Decifrazione delle scritture scomparse


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Table of contents :
Johannes Friedrich - Decifrazione delle scritture scomparse
Introduzione
Capitolo primo - Le tre grandi decifrazioni nell'ambito dell'Oriente antico 1. I ieroglifici egiziani
2. La scrittura cuneiforme
3. La scrittura ieroglifica ittita
Capitolo secondo - Altre decifrazioni e interpretazioni nell'ambito del mondo antico
1. Altre decifrazioni di scritture e lingue sconosciute
2. Altre decifrazioni di scritture sconosciute
3. Altre interpretazioni di lingue sconosciute
Capitolo terzo - Osservazioni metodologiche sulla decifrazione delle scritture e delle lingue scomparse
Capitolo quarto - Alcuni esempi di scritture non decifrate
Indice generale
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Decifrazione delle scritture scomparse

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Sansoni Università

L'Oriente antico (da W. Zaumseil ) .

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Johannes Friedrich

decifrazione delle scritture scomparse

Sansoni

Titolo originale:

Entzifferung verschollener Schriften und Sprachen Copyright © 19662 by Springer-Verlag, Berlin Traduzione di Francesco Pugliese Carratelli Design: Unimark lnternational, Milano

Copyright © 1973 per l'Italia by G. C. Sansoni S.p.A., Firenze

Introduzione

Nella storia spirituale dell'umanità il passaggio dal secolo XV I I I al X I X non è meno importante del passaggio dal secolo XV al XVI , con cui viene tra­ dizionalmente indicata la transizione dal medioevo all'età moderna . Come intorno al 1 500 le scoperte e il Rinascimento dettero una nuova forma alla conoscenza e al pensiero dell 'uomo, così l 'età in­ torno al 1 800 - prescindendo del tutto dal pen­ siero politico, che in quel periodo cominciò a per­ correre nuove vie - è caratterizzata da un'intera serie di nuove conoscenze che rivoluzionarono so­ pratutto il campo delle scienze naturali e della tec­ nica, e in connessione con quest'ultima, modifica­ rono profondamente la vita sociale: così che, nei campi suddetti, potrebbe giustificarsi il porre l'ini­ zio dell'età moderna nell 'anno 1 800. A questo nuovo indirizzo del pensiero nel campo delle scienze naturali si accompagna un parallelo mutamento nelle varie discipline dello spirito . Per esempio in questo periodo, per merito del Winckelmann e mediante lo studio più approfondito dei documenti originali epigrafici, la scienza dell 'antichità acquista il suo nuovo aspetto, e allora nasce con la cono­ scenza dell'unità linguistica indeuropea, con lo stu­ dio dell'antichità germanica e con una sistematica ricerca e un riordinamento per gruppi di tutte le lingue riconoscibili della terra, un'effettiva scienza del linguaggio . I ntorno allo stesso periodo - e vengo così all'argo-

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Introduzione

mento di questo libretto - lo spirito umano comin­ cia anche, per la prima volta, a gettare uno sguardo oltre l 'inizio della storia greca, sui popoli che prima dei Greci hanno dato forma nell'Oriente alla prima storia dell 'umanità, sulla loro cultura materiale e spi­ rituale e sui riflessi di questa cultura nei monumenti letterari che si sono conservati da quell'epoca re­ mota fino al tempo presente. Per l 'uomo del secolo XVI I I , come anche per l 'uomo dell 'alto medioevo, la storia aveva inizio con Omero e i racconti del­ l' Antico Testamento, e la sua conoscenza delle lin­ gue antiche si limitava essenzialmente al latino, al greco e talora all 'ebraico . Si aveva pure qualche superficiale opinione sui monumenti egiziani tra­ mandati dall 'antichità all'età moderna, si contem­ plavano con stupore nei secoli XVI I e XVI I I , allo stesso modo dei Greci e dei Romani , gli strani ca­ ratteri formati da immagini che coprivano intera­ mente questi monumenti . Ma né agli antichi né agli uomini che vivevano all'inizio dell'età moderna ven­ ne in mente di tentar di leggere questa scrittura composta da immagini e di comprendere il suo con­ tenuto : la conoscenza di tale scrittura cadde in di­ menticanza dal tempo in cui il suo uso cessò del tutto . Oggi al contrario sono comprensibili tanto i ieroglifici egiziani quanto la scrittura cuneiforme ad essi parallela, che nell'Asia anteriore fu adoperata per scrivere un gran numero di lingue, ma scom­ parve dall'uso e dalla conoscenza degli uomi� i an­ cor prima della scrittura egiziana ; ugualmente com­ prensibili sono oggi altre scritture e lingue prima sconosciute . Quindi i cultori di glottologia che han­ no restituito una serie di altre lingue , parte delle quali di età antichissima , e in genere hanno reso

Introduzione

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possibile un esame della scrittura da un punto di vista storico. Ma soprattutto essi hanno notevol­ mente ampliato i confini della storia : mentre prima si abbracciavano due millenni e mezzo di storia del­ l'umanità, ora questo spazio di tempo è stato esteso ad almeno cinque millenni. E non solo vediamo svolgersi davanti ai nostri occhi gli avvenimenti po­ litici di quei tempi, ma rivivono anche la civiltà materiale e spirituale di quegli antichi popoli, le loro abitazioni , il loro abbigliamento , il loro modo di vivere, il loro pensiero religioso, giuridico e scien­ tifico , e ci è dato conoscere lo svolgimento della vita e del pensiero dell 'uomo da una prospettiva molto più ampia nello spazio e nel tempo . L'interpretazione di queste scritture e lingue anti­ che durante i secoli XIX .e XX è una delle più im­ portanti opere compiute dallo spirito umano e può stare accanto alle rivoluzionarie conquiste nei campi della scienza n aturale e della tecnica; ma essa non ha, nella scala degli interessi umani, un posto pari alla sua importanza solo per il fatto che non può avere per la vita pratica lo stesso valore della tec­ nica . Questa inferiore valutazione è anche il motivo per cui l 'interpretazione delle lingue e delle scrit­ ture scomparse non è stata mai trattata in modo da far risaltare i rapporti che intercorrono tra loro, e perciò è generalmente ancora poco nota . Eppure quest'argomento può destare il più grande interesse nelle persone colte e merita interamente una spe­ ciale trattazione . Questa sarà oggetto del presente libro . Io spero di aver suddiviso la vasta materia in modo sufficientemente ordinato : in primo luogo espongo più diffusamente le grandi e in un certo senso classiche decifrazioni delle scritture e delle

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Introduzione

lingue dell'Oriente antico, quella dei ieroglifìci egi­ ziani , quella della scrittura cuneiforme, largamente diffusa, e quella dei ieroglifici ittiti rimasti per lungo tempo indecifrati, ma anch'essi ora accessibili . A queste seguiranno, trattate più sommariamente in un capitolo a parte che non ha pretese di compiu­ tezza, alcune decifrazioni non prive d'interesse. È poi sembrato utile far seguire alcune osservazioni di carattere teorico sull'interpretazione delle scritture e delle lingue scomparse, osservazioni facilmente ricavabili dalla prassi innanzi descritta . Chiudono il libro l 'esposizione di alcune scritture non ancor decifrate e il tentativo di rispondere alla giusta do­ manda circa il motivo per il quale esse non sono state ·ancora decifrate .

Capitolo primo Le tre grandi decifrazioni nell'àmbito dell'Oriente antico

l.

I IEROGLIFICI EGIZIANI

L'Egitto è la patria di quella misteriosa scrittura ideografica che già i Greci contemplavano con re­ verente stupore e denominavano « ieroglifici », « se­ gni sacri », perché in essi vedevano l 'occulta sapien­ za dei misteriosi sacerdoti egiziani . E, insieme agli obelischi di Roma, nella coscienza dell'Occidente si conservò anche questo magico significato dei iero­ glifici, e da esso furono inuenzati anche uomini di grande ingegno dell'età moderna. Senza l'idea della misteriosa sapienza dei ieroglifici non sarebbe im­ maginabile nemmeno un'opera d 'arte come Il flauto magico di Mozart . Perciò è opportuno porre i iero­ glifici egiziani al principio della trattazione. Per maggior chiarezza non sarà superfluo un breve cen­ no storico-geografico. a) Il paese e gli abitanti. Storia e civiltà dell'Egitto Le condizioni culturali nel territorio africano sono abbastanza semplici : nell'antichità l 'unico popolo civile di quel continente è quello degli Egiziani , che con i suoi colossali edifici e i ieroglifici scritti su di essi riempie di stupore i visitatori moderni così co­ me un tempo stupiva gli antichi Greci .

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Le tre grandi decifrazioni

L'Egitto già nell'antichità fu detto un dono del Nilo . Soltanto la valle del Nilo è coltivabile per una lun­ ghezza di 800 chilometri e una larghezza di pochi chilometri, ma è terra estremamente feconda, che trae la sua vita dalle inondazioni del Nilo ; nel resto del paese si stende uno sterile deserto . Gli Egiziani appaiono come un popolo misto di elementi africani e semitico-asiatici, e la loro lingua ha una certa af­ finità con le lingue-semitiche . Essi si reputavano in­ digeni, ed effettivamente non può essere provata la presenza di alcun popolo più antico nel paese . I n origine devono aver coesistito in Egitto due re­ gni distinti, uno settentrionale (Basso Egitto) sul Delta e uno meridionale (Alto Egitto) nell 'angusta valle del Nilo (fino ad Assuan, presso le prime cate­ ratte del fiume) . Intorno al 2850 a. C. il re Menes , movendo dal regno del mezzogiorno, unì i due re­ gni, e con ciò ha inizio la prima delle trenta dinastie in cui il sacerdote greco-egizio Manetone (intorno al 280 a. C.) divide tutta la storia. del regno d'Egitto fino ad Alessandro . A partire dalla terza dinastia Memfi, sul confine dei due regni originarì (IJ.ei pressi dell'attuale Cairo) , è la capitale del regno antico . Alla quarta dinastia appartengono i grandi costrut­ tori di piramidi Cheops, Chefren e Mykerinos, e con la quinta dinastia ha inizio il culto particolare del dio del sole Re. Un periodo di debolezza politica è quello che va dalla sesta alla decima dinastia (circa 23 50-2050) . I l regno medio conosce un nuovo periodo di splen­ dore sopratutto durante l 'undecima dinastia . La ca­ pitale è ora divenuta Tebe, nel meridione . Il regno di Sesostris I I I ( 1878-1841 ) , il vincitore della Nu­ bia, costituisce il punto culminante di quest'epoca

l eroglifici

egiziani

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per quanto riguarda l e vicende politiche, quello di suo figlio Amenemhet I I I ( 1 840- 1 792) rappresenta la vetta più alta raggiunta nel campo della cultura . L'invasione del barbaro popolo asiatico degli Hyksos ( quindicesima e sedicesima dinastia : circa 1 6 7 01 5 70) segna un nuovo periodo di decadenza ; il loro principale dio ci è noto sotto il nome egiziano di S tl). (Seth) : esso è immagine di un dio della tempesta dell 'Asia anteriore. Dalla cacciata degli Hyksos da parte di Amosis ( 1 570- 1 545) si fa iniziare il « regno nuovo » (circa 1 600-7 1 5) . Thutmosis I ( 1 524- 1 505 circa) e sopra­ tutto Thutmosis I I I ( 1 502- 1 448) sono grandi con­ quistatori di territori dell 'Asia . Thutmosis I I I con­ quista la Palestina e vince a Karkemis sull'Eufrate i tiurriti padroni della Siria settentrionale . Con ciò egli fonda una provincia egiziana in Asia, compren­ dente la Palestina e la Siria, che durò per lungo tempo . All'influenza della superiore civiltà siria nemmeno l'Egitto poteva sottrarsi : quest'influenza è indicata dall 'importazione di abiti, mobili ecc. , ed è inoltre confermata dalla conoscenza di divinità semitiche come Astarte e Baal e dal fatto che la lingua egiziana accoglie vari vocaboli semitici . I l dominio egiziano in Siria non fu eterno . Sotto Amenophis I I I ( 1 4 1 3- 1 3 7 7 ) e Amenophis IV ( 1 3 7 71 3 58) la Siria ha duramente sofferto per le incur­ sioni di nomadi stranieri, i ij abiru, nei quali si son voluti vedere gli Ebrei . Possiamo ricavare un'esatta notizia di queste lotte dalla corrispondenza che en­ trambi i sovrani hanno tenuto con i loro vassalli siri e con i re asiatici indipendenti . Questa corrispon­ denza è stata trovata nel 1 88 7 nell'archivio di El Amarna in Egitto, residenza di Amenophis IV; con

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Le tre grandi decifrazioni

meraviglia degli studiosi dell'epoca, non è scritta in egiziano, ma in accadico (babilonese) e in carat­ teri cuneiformi su tavolette d'argilla, poiché l 'acca­ dico in quell 'epoca era la lingua usata nelle rela­ zioni internazionali . U n nuovo nemico sorse per gli Egiziani negli l ttiti. popolo oriundo dell'Asia Minore, i quali poco dopo il 1 400 soppiantarono i tJurriti nella Siria setten· trionale. Ramses I ( 1 3 1 8- 1 3 1 7 ) , Sethos I ( 13 1 71 30 1 ) e specialmente Ramses I I ( 1 30 1 - 1 234) devo­ no lottare accanitamente con gli I ttiti per il possesso della Siria . Neppure la battaglia di Kades ( 1 296) , che Ramses I I celebra in un lungo poema come una grande vittoria egiziana, produsse un risultato defi­ nitivo . Finalmente egli concluse con il re degli lttiti tJ attusili I I I un trattato di pace che è conservato sia nell 'archivio di stato ittita di Boghazkoy, in acca­ dico e in caratteri cuneiformi, sia nel tempio di Ammone a Tebe in egiziano, e che contiene il rico­ noscimento da parte dei due sovrani dei rispettivi domini . Il lungo regno di Ramses II costituisce un nuovo periodo di splendore per l'Egitto . Intorno al 1 200 un nuovo pericolo minacciò l 'an­ tica civiltà orientale con l 'invasione di barbariche popolazioni indeuropee provenienti dali 'Europa, che gli Egiziani designarono col nome di Popoli del mare. L'impero ittita andò totalmente in rovina sotto il primo violentissimo assalto di questi popoli . Gli Egiziani sotto Ramses I I I ( 1 1 9 7- 1 1 65) poterono salvare almeno la loro patria, ma perdettero defini­ tivamente la Siria e la Palestina, dove ora si costi­ tuirono regni nazionali semitici . La decadenza poli­ tica dell 'Egitto continua . Al dominio dei re etiopi S esonk, Taharka ed altri (secoli X-VI I I a. C .) se-

leroglifìci egiziani

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guano un'instabile conquista assira (670-66 3 ) , un nuovo periodo di indipendenza sotto i re Psamme­ tico I , Necho e Amasis (663-525) e infine la con­ quista persiana ( 5 2 5 ) , cui seguirono nel 3 3 2 Ales­ sandro Magno e nel 30 a. C . i Romani . Putroppo qui non è possibile fare un esame più par­ ticolareggiato della civiltà egiziana ; quindi occor­ re rimandare il lettore all 'opera di Erman-Ranke, Agypten und iigyptisches Leben im A ltertum [ Lo Egitto e la vita egiziana nell 'antichità] (Tubinga , 1923). lvi egli troverà notizie dettagliate sulla reli­ gione egiziana, con le sue norme minutamente arti­ colate, le sue numerose divinità di cui alcune con testa di animale (Re, Ammone, lside ecc . ) , le sue credenze nel regno dei morti così fortemente radi­ cate (il signore dei morti Osiride nel mondo sotter­ raneo posto ad occidente) , sull'architettura egiziana con le piramidi del regno antico e i grandi templi e i colonnati del medio e del nuovo regno, sulla scien­ za, sulla matematica , sulla medicina ecc . b) Il carattere della scrittura egiziana Dobbiamo ora esaminare più da vicino il plU Im­ portante prodotto della civiltà egiziana, la scrittura e l'arte dello scrivere . Riguardo a ciò occorre in primo luogo ricordare che gli Egiziani dapprima adoperarono come materia scrittoria una specie di carta : essa veniva fabbricata mediante la compres­ sione di fibre della canna del papiro , e presso alcuni popoli europei conserva ancora il suo nome . Lo strumento usato per scrivere era una specie di pen­ nello formato da giunchi, che si intingeva in inchio-

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Le tre grandi decifrazioni

stro nero o rosso. I l senso tenuto dalla scrittura non è costante: essa va raramente nel senso per noi abi­ tuale (noi per la maggior comodità pubblichiamo i testi egiziani nello stesso senso della nostra scrit­ tura) , più frequentemente in senso orizzontale da destra a sinistra, spesso anche dall 'alto verso il bas­ so (anche in questo caso con la successione di linee da destra a sinistra) . Bisogna inoltre osservare che tutte le figure di uomini e di animali hanno lo sguar­ do rivolto verso l 'inizio del rigo, i piedi si muovono in quella direzione e le mani sono ugualmente ri­ volte in quel senso. Sui segni grafici egiziani occorre dire in primo luo­ go che la scrittura pittografica, per la quale già il greco Clemente Alessandrino (morto dopo il 2 1 O d . C . ) usa il termine hieroglyphikà ( « segni sacri » ) , è innanzi tutto l a scrittura usata sui monumenti, s u cui essa viene i n particolar modo notata da uno straniero ; al contrario con la scrittura su papiro si svilupparono già molto presto raffinate ma più sem­ plici forme di scrittura che finirono col trascurare le raffigurazioni originarie dell'immagine e divenne­ ro analoghe alle nostre forme di scrittura . Noi desi­ gniamo questa scrittura usata nei libri col nome di « scrittura ieratica » (cfr. fig. 1). Agli inizi del I se­ colo a. C. dalla scrittura ieratica si è sviluppata , con una più larga diffusione, la « scrittura demotica » , di difficile lettura , che richiam� la nostra stenografia (tav . 1). Di queste esteriori forme di scrittura si parla ancora a pagina 2 4 . Nella loro intrinseca es­ senza tutte e tre le forme di scrittura sono uguali : è sufficiente quindi che noi , per il successivo esame dell 'intima struttura della scrittura egiziana, pren­ diamo per base le plastiche forme dei ieroglifici che

1eroglifici egiziani

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più colpiscono per l'immediatezza delle raffigura­ zioni. Vorrei inoltre far rilevare che l'analisi della scrittura egiziana che si dà nelle pagine seguenti è una costruzione moderna e non trova alcun prece­ dente nell'antichità egiziana . La scrittura egiziana nella sua intima essenza non è una scrittura alfabetica , a cui noi per l 'uso quoti­ diano siamo assuefatti come a qualcosa di evidente e quasi naturale ; essa comprende tre diverse specie di segni per noi in parte insoliti: segni verbali , se­ gni fonetici e determinativi . I segni verbali o ideo­ grammi sono quei segni che traducono in immagini l 'idea di un essere vivente o di un oggetto inani­ mato, che in tal modo vengono ad essere rappresen­ tati in maniera percettibile coi sensi (concreta) , sen­ za tener conto della loro pronunzia . Di tali segni si compone quasi esclusivamente la scrittura cinese, e anche nella scrittura egiziana essi sono ampiamente rappresentati ; alcuni esempi offre la figura 2 . Una scrittura che si componesse soltanto di segni verbali rappresentati da immagini potrebbe in certo qual modo esser compresa anche da una persona non pratica della lingua , poiché tale scrittura renderebbe solo le idee delle parole, e non il loro suono. Oltre a cose ed esseri viventi , vi sono anche azioni e idee percettibili coi sensi . Anche per esse possono venire usati dei semplici segni verbali privi di indicazioni fonetiche (fig . 3 ) . Altre idee ed azioni non percet­ tibili coi sensi (astratte) , cioè nome e verbi, posso­ no venire espresse con una perifrasi (fig. 4) . Per indicare il « sud » si dipinge il giglio, comunissimo nell 'Alto Egitto, la « vecchiaia » si rappresenta con un uomo curvo che porta un bastone, l'aggettivo « fresco » con un vaso da cui cola dell 'acqua , « re-

Le tre grandi decifrazioni

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Scrittura ieratica del Papiro Ebers con trasposizione in scrittura ieroglifica (da Erman, Die Hieroglyphen , pp. 37 e 76). (l) Un'altra (ricetta) per il ventre, se è malato: (2) comino, grasso d'oca, latte. (3) Far bollire, bere. (4) Un'altra per impe­ dire che un serpente esca dalla tana: (5) un pesce secco posto accanto all'apertura della sua tana, (6) (e allora) quello non esce. -

gnare » con uno scettro , « dirigere » con un bastone di comando, « camminare » con due piedi in movi-

leroglifici egiziani

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mento, « volare » con un uccello ad ali spiegate , « mangiare » o « parlare » con un uomo che porta la mano alla bocca ecc . Anche in questi casi me­ diante il segno rappresentato dall'immagine viene espressa solo l 'idea della parola, ma non il suo suono.

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I deogrammi egiziani che rappresentano esseri viventi e cose (da Jensen ) . Da sinistra a destra e dall'alto in basso: soldato; occhio; giraffa; corno; rondine; scarabeo; fiore; sole; monte; angolo; lìa:.!tn; sandalo; arco; aratro; pane. -

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3 I deogrammi egiziani che rappresentano azioni percettibili con i sensi (da Jensen). Da sinistra a destra e dall'alto in basso : battere; volare; mangiare; andare; combattere; remare; cam­ minare; piangere . -

Spesso , tuttavia , era importante che questo suono venisse ben precisato . Perciò l 'egiziano pervenne molto presto , probabilmente già al principio dello svolgimento dell a scrittura , a sostituire la rappre-

Le tre grandi decifrazioni

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sentazione di concetti difficilmente esprimibili con figure, con immagini di idee di suono simile, ma di significato completamente diverso : come se noi vo­ lessimo rendere in italiano « pazzo » con « pozzo » , « pésca » con « pèsca » , « roso » con « rosa » o i n francese fait, « fatto », con faite, « comignolo » . H o scelto deliberatamente parole d i suono non per-

r 4 I m magini che rappresentano idee ed azioni non percettibili con i sensi (da J ensen ed Erma n ) . Da sinistra a destra : regnare; dirigere; sud; trovare; vecchiaia; fresco. ·

fettamente uguale perché nemmeno l 'egiziano guar­ da molto pel sottile . Egli disegna una rondine (wr) per rappresentare wr, « grande », una casa (pr) per rappresentare prj, « uscire » uno scarabeo (ljpr) per rappresentare bpr, « diventare » , una sventola (ms) per rappresentare msj, « partorire » e un canestro (gr) per rappresentare gr, « limite » , ecc . (fig . 5 a) . Così egli poteva rendere msgr, « orecchio » , tanto con l'immagine corrispondente quanto con il porre l 'uno accanto all 'altro il segno ms, « sventola », e il segno gr, « canestro » , pur non avendo questi due segni nulla a che vedere con l 'orecchio (fig . 5 b) . 5 Equivalenza fonetica median­ te parole d i suono somigliante (da Erman) . a) wr « rondine >> e wr >; hpr > e hpr >; ms « sventola�. e msj >; dr > e dr « limite >>. b) msdr « orecchio >>: l. ideogramma. 2. ms « svento­ la >> + dr . b) p r > e pr >. -

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Le tre grandi decifrazioni

teva alludere tanto a pr, « casa », quanto a prj, « uscire »; aggiungendo due piedi in movimento veniva chiaramente espresso che prj era inteso come « uscire » (fig . 8 b) . Con questi segni non pronun­ ziati posti in fine di parola era trovato un comodo sistema per distinguere l 'una dall'altra parole diver­ se ma scritte in modo identico. Noi denominiamo determinativi questi muti segni esplicativi ; questa terza serie di segni grafici egiziani, già ricordata al­ trove, ha una grande importanza . La maggior parte delle parole egiziane, con relativamente poche ecce­ zioni, prende alla fine un determinativo. La figura 9 mostra alcuni dei determinativi più importanti . Ve­ diamo qui l 'immagine di un uomo seduto, la quale vien posta dopo nomi o designazioni di Uomini, e l'immagine di una donna, posta dopo nomi o desi­ gnazioni di donne . Vediamo poi i determinativi usati

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Determinativi egiziani (da Jensen) . Da sinistra a destra e dall'alto in basso: uomini; donne; mammiferi; alberi; piante; terreno irrigato; paesi; città; acqua; case; carne, membra; luce, tempo; pietre; deserti, paesi stranieri; andare; occhio, vedere; vasi, liquidi; tagliare; legare; lavori; navi; rompere, dividere; polvere, minerali; fuoco; nomi astratti . -

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Ieroglifìci egiziani

per designare mammiferi (immagine di una pelle cui è attaccata una coda) , alberi, piante, terreno ir­ rigato (immagine di un fosso) , terre (pezzo di terra delimitato) , città (pianta di una città cinta di mura

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28 - Tavola ugaritico (da Les Textes de Ugarit, vol . I ,

dell' alfabeto De Langhe, Ras Shamra­ p. 243) .

rivelano chiaramente un carattere artificioso . Al­ l 'invenzione di questa scrittura ha indubbiamente contribuito in modo decisivo la scrittura alfabe­ tica semitica, che nella forma aramaica era fami­ liare ai Persiani. f) La decifrazione della scrittura cuneiforme per­ siana antica. Abbiamo seguito la scrittura cuneiforme dai suoi inizi da una scrittura sumerica ricca di immagini nella sua diffusione nell 'Asia anteriore e fino alla

Scrittura cuneiforme

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44 - Alfabeto licio e alfabeto !idio ( d a Fri e d r i c h , K l e i n as i a t ische Sprachdenkmiiler, p. 1 5 7) .

1 14

Altre decifrazioni

di una decifrazione della scrittura, mentre l 'inter­ pretazione della lingua non ha alcuna parte o tutt'al più ne ha una subordinata , così che questi due casi potrebbero anche essere aggiunti al secondo gruppo .

l.

ALTRE DEC IFRAZION I D I

S C R I T T URE E L I NGU E

S CONO S C I U T E

a) L 'interpretazione della lingua licia La lingua della Licia, regione sulla costa sud-occi­ dentale dell 'Asia Minore, appare in 1 50 iscrizioni e in una quantità di leggende di monete piuttosto brevi, in parte abbreviate, che in ogni caso non pos­ sono essere utilizzate per l 'interpretazione della lin­ gua . Alcune iscrizioni erano note già al principio del secolo XIX, ma la maggior parte fu conosciuta soltanto in séguito ai viaggi di esplorazione austriaci del 1 884 e del 1 889 . Agli Austriaci perciò è dovuta anche l'esemplare edizione delle iscrizioni licie di Kalinka, Tituli Lyciae lingua Lycia conscripti (Ti­ tuli Asiae Minoris, vol . I , Vienna, 1 90 1 ) . La mas­ sima parte è costituita da iscrizioni sepolcrali del V e del IV secolo a . C . che per l 'argomento si diffe­ renziano poco l 'una dall'altra . Fra le poche iscri­ zioni di tipo diverso spicca l'estesa stele di Xanthos, di contenuto storico , la cui comprensione tuttavia , a causa dell 'antica forma dialettale della lingua, la­ scia ancora molto a desiderare . Anzi queste scritture alfabetiche non hanno neanche i determinativi che spianano così bene la strada all'intelligenza di un testo in scrittura cuneiforme . Più facilmente acces­ sibili sono le iscrizioni sepolcrali , tanto più che una certa quantità di esse è redatta in forma bilingue, in

115

Lingua licia

licio e in greco . Veramente il testo greco spesso rende il senso del licio alquanto liberamente. Ripor­ tiamo qui due di queste bilingui , in cui il licio ap­ pare nell 'usuale trascrizione in caratteri latini . Solo il n.

1 17

dell 'edizione delle iscrizioni di Kalinka

offre un testo greco conforme alla lettera al testo li cio (fig .

45) :

( l ) ebeija : erawazija : me ti : ( 2 ) prfinawate : siderija : parm [en] - (3) [ah] : tideimi [ h ] rppi : et li eh bi se ( 4) !adi : eh bi : se tideimi : pubie­ (5) leje : Tb f.lVi\ f.la nl�' È3t- (6 ) o t:{J crcn-o � LMQ toç I l aQ f.J.FVO- (7) vwç v'Lòç Éavni n xul •ij t yvv[ u] - (8 ) txl

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