la sua profonda a n t i p a t i a p e r R i b b e n t r o p , c h e g i u d i c a il m a g g i o r e responsabile della guerra.
14-15 OTTOBRE —
N i e n t e di n u o v o .
16 OTTOBRE
— Il D u c e fa nel p o m e r i g g i o un l u n g o sfogo sulla situazione delle forze a n n a t e : i nodi v e n g o n o lentamente al pettine, e la situazione, nota a tutti, non p u ò venire p i ù a l u n g o occultata neppure a lui. H a detto finalmente c h e v u o l m a n d a r e v i a P a r i a n i e V a l l e . S a r e b b e ora. E d à a n c h e detto c h e non v i sarà possibilità a l c u n a di entrare in guerra p r i m a della fine di g i u g n o o di luglio, e c h e a n c h e a tale e p o c a a v r e m o al m a s s i m o tre mesi di scorte. I n tali condizioni è follia pensare al conflitto. B i s o g n a sapere attendere e son sicuro c h e il D u c e , c h e pure soffre a morte della sua posizione a t t u a l e , saprà attendere fino a q u a n d o l'interesse del P a e s e lo.consiglierà. Nel m o n d o , u n c u p o silenzio p r e a n n u n z i a n o v i t à non b u o n e . Q u a n d o i tedeschi si c h i u d o n o in un raccoglimento truce, prep a r a n o il loro colpo. C r e d o c h e tra n o n m o l t o , il c a n n o n e tuonerà d a v v e r o . Il D u c e è rimasto molto impressionato di alcuni documentari sulla R u s s i a , e v u o l fare u n a c a m p a g n a di s t a m p a per spiegare agli italiani che il bolscevismo è m o r t o e d à c e d u t o il posto a d u n a specie di fascismo s l a v o . C e r c o di dissuaderlo. È u n a pozione quella dell'amicizia russa, che gli italiani n o n ingoierebbero t a n t o facilmente. S p e c i a l m e n t e se servita nel v a s o g e r m a n i c o , c o m e ora a v v e r r e b b e .
ij OTTOBRE al
— L e condizioni di M a r i a si sono a g g r a v a t e
p u n t o c h e i medici o r m a i disperano di
s a l v a r l a . C h e la
M a d o n n a c o m p i a il miracolo! N i e n t e è p i ù triste del v e d e r e lentamente spengersi u n a g i o v i n e z z a che è stata soltanto p u rezza
e
bontà.
provando.
180
E
Destino,
quest'anno,
mi
sta
duramente
OTTOBRE
18 OTTOBRE
1939
— L a notte è trascorsa t r a g i c a m e n t e . L a
di Maria s e m b r a v a i m m i n e n t e
e inevitabile.
P o i s'è
fine
ripresa,
ed ora il miglioramento si a c c e n t u a . È u n lieve filo di s p e r a n z a , ma non b i s o g n a reciderlo La
ancora.
grazia della V e r g i n e p u ò essere scesa su u n a c r e a t u r a
che la merita a p p i e n o . Hitler h a m a n d a t o l ' A m b a s c i a t o r e a
portare i suoi
voti
per la salute di M a r i a e R i b b e n t r o p h a telegrafato. C o n C l o d i u s h o definito le ultime clausole dell'accordo p e r l'Alto A d i g e che v e r r à
firmato
entro d o m a n i .
H o cercato an-
cora di contentare a n c h e a l c u n e sue richieste di n a t u r a e c o n o mica e ppr facilitare il transito. S o n o d ' a v v i s o che fare tutto q u a n t o è possibile
convenga
in f a v o r e dei T e d e s c h i p u r
esimerci dal d o v e r prestare la solidarietà Il D u c e c o n f e r m a l'intenzione
militare.
di procedere a u n
cambio
della guardia al P a r t i t o , sostituendo a S t a r a c e l'ottimo Meglio tardi, che
19 OTTOBRE
di
Muti.
mai.
,— M a r i a c o n t i n u a a migliorare c o n progres-
siva regolarità e ciò i n d u c e a b e n e sperare. F r a n c i a e Inghilterra h a n n o o g g i
'
firmato
l ' a c c o r d o c o n la
T u r c h i a . (1) L a cosa n o n m i dispiace perchè è la G e r m a n i a che perde un p u n t o . P o n c e t telefona p e r dirmi — a n o m e di P a rigi — che l'accordo non à a l c u n carattere [ha] il solo scopo di conservare lo orientale.
Non
so
quanto
vale
statu quo
questa
antitaliano,
ma
nel Mediterraneo
assicurazione,
ma
è
bene che sia stata d a t a . È imminente un grosso c a m b i o di g u a r d i a al G o v e r n o . I l Duce si accinge a fare Ministri tutti i miei a m i c i : M u t i , volini, R i c c a r d i , R i c c i . M a n d a v i a Alfieri, e ciò m i
Pa-
dispiace
perchè è stato un b q o n c a m e r a t a . C e r c h e r ò di tenerlo io a g a l l a e se non
riuscirò
a vararlo come
Presidente
della C a m e r a ,
vorrei nominarlo A m b a s c i a t o r e presso l a S a n t a S e d e . S t a r a c e (1) Il 19 ottobre 1939 i rappresentanti dei Governi di Parigi e di Londra firmavano ad Ankara un trattato di mutua assistenza con la Turchia. Questo trattato concludeva una lunga serie di trattative fra i tre Governi e veniva stipulato nel momento in cui le trattative fra la Russia e la Turchia venivano sospese per non avere raggiunto nessun concreto risultato. Il ministro turco Saragioglu proprio in quel giorno 19 ottobre lasciava Mosca per tornare in patria. L a vertenza tra Mosca e Ankara dei primi mesi del 1946 non è che la conseguenza di quell'inutile negoziato.
181
OTTOBRE —
forse —
passerà alle
1939
mie
dipendenze
come
Governatore
d e l l ' E g e o . M a questo m i piace m e n o . A n c h e P a r i a n i e V a l l e —
finalmente
20
OTTOBRE
—
se ne v a n n o .
— Maria è p e g g i o r a t a . R i t e n g o c h e o r m a i la
sciagura sia inevitabile e v i c i n a . L ' a n g o s c i a m i serra il cuore, per m e e per il dolore c u p o e silenzioso
che ormai h a v i n t o
l'animo di m i a m a d r e . •
OTTOBRE
21
rabile.
.— L ' a g g r a v a m e n t o di M a r i a c o n t i n u a
Q u a l c h e miglioramento
ineso-
f u g a c e rende p i ù e v i d e n t e
il
q u a d r o della triste realtà c o m e la folgore m o s t r a p e r u n secondo l'orrore della t e m p e s t a . N i e n t e è più triste dell'assistere questa
lenta
agonia,
e
dovervi
assistere
sorridendo
a
perchè
M a r i a , c h e è lucidissima, ignori il destino c h e l'attende. F i n o r a non si è m a i resa conto c h e l a morte è p r o n t a a ghermirla, e ciò p r o v a che la P r o v v i d e n z a d i v i n a è v e r a m e n t e
22
OTTOBRE
infinita.
— A l l a m e z z a n o t t e e sei minuti, alla stessa ora
in cui m i o P a d r e entrò n e l l ' O m b r a , M a r i a è spirata. u n a l u n g a dolorosa a g o n i a , h a serenamente respiro, r i c e v e n d o la benedizione
esalato
Dopo
l'ultimo
della F e d e . M a d a p i ù
di
m e z z ' o r a a v e v a perso c o n o s c e n z a . E c c o u n n u o v o g r a n d e colpo c h e m i stordisce. M a r i a era per m e
la
buona
sorella.
Sempre
vicina
nello
spirito,
ma
sempre discreta e misurata, r a p p r e s e n t a v a u n g r a n d e l e g a m e col m i o passato. L a nostra p r i m a g i o v i n e z z a è stata di u n a assoluta intimità, così c o m e c o m p o r t a v a la m o d e s t a v i t a borghese di famiglia d'ufficiali. mito
nella
stessa
stanza,
A b b i a m o per t a n t o t e m p o
mangiato
l'uno
accanto
dor-
all'altro
con la spontaneità di d u e poledri che si nutrono nello stesso recipiente. E p o i , a n c h e se la v i t a ci h a
fisicamente
p e r molto
t e m p o separati, m a i h a p o t u t o allontanarci. M a r i a era leale,
onesta,
diritta c o m e
fiera,
u n a s p a d a . L a m a l a t t i a che
da
t a n t o t e m p o la m i n a v a a v e v a forse t a l v o l t a influito sul suo carattere, m a non a v e v a p o t u t o m i n i m a m e n t e m u t a r e queste caratteristiche nava,
ne
profonde
del
suo
spirito.
Chiunque l'avvici-
r e s t a v a p r o f o n d a m e n t e impressionato.
I l suo
rim-
pianto è universale e profondo. I n m e , la melanconia d o m i n a ,
182
OTTOBRE
1939
ed il v u o t o c h e si è fatto nel m i o cuore d o p o la sua s c o m p a r s a non potrà esser m a i più c o l m a t o nè dal t e m p o nè dalle v i c e n d e . Un
bacio, M a r i a .
C h e D i o ti a c c o l g a nel suo
grande
seno,
come T u lo meriti. A d d i o .
23 OTTOBRE
A L i v o r n o , per i funerali di M a r i a . A n c o r a
una v o l t a , p i e g a t o dal dolore,
h o percorso la c i t t à della m i a
infanzia tra d u e ali di popolo c h e m o s t r a v a di soffrire c o n m e . Maria è stata collocata nel cimitero della Purificazione in u n loculo
sotto
solo —
quello
in c u i
riposa
Papà.
Q u a n d o più
sono tornato al c a m p o s a n t o per dare u n
saluto ai miei cari,
m i è parso m e n o
indimenticabile
Padre.
E
intimo
d u r o a b b a n d o n a r e la
sorella in quel triste l u o g o , poiché l ' a v e v a a c c o l t a il grande
tardi
l'avrebbe
nostro
vegliata
come
ci v e g l i a v a b a m b i n i .
24. OTTOBRE
—
L a v i t a riprende il suo c o r s o :
Ministero,
udienza dal D u c e — che è stato a n c o r a Mina v o l t a p a t e r n o •—, visite, colloqui, s t a m p a , t e l e g r a m m i . . . M a q u a n d o , d o p o u n a caduta, si
ricomincia
a marciare, l'erta s e m b r a p i ù d u r a e si
sente che il fardello che i n g o m b r a le nostre spalle è cresciuto di peso.
'
25 OTTOBRE
— I l D u c e si p r o p o n e di scrivere u n a lettera
a Hitler per dirgli che, allo stato d e g l i atti, l ' I t a l i a r a p p r e senta per la G e r m a n i a u n a
riserva
economica e morale,
ma
che in seguito p o t r à a n c h e giocare u n ruolo militare. N o n v e d o la necessità di questo d o c u m e n t o , m a il D u c e è u n p o ' inquieto e vuole fare q u a l c h e c o s a . P a r l a a n c h e di u n prossimo
Gran
Consiglio c o n lo s c o p o di informare e s a t t a m e n t e s u l l ' a c c a d u t o ed accenna anche a l l ' o p p o r t u n i t à di u n m i o discorso p u b b l i c o , di grande mole, per fare il p u n t o al P a e s e . S e d o v r ò dire la verità, sarà difficile poter g i u n g e r e alle conclusioni c h e il D u c e si propone e m i i m p o n e , cioè c h e l ' A s s e e l ' A l l e a n z a esistono tuttavia e sono p i e n a m e n t e
efficienti.
26 OTTOBRE — . I l discorso c h e R i b b e n t r o p h a p r o n u n z i a t o a D a n z i c a à a v u t o delle ripercussioni mediocre
ripetizione
dannose:
è stata u n a
del discorso di Hitler. L o r a i n e h a detto
che R i b b e n t r o p è u n u o m o di second'ordine c o n idee di seconda m a n o . S o n o d ' a c c o r d o c o n lui. Mussolini parla ancora
del discorso c h e d o v r ò fare il
16
183
OTTOBRE
1030
dicembre, e neU'elencare gli argomenti che d o v r ò usare d o c u m e n t a r e le ragioni di u n nostro a t t e g g i a m e n t o , il
per Duce
— c h e v u o l e ancora mantenere u n a linea germanofila — p r o nuncia
la più d u r a requisitoria c o n t r o i tedeschi.
Sarà
un
c o m p i t o difficile, m a approfittando del suo stato d ' a n i m o , cercherò di fare un discorso c h e v a d a molto in c a v i t à . S a l v a r e fin d o v e possibile le forme, m a dire la v e r i t à : t a n t o basterà per scavare il solco definitivo tra noi e la G e r m a n i a . Il D u c e stamani d i c e v a c h e Hitler si sta m e t t e n d o in g r a v i rischi, perchè, per forza di cose, sta affidando tutto il potere ai militari. L e armi al p o p o l o e il c o m a n d o agli ufficiali, sono condizioni di accorse
netto
in settembre
sfavore
per le dittature. I l D u c e se
q u a n d o l'antifascismo
ne
t r o v a v a proprio
nelle caserme l ' a m b i e n t e più a d a t t o per svilupparsi e prosperare. I n t e m p o di g u e r r a , l'influenza del P a r t i t o diviene molto effimera e le stesse C a m i c i e N e r e sono tenute in q u a r a n t e n a dagli ufficiali effettivi. I n b r e v e t e m p o , a b b i a m o a v u t o molte prove.
27 OTTOBRE —
I l m o v i m e n t o del P a r t i t o e del G o v e r n o è
prossimo. Il D u c e è deciso per M u t i , mentre à ancora alcune incertezze per il sostituto di V a l l e . P e n s a al generale P i n n a . Sconsiglio, perchè questi è troppo legato all'opera del predecessore.
C o n v i e n e scegliere u n u o m o n u o v o . Suggerisco P r i -
colo. A n c h e per la Marina, il D u c e m i chiede u n n o m e
ed
a v a n z a quello d e l l ' A m m i r a g l i o R i c c a r d i . P a p à lo disistimava perchè si imboscò durante la guerra. C r e d o c h e la miglior cosa sia conservare C a v a g n a r i c h e h a d a t o ottima p r o v a . I l D u c e è d ' a c c o r d o . Il m o v i m e n t o a v r à luogo lunedì. N e l settore internazionale, niente di n u o v o . G i u n g o n o sempre più intense le v o c i di u n a prossima offensiva g e r m a n i c a ad occidente. Mussolini esclude che questa possa a v e r l u o g o . I o , i n v e c e , c r e d o di sì.
28 OTTOBRE —
N i e n t e di n u o v o . L e celebrazioni della M a r -
cia su R o m a h a n n o q u e s t ' a n n o un'aria un p o ' stanca e v a g a mente delusa. Il più malcontento e inquieto è proprio il D u c e : sente c h e gli eventi h a n n o tradito speranze e promesse.
Cosa
riserva adesso il futuro? D i p e n d e d a noi. Sono tenace nelle mie i d e e : se sapremo essere c a l m i , se s a p r e m o attendere e vincere l ' i m p a z i e n z a dell'attesa,
184
possiamo
a n c o r a risolvere a
nostro
NO
VEMBRE
1939
profitto u n a situazione s v a n t a g g i o s a .
la c a l m a e la p r u -
denza sono le condizioni indispensabili per r a g g i u n g e r e questi risultati.
29 OTTOBRE — N i e n t e di n u o v o .
50 OTTOBRE
— I l D u c e narra di a v e r c o m u n i c a t o a S t a r a c e il siluro, ieri, in m a c c h i n a al ritorno d a P o m e z i a . S t a r a c e h a reagito al n o m e di M u t i ed h a cercato di v a r a r e a l c u n i federali, di quelli della s u a c o v a t a . M a il D u c e non h a a b b o c c a t o ed ha tenuto duro sul n o m e di M u t i . « D e l resto — h a detto — non ha potuto fare nessuna a c c u s a circostanziata e d e g n a di considerazione. B e g h e di p r o v i n c i a . E in fondo credo che S t a race sia geloso di M u t i perché h a più m e d a g l i e di lui » . H o parlato a l u n g o c o n M u t i e gli h o tracciato le direttive. Muti mi seguirà c o m e un b a m b i n o : nonostante il mio crescente scetticismo sugli uomini, M u t i è u n o dei rarissimi che credo sincero. Starace a n d r à alla Milizia. A n c h e lì farà d a n n o , m a certamente m e n o .
31 OTTOBRE
— S c o p p i a la b o m b a del n u o v o G o v e r n o : entusiasmo generale per la c a d u t a di S t a r a c e , s i m p a t i a per i n u o v i . Starace e M u t i si incontrano nella m i a s t a n z a e l'incontro è quasi cordiale.
NOVEMBRE 1 NOVEMBRE
— N i e n t e di n u o v o in politica estera.
2 NOVEMBRE
— A L i v o r n o per visitare i miei d u e Morti. Poi in serata a F i r e n z e o v e lo s q u a d r i s m o m i accoglie c o n molto calore.
3 NOVEMBRE
— Il n u o v o G o v e r n o è chiamato sottovoce « Gabinetto C i a n o » . C o m i n c i a la ressa dei postulanti. Si cercano anche delle interpretazioni di politica estera, m a c i ò è assurdo.
4 NOVEMBRE —
N i e n t e di n u o v o .
5 NOVEMBRE — N e s s u n a
n o v i t à d e g n a di rilievo nè in I t a l i a
uè fuori. Solo a B e r l i n o , A t t o l i c o h a a v u t o u n c o l l o q u i o
con
185
ATO VEMBRE
1939
R i b b e n t r o p che si è mostrato — c o m e al solito — bellicista a d oltranza. H a detto che ormai, per avere la p a c e , non v ' è altro m e z z o che quello di fare la guerra. T u t t o ciò, abbellito d a m o l te frasi sulla sicurezza di u n a vittoria fulminante, sulla q u a l e invece gli eventi rendono ogni giorno p i ù e più scettici.
6 NOVEMBRE
—
7 NOVEMBRE
— V i v a reazione del D u c e al manifesto
N i e n t e di n u o v o .
del
C o m i n t e r n , nel q u a l e v e n g o n o attaccate tutte le borghesie dei Paesi belligeranti — G e r m a n i a c o m p r e s a — , n o n c h é l ' I t a l i a . L a reazione si è tradotta — dietro mio suggerimento — in u n forte articolo del
Giornale d'Italia.
L a frizione con la R u s s i a
n o n serve certo a migliorare le relazioni con B e r l i n o . M a a n c h e altri elementi g i o c a n o in questo senso. P r i m a tra tutti il fatto c h e R i b b e n t r o p continua a dire c h e l'Inghilterra è entrata in guerra perchè à s a p u t o per t e m p o c h e l ' I t a l i a sarebbe
rima-
sta neutrale. C i ò è falso. S e R i b b e n t r o p v u o l e trovare in ciò u n a giustificazione dei suoi errori, sbaglia d i n u o v o e in m a niera pericolosa. H o scritto a d A t t o l i c o di chiarire subito questo p u n t o : se R i b b e n t r o p insiste p o s s i a m o a n d a r e incontro a v i v i dissapori. Il D u c e s t a m a n i era i n d i g n a t o . L e notizie dalla G e r m a n i a , d a l l ' A u s t r i a e d a P r a g a conferm a n o tutte u n netto p e g g i o r a m e n t o della situazione
interna.
C o l l o q u i o c o n S o d d u . M o l t o bene orientato. D i c e c h e
le
condizioni reali del nostro esercito sono peggiori di q u a n t o si credesse. E s c l u d e che si possa essere pronti a d a p r i l e : al più presto, in ottobre. A n c h e S o d d u concorda c o n m e nel ritenere c h e la G e r m a n i a sarà inevitabilmente sconfitta. Parlerà in q u e sto senso col D u c e .
8 NOVEMBRE
,— I l D u c e è m o l t o impressionato su q u a n t o
gli h a riferito il G e n . L i o t t a , circa le tendenze all'alcoolismo dei tedeschi.
Egli arriva a
dire che « il pericolo tedesco si p u ò
contenere soltanto a l c o l i z z a n d o la G e r m a n i a » , e « c h e il m o n d o di d o m a n i sarà dei popoli che b e v o n o a c q u a » . M i d o m a n d o però se v a i proprio l a p e n a di prendere sul serio quel cafone siciliano di L i o t t a , c h e per a v e r offerto q u a l c h e b o t t i g l i a di v i n o c a t t i v o ai tedeschi crede di a v e r n e c o n q u i s t a t o l'intimità.
186
NOVEMBRE
1939
L ' i n i z i a t i v a di p a c e dei d u e S o v r a n i del B e l g i o e O l a n d a , non ha a v u t o m o l t o successo, a l m e n o per ora.
(1)
Colloquio c o n B a d o g l i o , c h e v i e n e a mettersi a disposizione. È molto pessimista sulle condizioni delle nostre forze a r m a t e e afferma c h e l a v o r a n d o m o l t o seriamente per d u e a n n i ,
sa-
remo in g r a d o di intervenire se gli altri si s a r a n n o nel f r a t t e m po molto usati. B a d o g l i o è f o n d a m e n t a l m e n t e neutralista, m a , caso m a i , preferirebbe di g r a n l u n g a battersi contro i tedeschi piuttosto che al loro
9 NOVEMBRE
fianco.
— L ' a t t e n t a t o contro Hitler a M o n a c o lascia
tutti assai scettici e p i ù scettico di tutti, Mussolini. I n realtà molti elementi del fatto non c o n v i n c o n o del tutto sulla g e n u i nità della versione. O è u n s u p e r l a v o r o della polizia, col preciso scopo
di
creare
un
risentimento
antibritannico
tedesco che è perfettamente agnostico,
o
nel
popolo
se l ' a t t e n t a t o
è
vero —* è roba di famiglia, g e n t e c h e v i v e nel rosso d e l l ' u o v o , forse v e c c h i strascichi del 30 g i u g n o c h e a M o n a c o non è n è può essere stato d i m e n t i c a t o . I l D u c e h a f a t i c a t o n o n p o c o a redigere il t e l e g r a m m a di c o m p i a c i m e n t o per lo s c a m p a t o p e ricolo; v o l e v a c h e fosse caloroso m a non t r o p p o , p e r c h è , a suo giudizio, nessun italiano h a p r o v a t o q u e s t a g r a n d e gioia p e r la salvezza di Hitler. E m e n o di tutti, il D u c e . Notizie d a varie parti f a n n o credere i m m i n e n t e u n a t t a c c o germanico al B e l g i o e a l l ' O l a n d a : A t t o l i c o se n e fa p o r t a v o c e , pur senza avallarle. L ' A m b a s c i a t o r e B e l g a a R o m a è m o l t o preoccupato e pensa c h e l'allarme trovi molte
giustificazioni
nella preparazione "intensificata dei tedeschi. F r a n g o i s P o n c e t , invece, è scettico. Ho
parlato chiaro
a
istruzioni a d A t t o l i c o —
Mackensen —
e ò
sulla situazione che
dato
analoghe
si sta determi-
nando nell'Alto A d i g e , o v e l'azione dei p r o p a g a n d i s t i g e r m a nici si svolge in senso n e t t a m e n t e l'emigrazione
degli allogeni.
contrario agli accordi per
S i p a r l a in sordina del
ritorno
dell'Alto A d i g e al R e i c h e si a c c e n d o n o speranze c h e p o s s o n o esasperare al di là del permesso
u n a situazione
sempre
più
(1) Re Leopoldo del Belgio si recava il 6 novembre all'Aja per consultarsi con la Regina Guglielmina. Il giorno successivo i due Sovrani indirizzavano alle Potenze belligeranti un messaggio nel quale offrivano la loro mediazione per un eventuale negoziato di pace. Il 10 novembre Re Carol di Romania si associava al messaggio dei due Sovrani del Belgio e dell'Olanda.
187
NO
VEMBRE
1939
tesa. Se i franco-britannici fossero in g a m b a , sarebbe il m o m e n t o b u o n o per far scoppiare u n formidabile incidente tra noi e i tedeschi.
10 NOVEMBRE
—
Nessuna
n o v i t à ; c o n t i n u a n o le specula-
zioni d*ambo i lati sull'attentato di M o n a c o , del q u a l e molti aspetti sono innegabilmente
1 1 ' NOVEMBRE
—
misteriosi.
Si intensificano le v o c i di
un'imminente
invasione tedesca del B e l g i o e d e l l ' O l a n d a . N o t i z i e in tal senso g i u n g o n o ormai d a troppe fonti per non essere prese in seria considerazione.
D e b b o però dire due c o s e :
che d a
Berlino,
niente in tal senso ci è m a i stato c o m u n i c a t o , anzi che specific a m e n t e Hitler e R i b b e n t r o p h a n n o sempre escluso per ragioni tecniche e morali un a t t a c c o ai neutri. C i ò ,— dati i precedenti — farebbe pensare che tutto è possibile... Mussolini non crede a questo a t t a c c o . M a a m m e t t e c h e se avesse l u o g o , le azioni
della G e r m a n i a c a d r e b b e r o del tutto
a terra e c h e a n c h e in Italia si a v r e b b e u n a tale o n d a t a di g e r m a n o f o b i a d a indurre a molte riflessioni. I l D u c e , in questi ultimi giorni, forse a c a u s a della situazione in A l d o A d i g e si orienta e si esprime sempre più nettamente in senso antigermanico.
12-13 NOVEMBRE 14. NOVEMBRE
— N i e n t e di n u o v o .
— R i c e v o il P r i n c i p e di A s s i a . L o t r o v o piut-
tosto depresso, per q u a n t o cerchi di ostentare il suo abituale b u o n umore. C o n f e r m a c h e l'offensiva tedesca a v r à l u o g o tra b r e v e . Sul fronte francese e non attraverso l ' O l a n d a e il B e l g i o . A
proposito
dell'incidente
di frontiera c o n
l'Olanda, mi
informa segretamente che è stato la c o n s e g u e n z a di u n
raid
che la G e s t a p o h a fatto in O l a n d a per catturare — c o m e h a c a t t u r a t o — il c a p o dell'Intelligence S e r v i c e inglese. D e l l ' a t t e n t a t o di M o n a c o , p o c o m i dice. E g l i ritiene si d e b b a n o cercare i responsabili
nella cerchia degli
che
antichi
amici di R o h m .
15-16-17
NOVEMBRE
18 NOVEMBRE
— Niente di n u o v o .
— Il Principe di P i e m o n t e m i c o n s e g n a un
piccolo d o n o personale : il distintivo d a abito d a sera d e l l ' A n nunziata.
A p p r o f i t t a dell'occasione
per
parlarmi
di
questioni.
i ° È contento del c a m b i o della g u a r d i a . N o n n a -
sconde la sua antipatia per S t a r a c e e per lo staracismo.
188
alcune
NOVEMBRE
1939
2° L e t r u p p e fraternizzano sempre sulla linea di frontiera con i francesi, mentre l ' a n t i p a t i a per i tedeschi si f a s e m p r e più v i v a . A ciò contribuisce a n c h e il loro c o n t e g n o . L ' A d d e t t o Militare R i n t e l e n è a r r i v a t o senza p r e a v v i s o tra le t r u p p e e d ha cominciato a fare d o m a n d e indiscrete,
c o n l'aria
d'ispe-
zionare il fronte, e ciò à p r o d o t t o v i v o risentimento
soprat-
tutto tra gli ufficiali. 3
0
A s s i a si è dimostrato piuttosto p r e o c c u p a t o sulla situa-
zione. H a fatto a n c h e u n c e n n o a l l ' o p p o r t u n i t à di c a m b i a r e l'Ambasciatore A t t o l i c o , m a il P r i n c i p e , n a t u r a l m e n t e , h a l a sciato cadere il discorso.
ig NOVEMBRE
— A T o r i n o , a c a c c i a in c a s a M e d i c i .
20 NOVEMBRE
— L e notizie d a P r a g a f a n n o ritenere che la
situazione sia più difficile di q u a n t o n o n è a m m e s s o nei c o m u nicati ufficiali.
Il D u c e n e
è soddisfatto/ soprattutto
pensa che la crisi b o e m a v a l g a [ a ] la progettata offensiva
sul fronte
ritardare
perchè
o forse a silurare
occidentale.
Per
Mussolini
l'idea di Hitler che fa la guerra e, p e g g i o a n c o r a , c h e la v i n c e è totalmente insopportabile. D a istruzioni al nostro
Console
a P r a g a di consigliare i b o e m i a dichiararsi c o m u n i s t i : derà più difficile l a repressione
germanica ed
ren-
accentuerà
le
ragioni di dissidio tra M o s c a e B e r l i n o .
21 NOVEMBRE
_
V a n n o m a l e le cose in A l t o A d i g e .
I te-
deschi, in seguito agli accordi, si p r e p a r a n o a c o m p i e r v i
un
vero e proprio plebiscito. E fin q u i niente di m a l e , se i t e d e schi, subito d o p o o p t a t o , se ne andassero. I n v e c e niente. H a n n o la facoltà di
rimanere
fino
a tre anni, e nulla fa sperare c h e
da parte tedesca si intenda accelerare i t e m p i . Mussolini dice che non ci v e d e
chiaro:
stamani
affermava
che
su
questione si potrebbe arrivare al conflitto col R e i c h .
questa Intanto
rafforza la Polizia e d i carabinieri ed a u m e n t a a n c h e gli effettivi della g u a r d i a alla frontiera. Tutto
ciò v a m o l t o b e n e ,
perchè il fosso c h e ci
separa
dalla G e r m a n i a d i v e n t a o g n i giorno p i ù profondo a n c h e nell'animo del D u c e . E c c o u n b u o n m o m e n t o per la p r o p a g a n d a franco-britannica di l a v o r a r e . B a s t e r e b b e che q u a l c h e incidente scoppiasse in A l t o A d i g e , per rendere estremamente precari i nostri rapporti c o n B e r l i n o .
22 NOVEMBRE
—
N i e n t e di n u o v o .
189
NOVEMBRE
1939
23 NOVEMBRE
—
24 NOVEMBRE
— F a c c i o un passo presso l ' A m b a s c i a t o r e di
Niente
di
nuovo.
F r a n c i a e l'Incaricato inglese per protestare contro le n u o v e misure di blocco. Il passo è d a m e contenuto in termini m o derati: l'inglese ne prende atto, P o n c e t i n v e c e , che è sempre molto brillante, p o l e m i z z a dicendo che non presso di lui m a presso la G e r m a n i a si d o v r e b b e protestare d a t o c h e le
mine
v a g a n t i sono state la causa dell'inasprimento del b l o c c o .
Poi
— siccome coi francesi, c o m e col C i e l o , si t r o v a n o sempre degli a c c o m o d a m e n t i — che interverrà perchè il traffico di carbone g e r m a n i c o — che è poi q u a n t o in realtà ci interessa — v e n g a lasciato passare senza troppe
25 NOVEMBRE
—
26 NOVEMBRE
—, A
fine
difficoltà.
N i e n t e di n u o v o . D r e s d a , l o Stathalter
(1)
à detto, alla
di u n b a n c h e t t o al q u a l e era presente il nostro
console,
c h e la G e r m a n i a , più ancora dei nemici, d e v e temere gli amici che la tradiscono. H o c h i a m a t o M a c k e n s e n e gli ho detto che questa v o l t a se v i è un tradito n o n è la G e r m a n i a . H a cercato di scusare lo Stathalter dicendo che alla fine del b a n c h e t t o
probabilmente
non era p i ù c o m p l e t a m e n t e lucido. Il
Duce
si è i n d i g n a t o p e r q u e s t a
frase
pronunciata
a
D r e s d a . L a stella g e r m a n i c a c o m i n c i a a impallidire anche nel suo a n i m o , e questo è quello che p i ù c o n t a .
27 NOVEMBRE riale
— A t t o l i c o riferisce che un direttore ministe-
g e r m a n i c o h a protestato perchè — secondo lui .— la no-
stra m a r i n a servirebbe t r o p p o gli interessi franco
britannici,
ed è arrivato a dire che u n sommergibile p o t r e b b e anche c o m piere q u a l c h e c o l p o di testa contro di noi. Bellissima di pretta m a r c a g e r m a n i c a ,
della q u a l e
mi
sono
gaffe,
valso
per
esasperare il D u c e . H o finito la redazione del discorso che dovrei pronunciare il 16 d i c e m b r e : discorso insidiosissimo, che se v e r r à dal D u c e a p p r o v a t o nella s u a redazione attuale, liquiderà 0 almeno m i nerà in forma definitiva le nostre relazioni c o n la G e r m a n i a . L e quali, sostanzialmente (1) Più esattamente:
190
peggiorano.
« Statthalter » (governatore).
NOVEMBRE
28 NOVEMBRE
1939
— Il D u c e a p p r o v a integralmente il discorso,
che, s a l v o n o v i t à , sarà p r o n u n z i a t o il 16 d i c e m b r e . M i p a r l a del n u o v o Presidente della C a m e r a : scelta su D e F r a n c i s c i . L o d i s s u a d o :
a v e v a già
fissato
la sua
non mi sembra
giusto
che il posto che fu di m i o P a d r e , v e n g a d a t o a d u n m e d i o c r e r a c c a t t a t o del
fascismo.
C a l d e g g i o la n o m i n a di G r a n d i ed in
questo senso il D u c e decide. Nel
settore internazionale, niente di n u o v o tranne l ' a c c e n -
t u a t a tensione tra R u s s i a e F i n l a n d i a , il c h e fa p r e v e d e r e u n a t t a c c o a b r e v e s c a d e n z a . Q u a l è l ' a t t e g g i a m e n t o della
Ger-
m a n i a ? U n a cosa è certa, ed è che d a a r m i alla F i n l a n d i a . N o n h o m a n c a t o di t r o v a r e il m o d o p e r renderne i russi o p portunamente
edotti.
29 NOVEMBRE
— Nessuna novità importante.
30 NOVEMBRE
— L a R u s s i a à a t t a c c a t o la F i n l a n d i a .
(1)
L u n g o colloquio c o n Sir P e r c y L o r a i n e , di ritorno d a L o n dra.
A t t a c c o fortemente l a questione del b l o c c o e gli dico che
è s o m m a m e n t e cretino c o m p r o m e t t e r e le relazioni liane per questioni di secondaria i m p o r t a n z a . H o
anglo-ita-
l'impres9ÌQne
c h e lui a b b i a fatto del suo m e g l i o , m a c h e gli incidenti s o r g a n o sul terreno della p r a t i c a a p p l i c a z i o n e . M i p a r l a a n c h e situazione generale e m e n e parla c o n c a l m a
fiducia.
della
L a Ger-
m a n i a , che a v e v a a n n u n c i a t o molti p r o g r a m m i offensivi
per
(1) I patti di mutua assistenza tra l ' U . R . S . S . e le tre Repubbliche baltiche avevano creato le premesse per la manovra espansionistica sovietica nel golfo di Finlandia oltre che nel Baltico. Già nella primavera, durante le conversazioni anglo - franco - sovietiche interrotte dal trattato tedesco-sovietico del 21 agosto 1939, i russi avevano avanzato delle pretese di protezione sulla Finlandia. Poi si era aperta una nuova questione: quella delle isole Aland che svedesi e finnici desideravano riarmare in vista dei pericoli derivanti dalla situazione bellica e che i russi non volevano che fossero fortificate. V i furono trattative tra Londra e Mosca e poi conversazioni dirette tra Mosca e Helsinki che si protrassero in più fasi dai primi giorni di ottobre 1939 alla metà di novembre. Il 30 novembre la Russia ruppe gli indugi attaccando la piccola repubblica finlandese. In Italia si determinò immediatamente un forte movimento di simpatia verso la Finlandia e di ostilità verso la Russia che aveva compiuto l'aggressione e verso la Germania che l'aveva resa possibile. Il 14 dicembre 1939 il Consiglio della Società delle Nazioni, accogliendo la raccomandazione dell'Assemblea, espelleva la Russia dalla Società delle Nazioni.
191
DICEMBRE mare,
terra ed aria,
nessuno.
non
1039
ne
seriamente più
forte
portare la guerra a v a n t i fino alla sua logica c o n c l u s i o n e :
la
quel regime che h a trasformato la
e
avanti di
di
giorno
portato
decisa
fine
L ' I n g h i l t e r r a è ogni
ha
G e r m a n i a in
un
permanente perìcolo per la p a c e e u r o p e a . N e i nostri
riguardi:
m o l t a cordialità. E r a ancora latore di
una lettera a m e diretta d a H a l i f a x , molto cortese m a senza alcuna particolare i m p o r t a n z a .
DICEMBRE 1 DICEMBRE
— V e d o al Golf L o r d L l o y d , reduce d a
un
v i a g g i o nei B a l c a n i . N o n a v e v a niente di speciale d a dirmi, s a l v o confermare q u a n t o già l ' A m b a s c i a t o r e ieri m i h a d e t t o : l'Inghilterra essere decisa a condurre la guerra sino alla piena vittoria. L'Ambasciatore
di
G e r m a n i a torna
a
domandarmi
cosa
intendiamo fare noi per la questione del blocco : è R i b b e n t r o p c h e tempesta di telegrammi e che v u o l creare a d ogni costo la crisi tra noi e L o n d r a . C i ò che più m i secca è c h e h a d a t o l'ordine a M a c k e n s e n di v e d e r e il D u c e . D o v r ò condurlo d o m a n i . Questi colloqui h a n n o sempre dei lati pericolosi. Il
generale
Carbone,
nuovo
Capo
del S i m ,
deve
incon-
trarsi a M o n a c o con C a n a r i s : la c o n s e g n a che gli h o d a t o è di non assumere nessun i m p e g n o serio: dire di si ai tedeschi nelle piccole cose, per poter dire di no nelle g r a n d i .
2 DICEMBRE
—
Ho
riunito s t a m a n i
presso
di m e
Ricci,
R i c c a r d i e H o s t V e n t u r i per costituire un ufficio di coordinamento,
in relazione
alla guerra e c o n o m i c a .
antitedeschi al cento per c e n t o : catechizzarli
narrando loro
in
S o n o tutti e tre
c o m u n q u e h o creduto breve
quanto
è
bene
avvenuto
a
Salisburgo e in seguito. E r a n o indignati e son certo c h e l a v o reranno bene per a p p i a n a r e gli ostacoli c o n la (Francia e c o n l'Inghilterra e per accentuarli coi germanici. Il
Duce ha
ricevuto
v o n M a c k e n s e n . È più forte ài lui,
q u a n d o parla c o n un interlocutore g e r m a n i c o , assumere bellicisti.
Ed
a n c h e s t a m a n i lo h a fatto, b e n c h é u n
toni
po'
in
sordina. È chiaro che R i b b e n t r o p , c h e comincia a d annaspare nel p a n t a n o , fa tutti gli sforzi per tirarci dentro a n c h e
192
noi.
DICEMBRE
.1939
S a r e b b e idiota non rendersi c o n t o del suo gioco, e criminale il secondarlo. C o m u n q u e il D u c e n o n h a preso i m p e g n i specifici
e, quel c h e p i ù c o n t a , h a fatto u n a n e t t a riaffermazione
dell'orientamento a n t i b o l s c e v i c o della nostra politica. I n realtà, l ' I t a l i a intera è i n d i g n a t a per l'aggressione russa contro l a F i n l a n d i a e d è solo per u n sentimento di disciplina che n o n si h a n n o p u b b l i c h e manifestazioni. H o p r e p a r a t o u n a Ietterà per L o r d
H a l i f a x p e r l a questione
del b l o c c o :
è
un
fatto c h e molti fastidi v e n g o n o dati alla nostra n a v i g a z i o n e e, dato l'ancora
incerto
stato
d'animo
di
evitare qualsiasi incidente c h e possa
Mussolini,
conviene
p r o v o c a r e u n a crisi tra
noi e L o n d r a .
5 DICEMBRE
,— Insieme a l D u c e , a b b i a m o r e d a t t o l'ordi-
ne del giorno, che sarà v o t a t o d a l prossimo G r a n C o n s i g l i o . Il
Duce
tiene molto a d inserirvi u n c a p o v e r s o nel q u a l e si
riaffermi c h e i r a p p o r t i tra R o m a e B e r l i n o sono inalterati:
palabras y plumas el viento Las lleval p u r c h é v e ne sia u n altro che
N u l l a osta d a parte m i a ,
riaffermi
in modo
altrettanto
preciso c h e c o n t i n u i a m o a stare con le a r m i a l p i e d e . Mussolini è, sempre p i ù , inquieto. dalla grande vicenda
Si sente t a g l i a t o fuori
e v o r r e b b e , in u n m o d o o
nell'altro,
inserircisi. Si p r o p o n e , d o p o il G r a n C o n s i g l i o , di m a n d a r e i m a lettera a Hitler, p e r dirgli c h e se v u o l e ricercare u n a soluzione d i p l o m a t i c a , lui è p r o n t o a d . a p p o g g i a r l a : se intende continuare la guerra, interverrà nel 1942,
invece
c o m e i nostri
im-
p e g n i c o m p o r t a n o . T u t t o ciò m i s e m b r a inutile e p e r i c o l o s o : m a non è ancora opportuno
contraddirlo. L o farò se v o r r à
realizzare il suo p r o g e t t o . N i e n t e , in questo m o m e n t o , è m e g l i o dello stare fermi, assolutamente fermi. N e a b b i a m o v a n t a g g i d'ogni
natura,
anche
d'ordine
morale.
D'altra
parte,
non
d o b b i a m o farci illusioni di s o r t a : il p o p o l o italiano è sempre p i ù antitedesco.
A n c h e questa
fioritura
crescente d i a n t i b o l -
s c e v i s m o è fatta soltanto in funzione a n t i g e r m a n i c a . L a sorte dei
finlandesi
s a r e b b e molto p i ù indifferente agli italiani, se i
russi n o n fossero p r a t i c a m e n t e gli alleati della G e r m a n i a .
4 DICEMBRE
— I n tutte le città italiane s c o p p i e t t a n o q u a e
là manifestazioni di studenti in f a v o r e della F i n l a n d i a e contro la R u s s i a .
M a non bisogna
dimenticare c h e l a g e n t e
grida
« morte alla R u s s i a » e p e n s a .« morte alla. G e r m a n i a » . H o mostrato al D u c e il r a p p o r t o di u n italiano —
Gran-
193 1 3 . CIANO,
Diario (1)
DICEMBRE
1939
d'Uff. V o l p a t o — il solo straniero che finora sia stato a P o s e n . D e s c r i v e , con una semplicità c h e a c c e n t u a l'orrore dei fatti, q u a n t o i tedeschi stanno c o m p i e n d o :
atrocità senza n o m e
e
senza ragione. L o stesso D u c e era i n d i g n a t o : m i à consigliato di
far
pervenire
per
vie
traverse
le
notizie
contenute
nel
rapporto a giornali francesi e americani. B i s o g n a c h e il m o n d o sappia. Starace p o r t a a vedere u n r a p p o r t o dei suoi servizi inform a z i o n e , nel q u a l e è detto che l ' A m b a s c i a t a G e r m a n i c a p r o p a lerebbe notizie di g r a v i dissensi tra m e e il D u c e . L a c o s a è orinai s c o n t a t a : sono le c o d e di u n a v e c c h i a '{manovra elle cominciò d o p o S a l i s b u r g o . S t a r a c e , che v o l e v a dare p r o v a di lealismo, m i h a detto che n o n i n t e n d e v a assolutamente
mo-
strare la carta al D u c e . I o , che conosco il mio pollo e lo t e m o
et dona ferens,
gli h o detto che la cosa m i l a s c i a v a indifferente
e c h e a n z i lo c o n s i g l i a v o di darlo al D u c e . L u i h a insistito nel dire di no. M a è stato lui, e d io, assolutamente, n o n c'entro.
5 DICEMBRE
— C o l l o q u i o col D o t t o r L e y .
(1) L a
sua visita
a R o m a è di m a r c a nettamente g e r m a n i c a r nessuno l o a v e v a p r e g a t o di disturbarsi, lui h a insistito molto per vedere C i a netti a V e n e z i a , a p p e n a d a t o il benestare si è precipitato a R o m a per conferire col
D u c e e con m e
e per dare al
suo
v i a g g i o u n sapore nettamente politico. Ley
è un grosso i n d i v i d u o , che nel passato fu u n famoso
ubbriacone,
uso a v i v e r e in u n bordello di C o l o n i a . N o n è
l ' i n d i v i d u o più indicato per Ripete, come
u n disco,
assolvere
missioni
diplomatiche.
ciò c h e il suo p a d r o n e gli h a
incarico di dire e si ritira c o n u n a impressionante
dato
paura a p -
p e n a gli si fa u n a d o m a n d a c h e v a fuori del s e m i n a t o .
Ho
fatto verbalizzare il colloquio. N i e n t e di sensazionale in q u a n t o ha detto, m a
molto importanti alcuni p u n t i che h a
lasciato
capire : i°) c h e l ' a t t a c c o alla O l a n d a si sta p r e p a r a n d o col pretesto c h e l ' O l a n d a n o n
tiene fede alla neutralità; 2°) che
la
R u s s i a h a p i ù o m e n o a v u t o m a n o libera in S v e z i a e in B e s sarabia; 3*) che la G e r m a n i a p r e v e d e a s c a d e n z a di alcuni anni u n conflitto c o n i S o v i e t ; 4°) che la prosecuzione della guerra è la sola p r o s p e t t i v a c h e Hitler si fa per l ' a v v e n i r e .
(1) Ministro tedesco, capo del ((Fronte del lavoro»; uno degli accusati tedeschi di Norimberga, sottrattosi al processo col suicidio.
194
DI
CEMB
RE
1939
P e r c y L o r a i n e v a a M a l t a p e r influire s u l l ' A m m i r a g l i a t o e cercare di rendere m e n o p e s a n t e il controllo.
6 DICEMBRE
—
Fran$ois Poncet comunica
c h e gli alleati
h a n n o deciso di dare v i a libera al c a r b o n e c h e noi i m p o r t i a m o dalla G e r m a n i a . A b b i a m o u n l u n g o c o l l o q u i o , del q u a l e l ' u n i c a cosa i m p o r t a n t e è c h e i francesi a m m e t t o n o la possibilità germ a n i c a di sfondare l a M a g i n o t , m a ritengono di poterli battere successivamente in aperta c a m p a g n a . A n c h e a P a r i g i si ritiene imminente l'offensiva g e r m a n i c a . V e d o A t t o l i c o c h e v i e n e d a B e r l i n o . P u ò dirmi p o c o perchè ormai i tedeschi p a r l a n o p o c o con n o i : con lui, poi, m e n o che c o n gli altri. C o n f e r m a q u a n t o tutti riferiscono e cioè che la è
sempre
meno favorevole
stimmung all'Italia,
del p o p o l o g e r m a n i c o per
quanto
in
alcuni
a m b i e n t i si d i a p e r certo il nostro intervento in p r i m a v e r a , b a s a n d o questa certezza su u n c o l l o q u i o che u n mese fa M u s solini e b b e c o n M a c k e n s e n .
7 DICEMBRE
— N i e n t e di n u o v o . I n serata faccio u n a l u n g a
relazione al G r a n C o n s i g l i o . C h i e d o al D u c e di d a r lettura di tutti i d o c u m e n t i ,
e m i a u t o r i z z a . L e cose che
rivelo
fanno
g r a n d e impressione : e poiché io c r e d o alla segretezza ermetica del G . C . son sicuro che q u a n t o io h o detto ieri sera arriverà l e n t a m e n t e nel P a e s e e farà l'effetto c h e d e v e .
8 DICEMBRE
^-
Il D u c e
era m o l t o
(1)
soddisfatto
della m i a
relazione. I n v e c e furioso contro B a l b o , c h e c o n t i n u a a gere sul
Corriere Padano
u n a c a m p a g n a di
stampa
svol-
troppo
a p e r t a m e n t e a n t i c o m u n i s t a per n o n c a p i r e c h e sta f a c e n d o del tiro indiretto contro la G e r m a n i a . « S e crede — h a detto il D u c e , in presenza m i a e di P a v o l i n i — . d i pescare nel t o r b i d o all'interno, si ricordi c h ' i o s o n o in g r a d o di mettere al m u r o c h i u n q u e , nessuno escluso » . Ho
ricevuto
il ministro di F i n l a n d i a , il q u a l e
ringrazia
per
l'assistenza morale d a t a al suo P a e s e e c h i e d e aiuto d ' a r m i e possibilmente di specialisti. N i e n t e osta d a parte nostra all'inv i o di a r m i : alcuni aeroplani s o n o g i à stati m a n d a t i . C i ò è (1) La riunione del Gran Consiglio del 7 dicembre 1939 fu la prima indetta durante la seconda guerra mondiale. Poi il Gran Consiglio non si adunò più sino al 24 luglio 1943. Esso non fu riunito per decidere dell'intervento nella primavera dei 1940.
195
DICEMBRE
1939
però possibile fino a che la G e r m a n i a consente il traffico : a
q u a n d o lo consentirà?
I l Ministro risponde
che non
fino vede
difficoltà d a quel l a t o : m i confida che la stessa G e r m a n i a h a rifornito
stocks
di
armi la F i n l a n d i a ,
cedendole
soprattutto
degli
provenienti dal bottino di guerra p o l a c c o . C i ò p r o v a
c h e il r a v v i c i n a m e n t o tedesco-bolscevico n o n è p o i così c o m pleto come si farebbe credere a Berlino e a M o s c a : nel f o n d o , dominano diffidenza, disprezzo e odio.
9 DICEMBRE
— S t a m a n i ero un p o ' p r e o c c u p a t o perchè il D u c e v o l e v a c h e inserissi nel m i o discorso u n c a p o v e r s o relat i v o alle relazioni tra I t a l i a e R u s s i a , ispirato se n o n a cordialità almeno a correttezza. L a c o s a n o n m i s e m b r a v a m o l t o o p portuna e in netto contrasto c o n tutto il resto del discorso. A tagliare la testa al toro è v e n u t a in serata u n a lettera del n u o v o A m b a s c i a t o r e sovietico, il q u a l e c o m u n i c a c h e essendo s t a t o ric h i a m a t o a M o s c a , n o n potrà presentare le credenziali il giorno 12, c o m e g i à fissato. H o informato il D u c e , sottolineando l a sgarberia inconsueta in u n simile g e s t o : la reazione è s t a t a pronta e se il discorso sarà modificato, lo sarà p e r rincarare l a dose. P e r ò l ' a t t e g g i a m e n t o del D u c e è s e m p r e oscillante e, nel fondo, p a r t e g g i a a n c o r a per la G e r m a n i a . O g g i h a detto che presto v e r r à il m o m e n t o di p o n e v a F r a n c i a d i fronte alla rivendicazione della C o r s i c a e della T u n i s i a : h o risposto c h e in tal c a s o , b i s o g n a v a essere pronti perchè ciò significa, inevitabilm e n t e , l a guerra. E r a m o l t o c o n t e n t o di u n articolo inglese nel q u a l e era scritto che il p o p o l o italiano p o t r à battersi al fianco della G e r m a n i a per ragioni d'onore. Q u e s t o è a n c h e il suo p u n t o di v i s t a , e d a n c h e q u a n d o molte v o c i sono contrarie, n e b a sta u n a , a n o n i m a , c h e gli d i a ragione, per attaccarsi a quella, e trascurare — anzi negare — le altre. N o n nascondo che q u e sto stato d ' a n i m o del D u c e m i p r e o c c u p a .
10 DICEMBRE
— Mussolini è sempre p i ù esasperato per il controllo britannico alla n a v i g a z i o n e . M i n a c c i a reazioni e r a p presaglie. I o credo, i n v e c e , c h e c'è m o l t o p o c o d a f a r e : o si h a la forza p e r opporsi, allora è la guerra, oppure si a b b o z z a , cercando di risolvere in v i a a m i c h e v o l e le difficoltà. Il D u c e è sempre più n e r v o s o , v a n t a n d o s i i n v e c e di essere calmissimo. L a posizione di neutro, in u n ' E u r o p a c h e guerreggia o che c o m u n q u e si appresta a guerreggiare, lo umilia. M a
196
DICEMBRE
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non v e d o v i e di uscita : l'assoluto stato d i i m p r e p a r a z i o n e m i litare, a u t a r c h i c a e d e c o n o m i c a ci costringerà a n c o r a p e r l u n g o t e m p o a restare nella posizione a t t u a l e . C h e a m e , i n v e c e , non dispiace affatto : v e r r à u n giorno in c u i tutti si r e n d e r a n n o conto dei g r a n d i v a n t a g g i c h e la non b e l l i g e r a n z a h a d a t o a l l'Italia.
1 1 DICEMBRE 12 DICEMBRE
—
N i e n t e di n u o v o .
— I tedeschi, a v e n d o s a p u t o c h e noi a b b i a m o
in sfruttamento la miniera di Lotiris, u n i c a fonte di rifornim e n t o per il nichelio, c e la c h i e d o n o . C r e d e v o di t r o v a r e u n a forte reazione nel D u c e : i n v e c e , niente. È disposto, se n o n a d accettare semplicemente la richiesta, a l m e n o a cedere u n a p a r t e del minerale. E v a b e n e . . . M a è istruttivo v e d e r e c o m e a g i s c o n o questi s i g n o r i :
d a prepotenti e d a p f e d o n i . F i n o a q u a n d o ?
13 DICEMBRE
— L u n g o colloquio col R e , per l a ragione del-
le decorazioni albanesi. P o i f a c c i a m o u n giro d ' o r i z z o n t e :
non
m i d i c e niente di n u o v o , m a si c o n f e r m a neutralista a d oltranza, e, a d oltranza, antitedesco. P e r ò non a m a n e p p u r e i francesi, e n e s v a l u t a l'efficienza militare. R i t i e n e possibile — p u r e a u g u r a n d o s i il contrario — c h e l'offensiva militare g e r m a n i c a a b b i a risultati positivi. Il D u c e fa introdurre nel m i o discorso, oltre che la conferm a d e l l ' A l l e a n z a , a n c h e il ricordo del suo discorso a g l i s q u a d r i sti. B i s o g n e r à chiarire c o n la s t a m p a c h e il ricordo c o n t a p e r q u a n t o era detto circa il
rispetto
degli i m p e g n i internazionali
e non p e r le rivendicazioni v e r s o la F r a n c i a altrimenti ci ingolfiamo in u n a p o l e m i c a c h e p u ò d i v e n t a r e pericolosa. A n c h e M a c k e n s e n torna alla c a r i c a p e r l a miniera di nichelio : rispondo, con d a t i precisi, che p o t r e m o cederne u n a p a r t e , m a che si tratterà di piccoli q u a n t i t a t i v i . L u i n o n è c o n t e n t o , ed io, m e n o di lui.
14. DICEMBRE
— A l l a C a m e r a , si c o m m e m o r a P a p à . G r a n -
di p r o n u n c i a u n a orazione nobilissima, e il D u c e parole c h e p e r lui sono inconsuete. N o n a v e v o m a i v i s t o l ' A u l a senza di L u i . O g g i a l suo posto, era s t a t a ' p o s t a u n a g r a n d e c o r o n a d'alloro. M a m a i , c o m e o g g i , E g l i era v i c i n o a m e .
15 DICEMBRE
— N i e n t e di n u o v o .
197
DICEMBRE
16 DICEMBRE — P a r l o
1939
alla C a m e r a . I l discorso h a molto suc-
cesso, anche se d a tutti non v i e n e subito rilevato tutto il sottile veleno antitedesco di cui è i m p r e g n a t o . A p r i m a impressione, sembra unicamente antibolscevico, mentre sostanzialmente è contro la G e r m a n i a . M i dicono c h e l ' A m b . bia
Tedesco l'ab-
ascoltato in silenzio e che non sia t a l v o l t a riuscito a n a -
scondere il suo d i s a p p u n t o . T a n t o m e g l i o . V e d o ,
in
serata,
Sir P e r c y L o r a i n e , c h e è molto soddisfatto, e c h e m i fa i c o m plimenti. (1)
17 DICEMBRE
— Il discorso c o n t i n u a a d esser all'ordine del giorno. H a a v u t o m o l t o successo in Italia e fuori, e, politicam e n t e , h a portato m o l t o lontano. Se era difficile p r i m a , persuadere gli italiani a scendere in c a m p o a fianco della G e r m a nia, è impossibile ormai c h e , a v e n d o essi conosciuta la verità profonda e tutti i retroscena, non giocherebbe n e p p u r e la m o l l a della p a r o l a d a t a . T u t t i h a n n o c a p i t o e sanno che chi h a tradito per b e n due v o l t e è stata la G e r m a n i a .
18 DICEMBRE
— N i e n t e di n u o v o : ancora molti c o m m e n t i
e tutti b u o n i , compreso Berlino o v e però s'ingoia a m a r o . C o n c l u s e le trattative per la "visita del R e al P a p a e p e r la restituzione, a v v e n i m e n t o senza precedenti. F a r à molto scalpore. E n o n v a r r à a riawicinare alla G e r m a n i a o v e la lotta a l Cattolicesimo prosegue spietata, e idiota.
ig DICEMBRE
— I o c r e d e v o che F r a n g o i s P o n c e t a v r e b b e accolto c o n m a g g i o r e simpatia il m i o discorso. I n v e c e , nella v i sita c h e m i h a fatto ieri, n o n si è l a m e n t a t o , no, per q u a n t o
(1) Nel discorso di Ciano del 16 dicembre si affermavano in sostanza tre cose: a) Era stato convenuto nel Patto d'acciaio che i due paesi fossero in stretto contatto e in continua consultazione allo scopo di preservare la pace in Europa per un certo spazio di tempo (dai tre ai cinque anni); ò) Per assicurare tale pace non dovevano essere sollevate questioni diplomatiche atte a suscitare nuove crisi, c) Il patto d'acciaio era stato stretto nello spirito del patto anticomintern e non lasciava prevedere l'accordo tedesco-sovietico comunicato all'Italia da Ribbentrop al momento di prendere l'aereo per Mosca. Dato il tenore antigermanico delle dichiarazioni fatte dal Conte Ciano nella riunione del Gran Consiglio del 7 dicembre, molti pensarono, in Italia, che nella seduta del 16 dicembre alla Camera il nostro Ministro degli Esteri avesse in sostanza denunciato il Patto d'acciaio del maggio precedente. L a non belligeranza doveva quindi mutarsi in neutralità.
198
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1939
io a v e v o detto, però h a v o l u t o sottolineare c h e la solidarietà c o n la G e r m a n i a era t r o p p o fortemente espressa. A dire il v e r o , non so, nè d o v e , nè perchè. G l i inglesi si sono mostrati m o l t o più fini ed a n n o riservata al discorso u n ' a c c o g l i e n z a che soltanto la p r u d e n z a ha c o n t e n u t o . G l i italiani, poi, p i ù intelligenti di tutti, h a n n o c a p i t o a p p i e n o il m i o latino e considerano il discorso il v e r o funerale d e l l ' A s s e . U n rappresentante finlandese c h i e d e di acquistare a r m i : nulla osta, nei limiti delle nostre possibilità, e a c o n d i z i o n e c h e pensino loro stessi al trasporto. W i e n i a w a m i a c c u s a d i essere (( il più g r a n d e assassino del m o n d o » : secondo lui, nel m i o discorso, avrei soppresso b e n sette milioni di p o l a c c h i , c h e sec o n d o lui sono v e n t i c i n q u e . L u n g o colloquio con i senatori a l b a n e s i : m i presentano le loro recriminazioni e i loro desiderata. P i c c o l e cose, personalistiche e locali, nelle q u a l i si p u ò dare loro soddisfazione. M i c o n v i n c o , proprio a t t r a v e r s o i loro rilievi, c h e le cose in A l b a n i a p r o c e d o n o in m o d o soddisfacente.
20 DICEMBRE
— G l i albanesi g i u r a n o in S e n a t o .
Il D u c e h a preso u n c a p p e l l o i n d i a v o l a t o perchè l'Osservatore Romano h a a n n u n z i a t o la v i s i t a dei S o v r a n i c o n u n a b r e v e informazione di c r o n a c a . M a c i ò è la c o n s u e t u d i n e v a t i c a n a : c i v u o l e del bello e del b u o n o p e r farglielo c a p i r e . S i scaglia contro il P a p a t o : « I o sono — dice ,— sempre p i ù G h i bellino. N e l l o s t e m m a di F o r l ì c'è l ' a q u i l a di p a r t e b i a n c a » . A l t r a ragione d'ira è il fermo dei.nostri piroscafi d a p a r t e inglese. N o n so più c h e f a r c i : d'altro lato fino a q u a n d o noi c o n t i n u i a m o a sventolare la solidarietà c o n B e r l i n o , è difficile che gl'inglesi non ci a p p l i c h i n o le norme del b l o c c o . D o m a n i p o r terò dal D u c e P e r c y L o r a i n e : è b e n e che senta direttamente q u a l ' è lo stato d ' a n i m o di Mussolini.
21 DICEMBRE
V i s i t a dei S o v r a n i in S a n t a S e d e .
(1) I l
Re
è di b u o n umore e si c o n g r a t u l a c o n m e del discorso. È lieto che (1) L a lunga relazione di Ciano nella seduta del Gran Consiglio del 7 dicembre, il suo discorso alla Camera del 16 dicembre, Tintonazione antitedesca dell'una e dell'altro, lasciavano supporre che l'Italia si sarebbe tenuta fuori della guerra di aggressione germanica per un tempo lungo sebbene indeterminato e probabilmente per stmpre. Questa supposizione largamente diffusa fu rafforzata dallo scambio di visite tra Sua Santità Pio XII e Re Vittorio Emanuele III. (( Possa la onnipotente mano di Dio — disse il Papa nella sua
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DICEMBRE
1939
a b b i a d a t o fastidio ai tedeschi, c h e , a suo a v v i s o e suo v o t o , sono destinati a perdere la guerra, soprattutto se non possono contare sul pieno a p p o g g i o della R u s s i a . L a visita si s v o l g e regolarmente, e si ha u n solo m o m e n t o d'erjiozione. C i o è q u a n d o U P a p a , i m p r o v v i s a m e n t e , comincia a pronunciare un discorso. Il R e , che è sempre m o l t o i m p a c c i a t o , non s a p e v a q u a l i pesci p r e n d e r e : t e m e v a di d o v e r rispondere, e siccome non eccelle nell'arte oratoria, si v o l g e v a a m e c o n aria disperata. G l i h o fatto cenno di star fermo, e ciò è v a l s o a tranquillizzarlo. I l P a p a , nel colloquio a v u t o col R e , si è scagliato c o n g r a n v i o lenza contro là G e r m a n i a per la persecuzione f a t t a alla C h i e s a . V e d o H i m m l e r ed h o con lui u n colloquio a b b a s t a n z a insignificante. C e r c o a v e r notizie sull'offensiva, m a ormai i tedeschi diffidano di m e e le notizie non v e n g o n o . I l D u c e ieri si è intrattenuto due ore con H i m m l e r , e quest'ultimo è uscito molto soddisfatto dalla sala del M a p p a m o n d o . C o s a gli a v r à promesso Mussolini? R i f e r e n d o a m e il colloquio, il D u c e h a detto che H i m m l e r era antirusso e u n p o ' depresso e che lui gli a v e v a detto «che non a v r e b b e m a i permesso u n a sconfitta della G e r m a n i a » . È g i à m o l t o , m a temo che sia a n d a t o a n c o r a più in là. 22 DICEMBRE — Conferisco a l u n g o c o n P e r c y L o r a i n e per la questione del blocco. (Bisogna trovare u n a soluzione p r i m a c h e un incidente v e n g a a compromettere la situazione e non faccia passare il p r o b l e m a dal c a m p o commerciale a quello m o rale, nel q u a l e è p i ù difficile ogni conciliazione.
23 DICEMBRE
—
L u n g o colloquio c o n A n t o n e s c u ,
(2)
qui
i n v i a t o dal R e di R o m a n i a , per tastare il terreno e conoscere quali sarebbero le intenzioni italiane qualora i russi attaccassero la frontiera r u m e n a . H o di
vista
antibolscevico,
risposto ma
ò
riaffermando
evitato di
il nostro p u n t o
prendere
qualsiasi
i m p e g n o c h e possa legarci allorché ci c o n v i e n e a v e r e la m a s sima libertà d ' a z i o n e . V o r r e b b e r o a n c h e c h e noi agissimo*sugli ungheresi per impedire c h e u n a loro m i n a c c i a alle spalle non allocuzione ai Sovrani — guidare le sorti del popolo italiano a noi cosi vicino e cosi caro e le decisioni dei suoi reggitori, in guisa che gli sia dato di servire in previdente, vigilanza e in conciliante saggezza' non solo alla sua pace interna ed esterna, ma anche al ristabilimento di una onorevole e durevole pace tra i popoli ». (2) Generale Antonescu. Divenne poi Presidente del Consiglio, Maresciallo, « conducator » della Romania.
200
DICEMBRE
193-9
d e b b a obbligarli a mettersi d ' a c c o r d o coi russi. C i ò è
possi-
bile, per q u a n t o la c o c c i u t a g g i n e di C z a k y n o n lasci aditi a molte speranze. Do
a v o n M a c k e n s e n un d o c u m e n t o v e n u t o d a P r a g a , di
g r a v i t à eccezionale : è il resoconto di u n a conferenza f a t t a dal v i c e sindaco di P r a g a — u n tedesco — il q u a l e h a s v e l a t o , per così dire, gli obiettivi dell'imperialismo g e r m a n i c o . N o n si tratterebbe d i A l t o A d i g e o Trieste, m a dell'intera p i a n u r a p a d a na! Mussolini ne era i n d i g n a t o , e, poiché il d o c u m e n t o contiene m o l t e m i n a c c i e per la R u s s i a , m i h a o r d i n a t o di m a n d a r l o c o n lettera a n o n i m a a l l ' A m b a s c i a t a dei S o v i e t a P a r i g i . H o detto a M a c k e n s e n c h e se u n simile foglio fosse c o n o s c i u t o d a g l i italiani, sorgerebbe u n tale m o v i m e n t o c h e nessuno p o t r e b b e c o n tenere. M a c k e n s e n era molto i m p r e s s i o n a t o : adesso, o g n i v o l ta che è c h i a m a t o d a m e , t r e m a , perchè h a c a p i t o b e n e la m i a azione. *
24 DICEMBRE
— F r a n c o i s P o n c e t fa presente, per ora a ti-
tolo personale, la p r e o c c u p a z i o n e francese per i B a l c a n i . L ' a r m a t a W e i g a n d , (1) p r o n t a in Siria a tale s c o p o , d o v r à i n t e r v e nire per respingere o g n i m i n a c c i a sia tedesca c h e russa, m a a P a r i g i non si intende fare niente senza il p r e v i o a c c o r d o c o n l ' I t a l i a , cui si
riconoscono
interessi preminenti nella z o n a . N o n
posso per il m o m e n t o prendere alcun i m p e g n o , m a è i m p o r tante c h e la F r a n c i a a b b i a preso l'iniziativa.
25 DICEMBRE
^-
N i e n t e di n u o v o .
Il giorno d i festa fa sentire p i ù dolorosa la m a n c a n z a di C o l o r o c h e non sono p i ù .
26 DICEMBRE
— C o n Mussolini p a r l i a m o di R o m a n i a . È f a v o r e v o l e a farmi svolgere presso gli ungheresi l'azione richiesta dai r u m e n i , ed è a n c h e p r o n t o , in c a s o di aggressione russa, a d a r e u n a p p o g g i o militare, sul genere di quello d a t o a F r a n co, ai r u m e n i . L a lettura del r a p p o r t o sul discorso del vice-sind a c o d i P r a g a lo h a reso sempre p i ù diffidente nei confronti dei tedeschi. A d e s s o , per la p r i m a v o l t a , ne a u g u r a a p e r t a m e n -
(1) Generale M. Weygand. Comandava allora un'armata francoinglese nel Medio Oriente. Dopo la disastrosa battaglia delle Fiandre nel maggio 1940 fu chiamato in patria a sostituire il generale Gamelin. Non potè evitare la disfatta totale e fu favorevole alla conclusione deU'armistizio con la Germania.
201
DICEMBRE te la sconfitta
e poiché M a r r a s , A d d e t t o Militare a Berlino,
segnala di a v e r a v u t o d a imminente
1939
b u o n a fonte
d e l l ' O l a n d a e del
Belgio,
notizie
il D u c e
dell'invasione mi
invita
ad
informarne discretamente i due rappresentanti diplomatici. H a sempre in mente l'occupazione della C r o a z i a . G l i ho detto che ciò
è possibile,
a condizione
che
sia
fatta
d'accordo
con
i
franco inglesi. Informo A n t o n e s c u del nostro p r o g r a m m a nei confronti di eventuali complicazioni russo-britanniche. Mi racconta di a v e r s a p u t o
dall' A m b .
N e è molto
felice.
di F r a n c i a a
Buca-
rest, che la G r a n B r e t a g n a à recentemente inviato u n a a P a r i g i per dire q u a n t o s e g u e : vamente
nota
?
i ) l'Italia d e v e essere n u o -
a c c a p a r r a t a dall'amicizia
inglese;
2°)
l'Italia
vuole
andare nei B a l c a n i ; 3') se questa è la condizione per realizzare il p u n t o i°) l'Inghilterra è pronta a lasciarla fare. I francesi a v r e b b e r o inviato u n a l u n g a nota, facendo opposizione. C i ò è verosimile, perchè
risponde
alla miope grettezza della politica
parigina. M a è b u o n segno che gli inglesi siano in questo ordine di idee.
27 DICEMBRE
— I tedeschi sono in g r a n d e allarme per la questione del discorso di P r a g a : t a n t o c h e a n n o c h i a m a t o v o n M a c k e n s e n a Berlino per conferire. N a t u r a l m e n t e smentiscono, m a il discorso t r o v a le sue f o n d a m e n t a logiche in u n a intera letteratura g e r m a n i c a , che p r o p a g a n d a d a g r a n t e m p o le idee esposte dal Signor Pfitzner. Il P a p a mi h a conferito lo Speron d ' O r o . P i ù c h e la decorazione in se stessa, ho gradito il t e l e g r a m m a del C a r d i n a l e M a g l i o n e , nel q u a l e si esalta la m i a opera in favore della « c a u sa nobilissima della P a c e » e del r a v v i c i n a m e n t o tra S t a t o e C h i e s a . Mussolini, nel c o m p l e s s o tende a svalutare l'importanz a della visita del P a p a al R e , e m a i t a n t o c o m e in questi giorni si c o m p i a c e definirsi « miscredente » . I n v e c e l ' a v v e n i m e n t o piace molto al p o p o l o italiano, c h e conferisce alla visita un sapore antitedesco e d antibolscevico. L u n g o colloquio con B o c c h i n i . Si è soprattutto l a g n a t o dell'inquieto umore del D u c e — cosa n o t a t a d a tutti i collaboratori — e d è persino arrivato a dire che sarebbe bene ch'egli facesse un'intensa c u r a antiluetica, poiché B o c c h i n i attribuisce a d u n a recrudescenza del v e c c h i o male il suo stato psichico. Mi h a molto sorpreso — e rincresciuto — c h e B o c c h i n i a b b i a detto questo, b e n c h é anch'io d e b b a riconoscere c h e adesso
202
DICEMBRE l'incoerenza
1939
di Mussolini è v e r a m e n t e
disorientante
per
c^ii
d e v e lavorare c o n lui. V e r l a z i (1) m i chiede il nulla osta per « prendere un'iniziat i v a contro Z o g u c h e ,
m o r t o , d a r à ancora m e n o
fastidio
di
o g g i » . L a cosa n o n ci interessa e rispondo c h e solo gli a l b a nesi possono
essere giudici
28 DICEMBRE
della v i t a di u n altro
albanese.
—
V i s i t a del S a n t o P a d r e al R e . T u t t o si è svolto secondo il cerimoniale stabilito. I l R e era c o n t e n t o della visita, e d o p o il colloquio m i h a detto c h e il P a p a h a ripetuto più v o l t e c h ' e g l i v o r r e b b e migliorare le relazioni c o n la G e r m a nia, m a che ciò è reso impossibile dalla sempre crescente intransigenza tedesca. S u b i t o d o p o la v i s i t a sono a n d a t o dal D u c e : a n c h e oggi i r o n i z z a v a s u l l ' a v v e n i m e n t o e ne s m i n u i v a la p o r t a t a . C z a k y fa sapere c h e sarà a V e n e z i a nella p r i m a s e t t i m a n a di g e n n a i o : cercherò d i fargli capire che è interesse soprattutto ungherese d i a n d a r d ' a c c o r d o c o n la R u m a n i a , ora c h e il pericolo russo si manifesta sempre p i ù prossimo e palese. L ' U n g h e ria — se v u o l v i v e r e e m o d e s t a m e n t e a n c h e prosperare — d e v e evitare di d i v e n t a r e — p i ù di q u a n t o g i à o g g i n o n lo sia — u n o stato mosaico. I precedenti esempi p r o v a n o c h e ciò è m ó l t o pericoloso. A b b i a m o richiamato R o s s o d a M o s c a : fino a q u a n d o i S o v i e t n o n m a n d e r a n n o il titolare, a n c h e la nostra A m b a s c i a t a sarà retta d a u n I n c a r i c a t o d'Affari. L a nostra decisione n o n migliorerà i rapporti con l ' U R S S e n e m m e n o c o n la G e r m a n i a : il ridicolo e b u g i a r d o (parla di s a n g u e v e r s a t o insieme. M a d o v e ? ) t e l e g r a m m a di Stalin a R i b b e n t r o p p r o v a che l a collusione tra b o l s c e v i s m o e n a z i s m o si s t a f a c e n d o s e m p r e p i ù intensa e p r o f o n d a . T a n t o m e g l i o : s u b i r a n n o la stessa sorte.
2g DICEMBRE
—
l ' E s p o s i z i o n e 1942.
V e d o B e s n a r d c o m m i s s a r i o francese
per
P a r l i a m o u n p o ' di politica, m a n o n dice
niente d i interessante. G l i e x - a m b a s c i a t o r i c r e d o n o sempre di essere in g r a d o di fare quello che n o n sa fare l ' a m b a s c i a t o r e in c a r i c a , e c h e n e p p u r e loro fecero q u a n d o a v r e b b e r o p o t u t o . Sir P e r c y L o r a i n e c o m u n i c a c h e il G o v e r n o inglese intende agire c o n spirito più l a r g o nei confronti del b l o c c o , p e r l'Italia j C i ò è m o l t o b e n e e v a r r à a distendere il D u c e . (1) Vertaci.
203
DICEMBRE
1939
S o n o u n p o ' p r e o c c u p a t o per l'azione di M u t i . È un ottimo r a g a z z o , affezionato e d e v o t o , m a c h e h a più f e g a t o che cerv e l l o . P o i non sa resistere alla tentazione di basare t u t t a la sua azione su fatti personali : per lui nominare C a i o e fregare S e m pronio è tutto, il resto n o n c o n t a . N o n v e d e l'essenza dei p r o blemi. S e n z a volere, agisce di sua testa e m i ascolta sempre m e n o . C r e d e di a v e r sedotto Mussolini, e non capisce c h e quello è il più freddo giudice di uomini; non contraddice l'interlocutore, non discute e non prende m a i di p e t t o , m a c o n s u m a gli individui con u n a tecnica spietata. M u t i crede di essere il g a t t o : invece, è il t o p o . P u ò darsi c h ' i o dia c o r p o alle o m b r e ,
ma
t e m o che il D u c e sia già piuttosto scettico sulla situazione del Partito, e non vorrei che M u t i avesse la v i t a effimera e i u g a c e di u n a meteora politica.
30 DICEMBRE molto
«— C o n d u c o Verla$i dal D u c e . F a u n r a p p o r t o
ottimista sulla situazione
albanese
e solo chiede
ima
m a g g i o r e concentrazione di poteri nella L u o g o t e n e n z a . L a g e rarchia d e v e essere c o s ì : il G o v e r n o di T i r a n a L u o g o t e n e n z a , la L u o g o t e n e n z a tuare tale concentrazione
risponde
di poteri
risponde
a R o m a . Per
ho pensato
di
alla effet-
chiamare
P a r i n i all'Ispettorato del P a r t i t o , (1) al posto di G r i o , c h e h a fatto b e n e durante la preparazione, m a che si è compromesso con troppe persone. L u n g o colloquio c o n M a r i a di P i e m o n t e . È soprattutto inquieta p e r la m i n a c c i a d i invasione tedesca del B e l g i o . L e h o lasciato capire c h e , secondo le nostre p i ù recenti informazioni, la c o s a adesso s e m b r a assai p r o b a b i l e / N e informerà subito ii R e L e o p o l d o . S i a m o rimasti intesi c h e q u a l o r a io a b b i a ulteriori informazioni, le porterò a sua conoscenza per il tramite di persona
fidata.
H a v o l u t o sapere molti particolari sulla
mia
azione a S a l i s b u r g o e d o p o , e m i à d e t t o cose a m i c h e v o l i e simpatiche. O d i a i tedeschi c o n tutto l ' a n i m o : li c h i a m a b u giardi e porci. P a r l a b e n e d e l Principe di P i e m o n t e : dice che in lui si è operato u n i m p r o v v i s o e c o m p l e t o m o e di costumi,
revirement
d'ani-
e m i h a lasciato intendere c h e il figlio c h e
nascerà è di lui, senza intromissione
di medici e di siringhe.
(s) Piero Parini. Direttore generale degli Italiani all'estero; fu nominato Capo della Provincia di Milano durante il periodo della repubblica di Salò.
204
DICEMBRE
1939
Mussolini v u o l e c h e l'azione albanese contro Z o g sia sospes a : d o ordini in merito. H a r a g i o n e : n o n ne a v r e m m o v a n t a g g i , m a solo b i a s i m o . jr
DICEMBRE
fiamma
—
germanofilo:
Mussolini à s e m p r e
qualche
ritorno
adesso v o r r e b b e scrivere u n a lettera
di a
Hitler per dare alcuni consigli (finora n o n h a n n o a v u t o m o l t o ascolto!) e p e r dire c h e c o n t i n u a a prepararsi. P e r che c o s a ? L a guerra a fianco della G e r m a n i a n o n d e v e farsi e n o n si farà m a i : s a r e b b e u n crimine e u n a idiozia. C o n t r o , n o n n e v e d o per ora le ragioni. C o m u n q u e , caso m a i , contro l a G e r m a n i a . M a i insieme. Q u e s t o è il m i o p u n t o d i v i s t a . Q u e l l o di M u s s o lini è esattamente il contrario : m a i contro e, q u a n d o s a r e m o pronti, insieme p e r a b b a t t e r e le d e m o c r a z i e , c h e , i n v e c e , sono i soli P a e s i c o n cui si p u ò fare u n a politica seria e onesta. P e r óra n o n è il c a s o di parlare di guerra : le c o n d i z i o n i di i m p r e p a r a z i o n e sono assolute. O g g i s t i a m o p e g g i o c h e in sett e m b r e . I l G e n . F a v a g r o s s a h a d e t t o ieri che se p o t r à a v e r e tutte le materie p r i m e richieste, sì c h e le f a b b r i c h e l a v o r i n o a d o p p i o t u r n o , u n a preparazione a b b a s t a n z a c o m p l e t a sarà fatt a per l'ottobre 1942. A n c h e B a d o g l i o e S o d d u escludono la possibilità di ogni altra azione in e p o c a più prossima. C o s ì si c h i u d e l ' a n n o , c h e p e r m e è stato t a n t o crudele nella v i t a i n t i m a e generoso in q u e l l a politica. L ' a n n o che sorge, a m i a idea, riserverà molte sorprese, e forse assisteremo al r a p i d o concludersi di u n a t r a g i c a v i c e n d a , c h e l ' u m a n i t à n o n v u o l e e non riesce a c a p i r e . I n q u e s t a incomprensione generale della guerra, assurda e inesplicabile, t r o v i a m o forse la c h i a v e m e d e s i m a della sua fine.
205
P R I M O SEMESTRE DEL 1 9 4 0 Tra il gennaio e il giugno IQ40 si decide il destino dell'Italia. Mussolini convinto della vittoria germanica, rafforzato in tale convincimento dall'esito della campagna di Norvegia, dal crollo del Belgio e dell'Olanda e della linea Maginot in Francia, supera tutte le resistenze che in Italia si opponevano all'intervento e dichiara la guerra alla Francia e all'Inghilterra. Il Re, il Principe di Piemonte, il Capo di Stato Maggiore Generale, il generale Favagrossa che presiedeva l'industria dell'armamento, tutta l'alta burocrazia consapevole della nostra impreparazione; la banca e l'industria, tutto il nostro popolo tradizionalmente ostile ai tedeschi e, naturalmente, la Chiesa e il clero; tutti erano contrari alla guerra. Contrari erano anche il maggior numero dei Ministri chiamati al Governo nell'autunno del ig$g. Quel Ministero fu composto si può dire con amici del conte Ciano, nemico di Ribbentrop, dopo l'incontro di Salisburgo dell'agosto ig^g, e avverso alla guerra tedesca. Si chiamò appunto dagli intenditori dei circoli romani, quel Ministero, il primo Gabinetto Ciano con l'opposizione del Capo del Governo. Mussolini infatti avrebbe marciato subito con i tedeschi per una questione, diceva lui, di onore ma in realtà perché egli poneva in primo piano il fattore ideologico: l'unione delle due rivoluzioni per la conquista della egemonia mondiale. Aveva montato una grossa macchina che ora lo schiacciava nei suoi ingranaggi. Ma aveva, assai spesso, vivo risentimento verso i tedeschi per il loro modo di procedere, per la loro aria di superiorità e di comando. A volte si rendeva anche conto della nostra totale impreparazione militare e allora diceva di voler attendere il Jg4i e il 1942. Quando il 7 dicembre e il 16 dicembre del ig$g il conte Ciano riferì in Gran Consiglio e parlò alla Camera suUa nostra situazione internazionale tutti sperarono che l'Italia si sarebbe mantenuta estranea al conflitto e che essa avesse, 207
in seguito alla aggressione tedesca alla Polonia e all'accordo russo-tedesco così contrario al patto Anticomintern, riacquistata la propria libertà di azione. Fu una breve illusione. Nel diario di Ciano si può seguire il corso quotidiano del pensiero di Mussolini e si nota subito che egli voleva, sì, atteggiarsi $ rivale di Hitler, ma rimanendo sempre nemico dichiarato delle democrazie. Si vede anche che non esistono due politiche: una di Palazzo Venezia e una di Palazzo Chigi. Nel palazzo del Ministro ckgU Esteri si fa solo della fronda, ma la direzione politica è tutta nelle mani di Mussolini. Alla fine di febbraio e a metà marzo vi sono le due visite di Sumner Welles, ma i tedeschi si insospettiscono. Ribbentrop viene a Roma il io marzo: Hitler scende ài Brennero il 18 marzo. Da quel momento i giornali italiani tornano a parlare dell'Asse. Nell'aprile la campagna di Norvegia rende Mussolini più sicuro che mai di aver imbroccato la via giusta; nel maggio e nei primi giorni di giugno la catastrofe francese fa dire a molti gerarchi che ancora una volta Mussolini aveva avuto ragione. L'atteggiamento del Re e del Principe è stato sempre avverso alla guerra e avverso ai tedeschi: gli incontri di Re Vittorio con Mussolini divengono sempre più polemici, ma il Re non ha nessun corpo politico da opporre alla dittatura. Ora l'errore della concentrazione del potere nelle mani di un solo uomo diviene manifesto. Da questo punto di vista i colloqui del conte Acquarone e del Principe Umberto con il conte Ciano nel marzo hanno uno straordinario interesse. Essi rivelano che a quel tempo la ribellione dei gerarchi fascisti non era tale da poter contare su di loro per mettere Mussolini in minoranza come nel luglio 1943.
1
208
GENNAIO
1 GENNAIO
—
Mussolini
rimprovera
alle
democrazie
di
parlare t r o p p o di p a c e : ciò d e p r i m e l'opinione p u b b l i c a e c r e a correnti ostili al conflitto.
Quindi,
nel D u c e ,
netto
risveglio
germanofilo : a questo si d e v e il t e l e g r a m m a i n v i a t o
oggi
a
Hitler, t e l e g r a m m a c h e ci v e r r à u n giorno r i m p r o v e r a t o .
2 GENNAIO >— P e r s u a d o il D u c e a lasciar partire v o l o n t a r i per la F i n l a n d i a , o v e a b b i s o g n a n o s o p r a t t u t t o di a v i a t o r i d a c a c c i a e di artiglieri. D o m a n i m i accorderò col Ministro. G r a z i a n i , in u n colloquio con m e , si manifesta interventista e germanofilo e d e n u n c i a B a d o g l i o per i c o n t a t t i c h e m a n t i e n e con
G a m e l i n . M o l t e v o l t e m i sono t r o v a t o in contrasto
Badoglio,
ma
in
questa
occasione
sono
d'accordo
con
con
lui.
G r a z i a n i i n v e c e concepisce l a guerra a fianco della G e r m a n i a ed
agisce
presso
il
Duce
per accelerarne ^ F a z i o n e .
Bisogna
tallonarlo e neutralizzarlo. I n f o r m o l ' A m b a s c i a t o r e del B e l g i o
della
possibilità
di u n a t t a c c o della G e r m a n i a contro i
paesi
neutri. D u e mesi fa gli dissi c h e n o n lo ritenevo p r o b a b i l e : o g g i gli h o
detto che n u o v e
informazioni m i h a n n o
indotto
a modificare il giudizio precedente. N e è rimasto impressionato. Il
Duce
i n v i a t o il
si
è
dispiaciuto c h e
consueto
telegramma
Ribbentrop non di
mi
abbia
augurio per C a p o d a n n o .
E v i d e n t e m e n t e il m i o discorso gli b r u c i a . L a sua collera lascia indifferente,
3 GENNAIO
mi
anzi m i onora.
— I l D u c e Ija p r e p a r a t o u n a lettera per H i t l e r .
A d u n a p r i m a lettura n o n m i s e m b r a t r o p p o c o m p r o m e t t e n t e , m a d o m a n i v o g l i o esaminarla p i ù a f o n d o . Von
M a c k e n s e n p o r t a u n grosso scartafaccio contenente
risultanze sul discorso
Pfitzner. N a t u r a l m e n t e sono
A d e s s o v o r r e b b e r o sapere d a noi l a fonte.
Non è
le
negative. possibile.
N o n s i a m o dei delatori. T a n t o p i ù c h e A t t o l i c o h a scritto c h e
209
G ENN i n v e c e a lui è
risultato
che
A IO
1940
l'inchiesta
a v e v a dato
risultati,
a l m e n o in parte, positivi. D i s p o s t o un largo m o v i m e n t o
diplomatico.
Ho
promosso
a scelta il figlio di B a d o g l i o : n o n è u n asso, m a il p a d r e lo adora,
ed
in
questo
momento
voglio
tenermelo
buono
ad
ogni costo. È u n v a l i d o alleato nella c a u s a del n o n intervento.
4 GENNAIO
,— N i e n t e di n u o v o .
5' GENNAIO •—
T o r n a v o n M a c k e n s e n per conoscere il nome
del responsabile del caso Pfitzner. G l i lascio intendere c h e si tratta di u n italiano, g i à da
noi.
Sembra
rientrato
in P a t r i a , c h e sarà p u n i t o
accettare q u e s t a m i a versione.
I n realtà
il
d o c u m e n t o è stato fornito a M u t i d a u n a v v o c a t o c è c o , di c u i egli si rende personalmente responsabile. L a traduzione è stata fatta d a u n i m p i e g a t o del C o n s o l a t o , certo M a t t e u c c i . Il
D u c e , d o p o a v e r v i a p p o r t a t o alcune modifiche,
ordina
l'invio della lettera a Hitler. È u n ottimo d o c u m e n t o — pieno di
s a g g e z z a e di
misura, che lascerà il t e m p o c h e t r o v a .
I
consigli di Mussolini sono accolti d a Hitler solo q u a n d o coinc i d o n o esattamente col suo
pensiero.
Stasera p a r t o per V e n e z i a , per incontrarmi con quel b a g o lone del C o n t e C z a k y . Mussolini d à questo giudizio sullo stato d ' a n i m o del P a e s e : « L ' I t a l i a non ha s i m p a t i a per la G e r m a n i a , indifferenza per la F r a n c i a , odio per la G r a n B r e t a g n a e per la R u s s i a » . E c c o una diagnosi sulla q u a l e concorderei c o n molte
6-7 GENNAIO
— A V e n e z i a , con C z a k y .
riserve.
H o verbalizzato i
risultati del colloquio, c h e nel complesso considero
soddisfa-
centi. C z a k y h a assicurato che l ' U n g h e r i a n o n prenderà iniz i a t i v e nei B a l c a n i atte a p r o p a g a r e l'incendio. D e l resto n e ero certo a priori. L ' a t t e g g i a m e n t o ungherese ricorda a volte quello di certi i n d i v i d u i che litigano a d alta v o c e per essere impediti di venire alle
mani.
G l i ungheresi — , e lo
p r o v a t o ai t e m p i della C e c o s l o v a c c h i a —
sono violenti
hanno nella
parola e misurati nell'azione. A v o l t e , a n c h e t r o p p o .
8 GENNAIO
— Riferisco al D u c e , il q u a l e si secca c h e C z a k y
si o c c u p i della C r o a z i a , verso la q u a l e sempre p i ù si orientano le a m b i z i o n i
mussoliniane.
C o l l o q u i o c o n F r a n c i s P o n c e t . N i e n t e di n u o v o d a parte sua. L o m e t t o al corrente, c o n misura, dei risultati di V e n e z i a .
210
GENNAIO Si l a g n a dei «
coups de pied
194-0
» d i Mussolini. « È u n p e c c a t o —
egli afferma — che in F r a n c i a si c o m i n c i a credere c h e è la persona del D u c e l ' u n i c o ostacolo alla intesa tra i d u e P a e s i » . R i c e v o A s s i a . P e r la e n n e s i m a v o l t a a n n u n c i a prossima la conclusione di u n
modus vivendi
tra il P a p a e il R e i c h . A c -
cenna alla possibilità di u n v i a g g i o di R i b b e n t r o p a R o m a . F a c c i o del m i o m e g l i o per dissuaderlo.
9 GENNAIO Roma
— C o l i j n , ex-presidente cii O l a n d a , è v e n u t o a
per conoscere il nostro giudizio sulla situazione e p e r
stabilire, se possibile, più dirette relazioni. M i informa di q u a n to il suo P a e s e h a fatto per arrestare u n ' e v e n t u a l e a v a n z a t a g e r m a n i c a : è certo c h e gli olandesi si b a t t e r a n n o c o n l a forza della disperazione.
I l p a s s a g g i o dei prussiani non sarà facile.
D i c o a C o l i j n c h e per il m o m e n t o n o n c'è c h e d a aspettare e v e d e r e . E armarsi. A r m a r s i al m a s s i m o . C o l i j n h a detto
che
esclude ogni possibilità di vittoria g e r m a n i c a . G l i h o lasciato intendere c h e a n c h e io la penso così. M e t t o al corrente P e r c y L o r a i n e dei risultati di V e n e z i a . Ne
è soddisfatto.
Quanto facciamo
per la
Rumania
ha
il
g r a n d e v a n t a g g i o di metterci sempre più nel c a m p o antitedesco.
10 GENNAIO — B a d o g l i o , che adesso è politicamente b e n e orientato, non ritiene più possibile il c o m p l e t a m e n t o della n o stra
preparazione difensiva
per l ' a n n o
in c o r s o :
prime scarseggiano. C i v o r r à tutto il 1941.
le
materie
E nemmeno
nel
1942 p o t r e m o prendere iniziative offensive. D ' a c c o r d o c o n lui, fermeremo Graziarli, c h e à p i ù a m b i z i o n e c h e c e r v e l l o , e c h e svolge sul D u c e u n a facile m a pericolosa
p r o p a g a n d a inter-
ventista. L a c o n s e g n a della lettera del D u c e a Hitler à a v u t o l u o g o ieri. (1) P a r e c h e Hitler risponderà p e r iscritto. A t t o l i c o m i h a fatto
dire, tramite u n funzionario, c h ' e g l i n o n
ritiene
che i
(1) L a lettera di Mussolini è in data 4 genanio 1940. Essa apre' 11 carteggio tra i due dittatori durante la guerra. Nella sua lunga epistola M. vuole apparire come il supremo moderatore della guerra ideologica dell'Asse. Egli ammonisce Hitler che gli imperi cadono per difetto di statica interna, non per urto dall'esterno. Gran Bretagna e Francia non riusciranno certo a far capitolare la Germania, ma neppure la Germania potrà mettere in ginocchio le democrazie. « Crederlo significa illudersi ». M. suggerisce quindi una pace di compromesso; consiglia la ricostituzione di uno Stato polacco e ha
211
GENNAIO
1940 •
consigli del D u c e trovino accoglimento in G e r m a n i a e c h e si è rafforzato il c o n v i n c i m e n t o che noi entreremo in guerra a fianco
dei tedeschi e anche presto. E c c o il risultato dei colloqui
di Mussolini con M a c k e n s e n e c o n H i m m l e r . M e n o tedeschi v e d e , meglio è. R o s s o è rientrato d a M o s c a . N o n è latore di m o l t e notizie perchè ora i diplomatici sono più isolati che m a i . C r e d e che l'intesa russo g e r m a n i c a sia solida, m a che i russi n o n v o g l i a n o dare sul terreno p o s i t i v o alcun aiuto a p p r e z z a b i l e . S o t t o linea che è u n suo giudizio personale, perchè di preciso sa
non
niente.
11 GENNAIO
—
A t t o l i c o riferisce
u n l u n g o colloquio
con
R i b b e n t r o p , a c o m m e n t o della lettera del D u c e . I tedeschi si d o m a n d a n o se Mussolini p r o s p e t t a n d o la ricostruzione di u n o S t a t o polacco c o m e condizione sufficiente per il ristabilimento della p a c e , non a b b i a già presentito gli alleati. N i e n t e di c i ò . Si tratta di u n a c o n v i n z i o n e personale del D u c e , il q u a l e c o n t i n u a a credere ,— e d h a torto — c h e francesi e inglesi v o g l i a n o fare la guerra. N e g l i ambienti
[di]
non
G ò r i n g si parla
n u o v a m e n t e di offensiva a b r e v e s c a d e n z a e si sconta la v i t toria. L a lettera del D u c e n o n è stata in complesso b e n e accetta. Mussolini oggi m i h a parlato di « intervento a fianco della G e r m a n i a nella seconda m e t à del 1941 » . A n c h e lui si v a c o n v i n c e n d o c h e le condizioni di impreparazione delle forze armate rendono impossibile qualsiasi t e n t a t i v o bellico d a parte nostra p r i m a di tale e p o c a . H o detto a M a c k e n s e n c h e R i b b e n t r o p h a negato — parlando con Attolico —
di a v e r asserito
che
F r a n c i a e Inghilterra n o n sarebbero entrate in guerra. M a c k e n sen,
dopo aver
ricordato
la scommessa
di
Salisburgo, si
è
b a t t u t o l a testa e h a d e t t o : « N o n posso dir niente. R i b b e n t r o p è il m i o Ministro. M a sono triste di essere io l ' u o m o dalla corta m e m o r i a » .
l'aria di offrirsi come negoziatore. Ma ecco che, dimenticando la prudenza di questa esposizione, egU indica ad Hitler i fini veri della guerra tedesca, del Lebensraum germanico : la Russia. « H o il preciso dovere di aggiungere che un ulteriore passo nei vostri rapporti con Afosca avrebbe ripercussioni catastrofiche in Italia, dove l'unanimità antibolscevica, specie fra le masse fasciste, è assoluta, granitica, inscindibile. Lasciatemi credere che questo non avverrà. L a soluzione del vostro "Lebensraum" è in Russia non altrove ». (Vedi « Risorgimento liberale », 5 ottobre 1945). f
212
GENNAIO
12 GENNAIO.
1940
— N i e n t e di n u o v o .
15 GENNAIO
_
I l D u c e m i p a r l a di M u t i . D i c e c h e al P a r -
tito adesso c'è m o l l e z z a nel c o m a n d o . C o n t r a s t o t r o p p o v i o lento
col rigido
formalismo
di
Starace
« ch'egli
adorava ».
H o d o v u t o dargli r a g i o n e : M u t i si è m a l c i r c o n d a t o , e d è u n presuntuoso. N o n c r e d o c h e durerà a l u n g o . I
n e g o z i a t i c o n gli inglesi
per
risolvere
la questione
b l o c c o sono arenati, nonostante u n a cortese lettera
del
personale
di H a l i f a x g i u n t a m i o g g i . C o n V i l l a n i p a r l i a m o d i n u o v o della C o r o n a di U n g h e r i a . Unione
personale
o
incoronazione
del
Duca d'Aosta:
importa.
B a s t a accelerare i t e m p i . T a n t o p i ù
questione
c r o a t a sta r a p i d a m e n t e m a t u r a n d o .
14. GENNAIO di
non
che anche
la
— I tedeschi p i a n t a n o la g r a n a per la v e n d i t a
motori italiani
di a v i a z i o n e ' a l l a F r a n c i a . I l D u c e
vuole
proibire l'esportazione di materiale d a guerra verso gli alleati. M a d o p o u n a l u n g a discussione, presente R i c c a r d i , si c o n v i n c e che
rimarremmo
b e n presto senza divise, q u i n d i senza m a t e r i e
p r i m e , indispensabili alla p r e p a r a z i o n e militare. P o s s o
quindi
parlar chiaro ai T e d e s c h i : redigo u n a m e m o r i a del nostro p u n t o di vista. N o n m i illudo di p e r s u a d e r l i : a n z i , ne s a r a n n o furiosi. M a ciò v a r r à a d assicurarci u n a m a g g i o r e libertà nei traffici internazionali c h e
in
questo
momento
sono
assai
favorevoli
per noi. D i c o a Sir P e r c y L o r a i n e c h e n o n è possibile accedere alle loro proposte in fatto di b l o c c o . G l i italiani n o n
ammettono
di essere contingentati nelle p i ù elementari necessità.
Insistere,
d a parte inglese, e q u i v a r r e b b e a trasferire il p r o b l e m a sul terreno politico. E ciò è m o l t o pericoloso. Sir P e r c y L o r a i n e , c h e è sempre più c o m p r e n s i v o , se n e è reso c o n t o .
15 GENNAIO
— Mussolini a p p r o v a il m i o p r o - m e m o r i a c h e
in serata consegno a M a c k e n s e n . L o accoglie c o n p o c h e parole e m o l t o d i s a p p u n t o . N o n faccio niente per migliorare l a s u a impressione. II D u c e è triste per lo stato delle nostre forze a r m a t e , c h e ormai conosce c o n esattezza.
L e divisioni pronte s o n o dieci;
alla fine di g e n n a i o undici. L e altre m a n c a n o p i ù o m e n o d i t u t t o : in
alcune la dotazione di artiglieria è deficitaria sino
al
In
gz%.
queste
condizioni
è difficile
parlare di g u e r r a .
213
G EN
N A IO
1940
Mussolini ne è avvilito: al punto di sentire i sintomi — a quanto dice — di una nuova ulcera allo stomaco. Costituisco al Ministero l'Ufi. Finlandia. Dovrà coordinare tutta la nostra azione politico-militare economica in favore della nazione baltica. Lo affido al Capitano Bechi. Colloquio con Sir Percy: cerchiamo risolvere le difficoltà del controllo. Purtroppo, senza successo. Mi comunica che tra poco l'embargo colpirà anche il carbone tedesco che giunge via mare. Benché il Duce sembri non dare molto peso a tale decisione, io ne sono realmente preoccupato per le conseguenze che avrà su tutta la vita economica del Paese. 16 GENNAIO — I carabinieri danno al Duce un rapporto allarmante sull'Albania. Egli lo prende troppo sul serio. I carabinieri sono una fonte sicura, ma non sintetica: a volte si limitano a fare la somma delle osservazioni dei brigadieri e appuntati. Jacomoni smentisce in pieno e prepara con Benini una controrelazione. In Albania si lavora con. metodo e senza bluff: il che, a giudizio di taluni, è forse un grave torto. Ma non intendo cambiare. Preparo con Muti l'O.d.giorno della riunione dei federali. Bisogna dare l'impressione che il motore del Partito gira ancora appieno. Il Duce vuole aggiungere qualche frase di sapore anti-alleati : ciò è male perchè irrigidirà la posizione franco britannica contro di noi e non ci darà alcun vantaggio pratico. Lettera della Principessa di Piemonte: ringrazia, a nome del fratello, per quanto io ho fatto per lui. Credo che l'allarme sia stato effettivamente tempestivo. Anche oggi Attolico telegrafa che l'attacco al Belgio è non solo probabile, ma forse anche imminente. E Attolico è informatore molto coscienzioso. IJ GENNAIO — Mussolini, nell'altalena attuale dei suoi sentimenti, è oggi piuttosto ostile ai tedeschi. Dice: « Devono farsi guidare da me, se non vogliono cadere in gaffes imperdonabili. In politica, è fuori discussione che io sono più intelligente di Hitler ». Non direi che il Cancelliere del Reich abbia sin qui provato di essere di quest'avviso. Christich, di ritorno da Belgrado, rinnova le assicurazioni di amicizia verso l'Italia e tiene molto a sottolineare che l'intesa raggiunta tra serbi e croati è questa volta profonda ed operante. Tutte le notizie che a noi pervengono d'altra fonte dicono invece esattamente il contrario. 214
G ENN t
AI
O
i 9 40
Ricevo de Man, Ministro Belga, di passaggio a Roma e l'Ambasciatore di Polonia che mi racconta il quotidiano martirio del suo Paese sotto il cupo giogo della bestialità germanica. Accompagnato da Jacomoni, discuto col Duce la situazione albanese. I carabinieri possono pensare e scrivere come vogliono. C'è però un dato di fatto: l'Albania non ha per ora causato il più piccolo dispiacere. 18 GENNAIO — Con Jacomoni dal Duce. Credo che anch'egli si sia reso conto che l'allarme suscitato dal generale Agostinucci ,— chiamato dagli albanesi il « leone impagliato » — è in gran parte almeno ingiustificato. Il colloquio è stato utile comunque per fissare alcuni piani di lavori pubblici, specialmente a Tirana. Conferisco con Ricci sulla questione del carbone. Il Duce gli ha detto : « Ho il piacere — dico il piacere — di annunciarvi che non potrà più giungere il carbone inglese ». Se ne ripromette una sferzata agli italiani affinchè camminino più decisamente sul terreno dell'autarchia. Conta supplire con le ligniti nazionali. Ma saranno sufficienti? E l'attrezzatura è completa? Ricci non nasconde il suo scetticismo. Percy Loraine parla del blocco e delle questioni commerciali. Poi lo vedo raccolto e pensoso: vuol dire qualche cosa ma forse non sa decidersi. Lo incoraggio a parlare. Mi manifesta le sue preoccupazioni per l'atteggiamento del Duce, che sente e sa essere sostanzialmente ostile. « Bisogna che il Duce sappia — egli conclude — che l'Inghilterra di oggi non è più quella di qualche anno fa: è forte e decisa a tutto». Mi è difficile polemizzare perchè sono della sua stessa opinione e Sir Percy lo sa. ig GENNAIO — Anche Francis Poncet oggi non ha nascosto le sue preoccupazioni per l'atteggiamento personale del Duce. Le dichiarazioni fatte dal Segretario del Partito —, delle quali è però evidente la paternità — anno avuto eco sfavorevole in (Francia e in Inghilterra. Hanno suonato minaccia. Eppure bisogna convincersi che questi Paesi vinceranno la guerra e non dobbiamo presentarci al tavolo della Pace in veste di complici, sia pure non combattenti, della Germania. Ho cercato di persuadere Frangois Poncet ch'egli ayeva torto, ma i fatti — ahimè — contano più delle parole, ivi comprese le mie. Anche Balbo, che è venuto a vedermi e che la pensa in 215
GENNAIO
1940
tutto e per tutto come me, era molto ostile alle dichiarazioni cosidette di Muti, sia in politica estera che in politica interna. 20 GENNAIO — Consiglio dei Ministri, caratterizzato da un fantasmagorico ballo di miliardi che non abbiamo. Preventivi da far tremare le vene e i polsi a chiunque, tranne al Duce che mantiene una calma imperturbabile. Egli ha detto che gli Stati non sono mai scossi da questioni finanziarie: cadono per difetto di statica interna o per sconfitte militari. Mai per cause economiche. Revel ha debolmente obiettato che la Rivoluzione Francese fallì proprio per gli assegnati, ma il Duce non ha accettato la discussione ed ha tagliato corto. Ha parlato anche della possibilità vantaggiosa di una inflazione su scala ciclopica. Ma per fortuna, ne ha solo parlato accademicamente. 21 GENNAIO — La contessa Potocka, con la quale lo scorso anno cacciai i cinghiali a Bialowieza e che qualche settimana fa riuscii a liberare dalla prigionia russa, è venuta a vedermi. Ha descritto con sobrietà dignitosa la sua vita in Russia durante la cattività, il viaggio di ritorno, il contatto con i Tedeschi della Gestapo. Non voleva nè impressionarmi nè impietosirmi : molta razza. Per i russi ha mostrato disprezzo. Per i tedeschi, odio. Ha detto che Beck non è mal visto in Polonia, ove la sua politica trova comprensione e difesa, ma che Ritz Smigly non potrà mai più fare ritorno in Patria. Bombelles descrive la visita del Reggente Paolo a Zagabria : « un funerale, durante il quale la gente non si levava il cappello ». Dice che la situazione precipita, che il controllo serbo è sempre più odiato e meno efficiente e che a breve scadenza tutto è pronto per il movimento. Propone un mio incontro con Pavelic che non confermo nè escludo. La nostra eventuale linea d'azione deve essere la seguente: insurrezione, occupazione di Zagabria, arrivo di Pavelic, invito all'Italia di intervenire, costituzione del Regno di Croazia, offerta della Corona al Re d'Italia. Bombelles è d'accordo. Dice che il nostro sforzo militare sarà minimo perchè l'insurrezione popolare sarà completa é i serbi saranno ovunque colpiti e liquidati implacabilmente dagli stessi croati. 22 GENNAIO — Mussolini è d'accordo sull'opportunità di un mio incontro con Pavelic, che avrà luogo a casa, domani. In 216
GENNAIO
1940
massima la questione croata sembra avviata a soluzione: bisogna però preparare il terreno con Londra e Parigi. Questa è condizione fondamentale. Altrimenti, meglio non farne niente. La pagheremmo cara, e tra non molto. Mussolini, però, da quest'orecchio non vuol sentire. Anche ieri quando gli ò chiesto assicurazioni circa il futuro, per comunicarle a Loraine e a Poncet, ha detto: « Una cosa è certa: con loro non andremo mai ». Mi sono ben guardato dal dirlo, come avrebbe voluto, ai due Ambasciatori. Sono intervenuto presso il Ministro di Romania perchè vengano liberati alcuni ungheresi, accusati di complotto contro la sicurezza dello Stato. Sarà un gesto utile, mentre un processo acuirebbe ancora la già acuta tensione. 23 GENNAIO — Consiglio dei Ministri: bilanci militari. Il Duce prende lo spunto per parlare della situazione internazionale. Tutte le sue punte sono dirette contro Francia e Inghilterra che « non possono più ormai vincere la guerra ». Ripete che noi non potremo rimanere neutri all'infinito : una neutralità mantenuta sino alla fine della guerra .« ci farebbe passare nel girone B delle Potenze Europee ». Prevede che le nostre possibilità militari ci consentiranno di agire nel secondo semestre del 1940, o meglio nel primo del 1941. Ogni accenno all'azione è sempre fatto con obbiettivi contro gli alleati. Parla di bombardamenti terrorizzanti della Francia, di controllo marittimo del Mediterraneo. Le dichiarazioni hanno molto impressionato i ministri, alcuni dei quali hanno subito fatto coro, specialmente Ricci e Revel. Riccardi invece, parlando poi in anticamera, ha detto che è assurdo proporsi d'armare settanta divisioni, quando le materie prime a nostra disposizione bastano sì e no per armarne dieci. Ho ricevuto Pavelic. Anfuso ha verbalizzato il colloquio. È un uomo deciso e sereno, che sa dove vuole arrivare e che non teme le responsabilità pur di realizzare i suoi scopi. Abbiamo fissato i punti principali della preparazione e dell'azione. Assicuro Sir Percy Loraine che stiamo facendo « qualchecosa e più di qualchecosa » in favore della Finlandia. Ne è stato contento. 24 GENNAIO — Nessuna novità. 23 GENNAIO — Niente di nuovo. 26 GENNAIO — Niente di nuovo. 217
GENNAIO
1940
27 GENNAIO — Il Ministro di Finlandia chiede nuovi aiuti d'armi, specialmente artiglieria pesante. E li chiede con l'accento della disperazione: se le cose continuano come adesso, la schiacciante superiorità di mezzi russi spezzerà il morale finnico e la resistenza avrà fine. Forse il Ministro ha dipinto a foschi colori, ma è certo che lo sperare in una resistenza illimitata è vana illusione. Gamelin ha detto al generale Visconti Prasca, che me lo ha riferito di persona, ch'egli sarebbe pronto a regalare un miliardo ai tedeschi purché gli facessero il piacere di prendere l'iniziativa dell'attacco. Visconti Prasca giudica in modo superlativo l'esercito francese: il migliore del mondo. È convinto che la Germania, già oggi, ha perduto la partita. (1) 28 GENNAIO — Il Duce è tornato dal Terminillo. Non posso dire che fosse nervoso, ma appariva più del solito contrastato e angoloso. Se l'è presa, come di consueto, con Francia e Inghilterra, perchè con la loro politica « hanno perduto la vittoria » e se l'è presa con la Germania per avere accelerato una guerra che tra tre anni « sarebbe stata vinta per merito della disgregazione delle democrazie ». Anche dell'interno è scontento, a causa di Muti. Ha preso alcuni provvedimenti disciplinari che anno avuto una eco troppo forte e sono piaciuti negli ambienti antifascisti, cosa che ha indignato Mussolini. « Bisogna fare come la Chiesa — ha detto — che non colpisce mai pubblicamente i suoi uomini. Una volta denunziai a Tacchi Venturi il vescovo di *** per pederastia. Nonostante le prove schiaccianti, nessuna soddisfazione mi fu data lì per lì. Ma qualche anno dopo seppi che il colpevole era morto in oscurità a Frascati ». Vedo Poncet. È inquieto dell'atteggiamento italiano: crede di riconoscere in molti segni i prodromi di una ripresa interventista e germanofìla. Cerco di placare le sue ansie ma non vi riesco. È convinto che Mussolini è accecato dall'odio per le democrazie e che un giorno finirà per determinare una crisi irresistibile. 29 GENNAIO — Dopo un lungo periodo, ho rivisto il Re. Come sempre, molto cortese nei riguardi miei e del mio lavoro. Anti(1) Generale Visconti Prasca, già addetto militare italiano a Belgrado e a Parigi; comandante, nel 1940, delle truppe in Albania all'inizio della guerra sul fronte greco.
218
GENN
A IO
1940
tedesco perchè tali sono le sue convinzioni e la sua natura, ma non più così sicuro, come un tempo, della sconfitta germanica. È scettico sui poteri di resistenza interna dell'Impero Britannico. Inquieto per l'Italia. « Con la politica attuale si rischia divenire a Dio spiacenti ed ai nimici suoi ». Era abbastanza al corrente dei piani mussoliniani per la Croazia : ma non nasconde il suo scetticismo sul successo dell'impresa, se non tempestivamente preceduta da un'intesa con Francia e Gran Bretagna. Il Duce è irritato per la situazione interna : la gente brontola, le restrizioni alimentari preoccupano, l'ombra della guerra discende di nuovo sul paese. Ce l'avevapcol Conte di Torino, che ha fatto incetta di sapone « per lavare le sue 35.000 puttane, colle quali non si capisce che faccia, ridotto com'è ». Predicava la violenza: « quando in «un popolo sono gli istinti della vjta vegetativa che predominano, non c'è, per salvarlo, che l'uso della forza. I colpiti stessi ne saranno grati perchè la legnata che li ha tramortiti ha impedito loro di precipitare nell'abisso verso il quale la paura li spingeva irresistibilmente ». *m»*vw 2»-
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U^/UX. *fctlXllvC * l
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tv e uJTvC * ^ivu . $vG i ^ o i ^ i ù Cjt***^ — Il Duce è molto lanciato per un prossimo attacco su Marsa Matruk ed è irritato con Badoglio perchè à escluso che l'azione possa venir compiuta in ottobre. Ne parlo con Graziarli, perchè il Duce vuole sapere come in realtà la pensi. Graziani ritiene di dover attendere ancora parecchio tempo — almeno tutto novembre — per completare la preparazione logistica, unica, vera, definitiva garanzia di successo. Teme che a Marsa Matruk gli inglesi possano resistere per un periodo abbastanza lungo: se i nostri rifornimenti non funzionassero, sarebbe necessario ritirarsi. E, nel deserto, la ritirata è una rotta. Colloquio con Serrano. Non dice niente di nuovo, ma rinvia la partenza al mio ritorno dal Brennero per essere opportunamente informato. 5 OTTOBRE — Biseo — uno che di aviazione si intende sul serio — fa un quadro nero delle nostre forze aeree nell'Africa del nord. L'organizzazione logistica è scadente e la caccia manca. Benché gli inglesi siano numericamente inferiori, ci danno molto filo da torcere. Biseo ritiene difficile che l'attacco contro l'Egitto possa venir portato veramente a fondo. Crisi parziale a Londra, con allontanamento di Chamberlain dal Governo. Le notizie sono poche, e incerte, nè permettono di fare una qualsiasi diagnosi sulla portata dell'avvenimento. Lungo colloquio col Re. Vagamente pessimista e fondatamente ostile alla Germania. Ripete il suo favorito motivo della poca sicurezza che danno gli affidamenti tedeschi. Anche sulle condizioni delle nostre forze armate si mantiene scettico. 4 OTTOBRE ..— Poche volte ho visto il Duce così di buon umore e in forma come oggi al Brennero. L'incontro è stato cordiale e il colloquio certamente il più interessante tra tutti quelli che hanno avuto luogo sin qui. Hitler ha messo, almeno in parte, le carte in tavola e ci ha parlato dei suoi piani per il futuro. Altrove ho verbalizzato il colloquio. Impressioni 312
OTTOBRE
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generali : i°) non si parla più di sbarco nelle Isole Britanniche ed i preparativi compiuti resteranno tali; z°) si spera di attirare la Francia nell'orbita della coalizione perchè ci si rende conto che il mondo anglosassone è ancora un osso duro da rodere; 3 ) si attribuisce maggiore importanza al settore mediterraneo e ciò è bene per noi. Hitler era energico e di nuovo antibolscevico all'estremo. « Il bolscevismo — ha detto — è la dottrina dei popoli deteriori ». Ribbentrop invece molto taciturno è notevolmente scassato in salute. (1) Anfuso — che è stato a lungo col seguito ed è il più germanofìlo dei miei collaboratori — non è molto soddisfatto e dice che tra i tedeschi sembra ancora dominare lo spirito dell'avventura. In treno lungo colloquio col Duce, il quale tra breve allontanerà Muti perchè inetto e affarista, spingerà Graziani ad anticipare l'offensiva e detesta il Re « perchè è l'unico disfattista del Paese ». 0
5 OTTOBRE — Informo Serrano dei risultati dell'incontro per quanto concerne la Spagna ed è soddisfatto solo a metà. Ma non aveva ancora capito che i tedeschi da lungo tempo anno gettato un occhio sul Marocco? Il Duce approva il verbale del Brennero e ne fa mandare copia al Re e sunto a Badoglio. A proposito del quale pronuncia giudizi negativi e dichiara che a primavera si porrà il problema della sostituzione. 6 OTTOBRE — A Livorno. 7 OTTOBRE — Niente di nuovo. 8 OTTOBRE — Il Duce telefona per fare un passo in Romania e provocare una richiesta di truppe italiane. È molto arrabbiato che solo le forze tedesche siano presenti nelle zone petrolifere. Il passo è delicato e difficile: penso che Ghigi (2) se la caverà bene egualmente. 9 OTTOBRE — Niente di nuovo. (1) Il comunicato ufficiale dèi convegno del 4 ottobre al Brennero fu molto incolore. Si diffuse però subito la convinzione che la luna di miele tra Berlino e Mosca era ormai trascorsa. (2) Pellegrino Ghigi, Ministro d'Italia a Bucarest.
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10 OTTOBRE ^ - Telefona Ribbentrop informando che il Governo ungherese ha nuovamente sollecitato il permesso di aderire all'alleanza tripartita. Mentre in un primo tempo egli era contrario, adesso è del tutto favorevole poiché non bisogna respingere nessuno di coloro che vogliono aderire alla lotta antinglese. Mussolini dà il nulla osta, ma un po' a denti stretti, perchè non gli garba allargare la comitiva. E una volta ammessi gli ungheresi, ritiene che convenga aprire la porta anche ai rumeni. Ne informo Ribbentrop, che accoglie 11 suggerimento con un molto misurato entusiasmo. 11 OTTOBRE — Niente di nuovo. 12 OTTOBRE — Torna il Duce. È molto indignato con Graziarli perchè ha nuovamente risposto in forma dilatoria all'ordine di procedere all'offensiva. Parla di sostituirlo e fa i nomi dei generali Messe e Vercellino, Ma soprattutto è indignato per l'occupazione germanica della Rumania. (1) Dice che ciò ha profondamente e malamente impressionato l'opinione pubblica italiana, poiché dall'Arbitrato di Vienna nessuno si aspettava questo risultato. « Hitler mi mette sempre di fronte al fatto compiuto. Questa volta lo pago della stessa moneta: saprà dai giornali che ho occupato la Grecia. Così l'equilibrio verrà ristabilito ». Domando se è d'accordo con Badoglio: « Non ancora — risponde. — Ma do le dimissioni da Italiano se qualcuno trova delle difficoltà per battersi coi greci ». Ormai il Duce sembra deciso ad agire. In realtà, credo l'operazione utile e facile. 13 OTTOBRE ^_ Niente di nuovo. 24 OTTOBRE — Mussolini mi parla nuovamente dell'azione in Grecia e ne fissa la data al giorno 26 ottobre. Jacomoni da informazioni molto favorevoli, specialmente sullo stato d'animo delle popolazioni ciamuriote, molto favorevoli a noi. (1) Il 12 ottobre Berlino comunicava che, in seguito a richiesta della Romania, una missione militare germanica si sarebbe recata a Bucarest e che aerei tedeschi avrebbero difeso i pozzi di petrolio. Mussolini rimaneva indignato e per vendicarsi tirava fuori dal cassetto i piani di aggressione contro la Grecia e si disponeva a dar loro corso.
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75 OTTOBRE — Presso il Duce a Palazzo Venezia, ha luogo una riunione per l'affare greco. Vi partecipano Badoglio, Roatta, Soddu, Jacomoni, Visconti Prasca ed io. La riunione è stenografata. (1) Dopo, a P. Chigi, p^rlo con Ranza e Visconti Prasca, che mostrano il loro piano militare e con Jacomoni, che espone la situazione politica. Dice che in Albania l'attesa è vivissima ed entusiastica. Da parte della gioventù albanese, che è sempre stata più riservata nei nostri confronti, adesso si hanno le più aperte manifestazioni di consenso. 16 OTTOBRE — Ricevo copia di un rapporto Graziani. Dichiara che per riprendere la marcia in Egitto ha bisogno di almeno due mesi. Mando subito il documento al Duce e immagino la sua indignazione. 17 OTTOBRE — Il Duce è a Terni. Viene a vedermi il Maresciallo Badoglio e mi parla con grande serietà dell'azione in Grecia. I tre Capi di Stato Maggiore si sono unanimemente pronunziati contro. Le forze attuali sarebbero insufficienti e la Marina non ritiene di poter eseguire alcun sbarco a Prevesa perchè i fondali sono troppo bassi. Tutto il discorso di Badoglio ha un'intonazione pessimistica: prevede il prolungarsi della guerra, e con esso l'esaurimento delle nostre magre risorse. Ascolto e non discuto. Affermo che sotto l'aspetto politico il momento è buono. La Grecia è isolata. La Turchia non si muoverà. L'Jugoslavia nemmeno. I bulgari, se entreranno, sarà con noi. Militarmente non ho elementi di giudizio. Bisogna che Badoglio, quanto ha detto a me, lo dica senza riserve a Mussolini. Vado a Napoli incontro all'Edda che torna con la nave ospedale. Parlo coi feriti. Magnifici. 18 OTTOBRE Vado di buon'ora a trovare il Duce. Trovo nell'anti-camera Soddu, che ha parlato con Badoglio, il quale dichiara che se l'azione in Grecia avrà luogo, egli si dimetterà. Riferisco tutto al Duce, che è già di pessimo umore per l'affare Graziani. Ha un violento scoppio d'ira e dice che andrà di persona in Grecia « per assistere all'incredibile onta degli italiani che hanno paura dei greci ». Intende marciare a (1) Il testo stenografico della riunione è stato pubblicato da Grazzi nel citato volume.
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qualunque costo e se Badoglio darà le dimissioni le accetterà seduta stante. Ma Badoglio non solo non le presenta, ma neppure ripete a Mussolini quanto ieri ha detto a me. Infatti il Duce narra che Badoglio ha soltanto insistito per avere qualche giorno di rinvio: almeno due. Accompagno Manoilescu dal Duce: una lunga e mesta querimonia sulle prepotenze ungheresi, che indubbiamente esistono ma che difficilmente potremo impedire noi. D'altro canto, dopo vent'anni di oppressione romena non era evitabile una reazione, tanto più che i magiari covano nel loro intimo una selvaggia e aspra natura. Da un'intercettazione sembra che la Turchia si prepari a marciare se la Grecia sarà attaccata. Io non lo credo e il Duce lo esclude. ig OTTOBRE —, Consiglio dei Ministri. Il Duce parla sulla situazione: lascia capire che l'azione è imminente, ma non dice la data nè precisa la direzione. Anfuso torna da Spfìa, ove ha consegnato una lettera del Duce a Re Boris. Non era un invito all'azione, ma piuttosto la notizia della decisione presa: a lui lo scegliere la strada seguendo i dettami della sua coscienza di re e di bulgaro. Ha risposto con un messaggio scritto ' e sigillato, ma nel lungo colloquio avuto con Anfuso ha tenuto un contegno piuttosto sfuggente, così come è nelle sue abitudini e nel suo carattere. Teme, soprattutto, i turchi. 20 OTTOBRE — Vedo Bismarck che mi comunica due cose ognuna molto importante, e cioè che in settimana prossima Hitler, in una località della Francia, si incontrerà con Franco e che — sempre nel corso di questo viaggio — parlerà con gli uomini di governo francese per vedere di dar corpo ai progetti del Brennero. I quali, a me non piacciono troppo. Un ravvicinamento tra Berlino e Parigi non potrebbe, alla lunga, che operare ai nostri danni. Ma è possibile? 21 OTTOBRE
— Niente di nuovo.
22 OTTOBRE — È un giorno triste: come non mai, oggi manca Maria, la buona sorella. Torna Mussolini. Ha preparato una lettera per Hitler sulla situazione generale. Fa anche cenno all'imminente azione in Grecia, ma non precisa nè la forza nè la data perchè teme
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che ancora una volta venga l'alt. Molti segni lasciano capire che a Berlino non si è entusiasti di una nostra andata ad Atene. La data fissata è ormai il 28 ottobre. Pricolo riferisce che Badoglio ha dato disposizioni per un'azione aerea molto misurata. Il Duce non è d'accordo. Vuole che si picchi molto forte, poiché spera che tutto vada in pezzi al primo urto. Se si lascia troppo tempo per riflettere e respirare, verranno gli inglesi, forse i turchi e le cose diventeranno lunghe e difficili. Il Duce ormai mal sopporta Badoglio, che considera un diaframma tra lui e le truppe. Comincio a redigere l'ultimatum che Grazzi alle 2 del 28 ottobre consegnerà a Metaxas. Naturalmente si tratta di un documento senza via d'uscita: o accettare l'occupazione o essere attaccati. 23 OTTOBRE
— Niente di nuovo.
24 OTTOBRE — Esamino con Pricolo il piano d'attacco alla Grecia. È buono perchè energico e deciso. Con un colpo duro all'inizio, c'è il caso di far crollare tutto in poche ore. In serata, telefona Ribbentrop da una stazioncina della Francia. Riferisce sui colloqui con Franco e con Pétain ed è nel complesso ottimista sui risultati conseguiti. Dice che il programma di collaborazione si avvia a risultati concreti. Non nascondo la mia diffidenza e i miei sospetti: bisogna comunque che l'inserimento della Francia nell'Asse non avvenga a scapito nostro. Ribbentrop parla anche di un prossimo viaggio di Hitler in una città dell'Alta Italia per conferire col Duce. 25 OTTOBRE ,— Col Duce fissiamo i tempi — per così dire — diplomatici dell'azione in Grecia. Approva anche l'idea di un mio colloquio coli'Ambasciatore dei Soviet subito dopo l'attacco. È un gesto che può placare le acque e forse preparare il terreno per l'avvenire. Mackensen comunica intanto qualche maggior particolare sui colloqui di Hitler coi Francesi e cogli Spagnoli e annuncia la stipulazione di un protocollo segreto tripartito colla Spagna. Il Duce manda una lettera al Gen. Visconti-Prasca : il colpo di sperone sull'ostacolo. Telefona Ribbentrop. Propone un colloquio — e la proposta è accettata —• tra Hitler e Mussolini a Firenze, per lunedì 23. Questa corsa del Fùhrer in Italia, subito dopo i colloqui con Pétain, ci piace poco e nulla. Non vorrei che venisse a 317
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portare una tazza di cicuta per le nostre rivendicazioni contro la Francia. Per il popolo italiano sarebbe troppo amara: più che la delusione di Versailles. 26 OTTOBRE — Niente di nuovo. 27 OTTOBRE — Gli incidenti in Albania si moltiplicano: ormai c'è aria di vigilia di azione. Eppure i quattro diplomatici •.—. il tedesco, il giapponese, spagnolo e ungherese — cui ho consegnato il testo dell'ultimatum alla Grecia, sono rimasti discretamente sorpresi. Preparo il programma per l'incontro di domani a Firenze. Hitler starà soltanto poche ore e poi partirà per il Brennero. 28 OTTOBRE — Si attacca in Albania e si parla a Firenze. Da ambo i posti le cose vanno bene. Nonostante il tempo cattivo le truppe marciano con celerità, anche se manca l'appoggio dell'aviazione. A Firenze il colloquio — verbalizzato altrove — è di alto interesse e prova che la solidarietà tedesca non è venuta meno. Il Duce è di ottimo umore : parla a lungo della situazione del Partito, scarta una candidatura Ricci, e si fissa sul nome di Serena. Aveva anche pensato al Prefetto di Milano Marziali, ma lo sconsiglio: sarebbe un disastro peggio di Muti. 29 OTTOBRE — Il tempo è cattivo, ma l'avanzata continua. Le reazioni diplomatiche nei Balcani sono per ora assai limitate: nessuno si muove per difendere i Greci. Adesso è una questione di velocità, bisogna far presto. Parto in serata per Tirana. 30 OTTOBRE —* A Tirana. Tempo cattivo. Non si vola. Ispeziono opere pubbliche, strade, porto. Le cose vanno un po' lentamente: colpa della pioggia. 31 OTTOBRE — Ancora tempo cattivo. Scrivo una lunga lettera al Duce. Qui ci si lamenta della cattiva volontà dello Stato Maggiore Generale, che non ha fatto quanto doveva per preparare l'azione. Badoglio era convinto che la questione greca sarebbe stata risolta al tavolo della pace ed agiva con questa pregiudiziale. Il che à avuto come risultato una preparazione molto più scadente di quanto fosse lecito attendersi.
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NOVEMBRE 1 NOVEMBRE — Finalmente il sole. Ne approfitto per fare su Salonicco un bombardamento coi fiocchi. Al ritorno sono attaccato dalla caccia greca : tutto va bene e sono due di loro che cadono. Ma confesso — era la prima volta che avevo la caccia in coda — è una gran brutta sensazione. Da Tirana a Taranto per conferire col Duce e da Taranto a Roma, onde riparto per la Germania. 2 NOVEMBRE
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In viaggio verso i Sudeti.
3 NOVEMBRE — Ho fatto un verbale dei miei colloqui con Ribbentrop. Non ho altro da aggiungere. Non ho visto nessuno —. tranne le persone della comitiva ufficiale — e i guardiacaccia. Troppo poco per avere delle impressioni. Soltanto l'ultima sera un maggiore dell'esercito, mentre Ribbentrop parlava ai suoi invitati e ripeteva il suo favorito motto che la guerra è già vinta, si è rivolto a me ed ha detto col suo faticoso francese : « Questa frase ci fu detta nel 1914, nel 15, nel 16 e nel 17. L'avevo creduto. Eppure nel 18 avrei preferito morire ». Mi ha impressionato, tanto era calmo onesto e triste. Speriamo che non siano in molti a pensare così. 4 NOVEMBRE
— Partenza,per l'Italia.
5 NOVEMBRE
— Viaggio di ritorno.
6 NOVEMBRE — Mussolini è scontento di come vanno le cose in Grecia. L'attacco su Corda non ha avuto i risultati che millantano le radio inglesi, ma c'è stato, qualche progresso il nemico lo ha fatto, ed è una realtà che all'ottavo giorno di operazioni l'iniziativa è agli altri. Soddu è partito per l'Albania e assumerà il Comando: Visconti resterà a capo dell'Armata dell'Epiro. Non credo che sia ancora da fasciarsi la testa, benché molti comincino a farlo. Infatti in serata anche Mussolini è più tranquillo. Le forze ormai affluite nel settore di Corda fanno ritenere che la spinta greca possa essere definitivamente tamponata. Dopo verranno il contrattacco e il successo, forse molto prima di quanto non si speri. 319
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7 NOVEMBRE — Conferisco con Benini, di ritorno da Tirana e lo accompagno dal Duce, al quale fa una lunga relazione., Settore Corcia: l'inizio del collasso fu dovuto ad un battaglione albanese che per paura ,— non sembra per tradimento — cominciò a fuggire. I nostri soldati fecero prodezze. Intere divisioni greche si dovettero fermare per la resistenza dei piccoli posti di guardia di finanza, e non passarono finché l'ultimo difensore non fu caduto. Ci siamo ritirati sulla linea di resistenza: Soddu ritiene che con l'arrivo di qualche reparto alpino ogni pericolo sia definitivamente scongiurato. Settore Epiro: Visconti è ancora relativamente ottimista e pensa possibile mettersi in posizione di provocare la caduta di Gianina. Soddu non è di quest'avviso e crede che conviene arrestare la manovra, aumentare le forze e attaccare in un secondo tempo. L'organizzazione civile è ottima. Il porto di Durazzo funziona in pieno, non è ingorgato. Così pure le strade che assicurano un traffico intenso e sicuro tra le retrovie e il fronte. Nel pomeriggio vado al ricevimento dei Soviet. Sensazione profonda nel Corpo diplomatico: è la prima volta che varco quella soglia come Ministro degli Esteri. 8 NOVEMBRE —, Le notizie di Jacomoni non coincidono con quelle dello Stato Maggiore, che è ben più pessimista. Il Duce ha un lungo colloquio con Badoglio e Roatta e fa il piano per l'invio delle forze. Pare che Badoglio sia molto lugubre e di questo il Duce si irrita. Soprattutto perchè chiede ancora quattro mesi. Troppi. Bisogna agire con energia e far presto: l'attacco greco si sta esaurendo e riserve non ne hanno. Grazzi — tornato da Atene — conferma che le condizioni interne del Paese sono pessime e che la resistenza è fuoco di paglia. A suo dire, Metaxas, quando ricevette in vestaglia e camicia da notte la nostra comunicazione, era favorevole a cedere. L'intransigenza si manifestò dopo ch'ebbe parlato col Re ed in seguito all'intervento del Ministro inglese. Le notizie, In serata, sono migliori: l'attacco greco si esaurisce su tutti i settori. 9 NOVEMBRE — Situazione statica al fronte albanese. L'attacco greco ha esaurito il suo slancio e si sta spegnendo. Ma 320
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anche noi, purtroppo, non abbiamo per ora il fiato per ripren-* dere la spinta in avanti. Lo faremo fra qualche settimana. Il Duce è ora molto risentito con Jacomoni e Visconti che avevano prospettato l'operazione troppo facile e sicura. Discorso di Hitler. (1) Non mi è piaciuto. Troppi argomenti personalistici per essere convincente. Lo scopo di questo discorso è di tirar su il popolo tedesco, deluso dal risultato delle elezioni americane. Ma vi è il Fùhrer riuscito? Mussolini si propone di parlare il 18 novembre : si rende conto che la situazione interna si è appesantita e che c'è bisogno della sua parola. (2) 10 NOVEMBRE — Una puntata offensiva della nostra cavalleria è arrivata molto in giù, a pochi chilometri da Prevesa e non ha trovato resistenze. Il che £rova che i greci non hanno che una crosta di forze, rotta la quale si entra facilmente. Se oggi noi avessimo due divisioni in Albania, potremmo lanciarle verso un successo sicuro. È morto Neville Chamberlain. Delle due volte che fui con lui, a Monaco e a Roma, serbo un ottimo ricordo. Era un uomo semplice, spontaneo, umano. Mussolini non ha dato alcun peso all'evento, ed ha così commentato : « Questa volta ha definitivamente perso l'autobus ». E gli piace tanto la battuta, che chiede venga annotata nel mio diario. 11 NOVEMBRE — Ho ricevuto stamani l ' a w . Stackic, di Belgrado, presentatomi da Galeazzo di Bagno. Ha una missione da parte della Casa Reale serba e più precisamente da parte di Antic, Ministro della Real Casa. Pare che vorrebbe incontrarsi con me e ciò al fine di rendere più stretti i legami tra l'Italia e la Jugoslavia. Si parla persino di alleanza, con (1) L'8 novembre sera, vigilia dell'anniversario del putsch del 9 novembre 1923, Hitler aveva parlato alla Lòwenbràukeller di Monaco. Il discorso non conteneva nessun elemento nuovo, ma la solita polemica retrospettiva contro il trattato di Versaglia e contro le democrazie. (2) Il conte Ciano non potrà registrare questo discorso il 18 novembre 1940 perché egli si troverà in quel giorno a Salisburgo. Fu proprio in tale discorso che Mussolini pronunciò la triste frase: « C'è qualcuno tra voi, o camerati, che ricorda l'inedito discorso di Eboli pronunciato nel luglio 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora con la stessa certezza assoluta, ripeto " assoluta vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia ».
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garanzie di grande portata, tra le quali la smilitarizzazione dell'Adriatico. Ne ho parlato a Mussolini, che incoraggia l'iniziativa. Io, poi, sono favorevolissimo. Ho sempre considerato difficile impresa l'attacco all'Jugoslavia e non utile ai fini del futuro equilibrio europeo. Più che portarci in casa una massa nervosa e infida quale quella dei croati, credo converrebbe creare una solida base d'intesa tra l'Italia e l'Jugoslavia. Ciò, sia nel caso che il domani ci riservi una politica antirussa che una politica antitedesca. Dall'Albania giunge notizia che la situazione si è stabilizzata. Se avessimo avuto un po' più di forze, avremmo potuto andar lontano. Adesso non c'è che aspettare. Purtroppo il successo, anche quando verrà, non sarà più di prima grandezza. Da varie fonti, ed in specie da Mosca, giungono notizie di un atteggiamento ed anche di un certo traffico antitaliano che la Germania svolge in Grecia. 12 NOVEMBRE .— Giornata nera. Gli inglesi hanno attaccato la flotta alla fonda, a Taranto, ed hanno colato a picco la Cavour e gravemente danneggiato la Littorio e la Duilio. Per molti mesi saranno fuori combattimento. Credevo trovare il Duce abbattuto. Invece ha incassato bene il colpo e quasi sembra, in questi primi momenti, non averne valutata tutta la gravità. Quando Badoglio venne l'ultima volta a vedermi a P. Chigi, disse che, attaccando la Grecia, avremmo subito dovuto spostare la flotta, non più sicura. E perchè non si è fatto ciò, dopo quindici giorni dall'inizio delle operazioni ed in fase di plenilunio? Anche a Durazzo, il bombardamento inglese ha fatto danni gravi: l'Agip brucia. Fortunatamente il porto è intatto. È indispensabile preservarlo dalle offese perchè è l'unica via d'accesso all'Albania. Ha funzionato e funziona in modo egregio. Nessuna sosta e nessun ingorgo. Ricordo quanto avvenne a Massaua all'inizio della campagna etiopica ed il confronto è molto lusinghiero. Ma la difesa antiaerea è scarsa e gli attacchi inglesi saranno certamente intensificati. 13 NOVEMBRE — Il Duce comincia a diffidare profondamente di Badoglio. Mi ha dato ordini, in relazione al prossimo convegno di Innsbruck tra Keitel e Badoglio, di intensificare la sorveglianza al massimo per sapere quanto dirà veramente ai tedeschi. 322
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Mussolini mi ha letto il discorso che terrà alle gerarchie il 18 novembre. Buono, ma senza elementi nuovi 0 colpi d'ala. Io sarò assente perchè lo stesso giorno avrà luogo una riunione presso Hitler, presente Serrano Suner. 14 NOVEMBRE ,— Arrivano Antonescu e Sturdza. (1) Le impressioni del primo sono discrete: del secondo non mette neppure conto parlare. Mussolini lo ha definito « uno di quelli che fanno le danze russe »» L'intervista a Palazzo Venezia è piuttosto scialba. Antonescu fa un attacca a fondo contro l'arbitrato di Vienna e dice che il giudizio è stato dato sotto la suggestione di- una carta a colorì stampata dagli ungheresi: se i colori fossero stati alla rovescia il verdetto sarebbe stato favorevole ai rumeni. Non ho voluto polemizzare. Devo però riconoscere che non era molto gentile, parlando con uno dei suoi arbitri! Farinacci mi racconta che Mussolini, parlando dell'affare greco, ha detto che « anche il Conte Ciano gli ha dato informazioni inesatte » e poi, parlando del Partito, che « il Conte Ciano aveva regalato Muti al Partito ». Farinacci avrebbe vivamente reagito. Per quanto riguarda l'Albania risponderò solo che io avevo le identiche informazioni che aveva Mussolini, e per quanto riguarda Muti sarebbe opportuno ricordare che io dal gennaio ne denunciavo costantemente l'incapacità e consigliavo una pronta sostituzione. 15 NOVEMBRE — Sembra che i Greci abbiano ripreso l'attacco su tutto il fronte e con forze notevoli. Finora teniamo abbastanza bene. È confermato anche da una lettera di Starace, che, nel suo realismo, non è però pessimista. Da soprattutto la croce addosso a Visconti Prasca, che troppo leggermente ha asserito d'esser pronto fino agli ultimi particolari mentre invece l'organizzazione delle nostre forze era del tutto difettosa. Il Re ama poco le Camicie colorate, qualunque ne sia il colore. Ieri, a Corte, mi ha detto: « Questi rumeni in Camicia verde sono proprio ridicoli. Sembrano portieri d'albergo nella vecchia Russia ». 0
(1) Rispettivamente Primo Ministro e Ministro degli Esteri della Romania.
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In serata le notizie dall'Albania si aggravano. La pressione continua e la resistenza è più difficile. Poi, mancano i cannoni, mentre l'artiglieria greca è moderna e ben maneggiata. In questa situazione, il camerata De Vecchi pensa bene di dare le sue dimissioni da Governatore dell'Egeo. Eppure è stato uno dei più attivi — anzi il più attivo — eccitatore di Mussolini alla guerra contro la Grecia. Ma ora che l'ora dei topi in coperta gli sembra venuta, vuole essere il primo' a sbarcare... (1) * 1
16 NOVEMBRE — Si tiene abbastanza duro in Albania. Partenza dei rumeni, che nel complesso non hanno fatto una grande impressione. 17 NOVEMBRE — Parto per Salisburgo. Le notizie albanesi sono oscillanti : non è da escludere un eventuale ripiegamento. 18-ig NOVEMBRE — A Salisburgo mi riceve un Ribbentrop piuttosto enigmatico e prima di colazione, nella sua casa di Fuschi, si decide a parlare, anzi ad annunziare che Hitler mi parlerà della situazione che si è prodotta con la crisi greca. I tedeschi vedono nero e non è difficile rendersene conto. Colazione con Serrano e Ribbentrop. Serrano è outspoken: chiacchiera con una scioltezza che non è troppo gradita ai tedeschi e critica soprattutto i loro sforzi per un ravvicinaci) In questo punto il diario Ciano è poco veritiero. E esatto che il De Vecchi si era posto aUa testa della politica provocatoria contro la Grecia (si può essere certi che a lui fu dovuto l'affondamento del vecchio incrociatore greco « Helli »; a lui e ai suoi cattivi informatori le continue segnalazioni a Roma sulle navi britanniche che avrebbero trovato asilo nei porti greci). Ma anche il conte Ciano spinse con estrema incoscienza all'avventura greca. Egli creò e gonfiò a dismisura la questione della Ciamuria, parlò apertamente della guerra di Grecia come della propria guerra/ si offrì nella famosa riunione del 15 ottobre 1940 a Palazzo Chigi per creare l'incidente di frontiera al momento dovuto. (Vedi a proposito il grave atto di accusa contenuto nel citato volume di E . Grazzi, allora nostro ministro ad Atene). Allo stesso modo il conte Ciano, come si vede da questo diario, preparò con la cospirazione segreta e con la diplomazia (incontri segreti con il De Bombelles e con Ante Pavelie) l'invasione e spartizione della J ugoslavia. Ma qui fortunatamente per il nostro buon nome egli fu prevenuto dai tedeschi. 324
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mento alla Francia. Crede l'evento molto difficile e non giudica Lavai uomo adatto a facilitarne la'realizzazione. Nel pomeriggio da Hitler a Berghof. Un lungo tè con Serrano e gli altri, e poi, colloquio intimo : Hitler, Ribbentrop l'interprete ed io. Ho riassunto in una lettera al Duce i termini del colloquio. Atmosfera, pesante. Hitler è pessimista e considera la situazione molto compromessa da quanto è avvenuto nei Balcani. Le sue critiche sono aperte, serrate, definitive. Cerco di discutere con lui, ma non mi lascia andare avanti. Solo nella seconda parte del colloquio, e cioè avuto il consenso ad eventuali trattative con la Jugoslavia, diviene caldo e cordiale, talvolta quasi amichevole. L'idea di un'alleanza con la Jugoslavia lo eccita al punto che, mentre prima appariva troppo nero il suo pessimismo, adesso il suo ottimismo sembra troppo roseo. Mi fa delle confidenze: arriva a dirmi che Horthy lo incitò, al momento del suo viaggio in Italia, a porre sul tappeto la questione di Trieste, e ciò perchè voleva varare l'irredentismo magiaro di Fiume. (Sarà poi vero tutto questo?). « Per ora — egli ha detto — bisogna fingere con gli ungheresi perchè abbiamo necessità delle loro ferrovie, ma verrà il momento di parlare con chiarezza ». (Per quanto però fìnga, gli ungheresi conoscono bene le sue idee). Dall'albergo scrivo al Duce una lunga lettera. Insisto per l'affare jugoslavo, anche perchè io sono convinto che sarebbe estremamente gradito ai tedeschi nel momento attuale. Penso che Mussolini farà forti obiezioni: almeno rifiuterà qualsiasi aiuto sul terreno militare prima di aver preso una rivincita contro i Greci. Dal fronte albanese, notizie di oscillazioni. Temo che finiremo col ritirarci sulla linea predisposta. La perdita di Corda non è certamente la perdita di Parigi, ma servirà a dare un nome alla battaglia ed a fare rullare tutti i tamburi della propaganda nemica. Ecco perchè vorrei che si potesse tenere. In treno, a Vienna. 20 NOVEMBRE — Firma del documento di adesione ungherese. (1) Seguiranno le adesioni rumene e slovacche. Non do molta importanza all'adesione di questi Stati vassalli o quasi (1) Questi Stati si affrettavano ad aderire, in concorrenza tra loro, al Patto Tripartito.
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della Germania. Annacquano, anzi, lo stesso tripartito e sembrano degli inutili Ersatz diplomatici della mancata vittoria. In Germania si era troppo detto che tutto sarebbe finito a ottobre. E infatti il popolo viennese, che ha sempre pronto il suo vitz, (1) dice: « avevano ragione: è finito l'olio, il burro, la carne ». La Stimmung austriaca è depressa. Poche e non interessanti parole cogli ungheresi. Di nuovo un colloquio con Hitler. Parla esclusivamente di Jugoslavia ed è contento che il Duce abbia dato il suo assenso di massima. Si propone di chiamare il Reggente Paolo a Berlino e di proporgli il grosso colpo. È disposto a favorire l'ascesa al trono dello stesso Paolo, la cui consorte è ambiziosa. Ciò mi sembra difficile: Paolo è troppo poco serbo come spirito e modi per essere amato dal suo popolo. Alla fine Hitler ha uno dei suoi caratteristici accenti di commozione. « Da questa Vienna mandai a Mussolini un telegramma per assicurargli che non avrei mai dimenticato il suo aiuto, il giorno délYAnschluss. Lo confermo oggi e sono con ogni mia forza al suo fianco ». Aveva dei grossi lucciconi agli occhi. Che strano uomo. Mi consegna una lettera chiusa. 21 NOVEMBRE — La lettera di Hitler al Duce è sullo stile della prima parte del colloquio: preoccupata e critica. Mi aspettavo da Mussolini una reazione violenta. Invece, niente. Sembra non attribuire importanza a un documento che ne ha mólta. (2) Trovo il Duce sereno, deciso, non preoccupato. Quanto avviene in Albania lo rattrista, ma non lo turba. È polemico contro i militari, contro Badoglio e annuncia un imminente cambio della guardia nel settore militare. In serata Soddu comunica che intende abbandonare Corcia e arretrare tutto il fronte. Eppure la pressione greca sembra diminuire. Mussolini interviene per fare ancora riflettere, ma la macchina è in moto nè si può adesso fermarla. (1) Così nel ms. invece di « Witz » (arguzia, motto di spirito). (2) In data 20 novembre 1940 Hitler inviava a Mussolini una lettera assai severa circa la campagna di Grecia iniziata senza consultare Berlino e giunta dopo tre settimane a risultati quasi catastrofici per l'Italia. (Il carteggio Mussolini-Hitler è di imminente pubblicazione in questa collezione).
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22 NOVEMBRE — Mussolini prepara la risposta a Hitler, del quale rileggendo la lettera, ha capito le vere intenzioni. « Mi ha dato il regolo sulle dita ». Così conclude. La risposta è breve e calma. Accetta le proposte militari e politiche di Hitler. Pavolini narra che Badoglio gli ha fatto questo discorso: « Non c'è dubbio che Jacomoni e Visconti Prasca hanno delle grosse responsabilità nell'affare albanese. Ma la colpa maggiore bisogna cercarla altrove, ed è tutta nel comando del Duce. È un comando ch'egli non può esercitare. Lasci fare a noi, e quando le cose non vanno, colpisca i responsabili ». Pavolini ne ha doverosamente informato il Duce. La reazione è stata fulminante. Ha qualificato Badoglio di « nemico del Regime » e di « traditore », epiteti abbastanza forti per il proprio Capo di, Stato Maggiore in guerra. 23 NOVEMBRE — Sebastiani mi confida stamani che il Duce sta studiando sull'Annuario militare i nomi per sostituire Badoglio e Soddu. Sembra essersi fermato su Pintor e Orlando (quest'ultimo non so chi sia). A me non dice niente. Comunque, anche se interpellato, intendo mantenermi riservato in un settore che non conosco a fondo. Personalmente amo Messe, e ricordo che mio padre dava un buon giudizio di Gazzera. Farinacci fa su Regime Fascista^un attacco aperto a Badoglio, e ciò apre la crisi. Breve telefonata con Ribbentrop: Hitler non ha ancora esaminata la lettera del Duce nè può quindi dare risposta. Parleremo di nuovo domani. Le notizie dell'Albania sono di ritirata ordinata e senza pressione da parte del nemico. 24 NOVEMBRE
— Niente di nuovo.
25 NOVEMBRE — Soddu conferma le migliorate notizie albanesi. Giudica che le forze in sua mano sono sufficienti a garantire una stabilizzazione della linea. La crisi Badoglio è aperta. Badoglio pretende una smentita da parte di (Farinacci, redatta in termini tali ch'io son certo che questi, piuttosto di accettare mette la dinamite sotto le rotative del giornale. Badoglio conferma che se la smentita non viene pubblicata, se ne va. Mussolini ormai desidera 327
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liquidarlo: va piano perchè ciò è nella sua natura in materia e perchè vuole dare tempo al tempo. Parla di Pintor o di Gazzera. 26 NOVEMBRE — Badoglio, dopo un colloquio col Duce, ha inviato la lettera di dimissioni. Farinacci insiste nel rifiuto di pubblicare smentite. Così non si può andare avanti. Quando si aggiunge che anche la dichiarazione scritta da Pavolini è stata contestata da Badoglio, ci si rende conto della situazione. Stamani gli uscieri di Palazzo Venezia dovevano smistare in differenti saloni i più alti papaveri italiani, per evitare che si arrivasse ad una scazzottatura generale. 27 NOVEMBRE ..— Continua la crisi dello Stato Maggiore. Mussolini ha in pratica accettato le dimissioni di Badoglio, ma deve ancora superare le sue ultime incertezze. Vuol fare un comunicato nel quale è detto che « Badoglio ha presentato le dimissioni per ragioni d'età e di salute ». Questa formula non conviene a Badoglio, ma Mussolini insiste perchè così intende liquidare in nuce la candidatura « di quel vecchio frenetico e fregnone che è De Bono ». Intanto Badoglio si è ritirato non sotto la tenda, ma nella villa del suo amico Necchi, in quel di Milano. Comunque è una situazione che non può durare. Dall'Albania, le notizie di Soddu sono progressivamente migliori: quelle di Starace, invece, ancora poco ottimistiche, poiché egli giudica ancora la nostra situazione attaccata ad un filo. Vedo De Vecchi. Parla con minor logica del suo solito e non sa come veramente spiegare le sue dimissioni. In realtà vuole andarsene, ma capisce di fare una brutta figura e nonostante la sua impareggiabile prosopopea se ne vergogna. Ma non al punto di desistere dalla contemporanea richiesta di un altro posto. 28 NOVEMBRE — Colloquio De Vecchi-Mussolini, che si conclude con un niente di fatto. De Vecchi ha detto che lui « è disposto a servire altrove, ma che vuole molti galloni sulla manica ». Il Duce non ha reagito (1). (1) De Vecchi era geloso dei suoi colleghi del « quadrumvirato » De Bono e Balbo giunti al maresciallato. Per questo aveva cercato
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Dall'Albania, notizie non buone. La pressione greca continua, ma soprattutto la nostra resistenza si affievolisce. Se i Greci avessero forza penetrativa, potremmo avere ancora grossi dolori. 29 NOVEMBRE — Il Duce ha nominato Guzzoni Sottosegretario alla Guerra e Sottocapò di S. M. Generale. Ben vista, nel complesso questa nomina. Starace, reduce dall'Albania, vede molto nero e giudica con parole severe il comportamento delle nostre truppe. I soldati si sono battuti poco e male: in ciò la vera, fondamentale causa di tutto l'accaduto. 30 NOVEMBRE — Consiglio dei Ministri. Il Duce parla a lungo della situazione. Legge i documenti principali e mentre assume su di se la responsabilità della decisione politica, tira colpi duri a Badoglio per quanto concerne il lato militare. La tesi del Duce è questa: non solo Badoglio era d'accordo, ma si manifestava anche estremista. Il lato politico della questione è stato perfetto: è mancata in pieno l'azione militare. Non ha nascosto la gravità del momento e cioè l'imminente ritirata al sud e l'attacco in corso nella zona di Pogradec. « La situazione è grave. Potrebbe anche diventare drammatica ». Nel Consiglio dei Ministri c'è stata una vera e propria sollevazione contro De Vecchi allorché il Capo ne ha fatto il nome e ha letto i telegrammi con cui lo ha costantemente'pungolato ad attaccare in Grecia. Il Duce ha convocato il Gen. Cavallero, e ciò mostra le sue intenzioni. Cavallero è un ottimista: non crede alla possibilità di un crollo in Albania mentre ha fede nella nostra ripresa. Registro e non avallo niente. Sono sempre più prudente in fatto di cose militari. Il Duce non gli fa cenno a nomine o ad incarichi. Lo ascolta a lungo e lo convoca nuovamente per domani. Intanto Badoglio continua a cacciare fagiani. * di prendere iniziative pericolose nell'affare greco. Dopo il fallimento dell'impresa si era dimesso dal posto di Governatore delle isole dell'Egeo e ora domandava « molti galloni sulle maniche » a compenso non si comprende bene di che. Mussolini non. reagiva agli atti di viltà e di smoderata ambizione, ma li annotava per avere meglio in pugno i suoi uomini. Eravamo, come si vede, in piena atmosfera del Rinascimento.
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DICEMBRE 1 DICEMBRE — Le notizie albanesi sono migliori. Si tiene e si contrattacca a Nord mentre a Sud il ripiegamento si svolge senza pressione nemica. Nel colloquio con Cavallero il Duce gli comunica l'imminente nomina a Capo di Stato Maggiore Generale. Imminente perchè ritardata sino al rientro di Badoglio a Roma. Abbiamo notizie indirette di negoziati tedesco-jugoslavi. Direttamente non ci è stato nulla comunicato, benché si parli soprattutto di cose nostre. Non posso dire che i tedeschi siano con noi troppo delicati. N
2 DICEMBRE — Nessuna novità di rilievo. Una discussione col Nunzio per l'abolizione delle vacanze di Capodanno, Epifania e San Giuseppe. È stata una trovata personale del Duce, che ne è fierissimo. Alle mie insistenze, ha mollato per San Giuseppe. Ma tiene duro per le altre due e soprattutto per il Capodanno, poiché non « è altro che la circoncisione di Cristo cioè la celebrazione di un rito ebraico, che la Chiesa stessa ha abolito ». Mi domando se in momenti come questi, vale la pena di irritare la gente con invenzioni di tal genere. 3 DICEMBRE — La pressione greca è ricominciata sul fronte albanese e sembra che la II* armata debba ormai fare quel ripiegamento da Argirocastro e Porto Edda, che speravamo evitare. 4 DICEMBRE — Sorice (1) telefona di buon'ora che abbiamo perduto Pogradec e che i greci hanno rotto. Dopo informa che Soddu giudica ormai «impossibile ogni azione .militare e che la situazione deve essere risolta mediante un intervento politico ». Mussolini mi chiama a P. Venezia. Lo trovo abbattuto come mai. Dice: «Qui non c'è più niente da fare. È assurdo e grottesco, ma è così. Bisogna chiedere la tregua tramite Hitler ». Impossibile. I greci pretenderanno, come (1) Il generale Sorice era il Capo di Gabinetto del Ministro «iella Guerra. Fu più tardi, nei quarantacinque giorni di Badoglio (25 luglio - 8 settembre 1943) Ministro della Guerra.
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prima condizione, la garanzia personale del Fùhrer che mai più niente sarà fatto contro di loro. Prima di telefonare a Ribbentrop, mi metto una palla in testa. Ma siamo veramente alla disfatta? Non c'è il caso che il Comandante abbia gettato l'arma prima che i suoi soldati? Io non sono in grado di dare suggerimenti militari, ma a rigor di logica, se la rotta non è già totale, sembra ancora possibile costituire con l'armata Geloso una testa di ponte a Valona e con |orze fresche una linea di sicurezza sullo Skumbini. Quello che conta oggi è durare, è vivere come permanenza in Albania. Il tempo darà la vittoria, ma se cediamo: è la fine. Mussolini mi ascolta e decide di fare un nuovo tentativo. Manda Cavallerò sul posto. Poi ha una nuova crisi di abbattimento. Dice: « Ogni uomo compie nella sua vita l'errore fatale* E l'ho compiuto anch'io quando ho prestato fede al Generale Visconti Prasca. Ma come non farlo se quest'uomo appariva tanto sicuro di se medesimo e se tutti gli elementi davano il maggiore affidamento? È il materiale umano con cui lavoro che non serve, che non vale ». Mi viene in mente di controllare la situazione tramite Jacomoni e lo chiamo al telefono. Ho subito la sensazione che a Tirana si è più calmi che a Roma. C'è in aria un malinteso. Infatti Jacomoni interpreta che « come soluzione politica », Soddu intendeva un diversivo militare sul fianco greco, quale l'intervento germanico o jugoslavo. Anche le notizie del comando migliorano durante la giornata e Soddu e Cavallero partono per Elbasan, onde giudicare sul posto la situazione. Rivedo il Duce in serata. È più tranquillo. Ha avuto un colloquio con Badoglio che intendeva ritirare le dimissioni. Troppo tardi. Mussolini afferma che lo stesso Re lo ha incoraggiato ad accettarle dicendo « che a suo giudizio Badoglio è ormai stanco ». 5 DICEMBRE Notizie dall'Albania, danno la situazione stazionaria. Il tempo guadagnato è tutto in nostro favore tanto più che i tedeschi ci hanno dato 50 aerei da trasporto. Il traffico è così facilitato. Anche le dimissioni di De Vecchi sono accettate e lo sostituirà Bastico. Il Duce intende anche sostituire l'Amm. Cavagnari con l'Amm. Riccardi. Il giudizio di Papà su quest'ultimo era del tutto negativo. 331
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Riesco a strappare al Duce la vacanza per Capodanno ed Epifania. Ne informo il Nunzio. Non valeva la pena di determinare una crisi col Vaticano in momenti come gli attuali. 6 DICEMBRE .— Notizie dell'Albania, stazionarie. Colloquio col maresciallo Milch venuto a Roma per definire la questione degli Stukas in Mediterraneo. Era calmo e ottimista sulla situazione in generale, nonché sulla questione greca. Anche la lettera di Hitler, di cui era latore, differiva sostanzialmente, nel contenuto e nella forma, da quella inviata a Vienna. La vicenda albanese è minimizzata, considerata di sicura soluzione, episodio periferico nel grande quadro, per il quale le prospettive sono buone. Tutto ciò ha molto sollevato Mussolini, che passa al contrattacco, anche all'interno. « Se quando ero socialista — ha detto — avessi avuto della borghesia italiana una conoscenza non puramente teorica quale dettata dalla lettura di Carlo Marx, ma una vera nozione fisica quale ho adesso, avrei fatto una rivoluzione così spietata, che quella del Camerata Lenin sarebbe stata al confronto uno scherzo innocente ». Cavallerò ha avuto la nomina. Le ripercussioni non sono buone, soprattutto nei circoli militari. L'uomo è molto discusso, i giudizi sono disparati, nessuno però dice che è stupido. 7 DICEMBRE — Un discorso di Zvetkovic ha segnato l'inizio della manovra di conversione jugoslava. E anche Stackic annunzia prossimo il suo viaggio in Italia, seguito a breve distanza da Antic, Ministro della Corte. In un colloquio con Cristic, ho marcato le nostre buone disposizioni nei confronti del suo Paese ed ho fatto cenno allo slavismo della vallata del Vardar. Mussolini è calmo e duro come una roccia. È felice, ora che lo ha fatto, di aver allontanato De Vecchi. Ha messo nel comunicato « a sua domanda » per consacrare che « nell'ora in cui questi uomini avrebbero dovuto fare domanda per entrare nei ranghi, l'hanno fatta per uscirne ». Ritorna Cavallero dall'Albania. Giudica la situazione ancora critica, ma in via di progressiva soluzione. Tra otto giorni la linea, che ancora subisce piccole oscillazioni, sarà definitivamente stabilizzata: tra non molto pensa di passare ad un contrattacco locale che dovrebbe assicurarci nuovamente il possesso di Corcia. Il che, dal punto di vista del 332
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prestigio, sarebbe una grande cosa. Le notizie che vengono dalla Grecia sono conformi nel denunciare la situazione quale grave. 8 DICEMBRE
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g DICEMBRE — Il Partito ha lanciato un contrattacco contro Badoglio, ma forse un po' esagerato perchè si comincia a parlare persino di tradimento. Serena (1) mi ha narrato come ha fatto ed esposta la sua tattica. Non sono del tutto d'accordo: ogni esagerazione è controproducente e tocca l'onore medesimo dell'esercito. Infatti Badoglio si è recato a protestare dal Duce ed ha ottenuto un comunicato abbastanza benevolo. 10 DICEMBRE — Iie notizie dell'attacco su Sidi Banani arrivano come un colpo di fulmine. Dapprima la cosa non sembra grave, ma i successivi telegrammi di Graziani confermano trattarsi di una grossa legnata. Mussolini, che vedo due volte, è molto calmo. Commenta gli avvenimenti con una obiettività impersonale. Sembra che la cosa non lo riguardi e si preoccupa del prestigio di Graziani. Non vuole ancora realizzare la gravità dell'accaduto. Che invece è seria. Fuori e dentro. Fuori perchè dall'intonazione dei telegrammi di Graziani non sembra ch'egli si sia ripreso dal colpo e si prepari a reagire. Dentro, perchè piove sul bagnato: l'opinione pubblica era già anche troppo scossa e divisa per ricevere adesso un colpo tanto duro. * Il discorso di Hitler non ha fatto buona impressione; è più difensivo che offensivo e si sente che l'Italia vi gioca un ruolo molto secondario. (2) 11 DICEMBRE — In Libia le cose vanno veramente male. Quattro divisioni si possono considerare messe fuori combattimento, e Graziani, che denuncia l'impeto e la decisione del nemico, non dice niente su quanto può fare per parare il colpo. Mussolini è sempre più" calmo. Egli ritiene che le molto penose giornate che stiamo vivendo siano inevitabili nell'alti) Adelchi Serena: aveva* sostituito Muti nella Segreteria del Partito. (2) Il 9 dicembre Hitler aveva parlato a Berlino davanti agli operai di una grande fabbrica.
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terno corso di tutte le guerre. Spera ancora che Graziani possa e sappia fermare l'avanzata inglese: se resteranno al vecchio confine, non giudica la situazione grave: se dovessero raggiungere Tobruk, allora considererebbe .« la situazione drammatica ». In serata giunge notizia che la Divisione Catanzaro non ha retto l'urto inglese e si è sfasciata. Ma cosa c'è dunque che non va in quest'esercito se cinque divisioni riescono a farsi polverizzare in due giorni? (1) 12 DICEMBRE — Abbastanza tranquilli in Albania. Molto male in Libia. Graziani telegrafa poco e senza precisione. Non si è ancora rimesso del colpo subito e d'altro lato pare che i suoi nervi fossero molto scossi fin dall'epoca dell'attentato di Addis Abeba. Mi hanno raccontato che anche in Italia aveva tanta paura degli attentati da far circondare la villa di Arcinazzo da ben 18 carabinieri. In Libia si era fatto un rifugio in una tomba romana a Cirene/ profonda venti o trenta metri. Adesso è sconvolto e non sa prendere decisioni. Fonda le sue speranze sulla possibile stanchezza dell'avversario e non sulla propria forza, il che è cattivo segno. Il Duce adesso sente la gravità degli eventi. « In Libia abbiamo subito una disfatta in piena regola. Questa volta non si dirà che è colpa della politica. Ho lasciato ai militari la più ampia libertà di azione. Il Re, stamani, era molto nero ». Ho visto Mackensen. È venuto con un pretesto. Naturalmente abbiamo parlato della situazione e non gli ho nascosto come stanno le cose. Ha mostrato solidarietà e comprensione. Ansaldo riferisce che Ribbentrop ha fatto del pari in un col(1) L a risposta è assai semplice: non andava l'armamento. L'esercito italiano era stato portato in guerra nel giugno 1940 con le armi del 1915-1918. Inoltre il fascismo aveva corrotto l'esercito come ogni altro organismo dello Stato. La sproporzione nell'armamento era stata sufficiente a determinare il crollo del fronte francese nel maggio, pur essendo l'esercito francese assai meglio armato del nostro. Ora noi subivamo la stessa sorte nel deserto ove i fucili 91 di cinque come di dieci divisioni non potevano arrestare i carri armati di Wavell. « II pane — dirà un soldato libico riassumendo la situazione in questa semplice frase — non taglia il ferro ». Si aggiunga a queste considerazioni ima premessa che non si deve mai dimenticare. Il popolo italiano combatteva la guerra a fianco della Germania contro voglia e almeno la metà dei combattenti speravano più nella sconfitta che nella vittoria.
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loquio avuto con lui a Berlino. In serata Sebastiani mi fa cenno di andare a Palazzo Venezia. È arrivato un catastrofico telegramma di Graziarli, misto di esaltazione, di letteratura e di preoccupazioni. Pensa di ritirarsi a Tripoli, « per tenere almeno alta la bandiera su quel Castello » ma si preoccupa subito di accusare Rommel — cioè Mussolini — « di averlo obbligato a fare la guerra della pulce contro l'elefante ». Entro da Mussolini e lo trovo assai colpito. Non ho niente da dirgli e desidero solo, con la mia presenza, far capire che — più di sempre — sono con lui. Si rende conto del colpo che avrà il Paese. Ascolta il mio suggerimento di fare qualcosa per tirare su il morale della gente. Bisogna parlare al cuore degli italiani. Fare sentire che non è in gioco una partita fascista: è la Patria, quella eterna, quella di tutti, al di sopra degli uomini, dei tempi e delle fazioni. 13 DICEMBRE —. Le notizie in mattinata sembrano migliori e il Duce è più sollevato. Per parte mia sono scettico poiché l'impeto dell'attacco e la scarsa resistenza delle truppe non lasciano sperare niente di buono. Non credo affatto, come ritiene il Duce, che gli inglesi si accontentino di ricacciarci dall'Egitto e si ferminocela frontiera: hanno obbiettivi più lontani. 14 DICEMBRE —. Le notizie libiche sembrano migliori. Graziani telegrafa meno e non è così fosco come prima. Anche Soddu continua a mandare rapporti preoccupati dall'Albania, mentre le telefonate di Cavaliere sono abbastanza serene. Mussolini dice: «Cinque generali prigionieri e uno morto. Questa è la proporzione tra gli italiani che hanno caratteristiche militari e quelli che non le hanno. Nell'avvenire faremo un esercito di professionisti, scremandoli tra dieci o dodici milioni di italiani: quelli della Valle del Po e in parte dell'Italia centrale. Tutti gli altri fabbricheranno armi per l'aristocrazia guerriera ». In serata, di nuovo notizie poco buone. Mentre pranzo all'Ambasciata di Germania il Duce telefona per avere notizie della crisi di Governo in Francia. (1) Non sembra che i tedeschi ne siano troppo preoccupati. Verso di noi l'atmosfera è pesante; negli occhi germanici non si legge ancora una condanna, ma "vi sono già molti interrogativi. (1) Pétain aveva allontanato Lavai dal Governo.
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15 DICEMBRE •.— Trovo il Duce calmo e indignato con Graziani per un telegramma che questi gli ha diretto. Lungo telegramma recriminatorio nel quale parla .« da uomo a uomo » e rimprovera il Duce di essersi lasciato ingannare dai collaboratori militari romani, di non averlo mai ascoltato e di averlo spinto in un'avventura che ormai supera le possibilità umane per entrare nei campi del destino. Mussolini me ne da lettura e dice : « Ecco un altro uomo col quale non posso arrabbiarmi perchè lo disprezzo ». Il Duce crede ancora che la corsa inglese possa essere fermata sul ciglione di Derna. Anche in Albania oggi c'è stata una flessione, che Cavallero giudica non grave e puramente di valore tattico. Ritiene le forze di riserva sufficienti a tamponare la falla. Ricevo la Marchesa Graziani. È sconvolta. Ha avuto dal marito una lettera con le disposizioni testamentarie e nella quale è detto che con « le unghie non si possono spezzare le corazze ». Viene a chiedere un intervento in massa dell'aviazione germanica in Libia, che potrebbe ancora tramutare in un successo la rotta odierna. Anche entrando in questo ordine di idee, si esporranno i tedeschi ad inviare aerei coli'acqua alla gola e senza alcuna preparazione logistica? Lo escludo. La sola cosacerta è che il Maresciallo Graziani non riesce a trovare il controllo di se stesso. 16 DICEMBRE — Giornata di sosta in Albania, e in Libia, ove però le forze si ammassano per l'attacco a Bardia. Riunione presso il Duce per le richieste di materie prime alla Germania. Cominciano le dolenti note. Non sono grossi quantitativi, ma è pur sempre noioso il chiedere, specialmente in questi momenti. 17 DICEMBRE — Nuova, brutta flessione in Albania, verso Clisura e Tepeleni. Il Duce ha preparato una lettera, una dura lettera per Cavallero con l'ordine alle truppe di morire sul posto. « Più che un ordine mio — ha scritto — è l'ordine della Patria ». Speriamo che questa frustata abbia il suo effetto. In città si è sparsa la voce di una nostra mirabolante vittoria in Libia con decine di migliaia di prigionieri e centinaia di carri distrutti. In un baleno la voce ha percorso la penisola Non c'è niente di vero. È una manovra, acuta e turpe per abbattere il morale. Mi dicono che anche dopo Caporetto av336
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venne lo stesso e che il Paese si accese di Speranza per una falsa notizia e poi piombò in una più cupa desolazione. Anticipazioni della Guerra dei nervi. 18 DICEMBRE — Conferisco lungamente con Cavallero reduce dall'Albania. È nettamente ottimista: non solo esclude qualsiasi sorpresa, degna di rilievo, ma ritiene la fase critica quasi sorpassata e pensa di assestare un primo colpo offensivo in direzione di Clisura, dopodomani, a questo dovrebbe seguirne un altro nella Val Tomorizza. Per la prima metà di febbraio, egli crede ultimati i preparativi dell'offensiva che dovrà ricondurci a Corda. Salvo poi continuare al più presto. In questo spirito egli attribuisce poca importanza alle flessioni che le linee hanno subito in questi ultimi tempi. Poche notizie dalla Libia ove le forze inglesi continuano a stringersi attorno a Bardia. Comunque i mezzi a difesa sono tali che se BergQjizoli (1) terrà duro, gli inglesi non avranno un compito facile. 'Ricevo il Consiglio Nazionale dell'Associazione Combattenti e parlo loro : non servono molte parole per accendere la fede che è nell'animo di tutti gli italiani e che attende soltanto l'occasione per manifestarsi. ig DICEMBRE — Non posso dire che gli avvenimenti abbiano dato ragione a Cavallero. La Divisione Siena, che opera sul litorale si è sfasciata a seguito di un attacco greco. La posizione è pericolosa: una volta imboccata la Valle della Sciuscizza, la marcia su Valona è facile e naturale e non ci vuol molto a capire qual peso avrebbe la caduta di Valona. Mussolini è contrariato e preoccupato, soprattutto perchè sente che manca la reazione delle nostre forze e che i Comandi sono giù di corda. A ciò si aggiunga che Soddu quando parla col Duce si esprime in un modo e quando parla con Sorice si esprime in un altro. Per lui la strategia importante non è quella verso i greci: è quella verso Palazzo Venezia. 20 DICEMBRE — Le gelosie tra generali sono peggio di quelle tra donne. Bisogna leggere le telefonate di Soddu a So(1) Il generale Bergonzoli si era distinto nella guerra di Spagna. Era denominato per il suo dinamismo in combattimento: « barba elettrica ». Sfuggito alla cattura dopo la caduta di Bardia fu fatto prigioniero nel corso della avanzata ulteriore deUe truppe britanniche.
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Diario (1)
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rice: li demolisce tutti. Geloso è rammolito, Ferugi un disastro, Trionfi un fallimento: oggi per caso dice bene di Vercellino e si esprime testualmente così: « Povero Vercellinol (1) È tanto caro. È venuto a vedermi e ha pianto ». Il Duce ha preparato un messaggio per Hitler. Prospetta le cose come stanno e chiede un intervento tedesco in Tracia, via Bulgaria. Non credo che Hitler possa concederlo prima del marzo. Comunque il messaggio non sarà inviato subito: il Duce attende un rapporto diyCavallero e magari i risultati del contrattacco che dovrebbe aver luogo a Tepeleni, ove sono giunte due Divisioni fresche: la Cuneense e la Acqui. Churchill ha fatto un duro discorso: ^duro, naturalmente per noi perchè dice cose amare sul valore delle nostre forze in Libia, ove la situazione è sempre seria. (2) È un discorso abile, e tra le righe si possono leggere tanti sottintesi. 21 DICEMBRE ..— Nessuna novità di gran rilievo sui due fronti. Mussolini — che è più" sollevato di umore — ha in mia presenza un lungo colloquio con l'Addetto Militare Marras. Si tratta dell'eventuale aiuto militare germanico. Marras arriva a queste conclusioni: i°) fino a marzo Hitler non potrà fare alcuna azione in Tracia; 2°) inutile chiedere truppe tedesche per Valona perchè non potrebbero arrivare prima di un mese; 3°) si può studiare l'invio in Libia di due divisioni corazzate tedesche. Il Duce è d'accordo. 2£ DICEMBRE — Cavallero, che è l'uomo che suona sempre la nota ottimista, dice che il contrattacco sul litorale è pronto per domani o dopo. Non se ne attende grandi risultati ma spera di alleggerire la pressione su Valona. Ciò sarebbe un successo perchè Valona rappresenta per i greco-inglesi un obiettivo strategico di primo ordine e poi perchè finalmente riavremmo l'iniziativa. (1) I generali Geloso e Vercellino erano i comandanti delle due armate in Albania: Trionfi e Ferugi generali di divisione. (2). Appena giunsero a Roma le notizie dei primi insuccessi e appena fu rivelato il dissidio Mussolini-Badoglio nella condotta delle operazioni di guerra, da Palazzo Venezia parti la parola d'ordine del tradimento dei generali o della loro inettitudine. È noto, invece, che i generali morti in questa infelice guerra sono proporzionalmente in numero superiore a quelli di qualsiasi precedente campagna.
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23 DICEMBRE — Niente di nuovo, ma trovo il Duce piuttosto irritato per l'arretramento di sabato in contrasto con le previsioni di Cavallerò. Invece di allentarsi, la pressione su Valona, per ora, aumenta. Il Duce non crede più a ciò che Cavaliere preannunzia. « Sono diventato ,— afferma Mussolini — come gli osti di campagna che dipingono un gallo sul muro e sotto vi scrivono: quando questo gallo canterà, credenza si farà. Anch'io darò credito ai militari, quando con un fatto proveranno che la situazione è cambiata ». Poi, parlando del comportamento mediocre della truppa, à aggiunto: «Devo pure riconoscere che gli italiani del 1914 erano migliori di questi di oggi. Non è un bel risultato per il Regime, ma è così ». ' 24. DICEMBRE — Nevica. Il Duce guarda fuori di finestra ed è contento che nevichi : « Questa neve e questo freddo vanno benissimo — dice — così muoiono le mezze cartuccie e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia » (1). Lungo colloquio con Melchiori, reduce dalla Cirenaica. Egli è ufficiale di collegamento ài Graziani, quindi abbastanza nel rosso dell'uovo. A suo avviso la situazione è nettamente migliorata e non dovremmo più avere bruschi risvegli. Graziani accusa apertamente Badoglio di tradimento e ha detto, anche nelle ore più cupe, che la sola cosa che lo distoglieva dal suicidio era la volontà di trascinare un giorno Badoglio sul banco degli accusati. (2) 25 DICEMBRE — Natale. Il Duce è scuro in volto e parla di nuovo con preoccupazione della situazione in Albania. Ha anche l'aria più stanca del solito e ciò mi da molta tristezza: l'energia, del Duce è in questi momenti la nostra maggiore risorsa. Non crede più a Cavallero: dice che il suo ottimismo è come il canto di chi ha paura a restar solo in una stanza. Infatti Cavallero comunica da Tirana che : « il vertice (1) Non bisogna dimenticare, leggendo questo passo, la raccomandazione di Bocchini a Ciano di far riprendere la cura antiluetica a Mussolini perché dava segni evidenti di squilibrio mentale. (2) Ecco spiegato, almeno in parte, l'atteggiamento di Graziani nel settembre 1943. Soltanto, egli sbagliava nella persona che sarebbe stata trascinata sul banco degli accusati.
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della crisi è passato e ormai, nelle nostre truppe, è avvenuto un completo capovolgimento di animi ». 26 DICEMBRE
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27 DICEMBRE — Il solito andamento delle cose in Albania, e ciò rende insoddisfatto il Duce. Ha ragione. Nonostante le buone parole di Cavallerò non ci si vede chiaro. Promettono questa offensiva della Val Sciuscizza, ma intanto non succede e non ci sarebbe da sorprenderci se ancora una volta i Greci ci prevenissero. 28 DICEMBRE
— Niente di nuovo.
29 DICEMBRE — A Cortellazzo per l'inaugurazione del villaggio dedicato a mio Padre. Cerimonia semplice e breve. Poco ò visto a Venezia e niente posso dire sull'umore della gente. Con dieci gradi sotto zero e i lastroni di ghiaccio nella laguna, i Veneziani sono poco proclivi a occuparsi di polìtica. 30 DICEMBRE — Durante la mia assenza il Duce ha conferito il Comando delle armate a Cavallero e ha richiamato Soddu. Da qualche tempo era molto scontento dei salti di umore di Soddu. Un giorno tutto roseo, un altro tutto nero. E il colpo finale è arrivato quando il Duce ha saputo che Soddu, anche in Albania, dedica le sue ore serali a comporre musiche per film. j r DICEMBRE ,— Cavallero trasmette la copia di una lettera diretta al Duce, nella quale chiede l'autorizzazione per una azione offensiva in grande stile lungo il litorale. È come invitare la lepre a correre. Nessuno più del Duce morde il freno per questa interminabile difensiva, che ogni giorno lo costringe ad ingoiare bocconi amari. Parini a Palazzo Venezia. Parla di quanto fa il Partito per l'assistenza alle truppe. Il suo giudizio sul futuro è piuttosto ottimista. Sul passato, severissimo.
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NOTA INTRODUTTIVA di UGO D'ANDREA PREFAZIONE di SUMNER WELLES
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DIARIO di GALEAZZO CIANO
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Introduzione (dal carcere di Verona)
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Secondo semestre del 1939
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0 Vedi nel secondo volume Vindice dei nomi e delle illustrazioni.