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Italian Pages [184] Year 1979
BIBLIOTECA DELL'cARCHIVUM ROMANICUM • FONDATA DA
GIULIO Sn1~
l - Sro11.u -
Lt:rJ"l:.RATURA -
BERTONI
PALEOC.RAFIA
Vol. 149
PAOLO TROVATO
DANTE IN PETRARCA PER UN INVENTARIO DEI DANTISMI NEI « RERUM VULGARIUM FRAGMENTA,.
FIRE:-.JZE
L E O S. O L S C H K I E D I T O R E MCMLXXIX
BIRLIOGRAFIA
Si dà qui solta.ruo l'elenco ddJe opere citate in forma abb~vi&ta nel corso del lavoro. l rimandi ai lavori moderni si intendono riferiti alla o alle pagine (per i testi in versi si dà l'mcipil e il numero del verso). l titoli dcUc riviste,
memorie ecc. sono abbreviati, salvo diversa indicazione nc:Ua presente Biblio-. grafia, secondo il sistema di sigle adottato da R. A. Hall, Bibliografia della lin· guistica Italiana, Firenze, Sansoni Antiquariato 1958, l, pp. 13-46. AGOSTI = S. AGOSTI, l meHafJ!,i formali, in Il UJto poemo, Milano, Rizzoli 1972, pp. 11-46. Amaut = AltNAUT DANIEL, Canzont, a cura di G. TOJA, FirellZ'· lrarch.rca, • SP •, VI, 19~6. pp. 81-121. BIGI = E. BIGI, Do/ PmN!, Un'id.a di Dante. Saggi danuschi, Torino, Einaudi 1976. ~~ ed. = DANTE AuGHIRII, Rime, IICUn di G. Cotnna, Torino, Einaudi 196~. Co"~''NN, Leu. = G. Co"'''NN, Lellerat~ra italiana dtllt origini, Firenze, SanI!OIÙ 1970. Co"'''NN, PD = Patti del Dutcento, a curo di G. Cotnna, Milano-Napoli, Rk· ciardi 1960, voll. 2. Co"'''NN, VIITianti = G. Co"'''NN, Varianti ed altra ling11i!lica. Una r.ccolta di raggi (1938-1968), Torino, Einaudi 1970 (si cita dai saggi d'intrreoae petrard>esro). CoJtS! = Rimatori d•l Trtcento, a cura di G. CoRSI, Torino, Utet 1969. CoHI = M. Coan, Il linguaggio pottico di Cino d4 Pistoia, • CN •, XII, 19~2. pp. 18~·223. Dante = Per lo Commedia si cita da D. A., CommtdU. urondo l'antica vlllgata, a cura di G. PEnocan, Milano, Mondadori 1966, voll. 4. Le rUn., si citano de BAUI-MAGG!Nl e BA!lli!·PlwUt rimt di Don/t, cStD•, XXIX, 19~. pp. 103-77. DE. RoBUns, Crisi = D. Di< RoBERTIS, Cino d4 PiitoU. t 14 crisi dtl lingU4ggio pottico, c Convivium •. 19~2. pp. 1-3~. Di< RoslòllTIS, Libro = D. Di< RoBiòllTIS, Il libro dtUa • Vita N1101Ja •, 2" ed. occr., Fire:nu, San.on.i 1970. D:!ONtSOT!1 = C. D!ONtsOT!1, Gtogro{W t rtorU. dt/14 klleroturo itolUina, Torino, Einaudi 1971'. ED = AA.VV., EncicloptdU. dan/tsca, Roma, Istituto dello Enciclopedia Italiana 1970.1976, voll. ~EwAUI = F. EIII'AUI, Dit Scbrtilrwtis~ in der •ulogr•phischtn Hand-Schrift dts • C411%oniert • PttrarcGJ (Cod. val. 141. 3195), Halle, Niemeytt 1907.
r..
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Pr~rarca, in ED, IV, pp. 450-58. = Dante's Lyric Poetry, a cura di K. FosTE.R (' P. BoYDE, Londoo, Orlord University P=s 1967, voli. 2. FuBINI = M. FusJN1, M~lrJCfl t por;ra. Uz.wni sulle forme 11utricht italrtJnt, Milano, Fehrinelli 1970'. GDLI = S. BATTAGLIA, Grande dnionario dr/la lm~ua 1/altaM, Torino, Utet 1967 sgg.
Fw = M. Fw, FosTEJt·BoYDE
GIANNUZZI-SAVELLI
= F.
GtANNt.'ZZI-SAVELLI,
Arcaismr nelle Rime dd Petrarca,
• StFR •. VIII, 1899, pp. 89-124.
= H. GMF.LTS, DtJS Prlnzip dtr lmrlalto "' den Romanirchen LiUrtJ/uren du ReinaHancr, • RF •, XLVI, 1932, pp. 83-192. Guittonc = Gutn·osE D'Attuzo, Rlmt, a cura di F. E" posto a mio morta/ del v. di sopra •: Carducci-F do11ne 59: • e poi dle: pree l'll1fO r l'.Jtro dilrdo •; Dog/14 mi rna 46: • ~ ragionate l'uiW ~ 1'4./tro d4n1to ») r diversr altre volte nella Comm~di4 (lf XXV 54: c po1 li addentò e l'una e I'IZilrtJ gutt1fCJa »; IJ XXXI 2: • !l che mi tinse l'u11a e l'allrtl gutJ,Òa •; Px XVI 107: • due soli aver, che: l'IlM t' l'allrtt strada»; P d IX 123: • che s'acquistò con J'u"a e l'altra pai.mtJ »; Pd X 1()..4: « d1 Grazian, che J'u11o ~ l'altro foro •). Il modulo (~ ai trova, una 'IOit• sola, anche in Cino, lo I01J si vago 6: c m'~tbbagba tanto l'urro ~ l'llitro vuo •) ~ pluriattestaro ne1 RVF: dr. LXIII 11: • del mio wr, donna, J'urr11 ft l'IZilrd chaave •; CC.XLVll 11: • ~antova et Smirr.a, tll'Mffd el l'altra lmz•; CC.l..XXXVII 5: •Or vedi inse:me l'u,. t 1'4/tro polo •; cc:xciX 3: .. 0/~ il bel ciglio, el l'una el l'allril sulla •; CCC..XVII 14: • cangiati i volti. et l'un4 e-t l'aitr;: coma •; O::CXLIII 14: • bumid.a li occhi n l'una ~~ l'aUra gnta •: CCLLXII Il: • ch't' stia 1 veder ti l'u11o et l'.Jtro volto., (ll modulo, che nspecchi1 in fondo la solir1 tenden2il pt:ttarchesca a.lla divafiC'tzione, • gc:nera » un nume-ro teoricam~nte illtmitaro dt c:nd("('llsdlabJ ;: mtnord. SI (1r. (o~"TI'Nl, V drtanft 18.
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caldo et gielo (n. 7), intorno intorno (n. 16), beata et bella (n. 20), e 'l monte ... e 'l Reno (n. 26), a mtlle a mtlle (n. 39), Eufrate et Tigre (n. 42), assai o poco (n. 46), or quindi or quinci (n. 55), tra fiori t!! l'erba (n. 58), honor et fama (n. 6'5), altera et disdegnosa (n. 67), freddi et caldi (n. 71 ), 'l pianto e '/ lamento (n. 79), palese ... coverto (n. 82), prego et chiamo (n. 8'5), ad una ad una (n. 95), vinto et stanco (n. 98), per la lingua et per li occhi (n. 132), ella e 'l sonno (n. 140), le lagrime e i sospiri (n. 142). La varia fortuna della coppia come procedimento stilistico ~ estremamente significativa: frequente nei provenzali, nei siciliani, in Guittone e nei siculo-toscani in genere, è scarsamente impiegata nello Stilnovo (in particolare, sembra avvertibile nella Vita Nuova il tentativo di « a deliberate rcjection of the binomia!, or at least of a conscious effort to curbs abuse ,. e la rarefazione delle coppie nel giovane Dante « reveals yet one more aspect of that process of purification and simplification of the language and style of court!y love poetry »; « it is relevant to note that in the early double-sonnet O voi che per ltJ via d'Amor passate, which ... is stili dose 10 Guittonian models, there are no less than four binomials ,. [BoYDE 2551 ). Le coppie divengono decisamente più frequenti che nella Vita Nuova nella lirica dantesca della maturità (con punte eccezionalmente alte in Cosi nel mio parlar e in Tre donne, dove confennano in fondo « that extension of D.'s stylistic range which IIllll"ks the end of his purist phase • [cito ancora dal BoYDE] ); sono diffuse anche in Cino e vengono rilanciate dalla Commedia, a partire dal I canto: cfr. S. PELLEGRINI, Iterazioni sinonimiche nella canzone di Rolando, « SMLV ,., I, 1953, pp. 15'5-6'5; W. Th. ELWERT, La dittologia sinominica nella poesia lirica romanZJJ delle origini e nella scuola poetica siciliana, « BCSic. •, II, 1954, pp. n2-77; MARTI, Storia, cit., I, pp. 30'5 sgg. Ora, proprio la predilezione del Petrarca per questo procedimento permette di reperire preziosi indizi di dimestichezza con la tradizione volgare anche pre-stilnovistica (ma il Petrarca non si lascia sfuggite nemmeno le coppie, relativamente poco numerose, dello Stilnovo: « sbigottito et smorto • p. es. risale al Frescobaldi, Per tanto pianger 7, «in ghiaccio e 'n foro,. a Cino, O giorno di tristizia 12 ecc.): abbiamo già ricordato, nel cap. 2, la presenza delle coppie riso et gioco (diffusissima tra i siciliani: v. ELWERT, art. cit., e presente anche in Cino), «monta et cresce,. (esempi in Rustico, Chiaro ecc. e cfr. il prov. mont' e poya), «ponte o guado • e «remi e vela,. (bolognesi, Dante), c mi pesa et dole • (Guittone, O!iaro, ecc.), «guida et scorge,. (al-41-
meno Monte), «et mia vita et mia morte,. (Guittone, Rustico, ecc.). Ma anche altre dittologie dei RVF sono imputabili alla consuetudine con la tradizione: «mi diletta et piace,. p. es. (esempi nella Tavola Rifonda ecc.) e la stessa celeberrima « canuto et bianco ,. (attestata, come avverte il Pellegrini, già nel Roland: e dr. il prov. vieills e canecs). Tuttavia, la differenza tra le spesso estenuate formule cortesi (ardo e incendo, temuta e dottata, core e corpo, noia e pesanza, gioia e diporto, la gioia e l'allegranxa ... ) e le tanto più appetibili ed originali formulazioni dantesche (altera et disde)!.nosa o Eufrate et Tigre
p. es.) è, in generale, assai netta. Sull'uso petrarchesco delle coppie dr. ora, oltre ai lavori del CoNTINI, Varianti e a BIGI 6-9, le osservazioni (su materiale di provenienza dantesca) della Ollrilli. In qualche caso, cooperano all'assimilazione delle tessere espedienti ritmico-sintattici: l'espressione dantesca in caldo e 'n )!.elo (n. 7), dotata nel contesto originario di un certo rilievo (chiudeva la terzina: « ... i' vegno per menarvi a l'altra riva, l ne le tenebre etteme, i, caldo e 'n gel o ,. ), finisce per perdere, nel sonetto CaJOCXVII, ogni consistenza: « Anchor io il nido di penseri electi l posi in quell'alma pianta; e 'n foco e 'n gielo / tremando, ardendo, assai felice fui ». Il succedersi degli en;ambements ( « il nido di penseri electi l posi », « e 'n gielo l tremando ,. ) ottiene l'effetto di riparare la clausola verosimilmente dantesca, certo meno avvertibile, nella scansiooe, del gruppo «quell'alma pianta,. (che precede l'unica paUSA della terzina), scaricando la tensione, già attenuata dal chiasmo « in foco e 'n gielo l tremando, ardendo,., sull'emistichio finale fonicamente compatto as· sai felice fui (assai assuona con fui, che a sua volta allittera con felice). Veramente, come ha osservato il Bosco 143, le parole s'artnullano nelle frasi, perdono rilievo, «si dissolvono nell'insieme*· Più semplicemente, il sintagma fiere selvagge (n. 68) viene a subire, all'interno di un unico verso, l'azione congiunta di un chiasmo, di una duplice antitesi e di un insistito gioco fonico (fiErE sdvaGGE et mansuEtE greGGE); ma, se il trapianto puro è possibile in un luogo privo di rapporti con il contesto originario, è significativo che la stessa iunctura subisca in un altro componimento (dove fa gruppo con altre tessere di lf XIII) una decisa divaricazione ( « né fiere àn questi boschi sl selvagge»)."'
ma
lf Xlii 4 sgs: · • Non frond1 ve-rde, ma di çolor fo!i('('l; l non rami sch.i D).
" Cfr. EwAU> Il. Il .PP:nOCOil dim.ln.& •le h SUJX'rflue I.Dck all'mterno della parola» (l 419 grafie latineggianti » proprio dei codici fioremini. l codici fiorentini, può, non ci dicono molto sull'uso dantesco della h (i lllADOSCI'itti dd v~vE, d'altro canto, cooror 11dle una simile coppia •; Petrarea, O..VIII 11:
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(BIAGIOLI; ScAlUNO 25; CARDUCCI-FERRARI; CI!IORBOLI; GMELIN 152; SANTAGATA 171) 100. Send'io tornato a solv~r il digiuno (:bruno:uno) CCXXXIII 5 Grato e lontano digiuno ... solvuto hai (:bruno: uno) Pd XV 49-52 solwumi, spirando, il gran digiuno (:uno) Pd XIX 25 (BIAGJOLI; CARDUCCI-FERRARI; MASCETTA-CARACCI 226; CHJORBOLI) 101. Di dl in dl spero omai l'ultima sera CCXXXVII 7 Non ti soven di quella ultima >era CCL 9 Questi non vide mai l'ultima sera Pg I 58"' (BtAGIOLI; ScARANO 21; CARDUCCI-FERRARI; MASCETTA·CARACCI 186; CmORliOLI; GMELIN 152; SANTAGATA 172) 102. lagrime l'altra che 'l do/or distilla CCXLI IO giù per le gote che '/ dolor distilla Pg XV 95 ''" (BIAGIOLI; ScARANO 15; CARDUCCI-FERRARI; CHtORBOLt; GMELIN 147; CoNTINI 89) 103. pur d'alzar l'alma a quel celeste regno CCXLIV 12 et cittadina del celeste regno (:segno) CCCLIV 4 quella milizia del ce/es/e regno (:segno) Pg XXXII 22 104. Candida rosa nata in dure spine CCXLVI 5 In forma dunque di candida rosa Pd XXXI l
105. O vivo Giove (:move:trove) /manda, prego, il mio ... fine CCXLVI 7 E se licito m'è, o sommo Giove (:muove:altrove) Pg VI 118 (CARDU~Ct-FERRARI)
106. mia vita in pene el in speranu hone CCLI 4 conforta e ciba di speran~a buona lf VIII 107 (BtAGIOLI)
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«Beli~ .. mai nolf vrdure più sotto 1~ steU~ •; F~m. XV Ili, 3: • N~g.o locum eH~ s•b utris ubi non mulu futidia nobilem animum fat..igent •- Indubbiamente si tratta di una • frue fatta • (CoN-roo, PD II 180), ma diffu ... rit Coo oignific.oto div