Benjamin
 9788843054206

  • 0 0 0
  • Like this paper and download? You can publish your own PDF file online for free in a few minutes! Sign Up
File loading please wait...
Citation preview

Fabrizio Desideri

Massimo Baldi

Benjamin

Carocci editore

1•

© copyright

edizione, luglio 201 o by Carocci editore S.p.A., Roma

2010

Finito di stampare nel luglio 2010 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Sri, Urbino

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

Indice

1.

Introduzione

11

Awertenza

21

Esperienza, linguaggio, critica. Filosofia e teologia nel giovane Benjamin

23

Sul programma della filosofia futura: critica del concetto neokantiano di esperienza Teologia del linguaggio, teoria del nome e spazio della traduzione Filosofia come critica: Benjamin e il primo romanticismo Destino e carattere: critica del mito Per la critica della violenza Il Frammento teologico-politico: dynamis del profano ed interruzione messianica

2.

23

32 45 55 61

68

Platonismo linguistico: dialettica delle forme e immagini della verità Due poesie di Friedrich Holderlin: il «poetato» e il confine della forma poetica Dialettica dell'apparenza: tramonto del bello e «contenuto di verità» dell'opera d'arte. Sulle Affinità elettive L'origine del dramma barocco tedesco 7

71

75 84

La «premessa gnoseologica»: l'idea tra nome e rappresentazione Il Trauerspiel come «storia originaria» del significare: la polarità tra simbolo e allegoria Cogitatio melancholica e rovesciamento allegorico «Immagini di pensiero»: micrologia come cortocircuito tra immagine e concetto

3.

Il moderno come passage: da Parigi; capitale del XIX secolo a l'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica Il progetto sui passages Immagini dialettiche Il feticismo "moderno": moda e tempo dell'inferno Passages come monumenti immaginali Su alcuni motivi in Baudelaire: choc e poesia moderna Romanzo moderno, miseria dell'esperienza e crisi della narrazione: Leskov, Proust, Kafka Il racconto: Leskov Il romanzo moderno: Proust La parabola e il gesto: Kafka Il carteggio Benjamin-Adorno: la teologia come ingresso ai passages L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilùà tecnica Benjamin e Heidegger: un virtuale confronto sull'opera d'arte L'opera d'arte tra gioco e apparenza



87 92 96 99

107 107· 111

114 118 122 130 132 136 141 147

155 i58 162

Per un concetto messianico di storia L'ultimo idolo: il feticcio-storia e il lamento dei morti Eingedenken: memoria e redenzione dei fenomeni storici 8

167 173

Il risplendere del dolore e l'anamnesi della giustizia Il messianismo di Benjamin e lo spazio immaginativo dell'agire politico Jetztzeit: l'arresto della storia e le forze distruttive dell'idea di redenzione Il messianico e il Messia Krisis: il giorno del giudizio

190

Cronologia della vita e delle opere

19 5

Bibliografia

201

Indice dei nomi

219

9

176 179

184 188

Introduzione

Tutti coloro che si sono occupati 111 qualche modo di Walter Benjamin o che si sono semplicemente imbattuti in una sua pagina conoscono la ·difficoltà di definirne il pensiero, inserendolo in orizzonti disciplinari ben definiti come la filosofi.a della storia, del linguaggio, l'ontologia, l'etica, l'estetica e così via. Talvolta si è stati addirittura indecisi se assegnare la sua opera al genere testuale della filosofi.a o a quello della letteratura. Quanto alla prima difficoltà, si potrebbe osservare che nessun filosofo degno di questo nome, anche nell'epoca della specializzazione del sapere inaugurata dal Novecento, sopporta la partizione disciplinare della riflessione e della teoria. Se non altro, per il semplice motivo che la filosofia, come ha modo di ribadire lo stesso Benjamin, non è una forma di sapere determinato. A tale proposito Benjamin, seppur muovendo da presupposti diversissimi, condivide la tesi di Wittgenstein, secondo cui la filosofia non è una scienza, ma un'attività. Quanto alla seconda difficoltà, basterebbe osservare che si è fatta confusione tra l'assenza di argomenti e la peculiarità di un'argomentazione fulminea che si serve spesso del balzo repentino in avanti, della mossa laterale del cavallo o del colpo di mano (la zampata di chi si pone, come Kafka, discretamente ai piedi della dottrina e della Legge). Affermare questo non significa, certo, sostenere che Benjamin è stato un filosofo accademicamente "tradizionale", come lo furono, ad esempio, Husserl, Heidegger, o Cassirer. Dal punto di vista fattuale, perché la via dell'insegnamento accademico gli fu sbarrata proprio nel momento in cui consegnò all'Università di Francoforte il manoscritto di una delle poche opere decisive del Novecento: L'origine del dramma barocco tedesco. Dal punto di vista sostanziale, perché la filosofia di Benjamin è "tradizionale" in un senso di11

BENJAMIN

verso e più profondo. La tradizione alla quale Benjamin indubbiamente appartiene è, infatti, quella del neoplatonismo cabalistico; una tradizione che attraversa la cultura europea per lo più in maniera sotterranea e che è merito proprio del più vecchio e fedele amico di Benjamin, Gershom Scholem, aver riportato alla luce dello studio e della ricerca scientifica. Ma Benjamin eccede la normale figura del filosofo accademico anche per la singolarità e l'eloquenza dell'intreccio che, nel suo caso, si stringe tra i ritmi biografici dell'esistenza e quelli del pensiero. Il fatto di essere nato in una metropoli come Berlino, l'appartenenza ad una famiglia della borghesia ebraica, il rapporto con Parigi e la letteratura francese, l'esperienza dell'esilio, l' amore per la regista lettone Asja Lacis e la svolta storico-materialista in direzione di un poco "ortodosso" comunismo sono tutti elementi biografici che si inscrivono in maniera direttamente espressiva nell'opera di Benjamin, fino a gettar luce sui tratti di continuità o sulle cesure che la caratterizzano. Talvolta l'elemento biografico si trasforma addirittura in un motivo che occasiona e insieme illumina alcune delle opere più importanti, come è il caso, ad esempio, del grande saggio sulle Affinità elettive di Goethe. La stessa morte di Benjamin, il suo suicidio, in fuga dalle truppe naziste, in un oscuro albergo della cittadina di Port Bou, al confine tra Francia e Spagna, testimonia del fatto che quello benjaminiano è proprio un pensiero di confine e del confine. Per comprendere cosa ciò significhi, è forse necessario aggiungere che vi è una costitutiva differenza tra un pensiero al confine e del confine, come quello di Benjamin, e un pensiero al limite e del limite. Quello di Heidegger, ahneno fino a Essere e tempo e Kant e il problema della metafisica, è invece un pensiero del limite. Qui, nell'essere l'uno, quello di Benjamin, pensiero del confine e l'altro, quello di Heidegger, pensiero del limite, sta la ragione meta-politica e meta-teorica di una radicale e inconciliabile divergenza, refrattaria ad ogni confuso sincretismo, tra le rispettive figure di pensiero. Del motivo di questa differenza, si alimenta il programma del tardo Benjamin di «distruggere lo Hei~