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Italian Pages 376 [377] Year 2020
EURIPIDE
BACCANTI A CURA DI GIULIO GUIDORIZZI
Agave porta, infissa in cima a un tirso, la testa del fi glio Penteo che le sue compagne hanno fatto a pezzi: la vuole consegnare a Bacco in segno di vittoria. «A lui porta un trionfo fatto di pianto», fa dire Euripide al servo che racconta ciò che ha visto accadere sul Ci terone. Tnvasata, Agave non sa che ciò che brandisce come un trofeo è il capo sconciato del figlio, e il mo mento nel quale lo capisce costituirà una delle più tre mende scene di riconoscimento della tragedia antica. Le Baccanti erano iniziate con Dioniso che annuncia va di volersi rivelare come dio in Tebe, di desiderare il riconoscimento e la venerazione. Li ottiene a prezzo di un sacrificio immane, che immola la ragione sull'al tare della follia, e precipita l'intera stirpe di Cadmo nella disgrazia. In questa tragedia, l'ultima prodotta dal grande teatro del V secolo a.C., e l'ultima, proba bilmente, composta dall'aurore prima della morte (fu messa in scena ad Atene dal figlio), Euripide «ripro pone in modo emozionante e terribile quello che era stato uno tra i temi fondamentali del suo teatro, cioè il conf1itto tra ragione e irrazionale». Al suo centro si trova infatti la follia scatenata delle menadi, che in furia sulla montagna, con le donne che, cinte di pelli mandare, inghirlandato il capo di edera, brandendo il tirso nelle mani, si abbandonano a danze furibonde al suono di ilauri e tamburelli. «Cos'è mai la saggezza?>> si domandano le baccanti del Coro: «quale il dono più bello degli dèi ai mortali?» La loro risposta è spesso sibillina, paradossale: «Non è sapienza il sapere». Le Baccanit discutono il rema del la so{lbia in modo insistente, con tutta l'urgenza che il fenomeno culturale e religioso del dionisiaco- su perbamente illustrato dal curatore- richiede. «Mol ti sono gli aspetti delle cose divine, molte cose gli dèi realizzano contro ogni speranza» conclude il Coro, qui come in altre tragedie di Euripide, «ciò che si atten de non si compie, dell'inatteso il dio trova la strada.» Con questo \'Olume la Fondazione Valla inizia la pub blicazione del teatro di Euripide, secondo Aristotele il piLI tragico dei poeti: con le 13acctlllli, che ebbero in sorte persino di fornire il testo