Beethoven nei suoi quaderni di conversazione

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Luigi Magnani

Beethoven nei suoi quaderni di conversazione

SAGGI

550

Copyright ©

1975

Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino

Luigi Magnani

Beethoven nei suoi quaderni di conversazione

Giulio Einaudi editore

Indice

p. 3

I Quaderni di conversazione

13

1.

La voce di Beethoven

29

II.

Ideali sociali e passione politica

43

III.

Il problema dell'opera

67

IV.

La concezione drammatica della musica

81

v.

L'antinomia kantiana e i due princip! della forma-sonata

93

VI.

La genesi dell'idea e la Missa Solemnis

u2

VII.

128

VIII. Umanesimo di Beethoven

144

IX.

Il Parnaso musicale

1 6o

x.

Gli ultimi anni

191

XI.

Ritratti romantici di Beethoven

202

xn.

Beethoven e l'età romantica

Natura

e

arte in Beethoven

Appendice 227

Beethoven e l'Inghilterra

249

Indice delle opere

2 51

Indice dei nomi

Elenco delle illustrazioni

L'inizio dell'ultimo tempo della Sonata quasi una Fantasia, op. 2 7 n. 2 (Al chiaro di luna). Joseph Willibrord Mahler, Ritratto (r8o 4-80 5 ). Historisches Museum der Stadt, Wien.

Johann Christoph Heckel, Ritratto ( r 8 r 5 ). Library of Congress, Washington.

Cari Friedrich August von Kloeber, Ritratto a matita (circa r 8 r 8). Collezione H. C. Bodmer, Beethovenhaus, Bonn.

Ferdinand Schimon, Ritratto (r8r8 o r8r9). Beethovenhaus, Bonn.

Joseph Cari Stieler, Ritratto (r8r9-20)

.

Walter Hinrichsen, New York.

Ferdinand Georg Waldmliller, Ritratto (r82 3 ). L'originale, bruciato, si trovava presso Breitkopf und Hiirtel. Foto giano Castello (Italia).

H.

C. Robbins Landon, Bug­

Le ultime note scritte da Beethoven (abbozzo per la Decima Sinfonia). Staatsbibliothek, Preussischer Kulturbesitz, Berlin.

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Alla memoria di mio Padre

I Quaderni di conversazione

Nel silenzio in cui la sordità lo aveva relegato come in un de­ serto, nessun rumore, nessuna voce umana poteva giungere sino a lui, a distoglierlo dai miraggi della musica, a consolare la sua so­ litudine. Prigioniero della sua infermità non meno che della sua grandezza, non era dato negli ultimi anni comunicare con lui se non per iscritto Affidate alla pagina, molte di quelle parole giunsero sino a noi, ed i centotrentasette Quaderni superstiti dei quattrocento rinvenuti alla sua morte sono quanto ci resta di ciò che costitui il suo fragile ponte col mondo, l'effimero legame che lo ricongiunse alla terra 2• Sfogliandoli sembra che il tempo, incorporato in quelle pagi­ ne, riprenda lentamente a fluire e che le parole ivi raggrumate fondano come le paroles gélées di Pantagruel, esalando i loro suo1•

1 «La conversazione con Beethoven- testimonia tra gli altri Ferdinand Hiller - do­ veva farsi in parte per iscritto; egli parlava, i suoi interlocutori erano obbligati a scrive­ re le loro domande e risposte. A questo :fine egli aveva sempre a portata di mano dei grossi quaderni di carta ordinaria, di formato in quarto, e delle matite... Egli seguiva con occhio avido la mano che scriveva e afferrava con un colpo d'occhio piu che non leggesse ciò che vi era scritto. Questo lavoro continuo di scrittura da parte dei visitatori era un grande inciampo alla vivacità della conversazione»; cfr. FERDINAND HILLER, Aus Dem Tonlehen unserer Zeit, nuova ed., Leipzig 1 8 7 1 , pp. 169 sgg., e A. w. THAYER ( H. DEI· TERS- H. RIEMANN ) , Ludwig van Beethovens Lehen, V, Leipzig 1908, pp. 481 sgg. 2 Beethoven, porgendo uno di questi quaderni a un giovane artista, A. von Zuccal­ maglio, che si era recato a visitarlo e che, non potendo farsi intendere da lui, gli espri­ meva la sua gioia e la sua ammirazione con le lagrime, aveva detto: «So ganz bin ich doch nicht von der Welt und denen die mich lieben abgetrennt... hier hab ich mein Buch und hier ist Schreibzeug, so konnen Sie mir schriftlich jede meiner Fragen beant­ worten » («In tal modo non sono del tutto separato dal mondo e da coloro che mi ama­ no ... qui ho il mio libro, qui c'è l'occorrente per scrivere, cosi lei può rispondere per iscritto a ogni mia domanda»; cfr. Der Besuch heim Meister, nacherzahlt von G. WEDEL, in «Neue Zeitschrift fiir Musik», 1838, 1-3 , p. q, e G. SCH UNEMANN, Ludwig van Bee­ thovens Konversationshefte, Berlin 1941-43, I, p. 4).

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Beethoven nei suoi quaderni di conversazione

ni con l'indistinto brusio di frasi interrotte : frammenti di un dia­ logo quasi costantemente mutilo della voce principale. Raramen­ te infatti Beethoven scrive nei Quaderni : quando teme che qual­ che indiscreto possa ascoltare le sue parole, quando parla a se stesso, o quando debba rivolgersi (e si dà anche questo caso) ad un altro sordo. Ma anche là ove, come in un negativo, per gli in­ vertiti rapporti di luci e di ombre, nulla sembra essere rimasto impresso, può sorgere, evocata da quanto l'attornia, l'immagine : e la perduta parola trova allora il suo inserto nelle lacune che la suggeriscono e la restituiscono al dialogo, come i vuoti di un cal­ co e i suoi rigidi contorni restituiscono la plasticità di una forma, il movimento di un gesto. Il flusso esistenziale riprende allora a scorrere in quei frammenti avulsi dalla vita, che della vita sono determinazione e qualifica e insieme riflesso dell'opera, che si an­ dava attuando in necessario rapporto col tutto e nel tutto. In ogni grande spirito, aveva osservato Humboldt, c'è una sfera di attività piu immediata e piena di quella delle sue opere. Queste mostrano infatti solo una parte della sua essenza, la quale invece si trasfonde per intero nella manifestazione viva della sua personalità, accolta dai contemporanei e trasmessa in eredità alle generazioni seguenti. In modo diretto e piu sovente indiretto i Quaderni ci docu­ mentano su tale azione silenziosa e quasi magica esercitata dalla grande personalità di Beethoven, che le opere rivelano in tutta la sua purezza e trasmettono incontaminata, resa incorruttibile dal­ la forma al di là degli abissi del tempo. Permettendoci di ricalare l'opera nell'ambito esistenziale da cui sorge, di ricondurre quelle pure forme agli eventi di cui sono sublimazione, essi ci aiuteran­ no a meglio scorgere il sottile legame che ricollega l'arte alla vita, la legge al fenomeno, quel costante tendere al di là del finito ver­ so l'infinito. Per registrare con immediatezza i piu fuggevoli mo­ tivi del sentimento essi ci riveleranno inoltre aspetti segreti del suo animo, ci documenteranno sulla vastità dei suoi interessi spi­ rituali ed umani, sulla passione politica, sull'amore per la storia, la poesia, la filosofia, a mostrare come egli costantemente aspiri a riannodare la musica a qualche cosa di piu alto, a un pensiero che,

I Quaderni di conversazione

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trovando profonda risonanza nel suo animo, proietti una nuova luce sul processo creativo, lo inserisca al centro della spiritualità piu pura. Affetti, passioni politiche, idee filosofiche e religiose che non solo ci testimoniano la sua intensa partecipazione al mondo in cui vive, le sue curiosità e la sua cultura, ma ci rivelano la misura, la dimensione della sua spiritualità e ci si offrono quale elemento integrante e complementare della sua concezione del­ l'umano, elevata alla sfera di supremo ideale. Di questi frammenti e relitti di vita è compenetrata la sostan­ za conoscitiva della sua arte, che quei moti del cuore e della men­ te sa detergere da ogni elemento caduco e rendere manifesti in virtu della forma, come pure realtà, come verità inconfutabili e assolute. Se le pagine dei Quaderni di conversazione sembrano arresta­ re il divenire della realtà esistenziale, l 'opera, in cui quella realtà si riflette trasfigurata, ne sa cogliere l'attimo fuggente facendolo eterno . Soltanto infatti riportando gli eventi, registrati in quei fogli, al processo spirituale in cui si inseriscono, risalendo dalle verità di cui sono diretta testimonianza alla poesia cui ci iniziano, potranno divenire da spoglie mortali di cronaca, storia, da tempo perduto, tempo ritrovato. Alla morte di Beethoven Stephan von Breuning, avuti dagli eredi con altre carte i Quaderni di conversazione, ne fece dono ad Anton Schindler, che se ne valse per redigere la biografia del suo maestro ed amico. Beethoven stesso, come Schindler ebbe a riferire al conservatore della Konigliche Bibliothek di Berlino, S . W. Dehn, avrebbe espresso il desiderio «dass diese Originalien wie iiberhaupt der grosste Teil seines geistigen Nachlasses, einstens ungetheilt an einem wi.irdigen offent­ lichen Orte deponiert und jedermann zuganglich werden moge » 3 («che questi originali, come in genere la maggior parte di quanto costituiva la sua eredità spirituale, fossero depositati indivisi in una degna e pub­ blica sede che potesse divenire accessibile a tutti»). 3 Cfr. Berlino, Staatsbibliothek, lascito Schindler, manoscritti musicali autografi, 36, nn. 88, 89, 90 e SCHUNEMANN, I, p. 8 . [L'edizione dei Quaderni di conversazione dello Schiinemann, già citata, come quella del Prod'homme, il volume del Leitzmann, L. van Beethoven, e l'epistolario beethoveniano a cura del Kastner, che il lettore trove­

rà citati in seguito, saranno indicati in nota, nel corso del volume, con autori] .

il solo nome degli

6

Beethoven nei suoi quaderni di conversazione

Ma quando nel r846 venne stipulata la vendita dei Quaderni di con­ versazione alla suddetta biblioteca, il loro numero risultò di soli cento­ trentasei. I duecentosessantaquattro Quaderni mancanti erano stati di­ strutti dallo stesso Schindler, che credette potersene giustificare verso il Thayer dichiarandoli di scarso interesse, e verso il Dehn (che avendo ap­ preso notizia della loro esis tenza ne aveva reclamato a termini di con­ tratto la consegna) adducendo quale pretesto il loro compromettente contenuto politico . Due di essi peraltro, insinuava Schindler, «enthiel­ ten namlich die grobsten und ziigellosesten Ausfalle auf den Kaiser ebenso auf den Kronprinzen (jetzigen Kaiser) und andere erlauchte Mitglieder des Kaiserhauses . Dieses letztere war leider ein Thema das Beethoven, mi t der obersten Staatsverwaltung, ihren Gesetzen und Ver­ ordnungen bekanntlich in stetem Widerspruche, in der Conversation gerne bevorzugte » 4 («contenevano gli attacchi piu grossolani e piu sfre­ nati sia contro l'imperatore sia contro il principe ereditario, ora impera­ tore, ed altri illustri membri della famiglia imperiale . Quest'ultimo era purtroppo un soggetto di cui Beethoven, notoriamente in costante ri­ volta contro le autorità superiori, contro le leggi e le ordinanze, si com­ piaceva volentieri nella conversazione»). E poneva fine alla controver­ sia con le seguenti parole che dovevano scoraggiare il conservatore da ogni altro possibile tentativo di rivalsa o di recupero di quei testi incri­ minati: «lch bin iiberzeugt dass S. Excellenz, hatten Sie Kenntniss von dem Inhalte solcher Schriften , alsbald befehlen wiirden, selbe dem Feuer zu iibergeben, damit die Konigl. Bibliothek nicht der Aufbewah­ rungsort von ziigellosen Ausfallen gegen allerhochste Personen werde » (« Sono convinto che se Vostra Eccellenza avesse avuto conoscenza del contenuto di tali scritti, Ella stessa li avrebbe gettati nel fuoco perché la Biblioteca reale non divenisse il ricettacolo in cui fossero conservati questi attacchi sfrenati contro le autorità supreme»). I Quaderni già custoditi dalla Biblioteca di Berlino registrano con­ versazioni riferentisi agli anni r8r9-27 5• Nel Beethoven-Archiv di Bonn si conservano inoltre un Quaderno di conversazione del r8r8 6 ed un al­ tro del r 82 5 già nella collezione Bodmer di Zurigo 7• L'edizione critica, iniziata dal Nohl nel 1922 e arrestatasi al primo 4 Cfr. SCHiÌNEMANN, I, p. 9· S'intende che oltre alla prudenza politica, ragioni phi strettamente personali e meschinità inconfessabili hanno determinato la distruzione, da parte di Schindler, di tanti quaderni. 5 Dall'inventario redatto dal conservatore della Biblioteca di Berlino, S. W. Dchn, risulta che quattro Quaderni appartenevano all'anno 1819, undici al 1820, otto al 1822, ventotto al 1823, ventitre al 1824, trentuno al 1825, diciannove al 1826, dodici al 1827. 6 Cfr. Katalog der Handschriften des Beethoven-Hauses und Beethoven-Archivs, bearb. von J. SCHMID1'-GORG, Bonn 1935, p. 20, n. 54 · 7 Cfr. Bine Schweizer Beethovensammlung. Katalog bearb. von MAX UNGER, Ziirich 1939, p. 8o, e 1'. FRIMMEL, Beethoven-]ahrbuch, 1909, II, pp. 1 6 1 sgg.

I Qu aderni di conversazione

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fascicolo 8, venne nuovamente intrapresa dallo Schiinemann, ma dopo i primi tre volumi, usciti rispettivamente negli anni r94r, r942 e r943, è rimasta anch'essa interrotta, limitandosi alla pubblicazione dei Quader­ ni appartenenti al periodo corrente dal febbraio r8 r8 al luglio r823 g. Per i Quaderni degli anni successivi non resta che ricorrere alla fram­ mentaria edizione francese curata da Jacques-Gabriel Prod'homme 10 e seguire la pubblicazione dei testi originali curata da K. H. Kohler e G. Herre 11• Dai Quaderni e da altri taccuini ora perduti furono copiate da mano ignota nel cosi detto manoscritto Fischoff ��numerose frasi e citazioni di Beethoven: prezioso ricupero di testi cui abbiamo fatto ri­ corso nel nostro lavoro, seguendo la lezione che ne ebbe a dare Albert Leitzmann 13• Ci siamo valsi inoltre delle citazioni che biografi di Beethoven quali Anton Schindler, Gerhard von Breuning, Alexander Wheelock Thayer, Ludwig Nohl, Theodor Frimmel e Alfred Kalischer ebbero a trarre dai manoscritti dei Quaderni da essi consultati, ad integrazione parziale del­ le lacune del testo pubblicato dal Prod'homme.

Gli interlocutori dei Quaderni di conversazione appartengono in gran parte alla cerchia piuttosto ristretta degli intimi di Bee­ thoven. S'incontrano per primi J. K. Bernard, giornalista, redat­ tore della « Wiener Zeitschrift », che assiste Beethoven nel pro­ cesso per la tutela del nipote e intende collaborare quale libretti­ sta al progettato oratorio La vittoria della Croce; Franz Oliva, impiegato di banca, già intermediario tra Beethoven e Goethe, suo consigliere finanziario, solerte e fedele amico; Joseph Czerny « famoso maestro di pianoforte » ( cosf è definito nei Quaderni), di cui il nipote di Beethoven è allievo; Karl Peters, precettore in casa del principe Lobkowitz, servizievole, gioviale, devoto; il dottor Johann Baptist von Bach, musicomane, ammiratore entu­ siasta di Beethoven, suo legale, e altri ancora. 8

Cfr. w. NOHL, Ludwig van Beethovens Konversationshefte, Miinchen

1922,

I.

9 Cfr. G . SCHVNEMANN, Ludwig van Beethovens Konversationshefte, 3 voll., Berlin

1941-43 . Le citazioni da questa edizione critica sono qui riportate fedelmente, con tutte

le incsattezze ortografiche e grammaticali che contengono. 1° Cfr. J.-G. PROD' HOMME, Les cahiers de conversation de Beethoven, Paris 1 946. 1 1 Beethovens Konversations-hefte, VEB Deutscher Verlag fiir Musik, Leipzig

1968 sgg. 12

Già nella Staatliche Bibliothek di Berlino. Cfr. A. LEITZMANN, L. van Beethoven, Berichte der Zeitgenossen, Briefe und per­ ronliche Aufzeichnungen, Leipzig 1921, II, pp. 239 sgg. e 365 sgg. 13

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Particolare interesse hanno i colloqui con Karl Blochlinger ( seguace di Pestalozzi e direttore dell'Istituto in cui il nipote ve­ niva educato ), con August Friedrich Kanne ( autore del testo del­ la cantata Die gute Nachricht, spirito aperto alla poesia e alla filosofia, con il poeta Franz Grillparzer, con Christoph Kuffner, musicista e uomo di cultura cui si deve, secondo la testimonianza di Czerny, il testo del coro della Fantasia op . 8 o e il progetto per l'oratorio Saul. Numerose pagine registrano le conversazioni dei familiari ( il nipote Karl, il fratello Johann), di Karl Holz, secondo violino del Quartetto Schuppanzigh, che per un certo tempo ha goduto la piena fiducia di Beethoven, ed infine di Anton Schindler, che è il principale interlocutore di questo grande dialogo beethovenia­ no Le sue parole rivelano il carattere dell'uomo, il suo zelo spesso inopportuno, la sua curiosità indiscreta, la sua saccente pedanteria, la sua irrimediabile mediocrità. Servizievole sino a mostrarsi servile, paziente sino ad apparire succube, geloso del privilegio di una famigliarità che la sua dedizione gli ha conqui­ stato, Schindler mira ad accrescere il tesoro di cognizioni e di confidenze che va raccogliendo dalla viva voce del maestro e che in un giorno non lontano potranno farlo apparire quale suo erede spirituale. La sua incapacità a comprendere l'arte di quel genio è pari alla sua ostinazione di potervi riuscire Lo vediamo infatti, nei Quaderni di conversazione, infastidire e spazientire Beethoven, persino nei suoi ultimi giorni, con insi­ stenti domande nel vano tentativo di poter risolvere, in termini apprendibili di regole e di procedimenti formali, il mistero della sua arte, di costringere entro i precisi contorni di precostituite immagini letterarie il libero volo della sua fantasia musicale, di abbassare a valore significante ciò che in essa è altamente signifi14•

15•

1 Per le notizie biografiche delle persone sopracitate e delle altre che interverranno 4 nel corso delle conversazioni dei Quaderni, rinviamo a T. FRIMMEL, Beethoven-Hand­ buch, Leipzig r926 . 15 Schindler trova difficoltà anche nello studio delle prime sonate : « 11 Largo della Sonata in re magg. è molto difficile da intendersi. Voi sarete ancora molto scontento di me. Io credo che dovrò farvela sentire ancora una volta. E poi io mi ricorderò [della vo­ stra lezione] per sempre. Dunque vi prego abbiate pazienza ». Cfr. SCHUNEMANN, I I, pp . 20!-2.

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cativo, di ridurre infine quella grandezza nei limiti della pochezza sua e dei suoi pari . Nelle sue reiterate suppliche quali