Da Siena a Pavia. Caterina nei libri dal XV al XIX secolo 9788896120156

Catalogo della mostra, Pavia 21 aprile-5 maggio 2013. Come viene raffigurata la santa nei libri dal Quattrocento all�

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Da Siena a Pavia. Caterina nei libri dal XV al XIX secolo
 9788896120156

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da siena a pavia. caterina nei libri tra XV e XIX secolo

ISBN 978-88-9612-015-6

Da Siena a Pavia caterina nei libri tra XV e XIX secolo

edizioni santa caterina

Da Siena a Pavia

in collaborazione con società bibliografica toscana

Da Siena a Pavia

Caterina nei libri dal XV al XIX secolo Catalogo della mostra Pavia 21 aprile-5 maggio 2013 a cura di Mario De Gregorio

FONDAZIONE COLLEGIO universitario S. CATERINA EDIZIONI SANTA CATERINA pavia 2013

Con il patrocinio di:

Università di Pavia

Iuss

Provincia di Pavia

Comune di Pavia

Euca

Ccu

Si ringraziano: Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia e per il prestito di opere di pregio: Biblioteca Universitaria di Pavia Biblioteca del Seminario di Pavia Società Bibliografica Toscana Pia Confraternita di Misericordia di Rapolano Terme (Siena) Marco Comporti Ettore Pellegrini Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri Schede bibliografiche: Enrico Ardolino, Mario De Gregorio, Lucia Della Giovanpaola, con la collaborazione di Claudia Bussolino e Raffaele Deantoni Collaborazione all’allestimento: Doriano Mazzini, Enzo Mecacci, Fausto Rossi © Pavia 2013 Collegio S. Caterina da Siena, Università di Pavia via San Martino 17/A, 27100 Pavia 0382 375099 email: [email protected] Cura editoriale: Interlinea srl edizioni, 0321 612571 Stampato da Italgrafica, Novara Isbn 978-88-96120-015-6 Alle pagine 6-7: basilica di San Teodoro, foto di Antonio La Valle In copertina: Santa Caterina da Siena, affresco nella cappella di Santa Maria Teodote, Seminario di Pavia, particolare (per gentile concessione dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Pavia)

Sommario TESTI INTRODUTTIVI Saluto (Maria Pia Sacchi Mussini) Presentazione (Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri, Mario De Gregorio) Avvertenze sulle schede Repertori citati

p.

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» 11 » 13 » 15

La vita Nota Schede 1-19

» 19 » 21

LE OPERE Le lettere Nota Schede 20-27

» 69 » 71

Il Dialogo Nota Schede 28-35

» 101 » 103

IL CULTO Schede 36-37

» 125

Testi introduttivi

Saluto Dal 1973 il Collegio universitario S. Caterina da Siena ricorda a Pavia l’icona della santa dottore della Chiesa, compatrona d’Italia. Il suo carattere infuocato è testimoniato dal ricchissimo epistolario e dal Dialogo della divina dottrina; la sua vita, percorsa dal fervore della carità e impreziosita dal rapporto vivo con lo Sposo mistico, è amorevolmente narrata dal biografo Raimondo da Capua (cui fanno seguito altri agiografi, tutti di grande interesse). In un luogo come il Collegio, dove lo studio è la speciale occupazione delle ospiti, e dove il libro è lo strumento del lavoro quotidiano, ricordare Caterina attraverso i suoi libri è parsa la via più naturale per celebrare insieme la patrona, i quarant’anni dell’istituzione collegiale, nel suo significato culturale e umano, le alunne. Forti della collaborazione della Società Bibliografica Toscana, della Biblioteca Universitaria di Pavia e della Biblioteca del Seminario della nostra città, possiamo dunque presentare un insieme di libri preziosi e di rari oggetti di culto (concessi dalla Pia Confraternita della Misericordia di Rapolano Terme), che ci parlano di fede, di santità, di cultura, di bellezza; e ci aiutano a capire quanto l’arte editoriale possa incidere sulla qualità della nostra vita. Le parole e le immagini di Caterina che la stampa ci trasmette continuano ad arricchire il mondo.

Maria Pia Sacchi Mussini Rettrice del Collegio Universitario S. Caterina da Siena

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Presentazione La Società Bibliografica Toscana si è indissolubilmente legata alla figura di Caterina da Siena nel corso del 2011, quando, da un’idea del suo Presidente Onorario Oliviero Diliberto, ha celebrato il 550° anniversario della canonizzazione della santa senese con tre appuntamenti espositivi a Montepulciano, a Pienza e a Rapolano Terme. Le mostre, seguite con interesse da un vasto pubblico, sono state occasione per ripercorrere la vicenda editoriale che ha accompagnato la popolarità e il culto della vergine di Fontebranda e per evidenziare come l’opera cateriniana sia stata un punto fermo, per abbondanza e qualità delle edizioni, nei primi e pionieristici sviluppi della stampa in Italia. Nel nome di Caterina la Società ha quindi accolto con estremo favore la proposta di contribuire all’organizzazione di questa mostra pavese, sia per rendere un omaggio al Collegio universitario intitolato alla santa senese, sia per il prestigio delle istituzioni partecipanti, sia ancora per gli stretti legami che intercorrono fra Siena e Pavia sotto il manto della santa. Non dimentichiamo infatti che un sostanzioso corredo di codici cateriniani ha arricchito la biblioteca della Certosa di Pavia fin dai primi anni della sua realizzazione, quando a organizzare e dirigere la creatura di Gian Galeazzo Visconti furono chiamate le due eminenti figure di Bartolomeo da Ravenna e di Stefano Maconi, entrambi discepoli della santa senese e devoti propagatori della sua parola e del suo insegnamento. La soppressione della Certosa nel corso del secolo XVIII e la dispersione della sua biblioteca ci conducono oggi ad ammirare questi preziosi codici a Brera, alla Trivulziana, a Genova, ma è come se da Pavia, luogo di origine e di elaborazione di questi manoscritti, la figura e l’opera di Caterina si irradiassero ancora verso i cieli di Toscana e del mondo. Per un incontro bibliografico fruttuoso, devoto e sempre gratificante.

Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri Presidente della Società Bibliografica Toscana Mario De Gregorio Direttore scientifico della Società Bibliografica Toscana

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Avvertenze sulle schede Le intestazioni delle schede fanno riferimento alle Regole italiane di catalogazione (Roma, ICCU, 2009). Nella descrizione degli incunaboli si è data la preferenza a una descrizione normalizzata, che identifica immediatamente il titolo e le note tipografiche, fornendo il formato, la consistenza, il tipo di carattere e le dimensioni dello specchio di stampa. La seconda parte della scheda è costituita dalla descrizione dell’esemplare, partendo dalle dimensioni del foglio, continuando con la legatura e procedendo con ogni segno di provenienza, categoria che include ogni evidenza d’uso dell’esemplare, ivi compresa la rubricatura o il completamento delle iniziali. Per le edizioni cinquecentine le schede sono strutturate in due parti distinte: nella prima sono registrati i dati relativi all’edizione, nella seconda quelli dell’esemplare in mostra. Il frontespizio e il colophon sono stati trascritti fedelmente, rispettando la punteggiatura originale del documento e le varie tipologie di caratteri. Una doppia barra verticale evidenzia la successione delle linee di stampa, mentre la presenza di marche, fregi tipografici, stemmi e vignette è indicata fra parentesi quadre. Dopo i segni di punteggiatura e i punti di abbreviazione è stato inserito uno spazio anche quando non presente sul documento. La collazione comprende: formato, cartulazione o paginazione (le carte o pagine non numerate sono indicate fra parentesi quadre, contando sempre anche le carte o pagine bianche), eventuali errori nella cartulazione o paginazione, segnatura, tipo di carattere, fregi. Le note di edizione comprendono eventuali chiarimenti sulla responsabilità intellettuale e sulla pubblicazione, indicazione sulla presenza di marche tipografiche poste in luoghi diversi dal frontespizio o dal colophon. È stata inoltre segnalata la presenza di contributi preliminari degni di rilievo (es. epistole dedicatorie e prefazioni). Di seguito è indicata l’impronta e l’indicazione dei repertori più comuni dove l’opera è citata. Le note all’esemplare contengono l’indicazione delle dimensioni e una sintetica descrizione della legatura, la registrazione e trascrizione dei contrassegni di possesso. Sono state inoltre segnalate vecchie collocazioni, note mss. di qualsiasi natura e ogni altra particolarità che caratterizzi l’esemplare.

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Repertori citati Capecelatro, I, = A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Schiarimento n. III, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856. Copinger = W.A. Copinger, Supplernent to Hain’s Repertorium bibliographicum…, London, H. Sotheran & Co., 1895. Gamba = B. Gamba, Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura dal secolo XIV al XIX… Quarta edizione, Venezia, co’ tipi dei gondoliere, 1839. Hain = L. Hain, Repertorium bibliographicum, in quo libri omnes ab arte typographica inventa usque ad annurn MD typis expressi ordine alphabetico…, Vol. I, Pars I-Il, Paris, 1826-1827. IGI = Indice generale delle biblioteche d’italia, 6 voll., Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato-Libreria dello Stato, 1943-1981. Inghirami = F. Inghirami, Storia della Toscana compilata ed in sette epoche distribuita…, Tomo 15, Firenze, Poligrafia fiesoiana dai torchi dell’autore, 1843. Laurent = M.H. Laurent, Essai de Bibliographie catherinienne, “Archivum Fratrum Prædicatorum”, XX (1950), pp. 349-368. Melzi = G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani o come che sia aventi relazione all’italia, vol. 3, In Milano, coi torchi di Luigi di Giacomo Piroia, 1848-1859. Moreni = D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana o sia catalogo degli scrittori che hanno illustrata la storia delle città, luoghi e persone della medesima…, I-II, Firenze, Presso Domenico Ciardetti, 1805. OPAC SBN = OPAC SBN – Libro antico: http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/antico/jsp Pellechet = M. Pellechet-Poulain, Catalogue generale des Incunables des bibliothèques publiques de France, 1-111, 1897-1909. Proctor = R. Proctor, An MDCX to the aerly printed books in the British Museum from the invention of printing to the year MD…, London, Kegan Paul, Trflbner & Co., 1898. Rhodes = D. Rhodes, Gli annali tipografici fiorentini del XV secolo, Firenze, Leo S. Olschki, 1988. Rogledi = T. Rogledi Manni, La tipografia a Milano nel XV secolo, Firenze, Leo S. Olschki, 1980. Sander = M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 jusqu’à 1530, 4 voll., New York, Stechert & c., 1941. STCI = Short-title catalogue of books printed in Italy and of italian books printed in other countries from 1465 to 1600 now in the British Museum, London, Trustees of the British Museum, 1958. Zambrini = F. Zambrini, Catalogo di opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV…, Bologna, Presso Carlo Ramazzotti libraio, 1857.

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La vita

Raimondo da Capua (1300-1399), maestro generale dei Predicatori e confessore di Caterina, in seguito beatificato, è l’autore di quella che viene definita la Legenda maior, cioè il testo ufficiale dell’agiografia cateriniana, composta nell’arco di un decennio dopo la morte della santa: fra il 1385 (data della traslazione della testa di Caterina da Roma a Siena) e il 1395. Prima di lui un altro confessore della santa senese, fra Tommaso della Fonte, aveva annotato episodi della vita di Caterina fino al 1374 in alcuni “quaterni” (poi definiti Miracula), scomparsi, forse – secondo autorevoli studiosi dell’opera catreriniana – soppressi da un discepolo della santa, Tommaso Nacci Caffarini, all’atto della compilazione di una sintesi dell’opera di Raimondo da Capua nel primo decennio del secolo XV, la cosiddetta Legenda minor. Il Caffarini nel Libellus de Supplemento Legende Prolixe Virginis Beate Catherine de Senis, corposa integrazione dell’opera di Raimondo da Capua, avrebbe trascritto anche i preziosi appunti di Tommaso della Fonte. Queste, insieme col cosiddetto “Processo castellano”, indagine svolta a Venezia (diocesi di Castello) negli anni 1411-1416, dove furono raccolte deposizioni di religiosi e laici relative alle virtù di Caterina e al suo culto, le fonti principali per la vita della santa senese. Ma certamente la maggiore fra esse, quella che in qualche modo ha fissato il canone dell’agiografia cateriniana, è proprio la Legenda di Raimondo, ospitata anche negli Acta Sanctorum (die III aprilis, pars III, cap. I-II) e soggetta nel tempo a volgarizzamenti, sintesi, precisazioni, aggiornamenti e aggiunte di vario genere. Guardando al percorso bibliografico che ha accompagnato fin dai primordi della stampa in Italia la vicenda del culto e della popolarità della santa senese, va ricordato che la prima edizione dell’opera di Raimondo da Capua si deve alla stamperia del convento domenicano di San Jacopo di Ripoli a Firenze (24 marzo 1477), che avrebbe anticipato alcune edizioni milanesi (1486, 1489, 1490) dello stampatore Giovanni Antonio “de Honate”. In mostra sono presenti alcune rare edizioni cinquecentine relative alla vita di santa Caterina da Siena successive alle stampe quattrocentesche e ispirate anch’esse in gran parte

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all’opera di Raimondo da Capua: alcune in versi, come quelle del Borghesi e dell’aretino Pollio Lappoli, altre in prosa, come quella del diplomatico e vescovo francese Jean de Pins. Oltre alle edizioni legate più o meno direttamente alla Legenda maior e alle sue varie versioni, vengono esposte anche alcune suggestive vite figurate della santa, dovute a incisori che hanno ripreso per la stampa disegni di noti artisti che si sono dedicati con impegno all’immagine di Caterina, al suo percorso biografico e ai suoi miracoli. Un genere di grande impatto visivo che ha origine dall’edizione senese dello stampatore Matteo Florimi del 1597 e prosegue con edizioni in varie parti d’Europa per tutto il Seicento, sconfinando anche nel secolo successivo con la stampa bassanese del Remondini del 1755, anch’essa in mostra. Questa esposizione pavese vuole essere in questo senso anche un breve excursus fra le immagini che hanno accompagnato l’edizione della vita e delle opere della santa, destinate a fare da ponte, come ogni prodotto agiografico, fra restituzione immaginifica della realtà del santo e pubblico dei lettori. Certo non veri e propri “ritratti” di Caterina le incisioni nelle numerose opere che già dal Quattrocento segnano la diffusione del messaggio cateriniano e l’esemplarietà della sua vicenda biografica, comunque dei testimoni concreti di un’estesa popolarità di culto e dei molteplici significati della presenza secolare e dell’opera della santa, in una dimensione che, come registra concretamente questa esposizione, non è solo senese. Di particolare interesse in mostra anche le due edizioni senesi della Vita di Caterina del 1524, volgarizzamenti dell’opera di Raimondo da Capua da parte di Lancillotto Politi. Curiosamente due edizioni dello stesso anno da parte di tipografi diversi, finalizzata l’ultima a porre rimedio agli errori incorsi nella prima stampa. A seguire un gruppo di edizioni veneziane della Legenda maior di Raimondo da Capua, testimonianze del successo incontrato dal volgarizzamento del Politi nella città che era stata sede del processo canonico per l’accertamento delle virtù della vergine di Fontebranda. Insieme a queste e al primo volume dell’opera di Caterina curata da Girolamo Gigli agli inizi del secolo XVIII, sarebbe giunto solo nel corso del secolo XVIII l’edizione del Supplementum alla vita della santa redatto da Tommaso Caffarini. Un testo, quello del discepolo della santa, rimasto a lungo inedito e mai pubblicato in edizione integrale.

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1. Borghesi, Niccolò, Vita sanctæ Catharinæ senensis. Epigramma in laudem…, Venezia, Giovanni Tacuino, 1501. VITA SANCTÆ CATHARINÆ || SENENSIS. || EPIGRAMMA in laudem eximii uiri || domini nicolai burgensii. au-|| toris huius operis. [Colophon, c.…:] Impressum Venetiis p[er] Io. de tridino alias Tha-||cuinu[m]. || M.CCCCC.I. a die xxyi. de aprile. 4°; [60] c.: ill. Il nome dell’autore si ricava dall’incipit del testo a c. a1r.; a c. a3v titolo in cornice ornata a triplo cerchio con effige della santa inserita nel cerchio superiore e un drago in quello inferiore; iniziale xilografica a c. a4v; iniziali lombarde. Marca: a c. o6v; Z326 (cerchi concentrici con croce doppia e iniziali Z.T.). Impronta: i.vi oqi- s.a- exDc (C) 1501(R). Repertori: Edit16 CNCE 7104; OPAC SBN IT\ICCU\CNCE\007104; Moreni, I, 148; Inghirami, 102; Capecelatro, I, 251-252; Sander, I, 267. Esemplare: 14,5×20,5. Legatura rigida. c. 1r incompleta per interventi di restauro nel margine inferiore destro. 2 note di possesso a c. 1r: “Sig. Galiazzo Pardi”. Si tratta di una versione del riassunto della Legenda maior di Raimondo da Capua da parte del discepolo di Caterina, Tommaso Nacci Caffarini. A detta di Girolamo Gigli, curatore a inizio Settecento dell’edizione dell’intero corpus dell’opera della santa – «il suo stile è puro, e di buon sapore; se non che l’istoria è ridotta troppo in istretto; ed ogni suo Capitolo non è altro, che un iscorciato Sommario d’un Capitolo di Raimondo: senza che avendovi in fine giuntata certa relazione della Canonizazione, e del trasporto della Costola di Lei da Roma a Siena, si convince in alcuna cosa di poco verace…» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl., 1707, p. XXVI).

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L’opera fu pubblicata postuma, dopo che l’autore, che nel tempo si era dedicato anche alla stesura di alcuni scritti su santi e beati dell’Ordine dei Servi di Maria, era stato assassinato il 17 luglio 1500 per ordine del suocero Pandolfo Petrucci, protagonista di un lungo periodo di tirannia a Siena. Edit16 riporta un’altra edizione veneziana dell’opera nello stesso anno, in realtà un suo volgarizzamento (La vita de sancta Catherina da Siena in vulgare, Venetiis, per Albertinum Vercellensem, 1501 die XVI Iunii), rarissima, censita in Italia solo a Bologna e alla Biblioteca comunale di Piacenza. Drastico il giudizio del Gigli su questa operazione: «Un Anonimo volgarizzò lo stesso Anno in Venezia il Libro del Borghesi, e ridusselo nella più fecciosa locuzione Lombarda, rapportando ad ora ad ora, poco giustamente in volgare il Testo Latino…» (ivi, p. XXVI). Dopo l’edizione veneziana una traduzione del compendio fattone dal domenicano Abramo Bzovio è stata pubblicata nel corso dell’Ottocento (Vita di S. Caterina da Siena scritta dal cav. Nicolò Borghese compendiata da fr. Abramo Bzovio dell’ord. de pred. voltata nell’italiana favella da Raffaele Luttazi…, Roma, Pallotta, 1869). Giovanni da Cerreto detto “Tacuino” fu stampatore con bottega a Venezia, attivo, sempre secondo Edit16 che ne censisce 239 edizioni, dal 1501 fino agli anni quaranta del Cinquecento. Originario di Cerreto presso Trino, operò anche in società con Bernardino Benali, con il quale stampò due edizioni dell’Ortus sanitatis nel 1511: Ortus sanitatis. De herbis & plantis. De animalibus & reptilibus. De auibus & volatilibus. De piscibus & natatilibus. De lapidibus & in terre venis nascentibus. De urinis & earum speciebus. Tabula medicinalis cum directorio generali per omnes tractatus (Venetiis, per Bernardinum Benalium et Ioannem de Cereto de Tridino alias Tacuinum, 1511 die XI Augusti) e Ortus sanitatis. De herbis: et plantis. De auibus et volatilibus: eorumque naturis. De animalibus: et reptilibus. De piscibus et natatilibus. De lapidibus et in terræ venis nascentibus: eorumque virtutibus. De vrinis: et earum generibus. De facile acquisibilibus. Habes præterea hic herbarum figuras aptissimas: necnon animalium: ac aliorum quæ habentur toto volumine suis locis apposite collocatas. Que omnia nuper emendatiora in lucem prodeunt. Tabula insuper medicinalis de omnibus iis: quæ in singulis tractatibus continentur (Impressum Venetiis, per Bernardinum Benalium: et Ioannem de Cereto de Tridino alias Tacuinum, 1511 die XI Augusti). L’edizione in mostra è censita da Edit16 in Italia in una quindicina di esemplari. Bibl.: D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana o sia catalogo degli scrittori che hanno illustrata la storia delle città, luoghi e persone della medesima…, I, Firenze, Presso Domenico Ciardetti, 1805, p. 148; B. Gamba, Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura dal secolo XIV al XIX… Quarta edizione, Venezia, co’ tipi del gondoliere, 1839, p. 340; L. Zdekauer, Lo Studio di Siena nel Rinascimento, Milano, Hoepli, 1894, pp. 94, 119-124, 195-199; Id., Una biblioteca senese del Quattrocento, “Rivista delle biblioteche e degli archivi”, IX (1898), pp. 87, 89, 90; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 79, p. 84; A.M. Serra, Niccolò Borghese e i suoi scritti agiografici servitani, “Studi storici dell’Ordine dei Servi di Maria”, 14 (1964), pp. 72-230; Borghese, Niccolò, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 12, Roma, Istituto dell’Enciclopedia ita-

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liana, 1971, pp. 605-609; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 25-27; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 7. Per l’immagine: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, p. 84, n. 79; L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, p. 396.

2. Pollio Lappoli, Giovanni, Opera della Diua, & Seraphica Catharina da Siena. In rima…, Siena, Antonina di Enrico da Colonia & Andrea Piacentino, 1505. Opera della Diua, & Seraphica Cathari-||na da Siena. In rima. In Stra-||motti. Capituli. || Sonet-||ti. Epistole, & Sextine. || .D. .C. .S. [Colophon, c. N6r:] Impressa in Siena: p[er] do[n]na Antonina de Maestro || Enrigh da Cologna: & Andrea Piasentino: acu-||ratissimi imp[re]ssori. nel a[n]no della n[ost]ra sal[ute]. M. D. V. || CVM Preuilegio, & Gratia speciale da li. M. || S. Officiali de Balia della. M. Città de Siena co[n]-||cessa et attributa che per anni doi proximi futu-||ri di tale opera non se ne possa i[m]primere: ne delle || impresse addure nella Citta di Siena, et suo terri-||torio, et descricto: se[n]za expressa Lice[n]tia, et co[n]sen-||so della p[re]fata Co[m]pagnia de. S. Catharina. sotto la || pena che indicto priuilegio piu difusame[n]te si co[n]-tiene. 4°; [8], 98 c.: ill. Il nome dell’autore è presente nel v. del front.; front. e preliminari sono stampati in rosso e nero; il titolo è inserito in cornice con vignetta xilogr. raffigurante la santa; iniziali e marginalia xilogr.; presenti numerosi errori di cartulazione. Impronta: iiii o-xx i.ia ChTa (3) 1505 (R). Repertori: Edit16 CNCE 40461; OPAC SBN IT\ICCU\CFIE\020841; Moreni, II, 208209; Melzi, II, 358; Capecelatro, I, 258. Esemplare: 190×130 mm; legatura in pergamena molle restaurata (226×140×23 mm); il front. è incompleto poiché presenta interventi di restauro nell’angolo destro superiore e

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in tutta la parte inferiore; a c. [tre punti]2r presente, sull’angolo destro superiore, timbro di cera rossa illeggibile; ivi, in alto al centro, presente nota di possesso illeggibile. Biografia in versi della santa dell’aretino Giovanni Pollio Lappoli – detto Pollastra o Pollastrino –, maestro di grammatica che ebbe fra i suoi allievi Pietro Aretino e Giorgio Vasari, redatta durante il suo lungo soggiorno senese iniziato nella seconda metà del 1503 come precettore dei nove figli maschi di Anton Maria Cinughi e di altri giovani del patriziato senese. Protetto da Pandolfo Petrucci, a lungo despota della città, il Lappoli fu in contatto stretto con i maggiori esponenti della cultura senese di quel torno di tempo. Se pure non è documentata la sua ascrizione all’Accademia degli Intronati sono ben noti i suoi legami con il vivace mondo accademico di Siena del primo Cinquecento. Marcantonio Cinuzzi – lo Scacciato Intronato – lo celebrò in un sonetto allegato all’edizione senese del 1547 della Commedia del vitio muliebre di Mariano Francesco Trinci, il Maniscalco tra i Rozzi della Congrega, e una delle sue opere più note, il Parthenio, fu messa in scena da alcuni allievi dello Studio senese durante il carnevale del 1516 nella sala del Concistoro di Palazzo pubblico. Senza contare che la princeps di questa opera nel 1520 fu fatta eseguire e pubblicare dal bidello dell’Università Giovanni d’Alessandro Landi (Commedia elegantissima del facundissimo homo messer Giouanni Pollastra aretino recitata già per luniuersita dello studio sanese nella sala de magnifici S. Nel anno 1516. Intitolata Parthenio, Impresso in Siena, per Michelagnolo di Bart. F.: ad instantia di Giouanni di Alexandro libraro, adi 14. di septembre 1520). L’opera su santa Caterina è stata oggetto degli strali polemici di Girolamo Gigli, forse infastidito dalla non senesità dell’autore: «Giovanni Pollio Pollastrino d’Arezzo, stipendiato della Confraternita di Santa Caterina da Siena in Fontebranda, scrisse la Vita della Santa, in ottava rima, e pubblicolla presso Antonina di Colonia in Siena nel 1505. Poetò costui con somma semplicità, e si lasciò cascare ad ora in tali plebee espressioni, che que’ gran fatti, e detti della Santa, travisati in così sconce fattezze, cavan le risa a forza dalla più seria divozione» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. del Pubbl., 1707, p. XXVII). L’opera sarebbe stata in seguito ristampata a Venezia. Cfr. Opera noua della vita & morte della diua & seraphica s. Catharina da Siena composta per lo excellentissimo & famosissimo poeta miser Io. Pollio Arretino. In rima. In strambotti: capituli: sonetti: epistole: & sextine. Cum la tauola per trouar piu facilmente a quante carte qual uorrai ueder ordinatamente & ben correcta & historiata, Stampato in Venetia, per Zorzi de Rusconi milanese: a instantia de Nicolo Zopino, 1511 adi XIII febraro. Quella in mostra è l’unica edizione che porta il nome di Antonina, vedova di Enrico da Colonia (Heinrich von Koln), primo stampatore a Siena. L’edizione fu condotta in collaborazione con Andrea piacentino, secondo marito della donna. Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 258; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (se-

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coli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 80, p. 84; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 27-28 (per l’immagine al frontespizio, p. 28); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 7.

3. Pins, Jean de, Diuæ Catherinæ senensis… vita…, Bologna, Benedetto Faelli, 1505. DIVÆ CATHERINÆ SENENSIS || SIMVL ET CLARISSIMI VIRI || PHILIPPI BEROALDI BONO-||NIENSIS VITA PER IOAN-||NEM PINVM GALLVM || TOLOSANVM. || [marca] [Colophon, c. O6v:] Clarissimi Viri Philippi Beroaldi bononie[n]-||sis Vita finit fæliciter Impressa Bononiæ per || dilige[n]tissimum Bibliopolam Benedictum || Hectoreu[m] bononie[n]sem Anno domini. Mil-||lesimo q[ui]nge[n]tisimo [sic] q[ui]nto et die. xxii. Septemb[ris]. 4°; 102, [1] c. Marca: sul frontespizio; Z286 (croce di Lorena su cerchio con triangolo inscritto con iniziale B; 71×45 mm). Impronta: nele ani- rem- pemu (C) 1505 (R). Repertori: Edit16 CNCE 51308; OPAC SBN IT/ICCU/RMLE/011472; Moreni, II, 195; Capecelatro, I, 257-258. Esemplare: 185×130 mm; legatura settecentesca in pelle marrone (190×133×22 mm), taglio spruzzato in rosso; dorso a cinque nervi con fregi dorati; dorso titolato “Vita Cather”; sul front. (con margine destro rifilato) presenti tre note di possesso mss. di cui una depennata ed illeggibile; la prima, in testa al front. recita “PP.m Tastianorum Soc. Jesu Gallo Bulg.”; la seconda, in calce, “Dono p. Ioannis de Franc[. . .]rullo Soc.tis Iesu”; ivi, ex libris ms. depennato: Ex libris de Franc[…]rullo; sull’ultima c. presente nota ms. in lingua francese o tedesca.

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Jean Des Pins, già ambasciatore di Francia presso la Repubblica di Venezia fra il 1516 e il 1528, divenne in seguito vescovo di Pamiers dal 1520 al 1522 e di Rieux dal 1522 al 1537. Durante la sua missione diplomatica nella città lagunare si prodigò per acquistare libri rari per il re di Francia e per formare una propria biblioteca personale, che alla sua morte andrà ad accrescere quella reale di Fontainebleau. Amico di Pietro Bembo, si sarebbe diviso nel corso del soggiorno veneziano fra impegni diplomatici e culturali, traducendo le opere di Dione Cassio, scrivendo alcune vite di santi – fra queste una vita di san Rocco (Ad illustrissimum Dominum D. Antonium Prato… divi Rochi narbonensis vita per Ioannem Pinum tolosanum edita, Venetiis, per Alexandrum de Bindonis, 1516 nono kal. Nouembris, rist. da Eliseus Lazaire, Roma 1885) ristampata più volte nel XVI secolo anche in italiano (La vita di s. Rocco, discritta gia LX anni in lingua latina dal signor Giouanni Pino di Tolosa, senatore del christianiss. re di Francia, et ambasciatore alla serenissima Republica venetiana. Et hora tradotta in lingua volgare da Lelio Gauardo, In Venetia, 1576; La vita di s. Rocco, discritta gia LXXX anni in lingua latina dal signor Giouanni Pino di Tolosa, senatore del christianissimo re di Francia, et ambasciatore alla serenissima Republica venetiana. Et hora tradotta in lingua volgare da Lelio Gauardo asolano, In Roma, per gli heredi di Giouan Gigliotti, 1594) – e, oltre ad un Allobrogicæ narrationis libellus (Venetiis, per Alexandrum de Bindonis, 1516 XII Calendas Decembres), un trattato sulla vita di corte: De vita aulica. Benedetto di Ettore Faelli, tipografo di questa edizione, fu editore e libraio attivo a Bologna dagli ultimi decenni del Quattrocento, con officina in Via delle scuole, bottega di libraio a Sant’Andrea degli Ansaldi e successivamente a Piazza Maggiore. Morto senza figli nel settembre del 1523, gli sarebbero succeduti i nipoti Giovanni Battista, Benedetto e Riccardo. Pur riconoscendo all’autore qualche merito nell’aver aggiunto delle nuove fonti per la vita della santa, il Gigli contesta qualche errore di troppo a questa opera, dovuto in realtà all’infedele volgarizzamento del testo del Borghesi: «Giovanni Pino Tolosano, che presso il Baronio truovò credito di esatto Scrittore, compose latinamente la Vita della Santa in polita dicitura. Egli protesta di essersi attenuto al testimonio del Borghesi sopraddetto, quanto che in assai cose più vada allargandosi, e particolarmente ne’ maneggi, che la Santa ebbe in Francia, ne’ quali riporta alcuna cosa più particolarmente, che lo stesso Raimondo, e Stefano Maconi non fecero; forse, per che qualche più distinta informazione egli raccolse dalle memorie d’Avignone. Ma perché egli avea letto il Borghesi volgarizzato, come sopra, e non altrimenti nel suo Latino Testo, incorse alla buona in qualche solenne sbaglio, dove prima l’ignorante Volgarizzatore era caduto» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. del Pubbl., 1707, p. XXVII). Il Moreni (Bibliografia storico-ragionata della Toscana o sia catalogo degli scrittori che hanno illustrata la storia delle città, luoghi e persone della medesima…, II, Firenze, Presso Domenico Ciardetti, 1805, p. 195) accenna ad una riedizione parigina dell’opera nel 1521, richiamando anche l’affermazione del Gigli relativa a una rarissima edizione veneziana del 1505 “apud Tacuinum”, di cui però non si hanno ulteriori notizie. L’annotazione del Moreni è ripresa anche dal Capecelatro (I, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Schiarimento n. III, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, pp. 257-258): «Questa bella e rara edizione fu riprodotta in Parigi nel 1521. Il Gigli accenna

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ad altra edizione rarissima fatta in Venezia nel 1505 apud Tacuinum». Dell’edizione in mostra segnalati da Edit16 solo sei esemplari in Italia. Questo non segnalato. Bibl.: E.L. Charron, Mémoires historiques pour servir à l’éloge de Jean des Pins, avec plusieurs de ses lettres…, Avignon; Toulouse, 1748; A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, pp. 257-258; G. Cormary, Jean des Pins, évêque de Rieux (1470-1537), Albi-, Librairie Ginestet, et Castres, 1933; J. Contrasty, Jean de Pins, évêque de Rieux (1522-1537), “Revue Historique de Toulouse”, XXIII, n. 73 (1936) G. Cormary, Jean des Pins, évêque de Rieux (1468?-1537) et la famille des Pins des origines au XVIe siècle, diss., École Natyionale des Chartes, 1946; G. Gadoffre, La révolution culturelle dans la France des humanistes, Genève, Librairie Droz, 1997, pp. 25, 94-95, 101, 235; J. Irigoin, Les ambassadeurs à Venise et le commerce des manuscrits grecs dans les années 1540-1550, in Venezia centro di mediazione tra Oriente e Occidente (secoli XV-XVI): aspetti e problemi. Atti del II Convegno internazionale di storia della civiltà veneziana, a cura di H.-G. Beck, M. Manoussacas e A. Pertusi, Firenze, Olschki, 1997, II, pp. 399415; E. Amato, Per la fortuna di Dione Crisostomo I: la ritrovata versione latina di Arnaud de Ferron ed un perduto codice di Jean de Pins, in Göttinger Forum für Altertumswissenschaft, 13 (2010), pp. 69-86 (http://gfa.gbv.de/dr,gfa, 013,2010,a,04.pdf); I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 29-31; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 7.

4. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della seraphyca sancta Catherina da Siena…, Siena, Michelangelo de Libri e Giovanni Landi, 1524. VITA MIRACOLOSA DELLA SERA-||phyca sancta Catherina da Siena, Co[m]posta in Latino dal || Beato Padre Frate Raimondo da Capua, gia Maestro || generale del Ordine de Predicatori: Et tradocta i[n] lin-||gua Volgare Thoscana, da el Venerando Padre || Frate Ambrosio Catherino de Politi da Sie-||na del medesimo ordine, aggiuntoui al-||cune cose pertinenti al presente sta-|| to della Chiesa notabili et || utili ad ohni fedel || Christia-||no. [Colophon, c. o7v:] Sta[m]pata nella Magnifica & i[n]clita Cipta di Siena: Per Mi||chela[n]gelo di Bart. F. Ad instantia di Maestro Giova[n]ni || di Alixa[n]dro Libraro. Adi. x. di Maggio. Nelli || Anni della salutifera Incarnatione || .M. D. XXIIII. || [fregio xilografico] || [marca tipografica].

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4°; [6], 112 c.; ill.; iniziali xilogr. I nomi dell’A. e del trad. appaiono nell’intit. (c. [croce]2r); presente effigie della santa inserita in cornice xil. al front. con monogramma I.B.P.; alle cc. [croce]4v, i2v e o8r altra effigie della santa con inginocchiati ai suoi piedi due Battuti (tutte di 70×48 mm); alle cc. [croce]5r-[croce]6v presente la tavola dei capitoli. Marca: nel colophon, a c. o7v; U66 (monte a tre cime in scudo, sormontato da uccello coronato e sorretto da due putti alati, con in basso iniziali G.L.; 47×73 mm); altra, a c. o8v, non censita (trimonzi+G.L.) di Giovanni Landi (monte a tre cime in scudo, sormontato al centro da san Giovanni Battista, a destra da santo non identificato, a destra da santa Caterina; 65×60 mm). Impronta: apne i.n- taie roPa (3) 1524 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\BVEE\006975; Moreni, II, 457; Capecelatro, I, 246. Esemplare: 195×130 mm; legatura in pergamena molle (198×135×25 mm); dorso titolato “Vita di S. Caterina di Siena. Siena. 1524”; mutilo del frontespizio e della c. [croce]6; a c. [croce]2r, in testa, nota ms. “libro II. cap. XVI”; ivi, ex libris ms. “Fabii Galielaij”; ivi, accanto al nome, presente il n. “26”; a c. b8r prove di penna; a c. l8v, in testa, nota ms.: “Domino oljnerio Giacobo de gugielmi […]”. Lancillotto Politi, nato nel 1484, fu un giurista che, sotto l’influenza del Savonarola, prese l’abito domenicano nel 1517 con il nome di Ambrogio Caterino (chiaro segno della sua devozione alla santa e al beato Ambrogio Sansedoni, ambedue domenicani), reggendo anche il vescovado di Minori nel 1546 e l’arcivescovado di Conza nel 1552, anno nel quale avrebbe partecipato in posizione di rilievo al Concilio di Trento. Controversista insigne, avrebbe dato corpo nel corso degli anni a una consistente produzione teologica contro i luterani e contro un altro senese, Bernardino Ochino. Resta famoso il suo Compendio d’errori et inganni luterani, del 1544, composto in polemica con il testo guida della Riforma in Italia, il Beneficio di Cristo crocifisso, pubblicato l’anno precedente. La sua figura di implacabile avversario degli eterodossi italiani ha contribuito in tempi recenti anche a farne il protagonista in negativo di un suggestivo saggio di Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi: Giochi di pazienza. Un seminario sul «Beneficio di Cristo» (Torino, Einaudi, 1975). Redatto nel senese convento di Santo Spirito fra il 1522 e il 1524, durante una pausa della sua intensa attività di predicazione, questo volgarizzamento della Legenda di Raimondo da Capua ebbe un consistente successo editoriale, testimoniato dalle molte edizioni nel corso del secolo XVI, quando divenne una sorta di testo di riferimento. Non a caso, dopo questa prima edizione dovuta all’attività senese di Michelangelo de’ Libri, il testo fu subito ristampato, ancora a Siena, appena qualche mese dopo, come si vede da un altro esemplare in mostra. Una nuova edizione, modificata, uscirà a Venezia per i tipi di Bernardo Giunti, Giovan Battista Ciotti e Compagni, nel 1608.

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Critico il giudizio del Gigli sull’operazione condotta dal domenicano sulla biografia di Raimondo da Capua, soprattutto sul piano linguistico, oltre che su quello del contenuto: «Fr. Ambrogio Caterino Politi de’ Predicatori Arcivescovo di Consa, espose in volgare la Leggenda del B. Raimondo; ma non senza molte cose tralasciare, e molte aggiugnere. Egli trapassò molte particolarità, che gli parvero di poco rilievo per la Vita della Santa, siccome le testimonianze di coloro, che i fatti di Lei videro, e le sue parole ascoltarono; abbreviò i Colloqui, e troncò molte riflessioni scritturali, non so con quanto avvedimento. Vi aggiunse poi, tratto tratto, alcune Apologie contro tali malignatori della Santa […]. La locuzione del Caterino, se si badi alla prima divolgazione fatta in Siena nel 1524, fa di poco buona civiltà Toscana; benché l’impressioni posteriori veggansi alquanto raggentilite» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. del Pubbl., 1707, p. XXVIII). La collaborazione tra lo stampatore fiorentino Michelangelo de’ Libri, figlio di Bartolomeo e padre di Bartolomeo Sermartelli, e il libraio ed editore senese Giovanni di Alessandro Landi, cominciata nel 1520 dopo il provvisorio abbandono da parte di quest’ultimo dello stretto legame con Simone di Niccolò, sarebbe durata per un quinquennio, dando origine ad oltre cinquanta edizioni, fra le quali il Parthenio dell’umanista aretino Giovanni Pollio Lappoli (Commedia elegantissima del facundissimo homo messer Giovanni Pollastra aretino recitata già per luniversita dello studio sanese nella sala de magnifici S. Nel anno 1516 intitolata Parthenio, Impresso in Siena, per Michelagnolo di di Bart. F. ad instantia di Giouanni di Alexandro libraro, adì 14 di septembre 1520) e la princeps de La Calandra di Bernardo Dovizi detto “Il Bibbiena”, protettore del Berni e interlocutore di Baldassare Castiglione nel Cortegiano (Commedia elegantissima in prosa nuouamente composta per messer Bernardo da Bibiena. Intutulata Calandia, Stampata in la Magnifica Cipta di Siena, p[er] Michelangelo di Bart. Fiorentino ad instantia di Maestro Giouanni d’Alexandro Libraro. Adi XXIX dAprile Nelli Anni del Signore 1521). Importante la parte iconografica dell’opera, caratterizzata soprattutto da un’immagine della santa collocata al verso del frontespizio e sottoscritta con il monogramma “I.B:P.”. Gli studiosi hanno vanamente tentato di sciogliere il monogramma per individuare l’autore della xilografia. Concordano però nel segnalarne l’attività in ambienti incisorii veneziani della metà del XVI secolo, quando è possibile trovare questa sigla in numerose incisioni in uso presso le tipografie della città lagunare. Solo sei esemplari in Italia di questa edizione secondo Edit16. Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 258; J. Schweizer, Ambrosius Catharinus Politus (1484-1553), ein Theologe des Reformations-zeitalters. Sein Leben un seine Schriften, Münster, Aschendorff, 1910, p. 290, Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 71, p. 82; L. Faldi, Una comversione savonaroliana: Ambrogio Caterino Politi. Il suo ingresso e i primi anni nell’ordine domenicano, “Vivens homo”, 5 (1994), 2, pp. 553-574; E. Pellegrini, Una strana combinazione: due differenti edizioni senesi della vita di S. Caterina, entrambe pub-

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blicate nel 1524, “Accademia dei Rozzi”, X, n. 19, settembre 2003, pp. 30-34; G. Caravale, Sulle tracce dell’eresia. Ambrogio Catarino Politi (1484-1553), Firenze, Olschki, 2007, p. 34; M. De Gregorio, Landi, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 63, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2004, pp. 384-385; Id., “Ad istantia di Giovanni d’Alessandro libraro”. Percorsi editoriali a Siena nel primo Cinquecento, in Siena bibliofila. Collezionismo librario a Siena su Siena, a cura di G. Borghini, D. Danesi, M. De Gregorio e L. di Corato, Siena, Protagon editori, 2009, pp. 29-54; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 31-35 (per le immagini, pp. 34-35); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 8. Per le immagini anche: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, pp. 82-83, n. 72; L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 175-176, 398-400.

5. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della seraphica Catherina da Siena…, Siena, Giacomo Antonio Cataneo e Simone Nardi, 1524. Vita Miracolosa Della || Seraphica. S. Cathe-||rina da Siena. || Composta in Latino dal Beato Padre Frate Ray-||mondo da Capua gia Maestro Generale del || Ordine de Predicatori. Et tradotta in lin-||gua Vulgare dal Reuerendo Padre Fra-||te Ambrosio Catherino da Siena del || medesimo ordine. Con agiunta || di lcune [sic] cose pertine[n]ti al p.[re]||se[n]te stato dela Chiesa, || notabili & utili || ad ogni fedel Christia-||no. || Nuouamente in questa seconda impressione agio[rna]-||ta, corretta, & emendata dal prefato frate Am-||brosio: & hystoriata con le sue figure. Co[n] una ca[n]-||zone bellissima i[n] laude della S[an]ta cuposta [sic] p[er] Mes-||ser Fortunato de Vecchi cittadino Senese: & al||cunaltre fatte p[er] altri suo[i] deuoti. || Con Gratia & Priuilegio. [Colophon, c. P4v:] Sta[m]pata nella magnifica citta di Siena p[er] Simione di Niccolo || Ad ista[n]tia di Iacomo antonio Cataneo Libraro Senese || Adì. 1. di Setembre. Nelli a[n] ni dela [sic] salutifera i[n]carnatione. 1524. 4°; [6], 115, [5] c.: ill.

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Segue il front. ritratto xilogr. della santa in cornice; presenti vignette xilografiche in cornice (tutte ca. 60×85 mm) alle cc. A2r, A3v, B1r, B4r, C4v, C6v, C8r, D5r, D7v, E2v, E8r, F2r, F6v, G2r, H3r, H6v, I4r, L4r, M2r, M3v, N3v, N6v, O4r. Impronta: S.a. dina cora ueme (3) 1524 (R). Repertori: Edit16 CNCE 31497; assente in OPAC SBN. Esemplare: 195×120 mm; legatura in cartone rivestito di pergamena (205×130×23 mm); dorso con tassello marrone titolato “LA VITA DI S. CATERINA DA SIENA”; manca la c. B8; in fine presenti 2 cc. mss., di mano del secolo scorso, contenenti informazioni generali relative all’edizione. Prima testimonianza del successo editoriale del volgarizzamento della Legenda maior da parte del Politi, questa seconda edizione dello stampatore senese Simone di Niccolò Nardi giunge – come accennato in precedenza – a pochi mesi di distanza dalla princeps di Michelangelo de’ Libri, ma saranno numerosissime nel corso del Cinquecento le riedizioni del testo, soprattutto in ambito veneziano e collocate cronologicamente oltre la metà del secolo, dopo l’edizione, anch’essa in mostra, al Segno della Speranza del 1556, che verrà a costituire una sorta di princeps veneziana per il volgarizzamento del Politi. Dalle ricerche più recenti emerge come le vere ragioni di una seconda edizione senese a solo qualche mese di distanza dalla prima vadano ricercate nei molti errori incorsi nella stampa di Michelangelo de’ Libri e corretti appunto nella nuova impressione di Simone di Niccolò edita dal libraio senese Antonio Catanei. Ne fa fede, se non altro, la chiosa in calce all’errata corrige di questa edizione: «questi errori sopra signati… in questa ristampa non li trovaresti». Il corredo iconografico dell’edizione, sebbene si tratti di una sorta di ristampa per rimediare agli errori, registra comunque un vistoso peggioramento qualitativo, caratterizzato da un tratto piuttosto grossolano, dalla poca precisione nella descrizione del paesaggio e dalla dimenticanza del crocifisso fra gli attributi della santa. La critica moderna si mostra incerta sull’attribuzione dell’apparato illustrativo fra un incisore vicino al monogrammista IBP della princeps e un meno preparato intagliatore locale. Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 258; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIIIXVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 72, pp. 82-83; E. Pellegrini, Una strana combinazione: due differenti edizioni senesi della vita di S. Caterina, entrambe pubblicate nel 1524, “Accademia dei Rozzi”, X, n. 19, settembre 2003, pp. 30-34; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 36-39 (per l’immagine al frontespizio e le altre xilografie presenti nell’opera,

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pp. 37-38); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 8. Per le immagini cfr. anche: L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 398-399.

6. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della seraphica S. Catherina da Siena…, Venezia, al segno de la Speranza, 1556. VITA MIRACOLOSA || DELLA SERAPHICA || S. CATHERINA DA SIENA. || Composta in Latino dal Beato Frate Ray-||mondo da Capua, gia Maestro Generale del || Ordine de Predicatori, suo confessore. || Et tradotta in lingua Vulgare, dal R.P. Frate Ambro-|| sio Catherino da Siena, del medesimo ordine. || Con agiunta d’alcune cose, pertinenti al || presente stato de la Chiesa, notabili, || & utili ad ogni fedel || Christiano. || [marca] || IN VENETIA NELLA CONTRATA || De Santa Maria Formosa, al segno de la || Speranza. M D L V I. 8°; 184 c.; car. cors. e rom.; iniziali xilografiche. Alle cc. A2r-A5v presente il proemio del Politi. Marca: sul frontespizio; Q63 (Speranza: donna rivolta verso il sole circondata da bauli, casse ed altri oggetti; motto: In queste vanità ch’ognun desia, Non poner tua speranza, ma sicuro scorg’il camin ch’al sommo ben t’invia; 41×32 mm). Impronta: o, et teta dopo diso (3) 1556 (R). Repertori: Edit16 CNCE 60119; OPAC SBN IT/ICCU/LO1E/011264. Esemplare: 146×95 mm; legatura settecentesca in cartone (157×105×20 mm); sul front. di possesso ms.: “Suor M.a Angelica Primaria”. Si tratta della della prima edizione veneziana del volgarizzamento della Legenda Maior da parte del Politi, che giunge a poco più di trent’anni dalle due edizioni senesi. La stessa tipografia ristamperà il testo nel 1562 (Vita miracolosa della serafica santa Caterina da Siena. Composta in latino dal beato padre frate Raimondo da Capua… Et tradotta in lingua vulgare, dal r.p. frate Ambrosio Catherino da Siena… Con l’aggionta d’alcune cose pertinenti al presente stato della Chiesa, In Venetia, nella contrata di Santa Maria Formosa al segno della Speranza, 1562), prima di una lunga serie di ristampe da parte di varie

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tipografie lagunari nel corso della seconda metà del secolo XVI, in parte anche in mostra (In Venetia, appresso Domenico Farri, 1571 e 1578; In Venetia, appresso Cristoforo Zanetti, 1574; In Venetia, presso Fabio & Agostino Zoppini fratelli, 1580 e 1583; In Venetia, Appresso Valerio Bonelli, 1584; In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1587; In Venetia, presso Gio. Battista Bonfadino, 1591; In Venetia, presso Giouanni Fiorina, 1591; In Venetia, appresso Marc’Antonio Bonibelli, 1597; In Venetia, appresso gli heredi di Gio. Maria Leni, 1600). “Al segno della speranza” fu l’insegna di una libreria veneziana situata agli inizi a Santa Maria Formosa e successivamente a San Giuliano, agli inizi di proprietà di un Giovanni della Speranza, forse Giovanni Francesi. Dal 1571 è documentato che appartenesse agli eredi di quest’ultimo, Gaspare Albara e Domenico Fossano, in società, e in seguito del solo Fossano. Una Libreria della Speranza a San Giuliano è documentata anche agli inizi degli anni novanta del Cinquecento. Solo tre esemplari censiti in Italia da Edit16 di questa edizione. Questo non segnalato. Bibl.: I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 3940; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 9.

7. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della serafica s. Caterina da Siena…, In Venetia, appresso Dominico Farri, 1578. VITA DI || SANTA Caterina || da Siena. || composta in latino DAL || B. P. F. Raimondo da Capua già Maestro Gene-||ral dell’Ordine de’ Predicatori, suo Confessore. || Et tradotta in lingua vulgare, dal R.P. Frate Ambrosio || Catherino da Siena, del medesimo Ordine. Con || l’aggionta d’alcune cose pertinenti al presen-||te stato della Chiesa, notabili, & utili || ad ogni fedel Christiano. || In Venetia, || Appresso Domenico Farri. M. D. LXXVIII. 16°: 195, [1] c. Il tipografo veneziano Farri aveva stampato la Legenda maior nel volgarizzamento del Politi già nel 1571 (Vita di santa Caterina da Siena. Composta in latino dal b. p.f. Raimondo da Capua… Et tradotta in lingua vulgare, dal r.p. frate Ambrosio Catherino da Siena…, In Venetia, appresso Domenico Farri, 1571). Questa in mostra costituisce quindi di una ristampa di quella edizione. In realtà l’impostazione fornita

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dall’edizione 1566 “all’insegna della Speranza” influenzerà tutte le edizioni veneziane della seconda metà del Cinquecento, oltrepassando anche il secolo. Con lo stesso titolo infatti l’opera verrà pubblicata molte volte fino a tutto il secondo decennio del Seicento (Vita miracolosa della serafica santa Catherina da Siena; composta in latino dal b.p.f. Raimondo da Capua, già m. generale dell’ordine de’ predicatori, suo confessore. Et tradotta in lingua volgare dal b.p.f. Ambrosio Catarino da Siena, del medesimo ordine. Con l’aggiunta d’alcune cose pertinenti al presento stato della Chiesa, notabili, & utili ad ogni fedel christiano. Aggiuntoui di nuouo la Tauola de’ capitoli, In Venetia, appresso Domenico Farri, 1603; Vita miracolosa della serafica s. Caterina da Siena. Composta in latino dal b.p.f. Raimondo da Capua… Et tradotta in lingua volgare dal r.p.f. Ambrosio Catarino da Siena…, In Venetia, appresso Domenico Maldura, 1608; Vita miracolosa della serafica S. Caterina da Siena. Composta in latino dal B.P.F. Raimondo da Capua, già Maestro Generale dell’ordine de’ Predicatori, suo confessore. Et tradotta in lingua volgare dal R.P.F. Ambrosio Catarino da Siena, del medesimo ordine. Con l’aggiunta d’alcune cose pertinenti al presente stato della Chiesa, notabili, & vtili ad ogni fedel christiano. Aggiuntoui di nuouo la Tauola de’ capitoli, In Venetia, appresso Antonio Turini, 1612; Vita miracolosa della serafica s. Caterina da Siena; composta in latino dal b.p.f. Raimondo da Capua… Et tradotta in lingua volgare dal r.p.f. Ambrosio Catarino da Siena…, In Venetia, appresso Lucio Spineda, 1617; Vita miracolosa della serafica S. Caterina da Siena. Composta in latino dal B.P.F. Raimondo da Capua, già M. Generale dell’ordine de’ Predicatori, suo confessore. Et tradotta in lingua volgare dal R.P.F. Ambrosio Catarino da Siena, del medesimo ordine. Con l’aggionta d’alcune cose pertinenti al presente stato della Chiesa, notabili, & vtili ad ogni fedel christiano…, In Venetia, presso Lucio Spineda, 1620). Solo undici esemplari censiti di questa edizione da Edit16. Questa non segnalata. Bibl.: M. Infelise, Farri (De Farri, Faris), Domenico, in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 45, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1995, pp. 174-176.

8. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della serafica s. Catherina da Siena…, In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1587. VITA || MIRACOLOSA || DELLA SERAFICA || S. Catherina da Siena ; || COMPOSTA IN LATINO || Dal Beato P. Frate Raimondo da Capua, || già M. Generale dell’Ordine de’ Pre||dicatori, suo Confessore. || Et tradotta in lingua volgare da R.P. Frate || Ambrosio Catarino da Siena, del || medesimo Ordine. || Con l’aggiunta d’alcune cose pertinenti al presente || stato della Chiesa, notabili, & utili ad || ogni fedel Christiano. || Aggiuntoui di nuouo la Tavola de’ Capitoli. || [vignetta xil. con insegna della Compagnia di Gesù] || IN VENETIA, M D LXXXVII || Appresso Pietro Marinelli.

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8°; 161 [i.e. 193], [8] c. Pietro Marinelli fu tipografo o editore attivo a Padova e a Venezia nella seconda metà del secolo XVI. A Padova continuò a lavorare almeno fino al 1607. Prima di intraprendere questa edizione del volgarizzamento di Raimondo da Capua da parte del Politi – come detto più volte una del folto gruppo di edizioni seguite a quella del 1556 all’Insegna della Speranza – si era dedicato a una serie di edizioni rilevanti per la storia letteraria italiana. Nel 1586, cioè nell’anno precedente alla Vita cateriniana, aveva ristampato ad esempio le rime dell’Ariosto (Rime et satire di m. Lodouico Ariosto, scritte a diuersi suoi amici, sopra varij soggetti. Di nuouo ristampate, et con ogni diligenza corrette, In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1586) e quelle del Bembo (Delle rime di m. Pietro Bembo di nuovo ristampate, e con ogni diligenza corrette, In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1586), oltre agli Asolani di quest’ultimo con il commento del Porcacchi (Gli Asolani di m. Pietro Bembo. Di nuouo ristampati, & con diligenza reuisti & corretti. Con gli argomenti à ciascun libro, & con le postille in margine, che dichiarano i vocaboli più difficili. Fatte da Thomaso Porcacchi da Castiglione aretino, In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1586). Parallelamente la sua produzione non mancava di volgersi verso opere a carattere religioso. Sempre del 1586 è la seconda edizione de Lo specchio di vera penitenzia del Passavanti (Lo specchio di vera penitenzia, del R.M. Iacopo Passauanti fiorentino, dell’Ordine de’ Predicatori…, In Venetia, Appresso Pietro Marinelli, 1586) e lo Specchio di Evangelista Ortense (Specchio d’essempi da diuersi santi auttori estratto; nel quale si trouano infiniti documenti, In Venetia, appresso Pietro Marinelli, 1586), letterato e alchimista, apparso di recente fra i protagonisti della biografia romanzata del Tintoretto di Melania G. Mazzucco (Jacomo Tintoretto & i suoi figli, Milano, Rizzoli, 2012). Sei esemplari in Edit16 di questa edizione. Questa non presente. Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 246.

9. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della serafica S. Catherina da Siena…, In Venetia, Presso Giovanni Fiorina, 1591. VITA || MIRACOLOSA || DELLA SERAFICA || S. Catherina da Siena; || composta in latino || Dal Beato P. Frate Raimondo da Capua, || già M. Generale dell’Ordine de’ Pre-||dicatori, suo Confessore. || Et tradotta in lingua volgare dal R.P. Frate || Ambrosio Catarino da Siena, del || medesimo Ordine. || Con l’aggiunta d’alcune cose pertinenti al

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presente || stato della Chiesa, notabili, & utili ad || ogni fedel Christiano. || Aggiontoui di nuouo la Tauola de’ capitoli. || In Venetia, MDXCI. || Presso Giovanni Fiorina. [Colophon:] In Venetia, MDXCI. || Presso Gio. Battista Bonfadino. 16° ; 193, [6] c. Come già ripetuto più volte il volgarizzamento della Legenda maior di Raimondo da Capua da parte del Politi avrebbe avuto grossa fortuna a Venezia dopo l’edizione, anch’essa in mostra, del 1556 (all’Insegna della Speranza). Con lo stesso titolo, oltre all’edizione Marinelli 1587, un esemplare in mostra appena precedente a questa, sarebbe stata ristampata molte volte, segno del culto e della popolarità della santa senese dopo il “Processo castellano”. Questa edizione si deve alla collaborazione fra due operatori veneziani: Giovanni Fiorina e Giovan Battista Bonfadino. Il primo fu un editore e libraio originario della Valle Seriana che, prima di mettersi in proprio, aveva iniziato l’attività di stampatore lavorando per Altobello Salicato. Il Bonfadino, originario di Riviera del Garda, fu un tipografo attivo dalla seconda metà degli anni ottanta del secolo XVI. Garzone presso Francesco Sansovino, aveva lavorato con altri stampatori veneziani prima di mettersi in proprio nel 1586. A metà degli anni novanta era attivo nella città lagunare anche il fratello Giovanni Francesco. Non sono state censite sue edizioni successive all’anno 1600. Morto forse nel 1622. Suggestiva la sua marca tipografica: nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva intorno all’albero del bene e del male con il serpente. Il motto dice De hoc stipite omnes. Adamo ed Eva solitamente vengono raffigurati in piedi accanto all’albero, con Eva che coglie o ha appena colto il frutto, oppure, dopo averne staccato un morso, lo offre ad Adamo. Solo cinque esemplari in Edit16 di questa edizione. Questa non segnalata.

10. Vanni, Francesco; Jode, Pieter de, Vita mors, et miracula… B. Catherinæ senensis, Siena, Matteo Florimi 1597. VITA. mors. gesta, et miracula quædam selecta B. CATHERINÆ SENENSIS. || authoribus. B. Raimundo Capuano, Dominicani Ord.is Magistro Generali et B. Thoma Naccio Prouinciali. || Romano, qui diuersis temporib[us] Virg.is confess.nem audierunt, Pio II Papa, S. Antonino Archiep[iscop]o fiorentino. || Ambrosio Catharino Compsæ Archiantistite, Petro Equilini Episcopo, B. Stefano Chartusiano, Virg.is Amanuensi. || et Ioanne Gersone

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Cancellario Parisiensi; quæ sane omina Franciscus Vannius, Pictor Senensis inuenit. || descripsit, delineauit, Petro autem Iod’ insculpsit. Anno ab orb redempto M.Dxcvii. Kl. Ott.2 Superioru[m] permissu. || Matteo florimi. formis. 2°; 12 c.; ill. L’opera è tutta calcografica, ad opera di Pieter de Jode; frontespizio completamente inciso con effigie della santa in ovale; presenti undici tavole (tutte di circa 245×288 mm) che presentano ognuna tre scene (con didascalie in latino) con numerazione progressiva (33 in totale); il verso di ogni tavola è bianco. Impronta: itac r.ne stis fais (C) 1597 (R). Repertori: Assente in OPAC SBN. Esemplare: 298×355 mm; legatura non coeva in cartone morbido marmorizzato (302×365 mm); dorso e angoli dei piatti in tela marrone; le cc. sono state rinforzate con supporto cartaceo non coevo; assenti note di possesso. Le dodici stampe che compongono l’opera illustrano 33 episodi della vita della santa, suddivisi in undici tavole tripartite. L’autore, il pittore Francesco Vanni, attinge alle maggiori fonti biografiche di Caterina. I disegni furono in seguito incisi a bulino da Pieter De Jode (Anversa 1570-1634) e i rami furono stampati dal tipografo calabrese Matteo Florimi, attivo a Siena fra il 1580 e il 1603 e noto anche per le sue suggestive incisioni di città a volo d’uccello. Uno stampatore, il Florimi, che si cimenterà anche in un’incisione con santa Caterina tratta da Ventura Salimbeni, ora conservata nella Biblioteca Marucelliana di Firenze. Riguardo a questa edizione del 1597, si tratta della prima Vita per immagini di santa Caterina edita in Italia, importante per vari motivi: significativa opera d’arte, è frutto dell’incontro fra due artisti di livello, oltre a rappresentare un concreto riflesso degli orientamenti emersi dal Concilio di Trento (Decreto sulle sacre immagini, 1563) e a godere di una vasta fortuna a livello europeo, costituendo un modello per le successive edizioni figurate dell’agiografia cateriniana. L’opera, dopo una ristampa senese del 1608 con le tavole rovesciate, è stata riproposta in edizione anastatica. Cfr. L. Bianchi, Caterina da Siena nei disegni di Francesco Vanni incisi da Pieter de Jode. Prefazione di Giuliana Cavallini, Roma, Centro nazionale di studi cateriniani, 1980. Bibl.: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 82, p. 85; E. Pellegrini, Un nuovo contributo agli studi sull’iconografia

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di S. Caterina nelle edizioni più antiche, “Accademia dei Rozzi”, XI, n. 20, marzo 2004, pp. 29-33. Per le immagini: G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori di Giovanni Gori Gandellini sanese. Seconda edizione arricchita di notizie interessanti la vita dell’autore col proseguimento dell’ opera fino ai nostri giorni con osservazioni critiche raccolte da vari scrittori ed aggiunte a Giovanni Gori Gandellini da Luigi De Angelis, Siena, Porri, 1808-1816, II, p. 131; E. Romagnoli, Biografia cronologica de’ bellartisti senesi. Opera manoscritta in tredici volumi, Firenze, SPES, 1976, VIII, pp. 723, 725; L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 187-188; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 41-44; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 9.

11. Charpy, Edmond, D. Catharinæ Senensis virginis SS.mæ… vita…, Parigi, Jean Le Clerc, 1607. D. CATHARINÆ || SENENSIS || VIRGINIS SSMÆ || ORD. PRÆDICA-||TORVM VITA || AC MIRACVLA || SELECTIORA || FORMIS ÆNEIS EXPRESSA. || 1607. || Parisiis· || Apud Ioannem le Clerc via S. Ioa. late-||ranensis ad insignem Salamandræ || Regiæ. 4°; [1] c., [1], 32 c. di tav. L’opera è tutta calcografica; il front. contiene medaglioni raffiguranti uomini di Chiesa che hanno avuto attinenza con la santa, ad opera di Edmond Charpy; le vignette presenti (in totale 33, tutte di ca. 175×115 mm) contengono un breve commento in latino e italiano; il verso di ogni tavola è bianco. Impronta: t.re urem uri: t:i, (C) 1607 (A). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\RMLE\040795. Esemplare: 235×180 mm; legatura in cartone rivestito di pergamena con lacci di spago bianco (238×185×10 mm); sul piatto anteriore due note mss. in francese: “Vie de S.te Catterine” e “Vie de S.te Catterine de Sienne”; ad esclusione della prima, tutte le vignette sono accompagnate (sul v. della pagina accanto) da didascalie mss. in francese.

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Fra l’edizione Florimi 1597 e questa parigina del 1607 va considerata la pubblicazione di una Vita figurata di Caterina ad Anversa nel 1603 (D. Catharinæ senensis virginis SS.mæ Ord. Prædicatorum vita ac miracula selectiora formis æneis expressa, Antuerpiæ, Apud Philippum Gallæum, 1603). Secondo il Gigli, «Francesco Vanni celepre Dipintore Sanese, affinché, oltre alla Poesia, di sopra in più luoghi accennata, la Pittura ancora concorresse a pubblicare i maravigliosi fatti della Santa Concittadina, espresse in dodici Carte le principali azioni della sua Vita, che furono diligentemente intagliate nel 1597. Poi dallo stesso disegno del Vanni Fra Michele Onofrio Domenicano ne cavò fino a 35 carte, stampate in Anversa appresso Filippo Galleo nel 1603» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl., 1707, pp. XXIX-XXX). In effetti Cornelius Galle, figlio dell’editore Philip, aveva ripreso fedelmente gli schemi iconografici pubblicati nel 1597 nella Vita mors gesta et miracula del Florimi, ma aveva isolato ogni singolo episodio, riproducendolo in controparte e riservandogli un’intera pagina. Nella stessa edizione di Anversa 1603 il frontespizio si distaccava dall’impostazione ideata dal Vanni e – come appare anche in questa edizione parigina dove viene riproposto – caratterizzato dai volti dei personaggi legati a Caterina (Raimondo da Capua, Tommaso Nacci Caffarini, Pio II, sant’Antonino Pierozzi, Jean Gerson, Ambrogio Catarino Politi, Pietro de’ Natali, Stefano Maconi) ritratti a mezzo busto e racchiusi in medaglioni. Nella prima pagina il ritratto della santa. Le incisioni sono 33 e contengono un breve commento in latino e italiano. Bibl.: I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 46-47; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011.

12. Vita et miracula S. Catharinæ senensis…, Roma, Philippe Thomassin, 1608. VITA ET MIRACVLA || S· CATHARINÆ SENEN·[SIS] || triplici idiomate || Latino, Italo, ac Hyspano descripta || HVMANI GENERIS || REDEMPTORI DICATA || Philippus Thomassinus || excudit Romæ de || superior[um] licentia. || 1608. 4°; [1] c., 32 c. di tav.: ill. L’opera è tutta calcografica; il front. contiene medaglioni raffiguranti uomini di Chiesa che hanno avuto attinenza con la santa; le vignette presenti (in totale 33) contengono didascalie in latino, italiano e spagnolo; il verso di ogni tavola è bianco.

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Impronta: a:ra tana reun dain (C) 1608 (A). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\PARE\067756; Capecelatro, I, 254. Esemplare: 260×195 mm; legatura in pelle rossa con fregi e stemma in oro su entrambi i piatti (scudo a strisce orizzontali, sormontato da corona; 268×200×18 mm); dorso a cinque nervi con fregi in oro titolato “VITA .S. CAT”. Illustrando le edizioni delle Vite figurate di santa Caterina succedutesi fra XVI e XVII secolo il Gigli annota come «Similmente nell’Anno 1608 in Roma appresso Filippo Tomasini fu impressa la Vita della Santa in 32 carte, ideate al sopraddetto pensiero del Vanni, e sotto le medesime leggonsi le spiegazioni in tre lingue, cioè, Latina, Toscana, e Spagnuola» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl., 1707, pp. XXX). In effetti questa edizione è notevole per la qualità delle incisioni, dovute a un artista di buon livello. Primo maestro di Jacques Callot, Philippe Thomassin (Troyes 1562-Roma 1622) fu un incisore francese arrivato nella capitale nel 1585 ed entrato subito nella bottega dell’editore Claude Duchet che sarebbe morto proprio nel corso di quell’anno, costringendolo a impiegarsi presso Antonio Tempesta. Nel 1588 lo ritroviamo in società con il cognato, il pittore Jean Turpin, incaricato della commercializzazione delle incisioni in gran parte di carattere religioso che venivano commissionate al Thomassin, dedito in quello scorcio di anni a incidere soggetti tratti da Federico Barocci, Antonio Tempesta e Francesco Vanni. Le undici tavole della Vita et miracula S. Catharinæ Senensis sono il frutto di un impegno incisorio che se lasciò molto spazio anche a produzione prettamente commerciale di carattere religioso lo vide anche protagonista di esperimenti interessanti come interpretazioni di iconografia tradizionale e riproposizioni di testimonianze dell’antiquaria romana. Nello stesso anno sarebbe apparsa anche un’edizione veneziana di una Vita figurata di Caterina (Vita miracolosa della serafica Santa Caterina da Siena. Composta dal B.P.F. Raimondo da Capua, già M. Generale dell’Ordine de’ Predicatori, suo confessore, In Venetia, presso Bernardo Giunti, Gio. Batt. Ciotti et compagni, 1608). Bibl.: E. Bruwaert, La vie et les oeuvres de Philippe Thomassin graveur troyen. 1562-1622…, Troyes, Sociètè academique de l’Aube, Sociètè pour l’étude de la graveur française, 1915; Ph. Thomassin, Antiquarum Statuarum Urbis Romæ Liber Primus (1610-1622), a cura di A. Gallottini, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1995; L. Bianchi, Caterina da Siena nei disegni di Francesco Vanni incisi da Pieter de Jode. Prefazione di Giuliana Cavallini, Roma, Centro nazionale di studi cateriniani, 1980, p. 13; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 47-48; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 10.

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13. Raimondo da Capua, Vita miracolosa della serafica Santa Caterina da Siena…, In Venetia, presso Bernardo Giunti, Gio. Batt. Ciotti et compagni, 1608. VITA || MIRACOLOSA || Della serafica || SANTA CATERINA || DA SIENA. || Composta dal B.P. || F. RAIMONDO DA CAPUA, || già M. Generale dell’Ordine de’ || Predicatori, suo Confessore. || IN VENETIA || Presso Bernardo Giunti. Gio Batt. Ciotti || et Compagni || M D C I I X. 4º [8], 249, [7] p. L’opera è calcografica. Il front. inciso da Francesco Valeggio contiene medaglioni raffiguranti uomini di Chiesa che hanno avuto attinenza con la santa; alla c. 4v è presente un ritratto della santa; alle pp. 6, 28, 50, 107, 127, 135, 190, 200, 216 sono presenti vignette calcografiche con episodi della vita della santa. Impronta: o-po lani n-o- limo (3) 1608 (R). Repertori: IT\ICCU\RMLE\005348. Esemplare: 200×145 mm; legatura in cartone (210×150×30); dorso a quattro nervi titolato “Raimondo || da Capua || Vita || di S. Caterina || da Siena”; sul front. rosso “RB” e timbro nero “Biblioteca Universitaria Pavia”. Alle cc. 2r-3r dedica a don Alessio Barozzi, eremita camaldolese, datata Venezia I maggio 1608; alle cc. A1r-A2r Proemio di frate Ambrosio Caterino de’ Politi da Siena.

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14. Marinelli, Lucrezia, De’ gesti heroici, e della vita merauigliosa della serafica S. Caterina da Siena…, Venezia, Barezzo Barezzi, 1624. DE’ GESTI HEROICI, || E della VITA Marauigliosa || DELLA SERAFICA || S· CATERINA DA SIENA, || DI LVCRETIA MARINELLA; || LIBRI SEI. || Ne’ quali, non senza stupore si legge, la Nascita, e pueritia di Caterina; l’Amore || reciproco trà l’Eterno Signore, & Essa; le Apparitioni Diuine; le Nozze || Celestiali; le Astinenze incredibili; le continue Flagellationi; || Le Orationi infuocate; l’ardente sua Carità; le Gratie, & Fauori conceduti à lei dal || Sommo Creatore; oltre tante, e tante altre, anzi infinite sue marauiglie, || ueri, & ammirabili essempi per apprendere le vie del Cielo, & || acquistare le dolcissime soauità del Diuino Amore. || Con una copiosissima Tauola delle cose più principali, e memorabili. || Alla Serenissima Arciduchessa d’Austria || MARIA MADDALENA, GRAN DVCHESSA DI TOSCANA. || [fregio xilografico] || IN VENETIA, Presso Barezzo Barezzi. M DC XXIV. || [linea tipografica] || Con Licenza de’ Superiori, e Priuilegi. 4°; [24], 330, [2] p. Alle cc. a2r-v dedica dell’autrice a Maria Maddalena Granduchessa di Toscana datata Venezia 20 febbraio 1624; alle cc. a3r-v presente introduzione al lettore dello stampatore. Segnatura dei fascicoli: a-c4 A-V4 Y-2S4 2T6. Marca: nel colophon, c. 2T6r; non controllata (serpente tra le fiamme che morde una mano uscente dalle nuvole, in cornice figurata; motto: “Si deus pro nobis quis contra nos”; 30×40 mm). Impronta: o-i- 97er leua seDi (3) 1624 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\RMLE\005350; Capecelatro, I, 256. Esemplare: 220×155 mm; legatura in pelle (228×155×25 mm); dorso a quattro nervi titolato con fregi in oro “MARINELLA S. CATERINA 1624”; sul front., in basso al centro, timbro con ex libris “Paolo Gnerucci Cortona”; ivi, iniziali mss. GM.; ivi, presente il n. “3”. Scrittrice molto prolifica, la veneziana Lucrezia Marinella (o Marinelli) è nota come autrice di un corposo trattato sulla superiorità del genere femminile, da inserire in quella querelles des femmes viva nei

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primi decenni del Seicento – La nobiltà et eccellenza delle donne, co’ difetti, e mancamenti de gli uomini (1600 e altre due edizioni nel 1601 e 1625) – ma si dedicò anche alla letteratura epica con L’Enrico ovvero il Bisanzio acquistato (1635), sulla quarta crociata, al dramma pastorale (Arcadia felice 1605), alla manualistica (Essortationi alle donne et a gli altri, se a loro saranno a grado, 1645) e all’agiografia, con La vita di Maria vergine, imperatrice dell’Universo, biografia della Vergine in ottava rima, una Vita del serafico e glorioso S. Francesco (1597), una Vita di Santa Giustina (1606) e, appunto, De’ gesti heroici e della vita meravigliosa della serafica Santa Caterina da Siena (1624), unica sua opera interamente in prosa. Caustico il giudizio del Gigli sull’opera: «… volendo, in ossequio d’una sì grande Eroina del suo sesso, provare il suo stile al paragone degli altri Scrittori, non seppe mai star di coppia con veruno di loro, tanto ella va di salti pelle forme più affettate de’ Romanzi, non senza dar di calcio all’Istoria, intrecciandovi, a suo capriccio, alcuna cosa, che dagli altri più autorevoli scrittori non si riceve» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl., 1707, pp. XXXII-XXXIII). Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 256; B.Croce, Donne letterate nel Seicento, in Nuovi saggi sulla letteratura del Seicento, Bari, Laterza, 1931, pp. 159-172; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 89, p. 86; A. Chemello, La donna, il modello, l’immaginario: Moderata Fonte e Lucrezia Marinella, in Nel cerchio della luna. Figure di donna in alcuni testi del XVI secolo, a cura di M. Zancan, Venezia, Marsilio, 1983, pp. 95-170; Id., Lucrezia Marinelli, in Le stanze ritrovate. Antologia di scrittrici venete dal Quattrocento al Novecento, a cura di A. Arslan, A. Chemello, G. Pizzamiglio, Venezia, Eidos, 1991, pp. 95-108; P. Malpezzi Price, Lucrezia Marinella (1571-1653), in Italian Women Writers. A Bio-Bibliographical Sourcebook, a cura di R. Russel, Westport, Conn.-London, 1994, pp. 234-242; Id., The rhetoric of eulogy in Lucrezia Marinella’s La nobiltà et l’eccellenza delle donne, in Women in Italian Renaissance. Culture and Society, a cura di L. Panizza, Oxford, European Humanities Research Centre, 2000, pp. 463-477; Lucrezia Marinella, The Nobility and Excellence of Women, and the Defects and Vices of Men, ed. and transl. by Anne Dunhill, introd. by Letizia Panizza, Chicago, 1999; Id., Arcadia felice. Introduzione e note di Françoise Lavocat, Firenze, Leo S. Olschki, 1998; C. Lesage, Femmes de lettres à Venise aux XVIe et XVIIe siècles: Moderata Fonte, Lucrezia Marinella, Arcangela Tarabotti, “Clio. Histoire, Femmes et Sociétés”, XIII (2001), pp. 135-144; N. Zorzi, Niceta Coniata fonte dell’Enrico, ovvero Bisanzio acquistato (1635) di Lucrezia Marinella, “Incontri triestini di filologia classica”, 4 (2004-2005), pp. 415-428; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 51-52; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 11.

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15. Frigerio, Paolo, Vita di S. Caterina da Siena…, Roma, Vitale Mascardi, 1656. VITA || DI S. CATERINA || DA SIENA, || Raccolta nuouamente dalle Opere della Santa, || e da ciò, che di lei scrissero i suoi || Confessori, & altri, || DA PAOLO FRIGERIO ROMANO, || Prete della Congregatione dell’Oratorio. || ALLA SANTITA’ DI NOSTRO SIG.RE || PAPA ALESSANDRO VII. || [vignetta calcografica] || IN ROMA, Appresso Vitale Mascardi, L’Anno MDCLVI. || [linea tipografica] || Con Licenza de’ Superiori, e Priuilegio. 4°; [8], 288, [12] p., [1] c. di tav.: ill. calcogr. Vignetta calcogr. sul front (82×70 mm); iniz. e fregi xilogr.; stemma calcogr. del dedicatario Alessandro VII a c. [croce]2r (95×102 mm); ritr. della santa inciso da Guillaume Vallet. Segnatura dei fascicoli: [croce]4 A-2N4 2O6. Impronta: mee- iona n-a, dege (3) 1656 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\PARE\067756. Esemplare: 225×165 mm; legatura in pergamena molle (227×165×30 mm); sul v. del piatto anteriore nota di possesso ms. “Di Gio Batt[ist]a Mattioli”; sul front. ex libris ms. “Del Monastero di S. Caterina”. Scritta secondo il Gigli «con molta diligenza, ed accuratezza», questa Vita di Caterina contiene anche degli Ammaestramenti e sentenze notabili tratti dalle opere della santa (libro III, cap. XVII) che furono ripubblicati dal Gigli nel tomo IV della sua edizione dell’opera cateriniana (pp. 377-380). Dedicata al papa senese Alessandro VII, l’opera di questo membro della Congregazione dell’Oratorio è stata riedita in traduzione francese nel corso dell’Ottocento (Vie de Sainte Catherinne de Sienne traduite de l’italien par M. Allibert chanoine de l’eglise primatiale, vicaire général du diocese de Lyon, etc. Nouvelle édition entièrement revue et corrigée, Lyon-Paris, Librairie catholique de Périsse frères, 1853). Il Frigerio è noto anche per una Vita di S. Tomaso d’Aquino. Nuouamente raccolta dal processo della sua canonizatione, dalle opere del santo, e da antichi manoscritti (In Roma, per Egidio Ghezzi, 1668). L’opera su santa Caterina si distingue anche per l’immagine della santa collocata dopo la dedicatoria, incisa da Guillaume Vallet (Parigi, 1632-1704), incisore francese molto attivo in Italia nel corso del secolo XVII e inserito nell’ambiente artistico romano. Un esemplare sciolto dell’immagine è conservato al Gabinetto nazionale delle stampe di Roma. Girolamo Gigli, pur lodando l’opera del Frigerio e ricordandone il successo, non rinuncia coloritamente a sottolineare la sua stretta dipendenza dal testo di Raimondo da Capua: «… per dire il vero,

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non è, che un estratto del molto più che in Raimondo si legge. Ed insomma è com’un’acqua trasportata dalla miniera, ch’è sempre men salutifera, se non è bevuta nella sua sorgente» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl., 1707, p. XXXIII). Bibl.: A. Capecelatro, Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo…, Vol. I, Napoli, Giovanni Pedone Lauriel, editore, 1856, p. 254; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIIIXVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 90, p. 86; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 52-53. Per l’immagine: L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 204-205.

16. Raimondo da Capua, La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, Siena, Luca Bonetti, 1707. LA VITA || DELLA SERAFICA || SPOSA DI GESU’ CRISTO || S. CATERINA || DA SIENA || Tradotta ora fedelmente dalla Leggenda Latina || che ne compilò il B. RAIMONDO da || Capua suo Confessore || PEL SIGNOR CANONICO || BERNARDINO PECCI || ACCADEMICO INTRONATO || Colla Giunta [sic] d’una Lettera del B. Stefano Maconi, || ed una di Ser Barduccio Canigiani, Discepoli, e || Segretarj della stessa SANTA. || [fregio tipografico] || ALL’ALTEZZA REALE || DI COSIMO III. || GRAN DUCA DI TOSCANA. || [linea tipografica] || In SIENA, appresso il Bonetti nella Stamp. Del Pubbl. || l’Anno MDCCVII. Con lic. de’ Super. 4°; [16], XLVI, [6], 513 [i.e. 493], [3] p., [2] c. di tav.: ill. Precede il front. vignetta calc. a piena pagina raffigurante la santa in alto al centro e i papi Gregorio XI, Urbano VI, Urbano VII e Pio II (173×125 mm); alle cc. A2r-A8v dedica dell’autore al Gran Duca di Toscana Cosimo III datata 19 Ottobre 1707; alle cc. *1r-*[2croce]7v introduzione al lettore dell’autore; alle cc. *[2croce]8r-??2v presente la tavola dei capitoli. Impronta: e’n- iun- e?ni vino (3) 1707 (R).

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Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\VIAE\009485; De Angelis, 83; Inghirami, pp. 162163; Moreni II, 457; Gamba, 95. Esemplare: 215×165 mm; esemplare privo dell’occhiello e di una seconda vignetta calcografica che precede il frontespizio; legatura in cartone rivestito di pergamena (220×170×42 mm); dorso titolato con nota ms. “Vita di S. Caterina da Siena”; assenti note di possesso. Primo volume delle opere di santa Caterina pubblicate da Girolamo Gigli, testimone di un interesse verso la figura della santa che, se va certamente inserito nell’atteggiamento rivendicativo-linguistico senese portato avanti con passione dall’erudito e di cui la massima espressione sarà il Vocabolario cateriniano, nasce all’interno di una devozione personale del curatore nei confronti di Caterina dai caratteri decisamente pronunciati. Il Gigli infatti era stato iscritto alla compagnia di Santa Caterina già fin dal 1674 e fra il 1680 e il 1686 vi aveva ricoperto varie cariche: maestro dei novizi, revisore delle «ragioni del Kamarlingo», deputato per le feste, fratello della carità con l’incarico di dispensare elemosine e beneficenze. Il 13 febbraio 1689 era stato designato come camarlingo della Compagnia e fra il 1692 e il 1693 aveva ricoperto per due volte la carica di secondo priore. Non casualmente alla morte dell’erudito e commediografo i confratelli della Compagnia il 26 gennaio 1722 lo avrebbero onorato con un funerale solenne, con catafalco, addobbo della chiesa, sei sonetti, una iscrizione latina e quattro epigrammi latini. Se già nel 1681 il Gigli aveva pubblicato un’opera sulla santa, una raccolta di cinquanta elogi delle sue azioni più rilevanti (Præstantiora quædam D. Catharinæ Senensis elogiis descripta, Senis, Apud Bonettos, 1681), il progetto di pubblicazione dell’intero corpus dell’opera cateriniana ha una lunga gestazione. Un manifesto di associazione, che indicava in 21 pavoli la sottoscrizione per tutta l’opera, era stato pubblicato già nel maggio 1702. Ma certo le risposte dovevano essere state deludenti se è vero che lo stesso manifesto di associazione sarebbe stato riproposto dal Gigli nel corso del 1705. Nel giugno 1706 comunque l’opera era già stampata quasi per intero. Gigli infatti chiedeva un prestito al Monte dei Paschi per portarne a termine la stampa. Pur concesso con qualche difficoltà, il prestito permise di completare l’edizione. Della commercializzazione si fecero carico varie persone, fra le quali negli archivi del Monte dei Paschi compaiono, fra gli altri, i nomi di Fabio Spannocchi, Giovanni Maria Petrucci, Bernardino Palmieri, Giuseppe Porrini. L’opera fu stampata da Giovanni Carlo Fantini, allora affittuario della senese Stamperia del Pubblico, e i librai che ne curarono la vendita furono Cristofano Livi, Giovanni Battista Succhielli e Onofrio Jacobilli. L’edizione avrebbe costituito un punto di riferimento per l’opera cateriniana per molti anni a venire ed entrerà a far parte integrante delle biografie cateriniane nel corso dell’Ottocento. Cfr. ad es. Vita di Santa Caterina da Siena serafica sposa di Gesù Cristo tradotta dalla leggenda latina… Pubblicata nell’edizione accuratissima di Girolamo Gigli, Tomo I-II, Milano, Tip. e Lib. Pirrotta e C., 1842.

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Bibl.: Fabricius, Bibliothecæ mediæ et infimæ latinitatis, t. VI, Patavii, ex typographia Seminarii: apud Joannem Manfrè, 1754, p. 43; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 77, p. 84; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 53-57 (per l’immagine in antiporta e tra le pp. 24-25, pp. 54-57); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 11. Per le immagini anche: L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 159, 162, 193-194.

17. Laderchi, Giacomo, S. Catharinæ virginis, et martyris acta…, Romæ, ex typographia Rocchi Bernabo, 1724. S. CATHARINÆ || VIRGINIS, ET MARTYRIS || ACTA, || A CENSURIS || Hodiernorum Pseudo-Criticorum || VINDICATA, || AB ODOACRE ILBACHIO || Ad Em.mum, ac Rev.mum Principem || D. JO. BAPTISTAM || S. R. E. || Tit. S. Mariae de Aracoeli Presbyterum || CARDINALEM BUSSIUM, || Episcopum Anconitanum. || Non frustra vulgo dici solet, Qui non zelat non amat. || D. Aug. Lib. contra Adimant. Cap. 13 to.VI. p. 79. || [fregio tipografico] || ROMÆ, || Ex Typographia Rocchi Bernabò, Anno MDCCXXIV. || SUPERIORUM PERMISSU. 4º; [16], 135, [1] p. Alle cc. a1r-a1v dedica dell’autore al cardinale Giovan Battista Bussi; alle cc. b1r-b4v introduzione al lettore. Segnatura del fascicolo: a-b4 A-R4. Impronta: a, & osse t.n- diro (3) 1724 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\RMSE\007974. Esemplare: 226×164 mm; legatura in pergamena su cartone (234×178×30 mm); dorso a 6 nervi titolato “Acta San Catha: V&M”. Sul front. in basso nota ms. “Ex libris Fr[atr]is Caroli Cornaccioli pro Biblio[the]ca Con[ven]tus Carm[elita]rum Mediolani”.

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18. D. Catharinæ Senensis… vita ac miracula selectiora…, Bassano, Remondini, [1755]. D. CATHARINÆ || SENENSIS || VIRGINIS SSMÆ || ORD. PRÆDICA || TORUM VITA || AC MIRACVLA || SELECTIORA || FORMIS ÆNEIS || EXPRESSA. || REVERMO D.NO IOANNI DE ROMANO || olim Diui Zenonis Rectori Amplissmo || et Monialium Pro Vicario || dignissimo dedicantur || Rermondinum Bassan. 8°; [34] c.: ill. L’opera è tutta calcografica; il front. contiene medaglioni raffiguranti uomini di Chiesa che hanno avuto attinenza con la santa; le vignette presenti (in totale 33, tutte di ca. 110×87 mm) contengono un breve commento in latino e italiano; il verso di ogni tavola è bianco. Segnatura dei fascicoli: A-C8 D10. Impronta: uris t.li s.de a:si (C) 1755 (R). Repertori: OPAC SBN IT/ICCU/LIGE/001319; Moreni, I, 381. Esemplare: 263×190 mm; legatura remondiniana in cartone (260×190×10 mm); assenti note di possesso. A metà del secolo XVIII l’impostazione grafica della Vita illustrata di Caterina iniziata dal Galle nel 1603 viene ancora riproposta con successo. Il frontespizio dell’edizione del Remondini ha ancora una volta, racchiusi in medaglioni, i ritratti degli otto personaggi legati in maniera stretta alla vicenda cateriniana. Seguono le 32 tavole incise da Cornelius Galle con scene della vita di Caterina e, infine, la tavola con la vera effigies della santa. Tutte le figure sono riportate su rame da uno sconosciuto incisore della tipografia Remondini di Bassano del Grappa. L’opera, costruita tavola per tavola sull’esemplare edito dal Galle, si segnala soprattutto a conferma del singolare interesse rivolto ormai da oltre un secolo alla biografia illustrata di Caterina, rappresentando l’ennesima ripetizione di un modulo evidentemente non ancora superato, sebbene ribadito con mediocre impegno incisorio. Uscita dalla tipografia Remondini, si conosce un’altra tiratura degli stessi rami, pubblicata senza data e dedicata al “Rever.mo loanni De Romano”. Bibl.: I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 60-61.

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19. Breve ristretto della vita della serafica vergine Santa Caterina da Siena…, Roma, Michelangelo Barbiellini, 1777. BREVE RISTRETTO || DELLA VITA || DELLA SERAFICA VERGINE || SANTA CATERINA || DA SIENA || DELL’ORDINE DE’ PREDICATORI || Dato in luce da un Religioso || del medesimo Ordine || Insieme colla pratica di divozione da || esercitarsi in cinque Mercoledì || IN ONORE DELLE SAGRE STIMMATE || DELLA STESSA SANTA. || Chi venererà una qualunque Immagine || della stessa santa Santa acquisterà 100. gior-||ni d’Indulgenza così concessa in per-||petuo dalla S.M. di PP. Benedetto || XIII. con Rescritto delli 3. Luglio || 1728. || [fregio tipografico] || IN ROMA MDCCLXXVII. || Appresso Michelangelo Barbiellini || alla Minerva. || [fregio tipografico] || Con Licenza de’ Superiori. 8°; 45 [i.e. 95], [1] p., [1] c. di tav.: ritr. Precede il front. il ritratto calcografico della santa (102×70 mm); alle c. A2r-A3r presente dedica dell’autore a papa Pio VI. Impronta: e-i- meli i-ba cela (3) 1777 (R). Repertori: OPAC SBN IT/ICCU/RMLE/005359. L’opera, attribuita a Domenico Maria Pologna, converso domenicano, presenta un ritratto della santa, ma è interessante soprattutto per i suoi riferimenti alle stigmate cateriniane. Le stigmate secondo l’agiografia furono ricevute da Caterina durante un’estasi nel 1375 a Pisa in forma non visibile. Questo particolare avrebbe condotto a una lunga disputa fra Domenicani e Francescani. Questi ultimi sostenevano che soltanto a san Francesco era stato concesso l’attributo della passione di Cristo, che in ogni caso non poteva essere stato impresso su una donna. Sisto IV nel 1472 vietò di predicare le stigmate della santa e di dipingerne l’immagine con i segni delle stigmate. Sisto IV ordinò la cancellazione delle immagini di Caterina con le stigmate e solo dietro le insistenze dei Domenicani concesse che non fossero distrutte ma che non fossero esposte al pubblico. Alessandro VI permise le immagini a patto che le stigmate non si dipingessero di rosso ma dorate, a significare il dolore, solo interno, patito dalla santa nell’atto di riceverle. La questione sarebbe stata risolta da Urbano VIII nel febbraio 1630 riconoscendo alla santa l’attributo delle stigmate. Bibl.: I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, p. 62.

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Le opere

Le lettere Il complesso dell’epistolario cateriniano costituisce un’opera che oggi la storiografia letteraria ha inserito stabilmente fra i classici della tradizione italiana per il suo valore di testo di lingua. La prosa di Caterina infatti è un modello inimitabile di scrittura, con un «vigore di lingua indiscutibile – come è stato affermato – poiché non riprende la tradizione latina né altre tradizioni di lingua letteraria medioevale: il periodo è rapido e possiede un ritmo costante, scandito dalla frequenza di interrogazioni, esclamazioni o esortazioni». Ma non ci si può limitare agli aspetti linguistico-letterari: c’è da considerare anche un carattere specifico della vergine di Fontebranda, santa che «camminava in cielo, sulla terra». Nelle lettere di Caterina la mistica infatti si intreccia alla storia e alla politica. Si tratta di scritture che vogliono intervenire attivamente nella realtà umana e sociale, con l’obiettivo di modificarla. La vicenda tipografica delle lettere cateriniane inizia con un incunabolo bolognese del 1492 (Epistole utile e divote de la beata e seraphica vergine Sancta Catherina da Siena del santo ordine de la penitentia de miser Sancto Domenico…, Impresse ne la nobil cita de Bologna per mi Zohanne lacomo di Fontanesi nel anno de la Christiana gratia MCCCCLXXXXII. a di XVIII de aprile), maturato nel contesto del grande convento di San Domenico di quella città, ma trova di fatto il suo autentico momento fondativo nell’edizione di Aldo Manuzio del settembre 1500, destinata a divenire il punto di riferimento dell’epistolario della santa per oltre due secoli. Questo non solo da un punto di vista quantitativo (solo 31 lettere nell’edizione bolognese e 353 in quella manuziana) ma anche perché l’accurata organizzazione dell’epistolario nell’Aldina impronterà tutte le successive edizioni fino al parziale rinnovamento operato da Girolamo Gigli nella pubblicazione delle opere cateriniane con le due edizioni delle lettere del 1713 e del 1721 e, se vogliamo, anche con quello messo in atto da Niccolò Tommaseo nel corso dell’Ottocento. Le edizioni più recenti, pur continuando a scontare le difficoltà insite nell’esatta individuazione delle date di stesura di molte lettere, contemplano 381 missive della santa.

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In mostra la prestigiosa e storica edizione manuziana del settembre 1500, con la celebre xilografia della santa, più volte ripresa nel corso del secolo XVI, che reca per la prima volta segni del carattere corsivo aldino e si pone nella successione delle edizioni manuziane come la prima testimonianza del volgare, prima delle note stampe di Petrarca e di Dante. A seguire due edizioni veneziane – quella del Toresano del 1548 e quella di Domenico Farri del 1584, filiazioni dirette, non solo per l’identità dell’ambito geografico, dell’edizione manuziana – e i due volumi dell’epistolario cateriniano all’interno della pubblicazione complessiva delle opere della santa da parte di Girolamo Gigli nei primi decenni del Settecento. Due volumi caratterizzati dall’essere stati pubblicati in successione cronologica inversa: il secondo a Siena nel 1713 e il primo invece a Lucca otto anni più tardi. A concludere il percorso espositivo di questa sezione, l’edizione fiorentina in quattro volumi curata da Niccolò Tommaseo alle soglie dell’Unità. Rimaneggiamento dell’edizione Gigli, quest’ultima, se pure presenta delle novità sostanziali nella successione delle lettere della santa, rivela nell’ordito e nei commenti quello spiccato interesse linguistico e letterario che ha portato a considerare ormai da molto tempo l’opera della santa uno dei classici della letteratura italiana.

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20. Caterina da Siena, santa, Epistole devotissime de Sancta Catharina da Siena…, Venezia, Aldo Manuzio, 1500. EPISTOLE DEVOTISSIME DE || SANCTA CATHARI-||NA DA SIENA. || Sappia ciascuno nele cui mani uerranno queste Epistole: che essendo state || adunate insemi con grandissima diligentia & faticha per spatio di circa uinti || anni per il Venerabile seruo di Dio frate Bartholomeo da Alzano da Berga-||mo del ordine de la obseruantia de li frati Predicatori: & essendo stampate di-||ligentissimamente: & con grande spesa: e stato impetrato da la Illu. || .S. de Venetia che in lochi & terre di quella da mo a deci an-||ni a niuno altro sia licito restamparle o uendere o fa-||re uendere stampate Sotto pena como || in lo priuilegio impe-||trato se con-||tene. [Colophon, c. 2F8r:] Stampato in la Inclita Cita de Venetia in Casa De Aldo Manutio || Romano a di XV. Septembrio. M.ccccc. 2°; [10], ccccxiiii [i.e 411], [1] c.: ill. A c. *1v presente la dedica di Aldo Manuzio al cardinale Francesco Piccolomini; alle cc. *8r-*10r presente la tavola delle epistole presenti nell’opera; a c. *10v presente xilografia a piena pagina della santa (Essling 1230; Sander 1821). Impronta: e:on uior meo- reuo (3) 1500 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\RMSE\053175; IGI 2587; Istc ic00281000; BMC V 562; GW 6232; De Angelis, 84; Gamba, 93-94; Zambrini, 325; Hain, 4688; Proctor, 5575; Sander, I, 326, 1821; Pellechet, 3388. Esemplare: Biblioteca del Seminario di Pavia. Esemplare cartaceo, con copertina in cartone rivestita di pergamena, fortemente danneggiata da strappo sul dorso. Macchioline sparse. Sul dorso: Epistolæ S. Catherinæ de Senis (manoscritto). Sul piatto anteriore una somma di due numeri a matita. Misure: mm 210×320 (213×322×80). Sul verso del piatto anteriore: Dono del Prof.e Sironi alla Bibl.ca del Seminario Ves.le di Pavia. 1871. Sul

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frontespizio probabile titolazione manoscritta coperta da pennellatura che cancella. Si intravede una E iniziale. Nell’ultima pagina, a fronte del colophon, nota a pié di pagina: Hec epistolle s. catherine sunt conventus sancti Dominici de Laude. Numerose postille latine (cc ii v, iii r e v, iiii r e v, v r e v, v r, lxv v, lxvi r e v, lxvii r e v, lxviii r, lxix v, lxx r, lxxii r e v, lxxiii r, lxxv v, lxxvi r). La c. ccxix r e v è manoscritta ad imitazione della stampa Anticipata dall’edizione bolognese del 1492 del Fontanesi, la prestigiosa edizione manuziana dell’epistolario cateriniano è introdotta da una lettera dedicatoria di Aldo al cardinale Francesco Piccolomini (nipote di Pio II e futuro Pio III) e comprende anche alcuni testi legati alla figura e all’opera di Caterina: la deposizione di Stefano Maconi al “Processo castellano” e la Laude in onore di santa Caterina di Nastagio da Montalcino. L’edizione contempla 368 lettere, in parte tratte dalla raccolta caffariniana, integrate con codici maconiani e pagliaresiani e con una grande raccolta messa a disposizione di Aldo da Margherita Uglheimer, badessa di un non identificato monastero veneziano. La Uglheimer era la vedova del bibliofilo Pietro, già socio ed esecutore testamentario dello Jenson e anche socio di quell’Andrea Torresani che sarà in società con Aldo Manuzio. L’edizione arriverà alla fine di un percorso lungo qualche anno, visto che già nel 1495 si ha notizia di due tentativi di stampa dell’epistolario cateriniano: uno di Girolamo Biondo e l’altro di frate Alberto da Venezia. Le lettere (368 secondo l’errata numerazione progressiva dell’edizione) furono divise da Manuzio a seconda dei destinatari, ecclesiastici o laici. Un criterio che sarebbe stato seguito ancora agli inizi del Settecento da Girolamo Gigli. Il tentativo invece di applicare un ordine cronologico all’epistolario cateriniano dovrà attendere l’edizione curata da Niccolò Tommaseo dopo la metà dell’Ottocento. Pur nell’ambito di una volonterosa sistematizzazione del materiale epistolare della santa, l’edizione presenta, secondo il Dupré Theseider, dei limiti sostanziali: l’evidente errore nella numerazione delle lettere, una serie di refusi tipografici, alcune lezioni alterate, l’assenza di criteri uniformi per la grafia. Il Gamba (Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura dal secolo XIV al XIX… Quarta edizione, Venezia, co’ tipi del gondoliere, 1839, p. 93) non si esime dal mettere in discussione la validità dell’intera edizione: «Se vogliasi avere considerazione alla eleganza de’ caratteri, alla bellezza della forma e alla nitidezza della stampa, è questo libro uno de’ più bei monumenti della perizia del vecchio Aldo; ma se vogliasi valutare la importanza del testo, ben poca stima può farsene» (ivi, p. 94). In realtà il bibliografo riprendeva il giudizio del Gigli che sottolineava come «Fino all’anno 1500, cioè 120 anni dopo la morte di S. Caterina, fu desiderata la pubblicazione di dette sue Lettere, ed allora fu che Aldo Manuzio le pose alla luce in Venezia, a conforto e direzione di fra Bartolomeo da Bergamo domenicano, e dopo lui […] il Farri in Venezia, pure negli anni 1579 (e 1584), ed altri di poi. Ma per quanta accettazione abbiano

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trovata l’uno e gli altri testi, tanto presso gli scrittori che presso i divoti ed i professori in fine della più polita toscana favella, non si può negare che Aldo Manuzio (il Torresano), il Farri, e tutti gli altri che ai loro esemplari si sono attenuti, non abbiano mancato notabilmente nell’ordine, e nell’avvertimento; e quello che peggio fu, debbono l’uno e l’altro riprendersi come alteratori del testo della Santa, così nella sua pura locuzione, che nella sentenza» (La vita della serafica sposa di Gesù Cristo S. Caterina da Siena…, In Siena, appresso il Bonetti nella Stamp. del Pubbl., 1707, p. XXI). Le parole nel libro e nel cuore della xilografia segnano la prima comparsa nella stampa tipografica del carattere corsivo, disegnato da Francesco Griffo. Bibl.: A.A. Renouard, Annales de l’imprimerie des Aldes, t. I, Paris, 18252, pp. 55-56; L.S. Olschki, Choix des livres anciens rare et curieux. IV: Livres à figures des Xve e XVIe siècles, Florence, 1914, p. 1745, n. 4291; R. Fawtier, Sainte Catherine de Sienne. Essai de critique des sources. Sources hagiographiques…, I, Paris, Ancienne Librairie Fontemoing et C.ie; E. de Boccard, editeur, 1921, pp. 57-61; E. Dupré Theseider, Introduzione, in Epistolario di Santa Caterina da Siena, I, Roma, Tipografia del Senato, 1940, pp. LXV-LXX (Parte prima. I materiali dell’edizione. III. Le edizioni a stampa); M.H. Laurent, Aldo Manuzio l’ancien editeur de sainte Catherine de Sienne (1500), “Traditio”, 6 (1948), pp. 361-363; M. Zancan, Lettere di Caterina da Siena, in Letteratura italiana. Le opere, vol. I, Dalle origini al Cinquecento, Torino, Einaudi, 1992, pp. 600-603; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena, in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 135-153; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 65-68 (immagine, pp. 67-68); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 13. Per l’immagine anche: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 52, pp. 78-79, n. 2; Aldo Manuzio editore. Dediche, prefazioni, note ai testi. Introduzione di Carlo Dionisotti; testo latino con traduzione e note a cura di Giovanni Orlandi, Milano, Il Polifilo, stampa 1975, pp. XXXVIII-XXXIX; L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 172-173.

21. Caterina da Siena, santa, Epistole et orationi…, Venezia, Federico Toresano, 1548. EPISTOLE I ET ORATIONI DEL-||LA SERAPHICA VERGINE I I SANTA CATHARINA DA SIENA: || Nelle quali manifestamente si dechiara || l’ardentissimo amore dell’eter-

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no padre verso l’humana generatio-||ne, & il grandissimo frutto || del pretioso sangue del || Signor nostro le || su Christo… In Vinetia appresso Federico Toresano. M. D. XLVIII. 40; [8], 305, [1] c.: 1 ritr. Cornice xilog. al front. con siglatura FT alla marca tipografica del Torresano. Immagine di 5. Caterina a c. [8v]. Impronta: roon a-a- dehe papl (3) 1548 (R) fei. Repertori: Edit16 CNC 10271; De Angelis, 84; Zambrini, 327. Esemplare: Legatura in pergamena coeva. Nel foglio di guardia notazione ms.: “Symb. Gaudent Nobilitate Coelestia”. Nel v. nota di possesso: “Di me Antonio Feri”. Il volume contiene alla c. 8v (mm 166×109) un ritratto di santa Caterina in piedi, mentre due angeli sostengono tre corone sulla sua testa. La santa tiene nella mano destra il Crocifisso, un giglio, una palma, e un libro sul quale è scritto”jesu dolce jesu amore”, nella sinistra il cuore sul quale appare la scritta “jesu” e un nastro con la scritta “cor mundum crea in me Deus”. In un cartiglio posto sopra il cuore la scritta “Dulce signum charitatis / Dum amator castitais / Cor mutat in Virgine” e in basso l’intestazione “SANCTA CATHARINA DE SENIS”. In alto, fuori riquadro, la scritta “Transit ad sponsum tribus exornata coronis”. Si tratta della riproduzione del prototipo pubblicato dal Manuzio nel 1500, che, dopo quasi mezzo secolo, evidenzia ancora il multiforme significato simbolico che ne aveva decretato la fortuna e favorito numerose riedizioni a stampa. L’esemplare del Torresano offre, tuttavia, una copia un po’ meno raffinata del modello originale, perdendone la suggestiva e lineare eleganza di sapore tardogotico anche per l’accentuato uso dell’ombreggiatura che rende più sfumati i contorni del disegno. Pure le scritte risultano meno chiare e scompare il corsivo dalle pagine del libro tenuto nella destra della santa. Bibl.: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 53, p. 79; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena, in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 153-154; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 69-70; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 13. Per l’immagine anche: L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, pp. 176-177.

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22. Caterina da Siena, santa, Lettere devotissime della beata ver. S. Caterina da Siena…, Venezia, nella contrada di santa Maria formosa, al segno della Speranza, 1562. LETTERE || DEVOTISSIME DELLA || BEATA VERGINE SANTA || CATERINA DA SIENA, || NVUOVAMENTE CON TVTTA || LA DILIGENTIA CHE SI HA || POTUTO RISTAMPATE. || [marca tipografica] || in venetia, Nella contrada di Santa || Maria formosa, al segno della Spe-||ranza. M D LXII. [6], 373, [1] [4], 373, [1] c.; 4°. Il testo è distribuito su due colonne; alle cc. A2r-v è riprodotta la dedica di Aldo Manuzio a Francesco Piccolomini presente nell’edizione aldina del 1500; alle cc. A3r-A4r presente la tavola delle lettere; alla c. A5v xilografia con cornice figurata rappresentante la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli, nella cornice scritta: “VENI SANCTE SPIRITUS REPLE TUORUM CORDA FIDELIVM”. Marca: sul frontespizio; V482 (Speranza: donna rivolta verso il sole circondata da bauli, casse ed altri oggetti; motto: “In queste vanità ch’ognun desia, || Non poner tua speranza, || ma sicuro scorg’il camin ch’al sommo ben t’invia”; 41×32 mm). Impronta: nea, er,& a-n- giua (3) 1562 (R). Repertori: Edit16 CNCE 10272; OPAC SBN IT\ICCU\BVEE\020747. Esemplare: 200×145 mm; legatura rigida in cartone, dorso in pelle (200×152×50); sul dorso scritta “LETTERE || DI S. CATERI-|| DA SIENA”; nella controguardia, codice di coll. M.N. VIII.C.1 e altri codici a matita; nel frontespizio, scritta a inchiostro !questo libro è di sor clara maria! e, più in basso a inchiostro più scuro “f. 114 lett.ra per i tribolati”; a c 373v numer d’inv 141211.

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23. Caterina da Siena, santa, Lettere devotissime della beata verg. S. Caterina da Siena…, Venezia, Domenico Farri, 1584. [fregio xilografico] || LETTERE || DEVOTISSIME || DELLA BEATA VERG· || S. CATERINA DA SIENA. || NVUOVAMENTE CON TVTTA || la diligentia che si ha potuto ristampate. || [marca tipografica] || IN VENETIA, || [linea tipografica] || Appresso Domenico Farri. MDLXXXIIII. 4°; [4], 377 [i.e. 373], [1] c.; carattere corsivo e romano; iniziali e fregi xilogr. Il testo è distribuito su due colonne; alle cc. A2r-v è riprodotta la dedica di Aldo Manuzio a Francesco Piccolomini presente nell’edizione aldina del 1500; alle cc. A3r-A4r presente la tavola delle lettere. Marca: sul frontespizio; V440 (tronco da cui germogliano ramoscelli, in cornice figurata; motto: “Simili frondescet virga metallo”; 48×55 mm). Impronta: ento er, & i-la susa (C) 1584 (R). Repertori: Edit16 CNCE 10275; OPAC SBN IT\ICCU\RMLE\005259; De Angelis, 84. Esemplare: 200×150 mm; legatura rigida, pergamena su cartone, sovracopertina incollata in carta decorata; sul dorso scritta “S. || Cattarina || da || Siena || Lettere.”; nella controguardia, etichetta “BIBLIOTECA NAZIONALE || DI PAVIA. || M.N. VIII. C.2.”; sul frontespizio, scritta a inchiostro “Domus Mediolan.” e “Profe ssa S. Fidelis. Cat. Inpre.”; c377v numero inv. 141210. Un’ulteriore edizione veneziana delle lettere della santa. Su questa, come sulle altre, l’impronta dell’edizione manuziana del settembre 1500 è ancora ben visibile e decisiva, come lo sarà anche per le edizioni del secolo successivo. Basti pensare che in Francia a metà del Seicento comparirà un’edizione dell’epistolario cateriniano (Les epistres…, Paris, Chez Sebastien Huré, 1644) dove verrà tradotta in francese dal domenicano Louis Chardon e ripubblicata anche la dedica di Aldo a Francesco Piccolomini premessa alla sua edizione delle lettere della santa. Il testo di questa edizione è distribuito su due colonne. Bibl.: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo, Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 55, p. 79; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena,

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in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, p. 154; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, p. 71; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 14.

24. Caterina da Siena, santa, L’epistole della serafica vergine S. Caterina da Siena…, Lucca, Leonardo Venturini, 1721. L’EPISTOLE || DELLA SERAFICA VERGINE || S. CATERINA || DA SIENA || SCRITTE DA LEI A PONTEFICI, CARDINALI, || PRELATI, ED ALTRE PERSONE EC||CLESIASTICHE, || Tratte fedelmente da’ suoi migliori Esemplari, e pur-||gate dagli errori dell’altre Impressioni || Colle Annotazioni || DEL PADRE || FEDERIGO BURLAMACCHI || DELLA COMPAGNIA DI GESÙ: || [fregio xilografico] || IN LUCCA MDCCXXI. || [linea tipografica] || Per Leonardo Venturini || CON LICENZA DE’ SUPERIORI. 4°; [2], 1044 p., [1] c. di tav.: ill. Alle cc. 6M4r-6O1v presente l’indice delle epistole contenute. Impronta: n-m- n-p- l’i- [Qdi (3) 1721 (R). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\UBOE\121524; Gamba, 95-96; Inghirami, p. 163. Esemplare: 205×165 mm; legatura in cartone (210×168×60 mm); dorso con tassello rosso titolato “S. CATTER. SIEN. EPISTOL.”; sul v. del piatto anteriore antica segnatura ms. “A XIII 6”; sul r. della c. di guardia anteriore timbro “Istituto Velloresi MONZA”. Considerata da più parti una ristampa dell’edizione senese del Quinza 1713, in realtà questa edizione presenta varianti e lezioni diverse. Ne parla a lungo il Gamba (Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura dal secolo XIV al XIX… Quarta edizione, Venezia, co’ tipi del gondoliere, 1839, pp. 95-96), riportando per esteso una lettera di Alessandro Pompeo Berti a Caterino Zeno, del 21 settembre 1723, dove viene fatta la storia dell’edizione: «La stampa delle Lettere di S. Caterina da Siena fatta dal Venturini passò per le mie mani, ed io ne corressi i fogli, onde l’ediz. sua è diversa da quella di Siena, non la stessa. Il Gigli mandava ogni foglio che si tirava dal torchio di Siena, e il Venturini lo poneva sotto il suo torchio; ed è ciò tanto vero, ch’io conservo anche que’ fogli stessi

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che uscirono dal torchio del Venturini in Lucca dopo la mia correzione conforme la stampa fattane in Siena. Di tale assertiva potete anche trarre argomento dalle Lettere del Gigli che trasmessi in vostra mano, poiché in una, mi ricordo, che mi ringraziò della briga ch’io m’era presa della correzione della correzione della stampa, ed in altra, mi ricordo, che m’avvisò di lasciar correre tutti i senesismi, cioè parole di dialetto senese che trovava nelle Lettere di Santa Caterina, con le annotazioni del p. Burlamacchi lucchese. Onde non so chi abbia fatto dire a’ Signori Giornalisti essere una impostura, anzi una congerie di più imposture, e che l’edizione di Lucca è la stessa stessissima con quella di Siena, e solo il Venturini avervi aggiunto il frontispizio e la Prefazione». Bibl.: R. Fawtier, Sainte Catherine de Sienne. Essai de critique des sources. Sources hagiographiques…, I, Paris, Ancienne Librairie Fontemoing et C.ie; E. de Boccard, editeur, 1921, pp. 61-64; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena, in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 155-159; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 74-77 (per le immagini allegate al volume, pp. 7677); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 14.

25. Caterina da Siena, santa, L’epistole della serafica vergine S. Caterina da Siena…, Siena, Francesco Quinza, 1713. L’EPISTOLE || DELLA SERAFICA VERGINE || S. CATERINA || DA SIENA || SCRITTE DA LEI A RE, REGINE, REPUBBLICHE, || PRINCIPI, E DIVERSE PERSONE SECOLARI || Tratte fedelmente da’ suoi migliori Esemplari, – e purgate dagli errori dell’altre || impressioni || Colla giunta di altre uentitre Lettere non più || stampate, e colle Annotazioni || DEL PADRE || FEDERIGO BURLAMACCHI || DELLA COMPAGNIA DI GESÙ || Parte seconda || [fregio tipografico] || ALL’EMINENTISS. E REVERENDISS. PRINCIPE || IL SIGNOR CARDINALE || GIO. BATTISTA || TOLOMEI || [fregio tipografico] || [linea tipografica] || In SIENA, nella Stamperia di Francesco Quinza, 1713. || Con licenza de’ Superiori.

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4°; [20], 831, [1] p., [1] c. di tav.: ill; precede il front. l’occhiello. Impronta: hei- E,i, ,&on cath (3) 1713 (A). Repertori: OPAC SBN IT\ICCU\VIAE\009491; Gamba, 95; De Angelis, 84; Inghirami, p. 163. Esemplare: 210×160 mm; legatura non coeva in cartone marmorizzato (215×160×48 mm); dorso titolato su cartiglio a stampa “OPERE DI S. CATERINA TOM. 3”; ivi, altro cartiglio recita “Epistole”; assenti note di possesso. Secondo volume delle opere di santa Caterina curate dal Gigli contenente l’epistolario. Si basa sull’edizione aldina ma fa ricorso anche ad alcuni manoscritti. Il contratto fra Girolamo Gigli e il tipografo lucchese operante a Siena Francesco Quinza era stato stipulato 14 ottobre 1713 per la stampa dell’«originale del primo tomo delle Lettere della Santa, colle annotazioni del gesuita Federigo Burlamacchi, approvate dai superiori», pubblicato da Narciso Mengozzi nella sua opera sulla storia del Monte dei Paschi. Il Gamba (Serie dei testi di lingua e di altre opere importanti nella italiana letteratura dal secolo XIV al XIX… Quarta edizione, Venezia, co’ tipi del gondoliere, 1839, p 95) riporta dalle Osservazioni all’Aminta difeso dal Fontanini (Venezia, Coleti, 1730, p. 259n) un giudizio di un anonimo fiorentino: «È da dubitare che nella stampa di Girolamo Gigli vi siano molti errori, cagionati forse perché il Gigli non si è servito d’intelligenti copisti. Certamente di queste Lettere della Santa io ne tengo un tomo, che potrebbono correggere la edizione gigliesca». Bibl.: Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 57, p. 79; R. Fawtier, Sainte Catherine de Sienne. Essai de critique des sources. Sources hagiographiques…, I, Paris, Ancienne Librairie Fontemoing et C.ie; E. de Boccard, editeur, 1921, pp. 61-64; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena, in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 155-159; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 78-79 (per l’immagine in antiporta, p. 79); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 14.

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26. Caterina da Siena, santa, Le lettere di S. Caterina da Siena…, Firenze, G. Barbera, 1860. VOL I [Frontespizio] LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA || RIDOTTE A MIGLIOR LEZIONE E IN ORDINE NUOVO DISPOSTE || CON PROEMIO E NOTE || DI || NICCOLÒ TOMMASEO. || [linea tipografica] || QUATTRO VOLUMI. - VOL. I || [marchio tipografico] || FIRENZE, || G. BARBÈRA, EDITORE. [linea tipografica] || 1860. 8°; CCX [i.e. CCVIII], [2], 272, p. Marca: nel frontespizio, rosa con ape, contornata dal motto: “Non bramo altr’esca”. Repertori: IT\ICCU\PUV\0425990. Esemplare: 192×134 mm; legatura rigida, cartone e stoffa, con dorso in stoffa; sul dorso, scritta “S. CATERINA || LETTERE || I”; nella controguardia, etichetta con codice di coll. “Biblioteca univeritaria, Corradi 95 E 24”; nel risguardo, a matita, codice di coll “CORR. 95 E 24” e più sotto timbro “Legatoria Aurora Pavia”; occhietto a p. 1, “LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA”; nell’occhietto, nel frontespizio e a p. 5, timbro “Biblioteca Universitaria Pavia”; a p. 272 numero d’inv. 495065 e, più sotto, scritta in inchiostro illeggibile. VOL II LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA || RIDOTTE A MIGLIOR LEZIONE E IN ORDINE NUOVO DISPOSTE || CON PROEMIO E NOTE || DI || NICCOLÒ TOMMASEO. || [linea tipografica] || QUATTRO VOLUMI. - VOL. II || [marchio tipografico] || FIRENZE, || G. BARBÈRA, EDITORE. [linea tipografica] || 1860. 8; [4], 484, [2] p. Marca: nel frontespizio, rosa con ape, contornata dal motto: “Non bramo altr’esca”. Repertori: IT\ICCU\PUV\0425991.

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Esemplare: 192×134 mm; legatura rigida, cartone e stoffa, con dorso in stoffa; sul dorso, scritta “S. CATERINA || LETTERE || II”; nella controguardia, etichetta con codice di coll. “Biblioteca univeritaria, Corradi 95 E 24”; nel risguardo, timbro “Legatoria Aurora Pavia”; pp. [1-4] sono, rispettivamente, il piatto superiore della legatura originale (carta), che riproduce il frontespizio di p. 1, ma incorniciato, e una carta bianca; a p. [4], a inchiostro, codice di coll. “95. E. 24”; occhietto a p. 1, “LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA”; nell’occhietto, nel frontespizio e a p. 5, timbro “Biblioteca Universitaria Pavia”; a p. 484 numero d’inv. 495066; p. [486] riporta, incollato, il piatto inferiore della legatura originale, con il catalogo dei libri della “Collezione diamante”. VOL III [Frontespizio] LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA || RIDOTTE A MIGLIOR LEZIONE E IN ORDINE NUOVO DISPOSTE || CON PROEMIO E NOTE || DI || NICCOLÒ TOMMASEO. || [linea tipografica] || QUATTRO VOLUMI. - VOL. III || [marchio tipografico] || FIRENZE, || G. BARBÈRA, EDITORE. [linea tipografica] || 1860. 8°; [4], 491 [i.e. 487] [+1 ultimo verso non num], [4] p. Dopo p. 484, la numerazione prosegue con 489, 490, 491 (segni di aggiunta di fogli tra pp. 484 e 489). Marca: nel frontespizio, rosa con ape, contornata dal motto: “Non bramo altr’esca”. Repertori: IT\ICCU\PUV\0425992. Esemplare: 192×134 mm; legatura rigida, cartone e stoffa, con dorso in stoffa; sul dorso, scritta “S. CATERINA || LETTERE || III”; nella controguardia, etichetta con codice di coll. “Biblioteca univeritaria, Corradi 95 E 24”; nel risguardo, timbro “Legatoria Aurora Pavia”; pp. [1-4] sono, rispettivamente, il piatto superiore della legatura originale (carta), che riproduce il frontespizio di p. 1, ma incorniciato, e una carta bianca (le due pagine sono parzialmente incollate tra loro); a p. [4], a inchiostro, codice di coll. “95. E. 24”; occhietto a p. 1, “LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA”; nell’occhietto, nel frontespizio e a p. 5, timbro “Biblioteca Universitaria Pavia”; a p. 491 numero d’inv.

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495066; per tutto l’indice (pp. 482-491) numerosi segni a matita; p. [496] è il piatto inferiore della legatura originale, con il catalogo dei libri della “Collezione diamante”. VOL IV LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA || RIDOTTE A MIGLIOR LEZIONE E IN ORDINE NUOVO DISPOSTE || CON PROEMIO E NOTE || DI || NICCOLÒ TOMMASEO. || [linea tipografica] || QUATTRO VOLUMI. - VOL. IV || [marchio tipografico] || FIRENZE, || G. BARBÈRA, EDITORE. [linea tipografica] || 1860. 8°; [4], 306 [i.e. 506], [4] p. Marca: nel frontespizio, rosa con ape, contornata dal motto: “Non bramo altr’esca”. Repertori: IT\ICCU\PUV\0425993. Esemplare: 13,4×19,2; legatura rigida, cartone e stoffa, con dorso in stoffa; sul dorso, scritta “S. CATERINA || LETTERE || I”; nella controguardia, etichetta con codice di coll. “Biblioteca univeritaria, Corradi 95 E 24”; nel risguardo, timbro “Legatoria Aurora Pavia”; pp. [1-4] sono, rispettivamente, il piatto superiore della legatura originale (carta), che riproduce il frontespizio di p. 1, ma incorniciato, e una carta bianca (le due carte sono parzialmente incollate tra loro); a p. [4], a inchiostro, codice di coll. “95. E. 24”; occhietto a p. 1, “LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA”; nell’occhietto, nel frontespizio e a p. 5, timbro “Biblioteca Universitaria Pavia”; a p. 306 numero d’inv. 495068; p. [509] è il piatto inferiore della legatura originale, riportante la pubblicità del “Vocabolario di parole e modi errati della lingua che sono comunemente in uso”. Secondo il Fawtier l’edizione fiorentina curata dal Tommaseo, a parte un nuovo ordine nella successione delle lettere della santa (peraltro a volte discutibile) si caratterizza per l’aggiunta da parte del curatore di riflessioni personali «qui n’ont rien à voir avec le texte et dont la seule excuse, si ce peut en être une, est la situation politique de l’Italie à l’epoque où il travaillait» (R. Fawtier, Sainte Catherine de Sienne. Essai de critique des sources. II, Leo oeuvres de Saint Catherine de Sienne…, Paris, E. De Boccard, Editeur, 1930, p. 64). L’edizione del Tommaseo è stata ristampata in seguito anche a Siena. Cfr. Le lettere di S. Caterina… con note di N. Tommaseo, a cura di P. Misciattelli, 6 voll., Siena, Giuntini-Bentivoglio, 1913-1923.

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Un’edizione delle lettere cateriniane era stata progettata agli inizi del Novecento dall’editore Laterza, che aveva incaricato Matilde Fiorilli di curare l’apparato critico. Purtroppo la morte della curatrice avrebbe interrotto sul nascere l’iniziativa e sarebbe stata pubblicata in seguito solo una parte dell’introduzione alla quale la Fiorilli stava lavorando. Cfr. L’epistolario di S. Caterina da Siena. Introduzione all’edizione critica, in Miscellanea dominicana in memoriam VII anni sæcularis ab obitu Sancti Patris Dominici (1221-1921), Romæ, apud Bibliopolam Franciscum Ferrari, 1923, pp. 196-205. Bibl.: R. Fawtier, Sainte Catherine de Sienne. Essai de critique des sources. II, Leo oeuvres de Saint Catherine de Sienne…, Paris, E. De Boccard, Editeur, 1930; E. Dupré Theseider, Introduzione, in Epistolario di Santa Caterina da Siena, I, Roma, Tipografia del Senato, 1940, pp. LXV-LXX (Parte prima. I materiali dell’edizione. III. Le edizioni a stampa); M. Zancan, Lettere di Caterina da Siena, in Letteratura italiana. Le opere, vol. I, Dalle origini al Cinquecento, Torino, Einaudi, 1992, pp. 600-603; M. Zaggia, Varia fortuna editoriale delle lettere di Caterina da Siena, in Dire l’ineffabile. Caterina da Siena e il linguaggio della mistica. Atti del convegno (Siena, 13-14 novembre 2003), a cura di C. Leonardi e P. Trifone, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006.

27. Caterina da Siena, santa, Lettere di S. Caterina da Siena..., Siena, Libreria Editrice Giuntini Bentivoglio & C.o, 1913-1922. LE LETTERE || DI || S. CATERINA DA SIENA || RIDOTTE A MIGLIOR LEZIONE E IN ORDINE NUOVO DISPOSTE || CON NOTE || DI || NICCOLÒ TOMMASEO || A CURA || DI || PIERO MISCIATTELLI [LINEA TIPOGRAFICA] || VOLUME I. [- VI.] || [LINEA TIPOGRAFICA] || TERZA EDIZIONE || [marca tipografica] || SIENA, || LIBRERIA EDITRICE || GIUNTINI BENTIVOGLIO & C.O || 1913 [- 1922]. 8°; 6 voll. Repertori: IT\ICCU\MUS\0044207. Esemplare: VOL. I. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina || Epistolario, in quella inferiore VOL. I. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul primo foglio di guardia nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso timbro e, a

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penna, INV.492. Numerose tavole illustrate, non numerate. Il volume inizia con Indice e sommari // delle // lettere di S. Caterina // secondo l’ordine alfabetico // delle persone. Tale sezione è preceduta da una NOTA siglata P.M. (Pietro Misciattelli), inizia con una pagina numerata 217 e si conclude alla pagina 307. A questo punto si trova il vero e proprio frontespizio, ancora con firma di possesso Angelini e la numerazione riprende con la biobibliografia della santa (pp. VII-XLVI) e con le Lettere (p. [1]). Diverse sottolineature a matita, in rosso, in blu, rare postille. VOL. II. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina|| Epistolario, in quella inferiore VOL. II. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul primo foglio di guardia nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso timbro e, a penna, INV.493. Numerose tavole illustrate, non numerate. Sul frontespizio, altra firma di possesso Angelini. Diverse sottolineature a matita, in rosso, in blu, rare postille. VOL. III. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina || Epistolario, in quella inferiore VOL. III. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul primo foglio di guardia nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso timbro e, a penna, INV.494. Numerose tavole illustrate, non numerate. Diverse postille e sottolineature di mano di Cesare Angelini. VOL. IV. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina|| Epistolario, in quella inferiore VOL. IV. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul primo foglio di guardia nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso timbro e, a penna, INV.495. Numerose tavole illustrate, non numerate. Rare sottolineature. VOL. V. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina || Epistolario, in quella inferiore VOL. V. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul primo foglio di guardia nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso

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timbro e, a penna, INV.496. Numerose tavole illustrate, non numerate. Rare sottolineature. VOL. VI. mm 200×12,8; legatura rigida, cartone e pelle; dorso a quattro nervature inciso; filettature in oro formano due fascette: in quella superiore S. Caterina || Epistolario, in quella inferiore VOL. VI. Nella controguardia, in alto a sinistra, etichetta della Legatoria Artigianelli di Pavia, sul frontespizio nota di possesso Angelini e timbro Biblioteca Collegio S. Caterina da Siena – Pavia. Sull’ultimo foglio di guardia stesso timbro e, a penna, INV.497. Numerose tavole illustrate, non numerate. Rarissimi segni di nota. Il corpus dell’opera combina alcuni volumi dell’edizione Siena, Libreria editrice Giuntini Bentivoglio, 1913-1921, e delle varie edizioni che si succedettero negli stessi anni: Prima edizione (vol. VI); Terza edizione (vol. I, II); Quarta edizione (vol. V); Quinta edizione (vol. III, IV). I volumi furono pubblicati in questo ordine: Vol. 1: 1918. – XLVI, 334 p., [7] c. di tav. Vol. 2: 1913. – 383 p., [6] c. di tav. Vol. 3: 1913. – 384 p., [4] c. di tav. Vol. 4: 1913. – 387 p., [4] c. di tav. Vol. 5: 1913. – 366 p., [3] c. di tav. Vol. 6: Le lettere di santa Caterina da Siena e di alcuni suoi discepoli. – 1921. – XIII, 307 p., [5] c. di tav. – Contiene: Indice e sommari delle lettere di santa Caterina secondo l’ordine alfabetico delle persone, p. 217-307. Sono stati descritti i singoli esemplari.

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Il Dialogo Il Dialogo – definito da Caterina anche come Il Libro o Il Trattato – costituisce il principale testo spirituale della santa. Viene considerato come uno dei capolavori della letteratura mistica medievale e ha attirato le attenzioni dei tipografi già quasi agli inizi della stampa in Italia. Le prime due edizioni dell’opera di Caterina risalgono infatti al 1472 e al 1478, con stampe rispettivamente di Bologna e di Napoli (Werner Raptor, con altre emissioni della stessa edizione sotto i nomi dei soci Bernardo di Dacia, Konrad Bonebach e Francesco di Dino). Va ricordato che – secondo la tradizione agiografica – santa Caterina, illetterata, entrava in estasi e dettava il Dialogo ai discepoli Balduccio Canigiani, Stefano Maconi e Neri di Landoccio. Una sorta di “cancelleria mistica” che trascriveva il pensiero e le parole della santa. Oltre a quanto contenuto nella Legenda maior di Raimondo da Capua, molti dettagli sulla dettatura dei testi che andranno poi a formare il Dialogo, stesi fra il 1377 e il 1378, ci sono noti attraverso la testimonianza di un seguace della santa, il notaio senese Cristofano di Gano Guidini, che in seguito ne fece anche una traduzione latina. Una parte della scrittura, sotto dettatura della stessa Caterina, si deve certamente – secondo la sua stessa testimonianza al “Processo castellano” – a uno dei discepoli più noti della santa, Stefano Maconi, che, una volta vestito l’abito di certosino, divenne priore della Certosa di Pavia. Questi provvide anche a tradurre il testo in latino. Operazione a cui si dedicò anche lo stesso Raimondo da Capua, come testimoniato da una delle opere in mostra: la stampa latina fatta in Brescia da Bernardino de Misintis nel 1496. Molte sono le varianti nel titolo di questa opera: Libro, Dialogo, Trattato della divina provvidenza, Libro della divina rivelazione, Rivelazioni, Libro o Dialogo della divina dottrina, ma più spesso Dialogo della divina provvidenza. Dopo la princeps del 1472 dovuta allo stampatore Azzoguidi (Hain 4689; Copinger, II, 2, p. 253; Pellechet 3389, Proctor 6521, Reichling, f. IV, p. 177), e pur in presenza di copie manoscritte successive a quella data, il testo fino al 1496 venne ristampato altre sette volte. Undici sono invece le edizioni cinquecentine e ben ventidue le edizioni fra il 1472 e il 1611.

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Va notato che il Dialogo cateriniano si è configurato ben presto come un vero e proprio best seller della letteratura religiosa europea. Dopo la princeps del 1472 e le altre edizioni quattrocentine in Italia fu tradotto per le monache di Syon Abbey in Inghilterra e pubblicato nel 1519 a Londra da Wynkyn de Worde col titolo Orcherd of Syon, dopo che l’opera cateriniana era già stata tradotta in spagnolo nel 1512. La prima traduzione in francese del Dialogo è del 1580. In mostra, fra l’altro, l’edizione bresciana del Misinta del 1496, princeps della traduzione latina di Stefano Maconi, alcune rare edizioni veneziane del Cinquecento: quelle di Cesare Arrivabene (1517), di Melchiorre Sessa (1540, solo dodici esemplari in Italia secondo Edit16), l’importante edizione di Domenico Farri (1579) e quella di Giacomo Cornetti (1589). A seguire l’edizione del Dialogo da parte di Girolamo Gigli, quarto volume delle opere della santa. L’edizione Farri si distingue dalle altre perché introduce, rispetto ai manoscritti e alle edizioni precedenti, una divisione arbitraria dell’opera in Trattati che di fatto impronterà le edizioni successive per un lungo arco di tempo, ma minandone di fatto l’unitarietà. Un’impostazione editoriale che non discende dalla principale fonte manoscritta dell’opera (il ms. T II 9 della Biblioteca Comunale di Siena, diviso in 167 capitoli), che sarà ripresa dall’edizione Cornetti, ad esempio, e da quella ancora veneziana del Sarsina del 1611 (Dialogo della serafica vergine, et sposa di Christo S. Catherina da Siena. Diuiso in quattro trattati. Nel quale profondissimamente si tratta della Prouidenza di Dio. Et vn breue Compendio della sua vita, & canonizatione, sotto il pontificato di papa Pio II. Et nel fine se narra il suo felice Transito, In Venetia: presso Giacomo Sarzina, 1611). Lo stesso Gigli la riprodurrà, aggiungendo ai quattro Trattati stabiliti dal Farri anche un quinto, vale a dire il Dialogo della consumata perfezione o Dialogus brevis, opera di incerta attribuzione e comunque altra cosa dal Dialogo.

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28. Caterina da Siena, santa, Dialogus seraphice ac dive Catharine de Senis…, Brixiæ, per Bernardinum de Misintis, 1496. Dialogus seraphice ac dive Catharine de Senis cum nonnullis aliis Orationibus. Impressus ac emendatus in alma civitate Brixie: per Bernardinum de Misintis de Papia, die quintodecimo mensis Aprilis 1496. 8°; [192] c. Dati relativi alla pubblicazione dal colophon a c. &7v. Impronta: o-:& ala. sei- fide (C) 1496 (R) fei IT-SI0046. Repertori: BMC VII 990; IGI 2595; ISTC n. ic00285000; De Angelis, 85; Hain, 4693; Pellechet, 3392; Igi, 2595; Laurent, 355-357. Esemplare: 154×105 mm; legatura in mezza pergamena (155×106×30 mm); dorso titolato “Catharinæ Senensi Opera”; esemplare mutilo delle cc. 1 e 192; sulla carta di guardia anteriore note manoscritte relative alla descrizione dell’esemplare; a c. 2r presente timbro a inchiostro nero “BIBLIOTECA DELLA I.R. UNIVERSITÀ DI PAVIA”. Si tratta della princeps della traduzione latina dell’opera da parte di Stefano Maconi, anche se viene dichiarato che è la traduzione redatta da Raimondo da Capua. Preceduta da un’epistola dedicatoria del bresciano Marco Civile a Paolo Sanchez d’Aragona, contiene la deposizione del Maconi al Processo Castellano (Epistola de vita sanctæ Catharinæ), la bolla di canonizzazione di santa Caterina da parte di Pio II (Epistola in vitam et canonisationem sanctæ Catharinæ), alcuni versi dello stesso pontefice in onore della santa (Versus in laudem sanctæ Catharinæ) e un altro poema forse dello stesso (Versus de sancta Catharina), infine un Epitaphium sanctæ Catharinæ e una Memoria cotidiana sanctæ Catharinæ. Di Marco Civile, letterato bresciano morto nel 1514, si conoscono a stampa dei Versi morali… Del disprecio dela presente vita & studio dela futura (Brixiæ, per Io. Ant. Brixianum, 1511) e un Tesoro spirituale (Thesauro spiritual del deuoto nobile v. Marco Ciuil bressano qual passo di questa vita l’anno M.D.XIIII, Venetiis, per Ioannem Antonium & fratres de Sabio, 1528).

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Bernardino Misinta, pavese, stampatore e libraio a Brescia, Cremona e Verona collaborò anche nella sua attività con Cesare da Parma e con Luca Antonio Fiorentino e Girolamo da Arcole. Ancora attivo nel 1509, con lo pseudonimo “Leonardus de Arigis” e il falso luogo di edizione “Florentiæ” alla fine del Quattrocento aveva stampato le opere del Poliziano, aggirando la privativa detenuta da Aldo Manuzio (Opera, Florentiæ… opera et impensa Leonardi de Arigis de Gesoriaco, die decimo augusti MID). Bibl.: I. Cozzando, Libraria bresciana prima, e seconda parte nouamente aperta dal m.r.p. maestro Leo­ nardo Cozzando servita bresciano, Brescia, Giovanni Maria Rizzardi, 1694, pp. 166-167; Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912, pp. 439-440; Caterina da Siena, Dialogo della divina provvidenza, a cura di I. Taurisano, Roma, F. Ferrari, 1947, pp. XXVIIIXXIX; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 61, p. 80; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 84-85; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 16.

29. Caterina da Siena, santa, Dialogo de la seraphica vergine Sancta Catharina da Siena…, Venezia, Cesare Arrivabene, 1517. Dialogo d[e] la seraphica || uergine sancta catharina da siena: el qual profondissi-||mame[n] te tracta de la diuina prouide[n]tia: de quasi tuti [sic] li peccati mortali & de molte altre stupe[n]de: & maraue-||gliose cose: como in el suo repertorio lucidamente ap-||par. Insieme co[n] la sua uita: & canonizatio[n]e: & alcuni || notabeli capitoli composti in sua gloria: & laude. No-||uamente reuisto: & con summa diligentia castigato. || [vignetta xilografica] [Colophon, c. 2F4r:] Finisse qui li dialogi de la uirgine seraphica sancta || Catharina da siena: suor del terzo ordine de penite[n]tia || del glorioso s[an]cto Dominico: i[l] q[ua]l tracta p[ro]fondissimame[n]-||te de la diui[n]a p[ro]uidentia: & de molte altre stupende co-||se: como in el libro appar. Nouame[n]te accurate reuisto: || & con summa dilige[n] tia impresso in Venetia per Cesaro || arrivabeno uenitiano. Ne gli anni de la natiuita del no-||stro signore. M.D.XVII. A di quatro nouembrio.

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8°; [32], CLXVII [i.e. 213], [15] c.: ill. Sul front. presente vignetta xilogr. della santa (79×77 mm); alle carte [croce]v-2[croce]7v presente la tavola del repertorio dei dialoghi; alle cc. 2Er-2F3r presente lode in onore della santa. Marca: nel colophon, c. 2F4r; Z248 (cerchio con croce doppia e iniziali A. G.; 63×38 mm). Impronta: edi. e.ry e:i: Dede (C) 1517 (R). Repertori: Edit16 CNCE 10267; OPAC SBN IT\ICCU\BVEE\018298; De Angelis, 85. Esemplare: 148×105 mm; legatura in pergamena molle (146×105×35 mm); dorso titolato “Dialogo di Santa Caterina da Siena”; sul front. e a c. A2r presente timbro rosso a secco: “ANTONIANUM COLL. UNIV.”; ivi (in testa) e a c. [croce]2r presente n. d’inventario “10610”. La prima edizione cinquecentina del Dialogo cateriniano è quella del 1504 di Lazzaro de Soardi (Dialogo dela seraphica virgine sancta Catherina da Siena dela diuina prouidentia. Con la sua canonizatione et alcuni altri tractati deuoti composti in sua laude, Impresso in Venetia, per Lazaro di Soardi, a di X febraro 1504), ma nel corso del secolo, come è possibile vedere anche in mostra, si sarebbero succedute varie edizioni dell’opera, soprattutto veneziane, e anche degli estratti e delle edizioni parziali, come nel caso dei Fioreti utilissimi extracti dal diuoto Dyalogo vulgare de la seraphica sposa di Christo sancta Catharina da Siena (In Ferrara, per Laurentio de Rubei, 1511), o anche Della perfettione cristiana. Operetta breue. Di Santa Caterina da Siena (Impresso nella inclita e magnifica citta di Siena, per Benedetto di Domenico Trombone e Francesco di Simione Bindi, il di primo di aprile 1545). Tutte edizioni che riprendono l’impostazione dell’opera in capitoli, in conformità col manoscritto originale conservato a Siena. Solo con l’edizione Farri del 1579 – come già evidenziato – si giungerà ad una nuova scansione dell’opera in Trattati. Probabilmente parente di Giorgio Arrivabene, il tipografo di questa edizione ne utilizzò la marca con le iniziali cambiate e fu attivo fra il 1517 e il 1528. Alla sua bottega si deve anche la stampa, nel 1518, di un’edizione della Fiammetta del Boccaccio. Bibl.: Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912, p. 440; L.S. Olschki, Choix des livres anciens rare et curieux. IV: Livres à figures des Xve e XVIe siècles, Florence, 1914, p. 1747; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 62, p. 80; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 87-89 (per l’immagine, p. 88); Caterina. Libri, immagini,

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reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 16. Per l’immagine anche: F. Iacometti, Manoscritti ed edizioni della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, in Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 62; L. Bianchi - D. Giunta, Iconografia di S. Caterina da Siena. 1. L’immagine, Roma, Città nuova, 1988, p. 174.

30. Caterina da Siena, santa, Dialogo de la seraphica vergine Sancta Catharina da Siena…, Venezia, Melchiorre Sessa, 1540. Dialogo de la seraphica ver-||gine sancta Catharina da Siena: el qual profondissima||mente tratta de la diuina prouide[n]tia: de quasi tutti || li peccati mortali & de molte altre stupende: & || marauigliose cose, como in el suo reperto-||rio lucidame[n]te appar. Insieme co[n] la || sua vita & canonizatione & al-||cuni || notabili capitoli co[m]-||posti in sua gloria: & || laude. Noua-||mente reuisto: & con summa diligentia castigato. || [fregio tipografico] || [vignetta xilografica]. [Colophon, c. 2E8r:] Finisse qui li dialogi de la virgine seraphica sancta Ca-||tharina da Siena: suor del terzo ordine de penite[n]tia del || glorioso sancto Dominico: il qual tratta p[ro]fondissimame[n]-||te de la diui[n]a prouidentia: & de molte altre stupende || cose como in el libro appar. Nouame[n]te accurate reuisto: || & con summa diligentia impresso in Venetia per Mar-||chio Sessa. Negli anni de la natiuita del nostro signore. || M. D. XXXX. Adi. Xxix. Aprile. Regnante lo inclito || Principe Messer Pietro Lando. 8°; [32], 224 c. Sul front. presente xilogr. raffigurante la santa (88×78 mm); il vol. contiene anche scritti di Barduccio Canigiani, Anastasio da Monte Alcino, Neri Pagliaresi e papa Pio II. Marca: nel colophon, c. 2E8r; Z597 (gatto con topo in bocca in cerchio sormontato da corona; ai lati le iniziali M.S.; 41×38 mm). Impronta: dei. i.ry e-,& ioor (3) 1540 (R).

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Repertori: Edit16 CNCE 10268; OPAC SBN IT\ICCU\RMLE\005283; De Angelis, 85. Esemplare: 150×105 mm; legatura in cartone rivestito di pergamena (158×105×33 mm); dorso a tre nervi titolato “S. Caterina Da Siena. Della divina Providenza”; in testa al front. nota di possesso ms. “Ex dono D. Augustini Salinerij T. C.” Si tratta di una delle molte edizioni veneziane del Dialogo, segno della diffusione del testo, ma anche della supremazia della città lagunare in campo tipografico nella prima metà del Cinquecento. Va segnalata a Siena un’edizione del Dialogo solo verso la metà del secolo: Della perfettione cristiana operetta breve Di Santa Caterina da Siena novamente ritrovata, Impresso nella inclita e magnifica citta di Siena, per Benedetto di Domenico Trombone e Francesco di Simione Bindi, il di primo di aprile, l’anno dell’incarnazione del Signore 1545. Un’edizione, questa in mostra, che presenta sul frontespizio una significativa anche se ingenua raffigurazione del miracolo delle stigmate ricevute da santa Caterina a Pisa, durante un’estasi in una chiesa sul Lungarno. Episodio quest’ultimo che si prestò ad una lunga controversia, ricca anche di corposi interventi bibliografici. Le stigmate cateriniane infatti erano in forma non visibile. Questa carateristica avrebbe condotto a una lunga disputa fra Domenicani e Francescani: questi ultimi sostenevano che soltanto a san Francesco era stato concesso questo attributo che certo non poteva essere stato impresso su una donna. Sisto IV nel 1472 vietò di predicare le stigmate della santa e di dipingerne l’immagine con questo attributo e ordinò la cancellazione delle immagini di Caterina con le stigmate. Solo dietro le insistenze dei Domenicani concesse che non fossero distrutte ma con la condizione che non fossero esposte al pubblico. Papa Alessandro VI permise le immagini a patto che le stigmate non si dipingessero di rosso ma dorate, a significare il dolore, solo interno, patito dalla santa nell’atto di riceverle. La questione sarebbe stata risolta da Urbano VIII nel febbraio 1630 riconoscendo alla santa l’attributo delle stigmate. A distanza di qualche anno dalla pubblicazione dell’opera l’editore veneziano Melchiorre Sessa avrebbe editato anche un Dialogo de la seraphica vergine santa Catharina da Siena: el qual profondissimamente tratta de la diuina prouidentia: de quasi tutti de li peccati mortali & de molte altre stupende, & merauigliose cose: come in el suo repertorio lucidamente appar. Insiemecon la sua uita & canonizatione & alcuni notabili capitoli composti in sua gloria, & laude. Nouamente reuisto, & con summa diligentia castigato (In Venetia, per Pietro de Nicolini da Sabio, ad instantia de Marchio Sessa, 1547). Bibl.: Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912, p. 440; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 89-90.

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31. Caterina da Siena, santa, Dialogo de la seraphica vergine Sancta Catharina da Siena…, Venezia, Melchiorre Sessa, 1547. Dialogo de la se||raphica vergine sancta Ca-||tharina da Siena: el qual profondissimamente || tratta de la diuina prouidentia: de quasi || tutti li peccati mortali & de molte || altre stupende, & marauiglio-||se cose, como in el suo re-||pertorio lucidamen-||te appar. || Insieme con la sua vita & canonizatio-||ne & alcuni notabili capitoli co[m]-||posti in sua gloria, & laude. || Nouamente reuisto, & || con summa diligen-||tia castigato. || [marca tipografica]. [Colophon, c. 293r:] Finisse qui li dialogi de la vergine seraphica sancta Ca-||tharina da Siena: suor del terzo ordine de penitentia del || glorioso sancto dominico: il qual tratta profondissimamen-||te de la diuina prouidentia: & de molte altre stupende || cose como in el libro appar. Nouamente accurate re-||uisto: & con summa dilige[n]tia impresso in Vene-||tia per Pietro de Nicolini da Sabio ad instan-||tia del Marchio Sessa. Negli anni de || la natiuita del nostro Signore. || M.D.XXXXVII. 8°; 293 [i.e. 251], [1] c. Marca: nel frontespizio, c. 1r, gatto con un topo in bocca (50×51 mm); e nel colophon, c. [252]v. Impronta: i.o. i.la n-e: pisc (7) 1547 (R). Repertori: Edit16 CNCE 10270; OPAC SBN IT\ICCU\CFIE\001854. Esemplare: 157×110; legatura semirigida, carta ricoperta in pergamena, resti di lacci di chiusura in pelle: dorso a 5 nervi con scritta illeggibile; nella controguardia, codice di coll. m.n. XXII.C.7; nel frontespizio, timbro rosso “RB”, in basso, n. di inv. 141205. Si tratta di un’ulteriore edizione del Dialogo per i tipi di Melchiorre Sessa (vd. scheda 30) priva però sul frontespizio della raffigurazione delle stimmate della santa.

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32. Caterina da Siena, santa, Dialogo de la seraphica vergine, et sposa di Christo S. Catherina da Siena…, Venezia, Domenico Farri, 1579. DIALOGO || DELLA SERAFICA || VERGINE, ET SPOSA || DI CHRISTO, S. CATHERINA || DA SIENA. || DIVISO IN QVATTRO TRATTATI. || Nel quale profondissimamente si tratta della || Prouidenza di DIO. || Et vn breue compendio della sua uita, & canoni-||zatione, sotto il Pontificato di Papa Pio II. || Et nel fine si narra il suo felice Transito. || [marca tipografica] || IN VENETIA, || [linea tipografica] || Appresso Domenico Farri. M D LXXIX. 8°; [32], 652, [4] p.; cors.; rom.; fregi e iniziali xil. Alle cc. a2r-a4v presente prefazione a cura di Onofrio Farri, con dedica a Isabetta Soranzo datata Venezia 23 ottobre 1578; a c. a5r presente l’indice dei trattati; alle cc. a5v-2b5v presente la tavola con l’indice dei capitoli; l’opera contiene anche scritti di Barduccio Canigiani, Papa Pio II, Anastasio da Monte Alcino, Raniero de’ Pagliaresi. Marca: sul frontespizio; Z855 (Monogramma I.H.S. in ostia radiante, con ai lati due angeli oranti; 28×59 mm). Impronta: hiie 958. o-a, ilce (3) 1579 (R). Repertori: Edit16 CNCE 10273; OPAC SBN IT\ICCU\BVEE\017794. Esemplare: 143×95 mm; legatura in cartone rivestito di pergamena (151×100×40 mm); la legatura presenta traccia di restauro nell’angolo destro del piatto anteriore; taglio scurito; dorso titolato con fregi in oro “DIALOGO DI S. CATH. DA SIENA”; sul front. nota di possesso ms. “di Bolietti”. Lo stampatore Domenico Farri si era già dedicato alla pubblicazione delle opere di Caterina editando il volgarizzamento del Politi della Legenda maior del beato Raimondo (Vita di santa Caterina da Siena. Composta in latino dal b. p.f. Raimondo da Capua… Et tradotta in lingua vulgare, dal r.p. frate Ambrosio Catherino da Siena…, In Venetia, appresso Domenico Farri, 1571 e 1578) e avrebbe proseguito con l’edizione dell’epistolario (Lettere devotissime della beata verg. S. Caterina da Siena…, Venezia, Domenico Farri, 1584). Nel mezzo questa edizione del Dialogo che avrebbe improntato per molto tempo tutta la struttura editoriale del testo cateriniano.

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Bibl.: Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912, pp. 440-441; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 64, p. 81; G. Cavallini, Introduzione a Caterina da Siena, Il Dialogo, a cura di G. Cavallini, Siena, Edizioni Cantagalli 1995, pp. XIII-XV; Id., Fortuna e disavventure del «Dialogo» di S. Caterina da Siena, in Con l’occhio e col lume. Atti del Corso seminariale di studi su S. Caterina da Siena (25 settembre-7 ottobre 1995), a cura di L. Trenti, Siena, Cantagalli, 1999, pp. 104-105; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, p. 90; Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 16.

33. Caterina da Siena, santa, Dialogo della seraphica vergine, et sposa di Christo S. Catherina da Siena…, Venezia, Giacomo Cornetti, 1589. DIALOGO || DELLA SERAFICA || VERGINE, ET SPOSA || DI CHRISTO S. CATHERINA || DA SIENA. || DIVISO IN QUATTRO TRATTATI. || Nel quale profondissimamente si tratta della || Prouidenza di DIO. || Et un breue Compendio della sua vita, & Canoni || zatione, sotto il Pontificato di Papa Pio II. || Et nel fine se narra il suo felice Transito. || In Venetia, Appresso Giacomo Cornetti. 1589. 8°; [30], 652, [1] p. Impronta: hio, 5.18 roa, ilce (3) 1589 (A). Marca: sul frontespizio; Z1010 (Rosa gambuta e fogliata in cornice figurata con motto “Dabo omnibus gratum odorem”; 35×45 mm). Esemplare: 150×95 mm; legatura semirigida, pergamena su carta (158×96×36); dorso a quattro nervi, con scritta “S. Caterina || DA || Siena || 96”; nella controguardia codice coll. M.N. XIII. D.21; c. [653] n. inv. 141204. Repertori: Edit16 CNCE 10276; OPAC SBN IT\ICCU\RMLE\005281.

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Preceduta da un Epistola prohemiale con dedica a Isabella e Beatrice Sforza, il volume rappresenta la riproposizione con aggiornamenti dell’edizione precedente. Infatti la dedicatoria generale dell’opera “Alla clarissima signora Isabetta Soranzo. Relitta del Clariss. Sig. Giouanni Vendramino” è firmata da Onofrio Farri, datata da Venezia 13 ottobre 1578, quindi precedente all’edizione 1579. Secondo l’indice seguono i quattro trattati nei quali è divisa l’opera: Trattato della Discrettione, Trattato dell’Oratione, Trattato della Diuina Prouidentia e Trattato della Obedientia. In realtà l’opera contiene anche una Lettera di Barduccio Canigiani relativa al transito della santa, una composizione in latino in onore di santa Caterina di Pio II Piccolomini, un Capitolo di Anastasio da Montalcino e un altro di Ranieri Pagliaresi, discepolo della santa. Conclude un’altra laude dello stesso Pagliaresi in lode di Caterina. Il Cornetti fu attivo a Venezia fra il 1584 e il 1592. Bibl.: Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912, p. 441; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIII-XVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo, Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 65 p. 81; G. Cavallini, Fortuna e disavventure del «Dialogo» di S. Caterina da Siena, in Con l’occhio e col lume. Atti del Corso seminariale di studi su S. Caterina da Siena (25 settembre-7 ottobre 1995), a cura di L. Trenti, Siena, Cantagalli, 1999, pp. 104-105.

34. Caterina da Siena , Dialogo della serafica vergine, et sposa di Christo S. Catherina da Siena, Venezia, Giacomo Sarzina , 1611. [Frontespizio in cornice ornata] DIALOGO || DELLA SERAFICA || VERGINE, ET SPOSA || DI CHRISTO S. CATHERINA || DA SIENA. || Diuiso in quattro Trattati. || Nel quale profondissimamente si tratta della || Prouidenza di Dio. || Et vn breue Compendio della sua vita, & Cano-||nizatione, sotto il Pontificato di Papa Pio II. || Et nel fine se narra il suo felice Transito. || Di nuouo con somma diligenza corretto || & ristampato. || CON LICENZA DE’ SVPERIORI. || [Marca] || IN VENETIA, MDCXI. || [Linea tipografica] | Presso Giacomo Sarzina. || 8° ; [32], 652, [4] p. ; segn.: a8 2b8 A-2S8 : ill. Carte b8 e 2S7-2S8: bianche; errori nella numerazione delle pagine; carattere romano e corsivo; iniziali ornate, una abitata, testatine e fregi; c. c5r: testatina con motto in cornice ornata “Al nome di Giesu Christo Crocifisso, & di Maria dolce, e del Clor. Patriarca Dom.”.

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Cc. 2Q8r-2R4r: Transito, di Barduccio Canigiani. Da c. 2R4v: laudi a santa Caterina, composte rispettivamente da papa Pio II, Anastasio da Monte Altino e Neri Pagliaresi da Siena. C. a4v: vignetta xilografica in cornice ornata. Esemplare: (146×95 mm) Legatura in piena pergamena rigida, dorso su due nervi con titolo manoscritto abbreviato. In calce al frontespizio: nota manoscritta di possesso “Libro di Mons.r Brizio Vescovo d’Alba dato alli P. P. Capucini di Brà”. Mutilo della c. b8, bianca. Impronta: mao- 05a. o-a, ilce (3) 1611 (R). Repertori: OPAC SBN, IT\ICCU\RMLE\005288. Il vescovo Paolo Brizio (m. 1665), di nobile famiglia astigiana stabilitasi a Bra, appartenente all’ordine dei frati Minori Osservanti in cui aveva rivestito alcune importanti cariche, fu nominato vescovo di Alba il 28 dicembre 1645 da papa Urbano VIII. Al suo insediamento si occupò del riassetto della curia a lui affidata, anche rintracciandone e riordinandone la documentazione. Tenne quattro Sinodi e pubblicò alcune opere. Tra di esse sono da menzionare il Seraphicæ Subalpina D. Thomæ provinciæ monumenta regio subalpinorum Principi sacra, edito a Torino nel 1647 e il Dei progressi della Chiesa occidentale per sedici secoli (cfr.: Giovanni Olivero, Memorie storiche della città e marchesato di Ceva, Ceva, Garrone Teonesto 1858).

35. Caterina da Siena, santa, Il dialogo della Serafica Santa Caterina da Siena composto in volgare dalla medesima…, Siena, Stamperia del Pubblico, 1707. IL DIALOGO || DELLA SERAFICA || SANTA CATERINA || DA SIENA || Composto in volgare dalla medesima, || Essendo Lei, mentre dettava ai suoi Scrittori, rapita in || singolare eccesso, ed astrazione di mente || DIVISO IN QUATTRO TRATTATI… Tomo Quarto… IN SIENA, nella Stamperia del Pubblico l’anno 1707. Con licenza de’ Superiori. [20], XXXX, 392, [52] p., [1] c. di tav.: antip. calcogr. Impronta: hee, i-so a.in Inre (3) 1707 (A). Repertori: IT\ICCU\RMLE\005311; Gamba, 96; De Angelis, 84-85; Inghirami, 163.

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L’edizione del Libro curata da Girolamo Gigli – quarto volume delle opere della santa – ha costituito certamente per molto tempo la lezione di riferimento per l’opera, rilevante soprattutto per le abbondanti notizie raccolte intorno alla santa e alla sua “cancelleria mistica” incaricata di trascrivere il testo nel corso delle sue estasi, ma anche perché condotta sul codice che lo stesso Gigli attribuisce direttamente alla mano di Stefano Maconi. L’edizione si avvale oltretutto della collazione con altri manoscritti e con gli incunaboli. Accanto a questo però dell’edizione gigliana è stata sottolineata da parte della critica successiva anche la scarsa leggibilità: «ciò che rende l’edizione del Gigli d’impossibile lettura, sono le troppe e mal disposte virgole, le quali fanno continuo intoppo, senza riuscire a disbrigare i lunghi periodi; i quali appariscono anche più interminabili a causa della soverchia distanza fra un capoverso e l’altro, per la quale a chi legge non si concede riposo» (M. Fiorilli, Nota, in Santa Caterina da Siena, Libro della divina dottrina volgarmente detto Dialogo della divina provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice sanese…, Bari, Giuseppe Laterza e Figli, 1912, p. 416). Certo è che l’edizione da parte del Gigli «rappresenta comunque un progresso rispetto alle precedenti: il fine letterato, che ha intrapreso la pubblicazione degli scritti di Caterina principalmente allo scopo di dimostrare la uguale o superiore qualità della lingua senese rispetto alla fiorentina, libera i testi di quelle forme dialettali di cui gli stampatori, prevalentemente veneti, li avevano infiorati, e rettifica errori di lettura serenamente tramandati di edizione in edizione» (G. Cavallini, Fortuna e disavventure del «Dialogo» di S. Caterina da Siena, in Con l’occhio e col lume. Atti del Corso seminariale di studi su S. Caterina da Siena (25 settembre-7 ottobre 1995), a cura di L. Trenti, Siena, Cantagalli, 1999, pp. 104-105). L’opera ebbe un’altra edizione a Siena (Il dialogo della serafica Santa Caterina da Siena composto in volgare dalla medesima… Diviso in quattro trattati; opera cavata ora fedelmente dagli antichi testi originali a penna scritti da’ discepoli della Santa a dettatura di lei… Aggiuntovi ultimamente un quinto trattato, tolto dalla libreria vaticana, e le orazioni della Santa… Ed una scrittura apologetica di monsig. Raffaelle Maria Filamondo… Tomo primo, In Siena, nella Stamp. dell’A.R. della Serenss. Gran Principessa Gov. presso Francesco Quinza, l’Anno 1726). Bibl.: J. Anziani, Pour le texte du Dialogue de sainte Catherine de Sienne, “Bulletin italien”, lugliosettembre 1911; Libro della Divina Provvidenza volgarmente detto Dialogo della Divina Provvidenza. Nuova edizione secondo un inedito codice senese, a cura di M. Fiorilli, Bari, Giuseppe Laterza, & Figli, 1912 (2. ed. 1928), pp. 415-416; Mostra cateriniana di documenti, manoscritti e edizioni (secoli XIIIXVIII) nel Palazzo del Comune di Siena. Agosto-Ottobre 1947. Catalogo. Introduzione di Aldo Lusini. II edizione, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1962, n. 66, p. 81; S. Caterina da Siena, Il Dialogo, a cura di G. Cavallini, Roma, Edizioni cateriniane, 1968; D. de Courcelles, Il Dialogo di Caterina da Siena, Milano, Jaca Book, 2000; I caratteri di Caterina. Libri e incisioni (secoli XV-XVIII), a cura di M. De Gregorio e E. Pellegrini, Pienza, Società Bibliografica Toscana (Torrita, Associazione culturale Villa Classica), 2011, pp. 91-94 (per l’immagine in antiporta, pp. 92-93); Caterina. Libri, immagini, reliquie. Rapolano Terme, Oratorio della Misericordia 8 dicembre 2011-7 gennaio 2012, Sinalunga, Pia Confraternita di Misericordia-Società Bibliografica Toscana (Tipografia Rossi), 2011, p. 16.

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Il culto

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36. Testa di santa Caterina da Siena   Manifattura toscana, secolo XVII e secolo XIX, mm 530×400.  

All’interno di una teca rivestita di carta con fantasie floreali, sorretta da quattro peducci a riccio, si trova la testa in cera di santa Caterina da Siena. Il volto della santa dall’espressione sofferente, il collo coperto da una fitta increspatura di pieghe, è avvolto nell’abito domenicano, con due gigli bianchi sulle spalle e una corona di spine sulla testa. Nel cartiglio “XPI SPONSA KATARINA”. Notevole la somiglianza di questa testa con la reliquia della testa della santa che si trova all’interno della basilica di San Domenico a Siena. Sul retro la scritta dedicatoria “Ricordo per venerazione. L’avvocato Alessandro Falciani Rapolanese nel 1628 in circa regalò ad Ascanio Piccolomini d’Aragona in Roma mentre era consacrato per Arcivescovo di Siena. Nel 1874 il C E Beccarini alla Chiesa di Misericordia in Rapolano dona per affezione la Testa di S. Caterina da Siena in cera e la raccomanda”. Nonostante la testa, come ci dice l’iscrizione, sia seicentesca, l’urna che la contiene, con la sua cornice dagli elementi naturalistici dorata e intagliata, è senza dubbio ottocentesca.    

37. Reliquiario di santa Caterina da Siena   Manifattura toscana, metà del secolo XVIII, legno dorato, lamina d’argento sbalzata, vetro, mm 380×170.   

Reliquiario a ostensorio che presenta caratteristiche e ornati che risalgono al secolo XVIII. La base sagomata a gradini decrescente sorregge il fusto: due piedini a volute sui quali si innalza un angelo tra le nuvole che sostiene il ricettacolo decorato con volute e corone vegetali, il tutto sormontato da una croce apicale raggiata. All’interno del ricettacolo è collocato un reliquiario a medaglione che contiene la reliquia del cilicio di santa Caterina, come riporta il piccolo cartiglio: “Ex Cilic. 5. Catharin V. S.”. Il piccolo reliquiario a medaglione è completo di sigillo in ceralacca dell’arcivescovo di Siena Ferdinando Baldanzi (arcivescovo dal 1855 al 1866). Sul retro è applicato un manico che serviva probabilmente per il trasporto in processione.

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